Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Percorrevo il corridoio di notte, guardandomi intorno con i miei grandi
occhi scuri
PROLOGO
Stavo seduta sull’incavo della finestra fissando il
paesaggio attorno alla casa dei nonni. Per ettari ed ettari si vedevano solo
campi arsi e colline, il lago dove papà ci portava sempre quando eravamo
piccoli e il ripostiglio dove il nonno teneva i suoi attrezzi Babbani.
Era estate e avrei dovuto sentirmi euforica. Euforica di
stare in vacanza, di non dover andare a scuola e di poter passare i pomeriggi
all’ombra degli alberi a leggere un buon libro. Ma non mi sentivo affatto
felice. Le voci allegre dei miei familiari provenivano dal piano di sotto e io
mi sentivo sempre peggio.
Avevo fatto un errore. Avevo fatto un enorme errore. E adesso non sapevo come
fare a dirlo a papà.
DON’T TELL DAD
1.
Like Aunt Muriel
Percorrevo il corridoio di notte, guardandomi intorno con i
miei grandi occhi scuri. Le fiaccole fievoli attaccate alle pareti di pietra
illuminavano appena l’immenso castello. Potevo sentire solo i miei passi
riecheggiare nelle ombre e con tutta me stessa pregavo, ogni secondo di
più, di udire un rumore, un fruscio, qualcosa che non mi facesse pensare
di essere sola e di non aver trascorso le mie ore invano.
Erano quasi le tre e le mie palpebre cominciavano a calare
pesantemente sulle iridi. L’indomani avrei avuto un compito in classe e
volevo ripassare le ultime cose.
Stavo quasi per tornare indietro, stanca del giro, quando un
movimento sul fondo del corridoio catturò la mia attenzione. Aumentai il
passo, incuriosita, sfrecciando veloce sotto gli occhi sonnacchiosi dei quadri.
Sicura di aver trovato qualcosa, voltai l’angolo presa
dall’adrenalina, rimanendo subito delusa.
Il corridoio era vuoto.
“Cerchi qualcosa, Weasley?”
Sobbalzai dalla paura e mi voltai di scatto. Scorpius Malfoy
se ne stava alle mie spalle appoggiato contro al muro con il suo solito e
fastidioso ghigno sulle labbra fini. Mi ricomposi e aggrottai la fronte
mettendomi subito sulla difensiva.
“Cercavo qualcosa di interessante… ma poi ho
trovato te.”
Malfoy represse il suo ghigno passando ad
un’espressione del tutto disinteressata. Delle volte avrei voluto poterlo
toccare per sentire se era fatto di ghiaccio. Fece muovere il mantello tra le
gambe e si mise dritto con un’aria da puzza sotto al naso.
“Dovresti ringraziare Weasley. Sono la cosa più
eccitante che potesse capitare nella tua misera vita.”
“Eccitante è una parola che non avrei proprio
usato per definire te, Malfoy.”
Malfoy ghignò di nuovo.
Ok, che cosa aveva sempre da ridere? Forse per lui scambiare
due chiacchiere con me era divertente, ma per me non lo era affatto.
Mi resi conto di sembrare una sciocca ferma nel mezzo al
corridoio di notte con Malfoy. Scossi la testa. “Io me ne vado a letto,
tu continua pure a fingerti un vampiro.”
Malfoy alzò le sopracciglia. “Te ne vai
già? Pensavo volessi farmi compagnia.”
“E chi vorrebbe la tua compagnia? Uno Schiopodo
forse.”
Malfoy si mosse verso di me guardandomi dall’alto. Ed
era alto. O forse ero io che ero bassa. Dovetti alzare la testa per guardarlo
in faccia, e non mi piaceva per niente. Aveva la solita smorfia che tiene
sempre quando dico qualcosa che non gli va a genio.
“Sai, ci sono ragazze che pagherebbero galeoni per
stare con me.” Disse con tanta modestia che mi parve di poter vedere il
suo Ego gonfiarsi attorno a lui.
“Pensa che coincidenza,” Sorrisi un sorriso con
veramente poco di amichevole. “io pagherei galeoni per stare alla larga
da te.”
Senza aspettare una sua velenosa risposta girai i tacchi e
continuai a percorrere il corridoio. Era tardi, ero stanca e tutto quello che
volevo era non avere una conversazione con il peggiore dei Serpeverde.
Tra poche ore avrei avuto il compito in classe di Erbologia
e avrei dovuto essere perfetta. Mia madre sarebbe stata delusa se non avessi preso
una E, la preside mi avrebbe detto che stavo sciupando il mio rendimento,
Neville sarebbe stato scontento di darmi solo
una O, e mio padre probabilmente mi avrebbe dato una pacca sulla spalla e mi
avrebbe detto che non sono poi solo figlia di mia madre.
A volte adoravo mio padre.
**
La sveglia era suonata troppo presto quella mattina ed io
ero una tipa mattiniera. Non mi era mai piaciuto dormire troppo, non tanto
quanto papà e Hugo. Papà sarebbe stato capace di dormire una
settimana di fila se solo avesse voluto, ma mamma lo buttava giù dal
letto regolarmente ogni mattina.
Il rumore snervante della sveglia non cessava e mi rigirai
nelle coperte per arrivare al comodino. Erano le sette, il mio compito era alle
nove. Avevo tempo di ripassare.
Mi vestii non troppo in fretta, guardandomi intorno nel
dormitorio. Dovevo essere l’unica in piedi perché il resto dei
letti a baldacchino aveva ancora le tende tirate, per non far passare neanche
un filo di luce.
La ronda della notte precedente mi aveva messo k.o. e non
avevo mai avuto voglia di bere caffè così tanto come quella
mattina. Scesi a fare colazione in Sala Grande portando il mio libro di
Erbologia con me. C’erano solo pochi studenti, per lo più del
primo e del secondo anno. Mi sedetti sulla panca dei Grifondoro e mentre mi
riempivo il piatto aprii il libro per leggere qualcosa.
“Ah, Rosie, sono solo le sette e mezzo del mattino!
Metti via quel libro!”
Alzai la testa di scatto. James era comparso davanti a me
con i suoi soliti capelli spettinati e un furbo sorriso sulle labbra. Lo
guardai come se avessi visto un fantasma.
“Già,” dissi lentamente. “per
questo mi chiedo, cosa ci fai sveglio a quest’ora?”
Alzò le spalle sorridendo. “Quidditch.”
Che domanda inutile, cos’altro avrebbe potuto smuovere
James Potter dal letto ad appena le sette e mezzo del mattino?
Quidditch.
Da quando poi era diventato Capitano, (lo zio Harry ne era
stato così fiero!) , aveva praticamente preso residenza nello stadio.
Non parlava d’altro. Beh… a meno che non si trattasse di ragazze.
Sbuffai alzando le spalle. “Grifondoro non
giocherà per le prossime tre settimane.”
“Ed è per questo che dobbiamo sempre tenerci in
forma.” Fred, il gemello di
James, era comparso alle sue spalle con un sorrisino che mi ricordava tanto il
Jolly stampato sulle carte Babbane del nonno. Più li guardavo insieme,
più mi convincevo che James non
poteva essere figlio di zia Ginny e zio Harry.
“Come vi pare,” dissi un po’ annoiata.
“Lasciali perdere, rossa, si illudono di saper
giocare.”
Al era appena comparso al mio fianco. Cominciavo a
domandarmi se tutti si stessero materializzando o se ero io ad avere troppo
sonno quella mattina. Si sedette sulla panca al mio fianco aprendo il libro di
Erbologia. Avere Al come cugino mi confortava, sapevo di non essere la pecora
nera della famiglia.
James fece una smorfia. “Neanche fai colazione che ti
metti sui libri?” Scosse la testa. “Tu non sei mio fratello.”
“No, lo dubito anche io.” Rispose Al senza
battere ciglio.
Repressi un sorriso, adoravo il botta e risposta tra James e
Al. Un corredo genetico in comune e neanche una somiglianza. Avevo sentito
più volte lo zio Harry dire che James era uguale a suo nonno, ma per
nostra sfortuna nessuno di noi aveva potuto conoscerlo. Da quanto si diceva,
quando era ragazzino, non faceva altro che fare scherzi con i suoi amici,
nonché col padre di Teddy.
Ripresi a leggere il mio libro cercando di far entrare in
testa qualcosa. Fred e James se ne andarono dopo qualche minuto e io ed Al
rimanemmo fianco a fianco col capo chino sui libri senza dire una parola.
L’orologio della Torre suonò le otto e sia io
che Al balzammo su dallo spavento. Ci guardammo e scoppiammo a ridere.
“Ok, direi che è l’ora di fare una
pausa.”
Al annuì ma non aveva per niente l’aria
contenta. Lo fissai per bene prima che riprendesse il suo solito sorriso.
“Che ti prende, Al?”
“Niente!” Disse subito allegro. Balzò in
piedi trascinandomi su con lui. “Assolutamente niente. Sai che ti dico,
ti va di fare una passeggiata?”
Io annuii non capendo dove volesse andare a parare. Al che
faceva una passeggiata? Andiamo!
Senza dire una parola lo seguii fuori dal castello e ci
incamminammo verso il lago. Era una giornata autunnale ma non era ancora troppo
freddo. Il prato era ricoperto dalle foglie rosse e gialle appena cadute dagli
alberi. Il platano picchiatore era l’unico albero ad avere ancora tutte
le foglie al suo posto.
Camminai al fianco di Al per un po’. Io ed Al eravamo
amici, prima che cugini, lo eravamo da sempre, da prima ancora che imparassimo
a camminare. Tra me e Al c’erano solo pochi mesi di differenza
d’età ed era stato il mio compagno di giochi quando trascorrevamo
l’estate dalla nonna. Mi voltai verso di lui, si stava mordendo un labbro
pensieroso.
“Al?”
Sembrò riscuotersi dai suoi pensieri e si
voltò verso di me affondando i suoi grandi occhi verdi dentro i miei.
Gli avevo sempre invidiato quegli occhi, sarebbero stati perfetti con i miei
boccoli rossi.
“Tutto ok?” Chiesi preoccupata.
Lui sospirò e annuì. “Sì.”
Disse flebilmente. “E’ solo… sai, io e James siamo persone
molto diverse.”
Lo guardai come se stesse dando di matto. “… e
cosa mi stai raccontando di nuovo?”
“No, quello che intendo dire è…”
Sembrava che si stesse perdendo dentro un bicchiere d’acqua. E Al non si
perdeva mai dentro un bicchiere d’acqua. Al era un genio. Stavo
cominciando a preoccuparmi. “… nonostante io e James siamo due
persone molto diverse...”
“Sì?” Cercai di seguire.
“Abbiamo… come dire…qualche…”
“Qualche?”
Gesticolò un po’. “Interesse.”
Disse alla fine. “Qualche interesse in comune.”
Mi sentivo sempre più confusa. “Al, non stai
cercando di dirmi che vuoi entrare nella squadra di Quidditch, vero?
Perché sarebbe una cosa totalmente non da te, per non
contare…”
“Quidditch?!” disse come se non mi stesse
seguendo. “Cosa? No! Non stavo parlando di Quidditch.”
“E allora cosa…”
“Rose!”
Una voce mi chiamò da lontano e mi voltai
distraendomi dal discorso di Al. Dopo qualche secondo dal castello vidi una
ragazza che sventolava la mano per farsi vedere e cominciare a correre verso di
me. Era Vanessa.
Vanessa era la migliore amica che potessi trovare in tutta
Hogwarts. Eravamo diventate amiche al primo anno, dividevamo insieme il
dormitorio e stavamo sempre accanto di banco a qualsiasi lezione. In più
Vanessa era uno spasso, nessuno aveva un humor migliore del suo.
Ci raggiunse dopo qualche minuto e si piegò su se
stessa riprendendo fiato. “Perché non mi hai aspettato
stamattina?”
“Erbologia.” Dissi semplicemente.
Lei roteò gli occhi con fare annoiato e solo allora
sembrò accorgersi di Al. “Oh, ciao Al.”
Al si schiarì la gola. “Vanessa.” Disse a
mo’ di saluto. Si voltò verso di me. “Allora, io vado. Ci
vediamo dopo.”
“Non dovevi dirmi qualcosa?”
Al sembrò esitare. Poi guardò Vanessa con la
coda dell’occhio e scosse la testa. “No, non importa. Ne parliamo
più tardi.”
Io e Vanessa lo guardammo andare via a passo svelto. Cominciava
a preoccuparmi seriamente, tanto per cominciare perché Al non lasciava
mai un discorso in sospeso, a volte mi seguiva fino al bagno delle ragazze per
finire di raccontare quello che mi stava dicendo.
“Si comporta in modo strano.”
Vanessa scrollò le spalle. “Magari è in
quel periodo del mese.” Si voltò verso di me. “Come va per
il compito?”
“Non parliamo di me, sappiamo tutte e due che io ho studiato.” Feci una smorfia.
“Parliamo di te. Mi stai chiedendo se ho studiato perché tu non
hai letto una pagina e vuoi sapere se puoi metterti nel banco a fianco al mio
per copiare, non è vero?”
“Sai, quelle lezioni di Occlumanzia ti sono state
molto utili!”
Mi passai una mano sulla tempia. “Non ho mai preso
lezioni di Occlumanzia.”
“Caspita,” Disse lei facendo un lungo fischio.
“Allora dev’essere intuito femminile! Comunque, di cosa si
parla?”
“Mandragole e Belladonna: usi e proprietà di
queste piante e come poterle utilizzare all’interno di Pozioni.”
Vanessa mi guardò con occhi vuoti.
Sospirai. “Puoi metterti nel banco accanto al mio e
copiare tutto.”
Lei mi sorrise alzando il pollice in segno di vittoria.
“Sei sempre la migliore!”
**
Il compito di Erbologia era andato bene, Neville era stato
fin troppo buono con le domande. Ed era stato molto comprensivo quando ha
capito che Vanessa stava copiando spudoratamente il mio compito. Sono sicura
che le abbasserà solo un voto.
Avevamo finito presto il compito e Neville ci aveva concesso
di poter uscire prima e prenderci un’ora di pausa. Io e Vanessa avevamo
dimenticato di dirgli che avevamo già due ore di buco. Ne avevamo
approfittato per passare da Hagrid a prendere un Thè e poi di nuovo al
castello, ma non prima che mi dicesse che devo ricordarci di dirci ai miei genitori che ce li saluta Hagrid.
Vanessa reprimeva sempre un sorriso quando Hagrid parlava,
probabilmente per essere carina e non scoppiargli a ridere in faccia.
Mentre tornavamo verso la Torre dei Grifondoro Paula, una delle nostre
compagne di dormitorio, corse verso di noi.
“Oh no!” Sussurrò Vanessa.
“Ciao Rose! Vanessa! Dove andate? Posso venire con
voi?”
Io e Vanessa fingemmo un sorriso, ci trovammo con le spalle
al muro. Paula era una palla al piede, non l’avevamo mai potuta soffrire
dal primo anno. Aveva una voce che assomigliava molto a una chitarra scordata e
né io né la mia amica riuscivamo mai a capire una parola di
quello che diceva.
“Noi avevamo… stavamo…”
“Stavamo andando ad assistere l’allenamento di
Fred e James.” Adoravo Vanessa, era in queste occasioni che mi ricordavo
perché fosse tanto mia amica. Annuii freneticamente al suo fianco
sperando che Paula ci credesse e se ne andasse da dove era venuta.
Paula aggrottò la fronte. “Siete sicure di non
esservi sbagliate? James era seduto sul divano in Sala Comune quando sono
uscita. Beh, se non avete niente di meglio da fare allora che ne dite di fare
due chiacchiere?”
“Non sono stata così felice da quella volta che
Hugo mi rovesciò addosso la torta della nonna a Natale.”
“Doveva essere una torta buonissima allora!”
Disse entusiasta Paula, cominciò a percorrere il corridoio mentre io e
Vanessa le stavamo alle calcagna.
Mi voltai senza parole verso Vanessa che mi sillabò
‘è pazza’. Un po’ mi dispiaceva per Paula, devo essere
sincera, girovagava per il castello sempre da sola. Non che ci fosse da
sorprendersi, come aveva appena detto Vanessa, era pazza.
“Allora,” cominciò lei.
“C’è qualcuno che vi piace?”
“Che te ne import-“ Tirai una gomitata nelle
costole a Vanessa. “No, nessuno!”
“Davvero?!” Paula sembrava sconvolta da questa
notizia. “Sapete invece io sono cotta di un ragazzo del sesto anno,
sapete? Sì, ma non posso assolutamente dirvi chi è! Lo so che morite
dalla curiosità di saperlo ma non posso proprio!”
“Sopravvivremo.” Risposi io già
estremamente annoiata. Ma che avevo fatto di male oggi?
“E tu Rose? C’è qualcuno che ti
piace?”
Stavo per rispondere un secco no, ma richiusi la bocca
pensandoci bene. In effetti non c’era proprio nessuno che mi piacesse e
mi chiesi quando fosse stata l’ultima volta che mi ero presa una cotta
per qualcuno. Forse aveva ragione Rox, ero davvero troppo presa dallo studio.
Era anche vero che Roxanne cambiava un ragazzo alla settimana.
Paula mi stava fissando. “No, proprio nessuno.”
Sembrò delusa. E probabilmente lo era davvero, Paula
viveva per il gossip, ne era la regina incontrastata. Se dovevi sapere
qualcosa, potevi andare da lei. Sapeva tutto di tutti.
“Sapete ragazze, oggi siete particolarmente
noiose.” Senti da che pulpito. “Credo che me ne andrò in
Sala Grande a vedere se c’è qualche novità.”
E veloce com’era arrivata se ne andò. Vanessa
rimase a bocca aperta e scosse la testa come se non volesse credere a quello
che era appena successo.
“Rosie, siamo veramente appena state piantate da Paula
Vegas?”
“Dici che dovremmo preoccuparci?”
“Decisamente!”
“Non piangeteci, riuscirete a sopravvivere anche senza
di lei.”
Ci voltammo. Hugo ci fissava con i suoi grandi occhi blu che
aveva ereditato da papà. Hugo, a dire il vero, aveva ereditato il meglio
da entrambi i miei genitori. Nonostante fosse più piccolo di me di due
anni, mi superava in altezza di almeno venti centimetri.
“Hugo!”
Fece un sorriso che ricordava in modo impressionante mio
padre. “Sorellina. Vanessa.”
Vanessa ridacchiò guardandomi con la coda
dell’occhio. “Sorellina?”
Le feci cenno di lasciar perdere. “Come mai da queste
parti?”
“Sono un Grifondoro.” Disse lui con una logica
snervante facendo cenno verso il ritratto della Signora Grassa. “Ho
appena scritto a mamma e papà, se vuoi saperlo, quindi non
c’è bisogno che mandi una lettera anche tu. Ho raccontato tutto
quello che è successo finora… tranne che Vitious mi ha messo in
punizione.”
“Vitious ti ha messo in punizione? Quando?”
“Smettila, sembri la mamma!” Si lamentò
lui. “Ieri sera, ho lucidato tutti i Trofei. Io e Lily stavamo cercando
di andare alla capanna di Hagrid ieri dopo il coprifuoco e ci ha beccato nel
giardino del castello.”
“Lily è stata messa in punizione?”
Accordai mentalmente di non dire nulla a mamma e papà. Se zia Ginny
avesse saputo che Lily era stata messa in punizione sarebbe andata su tutte le
furie.
Hugo scrollò le spalle. “Beh, l’idea
è stata sua.”
Sospirai. Possibile che io ed Al fossimo gli unici sani e responsabili
di tutta la famiglia? Senza contare le figlie dello zio Percy, ovviamente.
“E non fare quella faccia, io e Lily non abbiamo
più quattro anni.” Si soffiò via i capelli dagli occhi
incrociando le braccia. “Solo perché a casa Lily è la cocca
della nonna non vuol dire che sia un angelo, sai? Tutti si stupiscono che James
sia suo fratello, beh io no.”
Alzai una mano. “D’accordo, non voglio sapere
che cosa combinate quando nessuno vi vede, è meglio che non lo sappia.
Cercate solo di non farvi beccare, lo sai che mamma poi mi fa una ramanzina
chilometrica quando torniamo a casa per Natale!”
Vanessa si grattò la nuca. “Hugo viene messo in
punizione e tu ti prendi la ramanzina?”
Hugo ridacchiò. “Mamma pensa di dover dare la
colpa a Rosie perché lei dovrebbe tenermi d’occhio.”
Io mi voltai sconsolata verso Vanessa, che non sapeva quanto
era fortunata a volte ad essere figlia unica. Per fortuna papà, che di
fratelli ne aveva eccome, mi capiva e cercava di calmare la mamma ogni volta
che sgridava me o Hugo.
E di solito funzionava. Bastava che le facesse un sorriso.
Il solito sorriso che di solito Hugo usava con me quando si doveva far
perdonare qualcosa.
“Mi prometti di fare casino ma essere prudente?”
Hugo annuì con forza e si mise una mano sul cuore.
“Parola di lupetto! Adesso devo andare, Jay mi aspetta per giocare a
sparaschiocco.” Salutò avviandosi verso il ritratto. “Ciao
Rosie, Vì.”
Vanessa scosse la testa divertita. “Ho sempre adorato
tuo fratello.”
Io alzai gli occhi al cielo. “Sì, anche
io.”
**
Io e Vanessa eravamo riuscite a liberarci di Paula per un
po’ e ne avevamo approfittato per rinchiuderci in dormitorio prima che
rientrasse. Avevamo trovato Gaby e Sol a chiacchierare in un fitto spagnolo e senza
disturbarle ci eravamo rintanate dentro il mio letto a baldacchino ed avevamo
tirato le tende per non essere disturbate.
Non che Gaby e Sol fossero di disturbo, anzi mi piaceva
condividere il dormitorio con loro. Gaby e Sol erano conosciute in tutta
Hogwarts come ‘le gemelle spagnole’, erano praticamente identiche e
solo dopo anni avevo imparato a riconoscerle. Avevo sempre invidiato loro la
possibilità di poter parlare una lingua che nessun altro capiva,
così da non dover sussurrare o aspettare il momento opportuno per
parlare come dovevo fare con Vanessa.
In più io, Vanessa e le gemelle avevamo un nemico
comune. Paula.
Vanessa si sistemò sul mio letto.
“Chissà che si stanno raccontando.” Disse indicando con la
testa verso il baldacchino di Gaby.
Scrollai le spalle e mi appoggiai alla testata del letto. “Se
stanno architettando un modo per fare fuori Paula Vegas, voglio esserci.”
Vanessa ridacchiò. “Non sei tu quella che dice
che dovremmo essere gentili con lei?”
Sì, ero io. Ma anche io avevo un limite alla mia
pazienza. E mettersi contro Paula non era una buona idea. A volte ne avevo
paura.
“Beh, comunque hai fatto bene a non fare nomi mentre
eravamo con lei. Pensa se le avessi detto che ti sei presa una cotta per Gill
Ryan. Domani lo avrebbe saputo tutta la scuola.”
Lei annuì distrattamente e rimase ferma a fissare un
punto indefinito sulla mia coperta. La chiamai un paio di volte ma non diede
cenno di aver sentito, solo quando le schioccai le dita davanti agli occhi
balzò all’indietro di scattò e arrossì sulle guance,
nascondendosi subito dopo dietro al cuscino. La fissai alzando un sopracciglio
e lei sorrise timidamente arrossendo ancora di più.
“Mi ero incantata.” Disse innocentemente.
“Su Gill Ryan?”
Lei arrossì e si schiarì la gola.
“Sì, beh… Anche da parte tua è stato furbo dire che
non ti piace nessuno.”
Stavolta fu il mio turno di arrossire. “Io non stavo
mentendo.”
Vanessa rimase un attimo interdetta. Aprì la bocca
come per dire qualcosa ma sembrò ripensarci. Alzò gli occhi verso
l’alto come se stesse cercando di ricordare qualcosa. “Ma non ti
eri presa una cotta per Kevin LeFleur?”
Kevin LeFleur! Ecco chi era stato l’ultimo! “Oh,
andiamo, Vì! Quello era secoli fa.”
Lei mi guardò scettica. “Era solo la fine
dell’anno scorso.”
Io arrossii di nuovo. “Beh, si vede che ho cambiato
idea durante l’estate. E poi era solo una piccola stupida cotta, neanche
mi piaceva più di tanto.”
“Già,” Fece Vanessa alzando un
sopracciglio castano. “Infatti gli hai solo fatto recapitare un mazzo di
fiori per San Valentino davanti a tutta la scuola.”
Arrossii al ricordo. Quando durante l’estate
l’avevo raccontato a casa papà si era messo a ridere con la sua
solita delicatezza mentre mamma mi aveva sorriso incoraggiante e mi aveva detto
che ero stata molto coraggiosa. L’unica che mi aveva fatto sentire meglio
era stata zia Ginny, che mi aveva confessato di aver fatto la stessa cosa con
lo zio Harry quando andavano a scuola.
A zia Ginny era andata sicuramente meglio di me, comunque,
dato che adesso si era sposata con lo zio Harry mentre Kevin LeFleur faceva di
tutto perché non ci incrociassimo nei corridoi. Forse era per questo che
la cotta per lui era passata, lontano dagli occhi lontano dal cuore.
“Beh, d’accordo potrei essermi presa una bella
sbandata in passato,” dissi io schiarendomi la gola. “Ma adesso
è passato. Ed ho un sacco di cose a cui pensare, il prossimo anno
avremmo i M.A.G.O. e voglio essere sicura di arrivare abbastanza preparata
a…”
“Sai, cominci a parlare come tuo zio Percy.”
Disse Vanessa guardandomi storto.
Io mi fermai di scatto. “Dovrebbe essere
un’offesa?”
“Non era di certo un complimento. Rosie, hai sedici
anni, vuoi deciderti a vivere la tua vita una volta per tutte? Avrai anni e
anni per chinarti sui libri e cercare di diventare Ministro della Magia, ma per
ora puoi semplicemente divertiti come tutte le ragazze della tua
età?”
Sbuffai. “Io so divertirmi.”
Vanessa si stese sul letto a fianco a me.
“Quand’è stata l’ultima volta che siamo andate ad una
festa? E il compleanno di tuo nonno non conta.”
Il compleanno del nonno era stato divertente! Nonno aveva
provato a stregare la tv che gli avevano regalato mamma e papà, e quella
se ne andava in giro su due zampe obbligando tutti a sedersi e a guardare tutti
i canali che poteva ricevere.
“D’accordo, forse non siamo state ad una vera
festa da un po’.” Ammisi. “Ma questo non vuol dire che non ci
divertiamo. Andiamo ad Hogsmeade ogni sabato!”
“Da sole.” Fece lei storcendo il naso. “E
mi trascini sempre in quella stupida libreria.”
“Non è stupida. E poi cosa vuoi dire, che non
ti diverti con me?”
Vanessa scosse la testa con un sorriso. “No, Rosie,
non è questo e lo sai bene. Ho accettato la tua mania convulsiva da
Biblioteca dal primo anno.” Sospirò. “E’ solo che non
voglio finire come tua zia Muriel!”
Mi alzai di scatto dal letto e mi voltai verso di lei
spaventata. “Zia Muriel?!” Urlai. “Stai dicendo che rimarremo
zitelle per tutta la vita?”
Perfetto, era quello che ci voleva per finire una giornata
in bellezza. Sapere di stare diventando come zia Muriel! E non c’era
niente di peggio al mondo.
Sapevo di non essere una di quelle adolescenti tutte ragazzi
e vestiti, e non mi importava neanche più di tanto di partecipare alle
feste e ubriacarmi, ma per questo dovevo ritenermi condannata per tutta la
vita? Anche mamma quando era giovane amava stare sui libri, eppure aveva
sposato papà. E oggettivamente papà era pure un bell’uomo.
Era anche vero che la loro era stata una storia un pochino
particolare.
Mi voltai verso Vanessa che mi fissava con una smorfia e
capii che la differenza fondamentale tra me e mia madre era che io non avevo
nessun migliore amico da poter sposare in futuro. A meno che non avessi sposato
Al, ma era davvero fuori discussione.
Sospirai. “Vì, sono spacciata.”
**
Con un po’ di
fatica la zia è tornata con una nuova storia.
Lo so cosa state
pensando, malfidati! Adesso aggiornerà con un sacco di ritardo… e
invece stavolta v’ho fregato, tiè XD
Sto già
scrivendo i prossimi capitoli, attualmente sono a quota 7 (settimo incompiuto),
quindi programmo di essere sempre più o meno in pari per postare nuovi
chaps.
Mi rendo conto che
come primo capitolo è abbastanza deludente e scarsino e fino a che non
entreremo nella storia vera e propria sarà così, ma fidatevi ne
vale la pena (spero!)
Ho voluto volutamente
prendere le cose con calma e non fare accadere tutto subito come al solito, che
dopo 5 o 6 capitoli mi dico “e mo’ che mi invento??”
Si prevede essere una
loooong story, almeno per quanto riguarda lo spazio-tempo, poi vedremo come
possiamo aggiustare i capitoli in modo da non doverne fare 1329… ai
problemi logistici ci penserò per tempo ^^”
Per adesso è
tutto, spero vi siate divertiti a leggere e se lasciate una recensione sono
pure contenta, almeno sento dei pareri a riguardo
Quella mattina non avrebbe potuto cominciare peggio
DON’T TELL DAD
2. Can’tsay no
Quella mattina non avrebbe potuto cominciare peggio. Il
compito di Erbologia che
pensavo fosse andato bene era stato un vero disastro. A dire il vero era andato bene, ma per qualche strano motivo
sia il mio compito che quello di Vanessa avevano una
bella D a caratteri rossi proprio in cima alla pergamena.
La fissai con orrore, non avevo mai
visto una D accanto al mio nome.
Alzai gli occhi verso la cattedra, dove Neville mi fissava e
sembrava che volesse mettersi a piangere. Lo vidi sospirare e alzarsi
annunciando alla classe l’argomento del giorno, prima di prendere a
spiegare e mostrarci cosa dovevamo fare.
A fine lezione mi avviai da Neville per delle spiegazioni.
La faccia di Neville non fece presagire niente di buono
mentre mi avvicinavo alla sua cattedra. Prima che potessi
dire qualcosa scosse la testa come se fosse in pena per me.
“Ti prego, Rosie, non dire
niente.”
Lo fissai sbalordita. Mi aveva dato una D e dovevo starmene
buona. “Non dire niente? Il mio compito era praticamente
perfetto!”
“Lo so.”
“E allora perché
c’è una fastidiosissima e scarlatta D che brilla in cima al mio
foglio?”
Neville sospirò. “Tua madre mi ha fatto
promettere che se avessi fatto copiare Vanessa ancora
una volta…”
“Mia madre!” urlai. “Mia madre!
Neville… voglio dire, professor Longbottom! Lei
è il professore qui, non mia madre!”
Neville sembrò intimidito da me.
Forse davvero a volte somigliavo troppo a mia madre. “Non temere, Rosie, non avrà alcun
credito sul tuo rendimento scolastico.”
Mi calmai un attimo, ma solo perché quella brutta
lettera in cima al mio compito non avrebbe danneggiato il mio
futuro e tutte le ore di studio. Ma avrei comunque ucciso
la mamma quando l’avrei rivista. Anzi, le avrei mandato
una lettera immediatamente.
Uscii dalla serra con ancora le orecchie che mi fumavano.
Vanessa mi aspettava subito fuori dalla classe.
“Mi dispiace tanto Rosie.”
“Non è colpa tua.” Scossi la testa.
“Cavolo, una D! Pensavo che non ne avrei mai
vista una in tutta la mia vita!”
“Non temere, Weasley, nel
tuo caso la D non
sta per Deludente” Mi voltai di scatto. Malfoy.
Poteva questa giornata andare peggio? “Nel tuo caso sta per
Deficiente.”
Vanessa fece un passo avanti per raggiungerlo, e
probabilmente strozzarlo, ma la fermai in tempo e lo guardai sprezzante.
“Mi sento veramente colpita sentendomi
dire una cosa del genere da uno che colleziona T. Se
vuoi posso darti qualche ripetizione Malfoy, l’alfabeto
non è poi così difficile da imparare, credimi sulla parola.”
Malfoy fece un ghigno. “Non
cercare di fare la superiore con me, Weasley, lo sai che l’anno scorso mi hai battuto solo
per mezzo voto.”
Feci per replicare ma sparì
nella serra seguito da altri Serpeverde. Quanto lo detestavo. Okay, aveva
ragione, era uno studente eccellente e l’avevo battuto solo per pochi
punti l’anno prima. Ma avevo comunque vinto io. E mio padre era stato fiero di me. Non perché fossi
un genio, ma semplicemente perché avevo battuto il figlio di DracoMalfoy.
Avevo sentito mia madre rimproverare papà su questa
faccenda così tante volte che ormai ci avevo fatto l’abitudine.
Mamma cercava di insegnarci che non dovevamo avere pregiudizi, di non giudicare
le persone prima di averle conosciute, di non dare
tutto per scontato. Ma parliamoci chiaro, battere ScorpiusMalfoy era divertente!
Io e Vanessa ci incamminammo verso
il castello. Per tutto il tragitto continuò a ripetere quanto le dispiacesse per il mio voto, ma a me alla fine non importava
granché. Certo, era stato orribile vedere quella gigantesca D sul mio
foglio, ma sapevo di aver fatto un compito eccellente
e che se avevo quel voto era solo colpa della mia madre ficcanaso.
L’ora seguente avevamo storia della magia e come al solito mi sedetti accanto ad Al che mi aspettava
già in classe. Vanessa si sedette dall’altra parte al mio fianco. Il
professor Ruf, neanche avevamo preso
posto, aveva già cominciato a spiegare la lezione del giorno.
“Com’è andato il compito?” Mi
chiese Al ignaro di tutto.
Cominciai a raccontare dall’inizio com’era
andata, che Vanessa aveva copiato tutto, che il mio compito era perfetto e che
avevo preso una D solo perché mamma era amica di Neville Longbottom. Al scoppiò a
ridere.
“Tua madre è davvero capace di tutto.”
Alzai un sopracciglio. “Mia madre? Sei il figlio di GinnyWeasley e ti preoccupi di
mia madre?”
Al fece un sorrisino e tornò
a scribacchiare sui suoi appunti. Tutto ad un tratto mi ricordai.
“Al?”
“Mh?”
“Non c’era qualcosa che volevi dirmi,
ieri?”
Al sembrò preso alla
sprovvista. “Oh.” Disse. “Beh, sì, in
effetti c’è una cosa… ma non credo che sia il momento
giusto per parlare di questo.”
“Mi devo preoccupare?”
Al scosse la testa e si morse un
labbro. Stava diventando davvero strano in questi giorni, in
tutti questi anni non lo avevo mai visto così perso tra le
nuvole. Dopo quella breve conversazione si zittì e riprese a scrivere i
suoi appunti.
Per il resto della lezione dovetti stare in silenzio ad
ascoltare Ruf e le sue storie sui folletti nella
comunità magica. Al non accennava ad alzare la testa dal suo taccuino e
Vanessa si era addormentata da un bel pezzo.
Suonò la campanella e sobbalzai. Solo allora mi resi
conto che anche io mi ero addormentata. Al mi diede una gomitata nelle costole
e io ne diedi una a Vanessa che balzò a sedere come se fosse sempre
stata vigile e all’erta. Al mi sorrise scotendo la testa e io lo
ringraziai con un altro sorriso.
“Dormito bene?” Chiesi a Vanessa.
“Benissimo.” Finì con uno sbadiglio.
Al si aggregò a noi nel tragitto fino alla Sala
Grande. “Ho preso qualche appunto, non vi preoccupate, se ne avete bisogno.”
“Grazie Al.”
Vanessa gli sorrise gentilmente e
un po’ in imbarazzo. “Credo proprio che ne avrò
bisogno, grazie Albus.” Si grattò la
nuca. “Di cosa si parlava esattamente?”
Io scoppiai a ridere. Vanessa era un disastro a scuola e
forse era per quello che a mio padre piaceva così
tanto. Al le riassunse velocemente la lezione mentre
ci sedevamo sulla panca dei Grifondoro vicino a Lily
e ad alcune delle sue compagne di corso.
“Davies.”
“Davies? No, meglio McFarland.”
“Stai scherzando? Hai visto che brutto naso che
ha?”
Io, Al e Vanessa ci guardammo perplessi.
“Ehi, Lily!” Dissi allegramente. “Che state facendo?”
Lily sventolò i suoi liscissimi capelli rossi e si
voltò verso di noi con un sorriso. “Oh, ciao ragazzi! Non vi avevo
visto arrivare.” Si voltò verso le sue amiche e ridacchiò.
“Stiliamo una lista dei ragazzi più belli di Hogwarts.”
Io e Vanessa ci scambiammo uno sguardo.
Avevamo anche noi la nostra lista personale. Ma quello
era un segreto che doveva morire con noi.
“Ah, sì?” Rise Albus.
“E per ora chi è in cima alla
lista?”
Lily fece una smorfia. “Purtroppo James.”
Io e Al scoppiamo a ridere. “James?” dissi. “JamesPotter?”
Un’amica di Lily assunse un’aria sognante e
annuì. “Oh, lui è così… così… sexy!”
Al fece una faccia come se avesse
voglia di vomitare. “D’accordo, ho sentito abbastanza.” Disse
alzandosi dalla panca. “Ehi, Lily, mi devi 3 galeoni se non vuoi che dica
a mamma della punizione.”
Lily lo fissò a bocca aperta. “Cosa? Ma questo è giocare
sporco! Ti toglierò dalla top ten dei migliori
ragazzi di Hogwarts!” Gli urlò dietro,
ma Al non diede cenno di aver sentito.
Io e Vanessa ridacchiammo.
“Chi è secondo in classifica?” chiese Vanessa.
“ScorpiusMalfoy!”
“ScorpiusMalfoy?!” Riecheggiamo io e
la mia fedele amica. Mi schiarii la gola incredula. “Intendi ScorpiusHyperionMalfoy dei Serpeverde?”
Vanessa fece una smorfia. “Beh, non
è che ci siano tanti Scorpius in
giro…”
Lily annuì con vigore e sorrise un po’
imbarazzata. “Lo so che non è proprio il massimo della gentilezza,
e che papà mi ucciderebbe se mi sentisse dire una cosa del genere, ma
è un ragazzo davvero affascinante!”
“Non è il massimo della gentilezza?!” Dissi io scandalizzata. Gli era forse andato in
pappa il cervello? “Lily, ti rendi conto che è un idiota di prima
categoria, vero?”
Vanessa mi guardò perplessa. “Non sapevo che
gli albini andassero di moda adesso.”
Scoppiai a ridere. “Devi ammetterlo, quando noi
eravamo al terzo anno eravamo molto più
fortunate. Ricordi JasonHahn?”
“Cavolo!” Disse Vanessa con aria sognante.
“Quello sì che era un figo da
paura!”
“Parlate di me?” James
era appena apparso alle spalle di Vanessa.
“Ovviamente no.” Dissi io roteando gli occhi.
“Che diavolo vuoi?”
James mi guardò con un
sorriso e alzò le mani in segno di resa. “Ehi, calma rossa, vengo
in pace! Avete visto Al? So che stava studiando delle nuove tattiche di gioco
da utilizzare per la squadra di Quidditch.”
“Se n’è appena
andato, credo a vomitare.” James alzò un
sopracciglio. “Ha sentito da Lily che sei il primo nella top ten tra i
ragazzi più belli della scuola.”
James fece un sorriso fiero e
gonfiò il petto. “Davvero? E di chi è
questa lista?” Indicai con la testa Lily e le sue amiche.
“Sorellina, lo sapevo che ero il tuo idolo, ma non dovevi.”
Lily fece una smorfia. “Io non ti ho votato.”
“Ah no? E chi mi ha votato
allora?” La timida amica di Lily, che adesso era tutta arrossita,
alzò timidamente una mano. James le sorrise.
“Hai appena vinto un appuntamento adHogsmeade, tesoro. Adesso devo scappare.”
Mandò un bacio all’amica di Lily, che per poco
non svenne dall’emozione, e se ne andò in
cerca di Al. Io guardai Vanessa scotendo la testa. “Non voglio credere
che siamo parenti.”
Lily sbuffò al mio fianco. “A chi lo
dici.”
**
Dopo pranzo Vanessa era andata nel
dormitorio per riposarsi un po’ e io avevo deciso di rifugiarmi in
biblioteca, nel silenzio più assoluto. Mi sedetti in un tavolo vicino
alla finestra, dove batteva il sole, seppur pallido, e aprii uno dei libri che
mi ero portata dietro.
Madama Pince ogni tanto faceva
capolino da qualche scaffale per controllare se fosse tutto apposto. Mi
sorrideva e poi tornava al suo posto. Credo che fossi
l’unica studentessa in tutta Hogwarts a cui
Madama Pince avesse mai rivolto un sorriso.
Mi ero quasi del tutto rilassata quando
qualcuno con un tonfo sordo si sedette al mio fianco. Sobbalzai e mi voltai.
“Hugo!”
“Ehi!” Replicò lui con un sorriso.
“Ho sentito dire che hai preso una D.”
Roteai gli occhi e chiusi il libro che stavo leggendo.
“E’ stata tutta colpa di mamma.”
“Sì, ho sentito anche questo.” Disse.
“Ma non dirlo a papà, pensa a come
sarebbe felice di sapere che hai finalmente preso una D!”
Accennai appena un sorriso. Papà sarebbe stato veramente contento se avessi preso un
brutto voto tutta da sola. Ogni settembre prima di
salire sul treno mamma mi raccomandava di studiare e comportarmi bene, e
papà di divertirmi e mettermi nei guai perché si vive una volta
sola. I miei genitori erano il sole e la luna, mi chiedo
come diavolo avessero fatto a mettersi insieme.
“Come mai sei in biblioteca?” chiesi.
Hugo scrollò le spalle.
“Ti cercavo e non sapevo dove altro trovarti se non qui. Papà dice
sempre che se cerco te o mamma devo cercare un posto
dove ci sono tanti libri.”
“Ah,” sospirai.
“Papà e le sue perle di saggezza.”
“Saranno stupide da come le dice,”
disse in tutta sincerità. “però
salta fuori che ha sempre ragione.”
Sorrisi di nuovo. Adoravo papà. Non che non adorassi la mamma, ma la mamma in qualche modo era sempre
stata il genitore severo. Papà era quello che ci faceva rimanere alzati
fino a tardi, che ci faceva mangiare un chilo di
gelato prima di andare a letto e che ci copriva con la mamma se combinavamo
qualcosa. Era quello strano e buffo. Era impossibile arrabbiarsi con
papà.
“Chissà come fa la mamma ad arrabbiarsi con
papà.”
Hugo storse il naso. “Ma no, nemmeno mamma si arrabbia veramente. Cerca di arrabbiarsi, ma poi papà
dice qualcosa di stupido e neanche mamma riesce a rimanere seria.”
“Mamma dice che quando erano
giovani litigavano tanto.”
“Anche io e te litighiamo.”
Disse Hugo. “Da piccoli litigavamo
tanto.”
“Sì, ma io e te non siamo
mica innamorati.”
“Ma ti voglio bene lo stesso, anche se litighiamo.” Disse Hugo con
sincerità. Ecco una delle tante cose che amavo di Hugo,
diceva sempre quello che gli passava per la testa, che fosse
inopportuno o meno.
Lo guardai con tenerezza. “Aaaw,
questa è stata veramente una cosa carina da dire, Hugo.”
Hugo si alzò in piedi e mi
fece l’occhiolino. “Non dire in giro che sono così
sentimentale o il mio fascino con le ragazze ne risentirà.”
“Da quando tu esci con le ragazze?” Chiesi io
con un sorrisetto divertito. Mi sembrava
due giorni fa che aveva smesso di giocare con i miei peluches
fingendosi Medimago.
Hugo allargò le braccia.
“Non sono mica un bambino. Certo, non ho il chiodo fisso come James, ma mi guardo intorno ogni
tanto.” Sorrise. “Non come te, che te ne stai
tutto il tempo china sui libri. Poi nessuno ti vorrà sposare
perché ti sarà venuta la gobba.”
Scoppiai a ridere. “Grazie per la tua preoccupazione, Hugo, ma non credo che avverrà.”
Hugo mi fissò serio e ci
pensò su. “Da quant’è che
non esci con qualcuno?”
Quella conversazione mi fece tornare in mente la
chiacchierata avuta con Paula il giorno precedente. Era da almeno un anno che
non uscivo con nessuno, era vero, ma stava diventando così evidente per
tutti? E poi non era colpa mia, ero stata impegnata.
Dovevo studiare e prepararmi per l’anno avvenire, così da non
sovraccaricarmi per i M.A.G.O.
“Terra chiama Rosie!”
Solo allora mi resi conto che Hugo
mi stava ancora fissando. Mi ero incantata come al mio solito. Sorrisi e
scrollai le spalle. “Onestamente, non ne ho idea. Non ricordo nemmeno chi
fosse l’ultimo ragazzo con cui sono
uscita.”
“Senza contare Al, intendi?”
Mi prese in giro Hugo. “Sai,
qualche volta dovresti seguire i consigli di papà e non di mamma.
Esci e divertiti, per studiare c’è sempre tempo.”
Mi morsi il labbro e ci pensai un attimo su. “Tu pensi
che sia noiosa?” Chiesi onestamente.
Hugo scrollò le spalle.
“Sinceramente, Rosie, io e te non usciamo proprio insieme. Ma un po’ di svago in
più non ti farebbe male.”
Sorrisi a mio fratello e annuii. Mi salutò con una
mano e se ne andò via dalla biblioteca. Rimasi
a guardarlo fino a che non superò la soglia e sparì dalla
visuale. Io avrei dovuto essere la sorella maggiore e dispensare consigli, ma
per qualche motivo era sempre Hugo
ad illuminarmi con la sua sincerità e logica lampante.
Era proprio come tra mamma e papà. Mamma aveva senza
dubbio un cervello da paura, una delle migliori studentesse nella storia di Hogwarts e la migliore nel suo campo, ma a volte si perdeva
in un bicchiere d’acqua. E papà con la
sua semplicità e genuinità riusciva a mettere a posto tutto in un
balletto.
Come quella volta che mamma era in causa
al Ministero per la difesa di un Elfo domestico. Era rimasta chiusa in
casa una settimana, recintata da fogli e pergamene, aveva scritto saggi,
rapporti, aveva consultato leggi e alla fine si era presentata in aula. Un paio
d’ore dopo ne era uscita sconfitta, quelli del Wizengamot non avevano accettato la sua scheda sui diritti
degli Elfi. Era tornata a casa infranta, quasi con le lacrime agli occhi e
continuava a ripetere di non riuscire a capire dove avesse
sbagliato. Papà l’aveva guardata e aveva scrollato le
spalle dicendo ‘Il fatto che loro non abbiano accettato non vuol dire che tu non abbia fatto un buon lavoro’.
Decisi che era l’ora di lasciare la biblioteca e col
pensiero fisso ai miei genitori mi avviai verso il corridoio. Peccato che non arrivai mai a varcare la soglia. Presa
com’ero dai miei pensieri non avevo visto che
qualcuno stava venendo nella mia direzione e ci andai a sbattere contro.
“Oh, scusa!” Dissi di riflesso. Alzai la testa e
la faccia allegra e per niente turbata di Lysander mi
si parò davanti. “Oh, sei tu? Ciao Lysander.”
Lysander aveva sempre
un’aria sognante, che aveva senza dubbio ereditato dalla zia Luna.
“Ehi, Rose. Devo fare una ricerca e allora ho pensato di venire in
biblioteca.”
Sorrisi sforzatamente. “Beh, mi sembra il posto
adatto.” A volte quando parlavo con lui mi sembrava di parlare
con un bambino piccolo.
“Tu che fai?”
“Io stavo leggendo”
Annuì. “Oh sì, anche per leggere mi
sembra il posto adatto.”
“Già,” tagliai
corto io. “Non sei con Lorcan?”
Scosse la testa fissandomi con i suoi grandi occhi a palla.
“No, Lorcan è giù al lago alla
ricerca di qualche Spioncello.”
Che diavolo fosse uno Spioncello, non ne avevo la più pallida idea,
perciò mi limitai a fare una faccia interessata. E fu proprio in
biblioteca, a due passi dalla soglia e dalla cattedra di Madama Pince, che
accadde qualcosa che non mi sarei mai aspettata.
“Vieni adHogsmeade
con me, sabato?” Chiese Lysander come se mi
avesse appena chiesto se potevo prestargli una penna.
Lo fissai per un po’, che cosa avrei dovuto
rispondergli? D’un tratto mi ricordai le parole
di Hugo e di Paula. Erano mesi che non uscivo con
qualcuno, erano mesi che non mi svagavo un po’. Certo uscire con Lysander sarebbe stato strano però…
“O-ok.” Dissi
vacillante, credendo poco io stessa a quello che stavo facendo.
Lysander sorrise e ne
sembrò contento. “Bene.” E senza dire un’altra parola
se ne andò.
Rimasi immobile per qualche secondo a rielaborare per bene
quello che mi era appena successo. Mi grattai la nuca un po’ spiazzata.
Non avevo la più pallida idea di quello che fosse
successo. Avevo accettato di uscire con LysanderScamander e quello mi suggeriva che probabilmente
dovevo essere impazzita.
E non lo avevo ancora raccontato a Vanessa.
**
“No, aspetta, fammi capire per bene.” Disse
lentamente. “Tu. Hai accettato. Di uscire. Con Lysander?”
Arrossii sulle guance e guardai Vanessa quasi con vergogna.
“E’ da tanto che non esco con nessuno.”
Vanessa sembrava sconvolta. E
probabilmente lo era. Continuava a scuotere la testa con la bocca aperta.
“E ti sembra un bel modo di ricominciare uscendo con Lysander?! Hai presente che hai accettato di uscire con uno che
divide la minestra dal brodo prima di mangiarlo?”
Okey, Lysanderera un tipo strano. Ma era nel suo DNA, cosa ci poteva fare?
“Non sarà così male.” Replicai.
Vanessa si passò una mano sulla tempia. “Senti Rose, ricordi che al primo anno Lorcan
mi chiese se poteva portarmi a fare una passeggiata attorno al lago? Ti sei mai
chiesta perché da allora evito che ci incrociamo
per i corridoi?”
Sbuffai. “Lorcan non
è Lysander.”
“Ma non eri tu quella che diceva
che la loro stranezza è nel loro corredo genetico?! Se
non l’avessi notato Lorcan e Lysander sono gemelli!”
“Anche Gaby e Sol sono gemelle,
ma non sono per niente simili.” Obbiettai io. “Insomma, Sol ucciderebbe chiunque le capitasse a tiro mentre
Gaby…”
“Lascia perdere le
gemelle!” Fece brusca Vanessa. “Stiamo parlando dei gemelli Scamander! Tu stessa mi hai raccontato delle stranezze che fa Luna, per non parlare di tuo padre che ne è
praticamente terrorizzato. O ti sei dimenticata che
per un mese hanno dovuto vivere da tua nonna perché hanno fatto
scoppiare la loro casa?”
“E’ stato un incidente,”
Cercai di difenderli. “E sono dei ragazzi gentili, sono sicura che si
comporterà bene.”
Vanessa si passò una mano sulla tempia. “Rosie, non sto mettendo in dubbio la loro educazione. Mi ricordo
solo che Lorcan al terzo anno infilava le dita nel
naso delle persone per liberarli da delle creature malvagie che mangiano il
cervello di cui non ricordo e non voglio ricordare il nome!”
Mi lasciai andare contro la testata del letto con un
sospiro. “Oh, Vì, perché diavolo ho accettato di uscire con lui?”
Vanessa fece un sorriso simpatetico. “Perché sei disperata.”
“Io non sono disperata!” Balzai su punta sul
vivo. “Il fatto che non esca mai con nessuno non
fa di me una disperata! Io non sono disperata!”
“Que son estas gridas?”
Io e Vanessa ci voltammo verso la
porta dove Gaby, una delle nostre compagne di stanza, ci guardava perplessa.
Sbuffai e le feci cenno di avvicinarsi al mio letto. Paula poteva sempre essere
nei paraggi e non volevo che sentisse.
“Ho accettato di uscire con Lysander.”
Gaby mi guardò un po’ perplessa. “Y porqué?”
Scossi la testa. “Non ne ho idea.”
“Perché è
disperata.”
“Non sono disperata!”
Gaby arricciò il naso. “Rosie,
Lysanderno è quel chico un poco tonto?”
Vanessa rise, non seppi dire se per la pronuncia di Gaby,
che dopo tutti questi anni continuava a parlare spagnolo, o se perché
aveva dato di tonto a Lysander. Io annuii e Gaby mi
guardò sempre più perplessa.
La porta si aprì di nuovo e per mia fortuna non era Paula.
Era la sorella di Gaby, Sol. Ci guardò per qualche
minuto prima di dire qualcosa. Una conversazione a cui e Vanessa stentammo a stare dietro.
“Se ha muertoalguien?”
Gaby sospirò. “Puès no, pero Rosie se ha volvido
loca.”
Sol alzò un sopracciglio. “Como?”
“Se ha aceptado salir con elchico tonto, uno de losgemelosScamander.”
Sol venne verso di me fissandomi ad
occhi sbarrati. “No me lo dire, Rosie, ti gusta
uno dei gemeli?”
“No, non mi gusta proprio nessuno!” Dissi
fermamente io. Perfetto, adesso stavo pure cominciando a parlare spagnolo.
“L’ho fatto e basta!”
Sol e Gaby si scambiarono un’occhiata. Vanessa
alzò gli occhi al cielo e scosse la testa ripetendo: “Sei
disperata.”
Gaby appoggiò una mano sulla mia. “Forse non serà tanto male, Rosie.”
“Y estaes una broma?”
Per una volta fui felice di non aver capito cosa si erano
dette perché Gaby tirò una gomitata a Sol e mi sorrise. Era un
sorriso falso, cercavano di consolarmi, si poteva vedere lontano un miglio.
“D’accordo,”
Ammisi. “Sono disperata! E’ che non ricordo neanche quale sia stata
l’ultima volta che sono uscita con un ragazzo!”
“Che non fosse Albus?” Chiese Vanessa, echeggiando le parole di mio
fratello.
Gaby cercò di fare un sorriso. “No ser triste, Rosie, no ti devi
fidanzare con lui. Solo devi uscire una volta. Come amico puedeser simpatico.”
Vanessa, per la prima volta da
quando le avevo raccontato l’intera vicenda, si
dimostrò compassionevole. “Sai cosa, Rosie?
Gaby ha ragione, ti ha solo chiesto di uscire e non di
diventare la sua ragazza. E se dovesse farlo, la
risposta te la suggerisco io, ed è no. E io
sarò nei paraggi, se dovesse fare qualcosa di strano puoi sempre
mollarlo lì e cercarmi.”
Sol mi guardò un attimo e
disse schietta. “Sequieres
un consiglio, Rosie, escapa.
Escapamàs lontano posible.”
Gaby la zittì. “Sssh! Ahora basta Sol, non
spaventarla!”
“Sono già
terrorizzata.” Dissi sinceramente.
Vanessa si sedette sul bordo del
mio letto e mi posò una mano sulla spalla. “Cerchiamo di mantenere
il controllo. Rosie, perché non vai da lui
è gli dici che non puoi uscire? Inventati
qualcosa tipo che… hai compiti extra da fare,
sono sicura che ti crederà.”
Gaby ci guardò con una
smorfia. “Maes una
cosa muy scortese.”
“Gaby ha ragione.”
Dissi io. “In più, se non uscissi con lui verrei comunque ad Hogsmeade con te, il
che non sarebbe per niente d’aiuto. Lysander
non è tonto fino a questo punto.”
Ci fu un attimo di silenzio.
“Quieres
che ponga una caramella vomitosa en su succo di
zucca, Rosie?”
Stavo quasi per dire di sì
a Sol, sarebbe stata la soluzione più semplice, ma non volevo essere
così crudele con Lysander. Una volta avevo
preso una di quelle pasticche per saltare un compito in classe ed ero stata
così male che avevo giurato a me stessa che mai ne avrei
ripresa una in vita mia.
Così stavo lì sul
mio letto con attorno le mie amiche che cercavano di
consolarmi per una cosa che ancora doveva succedere. A volte adoravo essere
spontanea come mio padre e come mio fratello Hugo, ma questa volta non
era stato per niente di aiuto. Questa volta avevo proprio combinato un disastro
colossale.
**
Edeccoci qui con il secondo capitolo di questa
nuova avventura!
Che dire… beh, c’è veramente poco da dire, in fondo
siamo solo all’inizio ._______.
Sono contenta che abbiate letto in numerosi e che qualcuno abbia avuto
il tempo di recensire, ne sono stata davvero onorata e
spero che sia piaciuto a tutti, come spero che piaccia anche questo secondo
capitolo.
Volevo solo avvertire che quello di Gaby e Sol è
uno spagnolo italianizzato, quindi non reale. Solo quando è scritto in
corsivo è veramente spagnolo,
nel caso vi venga in mente di impararlo XD
Un grazie particolare a: Kronos333,
Ombrosa, Arkadio(nessun albero genealogico,
userò solo i personaggi più essenziali alla storia ^^), Edvige86, GiulyB(E’ la tastiera che è magica infatti,
non sono io che scrivo XD), Mad World, clirissa, Sif(Non è mai troppo tardi per iniziare ^^ e a
me fa molto piacere. Grazie)
Contavo i giorni che mi separavano al weekend e a quell’ormai
immancabile appuntamento che avevo preso con Lysander
DON’T TELL DAD
3. Roses’scent
Contavo i giorni che mi separavano al weekend e a
quell’ormai immancabile appuntamento che avevo preso con Lysander.
Mancavano solo due giorni e io non sapevo proprio che cosa aspettarmi.
Continuavo a ripetermi che non poteva essere tanto male, infondo mamma e
papà erano amici di zia Luna, sebbene non avevo mai capito come
facessero. In più i gemelli avevano il cinquanta per cento del DNA di Rufus.
Vanessa si era offerta di invitare Lorcan a uscire,
così che non avrei dovuto soffrire da sola, ma gli avevo detto di
lasciare perdere.
Mi sedetti sulla panca dei Grifondoro in Sala Grande e mi
servii nel piatto la mia colazione. Vanessa si sedette al mio fianco senza dire
una parola, sapeva che in quei giorni ero suscettibile a qualunque cosa mi si
dicesse. Al arrivò poco dopo e si sedette di fronte a me.
“Ehi, cos’è quella faccia?”
Feci una smorfia. “Vedo che la bella notizia non
è ancora arrivata.”
Al assunse un’espressione confusa e si voltò
verso Vanessa in cerca di una spiegazione. “Lysander le ha chiesto di
uscire.”
“Qual è il problema, basta che tu gli dica di
no.”
“Ho già detto sì.”
Al mi guardò allora con una faccia perplessa. Sapevo
cosa stava pensando, esattamente la stessa cosa che aveva pensato Vanessa
quando glielo avevo raccontato. E stavo cominciando a pensarlo anche io.
“Dovevi essere proprio disperata.”
Sospirai. “Sì, Al, probabilmente lo
sono.”
Al si portò un cucchiaio di cereali alla bocca.
“E perché dovresti esserlo, scusa?” Disse masticando.
“Sei una ragazza carina e ti puoi decisamente permettere di
meglio.”
Rimasi colpita dalle parole di Al. Alzai gli occhi verso di
lui, sorpresa, e sembrava sincero. Non mi aveva mai detto che pensava che fossi
carina. In genere papà era l’unico della famiglia a elogiare la
mia infinita bellezza e non era un parere proprio obbiettivo.
“Lo dici solo perché sono tua cugina.”
Al roteò gli occhi. “Giusto, perché non
ho niente di meglio da fare che flirtare con mia cugina.” Scosse la testa
borbottando tra sé. “E anche Molly è mia cugina, ma non mi
sognerei mai di dire che è carina.”
Mi voltai verso Vanessa che era rimasta in silenzio tutto il
tempo. “Pensi che sia carina?”
Vanessa parve presa alla sprovvista. “Beh, non lo
so… non mi intendo di ragazze.”
Al richiamò di nuovo la mia attenzione. “E poi
non buttarti giù, Lysander non è così male. Qualche volta
durante l’estate Luna e Rolf sono venuti a casa a trovare mamma e
papà. All’inizio è un po’ difficile comunicare con
lui e Lorcan, ma se riesci a prenderli per il verso giusto sono due ragazzi in
gamba.”
“Mi stai dicendo che devo parlare di cose immaginarie
tutto il tempo? E a proposito, cosa diavolo sono gli Spioncelli?”
“Spioncelli?” Ripeté Vanessa.
“Spioncelli!” disse Al come se fosse una cosa
ovvia. “Sono dei piccoli parassiti che ti si attaccano addosso e ti
spiano tutto il tempo.”
Io e Vanessa lo guardammo a bocca aperta. Se Lysander e
Lorcan erano riusciti a fare il lavaggio del cervello a mio cugino Al, che era
la persona più razionale che conoscessi, io ero definitivamente nei
guai. Sarei diventata pazza e avrei cominciato a camminare scalza per Hogwarts
alla ricerca di Nargilli.
Dopo colazione io e Vanessa ci avviammo verso i sotterranei per
l’ora di Pozioni, mentre Al aveva Cura delle Creature Magiche.
L’unica cosa peggiore di sapere che in due giorni sarei dovuta uscire
pubblicamente con Lysander, era dover passare un’ora di lezione insieme
ai Serpeverde.
Non sapevo nemmeno perché avevo deciso di continuare
Pozioni. Tutti nella mia famiglia odiavano Pozioni. Papà detestava
Pozioni, zio Harry odiava Pozioni e mamma… diciamo che era la sua materia
meno preferita. Era stata Vanessa a convincermi, l’opzione sarebbe stata
Cura delle Creature magiche, ma lei era troppo spaventata da Hagrid e le sue
‘creature’ per continuare.
Stavo giusto per varcare la soglia della classe quando
qualcuno mi urtò la spalla, sbalzandomi di un metro sulla sinistra.
Scorpius Malfoy mi guardava odiosamente, mentre stava per entrare in aula, e io
non resistetti a roteare gli occhi e a lamentarmi a voce alta.
“Adesso è proprio una pessima giornata!”
Malfoy tornò sui suoi passi e mi sovrastò con
la sua statura. Perché dovevo essere così maledettamente bassa
quando mio padre era alto quasi due metri?
“Scusami, Weasley.” Avevo sentito bene, Malfoy
si era appena scusato con me? “Pensavo che fossi una pulce e ho cercato
di calpestarti, poi mi sono accorto che eri solo tu.”
Ah, ecco. “Il tuo humor è sempre alle stelle, vedo.
Mi chiedo come non ti abbiano ancora preso in qualche Circo di
provincia.”
Malfoy rimase in silenzio e mi guardò con occhi
vuoti. Solo allora mi resi conto che probabilmente, dato la sua appartenenza
alla purissima dinastia di purosangue, non aveva la più pallida idea di
cosa fosse un Circo. Si limitò a tirare su col naso prima di voltarsi
senza risposta ed entrare in classe.
Vanessa si chinò verso di me fino ad arrivare al mio
orecchio. “E’ la prima volta che Malfoy non risponde per le rime a
qualcosa che dici.”
Scrollai le spalle. “Semplicemente perché non
ha capito un accidente di quello che gli ho appena detto.”
Appena entrammo in Aula, ci avvolse un aroma familiare e
caldo, che mi ricordava tanto il Natale alla Tana. Il professor Lumacorno stava
trafficando sul retro, tra i grossi pentoloni in lega che fumavano colmi di
pozioni. Malfoy era seduto in uno dei primi banchi a sinistra, per questo io
prontamente mi sedetti negli ultimi banchi di destra.
Il professor Lumacorno venne fuori con la sua solita faccia
a bonaccione e batté entusiasta le mani. “Bene!”
Esordì. “Se ci siamo tutti, vorrei presentarvi una Pozione che
presento tutti gli anni ai miei studenti del Sesto anno. Vedete questo
Calderone? Qualcuno sa dirmi di che Pozione si tratta?”
La mia mano schizzò in aria come se fossi stata punta
da un’ape. Era una cosa meccanica, non potevo controllarla, era come se
il mio cervello dicesse subito alla mia mano che sapevo la risposta.
“Signorina Weasley?”
“E’ Amormentia, signore.”
“Benissimo!” Gridò lui entusiasta.
“Dieci punti a Grifondoro. Sa dirmi anche di che cosa si tratta?”
“E’ una pozione d’amore.” Dissi
sicura di me. Gli occhi di tutta la classe, soprattutto della parte femminile,
erano su di me interessati dall’argomento. “La Pozione, oltre a salire
con delle spirali di fumo, ha un odore diverso a seconda di chi lo annusa.
L’odore cambia secondo i gusti della persona.”
“Eccellente, signorina Weasley. Altri dieci
punti.” Con la coda dell’occhio riuscii a vedere benissimo Scorpius
Malfoy che mi fissava con astio. Anche il Professor Lumacorno doveva essersene
accorto. “Signor Malfoy, per esempio, lei che odore può
sentire?”
Malfoy si voltò lentamente verso il Professore e ci
pensò un po’ su. Lo vidi chiudere le sue bianchissime palpebre sugli
occhi grigi e inspirare profondamente. “Rose.” Annunciò.
“Sento profumo di rose.”
Per qualche strano, fastidiosissimo motivo, mi sentii presa
in causa. E per qualche strano motivo, il resto della classe sembrava aver
pensato la stessa cosa, perché tutti si erano voltati verso di me, che
come una sciocca ero arrossita fino alla punta delle orecchie. Malfoy non si
scompose neanche un po’, roteò gli occhi e aggiunse: “dei
fiori, non certo della Weasley!”
Anche il professor Lumacorno parve un po’ a disagio,
come se Malfoy mi avesse appena giurato eterno amore. Io volevo solo che tutti
la smettessero di fissarmi.
“D’accordo ragazzi, riprendiamo la lezione! Per
giovedì prossimo voglio una relazione sugli effetti positivi e negativi
dell’Amormentia. In biblioteca troverete tutte le informazioni necessarie
per la vostra ricerca. Adesso mettetevi dietro ai vostri calderoni, aprite a
pagina 178 e iniziate il vostro lavoro.”
Presi il mio libro e lo aprii alla pagina indicata tra me e
Vanessa, che aveva ancora uno strano sorriso sulle labbra. Con il dito seguii
l’ordine degli ingredienti e mi recai nella dispensa per procurarmeli.
Quando tornai al banco per cominciare il mio lavoro, notai che Vanessa stava
ancora ridacchiando.
Posai gli ingredienti vicino a me. “Si può
sapere che ti prende?”
Vanessa sembrava di buon umore, ma non riuscivo a capire
cosa potesse esserle successo dato che da quando ci eravamo alzate quella
mattina, avevamo trascorso insieme tutta la giornata. Lei fece un sorriso furbo
e indicò Malfoy con la testa ed io arrossii di nuovo.
“Levatelo dalla testa.” Dissi subito,
cominciando a buttare nel calderone un po’ dei miei ingredienti.
“L’hai sentito, no? Stava solo parlando di fiori.”
“Ma Rose,” disse Vanessa convinta.
“E’ proprio di questo che sto parlando!”
Aggrottai la fronte. “Stiamo parlando di Malfoy che
vuole diventare giardiniere?”
“No,” disse lei con un sorriso sempre più
ampio. “Stiamo parlando del fatto che tu
profumi di rose.”
Lasciai perdere la mia pozione e le prestai tutta la mia
attenzione. La fissai per un po’ a bocca aperta, pensando di non aver
capito bene. Io non profumavo di rose. Io non profumavo di niente.
“Eh?” Dissi un po’ stupidamente.
Lei roteò gli occhi. “Dico sul serio, Rose. So
che sembra una strana coincidenza col tuo nome, ma tu profumi veramente di
rose. E’ una delle prime cose che ho notato quando ci siamo conosciute al
primo anno.”
Questa era nuova. “Non me lo avevi mai detto.”
“Beh, sarebbe stato strano dirti che profumavi di
rose, non credi?” disse riprendendo il lavoro da dove l’avevo
lasciato.
In effetti sarebbe stato molto strano. Ma ancora più
strano era che l’odore di rose, che a quanto pare era anche il mio odore,
fosse l’odore che Malfoy amava di più al mondo. Lo guardai di
soppiatto mentre preparava la sua Pozione, i suoi capelli biondo platino
ricadevano sulla sua pelle bianchissima, i suoi occhi grigi concentrati sul suo
lavoro.
Sicuramente era stata solo una coincidenza.
**
“Profumo di rose?”
Al alzò lo sguardo su di me come se fossi uscita di
senno. E forse lo ero. Appena finita l’ora di lezioni, mi ero avviata
verso la Biblioteca
per prendere alcuni libri che parlassero dell’Amormentia. Vi avevo
trovato Al, seduto ad uno dei tavoli centrali. Non avevo neanche salutato che
avevo subito sparato quella domanda.
“Perché me lo chiedi?” Chiese
sinceramente curioso.
Sbuffai e mi sedetti al suo fianco. “No, niente,
probabilmente sto davvero diventando pazza. Insomma, prima accetto di uscire
con Lysander Scamander, poi Malfoy che dice che profumo di rose…”
“Frena, frena, frena!” Al alzò le mani
per fermarmi. “Malfoy dice che profumi di rose?!”
“No! Non Malfoy!” scattai subito. “No,
Malfoy dice solo che lui sente profumo di rose nell’Amormentia, mentre
Vanessa dice che io profumo di rose.”
Al parve perso per un minuto, come se stesse cercando di
rielaborare lentamente tutto quello che avevo detto. Poi annuì, sempre
con una lentezza disarmante. “Okeeey” disse. “Quindi vuoi
sapere se profumi di rose per sapere se piaci a Malfoy?”
Mi resi conto di essere veramente stupida. E paranoica.
“No, credo di sapere già la risposta.”
Dissi in tutta sincerità. “Non so nemmeno perché mi sono
posta il dubbio.”
Al sorrise un sorriso genuino. “Le lezioni di Pozioni
ti stressano troppo e probabilmente Vanessa si diverte a prenderti in giro. Se
fosse stato chiunque altro, potrebbe anche esserti venuto il beneficio del
dubbio, ma nel caso di Malfoy la risposta mi pare più che evidente.
L’ultima volta che avete avuto un incontro ravvicinato, ti ha bruciato i
capelli.”
Già, e per sua fortuna mia madre era riuscita a farli
ricrescere esattamente come erano prima. Merlino, quanto avrei voluto ucciderlo
quella volta.
Mi risistemai sulla sedia accanto ad Al, che ogni tanto
mandava qualche occhiata al suo libro, e sospirai sonoramente perché mi
sentisse. Lo vidi chiudere il libro una volta per tutte e voltarsi verso di me
prestandomi la sua completa attenzione.
“Sì?”
Mi morsi un labbro. “Tu da quant’è che
non esci con una ragazza?”
Al rimase un attimo interdetto. Aprì la bocca, poi
alzò gli occhi al cielo come se stesse tentando di ricordare.
“Io… non lo so. Qualche mese, forse. Sono stato molto impegnato con
i compiti e sinceramente non mi sono neanche impegnato a cercarmi qualche
appuntamento casuale. Ma perché me lo chiedi?”
“Credi che sia disperata?”
Al alzò un sopracciglio. “Stai cercando di
capire se sei in buona compagnia?”
Io sbuffai e mi lasciai andare contro al tavolo, appoggiando
la testa sulle braccia. “No. Accidenti, oggi dico tutte cose sbagliate.
Non è quello che intendevo, è solo che tutte quante mi stanno
facendo apparire come una disperata solo perché non ho un appuntamento
da mesi. Neanche fosse un crimine.”
“Da quando ti importa quello che pensa la
gente?” Chiese sinceramente Al.
“Non mi importa!” Dissi io in tutta
onestà. “Mi importa di quello che pensa Vanessa,
però.”
“Beh, non credo che Vanessa ti faccia notare una cosa
del genere per farti sentire peggio, Rosie.” Fece lui riaprendo il suo
grosso libro. “Vanessa è tua amica. Si preoccupa per te e sa che
ti puoi permettere ragazzi molto meglio di Lysander. E forse vorrebbe anche che
la smettessi di studiare così tanto invece che svagarti un
po’.”
Feci una risata finta. “Senti da che pulpito, non mi
pare che tu stia partecipando ad un Rave Party qua dentro.”
“Io sono un caso disperato. Tu hai ancora
speranza.”
Sorrisi. Al era senza dubbio un secchione, ma lo adoravo
perché non era come i soliti cervelloni. La particolarità di Al
era di avere un cervello di un genio e di saperlo sfruttare in tutti i campi.
Era divertente, sarcastico, fedele, affettuoso. Più lo guardavo
più mi trovavo a pensare che le ragazze là fuori non sapevano
cosa si stavano perdendo a non uscire con lui.
“Al?”
“Mh?”
“Lo sai che sarei persa senza di te, vero?”
Al alzò di nuovo i suoi occhi verdi dal libro per
puntarli su di me. Sfociò in un sorriso sereno e scosse la testa come
faceva sempre zia Ginny quando qualcuno la adulava. “Faccio solo il
dovere di cugino.”
“E di amico.”
“E di amico.” Aggiunse. “Ma non ci
prendere troppo l’abitudine.”
Sorrisi di nuovo. Ero fortunata ad avere un cugino, ed
amico, come lui. “Che cosa studi?”
“Babbanologia.” Disse rimettendosi di nuovo sul
suo libro. “Stavo pensando di scrivere al nonno per sentire se può
aiutarmi per il prossimo esame. Non è che sia proprio roba complicata,
ma è storia dei Babbani del XVII secolo e non so se…”
“Perché scrivere al nonno, scusa?” Feci
io sinceramente perplessa. “Puoi chiedere a mamma. O se vuoi posso
mandare una lettera ai miei nonni e chiedergli quello che ti serve.”
Al sorrise battendosi una mano sulla fronte. “Hai
ragione, dimentico sempre che zia Hermione è Babbana di nascita.”
Scossi la testa appoggiandomi col mento sulla mano.
“Solo perché attualmente è troppo presa dal mondo Magico
per ricordarsi le sue origini. Non hai idea di quanto sia rilassante andare a
trovare i nonni! Nessuno che ti conosce come la figlia dei grandi eroi di
guerra ‘Ron Weasley’ e ‘Hermione Granger’.”
Al alzò un sopracciglio. “Scusami, stai
parlando con il figlio di Harry Potter.”
“Sai, qualche volta dovresti venire dai miei nonni con
me. Nonna ti adorerebbe.”
“Mi piacerebbe.” Disse leggendo il suo libro.
“Mi piacerebbe per una volta presentarmi solo come Albus, sai? E sentirsi
dire che è solo un nome strano e non che devo esserne fiero
perché è un nome appartenuto a uno dei più grandi maghi
della storia e…”
“Albus è
un nome strano.” Dissi io in tutta onestà.
Al mi sorrise di cuore. “Grazie, Rosie.”
**
Tutti i miei sforzi di convincermi che l’appuntamento
con Lysander non sarebbe stato un vero fiasco, svanirono quando arrivai sulla
soglia dell’immenso portone del castello quel maledetto sabato.
Improvvisamente ebbi voglia di vomitare.
Lysander se ne stava fermo davanti al portone con un
ridicolo cappello da giullare con tanto di campanellini annessi, un maglione
color verde mela e le scarpe una di colore diverso dall’altra. Mi voltai
verso Vanessa, che stava cercando con tutta se stessa di non ridere, e sospirai
alzando gli occhi al cielo. Ci avvicinammo e lui sorrise genuinamente.
“Ho pensato di dovermi vestire bene oggi.”
Vanessa lo squadrò da capo a piedi. “Oh, si
vede.”
Le tirai una gomitata ma Lysander parve compiaciuto del
‘complimento’ di Vanessa.
“Questo cappello,” disse lui abbassandosi verso
di noi e sussurrando. “scaccia gli Spioncelli. Se vuoi, Rose, ne ho uno
anche per te, devo solo andare in dormitorio e…”
“No!” Urlai spaventata. Poi sorrisi per non
sembrare scortese. “Sono già le quattro e perderemmo solo del
tempo.”
Lysander sorrise convinto. “Hai ragione!” disse.
“Sarà per la prossima volta.”
Mi scambiai un’eloquente sguardo con Vanessa. Sia io
che lei sapevamo bene che non ci sarebbe stata nessuna prossima volta.
Lasciai Vanessa sulla porta d’ingresso e mi avviai con
Lysander sulla strada che conduceva ad Hogsmeade e pregavo con tutta me stessa
di non incontrare nessuno che conoscessi. Il che era alquanto impossibile dato
che ci sarebbero stati tutti i miei compagni di scuola. Lysander continuava a
camminare allegro al mio fianco, i campanellini sulla sua testa trillavano
facendomi ricordare il suono delle renne di Babbo Natale.
Mentre ci avvicinavamo al villaggio, potevo sentire tutti
gli occhi degli studenti puntati contro. Alcuni ridacchiavano al nostro
passaggio, altri si limitavano a guardarci curiosi. Io avrei voluto morire di
vergogna, sapevo di essere già tutta rossa come un pomodoro e avere
accanto un individuo del genere non aiutava per niente.
“Non farci caso,” disse calmo Lysander.
“E’ per il mio cappello. Crederesti che tanta gente neghi
l’esistenza degli Spioncelli?”
Sì, riuscivo a crederlo con estrema facilità.
E sono sicura che non fosse tutta colpa del cappello se avevamo gli occhi di
tutta Hogwarts puntati contro. Con una scusa trascinai Lysander dentro
Mielandia, almeno per un po’ saremmo stati al sicuro. Di solito i ragazzi
più grandi andavano tutti ai Tre Manici.
Ci addentrammo tra gli scaffali ripieni di dolci e
d’un tratto una visione dei miei nonni che mi ricordavano quanto lo
zucchero facesse male ai denti mi portò a chiedermi cosa ci facessi
là dentro. Avrei potuto rifugiarmi nella libreria. Almeno sarei stata
davvero al sicuro da occhi indiscreti, la libreria era frequentata al massimo
da qualche mago anziano che non sapeva come spendere la giornata.
“Lo sai, gli zuccotti ripieni sono il cibo preferito
dei Pioni.”
“Pioni?” Chiesi corrugando la fronte.
Lysander mi guardò come se fossi un’aliena.
“Non dirmi che non hai mai sentito parlare dei Pioni?”
Stavo per rispondere che non avevo proprio la più
pallida idea di che cosa i Pioni fossero, quando la voce più fastidiosa
dell’intero universo (Paula esclusa) arrivò alle mie orecchie da
dietro le mie spalle.
“Weasley, non sapevo che facessi volontariato.”
Mi voltai con già i nervi a fior di pelle. Ecco,
oltre al danno la beffa. Non potevo sperare di uscire con Lysander e non
incontrare Malfoy, sarebbe stato troppo facile. Sospirai e lo guardai con aria
stanca.
“Malfoy, hai illuminato la mia giornata.”
“Non lo metto in dubbio,” rispose tagliente.
Incrociò le braccia al petto e indicò Lysander con la testa.
“Pensavo che non potessi cadere più in basso di così, ma a
quanto pare non c’è proprio limite al peggio.”
Lysander non parve per niente risentito. Continuò a
girovagare per il negozio fissando i dolci con i suoi grandi occhi a palla.
“Saprò di aver toccato il fondo quando mi
ritroverò ad uscire con te.” Ribattei io con fare sprezzante.
Malfoy alzò un sopracciglio formando un angolo di
novanta gradi. “Come se potesse mai accadere, Weasley. Continua a
sognare.”
Mi portai la mano alla bocca fingendomi sorpresa. “Oh,
accidenti! Hai scoperto il mio piccolo segreto! Ti prego, giura di non dire a
nessuno che sei tutto quello a cui penso durante la notte.”
I soliti scagnozzi di Malfoy apparvero alle sue spalle
mentre lui faceva una smorfia a quello che avevo appena detto. Probabilmente il
solo pensarci insieme gli aveva dato la nausea. Ed io ne ero molto felice. Con
uno schiocco delle dita fece muovere tutta la banda.
“Continua a divertirti con il tuo pazzo amico, Weasley.”
Alzai la testa come se ne andassi fiera. “E tu con il
tuo branco di smidollati, Malfoy.”
Con un’ultima occhiata di ghiaccio, al suo solito,
Malfoy se ne andò insieme alla sua banda. Lysander ricomparve al mio
fianco dopo diversi minuti chiedendomi se avevo avuto una piacevole
conversazione con Malfoy. A volte mi chiedevo se Lysander fosse veramente pazzo
o se ci prendesse in giro tutti quanti.
Per fortuna la giornata finì presto e Lysander non
fece nient’altro di strano. A parte continuare ad indossare il suo buffo
cappello. Eravamo stati a prendere una Burrobirra ai Tre Manici di Scopa dove
avevo ricevuto uno sguardo perplesso da Madama Rosmerta per via del mio
accompagnatore. Le avevo sorriso sforzatamente cercando di finire la mia
Burrobirra più in fretta possibile.
Dopo eravamo passati a trovare lo zio George al negozio, che
aveva regalato a Lysander una Puffola Pigmea. Lysander ne era rimasto
contentissimo. In compenso io mi ero presa in faccia tutte le risate di zio
George, e qualche risolino di zia Angelina, quando avevano saputo che il figlio
di Luna Lovegood mi aveva chiesto di uscire e io avevo accettato.
Al rientro al castello Lysander pensò di
accompagnarmi fino alla Sala Comune e io non volevo essere troppo scortese. Ci
fermammo davanti al ritratto della Signora Grassa (che commentò lo stato
di Lysander con un ‘oh cielo!’) e lo fissai con un po’ di
imbarazzo.
“Beh, allora… ci vediamo.” Dissi.
Lysander mi fissava con i suoi enormi occhi a palla.
“Non ti sei divertita.”
“Ma no, io…”
“Non fa niente.” Disse scrollando le spalle.
“Ciao, Rose.”
E come se niente fosse mi piantò lì davanti al
ritratto. Sempre più confusa borbottai la password e entrai in Sala
Comune, dove Vanessa mi aspettava ansiosa sul divano davanti al caminetto.
Balzò in piedi appena mi vide e si avvicinò a me apprensiva, come
se si aspettasse che da un minuto all’altro sarei scoppiata a piangere.
“Allora?” Mi incitò. “Tutto
bene?”
Aprii la bocca ma non seppi bene cosa dire. La richiusi fino
a che non elaborai una frase di senso compiuto. “Credo di essermi
liberata di lui.”
Vanessa spalancò gli occhi. “Davvero? E
come?”
“Beh,” dissi sedendomi sul divano. Mi tolsi la
sciarpa e il cappotto e scossi la testa. “Sinceramente, Vì, non ne
ho idea.”
Vanessa mi fissò per perplessa, ma dopo qualche
minuto di silenzio scosse le spalle e si afflosciò a fianco a me.
“Beh, non importa, l’importante è che non sentiremo
più parlare di Lysander per un po’. Almeno non per quanto ti
riguardi. Com’è andata?”
Mi voltai verso di lei roteando la testa sulla spalliera del
divano. “Come credi che sia andata? Siamo stati lo spettacolo del giorno
per gli studenti di Hogwarts.”
Lei annuì gravemente. Probabilmente stava ricordando
lo spiacevole appuntamento che aveva avuto anni addietro con Lorcan.
“Già,” disse. “Ha fatto cose strane?”
Scossi la testa. “Per fortuna, a parte indossare quel
suo stupido cappello, no. Dove diavolo lo avrà trovato?”
“Sono cappelli da stadio.” Rispose Vanessa.
“Da stadio Babbano intendo.”
“Oh.” Feci io pensierosa. A volte dimenticavo
che Vanessa era Babbana di nascita.
“Rosie! Vanessa!”
Chiusi gli occhi esasperata e sentii Vanessa sussurrare al
mio fianco: “Ti prego uccidimi.”
Paula Vegas era appena scesa dal dormitorio tutta agghindata
e con un trucco perfetto, che secondo me la faceva apparire più
mostruosa di quanto già non fosse. Ci arrivò alle spalle e fece
velocemente il giro del divano per arrivare davanti a noi.
Cercai di sorridere. “Ehi, Paula…”
“Allora è vero?” Fece lei eccitata,
battendo insieme le mani.
Io e Vanessa ci voltammo l’una verso l’altra,
probabilmente cercando di capire di cosa diavolo stesse parlando. Dalla faccia
di Vanessa capii che anche lei non aveva assolutamente idea di cosa stesse
blaterando Paula.
“Che cosa?” Chiese Vanessa.
Paula emise un urletto ed io sobbalzai dalla paura. In tutti
questi anni non mi ero ancora abituata. “Ma come cosa? Rosie, ti sei
finalmente fidanzata!”
Fidanzata?
“Che?!” Chiesi allarmata. “E con
chi?”
L’eccitato sorriso di Paula svanì dalle sue
labbra e mi fissò come se le avessi appena detto che le era morto il
gatto. “Eppure me lo hanno detto pochi minuti fa.” Disse.
“Che ti sei fidanzata con Lysander Scamander.”
Oh cielo, questo proprio no! Potevo sopportare di essere
uscita con lui nonostante il suo ridicolo abbigliamento, potevo sopportare che
tutti ne ridessero, potevo sopportare di aver passato una pessima giornata ad
Hogsmeade. Ma questo proprio no!
“No!” Urlai. “Lui non sta con me! Io non
sto con lui! Noi non…”
“Oh…” Paula parve veramente delusa.
“Beh, dovrò rintracciare il mio informatore e dirgli che non
è vero, allora. Eppure ti hanno visto con lui a giro per
Hogsmeade.”
“Beh, sì, io…” Ecco, adesso stavo
pure arrossendo. “Sono uscita con lui.” Ammisi.
“Allora è vero.”
Vanessa si portò una mano alla tempia e
sbottò. “Dio, Paula! Ti ha appena detto che non è vero! Ci
è uscita e basta, non ne fare una tragedia greca.”
Paula ne parve sinceramente risentita e fissò Vanessa
con astio. Scoccò la lingua portandosi le mani sui fianchi.
“D’accordo.” Disse lentamente. “Scusate tanto se mi
interesso alle vostre noiose vite. E tanto per la cronaca, Rose, devi essere
proprio disperata per uscire con lui.”
Girò sui tacchi sventolando i suoi lunghi capelli
castani e se ne andò come una furia, in un modo che mi ricordava molto
Victoire quando era arrabbiata con Teddy.
Mi immersi ancora di più nel divano e sospirai.
“Spero che non vada a raccontare a nessuno di questa storia. Pensa che
imbarazzo se venisse fuori che sto con Lysander.”
Vanessa mi fissò scettica. “Rosie, stiamo
parlando di Paula Vegas. Da quando Paula Vegas non racconta una cosa che
sa?”
In effetti in sei anni di scuola non era mai capitato che
Paula si tenesse una cosa per sé. Il che per me equivaleva a dire una
cosa sola.
Ero spacciata.
**
Buongioooooooorno miei
cari frugoletti!
Questa settimana tra lavoro e impegni sono stata talmente presa che per un
attimo mi passava di mente di aggiornare e di scrivere… ma non temete,
nonostante l’alzheimer ogni tanto ho anche barlumi di saggezza.
Siamo riusciti un
pochino ad entrare nella storia, finalmente, anche se siamo solo
all’inizio. D’altronde ci vuole un po’ di pazienza u.u
Vi informo che
attualmente sto scrivendo il dodicesimo capitolo, quindi sono abbastanza un
pezzettino avanti… e per lo meno fino ad allora avete i capitoli
assicurati XD
Per ora è
tutto, grazie a tutti quelli che seguono, leggono, recensiscono o che si sono
anche solo affacciati nella mia pagina.
Arkadio: Tutto
comincerà a prendere forma piano piano, vedrai…
Edvige86: Figurati che io
quando ho letto il primo capitolo mi sono detta ‘che
schifo!’… meno male voi non la pensate così XD Hugo è
anche il mio idolo ^^
Sif: Eeeeh,
quand’è che saprete… se decido di non cambiare nulla
all’incirca nell’ottavo capitolo ^^” Grazie, ne sono felice
perché caratterizzare personaggi nuovi nelle ff non è mai facile
e sono contenta che Gaby e Sol ti piacciano
Per le seguenti settimane Lysander continuò a salutarmi
cordialmente quando ci incrociavamo per caso nei corridoi tra una lezione e
l’altra, ma non mi chiese più di uscire e gliene fui molto grata
DON’T TELL DAD
4. Halloween Party
Per le seguenti settimane Lysander continuò a
salutarmi cordialmente quando ci incrociavamo per caso nei corridoi tra una
lezione e l’altra, ma non mi chiese più di uscire e gliene fui
molto grata. Si stava avvicinando Halloween e i Professori si stavano
già adoperando per decorare il Castello in occasione della
festività.
Nick- quasi- senza- testa aveva cominciato, come al suo
solito, a ricordarci del suo complemorte al quale io e Vanessa trovavamo sempre
una scusa per non partecipare. Zio Harry e papà mi avevano praticamente
terrorizzato sui complemorte di Nick.
Stavamo scendendo in Sala Grande quando Vanessa
sospirò al mio fianco. Mi voltai verso di lei, che scoteva la testa
fissando i festoni alla parete. “Che ti prende?”
“Pensa che festa stupida è Halloween per i
Babbani.” Disse. “Mia madre mi vestiva da strega quando ero
piccola.”
Mi venne quasi da ridere ma mi trattenei per non essere
scortese. I Babbani avevano uno strano modo di immaginarsi una strega e anche
tutte le altre Creature magiche. Pensavano che le Sirene fossero donne
bellissime!
“Pensa che colpo le dev’essere preso quando ha
scoperto che sei veramente una strega.”
Vanessa sembrò scocciata. “Non mi ha voluto
credere per una settimana. E neanche alla McGrannitt. Non ha creduto a niente
di tutto questo fino a che non lo ha visto con i suoi occhi.”
“Beh, non dev’essere stato facile.” Dissi.
“Anche i miei nonni erano shockati quando scoprirono che mia madre era
una strega. Ci vuole un po’ per abituarsi all’idea, non credi? E
comunque dopo che mamma ha iniziato ad andare a scuola i miei nonni ne sono
stati entusiasti.”
“Continuo a pensare che Halloween sia una festa
stupida.” Ripeté lei come se non avesse seguito una parola di
quello che le avevo appena detto. “Insomma, perché diavolo la
comunità magica dovrebbe festeggiare una cosa del genere? Festeggiamo il
fatto che esistiamo realmente?”
Feci spallucce continuando a camminare. “Non ne ho
idea, Vì. Insomma, le feste sono feste, si festeggiano e basta. E’
come il Natale. E’ una scusa per fare baldoria e saltare qualche
lezione.”
Vanessa mi guardò scettica. “Da quando tu fai
baldoria e salti le lezioni?”
La Sala Grande
era piena di zucche che volteggiavano in aria appese nel vuoto e notai Vanessa
fare una smorfia. Ci sedemmo al tavolo dei Grifondoro e feci ben attenzione a
non pronunciare più la parola ‘Halloween’ o
‘festa’ dato il cattivo umore della mia amica. Riuscii a tenerla
buona per un po’, finchè James non fece il suo ingresso
sorridendoci e urlando:
“Dolcetto o scherzetto?”
Vanessa emise una specie di ruggito tenendo la testa bassa
sul suo piatto. Io guardai James annoiata e dondolai la mia forchetta tra
l’indice e il medio. “James, non sarà Halloween per almeno
una settimana.”
“Beh, non siate troppo allegre,” Fece James
sedendosi sulla panca di fronte a noi. “E comunque questo motto funziona
alla grande! Lo sai che ho già raccolto qualcosa come un chilo di
caramelle? Per lo più dalle ragazzine del primo anno, non so
perché ma si sciolgono con un solo sorriso.”
Sapevo che James avrebbe usato l’informazione della
Top Ten a suo vantaggio, c’era da aspettarselo. Se solo Lily
l’avesse sentito, l’avrebbe preso a ceffoni.
“Non ti sembra di approfittartene un po’
troppo?”
Scosse la testa. “E perché mai? Non le
costringe nessuno, lo fanno di loro spontanea volontà.” Si mise
più dritto e ci guardò da vicino. “Piuttosto voi due, vi
hanno avvertito che Halloween è una festa, vero?”
“Una festa stupida.” Commentò Vanessa.
Roteai gli occhi. “Sì, James, abbiamo
l’occasione di fare baldoria.”
James parve preso in contropiede e mi guardò meglio.
“E da quando tu fai baldoria?”
“E da quando tu ti preoccupi delle feste, dato che fai
baldoria tutti i giorni, Jay?” Al era appena arrivato alle spalle di suo
fratello e lo fissava dall’alto con un sorrisino di scherno.
James finse una risata. “Oh oh, ecco che arriva il
pagliaccio della famiglia!”
Al si sedette accanto a James e mi trovai a squadrarli per
qualche minuto. Al era praticamente identico allo zio Harry, senza gli
occhiali. Stessi occhi verdi, stessi capelli neri e scombinati e altezza. Lily,
al contrario, era l’esatta copia di zia Ginny. Il dubbio rimaneva su
James.
“Sei sicuro che i tuoi non abbiano scambiato culla
quando sei nato?”
Al annuì alla mia osservazione. “Spiegherebbe
un sacco di cose.”
“Sapete,” iniziò James convinto.
“Ci ho pensato un sacco di volte anche io. Non è possibile che io
sia nato da una famiglia così noiosa. Ma poi guardo Fred, lo zio George
e zio Ron e capisco da quale parte della famiglia ho preso.”
“Papà?” Chiesi io perplessa.
“Papà è buffo, ma non è scalmanato come te o zio
George!”
James rise. “Sì, solo perché in presenza
di zia Hermione si comporta per bene. Ti stupiresti di quello che sono capaci
di fare papà e zio Ron insieme. Non ti hanno mai raccontato delle
migliaia di volte che sono stati messi in punizione ad Hogwarts?”
Al ridacchiò e io li fissai curiosa. Sapevo che
papà fingeva di essere una persona per bene, dato che appena mamma
usciva di casa ci permetteva di fare tutto quello che volevamo se prima
giuravamo di non raccontarlo a nessuno. Ma da lì e pensare che
papà potesse mettersi nei guai o combinare scherzi come Fred e James ce
ne correva.
“Senza contare che zio Ron ha lavorato al negozio di
scherzi prima di fare l’Auror.” Fece Al.
“Sì, ma solo perché lo zio
Fred…”
Mi frenai appena in tempo, James ed Al erano già
impalliditi. Non ci piaceva parlare dello zio Fred, a nessuno di noi cugini. Ci
sembrava di mancare di rispetto a discutere di una persona che non avevamo mai
potuto conoscere, ma che era stata così tanto cara ai nostri genitori. E
ci sembrava di mancare di rispetto a Fred, nostro cugino, che era stato
chiamato così in memoria dello zio.
Al si schiarì la gola e cambiò nettamente
discorso. “Ho visto Neville questa mattina.”
“Mamma ha detto di chiamarlo Professor Longbottom,
Albus.” Fece James impostandosi con le mani sui fianchi come avrebbe
fatto zia Ginny.
“Come vuoi,” fece Al scuotendo una mano. “In
ogni caso, era nel campo di Hagrid e stava raccogliendo le zucche mature. Credo
che saranno l’argomento della prossima lezione, tanto per rimanere in
tema festivo.”
“Maledizione!” Saltò su Vanessa che se
n’era stata zitta tutto questo tempo. “Ma che diavolo hanno tutti
da festeggiare? E’ solo una stupida festa!”
Albus arrossì vertiginosamente all’ira di
Vanessa, sentendosi colpevole di averla fatta arrabbiare. Bofonchiò
qualcosa di incomprensibile prima di alzarsi dalla panca e salutare di fretta
sparendo subito dopo. James alzò un sopracciglio guardando Al che si
allontanava.
“Devi avergli fatto paura.”
Vanessa si voltò verso la direzione dove si era
diretto Al e potei vederla che cercava di farsi piccola piccola. Sapeva di aver
esagerato con quella reazione imprevista. Si voltò verso di me
mordendosi un labbro.
“Credi che se la sia presa?”
“Ma no,” dissi io. “E’ Al. Al non se
la prende mai con nessuno.”
Vanessa non parve convinta. “Forse dovrei andare a
scusarmi.”
James sbuffò ridacchiando. “Se la caverà
anche senza le tue scuse, vedrai.”
Vanessa fu di pessimo umore tutto il giorno e quasi non mi
rivolse parola. Cercavo di farla parlare facendole qualche domanda ma
rispondeva a monosillabi e dopo un po’ decisi di lasciar perdere, le
sarebbe passata da sola. Ogni tanto per i corridoi avevo incrociato James che
cercava di spillare qualche dolcetto dalle ragazze e Al sembrava sparito dalla
circolazione.
Dopo pranzo avevamo due ore di buco ed eravamo tornate in
Sala Comune. Lily era davanti al caminetto china su una pergamena e ci
avvicinammo a lei sedendoci sul divano.
“Ehi, Lily.”
Lei alzò appena la testa per rivolgermi un sorriso.
“Ciao Rosie.”
“Che fai?”
“Scrivo alla mamma.” Disse senza alzare la testa
dal foglio di pergamena.
Ahia. Quando Lily scriveva volontariamente a zia Ginny
voleva dire che c’era qualcosa che non andava. La scrutai per un
po’ ma sembrava tranquilla, e Hugo non mi aveva raccontato di altre
punizioni. Solo quando ebbe finito la lettera sospirò e si voltò
verso di me puntandomi con i suoi grandi occhi castani.
“Rosie, possiamo parlare?”
Annuii. “Ma certo.”
Vanessa si sentì un po’ di troppo. “Se
volete vi lascio da sole, vado su in dormitorio a vedere se…”
“No,” sospirò di nuovo Lily. “Ho
bisogno di pareri femminili.”
Lo sapevo che c’era qualcosa che non andava.
“Avanti, spara.” Dissi.
Lily sembrò un po’ esitante, probabilmente non
sapeva nemmeno da che parte cominciare. Si morse il labbro inferiore e si
passò una ciocca color fiamma dietro l’orecchio. “Vi
è mai capitato che vi piacesse un ragazzo che non vi guarda
affatto?”
Vanessa e io ci voltammo l’una verso l’altra
contemporaneamente. Se ci era capitato? Ormai eravamo un caso disperato. Era
scientificamente provato che riuscissimo a prenderci una cotta per il ragazzo
che ci filava di meno.
“Certo.” Disse Vanessa. “Sempre.”
Lily ne sembrò consolata. “E che cosa devo
fare?”
“Beh,” cominciai un po’ incerta.
“Teoricamente ci sono tre cose che puoi fare: numero uno, puoi prendere
un bel respiro e andare a confessargli tutto…”
“…numero due,” riprese Vanessa per me.
“Puoi fare finta di niente e sondare un po’ il terreno per vedere
un’eventuale reazione…”
“…numero tre, ti arrendi.” Finii io.
“Semplicemente, ti arrendi.”
Lily ci guardò un po’ stranita e interdetta. Ci
pensò un po’ su non sembrando del tutto soddisfatta. “Voi di
solito che cosa fate?”
“Oh, noi scegliamo la numero tre.”
“Inevitabilmente” Annuii Vanessa, facendomi eco.
“Cosa?” Lily era rimasta a bocca aperta.
“Semplicemente vi arrendete, senza combattere?”
Io e Vanessa ci scambiammo un altro sguardo. Non eravamo
propriamente delle guerriere, noi. Ed era la soluzione più semplice a
tutti i problemi. Le prime due opzioni erano solo in via teorica, l’avevo
detto, no?
“Non c’è da stupirsi se poi accetti di
uscire con Lysander.” Commentò Lily amareggiata.
Io socchiusi gli occhi. “E tu come fai a sapere che
sono uscita con lui?”
“La gente ha gli occhi, Rosie. Quanto speravi di
passare inosservata andando a giro con un tipo come lui? Sei stata sulla bocca
di tutti per almeno una settimana, qui a scuola, fino a quando hanno capito che
non ci sarebbe mai stato un seguito a quello che sono sicura sia stato uno
spiacevole appuntamento.”
Ero stata sulla bocca di tutti? E da quando? Mi voltai verso
Vanessa, ma lei alzò le spalle e scosse la testa come per dire che anche
lei non aveva sentito dire nulla da nessuno. Chiusi gli occhi disperata,
giurando a me stessa che mai più sarei uscita con un tipo che non mi
interessa nemmeno.
Lily si rese conto di aver un po’ esagerato e si
calmò. “Beh, comunque adesso hanno smesso. Pensano che tu
l’abbia fatto solo per non essere scortese.”
Io sospirai. “Non volevo essere scortese. E’ il
figlio di zia Luna, mi sarebbe dispiaciuto. Tu cosa avresti fatto al mio
posto?”
“Avrei detto che avevo già un altro
impegno.” Disse prontamente Lily.
Ok, mia cugina era largamente più intelligente di me.
**
Era trascorsa una settimana e purtroppo per Vanessa era
arrivato il giorno di Halloween. Non che io fossi particolarmente eccitata
dalla festa, era un giorno come un altro dove ti era consentito mangiare
più schifezze del normale. Mia madre, da brava figlia di dentisti, ci
permetteva di mangiare solo cinque caramelle quando eravamo piccoli e
trascorrevamo Halloween a casa. Ovviamente quando andavamo a letto, papà
veniva a raccontarci una storia e ci portava un intero sacchetto stracolmo di
dolciumi.
James era rimasto a letto da una settimana perché
aveva fatto indigestione. Ero quasi sicura che fosse già guarito e che
ormai la usasse come scusa per saltare le lezioni. Da quanto mi aveva
raccontato Lily, era troppo arzillo e gioviale per essere veramente malato.
Vanessa quella mattina aveva deciso che avrebbe saltato le
prime ore di lezione, che non a caso erano di Erbologia. Sono sicura che ormai
avesse il terrore delle Zucche raccolte da Neville, come Al ci aveva raccontato
solo una settimana prima.
Senza Vanessa quella mattina mi decisi a scendere a
colazione con Gaby. “Ci creeresti, Rose? Solo le ho dicho che me gusta un
poco a Vincent, y lei ya se lo va a dircelo!”
Dovevo ammetterlo, nonostante fossero anni che convivevo con
Gaby e Sol, facevo una gran fatica a star loro dietro quando parlavano.
“Dovresti saperlo,” dissi. “Se hai un segreto, non devi certo
dirlo a Paula.”
“Ahora lo so!” Disse decisa. “Pero el
danno è fatto.”
Le sorrisi cercando di tirarla un po’ su di morale.
Paula aveva colpito ancora, come non aveva trovato niente di interessante da
spillare a me o a Vanessa, ci aveva provato con le gemelle. E loro ci erano
cascate.
Entrammo in Sala Grande, dove mille zucche con tanto di
lanterna fluttuavano nell’aria. Ero felice che Vanessa non fosse venuta a
fare colazione. Ci sedemmo vicino ad Al, che si stava strafogando di dolci.
“Vacci piano,” gli dissi. “Sono solo le
otto del mattino.”
“Ho bisogno di zuccheri.” Rispose lui con la
bocca piena, sputacchiando in qua e là. “Sento che sarà una
pessima giornata. Pessima. Sono allergico alle feste, me ne succedono sempre di
tutti i colori.”
Gaby gli sorrise. “No ser pessimista, Al. Estoy sicura
che va a ser un buon giorno.”
Al le sorrise riconoscente ma continuò a mangiare la
sua colazione. Io mi limitai alla mia solita tazza di cereali. Stavamo
mangiando tutti e tre in pace quando Sol arrivò davanti a noi come una
furia e si piazzò con le mani sui fianchi fissando Gaby.
“No se lo puedo creer, Gaby! Te juro que se
veo a Paula, ya la voy a matar!”
Tutti e tre la fissammo spauriti. Al si piegò verso
il mio orecchio. “Che cosa ha detto?”
Io scossi la testa. “Non lo so, ma credo che voglia
uccidere Paula.”
Gaby posò pazientemente la forchetta. Gaby era sempre
stata la più paziente delle due gemelle. “Tranquila Sol! La culpable soy
yo, yo sabìa que no tenìa que fidarme de ella. No debìa
contarle de Vincent.”
Sol parve calmarsi per qualche secondo. Si sedette scattosa
davanti a noi, continuando però a ribollire dentro. “El
problema no eres tu que te vas a contar esas cosas a la gente, el problema es
ella que es una espia!”
Al si chinò di nuovo verso di me. “E adesso che
si sono dette?”
“Che Paula è un’idiota.” La feci
breve io portandomi alla bocca i miei cereali. Al mi fissò cercando di
capire che cosa stesse succedendo e io roteai gli occhi echeggiando Gaby. Posai
pazientemente il mio cucchiaio e iniziai a spiegare. “Gaby si è
confidata con Paula dicendole che si è presa una cotta per Vincent e
Paula l’ha riferito al diretto interessato.”
Al rimase un attimo perplesso. “Vincent Hook?”
“Sì.” Rispondemmo in coro io e le
gemelle.
Al stavolta si rivolse a Gaby. “Pensavo che lo
sapessi.”
“Saber che?” chiese lei.
Al passò lo sguardo da Gaby a Sol e poi a me. Poi
mandò fuori una semi-risata. “No, davvero, non lo sapete?”
“Sapere cosa, Al?” Cominciavo a spazientirmi.
“Che cos’è che dovremmo sapere?”
“Che a Vincent piace Gaby dal secondo anno!”
Saltò su lui. “Io pensavo lo sapessi!”
Lo fissammo a bocca aperta. Evidentemente nessuna delle tre
ne aveva la più pallida idea. Gaby era diventata pallida.
“Estàs mientendo!” Disse Gaby.
“E tu come fai a saperlo?” Chiesi io
sinceramente curiosa.
Al ci fissò stupito. Neanche l’avessero
pubblicato sui giornali. “Lo sanno tutti!”
“A quanto pare la notizia non è arrivata fino
al nostro dormitorio, non credi, Al?”
Al fece spallucce e ricominciò a mangiare come se
niente fosse. In compenso l’umore di Gaby si alzò notevolmente,
anche se ancora ci fosse da verificare la veridicità della notizia, e
Sol si rilassò decisamente. Se quanto detto da Al era vero, Paula aveva
solo fatto un favore a Gaby. E io glielo avrei fatto notare e rinfacciato per
il resto dell’anno.
Dopo due ore di lezione di Erbologia, in cui Neville ci
aveva cordialmente fatto decorare delle zucche per Halloween spiegandoci
intanto ogni proprietà di quella pianta (ero felice che Vanessa non ci
fosse), ero rientrata in Sala Comune e mi ero spaparanzata sul divano davanti
al caminetto.
Vanessa era scesa dal dormitorio dopo pochi minuti e si era
unita a me. Aveva approfittato di quelle due ore per riordinare il suo baule,
che era sempre un disastro, e io le avevo raccontato di Gaby e Paula.
“Paula è un’idiota.” Poi
scoppiò a ridere. “Pensa che rabbia le prenderebbe se a Vincent
piacesse davvero Gaby.”
“Sono sicura che si metterebbe a urlare come una
Mandragola.”
Il buco nel ritratto si aprì e Lily entrò nella
Sala Comune come una furia. Lasciò andare i suoi libri sul tavolo e si
accucciò nella poltrona vicino a noi. Non mi sarei sorpresa di vedere
del fumo che usciva dalle sue orecchie.
“Ehm… tutto bene?” chiesi gentilmente.
Lily si raggomitolò ancora di più sulla
poltrona. “No.” Si lagnò. “Non va bene per niente! Non
posso venire alla festa stasera!”
“Che vuol dire che non puoi venire alla festa?”
Chiese perplessa Vanessa. “Alla festa di Halloween ci partecipa tutta la
scuola.”
“Non la festa in Sala Grande.” Roteò gli
occhi Lily come se stesse spiegando qualcosa di ovvio. “La festa nella
Stanza delle Necessità che hanno organizzato James e Fred! E’
aperta solo agli studenti dal quinto anno in su.”
“James e Fred hanno organizzato una festa?!”
Grandioso, non venivo invitata alla feste nemmeno dai miei cugini. Quanto
potevo essere disperata.
Lily fece una smorfia. “Già.”
Vanessa piegò la testa. “E allora? E’
solo una stupida festa, perché ti interessa tanto andarci?”
Lei sospirò. “Ci va anche il ragazzo che mi
piace.”
“Oh.” Feci io mortificata. “Beh, e chi
è?”
“Vincent Hook.”
Io e Vanessa ci voltammo l’una verso l’altra
sentendo il sudore freddo che ci percorreva la schiena. Qualcosa mi diceva che
fosse un bene che Lily non andasse a quella festa, perché se Gaby lo
sapeva lei sicuramente ci sarebbe andata. E se ci fosse stato anche Vincent,
avremmo scoperto se Al stava dicendo la verità.
E dato che era una festa e ci sarebbe stato del Gossip,
avevo già deciso di andarci.
**
“Spiegami di nuovo perché dovrei venire con te
a quella stupida festa?”
Alzai gli occhi al cielo. Stavo cercando, da oltre
un’ora, di convincere Vanessa a venire con me. “Numero uno, non
è una festa di Halloween, ma è solo una festa. Numero due, da
quand’è che non andiamo ad una festa e ci divertiamo come due
normali adolescenti? Numero tre… non vorrai davvero perderti la faccia di
Paula quando vedrà Vincent e Gaby insieme?”
Vanessa sospirò. Sapevo che l’idea di vedere
Paula sconfitta la intrigava più di qualunque altra cosa. “Non ho
niente da mettere.”
“Già,” feci io. “Solo un intero
armadio di roba che compri ogni fine settimana ad Hogsmeade.”
Vanessa si alzò dal suo letto con aria per niente
convinta e si diresse verso il bagno. “Mi sento un po’ stanca,
Rosie, non potremmo solo andare a letto?”
Stavo quasi per cedere quando mi venne un’idea
geniale. “Hai sentito Lily, la festa è aperta per tutti gli
studenti dal quinto anno in su. Magari viene anche Gill Ryan.”
Vanessa girò su se stessa finendo di nuovo a faccia a
faccia con me. Sorrisi trionfante, sapevo che quello l’avrebbe convinta.
Mi sorrise timidamente e piegò la testa da un lato.
“Infondo, potremmo anche andarci.”
**
Due ore dopo camminavamo lungo il corridoio vestite di tutto
punto. Vanessa aveva messo un abito scollato che le arrivava appena sopra le
ginocchia, e sapevo che l’aveva messo sperando di fare colpo su Gill. Io
non ero esattamente un tipo elegante e non avevo vestiti nel mio armadio,
così me n’ero fatto prestare uno da Vanessa.
Arrivammo davanti alla Stanza delle Necessità e una
piccola porta innocente si materializzò davanti a noi. Mi voltai verso
Vanessa.
“Hai desiderato la cosa giusta, vero?”
Lei mi guardò nervosa. “Beh, spero che Gill
Ryan sia là dentro, perché ho desiderato di poterlo vedere.”
Roteai gli occhi e aprii la porta. Mi spaventai a morte
quando mi ritrovai a faccia a faccia con Fred che mi sorrideva con la sua
solita faccia da Jolly. Mi portai una mano sul petto.
“Fred! Mi hai fatto prendere un colpo!”
Lui rise. “Scusate, ma è una misura di
sicurezza.” Notai che dietro di lui c’era un’altra porta.
“Parola d’ordine?”
Io e Vanessa ci guardammo sconsolate. “Non sapevo che
ci fosse una parola d’ordine.” Dissi sinceramente.
“Esatto.” Disse Fred. “Entrate.”
Ci aprì la porta e improvvisamente il rumore
assordante della musica risuonò nella stanzina in cui ci trovavamo. Fred
ci salutò e ci chiuse la porta alle spalle mentre noi entravamo
effettivamente nella festa. Fui consolata dal fatto che non ci fosse niente che
potesse ricordare una classica festa di Halloween e anche Vanessa si
rilassò al mio fianco.
“Ehilà!”
James ci spuntò davanti con un sorriso identico a
quello di Fred. Certe volte mi mettevano i brividi. Lo guardai un po’
divertita.
“Ma tu non eri malato?”
“Ero.” Disse facendoci cenno di venire avanti,
buttandosi nella mischia. “Ma poi mi sono sentito meglio e ho deciso di
venire a questa fantastica festa. Chi l’ha organizzata dev’essere
un vero genio!”
Vanessa incrociò le braccia al petto e lo
fissò con un sorriso. “Lily ci ha detto che sei stato tu.”
“Oh beh, che vi avevo detto? Sono un genio.” E
con un occhiolino sparì nella mischia lasciandoci là in mezzo.
“Non cambierà mai!” Risi io scotendo la
testa. “Chissà se Gaby e Sol sono qui, vorrei proprio sapere
com’è andata a finire la storia con Vincent e Paula.”
“Beh, di Paula non ne ho idea, ma sono sicura che Gaby
ha trovato Vincent.”
Mi voltai verso Vanessa che mi fece cenno con la testa verso
il fondo della stanza. Appoggiato alla parete, un po’ più distanti
dal tavolo delle bevande, Vincent teneva Gaby per i fianchi mentre la baciava
appassionatamente.
Inconsciamente sorrisi come una stupida, un po’
perché ero contenta per Gaby e un po’ perché non vedevo
l’ora di incontrare Paula. Vanessa doveva aver pensato la stessa cosa
perché si guardava intorno con un sorrisino malefico.
“No està.”
Ci voltammo contemporaneamente verso Sol che era apparsa al
nostro fianco. Anche lei sorrideva maleficamente.
“Come?” Chiesi.
“Paula no està. Se ne ha andata cinco minuti
fa.” Disse piena di gloria. “Dopo che Gaby e Vincent hanno
rengraziato.”
Tutte e tre ci scambiammo uno sguardo e scoppiammo a ridere.
Dormitorio 1, Paula 0. Finalmente eravamo riuscite a darle una lezione.
Con quella bella notizia ci buttammo in pista e ballammo un
po’ insieme. Al mi salutò da lontano da un angolo della stanza,
non gli era mai piaciuto ballare. Rimasi ancora un po’ insieme a Sol e
Vanessa, che continuava a guardarsi intorno alla ricerca di Gill Ryan, prima di
scusarmi e andare da Al.
“Ti stai divertendo?” dissi sedendomi accanto a
lui.
Buttò giù un sorso di quello che spero fosse
una bevanda analcolica e scrollò le spalle. “Quasi.”
“Sei venuto da solo?”
Scosse la testa. “Con Vincent.” Disse mentre un
sorriso si formava sulle sue labbra. “E casualmente abbiamo incrociato
Gaby, così li ho presentati.”
“Casualmente?” Chiesi io mezza ridente.
“Da quando Albus Severus Potter fa cose casuali?”
“Non chiedere e non ti dirò una bugia.”
Fece lui. “Vuoi qualcosa da bere?”
“Una burrobirra.”
Al alzò un sopracciglio ma senza dire nulla si
alzò e si diresse verso il tavolo delle bevande. Tornò qualche
minuto dopo con due bicchieri e me ne porse uno. Ci guardai dentro un po’
scettica e alzai lo sguardo su di lui.
“Questa non assomiglia a burrobirra.”
“No, infatti.” Fece lui. “Ma non
dirò a nessuno che quando vai alle feste fai uscire la Weasley cattiva che
c’è in te e bevi alcolici. Solo un sorso, Rosie, non ti
farà male.”
Non volevo bere alcolici, ma mi resi conto di star
comportandomi come mia madre. E come aveva detto Al, solo un sorso. Portai il
bicchiere alla bocca e buttai giù. Immediatamente la gola prese fuoco e
tossii un paio di volte. Al si precipitò al mio fianco preoccupato di
essere la causa della mia prominente morte.
“Rosie, tutto ok?”
“S-sì.” Feci io con la gola in fiamme.
“Non pensavo che fosse così forte.”
Al scoppiò a ridere. “Ti farà bene,
vedrai! E’ una festa, Rosie, divertiti!”
Mi alzai in piedi e scossi un po’ la testa.
“Vado a cercare Vanessa.”
Sparii nella mischia prima che Al potesse fermarmi. La
musica era assordante e cominciava a girarmi la testa. Diedi subito la colpa a
quello stupido bicchiere di chissachè, io non reggevo l’alcol. Non
facevo nemmeno il brindisi a Capodanno.
Mi guardai un po’ intorno, ma Vanessa era introvabile.
Persino Sol era sparita dalla circolazione e mai mi sarei sognata di andare da
Gaby e rovinare la sua serata. Stava cominciando a fare troppo caldo per me e
decisi che dovevo decisamente uscire da quella stanza. Cercai di uscire dalla
mischia, non vedendo bene dove stavo andando, riuscivo solo a schivare le
persone ma non avevo la più pallida idea di dove mi trovassi.
Improvvisamente andai a sbattere contro qualcuno.
“S-scusa.” Mormorai.
“Weasley, guarda dove metti i piedi!”
Perfetto! Con tutte le persone che potevo trovare, ero
andata a sbattere contro Malfoy.
Mi portai una mano alla tempia e cercai di respirare
tranquillamente. “Non ti avevo visto e non sapevo nemmeno che fossi
qui.”
“Perché avresti dovuto saperlo?”
Replicò lui tagliente. “Che c’è, sei ubriaca?”
“Io non sono ubriaca!” Dissi cercando di stare
in piedi, ma la verità era che quel misero bicchiere che mi aveva dato
Al mi aveva già dato alla testa. E anche Malfoy doveva averlo notato
perché mi fissava divertito.
“Non sapevo che bevessi.”
Io sbuffai. “Infatti di solito non bevo. Senti, non ho
voglia di stare qua dentro a parlare con te, voglio solo uscire da qui.”
Malfoy per una volta ebbe il buonsenso di stare zitto.
Pensai di essermi liberata di lui fino a che non mi sentii sollevare di peso ed
emisi un urlo per la paura. Malfoy mi caricò sulla sua spalla come un
sacco di patate e tutti attorno a noi smisero per un po’ di ballare e ci
fissarono curiosi. Io arrossii da capo a piedi.
“Mettimi giù!” sibilai io.
Malfoy non diede cenno di aver sentito né me,
né tutti quelli che ci stavano intorno e ci guardavano commentando.
Senza battere ciglio salutò i suoi scagnozzi e si avviò verso la
porta. Mi resi conto che eravamo usciti dalla festa solo quando non sentii
più la musica assordante e aria fresca mi batté sul viso.
“Adesso puoi anche mettermi giù!”
Brontolai io.
“Certo,” fece lui sarcastico.
“Perché sei in grado di tornare da sola fino alla tua Sala Comune.
Non farmi ridere.”
“Non voglio il tuo aiuto!” Dissi di nuovo, come
una bambina piccola.
Malfoy sospirò e sentii le sue spalle muoversi sotto
di me. “Ti sembra che io mi stia divertendo, Weasley? Mi hai appena
costretto a uscire da una festa dove mi stavo divertendo.”
Glielo avevo forse chiesto? “Nessuno ti ha chiesto di aiutarmi,
sai? Puoi anche mollarmi qui e tornare dal tuo branco di imbecilli.”
Dovevo averlo fatto spazientire perché
all’improvviso mi afferrò per i fianchi e mi mise giù a
terra. Finalmente ero di nuovo a faccia a faccia con lui, anche se lo vedevo un
po’ sfuocato. Aveva un’aria scocciata ma rimase lì con
pazienza.
“Non sapevi neanche come fare a trovare la
porta.”
Era vero, ma avrebbe comunque potuto lasciarmi lì a
cavarmela da sola. “Sì, beh, avrei potuto fare da sola. Prima o
poi l’avrei trovata.”
“Sai, Weasley, lo so che se fossi stato io a trovarmi
in difficoltà probabilmente tu non avresti mosso un dito per aiutarmi,
ma io non sono come te. Se non fosse per me staresti ancora brancolando nel
buio in mezzo a tutta quella gente.”
Ero scocciata, adesso dovevo pure ringraziarlo?
“Adesso però mi hai piantato qui, no?”
“Perché siamo arrivati, genio.”
Seguii la sua mano che stava indicando il ritratto della
signora Grassa. Mi sentii arrossire e cercai di ricompormi alzando la testa con
aria superiore. “Beh, grazie. Adesso puoi anche tornare alla tua
festa.”
Malfoy scosse la testa e fece una smorfia. “Hai
ragione, Weasley, la prossima volta lascerò decisamente che tu te la
cavi da sola. Mi fai solo sprecare un sacco di tempo con le tue chiacchiere inutili.”
Se ne andò voltandomi le spalle e lasciandomi
lì da sola in mezzo al corridoio. Se fosse stato chiunque altro avrei
ringraziato di cuore, ma era Malfoy ed io non ringraziavo di cuore un Malfoy.
La testa mi girava ancora forte e volevo solo andare a letto, poi mi ricordai
che probabilmente Paula era l’unica ad essere nel dormitorio adesso.
Andare alla festa era stata un’idea decisamente
stupida.
**
Eccoci di nuovo!
Ci ho messo un
po’ ad aggiornarne ma ho avuto un periodo un po’ duro. Non mi hanno,
purtroppo, rinnovato il contratto a lavoro e mi ritrovo a doverne cercare un
altro, e nel frattempo fino al 31 sono sempre impegnata con il mio attuale
lavoro. Abbiate pietà di me ^^”
Grazie a tutti per
aver letto e commentato il capitolo precedente. Finalmente in questo capitolo
comincia a sbloccarsi qualcosina ^^ anche se è solo l’inizio,
ovviamente. Non abituatevi ad uno Scorpius troppo gentile… o rimarrete
delusi…
Un ringraziamento
speciale a Sif (Beh, sono cinque capitoli… ma ne varrà la pena ^^),
Edvige86 (Aaaah, come mi diverto a creare personaggi perfidi…), clirissa,
Hermione96 (chi ti immaginavi diverso, per curiosità?)
La mattina dopo mi alzai con un mal di testa memorabile
DON’T TELL DAD
5.
Call me when I’m sober
La mattina dopo mi alzai con un mal di testa memorabile. Non
appena avessi visto Al mi sarei dovuta ricordare di strozzarlo con le mie
stesse mani. I letti di Gaby e Vanessa erano vuoti e dubitavo che si fossero
alzate presto. Avrei scommesso cinque galeoni che non erano ancora tornate
dalla festa della sera precedente. Gaby si era sicuramente appartata con
Vincent in un posto romantico dove trascorrere la notte a veglia in attesa del
mattino.
Ma che fine aveva fatto Vanessa?
Scesi in Sala Grande, che quella mattina era praticamente
deserta. Era chiaro che tutti dovevano essere rimasti alzati fino a tardi.
Tutti tranne me.
Come sempre mi diressi verso il tavolo dei Grifondoro e come
sempre Al era l’unico a fare colazione. Era così tranquillo che
avevo voglia di ucciderlo! Mi avvicinai e lui mi sorrise come nulla fosse, masticando
la sua colazione.
“Ehi, dov’eri finita ieri sera? Sei
sparita!”
“Dov’ero finita?!” Scattai io. “Per
colpa dello stupido bicchiere che mi hai rifilato non riuscivo più a
reggermi in piedi! Malfoy ha dovuto portarmi in spalla fino al ritratto della
Signora Grassa!”
Al mi fissò per un attimo a bocca aperta e con gli
occhi spalancati. Poi scoppiò in una fragorosa risata. Io lo fissai
shockata. “Malfoy, ti ha riportata a letto? Malfoy?”
Io arrossii. “Non mi ha portata a letto! Mi ha aiutato
a tornare in Sala Comune.”
“No, Rosie, seriamente. Malfoy? Sei sicura di aver visto
bene?”
Cominciavo davvero a spazientirmi. “Ero ubriaca, non
stupida!” Sbottai.
“Ok, scusa.” Fece lui alzando le mani in segno
di resa. “E’ solo che è strano pensare a Malfoy che ti
dà una mano.”
Era stato strano forte, anche se non mi aveva caricato sulla
sua spalla in modo poi così gentile. Adesso ricordavo! Malfoy mi aveva
caricato sulla spalla quando eravamo ancora alla festa e tutti ci stavano
guardando. Non bastava che avessero parlato di me e Lysander per una settimana,
adesso pure Malfoy.
“Oh no!” mi lamentai io, sedendomi finalmente al
tavolo dei Grifondoro. “Ero ancora alla festa quando Malfoy mi ha
caricato sulla sua spalla!”
Al mi fissò strano. “E allora?”
“E allora?! Che cosa avresti pensato tu se avessi
visto me e Malfoy in una situazione simile?”
Al scrollò le spalle. “Che avevo bevuto troppi
Firewhiskey.”
“Mi hai dato da bere del Firewhiskey??” Se solo
mamma l’avesse saputo mi avrebbe uccisa. E poi avrebbe ucciso Al.
Lui arrossì e si schiarì la gola. “Beh,
stavamo parlando di te e Malfoy.” Disse cercando di cambiare discorso.
“Non c’è nessun ‘me e
Malfoy’.” Scattai. “Anche se adesso tutti penseranno che ci
sia!”
Al sospirò e alzò gli occhi al cielo.
“Nessuno penserà niente, Rosie. Non stiamo parlando di due persone
qualunque, stiamo parlando di te e di Malfoy. Andiamo, chi diavolo potrebbe
credere che voi due abbiate una storia?”
“Non so, Al.” Mi appoggiai sulla mano
sconsolata. “Non vorrei che mettessero in giro strani pettegolezzi su di
me. Pensa se qualcuno lo raccontasse a Paula!”
“Nessuno crede a quello che dice Paula!” Disse
Al ragionevolmente.
“E pensa se qualcuno ne parlasse con Neville nei
paraggi! Neville andrebbe sicuramente a dirlo a papà!” Stavo
andando nel panico e sinceramente non stavo neanche ascoltando quello che Al mi
stava dicendo.
Al mi guardò come se fossi pazza.
“Perché diavolo Neville dovrebbe andare a dire a zio Ron che
Malfoy ti ha aiutato a tornare in camera tua dopo una festa?”
A papà sarebbe bastata la parola Malfoy per andare su
tutte le furie.
“E pensare a me e Malfoy insieme è
assurdo!”
Al mi guardò con un sopracciglio inarcato, come se
non volesse credermi. Lo guardai shockata.
“Al, non penserai davvero che io…”
“Se tutta questa faccenda non ti interessa,
perché continui a parlarne?”
Questo mi prese alla sprovvista. Era così tanto che
ne stavo parlando? Ma soprattutto, aveva ragione Al, perché diavolo ne
stavo parlando? Non me ne era mai importato un accidente di Malfoy. Lo fissai
stupidamente per qualche minuto prima di rispondere sinceramente.
“Beh, non lo so.”
Al scosse la testa e tornò a mangiare
tranquillamente. Ero così presa a parlare di me che non ricordavo
più che Al aveva cercato di dirmi qualcosa nelle settimane precedenti.
“Al, cos’è che volevi dirmi qualche tempo
fa?”
Al aprì la bocca per parlare ma Vanessa arrivò
come una furia e si sedette sulla panca vicino a me. Era chiaro che doveva
essere rientrata in dormitorio a cambiarsi poco meno di cinque minuti prima,
perché aveva la divisa tutta scombinata e un sorriso idiota stampato
sulla faccia. Io e Al ci scambiammo uno sguardo e tornammo a fissarla curiosi.
“Oh Rosie! Ho delle notizie grandiose!”
“Neville ha cancellato dal mio compito quella
D?”
“No, meglio!” Fece lei eccitata, passandosi una
mano tra i capelli scompigliati. “Non indovinerai mai con chi sono stata
ieri sera! Con Gill Ryan! E pensa, mi ha pure chiesto di uscire!”
La fissai a bocca aperta. Ed io che mi ero quasi preoccupata
per lei, chiedendomi dove fosse sparita. Mi sentii per un attimo tradita, ma
sforzai un sorriso e annuii.
“E’ fantastico.”
“Lo so!” urlò lei. “Scusami se ho
fatto tardi, ma credimi non vedevo l’ora di dirtelo!”
Dirmelo?
Mi ero appena ricordata che Al stava cercando di dirmi
qualcosa prima che fossimo interrotti come sempre. Mi voltai verso di lui che
ci fissava torve. Accidenti, adesso lo avevo fatto davvero arrabbiare, era la
quinta se non la sesta volta che provava a raccontarmi qualcosa ed io scappavo
per un motivo od un altro.
“Oddio Al, scusa! Cos’è che stavi
dicendo?”
Al fissò me e poi Vanessa. “Niente! Proprio un
bel niente!” Si alzò infuriato lasciando la sua colazione a
metà e uscì di fretta dalla Sala Grande.
Vanessa lo guardò stralunata. “Ma che gli
prende?”
“Non ne ho idea.” Dissi sinceramente
Vanessa fece spallucce e si focalizzò di nuovo su di
me con un bel sorriso luminoso. Cavolo, Gill Ryan doveva proprio averle dato
alla testa. “Mi dispiace di averti lasciato da sola, ieri. Ma capisci che
è stato per una causa di forza maggiore. Comunque, ti sei
divertita?”
Io feci una finta risata. “Se mi sono divertita? Prima
o dopo che Al mi ha fatto ubriacare e Malfoy mi ha riportato in
dormitorio?”
Vanessa era shockata. Letteralmente. “Al ti ha fatto
ubriacare?!” chiese. Poi scosse la testa. “No, aspetta…
Malfoy ti ha riportato in dormitorio?!”
“A quale domanda devo rispondere per prima?”
dissi facendo una smorfia.
Vanessa era ancora sbalordita. “Perché non
cominci a raccontare dall’inizio?”
Io sospirai. “Beh, stavo ballando con te e Sol quando
ho visto Al da solo in un angolo. Sono andata da lui per scambiare due
chiacchiere e si è offerto di prendermi una burrobirra. E’ saltato
fuori che mi ha dato del Firewhiskey, e tu sai quanto io non regga per niente
l’alcol.” Lei annuì ascoltandomi attentamente. “Mi
sono alzata per venirti a cercare, ma non riuscivo più a trovarti e mi
girava la testa. Così senza vedere dove andavo sono andata a sbattere
contro Malfoy, che dopo qualche sua esilarante battuta mi ha caricato in
spalla…”
“Malfoy ti ha caricato in spalla?” Era davvero
allibita stavolta. “Che cosa?!”
“Sì, beh, e mi ha riportato fino al ritratto
della Signora Grassa. Fine della storia.”
Lei mi fissò come se fossi pazza. “Malfoy ti
porta in spalla da una festa fino alla tua Sala Comune e tu dici fine della
storia? Ti ha dato di volta il cervello!”
Rimasi un attimo interdetta. “Beh, che dovrei fare?
Ringraziarlo per il resto della mia vita? Spero solo che nessuno metta strani
pettegolezzi a giro, sarebbe davvero imbarazzante oltre che fuori luogo.”
“Perché qualcuno dovrebbe mettere in giro
pettegolezzi?” Chiese lei. “Vi hanno visto?”
“Perché quando Malfoy mi ha preso in braccio
eravamo ancora alla festa, ecco perché.” Dissi io facendo una
smorfia.
Vanessa scosse la testa. “Doveva decisamente aver
bevuto troppo anche lui. A meno che…”
Io alzai lo sguardo su di lei in attesa che continuasse, ma
lei continuò a mordersi il labbro immersa nel suo mondo fantastico.
“A meno che cosa?” la spronai io.
“Beh,” iniziò incerta. “Lui sente
le rose nell’Amortentia…”
Lo sapevo, Gill Ryan doveva averle dato alla testa. Stava
parlando esattamente come Paula e non era per niente un buon segno. Io alzai
gli occhi al cielo.
“Ancora con questa storia!”
Alzò le mani in segno di resa. “D’accordo
Rosie, stavo solo scherzando!”
Io scossi la testa cercando di cancellare il ricordo della
serata precedente. “Va bene, non importa, sono solo un po’
suscettibile.” Dissi. “Dov’eri finita, comunque?”
Lei arrossì. “Beh, dopo che sei andata da Al
sono rimasta per un po’ a ballare con Sol, ma poi ho notato Gill al
tavolo delle bevande. All’inizio non volevo essere sfacciata, ma Sol mi
ha detto che non avevo niente da perdere e sono andata lì e mi sono
presentata.”
“Tu sei andata da Gill Ryan e ti sei
presentata?” Chiesi io scettica. “Non dovevo essere l’unica
ad aver bevuto ieri sera…”
Vanessa scrollò le spalle continuando a sorridere,
come se si trovasse nel suo bel mondo fatato. “Beh, ho solo pensato che
Sol avesse ragione. E anche Lily. Insomma, tutte le volte io e te ci arrendiamo
e basta e per una volta ho pensato di buttarmi. E ha funzionato.”
“Beh, sono…” Cosa ero, stupita?
Esterrefatta? Shockata? Infastidita?
A Vanessa non importava molto cosa fossi, si limitò
ad essere d’accordo con me, qualunque cosa volessi dire. “Lo
so!” urlò. “E hai presente la gita ad Hogsmeade di sabato?
Gill mi ha chiesto se mi va di andarci con lui!”
“Suppongo che tu abbia detto di sì.” Feci
io.
Lei si rigirò una ciocca di capelli sul dito.
“Lo so che avevamo detto di andarci insieme, ma non ti dispiace,
vero?”
In tutta onestà, mi dispiaceva, perché sapevo
che avrei dovuto andarci da sola e a quel punto non sapevo se fosse stato
peggio andarci con Lysander o da sola. Ma potevo rovinare questo bel momento a
Vanessa?
“No, non ti preoccupare, ci andrò con Al. O con
Sol.”
“Grazie Rosie!” Si alzò in piedi di
scatto. “Adesso scappo, voglio passare in bagno a darmi una sistemata
prima di andare a lezione. Gill ha detto che mi aspettava dopo
Trasfigurazione.”
La guardai andare via di corsa, saltellando quasi. Scossi la
testa e appoggiai la testa, che ancora mi faceva male dalla sera precedente,
sulla mano. Avevo come la sensazione che questa festa fosse stata
l’inizio di tutti i miei mali.
**
Vanessa e Gaby erano di nuovo sparite dalla circolazione,
non c’era da chiedersi come mai, e io avevo preso i miei libri e mi ero
avviata verso le serre per la lezione di Erbologia. Da quella mattina non avevo
nemmeno più visto Al e mi sentivo un verme, ero sicura che fosse
arrabbiatissimo con me.
L’aria fuori dal castello era gelida e mi strinsi
ancora di più nella mia sciarpa rosso-oro. Non c’era ancora la
neve, ma sicuramente in meno di due settimane sarebbe arrivata ad imbiancare
tutto il parco come ogni anno, ricordandomi che era ora di andare ad Hogsmeade
e comprare i regali di Natale per tutta la famiglia.
Scesi le scalette di pietra in fretta, sentivo ormai che il
mio naso e le guance si erano arrossate dal freddo. Stavo per svoltare
l’angolo della serra per dirigermi verso l’entrata quando i miei
piedi automaticamente si fermarono di botto. Scorpius Malfoy era ad un metro da
me e mi fissava con i suoi occhi grigi.
“Ciao.” Era veramente la mia voce? Da quando io
salutavo Scorpius Malfoy? Forse mi stavo solo sentendo in colpa per la sera precedente.
Lui fece solo un cenno con la testa mormorando un flebile
‘Weasley’.
Mi morsi un labbro mentre lui mi guardava come se si
chiedesse cosa ci facessi ancora lì piantata davanti a lui. Mi schiarii
la gola per bene, pensando a quello che volevo dire. O che dovevo dire. Fu un
grande sforzo per me mettere da parte l’orgoglio, soprattutto con lui.
“Per ieri sera…” iniziai io non sapendo
bene cosa dire. “… sono stata un po’ scortese. Grazie
per… insomma…”
Malfoy sembrò un po’ sorpreso, ma rimase di
marmo come sempre. Ero sicura che fosse più freddo della temperatura
invernale. Ieri mentre ero sulla sua spalla non ci avevo fatto caso.
Incrociò le braccia al petto e fissò da un’altra parte.
“Non mi sembrava che fossi in grado di cavartela da sola, Weasley. La tua
balia poi pareva averti abbandonato.”
Era ovvio che si stava riferendo a Vanessa. Io mi sentii
arrossire, non seppi se più di vergogna o di rabbia. Lo avevo appena
ringraziato e lui rispondeva così. Mi stizzii a tal punto che dovetti
contare fino a dieci per non prenderlo a schiaffi. “Beh, sono davvero
spiacente di averti fatto perdere del tempo prezioso, la prossima volta
cercherò un altro idiota che mi riporti fino alla Sala Comune!”
Lui alzò un sopracciglio e ghignò. “La
compagnia degli idioti ti fa sentire intelligente?”
“Probabilmente è per lo stesso motivo che ti
ritrovi gli amici che hai.” Ribattei io secca.
Malfoy si scurì e si mise dritto verso di me come per
ribattere qualcosa, ma poi guardò oltre le mie spalle e richiuse la
bocca. Io aggrottai la fronte sinceramente confusa, sorprendendomi che per una
volta non avesse ribattuto a quello che avevo detto.
“Che succede qui?”
La voce di Neville arrivò da dietro le mie spalle e
d’un tratto capii perché Malfoy aveva avuto il buon senso di stare
zitto. Mi voltai verso di lui che passava lo sguardo tra me e Malfoy
sospettoso. Non aveva per niente uno sguardo amichevole, non era il solito
sorridente Neville che ci offriva le caramelle quando veniva a trovarci a casa.
Malfoy raccolse la cartella ai suoi piedi e se la mise in
spalla. “Stavo aspettando una persona, ma comincia a fare freddo. Ci
vediamo Weasley. Professor Longbottom.”
Se ne andò di corsa su per le scalette e io lo fissai
andare via allibita. Neville mi posò delicatamente una mano sulla spalla
e mi guardò preoccupato.
“Tutto bene?”
“Sì,” feci io confusa.
“Perché non dovrebbe?”
Neville sospirò e mi fece cenno di seguirlo nella
serra. All’interno, con tutte quelle piante, faceva un caldo pazzesco. Mi
tolsi la sciarpa e il mantello, appoggiandoli su una sedia. Neville mi
guardò serio.
“So che non dovrei dirti questo, Rose, perché
sono un Professore e dovrei trattare i miei alunni tutti allo stesso
modo.” Disse prima di interrompersi bruscamente. “Ma non riesco ad
andare oltre i pregiudizi.”
Non ci voleva un genio a capire di cosa stesse parlando,
dato che aveva gli stessi pregiudizi di papà. A Neville non piaceva
Scorpius Malfoy solo perché era il figlio di Draco Malfoy. Sapevo che
Neville era di buon cuore e ne sembrava tormentato.
“Mi rendo conto che il mio comportamento non è
per niente etico. Scorpius è un bravissimo studente ed eccelle nella mia
materia, ma ho sempre paura che da un momento all’altro…”
Io mi sentii imbarazzata, non sapevo cosa dire. Neville non
poteva aspettarsi che io parlassi bene di lui, non è vero? Perché
ero la persona meno indicata al mondo. Optai solo per dirgli la verità.
“No, lui… ecco, io lo stavo ringraziando a dire il vero.”
Neville mi fissò perplesso. “Ieri mi ha aiutata a… beh, non
importa, basti sapere che mi ha tolto da un bel guaio.”
“Oh.” Fece Neville pensieroso prima di sfociare
in un gran sorriso. “Beh, mi fa piacere sentirtelo dire, Rose. Vorrei
proprio cambiare la mia opinione su di lui, vorrei che mi dimostrasse di essere
il contrario di quello che penso.”
Io mi morsi la lingua per quello che stavo per dire, ma ero
una persona sincera e dicevo sempre quello che pensavo. “Dovresti saperlo
che non si deve giudicare le persone dai loro genitori.”
Non stavo cercando di difendere Scorpius Malfoy, non me lo
sarei mai sognato, ma avevamo certamente una cosa in comune. Dei genitori
famosi. E la cosa non era stata di poco peso nei primi anni della mia vita,
soprattutto quando avevo la facoltà di capire quando la gente si
interessava a me solo per la mia discendenza. E la stessa cosa era successo a
Neville da ragazzo, quando i Mangiamorte avevano danneggiato il cervello dei
suoi genitori.
Neville parve preso alla sprovvista ma poi fece un sorriso
gentile e comprensivo. “Questo è proprio quello che avrebbe detto
Hermione.”
Io sorrisi. “E papà cosa avrebbe detto?”
Neville rise. “E’ meglio che tu non lo
sappia.”
Io risi con lui, poi mi scurii e mi morsi un labbro. Guardai
l’orologio appeso alla parete, mancavano ancora dieci minuti
dall’inizio della lezione, e tutti arrivavano sempre in ritardo ad
Erbologia. “Papà ha paura che Malfoy mi salti alla gola proprio
come i suoi genitori hanno fatto con la mamma.”
Neville sospirò e mi fece cenno di sedermi accanto a
lui. “Rose,” cominciò con cautela. “Tuo padre non
agisce con cattiveria e credimi io lo conosco bene. Ma quella volta l’ha
quasi persa. Ci è mancato un soffio e se l’è sentita
scivolare via dalle mani senza poter fare niente. E tuo padre ama tua madre
sopra ad ogni cosa. Ed ora ci sei tu, e Hugo, e la sua paura è che possa
succedervi qualcosa. In più…”
“In più papà sa cosa vuol dire perdere
qualcuno di caro.” Finii io per lui riferendomi allo zio Fred.
“Esatto.” Annuì Neville grave.
Rimanemmo un po’ in silenzio a sorriderci, ripensando
alla conversazione appena avuta. Dovevo ricordare di mandare una lettera a
papà e dirgli che stavo bene. Neville ad un certo punto si
illuminò.
“Mi hanno detto che sei uscita con Lysander.”
Miseriaccia!
**
Dato che Vanessa usciva con Gill Ryan adesso e Gaby era
impegnata con Vincent, io e Sol ci ritrovammo da sole e per questo avevamo
deciso di andare ad Hogsmeade insieme. Nessuna delle due si era sognata di dire
una sola parola a Paula, che da quando era riuscita a mettere insieme Gaby e
Vincent era più scontrosa del solito.
Paula non era la sola ad essere scontrosa ultimamente, anche
Lily sembrava camminare con una nuvoletta nera sopra la testa ed io sapevo bene
il perché. Il ragazzo che le piaceva era ora l’attuale fidanzato
di Gaby. Non l’avevo ancora vista piangere, ma le sue amiche mi avevano
raccontato che tra una lezione e l’altra si chiudeva nel bagno di
Mirtilla Malcontenta.
Avevo cercato invano di rintracciare Al durante la settimana.
James mi aveva detto che si era chiuso in dormitorio e non faceva altro che
leggere libri su libri. Cavolo, sapevo di averlo fatto arrabbiare, ma non
credevo che arrivasse a tanto.
Il giorno della gita ad Hogsmeade era più freddo del
solito. La neve era finalmente arrivata, come avevo previsto, ed avevo tirato
fuori dall’armadio i calzettoni pesanti. Mi strinsi nel mio mantello
facendo un sorriso a Sol che camminava lenta al mio fianco.
“Ti va di passare al negozio da mio zio?”
Sol mi sorrise e annuì. “Como che no, Rosie. Tu zio es muy
simpatico.”
Ci avviamo verso i ‘Tiri Vispi Weasley’ sul
fondo della strada ed affrettando il passo entrammo nel negozio affollato.
All’interno del negozio era caldo e mi sbottonai il mantello cercando di
arrivare alla cassa, dove intravedevo un ciuffo di capelli rossi.
Lo zio George appena mi vide mi salutò calorosamente
e mi fece cenno di avviarsi nello sgabuzzino, lasciando zia Angelina da sola
alla cassa. Io feci cenno a Sol di seguirmi e ci trovammo con lo zio sul retro
del negozio.
“Rose!” disse zio George chinandosi per
abbracciarmi. “Vedo che stavolta hai compagnia migliore.”
Sol sorrise e fece un piccolo inchino. “Buenos
dìas, signor Weasley.”
Zio George le sorrise di rimando. “Ciao Sol, come sta
tua sorella?”
A zio George erano sempre piaciute Sol e Gaby e non
c’era da chiedersi perché. Gli ricordavano troppo lui e lo zio
Fred, che adesso non c’era più. In più, era l’unico
della famiglia che riuscisse a distinguerle.
“Està muy bièn.” Disse Sol
annuendo. “Ahora se ha fidanzata.”
“Oh!” Fece zio George guardandoci.
“E’ per questo che siete insieme oggi? Rosie, d’accordo che
vuoi essere al livello delle altre, ma è molto meglio che tu esca con
Sol che con uno degli Scamander.”
Io roteai gli occhi. “Zio, per favore non mettere il
dito nella piaga.”
Zio George si voltò un attimo, cercando qualcosa in
magazzino. Ne venne fuori con una Puffola Pigmea che porse a Sol. “Un
omaggio dai Tiri Vispi.” Disse con un sorriso.
Sol lo prese tra le mani. “Gracias, signor Weasley. No doveva.”
“Sciocchezze.” Fece zio George. “Rose, hai
per caso visto Fred? So che era in giro con James ma non sono ancora passati al
negozio.”
Scossi la testa. “No, quando sono insieme cerco di
evitarli. Non vorrei che mi esplodesse qualcosa vicino.”
Zio George scoppiò a ridere. “Il degno figlio
di suo padre.” Disse orgoglioso. Poi ci fece l’occhiolino.
“Ma non ditelo ad Angelina, sarebbe capace di cacciarmi di casa.”
La voce di zia Angelina venne dal negozio. “Riesco a
sentirti, George.”
Lo zio scosse la testa sconsolato e sospirò.
“Beh, è solo colpa mia. Io ho inventato le Orecchie Oblunghe.”
Lasciammo il negozio dello zio e ci incamminammo lungo il
viale principale, chiuse dentro ai nostri mantelli. Rabbrividii, cominciando a
battere i denti.
“Certo che fa freddo oggi!”
Sol annuì flebilmente. “Muy frio.” Disse.
“Che dice se prendiamo un chocolate caldo?”
“Direi che è un’ottima idea.”
Risposi affrettando il passo verso i Tre Manici di Scopa. Spinsi la porta del
locale ed entrammo. Il calore all’interno ci avvolse come una coperta e
riscaldate ci togliemmo i mantelli e le sciarpe. Ci andammo a sedere ad un
tavolo in fondo al locale e ordinammo due cioccolate.
“De che Gaby esce con Vincent, no abbiamo hablado
mai.” Si lamentò Sol.
Io mi sentii triste, anche a me mancava Vanessa. Io non
facevo mai niente senza Vanessa. “Lo so, mi sento allo stesso modo. Ma
sono comunque felice per lei e per Vanessa, non voglio che si rovinino questo
momento.”
Sol annuì sorseggiando la sua cioccolata.
Scrollò le spalle e piegò la testa da un lato. “Sono
doblemente contenta, Rosita. Por Gaby e por Paula.”
Io risi. Nessuno odiava Paula più delle gemelle,
nemmeno io e Vanessa. Potevo immaginare la soddisfazione di Sol nell’aver
visto Paula sconfitta. “Mi chiedevo una cosa,” dissi pensandoci su.
“Come mai Paula
ha tradito solo Gaby? Perché non ha raccontato in giro anche quello che
le hai detto tu?”
“Porquè io no le ho dicho nada.” Disse
semplicemente Sol. “No me gusta nessuno.”
Che cosa sentivano le mie orecchie, avevo forse trovato una
compagna di merende? La guardai sentendo le mie labbra formare un sorriso da
pubblicità.
“Davvero?” Chiesi eccitata. “Cominciavo a
pensare di essere l’unica, tutti la fanno sembrare come una cosa
anormale!”
Sol fece un piccolo sorriso. “Porqué anormal? Io
penso che una persona tiene che trovare el alma gemela.”
Già, l’anima gemella. Non so come mai, ma avevo
lo strano presentimento che si fossero dimenticati di fabbricarla la mia anima
gemella. Era come quando mamma faceva la lavatrice e accoppiava tutti i
calzini, poi alla fine ne rimaneva sempre uno spaiato. Ero un vecchio calzino
spaiato.
Sospirai sconfitta. “Penso di non avere
speranza.”
“Porque
dice esto, Rosie!” Brontolò Sol. “No es verdad! Sei
una chica carina e simpatica. E io estoy segura che ci sarà el chico
giusto anche por ti.”
Tutti continuavano a ripetermelo, persino mio cugino Al me
lo aveva detto. Però mi ero ridotta ad uscire con Lysander Scamander,
no? Cominciavo a pensare che tutti mi dicessero di essere carina solo per
essere gentili e non dovermi dire l’orrenda verità che mi aspettava.
Oddio, sarei rimasta zitella come la zia Muriel!
“Io ho sempre odiato la zia
Muriel!”
Sol mi fissò allucinata e
solo allora mi resi conto di aver pensato a voce alta. “Chi es zia
Muriel?”
Io arrossii e mi schiarii la
gola. “E’ una vecchia zia di papà. E quando dico vecchia,
intendo decrepita. Nessuno la sopporta! Pensa che la prima volta che ha visto
mia madre, quando ancora non era sposata con mio padre, l’ha criticata
tutto il giorno! E sono sicuro che se papà potesse ucciderla con le sue
mani lo farebbe, è veramente irritante…”
“Rosie,” Mi
interruppe Sol guardandomi perplessa. “Cosa tiene che ver con il discorso
che ho fatto?”
In effetti, proprio un bel
niente. Almeno non per lei. Scossi la testa. “Lascia
perdere…”
Sol si avvicinò a me e
sussurrò. “Tienes miedo?”
“Tengo… che
cosa?” D’accordo che piano piano cominciavo a capire lei e Gaby, ma
non esageriamo. Io ero pur sempre inglese.
“Paura.” Disse lei di
nuovo. “Tienes paura di rimanere sola?”
“Oh.” Dissi io, prima
di annuire flebilmente. “Non è veramente paura, è
più… sai, quando hai due genitori come i miei è difficile
pensare di trovare una persona così perfetta per te. La loro storia
è praticamente leggenda e…”
“Lo so, Rosie, lo ho letto
su los libros.” Annuì Sol. “Ma tu no eres como i tuoi
genitori e loro han vivido una guerra. I miei genitori se han conocido quando
tenevano veinteyseis anni, e son felicemente sposati.”
Io non ero particolarmente
convinta. “Sì, però…”
“E no me has dicho tu che
tuo zio Bill se ha sposato con tua zia Fleur quando erano molto grandi?”
Era vero, zio Bill andava per la
trentina quando si è sposato. Tutto quello mi stava facendo sentire
meglio. Forse avevo ancora speranza.
“Hola!”
Io e Sol ci voltammo sulla nostra
destra, dove Gaby sorrideva aggrappata al braccio di Vincent. Vincent ci
salutò con la mano, arrossendo un po’ sulle guance.
“Gaby!” Esclamai io.
“Come mai da queste parti?”
Gaby si voltò verso
Vincent sorridendo. “Vincent me ha accompagnato aquì. Avevo
bisogno de estar un poco con mis amigas.”
Vincent tossicchiò imbarazzato
e si grattò la nuca. “Beh sì, io adesso vado.” Disse
incamminandosi. “Ciao ragazze, ci vediamo più tardi. Ciao
Gaby.”
Gaby gli mandò un bacio
con la mano e si sedette al tavolo insieme a noi. Sol sembrava scoppiare di
gioia di avere finalmente sua sorella al suo fianco.
“No tenìa que pasar por
aquì, Gaby! Es tu momento, todo lo que querìa y que
soňaba.”
Gaby sorrise. “Siempre ho
desiderato Vincent.” Disse. “Ma desidero estar con mi hermana y mi
amica tambièn.”
Sol sorrise riconoscente a Gaby, ed
io sorrisi di rimando. Mi voltai per abitudine alla mia destra, dove di solito
sedeva Vanessa. Ma quel posto ora era vuoto. Continuai a sorseggiare la mia
cioccolata calda in compagnia delle gemelle, sperando che la moda di Gill Ryan
finisse presto.
**
E con fatica ce
l’abbiamo fatta anche a postare questo quinto capitolo.
Scusate questa volta sarò molto sfuggente ma sono abbastanza di corsa.
Non vedo l’ora che passi Natale. Adoro il Natale, ma quest’anno mi
sta mettendo a dura prova o_____o
Thanks to: Mad World,
Sif (in bocca al lupo anche a te, allora), Edvige86 (Lo scoprirai, a buon
intenditor poche parole), hele (ci crederesti che mi sono accorta ora, dopo
anni che scrivo, che il pc mi auto-correggeva Amortentia?? Cercherò di
starci attenta d’ora in avanti), Hermione96, PrincipessaGin (ti ringrazio
^^)
Il giorno dopo la gita ad Hogsmeade Vanessa mi raccontò tutto
quello che era successo al suo appuntamento
DON’T TELL DAD
6. You knew it
Il giorno dopo la gita ad Hogsmeade Vanessa mi
raccontò tutto quello che era successo al suo appuntamento. Gill Ryan
l’aveva portata prima a Mielandia (sdolcinato), poi da Madama
PiedidiBurro (banale) e poi nel suo dormitorio dove le aveva mostrato delle sue
fotografie di quando era piccolo (narcisista).
Ok, probabilmente ero solo gelosa di Vanessa ma Gill Ryan
non mi piaceva affatto. Mi sembrava tanto uno di quei palloni gonfiati che
cercano solo di farsi vedere a giro per la scuola con delle ragazze carine.
Vanessa naturalmente ne era entusiasta, era tutto quello che
aveva sognato da una vita. La cosa preoccupante era che ormai non parlava d’altro,
e per quanto fossi una buona ascoltatrice, sapere vita e miracoli di Gill Ryan
non mi interessava affatto.
Senza contare che mi sentivo terribilmente sola.
“Pensa che a casa sua, a Londra, ha pure un gattino
che ha chiamato Minù. Non è dolce?”
Roteai gli occhi senza farmi vedere. “Come lo
zucchero.” Ma Vanessa lo sapeva che lo zucchero alla lunga faceva cariare
i denti?
Mi voltai verso di lei, era totalmente assorta tra i suoi
pensieri. L’unica cosa che le mancava erano gli occhi a forma di cuoricino.
Io ero cinica, da sempre. Era nel mio corredo genetico. Ma anche Vanessa ci
metteva del suo.
“Lysander mi ha chiesto di sposarlo ed io ho detto di
sì.” Buttai lì.
Vanessa si limitò a sorridere e ad annuire.
“Oh, bene.”
Bene, non mi stava nemmeno ascoltando. Avevo passato tutta
la mattinata, da quando ci eravamo alzate quella mattina fino ad adesso, ad
ascoltare lei e i suoi racconti sul principe azzurro e adesso che io dicevo
qualcosa lei non mi ascoltava neanche. Consolante!
Voltammo l’angolo per dirigerci a Trasfigurazione e
per mio immenso piacere Gill Ryan era appoggiato contro la parete in una posa
da modello che esaltava tutta la sua bellezza fisica. Vanessa emise un urletto
che mi ricordò molto Paula (ed era preoccupante!) e corse veloce verso
di lui che le rivolse subito un sorriso da migliori divi del cinema. Io
continuai a camminare al solito passo, raggiungendoli dopo qualche secondo.
“Rosie, voglio presentarti Gill!” disse Vanessa.
Gill mi tese la mano gentilmente ed io gliela strinsi di
rimando. “Ciao.” Disse. “Non ti dispiace se ti rubo la tua
amica per qualche ora, vero?”
Mi dispiaceva eccome. “No, certo che no.” Finsi
un sorriso.
Vanessa arrossì un po’. “Non ti dispiace
dire alla McGrannitt che sono malata, vero?"
Scossi la testa continuando a tenere il solito sorriso falso
e idiota di prima. Vanessa mi ringraziò ancora e se ne andò
insieme al suo principe azzurro, praticamente incollata al suo braccio. Ed io
rimasi da sola in mezzo al corridoio.
“Piantata persino dalla tua fedele amica. Devi essere
proprio disperata, Weasley.”
Se ci fosse stata una scala da 1 a 10 per odiare quella voce,
avrei sicuramente sorpassato il 10 di almeno una ventina di numeri. Mi voltai
verso Malfoy, che aveva il vizio di comparirmi sempre alle spalle come gli
animali fanno con le loro prede, e lo guardai scocciata.
“Chissà come mai quando arrivi tu, Malfoy, se
ne vanno sempre tutti.”
Lui alzò un sopracciglio e ghignò. “Tu
sei ancora davanti a me, Weasley.”
“Sono vaccinata.” Risposi in fretta, guardando
l’orologio al polso. “E ti dirò, stavo perfettamente bene
nella mia solitudine. Meglio soli che male accompagnati.”
Malfoy andò ad appoggiarsi contro la parete e scosse
la testa. “E’ una cosa a cui non ho mai creduto.”
Alzai sorpresa gli occhi su di lui. “Come?”
“Nessuno sta meglio da solo.” Disse. “La
gente preferisce essere male accompagnata che rimanere da sola, perché
la solitudine fa paura.”
Rimasi per un attimo piacevolmente colpita ed interdetta.
Scorpius Malfoy aveva appena fatto un’osservazione che io trovavo
intelligente. In effetti nessuno vorrebbe stare da solo. Nessuno tranne zia
Muriel, ma non credo nemmeno che lei sia umana.
“E questo spiega perché sei uscita con Lysander
Scamander.”
Sdeng! Avevo appena ricevuto uno schiaffo morale ed in piena
faccia. “Que- questo non c’entra niente!” Riuscii a
blaterare. “Mi ha chiesto di uscire ed io… io…”
Lui ridacchiò e scosse la testa. “Non dirmelo,
Weasley, non riesci nemmeno a dire di no?” Rise ancora. “Usciresti
anche con me, se te lo chiedessi.”
“Neanche se morissi e mi riducessi nelle condizioni di
Mirtilla Malcontenta.” Dissi io velenosa come non mai. Ero sicura che se
mi fossi morsa la lingua in quel momento, mi sarei uccisa da sola.
“Non preoccuparti,” fece lui come se la cosa non
lo riguardasse affatto. “Non correrai mai il rischio.”
“Meno male.”
Gli voltai le spalle e mi diressi verso la classe di
Trasfigurazione, sentendolo camminare alle mie spalle. Era irritante! Varcai la
soglia, la Professoressa
McGrannitt stava in piedi accanto alla cattedra in una posa
solenne. Mi chiedevo sempre perché continuasse a insegnare nonostante
fosse la preside di Hogwarts.
Mi sedetti nel primo banco, dove di solito mi sedevo con
Vanessa. Notai subito la
Professoressa che mandava un’occhiata al posto vacante
di Vanessa, non le sfuggiva niente, ma per mia grande sorpresa e fortuna non mi
chiese dove fosse la mia amica.
“Bene, classe, prendete posto. Veloci.” Disse
sventolando qua e là la bacchetta. “Bene, oggi proveremo per la
prima volta la
Trasfigurazione umana. Disponetevi a coppie, per
favore.”
Prevedibile, quando avevo più bisogno di Vanessa lei
non c’era. Mi voltai verso la classe per vedere chi fosse rimasto da solo
e notai con orrore che Malfoy sedeva in un banco vuoto sul fondo della classe.
Non poteva essere vero!
Stavo per voltarmi e chiedere alla Professoressa se potevo
andare in Infermeria, visto che stavo per vomitare, ma qualcuno si sedette
accanto a me, trafelato.
“Hay tempo dopo para rengraziarme.”
“Sol!” Esclamai a bassa voce per non farmi
sentire dalla McGrannitt. “Oh, grazie al cielo! Ho temuto di dover
passare la lezione con Malfoy.”
Lei annuì. “Lo sé. Fortunatamente Gaby
no està, e yo sono libre.”
Non chiesi nemmeno dove fosse andata Gaby, perché
sapevo già la risposta. Probabilmente Vanessa l’avrebbe incontrata
per strada con Vincent, per il parco di Hogwarts. O si erano rifugiati in
qualche angolo del castello. Fatto sta che io e Sol ci trovavamo nella stessa
situazione e nessuna di noi due si sognava di fare coppia né con Malfoy
né con Paula.
La
McGrannitt ci disse di aprire il libro a pagina 125 e ci
diede alcune dimostrazioni di quello che erano le Trasfigurazioni umane. Noi
avremmo iniziato con qualcosa di semplice. Cercare di schiarire il colore dei
capelli.
Strinsi forte la mandibola concentrandomi con tutta me
stessa. Era quasi un’ora che provavo a schiarire le mie sopracciglia.
“E ora?” Chiesi.
Sol fece una smorfia. “No sé, Rosie, tu
sopracciglia estàn così chiare che no veo diferencia.”
Sbuffai esausta. “D’accordo, allora provaci
tu.”
Sol si sistemò meglio sulla sedia mettendosi in una
posizione più comoda e cominciò a concentrarsi. Le sue
sopracciglia rimasero sempre scure e non cambiarono nemmeno di una
tonalità. Rilasciò il fiato ed io scossi la testa.
“Qualcuno di voi sa dirmi dove sono la signorina
Miller e la signorina Gomez?”
Io e Sol ci voltammo di scatto verso la Professoressa
McGrannitt che stava dritta davanti alla cattedra scrutando
da sotto gli occhialetti l’intera classe. Io esitai un po’ prima di
aprire bocca e feci un enorme errore.
“Mi pareva di averle visto a giro per il Parco,
Professoressa.”
Io. Odiavo. Quella. Voce.
Mi voltai di scatto verso Malfoy che si voltò a sua
volta verso di me sorridendo trionfante. Se solo uno sguardo potesse uccidere
adesso giacerebbe al suolo senza vita.
Sol al mio fianco si era praticamente irrigidita e sembrava
avesse smesso di respirare. La Professoressa
McGrannitt però non fece una piega, si limitò a
fissare un punto indefinito della classe e si schiarì la voce.
“Mi farebbe piacere che diceste a tutte e due che le
voglio in classe la prossima lezione. Stiamo affrontando un programma difficile
quest’anno, che si ripercuoterà sugli esami del prossimo
anno.”
Sorrisi senza accorgermene e mi voltai verso Malfoy come a
dire ‘beccati questa!’. Malfoy al contrario sembrava davvero
contrariato dal commento della Professoressa, probabilmente sperava che avrebbe
tolto dei punti a Grifondoro.
La professoressa McGrannitt non era mai stata una persona
con delle preferenze verso i suoi studenti e di solito, se qualcosa non andava,
era la prima a metterci in punizione. Ma per qualche strano motivo ogni tanto
optava per darci una lezione ‘verbale’ senza conseguenze,
soprattutto se fiutava della cattiveria da parte di qualche viscido Serpverde.
Il resto della lezione lo passammo a cercare di schiarire
almeno qualche misero pelo, concentrandoci talmente tanto che mi venne il mal
di testa. Sol era riuscita a far diventare castano il sopracciglio destro,
mentre io alla fine ero riuscita a schiarire entrambi.
A fine lezione la Professoressa
McGrannitt ci diede un saggio come compito per la settimana
successiva. Raccolsi le mie cose e mi avviai verso l’uscita e quando
passai accanto a Malfoy, lui si piegò su di me per arrivare al mio
orecchio.
“E’ stata solo fortuna, pel di carota.”
Mi voltai verso di lui e alzai un sopracciglio.
“Dì un po’, Malfoy, i tuoi capelli sono sempre stati di
questo colore o è tua madre che ha sbagliato candeggio?”
Un paio di studenti che stavano vicino a noi ridacchiarono
alla mia battuta e Malfoy tese la mascella irritandosi ancora di più.
Afferrò la sua cartella con forza e se ne andò a passo svelto,
facendomi nascere un sorriso idiota sulle labbra. Addirittura due a zero nel
giro di un’ora, ero davvero in forma!
Sol si avvicinò a me preoccupata. “Che
voleva?”
“Niente,” dissi scotendo la testa. “Solo
fare l’idiota.”
**
“Tu lo sapevi!”
Mi ero appena spaparanzata sul divano in Sala Comune dopo
aver seguito due ore di Trasfigurazione ed essermi finalmente liberata di
Malfoy ma sembrava che il mondo ce l’avesse con me ultimamente. Mi voltai
stanca ed annoiata verso Lily che mi fissava stando in piedi con le mani sui
fianchi, e sembrava avesse una gran voglia di piangere.
“Lily.”
“Tu lo sapevi! E non hai detto niente.” Disse
lei di nuovo, prima che avessi il tempo di dire qualsiasi cosa.
Chiusi gli occhi pazientemente. Avevo forse il malocchio?
“Ho saputo da Al la mattina della festa che a Vincent piaceva
Gaby.” Dissi in mia difesa. “E soprattutto non avevo idea che a te
piacesse Vincent.”
“Avresti dovuto impedirgli di conoscerla!”
Strillò lei.
Mi passai una mano sulla faccia e poi la sventolai indicando
il Dormitorio maschile. “Perché non vai da tuo fratello, dato che
è stato lui a presentare Vincent a Gaby?”
Lily mi fissò a bocca aperta. “James ha
presentato Vincent a Gaby?! Io lo ammazzo!”
“No,” dissi io. “Intendevo il fratello
buono.”
“Albus?!” Lily era sempre più shockata.
“E perché l’avrebbe fatto?”
Mi misi dritta e la guardai seriamente. Era bianca come un
cencio e sembrava che non dormisse da una settimana, dato le sue occhiaie
marcate. “Perché in tutta onesta, Lily, era la cosa più
giusta da fare e Al cercava solo di fare del bene. Non sapeva della tua cotta,
altrimenti non avrebbe mai voluto essere responsabile della tua
sofferenza.”
Lily sembrò convinta e si lasciò andare
affranta contro il divano. Sembrava sull’orlo di una crisi di nervi.
“Oh Rosie, non troverò mai un altro uomo come Vincent!”
Oh no! Adesso cominciava con i drammi adolescenziali. Io non
ero per niente brava a consolare le persone, mamma diceva che avevo preso il
tatto da papà. E papà era la persona meno delicata del mondo.
“Lily, hai quattordici anni! Hai tutta la vita per
trovare l’uomo giusto.”
Lily tirò su col naso. “Mamma aveva undici anni
quando ha incontrato papà.”
“E zio Bill andava per la trentina quando ha sposato
zia Fleur. E allora?” Dissi io ricordando il discorso di Sol. Merlino,
quanto ero ipocrita! Fino a due giorni prima ero io ad essere disperata. Lily
ne sembrò rincuorata e si rilassò notevolmente.
“Ma Vincent era l’uomo perfetto per me.”
“No, non è vero.” Dissi io
ragionevolmente. “E’ l’uomo perfetto per Gaby. E lo sai anche
tu. Il tuo uomo perfetto è là fuori da qualche parte.”
Lily mise il broncio. “Fai bene tu a dirlo, non sei
mai stata innamorata.”
Ed era vero. “Sì, ma sono sicura che anche tu
ricorderai che cosa ho combinato l’anno scorso a San Valentino. Ero
sicura che Kevin LaFleur mi avrebbe sposato alla fine e avremmo avuto tanti
bambini. E quest’anno ricordo appena chi è.”
Lily mi guardò curiosa. “Ma ci sarà pure
qualcuno che ti piace adesso?”
Scossi la testa. “No, non direi.”
“Davvero?!”
Cosa avevano tutti da stupirsi? Sol sembrava l’unica a
capire la mia situazione. Era forse obbligatorio per un’adolescente
prendersi una cotta per qualcuno?
“Già, davvero.” Tagliai corto.
“Sai, Lily, ci sono tanti altri ragazzi in tutta la scuola che
morirebbero per uscire con te.”
Lily mi guardò scettica. “Lo pensi
davvero?”
“Sì, lo penso davvero.” Dissi stanca.
“Basta che mi prometti una cosa.”
“Che cosa?” Mi chiese sinceramente curiosa.
“Di non accontentarti di uscire con Lysander
Scamander.”
Lily rise e rimase con me ancora per un po’, davanti
al caminetto. Dopo una mezz’ora le sue amiche tornarono in Sala Comune e
facendo un gran chiasso se ne andarono tutte su per il dormitorio. In compenso
il posto vuoto di Lily fu preso da Al che sbuffò sedendosi al mio
fianco. Lo fissai alzando un sopracciglio e mi schiarii la voce per richiamare
la sua attenzione. Si voltò verso di me senza entusiasmo.
“Felice di vedere che sei ancora vivo.” Dissi
sarcastica. “Dove diavolo eri finito?”
Lui scosse le spalle indifferente. “Studiavo. Ho un
esame.”
Feci una smorfia. “Sei un pessimo bugiardo, Al. Senti,
lo so che sei arrabbiato con me, ma se hai qualche problema puoi sempre venire
da me e dirmelo invece di rifugiarti in dormitorio. E non negarlo,
perché me lo ha detto James.”
Al fece una faccia sorpresa e mi fissò per un
po’. “Io non sono arrabbiato con te.”
“Ah no?” Cosa mi ero persa? “E allora
perché diavolo non ti sei fatto vedere in questi giorni?”
Al sembrò confuso, come se anche lui non ricordasse
esattamente da cosa si nascondesse. Poi si illuminò. “Oh!”
Fece. “Oh, sì! Cioè no! Non importa, lascia
perdere…”
“Al, mi sembra strano chiedertelo, visto che è
già passata una settimana da Halloween.” Feci io guardandolo
strano. “Ma sei sicuro di non avere ancora qualche strascico di
Firewhiskey?”
“Non essere sciocca, mi sento benissimo.” Si
portò una mano alla tempia e se la massaggiò per un po’.
Non aveva l’aria di stare propriamente bene. “Parliamo di cose
serie, tu torni a casa per Natale?”
Natale? Sapevo di aver scordato di fare qualcosa ad
Hogsmeade, avevo dimenticato di comprare i regali. Ero stata così presa
a lamentarmi della mia solitudine dato l’abbandono di Vanessa che mi ero
completamente dimenticata di tutta la mia famiglia.
“Certo.” Dissi continuando a fissarlo strano.
“Torniamo sempre a casa per le feste. Al, sei sicuro di stare
bene?”
“Sì, io… E ci torni da sola?”
Alzai un sopracciglio. “No, ci vado con Hugo.”
Era ovvio. “Al, sei sicuro che non vuoi che ti porti da Madama Chips?
Forse hai un po’ di influenza.”
Al scosse la testa. “No, Rosie, quello che
intendevo…” Si bloccò di scatto e si alzò.
“Sai, probabilmente devo avere davvero un po’
d’influenza.”
Era da almeno un mese che si comportava in maniera strana e
davvero non riuscivo a capire cos’avesse. Al era sempre stato un ragazzo
solare, allegro, sempre pronto a tirarmi su il morale. Ma ultimamente era
sempre nervoso e sfuggente
Mi alzai anche io e gli posai una mano sulla spalla
fissandolo seriamente preoccupata. “Al, lo sai che per qualunque cosa io
sono qui, vero?”
Al chiuse gli occhi ed inspirò profondamente. Quando
li riaprì mi ritrovai immersa in un paio di smeraldi così
profondi che mi sembrò di poter vedere la confusione dentro alla sua
testa. “Lo so.” Disse sussurrando. “E’ che ho bisogno
di schiarirmi un po’ le idee e non è proprio un periodo felice della
mia vita, ecco.”
Mi chiesi che cosa intendesse. Se avesse avuto qualche
problema in famiglia, di certo lo avrei saputo, dato che la sua famiglia era
anche la mia. E non potevo credere che Al avesse alcun tipo di problema a
scuola, dato che era uno degli studenti più brillanti di tutta Hogwarts,
né che avesse problemi economici.
“Di qualunque cosa si tratti puoi parlarmene, se ti
va.” Mi offrii.
Al mi sorrise debolmente. “Grazie, ma adesso non ne ho
proprio voglia. Magari un’altra volta.”
“Ehi!”
Io e Al ci voltammo contemporaneamente verso il buco del
ritratto, da dov’era appena entrata Vanessa balzando su e giù.
Sentii un moto di irritazione partire dal centro del mio petto e non potei
trattenermi oltre.
“Oh beh, finalmente ti si vede.”
Vanessa si fermò di botto e il suo bel sorriso
svanì dalle sue labbra in un secondo. Passò lo sguardo da me ad
Al imbarazzata. “Rosie, cosa… che ti prende?”
“Che mi prende?!” Cominciai ad alzare la voce. “Non
ti vedo praticamente da una settimana! Dalla festa di Halloween ad essere
precisa!”
Vanessa mi guardò allibita. “Ma che stai
dicendo, ci siamo viste giusto stamattina prima…”
“Prima che te ne andassi con Gill saltando la lezione
di Trasfigurazione, vero?” Ribattei io. “La McGrannitt mi ha quasi
beccato e anzi mi ha pregata di dirti che ti vuole in classe la prossima
volta!”
Vanessa dopo uno shock iniziale si mise sul piede di guerra.
“Qual è il tuo problema? Ti dà così tanto fastidio
che per una volta possa essere felice?”
“Per una volta?!” Chiesi io incredula. “Oh
beh, scusa se con me sei stata infelice per quasi sei anni!”
“Non è quello che intendevo! Ma tu non accetti
che io abbia un ragazzo e tu no!”
“Ragazze, basta!”
Al si mise in mezzo e separò me da Vanessa
continuando a scuotere la testa come se non volesse credere a quello che stava
succedendo. I suoi occhi verdi si soffermarono prima su di me e poi indugiarono
su Vanessa.
“Si può sapere che diavolo vi prende? Siete
forse impazzite?”
Vanessa incrociò le braccia al petto mordendosi un
labbro. “Chiedilo a Rose, lei sembra avere un problema col fatto che io
sia impegnata.”
Io scansai Al e arrivai davanti a Vanessa. “Il mio
problema è solo essere costretta ad andare a giro da sola! Ci eravamo
promesse di esserci sempre l’una per l’altra e tu dove sei
ultimamente? Ti sei chiesta che cosa ho fatto io durante questa
settimana?”
Vanessa voltò la testa senza guardarmi in faccia.
“E’ solo una settimana, Rose, e non sono la tua balia.”
Adesso aveva esagerato, decisamente. Speravo di non aver
capito bene quello che intendesse, ma se quello che intendeva era che fino ad
ora era stata al mio fianco perché non potevo cavarmela da sola, allora
quella che non aveva capito niente era proprio lei.
La fissai con astio sentendo il mio veleno, che di solito
era riservato esclusivamente a Malfoy, arrivare sottopelle.
“Bene!” Dissi facendo un passo indietro.
“Bene, se quello che vuoi è passare il resto della tua vita con
Gill Ryan, accomodati! Io non starò ad aspettarti!”
Al e Vanessa mi fissarono shockati, come se si aspettassero
di tutto tranne che sbottassi in quel modo. Forse perché in sei anni di
scuola non avevo mai veramente litigato con Vanessa, soprattutto per uno
stupido ragazzo. Ma ero così irritata che avevo voglia di schiantare
qualcosa!
Mi mossi lentamente come se i nervi mi impedissero di
camminare sciolta, e me ne andai su per le scale del dormitorio. Mentre salivo
sentii la voce di Al consolare quella che era stata la mia migliore amica.
“Non preoccuparti, le passerà.”
Dubitavo che mi sarebbe passata. E Al era un traditore!
**
“Rosie, no fare asì.”
Me ne andavo su e giù per il Dormitorio da almeno
un’ora, ripensando al dibattito che avevo avuto con Vanessa. Ero
più che irritata, ero inviperita. Per mia fortuna quando ero rientrata
in dormitorio Paula non c’era e non aveva ancora scoperto della litigata,
ma di lì a poco lo avrebbe saputo tutta la scuola.
Sol era l’unica ad essere rimasta con me. Vanessa era
rientrata in dormitorio con Gaby, ma quando mi aveva visto se n’era
andata via veloce come la luce. Sol mi fissò preoccupata e fece una
smorfia.
”Ahora parate!”
Mi bloccai e la fissai. “Che cosa?”
“Fermati.” Mi disse. “No entiendo porque
avete litigato por una cosa estupida asì!”
Io mi sedetti sul mio letto e guardai Sol scocciata, anche se
lei era solo una povera vittima della mia ira. “Beh, non è colpa
mia. Ha fatto la sua scelta e se vuole stare con il suo ragazzo che faccia
pure!”
“Rosie,” Fece Sol pazientemente. E Sol non era
quella paziente tra le due gemelle. “Gaby tambièn tiene il ragazzo.
Pero hablamos lo stesso. Por un poco
de tiempo està conmigo, e por otro con Vincent. Quale es il
problema?”
“Il problema è che lei non sta neanche un poco
di tempo con me!” Sbottai io alzandomi di nuovo in piedi. “Lei sta
solo con Gill Ryan! Quel pallone gonfiato!”
Sol
sospirò. “No es un pallone.” Disse. “Porque no
vàs da lei e le dices che no te importa de discutere. Chiedi
scusa.”
Mi massaggiai una tempia e scossi la testa cercando di fare
chiarezza. “Sol, ti confesserò una cosa. Non ho mai chiesto scusa
in tutta la mia vita, è una cosa che proprio non mi riesce. Credo di
avere una specie di allergia alle scuse.”
Sol fece per aprire bocca ma la porta del dormitorio si
aprì. Mi aspettavo che entrasse Paula o che fosse di nuovo Vanessa,
invece un fascio di capelli rossi apparve sulla soglia. Lily stava sulla porta
e mi guardava come se avesse voluto tutto meno che stare lì.
Fece una smorfia. “Albus mi ha mandato a vedere come
stai?”
“Arrabbiata.” Risposi secca. “Dì
pure al tuo fratello traditore che sono arrabbiata.”
Lily mi guardò sorpresa. “Traditore?”
“L’ultima volta che l’ho visto stava
cercando di consolare Vanessa.”
Lily mi fissò per qualche secondo, poi fece un passo
in avanti e si richiuse la porta alle spalle. Si andò a sedere sul bordo
del letto di Paula e scosse la testa. “Lo sai, Rosie, ultimamente Albus
non mi piace per niente.”
“A chi lo dici.” Sbottai “E ti
dirò, ultimamente non mi piace nemmeno Vanessa.”
“Rosie!” Fece Sol.
“Cosa, Sol? E’ la verità!” Dissi
continuando di nuovo a fare su e giù per la stanza e sbraitando come una
pazza. “Ed è tutto per colpa di uno stupido ragazzo. E tutti si
stupiscono che io non mi sia presa una cotta per nessuno, tse, se devo
diventare un’egoista solo per stare con qualcuno preferisco rimanere da
sola tutta la vita, grazie!”
“Gaby no es
un egoista.” Disse subito Sol, difendendo sua sorella.
Io mi fermai pensierosa. “Beh, non mi stavo riferendo
a lei.”
Lily mi guardò un po’ impaurita. Era raro che
perdessi la calma in quel modo, e lei sapeva bene che quando perdevo la calma
ci si sarebbe potuto aspettare di tutto da me. “Non ti sembra di stare un
po’ esagerando?”
Era diventata pazza. “Io sto esagerando? Non sei tu
quella che ha passato tutta la settimana passata rinchiusa nel bagno di Mirtilla
Malcontenta esaurendo le tue scorte lacrimali?”
Lily alzò una mano in segno di resa.
“D’accordo, mi arrendo.”
Sol scosse la testa disperata. “Rosie, estàs
amiga con Vanessa del primo anno. No puedes buttar todo al viento
asì!”
Lily scrollò le spalle. “Infondo zio Ron e zia
Hermione litigano quasi sempre, eppure si sono sposati.”
Io buttai fuori una semi-risata. “Sono sicura che
mentre stiamo parlando Vanessa si sarà già sposata con Gill Ryan,
quindi il problema non sussiste.”
“E cos’hai intenzione di fare allora?”
Chiese Lily sinceramente curiosa.
Non ne avevo idea, ma sapevo che Vanessa aveva veramente
sorpassato il limite perché in tutti questi anni non avevamo mai
litigato così.
E adesso ero veramente sola.
**
Sono emozionantissima,
dopo quasi 10 anni nevica anche a Firenze **
Mai vista ricoperta di
bianco come adesso e ne approfitto per fare a pallate come i bambini piccoli ^^
senza contare che tra poco è Natale e tutti i regali sotto
l’albero in attesa di essere scartati verranno finalmente svelati! Adoro
il Natale!
Quindi se non dovessi
postare prima di Natale (ma la vedo dura dato che tra pranzi coi suoceri, coi
genitori, con amici, con parenti… mangerò fino al 31) volevo
augurare Merry Xmas a tutti quanti! E poi raccontatemi cosa vi ha regalato
Babbo Natale ^^
Special thanks to: hele, Sif (sono una frana in tutto ma almeno nelle lingue ^^ sì,
sarebbe impossibile creare un personaggio straniero senza sapere la lingua), ThePirateSDaughter (sei l’unica
che finora ha apprezzato anche la old generation, sai? Grazie per i
complimenti), PrincipessaGin, Edvige86
Per le seguenti due settimane io e Vanessa non ci rivolgemmo la parola e
se potevamo, evitavamo di vederci o incrociarci per i corridoi
DON’T TELL DAD
7. A
friend like me
Per le seguenti due settimane io e Vanessa non ci rivolgemmo
la parola e se potevamo, evitavamo di vederci o incrociarci per i corridoi. Io
per niente al mondo mi sarei sognata di andare da lei a chiedere scusa, prima
di tutto perché non avevo niente di cui scusarmi e secondo di poi Rose
Weasley non chiedeva mai scusa.
Avevo tatuato nel mio DNA una cosa che mi impediva di fare
certe cose. L’orgoglio. E avendolo ereditato da entrambi i miei genitori
non avevo proprio scampo. Molte volte questa cosa mi aveva procurato un sacco
di guai.
Mancavano solo un paio di settimane alle vacanze di Natale e
stavolta, dato che ero andata ad Hogsmeade da sola, mi ero ricordata di fare
shopping per i parenti. A papà avevo preso un nuovo set di scacchi
magici, mentre alla mamma avevo comprato un libro come tutti gli anni. Per Hugo
invece avevo comprato un kit per la sua scopa, con tutto l’occorrente per
la manutenzione.
Di solito compravo qualcosa anche per Vanessa, dato che
tutti gli anni passava il Natale a casa mia, ma stavolta non le avevo preso un
bel niente.
Al il Traditore stava cercando in tutti i modi di mettere
pace tra me e lei. “Ma insomma, Rosie, comportati così non
è da te! E Vanessa è la tua migliore amica!”
Stavamo tornando da Storia della Magia e avevamo deciso di
fare insieme una capatina da Hagrid. Alzai gli occhi al cielo scocciata, se
avessi saputo che intendeva parlarmi di questo non avrei mai accettato.
“Se quello che preferisce è stare con Gill Ryan
non sarò io ad impedirglielo.”
“No, che non lo preferisce.” Disse lui in
fretta. “E’ solo un momento e sono sicuro che le passerà. Se
solo tu potessi…”
Mi bloccai di scatto e mi voltai verso di lui. “Ma
insomma Al, si può sapere a te cosa diavolo te ne importa?!”
Al aprì e chiuse la bocca un paio di volte prima di
schiarirsi la gola. “Niente.”
“E allora chiudi il becco!”
Per la strada che rimaneva per arrivare alla Capanna di
Hagrid, Al non provò nemmeno ad emettere un fiato ed io continuai a
marciare decisa, seguendo una linea dritta davanti a me. Il campo di Hagrid era
completamente sommerso dalla neve e mi chiesi come facesse a vivere in quella
misera Capanna con tutto questo freddo.
Al mi sorpassò per bussare e si tirò subito
indietro senza guardarmi. Dopo qualche minuto Hagrid venne ad aprire
sovrastandoci di almeno mezzo metro.
“Era l’ora che ci veniste a trovarmi!”
Borbottò.
Al mi mandò un’occhiata con la coda
dell’occhio e fece un sorriso. “Scusa Hagrid, siamo stati impegnati
con la scuola. Possiamo entrare?”
“Certo, certo.” Si scansò dalla soglia
per permetterci di entrare nella Capanna, dove un allegro fuocherello bruciava
riscaldando l’ambiente. Io mi sedetti su una delle enormi sedie, togliendomi
la sciarpa che tenevo attorno al collo.
Hagrid mi guardò strano. “Che ci hai, Rosie? Ci
hai un faccino.”
“Ha litigato con Vanessa.” Disse Al per me ed io
contai fino a dieci per non alzarmi e azzannarlo.
“Non abbiamo litigato.” Mormorai io. “Abbiamo
solo preso due strade diverse. Tutto qui.”
Hagrid si sedette davanti a me fissandomi con i suoi occhi
tristi che si perdevano in mezzo a tutta quella barba. “Mi dispiace che
ci avete litigato. Mi ricordo quando ci eravate alte come una calzetta e ve ne
andavate a giro sempre appiccicate.”
Per un attimo ebbi uno strano senso di abbandono, ma lo
scacciai via prima che potesse scalfire il mio cuore di pietra. Volevo essere
arrabbiata con lei, volevo continuare a non parlarle. Segretamente
perché speravo che lei sarebbe tornata a scusarsi.
Al scosse la testa. “Vi comportate come se aveste tre
anni.”
“Disse il poppante che non si fa gli affari
suoi.” Roteai gli occhi per posarli su Al. “Non eri tu quello che aveva
litigato con James per una cioccorana?”
Al arrossì. “E’ stato più di due
anni fa.”
Hagrid mi prese la mano. “Rosie, ascoltaci a me che ce
ne ho viste tante nella vita. Anche i tuoi genitori ci litigavano tanto,
perché non si dicevano che ci si volevano bene. Non fare come loro,
perché io so che ci vuoi bene a Vanessa. Vai e diccelo.”
Io mi morsi un labbro indecisa. “Ma io non ho fatto
niente di male! Perché dovrei andare a scusarmi per una cosa che non ho
fatto. E’ lei che dovrebbe venire da me.”
Al farfugliò qualcosa come: “Donne” prima
di mangiucchiare i biscotti che Hagrid aveva lasciato sul tavolo.
“E tra poco ci è pure Natale. Non siamo tutti
più buoni, Rosie?”
Lasciammo la
Capanna di Hagrid dopo un’oretta buona in cui sia lui
che Al avevano cercato di farmi il lavaggio del cervello senza troppi
risultati. Quando rientrammo al castello era quasi buio, nonostante fossero
appena le cinque del pomeriggio e fuori aveva cominciato a tirare un forte
vento.
Al se ne andò su per la
Sala Comune mentre io, come facevo sempre
quando avevo bisogno di pensare, mi rifugiai in Biblioteca.
Quando entrai fui sorpresa dal vedere che non c’era
neppure Madama Pince alla sua solita cattedra vicino alla porta, vigile e con
le orecchie tese, pronta a prendere il primo studente rumoroso per un orecchio.
Pensai che probabilmente era andata a sistemare qualcosa tra gli scaffali o
nella Sezione Proibita.
La Sezione Proibita
era la parte della Biblioteca che più bramavo e alla quale non ero
ancora riuscita ad accedere. Sicuramente la parola ‘proibita’ era
quello che mi eccitava di più e che faceva scaturire in me tutta quella
curiosità.
Di solito non facevo cose del genere, ero sempre stata una
studentessa modello, ma quel giorno decisi di fare quello che mi ero proibito
per anni. Trasgredire. Madama Pince non c’era da nessuna parte e avrei
corso il rischio di trovarmela davanti nella Sezione Proibita, dove sgattaiolai
senza farmi vedere da nessuno.
Era una stanza piena di scaffali dove non passava neanche un
filo di luce. Camminai per un po’, guardandomi intorno senza sapere bene
da che parte cominciare, fissando i vecchi volumi attorno a me.
Solo dopo diverse scaffalature un volume catturò la
mia attenzione, era più nuovo degli altri e c’era scritto a
caratteri cubitali il nome dello zio Harry.
Mi alzai in punta di piedi per raggiungerlo ma era troppo in
alto per me. Trattenni il fiato quando una mano superò la mia e
afferrò il libro che cercavo di prendere, portandolo ad un’altezza
per me accessibile.
“Le mezze calzette non dovrebbero girare per la Sezione Proibita.”
Afferrai il libro che mi stava porgendo e mi voltai agghiacciata.
Scorpius Malfoy stava di fronte a me in una postura di marmo, fissandomi con i
suoi occhi grigi.
“Non ho bisogno del tuo aiuto.” Sussurrai.
Lui alzò un sopracciglio. “Mi pare che sia la
seconda volta, invece, che tu abbia avuto bisogno di me.”
Ero scocciata. Io non avevo bisogno di nessuno, tanto meno
di lui. “Che ci fai qui?”
“Potrei chiederti la stessa cosa, sai?
Cos’è, da quando la tua fedele amica ti ha abbandonato hai deciso
di trasgredire tutte le regole?”
Che ne sapeva lui di me e Vanessa? Lo scrutai per un attimo,
cercando di capire cosa sapesse di quello che era veramente successo tra me e
la mia amica. Poi ricordai che condividevo il dormitorio con Paula, e che probabilmente
l’aveva già raccontato a tutta la scuola.
“Non si può sempre giocare la parte della buona
ragazza.” Dissi io in un sussurrò. “A volte hai bisogno di
rompere gli schemi.”
Malfoy continuò a fissarmi coi suoi occhi di ghiaccio
senza dire nulla per un po’. Solo dopo diversi minuti scosse la testa
guardandomi come se per me non ci fosse più speranza.
“Se vuoi rompere gli schemi, vai ad una festa e
trovati un ragazzo che ti faccia un po’ svagare.” Disse serio.
“Chi vuole rompere gli schemi non viene in una stanza abbandonata, piena
di vecchi libri marci.”
Mi sentii veramente una sciocca, guardandola dal punto di
vista di Malfoy. Avevo pensato di aver trasgredito delle regole e di aver
peccato, ma in realtà non avevo fatto niente di particolare. Ero sempre
la solita Rose Weasley che per un motivo o nell’altro naufragava in mezzo
ai libri.
Mi morsi un labbro. “Sono patetica.”
“C’è una cura per tutto, Weasley.”
Disse Malfoy. “Anche se non so quanti anni dovrai lavorarci su, dato le
tue condizioni.”
Non ebbi nemmeno il coraggio di dargli contro, per una
volta, perché aveva perfettamente ragione. Magari non era stato il modo
più gentile di farmelo notare, ma aveva comunque ragione.
“Tu perché sei qui?” Chiesi.
Lo vidi scrollare le spalle. “E’ silenzioso qui.
Nessuno che ti disturba.” Poi fece una smorfia. “A parte te,
Weasley, che sembri essere ovunque.”
Aprii la bocca stupita. “Senti chi parla! Non posso fare
un passo senza che ti ritrovi alle mie spalle!”
“Sssh! Abbassa la voce!” disse lui guardandosi
in giro nervosamente. “Madama Pince potrebbe essere nei paraggi. E non
è mai una buona mossa urlare qua dentro, non sai mai cosa può
succedere.”
Mi feci piccola piccola e tornai a sussurrare. “Sembri
un esperto, eh. Da quanto bazzichi qui dentro?”
Malfoy si appoggiò contro uno scaffale.
“E’ dal primo anno, dilettante, il miglior posto per stare un
po’ in pace. E stavo bene nella mia solitudine.”
Io sorrisi furba. “Nessuno sta meglio da solo, Malfoy,
ricordi?”
“Nessuno tranne me.” Mi rimbeccò.
“Eppure,” dissi sinceramente curiosa. “Ti
trascini sempre dietro quel branco di idioti.”
Malfoy mi guardò solenne. “Tieniti stretto gli
amici.” Disse ammiccando. “Ancora di più i nemici.”
Avevo come la vaga impressione che come ‘amici’
si stesse riferendo a Vanessa. E come nemici a lui, il che mi fece venire la
nausea, perché solo al pensiero di dovermi tenere stretta Malfoy
rabbrividivo.
Alzai un sopracciglio tenendo stretto tra le mani il libro
polveroso. “Beh, credo proprio di dover andare adesso.”
Malfoy fece una smorfia. “Perché, avevi pure
intenzione di rimanere?”
Raccolsi la mia roba e lanciandogli un ultimo sguardo me ne
andai, lasciandolo solo nel buio di quella stanza putrida. Non sapevo che cosa
mi fosse saltato in mente ad andare nella Sezione Proibita, ma ultimamente
sembrava che qualunque cosa decidessi di fare fosse la cosa sbagliata. Senza
contare che Malfoy non aveva per niente torto.
Sarei rimasta per sempre la solita patetica Rose Weasley
Topo Da Biblioteca che anche per trasgredire si rifugia tra i libri.
**
Durante il pomeriggio avevo cominciato a leggere il libro
della Sezione Proibita e dato che non avevo per niente voglia di rintanarmi in
qualche buco solo per dover leggere avevo ricoperto la copertina con della
pergamena avanzata.
Me ne stavo sul divano accoccolata con le gambe raccolte
sotto di me, in compagnia del focolare. Le uniche presenze nella stanza erano
due ragazzini del primo anno che giocavano a scacchi magici in un angolo
lontano da me.
Il libro era iniziato con quella che sembrava una biografia
molto dettagliata dello zio Harry e mi chiesi se non fosse stato lui stesso a
dare tutte quelle informazioni per scrivere quel libro. L’autore era
anonimo. Sembrava che lo zio avesse avuto un’infanzia molto infelice quando
era bambino e che vivesse con dei parenti che lo facevano vivere in un
sottoscala.
“Ehilà!” Sobbalzai e chiusi il libro di
scatto. Hugo mi fissò con i suoi grandi occhi. “Non volevo
spaventarti.”
Scossi la testa. “No, Hugo è solo… lascia
perdere.”
Si sedette accanto a me piegando le sue lunghe gambe tra il
divano e il tavolino. Mi fissò con apprensione, sembrava esitante.
“Ho sentito che hai litigato con Vanessa.”
Ah, ecco perché era lì. “Senti,
Hugo,” feci stanca. “Non ho bisogno di un altro lavaggio del
cervello, Al è tutta la mattina che mi tormenta e sono davvero esausta.
E’ una questione tra me e Vanessa.”
Hugo scrollò le spalle. “Ok.” Disse
semplicemente. “Volevo solo sapere se avevi bisogno di parlare con
qualcuno.”
“Oh.” Feci. Ero la solita malfidata. “Io
sto bene.”
“Ne sei proprio sicura?”
“Beh,” dissi un po’ in imbarazzo. “A
parte la solitudine intendo.”
Hugo mi sorrise e scosse la testa. “Rosie, non sei da
sola. Ci sono io, c’è James, Al…”
“Il traditore.” Borbottai.
“Stava solo cercando di non aggravare la situazione,
lo sai che Al si farebbe in quattro per te. Sta solo cercando di farti
riappacificare con la tua amica, perché siamo stanchi di vederti con il
morale a terra.”
Era davvero così evidente? Non mi guardavo allo
specchio da un po’, a dire il vero, ma l’avevano notato anche
Hagrid e Malfoy. Ed ero sicura che Malfoy non stesse a guardarmi tutti i giorni
tanto da notare una lieve differenza. Per non parlare di Hagrid, che non mi
vedeva da almeno un mese.
Tirai su col naso e mi accoccolai ancora di più.
“Beh, comunque sarebbe abbastanza patetico se venissi a giro con te o con
James, non credi?”
Hugo scrollò le spalle. “No, non direi.”
Disse. “Lily passa con me un sacco di tempo. A proposito, se mamma ti
chiede se sai nulla di alcune pasticche vomitose che mancano al negozio dello
zio, tu nega.”
Lo guardai sconcertata. “Che diavolo state
combinando?”
“Niente,” Disse innocentemente. “E’
solo che nella nostra classe di Difesa delle Arti Oscure c’è
questa ragazza che proprio non sopportiamo e…”
“Non starete pensando di darle una pasticca vomitosa,
vero?” Saltai su io. “Hugo, quella roba fa male!”
“Non fa male, sono in commercio.” Disse lui
ragionevolmente. “E l’altro giorno ha fatto diventare verdi i
capelli di Lily, per questo Lily cercava una piccola vendetta.”
Ero allibita. Da quando mia cugina Lily e mio fratello Hugo
erano diventati i nuovi Fred e James? “Voi due mi terrorizzate.”
“Papà pensa che sia un’idea
grandiosa.” Hugo era fiero di sé. “Ovviamente ha omesso di
dirlo alla mamma.”
Ero sempre più allibita. “Tu hai raccontato a
papà il tuo piano e lui ti ha detto che è un’idea
grandiosa?” Cominciavo a pensare che James e Albus avessero ragione su
papà. “Se solo la mamma vi scoprisse passereste tutto il Natale
chiusi in camera vostra, lo sai vero?”
Hugo sorrise solare, come se tutto quello non lo riguardasse
minimamente. “Correremo il rischio.”
Io scossi la testa portandomi una mano alla tempia.
“Io non… non voglio sapere niente. Anzi, io non so niente.
Farò finta che questa conversazione tra noi non sia mai esistita.”
“Era proprio quello che volevo sentirti dire.”
Disse Hugo alzandosi dal divano e facendomi l’occhiolino. “Adesso
devo scappare, Lily mi aspetta per…” Si frenò di botto e
sorrise. “Non penso che tu voglia saperlo a dire il vero.”
Io risi. “Sparisci prima che ci ripensi e vada a dire
tutto alla mamma.”
“Ai suoi ordini.” Imitò il saluto
militare e se ne andò veloce come la luce. Io rimasi seduta sul divano,
ridacchiando, prima di focalizzare di nuovo l’attenzione sul mio libro.
Adoravo mio fratello.
**
La mattina dopo era sabato e potevo finalmente dormire. Non
mi piaceva dormire troppo, ma in quel periodo avevo veramente bisogno di
riposare un po’. Ed infatti avevo solo riposato, perché alle otto
in punto i miei occhi si erano spalancati puntuali come un orologio svizzero.
Rimasi qualche minuto in più a letto, godendomi il calore delle coperte
fino a quando le tende del mio baldacchino si spalancarono.
Grugnii. Chi diavolo poteva essere così crudele da
buttarmi giù dal letto alle otto del mattino?
“Rosita!”
Sol. Ecco chi era.
Aprii leggermente un occhio, accecata dalla luce, e feci
appena uno sbuffo. Qualunque cosa fosse sono sicura che potesse aspettare. Il
sabato mattina non c’era niente che potesse essere urgente per me,
neanche un compito in classe.
“Rosie!” Sol mi scosse un po’ e
gridò ancora. “Alzati, Rosie! Es Vanessa! Se siente mal!”
Spalancai gli occhi e balzai a sedere sul letto spaventata.
Diciamo che non c’era quasi
niente che potesse essere urgente per me il sabato mattina. La fissai un
po’ stordita dal sonno, era bianca come un cencio.
“Che è successo?” mormorai.
Sol cominciò a gesticolare. “No lo sé,
es Vanessa. Gaby me ha dicho che sta male. Vestiti in fretta, ti prego!”
Non me lo feci ripetere due volte. Come una furia balzai
giù dal letto, inciampando su qualche carabattola che Vanessa aveva
lasciato in giro, e mi infilai i jeans che avevo preparato la sera precedente.
Tolsi la camicia da notte e mi vestii più veloce della luce e quando fui
pronta mi scaraventai giù per le scale del dormitorio insieme a Sol.
Non sapevo bene dove stessimo andando, non avevo neanche
capito cosa fosse successo. Mi limitai a seguire Sol che marciava lungo i
corridoi solenne, senza dire una parola.
Fu quando voltammo l’angolo che portava alla Sala
Comune dei Tassorosso che scorgemmo Vanessa e Gaby alla fine del corridoio.
Senza pensare aumentai il passo e lo stesso fece Vanessa, trovandoci a faccia a
faccia in pochi secondi.
“Stai bene?”
“Che ti è successo?”
Io e Vanessa ci guardammo confuse. Era ovvio che lei stesse
benissimo, ed era strano che mi avesse chiesto se stavo bene dato che le ultime
due settimane non gliene era importato di meno. Ci voltammo contemporaneamente
verso le gemelle che sorridevano complici e tornammo a guardarci.
“Devono averti raccontato proprio una cosa grave per
averti fatto alzare di sabato mattina.” Disse Vanessa un po’ in
imbarazzo.
“Sol mi ha detto che stavi male.” Dissi io
arrossendo un po’. “E senti chi parla, tu di solito non ti alzi
prima di mezzogiorno.”
Vanessa fece un piccolo sorriso. “Gaby mi ha detto che
eri sparita e non riuscivano a trovarti da nessuna parte.”
“E ti sei preoccupata?” Chiesi scettica.
Lei fece una faccia ovvia. “Perché, tu non ti
sei preoccupata per me?”
Solo in quel momento mi resi conto di quanto fosse stato
stupido non parlarci per due settimane. Le sorrisi scotendo la testa e la
abbracciai, e subito sentii le sue braccia che si legavano dietro la mia
schiena. Ridacchiai un po’.
“Pensavi di esserti risparmiata il Natale a casa
Weasley?”
Vanessa rise di gusto e si tirò indietro per
guardarmi in faccia. “Non me lo perderei per niente al mondo.”
Gaby e Sol applaudirono al nostro fianco. “Ahora
sì!” dissero in coro. “Eravamo stanche de estar separadas
per voi.”
Io feci una faccia mortificata e anche Vanessa
arrossì un po’ sulle guance. “Ci dispiace tanto, ragazze.
Siamo state delle stupide e ci dispiace di avervi messo in mezzo. Era una cosa
tra di noi ed avremmo dovuto risolverla da sole.”
Sol sorrise alzando un sopracciglio. “Nunca lo avreste
risolto da sole.”
“Chi vuole andare a fare colazione?”
Le gemelle si avviarono prima di noi ed io mi scambiai un
sorriso con Vanessa prima di incamminarci verso la Sala Grande. Camminare al
fianco di Vanessa era bello, era come essere tornati a casa dopo un tempo
indefinito. Ed eravamo state separate solo per un mese.
La Sala Grande
era quasi inabitata, se non per i pochissimi studenti mattinieri che sedevano a
fare colazione. Tra cui Albus, che quando ci vide tutte e quattro
spalancò gli occhi e si stropicciò le palpebre un paio di volte.
Io e Vanessa ci sedemmo proprio di fronte a lui sorridendo complici.
“Buongiorno.” Annunciai come se niente fosse.
Albus ci fissò a bocca aperta, mostrandoci tra
l’altro la sua colazione (che schifo!). “E voi due che diavolo ci
fate insieme?”
Vanessa lo guardò come se fosse pazzo. “Di che
cosa stai parlando? Noi due stiamo sempre insieme, non è vero,
Rosie?”
Io sorrisi sotto i baffi mentre imburravo una fetta di pane.
“Certo. Dal primo anno, più o meno.”
Albus fece una smorfia. “Ah- ah, divertente.”
Disse. “Posso almeno sapere che cosa ci fate sveglie di sabato
mattina?”
“Siamo cadute in una trappola delle malefiche
gemelle.” Dissi io mezza ridente. Mi voltai verso di loro e feci loro
l’occhiolino.
Albus sorrise e scrollò le spalle. “Beh,
l’importante è che siate tornate a parlarvi. Avreste dovuto vedere
le vostre facce ultimamente, sembravate due cadaveri. E’ bello vedervi di
nuovo sorridere.”
Io annuii felice di essermi riappacificata con la mia amica.
Ero stanca di stare da sola, e qualunque cosa facessi all’interno del
castello mi ricordava che di solito la facevo con lei. Eravamo come una vecchia
coppia sposata.
“Weasley,” Mi voltai sorpresa di sentire quella
voce così presto al mattino. Ma lui si alzava presto pure di sabato?
Malfoy guardò prima me e poi Vanessa e l’ombra di un sorriso
apparve fugace sulle sue labbra. “Sono felice di vedere che ogni tanto
ascolti quello che ti viene detto.”
Lo guardai ed annuii, sorridendo appena a mia volta.
“Solo per le questioni che mi interessano.”
Con un cenno della testa se ne andò e attraversando
tutta la Sala Grande
andò a sedersi al tavolo dei Serpeverde. Mi voltai per tornare a fare
colazione, Vanessa e Al mi fissavano allibiti. Al si grattò la testa.
“Da quando esattamente fai conversazione con
Malfoy?”
Alzai gli occhi al cielo. “Non faccio conversazione
con Malfoy.”
“Beh, sembrava proprio una conversazione.” Disse
Vanessa fissandomi sorpresa. “Cos’altro mi sono persa
ultimamente?”
“Un bel niente.” Dissi. “Ci siamo solo
incontrati… beh, è una lunga storia. Vi basti sapere che a volte,
molto raramente, Malfoy dice anche delle cose che trovo essere intelligenti. Mi
ha dato un consiglio che avrei dovuto seguire da sola e senza l’aiuto di
Gaby e Sol.”
Vanessa aprì la bocca shockata. “Ti ha
consigliato di fare pace con me? E che gliene importa?”
“Una cosa del genere.” Feci io vaga.
Albus scoppiò a ridere ed io e Vanessa ci voltammo
verso di lui perplesse. Era forse uscito di senno?
“Tutto questo è davvero divertente,” Fece
Al asciugandosi le lacrime agli occhi. “Hai sempre detestato Malfoy e
adesso, prima ti riporta a letto…”
“… e adesso ti metti pure a fare
conversazione.” Proseguì come se non mi avesse sentito. “E
qual’era la storia delle rose nell’Amortentia?”
Vanessa scoppiò a ridere ed io diventai rossa.
“Adesso basta!” dissi. “Sono stupide coincidenze!”
Vanessa rise ancora più forte e disse sottovoce in
modo che solo io e Al potessimo sentire. “Vi immaginate se Malfoy si
fosse preso una cotta per Rose?!”
Vanessa e Al continuarono a ridere per almeno altri cinque
minuti, mentre io li fissavo scocciata. Non c’era proprio un bel niente
da ridere, sarebbe stata una vera tragedia. Senza contare che era
scientificamente impossibile, perché una Weasley e un Malfoy non erano
geneticamente compatibili, si respingevano come due calamite di polo opposto.
Al alzò un sopracciglio ancora ridente. “Beh
sì, le calamite si respingono. Ma se le giri per un altro verso si
attraggono.”
D’accordo, non avevo usato propriamente
l’esempio migliore per esprimere quello che volevo dire.
Al e Vanessa continuarono per tutto il giorno a burlarsi di
me, credendola una cosa divertente. Fantasticavano su eventuali figli, sulle
reazioni dei genitori, su di me come moglie di Malfoy. Ed io mi convincevo
sempre di più che mai per niente al mondo avrei potuto anche solo uscire
con uno come lui.
**
Ragazzi, lo so che
questa volta ho postato molto più tardi del solito ma anche io avevo
bisogno di un po’ di vacanze XD e me ne sono andata via per qualche
giorno.
Prima di tutto vi
auguro buon anno e buon inizio 2010 dato che non ho avuto occasione di farvi
gli auguri prima di partire. Spero che abbiate passato un buon capodanno e che
vi siate divertiti.
Rose e Scorpius hanno
fatto un altro passettino in avanti… ma la strada è ancora lunga e
tortuosa XD vi avverto che sto scrivendo il 14° capitolo e ancora ce
n’è di strada da fare… ma non spaventatevi
Di nuovo tante grazie
a PrincipessaGin, ThePirateSDaughter, hele, Edvige86, Sif(tutti
possono chiamarmi zia… a dire il vero l’ha inventato
un’autrice che ha 3 anni più di me XD cmq ne parlo tre di lingue,
inglese, tedesco e spagnolo) , mariuccia
Finalmente la tanto attesa atmosfera Natalizia fece il suo ingresso a
Hogwarts
DON’T TELL DAD
8. Who’s in love?
Finalmente la tanto attesa atmosfera Natalizia fece il suo
ingresso a Hogwarts. Era la prima settimana di Dicembre e la neve era
già aumentata di trenta centimetri, ricoprendo completamente tutto il
parco e la Foresta Proibita.
La superficie del lago era ghiacciata e pensai a quanto dovessero essere
scocciate Sirene, Tritoni e Piovra di non poter salire in superficie a
scaldarsi al tiepido sole invernale.
Hagrid aveva decorato simpaticamente la sua Capanna,
rendendola un po’ più carina alla vista, anche se sembrava stesse
per crollare da un momento all’altro. Il soffitto della Sala Grande
nevicava ormai da una settimana e io non vedevo l’ora che arrivassero le
vacanze per tornare a casa. Con Vanessa.
Vanessa ed io infatti eravamo tornate ad essere
inseparabili. O quasi. Avevamo raggiunto un accordo, così che Vanessa
potesse passare del tempo sia con me che con Gill Ryan.
E persino Al sembrava essere tornato un po’ di
buonumore.
“Buongiorno.” Disse sedendosi di fronte a me
quella mattina. Avevo appena iniziato a fare colazione, al fianco di Vanessa.
“E’ quasi Natale.”
Sorrisi. “Oh sì, mancano solo una ventina di
giorni.”
Al scosse la testa ridendo. “Rosie, non rovinare la
mia giornata. Nevica, la lezione di Cura delle Creature Magiche è
rimandata e tra poco sarà Natale. Ci può essere di meglio?”
“Potrebbe piovere Galeoni.” Disse Vanessa
continuando a mangiare tranquillamente.
Sbuffai. “Come se Al avesse bisogno di soldi.”
Tornai a guardarlo. “Mi fa piacere vedere che sei felice comunque,
ultimamente ti trovavo un po’ strano.”
“Strano?!” Fece lui alzando le sopracciglia. Poi
rise. “Non so di che diavolo tu stia parlando.”
Vanessa finì di fare colazione e si alzò in
fretta dal tavolo dei Grifondoro guardando l’orologio al polso. “Mi
dispiace ragazzi, ma il tempo-Rose è finito. Ci vediamo a pranzo.”
La salutai e tornai alla mia colazione. Avevo concordato con
Vanessa che oggi avrebbe passato con me i pasti, mentre tra una lezione e
l’altra avrebbe visto Gill e sarebbe andata con lui ad Hogsmeade nel
pomeriggio.
Al sbuffò annoiato e rigirò un po’ il
cucchiaio nei suoi cereali. “Devo ancora comprare i regali per i miei
genitori. Per non parlare di James e Lily, non ho proprio la più pallida
idea di che cosa possa regalare loro.”
“Se vuoi,” dissi io finendo di masticare.
“Puoi sempre venire con me ad Hogsmeade questo pomeriggio. Tanto ci vado
da sola.”
“Già, perché Vanessa ci va con quello
stupido pagliaccio di Ryan!” Disse lui con disprezzo.
Alzai gli occhi su di lui allibita, non mi ero certo
aspettata una reazione del genere. Sbaglio o fino a cinque secondi prima era di
buon umore? Al stava fumando di rabbia e continuava ad affondare con forza il
cucchiaio nella sua ciotola. Ma che diavolo gli prendeva?
Ad un tratto ebbi un’illuminazione e mi chiesi come
diavolo potevo non averlo capito prima. Spalancai la bocca shockata.
“Al!”
Mi guardò con fare annoiato. “Cosa?”
“Vanessa!” Esclamai. “Ti sei preso una cotta
per Vanessa?”
Lo vidi ghiacciarsi e alzare lentamente gli occhi su di me.
Mandò fuori un risolino nervoso e notai le sue orecchie colorarsi appena
di rosso. Beccato. “I-io? Con Vanessa? Andiamo, Rose, è ridicolo!
Come ti salta in mente una cosa del genere?”
Lo guardai male. Era un pessimo attore. “Al, dimmi la
verità per favore.”
Mi fissò per qualche attimo poi sospirò e
abbassò la testa. “Sì,” sussurrò. “Mi
sono preso una cotta per Vanessa.”
“Perché diavolo non me lo hai detto
prima?!”
“Ci ho provato!”
“Oh.” Realizzai. “Giusto.”
Al si passò una mano fra i capelli. “Senti
Rose, lo so che è la tua migliore amica ma non puoi dirglielo. Non puoi
dirlo a nessuno. Adesso esce con quel tipo e sembra felice, ci farei solo la
figura dello stupido.”
“Ma perché non glielo hai detto subito?”
Chiesi io sinceramente perplessa.
Al sospirò. “Perché,”
iniziò come se stesse spiegando una cosa a un bambino piccolo. “mi
conosce da sei anni e per lei sono sempre e solo stato tuo cugino. Ecco
perché.”
Non avrei voluto ma improvvisamente ebbi una gran pena per
Al, perché era vero, Vanessa non aveva mai visto Al sotto una luce
diversa che come mio cugino. Senza contare che adesso era praticamente
impazzita per Gill Ryan e da quando il suo sogno si era avverato non vedeva
altro.
E non potevo sperare che Al non se ne accorgesse. Fece una
smorfia. “Smettila di avere pietà di me.”
“Scusa, Al,” Mi sentivo terribilmente il colpa.
“E’ solo colpa mia. Avrei dovuto ascoltarti, avevi bisogno di
confidarti con me ed io per un motivo o per un altro non ti ho mai dato retta.
Mi sento così stupida!”
Al fece un debole sorriso. “Non è colpa tua.
Non avresti comunque potuto fare niente.”
“Questo non è vero.” Dissi
obbiettivamente io. “Avrei potuto provare a farla ragionare. A convincerla.”
“Sinceramente, Rosie, è meglio così. Non
puoi convincere le persone in questi casi e adesso lei è felice con quel
brutto pallone gonfiato.”
Beh, forse Al non aveva usato proprio i termini migliori per
esprimere la situazione ma capivo quello che voleva dire. E invece che pena
provai molta tenerezza per lui. Come poteva Vanessa non vedere che persona
meravigliosa fosse Al?
“Che facce, gente! Vi hanno detto che tra poco sarà
Natale?”
James apparve alle spalle di Al con il suo solito umore alle
stelle e solo in quel momento mi resi conto che era da almeno due settimane che
non lo vedevo. Alzai un sopracciglio sorridendo appena, divertita dal buon
umore di James.
“E com’è che tu ricompari solo quando si
avvicinano le feste?”
Al alzò gli occhi al cielo. “Perché per
il resto del tempo si rinchiude nel suo scantinato segreto a progettare nuovi
scherzi o feste con il suo fedele compare Fred.”
“Ben detto!” Fece James alzando i pollici.
“Ehi, ho sentito dire che Lily e Hugo stanno seguendo le mie orme. Sono
stati messi in punizione due volte questa settimana.”
“Due volte?!” Spalancai gli occhi sorpresa.
“Hugo non mi ha detto niente!”
“Esatto, e tu dovrai fare come se non sapessi
niente.” Annuì James. “Sai, Al, sono fiero di nostra
sorella.”
Al cercò di trattenere un sorriso. “Non potevo
sperare che prendesse da me, eh?”
“Per niente al mondo, Pecora Nera.”
Io aprii le braccia perplessa. “Da quando essere
intelligente e rispettare tutte le regole vuol dire essere la pecora
nera?”
James scrollò le spalle. “Magari in generale
non lo è, ma stiamo parlando della nostra famiglia.”
Al sembrò offeso. “Ehi! Chi diavolo vi ha detto
che rispetto tutte le regole?”
“Perché, ne hai trasgredita qualcuna?”
Fece scettico James.
Albus borbottò qualcosa e arrossì appena sulle
orecchie. “Beh, non di recente ma forse… qualche volta credo di
aver trasgredito. Una volta sono andato da Hagrid mezz’ora dopo il
coprifuoco.”
James si posò una mano sul petto. “Oh, questo
sì che è essere coraggiosi!”
“Piantala!” Si lamentò Al.
James ridacchiò e scosse la testa. “Bene,
adesso se volete scusarmi vado a cercare il mio socio. Ragazzi, mi raccomando,
cercate di rispettare tutte le regole durante la mia assenza, mi piangerebbe il
cuore dovervi vedere in punizione.”
Al ed io lo fissammo andar via. “Cretino.”
Commentò Al.
Io sorrisi simpateticamente ad Al e piegai la testa da un
lato. “Allora che ne pensi, vieni con me ad Hogsmeade?”
Al sospirò e mi fissò facendo una smorfia.
“Ho davvero scelta?”
**
“Non so davvero come ho fatto a farmi
convincere.”
Mi infilai le mani in tasca stringendo forte sulla stoffa
per non dovermi girare e uccidere Al. D’accordo, era di pessimo umore ed
aveva tutte le ragioni di esserlo, ma da quando eravamo usciti dal castello non
aveva fatto altro che lamentarsi. Prima aveva minacciato di tornare indietro e
chiudersi in Biblioteca, poi di rintanarsi nella Libreria di Hogsmeade fino al
coprifuoco e aveva ripetuto almeno cinque volte quanto fosse stato stupido
uscire con me.
“Al, vuoi cercare di rilassarti per cinque
minuti?” Chiesi io sfinita. “Lo so che è una brutta giornata
per te…”
“Un brutto periodo, vorrai dire.”
“Quello che è.” Feci io scocciata.
“Ma siamo ad Hogsmeade, è quasi Natale e tra poco torneremo a casa
per le Vacanze. E sei con me, quindi ti chiedo per favore Al, non rovinare
anche il mio morale.”
Al sbuffò e chiuse gli occhi. “Scusa, Rosie,
non so cosa mi stia prendendo.”
“Io credo di sì.”
Al si strinse di più nel mantello cercando quasi di
scomparire nella sua sciarpa. Al era sempre stato un ragazzo relativamente
timido, ma questa volta sembrava quasi che si vergognasse di tutta questa
situazione. Forse non si sentiva a suo agio perché Vanessa era una mia
amica.
“Che ne dici di andare da zio George?”
Buttò lì lui.
Annuii e ci incamminammo verso i ‘Tiri Vispi
Weasley’, che rimanevano sul fondo dello stradone. Il negozio era come
sempre affollato, era uno dei posti più frequentati insieme a i Tre
Manici di Scopa.
Al e io ci dirigemmo senza indugio verso il bancone e zia
Angelina ci sorrise vedendoci arrivare.
“Ragazzi,” disse sorridente. “Come
state?”
“Bene.” Mi guardai intorno cercando di scorgere
dei capelli rossi. “Zio George?”
Angelina ci indicò il retro bottega. “In
magazzino. Andate pure.”
Il magazzino era un vero disastro rispetto all’ultima
volta che ci ero stata con Sol. C’erano scatoloni ovunque e una polvere
leggera aleggiava nell’aria. Zio George trafficava sul fondo del
magazzino, spostando scatoloni qua e là. Ci facemmo avanti, tossendo un
po’.
Zio George si voltò verso di noi sentendoci arrivare.
“Ehilà! Venite avanti.”
Con un po’ di fatica raggiungemmo lo zio, scavalcando
scatoloni. Senza accorgermene pestai qualcosa sul pavimento e un grosso schizzo
di inchiostro centrò in pieno il muro. Io fissai lo zio terrorizzata.
“Ops.” Dissi.
Zio George rise. “Oh, non preoccuparti, Rose. E’
inchiostro simpatico, sparisce dopo un minuto.”
Al lo fissò allibito. “Ma che è successo
qui?”
Zio George scrollò le spalle. “Niente di
particolare, Al. Si sta solo avvicinando il Natale. E questi sono gli ordini
nuovi per essere sicuri di non rimanere senza materiale.”
Al si guardò intorno sorpreso. “Ma questa roba
ti basterà fino all’anno prossimo!”
Lo zio rise di nuovo. “Adoro la vostra
ingenuità, ragazzi! Non avete idea di quanta roba viene acquistata sotto
Natale. Ad essere sinceri, potrei tirare avanti solo con le vendite di
Dicembre. Si vende quasi il doppio che del resto dell’anno.”
“Perché non compri qui i regali per James e
Lily?” Avanzai l’idea ad Al.
Al si illuminò e sorrise. “Ehi! Non ci avevo
pensato. Vado a darmi un’occhiata intorno al negozio.”
Io rimasi nel retro con zio George che mi guardo con un
sorriso sotto i baffi. “Vedo che la tua compagnia migliora di settimana
in settimana.”
Feci una smorfia. “Non mi farai mai passare il fatto
di essere uscita con Lysander Scamander, eh?”
“Oh no, mai.” Rise. “L’ho persino
raccontato a tuo padre e manca poco se la faceva sotto dal ridere quando gli ho
raccontato come si era conciato. Ha anche detto di dirti che si aspettava che
avessi molto più gusto.”
“L’hai detto a papà?!” Stavo
morendo di vergogna e sentii le guance imporporarsi.
Zio George alzò le spalle. “E’ stato
divertente.”
Sapevo già cosa mi aspettava a Natale. Papà
non l’avrebbe più fatta finita di prendermi in giro, e con
l’appoggio di zio George sarei stata lo zimbello della famiglia per tutta
la giornata. Sia io che zio George tornammo dentro al negozio aspettando che Al
avesse scelto i regali per Lily e James. Dopo diversi minuti Al aveva optato
per dei Petardi Magici per James e un Sogno in Scatola per Lily. Salutammo lo
zio George e la zia Angelina, che ci ricordarono che ci saremmo visti presto a
Natale, ed uscimmo di nuovo al freddo.
Per mia grandissima sfortuna non appena usciti dal negozio
dello zio George ci imbattemmo nelle ultime due persone che avrei voluto
incontrare, data la mia compagnia. Vanessa e Gill.
Albus si rabbuiò subito al mio fianco e questa volta
non ebbi niente di cui stupirmi. Lo vidi stringere in modo convulsivo i
pacchetti che teneva tra le mani. Vanessa al contrario ci sorrise apertamente.
“Ragazzi!” disse. “Non sapevo che ci foste
anche voi!”
Vanessa si voltò verso Gill. “Gill, ti ricordi
di Rosie, non è vero?”
Lui annuì e mandò uno sguardo ad Al. “Pensavo
che non avessi il ragazzo.”
“Infatti.” Risposi io secca.
Gill alzò un sopracciglio, perplesso, e Vanessa
ridacchiò arpionandosi al braccio del suo ragazzo. “Ma no, Gill,
lui è solo il cugino di Rose.”
Al si schiarì la gola, sempre scuro in volto.
“Che ha un nome, ed è Al.”
Gill parve sorpreso. “Pensa che coincidenza, anche io
ho un cugino che si chiama Al. E’ il diminutivo di Alexander?”
“No,” Fece Al sempre più irritato.
“E’ il diminutivo di Albus Potter.”
Io mi morsi la lingua per non dire niente, ma sapevo che Al
doveva essere veramente arrabbiato perché lui non si presentava mai con
il suo cognome. Mai. Al era convinto che quel nome avesse un’influenza
potente sulle persone, per cui presentarsi come tale equivaleva ad una specie
di abuso di potere. Ed era proprio quello che cercava di fare con Gill.
Gill, come previsto da Al, si irrigidì e mandò
uno sguardo agitato a Vanessa. “Oh. Vanessa non mi aveva detto di essere
amica del figlio di Harry Potter.”
Io feci una smorfia e guardai Al che sorrise sotto i baffi.
Alzai gli occhi al cielo. “E’ solo Al. Mio cugino Al.”
Gill sembrò confuso. “Non sapevo che i Potter e
gli Weasley fossero imparentati.”
“Beh, dovresti.” Fece Al incrociando le braccia
al petto. “E’ nel programma di Storia della Magia del settimo
anno.”
Questa conversazione stava prendendo una brutta piega e
Vanessa ne sembrava davvero imbarazzata. Mandai fuori una risatina e battei con
forza, senza farlo notare a Vanessa e Gill, sulla spalla di Al guardandolo in
modo eloquente.
“Mi sembra chiaro che ancora non sono arrivati a
quella parte del programma.” Dissi cercando di essere convincente.
“Ehi, è bello avere qualcuno che non ha la più pallida idea
di chi tu sia.”
Al si irrigidì un attimo ma poi si aprì in un
sorriso non troppo sincero. “Già. Non puoi immaginare quanto sia
snervante camminare per strada con tutti gli occhi puntati addosso. Al primo
anno è stato un incubo, ma lentamente la gente si abitua alla tua
presenza.”
Gill si grattò la nuca un po’ in imbarazzo.
“Beh, sì, posso immaginare.”
Vanessa sorrise sforzatamente, ancora più in
imbarazzo. “Bene, ragazzi, noi andiamo a prenderci una Burrobirra. Ci
vediamo al castello. A più tardi.”
E senza darci modo di replicare trascinò via Gill. Io
mi voltai verso Albus che sembrava soddisfatto di sé. Mi misi le mani
sui fianchi e lo guardai male. Al scrollò le spalle.
“Cosa?”
“Sei stato discreto fino ad adesso.” Dissi io.
“Perché non cerchi di continuare su questo filone?”
Albus guardò da me alla coppia che si stava
allontanando. “Beh, forse ho un po’ esagerato.”
“Tu dici, AlbusPotter?” Dissi io sarcastica.
“Rose!”
La stridente voce di Paula arrivò al mio orecchio
sinistro e sentii un brivido di terrore salirmi su per la schiena. Fissai Al
con orrore e sussurrai: “Oh no, uccidimi!”
Al fece per dire qualcosa ma Paula ci aveva già
raggiunti saltellando sorridente, perciò si limitò a sorriderle
ficcando le mani nelle tasche. Io feci altrettanto e mi voltai verso Paula.
“Ehi… Paula… ci sei anche tu, eh?”
Paula batté insieme le mani mandano un urletto ed io
ed Al arretrammo spaventati. “Non è magnifico che ci siamo trovati
qui tutti insieme? Ho visto che c’era anche Vanessa. Ho cercato di
correre più in fretta che potevo ma quando mi sono avvicinata era
già andata via…”
Io finsi una mezza risata. “Già. Le dirò
che volevi salutarla.”
Lei scosse la testa freneticamente. “Non importa,
volevo solo vedere Gill Ryan da vicino ad essere sinceri. A dire il vero non mi
piace molto quel tipo, ma ditemi, com’è dal vivo?”
“Somiglia ad un pallone gonfiato.” Fece Al
tirando su col naso. Io gli diedi una gomitata.
Paula annuii fissando Al quasi rapita.
“Capisco.” Poi si risvegliò dalla sua trans. “Sapete
si dicono tante cose su Gill Ryan… non mi aspetto che voi le sappiate
ovviamente, queste informazioni mi vengono da delle fonti segrete.”
Io feci una smorfia. Era meglio non sapere da dove venissero
le voci che Paula metteva in giro.
Al incrociò le braccia al petto. “Ma davvero? E
che si dice?”
Paula gesticolò un po’. “Un po’ le
solite cose che si dicono su tutti i Serpeverde, immagino, con la sola
eccezione che Gill Ryan passa per essere il bello e dannato della situazione.
Ho sentito dire che al suo quinto anno è riuscito a uscire con cinque
ragazze nel solito periodo senza farsi scoprire.”
Io inarcai un sopracciglio. “Se non si è fatto
scoprire, tu come lo sai?”
“Anche questo è un segreto.” Disse lei
ridacchiando, poi scosse la testa e sospirò. “Spero solo che non
spezzi il cuore alla povera Vanessa, è così fragile.”
“Vanessa non è fragile.” Venni subito in
sua difesa. “E perché dovrebbe spezzarle il cuore? Sono solo voci,
Paula, voci. E basta.”
Lei fece come per scacciare una mosca. “Certo,
certo.” Disse. “Oh, ora che ci penso, non sapevo che voi due
usciste insieme!”
“Noi… che?” Feci io agitata scambiandomi
uno sguardo con Al. “Noi siamo cugini!”
Paula fece una faccia solenne. “Lo so, Rose, non
è bello l’amore che riesce ad andare aldilà dei confini?”
Disse. “Adesso devo proprio andare, ci vediamo più tardi al
castello.”
Veloce come era arrivata, se n’era andata lasciando me
ed Al sbigottiti dalla chiacchierata. Paula arrivava e se ne andava così
velocemente che non ti lasciava nemmeno il tempo di assimilare. Al si
schiarì la gola al mio fianco ed io mi voltai verso di lui con le
sopracciglia alzate.
“Adesso tutti penseranno che stiamo insieme, non
è vero?”
Io sospirai e chiusi gli occhi. “Meglio tu che
Lysander.”
**
Non era passato molto tempo dall’incontro con Paula
che eravamo rientrati al castello. Al mi aveva riaccompagnato fino alla Sala
Comune, ma lì aveva incontrato James che lo aveva trascinato via senza
darmi uno straccio di spiegazione. E non ero sicura di voler sapere cosa stesse
tramando.
Io mi ero rifugiata nel Dormitorio. Il baldacchino di Sol
era chiuso e avrei scommesso cinque galeoni che lei e Gaby erano rintanate
lì dentro a chiacchierare. Io mi ero stesa sul mio letto in attesa.
Come avevo previsto Vanessa tornò furiosa dalla gita
ad Hogsmeade. Era rientrata di corsa in Dormitorio, dove io me ero ancora distesa
sul letto a fissare il soffitto. Si era seduta sul bordo del mio letto
fissandomi come una pazza e con il fiatone. Io alzai le sopracciglia.
“Forse tu sai spiegarmi che cosa è successo
oggi pomeriggio?”
Provai a fare la finta tonta. “C’era una gita ad
Hogsmeade?”
Vanessa mi guardò male. “Intendevo con Al.
E’ diventato pazzo o ha bevuto qualcosa che gli ha dato alla
testa?”
In effetti, c’era qualcosa che aveva dato alla testa
ad Al, ma niente che avesse bevuto. Stavo già sudando freddo, tutte le
volte che avevo anche solo provato a dire una bugia ero stata subito scoperta.
Optai per omettere la verità, invece che dire bugie.
“Era nervoso.” Spiegai. “Ha avuto una
pessima giornata. Non te la prendere, Vì, non era intenzionale.”
Vanessa sembrò rilassarsi e si passò una
ciocca dietro l’orecchio. “Oh.” Disse. “Beh, mi era
sembrato strano. Insomma, Al è sempre così tranquillo, non
l’ho mai visto comportarsi così. Ma che gli è
successo?”
Spalancai gli occhi. Adesso avrei dovuto dire una bugia e
alla mia migliore amica per di più. “Lui… ha problemi…
con una ragazza.”
Era la verità.
“Davvero?” Vanessa sembrò sorpresa.
“Non sapevo che ad Al piacesse qualcuno.”
“Neanche io,” Cercai di non soffocare.
“Pensa, l’ho appena scoperto.”
Vanessa parve calmarsi notevolmente. Si rigirò il
lenzuolo tra le dita. “Beh, suppongo di non poter essere veramente
arrabbiata con lui. Infondo quando si tratta di problemi di cuore bisogna
essere comprensivi, non c’è da stupirsi che fosse così
nervoso.”
“Già.” Annuii io.
“Non c’è proprio niente che possiamo
fare?” Chiese Vanessa. “Forse possiamo aiutarlo, se sapessimo chi
è questa ragazza…”
“No!” Saltai su io, presa dal panico. Poi mi
schiarii la gola. “Quello che voglio dire è che non
c’è proprio niente da fare. Vedi, lei sta con un altro.”
Vanessa si morse un labbro. “Accidenti, che
peccato.”
Avrei dovuto farmi una doccia non appena Vanessa fosse
sparita dalla circolazione. Ero in un bagno di sudore. “E’ davvero
un gran peccato. Ma gli passerà. O lei potrebbe lasciarsi.
Chissà.”
Vanessa mi guardò in modo strano ed io cercai di
sorridere. “Stai parlando a macchinetta.” Dichiarò.
“Tu sai qualcosa che io non so. Parli a macchinetta solo quando sei
nervosa.”
“Nervosa, io?” Cercai di ridere, ma uscì
un suono come se mi stessi strozzando con la saliva. “Perché
dovrei essere nervosa, Al non è mica innamorato di me. E chi sta
parlando come una macchinetta, io non parlo come una macchinetta!”
Vanessa alzò un sopracciglio ma poi spostò lo
sguardo altrove. “D’accordo, non starò qui a farti il terzo
grado solo perché sono molto stanca e voglio riposare un po’.
Sappi che sei una pessima attrice, comunque.”
Io la guardai e sospirai scotendo la testa. “Lo
so.”
Ero una pessima attrice e questo segreto mi avrebbe ucciso.
Senza contare che Paula ci metteva pure del suo per rendermi
la vita impossibile
**
Eccoci qui con questo
ottavo capitolo, non tanto lungo o succoso ma necessario.
Stavolta ho postato
presto rispetto all’altro capitolo, lo so, ma secondo me ve lo siete
meritato, considerando poi che per le feste non vi avevo fatto nessun
regalo…
Bando alle ciance,
tornata dalle feste mi sono rimessa in carreggiata e ho scritto due capitoli
che io trovo bellissimi, e posso dichiarare che dal capitolo 14 le cose
cominceranno a sbloccarsi, dato che finora vi siete lamentati che i momenti
Scorpius/Rose sono molto ridotti.
Come sempre
ringraziamenti a:
Mariuccia: Di nodi ce ne
sono ancora tanti, ma nei prossimi capitoli ci sarà un po’ di
calma piatta, vi avverto fin da ora, ma vi assicuro che ne vale la pena.
PrincipessaGin: La
definirei tutto meno che un’amicizia XD ma è proprio per questo
che è divertente.
Nabiki93: Eh sì,
si è scoperto proprio in questo capitolo… non che fosse proprio
difficile da capire XD e grazie per i complimenti
Hele: Penso che sia
normale, confesso che lo faccio anche io, se conosco l’autrice o autore
sono più propensa a leggere. Però penso anche che se uno sa
scrivere, in realtà possa scrivere di tutto e l’importante
è renderlo credibile, dimostrazione è Mikawo che ha scritto una
Ginny/Draco che ho trovato adorabile. Anche io ho dei taboo, non riesco a
leggere le Draco/Hermione, ma semplicemente perché non sono credibili.
Edvige86: Non
c’è cosa più bella che scrivere quello che si immaginano i
lettori, almeno sai di non aver deluso le aspettative XD anche se un po’
di mistero non manca mai
Sif: Ehm…
confesserò che all’università non ci ho mai messo piede XD
ho finito il liceo e mi sono messa a cercare lavoro. Comunque, i miei capitoli
sono corti e ne sono consapevole, ma se li allungo troppo rischio di mettere
cose troppo prima di quelle che servono, quindi portate pazienza almeno fino al
capitolo 13… cercherò di aggiornare il prima possibile.
ThePiratesDaughterS: Mi
sarebbe piaciuto avere un fratello come Hugo, peccato che sono figlia
unica… E mi sarebbe piaciuto anche avere un tipo come Scorpius nella
scuola XD
Vanessa ed io avevamo già i bauli pronti da una settimana,
perciò quando quella mattina suonò la sveglia potemmo coccolarci
un po’ di più invece di doverci alzare insieme a Gaby, Sol e Paula
per mettere via la roba da portare in vacanza
DON’T TELL DAD
9.
And so this is Xmas
Vanessa ed io avevamo già i bauli pronti da una
settimana, perciò quando quella mattina suonò la sveglia potemmo
coccolarci un po’ di più invece di doverci alzare insieme a Gaby,
Sol e Paula per mettere via la roba da portare in vacanza. Ebbene sì,
erano arrivate le tanto attese vacanze di Natale ed io non potevo essere
più felice.
Adoravo il Natale!
Quando ci decidemmo ad alzarci e a vestirci e finalmente
scendere in Sala Grande, il cielo incantato nevicava sopra di noi e ci
affrettammo a fare colazione per non perdere l’Espresso. Eravamo solo a
metà del nostro pasto quando James arrivò come una furia
scuotendo un enorme campanaccio, Merlino solo sapeva dove lo avesse trovato.
“Oh- ho –ho.” Urlò in una perfetta
imitazione di Babbo Natale. “Buon Natale gente! Finalmente è
arrivato il momento che tutti quanti stavamo aspettando!”
Alcuni risero commentando su quanto fosse ridicolo, delle
ragazzine invece ridacchiarono arrossendo, e io e Vanessa ci guardammo
sconsolate. Venne a sedersi con noi.
“Ti trovo in forma.” Disse Vanessa cercando di
trattenere un sorriso.
James le fece l’occhiolino. “Oh lo puoi ben
dire!” Alzò tre dita della mano destra. “Ci sono tre momenti
che aspetto ardentemente durante l’anno scolastico: Halloween, Natale e
naturalmente Pasqua.”
“Disse lo studioso.” Roteai gli occhi io
divertita. “Tua madre sarebbe fiera di te sentendoti dire certe cose,
sai?”
“Ehi, sono sempre passato, quello è
l’importante, no?” Fece allargando le braccia. “E guarda un
po’ zio George! Non ha neanche preso i G.U.F.O. eppure dirige un negozio
tutto suo.”
Quella era una delle tante cose che avevo catalogato tra i
misteri di famiglia, perché era una cosa che non riuscivo a capire. Non
come avesse fatto zio George a creare tante cose buffe e divertenti, quello era
nel suo essere e nella sua natura, non potevamo certo sperare che facesse un
lavoro d’ufficio. Ma dove avesse trovato i soldi a soli diciassette anni per
aprire un negozio.
James se ne andò continuando a sventolare in giro il
suo campanaccio e noi finimmo velocemente la nostra colazione. Dopo colazione
andammo al binario, non prima che Vanessa avesse salutato Gill, naturalmente.
L’aria fuori dal castello era gelida, persino il Platano Picchiatore
sembrava rabbrividire, e non vedevo l’ora di rifugiarmi su uno
scompartimento sul treno.
Prendemmo le carrozze messe a nostra disposizione e guardai
rapita la cima dove avrebbe dovuto esserci qualcosa a trainarle, quando invece
c’era solo aria. Mamma e papà mi avevano raccontato che delle
creature chiamate Thestral trainavano le carrozze di Hogwarts ed era una
fortuna che io non potessi vederle.
“Vanessa, Rosie!”
Mentre stavamo scendendo dalla carrozza e ci stavamo
avvicinando al binario vidi le gemelle farci cenno di avanzare verso di loro.
Aumentammo il passo e andammo a sistemare i nostri bauli sul treno (aiutate da
Hagrid) e le raggiungemmo a bordo binario.
“Pensavo che almeno tu rimanessi al castello.” Dissi
a Gaby, dato che Vincent sarebbe rimasto per le feste.
Gaby scosse la testa e guardò Sol, le sue guance
arrossate dal freddo. “No, el Natale siempre con la familia.”
Disse. “Hay tiempo para stare con Vincent.”
Sol posò una mano sulla spalla di Vanessa e sorrise
calorosamente. “Soy contenta de ver che anche tu torni a casa por
Natale.”
Vanessa mi guardò con la coda dell’occhio e
fece un sorrisino. “Avrei dovuto essere impazzita per dovermi perdere il
Natale a casa Weasley.”
Entrammo sul treno, che cominciava a sbuffare fumo bianco
innevando tutto il binario. Al primo scompartimento vuoto, ci infilammo dentro
sistemandoci a due a due, in modo che se Paula avesse anche solo pensato di
poter sedere con noi, non ci fosse posto per nessun altro. Per essere
doppiamente sicuri misi dei libri al mio fianco, occupando tutto il posto
rimanente.
“Potrebbe anche rimanere a scuola,”
commentò Vanessa guardando fuori dal finestrino. “Sono sicura che
per i suoi genitori sarebbe un sollievo non doverla avere per casa per le
feste.”
“No ser cattiva.” Fece Gaby.
Sol la fissò come se fosse pazza. “No
ser mala?! Te has olvidado que fue Paula que dijo todo a Vincent?” Non
mi spiegavo come mai, ma Sol parlava sempre in spagnolo quando cominciava ad
infuriarsi.
“E ahora es il mio ragazzo.”
Io scrollai le spalle. “Non c’è motivo di
prendersela tanto. E’ solo un’idiota.”
“Non state parlando di me, vero?”
Ci voltammo sorprese verso la porta dello scompartimento. Al
aveva fatto capolino e ci sorrideva allegro guardandoci divertite. Io scossi la
testa con un sorriso e tolsi i libri dal sedile facendogli cenno di venire a
sedersi. Lui si mise dritto e scosse la testa.
“No, grazie, non sono sicuro di voler partecipare ad
una conversazione tra donne.”
Vanessa rise. “Donne? Perché, ne vedi qualcuna
qui dentro?”
Al la fissò per un po’ con uno sguardo
inebetito e vidi i suoi occhi risalire lungo la figura di Vanessa, io mi sentii
un po’ in imbarazzo, perché sapevo cosa stava pensando. Per
fortuna Gaby parlò e mi distrasse.
“Al,” disse, richiamando anche la sua
attenzione. “Nunca te ho rengraziato para lo che has hecho con Vincent.
Si no era por ti, ahora no era el mio ragazzo.”
Lo vidi un po’ confuso, forse cercava di capire quello
che aveva appena detto Gaby. Quando realizzò arrossì un po’
e si portò una mano dietro la nuca. “Oh.” Disse.
“Figurati, ho fatto quello che dovevo.”
“Gracias.” Disse Gaby con un sorriso molto
semplice.
Al annuì sempre in imbarazzo. “Adesso è
meglio che vada. Ci vediamo al binario, Rosie. Ragazze.”
Con un cenno della mano se ne andò lasciandoci da
sole nello scompartimento. Gaby sorrise continuando a fissare la porta, prima
di voltarsi verso di me.
“Al es un
ragazzo muy dolce.” Disse.
Io sorrisi, data la grande stima che avevo di mio cugino. “Sì,
lo so.” Risposi pensando ad Al. “Lo è sempre stato, fin da
bambino. Ha una bontà innata, non riesce proprio a fare del male.”
Al contrario di James.
“Y es
carino.” Disse Sol. Gaby annuì al suo fianco.
Rimasi un attimo spiazzata, non pensavo che le gemelle
trovassero carino Al. Non me lo avevano mai detto prima. “Oh beh, non
saprei…” Decisi di approfittare della situazione per sondare un
po’ il terreno. Mi voltai verso Vanessa. “Tu che ne pensi?”
Vanessa si mosse un po’ a disagio accanto a me.
“Io…” si bloccò pensandoci su. “Beh, non lo so.
In realtà non ho mai pensato ad Albus in questi termini. Insomma,
è tuo cugino.”
Sol rise. “Es un cugino, no estàn
sposati.”
Vanessa scrollò le spalle. “Sì, non lo
so. Penso di sì, che sia carino.”
Beh, era un passo avanti. No?
Gaby annuì di nuovo. “La chica che va a essere
la sua ragazza serà muy fortunada.”
Vanessa ridacchiò. “Sol, perché non gli
chiedi di uscire?”
Ok, adesso stavamo facendo un netto passo indietro. Guardai
ansiosa Sol, che per mia grandissima gioia scosse la testa sorridendo.
“No, no es
mi tipo de ragazzo. Al es un chico muy simpatico e carino, pero no es lo che
voy buscando.” Disse. “No hay chimica entre nosotros.”
Il resto del viaggio passò tranquillamente,
continuando a chiacchierare del più e del meno. Gaby e Vanessa avevano
cercato di trovare un ragazzo che andasse bene a Sol, ma lei pareva rifiutare
tutte le proposte che le venivano fatte. A suo parere, nessuno che frequentasse
Hogwarts poteva essere il suo ragazzo perfetto, era convinta che il suo
principe azzurro la attendesse altrove.
Io preferii non pensare neanche a dove potesse essere il mio
principe azzurro. Probabilmente si trovava dall’altro capo del mondo.
Arrivammo alla stazione di Londra che il cielo era ormai
scuro. Scendemmo dal treno e le gemelle ci salutarono correndo a prendere i
loro bauli. Io e Vanessa cercammo di aprirci un varco tra tutto quel fumo
bianco, guadandoci intorno per scorgere almeno uno dei miei parenti. Con lo
sguardo cercai papà, dato che era altissimo e facilmente individuabile
dato il tenue colore dei capelli.
“Buone feste, Weasley.”
Mi voltai sorpresa di sentire quella voce dire una cosa del
genere. Malfoy mi aveva per caso augurato buone feste? Lo fissai stupidita
mentre ghignava con le braccia incrociate al petto.
“E se decidessi di non tornare a gennaio, te ne
saremmo tutti molto grati.”
Vanessa al mio fianco fece una smorfia. “Fatti un
giro, Malfoy, abbiamo bisogno di aria pulita da respirare.”
Malfoy alzò un sopracciglio, divertito. “Adesso
lasci che sia la tua segretaria a rispondere per te. Stai cadendo sempre
più in basso non è vero?”
Volevo ucciderlo. Con tutte le mie forze, volevo ucciderlo.
E lo avrei fatto, se non fossimo stati in presenza di così tanti
studenti e genitori. “Sempre un livello sopra di te, Malfoy.”
Si portò una mano al petto, come se fosse stato
colpito dalla mia frase pungente, ma continuò a ridacchiare e se ne
andò nascondendosi nel fumo del binario. Scossi la testa e Vanessa
sibilò al mio fianco.
“Non mi sorprenderei di vederlo strisciare.”
“Lascia perdere,” dissi. “Andiamo a
cercare mamma e papà.”
Mamma e papà, e Hugo che era arrivato prima di noi,
ci aspettavano sul fondo del binario. Papà cominciò a sbracciarsi
e salutare non appena ci vide e noi aumentammo il passo fino ad arrivare da
loro. Mamma diede prima un bacio a me e poi a Vanessa, mentre papà ci
abbracciò entrambe.
“Come stanno le mie bambine?”
Io roteai gli occhi. “Papà…”
Lui rise e si soffiò via un ciuffo di capelli rossi
dagli occhi. “Le mie bambine un po’ troppo cresciute. Rose, spero
che tu metta in chiaro subito ai ragazzi che tuo padre è un Auror e
che…”
“Papà!” Feci di nuovo io, mi stava
facendo morire dall’imbarazzo.
Hugo rise. “E’ il metodo più veloce per
farli scappare a gambe levate.”
Papà sorrise fiero di sé.
“Esattamente!” Disse. “Vado a prendere i vostri bauli,
aspettatemi qui.”
Non appena papà si allontanò mi voltai
preoccupata verso la mamma. “Dimmi che guidi tu.”
Mamma sorrise mortificata. “Ci ho provato, ma
papà ha insistito tanto. Non sarà così male,
fidati.”
“L’ultima volta che ho sentito questa frase sono
uscita con Lysander.” Borbottai.
Mia madre mi guardò male e si mise una mano sul
fianco. “A proposito di questo, Rose, pensavo che avessi un po’
più di ritegno. Se fossi uscita con lui perché ti piace non avrei
avuto niente da dirti, ma so benissimo che non è così e prendere
in giro quel povero ragazzo...”
Vanessa aggrottò la fronte. “Beh, non sembrava
così affranto a dire il vero.”
“Mamma,” mi lamentai io. “Sono appena arrivata.
Possiamo aspettare di arrivare a casa per le ramanzine?”
Hugo ridacchiò e scosse la testa dicendo sottovoce.
“Lo sapevo che ti saresti beccata tu, tutte le ramanzine.”
Io roteai gli occhi e Vanessa si morse un labbro per non
ridere. Papà tornò dopo pochi minuti con i nostri bauli e ci
avviamo verso la nostra macchina, parcheggiata fuori dalla stazione. Io mi
guardai intorno perplessa.
“Non aspettiamo Al?”
Papà scosse la testa sistemando i bauli nel
bagagliaio della macchina. “No, zio Harry è venuto a prenderli.
Kingsley lo aveva chiamato, come ogni anno d’altronde, per alcune
pratiche e dei casi irrisolti ma stavolta Harry si è talmente arrabbiato
che ha sbattuto la porta dell’ufficio e se n’è
andato.”
Hugo lo fissò meravigliato. “Davvero?”
Disse eccitato. “Che figo!”
Mamma lo guardò male. “Non è…
figo.” Disse come se faticasse a pronunciare quella parola. “Ma
stavolta aveva ragione. In sette anni di scuola non è mai riuscito una
sola volta a venire a prendere i ragazzi per le vacanze di Natale.”
“E al primo anno chi è venuto a prendere
James?”
“Zio George.” Disse papà chiudendo il
portabagagli e facendoci cenno di montare in macchina. Io, Hugo e Vanessa ci
sedemmo dietro, pigiati come sardine. “Fortunatamente Fred e James hanno
la stessa età e dato che George veniva a prendere Fred… beh,
quella volta Harry non ha parlato a Kingsley per una settimana.”
“E quella volta Ginny non ha parlato ad Harry per una
settimana.” Ricordò mamma.
“Oh, accidenti!” Disse papà pigiando il
piede sulla frizione senza che la macchina si decidesse a muoversi. “Ma
che diavolo ha quest’affare che non va?”
Io alzai gli occhi al cielo e Hugo sghignazzò al mio
fianco. Vanessa si premette una mano sulla bocca per non ridere.
Mamma sospirò pazientemente. “Ron, non hai tolto
il freno a mano.”
“Oh!”
Casa dolce casa.
**
Non appena varcai la soglia di casa, mi avvolse subito un
odore caldo e vanigliato che la rendeva unica. Era lo stesso odore che sentivo
la mattina appena alzata durante l’estate, che mi avvertiva che non ero
nel mio baldacchino ad Hogwarts ma nel mio letto d’infanzia.
Papà aveva portato i bauli nelle nostre camere mentre
mamma ci metteva a tavola. Avevo una fame da lupo, il viaggio in treno mi aveva
stancato, e divorai il mio sformato di zucca in due forchettate. E lo stesso
fece mio padre, ma quello era il suo normale ritmo per mangiare. Con la coda
dell’occhio notai mamma scuotere la testa ai nostri piatti vuoti.
Dopo cena ci spostammo sul divano. Papà tirò
subito fuori la scacchiera per giocare con Hugo, mentre io, la mamma e Vanessa
rimanemmo a guardare.
“Allora, com’è questo Principe
azzurro?” Chiese mamma a Vanessa.
Vanessa arrossì ma le si illuminarono gli occhi.
“Oh, lui è … perfetto.” Disse. “E’ dolce,
gentile, premuroso e comprensivo. Capisce cosa intendo?”
Io avrei voluto vomitare ma mamma fece una smorfia
divertita. “Non proprio. Il mio principe azzurro era scontroso e
suscettibile.”
Papà si voltò di scatto verso di lei, punto
sul vivo. “Ehi!”
Io e Hugo scoppiammo a ridere mentre mamma fece una faccia
appena mortificata, continuando però a ridere sotto i baffi. “Non
te la prendere, Ron, sono passati anni ormai. E sei molto migliorato da
allora.”
Papà alzò un sopracciglio e fece una smorfia
che mi ricordò tanto James e Fred quando avevano in mente qualcosa.
“Già.” Disse spostano il suo cavallo sulla scacchiera.
“Beh, ero un ragazzaccio e una volta ho preso persino a pugni
Malfoy… oh no, aspetta! Quella eri tu.”
Mamma arrossì violentemente sotto gli sguardi
stupefatti di noi ragazzi. Io la fissai a bocca aperta, semplicemente non
potevo crederci. Mamma aveva preso a pugni il padre di Scorpius?
Hugo scoppiò a ridere. “E io pensavo che non
avessi mai fatto un passo falso a scuola.”
“Ron!” Fece mamma mentre papà continuava
a ridere sotto i baffi.
“E’ stato divertente” disse papà
ridacchiando. “Malfoy l’ha evitata per il resto dell’anno.
Probabilmente aveva paura di prenderne ancora.”
“Adesso basta, Ron!”
Papà smise di parlarne ma continuò a tenere
quel suo sorrisetto malandrino per tutta la sera. Ovviamente stracciò
Hugo a scacchi e si stiracchiò un po’ facendo arrivare le sue
lunghe gambe sotto il tavolino del salotto, poi si alzò in piedi e
sbadigliò.
“Bene, famiglia, il Capo si ritira. Devo svegliarmi
presto domani. Buonanotte.”
“Ciao papà.” Dicemmo in coro io e Hugo,
mentre Vanessa salutò con una mano.
Papà se ne andò su per le scale e sorridendo.
Mamma mise a posto la scacchiera, con pazienza, e sospirò rifacendo la
poltrona tutta scombinata di papà. Era sempre mamma a rimettere a posto
dove papà lasciava in disordine, ma alla fine non sembrava neanche che
le dispiacesse.
“Vorrei che fosse già Natale.” Disse
Hugo.
“Si tratta di aspettare solo un paio di giorni.”
Disse la mamma paziente. “E poi accontentatevi, quest’anno avete anche
due giorni in più di Vacanza.”
“Come?” Chiesi io confusa. Eppure avevo letto il
manifesto delle Vacanze a scuola, e i giorni erano gli stessi di ogni anno.
Mamma annuì. “Papà ed io siamo stati
convocati dalla Professoressa McGrannitt, perciò andremo ad Hogwarts
tutti insieme. Sono già d’accordo con la Professoressa che
rientrerete due giorni dopo a scuola.”
“Convocati?” Hugo stava evidentemente sudando
freddo. “Per cosa?”
“Non sono sicura, ma credi che si tratti di un
progetto per la scuola. So che zio Harry ha già parlato con lei e che sono
d’accordo su alcune lezioni da dare agli studenti del settimo anno, ma
non so ancora di cosa si tratti esattamente.”
Hugo fece una smorfia insofferente e mi guardò con la
coda dell’occhio. “Oh no! Vuoi vedere che dobbiamo sorbirci le
lezioni di mamma e papà?”
Io roteai gli occhi. “Sei solo al quarto anno,
Hugo.”
Mamma si portò le mani sui fianchi e fissò
Hugo severamente. “In più non guasterebbe che per una volta
ascoltassi quello che ti dico, sai? Ed è inutile che mandi lettere di
nascosto a tuo padre, se vengo a sapere un’altra volta che sei stato
messo in punzione…”
“E tu come lo sai?” Chiese chiaramente colpito
Hugo.
“Io so sempre tutto.” Ribatté mamma,
quasi compiaciuta.
Io sorrisi trionfante ed ammiccai a mio fratello. “A
quanto pare non sono proprio l’unica a beccarsi le ramanzine,
vero?”
Hugo sbuffò. “Chiudi il becco.”
“Hugo!” Lo riprese mamma, poi sospirò.
“Per fortuna tua e di Lily non ho ancora detto niente alla zia Ginny, ma
se vengo a sapere di un’altra punizione poi dovrai vedertela con lei e
non con me, ti avverto.”
Zia Ginny a volte faceva davvero paura, mi ero quasi
convinta che zio Harry non osasse mai contraddirla per paura della sua ira
furibonda. Per un attimo ebbi pena per mio fratello. “Non hanno fatto
niente di grave.” Dissi in sua difesa. “Cercavano solo di
vendicarsi di una smorfiosa che non li lascia in pace.”
Mamma spostò lo sguardo da me a Hugo. Hugo
scrollò le spalle. “Ehi, tu hai picchiato Malfoy.”
“Non ho…” Iniziò, ma si frenò
quasi subito. “D’accordo, adesso andate a letto, domani sarà
una lunga giornata. E papà ha bisogno di riposare, non possiamo
continuare a fare confusione.”
“Bella scusa.” Mormorò Hugo prima di
salire su per le scale.
Mamma si passò una mano sulla tempia e se ne
andò in cucina a rimettere a posto le ultime cose mentre io e Vanessa
restammo ancora per qualche secondo in salotto. Aspettai che né mamma
né Hugo potessero sentire e poi mi voltai verso Vanessa che stava
facendo di tutto per non ridere. Io mi morsi un labbro ridacchiando.
“Mia madre che dà un cazzotto al padre di
Malfoy.”
Vanessa scoppiò a ridere. “Io adoro questa
famiglia.”
**
Quando anche mamma si decise ad andare a letto, anche io e
Vanessa ci ritirammo nella nostra camera. Hugo ci sentii salire di sopra e si
affacciò dalla porta della camera per darci la buona notte con un gran
sorriso, noi salutammo e ci infilammo in camera mia. Ci cambiammo nel nostro
pigiama e ci infilammo sotto le coperte al caldo. Sospirai con un sorriso.
“E’ così bello essere a casa.”
Sentii le lenzuola di Vanessa frusciare. “E’
così bello non sentire la voce di Paula.” Disse. “E sono
felice di passare il Natale a casa tua.”
Io mi sentii arrossire pensando che se non fosse stato per
le gemelle, Vanessa non avrebbe mai passato il Natale da me quest’anno.
Mi morsi un labbro.
“Devo confessarti una cosa, Vì.”
Vanessa si alzò su un gomito fissandomi seriamente
perplessa. “Cosa c’è?”
Sospirai afflitta. “Non ti ho preso nessun
regalo.” Ammisi. “E non perché l’ho dimenticato,
perché non ho voluto comprarti niente dato che…”
“Lo so.” Disse Vanessa con un sorriso
mortificato. Sapevo che anche lei stava ripensando a quella stupida litigata.
“Non fa niente, Rosie, non ho bisogno di regali. Essere qui è
già un regalo sufficientemente grande.”
Annuii leggermente sotto le lenzuola. Poi le sorrisi appena.
“Non so quanto avrei resistito senza di te, comunque. Cominciavo a
sentirmi terribilmente sola, ed è la sensazione peggiore del mondo,
sai?”
“Sì, Rosie, lo so.”
Io arricciai il naso. “No che non lo sai, tu avevi
Gill.”
Vanessa mi tirò un boccolo rosso e scosse la testa
sorridendo. “Ma io avevo bisogno di te.” Disse. “Gaby
è stata una buona sostituta, ma mai buona quanto
l’originale.”
“Ehi, almeno tu ti eri presa la gemella buona.”
Scherzai io.
Vanessa ridacchiò. “Dev’essere stato uno
spasso uscire con Sol.”
“Sol è stata una buona sostituta, ma mai buona
quanto l’originale.” Dissi echeggiando la sua frase.
All’improvviso un qualcuno bussò alla mia porta
e entrambe sobbalzammo dalla paura. La voce di papà arrivò
dall’altro lato della porta. “Ragazze, sono davvero felice che
abbiate fatto pace, ma potete parlarne domani mattina?”
Io e Vanessa ci guardammo e trattenemmo una risata.
“Buonanotte, Vì.”
“Buonanotte, Rosie.”
“Notte, papà.” Dicemmo in coro io e
Vanessa.
La voce stanca di papà arrivò il lontananza.
“Notte, bambine.”
**
Cerco di fare la
gnorri ma lo so che ve ne siete accorti, lo ammetto… questo capitolo
è più corto degli altri XD
Comunque ho scoperto
di avere dei poteri magici… qualunque attore usi per interpretare i miei
personaggi, di qualsiasi ff o video su youtube, dimenticato nei tempi dei
tempi, poi schizza in prima tv! E’ impressionante!
Da Zac Efron quando
ancora non era famoso a Hayden Panettiere che è stata riscoperta con
Heroes, Jessica Biel, David Henfrie, Devon Werkheiser… insomma è
una persecuzione!
By the way, se vi va
passate sulla mia pagina di youtube, dove ho postato un video
Rose/Scorpius… il video non è assolutamente collegato alla storia,
anche perché è nato prima il video e poi la ff, quindi niente
spoiler.
Come sempre
ringraziamenti speciali a:
ThePirateSDaughter_ Non
so se me lo sono sognato io, o se è scritto veramente sui libri, ma i
gemelli non avevano comprato una filiale a Hogsmeade? … Forse l’ho
sognato… comunque, la mia versione è “hanno una filiale
anche a Hogsmeade” XD
Sif_ Mi sa che per un bel
po’ in quanto a Scorpius e Rose staremo un po’ all’asciutto,
ma è anche vero che non potevo certo infilare un Malfoy in casa Weasley
a Natale, sarebbe stato assurdo. Resistete ancora qualche capitolo!
Mariuccia_ Aaaah
l’amour… ma soprattutto, adoro gli uomini quando sono gelosi, sanno
essere ridicoli e forti nello stesso momento. E ancora lo scontro Al/Gill non
è finito!
Mad World_ Ti ringrazio
molto, li faccio interagire poco perché non sarebbe credibile che si
incontrino sempre, tutti i giorni, e si parlino tutti i giorni. Non adesso
almeno. Poi ci saranno sviluppi…
Edvige86_ Ammetto che
fanno quest’effetto anche a me, a volte vado a rileggere e ci rido un
sacco e poi mi dico “ma siamo sicuri che l’ho scritto io
questo?” XD Probabilmente c’è qualcuno dentro di me che mi
dice come scrivere perché mi sembra troppo strano…
PrincipessaGin_ Il primo
scontro tra Al e Gill sarà memorabile XD ma non mancheranno di altri
momenti, e noi ovviamente tifiamo tutti per Al. Ce la farà il nostro
Albus Potter a conquistare la sua pulzella?!
Hele_ Purtroppo non credo
che Vanessa si ricrederà così facilmente, tutte noi sappiamo che
quando ci prendiamo una cotta per qualcuno… e chi vede più nulla! Se
non altro posso dirti che anche nel prossimo capitolo sarai accontentata e vedremo di
nuovo Ron… amoro di zia! XD
Nabiki93_ Anche io ho
l’impressione che la relazione tra Gill e Vanessa non sarà molto
duratura… questo matrimonio non s’ha da fare, no no! Ma non
aspettatevi che un certo qualcuno corra subito tra le braccia di Al, ci
sarà da penare…
Hermione96_ Beh, che
dire… hai detto tutto te… hai centrato in pieno quello che sto
facendo, è proprio per questo che vi do piccole pillole di Scorpius e
Rose insieme, odiarsi a morte e poi pomiciare il giorno dopo non avrebbe il
benché minimo senso e dato che io voglio che la cosa abbia un senso, ve
li beccate così XD
Grazie tante a tutti,
besitos y hasta pronto, zia Fufù
La mattina di Natale ci svegliammo presto e fui piacevolmente colpita di
vedere fiocchi di neve scendere giù dal cielo
DON’T TELL DAD
10. Disaster
La mattina di Natale ci svegliammo presto e fui
piacevolmente colpita di vedere fiocchi di neve scendere giù dal cielo.
Dalla stanza accanto sentii i passi veloci di Hugo che percorrevano il
corridoio e scendevano le scale. Probabilmente stava dirigendosi a tutta
velocità verso l’albero in salotto.
Io mi vestii con calma e lo stesso fece Vanessa. Quando
fummo entrambe pronte, scendemmo al piano di sotto. Hugo, come previsto, era
sotto l’albero a scartare regali, mentre mamma e papà stavano
facendo tranquillamente colazione. Mamma ci fece cenno di avvicinarci e ci mise
davanti una tazza di cereali.
“Dobbiamo proprio?” Feci io storcendo il naso.
“Non credo di poter fare colazione e
mangiare tutto quello che avrà preparato la nonna.”
Papà ridacchiò, ma mamma non transigette.
“E’ importante fare colazione al mattino. La nonna non si
offenderà se non mangerai tutto quanto.”
Dopo aver finito la colazione (e dopo che Hugo aveva finito
di scartare tutti i suoi regali presenti in casa) partimmo per la
Tana. E quando dico partimmo, intendo
letteralmente dato che papà, ahimé, aveva deciso di guidare la
macchina.
Il giardino della Tana era completamente innevato e in
lontananza distinsi i profili di Roxanne e Molly che facevano a pallate sul
retro. Il caminetto era acceso perché un bel fumo bianco usciva dalla
canna della Tana e immaginai il calore del focolare.
La nonna venne ad aprirci e ci stritolò e ci
riempì di baci, strepitando su quanto fossimo diventati grandi e quanto
ci vedesse poco ultimamente. Notai con la coda dell’occhio papà
che alzava gli occhi al cielo, ma non disse nulla per non dispiacerla.
“Vanessa, sei diventata davvero una bella
ragazza.” Disse nonna abbracciandola forte. “Lo sai che è
sempre un piacere averti a casa, vero?”
Vanessa sorrise un po’ in imbarazzo. “Grazie,
signora Weasley.”
“Oh per l’amor del cielo, chiamami Molly.”
Papà tossicchiò e richiamò la sua
attenzione. “Sì, mamma… possiamo entrare adesso?”
Nonna si spostò finalmente dalla soglia di casa e ci
fece entrare. La Tana
profumava sempre di torta di mele e biscotti cotti in forno. Inspirai
profondamente, imprimendo quel dolce odore nella mia testa prima di seguire gli
altri in salotto.
Zia Angelina era seduta sulle gambe di zio Fred e insieme
stavano ridendo di qualcosa che non riuscii a sentire. Accanto a loro in piedi
c’erano zio Harry, zio Bill e zia Ginny mentre zia Fleur era seduta con
zia Audrey e Percy sul divano. Solo al centro della stanza c’era un uomo
alto e con i capelli rossi che mi aspettava a braccia aperte.
“Zio Charlie!” Urlammo io e Hugo correndo tra le
sue braccia.
Lo zio rise e ci scompigliò i capelli. “Come
stanno i miei draghetti?”
“Alla grande!” disse Hugo entusiasta.
“Quando ci porterai a vedere dei draghi veri?”
Zio Charlie alzò lo sguardo imbarazzato su mamma, che
lo fissava minaccioso. Mamma non era molto d’accordo su questo incontro
coi draghi che lo zio ci prometteva da anni. Zio Charlie era sempre stato il
nostro zio preferito, anche perché era lo zio più figo che si
potesse avere!
“Presto.” Disse con un sorriso incoraggiante.
“Ciao Vanessa.” Disse guardando oltre le mie spalle.
Vanessa arrossì di botto e si morse un labbro.
“Salve.” Disse con una vocetta piccola piccola. Vanessa aveva
sempre avuto un debole per lo zio Charlie.
Hugo si guardò intorno. “Ma dove sono tutti
quanti?”
Nonna Molly entrò con un vassoio di pasticcini e lo
posò sul tavolinetto del salotto. “Fred e James si sono rinchiusi
nella vecchia stanza di Fred e George.” Disse scotendo la testa.
“Mentre Lily e Lucy sono di sopra in camera di Ginny.”
“E Al?” chiesi io.
Nonna corrugò la fronte. “Oh.” Disse.
“Oh beh, non ne ho idea. Ora che mi ci fai pensare è un bel
po’ che non lo vedo.”
Mi voltai verso zio Harry e zia Ginny in cerca di un
suggerimento. Zio Harry scrollò le spalle ma zia Ginny sospirò
profondamente e alzò gli occhi verso l’alto.
“Prova nella camera della disperazione.” Disse.
Vanessa alzò le sopracciglia. “La camera della
disperazione?”
Papà annuì afflitto. “Sì,
è la mia vecchia camera. La chiamano così perché è
la camera più remota di questa casa dopo la soffitta e a nessuno viene
mai in mente di venire a cercarti lassù. Ed è veramente stata una
disperazione vivere lassù!”
“Io ci sono sempre stato una meraviglia.” Disse
zio Harry.
Lasciai i grandi a discutere su quanto fosse davvero da
disperazione quella stanza e salii su per le scale, lasciando dietro di me Hugo
e Vanessa. Dovetti salire tre rampe di scale prima di arrivare alla vecchia
stanza di papà. Bussai leggero e nessuno rispose, così
quietamente aprii la porta, dando un’occhiata dentro.
Al se ne stava seduto sul letto a fissare il panorama oltre
la finestra. Si voltò verso di me quando mi sentì arrivare e
abbassò subito la testa come se si vergognasse.
“Oh, sei tu.” Disse.
Io annuii anche se non mi stava più guardando.
“Perché ti sei rinchiuso qui?”
Scrollò le spalle e sospirò. “Non avevo
voglia di… di incontrare parenti e sembrare felice.”
“Non hai voglia di incontrare i parenti,” dissi
con cautela. “o di incontrare Vanessa?”
Al non disse nulla, rimase immobile a fissare il vetro e la
neve che cadeva lenta. Io mi avvicinai e mi sedetti vicino a lui. Non sapevo
bene che cosa potevo dire o fare perché stesse meglio, ma sapevo che non
potevo vederlo così. Se io fossi stata al suo posto, Al sarebbe stato il
primo a porgermi la spalla sulla quale piangere.
“Non puoi evitarla per sempre, lo sai?” dissi
ragionevole. “Mi dispiace davvero che lei non capisca quanto tu sia
meraviglioso, Al, e credimi lo sei! E non te lo dico solo perché sono
tua cugina, anche Sol e Gaby lo pensano.”
Al sorrise appena. “Beh, non si può piacere a
tutti.” Disse.
Io mi sentii tremendamente in pena per lui. “Te lo
dirò sinceramente, Al. Gill Ryan non mi piace affatto e sarei pure
contenta se Vanessa decidesse di lasciarlo. Ma lei adesso vede solo lui e
nessuno può farci niente.”
Al mugugnò. “Mi sto comportando come un
idiota.” Disse lamentandosi. “E mi ero ripromesso di non comportarmi
come un idiota. Mi ero ripromesso di prendere la cosa in maniera razionale e
rimanere a sangue freddo davanti a tutto.”
“Ehm, Al… te l’hanno detto che i
sentimenti non sono esattamente razionali?”
“Una volta, forse.” Fece Al sorridendo appena.
“Ma non ci ho creduto, fino ad adesso.”
Io cercai di sorridere e gli posai una mano sulla spalla.
“Ehi, non vorrai davvero rovinarti il Natale? La nonna non te lo
perdonerebbe mai se non scendessi a mangiare il suo polpettone speciale.”
Al sorrise appena e si voltò per guardarmi negli
occhi. “Suppongo che verrebbe a cercarmi e me ne porterebbe un piatto
persino se stessi nascosto nello sgabuzzino delle scope, non è
vero?” Io annuii e lui sospirò. “In fondo è Natale,
posso sempre provare ad esprimere un desiderio a Babbo Natale.”
Io risi. “Non sei un po’ troppo grande per
credere a queste cose?”
Al mi guardò con un sorrisetto. “Non sei tu
quella che ogni Natale chiede che Malfoy venga debellato dalla faccia della
terra?”
Io arrossii e lo trascinai per una manica. “Andiamo,
ci stanno aspettando di sotto.”
**
Il pranzo di Natale durò all’incirca due ore,
che era comunque molto poco per essere un pranzo alla Tana. Gli unici a mancare
erano stati Teddy e Victoire, che da quanto avevo capito erano da qualche parte
in Francia per una gita romantica. Lily ne parve immensamente dispiaciuta e non
c’era da stupirsi dato che Teddy era stato il suo primo amore.
Al continuò ad essere di pessimo umore tutto il
giorno, ma cercò di integrarsi col resto della famiglia. Zio Charlie ci
mostrò due nuove bruciature e ci raccontò come aveva fatto a
procurarsele. Tutti noi nipoti stemmo in silenzio mentre lo zio raccontava
storie incredibili vissute con i draghi. Solo allora mi venne in mente una cosa
e mi voltai di scatto verso i miei genitori.
“E’ vero che avete cercato di rapinare la Gringott e ne siete
fuggiti con un drago?”
Nella casa calò il silenzio ed io mi morsi un labbro
un po’ imbarazzata di stare al centro dell’attenzione. Vidi mamma e
papà scambiarsi il loro solito sguardo complice e allo stesso tempo
preoccupato, ed entrambi mandarono un’occhiata veloce a zio Harry che
abbassò la testa senza dire nulla.
“E’ vero?” Chiesi di nuovo con un nodo
alla gola.
Mamma prese un respiro e chiese con voce austera. “Chi
te l’ha detto?”
“Io… l’ho letto su un libro.” Feci
vaga. In realtà l’avevo letto sul libro che avevo trovato nella
Sezione Proibita.
“Un libro?” Chiese papà incredulo.
“Non essere sciocca, Rose.” Disse mamma incrociando
le braccia al petto. “Non c’è nessun libro che…”
Poi si fermò di botto e mi fissò a bocca aperta. “Sei stata
nella Sezione Proibita! Chi ti ha dato il permesso di andarci!”
Adesso tutti i membri della famiglia mi stavano fissando ed
io mi sentii arrossire. “Beh, io… comunque è vero allora!”
Hugo saltò su scandalizzato. “Avete cercato di
rapinare la Gringott?!”
Anche James e Al fissarono lo zio Harry.
“Papà!”
Zio Harry prese in mano la situazione, dato che uno alla
volta tutti i nipoti stavano facendo commenti. “Adesso basta!”
disse zittendo tutti. “E’ vero, siamo entrati di nascosto alla
Gringott ma non con l’intenzione di rapinarla!”
“Perché non ci hai mai detto niente?”
Chiese Lily con voce tremante.
Mi sentivo quasi tradita dai miei stessi genitori. In tutti
quegli anni non avevano mai detto niente. A volte mi sembrava che gli estranei
ne sapessero più di me sulla mia famiglia. Feci per alzarmi ed andare
via ma mio padre mi trattenne per un braccio e mi strinse sul suo petto.
“Lo so cosa stai pensando, Rose, sono stato un ragazzo
anche io.” Disse lentamente. “E nessuno ha cercato di tradirti,
né te né tuo fratello e nessuno dei tuoi cugini. Se io, mamma e
lo zio Harry non vi abbiamo mai raccontato cosa successe anni fa, è
stato per proteggervi.”
“Proteggerci?” Chiese Al ironico. “E da
che cosa?”
“Dal male.” Disse zio Harry. “Ragazzi, voi
non avete neanche idea di che cosa abbiamo dovuto passare.”
James si alzò in piedi allargando le braccia.
“Naturalmente no, perché non ci raccontate mai niente.”
“James!” Fece zia Ginny.
“No,” papà mi lasciò andare e si
mise dritto con sguardo serio. “Se vogliono che raccontiamo questo
episodio, d’accordo. Raccontiamolo.”
“Ron, no!”
“Siamo entrati alla Gringott di nascosto, Hermione era
nei panni di Bellatrix Lestrange ed io la accompagnavo mentre Harry si teneva
nascosto dal Mantello dell’Invisibilità.” Al nome di
Bellatrix rabbrividii perché sapevo chi era stato a procurare quel
taglio sulla gola di mia madre. “Cercavamo di entrare nella cella segreta
dei Lestrange, per procurarci un Horcrux che sapevamo fosse nascosto lì.
Abbiamo rischiato la vita ma per fortuna siamo riusciti a fuggire sul dorso del
Drago che stava a custodia delle celle.”
Mi sentii un’idiota. Un enorme idiota. Come avevo
potuto pensare che mamma e papà avessero cercato di rapinare la Gringott?
Mi voltai verso mia madre. “Bellatrix
Lestrange?” Chiesi con un filo di voce.
Mamma si portò una mano al collo, sulla sua ferita,
come faceva sempre quando sentiva quel nome. La vidi abbassare la testa,
tremava un po’. “A volte dobbiamo farci coraggio e fare cose che
non ci piacciono per cercare di rendere il mondo un posto migliore.”
Mi guardai intorno, gli occhi degli zii erano tutti vuoti,
come se stessero mentalmente facendo un tuffo nel passato. Lily si era andata a
rifugiare accanto a sua madre e James era sbiancato. Persino Fred era
ammutolito.
Zio George batté insieme le mani con un flebile
sorriso. “Bene, questo ci insegna che qualche volta è meglio non
fare domande.”
Io mi morsi un labbro. “Mi dispiace.” Dissi.
Papà mi circondò le spalle con un braccio.
“Rose, non hai fatto niente di male. Ma ci sono cose che sono difficili
da raccontare. Lascia tempo al tempo.”
Lo zio Harry si riaggiustò gli occhiali sul naso e mi
guardò. “Di che libro si tratta, Rose?”
Io arrossì un po’ e guardai mia madre che mi
fissava con sguardo rigido. Mi morsi un labbro. “C’è solo il
tuo nome sopra. Solo il tuo nome, l’autore è anonimo.”
“L’autore non è anonimo.” Disse
mamma stingendosi in un abbraccio. “L’autore sono io.”
Hugo la fissò a bocca aperta. “Tu?! E
perché avresti scritto che avete cercato di rapinare una banca.”
“Non l’ho fatto.” Disse mamma.
“Forse Rose ha letto solo metà della storia.”
Io arrossii ancora e mi strinsi nell’abbraccio di
papà. “Mi dispiace, ho rovinato il Natale a tutti quanti.”
Frignai. “Mi dispiace.”
Zio Charlie scosse la testa. “Non hai rovinato il
Natale proprio a nessuno, Rose. Anzi, hai raccontato una storia affascinante a
tutti i tuoi cugini. E ci hai pure messo un Drago nel mezzo.”
“A me è piaciuta.” Disse Lucy, che non
sembrava aver capito bene com’erano andate le cose.
Papà sorrise. “Bene,” disse. “E
adesso chi vuole fare a palle di neve?”
Senza farselo ripetere due volte, tutti gli zii e i cugini
si scaraventarono fuori dalla porta. Nonna Molly alzò gli occhi al
cielo, cercando di rimettere un po’ a posto in salotto. Eravamo rimasti
solo io, Vanessa, mamma e zio Harry. Io continuai a mordermi furiosamente un
labbro.
“Puoi finire di leggerlo, se vuoi.” La voce di
mia madre arrivò alle mie orecchie e quasi mi fece sobbalzare. “Ma
dopo rimettilo dove l’hai trovato.”
Alzai la testa verso di lei, non ero sicura di aver capito
bene.
Lei annuì. “Sei abbastanza grande
adesso.” Disse prima di lasciare la stanza anche lei.
Io rimasi ferma in silenzio per un po’, riflettendo su
quello che era appena successo. Mi voltai verso lo zio Harry, che era ancora in
salotto e si passava una mano sulla tempia. All’improvviso arrossii come
una sciocca pensando che in fondo a leggere quel libro mi stavo facendo i fatti
dello zio.
“Mi dispiace.” Dissi di nuovo.
Lui alzò gli occhi su di me, sorpreso, e si sciolse
in un sorriso. “Non devi essere dispiaciuta, Rosie. Devi la tua
curiosità per i libri a tua madre, dopotutto. E suppongo che non farti
scrupoli per entrare nella Sezione Proibita, beh, siano i geni di tuo
padre.”
Io risi. “Papà non farebbe niente del
genere.”
Zio Harry alzò un sopracciglio divertito. “Ti
consiglio di rileggere attentamente quel libro.” Disse prima di uscire insieme a tutti gli
altri.
Vanessa si avvicinò a me a bocca aperta e gli occhi
fuori dalle orbite. Scosse la testa incredula. “E pensare che avrei
potuto perdermi tutto questo. Wow.”
Io la fissai perplessa. “Riusciremo mai a passare un
Natale normale?”
Lei scosse la testa. “No. Non dai Weasley.”
Sagge parole.
**
Quando tornammo a casa quella sera ero sfinita. Dopo il
triste incidente, eravamo usciti tutti quanti a fare a pallate di neve. Per un
po’ io e Vanessa eravamo riuscite a tenere un discreto vantaggio, ma mio
padre ad un certo punto ci aveva preso alle spalle e con una valanga ci aveva
ricoperte di neve, infradiciandoci da capo a piedi.
“Andate subito a mettervi dei vestiti asciutti.”
Disse mamma appena rientrammo a casa.
Papà allargò le braccia ridendo. “Oh
andiamo, Hermione, che problema c’è?” Agitò la
bacchetta verso di noi e in un attimo i nostri vestiti tornarono asciutti.
Mamma mandò un’occhiataccia a papà, che disapprovava usare
la magia per qualsiasi cosa, perché sosteneva che non avremmo mai
imparato a fare niente da soli.
Hugo corse subito in cucina a frugare nella dispensa.
“Possiamo andare a trovare lo zio Charlie in estate?”
“Hugo, hai mangiato due chili di polpettone a
tavola!” Lo brontolò la mamma. “E dobbiamo vedere, io e tuo
padre siamo sempre molto impegnati con il lavoro, non so se riusciremo a
liberarci.”
“Beh, potreste mandare me e Rosie da soli.”
Disse Hugo mentre addentava un biscotto.
“Io…” Iniziò la mamma allarmata, ma
papà la fermò posandole una mano sulla spalla.
“Va bene, Hugo.” Disse papà.
“Potrai andare dallo zio Charlie in estate se da adesso fino alla fine
della scuola non ti farai mettere in punizione.”
Mamma sorrise soddisfatta, mentre Hugo spalancò la
bocca lasciando cadere il biscotto. “Ma non è giusto! Questo
è un ricatto!”
“Vedilo più come un compromesso.” Disse
papà sorridendo tra sé.
Hugo sbuffò e se ne andò al piano di sopra,
portando con sé l’intera busta dei biscotti. Io lo guardai andare
via e poi mi voltai verso i miei genitori che se la ridevano sotto i baffi.
“Non riuscirà mai a non farsi mettere in
punizione.” Commentai io. “Potevi dirgli subito che non volevi che
andassimo dallo zio Charlie.”
Mamma scosse la testa. “Non è che non voglio
che ci andiate, è che vorrei essere presente quando lo zio
deciderà di farvi abbrustolire su uno dei suoi Draghi e
quest’estate non posso proprio allontanarmi dal Ministero.”
“Come sempre.” Dissi io roteando gli occhi. Mi
sedetti sul divano e Vanessa mi seguì a ruota.
Papà guardò Vanessa divertito. “Immagini
cosa sia per me stare a casa con Rose e con Hermione contemporaneamente?”
Vanessa ridacchiò e scosse la testa. “Rosie non
è così male quando è a scuola.”
“Oh, buono a sapersi.” Fece papà ironico,
poi si voltò verso di me. “E’ bello sapere che conservi
tutte le tue energie negative per noi, Rose.”
Io aprii la bocca offesa. “Io non conservo le energie
negative per voi!”
“No, infatti,” fece Vanessa ridacchiando.
“Le conserva per Malfoy.”
Papà fece un sorriso enorme, sapevo che era
soddisfatto di me. Lui non sopportava Malfoy. Nessuno di loro. Mamma, come me,
se ne accorse e lo guardò male. “Ron, smettila subito!”
“Di fare cosa?” disse lui innocentemente.
“Non sto facendo un bel niente!”
Mamma continuò a fissarlo torva. “Lo sai cosa
stavi facendo.” Disse. “E Rose, non devi per forza dare fastidio a
Malfoy perché è quello che vorrebbe tuo padre.”
“Oh no, do fastidio a Malfoy perché è
semplicemente insopportabile” Feci io.
Papà allargò le braccia. “Visto?”
Mamma sospirò e chiuse gli occhi per un secondo.
“Io ci rinuncio, Ron, tu e i tuoi stupidi stereotipi. Possibile che dopo
più di dieci anni tu non riesca ad andare oltre e pensare che forse la
guerra è finita e nessuno cerca di riportare in vita il Signore
Oscuro?”
Tutto d’un tratto papà si rabbuiò e mi
fece quasi paura. Papà era sempre solare. “Oh beh, scusami tanto,
Hermione, se mi preoccupo che i nipoti di quelli che ti hanno quasi ucciso non
siano gente a posto. Hai ragione, è proprio stupido essere
sospettosi!”
Mamma cominciò a sbraitare. “Per l’amor
del cielo, Ron! Scorpius Malfoy ha solo sedici anni!”
“E quanti anni aveva Draco quando ha fatto penetrare i
Mangiamorte nel Castello?” Fece papà accusatore.
Io e Vanessa ci facemmo piccole piccole sul divano, con il
timore di disturbare la loro lite. Questa volta mamma non trovò niente
da ribattere, fissò papà per quasi un’eternità prima
di dire con un filo di voce.
“Le cose sono cambiate.”
“Voglio sperare.” Fece papà duro.
“E non puoi prendertela con me solo perché cerco di proteggere la
mia famiglia.”
Mamma sospirò di nuovo. “Non lo faccio. Ma tu
cerchi di metterli contro solo perché ti va. Non ci sarebbe niente di
male se fossero amici, sai?”
Stavolta io scattai su. “Io non voglio essere amica di
Malfoy!”
“Non è questo il punto.” Mi zittì
mamma.
Papà si arrese alzando le mani. “Va bene, come
vuoi, lo ammetto. Sapere che Rosie lo detesta mi fa molto piacere e lui non mi
piace. Nessuno dei Malfoy mi piace e sono pieno di pregiudizi. Ma non riesco a
levarmi dalla testa, neanche per un secondo, l’immagine di te che…”
La voce di papà gli morì in gola.
Mamma mandò uno sguardo fugace verso di me e si morse
un labbro senza guardare verso papà. “Lo so.” Disse.
“Mi dispiace.”
“Possiamo non parlarne più?”
“Ok.”
Io e Vanessa ci guardammo a disagio. Mi schiarii la gola e
piano ci alzammo dal divano. “Bene, noi andremmo a letto.”
Sgattaiolammo veloci al piano di sopra e ci fermammo alla cima delle scale,
spiando di sotto i miei genitori.
Mamma e papà rimasero qualche minuto in silenzio,
guardandosi l’un l’altro. Poi mamma fece qualche passo avanti e si
buttò tra le braccia di papà come la migliore scena di un film
strappalacrime. Papà le accarezzò i capelli, continuando a
ripeterle che gli dispiaceva di aver tirato fuori l’argomento.
Io mi sentii stringere il cuore. Avrei dovuto ricordarmi che
Malfoy era una parola taboo in casa mia.
**
Ragazzi, se vi posso
fare una confidenza… a me questo capitolo non piace per niente XD
Però è
venuto fuori così e non riuscirei mai a riscriverne un altro, anche
perché rischierei solo di peggiorarlo, quindi lo lascio così.
Mi dispiace ma questa
volta non posso farvi i ringraziamenti lunghi perché ho un sacco di cose
da fare, ma sono comunque onoratissima di aver ricevuto tante recensioni ed
è quello che mi spinge a scrivere e non fermarmi mai.
Grazie a hele, sif, DeeplyBellatrix, Mariuccia,
Milla Nafira, Nabiki93, Edvige86, ThePirateSDaughter, Hermione96,
PrincipessaGin… <3
Purtroppo le Vacanze erano finite anche per noi, sebbene con due giorni
di ritardo, e quella mattina eravamo partiti con mamma e papà per
tornare al Castello
DON’T TELL DAD
11. Never trust a liar
Purtroppo le Vacanze erano finite anche per noi, sebbene con
due giorni di ritardo, e quella mattina eravamo partiti con mamma e papà
per tornare al Castello. Partiti era una parola grossa, dato che la Professoressa
McGrannitt aveva dato il permesso alla mia famiglia di
viaggiare con la
Metropolvere fino al suo ufficio. A volte essere la figlia di
due eroi di guerra era estremamente conveniente.
Io e Hugo andammo per primi. Tossicchiai un po’ per la
fuliggine e una volta che riaprii gli occhi la sagoma della Professoressa
McGrannitt si erigeva imponente di fronte a noi. Uscimmo dal camino e ci
ripulimmo un po’.
“Professoressa McGrannitt.” Dissi io per salutare.
Hugo al mio fianco tossì quasi a mo’ di saluto.
“Bentornati ad Hogwarts.” Disse la Professoressa mentre
mamma e papà comparivano alle nostre spalle insieme a Vanessa.
“Spero che abbiate passato delle buone vacanze. I vostri bauli vi
aspettano già ai piedi dei vostri rispettivi letti.”
Papà si fece avanti sorridendo. “Grazie,
Professoressa. Ci ha tolto davvero un gran peso, quei bauli sono…
ahia!”
Mamma aveva tirato una gomitata a papà. “Quello
che Ronald vuole dire è che le siamo grati di questo incontro e di
averci concesso di portare i ragazzi con la Metropolvere fino al
suo ufficio.”
Noi tutti trattenemmo un sorriso e notai anche la Preside cercare di tenere
le labbra in una linea retta, senza troppo successo. “Non
c’è bisogno che parli per il signor Weasley, so già che
cosa volesse dire. Non è vero, Ronald?”
Papà si grattò la nuca e ridacchiò.
“Credo di sì.”
La
Professoressa McGrannitt si voltò
verso di noi. “Bene.” Disse. “Andate pure nei vostri
Dormitori, sono sicura che tutti i vostri amici non vedono l’ora di
rivedervi.”
Salutammo mamma e papà, che si raccomandarono di fare
i bravi anche se penso che parlassero più ad Hugo che a me, e dopo un
saluto educato alla Preside scendemmo le scale che si spostarono per noi
facendoci arrivare con i piedi per terra.
Ci avviammo verso i Dormitori, felici di essere di nuovo a
scuola. Non vedevo l’ora di raccontare alle gemelle delle nostre vacanze
a casa e di zio Charlie che ci aveva promesso che ci avrebbe portato a vedere
un Drago vero.
“Rosie! Vanessa!”
Io e la mia migliore amica ci ghiacciamo sul posto. Avevo
voglia di urlare, eravamo tornate da meno di dieci minuti e già quella
voce petulante entrava nelle mie orecchie. Ci voltammo molto lentamente con un
sincronismo perfetto, con la stessa faccia afflitta e con lo stesso sospiro. Hugo
diventò verde, come se avesse visto un Troll, e indicò alle sue
spalle.
“Io devo proprio andare.”
“Codardo!” Sussurrai io.
Paula corse verso di noi, allegra. “Siete tornate
finalmente! Non sapete che gioia vedervi di nuovo, stare da sola con le gemelle
è stato un po’ triste, sapete? Ehi, Rosie, ho sentito che i tuoi
genitori sono al castello, è per questo che siete rientrate solo oggi?
Che devono dirsi con la
Preside?”
Mi sentii un attimo frastornata da tutte quelle domande.
“Ehm… a dire il vero, non so.”
“Beh, deve essere una cosa importante!” Annuii
tra sé vagando altrove con la mente. “Pensi che tuo padre me lo
farà un autografo? Cavolo, non mi sono neanche truccata oggi!”
Vanessa alzò un sopracciglio. “Sono sicura che
il Signor Weasley non ci farà caso.”
“Speriamo!” disse tutta emozionata. “Se
non dovessi incontrarlo di persona, ti dispiacerebbe chiedergli un autografo
per Paula Vegas?”
Io scossi la testa. “No, va bene.” Ma da quando
la gente chiedeva autografi a papà?
Vanessa la fissò come se fosse pazza. “E che te
ne fai di un autografo del papà di Rose?”
Paula fece una faccia come se stessimo chiedendo qualcosa di
ovvio. “Pronto?! Nessuno vi ha detto che Ron Weasley è un eroe di
guerra? Che cosa vuoi che ci faccia, lo terrò sotto il cuscino e ci
dormirò ogni notte! Ovvio!”
Sentii il mio stomaco ribaltarsi, non sapevo se fosse
perché Paula aveva una cotta per mio padre o perché avesse una
cotta per un uomo sposato. Vanessa al mio fianco fece una faccia disgustata,
come se stesse leggendo i miei pensieri. “Paula, è il padre di
Rose!”
“Lo so.” Fece lei eccitata. “Non è
grandioso!”
Come se la presenza di Paula non bastasse, da dietro
l’angolo spuntarono Malfoy e il suo branco e tutto ad un tratto un pensiero
mi colpì. Le vacanze erano davvero finite. Paula continuò a
ciarlare di mio padre ma io non stavo veramente ascoltando, continuavo a
guardare Malfoy da lontano, che sembrava volermi perforare con i suoi occhi di
ghiaccio. Aspettai quiete fino a che non raggiunse il mio fianco.
“Bentornata, Weasley.”
Io e Vanessa spalancammo gli occhi. Okey, non era proprio il
genere di ben ritrovato che mi aspettavo da Malfoy. Paula mandò fuori
una risatina sciocca guardando prima me, poi Malfoy.
Io lo fissai un po’ incerta. “Grazie?”
dissi quasi a mo’ di domanda.
Malfoy ghignò. “Cominciavo a sperare che
saresti rimasta a casa per il resto dell’anno, ma suppongo di aver
sprecato tutti i miei desideri a Natale.”
Potevo scioccamente illudermi che per una volta Malfoy
potesse essere gentile? “Non tutti i desideri si avverano, Malfoy,
altrimenti tu saresti sparito da questa scuola dal primo anno.”
“Quanto sarcasmo ti hanno regalato a Natale,
Weasley?” Ghignò prima di incamminarsi lungo il corridoio e
proseguire con la sua banda di smidollati. Vanessa scosse la testa, schifata,
ed io continuai a guardarlo mentre se ne andava via.
“Idiota.” Borbottai.
Paula ridacchiò. “E’ stato proprio
carino. Devi piacergli davvero molto, Rose.”
Io e Vanessa ci voltammo shockate verso di lei. Sicuramente
dovevo aver capito male. “Come scusa?”
“Andiamo, non mi dire che non te ne sei
accorta?” Rise Paula. “Perché diavolo credi che continui ad
insultarti?”
Alzai un sopracciglio come se fosse ovvio. “Per
abitudine?”
“Non essere sciocca! Tu gli piaci, Rose, e molto. I
ragazzi fanno così per conquistare le ragazze.”
“Le insultano?” Chiesi io sempre più
perplessa. O shockata. O confusa. Non avrei saputo dire.
Vanessa la fissò stupidita. “Veramente Gill mi
ha regalato dei fiori.”
Paula scosse la testa ridacchiando come una gallina. A volte
mi metteva paura. “Ma no, non è insultare… è un modo
per far vedere che si interessa a te!”
“Quindi,” ripresi il discorso con molta
confusione nella mia testa. “Se io andassi dal professor Neville e gli
sputassi in faccia sarebbe come dire che sono follemente innamorata di
lui?”
Vanessa scoppiò a ridere al mio fianco e io cercai di
trattenere un sorriso. Paula non sembrò apprezzare la cosa, si
posò le mani sui fianchi e mise su un cipiglio scuro.
“Ma insomma, Rose, proprio da te non me lo aspettavo!
Non eri tu che dicevi che prima di sposarsi i tuoi genitori non facevano altro
che litigare! Quello è il vero
amore!”
Mi ghiacciai di colpo. Beh, sì, i miei litigavano
tuttora in effetti. Ma era una situazione completamente diversa dalla mia e
soprattutto io e Malfoy eravamo due persone totalmente diverse dai miei
genitori. E poi i miei genitori erano amici prima di sposarsi.
“Sì, ma i miei genitori erano amici.”
Dissi convinta.
Vanessa smise di ridere e scosse la testa. “Andiamo,
Paula, stai leggendo troppi romanzi rosa ultimamente. Vedere il vero amore tra
Rose e Malfoy è come sperare di vedere il Professor Vitious crescere di
trenta centimetri!”
Paula si inviperì. “D’accordo!”
disse secca. “Come volete. Ma quando vi metterete insieme ricordati di
me, Rose!”
Senza dire un’altra parola strinse a sé i suoi
libri, girò i tacchi e se ne andò, lasciando me e Vanessa in
piedi di fronte al niente. Rimanemmo immobili per non so quanto prima di
voltarci l’una verso l’altra.
“Paula è pazza.” Disse Vanessa con
convinzione.
“Non che avessi dubbi a riguardo, Vì.”
**
Finalmente riuscimmo a tornare al nostro Dormitorio, anche
se ci avevamo impiegato quasi mezz’ora dato che chiunque ci incrociasse
per i corridoi ci aveva fermato per sapere perché fossimo tornate due
giorni dopo. E tutti avevano fatto la stessa faccia di Paula quando avevano
saputo che Ron Weasley e Hermione Granger erano al castello. Forse per me era
talmente normale avere dei genitori così che non facevo neanche
più caso a cosa volessero dire i loro nomi.
“Ma da quando tutti trovano strano che mamma e
papà vengano al castello?” Chiesi io a Vanessa mentre salivamo la
scalinata del Dormitorio.
Lei scrollò le spalle. “Non lo so. Insomma, per
me è talmente normale che…”
“Sì, so cosa intendi.”
Aprii la porta della nostra camera e le gemelle ci saltarono
letteralmente addosso. Mi sbilanciai un po’ indietro cercando di non
cadere, e ridacchiammo tutte insieme come delle oche. Non appena ci rilasciarono,
chiusi la porta alle mie spalle e respirai aria di casa. L’altra casa.
“E’ bello essere tornate!”
Sol cominciò subito a sbraitare. “Y con dos giorni de retardo! Donde
estabaìs? Abbiamo stato dos giorni solas con Paula!”
Io risi e alzai le spalle. “Lo so, scusate ma mamma e
papà dovevano venire al castello e la McGrannitt ci ha
concesso di poter venire con loro. Veniamo giusto dalla Presidenza, siamo
tornate un’oretta fa.”
“Una hora?” Chiese Gaby. “Y donde ha stato
fino a ora?”
Vanessa si buttò sul letto, sfinita. “Abbiamo
cercato di tornare al Dormitorio, ma sembra che tutti stiano facendo una festa
nazionale del fatto che i genitori di Rosie sono qui. Che cosa c’è
di strano poi, sono ex-studenti.”
Sol ci guardò con un sopracciglio inarcato. “La
gente es estupida.” Disse. “Como han sido le vacanze?”
Mi voltai a guardare Vanessa, che ricambiò il mio
sguardo in maniera eloquente. Sorrisi. “Beh, sono state… strane. Ma
divertenti. Oh, e zio Charlie a promesso a me e ad Hugo che quando andremo a
trovarlo ci farà vedere un Drago vero. Però se incontrate mia
madre non diteglielo.”
“Tranquila, Rosie.” Gaby mi fece un bel sorriso.
“Hay una cosa che tengo che preguntarte… che e esta historia che
estàs con Al?”
Io alzai gli occhi al cielo. “Oh ti prego!” sospirai.
“Ve l’ha detto Paula, non è vero? Si è fissata con
questa storia che io ed Al stiamo insieme. A volte non so se si rende veramente
conto delle cose che dice.”
“Beh,” fece Vanessa. “Pensa anche che
Malfoy sia innamorato di te.”
Le gemelle scoppiarono a ridere. Sol si tenne addirittura la
pancia dal ridere. “No
sé lo che es màs divertente, tu y Albus o tu y Malfoy!”
Gaby annuì. “Paula està completamente
loca!”
“Gracias!” Dissi io infervorata.
“Cioè, volevo dire grazie! Quello che mi chiedo è se lo
faccia apposta per mettere zizzania o se ha un’immaginazione così
fervida che la porta a credere veramente quello che si immagina. Chi potrebbe
pensare a me e ad Albus insieme? O peggio ancora con Malfoy?!”
Vanessa cercò di trattenere una risata. “Forse la Cooman.”
Gaby rise di nuovo. “La Cooman
es completamente loca.”
A quel punto anche Vanessa scoppiò a ridere. “Ricordi
l’ultima volta che abbiamo fatto lezione al terzo anno? Disse che il
destino di Rose era legato a quello dei suoi genitori e perciò sarebbe
diventata un’eroina di guerra.”
Io la fissai confusa. “Quale guerra?”
Sol, Gaby e Vanessa scoppiarono a ridere tutte insieme.
“Appunto.”
Io scossi la testa pensando alla povera Professoressa
Cooman, non sapevo chi le avesse dato quella cattedra, ma di certo tutti quanti
ci eravamo accorti che non sapeva predire proprio niente. E sul fondo delle
tazzine di tè non c’era scritto il nostro destino, ma rimanevano
solo delle foglie di tè.
Qualcuno bussò alla porta e mi voltai dato che le
stavo dando le spalle. La facetta lentigginosa di Lily fece capolino e
cercò me con lo sguardo.
“Oh bene, sei qui.” Disse con un sorriso.
“Al ti aspetta di sotto.”
Giusto, Al. Non lo vedevo da Natale. “D’accordo,
grazie Lily. Scendo subito.”
Lily annuì e se ne andò. Io mi voltai di nuovo
verso le ragazze e indicai la porta alle mie spalle. “Scusatemi ma ho un
uomo che mi aspetta, sapete com’è.” Dissi scherzando.
Sol incrociò le braccia al petto e alzò un
sopracciglio. “Paula tenìa razòn. Estàs con Al,
eh?”
Mi toccai il petto cominciando ad arretrare. “Oh
sì, è l’amore della mia vita.” Sentii le altre
ragazze ridacchiare tra loro, mentre io scendevo le scale del Dormitorio
femminile per arrivare da Al che mi aspettava in Sala Comune, dato che non
poteva salire fino alla mia camera.
Al aspettava pazientemente sul fondo della scalinata e io
gli sorrisi non appena lo vidi. Aumentai il passo fino ad arrivare da lui.
“Ehi.” Dissi. “Lily ha detto che mi cercavi.”
Al alzò un sopracciglio. “Non ti vedo da Natale
e tutto quello che mi becco dopo quest’infinità di giorni è
un semplice ‘ehi’? Sei o non sei la mia fidanzata?”
Lo guardai male e finsi una risata. “Ah-ah, davvero
divertente Albus. E non è colpa mia se siamo rientrate solo oggi, mamma
e papà sono dalla Preside. A quanto pare devono discutere di un progetto
per la scuola.”
Lui annuì. “Sì, lo so, papà
è venuto prima di Natale.” Disse. “E a proposito di
Natale… quando diavolo sei andata nella Sezione Proibita?”
Io arrossii e distolsi lo sguardo. “E’ stato
tempo fa, Vanessa ed io non ci parlavamo, così… ho trovato quel
libro, è interessante. Dovresti leggerlo. Te lo passerò quando
avrò finito.”
“Ottima idea, e ottima soluzione per cambiare
discorso. Comunque, volevo solo avvertirti che tutta la scuola pensa che stiamo
insieme. Pare che Paula si sia data da fare a spargere la notizia. Da quando
sono tornato tutti non fanno che fermarmi e chiedermi se è vero?”
Io alzai un sopracciglio. “Beh, spero vivamente che tu
stia rispondendo di no.” Lui mi fissò ovvio. “Lo sapevo
già, Gaby e Sol me l’hanno appena detto. Ma non preoccuparti,
adesso Paula pensa che Malfoy sia perdutamente innamorato di me.”
Al mi guardò e scoppiò a ridere. “Vi ha
visto ad un metro di distanza e vi ha visto già sposati?”
“Una cosa del genere.” Dissi. “Ma sono
sicura che spera che io e te ci lasciamo così posso finalmente mettermi
con il vero amore della mia vita.”
“Giusto.” Fece Al annuendo. Poi fece una smorfia
e mi guardò in tralice. “Natale è stato proprio un bel
casino, eh?”
Anche io mi intristii subito. “E’ di questo che
volevi parlare? Mi dispiace di aver combinato un disastro.”
Al scrollò le spalle. “Non è stato
così male, ho imparato un sacco di cose su mamma e papà, anche se
molte cose che ci sono scritte su quel libro ancora rimangono un mistero.
Papà non ha voluto parlarne, dice che per lui è molto difficile
raccontare e ricordare…”
Mi morsi un labbro. “Pensi che si sia offeso per
quello che ho detto?”
“No.” Fece Al scotendo la testa. “Penso
che gli abbia fatto piacere al dire il vero. L’ha sbloccato per
raccontarci cose che non aveva mai osato fino ad ora.”
Io feci un piccolo sorriso. “Quindi alla fine ho fatto
del bene.”
Anche Al sorrise. “Alla fine si può dire di
sì.”
“Tu come stai invece?”
Al mi guardò come se non avesse capito, poi
capì a cosa mi stavo riferendo. Lo vidi portare lo sguardo verso il
Dormitorio femminile e fare un debole sorriso, come se stesse cercando di fare
una bella facciata solo per me. Scrollò le spalle. “Aspetto un
miracolo.”
“Già.” Sussurrai. “Anche io.”
**
“Rose, aspetta!”
Ero appena scesa dal Dormitorio, erano solo le sette del
mattino, quando sentii la voce di Vanessa che mi chiamava dalla cima delle
scale. Aspettai quiete in Sala Comune, non tanto sicura di aver veramente
sentito la voce di Vanessa, data l’ora. Solo quando la vidi scendere in
fretta e furia realizzai che mi aveva chiamato davvero.
La fissai strano. “Che ci fai in piedi a
quest’ora?”
Lei scrollò le spalle con un sorriso e insieme ci
incamminammo verso la Sala Grande
per fare colazione.
“Non riuscivo a dormire.” Disse. “Ho fatto
un incubo e non sono più riuscita a prendere sonno. E Paula
russa.”
Io ridacchiai appena pensando al ronfare di Paula. Strinsi a
me i libri che tenevo in braccio pensando ai compiti che avevo intenzione di
fare quella mattina, ma che, con la presenza di Vanessa, non avrei fatto.
Vanessa parve accorgersene.
“Scommetto che sono almeno per la prossima
settimana.”
Io scrollai le spalle. “Volevo solo portarmi un
po’ avanti per avere del tempo libero. Ma non importa, li farò
dopo pranzo.”
Vanessa scoppiò a ridere. “Tempo libero? Tu usi
il tuo tempo libero per portarti avanti con lo studio. E’ il cane che si
morde la coda!”
Stavo per ribattere che non era per niente vero, e che usavo
il mio tempo libero per leggere, ma sentii un’altra voce che mi chiamava
dal fondo del corridoio. E per fortuna questa volta non era Paula.
Al corse verso di noi, raggiungendoci nel giro di qualche
secondo. Riprese un po’ fiato e poi ci rivolse un sorriso raggiante che
non gli vedevo da tanto tempo. “Speravo di trovarti già in piedi,
avevo bisogno di un po’ di compagnia. Non sai come sono stati tristi quei
due giorni senza di te.” Poi, come se si fosse accorto di Vanessa solo
allora, si voltò verso di lei. “E tu che ci fai in piedi a
quest’ora?”
Vanessa aprì la bocca ma poi la richiuse.
Aggrottò la fronte. “E’ davvero tanto strano che io sia
già in piedi?”
Io e Al ci guardammo. “Sì.” Rispondemmo
in coro.
“Beh, non avevo sonno!” Disse a mo’ di
scusa. Poi incrociò le braccia al petto e sbuffò, riprendendo a
camminare. Io e Al ci guardammo e scoppiammo a ridere, correndole dietro.
“E dai, Vì, non te la prendere.” Dissi
superandola e camminando all’indietro per guardarla in faccia.
“Devi ammettere che è strano, in sei anni di scuola non ti sei mai
al… ough!”
Appunto personale: mai camminare all’indietro lungo i
corridoi. Mi voltai di scatto, pronta a chiedere scusa, ma feci solo una
smorfia irritata quando vidi che era Malfoy. E come poteva non esserlo, Malfoy
arrivava sempre alle mie spalle.
“Oh, sei tu.” Dissi scocciata.
Malfoy alzò un sopracciglio. “Sai, vorrei
poterti dire che non l’ho fatto apposta, Weasley.” Disse. “Ma
in realtà l’ho proprio fatto di proposito.”
Vanessa roteò gli occhi. “Un Malfoy di prima
mattina. Avrei fatto meglio a rimanere a letto.”
Io lo fissai senza espressione. “E hai qualche
particolare motivo per venirmi addosso ed attaccare bottone o lo fai solo per
passare il tuo inutile tempo?”
“In realtà è perché mi sento in
forma stamattina.” Disse annuendo. “E ho proprio voglia di mettere
in ridicolo qualcuno. E quale migliore preda se non tu, Weasley.”
Al fece un passo avanti e scosse la testa.
“Perché non ti levi dai piedi e ci lasci in pace?”
Malfoy alzò lo sguardo su di lui e ghignò.
“Non stavo parlando con te, Potter. Ma stamattina credo di averne
abbastanza per tutti e tre.”
Io mi misi le mani sui fianchi alzando gli occhi al cielo.
Era così difficile arrivare in Sala Grande e fare colazione?
“Perché non dici quello che devi dire e te ne vai, Malfoy?”
Lui scrollò le spalle. “Che c’è,
hai fretta di tornare in Biblioteca nella sezione proibita o forse durante le
feste hai trovato qualcosa di più trasgressivo?”
Io mi sentii avvampare e ringraziai il cielo che Vanessa e
Al fossero entrambi alle mie spalle. “No, al contrario di te io ho cose
più utili ed interessanti da fare. Perché non passi
dall’ufficio di Gazza, magari ha bisogno di un compagno di giochi.”
Sentii alle mie spalle Al e Vanessa che cercavano di
trattenere una risata. Malfoy li guardò duro, sembrava quasi volesse
perforarli con i suoi occhi di ghiaccio.
“Cos’hai da ridere, Potter? Sei così
dannatamente sfigato che neanche Gazza ti vorrebbe come amico. Sei fortunato
che c’è gente,” disse tornando a guardare me. “che ha
pena di te.”
Al incrociò le braccia al petto. “Meglio soli
che male accompagnati.”
Io alzai di riflesso gli occhi su Malfoy, ricordandomi di
una vecchia conversazione che avevo avuto con lui. Lui fece lo stesso con me,
mi mandò uno sguardo eloquente continuando a sogghignare ma non disse
nulla, come invece mi aspettavo che facesse. Ci sorpassò e di riflesso
noi tre ci voltammo a guardarlo mentre se ne andava via lungo il corridoio.
Solo a metà si voltò di nuovo.
“Ah, dimenticavo Miller, sono sicuro che il tuo
ragazzo non vede l’ora di vederti stamattina.”
Vanessa rimase un attimo interdetta e si voltò verso
di me. “Che cos’avrà voluto dire?”
Io scrollai le spalle. “Non ne ho idea. Su, andiamo a
fare colazione.”
Sfortunatamente scoprimmo molto presto che cosa voleva dire Malfoy.
Ci basto girare l’angolo infatti. Gill Ryan (o quello che se ne poteva
intravedere) se ne stava nel mezzo del corridoio letteralmente avvinghiato a
una bionda del terzo anno. Lo dicevo io che quel tipo non mi piaceva affatto!
Sentii Vanessa trattenere il respiro e praticamente si
pietrificò al mio fianco. Io non riuscii a trattenermi.
“Ma che diavolo…”
La coppia si staccò all’istante sentendo la mia
voce e Gill Ryan ci fissò allucinato. Poi tutto successe talmente in
fretta che non ebbi nemmeno il tempo di realizzare. Un secondo prima Gill Ryan
ci fissava con la faccia da pesce lesso e un secondo dopo era steso a terra
mentre si reggeva la faccia con le mani.
Riuscii a capire cos’era successo solo quando vidi Al
qualche passo in avanti che si massaggiava un pugno.
“Al!” Urlai io.
La biondina aiutò Gill a rialzarsi mentre Al gli
puntò un dito contro. “Sei solo uno sporco, lurido bastardo! Tu
non te la meriti neanche tra un milione di anni una come lei! Sparisci dalla
mia vista e sei fortunato che non abbia tirato fuori la bacchetta!”
Senza farselo ripetere due volte Gill Ryan e la biondina se
ne andarono a tutta velocità. Io rimasi ancora qualche attimo a guardare
Al che ansimava pesantemente. Lo guardai mentre si voltava verso di noi, senza
però rivolgermi neanche uno sguardo. Stava fissando Vanessa e la
guardava con uno sguardo mortificato, quasi come se fosse tutta colpa sua.
Io mi voltai lentamente verso di lei che era rimasta
totalmente immobile. Delle lacrime fugaci le solcavano il viso ed io mi sentii
congelare.
“Vanessa…” dissi soffocato.
Sentii solo un singhiozzo prima che scappasse via e
percorresse tutto il corridoio indietro, tornando verso la
Sala Comune dei Grifondoro. Io rimasi ferma
lì, con Al fermo di fronte a me e ci guardammo senza sapere cosa fare.
Al prese un bel respiro. “I-io… non so
perché l’ho fatto.”
Io mi morsi un labbro. “Oh no, tu lo sai perché
l’hai fatto. L’unica che non lo sa è Vanessa.”
“Credi che se la sia presa?” disse a disagio.
“Insomma, che io abbia picchiato il suo ragazzo?”
“Credo,” dissi iniziando con calma. “che
non gliene possa importare di meno, al momento, che tu abbia picchiato quel
porco schifoso.”
“Giusto.” Disse Al. “Beh, non vai a
consolarla?”
Annuii. “Non ti dispiace, non è vero?”
“Certo che no.”
Mi lasciai Al alle spalle e corsi lungo tutto il corridoio
fino ad arrivare alla Sala Comune, mormorai in fretta la password e salii in
fretta su per le scale delnostro
dormitorio. Gaby, Sol e Paula se n’erano già andate. Il
baldacchino di Vanessa era chiuso ed io con discrezione spostai appena le tende
e mi feci vedere. Vanessa stava, come mi aspettavo, piangendo abbracciata al
suo cuscino. Non appena mi vide scosse la testa.
“E poi mi chiedi perché dormo sempre fino a
tardi. Lo sapevo che alzarsi presto non era stata una buona idea.”
Io sorrisi amaramente e mi sedetti sul letto accanto a lei.
“Beh, se può farti stare meglio a me Gill Ryan non è mai
piaciuto.”
Lei alzò gli occhi completamente umidi al cielo.
“Lo dici solo per farmi stare meglio.”
“Per niente,” dissi io convinta. “Ti
assicuro che ho sempre pensato fin dal primo momento che fosse un emerito
imbecille.”
Vanessa smise per un attimo di singhiozzare e mi
fissò perplessa. “E perché non me l’hai detto subito,
scusa?”
“E come avrei potuto, era tutto quello che avevi
desiderato!” Feci io. “E finché tu eri felice, ero felice
anche io.”
Lei annuì e continuò a singhiozzare
lievemente. “Certo che Al gli ha dato proprio un bel cazzotto.
Chissà perché l’ha fatto poi. Credevo che Al fosse un tipo
tranquillo e che non si mette in prima linea.”
“A dire il vero di solito è così.”
Al era un tipo tranquillo. “Ma
sai cosa, Al ha un gran cuore e non sopporta di vedere qualcuno che soffre. E
non sopporta nemmeno le ingiustizie.”
Era quasi la verità. Non potevo dirle che
l’aveva fatto perché era perdutamente innamorato di lei e non
poteva sopportare che qualcuno la facesse soffrire. Al mi avrebbe staccato la
testa se lo avessi fatto.
“Già.” Fece Vanessa pensandoci su.
“Adesso sarò lo zimbello della scuola.”
“Non sarai lo zimbello di nessuno.” Dissi io
porgendole un fazzoletto.
Lei lo prese senza asciugarsi le lacrime, se lo
rigirò tra le dita nervosamente. Poi mandò fuori mezza risata.
“Pensa che umiliazione sarà adesso scendere in Sala Grande. Paula
mi ha vista piangere e ha già tratto le sue conclusioni. E’ uscita
di corsa, sono sicura che è andato a dirlo a tutti.”
Io feci una smorfia. “Senti, la gente non sta molto
dietro a quello che dice Paula. E’ vero, ne parleranno, ma nel giro di
una settimana sarà tutto finito.”
“E non posso semplicemente rinchiudermi in dormitorio
per una settimana?” Chiese lei tirando su col naso.
“Potresti,” dissi io. “Ma la gente
penserebbe che sei talmente disperata da non volerti nemmeno alzare dal
letto.”
Vanessa mi fissò un attimo e scoppiò di nuovo
a piangere. “Ma io sono disperata!” frignò.
Io sospirai non sapendo più cos’altro dire.
Feci vagare un po’ gli occhi sulla stanza prima di riprendere fiato.
“Beh, la sai una cosa, se per caso te ne fossi dimenticata io sono uscita
con Lysander Scamander.” Vanessa alzò di nuovo gli occhi su di me,
interessata. “Ed è vero, l’ho fatto perché ero
disperata e tutti ne hanno parlato per una settimana, almeno. Ma guardami
adesso, sto bene e nessuno parla più di me.”
Lei tirò su col naso ma rimase impassibile.
Mi passai una mano sulla tempia. “Gaby e Sol erano qui
quando sei rientrata?”
Lei annuì la testa. “Sì.” Sembrava
essersi un attimo ripresa. Come sospettavo, niente poteva essere peggio di
uscire coi gemelli Scamander, neanche un tradimento. “Erano qui con Paula
quando sono rientrata. Quando Paula è corsa fuori loro le sono corse
dietro cercando di fermarla, ma non credo che ci siano riuscite. Nessuno ferma
Paula in questi casi.”
“Non sottovalutare le gemelle. Sol potrebbe riuscire a
linciarla più velocemente di quanto pensi.”
Vanessa annuì e si avvolse nella coperta, come se
sentisse freddo. Io mi spostai accanto a lei e rimanemmo per un po’ in un
religioso silenzio. Sobbalzammo entrambe quando sentimmo la porta aprirsi e
tesi l’orecchio cercando di capire chi fosse dal rumore dei passi. Erano
le gemelle, entrambe con una faccia mortificata.
“Ehi.” Sussurrò Sol. “Vanessa
perdona pero no siamo riuscite a fermarla.”
Vanessa scosse la testa e si appoggiò contro di me.
Io feci lo stesso. “Non vi preoccupate, non è colpa vostra.”
Rimasero un po’ sulla porta senza sapere cosa fare. Io
feci posto sul letto e feci un debole sorriso. Vanessa mi capì al volo e
fece cenno di venire avanti.
“Credo che ci entriamo tutte e quattro.”
Gaby e Sol ci raggiunsero sul letto e rimanemmo tutte e
quattro abbracciate per non so quanto tempo. Chiusi gli occhi, avvolta dal
tepore delle mie amiche e pensai che infondo anche se nella vita avessi
incontrato difficoltà, anche se le mie amiche avessero incontrato
difficoltà, ci saremmo sempre ritrovate su un letto abbracciate come
delle bambine.
**
Ragazzi lo so che sono
un po’ in ritardo ma me ne è capitate di tutte, dal pc in tilt a
photoshop che non collaborava, a questo capitolo che era un po’
disastrato e andava rimesso a posto.
Mi dispiace tantissimo
ma sono troppo di corsa e neanche stavolta ce la faccio a ringraziarvi uno per
uno, sappiate solo che mi riempie di gioia leggere le vostre recensioni, siete
la mia forza e ciò che mi spinge a scrivere. In più mi fa davvero
piacere di persone che non recensiscono mai e invece si soffermano sulle mie
storie, grazie grazie grazie!
PrincipessaGin, Gioem106, Hermione96 (E’ stata una bella svista quella di Fred XD), Mariuccia, Sif, ThePirateSDaughter, hele, Edvige86, Nabiki93,
Lunitari (grazie, grazie, grazie, mi ha fatto molto piacere la tua
recensione)
Dopo una settimana Vanessa aveva ricominciato ad uscire dal dormitorio e
aveva smesso di piangere durante la notte
DON’T TELL DAD
12. I’msick
Dopo una settimana Vanessa aveva ricominciato ad uscire dal
dormitorio e aveva smesso di piangere durante la notte. Io e Al avevamo fatto
del nostro meglio per riuscire a tirarla un po’ su di morale e lei
qualche volta aveva fatto un debole sorriso, ma non avevo capito se fosse
sincero o se lo facesse per farci contenti.
Era un lunedì mattina quando
ci trovammo a colazione tutti insieme: io, Al, Vanessa, le gemelle e Vincent che in occasione si era unito al nostro tavolo.
Ovviamente Paula non si vedeva in giro da una settimana, perché sapeva
che doveva starci alla larga o qualcuno
l’avrebbe uccisa lentamente. Doveva già essere grata se nessuno di
noi l’aveva ancora soffocata nel sonno.
“Se vuoi proprio saperlo, Gill
è sempre stato un idiota.” Disse Vincent dal fondo del tavolo.
Vanessa sospirò e fece una smorfia. “Beh, credo
che adesso ce ne siamo accorti proprio tutti
quanti.”
Gaby alzò gli occhi al cielo. “Eporque piangi por un
cretino?”
Vanessa si morse un labbro ed io scossi la testa. “Mi
spiace ammetterlo ma Gaby ha ragione. Nessuno ti sta dicendo che non è giusta la reazione che hai avuto,
chiunque avrebbe fatto lo stesso al tuo posto. Ma adesso devi reagire,
distrarti, andare oltre.”
Sol annuì.
“Exactamente! El principe azzurro puede ser màs vicino de lo che
pensi.”
Al si mosse chiaramente a disagio al fianco di Vanessa e per
fortuna nessuno altro oltre a me notò quanto
fosse arrossito. Vanessa non sembrava accorgersi proprio di niente, forse era
ancora troppo affranta per guardarsi intorno e capire
cosa succedesse attorno a lei.
“Non lo so…” Disse Vanessa con una vocetta, quasi non avesse voglia
di parlare. “Per anni ho pensato che Gill fosse
quello giusto e si è rivelato essere solo uno
smidollato senza cervello. Non voglio rimanere scottata una seconda volta.”
Vincent scosse la testa passando
un braccio attorno alle spalle di Gaby. “Non fare di tutta l’erba un fascio. Insomma, io non farei mai una cosa simile.”
“Si sòlo lo piensas, te voy a matar.”
Sussurrò Gaby sottovoce.
Sol rise. “Nopuedoimaginar Al che se
dà un cazzotto a Gill.”
Vanessa saltò su improvvisamente attenta e si
voltò verso Al. “Oh, è vero! Non
ti ho ancora ringraziato per quello che hai fatto. Grazie davvero, Al.”
Al diventò improvvisamente tutto rosso dalla vergogna
e scosse la testa freneticamente schiarendosi la gola. “Ma no, non è stato niente! Chiunque l’avrebbe
fatto al mio posto…”
“Beh, io non l’ho fatto.” Dissi
lanciandogli un’occhiata eloquente. “Sono rimasta ferma senza far
nulla. Tu sei l’eroe.”
Vanessa annuì d’accordo con me. “Rosie ha ragione, sei stato molto coraggioso.”
Vincent si grattò la nuca.
“Beh, sì, ma è anche vero che Rose non avrebbe
certamente potuto tirare un cazzotto a GillRyan. Insomma è una ragazza, non avrebbe avuto la
forza di farlo.”
Gaby rise di gusto e alzò un sopracciglio. “Nuncahas visto le fatture di Rosie.”
Vincent fu per un attimo
intimorito da me, ma io gli sorrisi caldamente e lui si rilassò. Mandai un’occhiata all’orologio, erano
già le nove e mezza. Non avrei avuto lezione fino alle undici, ma volevo
passare dalla Biblioteca per mettere a punto le ultime
relazioni che avevo scritto. Finii in fretta la mia colazione e salutai tutti,
correndo lungo il corridoio della Sala Grande.
Mi sentivo terribilmente in colpa ad aver lasciato Vanessa
da sola, ma non potevo fare altrimenti, non sarei mai
riuscita a concentrarmi con lei a fianco. Senza contare che la settimana
trascorsa ero rimasta indietro proprio per starle accanto, nonostante lei mi
avesse implorato di lasciar perdere e che poteva
benissimo rimanere da sola. Ma sapevo che non era
vero.
E mi sentivo doppiamente in colpa perché avevo
lasciato Al ad occuparsi di Vanessa, nonostante
sapessi bene che tutto quello che voleva era starle alla larga.
“Tutta sola, Weasley? La tua
amica si è gettata nel Lago dal dolore?”
Alzai gli occhi al cielo frenandomi di botto. Senza ombra di dubbio ero sotto l’influenza di una
cattiva stella e neanche l’anno nuovo aveva aiutato questo influsso
negativo. Mi voltai lentamente, sapendo già a cosa sarei andata in
contro e non avevo voglia di litigare.
“Malfoy,”
dissi. “E’ sempre una carie ai denti vederti.”
Lui ghignò e fece un passo verso di me. “E’ così che mi ringrazi, dopo che ho avvertito
la tua amica su quello che stava facendo il suo ragazzo?”
“Avvertito?!” Chiesi io
incredula. “L’hai derisa ancor prima che lei sapesse cosa stava
succedendo!”
Scrollò le spalle. “Era il massimo che potessi fare.” Disse come se la cosa non lo toccasse
minimamente. “C’è qualcosa che mi impedisce
di essere gentile nei vostri confronti. Forse è questione di
genetica.”
“Forse è perché sei uno stronzo.” Dissi io fissandolo negli occhi. Era
così vicino che potevo vedere ogni sfumatura di quelle iridi che da
lontano sembravano un grigio piombo insignificante. Per la prima volta in sei
anni li guardai veramente e notai che attorno alle sue pupille, in mezzo a
tutto quel grigio, degli spiragli azzurri si facevano
strada, come dei piccoli barlumi di cielo in mezzo alle nubi.
Malfoy alzò un
sopracciglio. “Ti senti bene, Weasley?”
Io feci un balzo indietro e solo allora mi
resi conto di essermi incantata. “No. Sì. Cioè… stavo solo guardando i tuoi
occhi…”
Malfoy mi guardò come se
fossi totalmente uscita di senno. “Tu stai decisamente male.”
“Sì, lo penso anche io.” Sussurrai
più a me stessa che a lui. D’un tratto la
voce di Paula mi rimbombò nella testa.
Tu gli piaci, Rose.
Scossi la testa freneticamente, come se
potessi scacciare quella voce solo con il movimento del capo. Malfoy rimase immobile davanti a me ma
continuò a guardarmi come se mi mancasse qualche rotella.
“Non scuotere troppo forte, Weasley,
rischi che ti esca il cervello da un orecchio.”
Tu gli piaci, Rose, e
molto.
“Sta zitto!” Urlai, non so
bene se al mio cervello o a Malfoy.
Lui non disse niente. Incrociò le braccia al petto e
si mise immobile davanti a me, scrutandomi per bene. Rimanemmo
qualche minuto in silenzio, poi spostò il peso sull’altra
gamba e accennò ad un sorriso. “Sai, Weasley,
penso che nell’intero universo non ci sia niente di più
interessante di te. Dovrebbero condurre delle indagini scientifiche di come possa una persona essere così brillante nello studio
e così idiota nella vita.”
Io ribollii di rabbia, sentendo la pelle cominciare a
scaldarsi. “Ti ho detto di stare zitto!” Urlai. “Io non sono
un’idiota, sei tu con la tua influenza negativa e ogni volta che ti
avvicini a me succede qualcosa di spiacevole. Sei come un Malocchio
portatile.”
“Un Malocchio portatile?” Alzò lentamente
un sopracciglio bianchissimo. “Ne ho sentite tante di offese,
ma questa è senza dubbio la più originale.”
Ero esasperata e tutto quello che volevo era che se ne andasse. Chiusi gli occhi. “Sinceramente, Malfoy, perché perdi tempo a chiacchierare con
me?”
Riaprii gli occhi appena in tempo per vederlo scrollare le
spalle. “Mi annoio.” Disse.
Se ne andò via lasciandomi
confusa in mezzo al corridoio. Con tutte le cose che si potevano fare adHogwarts per intrattenersi,
possibile che Malfoy avesse scelto proprio me.
Cominciavo seriamente a ripensare alle parole di Paula, nonostante continuassi
e pensare che fosse pazza, e che ora cominciavano ad avere, seppur minimo, un
senso.
E davvero aveva detto che ero la
cosa più interessante dell’universo?
**
Inutile dire che dopo quell’incontro (o scontro) con Malfoy,
non ero più riuscita a studiare una sola pagina. Ero
rimasta in Biblioteca due ore china sul solito libro senza riuscire a
focalizzarmi su una sola parola. Madama Pince mi aveva guardato un po’ sbigottita ma non ero proprio in vena di dare spiegazioni a
nessuno.
Stavo quasi per uscire e andare a cercare Vanessa ed Al
quando andai a sbattere contro qualcuno e alzando gli
occhi mi resi conto che ero andata a sbattere contro Lysander,
che mi sorrise col suo solito sorriso svampito. Com’è che tutte le
volte che andavo a sbattere contro qualcuno in
biblioteca, era sempre Lysander?
“Ehi, ciao.” Dissi io, un po’ in
imbarazzo. Era passato così tanto tempo
dall’ultima volta che l’avevo visto che non sapevo neanche cosa
dire. “Come… va?”
Lui fece di nuovo un sorriso e annuì. “Molto
bene, grazie Rose.” Poi mi fissò con i suoi grandi occhi a palla e
mi sentii come se mi stesse guardando dentro.
“Ho sentito di Vanessa. Mi dispiace.”
“Oh!” Feci io sorpresa. Avevo quasi paura che mi
chiedesse di nuovo di uscire. “Grazie. Le dirò
che ti dispiace, le farà piacere.”
“Dille che se vuole qualche
volta può venire con me e Lorcan a caccia di
Pioni.”
Lo guardai un po’ stralunata, cercando di ricordare
cosa fossero i Pioni, poi sorrisi sforzatamente.
“Glielo dirò senz’altro. A chi non piacerebbe…”
Lasciai cadere il discorso. “Beh, ti auguro una buona giornata, adesso
devo proprio andare.”
“Ciao Rose.” Fece lui con gentilezza.
“Saluta anche Scorpius quando lo vedi.”
Sentii il rumore dei miei tacchi frenare sul pavimento in un
suono stridulo. Mi voltai verso di lui allucinata, non sapevo se ero io che avevo sentito male o se Lysander
aveva davvero detto quello che pensavo che avesse detto. Che
succedeva, adesso Lysander si metteva d’accordo
con Paula per dire stupidate?
“Cosa c’entra Malfoy?” Chiesi allibita e anche un po’
aggressiva.
Lysander non sembrò per
niente offeso dal mio tono. Si limitò anzi a sorridere caldamente come
un bimbo e scrollare le spalle. “Sembrate molto legati.”
Legati? L’unico modo in cui avrei
potuto essere legata a Malfoy, sarebbe stata
con una corda stregata in modo che non potessi romperla neanche con un
seghetto.
“Ma se non facciamo altro che
litigare.” Feci un po’ scocciata.
Lysander alzò un dito.
“Mamma dice sempre: non importa in che forma si è vicini a una persona, l’importante è esserci.”
Stavo quasi per ribattere, poi ricordai che zia Luna diceva
anche che era meglio passare una vita intera alla ricerca di Ricciocorni, che passare un giorno senza essere se stessi.
Mi grattai la nuca e decisi di lasciar perdere la
conversazione.
“Sai una cosa, Lysander? Hai
pienamente ragione.” Dissi arrendendomi. “Adesso devo
scappare.”
Uscii di fretta dalla Biblioteca
dirigendomi verso i sotterranei, con ancora in mente Lysander
e la sua frase insensata. Quando ritrovai Vanessa e ci avviammo insieme a
Pozioni, le raccontai tutto quello che era successo sia con Malfoyche con Lysander. Vanessa mi
aveva guardato un po’ perplessa continuando a camminare al mio fianco.
“Non crederai davvero a quello che dice Paula?” disse come se non potesse credere alle sue orecchie.
“No,” dissi un
po’ incerta. Non ci stavo credendo. “Non sto dicendo
che ci credo. Sto solo pensando che sefosse vero…”
Lei si bloccò e mi fissò seriamente
preoccupata. “Cosa diavolo ti fa pensare che
possa essere vero?”
“Beh, l’hai detto tu che sente
le rose nell’amortentia.” Dissi io abbassando
la voce e arrossendo un po’ sulle guance.
Vanessa scoppiò a ridere. “Rosie,
è stata solo una stupida coincidenza. Ed io stavo solo scherzando. Andiamo, come potrebbe uno come
Malfoy essere interessato a te?”
Avevo capito male, non è
vero? “Che cosa vorresti dire?”
Vanessa si rese conto di essersi espressa male. Portò
le mani avanti e scosse la testa. “Oh no, Rose, non intendevo
dire che non sei alla sua altezza. Quello che cercavo di farti capire è
che lui è un Malfoy, e da decenni i Malfoy e gliWeasley
sono praticamente inavvicinabili.”
“Oh.” Feci io annuendo. Era vero, non avrei
saputo dire da quanto andava avanti questo conflitto tra le due famiglie, ma
sapevo che precedeva di gran lunga l’epoca dei
nonni. “Sì, hai ragione, è una cosa davvero fin troppo
stupida.”
Vanessa mi sorrise e riprese a camminare verso i
sotterranei. Io feci altrettanto, seguendola ancora immersa tra i miei
pensieri. Mi resi conto di essere arrivata solo quando
la luce brillante che entrava dalle finestre si trasformò in un cupo
verde marcio. Se non altro, la scelta della
sistemazione della Sala Comune dei Serpeverde era
stata più che azzeccata, a mio parere.
Eravamo qualche minuto in ritardo,
e quando entrammo in aula, la classe aveva già preso posto e il
Professor Lumacorno stava cominciando a spiegare la
lezione. Malfoy stava seduto tra i primi banchi, come
al solito, e si voltò sentendoci arrivare. Io
distolsi in fretta lo sguardo.
“Signorina Miller e
signorina Weasley,”
fece Lumacorno sorpreso di vederci arrivare in
ritardo. “Spero che questo sia il primo e l’ultimo ritardo che vi
vedo fare. Prendete posto, prego.”
Ci sedemmo negli ultimi banchi, che erano gli unici posti
rimasti liberi. Vanessa cominciò a tirare fuori tutto il materiale e si
appoggiò sul banco ascoltando Lumacorno. In
verità, non sapevo se stesse veramente ascoltando ma
sembrava sinceramente interessata, anche se probabilmente stava ancora pensando
a quell’idiota di GillRyan.
Io aprii il libro alla pagina indicata ma
c’era qualcosa che mi impediva di concentrarmi sulle parole del professore.
Era la stessa sensazione che avevo avuto un paio
d’ore prima in Biblioteca. Mi morsi il labbro e mandai uno sguardo di
sbieco a Malfoy, senza renderlo troppo evidente.
Le parole di Paula continuavano a rimbombarmi nella testa ed
io ero determinata a scoprire e a capire quanto potesse
aver ragione. Perché io non lasciavo mai niente
in sospeso.
Malfoy se ne stava tranquillamente
ad ascoltare il Professore, forse anche un po’ annoiato. I suoi capelli
candidi ricadevano perfetti sulla sua fronte pallida, lo
sguardo vigile e attento sul Professore, le labbra appena schiuse. Rimasi a
fissarlo imbambolata per qualche minuto.
“Rose!”
Sobbalzai presa dalla paura e mi voltai
allarmata verso Vanessa. Lei mi guardò allucinata, come se avesse appena
scoperto che doveva rinchiudermi in un manicomio, ma prima che potessi
chiederle cosa c’era che non andava la voce di Lumacorno
mi richiamò.
“Signorina Weasley?”
Mi voltai verso di lui che aspettava una mia spiegazione.
Tutta la classe mi stava fissando, Malfoy compreso.
Mi schiarii la gola e pregai di poter essere credibile.
“Vede…” cominciai. Poi finsi un sospiro. “Devo essere sincera con lei, Professore. Io e la signorina Miller abbiamo fatto tardi perché io non mi sentivo
tanto bene e lei stava cercando di convincermi ad andare da Madama Chips. Avrei dovuto darle ascolto.”
Il professore cambiò espressione e sembrò
seriamente preoccupato per me. Ero la figlia di due eroi di guerra e certo non
poteva perdere un gioiello prezioso come me nella sua collezione. “Oh beh,
se è così, signorina Miller accompagni
la signorinaWeasley in
infermeria. Sono sicuro che i vostri compagni prenderanno appunti anche per
voi.”
Vanessa annuì e mi prese sottobraccio, continuando la
mia commedia, ed insieme uscimmo dall’aula.
Continuammo a camminare in quel modo per almeno cinque minuti, Vanessa mi
lasciò andare solo quando fummo veramente
lontane dai sotterranei.
“Si può sapere che ti prende?”
Io aggrottai la fronte. “Niente.” Dissi. “Che mi dovrebbe prendere?”
Vanessa alzò gli occhi al cielo e si mise le mani sui
fianchi. “Era la quinta volta che ti chiamavo, Rose! Si può sapere
cosa stavi fissando?
“Io…” Mi aveva davvero chiamato cinque volte prima che la sentissi? “Niente.”
“E allora…”
Vanessa si bloccò e scosse la testa. “Oh no, Rose, no! Smettila
con questa storia. Paula è un’idiota, non puoi ascoltare quello
che dice.”
Io arrossii e mi sentii veramente stupida. Eppure
c’era qualcosa che mi diceva che dovevo andare
in fondo a questa faccenda. “Ehi, non sto facendo niente di male. Sto
solo cercando di capire.”
“Non c’è proprio un bel niente da capire.” Disse lei esasperata. “E’ solo un
cretino che si diverte a prendere in giro le persone. D’accordo, magari
sei la sua preda preferita, ma non vuol dire un bel niente!”
Io sospirai e mi passai due dita sulla tempia sinistra.
“Sto diventando pazza, non è vero?”
Vanessa scrollò le spalle. “Vuoi che ti porti
seriamente da Madama Chips.”
Io annuii. “Sì, forse è meglio.”
Dissi. “Ah, Vanessa, Lysanderdice che puoi andare con lui e Lorcan
a cercare Pioni se ti va.”
Lei mi guardò seriamente preoccupata. “Devo decisamente portarti in Infermeria, Rose, e chiedere a
Madama Chips di farti ricrescere il cervello.”
**
“Mi hanno detto che fai finta
di essere malata.”
Alla fine ero veramente andata in infermeria e ci ero rimasta tutta la mattina. Al era
passato a trovarmi verso l’ora di pranzo, si era seduto sul bordo del mio
letto con un sorriso divertito, fissandomi dall’alto.
Io scossi la testa. “No, mi hanno diagnosticato una
grave forma di instabilità mentale.”
Al rise appena. “Che hai combinato stavolta?”
Potevo raccontargli la teoria di Paula e che io mi stavo seriamente
convincendo della cosa, per cui me ne stavo ore ed ore
a fissare Malfoy in attesa di un segnale, o
dell’insana idea di Lysander, ma non volevo che
anche Al credesse che fossi impazzita.
“Lascia perdere, niente di
importante.” Dissi. “Tu piuttosto, come te la passi nella tua
giornata da grande eroe?”
Al arrossì. “Oh per favore, smettetela tutti
quanti! Non ho fatto niente!”
Posai una mano sulla spalla di Al.
“Scusami, Al, hai ragione, dimenticavo che tiri cazzotti ai ragazzi tutti
i giorni.”
“Dai cazzotti ai ragazzi? Fico!” Hugo venne avanti da dietro le spalle di Al.
Mi guardò dall’alto con il suo solito sorriso luminoso.
“Ehilà!”
“Hugo!” Feci io
guardandolo un po’ strano. “Ma non
dovresti essere a lezione a quest’ora? Credevo
che avessi Divinazione.”
Hugo annuì e alzò un
dito. “Oh sì, è verissimo ma sono
così bravo in quella materia che non ho bisogno di seguirla. Infatti scommetto che la ProfessoressaCooman mi metterà in
punizione.” Al ridacchiò e io lo guardai male. “Stavo per
andarci, ma poi mi hanno detto che fai finta di essere
malata per saltare le lezioni…”
Io sbuffai. “Non faccio finta. Io sono pazza.”
Al alzò un sopracciglio.
“Beh, James lo è da anni
ma non è esentato dalle lezioni.”
“Ma non dovresti essere a
lezione anche tu?” Chiesi io.
Al arrossì e tossicchiò. “Ma no… è l’ora di pranzo…”
Curiosa, mi voltai per guardare l’orologio appeso alla
parete dell’Infermeria. Erano le due. “Al, la
tua pausa pranzo è finita un’ora fa.”
Lui scrollò le spalle. “Lo so è che ho
un’ora di buco.”
“Ma se adesso dovremmo essere ad Erbologia!”
Saltai su io. “Te ne stai approfittando
perché sai che Neville non ti chiederà spiegazioni sulla tua
assenza.”
Hugo ridacchiò e scosse la
testa. “E Jamesdice
che voi due non riuscireste mai a trovare il modo di saltare una lezione. Si
sbagliava di grosso. Comunque, come mai sei
pazza?”
Io sospirai. Non potevo continuare a nasconderlo per sempre ma forse potevo divergere l’attenzione su un
altro fattore. “Beh, mi sono accorta che sto cominciando a dare retta a
quello che dice Paula, e dato che ho sempre pensato che Paula fosse da
rinchiudere in un manicomio, in quanto sua seguace, sono pazza anche io.”
Al e Hugo si scambiarono uno sguardo sbigottiti. Al alzò
un sopracciglio. “Rose, sei davvero sicura di essere
pazza e di non avere una semplice influenza? O di
essere sotto incantesimo? Insomma, tu che dai retta a
Paula…”
“Lo so!” Feci io lamentosamente. “Te
l’ho detto!”
Hugo scrollò le spalle.
“Secondo me non sei pazza. Sei solo
paranoica.” Disse. “Che ti ha detto per metterti così
tanto la pulce nell’orecchio?”
“La pulce?!” Feci io
guardandoli entrambi. “Mi ci ha messo un elefante!”
“Io l’ho sempre detto
che hai gli orecchi a sventola.” Scherzò Al, mentre
io lo guardai male. “Senti, capita a tutti di essere un po’
stressati. Pensa a quest’ultima settimana poi,
ti sei occupata tutto il tempo di Vanessa e per questo sei rimasta indietro coi compiti. E’ solo un po’ di
ansia.”
Hugo annuì e sorrise.
“E non preoccuparti, Rosie, ti eri messa
così avanti coi compiti che adesso sei avanti
solo di un paio di lezioni.”
Io sbuffai. “Insomma, credete che questa mania di
ascoltare Paula finirà da sé.”
“Certo che sì.” Sorrise Al. “Non
è da te fare quello che dicono gli altri. Sei una testona.”
Doveva essere un complimento o un’offesa quella?
All’improvviso un gran lamento venne da appena fuori dall’Infermeria, tutti e tre ci voltammo
spaventati. Qualche secondo dopo Madama Chips,
aiutata da Hagrid, reggeva per le braccia James, che aveva il naso completamente ricoperto di sangue
e un rigagnolo stava colando giù per il mento. Io mi sentii male alla
vista di tutto quel sangue e mi voltai da una parte per non guardare. Al si
alzò di scatto in piedi. “James!”
disse.
Madama Chips preparò il
letto e Hagrid vi stese James.
“Non preoccupartici, James,
ora ci pensa Madama Chips.”
James annuì tenendosi il
naso con le mani e guardò andare via Madama Chips, che spariva dietro lo scaffale delle medicine, e Hagrid che fece un saluto veloce e scappò via.
Sembrava stranamente di fretta. Non appena entrambi furono
abbastanza lontani, James si voltò sorridente
verso di noi.
“Ehi.” Disse con un gran sorriso. “Non
pensavo di trovarvi tutti qua intenti a bigiare le lezioni. Per cosa fai finta di essere malata, Rose?”
Al, che era ancora in piedi,
spaventato, lo guardò male. “Sei completamente uscito di senno? Mi hai fatto prendere uno spavento, pensavo che fossi veramente ferito! Hai
preso una pasticca dello zio George, non è
vero?”
James annuì, cercando di
tamponarsi il naso. “Sì, ho fatto finta che uno degli Schiopodi di Hagrid mi avesse
colpito.”
“Oh, Jay, sembrava
così in colpa!” Mi lamentai io.
“Lo so, andrò a scusarmi e gli dirò che non è colpa sua.” Disse in
fretta prima che Madama Chipstornasse
al suo capezzale.
“Ecco, signor Potter, beva
questa pozione.” Disse offrendogli un bicchiere.
“Almeno con questo il sangue si fermerà.”
James assunse di nuovo un espressione come se fosse in pena. “Grazie, Madama Chips. Mi farà anche stare meglio? Ho un dolore
tremendo.”
“Intanto beva questo, al dolore penseremo più
tardi.” Poi girò i tacchi e se ne
tornò via, andando ad occuparsi degli studenti dall’altra parte
della stanza.
James si voltò di nuovo
verso di noi sorridente e alzò il bicchiere. “Beh, alla
salute!”
Io scossi la testa e Al si passò una mano sulla
faccia. “Non cambierai mai.”
**
Annuncio ufficialmente
che sto totalmente perdendo la condizione del tempo XDD perciò
spero di aver fatto prima delle altre volte a postare. Se così non fosse, mi scuso ^^”
Ammetto con tristezza
che ultimamente ho scritto molto poco, un po’
perché non ho ispirazione e un po’ perché non ho tempo.
Spero che mi torni presto la carica necessaria per ricominciare alla grande.
Qualcosa comincia a
smuoversi trai nostri due protagonisti… senza però che manchino di insultarsi a vicenda. Ce n’è di
strada da fare insieme e spero che resterete con me fino alla fine.
So, thanksto: ThePirateSDaughter (Vielendanken, tutti quanti
aspettavamo un passo falso da Ryan. Scorpius è Scorpius e in
quanto tale non può che essere lunatico ^^) Melissanna_ (Ti posso dire con
certezza che non hai mai recensito perché ricordo a
memoria tutti i nomi di quelli che recensiscono XD ma non è mai
troppo tardi per iniziare, soprattutto se pieni di complimenti. Sono
d’accordo, ma fare due personaggi spagnoli senza l’accento spagnolo non avrebbe avuto senso) Leuconoee (Non so se dire per
fortuna o no, durerà ancora molti capitoli, cercando di non diventare
troppo noiosa con l’andare del tempo. Ti dirò
la verità, Jesse come ragazzo non mi piace
molto, ma mi sembrava molto adatto per interpretare Scorpius
XD) Edvige86 (Senza dubbio Rose è un po’ tarda ad accorgersi
delle cose, ma sarà abbastanza discreta via andando. Mica
ti devi scusare che recensisci qualche giorno dopo, eh XD) Mariuccia (Ma che è sta mania di scusarvi perché non
recensite in tempo? XD Certo che siete buffi! Comunque
penso proprio di sì, di tutti gli sfondoni che dice Paula, forse una
cosa giusta l’ha detta pure lei) Sif (Ormai vi ho messo in crisi con questo capitolo 14 XDD,
se ti può consolare a me piace molto anche il 13, così devi
aspettare meno XD d’ora in avanti con i momenti Rose/Scorpius
spero ve ne starete più tranquilli e soddisfatti) hele ( Con calma, con calma XD
ogni cosa a suo posto a tempo debito, anche se è ovvio che tifiamo tutti
Al) Nabiki93 (La cosa che mi fa
ridere di più è che sono riuscita a farvi odiare GillRyan, è una
soddisfazione XDD) PrincipessaGin
(Il fatidico capitolo, come lo chiami te, è ancora molto lontano
temo… comunque sia non mancheranno momenti Rose/Scorpius
d’ora in avanti, su questo ci puoi contare)
E un
grazie a chi legge senza recensire. Besitos, zia Funkia
Per il resto della settimana continuai ad osservare Malfoy, qualunque
cosa facesse
DON’T TELL DAD
13. I
suck at keeping secrets
Per il resto della settimana continuai ad osservare Malfoy,
qualunque cosa facesse. Per fortuna, nessuno oltre Vanessa sembrava essersi
accorto di questa mia ossessione e per sfortuna non ero ancora arrivata ad un
punto da poter trarre delle conclusioni. Di certo non mi sarei mai sognata di
andare da Paula a dirle che forse aveva ragione.
Io e Vanessa stavamo oziando in Sala Comune, o per meglio
dire stavamo bigiando la lezione di Storia della Magia. Io mi ero spaparanzata
sul divano, leggendo il libro della Sezione Proibita, mentre Vanessa stava
distesa sul tappeto davanti al caminetto sfogliando una rivista.
James e Fred stavano giocando a Sparaschiocco in un tavolo
vicino alla finestra e con un orecchio teso sentii che parlavano di Quidditch
ma non sembravano entusiasti come sempre.
Vanessa sbadigliò e si voltò verso di me.
“Pensi che Ruf si sarà accorto che manchiamo?”
Io posai il mio libro sulle gambe e mi grattai la testa.
“In realtà dubito che ci faccia caso. E se anche fosse, chi se ne
importa.”
Vanessa mi fissò immobile. “Sai, ultimamente
sei più strana del solito. Sicura che Paula non ti abbia fatto bere
qualcosa di strano?”
“Non accetterei mai niente da bere da Paula.”
Dissi, facendo una smorfia. “E non sono strana. Non io, almeno. E’
Malfoy che…”
Vanessa non lasciò che terminassi la frase.
“Ancora con Malfoy? Rose, sta diventando un’ossessione!”
“No, non è vero.” Mentii io senza fare
una piega. Era vero, stavo diventando pazza, era diventata una vera e propria
ossessione.
“Senti Rose, non sono il tipo che va a fare la predica
alle amiche.” Iniziò Vanessa mettendosi a sedere sul tappeto.
“Ti ho sempre lasciato fare tutto quello che volevi, anche se era una
cosa stupida. Ma adesso stai esagerando.”
Io posai di nuovo gli occhi sul libro facendo finta di
nulla. “Non sto facendo niente di male.”
Lei sbuffò. “Mi spiace ammetterlo, ma Malfoy
non è così stupido. Se ne accorgerà.”
“E perché dovrebbe? Tu in tutti questi mesi non
ti sei mai accorta che Al è innamorato di te.”
…
Ci vollero diversi secondi prima che l’informazione
arrivasse al mio cervello e mi rendessi conto di cosa avessi seriamente detto.
E soprattutto a chi.
Alzai la testa di scatto, Vanessa era rimasta immobile e mi
fissava con i suoi grandi occhi verdi. Per un tempo che mi sembrò eterno
nessuna di noi si mosse, continuammo a fissarci stupidamente cercando qualcosa
da dire.
Vanessa fu la prima. “Che cosa?” disse in un
sussurro.
Io mi passai una mano sulla faccia, tolsi il libro dalle
gambe e sospirai. “Sono un’idiota!” dissi più a me
stessa che a lei. “Se Al sapesse che te l’ho detto mi staccherebbe
la testa, quindi ti prego, Vì, ti prego non dirglielo!”
Lei sembrò sempre più basita. “Al…
è stato lui a dirtelo? Da quanto lo sai?”
Io feci la vaga. “Da un po’.”
Vanessa abbassò la testa, ma quasi subito la
tirò di nuovo su trattenendo il fiato. “E’ per questo che ha
picchiato Gill? E’ per questo che si è arrabbiato così
tanto?”
Io annuii. “Sì, Vanessa, però abbassa la
voce…”
E Vanessa si calmò ed io tornai tranquillamente a
leggere il mio libro sul divano come se niente fosse successo.
Avrei tanto voluto che fosse andata così, ma non sono
mai stata una persona fortunata.
Il buco del ritratto si aprì e per mio terrore ne
entro Al, tutto allegro e frizzante. Mandai un’occhiata nervosa a
Vanessa, che sembrava stesse per soffocare, e tornai a guardare Al che si
diresse verso di noi spumeggiante.
“Ehi! Ho notizie grandiose, non crederete mai…
tutto bene?” Disse fermandosi a fissare Vanessa con un certo riguardo.
Vanessa arrossì dalla testa ai piedi, cercò di
raccogliere le riviste che aveva sparso per il tappeto, un po’
goffamente, e si alzò in piedi. “Sì, sì, tutto bene
solo che adesso…” Guardò Al e cominciò ad andar via.
“Devo proprio andare.”
Al alzò un sopracciglio e la guardò andare via
sorridendo. Abbassò lo sguardo divertito verso di me. “Ma che le
prende?” Io mi morsi un labbro guardandolo colpevole, il sorriso di Al
svanì piano piano dalle sue labbra. “Gliel’hai detto?! Rose,
non posso crederci! Gliel’hai detto?!”
Io abbassai la testa, non avevo il coraggio di guardarlo in
faccia. “Mi dispiace, Al, è stato un incidente…”
“Un incidente?” Chiese incredulo. Si
passò una mano sulla faccia. “Rose… io… mi hai fatto
fare la figura dell’idiota! Adesso non avrà neanche il coraggio di
rivolgermi la parola! Grazie tante, Rose, fino ad ora era stata una bella
giornata.”
Mi sentivo un verme, non solo ero una pessima attrice ma stavolta
me l’ero proprio lasciata sfuggire come una stupida. “Mi dispiace
così tanto, Al.”
Lui sospirò. “Lascia perdere.” Disse.
“E’ una bella giornata e voglio che rimanga tale.”
D’un tratto ricordai che prima della mia avvilente
notizia, Al era entrato nella stanza con l’umore alle stelle.
“Giusto, cos’è che volevi dirci?”
Al fece una smorfia. “Hai intenzione di ascoltarmi
stavolta o te ne andrai come al solito?” Lo guardai male.
“D’accordo, scherzavo. Comunque ho notizie grandiose, James
è stato messo in punizione per due settimane!”
O Al era uscito di senno o ero io che non avevo capito bene.
Forse ero ancora sbigottita per quello che era appena successo. Lo fissai
aspettando che continuasse, ma lui rimase fermo continuando a sorridere.
“Ehm…” dissi io. “… ed è una novità
perché…?”
“Non è una novità.” Disse
semplicemente. “E’ che stavolta la McGrannitt gli ha
proibito di giocare a Quidditch per tutta la durata della sua punizione. Il che
lascia la squadra dei Grifondoro senza un cercatore…”
Mi stavo perdendo. “E sei contento perché sai
che i Grifondoro perderanno alla prossima partita?”
“Pronto, Rosie?” Disse ridacchiando. “Io
sono il nuovo cercatore. Io sostituisco James nella prossima partita.”
Per un attimo mi sentii come se qualcuno mi avesse dato un
bolide in testa. Fissai Al a bocca aperta per quella che mi sembrò
un’infinità prima di riuscire a dire qualsiasi cosa. Anche se non
sapevo bene cosa dire. Insomma, da quando ad Al interessava giocare a
Quidditch?
“Sei…” dissi. “Ma come?
Quando?”
Al gonfiò il petto. “James è venuto a
chiedermelo di persona proprio questa mattina.”
Io sorrisi e gli saltai al collo. “Oh Al è
magnifico! Credo. Cioè, da quando ti interessa il Quidditch?”
“Non mi interessa.” Disse lui scrollando le
spalle. “Ma ci sono due cose che mi fanno sentire magnificamente. Numero
uno: la prossima partita è contro i Serpeverde e sai chi è il
cercatore dei Serpeverde?”
Oh, sì che lo sapevo. “Gill Ryan.”
“Esattamente.” Fece Al con un nuovo lume negli
occhi. “Numero due: James mi ha praticamente pregato di sostituirlo e
James non ha mai elemosinato niente da me. E’ stato uno spettacolo
davvero molto piacevole.”
“Numero tre.” Aggiunsi io. “Le ragazze
vanno pazze per i giocatori di Quidditch.”
Al mi fissò un po’ perplesso. “A questo
non avevo pensato.”
Rielaborando le parole di Al mi venne in mente una cosa.
“Hai detto che giocherai contro i Serpeverde, vero? Scorpius Malfoy
è nella squadra o mi sbaglio?”
Al annuì. “Giocheremo sabato prossimo.”
Disse. “Verrai, non è vero?”
“Certo!” dissi un po’ troppo in fretta.
“Non potrei perdermela per niente al mondo. Sabato prossimo.”
Al alzò le sopracciglia e mi fissò strano.
“Non sei mai andata ad una partita e ora hai tutta questa voglia di
andarci. Ci vieni per vedere me o per Malfoy?”
Avevo sentito bene?
“Cosa?!” dissi shockata. “Cosa diavolo
c’entra Malfoy?” C’entrava eccome, ma lui come poteva
saperlo.
“Sai, prima che tu combinassi un casino e Vanessa
smettesse di parlarmi, mi ha raccontato della tua nuova ossessione. E mi ha
anche detto che è per quello che ti sei fatta ricoverare in Infermeria
una settimana fa.”
“Pettegola.” Dissi tra me. “Beh, è
ovvio che ci vengo per te.”
Al rise. “Sì, e io vincerò 400 a 0 sabato. Senti,
Vanessa era preoccupata ma a me sinceramente non interessa. Penso che sia una
cosa stupida, ma so anche che non c’è modo di farti cambiare idea
fino a che tu stessa non ci avrai sbattuto la testa. Quindi, vieni pure a
vedere Malfoy sabato.”
Incrociai le braccia al petto. “C’è un
modo per convincerti che non vengo per lui?”
“No.”
Sospirai. “Lo sospettavo.”
**
Da quando Vanessa era letteralmente fuggita via quella
mattina, non l’avevo più vista. Pensavo che l’avrei trovata
in Sala Grande per l’ora di pranzo, ma al tavolo dei Grifondoro non
c’era. In compenso vidi Gaby e Sol che stavano pranzando e, dato che
avevo capito che ormai Vanessa non si sarebbe presentata, decisi di pranzare
con loro.
Con discrezione mi guardai intorno, cercando tra i tavoli
quando finalmente scorsi una chioma platinata. Malfoy era seduto tra due dei
suoi amici, o scagnozzi, senza mangiare. Fissava il piatto pieno con insistenza
ma non accennava a muoversi. Senza preavviso alzò lo sguardo e per
qualche secondo i nostri occhi si incrociarono.
Voltai subito la testa ma dato che stavo camminando senza
guardare, non mi accorsi che una persona veniva verso di me e ci andai a
sbattere contro.
“Ahi!” Era la voce di Lily. “Rose, che
stai combinando?”
Io, che ero sbalzata un po’ indietro per il
contraccolpo, mi avvicinai un po’ tenendomi la pancia dolorante.
“Scusami, non ti avevo proprio vista.”
Lily si soffiò via i capelli dalla faccia e mi
guardò tra lo scocciato e il divertito. “Lo credo bene, stavi
guardando da un’altra parte. Chissà dove poi. E’ un ragazzo,
vero?”
“No,” mentii io. “Stavo solo… mi
guardavo intorno, così. Era tanto che non guardavo la
Sala Comune e…”
Lily rise. “Sei sempre stata una pessima attrice,
Rosie.” Disse. “Fammi sapere come va a finire questa storia.”
Io sospirai e annuii afflitta. Dovevo seriamente imparare a
dire bugie migliori, o la mia vita sarebbe stata un inferno. Avevo combinato un
casino tra Al e Vanessa, e mancava solo che combinassi un casino anche della
mia vita.
Mi sedetti davanti alle gemelle con aria afflitta.
“Ciao.” Dissi.
Loro mi guardarono un po’ perplesse. “Todo
bién?” Chiese Gaby.
“Più o meno.” Mi morsi un labbro.
“Qualcuna di voi ha per caso visto Vanessa ultimamente?”
Tutte e due fecero di sì con la testa. “Era in
biblioteca.” Disse Sol. “Nos ha dicho lo che è successo con
Al. Era un poquito shockata.”
Io mi lasciai scivolare sul tavolo e affondai la testa tra
le braccia, afflitta. “Lo so, ho combinato un disastro. Sto cominciando a
diventare come Paula, non riesco a tenermi una cosa per me. Se dovete
confidarmi qualcosa, non fatelo.”
“Rosie, che estàs diciendo?” disse Gaby
scandalizzata. “Nadie es como
Paula. Nessuno.”
“Mi avete
chiamato?”
Io spalancai gli occhi fissando terrorizzata le gemelle. Loro
ricambiarono lo sguardo. Paula era appena comparsa alle mie spalle con la sua
solita voce stridente. Mi voltai verso di lei con un sorriso.
“Ehi, Paula.”
Lei sorrise. “Di cosa stavate parlando?”
“De lo bueno que serìa atarte y ahogarte
en el lago.” Fece Sol continuando a sorriderle come se niente
fosse, ma dubito che avesse detto qualcosa di carino.
Paula inarcò le sopracciglia. “Prego?”
per fortuna Paula non capiva assolutamente nulla di spagnolo.
“Di come sarebbe bello fare una gita sul lago.”
Fece Gaby sorridendo sforzatamente.
“Come mai
Vanessa non è con voi? E’ tutto il giorno che
non la vedo, le è successo qualcosa?” Io impallidii, Paula era in
cerca di gossip e io non avrei dovuto aprire bocca o avrebbe scoperto tutto.
“Sta male.” Disse Sol.
Paula storse il naso. Non l’aveva bevuta. Puntò
lo sguardo su di me. “Te ne sai nulla, Rose?”
Scossi la testa freneticamente. “No, l’ho vista
solo stamattina ma poi è fuggita in Infermeria. Doveva stare proprio
male.”
Paula si portò le mani sui fianchi, sospettosa.
“E non sei passata a trovarla.”
“Certo che sì.” Dissi io cercando di
essere sicura di me. “Non ti sei accorta che mancavo a Storia della
Magia? Ho bigiato la lezione per passare da lei.”
Paula sembrò ricordarsi all’improvviso.
“Oh, è vero. Ricordo di aver notato che non c’eravate e
infatti l’ho detto anche al Professor Ruf. Dovrò andare da lui e
dirgli che Vanessa è in infermeria, allora.” Disse. “Ci
vediamo dopo.”
Noi continuammo a sorridere fino a che non fu abbastanza
lontana, poi mi voltai verso le gemelle sussurrando tra me.
“Spiona.”
Le gemelle mi guardarono seriamente preoccupate. “Rosie, se Ruf se va seriamente en
infermeria y no ve a Vanessa…”
“Questo è l’ultimo dei miei pensieri,
davvero.” Dissi sospirando. Lanciai un’occhiata fugace al tavolo
dei Serpeverde e notai che anche Malfoy mi stava lanciando occhiate di
soppiatto. Distolsi lo sguardo, imbarazzata. “Ci venite alla partita
sabato prossimo?”
Loro si guardarono come se fossi uscita di senno.
“Desde quando te vas a le partite?”
“Vanessa
tenìa razòn, Gaby. Rose està loca.”
Io le guardai semplicemente. “Non sono pazza. Ci vado
solo perché Al giocherà nella squadra. James è in
punizione, e Al prenderà il suo posto.”
“Oh.” Disse Gaby prima di voltarsi verso Sol. “Puès
que te habìa dicho? Està muy bién.”
“Sto benissimo.” Tagliai corto. “Ci venite
o no?”
Gaby annuì. “Va bene.”
Mi alzai dal tavolo passandomi una mano sulla tempia.
“D’accordo, adesso vado. Ci vediamo più tardi
ragazze.”
“Rose!”
Stavo per andarmene via ma le gemelle mi richiamarono
indietro. Mi voltai. “Sì?”
Sol alzò un sopracciglio. “Tu pranzo?”
Ero così sulle nuvole che avevo dimenticato di non
aver nemmeno toccato cibo. Feci una smorfia e sospirai. “Non credo che
mangerò, mi è passata la fame. Se vedete Vanessa ditele che la
sto cercando per favore.”
Loro annuirono ed io me ne andai per la mia strada senza
sapere dove stavo andando. Continuai a camminare senza meta fino a non so
quando, vagai come una sonnambula fino a che non mi accorsi che faceva freddo e
alzando gli occhi mi resi conto di essere uscita nel parco in mezzo alla neve.
Abbassai lo sguardo per fissarmi i piedi, ma erano completamente immersi nella
neve.
“Rose, che stai facendo?”
La voce preoccupata di Neville arrivò alle mie spalle
e prima ancora che potessi girarmi un mantello ricopriva le mie spalle,
riparandomi un po’ dal freddo. Neville mi fissò perplesso, come se
non mi riconoscesse nemmeno. Io cercai qualcosa di intelligente da dire, ma al
momento ero fuori fase.
“Fa freddo.” Dissi.
Neville sospirò e mi posò una mano dietro la
schiena. “Vieni, andiamo nelle serre.”
Lo seguii senza fare storie, come un cagnolino ubbidiente, e
presto entrammo nella serra, dove per mia fortuna faceva un caldo pazzesco.
Adesso capivo perché Neville era quasi sempre vestito con solo una
camicia.
Mi fece sedere su un panchetto vicino alla cattedra, dove
invece si sedette lui. “Mi vuoi dire cosa c’è che non
va?”
Io ci pensai un po’ su, non sapevo proprio da dove
cominciare. “Beh, c’è una bella confusione.”
“Dove?” Chiese lui.
“Nella mia testa.” Ammisi. “Sono una
pessima amica e pure una pessima cugina. E anche una pessima studentessa.
Stamani ho bigiato una lezione e non me n’è pure importato nulla.
E ho combinato un casino tra Al e Vanessa. Sarebbe stato meglio se fossi andata
a lezione.”
Neville si grattò la testa, incerto. “Capisco.”
Ma non dava l’impressione di aver capito. “Cosa succede tra Al e
Vanessa?”
“Purtroppo un bel niente!” Saltai su io.
“Al si è preso una cotta per lei, allora io avevo giurato di non
dirle niente perché lei stava con Gill Ryan, poi Gill Ryan l’ha
mollata e non era il momento giusto per dirle una cosa del genere ma stamattina
senza pensare l’ho tirato fuori così adesso lei sa di Al e sta
cercando di evitarlo.”
“Oh.” Fece lui annuendo. “Adesso capisco.
Non preoccuparti, Rosie, è una situazione momentanea. Vanessa si sente
solo un po’ in imbarazzo, ma tornerà tutto come prima.”
Io sospirai solenne. “Speriamo.”
Neville ridacchiò ed io mi voltai a guardarlo.
“Al cotto di Vanessa, questa la devo proprio dire ad Harry…”
Io alzai un sopracciglio. “Guarda che non ti faccio
certe confidenze perché tu lo vada a dire ai nostri genitori,
sai?”
Neville arrossì e si schiarì la gola.
“Lo so, lo so… ma proprio non resisto alla tentazione!”
**
Dopo aver lasciato Neville ed essermi assicurata che tenesse
la bocca chiusa, tornai al Dormitorio. La
Sala Comune era quasi vuota, c’erano
solo Fred e Al che parlavano sottovoce di tattiche di Quidditch. Io lanciai uno
sguardo fugace ad Al, che era troppo assorbito dalla conversazione, e salii su
per le scale. Non appena aprii la porta mi ritrovai davanti Vanessa.
“Oh, sei qui.” Dissi.
Lei si portò una mano al cuore. “Oddio, Rose,
meno male sei tu. Pensavo che fosse…” si frenò e si morse un
labbro.
Io alzai un sopracciglio. “Pensavi che fosse Al? No,
sono sicura che anche lui si sente troppo in imbarazzo per venire fin
quassù a dichiararsi. E comunque Al non ha mai morso nessuno.”
Vanessa si sedette sul bordo del suo letto e si morse un
labbro. “Le gemelle mi hanno detto che mi cercavi ma io non me la sentivo
proprio di scendere. Lo so che è una cosa stupida, ma mi sento veramente
un’idiota.”
Andai a sedermi accanto a lei. “Perché dovresti
sentirti un’idiota?”
Sospirò. “Perché Al ha sempre passato un
sacco di tempo con noi ed io non mi sono mai accorta di nulla. L’ho sempre
etichettato come ‘tuo cugino’ e trattato come tale.”
Io feci una smorfia. “Se ti può consolare
nemmeno io mi ero accorta di nulla.” Dissi. “Non pensi che potresti
dargli una chance?”
Vanessa arrossì a dismisura e si alzò in piedi
cominciando a fare su e giù per la stanza. “Beh, io non lo so.
Insomma, è strano pensare ad Albus in certi termini. E’ tuo
cugino.”
“Ma non lo trovi neanche un po’ carino?”
Azzardai io.
Lei sospirò. “Non lo so… è
strano… non è che lo trovi brutto, però…”
Alzai le mani. “D’accordo scusa, non voglio
metterti ulteriori pressioni. Facciamo come se non fosse successo niente, ok?
Le cose si rimetteranno a posto da sole vedrai.”
Vanessa annuì. Si morse un labbro. “Quando sei
tornata da Hogsmeade e mi hai detto… ti stavi riferendo a me, allora, ero
io la ragazza di cui parlavi.”
Io annuii. “Non potevo dirtelo.”
“Lo so.”
“Però poi l’ho fatto lo stesso.”
Dissi ripensandoci.
Vanessa abbozzò un sorriso. “Lo so.
Perché sei una frana.”
“Paula pensa che io ed Al stiamo insieme.”
“Che cosa?” Chiese Vanessa shockata. Poi
scoppiò a ridere di gusto, reggendosi la pancia. “No, seriamente,
Rosie! Ma non era lei che diceva che tu sei destinata a Malfoy?”
Il nome di Malfoy mi fece sussultare un po’.
“Sì, ma da quando prima di Natale mi ha visto con Al ad Hogsmeade
si è messa in testa che usciamo insieme. Certo, spera che ci lasciamo
presto e che dichiari il mio amore a Malfoy.”
Lei fece una smorfia. “Non so cosa sia più
improbabile, Rosie, che tu ti metta con Al o che dichiari il tuo amore a Malfoy.”
Mi appoggiai con i gomiti sulle ginocchia e sospirai.
“Quando avevo cinque anni ho chiesto a papà se potevo sposarlo.
Probabilmente è stata la cosa più intelligente da fare, almeno
lui mi avrebbe amato incondizionatamente.”
Vanessa rise. “Io mi sposerei con tuo padre. E’
divertente.”
“Anche Al lo è.” Feci subito io. Vanessa
mi guardò male. “Ok, la smetto.”
“Direi che per oggi le parole Al, Paula e Malfoy sono
taboo, ci stai?”
Annuii afflitta. “Non potrei essere più
d’accordo.”
**
Finalmente per la
gioia di alcuni di voi (sì, Sif, mi riferisco a te XD) è stato
pubblicato anche il capitolo 13, che insieme al 14 era quello più
sognato XD
E finalmente Vanessa
apre gli occhi, aiutata da Rose, e scopre di Albus. Ci saranno sviluppi?
Speriamo!
Vi ringrazio tutti per
le recensioni e le letture anonime, siete la mia forza e la ragione per cui
continuo a scrivere, mi piace leggere pareri, sogni e aspettative. Grazie.
Leuconoee: Ad una ragazza
per Lysander sinceramente non avevo proprio pensato XD l’ispirazione un
po’ è arrivata, ma continua perché ancora non sono
completamente in forma, anche se posso dire che ci daremo una svegliata ma
sicuramente le cose non saranno facili
Kokylinda2: Ti ringrazio
moltissimo per i complimenti! Non posso dirti con certezza con che frequenza
aggiorno, cerco di mantenere un ritmo di una settimana, una settimana e mezzo
ma a volte capita che ritardi
Edvige86: Ma sai, alla
fine credo che per offendere qualcuno seriamente tu lo debba proprio odiare,
mentre questo tra Rose e Scorpius non accade, c’è solo
un’antipatia portata avanti col tempo. Si insultano per abitudine, alla
fine XD
Mariuccia: Rose ha solo
cominciato a diventare pazza XD ancora ne dovrà passare, ma prima o poi
ascolterà anche l’elefante
Sif: Spero che almeno per
ora sarai soddisfatta XD anche se qualcosa mi dice che finchè non
leggerai il capitolo 14 non ti metterai l’anima in pace…da
lettrice, prima di autrice, so cosa vuol dire aspettare un capitolo. Momenti
Rose/ Scorpius pioveranno d’ora in poi.
Nabiki93: Non ti
preoccupare, per fortuna di solito non visualizzo le recensioni per capitolo ma
per data ^^ arriverà il momento in cui Rose ascolterà sia
Lysander, che Paula, che l’elefante XD
Hele: Ricordiamoci che
James è pur sempre nipote di suo nonno, malandrino fino all’anima
XD mi hai fatto venire in mente che dovrei aggiornare la mia pagina ma sono
sempre pigra… sono nata nel 1989 comunque
PrincipessaGin: Prego XD
ed è vero, alla fine Rose ammattirà del tutto con tutte queste
pulci, voci, elefanti e quant’altro
ThePirateSDaughter: ahah
mi fai morire, ora vi faccio entrare una crisi d’identità anche a
voi. Non sappiamo quanto Paula possa avere ragione, ma sicuramente un po’
di ragione ce l’ha, anche se è un’idiota XD mi piace molto
scrivere su Rose e Scorpius, sono due dei personaggi più divertenti da
raccontare
Vi saluto come sempre
un po’ di corsa, prima o poi a forza di correre mi mancherà il
fiato
Zia Funkia <3
Ps_ Oh, dimenticavo,
buon san Valentino a tutti, anche se io odio questa festa nonostante sia accoppiata
XD
Camminavo lungo il corridoio di notte. Avevo di nuovo una
ronda notturna da fare, nonostante avessi un sonno pazzesco. In più era
freddo. Avevo messo un maglione pesante e il mantello invernale, ma continuavo
a tremare. Era la fine di gennaio e nel parco, in qualche posto dove batteva
poco il sole, c’era ancora qualche sprazzo di neve.
Guardai l’orologio al polso, erano quasi le due e
mezzo. Avrei tanto voluto fermarmi in una classe vuota e dormire fino al giorno
dopo. Un improvviso fruscio alle mie spalle mi fece drizzare le orecchie. Mi
voltai di scatto ma il corridoio era vuoto.
“Sto diventando pazza.” Farfugliai tra me.
“Sei davvero sulla buona strada.”
Sobbalzai così tanto dalla paura che mi lasciai anche
scappare un urletto. Qualche quadro addormentato mi
rimproverò, esortandomi al silenzio. Mi portai una mano al cuore
fissando spaventata e basita Malfoy che mi fissava
con un sorrisino divertito.
“Che diavolo stai facendo a quest’ora
per i corridoi da solo?” Chiesi io quasi arrabbiata.
Malfoy alzò un sopracciglio
e incrociò le braccia al petto, guardandomi serio. “Ti seguivo.
E’ l’unico momento in cui posso parlare con te senza avere orecchie
indiscrete nel giro di un metro. si può sapere che diavolo vuoi?”
Ricapitolando, mi aveva seguito tutto questo tempo durante
la ronda aspettando che fosse abbastanza tardi e tutti gli studenti fossero a
letto e poi mi chiedeva che cosa volessi io?
“Prego?” Chiesi abbastanza perplessa.
Lui sbuffò e si avvicinò di qualche passo.
“Non trattarmi come se fossi un idiota, Weasley,
perché non lo sono affatto. Credi davvero che non mi sia accorto che da
una settimana a questa parte non fai che seguirmi con lo sguardo? Si può
sapere cosa diavolo vuoi?”
Accidenti, se n’era accorto. E adesso cosa avrei
inventato?
Mi schiarii la gola. “Non ho proprio idea di cosa tu
stia parlando, Malfoy. Magari sei solo
paranoico.”
Lui annuì incrociando di nuovo le braccia al petto.
“Ho capito. Quindi è una pura coincidenza che un paio di giorni fa
tu sia andata a sbattere contro alla piccola Potter
perché eri troppo impegnata a guardare quello che stavo facendo?”
Vanessa aveva ragione, avevo dato troppo poco credito a Malfoy. Cercai in fretta qualcosa da dire per non farci la
figura dell’idiota.
“Una mia compagna di dormitorio ti trova
carino.” Sputai lì. Lui inarcò le sopraciglia. “E
dato che io non so davvero cosa ci possa trovare in uno come te, ti osservavo
cercando di capire. Ma non credo che ci riuscirò mai.”
“Non c’è da sorprendersi.” Fece lui
tagliente. “Mi stupirei del contrario. Tu non vai bene a scuola
perché sei intelligente, Weasley, ma
perché hai una buonissima memoria. Ma a volte imparare dei testi a
memoria non basta.”
“Perché non chiudi quella bocca e torni nel tuo
igloo, Malfoy. E’ l’unico ambiente che ti
permette di tenere costante la tua temperatura.”
Malfoy esitò. Fece un altro
passo avanti e mi guardò dall’alto. “Me ne vado, ma non
prima di averti detto quest’ultima cosa.”
Disse. “Smettila di farti gli affari miei!”
Adesso mi stavo davvero arrabbiando. Battei un piede per
terra serrando i pugni. “Proprio tu parli! Sto morendo di sonno e ho
freddo e devo fare questa stupida ronda e tu hai la brillante idea di seguirmi
fino a quest’ora e farmi la predica!
Perché non cominci tu a farti gli affari tuoi?”
Lui tirò su col naso e mi fissò immobile.
“E’ snervante essere spiati tutto il giorno.”
“Beh, è snervante essere spiati anche tutta la
notte!”
Qual era il punto, io avevo comunque torto e lo sapevo bene.
Ma per qualche motivo non potevo concedergliela vinta, non dovevo. Avevo il
sacrosanto dovere di passare dalla parte della ragione anche quando avevo torto
marcio.
Malfoy si tirò indietro di
qualche passo e sbuffò una risata scotendo la testa. “Sei
incredibile, Weasley, vorresti avere ragione anche
stavolta.”
Io distolsi lo sguardo. “Seriamente, Malfoy, ho sonno e non ho voglia di sprecare altro
tempo.”
“Domani è sabato.” Disse lui.
Nella mia testa scattò qualcosa come una molla.
“La partita.” Sussurrai tra me.
Malfoy alzò un sopracciglio
e mi guardò strano. “Quello che intendevo dire è che si
può dormire fino a tardi domani.” Disse lui. “Ma sì,
c’è pure la partita. Da quando ti interessi al Quidditch?”
“No, ci vengo solo perché Al… ma
perché ti sto dando delle spiegazioni?” Feci io rendendomi conto
che stavo avendo una conversazione civile, o quasi, con Malfoy.
“Ci vengo e basta! A te cosa importa?”
“Un bel niente.” Rispose lui glaciale come al
solito. “E sai che ti dico? Me ne vado a letto.”
Merlino, se lo odiavo!
**
La mattina dopo mi presentai in Sala Grande che erano quasi
le nove. La partita sarebbe stata alle dieci e volevo essere sicura di arrivare
in tempo. Non ricordavo neanche quando fosse stata l’ultima volta che
avevo assistito ad una partita di Quidditch, forse
avevo dodici anni. Vanessa era scesa con me e continuava a mordersi
furiosamente il labbro.
Non avevo mai visto la
Sala Grande così affollata di sabato
mattina, probabilmente proprio perché non assistevo mai alle partite.
Sembravano tutti impazziti, chi si era dipinto la faccia di rosso e oro, chi
portava striscioni verdi e argento. Io guardai Vanessa sconvolta. Velocemente
andammo a sederci al nostro tavolo, Al ci sedeva di fronte.
“Ehi.” Dissi con un sorriso.
“Nevoso?”
Al aveva uno strano colorito verdognolo. Era già
cambiato nella sua divisa, o forse era quella di James,
ma non sembrava stare affatto bene. Mi fissò sconvolto. “Non posso
farlo, Rosie.”
“Cosa?” Era diventato pazzo? “Certo che
puoi, perché non dovresti?”
Sospirò. “Perderemo. Non prenderò mai il
boccino.”
Vanessa arrossì un po’ sulle guance e si
schiarì la voce senza guardarlo. “Beh, magari… magari la
fortuna del principiante, insomma…”
Normalmente Al sarebbe arrossito solo guardando Vanessa, ma
quella mattina era talmente bianco e nervoso che si limitò a fissarci
senza espressione. Io lo scossi per un braccio. “Vanessa ha ragione, Al!
E se James ha chiesto a te di sostituirlo doveva
avere un valido motivo, no?”
Al annuì. “Tre delle sue riserve sono state
messe in punizione con lui.”
All’improvviso, come se fosse apparso dal nulla, James batté una forte pacca sulla spalla di Al che
venne in avanti per il colpo. “Ehilà, campione!”
Esclamò tutto allegro. “Vedi di farmi fare bella figura e non
farmi pentire di averti chiesto di giocare, ok?”
Al diventò ancora più verde.
“Ehm, James… non credo
che stia tanto bene.” Dissi io.
James fissò per bene Al.
“Che ti prende?”
Al sospirò. “Sono una frana, Jay, non vinceremo mai. Sarò la causa della perdita
di questa partita. Non posso giocare.”
James lo guardò ancora
qualche secondo e poi sospirò. Si sedette sulla panca a fianco a lui e
si guardò intorno, controllando che nessuno potesse sentirlo.
“Senti, adesso ti dirò una cosa ma devi promettere di non dire a
nessuno che queste parole sono uscite dalla mia bocca.” Al annuì.
“Io ti ho scelto perché io credo in te. So come giochi, ho giocato
con te fin da quando ero bambino e tu puoi farcela. Sei un Potter.
Quindi va’ e spaccali tutti!”
Al lo fissò un po’ frastornato.
“Tu… cosa?”
Io presi in mano la situazione. “Beh, hai sentito,
no?” Feci io ad Al. “Alzati e vai al campo!”
Al passò lo sguardo da me a James,
poi si alzò di scatto e corse via, in direzione del campo da Quidditch. Io mi voltai verso James
che sorrideva soddisfatto.
“E’ stato bello quello che hai detto.”
James si voltò e mi
sorrise. “Oh sì.” Fece. “Ma non dire ad Al che in
realtà gliel’ho chiesto perché non avevo nessun altro da
far giocare. Ci vediamo giù al campo.”
E se ne andò seguendo la scia di Al. Mi voltai verso
Vanessa che mi fissava afflitta, io allargai le braccia. “Beh, adesso
cos’è quella faccia? Devi giocare anche tu e non me l’hai
detto?”
Vanessa scosse la testa e sopirò, poi mandò
un’occhiata alle sue spalle. “No, Rosie.”
Mi voltai anche io, stava fissando il tavolo dei Serpeverde.
“Non vinceremo mai. Sono sicura che Gill si
vorrà vendicare di Al e lo farà umiliandolo davanti a
tutti.”
“Certo che sei ottimista.” Feci io inarcando un
sopracciglio. “Potremmo anche vincere, lo sai?”
Lei scosse di nuovo la testa. “No, non
possiamo.”
Io lo guardai stufa. “Si può sapere cosa ti fa
pensare che per niente al mondo Al riuscirà a battere Gill?”
“Perché Gill è
stato nominato per tre anni di seguito miglior giocatore di Quidditch
della scuola.” Fece lei tornano a guardarmi. “Ecco perché.
Non fraintendermi, vorrei tanto che Al vincesse e gli desse una lezione, ma le
nostre speranze sono al minimo.”
“Oh.” Feci io. Non ne sapevo proprio nulla di Quidditch. Non sapevo nemmeno che si ricevessero premi
speciali, oltre che alla Coppa. Certo questo spiegava la presenza di una Stanza
dei Trofei nella scuola. Non che io l’avessi mai vista, di solito ci
capitavano solo i ragazzi in punizione, e dato che io non avevo mai ricevuto
una punizione ne avevo solo sentito parlare.
Ero ancora voltata verso il tavolo dei Serpeverde
e, senza troppa fatica data la platinata pettinatura che emetteva luce da sola,
vidi Malfoy che si alzava e si incamminava in
direzione del campo, con già addosso la sua divisa. Io saltai su di
scatto e mi voltai nervosamente verso Vanessa.
“Dovremmo andare al campo, forse dovremmo prepararci,
magari qualcuno ci ruba tutti i posti e non riusciremo a vedere niente.
E’ meglio avviarsi.”
Vanessa mi guardò sospettosa. “Stai di nuovo
parlando a macchinetta.”
“Io? No!”
“Sì, invece, lo stai facendo anche
adesso.” Mandò uno sguardo al tavolo dall’altra parte della
Sala e chiuse gli occhi. “Dio, Rosie, la vuoi
smettere con questa storia! Se ne accorgerà, per la miseria!”
Io arrossii, non osavo pensare alla sera precedente.
“L’ha già fatto.” Ammisi.
Vanessa si voltò velocemente verso di me.
“Che?”
Io annuii. “Ieri notte, mi ha seguita mentre facevo la
ronda e mi ha chiesto cosa volessi da lui. Io ovviamente ho inventato una cosa
stupida, e per ora sembra essersela bevuta. A dire il vero non sembrava
essersela bevuta, ma lo rigirata in modo tale che pensasse che fosse lui ad
essere in torto.”
“Ma non mi dire, adesso fai pure del terrorismo
psicologico.” Disse Vanessa fissandomi con una smorfia. “Quando ti
renderai conto che tutta questa storia è semplicemente ridicola?”
Io la guardai senza battere ciglio. “Mi ha seguito
tutta la notte.”
Lei sospirò. “Questo vuol dire che è
pazzo, non che si sia preso una cotta per te.”
Guardai l’orologio al polso. “In ogni caso
è tardi, e dovremmo davvero avviarci alla partita. Gaby e Sol ci
aspettavano giù al campo.”
Vanessa si alzò. “Ottima scusa per cambiare
discorso.” Mi superò e si incamminò verso lo stadio. Io la
seguii in silenzio, sapevo che si stava arrabbiando, faceva sempre così
quando qualcosa non le andava a genio. E sapevo che non le andava affatto a
genio che sprecassi tutte le mie energie su un Malfoy.
Lo stadio era già gremito di studenti e prima di
salire su per la nostra torre, passammo a salutare Al negli spogliatoi. Era
sempre più verde e sembrava che avesse bisogno di vomitare. James e Fred erano al suo fianco
e cercavano di rassicurarlo, ci defilammo subito dato che non tirava aria.
Risalimmo la torre dei Tifosi dei Grifondoro
e a metà strada trovammo le gemelle con Vincent
che ci salutò allegramente.
“Ehilà.”
Lo fissammo stralunate. “Non sapevo che venissi anche
tu. Non dovresti stare tra i tifosi della tua casa?”
Lui scrollò le spalle. “Sono un Grifondoro di adozione ormai.”
Gaby si strinse al suo braccio. “Lo importante es que no tifa por los
Serpeverde.”
Vanessa gli sorrise. “Andiamo a prendere posto,
dobbiamo insultare le serpi da vicino.”
Tutti seguimmo Vanessa e ci posizionammo quasi nelle prime
file. Mi guardai intorno, non ricordavo neanche che lo stadio fosse così
grande. Mi affacciai un po’ dalla torre, DaviesPatrol era seduto al posto del cronista, al suo
fianco la ProfessoressaMcGrannitt. In pochi minuti la voce di Davies rimbombò nello stadio.
“Benvenuti a
questa nuova e fantastica partita Grifondoro-Serpeverde!”
Lo stadio si aprì in un boato e anche Vanessa e Vincent si alzarono in piedi e cominciarono ad urlare. Le
gemelle mi fissarono un po’ in imbarazzo, anche loro come me non erano
tipe da stadio. Io sussurrai nell’orecchio di Vanessa quando si sedette.
“Non sapevo che ti piacesse tanto il Quidditch.”
Lei scrollò le spalle. “Questo perché
non sei mai venuta ad una partita.”
“Ecco scendere
in campo i Serpeverde!” Dalla tribuna dei Serpeverde ci fu un boato. “Il capitano Hyde seguito da Nott, Malfoy, McPhee,
Benson, Zabini e Ryan!”
Il nome Malfoy mi fece drizzare i
peli sulle braccia e allungai un po’ il collo per vederlo meglio mentre
entrava a cavalcioni della sua scopa. Con la divisa
addosso faceva tutto un altro effetto, sembrava più robusto e con i
capelli al vento…
“Ma che diavolo sto facendo.” Dissi fra me
portandomi una mano sul ponte del naso.
Vanessa mi mise una mano sulla spalla. “Rosie, tutto ok?”
Ebbi appena il tempo di annuire prima che la voce di Davies tornasse a parlare. “Ed ecco i Grifondoro. Purtroppo il nostro
Capitano Potter è stato impossibilitato a
giocare, per cui verrà sostituito da AlbusPotter. Facciamo un applauso di incoraggiamento!”
Al uscì dagli spogliatoi volando con destrezza sulla
sua scopa e sembrava non essere nemmeno tanto verde come prima. Stavolta fui io
ad alzarmi ed urlare. “Forza Al!” Al si voltò e fece un
piccolo sorriso.
“Ed il resto
della squadra: Bell, Weasley,
Langerak, Jordan, Fletcher e Judd. Madama Hook si appresta a raggiungere i due capitani per decidere
chi comincerà col possesso di palla… ci siamo, la palla va a i Serpeverde! McPhee tiene la Pluffa
e comincia il suo percorso verso gli anelli dei Grifondoro…”
Cercai di seguire quello che diceva Davies,
ma mi fu molto difficile dato che io di Quidditch non
avevo mai capito nulla. Continuavo a girare lo sguardo da Al a Malfoy, da Ryan a Fred. Mi resi conto solo allora che Malfoy
teneva una mazza in mano.
“Malfoy è un battitore?”
Sussurrai a Vanessa.
Lei annuì. “Beh, sì, che ti
aspettavi?”
Io scossi la testa. Non sapevo neanche io cosa mi aspettavo,
forse che facesse il cercatore, ma dato che quel ruolo lo aveva GillRyan sapevo già che
non poteva essere lui.
“…Benson passa la
Pluffa a McPhee,
Weasley lancia un bolide cercando di
disarcionarlo… ma ecco che McPhee lo schiva
e… Serpeverde manda la Pluffa
nel cerchio, trenta punti per loro!”
Non stavamo cominciando per niente bene. Mi voltai verso
Vanessa con la bocca già aperta, ma vidi che stava fissando qualcosa in
aria con uno sguardo così concentrato e mentre si mordeva il labbro che
non potei che girarmi a mia volta.
Qualche metro sopra gli altri giocatori Al e Gill si stavano sfidando fianco a fianco guardandosi in cagnesco,
correndo dietro al boccino che volava da una parte all’altra come un
matto. Li seguii con gli occhi tenendo il fiato sospeso e potevo scommettere
che nemmeno Vanessa stava respirando. Ad un certo punto, talmente veloce che
dovette passare qualche secondo prima di rendermene conto, Gill
sferrò una gomitata ad Al che per il colpo si tenette lo stomaco con una
mano e lentamente cominciò a precipitare.
Io e Vanessa ci alzammo in piedi contemporaneamente, io mi
portai una mano alla bocca. Feci appena in tempo a chiudere gli occhi prima che
Al atterrasse al suolo, ne sentii il rumore dagli spalti. Sentii Vanessa che mi
tirava per una manica e senza bisogno di dire niente ci precipitammo giù
dalla torre.
Arrivammo sul bordo del campo che Al era ancora disteso a
terra, Madama Hook era ricurva su di lui e anche la ProfessoressaMcGrannitte James si erano
precipitati.
“…Potter è ancora steso a terra, aspettiamo di capire
se possa riprendere la partita… ma aspettate un minuto, si sta
alzando…”
Al si alzò a fatica, reggendosi solo su una mano e
tenendo l’altro braccio inteccherito e col
pugno chiuso. Madama Hook lo implorò di
stendersi di nuovo, che non aveva finito di controllare se ci fosse qualche
frattura ma Al non sembrò neanche sentirla. Anzi, fece un sorriso verso
di noi e poi si voltò guardando in aria.
“Ehi, Ryan!”
Gridò a gran voce.
Lo stadio era completamente in silenzio, tutti aspettavamo
di sentire cosa avesse da dire. Per un attimo pensai che volesse ricoprirlo di
insulti, ma poi Al alzò il braccio che pensavo non potesse muovere e
portò la mano in alto. Tra le sue dita c’era il boccino.
Ci furono ancora dei secondi di silenzio prima che lo stadio
esplodesse in un boato gigantesco.
“Incredibile! Potter ha preso il boccino! Potter
ha il boccino! Grifondoro vince 170 punti a 40…
e a dire il vero signori, è la partita più corta alla quale abbia
mai assistito!”
Lo fissai ancora sbigottita ma poi scoppiai a ridere e Al si
voltò verso di me facendomi l’occhiolino. Vanessa urlò e si
buttò tra le braccia di Al e con mio grandissimo stupore lo baciò
davanti a tutti e senza ritegno. Lo stadio scoppiò in un boato ancora
più grosso.
“Sembra proprio
una pessima giornata per Ryan, Potter
gli ha fregato il boccino e la ragazza da sotto il naso!”
James lo indicò gonfiando
il petto. “Quello è mio fratello!” Urlava.
Quando finalmente Vanessa si staccò da lui, Al la
guardò un po’ sbigottito, poi sorrise e la baciò di nuovo.
Io continuai a ridere e inconsciamente alzai gli occhi al
cielo. Malfoy stava appena qualche metro sopra di me
e mi fissava con un sorrisino sulle labbra. Smisi di ridere e ricambiai con lo
stesso ghignò prima di tornare a guardare Al e Vanessa finalmente
insieme.
**
Ci volle molto tempo prima che gli studenti si decidessero a
lasciare lo stadio, molto di più di quanto fosse durata la partita. Al
era rimasto al centro dell’attenzione per tutto il tempo e James l’aveva definito il suo eroe. Alla fine anche
Lily era scesa in campo e si era messa ad urlare che quello era suo fratello.
Io aspettai un po’ in disparte, davanti agli
spogliatoi. Dopo diversi minuti, finalmente, vidi sul fondo del corridoio
Vanessa ed Al che venivano verso di me. Al teneva un braccio attorno alle
spalle di Vanessa. Io alzai un sopracciglio e mi schiarii la gola.
Loro mi guardarono un po’ in imbarazzo. Al si
grattò la nuca. “Suppongo di doverti ringraziare, Rosie.”
Io sorrisi soddisfatta di me. “Oh, non
c’è di che, Albus. A volte essere
un’idiota porta anche dei vantaggi.” Poi guardai Vanessa.
“Quello che non capisco proprio sei tu, a dire il vero.”
Vanessa arrossì e si attorcigliò una ciocca
sul dito. “Beh, ho detto che era strano pensare ad Al in certi
termini… ma poi alla fine ci sono riuscita.”
“Ed è divertente e carino.” Feci io.
Vanessa annuì guardando Al. “Ed è
divertente e carino.”
Al tornò a guardarmi. “Che ci fai qui tutta da
sola, comunque? Non vieni su alla festa? Lily ha detto che stanno organizzando
un mega party e hanno intenzione di farlo durare
tutta la notte. So che verrà anche Neville.”
“Neville?! Ma Neville è un professore, non
può…” Ci rinunciai. “Lasciamo perdere.”
Vanessa rise. “Andiamo Rosie,
sarà divertente. Sono sicura che sarà molto meglio
dell’ultima festa a cui siamo state.” Riferendosi ovviamente alla
festa di Halloween.
Io feci una smorfia. “Com’è che tutte le
volte che c’è una festa tu ti becchi un ragazzo ed io no?”
Al s’intirizzì. “Beh, se è
così questa è l’ultima festa che faremo.” Disse
annuendo. “Andiamo, Rosie?”
Io mi morsi un labbro guardandomi alle spalle. “Andate
avanti, vi raggiungo subito. Devo aver perso la mia bacchetta sul campo quando
sono corsa giù dalla torre.”
“Oh.” Fece Vanessa. “Vuoi una mano per
cercarla?”
Scossi la testa. “No, non è necessario, adesso
che lo stadio è quasi vuoto la ritroverò in un attimo.”
“Ok.” Disse lei
guardandomi incerta. Entrambi mi salutarono e si avviarono verso
l’uscita, ed io aspettai quiete che fossero spariti dalla visuale. Non
avevo affatto perso la mia bacchetta, la custodivo nella tasca del mantello. La
verità era che un certo qualcuno non era ancora uscito dagli spogliatoi
e mi chiedevo se fosse ancora nel campo.
Mi guardai in giro, era tutto in silenzio, e mi avvicinai
piano piano allo spogliatoio dei Serpeverde.
Appoggiai l’orecchio alla porta ma sembrava che non ci fosse nessuno.
Improvvisamente la porta si spalancò ed io sbalzai indietro spaventata. ScorpiusMalfoy era di fronte a
me con la sacca sulla spalla e mi fissava come se fossi idiota.
“Weasley, che stai
facendo?”
Io mi misi più dritta cercando di assumere una certa
dignità. “Niente.” Dissi con la voce che però un
po’ mi tremava. “Cercavo Ryan.”
Malfoy mi fissò ancora con
la stessa espressione. “Se n’è andato mezz’ora fa,
è stato il primo a lasciare il campo.”
“Oh.” Dissi io come se non ne avessi idea.
“Beh, in questo caso… lo cercherò più
tardi…”
Sentendomi non mi sarei creduta neanche da sola, ma Malfoy per una volta ebbe l’accortezza di non dire
nulla. Si limitò a fissarmi ed io feci altrettanto. I suoi capelli erano
ancora bagnati e si appiccicavano alla fronte come dei fili dorati e la sua
pelle era così bianca che sembrava fatta di marmo. Per un secondo mi
tornò in mente la sua immagine con indosso la divisa ed i capelli al
vento. Scossi la testa furiosamente.
“Idiota.” Sussurrai.
Lui mi guardò. “Come scusa?”
“No, non tu…” sospirai, tanto non avrebbe
capito. “Lascia perdere.”
Malfoy ridacchiò.
“Sei davvero arrivata al punto di darti dell’idiota da sola, Weasley? Facciamo progressi, a quanto vedo. La mia
compagnia comincia a farti bene.”
“Per stare in tua compagnia dovrebbero uccidermi e
trascinare il mio cadavere al tuo fianco.” Dissi pungente.
Lui non si scompose neanche un po’. “Avresti
sicuramente un aspetto migliore di adesso.”
Tu gli piaci, Rose.
La frase di Paula mi rimbombava nella testa come una
condanna. Scossi la testa di nuovo, con più furia, e stavolta Malfoy mi guardò come se stessi davvero perdendo la
testa e mi mancasse qualche rotella. Si avvicinò a me di un passo
scrutandomi da vicino.
“Sei sicura di stare bene?”
Alzai gli occhi su di lui, mi fissava senza rancore.
“Benissimo, grazie.” Ribattei secca. Malfoy
avvicinò ancora di più il viso al mio ed io sbalzai indietro
presa dal panico. “Non ti avvicinare.” Dissi con la voce strozzata.
Lui alzò un sopracciglio come se stesse parlando con
una pazza. “Non ho mai morso nessuno, sai?”
“Su questo non ci giurerei.” Dissi io
guardandolo sospetta. “Saresti capace di fare qualsiasi cosa, delle cose
orribili…”
“Già, come riportarti nella tua Sala Comune in
spalla.” Fece lui sarcastico. “E’ stata davvero una cosa
orribile, Weasley, pesi trecento chili. Te l’ha
mai detto nessuno che sei una falsa magra?”
Questo era troppo. Io ero
magra. Poteva dirmi che i miei capelli erano orribili e avrei anche potuto
dargli ragione, ma questo proprio no.
“E tu sei uno stronzo!”
Urlai io. “Sei la persona più cafona che abbia mai incontrato
nella mia vita e di certo non sai proprio come lusingare una donna. Vorrei
proprio sapere come fanno i tuoi amici a starti intorno, sei
insopportabile!”
Lui lasciò andare la sacca che teneva sulla spalla e
ridacchiò. Trovava forse divertente quello che avevo detto? Si
appoggiò al muro e mi fissò con un sorriso fastidioso sulle
labbra. “Probabilmente è vero, sono insopportabile.” Disse.
“Ma tu non fai altro che girarmi intorno.”
Questo mi prese alla sprovvista, per qualche minuto rimasi
con la bocca aperta senza sapere cosa dire. “Sei tu che sei
ovunque!”
“Perché sei venuta alla partita, Weasley?” Mi chiese alzando entrambe le sopracciglia.
Io mi sentii mancare il fiato. “Perché
Al…”
“Già, Potter giocava
questa partita.” Disse finendo per me la frase. “Eppure invece di
essere a festeggiare la sua vittoria, te ne stai qui a parlare con me.”
Sentii un brivido salire su per la schiena e sudai freddo.
Mi sentii veramente una stupida e per la prima volta da settimane mi chiesi
cosa stessi combinando. Guardai Malfoy, con i suoi
occhi plumbei e i capelli di platino, e mi sentii irrigidire. Perché
diavolo me ne stavo qui a parlare con Malfoy quando
potevo essere al caldo nella mia Sala Comune a festeggiare con i miei migliori
amici?
Mi morsi un labbro e abbassai la testa.
“Sarà… sarà meglio che vada.”
Malfoy non disse nient’altro
ed io scappai via in fretta, attraversando il parco fino al Castello e
risalendo su per la torre dei Grifondoro cercando di
arrivare più in fretta possibile alla festa in Sala Comune.
Perché era lì che avrei dovuto essere.
**
Finalmente abbiamo
postato anche questo tanto sognato capitolo 14, di cui sono fiera prima di
tutto perché abbiamo coronato il sogno di amore di Al, poi perché
è la prima volta che scrivo di una partita di Quidditch
in modo un po’ più serio e non capendoci niente di sport
(esistente o meno) sono dovuta andare a rileggermi le regole XDD
Comunque, vi ringrazio
tanto per le vostre recensioni, le vostre letture, i vostri commenti,
complimenti, suggerimenti e tutto quanto.
Grazie tante a:
Kokylinda2 (Non
preoccuparti, d’ora in avanti altro che piccole particine
tra Rose e Scorpius XD), hele(Purtroppo anche a me capita di fare queste gaffe ogni tanto
^^” e fortunatamente per Rose, Al non è un tipo litigioso) , Leuconoee (Non
so dirti se abbia preso da Harry, secondo me Al ha
avuto tanta tanta fortuna ^^ in gioco e in amore) , Sif(Cerco di fare del mio meglio ad
aggiornare, anche perché la strada è ancora mooolto
lunga! Spero che il cap.14 sia stato di tuo
gradimento ^^), Mariuccia (Se a
questo punto non faceste il tifo per Rose e Scorpius,
avrei sbagliato a scrivere tutto quanto XD), edvige86 (Al è esattamente come il mio ragazzo… non si
arrabbia mai!! XDD), ThePirateSDaughter(Ti ringrazio molto, non credo che Al
avrebbe mai avuto il coraggio di dichiararsi, sai ^^) , Nabiki93 (penso che questo capitolo abbia risposto largamente alla
tua domanda XD)
Per le seguenti settimane cercai di starmene tranquilla e non mandare
neanche per sbaglio lo sguardo verso il tavolo dei Serpeverde, ma ormai era
diventata una cosa difficilissima
DON’T TELL DAD
15. Be my Valentine
Per le seguenti settimane cercai di starmene tranquilla e
non mandare neanche per sbaglio lo sguardo verso il tavolo dei Serpeverde, ma
ormai era diventata una cosa difficilissima. Sentivo quasi il bisogno di sapere
dove fosse o cosa stesse facendo, nonostante la parte razionale di me
continuasse a dirmi che dovevo smetterla e che dare retta a Paula era stata la
cosa più stupida del mondo.
Fortunatamente questa volta Vanessa non si comportò
affatto come quando stava con Gill, al contrario sia lei che Al passavano molto
tempo con me e cercavano di non lasciarmi mai sola. Ovviamente uscivano da soli
quando andavano ad Hogsmeade e usavano tutte le mie visite in biblioteca per
passare del tempo da soli. Erano una bella coppia.
Purtroppo per me, però, arrivò San Valentino.
Era la festa più odiosa che potesse essere inventata, era fatta apposta
per far sentire delle nullità persone come me, che dovevano rintanarsi
in Dormitorio o in Biblioteca per non rendere palese al mondo di essere da
soli.
“Sei proprio sicura, Rosie?” Disse Vanessa per
la centesima volta. “Sono sicura che Al capirà se non vado.”
Ero seduta per terra in Sala Comune e cercavo di scrivere il
mio saggio di Trasfigurazione. Roteai gli occhi. “Vì, sono sicura
che Al capirebbe, ma non vedo davvero il punto. E’ San Valentino e
dovreste godervi la vostra vita di coppia invece che occuparvi di me.
Starò bene, finirò i compiti per domani e se mi rimane del tempo
passerò da Hagrid.”
Vanessa mi guardò incerta. “Sei davvero
sicura?”
“Che succede?” Al era appena sceso dal
Dormitorio e ci fissava perplesse. Si avvicinò a Vanessa e le diede un
lieve bacio sulla guancia. Vanessa arrossì.
“Niente,” Feci io. “Vanessa vuole
assicurarsi che la Baby Sitter
arrivi prima che andiate via.”
Vanessa si portò le mani sui fianchi. “Beh,
scusa tanto se mi preoccupo per te. Quando non mi preoccupavo non ti andava
bene, adesso che mi preoccupo non va bene lo stesso!”
Al si mise subito in mezzo temendo un’altra lite.
“Ehi, basta.” Disse. “Rose, se vuoi che rimaniamo con te non
c’è problema, possiamo andare un’altra volta e…”
“Siete noiosi.” Dissi io sbuffando.
“Andate e divertitevi, sbaciucchiatevi, andate da Madama Piedidiburro e
appartatevi dove nessuno vi vede. Io sarò qui al vostro ritorno e
vedrete che non mi sarà successo niente di male.”
Al sorrise appena. “Su questo non ci giurerei. Te
l’ho mai detto che sei la migliore cugina e amica del mondo?”
Io lo guardai e gli strizzai l’occhiolino. “Una
volta o due, sì.”
“Me lo faresti un favore, Rosie?” Chiese
Vanessa. “Stai lontana da Paula.”
“Promesso.” Dissi annuendo. Lei ed Al mi
salutarono e ancora un po’ incerti se ne andarono per il buco nel
ritratto. Io mi guardai intorno, in Sala Comune non c’era nessuno.
Lasciaila pergamena che stavo
scrivendo per terra e mi alzai per andare alla finestra, sbirciando nel parco.
Una gran massa di studenti, tutti ordinatamente accoppiati, si dirigevano verso
Hogsmeade. Io sospirai.
Dato che per le prossime tre ore non avrei avuto niente da
fare, uscii dalla Sala Comune dei Grifondoro e mi diressi senza troppo fretta
verso la Biblioteca. La
Biblioteca era poco abitata già nei giorni normali, in un giorno come
San Valentino ero sicura che non ci sarebbe stato nessuno.
Entrai e salutai Madama Pince, che mi guardò quasi
con solidarietà, e pensai che se anche lei trascorreva San Valentino
chiusa in Biblioteca, eravamo nella stessa situazione. Mi ero portata dietro il
libro della sezione proibita, perciò andai a sedermi nel tavolo
più remoto della Biblioteca, dove ero sicura di non essere vista.
Aprii il libro dove avevo lasciato il segno e cominciai a
leggere tranquillamente, beandomi del silenzio e della tranquillità.
“Non dovresti leggere quello qui.”
Sobbalzai e mi voltai di scatto. “Per la miseria,
possibile che tu debba sempre arrivarmi alle spalle!” Mi lamentai io.
“E che diavolo ci fai qui?”
Malfoy, che stava appoggiato ad uno scaffale, mi
fissò con sufficienza. “Cercavo un posto tranquillo e oggi la Biblioteca è
talmente deserta che non ho bisogno di rifugiarmi nella Sezione Proibita. Ma
come sempre ci sei tu a rompermi le uova nel paniere.”
Eh no, stavolta non era per niente colpa mia! Anzi, avevo
cercato di evitarlo dalla partita di Quidditch e fare in modo da non poter
avere una conversazione con lui, e come sempre invece me lo ritrovavo tra i
piedi. Era come una maledizione. Cominciai a pensare seriamente che Paula
avesse usato qualche fattura su di noi.
“Scusami?” Dissi acidamente. “Se non te ne
fossi accorto io me ne stavo qui in silenzio e tutta da sola, senza dare
fastidio a nessuno, sei tu che sei venuto qui ad interrompere il mio idillio.
Se vuoi stare tranquillo torna da dove sei venuto.”
Mi sarei aspettata di vederlo girare i tacchi e andarsene
senza un’altra parola, invece rimase immobile come se non avessi detto
neanche una parola. Lo fissai per almeno cinque minuti, aspettando che se ne
andasse, ma non lo fece.
“Sei diventato sordo?”
“Per niente.” Rispose lui subito. “Ci
sento benissimo.”
Chiusi gli occhi e sospirai. “E come mai sei ancora
qui in piedi davanti a me?”
Senza battere ciglio venne a sedersi di fronte a me, come se
fossimo amici da sempre e non fosse strano che sedessimo allo stesso tavolo a
fare una conversazione.
“Non era proprio quello che intendevo.” Dissi.
Lui roteò gli occhi. “Lo so quello che
intendevi, non sono stupido, Weasley.” Mandò uno sguardo fuori
dalla finestra, verso il parco. “Sono stanco di stare da solo, oggi. Non
mi piace San Valentino, è una festa stupida, ma sono stanco di stare da
solo. Quindi, anche se dirai solo cose stupide e parlerai da sola per ore,
meglio stare qui ad ascoltare le scemenze che hai da dire che stare da solo per
le prossime tre ore.”
Doveva essere una sottospecie di complimento, per caso?
“Allora lo ammetti, Malfoy.” Dissi io sorridendo
sotto i baffi, abbassando lo sguardo sul mio libro. “Che anche tu
preferisci essere male accompagnato.”
“Solitamente no.” Disse seriamente. Continuava a
guardare fuori dalla finestra. “Ma oggi sì.”
Scossi la testa, continuando a leggicchiare il mio libro.
“Non ho intenzione di parlare con te, Malfoy, quindi faresti meglio ad
alzarti e a cercare un altro disperato che sia rimasto al castello.”
Malfoy sospirò senza guardarmi. “Lo immaginavo.
Da quando ti ho fatto notare che non mi lasciavi in pace un minuto, non fai
altro che evitarmi.”
Il sangue mi si ghiacciò nelle vene. Alzai la testa
di scatto e lo fissai a bocca aperta. Lui si voltò lentamente verso di
me e alzò un sopracciglio.
“Te l’ho detto, non sono stupido.”
Misi da parte il mio libro e mi concentrai su di lui
completamente. Lo fissai per bene, i suoi occhi grigi puntati contro di me. Gli
puntai un dito contro, quasi con fare minaccioso. “Mettiamo le cose in
chiaro: tu non mi piaci.” Dissi decisa. “Non mi sei mai piaciuto e
lo ammetto ho un sacco di pregiudizi su di te, senza offesa ma dato che tuo
nonno ha quasi ucciso mia madre non è che sia proprio propensa a darti
la mia amicizia. E sei un cafone, un egoista e pure uno stronzo. Quindi
più che ignorarti, sto facendo quello che farebbe una persona sana di
mente: stare lontana da te.”
Malfoy mi guardò un attimo, poi ridacchiò
scotendo la testa. “Non preoccuparti, non ti punterò un coltello
alla gola se è questo che ti fa paura.” Disse con
tranquillità. “Non ho neanche il Marchio Nero, sai?”
Lo guardai con disgusto, come poteva parlarne con
sufficienza? “Sei davvero spregevole, Malfoy.”
“E tu sai solo giudicarmi dai miei genitori.”
Fece lui alzandosi.
“Perché, tu non fai altrettanto?” Chiesi
con retorica. “Non fare la vittima della situazione, è dal primo
anno che mi riempi di insulti e per cosa? Non fare finta di non sapere che sia
perché sono una Weasley.”
“Può darsi.” Fece lui lentamente.
“E può darsi di no.”
Tu gli piaci, Rose.
“Ancora?” Urlai io, talmente forte che
rimbombò in tutta la
Biblioteca.
Malfoy rimase immobile a fissarmi a bocca aperta, come se
fossi diventata pazza. Aggrottò la fronte. “Ancora che
cosa?”
Stupida. “No, non stavo parlando con te.” Mi
passai una mano sulla fronte, rassegnata. “Sto diventando pazza. Sento le
voci. Tra poco mi daranno fuoco come a Giovanna D’arco.”
“Posso darti una mano?”
Alzai la testa di scatto, ostile “A darmi
fuoco?”
Malfoy roteò gli occhi. “No, idiota, con queste
voci che senti. Potrebbe anche essere una fattura o un Malocchio molto
potente.”
Sospirai. “Purtroppo è solo la mia testa, ne
sono sicura. Vai avanti a prendermi in giro adesso che ho ammesso di essere
scema.”
Lui scrollò le spalle e scosse la testa.
“Così è troppo facile. E’ come schiantare un Unicorno
ferito.”
Gli ero grata che mi avesse paragonata ad un Unicorno e non
ad uno Schiopodo, almeno. All’improvviso Madama Pince, che doveva avermi
sentito, spuntò da dietro lo scaffale e ci fissò allibita.
“Che succede qui?”
“Niente, è colpa mia.” Fece Malfoy
mandandomi un’occhiata. “Me ne stavo andando. Weasley.”
Fece un cenno col capo a mo’ di saluto e se ne
andò superando Madama Pince, che si voltò verso di me. Io
scrollai le spalle con un sorriso e anche lei se ne andò scotendo la
testa. Sorrisi tra me, ripensando a tutta la conversazione. Alla fine mi
piaceva pure litigare con Malfoy.
Sentii di nuovo quella fastidiosa vocina nella mia testa,
che mi tormentava giorno dopo giorno. Solo che questa volta la vocina
cambiò.
Lui ti piace, Rose.
**
Quando Al e Vanessa rientrarono io ero seduta sul divano
della Sala Comune. Me ne stavo seduta lì da quando ero venuta via dalla
Biblioteca, fissando il fuoco nel camino con gli occhi spalancati. Non avevo osato
muovermi ancora, per paura di poter sentire di nuovo quella maledetta voce.
Fissavo il camino senza pensare assolutamente a nulla, mi stavo concentrando
per tenere la mente vuota.
Vanessa si lasciò andare accanto a me e
ridacchiò. “Accidenti sono proprio stanca!” disse. Al ci
guardò e sorrise. “Avresti dovuto venire anche tu, Rosie! Non
crederesti mai a cosa è disposta la gente pur di non uscire da sola,
altro che Lysander… Rosie?... Rosie?”
Al e Vanessa si scambiarono uno sguardo preoccupato, Al si
abbassò sulle ginocchia e si piegò davanti a me per avere gli
occhi alla mia altezza. Mi fissò perplesso. “Rose?” Disse
leggero. “Ti senti bene?”
Io annuii tenendo gli occhi sbarrati. Dovevo sembrare la
figlia di Luna Lovegood in quel modo. “Cerco di svuotare la mente.”
“Oh.” Fece Al preso in contropiede. “E
perché?”
Alla fine cedetti e mi rilassai finalmente, chiudendo le
palpebre e sospirando. Mi lasciai andare sfinita contro il divano.
“Ragazzi, sono pazza. Dico sul serio. Sento le voci.”
Sentii Vanessa ridacchiare. “Le voci? Che voci?”
“C’è poco da ridere!” Saltai su io
spaventandoli entrambi. Al balzò indietro e ricadde a terra sul sedere.
“Lo sai che quando zio Harry sentiva le voci al secondo anno alla fine si
è scoperto che era un Basilisco che si aggirava nei tubi
idraulici?”
Al alzò un sopracciglio. “Sì, me lo hai
raccontato due giorni fa.” Disse. “Ma se vuoi sapere la mia, Rose,
dubito che ci sia un altro Basilisco che si nasconde nelle viscere di Hogwarts.
E tu non parli il Serpentese.”
Parlando di serpi mi era venuto di nuovo in mente Malfoy.
Cavolo stava diventando una vera e propria ossessione!
“Non sto dicendo che c’è un
Basilisco!” Dissi io alzandomi in piedi e cominciando ad andare su e
giù per la stanza. “Sto dicendo che queste cose anche se sembrano
sciocche, non vanno sottovalutate.”
Vanessa e Al si scambiarono un altro sguardo.
“Ok.” Disse Vanessa. “E cosa dicono queste voci?”
Io arrossii di botto. “Niente.”
Al annuì. “Oooh, adesso è tutto
chiaro… delle voci silenziose… come abbiamo fatto a non pensarci
prima!”
Lo guardai male. “Intendevo niente di
importante.”
Vanessa si alzò e allargò le braccia.
“Beh, non possiamo esserti molto di aiuto se non ci dici niente, Rose.
Perché non ti calmi un po’ e non ci dici da quand’è
che sono cominciate queste… voci?”
Io sbuffai sfinita e ci pensai un po’ su. “Non
lo so…” Mugolai. “Più o meno da quando siamo rientrati
ad Hogwarts dopo le vacanze.”
Al e Vanessa spalancarono occhi e bocca. “E hai deciso
di dircelo solo adesso? Rose!”
Adesso sembravano seriamente preoccupati. Mi morsi un
labbro, non volevo davvero che sapessero cosa stava succedendo. Anche
perché, ora che ci pensavo seriamente, non lo sapevo neanche io. Anche
se…
“Paula!” Saltai su. “Devo trovare
Paula!”
“Paula?” Fece Vanessa con una smorfia.
“Che cosa c’entra Paula con le tue voci?”
Io alzai un dito pensando tra me. “Questo non lo so
ancora, ma lo scoprirò. Mi ha fatto qualcosa, ci scommetto!”
dissi. “L’avete vista?”
Al si grattò la nuca e ci pensò un po’
su. “Non ricordo. L’abbiamo vista ad Hogsmeade mentre schizzava da
una parte all’altra per essere sicura di carpire più informazioni
possibili, ma dopo che siamo stati da zio George, non l’ho più
vista.”
Battei insieme le mani, eccitata. “Giusto! Adesso che
tutti sono tornati, sarà a giro per il castello a disperdere
gossip!”
Senza lasciare tempo ad Al o a Vanessa di rispondere, mi
fiondai fuori dal buco del ritratto, ritrovandomi nel corridoio che pullulava
di coppie appena tornate da Hogsmeade. Mi guardai un po’ intorno, ma
Paula non si vedeva da nessuna parte. C’era sempre quando non la volevi,
e quando serviva non si trovava mai!
Cominciai a correre guardandomi intorno, sperando di sentire
la sua voce petulante. Feci per lo meno tre rampe di scale, tra gli sguardi allucinati
degli studenti, prima di trovarla mentre parlava nell’orecchio di una
piccola Tassorosso.
Mi fermai davanti a lei col fiatone, appoggiandomi con le
mani sulle ginocchia. Entrambe mi fissarono, smettendo subito di spettegolare.
”Rose!” Squittì Paula. “Che ci fai qui?”
Io mi alzai a fatica, non c’era bisogno di dire che
ero totalmente fuori forma, e cercai di respirare normalmente. “Che cosa
hai fatto?”
Paula e la ragazzina si scambiarono uno sguardo.
“Fatto quando?”
“A me!” Feci indicandomi. “Alla mia testa!
Da quando ho parlato con te, sento delle voci nella mia testa! Lo so che sei
stata tu, mi hai fatto una fattura o qualcosa di simile!”
Paula ridacchiò. “Ma che stai dicendo,
sciocchina. Io non ho fatto proprio niente. Ma che genere di voci senti?”
Aprii la bocca per ribattere ma mi frenai subito.
“I-io…” Inghiottii. “Voci umane!”
“Voci umane?” Chiese Paula alzando un
sopracciglio.
“Sì!” Feci io cercando di sembrare
convinta. “A dire il vero assomiglia proprio tanto alla tua voce! Ecco
perché penso che sia tu!”
Paula ridacchiò di nuovo e chiusi appena gli occhi,
era come sentire il gesso stridere sulla lavagna. “Rose, pensi davvero
che ti farei una cosa del genere?” Dovevo rispondere sinceramente?
“Probabilmente sei ancora shockata per via di Al e Vanessa, so che deve
essere stata dura per te vedere il tuo ragazzo con la tua migliore amica,
ma…”
La frenai prima che potesse aggiungere altro.
“Cugino.” Corressi. “Al è mio cugino.”
Lei mi posò una mano sulla spalla come se avesse pena
di me. “Oh lo so, Rosie, lo so.”
Rinunciai a spiegarle che tra me ed Al non c’era e non
ci sarebbe mai stato nulla, era come parlare al vento. Sospirai sfinita.
“Quindi mi stai dicendo che non mi hai mandato nessuna fattura?
Malocchio? Pozioni nel mio cibo?”
La ragazzina Tassorosso continuava a guardarmi come se mi
fossi bevuta il cervello, piuttosto che una pozione magica. Paula scosse la
testa. “Mi dispiace, Rose, ma non posso aiutarti. Hai provato ad andare
da Madama Chips?”
“Io… no. No, ci andrò più
tardi.”
La ragazzina Tassorosso e Paula mi guardarono entrambe come
se avessero pena di me, ed io pensai che dovevo essere proprio disperata se ero
arrivata al punto di far impietosire Paula.
“Mi spiace, ora dobbiamo andare.” Disse con un
sorriso un po’ amaro. “Ci vediamo in dormitorio. E non dimenticare
di passare in Infermeria.”
Io cercai di fare un debole sorriso. “Lo
farò.” Mentii.
Guardai Paula mentre si allontanava insieme alla ragazzina e
improvvisamente sentii un peso sul petto, come se facessi più fatica a
respirare. Non avevo bisogno di passare in Infermeria, Madama Chips non avrebbe
mai trovato una cura a quello che mi stava succedendo. Avevo pensato che
sentire quelle voci fosse per via di un incantesimo ma mi ero appena resa conto
che non era altri che la mia coscienza.
Perciò fu con grande sconforto che mi resi conto,
senza intenzione, di essermi presa una cotta per Scorpius Malfoy.
**
Stavo sbattendo la testa al muro da una decina di minuti, in
un angolo vicino al mio letto al baldacchino, quando Vanessa rientrò in
Dormitorio. La sentii entrare, riconobbi i passi, ma continuai imperterrita a
sbattere la testa contro la pietra. Dovevo sembrare proprio ridicola, ma non
sapevo che cos’altro fare.
“Ehm… Rose?” Arrivò la voce
preoccupata di Vanessa.
Io sospirai e diedi un’ultima testata al muro, prima
di mettermi dritta e voltarmi verso di lei che mi fissava un po’
stranita. “Sì?”
Lei alzò un sopracciglio e mandò
un’occhiata al muro. “Oh niente, trovo perfettamente normale che tu
dia testate al muro.”
“Non è stata Paula.” Dichiarai. Vanessa
mi guardò un po’ più incuriosita mentre io mi sedevo sul
letto. “Non è stato nessuno. Quelle voci… è solo la
mia coscienza. Solo che non mi piace per niente quello che mi sta
dicendo.”
Vanessa fece uno sguardo comprensivo e venne a sedersi a
fianco a me. “Beh, sai Rose, in genere a nessuno piace quello che dice la
propria coscienza. Di solito perché ci dice di fare cose giuste, che
però per orgoglio od altro non ci va di fare.”
Ci pensai un po’ su. Sicuramente ammettere a me stessa
quello che la mia coscienza mi suggeriva, valeva molto più del mio
orgoglio, e non ero neanche sicura che fosse la cosa giusta. Per un attimo mi
venne un flash di mio padre che mi strappava il foglio dell’eredità
davanti agli occhi.
“Non sono sicura che sia la strada giusta da seguire,
questa volta, Vì.”
Lei scrollò le spalle. “Forse.” Disse.
“Ma ricordi quando dicevi che probabilmente avrei dovuto dare una chance
ad Al? Non so bene cosa mi trattenesse, ma alla fine ho seguito il mio cuore.
E’ sempre la cosa giusta da fare.”
“Parli come mia madre.” Dissi io facendo una
smorfia.
“Allora sicuramente sto dicendo tutte cose
giuste.” Fece lei tra sé. La vicinanza ad Al stava cominciando a
farle male.
Io sbuffai e mi premetti le dita sulle tempie. “Non lo
so, è tutto così improvviso, strano… ho bisogno di
riflettere. E probabilmente passerà da solo. Passerà col
tempo.”
“Sai, Rose, se proprio vuoi saperlo è quello
che mi ripetevo anche io.” Fece lei guardandomi seria. “La
possibilità di stare con Al era così remota per me che se anche
provavo appena qualcosa mi volevo auto-convincere che sarebbe passata col
tempo. Ma ogni giorno mi sentivo sempre peggio e sempre più in
imbarazzo.”
Ricambiai lo sguardo e scossi la testa. “No, stai
tranquilla, questa è una cosa totalmente differente.” Lo era?
“Sono in questa situazione perché mi sono convinta di una cosa,
quindi basterà solo che faccia la cosa inversa. Sono sicura che
funzionerà.”
Vanessa mi guardò scettica. “Ne sei proprio
sicura, Rose?”
La porta del Dormitorio si aprì, e Sol fece capolino.
“Oh, siete aquì.” Si chiuse la porta alle spalle e mi
fissò un po’ strana. “Ho visto a Paula, me ha dicho que Rose
siente voci.”
Sospirai. “Mai una volta che tenga quella boccaccia
chiusa!”
Vanessa ridacchiò. “Niente di grave,
Sol.”
“No es un incanto?” Chiese preoccupata.
“Paula ha dicho che era malocchio.”
“L’unico malocchio che sembro avere addosso
è la mia stupida coscienza che non mi lascia in pace mezzo
minuto.” Sbottai io.
Sol alzò un sopracciglio. “Paula es un
idiota.”
Vanessa rise e scrollò le spalle. “Beh, questo
non è un segreto per nessuno. Ehi, come mai sei da sola,
dov’è Gaby?”
“Con Vincent.” Disse. “Sabes, es San
Valentino e como es giusto che stanno da soli un poco. Io ho pasado el
dìa da Hagrid, era mucho tiempo che no andavo da èl.”
Mi diedi mentalmente della stupida per essere andata in
Biblioteca. Avrei dovuto pensare prima che anche Sol era da sola e avrei potuto
aggregarmi a lei. Non mi sarei trovata in quel pasticcio.
Sol sembrò leggermi nella mente. “E tu Rosie,
donde estabas?”
“Non mi è proprio venuto in mente che anche tu
fossi da sola, Sol.” Dissi in tutta sincerità. “Sono stata
in Biblioteca per quasi due ore. Potevi dirmelo che andavi da Hagrid, sarei
venuta volentieri con te. Anche io è tanto che non vado a
trovarlo.”
Sol annuì. “Lo sé, e ti ho cercato. Ma no estabas da ninguna parte!”
Sbuffai sconsolata e mi lasciai andare contro il materasso,
fissando la tenda del letto a baldacchino. “Hagrid o non Hagrid, una cosa
è certa. E’ stato il peggior San Valentino da quindici anni a
questa parte.”
**
Noto con piacere che
il 14° capitolo vi è piaciuto e non poco XD ne sono molto felice.
Non so se a dirvi quello che sto per dirvi vi farò venire un infarto, ma
vi avevo avvertito dall’inizio… sto scrivendo il 20° capitolo
che chiuderà la prima parte della storia, diciamo un ‘fine primo
tempo’… quindi non so e non voglio sapere quanti capitoli ci
vorranno ancora per finire definitivamente questa storia XD
Sempre i soliti
special thanks to:
Leuconoee: Sì,
è stata corta apposta, non volevo tirarla troppo per le lunghe e avevo
bisogno di qualcosa di breve e d’effetto. Eeeh, sì, sono rinomata
per essere molto sadica XD ma se vi dessi tutto e subito vi stanchereste di
leggere
Kokylinda2: Ho apprezzato
molto la tua recensione perché adesso so di essere arrivata a scrivere
quello che volevo, non una Rose che da un giorno ad un altro si innamora, ma
una Rose che passo per passo impara anche a conoscersi. Malfoy ha davvero una
cotta per Rose? … forse.
Sif: Sono felice di
vedere che sei sempre viva XD e soprattutto che tu abbia apprezzato questo
sognato capitolo 14. Cercherò di aggiornare abbastanza in fretta,
nell’ordine di una settimana, perché ho già altri capitoli
pronti. Grazie per tutti i complimenti
ThePirateSDaughter: Io
sono entusiasta che tu sia entusiasta, soprattutto perché il 14°
è sicuramente (per ora) il mio capitolo preferito. Sono contenta che
tifiate per una coppia come Al e Vanessa che non è canon, e soprattutto non
sapete quanto mi diverto a scrivere di Rose e Malfoy XD quindi se mi dici che
adori come scrivo di Rose e come scrivo di Malfoy mi fai straordinariamente
contenta. Grazie
Nabiki93: Ti dico la
verità, non lo so se Scorpius sia così acuto dall’essersi
accorto di tutto… ma abbiamo comunque tanti capitoli di fronte a noi,
quindi avremo modo di scoprirlo XD nella scena dello spogliatoio mi sono
vergognata per lei…
Mariuccia: cara mia,
abbiamo appena iniziato ad essere confusi XD anche se con questo capitolo Rose
scopre una grande verità, ma le cose non saranno affatto facili da
gestire. Credo, alla fine, che Scorpius non si capisca neanche da solo, per
questo ci sono un sacco di problemi tra loro XD
Elettra1991: Devo dire
sei forse la sola che abbia fatto i complimenti per le immagini a inizio
capitolo, grazie mille. E grazie per tutti i complimenti che mi hai fatto, sia
per i personaggi nuovi, ma soprattutto per i personaggi canon perché non
è facile ritrovare il filone della Rowling e saperli rendere senza distaccarsi
troppo. baci
PrincipessaGin: ahah non
preoccuparti, sono io che posto troppo in fretta non tu che non fai in tempo. Non
so se ci sia proprio un “cuore”, stavolta penso di aver scritto una
ff divisa in due parti, come dicevo prima. E nella seconda parte ce ne saranno
delle belle XD
Edvige86: Non sai che
piacere mi fa pensare a voi lettori che vi vedete le mie storie davanti agli
occhi… altro che cinema in 3D, serve la lettura per lasciare spazio
all’immaginazione. Eh sì, finalmente Al e Vanessa :)
Melisanna_ : Non è
mia consuetudine far filare tutto liscio, quindi penso che metterò
ancora del pepe tra Al e Vanessa, per non parlare di Rose e Scorpius. E non
penso che Scorpius sia poi furbo come sembra, anche se senza dubbio è
molto intelligente
Ellaella: grazie mille,
sono sempre felice di avere recensioni da nuovi lettori e sono felice che
apprezziate le mie storie
Hele: Più Scorpius
è odioso, più lo adoro e non so neanche perché! In
effetti, con un tipo come Gill Ryan sfido chiunque… ma chi non ha avuto
una cotta per il ‘fighetto’ della scuola?Però alla fine,
chissà come mai, quando riusciamo a conoscerlo ci delude sempre. A
proposito di delusioni spero di non deludervi mai, sarebbe una delusione anche
per me. baci
Era già passato un mese da quando con orrore mi ero riscoperta
cotta di Malfoy e la cosa mi aveva creato non pochi problemi
DON’T TELL DAD
16. I know what u want
Era già passato un mese da quando con orrore mi ero
riscoperta cotta di Malfoy e la cosa mi aveva creato non pochi problemi.
Ovviamente non avevo raccontato nulla a nessuno, neanche a Vanessa,
perché speravo segretamente che sarebbe passata da sola. Ma i giorni
passavano e come un’idiota mi riscoprivo a fissarlo durante le lezioni,
senza contare le scuse stupide che rifilavo a Vanessa per rimanere un po’
di più dentro la serra, quando aveva lezione dopo di noi.
Quando non avevamo lezione insieme, cercavo di evitarlo il
più possibile anche se era inevitabile che ci incrociassimo per i
corridoi. Per questo avevo cominciato a portarmi sempre dietro qualcuno, in
modo da non rimanere mai da sola con lui. Ed ero diventata paranoica. Avevo il
terrore di essere scoperta e qualunque cosa mi si dicesse scattavo come una
molla.
Io e Vanessa eravamo in Sala Comune e stavo vagando altrove
con la mente quando la sentii ridacchiare. Mi voltai verso di lei.
“Lo so che cosa vorresti, sai?” Fece lei con
sguardo malizioso.
Io arrossii e cominciai a sudare freddo. “Lo… lo
sai? Come lo sai? Chi te l’ha detto?”
Vanessa rise di nuovo e scosse la testa. “Beh, non ci
vuole un genio, sai Rose, ormai ti conosco bene.” Disse. “Lo so che
lo stai sognando ardentemente.”
“Ardentemente?” D’accordo che passavo la
maggior parte del tempo concentrata su di lui, ma ardentemente mi sembrava un
po’ troppo.
“Se vuoi possiamo andarci. Non lo dirò a nessuno,
neanche ad Al.” disse con non chalance mentre continuava a scrivere sulla
sua pergamena.
Io la fissai a bocca aperta. Vanessa mi stava incoraggiando?
Non era una cosa possibile. “Sei impazzita? Un’idea tanto stupida
non sarebbe venuta in mente neanche a me! E tu non dovresti incoraggiarmi,
dovresti dirmi che è sbagliato! Tremendamente sbagliato!”
Vanessa alzò la testa dalla sua pergamena e mi
guardò interdetta. “D’accordo, non c’è bisogno
di agitarsi. Neanche fosse la prima volta che ci intrufoliamo nelle
cucine.”
Cucine? “Cucine?” dissi echeggiando i miei
pensieri. “Cosa c’entrano le cucine?”
“Dove altro credi che possano darti un budino al
cioccolato?” Fece Vanessa con fare ovvio. “Di cosa credevi che
stessi parlando?”
Budino al cioccolato. Ecco di che cosa stava parlando! Stavo
decisamente diventando paranoica. “Di budino al cioccolato.” Dissi
in fretta. “Ma non sono proprio dell’umore per infrangere le regole
oggi. E’ Winky l’ultima volta ha minacciato di raccontare tutto
alla Preside, non vorrei che ci mettesse in punizione per…”
“Per un po’ di budino al cioccolato, sarebbe
terribile!” Fece ironica Vanessa. “Winky minaccia da sei anni di
chiamare la Preside. L’ha
mai fatto? No. E sai cosa, tutto questo parlare di cucine mi ha messo
fame.”
Io tornai china sui miei compiti, che non erano neanche a
metà quando normalmente li avrei già finiti. “Ti aspetto
qui.”
Vanessa si alzò e scosse la testa. “Come vuoi.
Ma ti porterò un solo budino, niente bis ti avverto.”
Annuii e lei uscì dal buco del ritratto. Mi lasciai
andare contro al divano, con la testa all’indietro. Questo segreto mi
avrebbe ucciso, ne ero certa, ed ero ad un passo per scoppiare. Dovevo
assolutamente dirlo a qualcuno, ma non potevo dirlo né ad Al né a
Vanessa. Girovagai con gli occhi nella stanza, pensando a chi avrei potuto
rivelare questa cosa che mi stava corrodendo piano piano. Lily stava salendo le
scale del Dormitorio.
Colsi la palla al balzo, in un attimo scattai in piedi
cercando di sistemare alla belle e meglio la mia roba, e corsi su per i
Dormitori seguendo Lily. Per fortuna riuscii ad entrare prima che chiudesse la
porta, le detti una piccola spinta e mi richiusi la porta alle spalle guardando
sospetta all’interno della stanza.
“Sei da sola qua dentro?” Chiesi.
Lily mi fissò prima allucinata, poi incrociò
le braccia e alzò un sopracciglio. “Ciao anche a te, Rose.”
“Scusami.” Dissi continuando a guardare in giro
per assicurarmi che non ci fosse nessuna delle sue compagne. “E’
che ho bisogno di parlarti e non vorrei che qualcuno sentisse.”
“Sono tutte a lezione.” Disse lei facendomi
cenno di sedersi. Mi sedetti sul suo letto mentre lei rimase in piedi a
fissarmi in attesa. “Sembra una cosa importante. Non vorrai ancora
parlarmi del regalo di compleanno di James, vero?”
“Regalo?” Chiesi io. Forse avevo dimenticato di
comprare il regalo a James. “No, non è questo. E’ una cosa
molto più grave. Ma Lily, devi promettermi di non dire a nessuno quello
che sto per dirti. Deve rimanere tra me e te.”
Lily mi fissò curiosa. “Ok.”
Io sospirai e chiusi gli occhi. “Mi sono presa una
cotta per Malfoy.”
Per un attimo ci fu il silenzio assoluto, poi sentii Lily
scoppiare a ridere e aprii gli occhi. Stava ridendo così forte che si
reggeva la pancia per il ridere. “Certo, come se potesse essere
possibile.”
Io la guardai. Lei mi guardò. E realizzò.
“Ti sei presa una cotta per Malfoy?!” Chiese tra
il perplesso e il divertito. “Quando? Voglio dire, come?”
“Non lo so e non lo so.” Risposi. “So solo
che dovevo dirlo a qualcuno perché questa cosa mi sta uccidendo! Se solo
papà lo venisse a sapere mi staccherebbe la testa.”
Lily aveva già preso la sua aria sognante. “Oh
non dire così, Rose. Non è così grave. E tolto il fatto
che è un vero stronzo, Malfoy non è per niente da buttare.”
“Hai ragione, non è così grave.”
Dissi io ironica. “Ci sono solo più di cento anni di
rivalità tra le nostre famiglie, che cosa vuoi che sia.”
“Oh! Come Rometta e Giulieo.”
Inarcai le sopracciglia. “Intendi Giulietta e
Romeo.”
Lily fece un cenno con la mano come per scacciare una mosca.
“Quello che è. Comunque sia è molto romantico.”
“Lily,” Cominciai io esasperata. “Hai
presente come va a finire la storia tra Giulietta e Romeo, vero? E, sai, a me
piace vivere!”
Lei scosse la testa. “La stai facendo un po’ troppo
tragica, Rosie. Non sai neanche che cosa ne pensa lui. Hai intenzione di
dirglielo?”
“A chi?” Chiesi io ingenuamente.
“A Malfoy.”
La fissai come se le fosse cresciuto un tentacolo sulla
faccia. “Sei impazzita?! Perché diavolo dovrei andare a dirglielo,
per mettermi in ridicolo?”
Lei scrollò le spalle. “Beh, tenerti dentro
questo focolare non so quanto ti possa giovare. Comunque, io adesso devo andare
a lezione.”
“Mi pianti in asso così?”
Lily mi guardò di nuovo e scrollò le spalle.
“Mi dispiace, Rose, per ora sono a corto di buone idee.”
Io sospirai sconsolata tra me, anche se averlo detto a voce
alta mi stava facendo sentire meglio, ero contenta che qualcuno sapesse che
stavo diventando pazza. Mi alzai dal letto e insieme a Lily scesi al piano di
sotto. Lily se ne andò poi a lezione mentre io rimasi nella Sala Comune,
aspettando che Vanessa tornasse. Passarono pochi minuti prima che la vedessi
entrare dal buco del ritratto con una faccia pienamente soddisfatta.
“Non sai che ti sei persa, Rosie.” Disse
leccandosi i baffi. “Tu e la tua mania di rispettare le regole.”
La fissai a bocca aperta. “E il mio budino?”
Lei scrollò le spalle. “L’ho mangiato
strada facendo.”
**
Dopo aver studiato, o almeno averci provato, in Sala Comune,
Vanessa se n’era andata a fare una passeggiata con Al mentre io
girovagavo per il castello senza una meta precisa. Non avevo voglia di stare
rinchiusa in Sala Comune e avevo deciso di sgranchire le gambe e le idee mentre
me ne andavo a zonzo dove mi portavano i piedi.
Avevo messo solo un mantello, perciò cominciai a
sentire freddo quando arrivai nell’atrio della scuola e pensai subito ad
un posto caldo dove potermi rifugiare. Fu allora che mi ricordai che
l’ultima volta che avevo sofferto il freddo a causa della neve, Neville
mi aveva portato nelle serre, dove faceva caldissimo.
Mi avviai verso le serre, scendendo le scale del viottolo di
pietra, e mi assicurai che non ci fosse nessuno a lezione. Sembrava non esserci
nemmeno Neville. Entrai dentro e mi tolsi il mantello, tirandomi su le maniche
del maglione. Faceva davvero un caldo pazzesco.
“Non posso crederci!”
La voce arrabbiata e incredula di Malfoy mi arrivò,
come sempre, alle spalle. Trasalii e mi voltai di scatto fissandolo a bocca
aperta. Lui mi stava guardando a braccia incrociate come se gli avessi rovinato
una festa.
“Weasley, riesci sempre a rovinare i miei momenti di
relax! Prima la Sezione Proibita,
adesso questo!”
Io rimasi un attimo interdetta, non mi sarei mai aspettata
di trovarmelo davanti ed erano settimane che pregavo di non ritrovarmi da sola
con lui. Poi passai all’attacco come sempre. “Ehi, datti una
calmata!” Urlai. “Come potevo sapere che eri qui? E che diavolo ci
fai qui, adesso che ci penso?”
Lui sbuffò e rilasciò le braccia contro i fianchi
guardandosi attorno. “Che ti sembra che stia facendo, una festa per caso?
Sto al caldo in un posto silenzioso, ecco cosa faccio. Lontano da gente come
te, che è sempre in mezzo a dar fastidio.”
Io alzai un sopracciglio. “Non è che ci fosse
scritto ‘Malfoy’ sulla porta della serra, sai?” dissi.
“Il Professor Longbottom lo sa che sei qui?”
“Ovviamente no.” Fece lui con una smorfia, come
se fosse davvero una cosa ovvia. “Lui mi odia.”
“Lui non ti odia.”
Malfoy ridacchiò e scosse la testa sedendosi su una
sedia a lui vicina. “Come no. Non mi odia, ha solo una spiccata antipatia
per me. E per mio padre. Sopravvivrò, non preoccuparti.”
“Non mi preoccupo.” Feci io innocente. Lo fissai
per un po’, aveva la fronte imperlata da piccole gocce di sudore e la camicia
appena umida si era appiccicata contro il suo petto. Mi schiarii la gola e
distolsi lo sguardo. “Forse dovrei andare.”
“Forse dovresti.” Disse lui senza esitazione.
Forse avrei dovuto, ma per qualche strano motivo i miei
piedi continuavano a stare incollati per terra. La verità è che
avrei dovuto andarmene, ma non volevo. Per un impulso masochista volevo
continuare a stare lì con lui, anche se ne ero terrorizzata, e volevo
continuare a farmi coprire di insulti come sempre.
Lui mi guardò perplesso. “Beh?”
Io mi schiarii la gola. “Fuori fa freddo.” Dissi
come se fosse una spiegazione.
“E’ davvero un bel mistero.” Fece ironico.
“E’ metà marzo e fuori fa freddo. Dovremmo chiamare qualcuno
e farci spiegare questo strano fenomeno, non credi?”
Lo guardai male e cercai di recuperare. “Quello che
cercavo di dire è che fuori fa freddo e non ho voglia di andarmene da
qui, dato che dentro la serra si sta benissimo.”
“Sai cosa, penso di poterti aiutare a mantenerti calda
senza che tu mi dia fastidio.” Si alzò dalla sedia e si diresse
verso di me. Tirò fuori la bacchetta. “Vai in Sala Comune, prendi
questo ramoscello che comunemente viene chiamato ‘bacchetta’ e la
punti contro il focolare, facendo apparire come per magia un bel fuoco. Che ne
pensi?”
Stavo per ribattere qualcosa quando sentii la porta della
serra aprirsi, una folata di vento scompigliò i miei capelli.
“Rose! Scorpius!” Mi voltai di scatto, Neville
ci fissava perplesso. “Che ci fate qui, non è ancora ora di
lezione. Per nessuno di voi.”
Sentii Malfoy sospirare alle mie spalle e superò sia
me che Neville, mettendo una mano sulla maniglia. “Mi dispiace Professor
Longbottom, me ne vado immediatamente.”
“A dire il vero…” Iniziai io. Malfoy si
fermò sulla porta fissandomi con le sopracciglia inarcate e Neville si
voltò per ascoltarmi. Mi schiarii la gola. “A dire il vero, sono
io che dovrei andarmene. Cercavo un posto per stare al caldo e ho pensato alle
serre. Quando sono arrivata qui c’era già Scorpius, perché
lui lo trova un buon posto per pensare e…”
Neville si voltò di scatto verso Malfoy. “Un
buon posto per pensare?”
Fu una mia sensazione ma mi parve di vedere Malfoy che si
faceva piccolo piccolo. “Sì, signore. E’ un posto caldo e
tranquillo, circondato da cose interessanti.”
Per mia sorpresa Neville gli sorrise. “Sai, Scorpius,
quando ero ragazzo anche io venivo qui per pensare. Sei mai stato in fondo alla
serra nell’angolo…”
“… delle Viole carnivore?” Finì
Malfoy per lui. “Hanno il potere di metterti di buon umore quando
fioriscono, ma ancora non è il loro periodo.”
Neville gli sorrise di nuovo. “Sai Scorpius, puoi
venire quando vuoi, non importa che tu lo faccia di nascosto. Hai il mio
permesso.”
Malfoy spalancò gli occhi e mi mandò un veloce
sguardo prima di tornare con gli occhi su Neville. “Grazie,
Signore.” Sembrava un po’ imbarazzato. “Adesso devo proprio
andare, ho lezione.” Aprì in fretta la porta della serra e si
dileguò, quasi avesse paura che Neville avrebbe potuto ripensarci.
Neville si voltò verso di me e sorrise.
“Infondo è un bravo ragazzo.” Disse. “Mi sto
ricredendo, sai?”
Già, mi ero ricreduta anche io, ma in
tutt’altro modo. Sorrisi. “Ne sono felice, Professore.”
“Sembra però che tu debba trovare il tuo posto
per pensare.” Disse lui sorridendo. “Senza offesa, Rose, ma non
credo che la serra sia adatta a te.”
Io scrollai le spalle. “A dire il vero ne ho
già diversi di posti, ma ultimamente la Biblioteca era un
po’ affollata per i miei gusti e il Dormitorio era invaso da
Paula.”
Neville ridacchiò. “Anche tua madre andava
sempre in Biblioteca per pensare.” Disse. “E tuo
padre…”
“Papà pensava?” Lo interruppi io,
allibita.
“Non molto spesso, a dire il vero.” Fece Neville
con un sorrisino, tornando indietro con la memoria. “Ma quando si
infuriava con tua madre, si rinchiudeva in Dormitorio e cominciava a tirare
calci alle sue cose. E ci urlava di sparire, il più delle volte.”
Io ridacchiai e scossi la testa, pensando a com’erano
a casa mamma e papà. “Non dev’essere stato facile convivere
con loro da adolescente.”
“Oh, non lo è stato per niente.” Disse
Neville. “Ma sono due persone di buon cuore. E questa è una delle
cose belle che hai ereditato da loro, Rose. Sei di buon cuore.”
Io feci un sorriso un po’ tirato a Neville e per
fortuna lui non se ne accorse. Forse ero una persona di buon cuore, ma
ultimamente doveva essere un po’ fuori uso, perché mi faceva
provare emozioni e sentimenti che non avrei mai dovuto provare. Avevo il cuore
difettoso.
D’istinto mi voltai verso la porta della serra e mi
morsi un labbro e non mi ero mai sentita più confusa in tutta la mia
vita.
**
Quando tornai in Sala Comune, la sera, Al e Vanessa erano
sul divano e stavano pomiciando senza troppo ritegno. Non appena li vidi, feci
per arretrare e tornare da dove ero venuta, ma non feci in tempo ad arrivare al
buco nel ritratto che Al si staccò dalle labbra di Vanessa e si
voltò verso di me facendomi un gran sorriso.
“Ehi Rosie!” disse. “Che fine avevi
fatto?”
Io feci qualche passo verso di loro, imbarazzata. Mi faceva
uno strano effetto vederli insieme. “Ero in giro.” Feci vagamente.
“Non volevo disturbare.”
“Non essere sciocca, non disturbi affatto.” Fece
Al facendomi segno di sedermi vicino a loro. Vanessa non disse niente, ma lo
guardò con la coda dell’occhio poco amichevole. Io dal mio canto
mi sentivo sempre di più in imbarazzo.
“Pensavo che foste a giro da soli.” Dissi,
cercando di rompere il ghiaccio.
Al scosse la testa e ridacchiò. “Naah, fa
troppo freddo per andarsene in giro per il castello. Abbiamo fatto un giro
veloce e poi siamo rientrati in Sala Comune.”
Vanessa sembrò scocciata. Sorrise sforzatamente e mi
guardò eloquente. “Infondo chi ha bisogno di stare da soli, quando
siamo circondati da altra gente ventiquattrore al giorno? Sono sicura che
avremo tutto il tempo per stare da soli quando avremo finito la scuola.”
Ahia, tirava aria di tempesta ed io mi ci ero appena immersa
fino al collo. Al rimase un attimo spiazzato, poi si voltò in fretta
verso di lei. “E questo cosa vorrebbe dire?”
“Oh, niente.” Cominciò sarcastica Vanessa.
“Manca solo un anno e mezzo e poi avremo tutta l’intimità
del mondo.”
Al la guardò male. “Se volevi rimanere fuori da
qualche parte potevi anche aprire la bocca e dirmelo, invece che essere
d’accordo su tutto quello che dico. Se una cosa non ti sta bene dillo e
basta.”
“Se dovessi aprire bocca tutte le volte che una cosa
non mi sta bene, non starei mai zitta.” Lo rinfacciò lei.
Io cercai di placarli. “Ragazzi…”
ridacchiai. “Non è il momento di litigare. Sapete cosa, me ne vado
in Dormitorio e vi lascio tutti soli, eh?”
Vanessa sbraitò. “Oh sì, perché la
Sala Comune è così
intima!”
Al si alzò in piedi. “Se niente di quello che
ti faccio ti sta bene, mi chiedo che cosa ci fai con me allora. Nessuno ti ha
obbligata, sai? Anzi, sei stata tu a balzarmi addosso!”
Anche Vanessa si alzò per reggere il confronto.
“Mi sarò sbagliata, tutti fanno degli errori!” Urlò.
“Era il fascino di quella stupida divisa.”
Al accusò il colpo e rimase zitto senza sapere cosa
dire. Io ero rimasta incollata alla poltrona, fissando entrambi che ora si
squadravano con il fiatone. Poi il viso di Al s’indurì, come poche
volte gli avevo visto in vita mia, e parlò a Vanessa a muso duro.
“Perfetto.” Disse perfettamente calmo. “Se
vuoi qualcuno che porti sempre la divisa, perché non torni da Ryan. Sono
sicuro che non aspetta altro che metterti un altro paio di corna.” Fece
per andare in Dormitorio, ma dopo due passi si voltò. “E ricorda,
la prossima volta io non sarò lì per te. Dovrai procurarti qualcun
altro che lo colpisca al posto mio.”
Al salì su per il Dormitorio mentre Vanessa rimase in
piedi immobile come una statua. Io ero rimasta sbalordita, non potevo credere
di aver appena assistito alla prima e furiosa litigata di Al e Vanessa. E
c’era da chiedersi se fosse stata anche l’ultima.
Quando Vanessa si fu un po’ ripresa, si voltò
lentamente verso di me. Io la fissai un po’ irritata. “Era proprio
necessario?” Sbottai.
A dire il vero, avrei voluto poter star fuori
dall’intera faccenda e non dare torto o ragione a nessuno, ma la
verità è che mi ero sentita quasi offesa per Al, per le cose che
gli aveva detto Vanessa.
“Io non so cosa succeda tra di voi, e non lo voglio
nemmeno sapere, credimi.” Dissi. Ci mancava solo che mi raccontassero
della loro intimità. “Ma se pensi davvero che abbiate bisogno di
stare un po’ di più da soli, c’è modo e modo di
dirlo.”
Vanessa fece per ribattere, ma finì solo per mordersi
il labbro. Tornò a sedersi sul divano e sospirò chiudendo le
palpebre. “Ero solo molto nervosa.”
“Tanto da urlargli contro che mettersi con lui
è stato un errore?” Chiesi io scettica. “Forse dovresti
chiederti cosa vuoi davvero.”
Vanessa riaprì gli occhi di scatto. “Stai
mettendo in dubbio che voglia davvero stare con Al?”
Io la fissai. “Io no.” Dissi. “E
tu?”
“Certo che no!” sbottò lei. “Io
voglio stare con Al!”
Con la coda dell’occhio vidi un’ombra vicina ai
Dormitori. Decisi di rincarare la dose e ridacchiai. “Perché mai
dovresti voler stare con uno come Al? Insomma, è solo Al.”
Vanessa mi fissò allibita. “E’ solo Al?!
Lui non è solo Al. Lui è dolce, gentile e premuroso. Lui è
coraggioso. Lui ha picchiato un ragazzo per me. Lui è quello che mi
manda bigliettini in classe invece di seguire la lezione. Lui è quello
che tutte le sere manda un gufo per augurarmi la buona notte. Lui è
quello che mi regala fiori solo perché ne ha voglia. Lui è quello
che finisce in Infermeria solo per difendere il mio onore…”
“Veramente…” La voce fievole di Al
arrivò dal Dormitorio, ed io sorrisi dentro di me. “… ho
detto una bugia. Sono finito in Infermeria perché mi ero incantato a
guardarti durante la lezione e non ho visto Jason che mi lanciava uno
schiantesimo.”
Vanessa si voltò di scatto verso le scale e Al
uscì dall’ombra. Si fissarono un po’ in silenzio, poi
Vanessa disse di nuovo: “Lui è quello che si fa schiantare solo
per guardarmi.”
Al sorrise sghembo.
“Mi dispiace per le cose che ho detto,” disse
Vanessa. “Io non le pensavo davvero…”
“Non importa.” Fece Al scrollando le spalle.
“Ci sarei comunque stato per prendere a sberle Gill Ryan, non
preoccuparti.”
Io mi sentii davvero di troppo. “Credo che adesso
andrò in Dormitorio. Buonanotte Al.”
Al non dette segni di avermi sentito ma al momento non
m’importava. Salii qualche gradino della scala del Dormitorio femminile e
mi fermai dietro un angolino per non essere vista, sbirciando in Sala Comune.
Non riuscivo a sentire cosa si stavano dicendo, ma Vanessa sorrise dopo
qualcosa che le aveva detto Al e la vidi scendere dal divano e portarsi vicino
a lui.
Quando finalmente Al si piegò su di lei per darle un
bacio, decisi che era il momento di salire davvero fino alla mia camera e
lasciar loro l’intimità di cui avevano bisogno.
**
Eccoci di nuovo, anche
con un po’ di anticipo ^^
Sto postando molto in
fretta e ho altri capitoli già scritti ma non fateci troppo
l’abitudine perché ora che sono disoccupata ho tutto il tempo del
mondo, non so quanto durerà (spero molto poco), ma finché va
avanti godiamocelo.
Inoltre sono giorni
che cerco anche di scrivere la mia pagina personale come autrice, ma non ho la
benché minima idea di cosa scriverci ^^” perciò se avete
qualche domanda, curiosità o che so io, ditemi pure e cercherò di
sfruttarle
Vorrei anche dire che
leggo tutte le vostre mail e recensioni, ma non posso aggiungervi tutti su msn
o su facebook, provate ad immaginare cosa diventerebbe la mia vita se dovessi
stare a rispondere a tutti quanti in chat. Non è cattiveria, ma
preferisco che rimanga un rapporto autore-lettore, che trovo anche più
stimolante, per voi e per me.
Grazie di cuore a
tutti, siete meravigliosi!
Karyn1986, kokylinda2, eli__XD, Selphie (bentornata tra noi cara XD abbiamo sentito la tua mancanza ^^) , hele, fly girl__HH (figurati, dalla
recensioni non bisogna mai prendersela a male, ma prendere spunto, per questo
prendo atto di tutto quello che hai detto),
leuconoee (Scorpius ha un ottimo rapporto con i suoi e non si tratta di
leggerezza, anzi in passato ne ha sofferto molto), Sif, Mariuccia, ThePirateSDaughter, Nabiki93, PrincipessaGin,
Edvige86
Stavo tornando da una ronda notturna, erano quasi le due di notte e non
vedevo l’ora di infilarmi a letto al caldo
DON’T TELL DAD
17. A
simple thank you
Stavo tornando da una ronda notturna, erano quasi le due di
notte e non vedevo l’ora di infilarmi a letto al caldo. Non
m’importava neanche di Paula che sicuramente stava russando, non avrei neanche sentito un Ungaro Spinato che sbraitava al
momento. Perciò quando tornai alla Sala Comune
dei Grifondoro e davanti al ritratto della Signora Grassa ci trovai Malfoy, la
prima cosa che pensai fu che adesso cominciavo anche ad avere le visioni.
Fu solo quando fui più
vicina e anche lui mi vide arrivare mettendosi più dritto, che mi
accorsi che non era affatto una visione. Mi fermai a
un passo da lui e poi mi voltai verso il ritratto. Era proprio la Signora Grassa, quindi non ero
io che ero nel posto sbagliato.
“Weasley.” Mormorò lui a mo’ di
saluto.
Mi voltai di nuovo verso di lui e alzai un sopracciglio
assonnato. “C’è qualche particolare motivo
per cui te ne stai alle due di notte davanti ad una Sala Comune che non
è la tua?”
“Sarei entrato,” disse
tirando su col naso. “Ma non sono riuscito a
sgraffignare la password. Pare che i Grifondoro non siano tanto avvezzi ad
aiutare un Serpeverde.”
“C’è da chiedersi perché.”
Feci io sarcastica. “Beh, me ne vado a letto. Buonanotte.”
Stavo per voltarmi verso il ritratto e mormorare la password, quando lui parlò di nuovo. “Dove
credi di andare? Sono stato qui due ore ad aspettare e
ora mi pianti in asso così?”
Lo fissai. “Come prego?”
Malfoy alzò gli occhi al cielo e mormorò
qualcosa che non riuscii a sentire, ma non sembrava
niente di carino. “Sono qui per te.” Stranamente sentii i miei
battiti aumentare. Era lì per me? “Mi sembrava…
doveroso… ringraziarti per quello che hai fatto col Professor Longbottom.”
Rimasi dapprima un po’ stordita, poi feci mente locale
e aggrottai la fronte. “Intendi per la cosa della serra? E’ passata
più di una settimana e ti è venuto in mente solo ora di venire a dire grazie?”
Lui soffiò scocciato, come se la cosa gli costasse
molto. “Sono stato molto indeciso se venire o no, Weasley, perché
non è facile per me chiedere scusa ad una come
te. Io ho un orgoglio sai? E per questo ti dico, se ne fai parola con qualcuno,
giuro che ti farò pentire per tutto il resto dell’anno di avermi
umiliato pubblicamente.”
“E’ il ringraziamento più carino che
abbia ricevuto.” Dissi portandomi una mano sul
cuore.
Lui scrollò le spalle. “E’ il massimo che
posso fare.”
Ci fu un attimo di silenzio, in cui rimanemmo a fissarci
senza sapere cosa dire. Mi sentivo terribilmente in imbarazzo, continuando a
guardare da lui al ritratto. La Signora
Grassa ci fissava interessata senza dire nulla. Mi schiarii
la gola.
“Beh, vuoi… entrare?” Mi sentii subito una
stupida per averlo chiesto, erano le stupide frasi che si sentivano nei stupidi film d’amore. Neanche fosse stata casa
mia, poi.
Malfoy alzò un sopracciglio e mandò
un’occhiata in tralice alla Signora Grassa. “Perché
mai dovrei venire nella Sala Comune dei Grifondoro?”
Fu il mio turno di scrollare le spalle. “Beh, non lo
so. Qua fuori fa freddo. Deve fare freddo anche nei sotterranei, suppongo. E dev’essere anche molto umido.”
“Abbiamo un camino anche noi, lo sai?” Fece lui
come se stessi dicendo solo un sacco di cavolate. “E
questa è una scuola di magia. Ti sembrerà strano, ma esistono incantesimi per mandare via l’umido dalle
pareti. La nostra Sala Comune è perfettamente accogliente.”
Io mi sentii irritata. “Bene, allora tornaci!”
Sputai lì. “Cercavo solo di essere
gentile, ma come sempre sai solo sputare veleno su quello che dico.”
Malfoy rimase un attimo interdetto, poi si portò le
braccia al petto e disse. “Ammesso che io accetti il tuo inusuale… invito, cosa pensi di fare alle due di
notte, da soli, nella tua Sala Comune?”
Un pensiero mi balenò subito in testa, ma lo scacciai
prima di arrossire. “Non lo so.” Dissi. “Tu di solito cosa fai nella tua Sala Comune?”
Rimase un attimo in silenzio prima
di dire lentamente. “Non vuoi saperlo.”
Volevo? Forse aveva ragione, non volevo
saperlo. Ma ormai il mio cervello era partito e
immagini di lui che si pomiciava tutte le ragazze Serpeverde su quello stupido
e umido divano (per me era umido!) mi si pararono davanti agli occhi. Cercai di
scacciare i pensieri e lo guardai improvvisamente fredda.
“La nostra conversazione finisce qui, allora.
Buonanotte.”
“Tutto qui?” Fece lui come se si aspettasse che
continuassi questa partita persa in partenza. “Arrivederci e grazie?
Questo non è da te.”
“Adesso lo è.” Feci irritata.
“Torna pure nella tua Sala Comune a pomiciare la prima che trovi.” Fantastico, adesso ero pure gelosa.
Malfoy mi guardò come se stessi dando di matto. No,
un momento, io stavo dando di matto. “Tu hai decisamente
qualcosa che non va, Weasley. Domattina passa in Infermeria e fatti curare da
Madama Chips. Anche se non credo che esista una cura per lo sdoppiamento di
personalità.”
“Se c’è qualcuno che deve farsi curare
qui, non sono di certo io.” Feci tagliente,
chiedendomi poi perché fossi così arrabbiata. “Non sono io
che sto due ore al freddo durante la notte ad
aspettare qualcuno per chiedere grazie. Cosa che non ti è riuscito
neanche un granché bene, se proprio vuoi saperlo.”
Lui allargò le braccia. “Ma insomma, si
può sapere che cosa diavolo vuoi da me? Stai
parlando come mia madre!”
“Io non sono tua madre!” Urlai.
“No, infatti!” disse lui alzando la voce.
“E neanche la mia ragazza, quindi chiudi il
becco!”
Anche volendo, non avrei saputo
cosa replicare all’ultima cosa che aveva detto, dato che il mio cuore era
balzato in gola e aveva cominciato a martellare così forte che smisi di
respirare. Avevo il terrore di essere scoperta, soprattutto dal diretto
interessato. In ogni caso non avrei potuto rispondere dato che la signora
Grassa si portò le mani sulle orecchie e urlò:
“Mah insomma, c’è gente che vuole dormire
qui! Fate silenzio!”
Sia io che Malfoy ci calmammo e
ammutolimmo. Lo fissai per un po’, senza sapere bene che cosa dire o
fare. Infondo riuscivo a stare sola con Malfoy solo
litigando con lui. Anche lui sembrava essere spaesato
quanto me.
“Beh…” Cominciai, ma dei risolini
provenienti dalla fine del corridoi ci distrassero e
ci voltammo entrambi. Per qualche secondo non si vide
nessuno, poi due figure girarono l’angolo continuando a
ridacchiare tra loro. Solo quando si avvicinarono un po’, ed entrarono
sotto il cono di luce delle torce appese alla parete, mi resi conto che si
trattava di Al e Vanessa.
Io e Malfoy rimanemmo immobili a
fissarli, mentre loro continuavano a ridere per chissà cosa. Solo quando
furono abbastanza vicini, Al si accorse di noi e si fermò di colpo,
facendo sì che anche Vanessa si voltasse verso di noi.
“Rose? Che stai facendo qui?”
Li fissai a bocca aperta. “Io cosa faccio qui? Voi
cosa fate qui! Io rientro da una ronda!”
“Oh, giusto.” Fece Al arrossendo e grattandosi un
po’ la nuca. Non c’era da stupirsi che si vergognasse tanto, dato
che anche lui era un Prefetto e avrebbe dovuto fare le
ronde con me, invece avevamo deciso di distribuircele.
Vanessa guardò Malfoy oltre le mie spalle. “E lui cosa ci fa qui?”
Io lo guardai con la coda dell’occhio e cercai in
fretta qualcosa da dire, ma evidentemente Malfoy era più abituato di me
a mentire. “Si da il caso che anche io sia un
Prefetto.” Disse. “E perlustravo la zona,
cercando qualche Grifondoro a cui togliere punti. E a quanto
pare l’ho trovato, quindi dieci punti in meno.”
Vanessa e Al lo fissarono a bocca aperta ed io mi voltai di
scatto. “Non puoi farlo!”
“Perché no?”
Chiese lui alzando un sopracciglio.
“Per esempio perché in due anni che hai quella
spilla, non ti ho mai visto fare una ronda notturna.”
Fece Al guardandolo sospettoso.
Malfoy ridacchiò. “Senti chi parla, almeno io
se devo farmi una ragazza me ne sto nella mia Sala Comune invece di andare in
giro a prendere freddo.”
Al fece un passo in avanti per dargli
addosso, ma Vanessa lo trattenne per un braccio e qualcosa mi diceva che se non
l’avesse fatto Malfoy si sarebbe preso un pugno proprio come Gill Ryan.
Io dal mio canto ero così irritata all’immagine che Malfoy mi
aveva appena presentato che mancava solo che mi uscisse il fumo dalle orecchie.
Feci cenno a Vanessa ed Al di rientrare in Sala Comune, mentre io mi voltai
furente verso Malfoy.
“Sai cosa? Sei proprio un’idiota!” Urlai.
“Tolgo venti punti ai Serpeverde!”
Lui spalancò gli occhi, come se si fosse aspettato di
tutto tranne questo. “E per cosa?”
“Per essere troppo stupido per
frequentare Hogwarts!”
Girai i tacchi prima che potesse
ribattere e sussurrai la password alla signora Grassa (che aprì
all’istante senza troppe discussioni) infilandomi nella Sala Comune dei
Grifondoro. Vanessa ed Al erano ancora nel mezzo della
stanza che mi aspettavano.
“Gli ho tolto venti punti.” Feci secca. “E non ho voglia di parlarne.”
Camminai svelta fino alle scale del Dormitorio, sperando che
nessuno chiedesse nulla. La voce di Vanessa mi bloccò sul primo gradino.
“Certo che è strano,”
mi voltai verso di lei. “Che ci faceva Malfoy
qua davanti? Non vi sarete davvero bevuti la storia della ronda?”
“Per nulla” fece Al. “Tu che ne pensi, Rosie?”
Ammetto che sarebbe stata una vera
soddisfazione raccontare che Malfoy era rimasto fuori al freddo ad aspettare me
solo per dirmi grazie (anche se non sembrava affatto un ringraziamento) ma
qualcosa dentro di me m’impedì di farlo. Scrollai le spalle.
“Non ne ho idea.” Mentii. “Magari ha una
ragazza a Grifondoro.”
Al rise di gusto. “Trovami
una sola ragazza di Grifondoro che starebbe con Malfoy! Non essere
ridicola!”
Già, ero ridicola. Eppure
l’avevo già trovata.
**
La mattina dopo mi svegliai con un urlo. Il mio urlo. Non
avevo fatto nessun incubo, non sentivo male da nessuna parte, ma appena aperti
gli occhi mi ero ritrovata la faccia di Lily ad un
palmo dalla mia e mi ero presa un bello spavento. Saltai su svegliando tutte le
mie coinquiline.
Sol saltò in piedi in un secondo, impugnando la
bacchetta. “Che pasa?” Era un Auror nata.
“Niente.” Fece Lily. “Rosie ha una cattiva
tempra.”
Io la fissai a bocca aperta, con gli occhi fuori dalle orbite e il cuore fuori dal petto.
“Cattiva tempra? Mi hai quasi fatto venire un infarto! Ti sembra il modo
di venire a svegliare le persone?!”
Lei scrollò tranquillamente le spalle, in una
perfetta imitazione di James. “Non volevo svegliare proprio
nessuno.”
“Beh, sembra che tu non ci sia proprio riuscita.” Brontolò Vanessa dal letto accanto al mio. La
vidi sbuffare e rimmergersi sotto le coperte.
“Chicas,”
Ci richiamò Gaby. “Donde es Paula?”
Tutte quante cominciammo a
guardarci intorno (anche Vanessa che riemerse dalle coltri) cercando Paula con
lo sguardo. Il suo letto era vuoto. Nella stanza non c’era traccia di
lei. Guardai Lily, pensando che lei ne sapesse qualcosa ma
scosse la testa. Improvvisamente la porta si spalancò e noi tutte ci
voltammo.
“Oh!” Arrivò la voce stridula di Paula.
“Siete tutte sveglie! E’ magnifico!”
“L’abbiamo trovata.” Mormorò
Vanessa prima di buttarsi sul materasso.
“Magnifico.” Echeggiai io. “Il miglior
risveglio da anni a questa parte.”
Paula entrò dentro la stanza con le mani congiunte e
gli occhi che le brillavano. “Non crederete a quello che sto per
dirvi!” Disse urlando. “Stamani sono scesa
presto per andare a colazione, non volevo perdere i primi gossip del mattino,
perché sapete ho un informatore che vaga anche durante la notte e quando
scendo al mattino so già che lui avrà
nuove notizie per me…”
“Taglia corto!” Sbottò Lily.
Paula le mandò un’occhiataccia
ma continuò il suo sermone. “… a quanto pare Malfoy
ha una ragazza dentro i Grifondoro!”
Il mio cuore si fermò. Lily mi mandò
un’occhiata veloce ma io scossi la testa per
farle capire che non era come credeva.
Gaby la guardò perplessa. “Como lo sabes?”
Paula ridacchiò e abbassò la voce. “A
quanto pare ieri notte Malfoy era davanti al ritratto
della Signora Grassa.” Disse. “Probabilmente aspettava che qualcuno
gli aprisse per entrare.”
Mi rilassai almeno un po’. Per lo meno nessuno aveva
visto anche me, non osavo pensare che pettegolezzi avrebbe
messo in giro Paula se solo avesse saputo che ero stata a parlare con Malfoy
durante la notte.
Sol la guardò scettica. “E como sabes che no era allì solo por caso? O
por otra ragione.”
“Credete quello che volete.” Fece Paula
gonfiando il petto. “Ma io sono sicura che si
tratti di una ragazza. E scoprirò chi è!
Adesso vado, ho un altro informatore che…”
“Non ci interessa!”
Urlò Vanessa da sotto le coperte. “Vattene e basta!”
Paula guardò le coperte di Vanessa un po’
stizzita prima di voltarsi e andarsene veloce com’era arrivata. Gaby e
Sol si guardarono un po’ stranite.
“Meglio prepararse.” Disse Sol.
“Già che estamos sveglie.”
Gaby annuì e si alzò dal letto ed insieme a
Sol si chiuse in bagno per prepararsi. Vanessa aveva ripreso a dormire della
grossa e ero sicura che non si sarebbe svegliata se
non a cinque minuti prima delle lezioni. Spostai lo sguardo su Lily, che
aspettava che tutte fossero fuori portata d’orecchio, e le feci cenno di
sedersi sul letto prima di chiudere le tende del
baldacchino.
“Che ci fai qui?”
Chiesi.
Lei scrollò le spalle. “A dire il vero mi
annoiavo un po’, e poi volevo sapere se c’erano stati sviluppi.” Disse. “Non è come dice Paula, lui
non…”
“No.” Feci io. “No, era qui per… per
chiedermi grazie di una cosa.”
Lily spalancò gli occhi curiosa.
“Era qui per chiederti grazie di una cosa? Di che cosa?”
“E’ una storia lunga e comunque
non devi farne parola con nessuno.” Dissi. “Sei ancora
l’unica a sapere di… lui…”
Lei annuì. “E cos’hai
intenzione di fare?”
“Che dovrei fare?”
Chiesi sinceramente.
Lily si passò una mano sulla faccia come se stesse
parlando con un mentecatto. “Andiamo Rose, era fuori
dalla Sala Comune ad aspettarti, di notte, solo per dire grazie.
Vorrà dire qualcosa, no? Rimango dell’idea che dovresti dirglielo.”
La guardai per un po’, poi presi
fiato. “Sai, Lily, il fatto che tu la pensi come Paula non
è affatto un buon segno. Non ho manie suicide, non vedo
perché dovrei firmare la mia condanna a morte.”
“Ok.” Disse lei pensandoci su. “Magari
dirglielo è un po’ troppo diretto. Forse dovresti solo…
farglielo capire.”
Spalancai la bocca. “Non vorrai che mi metta a flirtare con M… lui!”
Lily rise. “Oh, voglio essere lì
quando lo farai.”
“Non lo farò mai!” Urlai presa dalla
vergogna. Non ero persona che usava flirtare
normalmente, figurarsi con Malfoy. “Ho una dignità, Lily, a cui
tengo e che non voglio che vada distrutta nel giro di venti secondi.”
“Lo so.” Fece lei. “Ma
pensa come sarebbe divertente proclamare te e lui coppia dell’anno!
Sarebbe uno shock per tutti quanti! E zio Ron ti
ucciderebbe!”
“Non sto nella pelle.” Feci ironicamente.
Lily mi fece un sorriso comprensivo. “Sto solo
scherzando, ma la sai una cosa? Dovresti seguire l’esempio di Vanessa e
agire invece di rimanere sempre a guardare da lontano. Ammetto che con Gill
Ryan non sia andata così bene, ma con Al…”
Io sospirai. “Tutta questa storia è brutta
cosa. Bruttissima. In primis non avrei mai dovuto prendermi una cotta per lui.”
“Può darsi.” Fece lei. “Ma sono dell’idea che niente succede senza un motivo.
E se poi non era destino, ti sarai solo messa alla prova.”
“Che consolazione…”
dissi io. Mi fissai le dita delle mani e ci pensai seriamente su, ma non sapevo
da che parte cominciare, anche se avessi voluto.
“Paula dice che io gli piaccio.”
“Dovresti cercare di scoprirlo.” Si portò
una mano sul mento. “E forse posso darti una
mano.”
“Senza offesa, Lily, ma quando fai così mi
terrorizzi.”
Lily si limitò a fare un sorrisino così uguale
a James e Fred che sentii i brividi salire su per la mia schiena. Ma poi mi chiesi, cosa poteva esserci peggio che essersi
presa una cotta per l’essere più viscido del pianeta?
Probabilmente niente.
**
“Non c’è niente di peggio del
giovedì mattina. Giuro, niente di peggio!”
Potevo pensare ad un sacco di cose peggiori del
giovedì mattina, ma dovevo ammettere che Vanessa non aveva
tutti i torti, dato che le prime due ore del giovedì mattina avevamo
pozioni insieme ai Serpeverde. E da un po’ di tempo, sudavo freddo tutte le volte che sorpassavo il corridoio principale
per andare nei sotterranei.
Vanessa sbuffò. “Beato Al, lui
sì che se la spassa. Perché non abbiamo
continuato a seguire Cura delle Creature Magiche anche noi?”
Mi voltai verso di lei con un sopracciglio inarcato.
“Vì, sei stata tu a decidere che avremmo dovuto seguire Pozioni!
Hai detto che Hagrid ti terrorizzava!”
Lei ci pensò su e annuì. “Giusto.”
Un brivido mi percosse la schiena e la luce attorno a noi
diventò verdognola, eravamo appena entrate nei
sotterranei dirigendoci verso l’aula di Pozioni. Un gruppetto di
Serpeverde stava sulla soglia e Gill Ryan stava al
centro ridacchiando per qualcosa. Vanessa si bloccò di colpo e si
voltò verso di me, io le feci cenno di venire avanti e non dargli
importanza.
Come previsto, non appena passammo loro accanto, la voce di
Gill ci richiamò indietro. “Ehi, Miller! Dove
hai lasciato quello smidollato di Potter?”
Vidi il labbro di Vanessa tremare, ma si voltò decisa
e cercò di tenere la voce più ferma possibile. “Sta tirando
pugni ai maiali che incontra.”
Dal gruppo dei Serpeverde si levò una risata generale
e Ryan si sentì evidentemente messo in imbarazzo, ricordando il pugno
che si era preso da Al. Guardò Vanessa sprezzante. “Povero Potter,
lo avrai avvertito che dovrà aspettare il matrimonio
prima di ottenere qualcosa?”
A quel punto il labbro di Vanessa tremò di nuovo ed
io la presi sottobraccio, portandola via da quel branco di idioti
e percorrendo il resto del corridoio che ci mancava per raggiungere
l’aula. Entrammo trafelate in classe, tutti i
nostri compagni erano già seduti e anche i nostri soliti posti sul fondo
erano occupati. Gli unici due posti rimasti erano dietro a Zabini e Malfoy.
“Questa giornata sta andando di male in peggio.” Piagnucolò Vanessa.
Io non avrei potuto essere più d’accordo.
Vanessa si sedette dietro a Zabini ed io mi sedetti a malincuore alle spalle di
Malfoy, cercando con tutta me stessa di non guardare neanche per sbaglio quella
chioma platinata e perfetta davanti a me.
Il Professor Lumacorno entrò in classe dopo pochi
minuti chiedendoci di fare silenzio. Io rimasi a testa bassa tutto il tempo,
limitandomi ad ascoltare la sua voce mentre spiegava
la lezione del giorno. L’unica volta che alzai la testa fu per vedere gli
ingredienti scritti alla lavagna, prima di precipitarmi sul retro a
procurarmeli.
Quando tornai indietro e posai
tutti gli ingredienti sul nostro tavolo di lavoro, Vanessa si piegò
verso di me bisbigliando. “Ti senti bene?”
Io annuii e cominciammo insieme a preparare la pozione. A
dire il vero non sapevo neanche che pozione stessimo
preparando, perciò non sapevo nemmeno se stessi facendo le cose per il
verso giusto. Alzai appena la testa per vedere il pentolone di Zabini e Malfoy,
il colore era verde proprio come il nostro.
“Professor Lumacorno?”
Riconobbi la voce di Lily e mi voltai verso la porta
chiedendomi cosa ci facesse nei sotterranei. Il professor Lumacorno si tolse
gli occhialini e l’accolse calorosamente facendole cenno di venire
avanti.
“Oh, signorina Potter! Qual buon vento?”
Lily venne avanti e io continuai a guardarla confusa. Si
fermò solo quando fu davanti al Professor
Lumacorno e dando le spalle a me e Vanessa. La sentii parlare di ingredienti speciali, e fui sicura che avesse in mente
qualcosa, dato che a Lily non era mai piaciuto studiare pozioni. Ad un certo
punto la vidi portarsi le braccia alle spalle e maneggiare qualcosa. Prima che potessi rendermi conto di cosa stesse facendo, gettò
qualcosa nella pozione di Malfoy e Zabini e non feci in tempo ad urlare che il
pentolone scoppiò coprendo me, Vanessa e i due malcapitati di melma
verde.
“Santo cielo!” Arrivò burbera la voce di
Lumacorno. “Che cosa state combinando?”
Io mi tolsi la melma dagli occhi e cercai di respirare, vidi
Vanessa fare lo stesso al mio fianco. Zabini si guardò intorno confuso.
“Non siamo stati noi!”
Lumacorno li fissò perplessi. “E chi è stato, allora?”
Malfoy fece una smorfia, cercando di ripulirsi.
“Qualcuno ci ha buttato qualcosa dentro. Mi gioco dieci galeoni che è stata la Weasley.”
“Che cosa?” Urlai io.
“Mi credi davvero così stupida? Se non
l’avessi notato anche io sono ricoperta di melma!”
“Avrai calcolato male il tuo
scherzo.” Rispose Zabini.
Vanessa alzò un sopracciglio, o uno
strato di melma, non ero sicura. “Forse sei tu che hai calcolato male il tuo cervello.”
“Adesso basta!” Urlò Lumacorno
spazientito. “Siete tutti e quattro in punizione! Sabato prossimo con
Gazza!”
Vanessa lo fissò con gli occhi fuori
dalle orbite. “Ma
professore…”
“Niente ma, Miller.” Poi guardò
severamente sia me che Malfoy. “Da voi due non
me lo sarei mai aspettato, ragazzi.”
Io ero ancora scossa per dire qualunque cosa. Il mio sguardo
cadde su Lily, che mi sorrise al fianco di Lumacorno e mi fece
l’occhiolino. Adesso avevo capito cosa ci facesse
lì, ero appena entrata a far parte dei suoi piani malefici.
**
Scusate ragazzi,
questa settimana non ho molte parole da dire, posto proprio a cuor leggero
perché non ho la testa per stare a chiacchierare.
Purtroppo ho avuto dei
problemi personali, non gravi ma comunque non di poco
rilievo.
Sono comunque sempre molto felice di tutti i vostri commenti e
del vostro affetto, perdonatemi almeno per questa volta.
Grazie Nabiki93, PrincipessaGin, hele, Leuconoee,
Melisanna_ , Mariuccia, Edvige86, ThePirateSDaughter
Lily si era scusata con me e si era offerta di accompagnarci
in Infermeria per farci togliere la melma verde di dosso. Mi aveva poi spiegato
che l’aveva fatto solo per far sì che
finissi in punizione con Malfoy, così da avere
tempo per stare da sola con lui. Io le avevo detto che
era pazza e che per colpa sua mi ero beccata la mia prima punizione da quando
frequentavo la scuola. Anche Vanessa era scocciata,
non per la punizione, ma perché stavolta davvero non aveva colpa.
“Vorrei proprio capire cos’è
successo!” Disse battendo un piede a terra, quel sabato notte mentre aspettavamo Gazza. Io non mi sarei mai sognata
di dirle del piano malefico di Lily.
Erano già dieci minuti che aspettavamo, quando Gazza
comparve sul fondo del corridoio seguito da Malfoy e Zabini che sembravano scocciati quanto noi. Gazza reggeva
un lume con la mano destra e sembrava ancora più scheletrico nelle ombre
della notte. Si piazzò davanti a noi e tirò su col suo lungo
naso.
“Bene,” disse.
“Pensavo che non ti avrei mai visto in punizione, Weasley.”
Io roteai gli occhi. “C’è sempre una
prima per tutto.”
“Ben detto.” Si voltò verso i ragazzi con
un ghigno. Avevo sempre pensato che ci trovasse un certo gusto a vedere gli
studenti in punizione. “Zabini, tu stai con Miller nei sotterranei. L’aula di Pozioni deve ancora
essere ripulita dal vostro disastro.”
“Un momento!” Saltò su Vanessa fissando
incredula Zabini e Gazza. “Credevo che saremmo
stati divisi per Case! Questa è un’ingiustizia!”
Gazza la fissò senza espressione. “Questa
è una punizione.” Disse. “Credo che non abbiate bisogno di
essere accompagnati, o mi sbaglio?”
Vanessa fissò Gazza, poi sbuffò e
superò Zabini, che le corse subito dietro per
tenere il passo. Gazza si concentrò su Malfoy.
“Bene, signor Malfoy…”
“Credo che passare la notte con Weasley
sia una punizione sufficiente.” Disse lui
guardandomi con le braccia incrociate.
Gazza ridacchiò sinistramente ma
ci fece cenno di seguirlo. Io non dissi niente e insieme a Malfoymi incamminai dietro la schiena curva di Gazza.
Salimmo almeno tre rampe di Scale, poi ci fermammo davanti ad un aula che non avevo mai visto prima. Mi voltai verso Malfoy, che aveva assunto un’aria ancora più
scocciata, e pensai che probabilmente lui sapeva
già di cosa si trattasse.
“Pulirete la stanza dei Trofei.” Disse Gazza.
“Quando torno voglio vederli splendere.”
Se ne andò via con la sua
lanterna lasciandoci soli davanti alla stanza. Il piano di Lily sembrava aver
funzionato. Malfoy non mi lanciò neanche
un’occhiata ed entrò nella stanza, io lo seguii. Mi guardai
intorno meravigliata, era una stanza enorme piena zeppa di coppe, medaglie e
trofei di ogni genere con delle torce alle pareti ad
illuminare il tutto.
“Wow!” La mia voce riecheggiò. “Ma allora esiste davvero!”
Malfoy mi guardò come se
fossi uscita di senno e mi lanciò uno straccio.
“Senti, Weasley, non ho
voglia di perdere tempo. Comincia a pulire i trofei sulla destra, io
comincerò a sinistra, così finiremo prima.”
Non avevo voglia di discutere e comunque
sembrava una cosa intelligente. Impugnai il mio straccio e presi il primo
trofeo, cominciando a strofinare forte sulla superficie. Non ero mai andata
forte nei lavori manuali e il solo pensiero che quello fosse
il primo di una serie infinita mi faceva stare male. Certo, non mi era andata
male come a Vanessa.
“Dì, ma l’hai mai pulito un
trofeo?” Mi voltai, Malfoy era appena dietro di
me e mi fissava con un sopracciglio inarcato. Mi prese la mano che reggeva lo
straccio e posò l’altra sul trofeo, circondandomi con le sue
braccia, e strofinò forte sulla superficie mostrandomi come dovevo fare.
“E’ così che si fa.”
Io mi sentii terribilmente in imbarazzo, sentivo
il suo respiro sul collo, e arrossii. “Non sono mai stata in punizione
prima d’ora.” Mi giustificai.
Malfoy mi lasciò andare e
tornò alla sua parete. “Non mi stupisce. Il gioco della pozione, comunque, è stato davvero molto stupido.”
Roteai gli al cielo. “Quante volte dovrò ancora
ripeterti che non sono stata io?”
Malfoy non rispose,
sentii solo lo strofinio nel suo straccio sopra il metallo dei trofei. Ripresi a lucidare il trofeo che avevo tra le mani e mi ritrovai a
guardarlo. Era un vecchio trofeo di Quidditch, sulla targhetta si leggeva ‘JamesPotter’. Pensai di aver letto male, dato che era troppo vecchio per appartenere
a James.
“JamesPotter?”
Dissi a voce alta. “Questo trofeo sarà di almeno cinquant’anni fa!”
“Sei davvero stupida come sembri?” Mi voltai
verso Malfoy, che mi guardava con le sopracciglia
inarcate continuando a strofinare sulle coppe. “Non è
di tuo cugino, scema, è di suo nonno. Davvero sono io a doverti
raccontare la storia della tua
famiglia?”
Sapevo che anche il nonno di James
si chiamava come lui, ma non mi era neanche passato per la testa che il trofeo potesse essere il suo. “Non ce n’è
bisogno.” Mi voltai verso la parete guardando anche gli altri trofei, ma
in un primo momento lessi Potter ovunque. “Che strano…”
Sentii Malfoy sbuffare. “Non
è strano, ti ci ho messo apposta sul lato
destro. Ce ne sono un sacco che riguardano i Potter e gli Weasley, io ormai li
ho imparati a memoria. Divertiti, ma cerca comunque di
fare veloce.”
Alzai un sopracciglio e lo fissai. “Come mai tanta
fretta di tornare in Sala Comune, Malfoy? La tua
ragazza ti aspetta sveglia?”
In un primo tempo Malfoy mi
guardò scrutandomi, come se volesse capire dove volevo
andare a parare con la mia domanda, poi scosse la testa e soffiò una
risata. “Non ho una ragazza da… beh da sempre a dire il vero.” Disse. “Non ho ragazze, solo storie.”
Per quanto potessi sentirmi
rincuorata dalla prima parte della sua frase, la seconda parte mi aveva in
qualche modo buttato terribilmente giù di morale. Presi un altro trofeo
(vi si leggeva sopra ‘HarryPotter’)
e senza guardarlo continuai il discorso. “E’ strano.” Feci
con aria vaga.
“Che cosa è
strano?” Disse Malfoy che aveva lucidato almeno
dieci trofei più di me.
Io sentii subito il calore emanare dalle guance e le
orecchie e capii di essere arrossita. Mi schiarii la gola. “Pensavo solo
che trovo strano che tu non abbia una ragazza. Pensavo
che uno come te avesse più di una ragazza, a
dire il vero.”
“Uno come me?” Chiese Malfoy come se non avesse la più pallida idea di che
cosa stessi parlando. “Che vuol dire uno come
me?”
Presi un bel respiro e un bel po’ di coraggio e mi
voltai verso di lui. Scrollai le spalle cercando di sembrare naturale, anche se
mi ero riprovata questa battuta nella testa almeno un
miliardo di volte. “Ecco, mi dispiace molto ammetterlo, Malfoy, ma hai il fascino del bello e dannato.”
Malfoy alzò molto
lentamente un sopracciglio e le sue labbra si incurvarono
appena. Diavolo, ma non rideva mai? “Bello e dannato?”
Ripeté divertito dalla cosa. “Non direi. E
non ho detto di non avere spasimanti, ho detto di non avere ragazze.
Perché ti interessa?”
“Non mi interessa.”
Dissi subito in fretta, riportando lo sguardo sul mio lavoro così da non
doverlo guardare in faccia. “Facevo solo per fare
due chiacchiere.”
“Già,” Fece lui
pulendo a fondo una coppa. “Invece tu stai pulendo lentamente
perché non c’è proprio nessuno che ti possa aspettare
sveglio, immagino.”
Sentii subito ribollire il sangue di rabbia. Alzai la testa
di scatto e lo fissai fiera. “Beh, magari qualcuno c’è, a te
cosa importa?”
Le sue labbra si stesero di nuovo in un sorrisino divertito.
“Niente, sono sicuro che Scamander saprà
renderti felice.”
Quello era decisamente troppo! Mi
alzai lasciando il trofeo che stavo pulendo per terra e gettai lo straccio ai
miei piedi, guardandolo furibonda. “Bene! Sai che ti dico, finiscitelo da
solo il lavoro mentre io me ne torno nella mia Sala
Comune! E quando arriva Gazza puoi dirgli che
sarò ben felice di finire in punizione anche domani sera ma sicuramente
senza di te!”
Girai i tacchi e varcai la soglia,
finendo di nuovo lungo il corridoio. Marciai veloce tra le ombre, sotto lo
sguardo dei quadri che spettegolavano tra loro, fino a che non mi sentii tirare
per un braccio e mi voltai trovandomi faccia a faccia
con Malfoy.
“Ehi, non puoi andartene così!”
“Vogliamo scommettere?” Minacciai io.
Malfoy sospirò e chiuse gli
occhi per qualche secondo. “Weasley, se te ne
vai rimarrò a pulire trofei da solo fino a domattina.”
“Ed è un mio
problema?” Chiesi guardandolo da vicino. I suoi occhi lucevano ancora di
più al buio. “Puoi pulirli con la magia e dire a Gazza che
l’hai fatto a mano. E’ un Magonò,
credi che se ne accorgerebbe?”
Lui sospirò. “Pensi che sia così
stupido, Weasley? Gazza ci confisca le bacchette,
prima di iniziare una punizione.”
Io sbattei gli occhi un paio di volte. “Non la
mia.”
“Come?”
“Non la mia.” Dissi di nuovo. Mi frugai in tasca
e la tirai fuori mostrandola a Malfoy. “Non ha
preso la mia bacchetta.”
Gli occhi di Malfoy brillarono e
sapevo già cosa stava pensando. Ci movemmo insieme, ritornando di corsa
nella stanza dei trofei. Impugnai la bacchetta e mi voltai a guardare Malfoy che annuì, recitai un
‘gratta e netta’ e la stanza e
tutti i trofei contenuti dentro tornarono a brillare come fossero nuovi. Io e Malfoy ci guardammo soddisfatti.
“Che odore di pulito.”
Fece Malfoy inspirando profondamente. “Ehi, non
senti anche tu profumo di rose?”
Io arrossii di botto e senza farmi vedere
cercai di annusarmi i capelli. Mai e poi mai gli avrei confessato che probabilmente
ero io a profumare di rose. “Già.” Dissi ridacchiando.
“Rose.”
**
Per il resto della settimana Vanessa si lamentò di
dolori alle braccia e alle gambe ed io mi sentivo un po’ in colpa. Ripulire tutta quella melma non doveva essere stato facile,
senza contare che era rientrata in Dormitorio due ore dopo di me.
Finalmente era iniziato Aprile e
finalmente la temperatura era salita un po’. Non potevo certo
sperare che adHogwarts
venisse il gran caldo, ma avevo smesso di portare il mantello pesante e qualche
timido raggio di sole spuntava qua e là per scaldare appena
l’ambiente. Mi piaceva il caldo. Mi piaceva che in due mesi avremmo
finito la scuola.
Quella mattina mi sentivo più
assonnata del solito, non riuscivo proprio a sbottonare gli occhi. Mi
ero trascinata con fatica in Sala Grande per fare colazione, erano appena le otto ma volevo cominciare presto a studiare dato che ci
stavamo avvicinando agli esami di fine anno. Mi sedetti al tavolo e cercai di
aprire appena gli occhi per vedere il mondo che mi circondava.
“Ehilà!”
Vincent sedeva di fronte a me e mi salutò allegro facendo colazione. Mi guardai un
po’ in torno pensando di aver sbagliato tavolata.
“No, non preoccuparti,”
ridacchiò lui. “Sei nel posto giusto. Aspetto Gaby.”
“Oh.” Feci io annuendo. “A dire il vero
stava ancora dormendo quando uscita dal Dormitorio. Sei
proprio sicuro di voler aspettare qui, da solo?”
Lui scrollò le spalle sorridendo. “Non mi dispiace, ormai sono abituato. E i Grifondoro
non fanno neanche più caso a me.”
Gaby scese quasi mezz’ora dopo di me e Vincent era ancora fermo lì ad aspettarla. Li guardai mentre si parlavano e si sorridevano tra loro e
pensai tra me che Vincent doveva essere proprio
innamorato di lei se rimaneva ore ad aspettarla senza obbiettare.
Per non disturbare decisi di lasciare il tavolo dei Grifondoro e mi diressi senza troppo
fretta in Biblioteca. Se fossi stata in un’altra situazione, avrei
cominciato a studiare almeno due mesi prima, ma avevo tutt’altro per la testa e non riuscivo a concentrarmi
su quello che leggevo, figurarsi memorizzarlo.
“Rosie!”
Feci appena in tempo a voltarmi che Lily mi aveva raggiunta camminando al mio fianco. La guardai tenendo il
passo. “Ehi, Lily.”
“Allora, com’è andata?” Mi chiese
lei sorridendo. “Lo so che è passata una settimana, ma sono stata
molto impegnata con Hugo e…”
La guardai di sbieco. “Non vi sarete
fatti mettere in punizione un’altra volta, non è
vero?”
“Oh no.” Feci lei scotendo la testa. “Non
ci hanno ancora beccato. Comunque, stavamo parlando di
te e di… lui. Com’è andata? Cosa è
successo?”
Mi fermai un attimo e mi voltai verso di lei. “Non
è successo un bel niente, ok? Abbiamo avuto
una misera conversazione che non ha portato a niente
di buono. Fortunatamente Gazza non si è ricordato di togliermi la
bacchetta quindi abbiamo scontato solo dieci minuti di punizione e poi ce ne
siamo andati a letto. Fine della storia.”
Lily parve delusa. “E pensare che ci avevo messo tanto
impegno per poter far esplodere quella pozione.”
“A proposito, che diavolo ci hai
buttato dentro?”
Lei sorrise. “Questo è un
segreto, mi spiace Rose.”
Scossi la testa e feci per riprendere il mio cammino, ma mi
bloccai subito come se mi avesse colpito un incantesimo congelante. Per un
attimo mi parve di rivivere la scena con GillRyan che si sbaciucchiava un’altra, solo che questa
volta io ero Vanessa e GillRyan
era Malfoy. Quanto avrei
voluto che ci fosse stato Al per tirargli un pugno.
Lily al mio fianco trattenne il fiato. “Cavolo! Questo sì che è un fuori programma!”
Sentii il sangue ribollirmi nelle vene, senza pensare
aumentai il passo battendo i piedi per terra facendo così
tanto rumore che i due furono costretti a staccarsi e guardare cosa
stesse succedendo. Io ormai ero partita in quarta e mi sentivo velenosa come
non mai.
“Nessuno vi ha informato che è vietato avere
certi atteggiamenti nei corridoi?” Urlai in preda alla collera.
“Trenta punti in meno a Serpeverde… anzi
cinquanta!”
Lily, che per un attimo era rimasta ferma a fissare la
scena, si diede una mossa e mi raggiunse dato che io non avevo intenzione di
fermarmi e continuavo a marciare per il corridoio come un treno. Non mi ero
nemmeno fermata a guardare che faccia avessero fatto Malfoy e la sua ‘bella’, ero così
arrabbiata che avrei potuto attraversare un muro buttandolo giù con
facilità.
“Non ti sembra di essere stata un tantino
impulsiva?” Chiese Lily con aria però divertita.
“No!”
“Okey.” Fece Lily non
tanto convinta. “Beh, comunque è stato
forte!”
Io la fulminai con lo sguardo e Lily ebbe il buon senso di
tacere, per una volta. Avevamo appena svoltato l’angolo
quando mi sentii richiamare dall’ultima persona che avrei voluto
vedere al momento. Avrei potuto ucciderlo.
”Ehi, Weasley!” Chiamò. “Weasley! Fermati, per la miseria!”
Strinsi forte i pugni e serrai la mascella. Come previsto
però, dato che io non avevo neanche una forma
fisica, mentre Malfoy giocava a Quidditch,
mi raggiunse e mi superò parandosi davanti a me. Io lo fissai con astio
mentre lui riprendeva fiato e si sistemava quei suoi perfettissimi
e odiosissimi capelli.
“Che diavolo ti
prende?” Fece quasi arrabbiato. “Non puoi togliermi tanti punti per
una cosa del genere!”
Io gli pestai un piede con tutta la forza che avevo.
“Sono un prefetto e ti tolgo tutti i punti che mi pare!” Urlai.
“Ouch! Ma sei impazzita?!”
Lily mi fissò timorosa. “Ehm, Rose… forse dovresti calmarti un
po’…”
“Io sono calmissima!” Urlai. Malfoy
e Lily si scambiarono uno sguardo terrorizzato.
“Io impersono la calma!”
“Non si direbbe…” Azzardò Malfoy.
“Va’ al diavolo, non voglio
più vederti!”
Fu l’ultima cosa che riuscii
ad urlare prima di scappare via, dato che le lacrime stavano già cadendo
sulle mie guance ormai rosse di rabbia. Ero stata proprio una stupida e mi sentivo ancora più stupida a star male per una cosa
del genere, ma non riuscivo proprio a fermarmi. Avevo giurato a me stessa che
avrei smesso di piangere per quello che faceva ScorpiusMalfoy all’età di dodici anni, quando
mise un ragno vivo nei miei ingredienti di pozioni, ma stavolta non riuscivo
proprio a farne a meno.
**
Lily venne a cercarmi in Dormitorio dopo una ventina di
minuti dal fattaccio. Io mi ero già rinchiusa nel mio baldacchino,
così che se fosse entrata Paula non avrebbe potuto né vedermi,
né sentirmi. Scostò appena le tende e si sedette sul bordo del
mio letto, senza dire una parola.
“Beh, non avrebbe mai potuto finire bene.” Cercai di sorridere io.
Lily fece un debole sorriso e scrollò le spalle.
“Mai dire mai, io ci speravo.”
“Grazie.” Dissi tirando su col naso. “Se qualcuno ti dovesse chiedere…”
“Non dirò una parola, Rose.” Mi promise.
Poi sospirò e si appoggiò coi gomiti
sulle gambe. “Mi ha tenuto bloccata fino ad ora, voleva
sapere cosa ti era preso. Gli ho detto che eri solo
molto stressata ma non credo che se la sia bevuta.”
Mi lasciai andare contro il cuscino, fissando il soffitto.
“Sinceramente non m’importa. Che pensi
quello che vuole.”
Lily mi fissò. “Sai che non lascerà mai
correre, non è vero?”
Io annuii e mi morsi un labbro. “Lo so, per questo
dovrò evitarlo finché posso. Non ho proprio nessuna voglia di
dare spiegazioni.”
Lily fissò per un po’ il
bordo del letto con fare assente, sembrava un po’ a disagio. Si
grattò la nuca, scuotendo i suoi lunghi capelli rossi e mi guardò
con una smorfia. “Forse, Rose, dovresti parlare con Vanessa di questa
cosa. O con Al. Io non credo di essere molto brava a
consolare le persone in queste situazioni.”
Scossi la testa. “Non ho bisogno di qualcuno che mi
consoli, ma qualcuno che mi faccia un perfetto
incantesimo di memoria e mi faccia dimenticare di essermi presa una cotta per
un idiota del genere.”
Lily fece una faccia a metà tra un sorriso e una
smorfia. “Scusami tanto ma non voglio proprio prendermi questa
responsabilità.”
Lasciai andare la testa indietro. “Sono
stata proprio un’idiota, ma cosa pensavo? Che
aspettasse me?”
“Devi ammettere che Malfoy
è un po’ ambiguo.” Disse Lily.
“Insomma, un giorno ti sputa addosso e il giorno
dopo si fa trovare davanti alla Sala Comune…”
Chiusi gli occhi. “Ho rinunciato a capire la filosofia
di Malfoy molto tempo fa, Lily.”
Rimase un po’ in silenzio poi chiese timidamente.
“Cos’hai intenzione di fare adesso?”
“Disintossicarmi, possibilmente.”
**
Prima di tutto vorrei dire che siete dei lettori fantastici! Grazie per essermi stati vicini anche solo con una piccola recensione,
l’ho molto apprezzato!
Qualche scaramuccia
per la nostra Rose, le cose sembrano andare di male in
peggio! Ma potevamo aspettarci di meglio da un Malfoy? ( o per meglio dire, da
zia Funkia che come sappiamo tutti è veramente
perfida e sadica?) … ci sarà ancora strada da fare.
Grazie a tutti! In
particolare a: LyhyEllesmere, Kokylinda2 (Ho paura che Scorpius provi qualcosa così nel profondo che non se
ne accorge neanche lui…) , Nabiki93, Gioem106 (E’ probabile che torni a scrivere delle
R/Hr sono pur sempre la mia coppia preferita, ma non
prometto nulla) , Sif,
Edvige86 ( Hugo l’ho un po’
tralasciato in effetti… ma tornerà, promesso XD) , ThePirateSDaughter,
mariuccia, hele, Leuconoee, mAdwOrLd, Dea ex Machina ( Grazie per tutti i complimenti,
mi fanno sempre molto piacere) ,
elettra1991
Per le seguenti settimane continuai a sentirmi uno straccio anche se
dovetti fare di tutto per non darlo a vedere, dato che non volevo che nessuno,
oltre Lily, sapesse cosa mi stesse succedendo
DON’T TELL DAD
19. (Un)secret love
Per le seguenti settimane continuai a sentirmi uno straccio
anche se dovetti fare di tutto per non darlo a vedere, dato che non volevo che
nessuno, oltre Lily, sapesse cosa mi stesse succedendo. Sicuramente Vanessa
aveva cominciato ad intuire che c’era qualcosa che non andava, ma essendo
così vicini agli esami usavo la scusa di dover studiare per potermi
isolare.
Il peggio arrivava quando dovevo seguire le lezioni di
Trasfigurazione e di Pozioni. Almeno a Trasfigurazione avevo la fortuna di
sedere nei banchi davanti e potevo far finta che non esistesse, ma durante
pozioni mi ritrovavo spesso e volentieri a fissarlo e mi sentivo veramente
un’idiota. Più che idiota.
“Non ho capito un accidente.”
Mi passai una mano sulla tempia, sospirando profondamente.
Era almeno un’ora che mi ero rinchiusa in Biblioteca con James, dato che
aveva implorato il mio aiuto per i M.A.G.O, ma sembrava non capire
assolutamente niente di quello che gli spiegavo. Non che ci fosse da stupirsi.
“Ci rinuncio, Jay!” Dissi. “Ti sto
spiegando una cosa che io non ho
ancora studiato e tu continui a non
capirci niente!”
James allargò le braccia. “Ehi, non è
colpa mia se tu hai presso il cervello da zia Hermione ed io ho preso quello
di… di…”
“Di nessuno, sei solo stupido per natura.”
Albus si era appena seduto al nostro tavolo ridacchiando.
Ovviamente James aveva chiesto prima il suo aiuto del mio, ma Al si era
rifiutato categoricamente di dargli lezioni.
“Non parlo con i traditori.” Fece James
incrociando le braccia e imbronciandosi un po’.
Al rise e scosse la testa. “Solo perché non ho
voluto spiegarti lezioni che avresti dovuto studiare mesi fa? Beh, scusami
tanto, ma quando io ho avuto bisogno di favori mi sono sempre sentito dire di
no da te.”
“Non è affatto vero!” Io e Al lo
guardammo con le sopracciglia inarcate. “Ah, pensatela come
volete!”
Si alzò dalla sedia sbalzandola indietro e
lasciò la Biblioteca
in meno di un minuto chiedendo a Madama Pince cos’avesse da guardare. Io
e Al ridacchiammo insieme. Cominciai a raccogliere le mie cose, Al mi dette una
mano e prese un po’ dei miei libri.
“Ne vuoi parlare?”
Alzai gli occhi su Al presa un po’ in contropiede,
mandai uno sguardo veloce verso l’uscita della Biblioteca. “Non
è che ci sia molto da dire. D’accordo che lavorare con James
è dura, ma non sono poi così disperata.”
Ci incamminammo fianco a fianco verso l’uscita e continuammo
per il corridoio verso la Sala Grande.
Al scosse la testa e ridacchiò. “Non stavo parlando di
James.” Disse. “Stavo parlando di te. Sei sempre sfuggente
ultimamente, anche Vanessa comincia ad essere preoccupata. Lei pensa che sia
colpa dello studio, ma Rose, io sinceramente non me la bevo.”
“In effetti è proprio lo studio.” Mentii.
Al rise. “Potrebbe preoccuparti di tutto, ma lo studio
proprio no. Cosa c’è che non va?”
Sospirai profondamente e mi morsi un labbro. Stavo
cominciando a crollare lentamente, ero sempre nervosa e non sapevo quanto
avanti sarei potuta andare. Strinsi un po’ i libri a me. “Mi
è successa una cosa.” Ammisi. “Una cosa abbastanza grave. Ma
non credo di potertelo dire.”
Al continuò a camminare al mio fianco anche se parve
abbastanza confuso. Quello che adoravo di Al era che, anche se pensava che una
cosa non fosse giusta, rispettava sempre le decisioni degli altri. “Posso
aiutarti in qualche modo, anche senza che tu mi dica esattamente cosa
succede?”
Scossi la testa. “E’ una via senza
sfondo.”
“Beh, esiste la retromarcia.” Fece lui cercando
di consolarmi. Poi diventò improvvisamente serio. “Qualunque cosa
sia, Rosie, lo sai che io sono sempre con te quando hai bisogno.”
Sorrisi e mi fermai in mezzo al corridoio, appena fuori
dalla Sala Grande. “Grazie Al, ti prometto che quando arriverà il
momento in cui…”
“Weasley!”
Il sangue mi si ghiacciò nelle vene e spalancai gli
occhi continuando a fissare Al, che si era scurito in volto. Io, forse per la
prima volta in sei anni, non sapevo cosa fare o dire di fronte a Malfoy. Mi
voltai lentamente, spaurita, ritrovandomelo davanti con un’aria
inferocita. Arretrai di un passo, ritrovandomi a ridosso di Al.
“Sono settimane che cerco di parlarti.” Disse.
“E trovi sempre un modo per svignartela. A Trasfigurazione ti fermi a
parlare con la McGrannitt,
a pozioni ti dilegui prima che possa voltarmi e hai anche smesso di fare le
ronde notturne. Credo che tu mi debba una spiegazione.”
Io mi schiarii la gola e scrollai le spalle. “Una
spiegazione al fatto che chieda dei consigli per gli esami alla McGrannitt e me
ne vada dalla classe di pozioni perché è finita la lezione? Cosa
c’è da spiegare?”
Al ridacchiò alle mie spalle. “Qualcuno
è un po’ paranoico, Malfoy? Io sto facendo le ronde notturne
ultimamente.”
Malfoy roteò gli occhi scocciato. “Si vede
proprio che siete parenti.” Sbottò. “Voglio una spiegazione
al fatto che tu mi abbia tolto cinquanta punti senza alcuna motivazione.”
Al smise di ridere e fece un passo avanti guardando me.
“Cinquanta punti?!”
Io sbuffai con fare annoiato e me ne andai, entrando in Sala
Comune. “Sai bene cos’hai fatto, e ho cose più importanti da
fare.” Guardai verso il tavolo dei Grifondoro, Vanessa mi aveva visto
entrare e mi faceva cenno da lontano per farsi vedere. Io feci per andare da
lei, ma una mano si posò sulla mia spalle e mi fece voltare senza troppa
grazia.
“Non troppo in fretta, Weasley.” Fece Malfoy
incrociando le braccia al petto.
“Ehi!” Intervenne Al mettendosi tra noi due.
“Levale le mani di dosso!”
“Ah, tu stanne fuori, Potter!” Replicò
Malfoy scocciato, come se non avesse neanche voglia di dare addosso ad Al come
al suo solito. “Non ho bisogno che tu ti metta a fare il fidanzato
geloso.”
“Almeno Al non mi pomicia in mezzo al corridoio dove
tutti possono vedermi!” Sbraitai io al limite. Se dovevo proprio dirla
tutta, Al, grazie al cielo, non mi pomiciava affatto. Ma era un dettaglio
insignificante.
Malfoy alzò un sopracciglio. “E’ questo
il tuo problema?! Mi hai tolto cinquanta punti per una cosa così
scema?”
Al si voltò verso di me perplesso. “Ne
sarebbero bastati dieci.”
“Ma tu da che parte stai?” Dissi guardandolo
male, poi tornai a guardare Malfoy. “Non ho voglia di discutere di
questo, Malfoy, non ti ridarò i tuoi stupidissimi cinquanta punti! Ho da
fare!”
Li superai entrambi cercando di scappare a quella fastidiosa
situazione, puntando verso Vanessa che guardava incuriosita verso di noi. Se
solo ripensavo a quella scena mi tornavano i nervi a fior di pelle ed era
meglio dileguarsi prima che potessi fare qualcosa di spiacevole. Ma Malfoy mi urlò
dietro.
“Vorrei proprio sapere come hanno fatto i tuoi
genitori a non accorgersi della tua insufficienza mentale!”
Quello era troppo, sentii il mio sangue ribollire e senza
pensare mi voltai di nuovo verso di lui e urlai. “Ed io vorrei proprio
sapere come diavolo ho fatto ad innamorarmi di un idiota come te!”
… oh merda!
Non ero il tipo da dire molto spesso parolacce, ma era
proprio il caso di dirne una. Attorno a me all’improvviso era calato il
silenzio ed io ero rimasta senza fiato. Avevo davvero detto quello che pensavo
di aver detto davanti a tutta la scuola? Mi guardai un po’ intorno e
tutti, dal tavolo dei Serpeverde ai Grifondoro, ci stavano guardando. Persino
Neville, al tavolo dei Professori, aveva un’aria sconvolta.
Chiusi gli occhi e sperai con tutta me stessa che un
Basilisco venisse fuori dalle viscere della terra e mi inghiottisse, ma quando
riaprii le palpebre Malfoy ed Al erano ancora fermi davanti a me, entrambi con
la stessa espressione stupidita sul viso.
Se non altro ebbi la soddisfazione di vedere Malfoy
veramente spiazzato per una volta nella mia vita, anche se durò solo per
pochi attimi. Appena ebbi il coraggio di muovere le gambe corsi via,
superandoli entrambi, più veloce della luce.
Corsi per corridoi e scale e ancora corridoi e ancora scale,
e non mi fermai fino a che non arrivai alla Torre dei Grifondoro e arrivata
senza fiato davanti al ritratto della Signora Grassa bofonchiai la password
(spruzzolosi) ed entrai in Sala Comune, fino ad andarmi a rinchiudere in
Dormitorio.
Mi ero appena rovinata la vita. Tanto valeva che mi
uccidessi finché ero in tempo. Avevo appena confessato a Scorpius Malfoy
di essermi innamorata di lui, il che equivaleva alla fine dei miei giorni ad
Hogwarts.
Mi ero appena stesa e serrato le tende quando sentii la
porta cigolare e trattenni il fiato sperando che non fosse Paula. Quando una
mano tirò le tende del baldacchino e mi ritrovai a fissare Vanessa feci
un sospiro di sollievo. Lei si sedette sul bordo del mio letto pazientemente.
“Ehi.” Disse.
“Ehi.” Risposi flebile. “Bella giornata,
eh?”
Vanessa annuì. “Ottima per dichiarare il tuo
amore a qualcuno.” Disse sarcasticamente. “Rose, perché non
me l’hai detto?”
“Io…” Non sapevo davvero cosa dire.
“Non lo so, Vì, ero confusa, spaventata… non saprei nemmeno
dirti da quanto me ne sono resa conto. E cosa avrei potuto dirti? ‘Ehi,
Vì, ti ricordi quanto odiassi Malfoy? Beh, adesso vorrei solo pomiciare
con lui fino alla morte’.”
“No, seriamente.” Aveva un’aria sconvolta.
“Vorresti pomiciare Malfoy?”
“Vì…” La implorai.
“D’accordo scusa.” Disse. “E’
solo che capisci, è una notizia non da poco. Avresti dovuto vedere la
faccia che ha fatto Malfoy, è rimasto impalato là nel mezzo come
un idiota.”
Io ripensai alla scena e sospirai. “Come
biasimarlo…”
Vanessa fece un sorriso simpatetico. “Ti va dato
merito di essere riuscita a ghiacciarlo. Lui ed Al. non si sono mossi di mezzo
millimetro.” Scosse la testa incredula. “Ma seriamente Rose,
cosa… come…”
“E’ tutta colpa di Paula Vegas!” Sbraitai.
“Paula e quella sua stupidissima teoria del cavolo! Da quando mi ha detto
che Malfoy probabilmente aveva una cotta per me non ho fatto che fissarlo tutto
il tempo e stargli sempre appiccicata… e guarda qual è il
risultato! Senza contare che l’unica cosa che ho capito è che a
lui non piaccio affatto!”
Vanessa scoppiò a ridere e io la guardai quasi
offesa. Cosa c’era da ridere?
“Si può sapere che hai da ridere?”
“Scusa,” disse a corto di fiato, tenendosi la
pancia con le mani. “Ma stavo ancora pensando alla faccia di Malfoy.
Chissà se è ancora lì in piedi.”
Guardando Vanessa sentii le mie labbra incurvarsi. Scoppiai
a ridere con lei, pensando che la faccia di Malfoy era davvero senza prezzo.
Era forse l’unica cosa per cui era valsa la pena fare una figuraccia
simile.
Qualcuno bussò alla porta e Vanessa scostò le
tende per vedere chi fosse. Lily stava sulla soglia in attesa. Le feci cenno di
entrare e lei si chiuse la porta alle spalle, poi si sedette sul letto di
Vanessa, proprio accanto al mio.
“Volevo solo vedere come stavi.” Disse in tutta
sincerità.
Io scrollai le spalle e sospirai. “Basterà che
mi rinchiuda in Dormitorio fino alla fine della scuola. Per il prossimo anno,
ho un estate intera per pensare a come posso fare per sopravvivere.”
Lily alzò un sopracciglio. “Per quanto quella
di chiudersi in Dormitorio sia la tattica più usata tra noi, non credo
che resisterai un mese e mezzo senza uscire da qui.”
“Lily ha ragione.” Disse Vanessa. “Senza
contare che in questo periodo più che mai dovrai seguire le lezioni,
siamo in fase presami. E hai intenzione di rimanere chiusa qua dentro anche
durante gli esami di fine anno?”
Sospirai. “Sentite, mancano solo due settimane
all’inizio degli esami. Fino ad allora mi inventerò
qualcosa… devo solo fare in modo che non ci incrociamo nei corridoi, non
sarà così difficile! Insomma, sono riuscita ad evitarlo per
più di un mese, delle volte.”
Vanessa si voltò verso Lily. “Albus?”
“Oh, lui e Malfoy erano ancora fermi come statue
quando me ne sono andata.” Disse. “Prima o poi si
riprenderanno.”
Io mi sentivo uno schifo. “Mi dispiace, non volevo
mettere in mezzo anche voi. Ho combinato un sacco di casini dall’inizio
di questa storia.”
“Rose, non hai niente da rimproverarti, nessuno
sceglie per chi prendersi una cotta.” Fece Vanessa. “Anche se
proprio Malfoy…”
Io alzai gli occhi al cielo e Lily intervenne. “Io non
lo trovo niente male.”
Vanessa storse il naso. “Penso che non mi
abituerò mai a tutta questa storia.”
**
Ero rimasta in Dormitorio con Lily e Vanessa per tutto il
giorno. Per metà pomeriggio erano rientrate anche Sol e Gaby, che mi
chiesero subito di raccontare tutta la storia. Paula invece non si vide fino a
notte tarda e pensai che fosse stata a giro tutto il giorno per essere sicura
che tutti sapessero cos’era successo in Sala Grande.
Durante tutto quel tempo passato in Dormitorio eravamo
arrivate alla conclusione che non avrei potuto nascondermi per sempre, avrei
dovuto trovare un altro modo per seguire le lezioni e fare in modo da non
dovermi mai confrontare con Malfoy. Per questo stavo uscendo dal Dormitorio
alle tre di notte per andare da Neville.
Percorsi in punta di piedi la
Sala Comune e stavo quasi per uscire quando
sentii chiamare il mio nome. Sobbalzai dalla paura e mi voltai con una mano sul
petto.
“Scusa non volevo spaventarti.” Era Al e se ne
stava seduto sul divano. “Rientravo da una ronda e mi sono addormentato
qui.”
“Sei impazzito!” Urlai sottovoce. “Mi hai
fatto quasi prendere un infarto!”
Al si alzò dal divano e si avvicinò a me, con
la stessa faccia che avevo io quando mi raccontò di essersi preso una
cotta per Vanessa. “Avresti potuto dirmelo, lo sai che non ti avrei mai
giudicato.”
Io alzai gli occhi al cielo. “Al, ti prego, non
adesso. Ormai è troppo tardi, sono stata una stupida. E devo andare da
Neville, prima che tutta questa storia passi dall’essere un disastro
all’essere una catastrofe.”
“Va bene.” Disse. “Ti accompagno.”
“Cosa? No!” sospirai. “Non ho bisogno di
una balia, posso fare da sola. Devo solo fare in modo di non incontrare Malfoy
mai più fino alla fine della scuola. Beh, possibilmente fino alla fine
della mia vita, ma credo che sia un po’ più difficile.”
Al alzò un sopracciglio ed allargò le braccia.
“Mettiamola così, che succede se adesso esci da sola e lungo i
corridoi incontri Malfoy?”
A questo in effetti non avevo pensato. Lo guardai qualche
secondo in più e poi lo presi per un polso. “D’accordo, ma
datti una mossa.”
Fortunatamente l’ufficio di Neville non era lontano
dalla Sala Comune dei Grifondoro. Dovevamo solo fare una rampa di scale e
svoltare due o tre corridoi. Al camminava al mio fianco continuando a lanciarmi
occhiate di soppiatto. Io sospirai frustrata.
“Se c’è qualcosa che devi dirmi,
perché non la dici e basta, Al.”
Lui si schiarì la gola continuando a camminare.
“Scusa.” Disse. “E’ solo che la trovo una cosa molto
strana. Insomma, per sei anni vi siete insultati e presi a parolacce, alcune
volte vi siete lanciati anche qualche incantesimo, e adesso dal nulla ti
innamori di lui. Com’è possibile?”
Scossi la testa. “Non lo so. Penso… penso in sei
anni di non averlo mai visto veramente, ecco.”
Al spalancò gli occhi. “Rose, mi metti paura,
lo giuro. Adesso non mi verrai a dire che non è la persona cattiva che
sembra e che se ti ha insultata fino all’altro ieri era solo per il suo
modo strano di relazionarsi.”
“Niente affatto.” Risposi io secca, svoltando
per la seconda volta in un nuovo corridoio. “Mi sono solo resa conto che
infondo lui…” Mi fermai e mi voltai verso Al. “Non credo che
tu voglia sapere davvero quello che
penso di Malfoy.”
Al aprì e chiuse la bocca un paio di volte,
corrugando la fronte. “No, penso di no.”
Finalmente arrivammo davanti all’ufficio di Neville e
senza pensarci un minuto di più bussai con forza. Passò qualche
minuto, prima che un assonnato Neville venisse ad aprirci. Ci guardò un
po’ perplesso, cercando di svegliarsi un po’.
“Rose, Albus, cosa ci fate qui a
quest’ora… un momento, che ore sono?”
“Le tre del mattino.” Disse Al.
“Sì, beh, possiamo entrare?” Chiesi io
con un po’ di fretta. “Ho bisogno del tuo aiuto Neville.”
Lui si spostò dalla soglia facendoci passare ed noi
entrammo in fretta. Mi sedetti sulla prima sedia che trovai libera, mentre
Neville andò a sedersi dietro la scrivania. Al rimase in piedi
curiosando qua e là nell’ufficio.
“Cosa posso fare per te, Rose?”
“Ecco…” Feci io non sapendo da che parte
cominciare. “Riguarda quello che è successo stamattina nella Sala
Grande.”
“Oh.”
“Già.”
Neville si grattò la nuca un po’ in imbarazzo.
“Ecco, Rose, non vedo come possa aiutarti. Sinceramente non sono mai
stato un granché bravo con questo genere di cose…”
“Mi aiuterebbe molto, prima di tutto, che tu non
dicessi niente ai miei genitori.” Dissi arrossendo un po’.
“Soprattutto a papà.”
“Oh, zio Ron ti diserederebbe se solo sapesse.”
Fece Al da dietro le mie spalle.
Neville sbatté un paio di volte le palpebre e
annuì. “Mi sembra una saggia decisione. Ma Rose, era proprio
necessario bussarmi alle tre del mattino per dirmi questo? Avresti potuto
aspettare fino a domani, abbiamo anche lezione e…”
“Esatto.” Interruppi io. “E ho bisogno di
uscire dalla lezione almeno dieci minuti prima. Da tutte le tue lezioni, almeno
fino alla fine della scuola.”
Neville mi fissò stralunato ma Al si avvicinò
ed intervenne. “I Serpeverde hanno lezione dopo di noi. Rose sta cercando
di evitarlo.”
“Oh, naturalmente.” Fece Neville.
“D’accordo Rosie, infondo sono solo poche lezioni.”
“Ecco, mi domandavo…” Arrossii un
po’ sulle guance. “C’è un modo per convincere la McGrannitt e Lumacorno
a farmi saltare le loro lezioni? O magari a recuperarle in altro modo?”
Neville parve preso in contropiede. Parve pensarci un
po’ su. “Accidenti Rose, se si trattasse solo di Lumacorno potrei
anche provarci, ma non ho modo di mettermi contro la McGrannitt. Anche
se…”
“Anche se?” Continuammo io ed Al in coro.
“Anche se si tratterebbe solo di qualche ora di
lezione, dato che gli esami cominciano tra due settimane. Rose, che media hai a
Trasfigurazione e Pozioni?” Chiese Neville.
“Ho E in entrambe le materie.”
“Ottimo.” Neville fece un bel sorriso.
“Dirò alla Professoressa McGrannitt e a Lumacorno che, dato che
stai calando un po’ nella mia materia, hai bisogno di qualche ora di
recupero. Però Rose, devi promettermi che farai male il test di domani
mattina.”
Io saltai in piedi dall’euforia. “Oh, non vedo
l’ora di scrivere tutte le risposte sbagliate!”
**
“Signorina Weasley, questo davvero è un
rendimento inaspettato.”
Subito dopo pranzo ero stata contattata nell’ufficio
della Preside, dove appena entrata Neville mi aveva fatto un’occhiolino
senza farsi vedere da nessuno. Io avevo preso posto e avevo aspettato
pazientemente che la
McGrannitt mi spiegasse il motivo del colloquio, anche se
ovviamente sapevo già di cosa si trattasse.
Mi morsi un labbro cercando di risultare credibile.
“Devo essere un po’ sotto pressione ultimamente, ho dedicato molto
più tempo ad altre materie e ho completamente preso sottogamba
Erbologia.”
La
McGrannitt mi scrutò un po’ da sotto gli
occhialetti, fissando il mio compito completamente pieno di errori. Il primo
compito pieno di errori di Rose Weasley. Storse un po’ il naso. “Il
Professor Longbottom, come tutti noi, non si sarebbe mai aspettato una cosa del
genere. Ovviamente nessun Professore vorrebbe rovinare una media brillante come
la sua, signorina Weasley, perciò il Professor Longbottom suggeriva
delle lezioni extra.”
Aggrottai la fronte facendo la finta tonta. “Non
capisco.”
“Come mi ha appena confermato, non ha nessun tipo di
problema con altre materie, tra cui Trasfigurazioni. Io e il Professor
Lumacorno cederemo le nostre ore di lezione perché possa recuperare in
Erbologia sotto la supervisione del Professor Longbottom.”
“Oh.” Feci sembrando non troppo felice.
La
McGrannitt mi fissò ancora. “Non mi aspetto che
faccia salti di gioia, Weasley, ma sarebbe un peccato vedere la nostra
studentessa più brillante fare un pessimo esame di Erbologia. A volte
bisogna fare ciò che non ci piace per avere dei buoni risultati.”
Annuii cercando di rimanere seria, anche se dentro di me
stavo scoppiando dalla gioia. “Certo, mi sembra giusto.”
“Bene,” fece. “C’è qualcosa
che vuoi chiedere al Professor Longbottom, già che siamo qui?”
“No, io..:” Feci un sorriso a Neville.
“Vorrei solo ringraziarlo per il suo aiuto.”
Neville ricambiò il sorriso. “E’ sempre
un piacere, miss Weasley.”
**
Eccoci qua!
Questo capitolo ha
emozionato anche me, ma soprattutto ho riso tanto mentre lo scrivevo e ne sono
molto fiera. Abbiamo fatto un bel passo avanti… ma siamo giusto giusto a
metà strada.
Molti di voi mi dicono
che non riescono a capire Malfoy, che è ambiguo, che è
impossibile che non capisca cosa prova Rose… beh, ragazzi miei, è
un uomo XD e i ragazzi in genere non sono molto acuti in questioni amorose, o
mi sbaglio?!
Vorrei davvero
ringraziare tutti quanti, siete dei lettori magnifici e calorosi! Thanks
Leuconoee: Il bello di
Rose e Scorpius è che fanno un passo in avanti e dieci indietro… e
se i miei personaggi potessero parlare per loro conto probabilmente mi
farebbero finire in prigione XD
PrincipessaGin: Beh,
penso che adesso le abbia capite alla grande, più chiaro di così
XD
Sif: Parliamoci chiaro,
se non avessi fatto un bel casino tra i personaggi… non sarei la zia
Fufù XD e ne succederanno di tutti i colori… perché
sennò anche io che scrivo mi annoio XDD
Melisanna_ : I miei
problemi sono semi-risolti grazie, ma mi dispiace dirti che non manca affatto
poco al finale… siamo appena a metà
Nabiki93: Ecco, penso che
d’ora in avanti non ci sia più il problema di farsi scoprire da
Malfoy, non sei d’accordo? Ora rimane solo da scoprire che cosa ne pensi
Malfoy
Kokylinda2: Ecco, non
vorrei essere proprio io la sfigata di turno, ma sai quanti ragazzi ho trovato
che prima si interessano, poi no, poi vanno con altre e poi si interessano di
nuovo? Voi li capite? Io no! Per fortuna ne ho trovato uno buono come il
pane… ho trovato il nuovo Albus Potter XDD
Francydenis: eeeh le
donne vedono rosso quando si tratta di gelosia… Malfoy dovrebbe
ringraziare che se l’è cavata solo con un pestone e 50 punti in
meno XD
Dea ex machina: La
pulzella di Malfoy è una ignota. Non so, anche Hermione quando si
arrabbiava metteva paura… ricordo dei certi canarini…
Edvige86: Pensa un po’,
sei stata l’unica contenta della limonata tra Scorpius e ragazza ignota
XD ammetto che nella scena di trofei ho avuto la tentazione di far grondare
miele ma ho cercato di trattenermi per il bene della storia
Milla Nafira: A dire la
verità il prologo l’ho messo quando avevo idea di scrivere un
certo numero di capitoli, ma poi alla fine ho cambiato idea e quindi ho
rimediato in altro modo, che poi vedrete. Ti ringrazio per la recensione, anche
io spesso mi connetto solo come autrice perché sono sempre di fretta.
ThePirateSDaughter: Rose
e Scorpius sono in grado di litigare ovunque XD un po’ come facevano Ron
e Hermione ai loro tempi, se ci pensi… Beh, hai capito come deve essersi
sentita Rose a vedere Malfoy con un’altra XD
Mariuccia: Secondo me un
po’ di tutte e due, prova sia simpatia che antipatia, deve solo decidere
quale dei due sentimenti è più forte. E lo sai quanto sono lenti
i ragazzi u.u di certo adesso non avrà più dubbi su quello che
prova Rose.
Il piano di Neville aveva funzionato alla grande. Per le due
settimane di lezione che rimanevano prima degli esami
avevo saltato tutte le ore di Trasfigurazione e Pozioni, facendo finta di
essere in recupero con Neville quando me ne stavo in realtà rinchiusa in
Biblioteca nell’angolo più remoto e nascosto dagli scaffali,
studiando per gli esami. Inoltre, tutte le volte che avevo Erbologia, Neville
ci lasciava andare via almeno dieci minuti prima del
suono della campanella.
Avevo dovuto organizzarmi anche per la vita quotidiana. Non
andavo più a pranzo e a cena ai soliti orari, e a volte mi intrufolavo direttamente in cucina per non dover passare
dalla Sala Grande. Non mi aiutava a sfuggire ai pettegolezzi, ma in due
settimane non avevo visto neanche l’ombra di Malfoy.
Il problema non si pose neanche quando
arrivò la sessione degli esami. Certo, ogni volta che entravo in aula e
vedevo quella testa platinata sentivo un tuffo al cuore, ma
dato che era vietato parlare tra noi non avrei corso alcun pericolo ed ero
così veloce a compilare i miei fogli che una volta consegnato il lavoro
sfrecciavo via, in direzione Sala Comune dei Grifondoro.
“Non posso credere che abbiamo
finito.” Al si lasciò andare accanto a me sul divano.
“Stamani avevo il mio ultimo esame.”
Io lo guardai con un sorriso. Anche
io ero esausta, mi sentivo come un atleta che aveva appena finito le olimpiadi.
“Lo so, è stata dura. E pensare che il
prossimo anno dovremo impegnarci il doppio.”
Vanessa ridacchiò e scosse la testa, lasciandosi
andare contro la poltrona. “E’ impossibile che tu ti impegni come quest’anno. Hai avuto una mente
diabolica per poter seguire tutto il programma e continuare ad evitare Malfoy.”
“Però ha
funzionato.” Sorrisi trionfante. “E i pettegolezzi stanno
diminuendo, senza contare che in un paio di giorni saremo a casa.”
“Già.” Sorrise Al, poi
si voltò verso Vanessa. “Ehi, ti va di fare due passi? Non devi
studiare, vero?”
Vanessa scosse la testa. “No, ho finito ieri i miei
esami.” Si alzò seguendo Al verso il buco nel ritratto.
“Vuoi venire con noi, Rosie?”
“Oh certo, muoio dalla voglia di essere il terzo
incomodo!” Dissi sarcasticamente. “Andate pure, ci vediamo
più tardi ragazzi.”
Al e Vanessa se ne andarono
salutandomi ed io mi rilassai un po’ sul divano. Lanciai
un’occhiata fuori, erano giorni che non uscivo dalla Sala Comune se non
per dare gli esami e fuori c’era un bel sole lucente. Mi morsi un labbro
e guardai il buco nel ritratto. Infondo anche io mi meritavo
una passeggiata. Sarei potuta andare da Hagrid.
Presi un po’ di coraggio e lasciai la
Sala Comune guardandomi intorno
un po’ sospetta. Ormai la paranoia era diventata parte di me.
Eppure avevo la sensazione di essere seguita. Feci altri due passi e mi voltai all’improvviso, trovandomi davanti Hugo.
“Ciao sorellina!”
Trasalii. “Hugo! Per la miseria!”
Hugo si limitò a sorridere. “Nervi a fior di
pelle, vedo. Cerca di rilassarti un po’.”
“Lo farei, se tu non mi arrivassi alle spalle come un
ladro.” Sospirai. “E
dov’eri sparito, non ti vedo da settimane!”
Hugo alzò le sopracciglia come se fossi diventata
pazza. “Beh, non sono io quello che si nasconde. Sono stato in giro, con
Lily, con gli amici, a spedire lettere a mamma e papà… stai
tranquilla, non ho raccontato nulla del tuo amore segreto.”
Lo guardai male. “Non è che
sia proprio segreto, non credi?”
“No, non direi.” Disse. “E’ stata
proprio bella, me ne stavo seduto a mangiare il mio bacon
quando ti sento sparare questa notizia. Mi è andato tutto di
traverso, giuro.”
“Posso immaginare.” Lo guardai nervosamente,
rigirandomi le dita. “Non dirai niente, neanche quando
torneremo a casa?”
Hugo mi mise una mano sulla spalla. “Ehi, sono tuo
fratello. E poi mi piace averti in famiglia. Non
voglio che papà ti cacci di casa.”
Feci un piccolo sorriso. “Grazie Hugo.”
“Ma ti pare. Adesso devo
andare, Lily mi aspetta fuori vicino al lago.”
Mi salutò con la mano e se ne andò
correndo per il corridoio. Io sorrisi e pensai che infondo,
anche se a scuola non ci vedevamo spesso, Hugo era il miglior fratello che
potessi desiderare. Se fosse stato James, avrebbe
lasciato che papà mi diseredasse.
Ripresi il mio cammino, continuando a pensare a mio fratello e quanto non volessi sapere cosa stava
combinando con Lily, e svoltai l’angolo per scendere le scale. Ero del
tutto soprappensiero, continuavo a camminare pensando solo che volevo arrivare da Hagrid, quando una voce dietro di me mi
tolse il fiato.
“Nasconderti non è una
soluzione, lo sai?”
Tutto il lavoro che avevo fatto per
evitarlo, buttato al vento nel giro di mezzo secondo. Presi un bel
respiro e mi voltai lentamente. Malfoy era appoggiato al muro davanti a me,
serio e fiero. Erano settimane che non lo guardavo per bene e mi sembrò
anche più affascinante del solito. Io rimasi in silenzio a guardarlo,
senza sapere cosa dire.
Alzò un sopracciglio. “Non hai niente da dire?
Sarebbe una prima.”
Io abbassai la testa, mi vergognavo.
Mi ero sentita già abbastanza umiliata in Sala Grande. “Non credo
di avere nient’altro da dire.”
Con la coda dell’occhio lo vidi mettersi dritto
davanti a me. “Te ne salti fuori con una cosa
del genere e non hai nient’altro da dire? Sono abbastanza confuso,
Weasley.”
Alzai la testa di scatto, sentendomi quasi offesa. “Tu
sei confuso? Come credi che mi senta io? Credi che mi
sia alzata una mattina e dal nulla mi sia presa una cotta per te?”
“No, affatto.” Disse guardandomi serio.
“Per questo sono confuso… voglio dire,
come…”
Arrossii di botto e cominciai a gesticolare e a parlare in
fretta, come facevo sempre quando ero nervosa.
“Beh, è successo tutto quando sono
tornata dalle vacanze di Natale… è colpa di Paula, lei ha
insinuato che io ti piacessi e così ho cominciato a… non che ci
credessi davvero, però me lo sono chiesto e ti tenevo
d’occhio… e poi sentivi le rose nell’Amortentia
e…”
Malfoy mi fissò confuso. “Cosa
diavolo c’entrano le rose nell’Amortentia?”
Io boccheggiai un paio di volte. “Beh… beh, io profumo di rose.”
Malfoy alzò un sopracciglio. “Tu non profumi di
rose, Weasley.”
“Non importa.” Lasciai perdere
io. “Il punto è che mi sbagliavo e si sbagliava anche Paula, ma ho
passato così tanto tempo a fissarti che alla
fine…” Il fiato mi morì in gola e non volevo continuare
quella frase.
“Perché diavolo Paula
Vegas avrebbe dovuto credere che avessi una cotta per te?” Chiese lui.
Io roteai gli occhi. “Dice
che il tuo insultarmi sia per catturare la mia attenzione.”
Malfoy scoppiò a ridere. “Cosa?
Io ti insulto solo perché è divertente, a
volte perché mi annoio e a volte perché mi irriti davvero.”
Lo fissai perplessa. “Oh, io pensavo che fosse per
abitudine.”
“Avresti potuto dirmelo subito.” Fece lui
improvvisamente. “Avevo notato che mi stavi sempre addosso, ma pensavo
che lo facessi solo per darmi fastidio. Avresti potuto dirmelo
che era per tutto un altro motivo e avrei capito anche… quei cinquanta
punti.”
Io arrossii di nuovo e alzai gli occhi al cielo. “Come
no, sarei potuta venire da te e dirti ‘quest’anno San Valentino
è andato, ma il prossimo anno potremmo uscire insieme’.”
Malfoy piegò appena le labbra in un sorriso, sembrava
quasi divertito da tutta questa cosa. “Oh, invece è stato molto
più intelligente urlarlo davanti a tutti e poi nasconderti saltando
tutte le lezioni con i Serpeverde facendo finta di essere ad un recupero di Erbologia.” Lo fissai shockata. “Sì,
lo so. Ho cercato di parlarti per tutto questo tempo.”
Io cercai di fare l’indifferente. “Beh, non ce
n’era bisogno. Domani torneremo a casa e sono sicura che durante
l’estate tutta questa cosa svanirà da sola.”
Lui scosse la testa alzando gli occhi al cielo. “Non
era questo il punto, volevo solo delle spiegazioni e nessuno poteva darmele se
non tu.”
Io mi morsi un labbro. “E
cosa importava? Voglio dire, io non ti… insomma…
io non ti piaccio, giusto?”
Malfoy alzò un sopracciglio e scosse la testa.
“Sinceramente, Weasley, non ci ho mai minimamente pensato prima
d’ora.”
“Sarebbe un no?” Azzardai io.
Malfoy fece una smorfia, come se stesse soffrendo.
“Vuoi davvero sentirtelo dire?”
Ero masochista fino a questo punto? Scossi la testa e la
abbassai, mordendomi furiosamente un labbro. Mi sentivo come se stessi
camminando sulla mia stessa dignità, riducendola a pezzi e per di
più tutto di fronte e nei riguardi di Scorpius Malfoy. Adesso sapevo di
aver davvero toccato il fondo. Mi venne quasi da ridere e lui mi guardò
strano.
“Beh, in fondo…” dissi io tornando a
guardarlo. “… anche io preferisco essere male accompagnata,
piuttosto che stare da sola.”
Anche le labbra di Malfoy si
piegarono appena in sorriso, lo vidi spostare lo sguardo in alto e ridere
internamente tra sé. “Fa’ buon viaggio domani, Weasley. Ci
vediamo a settembre.”
Mi diede le spalle e fece per andarsene via. Io sentii un
moto dentro di me, all’altezza dello stomaco, come se quella
conversazione fosse stata lasciata aperta. Mi feci
coraggio, prendendo un bel respiro, e parlai ancora. “Forse a settembre
tornerò ad insultarti come sempre.”
Dissi.
Malfoy si fermò solo un attimo e mi guardò con
mezzo sorriso da sopra la sua spalla, poi scosse la testa e riprese a camminare
lasciando solo una frase dietro di sé.
“Non hai mai smesso di farlo, Weasley.”
**
Il giorno dopo non avevo ancora avuto il tempo di rendermi
conto di niente. Sapevo solo che il mio baule era fatto, il mio
armadio vuoto e poi in men che non si dica mi ero ritrovata sul treno che mi
avrebbe rispedito dritta dai miei. Non ricordavo neanche di
aver fatto colazione quella mattina, non ricordavo neanche di aver
parlato con qualcuno. Eppure ero convinta di aver
salutato un sacco di gente.
Come al solito io, Vanessa e le
gemelle ci eravamo prese uno scompartimento tutto per noi. Al era stato invitato, ma aveva preferito passare il viaggio
con i suoi amici, dato che poi Vanessa sarebbe andata a casa sua per il resto
dell’estate. Senza contare che rabbrividiva solo al pensiero di dover
ascoltare una conversazione tra femmine adolescenti.
“Sarà strano non averti
a casa, sai?” Feci improvvisamente, senza smettere di guardare fuori dal
finestrino.
Vidi il riflesso di Sol alzare un sopracciglio.
“Puedes dirme una cosa no strana che ha successo
este anno?”
Vanessa ridacchiò al mio fianco. “Vero. E non
essere così drastica, Rose, sarò a casa
di Al per tutto luglio e poi verremo anche da te qualche volta. Ci vedremo lo
stesso. E se avrai bisogno di me, lo sai che puoi sempre mandarmi un gufo, e
sarò da te in un attimo.”
Io mi voltai verso di lei e le sorrisi. “Sì lo
so, non era questo che intendevo. Era solo una
questione di abitudine.” Sospirai e mi guardai
in grembo. “Ieri ho visto Malfoy.”
Ci fu qualche secondo di silenzio, in cui alzai gli occhi
per guardare le loro facce. La prima a parlare questa volta fu Gaby. “Che ha dicho? Te ha preso in
giro?”
Scossi la testa. “No, niente del genere. Ha detto che voleva solo delle spiegazioni e che aveva provato
a parlarmi anche nelle settimane precedenti ma io…”
“Ma tu eri troppo impegnata a fare sì che
ciò non accadesse.”Mi interruppe
Vanessa.
“Già.” Dissi arrossendo. “Beh, non
c’è da preoccuparsi, non dovrò più pensarci per
altri tre mesi, giusto? E non si dice lontano dagli
occhi, lontano dal cuore? E’ successo così anche per Kevin
LeFleur, vi ricordate quanto fossi pazza di
lui?”
Sol mi guardò con un sorrisino. “Si tengo che dirti la verità, Rose, la historia con Malfoy
è mucho màs complicata.”
“E màs
interessante.” Disse Gaby.
Io alzai entrambe le sopracciglia e mi voltai
verso Vanessa, aspettando un suo commento. Lei mi guardò per qualche
secondo e poi scosse la testa. “Per me rimane una cosa a cui non mi
abituerò mai. Mi dispiace, Rosie.”
“Se può esserti d’aiuto, Vì, anche
io fatico molto ad abituarmi all’idea.” E
mi ero assicurata che questa idea non venisse diffusa tra le mura di casa Weasley. Potevo
contare su Al, Lily e Hugo, ma per quanto riguardava
James e Fred avevo dovuto minacciarli. “Vincent?”
“Està con Al.” disse Gaby. “Creo…”
Vanessa scosse la testa. “Non riesco a credere a
quante cose siano successe quest’anno. Dalla
festa di Halloween ne è praticamente successa
una al giorno. Gaby si è messa con Vincent, io sono uscita con Gill
Ryan, ho litigato con Rose, Sol e Gaby ci hanno
aiutato a far pace, Rose si è presa una cotta per Malfoy e ce l’ha
nascosto per tutto il tempo…”
“Ehi!” Mi voltai io, punta sul vivo.
“… e finalmente mi sono messa con
Al.” finì lei senza dar cenno di
avermi sentito. “Un po’ mi dispiace che quest’anno sia
finito.”
Sol ed io la guardammo come se
fosse pazza. “Como no, ha stato un divertimento
ayudarve por tornare amiche.”
Gaby rise. “El proximo anno sarà el turno di
Sol por trovarse un ragazzo.”
Vanessa sospirò. “Se non altro sarò molto felice di non vedere mai più a giro
per la scuola Gill Ryan.”
“Già,” feci io.
“Ed io sarò molto felice di non vedere mai più a giro per
la scuola James o Fred.”
“A proposito.” Fece Vanessa. “Si
può sapere come hai fatto per tappargli la bocca?”
Io scrollai le spalle. “Ho solo detto
che sarei andata dai loro amici a raccontare dei loro piccoli segreti
imbarazzanti. Lo sai quanto ci tengano ad essere
popolari e James non vorrebbe mai che qualcuno venisse a sapere che una volta a
tredici anni si è fatto la pipì addosso dalla paura.”
Gaby, Sol e Vanessa mi guardarono
per un po’ poi scoppiarono a ridere. “E
como ha fatto?”
“Credo che fosse uno scherzo
di Lily.” Dissi. “Quella donna sa essere malefica.”
Passammo almeno un altro paio d’ore in viaggio
parlando del più e del meno, di quello che avremmo
fatto durante l’estate e di quello che ci aspettavamo dal prossimo anno.
A metà del viaggio era passata Paula per farmi sapere che se volevo
incontrarmi con Malfoy era nell’ultima carrozza del treno. Avevo fatto
tutto ciò che era in mio potere per non alzarmi e ucciderla.
Alla fine eravamo arrivate a Londra, e con un po’ di timore scesi dal treno guardandomi intorno.
Mi chiedevo se i miei avrebbero notato qualcosa di diverso in me e mi resi
conto di quanto fossi sciocca. Per fortuna nessuno dei miei genitori era un
Legilmens. Alla fine li scorsi alla fine della
piattaforma. Vidi mio padre, a dire il vero, che spiccava come un faro rosso in
mezzo alla nebbia.
“Rosie!” Fece abbracciandomi
quando fui più vicina. “Bentornata a casa.”
Sorrisi appena. “Grazie papà.”
Mamma mi fissò un po’ strana ed io sudai
freddo. Lo sapevo che avrebbe capito subito che qualcosa non andava. “Va
tutto bene, tesoro? Sembri un po’ pallida.”
Io scossi la testa. “Devo solo essere un po’
stanca per il viaggio.”
“Hermione, è appena tornata, non cominciare a
stressarla subito.”
“Non la stavo affatto
stressando.” Rimbeccò subito mia madre, mettendosi le mani sui
fianchi.
Papà sospirò e alzò gli occhi al cielo.
“Certo. Vado a prendere i vostri bagagli e intanto vedo se riesco a
trovare Hugo. Rimanete qui, siete troppo basse e non vi si vede tra tutto
questo fumo bianco.”
Notai che mamma fece per dire qualcosa ma
poi rinunciò perché papà era già partito verso il
treno. Lasciò perdere e si focalizzò di
nuovo su di me con un bel sorriso. “Allora, ho sentito che Vanessa non
verrà da noi quest’estate.”
“Sì, verrà.” Dissi. “Solo ad
Agosto, però. Passerà del tempo in più con i suoi
genitori.”
Mamma sorrise. “Mi stavo riferendo ad Albus.”
“Oh.” Giusto, l’ultima volta che Vanessa
era venuta da noi stava ancora con Gill Ryan. “Immagino che Neville abbia
spifferato tutto. Sì, beh, era un po’ che Al era
interessato a lei a dire il vero e alla fine…”
“Ne sono molto felice.” Disse sinceramente la
mamma.
Papà tornò poco dopo con i bagagli e con Hugo
a seguito, che salutò la mamma con un abbraccio veloce, per essere
sicuro che nessuno dei suoi amici l’avesse visto.
Dopo poco apparvero accanto a noi anche gli zii con James, Al
e Lily. Anche Vanessa passò a salutare velocemente con i suoi
genitori, senza però permettersi di salutare Al in
modo più consono davanti ai parenti. Zio Harry e famiglia si avviarono
prima di noi fuori dalla stazione, mentre mamma era
rimasta a parlare un po’ di più con i genitori di Vanessa.
“Pensi che papà abbia portato la
macchina?” Mi bisbigliò Hugo in un orecchio.
Io risi e scossi la testa. “Spero proprio di
no.”
Papà batté le mani insieme richiamando la
nostra attenzione. “Bene, ragazzi, siamo pronti per andare a casa?”
Io annuii e Hugo andò a prendere il suo bagaglio. Mi
voltai per prendere la mia roba e rialzando lo sguardo, di fronte a me, tra
tutto il fumo, scorsi la figura slanciata di Scorpius Malfoy che mi fissava da
lontano. Rimasi qualche secondo immobile a fissarlo negli occhi in
quell’atmosfera quasi eterea, avvolti dal fumo bianco del treno. Era
l’ultima volta che l’avrei visto prima di tre mesi.
“Rosie, andiamo?”
Distolsi lo sguardo e tornai a fissare papà che mi
aspettava insieme ad Hugo e alla mamma. Gli lanciai un ultimo sguardo prima di andare con i miei genitori.
**
Buona pasqua a tutti!!!
Siamo tornati con
difficoltà a postare, perché grazie al cielo ho trovato lavoro e
ho molto meno tempo per scrivere. In ogni cosa bella ci sono i lati negativi,
ma cercherò di fare del mio meglio per postare sempre in poco tempo.
E’ finito il
sesto anno e adesso dopo una lunga estate ci aspetta il tanto sognato settimo
anno e ne vedremo delle belle… come sempre d’altronde!
Grazie tantissime a Musicmylife, mki90, BigIlly, PrincipessaGin,
Francydenis, mica, ThePirateSDaughter, Nabiki93, hele, Milla Nafira, Edvige86,
fly girl_ HH, sif, mariuccia, elseW, siete i lettori
più dolci dell’universo <3
Così mi ritrovai proprio dove avevo iniziato a raccontare la
prima parte della mia storia
DON’T TELL DAD
21. By anonymous
Così mi ritrovai proprio dove avevo iniziato a
raccontare la prima parte della mia storia. Era ormai metà Agosto e mi
trovavo a casa dei nonni, alla Tana, dato che il giorno dopo sarebbe stato il
mio compleanno. Stavo seduta sulla finestra, guardando oltre l’orizzonte
il paesaggio sereno, mentre dentro di me si scatenava la tempesta.
Non avevo avuto affatto ragione. Di solito sapevo quello che
dicevo perché l’avevo studiato su qualche libro, ma questa era una
cosa che non si poteva imparare sui libri. Erano passati due mesi e mezzo dalla
fine della scuola, ma il mio pensiero fisso continuava ad essere Scorpius
Malfoy, nonostante mi sforzassi tanto per non pensarci neanche un po’.
E mi sentivo in colpa, terribilmente, perché avrei
tanto voluto dire tutto a mamma e papà, ma non potevo. Mi sentivo in
colpa perché sapevo bene che cosa ne pensasse papà e mi sembrava
quasi di aver tradito la mia famiglia. Anche se in verità non era
successo proprio niente di concreto.
Qualcuno bussò alla mia porta, o meglio alla porta
della camera di papà, e mi voltai appena pensando che fosse mia madre.
Non appena vidi la faccia sorridente di Vanessa fare capolino, saltai in piedi
e corsi ad abbracciarla.
“Vì!” Urlai. “Che ci fai qui a
quest’ora? Pensavo che arrivassi solo domani!”
Vanessa si slegò dal mio abbraccio ridacchiando ed
entrò nella stanza trascinandosi dietro una valigia. “Lo so, ma
avevo due ragioni per venire prima.” Disse. “La prima, è che
volevo che fosse una sorpresa.”
“E lo è stata!” feci io euforica. Mi
sedetti sul letto elettrizzata, non vedevo l’ora di sapere tutto quello
che aveva fatto durante l’estate. “E la seconda?”
“Oh beh…” Si schiarì la gola
cominciando a tirare fuori la roba dalla sua valigia. “… io ed
Albus ci siamo lasciati.”
Mi sentii all’improvviso come se una tegola del tetto
avesse sfondato il soffitto e mi fosse caduta in testa. “Che cosa?”
Chiesi shockata. D’accordo, volevo sapere tutto della sua estate, ma
questo era stato davvero inaspettato. “E quando è successo?”
“Oggi a pranzo.” Disse lei continuando a frugare
nella valigia, senza guardarmi.
“E me lo dici così come se niente fosse?”
Saltai su io. “Ma insomma, che diavolo è successo?”
Vanessa alzò gli occhi e mi fissò, poi
sospirò e si morse un labbro. “Scusa, Rose, ma non ho proprio
voglia di parlarne adesso. Ho fatto la valigia in fretta e furia, mi sono
scusata con i tuoi zii e appena ho potuto sono venuta qui.”
“Okey, okey.” Alzai le mani in segno di resa.
“Pensavo che almeno tu avessi buone notizie.”
“Che vuoi dire?”
Io sospirai e la guardai penosamente. “Malfoy.”
“Oh, Rose, non è ancora passata?” Chiese
lei premurosa. Si sedette accanto a me e mi posò una mano sulla gamba.
“Non l’hai detto ai tuoi, vero?”
“Certo che no, non voglio che mi stacchino la
testa.” Dissi. “Domani Al sarà qui, te ne rendi conto,
vero?”
Lei annuì. “Sì, lo so. Non voglio
rovinare il tuo giorno, non preoccuparti, me ne starò buona come se
niente fosse successo. Cosa pensi di fare una volta tornate a scuola? Insomma,
sarai costretta a rivederlo.”
“Non lo so, non ci ho ancora pensato.” Alzai gli
occhi al cielo. “Non avrete litigato per qualcosa di stupido,
vero?”
“Litighiamo sempre per qualcosa di stupido. Litighiamo
sempre, ecco qual è il punto.” Sospirò Vanessa.
“Pensi che Malfoy possa aver cambiato idea?”
“Beh, sinceramente… ma insomma, perché
continui a cambiare discorso!”
“Io?” Fece Vanessa. “Veramente sei tu che
non fai altro!”
Ci fissammo per qualche secondo, poi sospirai e mi passai
una mano sugli occhi. “D’accordo, tu non hai voglia di parlare di
Al, come io non ho voglia di parlare di Malfoy. Parliamo di cose serie: che mi
hai regalato?”
Vanessa si aprì in un sorriso sincero. Si alzò
e tornò alla sua valigia, da cui prese un pacchettino. Tornò sul
letto accanto a me e me lo porse. “Dovresti scartarlo domani, non
è ancora il tuo compleanno.”
Mi voltai verso di lei lentamente e con le sopracciglia
alzate. “Mi metti un regalo tra le mani e pensi davvero che
aspetterò fino a domani? Dì un po’, sei la mia migliore
amica o la prima che passa, perché dovresti sapere bene che non resisto
alle tentazioni.”
Vanessa si morse un labbro per cercare di non ridere.
“Sì, ce lo hai ampiamente dimostrato.”
Con sarcasmo colsi che si stava riferendo a Malfoy. Feci una
smorfia. “Divertente, Vì.” Mi focalizzai di nuovo sul mio
regalo. Non ero mai stata paziente con un regalo in mano. Lo scartai nel giro
di due secondi. Strinsi tra le mani quello che sembrava un taccuino. “Un
diario?” Chiesi.
“E’ molto meglio.” Fece Vanessa tutta
soddisfatta. “So quanto sei nervosa per i M.A.G.O. ed hai paura di
dimenticare qualcosa o di confondere le idee, perciò ti ho preso un
appunta-appunti. Puoi prendere appunti e poi spostarli nelle pagine a tuo
piacere.”
Cavolo, questo sì che era un regalo utile!
“Grazie, Vì!” dissi sinceramente. “Non avrei mai
pensato a comprarmi una cosa del genere!”
“Lo so, sei un genio che si perde in un bicchier
d’acqua.” Rise lei.
Feci mezzo sorriso. “Non avevano qualcosa di simile da
applicare nella vita reale?” dissi scherzando. “Non sai quanto mi
sarebbe utile poter spostare le cose che mi accadono a mio piacimento.”
Vanessa scrollò le spalle. “No, altrimenti ne
avrei preso uno per me.”
“Potrei farlo brevettare a zio George.”
Vanessa sorrise appena. “Com’è andata
l’estate?”
“Non così male.” Dissi sinceramente.
“Ho passato un sacco di tempo a parlare con Hugo, è stato un buon
confidente. Gaby e Sol hanno mandato qualche lettera e mi sono portata un
po’ avanti con lo studio.”
“Oh, questo sì che è divertente!”
Fece ironicamente Vanessa.
Qualcuno bussò alla porta e papà fece capolino
qualche secondo dopo con un bel sorriso. “Scusate se vi disturbo,
ragazze, ma credo che sia proprio ora di mettersi a letto. Vanessa, se hai
bisogno di qualsiasi cosa noi siamo al piano di sotto.”
Vanessa gli sorrise. “Grazie signor Weasley, ma credo
di avere tutto nella mia valigia.”
Papà annuì e ci diede la buonanotte prima di
andar via. Io mi voltai verso Vanessa e sbadigliai. “Sai, credo che
quella di mettersi a letto non sia per niente una cattiva idea.”
“E poi dovrai essere in forma per domani, per la
baraonda di parenti che ti aspetta.”
Alzai gli occhi al cielo. “Non voglio neanche
pensarci.”
**
Anche se non avevo voluto pensarci, la mattina dopo fummo
svegliate inconfondibilmente dalla baraonda di parenti, come aveva detto
Vanessa. Di solito Al veniva sempre a svegliarmi per il mio compleanno, ma
sospettavo che qualcuno lo avesse avvertito della presenza di Vanessa ed
infatti non si era fatto vivo.
Ci vestimmo con calma, cercai di mettere inutilmente a posto
i capelli e presi un po’ di fiato prima di scendere al piano di sotto.
“Ecco la nostra festeggiata, buon compleanno
Rosie!” Urlò papà.
Io sorrisi ed arrossii sotto lo sguardo di tutti i parenti
che mi stavano fissando e mi auguravano buon compleanno. C’erano proprio
tutti: zio Bill e zia Fleur, Louis, Victoire, Dominique, zio Percy e zia Audrey
con Molly e Lucy, zio George e zia Angelina, Fred e Roxanne, zio Harry e zia
Ginny, James, Al e Lily, Teddy, mamma e papà, Hugo e naturalmente i
nonni. L’unico a mancare era zio Charlie che aveva mandato una cartolina
con le sue scuse il giorno prima.
Non appena scesi anche l’ultimo gradino la nonna si
fece subito avanti e mi abbracciò stretta. “Oh tesoro, diciassette
anni! Non riesco a crede a quanto cresciate in fretta!”
Papà alzò gli occhi al cielo. “Dovresti
averci fatto l’abitudine, mamma.”
La nonna ci mise tutti quanti a tavola, sembrava il pranzo
di Natale. Tutti continuavano a congratularsi per la mia maggior età ed
io continuavo ad arrossire come una sciocca. Alla fine del pranzo, dopo quattro
o cinque portate, la nonna mi mise davanti un enorme torta a forma di libro con
il mio nome scritto sopra con glassa al cioccolato e diciassette candeline.
Dopo pranzo fu il momento dei regali e ne avevo una pila
così grossa che non sapevo proprio da che parte cominciare. Beh, ci
dovevano essere anche risvolti positivi ad avere una famiglia numerosa.
La nonna e il nonno mi avevano regalato un
bell’orologio da polso, che secondo la tradizione si regalava ai maghi
quando diventavano maggiorenni. Zia Fleur e zio Bill mi avevano comprato un bel
vestito e Louis, Dominique e Victoire avevano abbinato una borsa e le scarpe
col tacco. Papà non era stato molto contento né del vestito,
né delle scarpe col tacco. Zio Percy, come sempre, mi aveva regalato un
libro. Quest’anno si intitolava “Storia del Ministero della
Magia”. Molly e Lucy invece mi avevano preso l’ultimo cd delle
sorelle stravagarie. Zio George mi aveva dato un pacchettino con l’avviso
di non aprirlo davanti a papà, poi mi aveva fatto l’occhiolino.
Avevo paura solo a pensare a cosa potesse esserci dentro. Hugo mi aveva preso
un Kit per mantenere lucida e funzionale la bacchetta, mentre James, Al e Lily
mi avevano regalato un Omniocolo e uno Spioscopio.
“Ecco qui, Rosie.” Fece zio Harry porgendomi una
provetta. “Questo è il regalo mio e di zia Ginny. Fanne buon
uso.”
La guardai un po’ da vicino, dentro c’era un
liquido argenteo. “Che cos’è?” Chiesi ingenuamente.
“Felix Felicis.” Disse zia Ginny.
“Crediamo che tu sia abbastanza responsabile da usarla con
ritegno.”
“Oh!” Feci io emozionata. “Grazie!”
Ero ancora concentrata sul regalo degli zii, quando sentii papà
che si schiariva la voce per richiamare la mia attenzione. Mi voltai verso i
miei genitori che mi guardavano esitando. Papà tirò fuori da
dietro la sua schiena quello che sembrava un calice di pietra. Lo presi confusa
e ci guardai dentro, fissando curiosamentedegli strani filamenti d’argento.
“Pensiamo che tu sia abbastanza grande da sapere tutto
quello che è successo quando eravamo giovani.” Spiegò
papà. “Sarà molto meglio che leggere un libro.”
Io li fissai ancora confusa e mamma si spiegò meglio.
“E’ un pensatoio, Rose, i maghi lo usano quando hanno bisogno di
tornare sui propri passi. Contiene i ricordi miei e di tuo padre.”
Mi illuminai. Tutti noi cugini avevamo sempre voluto sapere
cosa fosse successo durante la guerra e non. Corsi ad abbracciarli stando bene
attenta a non rovesciare il pensatoio. “E’ fantastico! E’ il
regalo più bello che potevate farmi!”
“Ultimo ma non meno importante.” Disse
papà.
“Veramente Rose.” Disse Vanessa indicando sul
tavolo. “Qui ce n’è ancora uno.”
Mi voltai verso il tavolo e vidi un piccolo pacchetto
racchiuso con della carta Magenta. Diedi il pensatoio a mamma e presi il
pacchetto. Pensavo di aver scartato tutti i regali dei presenti.
“E’ tuo Teddy?” Chiesi.
Ma Teddy scosse la testa. “No, ho contribuito alle scarpe
insieme a Victoire.”
“Magari è di zio Charlie.” Disse Hugo.
Scossi la testa. “No, è arrivato ieri.”
Guardai bene il pacchetto. “E’ senza biglietto.”
“Perché non lo apri?” Mi incitò la
nonna.
Rigirai il pacchetto tra le dita un paio di volte, poi lo
scartai accuratamente. Era una scatolina. La scoperchiai e vi guardai dentro,
notando con la coda dell’occhio tutti i parenti che allungavano il collo
per sbirciare. Alla fine ne tirai fuori una collanina con un ciondolo a forma
di rosa.
Mamma si avvicinò e lo guardò da vicino.
“Beh, è molto bello.”
“A quanto pare hai un ammiratore segreto,
Rosie.” Mi prese in giro zio George.
James rise. “Beh, ma tanto a lei non interessa, a lei
piace già…”
“Chiudi il becco!” Urlai inferocita, prima che
potesse finire la frase. Vanessa ed Al erano già sbiancati, sapevano che
se James avesse finito quella frase sarebbe successo il finimondo.
Papà si voltò verso di me con un sopracciglio
inarcato. “E chi è questo signor Chiudi-il-becco? Sai, non mi
sembra di averlo mai sentito nominare.” Disse con voce sarcastica e
austera allo stesso tempo.
“Infatti non lo conosci.” Mentii io.
Mamma tornò verso papà e gli posò una
mano sulla spalla. “Non credi che queste siano faccende private di
Rose?”
“No, è mia figlia.” Rispose prontamente
papà. “Ho il diritto di sapere.”
“Ma da oggi sono maggiorenne e rispondendo per me
stessa la mia vita privata diventa davvero
privata.” Dissi io come se stessi recitando un comma del codice dei
maghi.
Papà fece per aprire bocca, ma la richiuse subito
dopo guardandomi male. “Tu leggi troppo, Rose.”
“Ehi!” Urlò ad un certo punto Fred.
“Chi gioca a Quidditch?”
I ragazzi si precipitarono tutti verso il ripostiglio delle
scope, mentre le zie risero e si mossero con calma sul retro per uscire in
giardino. La nonna alzò gli occhi al cielo, borbottando qualcosa di
incomprensibile. Io stavo quasi per uscire con gli altri quando sentii un
rumore sulla mia destra.
“Psst!”
Mi voltai, Al era sulle scale e mi fece cenno di salire di
sopra. Lasciai che gli altri andassero avanti, Vanessa fortunatamente era
impegnata a chiacchierare con Hugo, e sgattaiolai su per le scale con Al. Ci
rifugiammo nella vecchia stanza di papà e Al si sistemò sul letto
di Vanessa. Io mi sedetti proprio davanti a lui.
“Allora,” disse. “Chi pensi sia stato a
mandare il regalo misterioso?”
Io feci una smorfia e presi la scatolina che avevo messo in
tasca. La aprii e fissai di nuovo il ciondolo. “Non lo so, probabilmente
è solo Lysander.”
“Scherzi? Se fosse stato Lysander ti avrebbe regalato
un Ricciocorno Schiattoso!” Disse ridendo.
“Ho saputo di te e Vanessa.” Dissi rimettendo a
posto il ciondolo. Al smise di ridere. “Ma non vuole dirmi cosa è
successo.”
Al si scurì e prese a guardare fuori dalla finestra,
dove intanto gli altri volavano con le scope. “Niente
d’importante.”
“Certo, sono sicura che vi siete mollati proprio per
niente d’importante.” Dissi sarcastica. “Credevo che andasse
tutto bene tra voi.”
“Davvero, Rose, non ho voglia di parlarne.”
“Okey.” Dissi mettendo da parte la mia
curiosità. “E di cosa vuoi parlare, Al?”
Al fece mezzo sorriso e scosse la testa. “Mi sei
mancata, Rosie.”
“Ottimo tentativo di cambiare discorso.” Feci io
ridendo. “Se non vuoi dirmelo non importa. Ne parleremo, prima o
poi.”
Al mi guardò di sottecchi. “Fortuna che James
non abbia finito la frase, mh?”
Io alzai gli occhi su di lui, ma gli riabbassai subito dopo
in imbarazzo. Sapevo cosa cercava di chiedermi. “E’ una fortuna.
Pensa se papà avesse saputo… a quest’ora il tetto della Tana
non esisterebbe più, sarebbe andato talmente in escandescenza da far
scoppiare tutto quanto. Neanche mamma lo avrebbe fermato.”
“Pensavo che in tutti questi mesi sarebbe
passata!” disse sinceramente sorpreso. “Non l’hai mai visto
durante l’estate, come puoi pensarci ancora?”
Io feci una smorfia. “Per quanto tempo sei stato
innamorato di Vanessa prima di dichiararti?”
Al arrossì. “Beh, per prima cosa non mi sono
mai dichiarato. Lo hai fatto tu.”
“Non cercare di cambiare discorso. Di nuovo.”
Dissi ridendo. “Perché non mi rispondi?”
Al si guardò attorno nervosamente. Poi scattò
in piedi come punto. “Hai sentito, Rose? Ci stanno chiamando dal
giardino! Probabilmente ci vogliono per giocare a Quidditch!”
Lo guardai correre via dalla stanza e sentii i suoi passi
veloci per le scale. Scossi la testa tra me e sospirai. Rimasta sola guardai
ancora quella scatolina misteriosa e la aprii di nuovo. Era davvero un bel
ciondolo. Chissà da dove veniva.
**
Ragazzi e ragazze
bentrovati!
Spero abbiate passato
una buona pasqua, io purtroppo rotolo ancora dall’ultimo pranzo X___X ma
cercherò di riprendermi.
Volevo dire tantissime
grazie a Sif e Dea ex Machina per avermi votato al concorso per la “storia
con i migliori personaggi originali”. Sono stata onoratissima! E’
stata davvero una bellissima sorpresa vedersi questi due voti, anche
perché fino a ieri non sapevo neanche di questo concorso. Grazie.
Ancora tante tante
grazie a:
Sunlight_girl, ElseW (spero
sia abbastanza presto ^^) ,
ThePirateSDaughter (si evolveranno, si evolveranno ^^) , Leuconoee, musicmylife, mica (ahah, no a dire il vero quando
scrivo davanti al pc rido come una pazza),
Milla Nafira, hele, zia_addy (un’altra zia, che bello **), mki90, Melisanna_ (io ho sempre
pensato che gli esami, anche se non erano a scopo di diploma, li facessero
tutti gli anni… sono una capra, lo so ^^”) , mariuccia, Edvige86, Sif (grazie di nuovo), BigIlly, Nabiki93, PrincipessaGin
Bisbigliai a Vanessa, fissando il treno ad un passo da noi.
Era il primo settembre e ci trovavamo sul binario 9 e ¾ insieme a mamma,
Hugo e papà, che era andato a sistemare i nostri bagagli sulla stiva del
treno. Il giorno prima eravamo andate a Diagon Alley con la mamma per comprare
le ultime cose. Non potevo credere che l’estate fosse passata tanto in
fretta.
“Cerca di calmarti o i tuoi capiranno che
c’è qualcosa che non va.” Sussurrò Vanessa.
Io continuavo a guardarmi intorno ansiosamente.
L’ultima volta che l’avevo visto era proprio sulla piattaforma
davanti al treno. “Vorrei solo riuscire ad evitarlo… per il resto
dell’anno.”
“Mi sembra molto facile.” Fece sarcasticamente
Vanessa. “Secondo me dovresti affrontarlo invece che scappare.”
Alzai un sopracciglio e la guardai male. “Ma se tu fai
di tutto per evitare Al.” dissi. “Non lo vedo dal mio compleanno e
non si è neanche azzardato a mandarmi mezza lettera da quando sa che sei
a casa mia.”
Vanessa mi fissò a bocca aperta. “Stai dicendo
che adesso è colpa mia?”
Fortunatamente papà tornò dalla stiva e ci
interruppe prima che la conversazione potesse degenerare. Ci abbracciò entrambe
e poi lasciò che anche la mamma avesse il suo momento per salutarci.
“Adesso andate, sono sicuro che le vostre compagne non
vedono l’ora di rivedervi.” Disse papà. “E mi
raccomando, divertitevi e fate casino, è il vostro ultimo anno!”
Mamma gli diede una gomitata nelle costole.
“Ron!” disse stizzita. “Non gli date retta, avete i M.A.G.O.
e dovete impegnarvi molto, ma questo lui non può saperlo visto che non
ha mai preso il Diploma.”
Papà la guardò dall’alto. “No, ero
troppo occupato a far sì che tu rimanessi viva.”
Lasciammo mamma e papà a battibeccarsi sul binario e
salimmo sul treno alla ricerca di uno scompartimento vuoto, o che avesse tracce
di Sol e Gaby. Hugo ci salutò dopo un paio di cabine, aveva trovato i
suoi amici, tra cui Lily, e andò a sedersi con loro. Noi dovemmo
arrivare quasi in fondo al treno e in uno degli ultimi scompartimenti trovammo
le gemelle.
“Sorpresa!” Urlammo io e Vanessa entrando.
“Vanessa!”
“Rose!”
Le gemelle si alzarono e corsero ad abbracciarci. Forse era
una mia impressione, ma mi sembrava che fossero più alte rispetto
all’anno precedente. E Sol aveva tagliato i capelli in un caschetto,
mentre Gaby li portava sempre lunghi.
“Hai tagliato i capelli.” Le dissi con un
sorriso. “Tistanno
bene.”
Sol rise. “Ero estufa de essere scambiata por Gaby e
viceversa. Così no hay
problemas. In un certo senso è stata Gaby che me ha costretto... dopo
un pequeno incidente con Vincent.”
Io e Vanessa corrugammo la fronte e Gaby scoppiò a
ridere. “Vincent ha visto Sol de spalle e credeva che fossi io. Ha
cercato de besarla. Fortunatamente no ci è riuscito.”
Vanessa scoppiò a ridere. Io la guardai interessata.
“Così stai sempre con Vincent?” Chiesi. “Lo saprei, se
aveste mandato qualche lettera in più durante l’estate.”
Le gemelle si scambiarono un’occhiata colpevole.
“Tienes ragione, Rosie, perdonaci.” Disse Sol. “Siamo state
empegnate toda la estate. Cerchiamo una volta per todas di imparare
l’inglese e dimenticarci lo spagnolo.”
“Ecco perché sto capendo tutto quello che dite!”
Scherzò Vanessa.
Gaby ridacchiò e annuì. “Sì, io e
Vincent stiamo ancora insieme. Ha passato quasi toda el estate a casa nostra. A
proposito, donde è Albus?”
Io mandai uno sguardo di sfuggita a Vanessa e la vidi
irrigidirsi. Si schiarì la gola e guardò altrove. “Beh, noi
non…” Lasciò cadere lì la frase.
“Vi siete lasciati?!” Chiesero in coro le
gemelle. “Por Dios!” Si
lasciò scappare Sol.
“Sì, io… non ho molta voglia di…
Rosie è ancora innamorata di Malfoy!” Fece Vanessa cambiando
discorso.
“Ehi!” La ripresi io arrossendo. “Possiamo
non urlarlo ai quattro venti?”
Vanessa scrollò le spalle. “Che problema
c’è? Tanto ci hai già pensato tu l’anno scorso.”
“Sì, beh, e gradirei che quest’anno tutti
pensassero il contrario.” Tornai a guardare le gemelle. “No,
davvero, non c’è niente di interessante da raccontare a riguardo.
Si tratta solo di un altro anno e poi non lo rivedrò mai
più.”
“Solo un anno.” Fece Sol sarcastica. “Che
vuoi che sia.”
Solo allora mi resi conto di essere ancora in piedi, e il
treno era partito da almeno cinque minuti buoni. Presi posto e le altre ragazze
seguirono il mio esempio. Gaby si sedette accanto a me e prese tra le sue mani
il ciondolo a forma di rosa che portavo al collo. Lo guardò un paio di
secondi.
“E’ molto bello, Rose.”
“Sì, è un regalo.” Dissi
prendendolo tra le mani. Era davvero molto bello ed era diventato un po’
il mio portafortuna. “A dire il vero non so chi me lo abbia regalato. Non
c’era nessun biglietto.”
Vanessa fece mezzo sorriso. “Si accettano ipotesi sul
presunto ammiratore di Rose.”
“No c’era biglietto?” Chiese Gaby.
“Parece un regalo ricercato.”
“Ricercato?” Fece scettica Vanessa.
“Chiunque sia non si deve essere spremuto molto, insomma si chiama Rose e
le regala una rosa.”
“No, lo che Gaby sta diciendo.” Fece Sol
guardando interessata il ciondolo. “Es che no deve essere costato poco.
La pietra della rosa sembra quasi Tormalina Rubellite.”
Io e Vanessa la guardammo come se parlasse arabo.
“Come scusa?” Chiesi.
“Sì, ne sono quasi certa.” Disse Gaby guardandola
ancora. “Nostro padre es un gioielliere. Es una pietra preziosa, Rose, e
il suo valore sta aumentando a dismisura. Ci saranno volute per lo meno 300
sterline.”
“300 sterline??” Urlai io con gli occhi fuori
dalle orbite. “Chi diavolo può aver speso tanto per un regalo di
compleanno anonimo?!”
“Evidentemente qualcuno a cui piaci molto.” Fece
Vanessa sorridendo. “E noi scopriremo chi è.”
“Chi è chi?”
Immediatamente ripresi il mio ciondolo e lo infilai dentro
la camicia, Paula era appena entrata nello scompartimento per ficcare il naso,
come sempre, ed era l’ultima cosa che mi serviva al momento. Tutte la
guardammo ingenuamente, come se non avessimo idea di cosa stesse parlando.
Vanessa alzò un sopracciglio fissandola strano, sicuramente era un attrice
molto più brava di me e le gemelle.
“Di cosa parli, Paula?”
Paula la scrutò. “Avevo capito che stavate
cercando qualcuno.”
“Devi essere diventata sorda durante
l’estate.” Fece Vanessa. “Beh, non hai qualche altro
scompartimento dove andare a ficcare il naso?”
Paula la guardò in modo sgradevole. “Capisco,
sei ancora acida per via di Potter. Dev’essere stato un duro
colpo.”
Vanessa si alzò in piedi, per un momento pensai che
la volesse picchiare, ma Paula se ne andò come niente fosse, in tutta
tranquillità. Vanessa si voltò adirata verso di noi. “Come
diavolo fa a saperlo? Non siamo neanche arrivati a scuola!”
Mi passai una mano sulla fronte. “Qualcosa mi dice che
anche questo sarà un luuuungo anno.”
**
Ci volle almeno un’altra ora per tranquillizzare
Vanessa, dopo che Paula se n’era andata, ma alla fine eravamo tornate a
parlare tranquillamente. Le gemelle ci raccontarono della loro estate, delle
lezioni, di Vincent e noi raccontammo quello che avevamo fatto. Ovviamente
Vanessa non si sognò neanche per sbaglio di dire perché lei e Al
si fossero lasciati.
Arrivammo a destinazione che era ormai buio. Sul binario si
vedeva solo Hagrid, nella sua imponenza, ma ci salutò solo da lontano
perché troppo impegnato con i ragazzini del primo anno. Noi ci dirigemmo
verso le carrozze e arrivammo al Castello in pochi minuti. Solo in Sala Grande
ebbi il piacere di rivedere finalmente Al, che sedette al mio fianco ignorando
completamente Vanessa.
“Ehilà.” Disse come se niente fosse.
Io lo guardai sbieco. “Beh, chi non muore si rivede.
Si può sapere che fine avevi fatto?”
Al distolse subito lo sguardo e fece il vago. “Sono
stato impegnato in altre… faccende. Devo darti una notizia grandiosa,
Rose! Dato che James ha finito la scuola e si è miracolosamente diplomato,
e anche Fred non è più a scuola e neanche… oh beh, insomma,
sono il nuovo Capitano dei Grifondoro!” Urlò.
Sia io che Vanessa, che stava cercando di ignorarlo, lo
fissammo a bocca aperta. “Sei che cosa?” Chiesi shockata. “Ma
non avevi detto che non interessava più giocare? Pensavo che volessi
concentrarti sullo studio, quest’anno!”
Al fece una smorfia. “Oh andiamo, Rose, non farmi la
predica!” disse. “E’ il mio ultimo anno e voglio divertirmi.
E saprò anche trovare il tempo per studiare.”
“Sei davvero sicuro di quello che fai?”
“Albus?” Io mi voltai insieme ad Al, alle nostre
spalle due ragazzine del quarto anno lo guardavano ammirate. “Abbiamo
sentito dire che sei il nuovo Capitano.”
Al fece un bel sorriso e annuì. “Al vostro
servizio.”
Le due ridacchiarono ed io roteai gli occhi. “Pensi
che potresti farci degli autografi più tardi?”
“Senza alcun dubbio.” Rispose Al. Le due
ragazzine se ne andarono soddisfatte, ma continuavano a voltarsi e a
ridacchiare arrossendo. Al tornò a guardare me e sorrise appagato.
“Sì, Rose, direi che sono veramente sicuro di quello che
faccio.”
“Idiota.” Mormorò Vanessa.
Al si voltò saccente verso di lei. “Non
rimproverarti, ogni lasciata è persa.” Disse prima di alzarsi e
andarsene via, seguendo le due oche di poco prima.
Io lo seguii per un po’ con lo sguardo, poi tornai a
guardare Vanessa, che era ferma davanti a me con una faccia talmente stizzita
che ero sicura che se si fosse mossa avrebbe rincorso Al e lo avrebbe preso a
calci nel sedere. Per non pensare di peggio. Mi schiarii la gola.
“Così, pare che sia stata tu a lasciarlo.”
Lei si voltò da un’altra parte. “Non
è andata proprio così.” Disse. “Ognuno trae le sue
conclusioni.”
“Sarebbe a dire?” Chiesi.
“Sarebbe a dire che Al è un idiota e vuole
credere a quello che vuole!” disse lei.
“Oh, questa sì che è una spiegazione
davvero molto chia…”
“Rose?” Vanessa mi richiamò e mi fissava
cercando di richiamare la mia attenzione, ma i miei occhi ormai erano fissi su
un solo punto della Sala e non avevo nessuna voglia di scollarli da lì.
Sentii il cuore martellare nel petto, dall’agitazione, ma non potevo
muovermi. Non l’avevo visto prima, in mezzo a tutti gli altri ma adesso
che si era alzato in piedi era impossibile non notarlo.
“Malfoy.” Sussurrai a mo’ di spiegazione
verso Vanessa. Anche lei si voltò.
Era più bello di quanto ricordassi e sembrava anche
essere cresciuto di qualche centimetro durante l’estate. Se ne stava
lì in piedi, a tre tavoli da me, a chiacchierare con i suoi amici
Serpeverde. lo vidi vagare in giro con lo sguardo, fino a che non si accorse di
me e i suoi occhi plumbei si fissarono nei miei. Io per qualche strano motivo
non distolsi lo sguardo e non mi sentii neanche arrossire. Ci guardammo negli
occhi fino a che uno dei suoi amici non gli posò una mano sulla spalla e
lui si distrasse. Io rilasciai il fiato.
“Ehi, respira.” Rise Vanessa. “Un altro
po’ in apnea e ci avresti rimesso la buccia.”
La guardai continuando a lanciare occhiate fugaci verso il
tavolo dei Serpeverde. “E’ molto peggio di quanto mi aspettassi.
Non dovrebbe farmi quest’effetto, insomma l’ho detestato per
anni.”
“Già,” fece Vanessa leggendo alcune
pergamene. “Ma a tredici anni non era alto un metro e ottanta, non aveva
muscoli plasmati dal Quidditch e non era neanche così
affascinante.”
Io feci una smorfia. “Non mi sono presa una cotta per
lui solo per il suo aspetto, sai?”
“Lo credo bene, ma ti ha aiutato parecchio.”
Disse lei. “E diciamoci la verità, hai sempre adorato metterti a
confronto con lui, non aspettavi altro che poterlo attaccare. E comunque, Rose,
comincia a fare l’abitudine ai tuoi incontrollabili ormoni, perché
domani mattina abbiamo lezione con loro.”
Non era vero. “Che cosa? E come lo sai?”
Vanessa mi passò la sua pergamena, erano gli orari
dell’intero semestre. Puntò il dito su venerdì. “Venerdì,
Trasfigurazione con i Serpeverde.” mi disse. “E poi lunedì a
Storia della Magia, e ancora mercoledì a Erbologia.”
“Fantastico!” Sbuffai. “Se non altro non
avremmo lezione con loro a Pozioni. Ripensandoci non sarà così
male, a Trasfigurazione siedo sempre davanti, a Storia della Magia dormono
tutti e a Erbologia ci sarà Neville a vegliare su di me.”
Vanessa mi guardò scettica. “E per il resto
della giornata potresti ingerire della Pozione Polisucco e fingerti Gaby o Sol.
Tanto sono già in due, nessuno noterà che ce n’è una
in più.”
“Il tuo sarcasmo diventa peggiore di anno in anno, lo
sai Vì?”
“Sto parlando seriamente, Rose, prima o poi sarai
costretta a parlarci.” Mi disse piegandosi di più verso di me.
“E ricordati quello che ti ho detto, devi comportarti come se non ti
importasse affatto di quello che fa.”
“Non mi importa di quello che fa.” Dissi
sinceramente. “Mi importa di lui.”
“E come non potrebbe.”
Lily si era appena seduta accanto a me, fissando Malfoy da
lontano. Io e Vanessa la guardammo alzando un sopracciglio e Lily scosse la
testa come se fosse su un altro pianeta.
“Non c’è stato neanche bisogno di votare,
è schizzato al primo posto nella nostra classifica di gradimento.”
Io annuii. “Anche nella mia.”
Vanessa ci guardò entrambe. “Voi siete
malate.” Disse. “Ma vi rendete conto che state parlando di
Malfoy?”
Lily scrollò le spalle. “Ehi, ho detto
classifica di gradimento. Ai concorsi di bellezza non importa a nessuno se sei
uno stronzo o se sei stato nei boy scout.”
Vanessa passò a guardare me. “Beh, io non ho
giustificazioni.” Dissi arrossendo. “Sono solo pazza.”
Lily distolse finalmente lo sguardo. “Avete visto
Al?”
“Correva dietro a due ragazzine.” Fece
aspramente Vanessa.
Lily alzò un sopracciglio. “Molto
maturo.” Commentò. “Ed io che pensavo che il fratello
malvagio fosse James. Se lo vedete potete dirgli che ho intenzione di entrare
nella squadra di Quidditch e di farmi sapere quando ha intenzione di fare i provini,
per cortesia?”
Mi voltai allucinata verso di lei. “Vuoi entrare nella
squadra di Quidditch?!”
“Io e Hugo vogliamo entrare nella squadra.”
Precisò.
Io scossi la testa. “Ma che vi prende a tutti quanti,
quest’anno? Nessuno di voi tre ha mai mostrato alcun interesse verso il
Quidditch se non quando giocavamo dal nonno, e adesso fate a gara per entrare
nella squadra?”
Lily scrollò le spalle. “Ti danno crediti extra
se giochi nella squadra.” Spiegò. “E poi sarà
divertente, sarà un po’ come giocare nel giardino del
nonno.”
Vanessa mi guardò. “Sei sicura che la pazzia
non corra tra i geni di famiglia?”
“Comincio ad avere dei sospetti.” Dissi
sinceramente. “Beh, non vi aspetterete di certo che io venga alle
partite, non è vero? Perché non ho nessuna intenzione…
“Malfoy è il capitano dei Serpeverde.”
“… di venire allo stadio finché non
giocherete coi Serpeverde.” Conclusi.
“Rose!” Mi riprese Vanessa.
Io arrossii. “Che c’è? Una partita ogni
tanto non può farci male, no?”
**
Eccoci di nuovo qua
miei carissimi,
Volevo di nuovo
ringraziare tutti quelli che hanno votato “Don’t tell dad” al
concorso per storia con i migliori personaggi originali. L’altra volta
avevo ricevuto due voti e mi sembravano già un’esagerazione XD.
Perciò ancora tante grazie a Lizzy095,
Troue_xxx, _NeSsIe_95_
Milla Nafira: Accidenti
che mega recensione!! Beh, non so da che parte cominciare, praticamente hai
detto tutto tu! Posso solo dire che sia Al che Vanessa sono troppo buoni per
tradire qualcuno, non credi? E credo che Scorpius ci lascerà tutti quanti
di sasso ^^ … o forse no… beh, insomma, alla fine tutti quanti ci
aspettiamo che succeda qualcosa di succulento!
Musicmylife: Lo
dirò, lo dirò… con un po’ di pazienza. Al e Vanessa
non sono due persone facili eheh
Leuconoee: Penso che per
quanto riguarda il ciondolo ti abbiano risposto degnamente le gemelle, che
hanno spiegato tutto meglio di quanto potessi fare io ^^ e hai ragione…
mi fate proprio montare la testa!
ElseW: Lo sapete che non
mi piace tenere le cose calme e la storia di Al e Vanessa si stava appiattendo
ahah, scusate ma proprio non ci riesco a starmene buona ^^
Mariuccia: Ripeto quello
che ho detto a ElseW, dicendo in più che beata Rose, a me regali
così non sono arrivati mai çç
Mica: Eh, purtroppo
è da un bel po’ che do segni di squilibrio… da quasi tutta
la vita… ma l’importante è che a volte nella mia demenza
riesca a uscire qualcosa di sensato come questi capitoli ahah
PrincipessaGin: Come
darti torto, Vanessa e Al hanno solo cominciato… altro che fine!
Sif: Ve lo dirò,
ma Al e Vanessa ci faranno penare per capire com’è andata
veramente! Povera Rose, d’altra parte lei è sempre la nostra Harry
in mezzo ad un Ron e Hermione.
Zia_ Addy: Anche io
faccio la stessa faccia quando vedo le vostre recensioni. Mi sa che ormai
è un po’ troppo tardi, Rose è già cotta che
andata… una via di non ritorno.
BigIlly: Sono
pazza… è l’unica spiegazione razionale che riesco a darti XD
Nabiki93: Sono ancora
fatti l’uno per l’altra, devono solo rincollarsi insieme XD eeeh,
stavolta con questo ciondolo sono stata un po’ troppo banale, lo ammetto
Mki90: Di nuovo grazie, e
sono sicura che avete tutte le premonizioni giuste per capire di chi sia il
famigerato ciondolo.
MaD wOrLd: Mi spiace
dirlo ma stavolta allora ho proprio fatto una cosa senza senso… beh, non
posso sempre avere ragione, no? Oh, qualcuno masochista come me, che bello!
Adoro veder litigare Al e Vanessa!
ThePirateSDaughter: Si
sistema tutto, prometto! Suvvia, lasciatemi essere scontata ogni tanto,
sennò dite sempre che ho tutte sorprese su sorprese XD
Mimmyna: Carino in senso
estetico o caratteriale? Io penso che sia più carino di Draco in tutti i
sensi, ma contiamo che Scorpius ha avuto una vita anche molto più facile
di quella di suo padre.
Melisanna_ : Eh
sì, mi sa che tutti vi aspettiate la solita persona come mittente del
ciondolo, e sicuramente avete ragione tutti quanti
Lasaralin: Mi spiace
contraddirti ma ricordo molto bene. Ricordo tutti quelli che hanno recensito le
mie storie, soprattutto se erano assidue lettrici come te, che hai recensito
tutti i capitoli di NTE. Anche io sono molto felice di averti ritrovata e
aspetto le tue recensioni con ansia.
Hele: ahah, non so
neanche come risponderti, praticamente ti sei fatta le domande e ti sei
risposta da sola. A parte per il fatto che Al e Vanessa non si siano lasciati
per un motivo poi così serio…
Edvige86: Non devi
scusarti di nulla, grazie per la recensione. E’ stato lui? Boh, chi lo
sa… lo scopriremo solo nella prossima puntata XD
Sunlight_ girl: Secondo
me è la numero 2, ho indovinato? Secondo me l’unica che ancora non
l’ha capito è proprio Rose… ho dei personaggi proprio tardi
XD
Elettra1991: Grazie mille
per tutti i complimenti, ovviamente non c’è proprio nulla da
perdonare ma devo solo ringraziare per la recensione. Tengo le dita incrociate
insieme a te!
Il giorno dopo mi alzai che ero un fascio di nervi
DON’T TELL DAD
23. It’shim!
Il giorno dopo mi alzai che ero un fascio di nervi. Vanessa
non avrebbe mai dovuto dirmi della lezione coiSerpeverde, avrei preferito avere una pessima sorpresa
arrivata in classe, ma per lo meno sarei riuscita a dormire durante la notte.
Ero talmente ansiosa che avevo infilato il maglione al contrario e avevo dovuto
aspettare Vanessa perché con le mani che tremavano non riuscivo a fare
il nodo alla cravatta.
“Perché la metti,
scusa? Non la portiamo dal quarto anno.”
Abbassai gli occhi sulla mia cravatta come se fosse una cosa
del tutto nuova. “Oh. E’ vero.”
Vanessa sospirò e la slegò di nuovo,
slacciandomi anche qualche bottone della camicia. “Guarda che non sei al
primo anno, non devi dimostrare alla McGrannitt che sei una studentessa modello. Lo sa già, per tua
fortuna. E smettila di essere così
nervosa.”
Per fortuna eravamo da sole in Dormitorio e nessuno
poté assistere a quell’assurda
conversazione. Paula si era alzata all’alba come sempre, era in arretrato
di tre mesi e doveva darsi da fare. Le gemelle erano scese a colazione, ma io
non mi ero neanche sognata di farmi vedere in Sala Grande in quello stato.
Vanessa era rimasta con me per solidarietà.
Quando mi decisi ad uscire dalla
nostra camera, e quindi anche dalla Sala Comune, andammo subito a lezione
così da essere le prime ed essere sicure di poter sedere davanti. Soprattutto per non dover vedere quello che mi stava alle spalle.
Entrammo in classe tutte trafelate e ci sedemmo ai
primi banchi aprendo subito i libri. La professoressa McGrannitt
alzò un sopracciglio.
“Weasley, Miller, sono allibita dalla vostra voglia di imparare quest’anno.”
“Già.” Dissi io schiarendomi la gola.
“Ecco, a dire il vero ho letto molto durante l’estate, so che il
programma di quest’anno sarà molto duro
e riguarderà soprattutto la trasfigurazione umana, quindi mi chiedevo…”
La professoressa alzò una mano. “Non crede che
dovremmo aspettare tutti gli altri studenti, Weasley?”
“Giusto.” Dissi annuendo.
Dopo qualche minuto cominciai a sentire il rumore di passi
del resto della classe, anche se per niente al mondo
osai voltarmi e vedere chi stesse entrando. Sentii le voci delle gemelle e
potei intuire che si fossero sedute dietro di noi,
dato che Vanessa si voltò per chiacchierare. Solo quando il rumore cessò e vidi lo sguardo della McGrannitt
fare un check up di tutti i presenti mi fu chiaro che
non mancava nessuno.
“Bene, benvenuti al vostro settimo anno.”
Esordì. “Come ben sapetequest’anno sarà particolarmente impegnativo,
non solo nella mia materia, ma dovrete imparare a gestire tutto il vostro
tempo. Alla fine di quest’anno scolastico
avrete i M.A.G.O. e dovete
essere sicuri di arrivare preparati…”
Vanessa si piegò verso il mio orecchio.
“E’ seduto nell’ultimo banco.”
Mi voltai verso di lei. “Ed io che facevo di tutto per
non pensarci, grazie mille Vì.”
“… inoltre vi consiglio di usare le vostre ore
di buco per rimettervi in pari in materie in cui siete più carenti e di non perdere troppo tempo a girellare per la
scuola come dei Thestral impazziti. Bene, adesso
dividetevi in coppia, faremo un ripasso degli ultimi argomenti studiati
l’anno scorso.”
Il resto della lezione passò bene. Ero talmente
concentrata su Vanessa che era come se il resto del mondo non esistesse, anche
se Vanessa aveva confessato che il mio sguardo era alquanto terrificante. Passammo
tutta l’ora a cercare di cambiare colore ai capelli, alle sopracciglia,
agli occhi, anche se per pochi secondi dato che solo i Metamorfomagus,
come mi aveva spiegato Teddy, potevano riuscirci per
un tempo illimitato.
Dopo la lezione dissi a Vanessa di
aspettarmi in Dormitorio, dato che avevamo un’ora di buco, e la vidi
andare via con le gemelle. Io rimasi con la ProfessoressaMcGrannitt, inventandomi mille e
più domande per passare il tempo e far sì che tutti gli studenti
se ne fossero andati ed io avessi via libera. Chiesi qualsiasi cosa mi passasse per la testa, di qualsiasi cosa avessi letto.
Riuscii a rimanere in classe quasi dieci minuti oltre la lezione.
“… suvvia Weasley,
proprio una come te non dovrebbe preoccuparsi tanto di
sapere tutte queste cose. E’ solo il primo giorno, per Merlino.”
Annuii. “Lo so, cerco solo di capire quali saranno gli
argomenti più importanti così da potermi organizzare da subito.
Non voglio arrivare impreparata ai M.A.G.O.”
La McGrannitt alzò un sopracciglio.
“Non credo proprio che succederà, mancano ancora nove mesi. Non è il caso di stressarsi da subito, ci sarà il
tempo di imparare tutto. Adesso con il suo permesso, Weasley,
ho altri impegni.” Disse prima di andarsene.
“Oh, e a proposito, davvero un bel pendaglio.”
Abbassai lo sguardo sul ciondolo a forma di rosa che pendeva
al mio collo e ringraziando lo feci scivolare dentro
la camicia, lontano da sguardi inopportuni. “Se
avessi ancora bisogno…”
“Sa dove trovarmi.”
Uscii dalla classe a malincuore, avrei voluto poter rimanere
di più, ma era chiaro che la McGrannitt non aveva una gran voglia di avermi tra i piedi con le mie mille
domande. Mi chiesi cosa stesse facendo Al, dato che
non lo vedevo dalla sera prima, e con questa storia che lui e Vanessa non
facevano altro che evitarsi dovevo dosarmi il tempo con loro come una figlia di
due divorziati.
Avevo fatto poco più di due passi
quando sentii il cuore balzarmi in gola.
“Bentrovata, Weasley.”
Mi voltai di scatto, di certo non mi aspettavo che sarebbe
rimasto per più di dieci minuti a farmi la posta fuori
dall’Aula di Trasfigurazione. Deglutii un paio di volte, cercando
di risultare naturale, anche se avevo avuto
decisamente ragione il giorno prima. Era decisamente
cresciuto.
“Malfoy.” Dissi.
“Passato una bella estate?”
“Splendida.” Rispose senza troppo sfarzo. Fece
un sorrisino incrociando le braccia al petto. “E’ davvero un bel
ciondolo. Mi sono sempre piaciute le rose.”
“Oh, beh grazie, in realtà non so
chi…” Mi fermai di colpo, cercando il ciondolo con le dita, ma ricordai
che solo qualche minuto prima lo avevo nascosto dentro
la camicia. “Un momento, come fai…”
Continuò a sorridere il suo solito sorriso
compiaciuto. “Sono contento che ti piaccia.”
“Sei stato tu?!” Chiesi
allibita fissandolo a bocca aperta. “Tu mi hai regalato questo ciondolo?!”
“Sai, Weasley, in genere
tendo a pensare che tu abbia torto marcio su un sacco di cose.” Disse slegando le braccia. “Ma c’era una
cosa su cui avevi pienamente ragione e ho avuto modo di pensarci per tutta
l’estate.”
Io continuai a fissarlo pietrificata. Avrei tanto voluto
chiedere che cosa fosse ma non riuscivo proprio a
muovermi dallo shock. Fece qualche passo avanti e si piegò verso di me,
fino a che la punta del suo naso non toccò la pelle del mio collo. Poi
lo sentii inspirare.
“Tu profumi davvero di rose.”
Successe tutto talmente in fretta che non ebbi nemmeno il
tempo di rendermene conto. Un momento prima era
lì che mi sniffava e un secondo dopo se ne andava via lungo il
corridoio, lasciandomi là nel mezzo come una scema. Io dentro di me
riuscivo a pensare ad una sola cosa.
Non è successo davvero.
**
“E’ Malfoy!”
Vanessa e le gemelle si voltarono verso di me come se stessi
dando di matto. Non appena ero riuscita a riprendermi da quella scena shock
troppo romanzata per i miei gusti, ero corsa via ed ero tornata in Sala Comune,
avevo salito di corsa tutte le scale del Dormitorio ed
avevo spalancato la porta urlando a squarciagola.
Vanessa e le gemelle erano ancora in silenzio, probabilmente
aspettavano che aggiungessi altro ma io continuai ad
urlare senza controllo.
“E’ Malfoy! E’ Malfoy!”
Vanessa venne verso di me e mi
posò una mano sulla spalla, richiudendo la porta alle mie spalle.
“D’accordo, Rose, perché non entri, ti siedi un momento e ci
spieghi qualcosa. Che cosa è Malfoy?”
Vanessa cercò di farmi sedere ma
io ero troppo su di giri. “La collana. Malfoy.
E’ lui. Le rose. Il profumo.” Dissi a macchinetta. “E’ Malfoy!” Urlai di nuovo.
Le gemelle guardarono Vanessa. “No
so te, Vanessa, ma io no ho capito nada lo
stesso.” Disse Sol in tutta sincerità.
Cercai di riprendere fiato e finalmente mi sedetti sul
letto. Non era il mio letto. Non sapevo di chi fosse.
Non mi importava di chi fosse il letto, mi ci ero solo
seduta sopra. “L’ammiratore segreto è Malfoy!”
dissi alla fine.
“Che cosa?!” Urlarono
tutte e tre insieme. Io annuii. “Come lo sai?” Chiese
improvvisamente agitata Vanessa.
“Me l’ha appena detto.” Confessai io.
Man mano che riprendevo fiato riuscii a raccontare per filo
e per segno tutto quello che era successo. Gaby, Sol e Vanessa mi guardavano allucinate ed interessate, come se stessero
assistendo ad uno spettacolo teatrale.
“Increible!” disse Gaby
“Màsqueincreible!” disse
Sol
“Per la miseria!” disse Vanessa. “E tu che cosa hai fatto?”
“Niente!” Feci frustrata.
“Mi ha preso talmente alla sprovvista che non sono neanche riuscita a
muovermi o a dire qualcosa. Insomma, avrei potuto pensare a chiunque ma non di
certo a Malfoy! Malfoy che
mi fa un regalo! E non sapevo neanche che sapesse
quand’era il mio compleanno!”
Vanessa mi fissò a bocca aperta,
aveva un’aria allucinata. “Beh.” Disse. “Beh,
questa sì che è una sorpresa!”
Io annuii e Gaby batté le mani insieme.
“Dovresti essere felice, Rose, significa che a
lui piaci. Nessuno spenderebbe tanti soldi per una cosa che no
le interessa.”
Io passai lo sguardo da Gaby a Vanessa, che questa volta si
limitò a guardarmi in silenzio senza dire niente. Avrei dovuto sentirmi
felice? Io mi sentivo solo strana. Strana e stranita. Erano passati solo tre
mesi da quandoMalfoy mi
aveva chiaramente detto di non provare assolutamente niente per me, e adesso si
era ricreduto da un giorno ad un altro?
“Non lo so, ragazze.” Dissi alla fine.
“Non vi sembra sospetto?”
Gaby scosse la testa ma Sol e Vanessa si scambiarono
un’occhiata. Sapevo cosa stavano pensando, perché la pensavano
esattamente come me.
“Se vuoi sapere quello che
penso, Rose…” Fece Vanessa.
Alzai una mano per fermarla. “Lo so già cosa
pensi.”
Sol si morse un labbro. “Io credo che devi solo
aspettare un poco.” Disse. “Che faccia una nuova mossa.”
Vanessa scrollò le spalle. “Non montiamoci
troppo la testa. Magari le ha solo regalato quel coso perché si sentiva
in colpa per la figuraccia che le ha fatto fare
davanti a tutta la scuola.”
“Quel coso,” Fece Gaby indicando la mia collanina. “Costa
300 sterline!”
“Cosa costa 300
sterline?”
Ci voltammo tutte all’improvviso, bianche
come cadaveri. Paula era appena entrata in Dormitorio e aveva già
sentito puzza di pettegolezzo. Io ingoiai il vuoto e guardai le altre con la
coda dell’occhio, sperando che qualcuno si decidesse a dire qualcosa. Di
solito era Vanessa che mi tirava fuori dai guai, ma
anche lei riuscì solo a boccheggiare un paio di volte.
Paula alzò un sopracciglio. “Non importa, ho un
intero anno per scoprire tutti i vostri segreti, non voglio
sprecarmi subito la prima settimana.” Disse. “Sono solo salita per
dire a Rose che c’èAlbus
al piano di sotto che ti cerca.”
Tirammo tutte un sospiro di
sollievo quando girò i tacchi e se ne andò via. Mi voltai di
nuovo verso le gemelle e Vanessa. “Questa cosa deve
rimanere tra noi, non deve saperlo nessuno!”
Sol mi guardò strana. “Perché?”
“Perché so quanto si spandano a macchia
d’olio le notizie di questo genere e ci vorrà
un attimo prima che arrivi all’orecchio di mio padre. Dico
davvero ragazze, non ditelo ad anima viva. Neanche ad
Al.”
Vanessa alzò gli occhi al cielo. “Come se fosse
una cosa possibile.”
Io sbuffai spazientita. “Oh ma insomma, si può
sapere cosa…”
Lei alzò una mano. “Non voglio parlarne.”
“Va bene, mamma.”
Dissi avviandomi verso la porta. “Ci vediamo quando
avrò finito il mio tempo con papà.”
Sentii Vanessa borbottare qualcosa alle mie spalle, ma stavo
già scendendo le scale e non potei udire chiaramente. Arrivai in Sala
Comune, Al mi stava aspettando al centro della stanza e arrossì appena
sulle guance non appena mi vide arrivare. Non era un buon segno. Mi avvicinai e
prese a grattarsi furiosamente la nuca, come faceva sempre
quando aveva bisogno di un favore. Io sospirai.
“Di cosa hai bisogno, Al?”
Al si rilassò appena, ma si schiarì la gola
nervosamente. “Lo so che è solo il secondo giorno che siamo a
scuola, ma avrei proprio bisogno di un enorme favore.”
Io mi portai le mani sui fianchi. “Si può
sapere perché quando hai bisogno di favori enormi chiedi sempre a
me?”
“Perché in questo caso solo tu puoi farmi un
favore del genere.” Prese un bel respiro.
“Ho bisogno che tu faccia tutte le ronde da
sola, almeno per un po’.”
Sbarrai gli occhi allucinata.
“Che cosa?! Al!”
Lui si affrettò ad alzare le mani a mo’ di
scusa. “Lo so, lo so, avevo promesso che le
avremmo fatte insieme, ma era prima di sapere che sarei diventato Capitano di Quidditch. Se solo potessimo
alternarle come facevamo l’anno scorso, avrei tutto il tempo per
dedicarmi alla squadra. Per favore, Rose.”
Ci pensai un po’, poi sbuffai e annuii. “Va
bene. Tanto ormai sono abituata a fare le ronde da sola.”
Al mi sorrise caldamente. “Grazie.” Disse. Poi
mandò un’occhiata veloce verso i Dormitori femminili. “Come stanno le ragazze?”
“Vanessa sta bene.” Dissi io, rimarcando bene il
nome della mia amica.
Al spostò in fretta lo sguardo su di me. “Non
ho chiesto come sta Vanessa. Ho chiesto come stanno le ragazze.”
Io alzai gli occhi al cielo. “Da quando ti interessa come stanno Gaby e Sol? O
Paula?”
“Da adesso.” Rispose altezzoso. “Sono un
ragazzo altruista e mi preoccupo che attorno a te ci sia solo gente positiva.”
Io alzai un sopracciglio. “E
questa chi se la dovrebbe bere?”
Al si schiarì di nuovo la gola. “Allora la
prima ronda è la prossima settimana, lo sai
già vero? Grazie ancora, Rose.”
Io scossi la testa sconfitta. “Non c’è di
che, Al.”
**
Capitolo un po’
breve, ma abbastanza impegnato, che ne pensate?
Eh sì, sono
stata banale, mi spiace per chi si aspettava altro ma
ogni tanto fatemi essere prevedibile, altrimenti vi abituate male XD
Ragazzi, grazie ancora
a chi continua a votare al sondaggio, siete
incredibili! Màsqueincreibles!
Grazie Ashelia_96, hele(alla
fine l’hai trovato XD), Eriok
E sempre tante tante grazie a:
musicmylife, ThePirateSDaughter(ma no, suvvia, abbiamo fiducia in Al ^^), Sif, mica, LyhyEllesmere(Forse James farà un’apparizione a Natale ^^), ElseW, Milla Nafira(ahah ce l’hai proprio con Paula tanto da sospettare
che faccia tutto lei? Naaah, è troppo stupida
per questi piani complessi), Leuconoee, Nabiki93, Sunlight_girl (ahah, ho adorato
quello scambio di battute… le scrivo e ci rido
da sola O.o), BigIlly, Sophia90,
Mariuccia, elettra1991, mimmyna (credo che ci sia l’opzione sopra ‘lascia una recensione’) zia_addy Dea ex
machina, Edvige 86
Tutta l’agitazione che avevo avuto nel mio momento con Malfoy era
svanita nell’arco di una settimana
DON’T TELL DAD
24. Can u imagine?
Tutta l’agitazione che avevo
avuto nel mio momento con Malfoy era svanita
nell’arco di una settimana. Avevo fatto esattamente come aveva detto Sol,
avevo aspettato pazientemente una nuova mossa che però
sembrava non arrivare mai. Per tutta la settimana durante le lezioni gli avevo lanciato sguardi di sbieco, ma si comportava come se
non fosse mai successo niente. O peggio, come se non
gli importasse niente.
Mi stava prendendo in giro?
Non volevo pensarci, avevo deciso che sarebbe stata una
perdita di tempo. Perciò quel sabato
pomeriggio, invece che ardire le mie solite congetture con le ragazze, me
n’ero andata in biblioteca a studiare e appuntare le prime cose sul mio
nuovo appunta- appunti.
“Io lo detesto!”
Alzai appena gli occhi dal mio libro, Vanessa si era seduta
di fronte a me e sembrava furiosa. Io cercai di ignorarla e tornare a studiare
le proprietà dell’Essenza di Dittamo, ma lei continuò a sbuffare
fino a che non sospirai anche io e le prestai la mia completa attenzione.
“Posso indovinare di chi stiamo parlando?”
Chiesi esasperata.
Vanessa mi guardò male, poi
partì in quarta. “Non è neanche passato un mese da quando ci siamo lasciati! Neanche un mese! Si può
essere così viscidi? E giuro che in vita mia, dopo sei anni che
frequento questa scuola, non avevo mai vistoAlbus flirtare con delle stupide ragazzine del secondo
anno.”
Io alzai un sopracciglio. “Come sai
che sono del secondo anno?”
“Sono troppo sveglie per essere
del primo anno.” Disse. “E troppo stupide
per essere del terzo.”
“Se la cosa ti dà
tanto fastidio, perché non vai a riprendertelo?” Obbiettai io con
fare ovvio.
Vanessa scosse la testa. “Tu non capisci,
Rose, io non posso andare a riprendermelo! Non finché sarà
così ottuso da non voler vedere la verità.”
“Forse se tu mi dicessi cosa è
successo…”
“Non ho voglia di parlarne!” Fece lei stizzita.
Io sbuffai e tornai sul mio libro. “Va bene, fai come
ti pare.”
“Ehi! Non puoi mollarmi così,
io ho bisogno del tuo aiuto!” Fece Vanessa esasperata.
Io alzai gli occhi su di lei come se le fosse partita
qualche rotella. “E cosa credi che possa fare?
Non ho neanche la più pallida idea di per che
cosa vi siate lasciati, come credi che possa farlo ragionare se neanche so di
che cosa stiamo parlando?”
“Non lo so.” Disse. “Inventati
qualcosa.”
Io scossi la testa cercando di pensare a qualsiasi cosa pur
di farla stare zitta. “Non lo so, Vì…
prova ad entrare nella squadra, il Quidditch pare
essere l’unica cosa che gli interessa…”
Stavo aspettando un’altra obiezione, ma stavolta mi
rispose solo il silenzio. Alzai la testa di scatto e vidi Vanessa mordersi un
labbro come faceva sempre quando stava prendendo in
considerazione qualcosa. Io la fissai come se fosse pazza.
“Non vorrai davvero entrare nella squadra?? Tu non sai giocare!”
Vanessa scrollò le spalle. “Ho giocato tante
volte a casa dei tuoi nonni e so tutte le regole. Potrei andare ai provini come
portiere, non sarà tanto difficile.”
“Che cosa?! Vanessa, ma ti
rendi conto di cosa… ma cos’è
questa mania che tutti vogliono giocare a Quidditch?”
Feci in preda al panico. “Stavo solo scherzando, quando te l’ho
proposto, e adesso pensi seriamente di entrare nella
squadra?”
“L’hai detto tu, Rose, è l’unica
cosa che gli interessa.” Disse. “E se io
sono la squadra, io gli interesso.”
“Tu sei fuori.” Feci io scuotendo la testa.
“Voi siete fuori. Siete tutti impazziti. Tu, Albus,
Hugo e Lily siete tutti impazziti. Ecco cosa
succede.”
Vanessa fece come se non mi avesse neanche sentito. “Quando sono i provini?”
Guardai l’orologio al polso. “Veramente…
tra cinque minuti.”
Vanessa sgranò gli occhi e balzò in piedi. Non
mi salutò nemmeno, corse via veloce come un
fulmine ed io, un po’ per pigrizia un po’ perché sarebbe
stato inutile, non la fermai. Sol fece capolino da dietro uno scaffale e mi
guardò stupita.
“Dove se ne va?”
Io scossi la testa esasperata. “Ci crederesti? Va a i provini di Quidditch per
cercare di entrare nella squadra come portiere, così spera che Al la
prenda in considerazione.”
Sol spalancò gli occhi e venne a sedersi con me,
proprio dove stava Vanessa qualche attimo prima.
“Stai scherzando, vero? Vanessa no può
essere così estupida! Iniziare a giocare a Quidditch solo por un ragazzo?” Io scrollai le
spalle. “La serpe?”
Io aggrottai la fronte e la fissai. “La cosa?”
“Es un nome in
codice.” Disse alzando gli occhi al cielo. “Per una che ha E in
tutte le materie credevo che fossi un poco più
sveglia, Rosie.”
“Oh!” dissi io afferrando. “Non si
è più fatto vivo. Niente di niente. Te l’avevo detto, Sol,
cerca solo di prendermi in giro, forse voleva farmi capitolare nella speranza
di farmi fare una figuraccia davanti a tutta la scuola… di nuovo.”
Sol fece una smorfia. “Non so. No
sono così convinta. Lo hai detto tu che te ha
sniffato.”
Io arrossii solo al ricordo. “Annusato.” La corressi. Adesso che cercava di imparare finalmente
l’inglese, ci mancava solo che le insegnassi dei termini sbagliati.
“Non sarebbe la prima volta che fa una cosa strana.”
“Dai tempo al tempo,
Rose.”
Io sospirai e alzai gli occhi al cielo pensando tra me e me.
Valeva davvero la pena aspettare una cosa che mi era stata proibita da quando avevo undici anni? Non ero mai stata una persona
paziente e se volevo qualcosa andavo a prendermela, ma
questa volta potevo veramente azzardare e prendermi l’unica cosa a cui
avrei dovuto stare lontano?
**
Al rientrò in Sala Comune
solo in serata e pareva essere nero di rabbia. Io ero seduta sul divano a
leggere un buon libro, mentre Gaby e Sol giocavano a scacchi magici nelle
poltrone a fianco. Lo guardammo perplesse sedersi in una poltronadi fronte alle
gemelle, in silenzio, come se si stesse trattenendo dall’esplodere. Stavo
quasi per chiedergli che cosa fosse successo ma
Vanessa entrò subito dopo di lui con un sorriso enorme, corse da noi e
urlò.
“Sono nella squadra!” Fece saltando su e
giù. “Sono nella squadra, sono il nuovo
portiere dei Grifondoro! Oh, devo andare a dirlo a
tutte!”
Senza che potessimo dire nulla si fiondò su per il Dormitorio. Io mi voltai di
scatto verso Al, che mandò un grugnito
incrociando le braccia come un bambino piccolo.
“L’hai presa in squadra?” Chiesi allibita.
“Ma che diavolo ti è preso?”
“Dimmi, Rose, ti sembrò forse felice?” Chiese
aggressivo ma in maniera sarcastica. “Non ho potuto fare altrimenti, ha
preso tutte le Pluffe e gli altri portieri facevano schifo! E credimi, se fosse stato
per me avrei preso un portiere da schifo, ma Hugo e
Lily…”
“Hugo e Lily sono entrati
nella squadra?” Chiesi sempre più allibita.
“Battitori.” Rispose Al.
“Sono bravi. Fanno un bel lavoro di squadra.”
Sol rise e scosse la testa. “Lo credo bene, con todo quello che combinano.”
“Non capisco perché debba sempre starmi tra i
piedi.” Fece Al riferendosi a Vanessa. “Si
è candidata come portiere pur di starmi sempre attorno.”
Io alzai gli occhi al cielo. “E’ un vero
mistero.” Feci annuendo. “O magari
è solo che vi siete lasciati e cerca di richiamare la tua
attenzione?” dissi guardandolo male.
Al sbuffò. “Ti ho
già detto che non ho voglia di parlarne.”
“Oh ma insomma, hai tanto criticato quell’idiota di GillRyan e adesso ti comporti peggio di lui! Peccato
che non ci sia nessun altro AlbusPotter
per poterti tirare un cazzotto!”
“Quell’idiota deve
piacerle più di me dato che ha continuato a mandargli lettere per tutta
l’estate!” Sputò fuori Al.
Io sbarrai gli occhi e anche le gemelle alzarono la testa
dalla scacchiera. “E’ per questo che avete litigato?”
Al distolse lo sguardo. “Non
ho voglia di parlarne.”
“Va bene.” Dissi fumando di rabbia. Adesso mi
stavo davvero stancando. “Adesso con il tuo permesso vado a finire gli
ultimi compiti e poi andrò a fare la tua
ronda notturna.”
Al si voltò di scatto verso di me. “Avevi detto che ti andava bene!”
Scrollai le spalle indifferente, ma
in realtà mi importava eccome. “Quale sarebbe la differenza tra
fare la ronda da sola o farla con te, tanto non vuoi raccontarmi niente.”
“Ehi, adesso non fare così!” Fece lui alzandosi. “Questi non sono affari tuoi, non
puoi dare per scontato che io te ne debba parlare. Tu
non mi hai mai detto di…”
Si fermò in tempo, ma capii che cosa voleva dire.
“Credo che la situazione sia un po’ diversa, Albus.”
Lui si leccò le labbra per fare una pausa.
“D’accordo.” Disse. “Vai. Stasera siamo entrambi troppo
nervosi per discutere. Ne parleremo domani.”
“Ne parleremo?” Chiesi.
“Ne parleremo.” Disse. “E’ una
promessa.”
**
Con in testa la promessa di Al
iniziai la mia ronda. Era appena scoccata la mezzanotte ed era la prima ronda
dell’anno che facevo. Mi guardai un po’ intorno, camminando lenta
per i corridoi, guardando un po’ i quadri che ormai non vedevo da tempo. Alcuni mi salutarono
cortesemente, altri erano già addormentati.
Avevo pensato che quest’anno
sarebbe andato alla grande, Al e Vanessa che stavano
insieme, Gaby e Vincent, io che cercavo di stare alla
larga da Malfoy, ma si era rivelato essere tutto il
contrario di quello che pensavo. Beh, tranne per Gaby
e Vincent.
Svoltai l’angolo del terzo piano e sentii un fruscio
dietro di me. Mi voltai di scatto ma non c’era
nessuno.
“Perfetto.” Dissi tra me. “Ricominciamo
con la paranoia.”
Mi voltai di nuovo e provai a cacciare un urlo, ma una mano
bloccò la mia bocca per impedirmi di emettere alcun suono. Non appena mi fui tranquillizzata feci un passo indietro, tenendomi
il petto con le mani all’altezza del cuore e fissai incredula Malfoy.
“Ma sei diventato pazzo?!”
Malfoy fece mezzo sorriso e
scrollò le spalle. “Credevo che ormai ci avessi fatto
l’abitudine. Invece continui a spaventarti.”
“Chissà perché!” Feci io
sarcastica cercando di riattivare il cuore. Lo fissai, era
diventato più alto e mi guardava con i suoi occhi metallizzati.
“Si può sapere cosa diavolo ci fai
qui?”
Scosse la testa e sospirò, ma prima che potessi dire
qualunque altra cosa mi prese per un polso e mi trascinò, letteralmente,
nella prima aula vuota. Era l’aula di Trasfigurazione, se solo la McGrannitt
avesse saputo che eravamo lì dentro durante la notte ci avrebbe messi in punizione per un mese. Non appena
lasciò andare la presa mi fermai di botto e
scrollai via la sua mano, Malfoy si voltò per
guardarmi in faccia, alzando un sopracciglio.
“E adesso che bisogno
c’era di portarmi qui?” Chiesi scocciata.
“Non sei l’unico Prefetto a giro per una ronda, Hataway sta sorvegliando la scuola.”
Disse. “E i quadri sono chiacchieroni.”
Io mi sentii improvvisamente nervosa, ma anche arrabbiata.
“Non ci sarebbe stato proprio niente di cui parlare se fossimo stati in
corridoio. Tu non dovresti essere qui, e cosa più importante io non
dovrei essere con te, quindi se sei qui solo per prendermi in giro, e so che sei qui per prendermi in giro, esattamente come hai
fatto una settimana fa, anche se ancora non ho capito bene il tuo piano, ma
appena capirò che cos’è io…”
…
Io non ricordavo neanche più che cosa stavo dicendo.
Pensavo solo che Malfoy avesse le labbra più
morbide di quello che mi aspettassi e non era affatto
fatto di ghiaccio. Anzi. Era bollente, sembrava ardere di un focolare interno
tanto da inondare di calore anche me. Avevo immaginato tante volte di baciare Malfoy durante quest’ultimo periodo ma l’avevo sempre pensato… un
momento, stavo seriamente baciando ScorpiusMalfoy?
Balzai indietro come scottata e lo fissai con gli occhi
sgranati. Malfoy mi fissò come se non capisse
il mio improvviso cambio d’umore. Boccheggiai un paio di volte prima di
riuscire a dire qualcosa di sensato.
“Tu mi stavi baciando?”
Malfoy alzò un
sopracciglio. “A te cosa sembra?”
“Perché?” Chiesi
stupidamente.
Malfoy sospirò e
vagò a giro con lo sguardo. “Beh, sinceramente non ne ho idea. Mi
andava.” Disse. “E poi avevi ragione, te
l’ho detto.”
Cominciavo a sentirmi seriamente frustrata. “Su cosa
avevo ragione?” Chiesi. “Che
cos’è che mi hai già detto?”
“Le rose.” Disse guardandomi. “Tu profumi
di rose. L’hai detto tu, io sentivo le rose
nell’Amortentia. Ci ho pensato su, per tutta
l’estate. Anche quella volta in punizione, non ho sentito il profumo
della stanza appena pulita, eri tu.”
Io arrossii al ricordo. “E’ solo una stupida
coincidenza.”
Malfoy mise su un mezzo sorriso.
“Per una volta mi piacerebbe tanto darti ragione, Weasley,
ma non mi spiegherei come mai sono stato a pensarti per tutta l’estate.
Lo so, è triste, ma piano piano me ne sono
fatto una ragione. Sono stato ad aspettarti fino a notte
inoltrata davanti alla tua Sala Comune per dire grazie l’anno scorso,
vorrà pur dire qualcosa!”
Io lo guardai a bocca aperta. “Beh, sì, io me
lo sono chiesta mesi fa e tu te lo chiedi solo adesso? E cosa
pensi che dovremmo fare, metterci insieme e aspettare impazientemente il nostro
primo San Valentino?”
“A dire il vero,” fece
lui con un sorrisino. “Abbiamo già passato insieme un San
Valentino.”
Per un attimo mi chiesi di cosa stesse
parlando, ma poi ricordai che a San Valentino mi ero rifugiata in biblioteca e
come sempre ci avevo trovato Malfoy. Che poi era anche lo stesso giorno in cui mi ero resa conto di
avere una cotta per lui. Arrossii di botto ed indietreggiai ancora, mi
morsi un labbro furiosamente, ancora stentavo a credere a tutto quello che
aveva detto.
“Perché mai dovrei crederti
quando potrebbe essere tutto uno stupido scherzo?” Chiesi con la
voce tremante.
Malfoy mi raggiunse in due passi,
prese violentemente il mio viso tra le sue mani e mi baciò di nuovo. Era
una bella sensazione. Continuò a camminare fino a che la mia schiena non
sbatté contro la parete, facendo traballare degli oggetti vicino a noi.
Era pieno di passione e continuava a baciarmi come se fosse il suo unico modo
di respirare. Non ero mai stata baciata così.
Si staccò da me solo quando
fu a corto di fiato ed anch’io lo guardai ansimando. “Ti basta
questo?” Sussurrò.
Io lo guardai ancora qualche secondo facendo dei respiri
profondi. “No.” Soffiai. “Non mi basta
affatto.”
Detto fatto, mi baciò di nuovo. Che
poi era quello che volevo. Da mesi. Mi sembrava come se baciarlo fosse la cosa
più naturale del mondo, come se lo facessi da anni. Invece
per anni eravamo solo riusciti ad insultarci. Ma
era forse questo che aveva fatto in modo da avvicinarci talmente tanto da
toccare il proibito?
“Tutto questo è sbagliato.” Sussurrai a
corto di fiato, cercando di spingerlo indietro.
Malfoy appoggiò la fronte
sulla mia. “Vallo a dire a Gazza, magari ci mette in punizione insieme.”
Io alzai gli occhi perplessa.
“Sai, il tuo misero tentativo di flirtare con me
mi fa venire i brividi! Non hai neanche una parola cattiva per me?”
“Sono in lutto, Weasley,
è stato abbastanza deprimente scoprire di avere una certa attrazione
fisica verso una perdente.”
Aveva detto attrazione fisica? Mi misi più dritta
cercando di darmi un contegno. “Bene. Adesso che ci siamo sfogati
entrambi dovrei tornare alla mia ronda.” Dissi.
“E’ stato bello.”
Malfoy ridacchiò e scosse
la testa. “Ancora non credi ad una parola di quello che ho detto, non
è vero?”
“No.” Dissi sinceramente. “Non è la
prima volta che ti vedo sbaciucchiare qualcuno senza alcuna pretesa.”
Malfoy colse la mia frecciatina e fece mezzo sorriso. “Quanti punti mi toglierai questa volta?”
“Rose? Dove sei?”
La voce di Al che proveniva dal
corridoio ci fece trasalire entrambi. Malfoy fu
più veloce di me, balzò all’indietro e andò a
nascondersi tra due armadi all’interno della classe. Io ebbi solo il
tempo di voltarmi prima che Al aprisse la porta dell’aula di Trasfigurazioni
e ci ritrovassimo faccia a faccia. Al mi sorrise.
“Oh sei qui!” disse allegro. “Allora i
quadri avevano ragione.”
Sentii gli occhi di Malfoy
perforarmi la nuca come a dire ‘te l’avevo detto’,
ma feci di tutto per non voltarmi e rimanere naturale.
“Già.” Dissi ad Al. “Avevo sentito un rumore e credevo
che ci fosse qualcuno.”
Al si guardò intorno ed io sudai freddo. “Beh,
non c’è nessuno mi sembra. Dai, Rose, andiamo a letto. C’è già Hataway a fare le ronde.”
Io cercai di sorridere e annuii. “Va bene, Al, andiamo.”
**
Buon compleanno a me!
Ahah, ebbene sì, oggi mi son voluta fare un regalo di compleanno e per una splendida
coincidenza arrivo a postare proprio il capitolo clou…
che cosa magnifica!
Finalmente il momento
che tutti aspettavamo da mesi!! La mia unica paura
è: è credibile?
Come regalo di compleanno inoltre è arrivata
un’altra grandissima sorpresa: Don’t telldadè passata
alla seconda fase del concorso come storia
con i migliori personaggi originali quindi grazie graziegraziegraziegrazie per tutti i voti che sono arrivati!
Grazie a tutti!
Scusate se non faccio i soliti ringraziamenti ma oggi
avrò davvero poco tempo.
Vi adoro e speriamo di
vincere al concorso ^^
Baci, zia funkia (da oggi 21enne… anche se se ne sente 15)
La mattina dopo mi svegliai stranamente rilassata e non riuscivo a
smettere di sorridere
DON’T TELL DAD
25. Foolish smile
La mattina dopo mi svegliai stranamente rilassata e non
riuscivo a smettere di sorridere. Ero ancora un po’ frastornata, insomma,
non riuscivo a credere che fosse successo davvero. E non ero neanche tanto
sicura che fosse successo davvero, dato che mi ero lasciata tutto alle spalle.
Letteralmente. Forse avrei dovuto preoccuparmi, chiedermi che cosa ne pensasse
Malfoy, quali sarebbero state le conseguenze, ma al momento non mi importava
proprio nulla.
Scesi in Sala Grande e andai a sedermi al tavolo dei
Grifondoro con quella che credo fosse l’aria più svampita del
mondo. Mi sedetti davanti alle gemelle, che si scambiarono uno sguardo
perplesso, mentre Vincent si limitò a salutarmi allegramente come faceva
sempre.
“Ehilà Rose.” Disse. “Bella
giornata?”
Io annuii tra me. “Magnifica.”
“Por Dios!”
Rise Sol guardandomi. “Rosie, che ti ha successo? Non ti ho mai vista
così sorridente.”
Io scrollai le spalle. “Niente di che, mi sono solo
alzata con l’umore giusto.”
“Tu che ti alzi con l’umore giusto? E da
quando?” Fece sarcastica Vanessa, sedendomi accanto. “Comunque non
importa, l’importante è che tu sia di buon umore, dato che sono di
buon umore anche io. Verrai con me oggi pomeriggio?”
Io aggrottai la fronte. “Oggi pomeriggio?”
“C’è il primo allenamento con la
squadra.” Fece Al rubandomi una fetta di pane tostato dal piatto.
“In realtà, Vanessa, puoi anche non cambiarti e stare sugli
spalti. Pensavo di provare degli schemi di gioco e non importa che tu ti alleni
dato che sei il portiere.”
Vanessa serrò la mascella e lo guardò truce,
ma rispose civilmente. “Non preoccuparti, mi fa piacere essere
presente.”
“Come vuoi.” Fece lui scrollando le spalle.
“Magari potremmo parlare delle lettere di Gill
Ryan.” Feci io cercando di smuovere la situazione. Al e Vanessa si
voltarono entrambi verso di me prima di scambiarsi un fugace sguardo
accigliato. Vanessa si voltò dall’altra parte.
“Non c’è da stupirsi che tu non sappia tenere
la bocca chiusa.” Mormorò.
Al arrossì, non seppi dire se di rabbia o di
vergogna. “Non c’è niente di cui parlare.” Disse.
“Vi voglio tutti al campo alle quattro in punto.”
Si alzò dal tavolo e se ne andò senza neanche
finire la sua colazione. Le gemelle mi guardarono male, ma io le ignorai e mi
voltai verso Vanessa con uno sguardo eloquente. Lei sbuffò e si
voltò verso di me incrociando le braccia al petto.
“Beh, te l’avevo detto che vuole capire quello
che vuole!”
Io la fissai. “Ti dispiacerebbe spiegare?”
Vanessa roteò gli occhi al cielo. “E’
vero, ho scritto delle lettere a Gill. Ma solo per dirgli di lasciarmi in pace!
Mi ha scritto per tutta l’estate almeno una volta a settimana pregandomi
di tornare con lui. Al ha trovato una sua lettera e ha creduto che tra noi ci
fosse ancora qualcosa. Ho provato a spiegargli come stavano le cose, ma non ha
voluto darmi ascolto.”
Io e le gemelle la fissammo perplesse. “Questa
situazione è ridicola.” Disse Vincent.
Lei sbuffò scocciata. “Lo so.” Disse.
“Ma non ho più voglia di perdere tempo con uno zuccone.”
“Vuoi che provi a parlargli?” Mi offrii.
“Sarebbe del tutto inutile, Rose, credimi.”
Disse. Poi mi fissò. “Hai un’aria strana stamattina, che ti
è successo?”
Io arrossii un po’ ma cercai di mantenermi neutrale.
“Niente.” Dissi lanciando uno sguardo al tavolo dei Serpeverde.
Malfoy mi stava guardando. “Proprio niente.”
“Se a Rosie no ha successo niente, io no ho una
gemella de nome Sol.” Fece Gaby guardandomi bene. “Sinceramente,
Rose, in sei anni di escuola non ti ho mai vista così.”
“Ho parlato con la McGrannitt e mi ha
detto quale sarà il programma di quest’anno. Sono felice
perché mi sono già studiata tutto quanto durante
l’estate.” Mentii.
Gaby, Sol e Vanessa si scambiarono uno sguardo.
“D’accordo.” Fece Vanessa. “E’ una cosa che non
vuoi dirci.
Stavo quasi per replicare quando vidi Malfoy alzarsi dal suo
tavolo e lasciare la Sala Grande.
“Devo andare.” Le liquidai. A passo svelto attraversai tutta la
Sala Grande e varcai il maestoso portone. Mi
venne quasi un colpo quando trovai Malfoy appoggiato appena dietro
l’angolo della porta, ma continuai a camminare come se nulla fosse, non
volevo che gli altri pensassero che fossi lì per lui. Con la coda
dell’occhio vidi che mi stava seguendo.
“Non hai salutato ieri sera.”
Mi schiarii la gola continuando a guardare davanti a me
mentre camminavo. “Sarebbe stato un po’ strano voltarsi e salutare
un armadio, non credi? Al, mi trova già abbastanza pazza.”
Sentii Malfoy sbuffare una risata. “Come biasimarlo. Hai
intenzione di fermarti o devo rincorrerti per tutta la scuola?”
Mi bloccai di colpo e mi voltai, guardandomi attorno.
Abbassai la voce. “Non voglio che qualcuno ci veda insieme.”
Lui alzò un sopracciglio e incrociò le braccia
al petto. “Non è per puntualizzare, Weasley, ma gli studenti di
questa scuola ci vedono chiacchierare da più di sei anni, sai?”
Io lo guardai male. “Lo sai cosa intendo.”
“No, Weasley, non lo so. Che cosa intendi?”
disse con un sorrisino malizioso.
Era sempre il solito Malfoy. Beh, da una parte era un
sollievo. Cercai con tutta me stessa di non arrossire, il che era abbastanza
complicato per essere una Weasley. Lo guardai austera incrociando le braccia.
“Non riuscirai a farmelo dire, Malfoy. Anche
perché ancora non sono molto convinta che sia successo davvero o che
fosse tutto un sogno.”
Malfoy sorrise di nuovo beffardo. “Perché mi
sogni spesso, non è vero?”
“Almeno io non sento le rose in una pozione
d’amore.” Lo rimbeccai.
“Touché.”
Rispose come se la cosa non lo riguardasse affatto. “Ed è successo
davvero. Se hai problemi a realizzare, la prossima volta ti darò qualche
pizzicotto, Weasley”
Aveva davvero detto la prossima volta? Mi sentii di nuovo
avvampare e fui costretta a schiarirmi la gola. “Senti Malfoy, ho di meglio
da fare che passare il mio tempo a discorrere con te. Soprattutto se dobbiamo
dirci solo stupidaggini… anche se non è proprio una
novità.”
Lui scosse la testa e sospirò. “Mi spiace
deluderti, ma io sto parlando seriamente.”
Io lo guardai frustrata. “Ma insomma! Cosa sta
succedendo?” Sbraitai.
Malfoy mi guardò per qualche secondo di più,
poi alzò lentamente un sopracciglio. “Vuoi che ti faccia un
disegnino?”
Lo guardai male. “No.” Dissi secca. “Sono
io che devo farti un disegnino. Dì un po’, ti ricordi chi sono
io?”
Lui mi fissò con una smorfia. “Beh, direi
proprio di sì, Weasley.”
Lo guardai basita e scossi la testa. “Forse tu non ti
rendi veramente conto di quello che sta succedendo, Malfoy.” Dissi marcando bene il suo nome.
“Perché è questo che sono, una Weasley.”
Per la prima volta da quando era iniziata la scuola vidi
Malfoy sinceramente spaesato. Era come se si fosse appena svegliato da
un’ipnosi e mi guardasse con occhi nuovi. Rimanemmo a fissarci per un
po’. Poi una mano sulla spalla di Malfoy ci fece sobbalzare entrambi.
“Ehi Scorpius!” Era Zabini.
“Weasley.” Fece voltandosi verso di me.
“Zabini.” Concessi io austera.
“Ti stavamo cercando tutti, io e i ragazzi stavamo
andando giù al lago.” Zabini fece per andarsene, ma si
voltò indietro quando si accorse che Malfoy era immobile. “Che
fai, non vieni?”
Malfoy mandò un’occhiata da me a Zabini.
“Arrivo subito.” Disse.
“Come vuoi.” Zabini scrollò le spalle e
si incamminò.
“Ah, Zabini?” Richiamò indietro Malfoy.
Lui si voltò. “Mercoledì sera non ci sarò
all’allenamento. Devo fare una ronda notturna.” Disse mandandomi
un’occhiata eloquente. Stava davvero dicendo quello che pensavo stesse
dicendo?
Zabini corrucciò la fronte.
“L’allenamento è giovedì.”
“Oh.” Fece Malfoy continuando a fissarmi.
“Devo essermi sbagliato.”
Zabini, ormai fermo, lo guardò per un po’, poi
scrollò le spalle. “Allora, vieni?”
Malfoy annuì e si incamminò. “Alla
prossima, Weasley.”
Lo guardai andare via fianco a fianco con Zabini mentre le
sue parole mi ridondavano in testa. In che cosa mi stavo cacciando?
**
“Terra chiama Rose?”
Mi voltai di scatto, presa alla sprovvista. Ero seduta sugli
spalti del campo da Quidditch per seguire il primo allenamento della squadra
dei Grifondoro, anche se in realtà stavo fissando nel vuoto vedendo
sfrecciare le scope davanti ai miei occhi. Guardai Vanessa con un sopracciglio
inarcato e per la prima volta mi voltai a guardare in alto nel cielo dove la
squadra si stava allenando.
“Ma non eri in porta fino ad un attimo fa?”
Chiesi.
Vanessa mi guardò strano. “Rose, sono dieci
minuti che sono seduta accanto a te. Si può sapere che ti prende
oggi?”
Scossi la testa e sospirai. “Niente, sono solo…
ho un sacco di pensieri per la testa.”
“Stai ancora pensando a Malfoy?” Chiese Vanessa
con delicatezza.
Io la guardai. Mi morsi un labbro, non volevo che sapesse
quello che era successo, non sapevo neanche che cosa sarebbe successo. E come
sempre, quando si parlava di Malfoy, mi sentivo estremamente confusa. Era anche
vero che le avevo nascosto tutto l’anno scorso, per poi scoppiare in
mezzo alla Sala Grande. Forse era il momento di confidarsi.
“C’è una cosa che devo dirti.”
Confessai. “Ma Vanessa, non puoi dirlo a nessuno.”
Vanessa si guardò intorno, come per essere sicura che
non ci fosse nessuno, poi abbassò la voce. “Lo sai, Rosie, puoi
fidarti di me.”
Io sospirai. Era difficile da raccontare, non sapevo neanche
da che parte cominciare. “Mi ha baciata.” Beh, era un riassunto
sufficientemente esplicito.
Vanessa spalancò gli occhi. “Chi? Malfoy?”
“Beh, certo che sto parlando di lui, chi altro avrebbe
potuto… beh, in effetti chiunque altro sarebbe stato meno strano di
lui… ma è stato lui. Mi ha baciata.”
“E… come?” Chiese Vanessa allucinata.
“Mi ha seguita durante la ronda notturna.” Spiegai.
“E non so dire bene come sia andata, ricordo solo che stavo parlando e un
attimo dopo… insomma… e ha cominciato a blaterare sul fatto che io
profumo di rose… a dire il vero Vanessa, il mio cervello era un po’
in tilt e non…”
Vanessa mi fissava a bocca aperta. “Mi stai dicendo
che ci ha ripensato?”
Io aprii la bocca ma la richiusi quasi subito. “Non lo
so.”
“Cosa vuol dire ‘non lo so’, Rose mi hai
appena raccontato che ti ha baciata!” fece Vanessa ansiosa.
“Sì, lo so.” Arrossii io. “Ma
è stato un caso isolato e potrebbe non ripetersi più. E in caso
si ripetesse, ti pare una cosa facile? Io sono una Weasley e lui è un
Malfoy! E’ geneticamente impossibile stare insieme. Vì, che cosa
devo fare?”
Vanessa arrancò. Per la prima volta neanche lei
sapeva cosa dirmi. “Davvero, Rosie, non lo so. Mi sarei aspettata di
tutto, ma questo proprio no.”
“Non hai neanche un minuscolo consiglio?” Pregai
io.
Lei scrollò le spalle. “Beh… lascia che
il tempo faccia il suo corso?”
Feci una smorfia delusa. “Non era proprio quello che
mi aspettavo, ma grazie per lo sforzo.”
Vanessa sospirò e guardò in alto, verso la
squadra. “Scusa Rose, ma in questo momento non mi sento proprio la
persona ideale per dispensare consigli.” Disse. “Ma
quand’è che siamo diventate così piene di problemi?”
“Quando abbiamo cominciato a dare retta agli ormoni,
più che al cervello.” Feci io sconsolata. “Non ti abbattere,
Al è una testa dura, ma prima o poi tornerete insieme.”
Lei si voltò verso di me. “E come lo
sai?”
“Non lo so.” Dissi sinceramente. “Penso
solo che sia così.”
La vidi mordersi un labbro seria, poi sfociò in un
risolino. “Se dovessi cominciare ad uscire con Malfoy, voglio essere
presente quando lo dirai a tuo padre.”
Io arrossii e scossi violentemente la testa. “Non ci
pensare neanche per scherzo, io non glielo dirò mai!”
“E se decideste di sposarvi?” Azzardò
lei. “Dovrai pur dirglielo.”
Scossi di nuovo la testa. “Preferirei vivere in
segreto tutta la vita, piuttosto che dirlo a papà.”
Vanessa scoppiò a ridere. “Sarebbe divertente.”
“Sarebbe autolesionista.”
“Miller!”
La voce di Al risuonò nello stadio, io e Vanessa ci
voltammo spaventate con il naso all’insù per guardare la squadra
svolazzare sopra di noi. Al ci fissava austero e furioso.
“Metti subito il culo su quella scopa e vieni ad
allenarti!” Tuonò.
Vanessa si alzò sospirando e si voltò verso di
me. “E’ sempre così romantico.”
**
Quel lunedì mattina avevamo lezione di Storia della
Magia insieme ai Serpeverde. Non parlai con Malfoy, nonostante avesse
continuato a fissarmi per tutta l’ora di lezione, ma Vanessa continuava a
mandarmi sguardi eloquenti come per dirmi che anche lei aveva notato tutto.
Smise solo quando io le dissi che ne avevo abbastanza di sentirmi gli occhi
puntati addosso.
Il martedì non avevo lezione con Malfoy, ma continuai
a cercarlo con lo sguardo per tutto il giorno. Mi aspettavo qualsiasi cosa, ma
non si fece vivo. Continuava a vivere la sua vita come niente fosse ed io
cominciavo a pensare di essere solo entrata a far parte della sua collezione.
Mercoledì mattina mi alzai senza troppe pretese.
Avevo solo l’idea di dover scendere giù alle serre per la lezione
di Erbologia e che avrei rivisto Neville dopo molto tempo. Fui la prima ad
entrare in classe, Neville era alla sua cattedra e mi salutò con un
caloroso sorriso.
“Rose,” disse. “E’ bello vederti!
Hai passato una bella estate?”
Io annuii. “Direi proprio di sì. A parte per il
fatto che Al e Vanessa…”
Neville non lasciò che concludessi la frase.
“Oh lo so! Harry me l’ha detto, mi è dispiaciuto così
tanto…”
Mentre pensavo a zio Harry e Neville che chiacchieravano
come due suocere andai a sedermi al mio banco, alcuni studenti entrarono per
prendere posto. Non appena vidi Malfoy sentii i battiti aumentare e sudai
freddo. Lanciai uno sguardo a Neville, che stava guardando alcuni fogli, e
rimasi completamente immobile. Malfoy mi sorpassò e si sedette proprio
dietro di me. Io ero tesa come una corda di violino.
Vanessa fu l’ultima ad entrare, rimase un attimo
interdetta sulla porta e venne a sedersi accanto a me. Si piegò sul mio
orecchio lanciando uno sguardo indietro.
“Che ci fa seduto qui? Di solito non si siede sul
fondo della classe con Zabini?”
Stavo per rispondere ma la voce di Malfoy alle nostre spalle
ci fece ghiacciare entrambe. “Ho pensato che per una volta avrei potuto
vedere le cose da una prospettiva diversa.”
Ci voltammo, Vanessa alzò un sopracciglio e chiese
sfacciatamente. “Ed è al tuo banco che ti stai riferendo?”
Malfoy sorrise il suo solito sorriso ma non rispose. Io ebbi
come la netta impressione che il suo posto in classe non c’entrasse
proprio niente. Neville si schiarì la gola e fummo costrette a voltarci
per seguire la lezione. Davanti a lui c’era una bellissima pianta con dei
fiori giallo elettrico.
“Se siamo tutti pronti…” disse Neville
guardandosi un po’ in giro. “Questo è un bobotubero. Non
fatevi ingannare dal bell’aspetto, ragazzi, dentro a questi bei fiori
c’è del pus. Ed è proprio del pus che ci occuperemo
oggi.”
La classe fece un suono disgustato. Vanessa guardò la
pianta esterrefatta. “Come può una pianta così bella
nascondere del pus all’interno?”
Io feci una smorfia. Mi ricordava qualcuno. “E’
esattamente come alcune persone che conosco.”
Commentai.
Ovviamente Malfoy si sentì punto sul vivo.
“Beh, non tutti possono profumare di rose, Weasley.”
Tutta la classe si voltò verso di noi. Persino
Neville rimase un attimo interdetto, non capendo cosa stesse succedendo. Io
arrossii un po’ ma mi schiarii la gola e piegai la testa da una parte
scrollando le spalle. “Già. E non tutti sentono profumo di rose
nell’Amortentia.”
Vanessa si voltò di scatto verso di me con gli occhi
sbarrati. La classe trattenne il fiato. Per qualche secondo non sentii
nient’altro che il silenzio, poi Malfoy ridacchiò e tutta la
classe si rilassò.
“Continua a sognare, Weasley.”
“Lo faccio continuamente.” Ribattei io.
“Magari scrivi anche di me sul tuo diario segreto, non
è vero?” Fece lui viscido.
Io ridacchiai. “Almeno uno di noi due sa scrivere,
Malfoy.”
“Preferirei essere analfabeta, che andare a giro con
la tua faccia.”
“Preferisco andare a giro con la mia faccia, che
essere un idiota come te.”
“Malfoy, Weasley!” Ci riprese improvvisamente
Neville. Ci fissava con gli occhi sbarrati. “Che cosa… che cosa sta
succedendo?! Che diavolo vi prende?!” Né io, né Malfoy
osammo replicare. “Non tollero scene del genere nella mia classe! Dalla
preside, tutti e due!”
Io sospirai tra me e mi alzai a malincuore, seguendo Malfoy
che si era alzato bello scattante ed era già uscito dalla porta. Non fu
una sorpresa trovarlo appena fuori dalla serra con un sorrisino divertito. Io
lo guardai seria.
“Sei un’idiota.” Dissi.
Lui ghignò e scrollò le spalle.
“Prendila per il verso giusto, Weasley, ha due ore di buco.” Disse.
“E poi oggi è mercoledì.”
Se ne andò fischiettando come se niente fosse ed io
mi chiesi che cosa avesse voluto dire. Guardai a malincuore la serra alle mie
spalle e sospirando di nuovo mi avviai verso l’ufficio della Preside,
giurando a me stessa che avrei scaricato tutta la colpa su Malfoy.
**
Mi incontrai con Vanessa solo per l’ora di pranzo e mi
raccontò del resto della lezione. Ovviamente nessuno aveva osato
proferire una parola di più, avevano passato tutto il tempo ad estrarre
pus dai bobotuberi. Vanessa non era stata molto felice. Prima di essere stata
buttata fuori da Neville però mi ero accorta che Al non era in classe.
Chiesi spiegazioni a Vanessa, ma fece solo una smorfia e scosse la testa.
“Non ne ho idea.” Disse. “Non parlo con
lui.”
Ci sedemmo al tavolo dei Grifondoro per pranzare. Alzai gli
occhi al cielo. “Lo so che non parli con lui, ma pensavo ne sapessi
qualcosa visto che è il tuo capitano.”
“Qualunque cosa sia non si tratta di Quidditch.”
Fece lei incupendosi sempre di più. “Probabilmente sarà a
giro per la scuola a flirtare con le ragazzine.”
Feci quasi per replicare ma poi decisi saggiamente di non
dire nulla e cominciare il mio pranzo. Sarebbe stata solo una perdita di tempo.
Solo pochi minuti dopo Lily e Hugo arrivarono tutti trafelati e si sedettero
con noi. Alzai lo sguardo su mio fratello.
“Oh beh, ogni tanto ti si vede.”
Hugo fece un mega sorriso e si grattò la nuca.
“Lo so, non sono stato molto presente ultimamente. Avremo tutte le
vacanze di Natale per recuperare.”
Io scossi la testa con un sorriso. “Mancano più
di due mesi.”
“Al non si è ancora visto?” Chiese Lily.
“No.” Dissi io prima che Vanessa potesse tirare
una delle sue frecciatine. “Voi sapete dove sia?”
Hugo e Lily si scambiarono uno sguardo e tornarono a
guardarci. “Beh, certo che lo sappiamo.” Fece Hugo.
Io e Vanessa li guardammo interessate. “Beh? E
dov’è?”
“Non mi stupisce che Rose non lo sappia.” Fece
Lily. “Ma Vanessa, oggi è mercoledì. Al ci aveva detto che
avrebbe passato la mattinata con Madama Hook per decidere le date delle partite
insieme agli altri Capitani.”
Vanessa arrossì per la sua malafede, ma nella mia
testa scattò qualcosa. “Oggi è mercoledì?”
Hugo alzò un sopracciglio e mi fissò.
“Come mai vedo nella tua testa le rotelle girare vorticosamente?”
E mio fratello aveva ragione. Le rotelline del mio cervello
si erano messe pericolosamente in moto e avevo ricordato una cosa fondamentale.
Ecco cosa cercava di dirmi Malfoy all’uscita dalla serra, ecco a cosa si
stava riferendo.
Mercoledì sera
non ci sarò all’allenamento. Devo fare una ronda notturna.
Lily, Hugo e Vanessa mi stavano fissando. Cercai in fretta
qualcosa da dire. “Beh… non avete l’allenamento
stasera?”
“Sì.” Fece Hugo. Non volendo ci avevo
pure dato. “Ma cosa ha a che vedere con te?”
Scossi la testa con un sorriso. “Niente, pensavo solo
che dato che siete tutti impegnati passerò la serata in biblioteca a
studiare. Ne approfitterò.”
Lily mi guardò con una smorfia. “Hai la serata
libera e la passi in biblioteca?”
Io scrollai le spalle. “Ho un sacco di cose da
studiare. Potrò portarmi avanti col programma di almeno tre capitoli,
così avrò un sacco di tempo libero durante le prossime
settimane.”
Hugo rise. “E quando avrai tempo libero ti porterai
avanti con lo studio per avere altro tempo libero e così via…
è un cane che si morde la coda, Rosie.”
Lily roteò gli occhi. “Beh, io e Hugo adesso ce
ne andiamo.”
Hugo si voltò verso di lei allucinato. “Cosa?
Ma non ho neanche pranzato!”
“Lo so.” Fece Lily. “Ma abbiamo da
fare.”
Lily prese Hugo per un braccio ed insieme si dileguarono.
Vanessa li seguì con lo sguardo prima di voltarsi verso di me
preoccupata. “Beh, non sei preoccupata?”
“Sinceramente Vì, sono la sorella di Hugo da
quindici anni e conosco Lily da altrettanti anni… e so che non
c’è modo di tenerli fermi quando hanno in mente qualcosa. Rinuncio
a fargli la predica, l’anno scorso si sono fatti mettere in punizione
così tante volte che ringraziamo che non abbiano ricevuto una medaglia
al valore.”
Vanessa mi guardò un po’ e fece una smorfia.
“Tu non hai la minima intenzione di andare in biblioteca stasera.”
Mi voltai di scatto verso di lei. “Cosa?”
“Perché non mi dici la verità.”
Disse. “Non ti preoccupi per Hugo e Lily, il che vuol dire che sei
totalmente focalizzata su qualcos’altro.”
Io ridacchiai. “Tu fantastichi troppo,
Vì”
**
Vanessa non aveva fantasticato affatto. Ed io probabilmente
ero diventata pazza. Guardai l’orologio un’ultima volta, era quasi
mezzanotte e un quarto ed io me ne stavo da sola a gironzolare lungo il
corridoio dell’Aula di Trasfigurazione. I quadri, quei pochi che erano
ancora svegli, mi guardavano curiosi.
“Stupidi quadri ficcanaso.” Mormorai tra me.
Ogni minuto che passava mi sentivo sempre più
stupida. Avevo capito fischi per fiaschi, come sempre, ed ero rimasta alzata
per niente. Senza contare che avrei potuto veramente andare in biblioteca. O
avrei potuto fare due chiacchiere con le gemelle, dato che non parlavo con loro
da un po’. Certo, avremmo dovuto trovare il modo di levarci Paula dai
piedi.
“Cominciavo a pensare che non venissi.”
Una voce dietro di me mi fece voltare e mi ritrovai a faccia
a faccia con Malfoy. Mi sentii sorridere dentro ma non volevo farlo in esterno
per non dargli questa soddisfazione. Ci guardammo per un po’, in
silenzio, poi mandai uno sguardo veloce ai quadri.
“Beh, non ero proprio sicura di voler venire.”
Dissi abbassando un po’ la voce.
Malfoy alzò un sopracciglio. “Però sei
qui.”
“Però sono qui.” Dissi con cautela.
“E credo che tutti sappiano perché. Quello che non capisco
è perché tu sei
qui.”
Malfoy si indicò la spilla da Prefetto. “Sto
facendo una ronda notturna.”
Feci una smorfia e scossi la testa. “Davvero molto
divertente, Malfoy. Pensavo di averti scoraggiato abbastanza l’altro
giorno.”
“Non buttarti giù, Weasley, non baci
così male.” Fece lui cercando di trattenere un sorriso. Aveva pure
voglia di fare il simpatico.
“Non era quello a cui mi stavo riferendo.” Feci
io cercando di controllare la rabbia. “Stavo parlando del fatto che tu
sei nato Malfoy ed io sono nata Weasley e ci sono una cosa come secoli di
rivalità tra le nostre famiglie.”
Malfoy rimase un attimo in silenzio e pensai che ci stesse
ripensando, ma quando pensavo di essermi tirata la zappa sui piedi lui
scrollò le spalle. “Non m’importa.”
Lo guardai allucinata. “Come, scusa?”
“Non m’importa.” Disse lui di nuovo.
“Ma insomma!” Feci io alzando un po’ la
voce. “Possibile che tu non pensi alle conseguenze?”
“No.” Fece lui tranquillo. “Mai.”
Incrociai le braccia al petto e lo fissai curiosa, alzando
un sopracciglio. “Dì la verità, tu cerchi di far arrabbiare
tuo padre. E’ per questo che sei qui, sono il tuo pretesto, la goccia che
farà traboccare il vaso. Non è così?”
Malfoy sospirò e alzò i suoi plumbei occhi al
cielo. “Mi dispiace dover sapere che tu abbia tanti problemi con il tuo
cognome da dover pensare che ne abbia anche io, Weasley, ma ho di meglio da
fare che pensare a possibili modi per farmi diseredare.”
“Beh, che sia intenzionale o meno, hai trovato il modo
giusto.” Dissi io. “Sempre che non lo venga a sapere prima mio
padre. In quel caso saresti morto prima che possano cambiare il
testamento.”
Lui mi fissò inespressivo. Poi aggrottò la
fronte. “Perché blateri tanto su qualcosa che non è ancora
successo?”
Rimasi un attimo interdetta. Era vero, era il mio solito
vizio di correre troppo avanti coi pensieri rispetto ai fatti. In effetti mi
aveva baciata una sola volta, e anche se ormai era un ricordo indelebile nella
mia mente, probabilmente non significava proprio nulla. “Beh…
succederà?” Chiesi timorosa.
Lui scosse la testa e ridacchiò. “Perché
credi che sia qui?”
Io feci mezzo sorriso e indicai la sua spilla. “Per
una ronda notturna.”
“Il tuo sarcasmo mi sorprende ogni giorno di
più, Weasley.” Disse con quel suo sorriso sghembo. “Ma ora
che ci penso, sei fuori dalla tua Sala Comune nonostante il coprifuoco.
Toglierò dieci punti a Grifondoro.”
Spalancai gli occhi allibita. “Che cosa?! Non puoi
farlo!”
Lui sorrise. “Sono solo dieci punti. Pensa se te ne
avessi tolti cinquanta.”
Lo guardai male. Quei cinquanta punti non gli erano proprio
andati giù, nonostante tutto. Ebbi il buon senso di non replicare e, per
una volta, dargli ragione. “D’accordo.” Dissi a malincuore.
“Sarà meglio che torni all’ovile, allora.”
Mi voltai e feci per andarmene, ma le sue dita si
avvinghiarono attorno al mio polso.
“Non così in fretta.”
Mi voltai di nuovo e lo fissai negli occhi, nel silenzio
della notte. Le sue iridi mi avvolsero in una nube grigiastra e il mio cervello
si annebbiò completamente.
**
Quando rimisi piede in Sala Comune erano le due e mezzo
passate. Avevo la solita espressione inebetita della prima volta. Ed era stato
anche meglio dell’ultima volta. Il mio cervello non aveva ancora ripreso
a funzionare correttamente. Riuscivo a fare solo pensieri scollegati.
Stavo per salire le scale del mio dormitorio quando sentii
qualcuno schiarirsi la voce dietro di me, all’altezza del divano davanti
al caminetto. Mi voltai spaventata, ma non vidi nessuno. Curiosa, tornai
indietro fino a poter vedere chi ci fosse. Vanessa era seduta sul divano a
braccia incrociate e con un’espressione crucciata sul viso. Ci guardammo
per un po’.
“Che ci fai qui?” Chiesi sottovoce.
Vanessa mi guardò male. “Sono rientrata
dall’allenamento e il tuo letto era vuoto. Ho aspettato, adesso
tornerà, mi sono detta. Sono più di due ore che aspetto!”
Io mi morsi un labbro e cercai una via d’uscita.
“Beh…” cominciai, ma Vanessa mi impedì di continuare.
“Adesso mi verrai a dire che era difficile leggere al
buio in biblioteca e per questo ci hai messo più del dovuto?”
scosse la testa, stanca. “Rose, dove diavolo sei stata?”
Deglutii a fatica. “Con Malfoy.” Ammisi con la
voce che mi moriva in gola.
Vanessa spalancò gli occhi e saltò in piedi.
“Con… Sei impazzita! Ma che diavolo ti salta in mente?! Rose, in
tutti questi anni non ti ho mai visto dare di matto in questo modo!”
“Senti chi parla!” Replicai io offesa.
“Sei entrata nella squadra di Quidditch solo perché Al ne è
il Capitano!”
Vanessa arrossì appena sulle guance. “Beh, non
è proprio la stessa cosa! Mio padre non mi staccherà la testa per
questo!”
Feci per replicare ma aveva tutta la ragione. Scossi la
testa e sospirai tra me. “Vì, non devi dirlo a nessuno.”
“Certo che non lo dirò a nessuno, Rose, tutti
facciamo cose stupide ogni tanto. L’importante è che tu te ne sia
resa conto e che tutta questa storia finisca prima di cominciare.” Io non
ebbi il coraggio di dire niente e Vanessa mi guardò.
“Perchè è da stupidi continuare a vedersi di
nascosto.”
Io mi morsi un labbro. “Vì…”
“Avete intenzione di continuare a vedervi di
nascosto?!” Saltò su lei. “Rose!”
Io alzai le mani e cercai di calmarla. “Senti, lo so
che è una follia… e lo so che è Malfoy… e lo so che i
miei probabilmente mi ucciderebbero se venissero a saperlo… so un sacco
di cose. Ma dovresti capirmi.”
Vanessa mi fissò allucinata. “Perché mai
dovrei capirti?”
“Perché sei innamorata di Al.” dissi io
seriamente.
Lei sospirò e ci pensò un po’ su.
“Prima o poi questa cosa ti sfuggirà di mano.”
Io scrollai le spalle. “Non fasciamoci la testa prima
di averla battuta. In fondo è appena iniziata.”
“Non riesco a credere che tu esca davvero con
Malfoy.” Fece lei scotendo la testa. “Insomma, Rose… è
Malfoy!”
Io feci una smorfia. “Sì, ho cercato di
dirglielo, ma non ha voluto darmi ascolto.”
Vanessa mi guardò come se non avesse capito la mia
ultima risposta. Io le feci cenno di lasciar perdere. Lei sospirò.
“E’ tardi, Rose, andiamo a letto.”
Io le sorrisi appena. “Sei la miglior amica che
potessi avere, lo sai?”
Lei scosse la testa. “Lo so.” Disse sospirando.
“Peccato non si possa dire lo stesso di te.”
**
Eccomi di nuovo qua
con questo enorme capitolo. Guai a voi se vi lamentate per la lunghezza!! XD
Mi sono accorta che
stavo scrivendo troppi capitoli e troppo corti, così qui che ho potuto
ne ho agglomerati due insieme.
Ringrazio ancora tutti
quelli che continuano a votare la storia perché vinca al concorso, non
so quanti siete perché non posso vederlo, ma so che alcuni hanno votato,
quindi grazie!
Vi lascio senza i soliti
ringraziamenti perché sono di corsa… come sempre -______-“
“Perché diavolo non guardi dove metti i piedi, Weasley
DON’T TELL DAD
26. A… couple of troubles
“Perché diavolo non guardi dove metti i piedi,
Weasley!”
“Stavo guardando. Ti sono venuta addosso di proposito,
Malfoy.”
Io e Malfoy avevamo continuato a vederci di nascosto per
almeno due settimane, durante le ronde notturne o in ogni occasione che potesse
fare l’uomo ladro. Nonostante tutto durante il giorno, nella
quotidianità rimanevamo sempre Weasley vs. Malfoy, e da una parte questo
mi confortava. Non era solo una copertura per non destare sospetti nel resto
della scuola, eravamo noi stessi fino in fondo. Ci piaceva litigare, eravamo
poi così strani?
Vanessa si piegò verso il mio orecchio mentre
continuavamo a camminare lungo il corridoio, lasciandoci Malfoy alle spalle.
“Ma non ti dà fastidio che ti tratti così?”
Scossi la testa con un sorriso. “Perché
dovrebbe, sono anni che si comporta così con me. Lo trovo solo
normale.”
Vanessa mi guardò con un sopracciglio inarcato.
“Beh, d’accordo. Ma questo era prima che voi foste una
coppia.”
La saliva mi andò di traverso. Tossicchiai un
po’, cercando di tornare a respirare e mi voltai allucinata verso di lei.
“Coppia?!”
Ci fermammo nel mezzo del corridoio guardandoci l’un
l’altra. “E’ questo che siete, no? Il fatto che non siate una
coppia ufficiale non vuol dire che non siate una coppia. Ma insomma, Rose, devo
essere proprio io a spiegarti queste cose? Non sono Paula!”
Io la guardai un po’ sbigottita. “Ma no…
noi non… ci vediamo solo di nascosto. Non siamo una coppia.”
Vanessa fece una smorfia. “Che c’è?”
“Hai usato la parola ‘noi’.”
La guardai male. “Anche quando parlo di te e me delle
volte uso la parola ‘noi’. Siamo una coppia anche noi,
Vì?”
Lei scosse la testa. “Lascia perdere. Andiamo a
pranzo.”
La seguii a ruota lasciando cadere la conversazione anche se
ormai mi aveva messo la pulce nell’orecchio. Ero senza speranza, non
potevano passare più di due settimane prima che cominciassi a farmi
nuovi problemi. Che poi non era un problema, è che semplicemente non ci
avevo mai minimamente pensato. E sicuramente neanche Malfoy.
Ci sedemmo al tavolo dei Grifondoro, le gemelle avevano
già cominciato a pranzare. Vincent sedeva accanto a loro, guardando Gaby
mangiare. A volte non lo capivo proprio.
“Che lezione abbiamo dopo?” Disse Vanessa
frugando nello zaino. “Sol, non è che hai l’orario?”
Sol scosse la testa. “No, ma noi dopo abbiamo
Divinazione.”
Io saltai su punta sul vivo e mi voltai saccente verso
Vanessa. “Hai sentito, Vanessa, ha detto ‘noi’. Probabilmente
anche Gaby e Sol sono una coppia!”
Vanessa mi guardò male, ma Gaby saltò su prima
che potesse rispondere per le rime. “Anche? Porque chi è che es
una coppia?”
“Nessuno!” Urlammo in coro io e Vanessa, prima
di guardarci l’un l’altra.
Sol e Gaby si scambiarono uno sguardo sospetto. Vincent
cadde dalle nuvole. “Se nessuno è una coppia perché hai
detto anche?”
“Un intercalare.” Risposi io pronta.
“Questa sera allenamento straordinario!”
Tutti quanti ci voltammo sulla destra. Al stava in piedi davanti
a noi con una faccia nera. Lo guardammo un po’ spaesate. Vanessa, come
unico componente della squadra, fu l’unica che osò chiedere
qualcosa.
“Perché? Non ci sono partite in vista.”
Al si sedette accanto a me. “Perché ho sentito
da voci di corridoio che Malfoy sta boicottando le ronde notturne e spesso e
volentieri esce di notte senza che nessuno sappia dove va.”
Io mi sentii sbiancare. Vanessa mi guardò spaurita.
“E… e questo cosa ha a che vedere con il nostro allenamento?”
“E’ chiaro!” fece Al. “Va ad
allenarsi di notte! Sta provando delle tattiche!”
Io rilasciai il respiro. Fortunatamente Al non era molto
arguto. Anche Vanessa si rilassò notevolmente accanto a me. “Oooh,
va ad allenarsi.” Disse. “Come ho fatto a non pensarci.”
Al la guardò con un sopracciglio inarcato.
“Alle nove e mezzo al campo.” Disse prima di alzarsi e marciare via
a gran passi.
Vanessa si voltò verso di me e sospirò.
“Diventa sempre più cordiale di giorno in giorno.”
Io lo guardai andar via e scrollai le spalle. Non parlavo
molto con Al ultimamente. “Beh, non so, magari è solo stressato.
Penso che metta nel Quidditch più energie del necessario.”
“Beh, per questo ce n’eravamo accorti tutti
quanti.” Commentò Vanessa. “Magari pensa che se si lascia
troppo andare non avrà più orde di ragazzine ai suoi
piedi.”
Stavo per ribattere quando la risata petulante di Paula ci
arrivò alle spalle. Io e Vanessa ci scambiammo uno sguardo stanco,
l’avevamo evitata per un bel po’ di tempo e adesso ci faceva gli
agguati. Ci voltammo verso di lei con due sorrisi falsissimi. Le gemelle fecero
finta di non averla vista.
“Paula.” Feci io. “Qual buon vento?”
Paula ridacchiò ancora e guardò Vanessa.
“Non dovresti preoccuparti tanto per Albus, sai? Almeno una ventina di
ragazze gli ha chiesto di uscire da quando è cominciata la scuola, e lui
ha sempre rifiutato.”
Vanessa arrossì, ma probabilmente di rabbia.
“La cosa non mi interessa minimamente!” Sbottò.
“Come vuoi.” Fece lentamente Paula.
“Rosie, hai scoperto chi fosse il tuo ammiratore segreto?”
Come diavolo faceva a saperlo? Ero sicura di averlo detto
solo a pochi intimi. “No.” Mentii. “Ma tu come…”
Paula ridacchiò. “I muri hanno le
orecchie.” Senza fatica immaginai Paula che si travestiva da muro pur di
ascoltare qualsiasi cosa succedesse nel castello. “Adesso devo proprio
andare. Quando avrò altre notizie, verrò sicuramente a
riportarvele.”
“Troppo gentile.” Fece senza garbo Vanessa.
Non appena Paula si allontanò abbastanza, Vanessa si
voltò verso me e le gemelle nera di rabbia. “Ma come diavolo fa a
sapere tutte queste cose?! Quando uscirà dalla scuola sarà la
prima ad essere reclutata negli Auror, senza alcun dubbio!”
Sol fece una smorfia. “Io no voglio neanche sapere
como fa. E’ meglio che non sappia.”
Io sorrisi tra me e alzai un sopracciglio. “Beh,
però non sa proprio tutto.” Dissi tirando fuori il mio ciondolo e
facendolo oscillare un po’. “Scommetto che muore dalla
curiosità di sapere chi è.”
Gaby e Sol si illuminarono. “De verdad!” Fece Gaby. “Rosie, non ci ha più
detto niente de… lui.”
Io mi morsi la lingua, mi ero appena tirata la zappa sui
piedi. Scossi la testa freneticamente. “Beh, semplicemente perché
non c’è proprio nulla da raccontare. Forse era solo uno stupido
scherzo… non saprei…”
Vanessa diede un’altra volta dimostrazione di saper
dire le bugie molto meglio di me. “C’era da aspettarselo da uno
come lui, no? Non mi stupirei se venissimo a sapere che ha rubato quel ciondolo
solo per prenderla in giro… prevedibile.”
Le gemelle sembrarono deluse. “Mi dispiace tanto, Rosie.”
Disse Gaby.
Io scrollai le spalle con un sorriso. “Non fa
niente.”
“Sono sicura che quando sarà il momento
troverai quello giusto, non credi Rose?”
Fece Vanessa con un sorriso forzato.
Io ridacchiai nervosamente e la guardai in modo eloquente.
“Sono proprio sicura di sì, Vanessa.”
**
Dopo cena Vanessa mi aveva accompagnato in Biblioteca prima
di andare all’allenamento straordinario. Non che mi rimanesse altra
scelta dato che tutti erano nella squadra di Quidditch. Avrei potuto rimanere
in Sala Comune con Sol e Gaby, ma stavano giocando a Scacchi, e nonostante
fosse il gioco preferito di papà io lo odiavo.
“Passerò a fine allenamento.” Aveva detto
Vanessa con un sospiro. “Sempre che tu sia sempre qui. Credo che
andrà per le lunghe.”
Io scrollai le spalle. “Se non mi troverai qui
sarò in Sala Comune.” Dissi sedendomi ad un tavolo tra due
scaffalate. “Non credo che Al voglia arrivare a fare notte
inoltrata.”
Vanessa fece un verso di diniego. “Non credi, eh?
Forse non lo sai, Rose, ma i suoi voti sono in calo perché passa tutto
il tempo ad occuparsi della squadra. E’ diventata
un’ossessione.”
“I suoi voti sono calati?” Chiesi perplessa.
“E perché non mi hai detto niente?”
Fece spallucce. “Non credevo fosse un’emergenza
al livello nazionale. Comunque adesso io vado.” Disse guardandosi
intorno. “Sei sicura di voler rimanere da sola qua dentro? La biblioteca
mette i brividi a quest’ora… non c’è neanche Madama
Pince.”
Io sorrisi. “Non preoccuparti.”
Vanessa se ne andò un po’ sconsolata mentre io
rimasi da sola in Biblioteca. Pensai per un po’ ad Al e a quello che mi
aveva detto Vanessa. Era davvero così preso dalla squadra da tralasciare
tutto il resto? E possibile che io non mi fossi accorta di niente? Ero stata
così presa da me stessa che non mi ero guardata ad un palmo dal naso.
Senza contare che era il mio settimo anno e da sempre avevo
pensato di arrivarci con la massima attenzione per gli esami, quando non avevo
neanche cominciato a studiare per i M.A.G.O.Il mio appunta- appunti era semi vuoto.
Non volevo neanche pensare a cosa sarebbe successo se non
avessi preso E in tutte le materie. Mamma avrebbe dato in escandescenza. Non
perché vuole che io sia un genio, ma perché sa che posso prendere
il massimo se mi impegno.
“Sei in standby o stai cercando di pensare?”
Alzai gli occhi all’improvviso, Malfoy era appoggiato
con la schiena ad una delle scaffalate. Mi guardai intorno un po’
spiazzata. “Da dove sei sbucato fuori?”
“Dalla porta.” Disse tranquillamente. “della
Sezione Proibita.”
“Oh.” Annuii. “E’ da un bel
po’ che non vengo a bazzicare là dentro.”
Malfoy alzò un sopracciglio. “E perché
dovresti? Possibile che tu debba sempre girarmi intorno?”
Decisi di non replicare, non avevo voglia di litigare. Ero
troppo stanca e stranamente guardandolo sentivo solo un gran senso di quiete.
Scossi la testa e sorrisi. “Ultimamente sei tu che mi giri
intorno.”
“Le farfalle girano attorno ai fiori.” Disse.
Io lo guardai e cercai di trattenere un sorriso. “Beh,
allora io devo essere una mosca. Lo sai a cosa girano attorno le mosche?”
Anche Malfoy cercò di trattenere un sorriso.
Incrociò le braccia al petto e scosse la testa tra sé. “Senza
dubbio il tuo senso dell’umorismo è una delle tante cose che mi
piace di te, Weasley.” Disse. “Perché non mi hai detto che
stasera eri da sola?”
Io lo guardai un po’ e poi scrollai le spalle.
“Non lo so. Ma Al comincia ad avere dei sospetti, sa che manchi alle
ronde e sei via durante la notte… in realtà crede che tu ti stia
allenando di nascosto.”
Malfoy scoppiò a ridere. “Potter è
proprio un idiota.”
“Ehi!” Feci io.
“Senza offesa.” Disse. Si sedette al tavolo di
fronte a me. “E hai intenzione di passare la sera a studiare? Sembra un
bel programma.”
Io mi appoggiai sui gomiti e lo guardai. “Prendimi
pure in giro, Malfoy, ma io ho intenzione di passare gli esami
quest’anno, diplomarmi e lasciare la scuola. Cosa che tu non sembri molto
propenso a fare.”
“Perché continui a chiamarmi
così?”
Lo guardai seriamente colpita. Cosa c’entrava col
discorso che stavamo facendo? “Così come?”
“Malfoy.” Disse semplicemente, poi fece una
smorfia. “Non è un po’ formale?”
Mi lasciò a bocca aperta. “Beh, tu mi chiami
Weasley.” Ribattei. “E come pensi che dovrei chiamarti?”
“Perché non provi con il mio nome di
battesimo.” Disse sarcastico, poi si abbassò verso di me e
sussurrò. “E’ Scorpius.” Disse come se me lo stesse
suggerendo.
Io gli mandai un’occhiataccia. “Lo so qual
è il tuo nome, Mal… Scorpius.” Cavolo, suonava davvero
strano dirlo a voce alta! “Mi sembra di essere tua madre.”
“Mia madre non mi chiama Scorpius.” Disse.
“Davvero?” Feci divertita. “E come ti
chiama?”
Malfoy mi guardò un po’ indeciso se dirmelo o
meno ma poi parlò. “Non… te lo dirò mai.”
Io ridacchiai e scossi la testa. “Deve essere un
nomignolo davvero imbarazzante.” Dissi. “Perché vuoi che ti
chiami per nome, comunque, non è più normale che continui a
chiamarti Malfoy come ho sempre fatto?”
Lui allargò le braccia e alzò entrambe le
sopracciglia. “Le cose non sono rimaste come sempre.” Disse.
“E voglio ricordarti che l’anno scorso, e cito le tue parole, hai
detto che avresti saputo di aver toccato il fondo quando ti saresti ritrovata
ad uscire con me.”
Io risi e scrollai le spalle. “Sì, ma noi non
usciamo insieme.”
La mia stupida frase fu seguita da diversi attimi di
silenzio e solo per quello mi resi conto della mia frase stupida. Io e Malfoy
ci guardammo negli occhi entrambi un po’ spaesati. Arrossii un po’
dall’imbarazzo e mi schiarii la gola.
“Noi… usciamo insieme?”
“Se vogliamo proprio essere pignoli, no.” Disse.
“Dato che tecnicamente non
siamo mai usciti. Ma pensavo che ci stessimo… frequentando?”
Io aprii la bocca un paio di volte prima di rispondere a
fronte corrucciata. “E’ una domanda?”
Malfoy sospirò. “No, direi proprio di
no.”
Io mi sentii terribilmente in imbarazzo. Non sapevo proprio
cosa dire o fare. Raccolsi tutte le mie cose alzandomi e me ne andai via dalla
Biblioteca a grandi passi, lasciandomi Malfoy alle spalle. Ebbi solo modo di
fare due passi lungo il corridoio prima di sentirmi tirare per la camicia. Mi
fermai e mordendomi un labbro mi voltai lentamente.
“Non lo so.” Dissi sinceramente. “E’
che non pensavo…”
Non mi diede nemmeno tempo di finire la frase che mi
ritrovai le sue labbra sulle mie. Come capitava da ormai da un paio di
settimane. E come sempre mi sembrava di essere da tutt’altra parte, in un
bel mondo ovattato pieno di nuvole bianche, arcobaleni e luci brillanti. Sentii
appena le voci che provenivano dal fondo del corridoio.
Voci?!
“Fa un male tremendo!”
Ci staccammo simultaneamente e ci voltammo verso il fondo
del corridoio. Vanessa e Al avevano appena svoltato l’angolo, Al aveva
qualcosa di simile ad una bistecca sopra al naso. Vanessa si bloccò di
colpo e spalancò gli occhi e lo stesso facemmo noi con lei.
“Che succede, perché ti sei fermata?”
Disse Al togliendosi la bistecca dagli occhi.
Vanessa fu più veloce, lo prese per le spalle, lo
voltò e lo baciò. Io e Malfoy spalancammo gli occhi e ci
guardammo l’un l’altra per qualche secondo prima di rifugiarci in
Biblioteca. Entrambi appoggiammo l’orecchio contro la porta per sentire
quello che succedeva. Si sentì la voce spaesata di Al.
“Perché l’hai fatto?”
“Mi andava.” Disse senza troppe spiegazioni
Vanessa. “Mi sembrava il momento giusto.”
“Oh.” Fece Al. “Beh, grazie.”
Grazie? Ma che razza di risposta era? Adesso cominciavo a
capire come mai Al
non uscisse mai con le ragazze.
“Prego.” Disse Vanessa. Mi sembrava di vedere il
suo imbarazzo attraverso la porta.
Più in lontananza arrivarono le voci di Lily e Hugo.
“Ehi ragazzi!”
“Come stai, Al?”
“Perché voi due non lo portate in
Infermeria?” Fece Vanessa che ero sicura fosse rossa come un peperone.
“Io ho dimenticato la mia roba nello spogliatoio.”
Per qualche minuto non si sentì più niente se
non i lamenti di Al mentre lo portavano via. Poi la porta della Biblioteca si
spalancò e per poco non perdemmo l’equilibrio. Vanessa
entrò e si chiuse la porta alle spalle, guardandomi furiosa.
“Ma che diavolo ti salta in mente?!” Urlò
sottovoce. “In mezzo al corridoio? Pensavo che volessi tenerla una cosa
nascosta!”
Io arrossii e mandai un’occhiata veloce a Malfoy che
incrociò le braccia al petto e alzò un sopracciglio. “Cosa
è successo ad Al?”
“A proposito, ottimi riflessi.” Commentò
Malfoy.
Vanessa lo guardò male. “Divertente.”
Disse. “Era troppo buio per vedere qualcosa. Hugo non si era accorto che
Al era proprio dietro di lui e gli ha dato la mazza sul naso. Ma non cambiamo
discorso.”
Io sospirai. “E’ stata una cosa stupida, lo
so.”
“Stupida?” Vanessa fece una smorfia.
“E’ stato tremendamente disgustoso! E avrebbe potuto passare
chiunque! Pensa se fosse passata Paula!”
“Rilassati, Miller.” Sbuffò Malfoy.
“Non sei sua madre. E non ha neanche dodici anni.”
“Tu sta’ zitto!” fece Vanessa.
Io alzai gli occhi al cielo e presi un bel respiro.
“D’accordo! E’ stata una cosa stupida e disgustosa e avrebbe
potuto passare chiunque. Ma non è successo. Perché ti agiti
tanto, poi?”
“Non riesco a tenere questo genere di segreti per
troppo a lungo!” Disse istericamente. “Mi logorano dentro! E se tuo
padre mi guardasse negli occhi e mi chiedesse qualcosa, mi prenderebbe un
infarto!”
Inarcai un sopracciglio. “Vì, va tutto bene.
Papà non è a scuola. Mamma non è a scuola. Zio Harry non
è a scuola. E dovrebbero essere tutti impazziti per chiederti se esco
con Malfoy!”
“Allora stiamo uscendo insieme?” Interruppe
Malfoy. Io e Vanessa ci voltammo a guardarlo e lui sospirò e scosse la
testa. “Mi sto confondendo le idee.”
“State ancora decidendo se siete una coppia o
no?” Chiese Vanessa.
“Non siamo una coppia!”
“Non lo siamo?” Chiese Malfoy.
Io guardai prima Vanessa e poi Malfoy. “Io non…
non lo so! A chi importa!”
“A me.” Riposero in coro.
“Perché?” Chiesi esasperata. “E’
una cosa che deve rimanere nascosta!”
Malfoy corrucciò la fronte. “Chi ha detto che
deve rimanere nascosta?”
“Che cosa?!” Urlammo io e Vanessa. Io la guardai
e alzai le mani. “D’accordo, aspettate un secondo, questa
conversazione a tre mi sta facendo diventare pazza.” Mi voltai verso
Malfoy. “Mi sembra logico che questa storia debba rimanere un
segreto.”
Lui alzò un sopracciglio. “E
perché?”
“Perché ci tengo alla mia vita.” Dissi
semplicemente. “E non ne avrò più una quando papà
scoprirà di noi due.”
“Beh, prima o poi dovrai dirglielo, non credi?”
fece Malfoy.
Vanessa lo guardò a bocca aperta. “Vorresti
davvero ufficializzare la cosa?!”
“Ma perché diavolo hai continuato a vedermi di
nascosto se non eri contrario ad ufficializzare?” Chiesi io sempre
più confusa.
Lui scrollò le spalle. “E’
divertente.” Disse. “E pensavo che tu non volessi dirlo a
tutti.”
“Infatti non voglio!” Poi mi assalì il
panico. “Non lo dirai a nessuno, vero?”
Malfoy scosse la testa. “No.”
Vanessa ci guardò un po’ confusa, poi
fissò Malfoy. “Devi essere davvero temerario se non
t’importa che i genitori di Rosie sappiano tutto. Lo sai, vero, che
rischi di diventare eunuco? E sarebbe la migliore delle ipotesi.”
Lui scrollò le spalle. “Se tuo padre ti avesse
vietato di uscire con quell’idiota di Potter, tu non ci saresti uscita,
Miller?”
Vanessa fu presa alla sprovvista. “Io e Potter…
cioè Al, noi non stiamo più insieme.”
Malfoy alzò un sopracciglio. “Non è
quello che ho chiesto.”
Improvvisamente la porta si aprì e tutti e tre
trattenemmo il fiato per qualche istante. La testa di Zabini fece capolino,
guardandosi intorno con quei suoi occhietti vispi. Poi sorrise quando ci vide.
“Oh sei qui.” Fece guardando Malfoy. “C’è una
festa e non mi hai invitato? Pensavo te la facessi solo con la Weasley.”
Io mi voltai di scatto verso Malfoy a bocca aperta.
“L’hai detto a Zabini?!”
“Beh, tu l’hai detto a Miller.” Fece lui
scrollando le spalle.
Zabini entrò e ridacchiò. “Non è
per disturbarvi, ragazzi, ma la
McGrannitt punta in questa direzione. Chi di voi due è
di ronda, stasera?”
Io e Malfoy ci guardammo nel panico. Nessuno di noi due era
di ronda e la McGrannitt
sicuramente lo sapeva. Non appena sentimmo dei passi nel corridoio, ci
spiaccicammo tutti e quattro contro uno scaffale vicino alla porta, che ci
nascondesse dall’entrata. Io sussurrai appena data la vicinanza col resto
del gruppo.
“E’ stata un’idea decisamente stupida
venire in biblioteca stasera.”
I passi si fermarono all’altezza della biblioteca e a
tutti noi gelò il sangue. Come poteva sapere che eravamo lì? Non
era una legilmens, no? Cominciava a venirmi il dubbio che lo fosse. Poi sentii
altri passi frettolosi e la voce della McGrannitt.
“Weasley!”
Mi ghiacciai. Era una legilmens. Avrei dovuto saperlo.
“Professoressa.” Rilasciai il respiro, era mio
fratello Hugo.
“Sa dirmi per caso che cosa sono queste tracce di
sangue lungo il corridoio?”
“Oh sì, Professoressa.” Disse.
“Allenamento straordinario. Per sbaglio ho colpito il Capitano Potter con
la mazza. L’abbiamo portato in Infermeria, stavo giusto andando a
recuperare la mia roba nello spogliatoio.”
“Capisco.” Fece la McGrannitt. “E
chi vi ha dato il permesso di allenarvi a quest’ora?”
Ci fu qualche attimo di silenzio. “Beh, non ne ho
idea.” Rispose infine Hugo. “Credevo che il capitano l’avesse
informata.”
“Non l’ha fatto.” Sentii dire alla
McGrannitt. Poi sospirò. “Penso che sia meglio che passi in
Infermeria e faccia due chiacchiere con il signor Potter. Ah, e signor Weasley,
agli spogliatoi e poi dritto al suo Dormitorio. Niente tappe intermedie.”
Nessuno di noi si rilassò fino a che sia i passi di
Hugo che quelli della McGrannitt svanirono nel nulla. Rilasciai il fiato, ero
praticamente andata in apnea, e mi guardai intorno. Stavano tutti guardando me.
Li guardai male. “La prossima volta me ne starò
in Sala Comune.”
**
Ma
quand’è che smetterà di piovere?? Qui a Firenze ormai ci
muoviamo solo su barche!
Tempo a parte, spero
di avervi un po’ rallegrato la giornata con un nuovo capitolo.
Ultimamente ho scritto un po’ poco, lo ammetto, vedrò di
recuperare ^^
Grazie per tutte le
recensioni che sono arrivate, sono fantastiche! Grazie mille a musicmylife, kokylinda2, ElseW (era ovviamente detta con fare scherzoso), Hiromi91,fly girl_HH, ThePirateSDaughter, Sunlight_girl, Nabiki93, hele, Milla Nafira
(naah, mi son stancata con le storie dove Rose è per forza Caposcuola,
io la vedo come semplice Prefetto), mathilda90,mimmyna, GiulyB (che finalmente ce
l’ha fatta a recensire XDD), Mariuccia,
Edvige86, glumbumble (ahah
sì succede anche a me a volte, ed è triste quando arrivi
all’ultimo capitolo), mrs Snape
(non posso spoilerare ma… ci sarà il coming-out, ci sarà
:sisi), jane93, mica
Tanti baci da zia
Fufù e da tutta la new generation ^^
I seguenti mesi non erano stati affatto facili, nonostante Malfoy avesse
promesso di non dire nulla ad anima viva, c’era sempre il rischio di
essere beccati durante le ronde, dire bugie era diventato sempre più
difficile e c’era il rischio di rimanere se
DON’T TELL DAD
27. Wasthat a
party?
I seguenti mesi non erano stati affatto
facili, nonostante Malfoy avesse promesso di non dire
nulla ad anima viva, c’era sempre il rischio di essere beccati durante le
ronde, dire bugie era diventato sempre più difficile e poteva capitare
di rimanere sempre indietro con le lezioni. Anche se per me era abbastanza
impossibile, dato che usavo tutto il mio tempo libero per portarmi avanti,
tanto che se rimanevo indietro ero praticamente alla
pari con gli altri.
Zabini e Vanessa erano gli unici a
sapere delle nostre scorribande notturne e dovevo ammettere che più di
una volta se non ci fosse stata lei con le sue scuse pronte sarei stata davvero
nei guai.
Col passare del tempo era arrivato il giorno di Halloween senza che quasi non ce ne accorgessimo.
L’unica cosa che era davvero cambiata è
che avevo imparato a chiamare Malfoy, Scrorpius. Anche se solo quando
eravamo soli, ma mi sembrava già un passo avanti. Sarebbe stato decisamente strano chiamarlo Scorpius
in pubblico.
“Non hanno ancora abolito questa stupida festa?”
Io alzai gli occhi al cielo. Certo che
alcune cose non cambiavano proprio mai. “Cosa ti ha dato la
speranza che forse quest’anno avremmo potuto non festeggiare Halloween?”
Vanessa scrollò le spalle continuando a camminare al
mio fianco. “La speranza è l’ultima a morire. Ehi, ma chi
è nella squadra di Quidditch
non ha qualche esenzione particolare?”
“Sì, Vì, ne avete.” Dissi. “Ma potete saltare qualche
lezione, non le feste.”
Ci sedemmo al tavolo dei Grifondoro, circondate da zucche fluttuanti. Vanessa
le guardò con disgusto. Era l’ora di pranzo e avevo una fame da
matti. Lily e Hugo erano seduti proprio davanti a
noi.
“Ehi Rosie, Vì.” Fece Hugo.
“Ci venite stasera alla festa?”
“Festa?” Chiesi io cominciando a mangiare.
“Quale festa?” Possibile che fossi sempre l’ultima a sapere
le cose.
Lily rise e scosse la testa. “Pare che Fred e James abbiano lanciato una
nuova tradizione. Non sappiamo chi la organizza, ma sappiamo
che ne faranno una nella Stanza delle Necessità. Noi ci andremo, dato
che quest’anno ce lo
possiamo permettere.”
Io e Vanessa ci scambiammo uno
sguardo. L’anno scorso non era stata proprio una
bella festa. Beh, sì, lei si era messa con GillRyan, ma poi per come era
finita…
“Non lo so,” feci io
con una smorfia. “Non mi piacciono molto le feste.”
“Non che avessimo dubbi,
Rose.” Disse Hugo ridendo. “Papà sarebbe molto deluso, lo sai?”
“Ci viene anche Al.” disse
Lily cercando di convincere Vanessa.
Vanessa alzò gli occhi su di lei stranita. Aveva
un’espressione che non riuscii ad interpretare.
“Al viene alla festa?” Chiese come se non
fosse una cosa possibile. “Ne sei sicura?”
Lily scrollò le spalle. “E’ stato lui ad
invitarci. Ha detto che tutti quelli della squadra
sono ben accetti. A dire il vero credo proprio che verranno
tutti i giocatori di Quidditch.”
Io e Vanessa ci scambiammo un altro
sguardo. Io feci una smorfia. “Beh,” dissi
a Vanessa. “Infondo se non andremo alla festa, cos’altro potremmo fare? Non vorrai davvero venire alla festa in Sala
Grande con tutti i pivellini?”
“Non ci penso nemmeno.” Fece Vanessa shockata.
“Non ho proprio niente da festeggiare.”
“Quand’è stata l’ultima volta che
sei stata ad un festa?” dissi io guardandola
male. “E il mio compleanno non conta.”
Lei sbuffò e alzò gli occhi al cielo.
“Proprio tu non vorrai farmi la predica! Per più di sei anni non
ti è importato niente di partecipare a qualsiasi festa sia stata data adHogwarts e adesso cerchi di
convincere me a venirci?”
La guardai qualche secondo prima di
dichiarare: “Io ci vado!”
Vanessa spalancò gli occhi e Lily e Al quasi si
soffocarono con del cibo. “Ci vai? Da sola?”
Io scrollai le spalle. “Beh, se tu non vuoi venirci,
sarò costretta ad andarci da sola. O magari ci
andrò con Sol.”
Hugo rise. “Eh brava
sorellina, così si fa!”
Vanessa e Lily continuarono a
guardarmi perplesse. Alla fine Vanessa si morse un labbro e sospirò,
chiuse gli occhi. “So che me ne pentirò per molto, molto tempo, ma
d’accordo. Ci vengo. Ma solo per farti
compagnia.”
Io e Lily ci scambiammo un sorrisino.
“Ovviamente. Solo per compagnia.”
Vanessa arrossì. “Non ci vengo per Al!” Sbottò.
Hugo e Lily scoppiarono
a ridere. Mio fratello si teneva la pancia dal ridere. “Certo, come no, e
fare il portiere era l’aspirazione della tua vita.”
Vanessa spalancò la bocca quasi offesa. “Rosie, diglielo tu che non ci vengo
per via di Al.”
Io cercai di trattenere un sorriso. “Potrei
farlo.” Dissi. “Ma non sono brava a dire le
bugie.”
Vanessa si guardò intorno basita mentre io, Hugo e Lily continuavamo a
ridacchiare. “Al diavolo, non ci vengo!”
**
“Non posso credere che ci mi sia fatta convincere
anche quest’anno.”
Io sorrisi guardando Vanessa stare a
braccia conserte davanti alla porta della Stanza delle Necessità.
“Scommetto che sarà molto meglio dell’anno scorso.
Basterà che ricordi di non bere neanche un
goccio di Firewhiskey.”
Vanessa sospirò e si mise dritta davanti alla porta.
“Ok, andiamo.”Bussò e due occhi brillanti
apparvero attraverso uno spioncino.
“Parola d’ordine?” Disse una voce
ridondante.
Vanessa alzò un sopracciglio e si voltò ignara
verso di me. Io feci un passo avanti sorridendo. “Bobotubero.”
Dissi.
La porta si aprì e una mano ci trascinò dentro,
in mezzo al resto degli studenti e alla musica assordante. Ebbi come un flashback, tanto che mi aspettavo di vedere James comparire da un momento all’altro. “Bobotubero?” Chiese Vanessa accigliata. “Ma che razza di parola d’ordine è?”
Io scrollai le spalle guardandomi intorno, in cerca di
qualche faccia familiare. Sul fondo della Sala vidi Gaby e Vincent
chiacchierare con Sol e un altro ragazzo che non conoscevo. Feci solo in tempo
a voltarmi di nuovo verso Vanessa che mi ritrovai Al davanti con un sorrisone stampato sul viso. Sobbalzai dalla paura.
“Al!” Saltai su. “Mi hai fatto prendere un
accidente!”
“Scusa.” Disse lui ridendo. “Ehi, vi ho
portato da bere. Pensi di poterlo reggere, Rosie?”
Ci porse due bicchieri. Io e Vanessa ci guardammo
e li prendemmo un po’ insicure. “Ci offri da bere? A tutte e
due?” Chiesi.
Lui scrollò le spalle e rise di nuovo. “Certo!
E’ una festa e un po’ di alcool non ha mai
ucciso nessuno. E comunque Rose, se avessi bisogno di
essere riportata in Sala Comune, cerca me questa volta.”
Io feci una smorfia. “Davvero molto divertente,
Al.”
Al rise. “Oh! Ehi!”
Saltò su all’improvviso, prendendo Vanessa per un braccio.
“Rose, ti dispiace se ti rubo Vanessa per un po’? KyleBenson voleva conoscere la
squadra.”
Io scossi la testa. “No. Andate pure.”
Vanessa mi fece un sorrisino di scuse e seguì Al tra la folla e per un attimo mi chiesi chi diavolo fosse KyleBenson. Rigirai il bicchiere
tra le mani guardandolo con sospetto. Ricordavo bene cosa fosse
successo l’ultima volta che avevo ingerito del Firewhiskey.
Feci un passo indietro senza guardare dove stessi andando e
finii addosso a qualcuno. “Oh scusa.” Dissi.
“Perché non guardi
dove metti…” Mi voltai e mi ritrovai a faccia a faccia con Malfoy. Ci guardammo un po’ in
imbarazzo, poi fece mezzo sorriso indicando con la testa il mio
bicchiere. “Non sarai ubriaca anche questa volta?”
Io arrossii e distolsi lo sguardo. “Non ancora, ma nel
caso volessi essere riportata a letto come un sacco di patate so a chi rivolgermi.”
Malfoyridacchiò,
poi mi squadrò da capo a piedi. “Bel vestito.”
Commentò.
Arrossii ancora di più. Non ero abituata a vestire in
quel modo, con scolli e spacchi. Le altre ragazze portavano la camicia della
divisa praticamente aperta, io la allacciavo fino al
penultimo bottone. “E’ di Vanessa.”
Dissi come un’idiota. “Non avevo niente da mettere.”
“Non importa che ti giustifichi, ho detto
che è bello.” Disse prendendomi in giro.
Io alzai gli occhi al cielo. “Che ci fai qui, comunque?”
Lui alzò un sopracciglio. “E’ una
festa.” Disse. “Sono stato invitato e sono venuto. E’
così strano?”
“Non è per niente strano.” Dissi, poi mi
guardai intorno ed abbassai la voce. “E’ che pensavo me l’avresti detto. Pensavo che tu dovessi fare una
ronda notturna.”
“Beh, in realtà dovevo fare una ronda notturna.”
Disse insofferente. “Ma non ne avevo proprio
voglia. E’ la sera di Halloween,
mi ci voleva un po’ di svago!”
Io lo guardai come se mi prendesse in giro. “Adesso
vuoi venirmi a raccontare che durante le tue ronde notturne non ti sei divertito? Perché lo so,
ero presente.”
“Ehi, Scorpius!”
Chiamò Zabini alle spalle di Malfoy, poi i nostri sguardi si incrociarono
e fece un passo avanti sorridendo. “Scusami, Rose, non
ti avevo vista.”
Io sorrisi di rimando maMalfoy gli lanciò un’occhiataccia. Detestava
che Zabini mi chiamasse
Rose. “Come te la passi?” Chiesi cordialmente.
Zabini alzò i pollici.
“Sono solo al secondo giro di Firewhiskey e la notte è ancora lunga. Posso
offrirti qualcosa?”
“No, non puoi.” Fece Malfoy
scocciato. Prese il bicchiere che tenevo tra le mani e lo porse a Zabini. “Tieni, ecco il tuo terzo giro.”
Zabini rise e scosse la testa.
“Come vuoi. Io non ho visto, né sentito
niente.”
Continuai a sorridere guardando Zabini
andare via, felice del suo bicchiere guadagnato. Quando
tornai a guardare Malfoy aveva uno sguardo accigliato
ed io alzai gli occhi al cielo. “Cerca solo di essere
cortese.”
“Beh, Miller non è
cortese con me.” Replicò lui.
“Come potrebbe?” dissi ovviamente.
“L’hai insultata per anni!”
Malfoy incrociò le braccia
al petto. “Ho insultato per anni anche te.” Disse. “Eppure…”
“Sono molto più stupida di lei.” Dissi
annuendo. “E masochista.”
Fece mezzo sorriso, poi guardò
oltre, sopra la mia testa. “Trasfigurazione.” Disse.
Io sorrisi tra me e mi guardai intorno cercando Vanessa con
lo sguardo. Non riuscivo più a trovare né lei, né Al. Il
che, in questo caso, era un bene. “Faccio
strada.”
Mi avviai verso la porta con disinvoltura, mandando fugaci
sguardi alle mie spalle. Malfoy mi seguiva lentamente,
sorseggiando dal suo bicchiere e fermandosi ogni tanto a chiacchierare con
qualcuno, per non destare troppi sospetti.
Uscii nel corridoio, l’aria fresca
mi arrivò addosso come una doccia fredda. Camminai lentamente
fino a che non sentii il rumore dei suoi passi poco dietro di me e mi fermai
dietro al primo angolo. L’aula di Trasfigurazione era a due passi da noi.
Malfoy mi raggiunse e mandò uno sguardo ai
quadri.
“Ficcanaso.” Borbottò tra sé.
Io sorrisi. “Sei sicuro che non ci sia nessuno a giro per
le ronde?”
“Certo che c’è qualcuno.” Disse
sorridendo. “Ci sono io.”
Andò avanti e aprì la porta per me, facendomi
cenno di entrare, ma quando entrambi ci voltammo verso l’aula rimanemmo
di ghiaccio sulla soglia. E lo stesso fecero Al e Vanessa al
di là della soglia. Perché
l’aula di Trasfigurazione era già occupata.
Li fissai basita. “Al!” dissi. “Ma che
diavolo succede?!”
Al si slacciò dal suo abbraccio con Vanessa e venne
avanti con una faccia allucinata. “Cosa succede
a me?! Cosa succede a te! Che diavolo ci fai con lui?” Chiese indicando Malfoy.
Io mi voltai a guardarlo e mi morsi un
labbro prima di voltarmi verso Al. “Io…” presi un bel
respiro ma era come se le parole si fossero bloccate sul fondo della gola.
“Noi…”
“Noi?!” Fece Al sempre
più allucinato. Si voltò verso Vanessa. “Hai sentito, vero?
Ha detto ‘noi’?”
Vanessa sospirò e chiuse gli occhi. “Sì,
io… lo so.”
“Lo sai? Che vuol dire che lo
sai?” Al stava alzando sempre di più la voce.
“Shhh.” Lo
zittì Malfoy chiudendosi la porta alle spalle.
“Datti una calmata, Potter, o ci metterai tutti
nei guai.”
Io guardai Vanessa e scossi la testa. “Non ci credo,
ti vedevi con Al di nascosto e non mi hai detto
niente!”
Al fece lo stesso. “Sapevi di
Rose e Malfoy e non mi hai detto niente!”
Vanessa venne avanti con aria esasperata. “Adesso finitelatutti e due! Cos’avrei dovuto fare? Rose mi aveva
fatto giurare di non dire nulla a nessuno e per coprire il tuo segreto ho
baciato Al e da quel bacio abbiamo continuato a vederci senza che nessuno lo sapesse!”
Io alzai un sopracciglio. “Ma perché vi vedete di nascosto, scusa?”
Al scrollò le spalle.
“Beh, è divertente.”
“Diavolo se lo è!” Annuì Malfoy.
“Tu chiudi il becco!” Lo riprese Al. “Appena
mio zio lo verrà a sapere…”
“… ma dato che non succederà mai non ci
poniamo il problema.” Continuai io per Al, guardandolo male. “Perché
tu non dirai niente a nessuno, proprio come ha fatto Vanessa per tutto questo
tempo. Né a Lily, né a Hugo, né a nessun’altro.”
Al mi fissò come se mi fossero cresciute le antenne.
“Per tutto questo tempo? Da quant’è
che va avanti questa storia?”
“Da qualche… mese.” Confessai.
“Hai raccontato tutto a Vanessa e non ti è
neanche venuto in mente di dirlo a me? Non ti sei fidata di
me?” Mi chiese Al guardandomi con delusione. Mi spiazzò, mi
aspettavo che urlasse, che mi desse dell’idiota, ma non che fosse deluso.
Sospirai. “Non è che non mi fidassi,
Al. E’ che non sapevo nemmeno come sarebbe andata a finire questa
storia.”
Al alzò un sopracciglio.
“Se vuoi sentire la dura verità, posso dirtelo io.”
“Perché non ti fai gli affari tuoi, Potter?” Tutti e tre ci voltammo
verso Malfoy che aveva parlato con tono duro.
Al lo fulminò. “Sono affari miei, stiamo
parlando di una persona che amo, Malfoy. E quando si tocca una persona che amo…”
“E non ti è mai passato per la testa che potresti non essere l’unico?”
Sentii Vanessa trattenere il fiato. Al spalancò gli
occhi fissandolo basito. Io non mi accorsi bene della reazione che stavo
avendo, sapevo solo di essere entrata in apnea e sentivo la testa girare
vorticosamente. Riuscii a voltarmi solo lentamente.
“Cosa?” dissi in un
soffio.
Malfoy sembrò rendersi
conto solo allora di quello che aveva appena detto ed implicato. Rimase qualche secondo in silenzio, poi disse ancora
più convinto di prima. “Io sono innamorato di Rose.”
Adesso potevo svenire.
Al ridacchiò sarcastico. “Rose?” Chiese.
“Fino a ieri era Weasley,
o mi sbaglio?”
“Fino a ieri non sapevi
neanche pronunciare Quidditch, però adesso sei
il Capitano, Potter.” Disse Malfoy
lanciando una delle sue solite frecciatine.
Al serrò la mascella.
“Rose, dammi una buona ragione per cui non
dovrei pestarlo.”
Io cercai di rinsavire e pensare in fretta.
“Ecco… beh… non preferiresti che fosse papà a
pestarlo?”
Al guardò da me a Malfoy e
sospirò. “Sì, suppongo proprio di sì. Zio Ron sarà molto più violento di me, su questo
ci possiamo giurare.”
Malfoyfece un
passo avanti arrivando proprio dietro di me, sentivo il suo petto a
contatto con la mia schiena. “Non pretendo di piacerti,
Potter, mi stupirei del contrario. Ma non sei
tu a dover decidere per lei e nessuno l’ha obbligata.”
Io mi morsi un labbro e guardai Al. “Lo so che sei
deluso da me ma… è una situazione strana
ma…”
Al sospirò e si arrese.
“Non ho voglia di parlarne, Rose, sono ancora
troppo su di giri. E’ meglio che torni in Dormitorio.”
Si scaraventò fuori dalla
porta prima che qualcuno di noi potesse fare qualcosa.
“Al!” Gridò Vanessa. “Al, aspetta!” Si voltò verso di noi per qualche
secondo, a mo’ di scusa, e seguì Al lungo il corridoio.
Io mi passai una mano sulla fronte e scossi la testa fra me.
Malfoy rimase in silenzio alle mie spalle, sentivo il
suo respiro regolare, ma era l’unico rumore presente nella stanza. Le
mani mi tremavano e cercavo qualcosa da dire per rompere quel silenzio pesante
quanto una tonnellata. Mi voltai lentamente verso di lui ma
l’unica cosa che mi venivano in mente erano le sue parole.
“Perché…” Cominciai
ma dovetti deglutire subito per mancanza di saliva. “Perché hai detto in quel modo?”
Malfoy sapeva benissimo a cosa mi stessi riferendo. Distolse lo sguardo e scrollò le
spalle come se fosse una cosa da niente. “Perché
è vero.”
Io scossi la testa incredula. “Come…”
“Non lo so.” Disse prima ancora che potessi
formulare la domanda. “E’ successo.”
Io scossi di nuova la testa. Tutta quella situazione mi
sembrava così irreale. Sospirai sonoramente e chiusi gli occhi.
“Io… credo che andrò a letto. Mi pare la soluzione
migliore.”
Feci dietro front e stavo quasi per uscire dalla porta quandoMalfoy parlò
di nuovo.
“Vuoi essere portata in spalla?” Disse. Io mi voltai, aveva un sorrisino sulle labbra. “Puoi sempre
fingerti ubriaca, se vuoi.”
Feci un minuscolo sorriso e me ne andai.
“Magari un’altra volta.”
**
Bentrovati ragazzi!!!
Finalmente dopo giorni
e giorni di acquazzone abbiamo visto qualche spiraglio
di sole, anche se va e viene. J
Spero,
come sempre, che il capitolo via sia piaciuto. Purtroppo ho bisogno di saltare di mese in mese perché la
storia rischia di diventare solo un gran polpettone che non finisce più,
quindi so che vi immaginate anche i vari tasselli
mancanti e preferireste avere più dettagli ma per scelta stilistica
farò diversi tagli. Il resto lo lascio alla vostra fantasia ^^
Ringrazio
sempre tutti i recensori, siete
magnifici! Grazie a mrssnape, Hiromi91
(qualcosa di romantico da Scorpius??Mmh non credo sia umanamente possibile), Leuconoee, _Jaya, GiulyB, ElseW,
mica (direi che ancora ne abbiamo di
capitoli…con conseguente sorpresa),
ThePirateSDaughter, Nabiki93, BigIlly,
Seall, _zafry_, RainbowFairy, Sif, hele, Edvige86, mionetta95, zia_addy,
glumbumble (auguri in ritardo), mimmyna,
elettra1991, mariuccia
Dalla sera di Halloween, Scorpius non faceva altro che
tormentarmi e seguirmi ovunque cercando di convincermi a dire tutto ai miei
genitori. Sì, adesso lo chiamavo Scorpius anche nella mia testa, mi
sembrava una cosa corretta dato che aveva praticamente confessato il suo amore
per me. Ed ogni volta che ci pensavo sentivo una stretta all’altezza
dello stomaco.
Comunque, io non avevo la benché minima intenzione di
dire ai miei genitori che stavo frequentando Scorpius Malfoy. Fondamentalmente
perché avevo una paura folle della loro reazione. Ricordavo cosa fosse
successo a Natale quando l’avevamo solo nominato, papà era andato
su tutte le furie.
Cercai di seminare Malfoy, mentre scendevo verso le serre,
ma sfortunatamente aveva lezione con me e Vanessa si vedeva con Al prima di
Erbologia.
“Più manderai avanti questa cosa, più
sarà difficile dire la verità.” Disse alle mie spalle.
Io alzai gli occhi al cielo cercando di ignorarlo. La gente
ci guardava strani vedendoci passare. “La vuoi piantare di seguirmi? Ci
stanno guardando tutti e cominceranno ad avere dei sospetti. Lo sai quanto
viaggiano veloce i gossip ad Hogwarts.”
“Non m’importa.” Fece lui aumentando il
passo e mettendosi al mio fianco. “L’unica a cui importa cosa pensa
la gente sei tu.”
Io mi fermai di scatto e mi voltai verso di lui. “Non
si tratta di quello che pensa la gente! Si tratta di tutta la mia vita! Io non
posso uscire con te, non potrò mai uscire con te, non ufficialmente.
Perché non puoi fartene una ragione?”
“Perché è una cosa stupida.”
Rispose lui secco. “Pensavo che fossi più intelligente di
così, Rose.”
“Weasley.” Suggerii io mentre degli alunni
passavano alle spalle di Scorpius.
“E’ quello che ho detto, Rose.” Rimarcò. “Stai facendo decidere ad una
stupidissima rivalità tra famiglie cosa fare della tua vita. Forse
poteva andar bene cento anni fa, ma adesso è davvero una cosa ridicola,
e se te lo dico io che sono un Purosangue…”
“Dì un po’.” Lo interruppi io
guardandolo male. “Ma tu lo sai come va a finire ‘Romeo e
Giulietta’?”
Scorpius roteò gli occhi. “Vagamente.”
Io lo guardai scotendo la testa. “Non posso credere
che proprio tu mi venga a dire di dire tutto ai nostri genitori! Tu, fra
tutti!” poi mi assalì il panico. “Non l’hai detto ai
tuoi, vero?”
“Non ancora,” disse. “Ma stai tranquilla
che sarà la prima cosa che dirò loro a Natale.”
“Penso che un bel maglione possa essere un regalo
migliore.” Feci sarcastica.
Scorpius fece una smorfia. “Devi sempre essere
così pessimista? Pensavi anche che a Potter non sarebbe mai passata e
invece adesso ha accettato…”
Alzai una mano per frenarlo. “Non direi proprio che
abbia accettato la situazione, più che altro è rassegnazione. E
stanne certo, mio padre non si rassegnerà mai.”
“Neanche io!” Disse lui fermamente convinto.
Io lo fissai a bocca aperta e poi scossi la testa. “Ma
come hai potuto odiarmi tanto e adesso fare l’esatto contrario? Sei una
contraddizione umana?”
“E tu come ci riesci?” Chiese lui alzando un
sopracciglio.
Io mi morsi un labbro e distolsi lo sguardo. “E’
solo una cotta. Passerà.”
“E’ vero, potrebbe.” Fece lui, io alzai
gli occhi per guardarlo. “Ma cosa farai se non passerà?”
Stavo per rispondere, anche se non sapevo bene che cosa
avrei detto in mia difesa, quando Vanessa arrivò tutta trafelata dal
vialetto di pietra battuta. Aveva il fiatone e sembrava che avesse corso per
chilometri. Chissà dov’erano andati a nascondersi lei e Al.
“Eccomi.” Disse a corto di fiato. “Mi sono
persa qualcosa?”
Io guardai Scorpius. “Proprio un bel niente.”
Entrai in classe con Vanessa al seguito e ci sedemmo ai
nostro soliti banchi. Scorpius si sedette dietro di noi, come ormai faceva da
un po’ di tempo. Neville era già in piedi davanti alla cattedra e
aspettava che tutta la classe fosse riunita per cominciare a parlare. Gli
sorrisi e lui mi sorrise di rimando.
“Buongiorno a tutti,” Esordì. “Come
spero che tutti ricordiate, questo è il vostro settimo anno, il che
significa che alla fine del secondo semestre avrete gli esami finali per i
M.A.G.O. Non voglio stressarvi come fanno tutti gli altri professori, vorrei
che arrivaste agli esami rilassati e sicuri di poter passare la mia materia, in
ogni caso è mio compito controllare che abbiate ben chiari tutti gli
argomenti. Perciò oggi non faremo nessuna esercitazione sulle
piante…”
La classe si lamentò. Io lo guardai interessata.
“… quello che vorrei fare oggi è un
ripasso generale sulle cose che vi restano un po’ più oscure o
pensate di non aver capito. Non vi farò alcuna domanda, al contrario
sarete voi a dirmi ciò che non vi è chiaro. Vogliamo
cominciare?”
Tutti ci guardammo l’un l’altro. Io in
realtà non avevo proprio niente da chiedere, anzi, ero pure avanti col
programma. Vanessa alzò la mano.
“Sì, Miller.”
“Ecco,” cominciò. “In realtà
volevo solo chiedere come si svolgerà l’esame di Erbologia.
Sarà solo un esame scritto?”
Neville annuì. “Sì, principalmente
perché quasi tutte le piante richiedono altri ingredienti per essere
utilizzate, quindi di solito sono presenti nel test pratico di pozioni. Altre
domande? Signor Malfoy.”
La voce di Scorpius arrivò alle mie spalle.
“Non ho una domanda, volevo solo dire all’intera classe che sono
innamorato di Rose Weasley.”
Non ebbi neanche il coraggio di voltarmi, rimasi immobile,
ghiacciata nella mia postazione con gli occhi spalancati. Neville rimase un
attimo perplesso, guardando da me a Scorpius. Tutta la classe, dopo un iniziale
silenzio, cominciò a borbottare e ridacchiare con discrezione.
Solo dopo qualche minuto buono Vanessa scoppiò a
ridere e tutti, compresa me e Scorpius, ci voltammo verso di lei cercando di
capire cos’avesse tanto da ridere.
“Stavolta mi hai fregato, Malfoy, quei dieci galeoni
te li meriti tutti!” disse ridendo ancora, poi si voltò verso
Neville. “Scusi Professore, ma avevo scommesso che non sarebbe mai
riuscito a dire una cosa imbarazzante nella sua aula.”
Neville si risvegliò dallo sbigottimento e si
scurì. “Miller, Malfoy, questa è un’aula esattamente
come tutte le altre. Se avete voglia di giocare al circo vi consiglio di uscire
e andare a farvi un giro.” Sospirò tra sé e si passò
una mano sulla tempia. “Lasciamo perdere il ripasso, aprite il libro a
pagina 214.”
Non appena Neville si voltò per sedersi alla
cattedra, mi abbassai sull’orecchio di Vanessa. “Grazie.”
Sussurrai. “Mi hai salvato la vita.”
Vanessa scosse la testa mandando uno sguardo alle sue
spalle. “Fortuna che ci hanno creduto. Ma che gli prende, è
diventato pazzo?”
Io ribollii di rabbia. “Non lo so, ma appena lo becco
da solo lo uccido!”
**
“Ha davvero detto così?” Rise Al.
“Quell’imbecille vuole davvero morire.”
Io roteai gli occhi. “Al!” Lo ripresi. Ma
infondo aveva ragione, cercava di farmi arrabbiare sul serio. Avevamo passato
mesi a vederci di nascosto per niente?
Al scrollò le spalle con mezzo sorriso. “Scusa,
ma non riesco proprio a trattenermi.” Disse. “E’ davvero un
imbecille.”
Io sospirai al suo fianco. Eravamo seduti in biblioteca e
cercavamo di studiare. Cercavamo. “Se può consolarti, lui pensa lo
stesso di te.”
“Mi stupirei del contrario.” Disse, facendo
finta di leggere qualche parola dal suo libro, anche se in verità sapevo
che stava solo guardando le figure. Solo allora ricordai quello che aveva detto
Vanessa un po’ di tempo prima.
“E’ vero che i tuoi voti sono calati?” Al
si voltò verso di me perplesso. “Non è per via del
Quidditch, vero?”
“Cosa?” Fece lui ridendo. “E questo chi te
l’ha raccontato? Oh… oh, giusto, Vanessa. I miei voti sono apposto,
Rose, ho alti e bassi ma riesco ad equilibrare il tutto. Penso di essere un
bravo studente e un bravo capitano, insomma, la scorsa partita abbiamo
vinto.”
Io cercai nella mia memoria qualsiasi cosa che mi
riconducesse ad una qualsiasi partita. “Avete… giocato una
partita?” Chiesi cadendo dalle nuvole.
Al fece una smorfia e sospirò. “Due,
Rose.”
“Oh.” Dissi. “Scusami Al, sono stata in un
altro mondo ultimamente.”
“Sì, lo so.” Disse lui con una faccia
disgustata. “In un mondo pieno di Serpi, dove il Re è un
imbecille…”
“Oh ma insomma, Al!” Alzai un po’ la voce.
“Il mio mondo non ruota intorno a Malfoy!”
“Stavate parlando di me?”
Entrambi alzammo gli occhi. Di fronte a noi,
dall’altro capo del tavolo, Scorpius ci fissava con un sorrisino. Prima
che potessimo dire qualsiasi cosa, si sedette al tavolo con noi continuando a
fissarci con i suoi occhi di ghiaccio.
“Che ci fai qui?” Chiesi scortesemente.
Scorpius si leccò le labbra e piegò la testa
da una parte. “Sei arrabbiata.” Disse.
“Oh accidenti, Rose, avevi proprio ragione tu!
E’ un genio!” Fece sarcastico Al.
Io gli feci cenno di non esagerare e mi rivolsi di nuovo a
Scorpius. “E’ ovvio che sono arrabbiata, ci metti tutto il tuo
impegno per farmi arrabbiare.” Dissi cercando di rimanere calma.
“Come diavolo tu è venuto in mente di dire all’intera classe
di Erbologia… quello che hai detto? Solo cinque minuti prima ti avevo
detto che non voglio che lo sappia nessuno!”
“Sono stanco di nascondermi.” Disse lui
semplicemente allargando le braccia. “E non lo trovo poi un così
grosso scandalo.”
“Non lo trovi un grosso scandalo?!” Fece Al
allibito, si voltò verso di me. “Dì un po’, ma la
conosce la storia della sua famiglia o è solo scemo?”
Io ignorai Al e contai fino a dieci. “No, Scorpius,
Vanessa che esce con Al non è un grosso scandalo. Io e te siamo il
più grosso scandalo che potesse capitare entro le mura di Hogwarts.
E’ tutto quello che i giornalisti stavano aspettando: il figlio di un
ex-mangiamorte con la figlia di Ron Weasley e Hermione Granger.”
Scorpius mi guardò con occhi vuoti e Al alzò
un sopracciglio verso di lui. “I tuoi genitori devono averti protetto
proprio bene se questa cosa non ti tocca minimamente.”
“Non mi tocca minimamente perché non
m’importa nulla di quello che pensa la gente.” Fece inespressivo.
“Non mi è mai importato niente. Credi davvero che se avessi dato
peso alle parole delle persone, adesso sarei quello che sono, Potter? Forse ti
sembra facile essere il figlio di un ex- mangiamorte.”
Al lo sfidò con lo sguardo. “Forse ti sembra
facile essere il figlio di Harry Potter.”
Scorpius fece un ghignò e lo fissò con i suoi
occhi di metallo. “E allora di cosa hai paura, Potter?”
Al scosse la testa come se stesse parlando con un demente.
“L’unica cosa di cui ho paura è che Rose si faccia abbindolare
da un idiota come te.”
“Troppo tardi, ci hai già pensato tu.”
Fece Scorpius. “Con me può solo migliorare.”
“Adesso basta!” Saltai su io, sentivo le lacrime
pungermi gli occhi. “Io sono ancora qui e non voglio che parliate di me
come una cosa! Siete due idioti!”
Entrambi rimasero di sasso. Scorpius non riuscì a
dire nulla, mentre Al mi mise una mano sulla spalla preoccupato. “Rose,
perché stai piangendo adesso?”
Io mi ritrassi dal suo tocco e raccolsi tutta la mia roba.
“Ho bisogno di stare da sola.” Dissi e me ne andai via lasciando la
biblioteca, non prima di sentire la voce di Al rimproverare di nuovo Scorpius.
“Te l’avevo detto che sei un idiota.”
**
“Immaginavo che fossi qui.”
Mi voltai di scatto, Vanessa era ad un passo da me. Mi ero
rifugiata sulla torre di Astronomia, faceva freddo e tirava vento, ed era
proprio in queste giornate che potevo essere certa che non ci fosse anima viva.
Ma Vanessa mi conosceva troppo bene e se non andavo in Biblioteca c’era
solo un altro posto dove potevo andare.
Si sedette accanto a me, avvolta nel suo mantello, e guardò
verso l’infinito. “Al mi ha raccontato quello che è successo
in Biblioteca. Era davvero molto dispiaciuto, ha detto che si sente un idiota
per averti fatto piangere.”
Io sospirai e guardai oltre la Foresta Proibita.
“Non è colpa di Al. E’ tutta la situazione che non va. Tu
credi che Scorpius abbia ragione, dovrei dirlo ai miei?”
Vanessa scrollò le spalle. “Se pensassi che
Malfoy avesse ragione non ti avrei salvato in corner questa mattina, non credi?
E’ una situazione delicata, non posso essere io a dirti cosa devi
fare.”
Io sorrisi amaramente tra me. “Quanto era più
facile quando eravamo al primo anno e dovevo solo preoccuparmi di andare bene a
scuola e insultare Malfoy il minimo necessario per rendere fiero mio
padre.”
“Beh, è esattamente quello che fai
adesso.” Fece Vanessa pensandoci su. “A differenza che adesso lo
insulti per finta.”
“Non lo insulto per finta… lo insulto
perché è divertente.”
“Grazie, vale lo stesso per me.”
Mi voltai di scatto verso la porta della torre. Scorpius
stava sulla soglia con una faccia a cane bastonato. Io mandai uno sguardo a
Vanessa, che sorrideva tra sé. “Ce l’hai portato tu, non
è vero?”
Vanessa si alzò e andò verso Scorpius.
“Penso che sia ora che vada.” Fece l’occhiolino a Scorpius e
se ne andò. Da quando quei due andavano d’accordo?
Scorpius si morse un labbro e venne verso di me con cautela.
“So che cosa stai pensando. Io e la Miller non siamo diventati amici. Avevo solo
bisogno di una mano e era l’unica persona che potesse darmi una
spinta.”
Io lo guardai un po’ insicura. Non sapevo mai come
comportarmi quando dovevamo essere seri. “Una spinta per cosa?”
“Per chiedere scusa.” Disse guardandosi i piedi.
“Non volevo… non ho mai fatto piangere nessuno.”
“Non hai mai fatto piangere nessuno?” Chiesi io
tra il sarcastico e lo scettico. “Forse dimentichi Vanessa quando le hai
detto che il suo ragazzo la stava aspettando dietro l’angolo.”
“Beh, non sono stato io a farla piangere, è
stato Ryan.” Disse obbiettivamente.
Io scossi la testa tra me e tornai a guardare
l’orizzonte. Ormai era quasi il tramonto. “Ci sono delle mattine in
cui mi sveglio e mi dico che andrà tutto bene, che non c’è
niente di cui dovrei preoccuparmi, che devo vivere giorno dopo giorno e
aspettare quello che il tempo mi porterà. E ci sono della mattine in cui
non so come andare avanti, come poter continuare a dire bugie, come affrontare
realmente quello che succede.”
Scorpius mi ascoltò in silenzio. Sembrava che stesse
valutando ogni parola da me pronunciata. “Sei troppo testarda.”
Disse. “Ti ostini a non voler dire a nessuno di questa cosa.”
“Non siamo ancora pronti ad affrontare una cosa del
genere, non riusciamo neanche a chiamare questa
cosa col suo nome.” Dissi io. “Questa… questa relazione.
E quello di stamattina non era propriamente il modo giusto di renderlo noto a
tutti.”
“Beh, di quello non mi dispiace.” Disse
sinceramente Scorpius. Fortuna che ero io la testarda. “Ma ti prometto
che non farò più una cosa del genere se tu mi prometti una cosa
in cambio.”
Io chiusi gli occhi. “Qualunque cosa sarà
meglio di stamattina.”
“Perfetto.” Disse lui. “Dirai tutto ai
tuoi la prossima volta che li vedrai.”
Mi voltai di scatto verso di lui riaprendo violentemente gli
occhi. “Cosa?! Non puoi farmi questo!”
“Troppo tardi.” Fece con un sorrisino.
“Hai già accettato.”
Io lo guardai male. “Questo è un ricatto! Ma
come puoi vivere con la coscienza apposto?”
Lui scrollò le spalle. “Abitudine,
suppongo.” Disse. “Adesso asciugati il moccolo e vieni di sotto,
hai un aspetto orribile.”
Io alzai gli occhi al cielo. “Avevo proprio bisogno di
complimenti, grazie.”
“Non ne avrai mai da me, dovresti saperlo.”
“Lo so.” Dissi abbassando la testa. “E non
ne vorrei mai. Sarebbe terribilmente triste sentirti dire solo cose
carine.”
“Ti piaccio per questo.” Disse lui con un
sorriso.
Io sorrisi di rimando. “Mi piaci per un sacco di
cose… che però non ti dirò mai.”
“Mi sta bene.” Fece scrollando le spalle.
“A patto che tu non mi chieda mai cosa mi è passato per la testa
per rendermi conto che… insomma… le rose nell’Amortentia e
tutto il resto.”
“E’ un patto?” Chiesi.
Lui scrollò le spalle. “Siamo io e te,
Weasley.”
Io piegai la testa da una parte pensandoci un po’ su,
poi sorrisi tra me e annuii. “Giusto. Niente smancerie, niente
complimenti, niente cuoricini nell’aria. Mi sembra perfetto, Malfoy, non
avrei potuto chiedere di meglio.”
Scorpius mi guardò con un sopracciglio inarcato.
“Non mi sembra che ci sia proprio niente di perfetto.”
Io sorrisi. “Lo so. Infatti.”
**
Scusate ragazzi ma
sono di fretta e furissima come sempre… uff!
Purtroppo o per
fortuna sto di nuovo cambiando lavoro e sono stata molto impegnata in questi
giorni.
Mi scuso anche per non
fare i soliti ringraziamenti, giuro che leggo sempre tutte le vostre recensioni
e vi adoro tutti (vecchi e nuovi, perché ho visto che anche questa
settimana si sono aggiunti nuovi lettori)
Grazie ancora per
tutti quelli che hanno votato la storia al concorso, finalmente in un paio di
giorni sapremo chi ha vinto e anche se non avremo vinto niente, non importa,
l’importante è partecipare J
Vi amo tutti,
l’ho già detto? Alla prossima sperando di potervi dare i giusti
ringraziamenti
Il tempo stava scorrendo così in fretta che sembrano essere
passati solo due giorni dall’inizio dell’anno
DON’T TELL DAD
29. I’m so dead!
Il tempo stava scorrendo così in fretta che sembrano
essere passati solo due giorni dall’inizio dell’anno. Eppure ogni
giorno che passava avevo visto il parco di Hogwarts ricoprirsi di neve, gli
alberi perdere le foglie e gli studenti sempre più felici che mancasse
sempre meno alle vacanze di Natale.
Per la gioia di tutti Vanessa ed Al erano tornati
ufficialmente insieme, anche se a volte capitava di sentirli litigare come dei
matti. Ma infondo io ero nata nella casa di Ron ed Hermione Weasley. Vincent e
Gaby continuavano invece ad essere felicemente accoppiati, e Sol pareva che
uscisse con un certo Adam di Tassorosso che non avevo mai sentito nominare in vita
mia.
Anche io e Scorpius continuavamo ad uscire insieme ed Al si era un po’ adattato alla situazione.
Tutto sembrava procedere a meraviglia se non fosse stato per il fatto che nel
giro di ventiquattrore sarei tornata a casa per le vacanze di Natale e per la
stupida promessa fatta a Scorpius.
“Sono così morta.” Sospirai afflitta tra
me. “Morta. Diventerò il nuovo fantasma di Hogwarts.”
Al alzò un sopracciglio. “E tu credi
così facilmente di poter spodestare Mirtilla Malcontenta?”
“Mio padre mi ucciderà.” Dissi.
“No, che dico. Mio padre lo ucciderà.”
“Beh, è stato lui a chiederlo, no? Sa bene che
va incontro ad un triste destino.” Fece Vanessa scrollando le spalle.
“E potresti comunque dire a Malfoy di averglielo detto quando non
è vero.”
“Oh grandiosa idea!” Fece sarcasticamente Al.
“Perché nessuno noterebbe la differenza! Sono sicuro che i miei
zii rimarranno calmi come se niente fosse quando lo sapranno davvero.”
“Al ha ragione.” Feci io sospirando. “Devo
solo trovare il momento giusto… il che sarà a Natale quando
papà avrà la pancia piena.”
“Se io fossi in Malfoy, spererei solo che sia una cosa
veloce.” Disse Al, poi piegò la testa da una parte riflettendoci
su. “Ma infondo è un Malfoy, a chi importa.”
“A me!” Dissi io guardandolo male.
Al arrossì appena e ridacchiò. “Era solo
una battuta.”
Eravamo nella Sala Comune dei Grifondoro, in pieno
pomeriggio, le lezioni erano già terminate ed il mio baule era
già pronto per il giorno dopo, mancavano solo poche cose. Vanessa
sarebbe tornata a casa con me, come ogni anno.
“Ehi, che sono quelle facce spente?” Alzammo la
testa, Hugo ci fissava con un sopracciglio inarcato. “Il Natale vi rende
così tristi?”
Io sbuffai e gli feci cenno di sedersi. “No, niente di
tutto questo. Siamo solo un po’ stressati per via dei M.A.G.O.”
Vanessa scrollò le spalle. “Io non sono affatto
stressata per via dei M.A.G.O. … anzi, al dire il vero penso proprio che
studierò solo lo stretto necessario. Troverò il modo di copiare
da uno di voi due.”
Al ed io ci guardammo. “Ma non ti vergogni a dire
certe cose?” Chiesi.
Lei scosse la testa. “No. Ci dovranno essere i suoi
risvolti positivi ad avere due geni come persone più care, no?”
Hugo rise e annuì. “Ha ragione. Lily mi fa
copiare tutti i suoi compiti.”
Al lo guardò con un sopracciglio inarcato. “Ma
Lily non è affatto un genio.” Obbiettò.
“Lo so.” Fece Hugo sorridendo il suo solito
sorriso. “Ma se la cava comunque molto meglio di me.”
Lo guardai un po’ sorpresa, era vero che non ci
vedevamo spesso io e Hugo, ma non avevo più sentito parlare di lui e
delle sue scorribande. “Ehi, ma com’è che ultimamente non ti
ho mai sentito dire di aver scontato una punizione? Ti sei finalmente
ravveduto?”
Hugo rise e scosse la testa. “Oh no. Ho solo affinato
la mia tecnica.” Disse. “Mamma sarà fiera di me a
Natale.”
Peccato che non avrei potuto dire la stessa cosa. Gli
sorrisi. “Chissà, forse sarà la volta buona che ci
manderà da zio Charlie per l’estate.”
Hugo schioccò le dita. “E’
un’ottima idea! E sai cosa, vado subito a scrivere una lettera a zio
Charlie per dirgli di prepararsi a portarci in sella ad un vero drago!”
Prima che potessi fermarlo se ne andò su per le scale
del Dormitorio. Avevo come la netta impressione che l’unico a partire per
la Romania
sarebbe stato Hugo, mentre io avrei dovuto scontare a casa la fine dei miei
giorni. Vanessa si batté una mano sulla fronte.
“Adesso che ci penso, non è che a uno di voi
due avanza della pergamena? Io l’ho già messa nel mio
baule.”
Gliene diedi un po’ della mia. “Tieni.”
Dissi. “Ma che devi farci?”
“Scrivo una lettera.” Fece Vanessa frugando
nella sua cartella in cerca dell’inchiostro.
Al si rabbuiò immediatamente e mi parve di leggergli
nel pensiero. “Scrivi una lettera?” Chiese subito punto sul vivo.
“E a chi?”
Vanessa lo guardò male. “A mia madre.”
“Oh.” Fece Al un po’ in imbarazzo.
“Giusto, a tua madre.”
Io sospirai. “Anche io dovrei scrivere a mia madre
probabilmente, per dirle di prepararmi una degna cerimonia di sepoltura.”
Al e Vanessa tornarono a guardarmi, Al mi posò una
mano sulla spalla. “Non farla così tragica, Rose, vedrai che
domani salirai sul treno e senza accorgertene sarai a Londra.”
Io sospirai di nuovo. “Senza accorgermene, eh.”
**
Mancavano meno di dieci minuti per arrivare a Londra ed io
continuavo a rigirarmi nervosamente le dita in grembo. Ero stata in
tribolazione per tutto il viaggio, avevo guardato l’orologio ogni cinque
minuti. Vanessa ormai aveva rinunciato a cercare di calmarmi mentre le gemelle,
ancora ignare della mia relazione clandestina, continuavano a chiedere
preoccupate cos’avessi.
“Di solito sei siempre così contenta de andare
a casa, Rosie.” Fece Gaby con una faccetta triste. “Sei sicura che
non ha successo niente di importante?”
Io scossi la testa cercando di fare un sorriso. “No,
davvero, ragazze. Sto bene. Sono solo un po’ nervosa.”
Sol alzò un sopracciglio. “Sì, ma che
motivo tiene per essere così nervosa?”
Vanessa sospirò appoggiando la testa contro il
finestrino. “L’anno scorso ha rovinato il Natale per colpa della
sua bocca larga e quest’anno ha paura di fare altrettanto.” Beh, in
un certo senso era tutto vero. “Ti ho già detto di stare
tranquilla.”
“Parli bene tu.” La rimbeccai io. “Non si
tratta dei tuoi genitori.”
Sol posò una mano sulla mia e fece un sorriso.
“Non preoccuparte, Rosie. I tuoi genitori non possono essere arrabbiati
por una cosa così. Il Natale è un momento para stare allegri in
famiglia e ci hai sempre detto quanto è bello il Natale a casa
tua.”
Gaby annuì sorridendo. “Anche a Vanessa
piace.”
Io sorrisi ma mandai uno sguardo a Vanessa, avevo come la
presunzione di pensare che quest’anno non sarebbe stato affatto un Natale
felice. Al contrario.
Sentii il treno rallentare e trattenni il fiato. Non
potevamo esserci di già, credevo di avere più tempo e prepararmi
a dire le cose nel modo giusto. Sbirciai fuori dal finestrino, in mezzo al
denso fumo bianco che proveniva dalla locomotiva si intravedeva sul fondo il
binario 9 e ¾ e un flash di mio padre che rincorreva Scorpius mi
passò davanti agli occhi.
La porta del nostro scompartimento si aprì e Al e
Vincent fecero capolino. Vincent andò a sedersi accanto alle gemelle e
prese a parlare con loro di quello che avevano fatto i ragazzi durante il
viaggio. Al rimase in piedi e mi fece un debole sorriso.
“Temo che dovremmo prepararci per scendere. Come ti
senti, Rose?”
Cercai di fare un sorriso ma ne uscì solo una smorfia
nervosa. Anche quando il treno fu completamente fermo mi presi qualche secondo
per scendere. Le gemelle ci salutarono abbracciandoci e si precipitarono
giù dal treno, Vincent le seguì salutando cordialmente con la
mano.
Il binario era come sempre immerso nel fumo e cercai di
scorgere l’alta figura di mio padre. Quando li vidi non poco distanti dai
Malfoy mi venne un tuffo al cuore. Al e Vanessa erano al mio fianco, appena
scesi dal treno.
“Non posso dirglielo.” Sussurrai.
Al mi augurò buona fortuna, diede un veloce bacio a
Vanessa e se ne andò verso lo zio Harry che lo aspettava sul fondo della
piattaforma con James e zia Ginny.
Io e Vanessa camminammo lente verso mamma e papà.
Papà allargò le braccia come sempre facendoci cenno di correre ad
abbracciarlo.
“Ecco qua le mie bambine!” Disse stringendoci.
“Dov’è tuo fratello?”
“Non lo so.” Dissi mentre abbracciavo anche la
mamma. Mandai uno sguardo sulla mia sinistra, Scorpius stava guardando a
qualche metro da me. “Ecco, ci sarebbe una cosa molto importante che
dovrei dirvi…”
Vanessa mi guardò incerta se cercare un diversivo o
aspettare l’ardua sentenza. Io aprii la bocca per parlare ma non ne
uscì alcun suono. Provai un paio di volte, ma feci solo la scena del
pesce lesso. “Ecco…” riuscii a dire a malapena.
Mia madre mi incoraggiò con un sorriso. “Avanti
Rose, cos’è che devi dirci?”
“Ecco io… ho preso una O in Erbologia.”
Dissi infine.
Mia madre rimase un attimo perplessa, ma mio padre si
aprì in un sorrisone e mi abbracciò. “Hai sentito Hermione?
Una O in Erbologia! E’ anche mia figlia, dopotutto! Brava Rose, sono
fiero di te!”
“Ron!” Lo riprese mamma.
Papà fece un sorrisino di scuse. “Oh andiamo,
Hermione, non starle troppo addosso! Va bene calare ogni tanto, significa
essere umani.” Mi sorrise e mi scompigliò i capelli. “Vado a
prendere i bagagli e vedo se riesco a trovare Hugo. Sono fiero di te, Rose.”
Io annuii sorridendo e mi lanciai un’occhiata alle
spalle. Scorpius stava ancora guardando, mentre parlava con suo padre, e aveva
tutta l’aria di chi non avesse affatto gradito la scena. Io abbassai lo
sguardo con vergogna.
Mamma posò due dita sotto il mio mento per alzarmi il
viso. “Tutto bene, tesoro? Non è per via di quel voto, non
è vero?”
Io cercai di fare un sorriso. “No, non è
quello.” Dissi. “Papà era contento.”
Mamma sorrise. “Papà è contento quando
dai segni di aver preso qualcosa anche da lui.” Disse. “E
soprattutto ha paura che tu dedichi troppo tempo allo studio invece che
divertirti come tutte le ragazze della tua età.”
Vanessa incrociò le braccia e sussurrò.
“Direi che quest’anno abbiamo recuperato alla grande.”
“Oh, a proposito!” Fece mamma a Vanessa.
“Sono felice che tu ed Al siate tornati insieme.”
Vanessa arrossì. “Grazie signora
Weasley.”
Papà ed Hugo uscirono dal fumo bianco insieme ai
bagagli. Hugo aveva una smorfia sul viso e sia io che mamma e Vanessa rimanemmo
un attimo perplesse. Mamma gli andò subito incontro e lo
abbracciò, preoccupata che fosse successo qualcosa. Di solito Hugo
sorrideva sempre, ed aveva un meraviglioso sorriso proprio come quello di
papà.
“Cos’è successo?”
Hugo guardò papà con la coda
dell’occhio. “Papà ha la macchina.” Disse.
Papà si risentì. “Beh, puoi sempre
tornare a piedi se non ti piace la mia guida. Forse per Natale sarai a
casa.”
Mamma ridacchiò e ci fece cenno di andare. Ci
incamminammo tutti verso la barriera che separava il binario dal resto della
stazione di King’s Cross. “Non ti sei mai lamentato tanto per la
guida di papà.”
Hugo sospirò. “No, ma sono stato male anche sul
treno e non vorrei peggiorare la situazione.” Poi seguì mamma e
papà al di là della barriera.
Io e Vanessa eravamo rimaste indietro. Vanessa mi
guardò alzando un sopracciglio. “Una O in Erbologia?”
Chiese.
Io arrossii e indicai il muro. “Oh, piantala e
attraversa questo stupido muro!”
Una volta dall’altra parte della barriera ci
rassettammo un po’, fortunatamente in pieno inverno i Babbani non
notavano i nostri strani mantelli. Mamma, papà e Hugo erano a qualche
metro da noi, ma potevo sentire comunque Hugo che continuava a lamentarsi.
“Se non puoi guidare tu, lascia provare Rose!”
disse alla fine come un bambino piccolo.
Papà sospirò trainando tutte le nostre valige.
“Non voglio più starvi a sentire. Il prossimo anno verrà
solo vostra madre a prendervi.”
Faceva freddo ma vedere Londra ricoperta di neve era
fantastico. Ero arrivata appena in cima alla scalinata, mamma, Hugo e
papà già caricavano la macchina, quando mi sentii tirare per il
mantello. Non ebbi nemmeno il tempo di voltarmi e rendermi conto di chi fosse
stato, sentii solo due labbra calde posarsi irruenti sulle mie e nel giro di
due secondi il mio cervello si offuscò.
Succedeva sempre così, ogni volta che mi baciava
tutto il mondo attorno a me spariva nel nulla, la mia testa era completamente
concentrata su di lui, il suo tocco su di me e il suo calore. Continuai a
baciarlo per una quantità di tempo che sembrò immensa e quando si
tirò indietro riuscii solo ad aprire lentamente gli occhi e fissare i
suoi occhi di piombo.
“Cosa… ?” Chiesi come se mi fossi appena
svegliata da un lungo sogno.
“Volevo solo augurarti Buon Natale, Weasley.”
Disse piano, voltandosi verso il fondo della scalinata.
Mi voltai di scatto e solo allora mi resi conto di dove
fossi e cosa stessi facendo. O per meglio dire, cosa avessi appena fatto. Non
sapevo dire chi fosse più shockato, se mio padre, mia madre o Hugo.
Vanessa continuava solo a mordersi un labbro furiosamente. Io cercai di dire
qualcosa, ma aprì e chiusi la bocca un paio di volte senza riuscire a
parlare.
“Scorpius.” La voce gelida di Draco Malfoy
arrivò dalla cima delle scale. Ci voltammo entrambi. “Vieni
via.”
Scorpius mi guardò un’ultima volta e
salì le scale fino a raggiungere suo padre. Insieme rientrarono dentro
la stazione. Io rimasi ghiacciata al mio posto senza sapere cosa fare, avevo il
terrore di muovermi e affrontare quello che sarebbe venuto dopo. Mi decisi dopo
diversi secondi e scesi con vergogna gli ultimi scalini che mi rimanevano, a
testa bassa. Avevo paura di cosa avessi visto se solo avessi alzato la testa.
Solo quando mi trovai davanti a mio padre decisi di dare una
sbirciata. “Papà…” cercai di dire.
Papà chiuse con forza la portiera del bagagliaio e
rimase qualche secondo ad occhi chiusi. “Sali in macchina.” Disse
glaciale.
E pensare che le vacanze erano appena iniziate.
**
Il tragitto dalla stazione a casa nostra era stato il
peggiore mai fatto in vita mia. Nessuno aveva osato proferire un fiato, neanche
Hugo aveva osato lamentarsi della guida di papà, nonostante diventasse
più bianco minuto dopo minuto.
Appena scesi dalla macchina cercai di parlare con
papà, ma entrò in casa senza neanche scaricare i bagagli,
salì le scale e sbatté la porta di camera sua. Io mi voltai
affranta verso mia madre.
“Mamma…” la pregai. Non so di cosa, volevo
solo che mi dicesse qualcosa.
Mia madre cercò di sorridermi e ci fece cenno di
entrare in casa, fuori aveva appena cominciato a nevicare. Ci sedemmo tutti
quanti sul divano, in un religioso silenzio. Mamma fu la prima a parlare.
“Gli passerà.” Disse. “Ma Rose,
perché non ce l’hai detto subito?”
Io mi morsi un labbro, sentivo le lacrime pungermi gli occhi
e indicai il piano di sopra. “Ecco perché! Perché sapevo
che sarebbe finita così! Non volevo che papà si vergognasse di
me, non volevo che fosse deluso da me!”
Hugo mi fissò ad occhi sbarrati. “Io mi chiedo
solo come sia possibile… ma non dicevi sempre di detestarlo?!”
Mamma mi sorrise e sapevo cosa stesse pensando. Era la
stessa cosa che diceva lei di papà quando erano giovani. Mi posò
una mano sul ginocchio. “Rose, sono tua madre e so perfettamente che sei
una persona intelligente e le persone intelligenti hanno sempre un buon motivo
per fare quello che fanno. Probabilmente tu hai visto qualcosa in Scorpius che
nessuno di non vede.”
Vanessa alzò le sopracciglia. “Ammetto che
effettivamente siamo tutti quanti ciechi a riguardo.”
Io le lanciai un’occhiataccia. “Io non so
neanche dire come sia successo, a dire il vero.” Dissi a mia madre.
“E’ successo e basta. E’ da un po’ che è
successo, ma avevo troppa paura di dire la verità per…”
sospirai. “Ho rovinato il Natale anche quest’anno.”
“Non hai rovinato proprio niente.” Fece Hugo
divertito. “Trovi sempre qualche modo per rendere i nostri Natali
interessanti.” Disse ridendo.
“Da quanto va avanti, Rose?” Chiese mamma.
Io arrossii e abbassai lo sguardo. “Più o meno
dall’inizio dell’anno.”
“Dall’inizio dell’anno?!” Chiese
Hugo incredulo. “Cavolo, io e Lily cominciamo a perdere
colpi…”
“E’ stato lui a regalarmi questo.” Dissi
prendendo in mano il ciondolo a forma di rosa. “Era lui l’ammiratore segreto.”
Mamma prese in mano il ciondolo e sorrise tra sé.
“Avrei dovuto immaginarlo. Deve costare molto.”
La guardai perplessa. Mi ero aspettata una reazione molto
più calma rispetto a quella di papà, ma non così calma.
“Non sei arrabbiata?” Chiesi. “Non sei arrabbiata che esca
con qualcuno imparentato con i Lestrange?”
Mamma si portò subito la mano al collo, ma prima che
potesse toccarsi la cicatrice, lasciò cadere la mano e sospirò.
“Dovrei smetterla con questa stupida abitudine.” Disse.
“Rose, ricordi quando eri piccola e hai detto che una volta entrata ad
Hogwarts ti saresti fatta valere per quella che sei? Ecco perché non
sono arrabbiata, perché penso che i figli degli altri si sentano allo
stesso modo.”
Io lo guardai sinceramente spaesata. “Che cosa…
che cosa vuol dire?”
“Vuol dire che la penso proprio al contrario di come
la pensa papà.” Disse lei mandando un’occhiata al piano di
sopra. “Io non penso che i figli debbano seguire il percorso dei
genitori, non penso che Scorpius sia come Draco. E se vogliamo proprio dirla
tutta, non penso nemmeno che Draco sia come suo padre.”
Io mi morsi un labbro ma annuii tra me. “Lui non
è cattivo, è solo… l’essere più fastidioso
della terra.”
“Ma davvero?” Fece mia madre.
“Perché pensavo di averlo sposato io.”
Hugo rise. “A papà non sarebbe per niente
piaciuto questo paragone.”
Io sospirai. “Pensi che a papà passerà
mai?”
La mamma guardò di nuovo verso le scale e fece un
debole sorriso. Mi accarezzò la testa lentamente. “Piano piano gli
passerà, vedrai.”
**
Carissimi!!
Grazie di cuore a
tutti i votanti e non, grazie a voi ci siamo guadagnati un pulito nono posto
precisi precisi a metà classifica e l’importante è
partecipare J
In più vorrei
fare un benvenuto caloroso a tutti i nuovi fan che sono spuntati come funghi
durante questa settimana!
La cattiva notizia
è che non so se ce la farò ad aggiornare tanto spesso come ora,
dato che il lavoro mi sta uccidendo lentamente e stiamo facendo straordinari a
tutta randa, quindi vi prego solo di avere un po’ più di pazienza.
Per il resto ancora
grazie:
Chiara_96 , Mki90 Eccoti
accontentata, anche se non è andata affatto bene… povera Rosie
Confettina Hai scritto
talmente tanto che non so neanche più cosa dire XD …ehm, un grazie
va bene? Sunlight_girl , Mirwen, ElseW, Aliena , Hele Per il libro ci sto provando, ti
assicuro, ma non ci metto mai l’impegno necessario per via del poco tempo
._______. Quando me lo pubblicheranno però lo dovete comprare XD Mrs Snape Parliamoci chiaramente…
Rose non è una persona normale XD … e neanche Scorpius a dirla
tutta…Kokylinda2, Hiromi91 °_______° la miseria,
non volevo farti arrabbiare così! Milla
Nafira,ThePirateSDaughter, Mariuccia, Edvige86, RainbowFairy In realtà cerco di uccidervi ogni
volta, ma voi sopravvivete e recensite pure XD Margot_Ciel, Eles Weasley se
poi hai preso 5 a
greco però non te la rifare con me XD Zia_addy, Eowyn, Pink Lela beh, meglio tardi che mai ^^ StarlessNight, Nabiki93, Lazionelcuore,
Mathilda90 non è nei
programmi ma mai dire mai Mimmyna, Elettra1991
A papà non era affatto passata. Erano ormai cinque
giorni che eravamo tornati a casa per Natale e non aveva osato parlare con
nessuno di noi. Beh, sicuramente aveva parlato con mamma, quando noi non
eravamo presenti, ma non volevo neanche sapere cosa si fossero detti. Io mi
sentivo sempre peggio, mi faceva sentire come se gli avessi tirato un pugnale
proprio in mezzo alle scapole.
Per di più era la mattina di Natale.
E non era la solita mattina di Natale, quando Hugo si
svegliava e andava di corsa ad aprire i regali, o io e Vanessa chiacchieravamo
fino a tardi la notte della vigilia, svegliandoci a pezzi la mattina dopo.
C’era un’aria irrespirabile e non vedevo l’ora di arrivare
dalla nonna.
“Dovete fare colazione, ragazzi.” Ci disse la
mamma non appena scesi.
Di solito obbiettavo sempre, perché sapevo che la
nonna avrebbe preparato un pranzo lungo delle ore. Ma non avevo neanche voglia
di discutere con la mamma. Mi sedetti accanto a papà, senza dire una
parola, e mangiai i miei cereali.
Il silenzio era spaventoso.
“Vanessa, è arrivata una lettera per te questa
mattina.” Fece mia madre porgendo la lettera a Vanessa. “Credo che
sia di tua madre.”
“Oh, grazie signora Weasley.” Disse timidamente.
Neanche quando dopo colazione ci avviammo a casa della nonna
in macchina, qualcuno ebbe da dire qualcosa o da lamentarsi per la guida di
papà. Hugo soffrì in silenzio per tutto il viaggio, premendo le
labbra insieme. Io gli mandai uno sguardo di scuse, in fondo quella situazione
era tutta colpa mia. Non avevo mai sentito così tanto la mancanza di
Hogwarts. Di solito facevo il conto alla rovescia per tornare a casa per
Natale, quest’anno lo stavo facendo per tornare a scuola.
Come sempre la nonna venne ad aprirci piena di gioia.
“Finalmente siete arrivati, cari! Non vedevo l’ora di…”
“Sì, sì, va bene mamma.”
Papà la scansò ed entrò in casa lasciandola di stucco
sulla soglia.
La nonna si voltò verso di noi allibita, cercando di
riprendersi dall’iniziale shock. “C’è qualcosa che non
va?”
Mamma sorrise e scosse la testa. “E’ solo un
po’ nervoso.”
Ci accomodammo all’interno, il solito profumo di
biscotti fatti in casa ci riempì le narici. Dal piano di sopra proveniva
un gran baccano e riconobbi la voce di Fred, James, Mary, Lucy e Roxanne.
Entrai in salotto un po’ timorosa, quest’anno non ci sarebbe stato
neanche lo zio Charlie come santo protettore. C’erano tutti gli zii,
più Victoire e Teddy, Al, Lily e Louis.
Al venne verso di me non appena mi vide. “Non è
andata bene, vero?”
Io lo guardai sarcastica. “Ma no, da cosa l’hai
capito?”
Vanessa sospirò al mio fianco e abbassò un
po’ la voce perché solo io ed Al potessimo sentire. “Sono
stati cinque giorni d’inferno. Non ha parlato con nessuno.” Disse
riferendosi a papà.
Al mandò un fugace sguardo alle sue spalle.
“Okey, però sono curioso… come gliel’hai detto?”
Io e Vanessa ci scambiammo uno sguardo. “Non
l’ho fatto.” Dissi afflitta. “Ci ha pensato Scorpius. Mi ha
baciata davanti a loro prima che potessi dire o fare qualcosa per evitarlo.
Papà non l’ha presa affatto bene.”
Al spalancò gli occhi e scoppiò a ridere.
“Ha davvero… è più idiota di quello che
pensassi.”
“Al.” Lo implorai.
“Scusa.” Disse con un sorriso. “Ma non
posso fare altrimenti, praticamente si è tirato la zappa sui
piedi!”
Dominique venne fuori dalla cucina insieme alla nonna,
portando i primi piatti. “A tavola!” dissero a gran voce
perché anche dal piano di sopra sentissero.
Ci sistemammo tutti a tavola, Al e Vanessa al mio fianco e
il più lontano possibile da papà. Non volevo rovinarmi anche il
Natale. Hugo e Lily sedettero proprio davanti a noi. Lily aspettò che
tutti fossero seduti poi sussurrò verso di me.
“Non posso credere che tu non me l’abbia detto,
Rose!” disse guardandosi intorno. “Non credere di sfuggirmi, dopo
pranzo voglio sapere tutto quanto!”
Alzai gli occhi al cielo ed annuii, tanto ormai non
c’era più niente da tenere segreto. Nonostante tutti attorno a noi
fossero allegri e felici, come eravamo sempre a Natale, io e papà non
riuscivamo a rilassarci neanche un attimo. Gli mandavo sguardi fugaci di tanto
in tanto e non aveva neanche toccato il suo piatto. Che era una cosa abbastanza
grave per lui.
La cosa che mi stupiva e che nonna non avesse ancora detto
niente a riguardo, dato che di solito se qualcuno non mangiava, si muniva di
bacchetta per controllare la pressione e la temperatura. Alzai uno sguardo
sulla mamma e vidi che stava facendo cenno alla nonna di non dire nulla.
Io cercai di mangiare qualcosa, ma tra la colazione che
ancora occupava lo stomaco, tra il nervosismo, non ero riuscita a mangiare
nulla.
Qualcuno bussò alla porta principale e per un attimo
pensai che ci fossimo dimenticati di aspettare qualche parente. Feci un veloce
giro della tavola ma eravamo tutti presenti.
“Non si può stare tranquilli neanche per
Natale.” Commentò lo zio Harry sbuffando.
Nonna corse ad aprire. “Non abbiamo dimenticato
nessuno, non è vero Arthur?”
Il nonno rimase con la forchetta a mezz’aria e diede
una controllata alla tavola. “Oh beh… non saprei Molly, ho perso il
conto al decimo nipote…”
“Credi che sia zio Charlie?” Chiese Hugo
speranzoso.
“Non essere stupido, Hugo, ti pare che venga dalla
Romania senza avvertire?”
Sentii i passettini veloci della nonna che tornavano alle
mie spalle e poi la sua voce un po’ insicura. “Rose,
c’è qualcuno che ti cerca.”
Mi voltai di scatto e per poco non mi venne un colpo.
Scorpius era appena entrato nell’ingresso alle spalle della nonna guardandosi
intorno un po’ imbarazzato.
La tavola si ghiacciò. Mio padre scattò in
piedi e fortunatamente anche mia madre, che lo trattenne per un braccio. Io
riuscii solo a guardarlo a bocca aperta prima di dire:
“Che diavolo ci fai tu qui?”
“Rose,” mi riprese la nonna. “Questo non
è il modo di rivolgersi ad un ospite!”
“Infatti non è nostro ospite.” Fece
subito papà sprezzante. “Non voglio un Malfoy in casa mia!”
“Ronald.” Lo ammonirono sia mamma che nonna.
Io mi passai una mano sulla fronte. Che cosa diavolo pensavo
quando avevo cominciato a vedermi con lui? Ma soprattutto, perché
diavolo avevo cominciato a vedermi con lui?
“Sono venuto…” Cominciò Scorpius.
Io rialzai la testa per guardarlo. “Sono venuto per scusarmi
personalmente con il signor Weasley.”
“Oh, ma io non ho niente contro di te,
figliolo.” Fece il nonno da capotavola.
Papà sospirò. “Sta parlando con me,
papà.”
Scorpius continuò. “La scena alla stazione
è stata imperdonabile, avrei dovuto lasciare che fosse Rose a dirvi le
cose come stavano.”
Tutti i parenti si voltarono verso di me in cerca di
spiegazioni, ma io mi limitai ad arrossire fino alla punte delle orecchie e
rimanere in un religioso silenzio. Certo era che, se una voragine avesse voluto
aprirsi sotto di me, non avrei avuto niente in contrario.
Mia madre intervenne prima che papà potesse dire
qualsiasi altra cosa. “Non c’è niente di cui scusarsi,
Scorpius.” Mio padre la fissò come se fosse pazza.
“Perché non pranzi con noi, oggi?”
Scorpius mi mandò uno sguardo veloce e si mosse a
disagio. “Io non… non credo sia il caso.”
La nonna gli posò una mano sul braccio. “I tuoi
genitori sanno che sei qui?”
Lui annuì. “Sì, certo.”
“Ma davvero?” Chiese papà scontroso.
“E che cosa ha detto tuo padre?”
Scorpius si schiarì la gola. “Vi manda i suoi
saluti.”
Vidi zio Harry, zia Ginny e mamma cercare di trattenere una
risata. Papà lo guardò perplesso, sicuramente si sarebbe
aspettato una reazione anche dal papà di Scorpius.
Al si piegò verso il mio orecchio mezzo ridente.
“Certo che ha proprio un bel coraggio! Mi domando come sia finito a
Serpeverde.”
Io finalmente mi decisi ad alzarmi in piedi. Tutti mi
guardarono in attesa. “Con… con il vostro permesso, vorrei
scambiare due chiacchiere con…” Balbettai indicando Scorpius. Presi
un bel respiro. “Allora, voi continuate pure a mangiare.”
Prima di morire dalla vergogna marciai veloce verso
Scorpius, lo afferrai per la sciarpa e senza voltarmi lo tirai fino a che
entrambi non finimmo nel giardino della Tana. Mi voltai esasperata verso di lui,
che invece sembrava essere l’uomo più tranquillo sulla faccia
della terra. Lo fissai esterrefatta.
“Ma che diavolo ti salta in mente?!” Urlai.
“Ti è dato di volta il cervello?”
Scorpius scrollò le spalle. “Pensavo solo di
dovermi scusare data la scena…”
“La scena alla stazione, l’hai già
detto.” Feci io furiosa. “Ma tutto questo non sarebbe successo se
tu alla stazione avessi deciso di farti gli affari tuoi! Forse tutta questa
situazione ti sembra divertente, ma hai visto che sguardo ti ha lanciato mio
padre, o magari sei cieco?”
Lui non si scompose neanche un po’. “Tutto
questo non sarebbe successo se avessi detto tutto da subito.”
Lo fissai a bocca aperta. “Ma che fine ha fatto il
Malfoy che conoscevo?” Chiesi disperata.
Ed ero davvero disperata. Solo allora mi resi conto che
avevo davanti una persona che non conoscevo più. Avevo sempre pensato di
sapere tutto di lui, il re delle serpi con quella sua aria gelida e
strafottente. E adesso chi avevo di fronte?
Scorpius rimase qualche minuto in silenzio continuando a
guardarmi con i suoi occhi grigi. Era un bel po’ di tempo che non li
guardavo più con la giusta attenzione.
“E’ sempre qui.” Disse.
Io scossi la testa. “Beh, e perché ha smesso di
fare lo stronzo?”
Lui ridacchiò e scosse la testa tra sé.
“Secondo te ha smesso di fare lo stronzo? Non ti ha forse rovinato tutte
le vacanze da quando hai rimesso piede a Londra?”
Ci pensai un attimo su. In effetti era vero.
“Okey.” Concessi io. “Ma è stata una conseguenza. Non
volevi davvero rovinarmi il Natale.”
Fece una smorfia. “Sì e no. Darti fastidio
è sempre divertente.” Ammise. “Non è che tu non abbia
ragione fino in fondo, non sono stato troppo in me ultimamente. Tanto per
cominciare me la intendo con una Weasley.”
Io lo guardai male. “Davvero divertente.”
“Oh, lo è.” Annuì prendendomi in
giro. “Non puoi immaginarti quanto.”
Io allargai le braccia. “Bene, adesso che sei tornato
cos’hai intenzione di fare? Pensi di poterti quietare un po’ e
ritornare a vederci durante le ronde come abbiamo sempre fatto?”
Lui rise e scosse la testa. “Non ci sperare.”
“Cosa? Perché no?” Chiesi io subito
agitata.
Scorpius scrollò le spalle di nuovo. Era una cosa che
odiavo. “Il gioco è bello quando dura poco. Ed ho appena iniziato
un altro gioco nel caso tu non te ne fossi accorta.”
“E sarebbe?”
“Indovina quanto ci mette il gossip a diffondersi in
tutta Hogwarts.” Fece fiero di sé.
Spalancai gli occhi. “Non vorrai davvero continuare
con questa cosa?” Dissi. “Vuoi che tutti ad Hogwarts sappiano che
usciamo insieme?”
Lui fece un ghignò. “Così ora usciamo
insieme?”
Io roteai gli occhi. “Piantala!” Lo implorai.
Ridacchiò tra sé e si chinò per posare
le sue labbra sulle mie. Stavolta erano fredde davvero, ma avevano sempre il
potere di riscaldarmi. Sorrisi contro le sue labbra, fino a che qualcuno non si
schiarì la gola sulla nostra desta e ci staccammo di colpo. Era
papà.
“Scusate il disturbo.” Disse guardandoci torvo.
“Vostra madre mi ha mandato a vedere se stava andando tutto bene…
ma a quanto vedo direi proprio di sì.”
Io mi morsi un labbro, rossa di vergogna.
“Papà…”
“Credo che sia meglio che tu rientri in casa,
Rose.” Fece papà duro. “Avrai tutto il resto dell’anno
per vedere Scorpius a scuola.”
Io mi voltai verso Scorpius che fece un piccolo sorriso e
annuì. Lo salutai con una mano e rientrai in casa, papà alle
spalle. Percorsi veloce il corridoio a testa bassa e non ritornai neanche a
sedere a tavola, andai dritta verso le scale e salii di corsa.
“Rose!”
Sentii mia madre che mi chiamava, ma non avevo voglia di
confrontarmi anche con i parenti, adesso. La sentii poi dire qualcosa a
papà, ma non riuscii a capire cosa perché ero già salita
al secondo piano. Mi rifugiai infine nella vecchia stanza di papà e mi
gettai sul letto sospirando sonoramente.
Passarono meno di due minuti prima che qualcuno venisse a
bussare alla porta. Io non risposi, non avevo voglia di vedere nessuno, e la
cosa che temevo di più è che fosse uno degli adulti. Non avrei
avuto la forza di confrontarmi con loro.
“Rose, sono io.” Venne la voce di Lily.
Sbuffai. “Entra.” Dissi soffocando la voce
contro al lenzuolo.
Lily entrò un po’ incerta, mandando un rapido
sguardo dentro la stanza. Entrò chiudendosi subito la porta alle spalle
e venne a sedersi sul letto a fianco a me, io voltai la testa per guardarla dal
basso.
“Perché non me l’hai detto?”
Sospirai. “Non volevo che lo sapesse nessuno a dire il
vero, e invece lo sapevano già troppe persone.”
Lily annuì e sorrise appena. “Beh, spero per te
che ne sia valsa la pena. Bacia bene?”
Io le mandai un’occhiataccia ma lei non mollò.
E sapevo che non avrebbe mollato fino a che non le avessi risposto.
“Divinamente.” Dissi. “Ne è decisamente valsa la
pena.”
“Com’è successo?” Chiese alzando
gli occhi al cielo come se stesse rileggendo nella sua testa gli avvenimenti.
“Ero rimasta che a te piaceva lui… non che a lui piacessi
te.”
“Lo so, ci ho messo mesi pure io per realizzare la
cosa. Non saprei proprio dirti come sia iniziata, so solo che il giorno prima
neanche ci guardavamo e il giorno dopo ci mettevamo d’accordo sulle ronde
notturne. Ecco com’è andata.”
Lily ridacchiò e scosse la testa. “Non posso
crederci, Rose Weasley che rompe gli schemi.”
Era quello che avevo fatto, avevo rotto gli schemi? Pensai
ad una vecchia conversazione avuta con Scorpius l’anno precedente, quando
ci eravamo visti nella Sezione Proibita. Avevo decisamente fatto un bel salto
da cercare di trasgredire entrando là dentro a vedermi di nascosto con
un Malfoy. Ma era questo che aveva detto lui, mesi fa, no? Trovati un ragazzo
che ti faccia divertire.
Arricciai il naso. “In fondo penso di aver voluto
tenere la cosa nascosta non solo perché avessi paura della reazione di
papà. In fondo vedersi di nascosto senza che nessuno lo sapesse era
divertente.”
“Pensi che zio Ron si calmerà mai?”
Chiese Lily mandando uno sguardo al piano di sotto.
Io scrollai le spalle facendo tremolare il vecchio letto.
“Non lo so.” Sospirai. “Al momento non m’importa.
E’ Natale, accidenti!”
Lily annuì. “Ben detto. E lo sai cosa vuol
dire?”
Io la guardai confusa. “Che ci sono regali da
scartare?”
Lei scosse la testa. “No. Che mancano solo dieci
giorni al rientro a scuola.”
Sospirai. “E questo dovrebbe farmi sentire meglio? Non
oso pensare a cosa succederà quando Paula lo verrà a
sapere… sarà la fine dei nostri giorni ad Hogwarts.”
Lily ridacchiò. “Sarà la cosa più
divertente mai vista ad Hogwarts negli ultimi dieci anni!”
Io alzai un sopracciglio. “Dì un po’,
tutta questa storia ti diverte da morire, non è vero?”
“Oh sì!” Fece Lily battendo le mani
insieme. “Decisamente!”
**
Scusate ragazzi ma
questa settimana sono decisamente di fretta, riesco ad aggiornare proprio per
il rotto della cuffia e vi chiedo di avere pazienza.
Ho letto, come sempre,
tutte le vostre recensioni e mi dispiace davvero tanto di non potervi
rispondere uno ad uno come faccio sempre alla fine dei capitoli. Comunque
ringrazio tutti per i complimenti e le critiche, di cui prendo atto e cerco di
farne uscire un lavoro migliore.
L’unica cosa di
cui vi pregherei è di non recensire dicendo “bello ma corto”
… lo so che sono corti, ragazzi, ma come ve lo devo dire che non ho
tempo?
Spero davvero di
potermi soffermare un po’ di più sul prossimo capitolo e nel
mentre cominciare un altro progetto che avevo in mente, anche se ormai penso
che verrà fuori a settembre.
Il viaggio di ritorno verso la stazione fu più o meno identico a
quello di Natale, con la sola eccezione che stavolta Hugo si lamentò
davvero della guida di papà
DON’T TELL DAD
31. I don’t know
Il viaggio di ritorno verso la stazione fu più o meno
identico a quello di Natale, con la sola eccezione che stavolta Hugo si
lamentò davvero della guida di papà. Io ogni tanto sbirciavo
nello specchietto retrovisore per vedere la faccia di papà, sembrava che
stesse andando ad un funerale. Mamma aveva anche rinunciato a cercare di
avviare una conversazione.
Fino a che non varcammo la barriera e ci ritrovammo davanti
alla locomotiva rossa, nessuno aprì bocca. Papà andò a
sistemare i bagagli e mamma ci abbracciò uno per uno, fino ad arrivare a
me. sospirò e mi guardò con un debole sorriso.
“Gli passerà.” Mi promise.
Io feci una smorfia e guardai oltre le mie spalle, verso
papà. “Non credo che sia possibile. Non ha parlato per tutte le
vacanze di Natale!”
Mia madre sospirò di nuovo ma non disse nulla
perché papà era appena tornato. Ci guardò tutti e tre,
Vanessa era sempre con noi, ma non ci abbracciò come aveva fatto la
mamma. Si schiarì la gola un po’ in imbarazzo.
“Bene, allora… fate buon viaggio. E scrivete
quando arrivate.”
Hugo annuì e se ne andò subito sul treno senza
trattenersi in altri convenevoli. Non potei biasimarlo dato che era stato costretto
a sopportare tutta la situazione che avevo creato io. Vanessa ed io stavamo per
incamminarci ma io mi bloccai di scatto guardando oltre le spalle dei miei
genitori. Anche mamma e papà si voltarono, i Malfoy erano a pochi passi
da noi. Il mio sguardo si incrociò con quello di Scorpius.
“Weasley.” Salutò un po’ freddo il
papà di Scorpius.
Papà rispose. “Malfoy.” Si voltò
verso di noi scuro. “Credo sia ora che saliate sul treno.”
Io non me la sentii proprio di replicare e obbedii senza
dire una parola, Vanessa mi seguì. Salimmo fianco a fianco sul treno e
sospirai guardando fuori dal finestrino mentre papà e mamma scambiavano
due parole con i Malfoy. Non sapevo se essere invidiosa di non poter sentire o
esserne felice.
Vanessa si piegò verso il mio orecchio. “Non
è andata così male… Malfoy respira ancora.”
Io mi voltai verso di lei e la guardai male. “Non
è andata così male? Dì un po’, ma c’eri anche
tu a Natale o ti eri assentata per un po’?”
“Weasley!” Mi sentii chiamare. Mi ghiacciai sul
posto. “Weasley, aspetta!”
Ci voltammo, Scorpius stava camminando a passo svelto verso
di noi e io dissi a Vanessa di andare avanti senza di me. Scorpius mi raggiunse
e solo quando Vanessa fu abbastanza lontana mi voltai a guardarlo negli occhi.
Quando stavamo vicini così pensavo sempre che fosse alto, troppo alto
per una come me.
Allargò le braccia. “Sono sempre qui,
no?” Scherzò.
Io feci una smorfia. “Non so se esserne felice,
Malfoy. Un pugno in pieno viso ti starebbe bene, per il Natale che mi hai fatto
passare.”
“Beh, puoi sempre colpirmi tu.” Lo presi in
parole e gli sferrai un pugno. “Ahia! Ma sei impazzita?”
“Può darsi!” Sbottai io. Ero furiosa, non
propriamente con lui, ma dovevo rifarmela con qualcuno. “Ma sono
così… così… mio padre non mi rivolge più la
parola ed è tutta colpa tua! Solo colpa tua!”
Scorpius alzò le mani. “Guarda che io non ho
obbligato nessuno. E sei stata tu la prima a dichiararti.”
Io lo fissai a bocca aperta. “Io non mi sono
dichiarata!” Due studentelli che passavano lì vicino ci guardarono
curiosi ed io abbassai la voce. “Non avrei mai voluto dirtelo. Sarebbe
stato molto meglio se me lo fossi tenuto per me. Anzi, avrei voluto non
rendermene mai conto.”
“A chi lo dici.” SospiròScorpius abbassando la testa.
“E’ stato uno strazio quando quella notte ti ho sognata
e…” si fermò di botto e alzò la testa di scatto.
Io lo fissai con un sorrisino divertito e incrociai le
braccia al petto. “Oh no, non fermarti. Vai pure avanti con quello che
stavi dicendo.”
Scorpius si schiarì la gola cercando di darsi un
contegno. “Non c’è nient’altro da dire.”
“Allora è vero!”
La voce petulante di Paula ci stordì le orecchie ed
entrambi facemmo un passo indietro voltandoci verso di lei. Paula aveva le mani
congiunte e ci guardava con gli occhi che brillavano.
“Lo sapevo che sarebbe successo!” Urlò di
nuovo.
Io e Scorpius ci guardammo. “Successo cosa?”
Chiesi.
Paula ridacchiò gongolandosi. “Che vi sareste
messi insieme! Io lo sapevo, Rose, ti ricordi che te l’avevo
detto?”
Io arrossii a dismisura e guardai pericolosamente Scorpius.
“Cosa? No! No, noi non stiamo… Paula, ma come diavolo ti viene in
mente?”
Scorpius guardò prima me, poi Paula e mi mise un
braccio attorno alla vita. “Sì, è vero.” Disse.
“Ma Rose non vuole ammetterlo.”
Io lo spinsi via fissandolo a bocca aperta. “Cosa?
Paula, sta solo cercando di prenderci in giro e mettermi in cattiva
luce.”
Scrollò le spalle. “E perché
dovrei?”
Paula ci fissò un po’ confusa e ci pensò
un po’ su. “Oh beh…” disse. “Andrò a dire
in giro che forse state
insieme.”
Prima che potessi fermarla se ne andò giù per
il treno cominciando a bussare alle cabine. Io mi voltai verso Scorpius
esasperata e pestai un piede a terra, come i bambini piccoli quando fanno i
capricci.
“Ma insomma, vuoi smetterla con questa storia?!”
Feci.
Mi passai una mano sulla fronte e lo lasciai lì in
mezzo al corridoio del treno. Ormai era già partito da un po’ ma
ero stata talmente presa a parlare con lui che non mi ero neanche resa conto
che ci stavamo già muovendo. Sbirciai all’interno degli
scompartimenti alla ricerca di facce familiari, e dopo la quarta cabina vidi
Vanessa ed Al che chiacchieravano con le gemelle e Vincent.
Entrai nervosa e mi sedetti con loro, continuando a mordermi
il labbro inferiore. Tutti mi guardarono in silenzio aspettando che io parlassi
ma continuai a rimanere zitta.
“Rose,” disse Gaby. “Stai bene?”
Feci per aprire bocca ma Scorpius aprì lo
scompartimento ed io sospirai. “Oh ti prego! Cosa c’è
adesso?”
Al lo guardò male. “Sai, Malfoy, a la gente
piace respirare.”
Scorpius lo ignorò e mi guardò. “Vorrei
che la smettessi di dire bugie, ecco cosa.”
Mi alzai in piedi e lo confrontai. “Non sto dicendo
bugie ma dire una cosa a Paula è come dirla al mondo intero!
Lui si passò una mano tra i capelli esasperato.
“Ci sono ragazze che morirebbero per poter dire a giro che escono con me,
lo sai?”
“Beh, io non sono tra queste!” Urlai. Ci
fissammo per un po’ in silenzio poi scossi la testa stanca e mi slacciai
il ciondolo dal collo. “Riprenditelo. Tutta questa storia è stata
una sciocchezza fin da subito ed è andata anche troppo oltre.”
Scorpius mi guardò come se fossi diventata pazza e
mandò un’occhiata al ciondolo. “Io non lo rivoglio indietro.
Non so cos’altro devo fare per dimostrarti…” sospirò e
scosse la testa. “Lascia perdere, Weasley, hai perfettamente
ragione.”
Mi strappò il ciondolo dalle mani e se ne andò
sbattendo violentemente la porta della cabina. Il resto dei presenti mi
guardò con un misto di curiosità e pena. Le gemelle soprattutto
sembravano essere le più sconvolte del gruppo.
“Rosie, io…” cominciò Sol guardando
la porta dello scompartimento. “No credo de aver capito bene quello che
è successo.”
“Esco con Malfoy.” Confessai, poi trassi un
sospiro. “Beh, uscivo con Malfoy.”
Gaby e Sol strabuzzarono gli occhi nella stessa identica
maniera, mentre Vincent scoppiò a ridere. “Tu esci con Scorpius
Malfoy? E’ geneticamente possibile?”
Io mi sedetti accanto ad Al. “Beh, a quanto pare
no.”
Al mi passò una mano intorno alle spalle ed io piegai
la testa sulla sua spalla. “Ehi, non c’è motivo di essere
tristi per un coglione del genere, ok? Prometti che appena arrivati a scuola
mangerai a strafare e mi farai un bel sorriso?”
Io feci una smorfia. “Perché dovrei mangiare a
strafare?”
Al rise e scosse la testa. “Perché sei una
Weasley.”
**
Arrivata a scuola ero solo riuscita a mettere piede per
dieci minuti in Sala Grande, il tempo di cenare velocemente e mi ero rifugiata
in Dormitorio con il resto delle ragazze. Gaby e Sol avevano voluto sapere ogni
minimo dettaglio e mi avevano rimproverato per non aver raccontato loro niente.
Vanessa rimase ad ascoltare in silenzio per tutto il tempo, finendo di darsi lo
smalto sulle unghie dei piedi.
“…e adesso papà non mi rivolge neanche la
parola. E’ talmente arrabbiato che si è chiuso in una specie di
silenzio di protesta. Dovrei scrivergli una lettera e dirgli che ormai non
c’è più ragione per essere arrabbiato.”
Vanessa scosse la testa e parlò per la prima volta da
quando eravamo entrate in Dormitorio. “Non essere sciocca, Rose, non
butterai questa cosa al vento.”
Io e le gemelle ci voltammo verso di lei. Corrucciai la
fronte. “Cosa?”
Vanessa sospirò come se le scocciasse parlare.
“Tu non puoi lasciar perdere.” Disse. “Non adesso. Hai tenuto
nascosta per mesi questa relazione, sei andata contro il parere dei tuoi amici,
dei tuoi cugini, dei tuoi genitori. Mi hai fatto tenere nascosto la cosa
addirittura con Al e hai reso la vita impossibile a chiunque ti sia stato
accanto… quindi tu adesso non mollerai.”
Io rimasi per un po’ a fissarla a bocca aperta senza
sapere cosa dire. Gaby sospirò e annuì. “Vanessa ha
ragione.”
Io boccheggiai un paio di volte. “Cosa? Ragazze, non
potete dire davvero! Sol?”
Sol fece una smorfia ma scrollò le spalle.
“Scusa, Rose, ma creo che Vanessa tenga ragione.”
Non potevo crederci! Incrociai le braccia al petto.
“Io non parlerò di nuovo con lui. Non dopo oggi.”
Vanessa roteò gli occhi. “Adesso stai prendendo
la cosa di punta… proprio come ho fatto io con Al.”
“Non m’importa.” Feci voltando la testa
altezzosa. “Non ho intenzione di parlare di nuovo con lui. Non ho
intenzione di avere più niente a che fare con lui. Lo ammetto, è
stato divertente e uscire la notte quando nessuno poteva saperlo mi dava quel
certo brivido… ma da quando è cominciata questa storia sono
successi solo guai.”
Sol alzò un sopracciglio. “E conoscendo Malfoy
credi che se darà pervinto così?”
Vanessa fece una semi risata. “Neanche tra
cent’anni.”
Io sbuffai. “Siete troppo ottimiste. Una cosa che io e
Malfoy abbiamo sempre avuto in comune è l’orgoglio. Non
tornerà strisciando neanche se dovesse soffrire come un cane, piuttosto
starebbe da solo per tutta la vita a piangere in uno sgabuzzino, pur di non
mettersi in ginocchio.”
Vanessa alzò un sopracciglio. “Beh, mesi fa
avrei scommesso che non sarebbe uscito con te neanche per un miliardo di
galeoni. Eppure eccoci qua.”
Non aveva tutti i torti. Io stessa avrei potuto scommettere
che io e Malfoy non saremmo mai usciti insieme neanche per un miliardo di
galeoni.
“Non me la sento di vederlo.” Dissi scotendo la
testa. “Non ne ho proprio voglia.”
Sol sospirò. “Esto es un problema, Rose,
perché domani è venerdì.”
Io alzai un sopracciglio. “E allora?”
“Prima ora: Trasfigurazione coi Serpeverde.”
Miseriaccia!
**
Non era proprio da me ma venerdì mattina avevo
saltato tutte le lezioni. Ero sicura che se la McGrannitt mi avesse
beccata a giro di sicuro mi sarei presa una bella punizione ma non ero proprio
in vena per andare a lezione, perciò feci tutto quello che non avevo
fatto in mesi. Ero andata da Hagrid e avevo studiato cercando di rimettermi in
pari.
Era un sabato mattina quando Zabini entrò in
Biblioteca salutando a gran voce Madama Pince. Io me ne stavo in un tavolo
vicino all’entrata a studiare per i M.A.G.O. e cercavo di rimettermi in
pari per i mesi che ormai avevo perso inutilmente. Ero quasi a metà del
libro di Trasfigurazione quando si sedette dall’altro capo del mio tavolo
fissandomi come un maniaco.
Alzai appena un sopracciglio senza alzare gli occhi dal
libro. “Zabini.” Dissi educatamente. “Posso fare qualcosa per
te?”
Zabini si piegò verso la metà del tavolo.
“Non parla da quando siamo tornati. Non ha parlato con nessuno, neanche
con me.”
Sospirai ed alzai gli occhi su di lui, scocciata. “Non
mi interessa, non è più una faccenda che mi riguarda.”
“Lo so che non ne vuoi più sapere niente e lo
so che sei arrabbiata per quello che ha fatto. Ma Scorpius non è il tipo
che di solito si presenta ai genitori, non sa gestire questo genere di
cose.” Fece Zabini.
Io chiusi il mio libro con un tonfo sordo. “Nessuno
gli ha chiesto di farlo. Stavo perfettamente bene con la nostra relazione
clandestina, senza che si creassero problemi.” Dissi abbassando la voce.
“Rose,” Fece Zabini ed io rimasi un po’
perplessa. Zabini non mi chiamava mai per nome. “Scorpius cercava solo di
dimostrare quello che prova per te, possibile che tu non l’abbia ancora
capito?”
Io sbuffai e alzai gli occhi al cielo. “E pensa che
dire a tutta Hogwarts che usciamo insieme sia una dimostrazione?” Zabini
mi guardò eloquente ed io spalancai la bocca. “Lo pensa
veramente?!”
“Come ti ho già detto, Scorpius non sa gestire
questo genere di cose.”
Io lo guardai a bocca aperta. “Ma questa è
follia! Non può convincersi che questo sia il modo di dimostrarmi quello
che prova!”
Zabini alzò un sopracciglio e fece mezzo sorriso.
“Ah no? Però ti ha anche comprato un ciondolo da 200
sterline.”
Io feci per toccarmi il collo ma poi ricordai che ormai non
avevo più quel ciondolo a forma di rosa che mi era arrivato in forma
anonima. Mi schiarii la gola e abbassai gli occhi sul libro. “Non posso
credere che una persona intelligente come Scorpius pensi di poter comprare dei
sentimenti.”
“Non è questo.” Fece Zabini.
“E’ solo il suo modo per dirti che ti pensa.”
Io scossi la testa e sospirai. “Non ho bisogno di cose
materiali per saperlo.”
“Io lo so, tu lo sai.” Disse Zabini facendomi
l’occhiolino. “Ma forse dovresti parlare con lui.”
Io feci un grande sospiro e ci pensai un po’ su. Anche
Vanessa stava premendo perché tornassi a parlare con Scorpius.
“Dammi una ragione valida per cui dovrei andare a cercarlo e preoccuparmi
di quello che sta passando.”
Zabini allargò le braccia. “Perché avete
fatto carte false per potervi vedere per tutto questo tempo?” Si piegò
di nuovo verso di me. “Ehi, ma tu lo sai che di solito Scorpius non esce
con la solita tipa per più di una settimana?”
Io sbattei le palpebre un paio di volte. “Beh, io non
sono una tipa.”
Zabini alzò gli occhi al cielo e sospirò.
“Aveva ragione Scorpius, accidenti, sei proprio un osso duro.”
“Scorpius dice questo di me?” Chiesi.
“Scorpius dice tante cose di te.” Mi
informò lui con mezzo sorriso. “In modo casuale. E guai se gli si
fa notare che parla solo e soltanto di te.”
“Figurarsi.” Feci io sbuffando.
Al entrò in biblioteca, probabilmente proprio per
cercare me, dato che venne diritto verso il mio tavolo senza esitazione. Solo
quando ci arrivò vicino, rallentò il passo guardando curiosamente
Zabini e fece il giro del tavolo per arrivare al mio fianco, senza staccare gli
occhi da lui. Corrucciò la fronte e mi guardò.
“Cos’è questa passione improvvisa per i
Serpeverde?”
Io sospirai e mi lasciai andare sul tavolo. “Oh ti
prego, Al, non essere sciocco!” Mi lamentai. “Zabini è qui
per convincermi a parlare con Scorpius.”
Al guardò di nuovo Zabini, che lo salutò con
la mano. Al alzò un sopracciglio. “Oh bene, posso cercare di
convincerti a non farlo?”
“Quello che ti pare.” Feci agitando una mano in
aria. “Ho la testa talmente piena di consigli che potrebbe scoppiarmi da
un momento all’altro.”
Zabini guardò Al con pura curiosità.
“Perché ce l’hai tanto con Scorpius?”
Al parve preso un po’ alla sprovvista. “Beh,
perché… è un Malfoy.” Zabini continuò a
guardarlo come se non capisse. “Ed io sono un Potter.”
Zabini lo guardò in attesa ma Al si fermò.
“O…key.” Fece Zabini. “E quindi?”
“Ci sono più di cento anni di rivalità
tra le nostre famiglie!” Fece Al.
“Veramente, credevo che tra i Malfoy e gli Weasley ci
fossero secoli di rivalità.” Fece Zabini. “Cosa
c’entrano i Potter?”
Io sorrisi, Zabini gliele stava cantando di santa ragione.
Al boccheggiò un attimo. “Beh, i nostri genitori si
odiavano.”
“Oooh” Fece Zabini annuendo. “Adesso
è tutto chiaro.”
Al gli puntò un dito contro. “Ehi, non prendermi
in giro!”
Io sbuffai e chiusi gli occhi. “Se non vi dispiace io
qui stavo cercando di studiare.”
Zabini scosse la testa e si alzò. “Pensaci,
Weasley.” Alzò gli occhi su Al e piegò la testa da una
parte. “E pensaci anche tu, Potter, non può farti troppo
male.”
Se ne andò via salutando di nuovo Madama Pince che lo
intimò al silenzio correndogli quasi dietro. Al mi guardò
dall’alto un po’ mortificato e si schiarì la gola come se
non avesse la più pallida idea di cosa dire ancora.
“Hai visto Vanessa?” disse. “Domani
c’è la partita.”
“No.” Feci tornando con lo sguardo sul mio
libro, poi alzai la testa di scatto. “Partita? Che partita?”
Al sembrò in pena. “Beh…”
“Al.” sospirai. “Che partita?”
“Grifondoro contro Serpeverde.” disse infine
come se gli costasse caro. “Ma non credo tu voglia venire, insomma non ci
sarà niente da vedere e…”
“Oh no, no,
no, no, no!” Dissi fermamente alzandomi in piedi. “Io ci
sarò! Ci sarò eccome!”
Al fece una faccia come se volesse picchiarsi da solo.
“Rose, non credo che tu voglia venire a questa partita.”
Lo guardai dritta negli occhi inferocita. “Ho detto
che io ci sarò.”
**
Lo so… questo
capitolo fa schifo pure a me XD
E so anche che oggi
sarete tutti impegnati a guardare l’Italia e i mondiali, ma dato che io
non lo guardo e ho due ore a disposizione, aggiorno.
Sono sempre molto
impegnata con il lavoro (purtroppo) anche se si è leggermente
alleggerito, ma faccio sempre un sacco di straordinari e il tempo è
davvero poco. Spero comunque di finire la storia prima di Agosto prima di
andare in ferie, anche se mi sa che siamo un po’ precisi…
Anche perché,
come avevo accennato in precedenza, ho un altro progetto in cantiere che vorrei
iniziare per Settembre ma non posso iniziarlo prima di aver finito questo. A
buon intenditor poche parole…
Ne approfitto anche
per ringraziare, come sempre, chi recensisce. Grazie a lazionelcuore, Chiara_96, hele, Raim, Leuconoee, Nabiki93,
mimmyna,Margot_ciel, Mirwen, mrs Snape, kayak chan, Mariuccia, jessicagranger,
Edvige86, ThePirateSDaughter, zia_addy, Melisanna_, _madduz_, elettra1991,
StarlessNight, Hiromi91, _Jaya
Era un sabato mattina ed io me ne stavo in biblioteca a studiare per i M
DON’T TELL DAD
32. Hospital Wing
Al era rimasto completamente terrorizzato dal mio
comportamento e perciò aveva deciso di non replicare e annuire a tutto
quello che dicevo. Io avevo convinto le gemelle a venire con me alla partita,
dato che non potevo andarci né con Vanessa, né con Al o mio
fratello e Lily. A dire il vero questa era la prima partita a cui assistevo da
quando era iniziato l’anno.
Lo stadio era gremito di gente, tutti agguerritissimi. Di
solito, mi spiegò Vincent, la partita tra Grifondoro e Serpeverde era la
più accanita di tutte e per questo c’era sempre un gran numero
maggiore di studenti che veniva a vedere la partita. Vincent disse anche che di
solito le partite tra i Grifondoro e i Serpeverde finivano in una rissa.
“Beh, non succede sempre.” Cercò di
rassicurarmi dopo che ero sbiancata.
“Ah,” riuscii a dire io. “Quindi
può anche essere che nessuno si faccia male, giusto?”
Vincent ridacchiò nervosamente grattandosi la nuca.
“Beh… no. No, di solito c’è sempre qualcuno che si fa
male.”
Io mi scambiai uno sguardo con le gemelle che cercarono di
sorridermi per rassicurarmi. La voce di Hathaway risuonò per lo stadio
presentando le due squadre esattamente come avevo visto fare l’anno
precedente.
“Ecco che entra
in campo la squadra dei Grifondoro capitanati da Potter! Un
bell’applauso!”
La platea si aprì in un ruggito di incoraggiamento e
anche Vincent e le gemelle urlarono qualcosa che io non riuscii bene a capire.
“Ed ecco il
resto della squadra: Weasley, Potter, Fletcher, Judd, Jordan e Miller!”
Io mi piegai verso Sol. “Tu credi che qualcuno si
farà male sul serio?”
Sol sorrise e scosse la testa. “Al massimo finiranno
in Infermeria per qualche giorno.”
Non era consolante.
“Ed ecco fare il
suo ingresso la squadra dei Serpeverde: Nott, McPhee, Benson, Zabini, Xavier,
O’Brian e il capitano Malfoy!”
Io deglutii a fatica vedendo passare Scorpius sulla sua
scopa con la sua divisa. Mi fece lo stesso effetto che mi aveva fatto
l’anno precedente. Era sicuramente il fascino della divisa. Per un
qualche strano motivo, mentre salutava in platea, i nostri sguardi si
incrociarono e lo vidi rimanere un po’ perplesso. Forse si chiedeva cosa
ci facessi ad una partita di Quiddicth.
“Madama Hook si
appresta ad iniziare il gioco… e la palla va ai Grifondoro, Jordan ha il
possesso della Pluffa e cerca di scansare i giocatori avversari per arrivare
agli anelli… Malfoy scaglia subito un violento bolide contro Jordan.. che
lo scansa e porta avanti la sua partita…”
Io cercavo di seguire più che potevo la partita ma
non ci capivo granchè. Senza contare che i miei occhi erano
completamente magnetizzati su Scorpius e la sua mazza. La sua mazza da
Quidditch.
“…la palla
è ancora in possesso dei Grifondoro, questa volta è
Fletcher… passa la palla a Judd… attenzione, Benson cerca di
entrare…ma cosa… Potter sembra aver adocchiato il boccino! Corre
come una scheggia!”
Alzai gli occhi, Albus andava così veloce che non
riuscivo neanche a distinguere dove finisse lui e iniziasse al scopa.
“Por Dios, neanche
dopo dieci minuti!” Fece Gaby.
Abbassai appena in tempo gli occhi per vedere Scorpius che
lanciava un bolide potentissimo proprio nella sua direzione.
“No!” Urlai alzandomi in piedi.
Non so se Al avesse sentito la mia voce ma si voltò
appena in tempo per vedere il bolide e lo scansò all’ultimo
secondo perdendo un po’ d’equilibrio sulla scopa. Lo vidi cercare
di tornare in sella con un po’ di fatica.
“Non può farlo!” Dissi voltandomi verso
Vincent.
Vincent fece una smorfia. “Beh, in realtà
può. Anzi, è il suo compito.”
“Ma quel bolide avrebbe potuto mozzare la testa a
qualcuno!”
Vincent scrollò le spalle e sorrise. “Questo
è il Quidditch.”
“Potter non
sembra affatto aver gradito la cosa… sfreccia verso il basso a gran
velocità e… un momento ma che sta facendo? Ha appena preso la
mazza di Lily Potter…”
Io tornai a guardare verso il campo, Al aveva appena tirato
un bolide verso Scorpius. Io mi morsi un labbro. “Questo però non
è il suo compito, non è vero?”
“No.” Fece Vincent un po’ shockato.
“E direi che le cose si mettono male.”
Gaby si portò una mano davanti alla bocca. “Non
vorrano mica picchiarsi vero?”
Li vidi scendere entrambi verso terra e marciare uno verso
l’altro con fare deciso. Io trattenni il fiato, possibile che Madama Hook
non avesse ancora interrotto questo diverbio? Si diedero un paio di spintoni e
tutta la squadra cominciò ad avvicinarsi per cercare di calmarli.
“Non riusciamo
bene a sentire cosa si stiano dicendo, ma sembra che stiano litigando per via
di Rose Weasley.”
Tutti intorno a me si voltarono a guardarmi ed io diventai
rossa come un pomodoro. Vidi Vanessa cercare di fermare Al trattenendolo per un
braccio, mentre Zabini mormorava qualcosa all’orecchio di Scorpius. Sembrò
quasi che Al se ne stesse per andare, ma poi si voltò di nuovo e
sferrò un cazzotto a Scorpius.
Io mi alzai in piedi trattenendo il fiato. “Ma che
diavolo sta facendo? E’ impazzito!”
“Oh ho.” Disse Sol scotendo la testa. “Si
mette male. Mucho male.”
Scorpius non esitò oltre. Si avventò su di lui
rendendogliele di santa ragione, nonostante tutta la squadra cercasse di
trattenerlo come poteva. Alla fine venne fuori solo una gran nuvola di polvere
e ogni tanto si vedeva qualche braccio o qualche gamba proprio come nei cartoni
animati. Madama Hook accorse a separarli, ma quando la nuvola si abbassò
riuscii solo a vedere Al e Scorpius coperti di sangue.
“Oh santo cielo!” Mi portai istintivamente una
mano alla bocca.
Vincent fece una smorfia. “Neanche dieci minuti di
partita…”
“Madama Hook
dichiara chiusa questa partita. Potter e Malfoy sono squalificati per le
prossime cinque giornate.”
Gaby mi guardò. “Perché pensi che si
siano picchiati in quel modo?”
Io scossi la testa ancora shockata. “Non ne ho idea ma
una cosa è certa, non assisterò mai più ad una partita di
Quidditch.”
“Ed io non assisterò mai più ad una
partita insieme a Rose.” Fece Vincent con una faccia insoddisfatta.
Io alzai un sopracciglio e le gemelle lo guardarono strano.
“E porque?” Chiese Gaby.
“Con lei presente le partite non durano più di
dieci minuti!”
**
Non appena riuscii a scendere dagli spalti, data la folla e
i curiosi che cercavano di capire cosa c’entrassi io tra Scorpius ed Al,
mi precipitai subito in Infermeria, lasciando indietro Vincent e le gemelle.
Arrivai alla porta con il fiatone e la spinsi esausta. Al e
Scorpius erano in due letti l’uno accanto all’altro. Vanessa sedeva
sul letto di Al, mentre il resto delle squadre erano in piedi sparpagliati tra
i due letti. Sia Al che Scorpius spalancarono gli occhi quando mi videro,
perché entrambi sapevano cosa stava per arrivare.
“Ma che diavolo vi salta in mente?” Urlai.
“Siete due idioti! I più grossi idioti che esistano
nell’universo! E pensare che siete entrambi Capitani! Ma che razza di
esempio state dando alle vostre squadre?!”
“Ha iniziato lui.” Fece Al indicando Scorpius.
Vanessa gli schiaffeggiò la mano ed io gliene fui
grata. Io mi misi le mani sui fianchi e sospirai.
“E si può sapere perché diavolo ve le siete
date a quel modo?”
Scorpius e Al si scambiarono uno sguardo prima di voltarsi
entrambi dall’altra parte. Io guardai i membri delle squadre aspettando
che qualcuno parlasse. Alla fine Zabini cedette.
“Potter ha detto che voleva fargli del male almeno
quanto Scorpius ne avesse fatto a te.”
Cosa? Cosa?
“Cosa?” Urlai alla fine. “Che cosa?”
Scorpius sbuffò dal suo letto guardando male Zabini.
“Mai una volta che tu tenga quella trappola chiusa, Dylan!”
Non sapevo se essere più sconvolta che Scorpius e Al
si fossero presi a botte per me o per il fatto che Zabini si chiamasse Dylan.
Ma questo adesso non era importante.
Mi voltai verso Al a bocca aperta. “Ti è dato
di volta il cervello?”
“No.” Fece Al serio. “Ho passato con te
l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale. Ho passato con
te il Natale. Ho passato con te il primo giorno di rientro dalle vacanze. Eri a
pezzi, Rose, non ti vedo sorridere da un sacco di tempo.”
Io alzai un sopracciglio. “E picchiare Scorpius
avrebbe risolto il problema? Non mi ha fatto sorridere affatto, sai?” Mi
voltai verso Scorpius. “E possibile che tu sia saltato per così
poco?”
“Veramente…” disse Lily timidamente.
“Al ha anche detto che mollarlo è stata la cosa migliore che tu
potessi fare.”
“Al!” Feci io furiosa. “Ma che
diavolo…”
“Lo detesto, Rose! Non posso farci niente!” Fece
Al nero. “E lo detesti anche tu!”
“Io non lo detesto affatto! Io…” I nostri
sguardi si incrociarono ed io mi schiarii la gola guardando verso la squadra.
“Vi spiacerebbe aspettare fuori?”
Le due squadre si mossero lentamente, solo Vanessa rimase
immobile sul letto di Al. Feci per voltarmi e parlare di nuovo, ma Zabini era
ancora fermo lì. Io sospirai.
“Anche tu, Zabini. Fuori.”
“Cosa?” Fece lui quasi offeso. “Io ci sono
dentro quanto voi!”
“Dylan!” Ruggì Scorpius. “Esci da
quella maledettissima porta!”
Aspettai che anche lui fosse uscito e guardai Scorpius
indicando la porta con il pollice. “Si chiama seriamente Dylan?”
Lui alzò un sopracciglio. “Okey, non è il momento.”
Andai a sedermi sul letto di Scorpius, aveva una fasciatura
attorno alla testa e un occhio nero. Lo guardai e cercai di sopprimere un
sorrisetto.
“Che c’è?” Fece lui ingenuamente.
“Niente.” Ridacchiai io. “E’ che il
nero si intona col grigio dell’iride.”
Scorpius sbuffò. “Divertente, davvero.”
Vanessa si schiarì la gola e parlò per la
prima volta da quando ero entrata. “Non so con chi di voi tre essere
più arrabbiata. Davvero.”
“Tre?” Chiesi. “Che c’entro
io?”
“C’entri eccome! Che diavolo di motivo avevi per
chiudere la storia con Malfoy?” Chiese arrabbiata. “Lo sappiamo che
non lo detesti, non lo hai mai fatto! Tu adoravi detestarlo, ecco cosa, anche
quando litigavate sempre!”
Scorpius mi mandò uno sguardo ed io arrossii.
“Sì, ma io non ho picchiato nessuno per questo.”
“E Al.” Continuò lei. “Neanche a me
piace Malfoy, okey? Ma Rose è una mia amica e se lei è felice
così mi sta bene! Che cosa avresti fatto se Rose non avesse voluto che
uscissimo insieme?”
Al aprì un paio di volte la bocca. “Beh,
probabilmente non mi sarei mai dichiarato data che è stata
Rose…”
“E’ stato un incidente!” Feci io in
difesa.
“Zitti!” Alzò le mani Vanessa. “E
Malfoy!”
Scorpius voltò pigramente la testa.
“Miller.”
“Potresti cercare di non rovinare la vita di Rose
facendole prendere un infarto ogni cinque minuti? Te lo chiedo come favore
personale!”
“Come ti pare.” Fece Scorpius come se non gli
importasse.
Io lo guardai e mi leccai le labbra sospirando. Non sapevo
da che parte cominciare, il mio orgoglio stava cercando di tapparmi la bocca.
“Non ho… non ho bisogno di cose materiali.”
Tutti e tre si voltarono verso di me non capendo a cosa mi
riferissi. Scorpius alzò un sopracciglio. “E di che cosa hai
bisogno, Weasley?”
Adesso era pure tornato a chiamarmi Weasley. Dovevo averlo
fatto proprio arrabbiare. “Di niente. Sto perfettamente bene così.
Senza ciondoli che costano 200 sterline.”
Scorpius alla fine capì a cosa mi stessi riferendo,
si frugò all’interno della maglietta e tirò fuori la
rosellina di rubellite. “Era solo un regalo.”
“Perché la tieni al collo?” Chiesi io
sinceramente sorpresa.
“Dove altro dovrei tenerla, è una
collana.”
“Lo so, ma…” Sospirai. “Lascia
perdere. Lo so che è un regalo, ma non ho bisogno che mi compri le cose.
Come non ho bisogno che tu dica a tutti di noi perché sappia…
quello che provi, insomma.”
Scorpius alzò un sopracciglio e si voltò un
attimo verso Al e Vanessa. Sembrò un po’ confuso. “Pensavo
che fosse quello che fanno le coppie normali.”
“Beh, noi non siamo esattamente una coppia normale.”
Ribattei io stanca. “Non pensavo neanche che saremmo mai stati una
coppia.”
“Beh, adesso lo siamo?” Chiese lui. Io lo
guardai male e lui alzò le mani in difesa. “Era solo per sapere,
vorrei esserne informato.”
Io sospirai e alzai lo sguardo su Vanessa che annuì
con un sorriso. Spostai lo sguardo su Al, che scoteva la testa arrabbiato.
Sapevo cosa dovevo fare. “Solo se prometti di prendermi in giro per il
resto della tua vita, esattamente come hai sempre fatto da quando hai messo
piede in questa scuola.”
“Oh questo è facile, Weasley.” Fece lui
sorridendo. “Più di quanto tu creda, non richiede il minimo
sforzo.”
“Stai bene attento a quello che dici o il nostro
giustiziere della notte ti farà un altro occhio nero.” Fece
Vanessa ridendo, lanciando un’occhiata ad Al.
Scorpius si voltò verso Al e sospirò chiudendo
gli occhi. “Lo so che chiedo molto, Potter, ma potremmo darci una
tregua?”
Al lo guardò imbronciato. “Non devi parlarmi,
non devi guardarmi, non devi toccarmi. Solo allora potremmo fare una tregua.”
“Mi sta bene.” Fece Scorpius. Alzò lo
sguardo su Vanessa. “Oh, e dì al tuo ragazzo che tregua o non
tregua rimane un idiota.”
“Malfoy!”
**
Tornammo in Sala Comune che era passata l’ora di cena,
Scorpius e Al avrebbero passato la notte in Infermeria e l’ora di visita
era passata da un pezzo. Sperai solo che non si sarebbero picchiati di nuovo
data la nostra assenza.
Hugo era seduto sul divano davanti al focolare con
un’aria assonnata e io mi sedetti accanto a lui, mentre Vanessa diede la
buonanotte e se ne andò su per le scale del Dormitorio.
“Come stanno i due infortunati?” Chiese Hugo
sbadigliando.
Io scrollai le spalle. “Ancora molto agguerriti
l’uno verso l’altro, ma cercheremo il modo di farli calmare un
po’. Che ci fai ancora in piedi?”
“Ti aspettavo.” Disse con lo sguardo perso nel
focolare. “Pensavo ti andasse di parlare.”
Il mio sorriso sparì lentamente dalle mie labbra.
Sospirai. “Ho combinato un bel casino e mi dispiace. E’ stato un
Natale orribile.”
Hugo scrollò le spalle e mi mandò
un’occhiata. “Non sono dispiaciuto per Natale, Rose, non
m’importa.” Disse. “Mi dispiace solo che papà
l’abbia presa così male tanto da non rivolgere parola a nessuno.
E’ una cosa stupida.”
“Conosci papà.” Mi morsi un labbro.
“Ha sempre avuto un sacco di pregiudizi su i Malfoy.”
“E’ vero.” Disse Hugo. “Ma ci ha
anche sempre detto una cosa. Di non giudicare un libro dalla copertina.”
Io sorrisi. “Beh in questo caso dal titolo.”
Sospirai. “Dovrei ricordarglielo.”
“Sì, dovresti.” Fece Hugo annuendo.
“Dovresti proprio mandargli una lettera e ricordarglielo.”
Io guardai Hugo che mi fissò con i suoi occhi blu.
Gli occhi di papà. “E tu cosa… cosa ne pensi?”
Hugo fece un sorriso. “Penso che tu sia completamente
impazzita.” Rise. “Ma lo trovo anche estremamente divertente, tu e
Malfoy.”
Sorrisi appena. “Non ti crea problemi, vero?”
Scosse la testa. “No, Rosie, non finchè non li
crea a te. Io non ho mai avuto niente a che fare con Malfoy, né in
positivo né in negativo. Non spetta a me giudicare.”
“Sei sicuro di essere tu il fratello minore?”
Chiesi io scherzando.
Hugo rise di nuovo. “Ehi, anche io ho un pezzetto del
cervello di mamma, dovrà servire pur a qualcosa, no?”
Sorrisi e lo abbracciai stretto. “Sei il miglior
fratello del mondo, Hugo.”
Lui mi circondò con le braccia e rise di nuovo.
“Ricordatelo quando avrò bisogno di un prestito.”
**
Bentrovati!!
Oggi sono decisamente
più rilassata visto che finalmente dopo un anno sono riuscita ad andare
al mare <3
Ma bando alle ciance!
Vedo, con piacere, che
Zabini ha fatto strage di cuori!! Mi fa piacere, anche a me piace Zabini,
è simpatico ^^
Per la vostra gioia
Rose e Scorpius si sono riconciliati… vi eravate arrabbiati tutti quanti!
Mi avete fatto paura!
Grazie come sempre per
le vostre recensioni, sono magnifiche:
_madduz_, Lazionelcuore, Hiormi91 (non te la prendere troppo XD è una ff e lo sai che la zia
è malefica :sisi), Raim,
Nabiki93, mrs Snape, Chiara_96, mimmyna, kayak chan, fly girl_HH (sono
sempre di fretta perché lavoro 9 ore al giorno, ecco perché…
quanto ad insegnarti qualcosa, non penso proprio di essere all’altezza XD
a scuola ai temi mi davano 5), elettra1991,
Edvige86 (anche il mio cervello mi sa che sta fantasticando troppo…), ThePirateSDaughter, BigIlly, Mariuccia,
hele (ahah una caccabomba… non ci avevo pensato… potrebbe
essere), zia_addy, Leuconoee, GiulyB (Thò!
Guarda chi si rivede XD non ci posso credere che ti sei rimessa in pari O.O …i
bannerini piacevano un sacco anche a me, ma poi era un impegno farne di nuovi
tutte le volte e ho abbandonato çç) StarlessNight, Eowyn
Al e Scorpius erano usciti dall’Infermeria la mattina dopo
DON’T TELL DAD
33. Kiss the girl
Al e Scorpius erano usciti dall’Infermeria la mattina
dopo. Io e Vanessa ci eravamo alzate un po’ prima per passare da loro, ma
quando eravamo arrivate Madama Chips li stava già dimettendo. Non
dovevano aver dormito molto, i loro occhi erano rossi e stanchi. Sperai solo
che non avessero passato la notte ad insultarsi e a cercare di colpirsi
l’un l’altro.
Ci incamminammo tutti e quattro verso la
Sala Grande per fare colazione. Le persone
che ci incrociavano nel corridoio, ci guardavano perplessi e bisbigliavano tra
loro. Io mi sentii un po’ a disagio.
“Credo che stiano tutti parlando di noi.”
Bisbigliai a Scorpius.
Lui sbuffò una risata e scosse la testa. “Sei solo
paranoica.”
Non appena mettemmo piede in Sala Grande, quasi la
metà degli studenti si voltò verso di noi e cominciò un
brusio generale. Vanessa ed Al andarono a sedersi come niente fosse, ma io mi
voltai verso Scorpius e alzai un sopracciglio.
“Solo paranoica, eh?” Feci.
Scorpius rimase un attimo interdetto, poi scrollò le
spalle. “Chi se ne importa, neanche fosse la prima volta che parlano alle
mie spalle.”
Io accennai un sorriso e scossi la testa.
“Vuoi…?” Lanciai uno sguardo al tavolo dei Grifondoro, come
per chiedergli se volesse fare colazione con noi.
“No, grazie.” Disse con una smorfia.
“Senza offesa.” Si affrettò ad aggiungere.
“Ci vediamo a Storia della Magia, Malfoy.”
Lo lasciai in mezzo alla Sala Grande e andai a sedermi con
Al, Vanessa, le gemelle e Vincent. Mangiai la mia colazione in tutta
tranquillità, dopo così tanto tempo che mi sembrava quasi strano
non sentire più quella sensazione di ansia perenne addosso.
Stavo mettendo in bocca l’ultimo boccone quando Lily
arrivò di corsa e si sedette davanti a me con un sorrisino sulla faccia.
La guardai perplessa guardandomi intorno e alzai un sopracciglio.
“Ti serve qualcosa, Lily?”
Lei scosse la testa. “Oh no.” Disse.
“Volevo solo informarti che tutti ad Hogwarts non fanno che parlare di
voi, vi chiamano la ‘coppia del secolo’. E la scazzottata di ieri
ha fatto passare Malfoy per il grande eroe che per amore difende la sua
fanciulla.”
Io e Al la guardammo entrambi shockati. “Cosa?”
Lily guardò Al con una faccia mortificata.
“Scusami Al, lo so bene come sono andate le cose, ma ammetti che la
versione che gira per Hogwarts è molto più romantica.”
Al si voltò a bocca aperta verso di me. Io lo fissai
per un po’ poi scrollai le spalle. “Beh, non vorrai mica rifartela
con me? O peggio, con Scorpius.”
“E con chi dovrei rifarmela?” Chiese lui
scocciato.
Vanessa sospirò. “Perché non provi con
lei?” Indicò con un cenno della testa Paula, che capeggiava un
gruppo di ragazzine bisbigliando fitto.
Io roteai gli occhi. “Avrei dovuto immaginarlo, chi
poteva mettere a giro una voce così idiota.”
“Scherzi?” Fece Lily. “Grazie a
quell’idiota sei diventata la ragazza più popolare della scuola!
Adesso decine e decine di ragazzi vorranno uscire con te.”
“Oh è fantastico!” Feci io fintamente
entusiasta battendo le mani. Poi la guardai male. “Peccato che non mi
importi niente di uscire con loro.”
Lily sospirò e scosse la testa. “E’
proprio vero che chi ha il pane non ha i denti.”
Al la guardò disgustato. “Ed io che pensavo di
averti tirato su bene… quand’è che hai deciso di seguire le
orme di James invece che le mie?”
Lily fece una smorfia. “Quando sei diventato troppo
noioso. Ma non preoccuparti, da quando hai tirato quel cazzotto a Gill Ryan hai
guadagnato un sacco di punti!”
Al fece per dire qualcosa, ma Vanessa lo baciò sulla
guancia e si appoggiò alla sua spalla e Al diventò tutto rosso e
si rilassò. Io sorrisi appena e mi voltai a cercare Scorpius con lo
sguardo, stava ridendo insieme a Zabini e a dei suoi amici.
“E’ l’ora di andare a lezione.” Fece
Al sbuffando.
Mi avviai verso l’aula di storia della magia con Al e
Vanessa, non prima di aver salutato Lily. Mentre passavamo continuavo a sentire
gli studenti bisbigliare sul nostro conto. Ci vollero solo cinque minuti per
arrivare in classe, ma mi avevano già fatto entrare il mal di testa.
“Dio, ma come fanno mamma e papà a sopportare
tutto questo?”
Al scrollò le spalle. “Solo perché non
ricordi il nostro primo anno, Rosie. Non hanno fatto altro che parlare alle
nostre spalle fino a che non si sono stancati.”
Mi sedetti al suo fianco, Vanessa dall’altra parte, e
appoggiai la testa sulla mano puntellandomi col gomito. “Ho già
abbastanza problemi a casa, non ho intenzione di farmi prendere dai
pettegolezzi a scuola. Che dicano quello che vogliono.”
“Anche perché stanno dicendo la pura
verità.” Disse Vanessa. “Tu esci con Malfoy.”
“Sì.” Dissi. “Ma loro questo non lo
sanno. Pensano che sia
così.”
Ci zittimmo quando Ruf entrò in classe. Di solito
riuscivo a seguire almeno dieci minuti della sua lezione, ma questa volta
resettai il cervello e mi appoggiai sul banco in stand by dall’inizio
alla fine della lezione. Mi guardai un po’ intorno. Vanessa si era
appisolata appoggiata contro la spalla di Al, che invece prendeva appunti
seguendo qualche parola.
Alzai lo sguardo, Scorpius, dall’altra parte della
stanza dirimpetto a me, era praticamente sdraiato sulla sua sedia con fare
annoiato. Zabini catturò il mio sguardo e mi fece l’occhiolino, io
sorrisi timidamente. Anche Scorpius se ne accorse e gli diede un pizzicotto sul
braccio, guardandolo male. Io ridacchiai.
“Ehi, sta parlando di papà…”
Bisbigliò Al verso di me.
Io mi voltai prima verso di lui, poi verso Ruf che
continuava a spiegare con la sua voce cantilenante. “… ed era da
tutti conosciuto come ‘il bambino sopravvissuto’. Ci sono tante
cose da poter raccontare su Harry Potter che riguardano la Storia della Magia, ma
purtroppo il semestre è corto… per questo il signor Potter
è stato così gentile da accettare di incontrarvi con i signori
Weasley.”
Cosa? Mi voltai allarmata verso Al. “Mamma e
papà vengono qui? Ne sapevi
niente?”
Al si sbatté una mano sulla fronte. “Ecco di
che progetto parlava papà. Non ricordavo che anche l’anno scorso
era venuto a parlare con gli studenti, eppure James se ne era lagnato per una
settimana.”
Doveva pure esserci una parola fine ai miei guai, eppure
pareva saltare fuori sempre qualcosa di nuovo. Ricordai tristemente che non
parlavo con papà da prima di Natale. Anzi, a dire il vero era lui che
non parlava con me. Mi morsi un labbro.
“Pertanto avremo un’ora in cui potrete fare
qualsiasi domanda. Vi pregherei di pensarci su e di annotarvele in modo da non arrivare
impreparati all’incontro che si terrà il mese prossimo.”
Evento. Il vero evento sarebbe stato veder entrare
papà tranquillo in aula. Posai la testa sulla spalla di Al.
“Ricordami ancora una volta perché ho iniziato a uscire con
Scorpius.”
“Oh, io non ne ho idea, Rose.” Disse. “Me
lo chiedo da mesi.”
**
“Sei preoccupata.”
Alzai lo sguardo, Scorpius era in piedi davanti a me e
aspettò ancora qualche secondo prima di sedersi. Ero in Biblioteca e
facevo finta di studiare quando in realtà stavo riflettendo su tutta la
situazione. Non sapevo neanche che libro avessi davanti, ne avevo aperto uno a
caso tanto per fare scena e non dare nell’occhio di Madama Pince.
Feci una smorfia. “Cosa te lo fa pensare?”
Lui scosse la testa. “E’ tuo padre, non
potrà essere arrabbiato per sempre con te.” Feci per aprire la
bocca ma mi fermò con una mano. “Sì, lo so, io sono la
causa per cui tu e tuo padre non vi parlate e mi dispiace di aver agito come ho
agito.”
Sbuffai e mi appoggiai sul banco. “Non ce l’ho
con te.” Dissi sinceramente. “Ce l’ho con me stessa. Per non
riuscire a vivere questa storia serenamente.”
Scorpius alzò un sopracciglio. “Esattamente
quand’è che io e te abbiamo convissuto serenamente?”
“Quando non ti comportavi da idiota.” Dissi
prontamente, poi ridacchiai. “Il che non succedeva praticamente
mai.”
“Era un’offesa, Weasley?” Chiese.
“Perché ti ho sentito fare di meglio.”
Scrollai le spalle. “Sono fuori allenamento.”
“Ehi!”
Mi voltai, richiamata da quell’esclamazione. Hugo mi
salutò con una mano sorridendo il suo fantastico sorriso. L’avevo
già detto che adoravo il suo sorriso? Si avvicinò al tavolo ma
non si sedette.
“Credevo di poter trovare te, Rosie, ma addirittura la
coppia del secolo insieme in Biblioteca…” rise. “Ciao
Scorpius.”
Scorpius rimase un attimo sorpreso dal fatto che Hugo
l’avesse salutato. Probabilmente era abituato ai modi poco gentili di Al
e Vanessa, e di certo non si aspettava un sorriso da qualche mio parente.
“Ciao… ehm…” Mi guardò in
cerca di aiuto.
“Hugo.” Suggerii.
“Hugo.” Echeggiò Scorpius annuendo.
Hugo gli sorrise di nuovo poi si voltò verso di me.
“Ehi, Al mi ha detto che stai diventando una specie di paranoica
schizofrenica… speravo che potessimo avere solo la zia Muriel come pazza
di famiglia, ma se sei proprio decisa a seguire le sue orme…”
Io sospirai e scossi la testa. “Al esagera come al
solito. E non ho nessuna voglia di diventare come zia Muriel.” Dissi.
“Ruf ci ha detto che a fine mese verranno mamma e papà a tenere
una lezione.”
“Oh.” Fece Hugo annuendo. “Capisco.”
“Mamma e papà hanno mandato qualche
lettera?” Chiesi.
Hugo si grattò la nuca facendo una piccola smorfia.
“Beh, a dire il vero qualcuna sì. Ma sono tutte da parte di mamma.
Credo che lei e zio Harry stiano cercando di far ragionare papà. Mentre
zia Ginny lo sta strigliando ben bene.”
Scorpius ci guardò un po’ confuso.
“Credevo che Ginny Weasley fosse più piccola di tuo padre.”
Io e Hugo ci guardammo e scoppiammo a ridere.
“Infatti.”
Hugo scrollò le spalle. “Scusate il disturbo,
adesso vado. Lily ed io andiamo ad Hogsmeade, vi serve qualcosa?”
Lo fissai confusa. “Ma oggi non è giorno di gita.”
Hugo ridacchiò. “Sì, lo so.”
Salutò con la mano. “Ciao, ciao.”
Io e Scorpius rimanemmo in silenzio guardandolo andar via
fino a che Scorpius non scoppiò a ridere e scosse la testa tra
sé. “Mi piace tuo fratello!”
Io sorrisi e pensai a Vanessa che diceva esattamente la
solita cosa. “Sì lo so, mio fratello piace a tutti.”
Corrucciò la fronte ma continuò a sorridere.
“E’… strano. E’ strano che mi saluti
così.”
Io alzai un sopracciglio. “Dicendo ‘ciao
Scorpius’? Io lo trovo perfettamente normale.”
Lui mi guardò male. “Lo sai cosa
intendo.”
Annuii e scrollai le spalle. “Sì lo so, ma Hugo
non è come mio padre. O come Al. Hugo non giudica mai nessuno e cerca di
andare d’accordo con tutti. Per questo tutti lo adorano.”
Scorpius fece mezzo sorriso e alzò un sopracciglio.
“Non finite mai di stupirmi, voi Weasley.”
Io alzai un sopracciglio cercando di trattenere un sorriso.
“E’ proprio questo che ti attira di noi, non resisti al fascino del
mistero.”
“E’ vero, lo ammetto.” Fece lui portandosi
indietro. “Dopo tanti anni non sono ancora riuscito a capirti. Ma sono
sicuro che neanche il migliore tra i legilmens riuscirebbe ad entrare nella tua
mente e risolvere i dubbi dei tuoi meandri celebrali.”
“Oh wow, Scorpius, questo sì che è
parlare aulico.” Lo presi in giro. “E ho tutta l’intenzione
di prenderla come un complimento.”
“Beh, non lo era.”
Stavo per replicare quando sentii ridacchiare un gruppetto
di ragazze. Mi voltai di riflesso, ma non appena le individuai, smisero di
ridere e andarono a nascondersi tra degli scaffali come se niente fosse. Io
sospirai e mi voltai di nuovo verso Scorpius.
“Stavano ascoltando la nostra conversazione, per
caso?” Chiesi cercando di rimanere calma.
Lui scrollò le spalle. “Non ne ho idea, ma di
sicuro stavano guardando in questa direzione.”
Sbuffai. “Non ne posso più di tutta questa
gente che bisbiglia.”
Scorpius soffiò una risata. “E’ la vita
da gossip. Cercano solo di capire se quello che hanno saputo è la
verità. Prima o poi si stancheranno.”
“Come lo sai?”
“Non è la prima volta che sto al centro di un
gossip.” Disse. “Sono Scorpius Malfoy.”
“Come ti pare.” Feci io scocciata. “Adesso
però me ne vado, vado in Sala Comune. Ci vediamo più tardi a
cena?”
Scorpius alzò un sopracciglio facendo un sorrisino.
“E’ un invito?”
Io roteai gli occhi. “A più tardi.”
**
“Qualcuno mi aiuti, non ce la faccio
più!”
Arrivai all’ora di cena stremata. Non dallo studio, ma
dalle mandrie di ragazzine che continuavano a seguirmi ovunque sperando che
incappassi in Scorpius così da poter origliare le nostre conversazioni.
Mi lasciai andare sulla panca accanto ad Al, che alzò un sopracciglio.
“Che ti è successo? Sembra che tu abbia fatto a
cazzotti con la piovra gigante!”
“Ne sarei uscita meno illesa.” Feci sbuffando.
“Ecco cosa succede.”
Indicai con la testa sulla mia sinistra. Delle ragazzine
stavano ancora guardando me e bisbigliando tra loro, passando lo sguardo da me
a Scorpius, che sedeva dall’altra parte della stanza.
“Prima o poi la smetteranno.” Fece Al scrollando
le spalle.
“Io voglio che la smettano adesso! Non sono riuscita a
studiare in tutto il giorno! Sono indietrissimo per gli esami e non voglio
neanche immaginare cosa succederà quando mia madre vedrà i miei
risultati e non ci saranno tutte E.”
“Non ti pare di farla un po’ tragica?”
Chiese Al facendo una smorfia.
Io scossi la testa, lui davvero non si rendeva conto di
quello che stavo passando. “Guarda qua.” Dissi. Mi alzai dal mio
posto e le ragazzine trattennero il fiato per qualche secondo prima di
ricominciare a bisbigliare. Cominciai a camminare per la
Sala Grande, dirigendomi dall’altra
parte della stanza.Gli urletti
eccitati delle ragazzine arrivarono fino alle mie orecchie.
Mi fermai prima di arrivare al tavolo dei Serpeverde, dove
le ragazzine pensavano che fossi diretta, e mi sedetti invece accanto a Vincent
e Gaby al tavolo dei Corvonero.
“Ehi Gaby.” Feci sorridendo. “Come
va?”
Gaby fece un bel sorriso. “Ciao Rose. Come mai da
queste parti?”
Io alzai lo sguardo su Al, che mi fissava allibito, e alzai
le sopracciglia in modo eloquente. “Stavo solo dimostrando ad Al una
teoria molto interessante.”
Gaby fece un sorrisino. “Le ragazzine ancora no te
danno pace, mh?” sospirò. “Scusa se io e Sol no siamo state
molto di compagnia ultimamente, ma ovunque ci sei tu, c’è un
branco de ragazzine che ti segue.”
“Sì lo so, Gaby, e spero che tutto questo
finisca presto.”
Scambiai altre due chiacchiere prima di tornare a sedermi
accanto ad Al alla tavola dei Grifondoro.
“Che ti avevo detto?”
Al mi fissò allibita. “Voi donne sapete essere
davvero degli esseri malefici.” Disse. “Fanno così
sempre?”
“Da stamattina… più o meno.” Dissi
lanciando loro un’occhiata. Le ragazzine si voltarono facendo finta di
niente. “Non riesco più a togliermele di torno.”
Al corrucciò la fronte guardando altrove.
“Io… Rose, credo che… credo che Zabini stia cercando di dirti
qualcosa.”
Mi voltai perplessa. Zabini stava nel mezzo della Sala
Grande, tra il tavolo dei Corvonero e quello dei Tassorosso, e si sbracciava
per richiamare la mia attenzione. Io arrossii e mi voltai verso Al che lo
fissava come se fosse scemo.
“Cosa credi che voglia?”
“Non ne ho idea, Rose.” Disse Al scrollando le
spalle. “Io non capisco i Serpeverde.”
Sospirai una volta ancora e mi alzai dal mio posto. camminai
fino a Zabini con un sopracciglio inarcato, lui continuava a sorridere come se
fossimo all’aperto in riva al lago a prendere il sole in una bella
giornata di giugno.
“Che succede?” Chiesi abbassando la voce.
Zabini scrollò le spalle. “Scusami Rose, io
sono solo un diversivo.”
“Eh?”
Feci appena in tempo a realizzare cosa stava succedendo e a
voltarmi, che Scorpius prese il mio viso tra le mani e mi baciò nel
mezzo della Sala Grande. Le mie palpebre si chiusero, di riflesso, e inspirai
profondamente il suo sapore. Sperai almeno che Zabini si fosse tolto dai piedi.
Quando finalmente ci staccammo, tutta la
Sala Grande aveva gli occhi su di noi.
Scorpius salì in piedi sul tavolo dei Corvonero, io lo fissai shockata.
“Io e Rose Weasley usciamo insieme!” Urlò
perché tutti potessero sentirlo.
Tutti in Sala Grande trattennero il fiato qualche secondo,
poi cominciarono a bisbigliare ancora più fitto di prima. Scorpius scese
dal tavolo e mi sorrise.
“Domani mattina avranno smesso di parlarne,
vedrai.”
Io lo fissai tra l’ammirato e l’allibito.
“Come lo sai?”
“Sono Scorpius Malfoy.”
Disse come aveva fatto in biblioteca. Mi fece l’occhiolino e mi diede un
rapido bacio prima di incamminarsi verso Zabini che aspettava a qualche passo
da noi. “Cerca di non svenire per l’emozione, Weasley.” Disse
ridendo.
Io scossi la testa in un sorriso e con aria sognate tornai a
sedermi accanto ad Al, mentre tutti continuavano a bisbigliare e a ridacchiare
al mio passaggio. Mi lasciai andare con un tonfo sordo. Al mi diede un
scossone.
“Rosie!” Fece quasi schifato. “E smettila
di grondare di miele per quell’idiota. Mi fai venire da vomitare!”
Io sorrisi tra me. “Non ti sei mai guardato allo
specchio dopo che Vanessa ti dà un bacio, non è vero?”
Al arrossì a dismisura e bofonchiò.
“Chiudi il becco.”
**
Welcome back my
friends!
Oggi sono un po’
più riposata perché ringraziando il cielo non ci hanno fatto
lavorare stamattina… che bello!! Anche perché ultimamente sto
diventando talmente pigra e non sto scrivendo per niente… lo so mi ci
vuole una tirata di orecchie…
Ormai però
ragazzi, ve lo devo dire, siamo arrivati a fine… i capitoli sono pochi
anche se non so ancora quanti ce ne saranno ancora.
Zabini continua a
farvi sognare XD non pensavo che il fatto che si chiamasse Dylan vi
destabilizzasse così tanto, io l’ho fatto dire a Rose solo
perché per tutta la storia lei l’aveva conosciuto solo come
Zabini… ma l’importante è che sia piaciuto XD
Poi avrei una sorpresa
per voi… ma vi lascio ancora un po’ sulle spine XD
Grazie a tutti voi!
Giuly B (puntualissima,
brava nons! XD), Raim, mrs snape (ahah,
non preoccuparti, non me l’ero presa), Leuconoee, ElseW, BigIlly (beh, meglio Dylan che Albus non credi?),
Edvige86, _Jaya (Penso di averti
risposto nei righi precedenti), Nabiki93,
ThePirateSDaughter, zia_addy (la cosa più triste è che so
perfettamente come si usa muy e come si usa mucho… e ancora non mi spiego
come mi sia venuto in mente di scrivere mucho male…sono entrata in una
depressione profonda), Lyla91, mimmyna,
Eles Weasley, hele (grazie per averlo notato XD sei stata l’unica), lary095, elettra 1991, Sif (a chi lo
dici, il tempo non è mai troppo), Hiromi91
(ahah, diciamo che è il caldo dai… sì, si sono rimessi
insieme), Solly (grazie mille per i
complimenti!), Kayak chan, StarlessNight
(no, non me la prendo affatto… sono punti di vista, può darsi
anche che sia così, lungi dall’essere la scrittrice perfetta ^^)
Per una volta Scorpius aveva davvero fatto qualcosa di sensato e da
quando mi aveva baciata davanti a tutti in Sala Grande, improvvisamente tutti
avevano smesso di parlarne
DON’T TELL DAD
34. What do youthink?
Per una volta Scorpius aveva
davvero fatto qualcosa di sensato e da quando mi aveva baciata
davanti a tutti in Sala Grande, improvvisamente tutti avevano smesso di
parlarne. Eravamo ormai passati di moda. Anche se qualche ragazzina scoppiava
ancora a piangere quando io e Scorpiuscamminavamo fianco a fianco.
Erano gli inizi di Febbraio ed avrei
dovuto studiare sodo per gli esami di fine anno. Ed era quello che stavo facendo appena un’ora prima, con Al in
biblioteca, ma poi era arrivata Vanessa e ci aveva proposto una gara a palle di
neve. Così adesso ero nel parco di Hogwarts,
zuppa di neve, le guance rosse e il fiatone per il troppo ridere.
“Arrenditi Albus!”
Al scosse la testa.
“Giammai!” Urlò tra le risate. Mi lanciò
un’altra palla di neve ma io mi abbassai e
colpì Vanessa che stava dietro di me. “Ops!”
Fece Al.
“AlbusPotter,
tu sei letteralmente un uomo morto!”
Vanessa prese una bella manciata di
neve e cominciò a correre dietro ad Al, che come un bambino piccolo
scappò urlando a squarciagola. Io mi fermai un attimo a corto di fiato e
scoppiai a ridere guardandoli giocare tra loro. Era una vita che non ridevo
così.
“Era una vita che non ti sentivo
ridere così.”
Allora non era solo una mia impressione. Mi voltai, Scorpius sorrideva sornione
appoggiato ad un albero, munito di cappellino, guanti e sciarpa in coordinato
verde-argento. Corrucciai la fronte sorridendo.
“Mi hai mai sentito davvero ridere?”
Scorpius si mise dritto e
scrollò le spalle. “Non quando parlavi con me. almeno che tu non
ridessi di me, è chiaro.” Disse. “E
contando che è da un sacco di tempo che ormai non ti prendi
più gioco di me, direi che è davvero da un bel po’ che non
ti sentivo ridere così.”
Io sbuffai una risata e gli lanciai un po’ di neve,
colpendolo sul giaccone. “Io mi prendo continuamente beffa di te, Malfoy.”
Scorpius alzò un
sopracciglio abbassando appena lo sguardo sul punto dove la neve aveva colpito
la giacca. “Lo vedo. Avevi detto che non
potevamo vederci perché dovevi studiare.”
Io arrossii e mi grattai la nuca. “Beh, lo so
ma…” Le urla di Vanessa ed Al arrivarono alle mie spalle ed io feci
un sorrisino di scuse prima di scrollare le spalle. “Vanessa ha tanto
insistito.”
“Pensavo che fossi molto indietro sulla tabella di
marcia.” Fece Scorpius
sorridendo appena. “Magari possiamo studiare insieme. Ho la camera a
completa disposizione, Dylan e i
ragazzi…”
Alzai le mani. “Frena, frena,
frena.” Scossi la testa. “Io non verrò mai nella tua
camera.”
Scorpius scoppiò a ridere.
“Non ho mai mangiato nessuno, sai?”
“Ma morso sì,
scommetto.” Lo guardai, Scorpius che non disse
niente ed io diventai subito paranoica. “Okey,
non voglio saperlo.”
“Non sono venuto fin qui per chiederti di studiare, comunque. Volevo solo sapere che hai
intenzione di fare la settimana prossima.”
Io lo guardai confusa. “Beh, non ne ho idea… c’è
qualcosa di importante da fare la settimana
prossima?”
Scorpius alzò un
sopracciglio. “San Valentino.”
“Oh.” Oh! “E vorresti che facessimo qualcosa… insieme?”
“Non so davvero se sia una specie di malattia o se
semplicemente diventi più scema col passare del tempo, Weasley.” Disse scotendo la testa incredulo. “Sei mai andata
al San Mungo per un check up completo?”
Io lo guardai male e lo raggiunsi in due passi. “Non
ho davvero nessuna voglia di farmi insultare da te, Malfoy,
quindi perché non ti fai un nodo alla lingua e torni quando avrai
qualcosa di serio da dirmi?”
Scorpius si leccò le labbra
e scosse la testa guardando altrove. “Vacci piano con tutta questa
grinta, sono pur sempre un uomo.” Disse.
“Mi eccito facilmente.”
Arrossii e feci un passo indietro abbassando la testa.
“Cosa stavamo…?”
“San Valentino.” Disse di nuovo. “Vuoi
fare qualcosa?”
Io scrollai le spalle mordendomi un labbro. “No, se
non ne hai voglia. Non m’importa molto di San Valentino. Potremmo andare
in biblioteca e studiare un po’.”
Scorpius alzò un
sopracciglio e sospirò. “Alle dieci nell’ingresso principale.”
Disse andandosene.
“Ehi!” Feci cercando di richiamarlo indietro.
“Ehi!!” Urlai ancora più forte, ma Scorpius non diede nessun cenno di volersi fermare. Rimasi
ferma nella neve, a bocca aperta, fissando un punto indefinito nel vuoto.
“Cavolo, mi ha fregato!”
“Chi ti ha fregato?”
Mi voltai, Vanessa ed Al erano
completamente zuppi e col fiatone ma finalmente avevano smesso di rincorrersi.
Vanessa mi guardò preoccupata. Io sospirai.
“Scorpius.” Dissi.
“Vuole portarmi fuori per San Valentino.”
“Oh.” Fece Vanessa scambiandosi
un’occhiata con Al. “Beh sembra una cosa…
carina?”
Io guardai Al con un sopracciglio
inarcato. Sapevo che stava morendo dalla voglia di dire qualcosa. “Che schifo.” Disse. “Scusami Rosie,
ma davvero non riesco a immaginare te e Malfoy sotto l’effetto della magia di San
Valentino… siete troppo… troppo…”
“Cinici?” Suggerii io. “Sì, grazie
Al, lo so.”
“E’ solo una stupida festa, Rose.” Fece Al con una smorfia
Vanessa guardò Al allibita.
“Credevo che ti piacesse uscire insieme per San Valentino.”
“Mi piace che noi
usciamo insieme.” Disse. “Ma non lo faccio
perché è San Valentino. E comunque
è una festa totalmente non da Rose. Vedere Rose
che festeggia San Valentino sarebbe come vedere te che sei contenta che sia Halloween.”
Vanessa ci pensò su. “Cavolo… hai proprio
ragione.”
Io sospirai chiudendo gli occhi afflitta.
“Dove credete che voglia portarmi? Non
sarà diventato tanto pappamolle da portarmi da Madama Piedidiburro, vero?”
“Dio, spero di no!” Fece shockata Vanessa.
“Quel posto è un incubo! Paula è l’unica che riesce a
sopravvivere in quel posto per più di cinque minuti!”
Io corrucciai la fronte. “Ma Gaby e Vincent non ci vanno
sempre?”
“Infatti.” Disse
Vanessa ovvia. “Sono Gaby e Vincent. Li hai mai
visti lontani per più di cinque minuti?”
“A dire il vero no.” Dissi pensandoci su. Era
come se vivessero costantemente insieme. “Al, hai
creato un mostro.”
“Ehi, io li ho solo presentati.”
Vanessa fece una smorfia e mi guardò. “Beh,
cosa pensi di fare? Ci andrai?”
Io sospirai e scrollai le spalle. “Se non altro spero che sia meglio dell’uscita con Lysander.”
**
“Forse potremmo uscire tutti e quattro insieme.”
Io ed Al ci voltammo entrambi verso Vanessa, mentre
aspettavamo nell’ingresso davanti alle scale il giorno di San Valentino.
Al la fissò come se avesse voglia di vomitare.
“Spero tu stia scherzando. Io non esco con Malfoy.”
Io sospirai per l’ennesima volta, battendo
freneticamente un piede a terra. Io a San Valentino avevo sempre applicato la
teoria del cerotto: veloce e indolore. Varie coppiette ci passavano accanto,
lanciandoci occhiate un po’ confuse, altre erano talmente immerse
l’uno nell’altra che non sembrava neanche si
rendessero conto dove stavano andando.
“Spero solo che non voglia portarmi a Mielandia.” Dissi ricordando
l’anno precedente quando ero uscita con Lysander. “L’ultima volta che ci siamo visti
lì, ci siamo insultati.”
Vanessa rise e scosse la testa. “Se doveste evitare
tutti i posti dove vi siete insultati finora, dovreste
uscire a Londra.”
Al fece unasmorfia. “No, sono abbastanza
sicuro che si siano insultati anche lì.”
Stavo per rispondere ad Al quando
con la coda dell’occhio vidi Lily che rideva camminando insieme a due
ragazzi. Era abbastanza difficile non notarla in effetti
dato i suoi capelli fiammanti che ondeggiavano. E non ci sarebbe stato niente
di strano, se non che stesse camminando fianco a
fianco con Hugo… e Scorpius.
Ci raggiunsero ancora chiacchierando tra loro. Noi tre li
guardammo un perplessi, ma quella più shockata
dovevo essere senz’altro io. Da quando Scorpius
faceva conversazione con Lily e Hugo?!
“Ciao.” Fece Scorpius
con un sorriso.
“Ciao.” Alzai un sopracciglio lanciando uno
sguardo a Lily e Hugo. “Cosa…”
Lily scrollò le spalle. “Ci siamo incontrati
scendendo e abbiamo fatto la strada insieme. Non ci
crederai mai, Rose, ma la mamma di Scorpius riesce a inventare nomignoli molto più imbarazzanti di
quelli di zia Audrey, tipo…”
Scorpius tossì prima che
Lily continuasse. “Sì, beh… bella maglia, Potter.”
Al incrociò le braccia.
“Sicuramente migliore della tua. Era così quando
l’hai comprata o qualcuno ci ha vomitato sopra?”
Vanessa prese Al sottobraccio e cominciò a
trascinarlo via. “Perfetto! Allora noi andiamo, ci
vediamo più tardi, mh?
Divertitevi!”
Al continuò a guardarci torvo
mentre Vanessa lo tirava sempre di più, cercando di trascinarlo fuori
dal Castello. Io mi passai una mano sulla faccia, stressata e mi chiesi quando Al l’avrebbe fatta finita di dare sempre
addosso a Scorpius.
“Prima o poi si
stancherà.” Fece Hugo sorridendo
incoraggiante a Scorpius. “Ce ne andiamo anche io e Lily, divertitevi.”
Io li fissai allibita. “Uscite insieme per San
Valentino?”
Lily scrollò le spalle. “Beh, siamo costretti a
fingere di stare insieme.”
“Madama Rosmerta offre Burrobirra gratis solo alle coppie.”
Spiegò Hugo.
Salutarono e si presero a braccetto, guardarli insieme era
raccapricciante, e si incamminarono insieme a tutte le
altre coppiette sul sentiero per Hogsmeade. Mi
avvolsi la sciarpa attorno al collo e mossi qualche passo, maScorpius mi trattenne per il maglione. Mi voltai
verso di lui, corrucciata.
“La sciarpa non ti servirà.”
Io lo fissai sempre più confusa. “Sei tu che mi
hai chiesto di vederci per San Valentino.”
“Infatti.” Disse con
mezzo sorriso. “Ma non usciremo dal Castello.”
Mi fece cenno di seguirlo e si infilò
le mani in tasca, camminando lento lungo il corridoio. Io gli stetti dietro,
curiosa. Per un attimo pensai che volesse trascorrere il San Valentino in
Biblioteca anche quest’anno, ma quando arrivammo alle prime scalinate invece di salire, scese.
Rimasi un attimo perplessa, ma non dissi niente,
cercando di capire dove diavolo fosse diretto. Solo quando la luce
diventò verde capii dove eravamo diretti.
“I sotterranei?” Feci. “Malfoy, dove mi stai portando?”
Lui si voltò appena e ridacchiò.
“Rilassati, Weasley,
siamo quasi arrivati.”
Si fermò solo alla fine di un lungo corridoio tetro,
davanti ad un rientro incavato nella roccia. Lo sentii sussurrare qualcosa e
l’incavo si aprì lasciandoci il
passaggio. Il che mi ricordo il buco della Signora Grassa.
Il che mi fece realizzare dove fossimo.
“La tua Sala Comune?!”
Chiesi allarmata. “Pensavo di averti detto di non volerci venire!”
“Hai detto di non voler venire nella mia camera.” Fece Scorpius con mezzo
sorriso facendomi cenno di entrare. “Prima le
signore.”
“Non sono sicura…”
Lui rise. “Coraggio, non c’è
nessuno.”
“E’ proprio questo che mi spaventa.”
Mi fece di nuovo cenno di entrare e questa volta sospirai
varcando la soglia. Tutta la stanza aveva uno strano colore verdognolo, ma non
c’era puzza di umido come avevo pensato. Anzi, i
mobili erano tutti di legno massello e i divani ricoperti di pelle verde. Mi
guardai intorno spaesata, anche se assomigliava molto
alla Sala Comune dei Grifondoro. C’era persino
il camino acceso.
“Accomodati.” Disse indicando il divano.
Io alzai un sopracciglio ma mi
sedetti. Ormai che c’ero, di certo non volevo starmene in piedi come una
scema. Si sedette accanto a me ed io lo guardai
nervosamente, tamburellando le dita sulla coscia. Scorpius
scoppiò a ridere.
“Dio, vuoi rilassarti due secondi!”
“Beh, scusa.” Ritorsi io. “Ma continuo a
pensare che ci sia qualcosa sotto.”
Scorpius scosse la testa fissando
il fuoco. “Andiamo, ti ho mai solo sfiorata?”
No, in effettino.
Ed era abbastanza strano dato che avevo visto le sue mani su molti sederi, ad Hogwarts. “No.” Dissi. “Ma sono sicura che ci stai pensando.”
“E’ ovvio che ci penso, Weasley,
sono un uomo!” Fece allargando le braccia.
Mi morsi un labbro. “E allora
perché siamo qui?”
Lui si lasciò andare contro alla spalliera mettendosi
più comodo e chiuse gli occhi, alzando un sopracciglio. “Non
è questo il vero significato di San Valentino? Passare del tempo da
soli?”
“Credevo che fosse fare in modo che i commercianti ci
guadagnino sopra.”
“Sei sempre così cinica.” Fece lui con
mezzo sorriso. “Lo adoro.”
“Grazie.” Sospirai e chiusi gli occhi,
lasciandomi andare contro al divano, proprio come aveva fatto Scorpius. Sobbalzai appena quando
sentii qualcosa sfiorare i miei capelli, ma poi mi accorsi che era solo il
braccio di Scorpius attorno alle mie spalle. Mi
lasciai andare da una parte appoggiandomi sulla sua spalla e pensai che
pateticamente dovevamo sembrare una di quelle
coppiette da film.
“Sei ancora preoccupata?” Sussurrò.
Mi voltai a guardarlo, aveva ancora
gli occhi chiusi. “Di cosa stai parlando?”
“Tuo padre.” Disse a voce bassa. “Sei
ancora preoccupata?”
Oh. Lo ero? Ultimamente non ci avevo pensato molto.
“Non lo so.” Scrollai appena le spalle. “Cosa
potrebbe farlo arrabbiare più di così?”
“Un anello al dito, probabilmente.”
Ridacchiò Scorpius aprendo gli occhi. “Ma non è mia intenzione dartelo.”
E ne fui sollevata, ci mancava solo
che mi venisse un altro infarto e probabilmente ci avrei rimesso la pelle,
stavolta. Anche papà non sarebbe sopravvissuto.
Due lutti in famiglia, non credo che mamma e Hugoavrebbero potuto sopportare tanto.
“A dire il vero, ho qualcosa da darti.”
Mi voltai verso di lui, che stava frugando nella tasca dei
pantaloni. Mi mostro poi un pugno chiuso ed io corrucciai
la fronte, ma quando aprì la mano, una catenina cascò tra le sue
dita. Era la rosa di rubellite.
Io alzai appena lo sguardo su di lui, imbarazzata.
“Vuoi ridarmela?”
“E’ tua.” Disse scrollando le spalle.
“Era un regalo per il tuo compleanno.”
Adesso che me lo rammentava, mi venne una cosa in mente.
“Come facevi a sapere quando era il giorno del
mio compleanno? Dubito di avertelo mai detto.”
Scorpius rise e scosse la testa.
“A volte sei davvero ingenua, Weasley. Sei la primogenita di Ron
ed HermioneWeasley, ti
aspetti davvero che la gente non sappia la tua data di nascita? Ma almeno lo sai che tutti i giornali hanno scritto di
te?”
“No.” Dissi io sinceramente. “Non ho
saputo che mamma e papà erano famosi fino a quando
non ho compiuto cinque anni.”
Scorpius mi guardò con un
sopracciglio inarcato, come se fossi completamente matta. “E non ti
è mai venuto all’occhio che tutti li salutassero
quando li trovavano per strada?”
Io scrollai le spalle. “Pensavo solo che fossero gentili.
Mamma mi ha sempre detto di salutare tutti.”
Scorpius mi fissò per un
po’. “Tu… sei davvero strana.”
Feci per replicare maScorpius mi tappò la bocca al suo solito modo. Ed
era un modo che ormai adoravo, anche se dovevo ammettere che odiavo
quando la gente non mi faceva replicare. Mi baciò con tanta
irruenza che dovetti fare attenzione a non cadere e
cercai di appoggiarmi come potevo ad un lato del divano.
Sentii una specie di rumore come se qualcosa stesse franando
lentamente e Scorpius si staccò
da me e alzò la testa oltre la spalliera del divano verso
l’entrata.
“Vedrai che ti piacerà.” Riconobbi la
voce di Zabini. “E
sentiti completamente libera di… Scorpius?”
“Dylan! Ma
che diavolo…” Scorpius sospirò
pesantemente. “Che ci fai qui?”
“E’ il mio giorno.” Disse senza che io
capissi di che stesse parlando. “La seconda domenica del mese.”
Scorpius scosse la testa.
“Oggi non è domenica. E’ una festa. E’ San
Valentino.”
“Oh giusto! Ecco perché sono qui, perché
questo giro la festa spetta a me.”
“No, Dylan, tu ti sei preso
il Natale! Il San Valentino era mio.”
Io ancora non riuscivo a capire un accidente
maZabini improvvisamente mi illuminò.
“Lo so, ma tu hai detto che potevo prendermelo
perché non saresti mai riuscito a convincere la Weasley
a… oh! Oh, ciao Rose!”
Mi ero appena tirata su dal divano per riuscire a vedere Zabini e la sua fiamma e improvvisamente tutti i pezzi del
puzzle tornarono al loro posto. Io guardai Scorpius delusa. “Così non era come pensavo,
eh? Ero solo paranoica?”
Scorpius si alzò in piedi
sospirando e si umettò un labbro. “Non è come pensi, non volevo…”
“Sono sicura di no.” Dissi io velenosa. Mi
voltai verso Zabini. “Non avrei mai creduto di
dover ringraziare proprio te, Zabini, per aver
salvato la mia innocenza… ma il mondo è
davvero strano.”
Zabini sembrò un po’
in imbarazzo. “Oh beh… prego?”
Scossi la testa guardando Scorpius.
“Sei disgustoso.” E prima che potesse replicare me ne andai a gran passo e uscii dalla stanza, lasciando che la
porta di roccia si richiudesse dopo di me.
Ero così arrabbiata, più con me stessa che con
Scorpius, che delle lacrime di rabbia mi appannavano la vista e non vedevo neanche dove stessi
andando. Riuscivo solo a vedere riflessi verdi e grigi. Ma
potevo davvero aspettarmi di meglio? Era ScorpiusMalfoy e sicuramente c’era un motivo più che
valido se tutte le ragazze di Hogwartsavrebbero voluto stare con lui. E
si raccontavano storie sul suo conto. Storie che meritavano più di
cinquanta punti tolti a Serpeverde.
“Rose!”
Come sentii quella voce il cuore mi
balzò in gola e cominciai a camminare più in fretta, quasi
correre.
“Rose, aspetta!” Mi tirò per un braccio ma io mi divincolai senza voltarmi. Ci mancava solo
che mi vedesse piangere, potevo essere più patetica di così?
“Mi dispiace, Rose, mi dispiace tanto. Non
è come pensi, Dylan è un idiota.”
Io riuscii solo ad alzare gli occhi al cielo cercando di
vedere qualcosa in mezzo a tutte quelle lacrime e feci un grosso sospiro.
“Non…” Mi fermai per prendere fiato cercando di non singhiozzare.
“Non ho voglia di parlarne adesso.”
Ci fu un attimo di silenzio in cui mi venne il dubbio che se
ne fosse andato. Poi parlò di nuovo. “E
potremo parlarne?”
Io mi morsi un labbro e scrollai le spalle.
“Forse.”
“Okey.” Disse.
Lo lasciai lì, in mezzo ai sotterranei tra
l’umido delle pareti, mentre correvo via con ancora le lacrime agli
occhi. Volevo solo arrivare al mio letto a baldacchino e chiudermi dentro
lasciando il mondo fuori.
Ero una stupida.
**
Hellomyfriends!!
Sono riuscita ad aggiornare
ed è un miracolo dato che questa settimana non avevo scritto neanche una
parola. Sempre più vicini alla fine ed ormai che ci stiamo addentrando
nell’estate (tra l’altro non si nota, dato il freddo gelido che
c’è…(!)) non posso fare altro che
ringraziarvi di continuare a seguire in numerosi nonostante i vari esami e le
ferie…
… tra
l’altro in così numerosi che “Don’ttelldad” è riuscita
ad entrare nelle storie più popolari come fanfiction
con più recensioni! Grazie di cuore, vi adoro!
Mi sto seriamente
impegnando per il progetto di settembre, che vi svelerò nel prossimo
capitolo o al limite in quello seguente.
Che altro dire, grazie
ancora a tutti e per chi parte buone ferie ^^
Era la mattina dopo San Valentino e stavo facendo colazione
con Al e Vanessa. Avevo già raccontato tutto a Vanessa, che aveva
raccontato tutto ad Al, che stava facendo del suo meglio per non alzarsi e
prendere a pugni Scorpius. Io lanciai un’occhiata di sbieco a Malfoy,
mentre alcuni studenti ci guardavano curiosi.
“Non so se ne ho voglia.” Dissi.
Scorpius si guardò un attimo attorno e abbassò
la voce. “Per favore, Rose, non farmi supplicare.”
Io mi scambiai uno sguardo con Vanessa, che scrollò
semplicemente le spalle. Mi alzai lentamente, lasciando il mio piatto mezzo
pieno. Ero sicura che al mio ritorno Al lo avrebbe già finito. Feci per
seguire Scorpius ma la voce di Al mi trattenne.
“Malfoy?” disse cupo. Scorpius si voltò.
“Spero per te che questo sia un gran malinteso.”
Scorpius annuì ma non disse nulla, sembrava
imbarazzato. Lo seguii senza nessuna voglia, attraversammo tutta la
Sala Grande e mi fece strada fino ad
arrivare alla prima aula vuota. Andai a sedermi sulla cattedra senza mai
guardarlo in faccia. Lo sentii sospirare.
“Mi dispiace.” Disse.
Io mi morsi un labbro. “Questo lo hai già
detto, possiamo passare al prossimo argomento?”
Rimase un attimo in silenzio, poi prese una sedia vicino a
lui e la trascinò davanti a se mettendosi a cavalcioni, si
appoggiò coi gomiti sulla spalliera e mi fissò per un po’.
Io mi sentii un po’ in soggezione. “Quello che ha detto Dylan…
insomma noi abbiamo una specie di sistema per…”
“Per portarvi a letto le ragazze senza avere nessuno
tra i piedi?” Lo aiutai io con una smorfia. “Sì, ci ero
arrivata.”
Scorpius sospirò. “Beh, d’accordo,
sì! Sì, lo scopo era proprio quello e usiamo questo sistema da
anni.” Io lo guardai in shock. “Mi dispiace, ma non ti aspettavi
davvero che io fossi… insomma…”
Io senti la gola stringersi in un nodo. “Certo che
no.” Dissi. “Ho sentito tante storie sul tuo conto.”
“Già, di cui almeno la metà sono false.”
Disse lui guardandomi dritto negli occhi. “In ogni modo, il fatto che ti
abbia portato in Sala Comune solo perché era il mio giorno non significa
affatto che stessi cercando di… circuirti.”
“Sono sicura di no.” Feci sarcastica.
“Cercavi solo qualcuno con cui giocare a scacchi.”
Scorpius si alzò di scatto dalla sedia, io sobbalzai
dallo spavento, e si passò una mano tra i capelli, frustrato.
“Maledizione Rose! Ci penso, ok? Ci penso almeno quattro o cinque volte
al giorno e ammetto che se potessi ti prenderei su quella cattedra in seduta
stante, ma non posso!”
Io lo fissai tra lo shockato e il confuso. “Non…
puoi?” Chiesi corrucciando la fronte.
“Non finché tu non mi darai il via
libera.” Si spiegò. “Non voglio forzare le persone a fare
cose che non vogliono. Non l’ho mai fatto. L’altra sera volevo solo
poter passare un po’ di tempo insieme.”
Io mi morsi un labbro. “Cinque volte al giorno non ti
sembra un po’ eccessivo?”
“Ti sei guardata allo specchio recentemente?”
Chiese lui alzando un sopracciglio. “La tua gonna è più
corta del solito, la tua camicia più slacciata, le tue labbra sono
più morbide e i tuoi capelli più mossi!”
Io lo guardai come se fosse scemo. “E i tuoi ormoni
più gonfi.” Dissi. “Sono esattamente uguale a prima. Anzi,
la mia camicia è più abbottonata perché fa un freddo
glaciale e se posso metto anche il golfino.”
“Sono io, vero?” Fece lui improvvisamente
frustrato. “Sono io che sono disperato.”
Io lo guardai seriamente perplessa. “Non pensavo che
avessi un problema fino a questo punto, l’astinenza ti crea davvero dei
seri disturbi.” Dissi. “Prima di adesso, quanto sei stato al
massimo senza…”
Scorpius alzò lentamente gli occhi senza dire niente.
Io continuai a fissarlo in attesa di una risposta. “Non lo so.”
Fece scrollando le spalle. “Una settimana?”
“Una…” Lo guardai a bocca aperta.
“Ma come diavolo hai fatto?”
Sembrò quasi che volesse andarsene, poi si rimise a
sedere. “Senti, non ho davvero voglia di parlare di questo con te. Non
è proprio il caso.” Disse. “Volevo solo scusarmi per
l’altro giorno.”
“Ci sono davvero così tante ragazze ad
Hogwarts?” Feci io riallacciandomi al discorso di prima. Non volevo
essere petulante, ma per me era un bello shock!
“Questa è una delle tante cavolate che girano
sul mio conto.” Fece lui alzando gli occhi al cielo. “Non è
vero che cambio una ragazza al giorno. Alcune sono durante anche qualche mese,
sai?”
Io lo fissai a bocca aperta. “Ed io cosa sono, una
specie di record personale?”
“Tu sei il più grosso problema che sia mai
entrato nella mia vita, Weasley!” Fece frustrato. “Prima di te, era
tutto nella norma. La mia vita era pressoché perfetta, spensierata, come
dovrebbe essere. Ed invece tu riesci di fare tutto un problema e non
c’è mai verso di stare tranquilli per cinque minuti! Dio, ma ti
rilassi mai?”
Io gli lanciai un’occhiataccia. “E questo
è il tuo modo di scusarti? Se non ti va bene come sono fatta,
perché io sono fatta così, lasciami e basta! Me ne saprò
fare una ragione!”
“Bene, lo farò!”
“Bene!”
Scorpius cominciò a marciare a passo pesante in
direzione della porta. Dovevo averlo fatto proprio arrabbiare. Sospirai e
abbassai la testa, aspettando di sentire la porta che sbatteva. I passi si
fermarono e la porta non sbatté mai. Quando rialzai la testa, Scorpius
aveva appena fatto dietrofront e stava marciando verso di me con lo stesso
passo pesante.
Mi venne addosso con tanta irruenza che la cattedra si
spostò indietro di qualche centimetro, con una mano ferma dietro la mia
nuca mi baciò con tale foga che sembrava volesse divorarmi. Io mi
lamentai per un po’ dentro la sua bocca, ma poi lo lasciai fare.
“Signor Malfoy!”
La voce scandalizzata della McGrannitt ci fece sobbalzare
entrambi. Scorpius si spostò di lato ed io mi ritrovai a faccia a faccia
con la Preside,
arrossendo come una pazza.
“Miss Weasley!” Fece ancora più
scandalizzata. “Siete entrambi in punizione! A partire da questo esatto
momento!”
Io e Scorpius ci scambiammo un’occhiata ed entrambi
dovemmo fare del nostro meglio per non scoppiare a ridere in faccia alla McGrannitt.
“Non oso pensare che cosa direbbero i vostri genitori!
Dovreste vergognarvi!” disse con una voce talmente acuta che sembrava
stesse per strozzarsi. “E cosa ci fate qui prima dell’ora di
lezione?”
Scorpius si schiarì la gola cercando di restare
serio. “Cercavo di scusarmi.”
La
McGrannitt fece una smorfia. “E pensare che ai miei
tempi si usavano i fiori…”
**
Al passò a trovarmi il giorno dopo all’ora di
pranzo in Sala Trofei. La
McGrannitt, dopo quello che aveva visto con i suoi occhi, aveva
pensato bene di mettere me a pulire trofei e Scorpius a dare una mano agli Elfi
nelle cucine. Immaginavo poi che si fosse rinchiusa nel suo ufficio e seduta in
un angolino buio, per dimenticare quelle terribili immagini.
“Non posso crederci!” Aveva detto Al in pieno
shock quando gli avevo raccontato tutto. “E’ un miracolo che la McGrannitt non vi abbia
espulso!”
Io risi. “Sai cosa?” dissi scrollando le spalle.
“Non m’importa.”
Al alzò un sopracciglio sedendosi a terra al mio
fianco. “Non t’importa d’essere espulsa? Rose, ma ti senti
quando parli?”
Io smisi di lucidare un trofeo e mi voltai verso di lui.
“Credi che sia l’unica ad essere cambiata, Al? Sei il capitano di
Quidditch e stai con Vanessa Miller. Se solo te lo avessi detto qualche anno
fa, avresti sicuramente storto la bocca. Sia per l’una che per
l’altra.”
Al ci pensò un attimo su. “No, forse per quanto
riguarda Vanessa…” Io lo guardai male. “D’accordo, sono
cambiato. Siamo tutti cambiati, ma permetti che sia un attimo perplesso se
proprio tu fra tutti dici che non t’importa niente di essere
espulsa.”
Io alzai gli occhi al cielo. “Non è che non
m’importa di essere espulsa, Al. E’ solo che… è il
nostro ultimo anno e in tutti questi anni di scuola non mi sono mai divertita
davvero. E’ quest’anno è stato strano, difficile,
movimentato… ma è stato un anno diverso. Sai, adesso riesco a
capire quello che intendeva dire James.”
Al fece per ribattere ma poi scosse la testa e
sopirò. “Sai cosa? Hai ragione. Non mi sono mai sentito
così vivo da quando ho cominciato a giocare a Quidditch. Ed io odiavo il
Quidditch.”
“Sì, lo so.” Feci con un sorriso.
“E pensi di poterti abituare all’idea di me e Malfoy
insieme.”
Fece una smorfia. “Non mi piace.”
“Beh, non ti piaceva neanche il Quidditch.”
Dissi ricominciando a pulire il Trofeo.
Al scoppiò a ridere e scosse la testa. “Beh,
non è esattamente la stessa cosa. Non vorrai che mi metta a giocare con
te e Malfoy, adesso?”
Al solo pensiero mi venne da vomitare. “Al! Non…
non dirlo mai più, neanche per scherzo!”
Lui sorrise appena e scrollò le spalle. “Scusa,
penso di star diventando troppo come James e Lily. E Vanessa. Sembra una
ragazza così tranquilla ma quando siamo da soli diventa una belva
e…”
“Frena! Frena, frena!” Feci io alzando le mani
in segno di resa. “Davvero Al, non lo voglio sapere! Preferisco rimanere
per sempre nell’oblio.”
Al rimase un attimo interdetto e corrucciò la fronte.
“Oh, pensavo che Vanessa te l’avesse detto?”
Io mi voltai allibita verso di lui. “Detto
cosa?”
“Oh, no, niente.” Fece arrossendo in un modo
caratteristicamente da Weasley. “Ehi, te l’ho detto? James e Fred
adesso lavorano al negozio dello zio George. Non ci sarebbe stato lavoro
più indicato per loro, non trovi?”
“Ignorerò il fatto che stai cercando di
cambiare improvvisamente discorso.” Dissi facendo una smorfia a cui Al
arrossì ancora di più. “Per lo meno mi fa piacere pensare
che stiano facendo qualcosa di utile nella loro vita. Zio Harry non voleva che
si arruolasse negli Auror.”
“Ci ha provato.” Fece Al scrollando le spalle.
“Ma con scarsi risultati. A James non interessa.”
“Già.” Feci io con mezzo sorriso.
“Papà cerca di farmi diventare un avvocato come mamma.”
Al smise improvvisamente di sorridere e sembrò
nervoso. “Oh Rose, lo hai saputo non è vero?”
Io scossi la testa guardando il trofeo che avevo appena
finito di pulire. “Cosa devo sapere?”
“Ecco… papà e gli zii saranno a scuola
domani. Sai, per quella lezione. Credevo che ti fosse arrivata voce.”
Io lasciai andare il trofeo, allarmata.
“Domani?” Urlai. “Ma non dovevano venire a fine mese?”
“Hanno anticipato perché a fine mese
papà avrà un incontro col Ministro e… non importa, volevo
solo farti sapere che domattina saranno qui. Hai più parlato con lo zio
Ron da… insomma, da Natale?”
Io scossi la testa e sospirai. “No, ma spero tanto che
non sia così arrabbiato. Dovrà pur farsene una ragione, prima o
poi.”
“Sì.” Fece Al. “O magari potresti
lasciare Malfoy.”
“Al!”
“Beh scusa, io ci ho provato.”
**
Neanche a dirlo la mattina dopo ero un fascio di nervi. Non
ero mai stata così nervosa prima di entrare in classe da quando mi ero
resa conto di essermi presa una cotta per Malfoy. Vanessa ed Al mi
accompagnarono a fare colazione ma non fui in grado di buttare giù
neanche mezzo boccone.
Quando entrai in aula di Storia della Magia fui grata che
ancora non fosse arrivato nessuno e ci sedemmo ai nostri soliti posti. Malfoy e
Zabini entrarono pochi minuti dopo sedendosi dalla parte opposta
dell’aula, come facevano sempre. Io gli feci un cenno con la mano e cercai
di dirgli con il labiale che ci sarebbero stati i miei genitori, ma lui scosse
la testa facendomi capire che non aveva capito nulla.
Solo quando i miei genitori fecero il loro ingresso insieme
a zio Harry, Malfoy spalancò gli occhi ed io feci una smorfia.
“Bene,” fece Ruf mettendosi comodo alla
cattedra. “Come già vi avevo preannunciato oggi avremo qui con noi
Harry Potter e i signori Weasley. Abbiamo già studiato tutta la loro
storia e quello che successe durante la Grande Battaglia, ma se ci sono
ancora dei punti poco chiari o se avete delle curiosità, loro sono qui
per rispondervi.”
I miei occhi incrociarono quelli di mamma, che mi sorrise.
Replicai con un debole sorriso appoggiandomi alla spalla di Al.
“Quanto manca alla fine della lezione?” Chiesi.
Al guardò l’orologio al polso.
“Approssimativamente… un ora e cinquantacinque minuti.”
“Grandioso!” Mormorai.
Ruf si guardò intorno in Aula.
“C’è qualcuno che vuole cominciare con le domande?”
Parecchie mani si alzarono in aria. Ruf indicò appena
dietro di noi.
“Signorina Allison?”
Una vocetta sottile arrivò da dietro le mie spalle.
“Sì. Volevo sapere quand’è che i signori Weasley
avevano capito di essere innamorati.”
Diverse ragazzine ridacchiarono tra loro, io roteai gli
occhi. Ruf sembrò semplicemente scandalizzato.
“Questa è un’aula, signorina, non un
salotto…”
Zio Harry alzò una mano mezzo ridente. “No, va
bene.” Disse. “Purtroppo per tutti noi, molto tardi.”
Tutti scoppiarono a ridere, anche io e Al cercammo di
trattenere una risatina, ma fu impossibile. Papà arrossì come un
peperone, si grattò la nuca e allargò le braccia.
“Beh, non ero certo un tipo sveglio.”
Zio Harry indicò un altro studente con la mano
alzata. “Sì.”
“E’ vero che una volta avete cavalcato un
drago?” disse il ragazzo con l’eccitazione negli occhi.
Zio Harry annuì. “Cercavamo di sfuggire dalla
Gringott dopo che eravamo riusciti ad accaparrarci un Horcrux custodito
gelosamente. Un’esperienza totalmente da non rifare!”
“Nessuno era mai riuscito a rapinare la Gringott.”
Disse un ragazzo coi capelli color miele. “Come avete
fatto?”
Papà e zio Harry si voltarono verso la mamma.
“Avevamo il cervello di Hermione.”
Mamma arrossì appena. “Troppo gentili.”
Le domande andarono avanti un bel po’ e mamma,
papà e zio Harry raccontarono un sacco di storie sulla loro adolescenza,
sulla guerra, sulla famiglia, su persone che li avevano aiutati lungo la
strada. Io ero completamente rilassata contro la spalla di Al, ascoltando
sì e no quello che dicevano, dato che per la maggior parte quelle storie
facevano già parte della mia cultura personale.
Né io, né Al ci saremmo mai sognati di
chiedere niente. Vanessa invece sembrava divertita di venire a sapere tutte
quelle cose su mamma e papà, ogni tanto la sentivo ridacchiare, a volte
invece era totalmente assorta nei racconti.
“… Malfoy?”
Ero distratta e non avevo sentito la domanda, ma rizzai
subito le orecchie e mi voltai verso Vanessa, allarmata.
“Che cosa ha chiesto?” Chiesi agitata.
“Qual’era la domanda?”
Vanessa fece una smorfia e abbassò la voce. “Ha
chiesto se è vero che tua madre è stata quasi uccisa dai
Malfoy.”
Mandai prima un fugace sguardo a mia madre, che sembrava un
po’ presa alla sprovvista e come sempre toccava la sua cicatrice sul
collo, poi alzai gli occhi su Scorpius. Si era incupito.
Mamma si schiarì la gola. “Non… non
è esatto.” Disse. “Sono stata torturata in casa Malfoy, che
all’epoca era il ritrovo dei Mangiamorte.”
“Ma i Malfoy erano Mangiamorte, non vi crea nessun
problema pensare che Rose esca con un figlio di un Mangiamorte?”
Vidi Scorpius alzarsi in piedi infuriato, ma Zabini lo
costrinse a sedere. Io mi voltai per vedere chi avesse parlato, volevo
prenderlo a pugni subito dopo la lezione. Per mia sorpresa fu papà a
rispondere alla domanda.
“Certo che non sono felice che Rose esca con
Scorpius… io vorrei che Rose non uscisse con nessuno!” disse
scatenando l’ilarità generale. “E posso sapere che lavoro
faceva tuo nonno?” Chiese al ragazzo.
“Il fornaio.” Disse quello un po’
imbarazzato.
Papà sorrise. “E tu vuoi fare il fornaio,
quando sarà il tuo momento?”
Il ragazzo rise e scosse la testa. “Assolutamente no,
io vorrei allevare draghi.”
“Bene.” Disse papà. “Credo che
questo risponda alla tua domanda.”
Io sorrisi e alzai gli occhi su Scorpius, che stava sorridendo
appena anche se continuava a tenere la testa china. Probabilmente era in
imbarazzo, come sarebbe stato chiunque.
“Quello che mio marito vuole dire.” Disse mamma
continuando il discorso di prima. “E’ che sono le nostre scelte a
portarci ad essere chi siamo in realtà. Nessuno di noi ha un percorso
obbligato, nessuno di noi è tenuto a seguire chi ci ha preceduto.
E’ per questo che abbiamo lottato: per la libertà.”
Ci fu un attimo di silenzio, mamma riusciva sempre a zittire
tutti. Per un attimo incrociai gli occhi di papà, lo stesso azzurro
intenso di mio fratello Hugo, e sorrisi. Lui mi concesse un debole sorriso.
“Bene,” Fece Ruf. “La lezione è
finita. Ringraziamo i signori Weasley e Harry Potter per essere stati qui
oggi.”
Tra i vari lamenti tutti gli studenti si alzarono e
cominciarono a lasciare l’aula. Io, Al e Vanessa rimanemmo un po’
indietro, aspettando che quasi tutti fossero usciti dall’aula. Era da
Natale che non vedevo i miei genitori, ero un po’ nervosa.
“Ben fatto!” disse Al a zio Harry non appena
fummo più vicini. “C’è qualcosa della nostra vita che
è rimasto segreto?”
Zio Harry rise e gli scompigliò i capelli.
“Quest’anno è andata bene, James la prese molto
peggio.”
Io mi avvicinai a mamma, che mi abbracciò, e a
papà. “Ciao.” Dissi timidamente.
Papà fece un sorriso. “Allora, sono andato
bene?” Chiese scherzandoci su.
Io annuii. “Sei stato perfetto.” Dissi.
“Non avresti potuto fare di meglio.”
“Lo penso davvero.” Disse papà facendosi
improvvisamente serio. “Mi dispiace di essermi arrabbiato tanto, è
solo… non importa. Sappi solo che lo penso davvero, Rose.”
“Che cosa, che Scorpius non sia un mangiamorte o che
non dovrei uscire con nessuno?” Chiesi io con un sorriso.
Papà scoppiò a ridere e annuì.
“Tutte e due, Rose.”
Mamma sorrise e indicò dietro alle mie spalle.
“Adesso va’ Rose, qualcuno ti sta aspettando.”
Mi voltai, Scorpius era sulla soglia della porta con Zabini
al suo fianco. Gli sorrisi. Mi voltai di nuovo verso mamma e papà e li
abbracciai uno alla volta.
“Ci vedremo tra qualche mese, suppongo.”
Mamma annuì. “Saluta Hugo e copritevi bene. Fa
un freddo glaciale.”
Papà roteò gli occhi. “Hermione,
lasciali in pace per almeno cinque minuti.”
Li salutai e mi avviai verso la porta, con Al e Vanessa al
seguito. Quando raggiunsi Scorpius gli regalai un sorriso e scrollai le spalle.
“Non è andata così male, no?”
Lui sorrise appena e scosse la testa. “No. Sarebbe
potuta andare molto peggio.” Disse. “Vieni, ti accompagno alla
prossima lezione.”
Io sorrisi e insieme a Scorpius, Zabini, Al e Vanessa mi
incamminai lungo il corridoio pensando che infondo, adesso, il peggio era
davvero passato.
**
Lo so, lo so, sono in
megaritardo ma questa girata devo ringraziare il cielo se sono riuscita a
postare, perché mi stanno facendo diventare matta a lavoro!
Mi dispiace essere
sempre così di fretta, posso solo dirvi che questo era il penultimo
capitolo quindi col prossimo metteremo fine a Don’t tell dad… purtroppo prima o poi bisogna arrivare
alla fine.
Grazie a tutti quelli
che hanno recensito, siete meravigliosi, ma non ho proprio il tempo di
rispondervi. Prometto che cercherò di fare meglio la prossima volta.
Ancora buone ferie a
chi fosse già in vacanza e tanti baci
Zia Funkia.
P.s._ dimenticavo la
vostra sorpresa… eccola qui ^^
Era passato Febbraio e poi Marzo, Aprile e infine anche Maggio
DON’T TELL DAD
36. ByebyeHogwarts
Era passato Febbraio e poi Marzo, Aprile e infine anche
Maggio. Tutto era trascorso nella più completa tranquillità, dopo
l’incontro con i miei genitori. Io e Scorpiuscontinuavamo ad uscire insieme, anche se ogni tanto una lite
furiosa ci divideva per qualche giorno. Al accettava
ancora malvolentieri l’idea, ma era molto spesso occupato con i compiti o
con Vanessa per pensare a me.
Avevo trascorso l’intero mese di Aprile
e un po’ degli inizi di Maggio a studiare tutto quello che potevo per gli
esami finali, avevo praticamente imparato a memoria tutti i libri di testo. E i
risultati si erano visti eccome, dato che avevo dato degli esami praticamente perfetti. Io e Al ci eravamo
combattuti il posto di miglior studente ai M.A.G.O.
Mi rigirai le mani dietro la schiena, ero
davvero molto nervosa. Eravamo tutti sul palco nel parco di Hogwarts
per la cerimonia del Diploma. Come sempre, dato che il mio cognome iniziava con
la ‘W’, sarei stata l’ultima a
prendere il mio.
Al ridacchiò al mio fianco. “E’ due ore
che siamo qua in piedi e ancora non ti sei rilassata
un secondo.”
Io mi morsi un labbro e gli mandai un’occhiata.
“Oh, chiudi il becco! Sto per avere il mio diploma!”
“Potter, Albus.”
Chiamò la McGrannitt.
Al fece un sorrisino di scuse.
“Scusa, ma sono io che sto per avere il mio.”
Alzai gli occhi al cielo e lo guardai sfilare sul palco e
prendere il suo prezioso Diploma, prima di tornare al suo posto. Mandai
l’ennesimo sguardo giù dal palco, mamma e papà mi guardavano emozionati, mentre Hugo
faceva del suo meglio per trattenere le risate.
“Cos’ha da ridere?” Chiese Al abbassandosi
sul mio orecchio.
Io sbuffai. “Ha detto che
messi tutti in fila in questo modo siamo semplicemente ridicoli. Senza contare
il cappello.” Dissi indicando il mio cappello da strega. “Lo
odio.”
“Weasley, Rose.”
Feci qualche passo incerto, non proprio
sicura che avessero chiamato proprio me. Mi avvicinai lentamente alla McGrannitt e presi il diploma che mi porgeva. Papà
emise un lungo fischio di incitamento ed io arrossii
come una sciocca e tornai in fretta al mio posto, non prima di catturare lo
sguardo di Scorpius che mi rivolse mezzo sorriso
divertito.
“Bene.” Fece la McGrannitt
dopo aver consegnato anche l’ultimo diploma. “C’è un
rinfresco che ci aspetta proprio alle nostre spalle. Servitevi pure ed un
ultimo applauso ai nostri studenti.”
Io ed Al non ce lo facemmo ripetere
due volte e ci scaraventammo giù dal palco non appena possibile. Nessuno
di noi amava molto stare al centro dell’attenzione.
Raggiunsi mamma e papà, che mi abbracciarono e si congratularono con me.
Hugo continuò a ridacchiare.
“Terrai quella cosa ancora per molto?” Chiese
indicando il mio cappello.
Io sbuffai e lo tolsi subito, lo misi tra le mani di mamma.
“Ecco.”
Papà mi abbracciò di nuovo e sussurrò
al mio orecchio. “Sono molto fiero di te, Rose. Davvero molto
fiero.”
Arrossi di nuovo. “Grazie.”
“Rose.”
Mi voltai, Vanessa mi chiamava da lontano e mi faceva cenno
di raggiungerla. Io feci un sorriso di scuse ai miei genitori. Mia madre mi
accarezzò la testa.
“Vai pure, ci vediamo
più tardi.”
Le sorrisi, grata, e raggiunsi
Vanessa e Al che mi aspettavano sulle sponde del lago. Ce ne andammo
un po’ più distanti dalla festa, percorrendo il vialetto che
portava al campo da Quidditch, e ci sedemmo
sull’erba a fissare il lago.
Non avevo idea di dove fosseScorpius, ma probabilmente era con i suoi genitori o anche
lui era scappato da qualche parte insieme a Zabini.
“E’ finita davvero.” Disse Al in un sospiro.
Mi voltai e guardai il castello e pensai che probabilmente
quella sarebbe stata l’ultima volta che lo avrei visto. “Voi
pensate che le cose cambieranno?” Chiesi con timore.
“Le cose cambieranno sicuramente, Rose.” Fece
Vanessa con un sorriso gentile. “Dobbiamo solo sperare che cambino in
meglio.”
“Già, chissà, potresti rinsavire e
lasciare Malfoy.” Fece
Al.
Io lo guardai male. “Pensavo che ti fossi
abituato.”
Al scoppiò a ridere e
scrollò le spalle. “Non è male quanto pensassi.
Ma rimane pur sempre un Malfoy.”
Vanessa mi guardò esasperata. “Beh, è un
inizio.”
Io sorrisi e chiusi gli occhi, godendomi quei pochi minuti
di pace che ci rimanevano ancora e pensai che avrei potuto
rimanere lì per sempre. Con la compagnia giusta. Con quelli che speravo
sarebbero rimasti i miei migliori amici per sempre.
“Beh, adesso non penserete di uscire da qua e non
farvi più sentire, spero!”
Al alzò un sopracciglio.
“Abbiamo un centinaio di parenti in comune, credi che sia
possibile che non ci vediamo più?”
Vanessa posò una mano sulla mia ed una su quella di Albus. “Ormai sono una Weasley d’adozione, lo sai.
Sono sempre al tuo fianco, Rose.”
Io sorrisi e annuii. “Nonna non me lo perdonerebbe mai
se non ti facessi più viva a Natale.”
Al sospirò e si stese
sull’erba. “Sette anni. Mi sembrano passati solo sette giorni da quando siamo entrati ad Hogwarts.
Ed invece sono già sette anni.” Fece.
“Mi sento vecchio!”
“Già, anche io.” Fece Vanessa voltandosi
verso di me. “E tu Rose?”
Io sorrisi e scossi la testa. “Io mi sento più
viva che mai.”
**
Ed era vero. L’idea di
lasciare Hogwarts per sempre oltre che a lasciarmi un
senso di malinconia, mi elettrizzava. L’idea che una volta lasciata la
scuola, la mia vita sarebbe cambiata per sempre, che non sarei più stata
la solita Rose Weasley con
le lentiggini sul naso. Avrei finalmente intrapreso una strada tutta mia.
Era quello che stavo pensando mentre
finivo di preparare le valige.
“Hai quasi finito.”
Sobbalzai dallo spavento e mi voltai verso la porta, Scorpius mi fissava dalla soglia con un sopracciglio
inarcato ed ancora il mantello del Diploma addosso.
Corrucciai la fronte. “Come diavolo hai
fatto a salire le scale del Dormitorio?”
Scorpius si schiarì la gola
e incrociò le braccia al petto. “Non vuoi saperlo.”
Io sospirai. Lasciai da parte la mia curiosità e
ripresi a fare la mia valigia. “Mi mancano solo un paio di cose ed
avrò finito.” Dissi. “Pensavo che
fossi a festeggiare insieme a tutti gli altri.”
“Non ho niente da festeggiare.” Disse scrollando
le spalle. “Tu piuttosto, pensavo che avreste dato una specie di pigiama
party con tutte le tue amiche e sareste state a piangere fino all’ultimo
minuto, prima di montare sul treno.”
Io scossi la testa. “Vanessa è con Al e credo che vogliano stare da soli. Gaby è con
Vincent e Sol ultimamente usciva con un certo Taylor… e Paula è con chiunque le voglia dare ascolto.”
“E tu sei con me.” disseScorpius. Io mi voltai verso
di lui. “Da sola.”
“Già, il che mi permette di concentrarmi
totalmente sulla mia valigia senza troppe interruzioni.”
Dissi buttando dentro al baule un paio di calzini.
“E tu non devi fare la tua?”
Scorpius rise e si sedette sul
letto di Vanessa. “Rilassati, mancano ancora quattro ore prima della
partenza, più della metà degli studenti è ancora nel parco
a festeggiare.”
“Lo sai come sono fatta, mi piace avvantaggiarmi.”
“Lo so.” Fece Scorpius
guardandosi intorno. “Pensavo solo che avremmo potuto festeggiare a modo
nostro.”
Io lasciai perdere qualunque cosa
stessi facendo e mi voltai verso di lui improvvisamente agitata. Non stava
davvero suggerendo quello che si era appena formato nella mia testa, non
è vero? Ma lo sguardo di Scorpius
non ammetteva equivoci.
Non dissi niente, rimasi a fissarlo
di sasso, senza riuscire a dire o a fare niente. Anche
perché non avrei saputo cosa dire o cosa fare. Lui si alzò
dal letto con una lentezza disarmante e venne verso di
me. Mi prese il viso tra le mani e mi baciò senza neanche lasciarmi il
tempo di respirare.
Lo allontanai da me dopo qualche secondo. “Scorpius…” riuscii a dire con un filo di voce.
“Cosa?” Chiese lui
gentilmente. Io mi morsi un labbro.
“Forse dovresti chiudere la porta.”
**
“Rose, ma si può sapere dove diavolo sei stata?”
Mi voltai alla mia destra, Vanessa mi fissava sbalordita,
mentre io ero completamente tra le nuvole. Ero appena scesa in Sala Grande,
tutti gli studenti erano riuniti lì in attesa
che arrivasse l’ora di prendere l’Espresso per tornare a casa.
“Io… facevo le valige.” Mentii.
Vanessa sospirò e alzò gli occhi al cielo.
“Ma perché ti sei ridotta agli ultimi
minuti, hai avuto tutto il tempo! Praticamente non ti
vedo da dopo la cerimonia!”
“Lo so.” Feci io mordendomi il labbro.
“Avevo dimenticato di mettere delle cose nel baule e ho
fatto tardi…”
Vanessa mi fissò per un lungo
attimo, il suo viso si addolcì. “Rose, sei sicura di state
bene?” Mi chiese quasi preoccupata. “Hai un’aria così
strana…”
Io annuii freneticamente. “E’ solo…
è solo l’ansia… di non tornare più adHogwarts. E’ solo…”
“Oh, ecco qua!” Ci interruppe
bruscamente Sol. “Io e Gaby ve cerchiamo da mucho tempo, ma dove siete state? Me
raccomando, scrivete sempre quando usciamo da qua, ok?
Abbiamo passato insieme sette anni, vorrà pur
dire qualcosa!”
Io sorrisi ed annuii. “Certo. Ma questo vuol dire che dovrai scrivere qualche lettera a Paula.”
Sol fece una smorfia. “Neanche se me gettano nel lago
e me fanno rapire dalle sirene.”
Vanessa scoppiò a ridere. “Non preoccuparti,
credo proprio che nessuna di noi scriverà mai una sola parola a Paula.”
Sol sorrise. “Ehi, venite,
Gaby è qua in giro. Voleva salutarve.”
Vanessa seguì Sol ma io
rimasi un attimo indietro. Feci un bel respiro profondo e mossi un piede per
fare un passo ma una mano si posò sulla mia
spalla. Mi irrigidii. Mi voltai tesa, ma era solo Al.
“Ehi,” fece con un bel
sorriso. “Pensavamo fossi scomparsa. Rose, tutto bene?”
“Come?” Chiesi, poi mi ripresi.
“Sì, sì, tutto bene. Ho solo come la sensazione di aver
dimenticato qualcosa.”
Al rise e scosse la testa.
“Ah, non farmi pensare, ho l’idea di aver lasciato più della
metà delle mie cose fuori dal baule.
Probabilmente non sono ancora pronto a dire addio a questo posto.”
Neanche io. Non ero per niente pronta a lasciare quel posto,
non dopo quello che era appena successo nel
Dormitorio. Sentii un groppo alla gola. “Già… ci sono
così tanti ricordi…”
Il sorriso di Al svanì
lentamente e prima che potessi rendermene conto finii tra le sue braccia in un
abbraccio. Rimasi di ghiaccio, non capivo cosa gli fosse preso.
“C’è qualcosa che non va, Rose? Dico
davvero, puoi dirmelo.”
Il groppo alla gola si fece ancora più pesante ma scossi la testa. “No, Al,
va tutto bene.”
La voce di Al arrivò leggera
al mio orecchio, potei sentire un piccolo sorriso nella sua voce. “Non
sei mai stata brava a mentire.” Disse. “Qualunque cosa sia, io sono qui per qualunque cosa, va bene? Anche se non vuoi dirmi cos’è.”
Io mi staccai da lui e feci un piccolo sorriso.
“Probabilmente neanche io sono pronta a dire addio a questo posto.”
Vanessa ci raggiunse, dietro di lei Gaby, Sol e Vincent. “Datevi una mossa e prendete i bagagli,
gente, il treno parte tra dieci minuti. Dobbiamo ancora andare alle
carrozze.”
Io ed Al ci scambiammo uno sguardo e un sorriso. Al si
avvicinò a Vanessa e le passò un braccio attorno alle spalle.
“Andiamo, non vorrei mai che facessimo tardi per colpa
mia.”
Mi incamminai con loro ma per un
secondo il mio sguardo incontrò quello di Scorpius
dall’altra parte della Sala. Era accanto a Zabini,
alto e fiero nella sua veste da Serpeverde. Lo
guardai per qualche attimo e lui mi rivolse un sorriso. Ricambiai il sorriso e
distolsi lo sguardo seguendo Al, Vanessa e il resto
della banda.
Una cosa era certa, le cose non sarebbero
più state le stesse.
**
THE END
Sono sicura che il 90%
di voi staranno pensando che questo capitolo è stato troppo corto XDD
Scherzi a parte, io lo
trovo perfetto (e sono anche molto modesta come potete vedere XD) e poi lo
sapete che mi piace un sacco lasciare i finali aperti…
Penso che per almeno
un mesetto non sentirete più parlare di me, finalmente me ne vado in
ferie e fino alla fine di Agosto non voglio sentir
parlare di lavoro e di fanfiction… ho bisogno
di riposo!!
Ma non vi preoccupate,
zia ha già sfornato almeno cinque capitoli del sequel
perciò a settembre sarò pronta a ricominciare… a patto che
però continuiate a seguirmi!
Ringrazio tutti, ma
proprio tutti, quelli che hanno seguito questa storia, che hanno recensito, che
l’hanno votata al concorso, che l’hanno amata,
odiata, che l’hanno apprezzata, che l’hanno sostenuta o
semplicemente chi ci ha ciccato sopra per curiosità.