A heart needs a guardian

di mikamey
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hinata ***
Capitolo 2: *** Shikamaru Nara ***



Capitolo 1
*** Hinata ***


Hinata




Non si può scegliere chi amare, a volte il destino ti pone davanti molte strade, molte persone, molte possibilità; però poi sei tu a dover scegliere quale seguire; ma ciò non avviene sempre, a volte, accadono cose che non possono essere evitate, innamorarsi è una di queste. Ho sempre pensato che l’amore fosse una cosa naturale e bellissima. Un sentimento capace di completare la propria esistenza, non ho mai considerato l’altro lato della medaglia, ovvero il suo opposto, l’amore non è solo completezza, l’amore può essere anche vuoto e dolore, una voragine dell’anima.
La vita sa essere beffarda e la sua crudeltà può dilaniare qualsiasi cuore, tuttavia regala ad ognuno di noi una possibilità.. un custode.



Hinata Hyuuga



Lo osserva da minuti, ore forse, nascosta dietro un albero mentre lui, instancabile, si allena per tagliare la cascata. Il petto nudo, libero dalla classica tuta nera e arancione che da anni lo contraddistingue, piccole gocce di acqua miste a sudore che gli carezzavano i muscoli delle spalle, i pettorali, gli addominali e ogni singolo centimetro di quel corpo scolpito e bronzeo che tanto l’attraeva.

Era stato il suo perenne sorriso gioioso ad attirare il suo interesse e la sua determinazione a conquistarla; ma adesso, a farle battere il cuore era quel volto di uomo tinto di volontà ad energia, quel fisico scolpito da battaglie ed allenamenti. Era dal ritorno del ragazzo a Konoha che la Hyuuga si sorprendeva più spesso ad immaginare quale sensazione proverebbe nel lambire le sue labbra, nel’accarezzare il suo viso ormai maturo, nel toccare il suo corpo perfetto. Ogni qual volta si perdeva in quei pensieri, il suo volto si tingeva di rosso e la mente piombava nel caos. Nella peggiore delle ipotesi, sveniva. Per fortuna c’erano sempre i suoi compagni a soccorrerla, ormai non la prendevano più in giro per le sue reazioni, conoscevano i suoi sentimenti cosi come la sua timidezza e la proteggevano e aiutavano come potevano. A dire il vero, con loro si sentiva al sicuro e sicura di se. Loro l’apprezzavano, le volevano bene, glielo dimostravano ogni giorno, ogni momento che passavano assieme e lei si sentiva importante ed amata.

Hinata si porta una mano all’altezza del cuore assaporando il ricordo del calore che prova assieme ai suoi compagni e, quando volge nuovamente lo sguardo verso Naruto, si accorge che il ragazzo ha interrotto i suoi allenamenti. È molto stanco, e il chakra è agli sgoccioli, anche senza usare i suoi occhi riesce a intuirlo. Stringe tra le mani il gesto con la frutta che ha selezionato appositamente per lui per cercare il coraggio di offrirglielo, ma non appena muove un passo nota la presenza di Sakura. Anche la ragazza regge in mano un cesto, all’interno ci sono delle strane polpettine marroni.

L’Uzumachi si fionda sorridente dalla ragazza accettando il suo pensiero.

-Sakura-chan mi hai preparato delle altre pillole energizzanti, sei la migliore!
La ringrazia donandole uno dei suoi sorrisi più splendenti, anzi il più splendente e sincero, quello riservato a lei, alla donna che ama. I sentimenti di Naruto non sono mai stati difficili da capire, la sua semplicità infondo è uno dei suoi pregi maggiori.

-Certo baka, se non ci pensassi io a te a quest’ora saresti costretto in ospedale privo di sensi, dovresti fare maggiore attenzione al tuo corpo Naruto!
-Ma Sakura-chan lo sai che devo allenarmi, e poi, ci sei già tu che ti prendi cura di me quindi sono contento cosi!

Di nuovo quel sorriso radioso, innamorato, rivolto alla sua Sakura che, lievemente imbarazzata, picchia il ragazzo sul braccio rimproverandolo; ma Hinata lo sa, sa che l’Haruno è felice che le sue premure siano apprezzate dal ragazzo, ed è sicura che appena il ragazzo tornerà ad allenarsi lei correrà a preparare un altro cesto di “pillole” per poi recarsi nuovamente alla cascata ad osservarlo.

La kunoichi stringe ancora più forte il manico del suo cesto tornando dietro l’albero che la nasconde per poi allontanarsi, silenziosa come era arrivata, torturata dalle risa dei due ragazzi. Si sente di troppo, una fastidiosa spettatrice di un momento che dovrebbe appartenere a loro perché, lo sa, quei due si appartengono, nel cuore dell’Uzumaki non c’è posto per lei se non come amica.


Non si può scegliere chi amare ma abbiamo sempre la possibilità di decidere a chi donare il nostro cuore.



Si allontana lentamente da quel luogo conscia  della realtà che ora non può più negare, si rintana nel fitto del bosco in una piccola radura che le aveva mostrato una volta Kiba, la stessa che  Shino  si era fatto mostrare perché convinto fosse dimora di qualche strano insetto, chissà perchè Kiba se l’era presa tanto con l’amico, a lei aveva detto che quel luogo era un po’ il suo nascondiglio ma che lei vi si sarebbe potuta rifugiare ogni qual volta ne sentisse bisogno perché con Shino sarebbe dovuto essere diverso? Dopotutto facevano tutti parte dello stesso team.


Prese posto su una roccia osservando ancora una volta il contenuto del suo cesto, paragonandolo poi a quello di Sakura. La kunoichi gli aveva portato degli energizzanti molto utili mentre lei della semplice frutta, fra l’altro, scelta secondo criteri che ora considerava sciocchi. Si era basata sulle parole dei suoi compagni per riempirlo selezionando la frutta che piaceva loro o che loro consideravano ricca di vitamine e via dicendo ad esempio, era Kiba che amava l’uva non Naruto e le pesche invece erano il frutto preferito da Shino, le arance le aveva prese semplicemente perché il loro colore le ricordava il ragazzo…
-Già non era esattamente uno dei regali più azzeccati- Si disse distrattamente poggiando la testa sulle proprie ginocchia.

-Ma un regalo fatto col cuore vale più di qualunque altra cosa, non te lo ha mai detto nessuno?

La voce inaspettata di Kiba la sorprese, ma le parole sempre gentili e comprensive dell’amico la rincuorarono.
 Gli sorrise sincera mentre il ragazzo prese posto accanto a lei seguito a ruota da Akamaru che iniziò a leccarle il viso.

-Ho deciso di guardare avanti…lui non mi appartiene, non mi apparterrà mai e io stessa, non sono più sicura dei miei sentimenti. Questo cesto è la prova di quanto poco io lo conosca o possa fare per lui. Sai Kiba penso che amerò Naruto per sempre, lo penso davvero, ma da oggi sarà un amore diverso…

Non finì il suo discorso, che le lacrime già le imperlavano gli occhi e bagnavano le sue gote diafane mentre l’Inuzuka la stringeva a se, facendo affondare il viso della ragazza sul suo petto e ignorando i mugolii gelosi di Akamaru che reclamava le coccole della ragazza e l’attenzione del proprio padrone che, inevitabilmente si ritrovava ad ignorarlo ogni qual volta si trovava a confortare la Hyuuga.

Hinata si ritrovò a rispondere convulsamente a quell’abbraccio cercando rifugio nelle possenti braccia del ragazzo, si domandò perché con lui fosse cosi facile parlare, confidarsi e perfino avere quel contatto fisico provando solo pace e piacere. Quel profumo ferino, di bosco, la faceva sentire libera mentre quel corpo anormalmente caldo le infondeva calma e protezione.
 
Forse dipendeva dal fatto che era un suo compagno, magari era merito del suo carattere aperto e gioviale o forse era perché nei momenti difficili lui era sempre li a confortarla, compariva improvvisamente dal nulla offrendosi come rifugio cosi come quando lei gioiva lui le era accanto condividendo con lei il medesimo sentimento.

In quell’istante Hinata si rese conto che Kiba era molto più di un amico, era tutto ciò che avrebbe voluto da Naruto, tutto ciò che cercava; ed ora, finalmente, lo aveva trovato. Si era innamorata della persona sbagliata, ma i Kami le avevamo fatto incontrare il custode perfetto per il suo cuoreò. Si, glielo avrebbe affidato, infondo fino a quel momento lui se ne era comunque preso cura con grande maestria pur non avendone il compito.

Si possono amare un’infinità di persone, in un’infinità di modi diversi, ma solo una di loro può custodire quel cuore, che si tratti della persona amata o meno è solo questione di fortuna.







Ciao tuttiiiiiiiiiiiii questa è la primissimo lavoro che pubblico su Naruto!
Spero che la shot vi sia piaciuta! Ma prima qualche premessa :P “ A heart needs a guardian” sarà una raccolta di shot ognuna delle quali avrà un protagonista (ma guarda un po’ che novità NdA) e un custode. Le parti in corsivo saranno una costante che utilizzerò per introdurre “il cuore” la sua sofferenza e il custode che lo curerà. Questo lavoro è nato inizialmente con una semplice shot su Hinata ma alla fine mi sono ritrovata a scivere anche su shikamaru, Ino (tanto per la cronaca era di loro che volevo scrivere ma come sempre poi ho fatto tutta un’altra cosa ho abbandonato quella ff per scriverne una totalmente diversa :/ ) e mi son detta “perché non fare una raccolta coinvolgendo un po’ tutti?” quindi per vostra disgrazia è nata questa raccolta :P
Che dire il rapporto tra Hinata/Naruto/Sakura per me è un po’ strano. Nel senso che non so più per chi tifare, devo dire che Hinata piano piano ha iniziato a entrare nelle mie simpatie perché, diciamocelo, ha saputo tirare fuori il coraggio per Naruto.. ma lui.. lui ha sempre amato Sakura che d’altro canto ha avuto sempre occhi per Sasuke, tuttavia..almeno ultimamente e sempre secondo il mio modesto parere, ha aperto un po’ gli occhi su Naruto, non dico che lo ama ma di sicuro prova sentimenti molto profondi verso di lui e chissà che un giorno non si trasformino in qualcosa di più. :P certo però che anche la nostra Hyuuga merita la felicità.. e sinceramente la coppia Kiba/Hinata mi piace però boh, come ho già detto sono un po’ confusa :P

Coooooooomunque la smetto subito di blaterare, quando sono su di giri divento logorroica e pubblicare il mio primo lavoro su Naruto non mi manda su di giri, fa molto di più!!
Quindi bando alle ciance e veniamo alle cose serie, mi farebbe molto piacere leggere il vostro parere su questa shot, e spero che commenterete in tanti perché ho davvero bisogno di consigli! In più vorrei che foste voi a scegliere il/la protagonista della prossima shot, chi preferite Ino o Shikamaru?




Un grazie immenso a tutti coloro che leggeranno e commenteranno!!
Un abbraccio
Mikamey

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Capitolo 2
*** Shikamaru Nara ***


Shikamaru Nara



Non si può scegliere chi amare, a volte il destino ti pone davanti molte strade, molte persone, molte possibilità ma poi sei tu a dover scegliere quale seguire ma ciò non avviene sempre  a volte accadono cose che non possono essere evitate, innamorarsi è una di queste, ho sempre pensato che l’amore fosse una cosa naturale e bellissima,. Un sentimento capace di completare la propria esistenza, non ho mai considerato l’altro lato della medaglia, ovvero il suo opposto, l’amore non è solo completezza, l’amore può essere anche vuoto e dolore, una voragine dell’anima.
La vita sa essere beffarda e la sua crudeltà può dilaniare qualsiasi cuore, tuttavia regala ad ognuno di noi una possibilità.. un custode.



Shikamaru Nara

Per lui le donne erano un mistero, oltre che un’enorme seccatura. Non era mai riuscito a comprenderle e negli anni le cose non erano certo cambiate; solo un po’ di esperienza, forse, aveva reso il suo rapporto con l’universo femminile meno disastroso. Sembrava che il fato avesse fatto di tutto affinchè anche il giovane Nara potesse entrare in connessione con quello che, a parer suo, era errato chiamare “gentil sesso”.

Si era spesso domandato chi fosse stato lo sprovveduto o presuntuoso essere, che aveva avuto la genialità di definire la categoria femminile come “gentile” e “debole”!
Le donne erano tutt’altro che deboli, erano delle despota travestite da agnellini; delle streghe mascherate da principesse. Perché sì, doveva ammetterlo, alcune ragazze erano davvero piacevoli alla vista; La Yamanaka ad esempio, con la sua folta capigliatura bionda e gli occhi azzurri brillava di un fascino intrigante, complice anche il fisico perfetto.  L’Haruno, invece, con quegli improbabili capelli confetto e lo sguardo smeraldino mostrava una bellezza più tenera e dolce; Temari invece trasudava di una sensualità selvaggia e provocante, Hinata, bè Hinata era la classica bella ragazza che con la sua fragilità risvegliava  quell’atavico istinto di protezione insito nel cuore umano, e  perfino Youshino, sua madre, seppure non più in giovane età aveva una sua bellezza, che a detta del padre, somigliava ad un misto di Temari e Sakura benché non spiccasse per stravaganza come le due ragazze; ecco, forse fisicamente era la tipica bellezza fresca e sbarazzina  un po’ come Tenten.

Ad ogni modo, per quanto belle, le donne era meglio solo guardarle! da lontano ovviamente, per non cadere nella loro rete. Era questa la loro arma, riuscivano a catturarti con un’innata facilità per poi sottometterti senza remore alcuna, sfruttando il loro aspetto e tutti quegli assurdi stratagemmi che solo una donna sapeva usare.

Shikamaru era ormai convinto che la vera essenza del ninja risiedesse nell’animo femminile; un entità simulatrice, ingannatrice, forte e letale! Sì, perché le donne sanno fingere, le donne sanno manipolare, le donne sanno sempre e comunque ottenere ciò che vogliono col minore degli sforzi dato che a faticare sono gli uomini.

Sia che usassero le loro arti ingannatrici, sia che adoperassero le maniere forti, le donne erano le vere reggenti della vita di un uomo, lui stesso era come perseguitato dal loro potere pur mantenendosene lontano. In primis, torreggiava l’indiscutibile supremazia di sua madre, sia su di lui che su suo padre, che inspiegabilmente si ritrovava a giustificare i comportamenti della donna con scuse che, a parer suo, passavano dall’ovvietà alla più irrazionale delle motivazioni.
Ricordava perfettamente il giorno in cui aveva confidato al padre il suo odio per le donne, nonché la sua incapacità di afferrare il motivo che lo aveva spinto a sposarsi, per di più con Yoshino; A suo avviso il padre, sposandola, non aveva fatto altro che firmare la sua condanna a vita per mano di una despota. Shikaku, d’altro canto, affermava sovente che il temperamento della moglie fosse invece necessario per contrastare la proverbiale svogliatezza dei Nara.

Questa motivazione, con un considerevole sforzo, poteva anche accettarla; ma assecondare la giustificazione del padre quando affermava che Yoshino era dolce, gli sembrava davvero impossibile! Eppure Shikaku aveva delineato chiaramente il concetto << anche la donna più scontrosa sa essere dolce con la persona che ama>>. In tutta sincerità  il giovane Nara non avvertiva tutta questa dolcezza né nella madre nè nelle altre esponenti della razza femminile con cui aveva a che fare, se non forse in Hinata; ma doveva ammettere che non conosceva a fondo la ragazza, e che quindi, la sua poteva benissimo essere una maschera come quella che indossavano Ino o Sakura.

Ancora immerso nei suoi pensieri, Shikamaru si accorse di essere finalmente arrivato sulla sua collinetta, ai bordi del bosco di konoha. Si sdraiò sulla soffice e calda erba lasciandosi  scaldare dei raggi del sole ormai morente, dirigendo la sua attenzione alle nuvole. Amava guardarle, lo aiutavano a liberare la mente, o per meglio dire, a riordinarla. Perché in quella quiete, tutti i suoi pensieri trovavano il giusto posto, il giusto ordine; importanti o frivoli che fossero invece di gravare divenivano leggeri, a volte piacevoli altre invece svanivano semplicemente.

 Ma quel giorno, tutto ciò che chiedeva a quelle nuvole, era di spiegargli il perché anche il più misogino degli uomini di tanto in tanto, si ritrovasse a pensare ad un eventuale futuro che lo vedeva marito e padre. Ripensò al giorno in cui credette per la prima volta di morire, quando, accerchiato dai nemici, la sua mente non riuscì a trovare nessun tipo di strategia che potesse dargli delle percentuali di sopravvivenza ragionevoli. Quel giorno, ricordava bene, aveva immaginato il suo futuro, quello che avrebbe voluto, ed inspiegabilmente questo comprendeva una moglie e due bambini, una femmina e un maschio. Non aveva pensato ad una vita da scapolo, magari ancora a casa dei suoi ad oziare oppure in compagnia di Choji  a guardare le nuvole con un sottofondo di patatine sgranocchiate, non aveva pensato ad una vita “semplice” ma al matrimonio.

Era stata una cosa istintiva che tuttavia lo aveva fatto riflettere in seguito, facendogli spendere pomeriggi interi su quella collina per rimuginarci sopra, ed ora, iniziava a pensare che dopotutto l’uomo è un animale sociale e come tale sente il bisogno di vivere in compagnia; senza contare la miriade di componenti antropologiche che vedevano i comportamenti  sia dell’uomo che della donna rivolti nella perpetuazione della propria specie. Insomma, da un punto di vista analitico, procreare poteva essere visto come un dovere verso la propria razza, dopotutto, anche il maestro Asuma aveva affermato che erano proprio i bambini “il re da proteggere”  perché essi rappresentano il futuro. Certo lui questa piccola nozione l’aveva imparata solo di recente, ma magari il suo eccezionale QI lo aveva già inconsciamente compreso quando lui stesso poteva quasi definirsi uno dei re..

Il rampollo dei Nara volò con la mente al suo maestro, a quella sua ultima lezione come sensei, amico e compagno, ed ovviamente anche a Kurenai e alla tenera vita che le cresceva in grembo. Solo qualche altro mese ed avrebbe visto la nascita di un nuovo re, quello che sarebbe diventato suo allievo.

Staccò un filo d’erba e se lo portò alle labbra giocandoci distratto, dopotutto non sarebbe stato male un giorno avere anche lui dei figli anche se, ne era certo, crescerli sarebbe stata davvero una seccatura, per non parlare della madre dei suoi eredi, quello sarebbe stato un vero problema. Non solo sopportarla ma anche trovarla non sarebbe stata un’impresa facile, però non poteva fare tutto da solo, bisogna essere in due per certe cose; decisione irrevocabile di madre natura che, guarda caso, viene identificata al femminile. Era proprio vero che le donne portavano sempre guai

Non si può scegliere chi amare ma abbiamo sempre la possibilità di decidere a chi donare il nostro cuore.

Il giovane ninja chiuse gli occhi inspirando a pieni polmoni l’aria fresca della sera, mentre gli ultimi sprazzi di luce arancione si mischiavano col blu del cielo in un’affascinante viola tenue.
Non passò molto tempo che un delicato profumo di fiori iniziasse a cullare il suo riposo, cosa che invece non si curò di fare una mano diafana che gli sfilò dalla bocca il filo d’erba per poi utilizzarlo come tortura, punzecchiando il viso del ragazzo.

-Mendokuse Ino! Possibile che non si possa mai riposare in pace?
-Suvvia Nara  non ti arrabbiare, volevo solo capire se eri sveglio o meno.- Affermò sorridente la kunoichi prima di prendere posto accanto a lui

-E ammettendo che stessi dormendo non pensi che in quel modo mi avresti comunque svegliato?-
Ribatté piccato il giovane
Bé l’intento era proprio quello, non sono certo venuta qui ad annoiarmi.- Rispose saccente la ragazza.

Ecco un’altra cattiva, cattivissima, abitudine delle donne! Volere sempre l’ultima parola, e dannazione se ci riuscivano.
-Ino… esattamente, perché sei venuta qui?
-Non avevo niente di meglio da fare e visto che qualcuno è stato così pigro da saltare la cena, ho pensato che magari potesse avere un po’ di fame.
La Yamanaka lasciò cadere pesantemente il bento da lei preparato sullo stomaco del compagno che, all’impatto, fu costretto ad assumere una posizione seduta. Guardò scettico il contenitore di legno accuratamente chiuso da un tovagliolo verde e poi il profilo della ragazza seduta accanto a lui che aveva indirizzato la sua attenzione all’orizzonte alla ricerca di Venere.

Shikamaru sospirò appena prima di aprire il contenitore e notare l’ordine e la cura con cui tutto il cibo era stato riposto, istintivamente inarcò un sopracciglio e rivolse nuovamente lo sguardo su Ino che adesso lo guardava perplessa.

-Se non ti fidi puoi anche non mangiarlo Shikamaru, il mio è stato un semplice gesto dettato dal buon senso. Ammettiamolo, i tuoi punti di forza  sono le capacità strategiche e il QI di cui sei dotato, e tutti sanno che si ragiona meglio a pancia piena. Senza contare che sicuramente per te perfino mangiare è una seccatura quindi, per non perdere un compagno e privare Konoha del suo genio ti ho portato la cena. Ma bada che non diventerà un’abitudine questa! Anzi mi sto già pentendo del mio gesto!

Bla bla bla ma quanto poteva parlare una persona senza prendere fiato? Era una domanda che Shikamaru si poneva spesso da quando aveva conosciuto la Yamanaka riscontrando innumerevoli cambiamenti alle sue stime, ciò che invece aveva notato, era che il numero di parole e la rapidità con cui venivano pronunciate associate alla irrilevanza e incongruenza delle stesse, cresceva in maniera direttamente proporzionale ad disagio della compagna e questo voleva dire che Ino si trovava in imbarazzo.

Sbuffò rassegnato e prima che la ragazza non fosse più a tirata di mano, la afferrò per un braccio facendola rovinare nuovamente sul manto erboso per poi osservare il suo sguardo turchese  carico di astio. Sapeva già cosa sarebbe accaduto di li a poco, ovvero avrebbe dovuto sorbirsi urla e strilli  che probabilmente sarebbero stati uditi, oltre che da lui, anche da mezzo villaggio; senza contare le note più alte, che sicuramente avrebbero allarmato tutti i cani del clan Inuzuka che si sarebbero uniti allo schiamazzo della ragazza. Pensò rapidamente alla mossa più intelligente da fare per ridurre i danni provocati da.. be non sapeva da cosa ma era certo che la colpa fosse sua. Era ovvio, la Yamanaka era nata per essere una seccatura, la sua seccatura; mentre lui era nato per farla infuriare, il più delle volte con il suo comportamento pigro e ozioso.

-Perché non mangi qualcosa anche tu? Qui c’è tanta roba e cenare da soli è davvero seccante!-
Aveva lasciato il suo polso per prendere in mano le bacchette e riporre il largo tovagliolo sul prato deponendoci sopra il contenitore col cibo per poi indirizzare le sue iridi pece verso quelle turchesi e indecise di lei.

L’erede del clan Nara decise di sfruttare quella titubanza a proprio favore, forse, per quella volta, sarebbe riuscito a non incorrere nelle ire della ragazza. Rinsaldò la presa sulle bacchette e con decisione si portò un involtino in bocca  per poi passare ad una nuova pietanza. Le sue intenzioni erano di fermarsi al secondo boccone per controllare le reazioni di Ino; ma si ritrovò ad assaggiare ogni singolo scompartimento di quella cena tanto inaspettata quanto buona. Già, doveva ammetterlo, quella cena era una delle migliori che avesse mai mangiato. A ben pensarci tutti i pasti che gli portava la Yamanaka erano squisiti, ma quello era il primo che consumava da solo con lei, senza la tensione di una missione o la presenza di Choji o Asuma.

-Ehi Nara, non pensi di dovermi lasciare qualcosa visto che mi hai chiesto tu di restare?-
Shikamaru si interruppe solo un momento, quello che sfruttò Ino per rubargli le bacchette dalle mani  e iniziare a mangiare anche lei divertita e sorridente, dando cosi vita ad un gioco che li vedeva a turno ladri e vittime.


Una volta conclusa la cena i due ragazzi si sdraiarono sull’erba con gli sguardi rivolti al cielo, le labbra ancora incurvate verso l’alto e la mente ferma a quei momenti di gioco.

Shikamaru si concesse qualche minuto ad osservare il profilo della compagna illuminato dalla luna ancora  troppo acerba per mostrarlo nitidamente e si ritrovò a pensare che, dopotutto, anche se era davvero ma davvero seccante, a volte si dimostrava una compagnia  sinceramente piacevole; anche se la sua voce spesso rasentava note umanamente inaccessibili, se la sua vanità la rendeva spesso irascibile e manesca, se la metà delle volte  in missione agiva d’istinto facendogli perdere anni di vita e mandando i suoi piani in fumo, sapeva che una vita senza Ino Yamanaka sarebbe stata davvero… una seccatura.

Lei non era il tipo di donna che si era prefissato di sposare, e di certo una vita con lei non sarebbe stata normale e tranquilla come immaginava, tuttavia, nemmeno quel giorno nella radura le sue congetture si erano avverate. Lui era sopravvissuto grazie all’inaspettato arrivo di Asuma sensei e ovviamente era stata una realtà nettamente migliore della sorte che si aspettava di riceve.
Forse, non avrebbe dovuto affidare il suo cuore alla statistica delle probabilità di una buona riuscita nella scelta di una possibile compagna. Forse la futura custode del suo cuore doveva essere scelta in base a parametri diversi da quelli della mente.

-Credo sia ora per me di tornare a casa-
Iniziò Ino  abbandonando il suo giaciglio per raccattare il contenitore del bento.

Shikamaru si mise in posizione seduta osservandola attentamente nei suoi gesti interrompendola con poche semplici parole
-Era buona la cena.

La Yamanaka gli sorrise in risposta per poi alzarsi elegantemente col fagotto verde  in mano e tentennare qualche secondo appena
- Ci vediamo domani Nara-  Continuò poi con ancora il sorriso sulle labbra.
-Aspetta Ino, ti accompagno. È una seccatura, ma non posso certo farti tornare sola.-
Parole quasi sgarbate per qualcuno che non fosse Shikamaru Nara, e irritanti se non fossero state dette con la sua voce; ma Ino, non se lo fece ripetere due volte e afferrato il braccio del compagno che ora sbuffava imbarazzato e seccato, si incamminò verso il villaggio inspiegabilmente raggiante.

Tentare non nuoce dice il detto, quindi perché non provare ad affidare a lei, così diversa, quella parte del suo animo, a lui, così sconosciuta?









Ciao a tutti ecco il secondo personaggio! Shikamaru ovvero uno dei miei personaggi preferiti in Naruto!  lo adoro!!! Non so perché ma mi ha intrigato fin da subito, ha un suo fascino. È un genio ma non è secchione, è molto forte ma ama stare nell’ombra, dice di essere il numero uno dei codardi ma è pronto ad immolarsi per i suoi amici,  afferma perennemente di non voler fare nulla ma poi svolge i suoi compiti con maestria e tanto, tanto, taaaanto altro ancora! È perfetto!!!!! XD

Comunque… spero che questa shot sia più carina delle precedente e mi auguro di ricevere qualche commentino se non altro per sapere se vi è piaciuta o meno e quali errori commetto…insomma le critiche costruttive sono ben accette anche perché ne ho davvero bisogno.

Un immenso grazie a tutti coloro che leggeranno e/o commenteranno questa storia
Un abbraccio
Mikamey

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