I Hate Everything About You

di BreathE
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Diamante ***
Capitolo 2: *** Un Triangolo Inesistente ***
Capitolo 3: *** Divieto Di Illudere ***
Capitolo 4: *** Quando un folletto ci mette lo zampino ***
Capitolo 5: *** Pensieri invadenti ***
Capitolo 6: *** Un abbraccio caldo come il sole e solido come la pietra ***
Capitolo 7: *** Il senso di ogni giorno ***
Capitolo 8: *** Due perfette metà ***



Capitolo 1
*** Diamante ***


Diamante

 



« Prima di te, la mia vita era una notte senza luna.
Molto buia, ma con qualche stella: punti di luce e razionalità.
Poi hai attraversato il cielo come una meteora.
All’improvviso, tutto ha preso fuoco: c'era luce, c'era bellezza.
Quando sei sparita, la meteora è scomparsa dietro l' orizzonte e il buio è tornato.
Non era cambiato nulla, ma i miei occhi erano rimasti accecati.
Non vedevo più le stelle. Niente aveva più senso
»
- New Moon ; Stephenie Meyer


Volevo quel sangue. Lo desideravo.
Ma il fatto che non riuscissi a leggerle il pensiero mi incuriosiva, era una lotta interiore continua.
Una parte, istintiva, dove regnava il mostro che era in me; e l’altra, ragionevole. Che prendeva quel buio come una sfida personale.
Mi ricordava un cruciverba: potevo fargli delle domande, e riempire quel vuoto, che erano i suoi pensieri. Senza però mai essere certo che le risposte fossero esatte.
Inizialmente, avevo creduto che fosse semplicemente stupida. Una ragazza frivola e superficiale, dove nei cartoni animati vedresti sempre i puntini di sospensione sopra la sua testa. Ma con il tempo, mi ero reso conto che non era possibile.
Anche un oca pensa a qualcosa, che sia la sua immagine riflessa, o l’importanza di abbinare smalto-scarpe.
Avevo preso la mia decisione: il giorno seguente sarei andato a scuola e l’avrei invitata ad uscire. Avevo sentito dire che la sera del ballo sarebbe andata a Seattle.
Strana ragazza, sbaglio, o qualsiasi adolescente non aspetta altro? Poi in una cittadina piccola come Forks, quella, era una grandissima novità.
-Edward...sai come la penso- disse Alice. La mia sorella adottiva. Un folletto, non una vampira.
-Non mi interessa Alice! Domani le chiederò se vuole essere accompagnata, sei dalla mia parte sì o no?-
-Lo sono sempre Edward- disse lei facendomi un sorriso. Non lo ricambiai.
-Non mi sembra, è da quando l’ho incontrata per la prima volta che mi assilli. Non la morderò, saprò controllarmi-
-Io ne sono convinto Edward- disse Carlisle poggiandomi una mano sulla spalla.
Edward si sta finalmente interessando a qualcuno.” Pensò.
“Non sarà più solo“. Aggiunse Esme.
Possibile che quei due non si parlassero con il pensiero? Erano sempre sulla stessa linea d’onda.
Ringraziai Carlisle con lo sguardo. Poi, iniziai ad interessarmi nuovamente ad Alice. Si stava concentrando su domani, se avrai morso o meno Isabella Swan. Alzai gli occhi al cielo per tutta quella apprensione.
Mi vidi nei suoi pensieri, a quanto pare quella mattina avrei indossato una camicia a quadri con dei semplici jeans. Casual. Osservai, mentre mi avvicinavo alla ragazza, era scettica. Bhe comprensibile dato che prima le avevo salvato la vita e poi l’avevo strettamente ignorata. Dibattemmo per qualche secondo, poi..la visione sparì, proprio nell’attimo in cui stavo per parlarle.
-Che è successo?- domandai preoccupato guardando il suo volto.
-N-Non lo so- disse - l’ultima cosa che ho visto, è che ti eri voltato per guardare una persona,poi, il buio-
-Credi sia un brutto segno?-
- Non lo so Edward, è la prima volta che mi succede-

Ero in fibrillazione, e la cosa non era sfuggita ai miei fratelli. Rosalie poi, non aveva fatto altro che insultarmi con il pensiero. Ma stavolta, smisi totalmente di farci caso. Finalmente era giunta l’ora di pranzo.
Mai il tempo mi era parso passare così lentamente. Riempii il vassoio della solita roba inutile, guardando distrattamente cosa fosse. Spazzatura, era solo tale. Anche se mantenevano in vita, quella ragazza tanto interessante.
-Non ancora Edward, non attirare l’attenzione, aspetta fino all’ora di chimica!-
-Non è mi intenzione farlo Jasper! Qui vi è più gente-
-Infatti, metti caso le salti al collo...-
-Non lo farò Emmett! So controllarmi! Posso farcela!-
-Lo spero bene, o ti uccido con le mie mani-
-Grazie per la tua dolcezza Rosalie- borbottai.
Tentai di dirigermi verso un tavolo vuoto, ma Emmett mi passò il braccio attorno al collo con fare scherzoso.
-Che diamine fai?- domandai arrabbiato ad un tono troppo basso per l’orecchio umano.
-Scusa- mormorò lui -Rosalie- fu la sua risposta.
Mio fratello era un idiota.
Un cane idiota per la precisione. Obbediva sempre agli ordini di quella strega.
Rivolsi un’occhiata truce alla bionda, che però mi guardò con superiorità.
Anche io credo sia la cosa migliore” Mormorò Alice con il pensiero. “ E poi, nella mia visione, accadeva nel parcheggio
Ne ero consapevole che accadeva nel parcheggio, era il dopo che non volevo conoscere. Cosa sarebbe accaduto? Mi domandavo, se il buio fosse stato dato dal mio autocontrollo che svaniva. Forse dato da un alito di vento.
No Edward. Non è come pensi, ti voltavi verso qualcuno. L’ho visto!
-Magari mi voltavo a controllare che non ci fossero testimoni!-
Forse“ pensò lei. Consolante. “Ma magari, semplicemente ti distraeva l’arrivo di...una persona!“
E chi mai avrebbe potuto distrarmi? Con lei dinanzi? Quali pensieri?

Rimasi immerso nei miei pensieri fino alla fine del pranzo. Non rivolsi più la parola ai miei fratelli,fino a quando, finalmente, giunse l’ora. Sentii i loro sguardi preoccupati addosso, e quello furioso di Rosalie.
Uscii, una pioggerellina leggera creava umidità sufficiente, a far impazzire la maggior parte della popolazione femminile. La cosa, più che disturbarla, sembrò rattristarla. Guardò in alto, scrutando il cielo, quasi mancasse qualcosa ai suoi occhi:
-Il sole- mormorò a se stessa. Ma per me, fu una risposta.
La vidi tirarsi su il cappuccio e dirigersi verso la macchina. Mi costrinsi ad andarle incontro. Non le avrei fatto niente. Non le avrei fatto del male. Mai.
-Bella?- dissi quando lei era immersa nella portiera della macchina, sussultò, non mi aveva sentito arrivare. Quando chiuse la portiera si degnò finalmente di rispondermi.
-Che vuoi Edward? Hai finalmente deciso di rivolgermi la parola?-
Feci un sorriso tirato. Come previsto, era tutto tranne che felice di vedermi. -In effetti,forse, ti devo delle scuse- aggiunsi cauto.
-Forse?- mormorò lei sarcastica - Tu avevi promesso! Conta così poco per te?-
Contava molto di più di quando lei credesse, ai miei tempi, infrangere una promessa era impensabile. Diventavi un umano della peggior specie. Ancor più impensabile poi, farlo con una donna.
-Ti devo decisamente le mie scuse-
-Non le voglio, adesso puoi continuare ad ignorarmi ed a sperare che Tyler perda nuovamente il controllo della macchina!- Cosa? Ma di che stava parlando?
Mi impedii di risponderle con quelle domande. Se ne stava andando. -Aspetta- dissi allungando la mano, ma la ritrassi poco prima di poterla afferrare, non volevo che il mio tocco freddo, la spaventasse. La mia richiesta bastò, si volse.
-Che vuoi ancora?-
-Ho sentito che sabato vai a Seattle- dissi con finta disinvoltura.
-E tu come fai a saperlo?- scrollai le spalle. -Voci- dissi solo.
-E?- aggiunse per incitarmi a continuare.
Mi guardai un attimo attorno, incrociando per meno di mezzo secondo lo sguardo di uno strano ragazzo, che ci stava fissando con odio. Un altro ammiratore di Bella?
Impossibile, doveva essere della riserva, data la sua pelle olivastra. -Vorrei chiederti se..- ma non finii mai la frase. Un’esplosione di emozioni investì i monotoni pensieri scolastici. L’onda fu forte, quasi il proprietario stesse tentando di impedirla, e allo stesso tempo , non ci riuscisse a pieno. “..mondo..un unico asse..imprinting..vampiro..“ I pensieri erano troppo disconnessi, e non riuscivo a comprendere. Ma l’ultima parola, mi gelò, se possibile, il sangue nelle vene. “Vampiro?“ pensai terrorizzato. Come sapeva che ero un vampiro? Mi voltai, ma fui troppo lento.
Il diretto interessato si stava infilando il casco, neanche il tempo di agganciarlo, che aveva già messo in moto. Non badò minimamente ai limiti, e partì a grande velocità, facendo stridere le ruote sull’asfalto. Da cosa fuggiva?
-Edward? Cosa stavi dicendo?- la voce di Bella mi riportò alla realtà. Adesso non potevo, dovevo avvertire gli altri, l’avrei invitata un altro giorno, si trattava solo di aspettare ancora ed io, avevo accumulato una certa esperienza in questo.
-Niente Bella, scusami- e così dicendo mi voltai, per tornare dentro la scuola il più velocemente possibile.

*



-Jacob dove vai?- alzai gli occhi al cielo.
-Sam sei l’Alfa non mio padre! Comunque vado da Bella!- dissi rivolgendoli un sorriso sornione.
-Jacob ... Lo sai che quella ragazza è attratta dal vampiro!- scrollai le spalle e lo perforai con lo sguardo -Cambierà idea- dissi prendendo le chiavi della mia moto.
-E lo farà con un giro in moto?- risposi con una linguaccia. Lo so che come gesto non era molto adulto. Ma Sam era veramente intenibile! Sempre a vedere il lato nero della situazione. Avrei conquistato Bella, avrebbe capito che ero io la cosa migliore per lei. Io l’avrei resa felice, perché ne ero innamorato. E anche lei era attratta da me, ne ero certo.
Giunsi nel parcheggio della scuola, esattamente nel momento in cui lo raggiunse anche lei. Parcheggiai la moto e mi ci appoggiai sopra, feci per chiamarla, quando un’altra voce mi anticipò. Soave, dolce, irreale. Il ragazzo, raggiunse Bella, lui doveva essere il famoso Edward.
E, a differenza di Bella, io sapevo che non era umano, ma un vampiro, affondai le mani nel sellino tentando di frenare l’istinto, i Cullen non erano cattivi, erano, a loro detta: vegetariani. Ma bevevano comunque sangue giusto? E anche loro preferivano quello umano. Non potevano controllarsi per sempre per questo esistevamo noi.
Per ucciderli, cacciarli. Distruggerli. Impedirli di nuocere. E quel vampiro, era interessato a Bella.
Tentai di calmare i nervi e di capire di cosa stavano parlando, affinai l’udito. -Ho sentito che sabato vuoi andare a Seattle-. Sì schifoso vampiro ci voleva andare e allora? L’avrei accompagnata io, quindi non doveva osare far saltare il mio appuntamento!
Anche se solo io lo consideravo tale, lei, desiderava andare a comprare un paio di libri. Il tema, a sua detta, erano proprio le leggende di La Push, chissà perché, si stava interessando così?
-E?- Ah. Lo stava incitando a continuare. Bella quindi sperava che le chiedesse una appuntamento! Il ragazzo, pardon, il vampiro si guardò attorno, e incontrò il mio sguardo. Mi imposi di guardarlo con tutto l’odio che stava straripando. Un modo per scaricarmi, senza attirare l’attenzione. Ma quando i miei occhi incontrarono i suoi. Accadde una cosa,che non mi sarei mai immaginato.
Qualcosa, che se qualcuno l’avesse mai presa in considerazione, sarei morto dalle risate.
Improvvisamente, tutto si fece calmo: sentii come se il mondo fosse diventato improvvisamente bianco e nero, e l’unico colore che splendeva, era l’ambra di quello sguardo. Non era più il sole a darmi calore, ma lui.
Sentii come se un laccio di diamante fosse uscito dal mio cuore, strattonandolo, stringendolo, e l’altra metà, fosse collegata a lui. Indissolubile. Era appena diventato il centro del mio mondo lui, un vampiro! No, non era possibile. Eppure lo sentivo, l’unico asse della mia esistenza. Il principio delle mie fondamenta. Non volevo crederci, avevo avuto l’imprinting. L’imprinting con un vampiro!.
In quel momento, mi venne in mente un discorso, che qualche mese prima, avevo avuto con Bella:
“Non lo so Jacob, a volte, è come se ti leggesse nel pensiero...” .
Lo so che poteva sembrare sciocco, ma veloci come erano arrivate, tentai di bloccare quelle sensazioni, di impedire che si tramutassero in pensieri. Ma non fui minimamente convinto di esserci riuscito. Non perfettamente almeno. Mi voltai, e infilai il casco “veloce-veloce-veloce” mi ripetevo frenetico. Diedi gas alla moto senza neanche allacciarmi il casco, sentivo il suo sguardo addosso. Lo percepivo quasi fosse fuoco. E una parte di me, voleva incontrarlo di nuovo. Vedere ancora quegli occhi, poter studiare più attentamente il suo volto.
Non me lo permisi. Sfrecciai in direzione di La Push.
Quando mi sentii sufficientemente lontano, iniziai a rallentare, accostai, infilandomi nel bosco. Lì mi sentivo bene, a casa, non nella mia stanza. Ed ero sconvolto, troppo per poter fingere con Billy.
“Non è possibile”. Continuavo a ripetermi. E avrei tanto voluto convincermene. E ci sarei riuscito in una situazione normale. E una situazione normale richiedeva dei NON.
Il suo volto NON sarebbe dovuto apparirmi di continuo.
La sua voce NON avrebbe dovuto apparirmi splendida, ma disgustosa. Chissà, se anche il suo odore sarebbe cambiato? Sperai di no. Da quella distanza, non avevo potuto sentirlo, e sinceramente, ero stato troppo impegnato a “fantasticare su di lui”.
-Non è possibile- Mi dissi ancora tenendomi il volto tra le mani.
-Non è possibile- ripetei.
Cosa avevo fatto di male? Cosa? Ero disperato, senza dubbio.
Affondai i palmi delle mani negli occhi, quasi volessi cavarmeli, per non vedere più proiettata nella mia mente il suo volto. -Non può essere successo. Non a me-
Non riuscivo a pensare lucidamente, ma dovevo. Peccato, che la razionalità non facesse parte del mio lato “licantropesco”.
-è anche un uomo dannazione!- battei un pugno sul tronco di un albero, il legno si sfondò leggermente, e delle schegge di corteccia si conficcarono nelle nocche della mano. Mi facevo schifo.
Non era il fatto che avevo avuto l’imprinting con un vampiro a schifarmi di più, ma il fatto che fosse un uomo! Non era possibile. Io ero innamorato di Bella!
E quel pensiero, mi colpì come un fulmine a ciel sereno. Era vero, io amavo Bella, sentivo quel sentimento, che era cresciuto, maturato in quei mesi. Lo percepivo ancora, ma assomigliava ad una cotta infantile, tra bimbi, un placido calore. Che sembrava solo dire “ti voglio bene” adesso. Lo sentivo svanire, come se fosse nebbia. Perché? Io non volevo amare un vampiro. Non volevo amare un Cullen, soprattutto il Cullen, che era interessato a Bella.
Un altro fulmine: “è interessato a Bella” gli occhi mi si erano oramai inumiditi, ma non avrei pianto, disperato sì, ma piangere mai
Non ho speranze” realizzai.
-Jacob dannazione! Come puoi pensare che non hai speranze? È appena svanito il tuo amore. E ti stai ritrovando un vampiro! Un vampiro maschio! Tra i pensieri. Non hai speranze, e non ti interessa averne!-
Stavo solo tentando di auto-convincermi, in realtà, mi feriva eccome il pensiero che lui potesse amare Bella.
- Dannazione - dissi ancora. Cosa avrei fatto? Cosa avrei potuto fare? -Devo andarmene- pensai fissando un punto impreciso del bosco. In quel momento un ululato disturbò i miei timpani oramai abituati solo al suono sommesso della mia voce.
-Il branco- guardai nella direzione del suono. No, non potevo trasformarmi, non volevo che vedessero cosa era successo. Mi alzai, montai di nuovo in moto e stavolta, mi diressi in maniera definitiva a La Push. -Forza Jacob- mi dissi prima di rientrare in strada.

*



-Edward ma che è successo? Sei sconvolto! E perché vuoi andare a La Push?- Che? Cosa? Che avrei fatto io?
-Perché dovrei andare a La Push scusa?- domandai. Alice scrollò le spalle -Non lo so. Sei tu quello che prende le decisioni, io vedo a cosa ti porteranno.-
Ma certo! Il colore della pelle del ragazzo! -Carlisle- chiamai, e in un secondo il mio patrigno mi fu di fianco -Hai novità dei mutanti di La Push?-
-Sì, in molti si sono risvegliati, a quanto pare, la causa è il nostro arrivo- lo vidi passare a rassegna i vari membri dei branchi che avevamo conosciuto.
-Chi è il nuovo Alfa?- domandai ancora. -Credo di aver incontrato uno di loro oggi. Mi ha riconosciuto.-
-Ti devi essere spaventato- annuii, non ero riuscito ad invitare Bella per colpa di uno stupido cane. Nel frattempo, Carlisle passò in rassegna tutti i volti del nuovo branco, quando vidi il mio interessato nei suoi pensieri, Carlisle sorrise. -Perché?-domandai curioso -Perché hai sorriso pensando a quel...Jacob?- domandai pronunciando un po’ incerto il nome.
-Perché deve essere un bravo ragazzo- lo guardai stralunato. Come anche Alice del resto, solo una persona buona come Carlisle poteva pensare bene di quelle bestie puzzolenti. -Sai, il suo nome è Jacob Black. Il posto di Alfa spetterebbe a lui, ma quando Sam glielo ha detto, lui ha rifiutato, sottomettendosi. A quanto pare, non era interessato-
-Strano- disse Alice -i licantropi sono creature molto egocentriche. Tutti i membri vorrebbero poter essere l' Alfa, per natura- analizzai la frase di Alice. Effettivamente aveva ragione.
-E che mi dici dell’imprinting?- domandai ancora a Carlisle.
-Perché ti interessa?-
-Lo ha pensato mentre parlavo con Bella-
-L’imprinting è una specie di magia. Avviene ad alcuni mutaforma quando incontrano la persona perfetta per loro. Si potrebbe dire che si innamorano, ma non è esatto. Colui che fa scatenare l’imprinting rimane segnato, diventa il centro del mondo di quel lupo, il suo asse- erano le stesse parole che avevo sentito nella testa del cane... - suppongo sia molto simile al nostro amore. Solo, forse, più potente, la persona con l’imprinting vivrà solo per quella persona. Non avrà bisogno di altro. Vorrà accontentarla in tutto. Viziarla, se si stesse parlando di un bambino.-
Non vi erano più dubbi, Jacob aveva avuto l’imprinting, ma oltre a me e Bella. Non vi era nessuno in quel maledetto piazzale. Mi alzai di scatto, presi le chiavi della macchina e corsi fuori.
Quel cane aveva osato avere un imprinting con Bella.

*



-Jacob perché non vuoi trasformarti?- lo sapevo.
Lo sapevo che non sarei dovuto andare di persona. Avrei dovuto lasciarli un post-it o un cosa del genere. Ma quella cavolo di riserva non era così grande da potersi nascondere. Ed io non volevo trasformarmi.
Inspirai a fondo e strinsi i pugno. Quel gesto non sfuggi ai miei compagni che si preoccuparono ulteriormente.
-Ho avuto l’imprinting- dissi in un sol fiato, per un attimo vi fu il silenzio. Poi Sam, l’unico umano, mi diede una pacca sulla spalla contento, gli altri invece, ulularono felici e scodinzolarono. Seth, il più giovane del branco mi si strofinò addosso felice.
-Con chi?- domandò Sam proponendo ad alta voce la domanda interiore di tutti i suoi sottoposti.
-Non posso dirvelo- dissi fissando il terreno alla mia destra per non incrociare nessuno dei loro sguardi.

-Jake? Chi è? Leah?- domandò Paul che in quel momento si era ri-trasformato. Gli altri ridacchiarono, o almeno fecero un verso gracchiante che avrebbe dovuto assomigliarli. Sam invece, lo fulminò. Lo guardai, la mia situazione sarebbe stata simile alla sua. Io ero Sam, Bella Leah e Emily…Cullen. Solo che io non ero mai stato fidanzato con Bella. Solo, che Edward non era il cugino, bensì lo spasimante. Solo, Emily non era un maschio! Come era potuto succedere? Perché a me?!
-Jacob?- mormorò nuovamente Sam. Erano di nuovo tutti preoccupati, cosa avevano letto nel mio sguardo?
- Io..io.. Io ho avuto l’imprinting con un ..-
-Vampiro- disse Paul facendomi sbarrare gli occhi per il terrore. Ma non stava più guardando me, ma nella direzione della strada, mi voltai a mia volta, e vidi una volvo metallizzata, e dentro l’abitacolo, al volante, vi era lui. Edward Cullen. “Che diamine ci fa lui qui?
Scese dalla macchina e mi fulminò con lo sguardo -Voglio delle risposte Jacob Black-
è vero, legge nel pensiero“ realizzai terrorizzato. -Perché la cosa dovrebbe preoccuparti cane?-
-Sei nel nostro territorio succhiasangue- disse Sam. No, vi prego, ditemi che non lo avrebbero attaccato. Deglutii.
-Tutto a posto Sam- l’Alfa mi guardò. -Vado a sentire cosa vuole, se succede qualcosa, mi trasformo, non preoccuparti- bugie. Bugie.Bugie. Un cumulo di bugie! Non mi sarei mai trasformato, non mi sarei mai difeso, non avrei mai permesso che gli facessero del male. E alla prima occasione, avrei tentato di svignarmela. Non volevo stare con lui. Non da solo. Non senza un piano.
Altra bugia. Volevo stare con lui, tutto il mio corpo era percorso da brividi di desiderio. Volevo poterli parlare, anche solo per un attimo, studiarne il volto, senza dovermi preoccupare di sembrare sfacciato, impudente o sospettoso. C’era solo un problema. Non avrei dovuto pensare a niente. -Sali- disse avvicinandosi alla macchina -voglio un posto dove possiamo stare soli-
-Potete restare qui - disse Sam- ce ne andremo noi-
-Ma il patto- continuò Edward. No. Cullen. Il vampiro. Maschio.
-Avrai un’eccezione, voglio che Jacob rimanga vicino. Dobbiamo finire un discorso-
-è per caso sul suo imprinting questo discorso?-
Mi sentii crollare il mondo a dosso. Lui sapeva. Sapeva che avevo avuto l’imprinting con lui. Era finito. Mi avrebbe ucciso, e io, non mi sarei realmente difeso, mi sarei lasciato uccidere. Come stava già facendo il mio cuore, stava marcendo stritolato dal filo di diamante che mi legava a lui. Edward Cullen. Di professione Vampiro. Di sesso maschile. Lui insomma!




Finish xD Oddeo vi prego ditemi che non è del tutto da buttare >.<
è la prima volta che scrivo una yaoi anche se adoro il genere u.ù sì ne sono pazza!! xD
Cooooooomunque, spero che almeno qualcuno di voi mi dica cosa ne pensa ^^ é anche la prima su Twilight che scrivo o.O quindi è tutto un po' "prima volta" ...siate clementi gente! E se non ci riuscite. Allore siate crudeli fino in fondo. Sì lo sò non sembro molto coerente così..

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Capitolo 2
*** Un Triangolo Inesistente ***


Un Triangolo Inesistente



« Dammi una ragione per rimanere qui, perché non voglio vivere nella paura.
Non posso fermare la pioggia, ma posso fermare le lacrime.
»
- No More ; Three Days Grace


Cosa avevo fatto di male? Dovevo aver fatto qualcosa di veramente orribile nella mia vita passata. Avevo sparato a Ghandi? Forse ero uno dei romani che aveva crocifisso Cristo? Oppure il faraone che aveva schiavizzato gli Ebrei? Cosa? Cosa avevo fatto? Doveva esserci una buona spiegazione. Tutta quella sfortuna non era normale. Forse passare troppo tempo con Bella...che me l’avesse attaccata? Scossi la testa. Quello non era decisamente possibile.
Mi focalizzai sul ragazzo che avevo davanti. E annusai l’aria, storsi il naso disgustato. “Puzza, da morire bleah
-Non è che tu sappia di gelsomino sai?- disse il vampiro tra i denti.
Cacchio allora è vero che legge nel pensiero
-E a giudicare dalla tua riluttanza all’esprimerli oggi, direi che già lo sapevi.
Ops. Si era accorto anche di questo? “Dovresti imparare a farti un po’ gli affari tuoi
-Non lo comando. E fidati, non è nei miei interessi leggere i pensieri di un cane -
-Allora non farlo- ringhiai tra i denti.
-Paura che venga violata la tua intimità?- Era insopportabile. Senza dubbio, come aveva fatto Bella a definirlo perfetto? “Quella ragazza è pazza“ mi dissi.
-Non osare offendere Bella.- Un altro suono uscì dalle sue labbra color bocciolo di rosa, uno gutturale, simile ad un ringhio felino. Sentii il mio cuore perdere un colpo, la consapevolezza che mai avrebbe reagito con lo stesso ardore, se qualcuno avesse offeso me. -Io non offendo Bella- dissi iniziando a pensare alle cose più stupide che mi venivano in mente. “Quil ha detto che oggi ha otturato il bagno. Deve averne fatta proprio tanta.
-Che schifo cane! Non mi interessano le vostre vicissitudini!-
-Stomaco delicato?- dissi prendendolo in giro. “Leah è allergica agli arachidi, devo ricordarmene e mettergliene un po’ nel cibo.
-Si può sapere cosa stai facendo?-
-Io? Assolutamente niente. Sei tu che ti impicci delle cose altrui-”Il mondo gira come la lavatrice, no. Non era così … Moto centrifugo! Vabbé era uguale...
-Sono venuto qui per parlarti, ti dispiacerebbe prestarmi attenzione?!-
Ricordavo che era venuto per parlarmi cosa credeva? “è venuto per l’imprinting“ pensai tristemente.
-Esatto- disse di rimando. “Merda“. Non dovevo distrarmi. -Continua- aggiunsi poi -cosa vuoi sapere?- “Che speri di esserti sbagliato?
-Ovvio che spero di essermi sbagliato. Ma tu rispondi alle mie domande, tanto lo saprò se mentirai- mi rivolse un mezzo ghigno. Uno di quei sorrisi a presa in giro, che nei racconti di Bella avevo immaginato tante volte. Lei lo descriveva stupendo. Ma non ci sarebbe andata vicino, neanche volendo. “Controllati Jacob!“ mi imposi.
-Hai avuto l’imprinting oggi pomeriggio?- domandò scrutandomi. Ma doveva proprio guardarmi così? “L’insalata non mi piace, la carne di cinghiale è dura, il coniglio sa di erba” -Sì- dissi riprendendo velocemente la mia sfilza di pensieri. “Devo ancora farla pagare ad Embry per avermi rotto il cavallo di legno da piccolo. Ci tenevo molto, che nome gli avevo dato? Tze. Non me lo ricordo...
-E di grazia- grazia? E chi la possedeva? Certo dopo la trasformazione andava un po’ meglio ma..- posso sapere con chi hai avuto l’imprinting?-
Come se tu non lo sapessi!“ pensai stizzito.
-Hai avuto l’impring con Bella vero?-
Oh merda lo aveva scoperto..e, “Bella? Che diamine c’entra Bella con il mio imprinting? Io l’ho avuto con…sedano-caviale-mostarda-cozze-cipolle-aglio-bare-vampiri-un vampiro buono,è un vampiro morto-cullen-patto-riserva-mare-blu-gabbiani..
-Che diamine stai facendo Jacob Black?- secondo me. Lo avevo fatto arrabbiare. Ma non mi interessava. -Se non con Bella con chi?-
-E lo vengo a dire a te? Quando non ho intenzione di farlo neanche con i miei compagni?-
-Non prenderti gioco di me cane. In quel parcheggio c’eravamo solo io e Bella, oltre te!-
“Forse sì forse no” pensai per poi riconcentrarmi sulle verdure. Wow, era la prima volta che mentivo con il pensiero. Avrei dovuto allenarmi, soprattutto, perché desideravo la sua presenza. A come facevo? Diamine era detestabile!
-So cosa ho visto Black, e non vi era anima viva, solo noi tre. Quindi hai avuto si o no l’imprinting con Bella?!-
Magari“ mi lasciai sfuggire. Merda! Avrei dovuto dire di sì! Così probabilmente mi avrebbe spaccato la faccia, io avrei perso i sensi, e adesso non sarei sempre qui ad impedirmi di pensare ad alcun che!
-Perché blocchi i tuoi pensieri?- domandò incuriosito e avvicinandosi di un paio di passi. Altrettanti adesso ci separavano, sentivo il sangue pulsare nelle vene del cranio, ma non avrei mollato. Troppo. Imbarazzante. E non volevo morire prematuramente, per ora. Forse. Credevo.
-Perché non voglio che tu legga la mia vita!-
-Non mi interessano i segreti del tuo branco- Eh? Ah è vero il branco..
-Non era quello che stavi proteggendo?-
-Proteggo ciò che è mio. Perchè amerei sapere, che la mia testa è un luogo strettamente privato-
Lui fece un mezzo sorriso, poi abbassò lo sguardo- scusa- mormorò lieve. -Fidati, neanche io vorrei questo dono- fece dietrofront e si infilò in macchina.
-Ehi dove stai andando?- dissi sforzandomi di imitare un tono arrabbiato, e non triste.
-A casa, a quanto sembra non ho di che preoccuparmi se tu non hai avuto l’imprinting con Bella-
-E perché adesso ne sei così sicuro?-
-Non lo sono. Ma non vedo il motivo per cui dovresti nascondermelo, non credi?-
Annui distrattamente. Lo osservai allontanarsi, continuando a pensare a cose come “sedano e patate”. Quella sera non avrei scuramente mangiato alcun tipo di ortaggi o verdure.

*



Quando rientrai tutti i presenti mi lanciarono degli sguardi interrogativi. Alice doveva aver informato i presenti della mia capatina a La Push. Folletto traditrice.
-Prenderanno provvedimenti?- domandò Carlisle dopo un po’. -No- dissi sedendomi sul divano e osservando monotono lo scorrere di immagini alla televisione. -Il cane di cui parlavamo prima mi ha concesso..un’eccezione - dissi piatto.
-è stato gentile da parte sua- disse sistemando dei fiori in un vaso già perfetti. Schioccai lievemente la lingua. Un cane, gentile? Certo, forse, non aveva avuto l’imprinting con Bella ma..allora con chi? Non che la cosa di per sé mi avrebbe incuriosito, ma i suoi tentativi di bloccare i pensieri. Quelli mi davano da pensare. Non erano i segreti del branco che voleva nascondere, e poi sembrava che fosse una cosa che solo io non dovevo sapere. Scossi la testa. Non era possibile, io ed una sottospecie di lupo troppo cresciuto, non avevamo niente in comune, figuriamoci da condividere.
L’unica cosa sulla quale dovevo concentrarmi, era Bella. Se già prima era arrabbiata, non volevo supporre ora.. Di nuovo colpa di quella bestia.
Mi alzai, dirigendomi verso il pianoforte. Suonare mi rilassava, e rassicurava sempre Esme. Non lo avevo fatto per molto tempo, glielo dovevo. Come avevo potuto essere così egoista?
Lasciai che le mie lunghe dita affusolate, accarezzassero i tasti, inizialmente piano, con un suono ritmato e dolce. Chopin. Poi, sfruttai la mia abilità di vampiro, le mani iniziarono a non procurar più ombra tanto volteggiavano veloci, e la melodia si fece via via crescendo, sempre più allegra. La sua preferita. Un tributo alla felicità sua, e di Carlisle. Era quello l’amore che speravo di trovare con quella piccola e fragile umana, le avrei fatto conoscere l’inferno, una parte di mondo, che non avrebbe mai dovuto neppure immaginare. Ma il suo sangue mi allettava come il succo del frutto proibito. E i suoi pensieri, erano un mondo tutto nuovo, da esplorare. Mi venne di nuovo in mente il ragazzo della riserva. I suoi di pensieri, li potevo leggere, ma erano comunque nascosti, ancor di più, se possibile. Bella, come ogni essere umano, poteva esprimere i propri pensieri con un’azione, o una frase. Il licantropo invece, sembrava volersi fermare, su tutti questi fronti. “Cavolo Edward!“ mi dissi smettendo improvvisamente di suonare. Cosa che non sfuggì ai presenti, ma non vi badai.
-Esci di nuovo- sbuffò la piccola vampira accoccolata tra le braccia del vampiro biondo, Jasper, che le stava accarezzando i capelli. Annuii distrattamente. -Edward- mi fermai sulla porta voltandomi. Io e Carlisle, crediamo che la colpa delle falle nelle mie visioni. Come quella di ieri - lasciai cadere la mano che era sulla maniglia della porta -sia colpa dei mutanti. È stamani che hai incontrato quel Jacob vero? E quando sei andato a La Push sei..sparito. Ho visto solo buio, mi sono spaventata tantissimo. Ti prego, non andare là. Se mai ti accadesse qualcosa, sai come sono fatti quei giovani cani, non potrei sapere che ti stanno attaccando-
-Non preoccuparti Alice, non è mia intenzione andare da quei randagi-
-Ma vuoi andare da Bella- annuii - Lei, lei è con quel randagio adesso. Schizzai fuori dalla porta per la seconda volta in quel giorno. Ma quella ragazza non riusciva a star lontano dai pericoli per almeno una giornata?

*



-Jake cosa vuol dire che te ne vai?-
-Che me ne vado Bella- dissi amareggiato .E ogni volta che focalizzavo un me immaginario lontano da La Push, da Forks, da lui il cuore mi si stringeva. Marciva, lentamente.
-Perché?- disse lei parando misi davanti. Sospirai. Perché? “Perché mi sono innamorato del tuo vampiro, ecco perché”. Scossi la testa, no, io avevo avuto l’imprinring, il che era differente molto. di mia spontanea volontà non lo avrei mai fatto .Eppure, più ore passavano più sentivo che il mio cuore, batteva solo per una persona, anzi, potevo affermare, che batteva anche per quella persona. Un cuore pompava per due. -Che merda di scusa Jake! Così non mi dici niente!-
-Forse è esattamente quello che voglio fare, non credi?- le portai una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Quante volte il mio cuore aveva sussultato, e le mie guance arrossate al solo pensiero di quel gesto? Cosa avvertivo invece adesso? Un tiepido calore. -Non voglio farti del male Bella- “Non voglio farmi del male Bella. “ mi corressi sospirando.
Un leggero fruscio attirò la mia attenzione. Mi voltai scorgendo un paio di occhi color ambra. “Lui“ pensai fissando il punto dove per un attimo,avevo incrociato lo sguardo del vampiro.
-Jacob che hai? Sembra tu abbia visto un fantasma-
No un angelo “ pensai d’istinto. Un brivido mi percorse, calmai i nervi e tentando di sembrarmi il più convincente possibile mi dissi: “Sei tu l’angelo Bella
Sentii un ringhio sommesso e risi sotto i baffi. La ragazza non si accorse di niente, tanto meglio.
-Bella adesso forse dovresti andare, non vorrei far arrabbiare l’ispettore Swan-
-Se si tratta di te non lo farebbe mai. Ti adora. Lo sai- scrollai le spalle divertito. -Ma hai ragione, inizia a fare tardi. Grazie per aver ascoltato i miei sfoghi su quell’insopportabile!-
-Ma se sei cotta di lui!- dissi ridacchiando. “Già, sei cotta di lui“ pensai amaro. Lei mi fece una pernacchia, ma il calore sulle sue guance, mi diede ragione. Sospirai, attendendo che si allontanasse. Un frusciare alle mie spalle, mi fece notare che Edward era uscito allo scoperto. Ispirai lentamente, svuotando la testa. Dovevo controllarmi, non era difficile. Parla prima di pensare, lo facevo spesso di solito no?
-Di chi sarebbe cotta Bella?- domandò lui con un sorriso sghembo. Mi voltai, posando distrattamente lo sguardo sul tronco di un albero, iniziai a seguire il movimento di un piccolo ragno, che si arrampicava sul muschio.
-Come se tu non lo sapessi- strascicai.
-Non credo provi qualcosa oltre l’odio verso di me- stava soffrendo. Strinsi i pugni, sentendo le unghie che perforavano i palmi. Perché l’istinto mi diceva di andare lì, rassicurarlo. Perché il mio cuore aveva non solo perso un battito, ma aveva perso la sua regolarità a quel tono. MA non stavo male solo per la sua sofferenza, ma anche per la mia. Lui, soffriva per lei.
-Al massimo può provare una leggera irritazione Cullen, fidati, la conosco-
-Ah. Dovrei fidarmi di uncane? - Eccola, una fitta più dolorosa delle altre. Non vi aveva dato una pugnalata, ma un morso, e il veleno, mi stava spandendo per tutto il corpo, pompato dal cuore. Evitai di rispondere, e allo stesso tempo, tentai di non assumere nessuna espressione facciale in particolare.
-è vero che te ne vai?- domandò lui vedendo che non avevo intenzione di ribattere. Annui. -Sì, e credo tu conosca anche il motivo-
-L’imprinting?-
-Esatto succhiasangue - Dovevo rispondere come se fosse uno qualsiasi. “Non pensare alle parole Jacob, vai d’istinto“ mi dissi. Sospirai, era più faticoso del previsto. “Non pensare finché vi è lui.
-è una persona così sbagliata?- il suo sguardo vagò per un attimo, nel punto in cui era svanita Bella.
-Non è lei. E sì, è senza dubbio terribilmente sbagliata -
-Ma, non credevo ci si potesse opporre…- stava cercando di capire cosa mi frullasse per la testa? Sorrisi.
-Infatti non si può … Ho una soluzione, che prende parte della tua esistenza-
Lo vidi far vagare lo sguardo, confuso. Risi di quella ricerca di chiarezza -Morto Cullen. Morto-
Lui sbarrò gli occhi, l’avevo preso di sorpresa? La cosa non doveva capitare spesso. -Non ti sembra un po’..eccessivo?-
- Non puoi immaginare. Cosa si provi. Adesso, la mia esistenza è dedicata solo ad una persona, e lei, non potrà mai accettarmi.-
Scosse la testa. -Bhe, vorrà dire che riuscirò ad avere Bella al mio fianco- lo disse con un sorrise, a battuta. Ma uell’immagine, che tante volte avevo visto, detestato, plasmato.
-Hai ragione, avrai Bella al tuo fianco- finalmente, da quando era iniziata quella conversazione, alzai il mio sguardo sul suo. Desideravo ancora, scorgere quell’ambra.

*



Lo avevo detto a battuta, credevo che mi avrebbe risposto per le rime. Ma quando incrocia il suo sguardo sentii il mio cuore, morto da tanti anni, piangere alla vista di quel volto affranto. I lineamenti forti della sua tribù, erano spenti, gli occhi, solitamente combattivi, da lupo. In quel momento invece, sembravano quelli di un cucciolo abbandonato. Quello che trovi abbandonato e vuoi rassicurare, ma lui ti guarda e guaisce, vuole solo il suo padrone. E tu, non lo sei.
Non ero Jasper, ma quegli occhi così sinceri, lasciavano trasparire tutto quel fiume di emozioni. Ed ero stato io, io lo avevo ferito. Ma chi poteva immaginare che un cuore così giovane potesse soffrire così tanto?
-Scusami Jacob io..- ma le parole mi morirono sulle labbra. Lo vidi sussultare, aprendo leggermente gli occhi. “Ha detto il mio nome. È la prima volta“. Analizzò. Il tono del suo pensiero, fu dolce, come una carezza, in completo contrasto con i suoi soliti “urli”. Non si vergognava mai di urlarmi nelle orecchie anche cose false, lo aveva già fatto. “Merda!“ .Lo guardai confuso , con una lieve diffidenza.
-Perché mi nascondi i tuoi pensieri?- mormorai avvicinandomi. Mi ero lievemente inarcato, quasi fossi un felino, pronto a saltare.
-Ognuno ha i suoi segreti succhiasangue- il tono era cambiato nuovamente. Freddo, distaccato, velenoso.
-Tanto importanti da non poter essere detti neanche ai tuoi compagni?- sbuffò.”La cosa non ti riguarda“ pensò.
-perché vuoi andartene Jacob?-
Perché dovrebbe interessarti?
Scrollai le spalle indifferente. -Curiosità-
Credo che rimarrà tale
-Permaloso- dissi facendo uno dei miei sorrisi sghembi. Lui spostò subito lo sguardo e iniziò a pensare a cose incoerenti, come quel pomeriggio. “Ma che diamine..” mi chiesi osservandolo. La postura era cambiata, le braccia erano abbandonate, lungo i fianchi. Seguii l’onda di quelle braccia flessuose, e quando un colpo di vento, soffiò dalla sua direzione, verso la mia, il suo odore di muschio, foresta e cane mi colpì come uno schiaffo in faccia. Ma vi era altro, gli osservai le mani, del liquido rosso, colava lungo il palmo. -Jacob sei ferito- dissi. Ma mentre le mie parole ancora uscivano, mi ero avvicinato e le mie mani avevano raccolto al sua, girandone il palmo. Percepii il battito del suo cuore accelerare a quel contatto. E la mia pelle sentì il calore più grande mai immaginato. Come se avessi messo la mano su del ferro incandescente, ma in realtà non mi scottava, anzi, lo trovavo piacevole. Passai la punta delle dita sul palmo, facendole vagare, mi riscossi quando il gelo avvolse nuovamente le mie mani. Jacob era retrocesso di qualche passo e mi fissava spaurito. Sembrava così indifeso.
-Perché mi fai questo?- domandò squadrandomi. -Che intendi? Scusa io..- ma cosa dovevo dire? Non capivo il suo tono sofferente.
-Scusa non volevo schifarti a tal punto- lui mi guardò, poi scosse la testa. “è proprio questo il problema non capisci? Tu non mi fai schifo. Tutt’altro.
Di nuovo quello sguardo distrutto. Sentivo i miei sentimenti umani farsi strada e percorrermi per tutto il corpo. Non mi piaceva certo vedere le persone soffrire ma lui. Lui sarebbe dovuto essere quello forte, il mio nemico giurato, avversari, io vampiro, lui licantropo. Entrambi in lotta per l’amore di Bella. Che lui, sembrava non volere già più.
-Cosa vuol dire?- domandai osservandolo.
-Non è con Bella che ho avuto l’imprinting- sospirò. Ma lo sapevo, me lo aveva già detto. -E avevi ragione, oltre noi tre, non vi era nessun altro in quel dannato parcheggio-
-Cosa significa?- domandai ancora.
-Non capisci?- vidi quegli occhi scuri prepararsi ad un dolore futuro -è con te che ho avuto l’imprinting-.
Lo guardai shoccato, no, non era possibile. Non era vero.

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Capitolo 3
*** Divieto Di Illudere ***


Divieto Di Illudere



« Manda pure in frantumi le mie illusioni, non ho paura.
Tanto non saprei come fare a cancellare la tua immagine dal mio cuore.
»
- Nana ; Ai Yazawa


Osservai il vampiro. Mi guardava con uno sguardo confuso, quella che prima era una posa da predatore, effetto “ora ti salto addosso”, stava oramai diventando un “posso cadere in qualsiasi momento per lo shock”. Sorrisi lievemente a quell’espressione a cucciolo smarrito..
Inclinai leggermente la testa. Avevo appena associato Edward Cullen ad un cucciolo smarrito? Un vampiro? Alzai nuovamente il mio sguardo sul suo, adesso era dritto. Che mi avesse sentito? Possibile. Probabile. Mi interessava? Sì e no. Sì perché tutti i pensieri che partoriva Edward Cullen mi interessavano. No, perché oramai avevo sputato il rospo.
-E..- sbarrai lievemente gli occhi e incastrai il mio sguardo nel suo quando pronunciò quella singola vocale. Deglutii senza bisogno, e sentii il battito del mio cuore perdere regolarità. -..perché proprio io?-
Alzai gli occhi al cielo. Io che mi aspettavo una condanna. -Non posso controllarlo-
-Lo so- disse abbassando lo sguardo, sospirò, fatto strano dato che era un vampiro, abitudine umana difficile a perdere quando ci si trovava in una situazione spiacevole, immaginai. Immersi le mie mani nelle tasche, iniziando a spazzare via i sassolini attorno a me con il piede.
-Le storie dicono che si ha l’imprinting con la persona più adatta a te. Una specie di anima gemella praticamente- Man mano che procedevo con le parole mi sentii un idiota, come poteva essere la persona più adatta me un vampiro maschio? Non riuscivo a spiegarmelo.
-Credevo che tu non potessi parlare ad estranei dei fatti del branco. Soprattutto a me- iniziava a tornare il solito vampiro. Tant’è che un mezzo sorriso stava spiccando sul suo volto. Sentii il mio cuore farsi più leggero.
-A te tutto è concesso- risposi semplicemente. Vidi quel sorriso sparire, veloce come era arrivato, chiuse un momento gli occhi, e poco dopo li riaprì.
-Sei troppo diretto- scrollai le spalle.
-Anche se non lo fossi a voce, tu lo leggeresti comunque nei miei pensieri giusto?-
-è quello il problema, di solito la gente, è evasiva anche con se stessa quando non vuole una cosa-
-E secondo te io non vorrei..te?-
-Suppongo, che avresti preferito avere l’imprinting con Bella giusto?-
-Sì- alzai la testa in alto, perdendo lo sguardo dove i rami degli alberi si carezzavano dolcemente - Ma forse è meglio così, lei avrebbe scelto te comunque. Ma io avrei continuato ad illudermi inutilmente. Sarei morto lentamente, quasi mi avvelenasse ogni giorno, goccia dopo goccia-
-Ma sbaglio o nell’imprinting si è completamente dediti all’altro, per questo ci si innamora no?- sembrava lottare, tra il non cercare di ferirmi e la sua curiosità, per questo tutte le volte il suo sguardo vagava per un po’ prima di parlare. Sorrisi tristemente.
-Una cosa, è essere dediti ad una persona. Un’altra è essere perfetti. Ed’è ciò che sei Edward. Perfetto- mi guardò vacuo.
Scommetto che se fosse stato umano, sarebbe arrossito“. Spostò subito il suo sguardo verso il terreno. “Bingo!“ Esclamai prima di tornare serio.
-Perché con me non lo fai?- il suo sguardo ancora basso.
-Io non leggo nel pensiero Cullen. Spiegati- dissi sorridendo. I miei piedi sempre a raspare il terreno.
-Perché con me non ti vuoi illudere?- il mio muscolo vitale perse un battito.
-Non farlo- il tono della mia voce mi diede fastidio, era incrinata -non darmi speranze inesistenti Cullen.Per..Per favore- aggiunsi guardando quel meraviglioso color ambra. Lo vidi confuso, un bimbo smarrito.
-Scusa- mormorò semplicemente -vuoi che me ne vada?- domandò incerto.
Sospirai. “Che domande sono Cullen?“ le mie labbra si piegarono tristemente all’insù “Adesso, la mia vita è degna di essere vissuta, semplicemente data la tua esistenza“.
-La mia, non è una vera esistenza. Io non meriterei di viver..di essere su questo pianeta- si corresse infine.
-Non dirlo- affermai stringendo i pugni -non dirlo mai-.
-Non mentire Jacob- sussultai al suono del mio nome- anche tu la pensi come me, o almeno lo pensavi. Il fatto che tu..abbia avuto…-
-L’imprinting- dissi per aiutarlo. Il vampiro annuì. -Non cambia l’ordine delle cose. Io sono il cattivo, tu il buono. Io non dovrei esistere-
-Ma lo fai. Esisti. Forse hai ragione, se tu non fossi mai esistito, io adesso non sarei un licantropo. Non dedicherei la mia intera esistenza ad un uomo. Magari sarei un normale adolescente..e perché no? Forse un giorno mi sarei anche fidanzato con Bella, per la gioia di Charlie- il suo sguardo si fece assente. Stava realmente immaginando quel futuro? E lo vedevo, ne soffriva. Non volevo, non potevo permetterlo. -Ma non è così Edward continuai facendo un passo avanti -Tu esisti. E credimi, non chiederei niente di meglio- Le mie stesse parole mi colpirono. Non solo lo stavo ammettendo, ma lo stavo facendo con il diretto interessato!
-è…è l’imprinting che ti fa parlare. Tu non lo pensi- Risi di quell’ironia.
Tu leggi nel pensiero. Come puoi affermare una cosa del genere?. Lo osservai scuotere la testa. -No no io..-
-Lo so- dissi sospirando e chiudendo gli occhi. -Lo vedo. Tu sarai anche perfetto per me. Ma io non lo sono per te-
-Non puoi saperlo- buttò istintivamente.
-Te l‘ho già chiesto. Non illudermi, ti prego, so già quanto io sia sbagliato- Mi squadrò un attimo da capo a piedi, lo sguardo triste, mormorò lieve delle scuse e scomparve nel folto della foresta. Non feci neanche in tempo a fermarlo. Sentii il mio ego andare in pezzi. Mi ero umiliato, avevo supplicato un vampiro. Eppure, l‘unico dolore che mi dettava il mio cuore, era quello che avevo letto nel suo sguardo. Perché solo quello, riusciva a smuovermi, solo quello, era importante.

*



-Edward Cullen! Sbaglio o ti avevo esplicitamente chiesto di NON andare da quei cani che..io..no riesco..a..vederli- il tono di Alice era calato progressivamente vedendomi arrivare -che ti è successo?- in un secondo mi fu subito accanto, sedendo misi di fianco.
-Niente- borbottai evasivo. Lei inarcò un sopracciglio. -Stai tentando di nascondermi qualcosa Edward?-
-No Alice è che..devo, ancora fare mente locale-
-C’entra Bella?- la guardai stranito. Poi caddi dalle nuvole.
-Ah no. Lei non c’entra-
-Allora il cane?- annuii. -Che ti ha fatto? Giuro che vado lì e gli spezzo le ossa! - osservai quella sottospecie di vampiro-nano sibilare tra i denti. Probabilmente avrei sorriso, se non fossi stato così scosso.
-Non occorre. Non è colpa sua- No. Non lo era, ma sembrava che fosse il protagonista del capovolgimento della mia esistenza. Le sue parole continuavano a rimbombarmi in testa. Il suono della sua voce. La cadenza che aveva assunto quando parlavamo della mia esistenza. Neanche Carlisle, era riuscito mai, a far nascere in me, quella speranza, in cui per un attimo avevo creduto.
Buttai la testa all’indietro. Esausto per la prima volta, in tutta la mia esistenza di vampiro. Quanto ero riuscito a ferirlo? “Non illudermi Edward” Era la prima volta che diceva il mio nome con, affetto. Quasi fosse una lieve carezza. Avevo percepito un brivido lungo la schiena, e mi ero bloccato a quelle parole. Poi però percepii tutto il dolore di quei pensieri. Se ci fosse stato Jasper, ero convinto che sarebbe stramazzato al suolo per il dolore. Quegli occhi petrolio, così sinceri, se le palpebre fossero state sbattute troppo velocemente, avrei potuto vedere quell’acqua salata percorrergli le guance. E se le avessi baciate, ne avrei potuto sentire il sapore. -Per la Rice!- sbottai alzandomi. Ma cosa mi era venuto in mente? Ok, mi dispiaceva non poter contraccambiare i sentimenti di Jacob ma la cosa finiva lì. Stop. Io mi stavo innamorando di Bella! Bella, la fragile umana che aveva affollato i miei pensieri fin da quando era arrivata a Forks.
-Edward vuoi dirmi che hai?- Alice era un misto tra l’arrabbiato ed il preoccupato. La sondai un attimo, poi annuii, portandomi davanti a lei.
-Jacob Black ha avuto l’imprinting con me-
Il viso le si trasformò. Inizialmente, la sua maschera facciale, rimase identica. Supposi attendesse un mio “scherzo”, ma la mia espressione seria, portò ai successivi due cambiamenti.
Per primo venno lo Shock.
Poi la totale e devastante isteria. -Ma non è possibile! Voglio dire..t-t-t-tu sei un maschio! Tu sei un vampiro! Uno di quelli che succhiano il sangue e quant’altro! Lui il lican! La bestia bavosa che si uccide con le pallottole d’argento! Ma-ma ma come gli è venuto in mente?-
-Non ha potuto proprio decidere-
-Ma perché tu?-
-Dice- iniziai distogliendo lo sguardo e iniziando a spazzare per terra. Mi fermai immediatamente quando mi accorsi, che era la stessa cosa che aveva fatto lui quel giorno. -Che sono perfetto-
Sentivo gli occhi della vampira su di me. Occhi, spalancati oltre ogni misura. “Edward..tu cosa ne pensi?“ Mormorò tornando alla sua solita dolcezza.
-Non lo so- dissi scrollando le spalle. -Semplicemente non ne ho idea-
Credi, che potresti mai ricambiare i suoi sentimenti?“ domandò titubante.
-Alice!- dissi shoccato -ma come ti viene in mente? Ti ricordi che io sono interessato a Isabella Swan si o no?-
-Ma lei è umana!- disse aprendo le braccia.
-Lui un licantropo!-
-Lei invecchia!-
-Lui è un maschio!-
-Tu hai sete del suo sangue!-
-Lui puzza!-
-Parlate di qualcuno che conosco?- una voce diventata fin troppo familiare lasciò me e la mia sorella adottiva a bocca aperta. Mi voltai, e la prima cosa che vidi fu un sorriso sornione a trentadue denti, avvolto da un volto giovane, dalla pelle caratteristica della riserva, e due occhi brillanti, che mi guardavano quasi fossi il sole. -Cosa ci fai tu qui?- domandai appena mi ricordai che possedevo delle corde vocali.
-Sono venuto a darti una bella notizia- “Potrai passare il confine,anche quello di La Push, quando desideri
-Perché posso passare il confine?-
-Perché l’ho deciso io. Metti caso che un giorno ti serva- spiegò scrollando le spalle.
-Non vedo come- “Io sì“ lo sentii pensare. Ed anche immaginare. Vidi me stesso nei suoi pensieri scendere dalla Volvo e lui, uscire da casa, gli sorridevo mentre Jacob faceva altrettanto. Mi venne incontro, avvolse le sue braccia dietro il mio collo, tirandomi a sé, posò le sue labbra su le mie..
-Jacob!- dissi trovando incredibilmente interessante il muschio alla base di un albero.
-Ops- mormorò lui. Ma non mi sembrava troppo risentito.
-Ma io non ti ho lasciato triste e depresso?- commentai lievemente acido.
-Sì ma non potevo rimanerlo per sempre. Ho preso la mia decisione-
-E quale sarebbe?- chiesi titubante. Sentivo Alice dietro di me che seguiva ogni nostra singola mossa con attenzione.
-Voglio stare al tuo fianco. Sarò disposto a fare qualsiasi cosa, ma per favore, non estraniarmi dalla tua. Non potrei sopportarlo-
-E invece sopporteresti di vederlo ogni singolo giorno tra le braccia di un’altra?- disse la vampira facendo un passo avanti. La guardai sconvolto. Non le sembrava un po’ crudele da dire?
-Sì. Qualsiasi cosa-
-Non capisci ? Riuscirai solo a ferirti con il continuare a volere Edward-
-Allora per me quell’amore sarà una bellissima ferita- rispose risoluto il lupo. Mi paralizzai, fermo, a guardare quel ragazzo che aveva..quanti anni? Insomma, sicuramente un secolo meno di me! Eppure, non sentivo menzogna.Nessun pensiero che potesse negare quell’affermazione. Niente. Solo, me.

*



Dio.Quanto.Mi.Stavo.Vergognando
Quello che provavo in quel momento, era imbarazzo all’ennesima potenza. Stavo semplicemente evitando di pensare. Perché dovevo ammetterlo, la mia più grande intenzione in quel momento, non era di conquistare Edward Cullen, ma di fuggire migliaia di leghe lontano da quel vampiro, e poi, possibilmente, mi sarei sotterrato vivo. Cristo quanto era imbarazzante.
-stai dicendo che ami mio fratello?- Ma quello era un temibile vampiro o una pulce dispettosa?
-Sto ancora cercando di capirlo- borbottò Edward tra i denti. La mora non lo degnò di uno sguardo, i suoi occhi fissi su di me.
-Io- No.No.No.No! Non potevo farlo -Io - Un ammissione di colpa era più di quanto potessi sopportare.
-Jacob Black- disse lei avvicinandosi con quello, che sarebbe dovuto apparire un passo di marcia da soldati, ma sembrava quello dei puffi -Sei innamorato di mio fratello o No?-
Deglutii. Era normale che in quel momento avrei affrontato volentieri l’armadio moro ma sarei fuggito da quell’essere? Era piccola, ma diabolica.
-In realtà- iniziai titubante, ero sempre stato restio a parlare dei miei sentimenti. Ma preferivo dirlo io, gridarlo in faccia la mondo, che nascondermi e sapere che li leggere comunque. Chiusi gli occhi, e inspirai, il loro odore dolciastro mi pizzico il naso fino a farmi male.
-Io odio ogni singola cosa di te. Edward Cullen. Sei un vampiro, la ragazza che amavo desiderava e desidera tutt’ora solo te. Sei un maschio. Sei più vecchio di me di almeno un secolo. Puzzi. Leggi nel pensiero, quindi con te nei paraggi non ho il minimo diritto alla privacy. Sono costretto a rimanere in forma umana perché devo mentire ai miei fratelli. - vidi la moretta che stava per parlare ma fui più veloce - Quindi. Perché sono così irreparabilmente attratto da te?-
Il vampiro aprì la bocca un paio di volte, senza emettere suono -Suppongo- disse infine -che sia perché non puoi controllarlo-
Scossi la testa. -è tipico di te vero? Dare la colpa agli eventi. L’imprinting non può essere controllato è vero, ma fa parte della mia natura. Come per te la sete di sangue- lo vidi irrigidirsi, la vampira invece appariva..attenta -lo desideri immensamente eppure la combatti, hai fatto una scelta. Non combatti l’ostacolo, lo aggiri. Bevi sangue animale-
-Stai dicendo che se volessi, potresti anche tu opporti all’imprinting in qualche maniera?-
-Non posso oppormi. Ma posso permettere a me stesso, di rimanere tale. Solo perché sono legato a lui, non vuol dire che debba smettere di essere Jacob Black-
-Sarebbe meglio. Sei estremamente irritante cane- dissi la vampira tra i denti. - è anche vero che non voglio certo vederti saltellare per la casa come una ragazzina innamorata-
-O non preoccuparti- iniziai ironico - per il saltellare da ragazzina innamorata sono certo che basti tu-.
-Dove dovrebbe saltellare Alice?- domandò titubante il vampiro ramato.
-Per casa. Hai presenta la strana struttura nella quale viviamo?- domandò lei inclinando lievemente la testa. - Capisco che è un cane ma non credo che vorrà rimanere in giardino-
Esibii la stessa espressione confusa del primo figlio del dottor Cullen. -Emh. Forse mi sbagli ma..credi che io voglia rimanere qui?-
Annuì -Perché non lo farai? Credevo volessi passare tutto il tempo a tua disposizione con Edward..-
-A parte il fatto, che non credo che il resto della vostra famiglia gradirebbe la puzza di cane ma…io starò a La Push-
La vampira sbuffò. -Ma come no? E io che mi stavo già preparando tutto!- vidi Edward scuotere la testa divertito, lo guardai inarcando un sopracciglio. - Di grazia, di cosa sta parlando esattamente?-
-è che si era emozionata all’idea di poterti fare un nuovo armadio. Si sarebbe divertita dato la carnagione della tua pelle, è stufa di dover utilizzare sempre i soliti colori tenui per via del nostro pallore-
Sbattei le palpebre un paio di volte. Quel mostriciattolo era pazzo. Non solo aveva preso in considerazione l’idea che avrei potuto sopravvivere in un luogo impregnato di puzza di succhiasangue ma aveva anche progettato di usarmi come manichino?!
Era pazza.
Adesso ne ero assolutamente convinto.
Vidi Edward ridacchiare della lettura dei miei pensieri, mi stavo abituando a quell’assenza di privacy per quanto non la gradissi. Stavolta non tentai neanche di ignorare quel dolce torpore che mi aveva riscaldato il petto nell’udire la sua risata cristallina.

*



-Finiscila di ridere Edward!- sbottò la vampira visibilmente stizzita. Ma non ebbi il tempo di rispondere, perché un certo vampiro moro, grande quanto un armadio, attirò la nostra attenzione.
-Abbiamo adottato un cucciolo?- domandò ironico Emmett apparendo al mio fianco con lo sguardo fisso su Jacob.
-Dillo di nuovo succhiasangue e il cucciolo ti staccherà la testa dal collo!- rispose Jacob chinandosi lievemente in avanti pronto a saltare. Nonostante ciò mi stupii del suo autocontrollo. Nessuna parte del suo corpo tremava, e la sua mente era ancora lucida, per quanto al momento fosse impegnata nel lanciare insulti verso Emmett.
Il resto della famiglia Cullen scelse quel momento per tornare.
Vidi Jasper sibilare nella direzione del licantropo e avvolgere la sottile vita di Alice con fare protettivo. Rosalie si limitò ad un espressione disgustata mentre si posizionava di fianco al suo compagno. Carlisle invece, accompagnato da Esme rimase con la sua aria bonaria.
-Cosa ti porta qui Black?’- domandò semplicemente il capofamiglia.
-Niente, solo una modifica sul patto- in quel momento mi riscossi. Era vero. Jacob mi aveva dato l’autorizzazione di entrare ed uscire da La Push a mio piacimento. Questo avrebbe potuto agevolarmi..avrei potuto capitare “casualmente” da quelle parti proprio quando Bella andava a trovare il giovane Black.
Una fitta allo stomaco mi ricordò quanto fosse spregevole approfittare dei sentimenti di Jacob.
-Tutto qui?- mormorò Jasper, lo vidi assottigliare gli occhi. Leggevo i suoi tentativi di dare un senso al turbinio di emozioni che percepiva in Jacob. Quest’ultimo annuì immergendo le mani nelle tasche. Non potei fare a meno di addolcirmi a quella vista, sembrava così..indifeso.
“Edward sei impazzito” mi dissi consapevole che il parlare di me in seconda persona non era di grande aiuto “Quello è un cane ricordi? Quando si trasforma diventa delle fattezze di orso e con due grandi quanto la tua mano!”. -Edward tutto ben?- disse Jasper guardandomi. -sì tutto ok- commentai poco convinto. Incontrai lo sguardo di Jacob, percepii come un urlo lo sbalordimento di Jasper,nella lettura dei suoi sentimenti. Alla sua domanda se stessi bene, gli occhi del ragazzo si erano immediatamente alzati su di me, preoccupati. E se il sentimento era stato visibile con una semplice lettura dello sguardo..
-Sicuri che sia solo quello?- le sue parole attirarono l’attenzione del resto della famiglia.
-Jasper legge le emozioni- spiegai in favore di Jacob. -Dovresti fare come con me- aggiunsi per incitarlo a calmarsi.
Sbuffò. -Sopravvivere in questa casa sarebbe impossibile- e lanciò uno sguardo verso Alice.
-Se può consolarti con me non avresti avuto problemi. Non riesco a vedere voi Quileute- commentò con una scrollata di spalle.
-Qualcuno mi spiega perché siamo qui a parlare con cane quasi fossimo amici di vecchia data?- sputò Rosalie evidentemente seccata.
-Bhe in tal caso potresti offrirmi un Tea Bionda. Sempre che tu riesca a non affogarti nella tazza- commentò acido il Black.
Rosalie fece per saltargli addosso, ma venne trattenuta da un braccio di Emmett.
-Rosalie- disse piccata Alice -Non lo puoi uccidere. Io tifo per lui!- aggiunse con tono da bambina offesa mentre si posizionava davanti alla sorella. Io alzai gli occhi al cielo mentre sentivo i presenti domandarsi di cosa stata parlando la più giovane di loro.

*



-Bella senti..mi dispiace per l’ultima volta, non volevo andarmene così all’improvviso..-
-Ho parlato con Jacob- disse lei interrompendomi. Un brivido che non credevo di poter provare, mi passò per la schiena. -Dice che gli si è rotta la macchina e che ti eri offerto per accompagnarmi a Seattle al suo posto- restai spiazzato. Cosa aveva fatto quel dannato Quilette?
-Jacob non mi aveva mai detto di conoscerti..così bene- finì in un sussurro.
-Infatti è così. Ci siamo “conosciuti” un paio di giorni fa -risposi vago. Ero ancora confuso, perchè Jacob lo aveva fatto?
-Lui..Bhe. Lui mi ha anche detto che, che volevi chiedermi di uscire..quel giorno. Nel parcheggio- disse girandosi una mela tra le mani. Osservai la pelle pallida sulle sue guance diventare sempre iù rossa man mano che completava con lo sguardo basso, il tavolo della mensa.
-è così infatti-
-Perché? Credevo tu mi odiassi-
-Io non ti odio Bella-
-Strano modo di dimostrarmelo. Mi hai bellamente ignorato per dei mesi dopo l’incidente con Tyler.-
-Mi dispiace. Ad essere sincero, per te sarebbe meglio se continuassi a farlo-
-Perché?- domandò guardandomi. Cosa stava pensando? Era frustrante cercare di leggere le sue emozioni attraverso quello sguardo color cioccolato. Prese il mio silenzio come un non voler rispondere alla sua domanda, e forse era vero. Cosa avrei dovuto dirgli?
-Ho una condizione- sviò quindi lei
-Ti ascolto- una condizione a propositi di cosa?
-Voglio che venga anche Jake. D’altronde, l’avevamo progettato assieme di andarci … E mi dispiace che non possa per via della macchina-
“LA sua macchina sta benissimo!” pensai affranto. La vidi gettarsi un’occhiata attorno, la mensa si era svuotata quasi del tutto.
-Dovremmo andare a lezione-
-Ogni tanto fa bene alla salute saltarle- dissi scrollando le spalle. E invece avrei tanto voluto poterci andare. Passare un’ora in suo compagnia, a studiare i suoi pensieri.
-Beh io invece vado- e gettandomi un’ultima occhiata uscì. Giudiziosa e responsabile. Ecco come sapeva essere Isabella Swan.
-Ho sentito tutto- disse Alice sedendosi dove poco prima era Bella.
-Non mi stupisco. Sei un Vampiro d’altronde-
Ho sentito cosa ha fatto per te Edward!
-E allora? -Domandai cercando di mantenere il mio tono piatto.
Bhe il suo gesto è stato..dolce“ disse guardandomi e addolcendo il tono assieme all’ultima parola. Cristo, tra poco avrebbe formato un fan-club, me lo sentivo. “Edward. Ti ha messo realmente al primo posto. Prima dei suoi bisogni..
-Lo noto Alice- commentai lasciando il tormento che in quel momento provavo uscisse assieme alle mi parole.
Dovresti andare a ringraziarlo“ pensò lei riportando la mia attenzione, che era vagata sul resto della mensa, sulla sua figura.
-Lo so ma..- feci una pausa. “Ma non ti senti pronto per rincontrarlo
-Non sono pronto a sentire i suoi pensieri Alice. Lo ferirò, lo -
E questo ti rattrista“ analizzo con una punta di soddisfazione. Una zanzara fastidiosa, ecco cosa era!
-Diamine Alice! Sono morto non di pietra!- Bhe per certi aspetti.
Comunque lo devi ringraziare. Quindi, vai
-Ora?!-
-Edward- il suo tono piatto mi disse tutto. -Va bene va bene- assentii. Mentre con le mani in posizione di resa mi alzavo.
Una zanzara fastidiosa. Una zanzara molto fastidiosa era la causa dei miei mali. Sbuffai mentre uscivo dalla mensa, ignorando quel sorrisetto che era sorto sul volte della vampir..della zanzara.




Gente devo ammettere che è difficile >.<
Se potessi seguire la mia mentalità malata avrei già spinto Bella lontano da Forks e Edward tra le braccia di Jake u.ù
Vabbè mi sforzerò di ricordarmi che (per quanto sia possibile) occorre un filo logico! xD
Ps: come qualcuno di voi avrà notato, delle battute che si scambiano Edward e Bella sono direttamente di Twilight u.u Insomma provenienti dalla testolina della Meyer xD


LoversOcean: Lei chi è signorina? u.ù Cosa vuole? Cosa è tutta questa familiarità?.....x°D Ma ciao amore *-*
Spero che tu sia soddisfatta del tuo "Eddy" in codesto capitolo u.u forse mi hai davvero shoccato con "stronzo" e ho dovuto farlo riprendere xD
E poi si sbrighi .-. Guardi he a lei basta chiedere la storia gliela potrei raccontare anche a voce è.è

Alba97: Grazie sono felice che ti piaccia ^^ Spero di non averti deluso proprio adesso u.u

Love90:Grazie! ^^ Devo ammettere che mi risulta un po' difficile stare dietro ai personaggi della Meyer..bhe sperò non venga a cercarmi con una vanga in tal caso u.u Sono felice tu segua anche l'altra FF ** Tra poco aggiornerò anche quella! bacio xD

xXxLunaticaxXx: Sì è una Jacob/Edward non preoccuparti xD e in effetti anche io non ne ho trovate molte anzi..per questo ho iniziato a scriverne una. Perchè secondo me la coppia MERITA u.ù
Che bello sono felice ti piaccia anche la Drarry ** Tra poco aggiornerò anche quella x°D
Tornando al capitolo spero che abbia risposto ad alcune tue domande, anche se a non tutte a quel che noto. Ma almeno Jacob non parte u.u Fai il "dolce" come dice Alice x°D

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Capitolo 4
*** Quando un folletto ci mette lo zampino ***


Quando un folletto ci mette lo zampino



« Ogni tanto penso che bisognerebbe lasciar andare tutto come deve andare,
lasciar succedere le cose, seguire l'onda del proprio destino e stare a vedere dove ti porta.
»
- Mi piaci così ; Francesco Gungui


-Devo solo parlargli-
-Non mi interessa succhiasangue, adesso non puoi-
-Va bene, allora aspetto-
-Tu non dovresti neanche poter star qui! Vorrei proprio sapere cosa gli hai fatto a Jake per farlo diventare così idiota..-
-Io non gli ho fatto niente, e lo sai benissimo. Dato che a quanto pare sono costretto a sprecare il mio tempo in attesa, posso sapere perchè esattamente non posso vederlo?-
Il licantropo si mosse indeciso, poi mordicchiandosi il labbro inferiore disse: -Sta dormendo-
Sbarrai gli occhi. –Adesso?-
-Sì adesso! Cos’è la vecchiaia ti dà problemi all’udito?-
-Perdonami se mi stupisco del fatto che il pargolo dorme! Sono le due e mezza del pomeriggio!-
-é stato di turno stanotte stupido succhiansangue. Per questo sta riposando, e sono certo che non gradirebbe essere svegliato-
Perfetto, quindi mi ero fatto tutta quella strada a vuoto.
“Vorrei proprio sapere cosa è successo a Jacob. Autorizzare Cullen a venire nella riserva, così di punto in bianco senza uno straccio di spiegazione decente”
Come? Mi voltai verso il ragazzo con un espressione tra lo stupefatto e l’incredulo.
-Tu..voi..non…sapete niente?- domandai cautamente agitando nervosamente le mani nelle tasche.
-Cosa dovremmo sapere?- sibilò avvicinandosi di una spanna “Lo sapevo che gli avevano fatto qualcosa! Che lo stiano ricattando? Ma come? Forse per via di Bella..”
-Niente che dovrebbe interessarvi in effetti; se Black non vuole dirvelo non sarò certo io a farlo- dissi cambiando repentinamente tono e tornando al mio controllato e glaciale.
-Ti avverto succhiasangue…se scopro che avete fatto qualcosa a Jake..-
-Non mi hanno fatto nessun lavaggio del cervello non preoccuparti Quil- proruppe una voce interrompendolo. Mi voltai immediatamente e pochi gradini più in sù, appoggiato allo stipide della porta; un assonnato Jacob Black si stava strofinando gli occhi con un pugno.
-Jake scusa, non volevo svegliarti- il tono della voce del licantropo si era abbassata di varie tonalità, forse, il suo modo per addolcirla.
-Ah non preoccuparti non è colpa tua, mi sono svegliato appena è giunto il vampiro. Sesto senso suppongo.- disse con un gran sorriso sornione sul volto – Comunque non preoccuparti, puoi andare-
-Cosa?! E lasciarti qui ? Da solo? Con lui? Non puoi volerlo davvero Jake!- “Oh sì invece che lo voglio” quel pensiero invasivo mi fece subito abbasare lo sguardo sulle mie scarpe, mentre ascoltavo Jacob dire che non c’erano problemi, sapeva come gestirmi.
Sentivo lo sguardo del ragazzo indiano perforarmi la schiena. Avrei potuto disegnare il percorso che stavano seguendo quegli occhi impertinendti, dato che ovunque si posassero, percepivo dei brividi freddi percorrermi la schiena. Il che, era a dir poco comico dato che la mia pelle era già fredda come marmo.
-Sicuro Jake?- sentii la preoccupazione più acuta in quelle parole. D’altronde come avrei reagito io? Se uno di quei lican avesse voluto parlare da solo con Alice? Lo avrei lasciato fare? No, non credevo proprio, mi sarei fermamente opposto.
-Certo fratello- Jacob scese i pochi gradini dell’ingresso e diede una pacca sulla spalla dell’amico. – Dì a Sam che oggi mi unisco a voi per cena, quindi Emily deve aggiungere cibo per altre tre persone-
Tze. Il solito borioso.
-Solo tre Jake? Ti stai rammollendo..- commentò divertito Quil. Lo vidi gettare un ultimo sguardo nella mia direzione, e poi si dileguò.
-Sta andando dal branco per informarli della mia visita qui- dissi voltandomi per incontrare per la prima volta in quel giorno, lo sguardo di Jacob Black.
-Certo che sta andando ad informarli! – disse ridendo – Sei un vampiro che si presenta a casa mia. Anzi, sei IL vampiro, hai presente quello con cui Bella vuole uscire eccetera..-
-Sì grazie ho presente-
-Comunque..perchè sei qui?- stava riuscendo a frenare la tempesta di pensieri più o meno coerenti che lo assalivano, ma l’impazienza restava il sentimento dominante, scalpitava per sapereil motivo della mia visita, e anche senza aver posseduto il mio dono extra, sarei riuscito a notarlo comunque, stava a dir poco saltellando da una gamba all’altra.
Abbassai la testa sospirando. Sapevo che lo avrei ferito.
-Sono venuto qui per ringraziarti-
Un lampo di comprensione attraversò il suo sgurado, che si fece lievemente più vacuo.
-Ah, per quello. Non è stato niente, figuarti. – il repentino cambio di tono stava rischiando di destabilizzarmi, così decisi di alleggerire l’atmosfera.
-Bhè? I cani non conoscono le buone maniere?-
-Come scusa?- domandò aprendo e chiudendo gli occhi confuso. Ridacchiai sotto I baffi.
-Non mi inviti ad entrare?- chiesi soave
-Oh. Sì certo entra- balettò lievemente saltando I tre scalini insieme. All’interno la casa era molto accogliente. Caratteristica. Sarebbe stato più appropriato, tutto all’interno era di un tipo diverso di legno, vi erano incisioni rurali quasi su tutto, mobili, libreria, tavoli. Notai una vecchia televisione su un tavolo in mogano, davanti vi era piazzata una poltrona il cui cuscino da seduta portava delle deformazioni. Decretai, che quello doveva essere il posto sulla quale sedeva Bill.
-Ti spiace se ci spostiamo in cucina? Ho una certa fame- effettivamente dal suo stomaco stavano giungendo suoni piuttosto eloquenti, così con un sorriso sghembo annuii. Lo vidi annuiere e farmi strada.
“Ho appena capito perchè quello è il sorriso preferito da Bella..”
-Jacob..- dissi con un tono fintamente scocciato.
-Eddai! Non puoi seriamente sperare che io riesca sempre a frenarmi!-
-Bhé non mi dispiacerebbe che tu riuscissi a farlo sabato-
-Sabato?- disse illuminandosi – perchè? Che succede sabato?-
-Bella vuole andare a Seattle come saprai..bhe, mi ha detto che non verrà se non ci sarai anche tu-
“Bhe avrei dovuto immaginarlo che si trattava sempre e comunque di Bella” –Mh, credo che le dirò che sono malato, lungi da me voler vedere la vostra gita rovinata-
-In quel caso annullerebbe l’appuntamente per verificare le tue condizioni non credi?-
-Dici? Naaa. Desidera da troppo un appuntamento con te- lo osservavo mentre si rigirava tra la cucina e condiva un panino. Sempre che quello si potesse definire condire. Ci stava praticamente infilando tutto ciò che trovava! Ma era una dieta sana per un umano?
“Probabilmente per i licantropi è diverso” Lo squadrai da capo a piedi “Bhe d’altronde ha una gran bella stazza quindi dovrà cibarsi molto più di un normale fabbisogno. Questo spiega anche le orribili battute sulla cena che avrà questa sera.”
-Vedi qualcosa di interessante Edward?-
Mi resi conto solo in quel momento che stavo studiando ancora le sue forme. Certo, nel mio sguardo non vi era niente di erotico, come nei miei pensieri, ma restava il fatto che mi aveva appena beccato in flagrante a fargli una radiografia completa.
-S-scusa- balbettai un po’ impacciato. Accidenti a lui! Ancora un po’ e sarei realmente tornato come l’impacciato diciasettenne che ero da umano! Cosa avrebbe pensato Carlisle nel vedermi boccheggiare così ?
In compenso sapevo benissimo cosa avrebbe pensato Alice…
-Figurati, credo che l’essere fissato da te sia tutto, tranne qualcosa che posso definire spiacevole-
Lo fulminai, ma non controbattei. Mi limitai ad osservarlo mangiare con calma, poi quando ebbe quasi finito dissi:
-Bhe secondo me dovresti venire- poi velocemente aggiunsi – così Bella si sentirebbe più a suo agio ecco-
-Ok. Al massimo poi me la svigno quando inizio a capire che sono di troppo- sorrise velocemente e si voltò. Sentii il legno stridere sotto la forza della sua presa.
“Dai Jacob, si tratta solo di passare un pomeriggio assieme all’uomo che desideri mentre ci prova con la ragazza che ama e che tu stesso amavi una volta”
Quel pensiero straziato mi arrivò come una stiletta al mio cuore fermo oramai da molto tempo,e non sapevo che presto di fitte, ne sarebbero sopraggiunte molte altre.

*



-Jacob senti io…-
-Ehi! Guarda che non c’è davvero nessun problema! Mi divertirò un sacco a prenderti in giro davanti a Bella- fare lo sborone era senza dubbio una cosa che mi riusciva alla grande, Leah lo ripeteva sempre.
-Guarda che sono un tipo piuttosto vendicativo..fossi in te non lo farei-
-Oh oh!!! Attenzione! Il grande Edward Cullen ha un difetto! Questa me la scrivo. Ma sinceramente.. non credo di dovermi realmente preoccupare..-
-Guarda che ho molta più esperienza di te nelle menzogne- lo guardai scettico
-Ti ricordi o no che ho quasi un secolo?-
-Appunto..questo ti rende solo vecchio..non migliore di me. N-o-n-n-i-n-o – dissi prendendolo in giro.
-Te ne pentiresti. Potrei inventarmi tutta una serie di vicende altamente imbarazzanti per la tua persona!-
-Seee certo come no. Fammi un esempio- dissi sfidandolo
-Non mostro mai le mie carte prima della fine del gioco-
-Fifone-
-Strafottente-
-Succhiasangue dei miei stivali-
-Cane puzzolente-
-Non è che tu profumi di vaniglia eh…- dissi interrompendo quel teatrino. Che senso aveva farlo se tanto mi veniva più da sorridere che da arrabbiarmi?
Non c’erano dubbi, grazie ad Edward il mio autcontrollo era destinato ad aumentare.
-Senti Jacob..- ma si interuppe perchè il cellulare iniziò a squillargli.
-Pronto Alice?- alzò lo sguardo ed incontrò i miei occhi –Sì sono con lui- Parlavano di me? A proposito di cosa?
-Cosa?! Sei impazzita spero- Impazzita? I vampiri potevano avere delle crisi di stress? Ne dubitavo.
-Assolutamente no!-
“Quale è il problema di grazia? Se vuole che torni và da lei e basta no?” pensai esasperato.
-No non è quello è che.. vorrebbe parlare con te-
“Con me?” Annuì. “Bhè per me non è un problema”
-Per te forse, ma per me lo è di certo!-
“Perché?” chiesi, ma non mi risposte, continuò a discutere con la vampira dall’altra parte della cornetta.
-Sì Alice gliel’ho detto. E sì verrà con noi-
Inarcai un sopracciglio sempre più incuriosito. Cosa voleva da me quel vampiro formato folletto?
-Va bene va bene mi arrendo! Ti dò cinque minuti Alice!-
Presi il cellulare che Edward mi porse e lo avvicinai all’orecchio. –Pronto?-
-Cane? Sei tu?- una voce simile a dei campanelli suonò dall’altra parte.
-Sì pulce che vuoi?-
-Ad essere sincera non credo di potertene parlare adesso..sai c’è Edward che ti legge il pensiero-
-Oh-
-Già “Oh”. Quindi, ci sono problemi se ci incontriamo stasera?-
-No affatto- “Che diamine vuole da me stasera?”
-Ti va bene al confine sulla scogliera?-
-Progetti di uccidermi buttandomi di sotto?-
Una risata cristallina irruppe nel silenzio della stanza, e un sorriso contagioso aleggiò sulle mie labbra per qualche secondo.
-Sarebbe un idea ma no, io tifo per te sai..-
-Come ti pare … - borbottai un po’ confuso. –Allora ci sarai?-
Annuii. –sì certo-
-Perfetto! Allora alle undici lì – sembrò pensare su qualcosa per un po’ poi aggiunse – per allora avrai finito di rifocillarti vero? Non conosco i vostri tempi..-
-Sì grazie per l’interessamento. Avrò finito senza problemi-
-Allora è deciso! Ciao ciao cuccioletto!-
-Ehi! Non chiamarmi cuccioletto!- l’ultimo suono che udii fù nuovamente quella risata, poi un “tu-tu” mi annunciò la fine della comunicazione.
-Cosa credi che voglia crederti stasera?-
“Non lo so, e se lo sapessi non lo penserei!”
-Oh andiamo Jacob! Non puoi realmente allearti con Alice! Sareste la mia condanna!-
“Non credo tu ti debba realmente preoccupare, è tua sorella no?”
-è Alice punto e basta, ed in certi frangenti non posso fidarmi-
“In certi frangenti… Perché succede spesso che un licantropo si innamori di te?”
Lo vidi alzare la testa di scatto imbarazzato, e io non riuscii a reprimere del tutto la voglia di ridere sotto i baffi.
-Hai capito benissimo cosa intendevo..- borbottò iniziando a girare per la stanza.
“Sì Edward lo sò” pensai ridacchiando ed iniziando a pulire il macello che avevo fatto per prepararmi il panino.
Il suono lieve dei suoi passi cessò e quando mi voltai incuriosito notai che mi stava osservando a braccia incrociate. “Che c’è?”
-Ti stai abituando molto bene-
-A cosa?- Alla sua presenza? Al fatto che fosse un uomo? Ero certo di poter fare di meglio…
-A parlare con me telepaticamente- disse con un tono quasi di rimprovero. “Ah quello” scrollai le spalle “suppongo che il fattore ‘branco’ aiuti”
-Come và con loro? Il ragazzo di prima ha detto che ieri eri di ronda..-
“Non gli ho detto niente di noi se è questo che intendi” pensai poggiandomi al lavello e iniziando a tracciare delle linee immaginarie sulle assi del pavimento con il piede.
-Non era questo che intendevo- sussurrò quasi si sentisse imbarazzato –Mi domandavo se avevi trovato un modo per tenere segreto l’imprinting anche sotto forma di lupo.-
Negai con il capo. “Semplicemente non mi sono trasformato”
-Ma..-
“Ho fatto la ronda a corsa”annunciai semplicemente.
Edward mi squadrò nuovamente da capo a piedi, quasi fossi diventato un’altra persona.
-Bhe allora devi essere davvero sfiancato, non ti saresti dovuto svegliare-
“Bhè ma sua signoria si è presentata alla mia porta come potevo restare a dormire?” commentai ironico.
-Avrei atteso- Risi. “Quando sono sceso, sbaglio o ti stavi lamentando della mia pigrizia?”
Sbuffò. –Avrei capito alla fine. E non credo di averti svegliato io, era quel Quil che urlava-
Stava cercando di giustificarsi? Per me?
Sono il tipo di persona che quando ha sonno dorme punto e basta. Non importa se fuori è scoppiata una guerra-
-Sì in effetti sembri il tipo..-
-Lo prendo come un complimento- dissi alzando leggermente il mento alla sua smorfia dubbiosa. – Intendevo, che mi sono svegliato all’improvviso, credo fosse circa quaranta minuti prima del tuo arrivo. Ho sbarrato gli occhi e il primo pensiero che mi ha colto è stato “Edward sta venendo da me”. Ovviamente ho creduto di essere del tutto impazzito, sapevo che non era possibile e quindi ho cercato di riaddormentarmi. Inutilmente. Poi però, sei arrivato davvero- cercai di ripassare in rassegna il ricordo di poche ore prima con la dovuta oggettività. Senza imprimerci niente di ciò che avevo provato. Ma sapevo che non vi ero riuscito alla perfezione. Vedevo nelle ombre del volto di Edward il senso di colpa.
Il senso di colpa per il pensiero di infinita euforia che mi aveva colto quando avevo sentito il rumore del motore della sua volvo in lontanaza.
Il senso di colpa, per la frustrazione che avevo provato in quei quaranta minuti, prima che arrivasse. I pensieri di odio vero Bella, quelli di disgusto verso me stesso per invidiare una persona che amavo e avevo amato così tanto. La rabbia per dover mentire hai miei fratelli di branco, la rabbia repressa nel dover udire il suo nome pronunciato con disgusto durante le cene.
-Mi dispiace-
Sbuffai. –Non è colpa tua Edward lo sai-
-Sì ma… non posso evitarlo. Non lo meriteresti Jacob. Mi odio per quello che ti sto facendo. Se io fossi morto novant’anni fa di spagnola, come sarebbe dovuto essere, tu adesso non saresti un licantropo. Non ti saresti mai immolato per un uomo, Bella non avrebbe mai corso tutti questi pericoli e..-
-Ehi ehi ehi!- lo interruppi avvicinandomi e poggiando una mano sulla sua spalla. Sentii il freddo glaciale della sua pelle penetrare come veleno nella mia calda. E mai niente mi era sembrato così piacevole.
-Guarda che magari la famiglia di Carlisle sarebbe giunta lo stesso, lui o qualcun altro. Ed io sarei diventato comunque un licantropo. Bella sarebbe morta sei mesi fa, investita dal furgoncino di Tyler. E se è il mio imprinting che continua a crucciarti, bhe, sappi, che per quanto possa… crearmi problemi è un sentimento che amo. Non hai idea del senso di completezza che mi regali stando semplicemente con me in questa stanza-
-Non credo di esserecomunque la scelta migliore- il suo sguardo era imbarazzato, e non riusciva a sostare nel mio per più di una manciata di secondi.
-Forse no. Ma di certo anche se tu non fossi esistito, non credo che la mia vita sarebe stata rosa e fiori sai?- dissi ridacchiando per stemperare un po’ la tensione. Edward fece un sorriso mesto, decisamente poco convincente.
-Eddai succhiasangue! Non puoi seriamente continuare a farti consolare da me! Non credi che se la vampira lo venisse a sapere ti prenderebbe in giro per il resto della tua esistenza?-
Finalmente rise. –Questo è vero… Ma quanti anni hai Jacob? Accidenti hai ragione non posso stare qui a farmi consolare da un bambino-
-Ehi!!! Guarda che tecnicamente tu hai solo un anno più di me! Vedi di non montarti troppo la testa vampiro-neanche-centenario che non sei altro. Posso raggiungerti quando voglio-
-questa la vedo difficile..-
-Ne riparliamo il secolo prossimo-
-Guarda che io sono un tipo paziente..ma non così tanto chi ti regge per un secolo?-

*



-Edward..vuoi calmarti?-
-Ma io sono calmo. Sono perfettamente calmo-
-Così calmo che non riesce neanche ad indossare una maglietta per il verso giusto non credi cane?-
-Concordo in pieno folletto-
-Smettetela voi due di allearvi! Finirete per mandarmi in manicomio. E una svista può capitare a tutti- Dissi osservando vacuo la maglia.
-Sì ma non ad un vampiro- fece Alice.
Sbuffai scocciato e feci per ruotarmela. Poi mi bloccai asocltando i pensieri del licantropo.
-Mi stavate prendendo in giro!-
Scoppiarono entrambi a ridere. –Edward dico sul serio..dovresti vedere la tua faccia- commentò sghignazzanzo Black. Lo fulminai e mi rimisi a sedere sulla poltrona, ma ci ripensai immediatamente, così mi alzai.
-Ma tu perché esattamente sei qui?-
-La pulce pensava non sarei venuto-
-Io sapevo che avevi deciso di non andarci, vedevo il loro appuntamento!-
-E come sarebbe andato?-
Alice gli fece la linguaccia e iniziò a canticchiare l’inno, un modo come l’altro per impedirmi di vedere la sua visione. Come se la cosa mi interessasse, oramai Jacob era lì, ed io ero a dir poco teso per il dettaglio: macchina-luogo chiuso-odore di Bella.
-Ehi- sentii un piacevole tocco di fuoco sul mio avambraccio. Di solito non mi toccava mai, non voleva che mi sentissi in colpa per le emozioni che provava. Come se la mia vicinanza non fosse già abbastanza nociva per lui.. –Ricordati che ci sarò anche io. Impuzzolinterò tutto per bene non preoccuparti-
-Oh, di questo io ne sono certa, già immagino le scenate che farà lunedì Rosalie- disse Alice con un sorrisetto maligno.
-Sei un goblin altro che folletto- commentò Jake. Lui ed Alice si scambiarono un sorisetto complice. Assurdo quanto si fossero avvicinati in quei pochi giorni, quella che era una serata, era presto diventata anche un pomeriggio, un pranzo, una nottata. Iniziavo a domandarmi se Jacob venisse per me o lei. Se non avessi posseduto il dono extra ovviamete. Ma il mio vero timore, sostava nel fatto, che non sapevo di cosa parlassero in quei momenti tutti “loro”. Perfino Jasper non ne sapeva niente. Alice aveva addirittura minacciato di lasciarlo quando lui aveva datato Jacob “inadatto” per la sua compagnia.
-Ehi cane, forza vieni è quasi ora-
-Vengo dove?- domandò Jacob piuttosto restio all’idea di allontanrsi da me.
-Vuole cambiarti-
-Come prego?!? Folletto non puoi! Io mi trovo benissimo così grazie-
-Ho sopportato per troppo tempo la tua vista con jeans logori e cannottiere improponibili!-
-Alice, dobbiamo andare..-
-No, TU devi andare. Io adesso vestirò Jake come si deve e poi lui ti raggiungerà da Bella-
-Va bene come vuoi- dissi arrendevole. L’ultima cosa che volevo era stare a discutere su quelle sciocchezze.
-A nessuno interessa quel che penso io?-
-No- dissimo in coro io e Alice. –Mi dispiace Jake ma la conosci, farle cambiare idea è impossibile..-
Il ragazzo assunse un espressione da cucciolo abbandonato e mi sfuggì un sorriso a quella vista. Poi però Alice mi cacciò di casa così mi rassegnai a salire sulla volvo e a sentir crescere la tenzione man mano che giungevo a casa di Bella.



Una volta tirato il freno a mano nel vialetto, mi concessi un paio di secondi per poter aspirare la maggior quantità di aria possibile. Poi dandomi del codardo mi costrinsi ad uscire dalla macchina ed avvicinandomi alla porta bussai due volte.
Un passo cadenzato ma incerto venne ad aprirmi la porta, e prima ancora di incontrare il suo volto capii che era Bella.
Il suo odore mi colpì come una valanga, strinsi la mascella e mi concetrai sull’ assumere un espressione rilassata.
-Ciao Bella- dissi sorridendole. La osservai arrossire e sbattere velocemente lo sguardo.
Era quella l’espressione della quale Jacob mi aveva parlato spesso?
-Ciao Edward- mormorò dolcemente. -..Jake?-
Rimasi momentaneamente spiazzato, e stavo per inventarmi una scusa su due piedi quando lo sbattere di una portiera irruppe nei miei pensieri, seguita da una voce gioviale.
-Ehi Bella!-
-Oddio Jake ma sei tu?- notando l’ espressione sbigottita ma sorridente di Bella mi voltai.
Un giovane Black a dir poco splendido attirò la mai attenzione. Alice doveva essersi diverta un mondo nel trovare l’abbigliamento che meglio rappresentasse il lican.
Non che avesse fatto qualcosa particolarmente appariscente ma..
Mi ritrovai seguire con lo sguardo ogni centimetro della giacca che indossava, la stoffa era pari a quella di un’impermiabile, trasparente, che lasciava intravedere le forti e toniche braccia. Mi domandai se anche gli umani riuscissero a vedere le vene in rilievo così invitanti, dei suoi avambracci. Sotto portava una cannottiera senza maniche attillata nera, dove i pettorali, a mala pena celati dalla sottile stoffa, urlavano attenzione . L’inguine era fasciato da una cintura di cuoio che reggeva dei pantaloni militari tenuti uniti alle caviglie, da una paio di anfibi bassi, lasciati moderatamente aperti.
-Dimmi vuoi forse fare colpo su qualcuno?-
-Perché sto davvero bene?- intuii dalla sua smorfia che non ci credeva neanche un po’, anzi si sentiva piuttosto ridicolo. Osservai nuovamente la figura slanciata e statuaria del licantropo e mi ritrovai a deglutire.
-Ehi Edward lo hai vestito tu così?- mi riscossi velocemente e negai con il capo. Jacob notò la mia confusione, ma non ne capì la causa. Così scrollai le spalle e decisi di darmi da fare.
Mi avvicinai alla portiera e l’aprii con fare elegante.
-Se la signorina vuole accomodarsi-
-Oh..ma certo- disse Bella arrossendo nuovamente. Vidi dagli occhi di Jacob quanto fosse evidente per lui l’attrazione che lei provava per me. Ma soprattutto, percepii quanto il suò cuore soffrì nel vedere la mia reazione a quella vista. Se i miei occhi si erano illuminati, i suoi sembravano aver perso tutta la luce che avevano emanato fino a poco prima.
“Forse..non sono così forte come credevo”
Fù l’ultimo pensiero di Jacob prima di entrare in macchina assieme a me.

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Capitolo 5
*** Pensieri invadenti ***


Pensieri invadenti



« Ora ascolta: ovunque io sia, riconoscerò le tue risate, vedrò il sorriso nei tuoi occhi, sentirò la tua voce.
Il semplice fatto di sapere che tu sei da qualche parte su questa terra sarà, nell'inferno, il mio angolo di Paradiso.
»
- Sette giorni per l'eternità ; Marc Levy


-Allora...emh… Come vi siete conosciuti voi due?-
Mi sorse un sorriso spontaneo nel vedere le sue guance colorarsi di un rosa tenue. Si vergognava a porre quella domanda, si sentiva sgarbata. Perché Bella, la mia Bella, era una ragazza educata.
Non come un certo licantropo di mia conoscenza.
Lei stava seduta composta, con la cintura di sicurezza allacciata. E non stravaccata dietro come il peggiore dei camionisti!
-Ma che domanda eh?! Tu come le conosci le persone Bella?-
Lei si voltò di tre quarti per mostrargli un buffo cipiglio offeso. Jacob se la rise bellamente e si mise a sedere. Non in una posizione accettabile per i miei canoni, ma quantomeno i suoi piedi non erano più sul sedile.
-Comunque – prese una pausa per dare più enfasi alla sua bugia. Evitai di intervenire, ma inarcai un sopracciglio quando lessi nella mente di Jacob che lei conosceva il patto.
-Tu sai che i Cullen non possono entrare nella riserva giusto?- era una domanda retorica ma annuì comunque – Bhe, circa una settimana fa stavo girellando nel bosco, sai per sfuggire a Billy, Leah e compagni. E indovina un po’? Quella sottospecie di armadio che questo qua si ritrova come fratello...-
-“Questo qua” sarei io Jacob?- domandai con ironia.
Lui si limitò ad un sorrisetto, e riprese a raccontare – insomma quell’orso verisione umana mi investì. Non sto scherzando! Stava correndo, o-che-ne-so-io-punto-sta che ruzzolo per terra, e dopo essermi rialzato gli dico il fatto suo...-
-Scommetto che hai insultato Emmett nei peggiori modi possibili- ridacchiò Bella. Era bello sentirla ridere, non l’aveva mai fatto in mia compagnia. Sospirai al pensiero che forse, un giorno, avrebbe riso così grazie a me.
-Forse..- ammise Jake facendole l’occhiolino. Lo guardai torvo, ma non mi notò.
–Comunque lui non la prende molto bene e sta per saltarmi addosso, quando arriva Edward e si frappone tra noi. Fa calmare l’armadio e gli dice di tornare a casa, che ci avrebbe pensato lui...-
-Poi?- domandò lei incuriosita.
-Poi?!- ripeté Jacob imitandola –poi niente! Sai come funziona tra uomini-
-Cioè? Avete finito per fare a botte voi due?-
-Forse...- disse nuovamente Jacob
-Jake!- il licantropo esplose in una risata, e solo in quel momento Bella si rese conto di essere stata presa in giro. Diede uno scapellotto sul ginocchio a Jacob che non parve neanche sentirlo, tanto era impegnato a sghignazzare.
-Avrei dovuto intuirlo che mi stava prendendo in giro. Tu sembri troppo diplomatico per passare subito all’azione- mi voltai curioso verso di lei quando capii che era a me che si stava rivolgendo.
Annuii. –Carlisle non approverebbe un comportamento così disdicevole-
-Stai dicendo che quindi io ho costantemente un comportamento disdicevole?!-
Scrollai le spalle – Mai detto niente del genere,ma se sarai tu a pensarlo Jake, non farò niente per impedirtelo-
-Bastardo- sibilò il licantropo tra i denti mentre mi guardava con le braccia incrociate e un broncio infantile sul viso. Risi a quella vista, e per un momento mi dimenticai di Bella di fianco a me.
Errore fatale, perché con la risata avevo perso la mia riserva di aria, e il profumo di Bella mi colpì forte, facendomi bruciare la gola come se vi avessero infilato un tizzone incandescente. La lingua era secca, e il veleno premeva sui miei canini per uscire.
“Ah. Bella è rimasta affascinata, ancora. “ il pensiero di Jacob mi distrasse a sufficienza, osservai con la coda dell’occhio Bella. E la vidi osservarmi, era un po’ pallida, e stava nuovamente sbattendo le palpebre velocemente. Quindi era questa la sua reazione?
Ogni volta che lo sfarfallio delle sue ciglia aumentava voleva dire che l’avevo...abbagliata? Cercai di immaginarmi la scena dal suo punto di vista.
Ma non vidi niente tranne: un ragazzo troppo pallido per essere sano, e una risata troppo irreale e soave per risultare vera. Una smorfia di disgusto mi comparve sul volto, ma la feci svanire in fretta.
“Edward? Tutto ok?” ovviamente Jacob mi aveva notato, annuii secco, sicuro che Bella osservasse il paesaggio fuori dal finestrino.
“Come vuoi...”
-Speriamo non piova anche a Seattle- mormorò piano Bella.
-A te non piace per niente la pioggia vero Bella?- fortuna che Alice mi aveva già avvertito del tempo, non una goccia sarebbe caduta quel pomeriggio. Fortunatamente però, il cielo sarebbe stato coperto.
Scosse la testa. – No, è troppo umida, e rende tutto grigio-
-A me piace invece- annunciò Jacob accavallando le gambe con un ghigno.
-Ah sì? E da quando Jake?-
-Da circa dodici giorni a dire il vero-
-E sentiamo...cosa avrebbe di bello la pioggia?- ridacchiò Bella.
-Bhé, la pioggia permette di riportare in superficie un sacco di cose, e permette ad altre di nascondersi- si era chinato in avanti, non avevo osservato il movimento, ma ne avevo percepito il calore. Certo dell’odore del licantropo, mi azzardai a prendere fiato.
Bleah. Che puzza.
-Cioè?-
-Ci sono creature che se il tempo è bello non possono uscire allo scoperto- sussurrò con voce suadente a Bella.
Se avessero parlato di un altro argomento, probabilmente mi sarei irritato con Jacob, nessuno doveva usare quel tono con Bella.
”La pioggia è bella, perché permette ad Edward di affrontare il giorno. Ma questo Bella, non lo saprai mai”.
-Io trovo che il sole faccia uscire molte più creature, e sono certa che siano anche più carine..- mi costrinsi a non ridere. E Jacob, con mio disagio, aiutò molto a gestire la cosa.
-Dici? Secondo me invece, le mie risultano meravigliose- Le mie? Le mie?
Gli scoccai un’occhiataccia attraverso lo specchietto, ma quel dannato ragazzo non mi degnava neanche di uno sguardo; troppo preso a parlare con Bella.
-Queste creature esistono solo nei tuoi sogni Jake...-
-O nei tuoi incubi- dissi intromettendomi nel discorso di Bella.
-Dite?- il Quileute si riaccomodò nuovamente contro lo schienale, con le braccia dietro la testa – Allora non desidero essere svegiato –
Vidi Bella con la coda dell’occhio scuotere la testa sorridente. Con Jacob era sempre così? Era raro a scuola che sorridesse così serenamente. Che fosse un effetto, che gli donava solo il licantropo?
-Sei diversa Bella- dissi voltantandomi verso di lei per qualche secondo.
-Ed è un bene o un male?- domandò cauta.
-Un bene- valutai infine. – Intendo, che sei molto più sorridente-
-Oh- e le sue labbra sostarono per qualche secondo in quella posizione stupefatta. –è per Jake- decretò infine scrollando le spalle.
Allora avevo dedotto bene. Non era così con tutti. Le domande del cruciverba della sua mente, iniziavano ad essere sempre più semplici.
-è che Jake…è il mio sole personale-
-Non capisco- mormorai sperando che andasse avanti con il suo discorso. Nel frattempo, anche Jacob stava evolvendo i suoi pensieri, ed erano colpevoli.
-Lui è caldo, come il sole, è buono. Ma soprattutto, riesce ad illuminare anche un luogo grigio come Forks-
”Non sono buono Bella, non immagini neanche quanta ira mi ha suscitato il pensiero di voi due assieme. Non sai, quanto ti ho detestata per possedere il suo interesse”
-Ed ha un sorriso fantastico, è sempre lì non lo abbandona mai- annunciò con fierezza.
-Vorresti essere anche tu così?- tentai di indovinare.
Annuì. – Qualunque sia la difficoltà, lui la affronta sempre con il suo solito sorriso-
Corrucciai le sopracciaglia a quel commento.
-Che c’è?- domandò Bella nel vedere la mia reazione.
-Non sono d’accordo.- presi un attimo di pausa per scegliere le parole adatte – Non possiede solo quel sorriso. Non lo conosco da molto, ma ne ho già visti molti:
Uno quando qualcosa lo fa ridere davvero, uno quando sorride solo per educazione, uno quando è imbarazzato, uno quando si prende un po' in giro, uno quando sta facendo dei progetti... e uno quando parla dei suoi amici.- [*]
”Edward, smettila Quel pensiero, urlato con tutte le sue forse, mi destabilizzò per un momento. E se non fossi stato un vampiro, forse avrei perso la mia presa sicura sul volante.
”Ti prego, smettila”. Il suo tono era così...lacerato, che avrei voluto fermare la macchina, voltarmi e scusarmi con lui. Ma mi trattenni, vi era Bella in macchina, ed ero certo, che Jacob non avrebbe apprezzato. O forse ero semplicemente io a volermi rifugiare dietro questa scusa.
Trattenni un sospiro. Ero io il vero mostro lì dentro. Ero io che condannavo a morte una ragazza umana, ero io, che portavo alla più assoluta agonia, un giovane licantropo.
-Dici? Secondo me invece, è sempre il solito sorriso. Del buon vecchio Jake. Vero?- con l’ultima parola si voltò e quando incontrò lo sguardo del ragazzo, questo sorrise ed annuì.
Eppure i suoi occhi erano così spenti, ma Bella non se ne accorse, sorrise felice di rimando e tornò ad osservare la strada.
Io non potei evitare di tenere i miei occhi fissi sul giovane Black dietro di me. Anche lui guardava fuori, il suo volto sembrava stanco. Aveva dormito decentemente la notte prima?
O si era nuovamente offerto di fare il doppio turno per far riposare di più il giovane Clearwater, ultimo arrivo nel branco?
Mi chiesi, quanto sarebbe riuscito a sopportare quel giovane umano, prima di crollare.
All’improvviso i suoi occhi incontrarono i miei nel riflesso dello specchietto. Per un attimo non riuscii a concentrarmi su nient’altro che non fosse quel nero pece dei suoi occhi.
Pensai che sarei affogato in un mare di petrolio se qualcuno non avesse presto portato la mia attenzione altrove. E fu lo stesso Jake a farlo.
”Scusa” mormorò piano, gentilmente. Percepivo il suo imbarazzo, quasi dovesse diventare mio. ”Ho esagerato io...”
Scossi la testa ”Dovrei essere io a scusarmi” pensai. Ma non potei dirlo, vi era Bella in macchina, così, mi limitai ad osservare la strada davanti a me.
La mente di Jacob invece, tacque. Quasi il lican avesse capito. Ma probabilmente, ero solo io a sperare che fosse così.

*



No.
Non era possibile.
Non potevo averlo fatto.
Non potevo essermi addormentato in macchina per Dracula! E non addormentato nel senso di “assopito”...no! Ho dormito! E alla grossa anche! Sarò sembrato un bambino piccolo, ed io che volevo dimostrare ad Edward che poteva contare su di me, che non ero uno stupido adolescente.
Accidenti a me. Certo, erano tre giorni che non dormivo per più di cinque ore ma...dannazione! Non potevo crollare così proprio davanti a lui. Sbuffai e tirai un calcio ad una sfortunata lattina.
-Dai Jake- disse Bella, ed io alzai lo sguardo su di lei che mi era poco più avanti – può succedere a tutti. E non è che ti sei perso chissà quale grande conversazione!-
-Stai dicendo che non sono un bravo oratore?- domandò Edward con l’adorato sorriso sghembo di Bella. Lei perse un battito.
-Eh? Ah no no. Non intendevo quello..solo-
-Stavo scherzando Bella!- disse riendo. Adesso fui io a perdere un battito. Sbuffai.
Perché non poteva essere la mia testa quella ermetica? Così sarei stato più interessante agli occhi di Edward. "Credo".
Osservai nuovamente la coppia davanti a me. In particolar modo Bella, io ero innamorato di lei. Bhe ero stato...o lo ero ancora? Forse era ancora lì da qualche parte quell’amore, che avevo percepito infuocarmi come fiele. Invece adesso? Un lago d’acqua cheta. Certo, le volevo bene. Eppure...
Una cosa però era certa, avrei potuto avere la mente più impenetrabile di questo mondo. Ma Edward non mi avrebbe mai osservato con quella luce negli occhi.
Affondai le mani nelle tasche e sospirai.
Edward si voltò a guardarmi. ”Scusa” mormorai ”Adesso starò più attento”.
Inarcò un sopracciglio in una muta domanda. Mi indicai la tempia con l’indice. ”I miei pensieri, lì terrò sotto controllo. Passerai una bella serata non preoccuparti”
Sembrò voler dire qualcosa ma non lo lasciai parlare, mi affiancai a Bella e le presi il braccio obbligandola a camminare un po’ più veloce.
-Ti dispiace accellerare Bella? Vorrei arrivare in quella dannata libreria entro domani – lei ridacchiò e io lanciai un ultimo sguardo a Cullen.
”Va bene così” mi dissi. ”Va bene così”

-Che vuol dire Bella che adesso hai cambiato idea?-
-Che ho cambiato idea- continuò. No, ma io dico. Eravamo finalmente giunti davanti alla libreria e lei? Decideva che adesso non li voleva più quei libri. Il pensiero di strozzarla mi sfiorò per un attimo, ma abbandonai subito l’idea sospirando.
-Sei assurda Bella-
-Sì ma è per questo che mi vuoi bene Jake!-
-Vero- annuii – ma non del tutto esatto – lei, in risposta, mi diede uno scapaccione sulla nuca che nemmeno sentii.
-Bene, quindi che facciamo?-
-Io ho una certa fame... possiamo?- Ci guardò entrambi con un’espressione da cucciolo abbandonato.
Stavo per dirle che io non ne avevo minimamente, quando il vampiro mi precedette.-Anche io in effetti-
COSA?! Lui non aveva fame! Cioè…lo speravo. Non è che voleva fare colazione con Bella vero?
Un fulmine proveniente da un certo paio di occhi color ramati mi fecero chianare il capo in segno di scuse. ”Scusami”. Mamma mia che permaloso.
E comunque non glielo avrei di certo permesso. Certo, così avrei avuto una rivale in meno ma… non glielo avrei permesso. Assolutamente. No davvero. Io volevo bene a Bella.
-Anche io ho una fame da lupi- dissi dopo aver sentito un certo brontolio ad altezza stomaco.
-Tu hai sempre fame Jake. Sei un pozzo senza fondo. Dì la verità, vai avanti a cibo e steroidi eh?-
-Ma quali steroidi! È solo la crescita Bella!-
-Sì certo…solo la cresciata, deve essere un gene dei nativi di La Push allora, voi ragazzi state diventando tutti enormi- Scrollai le spalle divertito. Ma mi preoccupai. Bella sapeva troppo, ed era colpa mia. Perciò, avrei dovuto inventarmi qualcosa per non farla più venire a La push, meglio non farle notare quanto questo “gene” fosse presente negli abitanti della riserva.
-Che ne dite? Entriamo lì?- Era stata Bella a parlare. Alzai lo sguardo su Edward, anche lui doveva star riflettendo su quanto sapeva Bella. Sospirai, più provavo a conquistare qualcuno più le cose mi si ritorcevano contro. Non dovevo proprio essere portato…volevo una guida!
Seguimmo Bella all’interno del ristorantino rustico. Non sapevo le piacessero quei posti. Una volta seduti Bella ci inquadrò.
Nel vero senso della parola, prese le mani e con i pollici e gli indici formò un rettangolo.
-Lo sapevo- mormorò.
-Cosa?- chiedemmo io ed il Cullen assieme. Solo, il mio tono era divertito, il suo curioso.
Sbuffai, tutto oro che cola quel che dice Bella sia mai!
Ops. Avevo detto che avrei controllato i miei pensieri.
-Jake tu sei perfetto per qui. Sembri proprio a casa. Edward invece è l’opposto, con una pelle così diafana e il portamento regale sembra che ci sia finito per sbaglio. E la cameriera deve pensarla come me-
-Credo che sia più intenta a fargli una radiografia che altro, siete assurde voi donne- e con questo chiusi la bocca, perché la suddetta cameriera era appena arrivata con taccuino e penna alla mano.
-Volete ordinare?-
”No guardi sono venuto in un ristorante perché volevo comprare delle sedie simili a queste ,ma non sapevo se fossero comode." Ma certo che volevo ordinare!
La tipa squadrò Edward in un modo che non mi piacque per niente, ma quello che mi piacque ancor meno fu la mia voglia di ringhiare. Mi morsi la lingua per la mia stupidità.
-Sì grazie- disse Bella gentile come sempre – Io vorrei delle tagliatelle hai funghi-
-Per me lo stesso- la informò Edward. Fermi tutti. Ma lui poteva mangiare? Cioè...lo avrebbe fatto davvero? Mi riscossi da quei pensieri perché lo stesso protagonista dei miei pensieri mi diede una leggera gomitata.
-Emh. Io una pizza grazie- Dicevo del non voler sembrare un bambino? ”Perfetto Jacob gran bel lavoro”
Ma non era relamente colpa mia, è che io il menù non lo avevo neanche aperto!
-Da bere desiderate qualcosa? –
”Sì, una bottiglia di vodka in testa, così magari la smetto di pensare cavolate”
Sbuffai e mi tolsi quella strana giacca-impermiabile che mi aveva infilato letteralmente Alice.
-Io una coca- sempre Bella.
-Due- aveva intenzionedi ordinare tutto quello che ordinava lei?
-Facciamo una bottiglia- dissi senza guardare la cameriera.
-Nent’altro?-
Ci guardammo per mezzo secondo, poi Edward prese la parola. –No grazie, semmai la chiamiamo noi – Lei annuì e se ne andò.
-Wow- disse Bella dopo poco.
-Wow cosa?- domandai.
-Credo che mi stiano ritenendo la persona più fortunata sulla terra-
-Chi?- chiesi ancora.
-Parla del personale femminile, temo- mi illuminò Edward. Mi voltai verso il bancone, ed effettivamente tre di loro erano lì che parlottavano fitto fitto guardando verso il nostro tavolo.
-Credo anche…- continuò Bella – che tu abbia fatto colpo Jake-
Io? –Credo che l’albino qui lo abbia fatto più del sottoscritto-
Bella ed Ewdard ridacchiarono, ma poi la ragazza scosse i capelli. –No davvero, credo che stesse per iniziare a sbavare quando ti sei tolto la giacca-
-Stai esagerando- quando però la cameriera tornò con le bibite dovetti ricredermi.
-Ecco a voi- disse posando i bicchieri e la Cola sul tavolo. –E tesoro, - mormorò posandomi una mano sulla spalla – se ad un certo punto dovessi sentirti di troppo tra i due piccioncini sappi che puoi venire da me-
Perfetto, credo di essere arrossito fino alla radice dei capelli dopo che se fù andata.
Sentii Bella ridacchiare, ed Edward sistemarsi meglio sulla sedia. Ma i vampiri potevano trovare le posizioni scomode?
”Voglio morire” pensai ”Perché quando lo desidero non mi si apre un baratro sotto i piedi?”
-Te l’avevo detto io – continuò Bella, ridendo un po’ più forte.
-Ti odio- bofonchiai prendenomi la testa tra le mani. Che imbarazzo. Ma che aveva bevuto quella?
-Comunque deve essere di fuori sul serio..- borbotta dopo un po’ Bella.
Inarcai un sopracciglio dubbioso. Di cosa stava parlando adesso?
Conoscevo quell’espressione di Bella, la utilizzava quando voleva dire una cosa e farla sembrare una costatazione casuale.
-Che intendi?- domandò subito Edward incuriosito. Sbuffai. Meglio rappresentare i miei pensieri a gesti.
-Bhe. Crede che io e te siamo una coppia- vedo gli occhi di Edward accendersi quando abbassa lo sguardo e arrossisce – ed è ovvio che la cosa è impossibile...-
Mi sistemo meglio sulla sedia, prendendo il bicchiere di coca cola in mano e aspirando un sorso dalla cannuccia.
-Addirittuara impossibile? È così ributtante l’idea?- ecco, iniziavo a sentirmi di troppo.
Forse era questo il momento della quale parlavo con Edward, forse è adesso che dovrei congedarmi e andarmene.
Ma, ma non potevo. La curiosità mi manteneva attaccato a quella sedia come colla.
“Ah adesso la chiami curiosità Jake?!”
Ehi! Da quando la mia coscienza si permetteva di fare dell’ironia? Ma soprattutto, perché la voce della mia coscienza assomigliava tremendamente a quella di Alice?
Ecco, questi dovevano essere gli effetti collaterali dell’avere l’imprinting con un vampiro.
-Ma no!- si era affrettata a rispondere Bella.
E come contestarla? Le parole “Edward” e “ributtante” non si potevano neanche pensare nella stessa frase.
Con la coda dell’occhio, vidi il vampiro sogghignare.
Mi guardai attoro. Che aveva visto? Non notando nulla di strano, mi feci riportare dalla voce di Bella, alla realtà.
-è che, bhè guardati! Tu sei...praticamente perfetto ed io sono una comunissima liceale.-
Li squadrai entrambi.
“Effettivamente Bella ha ragione. Lui è perfetto. Lei è comune.” Ok Jake. Questa era la parte cattiva di te che parlava, e tu non dovresti lasciarla andare a briglia sciolta.
-Io? Perfetto? Non mi conosci Bella- Una cosa che io e lei avevamo in comune dunque, il non conoscerlo. Sospirai e con quel gesto dovetti ricordare a Bella della mia presenza.
Perché arrossì nuovamente e quando giunse la cameriera con i nostri piatti,si limitò a fissare il suo, quasi le tagliatelle formassero qualche interessante disegno.
Da parte mia, non alzai neanche per mezzo secondo lo sguardo dalla mia bibita.
Non mi piaceva che fosse interessata a me, mi ricordava costantemente, che il mio imprinting era avvenuto con un maschio. L’avevo presa nel modo giusto? Facevo bene a tenerlo nascosto a branco? Ero il primo caso? O magari era già successo a qualcun altro?
Tratteni un sospiro. Non potevo continuare così! Sembravo una stupida ragazzina innamorata, come nei peggiori romanzi rosa, che sospira pensando agli ostacoli tra lei e l’amato.
Alzai gli occhi su Edward, stava osservando il suo piatto con ben poco interesse, anzi, se si osservava bene, si notava il disgusto sul suo volto. O forse ero io che iniziavo a conoscerlo meglio di quanto credessi.
-Edward aspetti che si freddi?- domandò dolcemente Bella. Era quello che sembrava a lei? Che stesse costatando la temperatura?
Il più vecchio dei figli di Carlisle alzò la testa e le sorrise sghembo.
-Mi hai beccato- mormorò lieve – non vado matto per le cose calde-
-Oh bhe!- dissi avvicinandomi e sottraendoli il piatto da sotto il naso – a mio parere è uno spreco farli freddare! –
Iniziai a mangiare un paio di forchettate, e mentre Bella mi sgridava alzai lo sguardo su quello divertito di Edward.
Lo vidi muovere il labiale, e vi decifrai laparola “Grazie”.
”Prego” pensai “ma mi devi un favore Cullen. Io detesto i funghi!”
Il vampiro si mise una mano davanti alla bocca mentre rideva. Bella si voltò sconcertata, battè per un po’ le palpebre e infine disse:
-Edward ma cosa ridi?! Jake è una fogna! Finirebbe per finirti il piatto!-
La risata era cessata, e adesso solo un semplice sorriso aleggiava sul suo volto.
“Non è giusto” pensai. Quella risata, quel sorriso, dovevano essere solo miei.
“ Non è giusto”.

*



Avevama appena riaccompagnato Bella a casa, e sentivo nei pensieri di Jacob che stava cercando le parole più adatte per scusarsi con me. Il bello, era che cercava anche di non pensare, perché voleva che fossero una “sorpresa” le sue scuse.
Sorrisi sotto i baffi.
-Jake- dissi dopo un po’, mentre ero ancora fermo, affiancato alla mia macchina, che costeggiava le foreste di La push, il licantropo, aveva detto che potevo lascirlo lì.
-Guarda che non occorre- continuai dopo che i suoi occhi color pece ebbero incontrato i miei.
Grugnì un verso di disappunto. Doveva aver capito a cosa mi stessi riferendo.
-Mi dispiace- mormorò comunque a bassa voce. Seguii distrattamente le movenze del suo corpo, eppure anche senza guardarlo sapevo in che posizione fosse.
All’interno delle tasche infossante, potevo sentire le mani chiuse a pugno, e quel leggero raspare sul terreno. Indicava che come ogni volta,stava formando dei cerchi immaginari con un piede.
Mi stupii a quelle costatazioni. Quando avevo iniziato ad osservare il licantropo con tutto quell’interesse?Addirittura, ino a carpire i suoi più piccoli movimenti?
Scossi la testa. Semplicemente era Jacob che era piuttosto semplice come persona.
Annuii tra me, sì, era così. Doveva essere così.
-Sono stato troppo…invasivo-
-Jacob, non hai fatto niente di sbagliato non devi colpevolizzarti-
“Scommetto che ti stai prendendo nuovamente tutte le colpe, non è vero Edward?”
Piegai le labbra all’insù. –Forse- mormorai piano.
-Non devi, sapevo benissimo a cosa andavo incontro quando..-
-Questo non cambia le carte in tavola Jake- dissi interrompendolo –è crudele da parte mia averti e farti passare tutto ciò –
Lo vidi aprire la bocca per rispondermi, quando fummo interrotti da mio fratello.
-Dannazzione Edward! È da casa che urlo i miei pensieri, si può sapere che avevi di così importante da dire a questo cane da non sentirmi?-
Cosa? –Cosa è successo Emmett?-
-I Voluturi. Jane, Demetri e Alec.-
-Perché sono qui?-
-Dovevano sedare un gruppo di neonati a Seattle- Seattle? Ma vi ero appena stato con Bella.. –E a quanto pare, hanno pensato di fare un saluto a Carlisle-
-Emmett quale è il problema reale?- sentivo la mente di mio fratello scalpitare,ma non riuscivo ad afferrare la fonte di quella paura.
-Loro- disse voltandosi verso Jacob – Non sanno che non sono realmente dei figli della luna, se li vedranno, penseranno che abbiamo infranto la legge, che stiamo creando un eserito per attacarli. O almeno, sarà quel che vogliono capire-
Annuii voltandomi verso Jacob.
-Credi di poter convincere Sam a dare l’ordine di non trasformarvi per un paio di giorni?-
-è impossibile Edward, dobbiamo difendere la riserva più che mai adesso. Non so chi siano questi Volturi, ma non ci vuole un genio per capire che non si nutrono come voi di animali. Giusto?-
Annuii nuovamente. –Ma ci penseremmo noi a proteggere Forks.-
Jake, come temevo, scosse la testa. –No- disse. – non accetteremo mai,di nasconderci in casa come dei codardi-
-Non si tratta di avere o meno paura Jake si tratta…-
“Lo sò” pensò imperioso. –Lo so che non si tratta di questo Edward, ma sta anoi proteggerli.-
-Stupidi cani-sibilò Emmett tra i denti,ma non mi voltai, i miei occhi, ancora incatenati a quelli di Jacob.
-D’accordo, vai, avverti il branco del pericolo, ma perfavore trattienili, verremo al più presto io e Carlisle per decidere un piano-
Lo vidi fare una smorfia. –Puoi promettermelo Jake?-feci una pausa – Mi prometti che non farete- “non farai mi corressi mentalmente –niente di avventato?-
Annuì. –ci vediamo dopo- Il tempo di voltarmi per dire a Emmett di andare, e Jake era già scomparso nel folto della foresta.
Non mi resi conto per tutto il percorso, dal confine del bosco fino a casa; che non mi ero preoccupato per l’incolumità di Bella neanche un secondo. I miei pensieri, sostavano su Jake.
Dovevo proteggerlo, dovevo impedire ai Volturi di scoprire della loro esistenza.







[*]= Citazione dal film "Un appuntamento da sogno".


Yatta! Eccomi qua ^-^ Una mia amica mi ha detto che leggere la mia FF rendeva più liete le sue giornate ( o almeno quei 10 minuti che impiegava per leggere il capitolo) così ho deciso di accontentarla.
Spero ovviamente di aver fatto un po' felici anche voi *w* Che nonostante la mia pigrizia nel postare continuate a seguire questa storia!
E non avete idea di quanto mi facciate contenta... sopratutto con i vostri commenti!! >//<

Adesso però mi sorge un problema. Anzi due:
1- Il mio attaccamento all'obbiettività tramandatomi da zia Rice, mi fa notare che i vampiri oggettivamente non potrebbero avere rapporti sessuali. Ma nella storia della Meyer sì... quindi il dubbio mi assilla... cosa fare?
Fermare la cosa ad un bacetto..oppure no?

2- E da qui si riparte con il dubbio due. Se il dubbio precedende andasse a favore della Meyer.
Dovrei:
a) alzare il rating di questa storia a rosso.
b)Scrivere semplicemente una one-shot lemon?
A voi il voto popolo u.u

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Capitolo 6
*** Un abbraccio caldo come il sole e solido come la pietra ***


Un abbraccio caldo come il sole
e solido come la pietra




« Spesso ripercorro mentalmente quell'anno,
lo riporto in vita e mi rendo conto di provare immancabilmente
uno strano sentimento, fatto di dolore e di gioia.
In certi momenti vorrei tornare indietro nel tempo per spazzare via tutta la tristezza,
ma ho la sensazione che, se lo facessi, se ne andrebbe anche la gioia.
Così prendo i ricordi come vengono, accettandoli in toto,
lasciando che mi guidino tutte le volte che si affacciano alla memoria
»
- I passi dell'amore ; Nicholas Sparks


”Che devo fare?”
Ero fermo davanti alla porta di casa di Sam da quasi dieci minuti, avevo corso a perdifiato per la foresta pur di giungere lì il prima possibile ma ora…
Sospirai. Non potevo farlo vedere agli altri, non potevo trasformarmi. Avrei dovuto spiegarli tutto a parole, il problema era, che io non ero mai stato un grande oratore.
E a giudicare dal nervosismo del fratello-orso di Edward, la situazione meritava di essere capita nella sua gravità.
Rimasi lì, a ballettare da un piede ad un altro per altri due minuti buoni. Poi mi feci forza e bussai.
-è Jake!- urlò Quil appena il suo volto sorridente entrò nella mia visuale.
Quil aveva riacquistato il suo sorriso dopo la sua entrata nel branco.
Ma adesso, adesso era la felicità personificata. Adesso che anche lui aveva avuto l’imprinting. Certo, lo aveva avuto con la nipote di Emily che aveva solo due anni, ma lui era comunque felicissimo.
Lui era consapevole anche della possibilità che un giorno Claire, avrebbe potuto anche non volerlo come compagno, ma solo come fratello. Eppure, il licantropo non si era mai rattristato davanti a quella possibilità, a lui bastava essere una delle colonne portanti della vita di lei. Voleva la sua felicità.
”Allora perché io non riesco a fare lo stesso?”
Avrei dovuto essere felice del calore nello sguardo di Edward quando pensava a Bella. Eppure.…
Mi riscossi da quegli stupidi pensieri quando arrivai in salotto.
Vi erano tutti.
Deglutii, iniziando a sentire la gola improvvisamente secca.
-Abbiamo un problema- dissi lapidario. Interrompendo tutte le battute sul mio “appuntamento a tre”.
-Oltre al fatto che non ti trasformi più e che hai avuto l’imprinting con qualcuno a noi sconosciuto?- fu Leah a parlare. E come finì la frase si beccò molti commenti acidi.
Mi sarei unito al coro se Leah non avesse continuato a guardarmi con quell’odio nello sguardo. Odio, che fino ad ora aveva riservato solo ai vampiri e a Sam.
Un brivido mi percorse la schiena. Ma accantonai la schizofrenia di Leah, e risposi alla domanda di Sam:
-Quale problema?-
-Sono di passaggio tre vampiri dai Cullen- partirono un mescolarsi di ringhi e bestemmie.
-Silenzio- mormorò con voce ferma Sam. –Dove è il vero problema Jake?-
Aveva capito. Bhe, certo che aveva capito, lui era quello intelligente e razionale, era per questo che gli avevo lasciato i ruolo di Alfa. Io mi scaldavo troppo facilmente.
-Il vero problema è che questi sono i … emh ... vampiri capo- presi un respiro profondo per cercare meglio le parole – Edward mi ha spiegato che sono loro che dettano legge. Ci ha suggerito di interrompere le nostre ronde, di non trasformarci.
Loro danno la caccia ai licantropi, non sanno che noi siamo diversi. E a quanto pare per loro ogni scusa è buona per attaccare briga.-
-Edward?- sibilò Embry –non è il vampiro di Bella?- domandò squadrandomi come fossi un alieno.
Ah. Avevo commesso una gaffe. –Emh. Sì…? – borbottai incerto.
-Jacob. Perché dovrebbero attaccarci? Basterebbe che Carlisle gli spiegasse cosa siamo realmente no? –
Sam era l’unico a chiamare i Cullen con nomi propri. Per gli altri, il capo di casa Cullen era “il vampiro biondo” o “il dottore”.
-Dopo, verrà per spiegarti meglio ma, a quanto ho capito, crederebbero che ci stiano allevando per scatenare una guerra e prendere il loro posto-
-Cioè credono che noi siamo degli stupidi cani da guardia?- era stato Paul ad urlare. Si era alzato in piedi, e le mani strette a pugno gli tremavano vistosamente.
Con la coda degli occhi, vidi Sam mandare Emily al piano di sopra.
-Paul calmati- disse Sam.
Ma l’agitazione era diventata generale. Leah stava già sbraitando contro i piani di attacchi di Paul, dicendo che Seth non avrebbe partecipato all’attacco.
Jared stava tentando di convincere Embry che non era necessario mettere in mezzo i Cullen.
-Ragazzi!- tuonò Sam alzandosi in piedi.
Le voci scemarono, e tutti, chi più chi con meno astio, osservarono il proprio capobranco.
-Non è il momento di progettare un attacco. Aspettiamo l’arrivo di Carlisle e poi decideremo il da farsi-
-Così diventeremo davvero i loro cani eh?- commentò acido Paul.
-Vorresti cedere alle pressioni del vampiro e non sorvegliare più la riserva?- fu Jared a parlare.
Vidi Sam portarsi le mani alla testa ed iniziare a massaggiarsi la tempia. Ieri sera, aveva anche fatto il turno successivo al mio, doveva aver dormito al massimo tre ore.
-Non ho detto niente del genere. Ma dobbiamo vederci fino in fondo a questa storia, non possiamo prendere e attaccare i Cullen insieme a questi altri vampiri-
Attaccare i Cullen? No.
No. Sam non lo avrebbe mai permesso. Non avrebbe infranto il patto. Non lo avremmo mai fatto. Vero?
-I volturi non hanno dei buoni rapporti con i Cullen. Per questo ci hanno chiesto di essere cauti-
-I volturi?-
-è il nome del clan-
Vidi Sam annuire. Poi il suono di una macchina che frenava bruscamente sul terriccio attirò tutta la mia attenzione.
”Edward” pensai trattenendo un sorriso. -Succhiasangue- mormorò Leah con disgusto.
-Comportati bene- la ammonì Sam.
Andò ad aprire la porta, e vi trovò un Carlisle dall’aria pacata, ma la leggera ruga d’espressione sulla fronte, svelava la sua preoccupazione. Ed un Edward, beh, i suoi occhi stavano esprimendo una vera tempesta interiore, confermata dalla sua espressione tirata.
-Buongiorno Sam. Ragazzi- salutò educatamente il più anziano di casa Cullen –a quanto pare abbiamo un problema- disse serafico.
Io per poco non gli risi isterico in faccia.
Sam gli fece cenno di entrare e Edward storse il naso quando la zaffata di licantropo lo accolse.
Ghignai a quella vista.
Carlisle accettò l’invito di Sam a sedersi sulla poltrona davanti al divano. Edward glissò gentilmente l’offerta e si appoggiò al muro.
Un metro preciso di distanza da me.
Incrociai le braccia al petto e strinsi i pugni, obbligandomi a non fare un passo verso di lui.
Mi voltai però quando sentii il suo sguardo su di me. Cercai di ignorare il brivido di pura lussuria che mi aveva percorso al tocco del suo sguardo e mi concentrai sulle sue labbra. Che si stavano muovendo nel comporre una parola: “Problemi?”
Scossi la testa.
“Nah. Solo un paio di battute sul nostro appuntamento a tre.
In successione, un quasi scontro con Paul perché, come previsto, si è offeso per i cani da guardia”

Lo vidi reprimere un sorriso mentre facevo mente locale e gli mostravo quella mezzora di discussioni.
Ascoltai solo vagamente le chicchere tra Carlisle e Sam. Un po’ perché sapevo l’argomento, un po’, perché ero troppo impegnato ad osservare Edward con la coda dell’occhio.
Nonostante ciò, sussultai quando me lo ritrovai accanto, le nostre spalle quasi a contatto.
-Sam non ha intenzione di seguire i consigli di Carlisle- sussurrò così fievolmente che mi stupii di aver afferrato le sue parole.
“Non puoi chiedergli di fidarsi così ciecamente di voi”
-Tu lo fai-
Lo scrutai inarcando un sopracciglio. “Conosci da te la risposta”
-No. Tu hai comunque a cuore il branco, e gli umani circostanti. E nonostante ciò, ti stai fidando di un mio giudizio. Quella cosa non ti impedisce certo di prendere decisioni per conto tuo.-
Analizzai il suo discorso. Effettivamente non faceva un piega. Ma forse si era lasciato un po’ troppo suggestionare da Bella. Io non ero così buono. Avevo degli interessi nel fare quella scelta.
Mi lanciò un’occhiata incitandomi ad andare avanti. Alzai gli occhi al cielo per quella mancanza di privacy.
Ok, forse ero davvero buono. Solo perché non lo facevo cuocere nel suo brodo.
“Hai detto, che ci sarebbe il rischio di scatenare una guerra.” Annuì. “Non voglio correre il rischio di doverti proteggere in un campo di battaglia”
Il suo volto si contrasse. –Tu non parteciperesti a nessuna guerra-
“Certo Edward come no. Dei vampiri pazzi attaccano Forks e io me ne sto tranquillo al caldo a La Push”
-Abbiamo già deciso. Nel caso avvenga l’irreparabile, ce ne andremo-
“E questo cambierebbe le cose? Non credi che vi verrebbero a cercare?”
-é già deciso. Andremmo noi in Italia- sibilò ancora.
“In Italia?Ma non è lì che stanno questi Volturi?” lui annuì, e io compresi l’orrore di quella rivelazione.
Sarebbero andati in Italia, li avrebbero affrontati in casa per fare in modo che noi non avessimo ripercussioni, e avrebbero perso.
Guardai Edward mentre tentavo di ingoiare quel nodo che mi si era stretto in cima alla gola.
La sua espressione era una maschera di indifferenza. Davvero la morte non gli suscitava alcuna preoccupazione?
Ma i veri brividi, mi arrivarono quando le mie orecchie percepirono il tono risoluto di Sam:
-Mi dispiace Carlisle, ma non lo faremo. Rafforzeremo i turni di guardia attorno alla riserva. Non possiamo rischiare. Soprattutto se questi vampiri sono così pericolosi come dici- Vidi nello sguardo miele dell’anziano vampiro la colpa e l’angoscia per le conseguenze di quelle parole. Carlisle però si limitò ad annuire.
–Capisco-
“No!” pensai “No, non possono farlo!” stavo per gridare tutto in faccia a Sam quando mi sentii tappare la bocca da una mano gelida ma risoluta. Mi voltai verso Edward.
-Parliamo fuori Black. Adesso
“No!” gli urlai nella mente. “Cazzo Edward lasciami! Questa non è la vostra guerra! Non potete affrontarla da soli!”
-Non è neanche la vostra-
-Ehi! Molla subito Jake succhiasangue!- avevamo attirato l’attenzione. Osservai i miei fratelli oltre le spalle di Edward , erano in piedi e molti si erano avvicinati di qualche passo.
-Tutto a posto ragazzi.- dissi quando scrollandomi, Edward lasciò la presa.
-Io e Cullen dobbiamo parlare di una questione. Adesso- dissi imitando il suo stesso tono.
Non attesi una risposta, presi ed uscii a passo di marcia.
Continuai a camminare fino a quando non giungemmo in spiaggia.
-Adesso- dissi voltandomi – spiegami questa cazzata. A chi è venuta in mente?-
-A Carlisle-
-Davvero?-
Annuì. –Io ho fatto solo notare, che i Volturi vi sarebbero venuti a cercare. Noi probabilmente saremmo riusciti a fuggire grazie all’abilità di Alice, ma voi… - Lasciò cadere la frase.
“Ma noi, non avremmo mai lasciato Forks” -E anche la vampira bionda è d’accordo?-
-No ovviamente- disse con un sorriso tirato –Rosalie si è imbestialita. Ma vi andrà Emmett, quindi lei non si tirerà indietro-
Avrei dovuto immaginarmi che quell’energumeno sarebbe stato perfino felice di uno scontro.
-Già, è l’unico che crede di poter vincere-
-Perché voi no?- domandai più per curiosità che per fiducia.
-Per Jasper. Ha detto che non avremmo avuto speranze, probabilmente, non riusciremo neanche ad arrivare ai tre capi dei Volturi. Caius, Aro e Marcus-
-Jasper è il fidanzato di Alice giusto? Parteciperà anche lei?-
-Lui ovviamente si è opposto. Ma lei è sicura di poter anticipare ogni sua tattica con le visioni. Ma Jasper ha già un buon piano per tenerla lontana dallo scontro. Il problema, è che teme che poi la andrebbero a cercare.
Nel caso, preparati, Jasper sarebbe pronto ad utilizzare i buchi che voi create per salvarla-
-Perfetto- dissi.
-Cosa hai in mente Balck?-
-Se non riusciremo ad evitare lo scontro. Verrò con voi in Italia-
-Scordatelo- sibilò immediatamente lui. I suoi occhi si scurirono e il volto si contrasse. –Non te lo permetterò Black, hai solo sedici, infantili, anni. Non credere di poter buttare via la tua vita così facilmente-
-Sono piuttosto resistente Cullen non preoccuparti-
Tentai di scacciare quei terrificanti pensieri di una vita senza Edward. Non riuscivo neanche ad immaginarla. Percepivo solo il dolore ed il vuoto.
-Black non costringermi. Posso diventare mostruosamente crudele quando voglio-
-Non sono Bella Edward, io non mi lascerò abbattere solo perché non mi rivolgerai più la parola o perché smetterai di incontrare il mio sguardo-
-Ho ignorato Bella perché non volevo innamorarmi di lei. Ma tu non sei niente per me Balck. Attento. Potrei procurarti così tanto dolore da non riuscire più neanche a muoverti-
Il mio cuore si fermò a quelle parole. Sentii le orecchie ovattarsi, e gli occhi bruciarmi. Ma non abbassai lo sguardo.
-Tu invece per me sei tutto Cullen. Non ti permetterò di imbarcarti in una missione suicida.- “Non senza di me almeno” finii nella mia mente.
Non mi importava se lui lo avrebbe letto.
Scalciai tutto quel turbinio di sensazioni e mi diressi nuovamente a casa di Sam.
Sorpassai Carlisle sull’uscio che mi guardava comprensivo. Probabilmente aveva sentito tutto.
Non mi interessava, spalancai la porta e fissai i presenti.
-Abbiamo un altro problema. I Cullen hanno istinti suicidi- e lasciai che una nuova problematica gravasse sulle spalle di Sam.

*



-Che cosa gli hai detto?!-
-Dannazione Alice! Ti ho risposto per soddisfare la tua capricciosa curiosità, non per assordarmi-
-Tu!- continuò ad urlare indicandomi con il dito indice. Segno di una dichiarazione di guerra. –Hai anche solo una vaga idea di quanto tu lo abbia ferito?-
-Certo che ce l’ho Alice. Ero lì ricordi? Ah, e guarda un po’ leggo anche nel pensiero-
-A me non sembra così grave- commentò una voce proveniente dal divano.
-Oh stai zitta Rosalie!- esplose nuovamente Alice. In tutti quegli anni, non l’avevo mai sentita urlare così a lungo. Di solito, si limitava ad urlarmi in testa. Ma stavolta era talmente presa, che neanche Jasper sapeva come comportarsi.
-Jasper fa qualcosa la tua fidanzata sta dando di matto- borbottai sedendomi stancamente sul panchetto del pianoforte.
-Jasper, azzardatici e noi abbiamo chiuso- il biondo sospirò e si sedette accanto a Rosalie.
Ma dove era finito il suo orgoglio? Per Stoker era un uomo! Non poteva lasciarsi comandare a bacchetta così! Soprattutto per il suo passato da generale.
-Ha solo sedici anni Edward, e sta affrontando qualcosa più grande di lui, e per di più, tu invece di dargli il tuo sostegno … giri il dito nella piaga?!?-
-Non sono il suo fidanzato Alice. Non gli devo niente-
-Infatti è proprio per questo “niente” che gli hai sputato veleno addosso per farlo desistere o sbaglio?-
Colpito ed affondato.
La vidi ghignare alla mia espressione e mi sbrigai a ricomporre la mia maschera.
-Non dire stupidaggini Alice. Lo faccio solo perché non lo voglio tra i piedi-
-Edward- la voce calma e piena di amore di Esme calò sulla stanza, e persino Alice si calmò un po’ quando la donna mi affiancò.
-Tesoro, tu sai … che per noi non ci sarebbe nessun problema vero?-
Stavo per inarcare un sopracciglio, quando lessi i suoi pensieri.
“Noi, ti ameremmo comunque, e io amerei anche Jacob come un figlio. Ho visto l’impegno che ci hai messo questo pomeriggio per tenere al sicuro i licantropi di La Push. Ma credo che lo hai fatto solo per uno in particolare, giusto?” anche la voce dei suoi pensieri era calda e carezzevole.
Ma io ero troppo impegnato a scuotere la testa ed allontanarmi dalla sua carezza per farci caso.
-No! Ma cosa vi è preso a tutti quanti? Io non sono innamorato di Black!-
-E di Bella? Di lei sei forse innamorato?- vidi con la coda dell’occhio Esme che portava via Jasper e Rosalie.
“Per darvi un po’ più di intimità”. Spiegò scomparendo fuori dalla porta.
-C-cosa c’entra adesso?-
-Sei innamorato di Bella Swan o no Edward?- ribatté Alice.
-Lei...lei mi attira e mi incuriosisce. E poi, è così… fragile-
-Quindi stai con lei solo perché hai il complesso dell’eroe?-
Come? –No!- dissi oltraggiato.
-Allora per cosa? Lei ti incuriosisce certo, perché non riesci a leggerle in testa. Ma anche Jake te lo impedisce no? Lui ti sfida-
-Non è la stessa cosa. E poi ultimamente sta diventando molto più aperto. Non si chiude più come prima-
-Bhe perché lui riesce a lasciarsi andare, non come qualcun altro-
-Io non devo lasciarmi andare da nessuna parte! Alice perché non vuoi capire che a me Jacob non interessa?-
-Perché non gli stai dando neanche una possibilità! Ti sei fissato su questo tuo “No” e non ti schiodi!-
-Dannazione io sono etero- sospirai sedendomi sul divano, lei mi si sedette davanti.
-E quindi? Sei così chiuso mentalmente? Potresti provare no?-
-Stai scherzando spero..- dissi squadrandola. Purtroppo era fin troppo convinta.
-Alice, allora per amore di prova perché non baci Rosalie?-
-Ma io ho già Jasper è diverso- disse lei scuotendo la mano.
Inarcai il sopracciglio.-E io ho Bella-
-Ma tu non ne sei innamorato. E poi, lei tra massimo novant’anni sarà morta. Sempre che tu non la voglia trasformare-
-Mai- sibilai a denti stretti.
-Vogliamo vederla ancora più realisticamente? Mettiamo che riuscirai a controllarti e non le berrai mai il sangue. Massimo cinque anni, e lei si sentirà già troppo vecchia per te. Avrà già le crisi di mezza età a diciannove anni perché il suo fidanzato-vampiro è stazionato a diciassettenne-
Abbassai lo sguardo. Le sapevo. Le sapevo tutte quelle cose dannazione!
Mi presi la testa tra le mani e passai le dita tra i capelli rassegnato.
-Edward- mormorò dolcemente Alice – cerca di capirmi, io voglio solo che tu ti innamori di qualcuno che ti possa stare accanto per sempre-
-No- dissi rialzando la testa e facendole un sorriso sghembo – Tu vuoi proprio che io mi innamori di Jake-
-Tuché- disse facendomi un sorrisino. Poi non riuscendo a trattenersi lasciò correre a briglia sciolta i suoi pensieri.
“è che sareste così carini Edward! E poi lui ti guarda sempre con quello sguardo da cucciolo bisognoso di coccole! Io non so come fai a trattenerti dall’andare lì ed abbracciarlo. Bhe ma se tu preferiresti fargli qualcos’altro ti capisco...” disse immaginando volutamente, la perfida, Jacob che mi baciava dolcemente.
Vedevo nella sua immaginazione un me titubante, e un Jake piuttosto scaltro, ma con una luce piena d’amore negli occhi mentre mi guardava; si avvicinava a me e poggiava la mano sulla mia mascella.
Potevo percepire quel fuoco divampare sul mio volto a quel tocco. Un tocco che avrebbe rischiato di portarmi all’ustione se non fossi stato certo dell’impossibilità della cosa.
Il suo sguardo temporeggiava, osservando prima i miei occhi poi le mie labbra, come a darmi tutto il tempo di cui avevo bisogno, anche quello per cambiare idea.
Ma io rimasi immobile fino alla fine, fino a quando le sue labbra non si posarono dolcemente sulle mie plasmandosi. Ed erano così calde e piene.
Quasi percepii il lieve inclinarsi della sua mascella per trovare la posizione ideale, mi vidi aprire le labbra in un cauto invito, esigente di conoscere il suo sapore …
La visione si interruppe, e io rimasi lì, fermo come un allocco a sbattere le palpebre confuso.
-Se vuoi sapere il resto credo ti convenga una prova pratica!- disse con un ghigno la vampira.
Io la guardai spalancando gli occhi.
-Oh non osare fare quella faccia adesso- disse ridacchiando –mi sembrava che la cosa ti piacesse- butto lì con finta casualità –che ti avesse...preso-
-Non dire stupidaggini Alice- dissi alzandomi e dirigendomi verso l’uscita.
Mi accolse la notte, dovevano essere le undici di sera, ma non mi interessava.
Dovevo risolvere quella questione una volta per tutte.
E Jacob Black sarebbe stato costretto ad ascoltarmi.

*



-Cosa vorrebbe dire “non faremo niente”?-
-La cosa non ci riguarda Jake, è una loro scelta-
-Una loro scelta? Ma...-
-Jake- disse Sam interrompendomi –io conosco il tuo senso della lealtà, e so quanto sei buono però, la questione non ci riguarda. Se i Cullen si suicidano, sono affari loro-
-Ma si suiciderebbero per noi e...-
-Nessuno glielo ha chiesto- irruppe Paul –Quindi,non venirci a chiedere di averli sulla coscienza-
Abbassai la testa sconsolato. Come potevano dire questo? Davvero a loro non … interessava se morivano per loro?
-Sarebbero dovuti morire tanti anni fa comunque- disse Quil.
Forse, per risollevarmi il morale, ma ottenne solo l’effetto opposto. Strinsi i pugni e mi feci forza. Non importava cosa avevano deciso.
Perché se loro avevano scelto, lo avevo fatto anche io. Ed avevo scelto i Cullen.
-Bene, decidiamo le coppie per i turni di stanotte-
-Io e Jacob copriremo le prime due ore- intervenne subito Leah. Alzai lo sguardo su di lei, ma non guardava me, i suoi occhi erano su Sam.
-Ma Jacob ha già fatto troppi turni sarà stanchissimo-
-è colpa sua se si stanca così tanto, basterebbe che si decidesse a trasformarsi.-
-Leah- disse Sam con voce pacata –anche se si fosse trasformato, sarebbero comunque molte ore in più rispetto a noi-
-Non importa- intervenni –Mi sta bene. Leah, andiamo?- dissi voltandomi verso la porta, lei annuì e mi precedette.
-Bhe ci vediamo- dissi alzando una mano.
-Auguri Jake!- mi urlarono Quil ed Embry scherzosi, ma non troppo.
-Dimmi- dissi a Leah una volta che ci fummo inoltrati nel bosco.
Lei non ripose, aveva le mani strette a pugno e camminava rigida. Non che la faccia fosse molto più rilassata.
Affondai le mani nelle tasche e tirai un calcio ad un sassolino sul mio cammino.
-Ti prego Jacob- disse con voce gelida -dimmi che non è con Cullen che hai avuto l’imprinting-
Mi bloccai sul posto. Paralizzato. La guardai disarmato. Come … come faceva a saperlo?
Come lo aveva intuito?
-Cosa? Stai scherzando vero Leah!?- dissi tentando di far sembrare la mia voce disgustata. Non riuscii neanche a farla uscire ferma.
-La tua pausa è stata fin troppo lunga per risultare credibile- annunciò lei continuando a camminare. La seguii.
-Hai avuto l’imprinting-
Annuii.
-Con un vampiro-
Non potevo certo negare la realtà. Annuii di nuovo sospirando.
-Con un Cullen- La sua voce era talmente fredda che mi stupii non fosse calato l’inverno.
-Leah- tentai, ma lei mi interruppe subito:
-COME HAI POTUTO?!- urlò nel silenzio della foresta.
-Non è che posso controllarlo io..-
-Speravo di sbagliarmi. Dio che schifo Jake! Oltre al fatto che è un uomo, ma..un vampiro! Cullen per di più! Che è lo stesso vampiro della quale Bella è innamorata! Bella! La ragazza che tu amavi!-
-Leah lascia che ti spieghi..- tentai quasi in preda al panico. La sorella di Seth fremeva di rabbia, e riusciva a stento ad impedire la trasformazione.
-Cosa? Cosa vuoi spiegarmi eh? Lo hai detto tu no? Non si può controllare. Per te il branco non conta niente non è vero?!-
-Questo non è vero Leah!- ringhiai tra i denti.
-Ah no? E allora perché volevi che seguissimo i consigli dei Cullen? Perché volevi che, in caso di guerra, li aiutassimo?!-
-Perché è giusto-
-Oh ma certo! Giusto! Tu sei il nuovo condottiero mascherato! Solo giustizia e dirittezza per te non è vero?
Ma non prendermi per il culo Jake! Sai bene quanto me che se tu non avessi avuto l’imprinting te ne saresti sbattuto della morte dei Cullen! Anzi forse avresti ballato sulla loro tomba!-
Scossi la testa, continuando a guardare ostinatamente a terra.
-No. No non è vero io..-
-Tu avresti fatto esattamente ciò che ho detto. Non ripararti dietro le tue illusioni Jake-
-Leah, cerca di capire..-
-Capire? Capire cosa?!- si zittì per un attimo, poi, con il respiro rumoroso continuò:
-Sai che c’è Jake? Che alla fine mi divertirò- alzai lo sguardo su di lei –Sì, perché io sono quella che sicuramente la prenderà meglio dopo Sam. Pensa a come la prenderanno Quil ed Embry, quando capiranno che li avresti fatti uccidere per la salvezza del tuo prezioso succhiasangue.-
No. No. No! Non era vero! Io non volevo…
-Oh meglio, pensa a come reagiranno Jared o Paul. Voglio proprio vedere. Ti attaccheranno lo sai? Paul non riuscirà mai ad avere il controllo necessario. E sarà così infuriato, da dimenticare la faccenda della fratellanza. O magari se lo ricorderà anche, ma tanto li hai traditi per prima tu no?-
E io restavo lì, immobile, troppo concentrato ad impedire alle mie ginocchia di crollare per pensare a cosa ribattere.
Che poi, non avevo un bel niente da ribattere. Leah aveva ragione.
-E dimmi Jake. Lo hai detto a Billy? Scommetto di no. Chissà come la prenderà, prima ha perso sua moglie fisicamente e poi, viene tradito dal suo stesso sangue. Proprio lui, che ti aveva chiesto di tenere Bella lontana dai Cullen solo perché era la figlia del suo migliore amico. Come farà a reggere al colpo?-
-Smettila- dissi fissando il terreno. Basta. Non ne potevo più. –Ho capito dove vuoi arrivare-
-No- continuò lei – Non hai capito. Continuerò fino a quando non sarà necessario. Fino a quando non tornerai in te. Fino a quando non tornerai ad odiare i vampiri, come è giusto che sia-
Alzai lo sguardo su di lei, ma non volli incontrare i suoi occhi, così mi concentrai sui rami degli alberi.
-Quindi è per questo. Tu vuoi farmi odiare i Cullen. E lo fai perché non vuoi essere la sola a provare un odio così profondo e corrosivo, non è vero Leah?
Vuoi che tutti lo sappiano, così che vedano che si può essere più meschini di come sei tu nell’odiare Sam.
Bhe complimenti. Io mi faccio schifo, ma da molto prima di questa discussione.
Otterrai anche l’odio nei miei confronti da parte dei miei fratelli non appena ti trasformerai.
Ma sappi, che io non odierò mai Edward. Su questo, non vincerai-
-Ma non capisci Jake? È colpa sua! È colpa di tutti loro se noi siamo diventati dei mezzi lupi! Ed è colpa loro se tu non avrai mai Bella!-
-Come noi Leah, loro non hanno avuto scelta-
-Quindi è così che ti sei ridotto Jake, a fare il cane dei vampiri. Complimenti. Mi fai schifo.- fece per andarsene quando si voltò e da dietro la spalla aggiunse:
-Credo di parlare a nome del branco Black, quando dico, che non sei più il benvenuto a La Push.-
Udii i suoi vestiti strapparsi durante la trasformazione, ma non vi badai ero troppo impegnato a vedere il terreno che si avvicinava.
Non sei più il benvenuto a La Push. Ci hai traditi. Mi fai schifo.
E finalmente le mie gambe non tremarono più. Perché crollai, in ginocchio.

*



Feci appena in tempo ad’afferrarlo, prima che anche il busto crollasse a terra senza forze. Lo sostenni per le spalle, la sua pelle calda contro la mia gelida.
Alzò la testa, lentamente, e mi guardò negli occhi. Le sue iridi tremavano. Il petrolio dei suoi occhi non era mai apparso così vulnerabile. Aveva lo sguardo appannato, ma nonostante tutto, vi leggevi dentro le emozioni del licantropo.
Orrore, dolore, rabbia, angoscia, tristezza. Ed una fiamma di bellezza, che sapevo essersi accesa, quando le mie braccia avevano sostenuto il suo corpo in caduta.
-Edward- mormorò flebile. La sua voce era rotta ed appena sussurrata. –è così non è vero?- Continuò osservandosi le mani. –Sono un mostro-
-No Jake non è vero- tentai abbassando la testa per incontrare il suo sguardo. Ma mi sfuggiva.
-Sì che lo è- continuò lasciando che la sua testa crollasse sulla mia spalla. Percepivo il suo respiro caldo nell’incavo del mio collo, che mi spediva dei brividi dritti nella spina dorsale.
-Tu non sei un mostro- continuai passando incerto le braccia dietro la sua schiena, le sue mani afferrarono la mia maglietta come un ancora di salvezza.
Aprii la bocca per aggiungere qualcos’altro. Ma un ululato irruppe nella quiete del bosco.
-è Leah- sussurrò Jacob – è un ululato d’allarme. Dice solo di raggiungerla, ma loro saranno veloci sai Edward? Perché spetterebbe a me ululare, perché sono di grado più alto. Una specie di Beta sai..-
-Jacob dobbiamo andarcene- dissi aiutandolo a tirarsi su.
-O forse verranno con calma, perché è stato Leah a lanciarlo- riprese inutilmente con quella voce spenta.
-Non mi sembra il caso di star qui a tergiversare Black!- dissi strattonandolo e obbligandolo quantomeno a camminare. –Jake, dobbiamo superare il confine-
Lui annuì, lo vidi posarsi una mano sul ginocchio e darsi la spinta. Partì a corsa con me di fianco.
Andavamo ad un andatura relativamente lenta per un vampiro, ma indiscutibilmente troppo veloce per un essere umano.
Sentivo altri ululati unirsi a quello di Leah.
-Embry e Jared sono arrivati. Il prossimo dovrebbe essere Sam, è il più vicino-
Annuii. Lui si voltò verso di me, lo sguardo ancora triste. Troppo triste per appartenere al Jacob che conoscevo.
-Riesci a sentirli?-
Scossi la testa. –No, non ho mai fatto particolare attenzione a nessuno di loro, se tornassi indietro probabilmente sentirei Sam-
-Non importa- “So già cosa penseranno”.
Sospirai. Una volta superato il confine continuai a correre a quella strana andatura, Jacob mi guardò enigmatico, ma mi seguì.
“Edward dove stiamo andando?”
-In un posto che conosco. Mi piace starci quando voglio stare da solo-
“Oh giusto tu devi fare il vampiro pieno di fascino e mistero”
-Perché non è forse così?- chiesi scherzando, per alleviare la tensione nel suo viso. Vi riuscii solo in parte, perché Jake mi rispose con un sorriso che però, non raggiunse mai gli occhi.
Dopo pochi minuti, arrivammo in uno spiazzo, la luna lo illuminava parzialmente, ma quando sarebbe stata alta nel cielo, sarebbe apparso come un luogo fatato.
-Umh. Il posto adatto a te non c’è dubbio.-
Vidi nei suoi pensieri dei ritagli di immaginazione partoriti in quel momento. Io con gli occhi chiusi nascosto dalle fronde degli alberi, io con la schiena poggiata ad una roccia che leggevo, io che osservavo le stelle sotto una nottata simile a questa.
Mi sedetti in mezzo alla radura e piegai la testa all’insù, mentre mi trattenevo le ginocchia con il braccio destro, e lasciavo il sinistro a vagare sull’erba.
Percepii il timore dei suoi pensieri, ma quando mi voltai per incitarlo ad avvicinarsi lui scrollò le spalle e si sedette di fianco a me, a circa un metro di distanza.
Lo osservai portarsi le ginocchia al petto e dondolarsi un po’. Mentre il suo sguardo vagava cieco in quella radura, e i suoi pensieri sfrecciavano veloci.
Altri ululati si unirono a quelli precedenti e, man mano che i secondi passavano, si facevano sempre più tristi e arrabbiati.
Vidi Jacob mettere la testa tra le ginocchia e tremare leggermente. Eppure sapevo che quelli, non erano certo fremiti di rabbia.
-Jake- tentai allungando il braccio ed avvicinandomi di qualche centimetro. –Non ascoltarli. Non è vero quel che ti ha detto Leah. Tu ami i tuoi fratelli, non è vero che gli avresti mandati a combattere per egoismo. Ti ricordi? Ti sei proposto per venire con noi, in Italia. Avvolto dalla puzza dei vampiri ma, da solo.
Non avresti chiesto a nessuno di loro di seguirti-
-Non l’ho fatto perchè Sam avrebbe impedito anche a me di partire-
-Non è vero-
-Ma cosa ne sai tu eh? Tu ti limiti a frugarmi in testa e a leggermi nel pensiero dannazione!-
-è per questo che so di cosa sto parlando- mormorai piano avvicinandomi un altro po’. Lui ancora non mi guarda, ben deciso a lasciare testa tra le ginocchia, dondolandosi piano.
-Sono un mostro Edward-
“Benvenuto nel mio mondo” pensai sospirando.
-So cosa stai pensando-
Alzai la testa di scatto, quasi bruciato, perché era quello l’effetto che avevo provato quando il suo fiato si era perso nei miei capelli.
Jacob si era sporso, adesso era a quattro zampe , con una mano a mezz’aria, incerto se toccarmi o meno.
-Tu-Tu non sei un mostro-
-Guarda che lo hai sempre pensato anche tu-
Scrollò le spalle.- Ma io pensavo tante cose prima di incontrarti-
“Prima di avere l’imprinting” lo corressi nella mia testa.
–Bhe se può consolarti la tua testolina continua ad arrovellarsi anche ora- borbottai abbassando lo sguardo su un filo d’erba.
Lo sentii ridere, e potei immaginare il suo diaframma che si muoveva veloce a quel suono.
-Edward, forse posso ripararmi dietro la scusa che l’imprinting mi ha fatto fare di te il centro del mio mondo. Ma sono io che ho scelto in che modo amarti. Perché sei riuscito a farmi innamorare di te. Mi hai fatto capire, che tu non sei un mostro come dice sempre Leah. Che non è colpa vostra se non avremo mai una vita normale.
Perché io ti ho osservato in queste due settimane Edward. Tu ti sei innamorato di una ragazza umana, e io so che lei ti si butterebbe tra le tue braccia in questo momento.
Eppure continui a lasciarla un passo lontana da te, per fare in modo che possa sempre fuggire.
Ti offri di morire in un modo atroce per salvare un branco di lupi che non ti hanno mai dato, e mai ti daranno niente.
Ti costringi ad andare contro la tua natura, e a nutrirti solo di animali. Eppure tutti noi sappiamo che non è abbastanza, ma tu continui ad andare avanti.- la sua mano si era posata sull’incavo del mio collo e stava tracciando un percorso lento e silenzioso fino alla mia mascella.
-Ti farei notare che lo fa anche tutta la mia famiglia-
Lui sorrise. –Ma io non ho avuto l’imprinting con tutta la tua famiglia-
“Fortunatamente” pensammo insieme. Lui divertito ed io lievemente scocciato alla realizzazione del mio stesso pensiero.
Quel lampo di allegria però, sostò troppo poco sul volto di Jacob, che si ritirò in fretta quando centinaia di ululati riempirono la notte.
E nonostante non fossi un lupo, non avevo bisogno di leggere la mente di Jacob per percepire tutto il dolore e la rabbia che stavano esprimendo.
Il giovane lupo di fianco a me tremò, mentre si portava le gambe al petto, in una posizione fetale che non gli stava dando alcun conforto mentre i suoi compagni urlavano il suo “tradimento” alla luna.
-Non devi dargli retta- dissi inerme alla vista del ragazzo di fianco a me che si uccideva interiormente, accogliendo ogni accusa, buttando sale su ogni sua ferita …
Allungai una mano, incerto, mentre lentamente le mie dita affondavano nella chioma dei suoi capelli color pece. Jake smise lentamente di tremare, lo sentivo rilassarsi al mio tocco, come fosse una risposta inconscia del suo copro.
Ogni singola cellula del suo corpo, stava bramando il mio tocco, come se io avessi un totale controllo su quel giovane, più di quanto ne avessi su me stesso.
Ma nonostante quella mia leggera carezza, i pensieri di Jacob continuavano a fiorire, ognuno come una piccola stilla di veleno, si conficcava nel suo cuore, e quel suo muscolo vitale, potevo sentirlo piangere.
Chiusi per una manciata di secondi gli occhi, prendendo finalmente una decisione.
Mi sporsi verso di lui, avvolgendo la mia mano attorno al suo polso, e tirandomelo contro, in modo che il suo volto potesse affondare nel mio petto, e le mie braccia circondare la sua figura, così da rendere solo un suono lontano ed ovattato, quegli ululati così spietati.
-Andrà tutto bene Jake- gli sussurrai all’orecchio, incapace di trovare parole più adatte di quella semplice frase scontata e oramai consumata.
Ma il giovane lican sembrò capire lo stesso, ed io non potei fare a meno di rilassarmi quando Jacob rispose a quell’abbraccio, avvolgendo le sue calde braccia, attorno alle mie spalle marmoree.





Emh...Salve!
*Si ripara dietro il muro più vicino* >.<
Stavo rileggendo le FF sul pc...e avevo ripreso ad andare avanti con la Jacob x Edward, quando facendo un salto su EFP...ho notato che non avevo mai aggiunto questo capitolo che era pronto invece da mesi >.<

Spero che nessuno di voi prenda troppo a cuore il litigio tra Alice ed Edward, dove prendo un po' in diro la Meyer per la crisi di Bella a soli 19 anni e la fissa di Edward di essere sempre il vero ed unico "cattivo" x°D
Detto questo... Beh mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate ^^
Perchè ad essere sinceri la fine non mi ispira poi molto ._.


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Capitolo 7
*** Il senso di ogni giorno ***


Il senso di ogni giorno



« Scusami, ma la voglia di sentirti era incontrollabile
dirti tutto in quel momento era impossibile. Era inutile
Scusami, se ho preferito scriverlo, che dirtelo, ma non è facile dirti che
sei diventata il senso di ogni mio giorno, momento, perché...perché sei fragile
Scusami, se io non sto facendo altro che confonderti,
ma vorrei far di tutto per non perderti, voglio viverti
Parlami, ma ti prego di qualcosa oppure stringimi
ho paura del silenzio e dei tuoi brividi, e dei miei limiti
»
- Quello che non ti ho detto (Scusami) ; Modà


-Vuoi sapere cosa penso che tu dovresti fare?- mormorò una voce suadente proveniente a pochi centimetri dal mio viso.
Perchè in quella casa ovviamente gli spazi personali non erano altro se non un'optional
-No- dichiarai senza esitazione scoccando uno sguardo ad Alice davanti a me che mi stava osservando fare colazione con un recipiente da insalata che stavo utilizzando come tazza.
O meglio, che la mamma-vampiro mi aveva consegnato come tazza.
Da quando mi ero praticamente “trasferito” da loro, lei, Esme, mi accudiva quasi fossi un altro dei suoi figli adottivi. Ed ogni volta che mi scusavo per i soldi che gli facevo spendere, dicendo che potevo sempre cacciare sotto forma di lupo, lei negava dicendo che grazie a me, il cibo che comprava non stava lì solo per “finzione” e che si divertiva molto ad imparare nuove ricette culinarie.
-Credo che tu dovresti farti desiderare- disse sporgendosi sul tavolo mentre io alzavo gli occhi al cielo.
-Non avevo forse chiarito, di non desiderare la tua opinione?- commentai sarcastico senza badare all’altezza del tono. Erano tutti usciti, a caccia, solo Alice era rimasta per ”tenermi compagnia” aveva detto, ma mi sembrava che fosse rimasta più per un proprio tornaconto che per me.
-No davvero Jay Jay…-
-Non ti avevo forse anche detto che non puoi chiamarmi “Jay Jay”? è orrendo!- la supplicai per un attimo con lo sguardo, tornando alla mia scodella di cereali.
-Ma Edward adesso ti chiama Jake! Ed anche  Esme! Per non parlare di Emmett … - brontolò mentre gli lanciavo un’occhiata che significava: “E allora?”
– E allora io non ho più un soprannome tutto mio per te-
-Mi chiamano Jake da quando sono nato- gli feci notare, passandomi la lingua tra le labbra, per eliminare le tracce di latte.
-Sì ma io ero l’unica di Forks … Poi ha iniziato Bella, ma almeno ero ancora l’unica vampira- mormorò tracciando dei cerchi con l’indice sul tavolo. Ridacchiai a quella vista, mentre contavo i secondi:
Uno. Due. Tre. Quattr-” –Comunque!- esclamò ritrovando improvvisamente tutto l’entusiasmo.
-Ascoltami è un piano g-e-n-i-a-l-e! Certo, forse un po’ vecchio stampo ma lo è anche Edward no?!- domandò retorica con un sorriso saccente.
-E questo piano geniale sarebbe … ignorarlo- ripetei osservando il latte che si apriva al passaggio del cucchiaio.
-Esattamente! Tu lo ignori, passi il tuo tempo con me, Emmett, Esme, Carlisle, Jasper….ed ignori completamente Edward! Scommettiamo che nemmeno un giorno e ti viene a cercare lui?- ribadì gongolante.
Sospirai per un attimo, mentre finivo la mia colazione, incrociando lo sguardo di Alice:
-Dici?- chiesi mentre il suo sguardo si addolciva, passandomi un braccio gelato attorno alle spalle ed annuendo.
Alice era l’unica dei vampiri che mi toccava con tutta quella familiarità, come se io non sentissi il gelo, come se lei non sentisse il fuoco.
Eravamo due semplici amici, forse, io troppo scostante e lei troppo esuberante.
Edward invece, non mi aveva più toccato dal giorno nella pianura:

-Emh…Meglio?- mi chiese dopo qualche minuto, quando finalmente gli ululati erano cessati.
Rimasi ancora per qualche secondo con la testa infossata nell’incavo del suo collo. Il suo corpo era freddo, e il suo tocco non faceva altro che mandarmi brividi lungo la spina dorsale, eppure, non accennavo ad allentare la mia presa sulle sue spalle.
Quell’odio che avevo sentito proferire dai miei compagni, quella violenza che continuava ad echeggiare nelle mie orecchie… Temevo che non sarebbero mai sparite, che avrei continuato a sentirne il peso per sempre, come adesso, sentivo la loro rabbia anche se la notte, era tornata silenziosa.
Sentii Edward muoversi nella mia presa, come se volesse allontanarsi, ed io istintivamente, mi strinsi di più a lui.
–Non andartene- mormorai sentendo la mia voce soffocarsi sul suo petto –Ti prego lasciami restare così … ancora un po’- supplicai con voce strozzata, spremendo fino all’ultima goccia il mio autocontrollo, per non lasciar fuoriuscire ulteriori frasi. Le sue braccia si riavvicinarono lentamente verso la mia schiena, e sentii una sua mano salire, fino alla mia nuca, carezzando piano i capelli che si stavano allungando troppo.
-Vieni a casa con me Jacob, lasciati aiutare- bisbigliò al mio orecchio, scossi la testa, mentre sentivo Edward alzarsi lentamente, portandomi con se, continuando a cullarmi in quell’abbraccio
–Andrà bene vedrai… Vieni a casa-


-Oh Jake sono tornati!- la voce di Alice mi riportò alla realtà, mentre un Emmett sorridente, mi raggiungeva in cucina, proponendomi l’ennesima sfida.


 
-Cane!- tuonò una voce oramai familiare nel salotto dove stavo spiegando con delle pedine degli scacchi, le strategie dei licantropi a Jasper.
Era strano parlare con lui, persino inquietante in alcuni momenti.
Ero certo, che fosse il miglior combattente della famiglia e mi domandavo se in uno scontro vero, Edward sarebbe riuscito a tenergli testa, anche con il suo dono extra.
-Cosa c’è folletto?- domandai atono senza rivolgergli una vera attenzione.
-Perché mi fai questo Jake?- domandò con voce petulante avvicinandosi a me e al suo compagno, con un passo di danza che sarebbe dovuto apparire sostenuto come la marcia di un soldato.
-Alice dubito che Jacob sappia di cosa stai parlando- venne in mio soccorso Jasper  con un’aria divertita.
Solo Alice riusciva a strappargli quell’espressione. Riuscivo a vederlo, in lui più di altri, quanto fosse profondo l’amore che provava verso la vampira e tutte le sue bizzarie.
Perché l’amore verso Rosalie di Emmett, si comprendeva dai suoi sguardi di fuoco e dal tocco possessivo della sua mano quando ritornavamo sull’argomento “volturi”.
Carlisle invece, riusciva ad amare tutti, me compreso ne ero certo. Era come se lui e la sua compagna, fossero una coppia fatta d’amore, con così tanta abbondanza, da volerlo elargire anche a coloro che gli erano attorno.
Ma Jasper no, lui guardava Alice come se non potesse vedere nient’altro, come se il sole, paragonato al viso della sua compagna, fosse un’umile torcia, che non poteva neppure sperare di attirare la sua attenzione.
Era protettivo verso di lei, perché nonostante fosse un vampiro Alice appariva così piccola e fragile, ma non come Bella mi aveva raccontato di Edward:
A volte, mi guarda come se avesse paura di rompermi solo con la carezza di uno sguardo- mi aveva detto una volta.
Tutt'altro, perchè il biondo era consapevole che Alice era una vampira, e per niente friabile, anzi, persino combattiva.  Per questo la rispettava, come ero certo che un uomo ed una donna umani, non sarebbereo mai riusciti a fare.
-Ma Jaze! Era il mio turno volevo andare a caccia con Edward! Invece lo vedo! Domani avrà ancora gli stessi occhi neri e indovina? Se penso a lui stasera non vedo niente!- si lamentò sbuffando, facendo ridacchiare il suo compagno.
In compenso io dubitavo fortemente che Edward avrebbe passato la sua serata con me.
-Magari  vorrà solo passare dalle parti di La Push- ipotizzai alzando le spalle –Magari ci andrà Bella e lui ancora non lo sa- aggiunsi meditabondo spostando la regina (che rappresentava Sam dinanzi all’intero branco)
-Quindi tu hai lasciato volontariamente  il posto di Alpha a Sam, nonostante fosse tuo per diritto di nascita- continuò grave Jasper  riportando la sua attenzione su me e la scacchiera, mentre invitava Alice a sederglisi su una gamba, e la sua mano tracciava la schiena di quel piccolo vampiro come fosse una lenta e regolare carezza, intenta a rilassarla.
Ed effettivamente sembrava funzionare, avrei giurato che a breve la moretta avrebbe iniziato a fare le fusa.
-Non ho alcun interesse all’essere io il capo. E adesso posso ritenermi ancor più soddisfatto della mia scelta. Per come ha reagito il branco se…se io fossi stato l’Alpha…- mormorai corrucciando le sopracciglia. Consapevole, che hai due vampiri dinanzi a me, non occorreva la dote di Edward per leggermi nel pensiero in quel momento.
Percepii le mie emozioni cambiare, fin quando mi risultarono talmente da forti, da chiedermi perché dovessi  sentirmi in colpa quando invece stavo così…bene.
-Le tue manipolazioni mi faranno diventare pazzo Jasper- sbuffai ironico socchiudendo per un attimo gli occhi.
-Io l’ho scoperto anni fa che il suo utilizzo prolungato causava dipendenza- sussurrò dolcemente Alice, carezzando la guancia del suo compagno con il dorso della mano.
Mi lasciai cadere all’indietro, rischiando di rotolare sul pavimento.
Avere dei vampiri che si preoccupavamo per me, era decisamente contro natura.
-Non ho alcuna voglia di vedervi amoreggiare, perciò mi ritiro- dissi alzandomi e dirigendomi verso la porta, chiedendomi quanto ci avrebbero messo Rosalie ed  Emmett a tornare dalla caccia, magari avrei potuto proporre al vampiro l’ennesima sfida, giusto per non morire di noia.


*
Tre Giorni.
Erano passati tre lunghissimi giorni da quella sera.
Da allora, Jake viveva da noi, non si lamentava mai, non faceva commenti sgradevoli , beh tranne con Rosalie ma aveva tutta la mia comprensione, e, al contrario di ciò che mi ero aspettato inizialmente:
Non passava con me le sue giornate.
Tutt’altro. A confronto, Carlisle che stava fuori fino alla sera tardi per i turni in ospedale, lo vedeva il doppio.
Jake mi parlava solo se interrogato, e a dispetto ciò che avevo detto ad Alice pochi giorni prima, aveva ripreso a nascondermi i suoi pensieri. E dovevo ammetterlo odiavo quella situazione.
A scuola non avevo quasi degnato Bella di un discorso completo, solo qualche parola di cortesia, l’unica cosa che volevo fare, era tornare a casa, per vedere se quel dannato cane, stavolta si sarebbe degnato di aprire bocca ma niente.
Passava un sacco di tempo solo con Alice.
Avevo anche provato a chiedere a Jasper perché non ne fosse geloso, ma il mio adorato fratello…mi aveva praticamente riso in faccia. Certo, lo aveva fatto nel modo tremendamente controllato, tipico di Jasper, ma lo aveva fatto.
Effettivamente, Jacob passava molto del suo tempo anche con Jasper, quest’ultimo adorava lo stile di “caccia” dei lican, per quanto rozzo, e si faceva spiegare tutto.
Emmett invece ne richiedeva sempre un atto pratico.
Nonostante Jake non si trasformasse, e quindi partisse notevolmente svantaggiato, accettava sempre la sfida del  vampiro.
La prima volta che aveva battuto era stato impagabile …
Nascosi un sorriso con un gesto della mano, ricordando l’espressione furiosa di Emmett,  mentre attiravo l’attenzione dei miei fratelli attorno il tavolo della mensa.
Cos’ha fatto l’umana stavolta?” sbuffò Rosalie esprimendo in una domanda diretta al sottoscritto, un pensiero comune. Certamente nel suo era l’unico nella quale potesse trovarsi  l’odio.
Emmett era disinteressato, ancora ad escogitare una nuova tattica da proporre a Jacob una volta a casa, Jasper stava ripassando mentalmente tutte le informazioni ottenute dal lican. L’idiota gli aveva detto che in caso, sarebbe venuto con noi in Italia …
Alice, anche lei pensava al licantropo, e allo shopping. I suoi pensieri erano piene di domande tipo “Cosa gli starebbe meglio?” mentre ripassava varie riviste di moda.
Questo non lo racconterò a Jake oggi” pensò tristemente guardandomi come se fossi io il colpevole.
-Si può sapere perché nessuno di voi sa fare altro, che non sia pensare a quel cane?- domandai irritato prima che Alice scattasse, rimproverandomi per la terminologia.
-Oh suvvia Edward,Jacob non ci chiama più succhia sangue perché tu devi continuare ad offenderlo?- domandò pacato Jasper con, ne ero certo, una lieve ironia di sottofondo.
Lo odiavo, davvero lo odiavo quando faceva il superiore. Soprattutto, quando aveva ragione.
-A me mi ci chiama ancora- obbiettò Rosalie ricevendo un sospiro dal suo ragazzo, mentre io annuivo distrattamente.
Stavo regredendo mentalmente, non ero mai stato così infantile, da gioire per una dichiarazione di Rosalie.


-Jake!- urlò Alice saltando tra le braccia del licantropo che storceva il naso per la folata di odore.
–Ti sono mancata vero? La mattinata senza di me è stata tremendamente noiosa lo so!- esclamò scompigliandogli i capelli mentre Jake, si limitava ad un’espressione esasperata.
-Quando credi che inizierà a smetterla Jasper?- domandò il lican guardando il compagno del folletto che era ancora ancorato alle sue braccia.
Notai che quella era la prima volta che lo chiamava per nome, lentamente, avevo iniziato a non essere più l’unico vampiro con tale favoritismo.
Strinsi inconsciamente entrambe le mani a pugno nelle tasche a quella realizzazione.
-Non ne ho idea ma, Jake vorresti venire con me?- chiese il vampiro biondo indicando il folto del bosco. Mi stava oscurando i suoi pensieri lo sentivo, ogni volta che mi concentravo su di lui, qualche emozione mi colpiva differente, facendomi distrarre.
Sapevo solo, che gli avrebbe parlato da solo poiché Jasper aveva esplicitamente pensato, ad uno sprazzo di bosco, qualche miglio più in là.
Edward” lo sentii gridare nel pensiero.
Decisamente non era esperto come sua sorella in quel tipo di conversazioni: “Seguici
Mi voltai verso di lui, incrociando solo la schiena , osservandolo disorientato, mentre spariva nel folto del bosco assieme a Jake.
Aspettai qualche minuto, prima di partire al loro inseguimento, rimanendo sufficientemente distante, per non essere fiutato dal licantropo mentre  mi arrampicavo su un albero, sfruttando la mia vista, e udito, per carpire la loro conversazione.
-Mi dispiace Jasper- mormorò Jacob abbassando il capo affranto, come se con lui, potesse mostrare il suo “vero” aspetto.
-Non devi scusarti Jacob, lo so che è stata un’idea di Alice ma, stai iniziando a sopraffare anche me e…- vidi il vampiro posare una mano sulla spalla di Jacob, mentre lui manteneva il suo sguardo basso ed annuiva.
Che cosa stava succedendo?
Perché Jacob si stava dimostrando così debole proprio davanti a lui?
Avrebbe dovuto farlo con me, solo con me, perché io avrei potuto alleviare il suo dolore solo con una carezza ed invece lui…
E perché Jasper lo stava toccando? Era restio al contatto fisico con tutti, tranne che con Alice, quindi… perché stava toccando Jake come se fosse una cosa oramai familiare?
-Jake è straziante, è come se tu stessi morendo dentro, perché continui? Va da lui, parlagli, non capisco…perché vuoi essere così autolesionista?-
-Non lo faccio solo per le parole di Alice. Cioè all’inizio sì… tipo i primi tre minuti-  tentò di scherzare con un  sorriso fin troppo amaro per poter ingannare chiunque
– Lo faccio per lui. So di non essere la persona migliore, voglio che lui possa stare con Bella, esattamente come desidera. Voglio vederlo felice Jasper io… Voglio essere migliore. Fidati, non è così doloroso come pensi… Cercherò di starti lontano ok? Così non graverò troppo su di te- aggiunse alzando il suo sguardo pece, in quello miele dell’altro.
Affondai le dita nel ramo alla quale mi stavo tenendo, quindi era per questo…
Per quel motivo quell’idiota continuava ad ignorarmi e…”Edward” alzai lo sguardo sulle due figure, ma la bocca di Jake era ancora sigillata, riuscivo a sentirli, i suoi pensieri; nonostante da quella distanza non riuscissi ad udire neppure quelli di Jasper alla quale ero abituato, riuscivo a sentire i pensieri di Jake.
Dio mi manca così tanto…
 –Jacob, stai cadendo a pezzi, sei solo un ragazzo, stai già soffrendo per il branco, non gravarti anche di questo- disse Jasper prima che il ragazzo annuisse e gli chiedesse di andarsene.
“Prenditi cura di lui Edward” sentii pensare a Jasper mentre sfrecciava sotto di me, diretto alla nostra abitazione.
Scesi lentamente, attento a non procurare rumore, mentre mi avvicinavo a quello che poteva sembrare, data l’immobilità, una statua di sale, di Jake.
-Posso farcela…devo farcela. Quil lo fa con Claire, niente di più che un fratello maggiore… Io per lui non sarò niente di più che un amico, qualcuno sulla quale appoggiarsi se mai avrà bisogno di qualcosa- il giovane lican parlava aspirando l’aria attraverso i denti serrati, con i pugni che pendevano lungo i fianchi dando così l'impressione, che persino le sue stesse parole stessero riuscendo a ferirlo.
Continuai a camminare adagio certo che se il vento avesse cambiato direzione, Jake avrebbe finito per fiutare il mio odore.
Tanto valeva annunciarsi, non mi sembrava una buona idea prenderlo così vulnerabile, preferivo dargli il tempo per riprendersi, per nascondermi quanto stava male in realtà.
Così che la mia coscienza fosse ancora leggera e la sua pesante. Non era giusto… Era solo un ragazzino.
-Jacob- mi annunciai mentre lui alzava lo sguardo su di me illuminandosi.
Ma quella luce scomparve in fretta dal suo sguardo, come se l’avesse velata. Quanto si era costretto a crescere in soli tre giorni?
-Edward forse dovresti andare a caccia sai? I tuoi occhi stanno diventando troppo scuri, Bella finirà per notarlo ancora- mi ricordò Jake.
Già Bella… lui era sempre riuscita a capirla con sorprendente facilità.
Nonostante non vivesse da un secolo, e non leggesse i pensieri di tutti nel raggio di un kilometro.
-Credo che Bella noterà più la tua assenza che i miei occhi- lo ripresi invece, continuando ad avvicinarmi con un passo lento e cadenzato.
-Pensi che la smetterai mai di maledire quel giorno?- domandai ascoltando il flusso dei suoi pensieri, bloccandolo sul nascere mentre ripensava a quando aveva incrociato per la prima volta il suo sguardo con il mio, causando così l’imprinting.
-Non fin quando sarai tu a portargli tanto rancore-
-Non dire stupidaggini sei tu che odi l’idea di esserti innamorato di un ragazzo-
-Non lo nego, io … Non volevo avere l’imprintig, avevo Bella, alla fine lei avrebbe capito che ero io il ragazzo più giusto per lei. Ma non è andata così, ho imparato ad accettarlo Edward- sospirò infine con uno sguardo troppo profondo per un ragazzo di soli sedici anni.
Ma non potevo fare altrimenti, io non ero innamorato di lui, e non avevo alcun interesse nell'esserlo. Lui non era quello giusto, nessuno lo sarebbe mai stato.
Neppure Bella lo era e lo sapevo, e forse quelle strane vicende erano state l’ideale, perché mi avevano permesso di allontanarmi dalla ragazza anche se in modo inconscio.
-Smettila Edward!- non aveva davvero urlato, il suo tono di voce era basso ma imperioso. Solo non era stato il tono a stupirmi, quanto più, il modo in cui pronunciò il mio nome.
Sembrava che avesse quasi ringhiato la prima lettera, ma nell’iniziare la ”E” il ringhio si era trasformato quasi in un leggero guaito, come qualcosa che ti feriva nell’anima.
Jake non mi aveva mai ricordato tanto un cucciolo come in quel momento, gli occhi offuscati da una patina che speravo fosse rabbia e non dolore, le labbra dischiuse, mentre ispirava dalla bocca, e le sue spalle si muovevano su e giù allo stesso ritmo del suo respiro.
-Smettila- insistette passandosi una mano sul viso segnato dalla stanchezza.
–Sei un vampiro va bene! Ma ti prego smettila di commiserarti tanto. Sei buono per la miseria! Non bevi sangue umano, sei forte quanto Carlisle e lo sai, non importa quanto continui a negare … Ma se anche così non fosse … Hai mai visto un giaguaro sentirsi in colpa nell’abbattere un capriolo dannazione?!-
-E’ impossibile che accada perchè giaguari e caprioli hanno habitat completamente diversi- risposi istintivamente mentre Jake sbuffava, battendo persino un piede come se fossi stato io l’asino in geografia.
-Davvero Edward,ti sembrava il momento di dare sfogo al tuo lato da insegnante?- domandò con una nota incrinata nella voce che non riuscii ad interpretare meglio se non come "isteria".
-E’ solo che...- cercai di ribattere mentre lui scuoteva piano la testa, e la medesima ombra di prima tornava a veleggiare sul suo viso.
-Vorrei solo che tu potessi vederti nello stesso modo in cui ti vedo io, in cui ti vediamo tutti noi …- mormorò come se fosse il suo ultimo respiro mentre mi ritrovavo a muovere un altro paio di passi nella sua direzione senza neppure accorgermene.
-Jake io… Non posso darti ciò che vuoi, non sono innamorato di te- mormorai cauto, sentendo quello che un tempo avrei potuto definire delle “farfalle nello stomaco” tanto mi sentivo agitato nel pronunciare quelle parole.
-Lo so- disse mentre le sue spalle si arcuavano ancora un po’, sotto dell’ulteriore peso.
–Ma va bene così, io, davvero Edward non chiedo altro… Tu sei praticamente stato creato per venire amato, non se ne può fare a meno, e so che per te queste parole potrebbero non avere significato per la storia dell’imprinting e va bene… Voglio solo tu sappia che non dovrai sentirti a disagio, io ci riuscirò, posso farlo. Posso vederti semplicemente come un amico, un fratello- disse con voce più ferma.
Eppure perchè mi sembrava che stesse ancora cercando di convincere se stesso?O forse ero io così crudele da volerlo credere?
Quanto miserabile desideravo diventasse perchè non lo volessi io, ma non potesse averlo neppure nessun altro?
-Fratelli- sancii quasi a cercare di sostenerlo, poggiando una mano sulla sua spalla.
-Fratelli- ripetè Jacob con sicurezza, ed una scintilla di pura felicità che gli illuminava lo sguardo e prima che potessi rendermene conto, Jacob non era più dinanzi a me, ma direttamente tra le mie braccia. In una posa così naturale che anche se mi sembrò di essere al centro di un incendio, l’unica cosa che registrai fu il licantropo che inspirava a due dita dalla pelle del mio collo e fui certo di sentir tremare il suo torace contro il mio, come il brontolio soddisfatto di un cane quando il proprio padrone lo carezza.




*si va a nascondere*
Ringrazio solo tutti quelli che inieranno ora a leggere uesta FF, e coloro che sono acnora così pazzi da cercare di seguirla imperterriti xP
*si espone per il lancio di frutta ed ortaggi marci*

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Capitolo 8
*** Due perfette metà ***


Due perfette metà



« Se la felicità avesse una forma, cosa sembrerebbe?
Penso che potrebbe somigliare ad un oggetto di vetro.
Normalmente non fai caso al vetro, anche se è sempre lì.
Ma se cambi anche solo leggermente il tuo punto di vista, inizierà a scintillare riflettendo la luce.
Dubito che qualsiasi altro oggetto possa manifestare la sua presenza in maniera tanto eloquente.
»
- Code Geass ; Ichirō Ōkōchi


Quella mattina fui svegliato da  una risata. E non appena aprii gli occhi, e sentii il mio cuore battere eccitato, riconoscendo in fretta a chi apparteneva  quella risata.
Edward stava ridendo, e non appena riuscii a mettere a fuoco la sua figura, trovai i suoi occhi, persi nei miei.
Quello era sicuramente il balsamo migliore per iniziare una qualsiasi giornata.
Almeno fino a quando non mi accorsi che il sole che penetrava dalla vetrata nel salotto illuminava sicuramente il mio braccio ma vi erano delle strane rifrangenze.
-Chi diamine mi ha riempito di glitter come una fan delle Winx?!- urlai oltremodo schifato, iniziando a passare le mani sugli avambracci cercando in tutti i modi di togliere vie quei pezzi luminescenti che dovevano essere stati incollati sulla mia pelle anche se non con una colla particolare grazie al cielo. Forse la vinavil o simili.
Alzai lo sguardo su Edward, non credendo neppure per un attimo che potesse essere stato lui e limitandomi quindi a porgergli una domanda silenziosa: “Rosalie?”
Lui annuì ed io non me lo feci ripetere due volte mentre seguendo il mio olfatto(ed il suo odore disgustoso) mi ritrovavo nello spiazzo sul retro della casa e lì … Mi fermai.
Ammisi che era strano vedere Forks al sole, ma dei vampiri al sole era anche peggio.
-…Rosalie ha fatto lo stesso scherzo anche a voi?- domandai incerto osservando quel particolare spettacolo, poteva passare Alice, in realtà tutta quella luminescenza gli dava un che di fatata che già possedeva.
Jasper per mia fortuna aveva solo delle piccole porzioni di pelle esposte e non brillava come gli altri, ma sembrava più … opaco?
Solo con una seconda occhiata non potei fare a meno di notare che era a causa delle sue cicatrici; essendo quasi tutta la sua pelle ricoperta a quel modo la pelle non brillava in egual misura di quella degli altri perchè quella che il sole cercava di rendere ammaliante non era più semplice pelle, ma una quantità indiscriminata di cicatrice su l’altra.
Perlomeno risultava passabile, Carlisle ed Esme mi guardavano con affetto mentre la mia bocca rimaneva orrendamente spalancata.
I bastardi,come se fossi io quello fuori dal mondo e non loro che brillavano in modo … osceno.
Se loro a quel modo credevano di apparire ammalianti allora Lanterna Verde era un supereroe decente.
-Che c’è cane, il gatto ti ha morso la lingua?- mi voltai verso la mia sinistra, ritrovando la placida figura di Rosalie, sdraiata al sole in bikini, nonostante tutti sapessimo che non vi sarebbe stata alcuna possibilità che il pallore l’abbandonasse.
Dovevo ammetterlo, la bionda era … meravigliosa, la cosa più simile ad una Dea che avessi mai avuto modi di vedere però … Però adesso l’avrei uccisa.
-Tu – iniziai puntandole contro l’ indice in modo minaccioso - Non avevi niente di meglio da fare stanotte?!- le sbraitai contro mentre il suo fidanzato, nell’ombra, continuava ad indicarmi e ridere a crepapelle, il bastardo.
-Perché te la prendi tanto? Volevo solo farti sentire parte integrante della famiglia- disse lei con iniziale disinvoltura, perdendo però terreno verso la fine, non riuscendo a trattenere un sorriso divertito alla mia vista.
Iniziai a marciare minaccioso, ben deciso che quel girono non l’avrebbe passata liscia quando l’unico che avrebbe potuto attirare la mia attenzione, parlò, consapevole che riuscivo a sentirlo anche dall’interno della casa.
-Jake dici che puoi aspettare stasera per liberarmi del peso di una delle mie sorelle? Vorrei farti vedere una cosa, ma credo che tu prima preferisca farti una doccia- disse con disinvoltura e, nonostante non potessi vederlo, ero certo che sulle sue labbra aleggiasse ancora un sorriso, in ricordo della risata di prima.
Sospirai, consapevole di aver già perso in partenza, ed annuii ad un interlocutore che non mi vedeva mentre avvertivo Rosalie che la sua fine era solo rimandata e rientravo nella casa.
-Vuoi farmi vedere come anche tu puoi essere “una principessa Barbie”? – domandai sarcasticamente  rivolto ad Edward mentre lui scuoteva la testa e mi indicava la porta del bagno.
Mi limitai ad alzare gli occhi al cielo e a dirigermi nell’ennesima stanza in cui i Cullen non entravano mai per bisogno e mi chiusi la porta alle spalle e chiudendomi la porta alle spalle.
Dopo qualche minuto, fui certo di udire anche la risata di Rosalie, oltre a tutte le altre, quando urlai sgomentato alla vista del mio viso.
 
 
Avevo passato almeno tre quarti d’ora sotto la doccia, nel tentativo di scrostare qualunque residuo di glitter dal mio corpo, certo che per tutta la vita avrei avuto un attacco isterico ogni volta che ne avessi visti.
Adesso però ammettevo di essere sempre meno irritato, in generale ovviamente non con una certa bionda, e ritrovandomi sempre più felice in prospettiva dell’idea che avrei passato del tempo solo con Edward.
Dovevo ammettere che quella situazione da “fratelli” era perfetta, Edward mi trattava oramai con una familiarità che mi scaldava il cuore, e Jasper mi aveva confessato, che non era mai stato tanto piacevole stare vicino al vampiro poiché lo sentiva, Edward era felice. Ed era tutto merito mio.
Non vi era modo per spiegare a parole come la cosa fosse mi scaldasse il cuore. Era una sensazione magnifica, e avvolgente.
Come una giornata d’inverno, quando fuori fa freddo e nevica, ma tu sei all’interno di casa tua ,e  sorridi davanti al caminetto con il tuo migliore amico, scherzando e bevendo una cioccolata calda avvolti dalla medesima coperta, lasciando l’intero mondo fuori e stringendovi sotto quel rettangolo di stoffa.
La felicità di Edward si rispecchiava in quel modo nel mio cuore, come una calda coperta che lo coccolava amorevolmente, ma senza sforzi, in modo completamente naturale e tutto era semplicemente così … Magnifico.
-Jake sei vivo?- mormorò una voce che saprei essere esattamente dall’altra parte della porta e che mi portò a sorridere.
-Esco esco, quella cosa che tu ti ostini a chiamare sorella mia ha messo glitter…Ovunque!- mi lamentai buttando i vestiti nel cesto del sudicio ed uscendo avvolto da un asciugamano in vita, sperando che Edward avesse in mano un mio cambio.
In realtà in mano aveva un intero borsone.
-Ma dove andiamo?- gli domandai incerto lanciando un’occhiata scettica a ciò che teneva in mano.
-Al mare, ho pensato che ti doveva mancare poiché casa tua è a pochi metri dalla spiaggia, casa nostra invece è … Nella foresta- mormorò mentre si passava incerto una mano dietro la nuca, carezzando i capelli più corti.
Sapevo cosa stava pensando, che non sapeva come avrei reagito per via dei miei compagni di La Push, che il mare avrebbe anche potuto rendermi triste a causa dei miei amici, che adesso mi odiavano ma… Ma al diavolo.
Edward aveva pensato a cosa avrei potuto volere io mi avrebbe portato al mare!
Prima che me accorgessi gli ero già saltato al collo, ed un tonfo sordo mi informò che incredibilmente, ero appena riuscito  a prendere un vampiro alla sprovvista facendolo cadere sul terreno con me sopra.
-Lo prenderò come un sì- ironizzò Edward sotto di me mentre io concludevo la mia serie infinta di “Grazie-grazie-grazie-grazie!” ed alzavo gli occhi nei suoi, accorgendomi solo in quel momento quanto fossi dannatamente vicino al suo viso.
-Jake mi stai schiacciando- disse Edward spostando per qualche secondo i suoi occhi altrove, segno che stava iniziando ad imbarazzarsi  quel ragazzo di novant’anni e passa non riusciva proprio a rendersi conto di quanto riuscisse ad essere adorabile.
E si definiva una spietata macchina da guerra … davvero?
-Se anche ti stessi schiacciando non vedo quale è il problema non è che a te serva respirare…- dissi forte della mia posizione sentendo le dita di Edward sula mia via, probabilmente mossesi istintivamente mentre lo avevo abbracciato.
-Jacob sei mezzo nudo, anzi completamente se togliamo l’asciugamano che tieni legato in vita- sospirò con il suo solito tono di voce in stile “sto cercando di farti ragionare dammi ascolto te ne prego”.
-Vuoi togliermi l’asciugamano che tengo in vita? Accidenti Edward i tuoi parenti sono qui fuori e staranno persino sentendo la nostra conversazione!- esclamai vedendolo nuovamente spalancare gli occhi, rimpiangendo per un attimo la sua natura di vampiro che impediva alle sue guancie di colorarsi mentre le sue mani si spostavano ad una velocità disumana verso le mie spalle e mi spingevano indietro.
Quando ebbi l’impatto contro il muro del salotto, trattenendo malamente un gemito di disapprovazione dinanzi a quella botta, Edward era già in piedi, in quella sua posizione di difesa  da gatto selvatico che mi guardava con una stilla di preoccupazione.
Sto bene” sbuffai ruotando leggermente una spalla che aveva assorbito maggior parte dell’impatto per quanto lieve data la forza reale del vampiro “Vado a cambiarmi Eddy caro nel frattempo vedi di riprendere un po’ di colorito” lo presi in giro mentre entravo nuovamente in bagno e lui mi tirava dietro il mio cambio, prendendomi in pieno mentre mi dava dell’idiota.
Peccato che il suo tono si riconoscesse perfettamente come “divertito” ed io non potei fare a meno di far tremare il mio torace in una tenue risata.
 
 
-Jake corri!- mi spronò con tono allegro mentre io cercavo di stare dietro al dannato succhiasangue.
Quello era un fulmine ed io non mi ero certo trasformato quindi, avrebbe dovuto intuire che non vi era alcuna possibilità che io riuscissi a stargli dietro!
-Edward non costringermi a pensare ciò che il mio subconscio ti sta dicendo- mormorai incerto che le mie parole avessero un vero senso mentre la sua risata si perdeva nel vento.
Non avevo idea di dove mi stesse portando ma poco importava, sapevo che non sarebbe stata La Push, è nessun’altra spiaggia dove avremmo potuto incontrare anima viva. L’unica pecca di quella situazione in realtà, era che quel vampiro era troppo veloce, e ancora non ero riuscito a vederlo sotto la luce del sole.
Ma avrei avuto pazienza … Mi stavo preparando un sacco di battute che per smaltirle tutte avrei dovuto passare ogni giorno di sole con Edward per i prossimi mille anni!
Il che non era una prospettiva poi così … inaccettabile.
Finalmente ritrovai la schiena del vampiro, fermo proprio sul limitare di una pineta e ad un passo da lu, la spiaggia, il sole, e il mare.
Osservai il piccolo pezzo di spiaggia,perchè era davvero piccolo, un massimo di dieci metri quadrati, e i due blocchi di roccia liscia alti almeno cinquanta metri ognuno.
Non avevo nessun dubbio che lì non si sarebbe presentato nessuno, solo dall’alto si sarebbe potuto immaginare che vi era quel piccolo spiazzo di paradiso.
-Come lo hai scoperto?- domandai osservando il mare con una brama che avrei potuto rivolgere solo ad Edward.
-E’ stata Alice a parlarmene ha trovato questo posto con Jasper qualche mese fa e me ne aveva parlato, quando ieri mi ha detto che oggi vi sarebbe stato il sole le ho chiesto il permesso di portartici, puoi immaginare la sua reazione- disse voltandosi e sorridendomi complice da sopra una spalla.
-Allora facciamo un bagno?- proposi vedendo Edward annuire ed iniziare ad aprire la prima asola del suo bottone.
Scostai in fretta il mio sguardo per non finire in pensieri non proprio silenziosi e lo imitai togliendomi la maglietta a maniche corte e gettandola per terra da qualche parte mentre vedevo Edward appendere la sua camicia ad un ramo, sfilai in fretta anche i pantaloni e scalciai via scarpe e calzini rimanendo solo nel costume compratomi da Alice chissà quando in una delle sue tante spese folli.
Mi tuffai direttamente nell’acqua che a chiunque sarebbe apparsa gelida mentre per la mia temperatura era un tocco fresco e amabile mentre mi voltavo felice, incontrando finalmente la figura di Edward che era ancora tra il bagno asciuga e l’acqua più profonda, con le onde che gli lambivano il bacino e il sole che lo illuminava come un Angelo.
Se non fosse stato una spettacolo tanto magnifico sarei stato tentato di scostare lo sguardo perchè non era possibile che esistesse qualcosa di così bello. Avrebbe dovuto ridurti alla pazzia, devastando il tuo sistema nervoso per quanto risultavi brutto ed inetto .
Edward non solo brillava come se fosse un diamante, ma la sua luce rifletteva nell’acqua, creando un’altra miriade di sfaccettature che lo rendevano la figura più eterea mai esistita.
Avrei voluto toccarlo, ma allo stesso tempo me ne tenevo a distanza, sentendomi del tutto inadeguato e desiderando che non una porzione della mia pelle entrasse nel mio campo visivo rovinando così quella vista incredibile.
-Jake?- alzai lo sguardo sul suo viso, incerto dall’espressione da esprimere dinanzi al suo tono titubante. E poi compresi il dolore nel suo sguardo, non solo lui si odiava per ciò che era, ma io lo stavo guardando come un’ameba da chissà quanto, senza riuscire a proferire pensiero, perchè nessuna parola, pensata od espressa, avrebbe potuto dare voce a ciò che quella vista stava agitando all’interno del mio petto.
Non guardarmi così sei…” ed ovviamente non avevo idea di come potermi esprimere, così mi limitai ad aprirmi in un sorriso, sperando che capisse.
Ovviamente non capì, o meglio non volle, perchè abbassò lo sguardo tra le sue mani e veloce come un battito di ciglia, lo rividi riapparire sotto la pineta, all’ombra, dove il sole non poteva carezzarlo con la sua luce e farlo risplendere.
Edward” mormorai afflitto avvicinandomi alla riva. Sapevo cosa passava per la sua mente autolesionista.
Fingeva giorno dopo girono di essere un umano, e a volte, sapevo che si illudeva persino di esserlo ancora, ma lì, sotto il sole non poteva fingere, la sua natura era diversa, sotto ogni più piccolo aspetto.
 

*


 
Ehi vampiro dei miei stivali guardami” mi sgridò Jacob costringendomi ad alzare il mio sguardo su di lui e distoglierlo dalle mie mani.
Vuoi sapere cosa ho appena visto io?” domandò mentre le mie labbra si piegavano in una lieve smorfia, consapevole che lui non riuscisse a comprendere la mostruosità di ciò che gli si era parato dinanzi.
“Ho visto un vampiro meraviglioso, che risplendeva sotto il sole lì dove anche l’acqua dell’oceano più limpido sembrava invidiarlo, desiderandolo a tal punto da cercare di abbracciarlo per farlo suo.
Ho sentito i miei pensieri sgretolarsi sotto la tua immagine perchè eri così dannatamente bello  Edward che mi hai fatto sentire inadeguato ed orrendo come mai in vita mia.
Ed io so di essere un gran fusto” Sancì facendomi scappare come previsto un sorriso mentre la sua mano di fuoco raccoglieva la mia di ghiaccio e retrocedeva piano, portandomi verso la luce con lui ad ogni inevitabile passo.
Non ti dico di accettarti Edward, ma perlomeno ignorati, voglio passare la mia giornata con te, e so che potrai renderla magnifica se ti limiterai ad essere ciò che sei. Perché a me vai bene così come sei Edward, non devi frenarti o disgustarti per piacermi.” Continuò arrivando con i piedi fino al bagno asciuga, ed alzando una mano verso il mio torace poggiandovela sopra mentre la mia pelle scintillava come rugiada.
Osservai lo strano contrasto della sua pelle sulla mia raccogliendo poi quella stessa mano con la mia e facendo incrociare le nostre dita.
Sentivo tutto: il respiro trattenuto di Jake, lo scrosciare delle onde, il battito del cuore del ragazzo dinanzi a me che andava ad un ritmo più sostenuto del normale e il rumore della foresta dietro di me. Il sapore di salsedine che mi prudeva quasi sulla lingua e pensai che dopotutto, essere rimasto in vita per poter passare quella giornata in vita, anche una vita rubata, come la mia, non doveva essere così male.
Se un’anima tanto bella come quella di Jake aveva avuto l’imprinting proprio con la mia, forse Calaslie non aveva torto, forse, e solo forse potevo godermi tutto quello.
-Grazie- dissi alzando lo sguardo su Jake che in quel momento sì ricordò che necessitava di respirare e mi guardò interrogativo.
-Non ho idea di cosa ha partorito la tua mente Machiavellica ma gradirei proprio fare il mio bagno senza che un certo vampiro, appena trasformatosi in una palla stroboscopica, scappi nuovamente in piena crisi adolescenziale- mi prese in giro mentre scioglievo le nostre mani per dargli una spinta giocosa vers l’acqua, e con lui mi tuffai, finendo per non fare più caso allo strano riflesso dell’acqua al mio passaggio, ma notando solo gli occhi di Jake, che non sfuggivano mai i miei, in nessuna occasione li ricercassi.
 
-Credo sia l’ora di rientrare- soppesai guardando il sole che scompariva all’orizzonte,Jake aveva insistito per rimanere a vedere il tramonto nonostante non avesse mangiato niente per tutto il giorno, neppure a colazione.
E pensare che solitamente mangiava per un esercito.
-Come vuoi mamma-rispose con l’eterno sorriso sul suo volto, quel girono, non l’aveva mai abbandonato e neppure per un secondo era risultato falsato, mi chiedevo in quante altre occasioni Jake avesse sorriso sinceramente, così a lungo.
Sbuffai limitandomi a rivestirmi, osservando con la coda dell’occhio il licantropo che faceva lo stesso, ed infilai il resto nel borsone che misi nuovamente in spalla come all’andata .
-Vieni passiamo dalla radura- dissi voltandomi verso d lui ed iniziando semplicemente a camminare, Jacob mi guardò incuriosito per un attimo ma si adeguò in fretta, correndo leggermente solo per raggiungermi e poi adeguarsi al mio passo.
-La radura di cui parli è…?-
-Sì  quella della settimana scorsa, volevo solo, darti dei ricordi migliori di quel posto poiché è uno dei miei preferiti- ammisi mentre lui mi guardava con una luce particolare negli occhi che donava solo a me, che era quel qualcosa in più del semplice affetto.
Non vi sono solo brutti ricordi sai?” mi disse mentre io scostavo lo sguardo dal suo notando un sorriso fin troppo malizioso sorgere sul suo volto.
Era ammirevole come Jake crescesse di anni, in dei semplici giorni. Forse era la saggezza di Carlisle, l’affetto di Esme,la spontaneità di Alice, il carisma di Jasper, la fraternità di Emmett e la combattività di Rosalie, ma sembrava che il Lican si trovasse sempre più a suo agio con noi, in ogni più piccola cosa.
Ero certo che suo padre ed il suo branco gli mancassero, ma quella maturità che vedevo crescere nei suoi occhi, assieme alla nostra vicinanza lo dovevano aiutare più di quanto avessi realizzato in un primo momento.
Prima che me ne accorgessi arrivammo alla radura, circondato da un piacevole silenzio irreale, poiché in realtà la mia mente si lasciava piacevolmente cullare dai ricordi di Jake bambino, che mi stava facendo vedere qualche episodio di quando suo padre lo portava alle riunioni degli anziani e a lui era permesso sgambettare a giro per i boschi.
Osservai Jake iniziare a camminare all’indietro, dinanzi a me, per potermi guardare in viso mentre avanzava nella radura.
-Adesso che vuoi fare per aiutarmi? Mettiamo su un balletto?- ironizzò mentre io scuotevo la testa divertito e facevo per aprire bocca prima di osservare più attentamente un punto oltre la sua spalla, non vi erano dubbi, sulla soglia della radura vi erano due paia di occhi da lupo.
Corsi in avanti, e sfruttando la mia velocità sovraumana, fui tra Jake e i lupi in meno di un battito di ciglia, in posizione di difesa, tenendo il mio licantropo al sicuro dietro la mia figura e ringhiando minaccioso verso gli occhi che ci scrutavano.
Non mi interessava se erano amici di Jacob, sapevo che lui non li avrebbe mai combattuti, ma io non mi sarei fatto certi scrupoli.
Edward” lo sentii pregare. Ma nel suo tono non mi stava chiedendo di non attaccare, e neppure era scocciato per il mio comportamento, tutt’altro, mi stava chiedendo sostegno perchè nonostante fosse passata una settimana da quella notte, Jacob non era riuscito ancora a non tremare sotto il peso del ricordo, delle accuse dei suoi  fratelli di “sangue”.
E’ Sam” mi informò rispondendo inconsciamente ad una domanda che ancora non avevo espresso, mentre il lupo più grande indietreggiava scomparendo dalla mia vista. Ma non avevo udito nessuno spostamento quindi doveva essere solo nascosto.
E…Seth? “ analizzò sorpreso. Ricordai il viso del ragazzo di nome Seth nei ricordi che Carlisle mi aveva permesso di sfogliare quasi un mese prima. Era il fratello dell’unica donna del branco, nonché il più giovane tra i lican.
Passarono i secondi, fino ai minuti in cui tutto ciò che facemmo fu rimanere a studiarci l’un l’altro fino a quando un ragazzo non uscì dal nascondiglio lì dove prima si era andato a rifugiare il capobranco.
Sam, indossava solo un paio di pantaloni, e procedeva cauto ma determinato seguito dal cucciolo di licantropo che non riusciva a nascondere altrettanto bene la sua insicurezza.
-Cullen, Jacob-salutò educatamente l’Alpha mentre sentivo dietro di me Jake percorso da un brivido che se fosse stato sotto forma di lupo avrei potuto riconoscere come un “guaito”.
-Non siamo qui per farvi del male- precisò vedendomi non abbandonare la mia posizione di difesa, in risposta mi limitai a sibilare, ripreso però da Jake che mi mise una mano sulla spalla, tirandomi leggermente verso di lui e portandomi così a riassumere una posizione completamente errata.
Oramai ci separavano solo sette metri, e anche se non era la comune distanza per una conversazione civile, nessuno dei quattro se ne lamentò quando Sam si fermò a tale distanza.
-Volevo solo sapere come stavi Jake, tuo padre è … preoccupato per te- mormorò con una strana cadenza “Anche se deluso, d’altronde come biasimarlo? Il suo amato figlio che ha l’imprinting con un abominio” soppesò incontrando il mio sguardo ed osservandomi più incuriosito rispetto a ciò che vi aveva visto.
Non potevo fargliene un torto per quei pensieri, in realtà neppure mi ferivano, anzi ero sollevato che tutto il rancore fosse per me, e non per Jake.
-Sto bene Sam, grazie- rispose impettito il Quileute dietro di me mentre la mia posa si rilassava sotto il tocco perpetuo della sua mano.
-Vorrei poterti dire che puoi tornare, che tutto si è sistemato nel branco ma, gli unici che non sputano il tuo nome come se fosse veleno siamo qui- aggiunse non proprio a consolazione, anzi ero certo che lo avesse quasi fatto di proposito, tirando persino un sospiro di sollievo interiore quando il dolore più puro attraversò gli occhi di Jacob.
-Non puoi fargliene una colpa fratello- aggiunse, e sentii distintamente il cuore del mio licantropo perdere un battito mentre lo sguardo si Sam si addolciva, e la coda del cucciolo di licantropo si muoveva quasi eccitata.
-Ma osservando Emily l’altra sera, e parlandone con Seth ieri pomeriggio, ci siamo resi conto che non possiamo farne neppure a te- mormorò tenendo lo sguardo fisso nel ragazzo oltre la mia spalla, la cui mano mi stava irradiando calore in tutto il corpo.
-Nessun Cullen mi piace- precisò lanciandomi distrattamente un’occhiata –Ma chi meglio di me può capire la situazione in cui devi esserti trovato dopo Leah ed Emily? Ti ho lasciato solo ad affrontare tutto questo dolore fratello, e mi dispiace, nonostante la mia rabbia, avrei dovuto andare oltre a quella mia momentanea cecità- si scusò, nonostante sembrava che pronunciare quelle parole fosse come ficcarsi un tizzone ardente in gola.
-Non l’ho affrontato da solo Sam- disse Jacob e dallo spostamento di sguardi di Sethe  Sam, da me e Jacob, intuii che il licantropo  mi stava carezzando con lo sguardo,come era solito fare ogni qual volta credeva non potessi saperlo.
-Sono felice di saperlo- disse con un sorriso incredibilmente amaro –Purtroppo il resto del branco … Loro ancora non riescono a capirlo, forse quelli di noi che hanno avuto l’imprinting alla fine cederanno alla ragione ma gli altri fratelli Jake … Dovevi sentirli, i loro cuori sembrano marcire quando pensano a te- in realtà ero certo che neppure il ragazzo dinanzi a me avrebbe mai voluto che Jake si trasformasse, e forse proprio per questo era stato così crudele e lapidario nel dilaniare le speranze di una ricongiunzione tra Jacob ed il suo branco.
Non voleva che sentisse nella propria mente, come suoi, i pensieri di disgusto degli altri. Non se voleva evitare che impazzisse dal dolore.
-Ero passato solo per farti sapere che se servirà, per i Volturi o solo … per te hai ancora due membri della famiglia pronti ad ascoltarti- concluse infine rigido, mentre le spalle sembrarono liberarsi da un peso che fino a quel momento era stato opprimente.
Jake non rispose, o forse si limitò ad annuire, scambiandosi risposte solo con lo sguardo, perchè poi, semplicemente, Sam e Seth si voltarono dandoci le spalle e corsero nuovamente nel bosco, scomparendo dalla nostra vista.
Edward” sentii prima di perdere completamente il contatto con la mente dell’Aplha “Prenditi cura di mio fratello, te ne prego ma non ebbi neppure il tempo di sorridere, perchè dopotutto anche quei particolari figli della Luna erano una vera famiglia come noi Cullen, che la mano di Jacob tremo lievemente sulla mia spalla.
-Edward- mormorò facendomi voltare, costringendomi così a vedere i suoi occhi pece umidi di dolore, acqua e sale –Posso riavere quell’abbraccio?- mormorò quasi in supplica mentre io non me lo feci ripetere due volte e accolsi il ragazzo tra le mie braccia, che tremava incontrollato incapace di tener ei prorpi sentimenti sotto controllo.
-Jake devi calmarti- dissi imperativo, sentii il lican inspirare lentamente il mio profumo, e per un attimo credetti ce l’avesse fatta, ma non era così, il suo torace continuava a tremare ed il cuore a battere ad un ritmo dislocato.
-Non è niente di più di ciò che è- dissi dopo qualche minuto passato ad attendere inutilmente un risultato.
Il ragazzo mi guardò incuriosito e confuso mentre mi allontanavo leggermente dal suo corpo.
-Un tranquillante- precisai ad paio di occhi ancora stranulati. Non attesi alcuna domanda di invito ad una spiegazione migliore:
inclinai il mio viso e andai incontro al suo, lasciando che le nostre labbra si sfiorassero come due petali di rosa nello stesso fiore, e finissero per collimare come due perfette metà.






Visto? sono o non sono stata brava? xD
Già credevate che vi avrei dato buca per chissà quanto non è vero?
Invece eccomi qua *^*
Sono stanca morta quindi spero di non aver fatto troppi errori di battitura, o ancor più probabilmente di lessico dato che anche se è presto, la giornata è stata infinita ed io sono stanca morta!
Volevo però poter postare questo capitolo a tutti costi perchè... Beh potete immaginarlo no? Devo sapere cosa ne pensate sul finale ovviamente!!!! *^*
E' solo un bacietto tra fidanzatini dell'asilo ma ... Beh avrete tuttala FF per qualcosa di più profondo suvvia!
Detto questo vi ringrazio di tuuuuuuuutti i commenti (a cui risponderò domani con calma vedrete u.u). Mille grazie a voi e a tutti coloro che seguono la mia storia in silenzio, non avete idea del potere che avete sulle palpitazioni del mio piccolo cuoricino, vi adoro <3
ps:ditemi che la scena di Edward al sole non è stata troppo penosa!
Ho letto troppi commenti per riuscire a vederlo ancora con la stessa ottica della prima volta che ho letto Twilight (da qui la presa in giro di Jake per tutta la famiglia ma..) beh in realtà la parte di Ed ho cercata di non farla essere un totale schifo >.<

Ecco qua le risposte come promesso! ^w^ (Certo potrei anche inviarvele una per una ma ammetto che così mi piace di più xD):


SnowQueen : In realtà ho paura di essere un po' OCC con entrambi anche se sto cercando di evitarlo poichè lo detesto. Cerco solo di far comportare Jake come la "persona perfetta", d'altronde l'imprinting fa sì che tutto ciò che desideri sia vedere Edward felice, anche a costo della propria di felicità.
E per Ed in realtà mi sto sforzando di farlo "difficile" x°D La coppia mi è sempre piaciuta ed ogni volta cerco di trattenermi per evitare di accelerare le cose rendendole del tutto inrealistiche xP
Infine grazie mille per i complimenti cara! <3 Come vedi a questo giro ho aggiornato in fretta spero ti sia piaciuto anche questo capitolo e che tu abbia trovato un bricilo di soddisfazione da parte di Ed uwu

SeleneKyoto : Inizierei con "grazie!!!! **" Addirittura la più bella?! Non credo di meritarmelo ma sono troppo felice del complimento per mettermi a fare la modesta lo ammetto!
Se il quasi per la famiglia è dato da Rosalie, sto pensando anche a loro xD In realtà li ho studiati più come se fossero una particolare "specie" di fratelli, di quelli che si prendono in giro e creano zizzania ma alla fin fine si vogliono bene.
Tra l'altro con Sam hai preso in pieno l'idea della fine del capitolo. L'animo di Sam non vuole accettare Jake con un licantropo am allo stesso tempo non può fare a meno di ammettere che semplicemente non si può dire "no" all'imprinting.

WildBlueMoon : Mi dispiace che il finale non ti sia piaciuto T.T Avrei voluto fare anche io come te e far dire ad Ed "proviamoci" ma mi è sembrato motlo più realistico vedere Jake scendere a compromessi.
D'altronde dubito che chiunque di noi accetterebbe l'amore di qualcun altro e si direbbe "proviamoci" solo perchè una persona soffre xD
Grazie mille per il tuo commento e scusa per l'enorme attesa <3

LoversOcean : *rullo di tamburi* Ah ci speravo tu vedessi che avevo aggiornato e non mi prendessi a padellate in faccia!
Vero? Con Rosalie ci ho pensato anche io mentre scrivevo (sopratutto in questo cap) ma il mio istinto di slasher mi ha guardato bene e quindi mi accontenterò di sbizzarrirmi per strapparti una risata sui loro scherzi xD
Tra l'altro questo ti è piaciuto? Ovviamente il più classico ma non potevo non mettercelo! xD
E sì lo sò il mio sadismo è molto sadico ma sai cosa? Tu non puoi criticare! Non dopo ciò che mi hai fatto leggere sulla prima guerra mondiale!
Sì lo so non c'entra un tubo quindi, dicevamo...fratelli. Non sapevo come caratterizzare l'idea di "più che semplici amici" senza però sfociare nello status di "amante" (per quanto Jake non si sarebbe tirato indietro), comunque sto cercando di far filare tutto anche se inizio a temere che a breve mi stuferò perchè voglio darti il tuo "Edward di bello" ovvero il ragazzo meraviglioso della quale abbiamo letto e decretato che, sì quella era la perfezione xD

susyko : Sì ho aggiornato e sono felice che ti sia piaciuto il capitolo! (Ha solo preso la muffa nel mio pc per qualche mese suvvia XP)
Grazie mielle per seguire la mia storia ed eccoti qua servita per il nuovo capitolo!

Fyre97 : Non so dirti quanto i tuoi commenti mi facciano felice ogni volta!
Grazie mille per stare dietro a questa fiction nonostante le interminabili attese x°D A questo giro però sono stata brava dai!
Lo sò che ad Edward avrebbe fatto bene cuocere ancora nel suo brodo senza che Jake mai lo cercasse ma in quella casa non esiste privacy ed il povero JAsper stava morendo!
Poverino era come avere Alice tra le braccia, ma sentirsi soli ed abbandonati, con il cuore in direzzione di qualcunaltro che non potevi neppure sfiorare per la medesima paura di perderlo.
Insomma due scatole quella fmaiglia è complicata credo che finirò per fare danno con tutti i loro poteri extra! xP

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