Incompatibili

di Ameelea
(/viewuser.php?uid=73009)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontro - Il susseguirsi degli eventi... ***
Capitolo 2: *** Panico - Quando tutto si scombussola... ***



Capitolo 1
*** Incontro - Il susseguirsi degli eventi... ***


  Salve belle pampineH! Ok, torno all'attacco con una long-fic. Si parla dei "The 69 eyes" una band che adoro. Ed in particolare di Jussi69 e Jyrki69. Due bei bocconcini. Non li conoscete? Conosceteli!

Enjoy <3

 


 

Jyrki stava correndo verso casa.

Era notte e lui non aveva proprio voglia di stare fuori, prese una delle poche scorciatoie che conosceva.

Era una stradina laterale che lo avrebbe portato molto più vicino al suo appartamento in pochi minuti. L'unica cosa che negativa era l'assenza di illuminazione.

Il ragazzo dai capelli corvini rallentò il passo per non attirare guai, prese il cellulare dalla tasca e lo usò per vedere qualcosa in quel mare di buio.

Fu allora che senti un gemito soffocato.

Smise di respirare per un secondo mentre la sua mente cercava di capirci qualcosa.

Spense il cellulare per non attirare l'attenzione. Farsi vedere sarebbe stato rischioso visto che non sapeva chi c'era e soprattutto cosa faceva.

«Su piccola» Jyrki perse un battito «Ancora un po' e finirà tutto»

Una voce femminile ed acuta parlò con tono terrorizzato.

«Ti prego, mi fa male. F... Ferma il sangue, p-p-per favore»

Sangue? Pensò allarmato Jyrki. Prese ogni briciola di coraggio rimastagli dentro al corpo e accese la torcia incorporata nel suo telefono.

La prima cosa che gli saltò agli occhi fu un ragazzo. Aveva i capelli neri come pece, sparati in tutte le direzioni e la matita pesante sotto gli occhi.

Non seppe dire cos'era più terribile, se il sangue che scorreva dalla ferita della ragazza per terra o il ghigno di quel ragazzo.

Jyrki guardò il corpo della ragazza, era in fin di vita. Si affrettò a chiamare l'ambulanza, incurante del ragazzo che continuava a ghignare vicino a lui.

Finita la chiamata, prese la bandana che portava sui capelli e cercò di fermare il sangue alla meno peggio. Si voltò verso l'alta figura vicino a lui e con tono stizzito esclamò:

«Ti decidi a darmi una mano o devo farti i segnali di fumo?»

«Non sono abituato ad aiutare le mie vittime, dolcezza. Fallo tu al posto mio, ok? Arrivederci!»

«Ehi tu! Brutto coglione vieni qua!»

Il moro se ne andò lasciando Jyrki in preda all'isterismo.

Non prenderò più una scorciatoia, mai più finché campo. Si disse il ragazzo.

Sentì il suono dell'ambulanza avvicinarsi perciò decise di lasciare quella povera ragazza in mano ai paramedici e andare a cercare quello strano tipo.

Prese la sua stessa direzione, svoltò a sinistra e poi prese la seconda a destra. La mezzanotte era passata da un pezzo e visto che era un mercoledì, le strade erano deserte.

Jyrki si fermò per un momento. Chissà dov'era quel ragazzo, non poteva essere sparito nel nulla ma aveva cercato ovunque e non lo aveva trovato. Tirò un forte sospiro e si rassegnò.

Qualunque cosa fosse successa lì dentro sarebbe rimasta un mistero per lui.

Forse la voleva derubare, pensò Jyrki.

S'incamminò verso casa, incazzato e stanco. La giornata non è stata proprio una delle migliori. Era stata un continuo via vai di cattive notizie. La cosa più orribile era stata la rottura con il suo ragazzo. Quel coglione! Non aveva il minimo senso di responsabilità. Lo aveva sopportato per ben due anni senza mai lamentarsi però ogni cosa ha il suo limite.

Una voce, la stessa di quello strano ragazzo di prima, lo investì in pieno.

«Smetti di cercarmi così presto? Mi deludi tesoro»

Jyrki si girò lentamente, chiunque fosse quel tipo, incuteva timore con quell'aria da serial killer. Cosa che con ogni probabilità era.

«Si può sapere che cazzo sei e cosa cavolo hai fatto a quella poveretta?» Esclamò Jyrki stringendo i pugni.

«Ehi bambolotto, non ti scaldare. Per te io sono Jussi ma per quanto riguarda la piccola, beh... Non sono cose che ti riguardano»

«Sei uno di quei fottuti figli di puttana che non hanno di meglio da fare che uccidere la gente, vero? Uno di quei cazzo di serial killer!»

«Sbagliato! Io sono un vampiro»

Jyrki sgranò gli occhi, fissò il ragazzo per quella che ai due sembrò un'eternità ed infine scoppiò in una sonora risata.

«Un vampiro!» Rise «Ma che ti sei fumato?»

«Non ci credi?»

«Certo che no! E' la cazzata del secolo! Tutti credono nei vampiri, tutti vogliono i vampiri, il vampiro con i glitter! Cavolo! Ora pure i maschi si son fissati con quel cavolo di Twilight!»

Jussi si avvicinò al ragazzo «Questo lo dici tu».

In un attimo gli fu addosso.

«Sganciati! Non voglio finire come quella poveretta» si lamentò Jyrki «Cosa tirerai fuori adesso? La lamettina con cui farmi i buchi nel collo?»

«Tu mi piaci, sai?» Gli rispose Jussi, era molto più forte di quanto dava a vedere e riusciva a tenere Jyrki immobilizzato tra le sue braccia.

«Senti ciccio, ho appena mollato il mio tipo, ho avuto una giornata di merda e non ho voglia di altri casini. Ne di rischiare la pelle per colpa di un maniaco di Twilight perciò ora tu mi lasci andare in pace, sennò ti prendo a calci in culo, parola di Jyrki»

Cercò di togliersi da quella specie di abbraccio ma non riuscì nemmeno a smuoverlo.

«Jyrki, bel nome zuccherino» rise l'altro in risposta ai suoi inutili sforzi.

«Porca madonna, mi lasci andare a casa mia?»

«E se non volessi?»

«Vaffanculo, non mi farò intimidire da un deficiente come...»

Non fece in tempo a finire la frase che le labbra di Jussi si posarono sulle sue e cominciò a mordicchiarle piano.

Maledizione, si disse Jyrki mentre l'altro cercava di penetrare nella sua bocca, questo coglione bacia proprio bene.

Si maledisse per avere pensato una cosa così stupida in un momento del genere. Non resistette più alla pressione della lingua dell'altro che riuscì a superare le sue difese e che cominciò a lottare con la sua.

Che cazzo di situazione, pensò Jyrki mentre l'altro si staccava da lui e prendeva fiato.

«Ti verrò a trovare, zucchero» affermò Jussi sciogliendo l'abbraccio «Stammi bene, Jyrki»

«Non sai neanche dove abito, deficiente!» Gli gridò dietro Jyrki quando si fu allontanato.

«Vedrò di scoprirlo allora!» rise l'altro mentre scompariva nella notte, lasciando Jyrki da solo.

Decisamente una cazzo di giornata, si lamentò Jyrki con se stesso.

 

To be continued...

 


Non  uccidetemi! Il rating per ora è arancione ma tra uno o due capitoli sarà di un bel colore rossatro!

Vedete di commentare o niente Jussi a casina. ùwù

Shirosakura Hirako

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Panico - Quando tutto si scombussola... ***


Salve a quei dieci pampiniH che hanno letto ma non hanno commentato. ùwù Commentate pleaseeee >< Ne va della mia autostima XD

Tra l'altro, non so proprio dove questa storia andrà a parare. XD Non uccidetemi ma ho inserito un nuovo personaggio. >< Nientepòpòdimeno che Ole il batterista dei Deathstars *^* Altri cinque bei pargoli che adoro. Tra l'altro, sono in contatto con il chitarrista *O* Eric bello >< Vedete? I pro di essere una cantante-chitarrist-paroliere. *^* A volte l'universo ti fa un regalino inaspettato <3

Invece Jessica è tutta farina del mio sacco. ùwù

Detto questo.... Enjoy XD

  

Attenzione: I personaggi qui citati appartengono a se stessi non a me (Sennò sarei altrove ç_ç Con loro e dello spumante ç^ç Ma la vita è cattiva...)

Tranne Jessica che ricordo è farina del mio sacco. ùwù


 

 

La mattina dopo, Jyrki si svegliò con il mal di testa a 90.

«Perchè questo cazzo di mondo mi odia?» Si lamentò mentre guardava il piatto display del cellulare.

Aveva dormito si e no una mezz'ora.

Primo motivo: Un maniaco.

Secondo motivo: L'ex in collera.

Si diresse verso la doccia con passo lento e continuò a maledire il mondo anche quando fu sotto al getto d'acqua calda.

Una volta vestito e profumato, Jyrki scese a fare colazione al bar sottocasa.

«Il solito?» Gli chiese Jessica appena lo vide entrare.

Lui non le rispose ma si limitò ad annuire mentre s'impossessava dell'unica sedia libera.

«Che hai?» Jessica lo guardò sospettosa. Conosceva Jyrki da qualcosa come cinque o sei anni e il ragazzo in tutti quegli anni era stato un libro aperto per lei. E non avrebbe di certo smesso da un giorno all'altro.

«Nulla nulla» borbottò lui. Sorseggiò il caffè portatogli dall'amica e si rinchiuse nei suoi pensieri. Non aveva nessuna voglia di andare a lavorare. Farlo sarebbe stato un suicidio visto che lì lavorava anche Ole. E chissà che scenata gli avrebbe fatto. No, meglio rimanere al bar. Parlare un po' con Jessy e poi andarsene dritto a dormire.

Un altro pensiero fece capolino nella sua testa. Il ragazzo di ieri. Chissà se stava dicendo sul serio su quella faccenda del vampiro. Era davvero una cosa stupida. Tutti sapevano che i vampiri stavano nei libri.

Ripensò al bacio che gli aveva dato, al modo in cui muoveva le labbra, al calore che il suo corpo trasmetteva da sotto la maglietta. Si ritrovò ad arrossire in modo spropositato, cosa che fece ridere l'amica.

«Se mi dici che ti è successo ieri, io non mi metto a ridere e tantomeno lo dirò a qualcuno» promise la ragazza. Sembrava una diciassettene ma aveva venticinque anni inoltrati. I capelli castani le ricadevano lievi sulle spalle, aveva dei bei occhi verde chiaro. Era davvero una bella ragazza. Di quelle che hanno sempre una fascia di ragazzi dietro ma lei non ci faceva caso. Lavorava, studiava all'università e una volta confidò a Jyrki che non avrebbe pensato ad altro fino a realizzare tutti i suoi sogni.

«Jessica... E' una cosa davvero senza il minimo senso logico. Neanche una bricciola» sospirò Jyrki.

«Jyrki, tutta la tua vita non ha una bricciola di razionalità. Su, non mi dirai nulla di scandaloso. Ci ho fatto l'abitudine»

«Ieri ho piantato Ole» disse tutto d'un fiato con la testa tra le mani.

S'immaginò la sua faccia. Non le aveva detto niente su Ole. Non le aveva detto che si era rotto di quell'incosciente.

«Lo sapevo»

«Ah ok... Aspetta, TU COSA?» Esclamò Jyrki.

«Ti dico che lo sapevo. Ieri Ole ha rotto il cazzo per tutto il pomeriggio» affermò lei mentre asciugava una delle tazzine appena lavate.

«Quell'idiota non mi ha fatto dormire. Centocinquanta chiamate. Non una non due, neanche dieci ma centocinquanta chiamate! Già ero rientrato tardissimo. Era le due e mezzo quando ho messo piede a casa. Ci si è messo pure lui, cazzo!»

«E dì un po', perché hai fatto tardi?» Chiese curiosa.

«Io te lo dico ma se provi a parlarne a qualcuno, io ti... ti... io ti do in pasto ai pesci!» Esclamò Jyrki. Cercò di lanciarle un'occhiata minacciosa ma tutto ciò che riuscì a combinare fu farla scoppiare a ridere.

«Ma dai! Mi ripeti ancora queste cose? Dopo avermi detto tutti i tuoi segreti più segreti?»

«Oh vaffanculo! Tu non dirlo ad Ole e siamo a posto. Non che abbia paura ma sai com'è fatto. E' un tipo incazzoso»

«Tranquillo» annuì la ragazza.

«Allora, ieri sera sono andato all'After tragedy. Sapevo che Ole andava da un'altra parte perciò sono andato lì a bere un po' e a maledire il mondo, fra parentesi, c'era una band potentissima, sapevano di goth. Dovresti andarli a sentire»

«Ci farò un pensierino»

«Comunque, sono uscito dall'After e ho fatto per andare a casa ma era un po' tardi e non avevo voglia di camminare molto perciò ho preso quella scorciatoia che c'è vicino al centro. Quella con il murales e beh... Credimi sulla parola se ti dico che ho trovato un ragazzo che giocava a fare il vampiro e una ragazza in fin di vita» Si fermò un attimo per vedere la reazione dell'amica ma lei rimase impassibile, le raccontò altri dettagli su ciò che successe nel vicolo.

«Penso che si sia salvata la poveretta o almeno spero. Beh, ti dicevo che l'ho rincorso ma era sparito nel nulla perciò feci per tornare a casa»

« A parte che dovevi curarti di stare vicino alla ragazza finchè non fosse arrivata l'ambulanza» lo interruppe Jessica «Ma tu sei un cretino e dovevo aspettarmelo! Un minimo di fottuto senso di responsabilità!»

«Senti, ho chiamato l'ambulanza e le ho fermato il sangue. Cosa vuoi di più? Stammi a sentire piuttosto. Quello che ti dirò adesso mi ha fottuto il cervello in modo permanente» Si lamentò il ragazzo.

«Sono tutta orecchi»

«Allora, ti dicevo che stavo per tornarmene a casa quando quello ricompare di nuovo. E comincia a farneticare qualcosa del tipo “Io sono un vampiro”. Che stupido. Io l'ho un po' aggredito e non ti immaginerai mai ciò che ha fatto lui! Mi ha abbracciato e mi ha baciato! Cazzo, uno t'insulta e per risposta tu gli dici “Mi piaci”. Roba da manicomio. E poi niente. Mi lascia lì come un'idiota e mi urla che tornerà a trovarmi»

«Bacia bene?» Chiese la ragazza con un sorriso un po' malizioso.

«Per quanto io mi rifiuti di ammetterlo e per quanto io odia quel tuo sorriso da ebete... Bacia da dio, roba in cui nemmeno Ole può sperare. Ah! Ha detto che si chiama Jussi.

Sarà un pazzoide. Dici che devo chiamare la polizia?» Chiese Jyrki mentre accettava la tazza di thè caldo preparatagli dall'amica. In quel momento il bar era vuoto e calmo. Erano appena le otto perciò avevano davanti tutta una mattinata di chiacchere.

«Per ora no però se lo incontri di nuovo o si fa vedere lui, non esitare a chiedere aiuto agli sbirri. Una volta ogni tanto usali anche tu»

«Va bene» rispose lui pensieroso.

Passò la mattina al bar che come aveva predetto, era rimasto abbastanza vuoto. Tranne qualche impiegato che si tratteneva il tempo necessaria per un caffè.

Dopo mezzogiorno, Jessica cedette il turno ad un paio di ragazze e insieme a Jyrki uscì dal bar.

«Che si fa?» Chiese lui quando furono fuori all'aria aperta.

«Andiamo a mangiare e poi io devo andare in biblioteca a prendere un libro poi... Boh, decidi tu»

«Poi ce ne andiamo a fare un giro in centro per dimenticarci dei problemi della vita quotidiana!»

E così fecero. Passarono un paio di ore a fare i cretini al Mc'donalds e poi Jessica dovette fermarsi a prendere il libro che le serviva per studiare ed infine passarono il resto del pomeriggio tra gelati, granite e tante risate.

Quando furono le sette di sera, i due amici si separarono e Jyrki tornò a casa deciso a farsi una bella e sana dormita.

Si fece una doccia veloce e ancora in accappatoio si gettò sul letto, mugolandò dal sonno.

Chiuse gli occhi e scivolò nel regno dei sogni...

 

Sentì il suono della campanello farsi più insistente, si girò su un fianco e allungò la mano verso l'orologio. Segnava le le nove in punto.

Si alzò dal letto e si diresse verso l'ingresso, ancora in accappatoio, lamentadosi per il risveglio così brusco.

Aprì la porta e quasi gli venne un infarto a vedere chi c'era.

«Ciao zucchero» disse il ragazzo alla porta con quel suo ghigno terrificante «Dormito bene ieri?»

 

  

To be continued...

  

 


 

Su pei pampiniH, vedete di commentare o vi lincio *Sorriso minaccioso*

Anzi no, non vi mando Jussi a casina. *^* Lo tengo tutto per me.

Vabbuò, io vi saluto. *^*

 

Shirosakura Hirako

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=543076