Don't Tell Dad

di funkia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Like Aunt Muriel ***
Capitolo 2: *** 2. Can't Say No ***
Capitolo 3: *** 3. Roses' scent ***
Capitolo 4: *** 4. Halloween Party ***
Capitolo 5: *** 5. Call Me When I'm Sober ***
Capitolo 6: *** 6. You Knew It ***
Capitolo 7: *** 7. A friend like me ***
Capitolo 8: *** 8. Who's in love? ***
Capitolo 9: *** 9. And so this is Xmas ***
Capitolo 10: *** 10. Disaster ***
Capitolo 11: *** 11. Never trust a liar ***
Capitolo 12: *** 12. I'm sick ***
Capitolo 13: *** 13. I suck at keeping secret ***
Capitolo 14: *** 14. Qui- qui- quidditch ***
Capitolo 15: *** 15. Be my valentine ***
Capitolo 16: *** 16. I know what u want ***
Capitolo 17: *** 17. A simple thank you ***
Capitolo 18: *** 18. Surprise surprise ***
Capitolo 19: *** 19. (Un)secret love ***
Capitolo 20: *** 20. Freaky goodbyes ***
Capitolo 21: *** 21. By anonymous ***
Capitolo 22: *** 22. Schoolaholic ***
Capitolo 23: *** 23. It's him ***
Capitolo 24: *** 24. Can u imagine? ***
Capitolo 25: *** 25. Foolish smile ***
Capitolo 26: *** 26. A... couple of troubles ***
Capitolo 27: *** 27. Was that a party? ***
Capitolo 28: *** 28. You are an idiot ***
Capitolo 29: *** 29. I'm so dead! ***
Capitolo 30: *** 30. This is it ***
Capitolo 31: *** 31. I don't know ***
Capitolo 32: *** 32. Hospital wing ***
Capitolo 33: *** 33. Kiss the girl ***
Capitolo 34: *** 34. What do you think? ***
Capitolo 35: *** 35. Just a talk ***
Capitolo 36: *** 36. Bye bye Hogwarts ***



Capitolo 1
*** 1. Like Aunt Muriel ***


Percorrevo il corridoio di notte, guardandomi intorno con i miei grandi occhi scuri

 PROLOGO

 

Stavo seduta sull’incavo della finestra fissando il paesaggio attorno alla casa dei nonni. Per ettari ed ettari si vedevano solo campi arsi e colline, il lago dove papà ci portava sempre quando eravamo piccoli e il ripostiglio dove il nonno teneva i suoi attrezzi Babbani.

Era estate e avrei dovuto sentirmi euforica. Euforica di stare in vacanza, di non dover andare a scuola e di poter passare i pomeriggi all’ombra degli alberi a leggere un buon libro. Ma non mi sentivo affatto felice. Le voci allegre dei miei familiari provenivano dal piano di sotto e io mi sentivo sempre peggio.
Avevo fatto un errore. Avevo fatto un enorme errore. E adesso non sapevo come fare a dirlo a papà.

 

 

                              DON’T TELL DAD

 

                              1. Like Aunt Muriel

 

 

rose weasley

Percorrevo il corridoio di notte, guardandomi intorno con i miei grandi occhi scuri. Le fiaccole fievoli attaccate alle pareti di pietra illuminavano appena l’immenso castello. Potevo sentire solo i miei passi riecheggiare nelle ombre e con tutta me stessa pregavo, ogni secondo di più, di udire un rumore, un fruscio, qualcosa che non mi facesse pensare di essere sola e di non aver trascorso le mie ore invano.

 

Erano quasi le tre e le mie palpebre cominciavano a calare pesantemente sulle iridi. L’indomani avrei avuto un compito in classe e volevo ripassare le ultime cose.

 

Stavo quasi per tornare indietro, stanca del giro, quando un movimento sul fondo del corridoio catturò la mia attenzione. Aumentai il passo, incuriosita, sfrecciando veloce sotto gli occhi sonnacchiosi dei quadri. Sicura di aver trovato qualcosa, voltai l’angolo presa dall’adrenalina, rimanendo subito delusa.

Il corridoio era vuoto.

 

“Cerchi qualcosa, Weasley?”

 

Sobbalzai dalla paura e mi voltai di scatto. Scorpius Malfoy se ne stava alle mie spalle appoggiato contro al muro con il suo solito e fastidioso ghigno sulle labbra fini. Mi ricomposi e aggrottai la fronte mettendomi subito sulla difensiva.

 

“Cercavo qualcosa di interessante… ma poi ho trovato te.”

 

Malfoy represse il suo ghigno passando ad un’espressione del tutto disinteressata. Delle volte avrei voluto poterlo toccare per sentire se era fatto di ghiaccio. Fece muovere il mantello tra le gambe e si mise dritto con un’aria da puzza sotto al naso.

 

“Dovresti ringraziare Weasley. Sono la cosa più eccitante che potesse capitare nella tua misera vita.”

 

“Eccitante è una parola che non avrei proprio usato per definire te, Malfoy.”

 

Malfoy ghignò di nuovo.

Ok, che cosa aveva sempre da ridere? Forse per lui scambiare due chiacchiere con me era divertente, ma per me non lo era affatto.

 

Mi resi conto di sembrare una sciocca ferma nel mezzo al corridoio di notte con Malfoy. Scossi la testa. “Io me ne vado a letto, tu continua pure a fingerti un vampiro.”

 

Malfoy alzò le sopracciglia. “Te ne vai già? Pensavo volessi farmi compagnia.”

 

“E chi vorrebbe la tua compagnia? Uno Schiopodo forse.”

 

Malfoy si mosse verso di me guardandomi dall’alto. Ed era alto. O forse ero io che ero bassa. Dovetti alzare la testa per guardarlo in faccia, e non mi piaceva per niente. Aveva la solita smorfia che tiene sempre quando dico qualcosa che non gli va a genio.

 

“Sai, ci sono ragazze che pagherebbero galeoni per stare con me.” Disse con tanta modestia che mi parve di poter vedere il suo Ego gonfiarsi attorno a lui.

 

“Pensa che coincidenza,” Sorrisi un sorriso con veramente poco di amichevole. “io pagherei galeoni per stare alla larga da te.”

 

Senza aspettare una sua velenosa risposta girai i tacchi e continuai a percorrere il corridoio. Era tardi, ero stanca e tutto quello che volevo era non avere una conversazione con il peggiore dei Serpeverde.

 

Tra poche ore avrei avuto il compito in classe di Erbologia e avrei dovuto essere perfetta. Mia madre sarebbe stata delusa se non avessi preso una E, la preside mi avrebbe detto che stavo sciupando il mio rendimento, Neville sarebbe stato scontento di darmi solo una O, e mio padre probabilmente mi avrebbe dato una pacca sulla spalla e mi avrebbe detto che non sono poi solo figlia di mia madre.

 

A volte adoravo mio padre.

 

 

**

 

 

La sveglia era suonata troppo presto quella mattina ed io ero una tipa mattiniera. Non mi era mai piaciuto dormire troppo, non tanto quanto papà e Hugo. Papà sarebbe stato capace di dormire una settimana di fila se solo avesse voluto, ma mamma lo buttava giù dal letto regolarmente ogni mattina.

 

Il rumore snervante della sveglia non cessava e mi rigirai nelle coperte per arrivare al comodino. Erano le sette, il mio compito era alle nove. Avevo tempo di ripassare.

 

Mi vestii non troppo in fretta, guardandomi intorno nel dormitorio. Dovevo essere l’unica in piedi perché il resto dei letti a baldacchino aveva ancora le tende tirate, per non far passare neanche un filo di luce.

 

La ronda della notte precedente mi aveva messo k.o. e non avevo mai avuto voglia di bere caffè così tanto come quella mattina. Scesi a fare colazione in Sala Grande portando il mio libro di Erbologia con me. C’erano solo pochi studenti, per lo più del primo e del secondo anno. Mi sedetti sulla panca dei Grifondoro e mentre mi riempivo il piatto aprii il libro per leggere qualcosa.

 

“Ah, Rosie, sono solo le sette e mezzo del mattino! Metti via quel libro!”

 

Alzai la testa di scatto. James era comparso davanti a me con i suoi soliti capelli spettinati e un furbo sorriso sulle labbra. Lo guardai come se avessi visto un fantasma.

 

“Già,” dissi lentamente. “per questo mi chiedo, cosa ci fai sveglio a quest’ora?”

 

Alzò le spalle sorridendo. “Quidditch.”

 

Che domanda inutile, cos’altro avrebbe potuto smuovere James Potter dal letto ad appena le sette e mezzo del mattino?

Quidditch.

Da quando poi era diventato Capitano, (lo zio Harry ne era stato così fiero!) , aveva praticamente preso residenza nello stadio. Non parlava d’altro. Beh… a meno che non si trattasse di ragazze.

 

Sbuffai alzando le spalle. “Grifondoro non giocherà per le prossime tre settimane.”

 

“Ed è per questo che dobbiamo sempre tenerci in forma.” Fred, il gemello di James, era comparso alle sue spalle con un sorrisino che mi ricordava tanto il Jolly stampato sulle carte Babbane del nonno. Più li guardavo insieme, più mi convincevo che James non poteva essere figlio di zia Ginny e zio Harry.

 

“Come vi pare,” dissi un po’ annoiata.

 

“Lasciali perdere, rossa, si illudono di saper giocare.”

 

Al era appena comparso al mio fianco. Cominciavo a domandarmi se tutti si stessero materializzando o se ero io ad avere troppo sonno quella mattina. Si sedette sulla panca al mio fianco aprendo il libro di Erbologia. Avere Al come cugino mi confortava, sapevo di non essere la pecora nera della famiglia.

 

James fece una smorfia. “Neanche fai colazione che ti metti sui libri?” Scosse la testa. “Tu non sei mio fratello.”

 

“No, lo dubito anche io.” Rispose Al senza battere ciglio.

 

Repressi un sorriso, adoravo il botta e risposta tra James e Al. Un corredo genetico in comune e neanche una somiglianza. Avevo sentito più volte lo zio Harry dire che James era uguale a suo nonno, ma per nostra sfortuna nessuno di noi aveva potuto conoscerlo. Da quanto si diceva, quando era ragazzino, non faceva altro che fare scherzi con i suoi amici, nonché col padre di Teddy.

 

Ripresi a leggere il mio libro cercando di far entrare in testa qualcosa. Fred e James se ne andarono dopo qualche minuto e io ed Al rimanemmo fianco a fianco col capo chino sui libri senza dire una parola.

 

L’orologio della Torre suonò le otto e sia io che Al balzammo su dallo spavento. Ci guardammo e scoppiammo a ridere.

 

“Ok, direi che è l’ora di fare una pausa.”

 

Al annuì ma non aveva per niente l’aria contenta. Lo fissai per bene prima che riprendesse il suo solito sorriso.

 

“Che ti prende, Al?”

 

“Niente!” Disse subito allegro. Balzò in piedi trascinandomi su con lui. “Assolutamente niente. Sai che ti dico, ti va di fare una passeggiata?”

 

Io annuii non capendo dove volesse andare a parare. Al che faceva una passeggiata? Andiamo!

Senza dire una parola lo seguii fuori dal castello e ci incamminammo verso il lago. Era una giornata autunnale ma non era ancora troppo freddo. Il prato era ricoperto dalle foglie rosse e gialle appena cadute dagli alberi. Il platano picchiatore era l’unico albero ad avere ancora tutte le foglie al suo posto.

 

Camminai al fianco di Al per un po’. Io ed Al eravamo amici, prima che cugini, lo eravamo da sempre, da prima ancora che imparassimo a camminare. Tra me e Al c’erano solo pochi mesi di differenza d’età ed era stato il mio compagno di giochi quando trascorrevamo l’estate dalla nonna. Mi voltai verso di lui, si stava mordendo un labbro pensieroso.

 

“Al?”

 

Sembrò riscuotersi dai suoi pensieri e si voltò verso di me affondando i suoi grandi occhi verdi dentro i miei. Gli avevo sempre invidiato quegli occhi, sarebbero stati perfetti con i miei boccoli rossi.

 

“Tutto ok?” Chiesi preoccupata.

 

Lui sospirò e annuì. “Sì.” Disse flebilmente. “E’ solo… sai, io e James siamo persone molto diverse.”

 

Lo guardai come se stesse dando di matto. “… e cosa mi stai raccontando di nuovo?”

 

“No, quello che intendo dire è…” Sembrava che si stesse perdendo dentro un bicchiere d’acqua. E Al non si perdeva mai dentro un bicchiere d’acqua. Al era un genio. Stavo cominciando a preoccuparmi. “… nonostante io e James siamo due persone molto diverse...”

 

“Sì?” Cercai di seguire.

 

“Abbiamo… come dire…qualche…”

 

“Qualche?”

 

Gesticolò un po’. “Interesse.” Disse alla fine. “Qualche interesse in comune.”

 

Mi sentivo sempre più confusa. “Al, non stai cercando di dirmi che vuoi entrare nella squadra di Quidditch, vero? Perché sarebbe una cosa totalmente non da te, per non contare…”

 

“Quidditch?!” disse come se non mi stesse seguendo. “Cosa? No! Non stavo parlando di Quidditch.”

 

“E allora cosa…”

 

“Rose!”

 

Una voce mi chiamò da lontano e mi voltai distraendomi dal discorso di Al. Dopo qualche secondo dal castello vidi una ragazza che sventolava la mano per farsi vedere e cominciare a correre verso di me. Era Vanessa.

 

Vanessa era la migliore amica che potessi trovare in tutta Hogwarts. Eravamo diventate amiche al primo anno, dividevamo insieme il dormitorio e stavamo sempre accanto di banco a qualsiasi lezione. In più Vanessa era uno spasso, nessuno aveva un humor migliore del suo.

 

Ci raggiunse dopo qualche minuto e si piegò su se stessa riprendendo fiato. “Perché non mi hai aspettato stamattina?”

 

“Erbologia.” Dissi semplicemente.

 

Lei roteò gli occhi con fare annoiato e solo allora sembrò accorgersi di Al. “Oh, ciao Al.”

 

Al si schiarì la gola. “Vanessa.” Disse a mo’ di saluto. Si voltò verso di me. “Allora, io vado. Ci vediamo dopo.”

 

“Non dovevi dirmi qualcosa?”

 

Al sembrò esitare. Poi guardò Vanessa con la coda dell’occhio e scosse la testa. “No, non importa. Ne parliamo più tardi.”

 

Io e Vanessa lo guardammo andare via a passo svelto. Cominciava a preoccuparmi seriamente, tanto per cominciare perché Al non lasciava mai un discorso in sospeso, a volte mi seguiva fino al bagno delle ragazze per finire di raccontare quello che mi stava dicendo.

 

“Si comporta in modo strano.”

 

Vanessa scrollò le spalle. “Magari è in quel periodo del mese.” Si voltò verso di me. “Come va per il compito?”

 

“Non parliamo di me, sappiamo tutte e due che io ho studiato.” Feci una smorfia. “Parliamo di te. Mi stai chiedendo se ho studiato perché tu non hai letto una pagina e vuoi sapere se puoi metterti nel banco a fianco al mio per copiare, non è vero?”

 

“Sai, quelle lezioni di Occlumanzia ti sono state molto utili!”

 

Mi passai una mano sulla tempia. “Non ho mai preso lezioni di Occlumanzia.”

 

“Caspita,” Disse lei facendo un lungo fischio. “Allora dev’essere intuito femminile! Comunque, di cosa si parla?”

 

“Mandragole e Belladonna: usi e proprietà di queste piante e come poterle utilizzare all’interno di Pozioni.”

 

Vanessa mi guardò con occhi vuoti.

 

Sospirai. “Puoi metterti nel banco accanto al mio e copiare tutto.”

 

Lei mi sorrise alzando il pollice in segno di vittoria. “Sei sempre la migliore!”

 

 

**

 

 

Il compito di Erbologia era andato bene, Neville era stato fin troppo buono con le domande. Ed era stato molto comprensivo quando ha capito che Vanessa stava copiando spudoratamente il mio compito. Sono sicura che le abbasserà solo un voto.

 

Avevamo finito presto il compito e Neville ci aveva concesso di poter uscire prima e prenderci un’ora di pausa. Io e Vanessa avevamo dimenticato di dirgli che avevamo già due ore di buco. Ne avevamo approfittato per passare da Hagrid a prendere un Thè e poi di nuovo al castello, ma non prima che mi dicesse che devo ricordarci di dirci ai miei genitori che ce li saluta Hagrid.

 

Vanessa reprimeva sempre un sorriso quando Hagrid parlava, probabilmente per essere carina e non scoppiargli a ridere in faccia.

 

Mentre tornavamo verso la Torre dei Grifondoro Paula, una delle nostre compagne di dormitorio, corse verso di noi.

 

“Oh no!” Sussurrò Vanessa.

 

“Ciao Rose! Vanessa! Dove andate? Posso venire con voi?”

 

Io e Vanessa fingemmo un sorriso, ci trovammo con le spalle al muro. Paula era una palla al piede, non l’avevamo mai potuta soffrire dal primo anno. Aveva una voce che assomigliava molto a una chitarra scordata e né io né la mia amica riuscivamo mai a capire una parola di quello che diceva.

 

“Noi avevamo… stavamo…”

 

“Stavamo andando ad assistere l’allenamento di Fred e James.” Adoravo Vanessa, era in queste occasioni che mi ricordavo perché fosse tanto mia amica. Annuii freneticamente al suo fianco sperando che Paula ci credesse e se ne andasse da dove era venuta.

 

Paula aggrottò la fronte. “Siete sicure di non esservi sbagliate? James era seduto sul divano in Sala Comune quando sono uscita. Beh, se non avete niente di meglio da fare allora che ne dite di fare due chiacchiere?”

 

“Non sono stata così felice da quella volta che Hugo mi rovesciò addosso la torta della nonna a Natale.”

 

“Doveva essere una torta buonissima allora!” Disse entusiasta Paula, cominciò a percorrere il corridoio mentre io e Vanessa le stavamo alle calcagna.

 

Mi voltai senza parole verso Vanessa che mi sillabò ‘è pazza’. Un po’ mi dispiaceva per Paula, devo essere sincera, girovagava per il castello sempre da sola. Non che ci fosse da sorprendersi, come aveva appena detto Vanessa, era pazza.

 

“Allora,” cominciò lei. “C’è qualcuno che vi piace?”

 

“Che te ne import-“ Tirai una gomitata nelle costole a Vanessa. “No, nessuno!”

 

“Davvero?!” Paula sembrava sconvolta da questa notizia. “Sapete invece io sono cotta di un ragazzo del sesto anno, sapete? Sì, ma non posso assolutamente dirvi chi è! Lo so che morite dalla curiosità di saperlo ma non posso proprio!”

 

“Sopravvivremo.” Risposi io già estremamente annoiata. Ma che avevo fatto di male oggi?

 

“E tu Rose? C’è qualcuno che ti piace?”

 

Stavo per rispondere un secco no, ma richiusi la bocca pensandoci bene. In effetti non c’era proprio nessuno che mi piacesse e mi chiesi quando fosse stata l’ultima volta che mi ero presa una cotta per qualcuno. Forse aveva ragione Rox, ero davvero troppo presa dallo studio. Era anche vero che Roxanne cambiava un ragazzo alla settimana.

 

Paula mi stava fissando. “No, proprio nessuno.”

 

Sembrò delusa. E probabilmente lo era davvero, Paula viveva per il gossip, ne era la regina incontrastata. Se dovevi sapere qualcosa, potevi andare da lei. Sapeva tutto di tutti.

 

“Sapete ragazze, oggi siete particolarmente noiose.” Senti da che pulpito. “Credo che me ne andrò in Sala Grande a vedere se c’è qualche novità.”

 

E veloce com’era arrivata se ne andò. Vanessa rimase a bocca aperta e scosse la testa come se non volesse credere a quello che era appena successo.

 

“Rosie, siamo veramente appena state piantate da Paula Vegas?”

 

“Dici che dovremmo preoccuparci?”

 

“Decisamente!”

 

“Non piangeteci, riuscirete a sopravvivere anche senza di lei.”

 

Ci voltammo. Hugo ci fissava con i suoi grandi occhi blu che aveva ereditato da papà. Hugo, a dire il vero, aveva ereditato il meglio da entrambi i miei genitori. Nonostante fosse più piccolo di me di due anni, mi superava in altezza di almeno venti centimetri.

 

“Hugo!”

 

Fece un sorriso che ricordava in modo impressionante mio padre. “Sorellina. Vanessa.”

 

Vanessa ridacchiò guardandomi con la coda dell’occhio. “Sorellina?”

 

Le feci cenno di lasciar perdere. “Come mai da queste parti?”

 

“Sono un Grifondoro.” Disse lui con una logica snervante facendo cenno verso il ritratto della Signora Grassa. “Ho appena scritto a mamma e papà, se vuoi saperlo, quindi non c’è bisogno che mandi una lettera anche tu. Ho raccontato tutto quello che è successo finora… tranne che Vitious mi ha messo in punizione.”

 

“Vitious ti ha messo in punizione? Quando?”

 

“Smettila, sembri la mamma!” Si lamentò lui. “Ieri sera, ho lucidato tutti i Trofei. Io e Lily stavamo cercando di andare alla capanna di Hagrid ieri dopo il coprifuoco e ci ha beccato nel giardino del castello.”

 

“Lily è stata messa in punizione?” Accordai mentalmente di non dire nulla a mamma e papà. Se zia Ginny avesse saputo che Lily era stata messa in punizione sarebbe andata su tutte le furie.

 

Hugo scrollò le spalle. “Beh, l’idea è stata sua.”

 

Sospirai. Possibile che io ed Al fossimo gli unici sani e responsabili di tutta la famiglia? Senza contare le figlie dello zio Percy, ovviamente.

 

“E non fare quella faccia, io e Lily non abbiamo più quattro anni.” Si soffiò via i capelli dagli occhi incrociando le braccia. “Solo perché a casa Lily è la cocca della nonna non vuol dire che sia un angelo, sai? Tutti si stupiscono che James sia suo fratello, beh io no.”

 

Alzai una mano. “D’accordo, non voglio sapere che cosa combinate quando nessuno vi vede, è meglio che non lo sappia. Cercate solo di non farvi beccare, lo sai che mamma poi mi fa una ramanzina chilometrica quando torniamo a casa per Natale!”

 

Vanessa si grattò la nuca. “Hugo viene messo in punizione e tu ti prendi la ramanzina?”

 

Hugo ridacchiò. “Mamma pensa di dover dare la colpa a Rosie perché lei dovrebbe tenermi d’occhio.”

 

Io mi voltai sconsolata verso Vanessa, che non sapeva quanto era fortunata a volte ad essere figlia unica. Per fortuna papà, che di fratelli ne aveva eccome, mi capiva e cercava di calmare la mamma ogni volta che sgridava me o Hugo.

 

E di solito funzionava. Bastava che le facesse un sorriso. Il solito sorriso che di solito Hugo usava con me quando si doveva far perdonare qualcosa.

 

“Mi prometti di fare casino ma essere prudente?”

 

Hugo annuì con forza e si mise una mano sul cuore. “Parola di lupetto! Adesso devo andare, Jay mi aspetta per giocare a sparaschiocco.” Salutò avviandosi verso il ritratto. “Ciao Rosie, Vì.”

 

Vanessa scosse la testa divertita. “Ho sempre adorato tuo fratello.”

 

Io alzai gli occhi al cielo. “Sì, anche io.”

 

 

**

 

 

Io e Vanessa eravamo riuscite a liberarci di Paula per un po’ e ne avevamo approfittato per rinchiuderci in dormitorio prima che rientrasse. Avevamo trovato Gaby e Sol a chiacchierare in un fitto spagnolo e senza disturbarle ci eravamo rintanate dentro il mio letto a baldacchino ed avevamo tirato le tende per non essere disturbate.

 

Non che Gaby e Sol fossero di disturbo, anzi mi piaceva condividere il dormitorio con loro. Gaby e Sol erano conosciute in tutta Hogwarts come ‘le gemelle spagnole’, erano praticamente identiche e solo dopo anni avevo imparato a riconoscerle. Avevo sempre invidiato loro la possibilità di poter parlare una lingua che nessun altro capiva, così da non dover sussurrare o aspettare il momento opportuno per parlare come dovevo fare con Vanessa.

 

In più io, Vanessa e le gemelle avevamo un nemico comune. Paula.

 

Vanessa si sistemò sul mio letto. “Chissà che si stanno raccontando.” Disse indicando con la testa verso il baldacchino di Gaby.

 

Scrollai le spalle e mi appoggiai alla testata del letto. “Se stanno architettando un modo per fare fuori Paula Vegas, voglio esserci.”

 

Vanessa ridacchiò. “Non sei tu quella che dice che dovremmo essere gentili con lei?”

 

Sì, ero io. Ma anche io avevo un limite alla mia pazienza. E mettersi contro Paula non era una buona idea. A volte ne avevo paura.

 

“Beh, comunque hai fatto bene a non fare nomi mentre eravamo con lei. Pensa se le avessi detto che ti sei presa una cotta per Gill Ryan. Domani lo avrebbe saputo tutta la scuola.”

 

Lei annuì distrattamente e rimase ferma a fissare un punto indefinito sulla mia coperta. La chiamai un paio di volte ma non diede cenno di aver sentito, solo quando le schioccai le dita davanti agli occhi balzò all’indietro di scattò e arrossì sulle guance, nascondendosi subito dopo dietro al cuscino. La fissai alzando un sopracciglio e lei sorrise timidamente arrossendo ancora di più.

 

“Mi ero incantata.” Disse innocentemente.

 

“Su Gill Ryan?”

 

Lei arrossì e si schiarì la gola. “Sì, beh… Anche da parte tua è stato furbo dire che non ti piace nessuno.”

 

Stavolta fu il mio turno di arrossire. “Io non stavo mentendo.”

 

Vanessa rimase un attimo interdetta. Aprì la bocca come per dire qualcosa ma sembrò ripensarci. Alzò gli occhi verso l’alto come se stesse cercando di ricordare qualcosa. “Ma non ti eri presa una cotta per Kevin LeFleur?”

 

Kevin LeFleur! Ecco chi era stato l’ultimo! “Oh, andiamo, Vì! Quello era secoli fa.”

 

Lei mi guardò scettica. “Era solo la fine dell’anno scorso.”

 

Io arrossii di nuovo. “Beh, si vede che ho cambiato idea durante l’estate. E poi era solo una piccola stupida cotta, neanche mi piaceva più di tanto.”

 

“Già,” Fece Vanessa alzando un sopracciglio castano. “Infatti gli hai solo fatto recapitare un mazzo di fiori per San Valentino davanti a tutta la scuola.”

 

Arrossii al ricordo. Quando durante l’estate l’avevo raccontato a casa papà si era messo a ridere con la sua solita delicatezza mentre mamma mi aveva sorriso incoraggiante e mi aveva detto che ero stata molto coraggiosa. L’unica che mi aveva fatto sentire meglio era stata zia Ginny, che mi aveva confessato di aver fatto la stessa cosa con lo zio Harry quando andavano a scuola.

 

A zia Ginny era andata sicuramente meglio di me, comunque, dato che adesso si era sposata con lo zio Harry mentre Kevin LeFleur faceva di tutto perché non ci incrociassimo nei corridoi. Forse era per questo che la cotta per lui era passata, lontano dagli occhi lontano dal cuore.

 

“Beh, d’accordo potrei essermi presa una bella sbandata in passato,” dissi io schiarendomi la gola. “Ma adesso è passato. Ed ho un sacco di cose a cui pensare, il prossimo anno avremmo i M.A.G.O. e voglio essere sicura di arrivare abbastanza preparata a…”

 

“Sai, cominci a parlare come tuo zio Percy.” Disse Vanessa guardandomi storto.

 

Io mi fermai di scatto. “Dovrebbe essere un’offesa?”

 

“Non era di certo un complimento. Rosie, hai sedici anni, vuoi deciderti a vivere la tua vita una volta per tutte? Avrai anni e anni per chinarti sui libri e cercare di diventare Ministro della Magia, ma per ora puoi semplicemente divertiti come tutte le ragazze della tua età?”

 

Sbuffai. “Io so divertirmi.”

 

Vanessa si stese sul letto a fianco a me. “Quand’è stata l’ultima volta che siamo andate ad una festa? E il compleanno di tuo nonno non conta.”

 

Il compleanno del nonno era stato divertente! Nonno aveva provato a stregare la tv che gli avevano regalato mamma e papà, e quella se ne andava in giro su due zampe obbligando tutti a sedersi e a guardare tutti i canali che poteva ricevere.

 

“D’accordo, forse non siamo state ad una vera festa da un po’.” Ammisi. “Ma questo non vuol dire che non ci divertiamo. Andiamo ad Hogsmeade ogni sabato!”

 

“Da sole.” Fece lei storcendo il naso. “E mi trascini sempre in quella stupida libreria.”

 

“Non è stupida. E poi cosa vuoi dire, che non ti diverti con me?”

 

Vanessa scosse la testa con un sorriso. “No, Rosie, non è questo e lo sai bene. Ho accettato la tua mania convulsiva da Biblioteca dal primo anno.” Sospirò. “E’ solo che non voglio finire come tua zia Muriel!”

 

Mi alzai di scatto dal letto e mi voltai verso di lei spaventata. “Zia Muriel?!” Urlai. “Stai dicendo che rimarremo zitelle per tutta la vita?”

 

Perfetto, era quello che ci voleva per finire una giornata in bellezza. Sapere di stare diventando come zia Muriel! E non c’era niente di peggio al mondo.

 

Sapevo di non essere una di quelle adolescenti tutte ragazzi e vestiti, e non mi importava neanche più di tanto di partecipare alle feste e ubriacarmi, ma per questo dovevo ritenermi condannata per tutta la vita? Anche mamma quando era giovane amava stare sui libri, eppure aveva sposato papà. E oggettivamente papà era pure un bell’uomo.

 

Era anche vero che la loro era stata una storia un pochino particolare.

 

Mi voltai verso Vanessa che mi fissava con una smorfia e capii che la differenza fondamentale tra me e mia madre era che io non avevo nessun migliore amico da poter sposare in futuro. A meno che non avessi sposato Al, ma era davvero fuori discussione.

 

Sospirai. “Vì, sono spacciata.”

 

**

 

 

Con un po’ di fatica la zia è tornata con una nuova storia.

Lo so cosa state pensando, malfidati! Adesso aggiornerà con un sacco di ritardo… e invece stavolta v’ho fregato, tiè XD

 

Sto già scrivendo i prossimi capitoli, attualmente sono a quota 7 (settimo incompiuto), quindi programmo di essere sempre più o meno in pari per postare nuovi chaps.

 

Mi rendo conto che come primo capitolo è abbastanza deludente e scarsino e fino a che non entreremo nella storia vera e propria sarà così, ma fidatevi ne vale la pena (spero!)

Ho voluto volutamente prendere le cose con calma e non fare accadere tutto subito come al solito, che dopo 5 o 6 capitoli mi dico “e mo’ che mi invento??”

 

Si prevede essere una loooong story, almeno per quanto riguarda lo spazio-tempo, poi vedremo come possiamo aggiustare i capitoli in modo da non doverne fare 1329… ai problemi logistici ci penserò per tempo ^^”

 

Per adesso è tutto, spero vi siate divertiti a leggere e se lasciate una recensione sono pure contenta, almeno sento dei pareri a riguardo

 

Vostra, zia fufù

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Capitolo 2
*** 2. Can't Say No ***


Quella mattina non avrebbe potuto cominciare peggio

                                        DON’T TELL DAD

 

                                            2. Can’t say no

 

 

 

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Quella mattina non avrebbe potuto cominciare peggio. Il compito di Erbologia che pensavo fosse andato bene era stato un vero disastro. A dire il vero era andato bene, ma per qualche strano motivo sia il mio compito che quello di Vanessa avevano una bella D a caratteri rossi proprio in cima alla pergamena.

 

La fissai con orrore, non avevo mai visto una D accanto al mio nome.

 

Alzai gli occhi verso la cattedra, dove Neville mi fissava e sembrava che volesse mettersi a piangere. Lo vidi sospirare e alzarsi annunciando alla classe l’argomento del giorno, prima di prendere a spiegare e mostrarci cosa dovevamo fare.

 

A fine lezione mi avviai da Neville per delle spiegazioni. La faccia di Neville non fece presagire niente di buono mentre mi avvicinavo alla sua cattedra. Prima che potessi dire qualcosa scosse la testa come se fosse in pena per me.

 

“Ti prego, Rosie, non dire niente.”

 

Lo fissai sbalordita. Mi aveva dato una D e dovevo starmene buona. “Non dire niente? Il mio compito era praticamente perfetto!”

 

“Lo so.”

 

E allora perché c’è una fastidiosissima e scarlatta D che brilla in cima al mio foglio?”

 

Neville sospirò. “Tua madre mi ha fatto promettere che se avessi fatto copiare Vanessa ancora una volta…”

 

“Mia madre!” urlai. “Mia madre! Neville… voglio dire, professor Longbottom! Lei è il professore qui, non mia madre!”

 

Neville sembrò intimidito da me. Forse davvero a volte somigliavo troppo a mia madre. “Non temere, Rosie, non avrà alcun credito sul tuo rendimento scolastico.”

 

Mi calmai un attimo, ma solo perché quella brutta lettera in cima al mio compito non avrebbe danneggiato il mio futuro e tutte le ore di studio. Ma avrei comunque ucciso la mamma quando l’avrei rivista. Anzi, le avrei mandato una lettera immediatamente.

 

Uscii dalla serra con ancora le orecchie che mi fumavano. Vanessa mi aspettava subito fuori dalla classe. “Mi dispiace tanto Rosie.”

 

“Non è colpa tua.” Scossi la testa. “Cavolo, una D! Pensavo che non ne avrei mai vista una in tutta la mia vita!”

 

“Non temere, Weasley, nel tuo caso la D non sta per Deludente” Mi voltai di scatto. Malfoy. Poteva questa giornata andare peggio? “Nel tuo caso sta per Deficiente.”

 

Vanessa fece un passo avanti per raggiungerlo, e probabilmente strozzarlo, ma la fermai in tempo e lo guardai sprezzante.

 

“Mi sento veramente colpita sentendomi dire una cosa del genere da uno che colleziona T. Se vuoi posso darti qualche ripetizione Malfoy, l’alfabeto non è poi così difficile da imparare, credimi sulla parola.

 

Malfoy fece un ghigno. “Non cercare di fare la superiore con me, Weasley, lo sai che l’anno scorso mi hai battuto solo per mezzo voto.”

 

Feci per replicare ma sparì nella serra seguito da altri Serpeverde. Quanto lo detestavo. Okay, aveva ragione, era uno studente eccellente e l’avevo battuto solo per pochi punti l’anno prima. Ma avevo comunque vinto io. E mio padre era stato fiero di me. Non perché fossi un genio, ma semplicemente perché avevo battuto il figlio di Draco Malfoy.

 

Avevo sentito mia madre rimproverare papà su questa faccenda così tante volte che ormai ci avevo fatto l’abitudine. Mamma cercava di insegnarci che non dovevamo avere pregiudizi, di non giudicare le persone prima di averle conosciute, di non dare tutto per scontato. Ma parliamoci chiaro, battere Scorpius Malfoy era divertente!

 

Io e Vanessa ci incamminammo verso il castello. Per tutto il tragitto continuò a ripetere quanto le dispiacesse per il mio voto, ma a me alla fine non importava granché. Certo, era stato orribile vedere quella gigantesca D sul mio foglio, ma sapevo di aver fatto un compito eccellente e che se avevo quel voto era solo colpa della mia madre ficcanaso.

 

L’ora seguente avevamo storia della magia e come al solito mi sedetti accanto ad Al che mi aspettava già in classe. Vanessa si sedette dall’altra parte al mio fianco. Il professor Ruf, neanche avevamo preso posto, aveva già cominciato a spiegare la lezione del giorno.

 

“Com’è andato il compito?” Mi chiese Al ignaro di tutto.

 

Cominciai a raccontare dall’inizio com’era andata, che Vanessa aveva copiato tutto, che il mio compito era perfetto e che avevo preso una D solo perché mamma era amica di Neville Longbottom. Al scoppiò a ridere.

 

“Tua madre è davvero capace di tutto.”

 

Alzai un sopracciglio. “Mia madre? Sei il figlio di Ginny Weasley e ti preoccupi di mia madre?”

 

Al fece un sorrisino e tornò a scribacchiare sui suoi appunti. Tutto ad un tratto mi ricordai.

 

“Al?”

 

Mh?”

 

“Non c’era qualcosa che volevi dirmi, ieri?”

 

Al sembrò preso alla sprovvista. “Oh.” Disse. “Beh, sì, in effetti c’è una cosa… ma non credo che sia il momento giusto per parlare di questo.”

 

“Mi devo preoccupare?”

 

Al scosse la testa e si morse un labbro. Stava diventando davvero strano in questi giorni, in tutti questi anni non lo avevo mai visto così perso tra le nuvole. Dopo quella breve conversazione si zittì e riprese a scrivere i suoi appunti.

 

Per il resto della lezione dovetti stare in silenzio ad ascoltare Ruf e le sue storie sui folletti nella comunità magica. Al non accennava ad alzare la testa dal suo taccuino e Vanessa si era addormentata da un bel pezzo.

 

Suonò la campanella e sobbalzai. Solo allora mi resi conto che anche io mi ero addormentata. Al mi diede una gomitata nelle costole e io ne diedi una a Vanessa che balzò a sedere come se fosse sempre stata vigile e all’erta. Al mi sorrise scotendo la testa e io lo ringraziai con un altro sorriso.

 

“Dormito bene?” Chiesi a Vanessa.

 

“Benissimo.” Finì con uno sbadiglio.

 

Al si aggregò a noi nel tragitto fino alla Sala Grande. “Ho preso qualche appunto, non vi preoccupate, se ne avete bisogno.”

 

“Grazie Al.”

 

Vanessa gli sorrise gentilmente e un po’ in imbarazzo. “Credo proprio che ne avrò bisogno, grazie Albus.” Si grattò la nuca. “Di cosa si parlava esattamente?”

 

Io scoppiai a ridere. Vanessa era un disastro a scuola e forse era per quello che a mio padre piaceva così tanto. Al le riassunse velocemente la lezione mentre ci sedevamo sulla panca dei Grifondoro vicino a Lily e ad alcune delle sue compagne di corso.

 

Davies.”

 

Davies? No, meglio McFarland.”

 

“Stai scherzando? Hai visto che brutto naso che ha?”

 

Io, Al e Vanessa ci guardammo perplessi.

 

“Ehi, Lily!” Dissi allegramente. “Che state facendo?”

 

Lily sventolò i suoi liscissimi capelli rossi e si voltò verso di noi con un sorriso. “Oh, ciao ragazzi! Non vi avevo visto arrivare.” Si voltò verso le sue amiche e ridacchiò. “Stiliamo una lista dei ragazzi più belli di Hogwarts.

 

Io e Vanessa ci scambiammo uno sguardo. Avevamo anche noi la nostra lista personale. Ma quello era un segreto che doveva morire con noi.

 

“Ah, sì?” Rise Albus. “E per ora chi è in cima alla lista?”

 

Lily fece una smorfia. “Purtroppo James.”

 

Io e Al scoppiamo a ridere. “James?” dissi. “James Potter?”

 

Un’amica di Lily assunse un’aria sognante e annuì. “Oh, lui è così… così… sexy!”

 

Al fece una faccia come se avesse voglia di vomitare. “D’accordo, ho sentito abbastanza.” Disse alzandosi dalla panca. “Ehi, Lily, mi devi 3 galeoni se non vuoi che dica a mamma della punizione.

 

Lily lo fissò a bocca aperta. “Cosa? Ma questo è giocare sporco! Ti toglierò dalla top ten dei migliori ragazzi di Hogwarts!” Gli urlò dietro, ma Al non diede cenno di aver sentito.

 

Io e Vanessa ridacchiammo. “Chi è secondo in classifica?” chiese Vanessa.

 

Scorpius Malfoy!”

 

Scorpius Malfoy?!” Riecheggiamo io e la mia fedele amica. Mi schiarii la gola incredula. “Intendi Scorpius Hyperion Malfoy dei Serpeverde?”

 

Vanessa fece una smorfia. “Beh, non è che ci siano tanti Scorpius in giro…”

 

Lily annuì con vigore e sorrise un po’ imbarazzata. “Lo so che non è proprio il massimo della gentilezza, e che papà mi ucciderebbe se mi sentisse dire una cosa del genere, ma è un ragazzo davvero affascinante!”

 

“Non è il massimo della gentilezza?!” Dissi io scandalizzata. Gli era forse andato in pappa il cervello? “Lily, ti rendi conto che è un idiota di prima categoria, vero?”

 

Vanessa mi guardò perplessa. “Non sapevo che gli albini andassero di moda adesso.

 

Scoppiai a ridere. “Devi ammetterlo, quando noi eravamo al terzo anno eravamo molto più fortunate. Ricordi Jason Hahn?”

 

“Cavolo!” Disse Vanessa con aria sognante. “Quello sì che era un figo da paura!”

 

“Parlate di me?” James era appena apparso alle spalle di Vanessa.

 

“Ovviamente no.” Dissi io roteando gli occhi. “Che diavolo vuoi?”

 

James mi guardò con un sorriso e alzò le mani in segno di resa. “Ehi, calma rossa, vengo in pace! Avete visto Al? So che stava studiando delle nuove tattiche di gioco da utilizzare per la squadra di Quidditch.

 

Se n’è appena andato, credo a vomitare.” James alzò un sopracciglio. “Ha sentito da Lily che sei il primo nella top ten tra i ragazzi più belli della scuola.

 

James fece un sorriso fiero e gonfiò il petto. “Davvero? E di chi è questa lista?” Indicai con la testa Lily e le sue amiche. “Sorellina, lo sapevo che ero il tuo idolo, ma non dovevi.

 

Lily fece una smorfia. “Io non ti ho votato.”

 

“Ah no? E chi mi ha votato allora?” La timida amica di Lily, che adesso era tutta arrossita, alzò timidamente una mano. James le sorrise. “Hai appena vinto un appuntamento ad Hogsmeade, tesoro. Adesso devo scappare.”

 

Mandò un bacio all’amica di Lily, che per poco non svenne dall’emozione, e se ne andò in cerca di Al. Io guardai Vanessa scotendo la testa. “Non voglio credere che siamo parenti.”

 

Lily sbuffò al mio fianco. “A chi lo dici.”

 


**

 

Dopo pranzo Vanessa era andata nel dormitorio per riposarsi un po’ e io avevo deciso di rifugiarmi in biblioteca, nel silenzio più assoluto. Mi sedetti in un tavolo vicino alla finestra, dove batteva il sole, seppur pallido, e aprii uno dei libri che mi ero portata dietro.

 

Madama Pince ogni tanto faceva capolino da qualche scaffale per controllare se fosse tutto apposto. Mi sorrideva e poi tornava al suo posto. Credo che fossi l’unica studentessa in tutta Hogwarts a cui Madama Pince avesse mai rivolto un sorriso.

 

Mi ero quasi del tutto rilassata quando qualcuno con un tonfo sordo si sedette al mio fianco. Sobbalzai e mi voltai.

 

Hugo!”

 

“Ehi!” Replicò lui con un sorriso. “Ho sentito dire che hai preso una D.”

 

Roteai gli occhi e chiusi il libro che stavo leggendo. “E’ stata tutta colpa di mamma.”

 

“Sì, ho sentito anche questo.” Disse. “Ma non dirlo a papà, pensa a come sarebbe felice di sapere che hai finalmente preso una D!”

 

Accennai appena un sorriso. Papà sarebbe stato veramente contento se avessi preso un brutto voto tutta da sola. Ogni settembre prima di salire sul treno mamma mi raccomandava di studiare e comportarmi bene, e papà di divertirmi e mettermi nei guai perché si vive una volta sola. I miei genitori erano il sole e la luna, mi chiedo come diavolo avessero fatto a mettersi insieme.

 

“Come mai sei in biblioteca?” chiesi.

 

Hugo scrollò le spalle. “Ti cercavo e non sapevo dove altro trovarti se non qui. Papà dice sempre che se cerco te o mamma devo cercare un posto dove ci sono tanti libri.”

 

“Ah,” sospirai. “Papà e le sue perle di saggezza.”

 

“Saranno stupide da come le dice,” disse in tutta sincerità. “però salta fuori che ha sempre ragione.”

 

Sorrisi di nuovo. Adoravo papà. Non che non adorassi la mamma, ma la mamma in qualche modo era sempre stata il genitore severo. Papà era quello che ci faceva rimanere alzati fino a tardi, che ci faceva mangiare un chilo di gelato prima di andare a letto e che ci copriva con la mamma se combinavamo qualcosa. Era quello strano e buffo. Era impossibile arrabbiarsi con papà.

 

“Chissà come fa la mamma ad arrabbiarsi con papà.

 

Hugo storse il naso. “Ma no, nemmeno mamma si arrabbia veramente. Cerca di arrabbiarsi, ma poi papà dice qualcosa di stupido e neanche mamma riesce a rimanere seria.

 

“Mamma dice che quando erano giovani litigavano tanto.”

 

“Anche io e te litighiamo.” Disse Hugo. “Da piccoli litigavamo tanto.”

 

“Sì, ma io e te non siamo mica innamorati.”

 

“Ma ti voglio bene lo stesso, anche se litighiamo. Disse Hugo con sincerità. Ecco una delle tante cose che amavo di Hugo, diceva sempre quello che gli passava per la testa, che fosse inopportuno o meno.

 

Lo guardai con tenerezza. “Aaaw, questa è stata veramente una cosa carina da dire, Hugo.

 

Hugo si alzò in piedi e mi fece l’occhiolino. “Non dire in giro che sono così sentimentale o il mio fascino con le ragazze ne risentirà.

 

“Da quando tu esci con le ragazze?” Chiesi io con un sorrisetto divertito. Mi sembrava due giorni fa che aveva smesso di giocare con i miei peluches fingendosi Medimago.

 

Hugo allargò le braccia. “Non sono mica un bambino. Certo, non ho il chiodo fisso come James, ma mi guardo intorno ogni tanto.” Sorrise. “Non come te, che te ne stai tutto il tempo china sui libri. Poi nessuno ti vorrà sposare perché ti sarà venuta la gobba.

 

Scoppiai a ridere. “Grazie per la tua preoccupazione, Hugo, ma non credo che avverrà.

 

Hugo mi fissò serio e ci pensò su. “Da quant’è che non esci con qualcuno?”

 

Quella conversazione mi fece tornare in mente la chiacchierata avuta con Paula il giorno precedente. Era da almeno un anno che non uscivo con nessuno, era vero, ma stava diventando così evidente per tutti? E poi non era colpa mia, ero stata impegnata. Dovevo studiare e prepararmi per l’anno avvenire, così da non sovraccaricarmi per i M.A.G.O.

 

“Terra chiama Rosie!”

 

Solo allora mi resi conto che Hugo mi stava ancora fissando. Mi ero incantata come al mio solito. Sorrisi e scrollai le spalle. “Onestamente, non ne ho idea. Non ricordo nemmeno chi fosse l’ultimo ragazzo con cui sono uscita.”

 

“Senza contare Al, intendi?” Mi prese in giro Hugo. “Sai, qualche volta dovresti seguire i consigli di papà e non di mamma. Esci e divertiti, per studiare c’è sempre tempo.

 

Mi morsi il labbro e ci pensai un attimo su. “Tu pensi che sia noiosa?” Chiesi onestamente.

 

Hugo scrollò le spalle. “Sinceramente, Rosie, io e te non usciamo proprio insieme. Ma un po’ di svago in più non ti farebbe male.

 

Sorrisi a mio fratello e annuii. Mi salutò con una mano e se ne andò via dalla biblioteca. Rimasi a guardarlo fino a che non superò la soglia e sparì dalla visuale. Io avrei dovuto essere la sorella maggiore e dispensare consigli, ma per qualche motivo era sempre Hugo ad illuminarmi con la sua sincerità e logica lampante.

 

Era proprio come tra mamma e papà. Mamma aveva senza dubbio un cervello da paura, una delle migliori studentesse nella storia di Hogwarts e la migliore nel suo campo, ma a volte si perdeva in un bicchiere d’acqua. E papà con la sua semplicità e genuinità riusciva a mettere a posto tutto in un balletto.

 

Come quella volta che mamma era in causa al Ministero per la difesa di un Elfo domestico. Era rimasta chiusa in casa una settimana, recintata da fogli e pergamene, aveva scritto saggi, rapporti, aveva consultato leggi e alla fine si era presentata in aula. Un paio d’ore dopo ne era uscita sconfitta, quelli del Wizengamot non avevano accettato la sua scheda sui diritti degli Elfi. Era tornata a casa infranta, quasi con le lacrime agli occhi e continuava a ripetere di non riuscire a capire dove avesse sbagliato. Papà l’aveva guardata e aveva scrollato le spalle dicendo ‘Il fatto che loro non abbiano accettato non vuol dire che tu non abbia fatto un buon lavoro’.

 

Decisi che era l’ora di lasciare la biblioteca e col pensiero fisso ai miei genitori mi avviai verso il corridoio. Peccato che non arrivai mai a varcare la soglia. Presa com’ero dai miei pensieri non avevo visto che qualcuno stava venendo nella mia direzione e ci andai a sbattere contro.

 

“Oh, scusa!” Dissi di riflesso. Alzai la testa e la faccia allegra e per niente turbata di Lysander mi si parò davanti. “Oh, sei tu? Ciao Lysander.”

 

Lysander aveva sempre un’aria sognante, che aveva senza dubbio ereditato dalla zia Luna. “Ehi, Rose. Devo fare una ricerca e allora ho pensato di venire in biblioteca.

 

Sorrisi sforzatamente. “Beh, mi sembra il posto adatto.” A volte quando parlavo con lui mi sembrava di parlare con un bambino piccolo.

 

“Tu che fai?”

 

“Io stavo leggendo”

 

Annuì. “Oh sì, anche per leggere mi sembra il posto adatto.

 

“Già,” tagliai corto io. “Non sei con Lorcan?”

 

Scosse la testa fissandomi con i suoi grandi occhi a palla. “No, Lorcan è giù al lago alla ricerca di qualche Spioncello.

 

Che diavolo fosse uno Spioncello, non ne avevo la più pallida idea, perciò mi limitai a fare una faccia interessata. E fu proprio in biblioteca, a due passi dalla soglia e dalla cattedra di Madama Pince, che accadde qualcosa che non mi sarei mai aspettata.

 

“Vieni ad Hogsmeade con me, sabato?” Chiese Lysander come se mi avesse appena chiesto se potevo prestargli una penna.

 

Lo fissai per un po’, che cosa avrei dovuto rispondergli? D’un tratto mi ricordai le parole di Hugo e di Paula. Erano mesi che non uscivo con qualcuno, erano mesi che non mi svagavo un po’. Certo uscire con Lysander sarebbe stato strano però…

 

O-ok.” Dissi vacillante, credendo poco io stessa a quello che stavo facendo.

 

Lysander sorrise e ne sembrò contento. “Bene.” E senza dire un’altra parola se ne andò.

 

Rimasi immobile per qualche secondo a rielaborare per bene quello che mi era appena successo. Mi grattai la nuca un po’ spiazzata. Non avevo la più pallida idea di quello che fosse successo. Avevo accettato di uscire con Lysander Scamander e quello mi suggeriva che probabilmente dovevo essere impazzita.

 

E non lo avevo ancora raccontato a Vanessa.


**

 

 

“No, aspetta, fammi capire per bene.” Disse lentamente. “Tu. Hai accettato. Di uscire. Con Lysander?”

 

Arrossii sulle guance e guardai Vanessa quasi con vergogna. “E’ da tanto che non esco con nessuno.”

 

Vanessa sembrava sconvolta. E probabilmente lo era. Continuava a scuotere la testa con la bocca aperta. “E ti sembra un bel modo di ricominciare uscendo con Lysander?! Hai presente che hai accettato di uscire con uno che divide la minestra dal brodo prima di mangiarlo?”

 

Okey, Lysander era un tipo strano. Ma era nel suo DNA, cosa ci poteva fare?

 

“Non sarà così male.” Replicai.

 

Vanessa si passò una mano sulla tempia. “Senti Rose, ricordi che al primo anno Lorcan mi chiese se poteva portarmi a fare una passeggiata attorno al lago? Ti sei mai chiesta perché da allora evito che ci incrociamo per i corridoi?”

 

Sbuffai. “Lorcan non è Lysander.”

 

“Ma non eri tu quella che diceva che la loro stranezza è nel loro corredo genetico?! Se non l’avessi notato Lorcan e Lysander sono gemelli!”

 

“Anche Gaby e Sol sono gemelle, ma non sono per niente simili.” Obbiettai io. “Insomma, Sol ucciderebbe chiunque le capitasse a tiro mentre Gaby…”

 

Lascia perdere le gemelle!” Fece brusca Vanessa. “Stiamo parlando dei gemelli Scamander! Tu stessa mi hai raccontato delle stranezze che fa Luna, per non parlare di tuo padre che ne è praticamente terrorizzato. O ti sei dimenticata che per un mese hanno dovuto vivere da tua nonna perché hanno fatto scoppiare la loro casa?”

 

“E’ stato un incidente,” Cercai di difenderli. “E sono dei ragazzi gentili, sono sicura che si comporterà bene.

 

Vanessa si passò una mano sulla tempia. “Rosie, non sto mettendo in dubbio la loro educazione. Mi ricordo solo che Lorcan al terzo anno infilava le dita nel naso delle persone per liberarli da delle creature malvagie che mangiano il cervello di cui non ricordo e non voglio ricordare il nome!”

 

Mi lasciai andare contro la testata del letto con un sospiro. “Oh, , perché diavolo ho accettato di uscire con lui?”

 

Vanessa fece un sorriso simpatetico. “Perché sei disperata.”

 

“Io non sono disperata!” Balzai su punta sul vivo. “Il fatto che non esca mai con nessuno non fa di me una disperata! Io non sono disperata!”

 

Que son estas gridas?

 

Io e Vanessa ci voltammo verso la porta dove Gaby, una delle nostre compagne di stanza, ci guardava perplessa. Sbuffai e le feci cenno di avvicinarsi al mio letto. Paula poteva sempre essere nei paraggi e non volevo che sentisse.

 

“Ho accettato di uscire con Lysander.”

 

Gaby mi guardò un po’ perplessa. “Y porqué?

 

Scossi la testa. “Non ne ho idea.”

 

Perché è disperata.”

 

“Non sono disperata!”

 

Gaby arricciò il naso. “Rosie, Lysander no è quel chico un poco tonto?”

 

Vanessa rise, non seppi dire se per la pronuncia di Gaby, che dopo tutti questi anni continuava a parlare spagnolo, o se perché aveva dato di tonto a Lysander. Io annuii e Gaby mi guardò sempre più perplessa.

 

La porta si aprì di nuovo e per mia fortuna non era Paula. Era la sorella di Gaby, Sol. Ci guardò per qualche minuto prima di dire qualcosa. Una conversazione a cui e Vanessa stentammo a stare dietro.

 

Se ha muerto alguien?

 

Gaby sospirò. “Puès no, pero Rosie se ha volvido loca.”

 

Sol alzò un sopracciglio. “Como?

 

Se ha aceptado salir con el chico tonto, uno de los gemelos Scamander.

 

Sol venne verso di me fissandomi ad occhi sbarrati. “No me lo dire, Rosie, ti gusta uno dei gemeli?”

 

“No, non mi gusta proprio nessuno!” Dissi fermamente io. Perfetto, adesso stavo pure cominciando a parlare spagnolo. “L’ho fatto e basta!”

 

Sol e Gaby si scambiarono un’occhiata. Vanessa alzò gli occhi al cielo e scosse la testa ripetendo: “Sei disperata.

 

Gaby appoggiò una mano sulla mia. “Forse non serà tanto male, Rosie.”

 

Y esta es una broma?

 

Per una volta fui felice di non aver capito cosa si erano dette perché Gaby tirò una gomitata a Sol e mi sorrise. Era un sorriso falso, cercavano di consolarmi, si poteva vedere lontano un miglio.

 

“D’accordo,” Ammisi. “Sono disperata! E’ che non ricordo neanche quale sia stata l’ultima volta che sono uscita con un ragazzo!”

 

Che non fosse Albus?” Chiese Vanessa, echeggiando le parole di mio fratello.

 

Gaby cercò di fare un sorriso. “No ser triste, Rosie, no ti devi fidanzare con lui. Solo devi uscire una volta. Come amico puede ser simpatico.”

                      

Vanessa, per la prima volta da quando le avevo raccontato l’intera vicenda, si dimostrò compassionevole. “Sai cosa, Rosie? Gaby ha ragione, ti ha solo chiesto di uscire e non di diventare la sua ragazza. E se dovesse farlo, la risposta te la suggerisco io, ed è no. E io sarò nei paraggi, se dovesse fare qualcosa di strano puoi sempre mollarlo lì e cercarmi.”

 

Sol mi guardò un attimo e disse schietta. “Se quieres un consiglio, Rosie, escapa. Escapa màs lontano posible.”

 

Gaby la zittì. “Sssh! Ahora basta Sol, non spaventarla!”

 

“Sono già terrorizzata.” Dissi sinceramente.

 

Vanessa si sedette sul bordo del mio letto e mi posò una mano sulla spalla. “Cerchiamo di mantenere il controllo. Rosie, perché non vai da lui è gli dici che non puoi uscire? Inventati qualcosa tipo che… hai compiti extra da fare, sono sicura che ti crederà.”

 

Gaby ci guardò con una smorfia. “Ma es una cosa muy scortese.”

 

“Gaby ha ragione.” Dissi io. “In più, se non uscissi con lui verrei comunque ad Hogsmeade con te, il che non sarebbe per niente d’aiuto. Lysander non è tonto fino a questo punto.

 

Ci fu un attimo di silenzio.

 

Quieres che ponga una caramella vomitosa en su succo di zucca, Rosie?”

 

Stavo quasi per dire di sì a Sol, sarebbe stata la soluzione più semplice, ma non volevo essere così crudele con Lysander. Una volta avevo preso una di quelle pasticche per saltare un compito in classe ed ero stata così male che avevo giurato a me stessa che mai ne avrei ripresa una in vita mia.

 

Così stavo lì sul mio letto con attorno le mie amiche che cercavano di consolarmi per una cosa che ancora doveva succedere. A volte adoravo essere spontanea come mio padre e come mio fratello Hugo, ma questa volta non era stato per niente di aiuto. Questa volta avevo proprio combinato un disastro colossale.

 

 

**

 

 

Ed eccoci qui con il secondo capitolo di questa nuova avventura!

Che dire… beh, c’è veramente poco da dire, in fondo siamo solo all’inizio ._______.

 

Sono contenta che abbiate letto in numerosi e che qualcuno abbia avuto il tempo di recensire, ne sono stata davvero onorata e spero che sia piaciuto a tutti, come spero che piaccia anche questo secondo capitolo.

 

Volevo solo avvertire che quello di Gaby e Sol è uno spagnolo italianizzato, quindi non reale. Solo quando è scritto in corsivo è veramente spagnolo, nel caso vi venga in mente di impararlo XD

 

Un grazie particolare a: Kronos333, Ombrosa, Arkadio (nessun albero genealogico, userò solo i personaggi più essenziali alla storia ^^), Edvige86, GiulyB (E’ la tastiera che è magica infatti, non sono io che scrivo XD), Mad World, clirissa, Sif (Non è mai troppo tardi per iniziare ^^ e a me fa molto piacere. Grazie)

 

Bacetti, zia Fufù ^^

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** 3. Roses' scent ***


Contavo i giorni che mi separavano al weekend e a quell’ormai immancabile appuntamento che avevo preso con Lysander

                               DON’T TELL DAD

 

                                 3. Roses’ scent

 

 

Albus

Contavo i giorni che mi separavano al weekend e a quell’ormai immancabile appuntamento che avevo preso con Lysander. Mancavano solo due giorni e io non sapevo proprio che cosa aspettarmi. Continuavo a ripetermi che non poteva essere tanto male, infondo mamma e papà erano amici di zia Luna, sebbene non avevo mai capito come facessero. In più i gemelli avevano il cinquanta per cento del DNA di Rufus.

 

Vanessa si era offerta di invitare Lorcan a uscire, così che non avrei dovuto soffrire da sola, ma gli avevo detto di lasciare perdere.

 

Mi sedetti sulla panca dei Grifondoro in Sala Grande e mi servii nel piatto la mia colazione. Vanessa si sedette al mio fianco senza dire una parola, sapeva che in quei giorni ero suscettibile a qualunque cosa mi si dicesse. Al arrivò poco dopo e si sedette di fronte a me.

 

“Ehi, cos’è quella faccia?”

 

Feci una smorfia. “Vedo che la bella notizia non è ancora arrivata.”

 

Al assunse un’espressione confusa e si voltò verso Vanessa in cerca di una spiegazione. “Lysander le ha chiesto di uscire.”

 

“Qual è il problema, basta che tu gli dica di no.”

 

“Ho già detto sì.”

 

Al mi guardò allora con una faccia perplessa. Sapevo cosa stava pensando, esattamente la stessa cosa che aveva pensato Vanessa quando glielo avevo raccontato. E stavo cominciando a pensarlo anche io.

 

“Dovevi essere proprio disperata.”

 

Sospirai. “Sì, Al, probabilmente lo sono.”

 

Al si portò un cucchiaio di cereali alla bocca. “E perché dovresti esserlo, scusa?” Disse masticando. “Sei una ragazza carina e ti puoi decisamente permettere di meglio.”

 

Rimasi colpita dalle parole di Al. Alzai gli occhi verso di lui, sorpresa, e sembrava sincero. Non mi aveva mai detto che pensava che fossi carina. In genere papà era l’unico della famiglia a elogiare la mia infinita bellezza e non era un parere proprio obbiettivo.

 

“Lo dici solo perché sono tua cugina.”

 

Al roteò gli occhi. “Giusto, perché non ho niente di meglio da fare che flirtare con mia cugina.” Scosse la testa borbottando tra sé. “E anche Molly è mia cugina, ma non mi sognerei mai di dire che è carina.”

 

Mi voltai verso Vanessa che era rimasta in silenzio tutto il tempo. “Pensi che sia carina?”

 

Vanessa parve presa alla sprovvista. “Beh, non lo so… non mi intendo di ragazze.”

 

Al richiamò di nuovo la mia attenzione. “E poi non buttarti giù, Lysander non è così male. Qualche volta durante l’estate Luna e Rolf sono venuti a casa a trovare mamma e papà. All’inizio è un po’ difficile comunicare con lui e Lorcan, ma se riesci a prenderli per il verso giusto sono due ragazzi in gamba.”

 

“Mi stai dicendo che devo parlare di cose immaginarie tutto il tempo? E a proposito, cosa diavolo sono gli Spioncelli?”

 

“Spioncelli?” Ripeté Vanessa.

 

“Spioncelli!” disse Al come se fosse una cosa ovvia. “Sono dei piccoli parassiti che ti si attaccano addosso e ti spiano tutto il tempo.”

 

Io e Vanessa lo guardammo a bocca aperta. Se Lysander e Lorcan erano riusciti a fare il lavaggio del cervello a mio cugino Al, che era la persona più razionale che conoscessi, io ero definitivamente nei guai. Sarei diventata pazza e avrei cominciato a camminare scalza per Hogwarts alla ricerca di Nargilli.

 

Dopo colazione io e Vanessa ci avviammo verso i sotterranei per l’ora di Pozioni, mentre Al aveva Cura delle Creature Magiche. L’unica cosa peggiore di sapere che in due giorni sarei dovuta uscire pubblicamente con Lysander, era dover passare un’ora di lezione insieme ai Serpeverde.

 

Non sapevo nemmeno perché avevo deciso di continuare Pozioni. Tutti nella mia famiglia odiavano Pozioni. Papà detestava Pozioni, zio Harry odiava Pozioni e mamma… diciamo che era la sua materia meno preferita. Era stata Vanessa a convincermi, l’opzione sarebbe stata Cura delle Creature magiche, ma lei era troppo spaventata da Hagrid e le sue ‘creature’ per continuare.

 

Stavo giusto per varcare la soglia della classe quando qualcuno mi urtò la spalla, sbalzandomi di un metro sulla sinistra. Scorpius Malfoy mi guardava odiosamente, mentre stava per entrare in aula, e io non resistetti a roteare gli occhi e a lamentarmi a voce alta.

 

“Adesso è proprio una pessima giornata!”

 

Malfoy tornò sui suoi passi e mi sovrastò con la sua statura. Perché dovevo essere così maledettamente bassa quando mio padre era alto quasi due metri?

 

“Scusami, Weasley.” Avevo sentito bene, Malfoy si era appena scusato con me? “Pensavo che fossi una pulce e ho cercato di calpestarti, poi mi sono accorto che eri solo tu.”

 

Ah, ecco. “Il tuo humor è sempre alle stelle, vedo. Mi chiedo come non ti abbiano ancora preso in qualche Circo di provincia.”

 

Malfoy rimase in silenzio e mi guardò con occhi vuoti. Solo allora mi resi conto che probabilmente, dato la sua appartenenza alla purissima dinastia di purosangue, non aveva la più pallida idea di cosa fosse un Circo. Si limitò a tirare su col naso prima di voltarsi senza risposta ed entrare in classe.

 

Vanessa si chinò verso di me fino ad arrivare al mio orecchio. “E’ la prima volta che Malfoy non risponde per le rime a qualcosa che dici.”

 

Scrollai le spalle. “Semplicemente perché non ha capito un accidente di quello che gli ho appena detto.”

 

Appena entrammo in Aula, ci avvolse un aroma familiare e caldo, che mi ricordava tanto il Natale alla Tana. Il professor Lumacorno stava trafficando sul retro, tra i grossi pentoloni in lega che fumavano colmi di pozioni. Malfoy era seduto in uno dei primi banchi a sinistra, per questo io prontamente mi sedetti negli ultimi banchi di destra.

 

Il professor Lumacorno venne fuori con la sua solita faccia a bonaccione e batté entusiasta le mani. “Bene!” Esordì. “Se ci siamo tutti, vorrei presentarvi una Pozione che presento tutti gli anni ai miei studenti del Sesto anno. Vedete questo Calderone? Qualcuno sa dirmi di che Pozione si tratta?”

 

La mia mano schizzò in aria come se fossi stata punta da un’ape. Era una cosa meccanica, non potevo controllarla, era come se il mio cervello dicesse subito alla mia mano che sapevo la risposta.

 

“Signorina Weasley?”

 

“E’ Amormentia, signore.”

 

“Benissimo!” Gridò lui entusiasta. “Dieci punti a Grifondoro. Sa dirmi anche di che cosa si tratta?”

 

“E’ una pozione d’amore.” Dissi sicura di me. Gli occhi di tutta la classe, soprattutto della parte femminile, erano su di me interessati dall’argomento. “La Pozione, oltre a salire con delle spirali di fumo, ha un odore diverso a seconda di chi lo annusa. L’odore cambia secondo i gusti della persona.”

 

“Eccellente, signorina Weasley. Altri dieci punti.” Con la coda dell’occhio riuscii a vedere benissimo Scorpius Malfoy che mi fissava con astio. Anche il Professor Lumacorno doveva essersene accorto. “Signor Malfoy, per esempio, lei che odore può sentire?”

 

Malfoy si voltò lentamente verso il Professore e ci pensò un po’ su. Lo vidi chiudere le sue bianchissime palpebre sugli occhi grigi e inspirare profondamente. “Rose.” Annunciò. “Sento profumo di rose.”

 

Per qualche strano, fastidiosissimo motivo, mi sentii presa in causa. E per qualche strano motivo, il resto della classe sembrava aver pensato la stessa cosa, perché tutti si erano voltati verso di me, che come una sciocca ero arrossita fino alla punta delle orecchie. Malfoy non si scompose neanche un po’, roteò gli occhi e aggiunse: “dei fiori, non certo della Weasley!”

 

Anche il professor Lumacorno parve un po’ a disagio, come se Malfoy mi avesse appena giurato eterno amore. Io volevo solo che tutti la smettessero di fissarmi.

 

“D’accordo ragazzi, riprendiamo la lezione! Per giovedì prossimo voglio una relazione sugli effetti positivi e negativi dell’Amormentia. In biblioteca troverete tutte le informazioni necessarie per la vostra ricerca. Adesso mettetevi dietro ai vostri calderoni, aprite a pagina 178 e iniziate il vostro lavoro.”

 

Presi il mio libro e lo aprii alla pagina indicata tra me e Vanessa, che aveva ancora uno strano sorriso sulle labbra. Con il dito seguii l’ordine degli ingredienti e mi recai nella dispensa per procurarmeli. Quando tornai al banco per cominciare il mio lavoro, notai che Vanessa stava ancora ridacchiando.

 

Posai gli ingredienti vicino a me. “Si può sapere che ti prende?”

 

Vanessa sembrava di buon umore, ma non riuscivo a capire cosa potesse esserle successo dato che da quando ci eravamo alzate quella mattina, avevamo trascorso insieme tutta la giornata. Lei fece un sorriso furbo e indicò Malfoy con la testa ed io arrossii di nuovo.

 

“Levatelo dalla testa.” Dissi subito, cominciando a buttare nel calderone un po’ dei miei ingredienti. “L’hai sentito, no? Stava solo parlando di fiori.”

 

“Ma Rose,” disse Vanessa convinta. “E’ proprio di questo che sto parlando!”

 

Aggrottai la fronte. “Stiamo parlando di Malfoy che vuole diventare giardiniere?”

 

“No,” disse lei con un sorriso sempre più ampio. “Stiamo parlando del fatto che tu profumi di rose.”

 

Lasciai perdere la mia pozione e le prestai tutta la mia attenzione. La fissai per un po’ a bocca aperta, pensando di non aver capito bene. Io non profumavo di rose. Io non profumavo di niente.

 

“Eh?” Dissi un po’ stupidamente.

 

Lei roteò gli occhi. “Dico sul serio, Rose. So che sembra una strana coincidenza col tuo nome, ma tu profumi veramente di rose. E’ una delle prime cose che ho notato quando ci siamo conosciute al primo anno.”

 

Questa era nuova. “Non me lo avevi mai detto.”

 

“Beh, sarebbe stato strano dirti che profumavi di rose, non credi?” disse riprendendo il lavoro da dove l’avevo lasciato.

 

In effetti sarebbe stato molto strano. Ma ancora più strano era che l’odore di rose, che a quanto pare era anche il mio odore, fosse l’odore che Malfoy amava di più al mondo. Lo guardai di soppiatto mentre preparava la sua Pozione, i suoi capelli biondo platino ricadevano sulla sua pelle bianchissima, i suoi occhi grigi concentrati sul suo lavoro.

Sicuramente era stata solo una coincidenza.

 

 

**

 

 

“Profumo di rose?”

 

Al alzò lo sguardo su di me come se fossi uscita di senno. E forse lo ero. Appena finita l’ora di lezioni, mi ero avviata verso la Biblioteca per prendere alcuni libri che parlassero dell’Amormentia. Vi avevo trovato Al, seduto ad uno dei tavoli centrali. Non avevo neanche salutato che avevo subito sparato quella domanda.

 

“Perché me lo chiedi?” Chiese sinceramente curioso.

 

Sbuffai e mi sedetti al suo fianco. “No, niente, probabilmente sto davvero diventando pazza. Insomma, prima accetto di uscire con Lysander Scamander, poi Malfoy che dice che profumo di rose…”

 

“Frena, frena, frena!” Al alzò le mani per fermarmi. “Malfoy dice che profumi di rose?!”

 

“No! Non Malfoy!” scattai subito. “No, Malfoy dice solo che lui sente profumo di rose nell’Amormentia, mentre Vanessa dice che io profumo di rose.”

 

Al parve perso per un minuto, come se stesse cercando di rielaborare lentamente tutto quello che avevo detto. Poi annuì, sempre con una lentezza disarmante. “Okeeey” disse. “Quindi vuoi sapere se profumi di rose per sapere se piaci a Malfoy?”

 

Mi resi conto di essere veramente stupida. E paranoica.

 

“No, credo di sapere già la risposta.” Dissi in tutta sincerità. “Non so nemmeno perché mi sono posta il dubbio.”

 

Al sorrise un sorriso genuino. “Le lezioni di Pozioni ti stressano troppo e probabilmente Vanessa si diverte a prenderti in giro. Se fosse stato chiunque altro, potrebbe anche esserti venuto il beneficio del dubbio, ma nel caso di Malfoy la risposta mi pare più che evidente. L’ultima volta che avete avuto un incontro ravvicinato, ti ha bruciato i capelli.”

 

Già, e per sua fortuna mia madre era riuscita a farli ricrescere esattamente come erano prima. Merlino, quanto avrei voluto ucciderlo quella volta.

 

Mi risistemai sulla sedia accanto ad Al, che ogni tanto mandava qualche occhiata al suo libro, e sospirai sonoramente perché mi sentisse. Lo vidi chiudere il libro una volta per tutte e voltarsi verso di me prestandomi la sua completa attenzione.

 

“Sì?”

 

Mi morsi un labbro. “Tu da quant’è che non esci con una ragazza?”

 

Al rimase un attimo interdetto. Aprì la bocca, poi alzò gli occhi al cielo come se stesse tentando di ricordare. “Io… non lo so. Qualche mese, forse. Sono stato molto impegnato con i compiti e sinceramente non mi sono neanche impegnato a cercarmi qualche appuntamento casuale. Ma perché me lo chiedi?”

 

“Credi che sia disperata?”

 

Al alzò un sopracciglio. “Stai cercando di capire se sei in buona compagnia?”

 

Io sbuffai e mi lasciai andare contro al tavolo, appoggiando la testa sulle braccia. “No. Accidenti, oggi dico tutte cose sbagliate. Non è quello che intendevo, è solo che tutte quante mi stanno facendo apparire come una disperata solo perché non ho un appuntamento da mesi. Neanche fosse un crimine.”

 

“Da quando ti importa quello che pensa la gente?” Chiese sinceramente Al.

 

“Non mi importa!” Dissi io in tutta onestà. “Mi importa di quello che pensa Vanessa, però.”

 

“Beh, non credo che Vanessa ti faccia notare una cosa del genere per farti sentire peggio, Rosie.” Fece lui riaprendo il suo grosso libro. “Vanessa è tua amica. Si preoccupa per te e sa che ti puoi permettere ragazzi molto meglio di Lysander. E forse vorrebbe anche che la smettessi di studiare così tanto invece che svagarti un po’.”

 

Feci una risata finta. “Senti da che pulpito, non mi pare che tu stia partecipando ad un Rave Party qua dentro.”

 

“Io sono un caso disperato. Tu hai ancora speranza.”

 

Sorrisi. Al era senza dubbio un secchione, ma lo adoravo perché non era come i soliti cervelloni. La particolarità di Al era di avere un cervello di un genio e di saperlo sfruttare in tutti i campi. Era divertente, sarcastico, fedele, affettuoso. Più lo guardavo più mi trovavo a pensare che le ragazze là fuori non sapevano cosa si stavano perdendo a non uscire con lui.

 

“Al?”

 

“Mh?”

 

“Lo sai che sarei persa senza di te, vero?”

 

Al alzò di nuovo i suoi occhi verdi dal libro per puntarli su di me. Sfociò in un sorriso sereno e scosse la testa come faceva sempre zia Ginny quando qualcuno la adulava. “Faccio solo il dovere di cugino.”

 

“E di amico.”

 

“E di amico.” Aggiunse. “Ma non ci prendere troppo l’abitudine.”

 

Sorrisi di nuovo. Ero fortunata ad avere un cugino, ed amico, come lui. “Che cosa studi?”

 

“Babbanologia.” Disse rimettendosi di nuovo sul suo libro. “Stavo pensando di scrivere al nonno per sentire se può aiutarmi per il prossimo esame. Non è che sia proprio roba complicata, ma è storia dei Babbani del XVII secolo e non so se…”

 

“Perché scrivere al nonno, scusa?” Feci io sinceramente perplessa. “Puoi chiedere a mamma. O se vuoi posso mandare una lettera ai miei nonni e chiedergli quello che ti serve.”

 

Al sorrise battendosi una mano sulla fronte. “Hai ragione, dimentico sempre che zia Hermione è Babbana di nascita.”

 

Scossi la testa appoggiandomi col mento sulla mano. “Solo perché attualmente è troppo presa dal mondo Magico per ricordarsi le sue origini. Non hai idea di quanto sia rilassante andare a trovare i nonni! Nessuno che ti conosce come la figlia dei grandi eroi di guerra ‘Ron Weasley’ e ‘Hermione Granger’.”

 

Al alzò un sopracciglio. “Scusami, stai parlando con il figlio di Harry Potter.”

 

“Sai, qualche volta dovresti venire dai miei nonni con me. Nonna ti adorerebbe.”

 

“Mi piacerebbe.” Disse leggendo il suo libro. “Mi piacerebbe per una volta presentarmi solo come Albus, sai? E sentirsi dire che è solo un nome strano e non che devo esserne fiero perché è un nome appartenuto a uno dei più grandi maghi della storia e…”

 

“Albus è un nome strano.” Dissi io in tutta onestà.

 

Al mi sorrise di cuore. “Grazie, Rosie.”

 

 

 

**

 

 

Tutti i miei sforzi di convincermi che l’appuntamento con Lysander non sarebbe stato un vero fiasco, svanirono quando arrivai sulla soglia dell’immenso portone del castello quel maledetto sabato. Improvvisamente ebbi voglia di vomitare.

 

Lysander se ne stava fermo davanti al portone con un ridicolo cappello da giullare con tanto di campanellini annessi, un maglione color verde mela e le scarpe una di colore diverso dall’altra. Mi voltai verso Vanessa, che stava cercando con tutta se stessa di non ridere, e sospirai alzando gli occhi al cielo. Ci avvicinammo e lui sorrise genuinamente.

 

“Ho pensato di dovermi vestire bene oggi.”

 

Vanessa lo squadrò da capo a piedi. “Oh, si vede.”

 

Le tirai una gomitata ma Lysander parve compiaciuto del ‘complimento’ di Vanessa.

 

“Questo cappello,” disse lui abbassandosi verso di noi e sussurrando. “scaccia gli Spioncelli. Se vuoi, Rose, ne ho uno anche per te, devo solo andare in dormitorio e…”

 

“No!” Urlai spaventata. Poi sorrisi per non sembrare scortese. “Sono già le quattro e perderemmo solo del tempo.”

 

Lysander sorrise convinto. “Hai ragione!” disse. “Sarà per la prossima volta.”

 

Mi scambiai un’eloquente sguardo con Vanessa. Sia io che lei sapevamo bene che non ci sarebbe stata nessuna prossima volta.

 

Lasciai Vanessa sulla porta d’ingresso e mi avviai con Lysander sulla strada che conduceva ad Hogsmeade e pregavo con tutta me stessa di non incontrare nessuno che conoscessi. Il che era alquanto impossibile dato che ci sarebbero stati tutti i miei compagni di scuola. Lysander continuava a camminare allegro al mio fianco, i campanellini sulla sua testa trillavano facendomi ricordare il suono delle renne di Babbo Natale.

 

Mentre ci avvicinavamo al villaggio, potevo sentire tutti gli occhi degli studenti puntati contro. Alcuni ridacchiavano al nostro passaggio, altri si limitavano a guardarci curiosi. Io avrei voluto morire di vergogna, sapevo di essere già tutta rossa come un pomodoro e avere accanto un individuo del genere non aiutava per niente.

 

“Non farci caso,” disse calmo Lysander. “E’ per il mio cappello. Crederesti che tanta gente neghi l’esistenza degli Spioncelli?”

 

Sì, riuscivo a crederlo con estrema facilità. E sono sicura che non fosse tutta colpa del cappello se avevamo gli occhi di tutta Hogwarts puntati contro. Con una scusa trascinai Lysander dentro Mielandia, almeno per un po’ saremmo stati al sicuro. Di solito i ragazzi più grandi andavano tutti ai Tre Manici.

 

Ci addentrammo tra gli scaffali ripieni di dolci e d’un tratto una visione dei miei nonni che mi ricordavano quanto lo zucchero facesse male ai denti mi portò a chiedermi cosa ci facessi là dentro. Avrei potuto rifugiarmi nella libreria. Almeno sarei stata davvero al sicuro da occhi indiscreti, la libreria era frequentata al massimo da qualche mago anziano che non sapeva come spendere la giornata.

 

“Lo sai, gli zuccotti ripieni sono il cibo preferito dei Pioni.”

 

“Pioni?” Chiesi corrugando la fronte.

 

Lysander mi guardò come se fossi un’aliena. “Non dirmi che non hai mai sentito parlare dei Pioni?”

 

Stavo per rispondere che non avevo proprio la più pallida idea di che cosa i Pioni fossero, quando la voce più fastidiosa dell’intero universo (Paula esclusa) arrivò alle mie orecchie da dietro le mie spalle.

 

“Weasley, non sapevo che facessi volontariato.”

 

Mi voltai con già i nervi a fior di pelle. Ecco, oltre al danno la beffa. Non potevo sperare di uscire con Lysander e non incontrare Malfoy, sarebbe stato troppo facile. Sospirai e lo guardai con aria stanca.

 

“Malfoy, hai illuminato la mia giornata.”

 

“Non lo metto in dubbio,” rispose tagliente. Incrociò le braccia al petto e indicò Lysander con la testa. “Pensavo che non potessi cadere più in basso di così, ma a quanto pare non c’è proprio limite al peggio.”

 

Lysander non parve per niente risentito. Continuò a girovagare per il negozio fissando i dolci con i suoi grandi occhi a palla.

 

“Saprò di aver toccato il fondo quando mi ritroverò ad uscire con te.” Ribattei io con fare sprezzante.

 

Malfoy alzò un sopracciglio formando un angolo di novanta gradi. “Come se potesse mai accadere, Weasley. Continua a sognare.”

 

Mi portai la mano alla bocca fingendomi sorpresa. “Oh, accidenti! Hai scoperto il mio piccolo segreto! Ti prego, giura di non dire a nessuno che sei tutto quello a cui penso durante la notte.”

 

I soliti scagnozzi di Malfoy apparvero alle sue spalle mentre lui faceva una smorfia a quello che avevo appena detto. Probabilmente il solo pensarci insieme gli aveva dato la nausea. Ed io ne ero molto felice. Con uno schiocco delle dita fece muovere tutta la banda.

 

“Continua a divertirti con il tuo pazzo amico, Weasley.”

 

Alzai la testa come se ne andassi fiera. “E tu con il tuo branco di smidollati, Malfoy.”

 

Con un’ultima occhiata di ghiaccio, al suo solito, Malfoy se ne andò insieme alla sua banda. Lysander ricomparve al mio fianco dopo diversi minuti chiedendomi se avevo avuto una piacevole conversazione con Malfoy. A volte mi chiedevo se Lysander fosse veramente pazzo o se ci prendesse in giro tutti quanti.

 

Per fortuna la giornata finì presto e Lysander non fece nient’altro di strano. A parte continuare ad indossare il suo buffo cappello. Eravamo stati a prendere una Burrobirra ai Tre Manici di Scopa dove avevo ricevuto uno sguardo perplesso da Madama Rosmerta per via del mio accompagnatore. Le avevo sorriso sforzatamente cercando di finire la mia Burrobirra più in fretta possibile.

 

Dopo eravamo passati a trovare lo zio George al negozio, che aveva regalato a Lysander una Puffola Pigmea. Lysander ne era rimasto contentissimo. In compenso io mi ero presa in faccia tutte le risate di zio George, e qualche risolino di zia Angelina, quando avevano saputo che il figlio di Luna Lovegood mi aveva chiesto di uscire e io avevo accettato.

 

Al rientro al castello Lysander pensò di accompagnarmi fino alla Sala Comune e io non volevo essere troppo scortese. Ci fermammo davanti al ritratto della Signora Grassa (che commentò lo stato di Lysander con un ‘oh cielo!’) e lo fissai con un po’ di imbarazzo.

 

“Beh, allora… ci vediamo.” Dissi.

 

Lysander mi fissava con i suoi enormi occhi a palla. “Non ti sei divertita.”

 

“Ma no, io…”

 

“Non fa niente.” Disse scrollando le spalle. “Ciao, Rose.”

 

E come se niente fosse mi piantò lì davanti al ritratto. Sempre più confusa borbottai la password e entrai in Sala Comune, dove Vanessa mi aspettava ansiosa sul divano davanti al caminetto. Balzò in piedi appena mi vide e si avvicinò a me apprensiva, come se si aspettasse che da un minuto all’altro sarei scoppiata a piangere.

 

“Allora?” Mi incitò. “Tutto bene?”

 

Aprii la bocca ma non seppi bene cosa dire. La richiusi fino a che non elaborai una frase di senso compiuto. “Credo di essermi liberata di lui.”

 

Vanessa spalancò gli occhi. “Davvero? E come?”

 

“Beh,” dissi sedendomi sul divano. Mi tolsi la sciarpa e il cappotto e scossi la testa. “Sinceramente, Vì, non ne ho idea.”

 

Vanessa mi fissò per perplessa, ma dopo qualche minuto di silenzio scosse le spalle e si afflosciò a fianco a me. “Beh, non importa, l’importante è che non sentiremo più parlare di Lysander per un po’. Almeno non per quanto ti riguardi. Com’è andata?”

 

Mi voltai verso di lei roteando la testa sulla spalliera del divano. “Come credi che sia andata? Siamo stati lo spettacolo del giorno per gli studenti di Hogwarts.”

 

Lei annuì gravemente. Probabilmente stava ricordando lo spiacevole appuntamento che aveva avuto anni addietro con Lorcan. “Già,” disse. “Ha fatto cose strane?”

 

Scossi la testa. “Per fortuna, a parte indossare quel suo stupido cappello, no. Dove diavolo lo avrà trovato?”

 

“Sono cappelli da stadio.” Rispose Vanessa. “Da stadio Babbano intendo.”

 

“Oh.” Feci io pensierosa. A volte dimenticavo che Vanessa era Babbana di nascita.

 

“Rosie! Vanessa!”

 

Chiusi gli occhi esasperata e sentii Vanessa sussurrare al mio fianco: “Ti prego uccidimi.”

Paula Vegas era appena scesa dal dormitorio tutta agghindata e con un trucco perfetto, che secondo me la faceva apparire più mostruosa di quanto già non fosse. Ci arrivò alle spalle e fece velocemente il giro del divano per arrivare davanti a noi.

 

Cercai di sorridere. “Ehi, Paula…”

 

“Allora è vero?” Fece lei eccitata, battendo insieme le mani.

 

Io e Vanessa ci voltammo l’una verso l’altra, probabilmente cercando di capire di cosa diavolo stesse parlando. Dalla faccia di Vanessa capii che anche lei non aveva assolutamente idea di cosa stesse blaterando Paula.

 

“Che cosa?” Chiese Vanessa.

 

Paula emise un urletto ed io sobbalzai dalla paura. In tutti questi anni non mi ero ancora abituata. “Ma come cosa? Rosie, ti sei finalmente fidanzata!”

 

Fidanzata?

 

“Che?!” Chiesi allarmata. “E con chi?”

 

L’eccitato sorriso di Paula svanì dalle sue labbra e mi fissò come se le avessi appena detto che le era morto il gatto. “Eppure me lo hanno detto pochi minuti fa.” Disse. “Che ti sei fidanzata con Lysander Scamander.”

 

Oh cielo, questo proprio no! Potevo sopportare di essere uscita con lui nonostante il suo ridicolo abbigliamento, potevo sopportare che tutti ne ridessero, potevo sopportare di aver passato una pessima giornata ad Hogsmeade. Ma questo proprio no!

 

“No!” Urlai. “Lui non sta con me! Io non sto con lui! Noi non…”

 

“Oh…” Paula parve veramente delusa. “Beh, dovrò rintracciare il mio informatore e dirgli che non è vero, allora. Eppure ti hanno visto con lui a giro per Hogsmeade.”

 

“Beh, sì, io…” Ecco, adesso stavo pure arrossendo. “Sono uscita con lui.” Ammisi.

 

“Allora è vero.”

 

Vanessa si portò una mano alla tempia e sbottò. “Dio, Paula! Ti ha appena detto che non è vero! Ci è uscita e basta, non ne fare una tragedia greca.”

 

Paula ne parve sinceramente risentita e fissò Vanessa con astio. Scoccò la lingua portandosi le mani sui fianchi. “D’accordo.” Disse lentamente. “Scusate tanto se mi interesso alle vostre noiose vite. E tanto per la cronaca, Rose, devi essere proprio disperata per uscire con lui.”

 

Girò sui tacchi sventolando i suoi lunghi capelli castani e se ne andò come una furia, in un modo che mi ricordava molto Victoire quando era arrabbiata con Teddy.

 

Mi immersi ancora di più nel divano e sospirai. “Spero che non vada a raccontare a nessuno di questa storia. Pensa che imbarazzo se venisse fuori che sto con Lysander.”

 

Vanessa mi fissò scettica. “Rosie, stiamo parlando di Paula Vegas. Da quando Paula Vegas non racconta una cosa che sa?”

 

In effetti in sei anni di scuola non era mai capitato che Paula si tenesse una cosa per sé. Il che per me equivaleva a dire una cosa sola.

 

Ero spacciata.

 

 

**

 

 

Buongioooooooorno miei cari frugoletti!
Questa settimana tra lavoro e impegni sono stata talmente presa che per un attimo mi passava di mente di aggiornare e di scrivere… ma non temete, nonostante l’alzheimer ogni tanto ho anche barlumi di saggezza.

 

Siamo riusciti un pochino ad entrare nella storia, finalmente, anche se siamo solo all’inizio. D’altronde ci vuole un po’ di pazienza u.u

 

Vi informo che attualmente sto scrivendo il dodicesimo capitolo, quindi sono abbastanza un pezzettino avanti… e per lo meno fino ad allora avete i capitoli assicurati XD

 

Per ora è tutto, grazie a tutti quelli che seguono, leggono, recensiscono o che si sono anche solo affacciati nella mia pagina.

 

Arkadio: Tutto comincerà a prendere forma piano piano, vedrai…

Edvige86: Figurati che io quando ho letto il primo capitolo mi sono detta ‘che schifo!’… meno male voi non la pensate così XD Hugo è anche il mio idolo ^^

Sif: Eeeeh, quand’è che saprete… se decido di non cambiare nulla all’incirca nell’ottavo capitolo ^^” Grazie, ne sono felice perché caratterizzare personaggi nuovi nelle ff non è mai facile e sono contenta che Gaby e Sol ti piacciano

 

Thanks everybody <3 zia fufù

 

 

 

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Capitolo 4
*** 4. Halloween Party ***


Per le seguenti settimane Lysander continuò a salutarmi cordialmente quando ci incrociavamo per caso nei corridoi tra una lezione e l’altra, ma non mi chiese più di uscire e gliene fui molto grata

                                  DON’T TELL DAD

 

                                  4. Halloween Party

gaby

 

 

 

Per le seguenti settimane Lysander continuò a salutarmi cordialmente quando ci incrociavamo per caso nei corridoi tra una lezione e l’altra, ma non mi chiese più di uscire e gliene fui molto grata. Si stava avvicinando Halloween e i Professori si stavano già adoperando per decorare il Castello in occasione della festività.

 

Nick- quasi- senza- testa aveva cominciato, come al suo solito, a ricordarci del suo complemorte al quale io e Vanessa trovavamo sempre una scusa per non partecipare. Zio Harry e papà mi avevano praticamente terrorizzato sui complemorte di Nick.

 

Stavamo scendendo in Sala Grande quando Vanessa sospirò al mio fianco. Mi voltai verso di lei, che scoteva la testa fissando i festoni alla parete. “Che ti prende?”

 

“Pensa che festa stupida è Halloween per i Babbani.” Disse. “Mia madre mi vestiva da strega quando ero piccola.”

 

Mi venne quasi da ridere ma mi trattenei per non essere scortese. I Babbani avevano uno strano modo di immaginarsi una strega e anche tutte le altre Creature magiche. Pensavano che le Sirene fossero donne bellissime!

 

“Pensa che colpo le dev’essere preso quando ha scoperto che sei veramente una strega.”

 

Vanessa sembrò scocciata. “Non mi ha voluto credere per una settimana. E neanche alla McGrannitt. Non ha creduto a niente di tutto questo fino a che non lo ha visto con i suoi occhi.”

 

“Beh, non dev’essere stato facile.” Dissi. “Anche i miei nonni erano shockati quando scoprirono che mia madre era una strega. Ci vuole un po’ per abituarsi all’idea, non credi? E comunque dopo che mamma ha iniziato ad andare a scuola i miei nonni ne sono stati entusiasti.”

 

“Continuo a pensare che Halloween sia una festa stupida.” Ripeté lei come se non avesse seguito una parola di quello che le avevo appena detto. “Insomma, perché diavolo la comunità magica dovrebbe festeggiare una cosa del genere? Festeggiamo il fatto che esistiamo realmente?”

 

Feci spallucce continuando a camminare. “Non ne ho idea, Vì. Insomma, le feste sono feste, si festeggiano e basta. E’ come il Natale. E’ una scusa per fare baldoria e saltare qualche lezione.”

 

Vanessa mi guardò scettica. “Da quando tu fai baldoria e salti le lezioni?”

 

La Sala Grande era piena di zucche che volteggiavano in aria appese nel vuoto e notai Vanessa fare una smorfia. Ci sedemmo al tavolo dei Grifondoro e feci ben attenzione a non pronunciare più la parola ‘Halloween’ o ‘festa’ dato il cattivo umore della mia amica. Riuscii a tenerla buona per un po’, finchè James non fece il suo ingresso sorridendoci e urlando:

 

“Dolcetto o scherzetto?”

 

Vanessa emise una specie di ruggito tenendo la testa bassa sul suo piatto. Io guardai James annoiata e dondolai la mia forchetta tra l’indice e il medio. “James, non sarà Halloween per almeno una settimana.”

 

“Beh, non siate troppo allegre,” Fece James sedendosi sulla panca di fronte a noi. “E comunque questo motto funziona alla grande! Lo sai che ho già raccolto qualcosa come un chilo di caramelle? Per lo più dalle ragazzine del primo anno, non so perché ma si sciolgono con un solo sorriso.”

 

Sapevo che James avrebbe usato l’informazione della Top Ten a suo vantaggio, c’era da aspettarselo. Se solo Lily l’avesse sentito, l’avrebbe preso a ceffoni.

 

“Non ti sembra di approfittartene un po’ troppo?”

 

Scosse la testa. “E perché mai? Non le costringe nessuno, lo fanno di loro spontanea volontà.” Si mise più dritto e ci guardò da vicino. “Piuttosto voi due, vi hanno avvertito che Halloween è una festa, vero?”

 

“Una festa stupida.” Commentò Vanessa.

 

Roteai gli occhi. “Sì, James, abbiamo l’occasione di fare baldoria.”

 

James parve preso in contropiede e mi guardò meglio. “E da quando tu fai baldoria?”

 

“E da quando tu ti preoccupi delle feste, dato che fai baldoria tutti i giorni, Jay?” Al era appena arrivato alle spalle di suo fratello e lo fissava dall’alto con un sorrisino di scherno.

 

James finse una risata. “Oh oh, ecco che arriva il pagliaccio della famiglia!”

 

Al si sedette accanto a James e mi trovai a squadrarli per qualche minuto. Al era praticamente identico allo zio Harry, senza gli occhiali. Stessi occhi verdi, stessi capelli neri e scombinati e altezza. Lily, al contrario, era l’esatta copia di zia Ginny. Il dubbio rimaneva su James.

 

“Sei sicuro che i tuoi non abbiano scambiato culla quando sei nato?”

 

Al annuì alla mia osservazione. “Spiegherebbe un sacco di cose.”

 

“Sapete,” iniziò James convinto. “Ci ho pensato un sacco di volte anche io. Non è possibile che io sia nato da una famiglia così noiosa. Ma poi guardo Fred, lo zio George e zio Ron e capisco da quale parte della famiglia ho preso.”

 

“Papà?” Chiesi io perplessa. “Papà è buffo, ma non è scalmanato come te o zio George!”

 

James rise. “Sì, solo perché in presenza di zia Hermione si comporta per bene. Ti stupiresti di quello che sono capaci di fare papà e zio Ron insieme. Non ti hanno mai raccontato delle migliaia di volte che sono stati messi in punizione ad Hogwarts?”

 

Al ridacchiò e io li fissai curiosa. Sapevo che papà fingeva di essere una persona per bene, dato che appena mamma usciva di casa ci permetteva di fare tutto quello che volevamo se prima giuravamo di non raccontarlo a nessuno. Ma da lì e pensare che papà potesse mettersi nei guai o combinare scherzi come Fred e James ce ne correva.

 

“Senza contare che zio Ron ha lavorato al negozio di scherzi prima di fare l’Auror.” Fece Al.

 

“Sì, ma solo perché lo zio Fred…”

 

Mi frenai appena in tempo, James ed Al erano già impalliditi. Non ci piaceva parlare dello zio Fred, a nessuno di noi cugini. Ci sembrava di mancare di rispetto a discutere di una persona che non avevamo mai potuto conoscere, ma che era stata così tanto cara ai nostri genitori. E ci sembrava di mancare di rispetto a Fred, nostro cugino, che era stato chiamato così in memoria dello zio.

 

Al si schiarì la gola e cambiò nettamente discorso. “Ho visto Neville questa mattina.”

 

“Mamma ha detto di chiamarlo Professor Longbottom, Albus.” Fece James impostandosi con le mani sui fianchi come avrebbe fatto zia Ginny.

 

“Come vuoi,” fece Al scuotendo una mano. “In ogni caso, era nel campo di Hagrid e stava raccogliendo le zucche mature. Credo che saranno l’argomento della prossima lezione, tanto per rimanere in tema festivo.”

 

“Maledizione!” Saltò su Vanessa che se n’era stata zitta tutto questo tempo. “Ma che diavolo hanno tutti da festeggiare? E’ solo una stupida festa!”

 

Albus arrossì vertiginosamente all’ira di Vanessa, sentendosi colpevole di averla fatta arrabbiare. Bofonchiò qualcosa di incomprensibile prima di alzarsi dalla panca e salutare di fretta sparendo subito dopo. James alzò un sopracciglio guardando Al che si allontanava.

 

“Devi avergli fatto paura.”

 

Vanessa si voltò verso la direzione dove si era diretto Al e potei vederla che cercava di farsi piccola piccola. Sapeva di aver esagerato con quella reazione imprevista. Si voltò verso di me mordendosi un labbro.

 

“Credi che se la sia presa?”

 

“Ma no,” dissi io. “E’ Al. Al non se la prende mai con nessuno.”

 

Vanessa non parve convinta. “Forse dovrei andare a scusarmi.”

 

James sbuffò ridacchiando. “Se la caverà anche senza le tue scuse, vedrai.”

 

Vanessa fu di pessimo umore tutto il giorno e quasi non mi rivolse parola. Cercavo di farla parlare facendole qualche domanda ma rispondeva a monosillabi e dopo un po’ decisi di lasciar perdere, le sarebbe passata da sola. Ogni tanto per i corridoi avevo incrociato James che cercava di spillare qualche dolcetto dalle ragazze e Al sembrava sparito dalla circolazione.

 

Dopo pranzo avevamo due ore di buco ed eravamo tornate in Sala Comune. Lily era davanti al caminetto china su una pergamena e ci avvicinammo a lei sedendoci sul divano.

 

“Ehi, Lily.”

 

Lei alzò appena la testa per rivolgermi un sorriso. “Ciao Rosie.”

 

“Che fai?”

 

“Scrivo alla mamma.” Disse senza alzare la testa dal foglio di pergamena.

 

Ahia. Quando Lily scriveva volontariamente a zia Ginny voleva dire che c’era qualcosa che non andava. La scrutai per un po’ ma sembrava tranquilla, e Hugo non mi aveva raccontato di altre punizioni. Solo quando ebbe finito la lettera sospirò e si voltò verso di me puntandomi con i suoi grandi occhi castani.

 

“Rosie, possiamo parlare?”

 

Annuii. “Ma certo.”

 

Vanessa si sentì un po’ di troppo. “Se volete vi lascio da sole, vado su in dormitorio a vedere se…”

 

“No,” sospirò di nuovo Lily. “Ho bisogno di pareri femminili.”

 

Lo sapevo che c’era qualcosa che non andava. “Avanti, spara.” Dissi.

 

Lily sembrò un po’ esitante, probabilmente non sapeva nemmeno da che parte cominciare. Si morse il labbro inferiore e si passò una ciocca color fiamma dietro l’orecchio. “Vi è mai capitato che vi piacesse un ragazzo che non vi guarda affatto?”

 

Vanessa e io ci voltammo l’una verso l’altra contemporaneamente. Se ci era capitato? Ormai eravamo un caso disperato. Era scientificamente provato che riuscissimo a prenderci una cotta per il ragazzo che ci filava di meno.

 

“Certo.” Disse Vanessa. “Sempre.”

 

Lily ne sembrò consolata. “E che cosa devo fare?”

 

“Beh,” cominciai un po’ incerta. “Teoricamente ci sono tre cose che puoi fare: numero uno, puoi prendere un bel respiro e andare a confessargli tutto…”

 

“…numero due,” riprese Vanessa per me. “Puoi fare finta di niente e sondare un po’ il terreno per vedere un’eventuale reazione…”

 

“…numero tre, ti arrendi.” Finii io. “Semplicemente, ti arrendi.”

 

Lily ci guardò un po’ stranita e interdetta. Ci pensò un po’ su non sembrando del tutto soddisfatta. “Voi di solito che cosa fate?”

 

“Oh, noi scegliamo la numero tre.”

 

“Inevitabilmente” Annuii Vanessa, facendomi eco.

 

“Cosa?” Lily era rimasta a bocca aperta. “Semplicemente vi arrendete, senza combattere?”

 

Io e Vanessa ci scambiammo un altro sguardo. Non eravamo propriamente delle guerriere, noi. Ed era la soluzione più semplice a tutti i problemi. Le prime due opzioni erano solo in via teorica, l’avevo detto, no?

 

“Non c’è da stupirsi se poi accetti di uscire con Lysander.” Commentò Lily amareggiata.

 

Io socchiusi gli occhi. “E tu come fai a sapere che sono uscita con lui?”

 

“La gente ha gli occhi, Rosie. Quanto speravi di passare inosservata andando a giro con un tipo come lui? Sei stata sulla bocca di tutti per almeno una settimana, qui a scuola, fino a quando hanno capito che non ci sarebbe mai stato un seguito a quello che sono sicura sia stato uno spiacevole appuntamento.”

 

Ero stata sulla bocca di tutti? E da quando? Mi voltai verso Vanessa, ma lei alzò le spalle e scosse la testa come per dire che anche lei non aveva sentito dire nulla da nessuno. Chiusi gli occhi disperata, giurando a me stessa che mai più sarei uscita con un tipo che non mi interessa nemmeno.

 

Lily si rese conto di aver un po’ esagerato e si calmò. “Beh, comunque adesso hanno smesso. Pensano che tu l’abbia fatto solo per non essere scortese.”

 

Io sospirai. “Non volevo essere scortese. E’ il figlio di zia Luna, mi sarebbe dispiaciuto. Tu cosa avresti fatto al mio posto?”

 

“Avrei detto che avevo già un altro impegno.” Disse prontamente Lily.

 

Ok, mia cugina era largamente più intelligente di me.

 

 

**

 

 

Era trascorsa una settimana e purtroppo per Vanessa era arrivato il giorno di Halloween. Non che io fossi particolarmente eccitata dalla festa, era un giorno come un altro dove ti era consentito mangiare più schifezze del normale. Mia madre, da brava figlia di dentisti, ci permetteva di mangiare solo cinque caramelle quando eravamo piccoli e trascorrevamo Halloween a casa. Ovviamente quando andavamo a letto, papà veniva a raccontarci una storia e ci portava un intero sacchetto stracolmo di dolciumi.

 

James era rimasto a letto da una settimana perché aveva fatto indigestione. Ero quasi sicura che fosse già guarito e che ormai la usasse come scusa per saltare le lezioni. Da quanto mi aveva raccontato Lily, era troppo arzillo e gioviale per essere veramente malato.

 

Vanessa quella mattina aveva deciso che avrebbe saltato le prime ore di lezione, che non a caso erano di Erbologia. Sono sicura che ormai avesse il terrore delle Zucche raccolte da Neville, come Al ci aveva raccontato solo una settimana prima.

 

Senza Vanessa quella mattina mi decisi a scendere a colazione con Gaby. “Ci creeresti, Rose? Solo le ho dicho che me gusta un poco a Vincent, y lei ya se lo va a dircelo!”

 

Dovevo ammetterlo, nonostante fossero anni che convivevo con Gaby e Sol, facevo una gran fatica a star loro dietro quando parlavano. “Dovresti saperlo,” dissi. “Se hai un segreto, non devi certo dirlo a Paula.”

 

“Ahora lo so!” Disse decisa. “Pero el danno è fatto.”

 

Le sorrisi cercando di tirarla un po’ su di morale. Paula aveva colpito ancora, come non aveva trovato niente di interessante da spillare a me o a Vanessa, ci aveva provato con le gemelle. E loro ci erano cascate.

 

Entrammo in Sala Grande, dove mille zucche con tanto di lanterna fluttuavano nell’aria. Ero felice che Vanessa non fosse venuta a fare colazione. Ci sedemmo vicino ad Al, che si stava strafogando di dolci.

 

“Vacci piano,” gli dissi. “Sono solo le otto del mattino.”

 

“Ho bisogno di zuccheri.” Rispose lui con la bocca piena, sputacchiando in qua e là. “Sento che sarà una pessima giornata. Pessima. Sono allergico alle feste, me ne succedono sempre di tutti i colori.”

 

Gaby gli sorrise. “No ser pessimista, Al. Estoy sicura che va a ser un buon giorno.”

 

Al le sorrise riconoscente ma continuò a mangiare la sua colazione. Io mi limitai alla mia solita tazza di cereali. Stavamo mangiando tutti e tre in pace quando Sol arrivò davanti a noi come una furia e si piazzò con le mani sui fianchi fissando Gaby.

 

No se lo puedo creer, Gaby! Te juro que se veo a Paula, ya la voy a matar!

 

Tutti e tre la fissammo spauriti. Al si piegò verso il mio orecchio. “Che cosa ha detto?”

 

Io scossi la testa. “Non lo so, ma credo che voglia uccidere Paula.”

 

Gaby posò pazientemente la forchetta. Gaby era sempre stata la più paziente delle due gemelle. Tranquila Sol! La culpable soy yo, yo sabìa que no tenìa que fidarme de ella. No debìa contarle de Vincent.

 

Sol parve calmarsi per qualche secondo. Si sedette scattosa davanti a noi, continuando però a ribollire dentro. El problema no eres tu que te vas a contar esas cosas a la gente, el problema es ella que es una espia!

 

Al si chinò di nuovo verso di me. “E adesso che si sono dette?”

 

“Che Paula è un’idiota.” La feci breve io portandomi alla bocca i miei cereali. Al mi fissò cercando di capire che cosa stesse succedendo e io roteai gli occhi echeggiando Gaby. Posai pazientemente il mio cucchiaio e iniziai a spiegare. “Gaby si è confidata con Paula dicendole che si è presa una cotta per Vincent e Paula l’ha riferito al diretto interessato.”

 

Al rimase un attimo perplesso. “Vincent Hook?”

 

“Sì.” Rispondemmo in coro io e le gemelle.

 

Al stavolta si rivolse a Gaby. “Pensavo che lo sapessi.”

 

“Saber che?” chiese lei.

 

Al passò lo sguardo da Gaby a Sol e poi a me. Poi mandò fuori una semi-risata. “No, davvero, non lo sapete?”

 

“Sapere cosa, Al?” Cominciavo a spazientirmi. “Che cos’è che dovremmo sapere?”

 

“Che a Vincent piace Gaby dal secondo anno!” Saltò su lui. “Io pensavo lo sapessi!”

 

Lo fissammo a bocca aperta. Evidentemente nessuna delle tre ne aveva la più pallida idea. Gaby era diventata pallida.

 

“Estàs mientendo!” Disse Gaby.

 

“E tu come fai a saperlo?” Chiesi io sinceramente curiosa.

 

Al ci fissò stupito. Neanche l’avessero pubblicato sui giornali. “Lo sanno tutti!”

 

“A quanto pare la notizia non è arrivata fino al nostro dormitorio, non credi, Al?”

 

Al fece spallucce e ricominciò a mangiare come se niente fosse. In compenso l’umore di Gaby si alzò notevolmente, anche se ancora ci fosse da verificare la veridicità della notizia, e Sol si rilassò decisamente. Se quanto detto da Al era vero, Paula aveva solo fatto un favore a Gaby. E io glielo avrei fatto notare e rinfacciato per il resto dell’anno.

 

Dopo due ore di lezione di Erbologia, in cui Neville ci aveva cordialmente fatto decorare delle zucche per Halloween spiegandoci intanto ogni proprietà di quella pianta (ero felice che Vanessa non ci fosse), ero rientrata in Sala Comune e mi ero spaparanzata sul divano davanti al caminetto.

 

Vanessa era scesa dal dormitorio dopo pochi minuti e si era unita a me. Aveva approfittato di quelle due ore per riordinare il suo baule, che era sempre un disastro, e io le avevo raccontato di Gaby e Paula.

 

“Paula è un’idiota.” Poi scoppiò a ridere. “Pensa che rabbia le prenderebbe se a Vincent piacesse davvero Gaby.”

 

“Sono sicura che si metterebbe a urlare come una Mandragola.”

 

Il buco nel ritratto si aprì e Lily entrò nella Sala Comune come una furia. Lasciò andare i suoi libri sul tavolo e si accucciò nella poltrona vicino a noi. Non mi sarei sorpresa di vedere del fumo che usciva dalle sue orecchie.

 

“Ehm… tutto bene?” chiesi gentilmente.

 

Lily si raggomitolò ancora di più sulla poltrona. “No.” Si lagnò. “Non va bene per niente! Non posso venire alla festa stasera!”

 

“Che vuol dire che non puoi venire alla festa?” Chiese perplessa Vanessa. “Alla festa di Halloween ci partecipa tutta la scuola.”

 

“Non la festa in Sala Grande.” Roteò gli occhi Lily come se stesse spiegando qualcosa di ovvio. “La festa nella Stanza delle Necessità che hanno organizzato James e Fred! E’ aperta solo agli studenti dal quinto anno in su.”

 

“James e Fred hanno organizzato una festa?!” Grandioso, non venivo invitata alla feste nemmeno dai miei cugini. Quanto potevo essere disperata.

 

Lily fece una smorfia. “Già.”

 

Vanessa piegò la testa. “E allora? E’ solo una stupida festa, perché ti interessa tanto andarci?”

 

Lei sospirò. “Ci va anche il ragazzo che mi piace.”

 

“Oh.” Feci io mortificata. “Beh, e chi è?”

 

“Vincent Hook.”

 

Io e Vanessa ci voltammo l’una verso l’altra sentendo il sudore freddo che ci percorreva la schiena. Qualcosa mi diceva che fosse un bene che Lily non andasse a quella festa, perché se Gaby lo sapeva lei sicuramente ci sarebbe andata. E se ci fosse stato anche Vincent, avremmo scoperto se Al stava dicendo la verità.

 

E dato che era una festa e ci sarebbe stato del Gossip, avevo già deciso di andarci.

 

 

**

 

 

“Spiegami di nuovo perché dovrei venire con te a quella stupida festa?”

 

Alzai gli occhi al cielo. Stavo cercando, da oltre un’ora, di convincere Vanessa a venire con me. “Numero uno, non è una festa di Halloween, ma è solo una festa. Numero due, da quand’è che non andiamo ad una festa e ci divertiamo come due normali adolescenti? Numero tre… non vorrai davvero perderti la faccia di Paula quando vedrà Vincent e Gaby insieme?”

 

Vanessa sospirò. Sapevo che l’idea di vedere Paula sconfitta la intrigava più di qualunque altra cosa. “Non ho niente da mettere.”

 

“Già,” feci io. “Solo un intero armadio di roba che compri ogni fine settimana ad Hogsmeade.”

 

Vanessa si alzò dal suo letto con aria per niente convinta e si diresse verso il bagno. “Mi sento un po’ stanca, Rosie, non potremmo solo andare a letto?”

 

Stavo quasi per cedere quando mi venne un’idea geniale. “Hai sentito Lily, la festa è aperta per tutti gli studenti dal quinto anno in su. Magari viene anche Gill Ryan.”

 

Vanessa girò su se stessa finendo di nuovo a faccia a faccia con me. Sorrisi trionfante, sapevo che quello l’avrebbe convinta. Mi sorrise timidamente e piegò la testa da un lato.

 

“Infondo, potremmo anche andarci.”

 

**

 

Due ore dopo camminavamo lungo il corridoio vestite di tutto punto. Vanessa aveva messo un abito scollato che le arrivava appena sopra le ginocchia, e sapevo che l’aveva messo sperando di fare colpo su Gill. Io non ero esattamente un tipo elegante e non avevo vestiti nel mio armadio, così me n’ero fatto prestare uno da Vanessa.

 

Arrivammo davanti alla Stanza delle Necessità e una piccola porta innocente si materializzò davanti a noi. Mi voltai verso Vanessa.

 

“Hai desiderato la cosa giusta, vero?”

 

Lei mi guardò nervosa. “Beh, spero che Gill Ryan sia là dentro, perché ho desiderato di poterlo vedere.”

 

Roteai gli occhi e aprii la porta. Mi spaventai a morte quando mi ritrovai a faccia a faccia con Fred che mi sorrideva con la sua solita faccia da Jolly. Mi portai una mano sul petto.

 

“Fred! Mi hai fatto prendere un colpo!”

 

Lui rise. “Scusate, ma è una misura di sicurezza.” Notai che dietro di lui c’era un’altra porta. “Parola d’ordine?”

 

Io e Vanessa ci guardammo sconsolate. “Non sapevo che ci fosse una parola d’ordine.” Dissi sinceramente.

 

“Esatto.” Disse Fred. “Entrate.”

 

Ci aprì la porta e improvvisamente il rumore assordante della musica risuonò nella stanzina in cui ci trovavamo. Fred ci salutò e ci chiuse la porta alle spalle mentre noi entravamo effettivamente nella festa. Fui consolata dal fatto che non ci fosse niente che potesse ricordare una classica festa di Halloween e anche Vanessa si rilassò al mio fianco.

 

“Ehilà!”

 

James ci spuntò davanti con un sorriso identico a quello di Fred. Certe volte mi mettevano i brividi. Lo guardai un po’ divertita.

 

“Ma tu non eri malato?”

 

“Ero.” Disse facendoci cenno di venire avanti, buttandosi nella mischia. “Ma poi mi sono sentito meglio e ho deciso di venire a questa fantastica festa. Chi l’ha organizzata dev’essere un vero genio!”

 

Vanessa incrociò le braccia al petto e lo fissò con un sorriso. “Lily ci ha detto che sei stato tu.”

 

“Oh beh, che vi avevo detto? Sono un genio.” E con un occhiolino sparì nella mischia lasciandoci là in mezzo.

 

“Non cambierà mai!” Risi io scotendo la testa. “Chissà se Gaby e Sol sono qui, vorrei proprio sapere com’è andata a finire la storia con Vincent e Paula.”

 

“Beh, di Paula non ne ho idea, ma sono sicura che Gaby ha trovato Vincent.”

 

Mi voltai verso Vanessa che mi fece cenno con la testa verso il fondo della stanza. Appoggiato alla parete, un po’ più distanti dal tavolo delle bevande, Vincent teneva Gaby per i fianchi mentre la baciava appassionatamente.

 

Inconsciamente sorrisi come una stupida, un po’ perché ero contenta per Gaby e un po’ perché non vedevo l’ora di incontrare Paula. Vanessa doveva aver pensato la stessa cosa perché si guardava intorno con un sorrisino malefico.

 

“No està.”

 

Ci voltammo contemporaneamente verso Sol che era apparsa al nostro fianco. Anche lei sorrideva maleficamente.

 

“Come?” Chiesi.

 

“Paula no està. Se ne ha andata cinco minuti fa.” Disse piena di gloria. “Dopo che Gaby e Vincent hanno rengraziato.”

 

Tutte e tre ci scambiammo uno sguardo e scoppiammo a ridere. Dormitorio 1, Paula 0. Finalmente eravamo riuscite a darle una lezione.

 

Con quella bella notizia ci buttammo in pista e ballammo un po’ insieme. Al mi salutò da lontano da un angolo della stanza, non gli era mai piaciuto ballare. Rimasi ancora un po’ insieme a Sol e Vanessa, che continuava a guardarsi intorno alla ricerca di Gill Ryan, prima di scusarmi e andare da Al.

 

“Ti stai divertendo?” dissi sedendomi accanto a lui.

 

Buttò giù un sorso di quello che spero fosse una bevanda analcolica e scrollò le spalle. “Quasi.”

 

“Sei venuto da solo?”

 

Scosse la testa. “Con Vincent.” Disse mentre un sorriso si formava sulle sue labbra. “E casualmente abbiamo incrociato Gaby, così li ho presentati.”

 

“Casualmente?” Chiesi io mezza ridente. “Da quando Albus Severus Potter fa cose casuali?”

 

“Non chiedere e non ti dirò una bugia.” Fece lui. “Vuoi qualcosa da bere?”

 

“Una burrobirra.”

 

Al alzò un sopracciglio ma senza dire nulla si alzò e si diresse verso il tavolo delle bevande. Tornò qualche minuto dopo con due bicchieri e me ne porse uno. Ci guardai dentro un po’ scettica e alzai lo sguardo su di lui.

 

“Questa non assomiglia a burrobirra.”

 

“No, infatti.” Fece lui. “Ma non dirò a nessuno che quando vai alle feste fai uscire la Weasley cattiva che c’è in te e bevi alcolici. Solo un sorso, Rosie, non ti farà male.”

 

Non volevo bere alcolici, ma mi resi conto di star comportandomi come mia madre. E come aveva detto Al, solo un sorso. Portai il bicchiere alla bocca e buttai giù. Immediatamente la gola prese fuoco e tossii un paio di volte. Al si precipitò al mio fianco preoccupato di essere la causa della mia prominente morte.

 

“Rosie, tutto ok?”

 

“S-sì.” Feci io con la gola in fiamme. “Non pensavo che fosse così forte.”

 

Al scoppiò a ridere. “Ti farà bene, vedrai! E’ una festa, Rosie, divertiti!”

 

Mi alzai in piedi e scossi un po’ la testa. “Vado a cercare Vanessa.”

 

Sparii nella mischia prima che Al potesse fermarmi. La musica era assordante e cominciava a girarmi la testa. Diedi subito la colpa a quello stupido bicchiere di chissachè, io non reggevo l’alcol. Non facevo nemmeno il brindisi a Capodanno.

 

Mi guardai un po’ intorno, ma Vanessa era introvabile. Persino Sol era sparita dalla circolazione e mai mi sarei sognata di andare da Gaby e rovinare la sua serata. Stava cominciando a fare troppo caldo per me e decisi che dovevo decisamente uscire da quella stanza. Cercai di uscire dalla mischia, non vedendo bene dove stavo andando, riuscivo solo a schivare le persone ma non avevo la più pallida idea di dove mi trovassi. Improvvisamente andai a sbattere contro qualcuno.

 

“S-scusa.” Mormorai.

 

“Weasley, guarda dove metti i piedi!”

 

Perfetto! Con tutte le persone che potevo trovare, ero andata a sbattere contro Malfoy.

 

Mi portai una mano alla tempia e cercai di respirare tranquillamente. “Non ti avevo visto e non sapevo nemmeno che fossi qui.”

 

“Perché avresti dovuto saperlo?” Replicò lui tagliente. “Che c’è, sei ubriaca?”

 

“Io non sono ubriaca!” Dissi cercando di stare in piedi, ma la verità era che quel misero bicchiere che mi aveva dato Al mi aveva già dato alla testa. E anche Malfoy doveva averlo notato perché mi fissava divertito.

 

“Non sapevo che bevessi.”

 

Io sbuffai. “Infatti di solito non bevo. Senti, non ho voglia di stare qua dentro a parlare con te, voglio solo uscire da qui.”

 

Malfoy per una volta ebbe il buonsenso di stare zitto. Pensai di essermi liberata di lui fino a che non mi sentii sollevare di peso ed emisi un urlo per la paura. Malfoy mi caricò sulla sua spalla come un sacco di patate e tutti attorno a noi smisero per un po’ di ballare e ci fissarono curiosi. Io arrossii da capo a piedi.

 

“Mettimi giù!” sibilai io.

 

Malfoy non diede cenno di aver sentito né me, né tutti quelli che ci stavano intorno e ci guardavano commentando. Senza battere ciglio salutò i suoi scagnozzi e si avviò verso la porta. Mi resi conto che eravamo usciti dalla festa solo quando non sentii più la musica assordante e aria fresca mi batté sul viso.

 

“Adesso puoi anche mettermi giù!” Brontolai io.

 

“Certo,” fece lui sarcastico. “Perché sei in grado di tornare da sola fino alla tua Sala Comune. Non farmi ridere.”

 

“Non voglio il tuo aiuto!” Dissi di nuovo, come una bambina piccola.

 

Malfoy sospirò e sentii le sue spalle muoversi sotto di me. “Ti sembra che io mi stia divertendo, Weasley? Mi hai appena costretto a uscire da una festa dove mi stavo divertendo.”

 

Glielo avevo forse chiesto? “Nessuno ti ha chiesto di aiutarmi, sai? Puoi anche mollarmi qui e tornare dal tuo branco di imbecilli.”

 

Dovevo averlo fatto spazientire perché all’improvviso mi afferrò per i fianchi e mi mise giù a terra. Finalmente ero di nuovo a faccia a faccia con lui, anche se lo vedevo un po’ sfuocato. Aveva un’aria scocciata ma rimase lì con pazienza.

 

“Non sapevi neanche come fare a trovare la porta.”

 

Era vero, ma avrebbe comunque potuto lasciarmi lì a cavarmela da sola. “Sì, beh, avrei potuto fare da sola. Prima o poi l’avrei trovata.”

 

“Sai, Weasley, lo so che se fossi stato io a trovarmi in difficoltà probabilmente tu non avresti mosso un dito per aiutarmi, ma io non sono come te. Se non fosse per me staresti ancora brancolando nel buio in mezzo a tutta quella gente.”

 

Ero scocciata, adesso dovevo pure ringraziarlo? “Adesso però mi hai piantato qui, no?”

 

“Perché siamo arrivati, genio.”

 

Seguii la sua mano che stava indicando il ritratto della signora Grassa. Mi sentii arrossire e cercai di ricompormi alzando la testa con aria superiore. “Beh, grazie. Adesso puoi anche tornare alla tua festa.”

 

Malfoy scosse la testa e fece una smorfia. “Hai ragione, Weasley, la prossima volta lascerò decisamente che tu te la cavi da sola. Mi fai solo sprecare un sacco di tempo con le tue chiacchiere inutili.”

 

Se ne andò voltandomi le spalle e lasciandomi lì da sola in mezzo al corridoio. Se fosse stato chiunque altro avrei ringraziato di cuore, ma era Malfoy ed io non ringraziavo di cuore un Malfoy. La testa mi girava ancora forte e volevo solo andare a letto, poi mi ricordai che probabilmente Paula era l’unica ad essere nel dormitorio adesso.

 

Andare alla festa era stata un’idea decisamente stupida.

 

 

**

 

 

Eccoci di nuovo!

Ci ho messo un po’ ad aggiornarne ma ho avuto un periodo un po’ duro. Non mi hanno, purtroppo, rinnovato il contratto a lavoro e mi ritrovo a doverne cercare un altro, e nel frattempo fino al 31 sono sempre impegnata con il mio attuale lavoro. Abbiate pietà di me ^^”

 

Grazie a tutti per aver letto e commentato il capitolo precedente. Finalmente in questo capitolo comincia a sbloccarsi qualcosina ^^ anche se è solo l’inizio, ovviamente. Non abituatevi ad uno Scorpius troppo gentile… o rimarrete delusi…

 

Un ringraziamento speciale a Sif (Beh, sono cinque capitoli… ma ne varrà la pena ^^), Edvige86 (Aaaah, come mi diverto a creare personaggi perfidi…), clirissa, Hermione96 (chi ti immaginavi diverso, per curiosità?)

 

Thanks a lot and keep reading me ^^

Love you all, Aunt Fufù

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** 5. Call Me When I'm Sober ***


La mattina dopo mi alzai con un mal di testa memorabile

                                    DON’T TELL DAD

 

                               5. Call me when I’m sober

 

 

 

 

James

La mattina dopo mi alzai con un mal di testa memorabile. Non appena avessi visto Al mi sarei dovuta ricordare di strozzarlo con le mie stesse mani. I letti di Gaby e Vanessa erano vuoti e dubitavo che si fossero alzate presto. Avrei scommesso cinque galeoni che non erano ancora tornate dalla festa della sera precedente. Gaby si era sicuramente appartata con Vincent in un posto romantico dove trascorrere la notte a veglia in attesa del mattino.

 

Ma che fine aveva fatto Vanessa?

 

Scesi in Sala Grande, che quella mattina era praticamente deserta. Era chiaro che tutti dovevano essere rimasti alzati fino a tardi. Tutti tranne me.

 

Come sempre mi diressi verso il tavolo dei Grifondoro e come sempre Al era l’unico a fare colazione. Era così tranquillo che avevo voglia di ucciderlo! Mi avvicinai e lui mi sorrise come nulla fosse, masticando la sua colazione.

 

“Ehi, dov’eri finita ieri sera? Sei sparita!”

 

“Dov’ero finita?!” Scattai io. “Per colpa dello stupido bicchiere che mi hai rifilato non riuscivo più a reggermi in piedi! Malfoy ha dovuto portarmi in spalla fino al ritratto della Signora Grassa!”

 

Al mi fissò per un attimo a bocca aperta e con gli occhi spalancati. Poi scoppiò in una fragorosa risata. Io lo fissai shockata. “Malfoy, ti ha riportata a letto? Malfoy?”

 

Io arrossii. “Non mi ha portata a letto! Mi ha aiutato a tornare in Sala Comune.”

 

“No, Rosie, seriamente. Malfoy? Sei sicura di aver visto bene?”

 

Cominciavo davvero a spazientirmi. “Ero ubriaca, non stupida!” Sbottai.

 

“Ok, scusa.” Fece lui alzando le mani in segno di resa. “E’ solo che è strano pensare a Malfoy che ti dà una mano.”

 

Era stato strano forte, anche se non mi aveva caricato sulla sua spalla in modo poi così gentile. Adesso ricordavo! Malfoy mi aveva caricato sulla spalla quando eravamo ancora alla festa e tutti ci stavano guardando. Non bastava che avessero parlato di me e Lysander per una settimana, adesso pure Malfoy.

 

“Oh no!” mi lamentai io, sedendomi finalmente al tavolo dei Grifondoro. “Ero ancora alla festa quando Malfoy mi ha caricato sulla sua spalla!”

 

Al mi fissò strano. “E allora?”

 

“E allora?! Che cosa avresti pensato tu se avessi visto me e Malfoy in una situazione simile?”

 

Al scrollò le spalle. “Che avevo bevuto troppi Firewhiskey.”

 

“Mi hai dato da bere del Firewhiskey??” Se solo mamma l’avesse saputo mi avrebbe uccisa. E poi avrebbe ucciso Al.

 

Lui arrossì e si schiarì la gola. “Beh, stavamo parlando di te e Malfoy.” Disse cercando di cambiare discorso.

 

“Non c’è nessun ‘me e Malfoy’.” Scattai. “Anche se adesso tutti penseranno che ci sia!”

 

Al sospirò e alzò gli occhi al cielo. “Nessuno penserà niente, Rosie. Non stiamo parlando di due persone qualunque, stiamo parlando di te e di Malfoy. Andiamo, chi diavolo potrebbe credere che voi due abbiate una storia?”

 

“Non so, Al.” Mi appoggiai sulla mano sconsolata. “Non vorrei che mettessero in giro strani pettegolezzi su di me. Pensa se qualcuno lo raccontasse a Paula!”

 

“Nessuno crede a quello che dice Paula!” Disse Al ragionevolmente.

 

“E pensa se qualcuno ne parlasse con Neville nei paraggi! Neville andrebbe sicuramente a dirlo a papà!” Stavo andando nel panico e sinceramente non stavo neanche ascoltando quello che Al mi stava dicendo.

 

Al mi guardò come se fossi pazza. “Perché diavolo Neville dovrebbe andare a dire a zio Ron che Malfoy ti ha aiutato a tornare in camera tua dopo una festa?”

 

A papà sarebbe bastata la parola Malfoy per andare su tutte le furie.

 

“E pensare a me e Malfoy insieme è assurdo!”

 

Al mi guardò con un sopracciglio inarcato, come se non volesse credermi. Lo guardai shockata.

 

“Al, non penserai davvero che io…”

 

“Se tutta questa faccenda non ti interessa, perché continui a parlarne?”

 

Questo mi prese alla sprovvista. Era così tanto che ne stavo parlando? Ma soprattutto, aveva ragione Al, perché diavolo ne stavo parlando? Non me ne era mai importato un accidente di Malfoy. Lo fissai stupidamente per qualche minuto prima di rispondere sinceramente.

 

“Beh, non lo so.”

 

Al scosse la testa e tornò a mangiare tranquillamente. Ero così presa a parlare di me che non ricordavo più che Al aveva cercato di dirmi qualcosa nelle settimane precedenti.

 

“Al, cos’è che volevi dirmi qualche tempo fa?”

 

Al aprì la bocca per parlare ma Vanessa arrivò come una furia e si sedette sulla panca vicino a me. Era chiaro che doveva essere rientrata in dormitorio a cambiarsi poco meno di cinque minuti prima, perché aveva la divisa tutta scombinata e un sorriso idiota stampato sulla faccia. Io e Al ci scambiammo uno sguardo e tornammo a fissarla curiosi.

 

“Oh Rosie! Ho delle notizie grandiose!”

 

“Neville ha cancellato dal mio compito quella D?”

 

“No, meglio!” Fece lei eccitata, passandosi una mano tra i capelli scompigliati. “Non indovinerai mai con chi sono stata ieri sera! Con Gill Ryan! E pensa, mi ha pure chiesto di uscire!”

 

La fissai a bocca aperta. Ed io che mi ero quasi preoccupata per lei, chiedendomi dove fosse sparita. Mi sentii per un attimo tradita, ma sforzai un sorriso e annuii.

 

“E’ fantastico.”

 

“Lo so!” urlò lei. “Scusami se ho fatto tardi, ma credimi non vedevo l’ora di dirtelo!”

 

Dirmelo?

Mi ero appena ricordata che Al stava cercando di dirmi qualcosa prima che fossimo interrotti come sempre. Mi voltai verso di lui che ci fissava torve. Accidenti, adesso lo avevo fatto davvero arrabbiare, era la quinta se non la sesta volta che provava a raccontarmi qualcosa ed io scappavo per un motivo od un altro.

 

“Oddio Al, scusa! Cos’è che stavi dicendo?”

 

Al fissò me e poi Vanessa. “Niente! Proprio un bel niente!” Si alzò infuriato lasciando la sua colazione a metà e uscì di fretta dalla Sala Grande.

 

Vanessa lo guardò stralunata. “Ma che gli prende?”

 

“Non ne ho idea.” Dissi sinceramente

 

Vanessa fece spallucce e si focalizzò di nuovo su di me con un bel sorriso luminoso. Cavolo, Gill Ryan doveva proprio averle dato alla testa. “Mi dispiace di averti lasciato da sola, ieri. Ma capisci che è stato per una causa di forza maggiore. Comunque, ti sei divertita?”

 

Io feci una finta risata. “Se mi sono divertita? Prima o dopo che Al mi ha fatto ubriacare e Malfoy mi ha riportato in dormitorio?”

 

Vanessa era shockata. Letteralmente. “Al ti ha fatto ubriacare?!” chiese. Poi scosse la testa. “No, aspetta… Malfoy ti ha riportato in dormitorio?!”

 

“A quale domanda devo rispondere per prima?” dissi facendo una smorfia.

 

Vanessa era ancora sbalordita. “Perché non cominci a raccontare dall’inizio?”

 

Io sospirai. “Beh, stavo ballando con te e Sol quando ho visto Al da solo in un angolo. Sono andata da lui per scambiare due chiacchiere e si è offerto di prendermi una burrobirra. E’ saltato fuori che mi ha dato del Firewhiskey, e tu sai quanto io non regga per niente l’alcol.” Lei annuì ascoltandomi attentamente. “Mi sono alzata per venirti a cercare, ma non riuscivo più a trovarti e mi girava la testa. Così senza vedere dove andavo sono andata a sbattere contro Malfoy, che dopo qualche sua esilarante battuta mi ha caricato in spalla…”

 

“Malfoy ti ha caricato in spalla?” Era davvero allibita stavolta. “Che cosa?!”

 

“Sì, beh, e mi ha riportato fino al ritratto della Signora Grassa. Fine della storia.”

 

Lei mi fissò come se fossi pazza. “Malfoy ti porta in spalla da una festa fino alla tua Sala Comune e tu dici fine della storia? Ti ha dato di volta il cervello!”

 

Rimasi un attimo interdetta. “Beh, che dovrei fare? Ringraziarlo per il resto della mia vita? Spero solo che nessuno metta strani pettegolezzi a giro, sarebbe davvero imbarazzante oltre che fuori luogo.”

 

“Perché qualcuno dovrebbe mettere in giro pettegolezzi?” Chiese lei. “Vi hanno visto?”

 

“Perché quando Malfoy mi ha preso in braccio eravamo ancora alla festa, ecco perché.” Dissi io facendo una smorfia.

 

Vanessa scosse la testa. “Doveva decisamente aver bevuto troppo anche lui. A meno che…”

 

Io alzai lo sguardo su di lei in attesa che continuasse, ma lei continuò a mordersi il labbro immersa nel suo mondo fantastico. “A meno che cosa?” la spronai io.

 

“Beh,” iniziò incerta. “Lui sente le rose nell’Amortentia…”

 

Lo sapevo, Gill Ryan doveva averle dato alla testa. Stava parlando esattamente come Paula e non era per niente un buon segno. Io alzai gli occhi al cielo.

 

“Ancora con questa storia!”

 

Alzò le mani in segno di resa. “D’accordo Rosie, stavo solo scherzando!”

 

Io scossi la testa cercando di cancellare il ricordo della serata precedente. “Va bene, non importa, sono solo un po’ suscettibile.” Dissi. “Dov’eri finita, comunque?”

 

Lei arrossì. “Beh, dopo che sei andata da Al sono rimasta per un po’ a ballare con Sol, ma poi ho notato Gill al tavolo delle bevande. All’inizio non volevo essere sfacciata, ma Sol mi ha detto che non avevo niente da perdere e sono andata lì e mi sono presentata.”

 

“Tu sei andata da Gill Ryan e ti sei presentata?” Chiesi io scettica. “Non dovevo essere l’unica ad aver bevuto ieri sera…”

 

Vanessa scrollò le spalle continuando a sorridere, come se si trovasse nel suo bel mondo fatato. “Beh, ho solo pensato che Sol avesse ragione. E anche Lily. Insomma, tutte le volte io e te ci arrendiamo e basta e per una volta ho pensato di buttarmi. E ha funzionato.”

 

“Beh, sono…” Cosa ero, stupita? Esterrefatta? Shockata? Infastidita?

 

A Vanessa non importava molto cosa fossi, si limitò ad essere d’accordo con me, qualunque cosa volessi dire. “Lo so!” urlò. “E hai presente la gita ad Hogsmeade di sabato? Gill mi ha chiesto se mi va di andarci con lui!”

 

“Suppongo che tu abbia detto di sì.” Feci io.

 

Lei si rigirò una ciocca di capelli sul dito. “Lo so che avevamo detto di andarci insieme, ma non ti dispiace, vero?”

 

In tutta onestà, mi dispiaceva, perché sapevo che avrei dovuto andarci da sola e a quel punto non sapevo se fosse stato peggio andarci con Lysander o da sola. Ma potevo rovinare questo bel momento a Vanessa?

 

“No, non ti preoccupare, ci andrò con Al. O con Sol.”

 

“Grazie Rosie!” Si alzò in piedi di scatto. “Adesso scappo, voglio passare in bagno a darmi una sistemata prima di andare a lezione. Gill ha detto che mi aspettava dopo Trasfigurazione.”

 

La guardai andare via di corsa, saltellando quasi. Scossi la testa e appoggiai la testa, che ancora mi faceva male dalla sera precedente, sulla mano. Avevo come la sensazione che questa festa fosse stata l’inizio di tutti i miei mali.

 

 

 

**

 

 

Vanessa e Gaby erano di nuovo sparite dalla circolazione, non c’era da chiedersi come mai, e io avevo preso i miei libri e mi ero avviata verso le serre per la lezione di Erbologia. Da quella mattina non avevo nemmeno più visto Al e mi sentivo un verme, ero sicura che fosse arrabbiatissimo con me.

 

L’aria fuori dal castello era gelida e mi strinsi ancora di più nella mia sciarpa rosso-oro. Non c’era ancora la neve, ma sicuramente in meno di due settimane sarebbe arrivata ad imbiancare tutto il parco come ogni anno, ricordandomi che era ora di andare ad Hogsmeade e comprare i regali di Natale per tutta la famiglia.

 

Scesi le scalette di pietra in fretta, sentivo ormai che il mio naso e le guance si erano arrossate dal freddo. Stavo per svoltare l’angolo della serra per dirigermi verso l’entrata quando i miei piedi automaticamente si fermarono di botto. Scorpius Malfoy era ad un metro da me e mi fissava con i suoi occhi grigi.

 

“Ciao.” Era veramente la mia voce? Da quando io salutavo Scorpius Malfoy? Forse mi stavo solo sentendo in colpa per la sera precedente.

 

Lui fece solo un cenno con la testa mormorando un flebile ‘Weasley’.

 

Mi morsi un labbro mentre lui mi guardava come se si chiedesse cosa ci facessi ancora lì piantata davanti a lui. Mi schiarii la gola per bene, pensando a quello che volevo dire. O che dovevo dire. Fu un grande sforzo per me mettere da parte l’orgoglio, soprattutto con lui.

 

“Per ieri sera…” iniziai io non sapendo bene cosa dire. “… sono stata un po’ scortese. Grazie per… insomma…”

 

Malfoy sembrò un po’ sorpreso, ma rimase di marmo come sempre. Ero sicura che fosse più freddo della temperatura invernale. Ieri mentre ero sulla sua spalla non ci avevo fatto caso. Incrociò le braccia al petto e fissò da un’altra parte. “Non mi sembrava che fossi in grado di cavartela da sola, Weasley. La tua balia poi pareva averti abbandonato.”

 

Era ovvio che si stava riferendo a Vanessa. Io mi sentii arrossire, non seppi se più di vergogna o di rabbia. Lo avevo appena ringraziato e lui rispondeva così. Mi stizzii a tal punto che dovetti contare fino a dieci per non prenderlo a schiaffi. “Beh, sono davvero spiacente di averti fatto perdere del tempo prezioso, la prossima volta cercherò un altro idiota che mi riporti fino alla Sala Comune!”

 

Lui alzò un sopracciglio e ghignò. “La compagnia degli idioti ti fa sentire intelligente?”

 

“Probabilmente è per lo stesso motivo che ti ritrovi gli amici che hai.” Ribattei io secca.

 

Malfoy si scurì e si mise dritto verso di me come per ribattere qualcosa, ma poi guardò oltre le mie spalle e richiuse la bocca. Io aggrottai la fronte sinceramente confusa, sorprendendomi che per una volta non avesse ribattuto a quello che avevo detto.

 

“Che succede qui?”

 

La voce di Neville arrivò da dietro le mie spalle e d’un tratto capii perché Malfoy aveva avuto il buon senso di stare zitto. Mi voltai verso di lui che passava lo sguardo tra me e Malfoy sospettoso. Non aveva per niente uno sguardo amichevole, non era il solito sorridente Neville che ci offriva le caramelle quando veniva a trovarci a casa.

 

Malfoy raccolse la cartella ai suoi piedi e se la mise in spalla. “Stavo aspettando una persona, ma comincia a fare freddo. Ci vediamo Weasley. Professor Longbottom.”

 

Se ne andò di corsa su per le scalette e io lo fissai andare via allibita. Neville mi posò delicatamente una mano sulla spalla e mi guardò preoccupato.

 

“Tutto bene?”

 

“Sì,” feci io confusa. “Perché non dovrebbe?”

 

Neville sospirò e mi fece cenno di seguirlo nella serra. All’interno, con tutte quelle piante, faceva un caldo pazzesco. Mi tolsi la sciarpa e il mantello, appoggiandoli su una sedia. Neville mi guardò serio.

 

“So che non dovrei dirti questo, Rose, perché sono un Professore e dovrei trattare i miei alunni tutti allo stesso modo.” Disse prima di interrompersi bruscamente. “Ma non riesco ad andare oltre i pregiudizi.”

 

Non ci voleva un genio a capire di cosa stesse parlando, dato che aveva gli stessi pregiudizi di papà. A Neville non piaceva Scorpius Malfoy solo perché era il figlio di Draco Malfoy. Sapevo che Neville era di buon cuore e ne sembrava tormentato.

 

“Mi rendo conto che il mio comportamento non è per niente etico. Scorpius è un bravissimo studente ed eccelle nella mia materia, ma ho sempre paura che da un momento all’altro…”

 

Io mi sentii imbarazzata, non sapevo cosa dire. Neville non poteva aspettarsi che io parlassi bene di lui, non è vero? Perché ero la persona meno indicata al mondo. Optai solo per dirgli la verità. “No, lui… ecco, io lo stavo ringraziando a dire il vero.” Neville mi fissò perplesso. “Ieri mi ha aiutata a… beh, non importa, basti sapere che mi ha tolto da un bel guaio.”

 

“Oh.” Fece Neville pensieroso prima di sfociare in un gran sorriso. “Beh, mi fa piacere sentirtelo dire, Rose. Vorrei proprio cambiare la mia opinione su di lui, vorrei che mi dimostrasse di essere il contrario di quello che penso.”

 

Io mi morsi la lingua per quello che stavo per dire, ma ero una persona sincera e dicevo sempre quello che pensavo. “Dovresti saperlo che non si deve giudicare le persone dai loro genitori.”

 

Non stavo cercando di difendere Scorpius Malfoy, non me lo sarei mai sognato, ma avevamo certamente una cosa in comune. Dei genitori famosi. E la cosa non era stata di poco peso nei primi anni della mia vita, soprattutto quando avevo la facoltà di capire quando la gente si interessava a me solo per la mia discendenza. E la stessa cosa era successo a Neville da ragazzo, quando i Mangiamorte avevano danneggiato il cervello dei suoi genitori.

 

Neville parve preso alla sprovvista ma poi fece un sorriso gentile e comprensivo. “Questo è proprio quello che avrebbe detto Hermione.”

 

Io sorrisi. “E papà cosa avrebbe detto?”

 

Neville rise. “E’ meglio che tu non lo sappia.”

 

Io risi con lui, poi mi scurii e mi morsi un labbro. Guardai l’orologio appeso alla parete, mancavano ancora dieci minuti dall’inizio della lezione, e tutti arrivavano sempre in ritardo ad Erbologia. “Papà ha paura che Malfoy mi salti alla gola proprio come i suoi genitori hanno fatto con la mamma.”

 

Neville sospirò e mi fece cenno di sedermi accanto a lui. “Rose,” cominciò con cautela. “Tuo padre non agisce con cattiveria e credimi io lo conosco bene. Ma quella volta l’ha quasi persa. Ci è mancato un soffio e se l’è sentita scivolare via dalle mani senza poter fare niente. E tuo padre ama tua madre sopra ad ogni cosa. Ed ora ci sei tu, e Hugo, e la sua paura è che possa succedervi qualcosa. In più…”

 

“In più papà sa cosa vuol dire perdere qualcuno di caro.” Finii io per lui riferendomi allo zio Fred.

 

“Esatto.” Annuì Neville grave.

 

Rimanemmo un po’ in silenzio a sorriderci, ripensando alla conversazione appena avuta. Dovevo ricordare di mandare una lettera a papà e dirgli che stavo bene. Neville ad un certo punto si illuminò.

 

“Mi hanno detto che sei uscita con Lysander.”

 

Miseriaccia!

 

 

**

 

 

Dato che Vanessa usciva con Gill Ryan adesso e Gaby era impegnata con Vincent, io e Sol ci ritrovammo da sole e per questo avevamo deciso di andare ad Hogsmeade insieme. Nessuna delle due si era sognata di dire una sola parola a Paula, che da quando era riuscita a mettere insieme Gaby e Vincent era più scontrosa del solito.

 

Paula non era la sola ad essere scontrosa ultimamente, anche Lily sembrava camminare con una nuvoletta nera sopra la testa ed io sapevo bene il perché. Il ragazzo che le piaceva era ora l’attuale fidanzato di Gaby. Non l’avevo ancora vista piangere, ma le sue amiche mi avevano raccontato che tra una lezione e l’altra si chiudeva nel bagno di Mirtilla Malcontenta.

 

Avevo cercato invano di rintracciare Al durante la settimana. James mi aveva detto che si era chiuso in dormitorio e non faceva altro che leggere libri su libri. Cavolo, sapevo di averlo fatto arrabbiare, ma non credevo che arrivasse a tanto.

 

Il giorno della gita ad Hogsmeade era più freddo del solito. La neve era finalmente arrivata, come avevo previsto, ed avevo tirato fuori dall’armadio i calzettoni pesanti. Mi strinsi nel mio mantello facendo un sorriso a Sol che camminava lenta al mio fianco.

 

“Ti va di passare al negozio da mio zio?”

 

Sol mi sorrise e annuì. “Como che no, Rosie. Tu zio es muy simpatico.”

 

Ci avviamo verso i ‘Tiri Vispi Weasley’ sul fondo della strada ed affrettando il passo entrammo nel negozio affollato. All’interno del negozio era caldo e mi sbottonai il mantello cercando di arrivare alla cassa, dove intravedevo un ciuffo di capelli rossi.

 

Lo zio George appena mi vide mi salutò calorosamente e mi fece cenno di avviarsi nello sgabuzzino, lasciando zia Angelina da sola alla cassa. Io feci cenno a Sol di seguirmi e ci trovammo con lo zio sul retro del negozio.

 

“Rose!” disse zio George chinandosi per abbracciarmi. “Vedo che stavolta hai compagnia migliore.”

 

Sol sorrise e fece un piccolo inchino. “Buenos dìas, signor Weasley.”

 

Zio George le sorrise di rimando. “Ciao Sol, come sta tua sorella?”

 

A zio George erano sempre piaciute Sol e Gaby e non c’era da chiedersi perché. Gli ricordavano troppo lui e lo zio Fred, che adesso non c’era più. In più, era l’unico della famiglia che riuscisse a distinguerle.

 

“Està muy bièn.” Disse Sol annuendo. “Ahora se ha fidanzata.”

 

“Oh!” Fece zio George guardandoci. “E’ per questo che siete insieme oggi? Rosie, d’accordo che vuoi essere al livello delle altre, ma è molto meglio che tu esca con Sol che con uno degli Scamander.”

 

Io roteai gli occhi. “Zio, per favore non mettere il dito nella piaga.”

 

Zio George si voltò un attimo, cercando qualcosa in magazzino. Ne venne fuori con una Puffola Pigmea che porse a Sol. “Un omaggio dai Tiri Vispi.” Disse con un sorriso.

 

Sol lo prese tra le mani. “Gracias, signor Weasley. No doveva.”

 

“Sciocchezze.” Fece zio George. “Rose, hai per caso visto Fred? So che era in giro con James ma non sono ancora passati al negozio.”

 

Scossi la testa. “No, quando sono insieme cerco di evitarli. Non vorrei che mi esplodesse qualcosa vicino.”

 

Zio George scoppiò a ridere. “Il degno figlio di suo padre.” Disse orgoglioso. Poi ci fece l’occhiolino. “Ma non ditelo ad Angelina, sarebbe capace di cacciarmi di casa.”

 

La voce di zia Angelina venne dal negozio. “Riesco a sentirti, George.”

 

Lo zio scosse la testa sconsolato e sospirò. “Beh, è solo colpa mia. Io ho inventato le Orecchie Oblunghe.”

 

Lasciammo il negozio dello zio e ci incamminammo lungo il viale principale, chiuse dentro ai nostri mantelli. Rabbrividii, cominciando a battere i denti.

 

“Certo che fa freddo oggi!”

 

Sol annuì flebilmente. “Muy frio.” Disse. “Che dice se prendiamo un chocolate caldo?”

 

“Direi che è un’ottima idea.” Risposi affrettando il passo verso i Tre Manici di Scopa. Spinsi la porta del locale ed entrammo. Il calore all’interno ci avvolse come una coperta e riscaldate ci togliemmo i mantelli e le sciarpe. Ci andammo a sedere ad un tavolo in fondo al locale e ordinammo due cioccolate.

 

“De che Gaby esce con Vincent, no abbiamo hablado mai.” Si lamentò Sol.

 

Io mi sentii triste, anche a me mancava Vanessa. Io non facevo mai niente senza Vanessa. “Lo so, mi sento allo stesso modo. Ma sono comunque felice per lei e per Vanessa, non voglio che si rovinino questo momento.”

 

Sol annuì sorseggiando la sua cioccolata. Scrollò le spalle e piegò la testa da un lato. “Sono doblemente contenta, Rosita. Por Gaby e por Paula.”

 

Io risi. Nessuno odiava Paula più delle gemelle, nemmeno io e Vanessa. Potevo immaginare la soddisfazione di Sol nell’aver visto Paula sconfitta. “Mi chiedevo una cosa,” dissi pensandoci su. “Come mai Paula ha tradito solo Gaby? Perché non ha raccontato in giro anche quello che le hai detto tu?”

 

“Porquè io no le ho dicho nada.” Disse semplicemente Sol. “No me gusta nessuno.”

 

Che cosa sentivano le mie orecchie, avevo forse trovato una compagna di merende? La guardai sentendo le mie labbra formare un sorriso da pubblicità.

 

“Davvero?” Chiesi eccitata. “Cominciavo a pensare di essere l’unica, tutti la fanno sembrare come una cosa anormale!”

 

Sol fece un piccolo sorriso. “Porqué anormal? Io penso che una persona tiene che trovare el alma gemela.”

 

Già, l’anima gemella. Non so come mai, ma avevo lo strano presentimento che si fossero dimenticati di fabbricarla la mia anima gemella. Era come quando mamma faceva la lavatrice e accoppiava tutti i calzini, poi alla fine ne rimaneva sempre uno spaiato. Ero un vecchio calzino spaiato.

 

Sospirai sconfitta. “Penso di non avere speranza.”

 

“Porque dice esto, Rosie!” Brontolò Sol. “No es verdad! Sei una chica carina e simpatica. E io estoy segura che ci sarà el chico giusto anche por ti.”

 

Tutti continuavano a ripetermelo, persino mio cugino Al me lo aveva detto. Però mi ero ridotta ad uscire con Lysander Scamander, no? Cominciavo a pensare che tutti mi dicessero di essere carina solo per essere gentili e non dovermi dire l’orrenda verità che mi aspettava. Oddio, sarei rimasta zitella come la zia Muriel!

 

“Io ho sempre odiato la zia Muriel!”           

 

Sol mi fissò allucinata e solo allora mi resi conto di aver pensato a voce alta. “Chi es zia Muriel?”

 

Io arrossii e mi schiarii la gola. “E’ una vecchia zia di papà. E quando dico vecchia, intendo decrepita. Nessuno la sopporta! Pensa che la prima volta che ha visto mia madre, quando ancora non era sposata con mio padre, l’ha criticata tutto il giorno! E sono sicuro che se papà potesse ucciderla con le sue mani lo farebbe, è veramente irritante…”

 

“Rosie,” Mi interruppe Sol guardandomi perplessa. “Cosa tiene che ver con il discorso che ho fatto?”

 

In effetti, proprio un bel niente. Almeno non per lei. Scossi la testa. “Lascia perdere…”

 

Sol si avvicinò a me e sussurrò. “Tienes miedo?”

 

“Tengo… che cosa?” D’accordo che piano piano cominciavo a capire lei e Gaby, ma non esageriamo. Io ero pur sempre inglese.

 

“Paura.” Disse lei di nuovo. “Tienes paura di rimanere sola?”

 

“Oh.” Dissi io, prima di annuire flebilmente. “Non è veramente paura, è più… sai, quando hai due genitori come i miei è difficile pensare di trovare una persona così perfetta per te. La loro storia è praticamente leggenda e…”

 

“Lo so, Rosie, lo ho letto su los libros.” Annuì Sol. “Ma tu no eres como i tuoi genitori e loro han vivido una guerra. I miei genitori se han conocido quando tenevano veinteyseis anni, e son felicemente sposati.”

 

Io non ero particolarmente convinta. “Sì, però…”

 

“E no me has dicho tu che tuo zio Bill se ha sposato con tua zia Fleur quando erano molto grandi?”

 

Era vero, zio Bill andava per la trentina quando si è sposato. Tutto quello mi stava facendo sentire meglio. Forse avevo ancora speranza.

 

Hola!”

 

Io e Sol ci voltammo sulla nostra destra, dove Gaby sorrideva aggrappata al braccio di Vincent. Vincent ci salutò con la mano, arrossendo un po’ sulle guance.

 

“Gaby!” Esclamai io. “Come mai da queste parti?”

 

Gaby si voltò verso Vincent sorridendo. “Vincent me ha accompagnato aquì. Avevo bisogno de estar un poco con mis amigas.”

 

Vincent tossicchiò imbarazzato e si grattò la nuca. “Beh sì, io adesso vado.” Disse incamminandosi. “Ciao ragazze, ci vediamo più tardi. Ciao Gaby.”

 

Gaby gli mandò un bacio con la mano e si sedette al tavolo insieme a noi. Sol sembrava scoppiare di gioia di avere finalmente sua sorella al suo fianco.

 

No tenìa que pasar por aquì, Gaby! Es tu momento, todo lo que querìa y que soňaba.”

 

Gaby sorrise. “Siempre ho desiderato Vincent.” Disse. “Ma desidero estar con mi hermana y mi amica tambièn.”

 

Sol sorrise riconoscente a Gaby, ed io sorrisi di rimando. Mi voltai per abitudine alla mia destra, dove di solito sedeva Vanessa. Ma quel posto ora era vuoto. Continuai a sorseggiare la mia cioccolata calda in compagnia delle gemelle, sperando che la moda di Gill Ryan finisse presto.

 

 

 

**

 

 

E con fatica ce l’abbiamo fatta anche a postare questo quinto capitolo.
Scusate questa volta sarò molto sfuggente ma sono abbastanza di corsa. Non vedo l’ora che passi Natale. Adoro il Natale, ma quest’anno mi sta mettendo a dura prova o_____o

 

Thanks to: Mad World, Sif (in bocca al lupo anche a te, allora), Edvige86 (Lo scoprirai, a buon intenditor poche parole), hele (ci crederesti che mi sono accorta ora, dopo anni che scrivo, che il pc mi auto-correggeva Amortentia?? Cercherò di starci attenta d’ora in avanti), Hermione96, PrincipessaGin (ti ringrazio ^^)

 

Besos, Zia Fufù

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Capitolo 6
*** 6. You Knew It ***


Il giorno dopo la gita ad Hogsmeade Vanessa mi raccontò tutto quello che era successo al suo appuntamento

                                               DON’T TELL DAD

 

                                 6. You knew it

 

 

 

Sol

Il giorno dopo la gita ad Hogsmeade Vanessa mi raccontò tutto quello che era successo al suo appuntamento. Gill Ryan l’aveva portata prima a Mielandia (sdolcinato), poi da Madama PiedidiBurro (banale) e poi nel suo dormitorio dove le aveva mostrato delle sue fotografie di quando era piccolo (narcisista).

 

Ok, probabilmente ero solo gelosa di Vanessa ma Gill Ryan non mi piaceva affatto. Mi sembrava tanto uno di quei palloni gonfiati che cercano solo di farsi vedere a giro per la scuola con delle ragazze carine.

 

Vanessa naturalmente ne era entusiasta, era tutto quello che aveva sognato da una vita. La cosa preoccupante era che ormai non parlava d’altro, e per quanto fossi una buona ascoltatrice, sapere vita e miracoli di Gill Ryan non mi interessava affatto.

 

Senza contare che mi sentivo terribilmente sola.

 

“Pensa che a casa sua, a Londra, ha pure un gattino che ha chiamato Minù. Non è dolce?”

 

Roteai gli occhi senza farmi vedere. “Come lo zucchero.” Ma Vanessa lo sapeva che lo zucchero alla lunga faceva cariare i denti?

 

Mi voltai verso di lei, era totalmente assorta tra i suoi pensieri. L’unica cosa che le mancava erano gli occhi a forma di cuoricino. Io ero cinica, da sempre. Era nel mio corredo genetico. Ma anche Vanessa ci metteva del suo.

 

“Lysander mi ha chiesto di sposarlo ed io ho detto di sì.” Buttai lì.

 

Vanessa si limitò a sorridere e ad annuire. “Oh, bene.”

 

Bene, non mi stava nemmeno ascoltando. Avevo passato tutta la mattinata, da quando ci eravamo alzate quella mattina fino ad adesso, ad ascoltare lei e i suoi racconti sul principe azzurro e adesso che io dicevo qualcosa lei non mi ascoltava neanche. Consolante!

 

Voltammo l’angolo per dirigerci a Trasfigurazione e per mio immenso piacere Gill Ryan era appoggiato contro la parete in una posa da modello che esaltava tutta la sua bellezza fisica. Vanessa emise un urletto che mi ricordò molto Paula (ed era preoccupante!) e corse veloce verso di lui che le rivolse subito un sorriso da migliori divi del cinema. Io continuai a camminare al solito passo, raggiungendoli dopo qualche secondo.

 

“Rosie, voglio presentarti Gill!” disse Vanessa.

 

Gill mi tese la mano gentilmente ed io gliela strinsi di rimando. “Ciao.” Disse. “Non ti dispiace se ti rubo la tua amica per qualche ora, vero?”

 

Mi dispiaceva eccome. “No, certo che no.” Finsi un sorriso.

 

Vanessa arrossì un po’. “Non ti dispiace dire alla McGrannitt che sono malata, vero?"

 

Scossi la testa continuando a tenere il solito sorriso falso e idiota di prima. Vanessa mi ringraziò ancora e se ne andò insieme al suo principe azzurro, praticamente incollata al suo braccio. Ed io rimasi da sola in mezzo al corridoio.

 

“Piantata persino dalla tua fedele amica. Devi essere proprio disperata, Weasley.”

 

Se ci fosse stata una scala da 1 a 10 per odiare quella voce, avrei sicuramente sorpassato il 10 di almeno una ventina di numeri. Mi voltai verso Malfoy, che aveva il vizio di comparirmi sempre alle spalle come gli animali fanno con le loro prede, e lo guardai scocciata.

 

“Chissà come mai quando arrivi tu, Malfoy, se ne vanno sempre tutti.”

 

Lui alzò un sopracciglio e ghignò. “Tu sei ancora davanti a me, Weasley.”

 

“Sono vaccinata.” Risposi in fretta, guardando l’orologio al polso. “E ti dirò, stavo perfettamente bene nella mia solitudine. Meglio soli che male accompagnati.”

 

Malfoy andò ad appoggiarsi contro la parete e scosse la testa. “E’ una cosa a cui non ho mai creduto.”

 

Alzai sorpresa gli occhi su di lui. “Come?”

 

“Nessuno sta meglio da solo.” Disse. “La gente preferisce essere male accompagnata che rimanere da sola, perché la solitudine fa paura.”

 

Rimasi per un attimo piacevolmente colpita ed interdetta. Scorpius Malfoy aveva appena fatto un’osservazione che io trovavo intelligente. In effetti nessuno vorrebbe stare da solo. Nessuno tranne zia Muriel, ma non credo nemmeno che lei sia umana.

 

“E questo spiega perché sei uscita con Lysander Scamander.”

 

Sdeng! Avevo appena ricevuto uno schiaffo morale ed in piena faccia. “Que- questo non c’entra niente!” Riuscii a blaterare. “Mi ha chiesto di uscire ed io… io…”

 

Lui ridacchiò e scosse la testa. “Non dirmelo, Weasley, non riesci nemmeno a dire di no?” Rise ancora. “Usciresti anche con me, se te lo chiedessi.”

 

“Neanche se morissi e mi riducessi nelle condizioni di Mirtilla Malcontenta.” Dissi io velenosa come non mai. Ero sicura che se mi fossi morsa la lingua in quel momento, mi sarei uccisa da sola.

 

“Non preoccuparti,” fece lui come se la cosa non lo riguardasse affatto. “Non correrai mai il rischio.”

 

“Meno male.”

 

Gli voltai le spalle e mi diressi verso la classe di Trasfigurazione, sentendolo camminare alle mie spalle. Era irritante! Varcai la soglia, la Professoressa McGrannitt stava in piedi accanto alla cattedra in una posa solenne. Mi chiedevo sempre perché continuasse a insegnare nonostante fosse la preside di Hogwarts.

 

Mi sedetti nel primo banco, dove di solito mi sedevo con Vanessa. Notai subito la Professoressa che mandava un’occhiata al posto vacante di Vanessa, non le sfuggiva niente, ma per mia grande sorpresa e fortuna non mi chiese dove fosse la mia amica.

 

“Bene, classe, prendete posto. Veloci.” Disse sventolando qua e là la bacchetta. “Bene, oggi proveremo per la prima volta la Trasfigurazione umana. Disponetevi a coppie, per favore.”

 

Prevedibile, quando avevo più bisogno di Vanessa lei non c’era. Mi voltai verso la classe per vedere chi fosse rimasto da solo e notai con orrore che Malfoy sedeva in un banco vuoto sul fondo della classe. Non poteva essere vero!

 

Stavo per voltarmi e chiedere alla Professoressa se potevo andare in Infermeria, visto che stavo per vomitare, ma qualcuno si sedette accanto a me, trafelato.

 

“Hay tempo dopo para rengraziarme.”

 

“Sol!” Esclamai a bassa voce per non farmi sentire dalla McGrannitt. “Oh, grazie al cielo! Ho temuto di dover passare la lezione con Malfoy.”

 

Lei annuì. “Lo sé. Fortunatamente Gaby no està, e yo sono libre.”

 

Non chiesi nemmeno dove fosse andata Gaby, perché sapevo già la risposta. Probabilmente Vanessa l’avrebbe incontrata per strada con Vincent, per il parco di Hogwarts. O si erano rifugiati in qualche angolo del castello. Fatto sta che io e Sol ci trovavamo nella stessa situazione e nessuna di noi due si sognava di fare coppia né con Malfoy né con Paula.

 

La McGrannitt ci disse di aprire il libro a pagina 125 e ci diede alcune dimostrazioni di quello che erano le Trasfigurazioni umane. Noi avremmo iniziato con qualcosa di semplice. Cercare di schiarire il colore dei capelli.

 

Strinsi forte la mandibola concentrandomi con tutta me stessa. Era quasi un’ora che provavo a schiarire le mie sopracciglia.

 

“E ora?” Chiesi.

 

Sol fece una smorfia. “No sé, Rosie, tu sopracciglia estàn così chiare che no veo diferencia.”

 

Sbuffai esausta. “D’accordo, allora provaci tu.”

 

Sol si sistemò meglio sulla sedia mettendosi in una posizione più comoda e cominciò a concentrarsi. Le sue sopracciglia rimasero sempre scure e non cambiarono nemmeno di una tonalità. Rilasciò il fiato ed io scossi la testa.

 

“Qualcuno di voi sa dirmi dove sono la signorina Miller e la signorina Gomez?”

 

Io e Sol ci voltammo di scatto verso la Professoressa McGrannitt che stava dritta davanti alla cattedra scrutando da sotto gli occhialetti l’intera classe. Io esitai un po’ prima di aprire bocca e feci un enorme errore.

 

“Mi pareva di averle visto a giro per il Parco, Professoressa.”

 

Io. Odiavo. Quella. Voce.

 

Mi voltai di scatto verso Malfoy che si voltò a sua volta verso di me sorridendo trionfante. Se solo uno sguardo potesse uccidere adesso giacerebbe al suolo senza vita.

 

Sol al mio fianco si era praticamente irrigidita e sembrava avesse smesso di respirare. La Professoressa McGrannitt però non fece una piega, si limitò a fissare un punto indefinito della classe e si schiarì la voce.

 

“Mi farebbe piacere che diceste a tutte e due che le voglio in classe la prossima lezione. Stiamo affrontando un programma difficile quest’anno, che si ripercuoterà sugli esami del prossimo anno.”

 

Sorrisi senza accorgermene e mi voltai verso Malfoy come a dire ‘beccati questa!’. Malfoy al contrario sembrava davvero contrariato dal commento della Professoressa, probabilmente sperava che avrebbe tolto dei punti a Grifondoro.

 

La professoressa McGrannitt non era mai stata una persona con delle preferenze verso i suoi studenti e di solito, se qualcosa non andava, era la prima a metterci in punizione. Ma per qualche strano motivo ogni tanto optava per darci una lezione ‘verbale’ senza conseguenze, soprattutto se fiutava della cattiveria da parte di qualche viscido Serpverde.

 

Il resto della lezione lo passammo a cercare di schiarire almeno qualche misero pelo, concentrandoci talmente tanto che mi venne il mal di testa. Sol era riuscita a far diventare castano il sopracciglio destro, mentre io alla fine ero riuscita a schiarire entrambi.

 

A fine lezione la Professoressa McGrannitt ci diede un saggio come compito per la settimana successiva. Raccolsi le mie cose e mi avviai verso l’uscita e quando passai accanto a Malfoy, lui si piegò su di me per arrivare al mio orecchio.

 

“E’ stata solo fortuna, pel di carota.”

 

Mi voltai verso di lui e alzai un sopracciglio. “Dì un po’, Malfoy, i tuoi capelli sono sempre stati di questo colore o è tua madre che ha sbagliato candeggio?”

 

Un paio di studenti che stavano vicino a noi ridacchiarono alla mia battuta e Malfoy tese la mascella irritandosi ancora di più. Afferrò la sua cartella con forza e se ne andò a passo svelto, facendomi nascere un sorriso idiota sulle labbra. Addirittura due a zero nel giro di un’ora, ero davvero in forma!

 

Sol si avvicinò a me preoccupata. “Che voleva?”

 

“Niente,” dissi scotendo la testa. “Solo fare l’idiota.”

 

 

 

**

 

 

“Tu lo sapevi!”

 

Mi ero appena spaparanzata sul divano in Sala Comune dopo aver seguito due ore di Trasfigurazione ed essermi finalmente liberata di Malfoy ma sembrava che il mondo ce l’avesse con me ultimamente. Mi voltai stanca ed annoiata verso Lily che mi fissava stando in piedi con le mani sui fianchi, e sembrava avesse una gran voglia di piangere.

 

“Lily.”

 

“Tu lo sapevi! E non hai detto niente.” Disse lei di nuovo, prima che avessi il tempo di dire qualsiasi cosa.

 

Chiusi gli occhi pazientemente. Avevo forse il malocchio? “Ho saputo da Al la mattina della festa che a Vincent piaceva Gaby.” Dissi in mia difesa. “E soprattutto non avevo idea che a te piacesse Vincent.”

 

“Avresti dovuto impedirgli di conoscerla!” Strillò lei.

 

Mi passai una mano sulla faccia e poi la sventolai indicando il Dormitorio maschile. “Perché non vai da tuo fratello, dato che è stato lui a presentare Vincent a Gaby?”

 

Lily mi fissò a bocca aperta. “James ha presentato Vincent a Gaby?! Io lo ammazzo!”

 

“No,” dissi io. “Intendevo il fratello buono.”

 

“Albus?!” Lily era sempre più shockata. “E perché l’avrebbe fatto?”

 

Mi misi dritta e la guardai seriamente. Era bianca come un cencio e sembrava che non dormisse da una settimana, dato le sue occhiaie marcate. “Perché in tutta onesta, Lily, era la cosa più giusta da fare e Al cercava solo di fare del bene. Non sapeva della tua cotta, altrimenti non avrebbe mai voluto essere responsabile della tua sofferenza.”

 

Lily sembrò convinta e si lasciò andare affranta contro il divano. Sembrava sull’orlo di una crisi di nervi. “Oh Rosie, non troverò mai un altro uomo come Vincent!”

 

Oh no! Adesso cominciava con i drammi adolescenziali. Io non ero per niente brava a consolare le persone, mamma diceva che avevo preso il tatto da papà. E papà era la persona meno delicata del mondo.

 

“Lily, hai quattordici anni! Hai tutta la vita per trovare l’uomo giusto.”

 

Lily tirò su col naso. “Mamma aveva undici anni quando ha incontrato papà.”

 

“E zio Bill andava per la trentina quando ha sposato zia Fleur. E allora?” Dissi io ricordando il discorso di Sol. Merlino, quanto ero ipocrita! Fino a due giorni prima ero io ad essere disperata. Lily ne sembrò rincuorata e si rilassò notevolmente.

 

“Ma Vincent era l’uomo perfetto per me.”

 

“No, non è vero.” Dissi io ragionevolmente. “E’ l’uomo perfetto per Gaby. E lo sai anche tu. Il tuo uomo perfetto è là fuori da qualche parte.”

 

Lily mise il broncio. “Fai bene tu a dirlo, non sei mai stata innamorata.”

 

Ed era vero. “Sì, ma sono sicura che anche tu ricorderai che cosa ho combinato l’anno scorso a San Valentino. Ero sicura che Kevin LaFleur mi avrebbe sposato alla fine e avremmo avuto tanti bambini. E quest’anno ricordo appena chi è.”

 

Lily mi guardò curiosa. “Ma ci sarà pure qualcuno che ti piace adesso?”

 

Scossi la testa. “No, non direi.”

 

“Davvero?!”

 

Cosa avevano tutti da stupirsi? Sol sembrava l’unica a capire la mia situazione. Era forse obbligatorio per un’adolescente prendersi una cotta per qualcuno?

 

“Già, davvero.” Tagliai corto. “Sai, Lily, ci sono tanti altri ragazzi in tutta la scuola che morirebbero per uscire con te.”

 

Lily mi guardò scettica. “Lo pensi davvero?”

 

“Sì, lo penso davvero.” Dissi stanca. “Basta che mi prometti una cosa.”

 

“Che cosa?” Mi chiese sinceramente curiosa.

 

“Di non accontentarti di uscire con Lysander Scamander.”

 

Lily rise e rimase con me ancora per un po’, davanti al caminetto. Dopo una mezz’ora le sue amiche tornarono in Sala Comune e facendo un gran chiasso se ne andarono tutte su per il dormitorio. In compenso il posto vuoto di Lily fu preso da Al che sbuffò sedendosi al mio fianco. Lo fissai alzando un sopracciglio e mi schiarii la voce per richiamare la sua attenzione. Si voltò verso di me senza entusiasmo.

 

“Felice di vedere che sei ancora vivo.” Dissi sarcastica. “Dove diavolo eri finito?”

 

Lui scosse le spalle indifferente. “Studiavo. Ho un esame.”

 

Feci una smorfia. “Sei un pessimo bugiardo, Al. Senti, lo so che sei arrabbiato con me, ma se hai qualche problema puoi sempre venire da me e dirmelo invece di rifugiarti in dormitorio. E non negarlo, perché me lo ha detto James.”

 

Al fece una faccia sorpresa e mi fissò per un po’. “Io non sono arrabbiato con te.”

 

“Ah no?” Cosa mi ero persa? “E allora perché diavolo non ti sei fatto vedere in questi giorni?”

 

Al sembrò confuso, come se anche lui non ricordasse esattamente da cosa si nascondesse. Poi si illuminò. “Oh!” Fece. “Oh, sì! Cioè no! Non importa, lascia perdere…”

 

“Al, mi sembra strano chiedertelo, visto che è già passata una settimana da Halloween.” Feci io guardandolo strano. “Ma sei sicuro di non avere ancora qualche strascico di Firewhiskey?”

 

“Non essere sciocca, mi sento benissimo.” Si portò una mano alla tempia e se la massaggiò per un po’. Non aveva l’aria di stare propriamente bene. “Parliamo di cose serie, tu torni a casa per Natale?”

 

Natale? Sapevo di aver scordato di fare qualcosa ad Hogsmeade, avevo dimenticato di comprare i regali. Ero stata così presa a lamentarmi della mia solitudine dato l’abbandono di Vanessa che mi ero completamente dimenticata di tutta la mia famiglia.

 

“Certo.” Dissi continuando a fissarlo strano. “Torniamo sempre a casa per le feste. Al, sei sicuro di stare bene?”

 

“Sì, io… E ci torni da sola?”

 

Alzai un sopracciglio. “No, ci vado con Hugo.” Era ovvio. “Al, sei sicuro che non vuoi che ti porti da Madama Chips? Forse hai un po’ di influenza.”

 

Al scosse la testa. “No, Rosie, quello che intendevo…” Si bloccò di scatto e si alzò. “Sai, probabilmente devo avere davvero un po’ d’influenza.”

 

Era da almeno un mese che si comportava in maniera strana e davvero non riuscivo a capire cos’avesse. Al era sempre stato un ragazzo solare, allegro, sempre pronto a tirarmi su il morale. Ma ultimamente era sempre nervoso e sfuggente

 

Mi alzai anche io e gli posai una mano sulla spalla fissandolo seriamente preoccupata. “Al, lo sai che per qualunque cosa io sono qui, vero?”

 

Al chiuse gli occhi ed inspirò profondamente. Quando li riaprì mi ritrovai immersa in un paio di smeraldi così profondi che mi sembrò di poter vedere la confusione dentro alla sua testa. “Lo so.” Disse sussurrando. “E’ che ho bisogno di schiarirmi un po’ le idee e non è proprio un periodo felice della mia vita, ecco.”

 

Mi chiesi che cosa intendesse. Se avesse avuto qualche problema in famiglia, di certo lo avrei saputo, dato che la sua famiglia era anche la mia. E non potevo credere che Al avesse alcun tipo di problema a scuola, dato che era uno degli studenti più brillanti di tutta Hogwarts, né che avesse problemi economici.

 

“Di qualunque cosa si tratti puoi parlarmene, se ti va.” Mi offrii.

 

Al mi sorrise debolmente. “Grazie, ma adesso non ne ho proprio voglia. Magari un’altra volta.”

 

“Ehi!”

 

Io e Al ci voltammo contemporaneamente verso il buco del ritratto, da dov’era appena entrata Vanessa balzando su e giù. Sentii un moto di irritazione partire dal centro del mio petto e non potei trattenermi oltre.

 

“Oh beh, finalmente ti si vede.”

 

Vanessa si fermò di botto e il suo bel sorriso svanì dalle sue labbra in un secondo. Passò lo sguardo da me ad Al imbarazzata. “Rosie, cosa… che ti prende?”

 

“Che mi prende?!” Cominciai ad alzare la voce. “Non ti vedo praticamente da una settimana! Dalla festa di Halloween ad essere precisa!”

 

Vanessa mi guardò allibita. “Ma che stai dicendo, ci siamo viste giusto stamattina prima…”

 

“Prima che te ne andassi con Gill saltando la lezione di Trasfigurazione, vero?” Ribattei io. “La McGrannitt mi ha quasi beccato e anzi mi ha pregata di dirti che ti vuole in classe la prossima volta!”

 

Vanessa dopo uno shock iniziale si mise sul piede di guerra. “Qual è il tuo problema? Ti dà così tanto fastidio che per una volta possa essere felice?”

 

“Per una volta?!” Chiesi io incredula. “Oh beh, scusa se con me sei stata infelice per quasi sei anni!”

 

“Non è quello che intendevo! Ma tu non accetti che io abbia un ragazzo e tu no!”

 

“Ragazze, basta!”

 

Al si mise in mezzo e separò me da Vanessa continuando a scuotere la testa come se non volesse credere a quello che stava succedendo. I suoi occhi verdi si soffermarono prima su di me e poi indugiarono su Vanessa.

 

“Si può sapere che diavolo vi prende? Siete forse impazzite?”

 

Vanessa incrociò le braccia al petto mordendosi un labbro. “Chiedilo a Rose, lei sembra avere un problema col fatto che io sia impegnata.”

 

Io scansai Al e arrivai davanti a Vanessa. “Il mio problema è solo essere costretta ad andare a giro da sola! Ci eravamo promesse di esserci sempre l’una per l’altra e tu dove sei ultimamente? Ti sei chiesta che cosa ho fatto io durante questa settimana?”

 

Vanessa voltò la testa senza guardarmi in faccia. “E’ solo una settimana, Rose, e non sono la tua balia.”

 

Adesso aveva esagerato, decisamente. Speravo di non aver capito bene quello che intendesse, ma se quello che intendeva era che fino ad ora era stata al mio fianco perché non potevo cavarmela da sola, allora quella che non aveva capito niente era proprio lei.

 

La fissai con astio sentendo il mio veleno, che di solito era riservato esclusivamente a Malfoy, arrivare sottopelle.

 

“Bene!” Dissi facendo un passo indietro. “Bene, se quello che vuoi è passare il resto della tua vita con Gill Ryan, accomodati! Io non starò ad aspettarti!”

 

Al e Vanessa mi fissarono shockati, come se si aspettassero di tutto tranne che sbottassi in quel modo. Forse perché in sei anni di scuola non avevo mai veramente litigato con Vanessa, soprattutto per uno stupido ragazzo. Ma ero così irritata che avevo voglia di schiantare qualcosa!

 

Mi mossi lentamente come se i nervi mi impedissero di camminare sciolta, e me ne andai su per le scale del dormitorio. Mentre salivo sentii la voce di Al consolare quella che era stata la mia migliore amica.

 

“Non preoccuparti, le passerà.”

 

Dubitavo che mi sarebbe passata. E Al era un traditore!

 

 

**

 

 

“Rosie, no fare asì.”

 

Me ne andavo su e giù per il Dormitorio da almeno un’ora, ripensando al dibattito che avevo avuto con Vanessa. Ero più che irritata, ero inviperita. Per mia fortuna quando ero rientrata in dormitorio Paula non c’era e non aveva ancora scoperto della litigata, ma di lì a poco lo avrebbe saputo tutta la scuola.

 

Sol era l’unica ad essere rimasta con me. Vanessa era rientrata in dormitorio con Gaby, ma quando mi aveva visto se n’era andata via veloce come la luce. Sol mi fissò preoccupata e fece una smorfia.


Ahora parate!”

 

Mi bloccai e la fissai. “Che cosa?”

 

“Fermati.” Mi disse. “No entiendo porque avete litigato por una cosa estupida asì!”

 

Io mi sedetti sul mio letto e guardai Sol scocciata, anche se lei era solo una povera vittima della mia ira. “Beh, non è colpa mia. Ha fatto la sua scelta e se vuole stare con il suo ragazzo che faccia pure!”

 

“Rosie,” Fece Sol pazientemente. E Sol non era quella paziente tra le due gemelle. “Gaby tambièn tiene il ragazzo. Pero hablamos lo stesso. Por un poco de tiempo està conmigo, e por otro con Vincent. Quale es il problema?”

 

“Il problema è che lei non sta neanche un poco di tempo con me!” Sbottai io alzandomi di nuovo in piedi. “Lei sta solo con Gill Ryan! Quel pallone gonfiato!”

 

Sol sospirò. “No es un pallone.” Disse. “Porque no vàs da lei e le dices che no te importa de discutere. Chiedi scusa.”

 

Mi massaggiai una tempia e scossi la testa cercando di fare chiarezza. “Sol, ti confesserò una cosa. Non ho mai chiesto scusa in tutta la mia vita, è una cosa che proprio non mi riesce. Credo di avere una specie di allergia alle scuse.”

 

Sol fece per aprire bocca ma la porta del dormitorio si aprì. Mi aspettavo che entrasse Paula o che fosse di nuovo Vanessa, invece un fascio di capelli rossi apparve sulla soglia. Lily stava sulla porta e mi guardava come se avesse voluto tutto meno che stare lì.

 

Fece una smorfia. “Albus mi ha mandato a vedere come stai?”

 

“Arrabbiata.” Risposi secca. “Dì pure al tuo fratello traditore che sono arrabbiata.”

 

Lily mi guardò sorpresa. “Traditore?”

 

“L’ultima volta che l’ho visto stava cercando di consolare Vanessa.”

 

Lily mi fissò per qualche secondo, poi fece un passo in avanti e si richiuse la porta alle spalle. Si andò a sedere sul bordo del letto di Paula e scosse la testa. “Lo sai, Rosie, ultimamente Albus non mi piace per niente.”

 

“A chi lo dici.” Sbottai “E ti dirò, ultimamente non mi piace nemmeno Vanessa.”

 

“Rosie!” Fece Sol.

 

“Cosa, Sol? E’ la verità!” Dissi continuando di nuovo a fare su e giù per la stanza e sbraitando come una pazza. “Ed è tutto per colpa di uno stupido ragazzo. E tutti si stupiscono che io non mi sia presa una cotta per nessuno, tse, se devo diventare un’egoista solo per stare con qualcuno preferisco rimanere da sola tutta la vita, grazie!”

 

“Gaby no es un egoista.” Disse subito Sol, difendendo sua sorella.

 

Io mi fermai pensierosa. “Beh, non mi stavo riferendo a lei.”

 

Lily mi guardò un po’ impaurita. Era raro che perdessi la calma in quel modo, e lei sapeva bene che quando perdevo la calma ci si sarebbe potuto aspettare di tutto da me. “Non ti sembra di stare un po’ esagerando?”

 

Era diventata pazza. “Io sto esagerando? Non sei tu quella che ha passato tutta la settimana passata rinchiusa nel bagno di Mirtilla Malcontenta esaurendo le tue scorte lacrimali?”

 

Lily alzò una mano in segno di resa. “D’accordo, mi arrendo.”

 

Sol scosse la testa disperata. “Rosie, estàs amiga con Vanessa del primo anno. No puedes buttar todo al viento asì!”

 

Lily scrollò le spalle. “Infondo zio Ron e zia Hermione litigano quasi sempre, eppure si sono sposati.”

 

Io buttai fuori una semi-risata. “Sono sicura che mentre stiamo parlando Vanessa si sarà già sposata con Gill Ryan, quindi il problema non sussiste.”

 

“E cos’hai intenzione di fare allora?” Chiese Lily sinceramente curiosa.

 

Non ne avevo idea, ma sapevo che Vanessa aveva veramente sorpassato il limite perché in tutti questi anni non avevamo mai litigato così.

E adesso ero veramente sola.

 

 

 

**

 

 

Sono emozionantissima, dopo quasi 10 anni nevica anche a Firenze **

Mai vista ricoperta di bianco come adesso e ne approfitto per fare a pallate come i bambini piccoli ^^ senza contare che tra poco è Natale e tutti i regali sotto l’albero in attesa di essere scartati verranno finalmente svelati! Adoro il Natale!

 

Quindi se non dovessi postare prima di Natale (ma la vedo dura dato che tra pranzi coi suoceri, coi genitori, con amici, con parenti… mangerò fino al 31) volevo augurare Merry Xmas a tutti quanti! E poi raccontatemi cosa vi ha regalato Babbo Natale ^^

 

Special thanks to: hele, Sif (sono una frana in tutto ma almeno nelle lingue ^^ sì, sarebbe impossibile creare un personaggio straniero senza sapere la lingua), ThePirateSDaughter (sei l’unica che finora ha apprezzato anche la old generation, sai? Grazie per i complimenti), PrincipessaGin, Edvige86

 

Baci baci, Gossip girl… no, volevo dire zia Fufù

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Capitolo 7
*** 7. A friend like me ***


Per le seguenti due settimane io e Vanessa non ci rivolgemmo la parola e se potevamo, evitavamo di vederci o incrociarci per i corridoi

                                DON’T TELL DAD

 

                                 7. A friend like me

 

 

Lily

Per le seguenti due settimane io e Vanessa non ci rivolgemmo la parola e se potevamo, evitavamo di vederci o incrociarci per i corridoi. Io per niente al mondo mi sarei sognata di andare da lei a chiedere scusa, prima di tutto perché non avevo niente di cui scusarmi e secondo di poi Rose Weasley non chiedeva mai scusa.

 

Avevo tatuato nel mio DNA una cosa che mi impediva di fare certe cose. L’orgoglio. E avendolo ereditato da entrambi i miei genitori non avevo proprio scampo. Molte volte questa cosa mi aveva procurato un sacco di guai.

 

Mancavano solo un paio di settimane alle vacanze di Natale e stavolta, dato che ero andata ad Hogsmeade da sola, mi ero ricordata di fare shopping per i parenti. A papà avevo preso un nuovo set di scacchi magici, mentre alla mamma avevo comprato un libro come tutti gli anni. Per Hugo invece avevo comprato un kit per la sua scopa, con tutto l’occorrente per la manutenzione.

 

Di solito compravo qualcosa anche per Vanessa, dato che tutti gli anni passava il Natale a casa mia, ma stavolta non le avevo preso un bel niente.

 

Al il Traditore stava cercando in tutti i modi di mettere pace tra me e lei. “Ma insomma, Rosie, comportati così non è da te! E Vanessa è la tua migliore amica!”

 

Stavamo tornando da Storia della Magia e avevamo deciso di fare insieme una capatina da Hagrid. Alzai gli occhi al cielo scocciata, se avessi saputo che intendeva parlarmi di questo non avrei mai accettato.

 

“Se quello che preferisce è stare con Gill Ryan non sarò io ad impedirglielo.”

 

“No, che non lo preferisce.” Disse lui in fretta. “E’ solo un momento e sono sicuro che le passerà. Se solo tu potessi…”

 

Mi bloccai di scatto e mi voltai verso di lui. “Ma insomma Al, si può sapere a te cosa diavolo te ne importa?!”

 

Al aprì e chiuse la bocca un paio di volte prima di schiarirsi la gola. “Niente.”

 

“E allora chiudi il becco!”

 

Per la strada che rimaneva per arrivare alla Capanna di Hagrid, Al non provò nemmeno ad emettere un fiato ed io continuai a marciare decisa, seguendo una linea dritta davanti a me. Il campo di Hagrid era completamente sommerso dalla neve e mi chiesi come facesse a vivere in quella misera Capanna con tutto questo freddo.

 

Al mi sorpassò per bussare e si tirò subito indietro senza guardarmi. Dopo qualche minuto Hagrid venne ad aprire sovrastandoci di almeno mezzo metro.

 

“Era l’ora che ci veniste a trovarmi!” Borbottò.

 

Al mi mandò un’occhiata con la coda dell’occhio e fece un sorriso. “Scusa Hagrid, siamo stati impegnati con la scuola. Possiamo entrare?”

 

“Certo, certo.” Si scansò dalla soglia per permetterci di entrare nella Capanna, dove un allegro fuocherello bruciava riscaldando l’ambiente. Io mi sedetti su una delle enormi sedie, togliendomi la sciarpa che tenevo attorno al collo.

 

Hagrid mi guardò strano. “Che ci hai, Rosie? Ci hai un faccino.”

 

“Ha litigato con Vanessa.” Disse Al per me ed io contai fino a dieci per non alzarmi e azzannarlo.

 

“Non abbiamo litigato.” Mormorai io. “Abbiamo solo preso due strade diverse. Tutto qui.”

 

Hagrid si sedette davanti a me fissandomi con i suoi occhi tristi che si perdevano in mezzo a tutta quella barba. “Mi dispiace che ci avete litigato. Mi ricordo quando ci eravate alte come una calzetta e ve ne andavate a giro sempre appiccicate.”

 

Per un attimo ebbi uno strano senso di abbandono, ma lo scacciai via prima che potesse scalfire il mio cuore di pietra. Volevo essere arrabbiata con lei, volevo continuare a non parlarle. Segretamente perché speravo che lei sarebbe tornata a scusarsi.

 

Al scosse la testa. “Vi comportate come se aveste tre anni.”

 

“Disse il poppante che non si fa gli affari suoi.” Roteai gli occhi per posarli su Al. “Non eri tu quello che aveva litigato con James per una cioccorana?”

 

Al arrossì. “E’ stato più di due anni fa.”

 

Hagrid mi prese la mano. “Rosie, ascoltaci a me che ce ne ho viste tante nella vita. Anche i tuoi genitori ci litigavano tanto, perché non si dicevano che ci si volevano bene. Non fare come loro, perché io so che ci vuoi bene a Vanessa. Vai e diccelo.”

 

Io mi morsi un labbro indecisa. “Ma io non ho fatto niente di male! Perché dovrei andare a scusarmi per una cosa che non ho fatto. E’ lei che dovrebbe venire da me.”

 

Al farfugliò qualcosa come: “Donne” prima di mangiucchiare i biscotti che Hagrid aveva lasciato sul tavolo.

 

“E tra poco ci è pure Natale. Non siamo tutti più buoni, Rosie?”

 

Lasciammo la Capanna di Hagrid dopo un’oretta buona in cui sia lui che Al avevano cercato di farmi il lavaggio del cervello senza troppi risultati. Quando rientrammo al castello era quasi buio, nonostante fossero appena le cinque del pomeriggio e fuori aveva cominciato a tirare un forte vento.

 

Al se ne andò su per la Sala Comune mentre io, come facevo sempre quando avevo bisogno di pensare, mi rifugiai in Biblioteca.

 

Quando entrai fui sorpresa dal vedere che non c’era neppure Madama Pince alla sua solita cattedra vicino alla porta, vigile e con le orecchie tese, pronta a prendere il primo studente rumoroso per un orecchio. Pensai che probabilmente era andata a sistemare qualcosa tra gli scaffali o nella Sezione Proibita.

 

La Sezione Proibita era la parte della Biblioteca che più bramavo e alla quale non ero ancora riuscita ad accedere. Sicuramente la parola ‘proibita’ era quello che mi eccitava di più e che faceva scaturire in me tutta quella curiosità.

 

Di solito non facevo cose del genere, ero sempre stata una studentessa modello, ma quel giorno decisi di fare quello che mi ero proibito per anni. Trasgredire. Madama Pince non c’era da nessuna parte e avrei corso il rischio di trovarmela davanti nella Sezione Proibita, dove sgattaiolai senza farmi vedere da nessuno.

 

Era una stanza piena di scaffali dove non passava neanche un filo di luce. Camminai per un po’, guardandomi intorno senza sapere bene da che parte cominciare, fissando i vecchi volumi attorno a me.

 

Solo dopo diverse scaffalature un volume catturò la mia attenzione, era più nuovo degli altri e c’era scritto a caratteri cubitali il nome dello zio Harry.

 

Mi alzai in punta di piedi per raggiungerlo ma era troppo in alto per me. Trattenni il fiato quando una mano superò la mia e afferrò il libro che cercavo di prendere, portandolo ad un’altezza per me accessibile.

 

“Le mezze calzette non dovrebbero girare per la Sezione Proibita.”

 

Afferrai il libro che mi stava porgendo e mi voltai agghiacciata. Scorpius Malfoy stava di fronte a me in una postura di marmo, fissandomi con i suoi occhi grigi.

 

“Non ho bisogno del tuo aiuto.” Sussurrai.

 

Lui alzò un sopracciglio. “Mi pare che sia la seconda volta, invece, che tu abbia avuto bisogno di me.”

 

Ero scocciata. Io non avevo bisogno di nessuno, tanto meno di lui. “Che ci fai qui?”

 

“Potrei chiederti la stessa cosa, sai? Cos’è, da quando la tua fedele amica ti ha abbandonato hai deciso di trasgredire tutte le regole?”

 

Che ne sapeva lui di me e Vanessa? Lo scrutai per un attimo, cercando di capire cosa sapesse di quello che era veramente successo tra me e la mia amica. Poi ricordai che condividevo il dormitorio con Paula, e che probabilmente l’aveva già raccontato a tutta la scuola.

 

“Non si può sempre giocare la parte della buona ragazza.” Dissi io in un sussurrò. “A volte hai bisogno di rompere gli schemi.”

 

Malfoy continuò a fissarmi coi suoi occhi di ghiaccio senza dire nulla per un po’. Solo dopo diversi minuti scosse la testa guardandomi come se per me non ci fosse più speranza.

 

“Se vuoi rompere gli schemi, vai ad una festa e trovati un ragazzo che ti faccia un po’ svagare.” Disse serio. “Chi vuole rompere gli schemi non viene in una stanza abbandonata, piena di vecchi libri marci.”

 

Mi sentii veramente una sciocca, guardandola dal punto di vista di Malfoy. Avevo pensato di aver trasgredito delle regole e di aver peccato, ma in realtà non avevo fatto niente di particolare. Ero sempre la solita Rose Weasley che per un motivo o nell’altro naufragava in mezzo ai libri.

 

Mi morsi un labbro. “Sono patetica.”

 

“C’è una cura per tutto, Weasley.” Disse Malfoy. “Anche se non so quanti anni dovrai lavorarci su, dato le tue condizioni.”

 

Non ebbi nemmeno il coraggio di dargli contro, per una volta, perché aveva perfettamente ragione. Magari non era stato il modo più gentile di farmelo notare, ma aveva comunque ragione.

 

“Tu perché sei qui?” Chiesi.

 

Lo vidi scrollare le spalle. “E’ silenzioso qui. Nessuno che ti disturba.” Poi fece una smorfia. “A parte te, Weasley, che sembri essere ovunque.”

 

Aprii la bocca stupita. “Senti chi parla! Non posso fare un passo senza che ti ritrovi alle mie spalle!”

 

“Sssh! Abbassa la voce!” disse lui guardandosi in giro nervosamente. “Madama Pince potrebbe essere nei paraggi. E non è mai una buona mossa urlare qua dentro, non sai mai cosa può succedere.”

 

Mi feci piccola piccola e tornai a sussurrare. “Sembri un esperto, eh. Da quanto bazzichi qui dentro?”

 

Malfoy si appoggiò contro uno scaffale. “E’ dal primo anno, dilettante, il miglior posto per stare un po’ in pace. E stavo bene nella mia solitudine.”

 

Io sorrisi furba. “Nessuno sta meglio da solo, Malfoy, ricordi?”

 

“Nessuno tranne me.” Mi rimbeccò.

 

“Eppure,” dissi sinceramente curiosa. “Ti trascini sempre dietro quel branco di idioti.”

 

Malfoy mi guardò solenne. “Tieniti stretto gli amici.” Disse ammiccando. “Ancora di più i nemici.”

 

Avevo come la vaga impressione che come ‘amici’ si stesse riferendo a Vanessa. E come nemici a lui, il che mi fece venire la nausea, perché solo al pensiero di dovermi tenere stretta Malfoy rabbrividivo.

 

Alzai un sopracciglio tenendo stretto tra le mani il libro polveroso. “Beh, credo proprio di dover andare adesso.”

 

Malfoy fece una smorfia. “Perché, avevi pure intenzione di rimanere?”

 

Raccolsi la mia roba e lanciandogli un ultimo sguardo me ne andai, lasciandolo solo nel buio di quella stanza putrida. Non sapevo che cosa mi fosse saltato in mente ad andare nella Sezione Proibita, ma ultimamente sembrava che qualunque cosa decidessi di fare fosse la cosa sbagliata. Senza contare che Malfoy non aveva per niente torto.

 

Sarei rimasta per sempre la solita patetica Rose Weasley Topo Da Biblioteca che anche per trasgredire si rifugia tra i libri.

 

 

**

 

 

Durante il pomeriggio avevo cominciato a leggere il libro della Sezione Proibita e dato che non avevo per niente voglia di rintanarmi in qualche buco solo per dover leggere avevo ricoperto la copertina con della pergamena avanzata.

 

Me ne stavo sul divano accoccolata con le gambe raccolte sotto di me, in compagnia del focolare. Le uniche presenze nella stanza erano due ragazzini del primo anno che giocavano a scacchi magici in un angolo lontano da me.

 

Il libro era iniziato con quella che sembrava una biografia molto dettagliata dello zio Harry e mi chiesi se non fosse stato lui stesso a dare tutte quelle informazioni per scrivere quel libro. L’autore era anonimo. Sembrava che lo zio avesse avuto un’infanzia molto infelice quando era bambino e che vivesse con dei parenti che lo facevano vivere in un sottoscala.

 

“Ehilà!” Sobbalzai e chiusi il libro di scatto. Hugo mi fissò con i suoi grandi occhi. “Non volevo spaventarti.”

 

Scossi la testa. “No, Hugo è solo… lascia perdere.”

 

Si sedette accanto a me piegando le sue lunghe gambe tra il divano e il tavolino. Mi fissò con apprensione, sembrava esitante.

 

“Ho sentito che hai litigato con Vanessa.”

 

Ah, ecco perché era lì. “Senti, Hugo,” feci stanca. “Non ho bisogno di un altro lavaggio del cervello, Al è tutta la mattina che mi tormenta e sono davvero esausta. E’ una questione tra me e Vanessa.”

 

Hugo scrollò le spalle. “Ok.” Disse semplicemente. “Volevo solo sapere se avevi bisogno di parlare con qualcuno.”

 

“Oh.” Feci. Ero la solita malfidata. “Io sto bene.”

 

“Ne sei proprio sicura?”

 

“Beh,” dissi un po’ in imbarazzo. “A parte la solitudine intendo.”

 

Hugo mi sorrise e scosse la testa. “Rosie, non sei da sola. Ci sono io, c’è James, Al…”

 

“Il traditore.” Borbottai.

 

“Stava solo cercando di non aggravare la situazione, lo sai che Al si farebbe in quattro per te. Sta solo cercando di farti riappacificare con la tua amica, perché siamo stanchi di vederti con il morale a terra.”

 

Era davvero così evidente? Non mi guardavo allo specchio da un po’, a dire il vero, ma l’avevano notato anche Hagrid e Malfoy. Ed ero sicura che Malfoy non stesse a guardarmi tutti i giorni tanto da notare una lieve differenza. Per non parlare di Hagrid, che non mi vedeva da almeno un mese.

 

Tirai su col naso e mi accoccolai ancora di più. “Beh, comunque sarebbe abbastanza patetico se venissi a giro con te o con James, non credi?”

 

Hugo scrollò le spalle. “No, non direi.” Disse. “Lily passa con me un sacco di tempo. A proposito, se mamma ti chiede se sai nulla di alcune pasticche vomitose che mancano al negozio dello zio, tu nega.”

 

Lo guardai sconcertata. “Che diavolo state combinando?”

 

“Niente,” Disse innocentemente. “E’ solo che nella nostra classe di Difesa delle Arti Oscure c’è questa ragazza che proprio non sopportiamo e…”

 

“Non starete pensando di darle una pasticca vomitosa, vero?” Saltai su io. “Hugo, quella roba fa male!”

 

“Non fa male, sono in commercio.” Disse lui ragionevolmente. “E l’altro giorno ha fatto diventare verdi i capelli di Lily, per questo Lily cercava una piccola vendetta.”

 

Ero allibita. Da quando mia cugina Lily e mio fratello Hugo erano diventati i nuovi Fred e James? “Voi due mi terrorizzate.”

 

“Papà pensa che sia un’idea grandiosa.” Hugo era fiero di sé. “Ovviamente ha omesso di dirlo alla mamma.”

 

Ero sempre più allibita. “Tu hai raccontato a papà il tuo piano e lui ti ha detto che è un’idea grandiosa?” Cominciavo a pensare che James e Albus avessero ragione su papà. “Se solo la mamma vi scoprisse passereste tutto il Natale chiusi in camera vostra, lo sai vero?”

 

Hugo sorrise solare, come se tutto quello non lo riguardasse minimamente. “Correremo il rischio.”

 

Io scossi la testa portandomi una mano alla tempia. “Io non… non voglio sapere niente. Anzi, io non so niente. Farò finta che questa conversazione tra noi non sia mai esistita.”

 

“Era proprio quello che volevo sentirti dire.” Disse Hugo alzandosi dal divano e facendomi l’occhiolino. “Adesso devo scappare, Lily mi aspetta per…” Si frenò di botto e sorrise. “Non penso che tu voglia saperlo a dire il vero.”

 

Io risi. “Sparisci prima che ci ripensi e vada a dire tutto alla mamma.”

 

“Ai suoi ordini.” Imitò il saluto militare e se ne andò veloce come la luce. Io rimasi seduta sul divano, ridacchiando, prima di focalizzare di nuovo l’attenzione sul mio libro.

 

Adoravo mio fratello.

 

 

 

 

**

 

 

La mattina dopo era sabato e potevo finalmente dormire. Non mi piaceva dormire troppo, ma in quel periodo avevo veramente bisogno di riposare un po’. Ed infatti avevo solo riposato, perché alle otto in punto i miei occhi si erano spalancati puntuali come un orologio svizzero. Rimasi qualche minuto in più a letto, godendomi il calore delle coperte fino a quando le tende del mio baldacchino si spalancarono.

 

Grugnii. Chi diavolo poteva essere così crudele da buttarmi giù dal letto alle otto del mattino?

 

“Rosita!”

 

Sol. Ecco chi era.

 

Aprii leggermente un occhio, accecata dalla luce, e feci appena uno sbuffo. Qualunque cosa fosse sono sicura che potesse aspettare. Il sabato mattina non c’era niente che potesse essere urgente per me, neanche un compito in classe.

 

“Rosie!” Sol mi scosse un po’ e gridò ancora. “Alzati, Rosie! Es Vanessa! Se siente mal!”

 

Spalancai gli occhi e balzai a sedere sul letto spaventata. Diciamo che non c’era quasi niente che potesse essere urgente per me il sabato mattina. La fissai un po’ stordita dal sonno, era bianca come un cencio.

 

“Che è successo?” mormorai.

 

Sol cominciò a gesticolare. “No lo sé, es Vanessa. Gaby me ha dicho che sta male. Vestiti in fretta, ti prego!”

 

Non me lo feci ripetere due volte. Come una furia balzai giù dal letto, inciampando su qualche carabattola che Vanessa aveva lasciato in giro, e mi infilai i jeans che avevo preparato la sera precedente. Tolsi la camicia da notte e mi vestii più veloce della luce e quando fui pronta mi scaraventai giù per le scale del dormitorio insieme a Sol.

 

Non sapevo bene dove stessimo andando, non avevo neanche capito cosa fosse successo. Mi limitai a seguire Sol che marciava lungo i corridoi solenne, senza dire una parola.

 

Fu quando voltammo l’angolo che portava alla Sala Comune dei Tassorosso che scorgemmo Vanessa e Gaby alla fine del corridoio. Senza pensare aumentai il passo e lo stesso fece Vanessa, trovandoci a faccia a faccia in pochi secondi.

 

“Stai bene?”

 

“Che ti è successo?”

 

Io e Vanessa ci guardammo confuse. Era ovvio che lei stesse benissimo, ed era strano che mi avesse chiesto se stavo bene dato che le ultime due settimane non gliene era importato di meno. Ci voltammo contemporaneamente verso le gemelle che sorridevano complici e tornammo a guardarci.

 

“Devono averti raccontato proprio una cosa grave per averti fatto alzare di sabato mattina.” Disse Vanessa un po’ in imbarazzo.

 

“Sol mi ha detto che stavi male.” Dissi io arrossendo un po’. “E senti chi parla, tu di solito non ti alzi prima di mezzogiorno.”

 

Vanessa fece un piccolo sorriso. “Gaby mi ha detto che eri sparita e non riuscivano a trovarti da nessuna parte.”

 

“E ti sei preoccupata?” Chiesi scettica.

 

Lei fece una faccia ovvia. “Perché, tu non ti sei preoccupata per me?”

 

Solo in quel momento mi resi conto di quanto fosse stato stupido non parlarci per due settimane. Le sorrisi scotendo la testa e la abbracciai, e subito sentii le sue braccia che si legavano dietro la mia schiena. Ridacchiai un po’.

 

“Pensavi di esserti risparmiata il Natale a casa Weasley?”

 

Vanessa rise di gusto e si tirò indietro per guardarmi in faccia. “Non me lo perderei per niente al mondo.”

 

Gaby e Sol applaudirono al nostro fianco. “Ahora sì!” dissero in coro. “Eravamo stanche de estar separadas per voi.”

 

Io feci una faccia mortificata e anche Vanessa arrossì un po’ sulle guance. “Ci dispiace tanto, ragazze. Siamo state delle stupide e ci dispiace di avervi messo in mezzo. Era una cosa tra di noi ed avremmo dovuto risolverla da sole.”

 

Sol sorrise alzando un sopracciglio. “Nunca lo avreste risolto da sole.”

 

“Chi vuole andare a fare colazione?”

 

Le gemelle si avviarono prima di noi ed io mi scambiai un sorriso con Vanessa prima di incamminarci verso la Sala Grande. Camminare al fianco di Vanessa era bello, era come essere tornati a casa dopo un tempo indefinito. Ed eravamo state separate solo per un mese.

 

La Sala Grande era quasi inabitata, se non per i pochissimi studenti mattinieri che sedevano a fare colazione. Tra cui Albus, che quando ci vide tutte e quattro spalancò gli occhi e si stropicciò le palpebre un paio di volte. Io e Vanessa ci sedemmo proprio di fronte a lui sorridendo complici.

 

“Buongiorno.” Annunciai come se niente fosse.

 

Albus ci fissò a bocca aperta, mostrandoci tra l’altro la sua colazione (che schifo!). “E voi due che diavolo ci fate insieme?”

 

Vanessa lo guardò come se fosse pazzo. “Di che cosa stai parlando? Noi due stiamo sempre insieme, non è vero, Rosie?”

 

Io sorrisi sotto i baffi mentre imburravo una fetta di pane. “Certo. Dal primo anno, più o meno.”

 

Albus fece una smorfia. “Ah- ah, divertente.” Disse. “Posso almeno sapere che cosa ci fate sveglie di sabato mattina?”

 

“Siamo cadute in una trappola delle malefiche gemelle.” Dissi io mezza ridente. Mi voltai verso di loro e feci loro l’occhiolino.

 

Albus sorrise e scrollò le spalle. “Beh, l’importante è che siate tornate a parlarvi. Avreste dovuto vedere le vostre facce ultimamente, sembravate due cadaveri. E’ bello vedervi di nuovo sorridere.”

 

Io annuii felice di essermi riappacificata con la mia amica. Ero stanca di stare da sola, e qualunque cosa facessi all’interno del castello mi ricordava che di solito la facevo con lei. Eravamo come una vecchia coppia sposata.

 

“Weasley,” Mi voltai sorpresa di sentire quella voce così presto al mattino. Ma lui si alzava presto pure di sabato? Malfoy guardò prima me e poi Vanessa e l’ombra di un sorriso apparve fugace sulle sue labbra. “Sono felice di vedere che ogni tanto ascolti quello che ti viene detto.”

 

Lo guardai ed annuii, sorridendo appena a mia volta. “Solo per le questioni che mi interessano.”

 

Con un cenno della testa se ne andò e attraversando tutta la Sala Grande andò a sedersi al tavolo dei Serpeverde. Mi voltai per tornare a fare colazione, Vanessa e Al mi fissavano allibiti. Al si grattò la testa.

 

“Da quando esattamente fai conversazione con Malfoy?”

 

Alzai gli occhi al cielo. “Non faccio conversazione con Malfoy.”

 

“Beh, sembrava proprio una conversazione.” Disse Vanessa fissandomi sorpresa. “Cos’altro mi sono persa ultimamente?”

 

“Un bel niente.” Dissi. “Ci siamo solo incontrati… beh, è una lunga storia. Vi basti sapere che a volte, molto raramente, Malfoy dice anche delle cose che trovo essere intelligenti. Mi ha dato un consiglio che avrei dovuto seguire da sola e senza l’aiuto di Gaby e Sol.”

 

Vanessa aprì la bocca shockata. “Ti ha consigliato di fare pace con me? E che gliene importa?”

 

“Una cosa del genere.” Feci io vaga.

 

Albus scoppiò a ridere ed io e Vanessa ci voltammo verso di lui perplesse. Era forse uscito di senno?

 

“Tutto questo è davvero divertente,” Fece Al asciugandosi le lacrime agli occhi. “Hai sempre detestato Malfoy e adesso, prima ti riporta a letto…”

 

“Al dormitorio!” Corressi io scocciata. “Al dormitorio!”

 

“… e adesso ti metti pure a fare conversazione.” Proseguì come se non mi avesse sentito. “E qual’era la storia delle rose nell’Amortentia?”

 

Vanessa scoppiò a ridere ed io diventai rossa. “Adesso basta!” dissi. “Sono stupide coincidenze!”

 

Vanessa rise ancora più forte e disse sottovoce in modo che solo io e Al potessimo sentire. “Vi immaginate se Malfoy si fosse preso una cotta per Rose?!”

 

Vanessa e Al continuarono a ridere per almeno altri cinque minuti, mentre io li fissavo scocciata. Non c’era proprio un bel niente da ridere, sarebbe stata una vera tragedia. Senza contare che era scientificamente impossibile, perché una Weasley e un Malfoy non erano geneticamente compatibili, si respingevano come due calamite di polo opposto.

 

Al alzò un sopracciglio ancora ridente. “Beh sì, le calamite si respingono. Ma se le giri per un altro verso si attraggono.”

 

D’accordo, non avevo usato propriamente l’esempio migliore per esprimere quello che volevo dire.

 

Al e Vanessa continuarono per tutto il giorno a burlarsi di me, credendola una cosa divertente. Fantasticavano su eventuali figli, sulle reazioni dei genitori, su di me come moglie di Malfoy. Ed io mi convincevo sempre di più che mai per niente al mondo avrei potuto anche solo uscire con uno come lui.

 

 

 

**

 

 

Ragazzi, lo so che questa volta ho postato molto più tardi del solito ma anche io avevo bisogno di un po’ di vacanze XD e me ne sono andata via per qualche giorno.

 

Prima di tutto vi auguro buon anno e buon inizio 2010 dato che non ho avuto occasione di farvi gli auguri prima di partire. Spero che abbiate passato un buon capodanno e che vi siate divertiti.

 

Rose e Scorpius hanno fatto un altro passettino in avanti… ma la strada è ancora lunga e tortuosa XD vi avverto che sto scrivendo il 14° capitolo e ancora ce n’è di strada da fare… ma non spaventatevi

 

Di nuovo tante grazie a PrincipessaGin, ThePirateSDaughter, hele, Edvige86, Sif(tutti possono chiamarmi zia… a dire il vero l’ha inventato un’autrice che ha 3 anni più di me XD cmq ne parlo tre di lingue, inglese, tedesco e spagnolo) , mariuccia

 

Come sempre la vostra frettolosa zia Funkia.

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Capitolo 8
*** 8. Who's in love? ***


Finalmente la tanto attesa atmosfera Natalizia fece il suo ingresso a Hogwarts

                               DON’T TELL DAD

 

                                8. Who’s in love?

 

 

 

hugo

Finalmente la tanto attesa atmosfera Natalizia fece il suo ingresso a Hogwarts. Era la prima settimana di Dicembre e la neve era già aumentata di trenta centimetri, ricoprendo completamente tutto il parco e la Foresta Proibita. La superficie del lago era ghiacciata e pensai a quanto dovessero essere scocciate Sirene, Tritoni e Piovra di non poter salire in superficie a scaldarsi al tiepido sole invernale.

 

Hagrid aveva decorato simpaticamente la sua Capanna, rendendola un po’ più carina alla vista, anche se sembrava stesse per crollare da un momento all’altro. Il soffitto della Sala Grande nevicava ormai da una settimana e io non vedevo l’ora che arrivassero le vacanze per tornare a casa. Con Vanessa.

 

Vanessa ed io infatti eravamo tornate ad essere inseparabili. O quasi. Avevamo raggiunto un accordo, così che Vanessa potesse passare del tempo sia con me che con Gill Ryan.

 

E persino Al sembrava essere tornato un po’ di buonumore.

 

“Buongiorno.” Disse sedendosi di fronte a me quella mattina. Avevo appena iniziato a fare colazione, al fianco di Vanessa. “E’ quasi Natale.”

 

Sorrisi. “Oh sì, mancano solo una ventina di giorni.”

 

Al scosse la testa ridendo. “Rosie, non rovinare la mia giornata. Nevica, la lezione di Cura delle Creature Magiche è rimandata e tra poco sarà Natale. Ci può essere di meglio?”

 

“Potrebbe piovere Galeoni.” Disse Vanessa continuando a mangiare tranquillamente.

 

Sbuffai. “Come se Al avesse bisogno di soldi.” Tornai a guardarlo. “Mi fa piacere vedere che sei felice comunque, ultimamente ti trovavo un po’ strano.”

 

“Strano?!” Fece lui alzando le sopracciglia. Poi rise. “Non so di che diavolo tu stia parlando.”

 

Vanessa finì di fare colazione e si alzò in fretta dal tavolo dei Grifondoro guardando l’orologio al polso. “Mi dispiace ragazzi, ma il tempo-Rose è finito. Ci vediamo a pranzo.”

 

La salutai e tornai alla mia colazione. Avevo concordato con Vanessa che oggi avrebbe passato con me i pasti, mentre tra una lezione e l’altra avrebbe visto Gill e sarebbe andata con lui ad Hogsmeade nel pomeriggio.

 

Al sbuffò annoiato e rigirò un po’ il cucchiaio nei suoi cereali. “Devo ancora comprare i regali per i miei genitori. Per non parlare di James e Lily, non ho proprio la più pallida idea di che cosa possa regalare loro.”

 

“Se vuoi,” dissi io finendo di masticare. “Puoi sempre venire con me ad Hogsmeade questo pomeriggio. Tanto ci vado da sola.”

 

“Già, perché Vanessa ci va con quello stupido pagliaccio di Ryan!” Disse lui con disprezzo.

 

Alzai gli occhi su di lui allibita, non mi ero certo aspettata una reazione del genere. Sbaglio o fino a cinque secondi prima era di buon umore? Al stava fumando di rabbia e continuava ad affondare con forza il cucchiaio nella sua ciotola. Ma che diavolo gli prendeva?

 

Ad un tratto ebbi un’illuminazione e mi chiesi come diavolo potevo non averlo capito prima. Spalancai la bocca shockata.

 

“Al!”

 

Mi guardò con fare annoiato. “Cosa?”

 

“Vanessa!” Esclamai. “Ti sei preso una cotta per Vanessa?”

 

Lo vidi ghiacciarsi e alzare lentamente gli occhi su di me. Mandò fuori un risolino nervoso e notai le sue orecchie colorarsi appena di rosso. Beccato. “I-io? Con Vanessa? Andiamo, Rose, è ridicolo! Come ti salta in mente una cosa del genere?”

 

Lo guardai male. Era un pessimo attore. “Al, dimmi la verità per favore.”

 

Mi fissò per qualche attimo poi sospirò e abbassò la testa. “Sì,” sussurrò. “Mi sono preso una cotta per Vanessa.”

 

“Perché diavolo non me lo hai detto prima?!”

 

“Ci ho provato!”

 

“Oh.” Realizzai. “Giusto.”

 

Al si passò una mano fra i capelli. “Senti Rose, lo so che è la tua migliore amica ma non puoi dirglielo. Non puoi dirlo a nessuno. Adesso esce con quel tipo e sembra felice, ci farei solo la figura dello stupido.”

 

“Ma perché non glielo hai detto subito?” Chiesi io sinceramente perplessa.

 

Al sospirò. “Perché,” iniziò come se stesse spiegando una cosa a un bambino piccolo. “mi conosce da sei anni e per lei sono sempre e solo stato tuo cugino. Ecco perché.”

 

Non avrei voluto ma improvvisamente ebbi una gran pena per Al, perché era vero, Vanessa non aveva mai visto Al sotto una luce diversa che come mio cugino. Senza contare che adesso era praticamente impazzita per Gill Ryan e da quando il suo sogno si era avverato non vedeva altro.

 

E non potevo sperare che Al non se ne accorgesse. Fece una smorfia. “Smettila di avere pietà di me.”

 

“Scusa, Al,” Mi sentivo terribilmente il colpa. “E’ solo colpa mia. Avrei dovuto ascoltarti, avevi bisogno di confidarti con me ed io per un motivo o per un altro non ti ho mai dato retta. Mi sento così stupida!”

 

Al fece un debole sorriso. “Non è colpa tua. Non avresti comunque potuto fare niente.”

 

“Questo non è vero.” Dissi obbiettivamente io. “Avrei potuto provare a farla ragionare. A convincerla.”

 

“Sinceramente, Rosie, è meglio così. Non puoi convincere le persone in questi casi e adesso lei è felice con quel brutto pallone gonfiato.”

 

Beh, forse Al non aveva usato proprio i termini migliori per esprimere la situazione ma capivo quello che voleva dire. E invece che pena provai molta tenerezza per lui. Come poteva Vanessa non vedere che persona meravigliosa fosse Al?

 

“Che facce, gente! Vi hanno detto che tra poco sarà Natale?”

 

James apparve alle spalle di Al con il suo solito umore alle stelle e solo in quel momento mi resi conto che era da almeno due settimane che non lo vedevo. Alzai un sopracciglio sorridendo appena, divertita dal buon umore di James.

 

“E com’è che tu ricompari solo quando si avvicinano le feste?”

 

Al alzò gli occhi al cielo. “Perché per il resto del tempo si rinchiude nel suo scantinato segreto a progettare nuovi scherzi o feste con il suo fedele compare Fred.”

 

“Ben detto!” Fece James alzando i pollici. “Ehi, ho sentito dire che Lily e Hugo stanno seguendo le mie orme. Sono stati messi in punizione due volte questa settimana.”

 

“Due volte?!” Spalancai gli occhi sorpresa. “Hugo non mi ha detto niente!”

 

“Esatto, e tu dovrai fare come se non sapessi niente.” Annuì James. “Sai, Al, sono fiero di nostra sorella.”

 

Al cercò di trattenere un sorriso. “Non potevo sperare che prendesse da me, eh?”

 

“Per niente al mondo, Pecora Nera.”

 

Io aprii le braccia perplessa. “Da quando essere intelligente e rispettare tutte le regole vuol dire essere la pecora nera?”

 

James scrollò le spalle. “Magari in generale non lo è, ma stiamo parlando della nostra famiglia.”

 

Al sembrò offeso. “Ehi! Chi diavolo vi ha detto che rispetto tutte le regole?”

 

“Perché, ne hai trasgredita qualcuna?” Fece scettico James.

 

Albus borbottò qualcosa e arrossì appena sulle orecchie. “Beh, non di recente ma forse… qualche volta credo di aver trasgredito. Una volta sono andato da Hagrid mezz’ora dopo il coprifuoco.”

 

James si posò una mano sul petto. “Oh, questo sì che è essere coraggiosi!”

 

“Piantala!” Si lamentò Al.

 

James ridacchiò e scosse la testa. “Bene, adesso se volete scusarmi vado a cercare il mio socio. Ragazzi, mi raccomando, cercate di rispettare tutte le regole durante la mia assenza, mi piangerebbe il cuore dovervi vedere in punizione.”

 

Al ed io lo fissammo andar via. “Cretino.” Commentò Al.

 

Io sorrisi simpateticamente ad Al e piegai la testa da un lato. “Allora che ne pensi, vieni con me ad Hogsmeade?”

 

Al sospirò e mi fissò facendo una smorfia. “Ho davvero scelta?”

 

 

**

 

 

“Non so davvero come ho fatto a farmi convincere.”

 

Mi infilai le mani in tasca stringendo forte sulla stoffa per non dovermi girare e uccidere Al. D’accordo, era di pessimo umore ed aveva tutte le ragioni di esserlo, ma da quando eravamo usciti dal castello non aveva fatto altro che lamentarsi. Prima aveva minacciato di tornare indietro e chiudersi in Biblioteca, poi di rintanarsi nella Libreria di Hogsmeade fino al coprifuoco e aveva ripetuto almeno cinque volte quanto fosse stato stupido uscire con me.

 

“Al, vuoi cercare di rilassarti per cinque minuti?” Chiesi io sfinita. “Lo so che è una brutta giornata per te…”

 

“Un brutto periodo, vorrai dire.”

 

“Quello che è.” Feci io scocciata. “Ma siamo ad Hogsmeade, è quasi Natale e tra poco torneremo a casa per le Vacanze. E sei con me, quindi ti chiedo per favore Al, non rovinare anche il mio morale.”

 

Al sbuffò e chiuse gli occhi. “Scusa, Rosie, non so cosa mi stia prendendo.”

 

“Io credo di sì.”

 

Al si strinse di più nel mantello cercando quasi di scomparire nella sua sciarpa. Al era sempre stato un ragazzo relativamente timido, ma questa volta sembrava quasi che si vergognasse di tutta questa situazione. Forse non si sentiva a suo agio perché Vanessa era una mia amica.

 

“Che ne dici di andare da zio George?” Buttò lì lui.

 

Annuii e ci incamminammo verso i ‘Tiri Vispi Weasley’, che rimanevano sul fondo dello stradone. Il negozio era come sempre affollato, era uno dei posti più frequentati insieme a i Tre Manici di Scopa.

 

Al e io ci dirigemmo senza indugio verso il bancone e zia Angelina ci sorrise vedendoci arrivare.

 

“Ragazzi,” disse sorridente. “Come state?”

 

“Bene.” Mi guardai intorno cercando di scorgere dei capelli rossi. “Zio George?”

 

Angelina ci indicò il retro bottega. “In magazzino. Andate pure.”

 

Il magazzino era un vero disastro rispetto all’ultima volta che ci ero stata con Sol. C’erano scatoloni ovunque e una polvere leggera aleggiava nell’aria. Zio George trafficava sul fondo del magazzino, spostando scatoloni qua e là. Ci facemmo avanti, tossendo un po’.

 

Zio George si voltò verso di noi sentendoci arrivare. “Ehilà! Venite avanti.”

 

Con un po’ di fatica raggiungemmo lo zio, scavalcando scatoloni. Senza accorgermene pestai qualcosa sul pavimento e un grosso schizzo di inchiostro centrò in pieno il muro. Io fissai lo zio terrorizzata. “Ops.” Dissi.

 

Zio George rise. “Oh, non preoccuparti, Rose. E’ inchiostro simpatico, sparisce dopo un minuto.”

 

Al lo fissò allibito. “Ma che è successo qui?”

 

Zio George scrollò le spalle. “Niente di particolare, Al. Si sta solo avvicinando il Natale. E questi sono gli ordini nuovi per essere sicuri di non rimanere senza materiale.”

 

Al si guardò intorno sorpreso. “Ma questa roba ti basterà fino all’anno prossimo!”

 

Lo zio rise di nuovo. “Adoro la vostra ingenuità, ragazzi! Non avete idea di quanta roba viene acquistata sotto Natale. Ad essere sinceri, potrei tirare avanti solo con le vendite di Dicembre. Si vende quasi il doppio che del resto dell’anno.”

 

“Perché non compri qui i regali per James e Lily?” Avanzai l’idea ad Al.

 

Al si illuminò e sorrise. “Ehi! Non ci avevo pensato. Vado a darmi un’occhiata intorno al negozio.”

 

Io rimasi nel retro con zio George che mi guardo con un sorriso sotto i baffi. “Vedo che la tua compagnia migliora di settimana in settimana.”

 

Feci una smorfia. “Non mi farai mai passare il fatto di essere uscita con Lysander Scamander, eh?”

 

“Oh no, mai.” Rise. “L’ho persino raccontato a tuo padre e manca poco se la faceva sotto dal ridere quando gli ho raccontato come si era conciato. Ha anche detto di dirti che si aspettava che avessi molto più gusto.”

 

“L’hai detto a papà?!” Stavo morendo di vergogna e sentii le guance imporporarsi.

 

Zio George alzò le spalle. “E’ stato divertente.”

 

Sapevo già cosa mi aspettava a Natale. Papà non l’avrebbe più fatta finita di prendermi in giro, e con l’appoggio di zio George sarei stata lo zimbello della famiglia per tutta la giornata. Sia io che zio George tornammo dentro al negozio aspettando che Al avesse scelto i regali per Lily e James. Dopo diversi minuti Al aveva optato per dei Petardi Magici per James e un Sogno in Scatola per Lily. Salutammo lo zio George e la zia Angelina, che ci ricordarono che ci saremmo visti presto a Natale, ed uscimmo di nuovo al freddo.

 

Per mia grandissima sfortuna non appena usciti dal negozio dello zio George ci imbattemmo nelle ultime due persone che avrei voluto incontrare, data la mia compagnia. Vanessa e Gill.

 

Albus si rabbuiò subito al mio fianco e questa volta non ebbi niente di cui stupirmi. Lo vidi stringere in modo convulsivo i pacchetti che teneva tra le mani. Vanessa al contrario ci sorrise apertamente.

 

“Ragazzi!” disse. “Non sapevo che ci foste anche voi!”

 

Io mandai nervosamente un’occhiata ad Al. “Già, l’abbiamo deciso all’ultimo momento.”

 

Vanessa si voltò verso Gill. “Gill, ti ricordi di Rosie, non è vero?”

 

Lui annuì e mandò uno sguardo ad Al. “Pensavo che non avessi il ragazzo.”

 

“Infatti.” Risposi io secca.

 

Gill alzò un sopracciglio, perplesso, e Vanessa ridacchiò arpionandosi al braccio del suo ragazzo. “Ma no, Gill, lui è solo il cugino di Rose.”

 

Al si schiarì la gola, sempre scuro in volto. “Che ha un nome, ed è Al.”

 

Gill parve sorpreso. “Pensa che coincidenza, anche io ho un cugino che si chiama Al. E’ il diminutivo di Alexander?”

 

“No,” Fece Al sempre più irritato. “E’ il diminutivo di Albus Potter.”

 

Io mi morsi la lingua per non dire niente, ma sapevo che Al doveva essere veramente arrabbiato perché lui non si presentava mai con il suo cognome. Mai. Al era convinto che quel nome avesse un’influenza potente sulle persone, per cui presentarsi come tale equivaleva ad una specie di abuso di potere. Ed era proprio quello che cercava di fare con Gill.

 

Gill, come previsto da Al, si irrigidì e mandò uno sguardo agitato a Vanessa. “Oh. Vanessa non mi aveva detto di essere amica del figlio di Harry Potter.”

 

Io feci una smorfia e guardai Al che sorrise sotto i baffi. Alzai gli occhi al cielo. “E’ solo Al. Mio cugino Al.”

 

Gill sembrò confuso. “Non sapevo che i Potter e gli Weasley fossero imparentati.”

 

“Beh, dovresti.” Fece Al incrociando le braccia al petto. “E’ nel programma di Storia della Magia del settimo anno.”

 

Questa conversazione stava prendendo una brutta piega e Vanessa ne sembrava davvero imbarazzata. Mandai fuori una risatina e battei con forza, senza farlo notare a Vanessa e Gill, sulla spalla di Al guardandolo in modo eloquente.

 

“Mi sembra chiaro che ancora non sono arrivati a quella parte del programma.” Dissi cercando di essere convincente. “Ehi, è bello avere qualcuno che non ha la più pallida idea di chi tu sia.”

 

Al si irrigidì un attimo ma poi si aprì in un sorriso non troppo sincero. “Già. Non puoi immaginare quanto sia snervante camminare per strada con tutti gli occhi puntati addosso. Al primo anno è stato un incubo, ma lentamente la gente si abitua alla tua presenza.”

 

Gill si grattò la nuca un po’ in imbarazzo. “Beh, sì, posso immaginare.”

 

Vanessa sorrise sforzatamente, ancora più in imbarazzo. “Bene, ragazzi, noi andiamo a prenderci una Burrobirra. Ci vediamo al castello. A più tardi.”

 

E senza darci modo di replicare trascinò via Gill. Io mi voltai verso Albus che sembrava soddisfatto di sé. Mi misi le mani sui fianchi e lo guardai male. Al scrollò le spalle.

 

“Cosa?”

 

“Sei stato discreto fino ad adesso.” Dissi io. “Perché non cerchi di continuare su questo filone?”

 

Albus guardò da me alla coppia che si stava allontanando. “Beh, forse ho un po’ esagerato.”

 

“Tu dici, Albus Potter?” Dissi io sarcastica.

 

“Rose!”

 

La stridente voce di Paula arrivò al mio orecchio sinistro e sentii un brivido di terrore salirmi su per la schiena. Fissai Al con orrore e sussurrai: “Oh no, uccidimi!”

 

Al fece per dire qualcosa ma Paula ci aveva già raggiunti saltellando sorridente, perciò si limitò a sorriderle ficcando le mani nelle tasche. Io feci altrettanto e mi voltai verso Paula.

 

“Ehi… Paula… ci sei anche tu, eh?”

 

Paula batté insieme le mani mandano un urletto ed io ed Al arretrammo spaventati. “Non è magnifico che ci siamo trovati qui tutti insieme? Ho visto che c’era anche Vanessa. Ho cercato di correre più in fretta che potevo ma quando mi sono avvicinata era già andata via…”

 

Io finsi una mezza risata. “Già. Le dirò che volevi salutarla.”

 

Lei scosse la testa freneticamente. “Non importa, volevo solo vedere Gill Ryan da vicino ad essere sinceri. A dire il vero non mi piace molto quel tipo, ma ditemi, com’è dal vivo?”

 

“Somiglia ad un pallone gonfiato.” Fece Al tirando su col naso. Io gli diedi una gomitata.

 

Paula annuii fissando Al quasi rapita. “Capisco.” Poi si risvegliò dalla sua trans. “Sapete si dicono tante cose su Gill Ryan… non mi aspetto che voi le sappiate ovviamente, queste informazioni mi vengono da delle fonti segrete.”

 

Io feci una smorfia. Era meglio non sapere da dove venissero le voci che Paula metteva in giro.

 

Al incrociò le braccia al petto. “Ma davvero? E che si dice?”

 

Paula gesticolò un po’. “Un po’ le solite cose che si dicono su tutti i Serpeverde, immagino, con la sola eccezione che Gill Ryan passa per essere il bello e dannato della situazione. Ho sentito dire che al suo quinto anno è riuscito a uscire con cinque ragazze nel solito periodo senza farsi scoprire.”

 

Io inarcai un sopracciglio. “Se non si è fatto scoprire, tu come lo sai?”

 

“Anche questo è un segreto.” Disse lei ridacchiando, poi scosse la testa e sospirò. “Spero solo che non spezzi il cuore alla povera Vanessa, è così fragile.”

 

“Vanessa non è fragile.” Venni subito in sua difesa. “E perché dovrebbe spezzarle il cuore? Sono solo voci, Paula, voci. E basta.”

 

Lei fece come per scacciare una mosca. “Certo, certo.” Disse. “Oh, ora che ci penso, non sapevo che voi due usciste insieme!”

 

“Noi… che?” Feci io agitata scambiandomi uno sguardo con Al. “Noi siamo cugini!”

 

Paula fece una faccia solenne. “Lo so, Rose, non è bello l’amore che riesce ad andare aldilà dei confini?” Disse. “Adesso devo proprio andare, ci vediamo più tardi al castello.”

 

Veloce come era arrivata, se n’era andata lasciando me ed Al sbigottiti dalla chiacchierata. Paula arrivava e se ne andava così velocemente che non ti lasciava nemmeno il tempo di assimilare. Al si schiarì la gola al mio fianco ed io mi voltai verso di lui con le sopracciglia alzate.

 

“Adesso tutti penseranno che stiamo insieme, non è vero?”

 

Io sospirai e chiusi gli occhi. “Meglio tu che Lysander.”

 

 

 

**

 

 

Non era passato molto tempo dall’incontro con Paula che eravamo rientrati al castello. Al mi aveva riaccompagnato fino alla Sala Comune, ma lì aveva incontrato James che lo aveva trascinato via senza darmi uno straccio di spiegazione. E non ero sicura di voler sapere cosa stesse tramando.

 

Io mi ero rifugiata nel Dormitorio. Il baldacchino di Sol era chiuso e avrei scommesso cinque galeoni che lei e Gaby erano rintanate lì dentro a chiacchierare. Io mi ero stesa sul mio letto in attesa.

 

Come avevo previsto Vanessa tornò furiosa dalla gita ad Hogsmeade. Era rientrata di corsa in Dormitorio, dove io me ero ancora distesa sul letto a fissare il soffitto. Si era seduta sul bordo del mio letto fissandomi come una pazza e con il fiatone. Io alzai le sopracciglia.

 

“Forse tu sai spiegarmi che cosa è successo oggi pomeriggio?”

 

Provai a fare la finta tonta. “C’era una gita ad Hogsmeade?”

 

Vanessa mi guardò male. “Intendevo con Al. E’ diventato pazzo o ha bevuto qualcosa che gli ha dato alla testa?”

 

In effetti, c’era qualcosa che aveva dato alla testa ad Al, ma niente che avesse bevuto. Stavo già sudando freddo, tutte le volte che avevo anche solo provato a dire una bugia ero stata subito scoperta. Optai per omettere la verità, invece che dire bugie.

 

“Era nervoso.” Spiegai. “Ha avuto una pessima giornata. Non te la prendere, Vì, non era intenzionale.”

 

Vanessa sembrò rilassarsi e si passò una ciocca dietro l’orecchio. “Oh.” Disse. “Beh, mi era sembrato strano. Insomma, Al è sempre così tranquillo, non l’ho mai visto comportarsi così. Ma che gli è successo?”

 

Spalancai gli occhi. Adesso avrei dovuto dire una bugia e alla mia migliore amica per di più. “Lui… ha problemi… con una ragazza.”

 

Era la verità.

 

“Davvero?” Vanessa sembrò sorpresa. “Non sapevo che ad Al piacesse qualcuno.”

 

“Neanche io,” Cercai di non soffocare. “Pensa, l’ho appena scoperto.”

 

Vanessa parve calmarsi notevolmente. Si rigirò il lenzuolo tra le dita. “Beh, suppongo di non poter essere veramente arrabbiata con lui. Infondo quando si tratta di problemi di cuore bisogna essere comprensivi, non c’è da stupirsi che fosse così nervoso.”

 

“Già.” Annuii io.

 

“Non c’è proprio niente che possiamo fare?” Chiese Vanessa. “Forse possiamo aiutarlo, se sapessimo chi è questa ragazza…”

 

“No!” Saltai su io, presa dal panico. Poi mi schiarii la gola. “Quello che voglio dire è che non c’è proprio niente da fare. Vedi, lei sta con un altro.”

 

Vanessa si morse un labbro. “Accidenti, che peccato.”

 

Avrei dovuto farmi una doccia non appena Vanessa fosse sparita dalla circolazione. Ero in un bagno di sudore. “E’ davvero un gran peccato. Ma gli passerà. O lei potrebbe lasciarsi. Chissà.”

 

Vanessa mi guardò in modo strano ed io cercai di sorridere. “Stai parlando a macchinetta.” Dichiarò. “Tu sai qualcosa che io non so. Parli a macchinetta solo quando sei nervosa.”

 

“Nervosa, io?” Cercai di ridere, ma uscì un suono come se mi stessi strozzando con la saliva. “Perché dovrei essere nervosa, Al non è mica innamorato di me. E chi sta parlando come una macchinetta, io non parlo come una macchinetta!”

 

Vanessa alzò un sopracciglio ma poi spostò lo sguardo altrove. “D’accordo, non starò qui a farti il terzo grado solo perché sono molto stanca e voglio riposare un po’. Sappi che sei una pessima attrice, comunque.”

 

Io la guardai e sospirai scotendo la testa. “Lo so.”

 

Ero una pessima attrice e questo segreto mi avrebbe ucciso.

Senza contare che Paula ci metteva pure del suo per rendermi la vita impossibile

 

 

 

**

 

 

Eccoci qui con questo ottavo capitolo, non tanto lungo o succoso ma necessario.

Stavolta ho postato presto rispetto all’altro capitolo, lo so, ma secondo me ve lo siete meritato, considerando poi che per le feste non vi avevo fatto nessun regalo…

 

Bando alle ciance, tornata dalle feste mi sono rimessa in carreggiata e ho scritto due capitoli che io trovo bellissimi, e posso dichiarare che dal capitolo 14 le cose cominceranno a sbloccarsi, dato che finora vi siete lamentati che i momenti Scorpius/Rose sono molto ridotti.

 

Come sempre ringraziamenti a:

Mariuccia: Di nodi ce ne sono ancora tanti, ma nei prossimi capitoli ci sarà un po’ di calma piatta, vi avverto fin da ora, ma vi assicuro che ne vale la pena.

PrincipessaGin: La definirei tutto meno che un’amicizia XD ma è proprio per questo che è divertente.

Nabiki93: Eh sì, si è scoperto proprio in questo capitolo… non che fosse proprio difficile da capire XD e grazie per i complimenti

Hele: Penso che sia normale, confesso che lo faccio anche io, se conosco l’autrice o autore sono più propensa a leggere. Però penso anche che se uno sa scrivere, in realtà possa scrivere di tutto e l’importante è renderlo credibile, dimostrazione è Mikawo che ha scritto una Ginny/Draco che ho trovato adorabile. Anche io ho dei taboo, non riesco a leggere le Draco/Hermione, ma semplicemente perché non sono credibili.

Edvige86: Non c’è cosa più bella che scrivere quello che si immaginano i lettori, almeno sai di non aver deluso le aspettative XD anche se un po’ di mistero non manca mai

Sif: Ehm… confesserò che all’università non ci ho mai messo piede XD ho finito il liceo e mi sono messa a cercare lavoro. Comunque, i miei capitoli sono corti e ne sono consapevole, ma se li allungo troppo rischio di mettere cose troppo prima di quelle che servono, quindi portate pazienza almeno fino al capitolo 13… cercherò di aggiornare il prima possibile.

ThePiratesDaughterS: Mi sarebbe piaciuto avere un fratello come Hugo, peccato che sono figlia unica… E mi sarebbe piaciuto anche avere un tipo come Scorpius nella scuola XD

 

Vi saluto e a presto, Funkia!

 

 

 

 

 

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Capitolo 9
*** 9. And so this is Xmas ***


Vanessa ed io avevamo già i bauli pronti da una settimana, perciò quando quella mattina suonò la sveglia potemmo coccolarci un po’ di più invece di doverci alzare insieme a Gaby, Sol e Paula per mettere via la roba da portare in vacanza

                                DON’T TELL DAD

 

                              9. And so this is Xmas

 

 

Scorpius

Vanessa ed io avevamo già i bauli pronti da una settimana, perciò quando quella mattina suonò la sveglia potemmo coccolarci un po’ di più invece di doverci alzare insieme a Gaby, Sol e Paula per mettere via la roba da portare in vacanza. Ebbene sì, erano arrivate le tanto attese vacanze di Natale ed io non potevo essere più felice.

 

Adoravo il Natale!

 

Quando ci decidemmo ad alzarci e a vestirci e finalmente scendere in Sala Grande, il cielo incantato nevicava sopra di noi e ci affrettammo a fare colazione per non perdere l’Espresso. Eravamo solo a metà del nostro pasto quando James arrivò come una furia scuotendo un enorme campanaccio, Merlino solo sapeva dove lo avesse trovato.

 

“Oh- ho –ho.” Urlò in una perfetta imitazione di Babbo Natale. “Buon Natale gente! Finalmente è arrivato il momento che tutti quanti stavamo aspettando!”

 

Alcuni risero commentando su quanto fosse ridicolo, delle ragazzine invece ridacchiarono arrossendo, e io e Vanessa ci guardammo sconsolate. Venne a sedersi con noi.

 

“Ti trovo in forma.” Disse Vanessa cercando di trattenere un sorriso.

 

James le fece l’occhiolino. “Oh lo puoi ben dire!” Alzò tre dita della mano destra. “Ci sono tre momenti che aspetto ardentemente durante l’anno scolastico: Halloween, Natale e naturalmente Pasqua.”

 

“Disse lo studioso.” Roteai gli occhi io divertita. “Tua madre sarebbe fiera di te sentendoti dire certe cose, sai?”

 

“Ehi, sono sempre passato, quello è l’importante, no?” Fece allargando le braccia. “E guarda un po’ zio George! Non ha neanche preso i G.U.F.O. eppure dirige un negozio tutto suo.”

 

Quella era una delle tante cose che avevo catalogato tra i misteri di famiglia, perché era una cosa che non riuscivo a capire. Non come avesse fatto zio George a creare tante cose buffe e divertenti, quello era nel suo essere e nella sua natura, non potevamo certo sperare che facesse un lavoro d’ufficio. Ma dove avesse trovato i soldi a soli diciassette anni per aprire un negozio.

 

James se ne andò continuando a sventolare in giro il suo campanaccio e noi finimmo velocemente la nostra colazione. Dopo colazione andammo al binario, non prima che Vanessa avesse salutato Gill, naturalmente. L’aria fuori dal castello era gelida, persino il Platano Picchiatore sembrava rabbrividire, e non vedevo l’ora di rifugiarmi su uno scompartimento sul treno.

 

Prendemmo le carrozze messe a nostra disposizione e guardai rapita la cima dove avrebbe dovuto esserci qualcosa a trainarle, quando invece c’era solo aria. Mamma e papà mi avevano raccontato che delle creature chiamate Thestral trainavano le carrozze di Hogwarts ed era una fortuna che io non potessi vederle.

 

“Vanessa, Rosie!”

 

Mentre stavamo scendendo dalla carrozza e ci stavamo avvicinando al binario vidi le gemelle farci cenno di avanzare verso di loro. Aumentammo il passo e andammo a sistemare i nostri bauli sul treno (aiutate da Hagrid) e le raggiungemmo a bordo binario.

 

“Pensavo che almeno tu rimanessi al castello.” Dissi a Gaby, dato che Vincent sarebbe rimasto per le feste.

 

Gaby scosse la testa e guardò Sol, le sue guance arrossate dal freddo. “No, el Natale siempre con la familia.” Disse. “Hay tiempo para stare con Vincent.”

 

Sol posò una mano sulla spalla di Vanessa e sorrise calorosamente. “Soy contenta de ver che anche tu torni a casa por Natale.”

 

Vanessa mi guardò con la coda dell’occhio e fece un sorrisino. “Avrei dovuto essere impazzita per dovermi perdere il Natale a casa Weasley.”

 

Entrammo sul treno, che cominciava a sbuffare fumo bianco innevando tutto il binario. Al primo scompartimento vuoto, ci infilammo dentro sistemandoci a due a due, in modo che se Paula avesse anche solo pensato di poter sedere con noi, non ci fosse posto per nessun altro. Per essere doppiamente sicuri misi dei libri al mio fianco, occupando tutto il posto rimanente.

 

“Potrebbe anche rimanere a scuola,” commentò Vanessa guardando fuori dal finestrino. “Sono sicura che per i suoi genitori sarebbe un sollievo non doverla avere per casa per le feste.”

 

“No ser cattiva.” Fece Gaby.

 

Sol la fissò come se fosse pazza. No ser mala?! Te has olvidado que fue Paula que dijo todo a Vincent?” Non mi spiegavo come mai, ma Sol parlava sempre in spagnolo quando cominciava ad infuriarsi.

 

“E ahora es il mio ragazzo.”

 

Io scrollai le spalle. “Non c’è motivo di prendersela tanto. E’ solo un’idiota.”

 

“Non state parlando di me, vero?”

 

Ci voltammo sorprese verso la porta dello scompartimento. Al aveva fatto capolino e ci sorrideva allegro guardandoci divertite. Io scossi la testa con un sorriso e tolsi i libri dal sedile facendogli cenno di venire a sedersi. Lui si mise dritto e scosse la testa.

 

“No, grazie, non sono sicuro di voler partecipare ad una conversazione tra donne.”

 

Vanessa rise. “Donne? Perché, ne vedi qualcuna qui dentro?”

 

Al la fissò per un po’ con uno sguardo inebetito e vidi i suoi occhi risalire lungo la figura di Vanessa, io mi sentii un po’ in imbarazzo, perché sapevo cosa stava pensando. Per fortuna Gaby parlò e mi distrasse.

 

“Al,” disse, richiamando anche la sua attenzione. “Nunca te ho rengraziato para lo che has hecho con Vincent. Si no era por ti, ahora no era el mio ragazzo.”

 

Lo vidi un po’ confuso, forse cercava di capire quello che aveva appena detto Gaby. Quando realizzò arrossì un po’ e si portò una mano dietro la nuca. “Oh.” Disse. “Figurati, ho fatto quello che dovevo.”

 

“Gracias.” Disse Gaby con un sorriso molto semplice.

 

Al annuì sempre in imbarazzo. “Adesso è meglio che vada. Ci vediamo al binario, Rosie. Ragazze.”

 

Con un cenno della mano se ne andò lasciandoci da sole nello scompartimento. Gaby sorrise continuando a fissare la porta, prima di voltarsi verso di me.

 

“Al es un ragazzo muy dolce.” Disse.

 

Io sorrisi, data la grande stima che avevo di mio cugino. “Sì, lo so.” Risposi pensando ad Al. “Lo è sempre stato, fin da bambino. Ha una bontà innata, non riesce proprio a fare del male.” Al contrario di James.

 

“Y es carino.” Disse Sol. Gaby annuì al suo fianco.

 

Rimasi un attimo spiazzata, non pensavo che le gemelle trovassero carino Al. Non me lo avevano mai detto prima. “Oh beh, non saprei…” Decisi di approfittare della situazione per sondare un po’ il terreno. Mi voltai verso Vanessa. “Tu che ne pensi?”

 

Vanessa si mosse un po’ a disagio accanto a me. “Io…” si bloccò pensandoci su. “Beh, non lo so. In realtà non ho mai pensato ad Albus in questi termini. Insomma, è tuo cugino.”

 

Sol rise. “Es un cugino, no estàn sposati.”

 

Vanessa scrollò le spalle. “Sì, non lo so. Penso di sì, che sia carino.”

 

Beh, era un passo avanti. No?

 

Gaby annuì di nuovo. “La chica che va a essere la sua ragazza serà muy fortunada.”

 

Vanessa ridacchiò. “Sol, perché non gli chiedi di uscire?”

 

Ok, adesso stavamo facendo un netto passo indietro. Guardai ansiosa Sol, che per mia grandissima gioia scosse la testa sorridendo.

 

“No, no es mi tipo de ragazzo. Al es un chico muy simpatico e carino, pero no es lo che voy buscando.” Disse. “No hay chimica entre nosotros.”

 

Il resto del viaggio passò tranquillamente, continuando a chiacchierare del più e del meno. Gaby e Vanessa avevano cercato di trovare un ragazzo che andasse bene a Sol, ma lei pareva rifiutare tutte le proposte che le venivano fatte. A suo parere, nessuno che frequentasse Hogwarts poteva essere il suo ragazzo perfetto, era convinta che il suo principe azzurro la attendesse altrove.

 

Io preferii non pensare neanche a dove potesse essere il mio principe azzurro. Probabilmente si trovava dall’altro capo del mondo.

 

Arrivammo alla stazione di Londra che il cielo era ormai scuro. Scendemmo dal treno e le gemelle ci salutarono correndo a prendere i loro bauli. Io e Vanessa cercammo di aprirci un varco tra tutto quel fumo bianco, guadandoci intorno per scorgere almeno uno dei miei parenti. Con lo sguardo cercai papà, dato che era altissimo e facilmente individuabile dato il tenue colore dei capelli.

 

“Buone feste, Weasley.”

 

Mi voltai sorpresa di sentire quella voce dire una cosa del genere. Malfoy mi aveva per caso augurato buone feste? Lo fissai stupidita mentre ghignava con le braccia incrociate al petto.

 

“E se decidessi di non tornare a gennaio, te ne saremmo tutti molto grati.”

 

Vanessa al mio fianco fece una smorfia. “Fatti un giro, Malfoy, abbiamo bisogno di aria pulita da respirare.”

 

Malfoy alzò un sopracciglio, divertito. “Adesso lasci che sia la tua segretaria a rispondere per te. Stai cadendo sempre più in basso non è vero?”

 

Volevo ucciderlo. Con tutte le mie forze, volevo ucciderlo. E lo avrei fatto, se non fossimo stati in presenza di così tanti studenti e genitori. “Sempre un livello sopra di te, Malfoy.”

 

Si portò una mano al petto, come se fosse stato colpito dalla mia frase pungente, ma continuò a ridacchiare e se ne andò nascondendosi nel fumo del binario. Scossi la testa e Vanessa sibilò al mio fianco.

 

“Non mi sorprenderei di vederlo strisciare.”

 

“Lascia perdere,” dissi. “Andiamo a cercare mamma e papà.”

 

Mamma e papà, e Hugo che era arrivato prima di noi, ci aspettavano sul fondo del binario. Papà cominciò a sbracciarsi e salutare non appena ci vide e noi aumentammo il passo fino ad arrivare da loro. Mamma diede prima un bacio a me e poi a Vanessa, mentre papà ci abbracciò entrambe.

 

“Come stanno le mie bambine?”

 

Io roteai gli occhi. “Papà…”

 

Lui rise e si soffiò via un ciuffo di capelli rossi dagli occhi. “Le mie bambine un po’ troppo cresciute. Rose, spero che tu metta in chiaro subito ai ragazzi che tuo padre è un Auror e che…”

 

“Papà!” Feci di nuovo io, mi stava facendo morire dall’imbarazzo.

 

Hugo rise. “E’ il metodo più veloce per farli scappare a gambe levate.”

 

Papà sorrise fiero di sé. “Esattamente!” Disse. “Vado a prendere i vostri bauli, aspettatemi qui.”

 

Non appena papà si allontanò mi voltai preoccupata verso la mamma. “Dimmi che guidi tu.”

 

Mamma sorrise mortificata. “Ci ho provato, ma papà ha insistito tanto. Non sarà così male, fidati.”

 

“L’ultima volta che ho sentito questa frase sono uscita con Lysander.” Borbottai.

 

Mia madre mi guardò male e si mise una mano sul fianco. “A proposito di questo, Rose, pensavo che avessi un po’ più di ritegno. Se fossi uscita con lui perché ti piace non avrei avuto niente da dirti, ma so benissimo che non è così e prendere in giro quel povero ragazzo...”

 

Vanessa aggrottò la fronte. “Beh, non sembrava così affranto a dire il vero.”

 

“Mamma,” mi lamentai io. “Sono appena arrivata. Possiamo aspettare di arrivare a casa per le ramanzine?”

 

Hugo ridacchiò e scosse la testa dicendo sottovoce. “Lo sapevo che ti saresti beccata tu, tutte le ramanzine.”

 

Io roteai gli occhi e Vanessa si morse un labbro per non ridere. Papà tornò dopo pochi minuti con i nostri bauli e ci avviamo verso la nostra macchina, parcheggiata fuori dalla stazione. Io mi guardai intorno perplessa.

 

“Non aspettiamo Al?”

 

Papà scosse la testa sistemando i bauli nel bagagliaio della macchina. “No, zio Harry è venuto a prenderli. Kingsley lo aveva chiamato, come ogni anno d’altronde, per alcune pratiche e dei casi irrisolti ma stavolta Harry si è talmente arrabbiato che ha sbattuto la porta dell’ufficio e se n’è andato.”

 

Hugo lo fissò meravigliato. “Davvero?” Disse eccitato. “Che figo!”

 

Mamma lo guardò male. “Non è… figo.” Disse come se faticasse a pronunciare quella parola. “Ma stavolta aveva ragione. In sette anni di scuola non è mai riuscito una sola volta a venire a prendere i ragazzi per le vacanze di Natale.”

 

“E al primo anno chi è venuto a prendere James?”

 

“Zio George.” Disse papà chiudendo il portabagagli e facendoci cenno di montare in macchina. Io, Hugo e Vanessa ci sedemmo dietro, pigiati come sardine. “Fortunatamente Fred e James hanno la stessa età e dato che George veniva a prendere Fred… beh, quella volta Harry non ha parlato a Kingsley per una settimana.”

 

“E quella volta Ginny non ha parlato ad Harry per una settimana.” Ricordò mamma.

 

“Oh, accidenti!” Disse papà pigiando il piede sulla frizione senza che la macchina si decidesse a muoversi. “Ma che diavolo ha quest’affare che non va?”

 

Io alzai gli occhi al cielo e Hugo sghignazzò al mio fianco. Vanessa si premette una mano sulla bocca per non ridere.

 

Mamma sospirò pazientemente. “Ron, non hai tolto il freno a mano.”

 

“Oh!”

 

Casa dolce casa.

 

 

 

**

 

 

Non appena varcai la soglia di casa, mi avvolse subito un odore caldo e vanigliato che la rendeva unica. Era lo stesso odore che sentivo la mattina appena alzata durante l’estate, che mi avvertiva che non ero nel mio baldacchino ad Hogwarts ma nel mio letto d’infanzia.

 

Papà aveva portato i bauli nelle nostre camere mentre mamma ci metteva a tavola. Avevo una fame da lupo, il viaggio in treno mi aveva stancato, e divorai il mio sformato di zucca in due forchettate. E lo stesso fece mio padre, ma quello era il suo normale ritmo per mangiare. Con la coda dell’occhio notai mamma scuotere la testa ai nostri piatti vuoti.

 

Dopo cena ci spostammo sul divano. Papà tirò subito fuori la scacchiera per giocare con Hugo, mentre io, la mamma e Vanessa rimanemmo a guardare.

 

“Allora, com’è questo Principe azzurro?” Chiese mamma a Vanessa.

 

Vanessa arrossì ma le si illuminarono gli occhi. “Oh, lui è … perfetto.” Disse. “E’ dolce, gentile, premuroso e comprensivo. Capisce cosa intendo?”

 

Io avrei voluto vomitare ma mamma fece una smorfia divertita. “Non proprio. Il mio principe azzurro era scontroso e suscettibile.”

 

Papà si voltò di scatto verso di lei, punto sul vivo. “Ehi!”

 

Io e Hugo scoppiammo a ridere mentre mamma fece una faccia appena mortificata, continuando però a ridere sotto i baffi. “Non te la prendere, Ron, sono passati anni ormai. E sei molto migliorato da allora.”

 

Papà alzò un sopracciglio e fece una smorfia che mi ricordò tanto James e Fred quando avevano in mente qualcosa. “Già.” Disse spostano il suo cavallo sulla scacchiera. “Beh, ero un ragazzaccio e una volta ho preso persino a pugni Malfoy… oh no, aspetta! Quella eri tu.”

 

Mamma arrossì violentemente sotto gli sguardi stupefatti di noi ragazzi. Io la fissai a bocca aperta, semplicemente non potevo crederci. Mamma aveva preso a pugni il padre di Scorpius?

 

Hugo scoppiò a ridere. “E io pensavo che non avessi mai fatto un passo falso a scuola.”

 

“Ron!” Fece mamma mentre papà continuava a ridere sotto i baffi.

 

“E’ stato divertente” disse papà ridacchiando. “Malfoy l’ha evitata per il resto dell’anno. Probabilmente aveva paura di prenderne ancora.”

 

“Adesso basta, Ron!”

 

Papà smise di parlarne ma continuò a tenere quel suo sorrisetto malandrino per tutta la sera. Ovviamente stracciò Hugo a scacchi e si stiracchiò un po’ facendo arrivare le sue lunghe gambe sotto il tavolino del salotto, poi si alzò in piedi e sbadigliò.

 

“Bene, famiglia, il Capo si ritira. Devo svegliarmi presto domani. Buonanotte.”

 

“Ciao papà.” Dicemmo in coro io e Hugo, mentre Vanessa salutò con una mano.

 

Papà se ne andò su per le scale e sorridendo. Mamma mise a posto la scacchiera, con pazienza, e sospirò rifacendo la poltrona tutta scombinata di papà. Era sempre mamma a rimettere a posto dove papà lasciava in disordine, ma alla fine non sembrava neanche che le dispiacesse.

 

“Vorrei che fosse già Natale.” Disse Hugo.

 

“Si tratta di aspettare solo un paio di giorni.” Disse la mamma paziente. “E poi accontentatevi, quest’anno avete anche due giorni in più di Vacanza.”

 

“Come?” Chiesi io confusa. Eppure avevo letto il manifesto delle Vacanze a scuola, e i giorni erano gli stessi di ogni anno.

 

Mamma annuì. “Papà ed io siamo stati convocati dalla Professoressa McGrannitt, perciò andremo ad Hogwarts tutti insieme. Sono già d’accordo con la Professoressa che rientrerete due giorni dopo a scuola.”

 

“Convocati?” Hugo stava evidentemente sudando freddo. “Per cosa?”

 

“Non sono sicura, ma credi che si tratti di un progetto per la scuola. So che zio Harry ha già parlato con lei e che sono d’accordo su alcune lezioni da dare agli studenti del settimo anno, ma non so ancora di cosa si tratti esattamente.”

 

Hugo fece una smorfia insofferente e mi guardò con la coda dell’occhio. “Oh no! Vuoi vedere che dobbiamo sorbirci le lezioni di mamma e papà?”

 

Io roteai gli occhi. “Sei solo al quarto anno, Hugo.”

 

Mamma si portò le mani sui fianchi e fissò Hugo severamente. “In più non guasterebbe che per una volta ascoltassi quello che ti dico, sai? Ed è inutile che mandi lettere di nascosto a tuo padre, se vengo a sapere un’altra volta che sei stato messo in punzione…”

 

“E tu come lo sai?” Chiese chiaramente colpito Hugo.

 

“Io so sempre tutto.” Ribatté mamma, quasi compiaciuta.

 

Io sorrisi trionfante ed ammiccai a mio fratello. “A quanto pare non sono proprio l’unica a beccarsi le ramanzine, vero?”

 

Hugo sbuffò. “Chiudi il becco.”

 

“Hugo!” Lo riprese mamma, poi sospirò. “Per fortuna tua e di Lily non ho ancora detto niente alla zia Ginny, ma se vengo a sapere di un’altra punizione poi dovrai vedertela con lei e non con me, ti avverto.”

 

Zia Ginny a volte faceva davvero paura, mi ero quasi convinta che zio Harry non osasse mai contraddirla per paura della sua ira furibonda. Per un attimo ebbi pena per mio fratello. “Non hanno fatto niente di grave.” Dissi in sua difesa. “Cercavano solo di vendicarsi di una smorfiosa che non li lascia in pace.”

 

Mamma spostò lo sguardo da me a Hugo. Hugo scrollò le spalle. “Ehi, tu hai picchiato Malfoy.”

 

“Non ho…” Iniziò, ma si frenò quasi subito. “D’accordo, adesso andate a letto, domani sarà una lunga giornata. E papà ha bisogno di riposare, non possiamo continuare a fare confusione.”

 

“Bella scusa.” Mormorò Hugo prima di salire su per le scale.

 

Mamma si passò una mano sulla tempia e se ne andò in cucina a rimettere a posto le ultime cose mentre io e Vanessa restammo ancora per qualche secondo in salotto. Aspettai che né mamma né Hugo potessero sentire e poi mi voltai verso Vanessa che stava facendo di tutto per non ridere. Io mi morsi un labbro ridacchiando.

 

“Mia madre che dà un cazzotto al padre di Malfoy.”

 

Vanessa scoppiò a ridere. “Io adoro questa famiglia.”

 

 

**

 

 

Quando anche mamma si decise ad andare a letto, anche io e Vanessa ci ritirammo nella nostra camera. Hugo ci sentii salire di sopra e si affacciò dalla porta della camera per darci la buona notte con un gran sorriso, noi salutammo e ci infilammo in camera mia. Ci cambiammo nel nostro pigiama e ci infilammo sotto le coperte al caldo. Sospirai con un sorriso.

 

“E’ così bello essere a casa.”

 

Sentii le lenzuola di Vanessa frusciare. “E’ così bello non sentire la voce di Paula.” Disse. “E sono felice di passare il Natale a casa tua.”

 

Io mi sentii arrossire pensando che se non fosse stato per le gemelle, Vanessa non avrebbe mai passato il Natale da me quest’anno. Mi morsi un labbro.

 

“Devo confessarti una cosa, Vì.”

 

Vanessa si alzò su un gomito fissandomi seriamente perplessa. “Cosa c’è?”

 

Sospirai afflitta. “Non ti ho preso nessun regalo.” Ammisi. “E non perché l’ho dimenticato, perché non ho voluto comprarti niente dato che…”

 

“Lo so.” Disse Vanessa con un sorriso mortificato. Sapevo che anche lei stava ripensando a quella stupida litigata. “Non fa niente, Rosie, non ho bisogno di regali. Essere qui è già un regalo sufficientemente grande.”

 

Annuii leggermente sotto le lenzuola. Poi le sorrisi appena. “Non so quanto avrei resistito senza di te, comunque. Cominciavo a sentirmi terribilmente sola, ed è la sensazione peggiore del mondo, sai?”

 

“Sì, Rosie, lo so.”

 

Io arricciai il naso. “No che non lo sai, tu avevi Gill.”

 

Vanessa mi tirò un boccolo rosso e scosse la testa sorridendo. “Ma io avevo bisogno di te.” Disse. “Gaby è stata una buona sostituta, ma mai buona quanto l’originale.”

 

“Ehi, almeno tu ti eri presa la gemella buona.” Scherzai io.

 

Vanessa ridacchiò. “Dev’essere stato uno spasso uscire con Sol.”

 

“Sol è stata una buona sostituta, ma mai buona quanto l’originale.” Dissi echeggiando la sua frase.

 

All’improvviso un qualcuno bussò alla mia porta e entrambe sobbalzammo dalla paura. La voce di papà arrivò dall’altro lato della porta. “Ragazze, sono davvero felice che abbiate fatto pace, ma potete parlarne domani mattina?”

 

Io e Vanessa ci guardammo e trattenemmo una risata.

 

“Buonanotte, Vì.”

 

“Buonanotte, Rosie.”

 

“Notte, papà.” Dicemmo in coro io e Vanessa.

 

La voce stanca di papà arrivò il lontananza. “Notte, bambine.”

 

 

**

 

 

Cerco di fare la gnorri ma lo so che ve ne siete accorti, lo ammetto… questo capitolo è più corto degli altri XD

 

Comunque ho scoperto di avere dei poteri magici… qualunque attore usi per interpretare i miei personaggi, di qualsiasi ff o video su youtube, dimenticato nei tempi dei tempi, poi schizza in prima tv! E’ impressionante!

Da Zac Efron quando ancora non era famoso a Hayden Panettiere che è stata riscoperta con Heroes, Jessica Biel, David Henfrie, Devon Werkheiser… insomma è una persecuzione!

 

By the way, se vi va passate sulla mia pagina di youtube, dove ho postato un video Rose/Scorpius… il video non è assolutamente collegato alla storia, anche perché è nato prima il video e poi la ff, quindi niente spoiler.

 

Come sempre ringraziamenti speciali a:

ThePirateSDaughter_ Non so se me lo sono sognato io, o se è scritto veramente sui libri, ma i gemelli non avevano comprato una filiale a Hogsmeade? … Forse l’ho sognato… comunque, la mia versione è “hanno una filiale anche a Hogsmeade” XD

Sif_ Mi sa che per un bel po’ in quanto a Scorpius e Rose staremo un po’ all’asciutto, ma è anche vero che non potevo certo infilare un Malfoy in casa Weasley a Natale, sarebbe stato assurdo. Resistete ancora qualche capitolo!

Mariuccia_ Aaaah l’amour… ma soprattutto, adoro gli uomini quando sono gelosi, sanno essere ridicoli e forti nello stesso momento. E ancora lo scontro Al/Gill non è finito!

Mad World_ Ti ringrazio molto, li faccio interagire poco perché non sarebbe credibile che si incontrino sempre, tutti i giorni, e si parlino tutti i giorni. Non adesso almeno. Poi ci saranno sviluppi…

Edvige86_ Ammetto che fanno quest’effetto anche a me, a volte vado a rileggere e ci rido un sacco e poi mi dico “ma siamo sicuri che l’ho scritto io questo?” XD Probabilmente c’è qualcuno dentro di me che mi dice come scrivere perché mi sembra troppo strano…

PrincipessaGin_ Il primo scontro tra Al e Gill sarà memorabile XD ma non mancheranno di altri momenti, e noi ovviamente tifiamo tutti per Al. Ce la farà il nostro Albus Potter a conquistare la sua pulzella?!

Hele_ Purtroppo non credo che Vanessa si ricrederà così facilmente, tutte noi sappiamo che quando ci prendiamo una cotta per qualcuno… e chi vede più nulla! Se non altro posso dirti che anche nel prossimo capitolo sarai accontentata e vedremo di nuovo Ron… amoro di zia! XD

Nabiki93_ Anche io ho l’impressione che la relazione tra Gill e Vanessa non sarà molto duratura… questo matrimonio non s’ha da fare, no no! Ma non aspettatevi che un certo qualcuno corra subito tra le braccia di Al, ci sarà da penare…

Hermione96_ Beh, che dire… hai detto tutto te… hai centrato in pieno quello che sto facendo, è proprio per questo che vi do piccole pillole di Scorpius e Rose insieme, odiarsi a morte e poi pomiciare il giorno dopo non avrebbe il benché minimo senso e dato che io voglio che la cosa abbia un senso, ve li beccate così XD

 

Grazie tante a tutti, besitos y hasta pronto, zia Fufù

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** 10. Disaster ***


La mattina di Natale ci svegliammo presto e fui piacevolmente colpita di vedere fiocchi di neve scendere giù dal cielo

                                 DON’T TELL DAD

 

                                      10. Disaster

 

 

Paula

La mattina di Natale ci svegliammo presto e fui piacevolmente colpita di vedere fiocchi di neve scendere giù dal cielo. Dalla stanza accanto sentii i passi veloci di Hugo che percorrevano il corridoio e scendevano le scale. Probabilmente stava dirigendosi a tutta velocità verso l’albero in salotto.

 

Io mi vestii con calma e lo stesso fece Vanessa. Quando fummo entrambe pronte, scendemmo al piano di sotto. Hugo, come previsto, era sotto l’albero a scartare regali, mentre mamma e papà stavano facendo tranquillamente colazione. Mamma ci fece cenno di avvicinarci e ci mise davanti una tazza di cereali.

 

“Dobbiamo proprio?” Feci io storcendo il naso. “Non credo di poter fare colazione e mangiare tutto quello che avrà preparato la nonna.”

 

Papà ridacchiò, ma mamma non transigette. “E’ importante fare colazione al mattino. La nonna non si offenderà se non mangerai tutto quanto.”

 

Dopo aver finito la colazione (e dopo che Hugo aveva finito di scartare tutti i suoi regali presenti in casa) partimmo per la Tana. E quando dico partimmo, intendo letteralmente dato che papà, ahimé, aveva deciso di guidare la macchina.

 

Il giardino della Tana era completamente innevato e in lontananza distinsi i profili di Roxanne e Molly che facevano a pallate sul retro. Il caminetto era acceso perché un bel fumo bianco usciva dalla canna della Tana e immaginai il calore del focolare.

 

La nonna venne ad aprirci e ci stritolò e ci riempì di baci, strepitando su quanto fossimo diventati grandi e quanto ci vedesse poco ultimamente. Notai con la coda dell’occhio papà che alzava gli occhi al cielo, ma non disse nulla per non dispiacerla.

 

“Vanessa, sei diventata davvero una bella ragazza.” Disse nonna abbracciandola forte. “Lo sai che è sempre un piacere averti a casa, vero?”

 

Vanessa sorrise un po’ in imbarazzo. “Grazie, signora Weasley.”

 

“Oh per l’amor del cielo, chiamami Molly.”

 

Papà tossicchiò e richiamò la sua attenzione. “Sì, mamma… possiamo entrare adesso?”

 

Nonna si spostò finalmente dalla soglia di casa e ci fece entrare. La Tana profumava sempre di torta di mele e biscotti cotti in forno. Inspirai profondamente, imprimendo quel dolce odore nella mia testa prima di seguire gli altri in salotto.

 

Zia Angelina era seduta sulle gambe di zio Fred e insieme stavano ridendo di qualcosa che non riuscii a sentire. Accanto a loro in piedi c’erano zio Harry, zio Bill e zia Ginny mentre zia Fleur era seduta con zia Audrey e Percy sul divano. Solo al centro della stanza c’era un uomo alto e con i capelli rossi che mi aspettava a braccia aperte.

 

“Zio Charlie!” Urlammo io e Hugo correndo tra le sue braccia.

 

Lo zio rise e ci scompigliò i capelli. “Come stanno i miei draghetti?”

 

“Alla grande!” disse Hugo entusiasta. “Quando ci porterai a vedere dei draghi veri?”

 

Zio Charlie alzò lo sguardo imbarazzato su mamma, che lo fissava minaccioso. Mamma non era molto d’accordo su questo incontro coi draghi che lo zio ci prometteva da anni. Zio Charlie era sempre stato il nostro zio preferito, anche perché era lo zio più figo che si potesse avere!

 

“Presto.” Disse con un sorriso incoraggiante. “Ciao Vanessa.” Disse guardando oltre le mie spalle.

 

Vanessa arrossì di botto e si morse un labbro. “Salve.” Disse con una vocetta piccola piccola. Vanessa aveva sempre avuto un debole per lo zio Charlie.

 

Hugo si guardò intorno. “Ma dove sono tutti quanti?”

 

Nonna Molly entrò con un vassoio di pasticcini e lo posò sul tavolinetto del salotto. “Fred e James si sono rinchiusi nella vecchia stanza di Fred e George.” Disse scotendo la testa. “Mentre Lily e Lucy sono di sopra in camera di Ginny.”

 

“E Al?” chiesi io.

 

Nonna corrugò la fronte. “Oh.” Disse. “Oh beh, non ne ho idea. Ora che mi ci fai pensare è un bel po’ che non lo vedo.”

 

Mi voltai verso zio Harry e zia Ginny in cerca di un suggerimento. Zio Harry scrollò le spalle ma zia Ginny sospirò profondamente e alzò gli occhi verso l’alto.

 

“Prova nella camera della disperazione.” Disse.

 

Vanessa alzò le sopracciglia. “La camera della disperazione?”

 

Papà annuì afflitto. “Sì, è la mia vecchia camera. La chiamano così perché è la camera più remota di questa casa dopo la soffitta e a nessuno viene mai in mente di venire a cercarti lassù. Ed è veramente stata una disperazione vivere lassù!”

 

“Io ci sono sempre stato una meraviglia.” Disse zio Harry.

 

Lasciai i grandi a discutere su quanto fosse davvero da disperazione quella stanza e salii su per le scale, lasciando dietro di me Hugo e Vanessa. Dovetti salire tre rampe di scale prima di arrivare alla vecchia stanza di papà. Bussai leggero e nessuno rispose, così quietamente aprii la porta, dando un’occhiata dentro.

 

Al se ne stava seduto sul letto a fissare il panorama oltre la finestra. Si voltò verso di me quando mi sentì arrivare e abbassò subito la testa come se si vergognasse.

 

“Oh, sei tu.” Disse.

 

Io annuii anche se non mi stava più guardando. “Perché ti sei rinchiuso qui?”

 

Scrollò le spalle e sospirò. “Non avevo voglia di… di incontrare parenti e sembrare felice.”

 

“Non hai voglia di incontrare i parenti,” dissi con cautela. “o di incontrare Vanessa?”

 

Al non disse nulla, rimase immobile a fissare il vetro e la neve che cadeva lenta. Io mi avvicinai e mi sedetti vicino a lui. Non sapevo bene che cosa potevo dire o fare perché stesse meglio, ma sapevo che non potevo vederlo così. Se io fossi stata al suo posto, Al sarebbe stato il primo a porgermi la spalla sulla quale piangere.

 

“Non puoi evitarla per sempre, lo sai?” dissi ragionevole. “Mi dispiace davvero che lei non capisca quanto tu sia meraviglioso, Al, e credimi lo sei! E non te lo dico solo perché sono tua cugina, anche Sol e Gaby lo pensano.”

 

Al sorrise appena. “Beh, non si può piacere a tutti.” Disse.

 

Io mi sentii tremendamente in pena per lui. “Te lo dirò sinceramente, Al. Gill Ryan non mi piace affatto e sarei pure contenta se Vanessa decidesse di lasciarlo. Ma lei adesso vede solo lui e nessuno può farci niente.”

 

Al mugugnò. “Mi sto comportando come un idiota.” Disse lamentandosi. “E mi ero ripromesso di non comportarmi come un idiota. Mi ero ripromesso di prendere la cosa in maniera razionale e rimanere a sangue freddo davanti a tutto.”

 

“Ehm, Al… te l’hanno detto che i sentimenti non sono esattamente razionali?”

 

“Una volta, forse.” Fece Al sorridendo appena. “Ma non ci ho creduto, fino ad adesso.”

 

Io cercai di sorridere e gli posai una mano sulla spalla. “Ehi, non vorrai davvero rovinarti il Natale? La nonna non te lo perdonerebbe mai se non scendessi a mangiare il suo polpettone speciale.”

 

Al sorrise appena e si voltò per guardarmi negli occhi. “Suppongo che verrebbe a cercarmi e me ne porterebbe un piatto persino se stessi nascosto nello sgabuzzino delle scope, non è vero?” Io annuii e lui sospirò. “In fondo è Natale, posso sempre provare ad esprimere un desiderio a Babbo Natale.”

 

Io risi. “Non sei un po’ troppo grande per credere a queste cose?”

 

Al mi guardò con un sorrisetto. “Non sei tu quella che ogni Natale chiede che Malfoy venga debellato dalla faccia della terra?”

 

Io arrossii e lo trascinai per una manica. “Andiamo, ci stanno aspettando di sotto.”

 

 

**

 

 

Il pranzo di Natale durò all’incirca due ore, che era comunque molto poco per essere un pranzo alla Tana. Gli unici a mancare erano stati Teddy e Victoire, che da quanto avevo capito erano da qualche parte in Francia per una gita romantica. Lily ne parve immensamente dispiaciuta e non c’era da stupirsi dato che Teddy era stato il suo primo amore.

 

Al continuò ad essere di pessimo umore tutto il giorno, ma cercò di integrarsi col resto della famiglia. Zio Charlie ci mostrò due nuove bruciature e ci raccontò come aveva fatto a procurarsele. Tutti noi nipoti stemmo in silenzio mentre lo zio raccontava storie incredibili vissute con i draghi. Solo allora mi venne in mente una cosa e mi voltai di scatto verso i miei genitori.

 

“E’ vero che avete cercato di rapinare la Gringott e ne siete fuggiti con un drago?”

 

Nella casa calò il silenzio ed io mi morsi un labbro un po’ imbarazzata di stare al centro dell’attenzione. Vidi mamma e papà scambiarsi il loro solito sguardo complice e allo stesso tempo preoccupato, ed entrambi mandarono un’occhiata veloce a zio Harry che abbassò la testa senza dire nulla.

 

“E’ vero?” Chiesi di nuovo con un nodo alla gola.

 

Mamma prese un respiro e chiese con voce austera. “Chi te l’ha detto?”

 

“Io… l’ho letto su un libro.” Feci vaga. In realtà l’avevo letto sul libro che avevo trovato nella Sezione Proibita.

 

“Un libro?” Chiese papà incredulo.

 

“Non essere sciocca, Rose.” Disse mamma incrociando le braccia al petto. “Non c’è nessun libro che…” Poi si fermò di botto e mi fissò a bocca aperta. “Sei stata nella Sezione Proibita! Chi ti ha dato il permesso di andarci!”

 

Adesso tutti i membri della famiglia mi stavano fissando ed io mi sentii arrossire. “Beh, io… comunque è vero allora!”

 

Hugo saltò su scandalizzato. “Avete cercato di rapinare la Gringott?!”

 

Anche James e Al fissarono lo zio Harry. “Papà!”

 

Zio Harry prese in mano la situazione, dato che uno alla volta tutti i nipoti stavano facendo commenti. “Adesso basta!” disse zittendo tutti. “E’ vero, siamo entrati di nascosto alla Gringott ma non con l’intenzione di rapinarla!”

 

“Perché non ci hai mai detto niente?” Chiese Lily con voce tremante.

 

Mi sentivo quasi tradita dai miei stessi genitori. In tutti quegli anni non avevano mai detto niente. A volte mi sembrava che gli estranei ne sapessero più di me sulla mia famiglia. Feci per alzarmi ed andare via ma mio padre mi trattenne per un braccio e mi strinse sul suo petto.

 

“Lo so cosa stai pensando, Rose, sono stato un ragazzo anche io.” Disse lentamente. “E nessuno ha cercato di tradirti, né te né tuo fratello e nessuno dei tuoi cugini. Se io, mamma e lo zio Harry non vi abbiamo mai raccontato cosa successe anni fa, è stato per proteggervi.”

 

“Proteggerci?” Chiese Al ironico. “E da che cosa?”

 

“Dal male.” Disse zio Harry. “Ragazzi, voi non avete neanche idea di che cosa abbiamo dovuto passare.”

 

James si alzò in piedi allargando le braccia. “Naturalmente no, perché non ci raccontate mai niente.”

 

“James!” Fece zia Ginny.

 

“No,” papà mi lasciò andare e si mise dritto con sguardo serio. “Se vogliono che raccontiamo questo episodio, d’accordo. Raccontiamolo.”

 

“Ron, no!”

 

“Siamo entrati alla Gringott di nascosto, Hermione era nei panni di Bellatrix Lestrange ed io la accompagnavo mentre Harry si teneva nascosto dal Mantello dell’Invisibilità.” Al nome di Bellatrix rabbrividii perché sapevo chi era stato a procurare quel taglio sulla gola di mia madre. “Cercavamo di entrare nella cella segreta dei Lestrange, per procurarci un Horcrux che sapevamo fosse nascosto lì. Abbiamo rischiato la vita ma per fortuna siamo riusciti a fuggire sul dorso del Drago che stava a custodia delle celle.”

 

Mi sentii un’idiota. Un enorme idiota. Come avevo potuto pensare che mamma e papà avessero cercato di rapinare la Gringott?

 

Mi voltai verso mia madre. “Bellatrix Lestrange?” Chiesi con un filo di voce.

 

Mamma si portò una mano al collo, sulla sua ferita, come faceva sempre quando sentiva quel nome. La vidi abbassare la testa, tremava un po’. “A volte dobbiamo farci coraggio e fare cose che non ci piacciono per cercare di rendere il mondo un posto migliore.”

 

Mi guardai intorno, gli occhi degli zii erano tutti vuoti, come se stessero mentalmente facendo un tuffo nel passato. Lily si era andata a rifugiare accanto a sua madre e James era sbiancato. Persino Fred era ammutolito.

 

Zio George batté insieme le mani con un flebile sorriso. “Bene, questo ci insegna che qualche volta è meglio non fare domande.”

 

Io mi morsi un labbro. “Mi dispiace.” Dissi.

 

Papà mi circondò le spalle con un braccio. “Rose, non hai fatto niente di male. Ma ci sono cose che sono difficili da raccontare. Lascia tempo al tempo.”

 

Lo zio Harry si riaggiustò gli occhiali sul naso e mi guardò. “Di che libro si tratta, Rose?”

 

Io arrossì un po’ e guardai mia madre che mi fissava con sguardo rigido. Mi morsi un labbro. “C’è solo il tuo nome sopra. Solo il tuo nome, l’autore è anonimo.”

 

“L’autore non è anonimo.” Disse mamma stingendosi in un abbraccio. “L’autore sono io.”

 

Hugo la fissò a bocca aperta. “Tu?! E perché avresti scritto che avete cercato di rapinare una banca.”

 

“Non l’ho fatto.” Disse mamma. “Forse Rose ha letto solo metà della storia.”

 

Io arrossii ancora e mi strinsi nell’abbraccio di papà. “Mi dispiace, ho rovinato il Natale a tutti quanti.” Frignai. “Mi dispiace.”

 

Zio Charlie scosse la testa. “Non hai rovinato il Natale proprio a nessuno, Rose. Anzi, hai raccontato una storia affascinante a tutti i tuoi cugini. E ci hai pure messo un Drago nel mezzo.”

 

“A me è piaciuta.” Disse Lucy, che non sembrava aver capito bene com’erano andate le cose.

 

Papà sorrise. “Bene,” disse. “E adesso chi vuole fare a palle di neve?”

 

Senza farselo ripetere due volte, tutti gli zii e i cugini si scaraventarono fuori dalla porta. Nonna Molly alzò gli occhi al cielo, cercando di rimettere un po’ a posto in salotto. Eravamo rimasti solo io, Vanessa, mamma e zio Harry. Io continuai a mordermi furiosamente un labbro.

 

“Puoi finire di leggerlo, se vuoi.” La voce di mia madre arrivò alle mie orecchie e quasi mi fece sobbalzare. “Ma dopo rimettilo dove l’hai trovato.”

 

Alzai la testa verso di lei, non ero sicura di aver capito bene.

 

Lei annuì. “Sei abbastanza grande adesso.” Disse prima di lasciare la stanza anche lei.

 

Io rimasi ferma in silenzio per un po’, riflettendo su quello che era appena successo. Mi voltai verso lo zio Harry, che era ancora in salotto e si passava una mano sulla tempia. All’improvviso arrossii come una sciocca pensando che in fondo a leggere quel libro mi stavo facendo i fatti dello zio.

 

“Mi dispiace.” Dissi di nuovo.

 

Lui alzò gli occhi su di me, sorpreso, e si sciolse in un sorriso. “Non devi essere dispiaciuta, Rosie. Devi la tua curiosità per i libri a tua madre, dopotutto. E suppongo che non farti scrupoli per entrare nella Sezione Proibita, beh, siano i geni di tuo padre.”

 

Io risi. “Papà non farebbe niente del genere.”

 

Zio Harry alzò un sopracciglio divertito. “Ti consiglio di rileggere attentamente quel libro.”  Disse prima di uscire insieme a tutti gli altri.

 

Vanessa si avvicinò a me a bocca aperta e gli occhi fuori dalle orbite. Scosse la testa incredula. “E pensare che avrei potuto perdermi tutto questo. Wow.”

 

Io la fissai perplessa. “Riusciremo mai a passare un Natale normale?”

 

Lei scosse la testa. “No. Non dai Weasley.”

 

Sagge parole.

 

 

**

 

 

Quando tornammo a casa quella sera ero sfinita. Dopo il triste incidente, eravamo usciti tutti quanti a fare a pallate di neve. Per un po’ io e Vanessa eravamo riuscite a tenere un discreto vantaggio, ma mio padre ad un certo punto ci aveva preso alle spalle e con una valanga ci aveva ricoperte di neve, infradiciandoci da capo a piedi.

 

“Andate subito a mettervi dei vestiti asciutti.” Disse mamma appena rientrammo a casa.

 

Papà allargò le braccia ridendo. “Oh andiamo, Hermione, che problema c’è?” Agitò la bacchetta verso di noi e in un attimo i nostri vestiti tornarono asciutti. Mamma mandò un’occhiataccia a papà, che disapprovava usare la magia per qualsiasi cosa, perché sosteneva che non avremmo mai imparato a fare niente da soli.

 

Hugo corse subito in cucina a frugare nella dispensa. “Possiamo andare a trovare lo zio Charlie in estate?”

 

“Hugo, hai mangiato due chili di polpettone a tavola!” Lo brontolò la mamma. “E dobbiamo vedere, io e tuo padre siamo sempre molto impegnati con il lavoro, non so se riusciremo a liberarci.”

 

“Beh, potreste mandare me e Rosie da soli.” Disse Hugo mentre addentava un biscotto.

 

“Io…” Iniziò la mamma allarmata, ma papà la fermò posandole una mano sulla spalla.

 

“Va bene, Hugo.” Disse papà. “Potrai andare dallo zio Charlie in estate se da adesso fino alla fine della scuola non ti farai mettere in punizione.”

 

Mamma sorrise soddisfatta, mentre Hugo spalancò la bocca lasciando cadere il biscotto. “Ma non è giusto! Questo è un ricatto!”

 

“Vedilo più come un compromesso.” Disse papà sorridendo tra sé.

 

Hugo sbuffò e se ne andò al piano di sopra, portando con sé l’intera busta dei biscotti. Io lo guardai andare via e poi mi voltai verso i miei genitori che se la ridevano sotto i baffi.

 

“Non riuscirà mai a non farsi mettere in punizione.” Commentai io. “Potevi dirgli subito che non volevi che andassimo dallo zio Charlie.”

 

Mamma scosse la testa. “Non è che non voglio che ci andiate, è che vorrei essere presente quando lo zio deciderà di farvi abbrustolire su uno dei suoi Draghi e quest’estate non posso proprio allontanarmi dal Ministero.”

 

“Come sempre.” Dissi io roteando gli occhi. Mi sedetti sul divano e Vanessa mi seguì a ruota.

 

Papà guardò Vanessa divertito. “Immagini cosa sia per me stare a casa con Rose e con Hermione contemporaneamente?”

 

Vanessa ridacchiò e scosse la testa. “Rosie non è così male quando è a scuola.”

 

“Oh, buono a sapersi.” Fece papà ironico, poi si voltò verso di me. “E’ bello sapere che conservi tutte le tue energie negative per noi, Rose.”

 

Io aprii la bocca offesa. “Io non conservo le energie negative per voi!”

 

“No, infatti,” fece Vanessa ridacchiando. “Le conserva per Malfoy.”

 

Papà fece un sorriso enorme, sapevo che era soddisfatto di me. Lui non sopportava Malfoy. Nessuno di loro. Mamma, come me, se ne accorse e lo guardò male. “Ron, smettila subito!”

 

“Di fare cosa?” disse lui innocentemente. “Non sto facendo un bel niente!”

 

Mamma continuò a fissarlo torva. “Lo sai cosa stavi facendo.” Disse. “E Rose, non devi per forza dare fastidio a Malfoy perché è quello che vorrebbe tuo padre.”

 

“Oh no, do fastidio a Malfoy perché è semplicemente insopportabile” Feci io.

 

Papà allargò le braccia. “Visto?”

 

Mamma sospirò e chiuse gli occhi per un secondo. “Io ci rinuncio, Ron, tu e i tuoi stupidi stereotipi. Possibile che dopo più di dieci anni tu non riesca ad andare oltre e pensare che forse la guerra è finita e nessuno cerca di riportare in vita il Signore Oscuro?”

 

Tutto d’un tratto papà si rabbuiò e mi fece quasi paura. Papà era sempre solare. “Oh beh, scusami tanto, Hermione, se mi preoccupo che i nipoti di quelli che ti hanno quasi ucciso non siano gente a posto. Hai ragione, è proprio stupido essere sospettosi!”

 

Mamma cominciò a sbraitare. “Per l’amor del cielo, Ron! Scorpius Malfoy ha solo sedici anni!”

 

“E quanti anni aveva Draco quando ha fatto penetrare i Mangiamorte nel Castello?” Fece papà accusatore.

 

Io e Vanessa ci facemmo piccole piccole sul divano, con il timore di disturbare la loro lite. Questa volta mamma non trovò niente da ribattere, fissò papà per quasi un’eternità prima di dire con un filo di voce.

 

“Le cose sono cambiate.”

 

“Voglio sperare.” Fece papà duro. “E non puoi prendertela con me solo perché cerco di proteggere la mia famiglia.”

 

Mamma sospirò di nuovo. “Non lo faccio. Ma tu cerchi di metterli contro solo perché ti va. Non ci sarebbe niente di male se fossero amici, sai?”

 

Stavolta io scattai su. “Io non voglio essere amica di Malfoy!”

 

“Non è questo il punto.” Mi zittì mamma.

 

Papà si arrese alzando le mani. “Va bene, come vuoi, lo ammetto. Sapere che Rosie lo detesta mi fa molto piacere e lui non mi piace. Nessuno dei Malfoy mi piace e sono pieno di pregiudizi. Ma non riesco a levarmi dalla testa, neanche per un secondo, l’immagine di te che…” La voce di papà gli morì in gola.

 

Mamma mandò uno sguardo fugace verso di me e si morse un labbro senza guardare verso papà. “Lo so.” Disse. “Mi dispiace.”

 

“Possiamo non parlarne più?”

 

“Ok.”

 

Io e Vanessa ci guardammo a disagio. Mi schiarii la gola e piano ci alzammo dal divano. “Bene, noi andremmo a letto.” Sgattaiolammo veloci al piano di sopra e ci fermammo alla cima delle scale, spiando di sotto i miei genitori.

 

Mamma e papà rimasero qualche minuto in silenzio, guardandosi l’un l’altro. Poi mamma fece qualche passo avanti e si buttò tra le braccia di papà come la migliore scena di un film strappalacrime. Papà le accarezzò i capelli, continuando a ripeterle che gli dispiaceva di aver tirato fuori l’argomento.

 

Io mi sentii stringere il cuore. Avrei dovuto ricordarmi che Malfoy era una parola taboo in casa mia.

 

 

**

 

 

Ragazzi, se vi posso fare una confidenza… a me questo capitolo non piace per niente XD

Però è venuto fuori così e non riuscirei mai a riscriverne un altro, anche perché rischierei solo di peggiorarlo, quindi lo lascio così.

 

Mi dispiace ma questa volta non posso farvi i ringraziamenti lunghi perché ho un sacco di cose da fare, ma sono comunque onoratissima di aver ricevuto tante recensioni ed è quello che mi spinge a scrivere e non fermarmi mai.

 

Grazie a hele, sif, DeeplyBellatrix, Mariuccia, Milla Nafira, Nabiki93, Edvige86, ThePirateSDaughter, Hermione96, PrincipessaGin… <3

 

Tanti bacetti e abbraccini, zia Fufù

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Capitolo 11
*** 11. Never trust a liar ***


Purtroppo le Vacanze erano finite anche per noi, sebbene con due giorni di ritardo, e quella mattina eravamo partiti con mamma e papà per tornare al Castello

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                                11. Never trust a liar

 

 

rose e scorp

Purtroppo le Vacanze erano finite anche per noi, sebbene con due giorni di ritardo, e quella mattina eravamo partiti con mamma e papà per tornare al Castello. Partiti era una parola grossa, dato che la Professoressa McGrannitt aveva dato il permesso alla mia famiglia di viaggiare con la Metropolvere fino al suo ufficio. A volte essere la figlia di due eroi di guerra era estremamente conveniente.

 

Io e Hugo andammo per primi. Tossicchiai un po’ per la fuliggine e una volta che riaprii gli occhi la sagoma della Professoressa McGrannitt si erigeva imponente di fronte a noi. Uscimmo dal camino e ci ripulimmo un po’.

 

“Professoressa McGrannitt.” Dissi io per salutare.

 

Hugo al mio fianco tossì quasi a mo’ di saluto.

 

“Bentornati ad Hogwarts.” Disse la Professoressa mentre mamma e papà comparivano alle nostre spalle insieme a Vanessa. “Spero che abbiate passato delle buone vacanze. I vostri bauli vi aspettano già ai piedi dei vostri rispettivi letti.”

 

Papà si fece avanti sorridendo. “Grazie, Professoressa. Ci ha tolto davvero un gran peso, quei bauli sono… ahia!”

 

Mamma aveva tirato una gomitata a papà. “Quello che Ronald vuole dire è che le siamo grati di questo incontro e di averci concesso di portare i ragazzi con la Metropolvere fino al suo ufficio.”

 

Noi tutti trattenemmo un sorriso e notai anche la Preside cercare di tenere le labbra in una linea retta, senza troppo successo. “Non c’è bisogno che parli per il signor Weasley, so già che cosa volesse dire. Non è vero, Ronald?”

 

Papà si grattò la nuca e ridacchiò. “Credo di sì.”

 

La Professoressa McGrannitt si voltò verso di noi. “Bene.” Disse. “Andate pure nei vostri Dormitori, sono sicura che tutti i vostri amici non vedono l’ora di rivedervi.”

 

Salutammo mamma e papà, che si raccomandarono di fare i bravi anche se penso che parlassero più ad Hugo che a me, e dopo un saluto educato alla Preside scendemmo le scale che si spostarono per noi facendoci arrivare con i piedi per terra.

 

Ci avviammo verso i Dormitori, felici di essere di nuovo a scuola. Non vedevo l’ora di raccontare alle gemelle delle nostre vacanze a casa e di zio Charlie che ci aveva promesso che ci avrebbe portato a vedere un Drago vero.

 

“Rosie! Vanessa!”

 

Io e la mia migliore amica ci ghiacciamo sul posto. Avevo voglia di urlare, eravamo tornate da meno di dieci minuti e già quella voce petulante entrava nelle mie orecchie. Ci voltammo molto lentamente con un sincronismo perfetto, con la stessa faccia afflitta e con lo stesso sospiro. Hugo diventò verde, come se avesse visto un Troll, e indicò alle sue spalle.

 

“Io devo proprio andare.”

 

“Codardo!” Sussurrai io.

 

Paula corse verso di noi, allegra. “Siete tornate finalmente! Non sapete che gioia vedervi di nuovo, stare da sola con le gemelle è stato un po’ triste, sapete? Ehi, Rosie, ho sentito che i tuoi genitori sono al castello, è per questo che siete rientrate solo oggi? Che devono dirsi con la Preside?”

 

Mi sentii un attimo frastornata da tutte quelle domande. “Ehm… a dire il vero, non so.”

 

“Beh, deve essere una cosa importante!” Annuii tra sé vagando altrove con la mente. “Pensi che tuo padre me lo farà un autografo? Cavolo, non mi sono neanche truccata oggi!”

 

Vanessa alzò un sopracciglio. “Sono sicura che il Signor Weasley non ci farà caso.”

 

“Speriamo!” disse tutta emozionata. “Se non dovessi incontrarlo di persona, ti dispiacerebbe chiedergli un autografo per Paula Vegas?”

 

Io scossi la testa. “No, va bene.” Ma da quando la gente chiedeva autografi a papà?

 

Vanessa la fissò come se fosse pazza. “E che te ne fai di un autografo del papà di Rose?”

 

Paula fece una faccia come se stessimo chiedendo qualcosa di ovvio. “Pronto?! Nessuno vi ha detto che Ron Weasley è un eroe di guerra? Che cosa vuoi che ci faccia, lo terrò sotto il cuscino e ci dormirò ogni notte! Ovvio!”

 

Sentii il mio stomaco ribaltarsi, non sapevo se fosse perché Paula aveva una cotta per mio padre o perché avesse una cotta per un uomo sposato. Vanessa al mio fianco fece una faccia disgustata, come se stesse leggendo i miei pensieri. “Paula, è il padre di Rose!”

 

“Lo so.” Fece lei eccitata. “Non è grandioso!”

 

Come se la presenza di Paula non bastasse, da dietro l’angolo spuntarono Malfoy e il suo branco e tutto ad un tratto un pensiero mi colpì. Le vacanze erano davvero finite. Paula continuò a ciarlare di mio padre ma io non stavo veramente ascoltando, continuavo a guardare Malfoy da lontano, che sembrava volermi perforare con i suoi occhi di ghiaccio. Aspettai quiete fino a che non raggiunse il mio fianco.

 

“Bentornata, Weasley.”

 

Io e Vanessa spalancammo gli occhi. Okey, non era proprio il genere di ben ritrovato che mi aspettavo da Malfoy. Paula mandò fuori una risatina sciocca guardando prima me, poi Malfoy.

 

Io lo fissai un po’ incerta. “Grazie?” dissi quasi a mo’ di domanda.

 

Malfoy ghignò. “Cominciavo a sperare che saresti rimasta a casa per il resto dell’anno, ma suppongo di aver sprecato tutti i miei desideri a Natale.”

 

Potevo scioccamente illudermi che per una volta Malfoy potesse essere gentile? “Non tutti i desideri si avverano, Malfoy, altrimenti tu saresti sparito da questa scuola dal primo anno.”

 

“Quanto sarcasmo ti hanno regalato a Natale, Weasley?” Ghignò prima di incamminarsi lungo il corridoio e proseguire con la sua banda di smidollati. Vanessa scosse la testa, schifata, ed io continuai a guardarlo mentre se ne andava via.

 

“Idiota.” Borbottai.

 

Paula ridacchiò. “E’ stato proprio carino. Devi piacergli davvero molto, Rose.”

 

Io e Vanessa ci voltammo shockate verso di lei. Sicuramente dovevo aver capito male. “Come scusa?”

 

“Andiamo, non mi dire che non te ne sei accorta?” Rise Paula. “Perché diavolo credi che continui ad insultarti?”

 

Alzai un sopracciglio come se fosse ovvio. “Per abitudine?”

 

“Non essere sciocca! Tu gli piaci, Rose, e molto. I ragazzi fanno così per conquistare le ragazze.”

 

“Le insultano?” Chiesi io sempre più perplessa. O shockata. O confusa. Non avrei saputo dire.

 

Vanessa la fissò stupidita. “Veramente Gill mi ha regalato dei fiori.”

 

Paula scosse la testa ridacchiando come una gallina. A volte mi metteva paura. “Ma no, non è insultare… è un modo per far vedere che si interessa a te!”

 

“Quindi,” ripresi il discorso con molta confusione nella mia testa. “Se io andassi dal professor Neville e gli sputassi in faccia sarebbe come dire che sono follemente innamorata di lui?”

 

Vanessa scoppiò a ridere al mio fianco e io cercai di trattenere un sorriso. Paula non sembrò apprezzare la cosa, si posò le mani sui fianchi e mise su un cipiglio scuro.

 

“Ma insomma, Rose, proprio da te non me lo aspettavo! Non eri tu che dicevi che prima di sposarsi i tuoi genitori non facevano altro che litigare! Quello è il vero amore!”

 

Mi ghiacciai di colpo. Beh, sì, i miei litigavano tuttora in effetti. Ma era una situazione completamente diversa dalla mia e soprattutto io e Malfoy eravamo due persone totalmente diverse dai miei genitori. E poi i miei genitori erano amici prima di sposarsi.

 

“Sì, ma i miei genitori erano amici.” Dissi convinta.

 

Vanessa smise di ridere e scosse la testa. “Andiamo, Paula, stai leggendo troppi romanzi rosa ultimamente. Vedere il vero amore tra Rose e Malfoy è come sperare di vedere il Professor Vitious crescere di trenta centimetri!”

 

Paula si inviperì. “D’accordo!” disse secca. “Come volete. Ma quando vi metterete insieme ricordati di me, Rose!”

 

Senza dire un’altra parola strinse a sé i suoi libri, girò i tacchi e se ne andò, lasciando me e Vanessa in piedi di fronte al niente. Rimanemmo immobili per non so quanto prima di voltarci l’una verso l’altra.

 

“Paula è pazza.” Disse Vanessa con convinzione.

 

“Non che avessi dubbi a riguardo, Vì.”

 

 

**

 

 

Finalmente riuscimmo a tornare al nostro Dormitorio, anche se ci avevamo impiegato quasi mezz’ora dato che chiunque ci incrociasse per i corridoi ci aveva fermato per sapere perché fossimo tornate due giorni dopo. E tutti avevano fatto la stessa faccia di Paula quando avevano saputo che Ron Weasley e Hermione Granger erano al castello. Forse per me era talmente normale avere dei genitori così che non facevo neanche più caso a cosa volessero dire i loro nomi.

 

“Ma da quando tutti trovano strano che mamma e papà vengano al castello?” Chiesi io a Vanessa mentre salivamo la scalinata del Dormitorio.

 

Lei scrollò le spalle. “Non lo so. Insomma, per me è talmente normale che…”

 

“Sì, so cosa intendi.”

 

Aprii la porta della nostra camera e le gemelle ci saltarono letteralmente addosso. Mi sbilanciai un po’ indietro cercando di non cadere, e ridacchiammo tutte insieme come delle oche. Non appena ci rilasciarono, chiusi la porta alle mie spalle e respirai aria di casa. L’altra casa.

 

“E’ bello essere tornate!”

 

Sol cominciò subito a sbraitare. “Y con dos giorni de retardo! Donde estabaìs? Abbiamo stato dos giorni solas con Paula!”

 

Io risi e alzai le spalle. “Lo so, scusate ma mamma e papà dovevano venire al castello e la McGrannitt ci ha concesso di poter venire con loro. Veniamo giusto dalla Presidenza, siamo tornate un’oretta fa.”

 

“Una hora?” Chiese Gaby. “Y donde ha stato fino a ora?”

 

Vanessa si buttò sul letto, sfinita. “Abbiamo cercato di tornare al Dormitorio, ma sembra che tutti stiano facendo una festa nazionale del fatto che i genitori di Rosie sono qui. Che cosa c’è di strano poi, sono ex-studenti.”

 

Sol ci guardò con un sopracciglio inarcato. “La gente es estupida.” Disse. “Como han sido le vacanze?”

 

Mi voltai a guardare Vanessa, che ricambiò il mio sguardo in maniera eloquente. Sorrisi. “Beh, sono state… strane. Ma divertenti. Oh, e zio Charlie a promesso a me e ad Hugo che quando andremo a trovarlo ci farà vedere un Drago vero. Però se incontrate mia madre non diteglielo.”

 

“Tranquila, Rosie.” Gaby mi fece un bel sorriso. “Hay una cosa che tengo che preguntarte… che e esta historia che estàs con Al?”

 

Io alzai gli occhi al cielo. “Oh ti prego!” sospirai. “Ve l’ha detto Paula, non è vero? Si è fissata con questa storia che io ed Al stiamo insieme. A volte non so se si rende veramente conto delle cose che dice.”

 

“Beh,” fece Vanessa. “Pensa anche che Malfoy sia innamorato di te.”

 

Le gemelle scoppiarono a ridere. Sol si tenne addirittura la pancia dal ridere. “No sé lo che es màs divertente, tu y Albus o tu y Malfoy!”

 

Gaby annuì. “Paula està completamente loca!”

 

“Gracias!” Dissi io infervorata. “Cioè, volevo dire grazie! Quello che mi chiedo è se lo faccia apposta per mettere zizzania o se ha un’immaginazione così fervida che la porta a credere veramente quello che si immagina. Chi potrebbe pensare a me e ad Albus insieme? O peggio ancora con Malfoy?!”

 

Vanessa cercò di trattenere una risata. “Forse la Cooman.”

 

Gaby rise di nuovo. La Cooman es completamente loca.”

 

A quel punto anche Vanessa scoppiò a ridere. “Ricordi l’ultima volta che abbiamo fatto lezione al terzo anno? Disse che il destino di Rose era legato a quello dei suoi genitori e perciò sarebbe diventata un’eroina di guerra.”

 

Io la fissai confusa. “Quale guerra?”

 

Sol, Gaby e Vanessa scoppiarono a ridere tutte insieme. “Appunto.”

 

Io scossi la testa pensando alla povera Professoressa Cooman, non sapevo chi le avesse dato quella cattedra, ma di certo tutti quanti ci eravamo accorti che non sapeva predire proprio niente. E sul fondo delle tazzine di tè non c’era scritto il nostro destino, ma rimanevano solo delle foglie di tè.

 

Qualcuno bussò alla porta e mi voltai dato che le stavo dando le spalle. La facetta lentigginosa di Lily fece capolino e cercò me con lo sguardo.

 

“Oh bene, sei qui.” Disse con un sorriso. “Al ti aspetta di sotto.”

 

Giusto, Al. Non lo vedevo da Natale. “D’accordo, grazie Lily. Scendo subito.”

 

Lily annuì e se ne andò. Io mi voltai di nuovo verso le ragazze e indicai la porta alle mie spalle. “Scusatemi ma ho un uomo che mi aspetta, sapete com’è.” Dissi scherzando.

 

Sol incrociò le braccia al petto e alzò un sopracciglio. “Paula tenìa razòn. Estàs con Al, eh?”

 

Mi toccai il petto cominciando ad arretrare. “Oh sì, è l’amore della mia vita.” Sentii le altre ragazze ridacchiare tra loro, mentre io scendevo le scale del Dormitorio femminile per arrivare da Al che mi aspettava in Sala Comune, dato che non poteva salire fino alla mia camera.

 

Al aspettava pazientemente sul fondo della scalinata e io gli sorrisi non appena lo vidi. Aumentai il passo fino ad arrivare da lui. “Ehi.” Dissi. “Lily ha detto che mi cercavi.”

 

Al alzò un sopracciglio. “Non ti vedo da Natale e tutto quello che mi becco dopo quest’infinità di giorni è un semplice ‘ehi’? Sei o non sei la mia fidanzata?”

 

Lo guardai male e finsi una risata. “Ah-ah, davvero divertente Albus. E non è colpa mia se siamo rientrate solo oggi, mamma e papà sono dalla Preside. A quanto pare devono discutere di un progetto per la scuola.”

 

Lui annuì. “Sì, lo so, papà è venuto prima di Natale.” Disse. “E a proposito di Natale… quando diavolo sei andata nella Sezione Proibita?”

 

Io arrossii e distolsi lo sguardo. “E’ stato tempo fa, Vanessa ed io non ci parlavamo, così… ho trovato quel libro, è interessante. Dovresti leggerlo. Te lo passerò quando avrò finito.”

 

“Ottima idea, e ottima soluzione per cambiare discorso. Comunque, volevo solo avvertirti che tutta la scuola pensa che stiamo insieme. Pare che Paula si sia data da fare a spargere la notizia. Da quando sono tornato tutti non fanno che fermarmi e chiedermi se è vero?”

 

Io alzai un sopracciglio. “Beh, spero vivamente che tu stia rispondendo di no.” Lui mi fissò ovvio. “Lo sapevo già, Gaby e Sol me l’hanno appena detto. Ma non preoccuparti, adesso Paula pensa che Malfoy sia perdutamente innamorato di me.”

 

Al mi guardò e scoppiò a ridere. “Vi ha visto ad un metro di distanza e vi ha visto già sposati?”

 

“Una cosa del genere.” Dissi. “Ma sono sicura che spera che io e te ci lasciamo così posso finalmente mettermi con il vero amore della mia vita.”

 

“Giusto.” Fece Al annuendo. Poi fece una smorfia e mi guardò in tralice. “Natale è stato proprio un bel casino, eh?”

 

Anche io mi intristii subito. “E’ di questo che volevi parlare? Mi dispiace di aver combinato un disastro.”

 

Al scrollò le spalle. “Non è stato così male, ho imparato un sacco di cose su mamma e papà, anche se molte cose che ci sono scritte su quel libro ancora rimangono un mistero. Papà non ha voluto parlarne, dice che per lui è molto difficile raccontare e ricordare…”

 

Mi morsi un labbro. “Pensi che si sia offeso per quello che ho detto?”

 

“No.” Fece Al scotendo la testa. “Penso che gli abbia fatto piacere al dire il vero. L’ha sbloccato per raccontarci cose che non aveva mai osato fino ad ora.”

 

Io feci un piccolo sorriso. “Quindi alla fine ho fatto del bene.”

 

Anche Al sorrise. “Alla fine si può dire di sì.”

 

“Tu come stai invece?”

 

Al mi guardò come se non avesse capito, poi capì a cosa mi stavo riferendo. Lo vidi portare lo sguardo verso il Dormitorio femminile e fare un debole sorriso, come se stesse cercando di fare una bella facciata solo per me. Scrollò le spalle. “Aspetto un miracolo.”

 

“Già.” Sussurrai. “Anche io.”

 

 

 

**

 

“Rose, aspetta!”

 

Ero appena scesa dal Dormitorio, erano solo le sette del mattino, quando sentii la voce di Vanessa che mi chiamava dalla cima delle scale. Aspettai quiete in Sala Comune, non tanto sicura di aver veramente sentito la voce di Vanessa, data l’ora. Solo quando la vidi scendere in fretta e furia realizzai che mi aveva chiamato davvero.

 

La fissai strano. “Che ci fai in piedi a quest’ora?”

 

Lei scrollò le spalle con un sorriso e insieme ci incamminammo verso la Sala Grande per fare colazione.

 

“Non riuscivo a dormire.” Disse. “Ho fatto un incubo e non sono più riuscita a prendere sonno. E Paula russa.”

 

Io ridacchiai appena pensando al ronfare di Paula. Strinsi a me i libri che tenevo in braccio pensando ai compiti che avevo intenzione di fare quella mattina, ma che, con la presenza di Vanessa, non avrei fatto. Vanessa parve accorgersene.

 

“Scommetto che sono almeno per la prossima settimana.”

 

Io scrollai le spalle. “Volevo solo portarmi un po’ avanti per avere del tempo libero. Ma non importa, li farò dopo pranzo.”

 

Vanessa scoppiò a ridere. “Tempo libero? Tu usi il tuo tempo libero per portarti avanti con lo studio. E’ il cane che si morde la coda!”

 

Stavo per ribattere che non era per niente vero, e che usavo il mio tempo libero per leggere, ma sentii un’altra voce che mi chiamava dal fondo del corridoio. E per fortuna questa volta non era Paula.

 

Al corse verso di noi, raggiungendoci nel giro di qualche secondo. Riprese un po’ fiato e poi ci rivolse un sorriso raggiante che non gli vedevo da tanto tempo. “Speravo di trovarti già in piedi, avevo bisogno di un po’ di compagnia. Non sai come sono stati tristi quei due giorni senza di te.” Poi, come se si fosse accorto di Vanessa solo allora, si voltò verso di lei. “E tu che ci fai in piedi a quest’ora?”

 

Vanessa aprì la bocca ma poi la richiuse. Aggrottò la fronte. “E’ davvero tanto strano che io sia già in piedi?”

 

Io e Al ci guardammo. “Sì.” Rispondemmo in coro.

 

“Beh, non avevo sonno!” Disse a mo’ di scusa. Poi incrociò le braccia al petto e sbuffò, riprendendo a camminare. Io e Al ci guardammo e scoppiammo a ridere, correndole dietro.

 

“E dai, Vì, non te la prendere.” Dissi superandola e camminando all’indietro per guardarla in faccia. “Devi ammettere che è strano, in sei anni di scuola non ti sei mai al… ough!”

 

Appunto personale: mai camminare all’indietro lungo i corridoi. Mi voltai di scatto, pronta a chiedere scusa, ma feci solo una smorfia irritata quando vidi che era Malfoy. E come poteva non esserlo, Malfoy arrivava sempre alle mie spalle.

 

“Oh, sei tu.” Dissi scocciata.

 

Malfoy alzò un sopracciglio. “Sai, vorrei poterti dire che non l’ho fatto apposta, Weasley.” Disse. “Ma in realtà l’ho proprio fatto di proposito.”

 

Vanessa roteò gli occhi. “Un Malfoy di prima mattina. Avrei fatto meglio a rimanere a letto.”

 

Io lo fissai senza espressione. “E hai qualche particolare motivo per venirmi addosso ed attaccare bottone o lo fai solo per passare il tuo inutile tempo?”

 

“In realtà è perché mi sento in forma stamattina.” Disse annuendo. “E ho proprio voglia di mettere in ridicolo qualcuno. E quale migliore preda se non tu, Weasley.”

 

Al fece un passo avanti e scosse la testa. “Perché non ti levi dai piedi e ci lasci in pace?”

 

Malfoy alzò lo sguardo su di lui e ghignò. “Non stavo parlando con te, Potter. Ma stamattina credo di averne abbastanza per tutti e tre.”

 

Io mi misi le mani sui fianchi alzando gli occhi al cielo. Era così difficile arrivare in Sala Grande e fare colazione? “Perché non dici quello che devi dire e te ne vai, Malfoy?”

 

Lui scrollò le spalle. “Che c’è, hai fretta di tornare in Biblioteca nella sezione proibita o forse durante le feste hai trovato qualcosa di più trasgressivo?”

 

Io mi sentii avvampare e ringraziai il cielo che Vanessa e Al fossero entrambi alle mie spalle. “No, al contrario di te io ho cose più utili ed interessanti da fare. Perché non passi dall’ufficio di Gazza, magari ha bisogno di un compagno di giochi.”

 

Sentii alle mie spalle Al e Vanessa che cercavano di trattenere una risata. Malfoy li guardò duro, sembrava quasi volesse perforarli con i suoi occhi di ghiaccio.

 

“Cos’hai da ridere, Potter? Sei così dannatamente sfigato che neanche Gazza ti vorrebbe come amico. Sei fortunato che c’è gente,” disse tornando a guardare me. “che ha pena di te.”

 

Al incrociò le braccia al petto. “Meglio soli che male accompagnati.”

 

Io alzai di riflesso gli occhi su Malfoy, ricordandomi di una vecchia conversazione che avevo avuto con lui. Lui fece lo stesso con me, mi mandò uno sguardo eloquente continuando a sogghignare ma non disse nulla, come invece mi aspettavo che facesse. Ci sorpassò e di riflesso noi tre ci voltammo a guardarlo mentre se ne andava via lungo il corridoio. Solo a metà si voltò di nuovo.

 

“Ah, dimenticavo Miller, sono sicuro che il tuo ragazzo non vede l’ora di vederti stamattina.”

 

Vanessa rimase un attimo interdetta e si voltò verso di me. “Che cos’avrà voluto dire?”

 

Io scrollai le spalle. “Non ne ho idea. Su, andiamo a fare colazione.”

 

Sfortunatamente scoprimmo molto presto che cosa voleva dire Malfoy. Ci basto girare l’angolo infatti. Gill Ryan (o quello che se ne poteva intravedere) se ne stava nel mezzo del corridoio letteralmente avvinghiato a una bionda del terzo anno. Lo dicevo io che quel tipo non mi piaceva affatto!

 

Sentii Vanessa trattenere il respiro e praticamente si pietrificò al mio fianco. Io non riuscii a trattenermi.

 

“Ma che diavolo…”

 

La coppia si staccò all’istante sentendo la mia voce e Gill Ryan ci fissò allucinato. Poi tutto successe talmente in fretta che non ebbi nemmeno il tempo di realizzare. Un secondo prima Gill Ryan ci fissava con la faccia da pesce lesso e un secondo dopo era steso a terra mentre si reggeva la faccia con le mani.

 

Riuscii a capire cos’era successo solo quando vidi Al qualche passo in avanti che si massaggiava un pugno.

 

“Al!” Urlai io.

 

La biondina aiutò Gill a rialzarsi mentre Al gli puntò un dito contro. “Sei solo uno sporco, lurido bastardo! Tu non te la meriti neanche tra un milione di anni una come lei! Sparisci dalla mia vista e sei fortunato che non abbia tirato fuori la bacchetta!”

 

Senza farselo ripetere due volte Gill Ryan e la biondina se ne andarono a tutta velocità. Io rimasi ancora qualche attimo a guardare Al che ansimava pesantemente. Lo guardai mentre si voltava verso di noi, senza però rivolgermi neanche uno sguardo. Stava fissando Vanessa e la guardava con uno sguardo mortificato, quasi come se fosse tutta colpa sua.

 

Io mi voltai lentamente verso di lei che era rimasta totalmente immobile. Delle lacrime fugaci le solcavano il viso ed io mi sentii congelare.

 

“Vanessa…” dissi soffocato.

 

Sentii solo un singhiozzo prima che scappasse via e percorresse tutto il corridoio indietro, tornando verso la Sala Comune dei Grifondoro. Io rimasi ferma lì, con Al fermo di fronte a me e ci guardammo senza sapere cosa fare.

 

Al prese un bel respiro. “I-io… non so perché l’ho fatto.”

 

Io mi morsi un labbro. “Oh no, tu lo sai perché l’hai fatto. L’unica che non lo sa è Vanessa.”

 

“Credi che se la sia presa?” disse a disagio. “Insomma, che io abbia picchiato il suo ragazzo?”

 

“Credo,” dissi iniziando con calma. “che non gliene possa importare di meno, al momento, che tu abbia picchiato quel porco schifoso.”

 

“Giusto.” Disse Al. “Beh, non vai a consolarla?”

 

Annuii. “Non ti dispiace, non è vero?”

 

“Certo che no.”

 

Mi lasciai Al alle spalle e corsi lungo tutto il corridoio fino ad arrivare alla Sala Comune, mormorai in fretta la password e salii in fretta su per le scale del  nostro dormitorio. Gaby, Sol e Paula se n’erano già andate. Il baldacchino di Vanessa era chiuso ed io con discrezione spostai appena le tende e mi feci vedere. Vanessa stava, come mi aspettavo, piangendo abbracciata al suo cuscino. Non appena mi vide scosse la testa.

 

“E poi mi chiedi perché dormo sempre fino a tardi. Lo sapevo che alzarsi presto non era stata una buona idea.”

 

Io sorrisi amaramente e mi sedetti sul letto accanto a lei. “Beh, se può farti stare meglio a me Gill Ryan non è mai piaciuto.”

 

Lei alzò gli occhi completamente umidi al cielo. “Lo dici solo per farmi stare meglio.”

 

“Per niente,” dissi io convinta. “Ti assicuro che ho sempre pensato fin dal primo momento che fosse un emerito imbecille.”

 

Vanessa smise per un attimo di singhiozzare e mi fissò perplessa. “E perché non me l’hai detto subito, scusa?”

 

“E come avrei potuto, era tutto quello che avevi desiderato!” Feci io. “E finché tu eri felice, ero felice anche io.”

 

Lei annuì e continuò a singhiozzare lievemente. “Certo che Al gli ha dato proprio un bel cazzotto. Chissà perché l’ha fatto poi. Credevo che Al fosse un tipo tranquillo e che non si mette in prima linea.”

 

“A dire il vero di solito è così.” Al era un tipo tranquillo. “Ma sai cosa, Al ha un gran cuore e non sopporta di vedere qualcuno che soffre. E non sopporta nemmeno le ingiustizie.”

 

Era quasi la verità. Non potevo dirle che l’aveva fatto perché era perdutamente innamorato di lei e non poteva sopportare che qualcuno la facesse soffrire. Al mi avrebbe staccato la testa se lo avessi fatto.

 

“Già.” Fece Vanessa pensandoci su. “Adesso sarò lo zimbello della scuola.”

 

“Non sarai lo zimbello di nessuno.” Dissi io porgendole un fazzoletto.

 

Lei lo prese senza asciugarsi le lacrime, se lo rigirò tra le dita nervosamente. Poi mandò fuori mezza risata. “Pensa che umiliazione sarà adesso scendere in Sala Grande. Paula mi ha vista piangere e ha già tratto le sue conclusioni. E’ uscita di corsa, sono sicura che è andato a dirlo a tutti.”

 

Io feci una smorfia. “Senti, la gente non sta molto dietro a quello che dice Paula. E’ vero, ne parleranno, ma nel giro di una settimana sarà tutto finito.”

 

“E non posso semplicemente rinchiudermi in dormitorio per una settimana?” Chiese lei tirando su col naso.

 

“Potresti,” dissi io. “Ma la gente penserebbe che sei talmente disperata da non volerti nemmeno alzare dal letto.”

 

Vanessa mi fissò un attimo e scoppiò di nuovo a piangere. “Ma io sono disperata!” frignò.

 

Io sospirai non sapendo più cos’altro dire. Feci vagare un po’ gli occhi sulla stanza prima di riprendere fiato. “Beh, la sai una cosa, se per caso te ne fossi dimenticata io sono uscita con Lysander Scamander.” Vanessa alzò di nuovo gli occhi su di me, interessata. “Ed è vero, l’ho fatto perché ero disperata e tutti ne hanno parlato per una settimana, almeno. Ma guardami adesso, sto bene e nessuno parla più di me.”

 

Lei tirò su col naso ma rimase impassibile.

 

Mi passai una mano sulla tempia. “Gaby e Sol erano qui quando sei rientrata?”

 

Lei annuì la testa. “Sì.” Sembrava essersi un attimo ripresa. Come sospettavo, niente poteva essere peggio di uscire coi gemelli Scamander, neanche un tradimento. “Erano qui con Paula quando sono rientrata. Quando Paula è corsa fuori loro le sono corse dietro cercando di fermarla, ma non credo che ci siano riuscite. Nessuno ferma Paula in questi casi.”

 

“Non sottovalutare le gemelle. Sol potrebbe riuscire a linciarla più velocemente di quanto pensi.”

 

Vanessa annuì e si avvolse nella coperta, come se sentisse freddo. Io mi spostai accanto a lei e rimanemmo per un po’ in un religioso silenzio. Sobbalzammo entrambe quando sentimmo la porta aprirsi e tesi l’orecchio cercando di capire chi fosse dal rumore dei passi. Erano le gemelle, entrambe con una faccia mortificata.

 

“Ehi.” Sussurrò Sol. “Vanessa perdona pero no siamo riuscite a fermarla.”

 

Vanessa scosse la testa e si appoggiò contro di me. Io feci lo stesso. “Non vi preoccupate, non è colpa vostra.”

 

Rimasero un po’ sulla porta senza sapere cosa fare. Io feci posto sul letto e feci un debole sorriso. Vanessa mi capì al volo e fece cenno di venire avanti.

 

“Credo che ci entriamo tutte e quattro.”

 

Gaby e Sol ci raggiunsero sul letto e rimanemmo tutte e quattro abbracciate per non so quanto tempo. Chiusi gli occhi, avvolta dal tepore delle mie amiche e pensai che infondo anche se nella vita avessi incontrato difficoltà, anche se le mie amiche avessero incontrato difficoltà, ci saremmo sempre ritrovate su un letto abbracciate come delle bambine.

 

 

**

 

Ragazzi lo so che sono un po’ in ritardo ma me ne è capitate di tutte, dal pc in tilt a photoshop che non collaborava, a questo capitolo che era un po’ disastrato e andava rimesso a posto.

 

Mi dispiace tantissimo ma sono troppo di corsa e neanche stavolta ce la faccio a ringraziarvi uno per uno, sappiate solo che mi riempie di gioia leggere le vostre recensioni, siete la mia forza e ciò che mi spinge a scrivere. In più mi fa davvero piacere di persone che non recensiscono mai e invece si soffermano sulle mie storie, grazie grazie grazie!

 

PrincipessaGin, Gioem106, Hermione96 (E’ stata una bella svista quella di Fred XD), Mariuccia, Sif, ThePirateSDaughter, hele, Edvige86, Nabiki93, Lunitari (grazie, grazie, grazie, mi ha fatto molto piacere la tua recensione)

 

Vi saluto un po’ in fretta, zia Fufù

 

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** 12. I'm sick ***


Dopo una settimana Vanessa aveva ricominciato ad uscire dal dormitorio e aveva smesso di piangere durante la notte

                                 DON’T TELL DAD

 

                                      12. I’m sick

 

 

Vin

Dopo una settimana Vanessa aveva ricominciato ad uscire dal dormitorio e aveva smesso di piangere durante la notte. Io e Al avevamo fatto del nostro meglio per riuscire a tirarla un po’ su di morale e lei qualche volta aveva fatto un debole sorriso, ma non avevo capito se fosse sincero o se lo facesse per farci contenti.

 

Era un lunedì mattina quando ci trovammo a colazione tutti insieme: io, Al, Vanessa, le gemelle e Vincent che in occasione si era unito al nostro tavolo. Ovviamente Paula non si vedeva in giro da una settimana, perché sapeva che doveva starci alla larga o qualcuno l’avrebbe uccisa lentamente. Doveva già essere grata se nessuno di noi l’aveva ancora soffocata nel sonno.

 

“Se vuoi proprio saperlo, Gill è sempre stato un idiota. Disse Vincent dal fondo del tavolo.

 

Vanessa sospirò e fece una smorfia. “Beh, credo che adesso ce ne siamo accorti proprio tutti quanti.”

 

Gaby alzò gli occhi al cielo. “E porque piangi por un cretino?”

 

Vanessa si morse un labbro ed io scossi la testa. “Mi spiace ammetterlo ma Gaby ha ragione. Nessuno ti sta dicendo che non è giusta la reazione che hai avuto, chiunque avrebbe fatto lo stesso al tuo posto. Ma adesso devi reagire, distrarti, andare oltre.

 

Sol annuì. “Exactamente! El principe azzurro puede ser màs vicino de lo che pensi.”

 

Al si mosse chiaramente a disagio al fianco di Vanessa e per fortuna nessuno altro oltre a me notò quanto fosse arrossito. Vanessa non sembrava accorgersi proprio di niente, forse era ancora troppo affranta per guardarsi intorno e capire cosa succedesse attorno a lei.

 

“Non lo so…” Disse Vanessa con una vocetta, quasi non avesse voglia di parlare. “Per anni ho pensato che Gill fosse quello giusto e si è rivelato essere solo uno smidollato senza cervello. Non voglio rimanere scottata una seconda volta.

 

Vincent scosse la testa passando un braccio attorno alle spalle di Gaby. “Non fare di tutta l’erba un fascio. Insomma, io non farei mai una cosa simile.

 

Si sòlo lo piensas, te voy a matar.” Sussurrò Gaby sottovoce.

 

Sol rise. “No puedo imaginar Al che se dà un cazzotto a Gill.”

 

Vanessa saltò su improvvisamente attenta e si voltò verso Al. “Oh, è vero! Non ti ho ancora ringraziato per quello che hai fatto. Grazie davvero, Al.”

 

Al diventò improvvisamente tutto rosso dalla vergogna e scosse la testa freneticamente schiarendosi la gola. “Ma no, non è stato niente! Chiunque l’avrebbe fatto al mio posto…”

 

“Beh, io non l’ho fatto.” Dissi lanciandogli un’occhiata eloquente. “Sono rimasta ferma senza far nulla. Tu sei l’eroe.”

 

Vanessa annuì d’accordo con me. “Rosie ha ragione, sei stato molto coraggioso.

 

Vincent si grattò la nuca. “Beh, sì, ma è anche vero che Rose non avrebbe certamente potuto tirare un cazzotto a Gill Ryan. Insomma è una ragazza, non avrebbe avuto la forza di farlo.

 

Gaby rise di gusto e alzò un sopracciglio. “Nunca has visto le fatture di Rosie.”

 

Vincent fu per un attimo intimorito da me, ma io gli sorrisi caldamente e lui si rilassò. Mandai un’occhiata all’orologio, erano già le nove e mezza. Non avrei avuto lezione fino alle undici, ma volevo passare dalla Biblioteca per mettere a punto le ultime relazioni che avevo scritto. Finii in fretta la mia colazione e salutai tutti, correndo lungo il corridoio della Sala Grande.

 

Mi sentivo terribilmente in colpa ad aver lasciato Vanessa da sola, ma non potevo fare altrimenti, non sarei mai riuscita a concentrarmi con lei a fianco. Senza contare che la settimana trascorsa ero rimasta indietro proprio per starle accanto, nonostante lei mi avesse implorato di lasciar perdere e che poteva benissimo rimanere da sola. Ma sapevo che non era vero.

 

E mi sentivo doppiamente in colpa perché avevo lasciato Al ad occuparsi di Vanessa, nonostante sapessi bene che tutto quello che voleva era starle alla larga.

 

“Tutta sola, Weasley? La tua amica si è gettata nel Lago dal dolore?”

 

Alzai gli occhi al cielo frenandomi di botto. Senza ombra di dubbio ero sotto l’influenza di una cattiva stella e neanche l’anno nuovo aveva aiutato questo influsso negativo. Mi voltai lentamente, sapendo già a cosa sarei andata in contro e non avevo voglia di litigare.

 

Malfoy,” dissi. “E’ sempre una carie ai denti vederti.”

 

Lui ghignò e fece un passo verso di me. “E’ così che mi ringrazi, dopo che ho avvertito la tua amica su quello che stava facendo il suo ragazzo?”

 

“Avvertito?!” Chiesi io incredula. “L’hai derisa ancor prima che lei sapesse cosa stava succedendo!”

 

Scrollò le spalle. “Era il massimo che potessi fare.” Disse come se la cosa non lo toccasse minimamente. “C’è qualcosa che mi impedisce di essere gentile nei vostri confronti. Forse è questione di genetica.”

 

“Forse è perché sei uno stronzo.” Dissi io fissandolo negli occhi. Era così vicino che potevo vedere ogni sfumatura di quelle iridi che da lontano sembravano un grigio piombo insignificante. Per la prima volta in sei anni li guardai veramente e notai che attorno alle sue pupille, in mezzo a tutto quel grigio, degli spiragli azzurri si facevano strada, come dei piccoli barlumi di cielo in mezzo alle nubi.

 

Malfoy alzò un sopracciglio. “Ti senti bene, Weasley?”

 

Io feci un balzo indietro e solo allora mi resi conto di essermi incantata. “No. Sì. Cioè… stavo solo guardando i tuoi occhi…”

 

Malfoy mi guardò come se fossi totalmente uscita di senno. “Tu stai decisamente male.”

 

“Sì, lo penso anche io.” Sussurrai più a me stessa che a lui. D’un tratto la voce di Paula mi rimbombò nella testa.

 

Tu gli piaci, Rose.

 

Scossi la testa freneticamente, come se potessi scacciare quella voce solo con il movimento del capo. Malfoy rimase immobile davanti a me ma continuò a guardarmi come se mi mancasse qualche rotella.

 

“Non scuotere troppo forte, Weasley, rischi che ti esca il cervello da un orecchio.

 

Tu gli piaci, Rose, e molto.

 

“Sta zitto!” Urlai, non so bene se al mio cervello o a Malfoy.

 

Lui non disse niente. Incrociò le braccia al petto e si mise immobile davanti a me, scrutandomi per bene. Rimanemmo qualche minuto in silenzio, poi spostò il peso sull’altra gamba e accennò ad un sorriso. “Sai, Weasley, penso che nell’intero universo non ci sia niente di più interessante di te. Dovrebbero condurre delle indagini scientifiche di come possa una persona essere così brillante nello studio e così idiota nella vita.”

 

Io ribollii di rabbia, sentendo la pelle cominciare a scaldarsi. “Ti ho detto di stare zitto!” Urlai. “Io non sono un’idiota, sei tu con la tua influenza negativa e ogni volta che ti avvicini a me succede qualcosa di spiacevole. Sei come un Malocchio portatile.”

 

“Un Malocchio portatile?” Alzò lentamente un sopracciglio bianchissimo. “Ne ho sentite tante di offese, ma questa è senza dubbio la più originale.”

 

Ero esasperata e tutto quello che volevo era che se ne andasse. Chiusi gli occhi. “Sinceramente, Malfoy, perché perdi tempo a chiacchierare con me?”

 

Riaprii gli occhi appena in tempo per vederlo scrollare le spalle. “Mi annoio.” Disse.

 

Se ne andò via lasciandomi confusa in mezzo al corridoio. Con tutte le cose che si potevano fare ad Hogwarts per intrattenersi, possibile che Malfoy avesse scelto proprio me. Cominciavo seriamente a ripensare alle parole di Paula, nonostante continuassi e pensare che fosse pazza, e che ora cominciavano ad avere, seppur minimo, un senso.

 

E davvero aveva detto che ero la cosa più interessante dell’universo?

 

 

**

 

 

Inutile dire che dopo quell’incontro (o scontro) con Malfoy, non ero più riuscita a studiare una sola pagina. Ero rimasta in Biblioteca due ore china sul solito libro senza riuscire a focalizzarmi su una sola parola. Madama Pince mi aveva guardato un po’ sbigottita ma non ero proprio in vena di dare spiegazioni a nessuno.

 

Stavo quasi per uscire e andare a cercare Vanessa ed Al quando andai a sbattere contro qualcuno e alzando gli occhi mi resi conto che ero andata a sbattere contro Lysander, che mi sorrise col suo solito sorriso svampito. Com’è che tutte le volte che andavo a sbattere contro qualcuno in biblioteca, era sempre Lysander?

 

“Ehi, ciao.” Dissi io, un po’ in imbarazzo. Era passato così tanto tempo dall’ultima volta che l’avevo visto che non sapevo neanche cosa dire. “Come… va?”

 

Lui fece di nuovo un sorriso e annuì. “Molto bene, grazie Rose.” Poi mi fissò con i suoi grandi occhi a palla e mi sentii come se mi stesse guardando dentro. “Ho sentito di Vanessa. Mi dispiace.”

 

“Oh!” Feci io sorpresa. Avevo quasi paura che mi chiedesse di nuovo di uscire. “Grazie. Le dirò che ti dispiace, le farà piacere.”

 

Dille che se vuole qualche volta può venire con me e Lorcan a caccia di Pioni.”

 

Lo guardai un po’ stralunata, cercando di ricordare cosa fossero i Pioni, poi sorrisi sforzatamente. “Glielo dirò senz’altro. A chi non piacerebbe…” Lasciai cadere il discorso. “Beh, ti auguro una buona giornata, adesso devo proprio andare.

 

“Ciao Rose.” Fece lui con gentilezza. “Saluta anche Scorpius quando lo vedi.”

 

Sentii il rumore dei miei tacchi frenare sul pavimento in un suono stridulo. Mi voltai verso di lui allucinata, non sapevo se ero io che avevo sentito male o se Lysander aveva davvero detto quello che pensavo che avesse detto. Che succedeva, adesso Lysander si metteva d’accordo con Paula per dire stupidate?

 

Cosa c’entra Malfoy?” Chiesi allibita e anche un po’ aggressiva.

 

Lysander non sembrò per niente offeso dal mio tono. Si limitò anzi a sorridere caldamente come un bimbo e scrollare le spalle. “Sembrate molto legati.”

 

Legati? L’unico modo in cui avrei potuto essere legata a Malfoy, sarebbe stata con una corda stregata in modo che non potessi romperla neanche con un seghetto.

 

Ma se non facciamo altro che litigare.” Feci un po’ scocciata.

 

Lysander alzò un dito. “Mamma dice sempre: non importa in che forma si è vicini a una persona, l’importante è esserci.”

 

Stavo quasi per ribattere, poi ricordai che zia Luna diceva anche che era meglio passare una vita intera alla ricerca di Ricciocorni, che passare un giorno senza essere se stessi. Mi grattai la nuca e decisi di lasciar perdere la conversazione.

 

“Sai una cosa, Lysander? Hai pienamente ragione.” Dissi arrendendomi. “Adesso devo scappare.”

 

Uscii di fretta dalla Biblioteca dirigendomi verso i sotterranei, con ancora in mente Lysander e la sua frase insensata. Quando ritrovai Vanessa e ci avviammo insieme a Pozioni, le raccontai tutto quello che era successo sia con Malfoy che con Lysander. Vanessa mi aveva guardato un po’ perplessa continuando a camminare al mio fianco.

 

“Non crederai davvero a quello che dice Paula?” disse come se non potesse credere alle sue orecchie.

 

“No,” dissi un po’ incerta. Non ci stavo credendo. “Non sto dicendo che ci credo. Sto solo pensando che se fosse vero…”

 

Lei si bloccò e mi fissò seriamente preoccupata. “Cosa diavolo ti fa pensare che possa essere vero?”

 

“Beh, l’hai detto tu che sente le rose nell’amortentia.” Dissi io abbassando la voce e arrossendo un po’ sulle guance.

 

Vanessa scoppiò a ridere. “Rosie, è stata solo una stupida coincidenza. Ed io stavo solo scherzando. Andiamo, come potrebbe uno come Malfoy essere interessato a te?”

 

Avevo capito male, non è vero? “Che cosa vorresti dire?”

 

Vanessa si rese conto di essersi espressa male. Portò le mani avanti e scosse la testa. “Oh no, Rose, non intendevo dire che non sei alla sua altezza. Quello che cercavo di farti capire è che lui è un Malfoy, e da decenni i Malfoy e gli Weasley sono praticamente inavvicinabili.”

 

“Oh.” Feci io annuendo. Era vero, non avrei saputo dire da quanto andava avanti questo conflitto tra le due famiglie, ma sapevo che precedeva di gran lunga l’epoca dei nonni. “Sì, hai ragione, è una cosa davvero fin troppo stupida.

 

Vanessa mi sorrise e riprese a camminare verso i sotterranei. Io feci altrettanto, seguendola ancora immersa tra i miei pensieri. Mi resi conto di essere arrivata solo quando la luce brillante che entrava dalle finestre si trasformò in un cupo verde marcio. Se non altro, la scelta della sistemazione della Sala Comune dei Serpeverde era stata più che azzeccata, a mio parere.

 

Eravamo qualche minuto in ritardo, e quando entrammo in aula, la classe aveva già preso posto e il Professor Lumacorno stava cominciando a spiegare la lezione. Malfoy stava seduto tra i primi banchi, come al solito, e si voltò sentendoci arrivare. Io distolsi in fretta lo sguardo.

 

“Signorina Miller e signorina Weasley,” fece Lumacorno sorpreso di vederci arrivare in ritardo. “Spero che questo sia il primo e l’ultimo ritardo che vi vedo fare. Prendete posto, prego.”

 

Ci sedemmo negli ultimi banchi, che erano gli unici posti rimasti liberi. Vanessa cominciò a tirare fuori tutto il materiale e si appoggiò sul banco ascoltando Lumacorno. In verità, non sapevo se stesse veramente ascoltando ma sembrava sinceramente interessata, anche se probabilmente stava ancora pensando a quell’idiota di Gill Ryan.

 

Io aprii il libro alla pagina indicata ma c’era qualcosa che mi impediva di concentrarmi sulle parole del professore. Era la stessa sensazione che avevo avuto un paio d’ore prima in Biblioteca. Mi morsi il labbro e mandai uno sguardo di sbieco a Malfoy, senza renderlo troppo evidente.

 

Le parole di Paula continuavano a rimbombarmi nella testa ed io ero determinata a scoprire e a capire quanto potesse aver ragione. Perché io non lasciavo mai niente in sospeso.

 

Malfoy se ne stava tranquillamente ad ascoltare il Professore, forse anche un po’ annoiato. I suoi capelli candidi ricadevano perfetti sulla sua fronte pallida, lo sguardo vigile e attento sul Professore, le labbra appena schiuse. Rimasi a fissarlo imbambolata per qualche minuto.

 

“Rose!”

 

Sobbalzai presa dalla paura e mi voltai allarmata verso Vanessa. Lei mi guardò allucinata, come se avesse appena scoperto che doveva rinchiudermi in un manicomio, ma prima che potessi chiederle cosa c’era che non andava la voce di Lumacorno mi richiamò.

 

“Signorina Weasley?”

 

Mi voltai verso di lui che aspettava una mia spiegazione. Tutta la classe mi stava fissando, Malfoy compreso. Mi schiarii la gola e pregai di poter essere credibile. “Vede…” cominciai. Poi finsi un sospiro. “Devo essere sincera con lei, Professore. Io e la signorina Miller abbiamo fatto tardi perché io non mi sentivo tanto bene e lei stava cercando di convincermi ad andare da Madama Chips. Avrei dovuto darle ascolto.”

 

Il professore cambiò espressione e sembrò seriamente preoccupato per me. Ero la figlia di due eroi di guerra e certo non poteva perdere un gioiello prezioso come me nella sua collezione. “Oh beh, se è così, signorina Miller accompagni la signorina Weasley in infermeria. Sono sicuro che i vostri compagni prenderanno appunti anche per voi.

 

Vanessa annuì e mi prese sottobraccio, continuando la mia commedia, ed insieme uscimmo dall’aula. Continuammo a camminare in quel modo per almeno cinque minuti, Vanessa mi lasciò andare solo quando fummo veramente lontane dai sotterranei.

 

“Si può sapere che ti prende?”

 

Io aggrottai la fronte. “Niente.” Dissi. “Che mi dovrebbe prendere?”

 

Vanessa alzò gli occhi al cielo e si mise le mani sui fianchi. “Era la quinta volta che ti chiamavo, Rose! Si può sapere cosa stavi fissando?

 

“Io…” Mi aveva davvero chiamato cinque volte prima che la sentissi? “Niente.”

 

E allora…” Vanessa si bloccò e scosse la testa. “Oh no, Rose, no! Smettila con questa storia. Paula è un’idiota, non puoi ascoltare quello che dice.

 

Io arrossii e mi sentii veramente stupida. Eppure c’era qualcosa che mi diceva che dovevo andare in fondo a questa faccenda. “Ehi, non sto facendo niente di male. Sto solo cercando di capire.”

 

“Non c’è proprio un bel niente da capire. Disse lei esasperata. “E’ solo un cretino che si diverte a prendere in giro le persone. D’accordo, magari sei la sua preda preferita, ma non vuol dire un bel niente!”

 

Io sospirai e mi passai due dita sulla tempia sinistra. “Sto diventando pazza, non è vero?”

 

Vanessa scrollò le spalle. “Vuoi che ti porti seriamente da Madama Chips.

 

Io annuii. “Sì, forse è meglio.” Dissi. “Ah, Vanessa, Lysander dice che puoi andare con lui e Lorcan a cercare Pioni se ti va.”

 

Lei mi guardò seriamente preoccupata. “Devo decisamente portarti in Infermeria, Rose, e chiedere a Madama Chips di farti ricrescere il cervello.”

 

 

 

 

**

 

 

“Mi hanno detto che fai finta di essere malata.”

 

Alla fine ero veramente andata in infermeria e ci ero rimasta tutta la mattina. Al era passato a trovarmi verso l’ora di pranzo, si era seduto sul bordo del mio letto con un sorriso divertito, fissandomi dall’alto.

 

Io scossi la testa. “No, mi hanno diagnosticato una grave forma di instabilità mentale.”

 

Al rise appena. “Che hai combinato stavolta?”

 

Potevo raccontargli la teoria di Paula e che io mi stavo seriamente convincendo della cosa, per cui me ne stavo ore ed ore a fissare Malfoy in attesa di un segnale, o dell’insana idea di Lysander, ma non volevo che anche Al credesse che fossi impazzita.

 

Lascia perdere, niente di importante.” Dissi. “Tu piuttosto, come te la passi nella tua giornata da grande eroe?”

 

Al arrossì. “Oh per favore, smettetela tutti quanti! Non ho fatto niente!”

 

Posai una mano sulla spalla di Al. “Scusami, Al, hai ragione, dimenticavo che tiri cazzotti ai ragazzi tutti i giorni.”

 

“Dai cazzotti ai ragazzi? Fico!” Hugo venne avanti da dietro le spalle di Al. Mi guardò dall’alto con il suo solito sorriso luminoso. “Ehilà!”

 

Hugo!” Feci io guardandolo un po’ strano. “Ma non dovresti essere a lezione a quest’ora? Credevo che avessi Divinazione.”

 

Hugo annuì e alzò un dito. “Oh sì, è verissimo ma sono così bravo in quella materia che non ho bisogno di seguirla. Infatti scommetto che la Professoressa Cooman mi metterà in punizione.” Al ridacchiò e io lo guardai male. “Stavo per andarci, ma poi mi hanno detto che fai finta di essere malata per saltare le lezioni…”

 

Io sbuffai. “Non faccio finta. Io sono pazza.”

 

Al alzò un sopracciglio. “Beh, James lo è da anni ma non è esentato dalle lezioni.”

 

Ma non dovresti essere a lezione anche tu?” Chiesi io.

 

Al arrossì e tossicchiò. “Ma no… è l’ora di pranzo…”

 

Curiosa, mi voltai per guardare l’orologio appeso alla parete dell’Infermeria. Erano le due. “Al, la tua pausa pranzo è finita un’ora fa.”

 

Lui scrollò le spalle. “Lo so è che ho un’ora di buco.”

 

“Ma se adesso dovremmo essere ad Erbologia!” Saltai su io. “Te ne stai approfittando perché sai che Neville non ti chiederà spiegazioni sulla tua assenza.

 

Hugo ridacchiò e scosse la testa. “E James dice che voi due non riuscireste mai a trovare il modo di saltare una lezione. Si sbagliava di grosso. Comunque, come mai sei pazza?”

 

Io sospirai. Non potevo continuare a nasconderlo per sempre ma forse potevo divergere l’attenzione su un altro fattore. “Beh, mi sono accorta che sto cominciando a dare retta a quello che dice Paula, e dato che ho sempre pensato che Paula fosse da rinchiudere in un manicomio, in quanto sua seguace, sono pazza anche io.

 

Al e Hugo si scambiarono uno sguardo sbigottiti. Al alzò un sopracciglio. “Rose, sei davvero sicura di essere pazza e di non avere una semplice influenza? O di essere sotto incantesimo? Insomma, tu che dai retta a Paula…”

 

“Lo so!” Feci io lamentosamente. “Te l’ho detto!”

 

Hugo scrollò le spalle. “Secondo me non sei pazza. Sei solo paranoica.” Disse. “Che ti ha detto per metterti così tanto la pulce nell’orecchio?”

 

“La pulce?!” Feci io guardandoli entrambi. “Mi ci ha messo un elefante!”

 

“Io l’ho sempre detto che hai gli orecchi a sventola.” Scherzò Al, mentre io lo guardai male. “Senti, capita a tutti di essere un po’ stressati. Pensa a quest’ultima settimana poi, ti sei occupata tutto il tempo di Vanessa e per questo sei rimasta indietro coi compiti. E’ solo un po’ di ansia.”

 

Hugo annuì e sorrise. “E non preoccuparti, Rosie, ti eri messa così avanti coi compiti che adesso sei avanti solo di un paio di lezioni.”

 

Io sbuffai. “Insomma, credete che questa mania di ascoltare Paula finirà da sé.

 

“Certo che sì.” Sorrise Al. “Non è da te fare quello che dicono gli altri. Sei una testona.”

 

Doveva essere un complimento o un’offesa quella?

 

All’improvviso un gran lamento venne da appena fuori dall’Infermeria, tutti e tre ci voltammo spaventati. Qualche secondo dopo Madama Chips, aiutata da Hagrid, reggeva per le braccia James, che aveva il naso completamente ricoperto di sangue e un rigagnolo stava colando giù per il mento. Io mi sentii male alla vista di tutto quel sangue e mi voltai da una parte per non guardare. Al si alzò di scatto in piedi. “James!” disse.

 

Madama Chips preparò il letto e Hagrid vi stese James. “Non preoccupartici, James, ora ci pensa Madama Chips.

 

James annuì tenendosi il naso con le mani e guardò andare via Madama Chips, che spariva dietro lo scaffale delle medicine, e Hagrid che fece un saluto veloce e scappò via. Sembrava stranamente di fretta. Non appena entrambi furono abbastanza lontani, James si voltò sorridente verso di noi.

 

“Ehi.” Disse con un gran sorriso. “Non pensavo di trovarvi tutti qua intenti a bigiare le lezioni. Per cosa fai finta di essere malata, Rose?”

 

Al, che era ancora in piedi, spaventato, lo guardò male. “Sei completamente uscito di senno? Mi hai fatto prendere uno spavento, pensavo che fossi veramente ferito! Hai preso una pasticca dello zio George, non è vero?”

 

James annuì, cercando di tamponarsi il naso. “Sì, ho fatto finta che uno degli Schiopodi di Hagrid mi avesse colpito.

 

“Oh, Jay, sembrava così in colpa!” Mi lamentai io.

 

“Lo so, andrò a scusarmi e gli dirò che non è colpa sua.” Disse in fretta prima che Madama Chips tornasse al suo capezzale.

 

“Ecco, signor Potter, beva questa pozione. Disse offrendogli un bicchiere. “Almeno con questo il sangue si fermerà.”

 

James assunse di nuovo un espressione come se fosse in pena. “Grazie, Madama Chips. Mi farà anche stare meglio? Ho un dolore tremendo.”

 

“Intanto beva questo, al dolore penseremo più tardi. Poi girò i tacchi e se ne tornò via, andando ad occuparsi degli studenti dall’altra parte della stanza.

 

James si voltò di nuovo verso di noi sorridente e alzò il bicchiere. “Beh, alla salute!”

 

Io scossi la testa e Al si passò una mano sulla faccia. “Non cambierai mai.”

 

 

**

 

 

Annuncio ufficialmente che sto totalmente perdendo la condizione del tempo XDD perciò spero di aver fatto prima delle altre volte a postare. Se così non fosse, mi scuso ^^”

 

Ammetto con tristezza che ultimamente ho scritto molto poco, un po’ perché non ho ispirazione e un po’ perché non ho tempo. Spero che mi torni presto la carica necessaria per ricominciare alla grande.

 

Qualcosa comincia a smuoversi trai nostri due protagonisti… senza però che manchino di insultarsi a vicenda. Ce n’è di strada da fare insieme e spero che resterete con me fino alla fine.

 

So, thanks to: ThePirateSDaughter (Vielen danken, tutti quanti aspettavamo un passo falso da Ryan. Scorpius è Scorpius e in quanto tale non può che essere lunatico ^^) Melissanna_ (Ti posso dire con certezza che non hai mai recensito perché ricordo a memoria tutti i nomi di quelli che recensiscono XD ma non è mai troppo tardi per iniziare, soprattutto se pieni di complimenti. Sono d’accordo, ma fare due personaggi spagnoli senza l’accento spagnolo non avrebbe avuto senso) Leuconoee (Non so se dire per fortuna o no, durerà ancora molti capitoli, cercando di non diventare troppo noiosa con l’andare del tempo. Ti dirò la verità, Jesse come ragazzo non mi piace molto, ma mi sembrava molto adatto per interpretare Scorpius XD) Edvige 86 (Senza dubbio Rose è un po’ tarda ad accorgersi delle cose, ma sarà abbastanza discreta via andando. Mica ti devi scusare che recensisci qualche giorno dopo, eh XD) Mariuccia (Ma che è sta mania di scusarvi perché non recensite in tempo? XD Certo che siete buffi! Comunque penso proprio di sì, di tutti gli sfondoni che dice Paula, forse una cosa giusta l’ha detta pure lei) Sif (Ormai vi ho messo in crisi con questo capitolo 14 XDD, se ti può consolare a me piace molto anche il 13, così devi aspettare meno XD d’ora in avanti con i momenti Rose/Scorpius spero ve ne starete più tranquilli e soddisfatti) hele ( Con calma, con calma XD ogni cosa a suo posto a tempo debito, anche se è ovvio che tifiamo tutti Al) Nabiki93 (La cosa che mi fa ridere di più è che sono riuscita a farvi odiare Gill Ryan, è una soddisfazione XDD) PrincipessaGin (Il fatidico capitolo, come lo chiami te, è ancora molto lontano temo… comunque sia non mancheranno momenti Rose/Scorpius d’ora in avanti, su questo ci puoi contare)

 

E un grazie a chi legge senza recensire. Besitos, zia Funkia

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Capitolo 13
*** 13. I suck at keeping secret ***


Per il resto della settimana continuai ad osservare Malfoy, qualunque cosa facesse

                             DON’T TELL DAD

 

                        13. I suck at keeping secrets

 

 

Lysander

Per il resto della settimana continuai ad osservare Malfoy, qualunque cosa facesse. Per fortuna, nessuno oltre Vanessa sembrava essersi accorto di questa mia ossessione e per sfortuna non ero ancora arrivata ad un punto da poter trarre delle conclusioni. Di certo non mi sarei mai sognata di andare da Paula a dirle che forse aveva ragione.

 

Io e Vanessa stavamo oziando in Sala Comune, o per meglio dire stavamo bigiando la lezione di Storia della Magia. Io mi ero spaparanzata sul divano, leggendo il libro della Sezione Proibita, mentre Vanessa stava distesa sul tappeto davanti al caminetto sfogliando una rivista.

 

James e Fred stavano giocando a Sparaschiocco in un tavolo vicino alla finestra e con un orecchio teso sentii che parlavano di Quidditch ma non sembravano entusiasti come sempre.

 

Vanessa sbadigliò e si voltò verso di me. “Pensi che Ruf si sarà accorto che manchiamo?”

 

Io posai il mio libro sulle gambe e mi grattai la testa. “In realtà dubito che ci faccia caso. E se anche fosse, chi se ne importa.”

 

Vanessa mi fissò immobile. “Sai, ultimamente sei più strana del solito. Sicura che Paula non ti abbia fatto bere qualcosa di strano?”

 

“Non accetterei mai niente da bere da Paula.” Dissi, facendo una smorfia. “E non sono strana. Non io, almeno. E’ Malfoy che…”

 

Vanessa non lasciò che terminassi la frase. “Ancora con Malfoy? Rose, sta diventando un’ossessione!”

 

“No, non è vero.” Mentii io senza fare una piega. Era vero, stavo diventando pazza, era diventata una vera e propria ossessione.

 

“Senti Rose, non sono il tipo che va a fare la predica alle amiche.” Iniziò Vanessa mettendosi a sedere sul tappeto. “Ti ho sempre lasciato fare tutto quello che volevi, anche se era una cosa stupida. Ma adesso stai esagerando.”

 

Io posai di nuovo gli occhi sul libro facendo finta di nulla. “Non sto facendo niente di male.”

 

Lei sbuffò. “Mi spiace ammetterlo, ma Malfoy non è così stupido. Se ne accorgerà.”

 

“E perché dovrebbe? Tu in tutti questi mesi non ti sei mai accorta che Al è innamorato di te.”

 

 

Ci vollero diversi secondi prima che l’informazione arrivasse al mio cervello e mi rendessi conto di cosa avessi seriamente detto. E soprattutto a chi.

 

Alzai la testa di scatto, Vanessa era rimasta immobile e mi fissava con i suoi grandi occhi verdi. Per un tempo che mi sembrò eterno nessuna di noi si mosse, continuammo a fissarci stupidamente cercando qualcosa da dire.

 

Vanessa fu la prima. “Che cosa?” disse in un sussurro.

 

Io mi passai una mano sulla faccia, tolsi il libro dalle gambe e sospirai. “Sono un’idiota!” dissi più a me stessa che a lei. “Se Al sapesse che te l’ho detto mi staccherebbe la testa, quindi ti prego, Vì, ti prego non dirglielo!”

 

Lei sembrò sempre più basita. “Al… è stato lui a dirtelo? Da quanto lo sai?”

 

Io feci la vaga. “Da un po’.”

 

Vanessa abbassò la testa, ma quasi subito la tirò di nuovo su trattenendo il fiato. “E’ per questo che ha picchiato Gill? E’ per questo che si è arrabbiato così tanto?”

 

Io annuii. “Sì, Vanessa, però abbassa la voce…”

 

E Vanessa si calmò ed io tornai tranquillamente a leggere il mio libro sul divano come se niente fosse successo.

 

Avrei tanto voluto che fosse andata così, ma non sono mai stata una persona fortunata.

Il buco del ritratto si aprì e per mio terrore ne entro Al, tutto allegro e frizzante. Mandai un’occhiata nervosa a Vanessa, che sembrava stesse per soffocare, e tornai a guardare Al che si diresse verso di noi spumeggiante.

 

“Ehi! Ho notizie grandiose, non crederete mai… tutto bene?” Disse fermandosi a fissare Vanessa con un certo riguardo.

 

Vanessa arrossì dalla testa ai piedi, cercò di raccogliere le riviste che aveva sparso per il tappeto, un po’ goffamente, e si alzò in piedi. “Sì, sì, tutto bene solo che adesso…” Guardò Al e cominciò ad andar via. “Devo proprio andare.”

 

Al alzò un sopracciglio e la guardò andare via sorridendo. Abbassò lo sguardo divertito verso di me. “Ma che le prende?” Io mi morsi un labbro guardandolo colpevole, il sorriso di Al svanì piano piano dalle sue labbra. “Gliel’hai detto?! Rose, non posso crederci! Gliel’hai detto?!”

 

Io abbassai la testa, non avevo il coraggio di guardarlo in faccia. “Mi dispiace, Al, è stato un incidente…”

 

“Un incidente?” Chiese incredulo. Si passò una mano sulla faccia. “Rose… io… mi hai fatto fare la figura dell’idiota! Adesso non avrà neanche il coraggio di rivolgermi la parola! Grazie tante, Rose, fino ad ora era stata una bella giornata.”

 

Mi sentivo un verme, non solo ero una pessima attrice ma stavolta me l’ero proprio lasciata sfuggire come una stupida. “Mi dispiace così tanto, Al.”

 

Lui sospirò. “Lascia perdere.” Disse. “E’ una bella giornata e voglio che rimanga tale.”

 

D’un tratto ricordai che prima della mia avvilente notizia, Al era entrato nella stanza con l’umore alle stelle. “Giusto, cos’è che volevi dirci?”

 

Al fece una smorfia. “Hai intenzione di ascoltarmi stavolta o te ne andrai come al solito?” Lo guardai male. “D’accordo, scherzavo. Comunque ho notizie grandiose, James è stato messo in punizione per due settimane!”

 

O Al era uscito di senno o ero io che non avevo capito bene. Forse ero ancora sbigottita per quello che era appena successo. Lo fissai aspettando che continuasse, ma lui rimase fermo continuando a sorridere. “Ehm…” dissi io. “… ed è una novità perché…?”

 

“Non è una novità.” Disse semplicemente. “E’ che stavolta la McGrannitt gli ha proibito di giocare a Quidditch per tutta la durata della sua punizione. Il che lascia la squadra dei Grifondoro senza un cercatore…”

 

Mi stavo perdendo. “E sei contento perché sai che i Grifondoro perderanno alla prossima partita?”

 

“Pronto, Rosie?” Disse ridacchiando. “Io sono il nuovo cercatore. Io sostituisco James nella prossima partita.”

 

Per un attimo mi sentii come se qualcuno mi avesse dato un bolide in testa. Fissai Al a bocca aperta per quella che mi sembrò un’infinità prima di riuscire a dire qualsiasi cosa. Anche se non sapevo bene cosa dire. Insomma, da quando ad Al interessava giocare a Quidditch?

 

“Sei…” dissi. “Ma come? Quando?”

 

Al gonfiò il petto. “James è venuto a chiedermelo di persona proprio questa mattina.”

 

Io sorrisi e gli saltai al collo. “Oh Al è magnifico! Credo. Cioè, da quando ti interessa il Quidditch?”

 

“Non mi interessa.” Disse lui scrollando le spalle. “Ma ci sono due cose che mi fanno sentire magnificamente. Numero uno: la prossima partita è contro i Serpeverde e sai chi è il cercatore dei Serpeverde?”

 

Oh, sì che lo sapevo. “Gill Ryan.”

 

“Esattamente.” Fece Al con un nuovo lume negli occhi. “Numero due: James mi ha praticamente pregato di sostituirlo e James non ha mai elemosinato niente da me. E’ stato uno spettacolo davvero molto piacevole.”

 

“Numero tre.” Aggiunsi io. “Le ragazze vanno pazze per i giocatori di Quidditch.”

 

Al mi fissò un po’ perplesso. “A questo non avevo pensato.”

 

Rielaborando le parole di Al mi venne in mente una cosa. “Hai detto che giocherai contro i Serpeverde, vero? Scorpius Malfoy è nella squadra o mi sbaglio?”

 

Al annuì. “Giocheremo sabato prossimo.” Disse. “Verrai, non è vero?”

 

“Certo!” dissi un po’ troppo in fretta. “Non potrei perdermela per niente al mondo. Sabato prossimo.”

 

Al alzò le sopracciglia e mi fissò strano. “Non sei mai andata ad una partita e ora hai tutta questa voglia di andarci. Ci vieni per vedere me o per Malfoy?”

 

Avevo sentito bene?

 

“Cosa?!” dissi shockata. “Cosa diavolo c’entra Malfoy?” C’entrava eccome, ma lui come poteva saperlo.

 

“Sai, prima che tu combinassi un casino e Vanessa smettesse di parlarmi, mi ha raccontato della tua nuova ossessione. E mi ha anche detto che è per quello che ti sei fatta ricoverare in Infermeria una settimana fa.”

 

“Pettegola.” Dissi tra me. “Beh, è ovvio che ci vengo per te.”

 

Al rise. “Sì, e io vincerò 400 a 0 sabato. Senti, Vanessa era preoccupata ma a me sinceramente non interessa. Penso che sia una cosa stupida, ma so anche che non c’è modo di farti cambiare idea fino a che tu stessa non ci avrai sbattuto la testa. Quindi, vieni pure a vedere Malfoy sabato.”

 

Incrociai le braccia al petto. “C’è un modo per convincerti che non vengo per lui?”

 

“No.”

 

Sospirai. “Lo sospettavo.”

 

 

**

 

 

Da quando Vanessa era letteralmente fuggita via quella mattina, non l’avevo più vista. Pensavo che l’avrei trovata in Sala Grande per l’ora di pranzo, ma al tavolo dei Grifondoro non c’era. In compenso vidi Gaby e Sol che stavano pranzando e, dato che avevo capito che ormai Vanessa non si sarebbe presentata, decisi di pranzare con loro.

 

Con discrezione mi guardai intorno, cercando tra i tavoli quando finalmente scorsi una chioma platinata. Malfoy era seduto tra due dei suoi amici, o scagnozzi, senza mangiare. Fissava il piatto pieno con insistenza ma non accennava a muoversi. Senza preavviso alzò lo sguardo e per qualche secondo i nostri occhi si incrociarono.

 

Voltai subito la testa ma dato che stavo camminando senza guardare, non mi accorsi che una persona veniva verso di me e ci andai a sbattere contro.

 

“Ahi!” Era la voce di Lily. “Rose, che stai combinando?”

 

Io, che ero sbalzata un po’ indietro per il contraccolpo, mi avvicinai un po’ tenendomi la pancia dolorante. “Scusami, non ti avevo proprio vista.”

 

Lily si soffiò via i capelli dalla faccia e mi guardò tra lo scocciato e il divertito. “Lo credo bene, stavi guardando da un’altra parte. Chissà dove poi. E’ un ragazzo, vero?”

 

“No,” mentii io. “Stavo solo… mi guardavo intorno, così. Era tanto che non guardavo la Sala Comune e…”

 

Lily rise. “Sei sempre stata una pessima attrice, Rosie.” Disse. “Fammi sapere come va a finire questa storia.”

 

Io sospirai e annuii afflitta. Dovevo seriamente imparare a dire bugie migliori, o la mia vita sarebbe stata un inferno. Avevo combinato un casino tra Al e Vanessa, e mancava solo che combinassi un casino anche della mia vita.

 

Mi sedetti davanti alle gemelle con aria afflitta. “Ciao.” Dissi.

 

Loro mi guardarono un po’ perplesse. “Todo bién?” Chiese Gaby.

 

“Più o meno.” Mi morsi un labbro. “Qualcuna di voi ha per caso visto Vanessa ultimamente?”

 

Tutte e due fecero di sì con la testa. “Era in biblioteca.” Disse Sol. “Nos ha dicho lo che è successo con Al. Era un poquito shockata.”

 

Io mi lasciai scivolare sul tavolo e affondai la testa tra le braccia, afflitta. “Lo so, ho combinato un disastro. Sto cominciando a diventare come Paula, non riesco a tenermi una cosa per me. Se dovete confidarmi qualcosa, non fatelo.”

 

“Rosie, che estàs diciendo?” disse Gaby scandalizzata. “Nadie es como Paula. Nessuno.”

 

“Mi avete chiamato?”

 

Io spalancai gli occhi fissando terrorizzata le gemelle. Loro ricambiarono lo sguardo. Paula era appena comparsa alle mie spalle con la sua solita voce stridente. Mi voltai verso di lei con un sorriso.

 

“Ehi, Paula.”

 

Lei sorrise. “Di cosa stavate parlando?”

 

De lo bueno que serìa atarte y ahogarte en el lago.” Fece Sol continuando a sorriderle come se niente fosse, ma dubito che avesse detto qualcosa di carino.

 

Paula inarcò le sopracciglia. “Prego?” per fortuna Paula non capiva assolutamente nulla di spagnolo.

 

“Di come sarebbe bello fare una gita sul lago.” Fece Gaby sorridendo sforzatamente.

 

“Come mai Vanessa non è con voi? E’ tutto il giorno che non la vedo, le è successo qualcosa?” Io impallidii, Paula era in cerca di gossip e io non avrei dovuto aprire bocca o avrebbe scoperto tutto.

 

“Sta male.” Disse Sol.

 

Paula storse il naso. Non l’aveva bevuta. Puntò lo sguardo su di me. “Te ne sai nulla, Rose?”

 

Scossi la testa freneticamente. “No, l’ho vista solo stamattina ma poi è fuggita in Infermeria. Doveva stare proprio male.”

 

Paula si portò le mani sui fianchi, sospettosa. “E non sei passata a trovarla.”

 

“Certo che sì.” Dissi io cercando di essere sicura di me. “Non ti sei accorta che mancavo a Storia della Magia? Ho bigiato la lezione per passare da lei.”

 

Paula sembrò ricordarsi all’improvviso. “Oh, è vero. Ricordo di aver notato che non c’eravate e infatti l’ho detto anche al Professor Ruf. Dovrò andare da lui e dirgli che Vanessa è in infermeria, allora.” Disse. “Ci vediamo dopo.”

 

Noi continuammo a sorridere fino a che non fu abbastanza lontana, poi mi voltai verso le gemelle sussurrando tra me. “Spiona.”

 

Le gemelle mi guardarono seriamente preoccupate. “Rosie, se Ruf se va seriamente en infermeria y no ve a Vanessa…”

 

“Questo è l’ultimo dei miei pensieri, davvero.” Dissi sospirando. Lanciai un’occhiata fugace al tavolo dei Serpeverde e notai che anche Malfoy mi stava lanciando occhiate di soppiatto. Distolsi lo sguardo, imbarazzata. “Ci venite alla partita sabato prossimo?”

 

Loro si guardarono come se fossi uscita di senno. “Desde quando te vas a le partite?”

 

Vanessa tenìa razòn, Gaby. Rose està loca.”

 

Io le guardai semplicemente. “Non sono pazza. Ci vado solo perché Al giocherà nella squadra. James è in punizione, e Al prenderà il suo posto.”

 

“Oh.” Disse Gaby prima di voltarsi verso Sol. Puès que te habìa dicho? Està muy bién.

 

“Sto benissimo.” Tagliai corto. “Ci venite o no?”

 

Gaby annuì. “Va bene.”

 

Mi alzai dal tavolo passandomi una mano sulla tempia. “D’accordo, adesso vado. Ci vediamo più tardi ragazze.”

 

“Rose!”

 

Stavo per andarmene via ma le gemelle mi richiamarono indietro. Mi voltai. “Sì?”

 

Sol alzò un sopracciglio. “Tu pranzo?”

 

Ero così sulle nuvole che avevo dimenticato di non aver nemmeno toccato cibo. Feci una smorfia e sospirai. “Non credo che mangerò, mi è passata la fame. Se vedete Vanessa ditele che la sto cercando per favore.”

 

Loro annuirono ed io me ne andai per la mia strada senza sapere dove stavo andando. Continuai a camminare senza meta fino a non so quando, vagai come una sonnambula fino a che non mi accorsi che faceva freddo e alzando gli occhi mi resi conto di essere uscita nel parco in mezzo alla neve. Abbassai lo sguardo per fissarmi i piedi, ma erano completamente immersi nella neve.

 

“Rose, che stai facendo?”

 

La voce preoccupata di Neville arrivò alle mie spalle e prima ancora che potessi girarmi un mantello ricopriva le mie spalle, riparandomi un po’ dal freddo. Neville mi fissò perplesso, come se non mi riconoscesse nemmeno. Io cercai qualcosa di intelligente da dire, ma al momento ero fuori fase.

 

“Fa freddo.” Dissi.

 

Neville sospirò e mi posò una mano dietro la schiena. “Vieni, andiamo nelle serre.”

 

Lo seguii senza fare storie, come un cagnolino ubbidiente, e presto entrammo nella serra, dove per mia fortuna faceva un caldo pazzesco. Adesso capivo perché Neville era quasi sempre vestito con solo una camicia.

 

Mi fece sedere su un panchetto vicino alla cattedra, dove invece si sedette lui. “Mi vuoi dire cosa c’è che non va?”

 

Io ci pensai un po’ su, non sapevo proprio da dove cominciare. “Beh, c’è una bella confusione.”

 

“Dove?” Chiese lui.

 

“Nella mia testa.” Ammisi. “Sono una pessima amica e pure una pessima cugina. E anche una pessima studentessa. Stamani ho bigiato una lezione e non me n’è pure importato nulla. E ho combinato un casino tra Al e Vanessa. Sarebbe stato meglio se fossi andata a lezione.”

 

Neville si grattò la testa, incerto. “Capisco.” Ma non dava l’impressione di aver capito. “Cosa succede tra Al e Vanessa?”

 

“Purtroppo un bel niente!” Saltai su io. “Al si è preso una cotta per lei, allora io avevo giurato di non dirle niente perché lei stava con Gill Ryan, poi Gill Ryan l’ha mollata e non era il momento giusto per dirle una cosa del genere ma stamattina senza pensare l’ho tirato fuori così adesso lei sa di Al e sta cercando di evitarlo.”

 

“Oh.” Fece lui annuendo. “Adesso capisco. Non preoccuparti, Rosie, è una situazione momentanea. Vanessa si sente solo un po’ in imbarazzo, ma tornerà tutto come prima.”

 

Io sospirai solenne. “Speriamo.”

 

Neville ridacchiò ed io mi voltai a guardarlo. “Al cotto di Vanessa, questa la devo proprio dire ad Harry…”

 

Io alzai un sopracciglio. “Guarda che non ti faccio certe confidenze perché tu lo vada a dire ai nostri genitori, sai?”

 

Neville arrossì e si schiarì la gola. “Lo so, lo so… ma proprio non resisto alla tentazione!”

 

 

**

 

 

Dopo aver lasciato Neville ed essermi assicurata che tenesse la bocca chiusa, tornai al Dormitorio. La Sala Comune era quasi vuota, c’erano solo Fred e Al che parlavano sottovoce di tattiche di Quidditch. Io lanciai uno sguardo fugace ad Al, che era troppo assorbito dalla conversazione, e salii su per le scale. Non appena aprii la porta mi ritrovai davanti Vanessa.

 

“Oh, sei qui.” Dissi.

 

Lei si portò una mano al cuore. “Oddio, Rose, meno male sei tu. Pensavo che fosse…” si frenò e si morse un labbro.

 

Io alzai un sopracciglio. “Pensavi che fosse Al? No, sono sicura che anche lui si sente troppo in imbarazzo per venire fin quassù a dichiararsi. E comunque Al non ha mai morso nessuno.”

 

Vanessa si sedette sul bordo del suo letto e si morse un labbro. “Le gemelle mi hanno detto che mi cercavi ma io non me la sentivo proprio di scendere. Lo so che è una cosa stupida, ma mi sento veramente un’idiota.”

 

Andai a sedermi accanto a lei. “Perché dovresti sentirti un’idiota?”

 

Sospirò. “Perché Al ha sempre passato un sacco di tempo con noi ed io non mi sono mai accorta di nulla. L’ho sempre etichettato come ‘tuo cugino’ e trattato come tale.”

 

Io feci una smorfia. “Se ti può consolare nemmeno io mi ero accorta di nulla.” Dissi. “Non pensi che potresti dargli una chance?”

 

Vanessa arrossì a dismisura e si alzò in piedi cominciando a fare su e giù per la stanza. “Beh, io non lo so. Insomma, è strano pensare ad Albus in certi termini. E’ tuo cugino.”

 

“Ma non lo trovi neanche un po’ carino?” Azzardai io.

 

Lei sospirò. “Non lo so… è strano… non è che lo trovi brutto, però…”

 

Alzai le mani. “D’accordo scusa, non voglio metterti ulteriori pressioni. Facciamo come se non fosse successo niente, ok? Le cose si rimetteranno a posto da sole vedrai.”

 

Vanessa annuì. Si morse un labbro. “Quando sei tornata da Hogsmeade e mi hai detto… ti stavi riferendo a me, allora, ero io la ragazza di cui parlavi.”

 

Io annuii. “Non potevo dirtelo.”

 

“Lo so.”

 

“Però poi l’ho fatto lo stesso.” Dissi ripensandoci.

 

Vanessa abbozzò un sorriso. “Lo so. Perché sei una frana.”

 

“Paula pensa che io ed Al stiamo insieme.”

 

“Che cosa?” Chiese Vanessa shockata. Poi scoppiò a ridere di gusto, reggendosi la pancia. “No, seriamente, Rosie! Ma non era lei che diceva che tu sei destinata a Malfoy?”

 

Il nome di Malfoy mi fece sussultare un po’. “Sì, ma da quando prima di Natale mi ha visto con Al ad Hogsmeade si è messa in testa che usciamo insieme. Certo, spera che ci lasciamo presto e che dichiari il mio amore a Malfoy.”

 

Lei fece una smorfia. “Non so cosa sia più improbabile, Rosie, che tu ti metta con Al o che dichiari il tuo amore a Malfoy.”

 

Mi appoggiai con i gomiti sulle ginocchia e sospirai. “Quando avevo cinque anni ho chiesto a papà se potevo sposarlo. Probabilmente è stata la cosa più intelligente da fare, almeno lui mi avrebbe amato incondizionatamente.”

 

Vanessa rise. “Io mi sposerei con tuo padre. E’ divertente.”

 

“Anche Al lo è.” Feci subito io. Vanessa mi guardò male. “Ok, la smetto.”

 

“Direi che per oggi le parole Al, Paula e Malfoy sono taboo, ci stai?”

 

Annuii afflitta. “Non potrei essere più d’accordo.”

 

 

**

 

 

Finalmente per la gioia di alcuni di voi (sì, Sif, mi riferisco a te XD) è stato pubblicato anche il capitolo 13, che insieme al 14 era quello più sognato XD

E finalmente Vanessa apre gli occhi, aiutata da Rose, e scopre di Albus. Ci saranno sviluppi? Speriamo!

 

Vi ringrazio tutti per le recensioni e le letture anonime, siete la mia forza e la ragione per cui continuo a scrivere, mi piace leggere pareri, sogni e aspettative. Grazie.

 

Leuconoee: Ad una ragazza per Lysander sinceramente non avevo proprio pensato XD l’ispirazione un po’ è arrivata, ma continua perché ancora non sono completamente in forma, anche se posso dire che ci daremo una svegliata ma sicuramente le cose non saranno facili

Kokylinda2: Ti ringrazio moltissimo per i complimenti! Non posso dirti con certezza con che frequenza aggiorno, cerco di mantenere un ritmo di una settimana, una settimana e mezzo ma a volte capita che ritardi

Edvige86: Ma sai, alla fine credo che per offendere qualcuno seriamente tu lo debba proprio odiare, mentre questo tra Rose e Scorpius non accade, c’è solo un’antipatia portata avanti col tempo. Si insultano per abitudine, alla fine XD

Mariuccia: Rose ha solo cominciato a diventare pazza XD ancora ne dovrà passare, ma prima o poi ascolterà anche l’elefante

Sif: Spero che almeno per ora sarai soddisfatta XD anche se qualcosa mi dice che finchè non leggerai il capitolo 14 non ti metterai l’anima in pace…da lettrice, prima di autrice, so cosa vuol dire aspettare un capitolo. Momenti Rose/ Scorpius pioveranno d’ora in poi.

Nabiki93: Non ti preoccupare, per fortuna di solito non visualizzo le recensioni per capitolo ma per data ^^ arriverà il momento in cui Rose ascolterà sia Lysander, che Paula, che l’elefante XD

Hele: Ricordiamoci che James è pur sempre nipote di suo nonno, malandrino fino all’anima XD mi hai fatto venire in mente che dovrei aggiornare la mia pagina ma sono sempre pigra… sono nata nel 1989 comunque

PrincipessaGin: Prego XD ed è vero, alla fine Rose ammattirà del tutto con tutte queste pulci, voci, elefanti e quant’altro

ThePirateSDaughter: ahah mi fai morire, ora vi faccio entrare una crisi d’identità anche a voi. Non sappiamo quanto Paula possa avere ragione, ma sicuramente un po’ di ragione ce l’ha, anche se è un’idiota XD mi piace molto scrivere su Rose e Scorpius, sono due dei personaggi più divertenti da raccontare

 

Vi saluto come sempre un po’ di corsa, prima o poi a forza di correre mi mancherà il fiato

Zia Funkia <3

 

Ps_ Oh, dimenticavo, buon san Valentino a tutti, anche se io odio questa festa nonostante sia accoppiata XD

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** 14. Qui- qui- quidditch ***


Camminavo lungo il corridoio di notte

                            DON’T TELL DAD

 

                         14. Qui- qui- quidditch

 

 

gill

Camminavo lungo il corridoio di notte. Avevo di nuovo una ronda notturna da fare, nonostante avessi un sonno pazzesco. In più era freddo. Avevo messo un maglione pesante e il mantello invernale, ma continuavo a tremare. Era la fine di gennaio e nel parco, in qualche posto dove batteva poco il sole, c’era ancora qualche sprazzo di neve.

 

Guardai l’orologio al polso, erano quasi le due e mezzo. Avrei tanto voluto fermarmi in una classe vuota e dormire fino al giorno dopo. Un improvviso fruscio alle mie spalle mi fece drizzare le orecchie. Mi voltai di scatto ma il corridoio era vuoto.

 

“Sto diventando pazza.” Farfugliai tra me.

 

“Sei davvero sulla buona strada.”

 

Sobbalzai così tanto dalla paura che mi lasciai anche scappare un urletto. Qualche quadro addormentato mi rimproverò, esortandomi al silenzio. Mi portai una mano al cuore fissando spaventata e basita Malfoy che mi fissava con un sorrisino divertito.

 

“Che diavolo stai facendo a quest’ora per i corridoi da solo?” Chiesi io quasi arrabbiata.

 

Malfoy alzò un sopracciglio e incrociò le braccia al petto, guardandomi serio. “Ti seguivo. E’ l’unico momento in cui posso parlare con te senza avere orecchie indiscrete nel giro di un metro. si può sapere che diavolo vuoi?”

 

Ricapitolando, mi aveva seguito tutto questo tempo durante la ronda aspettando che fosse abbastanza tardi e tutti gli studenti fossero a letto e poi mi chiedeva che cosa volessi io?

 

“Prego?” Chiesi abbastanza perplessa.

 

Lui sbuffò e si avvicinò di qualche passo. “Non trattarmi come se fossi un idiota, Weasley, perché non lo sono affatto. Credi davvero che non mi sia accorto che da una settimana a questa parte non fai che seguirmi con lo sguardo? Si può sapere cosa diavolo vuoi?”

 

Accidenti, se n’era accorto. E adesso cosa avrei inventato?

 

Mi schiarii la gola. “Non ho proprio idea di cosa tu stia parlando, Malfoy. Magari sei solo paranoico.”

 

Lui annuì incrociando di nuovo le braccia al petto. “Ho capito. Quindi è una pura coincidenza che un paio di giorni fa tu sia andata a sbattere contro alla piccola Potter perché eri troppo impegnata a guardare quello che stavo facendo?”

 

Vanessa aveva ragione, avevo dato troppo poco credito a Malfoy. Cercai in fretta qualcosa da dire per non farci la figura dell’idiota.

 

“Una mia compagna di dormitorio ti trova carino.” Sputai lì. Lui inarcò le sopraciglia. “E dato che io non so davvero cosa ci possa trovare in uno come te, ti osservavo cercando di capire. Ma non credo che ci riuscirò mai.”

 

“Non c’è da sorprendersi.” Fece lui tagliente. “Mi stupirei del contrario. Tu non vai bene a scuola perché sei intelligente, Weasley, ma perché hai una buonissima memoria. Ma a volte imparare dei testi a memoria non basta.”

 

“Perché non chiudi quella bocca e torni nel tuo igloo, Malfoy. E’ l’unico ambiente che ti permette di tenere costante la tua temperatura.”

 

Malfoy esitò. Fece un altro passo avanti e mi guardò dall’alto. “Me ne vado, ma non prima di averti detto quest’ultima cosa.” Disse. “Smettila di farti gli affari miei!”

 

Adesso mi stavo davvero arrabbiando. Battei un piede per terra serrando i pugni. “Proprio tu parli! Sto morendo di sonno e ho freddo e devo fare questa stupida ronda e tu hai la brillante idea di seguirmi fino a quest’ora e farmi la predica! Perché non cominci tu a farti gli affari tuoi?”

 

Lui tirò su col naso e mi fissò immobile. “E’ snervante essere spiati tutto il giorno.”

 

“Beh, è snervante essere spiati anche tutta la notte!”

 

Qual era il punto, io avevo comunque torto e lo sapevo bene. Ma per qualche motivo non potevo concedergliela vinta, non dovevo. Avevo il sacrosanto dovere di passare dalla parte della ragione anche quando avevo torto marcio.

 

Malfoy si tirò indietro di qualche passo e sbuffò una risata scotendo la testa. “Sei incredibile, Weasley, vorresti avere ragione anche stavolta.”

 

Io distolsi lo sguardo. “Seriamente, Malfoy, ho sonno e non ho voglia di sprecare altro tempo.”

 

“Domani è sabato.” Disse lui.

 

Nella mia testa scattò qualcosa come una molla. “La partita.” Sussurrai tra me.

 

Malfoy alzò un sopracciglio e mi guardò strano. “Quello che intendevo dire è che si può dormire fino a tardi domani.” Disse lui. “Ma sì, c’è pure la partita. Da quando ti interessi al Quidditch?”

 

“No, ci vengo solo perché Al… ma perché ti sto dando delle spiegazioni?” Feci io rendendomi conto che stavo avendo una conversazione civile, o quasi, con Malfoy. “Ci vengo e basta! A te cosa importa?”

 

“Un bel niente.” Rispose lui glaciale come al solito. “E sai che ti dico? Me ne vado a letto.”

 

Merlino, se lo odiavo!

 

 

**

 

 

La mattina dopo mi presentai in Sala Grande che erano quasi le nove. La partita sarebbe stata alle dieci e volevo essere sicura di arrivare in tempo. Non ricordavo neanche quando fosse stata l’ultima volta che avevo assistito ad una partita di Quidditch, forse avevo dodici anni. Vanessa era scesa con me e continuava a mordersi furiosamente il labbro.

 

Non avevo mai visto la Sala Grande così affollata di sabato mattina, probabilmente proprio perché non assistevo mai alle partite. Sembravano tutti impazziti, chi si era dipinto la faccia di rosso e oro, chi portava striscioni verdi e argento. Io guardai Vanessa sconvolta. Velocemente andammo a sederci al nostro tavolo, Al ci sedeva di fronte.

 

“Ehi.” Dissi con un sorriso. “Nevoso?”

 

Al aveva uno strano colorito verdognolo. Era già cambiato nella sua divisa, o forse era quella di James, ma non sembrava stare affatto bene. Mi fissò sconvolto. “Non posso farlo, Rosie.”

 

“Cosa?” Era diventato pazzo? “Certo che puoi, perché non dovresti?”

 

Sospirò. “Perderemo. Non prenderò mai il boccino.”

 

Vanessa arrossì un po’ sulle guance e si schiarì la voce senza guardarlo. “Beh, magari… magari la fortuna del principiante, insomma…”

 

Normalmente Al sarebbe arrossito solo guardando Vanessa, ma quella mattina era talmente bianco e nervoso che si limitò a fissarci senza espressione. Io lo scossi per un braccio. “Vanessa ha ragione, Al! E se James ha chiesto a te di sostituirlo doveva avere un valido motivo, no?”

 

Al annuì. “Tre delle sue riserve sono state messe in punizione con lui.”

 

All’improvviso, come se fosse apparso dal nulla, James batté una forte pacca sulla spalla di Al che venne in avanti per il colpo. “Ehilà, campione!” Esclamò tutto allegro. “Vedi di farmi fare bella figura e non farmi pentire di averti chiesto di giocare, ok?”

 

Al diventò ancora più verde.

 

“Ehm, James… non credo che stia tanto bene.” Dissi io.

 

James fissò per bene Al. “Che ti prende?”

 

Al sospirò. “Sono una frana, Jay, non vinceremo mai. Sarò la causa della perdita di questa partita. Non posso giocare.”

 

James lo guardò ancora qualche secondo e poi sospirò. Si sedette sulla panca a fianco a lui e si guardò intorno, controllando che nessuno potesse sentirlo. “Senti, adesso ti dirò una cosa ma devi promettere di non dire a nessuno che queste parole sono uscite dalla mia bocca.” Al annuì. “Io ti ho scelto perché io credo in te. So come giochi, ho giocato con te fin da quando ero bambino e tu puoi farcela. Sei un Potter. Quindi va’ e spaccali tutti!”

 

Al lo fissò un po’ frastornato. “Tu… cosa?”

 

Io presi in mano la situazione. “Beh, hai sentito, no?” Feci io ad Al. “Alzati e vai al campo!”

 

Al passò lo sguardo da me a James, poi si alzò di scatto e corse via, in direzione del campo da Quidditch. Io mi voltai verso James che sorrideva soddisfatto.

 

“E’ stato bello quello che hai detto.”

 

James si voltò e mi sorrise. “Oh sì.” Fece. “Ma non dire ad Al che in realtà gliel’ho chiesto perché non avevo nessun altro da far giocare. Ci vediamo giù al campo.”

 

E se ne andò seguendo la scia di Al. Mi voltai verso Vanessa che mi fissava afflitta, io allargai le braccia. “Beh, adesso cos’è quella faccia? Devi giocare anche tu e non me l’hai detto?”

 

Vanessa scosse la testa e sopirò, poi mandò un’occhiata alle sue spalle. “No, Rosie.” Mi voltai anche io, stava fissando il tavolo dei Serpeverde. “Non vinceremo mai. Sono sicura che Gill si vorrà vendicare di Al e lo farà umiliandolo davanti a tutti.”

 

“Certo che sei ottimista.” Feci io inarcando un sopracciglio. “Potremmo anche vincere, lo sai?”

 

Lei scosse di nuovo la testa. “No, non possiamo.”

 

Io lo guardai stufa. “Si può sapere cosa ti fa pensare che per niente al mondo Al riuscirà a battere Gill?”

 

“Perché Gill è stato nominato per tre anni di seguito miglior giocatore di Quidditch della scuola.” Fece lei tornano a guardarmi. “Ecco perché. Non fraintendermi, vorrei tanto che Al vincesse e gli desse una lezione, ma le nostre speranze sono al minimo.”

 

“Oh.” Feci io. Non ne sapevo proprio nulla di Quidditch. Non sapevo nemmeno che si ricevessero premi speciali, oltre che alla Coppa. Certo questo spiegava la presenza di una Stanza dei Trofei nella scuola. Non che io l’avessi mai vista, di solito ci capitavano solo i ragazzi in punizione, e dato che io non avevo mai ricevuto una punizione ne avevo solo sentito parlare.

 

Ero ancora voltata verso il tavolo dei Serpeverde e, senza troppa fatica data la platinata pettinatura che emetteva luce da sola, vidi Malfoy che si alzava e si incamminava in direzione del campo, con già addosso la sua divisa. Io saltai su di scatto e mi voltai nervosamente verso Vanessa.

 

“Dovremmo andare al campo, forse dovremmo prepararci, magari qualcuno ci ruba tutti i posti e non riusciremo a vedere niente. E’ meglio avviarsi.”

 

Vanessa mi guardò sospettosa. “Stai di nuovo parlando a macchinetta.”

 

“Io? No!”

 

“Sì, invece, lo stai facendo anche adesso.” Mandò uno sguardo al tavolo dall’altra parte della Sala e chiuse gli occhi. “Dio, Rosie, la vuoi smettere con questa storia! Se ne accorgerà, per la miseria!”

 

Io arrossii, non osavo pensare alla sera precedente. “L’ha già fatto.” Ammisi.

 

Vanessa si voltò velocemente verso di me. “Che?”

 

Io annuii. “Ieri notte, mi ha seguita mentre facevo la ronda e mi ha chiesto cosa volessi da lui. Io ovviamente ho inventato una cosa stupida, e per ora sembra essersela bevuta. A dire il vero non sembrava essersela bevuta, ma lo rigirata in modo tale che pensasse che fosse lui ad essere in torto.”

 

“Ma non mi dire, adesso fai pure del terrorismo psicologico.” Disse Vanessa fissandomi con una smorfia. “Quando ti renderai conto che tutta questa storia è semplicemente ridicola?”

 

Io la guardai senza battere ciglio. “Mi ha seguito tutta la notte.”

 

Lei sospirò. “Questo vuol dire che è pazzo, non che si sia preso una cotta per te.”

 

Guardai l’orologio al polso. “In ogni caso è tardi, e dovremmo davvero avviarci alla partita. Gaby e Sol ci aspettavano giù al campo.”

 

Vanessa si alzò. “Ottima scusa per cambiare discorso.” Mi superò e si incamminò verso lo stadio. Io la seguii in silenzio, sapevo che si stava arrabbiando, faceva sempre così quando qualcosa non le andava a genio. E sapevo che non le andava affatto a genio che sprecassi tutte le mie energie su un Malfoy.

 

Lo stadio era già gremito di studenti e prima di salire su per la nostra torre, passammo a salutare Al negli spogliatoi. Era sempre più verde e sembrava che avesse bisogno di vomitare. James e Fred erano al suo fianco e cercavano di rassicurarlo, ci defilammo subito dato che non tirava aria.

 

Risalimmo la torre dei Tifosi dei Grifondoro e a metà strada trovammo le gemelle con Vincent che ci salutò allegramente.

 

“Ehilà.”

 

Lo fissammo stralunate. “Non sapevo che venissi anche tu. Non dovresti stare tra i tifosi della tua casa?”

 

Lui scrollò le spalle. “Sono un Grifondoro di adozione ormai.”

 

Gaby si strinse al suo braccio. “Lo importante es que no tifa por los Serpeverde.”

 

Vanessa gli sorrise. “Andiamo a prendere posto, dobbiamo insultare le serpi da vicino.”

 

Tutti seguimmo Vanessa e ci posizionammo quasi nelle prime file. Mi guardai intorno, non ricordavo neanche che lo stadio fosse così grande. Mi affacciai un po’ dalla torre, Davies Patrol era seduto al posto del cronista, al suo fianco la Professoressa McGrannitt. In pochi minuti la voce di Davies rimbombò nello stadio.

 

Benvenuti a questa nuova e fantastica partita Grifondoro-Serpeverde!”

 

Lo stadio si aprì in un boato e anche Vanessa e Vincent si alzarono in piedi e cominciarono ad urlare. Le gemelle mi fissarono un po’ in imbarazzo, anche loro come me non erano tipe da stadio. Io sussurrai nell’orecchio di Vanessa quando si sedette. “Non sapevo che ti piacesse tanto il Quidditch.”

 

Lei scrollò le spalle. “Questo perché non sei mai venuta ad una partita.”

 

Ecco scendere in campo i Serpeverde!” Dalla tribuna dei Serpeverde ci fu un boato. “Il capitano Hyde seguito da Nott, Malfoy, McPhee, Benson, Zabini e Ryan!”

 

Il nome Malfoy mi fece drizzare i peli sulle braccia e allungai un po’ il collo per vederlo meglio mentre entrava a cavalcioni della sua scopa. Con la divisa addosso faceva tutto un altro effetto, sembrava più robusto e con i capelli al vento…

 

“Ma che diavolo sto facendo.” Dissi fra me portandomi una mano sul ponte del naso.

 

Vanessa mi mise una mano sulla spalla. “Rosie, tutto ok?”

 

Ebbi appena il tempo di annuire prima che la voce di Davies tornasse a parlare. “Ed ecco i Grifondoro. Purtroppo il nostro Capitano Potter è stato impossibilitato a giocare, per cui verrà sostituito da Albus Potter. Facciamo un applauso di incoraggiamento!”

 

Al uscì dagli spogliatoi volando con destrezza sulla sua scopa e sembrava non essere nemmeno tanto verde come prima. Stavolta fui io ad alzarmi ed urlare. “Forza Al!” Al si voltò e fece un piccolo sorriso.

 

Ed il resto della squadra: Bell, Weasley, Langerak, Jordan, Fletcher e Judd. Madama Hook si appresta a raggiungere i due capitani per decidere chi comincerà col possesso di palla… ci siamo, la palla va a i Serpeverde! McPhee tiene la Pluffa e comincia il suo percorso verso gli anelli dei Grifondoro…”

 

Cercai di seguire quello che diceva Davies, ma mi fu molto difficile dato che io di Quidditch non avevo mai capito nulla. Continuavo a girare lo sguardo da Al a Malfoy, da Ryan a Fred. Mi resi conto solo allora che Malfoy teneva una mazza in mano.

 

Malfoy è un battitore?” Sussurrai a Vanessa.

 

Lei annuì. “Beh, sì, che ti aspettavi?”

 

Io scossi la testa. Non sapevo neanche io cosa mi aspettavo, forse che facesse il cercatore, ma dato che quel ruolo lo aveva Gill Ryan sapevo già che non poteva essere lui.

 

Benson passa la Pluffa a McPhee, Weasley lancia un bolide cercando di disarcionarlo… ma ecco che McPhee lo schiva e… Serpeverde manda la Pluffa nel cerchio, trenta punti per loro!”

 

Non stavamo cominciando per niente bene. Mi voltai verso Vanessa con la bocca già aperta, ma vidi che stava fissando qualcosa in aria con uno sguardo così concentrato e mentre si mordeva il labbro che non potei che girarmi a mia volta.

 

Qualche metro sopra gli altri giocatori Al e Gill si stavano sfidando fianco a fianco guardandosi in cagnesco, correndo dietro al boccino che volava da una parte all’altra come un matto. Li seguii con gli occhi tenendo il fiato sospeso e potevo scommettere che nemmeno Vanessa stava respirando. Ad un certo punto, talmente veloce che dovette passare qualche secondo prima di rendermene conto, Gill sferrò una gomitata ad Al che per il colpo si tenette lo stomaco con una mano e lentamente cominciò a precipitare.

 

Io e Vanessa ci alzammo in piedi contemporaneamente, io mi portai una mano alla bocca. Feci appena in tempo a chiudere gli occhi prima che Al atterrasse al suolo, ne sentii il rumore dagli spalti. Sentii Vanessa che mi tirava per una manica e senza bisogno di dire niente ci precipitammo giù dalla torre.

 

Arrivammo sul bordo del campo che Al era ancora disteso a terra, Madama Hook era ricurva su di lui e anche la Professoressa McGrannitt  e James si erano precipitati.

 

Potter è ancora steso a terra, aspettiamo di capire se possa riprendere la partita… ma aspettate un minuto, si sta alzando…”

 

Al si alzò a fatica, reggendosi solo su una mano e tenendo l’altro braccio inteccherito e col pugno chiuso. Madama Hook lo implorò di stendersi di nuovo, che non aveva finito di controllare se ci fosse qualche frattura ma Al non sembrò neanche sentirla. Anzi, fece un sorriso verso di noi e poi si voltò guardando in aria.

 

“Ehi, Ryan!” Gridò a gran voce.

 

Lo stadio era completamente in silenzio, tutti aspettavamo di sentire cosa avesse da dire. Per un attimo pensai che volesse ricoprirlo di insulti, ma poi Al alzò il braccio che pensavo non potesse muovere e portò la mano in alto. Tra le sue dita c’era il boccino.

 

Ci furono ancora dei secondi di silenzio prima che lo stadio esplodesse in un boato gigantesco.

 

Incredibile! Potter ha preso il boccino! Potter ha il boccino! Grifondoro vince 170 punti a 40… e a dire il vero signori, è la partita più corta alla quale abbia mai assistito!”

 

Lo fissai ancora sbigottita ma poi scoppiai a ridere e Al si voltò verso di me facendomi l’occhiolino. Vanessa urlò e si buttò tra le braccia di Al e con mio grandissimo stupore lo baciò davanti a tutti e senza ritegno. Lo stadio scoppiò in un boato ancora più grosso.

 

Sembra proprio una pessima giornata per Ryan, Potter gli ha fregato il boccino e la ragazza da sotto il naso!”

 

James lo indicò gonfiando il petto. “Quello è mio fratello!” Urlava.

 

Quando finalmente Vanessa si staccò da lui, Al la guardò un po’ sbigottito, poi sorrise e la baciò di nuovo.

 

Io continuai a ridere e inconsciamente alzai gli occhi al cielo. Malfoy stava appena qualche metro sopra di me e mi fissava con un sorrisino sulle labbra. Smisi di ridere e ricambiai con lo stesso ghignò prima di tornare a guardare Al e Vanessa finalmente insieme.

 

 

**

 

 

Ci volle molto tempo prima che gli studenti si decidessero a lasciare lo stadio, molto di più di quanto fosse durata la partita. Al era rimasto al centro dell’attenzione per tutto il tempo e James l’aveva definito il suo eroe. Alla fine anche Lily era scesa in campo e si era messa ad urlare che quello era suo fratello.

 

Io aspettai un po’ in disparte, davanti agli spogliatoi. Dopo diversi minuti, finalmente, vidi sul fondo del corridoio Vanessa ed Al che venivano verso di me. Al teneva un braccio attorno alle spalle di Vanessa. Io alzai un sopracciglio e mi schiarii la gola.

 

Loro mi guardarono un po’ in imbarazzo. Al si grattò la nuca. “Suppongo di doverti ringraziare, Rosie.”

 

Io sorrisi soddisfatta di me. “Oh, non c’è di che, Albus. A volte essere un’idiota porta anche dei vantaggi.” Poi guardai Vanessa. “Quello che non capisco proprio sei tu, a dire il vero.”

 

Vanessa arrossì e si attorcigliò una ciocca sul dito. “Beh, ho detto che era strano pensare ad Al in certi termini… ma poi alla fine ci sono riuscita.”

 

“Ed è divertente e carino.” Feci io.

 

Vanessa annuì guardando Al. “Ed è divertente e carino.”

 

Al tornò a guardarmi. “Che ci fai qui tutta da sola, comunque? Non vieni su alla festa? Lily ha detto che stanno organizzando un mega party e hanno intenzione di farlo durare tutta la notte. So che verrà anche Neville.”

 

“Neville?! Ma Neville è un professore, non può…” Ci rinunciai. “Lasciamo perdere.”

 

Vanessa rise. “Andiamo Rosie, sarà divertente. Sono sicura che sarà molto meglio dell’ultima festa a cui siamo state.” Riferendosi ovviamente alla festa di Halloween.

 

Io feci una smorfia. “Com’è che tutte le volte che c’è una festa tu ti becchi un ragazzo ed io no?”

 

Al s’intirizzì. “Beh, se è così questa è l’ultima festa che faremo.” Disse annuendo. “Andiamo, Rosie?”

 

Io mi morsi un labbro guardandomi alle spalle. “Andate avanti, vi raggiungo subito. Devo aver perso la mia bacchetta sul campo quando sono corsa giù dalla torre.”

 

“Oh.” Fece Vanessa. “Vuoi una mano per cercarla?”

 

Scossi la testa. “No, non è necessario, adesso che lo stadio è quasi vuoto la ritroverò in un attimo.”

 

Ok.” Disse lei guardandomi incerta. Entrambi mi salutarono e si avviarono verso l’uscita, ed io aspettai quiete che fossero spariti dalla visuale. Non avevo affatto perso la mia bacchetta, la custodivo nella tasca del mantello. La verità era che un certo qualcuno non era ancora uscito dagli spogliatoi e mi chiedevo se fosse ancora nel campo.

 

Mi guardai in giro, era tutto in silenzio, e mi avvicinai piano piano allo spogliatoio dei Serpeverde. Appoggiai l’orecchio alla porta ma sembrava che non ci fosse nessuno. Improvvisamente la porta si spalancò ed io sbalzai indietro spaventata. Scorpius Malfoy era di fronte a me con la sacca sulla spalla e mi fissava come se fossi idiota.

 

Weasley, che stai facendo?”

 

Io mi misi più dritta cercando di assumere una certa dignità. “Niente.” Dissi con la voce che però un po’ mi tremava. “Cercavo Ryan.”

 

Malfoy mi fissò ancora con la stessa espressione. “Se n’è andato mezz’ora fa, è stato il primo a lasciare il campo.”

 

“Oh.” Dissi io come se non ne avessi idea. “Beh, in questo caso… lo cercherò più tardi…”

 

Sentendomi non mi sarei creduta neanche da sola, ma Malfoy per una volta ebbe l’accortezza di non dire nulla. Si limitò a fissarmi ed io feci altrettanto. I suoi capelli erano ancora bagnati e si appiccicavano alla fronte come dei fili dorati e la sua pelle era così bianca che sembrava fatta di marmo. Per un secondo mi tornò in mente la sua immagine con indosso la divisa ed i capelli al vento. Scossi la testa furiosamente.

 

“Idiota.” Sussurrai.

 

Lui mi guardò. “Come scusa?”

 

“No, non tu…” sospirai, tanto non avrebbe capito. “Lascia perdere.”

 

Malfoy ridacchiò. “Sei davvero arrivata al punto di darti dell’idiota da sola, Weasley? Facciamo progressi, a quanto vedo. La mia compagnia comincia a farti bene.”

 

“Per stare in tua compagnia dovrebbero uccidermi e trascinare il mio cadavere al tuo fianco.” Dissi pungente.

 

Lui non si scompose neanche un po’. “Avresti sicuramente un aspetto migliore di adesso.”

 

Tu gli piaci, Rose.

 

La frase di Paula mi rimbombava nella testa come una condanna. Scossi la testa di nuovo, con più furia, e stavolta Malfoy mi guardò come se stessi davvero perdendo la testa e mi mancasse qualche rotella. Si avvicinò a me di un passo scrutandomi da vicino.

 

“Sei sicura di stare bene?”

 

Alzai gli occhi su di lui, mi fissava senza rancore. “Benissimo, grazie.” Ribattei secca. Malfoy avvicinò ancora di più il viso al mio ed io sbalzai indietro presa dal panico. “Non ti avvicinare.” Dissi con la voce strozzata.

 

Lui alzò un sopracciglio come se stesse parlando con una pazza. “Non ho mai morso nessuno, sai?”

 

“Su questo non ci giurerei.” Dissi io guardandolo sospetta. “Saresti capace di fare qualsiasi cosa, delle cose orribili…”

 

“Già, come riportarti nella tua Sala Comune in spalla.” Fece lui sarcastico. “E’ stata davvero una cosa orribile, Weasley, pesi trecento chili. Te l’ha mai detto nessuno che sei una falsa magra?”

 

Questo era troppo. Io ero magra. Poteva dirmi che i miei capelli erano orribili e avrei anche potuto dargli ragione, ma questo proprio no.

 

“E tu sei uno stronzo!” Urlai io. “Sei la persona più cafona che abbia mai incontrato nella mia vita e di certo non sai proprio come lusingare una donna. Vorrei proprio sapere come fanno i tuoi amici a starti intorno, sei insopportabile!”

 

Lui lasciò andare la sacca che teneva sulla spalla e ridacchiò. Trovava forse divertente quello che avevo detto? Si appoggiò al muro e mi fissò con un sorriso fastidioso sulle labbra. “Probabilmente è vero, sono insopportabile.” Disse. “Ma tu non fai altro che girarmi intorno.”

 

Questo mi prese alla sprovvista, per qualche minuto rimasi con la bocca aperta senza sapere cosa dire. “Sei tu che sei ovunque!”

 

“Perché sei venuta alla partita, Weasley?” Mi chiese alzando entrambe le sopracciglia.

 

Io mi sentii mancare il fiato. “Perché Al…”

 

“Già, Potter giocava questa partita.” Disse finendo per me la frase. “Eppure invece di essere a festeggiare la sua vittoria, te ne stai qui a parlare con me.”

 

Sentii un brivido salire su per la schiena e sudai freddo. Mi sentii veramente una stupida e per la prima volta da settimane mi chiesi cosa stessi combinando. Guardai Malfoy, con i suoi occhi plumbei e i capelli di platino, e mi sentii irrigidire. Perché diavolo me ne stavo qui a parlare con Malfoy quando potevo essere al caldo nella mia Sala Comune a festeggiare con i miei migliori amici?

 

Mi morsi un labbro e abbassai la testa. “Sarà… sarà meglio che vada.”

 

Malfoy non disse nient’altro ed io scappai via in fretta, attraversando il parco fino al Castello e risalendo su per la torre dei Grifondoro cercando di arrivare più in fretta possibile alla festa in Sala Comune. Perché era lì che avrei dovuto essere.

 

 

**

 

 

Finalmente abbiamo postato anche questo tanto sognato capitolo 14, di cui sono fiera prima di tutto perché abbiamo coronato il sogno di amore di Al, poi perché è la prima volta che scrivo di una partita di Quidditch in modo un po’ più serio e non capendoci niente di sport (esistente o meno) sono dovuta andare a rileggermi le regole XDD

 

Comunque, vi ringrazio tanto per le vostre recensioni, le vostre letture, i vostri commenti, complimenti, suggerimenti e tutto quanto.

 

Grazie tante a:

Kokylinda2 (Non preoccuparti, d’ora in avanti altro che piccole particine tra Rose e Scorpius XD), hele (Purtroppo anche a me capita di fare queste gaffe ogni tanto ^^” e fortunatamente per Rose, Al non è un tipo litigioso) , Leuconoee (Non so dirti se abbia preso da Harry, secondo me Al ha avuto tanta tanta fortuna ^^ in gioco e in amore) , Sif (Cerco di fare del mio meglio ad aggiornare, anche perché la strada è ancora mooolto lunga! Spero che il cap.14 sia stato di tuo gradimento ^^), Mariuccia (Se a questo punto non faceste il tifo per Rose e Scorpius, avrei sbagliato a scrivere tutto quanto XD), edvige86 (Al è esattamente come il mio ragazzo… non si arrabbia mai!! XDD), ThePirateSDaughter (Ti ringrazio molto, non credo che Al avrebbe mai avuto il coraggio di dichiararsi, sai ^^) , Nabiki93 (penso che questo capitolo abbia risposto largamente alla tua domanda XD)

 

Love ya all, Zia Funkia

 

 

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Capitolo 15
*** 15. Be my valentine ***


Per le seguenti settimane cercai di starmene tranquilla e non mandare neanche per sbaglio lo sguardo verso il tavolo dei Serpeverde, ma ormai era diventata una cosa difficilissima

                             DON’T TELL DAD

 

                            15. Be my Valentine

 

 

potter

Per le seguenti settimane cercai di starmene tranquilla e non mandare neanche per sbaglio lo sguardo verso il tavolo dei Serpeverde, ma ormai era diventata una cosa difficilissima. Sentivo quasi il bisogno di sapere dove fosse o cosa stesse facendo, nonostante la parte razionale di me continuasse a dirmi che dovevo smetterla e che dare retta a Paula era stata la cosa più stupida del mondo.

 

Fortunatamente questa volta Vanessa non si comportò affatto come quando stava con Gill, al contrario sia lei che Al passavano molto tempo con me e cercavano di non lasciarmi mai sola. Ovviamente uscivano da soli quando andavano ad Hogsmeade e usavano tutte le mie visite in biblioteca per passare del tempo da soli. Erano una bella coppia.

 

Purtroppo per me, però, arrivò San Valentino. Era la festa più odiosa che potesse essere inventata, era fatta apposta per far sentire delle nullità persone come me, che dovevano rintanarsi in Dormitorio o in Biblioteca per non rendere palese al mondo di essere da soli.

 

“Sei proprio sicura, Rosie?” Disse Vanessa per la centesima volta. “Sono sicura che Al capirà se non vado.”

 

Ero seduta per terra in Sala Comune e cercavo di scrivere il mio saggio di Trasfigurazione. Roteai gli occhi. “Vì, sono sicura che Al capirebbe, ma non vedo davvero il punto. E’ San Valentino e dovreste godervi la vostra vita di coppia invece che occuparvi di me. Starò bene, finirò i compiti per domani e se mi rimane del tempo passerò da Hagrid.”

 

Vanessa mi guardò incerta. “Sei davvero sicura?”

 

“Che succede?” Al era appena sceso dal Dormitorio e ci fissava perplesse. Si avvicinò a Vanessa e le diede un lieve bacio sulla guancia. Vanessa arrossì.

 

“Niente,” Feci io. “Vanessa vuole assicurarsi che la Baby Sitter arrivi prima che andiate via.”

 

Vanessa si portò le mani sui fianchi. “Beh, scusa tanto se mi preoccupo per te. Quando non mi preoccupavo non ti andava bene, adesso che mi preoccupo non va bene lo stesso!”

 

Al si mise subito in mezzo temendo un’altra lite. “Ehi, basta.” Disse. “Rose, se vuoi che rimaniamo con te non c’è problema, possiamo andare un’altra volta e…”

 

“Siete noiosi.” Dissi io sbuffando. “Andate e divertitevi, sbaciucchiatevi, andate da Madama Piedidiburro e appartatevi dove nessuno vi vede. Io sarò qui al vostro ritorno e vedrete che non mi sarà successo niente di male.”

 

Al sorrise appena. “Su questo non ci giurerei. Te l’ho mai detto che sei la migliore cugina e amica del mondo?”

 

Io lo guardai e gli strizzai l’occhiolino. “Una volta o due, sì.”

 

“Me lo faresti un favore, Rosie?” Chiese Vanessa. “Stai lontana da Paula.”

 

“Promesso.” Dissi annuendo. Lei ed Al mi salutarono e ancora un po’ incerti se ne andarono per il buco nel ritratto. Io mi guardai intorno, in Sala Comune non c’era nessuno. Lasciai  la pergamena che stavo scrivendo per terra e mi alzai per andare alla finestra, sbirciando nel parco. Una gran massa di studenti, tutti ordinatamente accoppiati, si dirigevano verso Hogsmeade. Io sospirai.

 

Dato che per le prossime tre ore non avrei avuto niente da fare, uscii dalla Sala Comune dei Grifondoro e mi diressi senza troppo fretta verso la Biblioteca. La Biblioteca era poco abitata già nei giorni normali, in un giorno come San Valentino ero sicura che non ci sarebbe stato nessuno.

 

Entrai e salutai Madama Pince, che mi guardò quasi con solidarietà, e pensai che se anche lei trascorreva San Valentino chiusa in Biblioteca, eravamo nella stessa situazione. Mi ero portata dietro il libro della sezione proibita, perciò andai a sedermi nel tavolo più remoto della Biblioteca, dove ero sicura di non essere vista.

 

Aprii il libro dove avevo lasciato il segno e cominciai a leggere tranquillamente, beandomi del silenzio e della tranquillità.

 

“Non dovresti leggere quello qui.”

 

Sobbalzai e mi voltai di scatto. “Per la miseria, possibile che tu debba sempre arrivarmi alle spalle!” Mi lamentai io. “E che diavolo ci fai qui?”

 

Malfoy, che stava appoggiato ad uno scaffale, mi fissò con sufficienza. “Cercavo un posto tranquillo e oggi la Biblioteca è talmente deserta che non ho bisogno di rifugiarmi nella Sezione Proibita. Ma come sempre ci sei tu a rompermi le uova nel paniere.”

 

Eh no, stavolta non era per niente colpa mia! Anzi, avevo cercato di evitarlo dalla partita di Quidditch e fare in modo da non poter avere una conversazione con lui, e come sempre invece me lo ritrovavo tra i piedi. Era come una maledizione. Cominciai a pensare seriamente che Paula avesse usato qualche fattura su di noi.

 

“Scusami?” Dissi acidamente. “Se non te ne fossi accorto io me ne stavo qui in silenzio e tutta da sola, senza dare fastidio a nessuno, sei tu che sei venuto qui ad interrompere il mio idillio. Se vuoi stare tranquillo torna da dove sei venuto.”

 

Mi sarei aspettata di vederlo girare i tacchi e andarsene senza un’altra parola, invece rimase immobile come se non avessi detto neanche una parola. Lo fissai per almeno cinque minuti, aspettando che se ne andasse, ma non lo fece.

 

“Sei diventato sordo?”

 

“Per niente.” Rispose lui subito. “Ci sento benissimo.”

 

Chiusi gli occhi e sospirai. “E come mai sei ancora qui in piedi davanti a me?”

 

Senza battere ciglio venne a sedersi di fronte a me, come se fossimo amici da sempre e non fosse strano che sedessimo allo stesso tavolo a fare una conversazione.

 

“Non era proprio quello che intendevo.” Dissi.

 

Lui roteò gli occhi. “Lo so quello che intendevi, non sono stupido, Weasley.” Mandò uno sguardo fuori dalla finestra, verso il parco. “Sono stanco di stare da solo, oggi. Non mi piace San Valentino, è una festa stupida, ma sono stanco di stare da solo. Quindi, anche se dirai solo cose stupide e parlerai da sola per ore, meglio stare qui ad ascoltare le scemenze che hai da dire che stare da solo per le prossime tre ore.”

 

Doveva essere una sottospecie di complimento, per caso?

 

“Allora lo ammetti, Malfoy.” Dissi io sorridendo sotto i baffi, abbassando lo sguardo sul mio libro. “Che anche tu preferisci essere male accompagnato.”

 

“Solitamente no.” Disse seriamente. Continuava a guardare fuori dalla finestra. “Ma oggi sì.”

 

Scossi la testa, continuando a leggicchiare il mio libro. “Non ho intenzione di parlare con te, Malfoy, quindi faresti meglio ad alzarti e a cercare un altro disperato che sia rimasto al castello.”

 

Malfoy sospirò senza guardarmi. “Lo immaginavo. Da quando ti ho fatto notare che non mi lasciavi in pace un minuto, non fai altro che evitarmi.”

 

Il sangue mi si ghiacciò nelle vene. Alzai la testa di scatto e lo fissai a bocca aperta. Lui si voltò lentamente verso di me e alzò un sopracciglio.

 

“Te l’ho detto, non sono stupido.”

 

Misi da parte il mio libro e mi concentrai su di lui completamente. Lo fissai per bene, i suoi occhi grigi puntati contro di me. Gli puntai un dito contro, quasi con fare minaccioso. “Mettiamo le cose in chiaro: tu non mi piaci.” Dissi decisa. “Non mi sei mai piaciuto e lo ammetto ho un sacco di pregiudizi su di te, senza offesa ma dato che tuo nonno ha quasi ucciso mia madre non è che sia proprio propensa a darti la mia amicizia. E sei un cafone, un egoista e pure uno stronzo. Quindi più che ignorarti, sto facendo quello che farebbe una persona sana di mente: stare lontana da te.”

 

Malfoy mi guardò un attimo, poi ridacchiò scotendo la testa. “Non preoccuparti, non ti punterò un coltello alla gola se è questo che ti fa paura.” Disse con tranquillità. “Non ho neanche il Marchio Nero, sai?”

 

Lo guardai con disgusto, come poteva parlarne con sufficienza? “Sei davvero spregevole, Malfoy.”

 

“E tu sai solo giudicarmi dai miei genitori.” Fece lui alzandosi.

 

“Perché, tu non fai altrettanto?” Chiesi con retorica. “Non fare la vittima della situazione, è dal primo anno che mi riempi di insulti e per cosa? Non fare finta di non sapere che sia perché sono una Weasley.”

 

“Può darsi.” Fece lui lentamente. “E può darsi di no.”

 

Tu gli piaci, Rose.

 

“Ancora?” Urlai io, talmente forte che rimbombò in tutta la Biblioteca.

 

Malfoy rimase immobile a fissarmi a bocca aperta, come se fossi diventata pazza. Aggrottò la fronte. “Ancora che cosa?”

 

Stupida. “No, non stavo parlando con te.” Mi passai una mano sulla fronte, rassegnata. “Sto diventando pazza. Sento le voci. Tra poco mi daranno fuoco come a Giovanna D’arco.”

 

“Posso darti una mano?”

 

Alzai la testa di scatto, ostile “A darmi fuoco?”

 

Malfoy roteò gli occhi. “No, idiota, con queste voci che senti. Potrebbe anche essere una fattura o un Malocchio molto potente.”

 

Sospirai. “Purtroppo è solo la mia testa, ne sono sicura. Vai avanti a prendermi in giro adesso che ho ammesso di essere scema.”

 

Lui scrollò le spalle e scosse la testa. “Così è troppo facile. E’ come schiantare un Unicorno ferito.”

 

Gli ero grata che mi avesse paragonata ad un Unicorno e non ad uno Schiopodo, almeno. All’improvviso Madama Pince, che doveva avermi sentito, spuntò da dietro lo scaffale e ci fissò allibita. “Che succede qui?”

 

“Niente, è colpa mia.” Fece Malfoy mandandomi un’occhiata. “Me ne stavo andando. Weasley.”

 

Fece un cenno col capo a mo’ di saluto e se ne andò superando Madama Pince, che si voltò verso di me. Io scrollai le spalle con un sorriso e anche lei se ne andò scotendo la testa. Sorrisi tra me, ripensando a tutta la conversazione. Alla fine mi piaceva pure litigare con Malfoy.

 

Sentii di nuovo quella fastidiosa vocina nella mia testa, che mi tormentava giorno dopo giorno. Solo che questa volta la vocina cambiò.

 

Lui ti piace, Rose.

 

 

**

 

 

Quando Al e Vanessa rientrarono io ero seduta sul divano della Sala Comune. Me ne stavo seduta lì da quando ero venuta via dalla Biblioteca, fissando il fuoco nel camino con gli occhi spalancati. Non avevo osato muovermi ancora, per paura di poter sentire di nuovo quella maledetta voce. Fissavo il camino senza pensare assolutamente a nulla, mi stavo concentrando per tenere la mente vuota.

 

Vanessa si lasciò andare accanto a me e ridacchiò. “Accidenti sono proprio stanca!” disse. Al ci guardò e sorrise. “Avresti dovuto venire anche tu, Rosie! Non crederesti mai a cosa è disposta la gente pur di non uscire da sola, altro che Lysander… Rosie?... Rosie?”

 

Al e Vanessa si scambiarono uno sguardo preoccupato, Al si abbassò sulle ginocchia e si piegò davanti a me per avere gli occhi alla mia altezza. Mi fissò perplesso. “Rose?” Disse leggero. “Ti senti bene?”

 

Io annuii tenendo gli occhi sbarrati. Dovevo sembrare la figlia di Luna Lovegood in quel modo. “Cerco di svuotare la mente.”

 

“Oh.” Fece Al preso in contropiede. “E perché?”

 

Alla fine cedetti e mi rilassai finalmente, chiudendo le palpebre e sospirando. Mi lasciai andare sfinita contro il divano. “Ragazzi, sono pazza. Dico sul serio. Sento le voci.”

 

Sentii Vanessa ridacchiare. “Le voci? Che voci?”

 

“C’è poco da ridere!” Saltai su io spaventandoli entrambi. Al balzò indietro e ricadde a terra sul sedere. “Lo sai che quando zio Harry sentiva le voci al secondo anno alla fine si è scoperto che era un Basilisco che si aggirava nei tubi idraulici?”

 

Al alzò un sopracciglio. “Sì, me lo hai raccontato due giorni fa.” Disse. “Ma se vuoi sapere la mia, Rose, dubito che ci sia un altro Basilisco che si nasconde nelle viscere di Hogwarts. E tu non parli il Serpentese.”

 

Parlando di serpi mi era venuto di nuovo in mente Malfoy. Cavolo stava diventando una vera e propria ossessione!

 

“Non sto dicendo che c’è un Basilisco!” Dissi io alzandomi in piedi e cominciando ad andare su e giù per la stanza. “Sto dicendo che queste cose anche se sembrano sciocche, non vanno sottovalutate.”

 

Vanessa e Al si scambiarono un altro sguardo. “Ok.” Disse Vanessa. “E cosa dicono queste voci?”

 

Io arrossii di botto. “Niente.”

 

Al annuì. “Oooh, adesso è tutto chiaro… delle voci silenziose… come abbiamo fatto a non pensarci prima!”

 

Lo guardai male. “Intendevo niente di importante.”

 

Vanessa si alzò e allargò le braccia. “Beh, non possiamo esserti molto di aiuto se non ci dici niente, Rose. Perché non ti calmi un po’ e non ci dici da quand’è che sono cominciate queste… voci?”

 

Io sbuffai sfinita e ci pensai un po’ su. “Non lo so…” Mugolai. “Più o meno da quando siamo rientrati ad Hogwarts dopo le vacanze.”

 

Al e Vanessa spalancarono occhi e bocca. “E hai deciso di dircelo solo adesso? Rose!”

 

Adesso sembravano seriamente preoccupati. Mi morsi un labbro, non volevo davvero che sapessero cosa stava succedendo. Anche perché, ora che ci pensavo seriamente, non lo sapevo neanche io. Anche se…

 

“Paula!” Saltai su. “Devo trovare Paula!”

 

“Paula?” Fece Vanessa con una smorfia. “Che cosa c’entra Paula con le tue voci?”

 

Io alzai un dito pensando tra me. “Questo non lo so ancora, ma lo scoprirò. Mi ha fatto qualcosa, ci scommetto!” dissi. “L’avete vista?”

 

Al si grattò la nuca e ci pensò un po’ su. “Non ricordo. L’abbiamo vista ad Hogsmeade mentre schizzava da una parte all’altra per essere sicura di carpire più informazioni possibili, ma dopo che siamo stati da zio George, non l’ho più vista.”

 

Battei insieme le mani, eccitata. “Giusto! Adesso che tutti sono tornati, sarà a giro per il castello a disperdere gossip!”

 

Senza lasciare tempo ad Al o a Vanessa di rispondere, mi fiondai fuori dal buco del ritratto, ritrovandomi nel corridoio che pullulava di coppie appena tornate da Hogsmeade. Mi guardai un po’ intorno, ma Paula non si vedeva da nessuna parte. C’era sempre quando non la volevi, e quando serviva non si trovava mai!

 

Cominciai a correre guardandomi intorno, sperando di sentire la sua voce petulante. Feci per lo meno tre rampe di scale, tra gli sguardi allucinati degli studenti, prima di trovarla mentre parlava nell’orecchio di una piccola Tassorosso.

 

Mi fermai davanti a lei col fiatone, appoggiandomi con le mani sulle ginocchia. Entrambe mi fissarono, smettendo subito di spettegolare.


”Rose!” Squittì Paula. “Che ci fai qui?”

 

Io mi alzai a fatica, non c’era bisogno di dire che ero totalmente fuori forma, e cercai di respirare normalmente. “Che cosa hai fatto?”

 

Paula e la ragazzina si scambiarono uno sguardo. “Fatto quando?”

 

“A me!” Feci indicandomi. “Alla mia testa! Da quando ho parlato con te, sento delle voci nella mia testa! Lo so che sei stata tu, mi hai fatto una fattura o qualcosa di simile!”

 

Paula ridacchiò. “Ma che stai dicendo, sciocchina. Io non ho fatto proprio niente. Ma che genere di voci senti?”

 

Aprii la bocca per ribattere ma mi frenai subito. “I-io…” Inghiottii. “Voci umane!”

 

“Voci umane?” Chiese Paula alzando un sopracciglio.

 

“Sì!” Feci io cercando di sembrare convinta. “A dire il vero assomiglia proprio tanto alla tua voce! Ecco perché penso che sia tu!”

 

Paula ridacchiò di nuovo e chiusi appena gli occhi, era come sentire il gesso stridere sulla lavagna. “Rose, pensi davvero che ti farei una cosa del genere?” Dovevo rispondere sinceramente? “Probabilmente sei ancora shockata per via di Al e Vanessa, so che deve essere stata dura per te vedere il tuo ragazzo con la tua migliore amica, ma…”

 

La frenai prima che potesse aggiungere altro. “Cugino.” Corressi. “Al è mio cugino.”

 

Lei mi posò una mano sulla spalla come se avesse pena di me. “Oh lo so, Rosie, lo so.”

 

Rinunciai a spiegarle che tra me ed Al non c’era e non ci sarebbe mai stato nulla, era come parlare al vento. Sospirai sfinita. “Quindi mi stai dicendo che non mi hai mandato nessuna fattura? Malocchio? Pozioni nel mio cibo?”

 

La ragazzina Tassorosso continuava a guardarmi come se mi fossi bevuta il cervello, piuttosto che una pozione magica. Paula scosse la testa. “Mi dispiace, Rose, ma non posso aiutarti. Hai provato ad andare da Madama Chips?”

 

“Io… no. No, ci andrò più tardi.”

 

La ragazzina Tassorosso e Paula mi guardarono entrambe come se avessero pena di me, ed io pensai che dovevo essere proprio disperata se ero arrivata al punto di far impietosire Paula.

 

“Mi spiace, ora dobbiamo andare.” Disse con un sorriso un po’ amaro. “Ci vediamo in dormitorio. E non dimenticare di passare in Infermeria.”

 

Io cercai di fare un debole sorriso. “Lo farò.” Mentii.

 

Guardai Paula mentre si allontanava insieme alla ragazzina e improvvisamente sentii un peso sul petto, come se facessi più fatica a respirare. Non avevo bisogno di passare in Infermeria, Madama Chips non avrebbe mai trovato una cura a quello che mi stava succedendo. Avevo pensato che sentire quelle voci fosse per via di un incantesimo ma mi ero appena resa conto che non era altri che la mia coscienza.

 

Perciò fu con grande sconforto che mi resi conto, senza intenzione, di essermi presa una cotta per Scorpius Malfoy.

 

 

**

 

Stavo sbattendo la testa al muro da una decina di minuti, in un angolo vicino al mio letto al baldacchino, quando Vanessa rientrò in Dormitorio. La sentii entrare, riconobbi i passi, ma continuai imperterrita a sbattere la testa contro la pietra. Dovevo sembrare proprio ridicola, ma non sapevo che cos’altro fare.

 

“Ehm… Rose?” Arrivò la voce preoccupata di Vanessa.

 

Io sospirai e diedi un’ultima testata al muro, prima di mettermi dritta e voltarmi verso di lei che mi fissava un po’ stranita. “Sì?”

 

Lei alzò un sopracciglio e mandò un’occhiata al muro. “Oh niente, trovo perfettamente normale che tu dia testate al muro.”

 

“Non è stata Paula.” Dichiarai. Vanessa mi guardò un po’ più incuriosita mentre io mi sedevo sul letto. “Non è stato nessuno. Quelle voci… è solo la mia coscienza. Solo che non mi piace per niente quello che mi sta dicendo.”

 

Vanessa fece uno sguardo comprensivo e venne a sedersi a fianco a me. “Beh, sai Rose, in genere a nessuno piace quello che dice la propria coscienza. Di solito perché ci dice di fare cose giuste, che però per orgoglio od altro non ci va di fare.”

 

Ci pensai un po’ su. Sicuramente ammettere a me stessa quello che la mia coscienza mi suggeriva, valeva molto più del mio orgoglio, e non ero neanche sicura che fosse la cosa giusta. Per un attimo mi venne un flash di mio padre che mi strappava il foglio dell’eredità davanti agli occhi.

 

“Non sono sicura che sia la strada giusta da seguire, questa volta, Vì.”

 

Lei scrollò le spalle. “Forse.” Disse. “Ma ricordi quando dicevi che probabilmente avrei dovuto dare una chance ad Al? Non so bene cosa mi trattenesse, ma alla fine ho seguito il mio cuore. E’ sempre la cosa giusta da fare.”

 

“Parli come mia madre.” Dissi io facendo una smorfia.

 

“Allora sicuramente sto dicendo tutte cose giuste.” Fece lei tra sé. La vicinanza ad Al stava cominciando a farle male.

 

Io sbuffai e mi premetti le dita sulle tempie. “Non lo so, è tutto così improvviso, strano… ho bisogno di riflettere. E probabilmente passerà da solo. Passerà col tempo.”

 

“Sai, Rose, se proprio vuoi saperlo è quello che mi ripetevo anche io.” Fece lei guardandomi seria. “La possibilità di stare con Al era così remota per me che se anche provavo appena qualcosa mi volevo auto-convincere che sarebbe passata col tempo. Ma ogni giorno mi sentivo sempre peggio e sempre più in imbarazzo.”

 

Ricambiai lo sguardo e scossi la testa. “No, stai tranquilla, questa è una cosa totalmente differente.” Lo era? “Sono in questa situazione perché mi sono convinta di una cosa, quindi basterà solo che faccia la cosa inversa. Sono sicura che funzionerà.”

 

Vanessa mi guardò scettica. “Ne sei proprio sicura, Rose?”

 

La porta del Dormitorio si aprì, e Sol fece capolino. “Oh, siete aquì.” Si chiuse la porta alle spalle e mi fissò un po’ strana. “Ho visto a Paula, me ha dicho que Rose siente voci.”

 

Sospirai. “Mai una volta che tenga quella boccaccia chiusa!”

 

Vanessa ridacchiò. “Niente di grave, Sol.”

 

“No es un incanto?” Chiese preoccupata. “Paula ha dicho che era malocchio.”

 

“L’unico malocchio che sembro avere addosso è la mia stupida coscienza che non mi lascia in pace mezzo minuto.” Sbottai io.

 

Sol alzò un sopracciglio. “Paula es un idiota.”

 

Vanessa rise e scrollò le spalle. “Beh, questo non è un segreto per nessuno. Ehi, come mai sei da sola, dov’è Gaby?”

 

“Con Vincent.” Disse. “Sabes, es San Valentino e como es giusto che stanno da soli un poco. Io ho pasado el dìa da Hagrid, era mucho tiempo che no andavo da èl.”

 

Mi diedi mentalmente della stupida per essere andata in Biblioteca. Avrei dovuto pensare prima che anche Sol era da sola e avrei potuto aggregarmi a lei. Non mi sarei trovata in quel pasticcio.

 

Sol sembrò leggermi nella mente. “E tu Rosie, donde estabas?”

 

“Non mi è proprio venuto in mente che anche tu fossi da sola, Sol.” Dissi in tutta sincerità. “Sono stata in Biblioteca per quasi due ore. Potevi dirmelo che andavi da Hagrid, sarei venuta volentieri con te. Anche io è tanto che non vado a trovarlo.”

 

Sol annuì. “Lo sé, e ti ho cercato. Ma no estabas da ninguna parte!”

 

Sbuffai sconsolata e mi lasciai andare contro il materasso, fissando la tenda del letto a baldacchino. “Hagrid o non Hagrid, una cosa è certa. E’ stato il peggior San Valentino da quindici anni a questa parte.”

 

 

**

 

 

Noto con piacere che il 14° capitolo vi è piaciuto e non poco XD ne sono molto felice. Non so se a dirvi quello che sto per dirvi vi farò venire un infarto, ma vi avevo avvertito dall’inizio… sto scrivendo il 20° capitolo che chiuderà la prima parte della storia, diciamo un ‘fine primo tempo’… quindi non so e non voglio sapere quanti capitoli ci vorranno ancora per finire definitivamente questa storia XD

 

Sempre i soliti special thanks to:

 

Leuconoee: Sì, è stata corta apposta, non volevo tirarla troppo per le lunghe e avevo bisogno di qualcosa di breve e d’effetto. Eeeh, sì, sono rinomata per essere molto sadica XD ma se vi dessi tutto e subito vi stanchereste di leggere

Kokylinda2: Ho apprezzato molto la tua recensione perché adesso so di essere arrivata a scrivere quello che volevo, non una Rose che da un giorno ad un altro si innamora, ma una Rose che passo per passo impara anche a conoscersi. Malfoy ha davvero una cotta per Rose? … forse.

Sif: Sono felice di vedere che sei sempre viva XD e soprattutto che tu abbia apprezzato questo sognato capitolo 14. Cercherò di aggiornare abbastanza in fretta, nell’ordine di una settimana, perché ho già altri capitoli pronti. Grazie per tutti i complimenti

ThePirateSDaughter: Io sono entusiasta che tu sia entusiasta, soprattutto perché il 14° è sicuramente (per ora) il mio capitolo preferito. Sono contenta che tifiate per una coppia come Al e Vanessa che non è canon, e soprattutto non sapete quanto mi diverto a scrivere di Rose e Malfoy XD quindi se mi dici che adori come scrivo di Rose e come scrivo di Malfoy mi fai straordinariamente contenta. Grazie

Nabiki93: Ti dico la verità, non lo so se Scorpius sia così acuto dall’essersi accorto di tutto… ma abbiamo comunque tanti capitoli di fronte a noi, quindi avremo modo di scoprirlo XD nella scena dello spogliatoio mi sono vergognata per lei…

Mariuccia: cara mia, abbiamo appena iniziato ad essere confusi XD anche se con questo capitolo Rose scopre una grande verità, ma le cose non saranno affatto facili da gestire. Credo, alla fine, che Scorpius non si capisca neanche da solo, per questo ci sono un sacco di problemi tra loro XD

Elettra1991: Devo dire sei forse la sola che abbia fatto i complimenti per le immagini a inizio capitolo, grazie mille. E grazie per tutti i complimenti che mi hai fatto, sia per i personaggi nuovi, ma soprattutto per i personaggi canon perché non è facile ritrovare il filone della Rowling e saperli rendere senza distaccarsi troppo. baci

PrincipessaGin: ahah non preoccuparti, sono io che posto troppo in fretta non tu che non fai in tempo. Non so se ci sia proprio un “cuore”, stavolta penso di aver scritto una ff divisa in due parti, come dicevo prima. E nella seconda parte ce ne saranno delle belle XD

Edvige86: Non sai che piacere mi fa pensare a voi lettori che vi vedete le mie storie davanti agli occhi… altro che cinema in 3D, serve la lettura per lasciare spazio all’immaginazione. Eh sì, finalmente Al e Vanessa :)

Melisanna_ : Non è mia consuetudine far filare tutto liscio, quindi penso che metterò ancora del pepe tra Al e Vanessa, per non parlare di Rose e Scorpius. E non penso che Scorpius sia poi furbo come sembra, anche se senza dubbio è molto intelligente

Ellaella: grazie mille, sono sempre felice di avere recensioni da nuovi lettori e sono felice che apprezziate le mie storie

Hele: Più Scorpius è odioso, più lo adoro e non so neanche perché! In effetti, con un tipo come Gill Ryan sfido chiunque… ma chi non ha avuto una cotta per il ‘fighetto’ della scuola?Però alla fine, chissà come mai, quando riusciamo a conoscerlo ci delude sempre. A proposito di delusioni spero di non deludervi mai, sarebbe una delusione anche per me. baci

 

Tanti abbracci e baci <3 zia Funkia

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Capitolo 16
*** 16. I know what u want ***


Era già passato un mese da quando con orrore mi ero riscoperta cotta di Malfoy e la cosa mi aveva creato non pochi problemi

                            DON’T TELL DAD

 

                         16. I know what u want

 

 

AV

Era già passato un mese da quando con orrore mi ero riscoperta cotta di Malfoy e la cosa mi aveva creato non pochi problemi. Ovviamente non avevo raccontato nulla a nessuno, neanche a Vanessa, perché speravo segretamente che sarebbe passata da sola. Ma i giorni passavano e come un’idiota mi riscoprivo a fissarlo durante le lezioni, senza contare le scuse stupide che rifilavo a Vanessa per rimanere un po’ di più dentro la serra, quando aveva lezione dopo di noi.

 

Quando non avevamo lezione insieme, cercavo di evitarlo il più possibile anche se era inevitabile che ci incrociassimo per i corridoi. Per questo avevo cominciato a portarmi sempre dietro qualcuno, in modo da non rimanere mai da sola con lui. Ed ero diventata paranoica. Avevo il terrore di essere scoperta e qualunque cosa mi si dicesse scattavo come una molla.

 

Io e Vanessa eravamo in Sala Comune e stavo vagando altrove con la mente quando la sentii ridacchiare. Mi voltai verso di lei.

 

“Lo so che cosa vorresti, sai?” Fece lei con sguardo malizioso.

 

Io arrossii e cominciai a sudare freddo. “Lo… lo sai? Come lo sai? Chi te l’ha detto?”

 

Vanessa rise di nuovo e scosse la testa. “Beh, non ci vuole un genio, sai Rose, ormai ti conosco bene.” Disse. “Lo so che lo stai sognando ardentemente.”

 

“Ardentemente?” D’accordo che passavo la maggior parte del tempo concentrata su di lui, ma ardentemente mi sembrava un po’ troppo.

 

“Se vuoi possiamo andarci. Non lo dirò a nessuno, neanche ad Al.” disse con non chalance mentre continuava a scrivere sulla sua pergamena.

 

Io la fissai a bocca aperta. Vanessa mi stava incoraggiando? Non era una cosa possibile. “Sei impazzita? Un’idea tanto stupida non sarebbe venuta in mente neanche a me! E tu non dovresti incoraggiarmi, dovresti dirmi che è sbagliato! Tremendamente sbagliato!”

 

Vanessa alzò la testa dalla sua pergamena e mi guardò interdetta. “D’accordo, non c’è bisogno di agitarsi. Neanche fosse la prima volta che ci intrufoliamo nelle cucine.”

 

Cucine? “Cucine?” dissi echeggiando i miei pensieri. “Cosa c’entrano le cucine?”

 

“Dove altro credi che possano darti un budino al cioccolato?” Fece Vanessa con fare ovvio. “Di cosa credevi che stessi parlando?”

 

Budino al cioccolato. Ecco di che cosa stava parlando! Stavo decisamente diventando paranoica. “Di budino al cioccolato.” Dissi in fretta. “Ma non sono proprio dell’umore per infrangere le regole oggi. E’ Winky l’ultima volta ha minacciato di raccontare tutto alla Preside, non vorrei che ci mettesse in punizione per…”

 

“Per un po’ di budino al cioccolato, sarebbe terribile!” Fece ironica Vanessa. “Winky minaccia da sei anni di chiamare la Preside. L’ha mai fatto? No. E sai cosa, tutto questo parlare di cucine mi ha messo fame.”

 

Io tornai china sui miei compiti, che non erano neanche a metà quando normalmente li avrei già finiti. “Ti aspetto qui.”

 

Vanessa si alzò e scosse la testa. “Come vuoi. Ma ti porterò un solo budino, niente bis ti avverto.”

 

Annuii e lei uscì dal buco del ritratto. Mi lasciai andare contro al divano, con la testa all’indietro. Questo segreto mi avrebbe ucciso, ne ero certa, ed ero ad un passo per scoppiare. Dovevo assolutamente dirlo a qualcuno, ma non potevo dirlo né ad Al né a Vanessa. Girovagai con gli occhi nella stanza, pensando a chi avrei potuto rivelare questa cosa che mi stava corrodendo piano piano. Lily stava salendo le scale del Dormitorio.

 

Colsi la palla al balzo, in un attimo scattai in piedi cercando di sistemare alla belle e meglio la mia roba, e corsi su per i Dormitori seguendo Lily. Per fortuna riuscii ad entrare prima che chiudesse la porta, le detti una piccola spinta e mi richiusi la porta alle spalle guardando sospetta all’interno della stanza.

 

“Sei da sola qua dentro?” Chiesi.

 

Lily mi fissò prima allucinata, poi incrociò le braccia e alzò un sopracciglio. “Ciao anche a te, Rose.”

 

“Scusami.” Dissi continuando a guardare in giro per assicurarmi che non ci fosse nessuna delle sue compagne. “E’ che ho bisogno di parlarti e non vorrei che qualcuno sentisse.”

 

“Sono tutte a lezione.” Disse lei facendomi cenno di sedersi. Mi sedetti sul suo letto mentre lei rimase in piedi a fissarmi in attesa. “Sembra una cosa importante. Non vorrai ancora parlarmi del regalo di compleanno di James, vero?”

 

“Regalo?” Chiesi io. Forse avevo dimenticato di comprare il regalo a James. “No, non è questo. E’ una cosa molto più grave. Ma Lily, devi promettermi di non dire a nessuno quello che sto per dirti. Deve rimanere tra me e te.”

 

Lily mi fissò curiosa. “Ok.”

 

Io sospirai e chiusi gli occhi. “Mi sono presa una cotta per Malfoy.”

 

Per un attimo ci fu il silenzio assoluto, poi sentii Lily scoppiare a ridere e aprii gli occhi. Stava ridendo così forte che si reggeva la pancia per il ridere. “Certo, come se potesse essere possibile.”

 

Io la guardai. Lei mi guardò. E realizzò.

 

“Ti sei presa una cotta per Malfoy?!” Chiese tra il perplesso e il divertito. “Quando? Voglio dire, come?”

 

“Non lo so e non lo so.” Risposi. “So solo che dovevo dirlo a qualcuno perché questa cosa mi sta uccidendo! Se solo papà lo venisse a sapere mi staccherebbe la testa.”

 

Lily aveva già preso la sua aria sognante. “Oh non dire così, Rose. Non è così grave. E tolto il fatto che è un vero stronzo, Malfoy non è per niente da buttare.”

 

“Hai ragione, non è così grave.” Dissi io ironica. “Ci sono solo più di cento anni di rivalità tra le nostre famiglie, che cosa vuoi che sia.”

 

“Oh! Come Rometta e Giulieo.”

 

Inarcai le sopracciglia. “Intendi Giulietta e Romeo.”

 

Lily fece un cenno con la mano come per scacciare una mosca. “Quello che è. Comunque sia è molto romantico.”

 

“Lily,” Cominciai io esasperata. “Hai presente come va a finire la storia tra Giulietta e Romeo, vero? E, sai, a me piace vivere!”

 

Lei scosse la testa. “La stai facendo un po’ troppo tragica, Rosie. Non sai neanche che cosa ne pensa lui. Hai intenzione di dirglielo?”

 

“A chi?” Chiesi io ingenuamente.

 

“A Malfoy.”

 

La fissai come se le fosse cresciuto un tentacolo sulla faccia. “Sei impazzita?! Perché diavolo dovrei andare a dirglielo, per mettermi in ridicolo?”

 

Lei scrollò le spalle. “Beh, tenerti dentro questo focolare non so quanto ti possa giovare. Comunque, io adesso devo andare a lezione.”

 

“Mi pianti in asso così?”

 

Lily mi guardò di nuovo e scrollò le spalle. “Mi dispiace, Rose, per ora sono a corto di buone idee.”

 

Io sospirai sconsolata tra me, anche se averlo detto a voce alta mi stava facendo sentire meglio, ero contenta che qualcuno sapesse che stavo diventando pazza. Mi alzai dal letto e insieme a Lily scesi al piano di sotto. Lily se ne andò poi a lezione mentre io rimasi nella Sala Comune, aspettando che Vanessa tornasse. Passarono pochi minuti prima che la vedessi entrare dal buco del ritratto con una faccia pienamente soddisfatta.

 

“Non sai che ti sei persa, Rosie.” Disse leccandosi i baffi. “Tu e la tua mania di rispettare le regole.”

 

La fissai a bocca aperta. “E il mio budino?”

 

Lei scrollò le spalle. “L’ho mangiato strada facendo.”

 

 

**

 

 

Dopo aver studiato, o almeno averci provato, in Sala Comune, Vanessa se n’era andata a fare una passeggiata con Al mentre io girovagavo per il castello senza una meta precisa. Non avevo voglia di stare rinchiusa in Sala Comune e avevo deciso di sgranchire le gambe e le idee mentre me ne andavo a zonzo dove mi portavano i piedi.

 

Avevo messo solo un mantello, perciò cominciai a sentire freddo quando arrivai nell’atrio della scuola e pensai subito ad un posto caldo dove potermi rifugiare. Fu allora che mi ricordai che l’ultima volta che avevo sofferto il freddo a causa della neve, Neville mi aveva portato nelle serre, dove faceva caldissimo.

 

Mi avviai verso le serre, scendendo le scale del viottolo di pietra, e mi assicurai che non ci fosse nessuno a lezione. Sembrava non esserci nemmeno Neville. Entrai dentro e mi tolsi il mantello, tirandomi su le maniche del maglione. Faceva davvero un caldo pazzesco.

 

“Non posso crederci!”

 

La voce arrabbiata e incredula di Malfoy mi arrivò, come sempre, alle spalle. Trasalii e mi voltai di scatto fissandolo a bocca aperta. Lui mi stava guardando a braccia incrociate come se gli avessi rovinato una festa.

 

“Weasley, riesci sempre a rovinare i miei momenti di relax! Prima la Sezione Proibita, adesso questo!”

 

Io rimasi un attimo interdetta, non mi sarei mai aspettata di trovarmelo davanti ed erano settimane che pregavo di non ritrovarmi da sola con lui. Poi passai all’attacco come sempre. “Ehi, datti una calmata!” Urlai. “Come potevo sapere che eri qui? E che diavolo ci fai qui, adesso che ci penso?”

 

Lui sbuffò e rilasciò le braccia contro i fianchi guardandosi attorno. “Che ti sembra che stia facendo, una festa per caso? Sto al caldo in un posto silenzioso, ecco cosa faccio. Lontano da gente come te, che è sempre in mezzo a dar fastidio.”

 

Io alzai un sopracciglio. “Non è che ci fosse scritto ‘Malfoy’ sulla porta della serra, sai?” dissi. “Il Professor Longbottom lo sa che sei qui?”

 

“Ovviamente no.” Fece lui con una smorfia, come se fosse davvero una cosa ovvia. “Lui mi odia.”

 

“Lui non ti odia.”

 

Malfoy ridacchiò e scosse la testa sedendosi su una sedia a lui vicina. “Come no. Non mi odia, ha solo una spiccata antipatia per me. E per mio padre. Sopravvivrò, non preoccuparti.”

 

“Non mi preoccupo.” Feci io innocente. Lo fissai per un po’, aveva la fronte imperlata da piccole gocce di sudore e la camicia appena umida si era appiccicata contro il suo petto. Mi schiarii la gola e distolsi lo sguardo. “Forse dovrei andare.”

 

“Forse dovresti.” Disse lui senza esitazione.

 

Forse avrei dovuto, ma per qualche strano motivo i miei piedi continuavano a stare incollati per terra. La verità è che avrei dovuto andarmene, ma non volevo. Per un impulso masochista volevo continuare a stare lì con lui, anche se ne ero terrorizzata, e volevo continuare a farmi coprire di insulti come sempre.

 

Lui mi guardò perplesso. “Beh?”

 

Io mi schiarii la gola. “Fuori fa freddo.” Dissi come se fosse una spiegazione.

 

“E’ davvero un bel mistero.” Fece ironico. “E’ metà marzo e fuori fa freddo. Dovremmo chiamare qualcuno e farci spiegare questo strano fenomeno, non credi?”

 

Lo guardai male e cercai di recuperare. “Quello che cercavo di dire è che fuori fa freddo e non ho voglia di andarmene da qui, dato che dentro la serra si sta benissimo.”

 

“Sai cosa, penso di poterti aiutare a mantenerti calda senza che tu mi dia fastidio.” Si alzò dalla sedia e si diresse verso di me. Tirò fuori la bacchetta. “Vai in Sala Comune, prendi questo ramoscello che comunemente viene chiamato ‘bacchetta’ e la punti contro il focolare, facendo apparire come per magia un bel fuoco. Che ne pensi?”

 

Stavo per ribattere qualcosa quando sentii la porta della serra aprirsi, una folata di vento scompigliò i miei capelli.

 

“Rose! Scorpius!” Mi voltai di scatto, Neville ci fissava perplesso. “Che ci fate qui, non è ancora ora di lezione. Per nessuno di voi.”

 

Sentii Malfoy sospirare alle mie spalle e superò sia me che Neville, mettendo una mano sulla maniglia. “Mi dispiace Professor Longbottom, me ne vado immediatamente.”

 

“A dire il vero…” Iniziai io. Malfoy si fermò sulla porta fissandomi con le sopracciglia inarcate e Neville si voltò per ascoltarmi. Mi schiarii la gola. “A dire il vero, sono io che dovrei andarmene. Cercavo un posto per stare al caldo e ho pensato alle serre. Quando sono arrivata qui c’era già Scorpius, perché lui lo trova un buon posto per pensare e…”

 

Neville si voltò di scatto verso Malfoy. “Un buon posto per pensare?”

 

Fu una mia sensazione ma mi parve di vedere Malfoy che si faceva piccolo piccolo. “Sì, signore. E’ un posto caldo e tranquillo, circondato da cose interessanti.”

 

Per mia sorpresa Neville gli sorrise. “Sai, Scorpius, quando ero ragazzo anche io venivo qui per pensare. Sei mai stato in fondo alla serra nell’angolo…”

 

“… delle Viole carnivore?” Finì Malfoy per lui. “Hanno il potere di metterti di buon umore quando fioriscono, ma ancora non è il loro periodo.”

 

Neville gli sorrise di nuovo. “Sai Scorpius, puoi venire quando vuoi, non importa che tu lo faccia di nascosto. Hai il mio permesso.”

 

Malfoy spalancò gli occhi e mi mandò un veloce sguardo prima di tornare con gli occhi su Neville. “Grazie, Signore.” Sembrava un po’ imbarazzato. “Adesso devo proprio andare, ho lezione.” Aprì in fretta la porta della serra e si dileguò, quasi avesse paura che Neville avrebbe potuto ripensarci.

 

Neville si voltò verso di me e sorrise. “Infondo è un bravo ragazzo.” Disse. “Mi sto ricredendo, sai?”

Già, mi ero ricreduta anche io, ma in tutt’altro modo. Sorrisi. “Ne sono felice, Professore.”

 

“Sembra però che tu debba trovare il tuo posto per pensare.” Disse lui sorridendo. “Senza offesa, Rose, ma non credo che la serra sia adatta a te.”

 

Io scrollai le spalle. “A dire il vero ne ho già diversi di posti, ma ultimamente la Biblioteca era un po’ affollata per i miei gusti e il Dormitorio era invaso da Paula.”

 

Neville ridacchiò. “Anche tua madre andava sempre in Biblioteca per pensare.” Disse. “E tuo padre…”

 

“Papà pensava?” Lo interruppi io, allibita.

 

“Non molto spesso, a dire il vero.” Fece Neville con un sorrisino, tornando indietro con la memoria. “Ma quando si infuriava con tua madre, si rinchiudeva in Dormitorio e cominciava a tirare calci alle sue cose. E ci urlava di sparire, il più delle volte.”

 

Io ridacchiai e scossi la testa, pensando a com’erano a casa mamma e papà. “Non dev’essere stato facile convivere con loro da adolescente.”

 

“Oh, non lo è stato per niente.” Disse Neville. “Ma sono due persone di buon cuore. E questa è una delle cose belle che hai ereditato da loro, Rose. Sei di buon cuore.”

 

Io feci un sorriso un po’ tirato a Neville e per fortuna lui non se ne accorse. Forse ero una persona di buon cuore, ma ultimamente doveva essere un po’ fuori uso, perché mi faceva provare emozioni e sentimenti che non avrei mai dovuto provare. Avevo il cuore difettoso.

 

D’istinto mi voltai verso la porta della serra e mi morsi un labbro e non mi ero mai sentita più confusa in tutta la mia vita.

 

 

**

 

 

Quando tornai in Sala Comune, la sera, Al e Vanessa erano sul divano e stavano pomiciando senza troppo ritegno. Non appena li vidi, feci per arretrare e tornare da dove ero venuta, ma non feci in tempo ad arrivare al buco nel ritratto che Al si staccò dalle labbra di Vanessa e si voltò verso di me facendomi un gran sorriso.

 

“Ehi Rosie!” disse. “Che fine avevi fatto?”

 

Io feci qualche passo verso di loro, imbarazzata. Mi faceva uno strano effetto vederli insieme. “Ero in giro.” Feci vagamente. “Non volevo disturbare.”

 

“Non essere sciocca, non disturbi affatto.” Fece Al facendomi segno di sedermi vicino a loro. Vanessa non disse niente, ma lo guardò con la coda dell’occhio poco amichevole. Io dal mio canto mi sentivo sempre di più in imbarazzo.

 

“Pensavo che foste a giro da soli.” Dissi, cercando di rompere il ghiaccio.

 

Al scosse la testa e ridacchiò. “Naah, fa troppo freddo per andarsene in giro per il castello. Abbiamo fatto un giro veloce e poi siamo rientrati in Sala Comune.”

 

Vanessa sembrò scocciata. Sorrise sforzatamente e mi guardò eloquente. “Infondo chi ha bisogno di stare da soli, quando siamo circondati da altra gente ventiquattrore al giorno? Sono sicura che avremo tutto il tempo per stare da soli quando avremo finito la scuola.”

 

Ahia, tirava aria di tempesta ed io mi ci ero appena immersa fino al collo. Al rimase un attimo spiazzato, poi si voltò in fretta verso di lei. “E questo cosa vorrebbe dire?”

 

“Oh, niente.” Cominciò sarcastica Vanessa. “Manca solo un anno e mezzo e poi avremo tutta l’intimità del mondo.”

 

Al la guardò male. “Se volevi rimanere fuori da qualche parte potevi anche aprire la bocca e dirmelo, invece che essere d’accordo su tutto quello che dico. Se una cosa non ti sta bene dillo e basta.”

 

“Se dovessi aprire bocca tutte le volte che una cosa non mi sta bene, non starei mai zitta.” Lo rinfacciò lei.

 

Io cercai di placarli. “Ragazzi…” ridacchiai. “Non è il momento di litigare. Sapete cosa, me ne vado in Dormitorio e vi lascio tutti soli, eh?”

 

Vanessa sbraitò. “Oh sì, perché la Sala Comune è così intima!”

 

Al si alzò in piedi. “Se niente di quello che ti faccio ti sta bene, mi chiedo che cosa ci fai con me allora. Nessuno ti ha obbligata, sai? Anzi, sei stata tu a balzarmi addosso!”

 

Anche Vanessa si alzò per reggere il confronto. “Mi sarò sbagliata, tutti fanno degli errori!” Urlò. “Era il fascino di quella stupida divisa.”

 

Al accusò il colpo e rimase zitto senza sapere cosa dire. Io ero rimasta incollata alla poltrona, fissando entrambi che ora si squadravano con il fiatone. Poi il viso di Al s’indurì, come poche volte gli avevo visto in vita mia, e parlò a Vanessa a muso duro.

 

“Perfetto.” Disse perfettamente calmo. “Se vuoi qualcuno che porti sempre la divisa, perché non torni da Ryan. Sono sicuro che non aspetta altro che metterti un altro paio di corna.” Fece per andare in Dormitorio, ma dopo due passi si voltò. “E ricorda, la prossima volta io non sarò lì per te. Dovrai procurarti qualcun altro che lo colpisca al posto mio.”

 

Al salì su per il Dormitorio mentre Vanessa rimase in piedi immobile come una statua. Io ero rimasta sbalordita, non potevo credere di aver appena assistito alla prima e furiosa litigata di Al e Vanessa. E c’era da chiedersi se fosse stata anche l’ultima.

 

Quando Vanessa si fu un po’ ripresa, si voltò lentamente verso di me. Io la fissai un po’ irritata. “Era proprio necessario?” Sbottai.

 

“Come?” Chiese Vanessa allucinata. “Non vorrai dargli ragione, spero!”

 

A dire il vero, avrei voluto poter star fuori dall’intera faccenda e non dare torto o ragione a nessuno, ma la verità è che mi ero sentita quasi offesa per Al, per le cose che gli aveva detto Vanessa.

 

“Io non so cosa succeda tra di voi, e non lo voglio nemmeno sapere, credimi.” Dissi. Ci mancava solo che mi raccontassero della loro intimità. “Ma se pensi davvero che abbiate bisogno di stare un po’ di più da soli, c’è modo e modo di dirlo.”

 

Vanessa fece per ribattere, ma finì solo per mordersi il labbro. Tornò a sedersi sul divano e sospirò chiudendo le palpebre. “Ero solo molto nervosa.”

 

“Tanto da urlargli contro che mettersi con lui è stato un errore?” Chiesi io scettica. “Forse dovresti chiederti cosa vuoi davvero.”

 

Vanessa riaprì gli occhi di scatto. “Stai mettendo in dubbio che voglia davvero stare con Al?”

 

Io la fissai. “Io no.” Dissi. “E tu?”

 

“Certo che no!” sbottò lei. “Io voglio stare con Al!”

 

Con la coda dell’occhio vidi un’ombra vicina ai Dormitori. Decisi di rincarare la dose e ridacchiai. “Perché mai dovresti voler stare con uno come Al? Insomma, è solo Al.”

 

Vanessa mi fissò allibita. “E’ solo Al?! Lui non è solo Al. Lui è dolce, gentile e premuroso. Lui è coraggioso. Lui ha picchiato un ragazzo per me. Lui è quello che mi manda bigliettini in classe invece di seguire la lezione. Lui è quello che tutte le sere manda un gufo per augurarmi la buona notte. Lui è quello che mi regala fiori solo perché ne ha voglia. Lui è quello che finisce in Infermeria solo per difendere il mio onore…”

 

“Veramente…” La voce fievole di Al arrivò dal Dormitorio, ed io sorrisi dentro di me. “… ho detto una bugia. Sono finito in Infermeria perché mi ero incantato a guardarti durante la lezione e non ho visto Jason che mi lanciava uno schiantesimo.”

 

Vanessa si voltò di scatto verso le scale e Al uscì dall’ombra. Si fissarono un po’ in silenzio, poi Vanessa disse di nuovo: “Lui è quello che si fa schiantare solo per guardarmi.”

 

Al sorrise sghembo.

 

“Mi dispiace per le cose che ho detto,” disse Vanessa. “Io non le pensavo davvero…”

 

“Non importa.” Fece Al scrollando le spalle. “Ci sarei comunque stato per prendere a sberle Gill Ryan, non preoccuparti.”

 

Io mi sentii davvero di troppo. “Credo che adesso andrò in Dormitorio. Buonanotte Al.”

 

Al non dette segni di avermi sentito ma al momento non m’importava. Salii qualche gradino della scala del Dormitorio femminile e mi fermai dietro un angolino per non essere vista, sbirciando in Sala Comune. Non riuscivo a sentire cosa si stavano dicendo, ma Vanessa sorrise dopo qualcosa che le aveva detto Al e la vidi scendere dal divano e portarsi vicino a lui.

 

Quando finalmente Al si piegò su di lei per darle un bacio, decisi che era il momento di salire davvero fino alla mia camera e lasciar loro l’intimità di cui avevano bisogno.

 

 

**

 

Eccoci di nuovo, anche con un po’ di anticipo ^^

 

Sto postando molto in fretta e ho altri capitoli già scritti ma non fateci troppo l’abitudine perché ora che sono disoccupata ho tutto il tempo del mondo, non so quanto durerà (spero molto poco), ma finché va avanti godiamocelo.

 

Inoltre sono giorni che cerco anche di scrivere la mia pagina personale come autrice, ma non ho la benché minima idea di cosa scriverci ^^” perciò se avete qualche domanda, curiosità o che so io, ditemi pure e cercherò di sfruttarle

 

Vorrei anche dire che leggo tutte le vostre mail e recensioni, ma non posso aggiungervi tutti su msn o su facebook, provate ad immaginare cosa diventerebbe la mia vita se dovessi stare a rispondere a tutti quanti in chat. Non è cattiveria, ma preferisco che rimanga un rapporto autore-lettore, che trovo anche più stimolante, per voi e per me.

 

Grazie di cuore a tutti, siete meravigliosi!

Karyn1986, kokylinda2, eli__XD, Selphie (bentornata tra noi cara XD abbiamo sentito la tua mancanza ^^) , hele, fly girl__HH (figurati, dalla recensioni non bisogna mai prendersela a male, ma prendere spunto, per questo prendo atto di tutto quello che hai detto), leuconoee (Scorpius ha un ottimo rapporto con i suoi e non si tratta di leggerezza, anzi in passato ne ha sofferto molto), Sif, Mariuccia, ThePirateSDaughter, Nabiki93, PrincipessaGin, Edvige86

 

Vi amo tutti <3

Zia Funkia

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Capitolo 17
*** 17. A simple thank you ***


Stavo tornando da una ronda notturna, erano quasi le due di notte e non vedevo l’ora di infilarmi a letto al caldo

                               DON’T TELL DAD

 

                           17. A simple thank you

 

 

 

solgaby

Stavo tornando da una ronda notturna, erano quasi le due di notte e non vedevo l’ora di infilarmi a letto al caldo. Non m’importava neanche di Paula che sicuramente stava russando, non avrei neanche sentito un Ungaro Spinato che sbraitava al momento. Perciò quando tornai alla Sala Comune dei Grifondoro e davanti al ritratto della Signora Grassa ci trovai Malfoy, la prima cosa che pensai fu che adesso cominciavo anche ad avere le visioni.

 

Fu solo quando fui più vicina e anche lui mi vide arrivare mettendosi più dritto, che mi accorsi che non era affatto una visione. Mi fermai a un passo da lui e poi mi voltai verso il ritratto. Era proprio la Signora Grassa, quindi non ero io che ero nel posto sbagliato.

 

“Weasley.” Mormorò lui a mo’ di saluto.

 

Mi voltai di nuovo verso di lui e alzai un sopracciglio assonnato. “C’è qualche particolare motivo per cui te ne stai alle due di notte davanti ad una Sala Comune che non è la tua?”

 

“Sarei entrato,” disse tirando su col naso. “Ma non sono riuscito a sgraffignare la password. Pare che i Grifondoro non siano tanto avvezzi ad aiutare un Serpeverde.

 

“C’è da chiedersi perché.” Feci io sarcastica. “Beh, me ne vado a letto. Buonanotte.”

 

Stavo per voltarmi verso il ritratto e mormorare la password, quando lui parlò di nuovo. “Dove credi di andare? Sono stato qui due ore ad aspettare e ora mi pianti in asso così?”

 

Lo fissai. “Come prego?”

 

Malfoy alzò gli occhi al cielo e mormorò qualcosa che non riuscii a sentire, ma non sembrava niente di carino. “Sono qui per te.” Stranamente sentii i miei battiti aumentare. Era lì per me? “Mi sembrava… doveroso… ringraziarti per quello che hai fatto col Professor Longbottom.

 

Rimasi dapprima un po’ stordita, poi feci mente locale e aggrottai la fronte. “Intendi per la cosa della serra? E’ passata più di una settimana e ti è venuto in mente solo ora di venire a dire grazie?”

 

Lui soffiò scocciato, come se la cosa gli costasse molto. “Sono stato molto indeciso se venire o no, Weasley, perché non è facile per me chiedere scusa ad una come te. Io ho un orgoglio sai? E per questo ti dico, se ne fai parola con qualcuno, giuro che ti farò pentire per tutto il resto dell’anno di avermi umiliato pubblicamente.

 

“E’ il ringraziamento più carino che abbia ricevuto. Dissi portandomi una mano sul cuore.

 

Lui scrollò le spalle. “E’ il massimo che posso fare.”

 

Ci fu un attimo di silenzio, in cui rimanemmo a fissarci senza sapere cosa dire. Mi sentivo terribilmente in imbarazzo, continuando a guardare da lui al ritratto. La Signora Grassa ci fissava interessata senza dire nulla. Mi schiarii la gola.

 

“Beh, vuoi… entrare?” Mi sentii subito una stupida per averlo chiesto, erano le stupide frasi che si sentivano nei stupidi film d’amore. Neanche fosse stata casa mia, poi.

 

Malfoy alzò un sopracciglio e mandò un’occhiata in tralice alla Signora Grassa. “Perché mai dovrei venire nella Sala Comune dei Grifondoro?”

 

Fu il mio turno di scrollare le spalle. “Beh, non lo so. Qua fuori fa freddo. Deve fare freddo anche nei sotterranei, suppongo. E dev’essere anche molto umido.”

 

“Abbiamo un camino anche noi, lo sai?” Fece lui come se stessi dicendo solo un sacco di cavolate. “E questa è una scuola di magia. Ti sembrerà strano, ma esistono incantesimi per mandare via l’umido dalle pareti. La nostra Sala Comune è perfettamente accogliente.

 

Io mi sentii irritata. “Bene, allora tornaci!” Sputai lì. “Cercavo solo di essere gentile, ma come sempre sai solo sputare veleno su quello che dico.”

 

Malfoy rimase un attimo interdetto, poi si portò le braccia al petto e disse. “Ammesso che io accetti il tuo inusuale… invito, cosa pensi di fare alle due di notte, da soli, nella tua Sala Comune?”

 

Un pensiero mi balenò subito in testa, ma lo scacciai prima di arrossire. “Non lo so.” Dissi. “Tu di solito cosa fai nella tua Sala Comune?”

 

Rimase un attimo in silenzio prima di dire lentamente. “Non vuoi saperlo.”

 

Volevo? Forse aveva ragione, non volevo saperlo. Ma ormai il mio cervello era partito e immagini di lui che si pomiciava tutte le ragazze Serpeverde su quello stupido e umido divano (per me era umido!) mi si pararono davanti agli occhi. Cercai di scacciare i pensieri e lo guardai improvvisamente fredda.

 

“La nostra conversazione finisce qui, allora. Buonanotte.”

 

“Tutto qui?” Fece lui come se si aspettasse che continuassi questa partita persa in partenza. “Arrivederci e grazie? Questo non è da te.”

 

“Adesso lo è.” Feci irritata. “Torna pure nella tua Sala Comune a pomiciare la prima che trovi. Fantastico, adesso ero pure gelosa.

 

Malfoy mi guardò come se stessi dando di matto. No, un momento, io stavo dando di matto. “Tu hai decisamente qualcosa che non va, Weasley. Domattina passa in Infermeria e fatti curare da Madama Chips. Anche se non credo che esista una cura per lo sdoppiamento di personalità.

 

“Se c’è qualcuno che deve farsi curare qui, non sono di certo io. Feci tagliente, chiedendomi poi perché fossi così arrabbiata. “Non sono io che sto due ore al freddo durante la notte ad aspettare qualcuno per chiedere grazie. Cosa che non ti è riuscito neanche un granché bene, se proprio vuoi saperlo.

 

Lui allargò le braccia. “Ma insomma, si può sapere che cosa diavolo vuoi da me? Stai parlando come mia madre!”

 

“Io non sono tua madre!” Urlai.

 

“No, infatti!” disse lui alzando la voce. “E neanche la mia ragazza, quindi chiudi il becco!”

 

Anche volendo, non avrei saputo cosa replicare all’ultima cosa che aveva detto, dato che il mio cuore era balzato in gola e aveva cominciato a martellare così forte che smisi di respirare. Avevo il terrore di essere scoperta, soprattutto dal diretto interessato. In ogni caso non avrei potuto rispondere dato che la signora Grassa si portò le mani sulle orecchie e urlò:

 

“Mah insomma, c’è gente che vuole dormire qui! Fate silenzio!”

 

Sia io che Malfoy ci calmammo e ammutolimmo. Lo fissai per un po’, senza sapere bene che cosa dire o fare. Infondo riuscivo a stare sola con Malfoy solo litigando con lui. Anche lui sembrava essere spaesato quanto me.

 

“Beh…” Cominciai, ma dei risolini provenienti dalla fine del corridoi ci distrassero e ci voltammo entrambi. Per qualche secondo non si vide nessuno, poi due figure girarono l’angolo continuando a ridacchiare tra loro. Solo quando si avvicinarono un po’, ed entrarono sotto il cono di luce delle torce appese alla parete, mi resi conto che si trattava di Al e Vanessa.

 

Io e Malfoy rimanemmo immobili a fissarli, mentre loro continuavano a ridere per chissà cosa. Solo quando furono abbastanza vicini, Al si accorse di noi e si fermò di colpo, facendo sì che anche Vanessa si voltasse verso di noi.

 

“Rose? Che stai facendo qui?”

 

Li fissai a bocca aperta. “Io cosa faccio qui? Voi cosa fate qui! Io rientro da una ronda!”

 

“Oh, giusto.” Fece Al arrossendo e grattandosi un po’ la nuca. Non c’era da stupirsi che si vergognasse tanto, dato che anche lui era un Prefetto e avrebbe dovuto fare le ronde con me, invece avevamo deciso di distribuircele.

 

Vanessa guardò Malfoy oltre le mie spalle. “E lui cosa ci fa qui?”

 

Io lo guardai con la coda dell’occhio e cercai in fretta qualcosa da dire, ma evidentemente Malfoy era più abituato di me a mentire. “Si da il caso che anche io sia un Prefetto.” Disse. “E perlustravo la zona, cercando qualche Grifondoro a cui togliere punti. E a quanto pare l’ho trovato, quindi dieci punti in meno.”

 

Vanessa e Al lo fissarono a bocca aperta ed io mi voltai di scatto. “Non puoi farlo!”

 

Perché no?” Chiese lui alzando un sopracciglio.

 

“Per esempio perché in due anni che hai quella spilla, non ti ho mai visto fare una ronda notturna. Fece Al guardandolo sospettoso.

 

Malfoy ridacchiò. “Senti chi parla, almeno io se devo farmi una ragazza me ne sto nella mia Sala Comune invece di andare in giro a prendere freddo.

 

Al fece un passo in avanti per dargli addosso, ma Vanessa lo trattenne per un braccio e qualcosa mi diceva che se non l’avesse fatto Malfoy si sarebbe preso un pugno proprio come Gill Ryan. Io dal mio canto ero così irritata all’immagine che Malfoy mi aveva appena presentato che mancava solo che mi uscisse il fumo dalle orecchie. Feci cenno a Vanessa ed Al di rientrare in Sala Comune, mentre io mi voltai furente verso Malfoy.

 

“Sai cosa? Sei proprio un’idiota!” Urlai. “Tolgo venti punti ai Serpeverde!”

 

Lui spalancò gli occhi, come se si fosse aspettato di tutto tranne questo. “E per cosa?”

 

“Per essere troppo stupido per frequentare Hogwarts!”

 

Girai i tacchi prima che potesse ribattere e sussurrai la password alla signora Grassa (che aprì all’istante senza troppe discussioni) infilandomi nella Sala Comune dei Grifondoro. Vanessa ed Al erano ancora nel mezzo della stanza che mi aspettavano.

 

“Beh?” Chiese Al. “Almeno l’hai picchiato, spero.

 

“Gli ho tolto venti punti.” Feci secca. “E non ho voglia di parlarne.”

 

Camminai svelta fino alle scale del Dormitorio, sperando che nessuno chiedesse nulla. La voce di Vanessa mi bloccò sul primo gradino.

 

“Certo che è strano,” mi voltai verso di lei. “Che ci faceva Malfoy qua davanti? Non vi sarete davvero bevuti la storia della ronda?”

 

“Per nulla” fece Al. “Tu che ne pensi, Rosie?”

 

Ammetto che sarebbe stata una vera soddisfazione raccontare che Malfoy era rimasto fuori al freddo ad aspettare me solo per dirmi grazie (anche se non sembrava affatto un ringraziamento) ma qualcosa dentro di me m’impedì di farlo. Scrollai le spalle.

 

“Non ne ho idea.” Mentii. “Magari ha una ragazza a Grifondoro.”

 

Al rise di gusto. “Trovami una sola ragazza di Grifondoro che starebbe con Malfoy! Non essere ridicola!”

 

Già, ero ridicola. Eppure l’avevo già trovata.

 

**

 

 

La mattina dopo mi svegliai con un urlo. Il mio urlo. Non avevo fatto nessun incubo, non sentivo male da nessuna parte, ma appena aperti gli occhi mi ero ritrovata la faccia di Lily ad un palmo dalla mia e mi ero presa un bello spavento. Saltai su svegliando tutte le mie coinquiline.

 

Sol saltò in piedi in un secondo, impugnando la bacchetta. “Che pasa?” Era un Auror nata.

 

“Niente.” Fece Lily. “Rosie ha una cattiva tempra.”

 

Io la fissai a bocca aperta, con gli occhi fuori dalle orbite e il cuore fuori dal petto. “Cattiva tempra? Mi hai quasi fatto venire un infarto! Ti sembra il modo di venire a svegliare le persone?!

 

Lei scrollò tranquillamente le spalle, in una perfetta imitazione di James. “Non volevo svegliare proprio nessuno.”

 

“Beh, sembra che tu non ci sia proprio riuscita. Brontolò Vanessa dal letto accanto al mio. La vidi sbuffare e rimmergersi sotto le coperte.

 

“Chicas,” Ci richiamò Gaby. “Donde es Paula?”

 

Tutte quante cominciammo a guardarci intorno (anche Vanessa che riemerse dalle coltri) cercando Paula con lo sguardo. Il suo letto era vuoto. Nella stanza non c’era traccia di lei. Guardai Lily, pensando che lei ne sapesse qualcosa ma scosse la testa. Improvvisamente la porta si spalancò e noi tutte ci voltammo.

 

“Oh!” Arrivò la voce stridula di Paula. “Siete tutte sveglie! E’ magnifico!”

 

“L’abbiamo trovata.” Mormorò Vanessa prima di buttarsi sul materasso.

 

“Magnifico.” Echeggiai io. “Il miglior risveglio da anni a questa parte.

 

Paula entrò dentro la stanza con le mani congiunte e gli occhi che le brillavano. “Non crederete a quello che sto per dirvi!” Disse urlando. “Stamani sono scesa presto per andare a colazione, non volevo perdere i primi gossip del mattino, perché sapete ho un informatore che vaga anche durante la notte e quando scendo al mattino so già che lui avrà nuove notizie per me…”

 

“Taglia corto!” Sbottò Lily.

 

Paula le mandò un’occhiataccia ma continuò il suo sermone. “… a quanto pare Malfoy ha una ragazza dentro i Grifondoro!”

 

Il mio cuore si fermò. Lily mi mandò un’occhiata veloce ma io scossi la testa per farle capire che non era come credeva.

 

Gaby la guardò perplessa. “Como lo sabes?”

 

Paula ridacchiò e abbassò la voce. “A quanto pare ieri notte Malfoy era davanti al ritratto della Signora Grassa.” Disse. “Probabilmente aspettava che qualcuno gli aprisse per entrare.

 

Mi rilassai almeno un po’. Per lo meno nessuno aveva visto anche me, non osavo pensare che pettegolezzi avrebbe messo in giro Paula se solo avesse saputo che ero stata a parlare con Malfoy durante la notte.

 

Sol la guardò scettica. “E como sabes che no era allì solo por caso? O por otra ragione.”

 

“Credete quello che volete.” Fece Paula gonfiando il petto. “Ma io sono sicura che si tratti di una ragazza. E scoprirò chi è! Adesso vado, ho un altro informatore che…”

 

“Non ci interessa!” Urlò Vanessa da sotto le coperte. “Vattene e basta!”

 

Paula guardò le coperte di Vanessa un po’ stizzita prima di voltarsi e andarsene veloce com’era arrivata. Gaby e Sol si guardarono un po’ stranite.

 

“Meglio prepararse.” Disse Sol. “Già che estamos sveglie.”

 

Gaby annuì e si alzò dal letto ed insieme a Sol si chiuse in bagno per prepararsi. Vanessa aveva ripreso a dormire della grossa e ero sicura che non si sarebbe svegliata se non a cinque minuti prima delle lezioni. Spostai lo sguardo su Lily, che aspettava che tutte fossero fuori portata d’orecchio, e le feci cenno di sedersi sul letto prima di chiudere le tende del baldacchino.

 

Che ci fai qui?” Chiesi.

 

Lei scrollò le spalle. “A dire il vero mi annoiavo un po’, e poi volevo sapere se c’erano stati sviluppi. Disse. “Non è come dice Paula, lui non…”

 

“No.” Feci io. “No, era qui per… per chiedermi grazie di una cosa.

 

Lily spalancò gli occhi curiosa. “Era qui per chiederti grazie di una cosa? Di che cosa?”

 

“E’ una storia lunga e comunque non devi farne parola con nessuno.” Dissi. “Sei ancora l’unica a sapere di… lui…”

 

Lei annuì. “E cos’hai intenzione di fare?”

 

Che dovrei fare?” Chiesi sinceramente.

 

Lily si passò una mano sulla faccia come se stesse parlando con un mentecatto. “Andiamo Rose, era fuori dalla Sala Comune ad aspettarti, di notte, solo per dire grazie. Vorrà dire qualcosa, no? Rimango dell’idea che dovresti dirglielo.

 

La guardai per un po’, poi presi fiato. “Sai, Lily, il fatto che tu la pensi come Paula non è affatto un buon segno. Non ho manie suicide, non vedo perché dovrei firmare la mia condanna a morte.

 

“Ok.” Disse lei pensandoci su. “Magari dirglielo è un po’ troppo diretto. Forse dovresti solo… farglielo capire.”

 

Spalancai la bocca. “Non vorrai che mi metta a flirtare con M… lui!”

 

Lily rise. “Oh, voglio essere lì quando lo farai.”

 

“Non lo farò mai!” Urlai presa dalla vergogna. Non ero persona che usava flirtare normalmente, figurarsi con Malfoy. “Ho una dignità, Lily, a cui tengo e che non voglio che vada distrutta nel giro di venti secondi.

 

“Lo so.” Fece lei. “Ma pensa come sarebbe divertente proclamare te e lui coppia dell’anno! Sarebbe uno shock per tutti quanti! E zio Ron ti ucciderebbe!”

 

“Non sto nella pelle.” Feci ironicamente.

 

Lily mi fece un sorriso comprensivo. “Sto solo scherzando, ma la sai una cosa? Dovresti seguire l’esempio di Vanessa e agire invece di rimanere sempre a guardare da lontano. Ammetto che con Gill Ryan non sia andata così bene, ma con Al…”

 

Io sospirai. “Tutta questa storia è brutta cosa. Bruttissima. In primis non avrei mai dovuto prendermi una cotta per lui.

 

“Può darsi.” Fece lei. “Ma sono dell’idea che niente succede senza un motivo. E se poi non era destino, ti sarai solo messa alla prova.

 

Che consolazione…” dissi io. Mi fissai le dita delle mani e ci pensai seriamente su, ma non sapevo da che parte cominciare, anche se avessi voluto. “Paula dice che io gli piaccio.”

 

“Dovresti cercare di scoprirlo.” Si portò una mano sul mento. “E forse posso darti una mano.”

 

“Senza offesa, Lily, ma quando fai così mi terrorizzi.

 

Lily si limitò a fare un sorrisino così uguale a James e Fred che sentii i brividi salire su per la mia schiena. Ma poi mi chiesi, cosa poteva esserci peggio che essersi presa una cotta per l’essere più viscido del pianeta? Probabilmente niente.

 

 

**

 

 

“Non c’è niente di peggio del giovedì mattina. Giuro, niente di peggio!”

 

Potevo pensare ad un sacco di cose peggiori del giovedì mattina, ma dovevo ammettere che Vanessa non aveva tutti i torti, dato che le prime due ore del giovedì mattina avevamo pozioni insieme ai Serpeverde. E da un po’ di tempo, sudavo freddo tutte le volte che sorpassavo il corridoio principale per andare nei sotterranei.

 

Vanessa sbuffò. “Beato Al, lui sì che se la spassa. Perché non abbiamo continuato a seguire Cura delle Creature Magiche anche noi?”

 

Mi voltai verso di lei con un sopracciglio inarcato. “Vì, sei stata tu a decidere che avremmo dovuto seguire Pozioni! Hai detto che Hagrid ti terrorizzava!”

 

Lei ci pensò su e annuì. “Giusto.”

 

Un brivido mi percosse la schiena e la luce attorno a noi diventò verdognola, eravamo appena entrate nei sotterranei dirigendoci verso l’aula di Pozioni. Un gruppetto di Serpeverde stava sulla soglia e Gill Ryan stava al centro ridacchiando per qualcosa. Vanessa si bloccò di colpo e si voltò verso di me, io le feci cenno di venire avanti e non dargli importanza.

 

Come previsto, non appena passammo loro accanto, la voce di Gill ci richiamò indietro. “Ehi, Miller! Dove hai lasciato quello smidollato di Potter?”

 

Vidi il labbro di Vanessa tremare, ma si voltò decisa e cercò di tenere la voce più ferma possibile. “Sta tirando pugni ai maiali che incontra.

 

Dal gruppo dei Serpeverde si levò una risata generale e Ryan si sentì evidentemente messo in imbarazzo, ricordando il pugno che si era preso da Al. Guardò Vanessa sprezzante. “Povero Potter, lo avrai avvertito che dovrà aspettare il matrimonio prima di ottenere qualcosa?”

 

A quel punto il labbro di Vanessa tremò di nuovo ed io la presi sottobraccio, portandola via da quel branco di idioti e percorrendo il resto del corridoio che ci mancava per raggiungere l’aula. Entrammo trafelate in classe, tutti i nostri compagni erano già seduti e anche i nostri soliti posti sul fondo erano occupati. Gli unici due posti rimasti erano dietro a Zabini e Malfoy.

 

“Questa giornata sta andando di male in peggio. Piagnucolò Vanessa.

 

Io non avrei potuto essere più d’accordo. Vanessa si sedette dietro a Zabini ed io mi sedetti a malincuore alle spalle di Malfoy, cercando con tutta me stessa di non guardare neanche per sbaglio quella chioma platinata e perfetta davanti a me.

 

Il Professor Lumacorno entrò in classe dopo pochi minuti chiedendoci di fare silenzio. Io rimasi a testa bassa tutto il tempo, limitandomi ad ascoltare la sua voce mentre spiegava la lezione del giorno. L’unica volta che alzai la testa fu per vedere gli ingredienti scritti alla lavagna, prima di precipitarmi sul retro a procurarmeli.

 

Quando tornai indietro e posai tutti gli ingredienti sul nostro tavolo di lavoro, Vanessa si piegò verso di me bisbigliando. “Ti senti bene?”

 

Io annuii e cominciammo insieme a preparare la pozione. A dire il vero non sapevo neanche che pozione stessimo preparando, perciò non sapevo nemmeno se stessi facendo le cose per il verso giusto. Alzai appena la testa per vedere il pentolone di Zabini e Malfoy, il colore era verde proprio come il nostro.

 

“Professor Lumacorno?”

 

Riconobbi la voce di Lily e mi voltai verso la porta chiedendomi cosa ci facesse nei sotterranei. Il professor Lumacorno si tolse gli occhialini e l’accolse calorosamente facendole cenno di venire avanti.

 

“Oh, signorina Potter! Qual buon vento?”

 

Lily venne avanti e io continuai a guardarla confusa. Si fermò solo quando fu davanti al Professor Lumacorno e dando le spalle a me e Vanessa. La sentii parlare di ingredienti speciali, e fui sicura che avesse in mente qualcosa, dato che a Lily non era mai piaciuto studiare pozioni. Ad un certo punto la vidi portarsi le braccia alle spalle e maneggiare qualcosa. Prima che potessi rendermi conto di cosa stesse facendo, gettò qualcosa nella pozione di Malfoy e Zabini e non feci in tempo ad urlare che il pentolone scoppiò coprendo me, Vanessa e i due malcapitati di melma verde.

 

“Santo cielo!” Arrivò burbera la voce di Lumacorno. “Che cosa state combinando?”

 

Io mi tolsi la melma dagli occhi e cercai di respirare, vidi Vanessa fare lo stesso al mio fianco. Zabini si guardò intorno confuso. “Non siamo stati noi!”

 

Lumacorno li fissò perplessi. “E chi è stato, allora?”

 

Malfoy fece una smorfia, cercando di ripulirsi. “Qualcuno ci ha buttato qualcosa dentro. Mi gioco dieci galeoni che è stata la Weasley.”

 

Che cosa?” Urlai io. “Mi credi davvero così stupida? Se non l’avessi notato anche io sono ricoperta di melma!”

 

Avrai calcolato male il tuo scherzo.” Rispose Zabini.

 

Vanessa alzò un sopracciglio, o uno strato di melma, non ero sicura. “Forse sei tu che hai calcolato male il tuo cervello.”

 

“Adesso basta!” Urlò Lumacorno spazientito. “Siete tutti e quattro in punizione! Sabato prossimo con Gazza!”

 

Vanessa lo fissò con gli occhi fuori dalle orbite. “Ma professore…”

 

“Niente ma, Miller.” Poi guardò severamente sia me che Malfoy. “Da voi due non me lo sarei mai aspettato, ragazzi.”

 

Io ero ancora scossa per dire qualunque cosa. Il mio sguardo cadde su Lily, che mi sorrise al fianco di Lumacorno e mi fece l’occhiolino. Adesso avevo capito cosa ci facesse lì, ero appena entrata a far parte dei suoi piani malefici.

 

 

**

 

 

Scusate ragazzi, questa settimana non ho molte parole da dire, posto proprio a cuor leggero perché non ho la testa per stare a chiacchierare.

Purtroppo ho avuto dei problemi personali, non gravi ma comunque non di poco rilievo.

 

Sono comunque sempre molto felice di tutti i vostri commenti e del vostro affetto, perdonatemi almeno per questa volta.

 

Grazie Nabiki93, PrincipessaGin, hele, Leuconoee, Melisanna_ , Mariuccia, Edvige86, ThePirateSDaughter

 

Un abbraccio fortissimo, zia Funkia

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Capitolo 18
*** 18. Surprise surprise ***


“Non c’è niente di peggio del giovedì mattina

                               DON’T TELL DAD

 

                               18. Surprise surprise

 

 

vingaby

Lily si era scusata con me e si era offerta di accompagnarci in Infermeria per farci togliere la melma verde di dosso. Mi aveva poi spiegato che l’aveva fatto solo per far sì che finissi in punizione con Malfoy, così da avere tempo per stare da sola con lui. Io le avevo detto che era pazza e che per colpa sua mi ero beccata la mia prima punizione da quando frequentavo la scuola. Anche Vanessa era scocciata, non per la punizione, ma perché stavolta davvero non aveva colpa.

 

“Vorrei proprio capire cos’è successo!” Disse battendo un piede a terra, quel sabato notte mentre aspettavamo Gazza. Io non mi sarei mai sognata di dirle del piano malefico di Lily.

 

Erano già dieci minuti che aspettavamo, quando Gazza comparve sul fondo del corridoio seguito da Malfoy e Zabini che sembravano scocciati quanto noi. Gazza reggeva un lume con la mano destra e sembrava ancora più scheletrico nelle ombre della notte. Si piazzò davanti a noi e tirò su col suo lungo naso.

 

“Bene,” disse. “Pensavo che non ti avrei mai visto in punizione, Weasley.

 

Io roteai gli occhi. “C’è sempre una prima per tutto.”

 

“Ben detto.” Si voltò verso i ragazzi con un ghigno. Avevo sempre pensato che ci trovasse un certo gusto a vedere gli studenti in punizione. “Zabini, tu stai con Miller nei sotterranei. L’aula di Pozioni deve ancora essere ripulita dal vostro disastro.

 

“Un momento!” Saltò su Vanessa fissando incredula Zabini e Gazza. “Credevo che saremmo stati divisi per Case! Questa è un’ingiustizia!”

 

Gazza la fissò senza espressione. “Questa è una punizione.” Disse. “Credo che non abbiate bisogno di essere accompagnati, o mi sbaglio?”

 

Vanessa fissò Gazza, poi sbuffò e superò Zabini, che le corse subito dietro per tenere il passo. Gazza si concentrò su Malfoy.

 

“Bene, signor Malfoy…”

 

“Credo che passare la notte con Weasley sia una punizione sufficiente. Disse lui guardandomi con le braccia incrociate.

 

Gazza ridacchiò sinistramente ma ci fece cenno di seguirlo. Io non dissi niente e insieme a Malfoy mi incamminai dietro la schiena curva di Gazza. Salimmo almeno tre rampe di Scale, poi ci fermammo davanti ad un aula che non avevo mai visto prima. Mi voltai verso Malfoy, che aveva assunto un’aria ancora più scocciata, e pensai che probabilmente lui sapeva già di cosa si trattasse.

 

“Pulirete la stanza dei Trofei.” Disse Gazza. “Quando torno voglio vederli splendere.”

 

Se ne andò via con la sua lanterna lasciandoci soli davanti alla stanza. Il piano di Lily sembrava aver funzionato. Malfoy non mi lanciò neanche un’occhiata ed entrò nella stanza, io lo seguii. Mi guardai intorno meravigliata, era una stanza enorme piena zeppa di coppe, medaglie e trofei di ogni genere con delle torce alle pareti ad illuminare il tutto.

 

“Wow!” La mia voce riecheggiò. “Ma allora esiste davvero!”

 

Malfoy mi guardò come se fossi uscita di senno e mi lanciò uno straccio. “Senti, Weasley, non ho voglia di perdere tempo. Comincia a pulire i trofei sulla destra, io comincerò a sinistra, così finiremo prima.

 

Non avevo voglia di discutere e comunque sembrava una cosa intelligente. Impugnai il mio straccio e presi il primo trofeo, cominciando a strofinare forte sulla superficie. Non ero mai andata forte nei lavori manuali e il solo pensiero che quello fosse il primo di una serie infinita mi faceva stare male. Certo, non mi era andata male come a Vanessa.

 

“Dì, ma l’hai mai pulito un trofeo?” Mi voltai, Malfoy era appena dietro di me e mi fissava con un sopracciglio inarcato. Mi prese la mano che reggeva lo straccio e posò l’altra sul trofeo, circondandomi con le sue braccia, e strofinò forte sulla superficie mostrandomi come dovevo fare. “E’ così che si fa.”

 

Io mi sentii terribilmente in imbarazzo, sentivo il suo respiro sul collo, e arrossii. “Non sono mai stata in punizione prima d’ora. Mi giustificai.

 

Malfoy mi lasciò andare e tornò alla sua parete. “Non mi stupisce. Il gioco della pozione, comunque, è stato davvero molto stupido.”

 

Roteai gli al cielo. “Quante volte dovrò ancora ripeterti che non sono stata io?”

 

Malfoy non rispose, sentii solo lo strofinio nel suo straccio sopra il metallo dei trofei. Ripresi a lucidare il trofeo che avevo tra le mani e mi ritrovai a guardarlo. Era un vecchio trofeo di Quidditch, sulla targhetta si leggevaJames Potter’. Pensai di aver letto male, dato che era troppo vecchio per appartenere a James.

 

James Potter?” Dissi a voce alta. “Questo trofeo sarà di almeno cinquant’anni fa!”

 

“Sei davvero stupida come sembri?” Mi voltai verso Malfoy, che mi guardava con le sopracciglia inarcate continuando a strofinare sulle coppe. “Non è di tuo cugino, scema, è di suo nonno. Davvero sono io a doverti raccontare la storia della tua famiglia?”

 

Sapevo che anche il nonno di James si chiamava come lui, ma non mi era neanche passato per la testa che il trofeo potesse essere il suo. “Non ce n’è bisogno.” Mi voltai verso la parete guardando anche gli altri trofei, ma in un primo momento lessi Potter ovunque. “Che strano…”

 

Sentii Malfoy sbuffare. “Non è strano, ti ci ho messo apposta sul lato destro. Ce ne sono un sacco che riguardano i Potter e gli Weasley, io ormai li ho imparati a memoria. Divertiti, ma cerca comunque di fare veloce.”

 

Alzai un sopracciglio e lo fissai. “Come mai tanta fretta di tornare in Sala Comune, Malfoy? La tua ragazza ti aspetta sveglia?”

 

In un primo tempo Malfoy mi guardò scrutandomi, come se volesse capire dove volevo andare a parare con la mia domanda, poi scosse la testa e soffiò una risata. “Non ho una ragazza da… beh da sempre a dire il vero. Disse. “Non ho ragazze, solo storie.”

 

Per quanto potessi sentirmi rincuorata dalla prima parte della sua frase, la seconda parte mi aveva in qualche modo buttato terribilmente giù di morale. Presi un altro trofeo (vi si leggeva sopra ‘Harry Potter’) e senza guardarlo continuai il discorso. “E’ strano.” Feci con aria vaga.

 

Che cosa è strano?” Disse Malfoy che aveva lucidato almeno dieci trofei più di me.

 

Io sentii subito il calore emanare dalle guance e le orecchie e capii di essere arrossita. Mi schiarii la gola. “Pensavo solo che trovo strano che tu non abbia una ragazza. Pensavo che uno come te avesse più di una ragazza, a dire il vero.”

 

Uno come me?” Chiese Malfoy come se non avesse la più pallida idea di che cosa stessi parlando. “Che vuol dire uno come me?”

 

Presi un bel respiro e un bel po’ di coraggio e mi voltai verso di lui. Scrollai le spalle cercando di sembrare naturale, anche se mi ero riprovata questa battuta nella testa almeno un miliardo di volte. “Ecco, mi dispiace molto ammetterlo, Malfoy, ma hai il fascino del bello e dannato.

 

Malfoy alzò molto lentamente un sopracciglio e le sue labbra si incurvarono appena. Diavolo, ma non rideva mai? “Bello e dannato?” Ripeté divertito dalla cosa. “Non direi. E non ho detto di non avere spasimanti, ho detto di non avere ragazze. Perché ti interessa?”

 

“Non mi interessa.” Dissi subito in fretta, riportando lo sguardo sul mio lavoro così da non doverlo guardare in faccia. “Facevo solo per fare due chiacchiere.”

 

“Già,” Fece lui pulendo a fondo una coppa. “Invece tu stai pulendo lentamente perché non c’è proprio nessuno che ti possa aspettare sveglio, immagino.

 

Sentii subito ribollire il sangue di rabbia. Alzai la testa di scatto e lo fissai fiera. “Beh, magari qualcuno c’è, a te cosa importa?”

 

Le sue labbra si stesero di nuovo in un sorrisino divertito. “Niente, sono sicuro che Scamander saprà renderti felice.

 

Quello era decisamente troppo! Mi alzai lasciando il trofeo che stavo pulendo per terra e gettai lo straccio ai miei piedi, guardandolo furibonda. “Bene! Sai che ti dico, finiscitelo da solo il lavoro mentre io me ne torno nella mia Sala Comune! E quando arriva Gazza puoi dirgli che sarò ben felice di finire in punizione anche domani sera ma sicuramente senza di te!”

 

Girai i tacchi e varcai la soglia, finendo di nuovo lungo il corridoio. Marciai veloce tra le ombre, sotto lo sguardo dei quadri che spettegolavano tra loro, fino a che non mi sentii tirare per un braccio e mi voltai trovandomi faccia a faccia con Malfoy.

 

“Ehi, non puoi andartene così!”

 

“Vogliamo scommettere?” Minacciai io.

 

Malfoy sospirò e chiuse gli occhi per qualche secondo. “Weasley, se te ne vai rimarrò a pulire trofei da solo fino a domattina.

 

Ed è un mio problema?” Chiesi guardandolo da vicino. I suoi occhi lucevano ancora di più al buio. “Puoi pulirli con la magia e dire a Gazza che l’hai fatto a mano. E’ un Magonò, credi che se ne accorgerebbe?”

 

Lui sospirò. “Pensi che sia così stupido, Weasley? Gazza ci confisca le bacchette, prima di iniziare una punizione.

 

Io sbattei gli occhi un paio di volte. “Non la mia.”

 

“Come?”

 

“Non la mia.” Dissi di nuovo. Mi frugai in tasca e la tirai fuori mostrandola a Malfoy. “Non ha preso la mia bacchetta.”

 

Gli occhi di Malfoy brillarono e sapevo già cosa stava pensando. Ci movemmo insieme, ritornando di corsa nella stanza dei trofei. Impugnai la bacchetta e mi voltai a guardare Malfoy che annuì, recitai ungratta e netta’ e la stanza e tutti i trofei contenuti dentro tornarono a brillare come fossero nuovi. Io e Malfoy ci guardammo soddisfatti.

 

Che odore di pulito.” Fece Malfoy inspirando profondamente. “Ehi, non senti anche tu profumo di rose?”

 

Io arrossii di botto e senza farmi vedere cercai di annusarmi i capelli. Mai e poi mai gli avrei confessato che probabilmente ero io a profumare di rose. “Già.” Dissi ridacchiando. “Rose.”

 

**

 

 

Per il resto della settimana Vanessa si lamentò di dolori alle braccia e alle gambe ed io mi sentivo un po’ in colpa. Ripulire tutta quella melma non doveva essere stato facile, senza contare che era rientrata in Dormitorio due ore dopo di me.

 

Finalmente era iniziato Aprile e finalmente la temperatura era salita un po’. Non potevo certo sperare che ad Hogwarts venisse il gran caldo, ma avevo smesso di portare il mantello pesante e qualche timido raggio di sole spuntava qua e là per scaldare appena l’ambiente. Mi piaceva il caldo. Mi piaceva che in due mesi avremmo finito la scuola.

 

Quella mattina mi sentivo più assonnata del solito, non riuscivo proprio a sbottonare gli occhi. Mi ero trascinata con fatica in Sala Grande per fare colazione, erano appena le otto ma volevo cominciare presto a studiare dato che ci stavamo avvicinando agli esami di fine anno. Mi sedetti al tavolo e cercai di aprire appena gli occhi per vedere il mondo che mi circondava.

 

“Ehilà!”

 

Vincent sedeva di fronte a me e mi salutò allegro facendo colazione. Mi guardai un po’ in torno pensando di aver sbagliato tavolata.

 

“No, non preoccuparti,” ridacchiò lui. “Sei nel posto giusto. Aspetto Gaby.”

 

“Oh.” Feci io annuendo. “A dire il vero stava ancora dormendo quando uscita dal Dormitorio. Sei proprio sicuro di voler aspettare qui, da solo?”

 

Lui scrollò le spalle sorridendo. “Non mi dispiace, ormai sono abituato. E i Grifondoro non fanno neanche più caso a me.

 

Gaby scese quasi mezz’ora dopo di me e Vincent era ancora fermo lì ad aspettarla. Li guardai mentre si parlavano e si sorridevano tra loro e pensai tra me che Vincent doveva essere proprio innamorato di lei se rimaneva ore ad aspettarla senza obbiettare.

 

Per non disturbare decisi di lasciare il tavolo dei Grifondoro e mi diressi senza troppo fretta in Biblioteca. Se fossi stata in un’altra situazione, avrei cominciato a studiare almeno due mesi prima, ma avevo tutt’altro per la testa e non riuscivo a concentrarmi su quello che leggevo, figurarsi memorizzarlo.

 

Rosie!”

 

Feci appena in tempo a voltarmi che Lily mi aveva raggiunta camminando al mio fianco. La guardai tenendo il passo. “Ehi, Lily.”

 

“Allora, com’è andata?” Mi chiese lei sorridendo. “Lo so che è passata una settimana, ma sono stata molto impegnata con Hugo e…”

 

La guardai di sbieco. “Non vi sarete fatti mettere in punizione un’altra volta, non è vero?”

 

“Oh no.” Feci lei scotendo la testa. “Non ci hanno ancora beccato. Comunque, stavamo parlando di te e di… lui. Com’è andata? Cosa è successo?”

 

Mi fermai un attimo e mi voltai verso di lei. “Non è successo un bel niente, ok? Abbiamo avuto una misera conversazione che non ha portato a niente di buono. Fortunatamente Gazza non si è ricordato di togliermi la bacchetta quindi abbiamo scontato solo dieci minuti di punizione e poi ce ne siamo andati a letto. Fine della storia.”

 

Lily parve delusa. “E pensare che ci avevo messo tanto impegno per poter far esplodere quella pozione.

 

“A proposito, che diavolo ci hai buttato dentro?”

 

Lei sorrise. “Questo è un segreto, mi spiace Rose.”

 

Scossi la testa e feci per riprendere il mio cammino, ma mi bloccai subito come se mi avesse colpito un incantesimo congelante. Per un attimo mi parve di rivivere la scena con Gill Ryan che si sbaciucchiava un’altra, solo che questa volta io ero Vanessa e Gill Ryan era Malfoy. Quanto avrei voluto che ci fosse stato Al per tirargli un pugno.

 

Lily al mio fianco trattenne il fiato. “Cavolo! Questo sì che è un fuori programma!”

 

Sentii il sangue ribollirmi nelle vene, senza pensare aumentai il passo battendo i piedi per terra facendo così tanto rumore che i due furono costretti a staccarsi e guardare cosa stesse succedendo. Io ormai ero partita in quarta e mi sentivo velenosa come non mai.

 

“Nessuno vi ha informato che è vietato avere certi atteggiamenti nei corridoi?” Urlai in preda alla collera. “Trenta punti in meno a Serpeverde… anzi cinquanta!”

 

Lily, che per un attimo era rimasta ferma a fissare la scena, si diede una mossa e mi raggiunse dato che io non avevo intenzione di fermarmi e continuavo a marciare per il corridoio come un treno. Non mi ero nemmeno fermata a guardare che faccia avessero fatto Malfoy e la sua ‘bella’, ero così arrabbiata che avrei potuto attraversare un muro buttandolo giù con facilità.

 

“Non ti sembra di essere stata un tantino impulsiva?” Chiese Lily con aria però divertita.

 

“No!”

 

Okey.” Fece Lily non tanto convinta. “Beh, comunque è stato forte!”

 

Io la fulminai con lo sguardo e Lily ebbe il buon senso di tacere, per una volta. Avevamo appena svoltato l’angolo quando mi sentii richiamare dall’ultima persona che avrei voluto vedere al momento. Avrei potuto ucciderlo.


”Ehi, Weasley!” Chiamò. “Weasley! Fermati, per la miseria!”

 

Strinsi forte i pugni e serrai la mascella. Come previsto però, dato che io non avevo neanche una forma fisica, mentre Malfoy giocava a Quidditch, mi raggiunse e mi superò parandosi davanti a me. Io lo fissai con astio mentre lui riprendeva fiato e si sistemava quei suoi perfettissimi e odiosissimi capelli.

 

Che diavolo ti prende?” Fece quasi arrabbiato. “Non puoi togliermi tanti punti per una cosa del genere!”

 

Io gli pestai un piede con tutta la forza che avevo. “Sono un prefetto e ti tolgo tutti i punti che mi pare!” Urlai.

 

Ouch! Ma sei impazzita?!

 

Lily mi fissò timorosa. “Ehm, Rose… forse dovresti calmarti un po’…”

 

“Io sono calmissima!” Urlai. Malfoy e Lily si scambiarono uno sguardo terrorizzato. “Io impersono la calma!”

 

“Non si direbbe…” Azzardò Malfoy.

 

Va’ al diavolo, non voglio più vederti!”

 

Fu l’ultima cosa che riuscii ad urlare prima di scappare via, dato che le lacrime stavano già cadendo sulle mie guance ormai rosse di rabbia. Ero stata proprio una stupida e mi sentivo ancora più stupida a star male per una cosa del genere, ma non riuscivo proprio a fermarmi. Avevo giurato a me stessa che avrei smesso di piangere per quello che faceva Scorpius Malfoy all’età di dodici anni, quando mise un ragno vivo nei miei ingredienti di pozioni, ma stavolta non riuscivo proprio a farne a meno.

 

 

**

 

 

Lily venne a cercarmi in Dormitorio dopo una ventina di minuti dal fattaccio. Io mi ero già rinchiusa nel mio baldacchino, così che se fosse entrata Paula non avrebbe potuto né vedermi, né sentirmi. Scostò appena le tende e si sedette sul bordo del mio letto, senza dire una parola.

 

“Beh, non avrebbe mai potuto finire bene. Cercai di sorridere io.

 

Lily fece un debole sorriso e scrollò le spalle. “Mai dire mai, io ci speravo.”

 

“Grazie.” Dissi tirando su col naso. “Se qualcuno ti dovesse chiedere…”

 

“Non dirò una parola, Rose.” Mi promise. Poi sospirò e si appoggiò coi gomiti sulle gambe. “Mi ha tenuto bloccata fino ad ora, voleva sapere cosa ti era preso. Gli ho detto che eri solo molto stressata ma non credo che se la sia bevuta.”

 

Mi lasciai andare contro il cuscino, fissando il soffitto. “Sinceramente non m’importa. Che pensi quello che vuole.”

 

Lily mi fissò. “Sai che non lascerà mai correre, non è vero?”

 

Io annuii e mi morsi un labbro. “Lo so, per questo dovrò evitarlo finché posso. Non ho proprio nessuna voglia di dare spiegazioni.

 

Lily fissò per un po’ il bordo del letto con fare assente, sembrava un po’ a disagio. Si grattò la nuca, scuotendo i suoi lunghi capelli rossi e mi guardò con una smorfia. “Forse, Rose, dovresti parlare con Vanessa di questa cosa. O con Al. Io non credo di essere molto brava a consolare le persone in queste situazioni.”

 

Scossi la testa. “Non ho bisogno di qualcuno che mi consoli, ma qualcuno che mi faccia un perfetto incantesimo di memoria e mi faccia dimenticare di essermi presa una cotta per un idiota del genere.”

 

Lily fece una faccia a metà tra un sorriso e una smorfia. “Scusami tanto ma non voglio proprio prendermi questa responsabilità.

 

Lasciai andare la testa indietro. “Sono stata proprio un’idiota, ma cosa pensavo? Che aspettasse me?”

 

“Devi ammettere che Malfoy è un po’ ambiguo. Disse Lily. “Insomma, un giorno ti sputa addosso e il giorno dopo si fa trovare davanti alla Sala Comune…”

 

Chiusi gli occhi. “Ho rinunciato a capire la filosofia di Malfoy molto tempo fa, Lily.

 

Rimase un po’ in silenzio poi chiese timidamente. “Cos’hai intenzione di fare adesso?”

 

“Disintossicarmi, possibilmente.”

 

 

**

 

 

Prima di tutto vorrei dire che siete dei lettori fantastici! Grazie per essermi stati vicini anche solo con una piccola recensione, l’ho molto apprezzato!

 

Qualche scaramuccia per la nostra Rose, le cose sembrano andare di male in peggio! Ma potevamo aspettarci di meglio da un Malfoy? ( o per meglio dire, da zia Funkia che come sappiamo tutti è veramente perfida e sadica?) … ci sarà ancora strada da fare.

 

Grazie a tutti! In particolare a: LyhyEllesmere, Kokylinda2 (Ho paura che Scorpius provi qualcosa così nel profondo che non se ne accorge neanche lui…) , Nabiki93, Gioem106 (E’ probabile che torni a scrivere delle R/Hr sono pur sempre la mia coppia preferita, ma non prometto nulla) , Sif, Edvige86 ( Hugo l’ho un po’ tralasciato in effetti… ma tornerà, promesso XD) , ThePirateSDaughter, mariuccia, hele, Leuconoee, mAd wOrLd, Dea ex Machina ( Grazie per tutti i complimenti, mi fanno sempre molto piacere) , elettra1991

 

 

Vi adoro! (ve lo dico mai?)

Love, zia Fufù

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Capitolo 19
*** 19. (Un)secret love ***


Per le seguenti settimane continuai a sentirmi uno straccio anche se dovetti fare di tutto per non darlo a vedere, dato che non volevo che nessuno, oltre Lily, sapesse cosa mi stesse succedendo

                                DON’T TELL DAD

 

                                19. (Un)secret love

 

 

weasley brothers

Per le seguenti settimane continuai a sentirmi uno straccio anche se dovetti fare di tutto per non darlo a vedere, dato che non volevo che nessuno, oltre Lily, sapesse cosa mi stesse succedendo. Sicuramente Vanessa aveva cominciato ad intuire che c’era qualcosa che non andava, ma essendo così vicini agli esami usavo la scusa di dover studiare per potermi isolare.

 

Il peggio arrivava quando dovevo seguire le lezioni di Trasfigurazione e di Pozioni. Almeno a Trasfigurazione avevo la fortuna di sedere nei banchi davanti e potevo far finta che non esistesse, ma durante pozioni mi ritrovavo spesso e volentieri a fissarlo e mi sentivo veramente un’idiota. Più che idiota.

 

“Non ho capito un accidente.”

 

Mi passai una mano sulla tempia, sospirando profondamente. Era almeno un’ora che mi ero rinchiusa in Biblioteca con James, dato che aveva implorato il mio aiuto per i M.A.G.O, ma sembrava non capire assolutamente niente di quello che gli spiegavo. Non che ci fosse da stupirsi.

 

“Ci rinuncio, Jay!” Dissi. “Ti sto spiegando una cosa che io non ho ancora studiato e tu continui a non capirci niente!”

 

James allargò le braccia. “Ehi, non è colpa mia se tu hai presso il cervello da zia Hermione ed io ho preso quello di… di…”

 

“Di nessuno, sei solo stupido per natura.”

 

Albus si era appena seduto al nostro tavolo ridacchiando. Ovviamente James aveva chiesto prima il suo aiuto del mio, ma Al si era rifiutato categoricamente di dargli lezioni.

 

“Non parlo con i traditori.” Fece James incrociando le braccia e imbronciandosi un po’.

 

Al rise e scosse la testa. “Solo perché non ho voluto spiegarti lezioni che avresti dovuto studiare mesi fa? Beh, scusami tanto, ma quando io ho avuto bisogno di favori mi sono sempre sentito dire di no da te.”

 

“Non è affatto vero!” Io e Al lo guardammo con le sopracciglia inarcate. “Ah, pensatela come volete!”

 

Si alzò dalla sedia sbalzandola indietro e lasciò la Biblioteca in meno di un minuto chiedendo a Madama Pince cos’avesse da guardare. Io e Al ridacchiammo insieme. Cominciai a raccogliere le mie cose, Al mi dette una mano e prese un po’ dei miei libri.

 

“Ne vuoi parlare?”

 

Alzai gli occhi su Al presa un po’ in contropiede, mandai uno sguardo veloce verso l’uscita della Biblioteca. “Non è che ci sia molto da dire. D’accordo che lavorare con James è dura, ma non sono poi così disperata.”

 

Ci incamminammo fianco a fianco verso l’uscita e continuammo per il corridoio verso la Sala Grande. Al scosse la testa e ridacchiò. “Non stavo parlando di James.” Disse. “Stavo parlando di te. Sei sempre sfuggente ultimamente, anche Vanessa comincia ad essere preoccupata. Lei pensa che sia colpa dello studio, ma Rose, io sinceramente non me la bevo.”

 

“In effetti è proprio lo studio.” Mentii.

 

Al rise. “Potrebbe preoccuparti di tutto, ma lo studio proprio no. Cosa c’è che non va?”

 

Sospirai profondamente e mi morsi un labbro. Stavo cominciando a crollare lentamente, ero sempre nervosa e non sapevo quanto avanti sarei potuta andare. Strinsi un po’ i libri a me. “Mi è successa una cosa.” Ammisi. “Una cosa abbastanza grave. Ma non credo di potertelo dire.”

 

Al continuò a camminare al mio fianco anche se parve abbastanza confuso. Quello che adoravo di Al era che, anche se pensava che una cosa non fosse giusta, rispettava sempre le decisioni degli altri. “Posso aiutarti in qualche modo, anche senza che tu mi dica esattamente cosa succede?”

 

Scossi la testa. “E’ una via senza sfondo.”

 

“Beh, esiste la retromarcia.” Fece lui cercando di consolarmi. Poi diventò improvvisamente serio. “Qualunque cosa sia, Rosie, lo sai che io sono sempre con te quando hai bisogno.”

 

Sorrisi e mi fermai in mezzo al corridoio, appena fuori dalla Sala Grande. “Grazie Al, ti prometto che quando arriverà il momento in cui…”

 

“Weasley!”

 

Il sangue mi si ghiacciò nelle vene e spalancai gli occhi continuando a fissare Al, che si era scurito in volto. Io, forse per la prima volta in sei anni, non sapevo cosa fare o dire di fronte a Malfoy. Mi voltai lentamente, spaurita, ritrovandomelo davanti con un’aria inferocita. Arretrai di un passo, ritrovandomi a ridosso di Al.

 

“Sono settimane che cerco di parlarti.” Disse. “E trovi sempre un modo per svignartela. A Trasfigurazione ti fermi a parlare con la McGrannitt, a pozioni ti dilegui prima che possa voltarmi e hai anche smesso di fare le ronde notturne. Credo che tu mi debba una spiegazione.”

 

Io mi schiarii la gola e scrollai le spalle. “Una spiegazione al fatto che chieda dei consigli per gli esami alla McGrannitt e me ne vada dalla classe di pozioni perché è finita la lezione? Cosa c’è da spiegare?”

 

Al ridacchiò alle mie spalle. “Qualcuno è un po’ paranoico, Malfoy? Io sto facendo le ronde notturne ultimamente.”

 

Malfoy roteò gli occhi scocciato. “Si vede proprio che siete parenti.” Sbottò. “Voglio una spiegazione al fatto che tu mi abbia tolto cinquanta punti senza alcuna motivazione.”

 

Al smise di ridere e fece un passo avanti guardando me. “Cinquanta punti?!”

 

Io sbuffai con fare annoiato e me ne andai, entrando in Sala Comune. “Sai bene cos’hai fatto, e ho cose più importanti da fare.” Guardai verso il tavolo dei Grifondoro, Vanessa mi aveva visto entrare e mi faceva cenno da lontano per farsi vedere. Io feci per andare da lei, ma una mano si posò sulla mia spalle e mi fece voltare senza troppa grazia.

 

“Non troppo in fretta, Weasley.” Fece Malfoy incrociando le braccia al petto.

 

“Ehi!” Intervenne Al mettendosi tra noi due. “Levale le mani di dosso!”

 

“Ah, tu stanne fuori, Potter!” Replicò Malfoy scocciato, come se non avesse neanche voglia di dare addosso ad Al come al suo solito. “Non ho bisogno che tu ti metta a fare il fidanzato geloso.”

 

“Almeno Al non mi pomicia in mezzo al corridoio dove tutti possono vedermi!” Sbraitai io al limite. Se dovevo proprio dirla tutta, Al, grazie al cielo, non mi pomiciava affatto. Ma era un dettaglio insignificante.

 

Malfoy alzò un sopracciglio. “E’ questo il tuo problema?! Mi hai tolto cinquanta punti per una cosa così scema?”

 

Al si voltò verso di me perplesso. “Ne sarebbero bastati dieci.”

 

“Ma tu da che parte stai?” Dissi guardandolo male, poi tornai a guardare Malfoy. “Non ho voglia di discutere di questo, Malfoy, non ti ridarò i tuoi stupidissimi cinquanta punti! Ho da fare!”

 

Li superai entrambi cercando di scappare a quella fastidiosa situazione, puntando verso Vanessa che guardava incuriosita verso di noi. Se solo ripensavo a quella scena mi tornavano i nervi a fior di pelle ed era meglio dileguarsi prima che potessi fare qualcosa di spiacevole. Ma Malfoy mi urlò dietro.

 

“Vorrei proprio sapere come hanno fatto i tuoi genitori a non accorgersi della tua insufficienza mentale!”

 

Quello era troppo, sentii il mio sangue ribollire e senza pensare mi voltai di nuovo verso di lui e urlai. “Ed io vorrei proprio sapere come diavolo ho fatto ad innamorarmi di un idiota come te!”

 

… oh merda!

 

Non ero il tipo da dire molto spesso parolacce, ma era proprio il caso di dirne una. Attorno a me all’improvviso era calato il silenzio ed io ero rimasta senza fiato. Avevo davvero detto quello che pensavo di aver detto davanti a tutta la scuola? Mi guardai un po’ intorno e tutti, dal tavolo dei Serpeverde ai Grifondoro, ci stavano guardando. Persino Neville, al tavolo dei Professori, aveva un’aria sconvolta.

 

Chiusi gli occhi e sperai con tutta me stessa che un Basilisco venisse fuori dalle viscere della terra e mi inghiottisse, ma quando riaprii le palpebre Malfoy ed Al erano ancora fermi davanti a me, entrambi con la stessa espressione stupidita sul viso.

 

Se non altro ebbi la soddisfazione di vedere Malfoy veramente spiazzato per una volta nella mia vita, anche se durò solo per pochi attimi. Appena ebbi il coraggio di muovere le gambe corsi via, superandoli entrambi, più veloce della luce.

 

Corsi per corridoi e scale e ancora corridoi e ancora scale, e non mi fermai fino a che non arrivai alla Torre dei Grifondoro e arrivata senza fiato davanti al ritratto della Signora Grassa bofonchiai la password (spruzzolosi) ed entrai in Sala Comune, fino ad andarmi a rinchiudere in Dormitorio.

 

Mi ero appena rovinata la vita. Tanto valeva che mi uccidessi finché ero in tempo. Avevo appena confessato a Scorpius Malfoy di essermi innamorata di lui, il che equivaleva alla fine dei miei giorni ad Hogwarts.

 

Mi ero appena stesa e serrato le tende quando sentii la porta cigolare e trattenni il fiato sperando che non fosse Paula. Quando una mano tirò le tende del baldacchino e mi ritrovai a fissare Vanessa feci un sospiro di sollievo. Lei si sedette sul bordo del mio letto pazientemente.

 

“Ehi.” Disse.

 

“Ehi.” Risposi flebile. “Bella giornata, eh?”

 

Vanessa annuì. “Ottima per dichiarare il tuo amore a qualcuno.” Disse sarcasticamente. “Rose, perché non me l’hai detto?”

 

“Io…” Non sapevo davvero cosa dire. “Non lo so, Vì, ero confusa, spaventata… non saprei nemmeno dirti da quanto me ne sono resa conto. E cosa avrei potuto dirti? ‘Ehi, Vì, ti ricordi quanto odiassi Malfoy? Beh, adesso vorrei solo pomiciare con lui fino alla morte’.”

 

“No, seriamente.” Aveva un’aria sconvolta. “Vorresti pomiciare Malfoy?”

 

“Vì…” La implorai.

 

“D’accordo scusa.” Disse. “E’ solo che capisci, è una notizia non da poco. Avresti dovuto vedere la faccia che ha fatto Malfoy, è rimasto impalato là nel mezzo come un idiota.”

 

Io ripensai alla scena e sospirai. “Come biasimarlo…”

 

Vanessa fece un sorriso simpatetico. “Ti va dato merito di essere riuscita a ghiacciarlo. Lui ed Al. non si sono mossi di mezzo millimetro.” Scosse la testa incredula. “Ma seriamente Rose, cosa… come…”

 

“E’ tutta colpa di Paula Vegas!” Sbraitai. “Paula e quella sua stupidissima teoria del cavolo! Da quando mi ha detto che Malfoy probabilmente aveva una cotta per me non ho fatto che fissarlo tutto il tempo e stargli sempre appiccicata… e guarda qual è il risultato! Senza contare che l’unica cosa che ho capito è che a lui non piaccio affatto!”

 

Vanessa scoppiò a ridere e io la guardai quasi offesa. Cosa c’era da ridere?

 

“Si può sapere che hai da ridere?”

 

“Scusa,” disse a corto di fiato, tenendosi la pancia con le mani. “Ma stavo ancora pensando alla faccia di Malfoy. Chissà se è ancora lì in piedi.”

 

Guardando Vanessa sentii le mie labbra incurvarsi. Scoppiai a ridere con lei, pensando che la faccia di Malfoy era davvero senza prezzo. Era forse l’unica cosa per cui era valsa la pena fare una figuraccia simile.

 

Qualcuno bussò alla porta e Vanessa scostò le tende per vedere chi fosse. Lily stava sulla soglia in attesa. Le feci cenno di entrare e lei si chiuse la porta alle spalle, poi si sedette sul letto di Vanessa, proprio accanto al mio.

 

“Volevo solo vedere come stavi.” Disse in tutta sincerità.

 

Io scrollai le spalle e sospirai. “Basterà che mi rinchiuda in Dormitorio fino alla fine della scuola. Per il prossimo anno, ho un estate intera per pensare a come posso fare per sopravvivere.”

 

Lily alzò un sopracciglio. “Per quanto quella di chiudersi in Dormitorio sia la tattica più usata tra noi, non credo che resisterai un mese e mezzo senza uscire da qui.”

 

“Lily ha ragione.” Disse Vanessa. “Senza contare che in questo periodo più che mai dovrai seguire le lezioni, siamo in fase presami. E hai intenzione di rimanere chiusa qua dentro anche durante gli esami di fine anno?”

 

Sospirai. “Sentite, mancano solo due settimane all’inizio degli esami. Fino ad allora mi inventerò qualcosa… devo solo fare in modo che non ci incrociamo nei corridoi, non sarà così difficile! Insomma, sono riuscita ad evitarlo per più di un mese, delle volte.”

 

Vanessa si voltò verso Lily. “Albus?”

 

“Oh, lui e Malfoy erano ancora fermi come statue quando me ne sono andata.” Disse. “Prima o poi si riprenderanno.”

 

Io mi sentivo uno schifo. “Mi dispiace, non volevo mettere in mezzo anche voi. Ho combinato un sacco di casini dall’inizio di questa storia.”

 

“Rose, non hai niente da rimproverarti, nessuno sceglie per chi prendersi una cotta.” Fece Vanessa. “Anche se proprio Malfoy…”

 

Io alzai gli occhi al cielo e Lily intervenne. “Io non lo trovo niente male.”

 

“No, infatti.” Dissi io flebilmente arrossendo tra me. “Proprio niente male.”

 

Vanessa storse il naso. “Penso che non mi abituerò mai a tutta questa storia.”

 

 

 

**

 

 

Ero rimasta in Dormitorio con Lily e Vanessa per tutto il giorno. Per metà pomeriggio erano rientrate anche Sol e Gaby, che mi chiesero subito di raccontare tutta la storia. Paula invece non si vide fino a notte tarda e pensai che fosse stata a giro tutto il giorno per essere sicura che tutti sapessero cos’era successo in Sala Grande.

 

Durante tutto quel tempo passato in Dormitorio eravamo arrivate alla conclusione che non avrei potuto nascondermi per sempre, avrei dovuto trovare un altro modo per seguire le lezioni e fare in modo da non dovermi mai confrontare con Malfoy. Per questo stavo uscendo dal Dormitorio alle tre di notte per andare da Neville.

 

Percorsi in punta di piedi la Sala Comune e stavo quasi per uscire quando sentii chiamare il mio nome. Sobbalzai dalla paura e mi voltai con una mano sul petto.

 

“Scusa non volevo spaventarti.” Era Al e se ne stava seduto sul divano. “Rientravo da una ronda e mi sono addormentato qui.”

 

“Sei impazzito!” Urlai sottovoce. “Mi hai fatto quasi prendere un infarto!”

 

Al si alzò dal divano e si avvicinò a me, con la stessa faccia che avevo io quando mi raccontò di essersi preso una cotta per Vanessa. “Avresti potuto dirmelo, lo sai che non ti avrei mai giudicato.”

 

Io alzai gli occhi al cielo. “Al, ti prego, non adesso. Ormai è troppo tardi, sono stata una stupida. E devo andare da Neville, prima che tutta questa storia passi dall’essere un disastro all’essere una catastrofe.”

 

“Va bene.” Disse. “Ti accompagno.”

 

“Cosa? No!” sospirai. “Non ho bisogno di una balia, posso fare da sola. Devo solo fare in modo di non incontrare Malfoy mai più fino alla fine della scuola. Beh, possibilmente fino alla fine della mia vita, ma credo che sia un po’ più difficile.”

 

Al alzò un sopracciglio ed allargò le braccia. “Mettiamola così, che succede se adesso esci da sola e lungo i corridoi incontri Malfoy?”

 

A questo in effetti non avevo pensato. Lo guardai qualche secondo in più e poi lo presi per un polso. “D’accordo, ma datti una mossa.”

 

Fortunatamente l’ufficio di Neville non era lontano dalla Sala Comune dei Grifondoro. Dovevamo solo fare una rampa di scale e svoltare due o tre corridoi. Al camminava al mio fianco continuando a lanciarmi occhiate di soppiatto. Io sospirai frustrata.

 

“Se c’è qualcosa che devi dirmi, perché non la dici e basta, Al.”

 

Lui si schiarì la gola continuando a camminare. “Scusa.” Disse. “E’ solo che la trovo una cosa molto strana. Insomma, per sei anni vi siete insultati e presi a parolacce, alcune volte vi siete lanciati anche qualche incantesimo, e adesso dal nulla ti innamori di lui. Com’è possibile?”

 

Scossi la testa. “Non lo so. Penso… penso in sei anni di non averlo mai visto veramente, ecco.”

 

Al spalancò gli occhi. “Rose, mi metti paura, lo giuro. Adesso non mi verrai a dire che non è la persona cattiva che sembra e che se ti ha insultata fino all’altro ieri era solo per il suo modo strano di relazionarsi.”

 

“Niente affatto.” Risposi io secca, svoltando per la seconda volta in un nuovo corridoio. “Mi sono solo resa conto che infondo lui…” Mi fermai e mi voltai verso Al. “Non credo che tu voglia sapere davvero quello che penso di Malfoy.”

 

Al aprì e chiuse la bocca un paio di volte, corrugando la fronte. “No, penso di no.”

 

Finalmente arrivammo davanti all’ufficio di Neville e senza pensarci un minuto di più bussai con forza. Passò qualche minuto, prima che un assonnato Neville venisse ad aprirci. Ci guardò un po’ perplesso, cercando di svegliarsi un po’.

 

“Rose, Albus, cosa ci fate qui a quest’ora… un momento, che ore sono?”

 

“Le tre del mattino.” Disse Al.

 

“Sì, beh, possiamo entrare?” Chiesi io con un po’ di fretta. “Ho bisogno del tuo aiuto Neville.”

 

Lui si spostò dalla soglia facendoci passare ed noi entrammo in fretta. Mi sedetti sulla prima sedia che trovai libera, mentre Neville andò a sedersi dietro la scrivania. Al rimase in piedi curiosando qua e là nell’ufficio.

 

“Cosa posso fare per te, Rose?”

 

“Ecco…” Feci io non sapendo da che parte cominciare. “Riguarda quello che è successo stamattina nella Sala Grande.”

 

“Oh.”

 

“Già.”

 

Neville si grattò la nuca un po’ in imbarazzo. “Ecco, Rose, non vedo come possa aiutarti. Sinceramente non sono mai stato un granché bravo con questo genere di cose…”

 

“Mi aiuterebbe molto, prima di tutto, che tu non dicessi niente ai miei genitori.” Dissi arrossendo un po’. “Soprattutto a papà.”

 

“Oh, zio Ron ti diserederebbe se solo sapesse.” Fece Al da dietro le mie spalle.

 

Neville sbatté un paio di volte le palpebre e annuì. “Mi sembra una saggia decisione. Ma Rose, era proprio necessario bussarmi alle tre del mattino per dirmi questo? Avresti potuto aspettare fino a domani, abbiamo anche lezione e…”

 

“Esatto.” Interruppi io. “E ho bisogno di uscire dalla lezione almeno dieci minuti prima. Da tutte le tue lezioni, almeno fino alla fine della scuola.”

 

Neville mi fissò stralunato ma Al si avvicinò ed intervenne. “I Serpeverde hanno lezione dopo di noi. Rose sta cercando di evitarlo.”

 

“Oh, naturalmente.” Fece Neville. “D’accordo Rosie, infondo sono solo poche lezioni.”

 

“Ecco, mi domandavo…” Arrossii un po’ sulle guance. “C’è un modo per convincere la McGrannitt e Lumacorno a farmi saltare le loro lezioni? O magari a recuperarle in altro modo?”

 

Neville parve preso in contropiede. Parve pensarci un po’ su. “Accidenti Rose, se si trattasse solo di Lumacorno potrei anche provarci, ma non ho modo di mettermi contro la McGrannitt. Anche se…”

 

“Anche se?” Continuammo io ed Al in coro.

 

“Anche se si tratterebbe solo di qualche ora di lezione, dato che gli esami cominciano tra due settimane. Rose, che media hai a Trasfigurazione e Pozioni?” Chiese Neville.

 

“Ho E in entrambe le materie.”

 

“Ottimo.” Neville fece un bel sorriso. “Dirò alla Professoressa McGrannitt e a Lumacorno che, dato che stai calando un po’ nella mia materia, hai bisogno di qualche ora di recupero. Però Rose, devi promettermi che farai male il test di domani mattina.”

 

Io saltai in piedi dall’euforia. “Oh, non vedo l’ora di scrivere tutte le risposte sbagliate!”

 

 

**

 

 

“Signorina Weasley, questo davvero è un rendimento inaspettato.”

 

Subito dopo pranzo ero stata contattata nell’ufficio della Preside, dove appena entrata Neville mi aveva fatto un’occhiolino senza farsi vedere da nessuno. Io avevo preso posto e avevo aspettato pazientemente che la McGrannitt mi spiegasse il motivo del colloquio, anche se ovviamente sapevo già di cosa si trattasse.

 

Mi morsi un labbro cercando di risultare credibile. “Devo essere un po’ sotto pressione ultimamente, ho dedicato molto più tempo ad altre materie e ho completamente preso sottogamba Erbologia.”

 

La McGrannitt mi scrutò un po’ da sotto gli occhialetti, fissando il mio compito completamente pieno di errori. Il primo compito pieno di errori di Rose Weasley. Storse un po’ il naso. “Il Professor Longbottom, come tutti noi, non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere. Ovviamente nessun Professore vorrebbe rovinare una media brillante come la sua, signorina Weasley, perciò il Professor Longbottom suggeriva delle lezioni extra.”

 

Aggrottai la fronte facendo la finta tonta. “Non capisco.”

 

“Come mi ha appena confermato, non ha nessun tipo di problema con altre materie, tra cui Trasfigurazioni. Io e il Professor Lumacorno cederemo le nostre ore di lezione perché possa recuperare in Erbologia sotto la supervisione del Professor Longbottom.”

 

“Oh.” Feci sembrando non troppo felice.

 

La McGrannitt mi fissò ancora. “Non mi aspetto che faccia salti di gioia, Weasley, ma sarebbe un peccato vedere la nostra studentessa più brillante fare un pessimo esame di Erbologia. A volte bisogna fare ciò che non ci piace per avere dei buoni risultati.”

 

Annuii cercando di rimanere seria, anche se dentro di me stavo scoppiando dalla gioia. “Certo, mi sembra giusto.”

 

“Bene,” fece. “C’è qualcosa che vuoi chiedere al Professor Longbottom, già che siamo qui?”

 

“No, io..:” Feci un sorriso a Neville. “Vorrei solo ringraziarlo per il suo aiuto.”

 

Neville ricambiò il sorriso. “E’ sempre un piacere, miss Weasley.”

 

 

**

 

 

Eccoci qua!

Questo capitolo ha emozionato anche me, ma soprattutto ho riso tanto mentre lo scrivevo e ne sono molto fiera. Abbiamo fatto un bel passo avanti… ma siamo giusto giusto a metà strada.

Molti di voi mi dicono che non riescono a capire Malfoy, che è ambiguo, che è impossibile che non capisca cosa prova Rose… beh, ragazzi miei, è un uomo XD e i ragazzi in genere non sono molto acuti in questioni amorose, o mi sbaglio?!

 

Vorrei davvero ringraziare tutti quanti, siete dei lettori magnifici e calorosi! Thanks

 

Leuconoee: Il bello di Rose e Scorpius è che fanno un passo in avanti e dieci indietro… e se i miei personaggi potessero parlare per loro conto probabilmente mi farebbero finire in prigione XD

PrincipessaGin: Beh, penso che adesso le abbia capite alla grande, più chiaro di così XD

Sif: Parliamoci chiaro, se non avessi fatto un bel casino tra i personaggi… non sarei la zia Fufù XD e ne succederanno di tutti i colori… perché sennò anche io che scrivo mi annoio XDD

Melisanna_ : I miei problemi sono semi-risolti grazie, ma mi dispiace dirti che non manca affatto poco al finale… siamo appena a metà

Nabiki93: Ecco, penso che d’ora in avanti non ci sia più il problema di farsi scoprire da Malfoy, non sei d’accordo? Ora rimane solo da scoprire che cosa ne pensi Malfoy

Kokylinda2: Ecco, non vorrei essere proprio io la sfigata di turno, ma sai quanti ragazzi ho trovato che prima si interessano, poi no, poi vanno con altre e poi si interessano di nuovo? Voi li capite? Io no! Per fortuna ne ho trovato uno buono come il pane… ho trovato il nuovo Albus Potter XDD

Francydenis: eeeh le donne vedono rosso quando si tratta di gelosia… Malfoy dovrebbe ringraziare che se l’è cavata solo con un pestone e 50 punti in meno XD

Dea ex machina: La pulzella di Malfoy è una ignota. Non so, anche Hermione quando si arrabbiava metteva paura… ricordo dei certi canarini…

Edvige86: Pensa un po’, sei stata l’unica contenta della limonata tra Scorpius e ragazza ignota XD ammetto che nella scena di trofei ho avuto la tentazione di far grondare miele ma ho cercato di trattenermi per il bene della storia

Milla Nafira: A dire la verità il prologo l’ho messo quando avevo idea di scrivere un certo numero di capitoli, ma poi alla fine ho cambiato idea e quindi ho rimediato in altro modo, che poi vedrete. Ti ringrazio per la recensione, anche io spesso mi connetto solo come autrice perché sono sempre di fretta.

ThePirateSDaughter: Rose e Scorpius sono in grado di litigare ovunque XD un po’ come facevano Ron e Hermione ai loro tempi, se ci pensi… Beh, hai capito come deve essersi sentita Rose a vedere Malfoy con un’altra XD

Mariuccia: Secondo me un po’ di tutte e due, prova sia simpatia che antipatia, deve solo decidere quale dei due sentimenti è più forte. E lo sai quanto sono lenti i ragazzi u.u di certo adesso non avrà più dubbi su quello che prova Rose.

 

Thanks again, love u all

Zia fufù

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Capitolo 20
*** 20. Freaky goodbyes ***


Il piano di Neville aveva funzionato alla grande

                                DON’T TELL DAD

 

                                20. Freaky goodbyes

 

 

 

RS2

Il piano di Neville aveva funzionato alla grande. Per le due settimane di lezione che rimanevano prima degli esami avevo saltato tutte le ore di Trasfigurazione e Pozioni, facendo finta di essere in recupero con Neville quando me ne stavo in realtà rinchiusa in Biblioteca nell’angolo più remoto e nascosto dagli scaffali, studiando per gli esami. Inoltre, tutte le volte che avevo Erbologia, Neville ci lasciava andare via almeno dieci minuti prima del suono della campanella.

 

Avevo dovuto organizzarmi anche per la vita quotidiana. Non andavo più a pranzo e a cena ai soliti orari, e a volte mi intrufolavo direttamente in cucina per non dover passare dalla Sala Grande. Non mi aiutava a sfuggire ai pettegolezzi, ma in due settimane non avevo visto neanche l’ombra di Malfoy.

 

Il problema non si pose neanche quando arrivò la sessione degli esami. Certo, ogni volta che entravo in aula e vedevo quella testa platinata sentivo un tuffo al cuore, ma dato che era vietato parlare tra noi non avrei corso alcun pericolo ed ero così veloce a compilare i miei fogli che una volta consegnato il lavoro sfrecciavo via, in direzione Sala Comune dei Grifondoro.

 

“Non posso credere che abbiamo finito.” Al si lasciò andare accanto a me sul divano. “Stamani avevo il mio ultimo esame.”

 

Io lo guardai con un sorriso. Anche io ero esausta, mi sentivo come un atleta che aveva appena finito le olimpiadi. “Lo so, è stata dura. E pensare che il prossimo anno dovremo impegnarci il doppio.

 

Vanessa ridacchiò e scosse la testa, lasciandosi andare contro la poltrona. “E’ impossibile che tu ti impegni come quest’anno. Hai avuto una mente diabolica per poter seguire tutto il programma e continuare ad evitare Malfoy.

 

Però ha funzionato.” Sorrisi trionfante. “E i pettegolezzi stanno diminuendo, senza contare che in un paio di giorni saremo a casa.

 

“Già.” Sorrise Al, poi si voltò verso Vanessa. “Ehi, ti va di fare due passi? Non devi studiare, vero?”

 

Vanessa scosse la testa. “No, ho finito ieri i miei esami.” Si alzò seguendo Al verso il buco nel ritratto. “Vuoi venire con noi, Rosie?”

 

“Oh certo, muoio dalla voglia di essere il terzo incomodo!” Dissi sarcasticamente. “Andate pure, ci vediamo più tardi ragazzi.

 

Al e Vanessa se ne andarono salutandomi ed io mi rilassai un po’ sul divano. Lanciai un’occhiata fuori, erano giorni che non uscivo dalla Sala Comune se non per dare gli esami e fuori c’era un bel sole lucente. Mi morsi un labbro e guardai il buco nel ritratto. Infondo anche io mi meritavo una passeggiata. Sarei potuta andare da Hagrid.

 

Presi un po’ di coraggio e lasciai la Sala Comune guardandomi intorno un po’ sospetta. Ormai la paranoia era diventata parte di me. Eppure avevo la sensazione di essere seguita. Feci altri due passi e mi voltai all’improvviso, trovandomi davanti Hugo.

 

“Ciao sorellina!”

 

Trasalii. “Hugo! Per la miseria!”

 

Hugo si limitò a sorridere. “Nervi a fior di pelle, vedo. Cerca di rilassarti un po’.”

 

“Lo farei, se tu non mi arrivassi alle spalle come un ladro. Sospirai. “E dov’eri sparito, non ti vedo da settimane!”

 

Hugo alzò le sopracciglia come se fossi diventata pazza. “Beh, non sono io quello che si nasconde. Sono stato in giro, con Lily, con gli amici, a spedire lettere a mamma e papà… stai tranquilla, non ho raccontato nulla del tuo amore segreto.

 

Lo guardai male. “Non è che sia proprio segreto, non credi?”

 

“No, non direi.” Disse. “E’ stata proprio bella, me ne stavo seduto a mangiare il mio bacon quando ti sento sparare questa notizia. Mi è andato tutto di traverso, giuro.”

 

“Posso immaginare.” Lo guardai nervosamente, rigirandomi le dita. “Non dirai niente, neanche quando torneremo a casa?”

 

Hugo mi mise una mano sulla spalla. “Ehi, sono tuo fratello. E poi mi piace averti in famiglia. Non voglio che papà ti cacci di casa.”

 

Feci un piccolo sorriso. “Grazie Hugo.”

 

Ma ti pare. Adesso devo andare, Lily mi aspetta fuori vicino al lago. Mi salutò con la mano e se ne andò correndo per il corridoio. Io sorrisi e pensai che infondo, anche se a scuola non ci vedevamo spesso, Hugo era il miglior fratello che potessi desiderare. Se fosse stato James, avrebbe lasciato che papà mi diseredasse.

 

Ripresi il mio cammino, continuando a pensare a mio fratello e quanto non volessi sapere cosa stava combinando con Lily, e svoltai l’angolo per scendere le scale. Ero del tutto soprappensiero, continuavo a camminare pensando solo che volevo arrivare da Hagrid, quando una voce dietro di me mi tolse il fiato.

 

“Nasconderti non è una soluzione, lo sai?”

 

Tutto il lavoro che avevo fatto per evitarlo, buttato al vento nel giro di mezzo secondo. Presi un bel respiro e mi voltai lentamente. Malfoy era appoggiato al muro davanti a me, serio e fiero. Erano settimane che non lo guardavo per bene e mi sembrò anche più affascinante del solito. Io rimasi in silenzio a guardarlo, senza sapere cosa dire.

 

Alzò un sopracciglio. “Non hai niente da dire? Sarebbe una prima.”

 

Io abbassai la testa, mi vergognavo. Mi ero sentita già abbastanza umiliata in Sala Grande. “Non credo di avere nient’altro da dire.”

 

Con la coda dell’occhio lo vidi mettersi dritto davanti a me. “Te ne salti fuori con una cosa del genere e non hai nient’altro da dire? Sono abbastanza confuso, Weasley.”

 

Alzai la testa di scatto, sentendomi quasi offesa. “Tu sei confuso? Come credi che mi senta io? Credi che mi sia alzata una mattina e dal nulla mi sia presa una cotta per te?”

 

“No, affatto.” Disse guardandomi serio. “Per questo sono confuso… voglio dire, come…”

 

Arrossii di botto e cominciai a gesticolare e a parlare in fretta, come facevo sempre quando ero nervosa. “Beh, è successo tutto quando sono tornata dalle vacanze di Natale… è colpa di Paula, lei ha insinuato che io ti piacessi e così ho cominciato a… non che ci credessi davvero, però me lo sono chiesto e ti tenevo d’occhio… e poi sentivi le rose nell’Amortentia e…”

 

Malfoy mi fissò confuso. “Cosa diavolo c’entrano le rose nell’Amortentia?”

 

Io boccheggiai un paio di volte. “Beh… beh, io profumo di rose.”

 

Malfoy alzò un sopracciglio. “Tu non profumi di rose, Weasley.”

 

“Non importa.” Lasciai perdere io. “Il punto è che mi sbagliavo e si sbagliava anche Paula, ma ho passato così tanto tempo a fissarti che alla fine…” Il fiato mi morì in gola e non volevo continuare quella frase.

 

Perché diavolo Paula Vegas avrebbe dovuto credere che avessi una cotta per te?” Chiese lui.

 

Io roteai gli occhi. “Dice che il tuo insultarmi sia per catturare la mia attenzione.”

 

Malfoy scoppiò a ridere. “Cosa? Io ti insulto solo perché è divertente, a volte perché mi annoio e a volte perché mi irriti davvero.”

 

Lo fissai perplessa. “Oh, io pensavo che fosse per abitudine.”

 

“Avresti potuto dirmelo subito.” Fece lui improvvisamente. “Avevo notato che mi stavi sempre addosso, ma pensavo che lo facessi solo per darmi fastidio. Avresti potuto dirmelo che era per tutto un altro motivo e avrei capito anche… quei cinquanta punti.”

 

Io arrossii di nuovo e alzai gli occhi al cielo. “Come no, sarei potuta venire da te e dirti ‘quest’anno San Valentino è andato, ma il prossimo anno potremmo uscire insieme’.

 

Malfoy piegò appena le labbra in un sorriso, sembrava quasi divertito da tutta questa cosa. “Oh, invece è stato molto più intelligente urlarlo davanti a tutti e poi nasconderti saltando tutte le lezioni con i Serpeverde facendo finta di essere ad un recupero di Erbologia.” Lo fissai shockata. “Sì, lo so. Ho cercato di parlarti per tutto questo tempo.

 

Io cercai di fare l’indifferente. “Beh, non ce n’era bisogno. Domani torneremo a casa e sono sicura che durante l’estate tutta questa cosa svanirà da sola.

 

Lui scosse la testa alzando gli occhi al cielo. “Non era questo il punto, volevo solo delle spiegazioni e nessuno poteva darmele se non tu.

 

Io mi morsi un labbro. “E cosa importava? Voglio dire, io non ti… insomma… io non ti piaccio, giusto?”

 

Malfoy alzò un sopracciglio e scosse la testa. “Sinceramente, Weasley, non ci ho mai minimamente pensato prima d’ora.

 

“Sarebbe un no?” Azzardai io.

 

Malfoy fece una smorfia, come se stesse soffrendo. “Vuoi davvero sentirtelo dire?”

 

Ero masochista fino a questo punto? Scossi la testa e la abbassai, mordendomi furiosamente un labbro. Mi sentivo come se stessi camminando sulla mia stessa dignità, riducendola a pezzi e per di più tutto di fronte e nei riguardi di Scorpius Malfoy. Adesso sapevo di aver davvero toccato il fondo. Mi venne quasi da ridere e lui mi guardò strano.

 

“Beh, in fondo…” dissi io tornando a guardarlo. “… anche io preferisco essere male accompagnata, piuttosto che stare da sola.

 

Anche le labbra di Malfoy si piegarono appena in sorriso, lo vidi spostare lo sguardo in alto e ridere internamente tra sé. “Fa’ buon viaggio domani, Weasley. Ci vediamo a settembre.”

 

Mi diede le spalle e fece per andarsene via. Io sentii un moto dentro di me, all’altezza dello stomaco, come se quella conversazione fosse stata lasciata aperta. Mi feci coraggio, prendendo un bel respiro, e parlai ancora. “Forse a settembre tornerò ad insultarti come sempre. Dissi.

 

Malfoy si fermò solo un attimo e mi guardò con mezzo sorriso da sopra la sua spalla, poi scosse la testa e riprese a camminare lasciando solo una frase dietro di sé.

 

“Non hai mai smesso di farlo, Weasley.”

 

**

 

 

Il giorno dopo non avevo ancora avuto il tempo di rendermi conto di niente. Sapevo solo che il mio baule era fatto, il mio armadio vuoto e poi in men che non si dica mi ero ritrovata sul treno che mi avrebbe rispedito dritta dai miei. Non ricordavo neanche di aver fatto colazione quella mattina, non ricordavo neanche di aver parlato con qualcuno. Eppure ero convinta di aver salutato un sacco di gente.

 

Come al solito io, Vanessa e le gemelle ci eravamo prese uno scompartimento tutto per noi. Al era stato invitato, ma aveva preferito passare il viaggio con i suoi amici, dato che poi Vanessa sarebbe andata a casa sua per il resto dell’estate. Senza contare che rabbrividiva solo al pensiero di dover ascoltare una conversazione tra femmine adolescenti.

 

“Sarà strano non averti a casa, sai?” Feci improvvisamente, senza smettere di guardare fuori dal finestrino.

 

Vidi il riflesso di Sol alzare un sopracciglio. “Puedes dirme una cosa no strana che ha successo este anno?”

 

Vanessa ridacchiò al mio fianco. “Vero. E non essere così drastica, Rose, sarò a casa di Al per tutto luglio e poi verremo anche da te qualche volta. Ci vedremo lo stesso. E se avrai bisogno di me, lo sai che puoi sempre mandarmi un gufo, e sarò da te in un attimo.

 

Io mi voltai verso di lei e le sorrisi. “Sì lo so, non era questo che intendevo. Era solo una questione di abitudine.” Sospirai e mi guardai in grembo. “Ieri ho visto Malfoy.”

 

Ci fu qualche secondo di silenzio, in cui alzai gli occhi per guardare le loro facce. La prima a parlare questa volta fu Gaby. “Che ha dicho? Te ha preso in giro?”

 

Scossi la testa. “No, niente del genere. Ha detto che voleva solo delle spiegazioni e che aveva provato a parlarmi anche nelle settimane precedenti ma io…”

 

“Ma tu eri troppo impegnata a fare sì che ciò non accadesse. Mi interruppe Vanessa.

 

“Già.” Dissi arrossendo. “Beh, non c’è da preoccuparsi, non dovrò più pensarci per altri tre mesi, giusto? E non si dice lontano dagli occhi, lontano dal cuore? E’ successo così anche per Kevin LeFleur, vi ricordate quanto fossi pazza di lui?”

 

Sol mi guardò con un sorrisino. “Si tengo che dirti la verità, Rose, la historia con Malfoy è mucho màs complicata.”

 

E màs interessante.” Disse Gaby.

 

Io alzai entrambe le sopracciglia e mi voltai verso Vanessa, aspettando un suo commento. Lei mi guardò per qualche secondo e poi scosse la testa. “Per me rimane una cosa a cui non mi abituerò mai. Mi dispiace, Rosie.”

 

“Se può esserti d’aiuto, Vì, anche io fatico molto ad abituarmi all’idea. E mi ero assicurata che questa idea non venisse diffusa tra le mura di casa Weasley. Potevo contare su Al, Lily e Hugo, ma per quanto riguardava James e Fred avevo dovuto minacciarli. “Vincent?”

 

“Està con Al.” disse Gaby. “Creo…”

 

Vanessa scosse la testa. “Non riesco a credere a quante cose siano successe quest’anno. Dalla festa di Halloween ne è praticamente successa una al giorno. Gaby si è messa con Vincent, io sono uscita con Gill Ryan, ho litigato con Rose, Sol e Gaby ci hanno aiutato a far pace, Rose si è presa una cotta per Malfoy e ce l’ha nascosto per tutto il tempo…”

 

“Ehi!” Mi voltai io, punta sul vivo.

 

“… e finalmente mi sono messa con Al.” finì lei senza dar cenno di avermi sentito. “Un po’ mi dispiace che quest’anno sia finito.

 

Sol ed io la guardammo come se fosse pazza. “Como no, ha stato un divertimento ayudarve por tornare amiche.”

 

Gaby rise. “El proximo anno sarà el turno di Sol por trovarse un ragazzo.

 

Vanessa sospirò. “Se non altro sarò molto felice di non vedere mai più a giro per la scuola Gill Ryan.”

 

“Già,” feci io. “Ed io sarò molto felice di non vedere mai più a giro per la scuola James o Fred.

 

“A proposito.” Fece Vanessa. “Si può sapere come hai fatto per tappargli la bocca?”

 

Io scrollai le spalle. “Ho solo detto che sarei andata dai loro amici a raccontare dei loro piccoli segreti imbarazzanti. Lo sai quanto ci tengano ad essere popolari e James non vorrebbe mai che qualcuno venisse a sapere che una volta a tredici anni si è fatto la pipì addosso dalla paura.”

 

Gaby, Sol e Vanessa mi guardarono per un po’ poi scoppiarono a ridere. “E como ha fatto?”

 

“Credo che fosse uno scherzo di Lily.” Dissi. “Quella donna sa essere malefica.”

 

Passammo almeno un altro paio d’ore in viaggio parlando del più e del meno, di quello che avremmo fatto durante l’estate e di quello che ci aspettavamo dal prossimo anno. A metà del viaggio era passata Paula per farmi sapere che se volevo incontrarmi con Malfoy era nell’ultima carrozza del treno. Avevo fatto tutto ciò che era in mio potere per non alzarmi e ucciderla.

 

Alla fine eravamo arrivate a Londra, e con un po’ di timore scesi dal treno guardandomi intorno. Mi chiedevo se i miei avrebbero notato qualcosa di diverso in me e mi resi conto di quanto fossi sciocca. Per fortuna nessuno dei miei genitori era un Legilmens. Alla fine li scorsi alla fine della piattaforma. Vidi mio padre, a dire il vero, che spiccava come un faro rosso in mezzo alla nebbia.

 

“Rosie!” Fece abbracciandomi quando fui più vicina. “Bentornata a casa.”

 

Sorrisi appena. “Grazie papà.”

 

Mamma mi fissò un po’ strana ed io sudai freddo. Lo sapevo che avrebbe capito subito che qualcosa non andava. “Va tutto bene, tesoro? Sembri un po’ pallida.”

 

Io scossi la testa. “Devo solo essere un po’ stanca per il viaggio.

 

“Hermione, è appena tornata, non cominciare a stressarla subito.

 

Non la stavo affatto stressando.” Rimbeccò subito mia madre, mettendosi le mani sui fianchi.

 

Papà sospirò e alzò gli occhi al cielo. “Certo. Vado a prendere i vostri bagagli e intanto vedo se riesco a trovare Hugo. Rimanete qui, siete troppo basse e non vi si vede tra tutto questo fumo bianco.

 

Notai che mamma fece per dire qualcosa ma poi rinunciò perché papà era già partito verso il treno. Lasciò perdere e si focalizzò di nuovo su di me con un bel sorriso. “Allora, ho sentito che Vanessa non verrà da noi quest’estate.

 

“Sì, verrà.” Dissi. “Solo ad Agosto, però. Passerà del tempo in più con i suoi genitori.

 

Mamma sorrise. “Mi stavo riferendo ad Albus.”

 

“Oh.” Giusto, l’ultima volta che Vanessa era venuta da noi stava ancora con Gill Ryan. “Immagino che Neville abbia spifferato tutto. Sì, beh, era un po’ che Al era interessato a lei a dire il vero e alla fine…”

 

“Ne sono molto felice.” Disse sinceramente la mamma.

 

Papà tornò poco dopo con i bagagli e con Hugo a seguito, che salutò la mamma con un abbraccio veloce, per essere sicuro che nessuno dei suoi amici l’avesse visto. Dopo poco apparvero accanto a noi anche gli zii con James, Al e Lily. Anche Vanessa passò a salutare velocemente con i suoi genitori, senza però permettersi di salutare Al in modo più consono davanti ai parenti. Zio Harry e famiglia si avviarono prima di noi fuori dalla stazione, mentre mamma era rimasta a parlare un po’ di più con i genitori di Vanessa.

 

“Pensi che papà abbia portato la macchina?” Mi bisbigliò Hugo in un orecchio.

 

Io risi e scossi la testa. “Spero proprio di no.”

 

Papà batté le mani insieme richiamando la nostra attenzione. “Bene, ragazzi, siamo pronti per andare a casa?”

 

Io annuii e Hugo andò a prendere il suo bagaglio. Mi voltai per prendere la mia roba e rialzando lo sguardo, di fronte a me, tra tutto il fumo, scorsi la figura slanciata di Scorpius Malfoy che mi fissava da lontano. Rimasi qualche secondo immobile a fissarlo negli occhi in quell’atmosfera quasi eterea, avvolti dal fumo bianco del treno. Era l’ultima volta che l’avrei visto prima di tre mesi.

 

“Rosie, andiamo?”

 

Distolsi lo sguardo e tornai a fissare papà che mi aspettava insieme ad Hugo e alla mamma. Gli lanciai un ultimo sguardo prima di andare con i miei genitori.

 

 

 

**

 

 

 

Buona pasqua a tutti!!!

 

Siamo tornati con difficoltà a postare, perché grazie al cielo ho trovato lavoro e ho molto meno tempo per scrivere. In ogni cosa bella ci sono i lati negativi, ma cercherò di fare del mio meglio per postare sempre in poco tempo.

 

E’ finito il sesto anno e adesso dopo una lunga estate ci aspetta il tanto sognato settimo anno e ne vedremo delle belle… come sempre d’altronde!

 

Grazie tantissime a Musicmylife, mki90, BigIlly, PrincipessaGin, Francydenis, mica, ThePirateSDaughter, Nabiki93, hele, Milla Nafira, Edvige86, fly girl_ HH, sif, mariuccia, elseW, siete i lettori più dolci dell’universo <3

 

Vi abbraccio e vi bacio tutti, auguri!

Zia funkia.

 

 

 

 

 

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Capitolo 21
*** 21. By anonymous ***


Così mi ritrovai proprio dove avevo iniziato a raccontare la prima parte della mia storia

                               DON’T TELL DAD

 

                               21. By anonymous

 

 

boys

Così mi ritrovai proprio dove avevo iniziato a raccontare la prima parte della mia storia. Era ormai metà Agosto e mi trovavo a casa dei nonni, alla Tana, dato che il giorno dopo sarebbe stato il mio compleanno. Stavo seduta sulla finestra, guardando oltre l’orizzonte il paesaggio sereno, mentre dentro di me si scatenava la tempesta.

 

Non avevo avuto affatto ragione. Di solito sapevo quello che dicevo perché l’avevo studiato su qualche libro, ma questa era una cosa che non si poteva imparare sui libri. Erano passati due mesi e mezzo dalla fine della scuola, ma il mio pensiero fisso continuava ad essere Scorpius Malfoy, nonostante mi sforzassi tanto per non pensarci neanche un po’.

 

E mi sentivo in colpa, terribilmente, perché avrei tanto voluto dire tutto a mamma e papà, ma non potevo. Mi sentivo in colpa perché sapevo bene che cosa ne pensasse papà e mi sembrava quasi di aver tradito la mia famiglia. Anche se in verità non era successo proprio niente di concreto.

 

Qualcuno bussò alla mia porta, o meglio alla porta della camera di papà, e mi voltai appena pensando che fosse mia madre. Non appena vidi la faccia sorridente di Vanessa fare capolino, saltai in piedi e corsi ad abbracciarla.

 

“Vì!” Urlai. “Che ci fai qui a quest’ora? Pensavo che arrivassi solo domani!”

 

Vanessa si slegò dal mio abbraccio ridacchiando ed entrò nella stanza trascinandosi dietro una valigia. “Lo so, ma avevo due ragioni per venire prima.” Disse. “La prima, è che volevo che fosse una sorpresa.”

 

“E lo è stata!” feci io euforica. Mi sedetti sul letto elettrizzata, non vedevo l’ora di sapere tutto quello che aveva fatto durante l’estate. “E la seconda?”

 

“Oh beh…” Si schiarì la gola cominciando a tirare fuori la roba dalla sua valigia. “… io ed Albus ci siamo lasciati.”

 

Mi sentii all’improvviso come se una tegola del tetto avesse sfondato il soffitto e mi fosse caduta in testa. “Che cosa?” Chiesi shockata. D’accordo, volevo sapere tutto della sua estate, ma questo era stato davvero inaspettato. “E quando è successo?”

 

“Oggi a pranzo.” Disse lei continuando a frugare nella valigia, senza guardarmi.

 

“E me lo dici così come se niente fosse?” Saltai su io. “Ma insomma, che diavolo è successo?”

 

Vanessa alzò gli occhi e mi fissò, poi sospirò e si morse un labbro. “Scusa, Rose, ma non ho proprio voglia di parlarne adesso. Ho fatto la valigia in fretta e furia, mi sono scusata con i tuoi zii e appena ho potuto sono venuta qui.”

 

“Okey, okey.” Alzai le mani in segno di resa. “Pensavo che almeno tu avessi buone notizie.”

 

“Che vuoi dire?”

 

Io sospirai e la guardai penosamente. “Malfoy.”

 

“Oh, Rose, non è ancora passata?” Chiese lei premurosa. Si sedette accanto a me e mi posò una mano sulla gamba. “Non l’hai detto ai tuoi, vero?”

 

“Certo che no, non voglio che mi stacchino la testa.” Dissi. “Domani Al sarà qui, te ne rendi conto, vero?”

 

Lei annuì. “Sì, lo so. Non voglio rovinare il tuo giorno, non preoccuparti, me ne starò buona come se niente fosse successo. Cosa pensi di fare una volta tornate a scuola? Insomma, sarai costretta a rivederlo.”

 

“Non lo so, non ci ho ancora pensato.” Alzai gli occhi al cielo. “Non avrete litigato per qualcosa di stupido, vero?”

 

“Litighiamo sempre per qualcosa di stupido. Litighiamo sempre, ecco qual è il punto.” Sospirò Vanessa. “Pensi che Malfoy possa aver cambiato idea?”

 

“Beh, sinceramente… ma insomma, perché continui a cambiare discorso!”

 

“Io?” Fece Vanessa. “Veramente sei tu che non fai altro!”

 

Ci fissammo per qualche secondo, poi sospirai e mi passai una mano sugli occhi. “D’accordo, tu non hai voglia di parlare di Al, come io non ho voglia di parlare di Malfoy. Parliamo di cose serie: che mi hai regalato?”

 

Vanessa si aprì in un sorriso sincero. Si alzò e tornò alla sua valigia, da cui prese un pacchettino. Tornò sul letto accanto a me e me lo porse. “Dovresti scartarlo domani, non è ancora il tuo compleanno.”

 

Mi voltai verso di lei lentamente e con le sopracciglia alzate. “Mi metti un regalo tra le mani e pensi davvero che aspetterò fino a domani? Dì un po’, sei la mia migliore amica o la prima che passa, perché dovresti sapere bene che non resisto alle tentazioni.”

 

Vanessa si morse un labbro per cercare di non ridere. “Sì, ce lo hai ampiamente dimostrato.”

 

Con sarcasmo colsi che si stava riferendo a Malfoy. Feci una smorfia. “Divertente, Vì.” Mi focalizzai di nuovo sul mio regalo. Non ero mai stata paziente con un regalo in mano. Lo scartai nel giro di due secondi. Strinsi tra le mani quello che sembrava un taccuino. “Un diario?” Chiesi.

 

“E’ molto meglio.” Fece Vanessa tutta soddisfatta. “So quanto sei nervosa per i M.A.G.O. ed hai paura di dimenticare qualcosa o di confondere le idee, perciò ti ho preso un appunta-appunti. Puoi prendere appunti e poi spostarli nelle pagine a tuo piacere.”

 

Cavolo, questo sì che era un regalo utile! “Grazie, Vì!” dissi sinceramente. “Non avrei mai pensato a comprarmi una cosa del genere!”

 

“Lo so, sei un genio che si perde in un bicchier d’acqua.” Rise lei.

 

Feci mezzo sorriso. “Non avevano qualcosa di simile da applicare nella vita reale?” dissi scherzando. “Non sai quanto mi sarebbe utile poter spostare le cose che mi accadono a mio piacimento.”

 

Vanessa scrollò le spalle. “No, altrimenti ne avrei preso uno per me.”

 

“Potrei farlo brevettare a zio George.”

 

Vanessa sorrise appena. “Com’è andata l’estate?”

 

“Non così male.” Dissi sinceramente. “Ho passato un sacco di tempo a parlare con Hugo, è stato un buon confidente. Gaby e Sol hanno mandato qualche lettera e mi sono portata un po’ avanti con lo studio.”

 

“Oh, questo sì che è divertente!” Fece ironicamente Vanessa.

 

Qualcuno bussò alla porta e papà fece capolino qualche secondo dopo con un bel sorriso. “Scusate se vi disturbo, ragazze, ma credo che sia proprio ora di mettersi a letto. Vanessa, se hai bisogno di qualsiasi cosa noi siamo al piano di sotto.”

 

Vanessa gli sorrise. “Grazie signor Weasley, ma credo di avere tutto nella mia valigia.”

 

Papà annuì e ci diede la buonanotte prima di andar via. Io mi voltai verso Vanessa e sbadigliai. “Sai, credo che quella di mettersi a letto non sia per niente una cattiva idea.”

 

“E poi dovrai essere in forma per domani, per la baraonda di parenti che ti aspetta.”

 

Alzai gli occhi al cielo. “Non voglio neanche pensarci.”

 

 

**

 

 

Anche se non avevo voluto pensarci, la mattina dopo fummo svegliate inconfondibilmente dalla baraonda di parenti, come aveva detto Vanessa. Di solito Al veniva sempre a svegliarmi per il mio compleanno, ma sospettavo che qualcuno lo avesse avvertito della presenza di Vanessa ed infatti non si era fatto vivo.

 

Ci vestimmo con calma, cercai di mettere inutilmente a posto i capelli e presi un po’ di fiato prima di scendere al piano di sotto.

 

“Ecco la nostra festeggiata, buon compleanno Rosie!” Urlò papà.

 

Io sorrisi ed arrossii sotto lo sguardo di tutti i parenti che mi stavano fissando e mi auguravano buon compleanno. C’erano proprio tutti: zio Bill e zia Fleur, Louis, Victoire, Dominique, zio Percy e zia Audrey con Molly e Lucy, zio George e zia Angelina, Fred e Roxanne, zio Harry e zia Ginny, James, Al e Lily, Teddy, mamma e papà, Hugo e naturalmente i nonni. L’unico a mancare era zio Charlie che aveva mandato una cartolina con le sue scuse il giorno prima.

 

Non appena scesi anche l’ultimo gradino la nonna si fece subito avanti e mi abbracciò stretta. “Oh tesoro, diciassette anni! Non riesco a crede a quanto cresciate in fretta!”

 

Papà alzò gli occhi al cielo. “Dovresti averci fatto l’abitudine, mamma.”

 

La nonna ci mise tutti quanti a tavola, sembrava il pranzo di Natale. Tutti continuavano a congratularsi per la mia maggior età ed io continuavo ad arrossire come una sciocca. Alla fine del pranzo, dopo quattro o cinque portate, la nonna mi mise davanti un enorme torta a forma di libro con il mio nome scritto sopra con glassa al cioccolato e diciassette candeline.

 

Dopo pranzo fu il momento dei regali e ne avevo una pila così grossa che non sapevo proprio da che parte cominciare. Beh, ci dovevano essere anche risvolti positivi ad avere una famiglia numerosa.

 

La nonna e il nonno mi avevano regalato un bell’orologio da polso, che secondo la tradizione si regalava ai maghi quando diventavano maggiorenni. Zia Fleur e zio Bill mi avevano comprato un bel vestito e Louis, Dominique e Victoire avevano abbinato una borsa e le scarpe col tacco. Papà non era stato molto contento né del vestito, né delle scarpe col tacco. Zio Percy, come sempre, mi aveva regalato un libro. Quest’anno si intitolava “Storia del Ministero della Magia”. Molly e Lucy invece mi avevano preso l’ultimo cd delle sorelle stravagarie. Zio George mi aveva dato un pacchettino con l’avviso di non aprirlo davanti a papà, poi mi aveva fatto l’occhiolino. Avevo paura solo a pensare a cosa potesse esserci dentro. Hugo mi aveva preso un Kit per mantenere lucida e funzionale la bacchetta, mentre James, Al e Lily mi avevano regalato un Omniocolo e uno Spioscopio.

 

“Ecco qui, Rosie.” Fece zio Harry porgendomi una provetta. “Questo è il regalo mio e di zia Ginny. Fanne buon uso.”

 

La guardai un po’ da vicino, dentro c’era un liquido argenteo. “Che cos’è?” Chiesi ingenuamente.

 

“Felix Felicis.” Disse zia Ginny. “Crediamo che tu sia abbastanza responsabile da usarla con ritegno.”

 

“Oh!” Feci io emozionata. “Grazie!”

 

Ero ancora concentrata sul regalo degli zii, quando sentii papà che si schiariva la voce per richiamare la mia attenzione. Mi voltai verso i miei genitori che mi guardavano esitando. Papà tirò fuori da dietro la sua schiena quello che sembrava un calice di pietra. Lo presi confusa e ci guardai dentro, fissando curiosamente  degli strani filamenti d’argento.

 

“Pensiamo che tu sia abbastanza grande da sapere tutto quello che è successo quando eravamo giovani.” Spiegò papà. “Sarà molto meglio che leggere un libro.”

 

Io li fissai ancora confusa e mamma si spiegò meglio. “E’ un pensatoio, Rose, i maghi lo usano quando hanno bisogno di tornare sui propri passi. Contiene i ricordi miei e di tuo padre.”

 

Mi illuminai. Tutti noi cugini avevamo sempre voluto sapere cosa fosse successo durante la guerra e non. Corsi ad abbracciarli stando bene attenta a non rovesciare il pensatoio. “E’ fantastico! E’ il regalo più bello che potevate farmi!”

 

“Ultimo ma non meno importante.” Disse papà.

 

“Veramente Rose.” Disse Vanessa indicando sul tavolo. “Qui ce n’è ancora uno.”

 

Mi voltai verso il tavolo e vidi un piccolo pacchetto racchiuso con della carta Magenta. Diedi il pensatoio a mamma e presi il pacchetto. Pensavo di aver scartato tutti i regali dei presenti. “E’ tuo Teddy?” Chiesi.

 

Ma Teddy scosse la testa. “No, ho contribuito alle scarpe insieme a Victoire.”

 

“Magari è di zio Charlie.” Disse Hugo.

 

Scossi la testa. “No, è arrivato ieri.” Guardai bene il pacchetto. “E’ senza biglietto.”

 

“Perché non lo apri?” Mi incitò la nonna.

 

Rigirai il pacchetto tra le dita un paio di volte, poi lo scartai accuratamente. Era una scatolina. La scoperchiai e vi guardai dentro, notando con la coda dell’occhio tutti i parenti che allungavano il collo per sbirciare. Alla fine ne tirai fuori una collanina con un ciondolo a forma di rosa.

 

Mamma si avvicinò e lo guardò da vicino. “Beh, è molto bello.”

 

“A quanto pare hai un ammiratore segreto, Rosie.” Mi prese in giro zio George.

 

James rise. “Beh, ma tanto a lei non interessa, a lei piace già…”

 

“Chiudi il becco!” Urlai inferocita, prima che potesse finire la frase. Vanessa ed Al erano già sbiancati, sapevano che se James avesse finito quella frase sarebbe successo il finimondo.

 

Papà si voltò verso di me con un sopracciglio inarcato. “E chi è questo signor Chiudi-il-becco? Sai, non mi sembra di averlo mai sentito nominare.” Disse con voce sarcastica e austera allo stesso tempo.

 

“Infatti non lo conosci.” Mentii io.

 

Mamma tornò verso papà e gli posò una mano sulla spalla. “Non credi che queste siano faccende private di Rose?”

 

“No, è mia figlia.” Rispose prontamente papà. “Ho il diritto di sapere.”

 

“Ma da oggi sono maggiorenne e rispondendo per me stessa la mia vita privata diventa davvero privata.” Dissi io come se stessi recitando un comma del codice dei maghi.

 

Papà fece per aprire bocca, ma la richiuse subito dopo guardandomi male. “Tu leggi troppo, Rose.”

 

“Ehi!” Urlò ad un certo punto Fred. “Chi gioca a Quidditch?”

 

I ragazzi si precipitarono tutti verso il ripostiglio delle scope, mentre le zie risero e si mossero con calma sul retro per uscire in giardino. La nonna alzò gli occhi al cielo, borbottando qualcosa di incomprensibile. Io stavo quasi per uscire con gli altri quando sentii un rumore sulla mia destra.

 

“Psst!”

 

Mi voltai, Al era sulle scale e mi fece cenno di salire di sopra. Lasciai che gli altri andassero avanti, Vanessa fortunatamente era impegnata a chiacchierare con Hugo, e sgattaiolai su per le scale con Al. Ci rifugiammo nella vecchia stanza di papà e Al si sistemò sul letto di Vanessa. Io mi sedetti proprio davanti a lui.

 

“Allora,” disse. “Chi pensi sia stato a mandare il regalo misterioso?”

 

Io feci una smorfia e presi la scatolina che avevo messo in tasca. La aprii e fissai di nuovo il ciondolo. “Non lo so, probabilmente è solo Lysander.”

 

“Scherzi? Se fosse stato Lysander ti avrebbe regalato un Ricciocorno Schiattoso!” Disse ridendo.

 

“Ho saputo di te e Vanessa.” Dissi rimettendo a posto il ciondolo. Al smise di ridere. “Ma non vuole dirmi cosa è successo.”

 

Al si scurì e prese a guardare fuori dalla finestra, dove intanto gli altri volavano con le scope. “Niente d’importante.”

 

“Certo, sono sicura che vi siete mollati proprio per niente d’importante.” Dissi sarcastica. “Credevo che andasse tutto bene tra voi.”

 

“Davvero, Rose, non ho voglia di parlarne.”

 

“Okey.” Dissi mettendo da parte la mia curiosità. “E di cosa vuoi parlare, Al?”

 

Al fece mezzo sorriso e scosse la testa. “Mi sei mancata, Rosie.”

 

“Ottimo tentativo di cambiare discorso.” Feci io ridendo. “Se non vuoi dirmelo non importa. Ne parleremo, prima o poi.”

 

Al mi guardò di sottecchi. “Fortuna che James non abbia finito la frase, mh?”

 

Io alzai gli occhi su di lui, ma gli riabbassai subito dopo in imbarazzo. Sapevo cosa cercava di chiedermi. “E’ una fortuna. Pensa se papà avesse saputo… a quest’ora il tetto della Tana non esisterebbe più, sarebbe andato talmente in escandescenza da far scoppiare tutto quanto. Neanche mamma lo avrebbe fermato.”

 

“Pensavo che in tutti questi mesi sarebbe passata!” disse sinceramente sorpreso. “Non l’hai mai visto durante l’estate, come puoi pensarci ancora?”

 

Io feci una smorfia. “Per quanto tempo sei stato innamorato di Vanessa prima di dichiararti?”

 

Al arrossì. “Beh, per prima cosa non mi sono mai dichiarato. Lo hai fatto tu.”

 

“Non cercare di cambiare discorso. Di nuovo.” Dissi ridendo. “Perché non mi rispondi?”

 

Al si guardò attorno nervosamente. Poi scattò in piedi come punto. “Hai sentito, Rose? Ci stanno chiamando dal giardino! Probabilmente ci vogliono per giocare a Quidditch!”

 

Lo guardai correre via dalla stanza e sentii i suoi passi veloci per le scale. Scossi la testa tra me e sospirai. Rimasta sola guardai ancora quella scatolina misteriosa e la aprii di nuovo. Era davvero un bel ciondolo. Chissà da dove veniva.

 

 

 

**

 

 

Ragazzi e ragazze bentrovati!

 

Spero abbiate passato una buona pasqua, io purtroppo rotolo ancora dall’ultimo pranzo X___X ma cercherò di riprendermi.

 

Volevo dire tantissime grazie a Sif e Dea ex Machina per avermi votato al concorso per la “storia con i migliori personaggi originali”. Sono stata onoratissima! E’ stata davvero una bellissima sorpresa vedersi questi due voti, anche perché fino a ieri non sapevo neanche di questo concorso. Grazie.

 

Ancora tante tante grazie a:

Sunlight_girl, ElseW (spero sia abbastanza presto ^^) , ThePirateSDaughter (si evolveranno, si evolveranno ^^) , Leuconoee, musicmylife, mica (ahah, no a dire il vero quando scrivo davanti al pc rido come una pazza), Milla Nafira, hele, zia_addy (un’altra zia, che bello **), mki90, Melisanna_ (io ho sempre pensato che gli esami, anche se non erano a scopo di diploma, li facessero tutti gli anni… sono una capra, lo so ^^”) , mariuccia, Edvige86, Sif (grazie di nuovo), BigIlly, Nabiki93, PrincipessaGin

 

Grazie, grazie, grazie, grazie!

Per leggere la mia storia

Per votarmi

Per sostenermi nella vita reale

Siete unici!

 

Zia funkia

 

 

 

 

 

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Capitolo 22
*** 22. Schoolaholic ***


“Me la sto facendo sotto

                                DON’T TELL DAD

 

                                  22. Schoolaholic

 

 

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“Me la sto facendo sotto.”

 

Bisbigliai a Vanessa, fissando il treno ad un passo da noi. Era il primo settembre e ci trovavamo sul binario 9 e ¾ insieme a mamma, Hugo e papà, che era andato a sistemare i nostri bagagli sulla stiva del treno. Il giorno prima eravamo andate a Diagon Alley con la mamma per comprare le ultime cose. Non potevo credere che l’estate fosse passata tanto in fretta.

 

“Cerca di calmarti o i tuoi capiranno che c’è qualcosa che non va.” Sussurrò Vanessa.

 

Io continuavo a guardarmi intorno ansiosamente. L’ultima volta che l’avevo visto era proprio sulla piattaforma davanti al treno. “Vorrei solo riuscire ad evitarlo… per il resto dell’anno.”

 

“Mi sembra molto facile.” Fece sarcasticamente Vanessa. “Secondo me dovresti affrontarlo invece che scappare.”

 

Alzai un sopracciglio e la guardai male. “Ma se tu fai di tutto per evitare Al.” dissi. “Non lo vedo dal mio compleanno e non si è neanche azzardato a mandarmi mezza lettera da quando sa che sei a casa mia.”

 

Vanessa mi fissò a bocca aperta. “Stai dicendo che adesso è colpa mia?”

 

Fortunatamente papà tornò dalla stiva e ci interruppe prima che la conversazione potesse degenerare. Ci abbracciò entrambe e poi lasciò che anche la mamma avesse il suo momento per salutarci.

 

“Adesso andate, sono sicuro che le vostre compagne non vedono l’ora di rivedervi.” Disse papà. “E mi raccomando, divertitevi e fate casino, è il vostro ultimo anno!”

 

Mamma gli diede una gomitata nelle costole. “Ron!” disse stizzita. “Non gli date retta, avete i M.A.G.O. e dovete impegnarvi molto, ma questo lui non può saperlo visto che non ha mai preso il Diploma.”

 

Papà la guardò dall’alto. “No, ero troppo occupato a far sì che tu rimanessi viva.”

 

Lasciammo mamma e papà a battibeccarsi sul binario e salimmo sul treno alla ricerca di uno scompartimento vuoto, o che avesse tracce di Sol e Gaby. Hugo ci salutò dopo un paio di cabine, aveva trovato i suoi amici, tra cui Lily, e andò a sedersi con loro. Noi dovemmo arrivare quasi in fondo al treno e in uno degli ultimi scompartimenti trovammo le gemelle.

 

“Sorpresa!” Urlammo io e Vanessa entrando.

 

“Vanessa!”

 

“Rose!”

 

Le gemelle si alzarono e corsero ad abbracciarci. Forse era una mia impressione, ma mi sembrava che fossero più alte rispetto all’anno precedente. E Sol aveva tagliato i capelli in un caschetto, mentre Gaby li portava sempre lunghi.

 

“Hai tagliato i capelli.” Le dissi con un sorriso. “Ti  stanno bene.”

 

Sol rise. “Ero estufa de essere scambiata por Gaby e viceversa. Così no hay problemas. In un certo senso è stata Gaby che me ha costretto... dopo un pequeno incidente con Vincent.”

 

Io e Vanessa corrugammo la fronte e Gaby scoppiò a ridere. “Vincent ha visto Sol de spalle e credeva che fossi io. Ha cercato de besarla. Fortunatamente no ci è riuscito.”

 

Vanessa scoppiò a ridere. Io la guardai interessata. “Così stai sempre con Vincent?” Chiesi. “Lo saprei, se aveste mandato qualche lettera in più durante l’estate.”

 

Le gemelle si scambiarono un’occhiata colpevole. “Tienes ragione, Rosie, perdonaci.” Disse Sol. “Siamo state empegnate toda la estate. Cerchiamo una volta per todas di imparare l’inglese e dimenticarci lo spagnolo.”

 

“Ecco perché sto capendo tutto quello che dite!” Scherzò Vanessa.

 

Gaby ridacchiò e annuì. “Sì, io e Vincent stiamo ancora insieme. Ha passato quasi toda el estate a casa nostra. A proposito, donde è Albus?”

 

Io mandai uno sguardo di sfuggita a Vanessa e la vidi irrigidirsi. Si schiarì la gola e guardò altrove. “Beh, noi non…” Lasciò cadere lì la frase.

 

“Vi siete lasciati?!” Chiesero in coro le gemelle. “Por Dios!” Si lasciò scappare Sol.

 

“Sì, io… non ho molta voglia di… Rosie è ancora innamorata di Malfoy!” Fece Vanessa cambiando discorso.

“Ehi!” La ripresi io arrossendo. “Possiamo non urlarlo ai quattro venti?”

 

Vanessa scrollò le spalle. “Che problema c’è? Tanto ci hai già pensato tu l’anno scorso.”

 

“Sì, beh, e gradirei che quest’anno tutti pensassero il contrario.” Tornai a guardare le gemelle. “No, davvero, non c’è niente di interessante da raccontare a riguardo. Si tratta solo di un altro anno e poi non lo rivedrò mai più.”

 

“Solo un anno.” Fece Sol sarcastica. “Che vuoi che sia.”

 

Solo allora mi resi conto di essere ancora in piedi, e il treno era partito da almeno cinque minuti buoni. Presi posto e le altre ragazze seguirono il mio esempio. Gaby si sedette accanto a me e prese tra le sue mani il ciondolo a forma di rosa che portavo al collo. Lo guardò un paio di secondi.

 

“E’ molto bello, Rose.”

 

“Sì, è un regalo.” Dissi prendendolo tra le mani. Era davvero molto bello ed era diventato un po’ il mio portafortuna. “A dire il vero non so chi me lo abbia regalato. Non c’era nessun biglietto.”

 

Vanessa fece mezzo sorriso. “Si accettano ipotesi sul presunto ammiratore di Rose.”

 

“No c’era biglietto?” Chiese Gaby. “Parece un regalo ricercato.”

 

“Ricercato?” Fece scettica Vanessa. “Chiunque sia non si deve essere spremuto molto, insomma si chiama Rose e le regala una rosa.”

 

“No, lo che Gaby sta diciendo.” Fece Sol guardando interessata il ciondolo. “Es che no deve essere costato poco. La pietra della rosa sembra quasi Tormalina Rubellite.”

 

Io e Vanessa la guardammo come se parlasse arabo. “Come scusa?” Chiesi.

 

“Sì, ne sono quasi certa.” Disse Gaby guardandola ancora. “Nostro padre es un gioielliere. Es una pietra preziosa, Rose, e il suo valore sta aumentando a dismisura. Ci saranno volute per lo meno 300 sterline.”

 

“300 sterline??” Urlai io con gli occhi fuori dalle orbite. “Chi diavolo può aver speso tanto per un regalo di compleanno anonimo?!”

 

“Evidentemente qualcuno a cui piaci molto.” Fece Vanessa sorridendo. “E noi scopriremo chi è.”

 

“Chi è chi?”

 

Immediatamente ripresi il mio ciondolo e lo infilai dentro la camicia, Paula era appena entrata nello scompartimento per ficcare il naso, come sempre, ed era l’ultima cosa che mi serviva al momento. Tutte la guardammo ingenuamente, come se non avessimo idea di cosa stesse parlando. Vanessa alzò un sopracciglio fissandola strano, sicuramente era un attrice molto più brava di me e le gemelle.

 

“Di cosa parli, Paula?”

 

Paula la scrutò. “Avevo capito che stavate cercando qualcuno.”

 

“Devi essere diventata sorda durante l’estate.” Fece Vanessa. “Beh, non hai qualche altro scompartimento dove andare a ficcare il naso?”

 

Paula la guardò in modo sgradevole. “Capisco, sei ancora acida per via di Potter. Dev’essere stato un duro colpo.”

 

Vanessa si alzò in piedi, per un momento pensai che la volesse picchiare, ma Paula se ne andò come niente fosse, in tutta tranquillità. Vanessa si voltò adirata verso di noi. “Come diavolo fa a saperlo? Non siamo neanche arrivati a scuola!”

 

Mi passai una mano sulla fronte. “Qualcosa mi dice che anche questo sarà un luuuungo anno.”

 

 

**

 

 

Ci volle almeno un’altra ora per tranquillizzare Vanessa, dopo che Paula se n’era andata, ma alla fine eravamo tornate a parlare tranquillamente. Le gemelle ci raccontarono della loro estate, delle lezioni, di Vincent e noi raccontammo quello che avevamo fatto. Ovviamente Vanessa non si sognò neanche per sbaglio di dire perché lei e Al si fossero lasciati.

 

Arrivammo a destinazione che era ormai buio. Sul binario si vedeva solo Hagrid, nella sua imponenza, ma ci salutò solo da lontano perché troppo impegnato con i ragazzini del primo anno. Noi ci dirigemmo verso le carrozze e arrivammo al Castello in pochi minuti. Solo in Sala Grande ebbi il piacere di rivedere finalmente Al, che sedette al mio fianco ignorando completamente Vanessa.

 

“Ehilà.” Disse come se niente fosse.

 

Io lo guardai sbieco. “Beh, chi non muore si rivede. Si può sapere che fine avevi fatto?”

 

Al distolse subito lo sguardo e fece il vago. “Sono stato impegnato in altre… faccende. Devo darti una notizia grandiosa, Rose! Dato che James ha finito la scuola e si è miracolosamente diplomato, e anche Fred non è più a scuola e neanche… oh beh, insomma, sono il nuovo Capitano dei Grifondoro!” Urlò.

 

Sia io che Vanessa, che stava cercando di ignorarlo, lo fissammo a bocca aperta. “Sei che cosa?” Chiesi shockata. “Ma non avevi detto che non interessava più giocare? Pensavo che volessi concentrarti sullo studio, quest’anno!”

 

Al fece una smorfia. “Oh andiamo, Rose, non farmi la predica!” disse. “E’ il mio ultimo anno e voglio divertirmi. E saprò anche trovare il tempo per studiare.”

 

“Sei davvero sicuro di quello che fai?”

 

“Albus?” Io mi voltai insieme ad Al, alle nostre spalle due ragazzine del quarto anno lo guardavano ammirate. “Abbiamo sentito dire che sei il nuovo Capitano.”

 

Al fece un bel sorriso e annuì. “Al vostro servizio.”

 

Le due ridacchiarono ed io roteai gli occhi. “Pensi che potresti farci degli autografi più tardi?”

 

“Senza alcun dubbio.” Rispose Al. Le due ragazzine se ne andarono soddisfatte, ma continuavano a voltarsi e a ridacchiare arrossendo. Al tornò a guardare me e sorrise appagato. “Sì, Rose, direi che sono veramente sicuro di quello che faccio.”

 

“Idiota.” Mormorò Vanessa.

 

Al si voltò saccente verso di lei. “Non rimproverarti, ogni lasciata è persa.” Disse prima di alzarsi e andarsene via, seguendo le due oche di poco prima.

 

Io lo seguii per un po’ con lo sguardo, poi tornai a guardare Vanessa, che era ferma davanti a me con una faccia talmente stizzita che ero sicura che se si fosse mossa avrebbe rincorso Al e lo avrebbe preso a calci nel sedere. Per non pensare di peggio. Mi schiarii la gola. “Così, pare che sia stata tu a lasciarlo.”

 

Lei si voltò da un’altra parte. “Non è andata proprio così.” Disse. “Ognuno trae le sue conclusioni.”

 

“Sarebbe a dire?” Chiesi.

 

“Sarebbe a dire che Al è un idiota e vuole credere a quello che vuole!” disse lei.

 

“Oh, questa sì che è una spiegazione davvero molto chia…”

 

“Rose?” Vanessa mi richiamò e mi fissava cercando di richiamare la mia attenzione, ma i miei occhi ormai erano fissi su un solo punto della Sala e non avevo nessuna voglia di scollarli da lì. Sentii il cuore martellare nel petto, dall’agitazione, ma non potevo muovermi. Non l’avevo visto prima, in mezzo a tutti gli altri ma adesso che si era alzato in piedi era impossibile non notarlo.

 

“Malfoy.” Sussurrai a mo’ di spiegazione verso Vanessa. Anche lei si voltò.

 

Era più bello di quanto ricordassi e sembrava anche essere cresciuto di qualche centimetro durante l’estate. Se ne stava lì in piedi, a tre tavoli da me, a chiacchierare con i suoi amici Serpeverde. lo vidi vagare in giro con lo sguardo, fino a che non si accorse di me e i suoi occhi plumbei si fissarono nei miei. Io per qualche strano motivo non distolsi lo sguardo e non mi sentii neanche arrossire. Ci guardammo negli occhi fino a che uno dei suoi amici non gli posò una mano sulla spalla e lui si distrasse. Io rilasciai il fiato.

 

“Ehi, respira.” Rise Vanessa. “Un altro po’ in apnea e ci avresti rimesso la buccia.”

 

La guardai continuando a lanciare occhiate fugaci verso il tavolo dei Serpeverde. “E’ molto peggio di quanto mi aspettassi. Non dovrebbe farmi quest’effetto, insomma l’ho detestato per anni.”

 

“Già,” fece Vanessa leggendo alcune pergamene. “Ma a tredici anni non era alto un metro e ottanta, non aveva muscoli plasmati dal Quidditch e non era neanche così affascinante.”

 

Io feci una smorfia. “Non mi sono presa una cotta per lui solo per il suo aspetto, sai?”

 

“Lo credo bene, ma ti ha aiutato parecchio.” Disse lei. “E diciamoci la verità, hai sempre adorato metterti a confronto con lui, non aspettavi altro che poterlo attaccare. E comunque, Rose, comincia a fare l’abitudine ai tuoi incontrollabili ormoni, perché domani mattina abbiamo lezione con loro.”

 

Non era vero. “Che cosa? E come lo sai?”

 

Vanessa mi passò la sua pergamena, erano gli orari dell’intero semestre. Puntò il dito su venerdì. “Venerdì, Trasfigurazione con i Serpeverde.” mi disse. “E poi lunedì a Storia della Magia, e ancora mercoledì a Erbologia.”

 

“Fantastico!” Sbuffai. “Se non altro non avremmo lezione con loro a Pozioni. Ripensandoci non sarà così male, a Trasfigurazione siedo sempre davanti, a Storia della Magia dormono tutti e a Erbologia ci sarà Neville a vegliare su di me.”

 

Vanessa mi guardò scettica. “E per il resto della giornata potresti ingerire della Pozione Polisucco e fingerti Gaby o Sol. Tanto sono già in due, nessuno noterà che ce n’è una in più.”

 

“Il tuo sarcasmo diventa peggiore di anno in anno, lo sai Vì?”

 

“Sto parlando seriamente, Rose, prima o poi sarai costretta a parlarci.” Mi disse piegandosi di più verso di me. “E ricordati quello che ti ho detto, devi comportarti come se non ti importasse affatto di quello che fa.”

 

“Non mi importa di quello che fa.” Dissi sinceramente. “Mi importa di lui.”

 

“E come non potrebbe.”

 

Lily si era appena seduta accanto a me, fissando Malfoy da lontano. Io e Vanessa la guardammo alzando un sopracciglio e Lily scosse la testa come se fosse su un altro pianeta.

 

“Non c’è stato neanche bisogno di votare, è schizzato al primo posto nella nostra classifica di gradimento.”

 

Io annuii. “Anche nella mia.”

 

Vanessa ci guardò entrambe. “Voi siete malate.” Disse. “Ma vi rendete conto che state parlando di Malfoy?”

 

Lily scrollò le spalle. “Ehi, ho detto classifica di gradimento. Ai concorsi di bellezza non importa a nessuno se sei uno stronzo o se sei stato nei boy scout.”

 

Vanessa passò a guardare me. “Beh, io non ho giustificazioni.” Dissi arrossendo. “Sono solo pazza.”

 

Lily distolse finalmente lo sguardo. “Avete visto Al?”

 

“Correva dietro a due ragazzine.” Fece aspramente Vanessa.

 

Lily alzò un sopracciglio. “Molto maturo.” Commentò. “Ed io che pensavo che il fratello malvagio fosse James. Se lo vedete potete dirgli che ho intenzione di entrare nella squadra di Quidditch e di farmi sapere quando ha intenzione di fare i provini, per cortesia?”

 

Mi voltai allucinata verso di lei. “Vuoi entrare nella squadra di Quidditch?!”

 

“Io e Hugo vogliamo entrare nella squadra.” Precisò.

 

Io scossi la testa. “Ma che vi prende a tutti quanti, quest’anno? Nessuno di voi tre ha mai mostrato alcun interesse verso il Quidditch se non quando giocavamo dal nonno, e adesso fate a gara per entrare nella squadra?”

 

Lily scrollò le spalle. “Ti danno crediti extra se giochi nella squadra.” Spiegò. “E poi sarà divertente, sarà un po’ come giocare nel giardino del nonno.”

 

Vanessa mi guardò. “Sei sicura che la pazzia non corra tra i geni di famiglia?”

 

“Comincio ad avere dei sospetti.” Dissi sinceramente. “Beh, non vi aspetterete di certo che io venga alle partite, non è vero? Perché non ho nessuna intenzione…

 

“Malfoy è il capitano dei Serpeverde.”

 

“… di venire allo stadio finché non giocherete coi Serpeverde.” Conclusi.

 

“Rose!” Mi riprese Vanessa.

 

Io arrossii. “Che c’è? Una partita ogni tanto non può farci male, no?”

 

 

 

**

 

 

Eccoci di nuovo qua miei carissimi,

 

Volevo di nuovo ringraziare tutti quelli che hanno votato “Don’t tell dad” al concorso per storia con i migliori personaggi originali. L’altra volta avevo ricevuto due voti e mi sembravano già un’esagerazione XD. Perciò ancora tante grazie a Lizzy095, Troue_xxx, _NeSsIe_95_

 

Milla Nafira: Accidenti che mega recensione!! Beh, non so da che parte cominciare, praticamente hai detto tutto tu! Posso solo dire che sia Al che Vanessa sono troppo buoni per tradire qualcuno, non credi? E credo che Scorpius ci lascerà tutti quanti di sasso ^^ … o forse no… beh, insomma, alla fine tutti quanti ci aspettiamo che succeda qualcosa di succulento!

Musicmylife: Lo dirò, lo dirò… con un po’ di pazienza. Al e Vanessa non sono due persone facili eheh

Leuconoee: Penso che per quanto riguarda il ciondolo ti abbiano risposto degnamente le gemelle, che hanno spiegato tutto meglio di quanto potessi fare io ^^ e hai ragione… mi fate proprio montare la testa!

ElseW: Lo sapete che non mi piace tenere le cose calme e la storia di Al e Vanessa si stava appiattendo ahah, scusate ma proprio non ci riesco a starmene buona ^^

Mariuccia: Ripeto quello che ho detto a ElseW, dicendo in più che beata Rose, a me regali così non sono arrivati mai çç

Mica: Eh, purtroppo è da un bel po’ che do segni di squilibrio… da quasi tutta la vita… ma l’importante è che a volte nella mia demenza riesca a uscire qualcosa di sensato come questi capitoli ahah

PrincipessaGin: Come darti torto, Vanessa e Al hanno solo cominciato… altro che fine!

Sif: Ve lo dirò, ma Al e Vanessa ci faranno penare per capire com’è andata veramente! Povera Rose, d’altra parte lei è sempre la nostra Harry in mezzo ad un Ron e Hermione.

Zia_ Addy: Anche io faccio la stessa faccia quando vedo le vostre recensioni. Mi sa che ormai è un po’ troppo tardi, Rose è già cotta che andata… una via di non ritorno.

BigIlly: Sono pazza… è l’unica spiegazione razionale che riesco a darti XD

Nabiki93: Sono ancora fatti l’uno per l’altra, devono solo rincollarsi insieme XD eeeh, stavolta con questo ciondolo sono stata un po’ troppo banale, lo ammetto

Mki90: Di nuovo grazie, e sono sicura che avete tutte le premonizioni giuste per capire di chi sia il famigerato ciondolo.

MaD wOrLd: Mi spiace dirlo ma stavolta allora ho proprio fatto una cosa senza senso… beh, non posso sempre avere ragione, no? Oh, qualcuno masochista come me, che bello! Adoro veder litigare Al e Vanessa!

ThePirateSDaughter: Si sistema tutto, prometto! Suvvia, lasciatemi essere scontata ogni tanto, sennò dite sempre che ho tutte sorprese su sorprese XD

Mimmyna: Carino in senso estetico o caratteriale? Io penso che sia più carino di Draco in tutti i sensi, ma contiamo che Scorpius ha avuto una vita anche molto più facile di quella di suo padre.

Melisanna_ : Eh sì, mi sa che tutti vi aspettiate la solita persona come mittente del ciondolo, e sicuramente avete ragione tutti quanti

Lasaralin: Mi spiace contraddirti ma ricordo molto bene. Ricordo tutti quelli che hanno recensito le mie storie, soprattutto se erano assidue lettrici come te, che hai recensito tutti i capitoli di NTE. Anche io sono molto felice di averti ritrovata e aspetto le tue recensioni con ansia.

Hele: ahah, non so neanche come risponderti, praticamente ti sei fatta le domande e ti sei risposta da sola. A parte per il fatto che Al e Vanessa non si siano lasciati per un motivo poi così serio…

Edvige86: Non devi scusarti di nulla, grazie per la recensione. E’ stato lui? Boh, chi lo sa… lo scopriremo solo nella prossima puntata XD

Sunlight_ girl: Secondo me è la numero 2, ho indovinato? Secondo me l’unica che ancora non l’ha capito è proprio Rose… ho dei personaggi proprio tardi XD

Elettra1991: Grazie mille per tutti i complimenti, ovviamente non c’è proprio nulla da perdonare ma devo solo ringraziare per la recensione. Tengo le dita incrociate insieme a te!

 

Grazie davvero a tutti,

Un bacio enooooooooorme, zia Funkia.

 

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Capitolo 23
*** 23. It's him ***


Il giorno dopo mi alzai che ero un fascio di nervi

                               DON’T TELL DAD

 

                                   23. It’s him!

 

 

 

VR

Il giorno dopo mi alzai che ero un fascio di nervi. Vanessa non avrebbe mai dovuto dirmi della lezione coi Serpeverde, avrei preferito avere una pessima sorpresa arrivata in classe, ma per lo meno sarei riuscita a dormire durante la notte. Ero talmente ansiosa che avevo infilato il maglione al contrario e avevo dovuto aspettare Vanessa perché con le mani che tremavano non riuscivo a fare il nodo alla cravatta.

 

Perché la metti, scusa? Non la portiamo dal quarto anno.”

 

Abbassai gli occhi sulla mia cravatta come se fosse una cosa del tutto nuova. “Oh. E’ vero.”

 

Vanessa sospirò e la slegò di nuovo, slacciandomi anche qualche bottone della camicia. “Guarda che non sei al primo anno, non devi dimostrare alla McGrannitt che sei una studentessa modello. Lo sa già, per tua fortuna. E smettila di essere così nervosa.”

 

Per fortuna eravamo da sole in Dormitorio e nessuno poté assistere a quell’assurda conversazione. Paula si era alzata all’alba come sempre, era in arretrato di tre mesi e doveva darsi da fare. Le gemelle erano scese a colazione, ma io non mi ero neanche sognata di farmi vedere in Sala Grande in quello stato. Vanessa era rimasta con me per solidarietà.

 

Quando mi decisi ad uscire dalla nostra camera, e quindi anche dalla Sala Comune, andammo subito a lezione così da essere le prime ed essere sicure di poter sedere davanti. Soprattutto per non dover vedere quello che mi stava alle spalle. Entrammo in classe tutte trafelate e ci sedemmo ai primi banchi aprendo subito i libri. La professoressa McGrannitt alzò un sopracciglio.

 

Weasley, Miller, sono allibita dalla vostra voglia di imparare quest’anno.

 

“Già.” Dissi io schiarendomi la gola. “Ecco, a dire il vero ho letto molto durante l’estate, so che il programma di quest’anno sarà molto duro e riguarderà soprattutto la trasfigurazione umana, quindi mi chiedevo…”

 

La professoressa alzò una mano. “Non crede che dovremmo aspettare tutti gli altri studenti, Weasley?”

 

“Giusto.” Dissi annuendo.

 

Dopo qualche minuto cominciai a sentire il rumore di passi del resto della classe, anche se per niente al mondo osai voltarmi e vedere chi stesse entrando. Sentii le voci delle gemelle e potei intuire che si fossero sedute dietro di noi, dato che Vanessa si voltò per chiacchierare. Solo quando il rumore cessò e vidi lo sguardo della McGrannitt fare un check up di tutti i presenti mi fu chiaro che non mancava nessuno.

 

“Bene, benvenuti al vostro settimo anno.” Esordì. “Come ben sapete quest’anno sarà particolarmente impegnativo, non solo nella mia materia, ma dovrete imparare a gestire tutto il vostro tempo. Alla fine di quest’anno scolastico avrete i M.A.G.O. e dovete essere sicuri di arrivare preparati…”

 

Vanessa si piegò verso il mio orecchio. “E’ seduto nell’ultimo banco.”

 

Mi voltai verso di lei. “Ed io che facevo di tutto per non pensarci, grazie mille .

 

“… inoltre vi consiglio di usare le vostre ore di buco per rimettervi in pari in materie in cui siete più carenti e di non perdere troppo tempo a girellare per la scuola come dei Thestral impazziti. Bene, adesso dividetevi in coppia, faremo un ripasso degli ultimi argomenti studiati l’anno scorso.

 

Il resto della lezione passò bene. Ero talmente concentrata su Vanessa che era come se il resto del mondo non esistesse, anche se Vanessa aveva confessato che il mio sguardo era alquanto terrificante. Passammo tutta l’ora a cercare di cambiare colore ai capelli, alle sopracciglia, agli occhi, anche se per pochi secondi dato che solo i Metamorfomagus, come mi aveva spiegato Teddy, potevano riuscirci per un tempo illimitato.

 

Dopo la lezione dissi a Vanessa di aspettarmi in Dormitorio, dato che avevamo un’ora di buco, e la vidi andare via con le gemelle. Io rimasi con la Professoressa McGrannitt, inventandomi mille e più domande per passare il tempo e far sì che tutti gli studenti se ne fossero andati ed io avessi via libera. Chiesi qualsiasi cosa mi passasse per la testa, di qualsiasi cosa avessi letto. Riuscii a rimanere in classe quasi dieci minuti oltre la lezione.

 

“… suvvia Weasley, proprio una come te non dovrebbe preoccuparsi tanto di sapere tutte queste cose. E’ solo il primo giorno, per Merlino.”

 

Annuii. “Lo so, cerco solo di capire quali saranno gli argomenti più importanti così da potermi organizzare da subito. Non voglio arrivare impreparata ai M.A.G.O.”

 

La McGrannitt alzò un sopracciglio. “Non credo proprio che succederà, mancano ancora nove mesi. Non è il caso di stressarsi da subito, ci sarà il tempo di imparare tutto. Adesso con il suo permesso, Weasley, ho altri impegni. Disse prima di andarsene. “Oh, e a proposito, davvero un bel pendaglio.

 

Abbassai lo sguardo sul ciondolo a forma di rosa che pendeva al mio collo e ringraziando lo feci scivolare dentro la camicia, lontano da sguardi inopportuni. “Se avessi ancora bisogno…”

 

“Sa dove trovarmi.”

 

Uscii dalla classe a malincuore, avrei voluto poter rimanere di più, ma era chiaro che la McGrannitt non aveva una gran voglia di avermi tra i piedi con le mie mille domande. Mi chiesi cosa stesse facendo Al, dato che non lo vedevo dalla sera prima, e con questa storia che lui e Vanessa non facevano altro che evitarsi dovevo dosarmi il tempo con loro come una figlia di due divorziati.

 

Avevo fatto poco più di due passi quando sentii il cuore balzarmi in gola.

 

Bentrovata, Weasley.”

 

Mi voltai di scatto, di certo non mi aspettavo che sarebbe rimasto per più di dieci minuti a farmi la posta fuori dall’Aula di Trasfigurazione. Deglutii un paio di volte, cercando di risultare naturale, anche se avevo avuto decisamente ragione il giorno prima. Era decisamente cresciuto.

 

Malfoy.” Dissi. “Passato una bella estate?”

 

“Splendida.” Rispose senza troppo sfarzo. Fece un sorrisino incrociando le braccia al petto. “E’ davvero un bel ciondolo. Mi sono sempre piaciute le rose.”

 

“Oh, beh grazie, in realtà non so chi…” Mi fermai di colpo, cercando il ciondolo con le dita, ma ricordai che solo qualche minuto prima lo avevo nascosto dentro la camicia. “Un momento, come fai…”

 

Continuò a sorridere il suo solito sorriso compiaciuto. “Sono contento che ti piaccia.”

 

“Sei stato tu?!” Chiesi allibita fissandolo a bocca aperta. “Tu mi hai regalato questo ciondolo?!

 

“Sai, Weasley, in genere tendo a pensare che tu abbia torto marcio su un sacco di cose. Disse slegando le braccia. “Ma c’era una cosa su cui avevi pienamente ragione e ho avuto modo di pensarci per tutta l’estate.

 

Io continuai a fissarlo pietrificata. Avrei tanto voluto chiedere che cosa fosse ma non riuscivo proprio a muovermi dallo shock. Fece qualche passo avanti e si piegò verso di me, fino a che la punta del suo naso non toccò la pelle del mio collo. Poi lo sentii inspirare.

 

“Tu profumi davvero di rose.”

 

Successe tutto talmente in fretta che non ebbi nemmeno il tempo di rendermene conto. Un momento prima era lì che mi sniffava e un secondo dopo se ne andava via lungo il corridoio, lasciandomi là nel mezzo come una scema. Io dentro di me riuscivo a pensare ad una sola cosa.

 

Non è successo davvero.

 

 

 

**

 

 

“E’ Malfoy!”

 

Vanessa e le gemelle si voltarono verso di me come se stessi dando di matto. Non appena ero riuscita a riprendermi da quella scena shock troppo romanzata per i miei gusti, ero corsa via ed ero tornata in Sala Comune, avevo salito di corsa tutte le scale del Dormitorio ed avevo spalancato la porta urlando a squarciagola.

 

Vanessa e le gemelle erano ancora in silenzio, probabilmente aspettavano che aggiungessi altro ma io continuai ad urlare senza controllo.

 

“E’ Malfoy! E’ Malfoy!”

 

Vanessa venne verso di me e mi posò una mano sulla spalla, richiudendo la porta alle mie spalle. “D’accordo, Rose, perché non entri, ti siedi un momento e ci spieghi qualcosa. Che cosa è Malfoy?”

 

Vanessa cercò di farmi sedere ma io ero troppo su di giri. “La collana. Malfoy. E’ lui. Le rose. Il profumo.” Dissi a macchinetta. “E’ Malfoy!” Urlai di nuovo.

 

Le gemelle guardarono Vanessa. “No so te, Vanessa, ma io no ho capito nada lo stesso.” Disse Sol in tutta sincerità.

 

Cercai di riprendere fiato e finalmente mi sedetti sul letto. Non era il mio letto. Non sapevo di chi fosse. Non mi importava di chi fosse il letto, mi ci ero solo seduta sopra. “L’ammiratore segreto è Malfoy!” dissi alla fine.

 

“Che cosa?!” Urlarono tutte e tre insieme. Io annuii. “Come lo sai?” Chiese improvvisamente agitata Vanessa.

 

“Me l’ha appena detto.” Confessai io.

 

Man mano che riprendevo fiato riuscii a raccontare per filo e per segno tutto quello che era successo. Gaby, Sol e Vanessa mi guardavano allucinate ed interessate, come se stessero assistendo ad uno spettacolo teatrale.

 

Increible!” disse Gaby

 

Màs que increible!” disse Sol

 

“Per la miseria!” disse Vanessa. “E tu che cosa hai fatto?”

 

“Niente!” Feci frustrata. “Mi ha preso talmente alla sprovvista che non sono neanche riuscita a muovermi o a dire qualcosa. Insomma, avrei potuto pensare a chiunque ma non di certo a Malfoy! Malfoy che mi fa un regalo! E non sapevo neanche che sapesse quand’era il mio compleanno!”

 

Vanessa mi fissò a bocca aperta, aveva un’aria allucinata. “Beh.” Disse. “Beh, questa sì che è una sorpresa!”

 

Io annuii e Gaby batté le mani insieme. “Dovresti essere felice, Rose, significa che a lui piaci. Nessuno spenderebbe tanti soldi per una cosa che no le interessa.”

 

Io passai lo sguardo da Gaby a Vanessa, che questa volta si limitò a guardarmi in silenzio senza dire niente. Avrei dovuto sentirmi felice? Io mi sentivo solo strana. Strana e stranita. Erano passati solo tre mesi da quando Malfoy mi aveva chiaramente detto di non provare assolutamente niente per me, e adesso si era ricreduto da un giorno ad un altro?

 

“Non lo so, ragazze.” Dissi alla fine. “Non vi sembra sospetto?”

 

Gaby scosse la testa ma Sol e Vanessa si scambiarono un’occhiata. Sapevo cosa stavano pensando, perché la pensavano esattamente come me. 

 

Se vuoi sapere quello che penso, Rose…” Fece Vanessa.

 

Alzai una mano per fermarla. “Lo so già cosa pensi.”

 

Sol si morse un labbro. “Io credo che devi solo aspettare un poco. Disse. “Che faccia una nuova mossa.”

 

Vanessa scrollò le spalle. “Non montiamoci troppo la testa. Magari le ha solo regalato quel coso perché si sentiva in colpa per la figuraccia che le ha fatto fare davanti a tutta la scuola.”

 

“Quel coso,” Fece Gaby indicando la mia collanina. “Costa 300 sterline!”

 

Cosa costa 300 sterline?”

 

Ci voltammo tutte all’improvviso, bianche come cadaveri. Paula era appena entrata in Dormitorio e aveva già sentito puzza di pettegolezzo. Io ingoiai il vuoto e guardai le altre con la coda dell’occhio, sperando che qualcuno si decidesse a dire qualcosa. Di solito era Vanessa che mi tirava fuori dai guai, ma anche lei riuscì solo a boccheggiare un paio di volte.

 

Paula alzò un sopracciglio. “Non importa, ho un intero anno per scoprire tutti i vostri segreti, non voglio sprecarmi subito la prima settimana.” Disse. “Sono solo salita per dire a Rose che c’è Albus al piano di sotto che ti cerca.”

 

Tirammo tutte un sospiro di sollievo quando girò i tacchi e se ne andò via. Mi voltai di nuovo verso le gemelle e Vanessa. “Questa cosa deve rimanere tra noi, non deve saperlo nessuno!”

 

Sol mi guardò strana. “Perché?”

 

“Perché so quanto si spandano a macchia d’olio le notizie di questo genere e ci vorrà un attimo prima che arrivi all’orecchio di mio padre. Dico davvero ragazze, non ditelo ad anima viva. Neanche ad Al.”

 

Vanessa alzò gli occhi al cielo. “Come se fosse una cosa possibile.”

 

Io sbuffai spazientita. “Oh ma insomma, si può sapere cosa…”

 

Lei alzò una mano. “Non voglio parlarne.”

 

“Va bene, mamma.” Dissi avviandomi verso la porta. “Ci vediamo quando avrò finito il mio tempo con papà.”

 

Sentii Vanessa borbottare qualcosa alle mie spalle, ma stavo già scendendo le scale e non potei udire chiaramente. Arrivai in Sala Comune, Al mi stava aspettando al centro della stanza e arrossì appena sulle guance non appena mi vide arrivare. Non era un buon segno. Mi avvicinai e prese a grattarsi furiosamente la nuca, come faceva sempre quando aveva bisogno di un favore. Io sospirai.

 

“Di cosa hai bisogno, Al?”

 

Al si rilassò appena, ma si schiarì la gola nervosamente. “Lo so che è solo il secondo giorno che siamo a scuola, ma avrei proprio bisogno di un enorme favore.

 

Io mi portai le mani sui fianchi. “Si può sapere perché quando hai bisogno di favori enormi chiedi sempre a me?”

 

“Perché in questo caso solo tu puoi farmi un favore del genere. Prese un bel respiro. “Ho bisogno che tu faccia tutte le ronde da sola, almeno per un po’.”

 

Sbarrai gli occhi allucinata. “Che cosa?! Al!”

 

Lui si affrettò ad alzare le mani a mo’ di scusa. “Lo so, lo so, avevo promesso che le avremmo fatte insieme, ma era prima di sapere che sarei diventato Capitano di Quidditch. Se solo potessimo alternarle come facevamo l’anno scorso, avrei tutto il tempo per dedicarmi alla squadra. Per favore, Rose.”

 

Ci pensai un po’, poi sbuffai e annuii. “Va bene. Tanto ormai sono abituata a fare le ronde da sola.

 

Al mi sorrise caldamente. “Grazie.” Disse. Poi mandò un’occhiata veloce verso i Dormitori femminili. “Come stanno le ragazze?”

 

“Vanessa sta bene.” Dissi io, rimarcando bene il nome della mia amica.

 

Al spostò in fretta lo sguardo su di me. “Non ho chiesto come sta Vanessa. Ho chiesto come stanno le ragazze.”

 

Io alzai gli occhi al cielo. “Da quando ti interessa come stanno Gaby e Sol? O Paula?”

 

“Da adesso.” Rispose altezzoso. “Sono un ragazzo altruista e mi preoccupo che attorno a te ci sia solo gente positiva.”

 

Io alzai un sopracciglio. “E questa chi se la dovrebbe bere?”

 

Al si schiarì di nuovo la gola. “Allora la prima ronda è la prossima settimana, lo sai già vero? Grazie ancora, Rose.”

 

Io scossi la testa sconfitta. “Non c’è di che, Al.”

 

**

 

 

Capitolo un po’ breve, ma abbastanza impegnato, che ne pensate?

Eh sì, sono stata banale, mi spiace per chi si aspettava altro ma ogni tanto fatemi essere prevedibile, altrimenti vi abituate male XD

 

Ragazzi, grazie ancora a chi continua a votare al sondaggio, siete incredibili! Màs que increibles!

Grazie Ashelia_96, hele (alla fine l’hai trovato XD), Eriok

 

E sempre tante tante grazie a:

musicmylife, ThePirateSDaughter (ma no, suvvia, abbiamo fiducia in Al ^^), Sif, mica, LyhyEllesmere (Forse James farà un’apparizione a Natale ^^), ElseW, Milla Nafira (ahah ce l’hai proprio con Paula tanto da sospettare che faccia tutto lei? Naaah, è troppo stupida per questi piani complessi), Leuconoee, Nabiki93, Sunlight_girl (ahah, ho adorato quello scambio di battute… le scrivo e ci rido da sola O.o), BigIlly, Sophia90, Mariuccia, elettra1991, mimmyna (credo che ci sia l’opzione sopra ‘lascia una recensione’) zia_addy Dea ex machina, Edvige 86

 

Tantissimi baci! Zia fufù

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 24
*** 24. Can u imagine? ***


Tutta l’agitazione che avevo avuto nel mio momento con Malfoy era svanita nell’arco di una settimana

                                 DON’T TELL DAD

 

                                24. Can u imagine?

 

 

RSV

Tutta l’agitazione che avevo avuto nel mio momento con Malfoy era svanita nell’arco di una settimana. Avevo fatto esattamente come aveva detto Sol, avevo aspettato pazientemente una nuova mossa che però sembrava non arrivare mai. Per tutta la settimana durante le lezioni gli avevo lanciato sguardi di sbieco, ma si comportava come se non fosse mai successo niente. O peggio, come se non gli importasse niente.

 

Mi stava prendendo in giro?

 

Non volevo pensarci, avevo deciso che sarebbe stata una perdita di tempo. Perciò quel sabato pomeriggio, invece che ardire le mie solite congetture con le ragazze, me n’ero andata in biblioteca a studiare e appuntare le prime cose sul mio nuovo appunta- appunti.

 

“Io lo detesto!”

 

Alzai appena gli occhi dal mio libro, Vanessa si era seduta di fronte a me e sembrava furiosa. Io cercai di ignorarla e tornare a studiare le proprietà dell’Essenza di Dittamo, ma lei continuò a sbuffare fino a che non sospirai anche io e le prestai la mia completa attenzione.

 

“Posso indovinare di chi stiamo parlando?” Chiesi esasperata.

 

Vanessa mi guardò male, poi partì in quarta. “Non è neanche passato un mese da quando ci siamo lasciati! Neanche un mese! Si può essere così viscidi? E giuro che in vita mia, dopo sei anni che frequento questa scuola, non avevo mai visto Albus flirtare con delle stupide ragazzine del secondo anno.”

 

Io alzai un sopracciglio. “Come sai che sono del secondo anno?”

 

“Sono troppo sveglie per essere del primo anno.” Disse. “E troppo stupide per essere del terzo.”

 

Se la cosa ti dà tanto fastidio, perché non vai a riprendertelo?” Obbiettai io con fare ovvio.

 

Vanessa scosse la testa. “Tu non capisci, Rose, io non posso andare a riprendermelo! Non finché sarà così ottuso da non voler vedere la verità.

 

“Forse se tu mi dicessi cosa è successo…”

 

“Non ho voglia di parlarne!” Fece lei stizzita.

 

Io sbuffai e tornai sul mio libro. “Va bene, fai come ti pare.”

 

“Ehi! Non puoi mollarmi così, io ho bisogno del tuo aiuto!” Fece Vanessa esasperata.

 

Io alzai gli occhi su di lei come se le fosse partita qualche rotella. “E cosa credi che possa fare? Non ho neanche la più pallida idea di per che cosa vi siate lasciati, come credi che possa farlo ragionare se neanche so di che cosa stiamo parlando?”

 

“Non lo so.” Disse. “Inventati qualcosa.”

 

Io scossi la testa cercando di pensare a qualsiasi cosa pur di farla stare zitta. “Non lo so, … prova ad entrare nella squadra, il Quidditch pare essere l’unica cosa che gli interessa…”

 

Stavo aspettando un’altra obiezione, ma stavolta mi rispose solo il silenzio. Alzai la testa di scatto e vidi Vanessa mordersi un labbro come faceva sempre quando stava prendendo in considerazione qualcosa. Io la fissai come se fosse pazza.

 

“Non vorrai davvero entrare nella squadra?? Tu non sai giocare!”

 

Vanessa scrollò le spalle. “Ho giocato tante volte a casa dei tuoi nonni e so tutte le regole. Potrei andare ai provini come portiere, non sarà tanto difficile.

 

“Che cosa?! Vanessa, ma ti rendi conto di cosa… ma cos’è questa mania che tutti vogliono giocare a Quidditch?” Feci in preda al panico. “Stavo solo scherzando, quando te l’ho proposto, e adesso pensi seriamente di entrare nella squadra?”

 

“L’hai detto tu, Rose, è l’unica cosa che gli interessa. Disse. “E se io sono la squadra, io gli interesso.

 

“Tu sei fuori.” Feci io scuotendo la testa. “Voi siete fuori. Siete tutti impazziti. Tu, Albus, Hugo e Lily siete tutti impazziti. Ecco cosa succede.”

 

Vanessa fece come se non mi avesse neanche sentito. “Quando sono i provini?”

 

Guardai l’orologio al polso. “Veramente… tra cinque minuti.”

 

Vanessa sgranò gli occhi e balzò in piedi. Non mi salutò nemmeno, corse via veloce come un fulmine ed io, un po’ per pigrizia un po’ perché sarebbe stato inutile, non la fermai. Sol fece capolino da dietro uno scaffale e mi guardò stupita.

 

“Dove se ne va?”

 

Io scossi la testa esasperata. “Ci crederesti? Va a i provini di Quidditch per cercare di entrare nella squadra come portiere, così spera che Al la prenda in considerazione.”

 

Sol spalancò gli occhi e venne a sedersi con me, proprio dove stava Vanessa qualche attimo prima. “Stai scherzando, vero? Vanessa no può essere così estupida! Iniziare a giocare a Quidditch solo por un ragazzo?” Io scrollai le spalle. “La serpe?”

 

Io aggrottai la fronte e la fissai. “La cosa?”

 

Es un nome in codice.” Disse alzando gli occhi al cielo. “Per una che ha E in tutte le materie credevo che fossi un poco più sveglia, Rosie.”

 

“Oh!” dissi io afferrando. “Non si è più fatto vivo. Niente di niente. Te l’avevo detto, Sol, cerca solo di prendermi in giro, forse voleva farmi capitolare nella speranza di farmi fare una figuraccia davanti a tutta la scuola… di nuovo.

 

Sol fece una smorfia. “Non so. No sono così convinta. Lo hai detto tu che te ha sniffato.”

 

Io arrossii solo al ricordo. “Annusato.” La corressi. Adesso che cercava di imparare finalmente l’inglese, ci mancava solo che le insegnassi dei termini sbagliati. “Non sarebbe la prima volta che fa una cosa strana.

 

Dai tempo al tempo, Rose.”

 

Io sospirai e alzai gli occhi al cielo pensando tra me e me. Valeva davvero la pena aspettare una cosa che mi era stata proibita da quando avevo undici anni? Non ero mai stata una persona paziente e se volevo qualcosa andavo a prendermela, ma questa volta potevo veramente azzardare e prendermi l’unica cosa a cui avrei dovuto stare lontano?

 

 

**

 

 

 

Al rientrò in Sala Comune solo in serata e pareva essere nero di rabbia. Io ero seduta sul divano a leggere un buon libro, mentre Gaby e Sol giocavano a scacchi magici nelle poltrone a fianco. Lo guardammo perplesse sedersi in una poltrona  di fronte alle gemelle, in silenzio, come se si stesse trattenendo dall’esplodere. Stavo quasi per chiedergli che cosa fosse successo ma Vanessa entrò subito dopo di lui con un sorriso enorme, corse da noi e urlò.

 

“Sono nella squadra!” Fece saltando su e giù. “Sono nella squadra, sono il nuovo portiere dei Grifondoro! Oh, devo andare a dirlo a tutte!”

 

Senza che potessimo dire nulla si fiondò su per il Dormitorio. Io mi voltai di scatto verso Al, che mandò un grugnito incrociando le braccia come un bambino piccolo.

 

“L’hai presa in squadra?” Chiesi allibita. “Ma che diavolo ti è preso?”

 

“Dimmi, Rose, ti sembrò forse felice?” Chiese aggressivo ma in maniera sarcastica. “Non ho potuto fare altrimenti, ha preso tutte le Pluffe e gli altri portieri facevano schifo! E credimi, se fosse stato per me avrei preso un portiere da schifo, ma Hugo e Lily…”

 

Hugo e Lily sono entrati nella squadra?” Chiesi sempre più allibita.

 

“Battitori.” Rispose Al. “Sono bravi. Fanno un bel lavoro di squadra.”

 

Sol rise e scosse la testa. “Lo credo bene, con todo quello che combinano.

 

“Non capisco perché debba sempre starmi tra i piedi. Fece Al riferendosi a Vanessa. “Si è candidata come portiere pur di starmi sempre attorno.

 

Io alzai gli occhi al cielo. “E’ un vero mistero.” Feci annuendo. “O magari è solo che vi siete lasciati e cerca di richiamare la tua attenzione?” dissi guardandolo male.

 

Al sbuffò. “Ti ho già detto che non ho voglia di parlarne.”

 

“Oh ma insomma, hai tanto criticato quell’idiota di Gill Ryan e adesso ti comporti peggio di lui! Peccato che non ci sia nessun altro Albus Potter per poterti tirare un cazzotto!”

 

Quell’idiota deve piacerle più di me dato che ha continuato a mandargli lettere per tutta l’estate!” Sputò fuori Al.

 

Io sbarrai gli occhi e anche le gemelle alzarono la testa dalla scacchiera. “E’ per questo che avete litigato?”

 

Al distolse lo sguardo. “Non ho voglia di parlarne.”

 

“Va bene.” Dissi fumando di rabbia. Adesso mi stavo davvero stancando. “Adesso con il tuo permesso vado a finire gli ultimi compiti e poi andrò a fare la tua ronda notturna.

 

Al si voltò di scatto verso di me. “Avevi detto che ti andava bene!”

 

Scrollai le spalle indifferente, ma in realtà mi importava eccome. “Quale sarebbe la differenza tra fare la ronda da sola o farla con te, tanto non vuoi raccontarmi niente.

 

“Ehi, adesso non fare così!” Fece lui alzandosi. “Questi non sono affari tuoi, non puoi dare per scontato che io te ne debba parlare. Tu non mi hai mai detto di…”

 

Si fermò in tempo, ma capii che cosa voleva dire. “Credo che la situazione sia un po’ diversa, Albus.

 

Lui si leccò le labbra per fare una pausa. “D’accordo.” Disse. “Vai. Stasera siamo entrambi troppo nervosi per discutere. Ne parleremo domani.”

 

“Ne parleremo?” Chiesi.

 

“Ne parleremo.” Disse. “E’ una promessa.”

 

 

**

 

 

Con in testa la promessa di Al iniziai la mia ronda. Era appena scoccata la mezzanotte ed era la prima ronda dell’anno che facevo. Mi guardai un po’ intorno, camminando lenta per i corridoi, guardando un po’ i quadri che ormai non vedevo da tempo. Alcuni mi salutarono cortesemente, altri erano già addormentati.

 

Avevo pensato che quest’anno sarebbe andato alla grande, Al e Vanessa che stavano insieme, Gaby e Vincent, io che cercavo di stare alla larga da Malfoy, ma si era rivelato essere tutto il contrario di quello che pensavo. Beh, tranne per Gaby e Vincent.

 

Svoltai l’angolo del terzo piano e sentii un fruscio dietro di me. Mi voltai di scatto ma non c’era nessuno.

 

“Perfetto.” Dissi tra me. “Ricominciamo con la paranoia.

 

Mi voltai di nuovo e provai a cacciare un urlo, ma una mano bloccò la mia bocca per impedirmi di emettere alcun suono. Non appena mi fui tranquillizzata feci un passo indietro, tenendomi il petto con le mani all’altezza del cuore e fissai incredula Malfoy.

 

“Ma sei diventato pazzo?!

 

Malfoy fece mezzo sorriso e scrollò le spalle. “Credevo che ormai ci avessi fatto l’abitudine. Invece continui a spaventarti.”

 

“Chissà perché!” Feci io sarcastica cercando di riattivare il cuore. Lo fissai, era diventato più alto e mi guardava con i suoi occhi metallizzati. “Si può sapere cosa diavolo ci fai qui?”

 

Scosse la testa e sospirò, ma prima che potessi dire qualunque altra cosa mi prese per un polso e mi trascinò, letteralmente, nella prima aula vuota. Era l’aula di Trasfigurazione, se solo la McGrannitt avesse saputo che eravamo lì dentro durante la notte ci avrebbe messi in punizione per un mese. Non appena lasciò andare la presa mi fermai di botto e scrollai via la sua mano, Malfoy si voltò per guardarmi in faccia, alzando un sopracciglio.

 

E adesso che bisogno c’era di portarmi qui?” Chiesi scocciata.

 

“Non sei l’unico Prefetto a giro per una ronda, Hataway sta sorvegliando la scuola. Disse. “E i quadri sono chiacchieroni.”

 

Io mi sentii improvvisamente nervosa, ma anche arrabbiata. “Non ci sarebbe stato proprio niente di cui parlare se fossimo stati in corridoio. Tu non dovresti essere qui, e cosa più importante io non dovrei essere con te, quindi se sei qui solo per prendermi in giro, e so che sei qui per prendermi in giro, esattamente come hai fatto una settimana fa, anche se ancora non ho capito bene il tuo piano, ma appena capirò che cos’è io…”

 

 

Io non ricordavo neanche più che cosa stavo dicendo. Pensavo solo che Malfoy avesse le labbra più morbide di quello che mi aspettassi e non era affatto fatto di ghiaccio. Anzi. Era bollente, sembrava ardere di un focolare interno tanto da inondare di calore anche me. Avevo immaginato tante volte di baciare Malfoy durante quest’ultimo periodo ma l’avevo sempre pensato… un momento, stavo seriamente baciando Scorpius Malfoy?

 

Balzai indietro come scottata e lo fissai con gli occhi sgranati. Malfoy mi fissò come se non capisse il mio improvviso cambio d’umore. Boccheggiai un paio di volte prima di riuscire a dire qualcosa di sensato.

 

“Tu mi stavi baciando?”

 

Malfoy alzò un sopracciglio. “A te cosa sembra?”

 

Perché?” Chiesi stupidamente.

 

Malfoy sospirò e vagò a giro con lo sguardo. “Beh, sinceramente non ne ho idea. Mi andava.” Disse. “E poi avevi ragione, te l’ho detto.”

 

Cominciavo a sentirmi seriamente frustrata. “Su cosa avevo ragione?” Chiesi. “Che cos’è che mi hai già detto?”

 

“Le rose.” Disse guardandomi. “Tu profumi di rose. L’hai detto tu, io sentivo le rose nell’Amortentia. Ci ho pensato su, per tutta l’estate. Anche quella volta in punizione, non ho sentito il profumo della stanza appena pulita, eri tu.

 

Io arrossii al ricordo. “E’ solo una stupida coincidenza.”

 

Malfoy mise su un mezzo sorriso. “Per una volta mi piacerebbe tanto darti ragione, Weasley, ma non mi spiegherei come mai sono stato a pensarti per tutta l’estate. Lo so, è triste, ma piano piano me ne sono fatto una ragione. Sono stato ad aspettarti fino a notte inoltrata davanti alla tua Sala Comune per dire grazie l’anno scorso, vorrà pur dire qualcosa!”

 

Io lo guardai a bocca aperta. “Beh, sì, io me lo sono chiesta mesi fa e tu te lo chiedi solo adesso? E cosa pensi che dovremmo fare, metterci insieme e aspettare impazientemente il nostro primo San Valentino?”

 

“A dire il vero,” fece lui con un sorrisino. “Abbiamo già passato insieme un San Valentino.

 

Per un attimo mi chiesi di cosa stesse parlando, ma poi ricordai che a San Valentino mi ero rifugiata in biblioteca e come sempre ci avevo trovato Malfoy. Che poi era anche lo stesso giorno in cui mi ero resa conto di avere una cotta per lui. Arrossii di botto ed indietreggiai ancora, mi morsi un labbro furiosamente, ancora stentavo a credere a tutto quello che aveva detto.

 

“Perché mai dovrei crederti quando potrebbe essere tutto uno stupido scherzo?” Chiesi con la voce tremante.

 

Malfoy mi raggiunse in due passi, prese violentemente il mio viso tra le sue mani e mi baciò di nuovo. Era una bella sensazione. Continuò a camminare fino a che la mia schiena non sbatté contro la parete, facendo traballare degli oggetti vicino a noi. Era pieno di passione e continuava a baciarmi come se fosse il suo unico modo di respirare. Non ero mai stata baciata così.

 

Si staccò da me solo quando fu a corto di fiato ed anch’io lo guardai ansimando. “Ti basta questo?” Sussurrò.

 

Io lo guardai ancora qualche secondo facendo dei respiri profondi. “No.” Soffiai. “Non mi basta affatto.”

 

Detto fatto, mi baciò di nuovo. Che poi era quello che volevo. Da mesi. Mi sembrava come se baciarlo fosse la cosa più naturale del mondo, come se lo facessi da anni. Invece per anni eravamo solo riusciti ad insultarci. Ma era forse questo che aveva fatto in modo da avvicinarci talmente tanto da toccare il proibito?

 

“Tutto questo è sbagliato.” Sussurrai a corto di fiato, cercando di spingerlo indietro.

 

Malfoy appoggiò la fronte sulla mia. “Vallo a dire a Gazza, magari ci mette in punizione insieme.

 

Io alzai gli occhi perplessa. “Sai, il tuo misero tentativo di flirtare con me mi fa venire i brividi! Non hai neanche una parola cattiva per me?”

 

“Sono in lutto, Weasley, è stato abbastanza deprimente scoprire di avere una certa attrazione fisica verso una perdente.

 

Aveva detto attrazione fisica? Mi misi più dritta cercando di darmi un contegno. “Bene. Adesso che ci siamo sfogati entrambi dovrei tornare alla mia ronda. Dissi. “E’ stato bello.”

 

Malfoy ridacchiò e scosse la testa. “Ancora non credi ad una parola di quello che ho detto, non è vero?”

 

“No.” Dissi sinceramente. “Non è la prima volta che ti vedo sbaciucchiare qualcuno senza alcuna pretesa.

 

Malfoy colse la mia frecciatina e fece mezzo sorriso. “Quanti punti mi toglierai questa volta?”

 

“Rose? Dove sei?”

 

La voce di Al che proveniva dal corridoio ci fece trasalire entrambi. Malfoy fu più veloce di me, balzò all’indietro e andò a nascondersi tra due armadi all’interno della classe. Io ebbi solo il tempo di voltarmi prima che Al aprisse la porta dell’aula di Trasfigurazioni e ci ritrovassimo faccia a faccia. Al mi sorrise.

 

“Oh sei qui!” disse allegro. “Allora i quadri avevano ragione.”

 

Sentii gli occhi di Malfoy perforarmi la nuca come a dire ‘te l’avevo detto’, ma feci di tutto per non voltarmi e rimanere naturale. “Già.” Dissi ad Al. “Avevo sentito un rumore e credevo che ci fosse qualcuno.

 

Al si guardò intorno ed io sudai freddo. “Beh, non c’è nessuno mi sembra. Dai, Rose, andiamo a letto. C’è già Hataway a fare le ronde.”

 

Io cercai di sorridere e annuii. “Va bene, Al, andiamo.”

 

 

**

 

 

 

Buon compleanno a me!

Ahah, ebbene sì, oggi mi son voluta fare un regalo di compleanno e per una splendida coincidenza arrivo a postare proprio il capitolo clou… che cosa magnifica!

 

Finalmente il momento che tutti aspettavamo da mesi!! La mia unica paura è: è credibile?

 

Come regalo di compleanno inoltre è arrivata un’altra grandissima sorpresa: Don’t tell dad è passata alla seconda fase del concorso come storia con i migliori personaggi originali quindi grazie grazie grazie grazie grazie per tutti i voti che sono arrivati!

 

Grazie a tutti! Scusate se non faccio i soliti ringraziamenti ma oggi avrò davvero poco tempo.

Vi adoro e speriamo di vincere al concorso ^^

 

Baci, zia funkia (da oggi 21enne… anche se se ne sente 15)

 

 

 

 

 

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Capitolo 25
*** 25. Foolish smile ***


La mattina dopo mi svegliai stranamente rilassata e non riuscivo a smettere di sorridere

                            DON’T TELL DAD

 

                             25. Foolish smile

 

 

 

La mattina dopo mi svegliai stranamente rilassata e non riuscivo a smettere di sorridere. Ero ancora un po’ frastornata, insomma, non riuscivo a credere che fosse successo davvero. E non ero neanche tanto sicura che fosse successo davvero, dato che mi ero lasciata tutto alle spalle. Letteralmente. Forse avrei dovuto preoccuparmi, chiedermi che cosa ne pensasse Malfoy, quali sarebbero state le conseguenze, ma al momento non mi importava proprio nulla.

 

Scesi in Sala Grande e andai a sedermi al tavolo dei Grifondoro con quella che credo fosse l’aria più svampita del mondo. Mi sedetti davanti alle gemelle, che si scambiarono uno sguardo perplesso, mentre Vincent si limitò a salutarmi allegramente come faceva sempre.

 

“Ehilà Rose.” Disse. “Bella giornata?”

 

Io annuii tra me. “Magnifica.”

 

Por Dios!” Rise Sol guardandomi. “Rosie, che ti ha successo? Non ti ho mai vista così sorridente.”

 

Io scrollai le spalle. “Niente di che, mi sono solo alzata con l’umore giusto.”

 

“Tu che ti alzi con l’umore giusto? E da quando?” Fece sarcastica Vanessa, sedendomi accanto. “Comunque non importa, l’importante è che tu sia di buon umore, dato che sono di buon umore anche io. Verrai con me oggi pomeriggio?”

 

Io aggrottai la fronte. “Oggi pomeriggio?”

 

“C’è il primo allenamento con la squadra.” Fece Al rubandomi una fetta di pane tostato dal piatto. “In realtà, Vanessa, puoi anche non cambiarti e stare sugli spalti. Pensavo di provare degli schemi di gioco e non importa che tu ti alleni dato che sei il portiere.”

 

Vanessa serrò la mascella e lo guardò truce, ma rispose civilmente. “Non preoccuparti, mi fa piacere essere presente.”

 

“Come vuoi.” Fece lui scrollando le spalle.

 

“Magari potremmo parlare delle lettere di Gill Ryan.” Feci io cercando di smuovere la situazione. Al e Vanessa si voltarono entrambi verso di me prima di scambiarsi un fugace sguardo accigliato. Vanessa si voltò dall’altra parte.

 

“Non c’è da stupirsi che tu non sappia tenere la bocca chiusa.” Mormorò.

 

Al arrossì, non seppi dire se di rabbia o di vergogna. “Non c’è niente di cui parlare.” Disse. “Vi voglio tutti al campo alle quattro in punto.”

 

Si alzò dal tavolo e se ne andò senza neanche finire la sua colazione. Le gemelle mi guardarono male, ma io le ignorai e mi voltai verso Vanessa con uno sguardo eloquente. Lei sbuffò e si voltò verso di me incrociando le braccia al petto.

 

“Beh, te l’avevo detto che vuole capire quello che vuole!”

 

Io la fissai. “Ti dispiacerebbe spiegare?”

 

Vanessa roteò gli occhi al cielo. “E’ vero, ho scritto delle lettere a Gill. Ma solo per dirgli di lasciarmi in pace! Mi ha scritto per tutta l’estate almeno una volta a settimana pregandomi di tornare con lui. Al ha trovato una sua lettera e ha creduto che tra noi ci fosse ancora qualcosa. Ho provato a spiegargli come stavano le cose, ma non ha voluto darmi ascolto.”

 

Io e le gemelle la fissammo perplesse. “Questa situazione è ridicola.” Disse Vincent.

 

Lei sbuffò scocciata. “Lo so.” Disse. “Ma non ho più voglia di perdere tempo con uno zuccone.”

 

“Vuoi che provi a parlargli?” Mi offrii.

 

“Sarebbe del tutto inutile, Rose, credimi.” Disse. Poi mi fissò. “Hai un’aria strana stamattina, che ti è successo?”

 

Io arrossii un po’ ma cercai di mantenermi neutrale. “Niente.” Dissi lanciando uno sguardo al tavolo dei Serpeverde. Malfoy mi stava guardando. “Proprio niente.”

 

“Se a Rosie no ha successo niente, io no ho una gemella de nome Sol.” Fece Gaby guardandomi bene. “Sinceramente, Rose, in sei anni di escuola non ti ho mai vista così.”

 

“Ho parlato con la McGrannitt e mi ha detto quale sarà il programma di quest’anno. Sono felice perché mi sono già studiata tutto quanto durante l’estate.” Mentii.

 

Gaby, Sol e Vanessa si scambiarono uno sguardo. “D’accordo.” Fece Vanessa. “E’ una cosa che non vuoi dirci.

 

Stavo quasi per replicare quando vidi Malfoy alzarsi dal suo tavolo e lasciare la Sala Grande. “Devo andare.” Le liquidai. A passo svelto attraversai tutta la Sala Grande e varcai il maestoso portone. Mi venne quasi un colpo quando trovai Malfoy appoggiato appena dietro l’angolo della porta, ma continuai a camminare come se nulla fosse, non volevo che gli altri pensassero che fossi lì per lui. Con la coda dell’occhio vidi che mi stava seguendo.

 

“Non hai salutato ieri sera.”

 

Mi schiarii la gola continuando a guardare davanti a me mentre camminavo. “Sarebbe stato un po’ strano voltarsi e salutare un armadio, non credi? Al, mi trova già abbastanza pazza.”

 

Sentii Malfoy sbuffare una risata. “Come biasimarlo. Hai intenzione di fermarti o devo rincorrerti per tutta la scuola?”

 

Mi bloccai di colpo e mi voltai, guardandomi attorno. Abbassai la voce. “Non voglio che qualcuno ci veda insieme.”

 

Lui alzò un sopracciglio e incrociò le braccia al petto. “Non è per puntualizzare, Weasley, ma gli studenti di questa scuola ci vedono chiacchierare da più di sei anni, sai?”

 

Io lo guardai male. “Lo sai cosa intendo.”

 

“No, Weasley, non lo so. Che cosa intendi?” disse con un sorrisino malizioso.

 

Era sempre il solito Malfoy. Beh, da una parte era un sollievo. Cercai con tutta me stessa di non arrossire, il che era abbastanza complicato per essere una Weasley. Lo guardai austera incrociando le braccia.

 

“Non riuscirai a farmelo dire, Malfoy. Anche perché ancora non sono molto convinta che sia successo davvero o che fosse tutto un sogno.”

 

Malfoy sorrise di nuovo beffardo. “Perché mi sogni spesso, non è vero?”

 

“Almeno io non sento le rose in una pozione d’amore.” Lo rimbeccai.

 

Touché.” Rispose come se la cosa non lo riguardasse affatto. “Ed è successo davvero. Se hai problemi a realizzare, la prossima volta ti darò qualche pizzicotto, Weasley”

 

Aveva davvero detto la prossima volta? Mi sentii di nuovo avvampare e fui costretta a schiarirmi la gola. “Senti Malfoy, ho di meglio da fare che passare il mio tempo a discorrere con te. Soprattutto se dobbiamo dirci solo stupidaggini… anche se non è proprio una novità.”

 

Lui scosse la testa e sospirò. “Mi spiace deluderti, ma io sto parlando seriamente.”

 

Io lo guardai frustrata. “Ma insomma! Cosa sta succedendo?” Sbraitai.

 

Malfoy mi guardò per qualche secondo di più, poi alzò lentamente un sopracciglio. “Vuoi che ti faccia un disegnino?”

 

Lo guardai male. “No.” Dissi secca. “Sono io che devo farti un disegnino. Dì un po’, ti ricordi chi sono io?”

 

Lui mi fissò con una smorfia. “Beh, direi proprio di sì, Weasley.”

 

Lo guardai basita e scossi la testa. “Forse tu non ti rendi veramente conto di quello che sta succedendo, Malfoy.” Dissi marcando bene il suo nome. “Perché è questo che sono, una Weasley.”

 

Per la prima volta da quando era iniziata la scuola vidi Malfoy sinceramente spaesato. Era come se si fosse appena svegliato da un’ipnosi e mi guardasse con occhi nuovi. Rimanemmo a fissarci per un po’. Poi una mano sulla spalla di Malfoy ci fece sobbalzare entrambi.

 

“Ehi Scorpius!” Era Zabini. “Weasley.” Fece voltandosi verso di me.

 

“Zabini.” Concessi io austera.

 

“Ti stavamo cercando tutti, io e i ragazzi stavamo andando giù al lago.” Zabini fece per andarsene, ma si voltò indietro quando si accorse che Malfoy era immobile. “Che fai, non vieni?”

 

Malfoy mandò un’occhiata da me a Zabini. “Arrivo subito.” Disse.

 

“Come vuoi.” Zabini scrollò le spalle e si incamminò.

 

“Ah, Zabini?” Richiamò indietro Malfoy. Lui si voltò. “Mercoledì sera non ci sarò all’allenamento. Devo fare una ronda notturna.” Disse mandandomi un’occhiata eloquente. Stava davvero dicendo quello che pensavo stesse dicendo?

 

Zabini corrucciò la fronte. “L’allenamento è giovedì.”

 

“Oh.” Fece Malfoy continuando a fissarmi. “Devo essermi sbagliato.”

 

Zabini, ormai fermo, lo guardò per un po’, poi scrollò le spalle. “Allora, vieni?”

 

Malfoy annuì e si incamminò. “Alla prossima, Weasley.”

 

Lo guardai andare via fianco a fianco con Zabini mentre le sue parole mi ridondavano in testa. In che cosa mi stavo cacciando?

 

 

**

 

 

“Terra chiama Rose?”

 

Mi voltai di scatto, presa alla sprovvista. Ero seduta sugli spalti del campo da Quidditch per seguire il primo allenamento della squadra dei Grifondoro, anche se in realtà stavo fissando nel vuoto vedendo sfrecciare le scope davanti ai miei occhi. Guardai Vanessa con un sopracciglio inarcato e per la prima volta mi voltai a guardare in alto nel cielo dove la squadra si stava allenando.

 

“Ma non eri in porta fino ad un attimo fa?” Chiesi.

 

Vanessa mi guardò strano. “Rose, sono dieci minuti che sono seduta accanto a te. Si può sapere che ti prende oggi?”

 

Scossi la testa e sospirai. “Niente, sono solo… ho un sacco di pensieri per la testa.”

 

“Stai ancora pensando a Malfoy?” Chiese Vanessa con delicatezza.

 

Io la guardai. Mi morsi un labbro, non volevo che sapesse quello che era successo, non sapevo neanche che cosa sarebbe successo. E come sempre, quando si parlava di Malfoy, mi sentivo estremamente confusa. Era anche vero che le avevo nascosto tutto l’anno scorso, per poi scoppiare in mezzo alla Sala Grande. Forse era il momento di confidarsi.

 

“C’è una cosa che devo dirti.” Confessai. “Ma Vanessa, non puoi dirlo a nessuno.”

 

Vanessa si guardò intorno, come per essere sicura che non ci fosse nessuno, poi abbassò la voce. “Lo sai, Rosie, puoi fidarti di me.”

 

Io sospirai. Era difficile da raccontare, non sapevo neanche da che parte cominciare. “Mi ha baciata.” Beh, era un riassunto sufficientemente esplicito.

 

Vanessa spalancò gli occhi. “Chi? Malfoy?”

 

“Beh, certo che sto parlando di lui, chi altro avrebbe potuto… beh, in effetti chiunque altro sarebbe stato meno strano di lui… ma è stato lui. Mi ha baciata.”

 

“E… come?” Chiese Vanessa allucinata.

 

“Mi ha seguita durante la ronda notturna.” Spiegai. “E non so dire bene come sia andata, ricordo solo che stavo parlando e un attimo dopo… insomma… e ha cominciato a blaterare sul fatto che io profumo di rose… a dire il vero Vanessa, il mio cervello era un po’ in tilt e non…”

 

Vanessa mi fissava a bocca aperta. “Mi stai dicendo che ci ha ripensato?”

 

Io aprii la bocca ma la richiusi quasi subito. “Non lo so.”

 

“Cosa vuol dire ‘non lo so’, Rose mi hai appena raccontato che ti ha baciata!” fece Vanessa ansiosa.

 

“Sì, lo so.” Arrossii io. “Ma è stato un caso isolato e potrebbe non ripetersi più. E in caso si ripetesse, ti pare una cosa facile? Io sono una Weasley e lui è un Malfoy! E’ geneticamente impossibile stare insieme. Vì, che cosa devo fare?”

 

Vanessa arrancò. Per la prima volta neanche lei sapeva cosa dirmi. “Davvero, Rosie, non lo so. Mi sarei aspettata di tutto, ma questo proprio no.”

 

“Non hai neanche un minuscolo consiglio?” Pregai io.

 

Lei scrollò le spalle. “Beh… lascia che il tempo faccia il suo corso?”

 

Feci una smorfia delusa. “Non era proprio quello che mi aspettavo, ma grazie per lo sforzo.”

 

Vanessa sospirò e guardò in alto, verso la squadra. “Scusa Rose, ma in questo momento non mi sento proprio la persona ideale per dispensare consigli.” Disse. “Ma quand’è che siamo diventate così piene di problemi?”

 

“Quando abbiamo cominciato a dare retta agli ormoni, più che al cervello.” Feci io sconsolata. “Non ti abbattere, Al è una testa dura, ma prima o poi tornerete insieme.”

 

Lei si voltò verso di me. “E come lo sai?”

 

“Non lo so.” Dissi sinceramente. “Penso solo che sia così.”

 

La vidi mordersi un labbro seria, poi sfociò in un risolino. “Se dovessi cominciare ad uscire con Malfoy, voglio essere presente quando lo dirai a tuo padre.”

 

Io arrossii e scossi violentemente la testa. “Non ci pensare neanche per scherzo, io non glielo dirò mai!”

 

“E se decideste di sposarvi?” Azzardò lei. “Dovrai pur dirglielo.”

 

Scossi di nuovo la testa. “Preferirei vivere in segreto tutta la vita, piuttosto che dirlo a papà.”

 

Vanessa scoppiò a ridere. “Sarebbe divertente.”

 

“Sarebbe autolesionista.”

 

“Miller!”

 

La voce di Al risuonò nello stadio, io e Vanessa ci voltammo spaventate con il naso all’insù per guardare la squadra svolazzare sopra di noi. Al ci fissava austero e furioso.

 

“Metti subito il culo su quella scopa e vieni ad allenarti!” Tuonò.

 

Vanessa si alzò sospirando e si voltò verso di me. “E’ sempre così romantico.”

 

 

**

 

 

Quel lunedì mattina avevamo lezione di Storia della Magia insieme ai Serpeverde. Non parlai con Malfoy, nonostante avesse continuato a fissarmi per tutta l’ora di lezione, ma Vanessa continuava a mandarmi sguardi eloquenti come per dirmi che anche lei aveva notato tutto. Smise solo quando io le dissi che ne avevo abbastanza di sentirmi gli occhi puntati addosso.

 

Il martedì non avevo lezione con Malfoy, ma continuai a cercarlo con lo sguardo per tutto il giorno. Mi aspettavo qualsiasi cosa, ma non si fece vivo. Continuava a vivere la sua vita come niente fosse ed io cominciavo a pensare di essere solo entrata a far parte della sua collezione.

 

Mercoledì mattina mi alzai senza troppe pretese. Avevo solo l’idea di dover scendere giù alle serre per la lezione di Erbologia e che avrei rivisto Neville dopo molto tempo. Fui la prima ad entrare in classe, Neville era alla sua cattedra e mi salutò con un caloroso sorriso.

 

“Rose,” disse. “E’ bello vederti! Hai passato una bella estate?”

 

Io annuii. “Direi proprio di sì. A parte per il fatto che Al e Vanessa…”

 

Neville non lasciò che concludessi la frase. “Oh lo so! Harry me l’ha detto, mi è dispiaciuto così tanto…”

 

Mentre pensavo a zio Harry e Neville che chiacchieravano come due suocere andai a sedermi al mio banco, alcuni studenti entrarono per prendere posto. Non appena vidi Malfoy sentii i battiti aumentare e sudai freddo. Lanciai uno sguardo a Neville, che stava guardando alcuni fogli, e rimasi completamente immobile. Malfoy mi sorpassò e si sedette proprio dietro di me. Io ero tesa come una corda di violino.

 

Vanessa fu l’ultima ad entrare, rimase un attimo interdetta sulla porta e venne a sedersi accanto a me. Si piegò sul mio orecchio lanciando uno sguardo indietro.

 

“Che ci fa seduto qui? Di solito non si siede sul fondo della classe con Zabini?”

 

Stavo per rispondere ma la voce di Malfoy alle nostre spalle ci fece ghiacciare entrambe. “Ho pensato che per una volta avrei potuto vedere le cose da una prospettiva diversa.”

 

Ci voltammo, Vanessa alzò un sopracciglio e chiese sfacciatamente. “Ed è al tuo banco che ti stai riferendo?”

 

Malfoy sorrise il suo solito sorriso ma non rispose. Io ebbi come la netta impressione che il suo posto in classe non c’entrasse proprio niente. Neville si schiarì la gola e fummo costrette a voltarci per seguire la lezione. Davanti a lui c’era una bellissima pianta con dei fiori giallo elettrico.

 

“Se siamo tutti pronti…” disse Neville guardandosi un po’ in giro. “Questo è un bobotubero. Non fatevi ingannare dal bell’aspetto, ragazzi, dentro a questi bei fiori c’è del pus. Ed è proprio del pus che ci occuperemo oggi.”

 

La classe fece un suono disgustato. Vanessa guardò la pianta esterrefatta. “Come può una pianta così bella nascondere del pus all’interno?”

 

Io feci una smorfia. Mi ricordava qualcuno. “E’ esattamente come alcune persone che conosco.”

Commentai.

 

Ovviamente Malfoy si sentì punto sul vivo. “Beh, non tutti possono profumare di rose, Weasley.”

 

Tutta la classe si voltò verso di noi. Persino Neville rimase un attimo interdetto, non capendo cosa stesse succedendo. Io arrossii un po’ ma mi schiarii la gola e piegai la testa da una parte scrollando le spalle. “Già. E non tutti sentono profumo di rose nell’Amortentia.”

 

Vanessa si voltò di scatto verso di me con gli occhi sbarrati. La classe trattenne il fiato. Per qualche secondo non sentii nient’altro che il silenzio, poi Malfoy ridacchiò e tutta la classe si rilassò.

 

“Continua a sognare, Weasley.”

 

“Lo faccio continuamente.” Ribattei io.

 

“Magari scrivi anche di me sul tuo diario segreto, non è vero?” Fece lui viscido.

 

Io ridacchiai. “Almeno uno di noi due sa scrivere, Malfoy.”

 

“Preferirei essere analfabeta, che andare a giro con la tua faccia.”

 

“Preferisco andare a giro con la mia faccia, che essere un idiota come te.”

 

“Malfoy, Weasley!” Ci riprese improvvisamente Neville. Ci fissava con gli occhi sbarrati. “Che cosa… che cosa sta succedendo?! Che diavolo vi prende?!” Né io, né Malfoy osammo replicare. “Non tollero scene del genere nella mia classe! Dalla preside, tutti e due!”

 

Io sospirai tra me e mi alzai a malincuore, seguendo Malfoy che si era alzato bello scattante ed era già uscito dalla porta. Non fu una sorpresa trovarlo appena fuori dalla serra con un sorrisino divertito. Io lo guardai seria.

 

“Sei un’idiota.” Dissi.

 

Lui ghignò e scrollò le spalle. “Prendila per il verso giusto, Weasley, ha due ore di buco.” Disse. “E poi oggi è mercoledì.”

 

Se ne andò fischiettando come se niente fosse ed io mi chiesi che cosa avesse voluto dire. Guardai a malincuore la serra alle mie spalle e sospirando di nuovo mi avviai verso l’ufficio della Preside, giurando a me stessa che avrei scaricato tutta la colpa su Malfoy.

 

 

**

 

 

Mi incontrai con Vanessa solo per l’ora di pranzo e mi raccontò del resto della lezione. Ovviamente nessuno aveva osato proferire una parola di più, avevano passato tutto il tempo ad estrarre pus dai bobotuberi. Vanessa non era stata molto felice. Prima di essere stata buttata fuori da Neville però mi ero accorta che Al non era in classe. Chiesi spiegazioni a Vanessa, ma fece solo una smorfia e scosse la testa.

 

“Non ne ho idea.” Disse. “Non parlo con lui.”

 

Ci sedemmo al tavolo dei Grifondoro per pranzare. Alzai gli occhi al cielo. “Lo so che non parli con lui, ma pensavo ne sapessi qualcosa visto che è il tuo capitano.”

 

“Qualunque cosa sia non si tratta di Quidditch.” Fece lei incupendosi sempre di più. “Probabilmente sarà a giro per la scuola a flirtare con le ragazzine.”

 

Feci quasi per replicare ma poi decisi saggiamente di non dire nulla e cominciare il mio pranzo. Sarebbe stata solo una perdita di tempo. Solo pochi minuti dopo Lily e Hugo arrivarono tutti trafelati e si sedettero con noi. Alzai lo sguardo su mio fratello.

 

“Oh beh, ogni tanto ti si vede.”

 

Hugo fece un mega sorriso e si grattò la nuca. “Lo so, non sono stato molto presente ultimamente. Avremo tutte le vacanze di Natale per recuperare.”

 

Io scossi la testa con un sorriso. “Mancano più di due mesi.”

 

“Al non si è ancora visto?” Chiese Lily.

 

“No.” Dissi io prima che Vanessa potesse tirare una delle sue frecciatine. “Voi sapete dove sia?”

 

Hugo e Lily si scambiarono uno sguardo e tornarono a guardarci. “Beh, certo che lo sappiamo.” Fece Hugo.

 

Io e Vanessa li guardammo interessate. “Beh? E dov’è?”

 

“Non mi stupisce che Rose non lo sappia.” Fece Lily. “Ma Vanessa, oggi è mercoledì. Al ci aveva detto che avrebbe passato la mattinata con Madama Hook per decidere le date delle partite insieme agli altri Capitani.”

 

Vanessa arrossì per la sua malafede, ma nella mia testa scattò qualcosa. “Oggi è mercoledì?”

 

Hugo alzò un sopracciglio e mi fissò. “Come mai vedo nella tua testa le rotelle girare vorticosamente?”

 

E mio fratello aveva ragione. Le rotelline del mio cervello si erano messe pericolosamente in moto e avevo ricordato una cosa fondamentale. Ecco cosa cercava di dirmi Malfoy all’uscita dalla serra, ecco a cosa si stava riferendo.

 

Mercoledì sera non ci sarò all’allenamento. Devo fare una ronda notturna.

 

Lily, Hugo e Vanessa mi stavano fissando. Cercai in fretta qualcosa da dire. “Beh… non avete l’allenamento stasera?”

 

“Sì.” Fece Hugo. Non volendo ci avevo pure dato. “Ma cosa ha a che vedere con te?”

 

Scossi la testa con un sorriso. “Niente, pensavo solo che dato che siete tutti impegnati passerò la serata in biblioteca a studiare. Ne approfitterò.”

 

Lily mi guardò con una smorfia. “Hai la serata libera e la passi in biblioteca?”

 

Io scrollai le spalle. “Ho un sacco di cose da studiare. Potrò portarmi avanti col programma di almeno tre capitoli, così avrò un sacco di tempo libero durante le prossime settimane.”

 

Hugo rise. “E quando avrai tempo libero ti porterai avanti con lo studio per avere altro tempo libero e così via… è un cane che si morde la coda, Rosie.”

 

Lily roteò gli occhi. “Beh, io e Hugo adesso ce ne andiamo.”

 

Hugo si voltò verso di lei allucinato. “Cosa? Ma non ho neanche pranzato!”

 

“Lo so.” Fece Lily. “Ma abbiamo da fare.”

 

Lily prese Hugo per un braccio ed insieme si dileguarono. Vanessa li seguì con lo sguardo prima di voltarsi verso di me preoccupata. “Beh, non sei preoccupata?”

 

“Sinceramente Vì, sono la sorella di Hugo da quindici anni e conosco Lily da altrettanti anni… e so che non c’è modo di tenerli fermi quando hanno in mente qualcosa. Rinuncio a fargli la predica, l’anno scorso si sono fatti mettere in punizione così tante volte che ringraziamo che non abbiano ricevuto una medaglia al valore.”

 

Vanessa mi guardò un po’ e fece una smorfia. “Tu non hai la minima intenzione di andare in biblioteca stasera.”

 

Mi voltai di scatto verso di lei. “Cosa?”

 

“Perché non mi dici la verità.” Disse. “Non ti preoccupi per Hugo e Lily, il che vuol dire che sei totalmente focalizzata su qualcos’altro.”

 

Io ridacchiai. “Tu fantastichi troppo, Vì”

 

 

 

**

 

 

Vanessa non aveva fantasticato affatto. Ed io probabilmente ero diventata pazza. Guardai l’orologio un’ultima volta, era quasi mezzanotte e un quarto ed io me ne stavo da sola a gironzolare lungo il corridoio dell’Aula di Trasfigurazione. I quadri, quei pochi che erano ancora svegli, mi guardavano curiosi.

 

“Stupidi quadri ficcanaso.” Mormorai tra me.

 

Ogni minuto che passava mi sentivo sempre più stupida. Avevo capito fischi per fiaschi, come sempre, ed ero rimasta alzata per niente. Senza contare che avrei potuto veramente andare in biblioteca. O avrei potuto fare due chiacchiere con le gemelle, dato che non parlavo con loro da un po’. Certo, avremmo dovuto trovare il modo di levarci Paula dai piedi.

 

“Cominciavo a pensare che non venissi.”

 

Una voce dietro di me mi fece voltare e mi ritrovai a faccia a faccia con Malfoy. Mi sentii sorridere dentro ma non volevo farlo in esterno per non dargli questa soddisfazione. Ci guardammo per un po’, in silenzio, poi mandai uno sguardo veloce ai quadri.

 

“Beh, non ero proprio sicura di voler venire.” Dissi abbassando un po’ la voce.

 

Malfoy alzò un sopracciglio. “Però sei qui.”

 

“Però sono qui.” Dissi con cautela. “E credo che tutti sappiano perché. Quello che non capisco è perché tu sei qui.”

 

Malfoy si indicò la spilla da Prefetto. “Sto facendo una ronda notturna.”

 

Feci una smorfia e scossi la testa. “Davvero molto divertente, Malfoy. Pensavo di averti scoraggiato abbastanza l’altro giorno.”

 

“Non buttarti giù, Weasley, non baci così male.” Fece lui cercando di trattenere un sorriso. Aveva pure voglia di fare il simpatico.

 

“Non era quello a cui mi stavo riferendo.” Feci io cercando di controllare la rabbia. “Stavo parlando del fatto che tu sei nato Malfoy ed io sono nata Weasley e ci sono una cosa come secoli di rivalità tra le nostre famiglie.”

 

Malfoy rimase un attimo in silenzio e pensai che ci stesse ripensando, ma quando pensavo di essermi tirata la zappa sui piedi lui scrollò le spalle. “Non m’importa.”

 

Lo guardai allucinata. “Come, scusa?”

 

“Non m’importa.” Disse lui di nuovo.

 

“Ma insomma!” Feci io alzando un po’ la voce. “Possibile che tu non pensi alle conseguenze?”

 

“No.” Fece lui tranquillo. “Mai.”

 

Incrociai le braccia al petto e lo fissai curiosa, alzando un sopracciglio. “Dì la verità, tu cerchi di far arrabbiare tuo padre. E’ per questo che sei qui, sono il tuo pretesto, la goccia che farà traboccare il vaso. Non è così?”

 

Malfoy sospirò e alzò i suoi plumbei occhi al cielo. “Mi dispiace dover sapere che tu abbia tanti problemi con il tuo cognome da dover pensare che ne abbia anche io, Weasley, ma ho di meglio da fare che pensare a possibili modi per farmi diseredare.”

 

“Beh, che sia intenzionale o meno, hai trovato il modo giusto.” Dissi io. “Sempre che non lo venga a sapere prima mio padre. In quel caso saresti morto prima che possano cambiare il testamento.”

 

Lui mi fissò inespressivo. Poi aggrottò la fronte. “Perché blateri tanto su qualcosa che non è ancora successo?”

 

Rimasi un attimo interdetta. Era vero, era il mio solito vizio di correre troppo avanti coi pensieri rispetto ai fatti. In effetti mi aveva baciata una sola volta, e anche se ormai era un ricordo indelebile nella mia mente, probabilmente non significava proprio nulla. “Beh… succederà?” Chiesi timorosa.

 

Lui scosse la testa e ridacchiò. “Perché credi che sia qui?”

 

Io feci mezzo sorriso e indicai la sua spilla. “Per una ronda notturna.”

 

“Il tuo sarcasmo mi sorprende ogni giorno di più, Weasley.” Disse con quel suo sorriso sghembo. “Ma ora che ci penso, sei fuori dalla tua Sala Comune nonostante il coprifuoco. Toglierò dieci punti a Grifondoro.”

 

Spalancai gli occhi allibita. “Che cosa?! Non puoi farlo!”

 

Lui sorrise. “Sono solo dieci punti. Pensa se te ne avessi tolti cinquanta.”

 

Lo guardai male. Quei cinquanta punti non gli erano proprio andati giù, nonostante tutto. Ebbi il buon senso di non replicare e, per una volta, dargli ragione. “D’accordo.” Dissi a malincuore. “Sarà meglio che torni all’ovile, allora.”

 

Mi voltai e feci per andarmene, ma le sue dita si avvinghiarono attorno al mio polso.

 

“Non così in fretta.”

 

Mi voltai di nuovo e lo fissai negli occhi, nel silenzio della notte. Le sue iridi mi avvolsero in una nube grigiastra e il mio cervello si annebbiò completamente.

 

 

**

 

Quando rimisi piede in Sala Comune erano le due e mezzo passate. Avevo la solita espressione inebetita della prima volta. Ed era stato anche meglio dell’ultima volta. Il mio cervello non aveva ancora ripreso a funzionare correttamente. Riuscivo a fare solo pensieri scollegati.

 

Stavo per salire le scale del mio dormitorio quando sentii qualcuno schiarirsi la voce dietro di me, all’altezza del divano davanti al caminetto. Mi voltai spaventata, ma non vidi nessuno. Curiosa, tornai indietro fino a poter vedere chi ci fosse. Vanessa era seduta sul divano a braccia incrociate e con un’espressione crucciata sul viso. Ci guardammo per un po’.

 

“Che ci fai qui?” Chiesi sottovoce.

 

Vanessa mi guardò male. “Sono rientrata dall’allenamento e il tuo letto era vuoto. Ho aspettato, adesso tornerà, mi sono detta. Sono più di due ore che aspetto!”

 

Io mi morsi un labbro e cercai una via d’uscita. “Beh…” cominciai, ma Vanessa mi impedì di continuare.

 

“Adesso mi verrai a dire che era difficile leggere al buio in biblioteca e per questo ci hai messo più del dovuto?” scosse la testa, stanca. “Rose, dove diavolo sei stata?”

 

Deglutii a fatica. “Con Malfoy.” Ammisi con la voce che mi moriva in gola.

 

Vanessa spalancò gli occhi e saltò in piedi. “Con… Sei impazzita! Ma che diavolo ti salta in mente?! Rose, in tutti questi anni non ti ho mai visto dare di matto in questo modo!”

 

“Senti chi parla!” Replicai io offesa. “Sei entrata nella squadra di Quidditch solo perché Al ne è il Capitano!”

 

Vanessa arrossì appena sulle guance. “Beh, non è proprio la stessa cosa! Mio padre non mi staccherà la testa per questo!”

 

Feci per replicare ma aveva tutta la ragione. Scossi la testa e sospirai tra me. “Vì, non devi dirlo a nessuno.”

 

“Certo che non lo dirò a nessuno, Rose, tutti facciamo cose stupide ogni tanto. L’importante è che tu te ne sia resa conto e che tutta questa storia finisca prima di cominciare.” Io non ebbi il coraggio di dire niente e Vanessa mi guardò. “Perchè è da stupidi continuare a vedersi di nascosto.”

 

Io mi morsi un labbro. “Vì…”

 

“Avete intenzione di continuare a vedervi di nascosto?!” Saltò su lei. “Rose!”

 

Io alzai le mani e cercai di calmarla. “Senti, lo so che è una follia… e lo so che è Malfoy… e lo so che i miei probabilmente mi ucciderebbero se venissero a saperlo… so un sacco di cose. Ma dovresti capirmi.”

 

Vanessa mi fissò allucinata. “Perché mai dovrei capirti?”

 

“Perché sei innamorata di Al.” dissi io seriamente.

 

Lei sospirò e ci pensò un po’ su. “Prima o poi questa cosa ti sfuggirà di mano.”

 

Io scrollai le spalle. “Non fasciamoci la testa prima di averla battuta. In fondo è appena iniziata.”

 

“Non riesco a credere che tu esca davvero con Malfoy.” Fece lei scotendo la testa. “Insomma, Rose… è Malfoy!”

 

Io feci una smorfia. “Sì, ho cercato di dirglielo, ma non ha voluto darmi ascolto.”

 

Vanessa mi guardò come se non avesse capito la mia ultima risposta. Io le feci cenno di lasciar perdere. Lei sospirò. “E’ tardi, Rose, andiamo a letto.”

 

Io le sorrisi appena. “Sei la miglior amica che potessi avere, lo sai?”

 

Lei scosse la testa. “Lo so.” Disse sospirando. “Peccato non si possa dire lo stesso di te.”

 

 

**

 

 

Eccomi di nuovo qua con questo enorme capitolo. Guai a voi se vi lamentate per la lunghezza!! XD

Mi sono accorta che stavo scrivendo troppi capitoli e troppo corti, così qui che ho potuto ne ho agglomerati due insieme.

 

Ringrazio ancora tutti quelli che continuano a votare la storia perché vinca al concorso, non so quanti siete perché non posso vederlo, ma so che alcuni hanno votato, quindi grazie!

 

Vi lascio senza i soliti ringraziamenti perché sono di corsa… come sempre -______-“

Hope u enjoy it!

 

Zia funkia <3

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 26
*** 26. A... couple of troubles ***


“Perché diavolo non guardi dove metti i piedi, Weasley

                              DON’T TELL DAD

 

                         26. A… couple of troubles

 

 

 

“Perché diavolo non guardi dove metti i piedi, Weasley!”

 

“Stavo guardando. Ti sono venuta addosso di proposito, Malfoy.”

 

Io e Malfoy avevamo continuato a vederci di nascosto per almeno due settimane, durante le ronde notturne o in ogni occasione che potesse fare l’uomo ladro. Nonostante tutto durante il giorno, nella quotidianità rimanevamo sempre Weasley vs. Malfoy, e da una parte questo mi confortava. Non era solo una copertura per non destare sospetti nel resto della scuola, eravamo noi stessi fino in fondo. Ci piaceva litigare, eravamo poi così strani?

 

Vanessa si piegò verso il mio orecchio mentre continuavamo a camminare lungo il corridoio, lasciandoci Malfoy alle spalle. “Ma non ti dà fastidio che ti tratti così?”

 

Scossi la testa con un sorriso. “Perché dovrebbe, sono anni che si comporta così con me. Lo trovo solo normale.”

 

Vanessa mi guardò con un sopracciglio inarcato. “Beh, d’accordo. Ma questo era prima che voi foste una coppia.”

 

La saliva mi andò di traverso. Tossicchiai un po’, cercando di tornare a respirare e mi voltai allucinata verso di lei. “Coppia?!”

 

Ci fermammo nel mezzo del corridoio guardandoci l’un l’altra. “E’ questo che siete, no? Il fatto che non siate una coppia ufficiale non vuol dire che non siate una coppia. Ma insomma, Rose, devo essere proprio io a spiegarti queste cose? Non sono Paula!”

 

Io la guardai un po’ sbigottita. “Ma no… noi non… ci vediamo solo di nascosto. Non siamo una coppia.” Vanessa fece una smorfia. “Che c’è?”

 

“Hai usato la parola ‘noi’.”

 

La guardai male. “Anche quando parlo di te e me delle volte uso la parola ‘noi’. Siamo una coppia anche noi, Vì?”

 

Lei scosse la testa. “Lascia perdere. Andiamo a pranzo.”

 

La seguii a ruota lasciando cadere la conversazione anche se ormai mi aveva messo la pulce nell’orecchio. Ero senza speranza, non potevano passare più di due settimane prima che cominciassi a farmi nuovi problemi. Che poi non era un problema, è che semplicemente non ci avevo mai minimamente pensato. E sicuramente neanche Malfoy.

 

Ci sedemmo al tavolo dei Grifondoro, le gemelle avevano già cominciato a pranzare. Vincent sedeva accanto a loro, guardando Gaby mangiare. A volte non lo capivo proprio.

 

“Che lezione abbiamo dopo?” Disse Vanessa frugando nello zaino. “Sol, non è che hai l’orario?”

 

Sol scosse la testa. “No, ma noi dopo abbiamo Divinazione.”

 

Io saltai su punta sul vivo e mi voltai saccente verso Vanessa. “Hai sentito, Vanessa, ha detto ‘noi’. Probabilmente anche Gaby e Sol sono una coppia!”

 

Vanessa mi guardò male, ma Gaby saltò su prima che potesse rispondere per le rime. “Anche? Porque chi è che es una coppia?”

 

“Nessuno!” Urlammo in coro io e Vanessa, prima di guardarci l’un l’altra.

 

Sol e Gaby si scambiarono uno sguardo sospetto. Vincent cadde dalle nuvole. “Se nessuno è una coppia perché hai detto anche?”

 

“Un intercalare.” Risposi io pronta.

 

“Questa sera allenamento straordinario!”

 

Tutti quanti ci voltammo sulla destra. Al stava in piedi davanti a noi con una faccia nera. Lo guardammo un po’ spaesate. Vanessa, come unico componente della squadra, fu l’unica che osò chiedere qualcosa.

 

“Perché? Non ci sono partite in vista.”

 

Al si sedette accanto a me. “Perché ho sentito da voci di corridoio che Malfoy sta boicottando le ronde notturne e spesso e volentieri esce di notte senza che nessuno sappia dove va.”

 

Io mi sentii sbiancare. Vanessa mi guardò spaurita. “E… e questo cosa ha a che vedere con il nostro allenamento?”

 

“E’ chiaro!” fece Al. “Va ad allenarsi di notte! Sta provando delle tattiche!”

 

Io rilasciai il respiro. Fortunatamente Al non era molto arguto. Anche Vanessa si rilassò notevolmente accanto a me. “Oooh, va ad allenarsi.” Disse. “Come ho fatto a non pensarci.”

 

Al la guardò con un sopracciglio inarcato. “Alle nove e mezzo al campo.” Disse prima di alzarsi e marciare via a gran passi.

 

Vanessa si voltò verso di me e sospirò. “Diventa sempre più cordiale di giorno in giorno.”

 

Io lo guardai andar via e scrollai le spalle. Non parlavo molto con Al ultimamente. “Beh, non so, magari è solo stressato. Penso che metta nel Quidditch più energie del necessario.”

 

“Beh, per questo ce n’eravamo accorti tutti quanti.” Commentò Vanessa. “Magari pensa che se si lascia troppo andare non avrà più orde di ragazzine ai suoi piedi.”

 

Stavo per ribattere quando la risata petulante di Paula ci arrivò alle spalle. Io e Vanessa ci scambiammo uno sguardo stanco, l’avevamo evitata per un bel po’ di tempo e adesso ci faceva gli agguati. Ci voltammo verso di lei con due sorrisi falsissimi. Le gemelle fecero finta di non averla vista.

 

“Paula.” Feci io. “Qual buon vento?”

 

Paula ridacchiò ancora e guardò Vanessa. “Non dovresti preoccuparti tanto per Albus, sai? Almeno una ventina di ragazze gli ha chiesto di uscire da quando è cominciata la scuola, e lui ha sempre rifiutato.”

 

Vanessa arrossì, ma probabilmente di rabbia. “La cosa non mi interessa minimamente!” Sbottò.

 

“Come vuoi.” Fece lentamente Paula. “Rosie, hai scoperto chi fosse il tuo ammiratore segreto?”

 

Come diavolo faceva a saperlo? Ero sicura di averlo detto solo a pochi intimi. “No.” Mentii. “Ma tu come…”

 

Paula ridacchiò. “I muri hanno le orecchie.” Senza fatica immaginai Paula che si travestiva da muro pur di ascoltare qualsiasi cosa succedesse nel castello. “Adesso devo proprio andare. Quando avrò altre notizie, verrò sicuramente a riportarvele.”

 

“Troppo gentile.” Fece senza garbo Vanessa.

 

Non appena Paula si allontanò abbastanza, Vanessa si voltò verso me e le gemelle nera di rabbia. “Ma come diavolo fa a sapere tutte queste cose?! Quando uscirà dalla scuola sarà la prima ad essere reclutata negli Auror, senza alcun dubbio!”

 

Sol fece una smorfia. “Io no voglio neanche sapere como fa. E’ meglio che non sappia.”

 

Io sorrisi tra me e alzai un sopracciglio. “Beh, però non sa proprio tutto.” Dissi tirando fuori il mio ciondolo e facendolo oscillare un po’. “Scommetto che muore dalla curiosità di sapere chi è.”

 

Gaby e Sol si illuminarono. “De verdad!” Fece Gaby. “Rosie, non ci ha più detto niente de… lui.”

 

Io mi morsi la lingua, mi ero appena tirata la zappa sui piedi. Scossi la testa freneticamente. “Beh, semplicemente perché non c’è proprio nulla da raccontare. Forse era solo uno stupido scherzo… non saprei…”

 

Vanessa diede un’altra volta dimostrazione di saper dire le bugie molto meglio di me. “C’era da aspettarselo da uno come lui, no? Non mi stupirei se venissimo a sapere che ha rubato quel ciondolo solo per prenderla in giro… prevedibile.”

 

Le gemelle sembrarono deluse. “Mi dispiace tanto, Rosie.” Disse Gaby.

 

Io scrollai le spalle con un sorriso. “Non fa niente.”

 

“Sono sicura che quando sarà il momento troverai quello giusto, non credi Rose?” Fece Vanessa con un sorriso forzato.

 

Io ridacchiai nervosamente e la guardai in modo eloquente. “Sono proprio sicura di sì, Vanessa.”

 

 

**

 

 

Dopo cena Vanessa mi aveva accompagnato in Biblioteca prima di andare all’allenamento straordinario. Non che mi rimanesse altra scelta dato che tutti erano nella squadra di Quidditch. Avrei potuto rimanere in Sala Comune con Sol e Gaby, ma stavano giocando a Scacchi, e nonostante fosse il gioco preferito di papà io lo odiavo.

 

“Passerò a fine allenamento.” Aveva detto Vanessa con un sospiro. “Sempre che tu sia sempre qui. Credo che andrà per le lunghe.”

 

Io scrollai le spalle. “Se non mi troverai qui sarò in Sala Comune.” Dissi sedendomi ad un tavolo tra due scaffalate. “Non credo che Al voglia arrivare a fare notte inoltrata.”

 

Vanessa fece un verso di diniego. “Non credi, eh? Forse non lo sai, Rose, ma i suoi voti sono in calo perché passa tutto il tempo ad occuparsi della squadra. E’ diventata un’ossessione.”

 

“I suoi voti sono calati?” Chiesi perplessa. “E perché non mi hai detto niente?”

 

Fece spallucce. “Non credevo fosse un’emergenza al livello nazionale. Comunque adesso io vado.” Disse guardandosi intorno. “Sei sicura di voler rimanere da sola qua dentro? La biblioteca mette i brividi a quest’ora… non c’è neanche Madama Pince.”

 

Io sorrisi. “Non preoccuparti.”

 

Vanessa se ne andò un po’ sconsolata mentre io rimasi da sola in Biblioteca. Pensai per un po’ ad Al e a quello che mi aveva detto Vanessa. Era davvero così preso dalla squadra da tralasciare tutto il resto? E possibile che io non mi fossi accorta di niente? Ero stata così presa da me stessa che non mi ero guardata ad un palmo dal naso.

 

Senza contare che era il mio settimo anno e da sempre avevo pensato di arrivarci con la massima attenzione per gli esami, quando non avevo neanche cominciato a studiare per i M.A.G.O.  Il mio appunta- appunti era semi vuoto.

 

Non volevo neanche pensare a cosa sarebbe successo se non avessi preso E in tutte le materie. Mamma avrebbe dato in escandescenza. Non perché vuole che io sia un genio, ma perché sa che posso prendere il massimo se mi impegno.

 

“Sei in standby o stai cercando di pensare?”

 

Alzai gli occhi all’improvviso, Malfoy era appoggiato con la schiena ad una delle scaffalate. Mi guardai intorno un po’ spiazzata. “Da dove sei sbucato fuori?”

 

“Dalla porta.” Disse tranquillamente. “della Sezione Proibita.”

 

“Oh.” Annuii. “E’ da un bel po’ che non vengo a bazzicare là dentro.”

 

Malfoy alzò un sopracciglio. “E perché dovresti? Possibile che tu debba sempre girarmi intorno?”

 

Decisi di non replicare, non avevo voglia di litigare. Ero troppo stanca e stranamente guardandolo sentivo solo un gran senso di quiete. Scossi la testa e sorrisi. “Ultimamente sei tu che mi giri intorno.”

 

“Le farfalle girano attorno ai fiori.” Disse.

 

Io lo guardai e cercai di trattenere un sorriso. “Beh, allora io devo essere una mosca. Lo sai a cosa girano attorno le mosche?”

 

Anche Malfoy cercò di trattenere un sorriso. Incrociò le braccia al petto e scosse la testa tra sé. “Senza dubbio il tuo senso dell’umorismo è una delle tante cose che mi piace di te, Weasley.” Disse. “Perché non mi hai detto che stasera eri da sola?”

 

Io lo guardai un po’ e poi scrollai le spalle. “Non lo so. Ma Al comincia ad avere dei sospetti, sa che manchi alle ronde e sei via durante la notte… in realtà crede che tu ti stia allenando di nascosto.”

 

Malfoy scoppiò a ridere. “Potter è proprio un idiota.”

 

“Ehi!” Feci io.

 

“Senza offesa.” Disse. Si sedette al tavolo di fronte a me. “E hai intenzione di passare la sera a studiare? Sembra un bel programma.”

 

Io mi appoggiai sui gomiti e lo guardai. “Prendimi pure in giro, Malfoy, ma io ho intenzione di passare gli esami quest’anno, diplomarmi e lasciare la scuola. Cosa che tu non sembri molto propenso a fare.”

 

“Perché continui a chiamarmi così?”

 

Lo guardai seriamente colpita. Cosa c’entrava col discorso che stavamo facendo? “Così come?”

 

“Malfoy.” Disse semplicemente, poi fece una smorfia. “Non è un po’ formale?”

 

Mi lasciò a bocca aperta. “Beh, tu mi chiami Weasley.” Ribattei. “E come pensi che dovrei chiamarti?”

 

“Perché non provi con il mio nome di battesimo.” Disse sarcastico, poi si abbassò verso di me e sussurrò. “E’ Scorpius.” Disse come se me lo stesse suggerendo.

 

Io gli mandai un’occhiataccia. “Lo so qual è il tuo nome, Mal… Scorpius.” Cavolo, suonava davvero strano dirlo a voce alta! “Mi sembra di essere tua madre.”

 

“Mia madre non mi chiama Scorpius.” Disse.

 

“Davvero?” Feci divertita. “E come ti chiama?”

 

Malfoy mi guardò un po’ indeciso se dirmelo o meno ma poi parlò. “Non… te lo dirò mai.”

 

Io ridacchiai e scossi la testa. “Deve essere un nomignolo davvero imbarazzante.” Dissi. “Perché vuoi che ti chiami per nome, comunque, non è più normale che continui a chiamarti Malfoy come ho sempre fatto?”

 

Lui allargò le braccia e alzò entrambe le sopracciglia. “Le cose non sono rimaste come sempre.” Disse. “E voglio ricordarti che l’anno scorso, e cito le tue parole, hai detto che avresti saputo di aver toccato il fondo quando ti saresti ritrovata ad uscire con me.”

 

Io risi e scrollai le spalle. “Sì, ma noi non usciamo insieme.”

 

La mia stupida frase fu seguita da diversi attimi di silenzio e solo per quello mi resi conto della mia frase stupida. Io e Malfoy ci guardammo negli occhi entrambi un po’ spaesati. Arrossii un po’ dall’imbarazzo e mi schiarii la gola.

 

“Noi… usciamo insieme?”

 

“Se vogliamo proprio essere pignoli, no.” Disse. “Dato che tecnicamente non siamo mai usciti. Ma pensavo che ci stessimo… frequentando?”

 

Io aprii la bocca un paio di volte prima di rispondere a fronte corrucciata. “E’ una domanda?”

 

Malfoy sospirò. “No, direi proprio di no.”

 

Io mi sentii terribilmente in imbarazzo. Non sapevo proprio cosa dire o fare. Raccolsi tutte le mie cose alzandomi e me ne andai via dalla Biblioteca a grandi passi, lasciandomi Malfoy alle spalle. Ebbi solo modo di fare due passi lungo il corridoio prima di sentirmi tirare per la camicia. Mi fermai e mordendomi un labbro mi voltai lentamente.

 

“Perché adesso stai scappando?” Chiese lui. “E’ davvero una bruttissima abitudine.”

 

“Non lo so.” Dissi sinceramente. “E’ che non pensavo…”

 

Non mi diede nemmeno tempo di finire la frase che mi ritrovai le sue labbra sulle mie. Come capitava da ormai da un paio di settimane. E come sempre mi sembrava di essere da tutt’altra parte, in un bel mondo ovattato pieno di nuvole bianche, arcobaleni e luci brillanti. Sentii appena le voci che provenivano dal fondo del corridoio.

 

Voci?!

 

“Fa un male tremendo!”

 

Ci staccammo simultaneamente e ci voltammo verso il fondo del corridoio. Vanessa e Al avevano appena svoltato l’angolo, Al aveva qualcosa di simile ad una bistecca sopra al naso. Vanessa si bloccò di colpo e spalancò gli occhi e lo stesso facemmo noi con lei.

 

“Che succede, perché ti sei fermata?” Disse Al togliendosi la bistecca dagli occhi.

 

Vanessa fu più veloce, lo prese per le spalle, lo voltò e lo baciò. Io e Malfoy spalancammo gli occhi e ci guardammo l’un l’altra per qualche secondo prima di rifugiarci in Biblioteca. Entrambi appoggiammo l’orecchio contro la porta per sentire quello che succedeva. Si sentì la voce spaesata di Al.

 

“Perché l’hai fatto?”

 

“Mi andava.” Disse senza troppe spiegazioni Vanessa. “Mi sembrava il momento giusto.”

 

“Oh.” Fece Al. “Beh, grazie.”

 

Grazie? Ma che razza di risposta era? Adesso cominciavo a capire come mai Al non uscisse mai con le ragazze.

 

“Prego.” Disse Vanessa. Mi sembrava di vedere il suo imbarazzo attraverso la porta.

 

Più in lontananza arrivarono le voci di Lily e Hugo. “Ehi ragazzi!”

 

“Come stai, Al?”

 

“Perché voi due non lo portate in Infermeria?” Fece Vanessa che ero sicura fosse rossa come un peperone. “Io ho dimenticato la mia roba nello spogliatoio.”

 

Per qualche minuto non si sentì più niente se non i lamenti di Al mentre lo portavano via. Poi la porta della Biblioteca si spalancò e per poco non perdemmo l’equilibrio. Vanessa entrò e si chiuse la porta alle spalle, guardandomi furiosa.

 

“Ma che diavolo ti salta in mente?!” Urlò sottovoce. “In mezzo al corridoio? Pensavo che volessi tenerla una cosa nascosta!”

 

Io arrossii e mandai un’occhiata veloce a Malfoy che incrociò le braccia al petto e alzò un sopracciglio. “Cosa è successo ad Al?”

 

“A proposito, ottimi riflessi.” Commentò Malfoy.

 

Vanessa lo guardò male. “Divertente.” Disse. “Era troppo buio per vedere qualcosa. Hugo non si era accorto che Al era proprio dietro di lui e gli ha dato la mazza sul naso. Ma non cambiamo discorso.”

 

Io sospirai. “E’ stata una cosa stupida, lo so.”

 

“Stupida?” Vanessa fece una smorfia. “E’ stato tremendamente disgustoso! E avrebbe potuto passare chiunque! Pensa se fosse passata Paula!”

 

“Rilassati, Miller.” Sbuffò Malfoy. “Non sei sua madre. E non ha neanche dodici anni.”

 

“Tu sta’ zitto!” fece Vanessa.

 

Io alzai gli occhi al cielo e presi un bel respiro. “D’accordo! E’ stata una cosa stupida e disgustosa e avrebbe potuto passare chiunque. Ma non è successo. Perché ti agiti tanto, poi?”

 

“Non riesco a tenere questo genere di segreti per troppo a lungo!” Disse istericamente. “Mi logorano dentro! E se tuo padre mi guardasse negli occhi e mi chiedesse qualcosa, mi prenderebbe un infarto!”

 

Inarcai un sopracciglio. “Vì, va tutto bene. Papà non è a scuola. Mamma non è a scuola. Zio Harry non è a scuola. E dovrebbero essere tutti impazziti per chiederti se esco con Malfoy!”

 

“Allora stiamo uscendo insieme?” Interruppe Malfoy. Io e Vanessa ci voltammo a guardarlo e lui sospirò e scosse la testa. “Mi sto confondendo le idee.”

 

“State ancora decidendo se siete una coppia o no?” Chiese Vanessa.

 

“Non siamo una coppia!”

 

“Non lo siamo?” Chiese Malfoy.

 

Io guardai prima Vanessa e poi Malfoy. “Io non… non lo so! A chi importa!”

 

“A me.” Riposero in coro.

 

“Perché?” Chiesi esasperata. “E’ una cosa che deve rimanere nascosta!”

 

Malfoy corrucciò la fronte. “Chi ha detto che deve rimanere nascosta?”

 

“Che cosa?!” Urlammo io e Vanessa. Io la guardai e alzai le mani. “D’accordo, aspettate un secondo, questa conversazione a tre mi sta facendo diventare pazza.” Mi voltai verso Malfoy. “Mi sembra logico che questa storia debba rimanere un segreto.”

 

Lui alzò un sopracciglio. “E perché?”

 

“Perché ci tengo alla mia vita.” Dissi semplicemente. “E non ne avrò più una quando papà scoprirà di noi due.”

 

“Beh, prima o poi dovrai dirglielo, non credi?” fece Malfoy.

 

Vanessa lo guardò a bocca aperta. “Vorresti davvero ufficializzare la cosa?!”

 

“Ma perché diavolo hai continuato a vedermi di nascosto se non eri contrario ad ufficializzare?” Chiesi io sempre più confusa.

 

Lui scrollò le spalle. “E’ divertente.” Disse. “E pensavo che tu non volessi dirlo a tutti.”

 

“Infatti non voglio!” Poi mi assalì il panico. “Non lo dirai a nessuno, vero?”

 

Malfoy scosse la testa. “No.”

 

Vanessa ci guardò un po’ confusa, poi fissò Malfoy. “Devi essere davvero temerario se non t’importa che i genitori di Rosie sappiano tutto. Lo sai, vero, che rischi di diventare eunuco? E sarebbe la migliore delle ipotesi.”

 

Lui scrollò le spalle. “Se tuo padre ti avesse vietato di uscire con quell’idiota di Potter, tu non ci saresti uscita, Miller?”

 

Vanessa fu presa alla sprovvista. “Io e Potter… cioè Al, noi non stiamo più insieme.”

 

Malfoy alzò un sopracciglio. “Non è quello che ho chiesto.”

 

Improvvisamente la porta si aprì e tutti e tre trattenemmo il fiato per qualche istante. La testa di Zabini fece capolino, guardandosi intorno con quei suoi occhietti vispi. Poi sorrise quando ci vide. “Oh sei qui.” Fece guardando Malfoy. “C’è una festa e non mi hai invitato? Pensavo te la facessi solo con la Weasley.”

 

Io mi voltai di scatto verso Malfoy a bocca aperta. “L’hai detto a Zabini?!”

 

“Beh, tu l’hai detto a Miller.” Fece lui scrollando le spalle.

 

Zabini entrò e ridacchiò. “Non è per disturbarvi, ragazzi, ma la McGrannitt punta in questa direzione. Chi di voi due è di ronda, stasera?”

 

Io e Malfoy ci guardammo nel panico. Nessuno di noi due era di ronda e la McGrannitt sicuramente lo sapeva. Non appena sentimmo dei passi nel corridoio, ci spiaccicammo tutti e quattro contro uno scaffale vicino alla porta, che ci nascondesse dall’entrata. Io sussurrai appena data la vicinanza col resto del gruppo.

 

“E’ stata un’idea decisamente stupida venire in biblioteca stasera.”

 

I passi si fermarono all’altezza della biblioteca e a tutti noi gelò il sangue. Come poteva sapere che eravamo lì? Non era una legilmens, no? Cominciava a venirmi il dubbio che lo fosse. Poi sentii altri passi frettolosi e la voce della McGrannitt.

 

“Weasley!”

 

Mi ghiacciai. Era una legilmens. Avrei dovuto saperlo.

 

“Professoressa.” Rilasciai il respiro, era mio fratello Hugo.

 

“Sa dirmi per caso che cosa sono queste tracce di sangue lungo il corridoio?”

 

“Oh sì, Professoressa.” Disse. “Allenamento straordinario. Per sbaglio ho colpito il Capitano Potter con la mazza. L’abbiamo portato in Infermeria, stavo giusto andando a recuperare la mia roba nello spogliatoio.”

 

“Capisco.” Fece la McGrannitt. “E chi vi ha dato il permesso di allenarvi a quest’ora?”

 

Ci fu qualche attimo di silenzio. “Beh, non ne ho idea.” Rispose infine Hugo. “Credevo che il capitano l’avesse informata.”

 

“Non l’ha fatto.” Sentii dire alla McGrannitt. Poi sospirò. “Penso che sia meglio che passi in Infermeria e faccia due chiacchiere con il signor Potter. Ah, e signor Weasley, agli spogliatoi e poi dritto al suo Dormitorio. Niente tappe intermedie.”

 

Nessuno di noi si rilassò fino a che sia i passi di Hugo che quelli della McGrannitt svanirono nel nulla. Rilasciai il fiato, ero praticamente andata in apnea, e mi guardai intorno. Stavano tutti guardando me.

 

Li guardai male. “La prossima volta me ne starò in Sala Comune.”

 

 

 

**

 

 

Ma quand’è che smetterà di piovere?? Qui a Firenze ormai ci muoviamo solo su barche!

 

Tempo a parte, spero di avervi un po’ rallegrato la giornata con un nuovo capitolo. Ultimamente ho scritto un po’ poco, lo ammetto, vedrò di recuperare ^^

 

Grazie per tutte le recensioni che sono arrivate, sono fantastiche! Grazie mille a musicmylife, kokylinda2, ElseW (era ovviamente detta con fare scherzoso), Hiromi91,  fly girl_HH, ThePirateSDaughter, Sunlight_girl, Nabiki93, hele, Milla Nafira (naah, mi son stancata con le storie dove Rose è per forza Caposcuola, io la vedo come semplice Prefetto), mathilda90, mimmyna, GiulyB (che finalmente ce l’ha fatta a recensire XDD), Mariuccia, Edvige86, glumbumble (ahah sì succede anche a me a volte, ed è triste quando arrivi all’ultimo capitolo), mrs Snape (non posso spoilerare ma… ci sarà il coming-out, ci sarà :sisi), jane93, mica

 

Tanti baci da zia Fufù e da tutta la new generation ^^

 

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Capitolo 27
*** 27. Was that a party? ***


I seguenti mesi non erano stati affatto facili, nonostante Malfoy avesse promesso di non dire nulla ad anima viva, c’era sempre il rischio di essere beccati durante le ronde, dire bugie era diventato sempre più difficile e c’era il rischio di rimanere se

                               DON’T TELL DAD

 

 

                              27. Was that a party?

 

 

I seguenti mesi non erano stati affatto facili, nonostante Malfoy avesse promesso di non dire nulla ad anima viva, c’era sempre il rischio di essere beccati durante le ronde, dire bugie era diventato sempre più difficile e poteva capitare di rimanere sempre indietro con le lezioni. Anche se per me era abbastanza impossibile, dato che usavo tutto il mio tempo libero per portarmi avanti, tanto che se rimanevo indietro ero praticamente alla pari con gli altri.

 

Zabini e Vanessa erano gli unici a sapere delle nostre scorribande notturne e dovevo ammettere che più di una volta se non ci fosse stata lei con le sue scuse pronte sarei stata davvero nei guai.

 

Col passare del tempo era arrivato il giorno di Halloween senza che quasi non ce ne accorgessimo. L’unica cosa che era davvero cambiata è che avevo imparato a chiamare Malfoy, Scrorpius. Anche se solo quando eravamo soli, ma mi sembrava già un passo avanti. Sarebbe stato decisamente strano chiamarlo Scorpius in pubblico.

 

“Non hanno ancora abolito questa stupida festa?”

 

Io alzai gli occhi al cielo. Certo che alcune cose non cambiavano proprio mai. “Cosa ti ha dato la speranza che forse quest’anno avremmo potuto non festeggiare Halloween?”

 

Vanessa scrollò le spalle continuando a camminare al mio fianco. “La speranza è l’ultima a morire. Ehi, ma chi è nella squadra di Quidditch non ha qualche esenzione particolare?”

 

“Sì, , ne avete.” Dissi. “Ma potete saltare qualche lezione, non le feste.

 

Ci sedemmo al tavolo dei Grifondoro, circondate da zucche fluttuanti. Vanessa le guardò con disgusto. Era l’ora di pranzo e avevo una fame da matti. Lily e Hugo erano seduti proprio davanti a noi.

 

“Ehi Rosie, .” Fece Hugo. “Ci venite stasera alla festa?”

 

“Festa?” Chiesi io cominciando a mangiare. “Quale festa?” Possibile che fossi sempre l’ultima a sapere le cose.

 

Lily rise e scosse la testa. “Pare che Fred e James abbiano lanciato una nuova tradizione. Non sappiamo chi la organizza, ma sappiamo che ne faranno una nella Stanza delle Necessità. Noi ci andremo, dato che quest’anno ce lo possiamo permettere.”

 

Io e Vanessa ci scambiammo uno sguardo. L’anno scorso non era stata proprio una bella festa. Beh, sì, lei si era messa con Gill Ryan, ma poi per come era finita…

 

“Non lo so,” feci io con una smorfia. “Non mi piacciono molto le feste.”

 

“Non che avessimo dubbi, Rose.” Disse Hugo ridendo. “Papà sarebbe molto deluso, lo sai?”

 

“Ci viene anche Al.” disse Lily cercando di convincere Vanessa.

 

Vanessa alzò gli occhi su di lei stranita. Aveva un’espressione che non riuscii ad interpretare. “Al viene alla festa?” Chiese come se non fosse una cosa possibile. “Ne sei sicura?”

 

Lily scrollò le spalle. “E’ stato lui ad invitarci. Ha detto che tutti quelli della squadra sono ben accetti. A dire il vero credo proprio che verranno tutti i giocatori di Quidditch.”

 

Io e Vanessa ci scambiammo un altro sguardo. Io feci una smorfia. “Beh,” dissi a Vanessa. “Infondo se non andremo alla festa, cos’altro potremmo fare? Non vorrai davvero venire alla festa in Sala Grande con tutti i pivellini?”

 

“Non ci penso nemmeno.” Fece Vanessa shockata. “Non ho proprio niente da festeggiare.”

 

“Quand’è stata l’ultima volta che sei stata ad un festa?” dissi io guardandola male. “E il mio compleanno non conta.”

 

Lei sbuffò e alzò gli occhi al cielo. “Proprio tu non vorrai farmi la predica! Per più di sei anni non ti è importato niente di partecipare a qualsiasi festa sia stata data ad Hogwarts e adesso cerchi di convincere me a venirci?”

 

La guardai qualche secondo prima di dichiarare: “Io ci vado!”

 

Vanessa spalancò gli occhi e Lily e Al quasi si soffocarono con del cibo. “Ci vai? Da sola?”

 

Io scrollai le spalle. “Beh, se tu non vuoi venirci, sarò costretta ad andarci da sola. O magari ci andrò con Sol.”

 

Hugo rise. “Eh brava sorellina, così si fa!”

 

Vanessa e Lily continuarono a guardarmi perplesse. Alla fine Vanessa si morse un labbro e sospirò, chiuse gli occhi. “So che me ne pentirò per molto, molto tempo, ma d’accordo. Ci vengo. Ma solo per farti compagnia.”

 

Io e Lily ci scambiammo un sorrisino. “Ovviamente. Solo per compagnia.”

 

Vanessa arrossì. “Non ci vengo per Al!” Sbottò.

 

Hugo e Lily scoppiarono a ridere. Mio fratello si teneva la pancia dal ridere. “Certo, come no, e fare il portiere era l’aspirazione della tua vita.

 

Vanessa spalancò la bocca quasi offesa. “Rosie, diglielo tu che non ci vengo per via di Al.”

 

Io cercai di trattenere un sorriso. “Potrei farlo.” Dissi. “Ma non sono brava a dire le bugie.”

 

Vanessa si guardò intorno basita mentre io, Hugo e Lily continuavamo a ridacchiare. “Al diavolo, non ci vengo!”

 

 

**

 

 

“Non posso credere che ci mi sia fatta convincere anche quest’anno.

 

Io sorrisi guardando Vanessa stare a braccia conserte davanti alla porta della Stanza delle Necessità. “Scommetto che sarà molto meglio dell’anno scorso. Basterà che ricordi di non bere neanche un goccio di Firewhiskey.”

 

Vanessa sospirò e si mise dritta davanti alla porta. “Ok, andiamo.”  Bussò e due occhi brillanti apparvero attraverso uno spioncino.

 

“Parola d’ordine?” Disse una voce ridondante.

 

Vanessa alzò un sopracciglio e si voltò ignara verso di me. Io feci un passo avanti sorridendo. “Bobotubero.” Dissi.

 

La porta si aprì e una mano ci trascinò dentro, in mezzo al resto degli studenti e alla musica assordante. Ebbi come un flashback, tanto che mi aspettavo di vedere James comparire da un momento all’altro. “Bobotubero?” Chiese Vanessa accigliata. “Ma che razza di parola d’ordine è?”

 

Io scrollai le spalle guardandomi intorno, in cerca di qualche faccia familiare. Sul fondo della Sala vidi Gaby e Vincent chiacchierare con Sol e un altro ragazzo che non conoscevo. Feci solo in tempo a voltarmi di nuovo verso Vanessa che mi ritrovai Al davanti con un sorrisone stampato sul viso. Sobbalzai dalla paura.

 

“Al!” Saltai su. “Mi hai fatto prendere un accidente!”

 

“Scusa.” Disse lui ridendo. “Ehi, vi ho portato da bere. Pensi di poterlo reggere, Rosie?”

 

Ci porse due bicchieri. Io e Vanessa ci guardammo e li prendemmo un po’ insicure. “Ci offri da bere? A tutte e due?” Chiesi.

 

Lui scrollò le spalle e rise di nuovo. “Certo! E’ una festa e un po’ di alcool non ha mai ucciso nessuno. E comunque Rose, se avessi bisogno di essere riportata in Sala Comune, cerca me questa volta.”

 

Io feci una smorfia. “Davvero molto divertente, Al.”

 

Al rise. “Oh! Ehi!” Saltò su all’improvviso, prendendo Vanessa per un braccio. “Rose, ti dispiace se ti rubo Vanessa per un po’? Kyle Benson voleva conoscere la squadra.”

 

Io scossi la testa. “No. Andate pure.”

 

Vanessa mi fece un sorrisino di scuse e seguì Al tra la folla e per un attimo mi chiesi chi diavolo fosse Kyle Benson. Rigirai il bicchiere tra le mani guardandolo con sospetto. Ricordavo bene cosa fosse successo l’ultima volta che avevo ingerito del Firewhiskey.

 

Feci un passo indietro senza guardare dove stessi andando e finii addosso a qualcuno. “Oh scusa.” Dissi.

 

Perché non guardi dove metti…” Mi voltai e mi ritrovai a faccia a faccia con Malfoy. Ci guardammo un po’ in imbarazzo, poi fece mezzo sorriso indicando con la testa il mio bicchiere. “Non sarai ubriaca anche questa volta?”

 

Io arrossii e distolsi lo sguardo. “Non ancora, ma nel caso volessi essere riportata a letto come un sacco di patate so a chi rivolgermi.”

 

Malfoy ridacchiò, poi mi squadrò da capo a piedi. “Bel vestito.” Commentò.

 

Arrossii ancora di più. Non ero abituata a vestire in quel modo, con scolli e spacchi. Le altre ragazze portavano la camicia della divisa praticamente aperta, io la allacciavo fino al penultimo bottone. “E’ di Vanessa.” Dissi come un’idiota. “Non avevo niente da mettere.”

 

“Non importa che ti giustifichi, ho detto che è bello.” Disse prendendomi in giro.

 

Io alzai gli occhi al cielo. “Che ci fai qui, comunque?”

 

Lui alzò un sopracciglio. “E’ una festa.” Disse. “Sono stato invitato e sono venuto. E’ così strano?”

 

“Non è per niente strano.” Dissi, poi mi guardai intorno ed abbassai la voce. “E’ che pensavo me l’avresti detto. Pensavo che tu dovessi fare una ronda notturna.

 

“Beh, in realtà dovevo fare una ronda notturna. Disse insofferente. “Ma non ne avevo proprio voglia. E’ la sera di Halloween, mi ci voleva un po’ di svago!”

 

Io lo guardai come se mi prendesse in giro. “Adesso vuoi venirmi a raccontare che durante le tue ronde notturne non ti sei divertito? Perché lo so, ero presente.”

 

“Ehi, Scorpius!” Chiamò Zabini alle spalle di Malfoy, poi i nostri sguardi si incrociarono e fece un passo avanti sorridendo. “Scusami, Rose, non ti avevo vista.”

 

Io sorrisi di rimando ma Malfoy gli lanciò un’occhiataccia. Detestava che Zabini mi chiamasse Rose. “Come te la passi?” Chiesi cordialmente.

 

Zabini alzò i pollici. “Sono solo al secondo giro di Firewhiskey e la notte è ancora lunga. Posso offrirti qualcosa?”

 

“No, non puoi.” Fece Malfoy scocciato. Prese il bicchiere che tenevo tra le mani e lo porse a Zabini. “Tieni, ecco il tuo terzo giro.”

 

Zabini rise e scosse la testa. “Come vuoi. Io non ho visto, né sentito niente.”

 

Continuai a sorridere guardando Zabini andare via, felice del suo bicchiere guadagnato. Quando tornai a guardare Malfoy aveva uno sguardo accigliato ed io alzai gli occhi al cielo. “Cerca solo di essere cortese.”

 

“Beh, Miller non è cortese con me.” Replicò lui.

 

“Come potrebbe?” dissi ovviamente. “L’hai insultata per anni!”

 

Malfoy incrociò le braccia al petto. “Ho insultato per anni anche te.” Disse. “Eppure…”

 

“Sono molto più stupida di lei.” Dissi annuendo. “E masochista.”

 

Fece mezzo sorriso, poi guardò oltre, sopra la mia testa. “Trasfigurazione.” Disse.

 

Io sorrisi tra me e mi guardai intorno cercando Vanessa con lo sguardo. Non riuscivo più a trovare né lei, né Al. Il che, in questo caso, era un bene. “Faccio strada.”

 

Mi avviai verso la porta con disinvoltura, mandando fugaci sguardi alle mie spalle. Malfoy mi seguiva lentamente, sorseggiando dal suo bicchiere e fermandosi ogni tanto a chiacchierare con qualcuno, per non destare troppi sospetti.

 

Uscii nel corridoio, l’aria fresca mi arrivò addosso come una doccia fredda. Camminai lentamente fino a che non sentii il rumore dei suoi passi poco dietro di me e mi fermai dietro al primo angolo. L’aula di Trasfigurazione era a due passi da noi. Malfoy mi raggiunse e mandò uno sguardo ai quadri.

 

“Ficcanaso.” Borbottò tra sé.

 

Io sorrisi. “Sei sicuro che non ci sia nessuno a giro per le ronde?”

 

“Certo che c’è qualcuno.” Disse sorridendo. “Ci sono io.”

 

Andò avanti e aprì la porta per me, facendomi cenno di entrare, ma quando entrambi ci voltammo verso l’aula rimanemmo di ghiaccio sulla soglia. E lo stesso fecero Al e Vanessa al di là della soglia. Perché l’aula di Trasfigurazione era già occupata.

 

Li fissai basita. “Al!” dissi. “Ma che diavolo succede?!

 

Al si slacciò dal suo abbraccio con Vanessa e venne avanti con una faccia allucinata. “Cosa succede a me?! Cosa succede a te! Che diavolo ci fai con lui?” Chiese indicando Malfoy.

 

Io mi voltai a guardarlo e mi morsi un labbro prima di voltarmi verso Al. “Io…” presi un bel respiro ma era come se le parole si fossero bloccate sul fondo della gola. “Noi…”

 

“Noi?!” Fece Al sempre più allucinato. Si voltò verso Vanessa. “Hai sentito, vero? Ha detto ‘noi’?”

 

Vanessa sospirò e chiuse gli occhi. “Sì, io… lo so.”

 

“Lo sai? Che vuol dire che lo sai?” Al stava alzando sempre di più la voce.

 

Shhh.” Lo zittì Malfoy chiudendosi la porta alle spalle. “Datti una calmata, Potter, o ci metterai tutti nei guai.

 

Io guardai Vanessa e scossi la testa. “Non ci credo, ti vedevi con Al di nascosto e non mi hai detto niente!”

 

Al fece lo stesso. “Sapevi di Rose e Malfoy e non mi hai detto niente!”

 

Vanessa venne avanti con aria esasperata. “Adesso finitela tutti e due! Cos’avrei dovuto fare? Rose mi aveva fatto giurare di non dire nulla a nessuno e per coprire il tuo segreto ho baciato Al e da quel bacio abbiamo continuato a vederci senza che nessuno lo sapesse!”

 

Io alzai un sopracciglio. “Ma perché vi vedete di nascosto, scusa?”

 

Al scrollò le spalle. “Beh, è divertente.”

 

“Diavolo se lo è!” Annuì Malfoy.

 

“Tu chiudi il becco!” Lo riprese Al. “Appena mio zio lo verrà a sapere…”

 

“… ma dato che non succederà mai non ci poniamo il problema. Continuai io per Al, guardandolo male. “Perché tu non dirai niente a nessuno, proprio come ha fatto Vanessa per tutto questo tempo. Né a Lily, né a Hugo, né a nessun’altro.”

 

Al mi fissò come se mi fossero cresciute le antenne. “Per tutto questo tempo? Da quant’è che va avanti questa storia?”

 

“Da qualche… mese.” Confessai.

 

“Hai raccontato tutto a Vanessa e non ti è neanche venuto in mente di dirlo a me? Non ti sei fidata di me?” Mi chiese Al guardandomi con delusione. Mi spiazzò, mi aspettavo che urlasse, che mi desse dell’idiota, ma non che fosse deluso.

 

Sospirai. “Non è che non mi fidassi, Al. E’ che non sapevo nemmeno come sarebbe andata a finire questa storia.”

 

Al alzò un sopracciglio. “Se vuoi sentire la dura verità, posso dirtelo io.

 

“Perché non ti fai gli affari tuoi, Potter?” Tutti e tre ci voltammo verso Malfoy che aveva parlato con tono duro.

 

Al lo fulminò. “Sono affari miei, stiamo parlando di una persona che amo, Malfoy. E quando si tocca una persona che amo…”

 

“E non ti è mai passato per la testa che potresti non essere l’unico?”

 

Sentii Vanessa trattenere il fiato. Al spalancò gli occhi fissandolo basito. Io non mi accorsi bene della reazione che stavo avendo, sapevo solo di essere entrata in apnea e sentivo la testa girare vorticosamente. Riuscii a voltarmi solo lentamente.

 

Cosa?” dissi in un soffio.

 

Malfoy sembrò rendersi conto solo allora di quello che aveva appena detto ed implicato. Rimase qualche secondo in silenzio, poi disse ancora più convinto di prima. “Io sono innamorato di Rose.”

 

Adesso potevo svenire.

 

Al ridacchiò sarcastico. “Rose?” Chiese. “Fino a ieri era Weasley, o mi sbaglio?”

 

“Fino a ieri non sapevi neanche pronunciare Quidditch, però adesso sei il Capitano, Potter.” Disse Malfoy lanciando una delle sue solite frecciatine.

 

Al serrò la mascella. “Rose, dammi una buona ragione per cui non dovrei pestarlo.”

 

Io cercai di rinsavire e pensare in fretta. “Ecco… beh… non preferiresti che fosse papà a pestarlo?”

 

Al guardò da me a Malfoy e sospirò. “Sì, suppongo proprio di sì. Zio Ron sarà molto più violento di me, su questo ci possiamo giurare.

 

Malfoy fece un passo avanti arrivando proprio dietro di me, sentivo il suo petto a contatto con la mia schiena. “Non pretendo di piacerti, Potter, mi stupirei del contrario. Ma non sei tu a dover decidere per lei e nessuno l’ha obbligata.

 

Io mi morsi un labbro e guardai Al. “Lo so che sei deluso da me ma… è una situazione strana ma…”

 

Al sospirò e si arrese. “Non ho voglia di parlarne, Rose, sono ancora troppo su di giri. E’ meglio che torni in Dormitorio.”

 

Si scaraventò fuori dalla porta prima che qualcuno di noi potesse fare qualcosa.

 

“Al!” Gridò Vanessa. “Al, aspetta!” Si voltò verso di noi per qualche secondo, a mo’ di scusa, e seguì Al lungo il corridoio.

 

Io mi passai una mano sulla fronte e scossi la testa fra me. Malfoy rimase in silenzio alle mie spalle, sentivo il suo respiro regolare, ma era l’unico rumore presente nella stanza. Le mani mi tremavano e cercavo qualcosa da dire per rompere quel silenzio pesante quanto una tonnellata. Mi voltai lentamente verso di lui ma l’unica cosa che mi venivano in mente erano le sue parole.

 

“Perché…” Cominciai ma dovetti deglutire subito per mancanza di saliva. “Perché hai detto in quel modo?”

 

Malfoy sapeva benissimo a cosa mi stessi riferendo. Distolse lo sguardo e scrollò le spalle come se fosse una cosa da niente. “Perché è vero.”

 

Io scossi la testa incredula. “Come…”

 

“Non lo so.” Disse prima ancora che potessi formulare la domanda. “E’ successo.”

 

Io scossi di nuova la testa. Tutta quella situazione mi sembrava così irreale. Sospirai sonoramente e chiusi gli occhi. “Io… credo che andrò a letto. Mi pare la soluzione migliore.”

 

Feci dietro front e stavo quasi per uscire dalla porta quando Malfoy parlò di nuovo.

 

“Vuoi essere portata in spalla?” Disse. Io mi voltai, aveva un sorrisino sulle labbra. “Puoi sempre fingerti ubriaca, se vuoi.”

 

Feci un minuscolo sorriso e me ne andai. “Magari un’altra volta.”

 

 

**

 

 

Bentrovati ragazzi!!!

Finalmente dopo giorni e giorni di acquazzone abbiamo visto qualche spiraglio di sole, anche se va e viene. J

 

Spero, come sempre, che il capitolo via sia piaciuto. Purtroppo ho bisogno di saltare di mese in mese perché la storia rischia di diventare solo un gran polpettone che non finisce più, quindi so che vi immaginate anche i vari tasselli mancanti e preferireste avere più dettagli ma per scelta stilistica farò diversi tagli. Il resto lo lascio alla vostra fantasia ^^

 

Ringrazio sempre tutti i recensori, siete magnifici! Grazie a mrs snape, Hiromi91 (qualcosa di romantico da Scorpius?? Mmh non credo sia umanamente possibile), Leuconoee, _Jaya, GiulyB, ElseW, mica (direi che ancora ne abbiamo di capitoli…con conseguente sorpresa), ThePirateSDaughter, Nabiki93, BigIlly, Seall, _zafry_, RainbowFairy, Sif, hele, Edvige86, mionetta95, zia_addy, glumbumble (auguri in ritardo), mimmyna, elettra1991, mariuccia

 

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Capitolo 28
*** 28. You are an idiot ***


“Dovresti dirglielo

                            DON’T TELL DAD             

 

                            28. You are an idiot

 

 

“Dovresti dirglielo.”

 

“Non ci penso neanche.”

 

“Perché no? Dovrebbero saperlo.”

 

“Oh insomma, la vuoi piantare!”

 

Dalla sera di Halloween, Scorpius non faceva altro che tormentarmi e seguirmi ovunque cercando di convincermi a dire tutto ai miei genitori. Sì, adesso lo chiamavo Scorpius anche nella mia testa, mi sembrava una cosa corretta dato che aveva praticamente confessato il suo amore per me. Ed ogni volta che ci pensavo sentivo una stretta all’altezza dello stomaco.

 

Comunque, io non avevo la benché minima intenzione di dire ai miei genitori che stavo frequentando Scorpius Malfoy. Fondamentalmente perché avevo una paura folle della loro reazione. Ricordavo cosa fosse successo a Natale quando l’avevamo solo nominato, papà era andato su tutte le furie.

 

Cercai di seminare Malfoy, mentre scendevo verso le serre, ma sfortunatamente aveva lezione con me e Vanessa si vedeva con Al prima di Erbologia.

 

“Più manderai avanti questa cosa, più sarà difficile dire la verità.” Disse alle mie spalle.

 

Io alzai gli occhi al cielo cercando di ignorarlo. La gente ci guardava strani vedendoci passare. “La vuoi piantare di seguirmi? Ci stanno guardando tutti e cominceranno ad avere dei sospetti. Lo sai quanto viaggiano veloce i gossip ad Hogwarts.”

 

“Non m’importa.” Fece lui aumentando il passo e mettendosi al mio fianco. “L’unica a cui importa cosa pensa la gente sei tu.”

 

Io mi fermai di scatto e mi voltai verso di lui. “Non si tratta di quello che pensa la gente! Si tratta di tutta la mia vita! Io non posso uscire con te, non potrò mai uscire con te, non ufficialmente. Perché non puoi fartene una ragione?”

 

“Perché è una cosa stupida.” Rispose lui secco. “Pensavo che fossi più intelligente di così, Rose.”

 

“Weasley.” Suggerii io mentre degli alunni passavano alle spalle di Scorpius.

 

“E’ quello che ho detto, Rose.” Rimarcò. “Stai facendo decidere ad una stupidissima rivalità tra famiglie cosa fare della tua vita. Forse poteva andar bene cento anni fa, ma adesso è davvero una cosa ridicola, e se te lo dico io che sono un Purosangue…”

 

“Dì un po’.” Lo interruppi io guardandolo male. “Ma tu lo sai come va a finire ‘Romeo e Giulietta’?”

 

Scorpius roteò gli occhi. “Vagamente.”

 

Io lo guardai scotendo la testa. “Non posso credere che proprio tu mi venga a dire di dire tutto ai nostri genitori! Tu, fra tutti!” poi mi assalì il panico. “Non l’hai detto ai tuoi, vero?”

 

“Non ancora,” disse. “Ma stai tranquilla che sarà la prima cosa che dirò loro a Natale.”

 

“Penso che un bel maglione possa essere un regalo migliore.” Feci sarcastica.

 

Scorpius fece una smorfia. “Devi sempre essere così pessimista? Pensavi anche che a Potter non sarebbe mai passata e invece adesso ha accettato…”

 

Alzai una mano per frenarlo. “Non direi proprio che abbia accettato la situazione, più che altro è rassegnazione. E stanne certo, mio padre non si rassegnerà mai.”

 

“Neanche io!” Disse lui fermamente convinto.

 

Io lo fissai a bocca aperta e poi scossi la testa. “Ma come hai potuto odiarmi tanto e adesso fare l’esatto contrario? Sei una contraddizione umana?”

 

“E tu come ci riesci?” Chiese lui alzando un sopracciglio.

 

Io mi morsi un labbro e distolsi lo sguardo. “E’ solo una cotta. Passerà.”

 

“E’ vero, potrebbe.” Fece lui, io alzai gli occhi per guardarlo. “Ma cosa farai se non passerà?”

 

Stavo per rispondere, anche se non sapevo bene che cosa avrei detto in mia difesa, quando Vanessa arrivò tutta trafelata dal vialetto di pietra battuta. Aveva il fiatone e sembrava che avesse corso per chilometri. Chissà dov’erano andati a nascondersi lei e Al.

 

“Eccomi.” Disse a corto di fiato. “Mi sono persa qualcosa?”

 

Io guardai Scorpius. “Proprio un bel niente.”

 

Entrai in classe con Vanessa al seguito e ci sedemmo ai nostro soliti banchi. Scorpius si sedette dietro di noi, come ormai faceva da un po’ di tempo. Neville era già in piedi davanti alla cattedra e aspettava che tutta la classe fosse riunita per cominciare a parlare. Gli sorrisi e lui mi sorrise di rimando.

 

“Buongiorno a tutti,” Esordì. “Come spero che tutti ricordiate, questo è il vostro settimo anno, il che significa che alla fine del secondo semestre avrete gli esami finali per i M.A.G.O. Non voglio stressarvi come fanno tutti gli altri professori, vorrei che arrivaste agli esami rilassati e sicuri di poter passare la mia materia, in ogni caso è mio compito controllare che abbiate ben chiari tutti gli argomenti. Perciò oggi non faremo nessuna esercitazione sulle piante…”

 

La classe si lamentò. Io lo guardai interessata.

 

“… quello che vorrei fare oggi è un ripasso generale sulle cose che vi restano un po’ più oscure o pensate di non aver capito. Non vi farò alcuna domanda, al contrario sarete voi a dirmi ciò che non vi è chiaro. Vogliamo cominciare?”

 

Tutti ci guardammo l’un l’altro. Io in realtà non avevo proprio niente da chiedere, anzi, ero pure avanti col programma. Vanessa alzò la mano.

 

“Sì, Miller.”

 

“Ecco,” cominciò. “In realtà volevo solo chiedere come si svolgerà l’esame di Erbologia. Sarà solo un esame scritto?”

 

Neville annuì. “Sì, principalmente perché quasi tutte le piante richiedono altri ingredienti per essere utilizzate, quindi di solito sono presenti nel test pratico di pozioni. Altre domande? Signor Malfoy.”

 

La voce di Scorpius arrivò alle mie spalle. “Non ho una domanda, volevo solo dire all’intera classe che sono innamorato di Rose Weasley.”

 

Avevo capito male. Sicuramente avevo capito male. Dovevo aver capito male!

 

Non ebbi neanche il coraggio di voltarmi, rimasi immobile, ghiacciata nella mia postazione con gli occhi spalancati. Neville rimase un attimo perplesso, guardando da me a Scorpius. Tutta la classe, dopo un iniziale silenzio, cominciò a borbottare e ridacchiare con discrezione.

 

Solo dopo qualche minuto buono Vanessa scoppiò a ridere e tutti, compresa me e Scorpius, ci voltammo verso di lei cercando di capire cos’avesse tanto da ridere.

 

“Stavolta mi hai fregato, Malfoy, quei dieci galeoni te li meriti tutti!” disse ridendo ancora, poi si voltò verso Neville. “Scusi Professore, ma avevo scommesso che non sarebbe mai riuscito a dire una cosa imbarazzante nella sua aula.”

 

Neville si risvegliò dallo sbigottimento e si scurì. “Miller, Malfoy, questa è un’aula esattamente come tutte le altre. Se avete voglia di giocare al circo vi consiglio di uscire e andare a farvi un giro.” Sospirò tra sé e si passò una mano sulla tempia. “Lasciamo perdere il ripasso, aprite il libro a pagina 214.”

 

Non appena Neville si voltò per sedersi alla cattedra, mi abbassai sull’orecchio di Vanessa. “Grazie.” Sussurrai. “Mi hai salvato la vita.”

 

Vanessa scosse la testa mandando uno sguardo alle sue spalle. “Fortuna che ci hanno creduto. Ma che gli prende, è diventato pazzo?”

 

Io ribollii di rabbia. “Non lo so, ma appena lo becco da solo lo uccido!”

 

 

**

 

 

“Ha davvero detto così?” Rise Al. “Quell’imbecille vuole davvero morire.”

 

Io roteai gli occhi. “Al!” Lo ripresi. Ma infondo aveva ragione, cercava di farmi arrabbiare sul serio. Avevamo passato mesi a vederci di nascosto per niente?

 

Al scrollò le spalle con mezzo sorriso. “Scusa, ma non riesco proprio a trattenermi.” Disse. “E’ davvero un imbecille.”

 

Io sospirai al suo fianco. Eravamo seduti in biblioteca e cercavamo di studiare. Cercavamo. “Se può consolarti, lui pensa lo stesso di te.”

 

“Mi stupirei del contrario.” Disse, facendo finta di leggere qualche parola dal suo libro, anche se in verità sapevo che stava solo guardando le figure. Solo allora ricordai quello che aveva detto Vanessa un po’ di tempo prima.

 

“E’ vero che i tuoi voti sono calati?” Al si voltò verso di me perplesso. “Non è per via del Quidditch, vero?”

 

“Cosa?” Fece lui ridendo. “E questo chi te l’ha raccontato? Oh… oh, giusto, Vanessa. I miei voti sono apposto, Rose, ho alti e bassi ma riesco ad equilibrare il tutto. Penso di essere un bravo studente e un bravo capitano, insomma, la scorsa partita abbiamo vinto.”

 

Io cercai nella mia memoria qualsiasi cosa che mi riconducesse ad una qualsiasi partita. “Avete… giocato una partita?” Chiesi cadendo dalle nuvole.

 

Al fece una smorfia e sospirò. “Due, Rose.”

 

“Oh.” Dissi. “Scusami Al, sono stata in un altro mondo ultimamente.”

 

“Sì, lo so.” Disse lui con una faccia disgustata. “In un mondo pieno di Serpi, dove il Re è un imbecille…”

 

“Oh ma insomma, Al!” Alzai un po’ la voce. “Il mio mondo non ruota intorno a Malfoy!”

 

“Stavate parlando di me?”

 

Entrambi alzammo gli occhi. Di fronte a noi, dall’altro capo del tavolo, Scorpius ci fissava con un sorrisino. Prima che potessimo dire qualsiasi cosa, si sedette al tavolo con noi continuando a fissarci con i suoi occhi di ghiaccio.

 

“Che ci fai qui?” Chiesi scortesemente.

 

Scorpius si leccò le labbra e piegò la testa da una parte. “Sei arrabbiata.” Disse.

 

“Oh accidenti, Rose, avevi proprio ragione tu! E’ un genio!” Fece sarcastico Al.

 

Io gli feci cenno di non esagerare e mi rivolsi di nuovo a Scorpius. “E’ ovvio che sono arrabbiata, ci metti tutto il tuo impegno per farmi arrabbiare.” Dissi cercando di rimanere calma. “Come diavolo tu è venuto in mente di dire all’intera classe di Erbologia… quello che hai detto? Solo cinque minuti prima ti avevo detto che non voglio che lo sappia nessuno!”

 

“Sono stanco di nascondermi.” Disse lui semplicemente allargando le braccia. “E non lo trovo poi un così grosso scandalo.”

 

“Non lo trovi un grosso scandalo?!” Fece Al allibito, si voltò verso di me. “Dì un po’, ma la conosce la storia della sua famiglia o è solo scemo?”

 

Io ignorai Al e contai fino a dieci. “No, Scorpius, Vanessa che esce con Al non è un grosso scandalo. Io e te siamo il più grosso scandalo che potesse capitare entro le mura di Hogwarts. E’ tutto quello che i giornalisti stavano aspettando: il figlio di un ex-mangiamorte con la figlia di Ron Weasley e Hermione Granger.”

 

Scorpius mi guardò con occhi vuoti e Al alzò un sopracciglio verso di lui. “I tuoi genitori devono averti protetto proprio bene se questa cosa non ti tocca minimamente.”

 

“Non mi tocca minimamente perché non m’importa nulla di quello che pensa la gente.” Fece inespressivo. “Non mi è mai importato niente. Credi davvero che se avessi dato peso alle parole delle persone, adesso sarei quello che sono, Potter? Forse ti sembra facile essere il figlio di un ex- mangiamorte.”

 

Al lo sfidò con lo sguardo. “Forse ti sembra facile essere il figlio di Harry Potter.”

 

Scorpius fece un ghignò e lo fissò con i suoi occhi di metallo. “E allora di cosa hai paura, Potter?”

 

Al scosse la testa come se stesse parlando con un demente. “L’unica cosa di cui ho paura è che Rose si faccia abbindolare da un idiota come te.”

 

“Troppo tardi, ci hai già pensato tu.” Fece Scorpius. “Con me può solo migliorare.”

 

“Adesso basta!” Saltai su io, sentivo le lacrime pungermi gli occhi. “Io sono ancora qui e non voglio che parliate di me come una cosa! Siete due idioti!”

 

Entrambi rimasero di sasso. Scorpius non riuscì a dire nulla, mentre Al mi mise una mano sulla spalla preoccupato. “Rose, perché stai piangendo adesso?”

 

Io mi ritrassi dal suo tocco e raccolsi tutta la mia roba. “Ho bisogno di stare da sola.” Dissi e me ne andai via lasciando la biblioteca, non prima di sentire la voce di Al rimproverare di nuovo Scorpius.

 

“Te l’avevo detto che sei un idiota.”

 

 

**

 

 

“Immaginavo che fossi qui.”

 

Mi voltai di scatto, Vanessa era ad un passo da me. Mi ero rifugiata sulla torre di Astronomia, faceva freddo e tirava vento, ed era proprio in queste giornate che potevo essere certa che non ci fosse anima viva. Ma Vanessa mi conosceva troppo bene e se non andavo in Biblioteca c’era solo un altro posto dove potevo andare.

 

Si sedette accanto a me, avvolta nel suo mantello, e guardò verso l’infinito. “Al mi ha raccontato quello che è successo in Biblioteca. Era davvero molto dispiaciuto, ha detto che si sente un idiota per averti fatto piangere.”

 

Io sospirai e guardai oltre la Foresta Proibita. “Non è colpa di Al. E’ tutta la situazione che non va. Tu credi che Scorpius abbia ragione, dovrei dirlo ai miei?”

 

Vanessa scrollò le spalle. “Se pensassi che Malfoy avesse ragione non ti avrei salvato in corner questa mattina, non credi? E’ una situazione delicata, non posso essere io a dirti cosa devi fare.”

 

Io sorrisi amaramente tra me. “Quanto era più facile quando eravamo al primo anno e dovevo solo preoccuparmi di andare bene a scuola e insultare Malfoy il minimo necessario per rendere fiero mio padre.”

 

“Beh, è esattamente quello che fai adesso.” Fece Vanessa pensandoci su. “A differenza che adesso lo insulti per finta.”

 

“Non lo insulto per finta… lo insulto perché è divertente.”

 

“Grazie, vale lo stesso per me.”

 

Mi voltai di scatto verso la porta della torre. Scorpius stava sulla soglia con una faccia a cane bastonato. Io mandai uno sguardo a Vanessa, che sorrideva tra sé. “Ce l’hai portato tu, non è vero?”

 

Vanessa si alzò e andò verso Scorpius. “Penso che sia ora che vada.” Fece l’occhiolino a Scorpius e se ne andò. Da quando quei due andavano d’accordo?

 

Scorpius si morse un labbro e venne verso di me con cautela. “So che cosa stai pensando. Io e la Miller non siamo diventati amici. Avevo solo bisogno di una mano e era l’unica persona che potesse darmi una spinta.”

 

Io lo guardai un po’ insicura. Non sapevo mai come comportarmi quando dovevamo essere seri. “Una spinta per cosa?”

 

“Per chiedere scusa.” Disse guardandosi i piedi. “Non volevo… non ho mai fatto piangere nessuno.”

 

“Non hai mai fatto piangere nessuno?” Chiesi io tra il sarcastico e lo scettico. “Forse dimentichi Vanessa quando le hai detto che il suo ragazzo la stava aspettando dietro l’angolo.”

 

“Beh, non sono stato io a farla piangere, è stato Ryan.” Disse obbiettivamente.

 

Io scossi la testa tra me e tornai a guardare l’orizzonte. Ormai era quasi il tramonto. “Ci sono delle mattine in cui mi sveglio e mi dico che andrà tutto bene, che non c’è niente di cui dovrei preoccuparmi, che devo vivere giorno dopo giorno e aspettare quello che il tempo mi porterà. E ci sono della mattine in cui non so come andare avanti, come poter continuare a dire bugie, come affrontare realmente quello che succede.”

 

Scorpius mi ascoltò in silenzio. Sembrava che stesse valutando ogni parola da me pronunciata. “Sei troppo testarda.” Disse. “Ti ostini a non voler dire a nessuno di questa cosa.”

 

“Non siamo ancora pronti ad affrontare una cosa del genere, non riusciamo neanche a chiamare questa cosa col suo nome.” Dissi io. “Questa… questa relazione. E quello di stamattina non era propriamente il modo giusto di renderlo noto a tutti.”

 

“Beh, di quello non mi dispiace.” Disse sinceramente Scorpius. Fortuna che ero io la testarda. “Ma ti prometto che non farò più una cosa del genere se tu mi prometti una cosa in cambio.”

 

Io chiusi gli occhi. “Qualunque cosa sarà meglio di stamattina.”

 

“Perfetto.” Disse lui. “Dirai tutto ai tuoi la prossima volta che li vedrai.”

 

Mi voltai di scatto verso di lui riaprendo violentemente gli occhi. “Cosa?! Non puoi farmi questo!”

 

“Troppo tardi.” Fece con un sorrisino. “Hai già accettato.”

 

Io lo guardai male. “Questo è un ricatto! Ma come puoi vivere con la coscienza apposto?”

 

Lui scrollò le spalle. “Abitudine, suppongo.” Disse. “Adesso asciugati il moccolo e vieni di sotto, hai un aspetto orribile.”

 

Io alzai gli occhi al cielo. “Avevo proprio bisogno di complimenti, grazie.”

 

“Non ne avrai mai da me, dovresti saperlo.”

 

“Lo so.” Dissi abbassando la testa. “E non ne vorrei mai. Sarebbe terribilmente triste sentirti dire solo cose carine.”

 

“Ti piaccio per questo.” Disse lui con un sorriso.

 

Io sorrisi di rimando. “Mi piaci per un sacco di cose… che però non ti dirò mai.”

 

“Mi sta bene.” Fece scrollando le spalle. “A patto che tu non mi chieda mai cosa mi è passato per la testa per rendermi conto che… insomma… le rose nell’Amortentia e tutto il resto.”

 

“E’ un patto?” Chiesi.

 

Lui scrollò le spalle. “Siamo io e te, Weasley.”

 

Io piegai la testa da una parte pensandoci un po’ su, poi sorrisi tra me e annuii. “Giusto. Niente smancerie, niente complimenti, niente cuoricini nell’aria. Mi sembra perfetto, Malfoy, non avrei potuto chiedere di meglio.”

 

Scorpius mi guardò con un sopracciglio inarcato. “Non mi sembra che ci sia proprio niente di perfetto.”

 

Io sorrisi. “Lo so. Infatti.”

 

 

**

 

Scusate ragazzi ma sono di fretta e furissima come sempre… uff!

Purtroppo o per fortuna sto di nuovo cambiando lavoro e sono stata molto impegnata in questi giorni.

 

Mi scuso anche per non fare i soliti ringraziamenti, giuro che leggo sempre tutte le vostre recensioni e vi adoro tutti (vecchi e nuovi, perché ho visto che anche questa settimana si sono aggiunti nuovi lettori)

 

Grazie ancora per tutti quelli che hanno votato la storia al concorso, finalmente in un paio di giorni sapremo chi ha vinto e anche se non avremo vinto niente, non importa, l’importante è partecipare J

 

Vi amo tutti, l’ho già detto? Alla prossima sperando di potervi dare i giusti ringraziamenti

Zia funkia!

 

 

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Capitolo 29
*** 29. I'm so dead! ***


Il tempo stava scorrendo così in fretta che sembrano essere passati solo due giorni dall’inizio dell’anno

                               DON’T TELL DAD

 

                                 29. I’m so dead!

 

 

 

Il tempo stava scorrendo così in fretta che sembrano essere passati solo due giorni dall’inizio dell’anno. Eppure ogni giorno che passava avevo visto il parco di Hogwarts ricoprirsi di neve, gli alberi perdere le foglie e gli studenti sempre più felici che mancasse sempre meno alle vacanze di Natale.

 

Per la gioia di tutti Vanessa ed Al erano tornati ufficialmente insieme, anche se a volte capitava di sentirli litigare come dei matti. Ma infondo io ero nata nella casa di Ron ed Hermione Weasley. Vincent e Gaby continuavano invece ad essere felicemente accoppiati, e Sol pareva che uscisse con un certo Adam di Tassorosso che non avevo mai sentito nominare in vita mia.

 

Anche io e Scorpius continuavamo ad uscire insieme ed Al si era un po’ adattato alla situazione. Tutto sembrava procedere a meraviglia se non fosse stato per il fatto che nel giro di ventiquattrore sarei tornata a casa per le vacanze di Natale e per la stupida promessa fatta a Scorpius.

 

“Sono così morta.” Sospirai afflitta tra me. “Morta. Diventerò il nuovo fantasma di Hogwarts.”

 

Al alzò un sopracciglio. “E tu credi così facilmente di poter spodestare Mirtilla Malcontenta?”

 

“Mio padre mi ucciderà.” Dissi. “No, che dico. Mio padre lo ucciderà.”

 

“Beh, è stato lui a chiederlo, no? Sa bene che va incontro ad un triste destino.” Fece Vanessa scrollando le spalle. “E potresti comunque dire a Malfoy di averglielo detto quando non è vero.”

 

“Oh grandiosa idea!” Fece sarcasticamente Al. “Perché nessuno noterebbe la differenza! Sono sicuro che i miei zii rimarranno calmi come se niente fosse quando lo sapranno davvero.”

 

“Al ha ragione.” Feci io sospirando. “Devo solo trovare il momento giusto… il che sarà a Natale quando papà avrà la pancia piena.”

 

“Se io fossi in Malfoy, spererei solo che sia una cosa veloce.” Disse Al, poi piegò la testa da una parte riflettendoci su. “Ma infondo è un Malfoy, a chi importa.”

 

“A me!” Dissi io guardandolo male.

 

Al arrossì appena e ridacchiò. “Era solo una battuta.”

 

Eravamo nella Sala Comune dei Grifondoro, in pieno pomeriggio, le lezioni erano già terminate ed il mio baule era già pronto per il giorno dopo, mancavano solo poche cose. Vanessa sarebbe tornata a casa con me, come ogni anno.

 

“Ehi, che sono quelle facce spente?” Alzammo la testa, Hugo ci fissava con un sopracciglio inarcato. “Il Natale vi rende così tristi?”

 

Io sbuffai e gli feci cenno di sedersi. “No, niente di tutto questo. Siamo solo un po’ stressati per via dei M.A.G.O.”

 

Vanessa scrollò le spalle. “Io non sono affatto stressata per via dei M.A.G.O. … anzi, al dire il vero penso proprio che studierò solo lo stretto necessario. Troverò il modo di copiare da uno di voi due.”

 

Al ed io ci guardammo. “Ma non ti vergogni a dire certe cose?” Chiesi.

 

Lei scosse la testa. “No. Ci dovranno essere i suoi risvolti positivi ad avere due geni come persone più care, no?”

 

Hugo rise e annuì. “Ha ragione. Lily mi fa copiare tutti i suoi compiti.”

 

Al lo guardò con un sopracciglio inarcato. “Ma Lily non è affatto un genio.” Obbiettò.

 

“Lo so.” Fece Hugo sorridendo il suo solito sorriso. “Ma se la cava comunque molto meglio di me.”

 

Lo guardai un po’ sorpresa, era vero che non ci vedevamo spesso io e Hugo, ma non avevo più sentito parlare di lui e delle sue scorribande. “Ehi, ma com’è che ultimamente non ti ho mai sentito dire di aver scontato una punizione? Ti sei finalmente ravveduto?”

 

Hugo rise e scosse la testa. “Oh no. Ho solo affinato la mia tecnica.” Disse. “Mamma sarà fiera di me a Natale.”

 

Peccato che non avrei potuto dire la stessa cosa. Gli sorrisi. “Chissà, forse sarà la volta buona che ci manderà da zio Charlie per l’estate.”

 

Hugo schioccò le dita. “E’ un’ottima idea! E sai cosa, vado subito a scrivere una lettera a zio Charlie per dirgli di prepararsi a portarci in sella ad un vero drago!”

 

Prima che potessi fermarlo se ne andò su per le scale del Dormitorio. Avevo come la netta impressione che l’unico a partire per la Romania sarebbe stato Hugo, mentre io avrei dovuto scontare a casa la fine dei miei giorni. Vanessa si batté una mano sulla fronte.

 

“Adesso che ci penso, non è che a uno di voi due avanza della pergamena? Io l’ho già messa nel mio baule.”

 

Gliene diedi un po’ della mia. “Tieni.” Dissi. “Ma che devi farci?”

 

“Scrivo una lettera.” Fece Vanessa frugando nella sua cartella in cerca dell’inchiostro.

 

Al si rabbuiò immediatamente e mi parve di leggergli nel pensiero. “Scrivi una lettera?” Chiese subito punto sul vivo. “E a chi?”

 

Vanessa lo guardò male. “A mia madre.”

 

“Oh.” Fece Al un po’ in imbarazzo. “Giusto, a tua madre.”

 

Io sospirai. “Anche io dovrei scrivere a mia madre probabilmente, per dirle di prepararmi una degna cerimonia di sepoltura.”

 

Al e Vanessa tornarono a guardarmi, Al mi posò una mano sulla spalla. “Non farla così tragica, Rose, vedrai che domani salirai sul treno e senza accorgertene sarai a Londra.”

 

Io sospirai di nuovo. “Senza accorgermene, eh.”

 

 

 

**

 

 

Mancavano meno di dieci minuti per arrivare a Londra ed io continuavo a rigirarmi nervosamente le dita in grembo. Ero stata in tribolazione per tutto il viaggio, avevo guardato l’orologio ogni cinque minuti. Vanessa ormai aveva rinunciato a cercare di calmarmi mentre le gemelle, ancora ignare della mia relazione clandestina, continuavano a chiedere preoccupate cos’avessi.

 

“Di solito sei siempre così contenta de andare a casa, Rosie.” Fece Gaby con una faccetta triste. “Sei sicura che non ha successo niente di importante?”

 

Io scossi la testa cercando di fare un sorriso. “No, davvero, ragazze. Sto bene. Sono solo un po’ nervosa.”

 

Sol alzò un sopracciglio. “Sì, ma che motivo tiene per essere così nervosa?”

 

Vanessa sospirò appoggiando la testa contro il finestrino. “L’anno scorso ha rovinato il Natale per colpa della sua bocca larga e quest’anno ha paura di fare altrettanto.” Beh, in un certo senso era tutto vero. “Ti ho già detto di stare tranquilla.”

 

“Parli bene tu.” La rimbeccai io. “Non si tratta dei tuoi genitori.”

 

Sol posò una mano sulla mia e fece un sorriso. “Non preoccuparte, Rosie. I tuoi genitori non possono essere arrabbiati por una cosa così. Il Natale è un momento para stare allegri in famiglia e ci hai sempre detto quanto è bello il Natale a casa tua.”

 

Gaby annuì sorridendo. “Anche a Vanessa piace.”

 

Io sorrisi ma mandai uno sguardo a Vanessa, avevo come la presunzione di pensare che quest’anno non sarebbe stato affatto un Natale felice. Al contrario.

 

Sentii il treno rallentare e trattenni il fiato. Non potevamo esserci di già, credevo di avere più tempo e prepararmi a dire le cose nel modo giusto. Sbirciai fuori dal finestrino, in mezzo al denso fumo bianco che proveniva dalla locomotiva si intravedeva sul fondo il binario 9 e ¾ e un flash di mio padre che rincorreva Scorpius mi passò davanti agli occhi.

 

La porta del nostro scompartimento si aprì e Al e Vincent fecero capolino. Vincent andò a sedersi accanto alle gemelle e prese a parlare con loro di quello che avevano fatto i ragazzi durante il viaggio. Al rimase in piedi e mi fece un debole sorriso.

 

“Temo che dovremmo prepararci per scendere. Come ti senti, Rose?”

 

Cercai di fare un sorriso ma ne uscì solo una smorfia nervosa. Anche quando il treno fu completamente fermo mi presi qualche secondo per scendere. Le gemelle ci salutarono abbracciandoci e si precipitarono giù dal treno, Vincent le seguì salutando cordialmente con la mano.

 

Il binario era come sempre immerso nel fumo e cercai di scorgere l’alta figura di mio padre. Quando li vidi non poco distanti dai Malfoy mi venne un tuffo al cuore. Al e Vanessa erano al mio fianco, appena scesi dal treno.

 

“Non posso dirglielo.” Sussurrai.

 

Al mi augurò buona fortuna, diede un veloce bacio a Vanessa e se ne andò verso lo zio Harry che lo aspettava sul fondo della piattaforma con James e zia Ginny.

 

Io e Vanessa camminammo lente verso mamma e papà. Papà allargò le braccia come sempre facendoci cenno di correre ad abbracciarlo.

 

“Ecco qua le mie bambine!” Disse stringendoci. “Dov’è tuo fratello?”

 

“Non lo so.” Dissi mentre abbracciavo anche la mamma. Mandai uno sguardo sulla mia sinistra, Scorpius stava guardando a qualche metro da me. “Ecco, ci sarebbe una cosa molto importante che dovrei dirvi…”

 

Vanessa mi guardò incerta se cercare un diversivo o aspettare l’ardua sentenza. Io aprii la bocca per parlare ma non ne uscì alcun suono. Provai un paio di volte, ma feci solo la scena del pesce lesso. “Ecco…” riuscii a dire a malapena.

 

Mia madre mi incoraggiò con un sorriso. “Avanti Rose, cos’è che devi dirci?”

 

“Ecco io… ho preso una O in Erbologia.” Dissi infine.

 

Mia madre rimase un attimo perplessa, ma mio padre si aprì in un sorrisone e mi abbracciò. “Hai sentito Hermione? Una O in Erbologia! E’ anche mia figlia, dopotutto! Brava Rose, sono fiero di te!”

 

“Ron!” Lo riprese mamma.

 

Papà fece un sorrisino di scuse. “Oh andiamo, Hermione, non starle troppo addosso! Va bene calare ogni tanto, significa essere umani.” Mi sorrise e mi scompigliò i capelli. “Vado a prendere i bagagli e vedo se riesco a trovare Hugo. Sono fiero di te, Rose.”

 

Io annuii sorridendo e mi lanciai un’occhiata alle spalle. Scorpius stava ancora guardando, mentre parlava con suo padre, e aveva tutta l’aria di chi non avesse affatto gradito la scena. Io abbassai lo sguardo con vergogna.

 

Mamma posò due dita sotto il mio mento per alzarmi il viso. “Tutto bene, tesoro? Non è per via di quel voto, non è vero?”

 

Io cercai di fare un sorriso. “No, non è quello.” Dissi. “Papà era contento.”

 

Mamma sorrise. “Papà è contento quando dai segni di aver preso qualcosa anche da lui.” Disse. “E soprattutto ha paura che tu dedichi troppo tempo allo studio invece che divertirti come tutte le ragazze della tua età.”

 

Vanessa incrociò le braccia e sussurrò. “Direi che quest’anno abbiamo recuperato alla grande.”

 

“Oh, a proposito!” Fece mamma a Vanessa. “Sono felice che tu ed Al siate tornati insieme.”

 

Vanessa arrossì. “Grazie signora Weasley.”

 

Papà ed Hugo uscirono dal fumo bianco insieme ai bagagli. Hugo aveva una smorfia sul viso e sia io che mamma e Vanessa rimanemmo un attimo perplesse. Mamma gli andò subito incontro e lo abbracciò, preoccupata che fosse successo qualcosa. Di solito Hugo sorrideva sempre, ed aveva un meraviglioso sorriso proprio come quello di papà.

 

“Cos’è successo?”

 

Hugo guardò papà con la coda dell’occhio. “Papà ha la macchina.” Disse.

 

Papà si risentì. “Beh, puoi sempre tornare a piedi se non ti piace la mia guida. Forse per Natale sarai a casa.”

 

Mamma ridacchiò e ci fece cenno di andare. Ci incamminammo tutti verso la barriera che separava il binario dal resto della stazione di King’s Cross. “Non ti sei mai lamentato tanto per la guida di papà.”

 

Hugo sospirò. “No, ma sono stato male anche sul treno e non vorrei peggiorare la situazione.” Poi seguì mamma e papà al di là della barriera.

 

Io e Vanessa eravamo rimaste indietro. Vanessa mi guardò alzando un sopracciglio. “Una O in Erbologia?” Chiese.

 

Io arrossii e indicai il muro. “Oh, piantala e attraversa questo stupido muro!”

 

Una volta dall’altra parte della barriera ci rassettammo un po’, fortunatamente in pieno inverno i Babbani non notavano i nostri strani mantelli. Mamma, papà e Hugo erano a qualche metro da noi, ma potevo sentire comunque Hugo che continuava a lamentarsi.

 

“Se non puoi guidare tu, lascia provare Rose!” disse alla fine come un bambino piccolo.

 

Papà sospirò trainando tutte le nostre valige. “Non voglio più starvi a sentire. Il prossimo anno verrà solo vostra madre a prendervi.”

 

Faceva freddo ma vedere Londra ricoperta di neve era fantastico. Ero arrivata appena in cima alla scalinata, mamma, Hugo e papà già caricavano la macchina, quando mi sentii tirare per il mantello. Non ebbi nemmeno il tempo di voltarmi e rendermi conto di chi fosse stato, sentii solo due labbra calde posarsi irruenti sulle mie e nel giro di due secondi il mio cervello si offuscò.

 

Succedeva sempre così, ogni volta che mi baciava tutto il mondo attorno a me spariva nel nulla, la mia testa era completamente concentrata su di lui, il suo tocco su di me e il suo calore. Continuai a baciarlo per una quantità di tempo che sembrò immensa e quando si tirò indietro riuscii solo ad aprire lentamente gli occhi e fissare i suoi occhi di piombo.

 

“Cosa… ?” Chiesi come se mi fossi appena svegliata da un lungo sogno.

 

“Volevo solo augurarti Buon Natale, Weasley.” Disse piano, voltandosi verso il fondo della scalinata.

 

Mi voltai di scatto e solo allora mi resi conto di dove fossi e cosa stessi facendo. O per meglio dire, cosa avessi appena fatto. Non sapevo dire chi fosse più shockato, se mio padre, mia madre o Hugo. Vanessa continuava solo a mordersi un labbro furiosamente. Io cercai di dire qualcosa, ma aprì e chiusi la bocca un paio di volte senza riuscire a parlare.

 

“Scorpius.” La voce gelida di Draco Malfoy arrivò dalla cima delle scale. Ci voltammo entrambi. “Vieni via.”

 

Scorpius mi guardò un’ultima volta e salì le scale fino a raggiungere suo padre. Insieme rientrarono dentro la stazione. Io rimasi ghiacciata al mio posto senza sapere cosa fare, avevo il terrore di muovermi e affrontare quello che sarebbe venuto dopo. Mi decisi dopo diversi secondi e scesi con vergogna gli ultimi scalini che mi rimanevano, a testa bassa. Avevo paura di cosa avessi visto se solo avessi alzato la testa.

 

Solo quando mi trovai davanti a mio padre decisi di dare una sbirciata. “Papà…” cercai di dire.

 

Papà chiuse con forza la portiera del bagagliaio e rimase qualche secondo ad occhi chiusi. “Sali in macchina.” Disse glaciale.

 

E pensare che le vacanze erano appena iniziate.

 

 

**

 

 

Il tragitto dalla stazione a casa nostra era stato il peggiore mai fatto in vita mia. Nessuno aveva osato proferire un fiato, neanche Hugo aveva osato lamentarsi della guida di papà, nonostante diventasse più bianco minuto dopo minuto.

 

Appena scesi dalla macchina cercai di parlare con papà, ma entrò in casa senza neanche scaricare i bagagli, salì le scale e sbatté la porta di camera sua. Io mi voltai affranta verso mia madre.

 

“Mamma…” la pregai. Non so di cosa, volevo solo che mi dicesse qualcosa.

 

Mia madre cercò di sorridermi e ci fece cenno di entrare in casa, fuori aveva appena cominciato a nevicare. Ci sedemmo tutti quanti sul divano, in un religioso silenzio. Mamma fu la prima a parlare.

 

“Gli passerà.” Disse. “Ma Rose, perché non ce l’hai detto subito?”

 

Io mi morsi un labbro, sentivo le lacrime pungermi gli occhi e indicai il piano di sopra. “Ecco perché! Perché sapevo che sarebbe finita così! Non volevo che papà si vergognasse di me, non volevo che fosse deluso da me!”

 

Hugo mi fissò ad occhi sbarrati. “Io mi chiedo solo come sia possibile… ma non dicevi sempre di detestarlo?!”

 

Mamma mi sorrise e sapevo cosa stesse pensando. Era la stessa cosa che diceva lei di papà quando erano giovani. Mi posò una mano sul ginocchio. “Rose, sono tua madre e so perfettamente che sei una persona intelligente e le persone intelligenti hanno sempre un buon motivo per fare quello che fanno. Probabilmente tu hai visto qualcosa in Scorpius che nessuno di non vede.”

 

Vanessa alzò le sopracciglia. “Ammetto che effettivamente siamo tutti quanti ciechi a riguardo.”

 

Io le lanciai un’occhiataccia. “Io non so neanche dire come sia successo, a dire il vero.” Dissi a mia madre. “E’ successo e basta. E’ da un po’ che è successo, ma avevo troppa paura di dire la verità per…” sospirai. “Ho rovinato il Natale anche quest’anno.”

 

“Non hai rovinato proprio niente.” Fece Hugo divertito. “Trovi sempre qualche modo per rendere i nostri Natali interessanti.” Disse ridendo.

 

“Da quanto va avanti, Rose?” Chiese mamma.

 

Io arrossii e abbassai lo sguardo. “Più o meno dall’inizio dell’anno.”

 

“Dall’inizio dell’anno?!” Chiese Hugo incredulo. “Cavolo, io e Lily cominciamo a perdere colpi…”

 

“E’ stato lui a regalarmi questo.” Dissi prendendo in mano il ciondolo a forma di rosa. “Era lui l’ammiratore segreto.”

 

Mamma prese in mano il ciondolo e sorrise tra sé. “Avrei dovuto immaginarlo. Deve costare molto.”

 

La guardai perplessa. Mi ero aspettata una reazione molto più calma rispetto a quella di papà, ma non così calma. “Non sei arrabbiata?” Chiesi. “Non sei arrabbiata che esca con qualcuno imparentato con i Lestrange?”

 

Mamma si portò subito la mano al collo, ma prima che potesse toccarsi la cicatrice, lasciò cadere la mano e sospirò. “Dovrei smetterla con questa stupida abitudine.” Disse. “Rose, ricordi quando eri piccola e hai detto che una volta entrata ad Hogwarts ti saresti fatta valere per quella che sei? Ecco perché non sono arrabbiata, perché penso che i figli degli altri si sentano allo stesso modo.”

 

Io lo guardai sinceramente spaesata. “Che cosa… che cosa vuol dire?”

 

“Vuol dire che la penso proprio al contrario di come la pensa papà.” Disse lei mandando un’occhiata al piano di sopra. “Io non penso che i figli debbano seguire il percorso dei genitori, non penso che Scorpius sia come Draco. E se vogliamo proprio dirla tutta, non penso nemmeno che Draco sia come suo padre.”

 

Io mi morsi un labbro ma annuii tra me. “Lui non è cattivo, è solo… l’essere più fastidioso della terra.”

 

“Ma davvero?” Fece mia madre. “Perché pensavo di averlo sposato io.”

 

Hugo rise. “A papà non sarebbe per niente piaciuto questo paragone.”

 

Io sospirai. “Pensi che a papà passerà mai?”

 

La mamma guardò di nuovo verso le scale e fece un debole sorriso. Mi accarezzò la testa lentamente. “Piano piano gli passerà, vedrai.”

 

 

 

**

 

 

 

Carissimi!!

Grazie di cuore a tutti i votanti e non, grazie a voi ci siamo guadagnati un pulito nono posto precisi precisi a metà classifica e l’importante è partecipare J

In più vorrei fare un benvenuto caloroso a tutti i nuovi fan che sono spuntati come funghi durante questa settimana!

 

La cattiva notizia è che non so se ce la farò ad aggiornare tanto spesso come ora, dato che il lavoro mi sta uccidendo lentamente e stiamo facendo straordinari a tutta randa, quindi vi prego solo di avere un po’ più di pazienza.

 

 

Per il resto ancora grazie:

Chiara_96 , Mki90 Eccoti accontentata, anche se non è andata affatto bene… povera Rosie

Confettina Hai scritto talmente tanto che non so neanche più cosa dire XD …ehm, un grazie va bene? Sunlight_girl , Mirwen, ElseW, Aliena , Hele Per il libro ci sto provando, ti assicuro, ma non ci metto mai l’impegno necessario per via del poco tempo ._______. Quando me lo pubblicheranno però lo dovete comprare XD Mrs Snape Parliamoci chiaramente… Rose non è una persona normale XD … e neanche Scorpius a dirla tutta…Kokylinda2, Hiromi91 °_______° la miseria, non volevo farti arrabbiare così! Milla Nafira, ThePirateSDaughter, Mariuccia, Edvige86, RainbowFairy In realtà cerco di uccidervi ogni volta, ma voi sopravvivete e recensite pure XD Margot_Ciel, Eles Weasley se poi hai preso 5 a greco però non te la rifare con me XD Zia_addy, Eowyn, Pink Lela beh, meglio tardi che mai ^^ StarlessNight, Nabiki93, Lazionelcuore, Mathilda90 non è nei programmi ma mai dire mai Mimmyna, Elettra1991

 

Vi mando un bacio <3 zia Funkia

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Capitolo 30
*** 30. This is it ***


A papà non era affatto passata

                                   DON’T TELL DAD

 

                                       30. This is it

 

 

A papà non era affatto passata. Erano ormai cinque giorni che eravamo tornati a casa per Natale e non aveva osato parlare con nessuno di noi. Beh, sicuramente aveva parlato con mamma, quando noi non eravamo presenti, ma non volevo neanche sapere cosa si fossero detti. Io mi sentivo sempre peggio, mi faceva sentire come se gli avessi tirato un pugnale proprio in mezzo alle scapole.

 

Per di più era la mattina di Natale.

 

E non era la solita mattina di Natale, quando Hugo si svegliava e andava di corsa ad aprire i regali, o io e Vanessa chiacchieravamo fino a tardi la notte della vigilia, svegliandoci a pezzi la mattina dopo. C’era un’aria irrespirabile e non vedevo l’ora di arrivare dalla nonna.

 

“Dovete fare colazione, ragazzi.” Ci disse la mamma non appena scesi.

 

Di solito obbiettavo sempre, perché sapevo che la nonna avrebbe preparato un pranzo lungo delle ore. Ma non avevo neanche voglia di discutere con la mamma. Mi sedetti accanto a papà, senza dire una parola, e mangiai i miei cereali.

 

Il silenzio era spaventoso.

 

“Vanessa, è arrivata una lettera per te questa mattina.” Fece mia madre porgendo la lettera a Vanessa. “Credo che sia di tua madre.”

 

“Oh, grazie signora Weasley.” Disse timidamente.

 

Neanche quando dopo colazione ci avviammo a casa della nonna in macchina, qualcuno ebbe da dire qualcosa o da lamentarsi per la guida di papà. Hugo soffrì in silenzio per tutto il viaggio, premendo le labbra insieme. Io gli mandai uno sguardo di scuse, in fondo quella situazione era tutta colpa mia. Non avevo mai sentito così tanto la mancanza di Hogwarts. Di solito facevo il conto alla rovescia per tornare a casa per Natale, quest’anno lo stavo facendo per tornare a scuola.

 

Come sempre la nonna venne ad aprirci piena di gioia. “Finalmente siete arrivati, cari! Non vedevo l’ora di…”

 

“Sì, sì, va bene mamma.” Papà la scansò ed entrò in casa lasciandola di stucco sulla soglia.

 

La nonna si voltò verso di noi allibita, cercando di riprendersi dall’iniziale shock. “C’è qualcosa che non va?”

 

Mamma sorrise e scosse la testa. “E’ solo un po’ nervoso.”

 

Ci accomodammo all’interno, il solito profumo di biscotti fatti in casa ci riempì le narici. Dal piano di sopra proveniva un gran baccano e riconobbi la voce di Fred, James, Mary, Lucy e Roxanne. Entrai in salotto un po’ timorosa, quest’anno non ci sarebbe stato neanche lo zio Charlie come santo protettore. C’erano tutti gli zii, più Victoire e Teddy, Al, Lily e Louis.

 

Al venne verso di me non appena mi vide. “Non è andata bene, vero?”

 

Io lo guardai sarcastica. “Ma no, da cosa l’hai capito?”

 

Vanessa sospirò al mio fianco e abbassò un po’ la voce perché solo io ed Al potessimo sentire. “Sono stati cinque giorni d’inferno. Non ha parlato con nessuno.” Disse riferendosi a papà.

 

Al mandò un fugace sguardo alle sue spalle. “Okey, però sono curioso… come gliel’hai detto?”

 

Io e Vanessa ci scambiammo uno sguardo. “Non l’ho fatto.” Dissi afflitta. “Ci ha pensato Scorpius. Mi ha baciata davanti a loro prima che potessi dire o fare qualcosa per evitarlo. Papà non l’ha presa affatto bene.”

 

Al spalancò gli occhi e scoppiò a ridere. “Ha davvero… è più idiota di quello che pensassi.”

 

“Al.” Lo implorai.

 

“Scusa.” Disse con un sorriso. “Ma non posso fare altrimenti, praticamente si è tirato la zappa sui piedi!”

 

Dominique venne fuori dalla cucina insieme alla nonna, portando i primi piatti. “A tavola!” dissero a gran voce perché anche dal piano di sopra sentissero.

 

Ci sistemammo tutti a tavola, Al e Vanessa al mio fianco e il più lontano possibile da papà. Non volevo rovinarmi anche il Natale. Hugo e Lily sedettero proprio davanti a noi. Lily aspettò che tutti fossero seduti poi sussurrò verso di me.

 

“Non posso credere che tu non me l’abbia detto, Rose!” disse guardandosi intorno. “Non credere di sfuggirmi, dopo pranzo voglio sapere tutto quanto!”

 

Alzai gli occhi al cielo ed annuii, tanto ormai non c’era più niente da tenere segreto. Nonostante tutti attorno a noi fossero allegri e felici, come eravamo sempre a Natale, io e papà non riuscivamo a rilassarci neanche un attimo. Gli mandavo sguardi fugaci di tanto in tanto e non aveva neanche toccato il suo piatto. Che era una cosa abbastanza grave per lui.

 

La cosa che mi stupiva e che nonna non avesse ancora detto niente a riguardo, dato che di solito se qualcuno non mangiava, si muniva di bacchetta per controllare la pressione e la temperatura. Alzai uno sguardo sulla mamma e vidi che stava facendo cenno alla nonna di non dire nulla.

 

Io cercai di mangiare qualcosa, ma tra la colazione che ancora occupava lo stomaco, tra il nervosismo, non ero riuscita a mangiare nulla.

 

Qualcuno bussò alla porta principale e per un attimo pensai che ci fossimo dimenticati di aspettare qualche parente. Feci un veloce giro della tavola ma eravamo tutti presenti.

 

“Non si può stare tranquilli neanche per Natale.” Commentò lo zio Harry sbuffando.

 

Nonna corse ad aprire. “Non abbiamo dimenticato nessuno, non è vero Arthur?”

 

Il nonno rimase con la forchetta a mezz’aria e diede una controllata alla tavola. “Oh beh… non saprei Molly, ho perso il conto al decimo nipote…”

 

“Credi che sia zio Charlie?” Chiese Hugo speranzoso.

 

“Non essere stupido, Hugo, ti pare che venga dalla Romania senza avvertire?”

 

Sentii i passettini veloci della nonna che tornavano alle mie spalle e poi la sua voce un po’ insicura. “Rose, c’è qualcuno che ti cerca.”

 

Mi voltai di scatto e per poco non mi venne un colpo. Scorpius era appena entrato nell’ingresso alle spalle della nonna guardandosi intorno un po’ imbarazzato.

 

La tavola si ghiacciò. Mio padre scattò in piedi e fortunatamente anche mia madre, che lo trattenne per un braccio. Io riuscii solo a guardarlo a bocca aperta prima di dire:

 

“Che diavolo ci fai tu qui?”

 

“Rose,” mi riprese la nonna. “Questo non è il modo di rivolgersi ad un ospite!”

 

“Infatti non è nostro ospite.” Fece subito papà sprezzante. “Non voglio un Malfoy in casa mia!”

 

“Ronald.” Lo ammonirono sia mamma che nonna.

 

Io mi passai una mano sulla fronte. Che cosa diavolo pensavo quando avevo cominciato a vedermi con lui? Ma soprattutto, perché diavolo avevo cominciato a vedermi con lui?

 

“Sono venuto…” Cominciò Scorpius. Io rialzai la testa per guardarlo. “Sono venuto per scusarmi personalmente con il signor Weasley.”

 

“Oh, ma io non ho niente contro di te, figliolo.” Fece il nonno da capotavola.

 

Papà sospirò. “Sta parlando con me, papà.”

 

Scorpius continuò. “La scena alla stazione è stata imperdonabile, avrei dovuto lasciare che fosse Rose a dirvi le cose come stavano.”

 

Tutti i parenti si voltarono verso di me in cerca di spiegazioni, ma io mi limitai ad arrossire fino alla punte delle orecchie e rimanere in un religioso silenzio. Certo era che, se una voragine avesse voluto aprirsi sotto di me, non avrei avuto niente in contrario.

 

Mia madre intervenne prima che papà potesse dire qualsiasi altra cosa. “Non c’è niente di cui scusarsi, Scorpius.” Mio padre la fissò come se fosse pazza. “Perché non pranzi con noi, oggi?”

 

Scorpius mi mandò uno sguardo veloce e si mosse a disagio. “Io non… non credo sia il caso.”

 

La nonna gli posò una mano sul braccio. “I tuoi genitori sanno che sei qui?”

 

Lui annuì. “Sì, certo.”

 

“Ma davvero?” Chiese papà scontroso. “E che cosa ha detto tuo padre?”

 

Scorpius si schiarì la gola. “Vi manda i suoi saluti.”

 

Vidi zio Harry, zia Ginny e mamma cercare di trattenere una risata. Papà lo guardò perplesso, sicuramente si sarebbe aspettato una reazione anche dal papà di Scorpius.

 

Al si piegò verso il mio orecchio mezzo ridente. “Certo che ha proprio un bel coraggio! Mi domando come sia finito a Serpeverde.”

 

Io finalmente mi decisi ad alzarmi in piedi. Tutti mi guardarono in attesa. “Con… con il vostro permesso, vorrei scambiare due chiacchiere con…” Balbettai indicando Scorpius. Presi un bel respiro. “Allora, voi continuate pure a mangiare.”

 

Prima di morire dalla vergogna marciai veloce verso Scorpius, lo afferrai per la sciarpa e senza voltarmi lo tirai fino a che entrambi non finimmo nel giardino della Tana. Mi voltai esasperata verso di lui, che invece sembrava essere l’uomo più tranquillo sulla faccia della terra. Lo fissai esterrefatta.

 

“Ma che diavolo ti salta in mente?!” Urlai. “Ti è dato di volta il cervello?”

 

Scorpius scrollò le spalle. “Pensavo solo di dovermi scusare data la scena…”

 

“La scena alla stazione, l’hai già detto.” Feci io furiosa. “Ma tutto questo non sarebbe successo se tu alla stazione avessi deciso di farti gli affari tuoi! Forse tutta questa situazione ti sembra divertente, ma hai visto che sguardo ti ha lanciato mio padre, o magari sei cieco?”

 

Lui non si scompose neanche un po’. “Tutto questo non sarebbe successo se avessi detto tutto da subito.”

 

Lo fissai a bocca aperta. “Ma che fine ha fatto il Malfoy che conoscevo?” Chiesi disperata.

 

Ed ero davvero disperata. Solo allora mi resi conto che avevo davanti una persona che non conoscevo più. Avevo sempre pensato di sapere tutto di lui, il re delle serpi con quella sua aria gelida e strafottente. E adesso chi avevo di fronte?

 

Scorpius rimase qualche minuto in silenzio continuando a guardarmi con i suoi occhi grigi. Era un bel po’ di tempo che non li guardavo più con la giusta attenzione.

 

“E’ sempre qui.” Disse.

 

Io scossi la testa. “Beh, e perché ha smesso di fare lo stronzo?”

 

Lui ridacchiò e scosse la testa tra sé. “Secondo te ha smesso di fare lo stronzo? Non ti ha forse rovinato tutte le vacanze da quando hai rimesso piede a Londra?”

 

Ci pensai un attimo su. In effetti era vero. “Okey.” Concessi io. “Ma è stata una conseguenza. Non volevi davvero rovinarmi il Natale.”

 

Fece una smorfia. “Sì e no. Darti fastidio è sempre divertente.” Ammise. “Non è che tu non abbia ragione fino in fondo, non sono stato troppo in me ultimamente. Tanto per cominciare me la intendo con una Weasley.”

 

Io lo guardai male. “Davvero divertente.”

 

“Oh, lo è.” Annuì prendendomi in giro. “Non puoi immaginarti quanto.”

 

Io allargai le braccia. “Bene, adesso che sei tornato cos’hai intenzione di fare? Pensi di poterti quietare un po’ e ritornare a vederci durante le ronde come abbiamo sempre fatto?”

 

Lui rise e scosse la testa. “Non ci sperare.”

 

“Cosa? Perché no?” Chiesi io subito agitata.

 

Scorpius scrollò le spalle di nuovo. Era una cosa che odiavo. “Il gioco è bello quando dura poco. Ed ho appena iniziato un altro gioco nel caso tu non te ne fossi accorta.”

 

“E sarebbe?”

 

“Indovina quanto ci mette il gossip a diffondersi in tutta Hogwarts.” Fece fiero di sé.

 

Spalancai gli occhi. “Non vorrai davvero continuare con questa cosa?” Dissi. “Vuoi che tutti ad Hogwarts sappiano che usciamo insieme?”

 

Lui fece un ghignò. “Così ora usciamo insieme?”

 

Io roteai gli occhi. “Piantala!” Lo implorai.

 

Ridacchiò tra sé e si chinò per posare le sue labbra sulle mie. Stavolta erano fredde davvero, ma avevano sempre il potere di riscaldarmi. Sorrisi contro le sue labbra, fino a che qualcuno non si schiarì la gola sulla nostra desta e ci staccammo di colpo. Era papà.

 

“Scusate il disturbo.” Disse guardandoci torvo. “Vostra madre mi ha mandato a vedere se stava andando tutto bene… ma a quanto vedo direi proprio di sì.”

 

Io mi morsi un labbro, rossa di vergogna. “Papà…”

 

“Credo che sia meglio che tu rientri in casa, Rose.” Fece papà duro. “Avrai tutto il resto dell’anno per vedere Scorpius a scuola.”

 

Io mi voltai verso Scorpius che fece un piccolo sorriso e annuì. Lo salutai con una mano e rientrai in casa, papà alle spalle. Percorsi veloce il corridoio a testa bassa e non ritornai neanche a sedere a tavola, andai dritta verso le scale e salii di corsa.

 

“Rose!”

 

Sentii mia madre che mi chiamava, ma non avevo voglia di confrontarmi anche con i parenti, adesso. La sentii poi dire qualcosa a papà, ma non riuscii a capire cosa perché ero già salita al secondo piano. Mi rifugiai infine nella vecchia stanza di papà e mi gettai sul letto sospirando sonoramente.

 

Passarono meno di due minuti prima che qualcuno venisse a bussare alla porta. Io non risposi, non avevo voglia di vedere nessuno, e la cosa che temevo di più è che fosse uno degli adulti. Non avrei avuto la forza di confrontarmi con loro.

 

“Rose, sono io.” Venne la voce di Lily.

 

Sbuffai. “Entra.” Dissi soffocando la voce contro al lenzuolo.

 

Lily entrò un po’ incerta, mandando un rapido sguardo dentro la stanza. Entrò chiudendosi subito la porta alle spalle e venne a sedersi sul letto a fianco a me, io voltai la testa per guardarla dal basso.

 

“Perché non me l’hai detto?”

 

Sospirai. “Non volevo che lo sapesse nessuno a dire il vero, e invece lo sapevano già troppe persone.”

 

Lily annuì e sorrise appena. “Beh, spero per te che ne sia valsa la pena. Bacia bene?”

 

Io le mandai un’occhiataccia ma lei non mollò. E sapevo che non avrebbe mollato fino a che non le avessi risposto. “Divinamente.” Dissi. “Ne è decisamente valsa la pena.”

 

“Com’è successo?” Chiese alzando gli occhi al cielo come se stesse rileggendo nella sua testa gli avvenimenti. “Ero rimasta che a te piaceva lui… non che a lui piacessi te.”

 

“Lo so, ci ho messo mesi pure io per realizzare la cosa. Non saprei proprio dirti come sia iniziata, so solo che il giorno prima neanche ci guardavamo e il giorno dopo ci mettevamo d’accordo sulle ronde notturne. Ecco com’è andata.”

 

Lily ridacchiò e scosse la testa. “Non posso crederci, Rose Weasley che rompe gli schemi.”

 

Era quello che avevo fatto, avevo rotto gli schemi? Pensai ad una vecchia conversazione avuta con Scorpius l’anno precedente, quando ci eravamo visti nella Sezione Proibita. Avevo decisamente fatto un bel salto da cercare di trasgredire entrando là dentro a vedermi di nascosto con un Malfoy. Ma era questo che aveva detto lui, mesi fa, no? Trovati un ragazzo che ti faccia divertire.

 

Arricciai il naso. “In fondo penso di aver voluto tenere la cosa nascosta non solo perché avessi paura della reazione di papà. In fondo vedersi di nascosto senza che nessuno lo sapesse era divertente.”

 

“Pensi che zio Ron si calmerà mai?” Chiese Lily mandando uno sguardo al piano di sotto.

 

Io scrollai le spalle facendo tremolare il vecchio letto. “Non lo so.” Sospirai. “Al momento non m’importa. E’ Natale, accidenti!”

 

Lily annuì. “Ben detto. E lo sai cosa vuol dire?”

 

Io la guardai confusa. “Che ci sono regali da scartare?”

 

Lei scosse la testa. “No. Che mancano solo dieci giorni al rientro a scuola.”

 

Sospirai. “E questo dovrebbe farmi sentire meglio? Non oso pensare a cosa succederà quando Paula lo verrà a sapere… sarà la fine dei nostri giorni ad Hogwarts.”

 

Lily ridacchiò. “Sarà la cosa più divertente mai vista ad Hogwarts negli ultimi dieci anni!”

 

Io alzai un sopracciglio. “Dì un po’, tutta questa storia ti diverte da morire, non è vero?”

 

“Oh sì!” Fece Lily battendo le mani insieme. “Decisamente!”

 

 

**

 

 

Scusate ragazzi ma questa settimana sono decisamente di fretta, riesco ad aggiornare proprio per il rotto della cuffia e vi chiedo di avere pazienza.

Ho letto, come sempre, tutte le vostre recensioni e mi dispiace davvero tanto di non potervi rispondere uno ad uno come faccio sempre alla fine dei capitoli. Comunque ringrazio tutti per i complimenti e le critiche, di cui prendo atto e cerco di farne uscire un lavoro migliore.

L’unica cosa di cui vi pregherei è di non recensire dicendo “bello ma corto” … lo so che sono corti, ragazzi, ma come ve lo devo dire che non ho tempo?

 

Spero davvero di potermi soffermare un po’ di più sul prossimo capitolo e nel mentre cominciare un altro progetto che avevo in mente, anche se ormai penso che verrà fuori a settembre.

 

Ringrazio ancora tutti, vecchi e nuovi <3

Zia funkia.

 

 

 

 

 

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Capitolo 31
*** 31. I don't know ***


Il viaggio di ritorno verso la stazione fu più o meno identico a quello di Natale, con la sola eccezione che stavolta Hugo si lamentò davvero della guida di papà

                                  DON’T TELL DAD

 

                                   31. I don’t know

 

 

 

Il viaggio di ritorno verso la stazione fu più o meno identico a quello di Natale, con la sola eccezione che stavolta Hugo si lamentò davvero della guida di papà. Io ogni tanto sbirciavo nello specchietto retrovisore per vedere la faccia di papà, sembrava che stesse andando ad un funerale. Mamma aveva anche rinunciato a cercare di avviare una conversazione.

 

Fino a che non varcammo la barriera e ci ritrovammo davanti alla locomotiva rossa, nessuno aprì bocca. Papà andò a sistemare i bagagli e mamma ci abbracciò uno per uno, fino ad arrivare a me. sospirò e mi guardò con un debole sorriso.

 

“Gli passerà.” Mi promise.

 

Io feci una smorfia e guardai oltre le mie spalle, verso papà. “Non credo che sia possibile. Non ha parlato per tutte le vacanze di Natale!”

 

Mia madre sospirò di nuovo ma non disse nulla perché papà era appena tornato. Ci guardò tutti e tre, Vanessa era sempre con noi, ma non ci abbracciò come aveva fatto la mamma. Si schiarì la gola un po’ in imbarazzo.

 

“Bene, allora… fate buon viaggio. E scrivete quando arrivate.”

 

Hugo annuì e se ne andò subito sul treno senza trattenersi in altri convenevoli. Non potei biasimarlo dato che era stato costretto a sopportare tutta la situazione che avevo creato io. Vanessa ed io stavamo per incamminarci ma io mi bloccai di scatto guardando oltre le spalle dei miei genitori. Anche mamma e papà si voltarono, i Malfoy erano a pochi passi da noi. Il mio sguardo si incrociò con quello di Scorpius.

 

“Weasley.” Salutò un po’ freddo il papà di Scorpius.

 

Papà rispose. “Malfoy.” Si voltò verso di noi scuro. “Credo sia ora che saliate sul treno.”

 

Io non me la sentii proprio di replicare e obbedii senza dire una parola, Vanessa mi seguì. Salimmo fianco a fianco sul treno e sospirai guardando fuori dal finestrino mentre papà e mamma scambiavano due parole con i Malfoy. Non sapevo se essere invidiosa di non poter sentire o esserne felice.

 

Vanessa si piegò verso il mio orecchio. “Non è andata così male… Malfoy respira ancora.”

 

Io mi voltai verso di lei e la guardai male. “Non è andata così male? Dì un po’, ma c’eri anche tu a Natale o ti eri assentata per un po’?”

 

“Weasley!” Mi sentii chiamare. Mi ghiacciai sul posto. “Weasley, aspetta!”

 

Ci voltammo, Scorpius stava camminando a passo svelto verso di noi e io dissi a Vanessa di andare avanti senza di me. Scorpius mi raggiunse e solo quando Vanessa fu abbastanza lontana mi voltai a guardarlo negli occhi. Quando stavamo vicini così pensavo sempre che fosse alto, troppo alto per una come me.

 

Allargò le braccia. “Sono sempre qui, no?” Scherzò.

 

Io feci una smorfia. “Non so se esserne felice, Malfoy. Un pugno in pieno viso ti starebbe bene, per il Natale che mi hai fatto passare.”

 

“Beh, puoi sempre colpirmi tu.” Lo presi in parole e gli sferrai un pugno. “Ahia! Ma sei impazzita?”

 

“Può darsi!” Sbottai io. Ero furiosa, non propriamente con lui, ma dovevo rifarmela con qualcuno. “Ma sono così… così… mio padre non mi rivolge più la parola ed è tutta colpa tua! Solo colpa tua!”

 

Scorpius alzò le mani. “Guarda che io non ho obbligato nessuno. E sei stata tu la prima a dichiararti.”

 

Io lo fissai a bocca aperta. “Io non mi sono dichiarata!” Due studentelli che passavano lì vicino ci guardarono curiosi ed io abbassai la voce. “Non avrei mai voluto dirtelo. Sarebbe stato molto meglio se me lo fossi tenuto per me. Anzi, avrei voluto non rendermene mai conto.”

 

“A chi lo dici.” Sospirò  Scorpius abbassando la testa. “E’ stato uno strazio quando quella notte ti ho sognata e…” si fermò di botto e alzò la testa di scatto.

 

Io lo fissai con un sorrisino divertito e incrociai le braccia al petto. “Oh no, non fermarti. Vai pure avanti con quello che stavi dicendo.”

 

Scorpius si schiarì la gola cercando di darsi un contegno. “Non c’è nient’altro da dire.”

 

“Allora è vero!”

 

La voce petulante di Paula ci stordì le orecchie ed entrambi facemmo un passo indietro voltandoci verso di lei. Paula aveva le mani congiunte e ci guardava con gli occhi che brillavano.

 

“Lo sapevo che sarebbe successo!” Urlò di nuovo.

 

Io e Scorpius ci guardammo. “Successo cosa?” Chiesi.

 

Paula ridacchiò gongolandosi. “Che vi sareste messi insieme! Io lo sapevo, Rose, ti ricordi che te l’avevo detto?”

 

Io arrossii a dismisura e guardai pericolosamente Scorpius. “Cosa? No! No, noi non stiamo… Paula, ma come diavolo ti viene in mente?”

 

Scorpius guardò prima me, poi Paula e mi mise un braccio attorno alla vita. “Sì, è vero.” Disse. “Ma Rose non vuole ammetterlo.”

 

Io lo spinsi via fissandolo a bocca aperta. “Cosa? Paula, sta solo cercando di prenderci in giro e mettermi in cattiva luce.”

 

Scrollò le spalle. “E perché dovrei?”

 

Paula ci fissò un po’ confusa e ci pensò un po’ su. “Oh beh…” disse. “Andrò a dire in giro che forse state insieme.”

 

Prima che potessi fermarla se ne andò giù per il treno cominciando a bussare alle cabine. Io mi voltai verso Scorpius esasperata e pestai un piede a terra, come i bambini piccoli quando fanno i capricci.

 

“Ma insomma, vuoi smetterla con questa storia?!” Feci.

 

Mi passai una mano sulla fronte e lo lasciai lì in mezzo al corridoio del treno. Ormai era già partito da un po’ ma ero stata talmente presa a parlare con lui che non mi ero neanche resa conto che ci stavamo già muovendo. Sbirciai all’interno degli scompartimenti alla ricerca di facce familiari, e dopo la quarta cabina vidi Vanessa ed Al che chiacchieravano con le gemelle e Vincent.

 

Entrai nervosa e mi sedetti con loro, continuando a mordermi il labbro inferiore. Tutti mi guardarono in silenzio aspettando che io parlassi ma continuai a rimanere zitta.

 

“Rose,” disse Gaby. “Stai bene?”

 

Feci per aprire bocca ma Scorpius aprì lo scompartimento ed io sospirai. “Oh ti prego! Cosa c’è adesso?”

 

Al lo guardò male. “Sai, Malfoy, a la gente piace respirare.”

 

Scorpius lo ignorò e mi guardò. “Vorrei che la smettessi di dire bugie, ecco cosa.”

 

Mi alzai in piedi e lo confrontai. “Non sto dicendo bugie ma dire una cosa a Paula è come dirla al mondo intero!

 

Lui si passò una mano tra i capelli esasperato. “Ci sono ragazze che morirebbero per poter dire a giro che escono con me, lo sai?”

 

“Beh, io non sono tra queste!” Urlai. Ci fissammo per un po’ in silenzio poi scossi la testa stanca e mi slacciai il ciondolo dal collo. “Riprenditelo. Tutta questa storia è stata una sciocchezza fin da subito ed è andata anche troppo oltre.”

 

Scorpius mi guardò come se fossi diventata pazza e mandò un’occhiata al ciondolo. “Io non lo rivoglio indietro. Non so cos’altro devo fare per dimostrarti…” sospirò e scosse la testa. “Lascia perdere, Weasley, hai perfettamente ragione.”

 

Mi strappò il ciondolo dalle mani e se ne andò sbattendo violentemente la porta della cabina. Il resto dei presenti mi guardò con un misto di curiosità e pena. Le gemelle soprattutto sembravano essere le più sconvolte del gruppo.

 

“Rosie, io…” cominciò Sol guardando la porta dello scompartimento. “No credo de aver capito bene quello che è successo.”

 

“Esco con Malfoy.” Confessai, poi trassi un sospiro. “Beh, uscivo con Malfoy.”

 

Gaby e Sol strabuzzarono gli occhi nella stessa identica maniera, mentre Vincent scoppiò a ridere. “Tu esci con Scorpius Malfoy? E’ geneticamente possibile?”

 

Io mi sedetti accanto ad Al. “Beh, a quanto pare no.”

 

Al mi passò una mano intorno alle spalle ed io piegai la testa sulla sua spalla. “Ehi, non c’è motivo di essere tristi per un coglione del genere, ok? Prometti che appena arrivati a scuola mangerai a strafare e mi farai un bel sorriso?”

 

Io feci una smorfia. “Perché dovrei mangiare a strafare?”

 

Al rise e scosse la testa. “Perché sei una Weasley.”

 

 

**

 

 

Arrivata a scuola ero solo riuscita a mettere piede per dieci minuti in Sala Grande, il tempo di cenare velocemente e mi ero rifugiata in Dormitorio con il resto delle ragazze. Gaby e Sol avevano voluto sapere ogni minimo dettaglio e mi avevano rimproverato per non aver raccontato loro niente. Vanessa rimase ad ascoltare in silenzio per tutto il tempo, finendo di darsi lo smalto sulle unghie dei piedi.

 

“…e adesso papà non mi rivolge neanche la parola. E’ talmente arrabbiato che si è chiuso in una specie di silenzio di protesta. Dovrei scrivergli una lettera e dirgli che ormai non c’è più ragione per essere arrabbiato.”

 

Vanessa scosse la testa e parlò per la prima volta da quando eravamo entrate in Dormitorio. “Non essere sciocca, Rose, non butterai questa cosa al vento.”

 

Io e le gemelle ci voltammo verso di lei. Corrucciai la fronte. “Cosa?”

 

Vanessa sospirò come se le scocciasse parlare. “Tu non puoi lasciar perdere.” Disse. “Non adesso. Hai tenuto nascosta per mesi questa relazione, sei andata contro il parere dei tuoi amici, dei tuoi cugini, dei tuoi genitori. Mi hai fatto tenere nascosto la cosa addirittura con Al e hai reso la vita impossibile a chiunque ti sia stato accanto… quindi tu adesso non mollerai.”

 

Io rimasi per un po’ a fissarla a bocca aperta senza sapere cosa dire. Gaby sospirò e annuì. “Vanessa ha ragione.”

 

Io boccheggiai un paio di volte. “Cosa? Ragazze, non potete dire davvero! Sol?”

 

Sol fece una smorfia ma scrollò le spalle. “Scusa, Rose, ma creo che Vanessa tenga ragione.”

 

Non potevo crederci! Incrociai le braccia al petto. “Io non parlerò di nuovo con lui. Non dopo oggi.”

 

Vanessa roteò gli occhi. “Adesso stai prendendo la cosa di punta… proprio come ho fatto io con Al.”

 

“Non m’importa.” Feci voltando la testa altezzosa. “Non ho intenzione di parlare di nuovo con lui. Non ho intenzione di avere più niente a che fare con lui. Lo ammetto, è stato divertente e uscire la notte quando nessuno poteva saperlo mi dava quel certo brivido… ma da quando è cominciata questa storia sono successi solo guai.”

 

Sol alzò un sopracciglio. “E conoscendo Malfoy credi che se darà pervinto così?”

 

Vanessa fece una semi risata. “Neanche tra cent’anni.”

 

Io sbuffai. “Siete troppo ottimiste. Una cosa che io e Malfoy abbiamo sempre avuto in comune è l’orgoglio. Non tornerà strisciando neanche se dovesse soffrire come un cane, piuttosto starebbe da solo per tutta la vita a piangere in uno sgabuzzino, pur di non mettersi in ginocchio.”

 

Vanessa alzò un sopracciglio. “Beh, mesi fa avrei scommesso che non sarebbe uscito con te neanche per un miliardo di galeoni. Eppure eccoci qua.”

 

Non aveva tutti i torti. Io stessa avrei potuto scommettere che io e Malfoy non saremmo mai usciti insieme neanche per un miliardo di galeoni.

 

“Non me la sento di vederlo.” Dissi scotendo la testa. “Non ne ho proprio voglia.”

 

Sol sospirò. “Esto es un problema, Rose, perché domani è venerdì.”

Io alzai un sopracciglio. “E allora?”

 

“Prima ora: Trasfigurazione coi Serpeverde.”

 

Miseriaccia!

 

 

**

 

 

Non era proprio da me ma venerdì mattina avevo saltato tutte le lezioni. Ero sicura che se la McGrannitt mi avesse beccata a giro di sicuro mi sarei presa una bella punizione ma non ero proprio in vena per andare a lezione, perciò feci tutto quello che non avevo fatto in mesi. Ero andata da Hagrid e avevo studiato cercando di rimettermi in pari.

 

Era un sabato mattina quando Zabini entrò in Biblioteca salutando a gran voce Madama Pince. Io me ne stavo in un tavolo vicino all’entrata a studiare per i M.A.G.O. e cercavo di rimettermi in pari per i mesi che ormai avevo perso inutilmente. Ero quasi a metà del libro di Trasfigurazione quando si sedette dall’altro capo del mio tavolo fissandomi come un maniaco.

 

Alzai appena un sopracciglio senza alzare gli occhi dal libro. “Zabini.” Dissi educatamente. “Posso fare qualcosa per te?”

 

Zabini si piegò verso la metà del tavolo. “Non parla da quando siamo tornati. Non ha parlato con nessuno, neanche con me.”

 

Sospirai ed alzai gli occhi su di lui, scocciata. “Non mi interessa, non è più una faccenda che mi riguarda.”

 

“Lo so che non ne vuoi più sapere niente e lo so che sei arrabbiata per quello che ha fatto. Ma Scorpius non è il tipo che di solito si presenta ai genitori, non sa gestire questo genere di cose.” Fece Zabini.

 

Io chiusi il mio libro con un tonfo sordo. “Nessuno gli ha chiesto di farlo. Stavo perfettamente bene con la nostra relazione clandestina, senza che si creassero problemi.” Dissi abbassando la voce.

 

“Rose,” Fece Zabini ed io rimasi un po’ perplessa. Zabini non mi chiamava mai per nome. “Scorpius cercava solo di dimostrare quello che prova per te, possibile che tu non l’abbia ancora capito?”

 

Io sbuffai e alzai gli occhi al cielo. “E pensa che dire a tutta Hogwarts che usciamo insieme sia una dimostrazione?” Zabini mi guardò eloquente ed io spalancai la bocca. “Lo pensa veramente?!”

 

“Come ti ho già detto, Scorpius non sa gestire questo genere di cose.”

 

Io lo guardai a bocca aperta. “Ma questa è follia! Non può convincersi che questo sia il modo di dimostrarmi quello che prova!”

 

Zabini alzò un sopracciglio e fece mezzo sorriso. “Ah no? Però ti ha anche comprato un ciondolo da 200 sterline.”

 

Io feci per toccarmi il collo ma poi ricordai che ormai non avevo più quel ciondolo a forma di rosa che mi era arrivato in forma anonima. Mi schiarii la gola e abbassai gli occhi sul libro. “Non posso credere che una persona intelligente come Scorpius pensi di poter comprare dei sentimenti.”

 

“Non è questo.” Fece Zabini. “E’ solo il suo modo per dirti che ti pensa.”

 

Io scossi la testa e sospirai. “Non ho bisogno di cose materiali per saperlo.”

 

“Io lo so, tu lo sai.” Disse Zabini facendomi l’occhiolino. “Ma forse dovresti parlare con lui.”

 

Io feci un grande sospiro e ci pensai un po’ su. Anche Vanessa stava premendo perché tornassi a parlare con Scorpius. “Dammi una ragione valida per cui dovrei andare a cercarlo e preoccuparmi di quello che sta passando.”

 

Zabini allargò le braccia. “Perché avete fatto carte false per potervi vedere per tutto questo tempo?” Si piegò di nuovo verso di me. “Ehi, ma tu lo sai che di solito Scorpius non esce con la solita tipa per più di una settimana?”

 

Io sbattei le palpebre un paio di volte. “Beh, io non sono una tipa.”

 

Zabini alzò gli occhi al cielo e sospirò. “Aveva ragione Scorpius, accidenti, sei proprio un osso duro.”

 

“Scorpius dice questo di me?” Chiesi.

 

“Scorpius dice tante cose di te.” Mi informò lui con mezzo sorriso. “In modo casuale. E guai se gli si fa notare che parla solo e soltanto di te.”

 

“Figurarsi.” Feci io sbuffando.

 

Al entrò in biblioteca, probabilmente proprio per cercare me, dato che venne diritto verso il mio tavolo senza esitazione. Solo quando ci arrivò vicino, rallentò il passo guardando curiosamente Zabini e fece il giro del tavolo per arrivare al mio fianco, senza staccare gli occhi da lui. Corrucciò la fronte e mi guardò.

 

“Cos’è questa passione improvvisa per i Serpeverde?”

 

Io sospirai e mi lasciai andare sul tavolo. “Oh ti prego, Al, non essere sciocco!” Mi lamentai. “Zabini è qui per convincermi a parlare con Scorpius.”

 

Al guardò di nuovo Zabini, che lo salutò con la mano. Al alzò un sopracciglio. “Oh bene, posso cercare di convincerti a non farlo?”

 

“Quello che ti pare.” Feci agitando una mano in aria. “Ho la testa talmente piena di consigli che potrebbe scoppiarmi da un momento all’altro.”

 

Zabini guardò Al con pura curiosità. “Perché ce l’hai tanto con Scorpius?”

 

Al parve preso un po’ alla sprovvista. “Beh, perché… è un Malfoy.” Zabini continuò a guardarlo come se non capisse. “Ed io sono un Potter.”

 

Zabini lo guardò in attesa ma Al si fermò. “O…key.” Fece Zabini. “E quindi?”

 

“Ci sono più di cento anni di rivalità tra le nostre famiglie!” Fece Al.

 

“Veramente, credevo che tra i Malfoy e gli Weasley ci fossero secoli di rivalità.” Fece Zabini. “Cosa c’entrano i Potter?”

 

Io sorrisi, Zabini gliele stava cantando di santa ragione. Al boccheggiò un attimo. “Beh, i nostri genitori si odiavano.”

 

“Oooh” Fece Zabini annuendo. “Adesso è tutto chiaro.”

 

Al gli puntò un dito contro. “Ehi, non prendermi in giro!”

 

Io sbuffai e chiusi gli occhi. “Se non vi dispiace io qui stavo cercando di studiare.”

 

Zabini scosse la testa e si alzò. “Pensaci, Weasley.” Alzò gli occhi su Al e piegò la testa da una parte. “E pensaci anche tu, Potter, non può farti troppo male.”

 

Se ne andò via salutando di nuovo Madama Pince che lo intimò al silenzio correndogli quasi dietro. Al mi guardò dall’alto un po’ mortificato e si schiarì la gola come se non avesse la più pallida idea di cosa dire ancora.

 

“Hai visto Vanessa?” disse. “Domani c’è la partita.”

 

“No.” Feci tornando con lo sguardo sul mio libro, poi alzai la testa di scatto. “Partita? Che partita?”

 

Al sembrò in pena. “Beh…”

 

“Al.” sospirai. “Che partita?”

 

“Grifondoro contro Serpeverde.” disse infine come se gli costasse caro. “Ma non credo tu voglia venire, insomma non ci sarà niente da vedere e…”

 

“Oh no, no, no, no, no!” Dissi fermamente alzandomi in piedi. “Io ci sarò! Ci sarò eccome!”

 

Al fece una faccia come se volesse picchiarsi da solo. “Rose, non credo che tu voglia venire a questa partita.”

 

Lo guardai dritta negli occhi inferocita. “Ho detto che io ci sarò.”

 

 

**

 

 

Lo so… questo capitolo fa schifo pure a me XD

E so anche che oggi sarete tutti impegnati a guardare l’Italia e i mondiali, ma dato che io non lo guardo e ho due ore a disposizione, aggiorno.

 

Sono sempre molto impegnata con il lavoro (purtroppo) anche se si è leggermente alleggerito, ma faccio sempre un sacco di straordinari e il tempo è davvero poco. Spero comunque di finire la storia prima di Agosto prima di andare in ferie, anche se mi sa che siamo un po’ precisi…

 

Anche perché, come avevo accennato in precedenza, ho un altro progetto in cantiere che vorrei iniziare per Settembre ma non posso iniziarlo prima di aver finito questo. A buon intenditor poche parole…

 

Ne approfitto anche per ringraziare, come sempre, chi recensisce. Grazie a lazionelcuore, Chiara_96, hele, Raim, Leuconoee, Nabiki93, mimmyna,Margot_ciel, Mirwen, mrs Snape, kayak chan, Mariuccia, jessicagranger, Edvige86, ThePirateSDaughter, zia_addy, Melisanna_, _madduz_, elettra1991, StarlessNight, Hiromi91, _Jaya

 

Grazie a tutti! Zia funkia

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Capitolo 32
*** 32. Hospital wing ***


Era un sabato mattina ed io me ne stavo in biblioteca a studiare per i M

                               DON’T TELL DAD

 

                                32. Hospital Wing

 

 

Al era rimasto completamente terrorizzato dal mio comportamento e perciò aveva deciso di non replicare e annuire a tutto quello che dicevo. Io avevo convinto le gemelle a venire con me alla partita, dato che non potevo andarci né con Vanessa, né con Al o mio fratello e Lily. A dire il vero questa era la prima partita a cui assistevo da quando era iniziato l’anno.

 

Lo stadio era gremito di gente, tutti agguerritissimi. Di solito, mi spiegò Vincent, la partita tra Grifondoro e Serpeverde era la più accanita di tutte e per questo c’era sempre un gran numero maggiore di studenti che veniva a vedere la partita. Vincent disse anche che di solito le partite tra i Grifondoro e i Serpeverde finivano in una rissa.

 

“Beh, non succede sempre.” Cercò di rassicurarmi dopo che ero sbiancata.

 

“Ah,” riuscii a dire io. “Quindi può anche essere che nessuno si faccia male, giusto?”

 

Vincent ridacchiò nervosamente grattandosi la nuca. “Beh… no. No, di solito c’è sempre qualcuno che si fa male.”

 

Io mi scambiai uno sguardo con le gemelle che cercarono di sorridermi per rassicurarmi. La voce di Hathaway risuonò per lo stadio presentando le due squadre esattamente come avevo visto fare l’anno precedente.

 

Ecco che entra in campo la squadra dei Grifondoro capitanati da Potter! Un bell’applauso!”

 

La platea si aprì in un ruggito di incoraggiamento e anche Vincent e le gemelle urlarono qualcosa che io non riuscii bene a capire.

 

Ed ecco il resto della squadra: Weasley, Potter, Fletcher, Judd, Jordan e Miller!”

 

Io mi piegai verso Sol. “Tu credi che qualcuno si farà male sul serio?”

 

Sol sorrise e scosse la testa. “Al massimo finiranno in Infermeria per qualche giorno.”

 

Non era consolante.

 

Ed ecco fare il suo ingresso la squadra dei Serpeverde: Nott, McPhee, Benson, Zabini, Xavier, O’Brian e il capitano Malfoy!”

 

Io deglutii a fatica vedendo passare Scorpius sulla sua scopa con la sua divisa. Mi fece lo stesso effetto che mi aveva fatto l’anno precedente. Era sicuramente il fascino della divisa. Per un qualche strano motivo, mentre salutava in platea, i nostri sguardi si incrociarono e lo vidi rimanere un po’ perplesso. Forse si chiedeva cosa ci facessi ad una partita di Quiddicth.

 

Madama Hook si appresta ad iniziare il gioco… e la palla va ai Grifondoro, Jordan ha il possesso della Pluffa e cerca di scansare i giocatori avversari per arrivare agli anelli… Malfoy scaglia subito un violento bolide contro Jordan.. che lo scansa e porta avanti la sua partita…”

 

Io cercavo di seguire più che potevo la partita ma non ci capivo granchè. Senza contare che i miei occhi erano completamente magnetizzati su Scorpius e la sua mazza. La sua mazza da Quidditch.

 

“…la palla è ancora in possesso dei Grifondoro, questa volta è Fletcher… passa la palla a Judd… attenzione, Benson cerca di entrare…ma cosa… Potter sembra aver adocchiato il boccino! Corre come una scheggia!”

 

Alzai gli occhi, Albus andava così veloce che non riuscivo neanche a distinguere dove finisse lui e iniziasse al scopa.

 

Por Dios, neanche dopo dieci minuti!” Fece Gaby.

 

Abbassai appena in tempo gli occhi per vedere Scorpius che lanciava un bolide potentissimo proprio nella sua direzione.

 

“No!” Urlai alzandomi in piedi.

 

Non so se Al avesse sentito la mia voce ma si voltò appena in tempo per vedere il bolide e lo scansò all’ultimo secondo perdendo un po’ d’equilibrio sulla scopa. Lo vidi cercare di tornare in sella con un po’ di fatica.

 

“Non può farlo!” Dissi voltandomi verso Vincent.

 

Vincent fece una smorfia. “Beh, in realtà può. Anzi, è il suo compito.”

 

“Ma quel bolide avrebbe potuto mozzare la testa a qualcuno!”

 

Vincent scrollò le spalle e sorrise. “Questo è il Quidditch.”

 

Potter non sembra affatto aver gradito la cosa… sfreccia verso il basso a gran velocità e… un momento ma che sta facendo? Ha appena preso la mazza di Lily Potter…”

 

Io tornai a guardare verso il campo, Al aveva appena tirato un bolide verso Scorpius. Io mi morsi un labbro. “Questo però non è il suo compito, non è vero?”

 

“No.” Fece Vincent un po’ shockato. “E direi che le cose si mettono male.”

 

Gaby si portò una mano davanti alla bocca. “Non vorrano mica picchiarsi vero?”

 

Li vidi scendere entrambi verso terra e marciare uno verso l’altro con fare deciso. Io trattenni il fiato, possibile che Madama Hook non avesse ancora interrotto questo diverbio? Si diedero un paio di spintoni e tutta la squadra cominciò ad avvicinarsi per cercare di calmarli.

 

Non riusciamo bene a sentire cosa si stiano dicendo, ma sembra che stiano litigando per via di Rose Weasley.”

 

Tutti intorno a me si voltarono a guardarmi ed io diventai rossa come un pomodoro. Vidi Vanessa cercare di fermare Al trattenendolo per un braccio, mentre Zabini mormorava qualcosa all’orecchio di Scorpius. Sembrò quasi che Al se ne stesse per andare, ma poi si voltò di nuovo e sferrò un cazzotto a Scorpius.

 

Io mi alzai in piedi trattenendo il fiato. “Ma che diavolo sta facendo? E’ impazzito!”

 

“Oh ho.” Disse Sol scotendo la testa. “Si mette male. Mucho male.”

 

Scorpius non esitò oltre. Si avventò su di lui rendendogliele di santa ragione, nonostante tutta la squadra cercasse di trattenerlo come poteva. Alla fine venne fuori solo una gran nuvola di polvere e ogni tanto si vedeva qualche braccio o qualche gamba proprio come nei cartoni animati. Madama Hook accorse a separarli, ma quando la nuvola si abbassò riuscii solo a vedere Al e Scorpius coperti di sangue.

 

“Oh santo cielo!” Mi portai istintivamente una mano alla bocca.

 

Vincent fece una smorfia. “Neanche dieci minuti di partita…”

 

Madama Hook dichiara chiusa questa partita. Potter e Malfoy sono squalificati per le prossime cinque giornate.”

 

Gaby mi guardò. “Perché pensi che si siano picchiati in quel modo?”

 

Io scossi la testa ancora shockata. “Non ne ho idea ma una cosa è certa, non assisterò mai più ad una partita di Quidditch.”

 

“Ed io non assisterò mai più ad una partita insieme a Rose.” Fece Vincent con una faccia insoddisfatta.

 

Io alzai un sopracciglio e le gemelle lo guardarono strano. “E porque?” Chiese Gaby.

 

“Con lei presente le partite non durano più di dieci minuti!”

 

 

**

 

 

Non appena riuscii a scendere dagli spalti, data la folla e i curiosi che cercavano di capire cosa c’entrassi io tra Scorpius ed Al, mi precipitai subito in Infermeria, lasciando indietro Vincent e le gemelle.

 

Arrivai alla porta con il fiatone e la spinsi esausta. Al e Scorpius erano in due letti l’uno accanto all’altro. Vanessa sedeva sul letto di Al, mentre il resto delle squadre erano in piedi sparpagliati tra i due letti. Sia Al che Scorpius spalancarono gli occhi quando mi videro, perché entrambi sapevano cosa stava per arrivare.

 

“Ma che diavolo vi salta in mente?” Urlai. “Siete due idioti! I più grossi idioti che esistano nell’universo! E pensare che siete entrambi Capitani! Ma che razza di esempio state dando alle vostre squadre?!”

 

“Ha iniziato lui.” Fece Al indicando Scorpius.

 

Vanessa gli schiaffeggiò la mano ed io gliene fui grata. Io mi misi le mani sui fianchi e sospirai.

 

“E si può sapere perché diavolo ve le siete date a quel modo?”

 

Scorpius e Al si scambiarono uno sguardo prima di voltarsi entrambi dall’altra parte. Io guardai i membri delle squadre aspettando che qualcuno parlasse. Alla fine Zabini cedette.

 

“Potter ha detto che voleva fargli del male almeno quanto Scorpius ne avesse fatto a te.”

 

Cosa? Cosa? “Cosa?” Urlai alla fine. “Che cosa?”

 

Scorpius sbuffò dal suo letto guardando male Zabini. “Mai una volta che tu tenga quella trappola chiusa, Dylan!”

 

Non sapevo se essere più sconvolta che Scorpius e Al si fossero presi a botte per me o per il fatto che Zabini si chiamasse Dylan. Ma questo adesso non era importante.

 

Mi voltai verso Al a bocca aperta. “Ti è dato di volta il cervello?”

 

“No.” Fece Al serio. “Ho passato con te l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale. Ho passato con te il Natale. Ho passato con te il primo giorno di rientro dalle vacanze. Eri a pezzi, Rose, non ti vedo sorridere da un sacco di tempo.”

 

Io alzai un sopracciglio. “E picchiare Scorpius avrebbe risolto il problema? Non mi ha fatto sorridere affatto, sai?” Mi voltai verso Scorpius. “E possibile che tu sia saltato per così poco?”

 

“Veramente…” disse Lily timidamente. “Al ha anche detto che mollarlo è stata la cosa migliore che tu potessi fare.”

 

“Al!” Feci io furiosa. “Ma che diavolo…”

 

“Lo detesto, Rose! Non posso farci niente!” Fece Al nero. “E lo detesti anche tu!”

 

“Io non lo detesto affatto! Io…” I nostri sguardi si incrociarono ed io mi schiarii la gola guardando verso la squadra. “Vi spiacerebbe aspettare fuori?”

 

Le due squadre si mossero lentamente, solo Vanessa rimase immobile sul letto di Al. Feci per voltarmi e parlare di nuovo, ma Zabini era ancora fermo lì. Io sospirai.

 

“Anche tu, Zabini. Fuori.”

 

“Cosa?” Fece lui quasi offeso. “Io ci sono dentro quanto voi!”

 

“Dylan!” Ruggì Scorpius. “Esci da quella maledettissima porta!”

 

Aspettai che anche lui fosse uscito e guardai Scorpius indicando la porta con il pollice. “Si chiama seriamente Dylan?” Lui alzò un sopracciglio. “Okey, non è il momento.”

 

Andai a sedermi sul letto di Scorpius, aveva una fasciatura attorno alla testa e un occhio nero. Lo guardai e cercai di sopprimere un sorrisetto.

 

“Che c’è?” Fece lui ingenuamente.

 

“Niente.” Ridacchiai io. “E’ che il nero si intona col grigio dell’iride.”

 

Scorpius sbuffò. “Divertente, davvero.”

 

Vanessa si schiarì la gola e parlò per la prima volta da quando ero entrata. “Non so con chi di voi tre essere più arrabbiata. Davvero.”

 

“Tre?” Chiesi. “Che c’entro io?”

 

“C’entri eccome! Che diavolo di motivo avevi per chiudere la storia con Malfoy?” Chiese arrabbiata. “Lo sappiamo che non lo detesti, non lo hai mai fatto! Tu adoravi detestarlo, ecco cosa, anche quando litigavate sempre!”

 

Scorpius mi mandò uno sguardo ed io arrossii. “Sì, ma io non ho picchiato nessuno per questo.”

 

“E Al.” Continuò lei. “Neanche a me piace Malfoy, okey? Ma Rose è una mia amica e se lei è felice così mi sta bene! Che cosa avresti fatto se Rose non avesse voluto che uscissimo insieme?”

 

Al aprì un paio di volte la bocca. “Beh, probabilmente non mi sarei mai dichiarato data che è stata Rose…”

“E’ stato un incidente!” Feci io in difesa.

 

“Zitti!” Alzò le mani Vanessa. “E Malfoy!”

 

Scorpius voltò pigramente la testa. “Miller.”

 

“Potresti cercare di non rovinare la vita di Rose facendole prendere un infarto ogni cinque minuti? Te lo chiedo come favore personale!”

 

“Come ti pare.” Fece Scorpius come se non gli importasse.

 

Io lo guardai e mi leccai le labbra sospirando. Non sapevo da che parte cominciare, il mio orgoglio stava cercando di tapparmi la bocca. “Non ho… non ho bisogno di cose materiali.”

 

Tutti e tre si voltarono verso di me non capendo a cosa mi riferissi. Scorpius alzò un sopracciglio. “E di che cosa hai bisogno, Weasley?”

 

Adesso era pure tornato a chiamarmi Weasley. Dovevo averlo fatto proprio arrabbiare. “Di niente. Sto perfettamente bene così. Senza ciondoli che costano 200 sterline.”

 

Scorpius alla fine capì a cosa mi stessi riferendo, si frugò all’interno della maglietta e tirò fuori la rosellina di rubellite. “Era solo un regalo.”

 

“Perché la tieni al collo?” Chiesi io sinceramente sorpresa.

 

“Dove altro dovrei tenerla, è una collana.”

 

“Lo so, ma…” Sospirai. “Lascia perdere. Lo so che è un regalo, ma non ho bisogno che mi compri le cose. Come non ho bisogno che tu dica a tutti di noi perché sappia… quello che provi, insomma.”

 

Scorpius alzò un sopracciglio e si voltò un attimo verso Al e Vanessa. Sembrò un po’ confuso. “Pensavo che fosse quello che fanno le coppie normali.”

 

“Beh, noi non siamo esattamente una coppia normale.” Ribattei io stanca. “Non pensavo neanche che saremmo mai stati una coppia.”

 

“Beh, adesso lo siamo?” Chiese lui. Io lo guardai male e lui alzò le mani in difesa. “Era solo per sapere, vorrei esserne informato.”

 

Io sospirai e alzai lo sguardo su Vanessa che annuì con un sorriso. Spostai lo sguardo su Al, che scoteva la testa arrabbiato. Sapevo cosa dovevo fare. “Solo se prometti di prendermi in giro per il resto della tua vita, esattamente come hai sempre fatto da quando hai messo piede in questa scuola.”

 

“Oh questo è facile, Weasley.” Fece lui sorridendo. “Più di quanto tu creda, non richiede il minimo sforzo.”

 

“Stai bene attento a quello che dici o il nostro giustiziere della notte ti farà un altro occhio nero.” Fece Vanessa ridendo, lanciando un’occhiata ad Al.

 

Scorpius si voltò verso Al e sospirò chiudendo gli occhi. “Lo so che chiedo molto, Potter, ma potremmo darci una tregua?”

 

Al lo guardò imbronciato. “Non devi parlarmi, non devi guardarmi, non devi toccarmi. Solo allora potremmo fare una tregua.”

 

“Mi sta bene.” Fece Scorpius. Alzò lo sguardo su Vanessa. “Oh, e dì al tuo ragazzo che tregua o non tregua rimane un idiota.”

 

“Malfoy!”

 

 

**

 

 

Tornammo in Sala Comune che era passata l’ora di cena, Scorpius e Al avrebbero passato la notte in Infermeria e l’ora di visita era passata da un pezzo. Sperai solo che non si sarebbero picchiati di nuovo data la nostra assenza.

 

Hugo era seduto sul divano davanti al focolare con un’aria assonnata e io mi sedetti accanto a lui, mentre Vanessa diede la buonanotte e se ne andò su per le scale del Dormitorio.

 

“Come stanno i due infortunati?” Chiese Hugo sbadigliando.

 

Io scrollai le spalle. “Ancora molto agguerriti l’uno verso l’altro, ma cercheremo il modo di farli calmare un po’. Che ci fai ancora in piedi?”

 

“Ti aspettavo.” Disse con lo sguardo perso nel focolare. “Pensavo ti andasse di parlare.”

 

Il mio sorriso sparì lentamente dalle mie labbra. Sospirai. “Ho combinato un bel casino e mi dispiace. E’ stato un Natale orribile.”

 

Hugo scrollò le spalle e mi mandò un’occhiata. “Non sono dispiaciuto per Natale, Rose, non m’importa.” Disse. “Mi dispiace solo che papà l’abbia presa così male tanto da non rivolgere parola a nessuno. E’ una cosa stupida.”

 

“Conosci papà.” Mi morsi un labbro. “Ha sempre avuto un sacco di pregiudizi su i Malfoy.”

 

“E’ vero.” Disse Hugo. “Ma ci ha anche sempre detto una cosa. Di non giudicare un libro dalla copertina.”

 

Io sorrisi. “Beh in questo caso dal titolo.” Sospirai. “Dovrei ricordarglielo.”

 

“Sì, dovresti.” Fece Hugo annuendo. “Dovresti proprio mandargli una lettera e ricordarglielo.”

 

Io guardai Hugo che mi fissò con i suoi occhi blu. Gli occhi di papà. “E tu cosa… cosa ne pensi?”

 

Hugo fece un sorriso. “Penso che tu sia completamente impazzita.” Rise. “Ma lo trovo anche estremamente divertente, tu e Malfoy.”

 

Sorrisi appena. “Non ti crea problemi, vero?”

 

Scosse la testa. “No, Rosie, non finchè non li crea a te. Io non ho mai avuto niente a che fare con Malfoy, né in positivo né in negativo. Non spetta a me giudicare.”

 

“Sei sicuro di essere tu il fratello minore?” Chiesi io scherzando.

 

Hugo rise di nuovo. “Ehi, anche io ho un pezzetto del cervello di mamma, dovrà servire pur a qualcosa, no?”

 

Sorrisi e lo abbracciai stretto. “Sei il miglior fratello del mondo, Hugo.”

 

Lui mi circondò con le braccia e rise di nuovo. “Ricordatelo quando avrò bisogno di un prestito.”

 

 

**

 

 

Bentrovati!!

Oggi sono decisamente più rilassata visto che finalmente dopo un anno sono riuscita ad andare al mare <3

 

Ma bando alle ciance!

Vedo, con piacere, che Zabini ha fatto strage di cuori!! Mi fa piacere, anche a me piace Zabini, è simpatico ^^

Per la vostra gioia Rose e Scorpius si sono riconciliati… vi eravate arrabbiati tutti quanti! Mi avete fatto paura!

 

Grazie come sempre per le vostre recensioni, sono magnifiche:

_madduz_, Lazionelcuore, Hiormi91 (non te la prendere troppo XD è una ff e lo sai che la zia è malefica :sisi), Raim, Nabiki93, mrs Snape, Chiara_96, mimmyna, kayak chan, fly girl_HH (sono sempre di fretta perché lavoro 9 ore al giorno, ecco perché… quanto ad insegnarti qualcosa, non penso proprio di essere all’altezza XD a scuola ai temi mi davano 5), elettra1991, Edvige86 (anche il mio cervello mi sa che sta fantasticando troppo…), ThePirateSDaughter, BigIlly, Mariuccia, hele (ahah una caccabomba… non ci avevo pensato… potrebbe essere), zia_addy, Leuconoee, GiulyB (Thò! Guarda chi si rivede XD non ci posso credere che ti sei rimessa in pari O.O …i bannerini piacevano un sacco anche a me, ma poi era un impegno farne di nuovi tutte le volte e ho abbandonato çç) StarlessNight, Eowyn

 

Love u!!

Zia funkia

 

 

 

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Capitolo 33
*** 33. Kiss the girl ***


Al e Scorpius erano usciti dall’Infermeria la mattina dopo

                             DON’T TELL DAD

 

                               33. Kiss the girl

 

 

Al e Scorpius erano usciti dall’Infermeria la mattina dopo. Io e Vanessa ci eravamo alzate un po’ prima per passare da loro, ma quando eravamo arrivate Madama Chips li stava già dimettendo. Non dovevano aver dormito molto, i loro occhi erano rossi e stanchi. Sperai solo che non avessero passato la notte ad insultarsi e a cercare di colpirsi l’un l’altro.

 

Ci incamminammo tutti e quattro verso la Sala Grande per fare colazione. Le persone che ci incrociavano nel corridoio, ci guardavano perplessi e bisbigliavano tra loro. Io mi sentii un po’ a disagio.

 

“Credo che stiano tutti parlando di noi.” Bisbigliai a Scorpius.

 

Lui sbuffò una risata e scosse la testa. “Sei solo paranoica.”

 

Non appena mettemmo piede in Sala Grande, quasi la metà degli studenti si voltò verso di noi e cominciò un brusio generale. Vanessa ed Al andarono a sedersi come niente fosse, ma io mi voltai verso Scorpius e alzai un sopracciglio.

 

“Solo paranoica, eh?” Feci.

 

Scorpius rimase un attimo interdetto, poi scrollò le spalle. “Chi se ne importa, neanche fosse la prima volta che parlano alle mie spalle.”

 

Io accennai un sorriso e scossi la testa. “Vuoi…?” Lanciai uno sguardo al tavolo dei Grifondoro, come per chiedergli se volesse fare colazione con noi.

 

“No, grazie.” Disse con una smorfia. “Senza offesa.” Si affrettò ad aggiungere.

 

“Ci vediamo a Storia della Magia, Malfoy.”

 

Lo lasciai in mezzo alla Sala Grande e andai a sedermi con Al, Vanessa, le gemelle e Vincent. Mangiai la mia colazione in tutta tranquillità, dopo così tanto tempo che mi sembrava quasi strano non sentire più quella sensazione di ansia perenne addosso.

 

Stavo mettendo in bocca l’ultimo boccone quando Lily arrivò di corsa e si sedette davanti a me con un sorrisino sulla faccia. La guardai perplessa guardandomi intorno e alzai un sopracciglio.

 

“Ti serve qualcosa, Lily?”

 

Lei scosse la testa. “Oh no.” Disse. “Volevo solo informarti che tutti ad Hogwarts non fanno che parlare di voi, vi chiamano la ‘coppia del secolo’. E la scazzottata di ieri ha fatto passare Malfoy per il grande eroe che per amore difende la sua fanciulla.”

 

Io e Al la guardammo entrambi shockati. “Cosa?”

 

Lily guardò Al con una faccia mortificata. “Scusami Al, lo so bene come sono andate le cose, ma ammetti che la versione che gira per Hogwarts è molto più romantica.”

 

Al si voltò a bocca aperta verso di me. Io lo fissai per un po’ poi scrollai le spalle. “Beh, non vorrai mica rifartela con me? O peggio, con Scorpius.”

 

“E con chi dovrei rifarmela?” Chiese lui scocciato.

 

Vanessa sospirò. “Perché non provi con lei?” Indicò con un cenno della testa Paula, che capeggiava un gruppo di ragazzine bisbigliando fitto.

 

Io roteai gli occhi. “Avrei dovuto immaginarlo, chi poteva mettere a giro una voce così idiota.”

 

“Scherzi?” Fece Lily. “Grazie a quell’idiota sei diventata la ragazza più popolare della scuola! Adesso decine e decine di ragazzi vorranno uscire con te.”

 

“Oh è fantastico!” Feci io fintamente entusiasta battendo le mani. Poi la guardai male. “Peccato che non mi importi niente di uscire con loro.”

 

Lily sospirò e scosse la testa. “E’ proprio vero che chi ha il pane non ha i denti.”

 

Al la guardò disgustato. “Ed io che pensavo di averti tirato su bene… quand’è che hai deciso di seguire le orme di James invece che le mie?”

 

Lily fece una smorfia. “Quando sei diventato troppo noioso. Ma non preoccuparti, da quando hai tirato quel cazzotto a Gill Ryan hai guadagnato un sacco di punti!”

 

Al fece per dire qualcosa, ma Vanessa lo baciò sulla guancia e si appoggiò alla sua spalla e Al diventò tutto rosso e si rilassò. Io sorrisi appena e mi voltai a cercare Scorpius con lo sguardo, stava ridendo insieme a Zabini e a dei suoi amici.

 

“E’ l’ora di andare a lezione.” Fece Al sbuffando.

 

Mi avviai verso l’aula di storia della magia con Al e Vanessa, non prima di aver salutato Lily. Mentre passavamo continuavo a sentire gli studenti bisbigliare sul nostro conto. Ci vollero solo cinque minuti per arrivare in classe, ma mi avevano già fatto entrare il mal di testa.

 

“Dio, ma come fanno mamma e papà a sopportare tutto questo?”

 

Al scrollò le spalle. “Solo perché non ricordi il nostro primo anno, Rosie. Non hanno fatto altro che parlare alle nostre spalle fino a che non si sono stancati.”

 

Mi sedetti al suo fianco, Vanessa dall’altra parte, e appoggiai la testa sulla mano puntellandomi col gomito. “Ho già abbastanza problemi a casa, non ho intenzione di farmi prendere dai pettegolezzi a scuola. Che dicano quello che vogliono.”

 

“Anche perché stanno dicendo la pura verità.” Disse Vanessa. “Tu esci con Malfoy.”

 

“Sì.” Dissi. “Ma loro questo non lo sanno. Pensano che sia così.”

 

Ci zittimmo quando Ruf entrò in classe. Di solito riuscivo a seguire almeno dieci minuti della sua lezione, ma questa volta resettai il cervello e mi appoggiai sul banco in stand by dall’inizio alla fine della lezione. Mi guardai un po’ intorno. Vanessa si era appisolata appoggiata contro la spalla di Al, che invece prendeva appunti seguendo qualche parola.

 

Alzai lo sguardo, Scorpius, dall’altra parte della stanza dirimpetto a me, era praticamente sdraiato sulla sua sedia con fare annoiato. Zabini catturò il mio sguardo e mi fece l’occhiolino, io sorrisi timidamente. Anche Scorpius se ne accorse e gli diede un pizzicotto sul braccio, guardandolo male. Io ridacchiai.

 

“Ehi, sta parlando di papà…” Bisbigliò Al verso di me.

 

Io mi voltai prima verso di lui, poi verso Ruf che continuava a spiegare con la sua voce cantilenante. “… ed era da tutti conosciuto come ‘il bambino sopravvissuto’. Ci sono tante cose da poter raccontare su Harry Potter che riguardano la Storia della Magia, ma purtroppo il semestre è corto… per questo il signor Potter è stato così gentile da accettare di incontrarvi con i signori Weasley.”

 

Cosa? Mi voltai allarmata verso Al. “Mamma e papà vengono qui? Ne sapevi niente?”

 

Al si sbatté una mano sulla fronte. “Ecco di che progetto parlava papà. Non ricordavo che anche l’anno scorso era venuto a parlare con gli studenti, eppure James se ne era lagnato per una settimana.”

 

Doveva pure esserci una parola fine ai miei guai, eppure pareva saltare fuori sempre qualcosa di nuovo. Ricordai tristemente che non parlavo con papà da prima di Natale. Anzi, a dire il vero era lui che non parlava con me. Mi morsi un labbro.

 

“Pertanto avremo un’ora in cui potrete fare qualsiasi domanda. Vi pregherei di pensarci su e di annotarvele in modo da non arrivare impreparati all’incontro che si terrà il mese prossimo.”

 

Evento. Il vero evento sarebbe stato veder entrare papà tranquillo in aula. Posai la testa sulla spalla di Al. “Ricordami ancora una volta perché ho iniziato a uscire con Scorpius.”

 

“Oh, io non ne ho idea, Rose.” Disse. “Me lo chiedo da mesi.”

 

 

 

**

 

 

“Sei preoccupata.”

 

Alzai lo sguardo, Scorpius era in piedi davanti a me e aspettò ancora qualche secondo prima di sedersi. Ero in Biblioteca e facevo finta di studiare quando in realtà stavo riflettendo su tutta la situazione. Non sapevo neanche che libro avessi davanti, ne avevo aperto uno a caso tanto per fare scena e non dare nell’occhio di Madama Pince.

 

Feci una smorfia. “Cosa te lo fa pensare?”

 

Lui scosse la testa. “E’ tuo padre, non potrà essere arrabbiato per sempre con te.” Feci per aprire la bocca ma mi fermò con una mano. “Sì, lo so, io sono la causa per cui tu e tuo padre non vi parlate e mi dispiace di aver agito come ho agito.”

 

Sbuffai e mi appoggiai sul banco. “Non ce l’ho con te.” Dissi sinceramente. “Ce l’ho con me stessa. Per non riuscire a vivere questa storia serenamente.”

 

Scorpius alzò un sopracciglio. “Esattamente quand’è che io e te abbiamo convissuto serenamente?”

 

“Quando non ti comportavi da idiota.” Dissi prontamente, poi ridacchiai. “Il che non succedeva praticamente mai.”

 

“Era un’offesa, Weasley?” Chiese. “Perché ti ho sentito fare di meglio.”

 

Scrollai le spalle. “Sono fuori allenamento.”

 

“Ehi!”

 

Mi voltai, richiamata da quell’esclamazione. Hugo mi salutò con una mano sorridendo il suo fantastico sorriso. L’avevo già detto che adoravo il suo sorriso? Si avvicinò al tavolo ma non si sedette.

 

“Credevo di poter trovare te, Rosie, ma addirittura la coppia del secolo insieme in Biblioteca…” rise. “Ciao Scorpius.”

 

Scorpius rimase un attimo sorpreso dal fatto che Hugo l’avesse salutato. Probabilmente era abituato ai modi poco gentili di Al e Vanessa, e di certo non si aspettava un sorriso da qualche mio parente.

 

“Ciao… ehm…” Mi guardò in cerca di aiuto.

 

“Hugo.” Suggerii.

 

“Hugo.” Echeggiò Scorpius annuendo.

 

Hugo gli sorrise di nuovo poi si voltò verso di me. “Ehi, Al mi ha detto che stai diventando una specie di paranoica schizofrenica… speravo che potessimo avere solo la zia Muriel come pazza di famiglia, ma se sei proprio decisa a seguire le sue orme…”

 

Io sospirai e scossi la testa. “Al esagera come al solito. E non ho nessuna voglia di diventare come zia Muriel.” Dissi. “Ruf ci ha detto che a fine mese verranno mamma e papà a tenere una lezione.”

 

“Oh.” Fece Hugo annuendo. “Capisco.”

 

“Mamma e papà hanno mandato qualche lettera?” Chiesi.

 

Hugo si grattò la nuca facendo una piccola smorfia. “Beh, a dire il vero qualcuna sì. Ma sono tutte da parte di mamma. Credo che lei e zio Harry stiano cercando di far ragionare papà. Mentre zia Ginny lo sta strigliando ben bene.”

 

Scorpius ci guardò un po’ confuso. “Credevo che Ginny Weasley fosse più piccola di tuo padre.”

 

Io e Hugo ci guardammo e scoppiammo a ridere. “Infatti.”

 

Hugo scrollò le spalle. “Scusate il disturbo, adesso vado. Lily ed io andiamo ad Hogsmeade, vi serve qualcosa?”

 

Lo fissai confusa. “Ma oggi non è giorno di gita.”

 

Hugo ridacchiò. “Sì, lo so.” Salutò con la mano. “Ciao, ciao.”

 

Io e Scorpius rimanemmo in silenzio guardandolo andar via fino a che Scorpius non scoppiò a ridere e scosse la testa tra sé. “Mi piace tuo fratello!”

 

Io sorrisi e pensai a Vanessa che diceva esattamente la solita cosa. “Sì lo so, mio fratello piace a tutti.”

 

Corrucciò la fronte ma continuò a sorridere. “E’… strano. E’ strano che mi saluti così.”

 

Io alzai un sopracciglio. “Dicendo ‘ciao Scorpius’? Io lo trovo perfettamente normale.”

 

Lui mi guardò male. “Lo sai cosa intendo.”

 

Annuii e scrollai le spalle. “Sì lo so, ma Hugo non è come mio padre. O come Al. Hugo non giudica mai nessuno e cerca di andare d’accordo con tutti. Per questo tutti lo adorano.”

 

Scorpius fece mezzo sorriso e alzò un sopracciglio. “Non finite mai di stupirmi, voi Weasley.”

 

Io alzai un sopracciglio cercando di trattenere un sorriso. “E’ proprio questo che ti attira di noi, non resisti al fascino del mistero.”

 

“E’ vero, lo ammetto.” Fece lui portandosi indietro. “Dopo tanti anni non sono ancora riuscito a capirti. Ma sono sicuro che neanche il migliore tra i legilmens riuscirebbe ad entrare nella tua mente e risolvere i dubbi dei tuoi meandri celebrali.”

 

“Oh wow, Scorpius, questo sì che è parlare aulico.” Lo presi in giro. “E ho tutta l’intenzione di prenderla come un complimento.”

 

“Beh, non lo era.”

 

Stavo per replicare quando sentii ridacchiare un gruppetto di ragazze. Mi voltai di riflesso, ma non appena le individuai, smisero di ridere e andarono a nascondersi tra degli scaffali come se niente fosse. Io sospirai e mi voltai di nuovo verso Scorpius.

 

“Stavano ascoltando la nostra conversazione, per caso?” Chiesi cercando di rimanere calma.

 

Lui scrollò le spalle. “Non ne ho idea, ma di sicuro stavano guardando in questa direzione.”

 

Sbuffai. “Non ne posso più di tutta questa gente che bisbiglia.”

 

Scorpius soffiò una risata. “E’ la vita da gossip. Cercano solo di capire se quello che hanno saputo è la verità. Prima o poi si stancheranno.”

 

“Come lo sai?”

 

“Non è la prima volta che sto al centro di un gossip.” Disse. “Sono Scorpius Malfoy.”

 

“Come ti pare.” Feci io scocciata. “Adesso però me ne vado, vado in Sala Comune. Ci vediamo più tardi a cena?”

 

Scorpius alzò un sopracciglio facendo un sorrisino. “E’ un invito?”

 

Io roteai gli occhi. “A più tardi.”

 

 

 

**

 

 

“Qualcuno mi aiuti, non ce la faccio più!”

 

Arrivai all’ora di cena stremata. Non dallo studio, ma dalle mandrie di ragazzine che continuavano a seguirmi ovunque sperando che incappassi in Scorpius così da poter origliare le nostre conversazioni. Mi lasciai andare sulla panca accanto ad Al, che alzò un sopracciglio.

 

“Che ti è successo? Sembra che tu abbia fatto a cazzotti con la piovra gigante!”

 

“Ne sarei uscita meno illesa.” Feci sbuffando. “Ecco cosa succede.”

 

Indicai con la testa sulla mia sinistra. Delle ragazzine stavano ancora guardando me e bisbigliando tra loro, passando lo sguardo da me a Scorpius, che sedeva dall’altra parte della stanza.

 

“Prima o poi la smetteranno.” Fece Al scrollando le spalle.

 

“Io voglio che la smettano adesso! Non sono riuscita a studiare in tutto il giorno! Sono indietrissimo per gli esami e non voglio neanche immaginare cosa succederà quando mia madre vedrà i miei risultati e non ci saranno tutte E.”

 

“Non ti pare di farla un po’ tragica?” Chiese Al facendo una smorfia.

 

Io scossi la testa, lui davvero non si rendeva conto di quello che stavo passando. “Guarda qua.” Dissi. Mi alzai dal mio posto e le ragazzine trattennero il fiato per qualche secondo prima di ricominciare a bisbigliare. Cominciai a camminare per la Sala Grande, dirigendomi dall’altra parte della stanza.  Gli urletti eccitati delle ragazzine arrivarono fino alle mie orecchie.

 

Mi fermai prima di arrivare al tavolo dei Serpeverde, dove le ragazzine pensavano che fossi diretta, e mi sedetti invece accanto a Vincent e Gaby al tavolo dei Corvonero.

 

“Ehi Gaby.” Feci sorridendo. “Come va?”

 

Gaby fece un bel sorriso. “Ciao Rose. Come mai da queste parti?”

 

Io alzai lo sguardo su Al, che mi fissava allibito, e alzai le sopracciglia in modo eloquente. “Stavo solo dimostrando ad Al una teoria molto interessante.”

 

Gaby fece un sorrisino. “Le ragazzine ancora no te danno pace, mh?” sospirò. “Scusa se io e Sol no siamo state molto di compagnia ultimamente, ma ovunque ci sei tu, c’è un branco de ragazzine che ti segue.”

 

“Sì lo so, Gaby, e spero che tutto questo finisca presto.”

 

Scambiai altre due chiacchiere prima di tornare a sedermi accanto ad Al alla tavola dei Grifondoro.

 

“Che ti avevo detto?”

 

Al mi fissò allibita. “Voi donne sapete essere davvero degli esseri malefici.” Disse. “Fanno così sempre?”

 

“Da stamattina… più o meno.” Dissi lanciando loro un’occhiata. Le ragazzine si voltarono facendo finta di niente. “Non riesco più a togliermele di torno.”

 

Al corrucciò la fronte guardando altrove. “Io… Rose, credo che… credo che Zabini stia cercando di dirti qualcosa.”

 

Mi voltai perplessa. Zabini stava nel mezzo della Sala Grande, tra il tavolo dei Corvonero e quello dei Tassorosso, e si sbracciava per richiamare la mia attenzione. Io arrossii e mi voltai verso Al che lo fissava come se fosse scemo.

 

“Cosa credi che voglia?”

 

“Non ne ho idea, Rose.” Disse Al scrollando le spalle. “Io non capisco i Serpeverde.”

 

Sospirai una volta ancora e mi alzai dal mio posto. camminai fino a Zabini con un sopracciglio inarcato, lui continuava a sorridere come se fossimo all’aperto in riva al lago a prendere il sole in una bella giornata di giugno.

 

“Che succede?” Chiesi abbassando la voce.

 

Zabini scrollò le spalle. “Scusami Rose, io sono solo un diversivo.”

 

“Eh?”

 

Feci appena in tempo a realizzare cosa stava succedendo e a voltarmi, che Scorpius prese il mio viso tra le mani e mi baciò nel mezzo della Sala Grande. Le mie palpebre si chiusero, di riflesso, e inspirai profondamente il suo sapore. Sperai almeno che Zabini si fosse tolto dai piedi.

 

Quando finalmente ci staccammo, tutta la Sala Grande aveva gli occhi su di noi. Scorpius salì in piedi sul tavolo dei Corvonero, io lo fissai shockata.

 

“Io e Rose Weasley usciamo insieme!” Urlò perché tutti potessero sentirlo.

 

Tutti in Sala Grande trattennero il fiato qualche secondo, poi cominciarono a bisbigliare ancora più fitto di prima. Scorpius scese dal tavolo e mi sorrise.

 

“Domani mattina avranno smesso di parlarne, vedrai.”

 

Io lo fissai tra l’ammirato e l’allibito. “Come lo sai?”

 

“Sono Scorpius Malfoy.” Disse come aveva fatto in biblioteca. Mi fece l’occhiolino e mi diede un rapido bacio prima di incamminarsi verso Zabini che aspettava a qualche passo da noi. “Cerca di non svenire per l’emozione, Weasley.” Disse ridendo.

 

Io scossi la testa in un sorriso e con aria sognate tornai a sedermi accanto ad Al, mentre tutti continuavano a bisbigliare e a ridacchiare al mio passaggio. Mi lasciai andare con un tonfo sordo. Al mi diede un scossone.

 

“Rosie!” Fece quasi schifato. “E smettila di grondare di miele per quell’idiota. Mi fai venire da vomitare!”

 

Io sorrisi tra me. “Non ti sei mai guardato allo specchio dopo che Vanessa ti dà un bacio, non è vero?”

 

Al arrossì a dismisura e bofonchiò. “Chiudi il becco.”

 

 

**

 

 

Welcome back my friends!

Oggi sono un po’ più riposata perché ringraziando il cielo non ci hanno fatto lavorare stamattina… che bello!! Anche perché ultimamente sto diventando talmente pigra e non sto scrivendo per niente… lo so mi ci vuole una tirata di orecchie…

Ormai però ragazzi, ve lo devo dire, siamo arrivati a fine… i capitoli sono pochi anche se non so ancora quanti ce ne saranno ancora.

 

Zabini continua a farvi sognare XD non pensavo che il fatto che si chiamasse Dylan vi destabilizzasse così tanto, io l’ho fatto dire a Rose solo perché per tutta la storia lei l’aveva conosciuto solo come Zabini… ma l’importante è che sia piaciuto XD

 

Poi avrei una sorpresa per voi… ma vi lascio ancora un po’ sulle spine XD

 

Grazie a tutti voi!

Giuly B (puntualissima, brava nons! XD), Raim, mrs snape (ahah, non preoccuparti, non me l’ero presa), Leuconoee, ElseW, BigIlly (beh, meglio Dylan che Albus non credi?), Edvige86, _Jaya (Penso di averti risposto nei righi precedenti), Nabiki93, ThePirateSDaughter, zia_addy (la cosa più triste è che so perfettamente come si usa muy e come si usa mucho… e ancora non mi spiego come mi sia venuto in mente di scrivere mucho male…sono entrata in una depressione profonda), Lyla91, mimmyna, Eles Weasley, hele (grazie per averlo notato XD sei stata l’unica), lary095, elettra 1991, Sif (a chi lo dici, il tempo non è mai troppo), Hiromi91 (ahah, diciamo che è il caldo dai… sì, si sono rimessi insieme), Solly (grazie mille per i complimenti!), Kayak chan, StarlessNight (no, non me la prendo affatto… sono punti di vista, può darsi anche che sia così, lungi dall’essere la scrittrice perfetta ^^)

 

Vi adoro sempre di più <3

Zia funkia

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Capitolo 34
*** 34. What do you think? ***


Per una volta Scorpius aveva davvero fatto qualcosa di sensato e da quando mi aveva baciata davanti a tutti in Sala Grande, improvvisamente tutti avevano smesso di parlarne

                                DON’T TELL DAD

 

                             34. What do you think?

 

 

 

Per una volta Scorpius aveva davvero fatto qualcosa di sensato e da quando mi aveva baciata davanti a tutti in Sala Grande, improvvisamente tutti avevano smesso di parlarne. Eravamo ormai passati di moda. Anche se qualche ragazzina scoppiava ancora a piangere quando io e Scorpius camminavamo fianco a fianco.

 

Erano gli inizi di Febbraio ed avrei dovuto studiare sodo per gli esami di fine anno. Ed era quello che stavo facendo appena un’ora prima, con Al in biblioteca, ma poi era arrivata Vanessa e ci aveva proposto una gara a palle di neve. Così adesso ero nel parco di Hogwarts, zuppa di neve, le guance rosse e il fiatone per il troppo ridere.

 

“Arrenditi Albus!”

 

Al scosse la testa. “Giammai!” Urlò tra le risate. Mi lanciò un’altra palla di neve ma io mi abbassai e colpì Vanessa che stava dietro di me. “Ops!” Fece Al.

 

Albus Potter, tu sei letteralmente un uomo morto!”

 

Vanessa prese una bella manciata di neve e cominciò a correre dietro ad Al, che come un bambino piccolo scappò urlando a squarciagola. Io mi fermai un attimo a corto di fiato e scoppiai a ridere guardandoli giocare tra loro. Era una vita che non ridevo così.

 

“Era una vita che non ti sentivo ridere così.”

 

Allora non era solo una mia impressione. Mi voltai, Scorpius sorrideva sornione appoggiato ad un albero, munito di cappellino, guanti e sciarpa in coordinato verde-argento. Corrucciai la fronte sorridendo.

 

“Mi hai mai sentito davvero ridere?”

 

Scorpius si mise dritto e scrollò le spalle. “Non quando parlavi con me. almeno che tu non ridessi di me, è chiaro. Disse. “E contando che è da un sacco di tempo che ormai non ti prendi più gioco di me, direi che è davvero da un bel po’ che non ti sentivo ridere così.”

 

Io sbuffai una risata e gli lanciai un po’ di neve, colpendolo sul giaccone. “Io mi prendo continuamente beffa di te, Malfoy.

 

Scorpius alzò un sopracciglio abbassando appena lo sguardo sul punto dove la neve aveva colpito la giacca. “Lo vedo. Avevi detto che non potevamo vederci perché dovevi studiare.”

 

Io arrossii e mi grattai la nuca. “Beh, lo so ma…” Le urla di Vanessa ed Al arrivarono alle mie spalle ed io feci un sorrisino di scuse prima di scrollare le spalle. “Vanessa ha tanto insistito.”

 

“Pensavo che fossi molto indietro sulla tabella di marcia. Fece Scorpius sorridendo appena. “Magari possiamo studiare insieme. Ho la camera a completa disposizione, Dylan e i ragazzi…”

 

Alzai le mani. “Frena, frena, frena.” Scossi la testa. “Io non verrò mai nella tua camera.”

 

Scorpius scoppiò a ridere. “Non ho mai mangiato nessuno, sai?”

 

Ma morso sì, scommetto.” Lo guardai, Scorpius che non disse niente ed io diventai subito paranoica. “Okey, non voglio saperlo.”

 

“Non sono venuto fin qui per chiederti di studiare, comunque. Volevo solo sapere che hai intenzione di fare la settimana prossima.”

 

Io lo guardai confusa. “Beh, non ne ho idea… c’è qualcosa di importante da fare la settimana prossima?”

 

Scorpius alzò un sopracciglio. “San Valentino.”

 

“Oh.” Oh! E vorresti che facessimo qualcosa… insieme?”

 

“Non so davvero se sia una specie di malattia o se semplicemente diventi più scema col passare del tempo, Weasley. Disse scotendo la testa incredulo. “Sei mai andata al San Mungo per un check up completo?”

 

Io lo guardai male e lo raggiunsi in due passi. “Non ho davvero nessuna voglia di farmi insultare da te, Malfoy, quindi perché non ti fai un nodo alla lingua e torni quando avrai qualcosa di serio da dirmi?”

 

Scorpius si leccò le labbra e scosse la testa guardando altrove. “Vacci piano con tutta questa grinta, sono pur sempre un uomo. Disse. “Mi eccito facilmente.”

 

Arrossii e feci un passo indietro abbassando la testa. “Cosa stavamo…?”

 

“San Valentino.” Disse di nuovo. “Vuoi fare qualcosa?”

 

Io scrollai le spalle mordendomi un labbro. “No, se non ne hai voglia. Non m’importa molto di San Valentino. Potremmo andare in biblioteca e studiare un po’.

 

Scorpius alzò un sopracciglio e sospirò. “Alle dieci nell’ingresso principale.” Disse andandosene.

 

“Ehi!” Feci cercando di richiamarlo indietro. “Ehi!!” Urlai ancora più forte, ma Scorpius non diede nessun cenno di volersi fermare. Rimasi ferma nella neve, a bocca aperta, fissando un punto indefinito nel vuoto.

 

“Cavolo, mi ha fregato!”

 

“Chi ti ha fregato?”

 

Mi voltai, Vanessa ed Al erano completamente zuppi e col fiatone ma finalmente avevano smesso di rincorrersi. Vanessa mi guardò preoccupata. Io sospirai.

 

Scorpius.” Dissi. “Vuole portarmi fuori per San Valentino.”

 

“Oh.” Fece Vanessa scambiandosi un’occhiata con Al. “Beh sembra una cosa… carina?”

 

Io guardai Al con un sopracciglio inarcato. Sapevo che stava morendo dalla voglia di dire qualcosa. “Che schifo.” Disse. “Scusami Rosie, ma davvero non riesco a immaginare te e Malfoy sotto l’effetto della magia di San Valentino… siete troppo… troppo…”

 

“Cinici?” Suggerii io. “Sì, grazie Al, lo so.”

 

“E’ solo una stupida festa, Rose.” Fece Al con una smorfia

 

Vanessa guardò Al allibita. “Credevo che ti piacesse uscire insieme per San Valentino.

 

“Mi piace che noi usciamo insieme.” Disse. “Ma non lo faccio perché è San Valentino. E comunque è una festa totalmente non da Rose. Vedere Rose che festeggia San Valentino sarebbe come vedere te che sei contenta che sia Halloween.”

 

Vanessa ci pensò su. “Cavolo… hai proprio ragione.”

 

Io sospirai chiudendo gli occhi afflitta. “Dove credete che voglia portarmi? Non sarà diventato tanto pappamolle da portarmi da Madama Piedidiburro, vero?”

 

“Dio, spero di no!” Fece shockata Vanessa. “Quel posto è un incubo! Paula è l’unica che riesce a sopravvivere in quel posto per più di cinque minuti!”

 

Io corrucciai la fronte. “Ma Gaby e Vincent non ci vanno sempre?”

 

Infatti.” Disse Vanessa ovvia. “Sono Gaby e Vincent. Li hai mai visti lontani per più di cinque minuti?”

 

“A dire il vero no.” Dissi pensandoci su. Era come se vivessero costantemente insieme. “Al, hai creato un mostro.”

 

“Ehi, io li ho solo presentati.”

 

Vanessa fece una smorfia e mi guardò. “Beh, cosa pensi di fare? Ci andrai?”

 

Io sospirai e scrollai le spalle. “Se non altro spero che sia meglio dell’uscita con Lysander.”

 

 

**

 

 

“Forse potremmo uscire tutti e quattro insieme.

 

Io ed Al ci voltammo entrambi verso Vanessa, mentre aspettavamo nell’ingresso davanti alle scale il giorno di San Valentino. Al la fissò come se avesse voglia di vomitare.

 

“Spero tu stia scherzando. Io non esco con Malfoy.”

 

Io sospirai per l’ennesima volta, battendo freneticamente un piede a terra. Io a San Valentino avevo sempre applicato la teoria del cerotto: veloce e indolore. Varie coppiette ci passavano accanto, lanciandoci occhiate un po’ confuse, altre erano talmente immerse l’uno nell’altra che non sembrava neanche si rendessero conto dove stavano andando.

 

“Spero solo che non voglia portarmi a Mielandia. Dissi ricordando l’anno precedente quando ero uscita con Lysander. “L’ultima volta che ci siamo visti lì, ci siamo insultati.

 

Vanessa rise e scosse la testa. “Se doveste evitare tutti i posti dove vi siete insultati finora, dovreste uscire a Londra.”

 

Al fece una  smorfia. “No, sono abbastanza sicuro che si siano insultati anche lì.

 

Stavo per rispondere ad Al quando con la coda dell’occhio vidi Lily che rideva camminando insieme a due ragazzi. Era abbastanza difficile non notarla in effetti dato i suoi capelli fiammanti che ondeggiavano. E non ci sarebbe stato niente di strano, se non che stesse camminando fianco a fianco con Hugo… e Scorpius.

 

Ci raggiunsero ancora chiacchierando tra loro. Noi tre li guardammo un perplessi, ma quella più shockata dovevo essere senz’altro io. Da quando Scorpius faceva conversazione con Lily e Hugo?!

 

“Ciao.” Fece Scorpius con un sorriso.

 

“Ciao.” Alzai un sopracciglio lanciando uno sguardo a Lily e Hugo. “Cosa…”

 

Lily scrollò le spalle. “Ci siamo incontrati scendendo e abbiamo fatto la strada insieme. Non ci crederai mai, Rose, ma la mamma di Scorpius riesce a inventare nomignoli molto più imbarazzanti di quelli di zia Audrey, tipo…”

 

Scorpius tossì prima che Lily continuasse. “Sì, beh… bella maglia, Potter.”

 

Al incrociò le braccia. “Sicuramente migliore della tua. Era così quando l’hai comprata o qualcuno ci ha vomitato sopra?”

 

Vanessa prese Al sottobraccio e cominciò a trascinarlo via. “Perfetto! Allora noi andiamo, ci vediamo più tardi, mh? Divertitevi!”

 

Al continuò a guardarci torvo mentre Vanessa lo tirava sempre di più, cercando di trascinarlo fuori dal Castello. Io mi passai una mano sulla faccia, stressata e mi chiesi quando Al l’avrebbe fatta finita di dare sempre addosso a Scorpius.

 

Prima o poi si stancherà.” Fece Hugo sorridendo incoraggiante a Scorpius. “Ce ne andiamo anche io e Lily, divertitevi.”

 

Io li fissai allibita. “Uscite insieme per San Valentino?”

 

Lily scrollò le spalle. “Beh, siamo costretti a fingere di stare insieme.

 

“Madama Rosmerta offre Burrobirra gratis solo alle coppie. Spiegò Hugo.

 

Salutarono e si presero a braccetto, guardarli insieme era raccapricciante, e si incamminarono insieme a tutte le altre coppiette sul sentiero per Hogsmeade. Mi avvolsi la sciarpa attorno al collo e mossi qualche passo, ma Scorpius mi trattenne per il maglione. Mi voltai verso di lui, corrucciata.

 

“La sciarpa non ti servirà.”

 

Io lo fissai sempre più confusa. “Sei tu che mi hai chiesto di vederci per San Valentino.

 

Infatti.” Disse con mezzo sorriso. “Ma non usciremo dal Castello.”

 

Mi fece cenno di seguirlo e si infilò le mani in tasca, camminando lento lungo il corridoio. Io gli stetti dietro, curiosa. Per un attimo pensai che volesse trascorrere il San Valentino in Biblioteca anche quest’anno, ma quando arrivammo alle prime scalinate invece di salire, scese. Rimasi un attimo perplessa, ma non dissi niente, cercando di capire dove diavolo fosse diretto. Solo quando la luce diventò verde capii dove eravamo diretti.

 

“I sotterranei?” Feci. “Malfoy, dove mi stai portando?”

 

Lui si voltò appena e ridacchiò. “Rilassati, Weasley, siamo quasi arrivati.

 

Si fermò solo alla fine di un lungo corridoio tetro, davanti ad un rientro incavato nella roccia. Lo sentii sussurrare qualcosa e l’incavo si aprì lasciandoci il passaggio. Il che mi ricordo il buco della Signora Grassa. Il che mi fece realizzare dove fossimo.

 

“La tua Sala Comune?!” Chiesi allarmata. “Pensavo di averti detto di non volerci venire!”

 

“Hai detto di non voler venire nella mia camera. Fece Scorpius con mezzo sorriso facendomi cenno di entrare. “Prima le signore.”

 

“Non sono sicura…”

 

Lui rise. “Coraggio, non c’è nessuno.”

 

“E’ proprio questo che mi spaventa.”

 

Mi fece di nuovo cenno di entrare e questa volta sospirai varcando la soglia. Tutta la stanza aveva uno strano colore verdognolo, ma non c’era puzza di umido come avevo pensato. Anzi, i mobili erano tutti di legno massello e i divani ricoperti di pelle verde. Mi guardai intorno spaesata, anche se assomigliava molto alla Sala Comune dei Grifondoro. C’era persino il camino acceso.

 

“Accomodati.” Disse indicando il divano.

 

Io alzai un sopracciglio ma mi sedetti. Ormai che c’ero, di certo non volevo starmene in piedi come una scema. Si sedette accanto a me ed io lo guardai nervosamente, tamburellando le dita sulla coscia. Scorpius scoppiò a ridere.

 

“Dio, vuoi rilassarti due secondi!”

 

“Beh, scusa.” Ritorsi io. “Ma continuo a pensare che ci sia qualcosa sotto.

 

Scorpius scosse la testa fissando il fuoco. “Andiamo, ti ho mai solo sfiorata?”

 

No, in effetti no. Ed era abbastanza strano dato che avevo visto le sue mani su molti sederi, ad Hogwarts. “No.” Dissi. “Ma sono sicura che ci stai pensando.”

 

“E’ ovvio che ci penso, Weasley, sono un uomo!” Fece allargando le braccia.

 

Mi morsi un labbro. “E allora perché siamo qui?”

 

Lui si lasciò andare contro alla spalliera mettendosi più comodo e chiuse gli occhi, alzando un sopracciglio. “Non è questo il vero significato di San Valentino? Passare del tempo da soli?”

 

“Credevo che fosse fare in modo che i commercianti ci guadagnino sopra.

 

“Sei sempre così cinica.” Fece lui con mezzo sorriso. “Lo adoro.”

 

“Grazie.” Sospirai e chiusi gli occhi, lasciandomi andare contro al divano, proprio come aveva fatto Scorpius. Sobbalzai appena quando sentii qualcosa sfiorare i miei capelli, ma poi mi accorsi che era solo il braccio di Scorpius attorno alle mie spalle. Mi lasciai andare da una parte appoggiandomi sulla sua spalla e pensai che pateticamente dovevamo sembrare una di quelle coppiette da film.

 

“Sei ancora preoccupata?” Sussurrò.

 

Mi voltai a guardarlo, aveva ancora gli occhi chiusi. “Di cosa stai parlando?”

 

“Tuo padre.” Disse a voce bassa. “Sei ancora preoccupata?”

 

Oh. Lo ero? Ultimamente non ci avevo pensato molto. “Non lo so.” Scrollai appena le spalle. “Cosa potrebbe farlo arrabbiare più di così?”

 

“Un anello al dito, probabilmente.” Ridacchiò Scorpius aprendo gli occhi. “Ma non è mia intenzione dartelo.”

 

E ne fui sollevata, ci mancava solo che mi venisse un altro infarto e probabilmente ci avrei rimesso la pelle, stavolta. Anche papà non sarebbe sopravvissuto. Due lutti in famiglia, non credo che mamma e Hugo avrebbero potuto sopportare tanto.

 

“A dire il vero, ho qualcosa da darti.”

 

Mi voltai verso di lui, che stava frugando nella tasca dei pantaloni. Mi mostro poi un pugno chiuso ed io corrucciai la fronte, ma quando aprì la mano, una catenina cascò tra le sue dita. Era la rosa di rubellite.

 

Io alzai appena lo sguardo su di lui, imbarazzata. “Vuoi ridarmela?”

 

“E’ tua.” Disse scrollando le spalle. “Era un regalo per il tuo compleanno.”

 

Adesso che me lo rammentava, mi venne una cosa in mente. “Come facevi a sapere quando era il giorno del mio compleanno? Dubito di avertelo mai detto.”

 

Scorpius rise e scosse la testa. “A volte sei davvero ingenua, Weasley. Sei la primogenita di Ron ed Hermione Weasley, ti aspetti davvero che la gente non sappia la tua data di nascita? Ma almeno lo sai che tutti i giornali hanno scritto di te?”

 

“No.” Dissi io sinceramente. “Non ho saputo che mamma e papà erano famosi fino a quando non ho compiuto cinque anni.”

 

Scorpius mi guardò con un sopracciglio inarcato, come se fossi completamente matta. “E non ti è mai venuto all’occhio che tutti li salutassero quando li trovavano per strada?”

 

Io scrollai le spalle. “Pensavo solo che fossero gentili. Mamma mi ha sempre detto di salutare tutti.

 

Scorpius mi fissò per un po’. “Tu… sei davvero strana.”

 

Feci per replicare ma Scorpius mi tappò la bocca al suo solito modo. Ed era un modo che ormai adoravo, anche se dovevo ammettere che odiavo quando la gente non mi faceva replicare. Mi baciò con tanta irruenza che dovetti fare attenzione a non cadere e cercai di appoggiarmi come potevo ad un lato del divano.

 

Sentii una specie di rumore come se qualcosa stesse franando lentamente e Scorpius si staccò da me e alzò la testa oltre la spalliera del divano verso l’entrata.

 

“Vedrai che ti piacerà.” Riconobbi la voce di Zabini. “E sentiti completamente libera di… Scorpius?”

 

Dylan! Ma che diavolo…” Scorpius sospirò pesantemente. “Che ci fai qui?”

 

“E’ il mio giorno.” Disse senza che io capissi di che stesse parlando. “La seconda domenica del mese.”

 

Scorpius scosse la testa. “Oggi non è domenica. E’ una festa. E’ San Valentino.”

 

“Oh giusto! Ecco perché sono qui, perché questo giro la festa spetta a me.

 

“No, Dylan, tu ti sei preso il Natale! Il San Valentino era mio.”

 

Io ancora non riuscivo a capire un accidente ma Zabini improvvisamente mi illuminò. “Lo so, ma tu hai detto che potevo prendermelo perché non saresti mai riuscito a convincere la Weasley a… oh! Oh, ciao Rose!”

 

Mi ero appena tirata su dal divano per riuscire a vedere Zabini e la sua fiamma e improvvisamente tutti i pezzi del puzzle tornarono al loro posto. Io guardai Scorpius delusa. “Così non era come pensavo, eh? Ero solo paranoica?”

 

Scorpius si alzò in piedi sospirando e si umettò un labbro. “Non è come pensi, non volevo…”

 

“Sono sicura di no.” Dissi io velenosa. Mi voltai verso Zabini. “Non avrei mai creduto di dover ringraziare proprio te, Zabini, per aver salvato la mia innocenza… ma il mondo è davvero strano.”

 

Zabini sembrò un po’ in imbarazzo. “Oh beh… prego?”

 

Scossi la testa guardando Scorpius. “Sei disgustoso.” E prima che potesse replicare me ne andai a gran passo e uscii dalla stanza, lasciando che la porta di roccia si richiudesse dopo di me.

 

Ero così arrabbiata, più con me stessa che con Scorpius, che delle lacrime di rabbia mi appannavano la vista e non vedevo neanche dove stessi andando. Riuscivo solo a vedere riflessi verdi e grigi. Ma potevo davvero aspettarmi di meglio? Era Scorpius Malfoy e sicuramente c’era un motivo più che valido se tutte le ragazze di Hogwarts avrebbero voluto stare con lui. E si raccontavano storie sul suo conto. Storie che meritavano più di cinquanta punti tolti a Serpeverde.

 

“Rose!”

 

Come sentii quella voce il cuore mi balzò in gola e cominciai a camminare più in fretta, quasi correre.

 

“Rose, aspetta!” Mi tirò per un braccio ma io mi divincolai senza voltarmi. Ci mancava solo che mi vedesse piangere, potevo essere più patetica di così? “Mi dispiace, Rose, mi dispiace tanto. Non è come pensi, Dylan è un idiota.”

 

Io riuscii solo ad alzare gli occhi al cielo cercando di vedere qualcosa in mezzo a tutte quelle lacrime e feci un grosso sospiro. “Non…” Mi fermai per prendere fiato cercando di non singhiozzare. “Non ho voglia di parlarne adesso.”

 

Ci fu un attimo di silenzio in cui mi venne il dubbio che se ne fosse andato. Poi parlò di nuovo. “E potremo parlarne?”

 

Io mi morsi un labbro e scrollai le spalle. “Forse.”

 

Okey.” Disse.

 

Lo lasciai lì, in mezzo ai sotterranei tra l’umido delle pareti, mentre correvo via con ancora le lacrime agli occhi. Volevo solo arrivare al mio letto a baldacchino e chiudermi dentro lasciando il mondo fuori.

 

Ero una stupida.

 

 

**

 

 

Hello my friends!!

 

Sono riuscita ad aggiornare ed è un miracolo dato che questa settimana non avevo scritto neanche una parola. Sempre più vicini alla fine ed ormai che ci stiamo addentrando nell’estate (tra l’altro non si nota, dato il freddo gelido che c’è…(!)) non posso fare altro che ringraziarvi di continuare a seguire in numerosi nonostante i vari esami e le ferie…

 

… tra l’altro in così numerosi che “Don’t tell dad” è riuscita ad entrare nelle storie più popolari come fanfiction con più recensioni! Grazie di cuore, vi adoro!

 

Mi sto seriamente impegnando per il progetto di settembre, che vi svelerò nel prossimo capitolo o al limite in quello seguente.

 

Che altro dire, grazie ancora a tutti e per chi parte buone ferie ^^

Tra l’altro, come sono andati gli esami ragazzi?

Un bacio grosso, zia funkia <3

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Capitolo 35
*** 35. Just a talk ***


“Possiamo parlare adesso

                                 DON’T TELL DAD

 

                                     35. Just a talk

 

 

 

“Possiamo parlare adesso?”

 

Era la mattina dopo San Valentino e stavo facendo colazione con Al e Vanessa. Avevo già raccontato tutto a Vanessa, che aveva raccontato tutto ad Al, che stava facendo del suo meglio per non alzarsi e prendere a pugni Scorpius. Io lanciai un’occhiata di sbieco a Malfoy, mentre alcuni studenti ci guardavano curiosi.

 

“Non so se ne ho voglia.” Dissi.

 

Scorpius si guardò un attimo attorno e abbassò la voce. “Per favore, Rose, non farmi supplicare.”

 

Io mi scambiai uno sguardo con Vanessa, che scrollò semplicemente le spalle. Mi alzai lentamente, lasciando il mio piatto mezzo pieno. Ero sicura che al mio ritorno Al lo avrebbe già finito. Feci per seguire Scorpius ma la voce di Al mi trattenne.

 

“Malfoy?” disse cupo. Scorpius si voltò. “Spero per te che questo sia un gran malinteso.”

 

Scorpius annuì ma non disse nulla, sembrava imbarazzato. Lo seguii senza nessuna voglia, attraversammo tutta la Sala Grande e mi fece strada fino ad arrivare alla prima aula vuota. Andai a sedermi sulla cattedra senza mai guardarlo in faccia. Lo sentii sospirare.

 

“Mi dispiace.” Disse.

 

Io mi morsi un labbro. “Questo lo hai già detto, possiamo passare al prossimo argomento?”

 

Rimase un attimo in silenzio, poi prese una sedia vicino a lui e la trascinò davanti a se mettendosi a cavalcioni, si appoggiò coi gomiti sulla spalliera e mi fissò per un po’. Io mi sentii un po’ in soggezione. “Quello che ha detto Dylan… insomma noi abbiamo una specie di sistema per…”

 

“Per portarvi a letto le ragazze senza avere nessuno tra i piedi?” Lo aiutai io con una smorfia. “Sì, ci ero arrivata.”

 

Scorpius sospirò. “Beh, d’accordo, sì! Sì, lo scopo era proprio quello e usiamo questo sistema da anni.” Io lo guardai in shock. “Mi dispiace, ma non ti aspettavi davvero che io fossi… insomma…”

 

Io senti la gola stringersi in un nodo. “Certo che no.” Dissi. “Ho sentito tante storie sul tuo conto.”

 

“Già, di cui almeno la metà sono false.” Disse lui guardandomi dritto negli occhi. “In ogni modo, il fatto che ti abbia portato in Sala Comune solo perché era il mio giorno non significa affatto che stessi cercando di… circuirti.”

 

“Sono sicura di no.” Feci sarcastica. “Cercavi solo qualcuno con cui giocare a scacchi.”

 

Scorpius si alzò di scatto dalla sedia, io sobbalzai dallo spavento, e si passò una mano tra i capelli, frustrato. “Maledizione Rose! Ci penso, ok? Ci penso almeno quattro o cinque volte al giorno e ammetto che se potessi ti prenderei su quella cattedra in seduta stante, ma non posso!”

 

Io lo fissai tra lo shockato e il confuso. “Non… puoi?” Chiesi corrucciando la fronte.

 

“Non finché tu non mi darai il via libera.” Si spiegò. “Non voglio forzare le persone a fare cose che non vogliono. Non l’ho mai fatto. L’altra sera volevo solo poter passare un po’ di tempo insieme.”

 

Io mi morsi un labbro. “Cinque volte al giorno non ti sembra un po’ eccessivo?”

 

“Ti sei guardata allo specchio recentemente?” Chiese lui alzando un sopracciglio. “La tua gonna è più corta del solito, la tua camicia più slacciata, le tue labbra sono più morbide e i tuoi capelli più mossi!”

 

Io lo guardai come se fosse scemo. “E i tuoi ormoni più gonfi.” Dissi. “Sono esattamente uguale a prima. Anzi, la mia camicia è più abbottonata perché fa un freddo glaciale e se posso metto anche il golfino.”

 

“Sono io, vero?” Fece lui improvvisamente frustrato. “Sono io che sono disperato.”

 

Io lo guardai seriamente perplessa. “Non pensavo che avessi un problema fino a questo punto, l’astinenza ti crea davvero dei seri disturbi.” Dissi. “Prima di adesso, quanto sei stato al massimo senza…”

 

Scorpius alzò lentamente gli occhi senza dire niente. Io continuai a fissarlo in attesa di una risposta. “Non lo so.” Fece scrollando le spalle. “Una settimana?”

 

“Una…” Lo guardai a bocca aperta. “Ma come diavolo hai fatto?”

 

Sembrò quasi che volesse andarsene, poi si rimise a sedere. “Senti, non ho davvero voglia di parlare di questo con te. Non è proprio il caso.” Disse. “Volevo solo scusarmi per l’altro giorno.”

 

“Ci sono davvero così tante ragazze ad Hogwarts?” Feci io riallacciandomi al discorso di prima. Non volevo essere petulante, ma per me era un bello shock!

 

“Questa è una delle tante cavolate che girano sul mio conto.” Fece lui alzando gli occhi al cielo. “Non è vero che cambio una ragazza al giorno. Alcune sono durante anche qualche mese, sai?”

 

Io lo fissai a bocca aperta. “Ed io cosa sono, una specie di record personale?”

 

“Tu sei il più grosso problema che sia mai entrato nella mia vita, Weasley!” Fece frustrato. “Prima di te, era tutto nella norma. La mia vita era pressoché perfetta, spensierata, come dovrebbe essere. Ed invece tu riesci di fare tutto un problema e non c’è mai verso di stare tranquilli per cinque minuti! Dio, ma ti rilassi mai?”

 

Io gli lanciai un’occhiataccia. “E questo è il tuo modo di scusarti? Se non ti va bene come sono fatta, perché io sono fatta così, lasciami e basta! Me ne saprò fare una ragione!”

 

“Bene, lo farò!”

 

“Bene!”

 

Scorpius cominciò a marciare a passo pesante in direzione della porta. Dovevo averlo fatto proprio arrabbiare. Sospirai e abbassai la testa, aspettando di sentire la porta che sbatteva. I passi si fermarono e la porta non sbatté mai. Quando rialzai la testa, Scorpius aveva appena fatto dietrofront e stava marciando verso di me con lo stesso passo pesante.

 

Mi venne addosso con tanta irruenza che la cattedra si spostò indietro di qualche centimetro, con una mano ferma dietro la mia nuca mi baciò con tale foga che sembrava volesse divorarmi. Io mi lamentai per un po’ dentro la sua bocca, ma poi lo lasciai fare.

 

“Signor Malfoy!”

 

La voce scandalizzata della McGrannitt ci fece sobbalzare entrambi. Scorpius si spostò di lato ed io mi ritrovai a faccia a faccia con la Preside, arrossendo come una pazza.

 

“Miss Weasley!” Fece ancora più scandalizzata. “Siete entrambi in punizione! A partire da questo esatto momento!”

 

Io e Scorpius ci scambiammo un’occhiata ed entrambi dovemmo fare del nostro meglio per non scoppiare a ridere in faccia alla McGrannitt.

 

“Non oso pensare che cosa direbbero i vostri genitori! Dovreste vergognarvi!” disse con una voce talmente acuta che sembrava stesse per strozzarsi. “E cosa ci fate qui prima dell’ora di lezione?”

 

Scorpius si schiarì la gola cercando di restare serio. “Cercavo di scusarmi.”

 

La McGrannitt fece una smorfia. “E pensare che ai miei tempi si usavano i fiori…”

 

 

**

 

 

Al passò a trovarmi il giorno dopo all’ora di pranzo in Sala Trofei. La McGrannitt, dopo quello che aveva visto con i suoi occhi, aveva pensato bene di mettere me a pulire trofei e Scorpius a dare una mano agli Elfi nelle cucine. Immaginavo poi che si fosse rinchiusa nel suo ufficio e seduta in un angolino buio, per dimenticare quelle terribili immagini.

 

“Non posso crederci!” Aveva detto Al in pieno shock quando gli avevo raccontato tutto. “E’ un miracolo che la McGrannitt non vi abbia espulso!”

 

Io risi. “Sai cosa?” dissi scrollando le spalle. “Non m’importa.”

 

Al alzò un sopracciglio sedendosi a terra al mio fianco. “Non t’importa d’essere espulsa? Rose, ma ti senti quando parli?”

 

Io smisi di lucidare un trofeo e mi voltai verso di lui. “Credi che sia l’unica ad essere cambiata, Al? Sei il capitano di Quidditch e stai con Vanessa Miller. Se solo te lo avessi detto qualche anno fa, avresti sicuramente storto la bocca. Sia per l’una che per l’altra.”

 

Al ci pensò un attimo su. “No, forse per quanto riguarda Vanessa…” Io lo guardai male. “D’accordo, sono cambiato. Siamo tutti cambiati, ma permetti che sia un attimo perplesso se proprio tu fra tutti dici che non t’importa niente di essere espulsa.”

 

Io alzai gli occhi al cielo. “Non è che non m’importa di essere espulsa, Al. E’ solo che… è il nostro ultimo anno e in tutti questi anni di scuola non mi sono mai divertita davvero. E’ quest’anno è stato strano, difficile, movimentato… ma è stato un anno diverso. Sai, adesso riesco a capire quello che intendeva dire James.”

 

Al fece per ribattere ma poi scosse la testa e sopirò. “Sai cosa? Hai ragione. Non mi sono mai sentito così vivo da quando ho cominciato a giocare a Quidditch. Ed io odiavo il Quidditch.”

 

“Sì, lo so.” Feci con un sorriso. “E pensi di poterti abituare all’idea di me e Malfoy insieme.”

 

Fece una smorfia. “Non mi piace.”

 

“Beh, non ti piaceva neanche il Quidditch.” Dissi ricominciando a pulire il Trofeo.

 

Al scoppiò a ridere e scosse la testa. “Beh, non è esattamente la stessa cosa. Non vorrai che mi metta a giocare con te e Malfoy, adesso?”

 

Al solo pensiero mi venne da vomitare. “Al! Non… non dirlo mai più, neanche per scherzo!”

 

Lui sorrise appena e scrollò le spalle. “Scusa, penso di star diventando troppo come James e Lily. E Vanessa. Sembra una ragazza così tranquilla ma quando siamo da soli diventa una belva e…”

 

“Frena! Frena, frena!” Feci io alzando le mani in segno di resa. “Davvero Al, non lo voglio sapere! Preferisco rimanere per sempre nell’oblio.”

 

Al rimase un attimo interdetto e corrucciò la fronte. “Oh, pensavo che Vanessa te l’avesse detto?”

 

Io mi voltai allibita verso di lui. “Detto cosa?”

 

“Oh, no, niente.” Fece arrossendo in un modo caratteristicamente da Weasley. “Ehi, te l’ho detto? James e Fred adesso lavorano al negozio dello zio George. Non ci sarebbe stato lavoro più indicato per loro, non trovi?”

 

“Ignorerò il fatto che stai cercando di cambiare improvvisamente discorso.” Dissi facendo una smorfia a cui Al arrossì ancora di più. “Per lo meno mi fa piacere pensare che stiano facendo qualcosa di utile nella loro vita. Zio Harry non voleva che si arruolasse negli Auror.”

 

“Ci ha provato.” Fece Al scrollando le spalle. “Ma con scarsi risultati. A James non interessa.”

 

“Già.” Feci io con mezzo sorriso. “Papà cerca di farmi diventare un avvocato come mamma.”

 

Al smise improvvisamente di sorridere e sembrò nervoso. “Oh Rose, lo hai saputo non è vero?”

 

Io scossi la testa guardando il trofeo che avevo appena finito di pulire. “Cosa devo sapere?”

 

“Ecco… papà e gli zii saranno a scuola domani. Sai, per quella lezione. Credevo che ti fosse arrivata voce.”

 

Io lasciai andare il trofeo, allarmata. “Domani?” Urlai. “Ma non dovevano venire a fine mese?”

 

“Hanno anticipato perché a fine mese papà avrà un incontro col Ministro e… non importa, volevo solo farti sapere che domattina saranno qui. Hai più parlato con lo zio Ron da… insomma, da Natale?”

 

Io scossi la testa e sospirai. “No, ma spero tanto che non sia così arrabbiato. Dovrà pur farsene una ragione, prima o poi.”

 

“Sì.” Fece Al. “O magari potresti lasciare Malfoy.”

 

“Al!”

 

“Beh scusa, io ci ho provato.”

 

 

**

 

 

Neanche a dirlo la mattina dopo ero un fascio di nervi. Non ero mai stata così nervosa prima di entrare in classe da quando mi ero resa conto di essermi presa una cotta per Malfoy. Vanessa ed Al mi accompagnarono a fare colazione ma non fui in grado di buttare giù neanche mezzo boccone.

 

Quando entrai in aula di Storia della Magia fui grata che ancora non fosse arrivato nessuno e ci sedemmo ai nostri soliti posti. Malfoy e Zabini entrarono pochi minuti dopo sedendosi dalla parte opposta dell’aula, come facevano sempre. Io gli feci un cenno con la mano e cercai di dirgli con il labiale che ci sarebbero stati i miei genitori, ma lui scosse la testa facendomi capire che non aveva capito nulla.

 

Solo quando i miei genitori fecero il loro ingresso insieme a zio Harry, Malfoy spalancò gli occhi ed io feci una smorfia.

 

“Bene,” fece Ruf mettendosi comodo alla cattedra. “Come già vi avevo preannunciato oggi avremo qui con noi Harry Potter e i signori Weasley. Abbiamo già studiato tutta la loro storia e quello che successe durante la Grande Battaglia, ma se ci sono ancora dei punti poco chiari o se avete delle curiosità, loro sono qui per rispondervi.”

 

I miei occhi incrociarono quelli di mamma, che mi sorrise. Replicai con un debole sorriso appoggiandomi alla spalla di Al.

 

“Quanto manca alla fine della lezione?” Chiesi.

 

Al guardò l’orologio al polso. “Approssimativamente… un ora e cinquantacinque minuti.”

 

“Grandioso!” Mormorai.

 

Ruf si guardò intorno in Aula. “C’è qualcuno che vuole cominciare con le domande?”

 

Parecchie mani si alzarono in aria. Ruf indicò appena dietro di noi.

 

“Signorina Allison?”

 

Una vocetta sottile arrivò da dietro le mie spalle. “Sì. Volevo sapere quand’è che i signori Weasley avevano capito di essere innamorati.”

 

Diverse ragazzine ridacchiarono tra loro, io roteai gli occhi. Ruf sembrò semplicemente scandalizzato.

 

“Questa è un’aula, signorina, non un salotto…”

 

Zio Harry alzò una mano mezzo ridente. “No, va bene.” Disse. “Purtroppo per tutti noi, molto tardi.”

 

Tutti scoppiarono a ridere, anche io e Al cercammo di trattenere una risatina, ma fu impossibile. Papà arrossì come un peperone, si grattò la nuca e allargò le braccia.

 

“Beh, non ero certo un tipo sveglio.”

 

Zio Harry indicò un altro studente con la mano alzata. “Sì.”

 

“E’ vero che una volta avete cavalcato un drago?” disse il ragazzo con l’eccitazione negli occhi.

 

Zio Harry annuì. “Cercavamo di sfuggire dalla Gringott dopo che eravamo riusciti ad accaparrarci un Horcrux custodito gelosamente. Un’esperienza totalmente da non rifare!”

 

“Nessuno era mai riuscito a rapinare la Gringott.” Disse un ragazzo coi capelli color miele. “Come avete fatto?”

 

Papà e zio Harry si voltarono verso la mamma. “Avevamo il cervello di Hermione.”

 

Mamma arrossì appena. “Troppo gentili.”

 

Le domande andarono avanti un bel po’ e mamma, papà e zio Harry raccontarono un sacco di storie sulla loro adolescenza, sulla guerra, sulla famiglia, su persone che li avevano aiutati lungo la strada. Io ero completamente rilassata contro la spalla di Al, ascoltando sì e no quello che dicevano, dato che per la maggior parte quelle storie facevano già parte della mia cultura personale.

 

Né io, né Al ci saremmo mai sognati di chiedere niente. Vanessa invece sembrava divertita di venire a sapere tutte quelle cose su mamma e papà, ogni tanto la sentivo ridacchiare, a volte invece era totalmente assorta nei racconti.

 

“… Malfoy?”

 

Ero distratta e non avevo sentito la domanda, ma rizzai subito le orecchie e mi voltai verso Vanessa, allarmata.

 

“Che cosa ha chiesto?” Chiesi agitata. “Qual’era la domanda?”

 

Vanessa fece una smorfia e abbassò la voce. “Ha chiesto se è vero che tua madre è stata quasi uccisa dai Malfoy.”

 

Mandai prima un fugace sguardo a mia madre, che sembrava un po’ presa alla sprovvista e come sempre toccava la sua cicatrice sul collo, poi alzai gli occhi su Scorpius. Si era incupito.

 

Mamma si schiarì la gola. “Non… non è esatto.” Disse. “Sono stata torturata in casa Malfoy, che all’epoca era il ritrovo dei Mangiamorte.”

 

“Ma i Malfoy erano Mangiamorte, non vi crea nessun problema pensare che Rose esca con un figlio di un Mangiamorte?”

 

Vidi Scorpius alzarsi in piedi infuriato, ma Zabini lo costrinse a sedere. Io mi voltai per vedere chi avesse parlato, volevo prenderlo a pugni subito dopo la lezione. Per mia sorpresa fu papà a rispondere alla domanda.

 

“Certo che non sono felice che Rose esca con Scorpius… io vorrei che Rose non uscisse con nessuno!” disse scatenando l’ilarità generale. “E posso sapere che lavoro faceva tuo nonno?” Chiese al ragazzo.

 

“Il fornaio.” Disse quello un po’ imbarazzato.

 

Papà sorrise. “E tu vuoi fare il fornaio, quando sarà il tuo momento?”

 

Il ragazzo rise e scosse la testa. “Assolutamente no, io vorrei allevare draghi.”

 

“Bene.” Disse papà. “Credo che questo risponda alla tua domanda.”

 

Io sorrisi e alzai gli occhi su Scorpius, che stava sorridendo appena anche se continuava a tenere la testa china. Probabilmente era in imbarazzo, come sarebbe stato chiunque.

 

“Quello che mio marito vuole dire.” Disse mamma continuando il discorso di prima. “E’ che sono le nostre scelte a portarci ad essere chi siamo in realtà. Nessuno di noi ha un percorso obbligato, nessuno di noi è tenuto a seguire chi ci ha preceduto. E’ per questo che abbiamo lottato: per la libertà.”

 

Ci fu un attimo di silenzio, mamma riusciva sempre a zittire tutti. Per un attimo incrociai gli occhi di papà, lo stesso azzurro intenso di mio fratello Hugo, e sorrisi. Lui mi concesse un debole sorriso.

 

“Bene,” Fece Ruf. “La lezione è finita. Ringraziamo i signori Weasley e Harry Potter per essere stati qui oggi.”

 

Tra i vari lamenti tutti gli studenti si alzarono e cominciarono a lasciare l’aula. Io, Al e Vanessa rimanemmo un po’ indietro, aspettando che quasi tutti fossero usciti dall’aula. Era da Natale che non vedevo i miei genitori, ero un po’ nervosa.

 

“Ben fatto!” disse Al a zio Harry non appena fummo più vicini. “C’è qualcosa della nostra vita che è rimasto segreto?”

 

Zio Harry rise e gli scompigliò i capelli. “Quest’anno è andata bene, James la prese molto peggio.”

 

Io mi avvicinai a mamma, che mi abbracciò, e a papà. “Ciao.” Dissi timidamente.

 

Papà fece un sorriso. “Allora, sono andato bene?” Chiese scherzandoci su.

 

Io annuii. “Sei stato perfetto.” Dissi. “Non avresti potuto fare di meglio.”

 

“Lo penso davvero.” Disse papà facendosi improvvisamente serio. “Mi dispiace di essermi arrabbiato tanto, è solo… non importa. Sappi solo che lo penso davvero, Rose.”

 

“Che cosa, che Scorpius non sia un mangiamorte o che non dovrei uscire con nessuno?” Chiesi io con un sorriso.

 

Papà scoppiò a ridere e annuì. “Tutte e due, Rose.”

 

Mamma sorrise e indicò dietro alle mie spalle. “Adesso va’ Rose, qualcuno ti sta aspettando.”

 

Mi voltai, Scorpius era sulla soglia della porta con Zabini al suo fianco. Gli sorrisi. Mi voltai di nuovo verso mamma e papà e li abbracciai uno alla volta.

 

“Ci vedremo tra qualche mese, suppongo.”

 

Mamma annuì. “Saluta Hugo e copritevi bene. Fa un freddo glaciale.”

 

Papà roteò gli occhi. “Hermione, lasciali in pace per almeno cinque minuti.”

 

Li salutai e mi avviai verso la porta, con Al e Vanessa al seguito. Quando raggiunsi Scorpius gli regalai un sorriso e scrollai le spalle.

 

“Non è andata così male, no?”

 

Lui sorrise appena e scosse la testa. “No. Sarebbe potuta andare molto peggio.” Disse. “Vieni, ti accompagno alla prossima lezione.”

 

Io sorrisi e insieme a Scorpius, Zabini, Al e Vanessa mi incamminai lungo il corridoio pensando che infondo, adesso, il peggio era davvero passato.

 

 

**

 

 

Lo so, lo so, sono in megaritardo ma questa girata devo ringraziare il cielo se sono riuscita a postare, perché mi stanno facendo diventare matta a lavoro!

 

Mi dispiace essere sempre così di fretta, posso solo dirvi che questo era il penultimo capitolo quindi col prossimo metteremo fine a Don’t tell dad… purtroppo prima o poi bisogna arrivare alla fine.

 

Grazie a tutti quelli che hanno recensito, siete meravigliosi, ma non ho proprio il tempo di rispondervi. Prometto che cercherò di fare meglio la prossima volta.

 

Ancora buone ferie a chi fosse già in vacanza e tanti baci

Zia Funkia.

 

P.s._ dimenticavo la vostra sorpresa… eccola qui ^^

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Capitolo 36
*** 36. Bye bye Hogwarts ***


Era passato Febbraio e poi Marzo, Aprile e infine anche Maggio

                                   DON’T TELL DAD

 

                                  36. Bye bye Hogwarts

 

 

Era passato Febbraio e poi Marzo, Aprile e infine anche Maggio. Tutto era trascorso nella più completa tranquillità, dopo l’incontro con i miei genitori. Io e Scorpius continuavamo ad uscire insieme, anche se ogni tanto una lite furiosa ci divideva per qualche giorno. Al accettava ancora malvolentieri l’idea, ma era molto spesso occupato con i compiti o con Vanessa per pensare a me.

 

Avevo trascorso l’intero mese di Aprile e un po’ degli inizi di Maggio a studiare tutto quello che potevo per gli esami finali, avevo praticamente imparato a memoria tutti i libri di testo. E i risultati si erano visti eccome, dato che avevo dato degli esami praticamente perfetti. Io e Al ci eravamo combattuti il posto di miglior studente ai M.A.G.O.

 

Mi rigirai le mani dietro la schiena, ero davvero molto nervosa. Eravamo tutti sul palco nel parco di Hogwarts per la cerimonia del Diploma. Come sempre, dato che il mio cognome iniziava con la ‘W’, sarei stata l’ultima a prendere il mio.

 

Al ridacchiò al mio fianco. “E’ due ore che siamo qua in piedi e ancora non ti sei rilassata un secondo.”

 

Io mi morsi un labbro e gli mandai un’occhiata. “Oh, chiudi il becco! Sto per avere il mio diploma!”

 

Potter, Albus.” Chiamò la McGrannitt.

 

Al fece un sorrisino di scuse. “Scusa, ma sono io che sto per avere il mio.

 

Alzai gli occhi al cielo e lo guardai sfilare sul palco e prendere il suo prezioso Diploma, prima di tornare al suo posto. Mandai l’ennesimo sguardo giù dal palco, mamma e papà mi guardavano emozionati, mentre Hugo faceva del suo meglio per trattenere le risate.

 

“Cos’ha da ridere?” Chiese Al abbassandosi sul mio orecchio.

 

Io sbuffai. “Ha detto che messi tutti in fila in questo modo siamo semplicemente ridicoli. Senza contare il cappello.” Dissi indicando il mio cappello da strega. “Lo odio.”

 

Weasley, Rose.”

 

Feci qualche passo incerto, non proprio sicura che avessero chiamato proprio me. Mi avvicinai lentamente alla McGrannitt e presi il diploma che mi porgeva. Papà emise un lungo fischio di incitamento ed io arrossii come una sciocca e tornai in fretta al mio posto, non prima di catturare lo sguardo di Scorpius che mi rivolse mezzo sorriso divertito.

 

“Bene.” Fece la McGrannitt dopo aver consegnato anche l’ultimo diploma. “C’è un rinfresco che ci aspetta proprio alle nostre spalle. Servitevi pure ed un ultimo applauso ai nostri studenti.

 

Io ed Al non ce lo facemmo ripetere due volte e ci scaraventammo giù dal palco non appena possibile. Nessuno di noi amava molto stare al centro dell’attenzione. Raggiunsi mamma e papà, che mi abbracciarono e si congratularono con me. Hugo continuò a ridacchiare.

 

“Terrai quella cosa ancora per molto?” Chiese indicando il mio cappello.

 

Io sbuffai e lo tolsi subito, lo misi tra le mani di mamma. “Ecco.”

 

Papà mi abbracciò di nuovo e sussurrò al mio orecchio. “Sono molto fiero di te, Rose. Davvero molto fiero.”

 

Arrossi di nuovo. “Grazie.”

 

“Rose.”

 

Mi voltai, Vanessa mi chiamava da lontano e mi faceva cenno di raggiungerla. Io feci un sorriso di scuse ai miei genitori. Mia madre mi accarezzò la testa.

 

Vai pure, ci vediamo più tardi.”

 

Le sorrisi, grata, e raggiunsi Vanessa e Al che mi aspettavano sulle sponde del lago. Ce ne andammo un po’ più distanti dalla festa, percorrendo il vialetto che portava al campo da Quidditch, e ci sedemmo sull’erba a fissare il lago.

 

Non avevo idea di dove fosse Scorpius, ma probabilmente era con i suoi genitori o anche lui era scappato da qualche parte insieme a Zabini.

 

“E’ finita davvero.” Disse Al in un sospiro.

 

Mi voltai e guardai il castello e pensai che probabilmente quella sarebbe stata l’ultima volta che lo avrei visto. “Voi pensate che le cose cambieranno?” Chiesi con timore.

 

“Le cose cambieranno sicuramente, Rose.” Fece Vanessa con un sorriso gentile. “Dobbiamo solo sperare che cambino in meglio.

 

“Già, chissà, potresti rinsavire e lasciare Malfoy. Fece Al.

 

Io lo guardai male. “Pensavo che ti fossi abituato.”

 

Al scoppiò a ridere e scrollò le spalle. “Non è male quanto pensassi. Ma rimane pur sempre un Malfoy.”

 

Vanessa mi guardò esasperata. “Beh, è un inizio.”

 

Io sorrisi e chiusi gli occhi, godendomi quei pochi minuti di pace che ci rimanevano ancora e pensai che avrei potuto rimanere lì per sempre. Con la compagnia giusta. Con quelli che speravo sarebbero rimasti i miei migliori amici per sempre.

 

“Beh, adesso non penserete di uscire da qua e non farvi più sentire, spero!”

 

Al alzò un sopracciglio. “Abbiamo un centinaio di parenti in comune, credi che sia possibile che non ci vediamo più?”

 

Vanessa posò una mano sulla mia ed una su quella di Albus. “Ormai sono una Weasley d’adozione, lo sai. Sono sempre al tuo fianco, Rose.”

 

Io sorrisi e annuii. “Nonna non me lo perdonerebbe mai se non ti facessi più viva a Natale.

 

Al sospirò e si stese sull’erba. “Sette anni. Mi sembrano passati solo sette giorni da quando siamo entrati ad Hogwarts. Ed invece sono già sette anni.” Fece. “Mi sento vecchio!”

 

“Già, anche io.” Fece Vanessa voltandosi verso di me. “E tu Rose?”

 

Io sorrisi e scossi la testa. “Io mi sento più viva che mai.”

 

 

**

 

 

Ed era vero. L’idea di lasciare Hogwarts per sempre oltre che a lasciarmi un senso di malinconia, mi elettrizzava. L’idea che una volta lasciata la scuola, la mia vita sarebbe cambiata per sempre, che non sarei più stata la solita Rose Weasley con le lentiggini sul naso. Avrei finalmente intrapreso una strada tutta mia.

 

Era quello che stavo pensando mentre finivo di preparare le valige.

 

“Hai quasi finito.”

 

Sobbalzai dallo spavento e mi voltai verso la porta, Scorpius mi fissava dalla soglia con un sopracciglio inarcato ed ancora il mantello del Diploma addosso.

 

Corrucciai la fronte. “Come diavolo hai fatto a salire le scale del Dormitorio?”

 

Scorpius si schiarì la gola e incrociò le braccia al petto. “Non vuoi saperlo.”

 

Io sospirai. Lasciai da parte la mia curiosità e ripresi a fare la mia valigia. “Mi mancano solo un paio di cose ed avrò finito. Dissi. “Pensavo che fossi a festeggiare insieme a tutti gli altri.

 

“Non ho niente da festeggiare.” Disse scrollando le spalle. “Tu piuttosto, pensavo che avreste dato una specie di pigiama party con tutte le tue amiche e sareste state a piangere fino all’ultimo minuto, prima di montare sul treno.”

 

Io scossi la testa. “Vanessa è con Al e credo che vogliano stare da soli. Gaby è con Vincent e Sol ultimamente usciva con un certo Taylor… e Paula è con chiunque le voglia dare ascolto.”

 

E tu sei con me.” disse Scorpius. Io mi voltai verso di lui. “Da sola.”

 

“Già, il che mi permette di concentrarmi totalmente sulla mia valigia senza troppe interruzioni. Dissi buttando dentro al baule un paio di calzini. “E tu non devi fare la tua?”

 

Scorpius rise e si sedette sul letto di Vanessa. “Rilassati, mancano ancora quattro ore prima della partenza, più della metà degli studenti è ancora nel parco a festeggiare.

 

“Lo sai come sono fatta, mi piace avvantaggiarmi.

 

“Lo so.” Fece Scorpius guardandosi intorno. “Pensavo solo che avremmo potuto festeggiare a modo nostro.

 

Io lasciai perdere qualunque cosa stessi facendo e mi voltai verso di lui improvvisamente agitata. Non stava davvero suggerendo quello che si era appena formato nella mia testa, non è vero? Ma lo sguardo di Scorpius non ammetteva equivoci.

 

Non dissi niente, rimasi a fissarlo di sasso, senza riuscire a dire o a fare niente. Anche perché non avrei saputo cosa dire o cosa fare. Lui si alzò dal letto con una lentezza disarmante e venne verso di me. Mi prese il viso tra le mani e mi baciò senza neanche lasciarmi il tempo di respirare.

 

Lo allontanai da me dopo qualche secondo. “Scorpius…” riuscii a dire con un filo di voce.

 

Cosa?” Chiese lui gentilmente. Io mi morsi un labbro.

 

“Forse dovresti chiudere la porta.”

 

 

**

 

 

 

“Rose, ma si può sapere dove diavolo sei stata?”

 

Mi voltai alla mia destra, Vanessa mi fissava sbalordita, mentre io ero completamente tra le nuvole. Ero appena scesa in Sala Grande, tutti gli studenti erano riuniti lì in attesa che arrivasse l’ora di prendere l’Espresso per tornare a casa.

 

“Io… facevo le valige.” Mentii.

 

Vanessa sospirò e alzò gli occhi al cielo. “Ma perché ti sei ridotta agli ultimi minuti, hai avuto tutto il tempo! Praticamente non ti vedo da dopo la cerimonia!”

 

“Lo so.” Feci io mordendomi il labbro. “Avevo dimenticato di mettere delle cose nel baule e ho fatto tardi…”

 

Vanessa mi fissò per un lungo attimo, il suo viso si addolcì. “Rose, sei sicura di state bene?” Mi chiese quasi preoccupata. “Hai un’aria così strana…”

 

Io annuii freneticamente. “E’ solo… è solo l’ansia… di non tornare più ad Hogwarts. E’ solo…”

 

“Oh, ecco qua!” Ci interruppe bruscamente Sol. “Io e Gaby ve cerchiamo da mucho tempo, ma dove siete state? Me raccomando, scrivete sempre quando usciamo da qua, ok? Abbiamo passato insieme sette anni, vorrà pur dire qualcosa!”

 

Io sorrisi ed annuii. “Certo. Ma questo vuol dire che dovrai scrivere qualche lettera a Paula.”

 

Sol fece una smorfia. “Neanche se me gettano nel lago e me fanno rapire dalle sirene.

 

Vanessa scoppiò a ridere. “Non preoccuparti, credo proprio che nessuna di noi scriverà mai una sola parola a Paula.

 

Sol sorrise. “Ehi, venite, Gaby è qua in giro. Voleva salutarve.”

 

Vanessa seguì Sol ma io rimasi un attimo indietro. Feci un bel respiro profondo e mossi un piede per fare un passo ma una mano si posò sulla mia spalla. Mi irrigidii. Mi voltai tesa, ma era solo Al.

 

“Ehi,” fece con un bel sorriso. “Pensavamo fossi scomparsa. Rose, tutto bene?”

 

“Come?” Chiesi, poi mi ripresi. “Sì, sì, tutto bene. Ho solo come la sensazione di aver dimenticato qualcosa.

 

Al rise e scosse la testa. “Ah, non farmi pensare, ho l’idea di aver lasciato più della metà delle mie cose fuori dal baule. Probabilmente non sono ancora pronto a dire addio a questo posto.

 

Neanche io. Non ero per niente pronta a lasciare quel posto, non dopo quello che era appena successo nel Dormitorio. Sentii un groppo alla gola. “Già… ci sono così tanti ricordi…”

 

Il sorriso di Al svanì lentamente e prima che potessi rendermene conto finii tra le sue braccia in un abbraccio. Rimasi di ghiaccio, non capivo cosa gli fosse preso. “C’è qualcosa che non va, Rose? Dico davvero, puoi dirmelo.”

 

Il groppo alla gola si fece ancora più pesante ma scossi la testa. “No, Al, va tutto bene.”

 

La voce di Al arrivò leggera al mio orecchio, potei sentire un piccolo sorriso nella sua voce. “Non sei mai stata brava a mentire.” Disse. “Qualunque cosa sia, io sono qui per qualunque cosa, va bene? Anche se non vuoi dirmi cos’è.”

 

Io mi staccai da lui e feci un piccolo sorriso. “Probabilmente neanche io sono pronta a dire addio a questo posto.

 

Vanessa ci raggiunse, dietro di lei Gaby, Sol e Vincent. “Datevi una mossa e prendete i bagagli, gente, il treno parte tra dieci minuti. Dobbiamo ancora andare alle carrozze.”

 

Io ed Al ci scambiammo uno sguardo e un sorriso. Al si avvicinò a Vanessa e le passò un braccio attorno alle spalle.

 

“Andiamo, non vorrei mai che facessimo tardi per colpa mia.

 

Mi incamminai con loro ma per un secondo il mio sguardo incontrò quello di Scorpius dall’altra parte della Sala. Era accanto a Zabini, alto e fiero nella sua veste da Serpeverde. Lo guardai per qualche attimo e lui mi rivolse un sorriso. Ricambiai il sorriso e distolsi lo sguardo seguendo Al, Vanessa e il resto della banda.

 

Una cosa era certa, le cose non sarebbero più state le stesse.

 

 

**

 

 

 

THE END

 

 

Sono sicura che il 90% di voi staranno pensando che questo capitolo è stato troppo corto XDD

Scherzi a parte, io lo trovo perfetto (e sono anche molto modesta come potete vedere XD) e poi lo sapete che mi piace un sacco lasciare i finali aperti…

 

Penso che per almeno un mesetto non sentirete più parlare di me, finalmente me ne vado in ferie e fino alla fine di Agosto non voglio sentir parlare di lavoro e di fanfiction… ho bisogno di riposo!!

 

Ma non vi preoccupate, zia ha già sfornato almeno cinque capitoli del sequel perciò a settembre sarò pronta a ricominciare… a patto che però continuiate a seguirmi!

 

Ringrazio tutti, ma proprio tutti, quelli che hanno seguito questa storia, che hanno recensito, che l’hanno votata al concorso, che l’hanno amata, odiata, che l’hanno apprezzata, che l’hanno sostenuta o semplicemente chi ci ha ciccato sopra per curiosità.

Vi adoro!

 

Baci baci, Buone Vacanze e a presto, promesso!

Zia funkia.

 

 

 

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