Demons in your dreams di RachelDickinson (/viewuser.php?uid=1215)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** 01 ***
Capitolo 3: *** 02 ***
Capitolo 4: *** 03 ***
Capitolo 1 *** PROLOGO ***
New Page 1
Demons in your dreams
Prologo
La musica del carillon cessò quando la mano della
ragazza si posò sul coperchio di legno, intarsiato d’oro, e lo spinse verso il
basso, chiudendolo.
Si alzò dalla sedia della scrivania, ripose il
diario e la piuma, ancora imbevuta d’inchiostro, nel primo cassetto, che subito
chiuse a chiave. Sospirò e si avviò verso la finestra, aprendola e lasciando che
i primi raggi di sole, ancora color arancio, entrassero a colorare le pareti
della sua stanza, che subito rivelarono il loro rosso vivo.
Era passata un’altra notte. Un’altra notte
insonne. Per quanto ancora sarebbe andata avanti, quella storia? Erano mesi che
non dormiva. Si avvicinò alla porta, prese la vestaglia appesa all’attaccapanni
dietro questa, e spinse in basso la maniglia, in modo da poter uscire fuori. La
richiuse alle proprie spalle, lentamente, cercando di fare il meno rumore
possibile.
Percorse il piccolo corridoio e giunse alle scale,
che scese velocemente, anche se con passi più leggeri possibile, per ritrovarsi
in cucina. Vide la mamma che già trafficava per la colazione.
"Mamma…" sussurrò la ragazza portandosi una ciocca
di capelli fulvi dietro l’orecchio.
Molly Weasley non si girò neanche, troppo
indaffarata.
"Oh… tesoro. Perché sei già sveglia?" chiese
salvando in extremis un bicchiere che le era scivolato di mano.
La ragazza fece spallucce e non rispose.
"No… così…" fu tutto ciò che disse dopo essersi
seduta su una poltroncina dell’angolo salotto.
"Hai fame?" chiese la signora Weasley, con poca
convinzione. Sapeva già che la figlia le avrebbe risposto negativamente. Come
gli ultimi due mesi a quella parte.
"No, grazie ". Ecco. Appunto. Ecco. Ma cosa c’era
che non andava in Ginny? Nessuno riusciva a capirlo. Sapevano solo che non
dormiva più la notte, ma passava le ore a scrivere quel maledetto diario ed ad
ascoltare il carillon regalatole da suo padre. Un carillon prettamente babbano,
che non aveva niente di speciale. Solo ripeteva all’infinito una stupida
musichetta, con due esserini di legno sulla superficie che danzavano a tempo di
musica. Eppure a Ginny quella musica piaceva. Hermione aveva spiegato loro che
si trattava di una Ninna Nanna di un compositore babbano molto famoso, un certo
Johannes Brahams. Ginny aveva comprato le raccolte di tutte le sue composizioni,
e le ascoltava dalla mattina alla sera in quell’aggeggio infernale regalatole da
Hermione, chiamato stereo.
"Questo pomeriggio dovrebbe arrivare Harry…" disse
Molly tentando di introdurre un argomento. Aveva sentito Hermione e Ron, la sera
prima, parlare riguardo qualcosa che era successo tra Ginny ed Harry. Non aveva
ben capito tutto, ma era sicura ci fosse stato qualcosa più di una semplice
amicizia, ma che tutto era finito, non di comune accordo tra l’altro.
Ginny annuì, senza realmente aver sentito cosa
aveva detto. Appoggiò la testa ad un cuscino inconsciamente, anche se sapeva che
finché non fosse spuntato del tutto il sole non avrebbe dovuto dormire. Ma aveva
così sonno. Le palpebre erano pesanti. Solo cinque minuti non le avrebbero fatto
male…
***
Cosa era successo? Si sentiva stanca, debole,
spossata. Eppure aveva solo dormito. Aprì gli occhi, la sua attenzione fu
richiamata da alcuni sussurri quasi impercettibili provenienti da vari angoli
della stanza. Si alzò a sedere, massaggiandosi le tempie doloranti, e si chiese
come mai fosse in camera sua. Ricordava di essersi addormentata su una poltrona
del salottino.
Si guardò intorno, tentando di mettere a fuoco la
vista stanca e appannata. Vide Ron, Hermione ed Harry seduti accanto al
davanzale della finestra. Il primo a voltarsi verso di lei, sentendola muoversi,
fu Harry, che le riscaldò il cuore con uno dei suoi amabili sorrisi.
"Ben svegliata!" disse alzandosi e procedendo con
passo sicuro verso di lei. Si sedette sul letto, al suo fianco, e le accarezzò
una guancia. " Come ti senti?
Non rispose subito. Vide Hermione tirare
silenziosamente Ron per un orecchio e minacciarlo di staccarglielo se avesse
solo osato fiatare. I due si chiusero la porta alle spalle. La rossa osservò
Harry qualche secondo, poi appoggiò la sua mano su quella grande di lui che le
stava accarezzando la guancia, e chiuse gli occhi per assaporare quella
sensazione.
"Sto bene… mi sono addormentata all’improvviso… è
successo di nuovo?" chiese preoccupata riaprendo gli occhi. Harry potette vedere
chiaramente la paura celarsi in quelle iridi nere come la pece.
Non voleva mentirle, ma Hermione era stata chiara:
non dovevano dirle nulla, perché non poteva continuare a rimanere sveglia di
notte per un motivo del genere. Se avesse continuato con quel ritmo, sarebbe
crollata presto.
"No, Gin. Non preoccuparti… abbiamo vegliato su di
te tutto il giorno. Non è accaduto nulla.
La ragazza lo guardò incerta.
"Tutto… il giorno?" chiese tentennante. " Scusa
ma… che ore sono?" senza aspettare la risposta si alzò e si avviò verso la
finestra, aprì le ante e guardò fuori.
Il cielo era scuro e le stelle luccicavano in
tutto il loro splendore.
"E’
già sera…" sussurrò lei lasciandosi cadere sulla sedia. "E’ vero… tu dovevi
arrivare oggi… io… ma cosa mi sta succedendo…?" si rannicchiò in posizione
fetale, nascondendo il viso sulle ginocchia. Era davvero stanca di quella
situazione. Harry la raggiunse e, senza alcuno sforzo, la prese in braccio. Lei
rimase un attimo sorpresa e lo guardò.
"Cosa
stai facendo?"
"Ti
riporto a letto. Hai fame? Chiedo a tua madre di portarti qualcosa su… loro
hanno già cenato, ma noi potremmo cenare qui, insieme… abbiamo tante cose di cui
parlare, e tutta la notte per farlo." spiegò riportandola a letto e sistemandole
il lenzuolo.
"Tutta
la notte?" chiese accigliata, ignorando tutte le altre cose che lui aveva detto.
Harry annuì. "Sì. Sai non ho molto sonno. E tu ti
sei appena svegliata dopo quattordici ore di sonno profondo… non penso tu voglia
tornare a dormire…"
La ragazza sorrise e scosse il capo. No, in
effetti non ne aveva la benché minima intenzione.
"Allora
scendo ad avvisare gli altri che per stasera preferisci restare a letto,
d’accordo?" disse avviandosi verso la porta.
Ginny non disse nulla. Non c’era effettivamente
nulla da aggiungere, ed Harry lo sapeva.
…continua…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** 01 ***
New Page 1
Un ringraziamento speciale a coloro che hanno
recensito il Prologo:
Lolly -
Mi fa piacere che dopo così poco l'abbia già
trovata intrigante ^^ In questo capitolo appare Draco, spero ti faccia piacere
^__^ Continua a seguirmi, che il mistero si infittisce ^_-
Ninphadora -
Scusa, chiedo venia, hai ragione, non dovevo
interrompere così... ma siccome sono infame mi piace tenervi sulle spine ahahah
XD No, a parte gli scherzi, ho interrotto in un brutto punto, però ho aggiornato
il prima possibile. Contenta?^o^
Syberie -
Wow che entusiasmo! Mi sono sentita un attimo
travolta ahah =P Eccoti il tuo amatissimo Draco, comunque. Non i hai annoiata
con i tuoi sproloqui, anzi recensioni così ricche di entusiasmo mi rendono
sempre felicissima per almeno qualche giorno. Però mi raccomando appena aggiorno
continua a recensire, così l'effetto felicità non svanisce, ma aumenta XD eheh.
Sinceramente non ho ancora deciso riguardo i pairing,e non parlo solo di Harry,
Ginny e Draco, ma anche Ron ed Hermione e gli altri personaggi che appariranno.
Non so. Credo che la trama si svilupperà da sola, sarò io a dover seguire lei.
Ultimamente mi capita sempre più spesso che le mie storie diventino autonome,
senza che io non me ne accorga. Eh eh, che cosa stupida lo so, ma è così. Parto
con un'idea, e poi mi ritrovo a fare tutt'altro. Che imbranata.
Un
grazie enorme anche a tutti coloro che hanno letto e
che mi seguono con simpatia ^__^
Capitolo 1
Il paesaggio
sfrecciava velocemente dietro il finestrino, ma il suo sguardo non si soffermava
ad osservare nulla. Era perso nel vuoto.
Il gomito appoggiato sul davanzale, il capo
svogliatamente abbandonato sulla mano aperta.
Gli occhi rossi e gonfi per la continua mancanza di sonno facevano fatica a
restare aperti. Il fatto di essere sola in cabina non
aiutava.
Appena saliti sull’espresso di Hogwarts aveva
detto agli amici che li avrebbe raggiunti entro
cinque minuti, poi aveva cercato uno scompartimento vuoto, dove poter pensare in
tranquillità.
Aveva tante cose per la testa, e non aveva
proprio voglia di rimanere con Ron e gli altri. Soprattutto perché qualche sera
prima, quando Harry era rimasto in camera con lei tutta la notte, avevano
discusso di alcune cose che riguardava la loro
relazione, ancora in sospeso. Come prevedibile lui l’aveva liquidata del tutto.
Certo, l’aveva fatto nel modo più gentile possibile, il modo
tipicamente da Harry Potter. Ma il succo di ciò che
gli aveva detto era uno solo “Non voleva stare con nessuna ragazza, e anche se
l’amava, non sarebbero mai tornati insieme, perché non poteva metterla in
pericolo”. Insomma, le aveva detto le stesse cose
dell’ultima volta, al funerale di Silente. Solo che questa volta era stato
particolarmente convincente.
Il treno era partito a poco, molte persone si
stavano ancora sistemando negli scompartimenti, così sperò
nessuno venisse a disturbarla, chiedendole se gli altri posti erano liberi. In
tal caso, avrebbe detto che erano occupati, anche se
era una bugia.
Dopo qualche minuto sentì la porta dello
scompartimento aprirsi. Si voltò e inorridì.
“Bene, bene, bene. La sorella di Lenticchia. Cosa
ci fai qui, Weasley?” chiese una voce strascicata e
melliflua. La voce dell’odiato Draco Malfoy. Ma cosa
ci faceva sullo scompartimento? Non era un mangiamorte? Non era quello a cui era
stato affidato il compito di uccidere Silente, anche se non era riuscito a
farlo? C’era una taglia di non ricordava bene quanti
galeoni sulla testa di Draco Malfoy. E lei lo vedeva
girellare allegramente per il treno? Impossibile, qualcosa non quadrava.
“Potrei farti la stessa domanda.”
disse secca.
Lui fischiò compiaciuto. “Oh, ti è
improvvisamente cresciuta troppo la lingua, questo non va bene.”
“Dovresti essere ad Azkaban
con i tuoi compari… E invece ti ritrovo sul treno per Hogwarts…
mhhh forse mi sbaglio, ma qualcosa non va…” disse
ironicamente, portandosi due dita alle tempie ed assumendo la posa di una
parodia molto divertente di Hermione quando è
particolarmente impegnata a studiare (cioè sempre).
Lui fece spallucce e senza neanche chiedere il
permesso, entro in cabina, posò il suo bagaglio sulla griglia sopra
le loro teste e si sedette di fronte a lei.
“Ieri mi hanno catturato. Mi è stata data la
possibilità di tornare ad Hogwarts, se avessi
promesso di tornare sulla retta via. L’ho promesso. Buffo, no? Io sulla retta
via non ci sono mai stato!!” sorrise maliziosamente,
strizzandole l’occhio. Lei lo guardò arcigna. “E ci
sono anche cascati?”. “Beh, sono un bravo attore, che vuoi farci…”, “Si, certo…
bravissimo… in confronto a te Robert De
Niro è un babbeo…”, “E chi è
Robert De niro?”. Lei scosse il capo,
sorridendo. Stava parlando con Draco Malfoy di Robert
De Niro. E inoltre
stavano parlando QUASI amichevolmente. Quello era un giorno da ricordare,
assolutamente. “Nessuno. Non importa. Beh… ti terrò
d’occhio!” disse infine, suonando il più minacciosa possibile. Lui si
fermò due secondi, poi sorrise. “Bene, se mi segui anche sotto la doccia o a
letto sarei piuttosto contento”. Lei lo guardò schifata. “Ok… 1 a 0 per te”
rispose ridendo.
Dopo un paio d’ore di silenzio, dopo che Ginny
aveva letto e riletto almeno quattro volte la stessa rivista, e Malfoy aveva
scritto un paio di lettere che poi aveva inviato con il suo maestoso
barbagianni, quest’ultimo prese parola.
“Come mai sola?” chiese curioso, dopo averla osservata
cinque minuti buoni compilare un cruciverba, con aria assorta.
“Non vedo come possa riguardarti.” Si diede una
grattatina ad una guancia con la penna e riprese a scrivere. Aveva appena
ricordato un termine su cui rimuginava da tre quarti d’ora, ed era
particolarmente soddisfatta di essere finalmente riuscita a completare quelle
parole crociate. Ripose la rivista nella borsa e si accorse che lui non le aveva
staccato occhi di dosso. Imbarazzata, si portò una
ciocca di capelli dietro l’orecchio destro. “Ehm… perché mi guardi?” chiese
quasi inconsciamente.Lui si alzò e si curvò un po’
verso di lei, le loro facce ora erano alla stessa altezza. Le posò una mano,
avvolta in un pregiato guanto di velluto nero, su una guancia, con il pollice
andò ad accarezzarle le carnose labbra, che sembravano ancora più grandi con il
filo di gloss che aveva messo. Il respiro le si spezzò
in gola, mentre sentì quello di lui farsi più pesante, più celere. Due pomelli
purpurei le tinsero le gote costellate di efelidi.
Sentiva il sangue salirle alla testa.
“Sei molto più carina
di quanto ricordassi… Ginevra” accentuò il tono sul suo nome.
“Come… fai a sapere… come mi chiamo?” chiese
allontanando gentilmente la mano di lui dal suo viso.
“Oh…” il ragazzo si curvò ancora di più, portando
le labbra all’altezza del suo orecchio destro. “So tante di quelle cose su di
te, mia cara, che se ti raccontassi tutto ciò che so,
crederesti che ho semplicemente buttato ad indovinare.” Le passò una mano dietro
al nuca, tra i setosi
capelli ramati, e posò le labbra sul suo collo, in un bacio più caldo del
previsto. Le .labbra di Malfoy non erano fredde come si era aspettata. “Sai,
Weasley… posso anche dirti a quanti anni hai dato il tuo primo bacio, o il
giorno del tuo compleanno, o il giorno in cui…
mpf… sei diventata donna…” sorrise beffardo e lei lo
spinse via con violenza. “Non so perché tu sappia tutte queste cose… ma fammi
solo dire che mi fai schifo!” replicò lei acida. Lui
fece spallucce “Altrettanto.”
La temperatura corporea della rossa cominciò a
salire vertiginosamente. Era incavolata nera e lui si permetteva persino di
scherzare. No, quello era troppo. Si alzò prese il suo bagaglio e aprì la porta
dello scompartimento velocemente. “Va’ al diavolo, Malfoy!” fu tutto ciò che
disse prima di uscire e richiudere la porta alle proprie spalle. Diede
un’affacciata dentro per vedere se quello stupido serpeverde rideva, e fu
sorpresa nel constatare che non era così. Era serio e pallido. Appoggiato al
vetro della finestra con la fronte, si sfregava le mani, nascoste dai guanti.
Quando il ragazzo tolse i guanti, Ginny inorridì.
Erano quasi blu, congelate. Riaprì velocemente la porta e buttò dentro il
bagaglio con pochi complimenti.
“Weasley, che cavolo…” iniziò lui, ma lei lo
ammutolì con un gesto di bacchetta (“SILENCIO”) prima che potesse fare o dire
altro.
“Cosa ti è successo
alle mani?” si portò le mani sui fianchi, assumendo la più tipica posizione da
mamma Weasley.
Lui la guardò perplesso, poi
con un dito indicò le sue labbra. Non poteva parlare,
l’aveva ammutolito.
“Ops… si… scusa…”
annullò l’incantesimo. “Sei una stupida Weasley, Weasley. La Weasley più stupida
che io abbia mai conosciuto…”
“Perché, quante ne hai conosciute?”
chiese curiosa. Lui la guardò torvo. “Lasciamo
perdere. Sei così stupida che nemmeno se ti dico qualcosa di cattivo, te
la prendi…”
Lei fece spallucce. “Allora, mi dici cosa ti è
successo alle mani? Da quanto sono così? Non dirmi da quando sei venuto nello
scompartimento perché non ci credo, hai scritto anche delle lettere…”. “Ti
preoccupi per me, Weasley?”. Lei si passò pazientemente una mano tra i capelli,
sospirando. “Senti Malfoy, io studierò per diventare
Guaritrice. E’ normale che ti chieda cosa ti è successo… é… ehm… curiosità del
mestiere… mhh… difetto professionale!”. “Si, certo,
e io mi chiamo Harry Potter”. “Non mettere Harry in mezzo!!!”,
“Ohhh… la piccola Weasley si scalda ancora sentendo
parlare di Potterino? Poveretta, essere scaricata
così…”. “SENTI, SMETTILA! DIMMI COSA TI è SUCCESSO
ALLE MANI…” gridò furibonda, battendo un piede a
terra ripetutamente, come una bambina che fa i capricci. Lui sbuffò. “Niente…
niente… come li chiami? Ah si.. i miei COMPARI mi
hanno dato una lezioncina prima che attraversassi dal barriera del binario 9 e
¾.” Spiegò come nulla fosse. “Una lezioncina?
E perché?” si sedette accanto a lui prendendo una mano
congelata tra le sue, piccole e calde, quasi sudate. Sentì il ragazzo
irrigidirsi a quel contatto. “Per… perché… beh… la
McGranitt mi ha promesso protezione no? Protezione se
avessi fatto la spia per l’ordine della fenice, tra i mangiamorte”.
Mentre lei muoveva la bacchetta e faceva
materializzare una cassetta del pronto soccorso magico, lui continuò a parlare.
“Io… sono stato io a chiedere alla McGranitt
‘asilo’. Sono stato io a chiederle di poter tornare
ad Hogwarts… perché avevo paura del signore oscuro e di tutti gli altri…
E quando due mangiamorte hanno scoperto che avrei fatto la spia per l’ordine
della fenice, mi hanno dato la caccia per settimane. Sono riuscito a liberarmene
solo stamattina, facendo loro un incantesimo di memoria… ora non
ricordano nemmeno di essere maghi e li ho consegnati
a Remus Lupin e Ninfadora
Tonks, che mi hanno scortato questa mattina fino
alla stazione. Ora tu-sai-chi…” “Voldemort” lo
interruppe lei, sicura, mentre medicava le sue mani, che piano, piano tornavano
ad essere di un colorito normale… per quanto il colorito di Malfoy, di un bianco
perlaceo, fosse normale. “…
Tu-sai-chi” insistette lui “crede che io mi sia infiltrato
ad Hogwarts per seguire Harry Potter… in realtà gli
sto passando informazioni sbagliate o tutt’altro che
dettagliate. Però stamattina quei due mangiamorte mi hanno lasciato questo
ricordino… è un incanto di magia oscura di livello inferiore, ma la persona che
l’ha ricevuto non può curarsi da sola… probabilmente sarei morto congelato prima
di giungere ad Hogwarts”. Lei scosse il capo,
sconsolata. “Sei proprio scemo, Malfoy, avresti potuto dirmelo prima…” alzò lo
sguardo, incontrando quello del biondo, e sorrise.
Lui non disse nulla, ma si voltò a guardare fuori dal
finestrino. Fino alla fine del viaggio rimasero in silenzio, anche se lei aveva
continuato a stringere le mani di lui tra le sue per
tutto il tempo.
***
“Ginny. Dove sei stata?” chiese Ron scattando in
piedi quando la porta dello scompartimento si aprì e
vide la sorella con una faccia quasi stravolta.
“A dopo le domande Ron. Ginny devi cambiarti,
vero? Fra dieci minuti arriviamo. Ragazzi uscite,
Ginny deve cambiarsi!” disse Hermione senza ammettere repliche, spingendoli in
corridoio e chiudendo la porta e la tendina del vetro. “cosa
è successo? Sei pallidissima.” chiese la brunetta
vedendo l’amica sedersi e sospirare.
“Hermione devo raccontarti una cosa. Ascoltami
attentamente.”
Ginny le raccontò della discussione avuta con
Malfoy, delle sue mani, del fatto che avesse tradito Voldemort, e soprattutto
che lei gli credeva.
“Ma sei pazza? Vuoi
dire che fino ad ora sei stata tutto il tempo sola
con Draco Malfoy?”. Ginny annuì. “Perché?” continuò
Hermione preoccupata.
“Hermione… non dirai nulla a Ron… non dirai nulla
ad Harry… vero?” chiese la rossa, preoccupata.
L’amica la guardò un attimo, decidendo sul da farsi, poi
annuì. “No… non preoccuparti, non dirò nulla a tuo fratello… ma
ad Harry si”.
“Come? No… perché?”. “Ginny… Ron ti ammazzerebbe
se lo sapesse. Ma Harry è più razionale, non preoccuparti.”
Ginny si alzò, irritata. “Lo sapevo che non
dovevo dirti nulla. Non posso mai fare affidamento su di te.”
Detto questo uscì dallo scompartimento, lanciando un’occhiataccia ai ragazzi che
stavano tentando di origliare. Non disse nulla, ma tornò nello scompartimento
dove era stata fino a quel momento con Malfoy.
“Ehm… Hermione… perché sembrava che Ginny volesse
incenerirci con lo sguardo?” chiese Ron, confuso.
Hermione non rispose. Fece spallucce e richiuse
la porta. Doveva cambiarsi, e soprattutto doveva
stare un momento da sola per raccogliere le idee e capire cosa fare. Doveva
parlarne con la McGranitt? Era chiaro che
ad Harry non poteva dire nulla, o Ginny non le
avrebbe mai più rivolto la parola. Forse era il caso di mandare un gufo a Lupin
e chiedergli conferma riguardo al racconto di Malfoy. Doveva prima capire se
poteva fidarsi o meno.
… continua…
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** 02 ***
New Page 1
Un ringraziamento speciale a coloro che hanno
recensito il capitolo precedente:
Lolly "
Beh... non era proprio un bacio bacio... era
solo una specie di succhiotto sul collo, no? :p Ce ne sarà di strada di
percorrere, e non é detto che sia la stessa per entrambi "_^
asphodelia "
Oddio, tonno perduto proprio non direi ahah :p
Mi fa piacere che nonostante non ti piace Draco continuerai a seguirmi. Leggi
bene questo chap, magari comincerà a piacerti un po' ^_" Poi fammi sapere un tuo
parere sulla storia del sonno perduto che finalmente viene svelata alla fine di
questo capitolo. Ci conto, eh ^__^
Un
grazie enorme anche a tutti coloro che leggono la mia
storia (questa e anche le altre) e che mi seguono con simpatia ^__^
Capitolo 2
Il tempo passava
più velocemente del previsto. Era già la prima settimana di Ottobre, quando
Ginny, un pomeriggio in biblioteca, tornò con i pensieri alla chiacchierata con
Malfoy sul treno. Da quel giorno avevano fatto finta di nulla, non si erano più
rivolti parola, e in tutto il mese appena trascorso, ogni volta che si
incontravano in sala grande, nei corridoi o in cortile, si ignoravano
completamente.
Si riscoprì dispiaciuta
per non avergli più parlato, dandosi poi subito della matta per aver pensato una
cosa del genere. Scosse il capo, come a voler scacciare il viso del biondo
serpeverde dai suoi pensieri, e attenuare il rossore che si era impossessato
delle sue gote quando aveva ripensato al contatto avuto nello scompartimento,
quando lui le aveva baciato il collo. Chissà perché l'aveva fatto? Per giorni
aveva potuto vedere perfettamente i segni del succhiotto, e anche se era inizio
Settembre, aveva girato per il castello con una sciarpa ben annodata in gola,
giustificandosi con la gente che aveva un brutto raffreddore e mal di gola, così
doveva tenere quella parte al caldo. Solo una sera, in sala grande, Malfoy
l'aveva guardata toccarsi un punto imprecisato sotto la sciarpa, ed un guizzo
divertito gli aveva attraversato gli occhi, lei l'aveva visto bene anche se da
lontano, ed aveva subito ritirato la mano, avvampando e ricominciando a mangiare
come nulla fosse. Probabilmente si era accorto che il suo gesto aveva "lasciato
il segno", in tutti i sensi.
Quella sera del tre
Ottobre, era in biblioteca a stilare un elenco di pozioni medicinali per il
professore Slughorn, e non si era accorta che qualcuno si era seduto di fronte a
lei e la stava osservando. Solo dopo qualche secondo realizzò di una presenza al
suo stesso tavolo, alzò lo sguardo ed incrociò quello azzurro ghiaccio
dell'oggetto dei suoi pensieri.
"Un penny per i tuoi
pensieri..." sorrise lui, guardandola.
'Oddio... che ci fa qui?
Non mi ero accorta della sua presenza...' pensò imbarazzata. Si schiarì la voce.
"Non ti direi i miei pensieri neanche per un milione di galeoni..." tentò di
suonare il più acida possibile, con un ottimo risultato.
Lo vide aggrottare la
fronte, in un'espressione indecifrabile. Non riusciva a capire se se l'era presa
a male o se stesse pensando che fosse del tutto stupida. Quest'ultimo pensiero
la rattristò, non voleva lui la considerasse una stupida. Si sorprese ancora una
volta a fare pensieri strani su di lui, schiaffeggiandosi mentalmente.
"Volevo solo essere
gentile." puntualizzò lui freddamente.
"Da quando in qua i
Malfoy sono gentili con i Weasley?"
Lui fece spallucce, ma
non disse nulla. "Cosa fai?" chiese indicando con lo sguardo la pergamena e i
libroni polverosi di cui era circondata.
"Sono diventata
l'assistente del professor Slughorn. Mi ha chiesto se gentilmente potevo
portargli la lista di alcune pozioni che servono al Madama Chips in
infermeria..." spiegò in tono professionale, tornando a muovere la punta della
piuma sulla pergamena. Draco notò che aveva una calligrafia tipicamente
femminile, grande e pomposa, tutti ghirigori. "Hai una bella calligrafia... "
buttò li per intavolare una discussione civile.
Lei lo guardò e alzò un
sopracciglio, perplessa. Ma cosa voleva da lei? "Posso chiederti, di grazia,
cosa vuoi, Malfoy?"
"Lui scosse il capo.
Parlare civilmente con i Weasley era troppo difficile, si stava stancando da
morire. "Sei proprio una piccola vipera, Weasley. Uno cerca di fare amicizia e
tu..."
"... Io cosa? " lo
interruppe con sguardo truce. "Non osare continuare Malfoy, potresti pentirtene.
Non mi interessa cosa pensa la McGranitt per me sei solo un farabutto e per
quanto possiamo essere compagni di scuola, non dimentico affatto tutte le
angherie che io e i miei amici abbiamo dovuto sopportare a causa tua e dei tuoi
compagni serperverde."
Lui si bloccò. "Non sei
affatto gentile e raffinata, per essere una ragazza."
"E tu sei un rospo."
disse lei irritata. Non sapeva cosa c'entrassero i rospi, ma era l'unica cosa
che le era venuta in mente in quel momento, accecata dalla rabbia. Come poteva
dire che lei non era nè gentile nè raffinata, con una faccia così seria,
impassibile e terribilmente irritante? Come poteva dire questo di lei? Non la
conosceva affatto. E, inoltre, come poteva dire certe cose con quell'aria di
superficialità? Cosa ne voleva sapere lui della gentilezza? Avevano idee molto
diverse in merito. E glielo disse.
"Credo ci siano
divergenze di opinioni tra me e te su cosa significhi essere gentile. Ora, se
non ti spiace, devo andare, si è fatto tardi."
Si alzò con grazia dalla
sedia, i lunghi capelli rossi si mossero in una cascata ondulata e lucente.
Lui si alzò e le si parò
davanti, prendendole una mano e portandosela alle labbra, che appoggiò
delicatamente sulla pelle liscia e lattea, senza mai perdere il contatto visivo
dagli occhi di lei. Continuando a tenere la mano piccola di lei nella sua
grande, portò l'altra mano su una guancia della ragazza, accarezzandola.
"Domani c'è una gita ad
Hogsmeade. Ti va di uscire con me?"
Lei lo fissò un attimo
incredula e imbarazzata, poi si scosse, guardandolo accigliata.
"Cosa ti fa credere che
io abbia voglia di uscire con uno schifoso mangiamorte."
Lui incassò il colpo
sorridendo. "Beh... magari... il fatto che tu sei terribilmente attratta da
questo schifoso mangiamorte?" disse ammiccando con complicità.
Lei scosse il capo,
incredula. Ma gli era andato di volta il cervello?
Lasciò scivolare la mano
nella sua, in modo da liberarsi. Lo sorpassò e senza rigirarsi verso il
serpeverde, se ne andò dalla biblioteca, sotto lo sguardo di alcuni studenti del
primo e secondo anno che non credevano ai loro occhi. In breve la voce che
Malfoy ci aveva provato con la Weasley e che lei l'aveva preso a pesci in faccia
aveva fatto il giro della scuola.
***
Entrò nel dormitorio
esausta. La giornata ad Hogsmeade era stata più stancante del previsto, essendo
braccata ovunque da persone che volevano sapere di lei e Malfoy, ed ogni volta
aveva dovuto mordersi la lingua per non imprecare contro tutto e tutti.
Si lasciò cadere sul
letto senza togliersi i vestiti, contenta di essere riuscita a sgattaiolare via
dalla sala comune prima delle sue compagne di stanza, in modo da avere tutto il
tempo per prepararsi e fare finta di dormire, una volta che loro l'avessero
raggiunta.
Di dormire, dormire
davvero, non se ne parlava proprio. Non sapeva cosa poteva fare quando era
incosciente e non le andava di mettere in pericolo le sue amiche solo per far
qualche oretta di sonno. Così stava andando avanti a forza di pozioni
rinvigorenti che Madama Chips, l'unica che era a piena conoscenza del suo
problema, le preparava amorevolmente ogni mattina.
Sentì improvvisamente
bussare alla porta. Non rispose, fece finta di non esserci, ma poi la voce della
persona che entrò la fece scuotere e sobbalzare dal letto. Si alzò in piedi e si
avvicinò all'amica appena entrata: era Luna, con un permesso speciale della
McGranitt per entrare nel dormitorio Grifondoro.
L'abbracciò forte. "Luna.
Grazie di essere venuta."
La biondina sorrise,
accarezzandole i capelli ramati, lunghi fino a metà schiena.
"Di nulla. Allora, di
cosa volevi parlarmi in privato, lontano da orecchie indiscrete?" chiese usando
le sue esatte parole rivolte a lei dall'amica quello stesso pomeriggio ad
Hogsmeade.
"Bene... da dove
comincio?"
Si andarono a sedere sul
letto, erano appena le otto, avevano tutto il tempo per parlare prima che
arrivassero le compagne di stanza della rossa.
Le raccontò che da
qualche tempo non dormiva più, e le spiegò la ragione.
"E' come se, quando mi
addormento, prendesse vita un'altra me. Mi alzo, faccio tante cose, ma non sono
proprio me stessa... come devo spiegartelo? Faccio cose strane... mi appare il
marchio nero sul braccio, ma questo lo sai solo tu, fortunatamente nessuno se ne
è accorto, oltre Harry, che mi ha promesso di non dirlo a nessuno. Sai cosa é
successo il giorno che arrivò Harry a casa nostra, ad Agosto? Io come le altre
sere non avevo chiuso occhio. Scesi in cucina e trovai mia mamma. Mi addormentai
su una poltrona, perché erano giorni che non dormivo..."
Luna ascoltava il
racconto senza fiatare, guardando l'amica con occhi pieni d'apprensione.
"... quando mi svegliai
ero nella mia stanza con Ron Hermion ed Harry. I primi due se ne andarono,
rimasi sola con lui, parlammo tutta la notte, mi disse che non c'era più
possibilità di tornare insieme " qui le scappò una lacrima "... dissi che andava
bene, mi bastava rimanere solo amici... mi andava davvero bene... ma mi
arrabbiai con lui quando non volle dirmi cosa avevo fatto quando mi ero
addormentata e era entrata in scena l'altra me."
La biondina non capiva
dove volesse andare a parare.
"E.. tutto questo cosa
c'entra... scusa non riesco a comprendere..."
"Si... sto finendo. Oggi
pomeriggio ho parlato con Hermione. Mi ha detto il motivo di quella discussione
tra me ed Harry. L'altra me... la me stessa cattiva... aveva provato ad uccidere
Harry appena arrivato..."
Luna si portò le mani
sulle labbra, trattenendo un gemito.
"Oh... ma... perché?"
chiese incredula.
"Hermione mi ha spiegato
che questa altra me c'è sempre stata, fin da quando Tom Riddle prese possesso
della mia mente. E' la parte di me che al tempo di innamorò di lui... perché
Luna io mi innamorai davvero di Tom Riddle... era il mio confidente, il mio
migliore amico ed era dolcissimo con me. So che sembra assurdo, ma a quanto pare
la me innamorata di lui è sopravvissuta dentro di me... e il marchio nero si
spiega semplicemente perché io quando dormo sono mangiamorte... non si sa bene
quando, ma devo essere andata da Voldemort... devo avergli chiesto di essere una
mangiamorte anche io... e lo sono diventata. Ma solo quando dormo, assopita nel
mio stesso corpo, e l'altra me prende il sopravvento.
Luna la fissò sconvolta.
"Oh, Ginny... é terribile. Come é potuto succedere? Perché nessuno se ne è mai
accorto?"
La rossa scosse il capo.
"L'altra me ha preso il
sopravvento alla fine dell'anno scorso... la morte di Silente... la collera
verso Harry che mi aveva lasciata per un motivo che a me non andava bene..."
"E... ora... cosa hai
intenzione di fare?"
Ginny si asciugò gli
occhi e fece spallucce. "Non lo so... ma posso dirti che ho capito perché Malfoy
ci prova con me. Sono una Weasley, sono una Grifondoro... ma sono una
mangiamorte... lui é qui non per spiare Harry... é qui per spiare me... ma non
so perché mi stia proteggendo passando informazioni sbagliate a Voldemort. So
solo che lui crede che io sia mangiamorte a tempo pieno... non so... se
spiegargli questa storia... non so se posso fidarmi... ma d'altronde non vorrei
si lasciasse sfuggire qualcosa con qualcuno. Questa cosa dell'altra Ginny non
deve venire a galla! Mi aiuterai, vero Luna? Ti prego, aiutami..." si curvò
verso l'amica, appoggiando la testa sul suo grembo. Luna la guardò con
un'espressione distrutta e le accarezzò i capelli, sussurrandole parole di
conforto con la sua dolce voce.
"Non preoccuparti, Ginny.
Si sistemerà tutto... vedrai... é facile... ci libereremo della tua gemella
cattiva..."
Ginny continuava a
piangere e dire cose su cose, senza riuscire a imporsi un freno. "E' come se
qualcuno mi volesse comandare... Ci deve essere una ragione per cui l'altra me
stessa viene fuori solo quando dormo."
Luna rifletté due
secondi. In effetti era vero. Perché la Ginny cattiva veniva a galla solo quando
l'altra era tra le braccia di Morfeo?
"Ginny. Ti prometto che
faremo una ricerca... ecco so che non mi crederai, le mie storie sembrano sempre
assurde... ma ti prego, fidati, io credo di sapere cos'è che ti incatena ai
sogni, lasciando che l'altra te stessa fuoriesca."
Ginny la guardò confusa,
curiosa e perplessa. "Cosa?"
Luna assunse lo sguardo
più serio che le avesse mai visto da quando l'aveva conosciuta. " I demoni dei
sogni."
... continua...
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** 03 ***
3
Un ringraziamento speciale a coloro che hanno
recensito il capitolo precedente:
GinGin -
Le ultime parole famose, eh? "stai aggiornando
velocemente le tue fanfiction" seeee... E' da settembre che non mettevo mando a
Demons XD Mea culpa, chiedo venia... ora comunque sono pronta a ricominciare
è.é/
Lolly -
Beh a quanto pare il problema è risolto...
penso tu abbia dormito no? Non voglio credere che è da Settembre che non chiudi
occhio XP No, dai, scherzi a parte, scusa l'attesa, spero he il seguito ti
piaccia ^.^
Ninphadora -
Beh. Geniale non direi! Solo un pizzico di
fantasia, magari ^-^ Sono molto contenta che continui a seguirmi con tanto
entusiasmo. Ci pensi? Ormai sono più di due anni che leggi le mie fanficton e
che mi supporti. Come avrei fatto senza di te? >-<
Un
grazie enorme anche a tutti coloro che leggono la mia
storia (questa e anche le altre) e che mi seguono con simpatia ^__^
Capitolo 3
"Mi dispiace Ginny..."
furono le parole di Hermione, pronunciate in tono mortificato, quanto deluso.
Era delusa di se stessa, non era riuscita ad aiutare l'amica. "Ho setacciato
tutti i libri della biblioteca, nessuno menziona Demoni dei sogni... e io non li
avevo mai sentiti nominare prima, neanche a Cura delle Creature." spiegò
chiudendo un libro molto, molto polveroso e ammuffito, che provocò un attacco di
tosse agli altri astanti a quel tavolo, Ginny, Luna, Ron ed Harry.
"Non importa...
cercheremo altrove... ci dovrà pur essere un... qualcosa..." disse Harry,
portandosi una mano al mento con fare meditabondo.
Ron invece guardava Luna
accigliato. "Ci siamo fatti troppe false speranze... sarà una delle sue solite
invenzioni."
Luna osservò il rosso
inclinando un po' la testolina bionda di lato, incuriosita. "Di che invenzioni
parli?" chiese col caratteristico tono svagato.
"Semplice. Una delle tue
sciocche invenzioni... come... i Nargilli... o..."
Un tonfo sonoro
interruppe Ron. Ginny aveva preso il libro che stava sfogliando lei in cerca di
qualcosa e lo aveva sbattuto con violenza sul tavolo. "Le invenzioni di Luna non
sono sciocche. Lei non inventerebbe nulla in una situazione del genere..."
strinse le labbra, quindi si voltò verso Luna. "Vero Luna? Dove hai sentito
parlare di questi... demoni...?" chiese speranzosa.
Luna annuì dapprima alle
sue parole, poi alla sua domanda abbassò un po' il viso, lo sguardo puntato ora
sulle mani raccolte in grembo. "Mia madre. Mia madre era posseduta da questi...
queste creature... ma non se ne è mai liberata, non ne ha avuto il tempo... è
morta durante uno dei suoi esperimenti... era un esperimento per liberarsi di
loro..." il tono non era triste, nè malinconico, nè altro. Sembrava quasi stesse
raccontando una favola, come se tutto ciò non la toccasse minimamente.
Ron rimase quasi
pietrificato a quelle parole. "Oh... i-io... non lo... non lo sapevo... Scusami
Luna..." Era imbarazzato, si poteva intuire dal tono di voce leggermente più
stridulo del solito e dal colorito del volto che si confondeva con quello dei
capelli.
Luna fece spallucce,
quindi gli sorrise. "Non importa. Non potevi saperlo."
Il resto della
discussione fu oscuro a Ginny. Si era alzata e ora stava camminando verso
l'uscita della biblioteca, lo sguardo vuoto. La madre di Luna era stata una
grande strega, questo era risaputo. Eppure, nel tentativo di liberarsi da
quelle... quei cosi... era morta. Se non era sopravvissuta una maga così
potente, come poteva sperare di sopravvivere lei?
Una volta fuori dalla
biblioteca, sentiva ancora l'eco delle voci dei quattro amici che discutevano
animatamente su dove poter trovare informazioni sulla faccenda. Ma non capiva
ciò che dicevano, era troppo persa tra i suoi pensieri. Però era grata loro di
non averla seguita.
Si fermò accanto ad una
finestra in fondo a quel corridoio ed alzò lo sguardo sul cielo nuvoloso, il
grigio delle nuvole era mescolato alla caratteristica tonalità aranciata del
tramonto, così da provocare strani effetti di luce sulle mura del castello.
Appoggiò la fronte al vetro freddo della finestra e chiuse gli occhi. Non sapeva
più cosa fare. Oltretutto stava letteralmente collassando dal sonno. Forse era
il caso di passare in infermeria per chiedere a Madama Chips di raddoppiare la
dose della pozione rinvigorente, a cui ormai stava diventando immune.
Si voltò, il capo chino
verso il pavimento, fece qualche passo, ma andò a sbattere contro
qualcosa. O meglio, qualcuno.
Alzò lo sguardo ed
indietreggiò di qualche passo quando realizzò chi si trovava dinnanzi.
"Malfoy..." sussurrò un
po' contrariata.
Il biondo fece un educato
cenno del capo, quindi sorrise. "Weasley. Che... SORPRESA!" sottolineò
quest'ultima parola, come per farle capire che in realtà la stava cercando.
"Eh già..." ribattè lei,
esasperata "Proprio una sorpresa... cosa vuoi?" disse ricominciando a camminare,
lo sorpassò e sentì i passi di lui dietro di sè, chiaramente voleva parlarle, o
almeno tenerla d'occhio, solitamente non l'avrebbe seguita.
"Oh. Ma io non voglio
nulla. Ci siamo incontrati per... PURO CASO..."
"Ah-ahm..." lei annuì, in
realtà non credeva a mezza parola di ciò che aveva detto.
"Eri in biblioteca?"
chiese lui affrettando un po' il passo e portandosi al fianco della grifondoro.
"Si, no, forse, boh..."
rispose vaga, non aveva la minima voglia di spiegargli dov'era, nè cosa ci
facesse.
"Risposta molto chiara
e concisa.
Dovrei dedurne che non hai molta voglia di parlare con me..."
"Dovrei averne?"
"Beh... sai dopo il
nostro ultimo incontro in biblioteca... speravo almeno in uno 'Scusami, Malfoy,
non avrei mai dovuto rifiutare il tuo invito, sono pentita...'" scimmiottò la
sua voce, il risultato fu più che buffo.
Ginny non riuscì a
trattenere un sorriso. "Pfff... non sei un grande attore, Malfoy."
Lui si fermò, le prese il
polso bloccandola e la fece girare verso di lui, i loro sguardi ora erano a poco
più di cinque centimetri di distanza. "Credimi Weasley... " sibilò lui con
sguardo glaciale "... so essere davvero un ottimo attore, quando lo voglio."
Detto questo la lasciò andare, spintonandola qualche metro più in là nel
movimento di lasciarle il polso, quindi fece dietro front e se ne andò, sparendo
dietro un corridoio.
Ginny rimase con lo
sguardo incollato alle spalle di lui finchè non scomparve dalla sua vista, una
mano massaggiava il polso su cui c'era ancora il segno delle sue dita.
***
I giorni a seguire furono
piuttosto confusi. Ginny ricordava poco e niente di ciò che era accaduto, da un
lato certo era per la mancanza di sonno, d'altra parte continuare a mentire a se
stessa era inutile. Pensava continuamente a Malfoy. Alle sue parole. Era
diventata un'ossessione. Voleva sapere perché lui si trovasse ad Hogwarts.
DOVEVA scoprirlo, se voleva ritrovare almeno un po' di serenità. Non sapeva da
cosa scaturisse questa curiosità nei suoi confronti, sapeva solo che ormai
trascurava anche lo studio, pur di riuscire a incontrarlo. Costringeva
continuamente qualche sua amica a girare per il castello con lei 'per
sgranchirsi le gambe'. L'unica ad accettare di buon grado era Luna, anche perché
ad Hermione non poteva chiedere una cosa del genere, era troppo furba, avrebbe
scoperto subito il suo secondo fine, che di certo non era Un giro turistico
al fine di conoscere ogni segreto del castello.
Era un soleggiato
pomeriggio di metà ottobre, il castello era semi-deserto per la gita ad
Hogsmeade che quest'anno era stata anticipata a due settimane prima di
Halloween, per qualche motivo a lei oscuro.
Stava camminando con Luna
per un corridoio del pian terreno, pericolosamente vicino alla porta per
scendere nei sotterranei di serpeverde.
"Come mai siamo qui?"
chiese improvvisamente Luna, che dopo un mese finalmente cominciava a sospettare
qualcosa.
Ginny fece spallucce, ma
non rispose. Luna stava per ribattere qualcosa, ma Ginny la trascinò dietro
l'angolo in fondo al corridoio, allarmata dal cigolio della porta. Videro Pansy
"Carlino" Parkinson e Blaise Zabini uscire, discutendo animatamente su qualcosa,
o meglio su qualcuno. Facilmente Ginny potè intuire che questo qualcuno fosse
Malfoy, e fu grata a Fred e George per aver inventato le orecchie oblunghe,
poichè ne aveva posizionata una poco lontano dai due ragazzi, sul davanzale di
una finestra di fronte all'entrata dei sotterranei.
Mi chiedo perché non
voglia venire...
Lascia perdere,
Pansy... lo sai che è strano ultimamente
Si, ma... prima era
sempre contento di venire ad Hogsmeade... ora invece è sempre rinchiuso in
quella maledetta stanza da prefetto... a fare chissà cosa...
Ricerche, Pansy.
Ricerche...
"Ma di cosa stanno
parlando?" chiese Luna curiosa.
"Sssstt..." con un dito
dinnanzi alle labbra serrate, Ginny le fece segno di non parlare.
Oh. Ricerche! Perché
fare ricerche è più importante che stare con me?
Ginny riuscì a cogliere
un guizzo divertito negli occhi di Zabini, che probabilmente rideva delle parole
di Pansy.
Pansy, andiamo,
l'hanno capito anche i muri che Draco non ha nessun interesse in te!
Si, invece. Io sono la
sua promessa sposa!
Lo eri... Lo E-R-I...
non lo sei più.
Oh, solo perché il
padre è ad Azkaban, io...
No. Non solo perché il
padre è ad Azkaban. Ma perché lo sai benissimo che Draco non lavora più per
tu-sai-chi. Non penso tuo padre acconsentirebbe a fartelo sposare, ora come ora.
Ma io lo amo!
Cavolacci tuoi...
fu la risposta secca di Zabini, che alzò i tacchi e si allontanò. La Parkinson
rimase immobile, Ginny potè vedere distintamente una lacrima rigarle il viso,
che prontamente asciugò con una mano, quindi una volta ripresasi raggiunse il
compagno di casa e andarono via, verso la sala grande, dove si stavano radunando
gli studenti che dovevano partire.
"Ma tu ci hai capito
qualcosa?" chiese Luna, osservando Ginny raggomitolareil filo dell'orecchio
oblungo e ficcarlo nella tasca della divisa.
"In verità... Si. Ed ho
intenzione di parlare con Malfoy stasera stessa."
Luna si diede una
grattatina alla testa, riflettendo. "Per me possiamo anche rimanere appostate
qui davanti tutta la notte... ma se lui non uscisse dal dormitorio fino a
domani?"
Ginny la guardò un
istante, poi sorrise. "Se Maometto non va alla montagna, la montagna va a
Maometto." disse quasi in una cantilena.
"Non avrai mica
intenzione di entrare nel dormitorio serpeverde, vero???" disse Luna,
spalancando di più (se possibile) gli occhi, ed assumendo un'aria ancora più
schizzata.
Ginny si limitò a
sorriderle, quindi si voltò verso l'entrata del dormitorio Serpeverde. Se entro
un'ora Malfoy non fosse uscito, sarebbe entrata lei. Doveva approfittarne,
finché i Serpeverde erano tutti alla gita ad Hogsmeade. E per quanto riguardava
i bimbi di prima e seconda, sarebbe stato facile raggirarli con qualche scusa.
Se persino Blaise Zabini
aveva detto che Malfoy non era più un mangiamorte, allora lei doveva credere a
ciò che lui le aveva confidato sul treno, e di conseguenza voleva parlargli
SUBITO, innanzitutto per chiedergli scusa di aver continuato a chiamarlo
schifoso mangiamorte, secondariamente per trovare una risposta ai suoi dubbi.
Possibile che Malfoy fosse ad Hogwarts per tenere lei sotto controllo, sia per
conto dell'ordine della fenice, che per conto dei mangiamorte? Dopotutto era una
spia, stava facendo il doppio gioco... ora bisognava solo scoprire subito da
quale parte stava davvero, per non ripetere lo stesso errore di valutazione che
era avvenuto con Piton, e che era costata la vita a Silente.
...
continua...
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=54446
|