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Lista capitoli: Capitolo 1: *** 1- You ignored me *** Capitolo 2: *** 2- If you never had been in this world *** Capitolo 3: *** 3- If your life was mine *** Capitolo 4: *** 4- La grand crise des enfants *** Capitolo 5: *** 5- Sort de là! *** Capitolo 6: *** 6- Cosplayers *** Capitolo 7: *** 7- Per te giacerei morto sulla porta dell’inferno ***
Apriva le labbra in maniera lentissima, lasciandole luccicare, lasciando
che lui le venerasse dal basso con un’espressione fissa e maniacale
1- YouIgnored
me
“Tu mi hai ignorato”
Sasuke strabuzzò gli occhi, riemergendo dal
silenzio di una mattinata insonnolita. Non si sprecò a chiedere spiegazioni ad
un Naruto dagli occhi insopportabilmente grandi e
languidi, con la bocca umida di latte bevuto dal cartone. Gli sembrava insomma inutile
controbattere che non gli sembrava affatto di averlo ignorato, la sera
prima.
“Vorresti negarlo, bastardo?”
Sasuke alzò un sopracciglio, insolitamente
paziente rispetto alla norma. “Mi sarebbe effettivamente impossibile, dato che
non ho idea di cosa tu stia parlando”. Esalò, accennando al suo collo lucido e
prendendo un’altra sorsata di succo di pomodoro, per non lasciar trasparire un interesse
eccessivo. Una vita pacifica gli aveva fatto scoprire che le sue guance candide
sapevano arrossire con intensità impensabile, e che non tutto poteva essere
risolto con un silenzio inquietante –Naruto lo
avrebbe infranto in men che non si dica-, perciò si
nascose per un attimo dietro il bicchiere.
Naruto, che sapeva di non disporre di
un’espressione davvero minacciosa, strinse le labbra e lo guardò direttamente,
con l’ebbrezza del sapere di essere l’unico capace di diluire di rosso il
bianco incorruttibile della sua pelle. “Mi hai fatto male…”.
“Oh beh, scusa. Sarò più delicato la prossima volta”. Mentì,
sorridendo ironico.
“Non intendevo quello!”. Urlò Naruto.
“E allora cosa?”.
“Te lo sei già scordato?”. Evidentemente sì, perché non gli veniva
in mente proprio nulla di attinente –attinente a cosa, poi, era un’altra
domanda da porsi-. C’era una linea di tristezza sul viso dorato di Naruto che lo fece pensare più in fretta e torcersi le mani
sotto il tavolo con un nervosismo che solo le persone adulte conoscono. E
un'altra cosa che non risolveva davvero tutto, oltre al silenzio inquietante,
era il sesso selvaggio.
Erano dure realtà che andavano accettate. Ma ancora gli rodeva
l’ammettere che non aveva una risposta per tutto, da
quando le sue domande si erano moltiplicate a ritmo esponenziale. “Se non mi
spieghi che diavolo intendi non saprò cosa devo cercare di ricordare, baka”.
Naruto tirò indietro la testa, mordendosi le
labbra e dilatando gli occhi umidi come se conoscesse l’effetto che gli faceva
–e sperò davvero che non lo sapesse-, mise le braccia conserte senza accennare
a chiarirgli alcun dubbio per qualche teso secondo. Lo stava sfidando, era
evidente, e per quanto un ninjadovesse
essere sempre pronto alla lotta riconobbe che litigare era l’ultima cosa che
gli andasse di fare in quel momento –anche se lo facevano al minimo una decina
di volte al giorno, ma sono dettagli-. Tra loro tutto era cominciando
litigando, tutto era scaturito dal conflitto come il mondo era nato da
un’esplosione nel mezz0 di uno spazio vuoto, e così avrebbero voluto fare i
loro fantasmi, le loro anime, i loro cadaveri. Le loro lapidi si sarebbero
sbriciolate l’una contro l’altra se avessero evitato di consumarsi nello
scorrere degli anni, l’una accanto all’altra.
Quella voglia di ferirlo era la stessa che aveva di toccarlo. Profondamente,
ben oltre qualunque ferita sarebbe stato in grado d’infliggergli.
Scosse la testa impercettibilmente, sperando che il pomodoro
avrebbe assorbito le sue elucubrazioni schifosamente umane e reso lui più
simile a com’era una volta –meno… rosso,
insomma-.
“Nella valle della fine… nel covo di Orochimaru…
quell’altra volta ancora… mi guardavi come se non
fossi esistito davvero. Come se non avessi importanza per te”. Non sapeva
cosa rispondergli… perché non se ne ricordava.
Forse non risolveva tutto, ma lo baciò perché gli andava di farlo e
perché odiava la parte di lui che era una dannata checca isterica che chiedeva
di essere sbattuta con violenza su un letto ad ogni piè sospinto. Lo avrebbe
fatto, in realtà, se solo non fossero stati nella fase di pianto e
recriminazione del passato che faceva di lui un bastardo e di Naruto una mogliettina innamorata pronta a rincorrerlo
nonostante tutto.
Le guance morbide rimbalzavano sul marmo della sua carne, e
l’insufficienza di un bacio romantico lo persuadevano a spingere le mani
lentamente verso il fondoschiena e sotto la maglia che supplicava di essere
tolta. Fece reclinare il suo corpo sullo schienale della sedia, tenendolo
inerme tra le sue braccia come la vittima dell’omicidio che non aveva mai
commesso.
Aveva avuto bisogno di dimenticarsi di lui, perché aveva avuto un
obbiettivo da raggiungere, un’utopia infantile da realizzare pronta a divorare
ogni altra cosa nella sua esistenza e nella sua anima. Una dimensione nera di
vuoto ed inutilità che un’effimera soddisfazione non avrebbe ripagato.
Non avrebbe ripagato le gambe lisce di Naruto
che lo avvolgevano, i suoi occhi che per amore volevano affogarlo e
l’eccitazione di divorarlo in una vita lineare, limpida, luminosa, innocente
–una vita in cui il cannibalismo era un crimine, come lo spezzare il cuore di
chi ti ama-.
Aveva dovuto eliminarlo perché aveva un sogno inutile e pesante da
realizzare.
E preoccuparsi per le persone importanti è la cosa più stancante
che esista.
Capitolo 2 *** 2- If you never had been in this world ***
Apriva le labbra in maniera lentissima, lasciandole luccicare, lasciando
che lui le venerasse dal basso con un’espressione fissa e maniacale
2- If you never had been in this world
Le ci era voluto molto più tempo del previsto, ma alla fine
aveva avuto il coraggio di ammettere a sé stessa che voleva vederlo.
Il tempo di una settimana era stato dilatato di dieci volte per
convincerla a farlo. Aveva avuto modo di amarlo, odiarlo, ucciderlo e
stringerlo tra le sue braccia nel lungo scorrere delle ore oscillanti nella sua
testa, eppure nulla aveva potuto chiarire da sola e niente avrebbe potuto
chiarire col suo aiuto. Qualunque fosse il motivo di quella decisione
sicuramente non aveva alcun senso, ma a forza di farsi domande stupide Sakura
voleva la certezza che Sasuke Uchiha esisteva ancora e che avrebbe potuto
ancora una volta struggersi per lui.
Se tu non fossi mai esistito. Non lo salutò quando lo vide, né
fece in modo di sembrare disinteressata del suo stato di prigionia –non era
così, e non aveva semplicemente la forza per far credere il contrario-. Vederlo
affondare nel buio nero della sua cella aiutava la sua immaginazione a farle
credere che sarebbe stato davvero possibile un mondo senza di lui.
Solo Sakura e Naruto, come due fiori della luce che, prima o
poi, rinsecchiranno per l’assenza di nuvole. Chissà se avrebbero potuto essere
felici senza quel vendicatore piantagrane, senza la nuvola del loro cielo.
Sasuke si voltò appena in tempo per vederla sorridere delle sue perfette
illusioni.
“Perché sorridi?”.
Si sedette, afferrò le sbarre con un movimento fluido. “Perché
non dovrei?”.
Non era la risposta che ci si aspetta da una donna morta d’amore,
ma il paradiso che dominava la sua testa la teneva in vita forzatamente. Per
quanto lo amasse di quell’amore sciocco ed assolutamente privo di ragione, il
pensiero di una vita senza di lui era comodo, morbido, desiderabile. In un
mondo senza Sasuke, Naruto era un marito dolce ed amorevole, un perfetto padre
dei suoi figli. Anche se glielo avesse detto Sasuke non sarebbe stato
toccato benché meno ferito dalle sue parole, ed avrebbe acconsentito a
cancellare la sua esistenza, così come la sua vittoria o la sua sconfitta.
La vita non gli aveva mai portato niente di così buono, in
fondo. Lei e Naruto rientravano nella categoria delle cose indifferenti, e
davvero non ci teneva al momento a sentirselo dire. “Stai bene qui?”. Gli
chiese, quindi, cingendosi le gambe con le braccia.
“Oh sì, certo… come no. È solo un po’ freddo ed inospitale ma si
sopporta…”.
Avrebbe voluto dirgli che se lo meritava, e così fece… con un
sorriso accennato sulle labbra ed una mano sotto il mento. Non aveva poi molta
voglia di risalire indietro tutto lo sconclusionato flusso degli eventi, ma una
vita senza Sasuke le pareva liscia, come un olio su cui si sarebbe potuto
scivolare sopra con semplicità ed un espressione serena sul viso. Ma anche
vuota, priva di una meta verso cui tendere le mani.
Se Sasuke Uchiha non fosse mai esistito, un’anestetizzante pace
dei sensi avrebbe benedetto un’esistenza abbagliante e sciocca.
Se Sasuke non fosse mai esistito, Naruto avrebbe ottenuto un
lacrimoso ‘sì’ per una maldestra proposta di matrimonio.
“La sai una cosa, Sasuke?”. Chiese, tentennando la testa di
lato.
“No”. Rispose secco lui, voltandosi nel suo giaciglio come se
cercasse di far credere di stare comodo.
Se l’uomo che amavano non fosse mai esistito le loro anime,
lanciandosi spericolate l’una verso l’altra, si sarebbero incontrate in uno
spazio bianco e vuoto… dopo una ricerca vana. “Vorrei che mi
dessi due baci. Uno per me… ed uno da portar via per Naruto”.
“Non posso farlo”.
Perché sono morto. Perché questo è l’inferno. Perché non sapreste
che farvene dei baci di un criminale.
Sakura annuì, in lacrime. “D’accordo”.
Se tu non fossi mai esistito eviterei di continuare ad ucciderti
con le mie inutili fantasie.
Se tu non fossi mai esistito saremmo… sarei potuta
essere felice.
@Kagchan: Grazie del tuo commento, significa molto
<3 soprattutto sono contenta che i personaggi ti sembrino IC, anche perché
non seguo più il manga e ne conosco l’andamento solo in linea generale. Spero
che continuerai a seguire questa fic, arigatou ^^
Apriva le labbra in maniera lentissima, lasciandole luccicare, lasciando
che lui le venerasse dal basso con un’espressione fissa e maniacale
3- If your life was mine
Se l’era immaginato molte volte.
Vederlo dietro le sbarre non faceva altro che rendere più nitida
quella fantasia. Poiché l’aveva amato ed odiato in egual misura quella domanda
non avrebbe potuto avere esito più incerto. L’aveva odiato, sì, l’aveva
odiato e non aveva mai pianificato di lasciargliela passare liscia, una volta
che tutto fosse finito.
Quella presenza arancione aldilà della sua prigione lo
infastidiva, eppure Sasuke non faceva nulla per porvi rimedio. Naruto se ne stava
lì a guardarlo per lunghi periodi di tempo con i lineamenti induriti dall’odio
e dall’intento di ottenere un pagamento.
Un indennizzo. Una redenzione. Una supplica ansimata che
sgorgasse da dietro la sua maschera di marmo. Ma per il fatto che c’era anche
amore dietro la sua presenza insaccata negli abiti sgargianti, Sasuke si
sentiva libero di non dispiacersi di nulla. Di sentirsi perdonato senza
confessione.
Se avesse potuto decidere della vita di Sasuke.
Era un pensiero inebriante, un’evenienza che non poteva esimersi
dal valutare. Stringere il suo collo bianco sul soglio di un precipizio,
battere una sentenza di morte in un tribunale di pazzi. Non che non fosse mai
esistito, non che le loro strade non si fossero mai incrociate… non era questo
che la sua mente accarezzava. Bensì che Sasuke Uchiha piangesse e battesse i
pugni sulla porta del suo cuore supplicando di essere amato da lui.
Ma il suo amore era rabbioso ed evidente, ed era sicuro che il
bastardo potesse vederlo dibattersi nel suo petto. Ed in ogni caso Sasuke
era semplicemente incapace di supplicare… benché meno per il suo amore.
“Aspetto le tue scuse, bastardo”. Non aveva mai accennato a
nulla del genere, mai.
“Allora aspetterai in eterno”.
Era un desiderio che era nato in sordina, quello di essere
desiderato per una volta soltanto da lui. Avrebbe potuto smettere di rincorrere
sogni ed ideali a destra e a manca, bearsi delle lacrime che aveva versato e
che finalmente gli venivano restituite. Ma Sasuke Uchiha non piangeva, o
almeno non più.
Se avesse potuto decidere della sua vita, per una volta avrebbe
potuto essere sadico e malvagio, e ridere in maniera sguaiata come un cattivo
da film.
“Potrei farlo davvero”. Sorrise, giulivo.
“Fa un po’ come ti pare. Non hai imparato proprio niente, baka”.
In quella condizione poteva essere costretto a fare molte cose, e a Sasuke
questo non piaceva affatto, certo, ma Naruto era decisamente troppo ottimista o
decisamente troppo rassegnato per abbassare il tiro. Avrebbe potuto aprirgli il
petto e prendergli il cuore nel più stupido e romantico simbolismo, oppure
tagliargli la gola ed ammirare il sangue sgorgare rosso e pacchiano
zampillando. Osservava la sua pelle spiccare nel buio della cella e
fantasticava di occhi neri dilatati e gemiti di dolore da labbra umide e rosse.
Si spingeva a mettersi nei panni di Sasuke e ammirava i cadaveri precipitare su
di lui senza che questo riuscisse a destabilizzarlo. Nascosto dietro un alone
di tenebra niente poteva ferirlo ed ogni cosa moriva per essere comandata da lui.
Era in un regno solo suo, ma in cui era impossibile vivere.
“Già… proprio niente, bastardo. Ma a te che diavolo importa?”.
Poiché la risposta era scontata il bastardo lo apostrofò con un
monosillabo dei suoi. Anche quello divenne un crimine che perdonare era
impossibile e che rendeva sorprendentemente facile il suo fantasticare. Tutt’ad
un tratto erano di nuovo lì, nella Valle della fine, e il corpo di Sasuke
giaceva inerme tra le sue braccia e sotto la pioggia. L’età non cambiava
niente, benché meno la sua statura… lasciarlo precipitare richiedeva un gesto
così semplice da sembrare automatico -molto più del continuare a stringerlo con
tutte le sue forze, fino alla fine del creato-.
Se mai gli fosse capitato di poter disporre della vita di Sasuke
Uchiha avrebbe sorriso, l’avrebbe abbracciato e strangolato con il movimento
aggraziato di un bacio a fior di labbra. Non c’entrava il fatto che Sasuke
fosse lì senza la possibilità di scappare da lui, non c’entrava il fatto che
finalmente poteva fermarsi a guardare il risultato della sua corsa
inconcludente. Gli tese la mano con ancora quei pensieri nella testa ed un
sorriso dei suoi.
“Cosa hai pensato quando hai avuto la mia vita tra le tue
mani?”.
Se quello era davvero l’odio che il bastardo era andato
decantando, Naruto doveva ammettere di non saperlo combattere.
Sorrideva mentre la sua mano veniva afferrata con una presa
distratta ed il buio si diradava intorno a lui e scompariva in fumo grigio.
Se mai avessi potuto disporre della tua vita ti avrei imposto di
parlarmi.
Parlarmi davvero.
@Kagchan: So cosa intendi quando
dici che odi il SasuSaku, lo odio anche io… meno che in passato ma lo odio u.u Però
amo il team seven, e per onor di giustizia non potevo di certo dimenticarmi del
loro rapporto! Siccome hai letto una mia fanfic nonostante odiassi la coppia e
comunque mi hai commentata devo dire di amarti in questo momento… dal profondo
del cuore XD Oh beh, in realtà amo tutti quei pochi poveri pazzi che mi
commentano… ma visto le circostanze ti amo più degli altri! xD arigatou!
Apriva le labbra in maniera lentissima, lasciandole luccicare, lasciando
che lui le venerasse dal basso con un’espressione fissa e maniacale
4- La grand crise des enfants
“Voglio un bambino”.
Un po’ perché non avevano notato che era tornata a
casa, un po’ perché erano presi da una scena di particolare apice
drammatico della loro soap opera preferita, Sasuke e Naruto non afferrarono
subito il senso di quella frase. Sakura era ormai abituata ad essere ignorata,
ed erano certi che non si sarebbe risentita se non aveva tutte le attenzioni
solo perché era l’unica in casa ad avere la cosina.
Pertanto si voltarono verso di lei solo quando lo ripeté,
scandendo le sillabe con voce cavernosa.
“Eh?”. Scandirono in coro.
“Avete capito bene”. Confermò lei, con le
mani conserte e la figura imponente sul divano dove erano seduti. “Quindi
se siete uomini appartatevi e decidete tra voi chi ne sarà il responsabile”.
Et fait votre jeux, mes amis.
I due non avevano neanche lontanamente previsto, ovviamente, che
una donna ha prima o poi quel tipo di desiderio –o almeno così
dice il senso comune-, non ebbero la prontezza di ponderare la cosa con calma.
Sasuke naturalmente reagì come se se lo fosse aspettato,
alzandosi con eleganza e dirigendosi in cucina seguito da un Naruto ancora
troppo esterrefatto per aver assimilato la cosa. Poteva comodamente farsi una
strategia nell’arco del tragitto dal soggiorno alla cucina, lui.
“Io sono un Uchiha. Devo ripopolare il mio clan. Tocca a
me”.
Peccato che l’essere un Uchiha fosse la sua soluzione ad
ogni tipo di problema. Io sono più forte perché sono un
Uchiha. Io sono più figo perché sono un Uchiha.Viviamo tutti e
tre in casa mia perché io sono Uchiha. Ho diritto all’ultima
patatina nel sacchetto perché io sono un Uchiha. Io ho diritto ad
inseminare la donna di casa perché sono un Uchiha e sono, ovviamente,
super virile.
Sasuke doveva ancora farci il callo al fatto che il suo tragico passato
era ormai stato esorcizzato, e che non poteva essere usato come carta vincente
nei loro scontri quotidiani. Mi hanno rubato l’infanzia, hanno ucciso
tutta la mia famiglia, sono piccolo e solo… per questo dovresti darmi la
tua cosina.
“Te lo puoi scordare, bastardo! Chi se ne fotte del tuo
clan del cavolo!”.
Il signor Uchiha in questione era vivamente ferito, dato che
nessuno aveva mai definito la sua famiglia clan del cavolo.
Fortunatamente sapeva riprendersi in fretta. “E che cosa
intenderesti fare… tu?”. Gli chiese quindi, squadrandolo mentre
quello arrossiva.
Naruto lo nascose appena in tempo per indicarlo con un gesto di
puro sarcasmo. “Perché, tu che vorresti fare?”.
Inaspettatamente anche Sasuke era arrossito, e sulla sua pelle
che sembrava un lenzuolo sì che faceva effetto.
“Sì ma tu… tra noi…”. Stai
sotto. La stragrande maggioranza delle volte. Pure con Sakura, qualche volta. E
stai sotto anche piuttosto bene.
Se fosse stata una gara a chi arrossiva di più sarebbero
finiti al tempo di recupero, ai supplementari ed anche agli arrossimenti di
rigore.
Tre erano le condizioni poste da Sakura.
Non sporcate di sangue in giro.
Qualunque cosa facciate fatela ad almeno tre metri da me.
E se mi disturbate vi stacco i gingilli, così non avrete
più nulla per cui squartarvi tra voi.
Ed ora andatevene che voglio guardare il Wrestling.
Tattica number one.
“Sakura chan… io ti amo di più! Molto di
più!”.
Quello era un colpo terribilmente basso e terribilmente astuto
per un buonista tonto e ingenuo come Naruto… e proprio per questo fu
assolutamente efficace. Insomma, Sasuke amava i pomodori e, se glielo si
chiedeva, diceva di non gradirli particolarmente. Era del tutto incapace di
dimostrare il benché minimo apprezzamento per qualunque cosa, animata,
inanimata, commestibile o non commestibile che fosse.
“Moltoooo… molto… moltooooo di
piùùùù… molto di più di quanto ami
Sasuke… più di quanto tu ami Sasuke… più di quanto
Sasuke ami teeeee…”. Ma avrebbe potuto evitare di urlarlo per un
quarto d’ora intero come una dannata cornacchia.
Esito: negativo.
Danni riportati: torsione testicolare di media entità.
Sakura pondera sulla possibilità di farsi inseminare dal wrestler che
guarda con interesse in tv, sgranocchiando avidamente le sue patatine.
Tattica number two.
Sakura strabuzzò gli occhi, evitando di farsi sanguinare
il naso. Sasuke era davvero nudo sull’uscio di casa?
“Cosa… diavolo… stai… facendo?”.
Insomma, l’aveva già visto nudo, anche se la cosa rimaneva comunque…
appetibile… se non avesse avuto la postura più rigida di quella
di una statua di marmo. Lo squadrò per qualche secondo, soppesando
la questione –e notando qualche spasmo muscolare in lui, probabilmente
provocato dallo sforzo di rimanere fermo che più fermo non si
può-. “Ehi, mi vuoi rispondere?”.
Non ne aveva la minima intenzione. In compenso fece
un bel respiro, gonfiandosi il petto, cercando di tenere a mente
l’immagine di un Naruto nudo, indecente ed assolutamente sensuale
come modello per l’esimia nefandezza che stava per compiere.
“Prendimi, Sakura chan”.
Esito: negativo.
Danni riportati: orgoglio ed onore completamente disintegrati.
Sakura incita animatamente il wrestler- probabile-futuro-padre-dei-suoi-figli a
spezzare la spina dorsale e ad estrarre gli organi vitali del suo avversario.
Tattica number three.
“Non ci rimane che una cosa da fare” annunciò
Sasuke, solenne. Naruto annuì, persuaso a sua volta del fatto che
andassero presi provvedimenti drastici. Erano da soli in camera, mentre Sakura
in salotto guardava il wrestling strillando efferatezze, così coinvolta
dal suo programma preferito da essersi del tutto dimenticata dei suoi intenti
procreativi.
Era chiaro che rimaneva un solo modo per risolvere la faccenda
come avrebbero fatto due uomini virili.
I due si guardarono, determinati a giocarsi l’onore e
la vita.
“Gara di rutti?”.
Ma Sasuke teneva più all’onore che alla vita,
effettivamente.
“Ehi fronte spaziosa! Come
ti va la vita?”
“Bene stupida Ino… a
te? Hai risolto il tuo problema di quadruple punte?”
“Ah ah ah… sei
simpatica come un’unghia incarnita. Piuttosto parliamo di cose serie! Hai
visto il wrestling ieri sera?”
“Certo! Non me lo perderei
per nulla al mondo!”
Sguardo
perplesso. Sopracciglio alzato.
“Ma come? Non hai detto che
proprio a quell’ora quei due stupidi guardano una soap opera e non ti
lasciano mai il posto?”
“Oh beh, ho
trovato il m0do per distrarli”
Note dell’autrice!
Salve! Ehm, non vi tira proprio sta fic eh? *si gratta la
testa con sorrisetto imbarazzato*
Va buono, volevo solo informare che credo le fic saranno
sei, e poi smetterò. Avrei altre idee, ma non ho molta voglia di
metterle in pratica. Vorrei aggiungere giusto alla fine una flashfic speciale
sui Sannin, ma non so se lo farò effettivamente. Grazie
dell’ascolto e commentate se ne avete voglia *inchino*
Kagchan: Io continuo ad amarti sai? u-u visceralmente
e totalmente *O* Grazie *inchino*
Apriva le labbra in maniera lentissima, lasciandole luccicare, lasciando
che lui le venerasse dal basso con un’espressione fissa e maniacale
5- Sort de là!
“Ti vuoi decidere ad uscire di là dannazione?!”.
Come per ultime trenta volte che l’aveva urlato, l’unica risposta
che Naruto ricevette fu un grugnito inintelligibile dall’altra parte della
porta.
Aveva provato a sfondarla a pugni, a calci, farla esplodere, farla
erodere da qualche insetto, tagliarla a pezzi, corroderla con gli acidi, aveva
persino pensato di mangiarla. Il fatto che Sakura lo guardasse, perplessa, da
una certa distanza di sicurezza, non significava che fosse meno coinvolta
nella sacra missione di far uscire Sasuke da casa sua.
“Naruto, non uscirà di casa appena avrai escogitato il metodo più
spettacolare per distruggergliela!”. Ovviamente non sia mai che le desse
retta.
Quello che aveva ottenuto a ben vedere, era solo di trovare
un’abitazione vuota ed un conto della falegnameria da pagare.
Quindi ci volevano delle minacce, un po’ di persuasione, qualcosa
di cervellotico e poco distruttivo insomma.
Insomma, era tornato a Konoha da poco, tanto puzzava ancora di lato
oscuro che si sentiva da un chilometro… probabilmente si sentiva ancora in
colpa… non aveva ancora il coraggio di chiedere il loro perdono… “IO NON MI
SENTO IN COLPA! E NON DEVO CHIEDERVI PERDONO!”. Giunse l’urlo perentorio di
Sasuke da dietro la barriera di legno.
“E lo dici anche, dannato bastardo?!”. Sakura scosse la testa, dissuadendo
Naruto dal distruggere la porta di casa Uchiha per la ventesima volta in quella
settimana. “Dovresti prendere una boccata d’aria, Sasuke kun”. Disse poi, con
il tono di voce meno irritato che le venisse di fare.
Non sapeva se essere lusingata del fatto che Sasuke non la
insultava, o se offendersi, dato che tutto ciò che lei otteneva erano borbottii
ancor meno interpretabili. Avvertì distintamente una vena battere sulla sua
tempia come su un tamburo.
“N…”.
“Non ho capito, Sasuke kun… potresti ripetere?”.
Stava davvero balbettando? “N… no…”.
“Come?”
“NO!” Naruto impedì a Sakura di creare delle crepe nella crosta
terrestre che avrebbero distrutto le fondamenta della casa rendendola, casualmente,
inagibile. “Non serve distruggergli la casa… ricordi Sakura chan?”. La risposta
di lei fu uno sbuffo malcelato.
“Andatevene via!”. disse Sasuke tanto per essere originale. “Non ho
alcuna voglia di starvi a sentire”.
“Non possiamo proprio trattare su nulla?”. Concesse Naruto,
convenendo dentro di sé che i rimedi cervellotici sono sicuramente meno
stancanti.
“No. Ho detto no. Se dico di no è no… no”.
“Non c’è proprio nulla che vorresti in questo momento?”.
La risposta fu meno immediata che nelle precedenti volte. Udirono
un ticchettio sul legno, un silenzio come di fiato trattenuto a stento e
perplessità. Alla fine Sasuke rispose “No” ma loro erano assolutamente certi
che quella fosse la linea giusta da seguire.
“Proprio proprio niente?”.
“Nulla. Niente. Niente di nulla. ORA ANDATEVENE VIA!”.
Naruto ghignò. “Nemmeno delle certe cose…”.
“… rotonde… lucide… rosse…” decantò Sakura.
“… e molto succose?”.
Il vento sventagliò le loro teste… per qualche teso lungo secondo
di silenzio. “Ne possiamo parlare”.
“Ah sì?” fecero in coro Naruto e Sakura, dandosi il cinque e
sorridendo come bambini che stanno per mettere le mani sulla marmellata.
La porta cigolò e si aprì, rivelando un Sasuke con la mascella
serrata, uno sguardo disinteressato e dei capelli che non vedevano una spazzola
da almeno dieci giorni. “Credo di aver finito i pomodori, effettivamente”.
“Non c’è problema! C’è un nuovo alimentari aperto a tutte le ore,
possiamo andarci…”. Spiegò Sakura.
“… se magari ti pettini quei capelli. Te li lanciano addosso i
pomodori, se ti presenti così”.
Sasuke cominciò la sua nuova vita da ex munekin così: nel reparto delle
verdure di un alimentari, con dei capelli insolitamente annodati, un
‘usurantokachi’ masticato tra i denti, ed un pesante carico di scuse che non
avrebbe fatto mai.
Note
dell’autrice!
Ma…
ma… grazie §_§ allora qualcuno mi considera in questo grosso vasto mondo? Grazie
per i commenti *inchino*
Cioè,
non so se mi seguirete ancora o se l’ultima shot è stato solo un exploit… ma
intanto grazie §_§
E
stavolta vi lascio scegliere la prossima shot se ne avete voglia! Volete una
triste SasuNaruSaku o la volete comica?
Alla
prossima!
Rinoagirl89:
Sull’ultima
domanda non mi pronuncio, madre sporcacciona u-u è solo questo che t’interessa
vero? Sasuke nudo e i turni… certo. Poi fa “ohohoh, il tuo stile è migliorato!”…
ma a chi la dai a bere? Tu vuoi solo Sasuke nudo… tsè. Grazie XD
Ophelia:
Grazie
papy… sono contenta che ti abbia divertita XD però su Sasuke nudo… se avessi
avuto voglia e tempo avrei infierito sulle sue grandezze, in questa fanfic
Sasuke deve soffrire… soffrireeeeeeh O_O ok, la smetto. Arigatou XD
Wari:
Grazie
per la segnalazione dell’errore, ho provveduto a correggere. Comunque
sottolineo che Sasuke in questa fic è un pirla, un pirlone… e sono contenta che
questo sacro intento sia stato recepito. Arigatou!
Slice:
Parlando
della SasuSaku devo dire che hai recepito bene il messaggio, rassegnazione. Prima non
credevo né che Sasuke amasse Sakura né che Sakura amasse più Sasuke… ma alla
fine sull’ultimo punto almeno mi sono dovuta ricredere. E mi è dispiaciuto per
lei, come per Naruto, perché Sasuke è veramente, veramente, veramente un’idiota…
e non voglio lasciargliela passare liscia u-u sulla SasuNaruSaku beh… ti ho
addirittura ispirata per un contest? Ne sono onorata XD arigatou!
Shark
attack: Lietissima
che ti sia piaciuta, spero continuerai a seguirmi e magari a commentare… thanks
*O*
Apriva le labbra in maniera lentissima, lasciandole luccicare, lasciando
che lui le venerasse dal basso con un’espressione fissa e maniacale
Attenzione:
contiene spoiler sul finale di “Full metal alchemist”.
6- Cosplayers
“Naruto, posso chiederti cosa diavolo stai facendo?”
Naruto sorrise, come se non avesse aspettato altro che gli
venisse fatta quella domanda per tutto il tempo.
Si tamburellò il petto, alzò il mento in maniera teatrale e poi
annunciò.
“Oggi facciamo Cosplay!”.
“Ah”. Sì, quello effettivamente spiegava molte
cose. Tipo lo strano mantello rosso, le extension legate in una treccia da
bimba di prima elementare, e le lenti a contatto dorate. “La cosa suona…
divertente davvero, ma ho una riunione dei ninja medico e…”. Sakura si volse
verso un Sasuke meno reattivo del solito, intento a succhiare da un bicchiere
di succo di pomodoro, bianco come un cencio, cercando approvazione.
“C’è l’offerta 3 x 2 per i pomodori dal fruttivendolo
all’angolo”. Annunciò, come se la cosa fosse di vitale importanza.
Naruto non li aveva sentiti –o, se lo aveva fatto, era
terribilmente bravo nel fingere il contrario- e, ignorando del tutto le loro
rimostranze, porse loro dei costumi, sorridendo radioso. “Sas’ke tu sei
perfetto per fare Roy Mustang”.
“Per i capelli, la fisionomia del volto, il potere del fuoco e
l’incredibile fascino?” chiese Sakura.
“No, perché se la tira”.
Fortunatamente, Sasuke era troppo concentrato sul suo succo per
fare appunti sulla decisione, così prese il costume blu -completo di benda per
l’occhio- senza protestare, allontanandosi con espressione apatica e ripetendo
‘pomodori’ in tono spiritato più o meno ogni tre secondi.
“Ed io chi sono allora?”.
“Tu decisamente Winry Rockbell”.
“Quella antipatica?”. Chiese Sasuke, che già vestito si
pavoneggiava davanti allo specchio con le labbra serrate sulla cannuccia,
schioccando inspiegabilmente le dita come se si aspettasse chissà quale effetto
da quel gesto. E, ad ogni modo, se era Mister
non-me-ne-frega-una-ceppa-di-niente a dirlo, quella Winry doveva essere il
non plus ultra dell’antipatia.
“Ehi stai zitto, bastardo! TU HAI UCCISO I MIEI GENITORI!”.
Ribatté lei –inspiegabilmente già entrata nel personaggio-.
“Veramente è stato Scar…”. Specificò Naruto, aggiustandosi la
coda di finti capelli biondi e apprezzando l’interpretazione di Sasuke, che ora
assumeva delle posizioni da calendario tenendosi due dita sotto il mento, pur
continuando caparbiamente con la sua nenia sui pomodori.
“E comunque non sappiamo neanche come sono fatti i tuoi
genitori, sia che parliamo del tuo personaggio, sia che parliamo di te”.
“Tsè, ma stai zitto, stupido nano biondo”.
“A CHI HAI DATO DEL NANO COSÌ BASSO CHE POTRESTI SCHIACCIARLO
CON LA PUNTA DEL KUNAI?!”
“A te, nano!”. Naruto non trovo più molto divertente il fatto
che il costume di Sakura avesse in aggiunta un bel paio di chiavi inglesi, in
grado di spaccargli la testa provocandogli una commozione cerebrale. Annuì,
senza dilungarsi molto sulla faccenda, mentre Sasuke si avvicinava nella sua
divisa blu, il bicchiere di nuovo riempito di succo di pomodoro e lo sguardo
sempre più assente.
“Nano” ripetè, giusto per dire qualcosa e per far capire che non
era diventato un morto vivente.
Sakura bloccò Naruto prima che potesse avventarsi sul suo superiore
cercando di tagliargli la testa –scoprendo che i suoi arti meccanici finti
non tagliavano neanche l’ovatta-. “Fermi tutti. Mi vorreste dire che io sono
sposata con te?”. Indicò il biondino sull’orlo di una crisi di nervi.
Sasuke borbottò, facendosi illuminare gli occhi prima vitrei di
una luce strana. Finì di aspirare l’ultimo residuo di succo facendo un gran
rumore prima di dire “Ma per piacere, il biondino sta col colonnello”.
“Scusami se il manga non è del tuo stesso parere”
“Guardati la prima serie e soprattutto fatti un giro in rete,
prima di parlare, ragazzina”.
What?
“Come mi hai chiamata?”. Forse, effettivamente, anche lui era
fin troppo nel suo personaggio.
Inseguì l’uomo di cui una volta era stata innamorata in modo
fatale, di quelle storie che ti prosciugano le energie senza motivo, come se
volesse farsi valere per non si sapeva quale motivo, vantandosi dei presunti figli
che non aveva mai avuto.
“Io vi scaglio… lame bianche di luce!!!”. Borbottava Naruto,
estraniato, sbagliando completamente anime.
Note
dell’autrice!
Salve… ho caldo. Ho
caldo, nessuna voglia di studiare, quindi penso che andrò a morire in Antartide
invece di rovinarmi il futuro. Parlando seriamente scusate se non rispondo
ai commenti, ma il computer mi ha fatta impazzire cadendo trenta volte e ho
perso davvero la pazienza… spero di poter provvedere la prossima volta u-u
Grazie a tutti, comunque ^^
Capitolo 7 *** 7- Per te giacerei morto sulla porta dell’inferno ***
Apriva le labbra in maniera lentissima, lasciandole luccicare, lasciando
che lui le venerasse dal basso con un’espressione fissa e maniacale
7- Per te giacerei morto sulla porta dell’inferno
Non chiedermi di
dirti che t’amo.
Morirei per te,
decapitato, impiccato, pugnalato morirei sorridendoti ironico e porgendoti una
rosa.
Non so abbracciarti,
né dirti di pregnante d’amore la più piccola cosa.
Marcirebbe il mio
corpo per te con sulle labbra l’insulto più gramo.
“Quand’è che tornerai di nuovo?”.
Non lo guardava mai negli occhi quando glielo chiedeva. Stringeva
un lembo della sua veste –la veste del potere-, digrignando i denti come
se volesse azzannarlo alla gola e dissanguarlo. Sorrise, guardando Sakura
mettere in scena il suo spettacolo di speranze irrealizzabili e fierezza
stentata.
“Perché continui a chiedermelo?”
“Non lo so”. Sasuke non aveva mai saputo sorridere. Avrebbe potuto
chiedere perché era a lei che si mostrava? A lei che sorrideva? Ogni domanda
trattenuta era un grammo di colpa in più sulla sua anima, ma era anche un
secondo in più da trascorrere con lui.
Naruto lo aspettava da così tanto tempo, un momento come quello.
Avrebbe potuto darglielo, mostrargli che il demonio non sapeva staccarsi da lui
per precipitare all’inferno, e vivere del puro, caldo amore di Naruto che
improvvisamente desiderava così tanto.
Naruto lo credeva morto, ed era molto meglio così.
Sakura amava essere il suo punto di riferimento, amava il modo con
cui quegli occhi azzurri si rivolgevano a lei come fosse l’ultimo appiglio che
gl’impedisse di precipitare. Era così appagante… eppure così degradante. Sasuke
non aveva una reale motivazione per essere lì con lei, mentre il sole calava
sulle mura della nuova Konoha che aveva abbandonato. Girava il mondo diventando
più forte –senza più guerre da affrontare né nemici che valesse la pena di
abbattere-, poi tornava lì ad incontrarla. Inaspettatamente la cosa non la rendeva
felice.
C’era una complicità malata in quel comportamento, una dissonanza
che la rendeva sterile e colpevole.
“Lui mi odia, non è vero?”
Non chiedermi
conforto, miele colante e zucchero di cui ti possa imboccare.
Morto giacerei per
te sulla porta dell’inferno, canticchiando un motivetto delirante e volgare.
Non aspettarti un
sorriso, un bacio leggero sulle labbra porto, un abbraccio benché meno
fraterno.
Per te giacerei
morto sulla porta dell’inferno
Sakura era un hokage dal pugno forte, una sovrana casta e vergine,
da cui era stata estirpata ogni presunta tenerezza.
Sasuke non teneva a lei così tanto da temere di ferirla, da
trattenersi dal farle quella domanda. No, non l’odiava, non nel modo in cui lui
intendeva l’odio, ma lei desiderava immaginare che lo facesse. Sasuke non
avrebbe mai attraversato il confine della città proibita in calzamaglia e sul
suo cavallo bianco per dirgli che lo amava e che gli dispiaceva. Avrebbe
rinunciato a tornare a casa, ad incontrarlo, alla redenzione perché il suo cuore
non sapeva cantare, né intessere lodi, né dimenticarsi di essere nel petto di
uno dei più grandi bastardi nella storia conosciuta della bastardaggine.
“Non potrebbe odiarti più di così”.
Sasuke annuiva, soddisfatto, come ad intendere che ogni cosa andava
come previsto.
Era un patto ignobile e meschino, quello che imprigionava Naruto
nella sua bolla di vetro.
Un patto che Sakura aveva stipulato con l’uomo che avrebbe potuto
amare se avesse avuto ancora la capacità d’amare.
Un patto che Sasuke aveva stipulato solo per non inginocchiarsi e
ammettere che gli mancava ogni più piccola cosa di lui. Il suo viso. La sua
voce. Le sue promesse illuminate ed ottimistiche. Sakura era certa che le
cose stessero così, che quella fiducia che le veniva accordata non significasse
davvero nulla di buono. Lui tornava per incontrarla al confine del mondo e
chiedere del loro prigioniero, senza guardarla mai in viso.
Era il principe azzurro, ammuffito, annichilito, marcescente e non
più azzurro che non era capace di compiere l’ultimo passo per baciare la
principessa addormentata. Che nel momento di dire il tanto sospirato ‘ti amo’
teneva la bocca chiusa, mordendosi la lingua e negando ogni cosa.
“Grazie”.
Sakura annuiva a sua volta, stizzita, dilaniata ed insoddisfatta.
“Gli dirai mai che sei ancora vivo?”.
Tieni segrete le codarde rime della mia anima, grande regina,
perché tu sola puoi ascoltarle.
Stai al mio crudele gioco, perché non so più dissimulare la mia
umana natura.
E perdonami, almeno tu… se t’è concesso.
“Mai”.
Decapitare,
pugnalare, impiccare mi farei,
pur di non dirti che
t’amo.
Note dell’autrice!
No, non guardatemi così… il mio “drammatico” fa pena, lo so,
ma io sono un’anima da tragedia quindi non potevo reggere a gioia, risate e
sarcasmo fino alla fine. Ah, la poesia è mia, anche se forse era meglio non
dirlo… sicuramente non se lo sarebbe chiesto nessuno, o forse neanche si
sarebbe notato che è una poesia. Ma va buo… IO VADO IN VACANZA! Dopo anni e
anni di estati passate a casa, me ne vo in vacanza *O* RIVOLTA SOCIALE!!!
*coffcoff* quindi non aggiornerò per un po’, ma penso che sopravvivrete tutti
bene lo stesso. Risposte ai commenti!
Wari: Con questa storia dei colori mi ci comincio ad
arrovellare anch’io, la prossima storia doveva essere di nuovo blu ma penso che
la farò rosa perché sennò ne vengono due blu di seguito. Ma, come si dice,
anche l’occhio vuole la sua parte. Anche a me fa bene al cuore vederli fare gli
scemi… ma devono anche soffrire un po’, uhauhauhauhauha. Arigatou *O*
Slice: Sul fatto che Sasuke sia una merdina penso che
nessuno obbietterà. E neanche che Sakura e Naruto sono degli idioti a stargli
dietro… ma l’avrò anche già detto. È che non mi ricordo mai cosa ho risposto
prima, ma in ogni caso lo ribadisco… Sasuke è una merda! Ma lo accetto nella
sua ‘puzzolosità’ u-u Arigatou ^^
Karolalpha: Ovvio che alla fine le ho postate
entrambe, intendevo quale preferivate che postassi prima XD grazie per
l’apprezzamento.
Rinoagirl89: Eccoti la tua drammatica… sì c’è
NaruSaku, non strillare su. Ma che ti rispondo a fare a te? U-U Bye.
Fragolottina: Sì, effettivamente ho continuato a
scrivere senza neanche ricordarmi di aver detto che l’avrei conclusa alla…
sesta fic avevo detto? Che ci posso fare, è vero che si scrive per sé stessi,
ma quando mi sento approvata lavoro meglio, è più forte di me. A tal punto
penso che saranno dieci, oppure la lascio aperta e l’aggiorno quando mi va di
farlo… grazie, sono contenta che ti abbia divertita.
Kagchan: Elricest *O* piace anche a me, dopo il
RoyEd, ma anche provandoci non avrei saputo a chi far fare Alphonse u-u ma la
mia teoria è, in realtà, che Edward è l’essere vivente più bello del mondo e
che tutti lo desiderano anche se cercando di nasconderlo… *Edward… dhoooo*. Coooomunque,
se hai capito i loro ruoli spiegameli… perché io mica li so O_O a parte Naruto
che sta sotto a tutti, e questo era chiaro, è ooc se Sakura sta sopra a tutti?
Voglio che si faccia valere, quella povera vittima dello stereotipo del cavolo
della ragazza da shounen. Arigatou ^^
Any Ikisy: Secondo me se lo merita Sakura di
amalgamarsi. Voglio dire, si bilanciano quei tre idioti, anche se vedo che non
riesco a non sbilanciarmi verso il SasuNaru e lontano dal SasuSaku… ma credo
che sia normale. In tutte le threesome c’è una relazione che si ama di meno ed
una che si ama di più… almeno credo. Arigatou ^^
_Sumiko_: Beata te che l’hai appena cominciato Fma…
io l’ho finito e mi sento persa in una landa desolata O_O goditelo, sia il
primo anime che il manga/ brotherhood… Arigatou ^^
Hanil: Tre volte? O_O wow, sono commossa §_§
*inchino* Grazie… soprattutto se hai letto le fic drammatiche, rileggendole le
ho trovate davvero pesanti, ma come ho già detto io sono più votata al dramma,
non posso farci niente. Arigatou!