Il monile di Pegar

di axeldj
(/viewuser.php?uid=22205)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Omicidio tra le onde ***
Capitolo 2: *** Vassoio di Muffin ***
Capitolo 3: *** Proposta Indecente ***



Capitolo 1
*** Omicidio tra le onde ***


Harry Potter ed il Monile di Pegar

Salve a tutti. Questa è la mia prima fan fiction sviluppata in più capitoli. Sono ben accette tutte le critiche costruttive. Buona lettura!

Harry Potter ed il Monile di Pegar

Capitolo I – Omicidio tra le onde

 

Il Mogabo era un piccolo battello da pesca acquistato da una comunità di pescatori svedesi nel lontano 1992. Era un gran motivo di vanto per quella povera gente poiché possedere un imbarcazione privata era considerato un lusso per chi viveva di pesca. L’abile capitano a cui fu affidato quel peschereccio si chiamava Gregory Sandman, ma era conosciuto da tutti come “l’accinghiato”. Quel buffo soprannome era stato assegnato qualche anno prima a causa di brutto incidente nel quale un tirante della vela gli strappò l’intero bulbo oculare sinistro.

In una notte abbastanza ventosa di metà agosto, alla porta del capitan Sandman si presentarono due uomini incappucciati dall’aspetto cereo. Il più alto dei due si presentò con un mezzo inchino.

“Buona sera” la sua voce aveva un non so che di malvagio mentre il suo modo di fare erano abbastanza fine. “Il mio nome è Antonin Dolohov - sono un ricercatore - e costui che è al mio fianco si chiama Fenrir Grayback, il mio assistente.” Dopo qualche attimo di silenzio continuò a parlare, avendo cura di scandire ogni singola sillaba in modo di aver la certezza che le sue parole venissero ascoltate con attenzione: “Al pub del villaggio ci è giunta voce che in questa rispettabile dimora abita il valoroso capitano del Mogabo, mi sbaglio?”

A quelle parole l’occhio sano del pescatore brillò. Era raro che un pescatore venisse elogiato in quel modo. “Il capitan Gragory Sandman è qui dinnanzi a voi. In cosa posso esserle utile dottor Dolohov?

“Per carità signor Sandman, non sia così formale.” Esclamò l’uomo incappucciato alzando un sopracciglio ed abbozzando un occhiolino “Mi chiami semplicemente Antonin! Veda, stavo cercando qualcuno in grado di farmi da guida tra i fiordi della Svezia. E quando mi hanno raccontato le sue gesta sono rimasto colpito. E’ vero che in passato ha condotto alla salvezza un intero equipaggio durante una bufera?” Il pescatore asserì contento con un leggero movimento del capo. In quel periodo stava vivendo una piccola crisi economica e già iniziava a pregustare qualche guadagno extra. “Certo che è vero, fu in quella notte di tempesta che persi l’occhio. Signor Antonin, le va un bicchiere di brandy. Non mi piace discutere di affari sullo zerbino.

“Hai ragione, ma gradirei un the caldo! Faccia strada vecchio pioniere!”

Il buon Gregory accompagnò i suoi ospiti in un piccolo salotto leggermente impolverato scusandosi immediatamente per il disordine “Vivo solo da parecchi anni e la maggior parte del tempo la trascorro sul Mogabo. Mi riesce sempre difficile tenere in ordine la casa.

Antonin sorrise “Quando avremo terminato la ricerca tra i fiordi questa casa diventerà una lussuosa villa.” A quelle parole l’occhio destro di Sandman si illuminò nuovamente e filò di corsa in cucina.

 

Sandman rientrò in soggiorno dopo qualche minuto con un vassoio tra le mani e servì il the ai suoi ospiti. “Dunque, se ho capito bene, avreste bisogno di una guida e del mio peschereccio.”

“Esatto, in un paio di giorni dovrebbero bastare.” Affermò Dolohov sorseggiando il the “partiremo domani se il tempo lo permette.”

“Mi dispiace signor Dolohov” esordì il capitano “Ma domani è giornata di mercato e la ciurma sarà impegnata nella vendita del pesce. Possiamo rinviare tranquillamente a domenica mattina.

“Gli acquirenti possono attendere…” rispose l’uomo appoggiando sul tavolo una grossa borsa traboccante di monete d’oro “Domani alle sette in punto al molo!”. Così facendo abbandonò la casa con eleganza seguito dal suo assistente “buonanotte capitano!”.

 

***

 

Il giorno dopo una coltre di nuvole copriva cielo, ma fu deciso di partire comunque. La prua del Mogabo dondolava pericolosamente. “Antonin, sei proprio sicuro di intraprendere questa missione?” esordì preoccupato Greyback “Se abbiamo tutti questi indizi come mai non riusciamo ancora a trovarla? Come faremo poi a trovare le altre senza manco uno straccio di informazione?”.

Dolohov fissò l’orizzonte con sguardo perso “E’ l’unica via d’uscita collega. Siamo costretti a recuperarle tutte…”

Il loro discorso fu interrotto dal capitano Sandman “Signori siamo costretti a rientrare! Si sta avvicinando una tempesta!”

“Portami nel luogo accordato e avrai paga doppia!” ordinò Dolohov seraficamente “Non vorrai deludere la stima che abbiamo in te…” e aggiunse “Domani la tua casa diventerà una reggia, ricordalo!”. Gregory si inchinò e tornò alla guida del timone brandendo ordini alla sua ciurma, sembrava parecchio preoccupato.

Improvvisamente un’onda piuttosto alta si infranse contro il lato destro del Mogabo, un paio di membri dell’equipaggio precipitarono in mare e dopo qualche istante si scatenò l’inferno. Quella tempesta era davvero furiosa. La violenza del vento strappò vele dell’imbarcazione ed essa finì alla deriva precipitando in una zona ricca di scogliere.

“Sandman! Riporta in rotta la nave!” ordinò Dolohov afferrando il capitano per la collottola.

“Tra poco non ci sarà più nessuna nave!” rispose l’uomo colpendo al volto il ricercatore “Mi hai accecato con il tuo sporco denaro e hai condotto la mia ciurma ad una morte sicura! Sarai contento adesso!”.

“Sporco inutile babbano!” reagì colmo di rabbia “Non avrei mai dovuto fidarmi di te e di questa insulsa barchetta… AVADA KEDAVRA!”

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Vassoio di Muffin ***


Harry Potter ed il Monile di Pegar

Harry Potter ed il Monile di Pegar

Capitolo II – Vassoio di Muffin

Erano passati già due mesi dalla scomparsa del signore oscuro e ancora si brindava per le strade di Londra. Il vecchio auror Dedalus Lux anche questa volta, non riuscendo a controllare l’euforia, aveva esagerato con i festeggiamenti inscenando numerosi spettacoli pirotecnici sul Tamigi, costringendo il nuovo ministro della magia Kingsley Shacklebolt a chiedere ai colleghi parecchie ore di straordinari, per modificare la memoria dei babbani che vi assistevano. Erano poche le persone che in quel periodo di festa non apparivano così serene e tra queste c’erano i membri della famiglia Weasley ed in particolare George.

La morte di un fratello è sempre un evento tragico ma sicuramente non è nulla rispetto alla perdita di un gemello. Fred e George, sin dalla loro nascita, avevano condiviso tutto: cameretta, scuola, lavoro e passioni. I gemelli Weasley erano una cosa sola, l’uno viveva in funzione dell’altro e quando c’erano dei problemi da risolvere si sostenevano vicendevolmente senza mai pretendere nulla in cambio.

Il giovane Ron, vedendo George in difficoltà, pensò di aiutarlo gestendo alcuni affari del negozio. Però non aveva fantasia e quella era la dote principale per svolgere quel tipo di attività. Sebbene ci fosse ancora un minimo profitto, George aveva già pensato più volte di chiudere l’attività. L’apertura del negozio era stata un idea di Fred ed ogni centimetro quadro di quella bottega non faceva altro che straziarlo.

La premurosa Molly intanto sembrava riprendere lentamente la vitalità necessaria per badare al resto della famiglia. Forse fu l’affetto della nuora Fleur oppure l’arrivo Harry a ridonarle un accenno di sorriso.

Sin da quando lo vide a King Cross la prima volta, Molly si affezionò al giovane mago ed iniziò subito ad accettarlo come un ottavo figlio. Dal canto suo Harry, che non aveva mai avuto una vera famiglia, considerava la Tana come una seconda casa.

Fu per questo motivo che, quando ricevette quella proposta di trasferimento, Harry accettò immediatamente, contento di poter dividere la camera con il suo migliore amico Ron.

La piccola Ginny però visse quel cambiamento in modo diverso. Tra lei ed il ragazzo erano rimaste fin troppe cose in sospeso e la loro situazione sentimentale non era per niente definita. Harry l’aveva respinta poco prima del sesto anno e da quel momento non gli aveva più rivolto parola. Fortunatamente mancavano pochi giorni all’inizio dell’ultimo anno ad Hogwarts e la ragazzina non vedeva l’ora di fuggire da quella situazione così insostenibile. Aveva quindi deciso di evitare il ragazzo fino al giorno della partenza per poi godersi quell’anno in completa solitudine.

Nonostante tutte queste grosse novità, la vita in casa Weasley non venne stravolta. Molly rimproverava costantemente il figlio Ron ogni qual volta iniziava un qualunque discorso riguardante il suo futuro e tra i due si creavano sempre aspre conversazioni.

Fu durante una di queste discussioni che la donna perse decisamente la pazienza:

“Non se ne parla signorino!” esclamò nervosa la signora Weasley riponendo con violenza le stoviglie nei cassetti con un rapido colpo di bacchetta “Voi due completerete gli studi. Non voglio scuse!”

L’argomento era tra i più gettonati a tavola poiché, siccome durante la battaglia di Hogwarts parecchi Auror persero la vita, il ministero intendeva concedere l’opportunità ai giovani studenti di intraprendere quella carriera. Ron intendeva ovviamente prendere parte a quella selezione mentre Molly desiderava che suo figlio terminasse gli studi.

“Ma mamma…!” protestò il rosso evitando un grosso mestolo diretto verso un cassetto alle sue spalle.

“Ti ricordo, Ronald, che per partecipare a quel corso servono almeno cinque Mago svolti a pieni voti. Non accettano perditempo al ministero!” Rispose Molly serafica sedendosi a tavola di fronte ai due ragazzi.

“Ti ricordo, mammina…” continuò Ron facendole il verso “… che sia io che Harry abbiamo contribuito alla sconfitta di Tu-Sai-Chi! Chi se ne frega dell’andamento scolastico”.

La donna sbuffò nervosa: “Siete abbastanza adulti da assumervi le responsabilità delle vostre azioni!” Concluse poi esausta “Venerdì prossimo accompagnerò Ginny a Londra e lei prenderà l’espresso per Hogwarts. Se verrete scartati dal corso per la vostra ignoranza giuro che non mettere più piede in questa casa!

A quelle parole Ron arrossì violentemente, bofonchiò qualcosa di incomprensibile e, con un nervoso guizzo, salì in camera. Harry salutò educatamente la donna facendo spallucce e seguì l’amico senza aggiungere altro.

“Come odio quando fa così!” esclamò Ron lasciandosi cadere sul letto “Non la sopporto… è insopportabile! Giuro che qualche volta di queste…”

“Non pensi di esagerare con questa storia del corso Auror?” azzardò Harry ma Ron gli indirizzò subito uno sguardo omicida “Intendo dire… alla fine si tratta solo di un anno! Che ci costa aspettare un po’?”

“Harry ma da che parte stai?!” domandò irritato Ron “Hai sempre detto di voler diventare un Auror e adesso che ne hai l’opportunità vuoi tornare a scuola…”

“Beh, immagino che sai che tua madre è stata Auror per tanti anni…” esordì Harry con un sorrisetto malizioso che infiammò la suscettibilità del rosso.

“Che vuoi insinuare!”

“Niente di che” spiegò Harry ignorando un secondo sguardo assassino del ragazzo “Voglio solo dire che è compito dei vecchi Auror decidere chi merita di frequentare il corso… Molly non ci permetterebbe comunque di entrare senza un M.A.G.O.

Ron si prese qualche secondo per ragionare per poi ammettere che il suo amico non aveva tutti i torti.

“Vorrà dire che dovremo studiare ancora per un anno…” convenne esausto iniziando a sfilarsi la maglietta. “andiamo a letto dai…”

 

La mattina successiva, dopo una rinfrescante doccia, Ron scese silenziosamente in cucina per arraffare qualche dolcetto preparato da Molly. Nonostante cercasse di non dar soddisfazione alla madre rifiutando i suoi manicaretti, Ron non intendeva rinunciare ai gustosissimi muffin della domenica. Fu così che scese lentamente avendo cura di limitare i rumori. La saletta era talmente buia che a stento si riuscivano ad intuire le sagome dei mobili ma Ron riuscì ad intuire che il vassoio contenente i dolcetti era posizionato al centro del tavolo. Quatto quatto attraversò in diagonale la saletta pregustando il dolce sapore del suo spuntino preferito.

Lumos!”

Un improvviso fascio di luce che illuminò la cucina lo abbaglio. Come ha fatto a scoprirmi…? pensò nervoso stropicciandosi gli occhi, ma quando iniziò a focalizzare le immagini notò che la persona seduta al tavolo non era sua madre…

“Gin sei tu?” chiese scuotendo la testa per eliminare gli ultimi rimasugli di quell’abbaglio. Non ci fu nessuna risposta e quando riaprì gli occhi per la seconda volta riconobbe il profilo della ragazza che da qualche mese aveva scoperto di amare. Seduta al tavolo c’era colei che durante la battaglia d’Hogwatrs, gli aveva donato il bacio più bello della sua vita.

“Che ci fai qui!” domandò scioccamente afferrando finalmente il tanto ambito dolcetto. Hermione tuttavia non lo rispose e continuava a fissarlo con gli occhi spalancati.

“Hermione tutto bene?” continuò Ron irritato da quella strana reazione ma lei si limitò a muovere il labbro inferiore per poi portarsi velocemente le mani al volto era rossa come un peperone e tremava come una foglia.

Ron fece un altro passo cercando di capire cosa stava succedendo quando improvvisamente la ragazza urlò: “VESTITI IDIOTA!”.

Dopo un piccolo attimo di confusione Ron si accorse di aver perso l’asciugamano che aveva in vita e di essere totalmente nudo. Adesso era lui ad avere un colorito violaceo e con un rapido movimento del braccio afferrò il vassoio utilizzandolo per coprire le sue nudità. I muffin caddero inevitabilmente per terra e lui si fiondò fuori dalla porta imbarazzatissimo.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Proposta Indecente ***


Harry Potter ed il Monile di Pegar

Harry Potter ed il Monile di Pegar

Capitolo III – Proposta indecente

“Non ci credo…” borbottò Ron affannato, rientrando in camera con l’asciugamano annodato alla vita “Cosa diamine ho fatto…?!

“Direi la doccia…” ipotizzò Harry alzandosi dal letto intorpidito dal sonno “E’ un evento raro, dovremmo contattare la gazzetta!”

Ron ignorò la battuta iniziando a scalpitare agitatamente per la stanza. Soltanto dopo un paio di giri riuscì a dare un freno alla sua concitazione e, arrestatosi di fronte al grosso armadio che riempiva una delle pareti della stanzetta, iniziò a colpirlo ripetutamente con la testa. Harry osservava la scena in maniera sconcertata senza aver la minima intenzione di interrompere quello spettacolo tanto divertente.

“Sono un deficiente!” sussurrò dopo la prima zuccata. Alcuni libri, posizionati in bella mostra sulle mensole, caddero sulla moquette.

“Sono uno scemo…” continuò aumentando costantemente la potenza dei colpi e il timbro “un ebete… uno sciocco, stupido, cretino…

“Smettila!” Harry intervenne afferrandogli il braccio “Sembri un elfo domestico… hai intenzione di demolirlo?”

“La smetti di dire cretinate? la situazione è tragica!” lo rimproverò il rosso spintonandolo ed evitando la sua presa dirigendosi verso la finestra.

Il sole lentamente iniziava il suo cammino sollevandosi sugli altopiani inglesi e, allo stesso tempo, un grosso bernoccolo cominciava a gonfiarsi sulla fronte dolorante del rosso.

“Ancora diverbi con Molly?” Chiese turbato Harry ipotizzando una possibile spiegazione da attribuire a quel comportamento.

“Hermione è di sotto…” tagliò corto Ron arrossendo “anche io ero di sotto… così… nudo come un verme…” concluse strozzando le ultime parole in un singhiozzo ed evitando lo guardo inquisitore dell’amico.

“e lei ti ha visto… così…” concluse il moro sforzandosi di trattenere una risata.

“Guarda che non c’è nulla di divertente!” sbottò Ron infastidito, ma

prima che Harry potesse replicare si sentì l’urlo inferocito di Molly.

“Ecco… Avrà scoperto i muffin sul pavimento…” rimuginò Ron infilandosi un paio di boxer “credo che per stamattina sarà meglio rimanere qui e far finta di dormire…

 

***

 

A colazione Harry ed Hermione si salutarono con un caloroso abbraccio ed il calore del corpo dell’amico la tranquillizzò quasi istantaneamente. I due avevano stretto una profonda amicizia già dal primo anno ad Hogwarts e questa crebbe costantemente fin quando, durante la coppa tre-maghi, iniziarono a circolare delle voci piuttosto sconsiderate riguardo una loro probabile relazione. Tutto ebbe inizio il giorno della prima prova del torneo quando l’indiscreta giornalista Rita Sketter li sorprese in atteggiamenti abbastanza intimi (un semplice abbraccio di incoraggiamento). Quindi, desiderosa di fama e di un facile guadagno, colse l’occasione per tessere un intricata storia d’amore da rivendere al miglior offerente.

In realtà tra Harry ed Hermione non ci fu mai niente al di là di una profondissima amicizia.

“Anche io sono contenta di rivedervi tutti…” rispose imbarazzata rivolgendosi alla famiglia Weasley mentre affondava un cucchiaino nella sua tazza di the “Mi dispiace non aver annunciato il mio arrivo con una lettera, ma non ho trovato nessun gufo in grado di attraversare l’oceano.”

“Com’era il tempo in Australia?” Chiese Arthur felice per l’arrivo della nuova ospite “I tuoi genitori hanno riacquisito la memoria?”

“Caldo!” rispose la ragazza sorseggiando l’infuso “Faceva parecchio caldo ed ovviamente ne ho approfittato… Una piccola vacanza dopo aver combattuto Voldemort era assolutamente obbligatoria!” scherzò afferrando poi un dolcetto,

“I miei genitori adesso stanno abbastanza bene. A volte gli capita di soffrire leggermente gli effetti collaterali dell’incantesimo, ma niente di insopportabile. Sono felici di aver passato l’estate con me in un posto così bello.

“E noi siamo felici di vederti così soddisfatta!” concluse Harry dopo aver ascoltato con attenzione le parole della sua amica. Anche lui avrebbe desiderato passare una splendida vacanza al mare con le persone che amava. Pensò alla vacanza in Grecia che sua zia Petunia aveva organizzato per Dudley e si sentì improvvisamente solo.

“Signor Arthur…” Esordì la ragazza incuriosita notando di essere l’unica femmina seduta al tavolo “…Dove sono andate Molly e Ginny?”

“Ginevra ha accompagnato la mamma al ministero stamattina presto.” Rispose George anticipando il padre “Doveva sbrigare delle faccende a quanto pare!”

“Infatti!” continuò Arthur pieno d’orgoglio, ingoiando un grosso pezzo di pane. “Da quando Molly ha battuto Bellatrix Lastrange nella battaglia di Hogwarts il ministro non fa altro che chiederle di riprendere la carriera di Auror! Però Molly non ha intenzione di trascurare la sua famiglia e quindi continua a rifiutare l’offerta.

“Ci credo!” esclamò meravigliata Hermione passandosi un tovagliolo sulla bocca “Anche io rimasi scioccata nel vedere la signora Weasley in azione.”

“Quando aveva la vostra età era ancora più brava!” continuò Arthur con lo sguardo perso nel vuoto “Ricordo il giorno in cui la conobbi: io già lavoravo presso il ministero come segretario di Nobby Leach e mi fu assegnato il compito di scegliere i nuovi candidati per il corso di Auror: Molly era tra questi… La sua bravura colpì me ed i miei colleghi e lei venne immediatamente accettata al corso.”

“Non avrei mai pensato che Molly avesse lavorato come Auror in passato!” confessò Hermione commossa dalle parole di Arthur che trapelavano amore ed ammirazione verso la donna che aveva sposato.

“Mai basarsi sulle apparenze ragazzina!” intervenne improvvisamente una voce gracchiante alla loro spalle “Molly, sin dai tempi in cui studiava ad Hogwarts, è sempre stata bravissima…!”

Harry riconobbe senza problemi la voce della donna che aveva parlato,

“Professoressa McGranit…?” si lasciò sfuggire incredulo.

“Preside McGranit! Non sono più professoressa...” rispose la donna sorridendo mentre altre due figure si materializzarono nella saletta.

Ginny fu la prima a apparire e, non appena notò la presenza della sua migliore amica Hermione, corse ad abbracciarla. Subito dopo apparve anche Molly e le diede il bentornato sorridendo. “Spero che i ragazzi ti abbiano accolta come è di dovere, Hermione cara!”.

Intanto il resto delle persone seduto al tavolo aveva ancora gli occhi fissi sulla neo preside di Hogwarts. Harry si chiedeva il motivo di quella visita cuore della mattinata.

Arthur fu il primo a rompere il ghiaccio congratulandosi con la donna per il suo nuovo incarico ed offrendole qualche pasticcino per festeggiare. La donna rifiutò educatamente il dolce ed iniziò a spiegare il motivo della sua visita con il suo tono severo:

“Sono qui per un motivo ben preciso!” esordì categorica “Avrei delle comunicazioni private da conferire ai signori Ron Weasley, Harry Potter ed Hermione Grenger!”

Comunicazioni private… Harry si chiese se la signora Weasley avesse un ruolo in questa circostanza. Molly per il bene dei figli era capace di tutto e per convincere Ron a riprendere gli studi avrebbe potuto coinvolgere anche il preside di Hogwarts in persona. Però era stata convocata anche Hermione e di certo lei non avrebbe rinunciato a concludere la carriera scolastica al castello.

“D’accordo!” assentì Harry curioso di ascoltare le parole della preside “Herm, raggiungiamo Ron in camera!”

 

***

 

Quando Ron vide entrare la nuova preside in camera fece un balzo per alzarsi dal letto: “Professoressa…” confabulò incredulo alla vista di Minerva.

“Buongiorno Ron, credo che le 11 del mattino siano un orario piuttosto tardo per destarti dal sonno. Ricomponiti che ho bisogno di parlare con tutti e tre!

Hermione entrò in stanza con lo sguardo basso evitando lo sguardo del rosso. Harry percepì immediatamente il disagio dell’amica.

Nel giro di qualche minuto Ron era seduto sul letto pronto ad ascoltare le parole della donna.

“Harry, Hermione accomodatevi anche voi.” Invitò la signora McGranit sedendosi elegantemente sul letto di Harry “Ho parecchie cose da dirvi.”

Harry occupò immediatamente l’unico posto libero vicino al rosso in modo da limitare l’imbarazzo della ragazza che sembrava essere in difficoltà.

“Quest’anno Hogwart è leggermente cambiata!” esordì la preside non appena la ragazza si mise comoda.

“Innanzitutto abbiamo deciso di collocare ad Hogwarts alcuni corsi post scolastici che fino all’anno scorso venivano eseguiti tra le mura del ministero.

Ciò significa che i corsi che preparano i giovani alle carriere di guaritore, di Auror, di professore, di politico, di allevatore, di edificatori e di Merlino saranno ad Hogwarts. Un breve silenzio seguì quella notizia “Dopo la battaglia parte del castello è andata distrutta ed il capo degli edificatori del ministero mi ha proposto una rinnovazione. In un primo momento l’idea mi infastidiva leggermente, ma poi mi lasciai incantare dal quel progetto e accettai la proposta.

“Hogwarts non sarà più la stessa…” sussurrò Harry nostalgico pensando ai danni provocati dalla battaglia “Sicuramente gli edificatori non sarebbero stati in grado di riportarla alla bellezza di un tempo.”

“Capisco cosa intendi ragazzo! Questo è uno dei motivi per cui ho accettato!” esclamò la donna con un espressione amara dipinta in volto per poi cambiare argomento dopo qualche secondo di riflessione:

“Comunque ragazzi, non sono qui solo per comunicarvi questi cambiamenti…” Esordì nuovamente scrollandosi di dosso quei pensieri nostalgici “Ho una proposta da farvi, ma voglio che prima di rispondere riflettiate sulle mie parole!”

I tre ragazzi rimasero in silenzio fissando l’espressione truce della preside.

“Tutto il mondo della magia vi ringrazia per aver scritto la parola fine a questo periodo di terrore!” cominciò posando entrambe le mani sul ventre “Non tutti sanno però che l’eroica impresa della ricerca degli Horcrux vi è costata un anno di studio…

A quelle parole Ron si irrigidì ma Harry evitò qualsiasi reazione spintonandolo leggermente..

“L’anno scorso avreste dovuto terminare i vostri studi, ma ovviamente non è stato così. Ecco la mia proposta: vi offro la possibilità di ricevere i MAGO con una votazione medio-alta a patto che partecipiate ad almeno uno dei nuovi corsi triennali.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=542719