Pace

di NeverThink
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pace ***
Capitolo 2: *** 11 Agosto 2010. ***



Capitolo 1
*** Pace ***


 

Per te.
Perché sei mia amica.
Perché non mi lasci sola.
Perché sei speciale ed unica.
Perché ti voglio bene, Kate.

 

 

 

Pace

 

 

~Pace cercare solamente un po’ di pace
Per chi non parla e per chi troppo dice
Così che ogni momento sia felice
Sapessi amore mio come mi piace
Quando mi dici ti amo sottovoce
Perché la vita sai va via veloce
E viverla con te mi fa felice.~

 

 

Per quanto si sforzi di essere carina nei gesti, nelle parole, Meredith non fa che complicare le cose.
E’ più forte di lei, non può controllarlo.
Cerca di essere il più naturale possibile, ma non ci riesce. Per quando cerchi di essere se stessa, appare sempre quella che non è. Scontrosa, cattiva, noiosa, antipatica… vuota.
Vorrebbe dimostragli che non è così, ma non fa che peggiorare la situazione già complessa.
Vorrebbe mostrargli chi è realmente, ma non ci riesce. Qualcosa la blocca impedendole di essere la Meredith di sempre. E’ frustrante e la gelosia non fa che peggiorare le cose.
Sì, per quanto si sforzi di non ammettere a se stessa ciò che il suo cuore canta, Meredith è gelosa.
E’ gelosa perché mille altre persone possono avere ciò che lei cerca di conquistarsi. Che non sta solo nell’accarezzargli la guancia e baciargli le labbra, ma nel poter dialogare di qualsiasi cosa, con naturalezza, limpidezza, trasparenza. E si odia per questa sua incapacità di non riuscire a rapportarsi agli altri, nonostante i suoi diciannove anni.
Vorrebbe essere come le sue amiche: fiere, indipendenti, socievoli.
Durante la sua adolescenza a dovuto lottare contro se stessa, cercando di migliorare, delle volte modificare, quel suo pessimo lato, quella sua timidezza che le impediva di essere se stessa con tutti, sempre.
Cos’ha, in fondo, lei che non va?
Mille domande non fanno che affliggerla, mentre si porta una ciocca di capelli dietro un orecchio e guarda il buio pesto, fuori dal finestrino. L’auto radio diffonde le note di Sometimes You Can’t Make It On Your Own degli U2 e Liam non fa che battere il tempo sul manubrio dell’auto. La fredda aria serale -grazie al finestrino aperto- le carezza il viso e le frusta i capelli scuri sul viso.
Nessuno fiata e, in questo momento, Meredith non fa che odiarsi di più. Non solo perché non riesce a dare il via ad una conversazione, ma soprattutto perché sa che con Liam è una causa persa. Lui le avrebbe già mostrato un interesse se ci fosse stato. E questo, non è accaduto.
Chiude gli occhi e sospira, chiudendo il finestrino perché i capelli non fanno che finirle davanti agli occhi.
Quando li riapre nota Liam rivolgerle frequenti e fugaci occhiate.
Lo stomaco della ragazza comincia a contorcersi e sembra che voglia risucchiarla. Si volta, ma sa che non dovrebbe farlo. Il suo viso, i suoi occhi color del mare non fanno altro che disarmarla rendendola vulnerabile, facendole sognare un mondo in cui le cose andavano secondo il suo volere.
«Tutto okay?» chiede Liam corrugando la fronte.
Meredith sente la bocca secca e aspetta qualche attimo prima di rispondere. «Sì.» mormora con la lingua impastata.
Lui annuisce piano, ma non le chiede più nulla.
Stupida!, si sgrida lei. Stupida!
«Wanda come sta?» chiede poi lui e il cuore di Meredith incespica, dolorante.
Deglutisce rumorosamente, conscia però che Liam non può sentirla.
Wanda. La sua migliore amica. Amica di Liam. Meredith è convinta che per lui non è solo amicizia.
Quel pensiero le procura una fitta, una lenta pugnalata in pieni petto.
«Bene.» risponde la ragazza abbassando lo sguardo e giocherellando con la lunga collana.
«Quando torna?»
«Fra un paio di giorni.» risponde atona.
Lui non risponde immediatamente. Si limita a guardarla con la coda dell’occhio, prima che lei volti il capo e torni a guardare oltre il finestrino.
«Okay.» mormora infine, tornando a guardare la strada.
Wanda è partita per alcuni giorni. E’ andata a trovare sua nonna. E manca ad entrambi.
Questa sera Meredith, Liam ed alcuni amici sono usciti. E per grande fortuna di Meredith, o sfortuna, lei si è ritrovata sola con lui.
E’ combattuta. E’ affranta, conscia di essere una totale inetta nei rapporti umani.
Non fa che chiedersi perché per gli altri non sia problema, cos’hanno gli altri di diverso da lei. Cosa le impedisce di rapportarsi come vorrebbe, di essere se stessa.
Per il resto del viaggio, rimangono in silenzio. Un silenzio che, Meredith, avverte come opprimente ed imbarazzante. Vorrebbe riempirlo, ma non sa come. Teme di rendersi più ridicola di quanto già è.
Le luci si fanno sempre più forti, mano e mano che i due entrano in paese.
Lei non fa che rivolgere fugaci occhiate a Liam, ed osservarlo con la coda dell’occhio, come sempre.
E’ bello Liam, e non sa come ha fatto a rendersi conto solo ora di quanto la sua anima lo anelasse. Ama i suoi occhi turchese, i capelli biondi che gli carezzano la nuca, le labbra piene, la pelle chiara, il fisico atletico ed asciutto.
«Ti accompagno a casa, no?»
«Sì.» dice lei con tono indecifrabile e per alcuni istanti gli occhi di lui indugiano confusi nei suoi.
Stupida. Stupida. Stupida, non fa che ripetersi. Morirai sola. Con trentatré gatti e gli Alsaziani a nutrirsi dei tuoi resti. Sola.
La macchina ad un tratto si ferma e, in un primo momento, Meredith non capisce perché. Poi alza lo sguardo, guardandosi intorno.
«Oh. Siamo arrivati.» mormora. China per un memento il capo, lasciando che i capelli le finiscano davanti al viso, come i sipari di un teatro, e impedendo a Liam di vederla. Serra gli occhi. Gli riapre a si volta verso il ragazzo e tutto accade tanto velocemente che l’è impossibile assimilare il tutto, subito.
Le labbra di Liam sono su quelle di Meredith.
Il cuore, all’istante sembra scoppiarle, palpitante d’amore e trattiene il respiro, mentre una miriade di farfalle spiccano il volo all’interno del suo stomaco.
Piano diversi particolari le si fanno più chiari. Sente una mano di Liam premere sul suo braccio e l’altra carezzarle l’incavo del collo.
Le labbra di lui, piano, si muovono su quelle di Meredith .
Sotto il tocco leggero di Liam lei freme. Si accorge di aver trattenuto il respiro. Dischiude ancor di più le labbra, respirando. Il bacio si fa più intenso ed è come se il corpo di Meredith prendesse fuoco, all’istante. Ogni fibra del suo essere è proiettata verso Liam e così, gli circonda le spalle, stringendolo a sé.
Le mani di lui si muovono velocemente sul suo ventre piatto, sopra la leggera camicia. Si sporge sul sedile di lei, che si poggia allo sportello, lasciandosi guidare dalle sue labbra. Le dita di Liam si muovono frenetiche, sbottonando un paio di bottoni della camicetta di Meredith. Una sua mano, calda, le carezza il ventre, lasciando una scia lavica sulla pelle di lei.
Meredith freme ancora, mentre Liam le bacia il collo, disegnando mappe invisibili con il suo respiro.
Lei chiude gli occhi imprimendo nella mente quelle sensazioni tanto agognate.
Liam le bacia la base del collo, fermando la sua mano, ancora sotto il tessuto, sul fianco di lei. Poggia il viso sulla spalla di Meredith.
Per alcuni istanti restano in quella posizione. La ragazza è incapace muoversi. Non ha ancora realizzato ciò che è successo e fatica a crederci. Il cuore galoppa e il respiro è troppo veloce ed irregolare per essere controllato.
Piano, col dolcezza, Liam le bacia ripetutamente l’incavo del collo beandosi del profumo dei suoi capelli.
«Parla, Meredith.» soffia sulla sua pelle accaldata. «Ti prego, parla.»
Lei non risponde subito. Ci sono parole che le vorticano in testa. Ma si arrende. Chiude gli occhi e sospira. «Credo di essermi innamorata di te.» mormora, e il cuore le salta in gola.
Liam non risponde. Poggia le labbra sulla pelle di lei, chiudendo gli occhi.
«Da quanto?» chiede in un sussurro.
«Da un po’.»
«Un po’ quanto?»
«Okay, da molto a un po’.» ammette lei in un sospiro, giocando con una ciocca di capelli di Liam,
Lui sorride. «Perché non me l’hai mai detto?»
«Timore.»
«Di cosa?»
A questo punto, non ha più senso mentire e le parole le escono fuori come una cascata. «Di rovinare tutto. Di non riuscire ad essere all’altezza, di essere crudelmente rifiutata. Non sono nessuno, Liam.»
Il ragazzo corruga la fronte, mettendosi a sedere, allontanandosi così da Meredith, la cui pelle piange il contatto.
«Stai scherzando, vero?»
«No.» ammette lei avvampando di rossore.
Lui le prende in viso fra le mani e la guarda negli occhi.
Meredith non sa che aspettarsi. Trattiene il respiro in ansia, incapace di muovere ancora un solo muscolo.
«Tu all’altezza? Oh, piccola, temo di non esserlo io. Spero davvero tu non sia nessuno per gli altri.» mormora sorridendo e qualcosa nel petto di Meredith si rompe, con lo stesso suono del vetro infranto.
Lei lacrime le inumidiscono gli occhi.
Poi lui le bacia le labbra morbide e sa che non vorrebbe altro, né in quel momento, né il girono dopo e quello dopo ancora.
 «Perché sei tutto per me, Meredith.»
«Ci vediamo domani?» chiede lei col cuore che scoppia di gioia.
«Sì. Ti passo a prendere alle nove.»
«Buona notte.» mormora lei avvicinandosi al suo viso.
Liam preme il palmo della sua mano sulla guancia di Meredith, baciandole con estrema dolcezza.
«Sogni d’oro.»
E così Meredith scende dall’auto.
Negli occhi, l’amore.

 

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Capitolo 2
*** 11 Agosto 2010. ***


 

 

~Pace cercare solamente un po’ di pace
Per chi non parla e per chi troppo dice
Così che ogni momento sia felice
Sapessi amore mio come mi piace
Quando mi dici ti amo sottovoce
Perché la vita sai va via veloce
E viverla con te mi fa felice.~

 

 

 

11 Agosto 2010.

 

Il vento tiepido carezza le braccia nude di Liam, come fosse una lieve carezza. Egli gioca distrattamente con un lembo della t-shirt, stropicciandolo. Le foglie stormiscono e i grilli friniscono in questa calda sera di Agosto. Comincia a far dondolare le gambe, unendo prima le ginocchia poi allontanandole. L’aspetta da circa quindi minuti.
E’ felice, è sereno, si sente appagato. Le ultime due settime sono state per lui uniche, speciali, magnifica, e spera di poter godere ancora per molto di quel senso d’appagamento che non lo abbandona.
Potrebbe amarla, lo sa. Lo sente. Potrebbe essere quella giusta, quella per cui dimenticare la vita fatta di alcool e feste. Potrebbe essere colei al quale confidare i più reconditi pensieri, le più intime preoccupazioni.
Sorride al ricordo del suo viso, dei capelli scuri che, lunghi, le incorniciano il viso, gli occhi color della notte, così belli ed impetrabili, un lago nero nel quale annegare. Non vede l’ora di poterla stringere a sé, così piccola e fragile. Di baciare ancora le sue labbra rosse, piene e morbide.
E’ stato strano come d’improvviso qualcosa lo abbia legato a lei. Così timida e fragile non era riuscito ad inquadrarla al primo incontro, come spesso gli capita con le ragazze. Silenziosa osservava, parlando di tanto in tanto, lui l’ascoltava attentamente cercano di cogliere la sua vera essenza, quella che sfuggiva a molti. Dietro quell’aria solitaria, silenziosa si celava dell’altro, ne era certo. Non poteva fermarsi all’apparenza… era come se i suoi occhi gli parlassero, come se gridassero “ehi, sono qui, guardami!”. Ed ha fatto bene, ora non se ne pente. Ha capito chi ella sia, che ragazza meravigliosa sia e, di certo, non ha intenzione di lasciarsela scappare.
Perso nei suoi pensieri la vede arrivare. Cammina lungo il piccolo vialetto di ghiaia, uno dei tanti che attraversa il parco. La osserva avvicinarsi; cammina con lentezza e con grazia, incatenandogli gli occhi; i capelli si muovo ad ogni passo accarezzati dal vento; osserva la pelle colorata e baciata dal sole, le lunghe ciglia che le aprono lo sguardo, rendendolo così simile ad un indifeso cerbiatto.
Liam si alza dalla panchina e avanza lentamente, senza smettere di sorridere.
Ma, a circa un metro di distanza, Meredith si ferma ed alza le mani, come per difendersi.
«C’è una spiegazione al il mio terribile ritardo.» dice d’un fiato.
Liam corruga la fronte, tornando serio. «Ah sì?»
«Non trovavo le chiavi di casa e non potevo uscire senza.» dice abbassando le mani.
Lui annuisce. «E’ ovvio.»
Meredith sorride. «Per cui sono salva?»
«Ci devo pensare.»
Sbuffa. «Ma ti ho detto delle chiavi.»
Lui ridacchia. «Già.»
«Ciao.»
«Ciao.» ed entrambi rimasero per alcuni istanti in silenzio, l’uno di fronte all’altra
«Ti ho fatto aspettare molto, eh?» chiede cominciando a dondolare sui talloni, portandosi le braccia dietro la schiena. Ciocche di capelli ribelli le finiscono davanti al viso e Liam non può che trovarla bellissima. Lei si porta una mano al capo, fermando quelle ciocche dietro un orecchio.
«Credevo di dover mandare una squadra per le ricerche.» ironizza.
Lei arrossisce appena, sente il sangue riscaldarle il viso, china il capo sorridendo flebilmente. «Mi dispiace, non volevo.» mormora, poi alza lo sguardo posandolo sul viso di lui. Un’ondata di felicità, tenerezza, dolcezza lo travolge ed è come se ogni fibra del suo essere fosse proiettata verso quella stramba ragazza, apparentemente normale, ma speciale come nessuna.
Tossisce, schiarendosi la voce. «Potrei, come dire, prendere in considerazione l’idea di… sorvolare su questo enorme ritardo.»
Meredith inclina il capo, facendo oscillare i capelli. «Davvero?»
«Sì.»
Lei sorride e un lampo di malizia le guizza negli occhi. «Ti ho mai detto che quella maglia ti sta d’incanto?»
Lui ride, scuotendo piano il capo. «Cerchi di comprarmi?»
«Ci riuscirei?»
«No.»
Lei fa spallucce. «Appunto.»
«Ci sarebbe una cosa che potresti fare.»
«Cioè?» chiede lei cercando di trattenere un sorriso.
«Salutarmi.» mormora serio.
«Ti ho già salutato.» lo stuzzica lei passandosi una mano fra i capelli, scostandoli, lasciando scoperto il collo e la scollatura appena accentuata. Liam cerca con tutto se stesso di controllarsi, di non raggiungerla con una falcata a catturarle le labbra fra le sue.
«Sai cosa intendo.» risponde.
Lei sorride, in fondo, non aspetta altro. Piano gli si avvicina, con passo lento, una lentezza calcolata.
«Non so cosa intendi, forse dovresti mostrarmelo.»
«Non saresti tu a farti perdonare.» mormora con voce roca, giocando una ciocca di capelli di lei.
Meredith arriccia le labbra e freme. «Giusto.» mormora, e poi fa un passo indietro.
«Ehi!»esclama lui alzando un sopracciglio, sfiorandole il dorso della mano son le dita affusolate.
Li sorride, innocentemente e quasi timidamente, poi avanza e preme il palmo della mano sulla sua guancia.
«Non mi vedi da più di ventiquattro ore e mi saluti solo con un “ciao” ed una carezza?» soffia all’orecchio della ragazza. Un brivido le corre lungo la schiena, partendo dal basso e spegnendosi verso l’alto. Si sente immobilizzata mentre il profumo di lui le inonda i polmoni.
Le mani di Liam le carezzano dolcemente i fianchi, prima di circondandole l’addome con le braccia e stringerla a sé, tanto che il suo ventre aderisce al suo.
Il respiro di Meredith accelera ed ha quasi paura che lui possa avvertire il frenetico battito del suo cuore, oltre la leggera canotta.
«Non osare mai più provare ad allontanarti.» mormora Liam guardandola in volto. Il suo respiro la colpisce in pieno viso, dandole alla testa. Meredith chiude gli occhi e circonda il suo collo con le braccia.
«D’accordo.» risponde baciandogli il mento.
Lui schiocca la lingua, in segno di disapprovazione. «Hai sbagliato, Meredith.»
Lei inclina il capo, corrugando appena la fronte.
«Le mie labbra sono più su.» soffia prima di catturale fra le sue. E’ un bacio lento, che piano di fa audace. E’ un bacio tenero ma passionale allo stesso tempo, che quasi le fa perdere l’equilibrio.
«Credo di averle centrate ora.» dice un risolino, sfiorandogli la punta del naso con la sua.
«Potresti ritentare. Sai, per esserne sicura.» ammicca lui quando Meredith apre gli occhi per guardarlo e in quel momento non desidera altro che perdersi in quell’oceano nero.
Lei ride e scuote il capo, poi si alza in punta di piedi e lo bacia a fior di labbra.
«Dai, andiamo a prendere qualcosa da bere.» sorride allontanandosi e voltandosi, prima di avanzare di un paio di passi.
Liam la guarda e non può non sorridere a sua volta, di quella ragazza che silenziosa gli ha mostrato cosa sia il vero affetto, la possibilità di potersi innamorare, veramente.
La raggiunge, raggiante; incrocia le dita a quelle di Meredith, le porta il braccio intorno alle spalle, senza sciogliere l’intreccio delle loro dita.
Ed entrambi sono… felici.

 

 

*

Ringraziamenti.

SummerRain: ciao! Alla fine ho deciso che non sarebbe stata solo una one-shot. Ho deciso di fare una raccolta di frammenti di vita, anche perché in questo momento non voglio impelagarmi con long-fiction. Sono contenta ti piaccia il mio modo di scrivere e spero tu leggerai questa seconda “shot”… sperando di non annoiare. Grazie, grazie mille per la bellissima recensione!
Doriama: ciao! Credo che sia un qualcosa che capita a tutti… in ciò che scrivo cerco sempre di mettere qualcosa per me è reale, cioè… il lettore dovrebbe rivedersi nel personaggio, anche solo per pochi momenti. E’ quello a cui punto e ho sempre paura di non riuscirci. Sono contenta ti sia piaciuto il mio modo di scrivere *-* grazie mille per la recensione, davvero, mi ha resa felicissima!
Londoner: ciao! Davvero ti è piaciuta la scorsa one? Cioè… *-* così mi sciolgo! Non hai idea di quanto mi abbia fatto piacere sapere che ti piaccia come scrivo. Spero di non averti delusa con questa! Grazie mille per la recensione, davvero. Sei troppo buona!
candidalametta: ciao! Cavolo, non sai che piacere vedere la tua recensione! Sono contenta ti sia piaciuta la shot *-* Ci ho messo tutta me stessa in quella precedente… e anche in questa. Spero di non averti delusa. A presto, e grazie davvero di cuore.
C r i s: ciao! Già, è finita bene! Non potevo farla finire male! E alla fine non è stata solo una one-shot, non potevo lasciare così la storia, così ho deciso di fare una raccolta di frammenti di vita, per mostrare attimi felici o tristi. Spero di non averti annoiata con questa. A presto, cara!
uley: ciao! Non sai che piacere leggere la tua recensione! Sul serio avevi il batticuore? Cioè… la tue recensioni mi fanno sempre gongolare XD La storia non è che non ha una trama… è più che altro una raccolta di momenti fra i due. Frammenti di vita. Ogni capitolo sarà datato, perché alcuni non saranno consequenziali, non so se mi spiego. Spero di no annoiarti, in tal cada puoi dirmelo tranquillamente. A presto! E grazie mille per la recensione!
Piccola Ketty: ciao, Kate! Okay, la tua recensione è… non puoi farmi questo, sai che mi sciolgo e mi commuovo. Non è colpa mia se mi ritengo mediocre, lo sai. Ma ti credo, cioè, ti credo quando mi dici che per te son brava… e questo, vale tantissimo. Il tuo parere, Kate, è importante e sono sempre in ansia quando ti faccio leggere qualcosa. Spero di sia piaciuta questa, magari come la precedente. E ricorda tesoro, che ti voglio bene, tanto bene! E ci sono, sempre. <3
sbrodolina: ciao! Sul serio di è piaciuta tanto Meredith? *-* okay, smetto di gongolare. Ti giuro, ho letto la tua recensione e mi sono sciolta in un brodo di giuggiole. Cioè… grazie! Non sai quanto sono contenta di sapere che ciò che scrivo e come lo scrivo ti piaccia, davvero! Grazie di cuore!

 

A voi, Panda.

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