A heart needs a guardian di mikamey (/viewuser.php?uid=43996)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hinata ***
Capitolo 2: *** Shikamaru Nara ***
Capitolo 1 *** Hinata ***
Hinata
Non
si può scegliere chi amare, a volte il destino ti pone davanti
molte strade, molte persone, molte possibilità; però poi
sei tu a dover scegliere quale seguire; ma ciò non avviene
sempre, a volte, accadono cose che non possono essere evitate,
innamorarsi è una di queste. Ho sempre pensato che l’amore
fosse una cosa naturale e bellissima. Un sentimento capace di
completare la propria esistenza, non ho mai considerato l’altro
lato della medaglia, ovvero il suo opposto, l’amore non è
solo completezza, l’amore può essere anche vuoto e dolore,
una voragine dell’anima.
La
vita sa essere beffarda e la sua crudeltà può dilaniare
qualsiasi cuore, tuttavia regala ad ognuno di noi una
possibilità.. un custode.
Hinata Hyuuga
Lo osserva da
minuti, ore forse, nascosta dietro un albero mentre lui, instancabile,
si allena per tagliare la cascata. Il petto nudo, libero dalla classica
tuta nera e arancione che da anni lo contraddistingue, piccole gocce di
acqua miste a sudore che gli carezzavano i muscoli delle spalle, i
pettorali, gli addominali e ogni singolo centimetro di quel corpo
scolpito e bronzeo che tanto l’attraeva.
Era stato il
suo perenne sorriso gioioso ad attirare il suo interesse e la sua
determinazione a conquistarla; ma adesso, a farle battere il cuore era
quel volto di uomo tinto di volontà ad energia, quel fisico
scolpito da battaglie ed allenamenti. Era dal ritorno del ragazzo a
Konoha che la Hyuuga si sorprendeva più spesso ad immaginare
quale sensazione proverebbe nel lambire le sue labbra,
nel’accarezzare il suo viso ormai maturo, nel toccare il suo
corpo perfetto. Ogni qual volta si perdeva in quei pensieri, il suo
volto si tingeva di rosso e la mente piombava nel caos. Nella peggiore
delle ipotesi, sveniva. Per fortuna c’erano sempre i suoi
compagni a soccorrerla, ormai non la prendevano più in giro per
le sue reazioni, conoscevano i suoi sentimenti cosi come la sua
timidezza e la proteggevano e aiutavano come potevano. A dire il vero,
con loro si sentiva al sicuro e sicura di se. Loro
l’apprezzavano, le volevano bene, glielo dimostravano ogni
giorno, ogni momento che passavano assieme e lei si sentiva importante
ed amata.
Hinata si porta
una mano all’altezza del cuore assaporando il ricordo del calore
che prova assieme ai suoi compagni e, quando volge nuovamente lo
sguardo verso Naruto, si accorge che il ragazzo ha interrotto i suoi
allenamenti. È molto stanco, e il chakra è agli
sgoccioli, anche senza usare i suoi occhi riesce a intuirlo. Stringe
tra le mani il gesto con la frutta che ha selezionato appositamente per
lui per cercare il coraggio di offrirglielo, ma non appena muove un
passo nota la presenza di Sakura. Anche la ragazza regge in mano un
cesto, all’interno ci sono delle strane polpettine marroni.
L’Uzumachi si fionda sorridente dalla ragazza accettando il suo pensiero.
-Sakura-chan mi hai preparato delle altre pillole energizzanti, sei la migliore!
La ringrazia
donandole uno dei suoi sorrisi più splendenti, anzi il
più splendente e sincero, quello riservato a lei, alla donna che
ama. I sentimenti di Naruto non sono mai stati difficili da capire, la
sua semplicità infondo è uno dei suoi pregi maggiori.
-Certo baka, se
non ci pensassi io a te a quest’ora saresti costretto in ospedale
privo di sensi, dovresti fare maggiore attenzione al tuo corpo Naruto!
-Ma Sakura-chan lo sai che devo allenarmi, e poi, ci sei già tu che ti prendi cura di me quindi sono contento cosi!
Di nuovo quel
sorriso radioso, innamorato, rivolto alla sua Sakura che, lievemente
imbarazzata, picchia il ragazzo sul braccio rimproverandolo; ma Hinata
lo sa, sa che l’Haruno è felice che le sue premure siano
apprezzate dal ragazzo, ed è sicura che appena il ragazzo
tornerà ad allenarsi lei correrà a preparare un altro
cesto di “pillole” per poi recarsi nuovamente alla cascata
ad osservarlo.
La kunoichi
stringe ancora più forte il manico del suo cesto tornando dietro
l’albero che la nasconde per poi allontanarsi, silenziosa come
era arrivata, torturata dalle risa dei due ragazzi. Si sente di troppo,
una fastidiosa spettatrice di un momento che dovrebbe appartenere a
loro perché, lo sa, quei due si appartengono, nel cuore
dell’Uzumaki non c’è posto per lei se non come amica.
Non si può scegliere chi amare ma abbiamo sempre la possibilità di decidere a chi donare il nostro cuore.
Si allontana
lentamente da quel luogo conscia della realtà che ora non
può più negare, si rintana nel fitto del bosco in una
piccola radura che le aveva mostrato una volta Kiba, la stessa
che Shino si era fatto mostrare perché convinto
fosse dimora di qualche strano insetto, chissà perchè
Kiba se l’era presa tanto con l’amico, a lei aveva detto
che quel luogo era un po’ il suo nascondiglio ma che lei vi si
sarebbe potuta rifugiare ogni qual volta ne sentisse bisogno
perché con Shino sarebbe dovuto essere diverso? Dopotutto
facevano tutti parte dello stesso team.
Prese posto su
una roccia osservando ancora una volta il contenuto del suo cesto,
paragonandolo poi a quello di Sakura. La kunoichi gli aveva portato
degli energizzanti molto utili mentre lei della semplice frutta, fra
l’altro, scelta secondo criteri che ora considerava sciocchi. Si
era basata sulle parole dei suoi compagni per riempirlo selezionando la
frutta che piaceva loro o che loro consideravano ricca di vitamine e
via dicendo ad esempio, era Kiba che amava l’uva non Naruto e le
pesche invece erano il frutto preferito da Shino, le arance le aveva
prese semplicemente perché il loro colore le ricordava il
ragazzo…
-Già non
era esattamente uno dei regali più azzeccati- Si disse
distrattamente poggiando la testa sulle proprie ginocchia.
-Ma un regalo fatto col cuore vale più di qualunque altra cosa, non te lo ha mai detto nessuno?
La voce inaspettata di Kiba la sorprese, ma le parole sempre gentili e comprensive dell’amico la rincuorarono.
Gli
sorrise sincera mentre il ragazzo prese posto accanto a lei seguito a
ruota da Akamaru che iniziò a leccarle il viso.
-Ho deciso di
guardare avanti…lui non mi appartiene, non mi apparterrà
mai e io stessa, non sono più sicura dei miei sentimenti. Questo
cesto è la prova di quanto poco io lo conosca o possa fare per
lui. Sai Kiba penso che amerò Naruto per sempre, lo penso
davvero, ma da oggi sarà un amore diverso…
Non finì
il suo discorso, che le lacrime già le imperlavano gli occhi e
bagnavano le sue gote diafane mentre l’Inuzuka la stringeva a se,
facendo affondare il viso della ragazza sul suo petto e ignorando i
mugolii gelosi di Akamaru che reclamava le coccole della ragazza e
l’attenzione del proprio padrone che, inevitabilmente si
ritrovava ad ignorarlo ogni qual volta si trovava a confortare la
Hyuuga.
Hinata si
ritrovò a rispondere convulsamente a quell’abbraccio
cercando rifugio nelle possenti braccia del ragazzo, si domandò
perché con lui fosse cosi facile parlare, confidarsi e perfino
avere quel contatto fisico provando solo pace e piacere. Quel profumo
ferino, di bosco, la faceva sentire libera mentre quel corpo
anormalmente caldo le infondeva calma e protezione.
Forse dipendeva
dal fatto che era un suo compagno, magari era merito del suo carattere
aperto e gioviale o forse era perché nei momenti difficili lui
era sempre li a confortarla, compariva improvvisamente dal nulla
offrendosi come rifugio cosi come quando lei gioiva lui le era accanto
condividendo con lei il medesimo sentimento.
In
quell’istante Hinata si rese conto che Kiba era molto più
di un amico, era tutto ciò che avrebbe voluto da Naruto, tutto
ciò che cercava; ed ora, finalmente, lo aveva trovato. Si era
innamorata della persona sbagliata, ma i Kami le avevamo fatto
incontrare il custode perfetto per il suo cuoreò. Si, glielo
avrebbe affidato, infondo fino a quel momento lui se ne era comunque
preso cura con grande maestria pur non avendone il compito.
Si
possono amare un’infinità di persone, in
un’infinità di modi diversi, ma solo una di loro può
custodire quel cuore, che si tratti della persona amata o meno è
solo questione di fortuna.
Ciao tuttiiiiiiiiiiiii questa è la primissimo lavoro che pubblico su Naruto!
Spero che la
shot vi sia piaciuta! Ma prima qualche premessa :P “ A heart
needs a guardian” sarà una raccolta di shot ognuna delle
quali avrà un protagonista (ma guarda un po’ che
novità NdA) e un custode. Le parti in corsivo saranno una
costante che utilizzerò per introdurre “il cuore” la
sua sofferenza e il custode che lo curerà. Questo lavoro
è nato inizialmente con una semplice shot su Hinata ma alla fine
mi sono ritrovata a scivere anche su shikamaru, Ino (tanto per la
cronaca era di loro che volevo scrivere ma come sempre poi ho fatto
tutta un’altra cosa ho abbandonato quella ff per scriverne una
totalmente diversa :/ ) e mi son detta “perché non fare
una raccolta coinvolgendo un po’ tutti?” quindi per vostra
disgrazia è nata questa raccolta :P
Che dire il
rapporto tra Hinata/Naruto/Sakura per me è un po’ strano.
Nel senso che non so più per chi tifare, devo dire che Hinata
piano piano ha iniziato a entrare nelle mie simpatie perché,
diciamocelo, ha saputo tirare fuori il coraggio per Naruto.. ma lui..
lui ha sempre amato Sakura che d’altro canto ha avuto sempre
occhi per Sasuke, tuttavia..almeno ultimamente e sempre secondo il mio
modesto parere, ha aperto un po’ gli occhi su Naruto, non dico
che lo ama ma di sicuro prova sentimenti molto profondi verso di lui e
chissà che un giorno non si trasformino in qualcosa di
più. :P certo però che anche la nostra Hyuuga merita la
felicità.. e sinceramente la coppia Kiba/Hinata mi piace
però boh, come ho già detto sono un po’ confusa :P
Coooooooomunque
la smetto subito di blaterare, quando sono su di giri divento
logorroica e pubblicare il mio primo lavoro su Naruto non mi manda su
di giri, fa molto di più!!
Quindi bando
alle ciance e veniamo alle cose serie, mi farebbe molto piacere leggere
il vostro parere su questa shot, e spero che commenterete in tanti
perché ho davvero bisogno di consigli! In più vorrei che
foste voi a scegliere il/la protagonista della prossima shot, chi
preferite Ino o Shikamaru?
Un grazie immenso a tutti coloro che leggeranno e commenteranno!!
Un abbraccio
Mikamey
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Shikamaru Nara ***
Shikamaru Nara
Non
si può scegliere chi amare, a volte il destino ti pone davanti
molte strade, molte persone, molte possibilità ma poi sei tu a
dover scegliere quale seguire ma ciò non avviene sempre a
volte accadono cose che non possono essere evitate, innamorarsi
è una di queste, ho sempre pensato che l’amore fosse una
cosa naturale e bellissima,. Un sentimento capace di completare la
propria esistenza, non ho mai considerato l’altro lato della
medaglia, ovvero il suo opposto, l’amore non è solo
completezza, l’amore può essere anche vuoto e dolore, una
voragine dell’anima.
La
vita sa essere beffarda e la sua crudeltà può dilaniare
qualsiasi cuore, tuttavia regala ad ognuno di noi una
possibilità.. un custode.
Shikamaru Nara
Per lui le
donne erano un mistero, oltre che un’enorme seccatura. Non era
mai riuscito a comprenderle e negli anni le cose non erano certo
cambiate; solo un po’ di esperienza, forse, aveva reso il suo
rapporto con l’universo femminile meno disastroso. Sembrava che
il fato avesse fatto di tutto affinchè anche il giovane Nara
potesse entrare in connessione con quello che, a parer suo, era errato
chiamare “gentil sesso”.
Si era spesso
domandato chi fosse stato lo sprovveduto o presuntuoso essere, che
aveva avuto la genialità di definire la categoria femminile come
“gentile” e “debole”!
Le donne erano
tutt’altro che deboli, erano delle despota travestite da
agnellini; delle streghe mascherate da principesse. Perché
sì, doveva ammetterlo, alcune ragazze erano davvero piacevoli
alla vista; La Yamanaka ad esempio, con la sua folta capigliatura
bionda e gli occhi azzurri brillava di un fascino intrigante, complice
anche il fisico perfetto. L’Haruno, invece, con quegli
improbabili capelli confetto e lo sguardo smeraldino mostrava una
bellezza più tenera e dolce; Temari invece trasudava di una
sensualità selvaggia e provocante, Hinata, bè Hinata era
la classica bella ragazza che con la sua fragilità
risvegliava quell’atavico istinto di protezione insito nel
cuore umano, e perfino Youshino, sua madre, seppure non
più in giovane età aveva una sua bellezza, che a detta
del padre, somigliava ad un misto di Temari e Sakura benché non
spiccasse per stravaganza come le due ragazze; ecco, forse fisicamente
era la tipica bellezza fresca e sbarazzina un po’ come
Tenten.
Ad ogni modo,
per quanto belle, le donne era meglio solo guardarle! da lontano
ovviamente, per non cadere nella loro rete. Era questa la loro arma,
riuscivano a catturarti con un’innata facilità per poi
sottometterti senza remore alcuna, sfruttando il loro aspetto e tutti
quegli assurdi stratagemmi che solo una donna sapeva usare.
Shikamaru era
ormai convinto che la vera essenza del ninja risiedesse
nell’animo femminile; un entità simulatrice, ingannatrice,
forte e letale! Sì, perché le donne sanno fingere, le
donne sanno manipolare, le donne sanno sempre e comunque ottenere
ciò che vogliono col minore degli sforzi dato che a faticare
sono gli uomini.
Sia che
usassero le loro arti ingannatrici, sia che adoperassero le maniere
forti, le donne erano le vere reggenti della vita di un uomo, lui
stesso era come perseguitato dal loro potere pur mantenendosene
lontano. In primis, torreggiava l’indiscutibile supremazia di sua
madre, sia su di lui che su suo padre, che inspiegabilmente si
ritrovava a giustificare i comportamenti della donna con scuse che, a
parer suo, passavano dall’ovvietà alla più
irrazionale delle motivazioni.
Ricordava
perfettamente il giorno in cui aveva confidato al padre il suo odio per
le donne, nonché la sua incapacità di afferrare il motivo
che lo aveva spinto a sposarsi, per di più con Yoshino; A suo
avviso il padre, sposandola, non aveva fatto altro che firmare la sua
condanna a vita per mano di una despota. Shikaku, d’altro canto,
affermava sovente che il temperamento della moglie fosse invece
necessario per contrastare la proverbiale svogliatezza dei Nara.
Questa
motivazione, con un considerevole sforzo, poteva anche accettarla; ma
assecondare la giustificazione del padre quando affermava che Yoshino
era dolce,
gli sembrava davvero impossibile! Eppure Shikaku aveva delineato
chiaramente il concetto << anche la donna più scontrosa sa
essere dolce con la persona che ama>>. In tutta
sincerità il giovane Nara non avvertiva tutta questa
dolcezza né nella madre nè nelle altre esponenti della
razza femminile con cui aveva a che fare, se non forse in Hinata; ma
doveva ammettere che non conosceva a fondo la ragazza, e che quindi, la
sua poteva benissimo essere una maschera come quella che indossavano
Ino o Sakura.
Ancora immerso
nei suoi pensieri, Shikamaru si accorse di essere finalmente arrivato
sulla sua collinetta, ai bordi del bosco di konoha. Si sdraiò
sulla soffice e calda erba lasciandosi scaldare dei raggi del
sole ormai morente, dirigendo la sua attenzione alle nuvole. Amava
guardarle, lo aiutavano a liberare la mente, o per meglio dire, a
riordinarla. Perché in quella quiete, tutti i suoi pensieri
trovavano il giusto posto, il giusto ordine; importanti o frivoli che
fossero invece di gravare divenivano leggeri, a volte piacevoli altre
invece svanivano semplicemente.
Ma quel
giorno, tutto ciò che chiedeva a quelle nuvole, era di
spiegargli il perché anche il più misogino degli uomini
di tanto in tanto, si ritrovasse a pensare ad un eventuale futuro che
lo vedeva marito e padre. Ripensò al giorno in cui credette per
la prima volta di morire, quando, accerchiato dai nemici, la sua mente
non riuscì a trovare nessun tipo di strategia che potesse dargli
delle percentuali di sopravvivenza ragionevoli. Quel giorno, ricordava
bene, aveva immaginato il suo futuro, quello che avrebbe voluto, ed
inspiegabilmente questo comprendeva una moglie e due bambini, una
femmina e un maschio. Non aveva pensato ad una vita da scapolo, magari
ancora a casa dei suoi ad oziare oppure in compagnia di Choji a
guardare le nuvole con un sottofondo di patatine sgranocchiate, non
aveva pensato ad una vita “semplice” ma al matrimonio.
Era stata una
cosa istintiva che tuttavia lo aveva fatto riflettere in seguito,
facendogli spendere pomeriggi interi su quella collina per rimuginarci
sopra, ed ora, iniziava a pensare che dopotutto l’uomo è
un animale sociale e come tale sente il bisogno di vivere in compagnia;
senza contare la miriade di componenti antropologiche che vedevano i
comportamenti sia dell’uomo che della donna rivolti nella
perpetuazione della propria specie. Insomma, da un punto di vista
analitico, procreare poteva essere visto come un dovere verso la
propria razza, dopotutto, anche il maestro Asuma aveva affermato che
erano proprio i bambini “il re da proteggere”
perché essi rappresentano il futuro. Certo lui questa piccola
nozione l’aveva imparata solo di recente, ma magari il suo
eccezionale QI lo aveva già inconsciamente compreso quando lui
stesso poteva quasi definirsi uno dei re..
Il rampollo dei
Nara volò con la mente al suo maestro, a quella sua ultima
lezione come sensei, amico e compagno, ed ovviamente anche a Kurenai e
alla tenera vita che le cresceva in grembo. Solo qualche altro mese ed
avrebbe visto la nascita di un nuovo re, quello che sarebbe diventato
suo allievo.
Staccò
un filo d’erba e se lo portò alle labbra giocandoci
distratto, dopotutto non sarebbe stato male un giorno avere anche lui
dei figli anche se, ne era certo, crescerli sarebbe stata davvero una
seccatura, per non parlare della madre dei suoi eredi, quello sarebbe
stato un vero problema. Non solo sopportarla ma anche trovarla non
sarebbe stata un’impresa facile, però non poteva fare
tutto da solo, bisogna essere in due per certe cose; decisione
irrevocabile di madre natura che, guarda caso, viene identificata al
femminile. Era proprio vero che le donne portavano sempre guai
Non si può scegliere chi amare ma abbiamo sempre la possibilità di decidere a chi donare il nostro cuore.
Il giovane
ninja chiuse gli occhi inspirando a pieni polmoni l’aria fresca
della sera, mentre gli ultimi sprazzi di luce arancione si mischiavano
col blu del cielo in un’affascinante viola tenue.
Non
passò molto tempo che un delicato profumo di fiori iniziasse a
cullare il suo riposo, cosa che invece non si curò di fare una
mano diafana che gli sfilò dalla bocca il filo d’erba per
poi utilizzarlo come tortura, punzecchiando il viso del ragazzo.
-Mendokuse Ino! Possibile che non si possa mai riposare in pace?
-Suvvia
Nara non ti arrabbiare, volevo solo capire se eri sveglio o
meno.- Affermò sorridente la kunoichi prima di prendere posto
accanto a lui
-E ammettendo che stessi dormendo non pensi che in quel modo mi avresti comunque svegliato?-
Ribatté piccato il giovane
Bé l’intento era proprio quello, non sono certo venuta qui ad annoiarmi.- Rispose saccente la ragazza.
Ecco
un’altra cattiva, cattivissima, abitudine delle donne! Volere
sempre l’ultima parola, e dannazione se ci riuscivano.
-Ino… esattamente, perché sei venuta qui?
-Non avevo
niente di meglio da fare e visto che qualcuno è stato
così pigro da saltare la cena, ho pensato che magari potesse
avere un po’ di fame.
La Yamanaka
lasciò cadere pesantemente il bento da lei preparato sullo
stomaco del compagno che, all’impatto, fu costretto ad assumere
una posizione seduta. Guardò scettico il contenitore di legno
accuratamente chiuso da un tovagliolo verde e poi il profilo della
ragazza seduta accanto a lui che aveva indirizzato la sua attenzione
all’orizzonte alla ricerca di Venere.
Shikamaru
sospirò appena prima di aprire il contenitore e notare
l’ordine e la cura con cui tutto il cibo era stato riposto,
istintivamente inarcò un sopracciglio e rivolse nuovamente lo
sguardo su Ino che adesso lo guardava perplessa.
-Se non ti fidi
puoi anche non mangiarlo Shikamaru, il mio è stato un semplice
gesto dettato dal buon senso. Ammettiamolo, i tuoi punti di forza
sono le capacità strategiche e il QI di cui sei dotato, e tutti
sanno che si ragiona meglio a pancia piena. Senza contare che
sicuramente per te perfino mangiare è una seccatura quindi, per
non perdere un compagno e privare Konoha del suo genio ti ho portato la
cena. Ma bada che non diventerà un’abitudine questa! Anzi
mi sto già pentendo del mio gesto!
Bla bla bla ma
quanto poteva parlare una persona senza prendere fiato? Era una domanda
che Shikamaru si poneva spesso da quando aveva conosciuto la Yamanaka
riscontrando innumerevoli cambiamenti alle sue stime, ciò che
invece aveva notato, era che il numero di parole e la rapidità
con cui venivano pronunciate associate alla irrilevanza e incongruenza
delle stesse, cresceva in maniera direttamente proporzionale ad disagio
della compagna e questo voleva dire che Ino si trovava in imbarazzo.
Sbuffò
rassegnato e prima che la ragazza non fosse più a tirata di
mano, la afferrò per un braccio facendola rovinare nuovamente
sul manto erboso per poi osservare il suo sguardo turchese carico
di astio. Sapeva già cosa sarebbe accaduto di li a poco, ovvero
avrebbe dovuto sorbirsi urla e strilli che probabilmente
sarebbero stati uditi, oltre che da lui, anche da mezzo villaggio;
senza contare le note più alte, che sicuramente avrebbero
allarmato tutti i cani del clan Inuzuka che si sarebbero uniti allo
schiamazzo della ragazza. Pensò rapidamente alla mossa
più intelligente da fare per ridurre i danni provocati da.. be
non sapeva da cosa ma era certo che la colpa fosse sua. Era ovvio, la
Yamanaka era nata per essere una seccatura, la sua seccatura; mentre
lui era nato per farla infuriare, il più delle volte con il suo
comportamento pigro e ozioso.
-Perché non mangi qualcosa anche tu? Qui c’è tanta roba e cenare da soli è davvero seccante!-
Aveva lasciato
il suo polso per prendere in mano le bacchette e riporre il largo
tovagliolo sul prato deponendoci sopra il contenitore col cibo per poi
indirizzare le sue iridi pece verso quelle turchesi e indecise di lei.
L’erede
del clan Nara decise di sfruttare quella titubanza a proprio favore,
forse, per quella volta, sarebbe riuscito a non incorrere nelle ire
della ragazza. Rinsaldò la presa sulle bacchette e con decisione
si portò un involtino in bocca per poi passare ad una
nuova pietanza. Le sue intenzioni erano di fermarsi al secondo boccone
per controllare le reazioni di Ino; ma si ritrovò ad assaggiare
ogni singolo scompartimento di quella cena tanto inaspettata quanto
buona. Già, doveva ammetterlo, quella cena era una delle
migliori che avesse mai mangiato. A ben pensarci tutti i pasti che gli
portava la Yamanaka erano squisiti, ma quello era il primo che
consumava da solo con lei, senza la tensione di una missione o la
presenza di Choji o Asuma.
-Ehi Nara, non pensi di dovermi lasciare qualcosa visto che mi hai chiesto tu di restare?-
Shikamaru si
interruppe solo un momento, quello che sfruttò Ino per rubargli
le bacchette dalle mani e iniziare a mangiare anche lei divertita
e sorridente, dando cosi vita ad un gioco che li vedeva a turno ladri e
vittime.
Una volta
conclusa la cena i due ragazzi si sdraiarono sull’erba con gli
sguardi rivolti al cielo, le labbra ancora incurvate verso l’alto
e la mente ferma a quei momenti di gioco.
Shikamaru si
concesse qualche minuto ad osservare il profilo della compagna
illuminato dalla luna ancora troppo acerba per mostrarlo
nitidamente e si ritrovò a pensare che, dopotutto, anche se era
davvero ma davvero seccante, a volte si dimostrava una compagnia
sinceramente piacevole; anche se la sua voce spesso rasentava note
umanamente inaccessibili, se la sua vanità la rendeva spesso
irascibile e manesca, se la metà delle volte in missione
agiva d’istinto facendogli perdere anni di vita e mandando i suoi
piani in fumo, sapeva che una vita senza Ino Yamanaka sarebbe stata
davvero… una seccatura.
Lei non era il
tipo di donna che si era prefissato di sposare, e di certo una vita con
lei non sarebbe stata normale e tranquilla come immaginava, tuttavia,
nemmeno quel giorno nella radura le sue congetture si erano avverate.
Lui era sopravvissuto grazie all’inaspettato arrivo di Asuma
sensei e ovviamente era stata una realtà nettamente migliore
della sorte che si aspettava di riceve.
Forse, non
avrebbe dovuto affidare il suo cuore alla statistica delle
probabilità di una buona riuscita nella scelta di una possibile
compagna. Forse la futura custode del suo cuore doveva essere scelta in
base a parametri diversi da quelli della mente.
-Credo sia ora per me di tornare a casa-
Iniziò Ino abbandonando il suo giaciglio per raccattare il contenitore del bento.
Shikamaru si mise in posizione seduta osservandola attentamente nei suoi gesti interrompendola con poche semplici parole
-Era buona la cena.
La Yamanaka gli
sorrise in risposta per poi alzarsi elegantemente col fagotto
verde in mano e tentennare qualche secondo appena
- Ci vediamo domani Nara- Continuò poi con ancora il sorriso sulle labbra.
-Aspetta Ino, ti accompagno. È una seccatura, ma non posso certo farti tornare sola.-
Parole quasi
sgarbate per qualcuno che non fosse Shikamaru Nara, e irritanti se non
fossero state dette con la sua voce; ma Ino, non se lo fece ripetere
due volte e afferrato il braccio del compagno che ora sbuffava
imbarazzato e seccato, si incamminò verso il villaggio
inspiegabilmente raggiante.
Tentare non
nuoce dice il detto, quindi perché non provare ad affidare a
lei, così diversa, quella parte del suo animo, a lui,
così sconosciuta?
Ciao a tutti
ecco il secondo personaggio! Shikamaru ovvero uno dei miei personaggi
preferiti in Naruto! lo adoro!!! Non so perché ma mi ha
intrigato fin da subito, ha un suo fascino. È un genio ma non
è secchione, è molto forte ma ama stare nell’ombra,
dice di essere il numero uno dei codardi ma è pronto ad
immolarsi per i suoi amici, afferma perennemente di non voler
fare nulla ma poi svolge i suoi compiti con maestria e tanto, tanto,
taaaanto altro ancora! È perfetto!!!!! XD
Comunque…
spero che questa shot sia più carina delle precedente e mi
auguro di ricevere qualche commentino se non altro per sapere se vi
è piaciuta o meno e quali errori commetto…insomma le
critiche costruttive sono ben accette anche perché ne ho davvero
bisogno.
Un immenso grazie a tutti coloro che leggeranno e/o commenteranno questa storia
Un abbraccio
Mikamey
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=537754
|