Revelations

di _Whatsername_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Another turning point, a fork stuck in the road. ***
Capitolo 2: *** It's True? ***



Capitolo 1
*** Another turning point, a fork stuck in the road. ***


 

 

                                                                                   Ciao a tutti! questa è la seconda FF che pubblico!

Non sono molto esperta, ma con il tempo migliorerò!

 Ovviamente sono un amante dello slash.. ^^

 Buona lettura, spero vi piaccia!

 

    

 

Berkeley era silenziosa quella sera, un leggero venticello scompigliò i capelli neri di un giovane che camminava lungo la strada.

Gli occhi, un tempo verdi smeraldo sempre lucidi e pieni di allegria, erano ridotti a sue fessure, di un verde spento..

Guardandolo da fuori si poteva vedere solamente un ragazzo, senza espressione, che camminava fumando una sigaretta e cercando di non pensare, ma dentro, dentro era come se fosse scoppiata una bomba atomica.

I suoi pensieri erano confusi, lasciati a metà. Sentiva le lacrime premergli sugli occhi, ma era troppo orgoglioso per lasciarle sgorgare libere, le ricacciò indietro con forza, e lasciò che tutta la sua delusione, la sua rabbia, la sua tristezza si manifestassero in silenzio, dentro di lui. Una macchina sfrecciò a tutta velocità di fianco Al ragazzo, suonandogli, e facendolo risorgere dalla stato di apatia che lo aveva travolto.

Imprecò sottovoce, ma si rese conto che quella macchina lo aveva salvato dalla morte psicologica. Scosse la testa, e cercò con quella mossa di sistemare i pensieri che per ore lo avevano invaso e confuso. Erano ormai 3 o 4 ore che camminava senza una meta, in verità non aveva nemmeno guardato che strade faceva, e solo ora si era reso conto di essere vicino alla casa di Trè. Trè, ecco chi ci voleva per salvarlo, il suo batterista, uno dei ragazzi più importanti per lui, il suo migliore amico insieme a… ed ecco di nuovo i ricordi che riaffioravano, i ricordi della sera più dolorosa della sua vita, quella sera.

Si diresse verso la strada che nascondeva la bella casa doveva viveva il batterista, quando la vide ringraziò il cielo che le luci fossero accese, il suo amico era ancora sveglio nonostante l’ora tarda.

Restò fermo sulla porta, pensando se era davvero il caso di disturbarlo, si convinse, e suonò. Un lungo trillò violò il silenzio di quella notte, e pochi secondi dopo la faccia paffutella del batterista apparve dietro la porta.

-Billie!? Che ci fai qui?- Domandò con un misto di preoccupazione e curiosità.

-Ciao Trè.. posso.. posso entrare?- La voce del vocalist era spenta, senza più forze.

-Certo che puoi entrare! Vieni..- il biondo era davvero preoccupato ora, non aveva mai visto Billie Joe in quello stato. Aveva uno sguardo cadaverico e l’aria di uno che non aveva più nulla in cui sperare , sotto i suoi occhi vi erano degli spessi segni violacei, sembrava invecchiato di vent’anni tutto d’un colpo.

Si sedettero sul divano, varie volte il batterista aprì la bocca e la richiuse. Voleva sapere cosa era successo, perché il suo amico si ritrovava in quello stato, ma non sapeva che parole usare, aveva paura del fatto che se avesse sbagliato termini, Billie sarebbe crollato, e questa volta non sarebbe stato facile faro riprendere.

-Billie.. che cosa è successo? Vuoi palarne?- chiese, sperando di aver azzeccato il tono di voce.

-Io.. io.. non so più cosa fare ora. Ho vissuto anni bellissimi e allo stesso tempo orribili da quando lo conosco.. Tu lo sai più di chiunque altro..-

Si Trè lo sapeva, aveva passato pomeriggi interi a parlare con il cantante di Mike, aveva passato giorni interi a sorreggerlo, a asciugargli lelacrime quando litigavano, e a sorridere insieme a lui quando facevano pace, ma in tutto quel tempo, Billie non era stato in grado di dire a Mike quello che realmente provava. Il batterista si sentiva felice del fatto che il moro avesse detto a lui, e solo a lui quello che sentiva per il bassista, era lui l’unico custode di quel segreto che, lo sapeva, quando sarebbe venuto fuori avrebbe provocato un mucchio di guai.

-Si Billie lo so, avete litigato di nuovo?- Disse con dolcezza, perché il ragazzo che aveva davanti a lui non aveva più difese e sarebbe crollato da un momento all’altro.

-No, non abbiamo litigato.. Io.. pensavo fosse il momento di dirgli che cosa provavo per lui, ho cercato di spiegarglielo come meglio potevo, gli ho detto che senza di lui io non posso vivere, che io lo amo! - Dicendo questo il moro scoppiò in lacrime, si buttò sulla spalla del batterista che lo guardava atterrito. Davvero l’aveva fatto? Davvero aveva svelato il suo più grande segreto? Al diretto interessato per giunta! E non doveva essere andato bene visto che dire che era disperato era dire poco.

-E.. e cos’è successo? Billie ti prego non piangere.. raccontami cos’è successo, vedrai che una soluzione si trova!- Ma il moro non accennava a smettere di versare lacrime salate contenenti tutto sé stesso.

-Lui.. lui è rimasto fermo, non ha detto una parola fino a quando non gli ho urlato di dire qualcosa, che mi avrebbe ucciso stando zitto, e tutto quello che è riuscito a fare è stato guardarmi con una faccia sconvolta e scappare via.. io..io..- Non riuscì a finire la frase, e scoppiò di nuovo in lacrime.

Trè non sapeva più cosa fare, non era mai arrivato a quei livelli di disperazione, e lui poteva capirlo, perché lo capiva fin troppo bene. Anche se si erano conosciuti da poco più di un anno, la band li aveva legati, e loro si erano trovati subito bene insieme, condividevano ogni cosa, come con Mike.

Lo abbracciò, e gli lasciò il tempo di calmarsi. Restarono in quella posizione per un tempo indefinito.. secondi, minuti, ore.

Tirando su forte col naso, Billie si liberò da quell’abbraccio e incontrò gli occhi azzurri di Trè, che lo guardavano con un misto di dolcezza e tristezza. Il cantante stava cominciando a calmarsi, gli faceva male terribilmente la testa per i troppi pensieri che si erano insinuati in essa, non aveva nessuna voglia di tornare a casa, dove, cosa sicura al 100% dato che vivevano insieme, avrebbe avrebbe visto Mike.

Aveva voglia solamente di mettere la testa in blackout per un po’ e pensare a cosa stava accadendo.

-Posso restare qui questa notte? Non voglio tornare a casa e dover guardarlo negli occhi, non voglio sentire il mio cuore smettere di battere se mi dirà che sono solo uno stupido ragazzino.. non posso farcela.. non sta notte..- Sussurrò il giovane cantante, per poi nascondere nuovamente il volto sul petto del batterista.

-Certo che puoi restare Billie.. Puoi restare quanto vuoi, e io sono qui per te, sono qui perché ti voglio bene, e non riesco a sopportare di vederti in questo stato!- Disse accarezzandogli i capelli neri.

-Grazie Trè.. Anche io ti voglio bene.. grazie per tutto quello che fai per me, se non ci fossi stato tu io sarei perso. Grazie- E dicendo questo si sollevò appena, e posò le sue labbra morbide e calde su quelle del batterista. Quello era un gesto che provava l’affetto che univa i due, un bacio a stampo, che significava rispetto e dolcezza.

 

 

 

 

Continua...

  

  

Ed Ecco il primo capitolo di questa storia.. Si lo so è un po' strappa lacrime e anche un po' cortino, prometto che nel/nei prossimo/i ci sarà anche qualcosa di più forte ;)

Grazie a tutti quelli che hanno letto questa storia, se volete potete lasciare una recensione e dirmi cosa ne pensate, commenti negativi, in modo che io possa migliorare! Bene, mi sono dilungata abbastanza! Grazie a tutti, e al prossimo capitolo!

 

 

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Capitolo 2
*** It's True? ***


 

Saaalve gente di mare!! (Boh)

Bene, ecco postato il secondo capitolo di questa storia :D

 Buona lettura!

Il vento si era placato, gli alberi erano immobili, e la città era avvolta in un silenzio tombale.

Il cielo era di un colore indefinito, grigio tendente al nero, con sfumature violacee, in qualche modo quel colore rappresentava quello che c’era dentro il giovane cantante che osservava da una piccola finestra la città che lo aveva fatto sorridere, amare, sperare, ma anche soffrire terribilmente. Trè era stato molto gentile a farlo rimanere a casa sua quella notte e aveva preparato per lui la camere degli ospiti.

La sua mente stava elaborando migliaia di pensieri, parole, sussurri che gli invadevano la testa facendolo quasi urlare.

Basta, era stanco di dover soffrire, era veramente stanco di dover vivere con indosso una maschera. Quando era con Mike tutto era semplicemente stupendo, ma allo stesso tempo era qualcosa che gli faceva male, che lo logorava e lui soffriva in una maniera inimmaginabile.

Si accese l’ennesima sigaretta, sperando che potesse distrarlo.

All’improvviso nella sua testa scattò qualcosa, guardò in basso e calcolò mentalmente quanti metri lo distanziavano dal terreno, circa 5.

“Tanto ormai non ho più nulla de perdere, Mike scioglierà la band e non mi vorrà rivedere mai più. La mia vita è uno schifo e io non posso sperare di andare avanti senza di lui”

Quello fu il suo ultimo pensiero coerente. Si alzò in piedi e salì sulla finestra. Respirò forte dando un’ ultima occhiata a quella maledetta città.

In quel momento qualcuno bussò alla porta.

Maledizione!

Decise di non rispondere sperando che l'amico se ne andasse e tornò a fissare il vuoto sotto di lui.

Un alto suono provenne dalla porta.

- Hey Billie.. Senti.. volevo solo parlare, non mi va di lasciarti in questo stato..- La voce si Trè tremava, quasi avesse sapesse che cosa stava per accadere. Non udì alcuna risposta, cominciò a preoccuparsi. Non era possibile che dormisse già, distrutto com’era sicuramente si stava facendo male da solo continuando a pensare. Decise di aprire la porta piano, guardò verso il letto ma lo vide vuoto, alzò la testa e rimase atterrito a guardare il suo amico in piedi sulla finestra.

-Oddio Billie! Non..-

Ma in quel momento il cantante fece un salto sparendo agli occhi terrorizzati del batterista.

Mentre cadeva vide un volto, un ragazzo.

Mike.

Poi fu buio.

 

                                                                                               ********************

 

La luna illuminava l’ombra di un giovane dai capelli biondi che camminava per la strada, era indirizzato verso quella che chiamava casa.

Era un codardo, il più grande codardo del mondo. Billie, il suo migliore amico, quello che considerava un fratello, gli aveva detto di essere innamorato di lui. E lui era fuggito. Com’era potuto succedere? Era impossibile immaginarselo dal suo punto di vista. Eppure era accaduto, le parole del cantante erano reali.. e lo trafiggevano.

Non lo sconvolgeva il fatto che fossero dello stesso sesso, perché Billie era già stato con altri ragazzi, ma il fatto che fosse innamorato proprio di lui, questo era incredibile. Gli vennero in mente immagini e spruzzi di ricordi, tutti i sorrisi più belli che si erano scambiati, tutte le attenzioni che il moro gli aveva riservato, il modo in cui lo guardava. Ora capiva tutto. Ora capiva il motivo dei suoi musi quando portava le ragazze a casa e le faceva restare la notte. Ora capiva il motivo della sua gelosia, gli sguardi pieni d’odio che lanciava a tutti quelli che entravano in intimità con lui. Ora era tutto chiaro.

Ma lui non lo amava! Almeno non in quel senso. Gli voleva bene certo, ma poteva vivere senza di lui, ne era certo. Immaginò un mondo senza Billie Joe.. era strano, vuoto, ma non impossibile.

Si accorse di aver imboccato Peralta Street e vide in lontananza la casa.

Sperò con tutto il cuore che il moro non ci fosse, che fosse andato a ubriacarsi.. non voleva farlo stare male. Non era riuscito a dirgli nulla, era solo scappato come un coniglio. Per non doverlo affrontare, per non dover guardare in quegli smeraldi che, lo sapeva, lo avrebbero distrutto.

Un forte trillo lo distrasse dai suoi pensieri, si tastò le tasche e ne tirò fuori il cellulare, che sembrava impazzito.

-Si?- Rispose calmo, con una voce stanca.

-Mike cazzo, vieni immediatamente in ospedale!- La voce di Trè lo stordì, urlava, ed era terrorizzato. Mike si riprese all’istante.

-In ospedale? Che cazzo è successo?- Spalancò gli occhi e una morsa gli attanagliò lo stomaco. La sua mente pensò subito al peggio

-Billie si è.. Cazzo vieni e basta! Muoviti!- Detto questo chiuse la chiamata.

Billie? Che cazzo aveva combinato quel coglione? Si immobilizzò, le game gli diventarono molli, non voleva neppure immaginare che cosa fosse successo.

Rimase in quello stato per qualche secondo, poi si fiondò nell’auto parcheggiata vicino alla catapecchia. Vi saltò dentro e si mise immediatamente in strada, era spaventato a morte da quello che poteva essere successo, si immaginò Billie ricoperto di sangue o con la bava alla bocca per un overdose. Tutte e due le immagini lo fecero rabbrividire.

10 minuti dopo era all’ospedale.

Corse veloce all’entrata, domandando alle infermiere.

-Billie Joe Armstrong? Lo stanno operando d’urgenza. Deve attendere in sala d’aspetto.-

A queste parole il bassista quasi svenne. Camminò con fretta fino alla sala indicata dall’infermiera, dove trovò Trè che si dondolava piano su un seggiolino logoro con lo sguardo perso nel vuoto.

Si avvicinò e si sedette a fianco a lui.

-Trè, che diavolo è successo..- Aveva una paura tremenda della risposta, ma lo doveva sapere.

Il batterista voltò la testa e lo guardò fisso negli occhi.

-Mike.. Sei un coglione, sei il più grande coglione che io abbia mai conosciuto, è colpa tua se adesso Billie è in quella fottuta stanza, con quei fottuti medici di cui non mi fido neanche un po’.. e ho paura Mike, ho paura che Billie non ce la faccia.-

Il bassista si sentì morire. Era colpa sua, solo colpa sua.

-Ma.. Cos’ ha fatto?-

Trè gli rivolse uno sguardo triste.

-Si è buttato dalla finestra di casa mia.-

Il cuore di Mike smise di battere per qualche secondo, gli mancava l’aria.

Billie Joe aveva tentato di uccidersi.

Billie Joe, il ragazzo più forte e divertente che lui avesse mai conosciuto aveva tentato il suicidio? Per colpa sua? Perché era fuggito? Perché non aveva provato a consolarlo e non gli aveva detto una parola. Sentì che stava per scoppiare. Billie lo amava a tal punto da mettere fine alla propria vita per lui.. e lui era fuggito. Lo aveva lasciato solo. Soltanto ora capì quanto coraggio avesse avuto il suo amico per dirgli una cosa simile, per quanto aveva represso i suoi sentimenti.

Aveva vissuto con lui, aveva assistito a tutte le sue conquiste senza dire una parola. Si sentì un verme, un maledetto verme.

Sentì la nausea che lo avvolgeva e quella morsa nello stomaco che non accennava a dissolversi, tutto si fece confuso, gli girava la testa.

Aveva voglia solo di vomitare, ma non lo fece, voleva restare seduto su quel dannato seggiolino schifoso finchè non gli avessero detto che no, Billie non li avrebbe lasciati, solo allora si sarebbe concesso di stare male.

Scese un silenzio tombale, i due restarono seduti in silenzio per minuti che si trasformarono presto in ore, aspettando che qualcuno dicesse loro se il moro ce l’avrebbe fatta.

Il sole cominciava a sorgere. Erano rimasti in quella sala tutta la notte senza dire una parola, senza dormire.

Dalla piccola porta di fronte a loro uscì un medico che si guardò attorno, si avvicinò a lui una donna che gli indicò il punto dov’erano seduti Mike e Trè. L’uomo si avvicinò con un’ aria molto stanca. I due si alzarono immediatamente in piedi con delle facce distrutte.

-Voi siete gli amici del signor Armstrong?-

-Si.. Come.. Com’è andata l’operazione?- Disse Mike tutto d’un soffio.

-E’ andata bene, è fuori pericolo.-

I due si guardarono con un'espressione indecifrabile.

La felicità fu così immensa da rallegrare anche il medico e le infermiere. Mike si sentiva rinato, non era mai stato più felice di sentire quelle parole, tutte le sue membra di distesero e sentì un dolce tempore all’interno di sé. Trè sfoggiava il suo sorriso migliore, macchiato da lacrime di felicità che sgorgavano incessantemente. Anche Mike si ritrovò a piangere, lacrime di gioia e di speranza. Non aveva mai provato quelle sensazioni. All’improvviso dentro di lui sentì qualcos’altro, qualcosa che lo stava scaldando completamente, aveva solo voglia di vedere Billie, di abbracciarlo..

Pensò alle parole che gli aveva detto, che quando stava con lui si sentiva bene, sentiva un calore all’interno, si rese conto che in quel momento anche lui lo sentiva.

 Ma.. Allora provava anche lui quello che provava il cantante? La certezza di considerarlo solo come un amico cominciò a svanire e sentì di nuovo quella morsa allo stomaco. Riprovò ad immaginare un mondo senza Billie Joe, ma vide solo nero. Capì di non poter vivere senza di lui, di volerlo sempre accanto a sé. Quindi.. lo amava?

 

 

Continua…

Ed eccoci alla fine del secondo capitolo...

Se vi è venuto un infarto per Billie, mi dispiace xD

Vorrei ringraziare chi ha commentato lo scorso capitolo. Elo_Minority e FrankieFuse Grazie! *_*

In particolar modo Livin Derevel, sappi che adoro come scrivi!

Bene, detto questo, vi lascio, ci vediamo al prossimo capitolo, che sarà anche l'ultimo! Mi raccomando, lasciate un commento, i consigli e le critiche sono ben accetti per migliorare. Ciaoo!!

 

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