La scuola superiore di Seattle non era poi così grande. Li conoscevano tutti, anche se a scuola ci venivano ben poco, un po’ per il loro stile, un po’ per i loro modi strafottenti, un po’ perchè erano i Guns’n Roses. Insomma dei tipi del genere non sarebbero mai passati inosservati. A Laurel non interessavano più di tanto le stelle nascenti della musica moderna, per lei erano solo un branco di ragazzi disadattati che si atteggiavano da rock star, altezzosi e arroganti. Le sue amiche ne andavano pazze, e ogni volta che incrociavano uno di loro prendevano a fare gli occhi dolci e un sacco di moine. Non lo sopportava.

“Oh-mio-Dio!” Kris era la più sfegatata, appena vedeva il leader della band William, Axl a suo dire, non capiva letteralmente più nulla “sta arrivando! Laurel guardami, come sto??” chiese all’amica arruffandosi i lunghi capelli castani.

“Perfetta, uno schianto...” sbuffò Laurel.

Axl era davvero bello, niente da dire. Alto, magro, un viso angelico che poco si adattava al suo personaggio, e lunghi capelli rossicci cotonati come dettava la moda del momento. Gli aderenti pantaloni in pelle nera mettevano in risalto le lunghe gambe muscolose, e lasciavano in un certo senso, ben poco spazio alla fantasia. Si divertiva a punzecchiare Kris, sapeva che aveva un debole per lui, ma in realtà non gliene fregava niente di lei. Amava sentirsi ammirato e al centro dell’attenzione.

“Ciao bellezza” le fece l’occhiolino passandoci da parte, per poi sparire dietro l’angolo del corridoio.

“Ahhhhhh!!! Mi ha chiamata bellezza hai sentito??”

“Sì sì... ho sentito”

“Accidenti Laurel, potresti essere un po’ più carina? Sono al settimo cielo e tu non sembri nemmeno fregartene!”

“Scusa senti, ma non lo vedi che è un pallone gonfiato? Ti prende solo in giro, quando aprirai gli occhi?”

“Sei solo gelosa!”

Sbattè l’armadietto, le girò le spalle e se ne andò in classe. Laurel non le badò, era solita a questi scatti isterici ogni volta che osava smontare le sue romantiche fantasie.

Gli altri ragazzi non erano meno vistosi in quanto aspetto. Saul, un ragazzo dai tratti afro-americani con un’immensa cascata di capelli ricci, veniva chiamato Slash, Laurel non aveva mai capito per quale motivo. Forse un soprannome datogli da qualcuno. Poi c’erano Izzy e Steven chitarrista e batterista che però non frequentavano la loro scuola, probabilmente non ne frequentavano nessuna. Ogni tanto si facevano trovare fuori ma era più facile incontrarli la sera per le strade, mezzi ubriachi e di sicuro strafatti. Infine Michael, Duff, era un biondone alto e magro, con dolci occhi verde oliva e una catena con un lucchetto legata al collo... sicuramente un fanatico di Sid Vicious. Erano tutti più grandi di loro, tutti ripetenti, e da quando avevano messo in piedi il loro gruppo erano diventati delle vere celebrità da quelle parti. Naturalmente erano visti di cattivo occhio dalla maggior parte della gente per bene e ottusa che popolava Seattle. Laurel compresa? Forse. In realtà non aveva nulla contro di loro, ognuno per lei era libero di vestirsi, divertirsi e sballarsi come meglio credeva, solo non sopportava il loro atteggiamento strafottente del tipo ‘tutto ci è dovuto’, rispetto zero e cortesia non ne parliamo.

Viveva nel quartiere residenziale di Seattle, dove stavano le così dette famiglie per bene, come la sua. Sua madre era costantemente impegnata tra volontariato e parrocchia, suo padre aveva invece una piccola auto officina, piccola ma l’unica della zona, e per questo molto redditizia. Non era così bigotta come poteva sembrare, prediligeva piuttosto uno stile di vita semplice, e tranquillo, non le piacevano gli sballi e l’eccessività che facevano da padroni in quel periodo. Forse per questo non le piacevano quei ragazzi. Certo piaceva anche a lei divertirsi, dopotutto aveva solo 18 anni, ma pare che il suo concetto di divertimento, pizza-cinema-bowling, era ormai diventato obsoleto e assolutamente fuori moda.

Venerdì mattina, uno strazio... trovarono la scuola tappezzata di manifesti, i Guns n Roses avrebbero suonato quel sabato al Crocodile, uno dei locali più in voga del momento. Cattivo segno. Laurel nelle orecchie già sentiva le urla di gioia di Kris e delle altre... infatti...

“Non vedo l’ora!!”

“Andiamo ragazze!! Dobbiamo essere in prima fila!”

“Non me li voglio perdere!! E’ la prima volta che suonano in un locale vero! Cioè, non in uno dei soliti buchi di periferia!”

Sue era la sua migliore amica, proprio quel sabato avrebbe compiuto 18 anni, e ciò non prometteva niente di buono “Laurel...” cantilenò con aria supplichevole.

“Oh no... no, no! Non ti venga neanche in mente!”

“Andiamo è il mio compleanno! Dobbiamo festeggiare alla grande!”

“Una serata tra amiche non ti basta?”

“Dai, non voglio il solito pigiama party, è così... infantile! Ti pregooooo!!”

“No! Scordatelo...”

“Ti prego! Ti prego! Ti pregoooooo!”

Non riusciva a dirle di no, dopotutto era la sua migliore amica, e quanto di più vicino potesse avere ad una sorella.

“Uff... ok, ok, datti una calmata...”

“Siiiiiiiiiiiiii!!!!” insieme a lei esultò anche Kriss “Te l’avevo detto che avrebbe accettato!!”

'Ma che cavolo sono tutte d’accordo??' Amiche...

Sue le saltò letteralmente al collo “Vedrai non te ne pentirai! Ci divertiremo un sacco!”

“Ne sono convinta...” disse in un tono tutt’altro che certo.

Finite le lezioni, Laurel si dileguò dal gruppo “Devo andare”

“Aspetta, non mangiamo insieme?”

“No, oggi salto il pranzo... non ho fame”

“Ma Laurel...”

“Ci vediamo Sue!”

Percorse di corsa il lungo corridoio che portava all’esterno dell’edificio. Per oggi ne aveva avuto abbastanza. E domani... le toccava il concerto. Ormai l’aveva promesso a Sue, non poteva tirarsi indietro... SBAM!

“Hey attento a dove cammini!” sbraitò contro la montagna su cui era finita, chinandosi a cogliere i libri che le erano caduti dalle mani dopo lo scontro.

“Scusa hem...”

La folta massa di riccioli le ricadde addosso, alzò lo sguardo e si trovò faccia a faccia, con Slash... 'ottimo!'

“Niente, lascia stare”

“No aspetta ti aiuto, Lauren giusto?”

Come faceva a sapere il suo nome? Più o meno...

“Laurel...”

“Laurel sì, ok...senti ho sentito che domani verrai al concerto”

“Le mie amiche...” tagliò corto. Le voci in quella scuola giravano troppo in fretta.

“Tu no?”

“Solo perchè ci sono costretta” sbottò sgarbatamente.

“Mi basta”

“Cosa?”

“Che vieni, anche se ci sei costretta. Bisogna pur iniziare da qualche parte”

Ma cosa stava dicendo? Il suo fiato sapeva di alcool. Laurel scrollò la testa e si scostò da lui, uscendo a grandi passi e incamminandosi verso casa. Non era molto distante, quando c’era bel tempo se la faceva sempre a piedi.

“Aspetta!”

“Che vuoi ancora?”

“Hey perchè te la meni tanto? Che ti ho fatto?”

In effetti nulla... la sua insistenza però la infastidiva “Niente, scusa ora, sto andando a casa”

“Ti accompagno”

“No! Cioè... perchè? Non ce ne è bisogno davvero”

“Gira brutta gente, non dovresti andare in giro da sola”  

“E con te sarei al sicuro?”

“Come no!”

“Fantastico...”

Aumentò il passo, ma era veloce e non aveva nessun problema a starle dietro. Si stava davvero irritando. Di colpo si bloccò voltandosi verso di lui.

“Senti mi dici perchè cavolo mi stai seguendo? Ti ho già detto che non ho bisogno dell’accompagnatore!”

“Guarda che anch'io abito da quella parte, non è colpa mia se facciamo la stessa strada”

Sospirò rassegnata... “E com’è che non ti ho mai notato?”

“Abito con mia nonna ma per non darle fastidio non sto molto a casa”

“Per non darle fastidio eh?”

“Certo cazzo! Non potrei suonare con i ragazzi stando da lei tutto il giorno, non lo sopporterebbe”

“E dove suonate?”

“A casa di Axl, bhè è un garage a dire il vero, però è comodo”

“Abita in un garage??” non riuscì a trattenere una risata. Doveva essere proprio fuori!

“Sì, con Izzy, è un gran casino, dovresti vedere che roba!”

“No bhe, non ci tengo particolarmente”

“Certo certo... una signorina per bene come te...”

“Che fai, sfotti?”

“Touché...”

Non si accorse nemmeno che il tempo era passato in un attimo. Strano, non avrebbe mai pensato di potersi intrattenere in una conversazione, se così si poteva definire quello scambio di battute, con quel ragazzo.

“Sono arrivata”

“Ah ok, cazzo, bella casa, davvero”

“Grazie”

“Figurati... bhè ci si vede domani allora”

“Forse!” gli urlò dietro mentre si allontanava.

Il ragazzo non si voltò e nemmeno le rispose, alzò semplicemente la mano mostrandole ‘elegantemente’ il dito medio... 'che razza di sbruffone!'

Laurel aveva detto ai suoi che avrebbe passato la giornata con Sue e dormito da lei per festeggiare il suo compleanno, una tranquilla serata tra amiche. Fortunatamente i genitori di Sue erano fuori città, così non avrebbe rischiato che i suoi genitori li chiamassero. Passarono tutto il pomeriggio a fare compere, e rincasarono a sera inoltrata giusto in tempo per prepararsi. Laurel optò per una minigonna nera, maglietta bianca che le lasciava scoperta una spalla, anfibi in cuoio e giubbotto in jeans. Si truccò leggermente il viso senza esagerare. Completò il tutto cotonandosi leggermente i lunghi capelli biondi, e con un paio di orecchini a cerchio fuxia. Si guardò allo specchio soddisfatta, tutto sommato non stava niente male! Sue e Kris erano decisamente più provocanti nei loro vestiti mini e aderenti. Stavano comunque molto bene, sembravano più grandi soprattutto grazie al trucco pesante che si erano messe in faccia. Se le avessero viste così ai loro genitori sarebbe venuto un colpo!

Fuori dal locale gente di tutti i tipi era in fila per entrare.

“Hey Jeff!” urlò Kris sbracciandosi rivolta al buttafuori, un nerboruto ragazzo di colore dall’aria simpatica.

“Ciao Kris, è da un po’ che non ci si vede” lui le fece l’occhiolino.

“Come fai a conoscere quel tipo?”

“E’ un’amico di mio fratello, lavora come buttafuori in molti locali, è davvero un tipo giusto!”

“Cosa ci fai qui piccola? Anche tu per il concerto di quei tipi?”

“Oh certo, ci puoi contare!”

“Bha, non so cosa ci troviate, sono solo cinque ragazzini senza cervello, tutti moine e capelli”

“Dai poche storie, che ne dici di farci entrare? Non vorrai lasciare tre ragazze qua fuori tutte sole! E poi senti…ahhhhh dai!!! Hanno già iniziato a suonare!!!”

Dall’interno del locale si poteva già sentire lo strimpellare delle chitarre e degli altri strumenti.

“Ok ok, entrate, ma non esagerate, intesi? Voglio vedervi uscire sulle vostre gambe”

“Grazie Jeff, sei un mito!”

Entrando vennero assalite da una nebbia fatta di fumo, vapore e chissà cos’altro. Le luci erano basse, solo il piccolo palco in fondo alla sala era illuminato da potenti luci colorate. La gente, una miriade per un posto così piccolo, si affollava per lo più sotto al palco dove i ragazzi stavano suonando. Era incredibile. Solo frastuono, avrebbe detto suo padre. Ma la voce di Axl... tutt’altro che rumore. Per una attimo le parve di sentire solo lui in mezzo al vociare della folla.

She takes me away to that special place

And if I stared too long

I'd probably break down and cry

Sue e Kris erano già in prima fila a urlare e scalpitare, Axl dall’alto del palco mandava baci e strizzava occhi alle ragazze in delirio protese verso di lui, faceva parte dello show. Lei era rimasta impalata tra la gente che senza curarsene la prendeva a strattoni per passare. La musica continuò a suonare incessante fin quando le melodie dei giovani Guns lasciarono il posto ad un tutt’altro che melodioso disco, scelto da un DJ probabilmente poco esperto. Cercò le sue amiche con lo sguardo, stavano ballando in pista.

“Oh scusa!” un tizio visibilmente ubriaco le era finito addosso, rovesciandole sulla maglietta bianca gran parte della birra che teneva a stento in mano.

“Stai attento!”

“Bhè stai meglio così, sul serio!”

Laurel si guardò la maglietta bianca ormai diventata un sottile velo trasparente.

“Cavolo!”

Corse in bagno, percorrendo il lungo corridoio fumoso e pieno di tossici appoggiati alle pareti e ubriachi per terra, un vero schifo. Teneva le braccia incrociate al petto e lo sguardo fisso a terra, mentre camminava veloce.

“Hey ciao piccola!” quella voce le era famigliare.

Alzò lo sguardo sul ragazzo che solo il giorno prima l’aveva accompagnata fino a casa. Slash, si chiamava così giusto? Completamente sudato dopo il concerto cingeva con un braccio le spalle di una prosperosa bionda, e con l’altra mano teneva una lattina di birra. Di fianco a lui Duff, lo spilungone biondo, e Axl il playboy dalla voce angelica. Imbarazzata si strinse ancora di più le braccia al petto, e il contatto della maglia bagnata con la pelle le fece scorre dei brividi lungo la schiena.

“Ciao, scusa sono un po’ di fretta” rispose bruscamente cercando di tirarsi da parte.

“Aspetta, dai! Cazzo sei venuta alla fine eh!”

“Già, scusa io devo andare...”

“Slash non ci presenti la tua amica?”

“Ah sì certo, Duff lei è Lauren...”

“Laurel!” precisò stizzita.

“Giusto, Laurel, lo sapevo ok? Lui è Duff”

“Ciao” il biondo tese la mano verso di lei, che tenendo ben salda al petto l’altro braccio, glie la strinse borbottando un timido ciao. La sua stretta era molto forte, e calda. Per un attimo si fissarono negli occhi, e sotto quello sguardo Laurel provò una strana sensazione.

Duff dal canto suo aveva già visto in precedenza quella ragazza a scuola. Sembrava sempre sicura di se, tra l’altro era una delle poche, se non l’unica, che non stava continuamente attorno ai ragazzi della band, forse per questo le era piaciuta fin da subito, la trovava interessante, e senza dubbio carina. Più delle stupide ragazzine urlanti che gli si appiccicavano addosso, e anche più delle provocanti ragazze che ogni tanto si faceva.

“Ciao, io sono Axl”

“Ciao” strinse la mano anche a lui, un po’ dispiaciuto dal dover interrompere il piacevole contatto con la calda mano di Duff.

“Ti è piaciuto il concerto?” le chiese.

“Sì bhè, siamo arrivate un po’ in ritardo...”

“Male ragazza mia, molto male! Vi siete perse un grande show! Vuoi un sorso?”

“No grazie Slash, ne ho già avuta abbastanza di birra per oggi” rispose abbassando per una attimo lo guardo sua maglietta bagnata.

“Oh! Ma non è un problema, la mia amica qua non è mica gelosa se vediamo anche le tue”

“Fottiti!” ribattè la ragazza bionda togliendosi il braccio di Slash dalle spalle.

“Piantala Slash” Axl diede uno spintone all’amico, facendolo barcollare poi tornò a rivolgersi a Laurel “forse è meglio che ti cambi quella maglietta”

“Sì certo, sai di solito non mi porto il cambio...”

“Vieni, ne ho qualcuna nel backstage” Axl si girò per andarsene, ma si fermò quando si accorse che Laurel non aveva fatto un passo “Allora?”

“Non preoccuparti, non morde!” rise Slash “Ci si vede piccola!”

“Ci si vede Laurel”

Quando anche Duff si allontanò, tornò a guardare Axl che a braccia conserte l’aspettava spazientito “Ti muovi? Non ho mica tutta la sera!”

“Arrivo...” mosse incerta qualche passo seguendolo. Mentre camminavano fianco a fianco Laurel si voltò indietro, guardando Slash, la bionda e Duff che ormai erano lontani nel corridoio. In quel momento Duff si voltò e i loro sguardi si incrociarono per un attimo, rievocando la strana ma piacevole sensazione che aveva provato poco prima.

“Aspettami qui” Axl sparì dietro le quinte del palco tornando dopo pochi secondi con una maglietta bianca con Mickey Mouse in bella mostra.

“Mickey Mouse??” Laurel non riuscì a trattenere una risata.

“E allora? Mi piace quel topo... mettitela, non è sporca”

“Grazie...”

“Puoi tenerla, così ti ricorderai di me un giorno, piccola...” le si fece più vicino, troppo vicino. La sua mano arrivò a sfiorarle la guancia, per scendere delicatamente lungo il collo, e poi giù, sul fianco. Laurel rimase immobile “ci vediamo...” le sussurrò nell’orecchio, lasciandola tramortita e disarmata dalla dolcezza e dalla sensualità con cui la stava trattando. Non che non avesse mai ricevuto quel genere di attenzioni da altri ragazzi, in realtà era molto più sveglia di quel che poteva sembrare da quel punto di vista, ma Axl era diverso, così dannatamente provocante. Si riprese solo dopo che il ragazzo si fu allontanato, scosse la testa e si infilò nel bagno per rinfrescarsi. Cosa le stava succedendo? Quei ragazzi non le erano mai piaciuti, ma ora doveva ammettere che non erano poi così male. Lo stesso Slash, con la sua impertinenza, le stava quasi simpatico.

Ritornò in sala dopo qualche minuto, Sue e Kris appena la videro le corsero incontro.

“Ma dove cavolo sei stata! Dio, ci hai fatto prendere un colpo!”

“Sono solo andata in bagno Sue”

“Sei sparita da quando siamo entrate, pensavamo te ne fossi andata”

Sue notò la maglietta che Laurel indossava, di certo non la stessa con cui era uscita di casa.

“Laury, ma questa la riconosco! La indossa Axl! Come l’hai avuta?!”

“Oh questa... niente, mi hanno versato della birra addosso e lui me l’ha solo prestata...”

“Cosa?? Ma come lo conosci??”

“Conoscerlo è una parola grossa... Slash me l’ha presentato solo stasera con Duff e...”

“Slash, Duff? Ma allora li conosci tutti! Laurel perchè non ce l’hai detto! Siamo tue amiche accidenti!”

“Non farne una tragedia adesso! Li conosco appena, Slash abita nel mio quartiere, figurati, non lo sapevo nemmeno fino a ieri, abbiamo fatto un pezzo di strada insieme per tornare a casa, e prima l’ho incontrato mentre stavo andando in bagno e mi ha presentato i suoi amici, tutto qui!”

“Tutto qui?! Ma stai scherzando? Ora ce li devi presentare Laurel, è il minimo che puoi fare per farti perdonare!”

“Farmi perdonare per cosa?!”

“E me lo chiedi? Nemmeno ti piacciono o sbaglio? Eppure te li fai amici! E non ce lo dici nemmeno!”

“Non siamo amici Sue, smettila! Sentite, alla prima occasione vi presento ok? Così la finite con questa sceneggiata”

“Voglio ben sperare!” commentò secca Kris.

Passarono il resto della serata a ballare come se niente fosse, le ragazze ogni tanto si guardavano in giro sperando di vedere i loro beniamini, ma di loro non c’era traccia, dopo il concerto se ne erano andati.

“Slash chi era quella ragazza?”

La bionda se ne era andata dopo averli fatti divertire un po’ e ora erano rimasti soli nel piccolo appartamento di Duff. Viveva per conto suo già da un anno ormai, i suoi erano di buona famiglia per cui gli avevano comprato quell’appartamento senza troppe storie.

“Chi?”

“Laurel”

“Ah, lei… è una di scuola”

“Questo lo so, ma come la conosci? Da quando siete amici?”

“Oh non siamo amici. L’ho incontrata l’altro giorno anzi, ci siamo proprio scontrati! L’ho solo accompagnata a casa, abita a qualche isolato da me”

“Capisco”

Slash scrollò il campo con un sorriso mentre, esausto, cercava di accendersi una sigaretta senza darsi fuoco ai capelli che gli ricadevano disordinati sul viso “Hai visto che neanche ci caga? Sembra che a mala pena ci sopporta invece di sbavarci dietro come un’oca, è una tosta, mi piace quella ragazza ha del carattere cazzo!”

“Sì, ho notato” rise Duff gettando indietro la testa sul divano.

Perché si interessava così tanto? In fondo era solo una ragazza, una come tante. O forse no. C’era qualcosa in lei, qualcosa che Duff non riusciva a spiegarsi, ma che chissà come, aveva attirato la sua attenzione.

“Amico, non dirmi che ci vuoi provare!”

“Bhè è carina…”

“Oh eccome! Ma ti farà nero dammi retta”

“Troppo tardi” Axl entrò in quel momento sbattendosi la porta alle spalle “finirà ai miei piedi nel giro di qualche giorno”

“Cosa vorresti fare?” domandò Duff risentito dall’intrusione dell’amico.

Era sempre così con lui, tutto una sfida. Non sarebbe stata la prima volta che si scambiavano o si 'rubavano' le ragazze, sembrava una cosa normale, e nessuno aveva mai creato problemi. Qualche litigata ogni tanto, una sfuriata, forse qualche volta era volato qualche pugno, ma tutto finiva sempre in una risata e una bevuta.

“Andiamo, credi davvero di farla capitolare? Guarda che quella non si fa mica impressionare dalle tue smancerie!”

“Slash, è una ragazza, è uguale a tutte le altre, qualche parola carina, un po’ di galanteria, le mani al posto giusto e si scioglie in un attimo”

“Scommettiamo?”

“Andata, cento dollari”

“Ok!”

Duff rimase in silenzio visibilmente contrariato.

“Vuoi una birra?” chiese Axl all’amico porgendogli una lattina.

“Fottiti” sbottò stizzito alzandosi dal divano e infilandosi il giubbotto in pelle, pronto ad uscire.

“Ma che ti prende Duff, dove vai?”

“Quando ritorno gradirei non trovarvi più qui”

Axl gli si parò davanti bloccandogli il passaggio “E’ per quella ragazza? Non te la sarai presa sul serio!”

“Che ti importa di lei? E’ una delle tante no? E allora perché non punti il tuo cazzo di mirino verso qualcun’altra?!”

“Hey datti una calmata!”

“Fanculo” spingendolo da parte si fece strada e uscì dalla porta a grandi passi.

Camminò senza una metà precisa, fumando una sigaretta dopo l’altra. Perché aveva reagito in quel modo, in fondo nemmeno la conosceva. Ma non sopportava l’atteggiamento qualunquista di Axl, almeno non questa volta. Era geloso? Forse. Non poteva negare che Laurel gli piacesse, e il pensiero che Axl avesse mire su di lei solo per gioco, per divertirsi, lo faceva imbestialire. Sapeva come sarebbe finita, l’aveva visto tante volte guardando negli occhi tutte quelle ragazzine con il cuore spezzato che l’amico si lasciava dietro dopo le sue bravate. Perché doveva essere così anche con lei?

“Stronzo…” parlava tra sé e sé mentre continuava a vagare per le vie della città. Sapeva che non se ne sarebbero andati dal suo appartamento, probabilmente erano talmente ubriachi da non ricordarsi nemmeno più il motivo per cui se ne era andato. Quella notte non sarebbe rientrato a casa.

“Bella serata sabato, non trovi?”

Laurel stava mettendo via i suoi libri nell’armadietto appena finite le lezioni del lunedì, quando qualcuno la prese per la vita tirandola indietro verso di se. Riconobbe subito quella voce, e riconobbe ancora di più il sensuale tocco di quelle mani. Axl. Si irrigidì e per un attimo un brivido le corse lungo la schiena. Poi si voltò scostandosi da lui, seccata per quel contatto forse un po’ troppo intimo.

“Potresti evitare queste improvvisate? Mi hai fatto venire un colpo!”

Axl alzò gli occhi al cielo, buona parte dell’universo femminile a quella ‘improvvisata’ come l’aveva chiamata lei, gli avrebbe come minimo buttato le braccia al collo. Lei invece niente, anzi, si era pure scocciata! Forse vincere quella scommessa sarebbe stato più difficile del previsto. Il ragazzo sorrise tra sè, gli piacevano le sfide.

“Scusa, non era mia intenzione” delicatamente le spostò una ciocca ribelle dietro l’orecchio.

Laurel proprio non riusciva a capire, perchè si comportava in quel modo? Con chi pensava di avere a che fare, con una delle sue fans adoranti? Si sbagliava di grosso.

“Tieni” prese dallo zaino la maglietta di Mickey Mouse sbattendogliela addosso “è lavata”

“Ti ho detto che potevi tenerla”

“No grazie, non ne ho bisogno”

“Perchè?”

“Perchè non mi servono i tuoi cimeli, la maglietta era in prestito per cui riprenditela, grazie comunque”

“Ok, come vuoi”

Slash arrivò da dietro stringendo il collo di Axl con un braccio.

“Ma chi si vede! Avete fatto amicizia eh!” strizzò l’occhiolino ad Axl con fare complice, e questo fece davvero irritare Laurel, che con una smorfia infastidita chiuse l’armadietto con foga e si allontanò.

“Aspetta dai stavamo scherzando!” Slash la raggiunse correndole dietro, Axl invece tranquillo arrivò camminando. Avrebbe voluto prendere a schiaffi quel visetto angelico e nello stesso tempo sfrontato.

Slash continuò “Non te la sarai presa!”

“No!” sbottò secca.

“Ok, te la sei presa...”

“Smettila! Non me la sono presa!”

“Slash, lasciala stare, andiamo”

“mmm, sì forse è meglio...”

“Che fai ora, metti il broncio?! Aspetta, senti...” non aveva dimenticato la promessa fatta a Sue e Kris, doveva fare quella stramaledette presentazioni, altrimenti non le avrebbero lasciato tregua “... stavo pesando, se non avete di meglio da fare, vi andrebbe… vi andrebbe di pranzare con me e un paio di amiche?”

Il viso leggermente imbronciato di Slash cambiò totalmente espressione dopo quella richiesta “Fico! Come no, se si tratta di ragazze non abbiamo mai niente di meglio da fare!”

“Axl?” domandò lei senza però guardarlo in faccia.

“Ok, non c’è problema”

“Bene, allora andiamo, di solito mangiamo fuori”

“Hai visto piccola? Ti stai già affezionando, non puoi farci niente, sono irresistibile!” Slash aveva messo il braccio attorno al collo di Laurel, che lo spostò arricciando il naso, con aria disgustata “Oh! Sai ieri sera abbiamo finito tardi e, hem… non ho fatto in tempo a farmi nemmeno una doccia” si scusò lievemente imbarazzato.

“E comunque non mi sto affezionando a nessuno, è solo che se non vi porto da loro non mi rivolgeranno più la parola, glie l’ho promesso”

“Quindi non ci hai invitati per puro piacere?” intervenne Axl.

“Esattamente!” Laurel sembrava soddisfatta, e sorridendo ai due ragazzi che si erano per un  attimo fermati, proseguì verso il tavolo dove Sue e Kris la stavano aspettando.

“Amico, quello è un osso troppo duro anche per te” Slash battè una forte pacca sulla spalla di Axl.

“Non ci contare, ci vuole solo più tempo”

“Ma smettila, sei un fottuto pallone gonfiato! Andiamo”

“Oh Laurel li hai portati davvero!!”

“Ve l’avevo promesso no? Almeno non mi terrete più il muso. Kris smettila di fare quella faccia, stai sbavando!”

“Buongiorno bellezze!” Slash si sedette senza troppi complimenti tra le due ragazze in estasi.

Dopo le presentazioni di rito il discorso deviò su argomenti più frivoli, Sue e Kris facevano ai due ragazzi un sacco di domande sulla loro vita. Loro per lo più scherzavano, rispondevano e si pavoneggiavano come al solito. Laurel si annoiava a sentire tutte quelle storie, e le eccessive smancerie delle amiche non la aiutavano di certo, anzi.

Sorrise nel vedere Duff che si avvicinava, insieme a Izzy e Steven.

“Ciao ragazzi”

“Hey Duff! Dove sei stato?”

“In giro, possiamo partecipare anche noi?”

“Certo certo, allora ragazze loro sono il resto dei Guns, bhè i nomi li sapete no? Ragazzi loro sono Susy e Karen…”

“Sue e Kris!” sbottò Laurel che fino a quel momento era rimasta in silenzio. Le presentazioni di Slash lasciavano sempre a desiderare, possibile che non ne azzeccasse una?

“Oh pardon…sono un disastro con i nomi”

“E in cosa non lo sei?!” scherzò Izzy.

“Ahhh stronzo!”

Si unirono tutti alla tavolata prendendo parte alla conversazione interrotta poco prima. Laurel era contenta per le sue amiche, non condivideva tanto clamore, ma erano felici, e questo le bastava. Si accorse a mala pena che Duff non aveva fatto altro che fissarla per tutto il tempo. Timidamente gli sorrise, sembrava diverso dagli altri, come lei non prestava ascolto a quello che stavano dicendo gli altri, ma era assorto in chissà quali pensieri.

“Laurel” un ragazzo ben vestito e dal fisico atletico si era avvicinato e nel medesimo istante tutti smisero di parlare, fissandolo.

Laurel sospirò scocciata “Cosa vuoi?”

“E’ Jesse, il quarterback della squadra di football, stava con Laury fino a qualche settimana fa” sussurrò Sue a Slash “Chi? Quel manichino??” commentò lui a voce non troppo bassa.

Il ragazzo  squadrò i cinque seduti al tavolo con quella che era la sua ex ragazza e le sue amiche. Ovviamente non gli piacevano, e non capiva cosa ci facessero li con lei.

“Posso parlarti… da solo?”

Laurel si alzò spostandosi di qualche passo dal tavolo, incrociò le braccia al petto e rimase in attesa.

“Cosa ci fai con quelli?”

“Non credo che siano fatti tuoi”

“Oh si che lo sono! E’ feccia quella, non li vedi? Da quando siete amici?”

“Senti non sono miei amici, e comunque non devo rendere conto a nessuno di quello che faccio o di chi frequento, soprattutto a te”

“Laury senti… mi dispiace ok? Se ho fatto qualcosa che ti ha ferita se ho sbagliato, mi dispiace”

“Ne abbiamo già parlato Jess”

Jesse non aveva mai accettato la fine della loro storia. Non che ci fosse stato un particolare motivo, un litigio o altro. Semplicemente non aveva funzionato. Ma non si era rassegnato a perderla e ogni tanto tornava alla carica promettendole amore eterno e pregandola di rimettersi con lui.

“Non puoi far finta che tra di noi non ci sia stato niente! Facevamo faville!”

“Hai detto bene, facevamo…”

“E possiamo ancora!” Afferrò la ragazza per le braccia stringendola e tirandola più vicino a sé.

“Lasciami!”

“Dammi un’altra possibilità ok? Possiamo ricominciare, io…”

“Ci sono problemi?” Axl si era avvicinato cingendo le spalle di Laurel e guardando Jesse di traverso.

“No, nessun problema” sussurrò Laurel liberandosi con uno strattone dalla presa di Jesse.

“Stavamo parlando, non vedi?” Jesse, sul punto di esplodere, guardava con aria di sfida il ragazzo che li aveva interrotti.

“Non c’è altro da dire Jess”

“Laurel…”

“Hai sentito che ti ha detto?”

“Di che ti impicci tu??!”

“Jesse per favore!” Laurel si mise tra i due, non voleva certo che quell’assurda discussione sfociasse in una rissa. Per cosa poi?

“Non finisce qui!” ringhiò Jesse puntando l’indice al petto di Axl.

Se andò tra i fischi e le risate di tutta la combriccola. Qualcosa lo raggiunse alla schiena, una cartaccia appallottolata. Voltandosi con rabbia si trovò a guardare in faccia uno stralunato Slash che con un sorriso di sfottò stampato in viso alzò la mano in segno di scusa, naturalmente non voleva scusarsi sul serio, ma solo prenderlo in giro. Avrebbe voluto spaccare la faccia a tutti quanti! Strinse i pugni trattenendosi, Laurel non sarebbe stata felice se avesse fatto qualcosa del genere, non approvava risse e pestaggi, anche se vedendo con che gente era andata ad immischiarsi iniziò a pensare che probabilmente era cambiata. Per cui mandò giù l’amaro boccone, non poteva fare altro.

“Non ce ne era bisogno”

“Mi sembravi in  difficoltà” si giustificò Axl.

“Bhè ti sei sbagliato!”

“Se lo dici tu…” ribattè il ragazzo con stampato sul viso un sorriso sghembo e divertito.

In realtà l’intervento di Axl l’aveva sollevata, non sopportava l’insistenza di Jesse e non sapeva come levarselo di trono. Ma non l’avrebbe mai ammesso, inoltre quelle intromissioni nella sua vita e tutte quelle attenzioni la infastidivano e la mettevano a disagio.

“Sei stato grande!” stava dicendo Sue.

Duff non aveva dimenticato la discussione che aveva avuto con Axl un paio di sere prima, semplicemente non ne avevano più parlato. Forse l’amico se ne era perfino dimenticato dopo essersi sbronzato, o forse faceva finta di niente, come lui. Aveva osservato ogni suo singolo movimento, anche quando si era alzato per andare da lei. Non gli interessava aiutarla, ne era sicuro, faceva parte del gioco, mostrarsi sempre gentile e ben disposto. Fortunatamente pareva che Laurel non badasse a tutte quelle premure, sembrava fosse immune al fascino di Axl, ma temeva che presto le cose sarebbero cambiate. Forse avrebbe dovuto metterla in guardia, ma per cosa? Probabilmente non gli avrebbe dato retta, l’avrebbe magari mandato a cagare, e di sicuro ci sarebbero stati casini con Axl. Non poteva permettere che si incrinassero i loro rapporti, il gruppo stava andando alla grande e in ogni caso, era suo amico da sempre. Una ragazza non poteva e non doveva essere causa di contrasti tra di loro.

“Tutto ok?” le chiese a bassa voce sfiorandole il braccio con la mano. La sentì sussultare.

“Sì, tutto ok”

“Oggi proviamo, andrebbe a te e alle tua amiche di venire?”

“Oh io...” Gli intensi occhi di Duff  la fissavano in attesa di una risposta.

“Dai Laurel! Ci sarà da divertirsi!” Sue le aveva tirato un calcio da sotto il tavolo.

“Ai! Non ce n’era bisogno!”

“Allora?” insistette Slash, aveva già fatto la stessa proposta poco prima alle due ragazze, inutile dire che ne erano state entusiaste. Ora toccava a Laurel rispondere. Non che non le andasse, non aveva altri impegni per quel giorno, ma il pensiero di passare altro tempo in loro compagnia la faceva sentire in imbarazzo.

“Non lo so...”

Da dietro Axl le si avvicinò, accostando le labbra al suo orecchio “Dai, vieni con noi, non te ne pentirai piccola...”

Ancora quella voce... come faceva ad essere così dannatamente suadente? Il sangue per un momento le andò in acqua, fortunatamente aveva un forte autocontrollo! Ma non abbastanza forte da resistere alle sue richieste.

“Sì, ok... non ho altri impegni per oggi...”

“Andiamo allora, la musica ci aspetta!”

Il garage era un vero casino, piccolo e caldo, con l’afa di quei giorni Laurel si domandò come facessero a stare lì dentro. Era per lo più occupato da strumenti, microfoni e amplificatori, le pareti erano quasi interamente tappezzate da poster raffiguranti i grandi della musica e prosperose ragazze in bikini, alcune completamente nude. In un lato della stanza stavano delle sedie sconquassate e un tavolino con un radio e un minifrigo traboccante di birre. Mentre dall’altro lato su un  piccolo soppalco stavano due brandine sfatte ricoperte di vestiti ammucchiati. Era lì che dormivano Axl e Izzy, in qualche modo almeno. Slash le aveva raccontato che a volte Axl stava da lui, a casa di sua nonna, quando litigava con Izzy o quest’ultimo era troppo fatto per essere sopportabile.

Kris e Sue ridevano continuamente e facevano un sacco di moine con i ragazzi, non potevano credere di essere lì con i Guns N’ Roses, le loro compagne sarebbero crepate d’invidia! Laurel rimase appoggiata alla porta, lasciandola aperta, quel posto le dava un senso di claustrofobia, e aveva davvero caldo.

“Mettetevi comode ragazze, potete stare dove volete, tranne sui letti ok? Quelli sono solo per le più fortunate…” Izzy accarezzò la guancia di Kris sorridendole. Laurel si stupì che ancora non fosse collassata, pendeva dalle sue labbra in una maniera quasi disgustosa.

I ragazzi si tolsero le magliette rimanendo a petto nudo, e imbracciarono gli strumenti attaccando gli amplificatori e strimpellando per accordarli.

“Mamma dimmi che sto sognando… Aia!”

“Ecco hai visto? Non stai sognando… contenta?”

“Laury che ti prende, perché mi hai pizzicato?!”

“Per dimostrarti che non stai sognando Sue! Smettila con tutte queste smancerie, sei patetica!”

“Oh Laurel lo so, solo che ancora non mi sembra vero! E tutto questo è solo merito tuo, non ti ringrazierò mai abbastanza!”

“Non ce n’è bisogno, per ora mi basta che non i fai imbambolare troppo e non ti cacci nei guai”

“Certo che no!  Promesso!”

“Ok ok, ora goditi i tuoi Guns” Dovette alzare la voce perché avevano iniziato a suonare e a mala pena riuscivano a sentirsi.

“Non rimani?”

“Esco, ho troppo caldo qui, vi aspetterò qui fuori!”

“Ok!”

Uscì dal garage chiudendosi la porta alle spalle. Il suono ovattato della musica si sentiva anche lì, per fortuna le pareti erano insonorizzate, altrimenti la gente del quartiere li avrebbe già presi a calci per quel casino. Si sedette su un muretto sul retro del garage, appoggiando la schiena alla parte poteva sentire le vibrazioni attraverso il muro. Chiuse gli occhi e lasciò che una leggera brezza fresca le accarezzasse il viso.

Duff seguì la giovane ragazza con lo sguardo, mentre se ne andava dal garage poco dopo che ebbero iniziato a suonare. Che le desse fastidio la musica? O forse il forte odore di fumo che impregnava l’aria... ma quale aria? Si moriva di caldo lì dentro, forse se ne era semplicemente andata per quello ‘Smettila e pensa a suonare...’

“Duff che fai? Questa l’abbiamo provata mille volte e non hai mai sbagliato!” lo rimproverò Slash sventolandogli una mano davanti alla faccia.

“Scusa scusa, mi sono distratto un’attimo!”

“Ma dove cazzo hai la testa, razza di fattone! Fatti un goccio che è meglio!” Izzy gli passò una bottiglia di birra ghiacciata.

“Dentro nei pantaloni, ecco dove ce l’ha la testa!” scherzò Slash.

“Fa davvero caldo qui dentro oggi, non riesco a concentrarmi!”

“Raccontalo a qualcun’altro! Facciamo una pausa che ne dite?” poi Slash si avvicinò ancora di più all’amico “e tu perchè non vai fuori a prenderti una boccata d’aria, sei bianco da far paura” disse strizzandogli l’occhio.

Duff guardò verso Axl, che insieme a Steven e Izzy era intento a intrattenere Sue e Kris che ridevano e ammiccavano ad ogni loro battuta.

“Sì, perchè no...”

Laurel non si accorse nemmeno che la musica era finita e che dall’interno ora provenivano solo parole e risate.

“Caldo?” Duff le si era seduto di fianco, il petto nudo imperlinato di sudore e i lunghi capelli biondi lasciati sciolti lo rendevano molto sexy, ma non era la stessa provocante bellezza di Axl, Duff sembrava quasi etereo, con la sua carnagione pallida e i dolci occhi chiari.

“Sì, stavo soffocando”

“Vuoi un po’ di birra?” le porse la bottiglia ghiacciata che teneva in mano.

“Grazie” Laurel la prese e involontariamente le loro mani si sfiorarono, provocandole seppur per un attimo una vampata di calore che non era certo dovuta all’alta temperatura.

“Non so come facciate a stare chiusi lì dentro”

“A volte me lo chiedo anche io, ma non abbiamo molta scelta, o qui o niente”

“Giusto”

“Se non fosse per questo posto i Guns non esisterebbero, in fondo ci siamo affezionati, è qui che è nato tutto”

“State andando bene, dovreste esserne fieri”

“Sì, ma non ci basta questo, noi vogliamo molto di più”

“Più di Seattle? L’America è grande…”

“Il mondo lo è ancora di più…”

“Bhè, l’ambizione non vi manca!”

“No di certo, ne abbiamo da vendere cazzo!”

Laurel si lasciò scappare una risata gettando la testa all’indietro e togliendosi dalla fronte una ciocca di capelli.

“E di te che mi dici? Tutto quello studio servirà a qualcosa un giorno?”

“Forse... non è poi così male studiare”

“Dici? Io lo trovo noioso”

Lei alzò le spalle “A me è sempre piaciuto... farò l’insegnate un giorno, non è ambizioso come suonare sui palchi di tutto il mondo, ma mi piace...”

“Se è quello che vuoi fare fai bene a portarlo avanti, e poi è una cosa importante no? Insomma, servono anche le insegnati...”

“Sì come no! Se tutti gli studenti fossero come voi sarei a posto!”

“Hey! Non siamo poi così male!”

“Duff...”

“Bhè forse un po’... ma solo perchè non ci applichiamo!”

“Non ne dubito! E comunque a me piacerebbe insegnare all’asilo, insomma, vorrei lavorare con i bambini, mi piacciono molto i bambini”

“Oh sì anche a me!...” un violento rossore apparve sulle guance del ragazzo “no, cioè volevo dire... quelle piccole pesti sono forti...”

Laurel sorrise, era così... tenero! Insomma, non certo quello che si sarebbe detto vedendolo al primo sguardo.

“E comunque non è che studio tutto il tempo, facco anche altro”

“Tipo?”

“Bhè, mi piace leggere, scrivere...”

“Ma dai!!!”

“Scherzavo! Non sono una pazza intellettuale e basta... studio all'accademia di danza, ballo classico”

“Sul serio?”

“Già, da quando ero bambina”

“Così va meglio, iniziavo a sentirmi a disagio con una cervellona come te...”

“E Mr. McKagan cosa vuole fare da grande?”

“Io voglio essere ricordato... e con la musica ci riuscirò, è la cosa che più mi piace fare...” guardava davanti a sè con lo sguardo profondo perso nei suoi sogni.

Laurel sentiva che in qualche modo un giorno ce l’avrebbe fatta. Chissà poi come mai, le sembrava così strana quella situazione, eppure si sentiva bene. E pensare che solo qualche giorno prima quasi disprezzava quei ragazzi. Certo il suo parere non era cambiato per tutti, Izzy e Steven sembravano così grezzi e superficiali, mentre Axl... Axl era strano, non riusciva a catalogarlo. Ma d’altra parte non si può avere tutto sotto controllo.

A rovinare quel momento arrivò Slash, con il suo solito tempismo.

“Ah siete qua! Ma che ci fate nascosti qua dietro?? Non è il momento di tubare, tieniti i pantaloni ben stretti e riporta il culo dentro, dobbiamo provare!”

“Sì sì arrivo...” Duff si alzò tirando indietro la folta chioma bionda “a quanto pare mi tocca un’altra sauna... bhè è stato un piacere parlare con te”

“Anche per me...”

“Tu non vieni?”

“DUFF CAZZO MUOVITI!!! NON ABBIAMO TUTTO IL GIORNO!!!”

“ARRIVO! Devo andare...”

“Ok, ci vediamo domani allora, io credo che andrò a casa... puoi dirlo tu a Sue e Kris?”

“Come no!”

“Ciao allora”

“Ciao”

Duff sparì dietro l’angolo lasciando Laurel da sola. Si tirò in piedi, incamminandosi verso casa, doveva fare un bel pezzo di strada, il garage di Axl era lontano dal suo quartiere.

“Merda! Ancora un 4!!””

“Consolati... guarda un po’ qua...” Slash mostrò a Duff il suo compito con un bel ‘2’ cerchiato in rosso.

“Ah cazzo! Se mi bocciano anche quest’anno mi posso scordare l’appartamento! I miei si incazzeranno da morire!”

“Non dirlo a me, mia nonna ha promesso di prendermi a calci nel culo fin quando mi verranno i capelli bianchi se non le porto a casa un cazzo di diploma...”

“Axl, a te com’è andata?”

“7...” con fare compiaciuto mostrò ai due amici la il suo compito di algebra.

“Ma come cazzo hai fatto??” urlò Slash strappandogli il foglio dalle mani per guardarlo meglio “accidenti Axl, ogni volta la stessa storia!”

“Se sono più intelligente che ci posso fare!” scherzò strizzando loro l’occhio.

“Non sei più intelligente, hai solo più culo!” sentenziò Duff.

“Oppure ti sei portato a letto la Jhonson...”

“Quella vecchia ciabatta? Per favore Slash...”

“Bhè se gli dessi una bella ripassata sarebbe meno acida...”

“Smettila, sei solo invidioso perchè me la cavo meglio di te!”

“Puoi dirlo forte!”

In effetti la bocciatura di Axl negli anni precedenti non era dovuta alla bassa media dei suoi voti, in quello tutto sommato se la cavava bene. Non che si ammazzasse di studio, semplicemente apprendeva più in fretta e gli bastava poco per ricordarsi bene le lezioni. Piuttosto era il suo comportamento a creargli continuamente problemi. Non si poteva dire la stessa cosa per Duff e Slash, che oltre ai problemi di condotta dovevano fare i conti con una media piuttosto bassa. La scusa era sempre la solita, dovevano suonare, le ragazze, i concerti, chi aveva tempo per studiare?

“Dobbiamo fare qualcosa, non posso permettermi di perdere l’anno”

“Già...” i due ragazzi percorrevano il corridoio della scuola, con aria abbattuta, davvero era un guaio per loro, e rimaneva solo l’ultimo trimestre per recuperare, insomma, un’impresa quasi impossibile. Slash si bloccò posando la mano sulla spalla di Duff e toccandosi il mento pensieroso “forse mi è venuta un’idea...”

“Hey qualsiasi cosa tu abbia in mente, sappi che non entrerò nel letto di nessuna prof...”

“Bhè sarebbe un’idea...” Duff lo guardò perplesso “Scherzavo! Aspettami qui...”

“Ciao ragazzi!!” cinguettarono in coro le due ragazze non appena li videro in corridoio.

Kris e Sue avevano impiegato la mattinata a raccontare a tutte le loro compagne del giorno prima, di quanto fossero stati bravi, di che bel pomeriggio avevano passato insieme a loro, bla bla bla. Sembrava non riuscissero a far altro. A Laurel veniva da sorridere, sembravano così felici. Anche lei tutto sommato doveva riconoscere di aver passato un bel pomeriggio. La chiacchierata con Duff era stata piacevole e lei stava imparando a conoscere quei ragazzi e, in qualche modo, ad apprezzarli.

“Hey ciao bellezze! Come va??” Slash scherzò tirando ad entrambe un leggero buffetto su una guancia.

“Oh alla grande! Prove anche oggi??”

“Oh hem... forse, non lo so... vi faremo sapere nel caso eh... Laurel!!”

“Ciao Slash” ormai si era abituata ai modi del ragazzo, e trovarsi le spalle circondate dal suo braccio per lei non fu una novità “sembra che vuoi dirmi qualcosa”

“In effetti sì...”

“Allora?”

Nel frattempo Kris e Sue si erano avvicinate a Duff e di lì a poco, una piccola folla di ragazzine lo circondò. Era sempre lusingato da tutte quelle attenzioni, ma non quando c’era Laurel nei paraggi!

“Stavo pensando a una cosa...” continuò Slash

“Sì...”

“Vedi, tu sei molto brava a scuola, con i compiti, le lezioni e tutto il resto...”

“Quindi?”

“Bhè...”

“Parla Slash, non ho tutto il giorno!”

“Oh certo, ecco... volevo chiederti se ti andava di... darmi ripetizioni! Oh, ti pago ovviamente, mica gratis...”

“Darti ripetizioni? E di cosa?”

“Algebra! Ah, anche chimica... e biologia... magari anche un po’ di storia, e un ripasso di letteratura... e poi...”

“Sì, sì ho capito... credo di aver inquadrato la situazione...”

“Allora, che ne dici?”

“Non lo so...”

“Eddai, la sopravvivenza dei Guns dipende da te!”

“Cosa?”

“Se mi bocciano anche quest’anno sono morto cazzo! Fottuta scuola... dai piccola, dammi una mano ok?”

“mmm...” Laurel rimase dubbiosa per un attimo. Era un impegno mica da niente, conoscendo poi il soggetto... però qualche soldo in più le avrebbe fatto comodo, e in fondo Slash era un po’ come un bambino, sarebbe stato un  bell’allenamento per lei.

“Va bene...”

“Sul serio?”

“Sì...”

“Ohhh grande!!!” la sollevò di peso stringendola in una stretta morsa... troppo stretta...

“Slash... ok... mettimi giù ora... Slash!!!”

“Scusa! Fantastico, sei grande piccola, davvero! Non te ne pentirai, saremo degli alunni modello!”

“No, aspetta... come sarebbe ‘saremo’...?!”

“Ah, non te l’ho detto? Bhè, non sono solo io...” lo sguardo di Slash si voltò verso un Duff che cercava in tutti i modi di divincolarsi dalla stretta di un paio di ragazze un po’ troppo irruente. Vedendo Laurel che si voltava verso di lui, le sorrise alzando, per quanto gli era possibile, una mano in un gesto di saluto.

“Oh...” Dopo un primo momento di sorpresa, la ragazza ricambiò il saluto, e anche il sorriso.

“E’ un problema? Vedi, se non si diploma quest’anno i suoi gli toglieranno l’appartamento in cui abita, te lo immagini? Solo e sperduto in mezzo alla strada... farà una brutta fine, probabilmente inizierà a bere e a drogarsi insieme a qualche barbone, molto di più di quello che fa adesso intendo, prenderà qualche brutta malattia e...”

“Sì sì, ho capito, non c’è bisogno di muovermi a pietà!”

Laurel rise divertita dalla fervida immaginazione di Slash, che si avvicinò a Duff prendendolo per un braccio e trascinandolo via.

“Ragazze, piano! Non vorrete consumarlo, ne abbiamo solo uno cazzo!”

Alcune risero a quella battuta, altre continuavano la loro silenziosa adorazione, altre ancora abbandonarono i loro intenti sconsolate. Kris e Sue se la ridevano come matte. Loro erano tra le poche che avevano il privilegio di passare un po’ più tempo a contatto diretto con loro.

“Duff, ti presento la nostra nuova maestrina!” esclamò rivolto all’amico, tirando verso di sè Laurel che storse leggermente il naso a quell’appellativo.

“Cosa???”

“Laury ci darà ripetizioni!”

Il biondo sgranò gli occhi, posandoli sul dolce viso della ragazza che rideva di fronte all’euforia di Slash. Quel ragazzo riusciva sempre a metterla d buon umore!

“Sul serio?”

“Ci proverò, ma non vi prometto nulla, e inoltre dovrete impegnarvi, altrimenti non se ne fa più nulla”

“Oh ci impegneremo vedrai!” continuò Slash “sarai fiera di noi!”

“So già che me ne pentirò...”

Si salutarono velocemente prima di riprendere le lezioni e finire la giornata.

“Duff...”

“Sì?”

“Quella storia che non saresti entrato nel letto di nessuna prof... vale anche per Laury??!”

“Smettila di fare il cretino!”

Risero prendendosi a strattoni come dei ragazzini “e comunque... ci sono sempre le dovute eccezioni!” concluse Duff, strizzandogli l’occhio con fare complice.

“Che avete da ridere tanto?” Axl li aveva raggiunti, avevano la lezione di ginnastica, che puntualmente saltavano, per cui si trovavano nel parco davanti alla scuola con Izzy e Steven per scolarsi un paio di birre e fumare qualche sigaretta. Fuori dalla scuola si limitavano a quello.

“Oh niente, cose nostre...”

“Come sarebbe ‘cose nostre’? da quando avete dei segreti?”

“Nessun segreto Axl,  prenderemo ripetizioni e diventeremo due geni, puoi contarci!”

“Ripetizioni?? Ma fammi il piacere Slash! Qualsiasi insegnante di buon senso non darebbe ripetizioni a voi due nemmeno a pagarla oro! E le ragazze vorrebbero darvi ben altro tipo di ripetizioni!”

Slash sorrise compiaciuto.

“Ah è così vero? Ci ho visto giusto! Avete preso qualche ragazzina per farvi dare ripetizioni... di anatomia!!! Fottutissimi porci! Però potevate anche avvisarmi...”

“Tu vai già forte in anatomia Axl” Slash porse una lattina di birra dalla cassa che Izzy aveva portato con sè “e poi non tutte le ragazzine danno quel tipo di ripetizioni, la nostra è una seria...”

“Sì come no!”

“Davvero!”

“Lo vedremo ai prossimi test!”

“Fottiti!”

“Fottiti tu!”

Altre risate.

“Hey Axl” lo chiamò Steven “come procede la scommessa che hai fatto con Slash?”

“E’ ancora in alto mare amico! Questa la vinco sicuro, ci puoi giurare!”

“Slash non parlare troppo presto, me la stò ancora lavorando”

Duff seguiva il discorso mentre finiva la sua birra, senza però intervenire. Sapeva che se l’avesse fatto avrebbero finito per litigare come l’altra sera. Per cui lasciò che i ragazzi dicessero le loro stronzate, prima o poi si sarebbero stancati.

“Laurel non ti servirà una mano con quelle ripetizioni?”

“Sue, sbaverai sui fogli per tutto il tempo! No grazie, credo di potercela fare”

“Ah vedi che in fondo non erano poi così male??”

“Chi?”

“I ragazzi” I Guns voglio dire! Nemmeno ti piacevano prima e ora li aiuterai anche con lo studio!”

“Mi pagano Sue, cosa dovrei fare? Sono dei ragazzi come gli altri...”

“Anche Duff?! Domandò all’amica con una strana espressione sul viso, di una che la sapeva lunga.

Laurel arrossì “Ma cosa ti viene in mente!”

“Andiamo avete parlato un sacco ieri, da soli!”

“Hai detto bene, abbiamo par-la-to! Nient’altro!”

“Non me la racconti giusta, Duff ti piace!”

“Smettila Sue!”

“Dai, di che ti lamenti! Hai anche l’opportunità di scegliere, cosa vuoi di più!”

“Di scegliere cosa?”

“Non dirmi che non ti sei accorta di nulla!”

“E di cosa avrei dovuto accorgermi?”

“Ma sei proprio cieca! Dammi retta, Axl ti sta facendo una corte spietata!”

Axl? Che faceva la corte a lei? Ma come le veniva in mente? Con tutte le ragazze che poteva avere cosa ci avrebbe fatto con una come lei?
“Non dire cretinate”

“Sarà, fatto sta che non ti toglie gli occhi di dosso! E quando ieri Duff ti ha seguita fuori, bhè, avresti dovuto vedere che faccia!”

“Secondo me guardi troppa TV Sue”

La ragazza sbuffò, Laurel a volte era proprio una testa dura.

“Quando iniziamo?” Dopo la scuola Slash l’aveva aspetta per fare insieme il tragitto verso casa. Laurel non ne fu sorpresa, iniziava ad abituarsi alla sua presenza. E poi con lui si sentiva stranamente al sicuro.

“Quando volete, per il momento un paio d’ore dopo la scuola dovrebbero bastare”

“Ottimo! Facciamo domani?”

“Ok”

“Hey devi farmi diventare un genio!”

“Per i miracoli non mi sono ancora attrezzata!”

“Che vuoi dire??”

“Niente Slash... ad ogni modo siete voi che dovete impegnarvi, io una mano ve la posso anche dare ma...”

“Oh anch’io baby!” scherzò lui rimanendo un passo indietro e abbassando lo sguardo sul suo fondoschiena.

“Eh piantala!”           

“Scherzavo!”

Laurel rise, di nuovo. Solo qualche giorno prima quei modi l’avrebbero fatta imbestialire, ora il goliardico scherzare di Slash non la infastidiva più di tanto.

“Stasera che ne dici di venire con noi?”

“Dove andate?”

“In giro...”

“Wow, che programma allettante!”

“Hai sempre bisogno di un programma Miss. Perfezione?!”

“Smettila di prendermi in giro!”

“Dai Laurel, lasciati andare! Passiamo a prendere le tue amiche e alle 9 siamo da te, che ne dici?”

“Ho lezione di danza stasera”

“Non sapevo fossi una ballerina!”

“Non lo sono infatti, o almeno, non del tutto...”

“Allora ti passiamo a prendere direttamente lì”

“Non so se è il caso...”

“Non provare a discutere con me!”

“Agli ordini!”

“Così va meglio...”

Aveva tutto sommato accettato di buon grado la proposta di Slash, un po’ di distrazione le avrebbe fatto bene, solo temeva che tra le loro mete cinema e bowling sarebbero stati esclusi a priori.

La fiammante auto sportiva decapottabile di Jesse, rallentò non appena vide sul marciapiede la ragazza in compagnia di quello che lui considerava uno spiantato. Non poteva credere che Laurel si fosse immischiata con certa gentaglia, e ancora meno sopportava l’idea che se la facesse con uno di loro. Il capellone poi, era tra tutti quello che lo faceva incazzare di più, sempre pronto a prendere per il culo e a menar mani.

“Hey Jess, non è Laurel quella?” Seth era il migliore amico di Jesse, anche lui membro della squadra di football e della ‘Seattle per bene’.

“Si...”

“Ma davvero si è messa con quei tizi! Non ci potevo credere quando me l’hai detto!”

“Non ho detto che si è messa con loro!”

“Bhè a me sembrano piuttosto intimi, non trovi?”

Jesse affiancò la macchina al marciapiede strombazzando forte con il clacson.

“Ma che cazz... oh! Fessi nei pressi!” sussurrò Slash all’orecchio di Laurel avvicinandosi ulteriormente a lei e cingendole la vita con il braccio. Era sicuro che questo avrebbe fatto imbestialire quel tipo!

La ragazza si voltò infastidita.

“Mi stai pedinando adesso?”

“Non scaldarti, volevo solo darti un passaggio, in strada si incontra brutta gente...” l’occhiata che tirò a Slash non aveva proprio nulla di amichevole.

“Non ne ho bisogno grazie” rispose decisa continuando a camminare. Dietro di lei Slash rideva, fumandosi un’altra sigaretta.

“E tu che cos’hai da ridere?!” Esclamò Seth irritato.

L’auto si fermò e Slash si avvicinò appoggiandosi alla portiera.

‘Oh no...’ pensò Laurel “Slash lascia stare, andiamo!”

“No Hudson, rimani! E dimmi perchè cazzo stavi ridendo!”

Jesse era uscito dalla macchina e lo guardava torvo.

Il ragazzo di tutta risposta sparò una boccata di fumo in faccia a Seth, storcendo la bocca in un ghigno di scherno “Assolutamente niente” disse calmo, lasciandosi ‘per sbaglio’ sfuggire la sigaretta dalle mani direttamente sul sedile in pelle della macchina.

“MA CHE CAZZO FAI STRONZO!!”

Jesse si affrettò a togliere il mozzicone che aveva irrimediabilmente bruciacchiato il rivestimento, lasciando un piccolo segno nero.

“Ops...”

“Bastardo, l’hai fatto apposta! Sai quanto mi costerà rimetterlo a posto?! Questa macchina vale più di quanto riuscirete a fare tu e i tuoi amici idioti vendendo i vostri fottuti dischi, sempre ammesso che riusciate a venderne uno!”

Slash si drizzò in piedi stringendo i pugni, le cose si stavano mettendo male, solitamente si conteneva, ma toccargli famiglia, amici e musica equivaleva a cercare rissa.

Si avventò su Jesse afferrandolo per il colletto della camicia e avvicinandosi al suo viso “Sentimi bene stronzetto, di ancora una parola e ti faccio pentire di essere nato!”.

Peccato non avesse calcolato l’elemento maggioranza. Seth non si fece attendere e lo afferrò per le braccia trattenendolo, permettendo all’amico di assestargli un violento destro alla mascella.

“Non ridi più adesso eh!”

“Jesse smettila!!!”

“Laurel stanne fuori!”

La ragazza si intromise tra Slash e Jesse protendendo le mani verso il ragazzo che si stava preparando a sferrare un’altro colpo.

“Basta!”

“Spostati, non è affar tuo!”

“O sì che lo è Jesse, finiscila subito!”

“Levati Laurel!!” così dicendo le diede un forte spintone che la fece barcollare e cadere violentemente a terra.

Questo bastò per far riprendere Slash e scatenare la sua reazione, con uno strattone si liberò dalla stretta presa di Seth spingendolo indietro, ripagò Jesse con la sua stessa moneta e preso Seth per la camicia lo scaraventò in macchina.

“Andatevene ora, e tu, non provare più a toccarla!”

Jesse si infilò nell’auto tenendosi il naso sanguinante “Questa me la paghi Hudson!”

“Bhè mettila pure sul mio conto!”

I due partirono a tutta velocità, non prima però che Slash riuscisse a sferrare un calcio al paraurti posteriore della macchina, ammaccandolo.

I genitori di Laurel fortunatamente erano fuori il pomeriggio, non osava immaginare cosa avrebbero detto se avesse portato in casa Slash conciato in quel modo.

“Devi metterci del ghiaccio”

“Non fa niente”

“Non fare il bambino, muoviti...”

Lo fece sedere sul tavolo della cucina, disinfettando il piccolo taglio che gli si era aperto sullo zigomo, e passandogli del ghiaccio.

“Tienilo un po’, forse non ti si gonfierà, ma ne dubito”

“Mi dispiace...”

“Ti hanno provocato, però senti... la prossima volta lasciali perdere ok? Poteva finire molto peggio...”

“Come facevi a stare con quel tipo?”

“Cosa?”

“Bhè è così... banale...”

“Era carino con me...”

“Io sono più carino...” il solito spaccone...

“Non ho dubbi!”

“E perchè vi siete mollati?”

“Non ha funzionato, tutto qui”

“Evidentemente lui non la pensa allo stesso modo”

“Pensa di poter fare di meglio”

“E tu non lo pensi?”

“Ha avuto la sua possibilità... le minestre riscaldate non mi piacciono”

“Giusto! Meglio un piatto nuovo ogni giorno, come dico sempre io!”

“Più o meno... ecco fatto, la ferita è a posto, ma il ghiaccio tienitelo sulla faccia”

“Ok” annuì scendendo dal tavolo.

“Nessuno aveva mai fatto a botte per me, sei... incredibile!”

“Ohhh te ne sei accorta piccola!” esclamò tirandola a sè in un abbraccio amichevole. Era confortante, le braccia di Slash erano sicure e la facevano sentire protetta. Sentì che forse aveva trovato un nuovo amico, assolutamente diverso dagli altri, ma questo era il suo fascino.

“Hey non ti montare la testa! Ora vai, ci vediamo più tardi”

“Sicuro! Allora a dopo....e... Laury!” si fermò sulla soglia abbassandosi all’altezza del suo orecchio “Senti hem... se i ragazzi ti chiedono qualcosa...” continuò indicando lo zigomo su cui era stato colpito “dì che erano in dieci ok?”

“MAMMA!”

“Laurel! Ti pare il modo di urlare per casa!”

“Oh scusa mamma, sto uscendo”

“Vai a danza?”

“Sì, tra poco ci sarà il saggio... e senti, dopo esco con Sue, Kris e degli amici.... andiamo al bowling... credo...”

“Che amici?”

“Non li conosci, amici di scuola”

“C’è anche Jesse?”

“No, mamma lo sai che non stiamo più insieme”

“Peccato, mi piaceva quel ragazzo”

“A me no!”

“Invece è molto carino, e ben educato!”

Laurel sbuffò, sua madre aveva sempre avuto un debole per il suo ex ragazzo, e non aveva preso bene la fine della loro storia, ogni scusa era buona per ritornare sull’argomento cercando di mettere in luce le buone qualità del ragazzo e convincere la figlia a ripensarci.

“Non sbuffare signorina! E non tornare tardi, domani hai scuola”

“Sì mamma... Oh, ciao papà!”

“Ciao tesoro, stai uscendo?”

“Danza... e poi serata con le ragazze”

“E degli amici nuovi...” puntualizzò sua madre.

“E chi sarebbero?”

“Papà per favore, non ti ci mette anche tu!”

“Ok ok, divertitevi”

“Grazie pà” prima di uscire scoccò un bacio sulla guancia del padre che con lei era senz’altro più affettuoso e moderato, così diverso dal freddo e rigido comportamento di sua madre.

Izzy era passato a prenderli con suo pick up nero, un po’ sgangherato ma di sicuro spazioso a sufficienza per contenerli tutti. C’era sempre qualche ragazza da rimorichiare e più spazio c’era, più ce ne stavano. Insieme a lui Axl cercava di rilassarsi sul sedile.

“Hey sembri agitato, che ti prende?”

“Niente”

“Avanti sputa il rospo”

“Hai della roba, ho bisogno di rilassarmi”

“Solo un po’ di fumo, è nel cassetto...”

“Andrà bene...”

“E’ per quella ragazza?”

“Quale ragazza?”

“Quella Laurel, quella della scommessa”

“Izzy è solo una scommessa, una buona scopata e 100 dollari in più, nient’altro”

“Sicuro?”

“Perchè cazzo mi fai queste domande?”

“Niente, curiosità...”

Izzy conosceva molto bene Axl, sapeva che qualcosa non andava. Lo vedeva nel suo sguardo ogni volta che la incontrava, lo vedeva nel modo in cui squadrava Duff ogni volta che parlava con lei. Questa storia gli puzzava e non ci vedeva proprio nulla di buono. Ma Axl non ne voleva parlare e lui aveva da tempo imparato a lasciarlo stare quando era di quell’umore.

Slash e Steven erano già da Duff, scesero e montarono anche loro sul vecchio pick-up.

“Mio Dio Steven ma che cazzo ti sei messo addosso!” esclamò Axl arricciando il naso in un’espressione di disgusto.

“Dopobarba Rose, aggiornati, ultima moda... le ragazze impazziranno!”

“Tu credi? Sembra che ti sei fatto il bagno con diserbante!”

Slash stava ravanando alla ricerca di qualcosa da fumare o da bere “Cazzo ma vi siete finiti tutto senza nemmeno aspettarci!”

“Slash compratela la roba, non posso mantenerti a vita!” si lamentò Izzy. Il ragazzo sbuffò.

“Dove si va?” domandò Axl sovraeccitato, agitandosi sul sedile.

“Chilton Ballet Academy” annunciò Slash accendendosi una sigaretta, l’unica cosa che era ruscito a scroccare da Duff.

“E che roba è?? Hey stai attento, se mi bruci i sedili con la cenere ti ammazzo!”

“L’accademia di danza idiota!”

“E da quando te la fai con una ballerina?”

“Non me la faccio con una ballerina, passiamo a prendere le ragazze!”

“Ah allora va bene!” a Steven bastava parlare di ragazze, poco importava chi fossero o cosa facessero.

“Che ragazze Slash?” domandò Axl

“Kris, Sue e Laurel no!”

“Oh hai azzeccato i nomi, non ci posso credere...” scherzò Duff, ricevendo di risposta un bel pugno sulla spalla “Ai!!”

“Laurel?”

“Oh sì Axl, Laurel, proprio lei! Hai intenzione di concludere la tua scommessa eh?!” Steven diede una forte pacca all’amico.

Duff voltò lo sguardo cercando di concentrarsi su quello che vedeva fuori piuttosto che sulla piega che aveva preso quella conversazione.

“Ci lavorerò un po’ su, ma è una dura, non cederà così facilmente. Mi sta dando da fare la piccola”

“Già, secondo me ti farà nero!”

“A proposito di nero... Slash, che hai fatto alla faccia?!” domandò Duff cercando di sviare il discorso.

“Oh, questo!! Niente niente...” sfiorò la botta con la mano, ma il contatto con il livido gli provocò un gemito che tentò invano di soffocare.

“Ma dai cazzo! Fai a botte e neanche ci chiami? Sei proprio un’egoista!”

“Izzy, non ho fatto a botte ok?” tanto prima o poi l’avrebbero saputo, per cui gonfiò il petto e con aria fiera continuò “ho difeso la dignità e l’onore di Laurel da quel frocio del suo ex-ragazzo-smidollato, e da tutti i suoi amici del cazzo!”

“Cos’hai fatto??!!” esclamarono più o meno tutti in coro.

“Avete capito bene! Mentre tornavamo a casa ci hanno fermato, avevano visto me e Laurel passeggiare insieme e la cosa a quel fighetto non è proprio andata giù! Cazzo, si è portato appresso l’intera squadra di football, dovevate vederli! Non ha avuto nemmeno le palle di affrontarmi da solo, da uomo a uomo! Erano enormi, incazzati neri, ma non mi hanno mica messo paura, nossignore! Mi hanno colpito certo, insomma nella mischia un cazzotto dovevo pur prenderlo, ma alla fine li ho fatti neri quei cazzo di damerini rotti in culo!”

Per qualche istante calò il silenzio, dopo il fervido racconto di Slash i ragazzi erano rimasti imbambolati a fissarlo, finchè all’improvviso scoppiarono tutti quanti in una fragorosa risata.

“Ma vaffanculo! Non credo ad una parola di quello che hai detto!”

“Già! Qua l’unica cosa nera che vedo è la tua faccia!”

“Che pirla!”

“Hey è tutto vero!!!”

“Ma smettila paraculo che non sei altro!”

Altre risate, altri spintoni.

“RAGAZZE ARRIVANO I NOSTRI!!” urlò Steven sbracciandosi fuori dal tetto aperto del pick-up non appena intravide Sue e Kris pronte ad aspettali fuori dall’accademia.

“Ciao!” esclamarono in coro le due ragazze. Erano molto carine, si erano agghindate per bene in previsione di quella serata con la banda al completo.

Izzy andò subito al fianco di Sue, salutandola con un abbraccio, un po’ troppo intimo, tanto da scatenare risatine e commenti idioti da parte di tutti gli altri.

“Slash che hai fatto in faccia??” Domandò Sue. I ragazzi scoppiarono di nuovo a ridere.

“Ah, fanculo stronzi...”

Laurel era arrivata di corsa, la lezione stava per iniziare. Si cambiò velocemente infilandosi il body e la leggera gonna di organza nera sopra la calzamaglia e le scarpe, raggiungendo poi il palcoscenico del teatro dell’accademia, dove dovevano preparare il saggio di fine anno. Ballare la faceva sentire libera, spensierata, lo faceva da quando era bambina e non aveva intenzione di smettere, anche se non pensava di certo di guadagnarsi da vivere in futuro con quello.

“Sei in ritardo Laurel”

“Mi scusi...”

“La prossima volta sii puntuale, ora prendi il tuo posto, iniziamo...”

Alla fine dell’ora dopo essersi cambiata velocemente, uscì dall’accademia slegandosi i capelii che aveva raccolto sopra la testa, sapendo già che li avrebbe trovati lì ad aspettarla.

“HEY!!!” la voce famigliare di Slash la colse non appena mise piedi al di fuori.

“Laurel, chi sono quei matti?!” Lillian, era una delle sue compagne di ballo, schiva e con la puzza sotto al naso. Tra l’altro era figlia di una delle amiche di sua madre, Laurel non la sopportava proprio.

“Amici...”

“Amici? Quegli animali?!”

In quel momento dal finestrino del pic up spuntarono un paio di chiappe nude... Steven probabilmente, che fecero scandalizzare Lillian, rimasta a bocca aperta.

“Sì, proprio loro! Ti saluto!”

Le risate e i fischi dei ragazzi fecero indispettire ancora di più la giovane, che stizzita si allontanò velocemente. Laurel sperava che non lo raccontasse a sua madre, in tal caso presto lo avrebbe saputo anche la sua, e allora avrebbe dovuto inventrasi qualcosa di credibile...

Corse verso il pick-up salutando con un cenno della mano tutti quanti.

"Steven ritira le tue chiappe ok? Se quella lo va a dire a sua madre sono già abbastanza nei guai così!"

"Oh scusa, non pensavo fosse un problema... la prossima volta le mostrerò qualcos'altro, magari le piace di più!"

I ragazzi risero, e anche lei non potè farne a meno.

“Scusate io...” arrossì ricordandosi di essere uscita senza nemmeno uno straccio di cambio. Ora sarebbe dovuta rimanere in jeans, all stars e felpa.

“Non preoccuparti tesoro, vai alla grande anche così” la rassicurò Steven strizzandole l’occhio “andiamo monta!”

Con l’aiuto di Slash salì sul retro del pick-up.

“Laurel” Sue le si era avvicinata “raccontaci un po’, è vero che Slash ha dato una lezione a Jesse e ai sui amici?!”

“Oh!”

“Su Laury, diglielo tu, questi razza di malfidenti non ci vogliono credere!” esclamò Slash strizzandole l’occhio e facendole strane morfie col viso.

“Sì Laurel raccontaci come Sir Hudson salvò la dolce principessa dall’orco cattivo!” questa uscita infelice costò a Steven un sicuro livido, dopo il pugno che Slash gli assestò sulla spalla.

“Sì ecco, hem... diciamo che... se l’è cavata alla grande, considerando che erano in tanti e... una decina, no...” Slash continuava a farle segni “12, erano almeno in 12 e...”

“Non regge Lauren, lascia perdere!” Duff aveva preso Slash da dietro bloccandogli la faccia con una mossa da wrestler “avanti, quanti erano? Sul serio!”

“Hem...” la ragazza tratteneva a stento le risate vedendo Slash bloccato che ancora cercava di farle gesti ammiccanti per dirle di montare il suo racconto, Duff lo bloccava cercando di tappargli la bocca con una mano, mentre gli altri osservavano divertiti la scena.

“Erano... in 5...no, 4... oh... uff...”

“Lauren...”

“Ok ok... erano in 2... ma Slash è stato grande, gli ha dato una bella lezione!”

“Oh non ne dubito!” Duff mollò la presa liberando Slash con uno spintone “sei un pallonaro sai?!”

“Laurel accidenti! Non mi posso proprio fidare!” Slash raggiunse la ragazza seduta dalla parte opposta baciandola amichevolmente sulla fronte.

“Sei stato grande! Avrei voluto esserci!” Kris battè le mani esaltata.

“Non c’è niente di esaltante Kris, potevano farsi male sul serio!”

“Loro forse! Io no di certo!”

L’Iron Quest era uno dei locali più in voga del momento. Era lì che andava chi voleva puntare in alto, e riuscire ad avere una serata equivaleva ad avere la certezza di essere ascoltati da manager musicali e talent scout, e con un po’ di fortuna e del vero talento, il passo successivo sarebbe stata la città degli angeli. Un sogno per loro.

“Ahhhh aspettaci! Prima o poi ti spaccheremo!” urlò Slash puntando il dito verso l’insegna luminosa.

Steven e Izzy si avviarono verso l’entrata prendendo a braccetto Sue e Kris, sempre più tra le nuvole.

“Vieni Laury, inizia la festa...” Axl circondò con un braccio la vita della ragazza tirandola a sè con dolcezza e seguendo i suoi compagni. Laurel era un po’ intimorita da quel gesto e guardò indietro verso Slash che era rimasto indietro con Duff. Con lui si sentiva al sicuro, e poi c’era Duff. Invece il pensiero di rimanere sola con Axl le faceva venire i brividi. Non era paura, ma una sensazione strana, una sensazione che non le piaceva per niente.

Slash le fece cenno con una mano di andare, forse per rassicurarla, e comunque l’avrebbe raggiunta all’interno del locale. Quella ragazza gli piaceva, oh, non come piaceva a Duff si intende, ma si sentiva stranamente protettivo nei suoi confronti, era così indifesa e genuina che non si poteva far altro che desiderare di averla accanto. Forse era proprio la sua diversità ad attirarli tanto. Se fosse stata una delle solite scatenate che si portavano a letto con tanta facilità probabilmente non l’avrebbe calcolata, se non per un po’ di puro divertimento.

“Andiamo...”

“Duff senti...” Slash fermò l’amico trattenendolo per un braccio “se fa qualche stronzata delle sue...” indicò Axl che si stava allontanando con Laurel “...non te la prendere troppo ok? Lo sai com’è, per lui è solo un gioco...”

“E’ proprio questo il punto, per lui è solo un gioco... per me no. Ma non preoccuparti...”

“Sicuro?”

“Me la caverò”

“Bene perfetto, hem... andiamo allora”

Non lo convinceva per niente. Duff avrebbe probabilmente fatto qualsiasi cosa per il bene del gruppo, e nonostante Axl a volte dimostrava di essere una vera testa di cazzo, era suo amico. Ma per Slash questa volta non era come le altre volte. Laurel non era come le altre, e lo sguardo che vedeva negli occhi dell’amico ogni volta che la incontrava, la diceva lunga ‘Prevedo guai...’ pensò. E per un attimo desiderò di non aver mai spinto Axl a conquistare Laurel con quella scommessa.

L’interno del locale era rumoroso e reso nebbioso dal fumo delle sigarette e chissà cos’altro. Quella era la seconda volta, dopo la serata al Crocodile, che Laurel si trovava in un posto del genere. Sul palco stava suonando un gruppo, grunge, punk, non ci capiva molto di generi musicali, ma i Guns erano tutta un’altra storia.

“Vuoi da bere?” le chiese Axl, mentre salutava con la mano altre persone sedute al bancone, facce sconosciute per lei.

“Sì, d’accordo... Sue  e Kris...”

“Non preoccuparti per loro, Izzy e Steve sanno essere dei veri gentleman quando ci si mettono”

In realtà non era per loro che si preoccupava, ma per se stessa. Ma dove erano finiti tutti? Le sue amiche, Slash, Duff... in mezzo a quel casino non sarebbe mai riuscita a trovarli! E quindi era sola, con l’affascinante Axl Rose, l’angelo che per un’attimo l’aveva incantata con la sua voce quando l’aveva sentito cantare. Non sapeva darsi una spiegazione a questo, ma quel ragazzo aveva la particolare quanto fastidiosa capacità di disarmarla e di oscurare ogni sua facoltà mentale. Era come se riuscisse ad incantarla. E questo non le piaceva per niente, non le piaceva perdere il controllo e non le piaceva l’effetto che Axl aveva su di lei.

La prese per mano facendola sobbalzare e la trascinò verso il bancone, dove ordinò due birre.

“Hey William, che si dice?” il tipo dietro al bancone era un ragazzone dall’aria cortese, sicuramente più grande di loro, e probabilmente l’unico che ancora lo chiamasse col suo nome di battesimo.

“Tutto ok Benny, hai dato quel demo ad Alan Niven?”

“Non si è ancora visto questa settimana, te l’ho promesso no? Tranquillo, appena lo vedo glie lo consegnerò personalmente”

“Grazie”

“Dì un po’, non mi presenti la tua amica?”

“Lei è Laurel”

“Piacere Laurel!”

“Ciao...”

“Benny è un vecchio amico”

“Anche fin troppo vecchio! Senti bambina stai attenta a questo qui, è un ragazzaccio!”

“Hey! Così mi metti in cattiva luce!”

Laurel sorrise appena, leggermente imbarazzata. Diede un sorso alla birra gelata, non era abituata a bere, e per di più era a stomaco vuoto, doveva andarci piano.

“Ci vediamo dopo” Axl salutò Benny e poi tornò a dedicarsi alla ragazza che, un po’ impacciata, gli era seduta a fianco.

“Vieni” Prendendola per mano la condusse in giro per il locale, fermandosi a parlare con ragazzi e ragazze che lei ovviamente non conosceva. Di tutti i nomi che gli erano stati presentati non se ne ricordava nessuno! Sentiva puntati su di se gli sguardi di quelle persone, e soprattuto sentiva le occhiatacce che le tiravano alcune ragazze, che di certo volevano essere al suo posto in quel momento. Si fermarono poi vicino al palco, la musica era assordante e Axl si trovò a parlare molto vicino per farsi sentire, troppo vicino.

“Quelli fanno schifo! Per suonare qui dentro avranno delle conoscenze mica male cazzo! Avessimo noi questa fortuna...”

Laurel nel frattempo aveva già finito la sua birra, e Axl le aveva passato la sua. Faceva caldo, e il liquido fresco le dava un po’ di sollievo, ma soprattutto le toglieva un po’ di imbarazzo.

Finalmente il gruppo finì la sua performance, e la musica del DJ partì di sottofondo sparando le note di Jump dei Van Halen.

“Avevi proprio sete!” Anche la seconda birra era andata... “Non esagerare piccola... andiamo a ballare...”

Trascinandola per la mano la condusse in mezzo alla pista, dove quasi dovette sostenerla per non farla cascare a terra. Le scostò i capelli che le ricoprivano il viso sudato, guardandola nei grandi occhi color nocciola “hai bevuto un po’ troppo...” la strinse a sè, respirando il suo profumo dolce. Ballando con una sensualità impressionare scese posandole le mani su fianchi facendo aderire maggiormente il corpo di lei al suo.

Ma cosa le succedeva? Sì aveva bevuto... e che caldo! Ma Axl.. come si permetteva di metterle la mani addosso in quel modo? Ma la musica, il calore... e lui, così maledettamente eccitante... cercò di staccarsi da quell’intimo contatto col suo corpo marmoreo, ma non ci riuscì, lui la strinse con ancora più forza, con più... passione?

“Ma che ti prende??” sbiascicò scostandolo con uno strattone, una mossa che non era per niente convincente. Lo desiderava, desiderava ancora sentire quella mani su di sè e quella voce... e Axl non era certo uno stupido, conosceva quello sguardo. Afferrandole i capelli con una mano l’attirò a sè mentre con l’altra mano le accarezzava una guancia, poi i collo, poi sempre più giù, bloccandosi proprio la dove il suo cuore batteva all’impazzata “Welcome to the jungle baby...” le sussurrò in un’orecchio con un tono di voce caldo e seducente, alla quale poche, forse nessuna ragazza avrebbe saputo resistere. Lei compresa. Le mani di lui scivolarono sulla zip che chiudeva la felpa della ragazza, aprendola, poi piano la fece scivolare sulle sue spalle fino a toglierla, e Laurel rimase solo con una canotta nera. Chiuse gli occhi godendo del contatto delle sue mani sulla pelle, inghiottendo a fatica, l’aria le mancava e la testa le girava... era l’alcool o era Axl a farle quell’effetto? ‘Dannato Rose!’ Per un soffio riprese un’attimo di lucidità, se fosse stata tra le sue braccia ancora per pochi secondi, non sarebbe più riuscita a controllarsi. Si sentiva così stupida... come tutte quelle ragazze che gli sbavavano dietro e che le aveva sempre detestato. Ma che stava facendo? Quello era molto peggio! Axl si stava prendendo gioco di lei, ne era certa, con quei suoi modi così... ‘sexi...’ irritanti... ‘provocanti...’ e per nulla disinteressati. Aveva bisogno di prendere un po’ d’aria.

“Scusa... io... devo uscire...”

“Aspetta, ti accompagno piccola..”

“NO! No... io vado un attimo in bagno ok?”

“Sei sicura di reggerti in piedi? Hai bevuto parecchio...”

“Ce la faccio... scusami...”

Doveva andarsene subito, o non sarebbe più riuscita a staccarsi da lui. Ma era davvero quello che voleva? Meglio non pensarci troppo. Gli voltò le spalle facendosi largo tra la folla e raggiungendo il retro del locale.

Slash si era dileguato chissà dove non appena aveva incontrato Jill, una sua vecchia fiamma. Capitava talvolta che si beccassero e allora per una sera risbocciava la passione. Duff era rimasto solo a bere con degli amici, c’era anche Sue con lui, e Izzy. La vide passare mano nella mano con Axl. Aveva qualcosa di strano, sembrava… ubriaca! ‘Cazzo!’ Seguì il loro intimo ballo da lontano, senza intervenire, e per fare cosa? Strapparla dalle sue braccia bugiarde e approfittatrici? Forse era quello che voleva anche lei, e lui non poteva farci nulla. La vista delle mani di Axl che si facevano strada sul corpo di Laurel lo faceva impazzire.

“Duff?” Sue lo stava chiamando, lui continuava a guardare fisso davanti a se “Duff! Tutto bene?”

“Sì, tutto ok”

“Davvero?”

Accennò appena un sì poco convincente con la testa. Poi qualcosa cambiò, Laurel sembrò risvegliarsi dalla trance in cui era caduta, staccandosi da Axl e allontanandosi da lui. Si rilassò per un attimo sorridendo soddisfatto. Forse l’aveva sottovalutata. Trangugiando l’ultimo sorso della sua Guinnes si diresse verso l’uscita posteriore del locale.

Axl rimase immobile. Una ragazza gli si avvicinò strusciandosi addosso, ma lui non la guardò nemmeno. Era una gran bella ragazza, Axl Rose avrebbe dovuto come minimo voltarsi e prendersela, ma niente. Rimase fermo in mezzo alla sala, fissando il punto in cui Laurel era sparita.

“Axl!” Izzy lo strattonò per un braccio “che ti prende?”

“Io… niente”

“E’ già la seconda volta che mi dici ‘niente’, smettila di raccontarmi balle e dimmi che cos'hai! Quella ragazza non l’hai nemmeno guardata, ed è molto carina cazzo!”

“Sì… forse hai ragione, credo di aver bevuto un po’ troppo…”

“Bevuto un po’ troppo? Ma se nemmeno ti puzza l’alito!”

Axl scansò l’amico e prese per la vita la giovane che gli si era affiancata, trascinandola via. Izzy aveva ragione da vendere, qualcosa non andava, e nemmeno lui sapeva spiegarsi che cosa. Laurel l’aveva come stordito, non gli era mai successo con nessuna ragazza fino ad allora, ma quando si era staccata da lui e si era allontanata aveva sentito come un vuoto… doveva farla innamorare di lui, e invece stava succedendo l’esatto contrario. Ma cosa diavolo andava a pensare?? Lui innamorato?! Sciocchezze… una sana scopata, ecco cosa gli serviva, poi Laurel sarebbe stata solo un lontano ricordo.

La ventata di aria fresca che le piombò sul viso fu un vero sollievo. Dovette appoggiarsi la muro per non cadere, Accidenti, ma come le era venuto in mente di bere così tanto? Due birre non erano niente per gente come loro, ma su di lei, che a mala pena beveva un bicchiere di vino a Natale, avevano un effetto devastante. Anche fuori era pieno di gente, per lo più coppie che si facevano senza problemi, e gruppi di ragazzi che bevevano e fumavano roba. Sgranò gli occhi quando tra quelle coppiette in atteggiamenti molto intimi, riconobbe Kris e Steven. E poco distante da loro Slash, anche lui impegnato in un passionale tet-a-tet con una ragazza che lei non conosceva. Le mani di lui erano ‘elegantemente’ posate sul sedere della giovane che si strusciava sul suo corpo senza pudore, divorando la bocca del ragazzo in un bacio che durava da chissà quanto tempo. Quando le mani di lei iniziarono ad armeggiare con la zip dei jeans di Slash, Laurel distolse lo sguardo arrossendo violentemente. Si lasciò cadere per terra, appoggiando la schiena al muro e mettendosi la testa fra le gambe. Forse così tutto avrebbe smesso di girare! Sperava solo che ne Slash, ne Steven, ne Kris la vedessero, soprattutto in quello stato. Anche se in quel momento avrebbe accolto volentieri il confortante abbraccio di Slash. O la vicinanza di Sue... ‘ma dov’è finita Sue!!’

“Serata movimentata?”

Duff si era appena accesso una sigaretta quando la vide adagiarsi a terra, completamente rossa in viso. Sapeva che l’avrebbe trovata lì fuori. Le si avvicinò, sedendosi accanto a lei.

Laurel sollevò piano lo sguardo, fino ad incrociare quello del giovane biondo. Per un attimo aveva pensato che Axl fosse tornato a cercarla, tirò quasi un sospiro di sollievo trovandosi Duff di fianco. Non avrebbe resistito se fosse tornato all’attacco. Sentiva di non poterlo fare.

“Sì bhè... più o meno”

“Tieni” Le porse una bottiglietta di acqua.

“Grazie” Laurel ne bevve una lunga sorsata, rinfrescandosi la gola e togliendosi la bocca il sapore della birra “ne avevo proprio bisogno”

“Dovresti andarci piano con quella roba”

“Già... dov’eri quando mi serviva questo consiglio?” rise appena.

“Hai ragione, la prossima volta ti marcherò stretta” sembrava più una promessa che altro. Di certo era più al sicuro con lui che con Axl, almeno era padrona di se stessa e non si sentiva una completa idiota.

“Dove hai lasciato la tua felpa? Fa freddo qui fuori”

“Oh, la felpa...” Dov’era?? Probabilmente era rimasta sul pavimento del locale dopo che Axl glie l’aveva tolta... dubitava si fosse preoccupato di raccoglierla “non so, credo di averla persa”

“Tieni...” Si sfilò il chiodo in pelle posandoglielo sulle spalle.

“Grazie...”

“Si stanno divertendo a quanto pare” disse divertito guardando in direzione delle due coppie di amici che noncuranti di essere in pubblico continuavano il loro menage.

“Così pare... è incredibile! Io non riuscirei mai a fare una cosa del genere...”

“Non è poi così complicato...” scherzò lui voltandosi a guardarla.

“Non mi riferivo... a quello, anche se scommetto che sei un esperto a riguardo... ma al fatto di stare così in pubblico... insomma, pare non glie ne freghi nulla”

“Slash e Steven sono cultori dell’amore libero”

“Vedo...”

Cercò di rimettersi in piedi, ma di nuovo tutto cominciò a girare facendole perdere l’equilibrio. Duff l’afferrò al volo, stringendola per non farla cadere a terra.

“Hey attenta!”

Il suo viso si immerse nel petto di lui, sapeva di tabacco, e qualcos’altro... odorava di buono. Alzò lo sguardo, incrociando quegli occhi verdi che le erano piaciuti fin dal primo momento che l’aveva conosciuto “Scusa...”

“Sei sicura di stare bene?”

“Sì, mi gira solo un po’ la testa, poi è tardi e... oddio...”

“Che c’è?”

“Quanto tardi?!”

“Oh non è poi così tardi, sono solo le 2...”

“LE 2??!! OH CAVOLO!!!”

Si staccò da lui come una furia, camminando barcollante cercando l’uscita. Duff la raggiunse afferrandola per le braccia “Hey che ti prende?”

“I miei mi ammazzano!”

“Sei così in ritardo?”

“Molto più di quanto credi! Accidenti!! Dove sono Kris e Sue??”

“Bhè Kris credo che ne abbia ancora per un po’...” disse girandosi di nuovo verso la ragazza, ancora avvinghiata a Steven “e Sue è dentro con Izzy...”

“Io devo andare, subito!”

Si liberò dalla sua presa correndo fuori in strada e a passo veloce incamminandosi verso casa. Ma poi dov’era? Non conosceva quella zona... come avrebbe fatto? Cercò disperatamente con lo sguardo la torretta per chiamare un taxi, inutilmente.

“Ma dove vuoi andare?!” Duff l’aveva raggiunta, di nuovo.

“A casa!! E di corsa anche!”

“Guarda che non sono proprio due passi...”

“E allora è meglio che mi dia una mossa!”

Duff alzò gli occhi al cielo “Certo, e io dovrei lasciarti andare in giro per strada, da sola, in piena notte e in questo stato? Scommetto che non sai nemmeno da che parte andare!”

La ragazza rimase in silenzio, abbassando lo sguardo. Non sapeva cosa dire, ma d’altra parte Duff aveva perfettamente ragione. Non aveva la più pallida idea di dove si trovasse.

“Dai andiamo...”

“E dove...”

“Ti riporto a casa, sempre che ancora ci vuoi tornare”

“Ma se hai detto che siamo lontani...”

“Infatti, prima partiamo prima arriviamo no? E poi una bella camminata ti farà bene, smaltirai tutto prima di arrivare e i tuoi non si accorgeranno di nulla”

“Spero proprio che tu abbia ragione, altrimenti mi sono giocata la poca libertà che mi è concessa per i prossimi vent’anni...”

Era incerta se accettare o meno la proposta di Duff, ammesso che aveva scelta, sembrava così deciso. E poi da sola dove sarebbe andata? Con tutti i malintenzionati ubriaconi che giravano in quella zona poi. Meglio così, forse avrebbe preferito Slash, anzi, avrebbe preferito essere riaccompagnata a casa, in macchina com’erano arrivati, con Sue e Kris e ad un’ora decente. Ma ormai il danno era fatto, e tutto considerato passare un po’ di tempo in compagnia di Duff non le dispiaceva. Era un po’ a disagio, questo sì. Sue era convinta che sia Duff che Axl ci stavano provando, e anche se lei aveva sempre negato questa ipotesi, il dubbio che l’amica avesse ragione la metteva non poco in difficoltà. Certo i modi di fare di Duff non erano nemmeno paragonabili a quelli di Axl.

Camminarono in silenzio per un po’ uno a fianco all’altro, senza nemmeno guardarsi. Duff fumava una sigaretta dietro l’altra, sembrava nervoso. Avrebbe voluto prenderla per mano o per lo meno sorreggerla ogni volta che la vedeva barcollare o incespicare nei suoi stessi passi, ma non voleva tirare troppo la corda, lui non era Axl Rose.

“Fumi sempre così tanto?”

“Solo quando sono nervoso”

“E adesso saresti nervoso?”

“Tu che dici?”

“Io dico di sì”

Lui sorrise senza aggiungere altro. Lauren tornò a guardare per terra, temeva di inciampare da un momento all’altro. Maledetta birra! Aveva indossato la giacca di Duff per ripararsi dal freddo, lui a quanto pare non aveva di questi problemi, sembrava perfettamente a suo agio con addosso sola la t-shirt nera.

“Se hai freddo...”

“Sto bene”

“Quel lucchetto lo porti sempre?”

“Questo?” rispose sollevando la catena che gli cingeva il collo “sì, quasi”

“Che roba è? Una specie di... portafortuna o qualcosa del genere?”

“Un omaggio a Sid Vicious, lui è....”

“Lo so chi è sai? Non sono poi così fuori dal mondo! Guarda che piacciono anche a me i Sex Pistols! Should I stay or shoul I go... o qualcosa del genere...”

Duff la guardò poco convinto, alzando di nuovo gli occhi verso il cielo “The Clash tesoro!!! Should I stay or shoul I go è dei Clash, non dei Sex Pistols! Hai un po’ le idee confuse...”

“Lo sapevo... sul serio! Non ti agitare...”

“Ok, ok, è solo che non sembri il tipo da apprezzare certa musica”

“L’apparenza inganna”

“Già, e tu lo sai bene vero?”

“Cosa vuoi dire?”

“Che all’iniziò non ci sopportavi e ora guardati, addirittura ti sbronzi con noi! E’ ammirevole, davvero... l’apparenza inganna, niente di più vero!”

“Io non mi sono sbronzata con voi! Ho solo... bevuto un goccio di troppo tutto qui...”

“Anche più di un goccio di troppo”

“Non aveva mangiato...”

“Motivo in più per evitare certe stronzate non credi?”

“Ma sentilo!!! Sembri mia madre!”

“E’ per caso bionda tua madre? Magari mi somiglia davvero...”

“Ma smettila!” cercò di dargli uno spintone, ma era lei quella alticcia, non certo lui che non si smosse di un centimetro.

“Hey, attenta!”

“Sono in piedi, sono in piedi, tutto ok...”

“Per fortuna siamo quasi arrivati...”

“E’ vero! Ma... non era poi così lontano allora!”

“Laury, stiamo camminando da mezz’ora...”

“Oh... accidenti!!!”

“Non scaldarti tanto, ormai il danno è fatto, minuto più minuto meno cosa vuoi che cambi... è qui che abiti?” chiese quando la ragazza si fermò di fronte ad una casa.

“Sì... le luci sono spente, se sono fortunata dovrei riuscire a rientrare dalla finestra senza farmi beccare”

“Le ragazze per bene non fanno queste cose!” affermò fingendo un’aria scandalizzata.

“Le ragazze per bene non se ne vanno nemmeno in giro di notte per strada, mezze ubriache con un bassista ossigenato e punkettone, che fuma come una ciminiera e beve peggio di un alcolizzato...eppure io l’ho fatto... spiacente, non sono più una brava ragazza...”

“Guarda che potrei offendermi...” fece lui mettendo un finto broncio “non sono ossigenato!”

“Oh si che lo sei!”

“No, affatto!”

“Le tue sopracciglia sono più scure!”

“E allora?”

“E allora ho ragione io!”

“Ho fatto solo qualche meches!”

“Lo sapevo!”

‘Laurie sei proprio impazzita...’ erano quasi le 3 di notte, rischiava di giocarsi la sua libertà e cosa faceva? Stava lì come una stupida a discutere con Duff sul colore dei suoi capelli... ma quanto aveva bevuto? Eppure non si sentiva più tanto brilla, anche la testa non le girava più, e riusciva a stare in piedi senza incespicare.

“Sai, avevi ragione, questa camminata mi ha fatto bene!”

“Ti senti meglio?”

“Decisamente. Ora però devo andare”

“E cosa pensi di fare Diabolik?”

“Ma che fai, mi prendi in giro anche tu adesso? Non basta Slash?! Uff... la finestra della mia camera è sempre un po’ aperta, devo entrare da lì, mi metterò a letto e i miei se sono fortunata non si accorgeranno di nulla!”

“Non sembra poi così difficile”

“Non lo so... non l’ho mai fatto”

“Ci avrei giurato! Muoviti, ti do una mano”

In silenzio fecero il giro della casa, cercando di non farsi ne vedere ne sentire da nessuno. Sarebbe stata la loro fine!

“Quella è la mia camera, non è poi così in alto...”

Lauren indicò una finestra al primo piano della casa, fortunatamente era ancora aperta, segno che sua madre non era entrata in camera sua quella sera. Forse aveva ancora una speranza.

“Ok senti, da quell’albero dovresti riuscire ad entrare, i rami sporgono proprio vicino alla finestra”

“Dici?” era dubbiosa. E se fosse caduta? Non osava nemmeno pensarci.

“Ti sei mai arrampicata su un albero? Non è difficile”

“Sì che domande! Qualche volta... quando avevo... dieci anni... più o meno...”

“Ah fantastico! Allora, tu metti mani e piedi dove li metto io ok? Fai esattamente come me, io ti aiuterò a tirarti su”

Duff gettò un mozzicone a terra, prima di prepararsi alla ‘scalata’.

“Non buttare i mozziconi sul prato!!!” Laurel le diede un colpo sulla spalla facendogli segno di raccoglierlo. Lui sbuffò indispettito “ma guarda...”

Osservò incerta Duff che saliva sull’albero, abbastanza nodoso da fornirgli prese su cui arrampicarsi senza troppa fatica. Non era mai stata brava in certe cose, ma cavolo, doveva farlo per forza! “Forza Laurel, ce la puoi fare...” disse tra se e se prima di seguire esattamente le mosse di Duff e salire sull’albero. Lui di tanto in tanto si fermava ad aiutarla, offrendole la mano e tirandola su di peso quando la trovava in difficoltà.

“Ci siamo quasi”

Arrivati all’altezza della finestra, si sedettero su un ramo del grande albero, abbastanza resistente da reggerli entrambi.

“Non male, davvero”

“Cosa?”

“Starsene qui sopra... hey, non osare accendere un’altra sigaretta!”

“Ora sei tu che sembri mia madre, e poi non urlare, vuoi svegliare i tuoi?!”

“Accidenti, me ne stavo dimenticando... è meglio che rientri ora...”

“Aspetta, vado prima io, così ti do una mano ad entrare”

“Non ci pensare nemmeno!”

“Senti guarda che non è mica una scusa per entrare con l’ inganno in camera tua! Voglio solo evitare che ti spacchi l’osso del collo!”

Forse aveva ragione... dopo tutto non stavano facendo nulla di male, no? Annuì fingendosi scocciata e rimase in bilico sul ramo aspettando che Duff riuscisse ad aprire completamente la finestra ed entrasse in camera. Era davvero molto agile.

“Puoi venire ora”

Gattonando adagio fino all’estremità del ramo, Laurel si proibì categoricamente di guardare verso il basso...

“Guarda me, non guardare giù!” ’Ma guarda un po’ che cazzo di serata!’ pensò il ragazzo lasciandosi scappare un sorriso al pensiero di quell’assurda situazione.

“Ti dispiacerebbe toglierti quel sorriso da ebete dalla faccia e darmi una mano!!”

“Dai, prendi!”

Le tese la mano sporgendosi dal davanzale fino a stringere quella di lei tra la sua. Piano piano Laurel si avvicinò sempre di più, riuscì ad aggrapparsi al davanzale, ma proprio in quel momento un piede le scivolò dal ramo e rimase a penzoloni, aggrappata alla finestra con una mano e attaccata a Duff con l‘altra.

“MERDA!” Duff l’afferrò anche con l’altra mano cercando di tirarla su con tutte le sue forze.

“Ahhhh non urlare!!!”

“Fai leva con i piedi Laurel!!!”

“Cazzo, cazzo!” era la prima volta che la sentiva dire una parolaccia. Che situazione ridicola. Le ricordava le scimmie che vedeva allo zoo quando era piccolo... ma questo era meglio tenerselo per sè. Un ultimo sforzo e finalmente riuscì a issarla trascinandola dentro la stanza. Finirono entrambi a terra sfiniti, e involontariamente Laurel si trovò stesa sopra di lui. Chiuse gli occhi cercando di riprendere fiato, con la testa sopra il suo petto sentiva il battito accelerato del suo cuore e il su e giù del torace che cercava di riprendere a respirare regolarmente. Solo allora si rese contò della posizione ‘scomoda’ in cui si trovava. Si tirò seduta, mentre lui rimase giù con gli occhi fissi al soffitto, i biondi capelli sciolti sul pavimento, le braccia allargate e il viso d’angelo. Nella penombra appariva se possibile, ancora più bello.

“Ce l’abbiamo fatta...” fu lei a spezzare il silenzio.

“Già, che serata cazzo...”

“Grazie...”

“Bhè, non potevo permettere che Slash si aggiudicasse il titolo di eroe... “ le sorrise.

Laurel si rialzò in silenzio cercando di capire se dalla stanza in fondo al corridoio dove dormivano i suoi genitori, provenisse qualche rumore sospetto, ma non sentì nulla. Se fossero entrati nella sua camera in quel momento non osava pensare cosa sarebbe successo! Assicuratasi che tutto fosse tranquillo si gettò sul letto senza nemmeno curarsi del fatto che Duff era ancora lì, seduto nella sua stanza a fissarla.

“Hem... forse è meglio che me ne vada...”

“Duff...”

“Che c’è?”

“Io...” perchè si era fermata? ‘Avanti chiediglielo...’ no, non poteva farlo! Una parte di lei voleva che il ragazzo restasse al suo fianco per quella notte, eccome se lo voleva... ma l’altra parte le diceva che era meglio mandarlo via, e anche di corsa!

Lui la raggiunse sedendosi sul letto, lì accanto “volevi dirmi qualcosa?”

“No, niente...”

“Allora è meglio che vada via, prima che a tua madre venga l’idea di venire a controllare se sei tornata”

“Sarebbe una bella scenetta sai?”

“Che le racconteresti?”

“Non lo so...” sospirò “sono a pezzi...”

“Vedrai domani mattina...”

“Non ci voglio pensare...”

Laurel sospirò esausta. Duff le si avvicinò, avrebbe tanto voluto abbracciarla, baciarla... ma che cavolo! Duff Mckagan non ci avrebbe pensato un’attimo! Ma con lei era diverso...  le accarezzò dolcemente il viso, mentre continuavano a guardarsi negli occhi, poi si abbassò verso di lei, sempre più vicino. Laurel sussultò quando le labbra di lui le toccarono la fronte. Avrebbe giurato che stesse per baciarla, e invece... era dolce da togliere il fiato. Scese verso il suo viso, baciandole una guancia, e poi il collo, immergendo il viso nell’incavo della sua spalla, inspirandone il dolce profumo... vaniglia, il suo preferito. Doveva andarsene prima di rovinare tutto facendo una cazzata delle sue. Laurel non era come le altre ragazze, se le fosse esaltato addosso, cosa che si tratteneva a stento dal fare, probabilmente non avrebbe reagito bene. Non poteva superare quel limite, non ancora, anche se l’eccitazione che provava in quel momento aveva di gran lunga superato la linea di confine... ‘cazzo...’

“Buonanotte...” con rammarico si staccò da lei lasciandola stesa, le labbra lievemente schiuse come in attesa di qualcosa, il viso leggermente arrossato e gli occhi terribilmente desiderosi. Forse anche lei voleva la stesa cosa... ‘Smettila e non fare stronzate!’ In quel momento desiderò essere un po’ Axl, con la sua sfrontatezza, il suo atteggiamento irresistibile, lui avrebbe saputo cosa fare... ma non lo era, per cui era meglio andarsene prima di combinare qualche casino. Laurel in quel momento non era nemmeno troppo lucida, dopo quella serata, l’alcool, la stanchezza, non voleva certo approfittare di lei. Si voltò senza più guardarla, sicuro che se l’avesse fatto tutti i suoi buoni propositi sarebbero miseramente crollati, uscì dalla finestra e riscese per dove era venuto, allontanandosi a passi svelti, mentre fumava l’ennesima sigaretta di quella lunga, strana, inebriante nottata “sei proprio un coglione...” si disse.

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Grazie a tutti per le recensioni!!! Sono contenta che questa ff vi piaccia ;-)

Un grazie particolare a Lianneh, dizzyreads e... Annachiara, di pure tutto quello che vuoi su Duff, ti assicuro che non saresti ripetitiva *_* lo adoro anch’io!!!

Duff aveva camminato parecchio prima di tornare a casa. Iniziava a sentire freddo, aveva dimenticato di riprendersi la giacca, ma pensando che in quel momento ce l’aveva lei, non se ne preoccupò più di tanto. Si domandava se avesse sbagliato tutto quella sera, quando gli sarebbe ricapitato di trovarsi da solo con Laurel nella sua stanza nel pieno della notte con lei così adorabile e ben disposta? Probabilmente mai più. E lui che aveva fatto? Un casto bacio e se ne era andato, lasciando che riposasse. ‘Devo essere proprio impazzito cazzo...’. Forse avrebbe dovuto fregarsene e seguire l’istinto come aveva sempre fatto. Completare l’opera di seduzione che aveva iniziato e prenderla lì, nel suo stesso letto, un bisogno che ora sentiva più che mai. Non sarebbe stato difficile per lui trovare un’alternativa per quella sera, ma sapeva che non sarebbe stata la stessa cosa, non avrebbe ricevuto la stessa soddisfazione. Meglio farsi un po’ di roba, se non altro gli avrebbe liberato la mente per un po’. Slash ne aveva lasciato un discreto quantitativo a casa sua la volta precedente, non se la portava mai a casa per non rischiare che la nonna glie la sgamasse. Diceva sempre che se si trattava di fumo avrebbe preteso di farsi una boccata pure lei, ma di quella merda non ne voleva sapere, l’avrebbe preso a sculacciate come quando era bambino. E da Ola Senior ci si poteva aspettare questo ed altro! Duff non la toccava mai, aspettava gli altri per farsi giusto qualche tiro, ma niente di più. Preferiva di gran lunga il vecchio jack, ma quella sera aveva bisogno di qualcosa di più forte.

Axl si risvegliò con quella ragazza accanto… come si chiamava? Non se lo ricordava, probabilmente non glie l’aveva nemmeno chiesto. Era nel garage, Izzy dormiva ancora nella brandina a fianco, come se niente fosse. Erano abituati a stare lì anche quando l’altro aveva una ragazza con cui divertirsi, non ci facevano troppo caso, al massimo l’altro si univa al divertimento. Non ricordava molto della sera precedente, attorno a loro c’erano almeno un paio di bottiglie di vodka e una di jack vuote. Avevano bevuto parecchio… Laurel però se la ricordava, eccome. Più o meno… aveva forse fatto qualcosa di male? Qualche cazzata delle sue o roba del genere. Non l’aveva più vista, di questo era sicuro, anche se lui poi era sparito con… come-si-chiama… Aveva scuola, che voglia… ma che altro avrebbe potuto fare? Non voleva essere lì quanto la tizia che dormiva  nel suo letto si sarebbe svegliata, lo infastidivano tutti quegli inutili discorsi sul genere ‘è stato bellissimo’, ‘ma quando ci rivediamo’, ‘chiamami ti prego’ e via dicendo. Si tirò su a fatica, mettendosi addosso quello che aveva a portata di mano, boxer esclusi, non sapeva nemmeno dove cavolo fossero finiti…

La luce che filtrava dalla finestra rimasta aperta la svegliò, gli occhi le dolevano, per non parlare della testa… si era addormentata subito dopo che Duff se ne era andato, lasciandola in attesa di non-so-che-cosa, e non si era nemmeno preoccupata di cambiarsi, lavarsi o per lo meno chiudere la porta a chiave. Avrebbe dovuto chiedergli di rimanere, avrebbe voluto passare quella notte con lui, e invece... non aveva avuto il coraggio, la forza, o chissà cos'altro per trattenerlo. Per un attimo aveva sperato che Duff fosse più audace, quando l'aveva visto avvicinarsi a lei così tanto. E invece se ne era andato, da vero gentiluomo, o da vero stupido, non avrebbe saputo dirlo. E Axl? Cosa sarebbe successo se invece di andarsene fosse rimasta con lui? Un brivido le corse lungo la schiena, poteva ancora sentire le sue mani su di lei e il contatto dei loro corpi, separati solo dal sottile strato dei loro indumenti. Si sentiva così confusa... la testa le doleva e in bocca aveva un sapore tutt'altro che piacevole. Per come era ridotta a sua madre sarebbe venuto un infarto se fosse entrata in quel momento. Reggendosi a mala pena in piedi si guardò allo specchio, quasi spaventandosi nel vedere la sua orribile immagine riflessa… aveva profonde occhiaie e d era pallida come un cadavere. I capelli erano scompigliati e il trucco le sporcava il viso. Indossava ancora il giubbotto di Duff… se lo tolse portandoselo vicino al viso per ispirare il suo profumo, così buono e lo appoggiò sul letto. Poi si infilò direttamente sotto la doccia. Avrebbe volentieri evitato di andare a scuola quella mattina, ma sua madre si sarebbe sicuramente insospettita, per cui cercò di sistemarsi come meglio poteva e poi scese di sotto per la colazione.

“Ciao papà, mamma…”

“Laurel! Che occhiaie! Ma hai dormito stanotte? Non ti ho sentita rientrare!”

“Sì mamma, sono tornata presto e ho cercato di non fare rumore per non svegliarvi…”

“Non hai proprio l’aspetto di una che è tornata presto”

“Non ho dormito bene, tutto qua”

“Ah davvero? E cos’è quel coso che tieni in mano?”

‘oh no! Stupida!' Insieme allo zaino teneva tra le mani il chiodo di Duff, glie lo doveva pur ridare, ma non aveva calcolato l’occhio di lince di sua madre.

“Oh questo… è… di Sue!”

“Sue va in giro con quella roba? Non credo proprio… è di taglia più grande, e poi puzza di fumo! Laurel, cosa mi stai nascondendo?”

Quegli interrogatori la sfinivano ogni volta, sua madre era davvero insopportabile quando si metteva a fare il sergente, cioè praticamente sempre.

“Susan, lasciala stare, cosa vuoi che ti nasconda” adorava suo padre…

“Qualcosa di sicuro Bill, allora signorina?”

“Uff… ok, ok… è di un amico va bene? Me l’ha prestato perché avevo freddo, tutto qua”

“Uno di quei tuoi nuovi amici?”

“Sì…”

“Lo sai che non mi piace non sapere con chi vai in giro Laurel, potrei sapere almeno il suo nome?”

“E cosa ti cambierebbe?”

“Laurel!”

“Va bene, ok… si chiama Sla… Saul, Saul Hudson, contenta?” poteva dare il nome di qualcun’altro, tanto cosa sarebbe cambiato? Le era venuto spontaneo pensare a Slash, tutto sommato poteva considerarlo un amico no? E sua madre voleva sapere il nome di questo amico.

“Saul?? E che razza di nome è? Bhà, non mi piace per niente”

“Ma se nemmeno lo conosci?”

“Non lo conosco ma non mi piace! E’ suo quel giubbotto?”

“Sì…” mentì.

“Vedi? Ha dei pessimi gusti!”

“Hudson hai detto?” intervenne suo padre, interrompendo per un attimo la sua lettura quotidiana del giornale “è quel ragazzo con quell’enorme chioma di capelli vero? E’ da fare invidia ad uno come me…” disse ironico toccandosi la testa calva che si trovava. Laurel sorrise.

“Sì, proprio lui!”

“Bill, conosci questo ragazzo?”

“E’ il nipote della vecchia Ola, abitano non lontano da qui, ha lavorato con me in officina l’estate scorsa, è un bravo ragazzo… un po’ eccentrico lo ammetto, ma con i motori ci sapeva fare, mi spiace che non sia più venuto”

“Davvero ha lavorato con te? Non lo sapevo!”

“Sì, solo qualche giorno alla settimana, per l’estate. Sua nonna mi aveva chiesto di insegnargli il mestiere per tenerlo lontano da guai a fargli guadagnare qualche soldo”

“Oh!” esclamò Laurel sorpresa.

“Bhè Bill se permetti vorrei giudicare anch’io! Laurel vorrei conoscere questo tuo nuovo amico visto che tuo padre ne parla tanto bene non ci saranno problemi no?”

“Cosa?!”

“Mi hai capita, sai che voglio sapere che gente frequenti”

“Ma mamma!”

“Non voglio discussioni!”

Era inutile continuare il discorso, quando la madre si metteva in testa qualcosa non c’era modo di convincerla del contrario. Ma cosa le era venuto in mente poi? Come avrebbe fatto a presentare Slash a sua madre? Le sarebbe preso un colpo! In che cavolo di situazione si era cacciata…

Raccolse lo zaino “Torno più tardi, dopo la scuola do delle ripetizioni a due… hem… bambini”

“Oh finalmente ti sei convinta! Te l’ho sempre detto che avresti dovuto trovarti un lavoretto! E quanti anni hanno questi bambini?”

Bambini poi… “dodici!”

“Sue!” corse incontro all’amica appena la intravide fuori da scuola “Sue, ma che fine hai fatto ieri?!”

“Laurel, a me chiedi che fine ho fatto? Io sono sempre rimasta al locale, tu piuttosto… ecco Kris! Accidenti a te!” diede all’amica una spinta “ma che ti è preso Kris! Si può sapere che fine hai fatto? Tua madre ha chiamato a casa mia! Per fortuna ho risposto io e le ho detto che dormivi da me! Pensa se rispondeva mia madre!”

“Oh scusa, io… non sono tornata a casa stanotte…”

“Sì, me n’ero accorta!”

“O mio Dio…” Laurel collegò subito “non dirmelo, aspetta… tu… tu… e Steven… voi siete stati…”

“Insieme, sì… tutta la notte! E ti assicuro, non passavo una notte del genere da una vita!”

“Cosa??!!” esclamò Sue “E io non ne sapevo niente?! Laurel, come lo sapevi?”

“Già, come lo sapevi?” le fece eco Kris.

“Sai, ad un certo punto della serata ho sentito il bisogno di prendere una boccata d’aria…”

“Oh… ci hai visti allora…” il viso della giovane divenne improvvisamente paonazzo.

“Tutto lo show, o almeno, quanto bastava per capire…”

“Ahhhhhhh!!!! Kris dimmi com’è stato?! Voglio sapere tutto!” urlò Sue.

“Bhè non c’è molto da sapere, insomma mica vorrete che vi racconti certi particolari…”

“Anche no…”

“Oh sì! Io voglio sapere tutto!”

“Sue per favore!!”

“Andiamo Laurel, non capita tutti i giorni una cosa del genere!”

“Tu piuttosto, Duff mi ha detto che eri dentro… con Izzy!”

“Izzy?! Lo sapevo!” cantilenò Kris in preda all’eccitazione.

“Non scaldatevi tanto, Izzy è stato un vero gentiluomo! Non mi ha nemmeno sfiorato… bhè, quasi… ad ogni modo mi ha riportata a casa con il pick-up, sana e salva! A differenza di qualcun’altro...” precisò lanciando un’occhiata a Kris.

“Ma dai! Sul serio non ha... insomma, non avete...”

“Davvero Kris! Invece Laurel?? Hai detto Duff, o sbaglio?”

“Non vi fate strani film mentali! Abbiamo solo parlato un po’!”

“Accidenti! Ragazze sono in ritardo per la lezione di algebra, ci vediamo dopo!” Kris corse via a malincuore, così Laurel rimase sola con Sue. Tirò un sospiro di sollievo, aveva bisogno di stare un po’ con la sua migliore amica.

“Che c’è Laury, conosco quella faccia…”

“Sue io… non lo so sono così confusa…”

“Ti ho vista con Axl…”

Di colpo arrossì in viso ricordando quel ballo tanto provocante che aveva concesso al ragazzo.

“E sai una cosa? E’ stato fa-vo-lo-so! Sembravi rapita!”

“E secondo te questo è favoloso? Quel ragazzo mi toglie tutte le facoltà mentali facendomi diventare una specie di marionetta, e tu lo definisci favoloso?”

“Eccome! E poi dovevi vedere Duff… Laurel credimi, quei due ci provano eccome!”

“Sue, non ricominciare…” non ne era più tanto convinta…

“Fidati! Piuttosto, come sei finita con Duff, dopo che sei uscita non vi ho più visti”

“Non è successo niente Sue, mi ha solo riaccompagnato a casa, era tardi e non voleva farmi fare la strada da sola”

“Che carino!”

“Per favore!”

“Bhè non puoi negarlo!”

“No…non posso…”

“C’è dell’altro vero?”

“Sì…” in un fiato le raccontò quello che era accaduto dopo che l’aveva accompagnata fino a casa ed era entrato nella sua stanza “lo so, insomma, non è successo nulla di che, ma avresti dovuto vederlo Sue, era così… così…”

“Dolce? Irresistibile? Carino? Gentile? Terribilmente sexi? E…”

“Ok ok, hai afferrato il concetto… è che, non lo so…”

“Bhè, hai dei pretendenti a quanto pare… e non sai quanto sei fortunata!!!”

“Fortunata?!”

“Sai quante ragazze vorrebbero essere al tuo posto?!”

“Lo cederei volentieri…”

“Non essere sciocca! Hai solo da decidere!”

“Io non voglio decidere! Non c’è niente da decidere…”

“Laurel ti ho vista, non sei per nulla indifferente, e non mentirmi!”

“Non lo so Sue! E’ proprio questo il problema! Non riesco a capire... sto bene con Duff, lui è davvero fantastico e a dirla tutta avrei voluto che non se ne fosse andato questa notte... Ma Axl...” scosse la testa la pensiero dell'angelico viso del ragazzo "...ma ora ho cose più importanti a cui pensare, il saggio, il diploma, mia madre pretende di incontrare Slash…”

“COSA???!!!”

Laurel sospirò “hai capito bene, mi sono cacciata nei casini da sola…”

“Ma Laurel, non puoi! Tua madre e Slash nella stessa stanza, è impensabile!”

“Lo so Sue, ma lo sai com’è fatta! Vuole avere tutto sotto controllo, e non mi lascerà in pace finchè non conoscerà questi nuovi amici con cui esco!”

“Laurel se porti Slash da tua madre puoi scordarti qualsiasi cosa oltre la scuola!”

“E cosa dovrei fare, ormai il danno è fatto!”

“Ti prego, solo una cosa… riprendi tutto con una videocamera!”

“Sue!”

“E dai, devi ammettere che sarebbe uno spettacolo da vedere!” e aveva davvero ragione.

Laurel sospirò sfinita, era stanca dalla sera precedente, e il pensiero di cosa la aspettava non le permetteva nemmeno di rilassarsi un attimo.

Seguì a fatica le lezioni, aveva terribilmente sonno e un sacco di altre cose per la testa.

“Laurel!!!” Slash con un’aria visibilmente stravolta, le corse in contro trascinandosi dietro un Duff altrettanto sbattuto. Evidentemente la serata precedente non aveva fatto bene a nessuno, eccetto che a Kris che camminava a due metri da terra. L’unica differenza è che loro erano abituati a quella vita sregolata e sentirsi completamente rincoglioniti dopo una serata brava, lei no, e ora era letteralmente a pezzi.

“Ciao” li salutò Laurel, scambiando un’occhiata fugace con Duff.

“Bhè che avete con queste occhiate? Mica mi nascondete qualcosa?! Ieri sera siete spariti!” 

“Nessun segreto, Mr. amore-libero...” gli rispose Laurel allusiva, tirandogli una leggera gomitata nello stomaco.

“Ouch! Hey!!!”

“Non fare il santarellino, ti hanno visto tutti sai? Bello spettacolo! Tra tu e il tuo amico Steven siete andati alla grande!”

Duff scoppiò a ridere, zittendosi solo quando il pugno di Slash lo raggiunse al braccio.

“Laury si faceva tanto per fare, insomma, cazzo... era da giorni che non... bhè, il fatto è che quando arrivi ad un certo punto, senti un’irrefrenabile voglia di...”

“Non andare oltre!” Laurel gli tappò la bocca con una mano “non voglio sapere i particolari della tua vita intima...”

“Ma senti! Parli proprio tu che sei sparita... con lui!” puntò l’indice contro Duff, che sgranò gli occhi a quella insinuazione.

“NON E’ SUCCESSO NIENTE!!!” risposero i due in coro.

Laurel abbassò lo sguardo imbarazzata, mentre Duff guardò altrove, cercando di evitare l’insistente e curioso fissare di Slash, che sicuramente avrebbe ora voluto sapere ogni cosa.

“Prima che me ne dimentichi...” Laurel prese dal suo armadietto poco distante la giacca di Duff e glie la porse. Avrebbe dovuto farlo senza Slash lì davanti che li fissava con un sorrisetto ambiguo in faccia, ma probabilmente non avrebbe avuto altre occasioni.

“Non-dire-niente, neanche una parola Slash!” intimò il biondo all’amico che se la rideva silenziosamente facendosi chissà quali film immaginari.

Axl arrivò proprio in quel momento, da lontano aveva visto Laurel passare a Duff il suo giubbotto e questo l’aveva per un attimo infastidito. Che fosse geloso? ‘cazzate...’. Camminando veloce lungo il corridoio quasi tirò dritto senza nemmeno fermarsi se Slash non l’avesse tirato per la maglietta.

“Hey! Quanta fretta!”

“Ciao...” boffonchiò appena senza nemmeno degnare di uno sguardo la ragazza.

“Levataccia eh? Dove l’hai lasciata la tizia che ti sei portato via ieri? Avrei giurato che oggi non saresti venuto!”

Laurel sollevò lo sguardo. Quale tizia? Che Axl se ne fosse andato con qualcun’altra? E perchè se ne stupiva, si trattava di Axl Rose dopo tutto. La cosa avrebbe dovuto lasciarla indifferente, e invece... la infastidiva eccome! Ma cosa pretendeva, Axl probabilmente si comportava in quel modo con tutte le ragazze, lei compresa. Tutta la dolcezza, la sensualità e la dannata provocazione della sera precedente erano solo una farsa, via lei sotto un’altra, per lui non faceva differenza, ne era sicura.

“Quale tizia? Non ricordo nessuna tizia...” e dopo aver salutato Slash e Duff se ne andò com’era venuto, senza degnarla nemmeno di uno sguardo... eppure quel comportamento così strano l’aveva infastidita. Perchè ora nemmeno la salutava? Non ci capiva niente.

Slash guardò Duff. Erano abituati a queste uscite di Axl, sempre così imprevedibile e instabile ma solitamente si vantava delle sue bravate con le ragazze, ora invece aveva addirittura negato. Ovvio, c’era Laurel... a Slash non era sfuggito questo particolare, e di sicuro nemmeno a Duff.

“Non ci badare, Axl è fatto così” il ragazzo doveva aver capito cosa pensava in quel momento visto che se ne era uscito con quella spiegazione non richiesta. Laurel alzò le spalle cercando di cambiare argomento e levarsi l’immagine di Axl dalla testa.

“Allora, siete pronti per la vostra prima lezione?”

“Oh, me ne stavo dimenticando! Duff non abbiamo le prove oggi?!”

“Eh no!” sbottò Laurel “se volete che vi dia ripetizioni state ai miei orari e vi mettete sotto sul serio, altrimenti non se ne fa più niente!”

“Ma guardala Slash, sembra proprio una maestra cattiva!” scherzò Duff.

“Oh davvero, ci picchierai con la bacchetta?” Slash sporse il sedere verso Laurel, che ormai rassegnata scrollò il capo. Sarebbe stata più dura del previsto, molto più dura.

“Sentite, se volete per oggi possiamo lasciar perdere, insomma... non mi sembrate molto in forma...”

“Ma guardati principessa! Hai due occhiaie da fare invida a Rob Zombie!”

“Io sto benissimo!” ‘bugiarda... sto da schifo!’

“E anche noi!”

“Bene, allora muoviti!” Laurel afferrò Slash trascinandolo per un braccio verso la biblioteca “muoviti Mckagan!” urlò a Duff senza voltarsi. Il ragazzo scosse il capo divertito, aveva un gran mal di testa dopo gli eccessi della sera precedente, e studiare era l’ultima cosa che aveva voglia d fare, ma ormai non poteva tirarsi indietro, non poteva prendere altri brutti voti, e poi avrebbe passato un po’ di tempo con Laurel. Quindi li seguì senza pensarci troppo.

Slash continuava a d agitarsi sulla sedia, Duff batteva regolarmente la matita sul tavolo... tutta la biblioteca li guardava storto, non erano certo abituati a vedere lì quel tipo di gente, tra l’altro continuavano a fare rumore.

“SCCCCHHH!!!” puntualmente qualcuno li zittiva richiamandoli.

“Ragazzi basta, che vi prende!” sbottò Laurel “siamo in biblioteca, e c’è tanto di cartello ‘fare silenzio’!”

“Ma come cazzo si fa dai! Sto impazzendo qui dentro!”

“Slash abbassa la voce! Duff smettila con quella matita!”

“Scusa, però Slash ha ragione, sembrano tutti delle mummie qua dentro!”

“SCCCCHHH!!!”

“E’ una biblioteca, cosa pretendete?!

“Senti, mi sento a disagio qui... guarda quella vecchia” Slash indicò l’anziana bibliotecaria che li scrutava da dietro la sua postazione “continua a fissarmi da quando siamo entrati, mi mette in imbarazzo!”

“Tu in imbarazzo?”

“Magari si è innamorata!” Scherzò Duff ridendo insieme all’amico. Sembravano proprio due bambini, così non poteva funzionare.

“Ok, ok... sentite, usciamo da qua, forse è meglio...”

“Ottima idea, andiamo a farci una birra, che dici Duff?!”

“Approvo!”

“No, aspettate... hey!”

“Dai Laurel vieni, prometto che poi ci mettiamo sotto ok? Solo 5 minuti per riprenderci!”

“Per riprendervi? Ma se non abbiamo nemmeno iniziato!” inutile discutere con loro.

Slash raccolse in fretta i pochi libri e quaderni che avevano lasciato sparsi sul tavolo, afferrando poi Laurel per mano e trascinandola con se verso l’uscita, non prima di essere passato di fronte alla vecchia bibliotecaria e averle mandato un bacio, mentre Duff  le strizzò l’occhio con fare sensuale. La signora li guardò scandalizzata.

Fu un sollievo per tutti quando uscirono, Laurel non si era mai sentita tanto in imbarazzo con tutti quegli occhi puntati su di lei, e su di loro naturalmente. Gli era anche parso di vedere in un angolo Jesse con la sua combricola di amici, ma non si era volutamente girata verso di lui.

“Qui và decisamente meglio!” esclamò Duff non appena furono in strada, alzando le braccia la cielo stirandosi “che si fa?”

“Come sarebbe che si fa?” sbottò Laurel “Sentite se oggi non avete voglia non importa...”

“Oh sapessi che voglia che abbiamo baby!” scherzò Slash tirandola verso di se e prendendosi un bel pugno sul petto, che forse fece più male a lei che a lui.

“Smettila!”

“Laurel ha ragione Slash, ricordati che abbiamo meno di un trimestre per recuperare”

“Oh cazzo! Hai ragione... bhè scusa, però lì dentro mi sentivo soffocare! Non portarci più n un posto del genere!”

“E dove vorreste andare? Vi lascio libera scelta ok? Esclusi bar, strip club, garage e cose del genere ovviamente...”

“Io ho un’idea...” esclamò Slash incamminandosi veloce per chissà dove. Laurel guardò Duff perplessa, ma vedendolo tranquillo non potè fare altro che seguirli.

Dopo qualche minuto Laurel entrò nell’appartamento di Duff, che non era molto distante dalla scuola, ma in un zona più periferica rispetto a dove stava lei. Era piccolo, ma al contrario di quello che si aspettava non era per niente malmesso, tutt’altro. Era molto luminoso e ben arredato, e tutto sommato pulito. Disordinato, quello sì, ma d’altra parte da un ragazzo che abita da solo non ci si poteva aspettare gran che. Per un attimo si sentì in imbarazzo nell’entrare in casa sua. Lo vedeva come un posto molto ‘intimo’, dove probabilmente lui era stato con chissà quante ragazze.

“Ora va decisamente meglio!” Slash si svaccò sul divano levandosi gli stivali e mettendosi comodo.

“Siediti, e per favore, non guardare troppo il casino, ok? Questi animali lasciano in giro tutto ogni volta che vengono!” si scusò Duff lanciando in faccia a Slash qualcosa.

“Ah cazzo! Ecco dov’erano finiti!” Slash spiegò il piccolo pezzo di stoffa che gli era ricaduto in testa, svelando degli aderenti boxer neri a pois bianchi. Laurel arrossì distogliendo lo sguardo, ma cosa cavolo facevano in quella casa??

“Hey non pensare male! Non siamo froci!” si giustificò prontamente Slash appena notò lo strano sguardo della ragazza.

“Non lo metto in dubbio...”

“Ah ecco, era giusto per chiarire, mica che ti vengono strane idee...”

Duff tornò nel piccolo salotto portando con se due lattine di birre, una delle quali lanciò a Slash, e una coca cola che diede a Laurel “tu è meglio che lasci perdere quella roba” le disse strizzandole l’occhio. Laurel afferrò la lattina dalle sue mani sorridendogli.

“Hey la smettete voi due? Mi fate sentire il terzo incomodo!”

“Smettila di dire cretinate! Ti ricordo che siamo qui per studiare. Avete scelto il posto, ora siete pronti o c’è altro?”

I due ragazzi si scambiarono un’occhiata alzando le spalle “No, bhè... direi che possiamo iniziare”

Laurel si sistemò sul divano in pelle rossa vicino a Slash, Duff invece si sistemò per terra vicino a lei. La leggera brezza che entrava dalla finestra aperta portò alle sue narici il dolce profumo di vaniglia che aveva sentito la sera precedente, facendo riaccendere in lui le passioni e gli ardori che aveva cercato di smorzare. Avrebbe potuto mandare via Slash con una scusa, magari mandandolo a comprare delle birre, e rimanere finalmente solo con lei. Allora era sicuro che non si sarebbe più frenato, avrebbe cercato in tutti i modi di varcare quel confine.

“Duff!” lo richiamò vedendolo distratto da chissà cosa. Era così bello mentre guardava il pavimento col viso contratto e gli occhi lucidi.

“Oh sì? Ci sono, scusa...”

Laurel continuò la sua lezione per poco meno di un’ora, dando infine ai due ragazzi un piccolo compito da risolvere per verificare che ci avessero capito qualcosa.

“Allora? Non è difficile, risolvete quell’equazione...”

Slash fissava il foglio con aria completamente vuota, non ci capiva davvero nulla di tutta quella roba. Dopo minuti interminabili il ragazzo sbattè la testa all’indietro scoprendo il viso dai riccioli che gli ricadevano in avanti e fingendo un’aria esausta.

“Ok, ci rinuncio! Cosa cazzo è questa fottutissima equazione?? Scommetto che non ha soluzione, è un tranello!”

“Nessun tranello, si può risolvere eccome... Duff?”

“Io ci ho provato...” passò alla ragazza il suo foglio scarabocchiato.

“Bhè, ci sei andato vicino! Guarda... dovevi solo fare così...” si avvicinò per correggere l’esercizio, avvicinandosi al suo volto. Duff non seguì molto la sua spiegazione avendola così vicino, voltò il viso verso il suo e le scostò i capelli che le ricadevano in avanti “scusa... non vedo...” che scusa banale... poi con aria da sbruffone si rivolse a Slash “Visto? Io ce l’ho quasi fatta!”

“Fanculo!”

Laurel guardò il foglio che Slash aveva abbandonato sulle proprie gambe “non ci hi nemmeno provato!”

“Ma non ci campisco un cazzo di questa roba! Senti Laury, non possiamo passare ad altro, i numeri non fanno proprio per me!”

La ragazza sbuffò lasciandosi cadere sul divano “Slash, i numeri non fanno per te, la storia è noiosa, la letteratura è roba per ragazzine e la biologia non ti entra in testa... c’è qualcosa che credi possa essere adatto?!”

“Oh sì! Con le note me la cavo alla grande! Anche col sesso, ma non credo rientri nel programma scolastico...”

“No, infatti...”

“Bhè è davvero un peccato, non mancherei ad una lezione!”

“Porco...”

“Ma sentitelo il santarellino! Duff vuoi che racconti a Laurel di quella volta che...”

“No! Hem... non credo che le interessino certi particolari...” si avvicinò all’amico tirandolo per la maglietta “ma che cazzo ti salta in mente???” Slash sorrise con fare strafottente.

“Ok, ok...” intervenne Laurel “per oggi va bene così...”

“Ohhh sono libero!!!” urlò Slash alzandosi dal divano.

“Non esultare troppo, se continui così ci vorranno il doppio delle lezioni per recuperare!”

“Cazzo...”

“Certo che come alunno fai proprio schifo!” scherzò il biondo, lanciando un cuscino in faccia all’amico, una palese dichiarazione di guerra. Slash non si fece attendere e si scagliò sopra di lui prendendolo a cuscinate.

“Altro che dodici anni, sto dando ripetizioni a due bambini impazziti!”

“Credi di cavartela così tu?!” Slash afferrò Laurel per la vita tirandola sul divano proprio di fianco a Duff e mettendosi a cavalcioni su di loro, continuò a prenderli a cuscinate  “AHHHHHH!!!”

“Così impari a fare il secchione del cazzo!! E tu la smetterai di fare la maestrina inacidita!!”

“Levati frocio! Hai sbagliato posizione!!!” gli urlava Duff cercando di levare il ragazzo da sè.

Axl non aveva considerato Laurel per tutta la mattina, nemmeno quando l’aveva vista in corridoio con Slash e Duff. Duff, proprio lui... ma perchè diavolo doveva incasinarsi sempre l’esistenza? Erano amici da molto tempo, e le ragazze non erano mai state un problema fino ad allora, perchè mai per Laurel sarebbe dovuta andare diversamente? Non voleva avere problemi con lui, ma Laurel era diversa cazzo! Non poteva negarlo, soprattutto a se stesso... cercò di scacciare dalla mente quei pensieri, meglio berci un po’ sopra, e tutto sarebbe andato meglio. Duff doveva essere a casa a quell’ora, di scuro Slash era con lui e si stavano probabilmente bevendo l’impossibile facendosi fuori tutta la roba che avevano avanzato dall’ultima volta. Non aveva bisogno di bussare, nessuno l’aveva mai fatto, casa di Duff era sempre aperta per loro. Dal fuori sentiva voci urlare e ridere, che cavolo stava succedendo là dentro? Riconobbe le voci dei due amici, probabilmente si erano portati a casa qualche puttanella, e ora si stavano divertendo un po’. Ottimo, era da tanto che non si divertivano tutti insieme...

“Hey ragazzi, ma che cazzo state....” il sorriso gli si spense sulle labbra quando dal emerse la faccia conosciuta di Laurel. Che ci faceva lì, stesa sul divano con Slash e Duff?? Rimase immobile continuando a fissare la scena davanti a lui.

Slash si fermò immediatamente non appena la porta scattò e Axl fece il suo ingresso. Per lui non c’era assolutamente nulla che non andava, in fondo stavano solo scherzando, e per quel che gli riguardava poteva pure buttarsi anche lui nella mischia.

“Hey Axl, aiutami a dare una lezione a questi due rompicoglioni!!”

Laurel non appena si accorse della presenza del ragazzo s i divincolò dal corpo di Slash rimettendosi a sedere, visibilmente imbarazzata. Duff la seguì subito dopo, cercando di sistemarsi come meglio poteva.

“Vi state divertendo vedo...” disse Axl sarcastico.

“Ci puoi giurare cazzo!” Slash lanciò il cuscino che teneva tra le mani dritto in faccia ad Axl, ridendo come un matto. Axl prese il cuscino e sollevò lo sguardo in direzione dei tre ragazzi, uno sguardo che fece zittire Slash non appena lo vide. Sembrava stesse per scoppiare... Slash pensò che probabilmente si sarebbe messo a fare una delle sue scenate, non sarebbe stata la prima volta.

Poi all’improvviso Axl si scaraventò su di loro brandendo il cuscino in alto e scaraventandoglielo addosso “Volete la guerra??!!” urlò. Dopo tutto perchè avrebbe dovuto incazzarsi? Certo vedendo Laurel così vicina ai due, soprattutto a Duff, aveva dovuto reprimere un attimo di gelosia, anche se non l’avrebbe mai ammesso soprattutto a se stesso.

La ‘lotta’ continuò per qualche secondo. Laurel finì con la faccia schiacciata contro il divano e uno dei cuscini si era inevitabilmente strappato, facendo fuoriuscire una miriade di leggere e soffici piume, che nei capelli di Slash erano un vero casino!

“Cazzo, guarda qui che roba!”

“Slash, lasciatelo dire, sembri una fottutissima gallina!”

“Non farmi incazzare Duff!”

“Coooooo-co-co-co-coooooooooooo!” Axl si mise a fargli il verso, rischiando stavolta di essere colpito non più da un cuscino ma da uno dei pesanti posaceneri che Duff teneva in giro per casa.

Fortunatamente Laurel fu pronta a tirarglielo via dalle mani “ma sei impazzito?! Con questo gli fai male!”

“Ed è esattamente quello che intendo fare se non la smette di fare il coglione!”

“Hey calmati dai, stavo scherzando!”

Si tuffò sul divano, notando per la prima volta da quando era entrato i fogli e i libri sparsi sul pavimento... algebra. Non ci poteva credere! “Ma che cazzo stavate facendo?! Adesso fate anche i compiti!?”

“Ripetizioni Rose, Laurel ci sta dando una mano”

“Direi più che sta tentando il miracolo...” precisò Duff  “anche se io me la sto cavando bene no?”

“Smettila!” Altra cuscinata.

“Così sei tu la loro maestrina...”

“Così pare...”

“Potevate anche dirmelo, un po’ di ripasso me lo sarei fatto volentieri!”

“Tu non hai bisogno di ripetizioni! Siamo già fin troppi in due! E poi la distrarresti, ha bisogno di concetrazione...” rispose Slash.

“Io ho bisogno di concentrazione?? Ma sentitelo!”

“Smettila!” Axl tirò ai due ragazzi un’altra latina di birra fredda che aveva preso dal frigorifero di Duff  “tu è meglio che lasci perdere” disse invece rivolto a Laurel.

“Ma allora ce l’avete per vizio? Non sono un’alcolizzata!”

“Appunto, finisci la tua coca, almeno non farai danni!” scherzò Duff. La ragazza sbuffò.

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Grazie a tutti che leggete questa ff, soprattutto ai fedelissimi che commetano sempre: dizzyread, Fata Desi, Lianneh, Annachiara (Duff forever!!!)

Crazy_Me ahahahah! Fammi sapere com'è andata la tua verifica :-P

a presto!!!

Laurel si sentiva un po’a disagio ora che c’era anche Axl. Non sapeva darsi una spiegazione, ma stare con Axl e Duff insieme nella stessa stanza la metteva in imbarazzo ‘accidenti a Sue che mi mette in testa certe idee...’ per fortuna c’era anche Slash con loro... ‘Slash...’ Slash!!!!

“Oh cavolo!” urlò all’improvviso saltando in piedi dal divano.

“Che c’è piccola?” le domandò Slash accendendosi una sigaretta, mentre gli altri due ragazzi la guardavano incuriositi.

“Io... oh merda!”

“Ma è impazzita? Duff sei sicuro do averle dato solo coca cola?” Axl la guardò per un attimo preoccupato.

“Ma certo, figurati... hey Laurel che ti prende?!”

“Mi stavo dimenticando una cosa importante... Slash devo chiederti un favore... anzi, un enorme, grandissimo favore!”

“A me??” domandò perplesso “spara”

“Ecco… bhè, in parole povere, non la farò troppo lunga… devi conoscere mia madre!”

A quella frase Slash quasi si bruciò una ciocca di capelli con la sigaretta che teneva in bocca, Axl cadde dalla sedia su cui si stava dondolando e Duff sputò il sorso di birra che gli stava andando di traverso. In un solo colpo stava per farne fuori tre, non male, aveva un futuro come serial killer...

“Cosa??!!” urlò il ragazzo cercando di salvare la ciocca bruciacchiata “che cazzo di scherzi sono? Potevi fare un danno irreparabile guarda qua che casino, non bastavano le piume…”

“Dalla faccia di Laury non credo che stesse scherzando…” precisò Duff ripulendosi dalla birra.

“Per niente….” lo assecondò Axl, massagginadosi una coscia che aveva picchiato a terra nella caduta. Un livido assicurato.

Slash fissò i due amici prima per poi posare il suo sguardo sconcertato sulla ragazza “non dicevi sul serio vero?”

“Veramente... senti, mia madre è una di quelle persone che vogliono avere tutto sotto controllo, vuole sapere dove vado, con chi e cosa faccio, è davvero stressante! E ora che sa che ho dei nuovi… amici… vuole sapere chi sono… e io le ho fatto il tuo nome… e pretende di conoscerti…”

“Scordatelo!”

“Ti prego!!”

“Non ci penso nemmeno!”

Axl e Duff scoppiarono in una fragorosa risata.

“Per favore così non mi aiutate! Slash andiamo, cosa vuoi che sia!”

“Cosa vuoi che sia dici? Io non ho mai voluto conoscere i genitori di nessuno, portano solo casini!”

“Non sarà così tragica, mio padre ha già messo una buona parola!”

“Tuo padre? E perché dovrebbe aver messo una buona parola?”

“Su di lui poi!!” Axl continuò a ridere con Duff.

“Hai lavorato da lui la scorsa estate, in officina….”

“Ohhh, Bill è tuo padre? Tu sei la figlia di Bill! Non ci posso credere, mi stava simpatico, quel gran cazzone...”

Duff e Axl smisero all’istante di ridere e si girarono a fissare Lauren in attesa che esplodesse dopo quella cosa su suo padre.

“Ops…”

“Farò finta di non aver sentito…”

“Bhè era... un complimento!”

“Sì, certo... devi venire!”

“Oh sì Slash, vai a conoscere mammina!”

“Axl ti rompo il culo!”

“Smettila di litigare, non badare a loro! Guarda me ok? Concentrati e dimmi di sì… ti prego!”

“Uff…” sbuffò accendendosi una nuova sigaretta “ho bisogno di una birra…”

“Allora?!”

“Senti e io che cosa avrò in cambio? Voglio dire, sarà una grossa scocciatura per me, non vorrai mica che mi sputtani così senza ricevere una ricompensa!”

“E cosa vorresti?”

“Oh piccola, non lo immagini?!”

“E come potrebbe Duff, certe cose solo la mente malata di Slash le può pensare… sei fottuta bambina!”

“Come… cosa??? Io non faccio favori di quel genere, te lo puoi scordare, non se ne fa niente…”

Si girò imbronciata e anche un po’ delusa, non pensava che ci sarebbe voluto cosi tanto per convincerlo. In fondo non gli chiedeva molto, anche se doveva ammettere che incontrare sua madre non era certo uno scherzo… “Ok senti… pizza e birra? Offro io…”

“E pensi di corrompermi con una misera cena a base di pizza?? … ok andata…”

“Sul serio?”

“Mi vendo per poco…”

“Ahhhhhh grazie!!!”

Laurel saltò al collo di Slash, non poteva credere che aveva accettato! Ora però sorgeva un altro problema, un grande problema… renderlo abbastanza presentabile, quel che bastava per non far venire un’infarto a sua madre non appena lo avrebbe visto. Impresa non da poco…

“No, questo scordatelo davvero, non mi vestirò come un manichino frocio, non se ne parla!”

“Non ti sto chiedendo di vestirti come un manichino, solo di… sistemarti un pochino… eddai, se devi farmi questo favore fallo bene no!”

“Secondo me è una causa persa in partenza, tua madre lo metterà ko”

“Sì Duff! Hai ragione, lo sbatterà fuori a calci nel culo!”

“Ma che cazzo, begli amici che siete! Non avete un minimo di fiducia nei miei confronti e nelle mie capacità! Sono una persona sensibile io! Cazzo…”

Axl e Duff si guardarono per un attimo poi scoppiarono in coro “Ma vaffanculo!!!”

“Ah, pezzi di merda… avanti Laurel, fai di me ciò che vuoi, ma i capelli non si toccano ok?”

“Ok... bhè… anzitutto tiriamo via quel piercing e quegli orecchini, che dici? E poi i capelli…”

“Ah ah ah... niente capelli ho detto!”

“Nemmeno una coda? E per i vestiti… Duff non è che hai qualcosa di più… carino da prestargli?”

“Carino…mmm…” il biondo scosse la testa “spiacente, il vestito della prima comunione l’ho buttato qualche giorno fa!”

“Spiritoso! Alza il culo e vai a vedere se in quel cazzo di guardaroba c’è qualcosa di presentabile! Che poi che hanno i miei vestiti che non vanno?? Bha…”

Laurel seguì Duff verso la camera da letto, bloccandosi sulla soglia ed evitando accuratamente di guardarci dentro.

“Che fai, non vieni?”

“Ti aspetto…”

“Guarda che non mordo… e poi così siamo pari, io ci sono già stato in camera tua ricordi?”

“Giusto…” azzardò un passo in avanti, entrando e guardandosi in giro, un po’ intimidita un po’ incuriosita.

Il grande letto al centro della camera era sfatto, coperto da leggere lenzuola bordeaux e da un piumino blu scuro. Sul comodino di fianco c’erano montagne di cassette, una bottiglia di birra aperta, una di acqua e un pacchetto di sigarette. Al muro erano appesi quadri riproduzioni di Andy Warhol, e poster dei Sex Pistols, Prince, Ramones e Cyndi Lauper. In una angolo erano appoggiate due custodie, una delle quale era aperta e lasciava intravedere un basso bianco con un piccolo teschio rosso, lo stesso che aveva visto suonare da Duff durante le prove. Una parete era occupata da una libreria stracolma di altre cassette, vecchi vinili, libri, spartiti musicali, e oggetti di ogni tipo. C’erano anche delle fotografie in bianco e nero, Duff da ragazzino mentre suonava la batteria, Duff con una dolce signora bionda che gli assomigliava molto, e sempre Duff con un buffo cappellino da baseball e un basso tra le mani. La più grande era una foto di loro cinque su una macchina sportiva con bottiglie di birra alla mano e vistosi abiti glam-rock. In una angolo un pacchetto di quelli che sembravano profilattici faceva capolino. Laurel distolse lo sguardo imbarazzata, non si doveva dimenticare di essere a casa di un ragazzo, un bel ragazzo, single, molto corteggiato e per di più che abitava solo… cosa c’era da stupirsi? In quel letto chissà quante ne erano passate… ma perché cavolo andava a pensare queste cose, doveva essere impazzita! Eppure era cosi invitante… ‘Smettila, smettila subito!’

“Che c’è, ti sei incantata?”

“Oh, no, niente… curiosavo… belle foto...”

“Grazie...” Duff si voltò verso le foto accorgendosi della scatola lì vicino “E questi come cavolo sono finiti qui??” la prese al volo, nascondendola velocemente dentro ad un cassetto “lasciano sempre tutto in giro…”

“Non è necessario che dai la colpa a loro...”

“Sono così poco credibile?”

Laurel alzò le spalle “Sì, ma credo sia normale che… insomma… è camera tua no?”

Già e lei era li adesso. Duff non era un tipo da imbarazzarsi facilmente, ma quella situazione l’aveva un po’ spiazzato. D’altra parte era la sua vita quella, perchè avrebbe dovuto nascondersi o vergognarsene? Per un attimo nella sua mente balenò l’idea di chiudere la porta della stanza a chiave e fare buon uso del contenuto di quella scatola, ma non poteva dimenticare che nell’altra stanza c’era Slash... e Axl. Fortunatamente era piuttosto sobrio e non si era fatto nulla, altrimenti avrebbe sicuramente fatto qualche cazzata. ‘Accidenti!’ doveva uscire da li, ormai il suo profumo impregnava l’aria e lui stava letteralmente impazzendo.

“Dai un’occhio tu ok? Prendi quello che vuoi, io devo andare... un attimo in bagno...”

“Ok...”

Guardò nell’armadio alla ricerca di qualcosa che potesse andare bene per l’occasione. Non c’era un gran che, jeans strappati, pantaloni in pelle, giacche borchiate, magliette di ogni tipo... evitò di guardare nella zona ‘intimo’ ma non potè non fare caso ad un perizoma rosso in pizzo abbandonato sotto una montagna di altra roba, che di certo non apparteneva a Duff... meglio non pensarci...

Le cadde l’occhio su una camicia bianca, non sembrava male, e una giacca blu, forse un po’ shoking, ma l’abbinamento in se poteva funzionare. D’altronde non aveva molta scelta, e di sicuro erano meglio della maglietta che indossava Slash.

“Trovato!” urlò trionfante tornando in soggiorno.

Slash guardò perplesso quello che la ragazza reggeva i mano, scrutandolo con attenzione “e credi che con quella roba tua madre non mi sbatterà fuori?”

“mmm... ne dubito, ma certamente meglio che presentarsi con un ‘fuck’ stampato a caratteri cubitali sul petto, no?”

“Bhà, dammi questa roba e facciamola finita... e ricordati che mi devi una cena!”

“Pizza e birra, come d’accordo...”

Slash si cambiò senza problemi lì davanti, togliendosi la maglietta e mostrando il suo petto nudo senza nessun pudore. Laurel era sicura che se gli avesse fatto cambiare anche  pantaloni, non si sarebbe minimamente preoccupato di spostarsi. Indossò la camicia e sopra la giacca, guardandosi nello specchio appeso di fianco alla porta d’ingresso, con delle espressioni assurde sul viso “dì un po’, sei sicura che devo conciarmi in questo modo? Posso sempre cambiare maglietta...”

“La camicia andrà benissimo”

“Accidenti, sei proprio un figurino!” Duff era tornato e stava osservando Slash divertito.

“Sembri quasi una persona seria, dovremmo farti una bella foto ricordo...” Axl si alzò per prendere la reflex di Duff, gli piaceva fare foto, ma fu bloccato da Slash che lo afferrò al collo sbattendolo contro al muro “Non ci provare!”

Axl rise alzando le mani in segno di resa “non-ci-provare...” sottolineò ancora Salsh, mollando la presa e allontanandosi di pochi passi, senza però perderlo di vista.

“Stai molto bene!”

“Non cercare di zuccherarmi la pillola, mi sento... quel frocio del tuo ex ragazzo!”

“Hey stai parlando dei miei vestiti!”

“E del mio ex ragazzo...”

“Bhè su quello non posso dargli torto...” commentò Axl con un sorrisetto sarcastico sulla faccia, al quale Laurel rispose con l’ennesima cuscinata.

“Non ricominciate! Non ho voglia di passare la serata a raccogliere piume!” si lamentò Duff.

“Bene, direi che sono pronto!” si pavoneggiò Slash, in realtà quell’abbigliamento gli donava molto, anche se Laurel lo trovava molto più carino con le sue magliette e i capelli sciolti.

“Laurel ti conviene fargli anche un corso accelerato di buone maniere a questo animale”

“Rose, mi hai proprio stancato sai? Vattene prima che ti caccio a calci!”

“Non è mica casa tua...”

“Ah... già... bhè, allora ce ne andremo noi! Vieni principessa, siamo in tempo per quella pizza?”

“Certo certo, basta che non ti sporchi...”

“Ma per chi mi avete preso?!”

“Per un animale...” sogghignò Duff beccandosi un ceffone sulla testa “Hey!”

“Chiudi la bocca!”

“Senti vedi di fare buona impressione, se la rinchiudono in casa sarà solo colpa tua! E stai attento a quella roba che hai addosso, l’ho pagata cara”

“Ma smettila!”

“Allora, andiamo?”

“Andiamo!” Slash porse il braccio a Laurel “Signori, ci vogliate scusare, ma abbiamo un fottutissimo appuntamento!”

Duff rimase solo con Axl, come tante altre volte, ripulì velocemente il pavimento dalle piume rimaste in giro e si sdraiò sul divano fumando una sigaretta. Non voleva toccare l’argomento Laurel, e sperava che nemmeno Axl lo facesse. Non voleva litigare con lui.

"Ce la faranno?"

"Secondo me ce la siamo giocata..." Axl mise un vinile dei Doors, poi prese una bottiglia di jack e si sdraiò di fianco all’amico passandogliela, mentre le note di Light my fire facevano da sottofondo ai loro pensieri.

You know that it would be untrue

You know that I would be a liar

If I was to say to you

Girl, we couldn't get much higher

Come on baby, light my fire

Come on baby, light my fire

Try to set the night on fire

“Dove andiamo?”

“Scegli tu, sei mio ospite no?”

“McDonalds?”

“E la pizza che fine ha fatto?”

“Credo che avrò bisogno di qualcosa di più sostanzioso e per il momento è meglio evitare altre birre”

“Come vuoi”

“Ce n’è uno sulla strada per casa tua... Dì un po’, com’è che tu e Duff sembrate tanto intimi?”

“Ma che razza di domande… Non siamo intimi, per niente...”

“No eh... certo perchè tu fai regolarmente entrare gente in camera tua facendoli passare di nascosto dalla finestra...”

“Ma guarda, siete proprio delle vecchie pettegole!”

“Duff non mi nasconde mai niente”

“Me ne ricorderò! E comunque mi ha solo aiutata ad entrare di nascosto, se ne è andato subito”

“E’ quello che dice anche lui”

“E’ la verità!”

“mmm...”

“Smettila! Non è successo proprio un bel niente!”

“Però volevi che accadesse vero?!” le strizzò l’occhio ammiccando. Laurel sospirò “lo sapevo...” aggiunse lui.

“Tu non sai proprio niente...”

“Guarda che non ti devi mica vergognare, Duff è un gran bel pezzo di ragazzo, insomma, me lo farei anch’io se fossi una donna...dopo me stesso ovviamente”

“Non ne dubito... vuoi smetterla con queste insinuazioni per favore?”

“Sì sì...”

“Dimmi piuttosto di te e di quella ragazzona dell’altra sera, voi sì che siete intimi, o sbaglio?”

“Chi Jill? Bhè lei è... come dire... una scopa-amica...”

“Pensavo fossero solo leggende metropolitane”

“Non proprio... siamo stati insieme l’anno scorso, ma non funzionava, ci scannavamo da matti. Ma il sesso oh... per quello viaggiamo sullo stesso binario, è una favola!”

“Ho notato”

“Non sarai gelosa!”

“Oh, da morire! Se ti vedesse adesso temo che la nostra serata in famiglia salterebbe miseramente...”

“Puoi contarci! Oh... no bhè, scherzavo! Non ti lascerei nella merda...” Laurel lo guardò poco convinta, per poi scoppiare a ridere seguita a ruota dal ragazzo.

“Dai muoviamoci, ho una fame terribile!”

“Non esagerare, non voglio rimanere a cuocere panini per pagare quello che ti mangi!”

Come non detto, se fossero andati in un vero ristorante avrebbe probabilmente speso di meno.

“Sono sazio!”

“Ci credo! Guarda cosa ti se mangiato!”

“Ricordati che sei in debito...”

“Bhè ora non più...”

“Andiamo, non voglio far aspettare tua madre”

“Capirai...”

“Ma guarda chi si rivede!”

Erano appena usciti quando Jesse e Seth incrociarono la loro strada.

‘No, non anche stavolta!’ Laurel temeva che quei due se le dessero ancora, purtroppo Jesse era imprevedibile, e tenere a freno Slash era praticamente impossibile. Quell’incontro non ci voleva proprio.

“Ti ho già spaccato il naso una volta, vuoi il bis per caso?”

“Non che la tua faccia sia conciata meglio Hudson!”

“Slash, andiamo via!” la ragazza tirò il giovane per un braccio, cercando di allontanarlo.

“Posso fare di meglio se vuoi!” Jesse affiancato dal suo compagno si era avvicinato ancora, spavaldo e di sicuro intenzionato a cercare rissa.

“Jesse vuoi smetterla per favore! Si può sapere che cavolo ti prende?!”

“Mi prende che questo tuo nuovo amico mi sta sul cazzo ok? E non ti immischiare, sbaglio o mi hai detto tu che non erano fatti miei? Bhè, questi invece non sono fatti tuoi!”

“Senti ragazzino, stasera non ho proprio tempo di giocare con te ok? Sarà per un’altra volta” Slash prese Laurel per mano tirandosela dietro. In verità aveva una gran voglia di spaccare la faccia a quei due, ma non aveva dimenticato l’appuntamento di quella sera, e non poteva certo presentarsi a casa di Laurel dopo aver fatto a botte.

“Sì, bravo Hudson! Vai a scopartela con i tuoi amici mentre vi tirate un po’ di merda! Fatela ubriacare prima, vi divertirete di più!”

Jesse ci stava andando giù pesante, le sue parole furono un duro colpo per Laurel. Non che gli importasse del suo parere, ma non si era mai comportato in quel modo, almeno non con lei, e sentirsi trattata come una puttanella qualunque, cosa che non era affatto, le faceva male. Soprattutto se era lui a trattarla così, lui che la conosceva bene.

Slash si bloccò di colpo, stringendo i pugni e la mano di Laurel nella sua “Io lo ammazzo...” disse tra i denti.

“Andiamocene, per favore...” la voce di Laurel era strozzata, guardava per terra e le veniva da piangere ‘Andiamo via, ti prego...’

“Allora Hudson?”

Il ragazzo si era accorto dello stato d’animo di Laurel e anche se prendere a calci quel tipo al momento era la cosa che desiderava fare di più, mandò giù l’amaro boccone e mormorando un basso “Fottiti” si allontanò senza nemmeno girarsi.
Camminò velocemente aumentando l’andatura per allontanarsi il prima possibile, se avesse sentito ancora mezza parola sarebbe sicuramente tornato indietro. Solo dopo aver girato l’angolo tirò un lungo sospirò e rallentò un po’.

“Hey, tutto ok?”

“Sì... grazie...”

“Ma che fai, piangi?! Per quello stronzo?? Guarda che ci metto un’attimo a fargli rimangiare tutto...”

“No! No... io... non voglio che vi picchiate ancora ok? Lascia stare”

“E’ per quello che ha detto... su di te... e noi? Insomma, non gli darai mica retta vero?”

“No... ma non mi è piaciuto per niente sentirmi dare della vostra puttana...”

“Dammi retta, quello parla solo per invidia... tu non ci stai più con lui, e ora che ti vede con noi chissà che cazzo di trip mentali che si fa! Gli rode da morire, scommetto che si ammazza di seghe tutto il giorno!”

Laurel rise lievemente “Già, immagino sia così”

“Sicuro!” Fermandosi le si mise di fronte alzandole il mento con la mano e guardandola negli occhi. Con l’altra mano le asciugò una lacrima che scorreva lungo la sua guancia “basta piangere ora ok? Se tua madre ti vede con questi occhi penserà subito male, e io non voglio iniziare col piede sbagliato! Non mi sarò mica reso ridicolo per niente no? Andiamo...”

Non parlarono più finchè furono sotto casa di Laurel, Slash si sistemò la giacca “Come sto?”

“Perfetto”

“Mi cadrà ai pedi, ho fascino da vendere!” si pavoneggiò come al solito “c’è qualcosa che devo sapere?”

“Oh... sì ecco, anzitutto non sa che vi faccio ripetizioni, evitiamo di dirglielo... non fumare, non accettare alcolici e ti prego, non dire parolacce!”

“Tutto qui? Sarò un modello esemplare baby, forza, iniziamo lo spettacolo”

Laurel sospirò, sperando con tutta se stessa che tutto andasse per il meglio. Per quella sera ne aveva già avute abbastanza.

“Mamma, papà!” gridò entrando in casa. Suo padre era immerso nella lettura sulla sua poltrona e stava fumando la pipa, mentre la madre sul divano guardava svogliatamente la televisione, cambiando canale in continuazione.

“Laurel! Dove sei stata? Noi abbiamo già cenato... oh!” la donna scrutò il nuovo arrivato da capo a piedi, incerta se mettersi a urlare o svenire all’istante.

“Laurel, mi vuoi presentare il tuo... amico?”

“Lui è Saul, il ragazzo di cui ti ho parlato stamattina, Sla... Saul, mia madre”

“Ciao, volevo dire... buonasera” balbettò porgendole la mano. Almeno non le aveva dato il cinque e sparato cose tipo ‘hey come butta?’...

“Sono Susan, la madre di Laurel” la donna prese la mano del ragazzo con riluttanza, cercando disperatamente l’intervento del marito.

“Oh Laurel mi ha parlato molto di voi, hem... dice che siete una madre fantastica, e certo, la vostra casa è una figata, non potrebbe essere altrimenti...”

‘Oddio...’ Laurel tirò una gomitata a Slash per farlo zittire. Possibile che non era capace di tenere a freno la lingua?

“Non c’è bisogno che mi dai del voi...”

“Sì, sì signora...”

“Bill!”

“Oh, Saul! Che piacere rivederti!”

“Hey Bill!” il padre di Laurel era un tipo molto gioviale, a Slash piaceva sul serio, con lui era stato molto gentile quando lavoravano insieme. Sì alzò abbandonando la sua lettura per andare a stringergli la mano calorosamente tirandogli una pacca sul braccio “Come sta Ola, è da un po’ che non la vedo in giro”

“Nonna sta bene, ma esce di rado sai, i reumatismi...”

“Già, salutamela”

“Sicuro”

“Ma sedetevi ragazzi, Laurel non state lì in pedi”

Si sedettero sul divano, Laurel era tesissima, e certo Slash non doveva essere da meno. Quella donna lo metteva in soggezione, Bill invece era davvero un tipo giusto per lui.

“Gradisci del tè Saul?” Susan tornò nel salotto portando con se un vassoio con dei bicchieri colmi di tè freddo.

“Oh grazie! Io amo il tè, lo adoro... sono inglese! Come potrei non amare il tè...”

“Abbiamo capito...” sussurrò Laurel a denti stretti...

“Così tu sei il nipote di Ola...”

“Già, sì...”

“Dimmi Saul, hai già pensato cosa fare dopo il diploma?”

“Bhè anzittutto lo devo prendere il diploma” rise, accorgendosi subito della sua battuta completamente fuoriluogo, e tornando serio, per quanto gli era possibile “hem... in realtà non ci ho ancora pensato, cioè vorrei fare un mucchio di cose, dovrò solo decidere quali”

“Sbaglio o avevi un gruppo Saul? Suonate ancora?” intervenne suo padre.

“Sì, eccome! Abbiamo fatto progressi sai? Dovresti venire a vederci qualche volta!”

“Un gruppo?” chiese Susan “e cosa suonate?”

“Rock, ovvio, qualche cover, ma per lo più pezzi nostri, stiamo andando forte”
 

“Oh...” la faccia della donna non era per nulla rassicurante “Laurel ho incontrato la madre di Lillian oggi...” ‘Oh cavolo!’ “sua figlia le ha detto che ieri sera fuori dalla scuola di danza, un tizio le ha mostrato il fondoschiena, una cosa oscena... c’eri anche tu giusto?”

Le cose si stavano mettendo male...

“Oh, sì... s’, è vero! Uno schifo, che razza di cafone! Ma non lo conoscevamo, vero Saul?”

“No, per niente! Steven era... cazzo...” Laurel scosse la testa, ormai aveva perso ogni speranza “oh ma lo conosco solo di fama eh, è una ragazzaccio, davvero un tipo poco raccomandabile...già...” cercò di rimediare, anche se Susan non sembrava troppo convinta.

“Capisco... e dimmi, cos’hai fatto in faccia? Hai un livido” Laurel si domandò quanto sarebbe durato quell’interrogatorio. Già sua madre era partita prevenuta, ma ora era sicura che non sarebbe mai riuscita a farle cambiare idea. Non era colpa di Slash, lui era fatto così, e lei sapeva che sarebbe stata un’impresa contenerlo. Ma d’altra parte a sua madre non sarebbe mai piaciuto nessuno, a meno che non fosse Jesse o gli assomigliasse.

“Sono caduto...”

“Caduto?”

“Già... capita, sono distratto...”

“Particolare quella giacca... non sapevo che i colori forti fossero tornati di moda”

“Mamma basta!”

“Laurel tesoro, stavo solo chiacchierando...”

“Susan...” l’ammonì suo padre.

“Suvvia Bill, sto solo cercando di conoscere Saul!”

“E’ ok, non si preoccupi, ci sta... io... sono venuto apposta no?”

“Vedi? Tu si che sei ragionevole” un punto a suo favore...

“Me lo dicono tutti!” ‘Spaccone...’ “hem... molto buono questo tè, sul serio, l’ha fatto lei o è una di quelle robe già fatte?”

“Scherzi? L’ho fatto io ovviamente, selezionando personalmente le miscele, ti piace?”

“Sì, molto, sul serio”

“Mi fa piacere”

“E questa casa! Wow, chi l’ha arredata deve aver proprio gusto, è così... chic!”

“Oh ma l’ho arredata io!”

“Veramente??!! Da sola??”

“Da sola!”

“Ma dai! Incredibile! Lei è una donna fantastica!”

“Oh, non esagerare...” ‘ma guarda che razza di leccaculo... non potevi muoverti prima??’

“Non esagero affatto, quello che è giusto è giusto”

Susan sorrise, le piaceva avere su di se tutte le attenzioni, e i complimenti era una delle cose che preferiva, Slash dal canto suo era un gran adulatore quando ci si metteva.

“Scommetto che cucina anche divinamente”

“Bhè me la cavo, Laurel e Bill non si sono mai lamentati! Vuoi un muffin? Sono appena sfornati!”

“Oh sì la prego, muoio dalla voglia!”

“Dammi del tu, chiamami Susan!”

“Ma certo Susan!”

Era incredibile, Lauren non poteva crederci...

“Vieni in cucina con me”

“Mamma...”

“Laurel te lo riporto subito, mica scappa!” Susan rise e Slash la imitò seguendola, non prima di aver tirato un’occhiata a Laurel strizzandole l’occhio e mostrandole con le dita la V di vittoria.

Laurel scivolò sul divano incredula. Dalla cucina sentiva continuamente risatine e adulazioni, era pazzesco!

“Ci sa fare eh”

“E’ incredibile... ma li vedi? stavo perdendo le speranze”

“Quel ragazzo ha del talento sai? Incanta la gente che è un piacere... e se ha abboccato tua madre è davvero bravo”

“Già!”

Slash e Susan tornarono in salotto ridendo ancora come due ragazzini. Slash si era sciolto i capelli.

“Ero certo, in bellezza non poteva aver preso che da lei, oh senza offesa Bill!”

“Adulatore! Laurel perchè l’hai obbligato ha legarsi i capelli? Sono così belli sciolti, li trovo così... selvaggi!”

Ora stava esagerando però... Laurel continuava a fissarli a bocca aperta, sua madre che sembrava una ragazzina che si pavoneggiava davanti a tutti quei complimenti, e Slash una bella faccia tosta, tutto moine e occhi dolci. Era sicura che gli altri ragazzi avrebbero pagato per godersi lo spettacolo, probabilmente l’avrebbero preso in giro in eterno.

“Bill sai come si è fatto quel livido? Ha difeso Susan da un malfattore che le stava strappando la borsa! Sei stato davvero coraggioso!”
 

“Oh ma davvero Laurel? Perché non ce l’hai detto?”

La ragazza alzò gli occhi al cielo esasperata. Slash era così, non c’erano mezze misure con lui, dove passava lasciava il segno.

“Non voleva spaventarvi. Ti spiace se fumo una sigaretta Susan?”

“Oh fai pure Slash, vicino alla finestra però grazie, non vorrai riempirmi la casa di fumo!”

“Certo che no, sei un tesoro!”

'Slash??!! E lo fa pure fumare!’ Questo era decisamente troppo!

“Ma la finite voi due?!”

“Lauren! Ma che modi sono!”

“Non prendertela Susy”

“Oh ma sì hai ragione! Tesoro, non sarai mica gelosa perché ti ho rubato Slash per qualche minuto vero?”

“Cosa? Questa poi… tu! Vieni con me!”

“Hey aspetta, fammi salutare almeno!”

“Saul, o Slash… bha! Mi ha fatto piacere rivederti, perché non passi in officina da me, potresti fare qualche lavoretto ogni tanto”

“Volentieri Bill, avrei bisogno giusto qualche spicciolo per pagare le ripetizioni a Laury…. mmm...ops…”

“Laurel, non erano bambini di dodici anni quelli a cui stavi dando ripetizioni?”

“Sì mamma, e lui quanti anni ti sembra che abbia! Andiamo adesso… scusate noi usciamo se non vi dispiace!”

“Affatto, vai pure sempre che tua madre sia d’accordo…”

“Oh ma sì, Saul non portarla casa troppo tardi però, mi raccomando! E torna a trovarci, devo assolutamente farti assaggiare quell’arrosto di cui ti ho parlato! E voglio la ricetta di quel cocktail! Semplicemnte divino!”

“Con vero piacere!” prese elegantemente la mano di Susan sfiorandogliela con le labbra “Susan, enchantè...”

La donna era in visibilio, mentre il marito se la rideva scuotendo la testa.

“Simpatico quel ragazzo, non è vero Susan?”

“Sì, simpatico, un po’ eccentrico forse, ma questo l’avevi già detto tu”

“Ma si può sapere che stavi facendo??”

“Chi io? Ma che ho fatto?!”

“Che hai fatto? Sembravi un… un leccapiedi, ecco, uno squallido leccaculo!”

“Bhè ha funzionato però! Stavo combinando un bel casino, devi ringraziarmi ho salvato la situazione alla grande”

“Ma ti sei visto? Stavi quasi sbavandole dietro! Non sembrava nemmeno mia madre!”

“Si vede che le piaccio di più di quel damerino di Jesse, dovresti essere contenta! Almeno non ti romperà più le scatole”

“Si ma… oh, al diavolo! Hai ragione sai, sei stato grandioso!”

“Così si ragiona piccola!”

“Grazie, davvero…” Alzandosi in punta dei piedi lo baciò sulla guancia.

“Hey ora mi fai arrossire…”

“Ma smettila… andiamo!”

“Dove?”

“Non lo so, dimmelo tu, bisogna festeggiare!”

“Ok, chiamo i ragazzi! Ti pregherei di descrivere dettagliatamente la mia esibizione, sottoliando quanto sia stato bravo, affascinante, ammaliante e…”

“Pallone gonfiato!

“Invidia, tutta invidia…hai moneta?”

Entrato in una cabina telefonica compose il numero di Duff, sperando di trovarlo ancora a casa.

“Pronto?”

“Hey boy!”

“Slash! Sei ancora vivo allora! Ti davamo per disperso!”

“Naaaa niente di più facile! Senti, laurel vuole festeggiare il mio trionfo, ci raggiungete al Crocodile?”

“Ok, ci vediamo là”

“Grande, avvisa gli altri ok?”

“Sì, a dopo”

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Ciao a tutti! Ma sì, oggi due capitoletti in un giorno!

Spero vi piacciano anche questi e grazie pi vostri fantastici commenti, sempre apprezzatissimi :-)

“Che fottutissimi amici stronzi!”

Fuori dal Crocodile Steven, Izzy, Axl e Duff li stavano già aspettando tutti in camicia bianca e con dei cartelli in mano con scritte tipo ‘hallo mumy’ ‘mama I love you’ e simili, ognuno di loro portava i capelli legati in una coda e un fiore in mano. E ridevano come disperati. Sue e Kris avevano le lacrime agli occhi e Laurel, tra le urla di Slash, non potè fare altro che aggiungersi alle risate.

“Allora mamma non ti buttato fuori a calci?”

“Adesso te li do io un paio di calci nel culo Rose!”

“Allora Laury” Steven si avvicinò alla ragazza annusando il fiore che teneva tra le mani mimando un sacco di smorfie e moine “dicci un po’, se l’è cavata bene il nostro Saul??”

“Sembri davvero un ragazzo per bene sai” sorrise Izzy sfogliando i petali della sua margherita “potrei anche innamorarmi…”

“Ma la volete smettere? Cazzo siete proprio infantili!”

“Hey guarda che non ci incanti, avrai combinato qualcosa, sicuro! Allora Laury?” chiese Duff alla giovane, che non potè non notare quanto stesse bene con quella camicia sbottonata sopra ai pantaloni di pelle.

“E’ stato grande, sul serio, mia madre…. Bhè, direi che ha fatto colpo”

“Cosa??!!” esclamò Sue incredula “Vuoi dire che gli piace? Cioè, non ti ha fatto nemmeno una scenata piccola piccola?”

“No, niente”

“Niente di niente??”

Laurel scosse la testa “Accidenti… non ci posso credere, o tua madre è impazzita o Slash ha davvero delle qualità nascoste!”

“Ma sentitevi, siete solo invidiosi! Se piaccio non ci posso fare niente!”

“Avrà fatto il leccaculo come al solito! Duff te lo ricordi con tua madre? ‘Ma che bella casa signora, l’ha arredata lei?’ sarà sicuramente andata così, Laury?”

“Bhè Izzy, in effetti…”

“Hey no piccola non ci siamo! Ricordi quello che ti ho detto??”

“Ok ok… sì ha fatto colpo, dovevate vederlo, è stato un perfetto ragazzo educato… e leccaculo!”

“Ahhhhhh lo dicevo io!”

“Accidenti Laury sei proprio un disastro!”

“E dai, non c’è niente di male ad essere leccaculo, soprattutto per un buon fine no? Sue dovevi vederla mamma, era incredibile,sembrava ammaliata!”

“Oh che mi sono persa!”

“Slash senti…” Duff si avvicinò all’amico appoggiandosi alla sua spalla “non è che le hai fatto bere qualcosa? Non so della roba, qualche pasticca…”

“Ma che cazzo dici??!!” Slash lo spinse via, tra le risate generali “non ho bisogno di drogare la gente per farmi benvolere!”

“Dai, stanno scherzando”

“Già… siete dei fottutissimi bastardi e invidiosi! Ah, ho bisogno di bere, tutto quel tè mi sta facendo venire la ruggine…”

“Tè??” esclamarono in coro i ragazzi.

“Sì tè, inglese… ma voi cosa ne volete capire…” e imitando una camminata ancheggiante da damerino si girò ‘offeso’ procedendo verso l’ingresso del locale.

“Iniziate ad entrare” disse Axl “io aspetto una persona”

“Ohhh Mr. Rose si dà da fare stasera!!” Steven lo spinse facendogli l’occhiolino, senza che Axl si scomodasse a rispondergli. Se ne stette fermo in attesa di chissà chi senza nemmeno degnare Laurel di uno sguardo come aveva fatto quella stessa mattina. Ma perché si comportava in quel modo così incostante? Eppure quel pomeriggio sembrava tranquillo. E poi cosa gli aveva fatto? Slash diceva che era normale, eppure a Laurel quel suo atteggiamento dava proprio fastidio. Cercò però di non badare a lui, non voleva certo rovinarsi la serata per quel bell’imbusto, così seguì gli altri all’interno.

C’era molta gente, ma non era affollato come il sabato precedente, la musica non era troppo alta, e non suonava nessuno, il palco era vuoto e buio. Si sedettero ad un tavolo tutti insieme, Steven e Kris sembravo due adolescenti in preda ad una crisi ormonale tanto stavano attaccati continuando a baciarsi. Lauren notò invece la tenerezza con cui Izzy trattava Sue, sembrava sempre così attento in ogni minimo gesto, perfino a toccarla, quasi avesse paura di farle male. La sua amica era felice, lo vedeva, ormai la conosceva troppo bene e sapeva cosa voleva dire quello sguardo…
Slash prese subito due bicchieri di jack, aveva detto che la birra era troppo leggera per riprendersi da quella sera, aveva decisamente bisogno di qualcosa di più forte. Per lei ordinarono una coca, senza nemmeno aspettare che scegliesse.

“Hey insomma, e se volevo qualcos’altro?”

“Stai scherzando? Ora che mi sono aggraziato tua madre non ho nessuna intenzione di portarti a casa in ginocchio!”

“Guarda che puoi finirla ora di fare il ruffiano, mia madre non ti può sentire!”

“Puoi sempre provare con Jena, magari ci guadagnamo da bere gartis!” propose Steven.

Jena era una dei baristi, una donnona sulla cinquantina piuttosto rude e mascolina.

“Stai scherzando? Non ho bisogno della nave scuola, e poi si dice che è lesbica, non lo sapevi?”

“Sul serio?”

“Così pare”

“Razze tenetevi libere per il week end, si va a Waterfront Park!” annunciò Steven.

“Già, bell’idea amico!” rispose Slash mentre Izzy e Duff annuivano.

“Wow! Andiamo al mare!! Ma non farà ancora freddo per fare il bagno?”

“E io che ci sono a fare?” Sue si trovò le spalle circondate dal braccio di Izzy, e gli sorrise felice.

“Io non so nuotare…” rispose Kris leggermente in imbarazzo per quella confessione.

“Guarda che in acqua mica si nuota e basta piccola, si possono fare un sacco di altre cose più divertenti…” e ripresero a baciarsi.

“Bhà! Siete disgustosi!” Slash si scolò d’un fiato il secondo bicchiere “Laury? Sei dei nostri?”

“Credo di sì, ho le prove del saggio, ma domenica dovrei essere libera”

“Ottimo, allora è deciso

“Oh Laurel! Andiamo ballare, questa mi piace un sacco!” Sue si alzò prendendo Laurel e Kris per una mano e trascinandosole dietro, senza nemmeno dar loro il tempo di replicare. In realtà voleva solamente rimanere un po’ con le sue amiche, con i ragazzi vicino non sarebbero mai riuscite a parlare.

“Sue che ti prende? Da quando ti piacciono i Cure?”

“Chi?”

“Lascia stare…”

“Oh… no veramente era una scusa… volevo stare un po’ da sola con le mie amiche!”

“Pensavo ti piacesse stare con i ragazzi”

“Ma sì che mi piace! Sono tutti fantastici vero?”

“Già…” sorrise Laurel “soprattutto Izzy, lo trovo molto molto carino, non è vero Kris?”

“Oh sì è uno schianto!”

“Chi… come? Scusate, ma da quando vi interessa Izzy, tu stai attaccata a Steven tutto il tempo, e tu…”

“Non ti agitare” le due ragazze risero “stavamo scherzando, cioè Izzy è indubbiamente carino, ma l’abbiamo detto solo per vedere la tua reazione! Non lo avresti mai ammesso!”

“Ma che amiche! Bhè quand’è così sappiate che mi piace, mi piace un sacco!”

“L’avevamo capito!”

“E’ così dolce…”

“Ma avete già…”

“Kris!”

“Che ho detto?!”

“mmm… ci siamo solo baciati… per ora”

“Per ora? Allora avete intenzioni serie!”

“Serio è una parola grossa quando si tratta di loro, Kris non ti dimenticare chi sono, sono circondati da ragazze bellissime, per loro potremmo essere solo un semplice passatempo”

“Laurel devi sempre essere cosi disfattista?”

“Sue non sono disfattista, solo realista!”

“Sbaglio o sei tu che hai passato con loro l’ intera giornata?”

“Gli ho dato ripetizioni, nient’altro e se vuoi saperlo è stato un vero disastro…se continuano così non prenderanno mai il diploma…”

I ragazzi rimasero soli al tavolo, Steven si staccò riluttante dal bacio che stava dando a Kris, ma la lasciò andare.

“La volete finire voi due?”

“Già siete davvero fastidiosi”

“Kris è una bomba sexi!”

“Anche se non lo specificavi l’avevamo capito!”

“Oh Duff, dovresti vedere che cosa sa fare! Non l’avrei mai pensato, ma quella ragazzina ha del talento naturale! L’altra sera…”

“Ok ok… time out…” lo bloccò Slash “senti, ho passato tutta la giornata a studiare…” Duff scoppiò a ridere “smettila tu! Poi mi sono dovuto sorbire la madre di Laurel e pure quel coglione del suo ex… per cui non parlarmi di sesso d’accordo? Cazzo… solo la parola mi fa eccitare…”

“Hey che schifo! Vai ad eccitarti lontano da me!” Izzy gli diede una spinta arricciando il naso in una smorfia di disgusto.

“Che froci…” concluse Steven.

“Avete incontrato ancora quel tipo?” Domandò Duff “quello che ti ha tirato il pugno?”

“Per la cronaca IO gli ho spaccato il naso… questo è solo un graffietto… li abbiamo beccati sulla strada, è incredibile, quello stronzetto ha proprio voglia di prenderle… avreste dovuto sentirlo”

“Che ha detto?”

“Un sacco di cazzate,… che gli sto sul cazzo, e poi se l’è presa con Laurel, le ha dato della puttana quello stronzo”

“Cosa? E perché?!” domandò Steven.

“Non lo immagini? Sarà geloso marcio, ha insinuato che ce la scopiamo… avrei voluto ammazzarlo ma Laurel mi ha pregato di lasciar perdere”

“E tu hai davvero lasciato stare! Si meritava una lezione quell’idiota!”

“Steven cosa avrei dovuto fare? Presentarmi dalla madre dopo aver fatto a botte? E poi non davanti a lei, era gia abbastanza giù cosi…”

Duff era pensieroso e incazzato, ma chi cazzo si credeva di essere quel damerino? Non li conosceva nemmeno e si permetteva di giudicarli, per di più tirando di mezzo Laurel. Se ce l’avesse avuto davanti in quel momento probabilmente un pugno non glie lo avrebbe tolto nessuno.

Due ragazze si avvicinarono al tavolo. Erano molto belle, e i loro abitini corti e aderenti mostravano un corpo davvero da favola.

“Voi siete in Guns n’ Roses giusto?”

“Ci puoi contare bellezza!” Slash squadrava le due nuove arrivate con un sorrisetto malizioso.

“Volete un po’ di compagnia?”

“Perché no?”

“Ah! Avete visto! Poi non mi date della disfattista, guardate un po’ là…” Laurel indicò alle amiche il tavolo dove erano sedute poco prima, e dove due affascinanti ragazze, indubbiamente più grandi di loro, si erano messe a conversare con i ragazzi.

“Ma guardali!”

“Non ci posso credere, li lasciamo soli un attimo e già ci rimpiazzano? Vieni Sue!”

Kris trascinò via l’amica e a passi svelti tornò al tavolo, sedendosi sopra uno Steven sbavante “ti sono mancata?”

“Oh, piccola… sei già qui?”

“Ti dispiace?”

“Ma che dici??” La ragazza si alzò trascinandosi dietro a forza Steven, poi pochi passi più in là si allacciò al suo corpo continuando quello che avevano interrotto poco prima.

Izzy non appena vide avvicinarsi Sue le andò incontro lasciando le due nuove ragazze sole, con Duff e Slash.

“Facciamo un giro” le disse prendendola per la vita e avvicinandola a sé.

Laurel era rimasta in pista quando le due amiche se ne erano andate, fu allora che lo vide. Axl Rose era entrato tenendo per mano una giovane alta e magra, i lunghi capelli ramati le circondavano il viso dai lineamenti delicati, sul quale spiccavano due grandi occhi verdi. Era bellissima, sembrava una modella, anzi, probabilmente lo era. Al suo fianco Axl sembrava un angelo. Laurel non riusciva a staccargli gli occhi da dosso, possibile che fosse gelosa? Eccome! Si sentiva una stupida, quella era un’altra conferma di quanto lei contasse zero per lui, tutte le moine della sera precedente erano state solo una farsa, un divertimento. D’altronde comepoteva competere con una bellezza del genere.

L’aveva conosciuta qualche settimana prima, era una vera bellezza. Si chiamava Evy ed era una giovane modella di origini irlandesi che si trovava a Seattle per dei servizi fotografici. Erano stati bene insieme la sera che si erano incontrati in uno squallido bar di periferia. Lei era completamente ubriaca e in cerca di compagnia, lui non si era lasciato sfuggire l occasione. Avevano trascorso la notte a fare sesso nel monolocale di lei, bevendo, fumando e tirando coca. Non credeva che l’avrebbe rivista, invece dopo che se ne era andato dalla casa di Duff quel pomeriggio, l’aveva incontrata per puro caso e l’aveva invitata ad uscire quella stesa sera. Si sarebbe sicuramente divertito, e inoltre c’era Laurel. Non l’aveva dimenticata, non aveva dimenticato la spiacevole sensazione di vuoto che gli aveva lasciato quando si era staccata da lui la sera precedente lasciandolo da solo in mezzo alla pista, e non aveva nemmeno dimenticato la gelosia che aveva provato nel vederla cosi vicina a Duff quel pomeriggio. Non voleva ammetterlo, ma ormai la scommessa centrava ben poco, lui voleva Laurel perché si stava inevitabilmente innamorando di lei, non era più solo una buona scopata. E se la voleva, l’avrebbe avuta, ne era sicuro. Non gli piaceva sentirsi in quel modo, non era abituato, di solito era lui quello che faceva impazzire le ragazze lasciandosi alle spalle schiere di cuori spezzati, e aveva paura di questi nuovi sentimenti. Per quello non aveva considerato Laurel quella mattina e anche quella sera, per lui era come uno scudo per proteggersi dalle cose che non conosceva e che non poteva controllare. Presentarsi con Evy era stata una bella mossa, era sicuro di non essere comunque indifferente per Laurel, nonostante ci fosse Duff di mezzo, e provocare gelosia in una ragazza era uno dei migliori modi per farla cedere.

Laurel si sentì improvvisamente sola, le sue amiche erano a divertirsi altrove, Slash e Duff al tavolo con quelle ragazze. Duff… avrebbe voluto andare da lui e chiedere un po’ della sua compagnia, ma per qualche strano motivo non lo fece. I suoi pensieri erano tutti focalizzati su Axl e sulla giovane che si era portato dietro. Si sentiva tremendamente stupida. Ma che altro poteva fare? Sapeva che per Axl non contava nulla, e se tanto l’avevano infastidita le sue avance, perché ora si sentiva in quel modo? Se ne andò al bancone facendosi largo tra la folla.

“Una birra… anzi no, dammi un po’ di quella roba…” chiese sicura indicando la bottiglia di jack daniel’s sul bancone. Slash lo beveva sempre per cui doveva essere buono… e forte. Ne aveva bisogno, al diavolo tutti.

La donna dietro al bancone le porse un bicchiere riluttante “Sei sicura di non preferire una birra?”

“No, questo va benissimo” e se lo scolò tutto d’un fiato. La gola le bruciò, ma fu un attimo. Non passo molto per il secondo giro, e dopo qualche minuto l’ebrezza si faceva già sentire. Però non stava male, anzi, iniziava ad abituarsi a quel senso di vertigine che le svuotava la testa e che quella sera non le dispiaceva per niente. Si alzò barcollante, incamminandosi verso il bagno, nello stesso corridoio dove aveva incontrato Axl e Duff per la prima volta in compagnia di Slash.

“Hey bambina, hai bisogno di compagnia?” la chiamò un tipo completamente fatto.

“No… lasciami in pace”

“Eddai, solo un giro…” l’afferrò per un braccio cercando di tirarla a se.

“E lasciami!” Laurel lo spinse indietro con tutta la forza che aveva mandandolo a sbattere contro al muro. Fortunatamente era abbastanza fuori da non essere troppo pericoloso.

“Ma guarda che stronza…”

Si sentiva bene, ed era fiera di se! Aveva messo ko quel tipo da sola, si sentiva davvero forte! Non che ci volesse molto, a mala pena si reggeva in piedi.

Si bloccò di colpo, sgranando gli occhi di fronte a quello che stava vedendo. Axl era appoggiato con la schiena al muro, la camicia aperta lasciava intravedere il marmoreo petto nudo, e avvinghiato a lui la giovane rossa. Axl muoveva abilmente le mani sul corpo di lei che allacciata al suo collo si impadroniva avidamente della sua bocca. Per un attimo Laurel rimase a fissare la scena, incapace di distogliere lo sguardo dai due. Solo quando Axl alzando la testa la vide, incrociando il su sguardo, si voltò rapidamente e corse via. Che figura, pensava ora l’avrebbe presa per una guardona o qualcosa del genere, ma come come le era venuto in mente di rimanersene lì in fissa come una stupida?

Axl non sia spettava di trovarsela davanti in quel momento, era stato uno stupido fermarsi in un corridoio pubblico. Non era quello che voleva ottenere, ok farla ingelosire, ma ora? ‘merda…’ Scostò da se Evy che pareva non voler mollare la presa su di lui, allora la staccò da se con più forza.

“Che c’è, non ti stai divertendo?”

“Finiamo un’altra volta…”

“Ma Axl…”

Nemmeno il tempo di chiamarlo che se ne era già andato. Corse in fretta cercando di raggiungerla, accelerando l’andatura non appena la intravide voltare l’angolo del corridoio. Fortunatamente era più veloce di lei, e la raggiunse in fretta afferrandola per un braccio e costringendola a voltarsi.

“Laurel!”

“Mi fai male!”

“Aspetta…” allentò la presa senza però mollarla, temeva che se l’avesse fatto lei sarebbe di nuovo corsa via “perché sei scappata?”

“Cosa te lo fa pensare?” non lo avrebbe mai ammesso, mai…

“Te ne sei andata di corsa, non stavi scappando?”

“No, affatto…”

“Non sei per niente convincente”

“E perché dovrei esserlo scusa? Ma poi che ti importa di quello che faccio, eri impegnato o sbaglio? Perché non torni a fare quello che stavi facendo e non mi lasci in pace!” urlò… ‘ecco, brava idiota… ora penserà che sei una esaltata gelosa…’

Al contrario di quel che si aspettava Axl le sorrise, un sorriso capace di disarmare chiunque, come solo lui sapeva fare ‘oh no, non un'altra volta…’

“Era solo un’amica…”

“Non mi devi nessuna spiegazione”

“Non fare la bambina!”

“Non sto facendo la bambina! Ma come ti permetti!” E senza nemmeno accorgersene si trovò spalle al muro con Axl di fronte, le braccia puntate al muro e lei al centro di questa gabbia immaginaria… era in trappola.

“Hai bevuto?”

“E allora?”

“Cazzo… Laurel…”

“Levati!”

“No…”

Appoggiò le mani sul suo petto per spingerlo via, ma le ritrasse subito… la camicia era aperta e il contatto con la sua pelle, con i muscoli che affioravano le fece correre un brivido lungo la schiena.

“Che c’è non mi mandi più via?”

“Ti prego…”

“Cosa?” Il ragazzo le era ormai addosso, poteva sentire il suo fiato sul collo e la mano che staccata dal muro si faceva strada sulla sua pelle facendola impazzire. Il tocco era così sensuale e provocante da annebbiarle completamente la mente, già per altro offuscata dall’alcool. Chiuse gli occhi quando i loro bacini si incontrarono e Axl le baciò il collo. Era come se in quel momento ci fosse solo lui, Laurel sentiva di non esistente, era completamente annullata, sentiva solo lui e quello che le stava facendo. Axl fece abilmente scivolare la sua mano sotto la maglietta accarezzando la morbida pelle nuda dei fianchi e del ventre di lei. Il suo respirò si uccellerò in sincronia col battito del suo cuore, quando completamente immobile accolse senza nessuna resistenza il passionale bacio di Axl, un bacio deciso, prorompente, che le tolse completamente ogni capacità di reazione. Ora non poteva più sfuggirgli.

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Ma quanti bei commenti che mi lasciate, grazieeeeeeeeee!!!

Spero che anche questo cap vi piaccia, le cose iniziano a complicarsi un pochinò :-P

Per qualche gg non riuscirò a postare, ma vi prometto che tornerò presto presto! bacioni!

Lau

Steven e Izzy insieme a Kris e Sue si erano appartati a bere dopo che al tavolo erano arrivate le due ragazze.

“Ma che fine ha fatto Laurel?”

“Non lo so Sue, non l’ho più vista, magari è andata… oh cavolo…”

“Che c’è?”

“Guardate là…” Kris indicò un punto davanti a se, mostrando anche agli altri quello che i suoi occhi avevano visto. Axl e Laurel…

“Ohhh!!! Non aspettava qualcuno Axl?”

“Evidentemente no Steve…”

“Merda….”

“Che c’è Izzy?”

“Prevedo guai…”

Le due ragazze al tavolo parlavano del più e del meno, provocando i due ragazzi continuamente e sfacciatamente.

“Allora, che fate questa sera? Avete qualcosa in programma?” la giovane bruna si avvicinò ancora di più a Slash passandogli una mano tra i folti capelli ricci.

“Perché, voi avevate in mente qualcosa?”

“Potremmo divertirci un po’…”

“Ci puoi contare piccola…”

L’altra ragazza, Mandy, era una biondina dal visetto angelico e lo sguardo malizioso, e si era appiccicata a Duff dal primo momento. Era la nipote dell’impresario che procurava alle giovani band emergenti il passaporto per suonare all’Iron Quest. Non potevano lasciarsi scappare l’occasione, era troppo importante per loro riuscire ad ottenere una serata in quel locale.

Le due ragazze si allontanarono da loro lasciandoli soli per andare a prendere da bere. Slash si avvicinò a Duff “senti queste non ce le dobbiamo far scappare, lo sai chi è quella? Cazzo, se ce la lavoriamo per bene avremo una serata assicurata!”

“Lo so…”

“Che c’è? Non mi sembri convinto… ah! Aspetta… Laurel!”

“Slash…”

“No dai, senti! Non puoi lasciarmi solo, Izzy e Steven sono irrecuperabili e Axl chissà dove cazzo è finito! Duff è la nostra occasione!”

“Aspetta un attimo…” con lo sguardo Duff aveva seguito Laurel che visibilmente barcollante camminava tra la folla “ma che cazzo sta facendo?”

“Chi? Uh… o merda! Se la riporto a casa ubriaca mi posso scordare il benestare di sua madre!”

“E da quando ti importa il parere di sua madre?”

“Non mi importa infatti, ma se lei dovesse cambiare parere su di me, tu Laurel la vedi solo col binocolo!”

“Ma che cazzo le è preso? Dove sta andando??”

“Senti, le ragazze sono ancora al bar, ne avranno per un po’ vedendo come se la chiacchierano, andiamo a recuperare Laury prima che si mette in qualche casino e poi torniamo, forza…”

“Sì, andiamo…”

I due ragazzi si alzarono cercando di capire dove la ragazza fosse andata. Girarono un po’ per il locale ma non vedendola si spostarono più all’esterno verso il corridoio.

“Quella ragazza pare abbia un’insana capacità di cacciarsi nei casini! Non la si può perdere di vista un momento!”

A quelle parole Duff si sentì per un attimo in colpa ‘Ti marcherò stretta…’ le aveva detto, e invece l’aveva lasciata sola, e chissà per quale motivo lei aveva deciso di fare quella bravata. Eppure non le piaceva bere, lo sapeva, l’altra sera non era per niente fiera di ciò che aveva fatto, che diavolo le era passato per la testa?

Un giovane ragazza dai capelli ramati e scompigliati e il viso arrossato, passò di fianco a loro camminando velocemente, sembrava indispettita. Slash si voltò squadrandola da capo a piedi mentre si allontanava “Hey! Che sventola! Duff hai visto… ouch!” il ragazzo andò a sbattere contro l’amico che senza un’apparente motivo si era bloccato di colpo “perché ti sei fermato così?! Mi hai fatto male… Oh… cazzo…”

Laurel era appoggiata al muro con le braccia lungo i fianchi e l’aria completamente assente. Axl stava chino sopra di lei, e la baciava. Eccome se la baciava… e le sue mani scorrevano abili sul suo esile corpo. Sembrava volesse divorarla con quei baci, afferrandola per i capelli e tirandola sempre più forte a se.
Duff fissava la scena inerme, stringeva una bottiglia di birra in una mano, talmente forte che avrebbe potuto romperla. Slash poteva vedere i nervi tesi sotto la sua pelle, la mascella che si contraeva, e quegli occhi… che dicevano molto più di quanto potesse esprimere a parole.

“Hey Duff… andiamo…” posò una mano sulla spalla dell’amico, indugiando un attimo, ignaro della reazione che potesse avere. Cosa avrebbe fatto? Axl alla fine aveva ottenuto quello che voleva, e ora? L’atteggiamento di Laurel non lo convinceva proprio, non sembrava partecipe a quel gioco di corpi, ma piuttosto rapita, ammaliata, come se non fosse nemmeno lì. Conosceva Axl da tempo ormai e sapeva l’effetto che aveva sulle ragazze, l’aveva visto tante volte, era come una droga, ti lasciava completamente vuoto e dipendente. E l’idea che questo potesse capitare anche a Laurel non gli piaceva per niente.

Duff si voltò di scatto togliendosi stizzito la mano di Slash dalla spalla “lasciami stare” sussurrò a denti stretti. Forse lo aveva sempre saputo, doveva ad ogni modo immaginarselo che sarebbe finita in quel modo. Quando Axl voleva una cosa se la prendeva e basta, ci era sempre riuscito, con tutto, perché stavolta sarebbe dovuta andare diversamente? Solo perché ora c’era lui di mezzo? No, non sarebbe mai cambiato nulla, Axl aveva vinto la sua sfida, e a lui sarebbero rimasti solo i cocci. Ma non voleva accontentarsi di quello, non voleva gli scarti di Axl. Lui voleva e aveva sempre voluto Laurel e non per una scommessa, non per un capriccio. Ma era stato così stupido da lasciarsi scappare tante occasioni, con tutti i moralismi che si era fatto, e questo era quello che aveva raccolto cercando di comportarsi bene… assolutamente nulla. Forse Axl aveva ragione, Laurel era semplicemente una ragazza come tante, qualche attenzione in più e finiva tra le braccia del primo venuto. Solo che questa volta lui era arrivato troppo tardi. Si allontanò a grandi passi, facendosi largo a spinte tra la folla, guardando dritto senza nemmeno voltarsi quando Slash cercò di chiamarlo.
Uscì fuori prendendo una profonda boccata d’aria, si sentiva soffocare. Si appoggiò al muro con le braccia, lasciando che la testa gli penzolasse verso il basso. Poi staccandosi lanciò la bottiglia che teneva ancora in una mano con tutta la forza che poteva sfracellandola a terra. Che cosa avrebbe fatto adesso, cosa poteva fare? Non era abbastanza lucido per pensarci, non voleva essere lucido perché non voleva pensarci. Stava male, e cazzo, non aveva mai provato niente di simile.
Slash rimase in disparte, in quel momento non sarebbe servito a nulla consolarlo, e per cosa poi? Duff non aveva bisogno della sua pietà, probabilmente l’avrebbe fatto incazzare ancora di più. Aveva solo bisogno di sfogarsi, avrebbe deciso da solo se e quando smettere.

Sussultò quando lo vide dirigersi verso di lui con uno sguardo quasi da folle, gli occhi arrossati ‘aveva pianto? No, impossibile…’ e le labbra distorte in un ghigno che non lasciava pensare a nulla di buono.

“Dove sono le ragazze?” chiese.

“Sono rimaste dentro. Duff…”

“Andiamo, ho bisogno di divertirmi…”

Slash lo seguì all’interno del locale, scuotendo la testa. Sperava solo che l’amico non facesse qualche cazzata, sperava con tutto se stesso che in qualche modo se la facesse passare.

Raggiunse le due giovani che ancora erano impegnate in una fitta conversazione al bancone del bar. Afferrò Mandy da dietro tirandola verso di se “Hey!” la ragazza sussultò, ma non fece resistenza e si accoccolò ancora di più vicino a lui. Poi senza dire nulla le afferrò i capelli costringendola a piegare la testa all’indietro. La baciò con foga tirandola forte verso di sé, baciandola sempre più famelicamente con una rozzezza quasi animale. Mandy si lasciò scappare un gemito di piacere prima che Duff si staccasse da lei “a cosa devo questo cambiamento?”

“Non era quello che volevi? Ora l’avrai…”

“Hey non male il tuo amico, pensi di saper fare altrettanto?” sussurrò la ragazza bruna all’orecchio di Slash che le sorrise malizioso. Se c’era una cosa che gli era sempre piaciuta della vita da rock star era il sesso facile, e a lui quello non era mai mancato nemmeno ora che erano solo agli inizi. E quella sarebbe stato un bel divertimento.

“Andiamo Slash, a casa ci aspetta un po’ di festa” e Slash sapeva a cosa si riferiva. Nonostante fosse preoccupato per le sue condizioni, non avrebbe negato all’amico il divertimento che cercava, non quella sera. Forse gli serviva ora più che mai.

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Ciao!!! Vi posto al volo questo capitoletto! Lo so, non è lunghissimo, ma almeno non vi lascio a bocca asciutta per troppo tempo :-) Siete fantastici davvero, i vostri commenti sono sempre gentilissimi e superapprezzati, mi fanno davvero piacere!

Alla prossima!!! Lau

Laurel si rigirò nel letto, la luce che filtrava da qualche parte le aveva dato la sveglia, e piuttosto fastidio. Le palpebre pesanti fecero fatica ad aprirsi, e ogni raggio di luce era una fitta di dolore. La testa le doleva, come la sera precedente, solo di più. Ma era già mattina e doveva alzarsi, lavarsi, fare colazione fingendosi sveglia e pimpante con sua madre e andare a scuola. E chi ne aveva voglia? Cercò a tastoni con la mano il comodino per prendere dell’acqua dalla bottiglia che teneva sempre vicino al letto, l’afferrò e diede una lungo sorso... spuntando poi l’intero contenuto.

“Bleahhhh!!! Ma che cavolo...” non era certo acqua quella! E chi aveva messo della birra sul suo comodino? Ma soprattutto dov’era il suo comodino? E la sua camera?! ‘cazzo!!’ quella non era decisamente la sua camera... e allora? Si guardò intorno, indecisa se mettersi a urlare, piangere o ridere... lo riconosceva, ci era già stata, gli strumenti, il piccolo palco con gli amplificatori, i poster alle pareti... quello era il garage di Axl!

“Oh mio Dio... OH-MIO-DIO!!!” fece un balzo quando sentì al suo fianco qualcuno muoversi e mugugnare qualcosa di indefinito. Si voltò lentamente terrorizzata da quello che poteva trovare... Axl giaceva accanto a lei, ancora immerso nel sonno. Erano soli. La brandina di Izzy era vuota... ‘ragiona Laurel... sei sola, con Axl nel suo letto... dove probabilmente hai pasatto la notte dopo... oh cazzo!’ prese a inspirare con la bocca, stava andando in iperventilazione.
Si guardò peggiorando solo la situazione “cazzo, cazzo, cazzo!” indossava solo una maglietta più grande della sua taglia e sicuramente non sua. Fortunatamente portava ancora la biancheria intima, ma questo non la rassicurò molto... alzò di colpo la coperta per guardare il corpo di Axl... giaceva coperto solo dagli aderenti boxer neri, nient’altro “Merda!” portò le gambe al petto, circondandole con le braccia e affondandovi la testa. Non ricordava assolutamente nulla di quello che era, o non era successo. Ma come aveva potuto essere così stupida? Di certo c’era solo il fatto che quella notte non era tornata a casa a dormire, già per questo rischiava come minimo la clausura a vita. Ma che potesse essere successo qualcosa con Axl, qualcosa che andava ben oltre il bacio che si erano scambiati, questo sì che poteva essere un guaio.

“Hey...” il ragazzo si era svegliato, voltandosi verso di lei con lo sguardo languido e ancora un po’ addormentato “che hai da urlare tanto, mi hai svegliato...”

“Che ho da urlare?! E me lo chiedi! Cazzo!”

“Ma che ti prende?!” a fatica si mise a sedere sul letto, al suo fianco “guarda che...”

“Non dirmelo! Non lo voglio sapere...”

“Bhè? Non sarai mica vergine?!”

“Cosa??!! NO! Ma come... come ti viene in mente? E poi cosa c’entra?? Oh cavolo... questo vuole dire che...”

“Calmati, non abbiamo fatto sesso se è questo che ti preoccupa...”

“Ah ecco lo sapevo! Ma come ho fatto! Io... uh... cosa? Come... sul serio?”

“Già sul serio... sai, russi più di Izzy, incredibile!”

“Io... io non russo!”

“Eccome! Non ho chiuso occhio tutta la notte grazie a te!”

“Ma senti che stronzo!”

“Bhè, dovresti essere contenta invece di insultarmi, almeno non è successo niente di compromettente no? Non è questo che ti terrorizza tanto?!” sembrava offeso.

“In effetti... sì... però non è per... insomma non sono vergine ok? Solo che... non mi ricordavo nulla, e, lo sai com’è... io non sono così...”

“Incline a perdere il controllo? Succede piccola, e comunque non preoccupartii, sono sicuro che tu non sia vergine, ti muovevi troppo agilmente...”

Laurel diventò rossa in volto, si sentiva avvampare... ma per la vergogna o per la rabbia? “Smettila di dire queste cose! Mi fai sentire in imbarazzo!”

“E perchè? Non sembravi in imbarazzo stanotte...” le accarezzò la guancia, procurandole nuovi brividi. Laurel socchiuse gli occhi, ma perchè le faceva quell’effetto? Non poteva perdere il controllo un’altra volta...

“No, aspetta senti... non mi prendere in giro ok? E’ successo qualcosa o no?”

“Ma perchè ti preoccupa tanto?”

“Perchè sì! Avanti dimmelo, e non raccontare balle!”

“Davvero non ti ricordi nulla?”

“No...”

“Wow... di solito sono io quello che non si ricorda un cazzo... vabè, da dove vuoi che comincio?”

“Non lo so hem... ricordo... il locale, che ti ho visto con... una ragazza...”

“Evy”

“Si bhè, quello che è... poi devo aver bevuto qualcosa...”

“Lo zio jack, a giudicare dall’alito...”

“Smettila! Uff... e poi...” il rossore comparve ancora sulle sue guance. Axl la guardò, era davvero bella, sembrava così innocente... “e poi...”

“Poi sei scappata, ti ho catturata e ti ho baciata”

“Sì...”

“Altro?”

Laurel scosse la testa “non mi pare di ricordare altro...”

Il ragazzo sogghignò “bhè, vuoi anche i particolari... o preferisci un riassunto?”

“Axl...”

“Ok, ok... siamo usciti per venire qui, mi stavi avvinghiata come una fan delirante...”

“Dubito...”

“Infatti, non è vero...”

“Smettila, sii serio!”

“Bhè allora diciamo che mi stavi avvinghiata perchè non ti reggevi in piedi, va meglio così?”

“... e poi?”

“E poi siamo venuti qui”

“E se non è successo... quello... perchè questa?” chiese indicando la maglietta che aveva addosso “dove sono i miei vestiti?”

“Non crederai che ti avrei fatto dormire nel mio letto con addosso dei vestiti sporchi?”

“Oh, scusa tanto, non pensavo avessi la puzza sotto al naso!”

“Hey sono una persona pulita io! Eri sudata fradicia, e puzzavi di fumo e di alcool...”

“Tu no invece?!”

“Eccome, infatti io mi sono fatto un a doccia come puoi vedere...” era vero, Axl sapeva di shampoo e sapone, lei decisamente un po’ meno. Per fortuna non era di quelle persone che alla prima sudata emanavano un odore tremendo, ma di certo non sembrava appena uscita dalla doccia.

“E dormi sempre così...”

“No, ovvio... solitamente dormo nudo, ma non mi sembrava il caso... e visto come hai reagito è stata una fortuna, altrimenti ti avrei trovata stroncata da un infarto!”

Laurel sospirò, tirandosi indietro i capelli. Si sentiva da cani... non era sicura se credere o meno a quello che Axl le aveva detto, forse lo faceva solo per evitarle una crisi isterica. O forse era sincero. Non lo avrebbe mai saputo.

“E se non mi reggevo in piedi chi mi ha...cambiato??” ‘non tu, ti prego...’

“Secondo te? No, no scherzavo... ti sei cambiata tu con le poche forze che ti rimanevano, e non ho nemmeno sbirciato, lodevole da parte mia...”

“mmm...”

“Guarda che è vero!

“Lo spero bene!”

“Altrimenti?” Axl le si avvicinò fino a far toccare le loro anche, le cinse la vita con una braccio tirandola di più a se. Come avrebbe voluto non fare il bravo ragazzo proprio quella sera! Non si ricordava proprio niente! Eppure era quello che era successo... niente.

“No! Ti prego... perfavore!” Laurel si staccò da lui, fintanto che ne era ancora capace.

“Che c’è?”

“Lo sai che c’è... tu mi... tu mi fai completamente impazzire!”

“E’ un complimento?”

“No!”

“Hey guarda che dovresti ringraziarmi invece di continuare a torturarmi con le tue paranoie! Fortunatamente per te ero abbastanza sobrio da non toccarti fuori com’eri, altrimenti ora le cose sarebbero ben diverse!”

“Non mi sembri uno che si fa degli scrupoli ad approfittare di una ragazza ubriaca!”

“E infatti non me ne faccio, solo che mi piace essere ricordato dopo! Tu nemmeno ti ricordavi il tuo nome, figuriamoci il resto...”

“Bhè allora inizierò a bere regolarmente, così evito il pericolo!”

“Addirittura sarei un pericolo? Laurel andiamo... non ho fatto niente che non volessi anche tu, anzi...”

“No, no! Io... non ero padrona di me stessa ok?”

“Ora lo sei però...”

Accidenti quel ragazzo era davvero insistente! Le afferrò i polsi trascinandola a sè, poi con una mano la prese la nuca portandola ad un centimetro dal suo viso “non ti frenare ok? Lasciati andare... sarà tutto più semplice...” e di nuovo la baciò. Anche questa volta Laurel non oppose resistenza, non ce la faceva proprio. Era impossibile, e si odiava per questo. Non sopportava sentirsi un burattino tra le sue mani, anche se... bhè, le piaceva... questo non poteva negarlo, soprattutto a se stessa. Le sue labbra morbide e la sua lingua che vorticava nella sua bocca erano un vero piacere, e le sue mani, che scorrevano così impetuose sul suo corpo... ‘No! Ancora?? NO!’ a fatica riuscì a staccarsi da lui, allontanandolo con una mano posata sul suo petto nudo. Chiuse gli occhi e inspirò per riprendere il controllo di sè “senti... così non può andare...”

“Perchè?”

“Perchè non va...”

“Eppure non dirmi che non lo vuoi anche tu”

“Non è questo...”

“E’ per Duff?” quella domanda la colse alla sprovvista. In realtà non aveva pensato a Duff nemmeno un istante talmente era presa dalla situazione, ma probabilmente era per via dell’effetto che Axl aveva su di lei. Non aveva nemmeno pensato che doveva tornare a casa, figuriamoci...

“Cosa c’entra Duff ora?”

“C’entra eccome, no?”

“No...” ‘forse...’

“Oh Laurel, Laurel...” il ragazzo scosse la testa “bhè, a me non importa, senza offesa... ma è te che voglio... del resto chi se ne frega...” le accarezzò un’altra volta il viso, con quello sguardo... Laurel distolse gli occhi dai suoi, sapeva dove voleva arrivare, e sapeva cosa sarebbe potuto accadere se fosse rimasta lì ancora per poco... doveva andarsene e poi... ma che ore erano? Guardò lo sgangherato orologio appeso sulla parete, le 7 precise...

“Quell’orologio funziona?”

“Perfettamente perchè?”

“... perchè sono nella merda...”

Senza perdere altro tempo si rialzò in fretta, sentendo l’aria fresca del mattino sul suo corpo, afferrò al volo i jeans buttati in un angolo e li indossò, insieme alle scarpe.

“Dove vai?”

“No dico, sei scemo o cosa?? Io ho una casa, e dei genitori che si staranno chiedendo che fine ho fatto! Sempre che non abbiano già chiamato la polizia non vedendomi rientrare... se sono fortunata mi sarà concessa la libertà vigilata!”

“Non la faranno così tragica!”

“Ci puoi giurare!”

“Aspetta dai! Non mi dai nemmeno un bacio?!”

“No!” e senza nemmeno guardarlo un ultima volta, se l’avesse fatto avrebbe probabilmente mandato tutto al diavolo correndo tra le sue braccia come un’adolescente in preda agli ormoni, uscì di corsa, affrettandosi verso casa. Ecco un’altra differenza tra l’angelo Axl e il dolce Duff… Duff l’avrebbe riportata a casa, come aveva fatto l’altra sera, ci avrebbe giurato!

“Accidenti! Ma come mi è saltato in mente!!” parlava tra se mentre percorreva la strada a grandi passi “Laurel che ti succede?? Ma perchè cavolo gli ho dato retta a tutti quanti? Non potevo farmi i fatti mie come al solito?? Tutta colpa di Slash, se non me li avesse fatti incontrare... oh, ma ti senti? Sei ridicola! Anzi no, sto impazzendo... assolutamente!”

Si fermò davanti alla porta di casa, fece un bel respirò ed entrò, aspettandosi un’urlata che avrebbe svegliato l’intero vicinato. Susan era in cucina, stava preparando la colazione e levò lo sguardo non appena la figlia entrò in casa. Impossibile, eppure... le sorrise.

“Tesoro! Ti sei alzata presto stamattina! Stavo per venire a chiamarti, pensavo dormissi ancora”

Aveva creduto che si fosse alzata presto? Possibile che non si fosse accorta che non era rientrata a casa?

“Oh... hem... ciao mamma... sì, sono andata... a fare una passeggiata...”

“A quest’ora?”

“Sì... fa bene camminare la mattina presto...” sperò che il suo sorriso non sembrasse troppo forzato.

“Oh non sapevo di avere una figlia salutista! La prossima volta vengo con te! Ti ha riaccompagnata presto Slash ieri? Io e tuo padre eravamo sfiniti, abbiamo dormito come due sassi” ’grazie al cielo...’

“A mezzanotte ero a casa...” mentì.

“Bene, ha mantenuto la sua promessa allora! Che gentile, mi sbagliavo davvero... è un po’ strano lo ammetto, ma è così gentile!”

“Certo...” alzò gli occhi al cielo “vado a farmi una doccia prima di andare a scuola”

“Poi vieni a mangiare qualcosa, hai bisogno di energia!” ‘non puoi nemmeno immaginare quanto...’

Reggendosi allo scorrimano salì al piano di sopra, nella sua stanza. Il letto era ancora fatto, fortunatamente sua madre non aveva aperto la porta, se avesse tardato ancora un po’ avrebbe scoperto tutto. Scostò le lenzuola scomponendole, almeno così sembrava che avesse dormito lì. Poi si tolse i vestiti, la maglietta di Axl e si infilò sotto la doccia, lasciandosi accarezzare dal getto caldo per quello che le sembrò un’eternità. Non avrebbe più voluto muoversi da lì, eppure era già tardi e sarebbe dovuta andare a scuola... quanto avrebbe voluto dormire per un giorno intero! Si sentiva sfinita... e tutto quello che era successo non le era d’aiuto. Aveva una tale confusione in testa... non si capacitava di ciò che era successo, la Laurel che conosceva non l’avrebbe mai fatta una bravata del genere e invece... non si riconosceva nemmeno più, possibile che in così poco tempo era cambiata così tanto? Possibile che l’incontro con cinque ragazzi di cui fino a pochi giorni prima non calcolava l’esistenza, l’avesse cambiata così tanto? Eppure era stata bene, doveva riconoscerlo, si era anche divertita con loro. Niente a che vedere con le serate passate a casa di Jesse a vedere ore interminabili di film strappalacrime, bevendo coca-cola e facendo l’amore in un modo così... non sapeva nemmeno dire come. Con Axl non aveva fatto nulla, ma le carezze, i baci che si erano scambiati erano molto più intensi del sesso fatto col suo ex-ragazzo. Com’era possibile? Non se lo sapeva proprio spiegare...

Uscì dalla doccia a malincuore, mettendosi addosso dei vestiti puliti e cercando di non toccare il letto, altrimenti era sicura che sarebbe crollata. Scese di sotto, bevendo un caffè al volo e uscì di nuovo, sbadigliando a più non posso.

Era mattina presto, Duff non riusciva proprio a dormire. Mandy era stesa accanto a lui e giaceva nuda, coperta solo dalle leggere lenzuola viola. Avevano fatto sesso praticamente per tutta la notte, avevano fumato, bevuto e tirato roba, poi lei si era addormentata sfinita cullata dalle sue braccia. Erano sempre state solo scopate per lui, eppure ogni volta cercava di comportarsi come se contassero qualcosa. Pensava che anche se per lui non erano importanti, forse per qualcuna di quelle ragazze lo era, per questo cercava sempre di rendere loro la cosa più piacevole possibile. E a Mandy doveva molto, era stata lei a farle dimenticare Laurel almeno per un po’, gli aveva concesso un po’ di tregua dai cattivi pensieri, e l’aveva fatto stare bene. Si sentì una merda per averla usata così, perché stavolta aveva usato davvero lei più di ogni altra ragazza. Non che non gli piacesse, era davvero bella, ma non poteva negare a se stesso che avrebbe voluto aver qualcun’altra nel letto in quel momento, al posto suo. Dovette stringere i pugni per reprimere l’immagine che l’aveva sconvolto la sera precedente.

“Fanculo…” biascicò sottovice.

Si alzò inquieto infilandosi i boxer, cercando di non svegliare la ragazza, aveva bisogno di un cafè, si sentiva completamente stordito. Piano aprì la porta della sua camera, per andare in soggiorno, dove sul divano Slash completamente nudo dormiva con la ragazza bruna stesa sopra di lui. Teneva ancora tra le mani una bottiglia semivuota di vodka. Se non altro si era divertito, ne era sicuro. Prese la coperta che teneva sulla poltrona lì di fianco e la gettò sopra ai due.

Axl era rimasto solo, fissando per parecchi minuti la porta da dove Laurel se ne era andata, senza nemmeno voltarsi a guardarlo. Ma che cazzo aveva fatto… ‘ma che cazzo mi prende?!’ Com’era possibile che una ragazza, una semplicissima ragazza l’aveva ridotto in quel modo? Si sentiva un completo idiota… se l’avesse raccontato agli altri l’avrebbero preso per il culo in eterno! Lui Axl Rose, che si portava a letto una ragazza, per di più ubriaca, senza nemmeno toccarla. Aveva mentito a Laurel, non l’aveva lasciata stare perché era ubriaca, anzi… le sue idee erano tutt’altro che nobili quando l’aveva portata fin lì. Ma quando si era sdraiata sul letto, addormentandosi in un attimo, non era più riuscito a fare altro se non rimanere a guardarla dormire per quasi tutta la notte. Sembrava una bambina, tutta rannicchiata su se stessa col suo visetto angelico. Non era quel tipo di ragazza, non lo sarebbe mai stato. E per questo lo faceva impazzire. Eppure ora, mentre era solo e assolutamente frustrato, pensò che era stato uno stupido a lasciarla andare in quel modo, avrebbe dovuto inseguirla, fermarla, bloccarla, stringerla a sé e baciarla ancora, ancora e poi ancora… avrebbe ceduto, ne era sicuro ‘prima o poi cederai…’. Oppure avrebbe dovuto fregarsene quella notte, svegliarla, prenderla mentre era ancora ebra di alcool e non capiva nulla. Sì, forse era stato davvero un idiota.

Duff tornò in camera, reggendo tra le mani una tazza di caffè fumante. Mandy aveva sentito dei rumori e si stava lentamente svegliando “Duff…”

“Dormi piccola”

“Che fai?”

“E’ ancora presto…”

“Vieni qui con me…”

Il ragazzo sorrise, posò la tazza sul comodino e si rimise a letto, tirando a sé la giovane ancora mezza addormentata. Le baciò i capelli, accarezzandola “grazie…” le sussurrò piano.

“Perché mi ringrazi?”

“Non ha importanza”

“Sei strano…”

“Lo so”

Mandy si allacciò alla sua vita stringendolo con le braccia. Le piaceva, non l’avrebbe mai pensato “Nessuno mi aveva mai ringraziato per una notte di sesso”

“Ho le mie ragioni...”

“Però non eri qui, l’ho sentito... la tua testa era altrove. Cos’è che ti tormenta?”

“Non mi va di parlarne”

“Come vuoi...”

Il viso trasognate di Laurel trasportato dai baci di Axl gli apparve ancora una volta nella mente. Strizzò gli occhi e scosse la testa per levarsi quell’immagine di dosso, non riusciva a sopportarlo. L’effetto dell’alcool e della droga era ormai svanito lasciando posto ad un solitario senso di vuoto. Afferrò la bottiglia di jin che avevano abbandonato sul comodino la sera precedente e ne assaporò l’ultimo goccio. Provò piacere nel sentire la gola che bruciava e l’alcool che scendeva piano piano fino allo stomaco, facendolo sentire vivo. Prese il viso di Mandy tra le mani tirandolo a sè, baciandola con veemenza, quasi sperando che quel bacio potesse scacciare il dolore che stava riaffiorando. Dolore poi... lui che non si era mai innamorato ora provava addirittura dolore... com’era possibile? La sconfitta gli bruciava, e a peggiorare le cose stava il fatto che Axl non voleva Laurel per lo stesso motivo per cui la desiderava lui, ma solo per la sua stupida arroganza, per la sua voglia di vincere e di essere sempre il migliore. Tutto per una cazzo di scommessa... era sicuro che Laurel sarebbe rimasta segnata da tutto questo, ma non ci si vedeva proprio nella parte del crocerossino che accorreva in suo soccorso quando si sarebbe trovata con il cuore spezzato. Prese a baciare la giovane, che si stringeva a lui, con più foga, lei si aggrappava al suo corpo con ardore, per trovarsi quasi immediatamente distesa sotto di lui.

“Hey vacci piano” sussurrò lei sotto l’impeto delle sue carezze. Ma Duff non rallentò il suo ritmo, immergendosi in lei con foga, cercando in tutti i modi di sentirsi al sicuro, lontano dai suoi pensieri.

Slash si era svegliato, se così si può dire intontito com’era, la ragazza stava ancora sopra di lui. Una coperta... chissà come ci era finita lì... meglio così, sentiva freddo. Cercò di scostare da sè la giovane, Isabel, Lisa ‘come cazzo si chiama??’... facendola ricadere sul divano. Mugugnò qualcosa, aprendo gli occhi “Hey boy...”

“Hey...”

“Che fai, mi lasci qui tutta sola?”

“Vado... in bagno...”

Arrivò a tentoni alla porta sbattendo l’alluce contro lo stipite semi aperto “Cazzo!”

“Serve una mano?”

“No, no...” si chiuse dentro “merda, che male...” Si sciacquò il viso con acqua gelida, nella speranza di riprendersi. Avevano davvero esagerato quella notte, si sentiva uno schifo. Dalla stanza accanto poteva sentire urla e gemiti, evidentemente Duff se la stava ancora spassando, forse era un bene. Non aveva dimenticato quello che era accaduto al Crocodile, e come l’aveva presa Duff. Ma lo conosceva abbastanza bene per essere sicuro che quella Mandy non poteva essere che un ripiego, uno sfogo, al massimo un anestetico, ma nulla di più. Duff non era tipo da cambiare idea così facilmente, e per di più dopo una scopata. Ma se poteva servirgli per stare meglio, anche se solo per poco, ben venga.

Tornò lentamente in salotto, passandosi una mano tra i ricci scompigliati che gli ricadevano sul viso, alla disperata ricerca di suoi boxer che chissà dove diavolo erano finiti.

“Cercavi questi?”

“Sì hem... grazie...”

“Sei stato fantastico”

“Come sempre” si autocomplimentò come era solito fare. Sapeva di saperci fare e gli piaceva quando glie lo facevano notare.

La ragazza si avventò su di lui bramando ancora la sua compagnia “hey hey, bella... time out... oh... sono sfinito...”

“Sicuro che non ti va proprio...?” si sdraiò sul divano su un fianco, ancora completamente nuda, mostrandosi in tutta la sua bellezza.

Slash sgranò gli occhi, prima di gettare la testa all’indietro “Oh cavolo...” si guardò verso il basso... “forse ho ancora un colpo in canna, sei fortunata piccola...” e l’abbracciò dandole per l’ennesima volta quello che voleva.

Mandy si stava rivestendo, era tardi e doveva andarsene, anche se sarebbe rimasta ben volentieri in quel letto per tutto il giorno. Duff era stanco, letteralmente a pezzi, ma stare in quella camera gli stava dando un senso di claustrofobia, aveva bisogno di uscire. I gemiti provenienti dal salotto non lo intimorirono quando vi entrò non curante dell’amplesso che i due stavano ancora consumando

“Cazzo!” si lasciò sfuggire Slash cercando di tirarsi su in qualche modo.

“Non preoccuparti amico, continua pure...” disse Duff sorpassando il divano diretto in cucina, con Mandy dietro di lui.

“Sei arrossita...”

“Sì bhè... forse era meglio non interromperli, non credi?”

Duff alzò le spalle “Slash non è uno che si fa problemi, e poi è casa mia...”

“Giusto...”

“Caffè?”

“No grazie, ora devo andare...”

“Senti...” le disse avvicinandosi e cingendole la vita con le braccia “ho un favore da chiederti”

“Credo di aver capito... dammi quel demo...”

Duff le sorrise “sei un angelo”

“No  non lo sono... ma lo consegnerò a mio zio, non ti preoccupare”

“Non devi pensare che ti ho portato a letto solo per questo...”

“E per cosa allora? Guarda che non mi offendo, ci sono abituata...”

“No, davvero... sono stato bene questa notte, ed è merito tuo...” era sincero.

“Anch’io sono stata bene... bhè, ma ora la notte è finita, per cui torniamo con i pedi per terra, che ne dici Mckagan? Passami quella cassetta, avanti”

Duff prese uno dei nastri che teneva impignati vicino al microonde e glie lo porse “aspetta...” poi prese un biglietto scrivendoci qualcosa e le diede anche quello.

“Cos’è?”

“Il mio numero... chiamami, quando vuoi”

“Ok... grazie biondo...” Mandy gli accarezzò il viso, accogliendo poi il suo bacio.

“Mandy, aspettami!” la sua giovane amica si era rivestita in fretta, lasciando uno Slash visibilmente stravolto steso sul divano.

“Andiamo... è stato un piacere!”

“Anche per noi!” le urlò Slash prima che uscisse dalla porta, scomparendo insieme a Mandy “cazzo, quella ragazza è una furia... mi ha molestato tutta la notte!”

“Molestato eh....”

“Non immagini quanto! Mi sento... una puttana!”

“Oh povero... stuprato per tutta la notte, che brutta fine...”

“Bhè, poco ci è mancato cazzo... non mi ha dato un’attimo di respiro, non sono mica una macchina!”

“Tieni” il biondo passò all’amico una tazza di caffè fumante.

“Oh grazie man, mi ci vuole proprio... dì un po’, sei riuscito a dare a Maggy il demo o eravate troppo impegnati?”

“Mandy... sì glie l’ho dato”

“Bene! Mi auguro che tu stanotte sia stato abbastanza convincente, non ci posso credere! Devo essere proprio fuori... ho lasciato il futuro dei Guns nelle mani di un fattone ubriaco... anzi, nei suoi pantaloni!”

“Non potevi lasciarlo in pantaloni migliori... lo darà a suo zio, poi starà a lui decidere se siamo abbastanza per l’Iron Quest”

“Eh cazzo se lo siamo!”

“Non montarti la testa”

“Hey che ti prende?” lo sguardo di Duff non era il solito che Slash conosceva, ma che domanda stupida, sapeva bene cosa lo tormentava “non sarà ancora per... dove stai andando?”

“Ho bisogno di uscire”

Slash andò letteralmente nel panico. Se Duff aveva intenzione di far visita ad Axl sarebbe stato un bel casino, e quella volta la scazzottata non sarebbe finita con una bevuta e una risata, ne era sicuro.

“No merda! Duff aspetta... senti, lo so come ti senti ok? Io non sono bravo in queste cose, forse non mi è mai capitato, e sono a pezzi, per cui non so cosa cazzo ti sto dicendo, ma... bhè, fregatene di quello che successo ok? Non puoi mandare all’aria tutto per un fottutissimo bacio, o quello che è... conosci Axl, lo sai com’è... non puoi prendertela per le sue bravate, è un coglione ma... siamo amici no? Voglio dire...”

“Slash....”

“Stiamo andando alla grande, e andremo in alto amico, ci puoi giurare, per cui cazzo, datti una calmata e fottitene! Perchè se dovessi fare qualche cazzata io...”

“SLASH!” quel ragazzo era irrefrenabile quando attaccava con i suo strambi discorsi senza capo ne coda. Ma Duff aveva colto in pieno il senso delle sue parole “Slash calmati, non ho intenzione di mandare a fanculo niente e nessuno...”

“Oh... bene... ok...”

“Ho solo bisogno di farmi un giro...”

“Ok, perfetto, io... lo capisco, sul serio...”

“Rimetti a posto il casino prima di andartene”

“Sì, come no, sicuro... ops!” aveva fatto cadere la cenere della Malboro che si stava fumando sul divano, per fortuna nessun danno permanente... Duff scosse la testa ridendo, il solito Slash... poi dopo essersi infilato la giacca ‘profuma di vaniglia...’ sospirò e uscì.

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Rieccomi con un nuovo capitoletto! Spero che anche questo sia di vostro gradimento ;-)

Sweetevil, benvenuta e grazie per aver letto la mia ff!

E poi voi ‘fedelissime’... Dizzyreads, Annachiara, Crazy_Me, Fata Desi, Ghirigoro, Ram, Lianneh... grazie 1000!

A presto, kiss

‘Ho bisogno di dormire...’ Laurel aveva passato l’intera mattinata a scuola, si era seduta nell’ultima fila durante le lezioni, cosa che non aveva mai fatto, e aveva più o meno sonnecchiato per tutto il tempo. Non c’era traccia dei ragazzi, nè di Sue o Kris. Era sola... ma dove erano finiti tutti? Forse era lei l’unica ad avere una madre-sergente alla quale non si poteva nascondere nulla, nemmeno un  finto malore per saltare la scuola. Le ragazze probabilmente erano rimaste a casa con qualche scusa, e i ragazzi non avevano certo di questi problemi, se non volevano venire non lo facevano e basta. Fortunatamente quel giorno non aveva le prove alla scuola di danza, non ce l’avrebbe proprio fatta. Aveva incrociato Jesse in corridoio, l’aveva chiamata, ma lei aveva tirato dritto senza nemmeno voltarsi. Che cavolo voleva ancora da lei? Aveva coloritamente espresso la sua opinione, perchè non la lasciava in pace?

Tornò a casa sfinita, i suoi non c’erano e poteva approfittarne per dormire quanto voleva. Prima però chiamò Sue...

“Sue”

“Laurel! Ciao!”

“Non sei venuta a scuola oggi”

“No... pare che abbia preso uno strano virus intestinale, ovviamente non è vero, ma per oggi ha funzionato! Immagino che tua madre non ti abbia lasciato scampo...”

“No, infatti... ma non c’era nessuno, nemmeno Kris, o Slash, o... nessuno insomma”

“Saranno tutti stravolti, abbiamo tirato lungo ieri sera. Ma senti... Laurel non voglio girarci troppo intorno... ti abbiamo vista con Axl e...”

“Oh...”

“Dai, non sei contenta?”

“Per niente”

“Fantastico... è successo qualcosa, insomma, si è comportato male o ti ha fatto incazzare?”

“No, no... è stato gentile... è solo che....” sospirò “Sue stamattina mi sono svegliata nel suo letto...” lo disse tutto d’un fiato, come se fosse un peccato inconfessabile.

“Cosa??!!”

“Dai, non farmelo ripetere....”

“Oh Laurel!! Ma che avete fatto? Avete... eh?”

“Pare di no, almeno così mi ha assicurato... e gli credo, insomma, mi sembrava sincero”

“Accidenti che mi sono persa!”

“Non dirlo a me, non mi ricordo assolutamente nulla...”

“Hai bevuto di nuovo? Ma che ti salta in mente Laury?!”

“Non lo so! E’ solo che... ufff... l’ho visto avvinghiato a una tizia, dovevi vederla... e non ci ho capito più niente... Duff era impegnato, voi non c’eravate e...”

“Non mi sembra un buon motivo per darsi all’alcool...”

“Non fare la moralista per favore, non ne ho bisogno...”

“Ok, ok... fortunatamente non è successo nulla di grave, a tutto c’è rimedio ok? Basta che cerchi di capire cosa vuoi davvero ed è fatta”

“Fosse facile... è questo il problema, non lo so... cioè.... Axl....”

“Ti fa impazzire vero?”

“Sì ma non in quel senso... lui è... un uragano”

“Come un uragano dici eh?”

“Già... ti prende e ti porta via e tu nemmeno te ne accorgi... e non puoi fare altro che stargli dietro...”

“E Duff?”

“Oh Sue! Non lo so! Lui è così diverso... Cosa devo fare?”

“Niente...”

“Niente?”

“No... sono convinta che le cose si aggiusteranno da sole, vedrai”

“Lo spero proprio...”

“Bhè in caso contrario possiamo sempre cambiare genere e fare da groupie a qualcun’altro! Magari quei Nirvana o come si chiamano, il cantante non è niente male...”

“Io non sono una groupie!”

“Nemmeno io, però l’idea è divertente, non trovi?”

“No...”

“E andiamo Laury! Goditi un po’ la vita senza pensarci troppo ok? Oh è tornata mia madre, devo far finta di stare male... ti saluto, ci vediamo domani!”

“Ok... ciao Sue...”

***

“Hey” Izzy entrò nel garage solo verso sera. Aveva lasciato Sue a casa a notte fonda, dopo una bella serata passata in sua compagnia. Non era mai stato un donnaiolo, o per lo meno lo era meno degli altri. Non che non gli piacessero certe compagnie, ma stava bene anche da solo. Sue era carina, simpatica, vitale, e soprattutto non era una puttanella come quelle che erano soliti frequentare. Nessuna di loro lo era, strano... non avrebbe mai pensato che loro cinque riuscissero a tenersi così vicino delle ragazze normali. Non voleva fare cazzate, con lei ci stava andando piano, anche se quella situazione a volte lo uccideva... preferiva non forzare le cose, se e quando sarebbe stato il momento per ‘quel passo in più...’ sarebbe successo e basta. Quanta pazienza...

Trovò Axl ancora disteso nel letto, con le braccia incrociate dietro la testa immerso in chissà quali pensieri.

“Ancora quel ‘niente’ che ti tormenta?”

“Ciao Izzy...” lo salutò senza distogliere lo sguardo dal soffitto.

Izzy si guardò in giro, le bottiglie vuote, i mozziconi spenti, e una maglietta... “O hai cambiato gusti o hai avuto compagnia...”

“Non ho cambiato gusti...”

“E’ già qualcosa...”

Conosceva troppo bene Axl Rose, fin da quando erano ragazzini, fin da quando era ancora Billy Bailey, e non lo incantava, sapeva che qualcosa frullava in quella sua mente non troppo posata, sapeva che qualcosa lo tormentava. E cazzo, prima o poi doveva sputare il rospo almeno con lui!

“Rose, non mi freghi cazzo! Con chi credi di avere a che fare?”

“Uh...” il rosso sollevò lo sguardo verso l’amico che si era piazzato davanti a lui con le mani sui fianchi “sembri una vecchia madre isterica Izzy, che cazzo vuoi?!”

“Che cazzo voglio? E me lo chiedi?? Guardati! Sembri un’anima in pena e continui a dirmi che non hai niente, ora, non ti lascerò in pace finchè non mi dici che cazzo ti prende!”

“Ma di che ti sei fatto? Vai a rompere le palle a qualcun’altro...”

Izzy si piegò su di lui, afferrandolo per il collo della maglia che si era indossato “Senti, non mi trattare come l’ultimo coglione che capita, credi che sia cieco forse? Ti abbiamo visto ieri, ti hanno visto tutti cazzo...”

“Allora è questo il tuo problema?” Axl scansò le mani di Izzy e si tirò a sedere “ma perchè non vi fate un po’ di fottutissimi cazzi vostri e non mi lasciate in pace! Sei preoccupato per Duff? Bhè veditela con lui, io non so che farci...”

“Devi finirla di fare le cose senza usare nemmeno un minimo di quel cazzo di cervello malato che ti ritrovi, per poi lavartene le mani delle conseguenze... sentimi bene William” lo chiamava sempre con il suo nome quando era incazzato “non ti permetterò di rovinare tutto per uno dei tuoi soliti capricci, ok? Se quella Laurel è solo un fottuto gioco per te, se no te ne frega un cazzo di lei se non per la bella scopata che ti puoi procurare e cento schifosi dollari più, allora smettila subito! Ok?! Dico sul serio...”

“Ma che bel discorsetto... fanculo Jeff! Credi che mi stia divertendo?” si era alzato in piedi, e urlava in faccia all’amico a pochissimi centimetri di distanza dal suo viso “Bhè ho una novità, non mi sto divertendo per un cazzo! Merda! Sto... diventando pazzo ok?” sospirò mettendosi a sedere e portandosi il viso tra le mani “sto davvero diventando pazzo...”

Izzy lo guardava attonito. Era abituato ai suoi attacchi d’ira più di chiunque altro, Axl non era tra le persone più stabili che conosceva, ma così non l’aveva mai visto, e se fosse un bene o un male non sapeva dirlo. Si sedette di fianco a lui senza aggiungere altro. In quello stato era meglio lasciarlo stare, sapeva che avrebbe parlato, ormai aveva iniziato, doveva solo aspettare... nell’attesa tirò fuori della roba dalla tasca, preparando una canna che passò ancora prima di farsi un tiro all’amico.

“Tieni, ti farà bene...”

Axl rialzò il viso, accettando l’offerta di Izzy senza troppi complimenti. Era sempre stato così con lui, insulti, parole dure, poi una canna, un sorso insieme e via, amici come prima. Era quello che lo capiva più di tutti, nemmeno Slash era in grado di leggergli dentro bene quanto lui. E Izzy, benchè gli costasse ammetterlo, aveva centrato in pieno il punto. Qualcosa non andava, eccome! L’aveva capito prima ancora che lui stesso se ne rendesse conto.

“Io... non so che cazzo fare con quella ragazza...”

“E’ un problema serio allora”

“Non lo so, ma potrebbe diventarlo”

“Che ti prende Axl?”

“Non lo so... ci crederesti? L’ho avuta nel mio letto per un’intera fottutissima notte e non ho fatto nulla... assolutamente nulla, se non guardarla dormire...”

A Izzy scappò una risata “Già, non ci avrei mai creduto... ma se sei ridotto in questo stato deve essere vero, altrimenti...” tirò una profonda boccata “credo di capire che ti succede sai? Non è una cosa così tragica, è solo che... ti stai innamorando di lei, tutto qua”

“Grazie tante, ci ero arrivato anch’io...”

“E allora dove sta il problema?”

“Qui!” si picchiò la testa con il dito indice ripetutamente “Ecco dove sta il problema! Cazzo!”

“Bhè, questo non è una novità...” scherzò Izzy “è che non ti è mai capitato prima, abituato com’eri al gioco opposto, o sbaglio? Di solito sei tu quello che spezza i cuori, e l’idea che ora potrebbe essere il tuo a rompersi non ti va giù...”

“Sì, credo che sia così...”

“Ha passato la notte con te, evidentemente non le sei poi così indifferente”

“No Izzy! Io ce l’ho portata solo perchè non era abbastanza lucida per opporsi, nemmeno si ricordava cosa fosse successo, capito? Se fosse stata in sè non sarebbe mai venuta di sua spontanea volontà... forse le avrei strappato qualche bacio, ma non è una che si lascia fregare, lei è diversa...”

“Su questo non c’è dubbio”

“Se ne è andata lasciandomi qua come un coglione... è sbagliato! Non dovrebbe essere così!”

“E come dovrebbe essere? Datti una svegliata, non puoi essere sempre tu quello che conduce! Sei capitolato, fattene una ragione...”

“Non credo di esserne capace”

“E allora lascia perdere...”

“Non posso...”

“Non è una sfida personale Axl, rischi di fare del male a qualcuno, per cui vai avanti solo se ne sei convinto”

“Certo, perchè... ah! Se non ci fosse Duff di mezzo forse...”

“Non tirare in mezzo Duff, lui non c’entra anzi... devi andarci piano amico, man ha intenzioni serie e non ha preso bene il tuo show con Laurel... Slash ha detto che ancora non è tornato a casa, chissà dove cazzo se ne è andato... non è che mi preoccupi più di lui che di te... ma forse è meglio che voi due mettiate in chiaro le cose, ci sono un po’ troppi malintesi in questa storia...”

“Parlarci dici? E che cazzo gli dovrei dire? Scommetto che non mi lascerebbe nemmeno il tempo di parlare...”

“A volte qualche pugno bisogna prenderselo, dovresti saperlo... ma devi essere sincero con lui come lo sei stato con me, o le cose finiranno male...”

“Ti fa bene fumare, diventi più saggio...”

“Non posso dire altrettanto di te...” sorrise battendogli la mano sulla spalla.

***

Duff passò la giornata in giro per i bar di Seattle, una vodka, un po’ di jack, una birra, una sigaretta qua e là... doveva tenersi impegnato, doveva fare qualcosa per liberare la testa, e l’alcool era la via più facile. Slash aveva ragione, non poteva mandare tutto a puttane... ma se in quel momento avesse avuto Axl davanti bhè... meglio non pensarci, conosceva troppo bene la strada per arrivare al garage.

“Hey biondo, vuoi compagnia?” lo chiamò una donna piuttosto attempata, mentre era seduto all’ennesimo bancone scolandosi l’ennesimo bicchiere di... non sapeva nemmeno cos’era.

“No, lasciami perdere...”

“Come vuoi...”

Tornò a casa solo a notte fonda, Slash se ne era andato lasciando comunque un po’ di casino. Il suo concetto di ‘riordinare’ non era quello di comune uso. La segreteria lampeggiava “Hey, sono Duff, ovviamente non ci sono, per cui... levati Slash è la mia segreteria! Bhè... lasciate un messaggio o quello che vi pare, se ho voglia vi richiamo... sei proprio un coglione! Ops, oh, non dicevo a voi eh... BIIIIP” sorrise ricordando il giorno in cui aveva registrato quel messaggio. Non era molto tempo prima, erano tutti lì a casa e Slash continuava a fare versi e a voler dire a tutti i costi la sua...

Non aveva voglia di sentire nessuno, ma meccanicamente pigiò il tasto dei messaggi, affondando poi nel divano.

“Michael sono tua madre, ti ricordi di avere una madre vero? Non ti fai sentire da un pezzo, chiamami...”

“Duff! Che cazzo di fine hai fatto, è tutto il giorno che ti chiamo!” Steven...

“Man... hem... senti, tutto ok? Non ti ho più visto tornare... bhè, fatti sentire e... se hai bisogno di compagnia sai dove trovarmi...” Slash...

“Ciao biondo! Sono Amanda... Mandy... sai, quella di stanotte... te lo dico perchè molti nemmeno si ricordano... ma mi hai dato il tuo numero, per cui... mmm ah! Ho dato quel demo a mio zio, mi ha promesso che lo ascolterà, gli ho detto che andate forte! Bhè... chiamami se... insomma... se vuoi un po’ di compagnia... o non so... ciao” Mandy...

Duff chiuse gli occhi gettando indietro la testa. Era a pezzi... e ubriaco, come voleva. Ma non abbastanza da desiderare compagnia, no, quella sera preferiva starsene solo con il suo alcool e i suoi pensieri per la testa...

Sitting here wasted and wounded at this old piano

Trying hard to capture the moment this morning I don't know

'Cause a bottle of vodka is still lodged in my head

And some blonde gave me nightmares

I think that she's still in my bed

As I dream about movies they won't make of me when I'm dead

With an ironclad fist I wake up and french kiss the morning

While some marching band keeps its own beat in my head while we're talking

About all of the things that I long to believe about love

And the truth and what you mean to me

And the truth is baby you're all that I need

I want to lay you down in a bed of roses

For tonight I sleep on a bed of nails

I want to be just as close as the Holy Ghost is

And lay you down on a bed of roses

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Piccolo aggiornamento... come ricordava Annachiara (grandissima!) oggi è il compleanno di Izzy... ovvio che non leggerà mai, ad ogni modo Happy Birthday!

Ps. eh sì, Bed of roses ci stava proprio!

“Buongiorno!”

“Sue, ciao”

Anche quella mattina nessuno dei ragazzi si era presentato a scuola.

“Ma si può sapere che fine hanno fatto tutti? Oh, ecco Kris! Heilà!” Sue sventolò le braccia in direzione dell’amica, che le corse in contro con un sorriso raggiante.

“Hey ciao!”

“Accidenti Kris, sembra che hai vinto alla lotteria!”

“Bhè se Steve era il premio... allora sono la ragazza più fortunata del mondo!”

“Oddio... ti prego!”

“Dai Laury, non iniziare!”

“Scusala Kris, è in fase ‘vedo nero’, sai com’è... eddai...” Sue diede una leggera gomitata a Laurel “non fare l’antipatica”

Laurel sbuffò “Scusa Kris... è che... non sono proprio in vena...”

“Che ti succede? Oh... credo di essermi persa qualcosa... cioè, non tutto, forse un pezzo... la parte principale non mi è sfuggita!”

“Hai visto anche tu...”

La ragazza annuì “Già... ma perchè quella faccia? Pare che tu non ne sia molto contenta”

“No infatti, non lo è per niente...” rispose Sue.

“Sei pazza? Oh Laurel! Solo qualche settimana fa ti avrei invidiato a morte! Axl è così... così... wow!”

“Abbiamo capito il tuo punto di vista...”

“E’ solo confusa Kris, lasciala stare... hey Laury, avanti...” le circondò le spalle con un braccio, una dimostrazione di comprensione che Laurel accolse con piacere da parte di Sue “prenditi un po’ di tempo, e non pensarci troppo ok?”

“Sì, forse hai ragione...”

“Sole? Dove avete lasciato i vostri gorilla?” Ancora Jesse... ‘stronzo...’

“Finiscila Jesse, perchè non te ne vai a fare un giro?” sbottò Sue.

“Oh che paura! Altrimenti? Ora che non hai la guardia del corpo che fai? Eh Laury?”

“Lasciami in pace e finiscila di comportarti come un idiota”

“Che coraggio a chiamare me idiota quando te ne vai in giro a farti sbattere da quei pezzenti senza cervello!”

“Ora basta!” Laurel si era alzata in piedi mettendosi di fronte al ragazzo con aria minacciosa, per quanto le riuscisse. Era davvero stufa di quell’atteggiamento, ma cosa sperava di ottenere?

“Che c’è bambina, ti ribelli?”

“Non chiamarmi bambina!” lo afferrò per la manica della giacca trascinandolo in disparte “Laurel...” la chiamo Sue un po’ preoccupata per come si stavano mettendo le cose.

“Senti, si può sapere che vuoi ancora da me? Perchè non mi lasci in pace? Perchè non...”

“Cosa? Credi che me ne dovrei stare con le mani in mano mentre te la fai con quelli?”

“Io non me la faccio con nessuno!”

“A no? E Hudson che ti sta sempre addosso? Lo spilungone che ti mangia con gli occhi e quell’altro... Rose, lui è il peggiore di tutti! Sai, mi sono giunte voci che vi siete divertiti eri sera, potevi almeno evitare di fartelo in pubblico, non credi?!”

“Basta! Ascoltami bene, a me non interessa quello che pensate tu o i tuoi amici perbene di me o di loro, non mi importa nemmeno se ti da fastidio la mia vita privata dato che non è più affar tuo da un pezzo e sai una cosa? Non me ne fotte proprio un cazzo di quello che si dice in giro! Mi hai rotto Jesse...”

“Oh oh... che volgare!” le afferrò i polsi stringendoli “da quando sei diventata così selvaggia? Mi piace sai... forse potrei domarti, è questo che fanno loro, eh Laury?!”

“FANCULO JESSE!” divincolandosi dalla sua stretta con tutta la forza che aveva gli sferrò un colpo all’inguine che lo fece piegare in due “brutta putt.... ohhhhhhh!!!!!”

“Non preoccuparti, nessun danno permanente...”

“Laurel sei stata grande!” Sue e Kris l’avevano raggiunta subito dopo aver assistito alla scena

“Non c’è niente di entusiasmante! Io... lascia perdere!”

“Ma dove scappi? Laury aspetta!”

“Ma che le è preso?”

“Credo sia solo molto arrabbiata Kris... e tu brutto zotico che non sei altro” continuò rivolta a Jesse che rantolava ancora accasciato su se stesso “vedi di girare al largo se non vuoi che il danno non permanente passi a diastro senza speranza!”

Laurel si era allontanata in fretta, sentiva la rabbia opprimerle il petto e gli occhi le si stavano riempiendo di lacrime ofuscandole la vista. Ci mancava solo lui... ma era convinta che ora le cose potevano solo peggiorare, Jesse non era tipo da accettare un’affronto simile, soprattutto da una ragazza, soprattutto da lei... affrettò il passo diretta alla Chilton Ballet Academy. Forse ballare le avrebbe tolto un po’ di pensieri.


***


Slash era uscito di casa tardi quella mattina, con tutte le buone intenzioni era diretto a scuola, ma si fermò quando vide Izzy andargli incontro “Slash”

“Hey Izzy, sono in un ritardo fottuto, scusa ma devo correre, merda... quando finirà questa cazzo di tortura...”

“Quando riuscirai a prenderti quel cazzo di diploma”

“La fai facile tu, tanto già ce l’hai no? Di un po’, quanti culi hai dovuto tappare per uscirne a pieni voti?”

“Meno di quelli che dovrai tappare tu per uscire con il minimo indispensabile...”

“Ah! ok ok, me la sono cercata...”

“Aspetta, ti devo parlare”

“Adesso?”

“Sì, è importante Slash... sai che fine ha fatto Duff?”

“No cazzo, l’ho chiamato per tutto il giorno, e anche stanotte ma continua a attaccare la segreteria”

“Stavo andando da lui, che fai, vieni con me?”

“Ma sì, fanculo la scuola.... senti credi ci saranno problemi? Quell’Amanda, la tizia che si è portato a letto ieri, ha dato il demo a suo zio... se ci chiama dobbiamo essere pronti”

“Non lo so... quei due devono chiarirsi, altrimenti di problemi ce ne saranno eccome”

“Chi, Axl e Duff? Merda lo sapevo, lo sapevo! Ma porca puttana! Accidenti a me e a quella cazzo di scommessa!”

“Non credo che c’entri molto, ho parlato con Axl e scommessa o meno le cose non sarebbero andate diversamente”

“Non ti seguo...”

“Axl è... oh dovresti vederlo... completamente fuori!”

“Bhè, non che sia mai stato a posto... voglio dire, non è la prima volta che va fuori di testa...”

“No, no, non hai capito... quella ragazza lo sta facendo impazzire! Slash, è innamorato, l’avresti mai detto?”

“Oh... come?! Ma fammi il piacere, non dire cazzate Izzy! Axl innamorato...”

“Guarda che non sto scherzando, ti sembro uno che ha voglia di scherzare? Credimi è completamente cotto! E determinato... Duff dovrà tirar fuori le unghie, e quella ragazza si deve decidere e...”

“No alt, stop, aspetta amico... non tirare in mezzo Laurel ok? Lei non deve decidere proprio un bel niente! Non è colpa sua se quei due si sono messi in questo casino... donne, tze... l’ho sempre detto io, una scopata e poi taglia subito... che casino...”

“Te la sei presa a cuore eh? Non sarà che piace anche a te? Eh, Slash...”

“Smettila, mi ci sono affezionato un po’ ecco tutto... e mi dispiace sai, perchè so che in un modo o nell’altro ne soffrirà... e non sarà la sola se quello che mi hai detto è vero... cazzo, non ci posso credere...”

“Già... ha passato la notte al garage, lo sapevi?”

“COSA??!!”

“Già... Axl se l’è portata lì che non stava nemmeno in piedi...”

“Merda! Ma come cazzo le viene in mente di andarsene a casa del primo che capita! Quella ragazzina è... impossibile, sul serio! Ah, ma mi sente appena la vedo, le devo fare un bel discorsetto!”

“Ma ti senti? Sembri una checca isterica!”

“Hey! Attento a come parli... non sono isterico...”

“Checca sì?” scherzò Izzy accendendosi una sigaretta.

“Ma fottiti! Parli proprio tu poi, quanto cazzo pensi di aspettare a ripassarti quella Sue eh? Vuoi farla arrivare vergine al matrimonio?!”

“Forse... ma almeno io mi ricorderò il suo nome dopo...”

“Spiritoso...”

“Dai muoviti, vediamo se è in casa...”

Erano arrivati all’appartamento, solitamente Duff lasciava la porta aperta nel caso uno di loro decidesse di fargli visita in qualsiasi momento. E per le emergenze c’era sempre la chiave di scorta, ben nascosta nella fioriera della vecchia che abitava lì da parte. Fortunatamente era mezza sorda, altrimenti con tutto il casino che facevano ci sarebbero state un sacco di lamentele. Si faceva vedere solo ogni tanto, più che altro era curiosa. Suonava alla porta con le scuse più impensabili come chiedere in prestito qualcosa o consegnare la posta che aveva preso prima che Duff la vedesse. Slash ricordava una sera in cui dopo che aveva chiesto dello zucchero, lui completamente fatto le aveva rifilato una piccola bustina di coca. Duff aveva dato fuori di matto, non voleva trovarsi un cadavere per vicino. E invece quella era ancora vive e vegeta e per quanto possibile pareva stare meglio di prima... forse avrebbe dovuto anche ringraziarlo per averle allungato la vita...

Izzy spinse deciso la porta... chiusa “E da quando si chiude dentro? Non mi pace per niente... Slash c’è ancora quella chiave?”

“Sì aspetta...”

“Cosa stai facendo con i miei fiori??” la vecchia in questione, appostata allo spioncino curiosa com’era, aveva aperto la porta quando aveva visto una folta massa riccia china sul suo vaso.

“Hey come va? Non si preoccupi prendo solo... questa” rispose Slash mettendo la chiave in bella vista.

“Ma che fai, cos’è? Chi ce l’ha messa?! Senti ragazzo...”

“Tranquilla nonna, scusa ma andiamo di fretta, vedi, il nostro amico là dentro sta di merda e ha bisogno di noi, ok?”

“Ma...”

“Tu stai buona qui che se fai la brava più tardi ti porto ancora un po’ di quello zucchero che ti piace tanto eh? Contenta?”

“Ma...”

“Ma, ma, ma... vai a farti un riposino, poi passo a trovarti, aspettami!” e le mandò un bacio prima di venire trascinato da Izzy all’interno dell’appartamento di Duff “La smetti di fare l’idiota? Adesso anche con le vecchie??”

“Stavo scherzando, quella è completamente rincoglionita...”

“Sì, sì... hey Duff??” chiamò Izzy.

“Man! Dove sei hey... oh cazzo!”

“Ma guarda un po’... merda! Duff?? Slash prendi dell’acqua!”

Duff se ne stava steso sul divano, solo con i pantaloncini corti della tuta addosso, bianco come un cadavere e con due profonde occhiaie stampate sotto agli occhi chiusi. Accanto a lui c’erano parecchie bottiglie, alcune vuote, altre semivuote, e un sacco di mozziconi sparsi in giro. Il suo respiro era così lieve da non farlo sembrare nemmeno vivo ad una prima occhiata.

“Ma che cazzo si è fatto?? E’ completamente pieno! Merda!”

“Datti una calmata Slash, prendi dell’acqua!”

“Aspetta, aiutami a tirarlo su!”

“Ma che vuoi fare?”

“Conosco un metodo migliore per svegliarlo, ma quanto cazzo pesa??” Slash afferrò l’amico portandosi il suo braccio dietro al collo, e Izzy lo imitò reggendolo dall’altro lato. Era di un pezzo più alto di loro, per cui fecero non poca fatica a trascinarlo di peso fino in bagno. Duff pronunciò qualcosa di poco comprensibile mentre la sua testa ciondolava verso il basso.

“Tranquillo amico, ci siamo noi! Izzy, apri la doccia, acqua fredda!”

Con il braccio libero Izzy fece ruotare la maniglia dell’ampia doccia finendoci in pieno sotto quando Slash vi scaraventò dentro Duff, non curante del fatto che il moro fosse ancora lì, rimanendo incastrato tra la parete e il corpo del biondo.

“Ma che cazzo fai???”

“Tienilo!”

“OH!!!”

Duff si dimenò trovandosi ad annaspare sotto il getto gelido e forte, con Slash che lo teneva sotto con tutta la sua forza, e Izzy incastrato dietro di lui “hey...ouch... ma che cazz... spegni questa roba! Slash! CAZZO!!!”

“Stai sotto amico, ti riprenderai subito!” Slash insisteva tenendogli ferma la testa sotto il getto freddo.

“Mi affoghi così... oh... non resp....”

Fortunatamente Izzy riuscì a ritagliarsi lo spazio sufficiente per girare il braccio e chiudere l’acqua, cadendo poi a terra sfinito e ritrovandosi addosso tutto il peso di Duff, che si accasciò sopra di lui “Dite un po’ ma che cazzo pensavate di fare!!!” sbraitò Duff.

“Slash sei proprio un coglione cazzo! Ma non hai visto che ero dietro?? Potevi almeno aspettare che mi levassi!”

“Hey! Cazzo! Begli amici... a parte che un po’ di acqua non ha mai fatto male a nessuno... e poi merda Duff! Ti abbiamo salvato il culo! Eri steso, completamente steso! Eri fottuto! Se non ti svegliavamo a quest’ora...”

“Stavo ancora dormendo cazzo! Ma che vi è saltato in mente???”

“Stavi lì svenuto sul divano... ma quanta roba ti sei fatto amico? Volevi ucciderti?”

“Ma che cazzo stai dicendo Slash? Non mi sono fatto proprio un bel niente, ero solo fottutamente ubriaco! E stavo dormendo da Dio!”

“Ma se ti abbiamo urlato addosso per svegliarti, e tu niente!”

“Perchè avevo questi cazzo!” Duff mostrò i tappini che teneva in mano e si era tolto poco prima dalle orecchie.

“Oh... tappi per le orecchie?”

“Già! I tizi di sopra facevano un casino fottuto e io avevo mal di testa... sorpresa! Il vecchio Duff non è ancora pronto per il suicidio!”

“Hey... hey! Amico! Non sai quanto sono felice di sentirtelo dire cazzo! Mi hai fatto venire un colpo sai? Ma guardati! Sei bianco da far paura!”

“Scusate, non vorrei interrompervi...” intervenne sarcastico Izzy “ma se non ci leviamo da qua subito ci saranno comunque due morti per polmonite! E Slash un duplice omicidio sulla fedina penale non è una cosa da ridere...”

“Ma che fighette! Quante storie per un po’ di acqua!”

Duff e Izzy si guardarono con un sorrisetto d’intesa, afferrarono Slash tirandolo dentro con loro e accesero in fretta l’acqua della doccia “MA CHE CAZZO FATEEEEE!!! Merda spegni questa cosa! Porca puttana....”

“Allora Saul, quante storie per un po’ d’acqua!” Lo canzonò Duff tenendogli ferma la testa sotto al getto come poco prima l’amico aveva fatto con lui “credo che possa bastare, spegni Izzy”

“Ouch! Ma sei fuori?? Mi verrà un’accidente cazzo!! Che freddo...”

“E poi saremmo noi le fighette eh!”

“Io l’ho fatto a fin di bene, ti credevo morto cazzo!”

“Perchè se ero morto pensavi di rimettermi in piedi con una doccia...”

“Guarda cazzo! Accidenti.,..”

“Aspetta, non uscite da questa doccia, o allagherete tutto...”

Duff uscì spogliandosi completamente e infilandosi l’accappatoio bianco che teneva appeso lì vicino “Tenete” lanciò poi ai due ragazzi due asciugamani “ma che fai? Te lo metti addosso sui vestiti bagnati?? Cazzo Slash!”

“Bhè giratevi allora”

“Oh! Adesso ti vergogni? Ieri ti sei scopato quella Lisa sul mio divano senza farti problemi e adesso ti vergogni di spogliarti davanti a noi??”

“Io non ti guardo cazzo, mi fai anche un po’ schifo...”

“Hey Izzy! Parli solo per invidia!”

“Ma guarda che due stronzi...” commentò secco Duff scuotendo la testa, senza però trattenere una risata sommessa. A cosa servono gli amici se non a salvarti da una morte apparente?

Il biondo si buttò sul divano, non prima di aver recuperato dalla sua scorta personale un bottiglia di jack nuova.

“Cazzo che lavata...” Slash e Izzy lo imitarono sedendogli uno da una parte e uno dall’altra, appoggiando i piedi sopra le sue gambe.

“Ma che cazzo fate! Slash sembri un finocchio con quell’asciugamano in testa...”

“Certo sai, qualche stronzo mi ha buttato sotto la doccia...”

“Occhio per occhio...”

“Io però non c’entravo nulla...”

“Hey sei tu che l’hai aiutato a portarmi fin lì o sbaglio?”

“Non sapevo cosa voleva fare!”

“Scusa non valida... e toglietevi dalle mie gambe!” Duff pensò che sarebbe stata una bella scena da vedersi. Lui in accappatoio con avvinghiati a sè Izzy e Slash, completamente nudi con solo un asciugamano attorno alla vita... e ovviamente per Slash uno a turbante per contenere la massa indomabile dei suoi capelli... ma che ne sarebbe stato della loro reputazione? Però in fondo era piacevole trovarsi lì con i suoi amici... e quella doccia dopo tutto gli aveva fatto bene, togliendoli dalle spalle un po’ della stanchezza accumulata e dell’intorpidimento dovuto all’alcool.

“Che scherzo del cazzo...” si lamentava ancora Slash “stavo per finire interrogato dalla polizia come in uno di quei fottuti telefilm!”

“Ma che stai dicendo? Ti ho detto che non ho cercato di suicidarmi!”

“Bhè però è quello che ci hai fatto credere!”

“Oh no bello! E’ quello che VOI avete creduto! Io stavo dormendo”

“Non dare la colpa a me, è stato lui che si è messo a starnazzare come una gallina...” si giustificò Izzy.

“Ok, ok... sono vivo, contenti? Che cazzo siete venuti a fare? Avevo anche chiuso la porta...”

“Oh, le chiavi di scorta, ricordi... la tua vicina è una cazzo di maniaca o qualcosa del genere, mi voleva violentare!”

“Chi la vecchia? Ma smettila... come la ragazza che ti ha stuprato stanotte...”

“Slash che viene stuprato? Ma fatemi il favore!”

“Hey nessuno pensa alla mia virtù?! Quella era una pervertita dammi retta!”

“Non mi sembra che ti dispiacesse...”

“E cosa avrei dovuto fare? Quella era amica di Amanda ricordi? Colei che ci garantirà il passaporto per l’Iron Quest... mi sono immolato per la causa...”

“Ma vaffanculo!” dissero in coro Duff e Izzy prendendolo a spintoni.

“Senti Duff...” riprese Izzy tornando serio e riportando il discorso al vero motivo per cui avevano fatto irruzione in casa sua “siamo venuti per vedere come stavi, ieri non ti sei visto per tutto il giorno, ti abbiamo lasciato un sacco di messaggi...”

Duff espirò una pesante boccata di fumo “ah... si ho sentito i messaggi, ma... non avevo voglia di avere compagnia... sto bene comunque, non c’è da preoccuparsi”

“Non dire cazzate!”

“Slash calmati... sembri una checca isterica...”

“Oh! Glie l’ho detto anch’io!”

“Fottiti Izzy! Andiamo Duff... non fare finta di niente con noi... ieri te ne sei andato così... non stavi bene affatto, non cercare di fregarmi amico!”

“Ok... non sto bene.... sei contento? Ti senti meglio adesso?”

“Mi stai prendendo per il culo?”

“Senti, non ho voglia di parlarne...”

“No tu ne parli invece cazzo! Se non che ci stiamo a fare qua me lo spieghi??”

“Io non vi ho chiamato...”

“Oh... si bhè... ma insomma, ormai ci siamo e non ce ne andiamo, ok? E smettila di tracannarti questo schifo... lasciane un po’ anche a me...” aggiunse rubandogli la bottiglia dalle mani. Duff sorrise. Quell’intromissione avrebbe dovuto infastidirlo, e in parte forse era così. Dopo tutto se e quando avrebbe avuto voglia di parlare l’avrebbe fatto no? Ora invece doveva starsene lì a subirsi l’interrogatorio di quei due.. come li definiva.. amici? Sì esattamente... e cazzo se lo erano, Duff lo sapeva, e proprio perchè lo sapeva nonostante il fastidio li lasciò fare.... forse un giorno li avrebbe anche ringraziati... e forse avrebbe già dovuto farlo, perchè se era vero che non aveva certo tentato di ammazzarsi, era altrettanto vero che si era buttato giù una dose tale di alcool che se non fossero arrivati loro a svegliarlo probabilmente avrebbe rischiato grosso... ma quello se lo tenne per se.

“Sentite, non dovete preoccuparvi ok? Avevo solo bisogno di stare da solo, tutto qui...”

“Duff, credo che dovresti parlare... con Axl...” azzardò Izzy, non troppo certo di quale potesse essere la sua reazione.

“Dovrei dici? E perchè? Ha vinto la sua scommessa no? Ora la lascerà stare....” ma ne era convinto?

“Bhè vedi... è che a volte le cose non sono quello che sembrano... man dammi retta ok? Tu e Axl siete amici giusto?”

“Direi di sì...”

“Bene, grande... e allora chiudetevi in quel cazzo di garage per il tempo che vi occorre e fatela finita”

“Ei, non in senso di... insomma... hai capito...” intervenne Slash.

“Certo che ha capito... discutete, litigate, mandatevi a fanculo, picchiatevi se necessario, ma dovete risolvere questa cazzo di faccenda prima di combinare qualche casino...”

“Non ho intenzione di mandare in malora i Guns...”

“Affanculo i Guns Duff! Non è di questo che stiamo parlando!”

“Slash ha ragione Duff... non intendevo il gruppo... anche, ma prima di tutto... l’amicizia ok man?”

“Ci penserò...”

“Ok, mi sta bene...”

“Ma non ora d’accordo? Non mi va…”

“Fai tu, certo man… quando vuoi…”

“Sì insomma, dopo tutto è un bacio no? Cosa vuoi che sia… insomma…”

“Slash non sono cieco… quello non era solo un bacio…”

“Vuoi arrenderti?”

“Ma che cazzo, non si tratta di una guerra Slash! Cosa dovrei fare? Prenderla per sfinimento? Ho avuto la mia occasione e me la sono lasciata sfuggire come… un idiota… Axl è stato soilo più furbo… e Laurel… non voglio che si senta tra due fuochi, non… voglio che ci stia male cazzo…”

“Ti fa onore, davvero… è giusto…”

“Sì amico… sei un fico, davvero!” Duff e Izzy guardarono l’amico ricco perplessi con le sigarette rimaste a penzolare sulle labbra.

“Ma allora sei frocio davvero!” urlò Izzy spingendolo con Duff che scoppiò a ridere.

“Ma che cazzo dite! Ah…”

“Hey, pizza?” propose Izzy.

“Andata… offro io, mi avete salvato la pelle giusto?”

“Giusto cazzo! Finalmente dici una cosa sensata!”

“Ma guarda che cazzo di amici!” una testa bionda spuntò dalla porta d’ingresso, che Slash e Izzy non si erano preoccupati di richiudere, facendoli sobbalzare “ma porca troia Duff, ti avrò chiamato dieci volte e poi ti trovo con questi due stronzi a far festa?!”

“Steven! Ci hai fatto prendere un colpo!”

“E chi diavolo pensavate che fosse… fammi posto Slash, leva quel culo…”

“Questo divano sta diventando un po’ stretto per tutti… hey, esiste anche una poltrona e le sedie!”

“Stiamo meglio così… e non lo dico perché sono frocio!”

“Cos’è questa storia del frocio?? E perchè siete tutti mezzi nudi? Che cazzo avete fatto??”

“Lascia perdere Steven… stavamo per ordinare una pizza, sei dei nostri?”

“Cazzo sì! Ho bisogno di mangiare qualcosa, Kris mi ha prosciugato”

“Non vogliamo sapere i particolari…” Slash alzò gli occhi al cielo “possibile che tutti scopiate come dei dannati e qua l’unico che non batte chiodo sono io??”

“Ma se ti sei lamentato di essere stato violentato per tutta la notte!”

“Appunto… solo depravate e ninfomani cazzo…”

“Ma smettila che ti diverti molto più di noi…”

“E’ perché sono più bello… e anche più simatico!”

“Slash…”

“Cosa?”

“MA VAFFANCULO!” il coro di voci si levò all’unisono per finire in una fragorosa risata generale. Ci voleva una serata del genere, solo loro una buona pizza, della buona birra, la videocassetta di ‘The Blues Brothers’ ormai consumata, come da tanto non facevano… per Duff mancava solo una cosa per completare tutto… Axl.

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Happo, anzittutto grazie per aver letto la mia ff e aver commentato! Quella versione del video di sweet child è anche più bella della versione ufficiale secondo me! Lì appaiono Mandy Brixx e Erin Everly, le allora fidanzate di Duff e Axl… che invidia :-P

Lo so, lo so, molte di voi attendono l’incontro Duff/Axl e Duff/Laurel… ma d’altronde ogni cosa a suo tempo… è anche comprensibile che al momento Duff non ne voglia sapere :-( Just a little patience girls ;-) a presto e come sempre grazieeeeeeeeeee!!!!!!!!

Se n’era andato Izzy lo capì subito non appena mise piede nel garage quella sera. Il letto era rifatto, i vestiti ben ordinati in un angolo e il vecchio zaino sgualcito non c’era. Non si preoccupava per lui, Axl era solito a queste fughe improvvise nei suoi momenti bui. C’era un problema? Qualcosa non andava? Guai in vista? Axl prendeva il suo zaino, ci metteva dentro quattro cose e spariva per qualche giorno. Dio solo sapeva dove andava e a fare cosa. Probabilmente aveva bisogno di stare da solo, Izzy lo capiva. Non gli aveva mai chiesto niente in proposito, presto sarebbe tornato come se nulla fosse, e questo gli bastava. Meglio così che vederlo in preda ad una delle sue crisi isteriche. L’aveva visto in momenti impensabili, completamente fuori di se, irriconoscibile. Billy Baley era sempre stato così, e cambiare il nome non era servito per cambiare la sua natura.

“Come sarebbe se ne è andato? Di nuovo?”

I ragazzi si erano trovati al garage in quel caldo sabato pomeriggio per le solite prove. Slash aveva portato una cassa piena di birre ghiacciate che aveva comprato con i soldi che sua nonna gli aveva dato per fare un po’ di spesa. Steven giocherellava con le bacchette e Izzy se ne stava sdraiato a terra con i fogli sparsi attorno a lui e una penna tra le labbra, al posto della più consueta sigaretta.

“Non ti agitare Slash” disse all’amico “tornerà presto, lo sai com’è fatto”

“Ma le prove cazzo? Se continuiamo così passeranno anni prima che riusciamo a tirare fuori dei pezzi decenti…”

“Hey…” Duff entrò titubante, non era certo di voler incontrare Axl, ma i ragazzi contavano su di lui. Notò subito la sua mancanza, guardandosi in giro capì immediatamente “se ne è andato” affermò rivolto ad Izzy che ancora steso sul pavimento sembrava in cerca di chissà quale ispirazione.

“Già, ma non credere di mandare tutto a monte, noi proviamo lo stesso” annunciò Steven iniziando a tamburellare sulla batteria.

“Mi sta bene. Izzy hai tirati fuori qualcosa di interessante?” domandò il biondo tirando fuori il suo basso dalla custodia e infilandoselo al collo.

“Forse… Slash, ti ricordi quel solo dell’altro giorno?”

“Quello che ho fatto a caso mentre ero in preda ai fumi alcolici? Andiamo Izzy, era un po’ una merda…”

“Perché non provi a rifarlo? L’inizio non era male… io e Duff ti seguiamo ma entriamo più tardi, Duff ti faccio segno quando attaccare, vedi tu come arrangiare il pezzo ok? Steven aspetta un attimo e dicci che ne pensi”

“Se lo dici tu…” Slash si tolse la maglietta tirando un sorso di birra prima di infilare la tracolla della sua Memphis Les Paul. Attaccò con il riff che si era inventato di sana pianta qualche giorno prima, arrangiandolo al momento in modo da migliorarlo notevolmente. Duff introdusse qualche nota di basso fino a quando Izzy con un gesto del capo, attaccò la sua parte di chitarra e Duff improvvisò ritmicamente la sua.

“WOW!! Ragazzi e da dove vi è uscita questa roba?!”

“Ti piace Steve?”

“Cazzo è davvero fico! Spacca di brutto! Slash, il tuo solo è davvero fenomenale”!”

“Ovvio…” Duff e Izzy alzarono gli occhi al cielo, Slash era incorreggibile, se una cosa gli usciva bene non trattenere il suo borioso ego. Ma dovevano ammetterlo, con quella chitarra era stato davvero grande.

“Riproviamo? Steven attacca con la batteria quando entro con la seconda chitarra, Duff sei grande, ottimo così… e registriamo ok? Così vediamo cosa ne viene fuori”

I ragazzi partirono unendo uno ad uno le note dei loro strumenti fino a formare la melodia di quello che sarebbe diventato uno dei loro maggiori successi.

“Hey questa roba spacca sul serio Steve, avevi ragione cazzo!” esclamò Slash dopo che ebbero riascoltato la registrazione.

“Già, non è per niente male”

“Non è male Duff? Cazzo! Abbiamo la musica… ma insomma, ci vorrà pure un testo da cantarci sopra no?”

“Sapete a che stavo pensando?” Izzy si alzò per andare a scartabellare tra una pigna di fogli scritti e pasticciati sui quali lui e Axl erano soliti buttare giù le loro idee, poi mostrò loro un foglio stropicciato.

“Ma questa ha già la sua musica…” osservò Steven “ci serve qualcosa di nuovo”

“Andiamo Steve, la musica che ci abbiamo buttato sotto fa schifo, questo pezzo è sprecato, scommetto che con l’intro di Slash e il theme che abbiamo fatto ora sarà tutt’altra cosa. Sweet chil o’ mine cambierà completamente”

“Tu dici?” Slash sembrava dubbioso “credi che Axl sarà d’accordo?” quella canzone era un idea di Axl, l’aveva scritta lui. Erin la ragazza a cui l’aveva dedicata doveva andarne davvero fiera. Loro l’avevano arrangiata come potevano perché lui voleva a tutti i costi portarla già in giro quando suonavano, ma Slash doveva ammettere che la musica era stata buttata li alla bell’e meglio, e di fatto il pezzo, per quanto ottimo fosse il testo, nel suo complesso non l’aveva mai fatto impazzire. Sapeva però come la pensava Axl su queste cose, creazione sua, guai a chi la toccava, probabilmente si sarebbe incazzato.

“Si se l’ascolterà, proviamo al volo, Duff, canta tu, forza Steven torna al tuo posto”

In breve a tutti fu chiaro quello che intendeva Izzy, il pezzo si sposava alla perfezione con le parole, era come se fossero nati apposta per unirsi. Una cosa che non sapevano descrivere. Anche senza la voce di Axl il pezzo era uscito alla grande, una perfetta fusione di tutti loro assieme. E con la voce di Axl, Duff era sicuro che ne sarebbe venuto fuori un successo.

“Woooooooooooo!! Ragazzi bisogna festeggiare cazzo!” urlò Steven eccitato.

“Io sto morendo di caldo…” si lamentò Slash tirandosi indietro i folti capelli e permettendo alla poca aria che circolava di rinfrescargli la pelle “sai Izzy, credo che tu abbia ragione, ad Axl piacerà cazzo! E’ uscito fottutamente bene!”

“Già! Duff hai più sentito quella Mandy?” domandò Steven.

“No…”

“Cazzo…”

“Dagli tempo Steven, immagino che suo zio avrà ben altro da fare che occuparsi di un gruppo di ragazzini che vogliono sfondare…”

“Hey! Noi non siamo un gruppo di ragazzini!”

“Per lui sì, quanti demo credi che gli passino tra le mani ogni giorno?”

“Ma insomma, sua nipote ci avrà pur messo una buona parola no? Altrimenti che cazzo te la sei portata a letto a fare?”

“Senti, io le ho dato il demo e basta ok? Ci sono incise sopra le nostre canzoni, non il nostro orgasmo! Non è certo per una scopata che andremo avanti!”

“Hey calmati amico…”

“Buoni ragazzi, calma! Steven, Duff ha ragione, se quel tipo ci chiamerà sarà solo per merito nostro e di quello che suoniamo”

Steven si rabbuiò, forse un po’ pentito dell’uscita che aveva fatto.

***

Axl vagava a Portland senza uno scopo preciso. Era arrivato fin lì in autostop come faceva sempre quando voleva scappare da qualcuno o qualcosa. Non sapeva nemmeno per quale motivo se ne fosse andato, voleva stare da solo, e probabilmente rimanere a Seattle non l’avrebbe aiutato. Almeno lì non lo conosceva nessuno, poteva camminare per le strade passando inosservato come qualsiasi altra persona. Certo, le ragazze si voltavano a guardarlo, e anche le persone per bene che lo squadravano da capo a piedi. Ma per lo meno non doveva rendere conto a nessuno, e si sentiva libero. Libero d fare quello che voleva, libero di sentirsi se stesso, libero dai suo pensieri. Aveva dormito in un motel con i pochi soldi che aveva, un posto davvero squallido e poco raccomandabile. Se ne stava sdraiato sul letto per la maggior parte del giorno, sentendo tutto ciò che accadeva nelle stanze vicine, e che trapelava dai muri muffi e poco spessi. Urla, gemiti, qualcuno che litigava... ognuno lì attorno sembrava essere impegnato in qualcosa. Lui no. Usciva di tanto in tanto per passeggiare tra la gente, la sera andava in qualche locale dove suonavano band sconosciute e a suo parere piuttosto insignificanti. Quelli non avrebbero mai sfondato. Niente idee, niente passione, niente di niente. Loro erano tutt’altra cosa. Dovevano solo avere pazienza, e una buona dose di fortuna. Pensava a Laurel di tanto in tanto, cercando però con tutte le sue forze di evitarlo. Sapeva che prima o poi avrebbe l’avrebbe rivista e come avrebbe reagito lei? Se lo domandava spesso. Sarebbe scappata come già aveva fatto? Forse non l’avrebbe considerato... e di certo non si aspettava che corresse da lui gettandogli le braccia al collo. Laurel non era il tipo da fare una cosa del genere. E Duff... il suo amico biondo, colui con il quale spesso si era trovato per scrivere qualche pezzo o trovare nuove idee, colui che di tanto in tanto lo ospitava quando era in condizioni pessime da non riuscire nemmeno a trovare la strada di casa, senza mai fargli domande e senza mai chiedergli nulla in cambio. Così diverso dall’euforica goliardia di Steven, dalla boriosa spensieratezza di Slash o dalla fraterna comprensione di Izzy... e ora? Ora forse tutto si sarebbe rovinato e per cosa? Una ragazza? No, non una ragazza qualsiasi, su questo ormai non aveva dubbi. Non era sicuro che ne valesse la pena, ma d’altronde non poteva fare altrimenti. Lauren contava per lui molto più di quanto avesse mia creduto, ormai non aveva dubbi, non poteva negarlo. Izzy aveva ragione. Lui che era sempre stato abituato ad avere ogni ragazza che desiderava per poi abbandonarle con cuore spezzato dopo un po’ di sesso facile, ora si trovava dalla parte opposta. Ora era lui che rischiava. E a questo non era preparato. Non l’aveva mai messo in conto e non sapeva come comportarsi. Laurel doveva essere sua, e Duff se ne doveva fare una ragione. Questa era l’unica soluzione... solo un po’ di pazienza e tutto si sarebbe sistemato. Solo un po’ di pazienza...

***

Laurel aveva passato a casa l’intero week end. Sue era andata a Port Angels dalla nonna e Kris si era presa l’influenza. Avrebbero dovuto andare tutti quanti al mare, e invece non se ne era fatt più nulla. Slash non si era fatto vedere, sperava che magari passasse a trovarla, ma nulla. Era andata all’accademia di ballo e provato il suo pezzo più volte per portarlo ai massimi livelli. Non mancava molto ormai al saggio. Sdraiata sul letto guardava il soffitto, pensando e ripensando a quanto fosse cambiata la su vita negli ultimi giorni. A quanto fosse cambiata a causa, e grazie, ad un gruppo di ragazzi a cui giorni prima non avrebbe nemmeno rivolto la parola. Jesse era diventato più insistente, l’aveva cercata a casa più volte ma non si era fatta trovare. L’unica volta che le era capitato di rispondere lei direttamente al telefono, lui l’aveva pregata di perdonarlo, le aveva chiesto scusa per quello che aveva detto, ma Laurel sentiva che non era sincero. Era solo un modo come un altro per cercare di farla tornare da lui, ma lei di certo non ci sarebbe cascata. Gli aveva appeso il telefono in faccia senza nemmeno rispondere alle sue suppliche, non ne valeva davvero la pena.

***

Duff dopo il pomeriggio passato con i ragazzi a provare, aveva deciso di far visita alla madre. Non ci andava spesso e ultimamente lei l’aveva cercato con frequenza. Il padre non stava molto bene, gli eccessi di alcool avevano rovinato il suo fegato ormai da tempo. Aveva portato Slash con se, o meglio, se l’era dovuto portare dopo le sue pesanti insistenze. Diceva che non voleva perderlo di vista nemmeno un attimo, dopo lo scherzo del giorno prima non si fidava di lasciarlo andare in giro ad ubriacarsi da solo “Non ce n’è bisogno”

“Col cazzo! Appena giro la testa ti stendi come l’altra sera! Non posso sempre salvarti il culo Mckagan!”

“Ma che stai dicendo? Senti, se vuoi venire ok, ma non-fare-cazzate, intesi?”

“Oh ma hai così poca fiducia nei miei confronti? Per chi mi hai preso?”

“Slash, l’ultima volta che hai visto mia madre le hai dato della playmate e le hai bruciato la tenda con la sigaretta...”

“E’ stato un incidente! E poi non è colpa ma se tua madre è una gran fi...”

“HEY!”

“Ok, ok... starò buono, promesso...”

I genitori di Duff abitavano sul lungomare di Alaskan Way, zona turistica per eccellenza di Seattle. La loro casa era piuttosto modesta rispetto alle ville che popolavano la zona, ma a Duff era sempre piaciuta, piccola, calda e sul mare. Quando era piccolo passava sulla spiaggia la maggior parte delle sue giornate, e quello forse era uno dei motivi per cui ogni volta Slash insisteva tanto per accompagnarlo. Sua madre Alice, era un donna bella e giovanile, lui le somigliava molto, mentre il padre Elmer era un ex pompiere che ora passava la maggior parte del suo tempo a sbronzarsi. Fortunatamente non era il tipo da diventare violento o irascibile, piuttosto dormiva o diventava ‘simpatico’ fino al fastidio. Su madre se ne lamentava sempre, ma lo lasciava fare, dopotutto, diceva, non faceva del male a nessuno. Probabilmente era da lui che Duff aveva ereditato la sua ottima inclinazione alla bottiglia.

“Michael! Ma quando ti deciderai a tagliarti questi capelli? Oh... e guarda questi vestiti...”

“Hey Alice!”

“Saul! Dovrei dire anche a te le stesse cose! Ma guardatevi ragazzi, sembrati usciti da una giungla!”

“Invece tu sei sempre una meraviglia!” Slash prese galantemente la mano della donna porgendole un baciamano e ritrovandosi una manata di Duff sulla testa “Smettila...”

“Oh, Michael lascia stare Saul! Mi fa piacere che finalmente siete venuti a trovarmi, quanto vi fermate?”

“Siamo solo di passaggio, domani ce ne andiamo”

“Così poco?”

“Ma, lunedì... scuola... ti dice niente?”

“Giusto, giusto, a proposito, spero che tu abbia intenzione di prendere quel benedetto diploma quest’anno!”

Slash scoppiò a ridere “Che cazzo ridi tu?! Certo che prenderò il diploma... dai andiamo a fare un giro in spiaggia, ok?”

I due ragazzi presero le vecchie chitarre acustiche che Duff teneva in casa, e in pantaloncini e infradito si stesero in spiaggia con l’immancabile birra fresca.

“Cazzo, guarda quella...” Slash indicò una prosperosa ragazza mora in bikini dall’aria simpatica e dai grandi occhi color nocciola, stesa a prendere il sole a poca distanza da loro “incredibile...”

“Slash stai sbavando... anche se non posso darti torto “disse il biondo abbassandosi gli occhiali da sole per vedere meglio.

“Ah amico, qui si sta proprio bene, sei fortunato”

“E non è niente, pensa a quello che troveremo a Los Angeles...” Duff alzò il capo con aria trasognante, verso l’azzurro cielo “anche il cielo sarà più bello...”

“Ci puoi contare, perchè ci andremo un giorno man, cazzo, ci puoi giurare...”

“Già... hey! Smettila di fissarle le tette cazzo! Sembri un pervertito!”

“Che ci vuoi fare? Sono vittima delle circostanze...”

“No, tu ragioni con l’uccello...”

Slash prese a strimpellare qualcosa con la chitarra “mi sento particolarmente ispirato con di fronte una dea del genere... quanti anni avrà? 17? 18?”

Duff rise “rifai quella cosa, mi piace...” Slash risuonò il breve riff che aveva improvvisato.

“Ricordatelo, non è per niente male”

“E’ un po’ moscio non trovi?”

“Io di moscio qua vedo solo una cosa”

“Basta che la smetti di fissarti tra le gambe man!”

“Ma smettila...” Duff si unì a Slash facendone uscire un pezzo acustico niente male “quando torniamo vorrei farlo sentire a Izzy”

“Accidenti, che caldo...” la ragazza che Slash continuava a fissare si era alzata per andare a tuffarsi in acqua “quasi quasi faccio un tuffo...”

“Ci avrei giurato...”

Slash sorrise sornione “se non torno tra cinque minuti non aspettarmi!”

“Guarda che se ti affoga io la respirazione bocca a bocca non te la faccio!”

“Fanculo...” e corse via gettandosi in acqua.

Duff rimase solo e si stese a terra chiudendo gli occhi. Slash non cambiava mai. Forse in un altro momento non ci avrebbe pensato due volte a seguirlo e a fare il cascamorto insieme a lui, ma nonostante continuava ripetersi di star bene, non era proprio così. Sapeva che Izzy aveva ragione, prima o poi avrebbe dovuto incontrare Axl e farci i conti. Non era sicuro di volerlo, ma non poteva nemmeno far finta di nulla. Come sarebbe finita? E Laurel? Lui non l’avrebbe mai costretta a scegliere. Quella sera aveva bevuto, chissà poi per quale motivo, e forse Slash aveva ragione, un bacio non significava nulla, ma non era sicuro nemmeno di questo. E ad ogni modo Axl si era portato in vantaggio, su questo non c’era dubbio. Continuare a darsi dell’idiota non sarebbe servito a niente, doveva risolvere quella situazione.

Di lì a poco Slash gli si sdraiò da parte con una guancia visibilmente arrossata “Il tuo fascino ha colpito ancora vedo...”

“Sarebbe più corretto dire che lei ha colpito me... cazzo, che femmina...”

Duff scosse la testa e rise “Oh, arriveremo città degli angeli! Dove le ragazze sono più belle!” canticchiò.

“E dove l’erba è più verde cazzo!”

“Già... segnatela! Mi piace!”

“Duff…”

“Mh?”

“Credo di essermi innamorato…” concluse il ricciolo strofinandosi la guancia colpita con una mano.

I due ragazzi passarono lì il week end, ore che volarono in fretta sulla spiaggia, dove Slash pretendeva di tornare ad ogni ora convinto che avrebbe rivisto la ragazza dai capelli scuri. Ovviamente non mancavano il vecchio jack, una buona sigaretta, e la loro musica.


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Capitoletto un po’ soft, ma servirà ;-) e sui prossimi andiamo con i vari incontri/scontri!
Annachiara, un altro link del genere e mi fai venire un colpo *__*
E come sempre grazie a tutte voi per le bellissime e divertentissime recensioni!!! Kiss *Lau

Axl tornò quel lunedì. Non si preoccupò nemmeno di andare al garage a cambiarsi, ma si fermò direttamente alla scuola superiore di Seattle. Era presto, forse troppo. Solitamente arrivava in ritardo, ma non quel giorno. Doveva assolutamente parlare con lei, e doveva farlo il prima possibile. Se solo avesse saputo dove abitava si sarebbe precipitato lì nel bel mezzo della notte, ma non lo sapeva. Avrebbe potuto tentare di scoprirlo, ma meglio non sfidare troppo la sorte.

Le andò incontro non appena la vide arrivare, bella e innocente come al solito, mentre a passo sicuro procedeva verso l’ingresso con lo sguardo dritto avanti a sè, immersa nell’ascolto del suo walkman.

Non l’aveva visto arrivare, se lo trovò davanti come un muro, quasi ci andò a sbattere contro. Con quell’aria trasandata era ancora più bello, i raggi del sole creavano luminosi riflessi dorati sui suoi capelli rossicci.

“Ciao”

“Ciao...”

“Ti devo parlare”

“Io... devo andare...” fece per scansarlo passandolo oltre, ma il ragazzo la fermò prontamente afferrandola per un braccio e facendola girare verso di se.

“No, ora... per favore...”

Laurel diede un’occhiata veloce all’orologio. In realtà avrebbe detto di sì comunque, non riusciva a resistere a quello sguardo “è presto, ho ancora qualche minuto... cosa vuoi?”

“Non qui, andiamo al parco qui di fronte”

“Axl senti, non mi va di...” ‘di rimanere sola con te perchè so che farei qualche cazzata...’ “...di andare là... fa freddo...”

“Freddo? Non potevi trovare scusa peggiore... ci sono quasi trenta gradi! Dai vieni, prometto che non mordo...” le afferrò la mano e lei istintivamente la ritrasse “Laurel che ti prende?”

“Niente... andiamo...”

Attraversarono la strada sedendosi poi su una delle panche del piccolo parchetto di fronte alla scuola, dove Axl era solito passare le ore di lezione che saltava insieme ai ragazzi. Non sapeva di preciso cosa le avrebbe detto, ma qualcosa doveva pur fare, o sarebbe impazzito.

“Senti... per l’altra sera...” iniziò.

“Lascia perdere ok? Non è colpa tua, io... non ero in me e tu in fondo non ne hai approfittato.. lo apprezzo, davvero”

“No ascolta, io ti ho portato lì e ti assicuro che non avevo certo le intenzioni più nobili di questo mondo, altrimenti ti avrei riaccompagnata a casa o lasciata alle tua amiche.. ma non l’ho fatto”

“Già... allora sei uno stupido Rose! Cosa vuoi che ti dica... per fortuna miei genitori non si sono accorti di nulla, un vero miracolo”

“Era solo questo che ti preoccupava?”

“Cosa vuoi dire?”

“Eri terrorizzata quando ti sei svegliata al mio fianco... perchè?”

“Come sarebbe a dire perchè?!”

“Era solo per paura che i tuoi genitori ti scoprissero? O c’è altro?”

Laurel abbassò lo sguardo, aveva capito benissimo il senso della sua domanda “no, non era solo per quello...”

“E allora cosa?”

“Io...” Axl le sollevò il mento con delicatezza obbligandola a fissarlo negli occhi ‘non fare così...’

“Non voglio che tu sia spaventata da me, ti prego... dimmi che non sei venuta con me solo perchè eri ubriaca, dimmi che sei rimasta con me perchè lo volevi”

“Axl, io non mi ricordo... sul serio... ma perchè mi dici queste cose poi? Cosa te ne importa?” si stava un po’ innervosendo. Tutto carino e gentile, faceva tanto il premuroso e poi? La modella se la ricordava bene... “smettila di trattarmi come se fossi una preda da conquistare! Ti ho visto con quella modella, cosa pensavi di fare? Io non sono una delle tante ragazzine che ti girano attorno!” aveva alzato il tono di voce “io non sono una delle puttanelle che ti fai quando ne hai voglia! Quindi ti prego, smettila di giocare con me! Smettila di... di... di farmi sentire così...” così come? Non riusciva nemmeno a trovare le parole.

Quindi è così che la pensava. Credeva che lui stesse cercando di sedurla per portarsela a letto come faceva di solito con qualsiasi altra ragazza. E come poteva darle torto? Persino lui non si fidava di se stesso, perchè avrebbe dovuto farlo lei?

“Ma che cazzo stai dicendo! Se volevo solo una buona scopata credi che ti perdere? Laurel quella sera potevo prenderti come mi pareva, non avevi nemmeno la forza di ribellarti! Eppure non lo fatto! Merda! Credi che questo non conti niente? Me ne sono andato per non pensarti, ma non ce la faccio ok? E non dirmi di non farti sentire così, perchè sei tu che mi fai sentire... un idiota!”

“Perchè tu sei un idiota! E non urlare!”

“Sei tu che hai iniziato ad urlare!”

“Perchè mi hai fatto arrabbiare!

“Io?? Oddio Laurel...”

“Hai finito?”

“Come?”

“Hai finito di dirmi... quello che dovevi dirmi? Posso andare?”

“Come sarebbe posso andare?!”

Laurel si alzò, era rossa in viso, sembrava sul punto di scoppiare. Ma cosa si era messo in testa? E tutte queste belle parole... però sembrava sincero... era più confusa che mai. Doveva andarsene, ormai aveva imparato a riconoscere i segnali degli effetti che Axl aveva su di lei, e quando aveva iniziato a guardarla in quel modo, quello strano senso di sfarfallamento allo stomaco era già iniziato.

Gli voltò le spalle, scappando da lui come ormai era solita fare. Ma Axl la raggiunse in un attimo, abbracciandola da dietro e tirandola a se ‘no...’ il sensuale profumo di lui la invase afuscando i suoi sensi. Il contatto con il suo corpo la fece rabbrividire e come sempre le tolse ogni forza.

“No, questa volta non scappi piccola...” la fece voltare verso di sè, stringendola più forte e avvicinandosi in un modo troppo pericoloso.

Bramava le sue labbra, voleva sentirla gemere sotto il tocco dei suoi baci, non voleva più trattenersi, era ora di finirla di fare il bravo ragazzo, almeno in quel momento. La baciò con impeto, facendola arretrare di un passo ma tenendola saldamente allacciata a se.

Laurel fu colta di sorpresa da quel gesto, e stavolta, a differenza della volta precedente, le sue braccia si allacciarono automaticamente alla vita di lui, stringendola. Un turbinio di emozioni e sensazioni mai provate passò per la sua mente, estraniandola completamente dalla realtà. Solo quando Axl lentamente mise fine a quel bacio staccandosi da lei, aprì gli occhi, trovandosi a guardare fisso i suoi.

Rimasero così fermi per qualche istante, poi Laurel corse via lasciandolo lì solo. Questa volta non la trattenne, ormai era sua, ne era scuro, aveva risposto al suo bacio e non era sotto gli effetti dell’alcool.

***

Due profondi occhi verdi avevano assistito impietriti alla scena. Duff era tornato la sera precedente con Slash, il ragazzo era rimasto da lui a dormire e insieme si erano recati a scuola, a piedi come sempre. Il parco era proprio di fronte alla scuola, e da lì passavano tutti i ragazzi, Axl avrebbe dovuto immaginare che poteva non passare inosservato. Non si accorse si lui, dopo che Laurel era corsa via l’aveva visto rimanere impalato per una attimo per poi allontanarsi. Solo un bacio... e con questo facevano due. Ma stavolta era diverso, Laurel non era ubriaca e aveva partecipato attivamente a quello scambio, in pieno possesso delle sua facoltà. Stavolta Axl non c’entrava. Era lei... e questo Duff sapeva cosa voleva dire.

Slash era rimasto a bocca aperta. Quella Laurel... che testa dura! Ma cosa diavolo stava combinando?

“Hey... amico...” sussurrò preoccupato per il silenzio del biondo. Era visibilmente contratto, ma non disse nulla. Semplicemente senza nemmeno rispondere ai richiami di Slash, proseguì mesto verso la scuola per seguire le lezioni di quella che si prospettava essere una giornataccia.

“Ma cazzo!” Slash si incamminò verso il parco, sapeva che avrebbe trovato Axl, e infatti il giovane se ne stava seduto sull’erba appoggiato ad un albero, immerso nei suoi pensieri. Slash gli si parò davanti con aria seria “si può sapere cosa stai facendo??”

Axl alzò il viso, interrotto da quell’intrusione. La faccia dell’amico non prometteva niente di buono “Slash, che ti prende? Se è perchè sono sparito in questi giorni guarda che...”

“Non me fotte un cazzo di dove sei andato! Mi riferivo a Laurel! Che cazzo sta facendo?!”

“Cosa... scusa? Hey, la predica me l’ha già fatta Izzy, non ti ci mettere anche tu!”

“Ascoltami bene, io non so quali siano le tue intenzioni, sei davvero innamorato? Ok, mi sta bene... ma sappi che se vedrò quella ragazza versare anche solo una lacrima a causa tua e delle tue manie da don giovanni del cazzo, dovrai fare i conti con me!” ed era serio.

Si aspettava una sfuriata o qualcosa del genere, ma non arrivò. Axl sorrise, abbassando lo sguardo “Ok...”

“Ok? Tutto qua?”

“Cosa dovrei dirti? Ok, libero di spaccarmi il culo... ma non la lascerò stare se è questo che pensavi....”

“Stammi a sentire Axl...” Slash si inginocchiò di fianco a lui, portando a pari livello il suo viso, poi scosse la testa “ma che cazzo... senti, dimmi solo una cosa... non è per quella scommessa vero? Perchè se è per quello chi se ne frega, dimenticata, non mi interessa più... “

“No, non è per quella scommeesa”

“Ok... guarda che me lo ricordo... insomma... merda! Che casino...”

“E’ per Duff che ti preoccupi? O solo per lei?”

“Anche per Duff... a dire il vero... non sono l’unico che ti ha visto prima...”

“Merda...”

“Bhè se volevi evitare di essere notato potevi portarla in un posto più appartato non credi? Ormai il danno è fatto”

Axl rimase serio “Duff capirà”

“Forse... ma ora è incazzato nero amico, mi auguro per te di non trovartelo sulla tua strada oggi...” Axl rimase in silenzio, e Slash non aggiunse altro, si alzò, e proseguì dritto a scuola, lasciando il rosso di nuovo solo.

“Incredibile” mugugnò tra se mentre si allontanava “è appena tornato è ha già fatto casino...”

***

Ovviamente i due ragazzi non erano stati i soli ad assistere a quella scena. A quell’ora la zona si stava popolando, e dall’ingresso dell’edificio quella parte di parco era ben visibile.

“Hai visto?” Stava dicendo Seth ad un incredulo Jesse “te l’avevo detto! Le voci su quei due non erano del tutto infondate... che puttanella... dì un po’ ma anche con te era così?”

“Stai zitto Seth!” Jesse era scuro in volto, si era trattenuto dall’andare dai due, prendere a pugni lui e dire in faccia a lei tutto quello che gli passava dalla testa in quel momento.

“Bhè, se non altro credo che se insisti ancora un po’ non sarà difficile per te farci ancora un giro, pare che Laurel si voglia divertire ultimamente, e hai capito cosa intendo...”

“Quella troia... e faceva tanto la santarellina! ‘Io non me la faccio con nessuno’... bugiarda del cazzo!”

“Hai visto Mckagan? A quanto pare non gli è piaciuto lo spettacolo”

“Forse non se l’è ripassata abbastanza”

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Guai in vista ... O_o ehhhh sì!

Ciao a tutti! Lau

Laurel era letteralmente scappata in classe, senza badare alle facce che la fissavano e bisbigliavano parole poco carine, pettegolezzi sul suo conto o frasi d’invidia. Pareva proprio che nessuno sapesse farsi i fatti propri. Seguì svogliatamente le lezioni del giorno e fu ben contenta che la mattinata fosse tutto sommato finita presto. Non aveva fatto altro che pensare a quello che era successo con Axl… di nuovo. Continuava a domandarsi il perchè, perché Axl si comportava il quel modo, perché non la lasciava in pace, perché lei reagiva così e perché tutto sommato non voleva davvero essere lasciata in pace… le piaceva, indubbiamente, non voleva ammetterlo, era troppo orgogliosa e testarda per farlo, ma quella mattina ne aveva avuto la conferma. Cosa sarebbe successo ora? Avrebbe dovuto cedere alle sue avance? Non ne era poi così sicura. Quelò ragazzo la spaventava, così insatabile e difficile da capire. Non riusciva a classificarlo, a entrare in piena sintonia con la sua testa, ma forse anche questo era il suo fascino.

“Hey ragazzina! Si può sapere che cazzo combini??”

“Slash! Sei impazzito?? Mi hai fatto prendere un colpo!”

Il ragazzo era apparso improvvisamente dietro di lei mentre camminava in corridoio, facendola sobbalzare.

“Ah io? E tu allora? Mi stai facendo venire i capelli bianchi!”

“Ma perchè ti agiti tanto? Dì un po’ hai bevuto forse? Sembri isterico...” glie lo stavano dicendo un po’ troppo spesso ultimamente... “e poi si può sapere che fine hai fatto? Non ti sei fatto vivo per tutto il week end…”

“Non dirmi che ti sono mancato!” era così facile per lui dimenticarsi ogni cosa… bastava un complimento, o almeno qualcosa che a lui sembrasse tale, e tutto andava in malora.

“Un po’… cos’hai combinato?”

“Oh sapessi… tanto per cominciare io e Izzy abbiamo letteralmente salvato Duff l’altra sera, non che me ne voglia vantare, ma insomma… era davvero fottuto!”

“Come scusa?”

Ma il ragazzo badò alla sua domanda, intento com’era nel suo racconto “Poi abbiamo provato, anche se Axl era sparito e devo dire che abbiamo tirato fuori un pezzo niete male cazzo!”

“Axl sparito? Ma cosa...”

“E ieri sono stato tutto il giorno a casa di Duff, non la sua qua, ma quella dei suoi, sul mare… che roba! Sai c’era una tipa che… wow!! E poi… no aspetta…. Hey piccola… non deviare il discorso!”

“Io non ho deviato proprio niente! Sei tu che ti sei messo a parlare a raffica…”

“Tutte scuse, mi hai fatto scappare dalla mente quello che ti dovevo dire...” Slash si guardò in giro, forse non era il caso di parlare lì con tutti quegli sguardi indiscreti “senti, per quelle ripetizioni siamo sempre in tempo? Settimana prossima ho il compito di algebra, devo rasentare almeno la sufficienza”

“Ok… e Duff?”

“Duff… bhè ecco lui…”

Il ragazzo passò proprio in quel momento dirigendosi a passo deciso verso l’uscita, sguardo dritto avanti a sé.

“Eccolo!”

“Laurel, io non credo che…”

“Duff!” lo chiamò. Aveva un’aria così strana. Il giovane si voltò sentendosi chiamare e appena vide Laurel si irrigidì ancora di più “ci sei anche tu per le ripetizioni? Slash ha…”

“No” fu la sua secca risposta.

“Sei sicuro? Guarda che se è per i soldi io non voglio...”

“Ho detto che non ci sarò, ok?” si era voltato fissandola negli occhi con aria dura, quasi ostile.

Laurel restò ammutolita “Ok…” riuscì solo a dire.

Duff non aspettò oltre, senza degnarla di un saluto, ma facendo solo un lieve cenno del capo a Slash, proseguì per la sua strada.

“Ma che cos’ha? Sembrava…”

“Incazzato”

“Sì… “

“Laurel, vedi…” Slash sospirò “ragazza mia, è solo che ultimamente la sua vista gioca brutti scherzi…” Laurel non capì subito a cosa si riferiva “diciamo che vede delle cose, cioè, non solo lui, solo che a lui non ha fatto tanto bene vedere queste cose…”

“Oh no…” aveva capito. Appoggiò le spalle all’armadietto lasciandosi andare e chiudendo gli occhi “ha visto… Axl… vero?”

“Già, e per intenderci, non era da solo…”

“Allora Sue aveva ragione…”

“Cosa?”

“Niente Slash, lascia perdere… io credo di aver fatto un pasticcio… devo spiegargli…”

“No aspetta! LAUREL! Ma perché non mi dà mai retta!” nemmeno il tempo di chiamarla che la ragazza era già corsa via, tentando di raggiungere Duff in fondo al corridoio.

Cosa voleva fare? Non lo sapeva, qualcosa avrebbe fatto, non sapeva nemmeno perché lo stava rincorrendo, in fondo lei non doveva spiegazioni a nessuno, era libera di fare quello che voleva no? Eppure vedere Duff in quello stato e avere la consapevolezza che la causa di tutto era lei, le aveva spezzato qualcosa dentro. Duff era sempre così solare, divertente, dolce… non riusciva proprio a concepirlo in quello stato. E poi… ora che aveva la certezza che Sue aveva ragione, che aveva sempre avuto ragione, cambiava qualcosa? Ora che era sicura che entrambi i ragazzi che in un modo o nell’ altro facevano battere il suo cuore erano interessati a lei, cosa avrebbe fatto?

“DUFF!” lo chiamò correndogli incontro “Duff, aspetta!”

Lui nemmeno si voltò, dovette fermarsi per forza solo quando Laurel gli si piantò di fronte, rossa in volto e col fiatone, i capelli che ricadevano a ciocche disordinate dalla lunga coda… uno splendore… uno strazio per lui. La guardò duramente contraendo la mascella e stringendo i pugni. Non voleva vederla ora, non voleva parlarci.

“Duff, ascoltami…” iniziò titubante.

In un gesto stizzito Duff scattò verso di lei spingendola con la schiena contro la fila di armadietti al muro. Le braccia di lui erano tese ai lati del suo corpo e poggiava i pugni sulle fredde porte di metallo. Dovette abbassarsi per guardarla negli occhi, uno sguardo gelido, duro, e… dolce… quello sguardo che solo lui sapeva fare, questa volta però annebbiato da un alone di tristezza. Laurel rimase impietrita, non riusciva più nemmeno a respirare. Con impeto lui alzò il braccio destro facendo partire un violento pugno contro l’armadietto sfiorando appena il lato destro del viso di Laurel. La lamiera si piegò sotto il duro colpo, facendo un tale rumore da far voltare tutte le persone presenti. Laurel era paralizzata, per una attimo aveva creduto che quel pugno le arrivasse dritto in faccia. Duff rimase immobile guardandola nei suoi bellissimi occhi… aveva paura, lo sentiva. E per questo si sentì male ancora di più. Non voleva spaventarla, ma quella reazione causata dalla rabbia che aveva dentro non era riuscito a contenerla. Aveva cercato in tutti i modi di evitarla e trovarsela li davanti, mentre cercava di spiegarsi con qualche scusa, lo aveva fatto uscire di testa.

“Duff!” Slash era accorso proprio in quel momento, immobilizzandosi quando l’amico aveva sferrato il colpo. Sicuramente si era fatto male, vedendo come aveva ridotto lo sportello di quel malcapitato armadietto.

Senza smettere di guardarla Duff si staccò indietreggiando scuotendo il capo, e voltandosi se ne andò via, verso l’uscita. I suoi occhi luccicavano…

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Breve capitoletto... ma aggiornerò prestissimo!

Amlet, mi fa piacere che ti piaccia la mia ff!

Ragazzeeeee grazie che commentate sempre! Siete fantastiche :-D

“Hey, stai bene?” Slash si era avvicinato a Laurel posandole le mani sulle spalle. Stava tremando “piccola, tranquilla ok? Non è successo niente”

La ragazza non rispose. Le veniva solo da piangere e non tanto per lo spavento ma per ben altro. Duff era assolutamente, incondizionatamente incazzato con lei, probabilmente la odiava, e di sicuro odiava anche Axl. In un colpo solo era riuscita a distruggere non solo un ‘qualcosa’ in quel ragazzo, ma anche un’amicizia consolidata da molto. Si sentiva uno schifo... ed era tutta colpa sua. Non si era mai sentita tanto meschina. Inspirò profondamente cercando di calmarsi “andiamocene...” gli chiese in tono sommesso, sentiva gli sguardi degli altri ragazzi puntati su di sè.

“Sì, è meglio, prima che spacchi la faccia a qualcuno di questi stronzi che non sanno farsi i cazzi loro!” Salsh alzò il tono di voce a quelle ultime parole, appositamente per farsi sentire. Circondandole le spalle con il braccio, gesto che la faceva sempre sentire al sicuro, la condusse fuori e insieme si incamminarono verso casa.

“Non dici niente? Ti sei ammutolita...”

“Non c’è molto da dire...”

“Gli passerà”

“Tu credi? Non mi sembrava intenzionato a farsela passare”

“Bhè non lo so, ma Duff è un tipo tosto, ha solo bisogno di sbollire”

“E’ tutta colpa tua!” gli urlò contro staccandosi da lui.

“Cosa??!! Frena baby, che cazzo dici?!”

“Sì e solo colpa tua! Se... se tu non ti fossi ostinato ad accompagnarmi a casa quel giorno, se mi avessi lasciato in pace... sei un dannato zuccone!!!”

“Ma guarda coda mi tocca sentire!”

“Non avrei conosciuto nessuno di voi! E sarebbe stato meglio, avrei continuato a considerarvi un branco di scansafatiche viziati e maleducati, e non...” la sua voce si abbassò gradualmente “... non avrei combinato tutto questo casino...”

Slash rimase in silenzio riprendendo a camminare.

“Scusa... hey! Aspettami!” Laurel gli corse dietro raggiungendolo.

“Già già... tutti a prendersela con Slash, mi pare giusto... certo...”

“Scusa ok? Io... non è colpa tua, lo so... è solo che...”

“Ma sì, ma sì... ti perdono...” disse con finta aria di sufficienza “vorrà dire che per espiare le tue colpe...” Laurel lo guardò in attesa di chissà che punizione “ripetizioni gratis!!!”

“Scordatelo!”

“Eh no cara, ora devi pagare per avermi ingiuriato!”

“Oh poverino! Piccolo e indifeso!”

“Non prendermi in giro, mi hai già offeso abbastanza per oggi...”

“Ma dai!” a Laurel scappò una risata.

“Ahhhh allora ce l’ho fatta a farti ridere!”

“Sei un buffone!”

“Hey va che mi offendo sul serio, sei una piccola peste!”

“Come fai a sopportarmi?”

“Bhè, non riesco a resistere ad una bella fanciulla, è più forte di me!”  le rimise il braccio sulle spalle tirandola a sè “e poi mi devi un favore...”

“Cioè??”

“Bhè, pensaci bene, se non era per me, che ti onoravo della mia presenza, probabilmente a quest’ora saresti già ricaduta tra le grinfie di quel rotto in culo del tuo ex, c’è da scommetterci!”

“Non dire cavolate! Non sarei mai tornata con lui!”

“Oh sì invece! Allora?”

“Cosa...”

“Nemmeno un grazie?!”

“Ma smettila!”

“Sul serio... sto aspettando... avanti...” Il ragazzo si mise davanti a lei a braccia conserte, gonfiando il petto in attesa.

“Non ti dirò mai grazie... forse è vero che mia hai ‘salvata’ da Jesse, ma mi hai messo in casini più grandi, per cui siamo pari... e le ripetizioni le paghi!” Laurel incrociò a sua volta le braccia snobbando l’amico e camminandogli oltre, lasciando indietro.

“Hey! Così non vale!”

“Spiacente... i fatti parlano chiaro...”

“Ah... donne... chi vi capisce è bravo...”

“Allora, ti muovi?”

“Arrivo, arrivo...”

I due ragazzi camminarono in silenzio per qualche minuto. Era incredibile come anche solo la vicinanza di quel ragazzo tutto ricci riuscisse a cambiarle l’umore. Certo i fatti rimanevano sempre quelli, ma Slash la faceva sempre sentire bene, protetta, sicura, e la faceva ridere. Per una attimo si era dimenticata di tutto.

“Ti va se facciamo un salto da Bill? La sua ‘bottega’ è qua vicino no?”

“Vuoi vedere mio padre? Bha... va bene...”

“Ha detto di passare da lui per qualche lavoretto, un po’ di dollari in più mi farebbero comodo... visto poi che devo pagare pure te...”

“Giusto! Allora andiamo, prima inizi a lavorare prima mi paghi!”

“Venale...” 

L’officina di Bill era effettivamente poco distante da lì, e ci arrivarono in fretta.

“Papà!”

“Ciao Laury! Che ci fai qui? Saul!”

“Hey Bill!”

“Come va ragazzo?”

“Alla grande!”

“Come mai da queste parti?”

“Passavamo… Slash voleva venire a trovarti”

“Ma che gentile… è per quel lavoro eh!”

“No! Bhè… non che non mi faccia piacere rivederti… ma sai, già che c’ero…”

“Non preoccuparti, capisco benissimo! Quando avevo la tua età ero sempre in giro a trovare il modo per racimolare qualcosa in più! La musica non rende molto di questi tempi eh?”

“Al momento no… dove suoniamo ora ci pagano a mala pena le consumazioni, o poco più… ma vedrai che sfonderemo! Me lo sento!” si gasava sempre quando qualcuno gli chiedeva della musica. A Laurel piaceva vederlo così preso ed entusiasta.

“Mi fa piacere sentirtelo dire, un po’ di ambizione ci vuole nella vita! Allora…”

“E TU CHE CI FA QUI??!!”

“Oh cazzo…” Slash si coprì il viso con una mano. Una giovane donna era spuntata da dentro l’autofficina. Era Stephanie, la segretaria contabile di suo padre. Il posto non era grande, ma aveva un sacco di clienti, e lui non riusciva a stare dietro a tutto. Così un paio di anni prima dopo le insistenze della moglie si era deciso ad assumerla. Aveva 35 anni, portati splendidamente, davvero una bella donna… esattamente il tipo che Slash preferiva, prosperosa, bruna e passionale.

“Oh, Stephanie, ti ricordi… di Saul… immagino…” Bill sembrava imbarazzato.

“Che ci fa lui qui Bill?! Non avrai mica intenzione di riprenderlo a lavorare spero!”

“E dai Stephanie calmati, cosa vuoi che sia qualche oretta a settimana…”

“Non ci pensare proprio!”

“Stephy, tesoro!” azzardò Slash “come va??”

“E me lo chiedi?! Con che coraggio ti ripresenti!”

“Hey! Guarda che è stato quel pazzo di tuo marito a rincorrermi con una mazza da baseball, dovrei essere io quello incazzato!”

“Ma come ti permetti brutto…”

“Ok ok, ragazzi, finitela!” Bill si intromise tra i due “Stephanie, torna al lavoro…”

“Bill, se Marcus lo trova qui di nuovo lo ammazza! E poi ammazza anche me!!!”

“… ci deve solo riprovare…”

“Saul, per favore… Stephanie, nessuno ammazzerà nessuno, ora calmati e torna dentro”

“Ok…” disse lei poco convinta, tirando un’occhiataccia a Slash prima di andarsene.

“Ufff… l’hai combinata grossa ragazzo!”

“Andiamo Bill! Quel Marcus è uno squilibrato!”

“Già, ma devi ammettere che farsi trovare in casa sua nel letto con sua moglie non è stata una gran mossa…”

“Ma che colpa ne ho io? Te la ricordi? Mi tampinava tutti i giorni!”

“E tu dovevi lasciarla fare, non darle corda”

“Bill, ma l’hai guardata bene?? E’… una bomba! Sono fatto di carne io, mica di legno!”

“Saul, pare che nel tuo sangue scorrano più ormoni che globuli rossi!”

Laurel era rimasta a guardare la scena divertita. Ma c’era ancora da stupirsi delle bravate di Slash? Era davvero incredibile, ovunque andasse spuntava qualche ex fiamma, o roba del genere, e quanti guai in giro! Un vero uragano!

“Wow… Slash, non mi avevi detto di questa tua predilezione per le navi scuola!”

“Che c’entra, l’età non conta”

“Bhè, potrebbe essere tua madre”

“Non esagerare! Io ho solo buon gusto!”

“Non posso darti torto!” lo assecondò Bill “ma la prossima volta Saul, assicurati prima che siano completamente libere, ti eviterai un sacco di problemi, credimi!”

“Grazie del consiglio Bill… immagino che di quei lavoretti non se ne parli…”

“E perché? Stephanie al sabato non c’è, potresti venire qualche ora se vuoi. E poi sono io il capo, e io decido chi far lavorare per me”

“Sei davvero un grande Bill! Proprio un cazzone!”

“Slash!!!” Laurel era trasalita.

“Che ho detto??”

Bill scoppiò a ridere “suvvia, Laury, lo prendo come un complimento! Ora devo tornare al lavoro, Saul passa pure quando vuoi, e porta i miei saluti ad Ola!”

“Sarà fatto”

“Andiamo stallone… ciao papà!” 

I due ragazzi si allontanarono, e Laurel scoppiò letteralmente a ridere “non ci credo! Davvero, non è possibile!”

“Cosa?”

“Ma come fai a metterti in certi casini?! Il marito di Stephanie è stato campione di pesi massimi ed è anche mezzo squilibrato, lo sanno tutti!”

“Bhè, io non mi lascio intimorire da nessuno!”

“Ma smettila!”

“Stallone eh…”

“Già… oddio, da quanto tempo non mi facevo una risata del genere…”

“Ah mi fa piacere sapere di essere il tuo giullare! Ma guardala! Ti ricordo che non sono l’unico a combinare casini!”

“Non vale! Io non sono mai stata rincorsa da una moglie gelosa!”

“Infatti… quindi io sono migliore, un punto a mio favore…”

“Guarda che non ti fa onore avere la fama del rovina famiglie”

“Ma che rovina famiglie… io ho solo ceduto alla tentazione, è stata lei a cominciare! Mi stava sempre addosso, e appena tuo padre non c’era ne aproffittava per mettermi le mani ovunque! Cosa avrei dovuto fare?”

“Resistere?”

“Non sono stato programmato per trattenermi… quella donna è una pazza ninfomane, non mi sono mai sentito tanto sfruttato!”

“La parte della vittima non ti riesce per niente bene…”

“Ah! Ma cosa ne vuoi capire tu! Allora, ora che ti sei fatta una bella risata… dove andiamo? Casa tua?”

“NO!”

“E perchè?!”

“Non riuscirei a sopportare te e mia madre insieme...”

“Allora insisti ad offendermi!”

“Slash sei un insopportabile leccaculo! Non ce la posso proprio fare!”

“Ok ok... andiamo da me... mia nonna si fare un sacco di film, non le ho mai in casa nessuna ragazza”

“OLA!!!” urlò Slash aprendo la porta di casa. Era una piccola casetta di vecchio stile ma tutto sommato ben curata. Forse avrebbe avuto bisogno di una verniciata, ma poco male. All’interno l’arredamento obsoleto era comunque curato e pulito, anche se c’era parecchio disordine e nell’aria aleggiava un forte profumo di dolce.

“Saul, sei tornato presto oggi... oh!” Ola era una signora di colore piuttosto alta e non troppo magra, aveva l’aria simpatia e benevola, e gli occhi erano incredibilmente simili a quelli del nipote “chi è la tua amica?”

Slash le si avvicinò baciandola sulla guancia “Laurel, la figlia di Bill Taylor, il meccanico... a proposito, ti saluta”

“Oh Bill, un brav’uomo... ciao Laurel”

“Piacere signora” Laurel allungò la mano intimidita.

“Dammi del tu, mi fai sentire vecchia!”

“Ok...”

“Di Saul, è la tua ragazza?!” in sfacciataggine Slash doveva pur aver preso da qualcuno...

“Nonna! Ma che domande sono! Cavolo no... non è la mia ragazza, mia sta aiutando con i compiti”

“Oh benedetto il Signore! Ti sei messo a studiare sul serio!”

“Sì... più o meno...”

“Allora non vi disturbo, mi raccomando non farti incantare da questo faccino ragazza mia, quando inizia a fare gli occhi dolci ottiene quello che vuole! Quando era piccolo mi fregava sempre, e anche adesso sai!”

“Basta nonna! Non devi svelare tutti i segreti del mestiere! Andiamo Laury...”

Slash trascinò Laurel al piano di sopra, fino alla sua camera “Benvenuta nel mio mondo tesoro! Ritieniti una privilegiata, non ci ho mai fatto entrare nessuna ragazza fino ad ora”

“E capisco anche il perchè...” azzardò lei.

Quella stanza era un vero disastro! Vestiti e riviste sparse ovunque, pigne di musicassette e vinili impilati a casaccio, una sedia sgangherata riempita di ogni cosa e poster rovinati attaccati ovunque sulle pareti, e insieme ad essi decine di targhe di paesi diversi e un cartello stradale arrugginito. Se non altro era pulita, evidentemente Ola ci teneva.

“Allora? Che ne pensi?”

“Bhè... non poteva che essere camera tua...”

“Ha stile vero?”

“Il tuo, senza dubbio...”

“Bene, da dove iniziamo?” Slash si getto sul letto sfatto, Laurel non potè non notare con suo sommo divertimento le buffe lenzuola di Capitan America.

“Non provare a prendermi n giro per queste! Capitan America è un mito... e poi... le ha comprate Ola!”

“Certo! Dunque... anzitutto tirati su da quel letto, non aiuta di certo a studiare!”

“Solo cinque minuti...”

“No!”

“Eddai, devi sempre fare la rompipalle?!”

“Slash!”

“Vieni qui!!!” cogliendola alla sprovvista la prese per il polso tirandola vicino e facendola ricadere sul letto al suo fianco “vedi, si sta comodi, non trovi??”

“Ma che fai?!”

“Ne approfitto! Dai sto scherzando... rilassati un attimo!”

Laurel sospirò, ormai rassegnata a modi dell’amico, era irrecuperabile. Cercò di rilassarsi stendendosi al suo fianco con la testa appoggiata alla sua spalla e il braccio di lui che le passava dietro al collo, e chiuse gli occhi "raccontami di quell ragazza che hai visto alla spiaggia, era tanto bella?"

"Oh, un sogno... era una dea!"

"Fammi indovinare... bruna, le curve al posto giusto... e due tette enormi!"

"Non essere volgare!" scherzò lui "ci puoi giurare, erano... wow! potrei anche innamorarmi di una così..."

"Perchè non sei andato da lei?"

"Ci ho provato, ma... non è andata molto bene... credo di aver sbagliato approccio..." si toccò la guancia, ricordando ancora il solenne ceffone che si era preso.

"Bhè forse la rivedrai un giorno"

"Mà, non lo so... penso di essermi bruciato l'unica opportunità che mi è stata concessa..."

Il viso di Laurel si oscurò “ho fatto proprio un bel casino...”

“Uh? Ti riferisci a quello che penso io?”

“Credo di sì...”

“Già...”

“Cosa devo fare?”

“Ah non lo so... credo che la cosa migliore al momento sia capire cosa vuoi, il resto si vedrà”

“Ma io... non lo so...”

“Vuoi un auto? Quel bacio che ho visto oggi... bhè, secondo me diceva già molto...”

“Forse...”

“Ti piace Axl? E non dirmi balle...”

“Sì...”

“E anche Duff?”

“Sì... ma in maniera diversa...”

“Sai una cosa? Se proprio nella merda!”

“Ah grazie! Sei davvero una consolazione!”

“Ascoltami...” si girò sul fianco per poterla guardare negli occhi “vedo come reagisci quando Axl sta anche solo a un metro da te, e nonè normale... insomma, non mi venire a dire che ti è indifferente ok? Si vede lontano un miglio che te lo mangeresti al volo”

“Ma cosa...”

“Fammi finire... per cui dammi retta, segui il tuo istinto e non preoccuparti troppo del resto, a Duff passerà prima o poi, e risolverà i sui problemi con Axl. Per quanto riguarda te invece... stai attenta... insomma, non sono certo la persona più adatta per darti consigli di questo genere di cose, ma Axl è... un po’ strano, non so se mi spiego. Per cui stacci attenta ok? Non avrai vita facile con lui, anche se non ti annoierai di certo...”

“Non ho mai detto di voler stare con Axl...”

“Lo so... ma credo che sarà esattamente quello che farai... per cui non menartela troppo, e vivi la vita ogni giorno senza pensarci baby... tra l’altro quell’idiota di un rosso l’ho già avvisato, cosa credi... che provi a farti soffrire e se la vedrà con me!”

“Cos’ha fatto?!”

“Calmati! Lo faccio per il tuo bene”

“Come fai ad essere così sicuro che...”

“Ci vedo bene sai, non sono mica nato ieri... io non so come fa... non lo capisco proprio! Tutte le ragazze stanno appresso a lui, e si prende anche le migliori... oh, mi riferisco a te ovviamente... e pensare che io sono decisamente più bello, e anche più simpatico... e di sicuro meno scombinato di lui! Bha...”

“Ma io non sono sicura che...”

“E chi può esserlo? Vedremo... e riguardo al casino... io ne ho combinati tanti in vita mia, non ne vado fiero, ma sai che ti dico? Che se non ne avessi fatti probabilmente ora non sarei la persona che sono...”

“Sto facendo una cazzata vero?”

“Sì...”

“Evviva la sincerità!”

“Me l’hai chiesto tu!”

“SAUL!!!! SCENDETE! LA MERENDA E’ PRONTA!!” Ola urlò improvvisamente da sotto, destandoli dalla loro conversazione.

“La merenda??!!”

“Bhè?”

“Tua nonna... ti prepara la merenda??”

“Sì, tutti i giorni! Devo crescere!”

“Oh mio Dio!” Laurel scoppiò a ridere “non ci posso credere!”

“Raccontalo a qualcuno e giuro che mi vendico, piccola serpe!” si avventò su di lei facendole il solletico.

“AHHHHH!!!! Ok, ok!!! Basta ti prego, basta!!!”

“Ti arrendi?!”

“Sì sì!!! Mi arrendo...”

“Ok...” si alzò dal letto togliendosi dal viso i riccioli scompigliati che ricadevano in vanti “andiamo allora...”

Laurel si tirò in piedi ricomponendosi, a stento tratteneva ancora le risate “Ok... andiamo a mangiare questa merenda!!!”

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Scusate, è più forte di me... se non faccio fare a Slash qualche uscita delle sue non sono contenta :-P

A presto!!!!!

Duff tornò a casa in tutta fretta, non aveva voglia di veder nessuno per questo non si fermò in nessuno dei bar di strada, troppa possibilità di incontrare Izzy o Steven, o magari lo stesso Axl. Si chiuse la porta alle spalle facendola sbattere con violenza e vi si appoggiò contro chiudendo gli occhi.

Ma con tutte le ragazze che poteva avere senza problemi, proprio di Laurel si doveva andare ad invaghire? Non c’era mai stato nessun problema tra loro ragazzi, e ora questa nuova situazione che vedeva fluttuare Laurel tra due contendenti, lo prendeva in contropiede. Avrebbe dovuto giocare sporco come Axl fin dall’inizio, cercare di sedurla invece di fare il bravo ragazzo a tutti i costi. Forse ora sarebbe sua. Ma lui non era così, non lo era mai stato, era Axl il seduttore, non lui. Lui non si era mai preso gioco delle ragazze, il sesso non era mai mancato, ma chi andava con lui sapeva di cosa si sarebbe trattato. Axl invece si divertiva a far perdere la testa a quelle ragazzine con i suoi modi da don giovanni e tante belle promesse d’amore eterno, e poi tanti saluti. Era successo così tante volte... sarebbe stata la stessa cosa per lei? Non poteva sopportarlo... forse sarebbe stato meglio saperli felicemente innamorati, almeno si sarebbe assicurato di non vederla mai soffrire. Ma con Axl era certo che Laurel sarebbe stata ben lontana dall’essere felice, forse all’inizio, ma poi? Axl era uno che pretendeva tutto, prendendoti anche l’anima se gli si lasciava la possibilità, ma tendenzialmente non dava nulla in cambio. D’altra parte Laurel era perfettamente in grado di decidere con la sua testa, sapeva che tipo di ragazzo era Axl, se le stava bene lo stesso perchè avrebbe dovuto preoccuparsene lui? Eppure lei era così diversa... lei non lo meritava un trattamento del genere... ma si sà, al mondo non c’è mai giustizia per tutti.

“FANCULO!!!” urlò all’improvviso scaraventando per terra la pigna di musicassette impilate sul mobile al suo fianco. Una fitta acuta alla mano lo fece gemere.

Accese una sigaretta fumandola mentre camminava nervosamente avanti e indietro. E pensare che quasi in quel week end si era calmato... e ora tutto da capo.

Qualcuno suonò alla porta “Chi cazzo è che rompe...” per un po’ non rispose, ma dopo l’insistenza di quel qualcuno, esasperato spalancò la porta “Slash! Vattene!” ma nessuna massa informe di capelli c’era ad aspettarlo.

“Senti scusa giovanotto” la sua vicina di casa, con quell’aria da vecchina dolce e innocente gli si presentò davanti “mi faresti la gentilezza di prestarmi un’aspirina? Sono rimasta senza e ho un terribile mal di testa...” di sicuro aveva sentito i rumori della porta che sbatteva e delle cassette cadute e curiosa com’era non si era trattenuta dall’andare a controllare.

Il ragazzo sbuffò irritato. Cercava di essere sempre gentile con quella signora, dopo tutto era anziana e non faceva del male a nessuno, ma l’aveva proprio preso nel momento più sbagliato. Lasciandola sulla soglia si precipitò in cucina, prese una delle ormai poche bottiglie di jack rimaste e tornato glie la piazzò in mano “Questo funziona meglio di qualsiasi fottuta aspirina, per cui si faccia una cazzo di bevuta, e non rompa più le palle!”

“Ma... ma... giovanotto!” non la stette più a sentire e le sbattè la porta in faccia.

Si sentì uno stronzo per averla trattata in quel modo, ma... fanculo anche lei!

Dopo qualche minuto il campanello suonò di nuovo.

“Ma che cazzo!” Duff si alzò di scatto infuriato, spalancando la porta adirato “che cazzo vuole ancora? Se l’è già scolata?! Oh...”

“Ciao...” quella che si trovava davanti non era decisamente la sua vicina...

“Amanda...”

“Già... di un po’, cos’è che mi dovrei essere scolata?”

“No, non stavo parlando con te, pensavo fosse un’altra persona... che ci fai qua?”

“Non sembri molto contento di vedermi...”

“Non è giorno...”

“Pare che ti debba sempre incontrare nel giorno sbagliato allora, o sei sempre così incazzato? Fa parte della tua immagine da rock star?”

“L’ultima cosa che mi sento in questo momento è una rock star... Mandy, cosa sei venuta a fare?”

“Ti ho lasciato un sacco di messaggi in questi giorni, non mi ha ai risposto, e così... sono venuta di persona...”

“Ah, sì...hem..." si mise una mano tra i capelli scompigliandoli, in cerca di una scusa plausibile "...non ero a casa questo week end...”

“Ma oggi sì, non li hai sentiti?”

“No”

“Ok... credo di aver afferrato il concetto, tolgo il disturbo”

La ragazza si voltò verso le scale. Era davvero carina, sotto quello strato di trucco era certo che si nascondeva un viso ancora più bello. Aveva un corpo niente male e il suo sguardo malizioso avrebbe fatto cedere qualunque uomo. Ma non lui. Non che ne fosse immune, quella ragazza lo eccitava da matti, ma non era quello cercava. Sapeva quello che voleva, e Mandy era troppo distante da ciò. Ma in quel momento aveva disperatamente bisogno di qualcosa o di qualcuno che lo aiutasse a ritornare a galla anche solo per un momento. Una buona bottiglia, della buona roba... forse, ma Mandy era tutt’altra cosa.

“Aspetta...” la chiamò.

“Che c’è, hai cambiato idea?”

“Ho... ho bisogno... di te”

Mandy tornò piano verso di lui appoggiandosi allo stipite della porta. Lo guardò con i suoi occhi da bambina troppo cresciuta, era bello con quel viso pallido e l’aria leggermente imbronciata. I suoi occhi erano arrossati, i biondi capelli scompigliati e le labbra tese in un sorriso sghembo. Con lei era stato così dolce e gentile... uno dei pochi che l’avevano fatta sentire una ragazza a tutti gli effetti, non una facile con cui farsi una bella scopata e basta. Anche se era cosciente che anche Duff probabilmente non cercava che quello da lei.

“Solo una scopata, giusto?”

“Al momento non posso prometterti altro...”

“Una birra e un po’ di compagnia?”

“Questo posso farlo...” detto questo la prese per un braccio tirandola a sè e facendo richiudere la porta con una spinta. Era scuro che la vecchia li stava spiando.

La baciò a lungo, sbattendola al muro e stringendole la vita con le mani. Mandy allacciò le braccia dietro alle sue spalle e si lasciò travolgere completamente. Lo voleva con tutta se stessa, voleva essere sua, anche solo per un’altra  volta. Duff si muoveva freneticamente, poteva vedere i lineamenti del suo viso contrarsi, mentre il suo respiro si faceva più affannato... e lui sempre più desiderabile. A breve i vestiti che indossavano rimasero disordinatamente sparsi per il pavimento, si gettarono sul divano, sempre più ‘impegnati’. Duff sembrava una furia, baciandola famelicamente e aumentando il ritmo ad ogni suo gemito di piacere. Mandy affondava le unghie aggrappata alla sua schiena con ardore, completamente coinvolta da quello strano ragazzo biondo, che aveva conosciuto solo pochi giorni prima.

Quando si risvegliò era ancora sul divano, nuda, ma qualcuno le aveva messo una coperta addosso… Duff. Dov’era finito? Sentì uno strimpellare di chitarra provenire lì vicino, e mettendosi a sedere lo vide, sulla poltrona con indosso i soli boxer, mentre era intento a suonare qualcosa con una vecchia chitarra. La riconosceva quella musica, Let it be…

“Ti piacciono i Beatles?”

Duff interruppe la melodia alzando lo sguardo verso di lei “solo in certi momenti”

“Non ti fermare ti prego… mi piace ascoltarti”

Il ragazzo sorrise. Sembrava una venere così messa, la pelle chiara illuminata dal sole che filtrava dalla finestra, i capelli sciolti che le ricadevano sulle spalle e il viso rilassato. Riprese a suonare e lei portandosi dietro la coperta sulle spalle, si accoccolò sul bracciolo della poltrona accanto a lui, stringendogli le braccia attorno al collo e con una mano scostandogli di lato i capelli biondi. Delicatamente gli baciò il collo, e rimase lì avvinghiata a lui.

Duff non sembrava infastidito dalla sua presenza, era sobrio e non aveva dimenticato i suoi dispiaceri, ma con lei era stato bene, doveva ammetterlo. Smise di suonare e posò la chitarra a terra, tirando a sé Mandy in modo da farla sedere sulle sue gambe. Era calda e le sue nudità fecero rinascere in lui certi ardori, così riprese a baciarla, sempre più ardentemente. E lei non potè far altro che stare al gioco.

“Cosa vuoi fare ora?” Duff stava steso sul divano con Mandy ancora aggrappata a lui “vuoi uscire, non so…”

“Sul serio?”

“Cosa?”

“Tu vuoi… fare qualcosa con me… a parte questo?”

“Perché, ti sembra tanto strano?”

“Bhè… pensavo… solo sesso giusto?”

“Non fraintendere Mandy… il mio è puro egoismo, non ho voglia di stare da solo, e nemmeno di avere altre compagnie… a parte te”

“Potrebbe anche bastarmi…”

“Non dovrebbe”

“Perché no? Forse anch’io ho solamente bisogno di non stare da sola”

“In tal caso al momento puoi anche approfittare di me”

“Guarda che potrei farci l’abitudine!”

Duff rise “Già… gran bella abitudine… scopare tutto il giorno con un bassista mezzo alcolizzato e depresso…”

“Sei depresso?”

“No credo... probabilmente sono solo incazzato”

“E non mi sembri nemmeno alcolizzato”

“Non dipingermi come un bravo ragazzo, non lo sono”

“Sei meglio di tanti altri, almeno tu parli chiaro senza troppi giri di parole”

“Preferisco non avere fraintendimenti”

“Giusto….”

“Allora? Vuoi restare qui tutto il giorno o usciamo?”

“Sai una cosa? Mi è venuta fame!”

“Sì, anche a me”

“Pizza?”

“Andata”

“Posso farmi una doccia? Sono uno straccio”

“Fai pure”

Mandy si allontanò da lui lasciandolo solo. Si ristese sul divano, era spossato, ma tutto sommato aveva sbollito un po’ di quella rabbia che aveva in corpo fino all’arrivo della ragazza. Sapeva che sarebbe riaffiorato tutto la prima volta che avesse visto Laurel o Axl, ma era lo meno al momento si era calmato. Grazie a Mandy. Non si sarebbe mai innamorato di lei, non era quello che voleva, e questo lo rammaricava un po’, sarebbe stato tutto più facile. Si guardò la mano con cui aveva sferrato il pugno all’armadietto, rischiando di colpire Laurel n pieno volto. Era ancora arrossata e graffiata, gli doleva anche un po’. Strinse gli occhi ripensando alla scena, ma come aveva potuto scattare in quel modo? Doveva averla terrorizzata, e non era certo quello che voleva. Probabilmente avrà pensato che fosse impazzito o qualcosa del genere, non aveva scuse per come si era comportato. In fondo lui non le aveva mai dato modo di conoscerlo davvero, forse non sapeva nemmeno dei sentimenti che provava nei suoi confronti.

Il rumore dell’acqua che scorreva lo distrasse dai suoi pensieri. Sospirando si rialzò, e si trascinò fino in bagno dove dai vetri appannati della doccia poteva intravedere la sinuosa figura di Mandy. Era così sexi... si tolse anche l’ultimo indumento che aveva addosso e aprì lo sportello.

“Hey! Mi hai messo paura!” si era girata, ancora ricoperta di schiuma coprendosi il petto con fare difensivo.

“Scusa, c’è posto anche per me?”

“Quanto ne vuoi...”

Entrò abbracciandola da dietro e facendo scorrere le mani sul suo corpo.

“Duff se continuiamo così non usciremo mai...”

“Potrebbe essere un’idea” prese a baciarle il collo spingendosi contro di lei, che poggiando la testa al suo petto la tirò indietro per permettergli di afferrarla meglio.

Non riusciva nemmeno a pensarci... era davvero solo una scopata? Per lui sicuramente, aveva bisogno di qualcuno che lo tenesse occupato, questo l’aveva capito, e anche per lei tutto sommato era la stessa cosa. Non aveva mai avuto vita facile, le piaceva divertirsi e per questo motivo molti dei ragazzi con cui era uscita in passato si erano approfittati di lei. Duff era diverso. Schietto, chiaro, senza troppe belle frasette per addolcirti la pillola prima di sbatterti in faccia che non glie ne fregava un cazzo di niente... era sempre stato sincero, e comunque gentile. Voleva godere di quei momenti insieme a lui il più possibile, perchè temeva che prima o poi sarebbe finito tutto. La sua testa non era libera e probabilmente nemmeno il suo cuore. Se ne doveva fare una ragione.

Duff rimase sotto il getto bollente anche dopo che Mandy fu uscita. Rimase lì con l’acqua che gli scorreva addosso facendo scivolare via tutto. O quasi... ‘smettila di pensare o diventerai pazzo...’

Solo dopo una buona mezz’ora si trovarono entrambi pronti per uscire.

“Ora ho davvero una fame da lupi!” cinguettò la giovane prendendo il ragazzo a braccetto prima di uscire dalla porta di casa.

“Già, anch’io”

“Giovanotto!” ‘Oh no...’ Non appena aveva sentito la porta aprirsi, l’anziana vicina era uscita sul pianerottolo reggendo tra le mani la bottiglia che Duff le aveva dato qualche ora prima... vuota “grazie, il mal di testa mi è passato” barcollava visibilmente, Duff non poteva credere che l’avesse bevuta davvero. Quella doveva essere proprio suonata!

“Mi fa... piacere, ma ora vada in casa e si faccia una dormita eh... dopo si sentirà anche meglio... andiamo Amanda!”

Scesero le scale velocemente “non ci posso credere!” esclamò le quando furono fuori.

“Cosa?”

“Hai dato da bere a quella vecchina?!”

“Non me lo ricordo...”

“Duff!”

“L’aspirina non ce l’avevo! E poi questo è niente, Slash le ha dato della coca una volta, facendole credere che fosse zucchero... Dio, pensavo fosse morta...”

“Ma voi sete completamente fulminati!” e scoppiò a ridere.

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Crazy_Me ehhhhhh Slash è troppo avanti! Chissà se ha ragione... ad ogni modo non si può mai sapere :-)

Ragazze i vostri commenti sono sempre i migliori!!! Ahahaha, mi fate morire dal ridere, siete grandiose!!!

E permettetemelo... DUFF... LOVE U!!!

Laurel aveva tentato di far studiare Slash per tutto il pomeriggio, e per un po' ci era anche riuscita. Ma quel ragazzo pareva distrarsi per un nonulla, bastava una sciocchezza e già pensava ad altro. Mentre tornava a casa si trovò a ripensare alle sue parole. Chissà poi per quale motivo era così convinto che prima o poi avrebbe ceduto ad Axl... si strinse le spalle mentre l'aria fresca della sera iniziava a scendere.
Mentre si avvicinava a casa un pick-up scassato la affiancò al marciapede, e dal finestrino del passeggero, spuntò la simpatica faccia di Steven, tutto un sorriso.

“Hey!!! Chi si vede, Laury!”

“Oh, ciao Steven! Izzy, ciao!”

“Ciao Laurel”

“Che ci fate in giro?”

“Stiamo andando da quel coglione del tuo amico, ogni riccio un capriccio... dice che è troppo stanco per muoversi a piedi e così ci tocca andare a prenderlo... ma che gli hai fatto fare?”

“Io? Proprio niente... non c'è verso di farlo concentrare su qualcosa nemmeno a pagarlo...”

“Ci avrei scommesso! Questa storia delle ripetizioni è proprio una gran cagata! Io lascerei perdere fossi in te”

“Se solo si impegnasse un po' in quello che fa non avrebbe così tanta difficoltà a passare un compito...”

“Figuriamoci... senti, sai quando torna Sue?” domandò Izzy.

“E' ancora a Port Angels, dovrebbe tornare domani, forse dopo...”

“Ok... senti, se per caso ti chiama, salutamela ok?”

“Ok...”

“Invece Kris è ancora malata cazzo! Maledetta influenza...” si lamentò Steven.

“Tu evita di farla rimanere mezza nuda in giro a fare roba, e vedrai che non si ammalerà più!”

“Fanculo Izzy! Laury, che fai stasera, sei dei nostri?”

“Non lo so...”

“Dai, non farti pregare ogni volta! Ti passiamo a prendere più tardi, ciao!!!”

“Ma...” e senza nemmeno darle la possibilità di rispondere era già spariti sgommando sulla strada “Ufff... questi ragazzi sono impossibili...” scosse la testa, senza però riuscire a trattenere un sorriso. Non era sicura di voler uscire, temeva di poter incontrare Axl, o peggio, Duff... la sua reazione l'aveva impaurita, e non sapeva come comportarsi con lui. Ma d'altra parte non poteva evitarli per sempre, e forse incontrarli mentre erano in mezzo alla gente era meglio che trovarseli da soli, o a scuola, con tutti gli sguardi dei suoi compagni addosso. E soprattutto con Jesse nei paraggi...
Aveva davvero bisogno di Sue in questo momento, ma l'amica non sarebbe tornata che a giorni, e lei non aveva nemmeno il telefono della nonna. Poteva solo sperare che fosse lei a chiamarla.

“Ciao tesoro, com'è andata oggi?”

“Una favola...” rispose alla madre ben poco convinta di quello che diceva.

“Oh, hai una faccia... hai dato ripetizioni a Saul anche oggi?”

“Più o meno...”

“Tuo padre mi ha detto che siete passati da lui” sperava che non gli avesse detto anche i particolari, se avesse sputo di quello che aveva combinato con Stephanie probabilmente si sarebbe scandalizzata “Stephanie ha dato fuori di testa!” 'Ecco, appunto...' “Quella donna è davvero un'arpia!”

“Come scusa? Guarda che...” forse era meglio evitare di difenderla... chissà cose le aveva raccontato suo padre!

“Cercare di sedurre un ragazzo di quindici anni più giovane di lei, è inconcepibile! Per fortuna Saul non è uno sprovveduto! Povero ragazzo...” 'Oh cielo...' ma forse era meglio evitare di raccontare i fatti per come erano accaduti realmente.

“Puzzi di fumo! Vai a farti una doccia, tra poco è pronta la cena”

“Sì certo, sai com'è, il tuo pupillo fuma come un ciminiera!” e corse su per le scale infilandosi in camera. Proprio non riusciva a capacitarsi di questa predilezione che sua madre aveva per Slash.

Fece una doccia veloce, togliendosi di dosso la stanchezza e i pensieri di quella lunga giornata che ancora doveva finire. Gli occhi di Duff, freddi e allo stesso tempo terribilmente dolci, sofferenti e assolutamente incazzati le apparvero davanti, provocandole un sussulto. Sarebbe mai riuscita a rimediare? Ma d'altra parte che cosa aveva fatto di male? Aveva baciato Axl, ok... ma Duff non si era mai dichiarato apertamente, ne aveva fatto mai nulla di così sfrontato per provarci con lei. E se da una parte apprezzava il suo comportamento, così diverso dall'insistente Axl, dall'altra si domandava se non fosse stato meglio che pure lui ci avesse provato in maniera tanto sfrontata, permettendole non solo di capire i suoi sentimenti, ma anche di resistere meglio agli attacchi del rosso. L'etereo viso di Duff lasciò spazio nella sua mente a quello angelico di Axl. Cosa voleva davvero da lei? Quella mattina si era arrabbiato così tanto quando lei l'aveva accusato di provarci solo per capriccio. Che facesse davvero sul serio? Eppure il battito accelerato del suo cuore quando ripensava al sensuale tocco delle sue mani, alla crude passionalità dei suo baci, la diceva lunga.

***

“Muoviti Slaaaaaaaaaaaash!!!!” urlò Steven sbracciandosi dal finestrino.

“Cazzo Steven, tirati dentro, vuoi far uscire tutto il quartiere?!”

“Sono già dieci minuti che spettiamo, che diavolo stà facendo??”

“Lo sai com'è, Ola non lo fa alzare da tavola finchè non hanno finito di mangiare”

“Arrivo, arrivo!”  Slash li raggiunse in quell'istante, voltandosi per salutare Ola che era appostata alla finestra.

“Ciao ragazzi! Non vi fate vedere da un po'!” disse agli alti due “quand'è che venite a far visita a questa povera vecchia?!”

“Povera vecchia tu?!” le rispose Steven “Ola, sei più sveglia tu di noi tre assieme cazzo!”

“Non usare quel linguaggio Steven! E poi se la smetteste di tornare tutti i gironi all'alba anche i vostri cervelli vi ringrazierebbero!”

“Public relation Ola, non possiamo tirarci indietro!”

Izzy si sporse dalla sua parte “Verremo presto Ola, basta che ci prepari una delle tue torte!”

“Oh sì Jeffrey, torta di mele, la tua preferita! Divertitevi, e non tornate troppo tardi!”

“Come no!”

Slash salutò di nuovo la nonna con la mano prima di infilarsi sul pick-up. 

“Cazzo Ola è proprio forte...”

“Sì... e si è anche rubata tutte le mie sigarette! Izzy fermati al primo distributore”

“Abbiamo incontrato Laurel mentre venivamo da te, dopo passiamo a prenderla”

“Oh giusto, ok... aspetta, aspetta! Frena, fermati qui!”

“Slash che cazzo ti prende?!”

“Guardate un po' là...” il ragazzo scese dall'auto proseguendo a piedi verso la pizzeria lì vicino seguito da Steven e Izzy, che dopo una rapida occhiata avevano iniziato sghignazzare e a tirarsi gomitate. Slash si piazzò davanti alla vetrina, ridendo e bussando ai due ragazzi seduti lì dietro.

A Mandy quasi venne un colpo trovandosi da parte l'imponente figura di Slash che faceva buffi e strampalati gesti inequivocabili ai due.

“Il tuo amico è proprio scemo!”

“Sì, è irrecuperabile...” il biondo alzò la mano in segno di saluto, e in pochi secondi i tre entrarono sedendosi al loro tavolo.

“Hey Mandy!”

“Ciao Slash, come va?”

“Ottimamente... cazzo Duff, non ci avevi detto di avere un appuntamento, ecco perchè non ti sei fatto vivo!”

“Non avevo un appuntamento infatti, Mandy... mi ha fatto un'improvvisata”

“Già, l'ho colto di sorpresa!”

“Non è giusto, a me queste sorprese non capito mai!” se ne uscì Steven.

“Loro sono Steven e Izzy, ma credo che tu già lo sappia...” li presentò Duff.

Steven gli si sedette a fianco circondandogli il collo con il braccio “Oh Duff, esci con certe bellezze e non dici nulla agli amici... non si fa, davvero non si fa!”

“Lasciali in pace Steven” intervenne Izzy “noi andiamo all'Iron stasera, venite?”

“Non lo so... ti va?” domandò Duff alla ragazza, non troppo convinto di volere andare in quel posto.

“Perchè no? Vi raggiungiamo non appena ci farete finire di mangiare questa pizza in pace, fredda fa schifo...”

“Oh giusto! Bhè, ci vediamo dopo allora, noi passiamo a prendere L...” Steven si trovò la bocca ttappata dalla mano di Slash che lo tirò da parte con uno strattone.

“No niente, ci vediamo dopo ok? Voi finitevi la pizza, no badate a lui, si è calato qualcosa di un po' troppo forte... ci si vede eh! Andiamo...”