You're my blood

di Rosa di cenere
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** I nuovi arrivati ***
Capitolo 3: *** Una dolorosa verità ***
Capitolo 4: *** Essere se stessi puo far male... ***
Capitolo 5: *** caccia... al vampiro ***
Capitolo 6: *** solo contro tutti ***
Capitolo 7: *** Un amore rosso sangue ***
Capitolo 8: *** Cercami nei tuoi sogni ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


STEPHANIE Corro, non posso fare altro. I miei muscoli sono tesi per lo sforzo, e ho l’impressione che i polmoni possano esplodermi da un momento all’altro. Il vento mi sbatte in faccia fiocchi di neve gelata, che mi graffiano il viso come tanti piccoli aghi. Vorrei non sentire lo scalpiccio delle sue zampe sulla strada, o il suo respiro affannoso. Mi volto, e, per l’ennesima volta, questa visione mi raggela. Un rivolo di bava giallastra gli cola sul fitto pelo marrone e arruffato, dove forma una macchia scura. Le labbra sottili lasciano scoperti denti affilati come rasoi. Ma la cosa che più mi fa orrore sono i suoi occhi,uno blu e uno verde. Come può un lupo avere degli occhi così umani? Mi sento mancare la terra sotto i piedi. Dalla mia gola esce un grido di sorpresa. Ma cosa … ? Atterro con un gemito dopo un volo di un paio di metri. Per fortuna sono caduta sul morbido … Ma la mia fortuna finisce qui, perché sotto di me il terreno comincia a vibrare in modo strano, emettendo un ringhio basso e sommesso. Mi alzo di scatto, spaventata. Ma è troppo tardi, ormai sono in trappola. Sono nella tana del lupo. Intorno a me decine di enormi lupi neri mi osservano guardinghi. Uno di loro mi si avvicina. È troppo buio per capire se sia il mio inseguitore. Vorrei scappare, ma non ho scampo. Ancor prima di aver finito di formulare questo pensiero tutti i lupi, come un’unica entità, si avventano su di me. E tutto si fa buio. Mi metto a sedere, spaventata. Ancora quello stupidissimo incubo. Da quando ho compiuto sedici anni mi viene a tormentare quasi tutte le notti. Cosa darei per essere una normalissima adolescente … E invece no, sono una stramaledetta mezza vampira. Certo, questo hai suoi vantaggi … bellezza divina, immortalità, forza sovrumana … Ma il piccolo svantaggio della dieta, il sangue, non è trascurabile. Credete sia facile fingersi umani quando tutti coloro che ti circondano sono potenziali prede? Ancora mezza addormentata scendo dal letto, mi infilo le pantofole e mi dirigo con passo strascicato in bagno. Mi guardo allo specchio, e vedo un volto che probabilmente molti pagherebbero per avere. I miei occhi sono di un verde acceso, incorniciati da un viso perfetto di un pallore cadaverico. Il tutto è completato da lunghi capelli ricci e neri, unico tratto ereditato da mia madre. In meno di mezzo secondo sono di nuovo in camera mia, e mi sto cambiando. Cosa indosserò per il primo giorno di scuola dopo le vacanze estive? Opto per un paio di jeans scoloriti e una camicetta nera. Sto per scendere di sotto quando qualcosa attira la mia attenzione. La porta della stanza di mia madre è aperta. Strano, da quanto mi ricordo è sempre rimasta chiusa, da quando è morta … e visto che è scomparsa dandomi alla luce è da un bel po’ che non veniva cambiata l’aria, li dentro … senza far rumore attraverso il pianerottolo e entro nella camera buia. All’interno tutto è arredato con semplicità. Un grande letto matrimoniale occupa metà della stanza. Le lenzuola sono di un azzurro pallido, come pure le tende e il morbido tappeto. Mi avvicino alla scrivania sotto la finestra, e subito una fotografia attira la mia attenzione. Una famiglia. Un padre, una madre e due neonate. Ma la cosa strana è che le piccole, nonostante dimostrino poco più di un mese, hanno già capelli lunghi fino alla vita e denti bianchi e perfetti. Non riesco a capire. L’uomo è di sicuro mio padre, non ci sono dubbi. E una delle bambine sono io. Ma chi sono le altre? La donna assomiglia molto alla mamma, ma è impossibile, visto che è morta mettendomi al mondo. _ Stephanie, c’è qui Emily!!!¬ ¬_ Mi riscuoto dai miei pensieri. Sfilo la fotografia dalla cornice e me la infilo in tasca, così da poterla guardare con calma più tardi. Mentre mi fiondo giù dalle scale afferro la cartella, abbandonata sul pavimento. Mi fermo sulla soglia della cucina, dove mio padre sta cucinando. Adesso penserete che stia preparandosi la colazione usando la mia migliore amica … ma non è così, potete stare tranquilli. Nonostante la sua dieta “particolare” , il mio amato paparino è un cuoco eccezionale. Tutte le mattine, da quando conosco Emily (cioè da sempre), lei viene dai noi per scroccare qualcosa da mettere sotto i denti, perché, vivendo con una nonna che dimentica persino di avere una nipote, il frigorifero a casa sua è sempre tristemente vuoto. All’inizio ho provato anch’io qualche cibo umano, ma, ad eccezione della bistecca al sangue, trovo tutto alquanto disgustoso. Eravamo rimasti alla scena del padre di famiglia che prepara la colazione alla migliore amica della figlia. Dietro ad un enorme piatto di frittelle ricoperte di glassa sta seduta lei, l’unica umana al mondo che sia a conoscenza del mio segreto. I suoi capelli neri, attraversati da ciocche bianche, sono l’unica cosa che si intravede dietro quell’enorme montagna di cibo. _ Signorina Emily, non sarebbe ora di avviarsi ?_ Dico, accompagnando il tutto con uno sguardo severo. _ Sto solo mostrando il mio apprezzamento per la cucina di tuo padre, la cui fama lo precede … _ Alza lo sguardo e mi sorride, gli occhi neri illuminati dalla solita malizia_ E poi ho il mio mezzo di trasporto personale. Economico, ecologico e … veloce, estremamente veloce._ Alzo gli occhi al cielo. Forse voi vi starete chiedendo quale fantastico mezzo di trasporto usa per andare a scuola,così potreste comprarlo anche voi. Mi dispiace deludervi, ma non sono in vendita. Nemmeno nei migliori supermercati. _ Sarò anche la più veloce, ma non posso fare miracoli … la campanella di inizio lezione suona fra tre minuti e devo correre per dieci chilometri, quindi è meglio che ti sbrighi._ Lei si alza lentamente, mostrando ancora una volta il suo eccentrico abbigliamento. Il braccio sinistro è coperto fino al gomito di braccialetti di ogni forma e colore. I pantaloni, “normalissimi” jeans pieni di strappi, lasciano intravedere la punta di due anfibi neri, e una maglietta di un gruppo rock termina il tutto. _ Arrivederci signor Carter, e grazie infinite! _ _ Ciao papà! Non lavorare troppo, mi raccomando!_ sussurro io, sicura che mi possa sentire. Usciamo nel cortile davanti a casa mia. Beh, forse ho minimizzato troppo, visto ci troviamo in mezzo ad un bosco. Una stradina sterrata si perde in mezzo al fitto degli alberi, che formano un corridoio naturale. _ Sei pronta a correre come non hai mai corso prima, Supergirl?_ Mi chiede Emily, ridacchiando _ manca esattamente un minuto al suono della campanella … _ Con uno scatto me la isso in spalla senza sforzo, come fosse un normalissimo zaino. _ Tieniti forte … adesso si vola!!_ E, come promesso, corro come non ho mai fatto prima. Sento l’aria sul viso, è una sensazione stupenda … le mie gambe si muovono alla velocità della luce, senza alcuno sforzo. Intorno al collo sento la stretta ferrea di Emily, sento il calore del suo respiro sulla mia schiena. Ma, all’improvviso, l’unica cosa che riesco a percepire è il martellare incessante del suo cuore, una musica celestiale. Riesco a percepire lo scorrere lento e inesorabile del sangue nelle sue vene, per me un dolce invito. Sento la gola riarsa, ho sete, sete del suo sangue. IL dolore è talmente forte da impedirmi di pensare in modo razionale. Però, quando sto per arrendermi alla mia natura, mi tornano in mente tutte le cose belle che ho passato con lei. Ripenso al giorno in cui le ho confessato di essere un vampiro. Ricordo come fosse ieri la sua espressione soddisfatta, la sua immensa felicità. Io le chiesi perché non avesse paura, perché non corresse via urlando che non voleva essere morsa da me. Lei mi rispose che per tutta la vita aveva desiderato avere un’amica che non avesse paura di confessarle i suoi segreti più profondi. Aggiunse anche che sapeva che non avrei mai potuto farle del male, mai. Le lacrime cominciano a rigarmi le guance. Ho rischiato di fare del male all’unica persona al mondo che veramente si fida di me. Sono solo uno stupido orrendo mostro. Siamo arrivate. Sento il vociferare degli studenti, pochi metri più in la. Mi acquatto per far scendere Emily dalla mia schiena, e, dopo un attimo, sento i suoi passi barcollanti dirigersi verso il liceo. _ Mio Dio, Steph sei stata grande!! Non ti ho mai vista correre in questo modo!!_ Si volta, ma ormai io non ci sono più, sono tornata tra i miei simili, le bestie. Come nell’incubo di questa notte sento che non posso fare altro che correre. E, in un certo senso, anche adesso devo scappare da un mostro: me stessa. Traggo un profondo respiro, cercando di dimenticare quanto orrore mi faccio. L’odore della terra mista a foglie è liberatorio, riesce a stemperare un poco la fame. Ma non posso stare a digiuno, o diventerei un pericolo per tutti coloro che incontrerei sulla mia strada. Mi fermo un istante, giusto il tempo per individuare la scia odorosa di un cervo. Inspiro a fondo l’odore caldo del sangue dell’animale, poi mi lancio all’inseguimento. Quando posso salgo sugli alberi, per sentirmi un tutt’uno con la natura e dimenticare i miei problemi. Mi fermo dietro a un grosso albero e mi acquatto, in posizione di attacco. Davanti a me il cervo sta brucando tranquillamente, completamente ignaro della mia silenziosa presenza. I miei canini, di solito nascosti, escono dalle loro guaine. Tendo i muscoli e, con un salto perfetto, mi trovo sul dorso dell’animale, che comincia a dimenarsi, disperato. Senza quasi accorgermi della resistenza dell’ animale affondo i denti nel suo collo. Attraverso senza fatica lo strato di pelle, il grasso e i muscoli del suo collo, per poi arrivare ad una vena, che, trafitta, libera il suo contenuto caldo e dolce, medicina perfetta alla mia fame. Il dolore alla gola scema mano a mano che la vita abbandona il cervo e prende a scorrere dentro di me. Il suo sangue mi disseta e mi lascia completamente sazia. Ma non posso restare nascosta nel bosco per tutta l’eternità … Dopo la pausa pranzo torno alla vita “normale”. Mi sto dirigendo a passo svelto verso la mia classe quando il preside mi ferma. _ Signorina Carter, buongiorno! Passato delle buone vacanze?_ _ Fantastiche signore, la ringrazio per l’interessamento._ _ Avrebbe alcuni minuti da dedicarmi? _ _ Avrei lezione …_ _ Non si preoccupi _ dice lui cingendomi le spalle con un braccio _ ci vorrà solo un minuto._ Perché ho la brutta impressione di essere finita nei guai?

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Capitolo 2
*** I nuovi arrivati ***


JARED Un altro di questi stupidi uffici, in un’altra di queste stupide scuole. Io e mio fratello, Jack, siamo seduti su delle scomodissime sedie di plastica, davanti ad una segretaria dall’aspetto acido. Fa finta di scrivere su di un vecchio libro contabile, ma non si è ancora accorta che al posto della calcolatrice sta usando una scatola di biscotti. Continua a lanciarci occhiatine furtive, neanche fosse un’agente della CIA. Forse non si rende conto che, da dietro i miei occhiali da sole, la vedo benissimo. Comincio ad arrabbiarmi. Quando arriva il preside di questa dannatissima prigione? La porta si apre e ne entra un ometto minuscolo, vestito di tutto punto e con i capelli bianchi pettinati alla perfezione. Mentre ci porge la mano sorride benevolo e i suoi occhi grigi brillano dietro le lenti degli occhiali. _ Bene, bene, bene, ecco qui i nuovi arrivati, i signori Jared e Jack McWolf. Siccome purtroppo non potrò farvi da guida vi affido alle mani della mia studentessa migliore, la signorina Stephanie Carter, che sarà anche una vostra compagna di classe. Vieni pure, Stephanie._ Rimango senza fiato. In questo momento la creatura più bella che io abbia mai visto sta avvicinandosi con passo leggiadro. È minuta, mi arriverà al massimo al petto, ma è assolutamente perfetta. Ci sorride timidamente e porge la mano a mio fratello che è letteralmente a bocca aperta e, se non gli tirassi una gomitata, credo che comincerebbe persino a sbavare. Jack sfiora la mano della ragazza, ma la ritira subito. _ Ehi, piccola, che pelle gelida! Ma non ti preoccupare, c’è qui il tuo Jack, pronto per servirti e riscaldarti le mani e il cuore._ La poveretta sembra imbarazzata, ma non arrossisce minimamente, anzi, diventa, se possibile, ancora più pallida. Sposta lo sguardo su di me e mi porge una piccola mano perfetta dalle dita lunghe e affusolate. Quando le nostre dita si toccano sento un brivido freddo attraversarmi tutto il corpo. Non è una brutta sensazione, ma qualcosa mi dice che quella ragazza non è un normale essere umano. Da dietro le lenti scure comincio ad osservare ogni suo movimento. Certo, la sua bellezza farebbe girare la testa a qualunque essere vivente dotato di occhi, ma la sua perfezione apparente non mi convince. Tutto in lei è TROPPO perfetto. _ Allora possiamo cominciare. Seguitemi._ dice lei, leggermente incerta. _ Ti seguirò ovunque, mia regina._ le dice Jack . Lei, senza battere ciglio ci precede fuori dall’ufficio. Attraversiamo una serie di corridoi tutti uguali, stile ospedale. Visto che nessuno parla mi metto ad ascoltare qualsiasi altro rumore ci circondi. Siccome il mio udito è molto sviluppato riesco a sentire il battito di due cuori. Due cuori? Osservo Stephanie, che mi da le spalle. Dalla sua direzione non mi giunge alcun rumore, né quello del suo cuore, né quello dei suoi passi. Com’ è possibile? Ma le mie riflessioni vengono interrotte dalla voce di Jack: _ Ehm, piccola … dove ci stai portando? Forse in un posto segreto?_ e le posa una mano sulla spalla. Ora, un comportamento del genere da parte di mio fratello me lo aspettavo, ma quello che non mi aspetto è la reazione di lei. Infatti , con una forza inaspettata (e, diciamocelo, sovrumana), afferra il braccio di Jack e lo scaraventa a terra, ai suoi piedi. _ Senti tu, sottospecie di energumeno senza cervello, devi piantarla di chiamarmi “piccola” o “mia regina”, chiaro? _ gli punta un dito contro, urlando _ Sono stufa di essere giudicata solo per il mio aspetto! Voi ragazzi siete tutti uguali, credete di essere la nostra ragione di vita, ma vi sbagliate, possiamo cavarcela benissimo anche senza di voi!!!_ E, piangendo, corre via. _ Mi congratulo, fratellino, hai fatto colpo._

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Capitolo 3
*** Una dolorosa verità ***


Incolla qui il testo.                         STEPHANIE

Non riesco capire cosa mi stia succedendo. Perché me la sono presa così per uno stupido ragazzo esibizionista?
Mi fiondo in bagno, devo sfogarmi.
Apro la porta e … spam! Mi scontro con qualcuno.
_ Steph!!!_
_ Emily?_
_ Oh, Steph, mi hai fatta spaventare, questa mattina!_ e mi abbraccia.
_ Mi dispiace, Emily, è solo che dovevo nutrirmi, o avrei potuto fare del male a qualcuno!_ le confesso singhiozzando _ Inoltre ho appena urlato contro a un ragazzo nuovo per avermi chiamata “piccola”… non riesco a capire cosa mi stia succedendo, qualsiasi emozione mi sembra amplificata …_
_ Si chiama adolescenza, cara la mia mezza umana … forse avrai anche le abitudini di un vampiro assetato di sangue, ma sei pur sempre una ragazza di diciassette anni!_
Cosa farei senza di lei? Riesce sempre a trovare una risposta alle domande che mi assillano, mi sopporta anche durante le mie crisi di nervi e mi accetta per quella che sono … meglio di così …
_ E adesso parlami dei nuovi arrivati … nonostante la stupidità comune ad ogni uomo sono carini?_
_ Beh, quello che stavo per uccidere, Jack, è uno stangone di un metro e novanta, muscoloso da far paura. Ha i cappelli castani abbastanza lunghi e gli occhi di un normalissimo marrone.
Forse se non ce l’avessi tanto con lui potrei persino dire che è carino …_
_ E l’altro?_
Mi mordo un labbro. Credo che se potessi arrossire lo farei all’istante.
¬¬_ Jared è un mistero. Per tutto il tempo ha nascosto gli occhi dietro a degli enormi occhiali da
sole. Anche lui è molto alto, muscoloso, però non assomiglia per nulla al gemello.
Ha i capelli color sabbia ed è molto più affascinante._
Emily mi squadra con occhi indagatori.
_ Non è che qui c’è qualcuno che si è preso una cotta … ?_
Con un balzo mi alzo da terra e porgo una mano alla mia amica, ancora seduta sul pavimento.
_ Meglio sbrigarsi, o perderemo tutte le lezioni del pomeriggio … _


                                                   
                                                              JARED

Non vedo l’ora che questa stramaledetta giornata finisca.
O, se proprio deve durare in eterno, almeno fa che torni Stephanie. Credo che dovrei avercela con lei, per aver steso mio fratello, per aver dato dell’ipocrita a tutto il regno umano di sesso maschile, ma proprio non ce la faccio.
Ma una cosa di cui sono certo è che le dovrò stare lontano, almeno finché non avrò scoperto cosa nasconde.
È impossibile che una ragazza della sua corporatura riesca a sollevare un colosso come Jack senza battere ciglio.
Un rumore alla mia destra mi fa uscire dal torpore. Il rumore di una porta che si apre.
_ Signorina Carter, signorina Jenkins, quale onore avervi qui in mezzo a noi …_ sputa in tono acido quella sottospecie di mummia dell’insegnante.
_ Ci scusi signora, non accadrà più … _ dicono in coro le due ragazze appena entrate.
Una è Stephanie, e l’altra è vestita in modo strano.
Lancio un’occhiata verso Jack che sta mandando un bacio in direzione delle nuove arrivate.
La ferita nel suo orgoglio deve essersi già rimarginata.
Le due si siedono nel banco davanti al mio. Non posso lamentarmi, da qui posso tenerle d’occhio.
Passo l’ora successiva ad osservare i miei nuovi compagni di classe.
Stranamente non mi ricordo nessuno dei loro nomi, ma non mi importa granché.
La campanella di fine giornata mi coglie di sorpresa.
Finalmente posso tornarmene a casa. Agguanto mio fratello per la maglietta, prima che qualche ragazza dalla forza straordinaria lo stenda di nuovo.
_ Ehi, fratellino, lasciami almeno salutare!!_
Usciamo a passo spedito dalla scuola, neanche fossimo inseguiti … Intorno a noi gli altri ragazzi
sono riuniti in piccoli gruppi per raccontarsi le novità dell’estate, come se non si vedessero da anni.
Un piccolo capannello di ragazze è riunito intorno a due motociclette nuove di pacca. Le NOSTRE motociclette nuove di pacca.
Quando arriviamo la folla si apre in due ali per farci passare.
Una rossa lentigginosa mi si para davanti e, con voce che probabilmente dovrebbe sembrare suadente, dice:
_ Bella moto … Mi piacerebbe molto poterci fare un giro…_e mi fa l’occhiolino.
Io le poso una mano sulla spalla e, chinatomi, le sussurro in un orecchio:
_ Mi dispiace, carina, ma preferisco le brune._
Poi, senza nemmeno guardare la sua reazione, la supero e monto in sella.
Quando, per mettermi il casco, tolgo gli occhiali, un boato stupito attraversa la folla.
Tutte sembrano sul punto di svenire, neanche avessero appena visto il divo del momento.
L’ultima cosa che sento prima di sgommare via è una tipa che dice alla sua vicina:
_ In tutta la mia vita non ho mai visto degli occhi così stupendi … è veramente un gran bel ragazzo …_
 
_ Siamo tornati!!_ urlo non appena metto piede in casa
La nostra nuova dimora, piena di scatoloni, è ancora vuota. I miei genitori devono essere andati a scuola a prendere  Susan e Mark, i miei due fratelli minori.
_ Senti, Jared, io vado a farmi un giro, ok? Ti occupi tu di preparare la cena?_
_ Certo, non ti preoccupare Jack … _
Finalmente solo. Prima di cominciare l’interrogatorio che voglio fare a mio nonno ho il diritto di rilassarmi. Mi sembra una vita che non rimango da solo in casa, senza fratelli o sorelle trai piedi.
Abbandono lo zaino nell’atrio, vicino alla porta, e mi dirigo in cucina.
Non ho nemmeno bisogno di guardare per sapere che il frigorifero è desolatamente vuoto.
Dopotutto, abbiamo traslocato ieri …
Mi siedo su l’unica sedia miracolosamente sgombra dagli scatoloni.
Pensando a ciò che ci ha costretto a cambiare casa per l’ennesima volta mi viene quasi da ridere.
Questa volta è stata colpa di Susan. Ha praticamente staccato un dito a morsi alla sua insegnante di danza classica per averle detto di allenarsi di più.
Avrà solo otto anni, ma è la più tosta di tutte. D'altronde deve convivere ogni giorno con tre fratelli maggiori assolutamente terribili.
In totale, da quando riesco a ricordare, abbiamo traslocato sei volte, e tutte e sei per colpa di uno di noi quattro.
Spaziamo dall’aver dato fuoco alla scuola (vi giuro che è stato un incidente) all’aver investito con la moto il direttore dell’istituto.
Cosa posso dire … ? Siamo una famiglia molto particolare … o molto sfortunata …
Ma adesso basta, è ora di chiedere informazioni al più grande esperto di creature non umane di questo mondo …
Mi alzo e mi stiracchio. Uscito dalla cucina mi dirigo verso le scale, che salgo in poche falcate.
Se non sbaglio la stanza dovrebbe essere la prima a sinistra. Busso.
_ Avanti!_ risponde una voce rauca dall’interno.
Appena entrato mi chiudo la porta alle spalle.
Mio nonno è seduto su di una sedia vicino alla finestra, e sta guardando fuori.
_ Nonno_ dico, sedendomi a gambe incrociate sul suo letto_ posso farti delle domande sui … vampiri?_
Lui si volta verso di me e me fissa con i suoi occhi acquosi.
 _ Se vuoi parlare di vampiri sono sempre disponibile, Jared. Cosa vuoi sapere di preciso?_
_ Voglio sapere come riconoscerli, come capire che una persona è veramente … beh, quello          che è …_
_ E perché ti interessa?_
_ Nella mia nuova scuola, oggi, ho incontrato una ragazza, Stephanie, che è …. Strana …_
_ Strana in che senso?_ mi chiede lui, interessato.
_ La sua pelle è fredda come il ghiaccio, e, a contatto con la mia (che, come sai, ha una temperatura più alta del normale) provoca in me una strana reazione.
Inoltre è dotata di una forza sovrumana; è bellissima_ e qui arrossisco violentemente_ e non riesco a sentire il battito del suo cuore …_
_ Le caratteristiche della tua amichetta sembrano proprio suggerire un caso di vampirismo …_
Improvvisamente mi torna in mente un particolare che avevo dimenticato …
_ Però l’ho vista piangere, e inoltre non aveva un comportamento freddo e controllato, anzi, il suo umore era piuttosto instabile …_
_Mmmmmm…._ riflette il nonno ad alta voce_ Tu affermi che lei è una NON-umana, ma possiede, oltre alle doti straordinarie, anche delle caratteristiche prettamente umane.
Questo può significare una cosa sola … No, non è possibile … è solo una vecchia leggenda …_
_ Di cosa stai parlando, nonno?_
_ Parlo, figliolo, dei mezzi-vampiri, esseri nati dall’incrocio fra una donna umana ed un uomo vampiro … _
_ Non credevo che una donna umana potesse concepire un figlio da uno di quei mostri succhia sangue senza morire … _
_ In effetti non è possibile, figliolo._
_ Vuoi dire che …_
_...il feto indebolisce la propria madre privandola del sangue, e, di conseguenza, mentre essa partorisce, perde le poche forze che le rimangono, e muore tra atroci dolori … _
Non voglio sentire altro, non riuscirei a sopportarlo.
Sto per uscire quando sento una mano sulla spalla. Non mi volto nemmeno, rimango immobile, la maniglia della porta abbassata.
_ Sai cosa dovrai fare alla ragazza, se scoprissimo che i tuoi sospetti sono fondati, vero?_
_ Sì, nonno, lo so..._ mentre mi chiudo la porta alle spalle mi sorprendo a terminare mentalmente la frase …“dovrò ucciderla!”


Voglio ringraziare tutti coloro che hanno letto la mia storia, e soprattutto effe_95, che é stata la prima a recensire... Grazie mille!
Spero che continuerete a seguirmi
Un morso vampiresco dalla vostra Rosa di cenere

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Capitolo 4
*** Essere se stessi puo far male... ***


MIRAGE

 

Non so da quanto tempo sono qui, e nemmeno quanto ancora resisterò …

Mi sembra di essere a digiuno da anni, ho la gola talmente dolorante che non riesco più neanche a chiedere aiuto.

Il buio che mi circonda è talmente denso che lo si potrebbe tagliare con un coltello.

Non riesco a vedere assolutamente niente, nemmeno una piccola stella che mi infonda un po’ di coraggio …

Vorrei piangere, ma ho finito le lacrime. Ho finito la voglia di continuare a lottare, voglio solo che questo incubo finisca presto.

Ma devo resistere … non posso permettere che lei mi trovi!

 

                                                      STEPHANIE

 

Mi trovo distesa sul mio letto, e sto fissando assorta una venatura nel legno della scrivania.

Continuo a pensare a Jared, non riesco a farne a meno.

Non riesco a decifrare i sentimenti che provo per lui … Tutte le volte che lo vedo è come se il mio cuore avesse ripreso a battere, e lo facesse ad una velocità talmente forte da fare quasi male. E quando non c’è il mio cuore protesta, chiedendo a gran voce di ricominciare a battere.

Poi, quando mi rivolge la parola, quando mi sfiora durante le lezioni,  o quando mi protegge dall’invadenza del fratello ….

È una cosa meravigliosa, mi fa sentire …. umana.

Non so cosa provi lui per me, ma la sua presenza è diventata una parte importante della mia vita. Non so cosa accadrebbe se lui scomparisse …

Sono ormai quattro mesi che ci conosciamo, ma nessuno dei due ha mai visto la casa dell’altro. Tra non molto ci sarà il ballo di Natale, e spero che lui mi inviti …

E poi è una di quelle giornate in cui la mia sete di sangue mi fa odiare ciò che sono.

Una folata di aria fresca mi sfiora, e mio padre si materializza accanto alla porta.

_ Ciao Steph, com’è andata a scuola?_

_Bene…_ risposta tipica di qualsiasi ragazza non veda l’ora che il padre si tolga dai piedi.

_ Sei sicura?_ fantastico, adesso ci si mette anche lui! Ma perché la gente deve sempre impicciarsi negli affari degli altri?

_ Sì, papà, va tutto alla grande! _ ma il mio tono non suona per nulla convincente, così

lui mi si avvicina e si siede accanto a me.

_ Piccola, lo so che a volte è difficile accettare quello che siamo, ma non possiamo cambiare la nostra natura! _

Io lo guardo, esterrefatta.

_ Come hai fatto … ?_

Lui mi sorride, malinconico.

_ Credi che io abbia accettato subito il fatto di essere diventato un essere che si nutre di sangue? Neanche per sogno, piccola mia! Ho passato anni a nascondermi nella foresta, a cercare di porre fine a quel dolore atroce che mi coglieva ogni qual volta avevo sete … _

Lo abbraccio. Non avevo mai pensato che mio padre potesse aver sofferto così tanto … ma adesso comincio a capire che per lui deve essere stata veramente dura …

Dopotutto io “bevitrice di sangue” ci sono nata, mentre lui lo è diventato all’ età di trent’anni!

 



Questo capitolo lo posto per Effe_95, che non smettero mai di ringraziare per il sostegno... tutte le volte che vedo una sua recensione mi illumino! Spero che altri seguiranno presto il suo esempio Un morso affettuoso dalla vostra Rosa di cenere Ps per Effe_95: Anch'io adoro Susan, e si, Jared é un licantropo XD

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Capitolo 5
*** caccia... al vampiro ***


 Salve a tutti! Questo é l'ultimo capitolo che postero prima di partire per una bella settimana di vacanze! Come sempre ringrazio la fantastica Effe_95, fonte di sostegno e ispirazione....(non sei strana, anch'io adoro i licantropi, e ho letto anche diversi libri su di loro!) Ringrazio anche le altre persone che leggono la mia storia (anche se mi farebbe piacere che vi identificaste, magari lasciando una piccola recensione :D) Un morso vampiresco dalla vostra Rosa di cenere

   JARED

 

Se qualcuno sapesse cosa sto pensando in questo momento probabilmente penserebbe che sono pazzo. Perché, a differenza di tutti i ragazzi della terra costretti ad alzarsi presto ogni mattina per recarsi a scuola, io ne sono entusiasta.

Forse perché per me andare a scuola significa vedere Stephanie …

Posteggio la moto al solito posto, e mi congedo da mio fratello con un gesto del capo.

Inoltre questa è una mattina speciale … inviterò Stephanie al ballo di Natale che si terrà tra alcune settimane. Spero solo che accetti.

La vedo spuntare da dietro un albero, e le vado incontro. Non sembra sorpresa di vedermi a scuola cosi presto … anche se di solito io e Jack siamo gli ultimi ad entrare in classe.

-Buongiorno Jared. – mi saluta.

-Buongiorno Stephanie. Bella giornata, non trovi?-

Sto divagando, lo so. E per di più ho detto la cosa più idiota del mondo. Il cielo è plumbeo, e promette neve abbondante.

Per fortuna lei sta al gioco, senza farmi notare l’errore.

-Hai ragione … adoro la neve, mi fa sentire in pace con il mondo … la trovo così … -

- Esatto. – mi sorride, annuendo.

Non riesco a capire come una ragazza possa essere cosi bella e insieme cosi dolce.    

-In verità sono qui per chiederti una cosa …. – dico.

-Spara.-

-Io mi chiedevo se ti andrebbe di venire al ballo di Natale con me, se non hai altri impegni.-

Il suo viso si illumina, anche se cerca di nascondere il sorriso. Il mio cuore perde qualche colpo, mentre aspetto una risposta.

-Sarà un onore per me. -       

 

 

                                                             STEPHANIE

 

_ Cosa ne dici di andare a fare una bella caccia padre-figlia?_ chiedo a mio padre non appena entro in camera mia, quella sera. Vengo raggiunta da mio padre.

_ Penso che sia una magnifica idea, Steph._

Apro la finestra e mi getto senza esitazione di sotto. Dopo un volo di alcuni metri atterro senza un rumore sul terreno erboso.

Dopo alcuni millesimi di secondo arriva anche mio padre.

_ Facciamo una gara? Anche se si sa già chi vincerà … mi sembra logico._ mi stuzzica.

_ Hai ragione, si sa che vinco io. Come sempre, d’altronde … Al tre si parte, e si arriva fino alla nostra grotta … Tutto chiaro?_

_Uno…due…TRE!!!_

Comincio a correre ancor prima che sia pronunciato il numero tre, e per una volta lo faccio per divertimento.

Ogni qual volta i miei piedi nudi toccano il terreno, mi sembra quasi di sentire la voce della foresta che mi incita ad andare più forte, è fantastico. Sento di far parte di qualcosa di più grande, qualcosa che non mi giudica per ciò che sono, ma che mi considera solo una predatrice tra tante altre. Sento i cervi che rizzano le orecchie per poi scappare non appena il mio passaggio scompiglia loro la pelliccia, gli scoiattoli che si rintanano il più in alto possibile, i conigli che si stringono nelle loro tane sotterranee.

Corro talmente velocemente che i contorni di ciò che mi circonda sono indistinti.

Ma nemmeno mio padre scherza, in fatto di velocità … riesco a percepire la sua presenza poco dietro di me, e sento che non ha alcuna voglia di perdere.

Mancano poche centinaia di metri, e lui sta rimontando molto velocemente.

Ma io non voglio farmi battere, cosi salto su di una roccia che si trova poco davanti a me, mi rannicchio in una posizione simile a quella di una rana pronta a saltare e mi getto in avanti con lo slancio maggiore che riesco a darmi. Durante il volo mi sento come una pantera che si sta gettando a capofitto sulla preda più ambita. Raggiungo il terreno con le mani, faccio una capriola e  mi siedo tranquilla sul freddo tappeto di foglie e terra umida. Un attimo dopo arriva anche mio padre, che non ha nemmeno un capello fuori posto, mentre io devo sembrare una selvaggia fatta e finita, con la maglietta sporca di terra e le foglie tra i capelli. Gli riservo il sorriso più smagliante del mio repertorio.

_ Te l’avevo detto che vincevo io!_ esulto, riuscendo persino (non so come) a saltellare di gioia restando seduta.

_ Sì, però hai barato … !­_
Io spalanco la bocca con falsa indignazione.

_ Non è affatto vero, signor Carter, sarebbe meglio che lei ci pensasse bene, prima di muovere accuse contro di me!_

_ La prossima volta farò molta più attenzione, non si preoccupi …_

Io mi metto a ridere per la sua imitazione perfetta di un tono di voce desolato.

_ Allora, quando cominciamo questa caccia?_

_ Al tre, logicamente!_

 

La ricerca di una preda si rivela alquanto ardua. Ho bisogno di un animale abbastanza grande da fornirmi energia per quasi una settimana, e quindi non ho molte possibilità di scelta.

Devo trovare un puma.

È abbastanza frequente che questi felini lascino il fitto della foresta per trovare un po’ di cibo vicino ai centri abitati, ma raramente io ne ho incontrati, e ancora meno spesso ho assaggiato il loro sangue.

A quanto ricordo la loro grande mole e il fatto che siano carnivori conferisce al loro sangue una consistenza densa e appiccicosa, e dal sapore dolce e zuccheroso.

Sono appostata a metà di un grande e frondoso abete, che mi fornisce protezione dagli occhi di possibili prede. L’odore pungente della resina mi infastidisce un poco, ma mi protegge dal naso degli animali.

Non so cosa si provi ad andare al supermercato per comprarsi qualcosa per cena, ma sono certa che non ci si diverte come mi diverto io, appesa su un albero in attesa che un grosso animale ringhioso passi, offrendomi il suo massiccio e succulento collo.

Quando, in lontananza, scorgo una pelliccia marrone chiaro, mi lancio all’attacco.

Scesa dall’albero senza alcun rumore, mi metto a correre a quattro zampe. Lo so, può sembrare ridicolo, ma entrare nei panni della preda ti aiuta a capirla.

Sono ormai pochi metri dietro di lei. Una bellissima ed enorme femmina, intenta a bere da un piccolo ruscello, la lingua rosa che si muove al ritmo di una silenziosa canzone.

Mi sento sempre in colpa, quando mi trovo davanti a degli esseri cosi straordinari, ma non posso farci niente, se sono nata cacciatrice.

Con un balzo le sono sulla schiena, e lei non ha nemmeno  il tempo di capire cosa sia successo, perché con uno schiocco secco le spezzo il collo. L’animale più pericoloso di questo bosco ucciso da una ragazza che non pesa nemmeno 50 chili … a volte la natura è proprio strana …

Ma ormai non posso fare altro che nutrirmi, la sete è troppo forte per permettermi di perdere tempo in riflessioni inutili. I canini si fanno largo tra le gengive, e presto mi trovo ad affondare i denti nella morbida carne della mia preda. Il sangue scorre lungo la mia gola, e quando finalmente il mio stomaco smette di contorcersi e la gola non brucia più mollo la presa. La pelliccia ispida va a coprire i due piccoli buchini causati dai miei denti, e il puma sembra semplicemente addormentato.

Quando mi alzo dal suo corpo senza vita noto che è scesa una nebbia molto fitta.

Un ululato molto vicino spezza l’innaturale silenzio.

Subito mio padre è al mio fianco, e mi prende per un braccio.

_ Vieni Stephanie, dobbiamo andare via prima che arrivino…_la sua voce è un sussurro agitato.

_ Arrivino chi? Papà, cosa sta succedendo?- il suo comportamento scomposto comincia veramente a spaventarmi …

_ Troppo tardi … _ dice lui, che fissa con occhi vacui un punto alle mie spalle.

Lentamente mi volto anch’io, e, in un momento, rivivo l’incubo degli ultimi due anni.

Un enorme lupo dal manto di un marrone chiarissimo ci sta fissando.

Gli occhi, uno verde e l’altro azzurro, sembrano quasi tristi, malinconici, UMANI.

Non ci sono dubbi sul fatto che sia lo stesso che mi fa visita tutte le volte che chiudo gli occhi, ma sembra ancora più umano di quanto ricordassi. I suoi occhi sono cielo estivo e prato in primavera.

Mi fa quasi male sostenere il suo sguardo, mi sembra di sentire qualcosa che si spezza, doloroso, all’interno del mio corpo. Ma  è una minaccia, ed essere deboli davanti a una minaccia significa morte certa. Non posso permettermi di sbagliare.

Con la manica della felpa pulisco il rivolo di sangue che ancora scende dalla mia bocca e mi acquatto in posizione di difesa. Dalla mia gola comincia a uscire un ringhio gutturale, spaventoso.

Questo mette in allarme il lupo, che, con un gesto dell’enorme muso chiama a sé i rinforzi.

Dagli alberi escono allora altri sei lupi, uno più grande dell’altro e tutti dal manto di colore diverso.

_ Corri!_ urla mio padre. Non me lo faccio ripetere due volte, e scatto in direzione di casa mia.

Ma i lupi non scherzano, e mi raggiungono in un batter d’occhio.

Sono circondata, esattamente come nel sogno. Sento i loro respiri pesanti, le loro unghie affilate e pericolose che rigano il terreno umido, i loro enormi cuori che pompano sangue nelle vene.

In un attimo ho la certezza che non possano essere dei normali lupi. Troppo grandi, troppo pericolosi, troppo … umani. Anche se nessun’altro possiede quei magnifici occhi bicolore, il loro sguardo su di me è troppo calcolatore, troppo accurato, per appartenere ad un animale … in cosa mi sono inbattuta?

Il branco si fa sempre più vicino, ma per fortuna mio padre, buttandosi da un albero vicino, atterra il lupo dagli occhi bicolori. Per un momento nel piccolo branco si crea il panico, ma dura solo pochi istanti. L’animale si è liberato di mio padre come se niente fosse, e comincia una strana lotta.

È come se nessuno dei due fosse intenzionato a fare realmente del male all’altro, entrambi si mostrano i denti ringhiando, e il pelo del lupo è ritto sulla schiena, ma si limitano a guardarsi negli occhi, girando in cerchio. Gli altri lupi si allontanano lentamente, come se volessero lasciare il nemico solo al loro capo.

Sono raggelata. Non so cosa fare … Assalire un lupo che non sembra intenzionato ad attaccare, ma solo a spaventare; oppure darmela a gambe, lasciando mio padre nelle mani di quegli esseri?

Una fitta al braccio mi fa perdere di vista il combattimento … il lupo dal pelo bianco mi ha azzannato il braccio, poco sotto la spalla. E adesso i suoi denti stanno affondando diversi centimetri nella mia carne, come fosse di burro, e non dura come il marmo.

Mi impedisco non so come di urlare. Forse è proprio quello che vogliono. Distrarre mio padre, per poi ucciderlo. La presa sul mio braccio si fa più decisa, e il lupo mi strattona verso il terreno. Lo lascio fare, perché prima o poi dovrà lasciarmi andare. Quando mi trovo stesa per terra, la schiena premuta contro un sasso, il suo peso su di me, il lupo mi lascia andare e avvicina il muso ringhiante e bavoso al mio volto. Prima che possa anche solo toccarmi mi puntello dolorosamente sui gomiti e gli assesto un colpo a piedi uniti al ventre. Mentre lui si allontana guaendo io mi alzo in piedi e comincio a correre verso casa.

Lui mi segue ancora per un attimo, ma quando io comincio a spostarmi salendo sugli alberi, si volta e torna da dove è venuto.

Mi accascio su un ramo alto, la schiena contro la ruvida corteccia, e cerco di riprendere fiato.

Il braccio mi fa un male d’inferno. Vi poso lo sguardo, ma lo distolgo non appena vedo le sue reali condizioni. Devo tornare a casa e fasciarlo.

Mio padre non deve sapere cos’è successo.



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Capitolo 6
*** solo contro tutti ***


Ed eccomi qui, finalmente tornata tra voi!!!! Sono davvero felice di poter pubblicare un altro capitolo della mia storia.... anche se mi sento un po' demoralizzata dal fatto che in cosi pochi la stiate recensendo :( (per me potete anche solo scrivere "Bello" "brutto" "fa schifo" oppure "vorrei tanto che la piantassi di assillarci con questa schifezza" l'importante per me é sapere cosa ne pensate!)

Comunque voglio ringraziare Effe_95, Lightofmyeyes e _Milli_, che mi tirano su di morale con le loro recensioni! Grazie, siete la mia fonte di ispirazione e la mia salvezza!!!!

Un morso dalla vostra Rosa di cenere

Buona lettura!

 

 

JARED

 

 

_ Mi rifiuto!_ urlo in faccia a mia madre.

_ Senti, Jared, lo so che forse per te è difficile capire le nostre ragioni, ma vedrai che presto tutto sarà molto più chiaro …_ risponde mio padre, senza nemmeno alzare gli occhi dal giornale che sta leggendo.

_ Io non capisco?_ dico, gesticolando come un pazzo _ Sei tu che non riesci a capire! Quella ragazza è per metà umana, non possiamo punirla solo perché è se stessa …. E poi non ha mai fatto del male a nessuno,si nutre con il sangue degli animali!_

_ Figliuolo, il fatto che non abbia ancora ucciso nessuno non è una garanzia che non possa farlo in futuro! E poi a te cosa importa? Anche se lei e suo padre morissero tu potresti continuare normalmente la tua vita!_

Jack si schiarisce la voce, e l’attenzione di tutti si sposta su di lui.

_ Non l’hai ancora capito, papà? Il nostro Jared è innamorato … _
La mia pazienza finisce qui. Mi alzo in piedi, e la mia sedia finisce rumorosamente per terra.

-Stai. Zitto.- la mia voce é solo un sibilo, sussurrato a denti stretti in direzione di mio fratello.

Ma ormai é troppo tardi il danno é fatto, l'attenzione di tutta la famiglia é su di me. Mio padre abbassa con una calma esagerata il giornale, ripiegandolo con cura sul tavolo.

-Temo di non aver capito quello che ha detto tuo fratello, Jared. Non potresti per caso ripetermelo?- La sua voce é fredda come una lastra di ghiaccio, e probabilmente altrettanto pericolosa.

Mi volto a guardarlo, ma non oso aprire bocca. Negare non servirebbe a niente, sentirebbe l'odore delle mie bugie, cosi mi limito a guardarlo negli occhi. Uno é grigio, l'altro marrone.

Sono gli occhi di un maschio alfa, gli occhi di un capo.

-Allora?- mi chiede, nella voce un'apprensione tangibile.

Non ho alcuna intenzione di rispondere. É quello che si aspettano tutti, una mia reazione alla provocazione. Ho un'unica possibilità, anche se so che ferirà una persona che amo e rispetto con tutto me stesso.

-Non ti conviene sfidarmi cosi apertamente, papà. Se stai mettendo in gioco il potere sul branco, allora devi solo dirlo. Ma sai benissimo che a rimetterci saresti solo tu.-

É cosi, nella nostra famiglia. Fin da piccolo sapevo di essere destinato a guidare il nostro branco, lo diceva il mio sangue, lo dicevano i miei occhi. Ma per prendere il posto del vecchio capo, mio padre, devo sottometterlo al mio volere, umiliandolo davanti a tutti i suoi simili. Le mie sono solo minacce, non sono ancora pronto a diventare un punto di riferimento, ma é la cosa migliore che posso dire per farli smettere di assillarmi.

Lo sguardo di mio padre si fa rabbioso.

Sento che la mia famiglia si fa attenta, cosi mi  dirigo verso la porta d’entrata a passo svelto, incurante delle grida isteriche di mio padre che cerca di fermarmi.

Esco e mi sbatto la porta alle spalle, facendo più rumore possibile.

Vorrei mettermi a correre, andare a casa di Stephanie e avvertirla del pericolo che corre, ma non so nemmeno dove abiti …

Allora mi siedo su un gradino della scala e mi prendo la testa fra le mani.

Perché devo vivere in una società in cui l’unico modo per risolvere un problema è eliminarlo?

La porta alle mie spalle si apre, e qualcuno si siede accanto a me.

_ Fratellone, non devi prendertela, lo sai com’è fatto Jack, deve sempre essere al centro dell’attenzione. Tu sei nato con un grande potere tra le mani, con un futuro luminoso già scritto, lui invece ha condiviso con te nove mesi, é nato solo un attimo dopo di te, e il fato non gli ha dato nessun premio. Si sente solo un  tuo sottoposto, una specie di schiavo del tuo potere._ questa è Susan, la mia adorata sorellina.

Non dico niente, magari così se ne va …

_ Senti, non so se la faccenda della cotta sia vera, ma io la penso esattamente come te riguardo alla “soluzione”. Forse quella tipa sarà anche una vampira succhia sangue, ma questo non vuol dire che non sia una brava persona!_

Mi volto e le sorrido. Certo che il mondo è davvero strano … ci sono adulti che della vita non hanno ancora capito niente, mentre ci sono bambini che potrebbero scriverci un libro, con tutto quello che sanno!

_ Torna dentro, prima che papà si arrabbi..._ le dico . Lei, per una volta nella sua vita ubbidiente, si alza in piedi, mi da un bacio sulla guancia e ritorna in casa.

 

Non so ancora cosa le dirò quando la incontro, ma ci sto lavorando.

Potrei usare un approccio diretto, come:

_ Ciao Stephanie! La mia famiglia ha scoperto cosa sei, e vuole farti fuori! Ma ora devi scusarmi, ho un impegno …_

Mentre me ne sto qui, appoggiato ad un albero vicino all’entrata della scuola, ecco che compare lei, la ragazza dagli occhi verdi .

Mi sistemo gli occhiali. È di vitale importanza che non veda i miei occhi, o capirebbe tutto.

Sto per andarle incontro quando mi vede e si avvicina con passo leggiadro.

_ Ciao Jared! Passato un bel fine settimana?_

 Io accenno un lieve sorriso.

_ Scherzi?! È stato un weekend da paura! Un vero spasso! _

Ridiamo entrambi, ma la sua risata cristallina si interrompe bruscamente con un gemito.

Con una smorfia di dolore si sfiora il braccio destro, che, prima non l’avevo notato, è fasciato dal gomito alla spalla.

_ Cosa ti è successo?_ le chiedo con tono preoccupato.

_ Oh, non è niente, solo qualche graffio … _

Se si tratta solo di graffi, allora perché la fasciatura è intrisa di sangue?

_ Fammi vedere … se ha fatto infezione bisognerà portarti in infermeria … _

_ Non ti preoccupare, va tutto bene, resisterò … _

_ Il mio non è un consiglio,Stephanie,  è un ordine._

Lei si arrende e si siede su una panchina poco distante. Io mi accomodo accanto a lei le alzo la manica verso la spalla. Comincio a disfare la fasciatura con molta delicatezza.

Tolto l’ultimo lembo di garza mi raggelo … quello che vedo mi fa montare una rabbia cieca.

Sul braccio di Stephanie ci sono alcuni morsi, indubbiamente di un cane … o di un lupo …

I solchi provocati dai denti sono abbastanza profondi, e non si sono cicatrizzati, anzi, continuano a sanguinare copiosamente.

Probabilmente è stata morsa da un lupo mannaro, il cui veleno impedisce al suo corpo di guarire come dovrebbe.

_ Ora sentirai un po’ di dolore … _ le dico, e avvicino le ferite alla mia bocca.

Lei, raggelata, non si muove.

Quando le mie labbra calde vengono a contatto con la sua pelle gelida il solito fremito mi attraversa, ma cerco di ignorarlo.

Comincio a succhiare il veleno, che mi riempie la bocca con il suo sapore orribile. Stephanie comincia a dimenarsi per il dolore, ma non urla, sopporta in silenzio.

Non appena ho finito sputo a terra un grumo nerastro, che fa seccare l’erba che lo circonda.

Come se non fosse successo niente riafferro la garza e le rifaccio fasciatura.

Lei apre la bocca, come per chiedere spiegazioni, ma la campanella copre il suono della sua voce.

 

 

                                                   STEPHANIE

 

Questo strano ragazzo, che adesso mi sta tenendo la mano mentre corriamo a lezione, diventa sempre più misterioso ogni minuto che passa. Credevo di cominciare a capirlo, ormai è un po’ che ci conosciamo, ma intorno a lui c’è sempre un alone di mistero.

Cos’era quella cosa che ha tirato fuori dal mio sangue? E come faceva a sapere che era li e che nuoceva alla mia salute?

Entrati in classe ci sediamo nell’unico banco rimasto vuoto pochi secondi prima che il professor Jordan entri in classe.

_ Benvenuti, ragazzi, alla prima lezione di matematica (almeno, la prima con il miglior professore del mondo) del nuovo anno scolastico. Spero che la supplente che avete avuto fino a ieri sia stata alla mia altezza … Mi hanno riferito che ci sono due nuovi studenti tra noi, i signori McWolf … Uno dei quali non ha ancora capito le regole del nostro istituto, a quanto pare._ e diciotto paia di occhi si voltano verso Jared, che, nonostante si trovi in una stanza semibuia, non si è ancora levato gli occhiali da sole.

_ Mi dispiace, signore, ma i miei occhi sono molto delicati, e la luce li disturba … _ 

_ Non mi sembra che ci sia una luce abbagliante, qui, quindi le consiglio di levarsi gli occhiali, se non vuole far visita al preside!_

Lui, lentamente se li toglie e li appoggia davanti a sé.

Si volta verso di me, e io smetto per un attimo di respirare.

I suoi occhi bicolore sono quelli del mio incubo. Sono occhi che,nei sogni e nella realtà, mi erano sembrati tanto umani, ma che in realtà appartengono ad un essere ignobile, che voleva farmi credere di essermi amico per poi pugnalarmi alle spalle.

La sorpresa si tramuta presto in rabbia … credeva forse di potersi nascondere per sempre?

Sono talmente adirata che non riesco a controllare le mie azioni.

Mi diranno in seguito che, dopo aver lanciato un urlo isterico, ho tirato un pugno a Jared, spaccandogli il naso.

 

Sono qui, seduta nell’ufficio del preside, ad ascoltare un interminabile discorso su come io abbia deluso tutti. Francamente non me ne importa un accidente di quello che pensano gli altri sul mio gesto.

Quando mi hanno chiesto perché l’ho fatto, ho risposto che avevo le mie ragioni.

Cos’altro avrei potuto dire? “Scusatemi se ho rotto il naso a quell’impostore di Jared, ma ha finto di essere un normale essere umano, quando invece è uno stramaledetto licantropo che mi perseguita anche di notte!”.

Ma, se già credono che io sia pazza, se avessi dato loro una risposta del genere mi avrebbero chiusa in un manicomio e avrebbero gettato via la chiavi.

_ Ora puoi andare, Stephanie. Avvertiremo tuo padre per telefono._ la voce del preside mi riscuote dai miei pensieri.

Esco dal suo ufficio alzando gli occhi al cielo. Come se mio padre fosse il mio più grande problema!

 

Sto per salire sulla macchina di Emily (sì, nonostante io sia il suo mezzo di trasporto preferito anche lei a volte è tradizionalista) quando sento una voce nota che mi chiama.

Lo ignoro e salgo sul sedile anteriore, anche se Emily non è ancora al posto di guida,visto che si sta attardando con un gruppo di giocatori di football.

Ma, prima che lo sportello si sia chiuso completamente, una mano lo ferma e lo riapre.

_ Stephanie, ti prego, devi ascoltarmi!_

­Io lo fisso con sguardo gelido e, con una voce a metà tra l’arrabbiato e il triste gli chiedo:
- E perché dovrei? Cos’è, vuoi prendere un po’ di tempo, in modo che i tuoi amichetti licantropi possano arrivare per godersi il banchetto con il mio cadavere? Come hai intenzione di uccidermi, lupacchiotto? O forse farai fare il lavoro sporco a qualcun altro, così non ti sporcherai le mani con il sangue di una lurida mezza-vampira?-

Il suo sguardo si fa triste, e riesce quasi a farmi pena. QUASI.

-Non è vero, Stephanie, io non voglio ucciderti! È la mia famiglia che crede che tu sia pericolosa, ma io sto cercando in tutti i modi di far cambiar loro idea,anche se non è facile …

Non ti ho confessato prima la mia vera natura per lo stesso motivo per cui non l’hai fatto tu … per paura di essere considerato un mostro.-

Dice, tenendomi la testa tra le grandi mani e fissandomi negli occhi.

- Stephanie, non l’hai ancora capito? Non potrei mai farti del male, io ti amo!-

Scuoto la testa e gli metto un dito sulle labbra.

_Anch’io provo lo stesso per te, ma è diverso. Io amo una persona che protegge gli altri e rinuncerebbe alla propria famiglia, a tutti i propri affetti, pur di starmi vicino. Invece tu ami un mostro che ancor prima di nascere ha provocato dolore e sofferenza; un mostro che ha spaccato il naso all’amato perché non aveva abbastanza fiducia in lui. Ma non essere triste, Jared. Sono sicura che troverai la ragazza giusta per te, una ragazza che ti ami, ma che non ti procuri problemi … -

Lui digrigna i denti e mi scuote per le spalle, come per svegliarmi.

-Io non voglio un’altra, io voglio te, e non mi arrenderò tanto facilmente! _

La sua determinazione mi colpisce. Avvicina il mio volto al suo, lentamente, come per baciarmi, ma io lo allontano dolcemente. La mia determinazione a persuaderlo sta crollando rovinosamente, ma ho ancora una carta da giocare.

_ Se ti dicono che l’amore è un sogno, sogna pure, ma non stupirti se ti svegli piangendo …_

Lui mi sorride, mesto.

-Se anche il prezzo da pagare per starti accanto fosse annegare nelle mie stesse lacrime, stai certa che lo farei.-

Ma vi rendete conto di quanto è fantastico? Nessuno prima d’ora mi aveva detto niente di così maledettamente … dolce.

Gli butto le braccia al collo con una tale foga che cadiamo entrambi per terra.

Adesso i nostri volti sono a pochi millimetri l’uno dall’altro, e riesco a sentire il suo respiro caldo sulla pelle. Adesso mi sento VIVA.

 

 

 



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Capitolo 7
*** Un amore rosso sangue ***


Eccomi di novo qui! Come sempre ringrazio tutti quelli che trovano un briciolo di tempo per leggere la mia storia, e ancora di piu coloro che mi lasciano una recensione!

Un morso a tutti

La vostra Rosa di cenere

JARED

 

Che cosa vorrà fare adesso?Mi ha praticamente atterrato, e mi sta fissando, la testa leggermente piegata verso destra, sul viso un’espressione indecifrabile.

-Voglio che tu rimanga completamente immobile, ok?- mi dice.

Io annuisco, spaventato.

Lei si avvicina talmente tanto che i nostri nasi si sfiorano. Adesso, da Stephanie mi sarei aspettato tutto … tranne questo.

Infatti, dopo aver sfiorato con un dito gelido il contorno del mio volto, posa le sue labbra sulle mie.

 Il solito brivido mi attraversa, ma questa volta è talmente potente che mi lascia senza fiato.

È la cosa più straordinaria che mi sia mai capitata. Ho avuto tante ragazze nella mia vita, ma nessuna è mai riuscita a farmi sentire bene come sa fare Stephanie.

Lei  si stacca dal nostro abbraccio, e si siede accanto a me, che sono ancora sdraiato per terra, senza fiato.

-E adesso? Cosa diranno i tuoi genitori quando verranno a sapere che stiamo insieme?- mi domanda, la voce incrinata dalla preoccupazione.

Io mi alzo in piedi e le porgo un mano. Lei la afferra e si tira in piedi, con un movimento fluido ed elegante.

-Beh, di certo non faranno i salti di gioia, ma sono più che sicuro che capiranno subito che sei una persona fantastica … - le mie parole non sembrano convincerla.

-Forse sarò anche una persona fantastica … ma rimango sempre una nemica giurata della tua specie … sarà meglio che prima sia io a presentarti a mio padre … lui capirà.-

-Ehm, ehm … - l’amica di Stephanie (Emily, credo) ci sta fissando, trattenendo un sorriso.

-Non vorrei disturbarvi, ragazzi, ma se volete un passaggio sarà meglio che vi muoviate, perché stasera ho un appuntamento, e sono di fretta.-

-Grazie Emily, ci farebbe comodo un passaggio. Ci porti a casa mia?-

-Tutti e due? Ma lui non abita in centro?- dice la ragazza, indicandomi, disorientata.

-Ti spiego tutto più tardi …- le risponde Stephanie, un sorriso smagliante stampato in faccia.

 

-Nervoso?- mi chiede Stephanie, la chiave di casa già infilata nella serratura.

-Perché dovrei?- rispondo io.

“Perché l’uomo che stai per incontrare è un vampiro, storico nemico dei licantropi, la tua razza. E se tu avessi un briciolo di cervello saresti già tornato sui tuoi passi.” dice una vocina dentro di me.

La casa di Stephanie è davvero enorme. L’esterno è di un color rosso chiaro, che contrasta con gli scheletri degli alberi ricoperti di neve.

Ci troviamo in mezzo ad un bosco, e non ci sono altre case nel raggio di qualche chilometro.

Ma la cosa più stupefacente è l’interno. Ogni stanza è dipinta con una tonalità differente di rosso e di arancione, e i mobili sono tutti pezzi di antiquariato.

Il pavimento è ricoperto da una folta moquette beige.

Il salotto è grande praticamente come un campo da tennis, ed una televisione al plasma di dimensioni enormi troneggia davanti a due divani  di pelle bianca.

Delle scale come quelle che conducono al piano superiore le ho viste solo nei film.

Più che una casa è un castello.

Sono ancora fermo all’ingresso, gli occhi sgranati per la meraviglia.

-Ehi, bello addormentato … ci sei?-

Io mi riscuoto dai miei pensieri e mi volto verso di lei.

-Questa casa è assolutamente fantastica … mi sembra di essere entrato in un film sul settecento! Eccetto i confort ultra-moderni, s’intende!-

Lei si mette a ridere.

-Cosa c’è, ho detto qualcosa che non va?-

-No, no … è solo che … SEI  in una casa del settecento!- mi guarda, divertita. –Questa casa fu fatta costruire da mio padre quando arrivò qui a New York..., nel 1705.-

Quindi … no, non era possibile …

-Non vorrei sembrare maleducato, ma … .quanti anni ha tuo padre?-

-In totale 403. Ma è stato trasformato quando ne aveva trenta.-

-Hai detto che arrivò qui a New York  nel 1705… Dove viveva prima?-

-Vivevo in Inghilterra, ma ci fu un incidente che mi costrinse a venire a vivere qui in America.-

Un uomo alto, i capelli corvini che sparano in tutte le direzioni e gli occhi argentei scende le scale, la pelle diafana accentuata dall’abbigliamento scuro. È lui ad aver risposto alla mia domanda.

 

-Ciao papà!- lo saluta Stephanie, sorridendo.-Ti presento Jared, … il mio ragazzo.-

Lui mi porge la mano e mi sorride  benevolo.

-Sono contento che mia figlia abbia finalmente trovato un’anima gemella!

Avevo paura che la sua natura le impedisse di provare certe esperienze umane … ma vedo che ha trovato una creatura altrettanto straordinaria, un licantropo, mi sembra di capire.-

Mi passo una mano tra i capelli e strabuzzo gli occhi.

-Ma come ha fatto, signor Carter? E poi non dovrebbe essere raccapricciato all’idea che un licantropo se ne vada in giro con sua figlia?-

-Per prima cosa non chiamarmi “signor Carter”, mi fa sentire vecchio. Chiamami Lloyd.

Come ho fatto a capire che sei un lupo mannaro … ?

Il tuo odore è inconfondibile, inoltre hai una temperatura corporea più alta del normale e gli occhi di due colori diversi, tratto tipico di un capo branco.

Terzo: chi sono io per giudicare una persona solo dalla razza? La mia specie è conosciuta nel mondo come assassina di fanciulle e di bambini!- la sua risata cristallina riempie l’aria.

Comincio ad adorare quest’uomo … ora capisco da chi ha preso Stephanie.

-Ora devo lasciarvi, ragazzi, il lavoro mi chiama. Divertitevi.- dice, facendo l’occhiolino alla figlia, che lo ammonisce con una scherzosa sberla sul braccio.

-Allora, ti va di visitare il resto della casa?-

Saliamo le scale, e davanti a noi si apre un vasto pianerottolo, da cui  partono due corridoi laterali. La parete davanti a noi è un’enorme vetrata, da cui si accede ad un balcone ricoperto d’edera.  Usciamo nell’aria fredda della sera, e sotto di noi un piccolo stagno semi-ghiacciato risplende sotto i raggi di un sole morente.

-Adesso che hai visto l’esterno possiamo passare all’interno, dove forse fa un po’ più caldo e non rischi di prenderti una polmonite … -

Dice, spingendomi verso l’intero. Giriamo a sinistra, dove, per ogni parete, ci sono tre porte.

-Allora … qui abbiamo il bagno, lo studio di mio padre e la biblioteca … - dice, indicando le porte alla nostra sinistra. –Mentre qui ci sono la sala della musica, la mia stanza e il guardaroba.-

Entriamo nella seconda porta a destra, dove un cartello recita: “Attenzione … oggi mordo”.

Tutto ciò che fino a questo momento mi è sembrato straordinario ora impallidisce di fronte alla straordinarietà di questa camera da letto.

Il tetto spiovente è completamente fatto di vetro. Il letto, le cui le lenzuola rosse sono perfettamente piegate, è  incassato in una rientranza del muro, ai cui lati si estendono due enormi librerie stipate di volumi.  Al lato opposto della sconfinata stanza una scrivania di legno massiccio è sovrastata da uno schermo al plasma grande quasi quanto quello in salotto.

E, dulcis in fundo, un allegro fuocherello brucia in un grande camino vicino alla porta.

-Sei sicura che questa sia la tua stanza? Perché casa mia ha più o meno le stesse dimensioni!-

Lei, dopo essersi rannicchiata, mi si getta addosso ringhiando scherzosamente.

Sto ridendo steso sulla schiena nella morbida peluria del tappeto, con la ragazza più bella del mondo seduta accanto, cosa si può chiedere di meglio?

Stephanie si alza di scatto con una mano sulla fronte, scuotendo la testa.

-Quasi dimenticavo ….- mi dice. –Ho un regalo per te. –

 

Mi spinge giù per le scale, e ci ritroviamo di nuovo nell’atrio. Poi mi fa girare a sinistra, dove attraversiamo un lungo corridoio dalle pareti stranamente bianche.

Mi copre gli occhi con le mani e mi fa avanzare.

Sento il sibilare di una luce al neon che si accende, e Stephanie mi lascia guardare.

Ci troviamo in un enorme garage, in cui sono parcheggiate tre macchine e, in un angolo, un telone copre qualcosa.

 -Perché mi hai portato nel tuo garage? Per farmi vedere che anche questo è più grande di casa mia?-

Lei scuote energicamente la testa, facendo dondolare i lunghi ricci neri.

-No, carissimo, qui c’è il tuo regalo! Tu forse te ne sei dimenticato, ma a me non sfugge niente, e so che oggi è il tuo compleanno!- Mi bacia dolcemente, facendomi girare la testa.

Poi mi trascina fino all’angolo in cui ho notato il telone.

-Sollevalo …!- mi incita lei.

Io obbedisco e da sotto il lenzuolo spunta una fiammante moto rosso sangue, che sembra quasi brillare sotto la fioca luce delle lampade al neon.

-No, non posso accettarla, ti sarà costata un occhio della testa!-

-Come vedi i miei occhi ci sono ancora tutti e due … quindi non ti preoccupare.-

Io apro bocca, come per protestare, ma lei mi zittisce.

-Se proverai a dire ancora qualcosa sul mio regalo prenderò per scontato che non ti sia piaciuto, quindi fammi il favore di tapparti la bocca.- 



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Capitolo 8
*** Cercami nei tuoi sogni ***


Sono tornata!!! Ringrazio le poche ma buone persone che mi scrivono recensioni e che mi spingono a continuare la mia storia... :) Vi adoro, semplicemente... e per ricompensarvi pubblico un capitolo un po' piu lungo del solito... Spero vi piaccia!!!

Per quanto riguarda le persone che leggono la mia storia senza scrivere neanche un piccolo commentino.... :( sono offesa! Scherzo scherzo, pero mi farebbe piacere se qualcuno in piu mi scrivesse qualche parolina...

Vi lascio alla lettura

Un morso dalla vostra vampirizzata Rosa di Cenere

 

 STEPHANIE

 

Sono seduta sul divano del salotto, la testa posata sulla spalla di Jared.

-Allora, parlami un po’ della tua specie … mi hanno sempre affascinato i libri in cui gli uomini, al chiaro di luna, si trasformavano in enormi lupi per sfamare la loro fame di carne umana … mi ricordavano un po’ me stessa … anche se io quando caccio ho di sicuro molta più classe!-

Jared alza gli occhi al cielo e mi scompiglia i capelli con una mano.

-Beh, non vorrei deluderti, ma i veri uomini-lupo non sono nemmeno lontanamente somiglianti a quelli dei libri o dei film dell’orrore …

Ci trasformiamo quando e dove vogliamo, ma se lo facciamo al chiaro di luna la nostra forza viene enormemente amplificata. Inoltre non ci nutriamo di carne umana, anzi.

Siamo i paladini della giustizia, proteggiamo il genere umano dai … “cattivi”.-

Lo scruto, cogliendo ciò che avrebbe voluto dire in realtà.

-Guarda che non mi offendo se dichiari che i vampiri sono i “cattivi”… lo so che non sono tutti buoni come me! E poi nemmeno noi siamo esattamente come ci descrivono gli scrittori … sul fatto della dieta non si sbagliano, ma circolano anche diverse voci errate … - Jared mi fissa, in attesa. –Come ben saprai le leggende narrano che un vampiro possa essere ucciso unicamente conficcandogli un paletto di legno nel cuore.  Primo errore. I vampiri sono immortali, a condizione che non vengano uccisi da un loro simile.

Secondo: la luce del sole non brucia la loro pelle, la rende solo … trasparente.

A me non succede, perché sono per metà umana, ma mio padre, quando viene colpito direttamente dalla luce del sole è … inquietante.

È come se la sua pelle già chiara lo diventasse ancora di più, facendo in modo che il profilo di ciò che cela sia abbastanza visibile. Si possono vedere i muscoli, le vene … brrr…- concludo io, fingendo di rabbrividire.

Lui mi guarda, negli occhi un velo di tristezza a cui non riesco a dare un significato.

-Però la cosa sul vivere in eterno è vera? Cioè … rimarrai bloccata a questa età per l’eternità?-

-Sì, rimarrò ferma all’età apparente di diciotto anni, senza cambiamenti fisici di nessun

tipo. – Abbasso gli occhi, sospirando.

-Non mi sembra che la prospettiva ti alletti molto …- Mi dice Jared, sollevandomi con le dita le labbra, per farmi sorridere.-Perché? Non è forse il sogno di ogni donna poter evitare l’arrivo di rughe e capelli bianchi?-

Io alzo lo sguardo, gli occhi velati da un pianto che sento di non poter trattenere.

-Non sono felice perché io potrò anche vivere in eterno, ma le persone che amo moriranno attorno a me. La mia vita sarà come un albero d’inverno, che vive nonostante il freddo, ma che abbandona tutte le sue foglie, rimanendo solo.- Una lacrima solitaria mi riga il viso.

Jared mi posa la mano calda su una guancia e, con il pollice me la asciuga.

-L’albero sarà anche spoglio, ma ha sempre le sue radici. Non ho nessuna intenzione di lasciarti sola nel freddo dell’inverno!- mi dice con convinzione, guardandomi negli occhi.

-Cosa intendi dire?- chiedo io, che ho appena abbandonato la tristezza per passare allo stupore che le sue parole poetiche hanno suscitato in me.

-Intendo dire, mie carissima Stephanie, che le leggende hanno dimenticato un piccolo particolare … anche i licantropi, come i vampiri, sono immortali, se si trasformano a tutte le lune piene… Finora ho sempre pensato che diventare immortale e perdere tutti i miei affetti non facesse parte del mio destino, ma ora che ti ho incontrata capisco che l’unica cosa che non posso sopportare di perdere sei tu. –

I miei occhi sono spalancati per lo stupore, e la mia testa si muove velocemente da una parte all’altra.

-Non sai quello che dici … non puoi rinunciare alla tua famiglia solo per stare con me.

Apprezzo il tuo gesto, ma voglio che prima tu parli con i tuoi genitori.

Lo so che adesso sei arrabbiato con loro per quello che vogliono farmi, ma dopotutto sono la tua famiglia!- gli sorrido, posando una mano sul suo cuore.

-Lo sai che ti odio quando fai così?- sbuffa. Ma le sue parole vengono contraddette dal sorriso che le accompagna.

 

 

 

                                                    JARED

 

Arrivo davanti al cancello di casa nel momento esatto in cui i lampioni lungo tutta la via si accendono.

Parcheggio il mio nuovo gioiellino nel garage, nascondendola in un angolo. Non è il caso che qualcuno veda il costosissimo regalo della mia ragazza, almeno non prima di sapere che HO una ragazza.

Quando mi richiudo la porta d’entrata alle spalle noto che tutto è stranamente silenzioso. Brutto segno. In sala da pranzo, nonostante siano tutti seduti intorno al tavolo, non vola una mosca.

Quando faccio la mia comparsa sette teste si voltano verso di me, fissandomi.

Mio padre si alza, ma viene tenuto per un braccio da mia madre. Lui scuote la testa e lei lo lascia, abbassando gli occhi, sconfitta.

Quando è a pochi passi da me alza un braccio, come se volesse tirarmi uno schiaffo, ma si ferma a mezz’aria.

-Ti rendi conto del pericolo a cui stai esponendo tutti noi? Ti sembra un gesto saggio … baciare un vampiro?- Il suo corpo è scosso da tremiti sempre più forti, come prima della trasformazione in lupo.

Jack penso, sicuro che sia stato lui a spifferare tutto.

-Stephanie non rappresenta un pericolo per nessuno, tantomeno per voi. E poi è per metà umana.- rispondo io, scuotendo le spalle.

Lui digrigna i denti, sempre meno padrone di se stesso.

-É un vampiro, per l’amor del cielo! Si nutre di sangue, è nemica della nostra specie! Credi che il suo presunto “amore” durerà in eterno? Mi dispiace deluderti, ma probabilmente un mattino si sveglierà e si renderà conto che tu non gli servi più, e allora per te sarà la fine … -

Io mi metto a ridere fragorosamente, e questo suono inaspettato fa sobbalzare tutti.

Ma, quando parlo,  la mia voce è tagliente come la lama di un rasoio.

-Voglio farti una domanda, paparino … E voglio farla anche a tutti voi … -dico, indicando la mia famiglia, allibita, con un ampio gesto della mano. La mia espressione deve sembrare alquanto inquietante, visto che sul mio viso è stampato un sorriso beffardo.

–Se vi dicessero, senza nemmeno conoscerla, che la persona che amate è un mostro, che un giorno vi ucciderà e berrà il vostro sangue … voi ci credereste? La abbandonereste solo perché tutti hanno dei pregiudizi sulla sua diversità?-

Mio padre si calma, e comincia a recuperare la sua calma naturale.

Tutti aspettano il suo giudizio trattenendo il respiro.

-Forse hai ragione, figliolo. Credo che dovremmo conoscere la ragazza, prima di giudicarla … -

Io sorrido, felice per la mia vittoria. - … la inviteremo a cena fuori!-

 

-Cosa …? Ma tuo padre aveva bevuto?- sto camminando con Stephanie nel piazzale della scuola diretto all’aula di matematica. La sua espressione è un misto tra il sollevato e lo sconvolto, e mi fa quasi ridere.

-Attenta … !- le grido io, ma è troppo tardi. Camminando all’indietro Stephanie non ha visto il muretto che divide il posteggio dalla scalinata, e ci è finita sopra in pieno.

Ma la cosa bella è che lei non si sbilancia neanche, ma distrugge completamente l’ignaro ammasso di mattoni, che si sbriciolano come fossero di burro.

-       OPS … -

Io mi metto ha ridere e le dico:

-Domani sera hai intenzione di fare così anche con mio padre?-

 

                                                        STEPHANIE

 

 

Corro, non posso fare altro. I miei muscoli sono tesi per lo sforzo, e ho l’impressione che i polmoni possano esplodermi da un momento all’altro. Il vento mi sbatte in faccia fiocchi di neve gelata, che mi graffiano il viso come tanti piccoli aghi.

Vorrei non sentire lo scalpiccio delle sue zampe  sulla strada, o  il suo respiro affannoso.

Mi volto, e, per l’ennesima volta, questa visione mi raggela.

Un rivolo di bava giallastra gli cola sul fitto pelo marrone e arruffato, dove forma una macchia scura. Le labbra sottili lasciano scoperti denti affilati come rasoi.

Jared. Perché mi sta inseguendo?

Vado a sbattere contro qualcosa di duro, e cado a terra, le gambe all’aria.

Sopra di me c’è mio padre, di spalle, le braccia abbandonate lungo i fianchi e la testa china.

Cerco di avvertirlo del pericolo, ma lui sembra non sentirmi. Così mi alzo in piedi e comincio a tempestargli la schiena di pugni.

Sento l’ululato affamato del lupo avvicinarsi, e non è solo.

Mi accascio a terra piangendo, arrendendomi al mio destino, quando sento una mano fredda posarsi sulla mia spalla.

Mi volto, contenta che mio padre si sia ripreso, ma il sorriso mi muore sulle labbra.

Quello che ho davanti non è l’uomo che mi ha cresciuta, che mi ha amata e fatta sentire speciale. Quello che ho davanti è un mostro.

Gli occhi sono di un rosso acceso, senza pupilla, e sono cerchiati da occhiaie profonde.

Il volto è sfigurato da un sorriso malefico, da cui spuntano due canini affilatissimi.

Non ho nemmeno la forza per lottare, non contro le persone che amo.

In questo momento sono arrivati anche i lupi, che mi circondano, in attesa dell’ordine di attaccare e maciullare le mia infame carne.

Chiudo gli occhi, aspettando un dolore che non arriva. Possibile che la morte possa essere tanto rapida e indolore? Timidamente apro un occhio, poi anche l’altro.

Non sono più sulla strada, adesso mi trovo in una piccola radura innevata.

Davanti a me, seduta a gambe incrociate su una roccia, sta una ragazza.

Se ne sta lì, gli occhi chiusi e un espressione seria sul viso d’angelo.

Non ho mai visto niente di più bello. La sua pelle è bianca come la neve che ci circonda, e il viso, incorniciato da una cascata di capelli biondo scuro, è di una perfezione struggente.

Porta una piccola corona elaborata, in cui sono incastonate diverse pietre.

Il suo vestito, una gonna lunga di velluto, lascia scoperte le braccia magre e il collo, su cui spicca una gabbietta d’argento contenente una perla bianchissima, i cui riflessi argentei sono visibili già dalla mia posizione, legata al collo con una catenina finissima.

-Allora sei tu la prescelta, a quanto pare … - dice, aprendo gli occhi, che si rivelano di un caldo color nocciola. Si alza, e, con portamento regale, viene verso di me.

Non ci sono dubbi sul fatto che sia una regina (o una principessa), ma nei suoi occhi chiari colgo l’indomabilità e la libertà del suo spirito.

Con grazia e leggerezza si inginocchia accanto a me e mi posa una mano sulla guancia.

Rabbrividisco al contatto con la sua pelle, che è ancor più gelata della mia.

-Non devi aver paura, Prescelta, ciò che sta accadendo è solo un piano della Regina Nera per spaventarti, ma non ci riuscirà, vero?- mi sorride, benevola, e io annuisco, incantata.

-Qualsiasi cosa lei ti mostrerà non dovrai mai perdere la fiducia in coloro che ami, mai.

Tu hai l’unica cosa che lei non ha … l’amore. Ha avuto anche lei l’occasione di possederlo, ma la sua brama di potere l’ha accecata a tal punto da renderla indegna di tale sentimento.-

Un ululato spazza via la sensazione di pace, e la paura torna ad attanagliarmi.

- Voglio che tu tenga questo.- dice, sfilandosi la collana e mettendomela al collo. –Per ricordare che i veri amici sono sempre con noi, anche quando sembra che ciò che fanno valga meno di un sogno che si dissolve con la luce del sole .Ricorda però che il colore di questa piccola perla rispecchierà quello della tua anima. Se dovesse diventare nera, allora vorrà dire che la fine è vicina. Ora devo andare, ma ti prometto che ci rivedremo molto presto, Prescelta. – mi scocca un bacio sulla guancia e si incammina verso il fitto del bosco, dove scompare, lasciando dietro di se solo il flebile eco delle sue parole.

Rigiro la piccola gabbietta tra le dita, come se potesse nascondere qualche arcano segreto.

Sono cosí assorta che non mi accorgo dell’arrivo del lupo … almeno finché le sue unghie non si conficcano a fondo nella carne della mia schiena, facendomi urlare …

 

Il mio urlo si protrae per diversi secondi, prima che mi accorga che era tutto un sogno.

Sono sdraiata nel mio letto, ma i cuscini e le coperte sono sparsi sul pavimento intorno a me.

-Amore, va tutto bene? Hai fatto un incubo?- dice una voce alla mia sinistra.

Urlo ancora, ma mi fermo non appena capisco che vicino a me è seduto mio padre.

Mi sta tenendo la mano, ed ha un’aria molto preoccupata.

-Tesoro, va tutto bene, era solo un brutto sogno … - mi accarezza la fronte, come si fa con un bambino piccolo.

Io non dico niente, ma mi metto a sedere. Sotto la maglietta del pigiama, a contatto con la pelle, sento qualcosa di fresco e pesante. Infilo una mano sotto la camicetta e ne estraggo una gabbietta d’argento contenente un’immacolata perla bianca.

Com’è possibile? Quel regalo mi è stato fatto da una donna frutto della mia immaginazione …

com’ è arrivato nella realtà?

Mio padre sta fissando allibito ciò che tengo in mano.

-April…- sussurra.

-Cosa?- chiedo io, improvvisamente attenta.

-Niente, tesoro, solo vecchi ricordi…-

Io mi alzo, stizzita, e mi dirigo alla scrivania, dove, aperto un cassetto, estraggo la fotografia presa dalla stanza dei miei genitori. Gliela sbatto sotto gli occhi.

-Anche questi sono solo vecchi ricordi? Cose di cui non vuoi mettere al corrente tua figlia?- gli urlo in faccia, la rabbia repressa negli ultimi tempi impregnata  in quell’unica frase.

Lui mi guarda con aria sconsolata e mi invita a sedersi accanto a lui.

Io non lo accontento e mi siedo per terra.

-Sapevo che un giorno sarebbe successo ….- sospira, prendendosi la testa tra le mani.-Ebbene, Stephanie, devi sapere che tua madre non è morta mettendoti al mondo, ma è ancora viva … ora è una vampira, e vive con tua sorella, Mirage.- Mirage, sorella, viva. Queste tre parole girano per la mia testa, ripetendosi all’infinito.

-Quando nascesti, dopo la trasformazione, notò che tu e Mirage, insieme, avevate poteri sovrumani,e che lasciarvi insieme sarebbe stato un gravissimo errore.

Così se ne andò, portando con se una parte di me. – la sua espressione affranta mi spinge ad alzarmi da terra e ad andare ad abbracciarlo.

Lui mi sorride e continua a raccontare.

-In quanto ad April … beh, lei è tua zia … mia sorella … -

-Tua … sorella?- dico io. –Tu hai una sorella?-

-In verità quando ero umano ne avevo sette, tra fratelli e sorelle, ma lei è l’unica ad essersi trasformata, gli altri...- scuote la testa, come per scacciare un brutto ricordo.

-Cosa è successo papà? Raccontami tutta la storia, ti prego.- lo supplico, prendendo la sua mano tra le mie.

-Devi sapere, piccola, che io sono nato a Londra, in un quartiere molto povero e malfamato.

I miei genitori erano morti in un incidente ferroviario, e io ero il capo famiglia, essendo il più vecchio … dovevo mantenere tutta la famiglia, e non era facile, visto cha lavoravo come garzone di stalla …

Anche con l’aiuto dei miei fratelli minori, che facevano qualche piccolo lavoretto occasionale, la vita era un vero e proprio inferno, e se riuscivamo a mangiare era una festa.

Un giorno d’inizio novembre io e April, che era la minore di noi (aveva solo quindici anni), uscimmo per cercarle un lavoro.

 Volevo trovare una famiglia benestante da cui avrebbe potuto fare la governante, così, almeno durante l’inverno, avrebbe potuto dormire in un letto caldo e mangiare decentemente.

Ma purtroppo quel giorno non avemmo fortuna, e tornammo a casa, stanchi e infreddoliti.

Non appena  mise piede in casa April lanciò un urlo talmente straziante che non me lo scorderò mai … - il suo corpo viene scosso da un tremito, e io stringo più forte la sua mano nella mia, perché ho capito che adesso viene il peggio.

–Entrai correndo, e quello che vidi mi agghiacciò …

Il pavimento della stanza era un lago di sangue, e i miei fratelli e le mie sorelle erano stesi a terra,  i volti sfigurati dall’orrore e le gole dilaniate. April era rannicchiata a terra, e stava piangendo senza contegno, tremante e spaventata.

Quello che non notammo fu che i corpi, che avrebbero dovuto essere cinque,  erano in realtà sei. Me ne accorsi solo quando uno dei cadaveri alzò la testa e fissò gli occhi rosso sangue nei miei.

Non puoi nemmeno immaginare la faccia di quell’essere.

Occhi rossi, capelli incrostati di sangue lunghi fino alla vita e una bocca con canini lunghissimi sporchi di rosso che risaltavano nel bianco dell’inquietante sorriso.

Non facemmo in tempo a gridare che l’essere si era già avventato su di noi. La nostra fortuna fu che probabilmente era già sazia, così si limitò a morderci e a torturarci.- detto questo si sollevò la maglietta, mostrando segni di morsi e di graffi che non avevo mai visto prima.

-La trasformazione durò una settimana, e ti assicuro che è la cosa più dolorosa che si possa immaginare. Quando mi ripresi scoprii che il sangue di coloro che nella mia vita umana avevo tanto amato rappresentava per me una incredibile tentazione.

Mia sorella si separò da me dicendo che avrebbe creato una resistenza contro quell’orrido essere, e io la lasciai andare.

Per molti anni vissi come un emarginato. Dormivo e cacciavo nel bosco, nutrendomi esclusivamente quando il mio corpo non ce la faceva più…

Ma la mia vita da dannato non aveva un senso. Se proprio dovevo soffrire l’avrei fatto resistendo alla tentazione che il sangue umano esercitava su di me.

E adesso arriviamo a una parte che preferirei dimenticare, ma che so indelebile nella mia memoria… quando presi la mia decisione non sapevo ancora quanto la sete potesse essere forte…

Appena uscito dal bosco, coperto solo da luridi stracci, mi imbattei in una bambina.

Non doveva avere più di otto anni, e saltellava allegra al centro della strada, un cestino di vimini stretto tra le mani paffutelle. Ad ogni passo i suoi riccioli biondi dondolavano, sbattendomi in faccia il suo delizioso profumo.

Appena mi vide si fermò, e, tutt’altro che spaventata, mi sorrise.

“Ciao, io sono Stephanie, e tu? Anche tu sei speciale come la mia mamma?”

Non riuscii a controllare la mia brama di sangue, e la uccisi. Lei aveva fiducia in me, non mi temeva, eppure io l’ho tradita.

Non appena la mia gola smise di bruciare mi pentii del mio orribile gesto.

Quella bambina, inoltre, era una mezzosangue, come te. Sua madre era un licantropo e suo padre un umano, e da allora la nostra specie è nemica di quella del tuo ragazzo.-

-Allora è questa la ragione della tua emigrazione?! È per questo che i licantropi ci danno la caccia!- dico io, quasi urlando.

-Esatto piccola, è cominciato tutto così … -

 

 

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