I Casi dell'Ispettore Shikamaru

di telesette
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un Salto nel Vuoto - Parte Prima ***
Capitolo 2: *** Un Salto nel Vuoto - Parte Seconda ***
Capitolo 3: *** Un Salto nel Vuoto - Parte Terza ***
Capitolo 4: *** Un Salto nel Vuoto - Parte Quarta ***
Capitolo 5: *** Un Salto nel Vuoto - Parte Quinta ***



Capitolo 1
*** Un Salto nel Vuoto - Parte Prima ***


LA STORIA:

Shikamaru Nara è un giovane e brillante ispettore del dipartimento di polizia di Konoha, con un carattere ironico e "detestabilmente" misògino. Insieme al tenente Choji, goloso e suo fedele compagno di squadra, Shikamaru indaga sui vari crimini che avvengono in città.
La vita per i poliziotti del dipartimento è resa ancor più difficile da quando l'ex commissario Asuma Sarutobi viene sostituito dalla giovane ufficiale Ino Yamanaka, con la quale Shikamaru entra apertamente in contrasto. Le liti tra il commissario Yamanaka e l'ispettore Nara sono all'ordine del giorno tuttavia la Yamanaka è costretta a "sopportare" Shikamaru, suo malgrado, poiché come ispettore è indiscutibilmente in gamba. Tuttavia quest'ultimo trova pane per i suoi denti con l'arrivo di una nuova agente in gonnella, distaccata dal dipartimento di Suna, Temari Sabaku. La nuova arrivata infatti, a differenza dell'atteggiamento isterico della Yamanaka ( con la quale stringe grande solidarietà ), preferisce rispondere all'atteggiamento sfacciato e arrogante di Shikamaru "attaccandolo" con le sue stesse armi...
Shikamaru si troverà dunque costretto a lavorare in squadra con il suo compagno Choji e l'insopportabile Temari tuttavìa, a prescìndere dai numerosi momenti comici, i casi dell'ispettore saranno tutt'altro che divertenti. Ogni nuovo successo, ogni caso risolto lo porterà tra l'altro ad affrontare ripetute sfide di logica e intelletto con un misterioso supercriminale che si fa chiamare semplicemente "Mister O"...




L’Ispettore Nara ( sigla Originale - “L’Ispettore Gadget” )

( intro )

Mistero però
c’è l’Ispettore Nara
che indaga perciò
la Yamanaka
si arrabbia ma sa
che il caso risolverà

Gli indizi di già
combaciano a tasselli
come strategie
di una partita a scacchi
così sfrutterà
l’intelligenza che ha

L’ISPETTORE SHIKAMARU
Anche sotto scacco
nessun passo falso farà…

Rit.
L’Ispettore Nara
il colpevole lui sempre troverà
l’Ispettore Nara indagherà
per risolvere il caso
L’Ispettore Shikamaru
Nara sa che poi
nessun dubbio potrà
trarlo in difficoltà
Che forza l’Ispettore Nara!

A volte anche lui
certo se ne sorprende
con Temari poi
che lo riprende
c’è un dettaglio che
sarà sfuggito, chissà…

Tenente Choji
presto mi dia il rapporto
non faccia così
lei mangia sempre troppo
ma se occorrerà
la cosa giusta farà

L’ISPETTORE SHIKAMARU
Anche sotto scacco
nessun passo falso farà…

Rit.
L’Ispettore Nara
il colpevole lui sempre troverà
l’Ispettore Nara indagherà
per risolvere il caso
L’Ispettore Shikamaru
Nara sa che poi
nessun dubbio potrà
trarlo in difficoltà
Che forza l’Ispettore Nara!
Che forza l’Ispettore Nara!

il colpevole lui sempre troverà

per risolvere il caso

L’Ispettore Shikamaru
Nara sa che poi
nessun dubbio potrà
trarlo in difficoltà
Che forza l’Ispettore Nara!

Shikamaru Nara !!!

 

Un Salto nel Vuoto - Parte Prima

Konohamaru e i suoi amici stavano divertendosi a spese dell'ignaro spazzino del Konoha Hotel, prendendo di mira la sua zucca pelata a colpi di lentìcchie. L'anziano individuo sulle prime credette che stesse per mettersi a piovere e d'istinto infatti alzava la testa per controllare un cielo limpido, senza neanche una nuvola.
Sghignazzando malignamente, le tre piccole pesti continuarono a lanciare i loro "proiettili" a intervalli regolari. Tuttavìa, quando uno di questi arrivò a segno, l'uomo aveva già alzato lo sguardo per verificare la provenienza di quello precedente... Come voltò il capo, notò chiaramente i tre ragazzini e cominciò a gridargli contro infuriato.

- Dannati mocciosi! Se vi prendo...
- Scappiamo ragazzi !!!

I tre se la diedero subito a gambe levate, con il vecchietto alle calcagna. Tuttavìa l'uomo aveva sul groppone ben sessantacinque anni di: età, ciccia e muscoli indolenziti... Perciò ben presto dovette rinunciare all'inseguimento per non farsi venire un infarto.

- Se vi becco un'altra volta in giro, vi do una sculacciata di quelle...

Il vecchio agitò minacciosamente il pugno per aria, dopodiché tornò indietro a prendere il sacco dell'immondìzia per buttarlo nel cassonetto dietro l'albergo. Come al solito, i ratti facevano festa in mezzo ai rifiuti e il tanfo nauseante era buono solo per insetti e moscerini che sciamàvano lì intorno. Avvicinandosi lentamente al cassone scoperto, l'uomo stava già per buttare il sacco in cima al resto del pattùme quando, sollevando distrattamente lo sguardo, si accorse del braccio che sporgeva penzoloni a un centimetro dalla sua faccia...

 


                                                                                                                                         ***

Shikamaru osservò la scena senza particolare emozione, cercando di cogliere qualche dettaglio sia nella posizione del cadavere che in mezzo a quella sporcizia maleodorante. Il medico legale, Sakura Haruno, stava già facendo una prima constatazione, in attesa che il corpo venisse portato via per l'autopsìa.

- Fatemi passare, permesso...

Un uomo si fece avanti trafelàto, cercando di superare il cordone di sicurezza.

- Chi è che comanda qui, posso saperlo ?

Shikamaru gli lanciò un'occhiata di traverso.

- In questo momento, la zona è sotto il controllo del dipartimento di polizia di Konoha, signor...
- Ojino, Kamimura Ojino, sono il direttore dell'albergo!
- Bene, signor Ojino, sarebbe così gentile da rispondere ad alcune domande ?
- Santo cielo... Non crederà mica che IO sia coinvolto con quel povero disgraziato ?!?
- Vede, il fatto è che "mi pagano apposta" per scoprire chi c'entra e chi NON c'entra...
- Bontà Divina, ispettore - esclamò l'uomo, sempre più agitato. - Si rende conto che un fatto del genere è tutta pubblicità negativa per il mio hotel...

Shikamaru gettò un'occhiata veloce al cadavere.

- Ah, capisco - mormorò sottovoce. - In effetti, se quello è uno dei suoi clienti, non oso immaginare che genere di servizio offrite qua dentro...
- Ma come si permette ?!?
- Stia calmo - aggiunse Shikamaru. - E cerchi di collaborare, piuttosto: vede, dubito fortemente che quell'uomo abbia scelto "casualmente" il cassonetto del suo albergo per crepare e la finestra aperta di quella stanza, proprio sopra la vittima, lascia supporre che sia caduto proprio da lì... Se ha la pazienza di rispondere a qualche domanda di routine, il mio assistente stenderà il rapporto e sarà tanto di guadagnato, sia per me che per lei!
- E sia - rispose Ojino. - Basta che facciamo presto!
- Molte grazie! Ah, dimenticavo...
- Sì ?
- La squadra alle prese con questo caso deve salire a dare una controllata in quella camera d'albergo, posso contare sulla sua collaborazione ?

L'uomo assentì malvolentieri.

- Sono a sua completa disposizione...
- Non avevo dubbi... Choji !!!

Un agente robusto e particolarmente paffuto si avvicinò a Shikamaru, mettendo via frettolosamente un sacchetto di patatine fritte.

- Comandi, ispettore!
- Per favore, prendi le generalità di quest’uomo e la sua versione dei fatti dopo vieni con me, andiamo a dare un’occhiata a quello che stanno combinando i ragazzi della scientifica…
- Va bene - rispose l'altro, succhiandosi le dita unte.

Shikamaru tornò a concentrarsi sulla vittima: un individuo alto, magro, pressapoco sulla trentìna, con i capelli scuri; la posizione del corpo era riversa sulla schiena ma in modo irregolàre; il braccio sinistro penzolàva inèrte fuori del cassonetto, l'osso spezzato a causa dell'impatto con il bordo metallico... L'ipotesi era che il poveretto fosse morto cadendo da una grande altezza.

- Qual'è la tua opinione, Sakura ?
- Per ulteriori dettagli dovrai aspettare l'autopsìa ma, a giudicare da queste ecchìmosi e dalla finestra aperta circa venti metri più in alto, non ci sono molti dubbi...
- Lo penso anch'io - osservò Shikamaru. - Resta il fatto di chiarire se si è buttato o se invece è stato spinto...
- O se era già morto prima di cadere - fece notare Sakura.
- Già...

Uno dei motivi per cui Shikamaru riusciva in un certo qual modo ad andare d'accordo con Sakura era il suo indubbio spirito d'osservazione... L'altro era il suo temperamento, con il quale conveniva non scherzarci troppo sopra se si aveva cara la pelle.

- Bene, mi pare che non ci sia altro da aggiungere qui, per il momento... Vado a fare un sopralluogo in quella stanza!
- Appena ho i risultati dell'autopsìa, ti faccio chiamare!
- Ti ringrazio... Choji, hai finito ?

Subito Choji si avvicinò a Shikamaru, mettendo via il taccuino e tirando fuori il sacchetto interrotto a metà.

- Tutto a posto, ispettore - rispose lui, mettendo in bocca una buona manciata di patatine. - Pare che ci fosse solo una persona registrata in quella camera col nome di Heisuke Tanaka, trentasette anni, un fotografo professionista...
- Che altro hai saputo ?
- Molto poco... Chomp! L'inquilino stava chiuso nella sua camera quasi tutto il giorno e, dalla scorsa notte, nessuno ha visto né sentito niente...
- Lo immaginavo, è sempre così!
- Saliamo a dare un'occhiata ?
- Se hai un'idea migliore...

Entrambi entrarono nell'albergo e raggiunsero la stanza segnata dai sigilli della polizia. Qui erano in corso i rilevamenti e tutti stavano ben attenti a non cancellare tracce o indizi rilevanti. Dentro l'ambiente era piccolo ma confortevole: l'appartamento era un vasto spazio rettangolare, la camera da letto e il bagno si trovavano subito oltre l'unica porta a sinistra entrando; al centro del soggiorno vi era un tavolino ingombro di giornali e riviste, così come pure il divano, e un posacenere vuoto; il letto era disfatto, tutt'intorno vi erano disposte delle costose attrezzature fotografiche e una delle pareti era piena zeppa di immagini scattate di varie dimensioni.

- Chiunque abita in questo appartamento, mantiene un hobby piuttosto costoso - osservò Shikamaru. - Attrezzature professionali, luci da posa, un paravento e perfino un laboratorio di sviluppo fotografico nello sgabuzzino...
- Ispettore, guardi - esclamò Choji. - Che ne pensa di questa ?

Shikamaru osservò con un'espressione assente l'oggetto che Choji aveva appena afferrato: un apparecchio fotografico ultimo modello del valore di alcune migliaia di ryo.

- Sai, Choji - fece Shikamaru, grattandosi pensieroso le tempia con l'indice. - Quell'aggeggio che hai in mano potrebbe davvero essere importante, tutto quello che deve fare ora la scientifica è "isolare" le impronte delle tue dita e le macchie di olio fritto...

Arrossendo vistosamente, Choji posò delicatamente l'oggetto dove lo aveva preso e chinò il capo mortificato. Ad ogni modo Shikamaru non gli diede molto peso, il suo compagno era così, goloso e sbadato, ma al momento giusto sapeva sempre come farsi perdonare anche certi errori.
Entrambi diedero una piccola occhiata in giro, guardandosi bene stavolta dallo spostare qualcosa, lo sguardo di Shikamaru cadde inevitabilmente sulle immagini alla parete.

- Uhm - mormorò. - Suppongo facesse affari d'oro con questo genere di servizi...

Choji osservò a sua volta le foto con un certo imbarazzo, visto che ritraevano esclusivamente ragazze in pose dannatamente sexy.

- Andiamo Choji, ti lustrerai gli occhi più tardi, quando dovrai "esaminarle" in ufficio...
- Come ?!? Ah, s... sì, certo!

Attraversando la stanza, Shikamaru vide un agente carponi ai piedi della finestra che raccoglieva eventuali impronte da una lampada caduta a terra.

- Trovato niente ?
- La finestra era aperta, senza segni di scasso né vetri rotti - rispose l'agente. - Abbiamo trovato alcune fibre di tessuto nell'intelaiatùra, occorrerà un confronto con i vestiti della vittima...
- E della lampada, che mi dici ?
- 25 ryo ai magazzini: scarsa qualità ma con un basamento in ottone, piuttosto pesante, c'è del sangue sopra...

L'uomo indicò appena l'angolo ottagonale dell'oggetto, tutt'intorno vi erano tracce di sangue raggrumàto.

- Ci sono segni di lotta in giro ?
- No, a parte la lampada, non ci sono altri elementi di una qualche collutazione!
- Vedo...

Shikamaru spostò velocemente lo sguardo dalla lampada alla finestra. Si affacciò leggermente fuori dove, venti metri più in basso, vi era il cassonetto ormai vuoto. Dal momento che il cadavere era stato trovato sopra un mucchio di rifiuti, l'intero contenuto sarebbe stato passato al setaccio.

- Non invidio i poveracci che dovranno fare quel lavoro...
- Allora, ispettore - domandò Choji. - Qual'è la sua opinione ?
- Che vuoi che ti dica - rispose Shikamaru tranquillo. - Per il momento, l'unica certezza che abbiamo è che sia caduto da qui! Il punto è: ha deciso di suicidarsi appena ha visto il conto dell'albergo... oppure è merito di qualcun'altro ?!?

Shikamaru si strinse nelle spalle. Ovviamente l'ipotesi del "suicìdio" non reggeva, lo sapeva bene, c'erano troppi elementi che non tornavano... Ma era necessario aspettare la fine del sopralluogo e, ovviamente, i risultati dell'autopsìa per vederci un po' più chiaro.

- Bene - esclamò. - Choji, cerca notizie su questo fotografo, in particolare sulle persone che conosceva, i posti che frequentava... Solito rapporto dettagliato, senza fretta: "la calma innanzitutto"... Finite voi con i rilevamenti qui, io purtroppo devo andare a sorbirmi quella rompiscatole della Yamanaka!
- Buona fortuna, ispettore - lo salutarono gli agenti con un sogghìgno.

                                                                                                                                            ***

Da quando il commissario Asuma Sarutobi aveva presentato le sue dimissioni, gli era subentràta Ino Yamanaka, una giovane ufficiale dall'aspetto particolarmente affascinante: con un meraviglioso paio di occhi azzurri e i capelli biondi legati a coda di cavallo, sempre vestita con un attillatìssimo tailleur viola che metteva in risalto la generosa scollatura del decolleté, e le lunghe gambe affusolate dai tacchi a spillo.
Dal momento che l'ispettore era notoriamente misògino, l'aspetto provocante del commissario di per sé gli procurava un leggero fastidio. Il tono di voce isterico poi e il suo modo di fare non contribuivano certo a migliorare le cose... Per farla breve, i due andavano praticamente d'accordo come cane e gatto.

- Per cosa avete preso il dipartimento di polizia ?!? - strillò il commissario al telefono. - Se il vostro cucciolo si è smarrito, mettete in giro dei volantini e non mi fate perdere tempo!

Infuriata, si affacciò alla porta del suo ufficio per inveìre contro il centralinista.

- Un'altra telefonata imbecille come questa e ti sbatto a dirigere il traffico!
- Mi dispiace, commissario - si scusò l'agente mortificato. - Aveva detto che era una questione della "massima importanza", e allora...

- La Yamanaka strinse i denti prima di esplodere rabbiosamente.

- La prossima volta che telefona un'isterica, passale il più vicino Centro di Igiene Mentale !!!

Così dicendo, rientrò in ufficio sbattendo la porta dietro le spalle.

- Fosse per lei - commentò il poliziotto sottovoce. - La classificherebbero giusto un intervento di Pronto Soccorso!

In quel mentre arrivò Shikamaru, con la sua solita andatura "mani in tasca & spalle incurvate".

- Il commissario è in ufficio ?

Yamanaka cacciò un urlo.

- Al solito - esclamò Shikamaru, massaggiandosi il collo.
- Dove diavolo è l'ispettore Nara ?!?

Shikamaru entrò con noncuranza.

- Per caso mi ha chiamato ?
- No, facevo i vocalizzi, spiritoso!
- Beh, non che me ne intenda molto, però...
- Basta così - tagliò corto la Yamanaka, stufa del suo solito sarcàsmo. - Sai che cosa sono queste ? - chiese, accennando a una pila di scartòffie piuttosto lunga.
- Aspetti, non me lo dica... Lettere d'Amore dei suoi ultimi spasimanti, ho indovinato ?
- Un'altra battuta del genere, Nara, e ti sbatto fuori - rispose lei furibonda. - Centinaia di segnalazioni solo negli ultimi minuti... Si può sapere dov'eri, invece di trovarti dietro la tua scrivanìa ?!?
- A indagare su un tizio che ha scordato il paracadute prima di uscire di casa...
- E cos'hai scoperto ?
- Nulla di rilevante, per il momento, ci sto appunto lavorando... Potrebbe trattarsi di omicidio, ma mancano ancora un nome e un movente!
- Voglio un rapporto dettagliàto sulla mia scrivania, entro oggi pomeriggio!
- Sarà una lettura veloce, allora - fece Shikamaru, grattandosi l'orecchio. - La scientifica mi farà avere i referti non prima di ventiquattr'ore e il sottoscritto finisce il turno... Adesso!

L'orologio segnava infatti l'ora della pausa per il pranzo.

- Ci vediamo più tardi...
- Torna qui, Nara - esclamò il commissario, sbraitàndogli dietro. - Non abbiamo ancora finito, la faccenda è tutt'altro che chiusa!
- A proposito, commissario - mormorò Shikamaru con indifferenza. - Ha la camicetta aperta...

La Yamanaka arrossì, portandosi velocemente le mani al petto, mentre i presenti la fissavano con risatìne di scherno e sguardi imbarazzati.

- Che cosa avete da guardare ?!? Tornate al lavoro, piuttosto!

( continua )

NOTE:
"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni
Per saperne di più, visitate questo link:

http://www.autoriperilgiappone.eu/

Un piccolo contributo per una grande opera a beneficio di molti...

"I Ragazzi di EFP hanno scritto i racconti di “Niente è come prima” con un atto esplicito di fiducia nella possibilità di raggiungere altri coetanei, offrendo loro un motivo di indagine interiore. Generosi e speciali, con un gesto inaspettato hanno deciso di devolvere una parte del ricavato della vendita ad ADSINT che rivolge una particolare attenzione alle nuove generazioni con le loro esigenze e i loro sogni. Complici di un dono: quello dei pensieri, quello del sangue."
Giovanna Ferrante
Direttore de “il Globulo” Veicolo di informazione di ADSINT – Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori

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Capitolo 2
*** Un Salto nel Vuoto - Parte Seconda ***


Un Salto nel Vuoto - Parte Seconda

- Curioso - esclamò Asuma, muovendo l'Alfiere. - E' la prima volta che sento una storia del genere, decisamente insolito...
- Già - mormorò Shikamaru, spostando il Cavallo e lasciando scoperta la Regina.
- Ah-ah - sentenziò Asuma. - Shikamaru, non è da te fare di questi errori!

Asuma effettuò la cattura senza pensarci troppo.

- Hmf - sorrise Shikamaru, facendo la sua contromossa. - Dopo anni che giochiamo insieme, ancora ci casca sempre...

Nel momento in cui l'Alfiere di Shikamaru attraversò la scacchiera, asuma spalancò gli occhi per la sorpresa.

- Scacco Matto!
- Bah, sto diventando vecchio - fece Asuma con una punta di amarezza nella voce.
- Potrebbe sempre tornare in servizio - scherzò Shikamaru, mettendo a posto i pezzi. - Al commisariato si sente la sua mancanza...
- Alludi alla Yamanaka ?
- Quella donna, dopo gli asparagi con le uova e le mani unte di Choji, è una delle tre cose in grado di farmi passare l'appetito!
- Ah ah, così mi fai sentire in colpa però - scoppiò a ridere Asuma.
- Papà, papà!

Un dolcissimo bambino di appena quattro anni saltò al collo di Asuma, abbracciandolo affettuosamente.

- Eccoti qua, birbante - esclamò Asuma, scompigliandogli i capelli. - Va a giocare, adesso ti raggiungo!
- Va bene... Ciao, zio Shikamaru!
- Ciao Kira!

Il piccolo rientrò in casa sotto lo sguardo amorevole dei due.

- E' cresciuto - osservò Shikamaru.
- E' tutto sua madre... Hai visto gli occhi ?

Il volto di Asuma si fece di colpo più triste.

- Sono già due anni da quando è successo...
- Già - fece Shikamaru sottovoce.
- A volte mi sembra che il tempo si sia fermato in quel momento, quando Kira camminava ancora gattoni e lei mi salutava mentre andavo al lavoro!

Shikamaru tacque pensando alla tragedia occorsa due anni prima: Kurenai Sarutobi, moglie del commissario Asuma, uccisa due anni prima in una terribile sparatoria. Asuma tirò fuori una sigaretta e se la portò alle labbra.

- Quel giorno - sospirò. - Era uscita per andare a comprarmi le sigarette... Buffo, no ? Mi ripeteva sempre di smettere di fumare e poi era proprio lei a comprarmele!
- Donne - replicò Shikamaru. - Chi le capisce è bravo!
- Una telefonata - continuò Asuma. - Una fredda telefonata dal comando centrale... e, subito dopo, il mondo ti crolla addosso!
- Papà, vieni a giocare ?

Il piccolo Kira era alquanto impaziente.

- Kira è tutto quello che mi è rimasto, Shikamaru! Forse tu non puoi comprendere fino in fondo ma...
- No, infatti - annuì Shikamaru con un lieve cenno del capo.
- Kurenai era tutta la mia vita - mormorò Asuma chiudendo gli occhi. - Per questo ho lasciato la polizia... D'ora in poi, voglio dedicarmi appieno a ciò che resta della mia famiglia e godere di ogni singolo momento che questa vita mi concederà, assieme a Kira e ai miei ricordi!
- Capisco - fece Shikamaru, alzandosi. - Avremo ancora numerose partite di scacchi davanti a noi, dunque...
- Penso proprio di sì - sorrise Asuma, spegnendo la sigaretta nel portacenere.
- Ispettore Shikamaru !!!

Improvvisamente arrivò Choji trafelàto.

- Salve Choji - lo salutò Asuma.
- Commissario Sarutobi - rispose Choji rispettosamente.
- Andiamo Choji, sono due anni che non sono più commissario ormai... Piuttosto, ti vedo in forma!
- Eh sì - sorrise Choji imbarazzato. - Mi sono messo a dieta stretta...
- Infatti - commentò Shikamaru. - Stretta alimentazione a base di patatine fritte!
- Il mais è dietetico - precisò Choji.
- Choji... Sei qui per un motivo in particolare, oppure sei solo di passaggio ?
- Veramente arrivo adesso dal commissariato: la Yamanaka sta dando i numeri...
- Tanto per cambiare!
- Mi sa che la nostra "rivincita" dovrà aspettare allora - osservò Asuma con una smorfia.
- Lo penso anch'io, arrivederci maestro!
- Arrivederci Shikamaru, Choji - li salutò entrambi.
- Stia bene, commis... Cioé, stia bene!

Subito dopo i due salirono in macchina diretti al commissariato.

- Allora Choji - domandò Shikamaru. - C'è qualcosa che devo sapere prima di affrontare quella "scassatimpani" ?
- Abbiamo scoperto qualcosa - rispose Choji, aprendo un pacchetto di patatine che teneva nel cassetto del cruscotto. - Dai movimenti bancari della vittima... chomp!... risulta che... gnam!... abbia versato notevoli somme sul suo conto in meno di una settimana!
- Quanto "notevoli" ?
- Parecchio... chomp!... cento, centosessantacinquemila ryo, e almeno trecentottantasettemila con tanto di ricevuta firmata dalla redazione del "ChakraRed"...
- Una famosa rivista per adulti, fin qui torna con il materiale che abbiamo trovato nell'appartamento... E poi ?
- Pare che Tanaka fosse un... chomp!... un libero professionista! Non fotografava modelle ma ragazze disoccupate e senza alcun contratto!
- Figuriamoci dunque se si preoccupava di accertarsi che le ragazze fossero tutte maggiorenni - fece Shikamaru con una smorfia.
- Già - proseguì Choji, sgranocchiando una manciata dopo l'altra. - Abbiamo chiesto al giornale... gnam!... Ma, non avendo contatti regolari con la vittima, non hanno saputo dirci di più e...
- Ti spiacerebbe smettere di sgranocchiare patatine per cinque minuti - protestò Shikamaru, scrollàndosi di dosso le briciole.
- Ops, mi dispiace, quando sono nervoso non riesco a farne a meno...
- Hai provato con la camomilla, magari funziona!

Appena giunti al distretto, l'inconfondibile voce di Ino Yamanaka si sentiva fino alla strada.

- Dov'è quello scansafatiche di Nara - urlò. - Mai una volta che si trovi nel suo ufficio, ma io lo...
- La sua preoccupazione mi commuove, "commissario" - esclamò Shikamaru, entrando in quel preciso istante.
- Al tuo posto avrei più di un motivo per "preoccuparmi", Nara - sentenziò il commissario. - Se non mi fai avere il rapporto entro cinque minuti, ti sbatto al centralino per due settimane!
- Uff - sbuffò Shikamaru. - D'accordo, d'accordo... Choji, hai scritto il rapporto ?
- Sì certo, eccolo...

Shikamaru afferrò velocemente il fascicolo, vi appose velocemente la sua firma e lo passò alla Yamanaka.

- Ecco qua - esclamò lui, dirigendosi verso il proprio ufficio. - Fresco di giornata, come le uova!
- Chi credi di prendere in giro, Nara - ribatté Ino, sbattendo il rapporto con rabbia sulla scrivania di Shikamaru. - Compilare il rapporto è compito tuo, quelli di Choji lasciano macchie di unto dappertutto!
- Quante storie - rispose Shikamaru stravaccàndosi comodamente sulla sedia. - Un po' di condimento non ha mai fatto male a nessuno, ANZI probabilmente renderà quelle pratiche molto più "digeribili" per i topi dell'archivio!
- Basta - tagliò corto la Yamanaka, pestando i piedi. - Non ti licenzio Nara, solo perché sei il miglior ispettore di questo dipartimento... Solo potresti dimostrare un minimo di rispetto e serietà nei confronti di un tuo superiore ?
- Naturalmente - replicò Shikamaru, grattandosi l'orecchio con condiscendénza. - Se il "superiore" in questione avesse i pantaloni e almeno dieci anni di esperienza alle spalle...
- Co... COSA ?!?
- Ha capito perfettamente... Senza dubbio l'aspetto aiuta molto per uscire dall'Accademia di Polizia con il massimo dei voti ma, per quanto mi riguarda, se c'è UNA cosa che è fuori luogo dentro a un commissariato il suo nome è Donna...

La reazione di Ino fu alquanto prevedibile. Con uno scatto rabbioso, sbatté entrambe le mani sulla scrivania di Shikamaru; così facendo però, rovesciò una boccetta d'inchiostro che inevitabilmente schizzò il contenuto sulla sua giacca immacolata.

- Come volevasi dimostrare - puntualizzò Shikamaru, calmo come se niente fosse.

- La faccia della Yamanaka era viola di rabbia, a stento si tratteneva per non esplodere. Senza dire una parola, uscì dall'ufficio di Shikamaru e incrociò lo sguardo imbarazzato di Choji.

- Ah, commissario - esalò lui appena, rendendosi conto dell'incidente. - Mi dispiace, permette...

Choji tirò fuori un fazzoletto per aiutarla a pulirsi, tuttavìa lei gli stampò un violento schiaffo sulla guancia e rientrò nel suo ufficio sbattendo la porta.

- Ma... perché, che cosa ho fatto ?!?
- Choji, allora - esclamò d'un tratto Shikamaru. - Che altro sappiamo di quel "galantuomo" di Tanaka ?
- Ecco - fece Choji, massaggiandosi la guancia dolorante. - Come d'accordo, ho fatto tutti i possibili riscontri con le ricevute di versamento a nome del fotografo e... Beh, sono saltati fuori un paio di nominativi...
- Quali ?
- Daisuke Jumpei, direttore del "ChakraRed", e Yamaguchi Aota, un collega di Tanaka...
- Che rapporti aveva con la vittima ?
- Pare che lui e Tanaka avessero aperto uno studio fotografico insieme: Tanaka sciolse la società un anno dopo, pretendendo da Aota il saldo di quindicimila ryo in contanti... Dal momento però che questi non disponeva della somma necessaria, il suo ex-socio gli fece causa per danni economici; pertanto si vide costretto a chiudere lo studio e, a oggi, è riuscito a restituirgli solo un terzo della somma...
- Un motivo sufficiente per odiarlo a morte - osservò Shikamaru.
- Sì però non risulta a nessun testimone che Tanaka e Aota abbiano più avuto contatti per oltre sei mesi, quest'ultimo dichiara fermamente di non avergli più parlato nemmeno al telefono...
- Questo si può verificare facilmente, hai controllato i tabulàti ?
- Se ne sta occupando Shino...
- Ottimo, digli di darsi da fare!
- Va bene... Ah, dimenticavo!
- Che c'è ?
- Ha telefonato il Medico Legale, dice che ha finito con l'autopsìa e ha già pronto il refèrto!
- Ottimo, vado subito!

Come uscì dall'ufficio, Shikamaru si scontrò violentemente con una ragazza in uniforme. Questa si chinò subito a raccogliere il cappello, alquanto seccata, rimproverando Shikamaru della sua fretta.

- Guarda dove vai, testone!

Shikamaru osservò attentamente la ragazza: alta, robusta, occhi freddi e inespressivi e... capelli biondi! Dopo l'esperienza con la Yamanaka, le bionde gli stavano antipatiche a prima vista.

- Potrei dire la stessa cosa - replicò Shikamaru con voce atona.
- Ma fammi il piacere - replicò lei. - Mi sei venuto addosso senza guardare e pretendi anche di aver ragione ?
- Non ho tempo per queste stupidaggini adesso, ho altro da fare!

La ragazza lo osservò allontanarsi verso l'uscita del commissariato senza dire una parola.

- Non si usa chiedere nemmeno scusa, qui da voi a Konoha ?

Tutti i presenti sollevarono lo sguardo con interesse. Era la prima volta che qualcuno "rimbeccàva" Shikamaru per i suoi modi da gran cafone. Questi si fermò sulla soglia, voltandosi di scatto.

- Se è per questo - sorrise beffardo. - Abbiamo anche istituìto un premio speciale per il più "rompiscatole" del dipartimento... Continua così, e farai concorrenza perfino al commissario Yamanaka!

In quella, Ino uscì dal suo ufficio.

- Kiba, dov'è finito il rapporto sulla gioiellerìa svaligiàta ieri ?!? - improvvisamente si accorse del diverbio tra Shikamaru e la nuova arrivata. - Che succede, c'è qualche problema...
- Il commissario Yamanaka ? - domandò la ragazza in tono formàle.
- Sì!
- Agente Temari Sabaku, distaccata dal dipartimento di Suna - rispose la ragazza, mettendosi sull'attenti.

Ino sembrò stupita.

- Molto strano - fece, stringendole la mano. - Non ne sapevo nulla... A meno che, "qualcuno" - aggiunse, fissando Shikamaru. - Abbia dimenticato come al solito di farmi avere gli aggiornamenti sugli effettìvi!
- Uffa, quante storie - esclamò Shikamaru, grattandosi l'orecchio. - In fondo uno in più, uno in meno...
- Vedo con piacere che, se perfino le scimmie sono in grado di lavorare qui dentro, il mio nuovo incarico non sarà poi così difficile - sorrise Temari, rivolgendo una smorfia a Shikamaru.

Gli agenti si misero a sghignazzare di nascosto, tuttavìa Shikamaru non fece una piega.

- Complimenti - disse. - Molto spiritosa, sapevo che a Suna c'era il circo, si vede che hanno cambiato le uniformi...

Un lampo di rabbia passò negli occhi di Temari. In quella Choji passò velocemente stringendo nelle mani il caffé bollente appena preso dalla macchinetta. Come lo vide passarle accanto, Temari afferrò il bicchiere dalle sue mani e lo rovesciò con un movimento lento e calcolato in testa a Shikamaru.

- Fa freddo fuori - mormorò. - Riscaldati un po' le idee!

Ino nascose appena un sorriso divertito, vedendo la faccia di Shikamaru grondànte di caffé, e fece segno a Temari di seguirla nel suo ufficio per registrare il suo trasferimento.

- Agente Temari - esclamò Ino. - Mi permetta di darle ufficialmente il benvenuto a Konoha, sono certa che andremo MOLTO d'accordo noi due!

Choji osservò sbigottìto la scena, incapace di muoversi o di aprire bocca. Gli altri invece tornarono al proprio lavoro con rinnovato buonumore, non capitava tutti i giorni di assistere ad uno spettacolo del genere. Shikamaru rimase "congelato", nonostante il caffé fosse bollente, con il cappello fradicio calato sugli occhi e il viso inespressìvo. Un istante dopo però, sistemandosi meglio l'impermeabile, fece segno a Choji di seguirlo.

- Choji!
- S... Sì, ispettore ?
- Va a prendere la macchina, ho già fatto fin troppo tardi...
- Su... Subito!

Senza aggiungere mezza parola sull'accaduto, Shikamaru uscì fuori del commissariato tra le risate divertite dei colleghi.

( continua )

Nota dell'Autore:

@ Vaius - eh, amico mio... Le "coppie" di questa fic rispecchiano la maggioranza del pubblico ( Shika/Tema ) e la MIA MODESTA OPINIONE ( Ino/Choji ) XD c'è ancora tanto da scrivere per arrivare alla parte diciamo "sentimentale" e siamo appena all'inizio perciò... Armati di pazienza e AL PROSSIMO CAPITOLO, ciao !!!

DADO

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Capitolo 3
*** Un Salto nel Vuoto - Parte Terza ***


Un Salto nel Vuoto - Parte Terza

 

- Che diavolo ti è successo, sei finito in una pozzanghera ?

 

Quando Sakura vide entrare Shikamaru, con il bianco cappotto "macchiato", non poté fare a meno di spalancare gli occhi dalla sorpresa.

 

- Niente domande - brontolò lui. - Allora, hai scoperto qualcosa ?

 

Tornando a concentrarsi sul cadavere disteso alle sue spalle, Sakura scostò il lenzuolo che lo copriva e illustrò a Shikamaru i risultati della sua autopsia.

 

- Poveraccio - sussurrò Sakura. - Una gran brutta fine...

- Bah - sbuffò Shikamaru. - Sbaglio o la settimana scorsa hai dovuto ricostruire quel tizio "smontato" da un paio di dobermann inferociti ?

 

Sakura gli scoccò un'occhiataccia.

 

- GRAZIE per avermelo ricordato prima di cena!

- Figurati...

- Come vedi - esclamò Sakura, indicando i segni presenti sul cadavere. - Gli arti si sono praticamente maciullati nella caduta, su questo non ci piove, la cosa strana però...

- Mhm ?

 

Girandogli la testa, in modo da mettere in evidenza la nuca, Sakura espresse chiaramente i suoi dubbi.

 

- Ecco, guarda qui - fece Sakura, indicando un lungo taglio irregolare che partiva da dietro l'orecchio sinistro, fino alla base del collo. - Non era possibile distinguerlo subito, a causa del sangue raggrumato, ma non ci sono dubbi: il tessuto qui è stato lacerato da un colpo diretto che è penetrato in profondità nel cranio, si direbbe quasi che sia stato colpito da un oggetto contundente...

- Una Lampada, per esempio ?

- Anche!

- In effetti, corrisponderebbe con quella che abbiamo rinvenuto nell'appartamento... Facendo una prima ipotesi, uno potrebbe dire che, dopo essersi dato la lampada in testa, abbia poi barcollato fino alla finestra aperta e sia caduto accidentalmente...

- Dai, non scherzare - rispose Sakura, seccata dal suo umorismo inopportuno. - Il metallo di quella lampada è penetrato quasi fin dentro al cervello!

- Capito - annuì Shikamaru, gesticolando nervosamente con l'accendino. - Mi sembrava troppo bello chiudere la settimana senza qualche dannata rogna...

- Non si fuma qui dentro - fece Sakura, strappandogli la sigaretta di bocca.

 

Shikamaru sbuffò seccato.

 

- Ora del decesso ?

- Quella posso stabilirla all'incirca tra le 23:00 e la mezzanotte di ieri...

- C'è altro ?

- Le ferite provocate dalla caduta sono tutte assolutamente normali... resta il fatto che, quando è precipitato di sotto, questo tizio era già morto!

- Alleluia - commentò Shikamaru sottovoce. - Adesso abbiamo un omicidio, la dinamica e l'arma del delitto... Ci mancano solo un colpevole e un movente!

- Beh, io non posso dirti come fare il tuo lavoro però, se ti serve qualcosa...

- Grazie Sakura, ma è meglio se vai a riposarti ora, il tuo dovere lo hai già fatto per oggi!

 

Sakura sorrise e ricoprì il cadavere col lenzuolo. Shikamaru esitò incerto sulla soglia per qualche istante, prima di voltarsi di scatto.

 

- Sakura, posso chiederti una cosa ?

- Certo, dimmi!

- Non è che, per caso, mi sapresti indicare una qualche tintoria a buon mercato ?

 

***

 

Shikamaru uscì dal negozio, nero in volto come non mai.

 

- Novantanove ryo di lavanderia... Metterò in conto a quella "strega" anche questo!

 

Non appena sentì sbattere violentemente lo sportello dell'automobile, Choji si svegliò di soprassalto.

 

- Eh... uh... cosa... Do... Dove andiamo ?!?

- Alla centrale - brontolò Shikamaru tra i denti. - E possibilmente SENZA fare briciole!

 

Choji annuì imbarazzato, nascondendo velocemente il sacchetto di patatine aperto sul cruscotto, e mise in moto.

Poco dopo entrambi raggiunsero il commisariato e, una volta davanti all'ingresso, si imbatterono nel loro collega Inuzuka.

 

- Ciao Kiba - lo salutò Choji.

- Ehilà - fece l'Inuzuka, sfoggiando un sorriso a trentadue denti. - Ispettore, la Yamanaka la sta aspettando nel suo ufficio!

- Quando una giornata comincia male...

- Ah, ispettore!

- Che altro c'è ?

 

Kiba fece un ghigno divertito.

 

- Il caffé lo preferisce ristretto o... "macchiato" ?!? Ah ah ah...

 

Prima che Kiba se ne accorgesse, Shikamaru gli strappò di mano la ciambella che stava mangiando e gliela ficcò tutta intera in bocca, tenendolo saldamente per il bavero.

 

- Dovresti stare attento - sussurrò Shikamaru. - Troppi zuccheri fanno male, non lo sapevi ?

- Mfffghhh !!!

 

Sotto lo sguardo allarmato di Choji, Shikamaru lasciò andare Kiba. Quest'ultimo tossì e sputò violentemente, cercando di riprendere fiato, ma si guardò bene dal dire anche solo un'altra mezza parola.

 

***

 

Quando Shikamaru entrò nel suo ufficio, tutto si sarebbe aspettato meno che vedere la Yamanaka assieme a quella seccatura della nuova arrivata.

 

- A cosa devo "l'onore" di questo raduno femminista nel mio ufficio ? - domandò Shikamaru arcigno.

- Hmpf - fece Temari seccata. - Pensi che mi diverta l'idea di lavorare in un porcile come questo ?

- Mi auguro di no, risulterebbe traumatico perfino per i maiali...

- Ehm ehm - tossì nervosamente la Yamanaka. - Mi rendo conto che l'inizio non è stato decisamente dei migliori... Tuttavia questa è una centrale di polizia e, in quanto funzionari stipendiati dall'Ordine Pubblico, vi suggerisco vivamente di "sforzarvi" di andare d'accordo!

 

Sia Temari che Shikamaru si guardarono in cagnesco per qualche istante, prima di annuire entrambi seccati.

 

- Molto bene - proseguì la Yamanaka. - Non c'è bisogno di presentarvi un'altra volta, visto che avete già fatto conoscenza, perciò arriverò subito al punto: Nara, ti presento il nuovo membro assegnato alla tua squadra!

- Ah sì... e dov'è ?

- Sono io, babbeo - esclamò Temari con indifferenza, tenendo la mano poggiata contro il mento.

 

Sulle prime Shikamaru fece finta di non aver capito, poi però la sua espressione divertita mutò rapidamente.

 

- E' uno scherzo, vero ?

- No, non è uno scherzo - tagliò corto la Yamanaka. - Manchiamo di bravi effettivi, è l'agente Temari è qualificata per essere uno dei migliori elementi del suo vecchio dipartimento... Purtroppo, dal momento che "qualcuno" non mi ha avvisata per tempo del nuovo arrivo, non posso assegnarle nessun ufficio, pertanto vi dividerete il tuo!

- Un accidente - protestò Shikamaru a denti stretti. - C'è un comodo sottoscala, proprio qui dietro, saranno sufficienti una sedia e una scrivania...

 

Temari girò la testa dall'altra parte, più annoiata che altro, tuttavia Ino ne aveva già abbastanza.

 

- Stammi bene a sentire, Nara - esclamò lei, in un tono che non ammetteva repliche. - Primo: la mia non è una richiesta ma un ordine preciso... Secondo: sono il tuo diretto superiore e, se non sei d'accordo con me, puoi andartene tranquillamente al diavolo... Terzo: se ti sento fare qualche altro commento sull'agente Temari, sarai TU a sederti nel comodo sottoscala... E' chiaro ?

 

Ino si voltò e uscì senza nemmeno aspettare una risposta. Shikamaru restò interdetto, prima di accasciarsi sulla poltrona con il volto tra le mani. Sia lui che Temari non dissero nulla per diversi minuti, entrambi intenti a fissare il vuoto, dopodiché fu Shikamaru a rompere il silenzio.

 

- Lo ha fatto apposta - mormorò. - E' il suo modo per vendicarsi...

- Ah, certo - sbuffò Temari.

- Cos'è, vi siete messe d'accordo ?

- Ma smettila - tagliò corto lei, sollevandosi di scatto. - Figurati se mi presto a queste ripicche assurde... Piuttosto, visto che ormai sono qui, che ne dici di fare una cosa "sensata" mostrando dove posso sedermi ?

 

Sulle prime Shikamaru fece per replicare una cosa che non si può ripetere... Poi però emise un lungo sospiro rassegnato e, con un gesto del pollice, indicò una scrivania sul lato opposto, interamente coperta di scartoffie.

 

- Sistemati lì - esclamò. - Choji occupa la scrivania subito fuori da questo ufficio, se hai bisogno di qualcosa, rivolgiti a lui!

 

Temari buttò un occhio sulle dozzine di pratiche accatastate e storse uil naso.

 

- Dì un po' - esclamò. - Quand'è stata l'ultima volta che hai sbrigato una pratica... Nel 1989, per caso ?

- Ah, è tutta roba che può aspettare - rispose lui, grattandosi l'orecchio. - Se la gente avesse davvero fretta di risolvere i problemi, non si rivolgerebbe certo alla polizia...

- In effetti - ammise Temari con una smorfia. - Oh beh, non ti dispiace vero se do un'occhiata, giusto per passare il tempo ?

- Se hai tempo da perdere...

 

Scostando le pratiche ammucchiate sulla poltrona, Temari si sedette e cominciò a sfogliarne qualcuna.

 

- A proposito, come va con le indagini ?

- Hmh ?!?

- Sì, quel tizio che ha fatto un volo dalla finestra di un albergo... Avete scoperto qualcosa ?

- Può essere - rispose vago Shikamaru, con le mani dietro la testa e i piedi in avanti. - In ogni caso, c'è ancora molto da fare!

- Ah, immagino - fece Temari, tenendo gli occhi incollati sul foglio che stava leggendo. - Mhm, questo sì che è curioso...

- Se si tratta di quel cane pechinese con la coda folta, non mi interessa!

- Veramente questo è il rapporto su un caso un po' più attuale...

- Quale ?

- L'ultimo: si tratta dell'elenco di oggetti rinvenuti nell'appartamento passato al setaccio!

- E cosa c'è di curioso ?

- Beh, è strano che nel laboratorio di un fotografo manchino i rullini...

- Cosa ?!?

- Sveglia, Crybaby - sorrise Temari. - Qui dice che, a parte quelli contenuti nelle macchine fotografiche, lì dentro non c'era neanche un rullino!

 

( continua )

 

Nota dell'Autore

XD saluto Dirty_Charity ( scusandomi soprattutto con lei per questo ritardo ) e spero che tutti voi possiate perdonarmi... torno a ripetere che tutte le storie in sospeso sulla mia pagina verranno aggiornate ( prima o poi! ), certo ci vorrà tempo ma... Verranno aggiornate, PROMESSO !!!

P.S.
grazie anche ad Atanvarno per i preziosi suggerimenti...

^__^

Saluti a Tutti

 

DADO

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Capitolo 4
*** Un Salto nel Vuoto - Parte Quarta ***


Un Salto nel Vuoto - Parte Quarta

 

- Non è possibile - esclamò Shikamaru, mettendosi a rovistare affannosamente tra le carte della sua scrivania. - Come ha fatto a finire lì quel rapporto ?
- Ti stupisce - fece Temari sprezzante. - In mezzo a questo caos, è già tanto che tu riesca a trovare i calzini…

Sentendosi rimbeccare ancora una volta, Shikamaru inghiottì amaro. Senza dire una parola, si alzò e, affacciandosi sulla porta, fece cenno a Choji di entrare.

- Sì, ispettore ?
- Choji - la voce di Shikamaru era fredda e priva di emozione. - Come ha fatto quel rapporto a finire nel mucchio dei casi archiviati ?

Choji si grattò la nuca nervosamente.

- Ecco, io… Ecco, a dire la verità, lo avevo messo subito sulla sua scrivania ma… credo che ce lo abbia buttato lei, insieme alle denunce di stamattina…
- Pfff - Temari dovette fare un notevole sforzo per non mettersi a ridere. - Però, che organizzazione che avete tra tutti e due!

Mormorando qualcosa tra sé, del tipo “io questa la strozzo”, Shikamaru scosse la testa.

- Va bene, va bene - sospirò Shikamaru, rassegnato. - Facciamo mente locale: finora abbiamo un fotografo morto; un direttore di una rivista sexy; e un collega della vittima, pieno di debiti…
- Allora, da dove cominciamo ?
- Cominciamo dal fotografo - decise Shikamaru. - Passeremo più tardi alla redazione del giornale!
- Vengo anch’io - puntualizzò Temari. - Meglio non lasciare i maschietti da soli, non si sa mai quello che sono capaci di combinare!

Choji vide Shikamaru stringere la testa nelle spalle, senza replicare, e non poté fare a meno di stupirsi.

- La… La signorina viene con noi ?
- Esatto - fece Shikamaru rassegnato. - Un regalo della Yamanaka, comincia ad abituartici…
- Piacere, Temari… Choji, giusto ?
- Eh ? S… sì, molto lieto!
- Se abbiamo finito con le presentazioni, possiamo anche andare!

 

***

 

Da quando Tanaka e Aota avevano sciolto la società, quest’ultimo si era rimesso a lavorare come venditore di materiale fotografico in periferia. Come Shikamaru entrò nel negozio, non gli ci volle molto per capire l’andamento degli affari di Aota: quel posto sembrava non aver visto l’ombra di un cliente da parecchio, la merce esposta era roba antiquata e piena di polvere e l’atmosfera che regnava era di totale abbandono.

- Buongiorno signori, desiderate ?

Da dietro il bancone comparve un uomo alto, circa sulla trentina, con i capelli arruffati e il viso tirato; costui li salutò affabilmente ma, non appena Shikamaru fece vedere il distintivo, cambiò subito atteggiamento.

- Lei è il signor Aota Yamaguchi, vero ?
- Se venite per conto del Tribunale, accomodatevi: per come sono messo, sospendendomi l’attività, mi fate anche un favore!

Shikamaru e gli altri lo guardarono perplessi.

- Potete anche arrestarmi, se volete, tanto i soldi da dare a quel verme non ce li ho… Anche sequestrando tutta la mia attrezzatura, non arriverete a mille ryo!
- Guardi che c’è un equivoco, non siamo qui per conto della finanza…

Aota strinse gli occhi.

- E che cosa volete, allora ?
- Siamo della squadra omicidi - spiegò Temari. - Dovremmo farle alcune domande, se non le dispiace!

In breve i tre misero il fotografo al corrente della situazione. Questi sembrava cadere dalle nuvole, tuttavia reagì in modo alquanto insolito.

- Dunque è morto - esclamò l’uomo con un sorriso. - Alla fine gli devono essere arrivati tutti gli accidenti che gli ho mandato… Dio esiste, per fortuna!
- Mi rendo conto che la morte di Tanaka non l’addolori particolarmente - esclamò Shikamaru, grattandosi l’orecchio. - Tuttavia è stato “assassinato”… Sa cosa significa, vero ?

Subito Aota cambiò espressione.

- Certo che me ne rendo conto - rispose. - Chiunque se ne renderebbe conto: morto quel porco, io divento subito il principale indiziato… Non è così, forse ?
- Diciamo che il suo modo di reagire non depone molto a suo favore…
- D’accordo allora, statemi bene a sentire!

Un lampo di rabbia attraversò gli occhi del fotografo, il quale sostenne lo sguardo di Shikamaru senza alcuna esitazione.

- Tanaka era uno schifoso bastardo - cominciò. - Per aprire insieme il nostro vecchio studio fotografico, mi sono completamente rovinato a forza di prestiti con le banche; invece lui, con la scusa di essere un “professionista”, non ha mai cacciato via un soldo!
- Strano - commentò Shikamaru. - Secondo quanto abbiamo esaminato, lei aveva un debito verso Tanaka di almeno quindicimila ryo…
- Balle - gridò l’altro con veemenza. - L’unica cosa che gli dovevo era un cazzotto sul muso, quando decise di piantarmi in asso, per dedicarsi completamente a quelle puttane in cerca di lavoro! E gliel’ho dato infatti, gli ho spaccato il naso con le mie mani; uno sfogo che mi è costato tutto quello che avevo; per colpa degli avvocati, non ho più nulla… nulla! La morte di quella carogna mi fa solo piacere e, se sapessi chi è stato ad ammazzarlo, gli stringerei la mano!
- E’ in grado di fornirci un alibi per la scorsa notte ?
- Più o meno…
- Che vuol dire “più o meno” ?!? - intervenne Temari, bruscamente. - Si spieghi meglio!
- Venite, faccio prima a farvelo vedere…

Così dicendo, Aota condusse i tre nel retrobottega. Qui era tutto piuttosto buio ma, una volta accesa una piccola lampada di sicurezza a luce inattinica rossa, ai loro occhi comparve chiaramente un laboratorio di sviluppo fotografico.

- Ecco qua - disse Aota, invitando i tre a guardarsi intorno. - Questo è il mio alibi, se così possiamo chiamarlo…
- Ci sta prendendo in giro ? - sbottò Temari furibonda.
- Si spieghi meglio - fece Shikamaru calmissimo.

Aota indicò le foto appese nella stanza; ovunque regnava l’odore penetrante dell’acido e, disposte sopra un lungo tavolo rettangolare, vi erano circa una mezza dozzina di vaschette per lo sviluppo.

- Oggigiorno la gente è convinta che basti una macchinetta digitale, per fare un lavoro che richiede anni di esperienza - commentò Aota, immergendo le pinze in una delle vaschette. - Come se bastasse fare click per ottenere questi risultati: il lavoro di un fotografo comincia attraverso l’obiettivo e finisce qui, in una stanza come questa, dove il risultato prende vita… Date un’occhiata qua, per esempio!

Shikamaru e Temari avvicinarono il volto con cautela, per esaminare l’immagine; Choji invece rimase sulla porta, coprendosi il naso col fazzoletto.

- Questa è un’immagine “viva” - esclamò Aota. - Quando l’obiettivo riesce a catturare l’essenza di qualcosa, ci vuole tempo per ricostruire un’immagine “concreta” su appena due dimensioni…
- Le piace proprio il suo lavoro, signor Aota - osservò Shikamaru.
- Questo non è un alibi - protestò Temari. - Chi può garantire per lei, a parte un mucchio di fotografie stampate chissà quando ?
- Già, come se le foto si stampassero da sole - fece Aota, con sarcasmo.
- Signor Aota - tagliò corto Shikamaru. - Ci parli un po’ del suo ex-collega…

La mano di Aota fremette, tanto che questi lasciò cadere le pinze nello sviluppatore.

- Per lui fotografare era solo un mezzo per fare soldi velocemente - esclamò sottovoce. - Quando cominciammo l’attività, lui entrò subito nel giro dell’eros: gli bastava attirare ragazze ingenue, promettendogli una facile carriera, e così creò il suo piccolo impero!
- Se la vostra concezione di fotografia era così diversa, perché vi siete messi in affari insieme ?

Aota sospirò.

- Ero giovane e stupido… Tanaka era già un fotografo molto apprezzato, io invece non ero nessuno: gli serviva solo qualcuno da “sfruttare” per tenere aperto il negozio, mentre lui approfondiva la conoscenza delle sue modelle; molto “profondamente”, se capite cosa intendo!
- Non lavoravate insieme, dunque ?
- No, Tanaka faceva i servizi di nudo per conto proprio; non aveva bisogno di me per quello, e comunque io intendo il mio lavoro abbastanza seriamente!
- Vedo…

Shikamaru osservò attentamente il paesaggio ritratto nella fotografia appena sviluppata.

- Che gliene pare ? - domandò Aota. - Non è facile riprendere il volo degli uccelli, senza che l’immagine risulti mossa o sfocata; altro che macchine digitali, questa è arte!
- Quando è stata l’ultima volta che vi siete visti, lei e Tanaka ?
- Non ricordo di preciso… Da quando gli ho rotto il naso, l’unico contatto che abbiamo avuto è stato attraverso gli avvocati, nient’altro!
- Dunque non vi siete neppure sentiti per telefono ?
- A essere onesti sì, un paio di volte la scorsa settimana, voleva i suoi diecimila ryo quell’infame!
- C’è qualcuno che può testimoniare per lei, riguardo l’altra notte ?
- No, esco molto raramente in questo periodo: nei fine-settimana cerco soggetti da fotografare fuori città, e poi mi chiudo qui dentro quasi tutto il tempo; gli unici lavori che svolgo ultimamente sono per conto delle vecchiette, che vengono per le foto-tessere o altre sciocchezze del genere!
- Capisco!
- Ispettore, lo so cosa pensa… Non l’ho ucciso io, anche se avrei voluto, Dio solo sa quanto!
- Signor Aota, lei non mi sembra stupido, suppongo si renderà conto che dobbiamo fare il nostro lavoro!

Aota fece un lieve cenno di assenso con il capo.

- Sono in arresto ?
- No, non per il momento almeno, tuttavia temo che dovremo mandare qualcuno ad esaminare il suo studio!
- Ma certo, non ho nulla da obiettare…

 

***

 

Uscendo dal negozio, Choji tirò un respiro di sollievo.

- Uff, ma come si fa a resistere là dentro ?
- Semplice abitudine, suppongo - sorrise Temari. - Il movente c’è, e non ha un alibi, basterà torchiarlo un po’ per farlo parlare!
- Ne dubito - mormorò Shikamaru. - Quell’uomo non mette piede fuori dal suo negozio da almeno due giorni…
- E come fai ad esserne così sicuro ?
- L’appartamento di Tanaka era pulito, “troppo pulito”; con le mani e i vestiti pregni di quelle sostanze, Aota avrebbe lasciato tracce fin troppo evidenti della sua presenza… invece niente!
- E questo per te è sufficiente ad escludere la sua colpevolezza ?
- Questo... e il modo in cui ha reagito, troppo tranquillo!
- Andiamo, ha praticamente confessato!

Shikamaru si fermò davanti alla macchina, fortemente irritato, stringendosi la testa nelle spalle.

- Che ti prende, hai il mal di schiena ? - lo canzonò Temari.
- Peggio - rispose lui. - Una seccatura parlante… dev’essere contagiosa!

Gli occhi della bionda divennero due fiammelle roventi, tuttavia la timida domanda di Choji salvò la situazione appena in tempo.

- Ehm, dove… dove andiamo adesso ?

( continua )

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Capitolo 5
*** Un Salto nel Vuoto - Parte Quinta ***


Un Salto nel Vuoto - Parte Quinta

 

- E questa tizia voi avete anche il coraggio di sbattermela in copertina - sbottò il direttore Jumpei, agitando freneticamente la bozza dell’edizione da mandare in stampa. - “Dieci scatti da sogno, con Mellon e le sue curve”… Ma quali curve d’Egitto? Questa i “meloni” ce li ha solo nel nome!

Ruggendo e sbraitando, il direttore del ChakraRed gettò addosso a redattore la bozza incriminata. Sulla prima pagina in effetti, al posto delle solite donnine formose per le quali la rivista era nota, figurava l’immagine di una ragazza molto carina ma che a malapena sfoggiava una seconda di reggiseno.

- Secondo voi esiste qualcuno tanto fesso da spendere quindici ryo per una stecca platinata, quando le tettone del porno si pagano quattro e cinquanta coi DVD ?!?
- Ci dispiace signore, ma le foto che Tanaka doveva consegnarci questa settimana non sono ancora arrivate e…

Il volto del direttore passò dal rosa acceso al rosso fuoco e, schiumando di rabbia, finì per esplodere in una crisi di nervi spaventosa.

- Io pago un esercito di lazzaroni per mandare avanti una rivista, e le foto migliori me le porta un fotografo da strapazzo; attrezzature e studi fotografici per migliaia di quattrini, e dipendere poi da un negozio di ottica di periferia… Farabutti, manica di canaglie che non siete altro!
- Ma direttore, noi…
- Andate tutti a quel paeseee!

Scagliando il fermacarte con rabbia sulla testa del povero redattore, Jumpei invitò “gentilmente” cronisti e fotografi a lasciare il suo ufficio prima di subito. Temendo che a quel lancio seguisse qualcosa d’altro, costoro non ci pensarono due volte nel darsela a gambe levate.

 

***

 

Frattanto, mentre Jumpei congedava il suo staff, Shikamaru e compagni attendevano presso la segreteria di poterlo incontrare per fargli alcune domande.

- Mi dispiace - rispose la segretaria, una befana tignosa con un lungo naso a punta. - Il direttore è in riunione e non può essere disturbato per nessun motivo!
- Cerchi di ragionare, signorina - provò a dire Choji. - Si tratta di un’indagine di polizia e…
- Avete forse un mandato con voi ?
- No, ma…
- Allora non mi faccia perdere tempo, giovanotto - tagliò corto la strega, aggiustandosi gli occhiali sul volto. - Se non ha un mandato, quella è la porta!

Davanti all’ostruzionismo della donna, Shikamaru si limitò ad aspirare alcune boccate di fumo dalla sua inseparabile sigaretta. In teoria collaborare con la polizia è facoltativo e, senza mandati e autorizzazioni precise, non sussiste alcun obbligo da parte degli interessati che non hanno precedenti ( oltretutto un proprietario di un giornale come Jumpei, con tutti gli avvocati di cui si circonda per far fronte alle varie faccende legali, può tranquillamente permettersi di “pisciare sulle scarpe” di un vigile e ricevere le scuse da quest’ultimo ). Logicamente non era possibile richiedere ed ottenere un mandato, solo per poter rivolgere qualche domanda ad un libero cittadino; c’era anzi il rischio che, per ottenere una deposizione utile da quel Jumpei, fosse necessario aspettare chissà quanto tempo.

- Senta un po’, lei - sbottò Temari alla segretaria. - Lo sa che potremmo anche incriminarla per ostruzionismo e oltraggio a pubblico ufficiale ?
- Ah, lascia stare - la interruppe Shikamaru, sollevando una mano. - Star qui a discutere è solo una perdita di tempo, tanto vale chiedere il permesso di vedere Jumpei ad uno qualunque dei mobili di questo ufficio!
- E allora, cosa proponi di fare, genio ?

Mentre la segretaria aveva ripreso a digitare al computer, incurante degli interlocutori che erano ancora lì, Shikamaru boccheggiò una nuvoletta grigia nell’aria e fece cadere a terra il mozzicone spento. Per un attimo Temari fu tentata di dirgliene quattro ma, nel vederlo aggirare la scrivania di quella megera, si domandò che avesse in mente di fare.

- Ehi, dove pensa di andare ? - strillò la donna, vedendolo puntare dritto verso la porta del direttore.
- Semplice - rispose l’ispettore. - Visto che non è educato andarsene senza salutare, scambio due chiacchiere col padrone di casa e tolgo subito il disturbo!
- Si fermi immediatamente, o chiamo la sicure…
- Oh, ma falla un po’ finita, cornacchia!

Prima che la “cornacchia” afferrasse il citofono, per fare intervenire la sicurezza appunto, Temari le strappò di mano la cornetta per sbriciolargliela nel pugno. Sia la segretaria che Choji assistettero alla scena con gli occhi sgranati dallo stupore, dopodiché quest’ultimo si affrettò a seguire i colleghi, lasciando la strega pallida e immobile.

 

***

 

Come Shikamaru entrò nell’ufficio Jumpei, questi reagì in modo piuttosto violento.

- Chi siete, chi vi ha fatto entrare ? Andatevene, prima che chiami la…
- … Polizia - concluse Shikamaru, mostrando con indifferenza il distintivo. - Dobbiamo fare alcune chiacchiere, non si preoccupi, si tratta solo di qualche domanda!

Jumpei grugnì infastidito.

- Quegli idioti degli avvocati - borbottò fra sé. - Non sono capaci neanche di guadagnarsi il loro onorario… Cos’è, c’è qualche nuova legge contro la libertà di stampa adesso ?
- Dipende dal tipo di stampa - commentò Temari acida.
- Ma come si perme… Uh ?

Nonostante l’uniforme che aveva indosso, della quale tutto si poteva dire tranne che fosse succinta, gli ampi pantaloni maschili e la casacca non erano sufficienti a nascondere le prorompenti curve della bionda poliziotta. Grazie al suo occhio esperto, Jumpei immaginò subito tutta la generosa mercanzia di Temari schiaffata su almeno venti pagine più copertina… Di conseguenza, valutando seriamente la possibilità di risollevare le sorti della sua rivista bisognosa, diventò subito molto più calmo e disponibile di quanto si sarebbe certamente mostrato in tutt’altra occasione.

- Intendevo dire: “Ma prego, accomodatevi”… Sarebbe scortese da parte mia rifiutarmi di collaborare con la giustizia!

L’improvvisa gentilezza del direttore, insieme ai sorrisi coi quali li invitò ad accomodarsi e ai sigari che offrì loro, lasciava intendere in modo fin troppo chiaro che avesse qualcosa in mente. Quando poi Temari si accorse che costui le stava guardando qualcos’altro invece degli occhi, dovette fare non poco sforzo per trattenersi.

- Signor Jumpei…
- Eh, come ?

Shikamaru fece finta di niente e, approfittando anzi dello stato di evidente confusione mentale dell’altro, cominciò a rivolgere le sue domande di rito.

- Avremmo bisogno di rivolgerle alcune domande sul conto di un certo Heisuke Tanaka, a quanto ci risulta, ha svolto parecchi lavori per conto della sua rivista!
- Ah, Tanaka - ripeté Jumpei, aggrottando le sopracciglia. - Quella specie di sanguisuga travestita da fotografo; gli pago qualcosa come trecentomila ryo a settimana e, invece di farmi avere le sue foto, di punto in bianco sparisce… Ma se gli metto le mani addosso, se gli metto le mani addosso, rimpiangerà di essere nato!
- Non faccio fatica a crederle - commentò Shikamaru, sfregandosi l’orecchio. - Ma temo che difficilmente il signor Tanaka potrà rimpiangere qualcosa: è morto!
- Come ?

Jumpei sembrò cadere dalle nuvole. Tanaka morto e la polizia nel suo ufficio… Che avessero intenzione di incriminarlo, per caso ? No, impossibile, con quali accuse ? Passato il primo momento di stupore, l’uomo dimostrò di reagire in modo del tutto consueto e naturale. La notizia della morte del fotografo lo aveva colto di sorpresa.

- Io… Io non capisco - balbettò l’uomo, visibilmente confuso. - Come… Quando… Perché ?
- E’ appunto quello che stiamo cercando di appurare, signor Jumpei, per questo ci serve la sua collaborazione!
- Beh… Ma certo, è chiaro, io… Io non ho nulla da nascondere!
- Benissimo - tagliò corto Shikamaru, accendendosi una sigaretta. - Mi dica dunque, in che tipo di rapporti era con il signor Tanaka ?
- Ma… Ovviamente solo rapporti di lavoro, è chiaro! Lui scattava delle foto da libero professionista e io provvedevo a pubblicarle, tutta roba perfettamente legale, potete controllare!
- Lo abbiamo già fatto - puntualizzò Shikamaru. - Esattamente che genere di foto le procurava Tanaka, per giustificare ben trecentottantasettemila ryo in una sola settimana ? A quanto ne so, i free-lance ricevono tariffe standard tra i venti e i venticinquemila ryo al mese… Ammetterà che è un po’ strano!
- Vede, il fatto è che le foto di Tanaka rendono molto bene sul mercato del… Insomma, sono molto apprezzate dai nostri lettori e questo influisce notevolmente sulle vendite; di conseguenza Tanaka poteva permettersi il lusso di scegliere la cifra del suo compenso, tutto qua; si tratta solo di semplici transazioni, posso assicurarle che è tutto regolare!
- Eh, io non metto in dubbio la sua buona fede ma, c’è un’altra cosa di cui forse lei non è a conoscenza: dalle indagini che abbiamo svolto finora, è venuto fuori che Tanaka fotografava delle minorenni; di conseguenza, se lei ne era a conoscenza e ha pubblicato lo stesso il suo materiale, potrebbe venire fuori una denuncia a suo carico con l’accusa di pedopornografia!

Il colore sulla faccia di Jumpei scomparve, lasciando il posto ad un pallore improvviso. Con una simile accusa, anche con tutti gli avvocati del mondo e nella migliore delle ipotesi, il suo prezioso giornale rischiava seriamente di chiudere i battenti. Ovviamente Shikamaru pensava che, con una simile preoccupazione, il bravo direttore Jumpei sarebbe stato molto più prodigo nel fornire elementi utili all’indagine.

- Ispettore, io… Io le assicuro che non… Gliel’ho detto, Tanaka non lavorava per me, mi procurava fotografie e basta… La mia è una rivista rispettabile, non so nulla di queste porcherie!

Temari fece per ribattere qualcosa a proposito di “porcherie” ma, prima che potesse aprire bocca, Shikamaru le fece cenno di mantenere la calma. Jumpei era un viscido e squallido individuo, disposto a qualunque cosa per vendere più copie del suo giornaletto erotico, tuttavia non era per quello che erano venuti ad interrogarlo; c’era di mezzo l’indagine per un omicidio e, malgrado il disgusto che tutti e tre indubbiamente provavano verso di lui, non potevano distogliere l’attenzione dal problema principale. Che costui avesse o meno pubblicato intenzionalmente foto nude di minorenni, era una faccenda della quale se ne sarebbero occupati altri papaveri del dipartimento; il loro compito era indagare sulla morte di Tanaka e, per quanto a Temari potessero prudere le mani, Jumpei al momento era solo un tizio da interrogare.

- Signor Jumpei, forse non mi sono spiegato - disse allora Shikamaru. - Noi siamo della squadra-omicidi, non della buoncostume… Tutto quello che ci preme sapere da lei, nel suo interesse oltretutto, è in che genere di rapporti fosse con la vittima: ogni cosa che sarà in grado di dirci ci sarà molto utile, soprattutto per escluderla completamente dalla faccenda, visto che una brava persona come lei non può essere certo ritenuta responsabile; a seconda dell’aiuto che saprà fornirci, potremmo anche chiedere alla procura di chiudere un occhio sulla reputazione del suo giornale!
- Capisco - esclamò Jumpei sollevato. - D'accordo allora, che cos'altro volete sapere ?

 

***

 

Una volta terminata la conversazione, Shikamaru si ritenne abbastanza soddisfatto. Jumpei informò la segretaria di consentire a Choji di esaminare tutte le ricevute di pagamento versate a Tanaka negli ultimi mesi, in cambio della promessa di tenere la buoncostume lontano dal suo giornale. Temari dovette fare un grosso sforzo per trattenersi ma, riuscendo in qualche modo a reprimere il suo senso di frustrazione, si accinse a seguire Shikamaru fuori da quell’ufficio.

- Ah signorina, per favore, aspetti un momento!

Come Jumpei la pregò di aspettare, Temari si voltò a chiedergli che cosa volesse.

- Beh, a dire la verità, si tratta più che altro di una semplice proposta…

Subito dopo essersi chiuso la porta dietro le spalle, Shikamaru udì un tonfo secco e un’esclamazione di dolore. Un attimo dopo Temari uscì dall’ufficio, i pugni serrati lungo i fianchi e una scintilla di rabbia negli occhi, imprecando qualcosa a voce bassa. Jumpei giaceva davanti alla sua scrivania, con un grosso livido violaceo sul lato sinistro della faccia.

( continua )

 

NOTE:
"Autori per il Giappone" è un'iniziativa di sostegno organizzata dall'autrice Lara Manni
Per saperne di più, visitate questo link:

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"I Ragazzi di EFP hanno scritto i racconti di “Niente è come prima” con un atto esplicito di fiducia nella possibilità di raggiungere altri coetanei, offrendo loro un motivo di indagine interiore. Generosi e speciali, con un gesto inaspettato hanno deciso di devolvere una parte del ricavato della vendita ad ADSINT che rivolge una particolare attenzione alle nuove generazioni con le loro esigenze e i loro sogni. Complici di un dono: quello dei pensieri, quello del sangue."
Giovanna Ferrante
Direttore de “il Globulo” Veicolo di informazione di ADSINT – Associazione Donatori di Sangue Istituto Nazionale Tumori

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