Dodekatheon - i Dodici Olimpi di JackoSaint (/viewuser.php?uid=98151)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La sentenza degli Dèi ***
Capitolo 3: *** Camus ed Ebe ***
Capitolo 4: *** Una visita inaspettata ***
Capitolo 5: *** La rivalità tra Ares ed Apollo ***
Capitolo 6: *** L'incarico di Milo e l'affronto di Shaka ***
Capitolo 7: *** L'Oracolo di Delfi ***
Capitolo 8: *** Il giuramento di Aiolia ***
Capitolo 9: *** Il peccato di Milo ***
Capitolo 10: *** L'osmio ***
Capitolo 11: *** Il traditore ***
Capitolo 12: *** I due fronti si mobilitano ***
Capitolo 13: *** La Notte degli Inganni - prima parte ***
Capitolo 14: *** La Notte degli Inganni - seconda parte ***
Capitolo 15: *** Il dado è tratto ***
Capitolo 16: *** Un nuovo importante alleato ***
Capitolo 17: *** Fuga dall'Olimpo ***
Capitolo 18: *** Ritorno al Grande Tempio ***
Capitolo 19: *** Chi ritorna e chi si ritrova ***
Capitolo 20: *** "Tutto per un amico" ***
Capitolo 21: *** Le lacrime del peccatore ***
Capitolo 22: *** Iniuriae poenae repetentur ***
Capitolo 23: *** Amore e fratellanza ***
Capitolo 24: *** L'ultimo pianto delle stelle ***
Capitolo 25: *** L'Uomo e il Dio ***
Capitolo 26: *** In nome della giustizia ***
Capitolo 27: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
1. Prologo
Leggete
molto le nostre storie, e per questo abbiamo deciso di scriverne una
assieme. L'idea non ci sembra male, anche perchè è una
cosa che abbiamo già fatto ottenendo buoni risultati...
risultati che speriamo di ottenere anche nel mondo di EFP. Per la
cronaca, scriveremo un capitolo ognuna. Questa è una trama che
abbiamo già in mano, elaborata dopo una settimana circa di
lavoro sulla carta, quindi gli aggiornamenti pensiamo saranno veloci e
senza ritardi.
Speriamo che questo prologo vi illustri bene la situazione iniziale ^^.
Buona lettura, Fefè e Giogiò.
PROLOGO
Questo capitolo è di
Federica
Lascia
scivolare la mano sul vetro freddo. I suoi distanti occhi blu
contemplano quel volto tanto simile al suo, quel corpo velato di
bianco adagiato in quella bara trasparente che nella penombra sembra
rilucere di una celestiale aura azzurra. Continuando ad osservare in
silenzio, le dita che accarezzano la superficie e lo sguardo naufragato
nei pensieri che vanno ad affollargli la mente, rimane fermo nella
semioscurità della camera ardente come un’ombra delle
ombre, finendo con l’essere luce di ricordi intangibili.
Saga,
fratello mio. Sono passati mesi ormai dall’ultima Guerra
Sacra contro Hades e le cose accadute sono forse troppe per essere
spiegate in una sola volta. Eppure, guardandoti ora attraverso il vetro
che tiene al sicuro le tue spoglie senza vita, leggo nella tua
espressione ferma il desiderio di sapere; e per questo io, Kanon, ti
racconterò tutto per filo e per segno.
La
Dea Athena ha lasciato il corpo della ragazza che per tutto questo
tempo abbiamo protetto assiduamente. Dopo la Guerra ha fatto ritorno
all’Olimpo con l’intenzione di parlare al Divino Zeus,
ragion per cui noi Cavalieri siamo rimasti confinati qui al Grande
Tempio sotto la giurisdizione di Dohko, il più saggio fra tutti.
Non so se lo sai, probabilmente non ti interessa nemmeno, ma voglio
dirti che alcuni sono sopravvissuti sotto al Muro del Lamento: il
Grande Mu, io, Aiolia, Shaka, il Vecchio Maestro e Milo. Credo che tu,
fratello mio, avresti meritato nuova vita, ma i nostri destini
sono irrimediabilmente dipinti dagli Dèi immortali. Non so
se riuscirai mai a rivivere ancora, magari in un’altra era, in un
altro tempo; io desidero solo che tu abbia trovato la
serenità che tanto agognavi.
Siamo
già stati informati della sentenza degli Olimpi e non possiamo
ribellarci al loro volere. Vestirei volentieri le Sacre Vestigia dei
Gemelli se solo potessi… e lo farei per proteggerti. Ma il tempo
ci è avverso, e la decisione degli Dèi è
irreversibile. Il Grande Tempio custodirà per sempre le tue
spoglie e quelle degli altri valorosi Cavalieri che hanno combattuto al
nostro fianco.
Non voglio dirti addio. Un giorno tornerò e un addio non posso dirtelo. Quindi arrivederci Saga, fratello mio.
Una presenza alle spalle, sull’uscio. Kanon allontana delicatamente la mano dal vetro:
- Mu - .
- Il tempo è giunto. Il Divino Zeus ci attende - risponde placido il nuovo arrivato.
E Kanon si volta. Non un
Cavaliere, non un guerriero lo sta osservando, ma un ragazzo alto, dal
portamento raffinato e composto, i lunghi capelli chiari sciolti lungo
la schiena come mai il Grande Mu dell’Ariete li avrebbe
portati. Nemmeno il suo abito, una lunga tunica bianca e
violetta, ha qualcosa a che fare con il passato.
- Perché abbandonare il Grande Tempio, Mu? - .
- Non ci si oppone alla sentenza degli Dèi - .
- Un Cavaliere questo non l’avrebbe detto - .
- Io non sono più un Cavaliere. E nemmeno tu - .
Kanon lancia
un’occhiata alla bara di vetro, la sfiora un’ultima volta:
- Perché mai dovremmo donare le Sacre Armature agli Olimpi?
Perché dovremmo lasciare la terra? - .
- A questo non posso risponderti, lo sai. Amico mio -, e Mu fa un cenno con il capo, - avanti, dobbiamo andare - .
Il suo tono è dolce, complice. Kanon abbassa gli occhi sul volto di Saga. - Sì. Andiamo - .
Angolo delle autrici
Abbiamo deciso di incominciare
così, con i trafficati pensieri di Kanon davanti al ricordo
dell'amato Saga... ç____ç In questo spazio vi
risponderemo ai commenti, e naturalmente ognuna di noi si
occuperà delle recensioni rivolte ai propri capitoli.
Preparatevi adesso ad un flashback che vi spiegherà cos'è
realmente accaduto al Grande Tempio! ^^
Che altro dire? In questa fic si troverà molta mitologia, il nostro forte. Se vi servono informazioni, noi ci siamo!
Un saluto, Fefè xD
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Capitolo 2 *** La sentenza degli Dèi ***
1. La sentenza degli Dèi
Gio:
ed ecco a voi l'attesissimo - speriamo... xD - capitolo! Finalmente
è il mio turnooooo! Ora finalmente le cose vi saranno un pochino
più chiare, dato che io e mia sorella abbiamo deciso di
insierire un flashback... ^^
Vi lascio... buona lettura! Gio
___________________________________________________
2. LA SENTENZA DEGLI DEI
Questo capitolo è di
Giorgia
Un mese fa, Grande Tempio
Dohko non era abituato a
starsene fermo, per di più seduto nella Sala del Trono: ma
perché avevano scelto lui come portavoce dei Gold? L’idea
era stata naturalmente di Shaka che, serafico come al solito, era
riuscito a convincere tutti gli altri Cavalieri.
Io,
Dohko, punto di riferimento di tutti i Cavalieri e uomini
d’onore, credo di non essere ancora pronto ad un compito simile.
C’è qualcosa, Grande Athena, che mi spinge ad essere
così insicuro di me stesso. Vi prego di proteggere il Grande
Tempio anche da lassù, proprio come avete sempre fatto, o Nobile
Signora…
Gli altri Cavalieri erano a
pochi passi da lui, in piedi ed in perfetto silenzio. Tra poco sarebbe
iniziata l’abitudinaria riunione, anche se di abitudinario quella
volta non ci sarebbe stato nulla.
I fuochi della Sala
tremarono; il sole si oscurò un poco. Cattivo segno, tenendo in
conto che Dohko iniziava a percepire uno strano cosmo sconosciuto. Chi
mai sarebbe potuto giungere alla Tredicesima Casa senza prima aver
superato tutte le altre?
I Cavalieri d’Oro
indovinarono la sua inquietudine e nello stesso momento quella presenza
che, velocissima, si stava avvicinando alla Sala del Trono.
Aiolia del Leone alzò di poco lo sguardo. Guardò Dohko: - Dohko? - .
Silenzio.
Fu Shaka della Vergine a
rispondergli: - Non è un cosmo ostile, di certo non di nostro
livello -, e aprì gli occhi, - ma incredibilmente superiore - .
E c’era da
preoccuparsi quando un Cavaliere potente quanto lui diceva cose simili.
Non capitava quasi mai; e quella volta il Gold del Sesto Fuoco pareva
anch’egli sull‘attenti.
Una folata di vento gelido
abbracciò improvvisamente l’intera Sala del Trono. Dohko
si alzò automaticamente in piedi: a pochi metri da loro, poco
lontano dal portone d’ingresso, si stava materializzando una
figura umana.
Umana solo in aspetto,
perché la velocità con cui si era presentata lì e
la potenza e la luminosità del suo cosmo lasciavano poco di
umano in quella singolare presenza.
Dall’aurea nivea i Cavalieri videro apparire, sempre lentamente, un uomo.
Automaticamente si videro costretti ad indietreggiare.
I suoi passi,
impercettibili, accarezzavano il pavimento con delicatezza. Addosso
portava una lunga stola rosso autunno che lasciava intravedere una
leggera armatura ramata, fregiata e all’apparenza preziosissima.
Indossava sandali e cappello alati, che lasciavano indovinare fin
troppo bene chi fosse. Nella mano destra stringeva un caduceo, bastone
tipico dei messaggeri attorno a cui si intrecciavano due serpenti
scolpiti in materiale preziosissimo.
Si fermò a pochi
passi da loro, fiero e composto, gli occhi cristallini a studiarli uno
ad uno. La sua chioma ramata, corta ma ordinatamente pettinata, era
caratterizzata da una lungo ciuffo che si tuffava davanti alla spalla
destra almeno fino al bacino.
I Cavalieri, sempre più stupiti, furono obbligati da chissà quale sentimento a prostrarsi a terra.
- Divino Ermes, Grande
Messaggero degli Dèi! - fu ciò che disse Mu. - Cosa vi ha
spinto a giungere qui, al Santuario, dopo la lunga guerra contro Hades?
- .
Ermes aveva
l’espressione calma e tranquilla. Strinse il suo famoso caduceo
con tutte e due le mani, poi disse: - Vi porto il responso del Divino
Zeus, colui il quale ha tenuto consiglio con la vostra Dea Athena - Con
un gesto elegante ed agile, da sotto la stola trasse sei piccole
pergamene. - Il responso - disse poi con voce serafica, - il responso
è stato preso anche tenendo presente il parere degli altri
Olimpi. La vostra Dea ha dovuto arrendersi all’idea che ora voi,
conclusa la guerra contro Hades, abbiate ormai svolto i vostri doveri
da Cavalieri. Il Grande Zeus ha quindi deciso per voi una vita
impregnata di pace e serenità, riconoscendo il vostro impegno
nel proteggere la Razza Umana. Sarete ospitati all’Olimpo, Terra
di Dèi, e verrete assegnati ognuno ad uno degli Olimpi. Le
Armature d’Oro verranno con voi e saranno custodite da altri,
inviolabili da tutti e protette nei loro scrigni. Voi non ne sarete
più padroni. Il Santuario rimarrà disabitato: il Divino
Zeus promette però che troverà una soluzione anche a
questo - Si zittì un momento per assaporare lo stupore dei sei
mortali prostrati ai suoi piedi, poi continuò: - Il
giuramento che vi legava con la Dea Athena è sciolto. Tuttavia
sapete bene che non potrete più tornare alla normale vita
terrena. Ecco spiegato il motivo per cui il Divino Zeus vuole avervi
con sé - .
Camus dell’Acquario si
concesse di alzare un momento gli occhi. - Grande Ermes, verremo
assegnati ad altre divinità? - .
- Esattamente. I vostri
nuovi Signori, però, non sono stati scelti a caso - Alzò
di poco le piccole pergamene. - Ve le consegnerò, ora - .
- Perché sono sei e non sette, come lo siamo noi? - chiese Milo.
- Perché, mi chiedi?
Perché uno di voi sarà libero da qualsiasi legame
ultraterreno e potrà continuare a vivere su questa terra, senza
però poter rimanere al Santuario - Ermes fece viaggiare i suoi
occhi d’aquila su tutti e sei i mortali, poi li posizionò
su Dohko: - Dohko - disse, - leggendario Cavaliere sopravvissuto a due
Guerre Sante che, ricevuto il dono dell’Eterna Giovinezza dalla
Divina Athena, veste carni giovani e nel pieno delle forze. A te Zeus
ha concesso di vivere ancora su questa terra, assolutamente sciolto da
ogni vincolo - .
Dohko si sentì
improvvisamente tutti gli occhi addosso. Ecco perché
abbassò ancora di più lo sguardo e, con voce tremante
d’emozione, parlò: - Grazie oh Eccellenti Olimpi. Non
dimenticherò questo vostro gesto di riconoscenza - .
Ermes né gli rispose
né perse altri secondi ad osservarlo. Prese una delle pergamene,
poi spostò lo sguardo su un altro Cavaliere: -
Aiolia, intrepido uomo deicida dalle folgori splendenti. Avvicinati - .
Aiolia, seppur con timore,
si alzò ed obbedì. Ermes gli puntò addosso i suoi
occhi di ghiaccio: - A te spetta Ares, l’indomabile dio della
Guerra, figlio di Zeus ed Hera. Sii all’altezza del tuo compito,
mortale - .
Aiolia prese la pergamena
che Ermes gli stava porgendo, poi se ne ritornò docile al posto.
Allora il dio continuò ad appellare i “Cavalieri”:
- Milo, uomo fedele e devoto al culto degli Dèi - .
Milo si alzò e lo raggiunse.
- A te spetta Artemide, dea
della caccia e divinità lunare. Proprio lei, per porre fino alle
vita del cacciatore suo amante Orione, all’Era delle Leggende
inviò uno scorpione per ucciderlo. Milo, siile devoto come lo
eri alla Divina Athena - .
Pausa di silenzio, in cui Ermes impugnò un’altra pergamena:
- Kanon, uomo tanto
avventato quanto coscienzioso. A te gli Olimpi hanno affidato il
fratello gemello di Artemide, Apollo, in quanto Egli è
verosimilmente legato alla costellazione dei Gemelli - Sorrise
furbescamente: - Il tuo Signore è abbastanza esigente. Spero tu
sia capace di cavartela, mortale - ,
- Camus, valoroso uomo che
ha saputo schierarsi anche con il Male per difendere la causa che
realmente abbracciava. A te il compito più importante ed
agognato: con Ebe, la Coppiera degli Dèi, anche tu farai parte
del seguito devoto unicamente al Divino Zeus - .
Camus trasalì nel sentire quest’ultima parola.
- La motivazione è
più che semplice, ma ti verrà spiegata in seguito. Sii
degno del tuo compito, uomo - Qui fece una lunga pausa di silenzio
prima di volgere gli occhi su Mu:
- Mu, uomo di grande valore
e laboriosità. A te spetta invece Efesto, colui il quale
forgiò molti oggetti leggendari. Da lui potrai imparare nuova
tecniche di lavoro sui metalli più preziosi - Gli
consegnò la pergamena con severità e compostezza. - Sii
fiero di apprendere le sue arti, uomo - ,
- Shaka - disse poi quasi
meccanicamente, - mortale da ritenersi il più vicino agli
Dèi. Le voci su tuo conto non mentono. Il Divino Zeus, Athena
stessa e gli altri Olimpi hanno faticato per decidere la tua sorte -
Con lo stupore di tutti si avvicinò lui stesso a Shaka: - A te
il divino compito di Consigliere degli Dèi. La tua presenza
è richiesta nelle sedute e nei consigli degli Olimpi - .
Shaka credette di svenire a
quelle parole: con un autocontrollo che anche lui faticava a mantenere,
prese la pergamena e si inchinò nuovamente.
Ermes si allontanò
con passi alati, si fermò a poca distanza davanti a loro e
disse, severo: - Tra un mese sarete portati al cospetto dei vostri
nuovi Signori. All’Olimpo però ci sarà una regola
da rispettare, per voi sei: non potrete parlarvi per nessun motivo -
.
Aiolia sgranò gli occhi. - Non… potremo parlarci? - .
- Esattamente uomo. Il
Divino Zeus ha richiesto questo per sciogliervi completamente dal
legame che vi unisce e soprattutto dal ricordo di questa misera vita
terrena - Il suo cosmo prese ad espandersi ed Ermes si alzò di
poco da terra. - A presto, mortali - E così dicendo in un
turbinio di luce sparì senza fare più ritorno.
Oggi, Grande Tempio
Kanon non vuole proprio
andarsene dalla camera ardente di suo fratello: è lì
impalato a fissare quel corpo senza vita. Mille emozioni gli trapassano
il cuore.
Io sono lui… mi sento troppo io…
- Kanon? - lo richiama Mu inclinando un poco la testa. - Kanon, dobbiamo andare - .
Kanon si volge verso di lui
per l’ennesima volta, come fa un ladro colto con le mani nel
sacco: i suoi occhi sono grandi, profondi, tristi ed incredibilmente
puri. - Mu - gli dice, - sai che io non voglio andarmene - .
Mu sorride tiepidamente. -
Ti capisco. Anch’io non voglio andarmene, ma cerca di capire: il
nostro compito di Cavalieri l’abbiamo portato a termine - .
- E perché allora
dobbiamo servire altre divinità? - Kanon si volta di nuovo verso
il feretro che contiene suo fratello Saga. Accarezza con delicatezza il
vetro che lo divide da lui. - Io… Mu, perché? - .
Mu si avvicina: in volto
è grave. - Ci sono cose che noi umani non possiamo capire -
Guarda un momento Saga, dalla sua occhiata non traspare nessuna
emozione: - Kanon, non vorrai far attendere il Divino Apollo, vero? - .
A quelle parole Kanon
ridacchia piano. Continua però a guardare il fratello. - Sai
bene che per divinità simili un minuto, un anno, dieci millenni
non fanno differenza. Sono comunque immortali - .
- Ma qui non abbiamo ragione di rimanere - .
- Io sì. Devo… stargli accanto - .
Mu sa a chi si riferisce.
Sorride gentilmente. - Saga non era così disobbediente come te.
Quando c’erano da rispettare ordini non ci pensava due volte.
Sono sicuro che se fosse qui lui vorrebbe che tu partissi per
l’Olimpo. Senza offesa, Saga penserebbe che è una perdita
di tempo restare - .
- Lo so - gli risponde
Kanon. Allora, trovando il coraggio sufficiente, si china sul feretro
di vetro e lo bacia con delicatezza. - Ritornerò a farti visita,
fratello - dice poi, allontanandosi un poco; e finalmente abbassa lo
sguardo facendolo poi scivolare su Mu: - Ora… andiamo - .
___________________________________________________
Angolo delle autrici:
Fefè: eccomi per rispondere alle recensioni del mio prologo! 4 al primo capitolo?? Ma che bello! xD
sagitta72 :
ci piace che l'idea ti risulti interessante e spero continuerai a
seguirci! Sì, è vero, il prologo piace anche a me molto :)
HigurashiShinko:
vedo con gioia che il prologo ha fatto strage di sentimenti... xD
Scherzi a parte, grazie per i complimenti, e per quanto riguarda
Deathy... noi gemelline pensiamo sempre a tutto... *fischietta
innocente*
Ai91: merci beaucoup per i complimenti sul prologo, ci fa piacere che tu sia curiosa di conoscere bene bene tutta la storia!
Apheniti: promette bene, come inizio?? ... e speriamo! ^^
A PRESTO! ^^
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Capitolo 3 *** Camus ed Ebe ***
3. Camus ed Ebe
Fede:
mio mio mio mio mio mio mio mio mio mio mio mio!!!!!! *Ruba la tastiera
a Gio". Finalmente è il mio turnooooooo!!!!! - ehm, lasciamo
stare... ^^ - .
Questo
capitoletto è interessante... ritenetelo la situazione iniziale
della storia vera e propria *occhiatina furba* Già, iniziale...
*muhauauhah!!! xD*
Buona lettura, Fefè <3
3. CAMUS ED EBE
Questo capitolo è di
Federica
Camus,
Coppiere degli Dei, si ferma ad ammirare un meraviglioso arazzo appeso
nel largo corridoio. Il duello fra Ettore ed Achille, raffigura.
Così, con l’anfora di ceramica tra le mani ed i profumati
capelli rossi adagiati lungo la nivea veste, immobile osserva questa
straordinaria raffinatezza artistica.
Gli capita spesso di
essere rapito dalla bellezza delle opere d’arte di quel luogo,
perdendo la cognizione del tempo e presentandosi quindi in ritardo ai
banchetti. Anche questa volta, presume, arriverà un poco dopo
l’inizio del pasto.
La dimora del Divino
Zeus è abbarbicata sulla cima dell’Olimpo, e le bianche
rocce della vetta si abbracciano fra di esse finendo con l’essere
i muri, le fondamenta e le colonne dell’imponente palazzo.
Candide guglie fendono le nubi e i vapori del giorno e della notte che
donano al luogo un’atmosfera surreale; luce e tenebra si
rincorrono senza mai sovrapporsi, ma nonostante questa mortale
caratteristica del mondo lì sopra il tempo è una regola
che non vige. Gli interni della dimora sono labirinti di larghi
corridoi impregnati d’aria intangibile e leggera, né calda
né fredda, passaggi dove crescono altissime colonne
sottili che reggono un soffitto troppo alto e celato dai vapori nivei
dell’infinito.
Camus si sposta ad una
finestra tripartita e guarda fuori: non sa se sia cielo o mare che
circonda il palazzo degli Dei, è solo cosciente del fatto che le
rade nuvole che spennellano la tinta celeste sullo sfondo vietano
l’orizzonte alla mente più fantasiosa.
E intanto pensa, il divino Coppiere…
Athena…
sull’Olimpo la vita di noi Cavalieri è totalmente
cambiata. Gli Dèi non ci hanno privato del cosmo, che con il
nostro passato è l’unica cosa che ci avvicina alla
conoscenza divina. Nonostante ciò sembriamo esserci dimenticati
delle nostre vere identità.
Milo
per primo, lui, mio amico, ora protetto di Artemide, non si cura dei
ricordi e vive le giornate come si mangiano chicchi d’uva: le
coglie, non fa in tempo ad assaporarle e già tende la mano alla
prossima. Da quanto so viene coperto d’attenzioni e la Dea ne
sembra quasi invaghita… La bellezza di Milo ha già
destato l’interesse di molte ancelle di corte.
Kanon
lo vedo molto spesso. È sempre in compagnia del Sommo
Apollo, e mai mi degna di un sorriso o di un cenno di saluto: mi
rivolge al massimo un’occhiata complice, una complicità,
Grande Athena, che va indebolendosi dati i doveri totalmente diversi
cui siamo legati.
Poi
viene Mu. Nei suoi occhi leggo la fedeltà di un tempo, il
desiderio di continuare a ricordare e non dimenticare nulla, ma Efesto,
suo Signore, lo tratta francamente e sfrutta le sue innate
capacità come si sfrutterebbe un mulo da carico.
Aiolia
non l’ho ancora visto, qui sull’Olimpo. Vero, la dimora
è enorme, vasta più di Atene stessa, eppure questa
certezza non mi tranquillizza affatto: Ares è in pessimi
rapporti con Zeus fin dai tempi antichi, e sapere Aiolia il suo
protetto preferito mi fa volgere a pensieri non certo mansueti.
E
Shaka. Grande Athena, da quando Shaka è Consigliere degli
Dèi sembra aver rinnegato anche il solo pensiero della propria
identità mortale per abbracciare il comportamento degno del
tredicesimo fra gli Olimpi. Lo vedo spesso, lo incrocio, e lui solo ha
l’onore e la possibilità di camminare fianco a fianco con
uno dei Divini a testa alta, come se effettivamente sia uno di loro.
Be’,
ci sono anche io, Camus, il Coppiere prescelto di Zeus. Non ho ancora
capito perché mi abbiano affidato questi doveri, so solamente
che il Padre degli Dèi prova per me una certa stima sospetta,
una confidenza che mi suona meschina. Ma forse è il mio destino.
- Camus? - .
Camus si volta di
scatto, una mano ancora sul davanzale di marmo e l’altra a
reggere l’anfora d’acqua. È stato così
immerso a pensare da non rendersi conto che una giovane fanciulla dai
lunghi capelli biondi si è fermata alle sue spalle a guardarlo
interrogativa:
- Siete Camus, Coppiere degli Dèi? - .
- Sì, sono io -
risponde automaticamente, senza scomporsi. I suoi occhi sfuggono
all’anfora che la ragazza regge: - Siete anche voi al servizio
del Divino Zeus? - .
- Ebe è il mio nome. Ebe, Coppiera degli Dèi - .
Camus sente quel nome
riaffiorare da un recente angolo del ricordo. Fa per dire qualcosa, ma
la fanciulla riparte delicatamente in direzione della sala del
banchetto e allora lui si affretta a raggiungerla. Le loro vesti
scivolano soffici sul pavimento e nell’enorme corridoio
riecheggiano i loro passi senza fretta.
- Allora è proprio vero - riprende ad un tratto Ebe, guardando avanti e procedendo elegante.
- Vero… cosa? - .
- Che il Divino Zeus ha ritrovato il suo Ganimede - .
- Ganimede? - .
Lei si lascia sfuggire un risolino divertito: - Non mi direte che non conoscete la leggenda, vero? - .
- Io non sono greco e di conseguenza ci sono cose che ignoro - .
- Ganimede… -
ripete la fanciulla, e si ferma per permettersi di guardare Camus negli
occhi, - …è stato il più bel mortale in terra - .
- Il più bel… mortale? - .
- Era un pastorello la
cui bellezza fece invaghire molto Divini. Zeus stesso se ne
innamorò e lo fece salire all’Olimpo per farlo suo amante.
Successivamente divenne il Coppiere degli Dèi, sostituendomi per
un certo periodo. E alla sua morte venne collocato in cielo sotto alla
costellazione che prima vi rappresentava, Camus - .
- L’Acquario? È questo il mito legato alla costellazione? - .
Ebe annuisce e
riprende a camminare, seguita dal ragazzo. - Mi sorprende - sorride
dopo un momento, - che voi non conoscevate la storia di Ganimede - .
- Quindi io sarei… bello? - .
- Fidatevi - Gli
lancia un’occhiata d’affermazione e Camus abbassa lo
sguardo per nascondere un sorrisino imbarazzato; ma al di là
delle ciocche rosse che fungono come da tendine intravede un corpo, un
atteggiamento, una persona familiare. Si ferma, fa qualche passo
indietro per sbirciare oltre l’uscio aperto del salone che stava
ignorando.
Sì, quello
è Milo. È proprio lui impegnato a farsi coccolare dai
complimenti di un gruppo di tre ancelle invaghite, ad alzare un
sopracciglio e a sfoderare sorrisini sensuali; è lui di certo
quello appoggiato al muro a braccia conserte che ridacchia ammiccante
alle certo poco caste attenzioni di una delle fanciulle. Avvolto da una
larga camicia tipicamente greca, con un gonnellino color vaniglia a
penzolargli sugli aderenti pantaloni bianchi, si concede con piacere ai
complimenti delle ancelle, tanto che il braccio gli scappa attorno alla
vita di una ed un’espressione maliziosa gli si dipinge in faccia.
I suoi soffici capelli biondi si spargono sulle spalle cadendo
scompigliati lungo la schiena, e una delle fanciulle, ceduta a quei
terrificanti strumenti di seduzione, si arriccia una delle ciocche
dorate attorno al dito assaporandone il profumo. L’aria è
un tutt’uno di birbanti risolini invaghiti, cui si aggiungono i
non certo candidi miagolii del ragazzo tanto celebrato.
Camus sta ancora guardando quando Ebe gli si accosta: - Ganimede, cosa guardate? - .
- Nessuno -, ma i suoi occhi stanno ancora analizzando l’inaspettata scena. La Coppiera scuote il capo, lo inclina:
- Voi non lo
conoscete. Egli non è più il Cavaliere dello Scorpione,
egli è il protetto della Divina Artemide - .
- Infatti non lo conosco. Non so più chi è - .
Gli occhi di Milo
fuggono un momento alla porta aperta, vedono i due Coppieri. Gli scappa
un sorrisino indecifrabile e per un momento anche le tre ancelle che lo
imprigionano alla parete, accorgendosi di non essere più oggetto
dell’interesse del bel protetto di Artemide, alzano gli occhi
sull’uscio senza però smettere di ridacchiare stupidamente.
- Andiamo - sentenzia
fermo Camus, sfidando l’occhiata beffarda di Milo, - o faremo
tardi al banchetto -, e detto questo riprende per la propria strada con
passo più frettoloso.
Angolo delle autrici
Qualche noticina va messa...
Ebe è una figura realmente esistente nella mitologia greca,
anche se noi abbiamo preferito tralasciare la sua natura divina:
infatti lei in realtà è la dea della giovinezza che serve
all'Olimpo come, appunto, Coppiera. E Ganimede, (accento sulla "i",
^^), vero anche lui - spero realmente esistito, anche
*çççççç* xD -, è
legato al mito secondo cui Zeus, innamoratosi perdutamente del ragazzo,
si tramutò in aquila e lo portò con sé all'Olimpo
per renderlo amante e "collega" della bella Ebe. Ganimede venne poi
fatto salire in cielo sotto la costellazione dell'Acquario... E
carissimo maestro Kurumada... dicci dicci, hai fatto apposta a fare
Camus così figo per collegarti al mito????? *Solo una
curiosità personale... XD* Adesso lascio spazio a mia sorella,
che risponderà alle recensioni... e spero anche che commentiate,
così riempirò per benino quest'angolo!!!! ^^
Fefè
HigurashiShinko : bene bene,
che luuuunga recensione, non fai che renderci felici! Allora... eh
sì, noi pensiamo a tutto.... *fischietta ancora innocente xD*
Anche io sono una fan di tutti gli Dèi a parte di Zeus, ed Ermes è uno dei miei preferiti, mitologicamente parlando
(e nel caso della fic anche per altro...
*çççç* ^^). Kanon ti sta proprio a cuore,
eh?? Tranquilla... abbiamo pensato anche a questo... *fischietta assai
innocentemente...* Grazie per seguirci, un abbraccio! PS. oh che bello,
tutti i capitoli?? Be', allora sappi che pubblichiamo ogni giorno! ^_^
Ai91 : altra recensione peggio
del Nilo e del Gange messi assieme (N.B., Gange = Shaka xD).
Alluuuuuura... prima di tutto grazie per i complimentissimi!, veramente
commosse! E a te invece i complimenti per le scenette nella tua
recensione... *Kanon, Saga, Camus, Shaka = standing ovation for Ai ^^*.
Sì, verissimo, Shaka si merita più degli altri... questo
anche perchè mia sorella mi ha fatto due bip così solo per sottolineare il concetto, dato che anche lei sbava dinnanzi a Sua Eccellenza Shaka il Magnifico *inchino* XD. Alla prossima!
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Capitolo 4 *** Una visita inaspettata ***
4. Una visita inaspettata
Gio: finalmente, dopo un'atroce attesa, tocca a me!!!!! *lancia sguardo assatanato a Fede* MUAUAUAAH!!! xD
Mi sono divertita a scrivere questo capitolo... e da qui la situazione si mobilita... o.O
Buona lettura, Gio ^^
4. UNA VISITA INASPETTATA
Questo capitolo è di
Giorgia
Quello
che è passato era forse… Camus? Milo rimane a fissare
stupidamente il portone socchiuso, occhi d’aquila che cercano
risposta. Sì, era lui. Quei suoi capelli li può ancora
riconoscere tra mille. Gli è parso parecchio arrabbiato, anzi,
meglio dire contrariato vedendolo in compagnia di quelle tre ragazze.
Che sia gelosia o meno, di certo non sono più problemi suoi.
Da
quando ci siamo divisi, Camus, ognuno di noi vive la propria vita. Dato
che non ci possiamo più parlare, a che pro continuare ad
inseguirci? Caro amico, vedendoti provo soltanto un’infinita
tristezza ed un’insensata voglia di tornare indietro. Ora che
posso vivere in pace ti prego, non farmi ricordare chi sono
stato…
Una delle ragazze lo prende
per una mano portandosela al petto, poi si avvicina e gli sorride
ammiccante. - Milo? Milo, chi era quello? - .
Milo resta un momento zitto, ma le fanciulle non smettono comunque di ridacchiare stupidamente. - Io… - .
- Milo? - .
- Non l’ho mai visto,
quello - Quella bugia gli brucia l’anima. Per scacciare
quell’ondata di malinconia che gli stringe il cuore ritorna a
sorridere maliziosamente e stringe a sé le ragazze che, colte
impreparate, si aggrappano a lui per non rischiare di finire per terra:
- Stavamo dicendo, fanciulle? - .
- Prima ci si annoiava
così tanto, qui! - dice una di loro, scoccandogli un bacio sul
collo e mordicchiandolo delicatamente.
Milo si ritrova così
a ridacchiare, completamente ubriaco delle attenzioni che gli stanno
rivolgendo le tre ragazze. - Perché vi state sfogando con me? - .
- Non ti piace, forse? - .
- Scherzi! -
risponde Milo, e presa di mira una delle fanciulle la inchioda al muro
e la bacia con vigore. Poi scostandosi sorride seducente a tutte e tre:
- Mi piacciono le belle ragazze - .
Altri schiamazzi poco casti.
Milo sa di aver invaghito
già parecchie fanciulle e quelle che non sono ancora cadute al
suo spiccato savoir-faire con le donne hanno solo paura delle
conseguenze. La Divina Artemide gli lascia parecchio tempo libero, che
lui sfrutta per far cadere ai suoi piedi nuove ancelle. Non a caso non
c’è da stupirsi se ogni notte la passa con una donna
differente. È tutto un gioco. E questo, l’Olimpo, è
per Milo come un Paradiso: nessuna preoccupazione, nessuna
guerra, nessun motivo per uccidere. Darsi alla pazza gioia è
l’unico modo per godersi gli ultimi anni della gioventù.
Alcuni minuti dopo
però lo svago finisce, almeno in un certo senso: due delle tre
ragazze vengono chiamate per adempiere ai loro compiti e quindi Milo si
ritrova a fare i conti con una soltanto. La sorte ha poi voluto che sia
quella che preferisce.
Inizia così a
sedurla, prima lentamente, poi sempre più esplicitamente e
“corporalmente”. Tutto va secondo i suoi piani: trenta
secondi dopo la sta già baciando e la tiene fortemente per i
fianchi, inchiodata lì al muro.
Comportamento assolutamente
non da Cavaliere, ma Milo sa bene che lui ora non lo è
più e si prende tutte le libertà possibili ed
inimmaginabili. La ragazza è comunque in suo possesso, mai si
sottrarrebbe alle sue voglie. Fa per spogliarla, perché non
farlo lì?, ma qualcosa si risveglia in lui e spezza quel momento
magico.
La ragazza lo guarda interrogativa, nervosa e già eccitata oltre misura. - M… Milo? Che c’è? - .
Milo non le risponde. Volge
lo sguardo a destra, ancora al portone semichiuso, proprio nel momento
in cui passa Shaka. Shaka? Rare volte lo scova in giro, con quella sua
lunga tunica color panna addosso. A seguirlo un’avvenente
donna, agghindata e dall’aria importante. Forse è quello
che gli ha destato interesse… o Shaka? Milo non riesce proprio a
capire se in lui si sia attivata la funzione “donne in vista” o quella “Cavaliere nei paraggi, ergo novità in arrivo”.
- Milo? - prova a
richiamarlo nuovamente la ragazza, e questa volta il giovane si volta a
guardarla. Ha ancora una mano sulla sua coscia. - Chi era quello? - .
Chi era quella donna, vorresti dire!,
pensa bene di rispondere Milo, ma ci rinuncia. Già, infatti
è proprio quella ragazza che ha destato il suo interesse. Ma non
per i soliti motivi, semplicemente perché gli è parsa
strana… per di più stava in compagnia di Shaka! -
Io… adesso devo andare - Fa per andarsene, ma la fanciulla lo
trattiene:
- Milo!, chi era? Sai che non puoi parlare con i sottoposti di altri Olimpi! - .
E quello sarebbe un sottoposto?? Ma l’hai visto??
- Rispondimi, altrimenti non ti lascio - .
Va bene, quella ragazza non
vuole proprio desistere. Così, per farla zittire, la bacia
nuovamente. La sente sciogliersi. - Stasera. Alle nove - Quelle poche
parole bastano sempre con qualunque donna. Ottiene infatti quello che
vuole, cioè la libertà di seguire Shaka e quella
fanciulla, quindi corre fuori dalla sala aggrappandosi poi al portone
per sporgersi fuori: eccoli, i due. Si stanno proprio dirigendo alla
Sala dove gli Olimpi solitamente si riuniscono.
Milo si incammina quindi
verso di loro. I suoi passi rimbombano sui muri, da ogni parte, ma
Shaka non sembra nemmeno accorgersene e continua a camminare. Invece la
ragazza si volta. La vede camminare sempre più piano, infine
fermarsi basita ad osservarlo. Milo neanche si stupisce, sa di fare lo
stesso effetto a tutte le donne.
Allora anche Shaka si volta, lo vede, non accenna minimamente a nulla ed invita la fanciulla a proseguire. Milo li segue.
C’è qualcosa,
qualcosa che mi dice che quella ragazza non è qui per fare la
turista. Ho notato qualcosa nel suo sguardo, qualcosa di
particolare… di certo non è una mortale qualsiasi.
I suoi pensieri vengono
tranciati dal rumore del portone che si apre: la donna entra subito
nella Sala, invece Shaka si ferma lì sull’uscio come se si
aspetti che Milo si avvicini.
Infatti è
così: Milo si avvicina, con disinvoltura fa finta di osservare
un arazzo, poi prende Shaka per la tunica e lo tira a sé.
Insieme vanno a chiudersi in un piccolo salone completamente vuoto,
chiudendolo dall‘interno.
- Shaka! - .
Shaka non risponde. La sua espressione serafica sembra infastidita.
- Shaka, e chi è quella? - .
Nessuna risposta.
- Shaka, deve forse consultarsi con gli Olimpi? Qualcosa mi dice che non si metterà bene, per noi… - .
Queste parole fanno perdere
la pazienza al Consigliere degli Dèi, che apre gli occhi e lo
incenerisce con lo sguardo: - Non ti posso parlare - .
- Almeno dimmi chi è - .
- No - .
- Perché? - .
- Non posso dirti nulla. Non ti conosco - .
- Non fare così con me! - .
- Chi sei tu per parlarmi così? - Shaka era un altro. Shaka non era Shaka. - Sei forse un Consigliere come me? - .
- No! - .
- Detieni cariche importanti? - .
- No! - .
Milo è proprio
testardo e non vuole mollare. Forse è proprio questo a far
crollare l’imperturbabilità di Shaka: - Milo, io non ti
posso parlare. Non ti conosco - .
- Non siamo mai stati ottimi amici, ma Shaka, te ne prego, rispondimi - .
- Potrei arrestarti - .
- Non me ne importerebbe nulla. Ho avuto come l’impressione che quella ragazza non fosse poi così tanto normale - .
- Non lo è, infatti.
E cerca di portarle rispetto - Shaka alza lo sguardo e lo punta
finalmente su Milo: - Lei è la Pizia. È stata convocata
da Zeus in persona per avere un responso - .
- Cioè? - .
- Questo non lo so. Il Divino Zeus non me ne ha parlato - .
- Può c’entrare con noi? - .
- Cosa te lo fa pensare? Non abbiamo fatto nulla contro di loro -
Shaka fa per andarsene, ma
poi si volta nuovamente ed aggiunge: - Noi comunque non ci conosciamo.
Non rivolgermi più parola, e acqua in bocca - .
Milo annuisce. - Dove vai? - .
- Come dove vado? Al consiglio, no? - .
- Mi farai sapere? - .
- No
- Una risposta più secca non può esistere. Dopo aver
detto ciò, Shaka esce e si dirige silenziosamente dagli Olimpi e
dalla Pizia.
Angolo delle autrici
Ora mi
toccherà aspettare ancora atrocemente... XDDD Alla prossima! Vi
lascio con le risposte di mia sorella alle recensioni! ^^
sagitta72 : innanzitutto
pardon per non aver atteso la recensione al capitolo precedente,
è che siamo così dementi da filare senza aspettare... XD
Passando alla risposta, come abbiamo già detto a un'altra
lettrice, noi fischiettiamo innocentemente perchè pensiamo a
tutto... bronzini compresi... Eh sì, gli dèi sono stati
cattivi, ma sono pur sempre esseri immortali privi di ragione, secondo
me... Concordo con te per quanto riguarda Milo, anche io sono dalla
parte del povero Cammy... e in questo capitolo mia sorella ha voluto
infierire... quindi prenditela con lei!!!! xD
HigurashiShinko :
*fischiano ancora più innocentemente* Oramai abbiamo conquistato
la Coppa del Mondo del Fischio in Coppia!!!! (O dèi che
cacchiata... ^^). Comunque, passiamo al commento: e brava che sei al
terzo consecutivo, già che ci sei perchè non fai il
quarto??? XD Sì, verissimo, povero Mu sfruttato... ma io ce lo
vedo Mu sfruttato, non so te.. ^^ Mi fa piacere che la leggenda si
conosca, ed io sono sicura che Kuru abbia realizzato un Camus
così bono per il mito stesso ^^. Vuoi venire a proteggere la
bara di Saga?? Prego prego... ^^ Aiolia.... Aiolia... *fischiettano...
^^* bo'!, chi lo sa che gli è successo! XD A presto!
Ai91 :
questo tua anormale euforia ci rallegra!!!! E certo che anche io vorrei
essere una delle ancelle, in particolare quella fortunata di qua sopra
*guarda capitolo ^^*. Anche tu sconvolta per il Mu-mulo?? Be', io
invece lo vedo proprio xD. Allora...come vedi non abbiamo infierito sul
povero Ariete... però dietro le quinte Efesto lo sta
torturando... XD. Shaka avrà un ruolo importantissimo nella
storia, quindi preparati che anche io, da fan di Shakino Budino (come
lo chiamo io) me ne invento di tutti i colori!!!
Un saluto, Fefè e Giogiò <3
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Capitolo 5 *** La rivalità tra Ares ed Apollo ***
5. La rivalità tra Ares ed Apollo
Fede:
l'atroce attesa è finita.... finalmente posso ancora scrivere io
*guarda Gio con sguardo stile Shining* Dammi la tastieraaaaa........
*Gio sgancia la tastiera e scappa dalla stanza, tutta urlante dal
terrore*
Fede: ehehehehehe.... be', buona lettura! XD
5. LA RIVALITÀ TRA ARES ED APOLLO
Questo capitolo è di
Federica
Infine
non l’ha fatto entrare. Il Divino Zeus non gli ha concesso il
permesso di far da Coppiere durante l’assemblea successiva al
pasto e per questo Camus se ne sta appena fuori dal grande portone in
rame finemente intagliato. Questa cosa, la negata autorizzazione, lo
mette non poco a disagio perché significa che lui, Ganimede o
meno, non ha ancora ottenuto la piena fiducia del Padre degli
Dèi. In effetti Athena non si è ancora fatta viva
nonostante dovrebbe essere all’Olimpo coi suoi fratelli e
sorelle, altro motivo per cui crucciarsi. Ogni tanto appoggia
delicatamente l’orecchio alla parete nella speranza di
acchiappare qualche parola, ma dall’interno non si ode nulla,
solo le carezze dell’aria pressoché intangibile che
proviene dalle arcate d’oro del corridoio.
Sa che le riunioni fra
gli Olimpi non sono rare, ed anzi sono all’ordine del giorno, ma
il fatto che Zeus non gli abbia accordato il permesso di entrare per
svolgere i compiti del Coppiere non gli va proprio a genio. Al
suo posto, pronta con l’anfora di ambrosia, c’è Ebe.
C’è qualcosa, un pensiero non buono che gli bussa alla
testa e cerca di affermarsi come verità, eppure Camus lo ritiene
un segno di nervosismo passeggero perché ben sa di cosa si
discute nel salone: il destino del Grande Tempio, ecco di cosa si parla
di tanto importante. Un senso che credeva sfumato lo spinge a
preoccuparsi, a tendere ogni tanto l’orecchio, a prestare
attenzione al benché minimo sbuffo d’aria.
Lì dentro si parla di Atene, e Atene è stata la sua casa per anni. O forse lo è ancora.
Il portone che si
apre, il delicato strepitio dei cardini sul pavimento. Camus si
allontana d’istinto dal muro per paura di trovarsi dinnanzi
l’espressione incuriosita e sospetta di chissà quale
divinità, invece non fa praticamente in tempo a vedere nulla che
Ebe lo ha già preso per il braccio e sbattuto non tanto
delicatamente dietro un angolo:
- Ganimede, è successa una cosa terribile! - .
- Sst! - la ammonisce
prontamente lui, premendole la mano sulla bocca e riacquisendo un
po’ del suo celeberrimo sangue freddo: - Perché vieni a
dirlo a me? - .
- Il Grande Tempio - .
- Il Grande Tempio… cosa? - .
- Hanno intenzione di conquistarlo - .
- Ma lì non c’è più nessuno! Si conquista in caso di guerra e adesso siamo in pace - .
- Hanno parlato degli Argonauti, Ganimede - .
- Argonauti? - .
La parola non gli suona nuova ma per uno strano motivo gli suona male. Malissimo.
- I cinquanta eroi
greci guidati da Giasone che conquistarono il Vello d’Oro? -
domanda Camus, il tono sempre più cauto.
- Loro - è l’affermazione che gli mozza il fiato.
- Ma… ma perché? Cosa cercano al Grande Tempio? - .
- Io… non lo
so, non ne hanno parlato - pigola Ebe, abbassando gli occhi come per
paura di una sua reazione; e Camus la reazione la ha, perché per
sfogare l’agitazione tira un pugno al muro per poi fermarsi a
ragionare, il fiato corto dall’inquietudine e gli occhi ora fissi
in basso in cerca di una soluzione che sa introvabile:
- Al Grande Tempio -
ringhia incattivito, - non c’è più niente degno
dell’attenzione degli Dèi. Solo i corpi dei Cavalieri
deceduti durante la Guerra contro Hades, e mandare gli Argonauti per
impadronirsi di corpi senza vita non ha senso! - .
- Ganimede - lo
richiama piano la Coppiera, - dobbiamo andare, l’assemblea sta
per sciogliersi. Non possiamo rimanere qui - .
- Ti seguo. Spiegami
tutto nei particolari… Ebe - acconsente lui osando una
confidenziale seconda persona singolare, e si permette di ricevere il
suo sorriso rassicurato prima di prenderla per mano e trascinarla via,
lontano da quel corridoio; e dalla fretta non si accorge di sfrecciare
di fianco ad un docile Aiolia, che gli lancia una felina occhiata prima
di tornarsene a guardare il portone di rame cui si sta
avvicinando…
- Mio Signore Ares, Dio delle Guerre, io Aiolia, vostro fedele servitore, vi ho raggiunto come mi era stato ordinato - .
- Alzati pure -
concede Ares, esibendo un sorrisino soddisfatto. - Aiolia, fiera belva
delle battaglie, sapevo avresti obbedito - .
- Tutto ciò che volete - .
- Accompagnami alle mie stanze, allora. L’assemblea è stata più lunga del previsto - .
Aiolia annuisce senza
dir nulla. Sbircia l’espressione del suo Signore, velata da ombre
di rabbia repressa e trattenuta, insomma l’espressione
incattivita della tigre che viene provocata. Nei suoi occhi neri come
la pece indovina un ringhio sommesso, sulle sue labbra un poco celate
dalla curata rasatura un ruggito pronto ad esplodere. Qualunque sia il
motivo della sua inquietudine, Aiolia sa che qualcosa
all’assemblea è successo. E ne ha la conferma quando si
volta, pronto a condurlo alle stanze, e trova l’autoritaria
figura di Apollo a sbarrargli la strada.
Non si inchina, no,
non trasgredirà agli ordini. Il Divino Apollo lo osserva un
momento, forse attendendosi quel gesto di riverenza e venerazione che
mai otterrà, poi fa scivolare i gelidi occhi azzurri su Ares:
- Ares, perché mai il tuo protetto non si inchina? - .
- Esegue i miei ordini, Apollo. Non si inchinerà ad altri che a me - .
- Tieni per te i tuoi
capricci, fratello, nemmeno alla riunione ti è andata bene. E
sappi che io non serbo la clemenza di nostro Padre - .
- Io non voglio la tua
clemenza - ringhia saldo Ares, incendiandolo con gli occhi, - voglio
che tu, Divino Apollo, ti sposti solo il necessario per far passare me
ed il mio protetto - .
- Parole aspre, le tue
- sibila velenoso il fratello. - Il mio avviso sarà uno
soltanto: sai che nessuno qui ti vede bene, la tua sola ombra non
è la benvenuta - .
La discussione si sta
facendo sempre più serrata e Aiolia avverte gli animi
riscaldarsi. O meglio, i cosmi: già è sicuro che il pugno
destro di Apollo stringe le intenzioni di chissà quale tecnica.
D’istinto precede Ares:
- Apollo - soffia
aggressivo, e il Dio in questione posa gli occhi su di lui, occhi nei
quali si legge una certa sorpresa, - Apollo, in quanto deicida vi
consiglio di scansarvi il prima possibile: non vorrete mai che sia un
uomo il vostro assassino, dico bene? - .
- Umano - sentenzia
grave il fratello di Ares, la voce che vibra d’irritazione, - non
hai il diritto di parlarmi così. È inammissibile - .
- Le mie folgori non hanno bisogno di un permesso per uccidere - .
Negli occhi di Aiolia
rilucono bagliori dorati; attorno al suo pugno destro, stretto con
potenza, si avvinghiano e si rincorrono piccole saette blu pronte ad
esplodere. Il crepitio che producono incontrandosi e serpeggiando una
dietro l’altra sprigiona l’aggressivo cosmo dal quale sono
fiorite.
- Apollo - ricomincia Aiolia, scandendo bene, - o ti togli o t’ammazzo - .
- Sì, fratello,
o ti togli o t’ammazza - lo appoggia beffardo Ares, sfoderando un
sorrisino canzonatore. - Il mio protetto ha imparato bene le mie
regole, eh? - .
L’espressione di
Apollo è un misto di sdegno e irritazione, il suo volto una
maschera di indignazione. - Non permetto che mi si tratti così -
soffia acido acchiappando un lembo del mantello e gonfiando il petto: -
Ares, chiederò udienza a nostro Padre Zeus per discorrere del
tuo comportamento. In quanto a te, misero umano -, e abbassa gli occhi
azzurri avvicinandosi ad Aiolia fino a sfiorargli il naso, - a te e
alle tue folgori spetteranno punizioni esemplari - .
E detto questo il Divino Apollo si volge nel turbinio del lungo mantello scarlatto e si allontana a passo spedito.
Mu fa finta di
guardare altrove quando Apollo gli sfila rapido di fianco, i lembi
della tunica ramata e del mantello che serpeggiano dietro di lui.
Poco dopo passano anche Ares ed Aiolia, dio il primo e uomo il secondo;
ma il loro atteggiamento, il portamento di entrambi ad una prima
occhiata fa pensare che siano effettivamente dello stesso rango. Anche
questa volta Mu ricorre al trucco di posare gli occhi altrove, ergo sul
bracciale di bronzo a cui ha finito di lavorare, anche se ad Aiolia gli
occhi sfuggono un momento nella sua direzione prima di tornarsene
docilmente a guardare avanti.
- Mu - lo richiama una voce rauca, e Mu si volta chinando automaticamente il capo:
- Mio Signore… vi ho portato il bracciale che mi avevate chiesto di intagliare - .
Efesto abbassa gli occhi sul bronzo lavorato, lo squadra un momento, lo prende in mano: - Le tue mani sono divine - .
- Un complimento che mi onora, Sommo Efesto - .
Il dio alza lo sguardo
su di lui. Le sue iridi rosse rilucono dei fuochi delle fonderie ed i
suoi radi capelli neri faticano a coprire la nuca. Mu prova timore per
lui per il semplice fatto che il suo volto forgiato dal calore è
un’immobile ringhio minaccioso. È pronto a scommettere che
le sue labbra secche e scure non abbiano mai accennato la benché
minima ombra di sorriso; in più, il suo aspetto deforme e
sfigurato e il bastone che a malapena corregge la camminata zoppa gli
donano un’aura d’autorità e severità assoluta.
- Mio Signore…
- prova Mu, in tono docile, ma Efesto alza un occhio giusto in tempo
per scorgere Ares ed Aiolia sparire dietro l’angolo:
- Ah… - scuote
il capo, - Mu, se hai intenzioni di chiedermi di mio fratello Ares,
sappi che la domanda non sarà gradita - .
- Vostro fratello ha appena avuto un pesante battibecco con il Divino Apollo - .
- Ares è sempre
in contrasto con tutti - ammette Efesto guardandolo in volto con
l’occhio strabico. - Il Grande Zeus lo ha ospitato non molto
volentieri qui sull’Olimpo, uomo, perché è
arrogante ed egocentrico, sempre pronto a trovare un motivo per
combattere. A differenza di Athena, dovresti sapere, Ares è il
dio delle guerre sanguinarie, delle lotte che hanno per solo scopo il
sangue e la morte. Questo lo differenzia dalla tua precedente Signora,
che si usa del combattimento come strumento di difesa - .
- Mio Signore, non
volevo chiedere questo, in verità - dice Mu, in tono un
po’ scomposto. - Volevo chiedere… delle Sacre Armature - .
Efesto lo fulmina con lo sguardo: - Mu, mortale, non immischiarti nelle faccende divine - .
- Sono stato Cavaliere d’Oro dell’Ariete e penso sia mio diritto sapere dove sono - .
- Ebbene, le
custodisco io - si arrende il dio, sempre però mantenendo un
cipiglio minaccioso, - ma che questa sia l’unica ed ultima volta
ch’io rispondo a domande riguardanti il tuo passato, umano - .
- Come volete -, e Mu
abbassa gli occhi in segno di rispetto. Vedere Aiolia anche per un solo
istante gli ha fatto scappare quella curiosità e proprio non
è riuscito a trattenersi. Quando alza lo sguardo vede che Efesto
si sta allontanando, portando avanti il bastone per mascherare almeno
un poco il piede zoppo, e capisce che è giunto il momento di
tornare a lavorare i metalli.
Angolo delle autrici:
Fede: bene bene, da questo
capitolo in poi le cose non saranno più così rosee...
ehehehehehehe... ora lascio lo spazio a mia sorella, per rispondere
alle vostre recensioni! XD Bacioni, a prestoo!!!!
HigurashiShinko :
*al suo sclero - meglio dire minaccia... - smettono di fischiare*
Ehm... allora... ciauuuuu!!!! *Che inizio demente... xd* Già,
peccato che Milo prenda da parte Shaka solo per parlare... insomma, io
ce li vedo... xD Camus ci è rimasto molto male, verissimo, hai
avuto la giusta impressione. Sulla Pizia vedo che sei informata e
ciò mi fa mooooolto piacere! Avevi un brutto presentimento per
questo capitolo??? Be', speriamo di averti accontentato - nel verso
giusto, s'intende... - xD Grazie per la tua recensione, mi ha fatto
proprio piacere! Baci8 XD
Ai91 :
ed eccoci alla fan scatenata del nostro Shaka... in primis voglio dirti
che sì, anche secondo me Shaka è un figo in tutti i sensi
della parola, quindi concordo con te... sì, diciamo che è
anche per questo che avrà una parte importante... ma non solo
per questo, eh! La parte dei due letti mi ha sconvolta, non sai quanto
ho riso!!!!!! Comunque spero continui a piacerti la storia!
Bacioni!!!!! XD
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Capitolo 6 *** L'incarico di Milo e l'affronto di Shaka ***
6
Gio:
ed eccoci ad un nuovo capitolo di Dodekatheon *nonostante il titolo, da
notare, si legga "dodecazéon" e sia ambiguo... xD*. Comunque!,
pronti per sapere che altro accadrà? In questo capitolo...
dedicherò l'attenzione a due fra i più fighi dei
Saints... Miluccio e Shakino! xD A voi!
PS.
scherzi a parte, questa fic è seria... ^^ Il problema è
che il titolo fa pensare ad altro e noi due gemelline scorpioncine
abbiamo la mente un po' perversa... ^^
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6. L’INCARICO DI MILO E L’AFFRONTO DI SHAKA
Questo capitolo è di
Giorgia
Passano parecchi giorni.
Dopo la chiacchierata con Shaka, Milo non ha più avuto
l’occasione di parlare con nessun altro. Sa che una parte del suo
cuore è ancora legata al passato, a partire dal suo caro Camus e
dal fatto che quella donna, la Pizia, ha riacceso in lui uno strano
senso del dovere. Non sa se si tratti di un’impressione strana,
ma la Pizia all’Olimpo non ci deve stare. Conosce abbastanza bene
la mitologia greca per capacitarsi che la sua venuta lì è
un evento straordinario, di certo non all’ordine del giorno.
Quando poi la Pizia se ne è andata, Milo è riuscito a
calmarsi un poco ed a riprendere la sua solita, piatta
quotidianità, priva di avventura e pericolo.
È una vita strana per lui, forse troppo bella: deve ancora abituarcisi.
Una mattina però lo
scorrere noioso delle giornate viene spezzato: la Divina Artemide lo
chiama al suo cospetto, e quindi lui è obbligato a raggiungerla
e ad inchinarsi. Trova vagamente strano inchinarsi davanti ad
un’altra divinità che non sia Athena, ma sa che quella
stranezza è destinata presto a sparire.
La Divina Artemide è
molto gentile con lui, perché oltre a dargli molto tempo libero
sembra trattarlo diversamente dagli altri suoi servitori. Questa
è certo un’impressione giusta.
- Milo - lo saluta, poi si
avvicina, flette le ginocchia e gli prende il volto tra le mani come
fosse un bambino. - Milo, sono veramente felice di vedere che stai
bene, qui - .
Milo guardandola ha come la
sensazione che anche Artemide si sia invaghita di lui. Ottimo,
perfetto! - Mia Signora - dice allora, - non capisco perché
tanta confidenza - .
La dèa gli sorride
tiepidamente. - Perché riconosco in te un cuore puro ed
un’alta considerazione di noi divinità - Gli accarezza la
guancia destra, poi prendendolo per il mento lo obbliga ad alzarsi in
piedi, con lei. - Ho da chiederti un favore, mio Milo - .
- Sono qui apposta, mia Signora - .
Artemide gli sorride
enigmatica e Milo si ritrova stupidamente a guardarla basito negli
occhi. Sa bene che non potrebbe, è una mancanza di rispetto
assoluta, ma se la sua dèa glielo permette vuol dire che non
vuole che lui si senta schiacciato dalla sua autorità.
Artemide ha dei lunghi
capelli castani, lisci e lucenti, legati in un’alta coda di
cavallo. È una divinità molto giovane e piena di fascino,
e gli occhi verdi e le ciglia lunghe le donano un aspetto regale. -
Milo - ripete ancora, - non so a chi altri chiedere se non a te - .
- Dite pure - .
Artemide da sotto la stola
prende una pergamena sigillata da un nastro dorato. Con l‘altra
mano sta ancora tenendo il mento di Milo. - È di estrema
importanza. Milo, ho bisogno che tu vada a Delfi per incontrare la
Pizia - .
La Pizia. Proprio non voleva lasciarlo stare. Milo sgrana leggermente gli occhi ed alza le sopracciglia: - La… Pizia? - .
- Non posso dirti il motivo. Consegna questa pergamena alla Pizia e lei saprà che farne - .
- Non è questo che
mi colpisce, mia Signora - ammette allora Milo. - Perché non
avete chiesto quando era ancora qui, sull’Olimpo? - .
- Perché gli altri Olimpi non sanno quello che ti sto chiedendo ora. Deve rimanere un segreto - .
Milo si sente costretto a prendere la pergamena.
- Non la aprire - gli dice
poi Artemide, lasciandogli finalmente il mento e permettendogli
così di abbassare lo sguardo. Si allontana di qualche passo
dandogli la spalle. - Nonostante mi fidi molto di te, non posso
permettere che tu legga il contenuto. Non mi tradirai, vero? - .
Milo in tutta risposta si
inchina. Alcune ciocche dorate gli cadono davanti alle spalle. -
Giammai tradirei la Vostra fiducia, Divina Artemide. Ritenete questo
compito già portato a termine - .
Artemide sembra soddisfatta. - Bene, ora va’. Ti aspetterò con ansia, mio Milo - .
- Non vi farò
attendere, mia Signora -, e dopo aver risposto ciò Milo si alza
ed esce dalla stanza a passo spedito.
Altro banchetto, la solita
routine. Camus non sopporta già più fare avanti ed
indietro dalle tante sale. Certo, per lui è un onore servire
direttamente Zeus e gli altri Olimpi, ma quella monotona vita lo sta
uccidendo piano piano, dolorosamente. Questa cosa gli ricorda molto
Milo con la sua Scarlet Needle… chissà poi perché
non riesce a scacciarlo dalla propria mente.
Anche gli altri
“Cavalieri” stanno sempre nei suoi pensieri. Molte volte
vede Aiolia e gli dà come l’impressione che non sia
più quell’uomo fiero e valoroso di un tempo: si nota anche
a chilometri di distanza che la compagnia di Ares non gli fa affatto
bene. Degli altri invece neanche una traccia. Nemmeno Kanon, il
cagnolino fedelissimo di Apollo, si fa vedere più tanto spesso.
L’allarme scatta però solo verso sera, quando un gruppo di ragazze gli si avvicina.
- Hai visto Milo? - chiede una con fare preoccupato.
Camus stringe a sé
l’anfora contenente l’ambrosia. - Chi… chi è
Milo? - Deve far finta di non conoscerlo. Queste sono le regole. Tra
l’altro la domanda l’ha colto abbastanza impreparato,
perché è strano per uno come Milo non essere in giro con
delle belle ragazze. Almeno, strano per quel Milo.
Un’altra fanciulla
parla: - Ehm… avete presente il protetto di Artemide? Quel
ragazzo che avete visto in nostra compagnia qualche giorno fa, nel
salone… - .
- Alto e biondo? - .
- Sì. Sì, lui. L’avete visto? - .
- …No - Una risposta
indecisa, forse frutto dell’inquietudine che sta crescendo in
lui. Che gli sia successo qualcosa, che sia nei guai?
- Se lo vedete potete dircelo? - .
- Ma… ma certo - .
La discussione finisce lì. Le ragazze si allontanano e Camus viene rapito da pesanti dubbi.
Milo, dove diavolo ti sei cacciato? Sai che così mi fai preoccupare, amico mio…
Come fa a starsene
tranquillo, ora? Decide allora di fare una cosa assolutamente vietata,
cioè andare a chiedere direttamente ad Artemide. La risposta che
riceve non è poi tanto appagante: “Sai che non posso
risponderti, Ganimede. Tra l’altro non vedo perché tutta
questa preoccupazione per Milo. Sa cavarsela anche da solo”.
Santo cielo, quella notte
non avrebbe dormito. Di sicuro. La risposta della dea gli è
parsa anche parecchio seccata, evasiva. L’idea che Milo possa
cacciarsi in qualche guaio non gli va assolutamente giù.
Contro ogni previsione,
Camus riesce a comportarsi con compostezza al banchetto, senza nemmeno
far trasparire la sua forte preoccupazione.
Ma c’è
qualcosa che attira qualche sospetto in Ebe. Finito il banchetto,
quando tutti e due vanno a sistemare l’ambrosia rimasta nel
salone apposito, la giovane ragazza pensa bene di parlare,
approfittando del fatto che non ci sia nessuno oltre a loro due:
- Ganimede - lo chiama, e Camus si volta con la velocità di un bradipo azzoppato. - Ganimede, ti vedo strano - .
- Io strano? - .
Ebe lascia da parte
l’anfora di ambrosia che sta sistemando, poi si avvicina quel
tanto che basta per guardarlo attentamente negli occhi: - Sì - .
Camus si lascia sfuggire un
sorrisino spavaldo e si volta per evitare la sua occhiata. Ritorna a
riordinare le coppe. - Sono solo stanco - .
- No, c’è qualcos’altro che ti turba. Non cercare di nascondermi la verità - .
- Quale verità? - .
Ebe si sistema tutti i capelli su di una spalla, poi alza le sopracciglia: - Non sei bravo a dire bugie. Parla - .
Camus non ha altra scelta,
si sente come pressato dalla sua vicinanza. Allora si volta per
risponderle, ma la ragazza lo precede: con delicatezza gli prende il
viso e lo bacia, sempre più passionalmente.
Camus quasi cade a terra
dalla sorpresa. In un primo momento non ricambia, poi però si
lascia trasportare e senza accorgersene si trova contro il muro, a
stringere a sé Ebe. Per cinque, lunghi secondi tutto intorno a
lui sparisce: c’è solo il contatto con il corpo di quella
ragazza, i loro respiri, l’appetitoso gusto della sua saliva. Poi
improvvisamente tutto riaffiora e ciò basta per spezzare quel
momento magico: lottando contro una parte di sé si allontana da
Ebe, dandole poi le spalle per stare certo di non cadere nuovamente
vittima del suo fascino.
- Non posso - Abbassa lo sguardo.
Ebe non cede, certo che no.
Gli si avvinghia alla schiena, poi lascia scivolare le mani al suo
petto, sulla tunica, facendo per svestirlo. - Te lo concedo io,
Ganimede - .
Con Camus una tattica
simile non funziona. Le afferra le mani con delicatezza e si volta
nuovamente. È serio in volto. - Ti ho detto che non posso - .
- Perché te lo neghi? - .
- Ora ho altro a cui pensare - .
- Cioè? Cosa ti attrae più di me? - .
- … L’ambrosia
- risponde allora lui. - Devo sistemare l’ambrosia. Dobbiamo -
Detto questo si allontana e ritorna a sistemare le coppe ai propri
posti. In verità, però, non è quello che lo mette
così in agitazione.
Ermes percorre velocemente
il corridoio con i suoi sandali alati. Vede i due Coppieri uscire dal
salone in cui si ripone l’ambrosia, e la cosa non lo incuriosisce
affatto. Passa loro di fianco senza accennare nulla, poi svoltando
l’angolo si trova davanti Shaka, il Consigliere degli Dèi.
Questi appena lo vede si ferma a guardarlo. Dall’alto in basso. - Ermes - dice poi.
Ermes è alquanto
infastidito dalla sua mancanza di rispetto, ma non lo fa notare. -
Shaka - lo saluta, - stai adempiendo ai tuoi compiti? - .
- Certo - è la risposta, poi abbassa lo sguardo; lo rialza. - Ora… se non ti dispiace, dovrei passare - .
Un moto di stizza cresce
nel Divino Messaggero: - Shaka, cos’è cotanta mancanza di
rispetto? Come osi rivolgerti a me con parole simili, per di più
ordinandomi di scansarmi? - .
Shaka mantiene sempre il
suo comportamento serafico. - Non è mancanza di rispetto: sono
pur sempre Shaka, io. Più che altro dovresti portarmi rispetto
tu, Ermes, spostandoti. Non tutto ciò che è di divina
stirpe può permettersi affronti simili - .
Questo è troppo.
Veramente troppo. Ciononostante Ermes non è amante delle risse,
quindi riesce bene a trattenersi. Seppur con riluttanza si scansa
lasciandogli la via libera.
Shaka a quel suo gesto alza
le sopracciglia, sorridendo meschino: - Era ora - Gli passa poi di
fianco svoltando l’angolo, senza nemmeno degnarsi di salutarlo.
Ad Ermes questa cosa non
può certo passar sopra. Con un gesto rapido ed elegante, si
avvolge nel suo prezioso mantello e sparisce in un turbinio di cosmo.
Appare poco dopo nella grande Sala del Trono del Divino Zeus. Con
delicatezza atterra, la luce intorno a lui svanisce e poi si inchina
quasi sfiorando il pavimento con la fronte.
Sul trono, lontano almeno
una ventina di metri, siede l’Onnipotente Padre degli Dèi,
che vedendolo arrivare si alza nel fruscio delle tante vesti preziose
che lo ricoprono. - Ermes - La sua voce severa gioca con le alte pareti
del salone.
- Mio Signore - risponde il Messaggero Divino.
- A cosa devo questa tua visita? - .
- Eccellente Padre degli Dèi, vengo a parlarvi del vostro Consigliere, l’umano Shaka - .
- Shaka? - La voce rimbomba nuovamente tutt’intorno. - Che mai può aver fatto di male quel mortale? - .
- Vedete, Grande Zeus -
inizia allora Ermes, - l’ho incontrato pochi minuti fa, per i
corridoi. Vedendomi non si è inchinato ed ha preteso che io mi
spostassi per farlo passare - .
Zeus acciglia lo sguardo. - Continua - .
- Mi ha mancato totalmente di rispetto. Ritengo che col tempo possa esserci d’intralcio - .
Il Grande Padre sospira,
poi si riaccomoda ancora al suo altissimo trono. - Il suo cosmo ha poco
di umano, ciò è vero. L’ho insignito della carica
di Consigliere proprio per questo - .
- Divino Zeus, credo che Shaka si ritenga al nostro livello - .
- Ciò è male
- è la risposta. - Ermes, tienimi informato su di lui. Qualsiasi
cosa sospetta, qualsiasi espressione, qualsiasi parola. Voglio sapere -
.
- Sarà fatto, Divino
Padre. Con permesso - Ermes si alza, poi dopo aver fatto un mezzo
inchino col busto espande il proprio cosmo niveo e con
un’elegante piroetta si volatizza.
Angolo delle autrici:
Gio:
e chissà che accadrà a Milo?? E chissà che
accadrà a Shaka?? HIhiiii... è ora che sappiate che i
capitoli di questa fic li abbiamo praticamente già scritti
tutti... e chissà che cosa è già successo sul
nostro PC... *maligna*. A presto!, lascio spazio a mia sorella per le
recensioni! <3
HigurashiShinko:
Aiolia indifeso?? Non so se lo hai visto - e la tua Coscienza ha
ragione quando dice, testuali parole, che piccolo in tutti i sensi non
è affatto... XDDDD - Sì, Mu fa la parte dello
schiavetto... ^^ Kanon non c'è, verissimo, ma mica sono sempre a
scodinzolare dietro ai loro dèi! Forse era al bagno, chi lo sa! ^^
sagitta72:
la nostra Sagitta!!!!! Allora... sì, vero, anche io odio il Milo
di questa fic - e detto da una della autrici è grave xD -, ma
solo per il suo carattere che serve alla storia... ^^ Sai com'è,
gli autori si devono abituare a tutto e devono essere flessibili! E poi
è anche vero che lo scorpione è il segno più
geloso dello zodiaco, il più misterioso ed affascinante!!!
*____* Tranquilla, noi andiamo fiere di essere scorpioncine! *mano sul
cuore* xD
KanondiGemini96
: ed eccola! Pardon se ti abbiamo rubato l'idea, forse siamo
telepatiche... xD. Be', ai tuoi commenti via sms ho risposto
contattandoti, quindi spero d'averti servita! Buon proseguimento! ^^
Ai91
: per il caso "Kanon mancante", guarda risposta HiguraShinko.. xD.
Allora, io so dove Mu ha le mani divine!!!! *sguardo malizioso,
occhiata d'intesa ad Ai* Ci siamo intese, no??? XDDD Al Santuario
c'è qualcos'altro oltre ai morti... ^^ Leggi, continua e lo
saprai!!! Ciauu!!
Charm_strange
: eggià, povero Mu sfruttato... noto che questo particolare ha
stretto il cuore a molti di voi... ^^ Aiolia sì, sta proprio
peggio... non ti posso anticipare nulla, ma diciamo che Aiolia
sarà un personaggio molto importante nella storia... vedrai,
vedrai.... tu mi chiedi dov'è Athena ed io ti rispondo che non
posso anticiparti nulla... la mia solita, emblematica risposta xD Per
Kanon leggi la risposta ad HigurashiShinko, la prima... almeno, questa
è la mia ipotesi! Certo, certo che te lo trattiamo bene!
Ecco, anche il nostro puccioso *mica tanto... xD* Kanon sarà di
rilevanza in questa storia... è vero, Apollo da' l'impressione
di essere un "figlio di papà" con la bua!!!!!!! Io e mia sorella
siamo scoppiate a ridere leggendo questa tua ipotesi!!! Grazie per la
recensione!!!! Bacione ^^
Finalmente
ho finito!!! Cavoli, le recensione che mettete sono molte... molte ma
vi fanno mooooolto piacere!!!! Grazie per leggere la storia, popolo di
EFP!!! ^_^
|
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Capitolo 7 *** L'Oracolo di Delfi ***
L'oracolo di Delfi
Fede:
ed eccoci al settimo! Però, si corre, eh! ^^ Ma ragazze care,
povero Kanon, volete proprio che spunti fuori? Ma forse poverino
è in bagno! *Sì, sì, un attimo, non si può
neanche pisciare in pace?? Adesso arrivo...* nd Kanon *oh bene!* nd io
xD
Buona lettura! Fefè
7. L’ORACOLO DI DELFI
Questo capitolo è di
Federica
Milo si ferma dinnanzi al
tempio di Delfi. La brezza di Grecia profumata di remota salsedine
smuove i suoi capelli come cobra incantati e scuote appena il leggero
gonnellino greco che gli stringe la vita lasciando cadere in avanti i
panneggi della larga camicia bianca. Sulle spalle, una spartana sacca
da viaggio.
I secoli non hanno
minimamente sfiorato le pendici del Parnaso, monte sede di Delfi, e al
posto di rovine abbandonate ha trovato la fiorita cultura ellenica. Che
questo sia un luogo protetto dalla forza divina non c’è
dubbio, e ne ha la piena conferma quando un gruppo di ragazzini in
chitone gli sfreccia davanti tra le risa del gioco. Milo quasi non
crede a tutto ciò e volgendo gli occhi al cielo percepisce
un’atmosfera surreale, mistica, come se in effetti le pendici
fossero custodite da una forza superiore. E così, eccolo
proiettato nell’Antica Grecia, in un contesto non dissimile da
quello del Grande Tempio; ecco il teatro sul fianco del monte, ecco lo
stadio in tutto il suo splendore; ed ecco il tempio, il leggendario
Tempio di Delfi. Milo si sistema la sacca e s’incammina
verso l’elegante edificio. Non ci sono altre persone in attesa di
venir accolte dai sacerdoti, motivo per cui supera tranquillamente
l’uscio; o meglio, cerca di farlo, perché un uomo in
chitone lo afferra per un braccio e lo trascina indietro quasi
rischiando di farlo cadere:
- Dove credi di andare, ragazzo? - .
- Da… dalla Pizia -
risponde innocente Milo, sfidando l’occhiata arcigna del vecchio
che gli artiglia la pelle. - Sono venuto per l’Oracolo - .
L’uomo sbarra gli occhi fulminandolo con le grandi iridi cristalline: - Sei un supplice? - .
- Io… sì, vengo per l’Oracolo, gliel’ho detto - .
- L’ingresso al santuario non è libero. Servono motivazioni, serve un sacrificio, serve del denaro - .
- Che cosa?? - Milo è sconvolto e non crede alla proprie orecchie. - Io non ho qui nulla da sacrificare e tanto meno del denaro! - .
- Allora puoi tornartene sui tuoi passi, supplice - .
- Ho una motivazione, però - .
Pensa sia giunto il momento
di estrarre la pergamena, cosa che fa porgendola al vecchio: - Sono
stato mandato dalla Divina Artemide in persona - .
A quelle parole l’uomo
apre disordinatamente il messaggio, fa scorrere un momento gli occhi e
Milo, che non riesce a leggere, indovina nel suo sguardo un moto di
stupore e sconcerto.
- Un inviato… degli Dèi…
- balbetta incredulo il vecchio, e china il capo in segno di rispetto:
- Mi scuso per la leggerezza, vi condurrò subito
nell’adyton - .
L’adyton,
l’inaccessibile camera destinata agli incontri con la Pizia. Milo
sta ancora riflettendo quando l’uomo, che ha riconosciuto essere
uno dei sacerdoti, gli fa segno di seguirlo. Così entra. Una
zaffata di aspre fragranze gli inebria la mente e lo costringe a
coprirsi naso e bocca con il dorso della mano. C’è
qualcosa, nella cella del tempio, che non va… e quando passa
accanto alla statua del Divino Apollo, statua preceduta da un fuoco
alimentato da rami d‘abete, ha la risposta: i vapori provengono
da un piccolo passaggio poco illuminato che si inabissa fino ai
sotterranei, e più si scende più la testa gli brucia da
impazzire. Ad un certo punto il sacerdote si ferma, prende un tizzone
ardente dalla parete e glielo passa:
- Ora dovete andare avanti
da solo. Nell’adyton troverete le risposte che alla vostra
Signora servono - Gli riconsegna anche la pergamena prima di tornare
indietro, svanendo tra i vapori e la penombra.
Ed
eccoti da solo, Milo. Da solo in mezzo a questo schifo. Cerca di fare
in fretta, so già che ti manca l’Olimpo…
Probabilmente riflettere
alla terza persona singolare rinvigorisce le sue intenzioni. Si porta
avanti con passo cauto, gli occhi socchiusi per fendere i vapori e il
respiro limitato al minimo indispensabile. Ecco finalmente che la luce
del tizzone illumina sopra di lui l’ingresso all’adyton,
una camera illuminata con delicatezza ed intrisa dell’aspro
profumo di natura ignota. E si ferma, gli occhi sbarrati e lucenti alle
fioca luce dorata, ad osservare una figura ammantata seduta su di un
tripode d’oro. I vapori che scaturiscono da una crepa sotto
al seggio la avvinghiano, la celano alla mortale conoscenza; eppure
Milo sa chi è.
La Pizia, la donna che ha intravisto alla dimora di Zeus.
La fanciulla si muove,
scosta un lembo del regale manto scarlatto che la ricopre. Occhi verdi
smeraldo segnati dagli accurati ritocchi di una matita nera saettano a
guardarlo:
- Uomo. La Divina Pizia, Sacerdotessa prediletta di Apollo, risponderà al tuo desiderio di conoscenza - .
Il suo tono serafico ed
ispirato, i suoi movimenti seducenti, tutto in lei è
evanescente. Milo si fa avanti, infila il tizzone in un anello
d’oro senza distogliere lo sguardo dalla Pizia. È incerto
su come muoversi nell’adyton, i vapori qui dentro assumono
sfumature dorate per via della luce dei fuochi.
- Pizia - dice avvicinandosi
e fermandosi ad un certa distanza, - sono un inviato della Divina
Artemide, che mi ha chiesto di consegnarvi questa -, e le porge la
pergamena, il braccio fermo e le iridi azzurre lucenti d’oro. Lei
non si muove, fa scivolare i profondi occhi verdi sul messaggio
sigillato, ritorna a guardare Milo:
- So - .
Milo ritira lentamente il braccio, ripone la pergamena nella sacca. - E la risposta? - .
- Uomo - Lei si lascia sfuggire un sorrisino malizioso, - hai fretta di sapere? - .
- Non ho mai avuto fretta di far nulla - .
- Accomodati - concede la
Pizia con un elegante gesto della mano, e i gingilli che le avvinghiano
il braccio tintinnano dolcemente.
Milo non può
rifiutare e si siede sul pavimento, in ginocchio, la mente totalmente
ubriaca dei vapori resi quasi invisibili dalla luce dorata. Fissa
immobile la fanciulla coi pugni serrati mollemente sulle cosce, i
capelli biondi sparpagliati sulle spalle e sul torso che scandisce il
suo flebile respiro. Lui è vittima.
La Pizia muove l’altra
mano, altri tintinni risuonano attorno, i vapori sembrano
intensificarsi: - Tu non sai cosa c’è scritto sulla
pergamena, vero? - .
- Ignoro - .
- Sai se vorresti saperlo? - .
- Ignoro - .
- Sai che te lo direi solo in cambio di un favore? - .
- Ignoro… a metà - .
- E sai qual è il favore che ti voglio chiedere, uomo? - .
- So - .
La Pizia si alza dal
tripode, avanza delicata tra i vapori e si ferma dinnanzi a lui,
chinandosi poi piano, prendendolo per le spalle, accarezzandogli il
viso, adagiandolo dolcemente sul pavimento.
- Mi dirai - mormorò
Milo, disteso per terra e sormontato dalla figura di lei avvolta dai
tessuti profumati, - mi dirai il contenuto? - .
- Solo perché
io scelgo di schierarmi con chi mi paga meglio, ed anche perché
le parole in quella pergamena non farebbero bene ai mortali. Mai
fidarsi di noi Sacerdotesse… - .
Adyton o meno, tempio sacro
o meno, deve averla. Milo sa che non potrebbe, sa che sarebbe osare
troppo, in quel momento non ignora proprio nulla, ma non fa nemmeno in
tempo a pensarci troppo che già la bocca gli è scappata
al suo collo e le mani scivolano ardenti lungo i suoi fianchi.
No…
non potrei… Ma se l’unico pagamento che posso dare, se
l’unica arma che posseggo da mortale è la seduzione, tanto
vale osare.
Nell’atmosfera dorata
si rincorrono i loro respiri caldi, i loro desideri sopiti; sulle
pareti le ombre dei loro corpi impegnati e vibranti, capelli biondi e
neri che s’intrecciano. L’ultimo pensiero di Milo era
proprio quello di riuscire, un giorno, a fare l’amore con la
Sacerdotessa di Apollo, lei, così bella e inviolabile, violata
invece dall’uomo di cui il fascino è il primo strumento.
Per quanto breve sia la loro unione, la passione travolgente di
entrambi rincorre l’ideale della perfezione, una perfezione
vittima degli sfuggenti desideri mortali. Lui la stringe, la bacia
ovunque senza risparmiarsi nulla, ne saggia l’inebriante profumo
della carne, sa che non si fermerebbe mai se andasse avanti. Quando si
ferma è solo per riprendere fiato; e alla prima pausa la Pizia
si porta le stoffe preziose attorno per nascondere la propria
nudità e sorride:
- Il Divino Efesto. Lui ha l’unica cosa che potrà servire a cambiare la situazione - .
Milo inclina il capo, i capelli d’oro gli scivolano seducenti sulla spalla sudata: - Di cosa… stai parlando? - .
- Gli Olimpi hanno
intenzione di conquistare il Grande Tempio - rivela di punto in bianco
lei, accucciandosi dinnanzi a lui ed appoggiandogli la mano sulla
guancia. - La risposta è chiara. La Divina Artemide ti ha
inviato qui per domandare della buona o della cattiva sorte che
toccherà a quest’azzardo - .
- Il Grande… Tempio? Attaccarlo? Cosa cercano? - .
- Questo lo ignoro.
Invieranno gli Argonauti e so che ci sarà bisogno di combattere.
L’unico modo per evitare questa guerra è liberare
l’anima di Athena, sigillata da Zeus in persona - .
- Sigillata? - Milo mormora
ancora, ma questa volta la sua voce freme di incredulità. - Gli
Olimpi hanno sigillato la Divina Athena? - .
- È così. Devi
recuperare l’unico oggetto in grado di conservare la sua
anima… e lo ha Efesto, il Fabbro degli Dèi - .
- Pizia… - .
- Non c’è più tempo. Le mie risposte le ho date, tuo il compito di riferirle a chi riterrai opportuno - .
- Di che oggetto si tratta? - .
Ma lei non risponde. Si
allontana con delicatezza, indietreggia, risale sul tripode e si siede
ancora, coprendosi con il mantello scarlatto. E poi il silenzio di
quell’atmosfera mistica. Milo abbassa gli occhi, si riveste senza
dir nulla, recupera la sacca lasciata per terra.
- Tornerò - è la sua ultima parola, e poi esce in fretta senza aggiungere altro.
L’espressione di Shaka
è indecifrabile. Milo non sa se si tratti di sorpresa o di
sgomento, o di rabbia dato che l’ha artigliato per la tunica e
buttato non tanto gentilmente in un angolo buio per dirgli tutto di
Delfi. No, non tutto sinceramente, la sua romantica avventura con la
Pizia l’ha lasciata da parte. E allora perché Shaka ha
l’atteggiamento di chi muore dalla voglia di fondersi con il
pavimento per l’incredulità?
- Shaka? - prova Milo, alzando le sopracciglia. - Che c’è, hai perso l’uso della parola? - .
- Argonauti? - .
- Sì - .
- Sigillo? - .
- Sì - .
- Efesto? - .
- Uhm, a quanto mi ha detto - .
- Hai fatto bene a dirmelo -
ammette Shaka, e ogni tanto lancia qualche occhiata inquieta al
corridoio per paura di fare incontri sgraditi. - Dobbiamo dirlo agli
altri - .
- No no -, e Milo gli fa
ballare l’indice davanti agli occhi. - Impossibile. Aiolia
è fedelissimo ad Ares, Mu è sempre occupato con Efesto,
per non parlare di Camus, che è già tanto il solo
riuscire a scorgerlo di sfuggita - .
- Kanon - propone fermo il
Consigliere degli Dèi. - Sì, gli racconterò
ciò che mi hai detto e vedremo di trovarci tutti questa sera - .
A Milo sfugge un risolino: - Oh ottimo!, onnipotente Illuminato, ma dove? Se ci scoprono ci ammazzano - .
- Nelle mie stanze, Kanon sa
dove sono. Fatti trovare davanti al Salone delle udienze, da lì
ti accompagnerà lui. Non sono poi molto distanti; e ascolta -
aggiunge voltandosi prima di andarsene, - cerca di non avanzare
iniziative sconsiderate. A stasera -, e senza dir altro si allontana a
passo svelto ma sempre elegante.
Come da piano, al calare del
sole sono tutti e tre nel regale salotto di Shaka. Quest’ultimo,
seduto ad un comodo divano rosso, versa da bere agli ospiti per poi
portarsi un lembo della tunica in grembo:
- Kanon, spero tu ora abbia
capito la situazione - conclude in tono tranquillo accavallando le
gambe in un raffinato gesto. - Il Santuario è in pericolo:
ciò significa che gli Olimpi ci hanno allontanato per avere
strada libera - .
- Senza Armature non
possiamo praticamente nulla - scuote il capo Milo, gli occhi bassi per
pescare una qualsiasi soluzione. - La Pizia mi ha detto che invieranno
gli Argonauti. Io alla Divina Artemide ho portato una risposta
inventata, le ho detto che l’Oracolo prevede cattiva sorte. Ma
non penso che gli Dèi ascolteranno - .
- Hanno sigillato la dea
Athena per non avere nemici, ci hanno confinati qua sopra per evitare
di incontrare la nostra resistenza - puntualizza Kanon, e le sue dita
si torturano stringendosi convulsamente a vicenda. - Recuperare le
Armature sarebbe inutile perché non potremmo comunque scendere a
difendere il Grande Tempio. L’unica cosa che possiamo fare
è liberare Athena nella speranza di cambiare la situazione - .
- La Pizia non mi ha detto
né dove si trova il sigillo né che cos’è
l’oggetto di Efesto in grado di contenere il cosmo e tanto meno
cosa cercano gli Olimpi al Grande Tempio - spiega Milo. - Ci
toccherà trovare un modo - .
- Mu è sempre in
contatto con Efesto, essendo il suo protetto - s’intromette
Shaka, assorto. - Potrebbe scoprire l’oggetto e magari anche
scovare il sigillo, se le cose sono legate. Questa parte della missione
vorrei affidarla a lui - .
- Questa parte? - chiede incuriosito Kanon. - Perché, ce ne sono altre? - .
- La logica vuole -
scandisce bene il Consigliere, chiudendo gli occhi come a contenere la
pazienza, - che serva un corpo in cui versare il sacro cosmo della Dea
Athena. L’oggetto di cui ti ha parlato la Pizia, Milo, penso
serva solo come mezzo di transizione da sigillo a corpo, un qualcosa
per contenere il cosmo prima di porlo nel… chiamiamolo
contenitore definitivo. Serve una fanciulla - .
A Milo brillano gli occhi: - Se vuoi ne conosco mille…! - .
- No - Shaka alza la mano
destra imponendo il silenzio. - No, Athena è una divinità
vergine e di conseguenza serve la figlia di una divinità
vergine. Milo, sai a chi sto pensando? - .
- Ehm… sinceramente no - .
- Artemide! - scatta illuminato Kanon battendosi la mano sul ginocchio. - Lei è una divinità vergine! - .
- Esattamente. Il
ragionamento è complesso: dobbiamo impadronirci di
quest’oggetto forgiato da Efesto per contenere il cosmo di Athena
una volta liberato dal sigillo, e solo in quel momento si potrà
passare alla seconda fase, cioè versare l’anima della
figlia di Zeus in un corpo vergine - .
Milo ride. - Manca una cosuccia in mezzo, Illuminato… Questo corpo dove ce lo prendiamo? - .
- Qui all’Olimpo non
troveremo ciò che ci serve; o meglio, non è ancora nato -
spiega Shaka, e sorseggia un po’ di tè prima di
continuare: - L’unico modo è far nascere il corpo
destinato all’anima di Athena. Conosco una donna, Medea, in grado
di creare farmaci e veleni. Pozioni afrodisiache, anche. Ella non
risiede qui alla dimora di Zeus, bensì in un’ala separata
dal palazzo, e come tutte le maghe soddisfa l’offerente migliore
- .
- Oh!, non guardate me! -
sobbalza Milo sfoderando un’espressione assolutamente
contrariata. - Diciamo che… che la Pizia è già
stata abbastanza esigente! - .
- Andrò io - si offre in tono fermo Kanon. - Se è per salvare il Santuario, allora farei di tutto - .
Shaka lo squadra un momento
da dietro la tazzina da tè. - Kanon, questo significa che sei
disposto ad avere una figlia illegittima con la Divina Artemide? Non
è una scelta semplice, la tua - .
- Sì, sono disposto.
Sono il protetto di Apollo, suo fratello gemello, e la incrocio spesso.
Una volta ottenuto il farmaco chiederò a Camus di versarlo nella
coppa di Artemide e il cosmo di Athena, rinvigorito da un corpo giovane
e sano, darà una svolta a nostro favore - .
- Io mi occuperò di
avvertire gli altri - annuncia fermo Shaka. Appoggia la tazzina, i suoi
occhi azzurri si spostano sugli amici: - Faremo di tutto pur di salvare
il Grande Tempio… Cavalieri - .
Angolo delle autrici
"Cavalieri...." Eh, che bella questa parola che ritorna a fari sentire!!! *_____*
Adesso mia
sorella Gio risponderà alle recensioni, ma prima devo dirvi una
cosa: molti autori di shonen, per scrivere un sequel di SS, si affidano
alla celeberrima soluzione "i Gold Saints e compagnia bella hanno perso
la memoria...". ^^ Non mi ricordo chi ci aveva detto qualcosa a
proposito ( sì, be', io con la memoria non andiamo a
braccetto... xD), ma è proprio per ricercare originalità
che abbiamo optato per l'opzione "i Gold Saints non devono parlarsi e
devono cercare di lasciarsi alle spalle le battaglie e la loro amicizia
complice". Voilà!!! xD Sinceramente non mi ricordo nemmeno se
l'avevo già detto... ma fa niente! ^^
Ed eccoci
al capitolo in cui finalmente si vede Kanon - e poveraccio, mica
scorrazza dietro ad Apollo come fa Aiolia dietro ad Ares! ^^ - ed in
cui si capiscono le cose... Olimpi meschini ed ipocriti.... xD. Cammy lo sapeva già grazie ad Ebe, ma gli altri proprio ignoravano 'sta cosa!!!! o.O
Chissà
che c'è ancora al Grande Tempio? Da dai, in ogni caso avete
capito che Kanon s'è proposto per la "particolare" missione
sottointendendo "Saga" nella frase "Se è per salvare il Santuario..." <3
Alla prossima!, Fefè ^^
sagitta72 :
in prima linea, Sagitta!!! Sono scoppiata a ridere quando ho letto la
tua recensione, anche perchè è verissimo!, Cammy è
amante di un genere e mica ne sceglie un altro! ^^ Brava brava la
nostra Sagitta! <3
Ai91 : ed
eccoci anche ad Ai! Ah, c'è qualcuno che ti vuole parlare...
*Ai, se non la smetti di farmi fare figure ti arresto* nd Shaka... xD
Allora... (*anche se Shaka è
*ççççççççç*
: concordiamo con te! nd Fefè e Giogiò ^^*), ...felice
che Kanon sia saltato fuori?? ^^ E più o meno sulla Pizia ci
avevi azzeccato... cos'è, sei la nuova Pizia??? XD
KanondiGemini96 : la nostra carissima Kannoncina!!!! ^^ Da quanto Shaka è il perfettissimo, chiedi?? Noi scorpioncine l'abbiamo sempre osannato per la sua Onnipotenza!!! xD Cos'è successo ad Aiolia?? Be'... lo vedrai nel prossimo! ^^
HigurashiShinko : (lasciando da parte l'insulto educatissimo al computer... xD).
Alluuuuuuura, rinviamo al prossimo capitolo le considerazioni su
Aiolia... poi capirai perchè... hehehehehe ^^. In secondo,
sìììììììì
*çççççç*, Shakino è il
Buddha, ma sai, gli Olimpi non riconoscono il "titolo" essendo in ogni
caso una religione straniera... ^^ Ma si sa, gli Dèi sono razzisti... ahahahaahahha ^^ (Fede: merci per la pubblicità... *questo era un intervento* xD) Alla prossima!!!
à la prochen!!!! Fefè e Giogiò <3
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Capitolo 8 *** Il giuramento di Aiolia ***
8. Il giuramento di Aiolia
Gio:
et voilà!, questo capitolo lo dedico a tutti quelli che volevano
sapere di Aiolia - micino, micetto, gattino, vari nomignoli... ^^ - e a
quelli che invece si sono posti la fatidica domanda: "Ma che fine
farà Shaka con tutto il suo narcisismo??" xD
A voi!
Gio <3
8. IL GIURAMENTO DI AIOLIA
Questo capitolo è di
Giorgia
Rimangono ancora un
po’ insieme, tranquillizzati dal fatto che nessuno oserebbe
entrare nelle stanze di Shaka senza prima bussare. Poi, circa
un’oretta dopo, Kanon e Milo se ne vanno e ritornano ai loro
doveri come se niente fosse.
Nei giorni seguenti Shaka
avvisa gli altri e racconta loro il tutto invitandoli nelle proprie
stanze. L’unico che non è riuscito a contattare
perché irreperibile è Aiolia, che è sempre a
correre dietro ad Ares. Tra l’altro la cosa risulterebbe troppo
rischiosa…
Una sera Shaka si ritrova
nel salotto a sorseggiare del tè. Guarda come ipnotizzato le
fiamme danzare nel camino e ripensa alle parole scambiate con Milo e
Kanon alcuni giorni prima. Anzi, pensa ad una in particolare:
“Cavalieri“…
che strano ritornare a pronunciare questa parola. Seppur sia passato
così poco tempo, mi sembra di essere tutto il contrario di
quello che ero prima. Ciononostante devo riconoscere che il senso di
dovere di un Gold non si estingue mai…
Qualcuno bussa alla porta.
Shaka si ridesta dai suoi profondi pensieri, poggia la tazzina da
tè e concede di entrare. Con sorpresa si ritrova davanti un
autoritario Ermes, che lo squadra come si squadrano i ragazzacci di
strada:
- Shaka, la tua presenza è richiesta dal Sommo Zeus - .
Parole che fanno subito centro. Shaka si alza nel fruscio della veste, acciglia lo sguardo: - Motivo? - .
- Non mi è dato dirlo - .
Allora Shaka, capendo che
non riuscirà mai a fare parlare uno come lui, lo raggiunge. -
Non dirmi che mi farai da scorta, tu - .
Ermes trattiene a malapena un violento moto di stizza. - Certo che sì, mio carissimo Shaka - .
Shaka si ferma davanti a lui. La sua espressione serafica si scioglie in un sorrisino malizioso. - Devo forse ripetertelo? - .
No che non serve. Ermes si scansa docilmente dall’uscio per permettergli di passare, poi lo segue.
- Chissà
perché - attacca a dire Shaka continuando a camminare verso la
Sala del Trono, - tu sei così sciolto con me. Ti credevo fatto
di una pasta più dura, Ermes - .
Ora te la faccio vedere io la pasta…
- Chissà poi perché mi devi scortare - .
Se non fosse per
l‘ordine del Sommo Zeus lo farebbe fuori all‘istante: -
Forse non gradisci la mia compagnia, Shaka? - .
- No, anzi… mi diverti - .
Ermes non risponde. Trova il
comportamento di Shaka così ingenuo e presuntuoso che preferisce
non sprecare altro fiato. Per di più essere convocati dal Sommo
Zeus non è mai di buon augurio.
Quando arrivano davanti all’ingresso della Sala del Trono, Shaka si ferma. Ciò incuriosisce parecchio Ermes:
- Perché ti sei fermato, mortale? - .
Shaka in un primo momento
non fa nulla, poi però si volta e gli sorride spavaldo. - Devi
pure seguirmi dentro? Mi sono fermato perché pensavo di doverti
salutare - .
Ermes inclina di poco il
capo. - Uomo, stai attento a come parli. In primis il tuo saluto non mi
interessa ormai più, poi come seconda cosa devo dirti che
sì, è mio compito scortarti anche dentro - .
- E poi devi pure restare dentro? - .
- … - .
- …è un sì - dice allora Shaka voltandosi ancora.
Finalmente entrano nella
Sala del Trono. I magnifici arazzi che la arricchiscono e gli enormi
quadri dalle cornici d’oro la rendono una stanza unica,
spettacolare.
Arrivati ad una ventina di
metri dal trono del Sommo Zeus, Shaka fa per continuare a camminare ma
Ermes lo acchiappa per la tunica e lo obbliga ad inchinarsi. Shaka non
sembra gradire, ciononostante non può fare nulla per contrastare
il dio: sembra infatti che il Messaggero Divino stia emanando un cosmo
ostile, proprio come se voglia minacciarlo.
Shaka comunque si lascia
sfuggire un‘occhiata: intravede un’alta figura, là
lontano, ritta in piedi, che emana un cosmo dalla potenza sorprendente.
Ha già avuto l’onore di vedere Zeus, di certo da
più vicino, ma ora c’è qualcosa di diverso,
qualcosa che gli mette addosso una certa agitazione.
- Shaka - tuona la voce del Grande Padre. - Umano, ho sentito che il tuo comportamento va peggiorando ogni giorno - .
Quel cosmo e la sua sola
presenza sembrano schiacciarlo. Shaka è obbligato ad abbassare
lo sguardo. Ancora sente che Ermes gli preme una mano sulla spalla per
accertarsi che non si alzi.
Il Grande Zeus per alcuni secondi non parla, poi: - Ermes, lascialo - .
Ermes obbedisce: si
allontana da Shaka di alcuni passi, poi si posiziona di fianco ad una
colonna, composto e con le mani dietro la schiena.
Un pesante silenzio cala nella sala.
Shaka fa per parlare, inizia
veramente a sudare data la pressione del cosmo di Zeus che lo tiene
inchiodato lì a terra, ma il Padre degli Dèi lo precede
puntandogli l’indice contro:
- Esigo spiegazioni, mortale! - .
Perché restare inchinati di fronte ad un’altra divinità? Non posso, non posso assolutamente…
Shaka fa per alzarsi, ma il cosmo di Zeus è talmente forte da farlo crollare in ginocchio.
- Come osi, mortale, rifiutare di restare inchinato di fronte a me? - .
La potenza del cosmo di Zeus
è tale da allarmare persino Ermes, che se ne sta a pochi metri
da Shaka guardandolo come si guarda un condannato al patibolo.
- Parla! - tuona ancora la voce di Zeus, - o dorate folgori spezzeranno la tua misera vita mortale! - .
Shaka prende un lungo respiro. - Io… - .
- Dopo tutto quello che vi ho concesso, uomini, sei tu il primo a tradire la mia fiducia? È inammissibile! - .
- …io… - .
- Se tieni alla tua vita, parla! - .
- …sono un dio… - .
Zeus rimane basito a tale
azzardo; Ermes acciglia lo sguardo, ma non si muove. Inizia veramente a
pensare che Shaka non sia del tutto sano di mente.
Il Grande Zeus rimane ancora
un po’ in silenzio, a guardare quell’uomo che sta cercando
di contrastare il suo cosmo e di alzarsi in piedi. Poi gonfia il petto,
si fa imponente, afferra lo scettro e lo punta verso Shaka: - Stolto! - ruggisce poi, - come osi pronunciare simili parole? - .
Shaka non si arrende. Cerca
di espandere il proprio cosmo facendolo crescere a dismisura e ben
presto una luce dorata lo avvolge. Stringe i denti ed i pugni. -
Io… non mi inchino… davanti a nessuno... - Si appoggia
prima su un piede, poi sull’altro. Non fa però in tempo ad
alzarsi del tutto perché lo scettro di Zeus riluce di un
minaccioso cosmo niveo.
Il suo potere è di gran lunga superiore e fa crollare a terra Shaka.
- Il tuo affronto è intollerabile! Provi anche a contrastare il mio potere? Che tu sia maledetto, uomo! - .
Il divino scettro prende a brillare con più vigore.
- Ti priverò di gran parte del tuo cosmo, così imparerai a stare al tuo posto! - .
Shaka si accascia sempre di
più a terra. Sente le energie venirgli sempre meno e gli occhi
chiudersi pesantemente. Poco dopo, sviene.
Ciò sembra placare
l’ira di Zeus. Si riporta al fianco lo scettro ed appoggia gli
occhi su Ermes che, basito, è rimasto ad osservare. - Ermes, non
ne sopporto la vista. Portalo nelle prigioni - .
Ermes obbedisce: si inchina, si alza e si avvicina a Shaka; e mentre gli tiene il capo sollevato Zeus parla:
- Per un momento è riuscito a contrastare il mio cosmo. Sorprendente, per un umano come lui - .
Ermes non gli risponde. Espande il proprio cosmo, poi con Shaka si volatizza in un turbinio di luce nivea.
Umano o… divino?
Per almeno diedi minuti Zeus ripensa all’incontro con Shaka.
Come fa
un mortale ad avere un cosmo così potente? Certo, sapevo
già delle sue capacità, ma non pensavo fosse così
ben dotato. Così… così vicino a noi Olimpi.
Ciononostante Il suo comportamento non è stato dei migliori. Non
può permettersi di comportarsi in questo modo, soprattutto non
con me.
Il portone si spalanca
d’improvviso. Zeus alza lo sguardo ma resta seduto. Per alcuni
secondi non riesce a riconoscere le due figure che si stanno
avvicinando, ma quando esse si fermano ai venti metri di distanza
imposti gli occhi gli si illuminano di stupore: - Ares… e il tuo
sottoposto - Non che abbia pronunciato queste parole con voce serafica,
anzi, ha usato un tono severo e diffidente. Poche volte infatti quel
suo figlio viene a fargli visita, dato che sa di non essere mai il
benvenuto.
Ares, c’è da aspettarselo, non si inchina; nemmeno Aiolia.
Il Grande Zeus decide
comunque di chiudere un occhio e di lasciare che la cosa passi. Almeno
questa volta. - Cosa ti porta qui? - .
- Sono venuto per parlarti del piano - .
Zeus alza le sopracciglia, sorpreso. Guarda Aiolia. - Non davanti a lui, spero - .
Ares lancia una veloce occhiata al suo sottoposto. - Fa nulla. L’ho già informato della cosa - .
- Ti avevo detto di non
informare nessuno, Ares - gli dice allora il Padre degli Dèi,
burbero. - Se succederà qualcosa, sarà tua soltanto la
colpa - .
- Lo so, ma mi fido del Leone - .
Zeus tace per alcuni secondi, poi però riprende la parola: - Dimmi, allora: vuoi dirmi qualcosa in particolare? - .
- Padre, non pensi sia ora di radunare gli Argonauti? - .
Una domanda più
diretta di questa non può esistere. Zeus lo guarda sospettoso,
accarezzandosi il mento con una mano:
- Perché tutta questa fretta? - .
- Tutto è pronto, padre: perché dovremmo aspettare? - .
- Non rispondermi con un’altra domanda - .
Ares sbuffa, apparentemente
scocciato. - Non ho fretta. Semplicemente ho paura che aspettando
aumenterà il rischio di farci scoprire - .
- Nessuno potrebbe comunque contrastarci - .
- Ma io voglio che si radunino gli Argonauti - Ares è proprio deciso ad avere la meglio sul parere del padre.
Zeus gli lancia
un’occhiata per niente simpatica, segno che la sua presenza lo
sta veramente stancando. Posiziona poi gli occhi su Aiolia: - E tu,
mortale, cos’hai da dire a riguardo? Non ti preoccupa il fatto
che vogliamo conquistare il Grande Tempio? - .
Aiolia è impassibile,
inespressivo più che mai. - Certo che no, Grande Zeus. Ormai
sono un sottoposto del Divino Ares, non vedo cosa mi potrebbe
interessare - .
Zeus lo guarda ancora un
momento, poi però ritorna ad osservare il figlio. Sorride
meschino: - Ti viene proprio facile corrompere gli uomini, Ares. Va
bene, raduneremo gli Argonauti - Si alza in tutta la sua
maestosità. - E tu uomo non ci ostacolerai - .
Aiolia non sembra
infastidito dalle sue parole. - Appoggio la causa degli Dèi, io.
Devo eseguire gli ordini a me assegnati - .
Zeus sembra convinto e
soddisfatto della sua risposta. Prende lo scettro e glielo punta
contro: - Guai a te, mortale, se osi tradire la mia fiducia! - .
- Non lo farò - .
- Ares!, figlio mio, informa gli altri Olimpi della decisione presa: che gli Argonauti vengano convocati - .
Ares annuisce e sempre senza
inchinarsi si volta e se ne va. Solo Aiolia, prima di uscire
completamente dalla Sala del Trono, si lancia uno sguardo alle spalle:
l’alta sagoma di Zeus lo sta osservando, severa ed autoritaria.
Sì, il Leone sa di essere prossimo ad entrare nelle simpatie di Zeus.
Angolo delle autrici
Gio:
sì, siamo bastarde.... xD Aiolia è totalmente impazzito,
ma noi l'abbiamo visto così, insomma, un tipo come lui,
così deciso, audace, deicida che finisce nelle mani di Ares, dio
della guerra... Insomma, fate i conti e capirete! xD
E Shaka ci
è dispiaciuto.... ç______ç Mia sorella Fefè
a momenti non mi pregava di cambiare il programma del capitolo, ma non
potevamo perché altrimenti la storia sarebbe crollata.... xD Ma
infine se lo merita cmq! MUAHUAUUHAU!! ^^
Adesso lascio spazio a Fefè per le recensioni. A presto! E nel prossimo... andremo a incentrarci su Milo!!!! ^^
KanondiGemini96 :
Vedi che Kanon è infine arrivato?? E Aiolia l'abbiamo sistemato
per bene??? xD Be', io il micetto ce lo vedo come violento... anche se
poveri altri Saints!, il coraggioso e leale Cavaliere del Leone non
è più tale!!! ç_____ç Vabbè,
questioni di trama! Bacio e alla prossima!
Ai91 :
a te invece dedichiamo la prima parte di questo capitolo.... xD.
Scherzi a parte, anche a me sarebbe piaciuto essere al posto della
Pizia!!!! ^^ Tranquilla che Mu sarà più utile di un
ariete - nel vero senso tecnico della parola - ! Dovrai aspettare per
Kanon e Artemide - ops, Kanon e Ai xD -, manca ancora qualche
capitolo.... Che c'è nel Santuario?? Una cosa scontata, facile
da capire... eppure aspetta ancora un po', tra due capitoli circa avrai
la risposta! Bacio! ^^
HigurashiShinko : ahahhaahhahah
ho riso un casino quando ho letto della tua vendetta ai danni del
povero Milo! ^^ Verissimo, Kanon ha sottointeso Saguccio... che
amori.... <3 Poi.... mi passi la cassetta che hai registrato????
*ççççççç* xD Bacio8, a
presto!!!
charm_strange :
sinceramente stavo anch'io sbavando quando ho scritto l'inizio del
capitolo.... Dio che bello, Miloooooo!!!!!!! Comunque, tornando a noi,
ho riso tantissimo nel leggere la tua recensione, insomma, "aumento
della salivazione" e compagnia bella!!! Chissà mentre poi
discutevi con il tuo collega dove avevi la testa.... xD. Allora, ci fa
piacere che ti teniamo compagnia!!!!!! <3 Come hai visto, o letto
^^, Shaka l'ha finalmente pagata... e Kanon sì, farebbe di tutto
pur di proteggere Saguccio! E Milo... eh sì, la Pizia è
stata troppo esigente, figuriamoci una dèa!!! xD Kiki, Seiya e
compagni ci saranno, più avanti, fra qualche capitolo, anche
perchè abbiamo lasciato Dohko sulla terra e quando ci
sarà da combattere saranno loro i primi! ^^ A presto, bacio!
à la prochen, peuple! ^^
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Capitolo 9 *** Il peccato di Milo ***
9. Il peccato di Milo
Fede:
dopo un'Odissea sul nostro profilo - abbiamo cambiato tutto dopo aver
scoperto il mondo dei tag html!!! xD -, posso presentarvi il nono
capitolo. Devo ringraziarvi tutti quanti anche in nome di mia sorella,
perchè sinceramente non pensavamo che la storia sarebbe piaciuta
così tanto!!! Merci à tout le monde!! <3
A voi!
9. IL PECCATO DI MILO
Questo capitolo è di
Federica
Si ferma e si guarda
attorno. Nessuno in vista. Kanon apre piano l’uscio quel poco che
basta per scivolare silenziosamente dentro, ma una volta richiusa la
porta una voce rauca lo fa sobbalzare:
- Il protetto di Apollo, dovresti essere - .
Lui socchiude gli occhi,
sbircia gli abiti malconci e la carne consumata della vecchia che si
dondola sulla sedia. - Donna - dice saldo, - chi sei? - .
- Sei tu che mi cercavi - I
suoi occhietti da corvo lo puntano famelici: - Medea è il mio
nome. E tu invece sei Kanon, l’ex Cavaliere dei Gemelli - .
- Come fai a conoscermi? - .
- La vostra storia ha raggiunto le vette del mito - .
- La storia… di chi? - .
- Saga e Kanon, Castore e Polluce… coppie di gemelli entrate nella leggenda - .
Kanon lascia la maniglia, si avvicina lentamente: - Non ti azzardare a parlare di mio fratello - .
- No, so che non sei venuto
per questo - La vecchia si alza sulle gambe malferme, zoppica fino ad
un tavolo di legno, pianta le dita rugose sulla superficie; e
guardandolo: - Sei qui per un farmaco, ragazzo? - .
Lui si ferma a debita
distanza sfidando quell’occhiata storta. I suoi capelli grigi, la
carnagione secca, il sorrisetto sdentato, tutto in lei è un puro
concentrato di orrore. Si pente d’essersi proposto per il
compito…
- Mi serve un farmaco afrodisiaco - dice ad un tratto, sempre guardandola. - Un farmaco molto, molto potente - .
Medea ridacchia e dei colpi di tosse le ridanno un certo contegno. - E chi sarebbe la fortunata, Kanon? - .
- Questi non sono affari tuoi - .
- E il fortunato? Tu, presumo; tu che mi domandi - .
- Medea, ti consiglio di
risparmiarti la mia irruenza - scandisce lui, i pugni stretti e lo
sguardo fermo. - Mi serve il prima possibile - .
- Il procedimento non
è semplice - risponde la vecchia zoppicando fino ad uno scaffale
e traendone due intrugli bluastri. Un sorriso famelico le si allarga
sul viso consumato: - Ma scommetto - aggiunge mentre torna indietro, -
che tu, ragazzo, hai qualcosa da darmi in cambio -, e i suoi occhi
guizzano avidi al taschino del chitone ricamato.
Kanon la accontenta subito e
butta sul tavolo dieci monete d’oro: - Che queste bastino, o
conosco altri metodi di corruzione… assai più dolorosi - .
- Bastano eccome - ridacchia
Medea. Lascia le ampolle un momento per dedicarsi alla raccolta del
denaro, e quando termina fa cenno a Kanon di avvicinarsi. Lui, seppur
con una certa riluttanza, obbedisce.
- Con l’amore non si
scherza - grugnisce astuta la vecchia, cominciando ad armeggiare con
gli intrugli, - ma io me lo permetto… Allora, sei tu il
fortunato? - .
- Sì, e allora? - .
- Il fascino non ti manca mica - .
- Sta’ zitta e sbrigati, donna - .
- Più i soggetti sono
belli, meno è il tempo impiegato per la creazione e… e
per gli effetti. Ma dimmi un po’, non pensavo che un
bellimbusto come te, Cavaliere, dovesse ricorrere a pozioni
afrodisiache… -, e dicendo così gli lancia ogni tanto
qualche occhiatina maliziosa.
Kanon non ci fa minimante
caso. O meglio, la ignora spontaneamente e cerca di rinfrescarsi la
mente con buoni propositi quando invece il nervosismo gli brulica nel
cervello… un po’ perché è stato definito
“bellimbusto”, un po’ perché la parola
“Cavaliere”, gli pare, è stata detta con una nota di
troppo…
- E non vuoi proprio dirmi che è la fortunata? - .
- Non ti interessa. Muoviti - .
- Potrei anche smetterla qui e rifiutarmi… - .
- No, non lo faresti. Non al bellimbusto qual sono io - .
E sia, gioca con le sue sporche armi, Kanon… vedrai che te la toglierai presto dai piedi…
Il trucco funziona
perché Medea si lascia sfuggire un risolino appetitoso e
finalmente mette da parte anche la seconda delle ampolle. Al centro del
tavolo, ora, troneggia una coppa d’oro piena di uno strano
miscuglio. - Ora è il tuo turno - lo pizzica famelica, e Kanon
alza un sopracciglio squadrandola dall’alto in basso:
- Che vuoi da me? - .
- Mi serve solo una goccia
del tuo cosmo, tutto qui, e poi chiunque berrà questa pozione
cadrà automaticamente ai tuoi piedi, bell… - .
- Sembra una cosa
facile - taglia corto lui tanto per evitare quel nomignolo irritante.
Stringe la coppa con ambedue le mani e si concentra solo qualche
istante per circondarsi dell’aura d’oro. La strana bevanda
manda bagliori argentei e viene percorsa da venature subito
inghiottite. - È sufficiente? - domanda alla fine.
- Sufficiente - afferma
Medea, e prende la coppa per riporla nello scaffale consumato da cui ha
preso gli intrugli. - Ora bisogna aspettare che passi la notte e domani
potrai venire a prenderla. Kanon, sicuro di non voler restar
un?… -, ma il colpo della porta che sbatte gli risponde che no,
Kanon non vuole proprio trattenersi un momento in più.
“Fai
quel che devi fare e poi pazienta“, è il mio motto…
Così impari a chiamarmi bellimbusto, Medea…
Ma dove diavolo si è ficcato Shaka?
Kanon proprio non capisce.
Il problema di Shaka è sempre rimasto questo: quando non vuoi
averlo tra i piedi te lo trovi davanti, mentre quando ti serve non
riesci proprio a trovarlo. Gira da un’ora per il palazzo e ancora
non ne ha visto nemmeno l’ombra. E la frase adatta al contesto,
frase che non gli piace poi così tanto, è proprio
la celeberrima “sembra scomparso”. Eh sì, sembra
scomparso. Convincere Medea non è stata cosa facile, la
situazione è tutt’altro che buona, e forse è quello
a velare i suoi occhi di inquietudine. Ma sembra esserci
dell’altro, perché la sua corsa agile fra i colonnati ed i
giardini interni pare dettata anche da un diverso tipo di tensione.
È talmente di fretta che non s’accorge di sfrecciare
davanti a Camus, vestito e pettinato di tutto punto per il banchetto, e
quando con la coda dell’occhio si accorge di lui torna indietro e
lo trascina di nuovo dentro il salone dell’ambrosia senza dargli
la possibilità di spiccicar verbo.
Colto di sorpresa il
Coppiere a momenti non perde l’equilibrio, ma Kanon lo acciuffa
appena in tempo per la tunica salvandolo da una caduta certa: - Scusa -
.
- Cos’è tutta
questa fretta? - si lamenta Camus. Appoggia l’anfora
d’ambrosia su un banco, sembra nervoso, e comincia a sistemarsi
furiosamente i capelli acconciati in un’elegante crocchia di
trecce rosse. - I servitori hanno impiegato ore per rendermi
presentabile e tu vuoi buttarmi per terra? - .
Sì,
in effetti il tempo impiegato per rifinire il contorno degli occhi e
per conciargli i capelli in quel modo non dovrebbe essere poi
poco… - Sì, scusami, non era mia intenzione. Ho tre notizie, due brutte e una bella - .
- Parti dalla bella - .
- Ho chiesto la pozione a Medea e mi ha detto che sarà pronta domattina - .
- Perfetto. Appena la hai dalla a me, so perfettamente come versarla nella coppa di Artemide. E le brutte? - .
- Non riesco a trovare Shaka per dirglielo - .
Camus alza una delle sottili
sopracciglia: - Oh, non è una novità. Sarà
occupato con Ermes, o con qualcuno degli Olimpi… - .
- In compenso ho incontrato Artemide - .
- Questa sì che è interessante…! - .
- Mi ha detto che Milo sta male - .
- Milo?? Male lui??
- Il Coppiere si è fermato con i capelli impegnati tra i
fermagli della crocchia. - Che cos’ha? E perché lo ha
detto a te? - .
- Sono il protetto di suo
fratello gemello, probabilmente le è sembrato giusto così
- risponde a bruciapelo Kanon, fissandolo sincero. - Ascolta,
però non possiamo permetterci pause o rallentamenti del piano - .
- Io vado a trovarlo - butta
lì Camus, e dopo aver sistemato l’ultimo fermaglio
d’oro si toglie frettoloso i preziosi orecchini lasciandoli di
fianco all’anfora: - In questo modo Ebe saprà che
tornerò fra poco. Kanon, non farti trovare qui o penseranno che
vuoi bere l’ambrosia -, e passa oltre di lui con
l’intenzione di fiondarsi fuori.
- Ganimede - .
- Sì, Kanon? - .
- Milo ti vuole ancora bene, in fondo - .
Il Coppiere abbassa gli occhi. Sorride, e prima di uscire risponde: - Lo so. L’ho sempre saputo - .
Sta sfrecciando con passo svelto quando una voce lo fa sobbalzare:
- Ganimede! - .
Camus si volta, oramai sa
che quello in fin dei conti è il suo secondo nome, e si trova
davanti niente di meno che Apollo in persona. La sorpresa lo coglie
così all’improvviso che in un primo momento se ne sta
immobile in piedi, poi, ad un’occhiata del dio, si inginocchia in
segno di rispetto: - Divino Apollo… - .
- Non dovresti essere con Ebe al banchetto? - .
Stai calmo, va tutto bene… non si accorgerà di nulla, no, di nulla…
- Veramente - spiega in tono un poco insicuro, - la stavo proprio cercando - .
- Strano, non è mai
in ritardo. Be’, io vado al salone. Vedi di non arrivare tardi -,
e lanciatogli uno sguardo indecifrabile continua a testa alta per la
propria strada.
Incontro ravvicinato del
terzo tipo. Camus prende una boccata d’aria fresca per colorirsi
un po’ il viso sbiancato come un cencio, poi si volta e riprende
la svelta camminata verso le stanze di Artemide. Sa che Milo è
lì di sicuro e che la dea è assente, dal momento che il
banchetto sta per avere inizio, per questo quando si trova davanti
l’arcata che porta all’ala del palazzo che stava cercando,
entra senza preoccupazioni e si dirige di corsa alla camera di Milo.
Non che sappia dove sia, ma ogni protetto ha la propria stanza, stanza
naturalmente posta all’interno dell’area privata della
divinità di cui è sottoposto. La trova praticamente
subito, scivola silenziosamente dentro. E lo vede.
- Milo - gli sfugge di
bocca. Si è fermato sull’uscio, una mano appoggiata allo
stipite e i lucenti capelli rossi circondati dalla luce del tramonto. -
Milo? - .
Quello apre gli occhi. Sul volto candido si allarga un sorrisino: - Ehilà, Ganimede… cosa ci fai qui? - .
- Ganimede, Ganimede…
- borbotta Camus, e si avvicina di corsa al letto sedendosi sulla
sponda. - Milo, non mi chiamo così. Io ho un altro nome - .
- Sì, Camus, lo so… - .
- Cosa ti è successo? - .
- Solo un po’ di febbre… - .
- Eppure mi sembri molto affaticato - .
Milo si lascia sfuggire uno sbuffo ironico. - Credo c’entri con Delfi - .
- Delfi?
- Il Coppiere lo guarda interrogativo. Le brezza profumata
d’Olimpo e le essenze delicate che impregnano la sua tunica
orlata d’oro si mischiano in una carezzevole fragranza. - Cosa
è successo? - .
L’altro lo guarda un
momento, più che altro rapito dalla sua eleganza. I contorni
neri attorno agli occhi, la pelle perfetta, la crocchia di trecce color
fuoco. - Certo che sei cambiato, Cavaliere - .
- Io… cambiato? -
Quel cambio d’argomento lo spiazza. - Sì, diciamo che
essendo Coppiere devo atteggiarmi in maniera… più
raffinata - .
- Ecco perché hai una carriera davanti - .
- Comunque ti avevo fatto una domanda - .
Milo abbassa gli occhi
azzurri, stringe i pugni sulle coperte. - Ah, già… vuoi
sapere cos’è successo a Delfi? Scommetto che non ti
piacerà molto - .
- Fa niente - bisbiglia
tiepido Camus, e si adagia sul suo busto facendo scivolare le mani nei
suoi capelli d’oro. Chiude gli occhi, abbandonato alla
serenità. - Tranquillo, non mi arrabbierò - .
Milo…
Milo, quante parole vorrei dirti… cosa ti è successo?,
perché il tuo volto è così pallido?, perché
il tuo respiro una carezza quasi intangibile? Mi sembra di non sentire
quasi più il tuo cuore… parlami, ti prego.
E Milo lo accontenta. Un
po’ perché tranquillizzato dalle carezze delle sue dita,
un po’ perché sente che Camus vuole veramente sapere. Gli
racconta della Pizia, di quello che è successo. Il Coppiere
ascolta in silenzio, sorbendosi le sue parole come si beve
dell’acqua, e quando capisce che ha finito di raccontare si
allontana un poco, lo guarda profondamente: - È la
verità? - .
- Sì - .
- Ma Milo, questo vuol dire
che Apollo stesso è adirato con te. Le Sacerdotesse del
Divino… sono inviolabili. Per di più in un tempio - .
- Volevi che ti raccontassi
tutto e l’ho fatto. Probabilmente il dio è venuto a
saperlo, ad uno come lui non si nasconde nulla - .
Camus non ha ancora tolto le
mani dai suoi capelli. - Ah, bene - Gli scappa un sorriso
inappropriato, quasi divertito. - Viva la sincerità!
Eppure… -, e torna serio, - …eppure dovresti conoscere
l’Iliade, e sai cosa successe ad Agamennone dopo il torto
inflitto al sacerdote Crise, fedele di Apollo [1] - .
- Sì, lo so. Cerco di
non crederci. Cammy - Milo fa un cenno con il capo, i suoi occhi
azzurri sono lucidi: - Cammy, devi andare al banchetto. Non voglio
farti ritardare - .
Il Coppiere, seppur a
malincuore, si alza e abbassa il capo: - E comunque, Milo, Kanon domani
avrà la pozione. Poi sarà il mio turno. Tu hai già
fatto il tuo dovere tornando da Delfi - .
- Voi continuate a seguire il piano, mi raccomando. Io mi rimetterò presto - .
- Lo spero… con tutto
il mio cuore - Camus si volta, gli bacia la fronte e gli chiude
delicatamente gli occhi: - Ora riposa. Ti prometto che tornerò -
.
Angolo delle autrici
Fefé:
qualche noticina tecnica... In realtà Medea era una fanciulla
bellissima che si innamorò di, guardate il caso, Giasone!,
"capo" degli Argonauti. Nella fic l'ho fatta diventare vecchia e brutta
- e sinceramente non dovrebbe nemmeno risiedere all'Olimpo - per
questioni tecniche e di trama: insomma, vedere Kanon alle prese con una
vecchietta infatuata è troppo divertente!!! xD
[1] Per
chi non conoscesse l'Iliade, cosa scontata dato che a scuola l'hanno
fatta più o meno tutti... Crise era un sacerdote di Apollo che,
in seguito al rapimento della figlia Criseide da parte di Agamennone,
invocò l'aiuto e la vendetta del dio; e il dio che fece?,
scagliò frecce contro gli achei per scatenare una pestilenza che
li decimò. Apollo è anche il dio della medicina, altra
nota, e della profezia, ecco perchè è in grado di causare
malattie e non gli si può nascondere nulla! ^^
Spero di essere stata chiara, se avete domande ci siamo! Ora lascio spazio a mia sorella Gio per le recensioni. A presto! ^^
charm_strange :
standing ovation per te! Che bella recensione, ci fa piacere! Allora...
ma chi è Mr. Spocchia?? xD Ti giuro, non lo sappiamo! In ogni
caso, verissimo!, qualche lezioni di umiltà a Shaka non farebbe
male! Abbiamo voluto divizzarlo" un po' di più sai
perchè?? Insomma, nell'Hades Chapter, quando Shaka si trova
davanti ad Hades in persona, già stavamo pregustando un duello
tra Buddha e Re degli Inferi!!! Pensa che bello!!! E invece... -.-
arriva la pupetta a placare gli animi... così ci siamo rifatte
qui!!! xD Ci piacciono i tuoi ragionamenti su Ermes, perchè hai
proprio azzeccato: era appunto l'idea che volevamo dare, dato che Ermes
è anche un dio meschino e ingannatore... ambiguo, insomma.
Benissimo! Sai, anche a noi dispiace un po' vedere cattivo Aiolia,
pechè lui è il Cavaliere d'Onore per eccellenza... siamo
masochiste! ^^ Be', Bronze, Dohko, Saori e Kiki si vedranno più
avanti, tranquilla! Per quanto riguarda le tue ipotesi sull'oggetto
misterioso, ci sono piaciute molto, perchè significa che la
storia ti incuriosisce e ti interessa sul serio! Possiamo solo dirti
che tra le 4 opzioni 1 l'hai azzeccata... *tacciono* xD. A presto!!! ^^
KanondiGemini96:
Kanon è arrivato, eh! E anche qui! ^^ Be', Aiolia io ce lo vedo
come cattivo, ma poi sono gusti! Anche a me sta sul ***** (^^) Ares,
quindi sei giustificata! Per quanto riguarda Bronze, Dohko, Saori e
Kiki, come ho già detto a charm_strange, pazienta ancora un po'
di capitoli... Ehehehe??? Dare Seiya ad Ares in cambio di Aiolia?? Ma se Seiya è un demente?? Non se lo merita mica!
^^ Come si fa a corrompere un gatto?? Sinceramente non lo so... ma noi,
ad esempio, per corrompere il nostro gatto - si chiama Shura, per la
cronaca! xD - nascondiamo le bustine della pappa... forse Ares ha fatto
così!!! A presto, divertentissima come sempre!!! ^^
Ai91 :
tranquilla... *pat pat*...tutit i fan di SS sanno che Shaka è
sì pazzo... (-Di grazia?? nd Shaka - no, niente!!! *occhi
kawaii* nd io) ^^ Kanon è sì nel panico, e Mu... Mu
servirà a qualcosa! Ma perchè ce l'hai con Mu??? Mica
viene sfruttato solo per i comodi di Efesto! xD A presto!!!! ^^
HigurashiShinko: ehm...
lasciando da parte il masochismo... XD. Alluuuuuura, Aioria cattivo me
gusta **. Brava brava! E Shaka... Shaka, sul serio, qualche lezione di
umiltà la devi prendere, altro che yoga! ^^ Hai un Shaka
vicino a casa?? Oddio che iella... XDDD A presto!!!! <3
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Capitolo 10 *** L'osmio ***
10. L'osmio
Gio: ed eccoci!!!! Questo capitolo, per la gioia delle fans di Mu xD, è dedicato in gran parte al nostro Ariete! A voi, speriamo la storia continui ad interessarvi! ^^
10. L’OSMIO
Questo capitolo è di
Giorgia
Il
Divino Zeus mi ha pregata varie volte di tenere d’occhio il
giovane Ganimede. Sembra come se non si fidi del tutto di lui. Che sia
successo qualcosa? Mi ha incuriosito anche l’altra sua richiesta,
cioè quella di portare del cibo nelle prigioni: perché
proprio io dovrei andare? Non me lo meriterei! D’altronde non
posso disobbedire ad un suo ordine, quindi mi tocca andare…
Ebe non sa dei fatti accaduti e a malapena immagina quello che fa tanto
dubitare il Divino Zeus, anche perché nessuno l’ha
informata della sorte toccata a Shaka. Ha comunque intuito che il
Grande Padre diffida anche dagli altri mortali che abitano
all’Olimpo. Spera con tutto il cuore che la cosa non
c’entri con la conquista del Grande Tempio e la venuta degli
Argonauti, ma se non è per questo per cos’altro potrebbe
essere?
Così in questi trafficati pensieri Ebe scende nelle prigioni,
luoghi bui e per niente ospitali. La giovane si sente quasi soffocata
dall’aria pesante che veleggia lì e la mancanza di vera
luce la fa quasi star male. È tentata di ritornare su e di dire
al Sommo Zeus che i prigionieri non hanno intenzione di mangiare, ma
una voce la richiama dal fondo del corridoio ed allora lei è
obbligata a continuare.
- Ebe? Ebe, voi siete Ebe? - .
Ebe si sporge a destra per spiare oltre le grosse sbarre di quella piccola cella. Lo vede e se ne meraviglia:
- S… Shaka? Shaka, che vi è successo? - La faccenda inizia a non piacerle. - Volete qualcosa da mangiare? - .
Shaka tiene con forza le sbarre, gli occhi azzurri sgranati ed
un’espressione stanca e spossata più che mai. - No,
grazie, non ho fame. Ebe, Divina Coppiera, ho bisogno del vostro aiuto
- .
Ebe è sospettosa: si guarda in giro per essere sicura che non ci
sia nessuno nei paraggi, poi ritorna a studiare Shaka. - E che posso
fare io per voi? Iniziate con lo spiegarmi che ci fate qui - .
Shaka sembra frettoloso. Abbassa un momento gli occhi, ma poi li rialza
subito: - Io mi rifiuto di essere il Consigliere degli Dèi.
È inammissibile. Io non posso servire nessuno, tanto meno non
dei miei pari - .
Ebe è sconvolta dalla sicurezza con cui Shaka pronuncia
questaeparole. - Shaka… non mi verrete a dire che?… - .
- Non accetto incarichi simili. Mi sono ribellato al potere del Sommo
Zeus. Ebe, ma questo non c’entra con il favore che ti sto per
chiedere. Siete disposta ad aiutarmi? - .
Ebe alza le sopracciglia. Il suo sguardo si fa indagatore. - Shaka, dipende cosa avete bisogno - .
- Dovete passare un messaggio a Ganimede e dirgli anche di passarlo agli altri - .
- Altri… chi? - .
- Gli altri Cavalieri - .
Ebe ha come il sospetto che tra i mortali si stia ricreando la complicità di una volta. Ciononostante non accenna nulla.
- Dovete dirgli che io li aiuterò anche da qui, che non resterò inattivo - .
La giovane Coppiera ha uno sguardo truce. - Perché lo dite a me?
Sapete che io potrei dire tutto al Sommo Zeus. Deduco che voi stiate
parlando del Grande Tempio. Sapete tutto, allora - .
- …all’incirca - .
La risposta non è molto decisa, ma Ebe non ci fa molto caso: - State forse pianificando qualcosa, voi mortali? - .
Shaka sembra perdere le staffe per un momento. - Noi non siamo comuni
mortali. Noi siamo Cavalieri - Poi sbuffa, - e comunque voi non
spiffererete nulla al Sommo Zeus - .
Ebe lo incenerisce con lo sguardo. - Non dite così. Potrei farlo e voi lo sapete - .
- No - E qui Shaka sfodera un sorriso astuto. - L’amore che vi
lega a Ganimede è troppo forte, anche se non è
ricambiato. Mai aprireste bocca - .
Ebe resta colpita dalle sue parole. Arrossisce violentemente. - Shaka, questi non sono affari vostri - .
- Ma io ho ragione. Forza, andate a riferire quello che vi ho detto a Camus - .
- Non volete informarmi del vostro piano, Shaka? - .
- Non ce n’è motivo - .
Che uomo insolente. Ebe, infastidita dal suo comportamento, se ne va
senza voltarsi neanche una volta. Shaka, invece, si stacca dalle sbarre
e scivola a terra, accucciandosi contro una parete. Alza gli occhi.
Cavalieri, so che vi servirà il mio aiuto, tra poco… io ci sarò.
Sì, sono tornati ormai quelli di una volta, gli uniti Cavalieri d’Oro.
Con scaltrezza continuano a passarsi le informazioni senza destare
sospetti. Quando ormai quella di Kanon e della pozione di Medea ha
raggiunto tutti, ecco che ne arriva un’altra, quella di Ebe.
Quasi i Cavalieri si stupiscono nel sapere che Shaka è rinchiuso
nelle prigioni per essersi ribellato al Divino Zeus, ma il pensiero che
li aiuterà comunque anche da lì sotto li tranquillizza
parecchio. In più avere dalla propria parte la Coppiera degli
Dèi è un’ottima cosa.
Mu e Kanon hanno già notato uno strano movimento
all’Olimpo, segno che probabilmente il Sommo Zeus sta mettendo in
atto il suo piano riunendo gli Argonauti. Per questo forse iniziano ad
innervosirsi e Mu si lancia subito in una disperata ricerca di
risposte: dove si trova il sigillo? Che oggetto potrebbe contenere
l’anima della Dea Athena? Ha già cercato di scoprirlo, ma
invano, perché Efesto si fa raggirare molto difficilmente e la
sua intelligenza spiccata lo porta molto spesso ad evitare di parlare
con lui. Mu comunque è già giunto alla conclusione che
per quanto riguarda l’oggetto, il problema è trovare un
materiale abbastanza resistente da poter contenere il cosmo della Dea
Athena.
Devo assolutamente scoprire dove si
trova il sigillo e di quale materiale abbiamo bisogno. L’oggetto
deve pur avere una certa resistenza! La venuta degli Argonauti non
è molto lontana e la pozione di Medea è pronta per
domani… se riuscissi a trovare risposte oggi guadagnerei un
sacco di tempo e Camus potrebbe agire anche domani, al banchetto. Il
farmaco afrodisiaco farà perdutamente innamorare Artemide di
Kanon e da lì sarebbe tutto più facile…
- Mu? - Una voce lo chiama da dietro.
Mu si volta, il cuore a mille, e vedendosi davanti il Divino Efesto non può che inchinarsi:
- Mio Signore, scusate se mi sono lasciato cogliere impreparato… - .
Efesto lo squadra dubbioso. - Dove corri con così tanta fretta? Non ti ho assegnato nessuno incarico, Mu - .
- Lo so, Signore - .
- Allora dimmi dove vai - .
Dannazione. Efesto è più impertinente del solito. Mu fa
di tutto per non incrociare il suo sguardo. - …Vi stavo cercando
- .
Risposta che sembra soddisfare il dio, che alza stupito le sopracciglia. - Ah sì? Devi dirmi qualcosa? - .
- Volevo chiedervi una curiosità - .
Efesto sembra indispettirsi. - Non vorrai ancora chiedermi delle Sacre Armature, vero? - .
- No di certo - Mu alza leggermente il capo. - Mi ha sempre interessato
sapere qual è il materiale più resistere e prezioso che
esista - .
Il dio non accenna a cambiare quella sua espressione sospettosa. - Ed hai un bisogno così urgente di saperlo? - .
A Mu scappa un sorriso. - Quando mi vengono in mente delle domande ho sempre l’impellente bisogno di sapere - .
Il velo di sospetto che ha adombrato il volto di Efesto sembra
andarsene. - Oh!, voi uomini molte volte mi stupite sul serio! È
sorprendente il fatto che tu, Mu, abbia così tanta sete di
sapere - Fa cenno a Mu di alzarsi, e lui obbedisce. - Se vuoi sapere,
seguimi - .
Insieme si dirigono quindi nell’ala dove abita il Sommo Efesto.
Mu viene guidato in uno dei tanti laboratori del dio: lì la luce
filtra poco e enormi tavoli da lavoro tappezzano la grandissima stanza.
- Tu mi chiedi qual è il materiale più duro, Mu? Io ti
rispondo - Efesto si avvicina ad un tavolo e Mu lo raggiunge. - In
natura un materiale molto resistente è il diamante - .
- Non è il più resistente, Sommo Efesto? - .
- No, non proprio. Molti pensano che lo sia, ma c’è un
altro materiale che supera il diamante. Viene usato in alcune leghe con
il platino e l’iridio - .
- Come si chiama? - .
- Osmio - Efesto indica una specie di polverina grigiastra sulla
superficie del tavolo, lontana dalle altre. - In natura si trova allo
stato solido - .
Mu guarda il materiale, poi si volta verso Efesto e gli chiede: - Sommo Signore, è difficile da lavorare? - .
- Molto, per voi umani. Si fonde a 5012 gradi ed è anche altamente tossico - .
Pessima notizia. Se il materiale
più duro in natura crea problemi alla salute, non si può
certo donare ad una bambina in fasce.
- Ma Mu, ti ricordo che l’osmio poche volte viene lavorato da
solo. Ad esempio, si può sempre lavorare con il platino - .
Ottima notizia. Usando poco osmio e
molto platino, che già da sé è un materiale
durissimo,si può limitare la tossicità…
- Mu, su cosa ragioni? Mi sembri pensoso - .
Mu si scuote. - A… nulla. Pensavo alle vostre parole - .
Come diavolo faccio a lavorare
l’osmio ed il platino e creare un qualche oggetto per domani? Mi
risulta assolutamente impossibile… se solo ci fosse un po’
più di tempo…
Mu si riscuote dai propri pensieri quando il dio lo supera e passa ad un altro tavolo. Decide allora di seguirlo.
- Per voi umani lavorare l’osmio risulta faticoso ed occupa molto tempo. Qui no, i tempi sono nettamente inferiori - .
Mu arde dal desiderio di chiedergli i metodi di lavorazione ma
un’altra domanda gli si insinua nella mente. - Voi avete mai
lavorato… l’osmio? - .
- Certo che sì, mortale - gli risponde Efesto. Gli indica poi
una mensola. - Là ci sono alcuni miei lavori, se ti interessano
- .
Mu si trattiene dalla voglia di catapultarsi lì. Abbassa lo
sguardo. - No grazie. Quando avrò più tempo lì
studierò con calma - .
Efesto a quella risposta alza piano le sopracciglia. - Perché? C’è altro che vuoi sapere? - .
- …Non proprio - Il sigillo. Deve assolutamente sapere dove si
trova, ma non può chiederglielo così direttamente.
Ad un certo punto Efesto sembra ricordarsi di una cosa. Lo guarda con
occhi luminosissimi. - Uomo, mi sono ricordato di doverti dare una
cosa. Un piccolo incarico… Aspetta un momento qui - Si allontana
zoppicando e piegato sul suo bastone sparisce in un’altra stanza.
A Mu brillano gli occhi: la fortuna gliela sta dando proprio buona.
Senza pensarci due volte si fionda alla mensola poco prima indicatagli
e prende tre oggetti di osmio senza neanche guardare cosa siano. Sa che
rubare è una cosa gravissima, ma il pensiero che per quei lavori
Efesto abbia usato anche qualche materiale divino lo rende quasi
euforico. Fa appena in tempo a tornare al proprio posto che Efesto
riappare con un foglio in mano:
- Mortale, dovresti portare questo foglio al Divino Apollo. È
l’elenco di alcuni materiali che mi servono per alcuni lavori - .
Mu lo prende ed abbassa rispettosamente il capo. I tre oggetti
d’osmio gli pesano nella tasca destra della tunica. - Sarà
fatto, mio Signore. Intanto vi ringrazio per aver soddisfatto la mia
curiosità - .
- Di nulla - Efesto non sembra per niente indispettito. - Ora vai - .
Mu è obbligato ad uscire. Fa un veloce inchino e poi lascia la
stanza; e appena è fuori appoggia la schiena alla porta e
sospira, alzando gli occhi all’alto soffitto:
Speriamo che l’osmio sia sufficiente… il sigillo. Ora devo scoprire dove si trova il sigillo.
Angolo delle autrici
Gio:
come al solito Efesto ha dato un incarico a Mu... XDDDD Lo sfrutta,
avete ragione! Comunque, tornando a noi, non mi resta che lasciarvi in
attesa del prossimo capitolo! Io e mia sorella abbiamo preso una
decisione: vi anticiperemo ogni volta il titolo del capitolo
successivo... non sappiamo perchè ci è venuta quest'idea,
solo ci sembra buona! xD
PROSSIMO CAPITOLO = Il traditore.
Vi lascio! Gio <3
KanondiGemini96:
sì, ci siamo sbizzarrite con Medea... volevamo creare un
personaggio orrido, penso d'aver dato proprio l'idea ^^! Ria?? Che bel
soprannome!!!! Tranquilla... *pat pat* ...tutti gli sviluppi della
trama sono... questione di trama! xD A presto!
charm_strange: non
perseguitare i tuoi neuroni, poverini! ^^Grazie per i complimenti,
grazie per averci detto di questo Mr. Spocchia xD, grazie per aver
individuato quell'orrore
della lingua italiana prontamente corretto! ^^ No tranquilla, se trovi
errori o cose del genere le critiche sono ben accette in ogni campo!
Allora... dieci piccoli indiani??? Ahahahahahahaahaha hai proprio
ragione! Camus è un SANTO sul serio!!!!! Dovrebbero eleggerlo
SAINT Camus ^^! Milo è fortunato.... Cammy gli vuole ancora
bene, nonostante tutto....ç_____ç A presto!!!!! <3
Ai91:
sei preoccupata per Milo???? xDDDD Anche noi, sapendo che il suo
destino è nelle nostre mani! ^^ Riguardo Kanon, si sa, ogni
azione ha la propria conseguenza.... hihiiiiih...e riguardo Mu, a noi
sta simpaticissimo! Insomma, un figo che si fa sfruttare fa molto
sadom*** XDDDD. E questo era un omaggio alla nostra mente perversa!
Comunque... vuoi salvare Shaka?? Tranquilla... lui non ha ancora
finito.... XD. A presto!!!!
HigurashiShinko: bene
bene che ti sei ricordata le noticine in basso! Medea non dovrebbe
starsene sull'Olimpo! ^^ Kanon ha avuto solo un moto di schifo, non
è che si pente, insomma.... è stato un pentimento
momentaneo... ^^ MiloNE sì, sta maluccio, e.... che
cooooosaaa??? Barrichi dentro Camus??? Allora... mi barrico anche io
con loro! XD A presto!
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Capitolo 11 *** Il traditore ***
11. Il traditore
Fede:
mi sono divertita a scrivere questo capitolo... per prima cosa
perchè si scopre finalmente ciò che cerca Zeus, e per
seconda si fa luce su altro: da un fronte Zeus e gli Olimpi con gli
Argonauti di Giasone, da un altro fronte i Cavalieri... e se ce ne
fosse un terzo, di fronte??? XDDD
A voi! ^^
11. IL TRADITORE
Questo capitolo è di
Federica
Finalmente ha la pozione. Ben nascosta nella tasca interna del chitone,
sobbalza qua e là preda del passo veloce di Kanon, che rapido
scivola da un corridoio all’altro alla ricerca di Camus. Spera
tanto che non abbia fatto la fine di Shaka… Adesso che la
notizia della sua sorte è passata alle loro bocche tramite Ebe,
la Coppiera da cui nemmeno si aspettava l’appoggio, i loro scambi
d’informazione sono divenuti più scaltri. Non possono
permettersi errori, non con il Cavaliere della Vergine nelle prigioni e
con Aiolia alleato di Ares. Eh sì, perché si sono
già accorti del tradimento del Leone d’Oro: il suo sguardo
è feroce, predatore, non ha nulla a che fare con l’uomo
d’onore che hanno conosciuto. Sono quindi solo in quattro: lui,
Kanon, cui quella sera toccherà un’azione a dir poco
spregiudicata; Camus, Coppiere degli Dèi, cui spetterà il
compito di versare il farmaco afrodisiaco nella coppa giusta; Mu, cui
compito è di scovare il sigillo e di ottenere l’oggetto in
grado di contenere l’anima di Athena; Milo, costretto a letto da
una febbre sospetta.
Cavalieri… stiamo tramando
ancora contro gli dèi stessi e non retrocediamo? Non abbiamo
timore di essere puniti? È proprio vero che il passato non si
può abbandonare… E fratello mio, tu, ancora al Grande
Tempio… io ti proteggerò… tornerò per
proteggerti, Saga.
Immerso in questi pensieri svolta in fretta; o meglio, fa per
svoltarlo, perché accorgendosi di avere compagnia ritrae
immediatamente il busto e si butta dietro l’angolo col cuore a
mille, una mano premuta al di sopra del taschino contenente la pozione
e gli occhi blu sbarrati dalla sorpresa.
Ermes. Aiolia. Kanon si sporge
cauto, fa guizzare un momento gli occhi oltre l’angolo.
Sì, sono loro. Ma c’è qualcosa che non va:
l’atmosfera è tesa, tutto immobile e pronto alla tempesta.
Perché? Perché il Leone imprigiona il dio al muro,
chiudendogli ogni via di fuga con le braccia, gli artigli che addentano
la parete? Perché lo fissa felino con occhi illuminati da feroci
riflessi d’oro? E soprattutto perché sul volto di Ermes si
legge il timore? Kanon si ritrae appena in tempo per non venir
inquadrato dall’agile occhiata di Aiolia, che predatore ha
voltato un momento il capo annusando quasi l‘aria.
Kanon stai calmo… non ti
sentirà… la belva non sentirà il tuo odore…
non sentirà la tua paura… e non ti
attaccherà… Rinfodera gli artigli, Leone, non farti
vincere dai tuoi istinti…
- Ermes - ricomincia Aiolia, con l’atteggiamento di chi riprende
un discorso, - Ermes, non voglio usare le cattive maniere… - .
- Questo è troppo, umano. Come osi inchiodarmi al muro e rivolgere simili parole ad un dio? - .
- Sta’ zitto, è già tanto che tu sia ancora in
piedi - Il Leone abbassa un momento lo sguardo, le sue dita si chiudono
a pugno sulla parete: - Ma ora -, e rialza gli occhi, - dimmelo: dimmi
dove si trova il sigillo che imprigiona la dea Athena - .
Il sigillo?? Eppure non sei dei
nostri, Aiolia… eppure non dovresti interessartene…
eppure nei tuoi occhi non leggo buone intenzioni… Che ti
è successo?
- Cos’è? - lo pizzica Ermes in tono quasi divertito. -
Ares non ha il coraggio di chiedermelo e preferisce mandare te,
mortale, a pormi la domanda? - .
- Sta’ zitto! - è
il soffio incattivito di Aiolia, e saette dorate incominciano ad
arrampicarsi attorno alle sue braccia. - Sai che posso
attaccarti… sai che posso ucciderti… sai tutto questo e
ancora non mi vuoi rispondere? - .
- Significa che non sei abbastanza convincente - .
- O dio ingannatore… - sibila il Leone, scuotendo piano il capo
e sciogliendo un momento i muscoli, - …tu ancora non conosci
l’ira della belva, tu ignori il mio potere, tu sottovaluti le mie
capacità - .
- Il tuo Signore non merita la fiducia del Divino Zeus - prende tempo
Ermes, e sfodera un sorriso astuto: - Tutti noi Olimpi sappiamo dove si
trova il sigillo… tranne lui, dio malvagio assetato di sangue, a
cui non va questo privilegio. E nemmeno a te, mortale - .
- Io… non sono… un mortale qualsiasi - scandisce Aiolia,
gli occhi chiusi e la voce vibrante. - Io… sono diverso…
- .
E Kanon, dietro l’angolo con il fiato sospeso, ha un tremendo sospetto: Aiolia…
il tuo cosmo… è malvagio… nero come le
tenebre… Ares ti ha corrotto, tu sei una sua preda…
destati, ti prego… abbiamo bisogno di te… Il tuo potere
è impressionante… Aiolia…!, non vorrai…?!
- …io sono un deicida! -
è il ruggito che spezza il filo dei suoi pensieri, e sporgendosi
di botto vede che il Leone ha piantato un pugno di folgori nello
stomaco di Ermes.
Silenzio.
Aiolia… chi sei diventato? Chi?
- Il sigillo… - mormora il dio, e le corde vocali gli tremano, -
…il sigillo… si trova dietro la stanza del trono di
Zeus… Leone - .
Negli occhi di Aiolia balena un ringhio. Il suo pugno è ancora
abbracciato da folgori splendenti. - Non pensavo avresti
parlato… ma alla fine ti ho convinto - sibila feroce, e ritira
il braccio lasciando che Ermes si accasci a terra, impotente. - E non
penso - continua fissandolo con disprezzo, - che informerai del nostro
incontro a chicchessia… Starai zitto, lo so. Zitto come
l’insetto quale sei tu - .
- Ares non riuscirà ad impadronirsi dello Scettro di Nike - lo
interrompe il dio, alzando gli occhi iniettati di sofferenza. -
Benché tu sia potente, infinitamente potente, Leone, i piani del
tuo Signore non hanno fondamenta - .
- Che intendi? Parla - .
- Questa sera… dopo il banchetto… salperà la
leggendaria nave degli Argonauti. Liberare il cosmo di Athena per
impadronirsene non servirà a nulla, poiché lo Scettro
è in grado di comandarlo; e dal momento che quello Scettro si
trova al Grande Tempio, da qualche parte, e che presto Giasone
sparpaglierà i suoi uomini per cercarlo ovunque, non avrete il
tempo necessario… e tu ed Ares verrete gettati nella bocca del
Tartaro - .
- L’inferno non mi fa paura - risponde serio Aiolia, i pugni
stretti e lo sguardo felino. - Perché dovrei temerlo se io in
persona lo rappresento? Le tue informazioni mi sono state utili, Ermes,
dio dell’Inganno. Quando voialtri Olimpi vi accorgerete della
vostra negligenza, sarà troppo tardi… -, e voltatosi nel
turbinio del chitone si allontana con l’atteggiamento del leone
sazio.
Kanon si schiaccia ancora di più all’angolo e avverte la
zaffata d’aria quando Aiolia gli passa a pochi centimetri di
fianco.
Athena… o grande
Athena… le cose stanno precipitando… proteggi
Aiolia… proteggilo come un fratello… Il Leone ha
sfoderato le zanne.
Mu traccia un’altra venatura nel metallo, poi lo gira e
ricomincia il lavoro. Intagliare l’osmio a mani nude è
un’impresa suicida. Le sue mani già sanguinano e per
questo ha dovuto fasciarle con pezzi disordinati di stoffe ora rosacee,
ma questo contrattempo non fa differenza: deve riuscire ad ottenere un
rombo prima di sera. Probabilmente un oggetto intagliato in quel modo
risulterebbe più facile da utilizzare, in quanto capace anche di
tagliare corde, altri minerali o… o anche della pelle, se ce ne
sarà bisogno. Gli occhi gli bruciano da impazzire e può a
malapena immaginare quale domande gli porrà il Divino Efesto nel
vederlo con le mani sfregiate. Ma sa che è l’unica cosa
che può fare, e se deve farla la vuole fare nel migliore dei
modi. Sta rifinendo un angolo quando la porta si apre
d’improvviso; preso dallo spavento, sobbalza con il cuore in gola
ponendosi tra il trafficato tavolo e l’uscio.
- Mu, sono io - .
- Kanon… pensavo fosse Efes… No, non ti avvicinare, fermo!
- La sua mano tesa prontamente verso di lui ammonisce il passo che il
Cavaliere dei Gemelli sta per compiere. - Stai lì, Kanon. Stai
il più distante possibile da me - .
- Mu, cosa…? E cosa ti è successo alle mani? - .
- L’osmio è altamente tossico e provoca danni a pelle ed
occhi, oltre che dannose congestioni delle vie respiratorie. Sto
cercando… di incanalare tutte le concentrazioni pericolose
nell’aria nel mio corpo, quindi non… - .
- No! Mu, potresti…! - .
- Fa’ silenzio! - lo interrompe Mu in un tono che non ammette
repliche. - Sai che sono l’unico in grado di riuscire a resistere
a questo tipo di pericoli, quindi ti prego… stai a debita
distanza - .
Kanon si morde l’interno della guancia per starsene buono al
proprio posto. I suoi rapporti con l’Ariete non sono mai stati
eccellenti sebbene il Cavaliere in questione sia gioviale e cortese,
perciò vuole evitare qualsiasi battibecco inutile. - A che punto
sei? - chiede per cambiare atmosfera, indicando il metallo con il capo.
L’occhiata di Mu è un grazie implicito. Si volta, prende
in mano l’oggetto: - Ho quasi finito. In ogni caso non penso
basterà del semplice osmio per trattenere il cosmo della dea
Athena - .
- Che cosa? Mi vuoi dire che non è abbastanza? - .
- L’unico modo per renderlo veramente utile è immergerlo nell’ambrosia - .
- Ambrosia? Perché? - .
- L’osmio, purché io l’abbia rubato ad Efesto,
rimane pur sempre un metallo di fattura naturale, non divina, e per
questo non potrebbe contenere il cosmo di una dea, comprendi?
Bagnandolo d’ambrosia riusciremo ad ottenere un vero amuleto - .
Kanon annuisce. - Ora ho capito. Ma non ci saranno problemi, Camus è il Coppiere. Quanto ti manca per intagliarlo? - .
- Tre, quattro ore. Efesto starà cercandomi furioso - Mu si
volta verso il tavolo, appoggia l’osmio e ricomincia preciso il
lavoro, la schiena curva e la tunica bianca e viola orlata di cenere e
fuliggine. Kanon inclina un po’ il capo per sbirciare ed osserva
la maestria con cui l’Ariete sta affilando un angolo ribelle.
- Appena lo avrai terminato, portalo a Camus e digli di immergerlo
nell’ambrosia. Poi te lo restituirà. Naturalmente dopo
aver fatto tutto dobbiamo fuggire da qui, e una volta ridestato il
lucente cosmo di Athena le Armature correranno a difenderci ancora,
perché è proprio per l‘isolamento del potere della
nostra Signora che non possiamo indossarle. Ascolta, agirai stanotte? -
.
- Non so dov’è il sigillo… non l’ho ancora… - .
- Dietro la Sala del Trono - .
Mu si ferma, si volta con gli occhi spalancati. - Kanon, come fai a saperlo? - .
- Questa mattina sono uscito per andare a prendere il farmaco
afrodisiaco da Medea. Tornando sui miei passi, diretto da Camus per
consegnarglielo, ho incontrato Aiolia ed Ermes - .
- Aiolia… ed Ermes? E cosa ti hanno detto? - .
- Ho preferito nascondermi dietro l’angolo perché l’aria vibrava. Era minacciosa - .
- Il cosmo del dio? - .
- No -, e Kanon scuote la testa, - era il cosmo di Aiolia. Ares deve
averlo corrotto. Lo ha mandato a cercare Ermes per chiedergli dove si
trova il sigillo, dal momento che Zeus lo ha rivelato a tutti tranne al
dio della Guerra, troppo violento per permettersi la fiducia degli
altri Olimpi. E così Aiolia ha strappato di bocca la
verità ad Ermes per conto del suo Signore: il sigillo si trova
dietro la Stanza del Trono, appunto. E Mu, hanno parlato anche dello
Scettro di Nike. È quello che vogliono cercare al Grande Tempio
- .
- Lo Scettro! La dea Athena non l’aveva portato con
sé perché all’Olimpo non sarebbe stata ammessa
armata! Come abbiamo fatto a non pensarci? Kanon - Mu lascia l’osmio, fa per avvicinarsi, ma
ricordandosi del suo stesso ammonimento si ferma e si limita a
guardarlo profondamente: - Kanon, Aiolia… Aiolia allora è
dalla parte del nemico? - .
- Sì, il suo cosmo era intriso di malvagità. Dobbiamo
considerarlo un avversario a tutti gli effetti. Ascolta, se Ares voleva
sapere dov’è il sigillo significa che probabilmente vuole
impadronirsene. Dobbiamo agire prima - .
- Hai detto… dietro la Sala del Trono? - .
- Da quanto ha rivelato Ermes - .
Mu abbassa gli occhi, sembra perplesso. Come
faccio ad infiltrarmi dietro al trono del Divino Zeus senza essere
notato? Potrei provare con il teletrasporto, ma rischierei di scoprirmi
troppo e… A meno che…
- Mu? Mu, ci sei? - lo desta la voce di Kanon, e quando Mu alza lo sguardo svela un’espressione astuta e decisa:
- Kanon, c’è un solo modo per superare la sala del trono… e io l’ho trovato - .
Angolo delle autrici
Allora,
qui abbiamo finalmente la conferma che Aiolia è un nemico a
tutti gli effetti. Insomma, abbiamo voluto lasciare da parte qualsiasi
genere di OOC per affidarci a scelte più impreviste, come ad
esempio il tradimento del Cavaliere ritenuto il più sincero ed
orgoglioso di tutti. Spero che questa scelta non turbi i vostri animi!
XD
Kanon
riflette sui compagni e alleati e su Milo dice che si trova ancora a
letto. Per sapere di più su di lui - Milo -, dovrete aspettare il XIII
capitolo.
Non
chiedeteci come Mu possa lavorare un materiale come l'osmio a mani
nude, ma si sa, è un Cavaliere e lo stesso Kuru si è
protetto svariate volte affidandosi a questo tipo di scusa! ^^
Prossimo capitolo: i due fronti si mobilitano (liete di far entrare in scena i Bronzini XD).
A presto!
Fefè... *Gio ruba la tastiera e guizza a fissare indemoniata i
lettori* Eccomi per le recensioni.... MUAHUAUAHAU!!!!! *ehm... lasciamo
stare ^^*
KanondiGemini96 : Efesto ti fa
quest'effetto??? Ahahahaha Anche a noi! Ma Mu è molto
intelligente, eppure il merito d'aver scoperto la posizione del sigillo
va a Kanon, o meglio, alla sua sfiga d'essersi imbattuto in una
gioviale e amena discussione XD. Mi immagino Shaka chiuso a Capo
Sounion a meditare su uno scoglio... anche se di scogli non ce ne sono,
perchè altrimenti la Mediaset non ci avrebbe mostrato
così svariate volte un povero Kanon in balia delle onde... XD
Sì, aggiorneremo con questo ritmo, anche perchè la fic
sul computer l'abbiamo praticamente conclusa... un capitolo per giorno
e i destini dei nostri Saints già passati alla tastiera!!!!
MUAHUAHUA!!! xD A prestissimo!!!!
Ai91 : questo capitolo lo
dedichiamo a te... per la laboriosità di Mu, dato che ti piace
tanto! XDD Dio Dio, sei proprio fissata con Shaka? Pazienta fino al
prossimo capitolo, e ci sarà ancora il tuo ammmmooorrreee ^^
Tranquilla, adesso che sanno dove si trova il sigillo hanno optato per
agire questa stessa notte, perchè dopo il banchetto, come detto
da Efesto, partiranno gli Argonauti e il tempo scarseggia... PS. bene,
ora che hai la conferma puoi uccidere Aiolia xD. A presto! ^^
sagitta72 : Sagitta, non devi
mica fare i salti mortali per recensire, eh?? XD Tranquilla.. *pat pat*
Comunque la tua recensione ci ha fatto piacere! Allora... belle
impressioni personali ad inizio capitolo, ci piace quando i lettori
fanno ipotesi o ragionano... Dai, hai visto che bullo Mu???????
*Bandierina* ^^. Ogni Saint avrà la sua parte, vedrai...
Hai chiamato Camus Ganimede? ^^ Bene, devo ammettere che a me come
soprannome piace! A prestissimo e grazie!!! <3
charm_strange: le tue
recensioni ci piacciono sempre, perchè devi spulciare in ogni
dove pur di ragionare... Brava brava! Non abbiamo osato toccare la
MiloxCamus, come hai visto, tutte ma quella nooooo!!!!! XD Anche noi
abbiamo sempre immaginato Mu come un tipo curioso e con tanta voglia di
apprendere e capire tutto... quindi il tuo commentino ci ha fatto
piacere! In questo capitolo abbiamo tratteggiato la sua
laboriosità... dato che è il suo turno, tanto vale fare
il tifo! ^^ Hai visto che su Ares hai azzeccato?? Sei mitica! Ares
è un dio malvagio, nella mitologia è visto malissimo da
tutti gli altri dèi, ergo farebbe di tutto pur di prendere il
potere... ed eccovi il terzo fronte: Aiolia e il suo Signore Ares. E
hai pure indovinato, fra le ipotesi, cosa cerca Zeus!! Lo Scettro di
Nike! Accidenti ci sorprendi... o.O E il traditore... insomma, a noi
piace un Aiolia malvagio, sai, il leone... Roarrrr!!!!! ^^
Un bollettino medico di Milo? Hai avuto fortuna e sei saltata fuori al
punto giusto, nella prima parte del capitolo Kanon dice - o meglio, noi
abbiamo scritto xD - che Milo è ancora a letto. Purtroppo
dobbiamo calarci nei panni dei Saints e chiederci se loro abbiano
o meno la possibilità di sapere riguardo la sua salute... e loro
non possono sapere più di tanto, solo le voci di corridoio.
Pazienta fino al tredicesimo capitolo, lì avrai sue novelle! ^^
E nel capitolo 8 avevi notato una sorta di indecisione in Ermes... qui
ha parlato ad Aiolia! Insomma, lui è il dio dell'Inganno e della
Truffa, oltre che del Commercio, quindi non ci si può mai fidare
di lui... è un po' come le Sacerdotesse: opta per
l'offerente migliore - e più convincente, in questo caso -. Scusa
per la mega risposta, ma tenevo a rispondere a tutto dato che sei molto
curiosa - curiosità molto apprezzata XD - .
PS. e dieci piccoli indiani continua!!! XD
Alla prossima!!!!! Fefè e Giogiò.
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Capitolo 12 *** I due fronti si mobilitano ***
12. I due fronti si mobilitano
Gio:
ed ecco il mio turno!!!!!!!!! Che bello, oggi si compra il computer
nuovooooooooo!!!! *W* Allora, tornando a noi.... già il titolo
di questo capitolo dice che finalmente i due fronti - Zeus e compagnia
e Cavalieri - pianificano le ultime cose per i loro piani.... Non mi
resta che lasciarvi e ringraziarvi per le numeroso recensioni, acc!, io
e mia sorella non pensavamo sarebbe piaciuta così tanto questa
fic!
A voi! **
12. I DUE FRONTI SI MOBILITANO
Questo capitolo è di
Giorgia
Grande Tempio, prima mattina
- Ragazzi, ragazzi,
rallentate! - Shun accelera il passo, salta oltre un muretto e
nonostante il peso dello scrigno della propria Armatura riesce a
raggiungere gli altri. - Possiamo fare anche con più calma - .
- Avanti Shun! - lo riprende Seiya, borioso come al solito. - I Gold Saints saranno felici della nostra visita - .
Shun non risponde. Abbassa
lo sguardo e non si accorge nemmeno quando Ikki gli cinge le spalle con
un braccio. - Avanti fratellino, non sarai mica già stanco? - .
- Io? No, no di certo - .
Intanto l’amena discussione tra Seiya, Hyoga e Shiryu continua:
- Comunque anche loro potrebbero farsi sentire più spesso - dice il primo continuando a camminare.
- Già - lo appoggia
il secondo, pensoso. - A ben pensarci è da molto tempo che non
ricevo più notizie del mio caro maestro. E tu Shiryu? - .
- Vero. Il Vecchio Maestro ha la strana abitudine di far perdere le sue tracce, a volte - .
Ikki si intromette: - Non solo lui, da quanto sento - .
Seiya annuisce. - Nemmeno Aiolia si è fatto più sentire dopo la guerra contro Hades; neanche il Grande Mu - .
Shun allora alza lo sguardo:
davanti a lui, sullo sfondo, ecco le Dodici Case dello zodiaco
arrampicarsi tra gli spuntoni di roccia. E, in cima, la dimora un tempo
appartenuta al Grande Sacerdote e la statua di Athena.
- Che guardi? - gli chiede Hyoga.
- …Nulla. Adesso che ci penso non percepisco i loro cosmi - .
Gli altri quattro amici fanno silenzio per un momento.
- Hai ragione - dice poi Shiryu. - Probabilmente è perché non se ne servono più, ora… - .
Un "ehilà!" alquanto familiare li richiama da dietro, sulla destra. Colti di sorpresa, tutti e cinque si girano.
Dohko! Dohko
è tranquillamente seduto su un vecchio carro divorato
dall'edera, le gambe a penzoloni e quell’immancabile cappello di
paglia che ha sempre addosso. È appoggiato comodamente ad una
balla di fieno e li guarda con un sorrisino indecifrabile masticando un
filo d’erba.
Shiryu per primo si avvicina, stupito più che mai. - Ma… Maestro? Cosa ci fate qui? - .
Anche gli altri lo affiancano. Il primo a prendere parola tra di loro è Seiya:
- Non dovresti essere alla Tredicesima Casa a far da portavoce ai Cavalieri d’Oro? - .
Lo sguardo di Dohko si
rattrista. - Vero - disse, - dovrei. Hai detto bene, ragazzo - Con un
balzo scende dal carro e si avvicina a loro. - In vostra assenza sono
successe parecchie cose - .
- Di che tipo? - vuole chiedere Hyoga. - Come sta il mio maestro? - .
- Non lo so - .
- Non è al Grande Tempio? - .
- No. Nemmeno gli altri - .
Silenzio. Shun abbassa lo sguardo:
- Ecco spiegato il motivo per cui non percepisco il loro cosmo - .
Ikki sembra vagamente preoccupato. - Spiegati meglio, Dohko - .
Dohko lo guarda
profondamente, poi lo accontenta. - Dato che la dea Athena non esige
più protezione, i Gold sono stati assegnati ad altre
divinità e tutt’ora si trovano all’Olimpo. Questa
è stata la scelta del Divino Zeus - .
La sorpresa si legge negli occhi dei giovani Cavalieri.
- Come? - urla quasi stizzito Seiya. - E perché nessuno ci ha detto nulla? - .
L’occhiata di Dohko
è indecifrabile. - O la Dea Athena ha convinto suo padre Zeus a
lasciarvi liberi, oppure Zeus stesso vi ha ignorati - .
Questa risposta fa salire il
sangue al cervello a Hyoga. - Non è affatto giusto - Stringe i
pugni. - E perché voi siete ancora qui all’acropoli? - .
- Zeus mi ha concesso la
libertà da ogni incarico, dato che ho combattuto ben due guerre
contro Hades ed ho ricevuto da Athena il dono dell’Eterna
Giovinezza - .
Shun inarca piano le sopracciglia. - Gli altri Cavalieri sono quindi… all’Olimpo? - .
- Sì, sottoposti di altre divinità - .
- Ma ciò è
assurdo! - scoppia allora Ikki. - Come si permettono le divinità
di giocare così con le loro vite? - .
- Vogliamo assolutamente
chiarire la situazione con uno degli Olimpi - dice allora Seiya,
arrabbiatissimo. - Innanzitutto mi piacerebbe sapere se Zeus si
è ricordato di noi o meno - .
- Ti do ragione - dice Shun.
- Che scopo ha continuare ad essere Cavalieri se non è
necessario proteggere la propria dea? - .
- Questo non lo so - gli
risponde Dohko, grave in volto. Poi si rivolge a Seiya: - Seiya,
è inutile arrabbiarsi così. La decisione l’hanno
presa gli Olimpi, e francamente credo che l’accesso alla loro
dimora ci sia negato… - .
- Ma tutto ciò non ha senso - .
- Sì, anche perché Zeus ha anche voluto che il Grande Tempio rimanesse incustodito - .
- Cosa? - Questa volta ad alzare la voce è Shiryu. - Maestro, ma cosa sta accadendo? Perché? - .
- Ti ho già detto che
non vi so rispondere - Dohko alza gli occhi sulle Dodici Case. -
Comunque ho deciso di continuare a vivere nei paraggi. Il Grande Tempio
è ormai come una casa, per me - Fa per allontanarsi, ma Hyoga lo
trattiene:
- E noi che facciamo, ora? Eravamo venuti per farvi visita - .
- Semplicemente tornate a
casa. Mi ha fatto piacere vedervi - E così, pronunciando queste
parole, Dohko li saluta con un cenno del capo e se ne va, sparendo
oltre un alto muretto.
Shaka ha ormai perso la
cognizione del tempo; Shaka è arrabbiato, stanco, la sua furia
può travolgere chiunque in questo momento. Dopo la privazione
della maggior parte del proprio cosmo da parte di Zeus si è
leggermente ripreso, ma le forze a disposizione sono sempre troppo
poche per cercare di fuggire. Ora è lì, accovacciato al
muro, gli occhi puntati al soffitto; la sua espressione serafica non si
è ancora spenta. Può mangiare una sola volta al giorno e
durante tutta la giornata ha a disposizione una scodella d’acqua.
Ma non è questo a preoccuparlo, dato che è abituato a
digiunare: i suoi pensieri sono del tutto rivolti ai suoi amici ed alla
difesa del Santuario.
Cari
compagni, amici, spero che la mia assenza non vi scoraggi troppo e non
vi porti ad azioni sconsiderate. L’importante ora è
liberare l’anima della Dea Athena e difendere la nostra vera
casa, il Grande Tempio. Non appena mi riprenderò abbastanza da
servire a qualcosa cercherò di aiutarvi, in un modo o
nell’altro…
Qualcosa lo risveglia dagli
intricati pensieri: nell’aria è percepibile un cosmo,
cosmo tra l’altro riconoscibilissimo anche tra mille. Che si stia
sbagliando o che?…
Shaka? Shaka, ascoltami
La sua voce, un soffio quasi
impercettibile. Possibile che riesca ad usare la telepatia
nascondendosi al cosmo degli Olimpi? Certo, non ha mai dubitato della
sua potenza, ma…
Shaka, ho bisogno del tuo aiuto
Shaka si scuote, chiude gli occhi. Ci prova:
Mu
Sì Shaka, sono io
Dimmi
La cosa lo stanca parecchio,
ma di certo non può arrendersi così facilmente: i suoi
compagni hanno bisogno del suo aiuto, e lui ha promesso di esserci
sempre per loro…
Shaka, prima voglio dirti una cosa importante
Per alcuni secondi
c’è silenzio nella sua mente, poi però la voce di
Mu gli accarezza di nuovo l‘anima:
Ti pensiamo sempre, Shaka. Non ti abbiamo dimenticato
Shaka non si stupisce di
quelle parole, magari la cosa che lo lascia più stupefatto
è il tono di voce con cui il compagno le ha pronunciate: dolce,
pacato e meravigliosamente confortante.
Shaka
La sua voce lo richiama
strappandolo a questi pensieri. Non c’è assolutamente
tempo per fare i sentimentalisti. Si concentra ancora di più:
Ti ascolto, Mu
Il sigillo… è in una stanza dietro alla Sala del Trono di Zeus
Shaka non gli risponde. Abbassa il capo, rimane in ascolto lasciandolo così parlare nuovamente:
Shaka, io devo entrare. Ho l’oggetto per contenere il cosmo di Athena
Solo in questo momento Shaka capisce:
Mu, io… il mio cosmo non è più così potente…
Lo so, lo percepisco. Sta’ tranquillo. D’altronde l’unico che può aiutarmi sei tu
Silenzio.
Devi
nascondere il mio cosmo. Per entrare ed uscire dalla stanza del sigillo
devo usare il teletrasporto, e non posso rischiare di venir scoperto
Shaka annuisce:
Mu, vuoi procedere stasera?
Sì. È tutto pronto
La voce di Mu tace. Poco dopo è Shaka a intervenire:
Farò il possibile, Mu, però non contare troppo sul mio cosmo
Sente che Mu è felice della sua risposta; è una sensazione bellissima.
Shaka, grazie
Mai come in quel momento Shaka vorrebbe averselo davanti ed abbracciarlo forte… che strana cosa…
Di nulla
Poco dopo il cosmo di Mu
sparisce e Shaka rimane ancora solo nella semioscurità della
cella. Ora si che è il suo turno.
È Ermes il primo ad
apparire nella Sala del Trono, abbracciato da luminosi fasci di luce,
poi un corteo di robusti uomini armati fa il suo ingresso. Ai venti
metri imposti, tutti si inchinano sempre mantenendo coordinazione ed
eleganza nei movimenti.
Zeus è ritto in piedi
in tutta la sua altezza, il mantello ad avvolgerlo e la solita
espressione grave dipinta in volto. - Ermes - chiama, - vedo che
non hai trasgredito agli ordini. Avvicinati - .
Rare volte il Sommo Padre concede a qualcuno di fiancheggiarlo. Alle sua parole, Ermes obbedisce seppur molto stupito.
- Divino Messaggero, la tua
fedeltà sarà ricambiata - dice poi Zeus mettendogli una
mano sul capo e obbligandolo quindi ad abbassare ulteriormente lo
sguardo. - Ermes, dimmi pure - .
- Come avevate ordinato, Sommo Zeus, ho radunato gli Argonauti più in fretta possibile. Ci sono tutti - .
Zeus annuisce alle sue parole. - Sono molto felice. Giasone! Chi tra voi è Giasone? - .
Un giovane alto e muscoloso si alza, rigido.
- Giasone sei tu? Fai alcuni passi in avanti - .
Giasone obbedisce. Porta
un’armatura spartana di certo molto robusta e alle spalle ha un
lungo mantello rosso. I suoi radi capelli biondi e la rasatura ben
curata gli conferiscono un aspetto severo, mentre due occhi color
nocciola osservano pensosi il pavimento.
Zeus toglie la mano dal capo
di Ermes allungandola poi verso il giovane guerriero. - Giasone, tu sai
quello che devi fare. Voglio che partiate subito dopo il banchetto - .
- Sarà fatto - .
- Voglio anche che
controlliate in ogni Casa del Grande Tempio. Lo Scettro di Nike
non può che essere in una di esse - .
Giasone annuisce. - Dividerò i miei uomini in modo tale da fare più in fretta possibile - .
Il Sommo Zeus è
soddisfatto. - Bene. Mi raccomando, confido in voi. Senza i Cavalieri
d’Oro tutto dovrebbe risultare più semplice - .
- Non falliremo, Divino Padre. Puniremo chiunque ci ostacolerà con la morte - .
- Ottimo - dice allora Zeus. - Ora va’ e guida i tuoi uomini verso il Grande Tempio - .
Giasone in tutta risposta
abbassa il capo e fa alcuni passi indietro. Poi, dopo che tutti
si sono inchinati, si ritira con gli Argonauti ed Ermes.
Angelo delle autrici
Gio:
allora... per quanto riguarda la prima parte, me lo immagino proprio
Dohko su un vecchio carro con un filo d'erba in bocca. Mi dà
l'idea di uno che sta lì giorno e notte pur di star vicino al
Grande Tempio, e Dohko francamente ne sarebbe capace. Seiya è il
solito sbruffone: è l'unico dell'amena compagnia di bronzini ad
usare il "tu" con il Vecchio Maestro... che tipo... e ho anche scelto
di mantenere quella sua vocina irritante... xD
E quindi,
o Zeus li ha ignorati o li ha lasciati liberi. Insomma, per logica
è più razionale la prima, dal momento che hanno ancora le
armature... significa che gli Olimpi proprio li ritengono meno di
insetti, nonostante abbiano fatto tanto gli eroi... Non do loro torto ^^
Ed ora
è il turno di Shaka: celare il cosmo di Mu affinché
quest'ultimo possa usare il teletrasporto senza essere scovato. Ma
il dovere del nostro Buddha non si fermerà qui...
E Zeus ha
radunato gli Argonauti!!!!! Mancano poche ore prima della partenza di
Giasone & compagni - oddio, detta così la cosa risulta
simpatica! XD -, e non a caso il prossimo capitolo sarà....
La notte degli inganni
(sì, dovrebbe essere "la seconda notte degli inganni", ma non
suona bene ^^), in cui finalmente ci saranno notizie di Milo...
Allora.. alla prossima!!!! XD Di seguito le risposte di Fede alle recensioni:
charm_strange :
non c'è che dire, le tue recensioni sono sempre bellissime! Devo
farti i complimenti sono per quelle! XD Allora... Ermes a me sta
moooolto simpatico, devo dire che scrivere il pezzo in cui viene
malmenato da Aiolia non mi ha fatto piacere... ^^ Tre fronti azzeccati,
ma chi arriverà per primo?? Mu è vero, è un geno
incompreso, a mio parere nelle serie non viene tratteggiato molto il
suo spirito di sacrificio, ecco perché io e mia sorella abbiamo
deciso di graziarlo e mostrarvi un Mu del genere! Forza Mu!!!!! E poi
adesso ha anche il favore di Shaka, quindi... si spera vada tutto
bene.... ^^ Mu sarà si conciato male, è probabile che
qualcuno intervenga... teletrasportarsi nell'Olimpo o dall'Olimpo
è un'impresa... probabilmente sì, Shaka potrebbe aiutarlo
anche a far questo... Vedremo se Artemide dirà qualcosa di
sincero a Kanon durante il prossimo capitolo.... e come si
comporterà Kanon... sinceramente io me lo porterei a letto anche
senza pozione... ma son dettagli! XD Molte cose in effetti possono
andare storte, a partire da questo "capitolo cerniera".. Shaka ti sta
antipatico??? A me piace moltissimo come personaggio... E come io e mia
sorella abbiamo lasciato spazio a Mu, lasceremo spazio anche per lui,
tanto per vendicarci dello scontro Shaka/Hades che l'Hades Chapter non
ci ha regalato.... Mi fa piacere rispondere così sovente alle
tue recensioni, sempre piene di ragionamenti!!!! Grazie10000!!!! A
presto! <3
KanondiGemini96 :
bel paragone per Mu!!!!! Ma poverino.... lui ce la sta mettendo tutta
(come il concime per le piante.... XDDD). Io invece vedo Aiolia nei
panni del cattivo... oddio cattivo, nei panni di Jack Nicholson
proprio, intendo! MUHAUAUUUHH!!!! xD E i bronzini hanno fatto la loro
tanto attesa entrata - si odono fischi dal pubblico ^^ -, con un Dohko
teatralmente spaparanzato su un carretto!!! No, Sion in questa fic non
ci sarà... magari più avanti, nella continuazione. A
presto!!!!!!!! <3
sagitta72:
ehilà!!!!! Tranquilla *pat pat*, devi pensare ciò a cui
ti fa pensare la fic! (Sì, che discorso ingarbugliato.... xD).
L'idea di Mu è l'unica possibile, in fondo, anche se
pericolosa... Vedremo gli sviluppi!!!!!! A presto!!!!!!!! ^^
HigurashiShinko: o.O tranquilla, mica ti mangiamo se hai saltato un capitolo!!!!! XD. Comunque, più che tirarmi delle frustate, io me le farei tirare...
(*Dove?? Frustate doveeee????????
*çççççççç* ndr
Milo - Il solito =.= ndr Kanon XD). Allooooooooora.... Shaka non
perderà mai il vizio... purtroppo è un caso perso.... ^^
la tua gentilezza nei suoi confronti è magnifica!!!! ^^ Tu
sempre a rinchiudere Saints in camera?? Bene, stavolta però io
mi nascondo nell'armadio, chissà che combinano Saguccio e
Ros.... *ççççççç*.
Cooooooomunque, il materiale più duro??? Ahahahahahahahahahaha
so io qual è!!!! Cioè... *occhiolino* ci siamo intese,
giusto???? *W* Mu è un genio incompreso.... sì sì!
E poi spargi cibo per gatti??
Bellissima!!!! Ahahahaaaahhaah sei sempre la solita simpaticona!!!
*strizzo guanciottte* ^^ Kanon è dolce.... pensa ancora al
fratello.... ç_______ç Che ammmmoooorrrriiiiiiii!!!!
<3 Te l'avevo detto che alla fine Ria ti sarebbe piaciuto!!! Yo
también!!! ** cit:"Mu ... MU! çOç Non farti del male da solo! Kanon si preoccupa per te!" Ehm... che significa "non farti male da solo"???? * mode sadomaso on XD*. A prestoooooo!!!!!! ^^
Ai91:
ti preoccupi per Muuuuuu!!!!! Che dolce!!! <3 XDD Vedremo se
Mu e il tuo ammmmmoooorrrrrreeeeeee combineranno qualcosa di
buono... ( forte
doppio senso *W* ). Ed ecco comparsi anche gli Argonauti!!!!! Stai
odiando Aiolia??? Ma lo sai che lo sto odiando anch'io sul serio????
Cioè, una parte di me dice: "Ohhhhdddeeeeeeeei che figoooooo Ria
malvagio!!! MAUUAUAHA!!!!", mente l'altra piange il vecchio uomo
d'onore... sigh... XD
A presto!!!! ^^
|
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Capitolo 13 *** La Notte degli Inganni - prima parte ***
13. La Notte degli Inganni - prima parte
Fede:
accipicchia, niente computer nuovo!!!! La celeberrima scusa: "Prima di
comprare un computer bisogna ragionarci su" è stata astutamente
sfruttata da nostra mamma... eppure è da 2 settimane che ci
pensiamo su.... che barba, e noi che abbiamo così tante storie
da recensire!!!!!! ç________ç
Vabbè, via lascio con la prima parte della notte degli inganni... Un bacio! Fefè <3
13. LA NOTTE DEGLI INGANNI
- prima parte -
Questo capitolo è di
Federica
L’ambrosia gira a mulinello
nella coppa… Sarà la pozione afrodisiaca a fare
quest’effetto? Manca appena un’ora al banchetto che
segnerà il destino del Grande Tempio… e Giasone
partirà con i suoi uomini dopo il pasto…
Tranquillo, Camus, andrà tutto bene…
Camus rimane ancora un momento a contemplare la coppa, poi la prende e
si volta. Mu, Kanon ed Ebe lo guardano in attesa che parli.
- Kanon - annuncia infatti il Coppiere, porgendo la bevanda al
Cavaliere, - è il tuo turno. Devi berne un goccio, come ha detto
Medea… ma ti prego fa’ attenzione - .
Lo guarda serio e composto, gli occhi chiari delineati dalla matita
nera. Kanon ricambia l’occhiata, prende la coppa dalle sue mani.
- Nell’ambrosia è contenuto l’icore - spiega Mu. -
È un minerale velenoso per i mortali e si ritiene che sia anche
il sangue degli dèi. Ho distillato la coppa per diminuire il
pericolo di avvelenamento, quindi, Kanon, non dovrebbero esserci
problemi - .
E Kanon beve. Non che abbia ascoltato molto della parole di Mu, quel
santone non gli sta poi molto simpatico, e appena manda giù il
primo sorso si vede costretto ad allontanarsi la coppa dalle labbra: -
Basta così. Ha un sapore orrido - .
Camus sfodera un tenue sorriso e gli prende la coppa: - Probabilmente
agli dèi piace. Hai dovuto bere l’ambrosia per mascherare
la tua natura umana durante…. ehm, durante ciò che dovrai
fare con Artemide. Mi raccomando, stai attento. Come ti senti? - .
- Frastornato… frastornato ma in piedi - .
- Mu, dov’è l’osmio? - .
- Qui, lo ho in mano - .
Il Coppiere fa un cenno ad Ebe, che va a recuperare un’anfora d’ambrosia e torna di corsa; poi Camus:
- Mu, devi immergere quell’oggetto qui dentro. Sì,
è vero, Efesto ha utilizzato materiali divini su quel ciondolo
da te intagliato, ma non è sufficiente per contenere
l’anima di Athena. Avanti -, indica con un’occhiata
l’anfora portata da Ebe.
Mu sembra riluttante, ombre di tensione ingiustificata gli tagliano le
pupille, ma nonostante ciò fa come gli è stato detto per
poi trarre a sé l’osmio bagnato d’ambrosia. - Ora
è fatta. Abbiamo tutte le armi pronte. Ho… chiesto a
Shaka di aiutarmi - .
Kanon assume un‘espressione salda. - Buona fortuna, Mu. Non
sarà una cosa facile, ma sappiamo che ce la farai - Gli stringe
con potenza il polso in segno di saluto, guardandolo fiero, gesto che
fa anche Camus:
- Libera la dea Athena. Confidiamo su di te. Devi battere Ares ed Aiolia sul tempo, o tutto sarà stato inutile - .
Mu annuisce deciso. Si mette l’osmio umido nella tasca della
tunica e, lanciata un’ultima occhiata ad Ebe ed ai compagni, esce
nel corridoio con passo svelto.
Camus fa per prendere la coppa, sa che anche lui ha qualcosa da fare,
ma Kanon lo afferra per il braccio prima che possa uscire: -
Devo… dirti una cosa - .
Il Coppiere si fa sospettoso. - Cos’è questo tono? Cos’è successo? Milo? - .
Non sa perché gli è scappato quel nome, il suo nome,
eppure qualcosa negli occhi di Kanon gli dice che ha centrato in pieno
il punto. Ebe, ferma vicino alle mensola delle anfora, guarda la scena
con una mano sul petto e l’espressione mozzata d’attesa.
- Milo… È stato Apollo, Ganimede - .
- Apollo? - Il fiato corto, gli occhi spalancati. - Kanon, non mi dirai che…? - .
- Lo ha ucciso lui - .
Camus ha la bocca semiaperta. Quelle parole sono indizio di un annuncio troppo doloroso da fare. - Milo… è morto? - .
La voce gli vibra. Kanon fa sì con la testa, abbassa lo sguardo: - Mi… dispiace - .
Non capisce. Non vuole, lo evita. Apollo ha maledetto Milo
infliggendogli una febbre mortale, esattamente come ha fatto tempo
addietro con gli achei. - Come fai… a saperlo? - .
- Me lo ha detto Apollo. Lo sai, sono il suo protetto. Artemide si
è adirata, ma non può nulla contro di… - .
- …Apollo… -
ringhia Camus, e le dita premono ancor più sulla coppa. -
…Apollo… hai ucciso… un mio amico… Me la
pagherai, la pagherai molto… -, e non fa in tempo a finire che
Ebe gli prende le mani rubandogli le parole:
- Ganimede… - .
- No - Camus la allontana sprezzante e lei indietreggia con le lacrime
agli occhi. - Ebe, non mi toccare. Gli dèi pagheranno:
assaggeranno la vendetta di Camus dell’Acquario, Cavaliere di
Athena - Non rivolge lo sguardo a nessuno e marcia fuori, voltando a
destra, verso il salone del banchetto. Kanon non ha ancora alzato gli
occhi, solo lo ha sbirciato prima che sparisse oltre l’uscio.
Milo… i tuoi compagni combatteranno per te. Io, Kanon, combatterò per te… amico mio.
Camus è fermo ad una colonna in attesa che Artemide, che quella
dea chieda di essere servita della bevanda. Attende con pazienza che la
sua mano si alzi, così da imbracciare l’anfora in cui ha
versato l’ambrosia contenente la pozione afrodisiaca…
Eppure i suoi pensieri sono altrove, i suoi occhi chiari dritti solo su
Apollo, che conversa serenamente con la bella Afrodite.
Oh Apollo… come fai ad essere
così sereno dopo aver ucciso un uomo? È vero, a voi
dèi immortali non fa differenza… Uno in più o uno
in meno che sarà mai? Ma quello era Milo… il mio
Milo… Avrei dovuto dirti, amico mio, di Ebe… di quello
che c’è tra noi… Io non corrispondo il suo
sentimento, sai che tu eri e rimarrai l’unico in grado di
sciogliere la mia freddezza… Milo… io ti
vendicherò… combatterò per te… amore
mio….
Finalmente la sua mano; la mano di Artemide si alza per chiamare
l’attenzione di uno dei Coppieri. Camus è svelto, scambia
l’anfora senza essere notato e subito si dirige meticoloso verso
di lei battendo sul tempo gli altri servitori. La dèa abbassa il
braccio, lo osserva avvicinarsi; e lui, sempre composto e con
un’aria educata ed indifferente, le si ferma dietro e le versa
l’ambrosia nella coppa.
Non se ne accorge. Artemide non conosce la vera natura della bevanda.
Si limita a sorridere, un sorriso spento, forse vittima
dell’irruenza del fratello Apollo, ed alza un poco gli occhi: -
Grazie Ganimede - .
Camus china il capo e si ritira senza dir nulla. E quando alza lo
sguardo si accorge che Apollo lo sbircia di sottecchi, le pupille
attente e feline ed un’espressione indecifrabile sul volto. Il
Coppiere non ricambia l’occhiata e si allontana dalla mensa prima
che un’altra divinità possa chiedere di essere servita.
Raggiunge la colonna, le gira dietro e quando spunta dall’altra
parte imbraccia di già l’altra anfora, identica alla prima.
Raggira ogni sospetto… sii indifferente… hai fatto quel che dovevi fare, Camus.
Artemide beve. Per un momento il fratello la osserva in silenzio, poi
torna a discutere con la bella Afrodite. Il Coppiere prende un lungo
sospiro liberatorio, sa di aver compiuto la missione, e non appena la
regale Hera alza la mano per essere servita si dirige prontamente da
lei. Ma i suoi occhi fuggono al portone di bronzo: sa che…
…Kanon attende. Impaziente, ma attende. Il suo piede destro
picchia piano il pavimento, le sue braccia conserte sono salde ed
immobili. È appoggiato ad una colonna illuminata dai nivei
riflessi della luna appena sorta ed osserva in silenzio il portone in
bronzo, che troneggia in fondo al suntuoso corridoio semibuio.
Camus, hai già versato la
pozione nella coppa di Artemide? Mu, hai già raggiunto la
Sala del Trono? Shaka, stai combattendo con noi? Aiolia, non hai capito
d’essere dalla parte sbagliata? Dohko, stai proteggendo il Grande
Tempio?, sei ancora lì? Milo… non ti ho
dimenticato… so che ci proteggerai. E Saga. Saga, fratello mio,
il mio ritorno è una promessa. Gli Argonauti non violeranno il
tuo riposo alla ricerca dello Scettro di Nike. Io ti
proteggerò… per sempre.
Gli sembra strano come in un momento del genere riesca ancora a pensare
a suo fratello. Quando dovrebbe pensare al futuro si ritrova
ingarbugliato nella rete del passato… non riuscendo più a
liberarsi. Ma forse, riflette, è il corso della vita. E
aspetta ancora un’ora, fermo alla colonna, il raffinato chitone
blu ed oro illuminato dai raggi della notte, prima di vedere
un’anta del portone aprirsi. Striscia fuori una figura ammantata
da una vistosa e ricca veste verde orlata d’oro.
Sa chi è. Ma sta fermo, a guardarla avvicinarsi, ad ascoltare
assorto i suoi passi svelti. La luce bianca della luna svela finalmente
il bellissimo volto di Artemide. I suoi capelli castani sono sciolti e
di seta, il suo volto reduce di un delicato ma accurato trucco.
- Kanon - dice, e si ferma alla colonna con lui appoggiando una mano sul fusto. - Kanon, devo parlarti - .
E Kanon la guarda profondamente. Non si inchina, non è necessario. - Anche io - .
Sa che non c’è bisogno di recitare. Forse è il
farmaco afrodisiaco, forse è la pura realtà, eppure sente
di provare qualcosa per lei. Lancia uno sguardo fugace al portone: - Il
banchetto non è terminato, perché ti sei allontanata? - .
- Avevo voglia di vederti - .
- Io stavo giusto aspettando che uscissi… Che strana coincidenza, eh? - .
- Allora forse le nostre parole non andranno sprecate - .
Kanon inclina dolcemente il capo, le passa una mano dietro al collo, sfiora i suoi capelli. - No, affatto - .
- Io… penso d’essermi innamorata di te, Cavaliere - .
Il suo è un mormorio. Lui sorride tiepido, un sorriso che
sa di complicità, e senza dir nulla avvicina delicatamente le
labbra alle sue in un bacio quasi sospeso. Artemide non si
scosta, anzi si avvicina ancor di più mettendogli le mani al
petto. Fermi alla luce della luna in fasce si scambiano risposte a
domande taciute. Kanon si scosta da lei, la fissa con occhi nuovi:
- Vieni - .
La prende per mano e la allontana dalla colonna. Le loro ombre veloci
fuggono i raggi della notte e passano di muro in muro, di colonna in
colonna, senza mai allontanarsi. Lui la conduce in una stanza, chiude
la porta. Non capisce se quello che sta per fare lo renderà un
uomo migliore, se sia giusto o sbagliato, sta il fatto che senza dire
una parola ma solo rivolgendosi discorsi silenziosi con gli occhi, si
spogliano a vicenda ammantati dalla luce della luna e scivolano sotto
alle coperte.
Lui sulla schiena, con lo sguardo al soffitto affrescato; lei su un
fianco, accanto, una mano sul suo petto scolpito, gli occhi smeraldini
ad osservarlo.
- Artemide, a dire il vero anch’io penso d’essermi
innamorato di te. È un sentimento nato da molto, dalla prima
volta che ti ho vista con il Divino Apollo - .
- Purtroppo penso sia lo stesso anche per me - .
- Purtroppo? - Kanon si lascia sfuggire una risatina e incomincia ad accarezzarle i capelli. - Perché purtroppo? - .
- Perché voi Cavalieri siete nemici di noi Olimpi. Tu non lo sai, ma è così - .
Lui abbassa gli occhi, la guarda: - Sì, so tutto. Sarebbe una
cosa troppo lunga da spiegare, e non penso ce ne sia bisogno.
Ora… voglio pensare ad altro - .
- Cioè? - .
- So che mi stai provocando. Io non rischierei, se fossi in te -, e
senza nemmeno darle il tempo di rispondere si volta sul fianco, la
abbraccia con prepotenza e incomincia a baciarla quasi voglia rubarle
l’anima. Lei si lascia trascinare senza proteste e gli si
avvinghia convulsamente incitata dalle sue premurose carezze. Kanon non
ragiona, Kanon non è Kanon, Kanon sa di non essere nulla di
umano. Essersi negato un simile piacere alimenta quella brama
già troppo vasta per essere controllata. In una serie di
complessi e passionali scambi di ruolo lei si ritrova sulla schiena,
vittima di quelle virili labbra greche cui nulla sfugge. Le sue braccia
arroganti, il suo comportamento rude e sprezzante, tutto rende
quell’uomo magnifico e nutre i suoi più reconditi
desideri.
Non penso sia nel mio destino unirmi
ad un dèa, non penso di poter meritare tanto… Eppure se
non posso permettermi l’amore, quale altra redenzione
meriterei? Questa è la mia redenzione, Nobile
Athena… la redenzione di Kanon di Gemini.
Angolo delle autrici:
Fede: eccomi per il commento al
capitolo. Questa è la prima parte della notte degli inganni,
parte in cui vediamo Camus e Kanon all'azione. Alla fine Apollo ha
avuto la meglio. Devo dire che mentre ragionavamo sulla morte di Milo
abbiamo avuto varie controversie: inizialmente non ero d'accordo io,
poi non era d'accordo mia sorella. Viene difficile anche a noi
accettare questo sviluppo, eppure, vogliate perdonarci se lo diciamo
sempre, sono "fatti di trama" che servono per tirare avanti la fic.
Chissà se poi qualcosa cambierà...
Ho impiegato un po' per scrivere i pensieri di Camus mentre squadra in
cagnesco il nostro carissimo Apollo al banchetto... La scelta di
inserire riferimenti shonen-ai in una fic più sullo shonen ci
è venuta spontanea, ma pensiamo che unire entrambe le cose sia
un buon esperimento nonostante poi il verdetto vado al lettore.
Bene, credo d'aver detto tutto.
Nel prossimo capitolo, "La notte degli inganni - seconda parte - ", vedremo cosa combineranno Mu e Shaka e ci avvicineremo alla mattina... e che mattina sarà??? A presto!
charm_strange : eccoci alla
fine della pausa Dodekatheon! Ma sai che avevamo intenzione anche di
pubblicare ieri sera? Tanto avevate recensito tutti! XD Allora....
Shaka si guadagna un nuovo ritaglio, nel senso che il dialogo con Mu
l'ho scritto proprio con questo scopo e mi fa piacere che tu l'abbia
colto. E dire che magari poi sarà proprio il lato Mr. Spocchia a
salvar tutti... Coooooooomunque, anche a me Aiolia fa
tristezza... malinconia, più che altro. Chissà alla fine
da che parte resterà? ^^ Anche io anni fa - più o meno
quando Prometeo rubò il fuoco agli dei... no scherzo! XD -,
vedendo la serie classica e il combattimento tra Seiya e Ria facevo il
tifo per il leoncino... perchè mi faceva proprio tristezza,
appunto.. ehhh, che ricordi... nell'Era delle non-censure... XD Ermes
è un personaggio che a me personalmente piace un sacco: il suo
dualismo, tre verità e bugia, lo adoro. Anche noi, quando
stavamo mettendo su carta la trama, abbiamo avuto vari dubbi sulla sua
figura... Tu aspetta ancora qualche capitolo e poi dirai che pensi di
lui. Per quanto riguarda i Bronze, di entrate gloriose non ce
n'è nemmeno l'ombra... Abbiamo preferito così, per
sottolineare il decadimento del Grande Tempio... Insomma, la sola
figura di Dohko su un carretto è un bel cartello a riferimento!
XD Apollo si incazza facilmente... ci siamo rifatte all'Iliade, al mito
di Crise e di sua figlia Criseide, quando appunto Apollo si adira con
Agamennone per il rapimento della figlia del suo Sacerdote. Secondo noi
non è esagerato, ed anzi per un "figlio di papà" come lui
è un comportamenteo perfetto... perchè diciamocelo,
Apollo l'abbiamo proprio conciato male, sempre a chiamare il babbo! E
magari qualcuno glielo farà anche notare, questo suo lato del
carattere! XDDD
Alla prossima e grazie per le mega recensioni! Gio <3
KanondiGemini96 : sei proprio
come mia sorella Fede... ogni volta che entra mia mamma, che si tratti
di scrivere o leggere, si fionda ad aprire un'altra finestra a caso!
Pensa che il suo trucco migliore - a cui ricorre solo quando è
impegnata con immagini yaoi
*çççççççç* -
è aprire una finestra internet con le foto dei gattini!!!!
Ahahahahahaha!!! Povera nostra mamma, chissà che pensa di lei
che è sempre dietro a guardare immagini di micetti??? Sapesse
cosa guarda in realtà... XD. Comunque, Jason ha fatto tanto il
fighetto, sì... be', io me lo immagino un figo della miseria,
poi son gusti! Nel prossimo capitolo Mu e Shaka - mooooooolto ambiguo
^^ -, e gli Argonauti chissà quando giungeranno?? E riusciranno
ad arrivarci?? E soprattutto... i Gold faranno in tempo a ritornare al
Grande Tempio per dare man forte a Dohko & compagni?? ^^^^
Tranquilla, a noi basta anche un commentino modesto!! *Pat pat*. A
prestooooooooo!!!!! *W*
sagitta72: ciaooo!!!! Attendi
il prossimo capitolo per sapere di Mu e Shaka... Un piccolo sentimento
fra i due, eh? Come mia sorella ho scritto nel commento a questo
capitolo, ci sono molti dialoghi che regalano riferimenti shonen-ai, i
quali inseriti in un contesto shonen spero non guastino!!! XDD La
MuxShaka mi piace moltissimo come coppia, anche se tifo la la
AioliaxShaka... Vabbè, lasciamo stare, non siamo qui per parlare
di yaoi! ^^ Kanon all'azione... Cammy all'azione ma super-incazzato con
Milo.... Hai letto nei pensieri di Cam, alla fine, quando dice "amore
mio"? Ecco, mia sorella non ha potuto non scriverlo... <3 A
presto!!!! ^^
HigurashiShinko: Shun è
il più intelligente, secondo me, non ci sono dubbi... Gli altri,
tra un ronzino che urla sempre "Lady Isabellllllllll - grande
Ivooooo!!! xD -, tra uno che si spoglia sempre - Shiryu ha una carriera
nel campo -, tra uno che si esibisce in balletti invece che fare a
cazzotti - Hyoga... ma l'avrai capito ^^ - e l'altro che fa qua e
là dagli inferi - Ikki è un maestro in materia -,
l'unico equilibrato è proprio Shun! XD Vero, miracolo che Ikki
ci sia dall'inizio, di norma fa sempre le sue entrare stile Rambo...
XDDD Dohko è bono.... nulla in merito... sul carretto poi... tra
la paglia.... *ehm, lasciamo stare ^^*. Per una volta non prenderai
Shaka per il culo!!!!! Che bellooooo!!! ^_^ Un'altra stanza?? E anche
ben occupata!!! Stavolta mi metto sotto al letto... no, meglio sotto
alle coperte... XDD. A prestooooo!!! <3
Ai91: nel prossimo capitolo
scommetto che diventi verde di gelosia per il tuo
Ammoooooorrrrrrreeeeee...... con Mu..... XDDDD. Chissà che
combineranno?? Penseranno al sigillo o...???? *mi tappo la bocca per
non dire sconcerie* ^^. Allora a prestissimo!!!!! xD
Angel_Dark_Light: Dio che
sorpresa!!!! Ci ha fatto immensamente piacere, la tua
recensione!!!!!!!!!!!!! Allora, grazie per i complimenti
innanzitutto!!!! ç_____ç *commosse* E come tutte odi
Seiya! Perfettoooo!!! Allora al prossimo capitolo! Ti diciamo solo di
far attenzione a chi delle due scrive le fic, c'è sempre scritto
fra parentesi alla fine delle presentazioni, così sai a chi
rivolgerti! Bacio! ^^
PS.
niente da fare, qua rischiamo che l'angolo delle autrici diventi
più lungo del capitolo.... merci beaucoup per l'attenzione
che ci riservate!!!! XDDD. A presto!
|
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Capitolo 14 *** La Notte degli Inganni - seconda parte ***
14. La Notte degli Inganni - seconda parte
Gio:
salveeeeeeeee genteeeeeee!!!!!!! Sapete perchè sono così
felice???? Volete saperlo???? Veramente??? Perchè la morte di
Milo ha toccato profondamente i vostri piccoli cuoricini...
MUAHAHAHAHAHA!!!! Scherzi a parte, io e mia sorella abbiamo riso un
sacco a leggere le vostre recensioni!!!!! Ora però... prendetevi
quest'altro capitolo.... e ricordate, la speranza è l'ultima a
morire!!!!!! ^^
14. LA NOTTE DEGLI INGANNI
- Seconda parte -
Questo capitolo è di
Giorgia
Insieme abbiamo fatto un ottimo lavoro, ragazzi… Non fallirò, per voi; per Athena
Accompagnato da questi
pensieri Mu si chiude nelle sue stanze, al sicuro da eventuali
pericoli. Fuori è ormai buio e la quiete della notte è
già calata sull’Olimpo.
Stringe a sé
l’osmio imbevuto di ambrosia, prega e prega che il tutto non
risulterà vano. Si sente molto pressato da questo incarico forse
troppo importante per lui. Sa che non può permettersi di
sbagliare, e se lo fa rischia di perdere non solo la propria vita ma
anche quella di Shaka. Ciò è assolutamente da evitare.
Un’altra cosa che lo
preoccupa è Aiolia. Lui, un tempo fiero Cavaliere del Leone,
è stato corrotto così facilmente dall’influenza di
Ares? Mu stenta ancora a crederci.
Aiolia,
spero tu stia solamente recitando… Aiolia, lo Scettro non
può finire in mano agli Olimpi né tanto meno in quella di
Ares. Sarebbe la fine per tutti noi
Mu cerca di rilassarsi,
espande dolcemente il proprio cosmo per non essere scoperto e cerca di
trovare Shaka nella propria mente. Ora sì, è il momento
giusto.
Nel bel mezzo della
concentrazione Mu stringe ancora di più l’osmio, i capelli
lilla che danzano avvolti dal cosmo dorato, poi ecco sopraggiungere il
suo aiuto. Sì, è proprio lui.
Shaka
Mu
La sua voce è un
sussurro quasi impercettibile, Mu sa che è esausto fisicamente e
psicologicamente, eppure lo sente vicino, concentrato… Una
fantastica sensazione di protezione gli pervade l’anima.
Mu, ora
erigerò una barriera con il mio cosmo, in modo tale da rendere
il tuo impercettibile. Fa’ in fretta, i miei poteri ora sono
molto limitati
- Grazie Shaka - Mu quasi
non si accorge di parlare ad alta voce. È talmente rassicurato
dal suo aiuto che senza paura espande ancora di più il proprio
cosmo, chiude gli occhi e riesce senza difficoltà ad usare il
teletrasporto.
In quell’attimo di vuoto Mu percepisce il cosmo di Shaka allontanarsi sempre di più, fino a sparire.
Aria pressante. Sensazione
di caldo. Mu apre gli occhi e si accorge di essere capitato in una
piccola stanza circolare: i muri turchesi vanno ad abbracciare un
pavimento lucido e bianco, mentre un fascio di luna si tuffa a cascata
da un piccolo obolo che domina l’alto soffitto a cupola.
Proprio al centro della
stanza, un piedistallo illuminato dalla luce su cui vi è una
sorta di cofanetto finemente intagliato; e a tenerlo chiuso, una
striscia di pezza rosso sangue.
Solitudine e paura. Queste sono le sensazioni che ora animano il giovane Cavaliere dell’Ariete.
Devo sbrigarmi. Devo assolutamente sbrigarmi
Muove i primi passi, cerca
di orientarsi. È più difficile del previsto.
L’inquietudine che si è impadronita di lui lo rende
frettoloso, ansioso di finire il lavoro. Così con il cuore a
mille si avvicina al piedistallo; stringe ancora di più
l’osmio.
Sta’ calmo, Mu, sta’ calmo
Pure lui, il mite Cavaliere
dell’Ariete, ha difficoltà nel rimanere concentrato.
Quell’atmosfera silenziosa, quell’aria pressante ed
immobile… no no, deve assolutamente uscire da lì il prima
possibile. Tra l’altro l’idea che Aiolia possa piombare
lì improvvisamente per impadronirsi dell’anima di Athena
lo rende ancora più agitato.
Quando però si trova
davanti al prezioso cofanetto riesce a ritrovare un briciolo di sangue
freddo. La cosa strana - che però non lo impensierisce molto -
è che sebbene si trovi così vicino non percepisce per
niente il cosmo di Athena.
Nonostante
non abbia addosso la mia Armatura, sono pur sempre un Cavaliere
d’Oro… dovrei riuscire a togliere questo sigillo
Mu
Eccolo. Di nuovo.
Shaka
Zeus
è al banchetto. La stanza tra l’altro… non permette
di percepire cosmi. Ecco perché non avverti quello di Athena,
quindi va tutto secondo i piani. Sta’ tranquillo, amico mio
Sia ringraziato il cielo.
Shaka, farò in fretta. Grazie
Così Mu si mette al
lavoro: poggia l’osmio sul piedistallo, poi adagia delicatamente
le mani sulla superficie fredda del sigillo. Sente che Shaka è
ancora lì, vicino a lui, e che in caso di pericolo interverrebbe
per proteggerlo. Sensazione migliore di questa non esiste. Fa scivolare
le mano sulla striscia di pezza, avverte brividi di tensione
percorrergli le dita. Lentamente lo toglie, cauto, quasi si aspetti una
sorpresa indesiderata; e finalmente il cosmo di Athena si fa pian piano
percettibile.
Mia Signora, abbiamo assolutamente bisogno di voi per questa guerra… non possiamo permettere che il Grande Tempio cada nelle mani degli Olimpi
La presenza della dèa
si fa sempre più potente, poi senza alcun preavviso sia
l’osmio sia il cofanetto vengono abbracciati da una fioca luce
nivea.
Mu, aspetta
La voce di Shaka gli ruba la concentrazione. Si ferma, apre gli occhi:
Shaka, sei ancor-
Ho promesso di aiutarvi
Una carezza ardente gli sfiora il braccio destro:
Mu, da solo non ce la puoi fare
Incredibile ma vero, Mu
percepisce chiaramente che Shaka si trova in quella stanza, alla sua
destra. Decide allora di limitare la potenza del proprio cosmo, dato
che quello del compagno basta ed avanza sebbene sia debole.
Con uno scatto deciso il
cofanetto si apre. L’osmio prende a brillare ancora di
più, la luce che avvolge il raffinato contenitore invece va
spegnendosi. Ottimo segno: il cosmo di Athena si sta dirigendo nel
materiale imbevuto di ambrosia.
La presenza di Shaka si fa più pressante quando anche l’osmio diminuisce di lucentezza.
Mu, complimenti
Il tono di Shaka ha un che di ironico. A Mu scappa un sorriso. Afferra velocemente l’osmio:
Grazie per tutto, Shaka
Di nulla
È ora di andarsene da
quella stanza. Mu chiude gli occhi, avvolto dal cosmo di Shaka e,
sempre abbracciato da quella piacevole sensazione, si volatizza e va
trasformandosi in aliti di vento.
Il banchetto è
concluso ormai da venti minuti. Ganimede ed Ebe vanno allora a
sistemare l’ambrosia, come sono soliti fare, ma prima che la
ragazza possa uscire dalla stanza il Coppiere la richiama:
- Ebe, io… dovrei parlarti - .
L’espressione che gli
lancia Ebe è stupita. - Cosa devi dirmi? - Si avvicina a lui
giusto quanto basta per guardarlo profondamente negli occhi. - Credo
sia importante, Ganimede - .
- Lo è, infatti -
risponde lui sempre rimanendo composto e serio. - Io… durante il
banchetto ho preso una decisione - .
Ebe si fa sospettosa.
Abbassa un po’ gli occhi, incapaci di resistere alla sua occhiata
grave. - Riguarda… Apollo? - .
Questa domanda non la
porrebbe nessuno, non in questo momento. Ebe lo sa solo in parte,
perché mai immaginerebbe il vero sentimento che legava Camus a
Milo.
Ganimede sembra indeciso su
cosa rispondere. È pensoso ed improvvisamente un velo di dolore
gli copre gli occhi, velo tempestivamente rimosso. - No - .
Ebe preferisce non fare
allusioni sul suo strano comportamento, perché percepisce la
sofferenza che però Camus non vuole accettare.
- Ebe, io volevo dirti che mi sono affezionato a te - .
Silenzio tra i due, che alzano improvvisamente gli occhi per osservarsi.
La ragazza, colta da uno
strano impeto di passione, si avvicina a lui e lo imprigiona al muro.
Camus è freddo e scostato come al solito:
- Volevo chiederti se volevi
venire al Grande Tempio con me, quando riusciremo a fuggire da qui - Le
sue pupille tremano: sì, c’è qualcosa che non va in
lui, assolutamente. - Tu… ho notato che ti sei innamorata di me,
Ebe - Pronuncia queste parole con fatica.
La ragazza non sa se provare
ad alleviare quel suo strano malessere o approfittare del fatto che il
ragazzo da lei tanto desiderato abbia improvvisamente abbassato le
difese. Per un’ultima volta.
Opta per la seconda opzione.
Avvicina il volto al suo,
legge nei suoi occhi disorientamento e paura, prova a baciarlo; lui con
dolcezza si scosta e volta il capo verso sinistra. Qualcosa sembra
frenarlo, poi però ci ripensa ed è lui a concedersi
pienamente.
Ebe allora gli accarezza le
labbra con un dito, con l’aiuto di un altro le schiude e
finalmente con la lingua parte all’esplorazione della sua bocca.
Camus né si scosta
né ricambia. La lascia giocare, le sue mani libere di girovagare
sul suo corpo. Poi improvvisamente chiude gli occhi: no, non è
la stessa sensazione… non ne sentirà mai una uguale.
Sempre con dolcezza allontana la ragazza, che tutta febbricitante stava
già correndo a spogliarlo.
- Ebe - le dice allora, - cosa mi rispondi? - La sua voce si è fatta più tagliente.
La ragazza si sente impaurita dal suoi strani modi di fare. - Ganimede, io… - .
- Io non ti amo, Ebe. Dovresti averlo capito - .
Colpo al cuore.
- Il mio cuore appartiene ad un’altra persona - .
Secondo colpo al cuore.
- Voglio però che tu venga al Grande Tempio. Mi sono affezionato a te - .
Camus non ha pietà. Ebe abbassa lo sguardo, nuovamente impotente, poi lo rialza:
- Ganimede, sai che io non posso venire con te - .
- Fa niente, allora - .
Fa niente? Ebe è sempre più sbigottita, così prima che lui possa riprendere la parola apre bocca:
- Tu… hai giocato con i miei sentimenti, Ganimede? - .
- Cosa? - .
- Perché ti sei fatto baciare, allora? - .
Camus è sempre
più freddo ed inespressivo. - Non era un bacio. Almeno, io non
penso che quello sia stato un bacio. Io non ti ho assolutamente
baciata, sei stata tu a farlo - .
Ad Ebe iniziano a lacrimare gli occhi. Stringe i pugni. - Ganim- - .
- Non c’è
bisogno di parlare. Io… spero solo che resteremo amici,
nonostante questo equivoco - E così, semplicemente, dopo aver
detto queste parole, Camus si allontana da lei ed esce dalla stanza,
sempre in silenzio.
Angolo delle autrici:
Gio: bene
bene, anche questo capitolo concluso... mi fa veramente piacere tenervi
compagnia in questo afoso periodo... ora lascio spazio e mia sorella
così risponde alle recensioni... bacioni ^^
Prossimo capitolo: il dado è tratto
[Bene bene.. e qui gusteremo il risveglio di Kanon (e qui non dico
niente...) ed un grande colpo di scena... che sicuramente vi
farà balzare dalle sedie ^^]
Angel_Dark_Light :
salveeeee, benritrovata! Apollo... Apollo... mi sa che tra poco
partirà una marcia per chiedere l'espulsione di Apollo
dall'Olimpo... Apollo si sta rendendo antipatico pure a voi lettori!
Dannazione, tutti voi volete vederlo mortooo!!!! ^^ Be', se per questo
anche noi due... xD Ah, poi c'era una persona che voleva parlarti...
aspetta, ora la lascio scrivere... *ciauuuuu sono Kanon! Va bene, se
vuoi aggiungiti, ma fai presto che c'ho da fare! <3* Bene, speriamo
sia stato abbastanza chiaro... ^_^ bacioni <3
charm_strange :
eh, anche tu giù di morale per Milo... un minuto di silenzio per
il primo caduto... Per Apollo hai previsto un futuro mica tanto roseo,
eh?? Poveraccio, guarda che poi si vittimizza da solo e si
discrimina... xD Camus è arrabbiato, ma arrabbiato, ma
arrabbiato che dentro ha almeno ventimile pentole a pressione... Apollo
non è poi molto messo bene, ora, e non lo sarà nemmeno in
futuro! Ebe con Giasone????? ahahahahahahahahah, be', allora si consola
del tutto, anche Jason non è male... xD Però Cam è
troppo bono... ma Cam è di Milo... ora e per sempre...AMEN. ^^
Guarda, non ti diciamo nulla di Kanon... solo che dalle esperienze si
impara.. *mi cucio la bocca* I dieci piccoli indiani,
sììììì!!!!! Artemide a noi sta
simpa!!!!!! Chissà chissà... Vedi, in questo capitolo non
è morto nessuno! ;) Sì appunto, alla faccia del
"sacrificarsi" di Kanon! ^^ Bacioni
KanondiGemini 96
: ciauuu!!! Ma nostra mamma dopo un po' si insospettisce, perchè
il problema non sono i gatti, è che quando entra mia sorella sta
curiosando sempre sulla stessa pagina! xD Questo da almeno un anno...
vabbé, lasciamo stare! Anche tu odi Apollo??? Oddio, poveraccio,
se la vedrà proprio brutta con tutte queste fan di Milo
imbestialite... non vorrei essere nei suoi panni.. anche perchè
Camus gli potrebbe congelare quel suo culo divino in men che non si
dica... ^^ Non preoccuparti di Kanon, sa quello che fa! Certo, non
può continuare a prendere in giro tutte le divinità ma
dai!, se se l'è cavata fino ad adesso magari frega nuovamente un
dio, Apollo in questo caso... xD Bacioni e speriamo tu ti riprenda dal
trama post-morte di Milo... ^^
HigurashiShinko
: ma ciauuuuuuuuuu Shinko, come stai???? Anche tu arrabbiata per
Milo??? Povero, povero Apollo... tutti lo vogliono veder morto... ^^ Tu
e le tue strane camere dove ti chiudi... mai invitarci, eh! xD Vuoi
sapere perchè Milo è dovuto morire??? Semplice,
"questioni di trama"... fregataaaaa!!!! ahahahahahahahaaahha!!!!! Milo
è il nostro Gold preferito, ma noi scorpioncini siamo
masochisti.... xD
Sììììììì, Saga me
iuvat parecchio!!! Anche Kanon non è male, certo... persone
schizofreniche??? Ma povero Sagaaaa!!! ^_^ Per quanto riguarda il
cadavere di Apollo con cui vuoi giocherellare non ho nulla da dirti, se
non DIVERTITI!!! ^^ Bacioni
Sagitta72 : essì,
un'altra volta! Ma è troppo bello far morire Milo, troppo bello,
ormai ci abbiamo preso gusto!!! Ma devi prendertela con la Gio,
è lei che ha iniziato... XDDDDD Certo che Milo è il
nostro Gold preferito, ma proprio per questo gli facciamo passare le
pene dell'inferno... ^^ Carne femminile???? che ridereeee!!!
ahahahahahahahhahahaah!!!! "Carne femminile" suona potente! Proprio
adatto per il nostro Miluccino... riguardo Kanon ed Artemide dovrai
attendere il prossimo capitolo... ed io non ti anticipo nulla... xD
Bacioni
Ai92 :
anche tu giù per Milo, eh??? Cavoli, abbiamo fatto strage!
Possibile che lui sia una figura maschile così apprezzata???
*ripensa a Milo* Be'... sì... avete ragione...
*çççççç* Cmq!, Milo non deve
preoccuparsi... tesseremo noi il suo futuro... ^^ Vuoi sapere
perchè abbiamo fatto morire Milo? Semplice, *questioni di
trama*... XDDDDD Scherzi a parte, anche per regalarvi intense
emozioni... questa fic rimane pur sempre uno shonen... *mi cucio la
bocca* Povero Mu, ora pure le minacce di rimanere castrato!!!!! XDDD Va
bene, eviteremo di scrivere cavolate... anche se ne abbiamo già
scritte parecchie sui capitoli che dobbiamo ancora pubblicare... ehm...
*si allontana con cautela* Ciauu, io meglio che me ne vada.... ^^
Bacioni
Bene bene... allora alla prossima, gente!!!!!!! Gio <3
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Capitolo 15 *** Il dado è tratto ***
15. Il dado è tratto
Fede:
eccomi!!!!!! Che bello, stamattina si va in fumetteria a prendere Next
Dimension!!!!! O cacchio spero di trovarlo, 120 pagine a colori del
mitico Kuru... AAAAHHHHHH!!!!
Cmq, tornando
a noi: eccoci giunte alla mattina... gli uccellini cantano... tutto
è serafico.... ma... MUAHAHAHAHAHAH!!!! Vi lascio! Bacio,
Fefé
15. IL DADO È TRATTO
Questo capitolo è di
Federica
Probabilmente
gli dèi non se ne accorgeranno subito… Se Mu e Shaka
hanno fatto bene il lavoro, potrebbero passare anche giorni prima che
si muova qualcosa… Siamo arrivati prima di Aiolia ed Ares, ed il
pericolo che si rendano conto d’essere stati preceduti è
molto elevato…
Sono stati questi i
pensieri di Kanon nel primo mattino seguente alla seconda Notte degli
Inganni. È rimasto immobile a pensare, le coperte poco al di
sotto dell’ombelico e gli occhi in alto, come ispirati dalla luce
della luna che gli dipingeva di bianco il torace scolpito. Al fianco
Artemide, avvinghiata alla sua spalla, a dormire pacifica. Eppure aver
avuto l’onore di stringere a sé una dèa ha
costituito si una sorta di redenzione. Anche se particolare, certo, ma
una redenzione in ogni caso. A svegliarlo è stata la voce di Mu,
un dolce eco che gli ha accarezzato i sensi:
Kanon, io e Shaka abbiamo compiuto il nostro dovere. Tu?
Gli è scappato un sorrisino nel semibuio:
Sì, Mu. Tutto a posto anche io
Poi si è alzato, si
è rivestito in silenzio, si è concesso ancora un momento
allo studio di quel corpo profondamente addormentato. Sì, ha
commesso anche lui un peccato simile a quello di Milo, unendosi ad una
dea vergine, ma in cuor suo sa che non c’era altro modo. Allunga
una mano sul ventre di lei, si concentra un momento: spera che il
farmaco di Medea abbia avuto effetto, anche se… anche se si
sente ancora strano, una sensazione particolare gli pizzica il cuore.
Che sia… amore? Non ha mai provato nulla di simile, fino a quel
momento ha sempre provato affetto verso il dovere e verso Athena ed i
compagni, ma quel sentimento gli suona come alieno. Allontana la mano,
si sporge per sfiorarle il capo con un bacio e poi esce.
Il dado è tratto e
lo sa. Ora hanno fatto tutto quel che c’era da fare e
c’è solo da sperare che Athena, liberata dal sigillo,
possa risvegliare le Sacre Armature; e con le Armature, chissà,
potrebbero riuscire a fuggire dall’Olimpo per proteggere il
Grande Tempio dall’avanzata degli Argonauti. Passeggia per i
corridoi e pensa, Kanon: crede, ed anzi qualcosa nella coscienza gli
dice che Dohko è ancora ad Atene, pronto ad intervenire a
qualunque costo anche senza Armatura; e forse anche Seiya e compagni
sono con lui. La certezza di avere alleati in terra lo consola, un
po’ anche perché teme di non riuscire a scendere
dall’Olimpo. Se solo gli dèi si renderanno conto di essere
stati raggirati…
No, Kanon, tranquillo. Andrà tutto per il meglio. Ci mancano solo le Armature, e faremo in fretta…
- Kanon - .
Kanon si ferma. Sente
d’avere qualcuno alle spalle, ma per chissà quale ragione
non sente il motivo di voltarsi. E inchinarsi. Abbassa gli occhi, li
chiude:
- Apollo… - .
- Ma bene, un altro uomo
che si reputa divinità. Dopo Shaka, il Sommo Zeus sarà
felice di ricevere un’altra visita… - .
- …non
recitiamo - conclude fermo Kanon, e si volta sfidando gli occhi
glaciali del dio. - So che tu sai, quindi stai attento, non sono
stupido - .
- Ovviamente no - risponde
piano Apollo, sfoderando un sorriso astuto. - Kanon… chi altri
se non tu sarebbe riuscito a conquistare il cuore di mia sorella? A me
non si nasconde nulla… e se non vuoi fare la fine del tuo amico
Milo, ti conviene seguirmi senza proferir verbo, uomo - .
Il Cavaliere stringe i
pugni. Quelle sono solo provocazioni… e la cosa gli mette i
nervi. Bagliori dorati gli tagliano le pupille. - Apollo - ringhia, -
dove dovresti portarmi? - .
- Dal Divino Zeus. La tua condotta mi ha infastidito parecchio - .
- Ti nascondi sempre dietro
alla figura di tuo padre, è così? Be’, sappi che a
me non fa differenza alcuna: tuo padre può anche essere
l’Onnipotente Zeus, ma per me rimani uno come gli altri. Non sai
risolvere le questioni da… dio? - .
Il volto di Apollo si oscura d’improvviso e Kanon alza un sopracciglio, quasi divertito:
- Allora? Come reagirai? - .
Il dio è oramai una
maschera di furia. Con un movimento repentino afferra il Cavaliere per
il braccio, glielo gira dietro alla schiena strappandogli un lamento
istintivo: - Tu prova - gli soffia nell’orecchio, - prova ad
avvicinarti ancora a mia sorella e ti giuro, ti giuro che ti uccido con
le mie stesse mani -, e ammantandosi di un infinito cosmo niveo si
volatilizza portando con sé Kanon.
Un pavimento lucido e
candido, l’aria profumata d’Olimpo. Kanon apre lentamente
gli occhi, combatte contro la troppa luminosità e finalmente
riesce a lanciare un’occhiata davanti a sé.
Si trova nella Sala del
Trono dinnanzi ai venti metri di scalinata che lo dividono dal Sommo
Zeus. Fa per alzarsi ma si accorge solo in quel momento di avere Apollo
alle spalle:
- Ti consiglio di non alzarti, Kanon. È un affronto che non ti puoi permettere - .
E Kanon rimane su un
ginocchio, le mani ancora per terra a mo’ di sostegno e gli occhi
alzati. Non può rischiare di fare la fine di Shaka, non ora che
la situazione è ancora più delicata. Il niveo cosmo che
lo ha trasportato sino a lì si dirada poco a poco, eppure
l’aura minacciosa emanata da Apollo non accenna a placarsi.
- Uomo - ruggisce la voce
profonda di Zeus, avvolto dalla luce celestiale, - è vero
ciò che mi ha detto mio figlio? - .
- Io… io amo
Artemide, Divino - risponde Kanon, e il ringhio sommesso di Apollo gli
fa passare un brivido lungo la schiena:
- Come osi, uomo? Come hai osato unirti a mia sorella, ad un dèa vergine? Come…?? - .
- Apollo - Zeus alza la
mano per imporre il silenzio. - Apollo, comprendo la tua ira. E uomo -,
abbassa gli occhi su Kanon, - il tuo affronto è inammissibile!
Pertanto la pena è la morte - .
No… questo non te lo permetterò… Saga… devo proteggerti… e per tornare devo sopravvivere
Kanon si morde il labbro.
Si dà una leggera spinta con le mani, si alza lentamente, quasi
vertebra per vertebra, forse per saggiare il furioso stupore che si
dipinge sui volti di Zeus e, scommette, su quello di Apollo.
- Uomo! - grida quest’ultimo, - uomo, rimani in ginocchio! Come osi ergerti pur trovandoti tra due divinità?? - .
Ma il Cavaliere non si
ferma e finalmente si drizza del tutto, le braccia distese lungo i
fianchi e lo sguardo temerario che ha ereditato da tante battaglie. -
Zeus… - ringhia, - …hai sentito parlare di noi Cavalieri,
ma mai hai visto di prima persona quanto inferno possiamo
scatenare… Tu non sai, ignori la nostra potenza… È
vero, gli uomini probabilmente non saranno mai degli dèi…
- .
- Uomo…! - .
- …ma forse perché sono gli dèi che mai riusciranno ad essere come noi uomini - .
- Kanon, non sfidare noi
Olimpi! - conclude infuriato Apollo, e proprio mentre sta per
concentrare il cosmo sulla mano destra si accorge che qualcosa non va.
Perché
d’un tratto è così potente? Perché bagliori
dorati lo ammantano svelando una forza spropositata? Non sarà
che…?!
Auree faville si adagiano
su di lui, lo rivestono di splendore, e solo quando
quell’abbagliante fulgore si dirada un poco Apollo comprende;
comprende ed indietreggia, un gesto istintivo, incontrollato, dettato
dal totale stupore. Davanti, a dargli le spalle, non ha un uomo, non ha
un dio. Ha un Cavaliere.
- Combatterò per i
miei amici, per l’Umanità, per la dèa in cui credo
- recita saldo Kanon, i riflessi d’oro dell’Armatura di
Gemini ad ammantarlo di luce, - e per mio fratello, che mi ha concesso
di combattere al posto suo! - .
- Il sigillo! - tuona Zeus, alzandosi subito in piedi con lo scettro in mano. - Il sigillo è stato rimosso! - .
- Maledetti! - Apollo stringe i pugni, il suo cosmo va crescendo: - Kanon, sarai tu il secondo a morire! - .
- Non è nel mio destino vedermela con te - sussurra Kanon abbassando gli occhi. - Io devo fare qualcos’altro - .
- Insolente! Me la
pagherai! -, ma il cosmo che scaglia verso di lui si perde, si scioglie
quasi nell’aria come se abbia incontrato sulla sua strada un
ostacolo. Gli occhi cristallini di Apollo si spalancano, tremano, presi
alla sprovvista: - Come…? - .
- Shaka -, e il Cavaliere di Gemini si lascia sfuggire un sorriso, - grazie - .
- Dovere - gli risponde una
voce evanescente, e lentamente al di sotto della scalinata si
materializza una figura ammantata d’oro. Tiene un braccio
allungato verso Apollo, praticamente senza parole per tutto quello che
sta accadendo.
- Annullare il tuo colpo
con il Kan è stato un gioco da ragazzi - riprende Shaka,
immobile e dritto davanti al primo gradino. Non si volta verso Kanon ed
il figlio di Zeus, questo perché la sua attenzione è
totalmente rivolta ad altro. Ha gli occhi chiusi, il braccio ancora
disteso ed avvolto dagli abbracci del cosmo. - Ma il mio destino non
sei tu, Apollo. Devo vedermela con divinità del mio stesso
rango… vero Padre degli Dèi? -, e alza fulmineo le
palpebre facendo guizzare le iridi azzurre in alto, verso il trono del
Divino.
- Inammissibile!
- precede tutti quanti Apollo, animato da una furia incontrollabile. -
Non puoi atteggiarti a dio, tu!, che sei nato mortale! - .
- Eppure ho annullato il tuo colpo senza alcuno sforzo… o sbaglio? - .
Il fatto che Shaka non si
degni nemmeno di guardarlo gli fa perdere i controllo. Il figlio di
Zeus non ne può più, si trova dinnanzi a due umani ma non
riesce comunque a farsi valere. Il cosmo che lo avvolge è
un’esplosione di ira, di indignazione pura ed incontaminata.
Kanon gli dà ancora le spalle e con un gesto fermo alza la mano
destra a mo’ di avviso:
- Ti consiglio di non muoverti. Shaka, ti lascio il Divino. Mu… ti lascio Apollo - .
In un battibaleno
un’aura nivea saetta alle sue spalle, arrestandosi fra di lui ed
il figlio di Zeus: - Con piacere Kanon - .
Mu dell’Ariete. Il
Cavaliere del Vello d’Oro, leggermente piegato in avanti ed
avvolto dall’elegante sfavillio del mantello, si è
teletrasportato fulmineo davanti ad Apollo, che ha appena il tempo di
indovinare il suo sorriso astuto prima di venir proiettato
all’indietro a causa dell’onda di cosmo da cui è
stato travolto alla velocità della luce. Finisce contro una
colonna, cadendo poi sul pavimento con gli occhi strabuzzati
dall’incredulità e il fiato mozzato dalla sorpresa:
Non mi ero accorto d’essere stato colpito… eppure sarei dovuto riuscire a difendermi senza problemi…
- Pensa ad Artemide, Kanon
- si affretta Mu, mettendosi dritto e afferrando un lembo del mantello
in un gesto raffinato. - Portala al sicuro. Trasporterò tutti
quanti al Grande Tempio appena ne avrò l’occasione - .
- Grazie - risponde il Cavaliere di Gemini, e scatta fulmineo diretto all’uscio.
Zeus, in piedi davanti al
trono, ancora non crede a quello cui ha assistito. Stringe a sé
lo scettro, furioso: - Kanon, non andrai da nessuna parte! - .
- Non mi preoccuperei di
lui - lo chiama la serafica voce di Shaka, ancora fermo sotto alla
scalinata. Ritira il braccio che fino a quel momento ha tenuto disteso
e nei suoi occhi azzurri balenano feline ombre dorate: - Sono io il tuo
avversario. Non ti preme la voglia di sapere chi di noi due è
più forte? - .
Zeus respira piano,
profondamente, mentre già sulle sue mani saettano folgori
ardenti e i suoi lunghi capelli nivei ondeggiano a mezz’aria. - E
sia, Shaka - sono le sue parole.
Apollo si rimette in piedi,
un po’ insicuro sulle gambe cadute vittima del potere psichico di
Mu, e alza gli occhi sulla scalinata: - Pa… Padre, non meritate
di sporcarvi le mani… - .
- Sporcare le mani? - lo
pizzica irritato il Cavaliere del primo fuoco, e con un passo gli
nasconde la vista di Shaka. Nella mano sinistra, il chiaro bagliore
dell‘osmio. - Quella è una battaglia a parte. Io, Mu
dell’Ariete, non ti permetterò di intervenire - .
- Ed io, Shaka della
Vergine, l’Illuminato… - si aggiunge Shaka, fissando
temerario Zeus dal basso, - …chiuderò i conti con la mia
natura -, e detto questo porta il piede destro sul primo gradino.
Angolo delle autrici:
Eccoci
alla fine di questo capitolo da tachicardia... allora, ci sono molte
cose da spiegare: innanzitutto, da notare, Kanon ha finalmente detto ad
Apollo di smetterla di fare il figlio di papà xD. Altra cosa di
rilevanza, Kanon è sempre quello che riesce a farsi chiamare per
nome dalle divinità, o insomma dai potenti, come è
infatti successo con Rhadamanthys... diciamo che Olimpi & Co
l'hanno preso in simpatia xD.
E poi Mu e
Shaka entrano in azione con le tanto agognate Armature, risvegliate dal
cosmo di Athena. Neanche a dirlo io, da brava fan di Shaka =), ho
optato per il suo ruolo di Mr. Spocchia (!!)... ma questo
perchè, ve l'ho già detto, voglio vendicarmi della serie
di Hades xD. Adesso vi lascio a mia sorella, che risponderà alle
vostre recensioni! BACIO ^^
Prossimo capitolo: Un nuovo importante alleato (si accettano scommesse!!!! ^^)
KanondiGemini96
: ancora giù per Milo, eh? Eggià, anch'io... Mu sì
è reso utile, sìsì!! Qui Shaka spocchieggia
di nuovo!!!!!! ^^ Per quanto riguarda l'argomento "morte di altri
Cavalieri", non possiamo dirti nulla... ehehehehehe...
Camus e il momento di rincoglionimento credo verrà
più tardi.. ma rincoglionimento nel senso buono, eh! xD Ehm...
hai visto Kanon? Te la senti di giudicarlo? ^^ Sì be', il nostro
gemellino è un pazzo... non è una novità, visto il
fratello che si ritrova... xD Baci ^^
Angel_Dark_Light
: ... mandaci la registrazione di quello che ha fatto Shaka!!!! ^^ E
certo che il nostro Buddha poi si fa pagare, eh!, lui è tirchio!
Cam come barista di successo ce lo vedo, magari su una nave da
crociera!!!! xD Sìsì, fai risorgere i Saints che tra poco
servono... bacioni! ^^
Sagitta72 :
Cam rimarrà fedele a Milo, su questo non c'è nemmeno da
discutere! xD Hai visto Kanon? Ha fot*uto anche Apollo!!!!! ^^ E hai
messo pure un rimando ad "Oro".. ^_^ Quindi, "carpe diem"... fate in
fretta a pubblicare! xD Coooomunque... Mu e Shaka sono due bulli e qua
lo dimostrano ancora! Baci alla prossima! ^^
Ai91
: e qui passiamo ad una recensione veramente... minacciosa... Camus,
scappaaaaaa!!!! ^^ No, il colpo di scena non è su Milo e nemmeno
su Kanon... non ti sei neanche avvicinata... ^^ Ritenta!!! - sembra
quella scritta che trovi nei Duplo! xD - Tutti nudi in camera di
Ai e facciamo prima! Bacioni ^^
HigurashiShinko :
allora, tu vuoi proprio farci perdere la corriera per Como... vediamo
di restringere... Fede sceglie la stanza A, Gio la B - perchè
c'è Milo... xD - e poi facciamo cambio... xD Ah, ma che errore
hai trovato??? ^^ Sì, siamo un po' sguerce... ^^ Shaka e Mu sono
stupendi insieme!!!!!! XD Cavolo, povero Cam, quante minacce... e anche
Mu e Shaka... Dio santo... vabbé, bacioni! ^^ Cmq è stato
un piacere leggere la tua lunghiiiissima recensione! ^_^
charm_strange
: Shaka e Mu sono fortissimi insieme, e infatti in questo capitolo li
ritroviamo ancora... xD Sì, speriamo veramente che Athena sia
più saggia questa volta, dato che non ne ha mai combinata una
buona! ^^ Riguardo Apollo tutti lo odiano, come noi lo odiamo...
è così bello essere in una così grande famiglia! A
MORTE APOLLOOOO!!!!! ^^ Kanon per ora non rischia nulla, tranquilla...
PER ORA... ^^ Baci alla prossima!!! ^^
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Capitolo 16 *** Un nuovo importante alleato ***
16. Un nuovo importante alleato
Gio: ed eccoci! Le scommesse le avete fatte, ma quasi nessuna di voi ha
beccato la risposta giusta... Cioè, la risposta l'avete data
giusta per metà...
non vi resta che leggere! ^^
16. UN NUOVO IMPORTANTE ALLEATO
Questo capitolo è di
Giorgia
Appena è fuori dalla
Sala del Trono, Kanon non accenna minimamente a smettere di correre
verso le stanze di Artemide. Più si allontana più i
rumori della battaglia vengono risucchiati dall’atmosfera
serafica ed irreale di quel posto. Sente i cosmi di Shaka e Mu bruciare
all’impazzata, sa che ce la stanno mettendo tutta e che sarebbero
pronti anche a sacrificare le proprie vite.
La
situazione si è ormai mobilitata. Presto gli altri Olimpi se ne
accorgeranno, e se non ci sbrighiamo per noi sarà la fine. Devo
muovermi!
I suoi passi giocano con le
alte pareti, il suo respiro è scandito dall’agitazione che
si è impossessata di lui.
Svolta un angolo ma non fa
nemmeno in tempo a frenare la corsa che finisce addosso a Camus, che
per evitargli la caduta lo prende per le spalle e lo mette di fronte a
sé:
- Kanon! - .
- Camus, dobb- - .
- Sì Kanon, lo so! - .
Solo in quel momento Kanon si accorge che con il suo compagno d’armi c’è anche Ebe.
- Kanon, che sta succedendo nella Sala del Trono? - La voce di Camus trema.
- Shaka e Mu stanno trattenendo alcuni Olimpi. Devo trovare Artemide! - .
Camus riesce chissà
come a mantenere il controllo, almeno quanto basta per non farsi
prendere dal panico e dall’ansia. - Sì, va bene. Verremo
con te - .
Kanon lancia un’occhiata omicida ad Ebe. - Ebe, che ci fai qui? - .
La ragazza ricambia
l’occhiata, poi prende Camus per un braccio e dice: - Non
c’è tempo per spiegare. Venite, conosco alcune scorciatoie
per giungere nelle stanze della Divina Artemide - .
Kanon non dice nulla, Camus invece annuisce:
- Perfetto. Andiamocene da qui, forza - .
Ebe incomincia a far loro
strada. Kanon e Camus sentono distintamente i cosmi di altri Olimpi
accendersi, ma non hanno il tempo di capire di chi siano. Nelle loro
menti, infatti, trovano spazio solo altri tetri pensieri e le loro
preoccupazioni più grandi.
- Dovremmo impiegarci molto meno tempo - dice Ebe attirando così l’attenzione dei due Saints.
E corrono, corrono...
- Bene - le risponde Camus
cercando di immagazzinare più sangue freddo possibile. - Andiamo
a prendere Artemide, poi Mu aiutato dal cosmo di Athena ci
riporterà al Grande Tempio… con le nostre Armature, come
per te, Kanon. Kanon, mi stai ascoltando? - .
Kanon è perso nel labirinto dei propri pensieri e guarda solo in avanti.
Da
quando sono qui, nulla è andato bene: quello che mi pesava di
più era il fatto di non poter parlare agli altri, il fatto che
gli Olimpi siano stati crudeli con noi, ma anche il fatto di essere
sotto la giurisdizione di un’altra divinità. Non mi
perdonerò mai d’aver abbandonato così la tomba di
mio frat-
- Kanon? - .
Pausa di silenzio.
- Kanon, attento! - L’urlo di Camus squarcia il filo conduttore dei suoi pensieri.
Kanon finalmente si ridesta,
ma non fa nemmeno in tempo a voltarsi che una saetta dorata lo
raggiunge alla schiena,facendolo cadere a terra alcuni metri più
avanti.
Camus ed Ebe si fermano,
ghiacciati sul posto. Non si voltano. Dietro di loro, a pochi
passi, Aiolia avanza con una camminata lenta e fiera, il pugno destro
avvolto di folgori e disteso minacciosamente contro di loro. Quella sul
suo volto è una maschera di furia.
Kanon, seppur con difficoltà, riesce a mettersi a gattoni e da lì osserva la scena.
Aiolia? Aiolia, custode della Quinta Casa. Aiolia, perché mi hai attaccato? Aiol-
La voce del Leone tuona per tutto il lunghissimo corridoio: - Per una questione di principio - .
- Pr… principio? -
Kanon si alza in piedi, ma contro ogni previsione ad intervenire
è Camus, che si interpone tra lui ed Aiolia con Ebe appesa ad un
braccio:
- Non ti avvicinare, Aiolia!
- gli urla imperioso il Cavaliere dell’Undicesima Casa, e solo in
quell’istante si accorge che Aiolia veste un’Armatura non
del tutto dissimile dalla Gold Cloth del Leone, ma ramata e di un rosso
autunno acceso. Quasi si stupisce.
- Ti conviene non
immischiarti, Camus - è la risposta di Aiolia, grave in volto. -
Non vorrei sporcare questo corridoio con il tuo sangue - Il suo tono
è dispregiativo, avverso.
Ciò suscita in Camus un moto di stizza a malapena contenuto. - Aiolia, sta’ attento alle parole che usi - .
- Tsk - Alza le sopracciglia, si ferma. - Stai attento tu, Camus. Tu non sai come ti posso conciare - .
Certo che Camus lo sa, e lo
percepisce anche: il cosmo del Leone è così potente che
farebbe gola persino a un dio. Quindi, forse preso dal desiderio di
dissipare per sempre i suoi dubbi, gli domanda: - Aiolia, chi sei? Da
che parte stai? - .
Aiolia, dimmi che stai fingendo, che è tutto un gioco, Aiolia…
- Io sono il fedelissimo del
Sommo Ares, nonché alleato degli Olimpi. Voi per quello che
avete fatto meritate la morte! - .
Camus fa per ribattere ma
Kanon, che intanto lo ha nuovamente raggiunto, con un movimento secco
della mano lo istiga a tacere. Ed Aiolia continua:
- Avete sciolto il sigillo,
vi siete ribellati alla scelta degli Dèi, avete scatenato
un’altra, inutile guerra!, avete sbagliato tutto Cavalieri! - Il
suo cosmo va ingigantendosi. - Per questo io vi punirò! - .
Il suo Lightning Plasma, lanciato alla massima potenza, fende con un colpo netto l’atmosfera.
Ebe urla, Camus e Kanon
cercano di difendersi… ma improvvisamente un cosmo niveo,
potente e tremendamente pulsante di energia divina si interpone tra
loro e le folgori deicida del Leone; e queste, non potendo fare nulla,
vanno a dissolversi silenziosamente mentre la forza del colpo viene
meno, fino a scomparire.
- Aiolia, la tua furia è ingiustificata. Io, Ermes, Divino Messaggero degli Dèi, te lo farò capire! - .
Già. Ermes sta ora davanti a loro, fiero, ed il suo cosmo è talmente potente da accecarli.
Aiolia non indietreggia, per
nulla spaventato dalla presenza del dio. - Io non mi faccio intimorire
da te. Sparisci dalla mia vista! - .
- Mai - ringhia in tutta risposta Ermes. - Anche il tuo affronto può essere punito con la morte. Deve - .
- Ermes, non mi dirai che stai dalla loro parte! - .
Il commento di Aiolia fa gelare sul posto Kanon, Camus ed Ebe, in trepidante attesa… e il dio non tarda a rispondere:
- No. Solamente non voglio
che si sparga sangue inutilmente, almeno non qui. Sia gli uomini sia le
divinità hanno sbagliato e tutte e due le fazioni dovranno
pagare - .
- Solo per questo li proteggi, Ermes? - .
Ermes sembra più
severo del solito. Non si scompone né accenna ad un cambio di
espressione. - Questo non ti interessa - Poi senza preavviso, avvolto
dal cosmo niveo, si volta verso Kanon, Camus ed Ebe_ - Andate. Ora - .
Kanon è il più sconvolto tra tutti. - Ermes, ma voi… - .
- Prima che cambi idea, andate! - .
Allora Kanon accenna un movimento del capo in direzione di Camus ed Ebe, ma questi non si muovono.
- No - dice poco dopo Camus, - io non mi muovo da qui - .
Kanon sgrana gli occhi.
Guarda prima Ermes, severo nel suo portamento, poi Aiolia, Ebe, e
infine torna a guardare il compagno d’armi: - Camus, andiamo!
Dobbiamo trovare Artemide! - .
- Ho detto che resto - Camus è irremovibile. Così, a ruota, anche Ebe dice:
- Io… sto qui - .
Kanon vorrebbe mandarli al
diavolo, Kanon vorrebbe strozzarli, ma il pensiero di Artemide non
glielo permette e così, lanciata un’occhiata ad Ermes a
mo‘ di saluto, corre via alla ricerca della sua amata.
Svolta l’angolo ed i
compagni e il dio spariscono dalla sua visuale. Sente la voce di Aiolia
tuonare, seguita da quella di Ermes. Sa che il Messaggero Divino si
impegnerà al massimo per evitare scontri e li sta proteggendo.
È dalla loro parte. Inutile dire che Kanon è visibilmente
colpito da questo suo cambio di bandiera. E poi perché dovrebbe
essere contro gli altri Olimpi? Non sa rispondersi.
Così, mentre corre, si perde nuovamente a pensare:
Ermes…
speriamo solo che voi siate davvero dalla nostra parte. Non so, ho come
l’impressione che siate intervenuto solo per chiudere i conti con
Aiolia, ma… ma lo potevate comunque fare prima, giusto? Athena,
proteggi i tuoi Cavalieri con il tuo caldo cosmo… qualunque cosa
succeda
Finalmente è giunto
alle stanze di Artemide. Cancellandosi dalla testa ogni pensiero entra,
ritrovandosi immediatamente Artemide stretta al suo petto:
- Kanon! - .
- Artemide! Artemide, hai fatto bene a non uscire dalle tue stanze - .
Artemide è molto
spaventata. Accarezza dolcemente il volto di Kanon, poi lo abbraccia
nuovamente. - Kanon, mio fratello ti ucciderà. Lui… - .
- … lo sa già, sì - .
- Che sta succedendo, Kanon?
Dove sono gli altri tuoi compagni? Che… - E solo in quel momento
nota l’Armatura dei Gemelli che riveste il suo amato. Sgrana gli
occhi. - L’Armatura? - .
- È molto difficile
da spiegare e non c’è tempo - le risponde Kanon,
tempestivo. - Ti basti sapere che non possiamo lasciare che il Grande
Tempio venga conquistato dagli Olimpi. Lo Scettro di Nike
resterà lì per sempre - .
Artemide tace un momento, poi si fa grave in volto: - Per questo, allora? Sapete già tutto, non mi avevi mentito - .
- Sappiamo già tutto. Abbiamo già sciolto il sigillo ed ora dobbiamo assolutamente andarcene - .
La dea annuì. - Sì. Verrò con voi - Poi tace.
Kanon legge nei suoi luminosi occhi verdi una specie di angoscia. Inclina il capo: - Che hai? Mi sembri strana - .
- Mio padre - dice allora Artemide. - Sento il suo cosmo pulsare - .
- Se la sta vedendo con il
Cavaliere della Vergine, con Shaka - Non le dà il tempo di
riprendere parola e le stringe la mano, le dona un veloce bacio sulle
labbra per poi scostarsi nuovamente: - Andiamocene ora - .
- Ma... conosco i poteri che
contraddistinguono il protetto di Efesto, in questo momento il tuo
compagno è molto stanco - .
Kanon si paralizza sul posto, annusa l’aria. Lo percepisce. - Mu - dice quindi, - credo stia trattenendo Apollo - .
La dea vede nei suoi occhi lo smarrimento e la confusione, quindi dice:
- Non preoccupatevi. Vi aiuterò io - .
Il Cavaliere dei Gemelli non può che sorridere tiepidamente: - Grazie. Credo ci aiuterà anche Ermes - .
- Ermes? - .
- Sì - .
Artemide tace. Sembra indecisa, ma poi lancia uno sguardo più sicuro a Kanon. - Andiamo - .
Insieme escono dalle stanze
e, guidati dai potenti cosmi di Ermes ed Aiolia, si dirigono da loro.
Kanon corre tenendo stretta una mano di Artemide, che cerca in tutti i
modi di stare dietro alla sua veloce andatura. Sanno che ogni secondo
è prezioso, soprattutto il Cavaliere dei Gemelli sa che ogni
istante potrebbe risultare fatale o per Mu, o per Shaka, o per Camus, o
per Ebe. O per Aiolia. Ma quello non rientra ora nelle sue
preoccupazioni.
Dobbiamo
assolutamente ritornare al Grande Tempio. Gli Argonauti sono ormai
già partiti, ieri sera dopo il banchetto la loro nave è
salpata, e Dohko… il Grande Tempio…
Abbassa il capo.
… mio fratello. Devo assolutamente proteggerlo!
Il corridoio che stanno percorrendo è lunghissimo, largissimo, infinito. Sembra non avere fine...
Improvvisamente davanti a
loro esplode un cosmo immenso, ardente, nato dal nulla. Artemide si
ferma, le scappa un grido istintivo e si stringe al braccio di Kanon,
che aguzza la vista e frena la corsa ponendosi davanti a lei a mo' di
scudo.
Quella presenza.
Poi la sua figura.
Poi Lui, in tutta la sua potenza, alto e fiero, rosso di rabbia:
- Kanon. Artemide. Io, Apollo, non vi permetterò di fuggire. Morirete qui - .
Angolo delle autrici
Gio: che
bello torturarvi con un finale aperto! Apollo è incazzato...
incazzato nero pure con la sorella... Ma Mu?? Secondo voi che fine ha
fatto Mu?? Be'... ragionate... gli altri non hanno sentito il suo cosmo
spegnersi... ma allora??? XD In questo capitolo interviene anche
Aiolia, che da buon micio ha fiutato il pericolo... ma si ritrova
davanti niente di meno che Ermes. Secondo voi è intervenuto per
proteggere i Saints? Sta veramente dalla parte di Athena? Oppure gli
brucia l'affronto di Aiolia che abbiamo letto qualche capitolo
indietro? Nel prossimo capitolo la risposta!
Artemide
è benevola, è sicuramente dalla parte dei Cavalieri
perché, da come avete potuto leggere, ama Kanon anche senza la
pozione... A questo punto non ci resta - anzi, vi ^^ - da sperare che
il farmaco afrodisiaco abbia portato bene per il concepimento...
mmmmhhhhh.... chissà chissà! XD
Nel prossimo capitolo, fuga dall'Olimpo (ehilà!,
c'è molto da indovinare, qui... xD) capirete se Ermes è
veramente un alleato o solamente un doppiogiochista... Alla prossima!
Fede risponde alle recensioni:
charm_strange : Kanon
s'è proprio innamorato, sìsì! E anche Artemide!
Ah, che bella coppia *sospira sognante...* ...!!!! Artemide è
sì alleata!!!!, brava!, adesso dobbiamo vedere quale fronte
sceglie Ermes... Apollo rimane il solito figlio di papà, anche
se in questo capitolo ci dà dentro... Finalmente trova il
coraggio di scendere di persona in battaglia davanti al suo acerrimo
nemico, Kanon! E chissà che accade... Shaka è uno
stuntman nato, le entrate in scena sono il suo - e il mio - forte! ^^
Idem per me, l'idea è interessante e io e mia sorella l'abbiamo
subito promossa... ma come andrà a finire... vi toccherà
aspettare per saggiarvi il combattimento fra Buddha e Zeus... ^^
è vero, Apollo è di Camus: ci abbiamo pensato anche noi
mentre sviluppavamo la trama, e le conseguenze alla vendetta forse (non
posso dirti nulla ^^) mancata si vedranno magari più avanti...
xD A presto!!!! Fede
sagitta72 :
Essì, Kanon s'è proprio innamorato di Artemide!!!! Tra
poco gli Argonauti giungeranno al Grande Tempio, e vedrai che accade...
vedrai vedrai! XD Tranquilla, noi siamo esperte di colpi di scena stila
tachipirina! A presto! <3
HigurashiShinko : ueilà!,
che mega recensione!!!! Che bella che è! <3 Allora, mi ha
fatto piacere che il capitolo ti sia piaciuto! Kanon è puccio...
non c'è che dire... ha scoperto l'Amore! <3 <3 <3 Mu ha
sempre quella voce lì, sì. E che vuoi?, la voce di Sauron
che chiama Aragorn??? XDDDD Dammi la cassetta che registri....
Cooooomunque, xD, anche io volevo togliergli il lenzuolo... sarebbe
stato un bello spettacolo!!!!!
*çççççççç*
Apollo è sfigato... uno sfigato nato... ma chissà cosa
combina adesso, in questo finale aperto??? Boh! ^^ Vincerai il premio
Nobel per la recensione più incasinata, già l'hai
meritato... tranquilla... *pat pat*!!!!! Kanon ama Artemide, non
c'è dubbio ora....
****ççççççççç*****
Che pucci! Shaka è uno stuntman... superfigo.... XD Sì,
non uomini, non dèi... ma Cavalieri!!!! ^^ Sì,
anche Cammy avrà il suo momento... ma più avanti...
adesso Apollo è occupato.... MUHAUAHUHAU!!! A presto! ^^
Angel_Dark_Light : Grazie per i Saints!!!!!!! <3 <3 <3 Passeremo alla selezione naturale e poi li confezioneremo per preservarli!!!
Grazie per i ricordini! ^^ Li hai
fatti svenire... poveracci... guarda, anche io sverrei davanti a
Seiya... *prendo u fucile e mi sparo* Ehm... sì, forse non solo
sverrei... Coooooomunque, il "procrea" potevi anche lasciarlo da
parte.... XDDD Poveraccio, l'ha fatto arrossire! ^///^ Apollo/Pollo
è una leggenda! Anche io alcune volte leggo Pollo!!!!
Ahahahahaahahahah che grande che sei! Alla prossima cara! <3
PS. aggiorna presto la tua storia, eh!!!! ^^
KanondiGemini96 :
Riconglionimento in senso buono? Mi dispiace ma non posso risponderti,
questo "rincoglionimento in senso buono" l'ha scritto quella baka di
mia sorella, figuriamoci se la capisco!!! XD Allooooooora, 100 e lode
per Kanon??? * - Ma grazie mia omonima, e non mi premi?? Io un modo lo
avrei.... - ndr Kanon con manette e cinghie.... * Coooooomunque, Shaka
spocchieggia e basta, è nato per far questo... *-Di grazia???? -
ndr Shaka incazzato - No, nienteeeeeee!!!!! - ndr io con aoreola xD* A
prestooooooo!!!! ^^
Ai91 : è
un piacere che il capitolo ti sia piaciuto! Shaka è un
superfigo, non c'è che dire...
*çççççç* Ma cavolo, un
avversario meno forte no, eh?? Proprio contro Zeus?? Sì dai,
tanto lo sappiamo che è pazzo, Shaka... *-Hai detto qualcosa???
- ndr Shaka con sopracciglio alzato - Io??? Ma va, niente!!!!!!! - ndr
io angioletto xD*. Tieniti la curiosità, che adesso serve e
avanza!!! Bacio! ^^
FInito?? FInito! A domani!
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Capitolo 17 *** Fuga dall'Olimpo ***
17. Fuga dall'Olimpo
Fede:
ed eccomi! Dopo aver ballato ieri sera liscio, caraibico e rock
assatanato - insomma, di tutto -, sono bella vispa per poter pubblicare
questo capitolo, a cui sono affezionata. Sarà perché mi
piace un po' più degli altri, o sarà perché
finalmente si cambia campo di battaglia.... Ed è proprio il
momento di dirlo: dall'Olimpo con furore!
Fede ^^
Tengo
a ringraziare Milodelloscorpione, anche se oramai si sarà rotto
dei ringraziamenti - è da ieri sera che lo asfissiamo, chiediamo
venia! ^^ -, per il bellissimo lavoro che ha fatto sul capitolo 15. Non
potevamo non dedicarti un capitolo... et voilà! XD
17. FUGA DALL’OLIMPO
Questo capitolo è di
Federica
Lo fissa, Ermes. Fissa il
ruggito che balena negli occhi di Aiolia. Sa che l’allontanamento
di Kanon non gli va a genio, lo capisce dal ringhio che gli anima il
volto. Fermo con le braccia distese lungo i fianchi,
l’espressione salda e irremovibile, il dio studia il suo
avversario; e Camus ed Ebe, lui appena alle sue spalle e lei ancora
dietro al Coppiere, osservano in silenzio.
Poi il ghigno di Aiolia:
- Ermes… traditore
degli dèi… da te mi aspettavo un gesto simile. Sei
felice? Mi hai fatto scappare Kanon da sotto il naso, ora ti ergi a
difesa dell’Acquario e della Coppiera… che vuoi fare,
d’altro? Farti trucidare? - .
Ermes è irremovibile.
Il suo pugno destro si stringe un poco sul mantello orlato d’oro
sotto cui si indovina la leggera armatura ramata. - No. Io non sto
difendendo nessuno. Devo solo chiudere i conti con te - .
- E perché proprio ora? Avresti potuto farlo molto prima… - .
- È vero, i Cavalieri
hanno sciolto il sigillo; è vero anche che Shaka della Vergine e
Mu dell’Ariete sono alle prese con mio padre e mio fratello;
è verissimo, loro ci stanno tradendo… ma penso che
l’errore primordiale sia di Zeus, che ha allontanato questi
mortali solo per avere via libera - .
- Mi stai dicendo che sei un alleato della dea Athena? - soffiò furioso Aiolia, ed Ermes, con sguardo truce:
- Sì, Leone. Sto dicendo proprio questo - .
Camus sbarra gli occhi. Ermes…
divino Ermes… perché? Perché vi schierate dal
fronte più debole e provato? Perché siete giunto fino a
questa decisione? Noi abbiamo pochissime probabilità di
riuscita…
- Aiolia - ricomincia il
dio, mentre attorno si leva una leggera brezza intrisa di un cosmo
denso e sproporzionato, - io non avrò pietà per te. Hai
tradito la tua dèa, i tuoi compagni, il tuo onore. Non
c’è peccato più grave per un uomo - .
Il Leone sfodera un
sorrisino astuto. Porta indietro il braccio destro, lentamente, senza
mai staccare gli occhi dallo sguardo severo di Ermes. - Sei sicuro di
riuscire a vedere i miei colpi? - La sua armatura si colora di aliti di
cosmo color cremisi che smuovono appena il lungo mantello bianco e la
criniera bionda del Cavaliere. - Se fossi in te mi scanserei…
sono troppo veloce - .
Il volto del dio è
velato da un’ombra di irritazione. Si irrigidisce, assumendo una
posizione fra l’attacco e la difesa, mentre alle sue spalle Camus
fa indietreggiare d’istinto Ebe. - Tu parli a vanvera - sibila
stizzito Ermes. - Scaglia il tuo colpo con tutta la forza che desideri
e saggerai che nulla è più veloce di me, del Messaggero
Divino - .
Ermes…
riflette nel frattempo Camus, …voi non conoscete le sue zanne.
Sì, è vero, probabilmente nessuno è più
agile di voi, eppure i suoi artigli difficilmente
falliscono… Non ce la farete ad evitare il suo colpo, proprio
perché non vi aspettate una simile velocità
d’azione… Divino Ermes…
- Illuso - ghigna il Leone
scuotendo il capo. Folgori dorate abbracciano ora il suo pugno destro.
- Non farai in tempo nemmeno ad accorgerti di essere morto - .
- Sono pronto, uomo - .
…Ermes, non lo vedrete…
Aiolia gli saetta uno sguardo deicida.
…Divino Ermes…
- Prendi questo, dio traditore! Lightning Plasma!
- è il ruggito che esplode, e come il Leone getta in avanti il
pugno folgori d’oro tagliano l’aria incrociandosi e
investendo pareti, colonne, tutto quanto; e Camus, spinto da
chissà quale istinto, si lancia dinnanzi ad Ermes scagliando
contro al colpo un gelido cosmo che sfiora lo zero assoluto. Le saette
si diradano, si confondono, sfogano la propria potenza
tutt’intorno inghiottendo i pochi fusti dei piloni rimasti in
piedi, e quando la violenta luce viene divorata dall’atmosfera
ghiacciata, al posto del Coppiere degli dèi si indovina una
nuova figura rivestita di abbaglianti riflessi dorati.
Camus dell’Acquario.
L’undicesima Armatura è giunta in difesa del suo custode e
lo ha difeso dal contraccolpo dell’impatto. Aiolia, spaesato, fa
un passo indietro.
- Leone - incomincia saldo
Camus, il tono freddo del Signore dei Ghiaccia. - Aiolia, non
permetterò che tu levi anche una sola mano sui miei compagni. Se
vuoi porre fine a quest’inutile guerra, veditela con noi
Cavalieri di Athena. Non hai nulla da dire a riguardo? - .
Ebe osserva a bocca
semiaperta la scena, mentre Ermes, basito per la reazione e le parole
dell’Acquario, ha spalancato gli occhi cristallini, velati da
sincera sorpresa:
- Cavaliere… - .
- Ermes - lo interrompe
Camus, senza voltarsi. - So che non sarei dovuto intervenire, ma non
avreste schivato o parato il Lightning Plasma, in ogni caso.
Perdonatemi - .
- Ma che scena commovente -
li canzona Aiolia, in tono irritato. - Non ho tempo da perdere con
queste sdolcinatezze. Ed ora… Camus, se vuoi essere il secondo
Cavaliere a perire… -, e ritirò ancora il braccio, pronto
ad un nuovo colpo. Ma improvvisamente l’atmosfera viene tranciata
da un cosmo, quello di Ares, esploso con potenza sovrumana e un attimo
dopo indebolitosi di botto. Aiolia desiste, scioglie un poco la
posizione d’attacco.
- Adesso cosa fai, Leone? -
chiede Camus, già abbracciato dalle giostre eleganti di
cristalli di ghiaccio. - Il tuo Signore? - .
- Sta combattendo nella Sala
del Trono - risponde Ermes, rivolgendosi ad Aiolia. - Probabilmente
è intervenuto per accaparrarsi il favore del Divino Zeus…
e se la sta vedendo male… - .
- Shaka. Shaka e Mu -
conferma il Cavaliere dell’Acquario. Scruta Aiolia con
un’espressione salda e distante. - Allora? Non corri in suo
aiuto? - .
Il Leone soffoca un ringhio
di minaccia. - E va bene. Avremo di nuovo la possibilità di
chiudere i conti… Mi raccomando, non fatevi uccidere,
perché voglio provvedere io alla vostra distruzione - Poi si
volta, rinfodera gli artigli e saetta via alla velocità della
luce.
Silenzio fra i tre. Poi Ermes:
- Acquario… - .
- Non c’è
bisogno di dir nulla, Divino - chiude Camus voltando il capo in un
raffinato gesto. - È dovere dei Cavalieri proteggere chiunque,
anche un dio - .
Ermes sembra perplesso, ma
dopo brevi istanti nei suoi occhi guizza una scintilla di
serietà: - Dobbiamo raggiungere il tuo compagno, Cavaliere. Ho
una strana impressione - .
- Strana… impressione? - .
- Mio fratello
Apollo… Il suo cosmo non mi sembra sia concentrato nella Sala
del Trono, ed anzi in questo momento riesco a malapena a
percepirlo… - .
In quel momento l’aria
viene recisa da un lampo di luce e il Cavaliere di Acquarius,
voltandosi di botto, si trova davanti Mu, con un ginocchio a terra e le
fasce alle mani disordinate e colorate di un rosso intenso. Si china
d’istinto e con voce concitata domanda:
- Mu? Mu, cosa ti è successo? Perdi troppo sangue! - .
- Camus… -
L’Ariete si alza un poco malfermo sulle gambe sfregiate e levando
il capo svela un viso tagliato da profonde ferite ancora aperte. -
…Camus, Shaka mi ha pregato di andarmene. È intervenuto
Ares, mi sono lasciato sfuggire Apollo… - .
- Cosa?? Shaka è da solo contro Zeus ed Ares? - .
- Così ha voluto - .
- Ma morirà! Non potrà mai farcela contro due Olimpi! - .
- …è il suo sacrificio… per darci il tempo di fuggire… - .
- Non lo lascerò da solo. Io vado da lui - .
- No!
- L’imperioso ammonimento di Mu lo fa gelare sul posto. - No,
Camus. So quello che ho fatto e so che Shaka conosce le proprie scelte.
Sa ciò che sta facendo. Quindi ti prego, desisti - .
Il Cavaliere
dell’Acquario lo osserva un momento, lo sguardo tremante e le
labbra premute, poi annuisce e conferma: - E va bene. Farò come
vuoi tu - .
Solo in quel momento
l’Ariete sembra accorgersi della presenza di Ermes. Sulle prime
si irrigidisce, come pronto per attaccare, ma lo sguardo severo ed
indecifrabile del dio lo fa ricredere.
- Io non attaccherei,
Cavaliere - sono le parole di Ermes. - Sono venuto in soccorso dei tuoi
compagni e tu sei troppo debole per poter riutilizzare il teletrasporto
in un luogo divino qual è l’Olimpo. Posso trasportarvi io
al Grande Tempio, ora - .
- Divino Ermes… - Mu lo guarda con occhi nuovi. - Io… - .
- Prendere o lasciare. Prima che cambi idea, anche - .
Camus lancia uno sguardo all’altro Cavaliere e quello annuisce lentamente:
- Grazie, Messaggero degli
Dèi. Ma prima di andare al Grande Tempio dobbiamo salvare un
nostro amico… Apollo lo avrà già raggiunto, e non
possiamo lasciarlo solo - .
Kanon si morde il labbro
inferiore. Questa proprio non ci voleva. Apollo è intervenuto a
sbarrar loro la strada e nei suoi occhi non legge buone intenzioni.
D’istinto fa un passo indietro, proteggendo Artemide con un
braccio; e gli occhi dei dio guizzano su di lei:
- Tu… mi hai deluso, sorella - .
- Apollo. Apollo, io mi schiero con chi voglio - .
- Questi Cavalieri sono
bastati per portare scompiglio fra noi Olimpi - spiega il dio,
scandendo bene ogni parola. - Il tuo protetto è già perito,
vuoi causare la morte di un altro uomo? - .
- Io non sono qui per morire
- s’intromette Kanon, riacquisendo fermezza. - Io sono qui per
proteggere chi amo. Artemide, i miei compagni, la mia dea… e mio
fratello - .
Il dio alza un sopracciglio
con aria da sufficienza. - Uhm… interessante… ma gli
ideali che ti spronano per me non valgono nulla. Hai osato troppo,
mortale. E per questo dovrai cadere per mano mia - .
- Sei ferito, dopotutto. Mu deve averti dato una bella passata… - .
- Mi irriti - Apollo si
asciuga il rivolo di sangue che gli scivola lungo il mento. - È
stato il tuo amico ad avere la peggio - .
- Cosa gli hai fatto, bastardo? Cosa? - .
- Ho destato il tuo
interesse, vedo. Diciamo che sono stato clemente con lui, mi sono
limitato a… dargli una bella passata, sì. Avevo tanta
voglia di venire ad uccidere te, Kanon - .
Kanon stringe i denti.
Mu…
spero tu stia bene… e Shaka… sento ancora il tuo cosmo,
ma è molto più debole… Avverto che anche Ares sta
combattendo al fianco di Zeus… resisti, amico mio… Camus,
Ermes… voi state bene? Finora non avverto i vostri cosmi pulsare
nell’atmosfera… che abbiate terminato il
combattimento? E Aiolia, dove sarai ora?
- Sei in difficoltà?
- lo punzecchia il dio, facendosi scorrere sulla mano aperta degli
ardenti fuochi di cosmo. - Ma come?, dobbiamo ancora incominciare - .
- No, Apollo, stavo solo pensando - .
- Ah sì? E a cosa? - .
Kanon sfodera un sorriso canzonatorio. - A come ballerò sulla tua tomba - .
Il volto del dio viene
coperto da un velo di indignazione e rabbia. Non può ammettere
che un uomo si prenda gioco di lui e se la veda solo con parole…
servono i fatti; ma proprio quando sta per scagliare lingue di fuoco,
una saetta argentea spezza l’aria ed un flash!
improvviso annuncia un teletrasporto. Apollo si ferma, scruta
l’alone niveo che si para dinnanzi a Kanon e Artemide… e
quando riesce a penetrarlo con lo sguardo, le sue pupille si riducono a
fessure e il suo petto si gonfia in un profondo respiro di sorpresa:
- Ermes… tu…? - .
- Ben trovato fratello - lo
saluta freddo Ermes, il mantello ancora un po’ scosso
dall’onda d’urto del teletrasporto. Il suo sguardo
distante, l’espressione gelida, tutto in lui ispira
autorità. Ai suoi fianchi, da una parte c’è Camus
dell’Acquario, Signore delle Energie Fredde, una braccio disteso
in avanti a mostrare una sfera di ghiaccio sul palmo aperto, mentre
dall’altra Mu dell‘Ariete, leggermente chinato per via
delle numerose ferite, con i capelli scomposti sulle spalle ed il
mantello chiazzato di sangue. E dietro Ebe, la Coppiera. Loro, il dio e
i due Cavalieri fianco a fianco, i cosmi già pulsanti e gli
sguardi temerari e decisi.
- Non devo spiegarti nulla -
ricomincia Ermes dopo essersi un momento zittito come per gustarsi lo
stupore del fratello. Con una mano stringe un lembo del mantello e la
sua armatura ramata scintilla di bagliori dorati. - Non devo ed anzi
non voglio spiegarti nulla… Apollo - .
Gli occhi di Apollo tremano.
Il tradimento di suo fratello, del fratello cui è sempre stato
più legato, del fratello che riteneva il più importante
fra tutti gli altri. Proprio il suo. - Ermes… perché?
Perché schierarsi con gli umani, perché seguire la dea
Athena, perché voltare le spalle a nostro padre e alla stirpe
degli Olimpi? - .
- Non mi perderò in
risposte di cui tu stesso sai già la risposta. Non vincerete
questa guerra. Ora devo unirmi ai Cavalieri per sconfiggere gli
Argonauti. Riporre in me troppa fiducia è un rischio che non
dovevate correre, voialtri. Fidarsi di me, dio dell’Inganno e
della Truffa? Io ho capito che questa battaglia inutile è stata
la conseguenza dell’irruenza di nostro padre… per questo
mi schiero con Athena. Ci ritroveremo… -, e nei suoi occhi
guizza un’ombra velata da una certa malinconia, -
…fratello - .
Queste sono le sue ultime
parole prima di portarsi fulmineo il lembo del mantello al fianco e
sparire in una saetta d’argento insieme ai Cavalieri, Artemide ed
Ebe.
Grande Tempio, tarda mattinata
Dohko osserva pensoso il
cielo sereno. Il sole di Grecia picchia sulle colline rocciose e ha
oramai raggiunto il suo apice. Il solito filo d’erba in
bocca, il solito vecchio carro, la solita posizione, ergo
sdraiato sulle balle di fieno. Un braccio appoggiato sul legno, lo
sguardo perso. Insomma, la sonnacchiosa monotonia.
Cosa
starete facendo? Non so perché, ma sento l’aria
vibrare… Spero non c’entri con voi, amici miei…
anche se mi sento a disagio…
Sta ancora fissando il cielo, naufragato in remoti pensieri, quando la voce di Seiya lo risveglia:
- Dohko! Dohko! - .
Il Cavaliere di Libra si
mette a sedere a gambe incrociate, acciuffando una caviglia con la mano
e alzando con un dito il cappello di paglia: - Seiya?
Cos’è questo allarmismo? - .
Seiya si è fermato di
fronte a lui e si tiene aggrappato al carro per non cascare dalla
stanchezza. Ha il respiro mozzato. - Dohko, devi assolutamente venire a
vedere una cosa - .
Non se lo fa ripetere due
volte. Balza prontamente giù dal carro e segue a ruota il
ragazzo, che lo conduce sfrecciando sino al piazzale della Prima Casa.
Si uniscono agli altri Cavalieri di Bronzo che scrutano
l’orizzonte con un velo d’inquietudine sui volti.
- Guardate là,
Maestro - si affretta subito Shiryu, indicando un punto del cielo con
l’indice, - vedete anche voi? - .
Dohko socchiude gli occhi e
ha giusto il tempo di scovare il motivo di tanta apprensione che le
pupille già gli si sono ridotte a fessure. Lontano, sulla cresta
dell’orizzonte, imperlata dei raggi del sole, indovina una nave
dalle grandi vele bianche e dall’imponente albero. Ai fianchi
della prua intravede possenti corna d’ariete sapientemente
intagliate nel legno, mentre lo scafo bagnato dei bagliori del giorno
viene percorso dai riflessi di una remota nebbiolina evanescente.
Una nave. Una nave maestosa che solca le nuvole e fende i cavalloni del cielo.
Il Cavaliere di Libra
è rimasto senza parole. È ancora lontana, forse
impiegherà altri minuti per giungere… perché
è sicuro, ha la certezza che il Grande Tempio sarà il
porto. Sta ancora guardando quando Hyoga lo riscuote:
- Vecchio Maestro? - .
- Ragazzi, dobbiamo andare -
s’affretta lui in tutta risposta, ma non appena fa per muovere un
passo la voce di Ikki lo fa di nuovo voltare:
- Dove dovremmo andare? Quella nave punta dritta al Santuario. Chi sono? Chi è, tu lo sai? - .
- Io… penso di
saperlo - Nei suoi occhi passano ombre di apprensione. - Dobbiamo
raggiungere la Sala del Grande Sacerdote prima di loro. Assolutamente -
.
- Chi sono? - insiste Shun. - Maestro… abbiamo il diritto di saperlo - .
- Argonauti - è la
fredda risposta di Dohko, - Argonauti giunti dall’Olimpo come
inviati per cercare qualcosa. Ma non so cosa - .
- Argonauti? Giasone? - esclama Seiya, lanciando fugaci occhiate alle nave.
- Sì, loro. Muoviamoci, se veramente cercano qualcosa si sparpaglieranno per tutto il Santuario; e se veramente qui qualcosa è rimasto, allora sarà nella Sala - .
E saettano in fretta verso
la Casa dell‘Ariete. Quando però stanno per varcarne
l’uscio, una vocina familiare li fa trasalire:
- Vecchio Maestro! Seiya! - .
Si voltano con volti
sorpresi: un frettoloso Kiki si è lanciato verso di loro in una
folle corsa, e sembra essersi accorto della nave in lontananza
perché mentre fila veloce getta qualche occhiata
all’orizzonte; e difatti appena si ferma di fronte a Dohko:
- Chi sta arrivando? Stanno tornando? - .
- Kiki! - è l’esclamazione di stupore del Cavaliere di Libra. - Che ci fai qui? Non eri tornato nel Jamir? - .
- Avevo nostalgia del posto
- spiega il bambino con un sorrisetto da bravo ragazzo. - Ma chi sono
quelli? L’avete vista, no, la nave? - .
- Kiki, adesso saliamo - si intromette Shun in tono dolce. - Ti spiegheremo dopo - .
- Ma allora non tornano? Non torna… Mu? - .
- Sono sicuro che si faranno
vivi - gli risponde profondamente Dohko, alzando gli occhi alla nave
lontana e arruffandogli con affetto i capelli. - Per ora dobbiamo solo
pensare a raggiungere la Sala. Avanti, muoviamoci - .
Ottiene come conferma il
loro cenno affermativo del capo, così annuisce a sua volta e li
precede nella corsa mentre sull’orizzonte, con la prua a falciare
le nuvole, domina l’enorme veliero di Giasone.
Angolo delle autrici
Fede: chiudiamo con una
sfumatura in nero sul veliero di Giasone che si appropinqua al Grande
Tempio.... (un verbo migliore no, eh??) xD.
Allora allora, cosa spiegarvi
di questo capitolo?In primis avete letto che Camus se ne va prima di
poter congelare le chiappe al nostro Apollo, e questo avrà
ripercussioni in futuro... noi siamo sssssscorrrrrrrpioncine
e nulla passa inosservato... xD. In secondo luogo, e questa domanda
credo sia saltata in testa a tutti voi, ma allora Shaka non ritorna al
Grande Tempio? La risposta ovviamente è no, non ritorna. Certo,
pazzo è pazzo, contro due Olimpi non ce la farebbe mai...
Ovviamente ha deciso di fare il superfigo come sempre affidandosi ai
panni dell'ormai arcinoto Mr. Spocchia... ma sta nel suo stile ^^ . Di
altro che dire? Ah, notate questo passo:
cit: - No! - L’imperioso ammonimento di Mu lo fa gelare sul posto.
Rivolta a Camus, una reazione del genere, ergo gelare sul posto, suona come un ossimoro, ma mi piaceva troppo!!! ^^
A parte i miei solito
sproloqui, ritorniamo a noi... Ehilà!, ritroviamo i bronzini,
Dohko sul solito carrettino... e Kiki! La peste del Grande Tempio non
poteva mancare.
Adesso vi lascio a mia
sorella, che risponderà alle recensioni. Al prossimo capitolo mi
schiattate davanti al desktop... qui incominciano i veri colpi di scena!!! ^^
Prossimo capitolo: Ritorno al Grande Tempio.
Bye!
KanondiGemini96 : sconvolta per
Ermes? Lo ero anch'oio mentre io e mia sorella mettevamo giù la
trama... xD. Vedi, Mu non è morto! Ferito sì, ma
schiattato no! Felice??? ^^ Nota di merito per il discorso tra Ria e
te... sua madre andrà proprio orgogliosa del figlio, sì
sì... pensa a suo fratello Ros!!!!! XD Quanti insultiiiiii!!!
Che grande che sei! Un bacio! <3
Ai91 : Mu non è morto,
ma è giustamente taaaaaaaaaaaaaaantoooooooooo stanco.... ma
staaaaaaaaanco..... ^^ Kanon è affetto da sindrome di Andromeda,
non c'è nulla da fare... Noi abbiamo provato a rivolgerci alla
farmacia di Tremezzo, il nostro paesino, ma sai, il farmacista mi ha
detto che non conosce nemmeno la sindrome di Andromeda, quindi
dev'essere una di quelle malattie rare senza cura...
*BUUUUUUAAAAAAA!!!!!!! ndr Kanon disperato - senza
curaaaaaaaa!!!!! xD* Riguardo Shaka... dovrai aspettare per
sapere il responso del combattimento, e noi per il momento preferiamo
non pronunciarci. A presto!!!! <3
HigurashiShinko : e rieccoci
alla mega recensione... proprio ostinata, eh??? xD Io sinceramente
farei volentieri un po' di corsetta con Kanon... pensa che
bello!!!!!!!!!, altro che quelle cretine di insegnanti di ginnastica!
Avere LUI!!!!!
*ççççççççççç*
Sì, se cadeva sopra a Camus chissà la faccia di Ebe....
be', io mi sarei aggiunta.... xD Sì, Kanon antipatizza per Ebe
per il semplice fatto che quella tipa è sempre non posto in cui
non dovrebbe essere... appiccicata a Camus! Ovviamente sto
scherzando... ma la Kanon/Camus.... Coooooooooomunque, ^^, dicevamo?
Ah, sì... Guarda, sono io che scrivo sempre che Ebe è
appesa al braccio di Camus, come sono io quella che ha incominciato con
"la voce che accarezza i sensi" di Mu... vorrai perdonare questi miei
deliri???? ^^ Il lanciafiamme è moooooooooooolto bello,
complimenti!!!!! ...ma tu lo fai in ogni dove??? (frase
mooooooolto ambigua xD). Intendo, hai il vizio di fare
pubblicità??? Aiolos-Sama è fiero di te! *sull'attenti*.
Artemide-chan?? Viva la fantasia!!!! xD Mu era solo ferito....
peccato... *-Preeeeegooo???????? ndr Mu con sopracciglio alzato - no
niente carissimo!!!!!!!!! ndr io xD-*. A prestoooooooooo!!!!! xD
sagitta72 : sempre piena
di dubbi, eh???? Come!, Cammy non ne ha mai! Si vede che non siete
compatibili.... *tiro una cordicella con cui ho legato Camus e lo
trascino astutamente via da Sagitta.... xD*. Alloooooooora, Kanon
è sì un dio di bellezza!!!!!! Diciamo che vederlo
innamorato mi piace... lui che l'Amore non l'ha mai trovato sul
serio... *sospiro sognante*. Rimandiamo il discorso Camus VS Apollo...
ne parleremo più avanti, quando gli Argonauti invadono il Grande
Tempio... In ogni caso, alla prossima! Bacio! <3
charm_strange : a parer mio
sì!!!, °//////°, Kanon e Artemide sono carinissimi
assieme! Sì guarda, Kanon cade sempre dalle nuvole, tra un
fratello schiattato e una fidanzata... eh, sì sa!, i giovani
uomini!!!! xD Ebe rimarrà al suo posto di cozza....
semplicemente perché io e mia sorella la odiamo... ^^ Ermes
invece lo adoriamo, adesso posso dirlo, lo adoriamo entrambe alla
follia! Insomma, la sua dualità.... mitico! Mica è
così scemo, sai? Ti sei persa in ragionamenti molto
soddisfacenti, che onore poter aiutare i tuoi neuroni a procreare!!!!
xD Polverina di Pollon???
Sììììììììììì,
Zeus ne abusa... ma non dirgli che te l'ho detto io... °^°
Ermes sì, pende più verso i Cavalieri... Shaka ovviamente
non lo può vedere, o meglio, quei due non si possono vedere a
vicenda... altrimenti partono scazzottate. Però alla fine Shaka
dovrebbe essergli benevolo, insomma, ha salvato i suoi compagni.... xD.
Anche a te dico di rimandare il discorso Camus VS Apollo... più
avanti, durante l'assedio, ne dovremo parlare moooooolto! ^^ Mu non
è andato in pezzi.... e sì, pubblichiamo anche nel
week-end!!! Un bacio!
Finito???? FInito! E allora Peace & Love everybody!, see you next time! <3
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Capitolo 18 *** Ritorno al Grande Tempio ***
18. Ritorno al Grande Tempio
Gio:
buongiorno amici miei! Scusate il ritardo, dovevo alzarmi alle otto ma
mi sono addormentata.. ieri sera stavo crollando dal sonno... xD
Bene, ora gustatevi questo capitolo "rilassante"... se può essere definito rilassante.
^^
18. RITORNO AL GRANDE TEMPIO
Questo capitolo è di
Giorgia
Il cosmo di Ermes li
abbraccia, caldo e infinitamente potente, e anche se non lo conoscono a
fondo si sentono rassicurati dalla sua presenza. Il viaggio è
breve, giusto il tempo per sbattere una volta le ciglia, perché
in un attimo aprendo gli occhi si ritrovano a casa, al Grande Tempio,
esattamente nella Sala del Grande Sacerdote.
Nei primi secondi accadono
più cose contemporaneamente: Mu cade in ginocchio, stravolto e
con i palmi delle mani sanguinanti, Artemide abbraccia Kanon, Camus
abbassa gli occhi ma non si muove, Ebe si volta a guardare Ermes, Ermes
invece punta la propria occhiata turchese sul portone d’ingresso,
che si spalanca d’improvviso.
Ora, davanti a loro, ci sono un Dohko esterrefatto, un Kiki quasi sconvolto ed i cinque Bronze letteralmente basiti.
- Ragazzi!
- è la prima parola di Dohko, che non accorgendosi nemmeno della
presenza di due divinità corre verso di loro. A seguirlo, sia
Kiki sia i Bronze. - Ragazzi, che cos- - Ecco, finalmente si accorge degli altri tre e blocca la corsa quando è a qualche centimetro da Camus.
Anche Kiki, Seiya e gli
altri suoi compagni sembrano gelare sul posto. Tutti e sette li
guardano quasi impauriti, soffermandosi soprattutto sull’uomo che
veste una preziosissima armatura ramata che Dohko non riconosce subito.
Ermes non ha assolutamente
intenzione di parlare: i suoi occhi si muovono agili sui nuovi arrivati
e quando si soffermano sulla figura stupita di Dohko,
quest’ultimo sembra leggere nella sua espressione serafica la sua
vera natura; forse è per questo che con i Bronze cade in
ginocchio impotente riconoscendo colui che ora si trova davanti:
- Divino Ermes, perdonatemi, io- - .
- Non c’è tempo - lo ferma il dio. - In questo momento non è importante - .
L’espressione decisa
di Artemide sembra annuirgli, e quindi la situazione si sblocca: Ebe va
a soccorrere Mu, raggiunto anche dal giovane Kiki, mentre Camus e Kanon
superano Ermes e vanno a salutare Dohko con una stretta di polso.
- Voi… le Armature- - .
Camus lo zittisce solo guardandolo. - Dohko, non c’è tempo. Gli Argonauti non sono ancora arrivati? - .
- Io… no, no, ma- - .
- Maestro! - scatta allora Hyoga facendo un passo in avanti. - Maestro, che cosa sta accadendo? - .
Anche Shiryu allora si fa coraggio: - Gli altri dove sono? - .
Camus si aspettava quella domanda. Non risponde. Al suo posto lo fa Kanon:
- Vi spiegherò tutto
quello che dovete sapere. Zeus vuole conquistare il Grande Tempio per
impadronirsi dello Scettro di Nike, per questo ci ha allontanato.
L’anima di Athena era stata sigillata, abbiamo dovuto liberarla e
garantirle un nuovo corpo in cui reincarnarsi - .
Seiya non sa più cosa dire: - Un.. nuovo corpo? E Saori? Ti ricordo che lei è ancora viva e- - .
- Ma ti dimentichi di una
cosa importante - lo ferma freddo Camus, - sì, è vero
quello che dici, ma se l’anima di Athena abbandona una fanciulla
significa che quella fanciulla ha finito il suo compito - .
- Esattamente - gli fa eco
Kanon. Poi tace un momento, sente il gravare dell’occhiata di
Dohko e dei Bronze, e quindi guarda un momento Artemide, poco lontano
con Ermes: - Lei porta in grembo il futuro corpo della Dea Athena. La
Divina Artemide - .
- …Lei? - ripete stupito Shun.
- Sì, lei porta in grembo mio figlio - .
La rivelazione fa mancare alcuni battiti a tutti e sei. Dohko sembra quello più stupito:
- Kanon, tu hai- - .
- Sono stato obbligato, la
missione lo richiedeva - lo ferma Kanon, grave in volto, - e comunque
non ho ancora finito di illustrarvi i fatti - .
Ikki sembra perdere improvvisamente la pazienza. - Ma dove sono gli altri Gold? Passa a loro, noi vogliamo sapere dove sono - .
- Gli altri? - fa Kanon
come se sia caduto dal pero, e Camus volge lo sguardo altrove
facendogli capire che lui non risponderà neanche a quella
domanda. - Aiolia si è schierato con Ares, che desidera
anch’egli lo Scettro di Nike - .
- Cosa?? - fanno all’unisono Dohko e i Bronze ottenendo anche delle occhiate da parte di Artemide ed Ermes.
Kanon non si scompone: -
Shaka si è trattenuto con Zeus ed Ares per darci il tempo di
fuggire, mentre Milo è stato ucciso da Apollo - Le sue ultime
parole si perdono nell’aria grave della Sala del Grande Sacerdote.
Dohko quasi stenta a crederci. - Cosa? - La sua voce ora è un sussurrio.
- Sì - riprende
allora Kanon. - Questo è il prezzo che ha dovuto pagare per
averci informato del piano degli Olimpi - .
Sia Dohko sia i Bronze
restano un momento in silenzio: le notizie non sono affatto buone. In
quella pausa Hyoga alza un momento lo sguardo sul suo maestro, ma la
sua occhiata è completamente inespressiva.
Maestro,
sono a conoscenza del forte legame che vi univa a Milo… quanto
mi piacerebbe sapere cosa passa per la vostra testa…
Senza nessun preavviso
Camus si volta e sempre elegantemente se ne va, svoltando per un
corridoio e sparendo così dalla loro vista. Nessuno ha voglia di
seguirlo né tanto meno ha il coraggio per farlo.
Nessuno tra Dohko, Kanon ed
i Bronze certo, perché Mu lo vede allontanarsi ed uscire dalla
Sala e subito pensa di raggiungerlo, intuendo il motivo di quel suo
comportamento. Fa per alzarsi, ma le forze gli vengono nuovamente meno
e cade ancora in ginocchio: il dolore ai palmi è così
forte da fargli lacrimare gli occhi.
- Mu!
- lo chiama Kiki, stringendolo forte in una specie di abbraccio, e
quell’urlo attira l’attenzione di tutti i presenti in Sala.
- Mu, avanti.. Fratellone! - .
Mu si stringe convulsamente
i palmi mentre i suoi occhi piangono lacrime di dolore e Kiki lo
stringe forte a sé per fargli coraggio. Quella scena sembra
impietosire Ermes: prima di tutti si avvicina con passi leggiadri
inginocchiandosi e prendendo i palmi del Cavaliere, che lancia un urlo
di dolore. Il Messaggero Divino capisce subito la causa del suo
malessere, e dopo averlo guardato profondamente negli occhi espande con
dolcezza il proprio cosmo.
I palmi di Mu riprendono colore, il sangue sparisce e così anche la più piccola cicatrice.
Mu non dice nulla, invece Kiki sorride apertamente al dio: - Grazie mille, Divino Ermes! - .
Ermes non gli risponde. Si alza e ritorna da Artemide con quella sua camminata leggera.
Ebe allora fa per asciugare gli occhi di Mu, ma Mu si scosta gentilmente e si alza. - No, grazie Ebe. Devo andare - .
- Andare? Dove? - gli chiede la ragazza.
Mu le risponde con un
tiepido sorriso, dopodiché si allontana e sparisce nello stesso
corridoio in cui è sparito Camus.
Lo trova subito, il freddo
Cavaliere dell’Acquario: è proprio dietro un angolo, ha i
pugni chiusi contro la parete e la testa incassata tra le spalle. Quasi
quasi pensa di non avvicinarsi, perché sente quanto il suo animo
sia inquieto e pieno di rabbia e paura, ma non può tirarsi
indietro davanti ad un compagno in difficoltà. Così gli
si mette di fianco cercando il suo sguardo:
- Camus? Camus, stai bene? - .
Camus non risponde, sembra ignorarlo completamente. Allora Mu ci riprova:
- Camus, è da alcuni giorni che ti vedo assente… e non provare a dirmi che non è vero - .
Il Cavaliere dell’Acquario nega col capo. Sorride senza felicità. - Io? Assente? - .
- Sì… anche ora lo sei - .
- Perché dovrei esserlo? - .
Mu sa cosa lo affligge, Mu sa ma non vuole assolutamente pronunciare il suo nome.
- Perché dovrei
esserlo? - ripete ancora Camus, poi scrolla le spalle allungando un
sorriso ancora più spento. - Ah… Milo - Scandisce bene
ogni lettera di quel nome. - Milo - .
Mu abbassa lo sguardo. - Sì - .
- Milo… - La voce di
Camus si fa sempre più grave e traboccante di odio. Odio non
certo rivolto al suo caro amico, odio rivolto invece al suo uccisore. E
le parole che pronuncia dopo lo lasciano ad intendere:
- Mu, era lì… davanti a me. Avrei potuto… ucciderlo - .
Apollo. Si è trovato
davanti Apollo e non ha fatto nulla per vendicare Milo. La sua rabbia
cresce così violentemente che d’improvviso scaglia un
pugno contro la parete, appoggiandoci poi il capo. - Mu, potevo
ammazzarlo quel bastardo. Era lì… a pochi metri- - .
- Calmati Camus- - .
- Se solo con me non ci fosse stato Ermes… se solo in me ci fosse stato più.. coraggio - .
A Mu sembra di vedere i
suoi occhi inumidirsi. Quando mai Camus piange? Logico, se lo
può permettere… è comunque un uomo. Forse è
questo veloce ragionamento a spingerlo a mettergli una mano sulla
spalla, per rassicurarlo:
- Amico mio, è inutile prendersela. Avrai un’altra occasione. Avremo - .
Camus resta ancora un
momento zitto, la vita gli passa davanti… quella con Milo. Poi
però sembra ridestarsi da quei pensieri ed alza il capo puntando
poi lo sguardo umido su Mu. - …Sì - dice, - avremo
un’altra occasione - .
Il Cavaliere del Primo
Fuoco è raddolcito da quell’espressione così
sofferente ma allo stesso tempo irosa. È così che sempre
mantenendo un comportamento consono all’occasione abbraccia
Camus, il quale sulle prime non ricambia, poi però accoglie
dentro di sé l’affetto che il compagno gli vuole
trasmettere e lo stringe forte con la speranza che sì,
l’occasione l’avrebbe avuta nuovamente. L’avrebbero.
Quando Mu sparisce nel
corridoio, probabilmente con l’intenzione di parlare a Camus,
Seiya si rianima: - Kanon… dobbiamo quindi prepararci ad una
nuova guerra? - .
Kanon annuisce. Fa per prendere parola, ma l’intervento di Dohko lo ghiaccia seduta stante:
- Non ci siamo solo noi al Grande Tempio, Kanon - .
Il Cavaliere dei Gemelli si
incupisce. Lancia un’occhiata ed Ermes ed alla Divina Artemide,
poi ritorna a guardare i compagni: - Certo. Ci sono due Olimpi - .
- No, io non intendevo
quello - si corregge Dohko. La sua occhiata è grave. - Lo
percepisco chiaramente: qualcuno sta difendendo quella Casa - .
I Bronze aggrottano la fronte, confusi; Kanon invece spalanca gli occhi, sbigottito: - Dohk- - .
- Va’ - gli dice il compagno. - Il cosmo di Athena fa miracoli, a volte - .
Kanon non sa se rimanere
lì o andarsene, ma l’occhiata di Dohko non ammette
repliche. Così, senza guardare nemmeno per un’ultima volta
Artemide, sorpassa i compagni e corre via, intenzionato ad uscire da
lì.
La nave degli Argonauti li sorvola, coprendo per alcuni istanti la luce del sole.
- Fratello - dice Castore
guardando davanti a lui. - Dobbiamo guardare in ogni angolo delle Case,
almeno fino a quella della Vergine: lì altri nostri compagni si
caleranno dalla possente Argo per darci man forte nella ricerca - .
- Sì - è la
risposta di Polluce. - Disperdendoci per le Case faremo più in
fretta. Gli altri si fidano di noi, ci hanno dato un compito e noi lo
porteremo a termine - .
I due fratelli, coperti
dalle loro Armature, corrono a perdifiato verso la Terza Casa quando un
cosmo aggressivo fa rallentare loro il passo.
- Che cosmo… potente - dice Polluce dopo alcuni secondi di silenzio.
- Già - gli annuisce il fratello. - Sembra provenire dalla Casa dei Gemelli - .
Polluce sembra un po‘
indeciso sul da farsi, poi però stringe forte il pugno destro: -
Ciononostante non possiamo desistere. Abbiamo un compito, giusto?
Muoviamoci - .
Riprendono così la
corsa. Il cosmo nemico si fa sempre più potente, più
pulsante e più temibile man mano che avanzano. Seppur vagamente
impauriti, entrano nella Casa dei Gemelli… e attorno a loro, il
buio.
- Questa Casa sembra immensa - dice Castore.
- Sì, non
sarà facile esplorarla. Non dividiamoci, fratello mio: non
conosciamo il posto, può essere pericoloso - Polluce resta un
momento zitto, annusa l’aria e sembra avvertire il pericolo
avvicinarsi, perché voltandosi si mette in posizione
d’attacco ed il gemello non può fare altro che imitarlo.
Una figura. Una figura sta
sgusciando dall’oscurità. - Non vi lascerò passare
- tuona poco dopo la sua voce, e finalmente l’uomo che ha osato
fermarli è vicino quanto basta per poterlo studiare da cima a
fondo: non veste un’armatura, ma il suo sguardo è
così profondo che impaurisce persino Polluce, il più
temerario fra i due gemelli.
- Io, Saga, proteggerò questa Casa così come farebbe mio fratello - .
Angolo delle autrici:
E finiamo
in bellezza, gente!!!!!!! Da questo punto in poi la situazione si
mobiliterà e con l'arrivo degli Argonauti ci sarà guerra,
guerra ma tanta guerra... naturalmente non mancheranno i colpi di
scena! Colpi di scena legati ai nostri due geminazzi, ad altri (e
sottolineo, ALTRI ^^) ma anche ad Ermes e ad Apollo... be', non posso
dirvi nulla e lo sapete... ora mia sorella risponderà alle
recensioni... bacioni e alla prossima!! ^^
Prossimo capitolo: chi ritorna e chi si ritrova
KanondiGemini96 : Waka Waka per
Mu, che se non ci fosse stato Ermes sarebbe ancora mezzo morto! ^^ Su
Shaka lo sai, non ti posso dire nulla... per lui dovrai aspettare per
sapere... aspettata e ancora aspettare... MUAHAHAHA!!! Siamo crudeli,
eh???? ^^ Ria sì, è rincoglionito... è li tanto a
fare il fighetto ma quendo il suo caro Ares è in pericolo...
oddio!!!!! xD Ringrazia la cara Mako da parte nostra e dille di guarire
prestoooo!!! Ci fa molto piacere che anche lei segua "Dodekatheon"!
Apollo l'abbiamo proprio fatto sfigato... sìsì... e anche
frignone... il Grande Apollo... il Divinissimo Apollo....
macché, è proprio la rovina dell'Olimpo!!! Per quanto
riguarda le cavolate che scrivi nelle recensioni a noi fanno piacere...
a noi piacciono le cavolate... ^^ Bacioni!!!!!
charm_strange: la tua
recensione è più lunga dei Promessi Sposi ma molto, molto
più rilassante e piacevoleeee!! Allooooora... Mr Spocchia batte
ogni record!, rischia la vita (ma lui lo fa sempre... xD) per dare
tempo agli altri di fuggire... ghiaccioli alla menta? Tranquilla, noi
d'estate ci droghiamo di té freddo alla pesca e durante tutto
l'anno anche di tic-tac... mmmmmhhh, che bontà!! ^^ Per quanto
riguarda Shaka (e sempre lui riguarda tutto.. xD) l'ha fatto anche per
salvare Mu... ma anche gli altri, certo! Non ti posso dire nulla su
come finirà la questione Shaka VS due Olimpi, quindi non puoi
né preoccuparti né gioire... xD "So quello che ho
fatto"... bé, probabilmente Mu si riferiva al fatto che lui si
fida di Mr. Spocchia, no? Comunque non voglio darti speranze... (!!),
quindi saltiamo questo argomento... Aiolia si è ormai tramutato
in un piccolo Mr. Spocchia... è sempre a gasarsi ma quando Ares
è in pericolo... BUAAAAA!!!!, panico!!!! Ancora triste per
Milo??? eggià, anche noi... e anche Camus... =( Anche Apollo
dilaga!, cavoli!, se fosse su youtube i suoi video avrebbero migliaia e
migliaia di ascolti! ^^ Hai preso Next Dimension? Bene bene... noi
volevano prendere la BLACK, poi però abbiamo optato per la
copertina normale... anche se c'è su Seiya... ^^ Ah, se vuoi
esercitarti per ballare sulla tomba di Apollo puoi pure chiedere a
noi... a tempo di... Waka Waka va bene????? Bacioni ^^
Ai91 : Shaka è un
superfigo... ma è anche troppo sicuro di sé, a volte. Cmq
non ti anticipo nulla, carissima, anche perchè dovrai aspettare
parecchio per sapere come andrà (meglio dire, è andata
^^) nella Sala del Trono. Come hai potuto leggere Mu non è morto
(mannaggia.. ^^), Ermes lo ha soccorso... BUAAAAHHH!!! XDDD Ma Mu
è molto forte come Gold, potrebbe servire... ^^ Povero Milo,
così discriminato perchè è morto!!!! =( XD Grazie
per i complimenti e a presto!!!! ^^
HigurashiShinko : salveeeee!!!
La tua recensione è peggio dei Promessi Sposi e di Moby Dick
messi assieme... ^^ Alloooora, la tua recensione ci ha fatte morire dal
ridere... iniziamo dal micione.. ehm, Aiolia!!! ^^ Sìsì,
ormai lui è destinato ad essere incoronato l'erede di Shaka Mr.
Spocchia... contro Ermes, per ora, non può comunque farcela...
(sottolineo, PER ORA ^^) A proposito di Ermes... sei per caso invaghita
di lui??? Da come hai scritto sembrerebbe proprio.. sì, Ermy
è carino e di certo più intelligente di suo fratello
Apollo... e meno pirla di lui, certo, mica si fa prendere sui fondelli
così facilmente! Sì, Camus gufa sempre.. deve sempre
gufare... ^^ Noi Ebe la odiamo, però fa parte della storia e
abbiamo dovuto inserirla... XD Anche tu vuoi ballare sulla tomba di
Apollo??? Bene, tutti vogliono farlo per cui sei invitata quando questo
momento arriverà... e SE arriverà... ^^ Eggià,
povero Kiki... così pucciosamente preoccupato per Mu...
ç_____ç Ma da come hai potuto leggere ora si è
tutto sistemato! Bacioniiiii e alla prossima!!!! ^^
Bene, al prossimo capitolooooo!!!!!!!!!!!!!! Gio ^^
|
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Capitolo 19 *** Chi ritorna e chi si ritrova ***
19. Chi ritorna e chi si ritrova
Fede:
o.O, il capitolo scorso ha fatto strage!!! E chissà questo,
allora... secondo voi tornano tutti??? Boh! ;) Intanto qui... vi
schiarirete le idee!!!!
A voi!
19. CHI RITORNA E CHI SI RITROVA
Questo capitolo è di
Federica
- La Nave si sta avvicinando - .
L’annuncio di Mu
rapisce l’attenzione di tutti. Il Cavaliere dell’Ariete,
appena tornato nella Sala, si è fermato poco distante dal trono
e osserva i compagni e i due Olimpi con un velo d’inquietudine
disteso sul volto graffiato:
- Sono ormai tra la casa della Vergine e quella della Bilancia. Ancora pochi minuti e saranno qui - .
- Ermes! - si spazientisce
Seiya, a denti stretti. Pugnala il dio con un’occhiata assassina,
occhiata a cui Ermes risponde chiudendo gli occhi in un gesto da
sufficienza:
- Di grazia, Cavaliere? - .
- “Di grazia” un
corno! Gli sgherri di tuo padre stanno per arrivare e tu, che hai
aiutato Mu e gli altri, non intervieni? - .
- Seiya - lo riprende severo Dohko, - adesso basta. Questo tuo comportamento è immaturo. Troveremo una soluzione - .
Ermes si lascia scappare un sospiro, dopodiché fa cenno alla sorella e con lei si allontana in un’altra stanza.
- Kiki, Shiryu e voialtri - riprende saldo il Vecchio Maestro, - andate con gli Olimpi. Noi sapremo come cavarcela - .
- Prego?? -
Seiya ha sfoderato quella sua espressione sarcastica. - Ah ah!, questa
è bella! E noi dovremmo starcene con le mani in mano mentre
Giasone e compagnia si avvicinano? Stai scherzando, Dohko? - .
E il suddetto Dohko lo
fredda con uno sguardo di fuoco. Shiryu prende Seiya per un braccio e
lo trascina via ignorando i suoi capricci, mentre gli altri Cavalieri
di Bronzo con Kiki ed Ebe li seguono lanciando le ultime occhiate
ansiose ai due Gold Saints. Quando se ne vanno, Dohko fa un cenno a Mu,
che si avvicina ancora un poco malfermo sulle gambe.
- Come sta Camus? Mi è parso… turbato - .
- Be’, Dohko… all’Olimpo sono successe… molte cose - .
- …capisco. E come stai tu, invece? - .
- Non è così
grave - Mu allontana gentilmente la mano che il compagno stava per
appoggiargli sulla spalla. Sorride tiepido: - Non sono messo bene ma
sto in piedi… Solo non riesco praticamente a muovere le dita
nonostante l’intervento di Ermes - .
- Hai applicato nuove garze
per tenere ferme le falangi… - commenta Dohko facendosi scappare
gli occhi sulle sue mani. - Stai attento. In ogni caso… Ermes ci
ha già detto che richiamerà presto le altre Armature
rimaste all‘Olimpo prima che Zeus le metta sotto sigillo. In
questo modo dovremmo… - .
Sentono il cigolio del
portone che si apre e subito scattano sull’attenti. Si voltano,
il fiato mozzato da una sorta di paura dettata dall’istinto;
paura che subito dopo si tramuta in puro stupore. Rimangono
pietrificati sul posto, gli occhi sbarrati e la bocca semiaperta in
un’espressione di totale sbigottimento:
- Aphrodite! - .
La loro esclamazione di
sorpresa annuncia l’intervento di Camus, che frena di botto non
appena si rende conto di chi è fermo sul portone. Anche lui, lo
stesso volto colpito: - …Tu? - .
Aphrodite li raggiunge con eleganza e si ferma dinnanzi a loro fulminandoli con i suoi occhi di ghiaccio: - Devo parlarvi - .
- Aphro… - fa per
articolare Mu, ma le sue capacità motorie sembrano essersi
annullate. Così, a concludere, Dohko:
- …dite… Cosa che fai qui? Tu sei… vivo? - .
- Il cosmo di Athena mi ha
chiamato a nuova vita - spiega tiepido il Cavaliere dei Pesci. -
E… e anche Shura era con me - .
- Era? - ripete intontito Camus. - Perché “era”? Dov’è? - .
- Sta scendendo. Mi ha detto
di avere un piano per fermare la nave che solca il cielo in questa
direzione. Sono Argonauti, non è vero? - .
Dohko annuisce. - Argonauti
inviati dagli Olimpi per depredare lo Scettro di Nike. Ti spiegheremo
tutto più avanti, ma ora… Shura ha un‘idea?
Ma…! -
- Ma è senza Armatura!
- esclama Mu. - Aphrodite, come pensa di combattere senza le vestigia
del Capricorno? Sarebbe un suicidio, Argo è un veliero
impregnato d’Olimpo! - .
- Lui… mi ha pregato
- ricomincia Aphrodite, abbassando la voce e il capo. Una ciocca bionda
gli casca a coprigli gli occhi velati d’agitazione. - Mi ha
pregato di non parlarvene, altrimenti non glielo permettereste - .
- Dannazione!
- si innervosisce Dohko, a denti stretti. - Avanti, dicci cos’ha
in mente di fare! Non possiamo permetterci la sua morte alla vigilia di
una guerra contro l’Olimpo! - .
Gli occhi cristallini del
Cavaliere dei Pesci guizzano da sotto le ciocche dorate; la sua voce,
un mormorio pungente: - Senza Armatura, impugnando la sacra
Excalibur… Shura intende fare un gesto pericoloso quanto nessun
altro… - .
- Lui… che cosa?? - Le pupille di Camus tremano di sconcerto. - Non dirmi che ha intenzione di…?! - .
E l’ombra nello sguardo chiaro di Aphrodite gli risparmia una domanda a cui tutti sanno già dare una risposta.
Perdonatemi,
Cavalieri… Non so se ne uscirò vivo, ma questo è
l’unico modo per fermare il veliero… e io sono il solo che
può farlo
Shura del Capricorno corre a
perdifiato giù per le scalinate lanciando ogni tanto qualche
occhiata inquieta alla nave che sbuca nella luce del giorno ormai
maturo. I primi colori del tramonto incominciano ad incoronare le
colline rocciose e si sciolgono dolcemente lungo i pendii, mentre
morbide nuvole di pesca imperlano il panorama a mo‘ di delicati
colpi di pennello. E lui corre, corre, sfreccia attraverso le Case per
raggiungere quella dello Scorpione, la meta da cui farà quel che
deve fare, con Excalibur già affilata e gli occhi leggermente
socchiusi per fendere il chiarore del giorno.
Aphrodite ha insistito per
farlo desistere, per fargli cambiare idea, ma la testardaggine è
tra i suoi difetti e per questo non si è fatto piegare:
“Va’ dagli altri, avverto i loro cosmi. Non mi importa
quello che è successo, solo so che quel veliero va fermato. Sali
e non voltarti. Io tornerò”.
Poche e spicce parole che
sono bastate per un probabile addio, perché se il piano vincente
implica il suicidio, allora la vita la vuole perdere. Per i suoi
compagni, per Athena, per l’Umanità.
Finalmente ha davanti a
sé l’Ottava Casa, e affidandosi alla velocità della
luce spicca un balzo in alto atterrando con eleganza
sull’architrave, sopra all’entrata. Così,
leggermente chinato in avanti con Excalibur pronta ad essere sfoderata,
scruta predatore l’orizzonte annusando l’aria.
Sì, è vicina.
Ancora un paio di metri per raggiungere la giusta distanza. Il veliero
sta sorvolando la Casa della Vergine. Manca poco.
Pochissimo.
Shura distende il braccio
destro, la brezza che si è alzata gli strappa brividi di freddo.
Che sia ansia?, paura di fallire?
Non devo perdere la
concentrazione. Lo scafo. Se riuscissi a tagliare lo scafo in due il
veliero cadrebbe… ed è quello che devo fare. Ma senza
Armatura… No Shura, rimani saldo. Se ti dimostrerai insicuro la
tua Excalibur non colpirà nel segno. Un momento, un solo momento
di indecisione e perderesti la vita. E allora falliresti miseramente.
Sul veliero indovina le
concitate figure di uomini armati, alcuni arrampicati sulle vele in
ballo con le funi, altri all’enorme timone. Gli sembra di vedere
qualcuno esposto fuori dalla prua, intento ad osservare lontano, verso
il tempio della Sala del Trono.
Lì non arriverete. Almeno non su Argo.
Accende il proprio cosmo,
prima dolcemente e poi con più decisione, sempre guardando
avanti, mentre il braccio destro oramai disteso con una perfezione
impeccabile viene percorso da bagliori dorati più abbaglianti
degli altri. Ed eccolo, un piccolo, ardente fuoco sull’architrave
dell’Ottava Casa, immense lingue d’oro che spiccano
sull’intenso chiarore del giorno. Un fuoco di cui subito gli
Argonauti si accorgono.
Ma Shura non aspetta. Deve agire subito con una tecnica a cui non fa affidamento da tempo immemore…
- Es nuestro momento… yo confío en ti ... Ahora!
- è il suo grido che annuncia il balzo in avanti, e
tagliando il cielo con la velocità di un battito di
ciglia, le braccia strette al petto a formare una X perfetta e il
ginocchio destro ancora piegato per la spinta, ruggisce: - Double Excalibur! - .
Un attimo, lo scompiglio fra
gli Argonauti. Shura in un momento è davanti alla prua e fa
scattare le braccia passando da parte a parte lo scafo. Il veliero si
divide a metà, si piega, le assi di quel legno ritenuto
impenetrabile saltano in aria; l’albero maestro, rimasto su una
delle metà dello scafo, cede e si piega pericolosamente
affondando con un botto l’altra parte della nave.
Un’esplosione di fumo nero come la pece, il boato di un cosmo lucente che si spegne.
Gli schianti.
Argo cade, divisa in due, lungo i pendii scoscesi tra la Sesta e la Settima Casa. Cade e di essa rimangono i relitti.
Un botto. Un altro. La terra che vibra.
Kanon frena la corsa e
appoggia una mano ad una colonna per evitare di cadere. Alza lo sguardo
dietro di sé: in lontananza, appena sotto alle scalinate tra la
Casa della Vergine e quella della Bilancia, si alzano scie di fumo nero
come la notte. Un nugolo scuro da una parte, un altro dall’altra.
Fiutando l’aria gli è parso di indovinare un cosmo
familiare… Shura…?
Shura??
Ma tu… sei vivo? Sei stato tu a distruggere il veliero degli
Argonauti? Ed ora dov’è il tuo cosmo? Shura, non dirmi che
sei…?
Non vuole pensarci. Non
deve, non ora che ha altro a cui pensare. Non può assolutamente
tornare indietro, oramai la guerra è incominciata e di tempo per
riflettere non deve essercene. Scruta ancora un momento le alte lingue
di fumo che si perdono nella luce del tramonto in fasce, poi si volta e
finalmente varca l’ingresso della Terza Casa.
E corre.
Corre, il respiro che si
perde nell’atmosfera intangibile e il rumore della sua corsa
concitata che si arrampica sulle pareti, giocando con l’eco. La
sua figura non ha ombra, solo l’Armatura manda velati riflessi
spenti. Non avverte cosmi… avverte solo la sua presenza.
La sua presenza e nient’altro.
Saga… Saga, sei tu? So che ci sei… ma dove? Dove…?
E poi si ferma. Le gambe tese, i capelli proiettati in avanti a causa della brusca frenata. Osserva immobile.
Incapace di parlare.
Di pensare.
Di muoversi.
È davanti
all’ingresso. Gli dà le spalle, la sua figura è
incoronata dai colori del tramonto. È lui di sicuro.
È Saga.
Ma allora perché non
si volta? Non si è forse accorto di rivolgere la schiena a suo
fratello? Kanon non fiata, c’è qualcosa nell’aria
che gli ordina di non osare un sospiro. Due cosmi. Due cosmi aggressivi
appena davanti all’ingresso.
I guerrieri dinnanzi a Saga
sono identici. Gemelli. Castore e Polluce, scommette. Oramai i suoi
pensieri sono ridotti a brevi intermittenze. Ragionare in una
situazione del genere… è pressoché impossibile.
- Voi Argonauti cosa
cercate? - domanda saldo Saga, i pugni stretti e il comportamento di
chi non si è accorto minimamente di essere spiato alle spalle.
- Lo Scettro di Nike -
risponde prontamente Polluce, digrignando i denti. - E se non ti
scansi… penseremo noi a farti spostare - .
Kanon sente lo sbuffo
ironico di suo fratello, scorge i primi bagliori dorati che lo
abbracciano. Si alza una tenue brezza impregnata di un cosmo
colossale.
- Tsk - si lascia sfuggire
Saga, abbassando il capo e chiudendo gli occhi in un gesto di
sufficienza. - Lo Scettro… capisco… Argo è stata
affondata, ve ne siete resi conto? Molti dei vostri compagni saranno
annegati in invisibili acque nere… - .
Castore sfodera un ghigno
malefico: - Sì, è vero. Qualcuno avrà perso la
vita… ma questo non ci spinge a desistere. Come possono esserci
Cavalieri, qui al Grande Tempio? Da dove siete sbucati, villani? - .
- Chi lo sa? - lo pizzica divertito il Saint di Gemini. - Se fossi in voi ritornerei indietro… A meno che… - .
- A meno che? - .
- …a meno che, Polluce, voi non mi diate un buon motivo per non distruggervi - .
Momento di silenzio. Il
cosmo d’oro avvolge Saga e l’aria vibra, minacciata da
quella potenza galattica. Ma poi, la voce di Castore:
- Non hai un perché.
Noi seguiamo gli ordini del nostro Signore, e tu, invece?, che ordini
stai eseguendo? Ordini invisibili… come le acque in cui Argo
è affondata - .
- Be’… in fondo
avete ragione -, e senza alcun preavviso i bagliori dorati si diradano,
sospinti dalla brezza. I lunghi capelli del Cavaliere si adagiano
eleganti lungo la sua schiena. - Sì, è vero. Io non sono
qui per volere della mia dea. Passate, dunque. Avete più diritti
di me e di certo io non ho l’ordine di infangarli - .
L’inaspettato permesso fa sbarrare gli occhi a Kanon.
Fratello…
perché? Perché li lasci passare? Non ha senso! Sai bene
che potresti fronteggiarli e forse batterli anche senza Armatura,
eppure… eppure eviti così lo scontro? Cosa ti spinge?
Castore e Polluce, dal canto
loro, non hanno dubbi. Saga non ha intenzione di attaccare: ha placato
il proprio cosmo e tiene il capo chino, gli occhi chiusi e
un’espressione rilassata dipinta sul volto. Fanno i primi passi,
lo superano, uno da una parte e uno dall’altra.
E Saga non si muove. Non
accenna un solo movimento. Ma dopo breve gli sfugge un sorriso e i due
Argonauti se ne rendono conto, perché ghiacciano sul posto e si
accorgono finalmente di Kanon.
- Un altro Cavaliere - mormora Polluce, irrigidendosi. - Siete gemelli? - .
- No - risponde Saga, sempre
sorridendo, e finalmente si volta a gambe tese, lo sguardo fiero ed
astuto: - Diciamo che siamo solo le facce di una moneta che non
condividiamo - .
Ti eri accorto di me? Allora sapevi che c’ero…
Kanon scaccia ogni pensiero
e assume una posizione d’attacco. Lo sguardo gli scappa sul
fratello: - Saga -, e ricambia il sorriso meschino, - permetti? - .
- Permesso consentito. A te uno e a me l’altro. Vedrai che sarà divertente - .
- Nessuno, dico, nessuno -
riprende Kanon, e questa volta il suo è un soffio irritato, -
può permettersi di rubarci il titolo. Castore, Polluce…
siamo noi i gemelli che vi strapperanno dal mito e prenderanno il
vostro posto fra le stelle! - .
Angolo delle autrici
Fede: niente da fare, oramai
sono abbonata ai finali aperti... xD Che bello farvi soffrire!!!
Allora... in questo capitolo saggiamo la maleducazione di Seiya (cit:
""Di grazia" un corno!" - come al solito... ^^), l'occhiata
inceneritrice di Dohko, un Ermes che s'è già rotto di
stare fra incapaci, il ritorno di Aphrodite con tanto di intervento di
Camus - che s'è ripreso, dopotutto... xD -, quello di Shura -
che chissà!, forse si è già trasformato in un
addio MUAUAHAU!!!! - e il ritrovamento - non del cadavere - ma di
Saguccio e Kanon! Poveri Castore e Polluce... sono proprio sfigati... ^^
Per quanto riguarda Shura, non
potevo non fargli usare la Double Excalibur, dal momento che quando
l'ho letta in Ep G sono rimasta così: o.O Ergo, Argo è
stata affondata! Sì... ma Shura??? XDDD State attenti ai
capitoli che verranno, mi sa che rischiate qualche infarto, ma fa
niente, è il nostro dovere! ^^
Prossimo capitolo ------> Tutto per un amico (che accadrà?? Scommesse aperte!!!! xD)
Adesso mia sorella risponderà alle recensioni!
HigurashiShinko : ecco la pazza
di turno!!! Che mega recensioni le tue!, ma ci fanno morire dal ridere!
Alllloooooooooooraaaaaaaa... ti preoccupi per Shaka?? Aspetta che
chiamo la stampa e faccio un servizio in diretta!!!!! xD Dovrai
aspettare per sapere del duello nella Sala, anche perché abbiamo
intenzione di farne un flashback... quindi guarda te! ^^ Ma sai che
anche altri hanno notato la fermezza di Kanon??? Lui è
appassionato di riassunti!, e non si preoccupa se qualcuno si accascia
ai suoi piedi per un infarto post-annuncio! ^^ Ehm... voglio entrare
nella stanza con Dohko!!!! C'è una bella compagnia... uhm.... e
che amena compagnia!!!!!! Coooooomunque, Ermes lo adori??? Cara, non
sei l'unica, dall'altra parte del desktop ne hai due pazze per questo
bonazzo!!!!! A noi piace quando fa lo stronzo.... cioè, chiude
gli occhi, dice "di grazia???", e risponde con un "tsk" da
sufficienza.... xD Che figooooo!!!!
**ççççççç** In ogni
caso, ecco, mi sono ancora persa.... Ah!, passami una copia della foto
che hai fatto! Insomma, la spaccio su internet, la vendo, ci faccio
soldi!!!!!! xD Sì, CastorO e Polluce sono giunti!!!!!!! E Saga
pure!!!!! Ci chiedi se arriverà anche Deathy??? Boh!,
chissà!, intanto in questo capitolo uno spunto della
situazione futura te lo abbiamo dato! xD
Bacio! ^^
Angel_Dark_Light : punto uno:
scriviiiiiiiiiiiiiii ancoraaaaa!!!! ^^ Punto due: scene yaoi????
**çççççççççç**
Saguccio e Kannoncino, wooooooowwwwww!!!! (a parte che 'sto Kannoncino
sembra altro... ma fa niente! xD). Vuoi vedere quell'azione???
Ahahahaahhaahahahahaha sei sempre la solita!!!!!!! ^^
Bacio! <3
KanondiGemini96 :
Sìììììììììììììììììì,
Saguccio è tornato per scazzottare tutti!!!! (*Che
coooooosaaaaa??????* ndr "Saguccio" - *nooooo, nienteeee!!!* ndr io - )
xD. Tranquilla, anche noi a volte subiamo conquiste del territorio da
parte di parenti famelici.... ^^
Alla prossima! ^^
Ai91 : sì, mi sa che
'sta malattia è peggio della peste di Manzoni.... ^^ Ma
vabbè, in questo capitolo Kanon ci è rimasto un po'
così: O_o, ma poi vedi che hanno rimandato le loro coccoline
coccolone!!!! ^^ Ma povero Mu!!!!! è così....
così.... così..... FIGOOOOOOOOOO!!!!!
**ççççççççç**
(*Guarda che anche io sono figo... cioè, ERO* ndr Milo xD). Be',
chissà, magari torneranno tutti a poco a poco... magari non
tornerà praticamente nessuno.... vedremo! Bacio! <3
charm_strange : come al solito
le tue recensioni sono spettacolari! Allora, Kanon è
dotatissimo! Pensa che ha saltato le elementari, le medie, il liceo e
pure l'università per via del suo innato talento! (Sì, in
pratica non ha studiato... xD). Seiya è il solito
ronzino... tanto ronzinante che accipicchia!, ogni tanto ci
dimentichiamo che esiste!!!! xDDD Chissà che Athena
uscirà fuori! Figlia di Artemide e Kanon.... uhm....
chissà chissà! Be', con un padre così.....
**çççççççççççç**
'mazza, uscirà 'na cubista!!!! XDDD NOn sei stata l'unica a
prendere sui fondelli Kanon per il suo talento!, e questo ci ha fatto
sganasciare dalle risate perché era proprio l'idea che volevamo
dare! Freddo, impassibile, inespressivo, incolore, mentre la
gente moriva ai suoi piedi di infarto... xD Avremo notizie sia
dell'Innominabile Innominato sia di Mr. Spocchia The Best, anche se
prima arriverà l'Innominabile... ^^ Vuoi quasi bene ad Ermes???
Oh, io lo amo!!!!!!!!!!!! **ççççç**
Camus come vedi si è sfogato... e chissà se non
tornerà il vecchio, impassibile ghiacciolo.... uhm.... io
già pregusto! ^^ Saga è tornato in vita e naturalmente
sì, è senz'Armatura perché gliel'ha fregata
Kanon.... xD, ma devono adattarsi così... ^^ Tranquilla...
come hai potuto vedere allora Athena ama anche Aphro e Shura! E
chissà se ama altri.... xD Come sempre è un piacere
risponderti!!!!!! Bacio! ^^
sagitta72 : hai recuperato!, ma
tranquilla, mica è una corsa contro il tempo! ^^ Hai notato
anche tu la dote di Kanon??, quella per i riassunti??? xD L'hanno
notata praticamente tutti!, e non sai che ridere!!!!! Ahahahaahah!!!!
^^ Ti dispiace per Milo??? Oh, ogni cosa a suo tempo..... xD Per quanto
riguarda Aiolia... aspetta e spera!, chissà chissà.... xD
Bacio!, alla prossima! <3
Finito??? Finito!!! Allora alla prossima!
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Capitolo 20 *** "Tutto per un amico" ***
20. Tutto per un amico
Gio:
accipicchia!, neanche un giorno per tenervi sulle spine e già vi
infiammate! Ma dico.... Shura ha ben altro destino! ;)
A voi! ^^
20. “TUTTO PER UN AMICO”
Questo capitolo è di
Giorgia
Anche
lui vede in lontananza la sconcertante distruzione del veliero divino e
non può far altro che aumentare il passo, incuriosito da quello
strano evento.
Solamente lui avrebbe potuto ridurre
così la possente Argo. Eppure… il suo cosmo si è
infiammato, potente come non mai, e poi è svanito. Shura, non
dirmi che?…
Scaccia questi funesti pensieri dalla mente e ritorna a
concentrarsi sulle gradinate. Supera così la Casa del
Leone, conscio di avvicinarsi sempre di più al veliero
distrutto: ciononostante lo scafo, diviso in due, è precipitato
sulle alture che circondano le scalinate e non sulle stesse. Questo
è naturalmente un punto a suo favore.
Percepisco anche i cosmi di Saga, di Kanon, di Aphrodite, di Mu, di
Camus e di Dohko. Degli altri nemmeno la più piccola
traccia… no, forse c’è anche Aldebaran; e…
due cosmi divini, sconosciuti, qui al Grande Tempio?
È ancora perso in questi pensieri quando vede che qualcuno sta
scendendo le gradinate, vagabondo nelle fiamme del tramonto.
Quindi decide bene di fermarsi e di contemplare quell’uomo da
lontano.
Solo quando egli si fa più vicino lo riconosce: è piegato
in due dallo sforzo, il braccio destro perde sangue a fiotti e le sue
gambe tremano sotto il peso del corpo.
Non può essere… tu, Shura…
Spinto da chissà quale forza si precipita da lui, e quando gli
è davanti il compagno d’armi cade in ginocchio ed incassa
il capo tra le spalle:
- Death… Mask… - .
- Shura, che cosa è successo? Cosa ci fanno qui gli Argonauti? -
Death Mask lo tiene per le spalle, inginocchiato davanti a lui, e cerca
in tutti i modi di incontrare il suo sguardo; ma vede che Shura
è assente, è stremato e fatica pure a parlare:
- Death… il Grande Tempio- - .
- Cosa? - .
- Portami… lì - .
Death Mask straluna gli occhi e si fa improvvisamente nervoso: - E
dimmi come cazzo faccio a portarti fin su là! E perché
stai scendendo, Shura?, invece di salir- - .
- Saga… Kanon… - .
Death Mask capisce: probabilmente il suo compagno ha deciso di scendere
per chiedere aiuto a loro, essendo meno pericoloso. Ma non
c’è tempo. Non c’è tempo di aspettare i due
gemelli.
Shura tentenna col capo, barcolla pericolosamente in avanti ma Death
Mask gli evita di cadere: - Shura, sarà difficile. Non ti posso
promettere nulla, non posso nemmeno aspettare i due gemelli- - .
- Il… Grande Tempio - .
- Ho capito, ho capito - .
Cazzo, proprio a me tocca fare il sentimentalista…
- Però Shura, ti prego di non svenire, altrimenti t- - .
- Al Grande Tempio… fa’ in- - .
- Ma Shura, come cazzo faccio a- - .
Detto e fatto: senza nessun preavviso Shura, dopo aver sussurrato un
lieve “Death-”, sviene e poggia il capo sulla spalla
sinistra del Cavaliere del Cancro, che accorgendosene non può
trattenere un “cazzo” per sfogarsi. Quella era proprio una
situazione pericolosa, sia per lui sia per Shura.
Merda… se gli Argonauti
scendono ci possono scovare… Se saliamo possiamo ritrovarceli
dietro… se salgono prima loro ce li troviamo davanti, e li
saremmo spacciati
Death Mask fa così quattro conti e pur non avendo
l’Armatura opta per cercare di portare Shura al Grande Tempio. Lo
guarda un momento, legge sul suo volto ferito un dolore che non
può portarsi dietro per molto. Quindi gli scappa un sorriso:
- Va bene. Tutto per un amico - Così, alzandosi, prende il
braccio sano del compagno e se lo porta intorno al collo. Poi guarda in
avanti, infiniti gradini lo dividono dalla Tredicesima Casa; ma non
demorde. No, Death Mask non demorde mai. Farà ciò che
Shura gli ha chiesto.
Giasone, seppur schegge di legno gli pizzichino il volto e le braccia,
si alza e con gli occhi offuscati da lacrime e sangue osserva basito la
sua Argo, divisa a metà da quel cosmo bruciato
all’improvviso e spentosi ancora più velocemente. Un
attacco che mai si sarebbe aspettato, un attacco formidabile, prova che
uno tra i Cavalieri di Athena è capace persino di tali prodezze.
L’altra parte dello scafo è dall’alta parte, sulle
altre alture, e sotto di lui le scalinate si arrampicano per le Case
rimanenti. Poco lontano può ammirare la Settima Casa, quella
della Bilancia.
Qualcuno gli mette una mano sulla spalla, quindi si volta.
- Giasone… Giasone, stai bene? - .
Il comandante di Argo riconosce così il volto severo di Echione.
Gli stringe il polso in segno di saluto: - Echione. Stai bene,
per fortuna - .
- Non si può dire la stessa cosa di altri nostri dieci compagni
- è la risposta. Poi il giovane alza gli occhi al cielo: -
Quel colpo è stato preciso ed estremamente potente: non ho mai
visto nulla di simile - .
Giasone annuisce. - Ha ucciso dieci dei nostri, ed a farlo è
stato un uomo, Cavaliere di Athena. Non ci sono dubbi. Quell’uomo
merita la morte - .
- Ammesso che sia ancora vivo. Non percepisco il suo cosmo - Echione
indica poi a Giasone la Casa dei Gemelli. - E… là in
fondo: i cosmi di Castore e Polluce stanno pulsando violentemente. Che
stia succedendo qualcosa? - .
- Una battaglia - .
- Ma Giasone, i due gemelli nostri compagni sono forti. Molto forti - .
Giasone stringe forte i pugni. - Ho sbagliato assolutamente le
previsioni: senza Argo siamo costretti a continuare a piedi e per
sicurezza devo anche mandare degli uomini a controllare nella Casa del
Leone e del Cancro. Lo Scettro di Nike è sicuramente vicino, ora
- .
Echione annuisce. - Giasone, posso darti un consiglio? - .
Il comandante alle sue parole sorride. - Chi può essere più saggio di te, Echione figlio di Ermes? - .
Echione sorride furbamente. - Io invierei dieci uomini alla Casa del
Leone e a quella del Cancro, nel caso Castore e Polluce non dovessero
farcela a passare quella dei Gemelli. Altri vent’otto invece
continueranno la salita - .
Giasone resta un momento zitto, analizza la proposta. Poi alza
nuovamente lo sguardo: - Sì, può essere un’idea.
Sai che se falliamo questa missione, il Divino Zeus si
arrabbierà moltissimo? - .
- Lo so, ma a questo punto non possiamo fare altrimenti - .
Il comandante annuisce. - Hai ragione. Forza, inizia a radunare gli
altri uomini e a dividerli: che si preparino alla partenza - .
Echione china il capo in segno di riverenza, poi si allontana e va ad
informare i compagni superstiti della decisione di Giasone; e Giasone
non può far altro che guardare nuovamente davanti a sé,
verso il Grande Tempio.
- Kanon!, Kanon!, sulla destra! - .
Dicendo questo Saga si sposta a sinistra, giusto in tempo per concedere
al fratello una pausa, poi colpisce Polluce in pieno petto; ma non fa
nemmeno in tempo ad allontanarsi perché d’improvviso
appare Castore, il quale creando una potente onda d’urto lo
scaraventa contro un’alta colonna, che crolla all’impatto.
Polluce è ancora inginocchiato a terra, mentre il fratello cerca
di colpire anche Kanon, che però evita l’attacco e con una
manovra oltremodo pericolosa scansa appena in tempo Saga dal basamento
della colonna per salvarlo dal crollo.
Castore scivola a terra, sfrutta elegantemente il liscio
pavimento e poi carica un nuovo colpo in direzione di Kanon, che
però non si lascia sorprendere: si scosta con agilità, si
porta dietro di lui e concentrando il cosmo nel palmo delle mani lo
sbalza via, contro la parete.
Kanon ha solo il tempo di tirare un lungo respiro che Polluce gli è dietro:
- Cavaliere, mai dare le spalle all’avversario! - .
Errore imperdonabile: un cosmo sproporzionato abbraccia Polluce, rende
la sua figura quasi irriconoscibile in quel campo di forza e Kanon si
sente proiettato all’indietro. Sfonda una colonna,
un’altra, la Casa dei Gemelli trema, poi il suo volo si conclude
contro la parete. Sviene prima di poter toccare terra.
Polluce cade in ginocchio, squadra un momento i due avversari riversi
sul pavimento, poi corre dal fratello per accertarsi delle sue
condizioni:
- Castore? Castore, tu?- - .
- Sì… sì, ci sono - Castore si alza, malfermo sulle gambe e aiutato dal fratello ritrova stabilità.
Polluce lo guarda severo: - Questi due Cavalieri… grazie alla protezione del Divino Zeus, siamo riusciti a- - .
Mai parlare troppo tardi. Saga infatti è già a gattoni, non certo in piene forze ma ancora deciso a combattere.
Castore allora sgrana gli occhi. - Uomo, ti conviene stare a terra - .
Saga non lo ascolta: si alza, il cosmo lo abbraccia e si fa sempre
più possente. - Non vi permetterò di passare la Casa dei
Gemelli - .
Polluce sorride, meschino. - Come farai a tenerci testa? Noi, i
Dioscuri, protetti da Zeus, siamo superiori in forza. Come farai a
combattere senza Armatura? - .
- Non… non ne ho bisogno - Dicendo questo Saga si mette in
posizione di difesa e sorride gagliardo, un sorriso che fa stralunare
gli occhi ai due gemelli: - Sono pronto - .
Castore s’infiamma: - Il tuo affronto è inammissibile!
Perirai per questo, Cavaliere! - Con uno scatto degno di un ghepardo in
corsa si lancia verso Saga ed è qui che avviene una cosa
imprevedibile: un bagliore dorato si para dinnanzi a lui, accecandolo,
e il Dioscuro non può far altro che desistere:
- Prima dovrai vedertela con me! - .
Kanon. Kanon, ripresosi quasi per miracolo dal colpo devastare che poco fa ha subito, è intervenuto davanti al fratello.
Allora Saga sgrana gli occhi, il suo cosmo si spegne. Vacilla un
momento, cade a terra senza forze, stremato: - Kanon… io- - .
- Saga, senza di te non posso farcela - Parole che colpiscono dritte nel segno. - Ho un piano - .
Saga resta un momento zitto, capisce. - Kanon, io- - .
- Solo così potremo battere i Dioscuri - Kanon non lo guarda, la
sua attenzione è rivolta ai due gemelli avversari. - Proviamoci
- .
Saga allora annuisce. Si alza un po’ barcollando, e sentendo il
caldo cosmo del fratello ritrova la forza sufficiente per ergersi fiero.
Castore e Polluce li squadrano sospettosi. Poi si guardano, i loro occhi parlano ed insieme si lanciano verso i due fratelli:
- Morite, Cavalieri! - è l’urlo del primo.
Ma Kanon e Saga non si lasciano sorprendere: con classe il primo spicca
il volo, atterrando in men che non si dica alle spalle dei gemelli, e
scivolando sul pavimento fa la stessa cosa che il fratello sta facendo:
avvicina i palmi delle mani, crea una piccola sfera di luce che va
sempre più ingigantendosi, gonfia il petto.
Li hanno accerchiati.
Il cosmo dei due Saint esplode.
- Ora, Saga! - .
Saga non tarda nemmeno di un millesimo. Il loro urlo s’infiamma
mentre le loro figure si perdono nell’abbagliante luce da loro
generata:
- Galaxian Explosion! -
Una potenza inaudita, la Casa dei Gemelli che trema ed inizia a
crollare. Tutto viene accecato, mangiato dalla forza devastante di due
colpi lanciati con ogni briciolo di cosmo. Non si sente nulla, soltanto
un boato assordante che sovrasta tutto.
Kanon fa appena in tempo a muoversi alla velocità della luce e a
fare da scudo al fratello prima che le macerie lo seppelliscano. Poi i
loro cosmi si spengono, seguiti subito dopo da quelli di Castore e
Polluce.
Ora vige il silenzio… avverto
solo il silenzio… Saga, spero tu stia bene: non mi va di
perderti ancora, dopo tutto quello che ti ho fatto passare. Non so se
riusciremo ad uscire vivi da qui, ma la nostra missione l’abbiamo
compiuta. Ora… ora io…
Perde i sensi, perde così anche la cognizione del tempo; ma un
fascio di luce spezza quel velo di tenebra intorno a lui. Intorno a
loro.
Qualcuno li sta tirando fuori da lì, ma Kanon non riesce a capire di chi si tratti e solo quando egli parla lo riconosce:
- Kanon… Saga? Forza, andiamocene da qui - .
Aldebaran. Aldebaran li sta soccorrendo e quasi senza accorgersene Kanon si sente sollevato di peso. Viene adagiato a terra:
- Aldeb-… Saga… -.
- Sta bene - è la risposta del compagno, che intanto si è
inginocchiato per controllare lo stato di salute di Saga, - è
solo svenuto -.
Kanon allora riesce ad alzarsi in piedi, barcollando ancora leggermente scosso. - I gemelli… li abbiamo sconfitti? - .
- Non percepisco cosmi nemici - risponde Aldebaran, - ciononostante non
posso proseguire con voi. Scommetto che ora vi dirigerete al Grande
Tempio - .
- Dobbiamo - Kanon guarda perso il fratello, svenuto a terra, poi si
rivolge nuovamente al Cavaliere del Toro. - Perché non puoi
proseguire? - .
- Resto di guardia alla mia Casa. Potrebbero giungere nuovi nemici, e in quel caso vi avviserò - .
- Uhm, grazie - .
- Riesci a cavartela da solo, Kanon? - .
Kanon cade dal pero. - Come? - .
- Intendo, con tuo fratello - .
- Certo, certo. Va’ pure, e grazie - .
E così Aldebaran, lanciando un’ultima occhiata a Saga, si
volta e se ne va; e solo quando viene inghiottito dalle ultime lame
infuocate del tramonto, solo in quel momento Kanon si accuccia di
fianco a Saga e resta a guardarlo, aspettando che riprenda i sensi.
Ma si sbaglia. Lui non è affatto svenuto, e quel sorriso
complice che gli si allunga sul volto ferito ne è la prova:
- Ka…? - .
- Sst - Kanon gli tappa delicatamente la bocca e passandosi un suo
braccio sulle spalle lo aiuta ad alzarsi. - Sei stanco. Adesso dobbiamo
andare - .
- …grazie - .
Un lieve sussurrio che sboccia da quella labbra tremanti e rosse di
sangue. Kanon inclina il capo per incrociare lo sguardo del fratello e
senza accorgersene gli scappa un sorrisino: - Dovevo farlo. Sei senza
Armatura, saresti morto se non ti avessi fatto scudo con il mio corpo -
.
Non sa se Saga abbia irrigidito le braccia per sorreggersi a lui,
abbandonato alla completa fiducia, ma quel gesto gli pare l’ombra
di un abbraccio mascherato dal dolore della battaglia appena conclusa.
Ed anzi, in cuor suo sa che è affetto… e per questo volge
il capo altrove, abbassando gli occhi già umidi di lacrime.
Nello stesso istante in cui i cosmi di Saga e Kanon esplodono, nello
stesso istante in cui la Casa dei Gemelli inizia a piegarsi su se
stessa, Dohko, Mu, Camus ed Aphrodite spalancano gli occhi. Ermes ed
Ebe fanno altrettanto, e dalla stanza in cui riposa la Divina Artemide
accorrono i cinque Bronze.
- Maestro! - è l’urlo sbigottito di Shiryu. - Maestro, questi cosmi- - .
Dohko lo ferma: - Saga e Kanon - .
- E Castore e Polluce - interviene senza nessun preavviso Ermes, che ha
fatto il suo ingresso, e tutti si voltano verso di lui: la sua occhiata
serafica e pura rispecchia una calma fin troppo sospetta. Poi
inspiegabilmente chiude gli occhi, abbassa il capo: - Che colpo
devastante, la Galaxian Explosion - .
Seiya non riesce più a sopportarlo: - Come fai ad essere così calmo, Ermes?- - .
- Seiya- - tenta invano Mu.
- I nostri compagni stanno morendo per difendere il Grande Tempio e noi
non facciamo niente? E tu non fai niente? Shura ha affondato Argo e non
sappiamo se sia vivo o morto, Saga e Kanon hanno difeso fino allo
stremo la loro Casa… e noi siamo qui a guardare! - .
- Seiya- - riprova Mu.
- E “Seiya” un corno!
- si infiamma il Cavaliere di Pegasus. - Ermes, sei qui per aiutarci o
per aiutare gli altri Olimpi? Con il tuo cosmo potresti difenderci,
potresti farci vincere senza subire perdite! - .
Ermes non risponde. Alza una mano e a quel gesto Seiya si irrigidisce.
Parla subito dopo: - Cavaliere, non mancarmi di rispetto. Questa non
è la mia guerra, pertanto non posso scendere in combattimento:
in più non mi piacciono gli spargimenti di sangue - La sua mano
alzata viene abbracciata dal cosmo niveo del dio, che subito dopo la
abbassa elegantemente e fa rilucere ai suoi piedi ben sette sfere
cosmiche di estrema lucentezza.
Sia i Cavalieri d’Oro sia i Bronze indietreggiano vedendo
l’espandersi di tali luci; e dal nulla appaiono i sette scrigni
d’oro mancanti:
- Questo è tutto quello che posso fare - dice infine Ermes, voltandosi a guardare altrove.
Aphrodite trattiene a stento un sospiro di sorpresa. - Toro, Cancro, Bilancia, Scorpione, Sagittario, Capricorno e Pesci - .
- Quelle del Leone e della Vergine non posso richiamarle, in quanto in
questo momento sono indossate dai proprietari - spiega Ermes, poi si
volta e squadra i Cavalieri d’Oro. - Queste Armature entreranno
in gioco quando ce ne sarà bisogno - .
E proprio in quel momento Dohko fiuta l’aria ed avverte un cosmo.
Un altro cosmo: - Un cosmo dorato sta nascendo nuovamente. Un cosmo
che… non riesco a riconoscere, sebbene cresca a dismisura - .
Allora tutti si concentrano. Il primo a parlare è Camus:
- La Divina Athena sta facendo miracoli su miracoli - .
- È stanca, non potrà reggere per molto senza un nuovo corpo - dice Hyoga, serio.
Cade nuovamente il silenzio. Ermes sa, sa che Athena non potrà
reggere quel peso troppo a lungo e che resuscitare i suoi Cavalieri
proteggendoli poi nelle battaglie potrebbe indebolire il suo immenso
cosmo. Così, fa una cosa inaspettata.
Il primo ad accorgersene è Mu, che si volta e straluna gli occhi: - Divino Ermes, ma voi- - .
Anche gli altri si voltano, mentre uno degli scrigni dorati inizia a
pulsare violentemente; ma nessuno dei presenti se ne accorge,
perché i loro occhi sono tutti per il dio.
- Aiuterò Athena a far risorgere i suoi Cavalieri - è la
risposta del Divino Messaggero, che intanto sta espandendo il proprio
cosmo, - e vi dimostrerò che quasi quanto voi tengo alla
disfatta della spedizione degli Argonauti - .
Tra i Bronze, Seiya è quello più stupito: mai si sarebbe aspettato una tale collaborazione.
E finalmente lo scrigno d’ora pulsa ancora più prepotentemente, attirando finalmente l’attenzione.
Quello scrigno.
È quello scrigno.
Tutti spalancano la bocca, incapaci di articolare anche una sola parola.
- Cavalieri! - li richiama
Ermes mentre lo scrigno inizia a prendere il volo. - Oggi un Cavaliere
di nome e fama formidabili rinascerà. Ammirate! - .
E lo scrigno, velocissimo, si trasforma in un accecante fascio di luce e vola via, verso l’alto, verso la sua Casa, quella Casa.
Casa della Vergine.
Death Mask adagia Shura contro una colonna, cerca di capire il suo
stato d’animo, ma la sua espressione è assente. Rinvenuto
è rivenuto, eppure è ancora troppo debole per parlare. I
suoi occhi ciondolano prima a destra e poi a sinistra, senza una meta.
Death Mask non sa proprio che fare: se non aumenta il passo Shura
morirà o alla Casa dello Scorpione o a quella del Sagittario.
Deve muoversi.
- Shura? Shura, mi senti? - Gli dà qualche schiaffo, ma Shura non reagisce. È perso.
- Uhm- - .
- Shura, cazzo, non posso portarti fino al Grande Tempio: rischi di
morirmi tra le braccia ed è una cosa che voglio evitare! - .
- Uhm- - .
Death Mask gli ha già fasciato l’intero braccio con alcuni
brandelli della canottiera, ma il sangue continua ad uscire a fiotti ed
allora si trova costretto a cambiare le fasciature. E mentre lo fa
sente delle voci, voci che provengono dalla parte più interna
della Casa:
- Da questa parte! Da questa parte!, dobbiamo guardare ancora qui! - .
Cazzo. Sono Argonauti. Death Mask non sa cosa cercano, eppure non arde dal desiderio di saperlo.
- Uhm- Death, io- - .
- E taci, Shura - lo ferma Death Mask inginocchiandosi davanti a lui e
continuando a fasciare le ferite. - Cazzo, quando non devi parlare
parli? Non ti facevo così stupido - .
Shura accenna ad un sorriso. - Uhm… sì, sono stupido… fidarmi di te, poi- - .
- Taci dannazio- - .
- Ma chi abbiamo qui? - Una voce lo canzona da dietro, allora Death
Mask si volta, preso alla sprovvista, ed è costretto ad alzarsi
in piedi per assumere una posizione di difesa.
Davanti a lui ora ci sono cinque uomini. Argonauti, scommette. Sbuffa, mentre Shura accenna ad un movimento col capo.
- Siete due Cavalieri di Athena? - chiede uno, e poi i suoi occhi
guizzano sul Cavaliere del Capricorno: - L’uomo che stai
proteggendo… è lui che ha affondato Argo? - .
- Non vi interessa - scandisce bene Death Mask facendosi minaccioso. - Prima dovrete vedervela con me - .
- Con te? - ripete un altro, sghignazzando.
Da dietro una colonna appaiono altri cinque Argonauti.
- Arrenditi - riprese l’uomo che poco prima ha parlato. - Siamo in maggioranza. Andresti incontro ad una morte certa - .
Death Mask dà l’impressione di desistere un poco, ma non
indietreggia; allora uno degli Argonauti si lancia per attaccarlo, ma
sorprendentemente il suo attacco va a vuoto.
Ora, infatti, una corazza dorata riveste Death Mask, rafforzando ancora
di più il suo cosmo e rendendolo più minaccioso di prima.
L’Armatura del Cancro, accorsa in suo aiuto, rifulge di
splendenti bagliori:
- Vi conviene non avvicinarvi - li riprende poi il Cavaliere del
Cancro, - la mia Armatura mi proteggerà e per voi sarà
impossibile anche solo scalfirla - .
L’Argonauta che poco fa ha tentato di attaccare trattiene un
ghigno di sorpresa: - Maledetto! - urla comunque, ed insieme ai
compagni scatta verso il Cavaliere.
Death Mask sa di non poterli atterrare tutti, ma lancia comunque il suo
Sekishiki Meikaiha nella speranza di rallentare il loro attacco. Ad
intervenire, però, esplodono anche altri due cosmi
riconoscibilissimi.
I dieci Argonauti vengono proiettati all’indietro, finendo contro
la parete, e solo in quel momento dal bagliore generato dai tre
attacchi appaiono Kanon e Saga; il primo corre a constatare la
condizioni di Shura, mentre il secondo si avvicina a Death Mask:
- Death - lo chiama poi, e lui sbigottito si volta:
- Che ci fate voi qui? - .
- Siamo intervenuti appena in tempo - .
- Potevo sconfiggerli anche da solo! - si lamenta il Cavaliere del Cancro, e Saga scuote il capo:
- Desu, questi Argonauti vantano della protezione divina - .
Parole che lo allarmano; e infatti, voltandosi, vede che tutti e dieci
gli avversario si stanno rialzando. Allora sta zitto, guarda un momento
Shura:
Perché l’Armatura del Capricorno non interviene a proteggere il suo custode? Perché?
Ma non fa in tempo a chiedersi altro perché i dieci Argonauti si
gettano per contrattaccare, e quindi con Saga e Kanon è
costretto a combattere.
Angolo delle autrici
Gio:
allora, passiamo al commento: capitolo un po' più lunghino, come
avete potuto constatare! In primis, assistiamo alla comparsa di Death e
Aldy, e che dire, era ora! Death è il solito scaricatore di
porto, le parolacce stanno pure bene se dette da lui! ^^ Non ama fare
il sentimentale, verissimo, ma io e mia sorella siamo sicure che quando
un compagno è in pericolo, allora in Death si risveglia un'altra
parte del carattere, quella del dovere. E quindi eccoli, diretti
all'ultima Casa... chissà se ce la faranno...
Avete
anche assistito allo scambio di battute fra Giasone e Echione - figlio
di Ermes sul serio! ;) - e al piano degli Argonauti.
E allo scontro tra i Dioscuri e i nostri gemelli, pure!, con tanto di due Galaxian Explosion e una specie di abbraccio finale!
Ermes ha
richiamato le Armature per aiutare i Cavalieri - anche se una parte di
noi dice che l'ha fatto per zittire quel cretino di Seiya.... xD -, e
quale sarà lo scrigno???? Boh! ^^ - scomesse aperteeeeeeee xD -.
Lasciamo
Desu - in giapp. significa "morte", poi dipende perché ci sono
molte parole con questo significato - , Saga e Kanon alle prese con gli
Argonauti per proteggere il nostro povero Shura stremato... e Fede
risponderà alle recensioni!
prossimo capitolo: le lacrime del peccatore (scommesse aperte!!!! xD)
charm_strange : ciauuuuu!!
Sindrome del kamikaze??? Ma il gesto di Shura è cavalleresco!!!!
*______* Avrà altre fette di gloria, il nostro hombre....
**çççççççç**.
Ehm..... cooooomunque!, Kanon ha proprio un talento.... hai ragione,
oramai fa parte della sua caraterizzazione in questa fic! Saga faceva
il bastardo!!!!!!!, sapevo che qualcuno ci sarebbe cascato!
MUAHUHAUHA!!! Pensavi ad una frase strappalacrime da parte di Kanon??
Tranquilla... in questo capitolo, e nei seguenti, ne avrai! Laccento
giusto è "è", ma fa niente, non c'entra mica!!!!! ^^ E fa
niente anche il commento breve, l'importante è che sia
esauriente! Bacio! <3
Angel_Dark_Light :
ciauuuuuuuuu!!! Come si sono comportati??? UUuuuuhhhhhhhhh, sapessi!,
hanno fatto un buon servizio! (Frase moooolto ambigua xD).
Cooooomunque, vuoi un limone????? Ahahahahahahahahahaha l'ho capita!,
che genia! Milo, chissà chissà... qui stanno risorgendo
tutti..... xD Certo che cambia nazionalità, ogni tanto.... ed
allora.... goobye, see you next time!!!! Kisses! <3
sagitta72 : ciauuuuuuuuuu!!!!
^^ Kanon e Saga the best, non c'è che dire! U.U Come hai potuto
leggere Saga era un tantino troppo provato per un abbraccio, ma si
è impegnato a regalarne uno a Kanon... che pucci!, vederli
accoccolati superstiti fra le macerie!!!!! *____* Tranquilla, Shura
è vivo, come vedi! Un po' si suspence però dovevamo
metterla! ;) E poi stanno resuscitando tutti... chissà
chissà... xD PS. A Tremezzo non c'è il treno! XDDD, ergo
possiamo fare a Cammy quel che vogliamo! MUAUAUHAUAU!!! XD A presto,
bacio! <3
HigurashiShinko : ed eccola la
pazza!!!! Sarò breve perché già il capitolo
è più lunghino... allora... Shura ispira sacrificio,
dovere, audacia.... Una scena come quella non poteva mancare!!!! *____*
Un'altra delle tue stanze.... uhmmm.... quasi quasi entro anch'io....
xD Certo che Aphro non ti sopporta, eh! ^^ Usa pure Zellos... è
uno scarto umano... anzi, infernale! xDDD Attenta a Kanon, che poi
è geloso del suo fratellino.... *mode yaoi on*
**çççç** Allora, passaci anche queste
foto e il nastro!!!!!! ^^/////^^ NOI GRATISSSS!!!!! Bella foto,
Kanonnnnnnnn!!! Figurati che ho dovuto ricorrere ad un secchio per la
bava!!!!!!!!!!!! *sospiro sognante* xD E Kanon prigioniero.... uhm, che
bonazzo!!! E che ridere!, con la sedia!!!!!
Ahahahahahahahahahahahaahaahaha nulla da dire, sei mitica come sempre!
Un bacio! <3
KanondiGemini96 : Shura,
l'hombre del Grande Tempio, mica muore subito!!!!!!!!!! ;) Tranquilla,
il tuo messaggio riguardante i Dioscuri è arrivato chiaro e
forte! xD Deathy c'è, hai visto??? Piano piano... anche gli
altri... chissà! ^^ Death in costume??????? Ma mica era
nudista???? ^^Vedi, hai indovinato pure il titolo, che genia!
Dohko non è solo unico... Dohko è...
FIGOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
*ççççççççç*
Hai pienamente ragione, o cavolo adesso mi sciolgo.... xD Bacio! <3
Ai 91: Shuraaaaaaaaaaaaaa!!!
Donde estas??????? *in bagno!!!!! - ndr Shura / o.O Waaaaaaaaaaaaa in
bagnooooooooo!!!!!!! - ndr fan xD* Scherzi a parte, Shura non si merita
un'uscita di scena così prematura... assolutamente! NOn ci stai
più capendo nulla???? xDD Be', la suspence ci deve essere!!!!!
Allora preparati al prossimo, perchè muori! ^^ Bacio! <3
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Capitolo 21 *** Le lacrime del peccatore ***
21. Le lacrime del peccatore
Fede:
cucù!!!!!, ed eccoci al 21esimo dei ventisette capitoli della
prima parte di Dodekatheon... infarti assicurati, come al solito...A
voi! ;) Scusate il ritardo per quest’aggiornamento, ma
c’è stato un temporale e non ho potuto accendere
prima… xD
21. LE LACRIME DEL PECCATORE
Questo capitolo è di
Federica
E aspetta. Aspetta immobile Camus, Cavaliere di Aquarius, scrutando il lontano ingresso bagnato dai colori del tramonto.
È sceso anche lui.
Restare nella Sala oramai non ha più senso, e nonostante le
resistenze di Dohko per farlo desistere non si è lasciato
contagiare ed è finalmente intervenuto di persona. Non è
un caso che abbia scelto di proteggere la Casa dello Scorpione, la sua
Casa, certo che tra poco arriveranno i primi Argonauti. Ma non
potrà fermarli tutti, e lo sa bene. Il suo compito è
quello di trattenere almeno Giasone, se è salito con gli altri,
e Idmone, figlio di Apollo. Sì, proprio di Apollo. Già le
sue dita scricchiolano minacciose al solo pensiero di ucciderlo per
vendicarsi.
Eppure la vendetta non
è mai stata fra i suoi desideri, anzi, l’ha sempre
evitata. In questo momento, invece, sente l’incontenibile bisogno
di quel sentimento impuro; e dal momento che Apollo non può
averlo sotto mano, tanto vale che si vendichi su suo figlio, che non
c’entra assolutamente nulla con quello che è successo a
Milo ma che ovviamente è un avversario da distruggere al pari
degli altri. O quasi.
E così aspetta,
composto, quell’espressione fredda e distante che fa di lui il
temibile Signore dei Ghiacci. Ha avvertito i cosmi di Saga, Kanon e
Death Mask pulsare violentemente nella Casa della Vergine, ma sa di non
potersi muovere perché è pronto a scommettere che Giasone
sparpaglierà i propri uomini ovunque, a breve. Quindi non
può far altro che attendere.
E poi sente anche il suo, di cosmo. Ermes si sta impegnando per riportarlo in vita… Non deve essere facile…
- Camus? Camus! - .
La voce di Kanon lo strappa
a questi pensieri. Alza gli occhi e vede che nella luce del tramonto
avanzano tre Cavalieri, uno dei quali sorregge un quarto. Va loro
incontro e si fermano poco distante dall’ingresso.
- Un… momento…
- Saga adagia contro una colonna il corpo di Shura, facendo attenzione
a non fargli del male, e Camus si inginocchia appoggiando una mano
sulla fronte del Cavaliere ferito:
- Cosa è successo? Queste ferite sono state causate da...?- .
- È stato lui ad
affondare Argo, dovresti sapere - spiega Kanon, con lo sguardo saldo. -
Gli Argonauti lo stanno cercando. Lo vogliono morto. Lo abbiamo difeso
alla Casa della Vergine, abbiamo ucciso gli uomini di Giasone che
stravano scendendo. È molto grave, non sappiamo se faremo in
tempo a portarlo sino alla Sala per le cure. Ci diamo il cambio per
trasportarlo, ma non è semplice. In più la sua Armatura
non interviene... e non capiamo perché - .
- Non avete tempo da perdere - s’affretta Camus. - Tra poco qui arriveranno altri Argonauti - .
- Mi fermo io qui con te, Ca- - .
- No, Death Mask. Shura ha
bisogno di arrivare di corsa in cima, quindi dovete rimanere in tre.
Ascoltate, io bloccherò la strada a Giasone e Idmone, se sono
ancora in vita. Non potrò di certo trattenerli tutti. Voi dovete
correre, correre più in fretta che potete: se vi raggiungessero
sarebbe la fine sia per voi che per Shura. Avanti -, e fa un cenno in
direzione di Kanon.
Kanon solleva delicatamente
Shura e se lo carica sulla schiena accomodandogli la testa sulla spalla
sinistra, manovra a cui assiste Saga, per permettere al fratello una
presa più resistente possibile.
- Lo Scettro
dov’è? Kanon strada facendo mi ha detto tutto quello che
c’è da sapere - si getta Death Mask, con il respiro corto
per via della corsa. Camus gli lancia un’occhiata e si rialza:
- Lo tiene d’occhio
Ermes. Anche per questo Dohko non vuole che troppi di noi scendano in
battaglia… non si fida… - .
- Io non mi fiderei - si aggiunge Saga, diffidente. - È il dio dell’inganno e forse vuole ingannare anche noi - .
- Non penso. Ha richiamato
le Armature e per me è un chiaro segno di alleanza. Ma non
voglio perdermi in discorsi del genere, vi prego di continuare.
Resterò io a coprirvi, per quanto mi sarà possibile - .
- Va bene - Kanon annuisce e fa il primo passo per andarsene: - Grazie - .
Camus fa un cenno di
conferma e lascia che il trio con Shura si allontani di corsa verso
l’uscita. Ed ecco ancora il silenzio, i passi dei compagni che
pian piano vengono meno; e altri cosmi che si avvicinano.
Che cosa?? Sono già qui? Dannazione… non pensavo fossero così vicini…
Si ferma a pochi passi
dall’ingresso, al centro del corridoio, lo sguardo freddo e il
mantello bianco leggermente scosso dalla brezza. Già
nell’aria si ode l’elegante danza di incantevoli fiocchi di
cristallo. E difatti non appena il gruppo di Argonauti supera
l’entrata, tutti si arrestano irrigidendo i muscoli.
Un Cavaliere di Athena. Un
uomo dal raffinato portamento li scruta felino, le pupille immobili in
fredde iridi senz’ombra. Sembrano desistere.
- Ordunque ? - li
pizzica sottile, alzando un sopracciglio con un gesto squisito. - Vi
fermate dinnanzi ad un solo Cavaliere? - .
La sua freddezza. La sua
sola freddezza incute timore. Alcuni dei guerrieri indietreggiano, ma
uno di loro stringe i pugni e fa un passo avanti, ergendosi fiero: -
Chi sei tu per fermare una spedizione divina? Scostati! - ,
- Il mio nome è
Camus, Sacro Cavaliere di Aquarius - è la serafica
risposta. - Tu sei Giasone, comandante di Argo? - .
- Sì, sono io. A
quanto pare siete riusciti a fuggire dall’Olimpo… e i
cosmi che si avvertono ci fanno indovinare che non sei l’unico
Saint in vita… Chi vi ha aiutato?, è ora che qualcuno ce
lo dica - .
- Ermes - lo accontenta
placido Camus, chiudendo gli occhi, - il Divino Ermes - Fa guizzare lo
sguardo verso il gruppo e nota un velo di sconcerto e furore sul volto
di uno degli Argonauti; ma non parla, perché interviene Giasone:
- Echione, non fiatare. Quest’uomo mente - .
- Echione? Il figlio di
Ermes, a quanto so. Io non mento - Il Cavaliere scuote il capo,
falsamente sconsolato. - Mi dispiace, la menzogna non rientra nei miei
difetti. Echione… sei stato tradito da tuo padre, non ho nulla
da aggiungere a riguardo - .
Ed Echione non risponde. Lo stupore è così tanto da annullare ogni sua reazione. Giasone digrigna i denti:
- So che non menti. Avverto
anche il cosmo del Divino Ermes… ma ancora non capisco
perché si sia schierato con dei buoni a nulla come voi - .
- Buoni a nulla? - Camus
sfodera un sorriso malizioso. - Capisco… hai voglia di morire.
Chi è di voi… -, e i suoi occhi passano in rassegna il
gruppo, - …Idmone, figlio di Apollo? - .
Per un momento cala il
silenzio, le ultime parole del Cavaliere si perdono
nell’atmosfera immobile. Ma poi un uomo avanza, affiancando un
Giasone senza parole: - Sono io - .
- Bene - Il Saint sembra
rilassarsi e questo suo comportamento fa irrigidire ancor di più
gli Argonauti. - So che non posso trattenervi tutti. Voglio che con me
rimangano il vostro comandante… e Idmone. Nessun altro - .
I guerriero si scambiano
occhiate sospette, cercano conferma negli occhi di Giasone; e questo,
dopo un momento di indecisione: - E sia. Eracle, figlio di Zeus, ti
lascio alla guida dei tuoi compagni - .
Un gigantesco guerriero alto
oltre due metri annuisce grave sotto allo sguardo indagatore di Camus,
e fa segno agli altri Argonauti di seguirlo. Passarono di fianco al
Cavaliere senza guardarlo, come senza guardarli il Saint li fece
passare. E si allontanano.
- Giasone… -
incomincia saldo Camus, ad occhi chiusi, - sono proprio curioso di
sapere cosa sai fare. Ed Idmone… nutro un certo interesse per te
- .
- Se non sbaglio non ci siamo mai incontrati - .
- Oh… ma io conosco
tuo padre… da molto vicino. Diciamo che ho un conto da chiudere.
Ti dispiace se me la sbrigo con te? - .
Idmone gli lancia un’occhiata infastidita: - Hai fatto un torto a mio padre? - .
E Camus, inaspettatamente,
si esibisce in una risata cristallina: - Ah!, tale padre tale figlio.
Papà di qua… papà di là… mi fate
veramente ridere, voi figli degli Olimpi. Ti prego, cerca di valere
qualcosa di più di Apollo… - .
- Che cosa?? - .
- Hai sentito - .
- Certo che sei proprio bastardo, Cavaliere - .
Il Saint sfodera un
sorrisino malizioso: - Chissà… ti sto infastidendo
così tanto, Idmone? Allora passiamo ai fatti… e vediamo
se da tuo padre hai ereditato anche la codardia - .
- Un momento… aspettate - Kanon si ferma all’ingresso della Nona Casa e fa scivolare Shura contro una colonna.
Saga sgrana gli occhi: - Kanon, ma che hai in mente? Gli Argonauti saranno qui a momenti, non possiamo fermarci! - .
- Ra… - è il
rantolio che gli giunge alle orecchie, e abbassando gli occhi nota che
il Cavaliere del Capricorno tenta a fatica di alzare le palpebre.
- Accidenti! - esplode Death Mask, - ti sembra il momento di rinvenire, Shura? La tua coscienza va e viene! - .
- …gazzi… lasciat… - .
- No - Kanon ferma le sue
parole sul nascere. - Sei pazzo?, non ti lasciamo. Giasone e i suoi
uomini ti vogliono morto, e noi non vogliamo perderti - .
- Non… non
arriveranno subito - Shura si pulisce il fiotto di sangue che gli ha
bagnato il mento. - Devono… controllare… la Casa di Milo,
prima - .
- Non è un motivo per fermarci. Avanti, Death, tocca a te - .
Death Mask obbedisce a Saga
e fa per sollevare il Cavaliere ferito, ma quello si scosta un poco,
contrario, negando freneticamente con il capo:
- No… state perdendo tempo. Non riuscirò ad… arrivare… fin lassù… - .
- Piantala di fare lo scemo
- lo ammonisce serio Kanon. - Avanti, non farci usare la forza - Alza
lo sguardo e guarda fuori, in fondo: - È sera, oramai. Prevedo
una notte insonne. Il cosmo di Camus sta già bruciando con
violenza - .
Shura alza gli occhi ciechi
e scruta in lontananza. Il suo respiro è sempre più
corto, ad intermittenza, e il suo corpo ricoperto di ferite grondanti
sangue scarlatto. Si appoggia sulle mani, forse desideroso di camminare
sulle proprie gambe, ma Saga se ne accorge e accucciandosi lo prende
per le spalle, finendo in una sorta di spasmodico abbraccio:
- Shu…? - .
E la testa del Cavaliere del Capricorno ciondola un attimo prima di cadere in avanti, sul petto del compagno.
- Shura? - Death gli
appoggia due dita sulla giugulare, lo scuote un poco, poi
sospira: - E cazzo, ma perché ogni volta che sviene mi dà
l’impressione di morire? - .
Kanon scuote il capo.
- Avanti, smettila di fare il cretino. Muoviamoci -, e fa per muovere
un passo; ma in quel preciso istante una voce nasce dal profondo del
corridoio che si allunga dinnanzi a loro:
- Shura ha ragione, non farete in tempo - .
Dei passi. Dei passi
cadenzati riecheggiano sulle pareti. I tre si voltano, presi alla
sprovvista: un fuoco dorato si avvicina, lento e maestoso, un fuoco che
ricopre la figura di un uomo. Di un Cavaliere di Athena.
- Morirà prima di raggiungere la sua Casa. Quindi… lasciate che vi aiuti - .
Ancora quella voce. I passi si fermano.
Il cosmo si dilegua in soffi d‘argento, rivela un’Armatura.
Il miraggio di grandi e fiere ali d’oro, di un ricordo, di un mito indissolubile.
Di quel Cavaliere.
Manca qualche battito. Il silenzio, abbracciato dal tenue riflesso di quel cosmo ardente, sa del nulla.
Death Mask fa un passo
indietro, Kanon lancia d’istinto un’occhiata al fratello; e
lui è lì, fermo, immobile, gli occhi sbarrati e tremanti,
quel giustificabile velo d’incredulità e sconcerto sul
volto. La sua bocca semiaperta vorrebbe articolare parole di silenzio.
…tu??
Tu… sei vivo?? Il tuo sguardo pesa… è un macigno
irremovibile… Eppure non riesco a non guardarti… io non
posso non guardarti… Aiolos…
- Saga… - sillaba la sua voce. La sua.
Saga non risponde. Le corde vocali gli bruciano, si stanno annodando. Fanno male. Un male incolmabile.
Gli occhi di Aiolos guizzano
su Kanon e Death Mask. Solo quello sguardo, solo quello basta per
parlare. I due stanno in silenzio, scivolano piano via dalla colonna e
lo superano senza dir nulla. Semplicemente non parlano e si
allontanano, come è stato loro chiesto. Le parole, in quel
momento, non possono permettersele perché sanno che Aiolos non
vuole sprecarle con loro. No, vuole regalarle a lui.
E aspetta che siano
abbastanza lontani, il Cavaliere di Sagitter, per poi avvicinarsi a
passi lenti. Anche l’ultima scintilla del suo cosmo va
spegnendosi. Saga, come un automa, lascia Shura alla colonna e si alza
piano, vertebra per vertebra, sempre fissandolo dritto negli occhi.
Sono vicini. Terribilmente vicini, troppo vicini.
Aiolos osserva ogni ombra
del suo volto senza parlare seppur le sue labbra tremino. Se è
per le parole o per le lacrime Saga non lo sa, e sinceramente non muore
dalla voglia di saperlo; sa solo che nei suoi occhi scorge ombre di
malinconia ed anche di rabbia, quella rabbia che ha scorto anni fa
durante la Notte degli Inganni. Quanto vorrebbe parlare… ma la
paura di piangere non glielo permette…
Sei qui
davanti a me… come tanto tempo fa… Mi sembrano passati
millenni, Aiolos… ma perché?, perché non vuoi
vendetta? Cosa spinge questa tua sicurezza, questa tua calma?
Parlami… ti prego… io ancora non ce la faccio…
- Saga - .
- Aio…los- - .
Aiolos abbassa lo sguardo su Shura, lo fissa. E poi, in tono saldo: - È ferito gravemente - .
- Sì - .
- Lo porterò io alla Sala - .
- Aiolos… - .
- Sì? - .
- …grazie… -,
e i brividi, quei dannati brividi gli feriscono l’anima. Sa cosa
sono, eppure vuole mentire a se stesso per paura di sembrar debole. Ma
Aiolos non ha intenzione di lasciarlo solo, tanto che nelle sue iridi
passa un fremito fatto di lacrime:
- Per cosa, Saga? - .
- Probabilmente…
probabilmente non merito il tuo perdono, eppure… sento che me
l’hai concesso. E ti giuro che è… bellissim- - .
- Sst - Aiolos non vuole
farlo finire per risparmiargli il pianto che già gli annoda la
gola. Gli appoggia la mano su una spalla, sente il suo brivido. Inclina
di poco il capo, le sue fiere ali d’oro si smuovono un poco: -
Tranquillo… ti ho già perdonato da tempo. Shura…
-, abbassa gli occhi, un velo di malinconia annuncia un suo mezzo
sorriso, - …è ferito. Sta morendo, e io devo salvarlo per
concedergli il mio perdono. Me lo permetti… amico mio? - .
Saga si sente ferito, si
sente pugnalato. Si sente morire. Quelle parole, quelle due ultime
parole gli hanno ucciso l’anima. Preme le labbra, non vuole
parlare; non vuole piangere. Così annuisce, in silenzio, un
solo, deciso cenno col capo per strappare un ringraziamento implicito
da quello sguardo maledettamente sincero. Aiolos non dice altro, sa che
ci saranno altre occasione per spiegare. Passa le braccia sotto Shura e
delicatamente lo solleva a peso morto lasciandogli le gambe a penzoloni.
Sembra morto. Se non fosse
per il timido fremito che gli scuote il petto e per i mormorii
silenziosi delle sue palpebre, lo riterrebbe oramai senza vita. Lo
guarda profondamente, cercando di strappargli i pensieri che dettano
quel suo ghigno doloroso sul volto stremato, poi gli alza un poco il
capo e gli sfiora la fronte sudata di agonia con la carezza di un bacio:
- Shura… io ti salverò… non ti lascerò morire… Se vorrai volare con me… - .
E Shura sa. Sa chi lo ha
sollevato perché una lacrima, una sola, un rivolo impregnato
di sangue scarlatto gli fende la guancia. Apre un poco le labbra
secche, vuole parlare, ma Aiolos non glielo permette perché
irrigidisce le braccia quasi stringendolo in quell’abbraccio un
po’ imbarazzato che si regala solo ai bambini. Ma
quest’imbarazzo è commovente, profuma di perdono, e Shura
in fondo sa anche questo perché un mormorio si affaccia appena
sulle sue labbra:
- Aio- - .
- Tranquillo - Aiolos gli impedisce così di parlare e si rivolge a Saga, guardandolo serio: - Voi cosa farete? - .
- Non possiamo scendere ad
aiutare Camus, se trovassimo gli altri Argonauti sulle scalinate
sarebbe rischioso - risponde Saga, evitando il suo sguardo chiaro. -
Penso… penso saliremo - .
- Fa’ come ti dice il cuore. Io… mi fido di te. Guida gli altri, so che è questo il tuo compito - .
- Aio- - .
- Adesso basta -, ma sul
volto di Aiolos c’è un'espressione quasi divertita. -
Volete entrambi già farmi perdere la pazienza? - .
A Saga sfugge l’ombra di un sorriso:
No, Ros… solo… vorrei dirti così tante cose…
- Va’ - gli concede
quindi, scostandosi dall’ingresso. Il Cavaliere di Sagitter gli
lancia un’ultima occhiata, muove i primi passi verso
l’uscita, e una volta fuori le sue maestose ali d’oro si
stendono fiere in aurei bagliori. Attorno, una brezza profumata
d’infinito.
Aiolos…
so che ci parleremo ancora. Per ora mi accontenterò di vederti
volare in un cielo di tempesta. Ma presto, presto, Cavaliere….
ti ringrazierò da amico
E Saga lo osserva mentre si
dà la spinta con una gamba e con eleganza spicca il volo,
tenendo a sé Shura e puntando dritto al tempio della Sala.
Angolo delle autrici
Fede: eccomi per il solito commentino!!! Camus è
intelligentissimo, finalmente qualcuno ha capito che restar su è
inutile... però pensateci, voi che fareste se foste alleati di
Ermes, il dio dell'Inganno?? Accidenti, io sinceramente non lo lascerei
da solo... xD
Camus VS Giasone ed Idmone... qui si fa interessante. Idmone, figlio di
Apollo, ha proprio pelle do Pollo!!!! Come il padre... d'altronde Cam
ha ragione, tale padre tale figlio.... ahahahaahaahhahahaha che genio! ^^
E Aiolos... spero non siate morti di infarto, nel prossimo finalmente
vedremo uno sviluppo che chiedevate da tempo.... e anche lì
siamo abbonate al finale aperto! (a parte che indovinerete.... xD). "Le
lacrime" non possono che essere di Shura... ma anche Saga ha avuto il
suo siparietto, e chissà se il suo pensiero finale non si
avveri, un giorno! "Ma presto, presto, Cavaliere…. ti
ringrazierò da amico..." ^O^ che dolceeee! Adesso la smetto
perché mi sembra oramai di recensire un mio capitolo xD.
Di seguito le risposte di mia sorella alle recensioni.... Kiss <3
Prossimo capitolo: Iniuriae poenae repetentur (mi dispiace solo per chi non conosce il latino.... e scommesse come sempre aperte! ^^).
Angel_Dark_Light : come
hai letto purtroppo non è Miluccio... Miluccio è l'unico
che manca all'appello, ora... ma chissà, se solo magari tu
sapessi il latino... xD. Alloooooora, si dai, apriamo un cabaret!!!
Shura! SHURA che balla il flamenco, il tango, il paso doble.... *O*
Lasciamo stare... sono già drogata di mattina... ^^ Verissimo,
la camomilla l'abbiamo bevuta dopo il tuo capitolo.... ma non siamo qui
per parlare di questo, altrimenti ti minac- , ehm, coccolerei troppo!
xD Kiss! <3
KanondiGemini96 : Shuraaaa!!!!
*O* Ma povero, adesso vedi che si salverà grazie al micetto OGM
Aiolos??? Povero Jason, già già... chissà come se
la cava contro Cammy.... gli congelerà il culo... XDDDD Lascia
stare, era una mia idea.... Bel soprannome!!!!! Farebbe cascare
le palle a tutti, hai ragione, e in più pure Ermes incomincia a
rompersi i cosiddetti a causa sua.... ^^ Sì sì,
Death è nudista!, ho le proveeee!!! *sventolo foto poco caste*
GRATISSSSS!!!! XD Per Aiolia vedrai presto che accade... tra qualche
capitolo, chissà... chissà se tornerà con i suoi
compagni o resterà dalla parte di Ares! ^^ Bacio! <3
PS. Mako, vai a rifarti le unghie! ^^
HigurashiShinko : ed eccoci alla pazza!!!! Cioè, povera, poooooovera, Shinko.....
Death: come l'hai chiamata, scuuuusa????
Io: no, niente, lascia stare...
Death: osa toccare la mia consorte e vedi che fine fai!
Io: *me ne vado con la coda tra le gambe...* xD
Allora, hai visto che è arrivato Death??? E i suoi doveri non
sono ancora finiti... xD Io ti consiglio... di essere violentata,
sì. Non hai la certezza di uscire viva, ma chissà che
esperienza!!!!! *OOOO* Grazie per il tuo appello, idea veramente
originale!!!! Manca solo Miluccio, eh??? E chissà.... se tu
sapessi per caso il latino... xD Deathy, scherzi a parte, tira fuori il
sentimentalismo solo con Shura e Phro... è trooooooooppo
kawaii!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! *&* (scusa, mi invento le
faccine... ^^). La Giasone/Echione, eh?? Quasi quasi la scrivo...
*çççççççç*
Secondo me stanno benissimo assieme! Il tentato abbraccio di Saga....
eeeehhhhhh, speriamo abbiano un'altra occasione per fare i pucci!!!!!
xD Non sei solita fare scommesse??? Di Aiolia arriverà il
momento... di Ermes pure... chissà se riusciremo a strapparvi
qualche lacrimuccia, fra poco... <3 Bacio!
sagitta72 : hai indovinato....
se Kanon ha una passione per i riassunti, tu la hai per le scommesse!
Complimenti! Sì, volevamo depistarvi... e chissà se
riuscirai ad indovinare anche il prossimo capitolo... eheh... magari
Cammy.... Okay, sto zitta! ^^ Death tiene all'amicizia, nonostante
tutto, soprattutto con Aphro e Shura. Questo abbiamo voluto
sottolinearlo con l'incontro sulle scalinate... *OOOO* Che
cariniiiiiiiiiiii e coccolosiiiiii!!!!! ^^ E i due geminazzi....
*ççççççççç*
KAWAIIIIIi!!!!! Bacio! <3
Ai91 : Shura si salverà... tanto vale dirlo, dato che lo salva il suo amour Aiolos.....
cit: "Addio mondo crudele!!! +_+ nd shura"
Questa parte fa troppo ridere! Ahahahahahaa sei la solita, Ai! ;) Mu
non fa nulla??? Adesso vedi... tra due capitoli circa, chissà
che combina... (frase mooooolto ambigua... xD). Eeeehhhh, che fine ha
fatto Shaka? Ne sapremo qualcosa alla fine, anche se tutta la
verità del duello e le conseguenze si vedranno nella seconda
parte di Dodekatheon. Bacio! <3
lovearmony : ed eccoti! Ci ha
fatto piacere il tuo commento, se si legge bisognerebbe saltar fuori
come hai fatto tu! Grazie per i complimenti! *commosse* xD Non è
Miluccio, ma nel prossimo.. nel prossimo capitolo, ohibò!, che
accadrà??? xDD Sì, sono crudele.... Il perché
l'Armatura di Shura non interviene si saprà tra poco... ^^
Bacio! <3
charm_strange : cavolo, hai
indovinato!!!!!! Brava!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Essì, Seiya qui ha
avuto un po' ragione: Ermes stava lì a far niente e per una
volta do ragione a quel maleducato del ronzino xD. Ma dopo aver
riportato in vita Ros... che mi dici di Ermy?? *W* Oh cielo, a me
piace un sacco! L'incontro tra Ros e il fratello??? Ehehehehehehe...
chissà se accadrà.... e come... e quando... Solo non
vogliamo correre con la storia e preferiamo tenervi un po' di
suspence.. ma chissà... ^^ Shura ce la farà... con
l'aiuto di Ros arriverà finalmente in cima.... ma Death e i
gemellini??? E Camus??? Che faranno???? Eeeehhh... sapessi! ^O^
Purtroppo ad Aldy abbiamo riservato un bel posto nella seconda
parte di Dodekatheon, quindi ti toccherà aspettare! ^^ Eeeehhhh
il talento per le chiusure... è il nostro forte!!! E
chissà il prossimo come si chiuderà... XD Athena, senza
un corpo ma a cosmo libero (suona strano ma non so come dirlo...), ha
fatto moltissimo, hai ragione!!!! E adesso, l'ultima fatica... manca
Milo all'appello... Ermy e Athena riusciranno a farlo risorgere??
Contando che si trova all'Olimpo non sarà semplice... ma mai
dire mai, no? ^u^ Ah, sì, pardon!, gli accenti sono giusti! Solo
non avevo capito, sai, io con la mia testa! XDD Death avrà altro
spazio... ehehehehe, il bulletto del Grante Tempio non può
mancare! Bacio <3
ALLA PROSSIMA!!!!!!!!!!!!
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Capitolo 22 *** Iniuriae poenae repetentur ***
22. Iniuriae poenae repetentur
Gio:
zalveeeeeeeeee!!!!!! Alluraaaaa, oggi sono di buonumore (squillo di
trombe xD), quindi non vi tratterrò a lungo in questa
presentazione di questo capitolo... vi basti sapere che non è un
capitolo molto "pulito"... nel senso, c'è "rosso"... MUAHAHAHA!!! Ok, basta, non dirò altro!
DEDICATO A
Sagitta72, perchè ha postato la 100esima recensione di questa fic.
Grazieeeee Gianduiaaaa!!! ^_^ In questo capitolo c'è Cam, sìsì... xD
22. INIURIAE POENAE REPETENTUR
Questi capitolo è di
Giorgia
Silenzio alla Casa dello Scorpione. Solo quello.
Camus tiene gli occhi
chiusi e anche se non guarda assolutamente i nemici, la sua mente
è concentrata sui loro cosmi; nel palmo destro semiaperto
danzano cristalli di morte.
Giasone ed Idmone fanno per avvicinarsi, ma un gelo inaspettato pervade improvvisamente la casa.
- Vi conviene non
avvicinarvi - li canzona allora Camus, sempre senza guardarli, - e vi
conviene non alzare anche un solo dito in questa Casa - .
Giasone trattiene un ghigno: - E se lo facessimo? - .
Sul volto inespressivo di Camus appare un sorriso di scherno. - A meno che voi non siate pazzi, non lo fareste di certo - .
- Noi non siamo pazzi - interviene allora Idmone. - Siamo qui per ordine di Zeus - .
- Allora è lui il pazzo - .
Giasone sgrana gli occhi, stringe i pugni: - Cosa? - .
- Certo che siete proprio sordi, voi. Hai capito - .
Il comandante di Argo non
riesce più a trattenersi: con uno scatto felino balza in avanti
con l’intenzione di colpire Camus, il quale però non si fa
sorprendere e con altrettanta agilità si scansa.
- Che Cavaliere sei? - lo riprende allora Giasone, - eviti lo scontro? - .
Camus alza di poco il
braccio destro e una sfera di cosmo nasce sul palmo aperto della mano:
- Non volete proprio capire, allora - La sua voce trema di rabbia, -
non voglio insozzare questa Casa con il vostro lurido sangue blu. Mi fa
ribrezzo - .
Parole che infervorano gli
animi dei due Argonauti, che subito si lanciano ad attaccare; ed in
quell’attimo che precede l’inevitabile scontro, Camus dopo
aver sussurrato un “mi dispiace, Milo”, spicca il volo,
riesce a sorprendere Giasone e gli stampa un potente calcio nello
stomaco. Così il comandante degli Argonauti è proiettato
all’indietro e non riuscendo ad evitare la rovinosa caduta
sfreccia sul pavimento fino a fermarsi a parecchi metri di distanza.
Ora Idmone. Idmone lo sta
per centrare con un pugno, ma Camus lo evita ed atterra con eleganza;
non fa in tempo però a voltarsi perché Giasone lo
raggiunge e preparando una sfera cosmica gliela pianta in pieno petto.
Dolore lancinante. La potente onda d’urto creata
dall’avversario lo costringe a retrocedere, ma non perde
l’equilibrio e quasi pattinando sul pavimento carica il suo
Diamond Dust concentrando gran parte del proprio cosmo.
Il colpo inghiottisce ogni cosa si trovi sulla sua traiettoria, il gelo cade e le pareti della Casa iniziano a ghiacciare.
Giasone riesce a scansarsi
appena in tempo per non venir travolto dalla devastante tecnica e prima
di riprendere ad attaccare prende qualche secondo di pausa; secondi che
Idmone sfrutta invece per sorprendere Camus, il quale non accorgendosi
del suo intervento si trova schiacciato contro una colonna con il
figlio di Apollo a fiatargli sul collo:
- Cavaliere, il lurido sangue che insozzerà questa Casa sarà il tuo, non il nostro! - .
Camus non fa in tempo a
reagire che Idmone inizia a colpirlo ripetutamente allo sterno e allo
stomaco quasi privandolo del respiro. Non può muoversi, è
costretto a sputare sangue dalla bocca e le sue gambe tremano e
minacciano di afflosciarsi davanti ai colpi ben assestati
dell‘Argonauta, che non ha pietà, no, non si fa problemi a
sporcarsi le mani. Nonostante l’Armatura, i polmoni iniziano a
fargli un male terribile ad ogni respiro.
Di certo non è come il padre
Sente i sensi venirgli
sempre di meno, la coscienza scivolare in un baratro scuro senza fondo,
ma quando chiude gli occhi riesce a trovare un appiglio: il suo
sorriso.
Non può
assolutamente permettere che quel sorriso si spenga, non può
assolutamente permettere di lasciar scappare Giasone ed Idmone.
Deve… reagire.
Devo… reagire
Giasone lancia
un’occhiata ad Idmone, quello gli fa intendere di lasciarlo
lì, con il Cavaliere, avrebbe lui sistemato quell’uomo.
Per cui il comandante annuisce, inizia a correre verso l’uscita
della Casa; ma fa appena in tempo a lasciarsi alle spalle il compagno
che Camus sembra ridestarsi, e con un colpo preciso scaraventa Idmone
lontano da sé, contro una colonna, anche oltre. Contro la parete.
Giasone fa appena in tempo
a voltarsi che una luce accecante lo divora, costringendolo a chiudere
gli occhi. La voce di Camus esplode da chissà dove:
- Non ti lascerò passare, Giasone! - .
Silenzio in tutta quella luce; poi, l’impatto:
- Diamond Dust! - .
Giasone urla, le ossa gli
si congelano in corpo e viene scagliato ad una velocità
incredibile contro la parete. E proprio quando cade sul pavimento mezzo
morto, la luce si dirada e Camus cade a gattoni: fatica a respirare,
Idmone colpendolo ripetutamente allo sterno gli ha mozzato il fiato.
Gli fanno male, i polmoni gli fanno un male terribile.
Non posso… Idmone… si sta alzando
Con la coda dell’occhio, infatti, vede il figlio di Apollo alzarsi, un rivolo di sangue che gli scivola dalla bocca.
- Uomo - inizia a dire
quello, un po’ piegato su se stesso per il colpo subito, - mi
costringi a non avere pietà… di te - .
A Camus scappa un sorriso
meschino. Si alza, sempre respirando a fatica. - Forse… non hai
ancora capito - Inizia a espandere nuovamente il cosmo.
Idmone alza piano le
sopracciglia, ha freddo; è ferito al braccio. - Vuoi provare un
attacco suicida? Non ci riuscirai… sei già agonizzante - .
Ma a Camus non interessa.
Deve portare a termine la sua missione, Apollo deve pagare e lo
farà dicendo addio al suo amato figlio.
Non parlano più. Non ci sono parole degne di essere pronunciate in quel momento.
Giasone è a terra, ferito e quasi incosciente, nessuno può più intervenire.
Idmone espande il proprio
cosmo, niveo, proprio come quello del padre; del padre ha anche
l’espressione, la fisionomia, i capelli, la corporatura.
Camus non può
aspettare oltre: con un ultimo, titanico sforzo abbraccia la propria
costellazione e le stelle sembrano esplodere al bruciare ardente di
quel cosmo dorato.
Idmone fa lo stesso, non ha paura di quella potenza quasi inumana. Deve battersi… battersi per suo padre.
Poi succede tutto in pochi
nanosecondi: tutti e due attaccano, Idmone scaglia una gigantesca palla
di cosmo mentre Camus la suo inimitabile Aurora Execution.
La Casa congela, il figlio
di Apollo ora si trova dietro al Cavaliere di Aquarius, la sua
velocità gli ha permesso di non essere visto.
Camus è ancora fermo, in posizione d’attacco, i palmi giunti e la testa incassata tra le spalle.
La voce di Giasone sembra sbloccare la situazione:
- I… Idmon- - .
Il tonfo del corpo del figlio di Apollo, ora riverso a terra, sancisce la fine del combattimento.
Giasone si alza lentamente,
ripresosi dal potente Diamond Dust, ma non osa avvicinarsi al Cavaliere
di Athena, ancora fermo; poi, improvvisamente, la potenza del suo cosmo
inizia a sciamare ed anche Camus è costretto a cadere a terra, a
gattoni.
Giasone respira lentamente,
le ferite che ricoprono il suo corpo mezzo congelato e una sensazione
di vuoto che gli libera la mente. Lentamente. Fatalmente. Ma non cade a
terra, no, riesce a rimanere in piedi.
Quel cosmo.
Quel cosmo lo sta
riscaldando, lo difende, gli dona la forza per muovere i primi passi.
Sa che il Cavaliere di Athena non si muoverà, la battaglia
lì non è ancora conclusa perché non è
nemmeno iniziata. Ma Giasone non c’entra nulla. Deve andarsene.
Supera Camus con attenzione, quasi non volesse ridestarlo dal sonno. Lo guarda:
No che non si alzerà
E ha maledettamente
ragione: Camus sembra accorgersi di lui ma non si muove. Fatica a
respirare, i suoi rantolii si fanno sempre più pesanti ed sangue
gli sgorga dalle labbra rosse.
Idmone lo ha colpito. Idmone lo ha colpito ed io non voglio accorciargli la magnifica agonia che precede la morte
Così Giasone se ne
va. Non guarda Idmone, no, lui è morto e non può
più essergli d’aiuto; e quando esce dalla Casa dello
Scorpione percepisce che il Cavaliere di Athena si sente solo.
Scoraggiato.
Camus si sente solo e scoraggiato. Sente il suo cosmo, quello di Apollo, iniziare a riscaldare l’Ottava Casa.
Finalmente Apollo si è scomodato. Sarà molto arrabbiato
È stanco, ha paura di non riuscire a vendicare Milo.
Io… devo alzarmi…
La testardaggine non lo
abbandona nemmeno in quel momento. Barcollante, stremato, riesce ad
alzarsi a quando si volta vede la figura del dio materializzarsi
davanti a lui.
Camus… Camus, i Cavalieri non temono nulla. Combatti
Entrano nella Casa
dell’Acquario con una velocità sorprendente. Da quando
Aiolos si è incaricato di portare al Grande Tempio Shura, Saga,
Kanon e Death Mask procedono con più velocità verso la
Tredicesima Casa.
Proprio nel cuore
dell’Undicesima Casa percepiscono il cosmo di Camus esplodere
come non mai, poi il vuoto. Non fermano la loro corsa.
Poi, un cosmo divino.
Kanon si ferma, costringe anche gli altri a farlo: - Apoll- - .
- Non c’è
tempo - sussurra Saga, - e ricordate Camus?, dal tono sembrava che
volesse vedersela da solo. Aveva previsto tutto - .
Kanon non lo ascolta: fa
per fare dietrofront, il Cavaliere dell’Acquario è debole
e non può lasciarlo morire. A fermarlo, il fratello:
- No Kanon - .
Kanon allora desiste.
Proprio in quel momento un flash annuncia un teletrasporto. Davanti a loro, dalla luce, appare la figura elegante di Mu:
- Ragazzi, eccovi - .
- Mu? - fa subito Death Mask. - Come diavolo hai fatto ad usare il teletrasporto? - .
- Ermes - è la risposta. - Sono riuscito a piegarlo alla mia richiesta - .
- Che ci fai qui? - Il tono di Saga ha un che di preoccupato. - Non dovresti essere alla Tredicesima Casa con gli altri? - .
- Non potevo starmene con
le mani in mano - risponde allora Mu, serafico come sempre. - Gli
Argonauti arriveranno tra poco e Aphrodite e Dohko non vogliono
muoversi - .
Saga e Death Mask non parlano. A farlo, Kanon:
- Mu, io mi fido di Ermes. Mai ci tradirebbe, me lo sento - .
- Meglio essere prudenti, soprattutto con l’osmio; l’ho donato a Dohko, per il momento lo terrà lui - .
- Ma Artemide- - .
- Kanon, ti chiedo di non
parlare. Non ora - Mu è serio, il suo tono non è mai
stato così tagliente. - Tratterrò più Argonauti
possibili, sento i loro cosmi vicini. Ciononostante non potrò
fare molto, perché anche se riuscirò a sconfiggerli gli
Olimpi potrebbero intervenire personalmente. Questo è un altro
motivo per cui i Bronze resteranno al Grande Tempio, con Aphrodite e
Dohko - .
- Aiolos - fa allora Death Mask, e quel nome sembra far sobbalzare Saga, - il suo cosmo- - .
- …è diretto
alla Tredicesima Casa - finisce per lui il Cavaliere dell’Ariete.
- Sì, tutti noi lo abbiamo percepito. Shura ha molte più
probabilità di farcela - .
Death Mask abbassa lo
sguardo così come la voce: - Non capisco perché la sua
Armatura non sia giunta ancora in suo soccorso - .
Mu lo guarda, serafico in
volto. - Semplice, probabilmente perché aveva già
previsto l’avvento di Aiolos. Le Armature parlano tra loro una
lingua che voi non potete capire - .
Restano un momento zitti.
Kanon si guarda dietro,
sembra nervoso. - Mu - lo richiama, poi scambia un’occhiata con
il fratello, - Mu, permettimi di scendere da Apollo - .
- Apollo non ci disturberà - La risposta del compagno spiazza tutti.
- Non… ci disturberà? - .
- Sì Saga. Apollo sarà molto, molto impegnato. Non riuscirà a giungere di persona alla Tredicesima Casa - .
- Perché? - gli
chiede allora Death Mask, quasi innervosendosi. - Mu, senti, se sai
qualcosa è meglio che parli - .
- Nulla di assicurato -
è la risposta, poi il Cavaliere del Primo Fuoco alza lo sguardo
su tutti e tre i compagni: - Voi andate alla Tredicesima Casa. Ho un
pian- - .
- No!
- L’urlo di Kanon gela tutti sul posto. - No, Mu. Permettici
almeno di rimanere qui con te, troveremmo meno difficoltà in
quattro contro gli Argonauti - .
- Sarebbe inutile - .
- Ma cosa dici? - .
- Sì Kanon - Poi Mu si rivolge a Death Mask. - Desu, ho da chiederti un favore - .
- Un favore? - E quando mai questo mi ha chiesto un favore?-
- Devi convincere Aphrodite
a stendere un campo di rose tra la Dodicesima e la Tredicesima Casa.
Tu, che lo conosci meglio di me, potresti riuscirci - .
La richiesta spiazza nuovamente tutti.
- Come? - fa Saga, interdetto.
- È l’unico modo per assicurarsi che nessun Argonauta arrivi al Grande Tempio - .
- Glielo hai già proposto? - .
- Sì ma non sono riuscito a convincerlo. Vedete, se lui stende il campo di rose- - .
- …significa che noi non potremo più raggiungere la Sala - finisce per lui Kanon, perso nei propri pensieri.
- Esattamente - fa Mu, - e
se alcuni Olimpi interverranno, noi non potremmo far nulla. Ermes mi ha
già informato che non vuole usare il teletrasporto con nessuno
di noi, nel caso Aphrodite stendesse il suo campo - .
- Che bastardo - ringhia Death Mask. - Motivo in più per non fidarsi troppo di lui - .
- Ho provato a piegarlo, ma come si fa ad andare contro il volere di un Olimpo? Ho preferito non alzare aria di tempesta - .
I tre compagni restano un momento zitti: i cosmi di Apollo e Camus pulsano, quelli degli Argonauti si avvicinano.
Kanon è il primo a prendere parola: - Desu, va’- .
- Come? - .
- Ho detto va’. Io e Saga rimarremo qui con Mu - .
Mu non dice nulla.
Death Mask sulle prime ha
dei ripensamenti, ma le occhiate decise dei fratelli lo convincono: - E
va bene - dice, - cercherò di convincerlo - .
Saga annuisce. - Confidiamo in te - .
Death Mask allora lancia un’ultima occhiata a Mu e a Kanon, poi si volta e corre via.
Mu allora abbassa il capo e
chiude gli occhi; di fianco a lui i due fratelli. Sospira, inizia a
concentrare il proprio cosmo e poi dice, quasi sibilando: - Gli
Argonauti stanno arrivando - .
Un altro urlo di dolore gli viene strappato dalla bocca, grondante di sangue mischiato alla saliva. E poi un altro.
Camus cade ancora sul pavimento, scivola a si ritrova così riverso a terra. Non riesce nemmeno più ad alzarsi.
Apollo. Apollo gli è
davanti e non può far nulla per fermare la sua furia. La furia
di un padre che ha perso un figlio. Camus sa che quest’ira
è indomabile, che nessuno potrebbe fermarlo.
- Uomo! - esplode ancora la voce dell’Olimpo, - ancora non ti convinci a morire? - .
Camus non vuole morire.
Camus non può morire. Anche lui deve vendicare una persona.
Così si mette a gattoni: lo scontro con il dìo l’ha
ormai devastato. Riesce comunque ad alzarsi in piedi, sul volto una
maschera di sangue, non riesce a spiegarsi come faccia l’Armatura
a rivestirlo ancora, danneggiata com’è. Ma non può
arrendersi.
- Uomo, sei stato tu a volere tutto ciò - inizia allora Apollo. - Hai ucciso mio figlio, hai osato scatenare la mia ira. Tu devi morire! - Fa per attaccare, ma le flebili parole che pronuncia il Cavaliere lo bloccano:
- Io… non posso
morire - Apollo fa quasi fatica a sentirle, - per voi…
dèi… un caro in meno non fa differenza: siete
comunque… immortali - Il cosmo di Camus sembra risvegliarsi,
anche se lentamente, - per noi uomini invece, perdere una persona
cara… è come perdere la vita - .
Apollo ascolta. Non fiata, cerca solo di capire il senso di quelle parole.
Sul volto di Camus appare
un sorriso meschino, tremante, che tradisce una certa paura: - Io sono
morto da tempo, Apollo. Per questo… devo portare anche te con me
- .
- Stolto!
- è l’urlo del dìo che riecheggia nella Casa. - Le
tue parole non hanno motivo per essere pronunciate! È
sorprendente come voi umani sprechiate il fiato - .
Camus… Camus si
sente cadere: un dolore lancinante ai polmoni gli mozza nuovamente il
fiato, uno solo, e cade a terra. Il cosmo attorno a lui scompare.
Apollo non vuole perdere
altro tempo. Si avvicina a passi lenti fino a trovarsi davanti al
Cavaliere. Il suo sguardo è grave, inespressivo: - Tu, seppur
abbia ucciso mio figlio, pronunci tali parole? - .
- Tu… non conosci, il dolore - .
- No, non lo conosco -
ammette infatti Apollo, - ma di una cosa sono certo: tu, Cavaliere,
morirai qui. Per mano mia - L’Olimpo alza il braccio, è
deciso a chiudere il sipario, vuole a tutti i costi vendicare Idmone.
Silenzio. Solo i rantolii di Camus fanno da sottofondo a quell’incredibile scena.
Milo… Milo, perdonami
E il braccio del dìo cala; ma Apollo si blocca, la mano tesa a pochi centimetri dal volto di Camus.
Qualcosa.
Qualcosa non va: dolore, o meglio, piccoli bagliori scarlatti gli disegnano sul corpo una sagoma, quella dello scorpione.
Sono… stato colpito senza accorgermene?
Una voce risuona dal cuore della Casa: - Sì, Apollo - .
Apollo quindi alza piano il
braccio, non può più dare il colpo di grazia a quel
Cavaliere riverso a terra perché sente i muscoli irrigidirsi, un
veleno mischiarsi al suo sangue blu.
- Sei stato colpito -
risuona ancora la voce, e finalmente l’Olimpo percepisce una
presenza dietro di sé. Si volta, e lo stupore lo assale:
- Tu?- - .
Milo. Il protetto di
Artemide è intervenuto e furtivo come un’ombra lo ha
colpito. A rivestirlo la sua Armatura, più spendente che mai. -
Sei stato colpito; dieci volte - ripete il Cavaliere dello Scorpione
fermandosi a pochi passi da lui.
Apollo non sa che dire.
Guarda un momento il Saint di Aquarius, lo vede accennare ad un
movimento, ma non lo attacca. La voce di Milo, tremante d’ira, lo
fa voltare nuovamente:
- Apollo… i miei compagni non si toccano, specialmente Camus. Saggerai la mia ira - .
Angolo delle autrici:
Eccoci
alla fine di questo capitolo da tachicardia! Allora, facciamo un
piccolo riassunto: Idmone è crepato (scusate il termine, ma la
cosa mi fa talmente felice! xD), Giasone è mezzo morto (e mezzo
congelato...), Apollo si è finalmente incazzato (era ora! xD) e
Milo è tornato (era ora anche questo! xD). Adesso ci
toccherà vedere cosa combineranno Mu e i gemelli, senza
tralasciare il compito affidato a Death. E chissà come
reagiranno gli altri davanti ad Aiolos ed Ermes magari... avrà
qualcosa da dire? Perchè questa specie di dualità?
Ehehehehe... si saprà tutto a tempo debito, non disperate...
Prossimo capitolo: amore e fratellanza (scommesse aperteeee!!! xD)
AVVISO:
domani non pubblicheremo un capitolo, per via di mancanza di tempo...
vi sarà spiegato tutto nel dettaglio sul nostro blog, di cui
trovare il collegamento nella nostra pagina! ^^
Angel_Dark_Light : salveee!!
Come vedi il latino ti è stato utile almeno per una volta! xD
Aiolos tirchio? Oh, sempre meglio di Seiya... ^^ Comunque, secondo te
Aoilos è cotto di Saga? Mhm, qua si va sul pesante (yaoi!!!) xD
Il tuo pinguino se l'è vista brutta ed è conciato proprio
male... quando Apollo (pelle di pollo xD) si incazza, meglio stargli
alla larga. Ma per fortuna Milo è stato tempestivo come uno
scorpioncino tale quale è lui, quindi magari se la cava..
MAGARI... MUAHHAHAH!!! Cavoli, mi piace farvi soffrire... per sapere
del tuo caro pinguino rosso devi aspettare domenica... eggià...
bacioni ^^
KanondiGemini96 : zalve! Scusa,
volevi dire porca paletta o...? Guarda che non ci freghi, sappiamo
che volevi dire quello! Idmone (pelle e palle di Pollo) ha
ereditato proprio tutto da Apollo (pelle e palle di Pollo xD), ma per
fortuna è schiattato... 'mo c'è il padre, oddeoooo,
incazzato come una bestia (ed era ora! xD) Sìsì, tieni
pure le foto di Death NUDISTA, noi le abbiamo doppie! Sai, noi abbiamo
un traffico illegale di foto dei Saints NUDISTI... @ç@
cit: "E poi *sventola freneticamente bandierine della Francia* VAI CAMUUUUUUUUUUUUUUS!!!!!! SEI TUTTI NOI!!!!!!!!!!!!!!"
Be', Camus se la sta vedendo brutta, non c'è mica tanto
da esultare.. MUAHAHAHAH!!!!! ^^ Ros è nostroooooo, non
toccarlo! Prendi Seiya, non lui!!!!! xD Chissà se si
incontreranno, leoncino e fratellino... e chissà come, quando,
perchè, dove... sìsì, chissà
chissà... guarda, fa niente se non recensisci, vorrà dire
che metterai una recensione finale, perchè tra qualche capitolo
finiamo! xD Bacioni!!!
Ai91 : Saga! Saga era
sconvolto... povero piccolo.... ^^ Mi chiedi se Camus muore? Be', non
ti posso rispondere, tanto adesso c'è anche Milo a proteggerlo e
lui non molla di fronte al suo amore in difficoltà..
sìsì ^^ Mu sarà un genio, non preoccuparti...
certo, è già tanto che respiri ancora ma questo è
un trascurabile particolare... bacioni!!!! ^^
HigurashiShinko : ma ciauu!!!
Innanzitutto ci dispiace che ti sia successo qualcosa di spiacevole, e
speriamo di tirarti un po' su con questa fic... allooooora.... Come hai
potuto leggere Cam ha congelato il culo ad Idmone, ma Giasone se
l'è data a gambe.. Giasone morirà con Echione?
Aspetta e spera... ^^ Dai, Saga non ha ancora pianto... non ancora, la
modalità "cascate Vittoria" deve ancora accenderla xD
Già, le lacrime erano quelle di Shura che povero, anche lui si
sente in colpa nei confronti di Aiolos... ed è anche un po'
stupito, perchè il nostro caro sagittario ha deciso di
aiutarlo... BUAAAAAHHH!, che tristezzaaaa!!!! ç_ç Tra
Saga ed Aiolos speri in un chiarimento? ehehehehe... hihihiihiihh...
*pausa inquietante* MUHAHHAHAHAHAHA!!!! Bacioni!!! ^^
Sagitta72 : ma zalve, vedi che
ti sei aggiudicata la 100esima recensione e la dedica al capitolo?
Certo, il tuo Cam non è nelle condizioni di esultare, ma fa
niente... ^^ Apollo (pelle di pollo xD) è incazzato, ora
sì che si comporta come un dio. Per quanto riguarda Ermes non
possiamo dirti nulla, mi dispiace, ma la sua "dualità" è
giustificata! Nel prossimo capitolo capirai perchè. Sappiamo che
non sopporteresti la morte di Cam, ma "quesione di trama"
MUAHAHAHAHA!!!! Scherziamooo!!!!!! *Come no... xD* Ok, non sai
più cosa pensare... però dai, se ci pensi è bella
una scena in cui Cam muore tra le braccia di Milooooo... MUAHAHHAHA!!!
Ti stiamo torturando, eh! Ma no, tranchi, fidati di noi... ^^
L'occhiata di Aiolos è veramente inceneritrice, però
funziona! E Saga... Saga non ha ancora pianto, però c'era vicino
dai... xD Di Aiolia non possiamo dirti poi molto (che novità..
xD) solo che vedrà il fratello.. stop!, non dico altro!
Bacioniiii!!!! ^^
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Capitolo 23 *** Amore e fratellanza ***
23. Amore e fratellanza
Fede: ed eccoci, come promesso!!!!!!!!!! Questo è un captiolo metà dolce e metà violento... ma a voi!
PS. mi scuso in partenza se il
carattere e la grandezza sono differenti... Abbiamo scaricato NVU per
Windows 7 ed è un tantino diverso... xD
23. Amore e Fratellanza
Questo capitolo è di
Federica
Forse
lui potrà darmi una risposta… Tra poco
arriverà… Eppure mi sembra strana, questa…
sensazione. Sarà… un sentimento? Quale? Lui…
magari parlandogli potrò soddisfare il mio bisogno di
sapere…
Pensa,
Ermes. Fermo a pochi passi dal portone, gli occhi fissi in avanti come
ad attendere qualcosa. O qualcuno. La mano artigliata al caduceo
dorato, sul volto una leggera ombra di nostalgia.
- Fratello? - .
La voce di Artemide lo riscuote. Il dio si volta, incontra lo sguardo perplesso di lei: - Ho bisogno di parlare con un uomo - .
Parole
che dipingono un velo di incredulità sui volti di tutti
presenti. Aphrodite, ricoperto dalla propria Armatura Sacra, gli si
avvicina sempre però fermandosi ad un certa distanza: - Divino
Ermes... gli Argonauti sono oramai vicini. I cosmi di Mu e dei gemelli
pulsano con violenza nell’Undicesima Casa, senza contare quelli
di Milo e Camus e- - .
- ...di
mio fratello, sì – Il dio abbassa un momento lo sguardo,
poi lo rialza e le sue dita stringono ancor più il caduceo.
– Ma adesso... lui ha chiuso le ali - .
E più non parla. Rimane zitto, in attesa, gli occhi interrogativi di Ebe, di Kiki e dei giovani Bronze puntati addosso.
- Ermes,
tu...? – fa per dire Seiya, ma il cigolio del portone che si apre
gela le sue parole e le intenzioni di tutti quanti. E il dio prende un
profondo respiro, nelle sue iridi balenano ombre di inquietudine:
Finalmente sei arrivato... Aiolos, Cavaliere di Sagitter
A passi
lenti, cadenzati, gli ultimi chiarori del cosmo dorato con cui si
è fatto strada nella notte in fasce, Aiolos di Sagitter entra.
Entra e si ferma sull’ingresso, passando in rassegna con lo
sguardo tutti quanti. Sta zitto, sembra stia misurando le poche parole
che vuole dire. Non dà peso alla presenza di due Olimpi, o agli
sguardi sconcertati e stupefatti dei presenti. Tra le braccia, Shura,
il braccio destro grondante sangue e il corpo ricoperto di ferite.
Capisce
che nessuno vuole parlare, o meglio, che nessuno ci riesce. Così
porta il piede destro avanti, ma senza avanzare, solamente giusto per
irrigidirsi: - Dov’è Shaka? - .
-
È rimasto a combattere contro Zeus ed Ares – risponde
saldo Dohko, senza scomporsi. Una delle sue sopracciglia rosse autunno
è leggermente accigliata. – Non sappiamo se sia vivo o
morto... Aiolos - .
Ecco, il
Cavaliere di Libra è forse l’unico a non essere stupito,
assieme ai due Olimpi. Nei suoi occhi verdi si indovina un lontano
barlume di commozione, quasi le esperienze vissute in duecento e passa
anni di vita abbiano indurito il suo carattere già di natura
irremovibile e paziente. Aiolos guarda prima lui, poi lancia
un’occhiata a Seiya, praticamente pietrificato: sulle sue labbra
si scorge il tentativo di sillabare poche lettere, quelle del suo nome,
eppure lo stupore le ha ghiacciate sul nascere. Poi ritorna ancora su
Dohko, che ha indovinato essere l’unico in grado di proferir
verbo:
- Dov’è mio fratello? - .
Ed
eccola, la domanda. Già il Vecchio Maestro ha colto nella sua
prima questione una nota di meno, come se si sia trattato solo di un
modo per rompere il ghiaccio. Ma la domanda, la Domanda fondamentale,
è la seconda. Così stringe i pugni in un gesto che
predice la risposta: - Aiolia... Aiolia si è schierato con Ares
- .
Silenzio.
- ...mi dispiace, Aiolos - .
Il
Cavaliere di Sagitter viene percorso da un brivido, nei suoi occhi
finalmente si anima un vivo brillio d’incredulità. Eppure,
nonostante lo sconcerto, non parla. Aphrodite, che lo analizza forse
con lo sguardo più indagatore di tutti quanti, è
l’unico a catturare il fremito delle sue dita, il tremore sulle
sue labbra.
Ros...
vorrei dirtelo a parole, ma ancora non ci riesco. Questa tua freddezza,
questo tuo sforzo di mostrarti indifferente mi fa ancora più
male. Quando potremo parlarci?, quando?
Aiolos
evita le loro pupille immobili e adagia Shura a terra, facendo
attenzione. – Ha bisogno di cure. Subito. Salvategli la vita, per
favore -, e detto questo, zittendosi di botto, si volta ed esce
lentamente senza aggiungere altro sotto gli sguardi basiti dei
presenti; sguardi di cui uno finalmente si rianima, quello di Seiya,
che colto il momento e il desiderio impellente di seguire il Cavaliere
fa uno scatto avanti chiamandolo per nome. Ma Dohko, al suo fianco, lo
afferra per il braccio e lo trae di nuovo a sé. Nei suoi occhi,
una supplica implicita, un silenzioso divieto.
Così, fiero
come è entrato, Aiolos di Sagitter esce ad osservare il pianto
di stelle scolorite distese su di un cielo d’inchiostro.
Lo raggiunge. Lo trova sulla balconata, le mani strette al muretto, lo sguardo alto, rivolto ad un luna straniera.
- Aiolos di Sagitter – mormora affiancandolo. Si sente percorso da un brivido.
- Divino Ermes. Shura? - .
- Mia sorella ed Ebe, la Coppiera degli Dèi, lo stanno medicando. Ce la farà - .
- Non voglio essere raggiunto da nessuno, per piacere - .
- Nessuno
– conferma Ermes, e solo chiudendo gli occhi le ante del portone
alle loro spalle si accostano con delicatezza. E al loro tonfo,
riprende con una certa cautela complice: - Aiolos di Sagitter, io
vorrei parlarti - .
Le sue
dita che si artigliano alla balconata; la lingua ad umettargli le
labbra. – A quali domande posso io rispondere, divino Ermes? - .
- Hai chiuso le tue ali, Cavaliere - .
- Non ho motivo di spiegarle. Le stelle sono così lontane, questa notte - .
- Vorrei parlare di tuo fratello - .
Aiolos
ancora non si è degnato di guardarlo. Se ne sta immobile a
fissare gli astri, o meglio un punto indefinito, mentre le luci dei
tizzoni ardenti alle pareti rivelano un cipiglio inquieto sul suo bel
volto. – Aiolia - .
- Tu provi un sentimento per lui? - .
- Affetto - .
- Anche se ora è un nemico? - .
- Sì, anche se ora è un nemico - .
- Cos’è... affetto? - .
Il
Cavaliere si volta, incrocia le iridi chiare del dio: – Voler
bene ad una persona, amarla, perché no, e sostenerla anche se si
trova nel torto. Questo è l’affetto - .
-
È proprio un bel sentimento – commenta perplesso Ermes,
con il tono di chi non sa da che parte agganciarsi. – E dimmi,
lui prova affetto per te? - .
Ad Aiolos sfugge un tiepido sorriso. Ritorna a guardare le stelle. – Sì. Me ne vorrà sempre - .
- Io non capisco. Eppure lui ha tradito il Grande Tempio - .
- Mi fido di lui. È testardo, ma è un bravo ragazzo - .
- Cosa vuol dire fidarsi? - .
- Credere
– è la salda risposta del Cavaliere. Appoggia i gomiti sul
muretto, le sue grandi ali d’oro si smuovono un poco. –
Credere in una persona, essere certi che farà la cosa giusta. Ma
Divino Ermes, voi volete conoscere i sentimenti? - .
Il dio
evita la sua occhiata e stringe a sé il caduceo nel tentativo di
concedersi ad altri pensieri. – Ho passato poco tempo con voi
uomini, poche ore... eppure ho capito che siete creature meravigliose.
Vi difendete a vicenda, vi sostenete... piangete assieme. Le mie sono
lacrime di roccia, impossibili da versare. I vostri cosmi, i vostri
animi sono un Olimpo di sentimenti, ma il vostro è un Olimpo
migliore. So che... –, e qui si lascia sfuggire
un’occhiata, - ...non vi fidate di me, è comprensibile.
Per la prima volta sento di capirvi, e questa è una sensazione
bellissima, Cavaliere - .
Le tenebre sempre
più fitte nascondono il sorriso commosso di Aiolos. –
Divino Ermes... Ermes, questa è una variante della fiducia - .
- Allora
amo la fiducia. Il fatto è che... tu non sai perché ho
deciso di aiutare Athena a riportarti in vita, non è vero? - .
- No e vorrei saperlo - .
-
Probabilmente è un comportamento stupido per un dio e ovvio per
voi uomini, eppure... eppure sento che noi due abbiamo qualcosa in
comune, Cavaliere, o sbaglio? - .
Aiolos acciglia lo sguardo. I suoi occhi chiari corrono incontro a quelli del dio: - Temo di non capire - .
- In fondo io ho tradito la fiducia di mio fratello, ed Aiolia ha fatto lo stesso con te... Aiolos - .
E Aiolos sgrana gli occhi. Nelle sue iridi si legge un velo di lacrime del colore delle stelle. – Ermes... - .
- Mio
fratello non prova affetto per me, né fiducia, altrimenti si
sarebbe interessato alla mia situazione. Mentre tu, Cavaliere
d’Athena, ami ancora Aiolia e so che farai di tutto per
continuare ad amarlo - .
-
...Ermes... -, ripete ancora l’altro, ora voltato con il busto ad
osservarlo, impietrito da quelle parole. - È questo... è
questo che ti fa desistere? È questo che frena i tuoi doveri in
favore della nostra causa? - .
- Questo - .
- La sofferenza che ti causa il comportamento di Apollo? - .
- Sì - .
Non sa
perché, ma l’improvviso cambio dal “voi” al
“tu” regala al dio un vuoto al cuore. Cuore? Ne ha uno? Si
porta la mano al petto, ascolta i brividi che gli mordono una strana
parte di sé, poi si volta fuggendo lo sguardo colpito di Aiolos:
- Purtroppo non posso avere un amico come te, Aiolos. Ma ti giuro, ti
giuro che se potessi averlo... sceglierei proprio te. Grazie...
fratello umano -, e rientra a testa bassa abbandonando i sorrisi
incolori delle stelle.
E Aiolos,
con una lacrima a danzargli sull’orlo dell’occhio destro,
ritorna ad osservare la notte con un sincero, commosso fremito sulle
labbra.
Il suo è un
ghigno indignato, una maschera di furia repressa e pronta ad esplodere.
Milo scorge nella penombra il tremore che gli scuote il sopracciglio
destro, un segno che predice la rabbia di un dio sull’orlo di
un’ira esplosiva. Ma non si muove, nonostante noti le dita rigide
chiuse a pugno e barlumi rossi fendere quelle meravigliose iridi
cristalline.
- Tu... - .
-
Risparmia il fiato. Per quanto non sia ferrato in matematica, posso
dirti che cinque punture ti separano da morte certa. La mia Antares
è capace di uccidere anche un dio, dovresti saperlo... ancora
cinque; cinque lenti, dolorosi passi - .
La sua
maledettissima ironia lo incollerisce. Apollo digrigna i denti, sembra
oramai essersi dimenticato di Camus, e fulmineo carica
un’incandescente sfera di cosmo buttando in avanti le mani: - Muori, Cavaliere! - .
La luce
esplode pugnalando le arcate e proiettando lame ardenti attorno alla
Casa. Nella notte, in cima all’ottava scalinata, scoppia un
fulgore dorato.
- Milo!
– grida Camus, nel tentativo di prevalere sul boato assordante, e
dopo un nanosecondo ecco che una saetta scarlatta, una sola, fende
quell’immenso chiarore fermando il tempo.
Tu-tum.
E la luce, quel bagliore incandescente che ha accecato la Casa, evapora nelle tenebre. Polvere. Silenzio.
- Apollo
– riprende la voce di Milo, e incatenati da vapori scarlatti si
scorgono i riflessi di un’Armatura dorata, - tu allora non hai
capito. Meno quattro - .
Quattro. Ancora quattro.
Si danno
le spalle, uomo e Dio. Il primo, il braccio destro disteso in avanti,
il ginocchio leggermente piegato e la punta del piede ancora rigida,
mentre un raggio scarlatto percorre il fatale pungiglione; il secondo
sì fiero e composto, ma con un’impeccabile saetta rossa
sangue a perforargli la spalla.
Lo ha
colpito ancora. Repentino, preciso. Raffinato. Apollo si lascia
sfuggire un grugnito di disapprovazione, stringe i pugni. - Adesso
basta! Polverizzati! –
è il suo ruggito, e voltandosi di botto scaglia una fulminea
lama ardente; e Milo fa appena in tempo a voltarsi che il colpo
è già stato respinto.
Vede. Gli manca qualche battito.
No, il colpo non è stato affatto respinto. Il colpo è stato... subito.
Perché? Perché lo hai fatto, perché...?
- ...Camus? - .
Pronuncia il suo nome in un mormorio, la carezza di un respiro.
Camus ha
subito il colpo al posto suo e quella lama di luce, quella, gli ha
trapassato l’Armatura fino alla spalla. E sta immobile, il
Cavaliere di Aquarius, le gambe leggermente piegate e la
maestosità dell’albero in procinto di cadere.
- ...perché, Cam? – bisbiglia, ghiacciato sul posto, gli occhi vitrei di stupore.
Un
fruscio, lo scricchiolio delle ginocchiere che si piegano. Milo gli
è dietro, lo salva dalla caduta. Sente il suo soffice e timido
respiro. Impercettibile. Cerca il suo sguardo, ma le sue palpebre sono
serrate in una smorfia di dolore; la sua bocca, sinonimo del desiderio
di parlare. E il Cavaliere di Scorpio, con un ringhio sommesso, alza lo
sguardo su Apollo e sibila: - Bastardo - .
Clap, clap, clap...
- Dunque
la fama di voi Cavalieri d’Oro è meritata – risponde
soddisfatto il dio, applaudendo con una tranquillità
canzonatrice. – E sapete come vi definiamo, noi Olimpi? Incapaci.
Perdenti. Insomma, in una parola... umani - .
Basta.
Questa è la parola che si legge negli occhi di Milo. Sfida
ancora un poco gli occhi del dio, ascolta il suo riso deliziato, poi
adagia il compagno a terra con, alle orecchie, l’eco delle parole
che l’hanno fatto imbestialire. Incapaci. Perdenti. Umani.
Bastardo.
-
Resisti, amico mio, tra poco sarà tutto finito –
sussurra a Camus, e approfittandone gli accarezza i capelli prima di
ergersi di nuovo con un’espressione temeraria stampata in viso:
-
Apollo... io non so cos’altro pensate voi Olimpi di noi, ma sono
certo che vi sbagliate. Noi umani abbiamo più capacità di
tutto il pàntheon, e non mi interessa se adesso mi dirai che ho
torto... perché nelle stelle c’è scritto che ho
ragione! Scarlet Needle!
-, e lampi scarlatti saettano in direzione di Apollo; ma il dio
è pronto e gli basta un dito per fermare tutti e tre i colpi:
- Spiacente, Cavaliere, ma oramai conosco la tua tecnica - .
A Milo sfugge un sorriso: - Sei così bastardo da non renderti conto di essere ormai morto - .
Il dio
sgrana gli occhi. Dolore. È quello che gli attanaglia il corpo,
gli manda a fuoco i gangli nervosi. Le sue labbra tremano, un solo,
violento fremito, e una sottile goccia di sangue dipinge un rivolo
color morte lungo il suo mento.
- Non sei
stato abbastanza svelto, caro il mio Apollo – Il Cavaliere ritira
il braccio, eppure le sue gambe rimangono rigide, salde. – Questo
è un trucco nuovo, ma molto, molto efficace. Ogni puntura
scagliata viene divisa in due dal mio cosmo in modo da creare una
gemella perfetta. Peccato che le saette rosse che tu hai parato non
erano solo che le brutte copie... destinate quindi ad impegnarti, nulla
di più. Ed ora facciamo i conti: una -, e il suo indice destro
si alza dritto, deciso, a mostrare le venature scarlatte del
pungiglione, - una sola Scarlet Needle e ti spedisco nel Tartaro.
Antares. Pensa, è da parecchio, veramente troppo che non la
uso... spero di non essere arrugginito - .
Apollo si
piega. I nervi non reagiscono oramai più al suo volere. Nei suoi
occhi cristallini vi è la completa incredulità:
Non
è possibile... io... sono un dio... figlio di Zeus... e
quattordici colpi di quel Cavaliere non dovrebbero farmi altro che il
solletico... Che tu-? Ermes... Ermes, stai proteggendo lo Scorpione?
Avverto il fremito del tuo cosmo, è inutile che lo celi agli
umani... io sono divino... e ti sento, fratello... avverto il tuo
odio... Ma mi odi così tanto da... uccidermi? Da aiutare il mio
avversario?
- Ah...
l’amore fraterno... – sospira Milo, in tono falsamente
sconsolato. – Lo sai, Apollo?, che conciato come un puntaspilli
fai pena? - .
- Tu-? - .
- E
c’è da chiedere? Ermes mi protegge sin dall’inizio
di questa battaglia, lo so – Il Cavaliere fa un passo avanti,
distende il braccio destro.
Tu-tum.
-
Perché è un mio alleato, un mio compagno. E noi ci
sosteniamo a vicenda, a differenza vostra. Ma vedi... Antares la
lancerò da solo, il cosmo di tuo fratello ha abbandonato ora il
campo di battaglia. Sono abbastanza infuriato da ammazzarti anche solo
con la mia forza. Allora, dio... come sarà perire a causa di un
uomo? - .
- La pagherai... cara - .
- Muori! Scarlet Needle Antares! - .
Un
fulmine scarlatto, la scia di un cosmo portato alla massima potenza,
una precisione senza pari. La saetta passa da parte a parte Apollo,
così fulminea da anticipare di tre lunghi secondi la caduta in
ginocchio della vittima.
Le sue
ginocchia sul pavimento. La polvere profumata di sangue. La vita che si
scioglie e si allarga a macchia d’olio sulla pietra squadrata.
Il cosmo
che avvolge Milo si dirada, evapora elegantemente. Ed è
silenzio, solo il remoto sospiro della brezza notturna. Il Cavaliere fa
per voltarsi, gli occhi bassi e macchiati di un altro peccato, ed in
quel momento un tenue, ferito cosmo niveo lo ghiaccia sul posto. Si
getta un’occhiata alle spalle solo giusto in tempo per vedere la
luce ammantare il dio e portarlo via con sé.
Vai a morire dove ti pare, Apollo... Nessuno sentirà la tua mancanza,
e poi
osserva Camus. Le sue palpebre chiuse, i capelli scomposti.
L’Armatura distrutta e una macchia purpurea a colorargli la
spalliera. Un nodo gli stringe la gola:
- Cam? Camus...? - .
Camus...
- ...sei...? - .
...morto?
Il cosmo di Camus... è un flebile rantolio
Mu chiude gli occhi, il cosmo lo abbraccia ancora. In avvicinamento già si scorgono le figure degli Argonauti.
Milo... sei con lui. Non avverto Apollo. Hai fatto... un ottimo lavoro. Avete. Resisti, Camus... puoi farcela...
- Mu - .
La voce di Kanon lo costringe a sbirciare da sotto le palpebre: - Sì, lo so - .
- Sono in
parecchi – Saga avanza di un passo affiancando il fratello e nei
suoi occhi passa un ringhio aggressivo. – A costo della vita,
ragazzi - .
- Il
Santuario non deve cadere – conferma Mu in tono incolore, e
muovendo piano il capo guizza con lo sguardo chiaro sugli avversari.
– A costo della vita, sì - .
Sono in
tre. Una palizzata di cosmi pronti ad esplodere, una torre invalicabile
di sentimenti impossibili da calpestare. Gli Argonauti li vedono, si
fermano sull’ingresso. Sono una ventina e qualcosa in più.
Ma stavolta non desistono, ed uno di loro, un giovane dai capelli
fulvi, si fa subito avanti:
-
Cavalieri... scostatevi. Non ha più senso ergervi a difesa.
Questa è l’Undicesima Casa, e se non erro le vostre
speranze sono pressoché nulle - .
- Echione
– Lo affianca uno dei suoi compagni, anzi, dalla fascia rossa che
gli adorna il braccio si direbbe essere il comandante: - Echione, stai
indietro. Io stesso sono stato trattenuto da un Cavaliere e Idmone
è morto sotto i suoi colpi, senza contare la distruzione di Argo
ed i nostri compagni periti nelle Case inferiori – L’ha
mormorato, quasi, ma non l’ha detto abbastanza piano da non farsi
sentire; e quando alza la voce, ad alzarsi è anche il suo mento
aguzzo: - Guerrieri... siamo in maggioranza, in pesante maggioranza.
Sapete benissimo che non potrete trattenerci tutti quanti, noi,
protetti dagli Olimpi. Avrete anche il favore di Ermes e di Artemide,
ma loro non sono nulla in confronto all’Onnipotenza del Sommo
Padre degli Dèi! - .
- Hai
finito? – lo ferma Kanon, un sorriso astuto sul volto. La sua
Armatura manda ruggiti dorati nell’accompagnare il movimento
elegante del braccio che viene disteso in basso: - Perché
vedete, non vogliamo ascoltare quello che avete da dire. La solfa
è sempre la stessa. Protetti da Zeus. Ebbene, non fa differenza.
Risparmiateci quindi la recita e fai tornare sui loro passi i tuoi
uomini se non vuoi che patiscano le pene dell’inferno... Giasone,
comandante di Argo - .
- Tsk -
Giasone abbassa il capo. Una ciocca bionda cade in avanti a celare la
spavalderia che anima un angolo della bocca, - questa è bella.
Anche noi come voi abbiamo i nostri doveri, Cavalieri. Siete qui per
morire? E allora morirete! Argonauti! -, e scaglia il braccio destro in avanti, - siate la tempesta! - .
I
guerrieri si lanciano subito avanti, in gruppo, un’onda di cosmi,
di armature, una mare imbestialito; e prima che i gemelli possano fare
altrettanto, Mu incrocia le braccia a poca distanza del petto, i palmi
rivolti all’Armatura, gli occhi chiusi, e quando fa scattare le
mani un luminoso muro di cristallo si para dinnanzi agli avversari:
- Crystal Wall! - .
Una luce
accecante, il flash! di un cosmo concentrato al massimo. Gli Argonauti
si fermano, alcuni non fanno in tempo e vengono sbalzati via, contro
alle colonne, mentre Saga e Kanon, che nel frattempo hanno spiccato il
volo con una sincronia ineguagliabile, guizzano al di sopra del muro e
scendono in picchiata simili ad avvoltoi, subito seguiti
dall’elegante piroetta ammantata di Mu.
Un altro focolare si è acceso.
Undicesima Casa. Ventisette contro tre.
Sente il
suo respiro; poco dopo, i cosmi di Mu, Kanon e Saga esplodere in uno di
quelli che sa essere uno degli ultimi baluardi di difesa.
Milo
ritorna a guardare Camus. Il suo viso chiaro è pallido e
oscurato da quel ghigno contratto, i suoi capelli una fitta rete di
sangue. Gli accarezza la guancia fredda.
Non un brivido.
Lo ha
accomodato contro una colonna, in un letto di macerie e polvere.
Quell’ala della sua Casa è completamente crollato ed in
alto, in lontananza, si intravede il meschino sorriso delle stelle.
L’aria è gelata e non profuma di salsedine, bensì
è impregnata dell’odore metallico del sangue. Si adagia al
suo fianco, appoggia la testa sul fusto crollato di un pilastro.
Ascolta.
Ascolta,
Milo, lontano... il ruggito dei tuoi compagni. La brezza che sa del
loro sacrificio. Ascolta... ascolta la risata bugiarda di questa notte,
indovina lo sguardo indifferente di quella luna che ti sembra aliena.
L’ha mai vista, quella luna? La luna di Grecia... della tua
Grecia... La luna di miti e leggende, una luna che ora è venata
del vecchio vermiglio di un’alba che è inutile sognare.
Ascolta... ascolta il suo respiro, quello di Camus. Lo senti? È
un pianto... un pianto innocente, il fremito della goccia di rugiada in
procinto di cadere. Ascolta... ascoltalo
- Cam? - .
- Uhm? - .
- Noi abbiamo finito il nostro compito. Tocca agli altri. Sei felice? - .
Il
fruscio della sua mano che cerca tra la polvere, annaspa. Milo la
prende, la stringe a sé. Guarda ancora in alto. – Camus...
vero che resisti? - .
- ... - .
- Camus? So che sei vivo... sento il tuo amore - .
Giura di sentire le sue palpebre alzarsi. Un sottile, impercettibile mormorio.
- Cam... non lasciarmi. Ora sei al sicuro - .
Le sue gambe che nuotano sulle macerie, il suo respiro più caldo.
-
Sì, sei al sicuro, con me. Le stelle sono lontane... ma noi
abbiamo contribuito ad avvicinarle. È così -, e alza un
dito, distendendo in alto il braccio in un gesto lento e paziente, -
bisogna afferrare un filo immaginario, quello della vita. Lo catturi,
lo domini -, e il pollice e l’indice della mano levata si
uniscono, - lo trai verso di te... Ma tu sei debole. Per questo io
avvicinerò le stelle per te - .
- Mil- - .
E Milo,
passandogli un braccio sulla nuca, tra i capelli, si volge a guardare
il suo tentato sorriso. – Vivi. Le stelle sono già
più vicine – bisbiglia.
Angolo delle autrici:
Fede:
allora, che dire? La prima parte è dedicata ad Aiolos ed Ermes.
Non sappiamo perché, ma questi due insieme, uomo e dio, ci
piacciono assai. Forse perché hanno appunto quello in comune...
il tradimento di un fratello.... Chissà se Ermes
completerà il suo processo di umanizzazione o combinerà
altro? E poi, Apollo: hehehehehehehe, secondo voi è morto? Io
non so... In ogni caso, il capitolo è un concetrato di
sentimenti, questo spero sia giunto a destinazione. L'altro focololare
all'Undicesima Casa, il combattimento tra Apollo e Milo, il discorso
sulla fratellanza fra dio e uomo... e quello sull'amore, appena
accenato ma spero efficace, fra Milo e Camus. Non potevamo non dedicare
una parte a loro due, fra le macerie... guerrieri vincitori... che
bella visione! *____*
Spero che
questo capitolo vi abbia colpiti, nel frattempo vi dico che il prossimo
è: L'ultimo pianto delle stelle (scommesse...! Beè, avete
avete capito! ^^)
A presto! Vi lascio alle risposte di Sag... cioè, Giorgia! *U*
Angel_Dark_Light:
tranquilla se lavori e non puoi recensire, d'altronde il lavoro
è la prima cosa con la famiglia! Come vedi mia sorella ha
scritto il combattimento tra Apollo e Milo con tanto di piccolo
siparietto finale... che spero sia di tuo gradimento! Un bacio! *_*
KanondiGemini96 : ciauuuu! Milo
ha conciato male Apollo... chissà chissà... Nel prossimo
vedremo se Aphro accetterà di stendere il campo di rose! ^^
Tranquilla anche tu se non recensisci, ti perdi un sacco di capitoli
importanti ma poi l'importante è recuperarli, se ci tieni! Buone
vacanze! xD
Ai91 : Ciauuuuuu!!!!! Felice
per Miluccio, eh?? Guarda, anche noi eravamo in ansia... morivo dalla
voglia di scrivere quel capitolo! In ogni caso... i gemellini e Mu sono
nella Casa dell'Acquario, non dei pesci, ma tranquilla, quando si
leggono troppe storie si va in palla ed è la stessa cosa che
accade anche a me! ;) A presto!
sagitta72: buondì
dolcezza! xD Allora, secondo te Milo ha ucciso Apollo?? Dubbio
amletico.... ^^ Essì, Milo ha difeso il suo Camus fino allo
stremo con tanto di siparietto conclusivo! *____* Che pucci! *OOO* Sei
ancora diffidente nei riguardi di Ermes? Sinceraente anche noi xD. No,
scherzi a parte, noi conosciamo la trama e quindi possiamo dare un
parere definitivo.... chissà! Bacio! <3
HigurashiShinko : volevamo
despistare... è il nostro talento... ^^. Cooooooomunque,
accidenti, ancora arrabbiata? Cerca di star meglio.... non so, fai
qualcosa che ti piace... Sono triste per te, insomma, essera incazzati
neri è un dramma.... Allora, passando alla risposta, la
confessione di Milo a cui hai accennato è sottointesa e spero
che mia sorella l'abbia resa bene - non è che mi fidi molto di
Kan... ehm, della Fede... xD -. Cammy è un genio, ha
congelato le divine chiappe ad Idmone e ha fatto incacchiare al massimo
Apollo... Sì, c'è anche Eracle cara... Cioè, NON
c'è Eracle!!!! (meglio evitare di farcelo scippare, Fede... xD).
Scherzi a parte, sì, c'è anche lui. Echione e Giasone
sono bellissimi assieme. Ninete da fare, li abbiamo caratterizzati
affidandoci a degli spunti shonen-ai e yaoi... *____* Che
pucciiiiiiiiii!!!! E bello il filmino!!!! Tu dici che morirano
assieme??? Chissà! ^^ Kanon... un dolce bastardo???
Ahahahahahahahahahahaha, è proprio vero!!! ^^ Povero Aphro...
nel prossimo capitolo vedrai se Death riscuirà a convincerlo...
magari anche come... Ehm, torniamo a noi! ^^E, Shinko... torna ad usare
i soprannomi dei Saints, che ci manca la tua vera esuberanza! Peace and
Love!, <3, Fefè e Giogiò.
charm_strange : eccoti!
Tranquilla! ^^ Allora, hai incrociato le dita?? E spera che abbia
funzionato! Chissà! ;) Oramai sta fic è talmente
piena di kamikaze che tutto smebra suicida.... xD Kanon ha
pensato ad Artemide, altrochè! Sa che stendere il campo non gli
permetterà di raggiungerla, ma sa anche che se Aprhrodite non lo
stendesse gli Argonauti magari riuscirebbe ad entrare... e allora
sì che sarebbe pericoloso! Kanon è furbo... non
c'è che dire! xD Nel prossimo vedrai quale sarà la
reazione di Aphro... ^^ Un bacio! <3
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Capitolo 24 *** L'ultimo pianto delle stelle ***
24. L'ultimo pianto delle stelle
Gio:
ed eccoci! Stavolta l'indovinello era difficile... ma già vi
diciamo che i capitoli si faranno sempre più esplosivi... quindi
fate attenzione agli aggiornamenti! I capitoli, è ufficiale,
saranno in tutto 27... fate voi i conti! E avanti con il gran finale!
A voi! ;)
24. L’ultimo pianto delle stelle
Questo capitolo è di
Giorgia
Appena
Death Mask giunge alla Tredicesima Casa, la prima cosa che gli salta in
mente è quella di informare i compagni dei fatti avvenuti,
almeno quelli di cui lui sa qualcosa.
- Mu, Saga e Kanon
stanno difendendo l’Undicesima Casa – inizia, ancora con il
fiatone, quando tutti gli sono attorno. – Ci saranno ancora una
ventina di Argonauti - .
- Maledizione –
ringhia Seiya, poi si volta verso Dohko e fa per parlare; ma lui lo
precede e alzando la mano a mo’ di comando dice:
- No, Seiya. Voi non dovete intervenire - .
- Ma perché? – si infuria il Bronze guardandolo rosso di rabbia. – Siamo qui per aiutare, noi - .
- Voi starete qui; ben presto servirà anche il vostro aiuto - .
È Hyoga ora a
farsi avanti: - Vecchio Maestro, se gli Argonauti sono ancora
così tanti non credete sia meglio intervenire subito? - .
- No - .
- Percepisco a
malapena il cosmo del mio Maestro – dice allora il Cigno,
abbassando il capo, e a quelle sue parole tutti si voltano verso Ermes:
la sua occhiata, limpida e turchese, sembra non voler dire nulla.
– Divino Ermes, perché- - .
- Il tuo Maestro non
morirà – dice allora il Messaggero Divino chiudendo gli
occhi, - non è in pericolo di vita - .
Silenzio. Poi Death Mask:
- Anche il cosmo di Milo si è espanso e poi è scomparso nuovamente - .
- Anche lui non
morirà, statene certi – Detto questo Ermes fa dietrofront
e si ritira nelle stanze dove albergano Artemide, Ebe e Kiki.
Aphrodite arriccia il naso, stringe i pugni: - Dobbiamo fidarci. Non abbiamo altra scelta - .
- Io mi fido di lui
– risponde qualcuno alle loro spalle, e tutti si voltano, -
perché è un dìo che accetta di portarsi al pari di
noi uomini - .
- Ai... Aiolos? – lo chiama Dohko. – Come fai a dire ciò? - .
- Me lo sento –
è la risposta, poi squadra con un’occhiata grave i cinque
Bronze. Si rivolge infine a Seiya: - Non avere fretta di combattere.
Credimi, presto lo dovrai fare e non sarà affatto piacevole - .
Nessuno osa dire nulla
a riguardo, quindi Death Mask ne approfitta per parlare: - Come sta
Shura? – Quella domanda gli martella in testa da parecchi minuti
e deve avere assolutamente una risposta.
- Shura? – fa
Dohko. – Shura sta bene. Non si è ancora ripreso, è
molto stanco, ma è fuori pericolo. Sta riposando, ora - .
- Bene –
farfuglia Death Mask, poi alza improvvisamente la voce e si rivolge ad
Aphrodite. – Ho bisogno di parlarti; due minuti - .
Aphrodite sembra
desistere: nota le occhiate degli altri suoi compagni, crede di sapere
su che punto Death Mask vuole farlo ragionare, ma senza spiccicar
parola segue l’amico fuori dalla Sala. Restano in silenzio per
almeno dieci secondi, poi il Cavaliere di Cancer parla:
- Sai che ti voglio dire, giusto? - .
- Credo di saperlo - .
Pausa.
- Mu mi ha pregato di farti cambiare idea - .
Aphrodite non parla. È dubbioso.
- Quindi, te lo chiedo io: per la sicurezza di Artemide e degli altri, bisognerebbe stendere il tuo campo di rose - .
- Non posso – La
risposta del compagno è ferma. – Desu, sei pazzo? E gli
altri dovrebbero restare fuori dalla Tredicesima Casa? - .
- Nel caso giungano altri Olimpi credo sia meglio - .
- Come? - .
- Avanti, siamo tutti
stremati. Percepisci i cosmi di Camus e Milo? Io no, o almeno a
malapena. Quelli di Mu, Saga e Kanon sono allo sfinimento...! - .
- Non posso –
ripete dopo un lungo secondo di pausa Aphrodite, - non posso appunto
per questo. E se capitasse qualcosa alla Casa dell’Acquario? Se
Camus dovesse non farcela, se Milo rimanesse gravemente ferito? Saremmo
troppo vulnerabili, senza di loro. Non potranno salire - .
Death Mask sta
già per perdere la pazienza. Guarda il compagno con fermezza,
non vuole proprio tradire la fiducia che Mu e i due fratelli gli hanno
concesso. – Aphrodite, ti prego. Vuoi che gli Argonauti arrivino
alla Tredicesima Casa? - .
- No, certo - .
- Vuoi che altri facciano la stessa fine di Shura? - .
- ...no - .
- Credimi, il tuo
campo di rose può salvare la vita a molti. Se i nostri compagni
feriti ce la faranno, meglio che restino dove sono e non si muovano; se
non mettessi il campo di rose, loro potrebbero intervenire in un
probabile conflitto alla Tredicesima Casa e rimetterci anche la vita.
Capisci? - .
Aphrodite non risponde. È ancora dubbioso, ma questa volta nella sua indecisione si legge una nota di sicurezza.
- Allora? - .
- Desu, non so proprio che dirti - .
- Aphrodite, alcuni
Argonauti saranno già riusciti a svignarsela
dall’Undicesima Casa. Devi fare in fretta. Decidi - .
Cade un silenzio che
sembra durare un’eternità: gli occhi chiari del Cavaliere
dei Pesci guizzano in ogni dove, tutto per evitare l’occhiata
ferma del compagno. Poi finalmente parla: - ...Va bene, mi hai
convinto. Ma sia chiaro, non voglio avere il peso di aver causato delle
perdite tra i Gold. Quello che accadrà non sarà colpa mia
- .
- Va bene, addosserai
la colpa su di me – gli annuisce un po’ più
sollevato Death Mask, - ma vedrai, questa è la scelta migliore
per tutti - .
Forse
sono sì troppi... ora ci servirebbe proprio una mano. Speriamo
che Death Mask abbia convinto Aphrodite, dove...? Sto perdendo il
conto...
Kanon combatte,
combatte ma in tutta quella confusione non distingue più le
figure di Mu e Saga. Non ricorda d’aver mai avuto tutte queste
difficoltà in combattimento, innanzitutto perché gli
Argonauti continuano a rialzarsi ed il loro cosmo pulsa più che
mai, e per seconda cosa lo attanaglia il pensiero che il fratello non
abbia addosso nemmeno un’Armatura. Non che non si fidi, certo,
solamente questo lo mette a disagio.
Poco lontano da lui
intravede Mu, impegnato con almeno sette avversari, e Saga che ne ha
addosso almeno una decina. Gli altri, invece, sono tutti per lui.
Probabilmente qualcuno sarà riuscito a svignarsela in tutta
questa confusione, ma l’importante è fermarne il
più possibile.
La protezione divina di cui
godono gli Argonauti lo mette in estrema difficoltà,
perché gli attacchi di alcuni di loro sono quasi al suo livello
e fa fatica a contrastarli.
La Casa
dell’Acquario è un totale campo di battaglia: Mu è
sull’entrata, lui e Saga invece hanno dovuto retrocedere per non
lasciarsi sfuggire un gran numero di avversari.
Probabilmente ora punteranno dritti alla Tredicesima Casa... hanno capito, hanno capito che lo Scettro si trova lì
Improvvisamente percepisce
il cosmo di Aphrodite espandersi: sì, è proprio il suo,
è troppo riconoscibile. Che Death Mask sia riuscito a
convincerlo? Kanon ne è sicurissimo. Anche Mu e Saga prendono
qualche secondo di pausa, ora più tranquilli per i loro compagni
e per lo Scettro.
- Saga! Saga! – chiama Kanon riprendendo a combattere; ed ecco che la folta chioma del fratello compare.
Stai bene, allora; non farmi preoccupare così, sai bene che ora sono pronto a difenderti-
- Attento!
– La voce di Mu gli martella violentemente la testa. Si volta
verso di lui, alcune ciocche gli cadono sugli occhi, ma non fa nemmeno
in tempo ad accorgersi di nulla che una saetta nivea lo raggiunge in
pieno petto e lo sbalza ad una decina di metri di distanza. I suoi
compagni, troppo impegnati, non possono intervenire.
Un cosmo... divino? Un attimo, chi è-?
Ermes. Gli sembra di aver
visto uno degli Argonauti fuggire con almeno cinque compagni, e quella
figura gli ha ricordato in tutto e per tutto il Messaggero Divino.
Ermes? Ma... non può essere-
- Kanon, fermali! – gli urla il fratello.
Sono pericolosi. Quel gruppo
è pericoloso. Alzandosi percepisce i loro cosmi pulsare,
potentissimi, ed allora non può far altro che attaccarli da
dietro: tre si scostano appena in tempo, gli altri invece vengono
travolti dalla sua furia.
Intravede Giasone,
sì, proprio lui, ordinare a due dei suoi uomini di uscire di
corsa dalla Casa. Maledetti. Kanon non può lasciarli fuggire. Fa
per colpire il comandante di Argo, ma ancora quel cosmo niveo gli si
para davanti e non gli permette di attaccare; e lo riconosce.
Ma quello è... Erm-
Si ferma, non riesce a muoversi: in quel cosmo niveo vede i suoi occhi turchesi, la sua espressione, i suoi capelli.
- Vieni, muoviti!
– Giasone trae a sé quello che a Kanon pare l’Olimpo
e praticamente immobilizzato dallo sconcerto li osserva mentre se ne
vanno con un altro Argonauta. Sono in tre.
- Kanon! Kanon, fermali!
– gli ripete il fratello, ma Kanon non osa muoversi. Non sa
muoversi e non può farlo. Un Argonauta lo colpisce alla spalle,
quindi è costretto a riprendere a combattere.
Ermes?
Gli somigliava troppo, era lui... e quel cosmo... possibile che gli
altri non se ne siano accorti? Ho visto i suoi occhi, erano i suoi. Sta
proteggendo Giasone... perché?
I pensieri gli offuscano la
mente, non gli permettono di concentrarsi al massimo sul combattimento:
tre di loro sono riusciti a fuggire, Giasone, un altro Argonauta e...
Ermes, sì. Improvvisamente si sente preso per una spalla e si
ritrova così con Saga e fiatargli sul collo:
- Kanon, perché gli hai lasciati scappare? - .
Kanon non risponde subito.
Guarda Mu, impegnato a combattere, poi ritorna a concentrare
l’attenzione sul fratello. – Saga, io- - .
- Potevi fermarli, dannazione!- - .
- Saga, m- - .
Ma Saga non lo sta
più ascoltando: ora si è allontanato ed è
ritornato ad aiutare il Cavaliere dell’Ariete.
Kanon sa di aver tradito la
fiducia del fratello, lo sa e non può trovare pace. Per cui
ricomincia a combattere, con una foga dettata forse più
dall’ira che dal bisogno di aiutare i propri compagni. Ne stende
tre, forse quattro, e di quelli due non si rialzano più.
È talmente arrabbiato con se stesso da non accorgersi di essersi
allontanato parecchio da Saga e da Mu, ed ora sta combattendo ad alcuni
metri da loro.
Quei tre giungeranno al campo di rose di Aphrodite e... e potrebbero superarlo? No, nessuno potrebbe riuscirci, nessuno
Ed in quel momento nella sua
mente affiora il pensiero di Artemide, della quale crede di essere
innamorato, ma ancora non riesce a ritrovarsi del tutto in quel
sentimento. Che ad unirlo alla dea sia forse il figlio che
probabilmente lei porta in grembo? Tutti questi pensieri non riescono a
tenerlo fermo, questi pensieri stanno avendo la meglio su di lui e sa
che questo può mettere in pericolo sia la vita di Saga e Mu, sia
quella di Artemide stessa. Se solo... se solo ci fosse più
tempo...
Una voce lo raggiunge, sempre più vicina, ed allora si volta mettendo al tappeto un altro degli Argonauti. Lo vede:
- Mu! Mu, cos- - .
- Andatevene! Subito!
– urla il Cavaliere dell’Ariete allontanando un avversario
da sé, - me la sbrigo io! - .
A Kanon mancano dei battiti. - Cosa? - .
Sono ancora una dozzina, è vero che non sono poi molti per lui.. ma Mu, tu sei indispensabile-
- Ho detto che dovete andare! - .
- No! – Anche Saga si aggiunse e affiancandolo gli lancia un’occhiata inceneritrice. – Tu sei pazzo, Mu! - .
- È un ordine, Saga! – Mu non scherza. No, Mu non scherza mai e nemmeno questa volta.
- No! – ripete l’altro, ed in quel momento la sua voce gli pervade la mente:
Saga, porta via tuo fratello ed andate... fermate gli altri tre Argonauti
Ma Saga non lo ascolta: fa finta di niente, non vuole assolutamente lasciarlo da solo.
Saga, fallo. Se solo voi foste fuori da questa Casa, io... io potrei scrivere la parola fine a questo combattimento
Tu sei pazzo-
Andate!
Niente da fare; né Saga né Kanon si schiodano dalla loro
posizione, e continuano a combattere al suo fianco. Il cosmo di Mu
inizia ad espandersi, ma neanche quello basta per allontanarli da
lì:
Non
posso aspettare oltre. Shaka... Shaka, a quanto pare non potrò
rivederti... o magari ci ritroveremo, chissà... Tu sappi
solo che questo colpo lo dedico anima e corpo a te, che ci hai
aiutati così tanto.... amico mio...
Saga e Kanon lo sanno bene,
che non può aspettare oltre, ma non si posso ritirare
così dal campo di battaglia: avrebbero rischiato la vita.
Mu si concentra, chiude gli
occhi e gli Argonauti di fronte a lui fanno alcuni passi indietro. A
chiudere loro la via di fuga, Saga e Kanon, che li circondano e non
permettono loro di fuggire.
Mi dispiace, ragazzi
Mu, non ti devi dispiacere.
Questi sono i pensieri dei due fratelli, ma nessuno dei due fa in tempo
a rivelarglieli perché il cosmo del loro compagno esplode, vivo
e forte come non mai; e lui riaprendo gli occhi alza il braccio destro,
abbracciato ora da un cosmo spropositato:
- Starlight Extinction! - .
Un’abbagliante
luce acceca tutti all’istante, divora gli Argonauti colpendo in
pieno anche Saga e Kanon. L’Undicesima Casa trema, inizia ad
accartocciarsi su se stessa e tutt’intorno rimbomba il devastante
colpo.
Tu-tum tu-tum
Per un istante la notte
diventa giorno, la luce delle stelle e della luna sparisce, inghiottita
da quel cosmo; poi tutto si dirada, tutto tace. L’Undicesima Casa
trema ancora, crolla del tutto su se stessa e sopra, in cielo, gli
astri riprendono a brillare.
Saga rantola faticosamente,
le macerie non gli permettono di muoversi e a malapena riesce ad
ancorare qualche sibilo d’aria fresca. È ancora vivo,
dopotutto. Vivo.
Kanon... Mu?
Si guarda attorno, ma la polvere che ancora si alza gli offusca la mente. Vede qualcuno muoversi tra le macerie. Un Argonauta.
Saga, non muoverti... non vivrà per molto, lascialo andare-
E infatti il nemico si alza
ma poi cade subito a terra. Di nuovo; ed è in quel momento che
nota, di fianco a lui, il volto del fratello, anche lui sotterrato
dalle macerie.
Kanon? Kanon, tu sei...vivo?
Nessuno gli risponde. Solo
il buio. Pensa allora di provare ad alzarsi, ma appena ci prova un
dolore lancinante alla gamba destra lo fa desistere.
Perfetto. La caviglia? Sì, è la caviglia.
Non può muoversi,
quindi, è bloccato lì e l’unica cosa che può
fare è quella di guardare il cielo puntinato di stelle
frastagliato dai rimasugli appuntiti del soffitto. Gli viene da
sorridere:
Ottimo colpo Mu. Ottimo davvero, mi hai fatto paura e ci vuole tanto per spaventare uno come me
- ... - .
Lo percepisce. Certo che lo
percepisce. Saga si volta e poco lontano scorge Mu. Lui, a differenza
sua, non è sepolto dalle macerie, no, il torace lo ha libero, ma
sembra più spossato e stanco: il suo volto è rosso, le
mani sono rosse, le sue braccia anche. Sangue? Saga non sa rispondersi.
Con le forze che gli sono rimaste lo chiama, prima a bassa voce poi
alzando un po’ di più il tono: - Mu... Mu? - .
Mu non gli risponde. È vivo, sente che è vivo, ma sembra come perso in un’altra dimensione. Che sia?-
Mu, avanti, puoi farcela. Rispondimi, rispondimi...
Un mugolio. Certo che Mu lo ha sentito.
- Mu? Mu? - .
- ...Saga – La sua voce è flebile, mai stata così debole. - ...Kanon?- - .
- Non lo so – A Saga
sfugge un sospiro tremante, forse dettato dalla paura di perdere tutti
e due i compagni. Perché vede, vede che Mu non è del
tutto lì e che probabilmente il fratello non riuscirà ad
aprire bocca. Gli si forma un nodo alla gola, quando mai Saga piange?
Sente Mu sospirare, forse lui si è accorto dei suoi singhiozzi: - ...Sa- -, ma Saga non sa darsi pace.
Perché,
perché Mu lo hai fatto? A costo della tua vita, Mu? Sai che se
tu morissi, se morisse Kanon, se morirete tutti e due... anch’io
vi seguirò
- ...M- Mu? - .
- ... - .
- Mu, avanti... resisti - .
Lo vede sorridere. Ha la strana impressione che Mu stia sorridendo: - Sta’... tranquillo, Saga - .
Ma quelle parole sono flebili, sono una carezza quasi impercettibile.
Ed è una carezza fredda, priva di consolazione: - Mu?- - .
- Sst - .
No Mu, ti prego, non saprei darmi pace se-
- Chiudi gli occhi – gli dice senza preavviso il compagno, - e... ascolta... - .
Giasone conduce i suoi due
uomini verso la Casa dei Pesci quando sente il cosmo del Cavaliere di
Aries esplodere. Si ferma sulle gradinate, annusa l’aria, poi
guarda basito la luce accecare i dintorni e l’Undicesima Dimora
accartocciarsi su se stessa. Non commenta. Ha un compito da portare a
termine e non può fermarsi per la morte dei suoi uomini.
- Giasone? - .
- Sì Eracle. Andiamo - .
Riprendono a correre. Quando giungono nella Dodicesima Casa, la ispezionano velocemente senza trovarci nulla.
- Echione? - .
- Uhm? - .
- Chi era quel Cavaliere? – La domanda di Giasone lo spiazza.
Ora erano tutti e tre diretti all’uscita della Casa, ma il
comandante lo aveva preso in disparte ed inchiodato ad una colonna.
- Quale Cavaliere? - .
- Quello che ci ha attaccato, quello di cui tu hai parato il colpo. Lo conosci? - .
- Non l’ho mai visto - .
Giasone tace, fa una pausa e poi capendo riprende a parlare: - Forse conosce tuo padre - .
- Forse - .
- Ti ha scambiato per lui e ciò è bene - .
Echione è più serio del solito. C’è qualcosa
che lo turba, ma non lo vuole farlo vedere. – Mio padre mi
protegge - .
- Questo è vero. Sei ancora convinto che lui sia dalla nostra parte? - .
Eracle li guarda da lontano, poi però quando Giasone gli lancia un’occhiata si allontana.
Echione guarda il compagno con i suoi impenetrabili occhi turchesi. – Lui sta facendo il doppio gioco - .
- Per proteggere te – Non è una domanda.
- Sì - .
- Se non ci fossi stato tu sarei morto all’Undicesima Casa
– dice allora Giasone, - anche perché il cosmo di Apollo
sembra sparito e di esso non vi sono più tracce - .
- ... - .
Il comandante di Argo si accorge della strana occhiata che gli lancia
Echione, ma non dice nulla a riguardo: sono stanchi e feriti, ma non
possono assolutamente dar peso a questo. Così lo prende per le
spalle e lo avvicina a sé. – Andiamo, ora. Lo Scettro ci
aspetta - .
Echione annuisce ma non dice nulla.
Quando escono dalla Casa, però, trovano ad attenderli una
sgradevole sorpresa: davanti a loro un lungo, impenetrabile tappeto di
rose rosse si allunga per tutti i gradini mancanti. E, poco più
in su, la Tredicesima Casa.
Eracle si avvicina, un po’ spaventato e forse anche confuso. – Giasone, sono solo- - .
- Non ti avvicinare – lo ferma il comandante traendolo a
sé. – Sento il loro profumo. Sono rose velenose, molto
velenose - .
Echione sembra molto indeciso, forse più indeciso di Giasone stesso. – Giasone, posso provare io a- - .
- No, assolutamente. Nonostante la protezione divina che ti offre tuo padre, queste rose sono pericolose - .
Silenzio.
Eracle: - Giasone, posso provare io a procedere - .
- Moriresti – Il tono del comandante è fermo.
- Giasone, è l’unica soluzione. Creerò un piccolo corridoio attraverso cui passare - .
- Va bene. Grazie – Nonostante il permesso consentito sembra
desistere. – Eracle, sta’ solo attento: anche i vapori che
emanano queste rose sono tossici - .
- Agli ordini -, e così Eracle si avvia, calpesta per primo il
giardino di rose e quasi senza fatica incomincia la salita alla
Tredicesima Casa.
Giasone dopo alcuni minuti fa per seguirlo, ma Echione prendendogli la mano lo ferma: - No. Aspetta - .
- Cosa dovrei aspettare? – Lo guarda interrogativo.
Echione sembra indeciso su cosa rispondere, poi abbassa il capo e si
porta l’indice sulla tempia destra. Un ghigno di dolore gli si
disegna in volto, ghigno prontamente nascosto. – Niente.
Continuiamo – Fa per avviarsi, ma questa volta è Giasone a
fermarlo:
- Echione? Echione, stai bene? - .
- Sono... solo ferito - .
Giasone non ne sembra convinto. – Mi sembri un po’ perso - .
Echione gli lancia un tiepido sorriso che lo rassicura parecchio.
– No, credimi, sono stanco e basta – Scacciando quel
momento di spossatezza inizia ad espandere dolcemente il proprio cosmo.
Padre, concedetemi ancora la vostra protezione...
Precede il comandante di Argo e senza spiccicar parola inizia a salire anche lui attraverso il corridoio.
Mu... Mu, parlami ancora, ti prego...
- ...ascolta... – Mu sospira nuovamente, apre finalmente gli occhi, - la melodia... - .
Quale melodia?, quale?-
- ...delle stelle, lassù - .
Saga alza gli occhi. Ascolta. Non sente nulla. – Mu... io non sento - .
Mu sorride tiepido, quel sorriso che riserva solo a pochi fortunati. -
...Evidentemente per te... è ancora troppo presto - .
Mu... Mu, non lasciarmi così... Mu
Saga fa ancora per muoversi, vorrebbe aiutarlo ma non può farlo.
Le lacrime, mischiate alla polvere ed al sangue, gli rigano il volto.
– Mu... Mu... - .
- Sì? - .
- Mu? - .
- ... - .
Sì, lo sente che è ancora vivo.
Mu, stai soffrendo? Mu, vorrei molto aiutarti... avanti, resisti
- Mu? - .
Non ottiene risposta, e la voce gli muore in gola.
Mu ma?...
Si volta ma vede che il suo compagno è ancora vivo. Respira pesantemente, ma è ancora vivo.
- Saga – si sente chiamare, - Saga... so che vorresti... aiutarmi - .
Sì Mu... tantissimo...
- Non ce n’è... bisogno, credimi - .
Saga non riesce a trattenere i nuovi singhiozzi che gli nascono in gola.
No Mu, ti prego, non lasciarmi così...
- Mu? - .
...
- ...sì? - .
- Mu? - .
...
- ...sì? - .
Il suo respiro. Così flebile, così morente.
Saga allora piange, non riesce più a contenersi, e calde lacrime
gli detergono il viso dalla polvere e dal sangue. Nuove lacrime cariche
di dolore.
- M- Mu – La voce gli si incrina, il suo petto sobbalza.
...
...
- ...sì? - .
- Non morire... ti prego. Amico... fratello- - Si ferma, non riesce
più a parlare. Così si porta le mani in volto, si chiude
nel suo silenzio.
Sa che nessuno gli risponderà più.
Angolo delle autrici:
Gio:
capitolo che si può vedere da molte angolazioni: Death è
stato l'unico in grado di convincere Aphrodite, mentre il trio Saga,
Kanon e Mu conclude il combattimento... nonostante non vittoriosi del
tutto. Sinceramente abbiamo faticato a prendere questa decisione, non
volevamo far uscire Mu di scena ma andando avanti con la stesura della
trama della seconda parte ci siamo accorte che non potevamo fare
altrimenti. Pazientate e capirete perché! ;) Il mio intento era
quello di descrivere il doloroso discorso fra Kanon e Mu, e solo dopo
mi sono resa conto che sarebbe stato bello vedere Saga al posto
del fratello, in onore alle scene subite successiva alla morte di Shaka
nell'Hades Chapter. xD E nel prossimo.... si saprà qualcosa su
Apollo e su nostro caro Mr. Spocchia! (oramai è diventato il suo
nomignolo in questa fic... xD).
Prossimo capitolo: L'Uomo e il Dio (abbiamo preso noi un infarto a metter giù lo sviluppo di questo capitolo, figuriamoci voi! Imperdibile! ) ^^
Ora Fede risponderà alle recensioni! A domani! ;)
sagitta72 :
sei la prima, è vero!, complimenti! La parte che piace a te,
quello di Aiolos, è stata molto impegnativa dato che non sapevo
da che parte acciuffarla... però se ti è piaciuta allora
sono felice! Milo è stato coraggiosissimo, nulla da dire U.U,
mentre il trio è... stato strabiliante, secondo me. Spero che
siamo riuscite a darvi l'accenno della grande virtù dei tre!
Purtroppo Mu ci ha rimesso le penne, e sai una cosa?, sei stata proprio
tu a farci ricordare lo scambio dello corona buddhista tra Mu e Saga...
ecco perché mia sorella, con il mio permesso ovviamente, ha
deciso di sostituire Kanon con il fratello! ;) Spero sia stato di tuo
gradimento! No, stavolta non hai azzeccato l'opzione giusta... ma tieni
quell'opzione attiva.... magari, a momenti.... XD Bacio! ^^
lovearmony : sono
felice che ti sia piaciuto, come capitolo! ;) Concordo con te riguardo
Ermes: io e mia sorella siamo partite con l'intenzione di
caratterizzarlo in ogni minimi particolare, e da quanto scrivete ci
siamo riuscite! XD Milo e Cam sono bellissimi assieme....
ç______ç Bacio! ^^
Ai91:
carneficina??? ^^ Be', è una fic shonen, un po' di sangue ci
deve essere! ;) No, tranquilla, ti diciamo già che Camus non
morirà... ^^ Hai letto?, Mu ci è rimesso le penne...
però è stato un eroe, Grande Mu!!!!! ^^ E tu che dicevi
non sarebbe stato utile... il merito è praticamente in gran
parte suo! ^^ Ogni capitolo è sempre più pericoloso???
Aspetta il prossimo... ^^ Bacio! ;)
charm_strange :
come ho già scritto a lovearmony, siamo partite roprio con
l'intenzione di carattizzare Ermes nei minimi dettagli. Siamo felice
che ne sia uscito un personaggio che piace a tutti voi! ;) Aiolos e
troooooppo Aiolos, ergo FIGOOOO!!!!
*ççççççç*
Cooooomunque, tornando serie... (come se fosse facile... xD) ... Camus
ce la farà. Sono troppo pucci, in più Milo non
sopporterebbe la sua morte un'altra volta. Si rientra nel discorso Mr.
Spocchia, Zeus ed Ares.... eh?? Nel prossimo capitolo si saprà
quialcosa in merito... chissà chissà.. comesi dirà
qualcosina su Apollo... ^^ La seconda parte della storia è
più movimentata della prima... curiosa, eh?? Tranquilla, finiamo
la prima parte, ci prendiamo qualche giorno di risposo e poi via con la
seconda! ;) Anch'io detesto Apollo... con tutta me stessa. Certo che io
e mia sorella l'abbiamo fatto proprio bastardo! xD Il trio ha finito
con l'ingarbugliarsi sì in una missione suicida, ma veramente,
veramente eroica a nostro parere, poi naturalmente il verdetto va a voi
lettori! =) Aphro non voleva stendere il campo appunto per
questo, perché altrimenti gli altri non avrebbero potuto
ripararsi nella Sala in caso di pericolo... eppure l'ha steso, il
nostro bello svedese! ;) Per quanto riguarda le sacerdotesse,
sinceramente abbiamo preferito lasciarle fuori dato che la storia
è già ricca abbastanza... magari nel secondo spuntano! E
Aiolos dici che combatterà??? Eeheheheheehe.... sopra mia
sorella ha scritto che è meglio non perdersi nessuno dei
prossimi capitoli.... Bacio! <3
HigurashiShinko :
sei tornataaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! *OOOOO*
Che bello!!!! Adesso sono felice! Allora... a parte la funesta fine dei
Cavalieri, costretti alla fuga xD, ti dirò che anche io odio gli
indovinelli! Accidenti, il prossimo titolo è difficile, ancora
più difficile! ^^ cit: "O ... porca ... puzzola! (pensavate che dicessi l'altra versione, vero? xD)" in
effetti sì!!!!!!! (Per la serie "viva la sincerità! xD).
Wow!, sei una fotografa sportiva???? Mi passi le foto
del salto del trio??? xDDD Cam sopravviverà.... tanto vale
dirtelo, lo abbbiamo detto a tutti! ;) Bacio! xD
Angel_Dark_Light :
ed eccoti! ;) Non eri l'unica che tifava il nostro Miluccio!!!! xD Nel
prossimo capitolo si dirà qualcosina su Apollo... ^^ ...e Cam
non muore, lo dico anche a te già che ci siamo, dato che l'ho
spifferato a tutti! xD Certo che Shinko è un pericolo per il
povero Ermy!!!! Ehi, ragazze, dato che piace a tutte voi.... insomma,
sappiate che non si può dividere a metà! XD Bacio! ^^
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Capitolo 25 *** L'Uomo e il Dio ***
25. L'uomo e il dio
Fede:
ed eccomi! Questo capitolo è stato molto impegnativo.
Essendo il terzultimo si entra nel gran finale... e che finale! A voi!
25. L’UOMO E IL DIO
Questo capitolo è di
Federica
- Gias- -, ma la sua
voce viene annegata da un ultimo rantolio di sforzo che lo porta ad
inciampare oltre l’ultimo gradino di quella mortale scalata.
Giasone lo afferra per le spalle, barcolla un momento indietro, frena
la sua caduta:
- Echione... probabilmente non ce la faremo... Le ferite sommate al veleno di queste rose non ci regaleranno certo del tempo - .
Il compagno alza lo sguardo incolore. La polvere mista a sangue gli
appesantisce le ciglia. – Ascoltami – Gli artiglia le
spalle a cui s’è ancorato e si trascina faticosamente in
piedi, - mio padre... è là dentro e- - .
- Tu promettimi solo che cadrai per ultimo – Giasone lancia
un’occhiata stanca ad Eracle, riverso senza vita a terra in un
giaciglio di meravigliose rose rosse, poi leva gli occhi dietro di
sé, sui muri silenziosi del tempio della Sala. Le sue iridi
azzurre annegate dalla fatica sono velate dall’espressione del
comandante sconfitto.
La mia Argo... è stata
abbattuta, i miei uomini sterminati. Solo Echione è al mio
fianco, ora... Qualunque cosa accada, io so, so per certo che non
potrebbe esserci miglior compagno...
Gli regala un ultimo sguardo, uno sporco sorriso: - Tu lo fai solo per Ermes? - .
Ed Echione viene percorso da un fremito. – Se non riportassi lo
Scettro... sì, mio padre verrebbe irrimediabilmente accusato di
tradimento. La pena, lo sai... è la morte - .
- Te l’ha detto Zeus? - .
- Sì, lui - .
- Ma tuo padre non collaborerà - .
- Io... io sono sicuro che mi aiuterà. Mi ascolterà, ma ora... il suo cosmo è... lontan- - .
- Basta – Giasone lo sta ancora stringendo in un abbraccio pendente. – Andiamo... andiamo, Echione - .
Poco prima il botto,
adesso un pianto, quello delle stelle. Nella notte scura di Grecia, una
lama di luce taglia l’atmosfera sibilando feroce fino alle
nuvole. E poi il silenzio.
Dohko, nella Sala, abbassa gli occhi. Sa. Sa che Milo e Camus, seppur
feriti gravemente, ce la faranno, come sa che i deboli cosmi di Saga e
Kanon non mancano del tepore della vita. Solo uno manca
all’appello.
Mu.... Mu, eri intenzionato a
fermarli tutti quanti?, volevi veramente questo anche a costo della tua
vita? Sion ti ha proprio addestrato bene... Non avrei mai creduto che
voi della nuova generazione foste così uomini, così
Cavalieri. Evidentemente mi sbagliavo. Ma gli Argonauti che mancano
all’appello sono quarantasette. E gli altri tre?
Li avverte. I cosmi che arrancano, annaspano tra i petali. Quasi li scorge, indovina le loro figure invisibili.
- Non muovetevi - .
Con queste parole Dohko neutralizza ogni tentativo di reazione da parte
dei Bronze e dei tre Cavalieri d’Oro che sono con lui. Ha disteso
il braccio destro in un gesto d’ammonimento, un ordine netto, che
non ammette repliche. Sa che anche gli altri incominciano ad avvertire
quei due cosmi che si avvicinano.
Sempre più.
E ascolta. Il pianto delle stelle è lontano, ora il Cavaliere di
Libra è pronto a scorgere ogni minima novità con tutti i
sensi.
Vista. Immobile fissa il portone chiuso, le pupille che fremono ed animano quelle verdi iridi incolori d’impazienza.
Udito. Piedi che si trascinano come moncherini sanguinanti.
Olfatto. Il profumo inebriante del campo misto a sangue.
Tatto. Un prurito alle dita, il bisogno di chiudere i pugni per annegare quell’orribile sensazione d’attesa.
Gusto. Una saliva intangibile, il brivido senza sapore che i denti gli rubano torturandogli il labbro inferiore.
E il pensiero. Avverte, Dohko, avverte che manca poco al verdetto. Pochissimo.
- Shiryu – dice, ed il suo tono è saldo, freddo, - e voi
altri Bronze... scortate Artemide, Kiki ed Ebe via di qui. Subito - .
Quell’ordine, pronunciato con un distacco spaventoso, fa
irrigidire persino gli altri tre Gold. È Ikki a prendere
l’iniziativa:
- Se pensi di allontanarci in questo modo sappi che non ci riuscirai, Dohko - .
- Non voglio allontanarvi. Ho solo un brutto... presentimento - .
- Dohko? – Death Mask assume l’espressione più seria
che abbia mai mostrato, - cosa intendi per... brutto presentimento? - .
- Shiryu... – ripete Il Cavaliere di Libra, ignorandolo.
Shiryu si irrigidisce. – Ma-? - .
- ...fa’ come ti ho detto. È un ordine - .
E va bene. Un ordine. Il Bronze stringe i pugni, per un momento sembra
sul punto di ribattere, ma ecco che affoga le parole e senza dir nulla
si rivolge ad un Seiya letteralmente ghiacciato
dall’indignazione: - Il mio Maestro ha ragione. Andiamo nel
piazzale della statua - .
- Che cosa?? Ma dico, sei
impazzito? Perché? -, e il Saint di Pegasus incenerisce Dohko
con uno sguardo vittima della rabbia. – Perché?, Dohko?
Che senso ha? Io non indietreggio, giammai! - .
- Seiya - .
Il suo intervento. Gli occhi di tutti ruotano su Aiolos, fermo al
fianco di Ermes. Nonostante gli sforzi si indovina sulle sue dita il
desiderio ed anzi il bisogno di impugnare l’arco, bisogno a
malapena trattenuto. La sua mano destra stringe gelosamente il prezioso
Scettro di Nike. Così fiero, così saldo, assomiglia alla
reincarnazione di un dio. - Seiya... adesso basta. Fa’ come ti
è stato detto. Questa è una questione da Cavalieri
d’Oro. Possibile che non capisci? - .
- Aio...? - .
- Basta. Obbedisci. Subito - .
Non può opporsi ad Aiolos. Legge nel suo sguardo splendidamente
chiaro una minaccia implicita, una fermezza mostruosa che dipinge le
sue iridi di autorità. Può opporsi a tutti, può
opporsi agli dèi, Seiya... ma non a lui. Così un tremore
gli scuote le pupille stupite, le unghie pugnalano la carne nel
tentativo di scovare il motivo di quell’ordine, e senza
spiccicare una parola si volta e si precipita oltre al trono sparendo
sotto agli sguardi basiti degli altri Bronze. E il Cavaliere di
Sagitter, con un lento movimento del capo, ritorna a guardare il
portone e mormora:
- Voialtri... seguitelo. Divina Artemide, Ebe, Kiki... andate - .
Nessuna replica. Quando parla lui, quando usa quel tono freddo ed
indifferente, il silenzio che cala è assoluto. Così
Shiryu muove il primo passo e poi si lancia in un corsa più
decisa, subito seguito dai compagni, dalla dèa e da Ebe, che
afferra la mano del bambino e sparisce in fretta con tutto il gruppo.
- Adesso mi spieghi perché – esordisce un diffidente Aphrodite.
- Aiolos – interviene a quel punto Ermes, lo sguardo saldo e il
volto senza una piega. Osserva il portone con l’atteggiamento del
padrone di casa che si prepara a ricevere ospiti. Distende il braccio
destro, lentamente, e a quel gesto Death Mask e Dohko sono i primi ad
irrigidirsi: - Aiolos... dammi lo Scettro - .
Quelle parole, quelle sole parole ghiacciano l’atmosfera. Lo
Scettro? Ermes vuole impugnare lo Scettro? Il Cavaliere di Sagitter ha
un sussulto, i suoi occhi fremono. D’istinto muove un passo
indietro: - Ermes... perché? - .
- Bella battuta, veramente divertente! – lo pizzica la voce
tagliente di Death Mask. – Avanti, dio, non scherziamo... due
Argonauti tra poco apriranno quel dannato portone e tu vuoi avere in
mano la causa di tutto questo conflitto? Simpatico... anche voi Olimpi
avete un ottimo senso dell’umorismo! - .
Ermes lo fulmina con un’occhiata e il Cavaliere pietrifica sul
posto. Okay, non sta scherzando. Aiolos cerca conferma negli occhi dei
compagni, ma nei loro sguardi non approda ad un porto sicuro.
Così prende un respiro: - Io... io mi fido di te, Ermes - .
Silenzio.
- ...mi fido e credo che tu nutra per noi lo stesso sentimento. Quindi... - .
Dohko viene percorso da un brivido: Aiolos? Aiolos!, non dirmi che hai intenzione di...?!
Il Cavaliere di Sagitter si volta e le grandi ali d’oro che lo
abbracciano ondeggiano elegantemente: - ...quindi io te lo cedo -, e
senza guardarlo allunga il braccio destro porgendogli lo Scettro.
È come se non voglia guardare o scorgere del tradimento in
quegli occhi che gli sembrano tremendamente sinceri. Ermes non parla,
non dice assolutamente nulla: solo afferra delicatamente il bastone
dello Scettro, se lo rigira tra le mani come se fosse un oggetto mai
visto. E nel suo sguardo vibra una lontana brama reduce
dell’antica bandiera.
L’atmosfera si libera da quel momento di stupore e Aphrodite fa
istintivamente un passo avanti con l’intenzione di raggiungere
Ermes per strappargli l’oggetto dalle mani; ma Aiolos, repentino
come un falco, estrae una freccia dalla faretra e tende l’arco
senza battere ciglio, gli occhi spalancati e le labbra tese in un
ghigno incolore. Non servono parole e il Cavaliere dei Pesci si
immobilizza, le sue pupille vibrano di incredulità: Aiolos...
Aiolos lo sta puntando con una freccia? Le sue dita vibrano... le
vede... l’indice ed il medio contratti per lo sforzo di non
lasciare la corda... Eppure, capisce, eppure tutto in lui predice la
sua totale prontezza a scagliare il dardo.
Perché?
Cala il gelo.
- Ehi, Aiolos... – Il tono di Dohko è cauto. – Siamo alleati. Non mi sembra il ca- - .
- Dohko... per quanto voi non vi fidiate, io ripongo tutta la mie fede
in Ermes – risponde l’altro senza giri di parole, e la
punta della freccia guizza rivolta verso il Cavaliere di Libra. –
Se non vi fidate... siete nemici - .
- Questo è troppo! – si spazientisce Death Mask, e trae
indietro Aphrodite per fornirgli quasi da scudo; e quel gesto è
così improvviso che Aiolos ha un sussulto, rivolge il dardo
contro di lui e a momenti non lascia andare la corda. – Ros...
basta. Siamo sotto la stessa bandiera, lo sai. Quella freccia non
dovresti- - .
Il cigolio del portone che si apre, un fremito che li fa sobbalzare.
L’arco ruota repentino verso l’ingresso e Aiolos vede; vede
e sgrana gli occhi, le sue gambe vengono scosse da un brivido
d’inquietudine.
Sono in due. Argonauti. Stanchi, sanguinanti. Ombre rivestite di morbidi petali di rosa.
Le labbra di Ermes tremano, la sua mano destra si avvinghia allo
Scettro per affogare parole che sarebbero troppe per la situazione.
L’ha riconosciuto. È vivo.
Echione. Echione, suo figlio, una mano artigliata alla spalla di
Giasone in un estremo gesto di affetto come se con le dita voglia
abbracciargli l’anima. Hanno entrambi la testa bassa,
ciondolante, le ginocchia piegate e cosparse di letali spine. E i loro
respiri, sottili sibili che annaspano senza trovare un appiglio.
Echione fa un passo, due, senza alzare il capo ma trascinandosi sui
piedi stanchi; ed è Dohko ad incenerire Aiolos, che ha
l’intenzione di lasciar andare la freccia.
Lascialo, Ros... non farlo. Non ce la farà... lo sai
E Aiolos obbedisce. Abbassa piano l’arco, i suoi occhi si velano
di uno strano scintillio commosso. No, quei due Argonauti sono
destinati a morire. Non ha senso combattere, il sangue è
già troppo per essere digerito.
Il primo a cadere è Giasone. Le gambe cedono, le braccia si
distendono come i rami di un albero in procinto di cadere, e in un
turbinio di petali insanguinati si accascia, incespicando in quel passo
che stava così coraggiosamente azzardando. E il suo mormorio, un
rantolio che sibila: “Echione” prima di zittirsi. Un ultimo
brivido sulle sue dita, il desiderio di compiere quella missione oramai
persa. E più niente.
Ma Echione è incosciente. Non si ferma, porta avanti un piede,
poi un altro, e al tonfo del corpo di Giasone quasi inciampa, riprende
un equilibrio impossibile, un gesto disperato per mantenere la promessa
fatta.
Io sarò l’ultimo a cadere... per te... l’ultimo... compagno.... l’ultimo amico...
E si trascina, vittima del dovere, ghepardo ferito. I Cavalieri non si
muovono, non osano muoversi. Nemmeno i loro occhi. Solo quelli di
Ermes, animati da un divino velo di lacrime, smentiscono le sua
apparente indifferenza.
Lo Scettro o suo figlio? Uomo o... dio?
Incatenato da questi pensieri, dal dubbio più grande di tutti,
osserva. Osserva quei passi sofferenti, quelle dita che tremano, quel
corpo che scivola come l’ombra più scura della notte. Non
un lamento, non una parola. La sua voce è silenziosa, non ha
suono.
Ed è vicino, ora. Pochi metri. Echione allunga un braccio,
distende quello che sembra un bellissimo ramo ricoperto di petali di
rosa, annaspa, cerca lo Scettro. Ma quel gesto, quel solo gesto lo
deruba dell’ultimo alito di energia: perde l’equilibrio, le
sue dita si irrigidiscono, riescono a sfiorare, saggiare il freddo
bastone dello Scettro, quel corpo logoro di ferite tenta
un’ultima volta di afferrare l’aria alla ricerca di un
appiglio. E poi cade, si accascia sul petto del padre, le ginocchia
cedono, il braccio allungato con l’intenzione di toccare
l’oro artigliano spasmodicamente la tunica del dio
all’altezza della spalla. E lì rimane, aggrappato a quello
scoglio, la testa bassa e i capelli rossi sul volto.
È un attimo, il tempo di sbarrare gli occhi e sentire una fitta
al cuore. Ermes lascia d’istinto che lo Scettro cada a terra e il
suo tonfo sul pavimento annuncia un collettivo stupore da parte dei
Cavalieri presenti. Ed ecco che cade su un ginocchio, il dio, le
braccia corse a stringere Echione e un’espressione
d’incredulità sul viso sconvolto.
Che strana sensazione... che sentimento sarà mai? Echione...
Echione, lo sai? Soffro, mi brucia la gola... sono sintomi
devastanti... cos’è? È la morte di una parte di me?
Lo guarda, cerca i suoi occhi vitrei, astri senza cielo. – Echione.... Io- - .
E le sue labbra fremono, si alzano nello sforzo di parlare: - A... Apollo... padre - .
Sente il suo brivido, il rimbalzo della foglia da cui è appena
caduta una fredda goccia di rugiada. Sa. Sa ma non vuole ammetterlo
nemmeno a se stesso. Le dita di Ermes pugnalano quel che è
rimasto dell’Armatura, quel che è rimasto della carne
della sua carne; china il capo, la sua fronte sfiora la bocca del
figlio.
Non un sospiro.
No che non
risponderà. Saga si copre il volto con le mani, la polvere delle
macerie gli pugnala la pelle sudata. Rimane per un momento così,
incapace di muoversi: non vuole voltarsi. Non può vedere altro,
sa che la cosa gli farebbe troppo male. Poi, la sua voce:
- Saga? - .
E Saga si lascia scivolare la dita via dal viso segnandosi profondi
sentieri sulle guance sporche di sangue. Lo riconosce: - Kanon? - .
- Io.. ti tirerò fuori da qui. Avanti - .
Vede che fa fatica a reggersi in piedi. Saga volta il capo altrove, ha
bisogno di non indovinare le ombre delle lacrime che velano gli occhi
del fratello. Sarebbe un’ulteriore sofferenza. Ma Kanon non
gliela dà vinta, e senza preoccuparsi delle schegge d’oro
che gli feriscono la pelle si china ed afferra il masso che gli soffoca
il torace, finendo con il cadere in ginocchio pur di dar fondo a tutte
le proprie forze. E la roccia si sposta, di colpo, strappando a Saga un
lamento impossibile da trattenere.
- Va bene, è tutto a posto... Ti aiuto io - .
- Kanon... - .
- Muoviti - .
No che non vuole parlare. Kanon non ha intenzione di farsi assalire dai
dubbi e dopo aver afferrato il fratello per una spalla, gli abbraccia
la vita con il braccio libero e lo rialza faticosamente in piedi. I
sassi e le ultime macerie di quella tomba di pietra rotolano
disordinatamente via finendo contro le loro gambe, motivo per cui Saga
perde l’equilibrio e Kanon di conseguenza gli evita la caduta
appoggiando il piede su un masso stabile.
Ed ora che dirsi, che fare? Ci sarebbero così tante parole...
Sopra di loro, le ultime stelle inghiottite dalla notte sempre
più scura. Saga, che si regge sulla spalla del fratello, abbassa
gli occhi.
- Non ce ne siamo andati - .
- No, Kanon... eppure il senso di colpa c’è - .
- Se non fossi stato stremato... l’avrei fatto anche io. Avrei ripetuto quel che abbiamo fatto alla nostra Casa - .
- L’ha fatto Mu... Basta – Saga fa un cenno di diniego con
la mano. Tiene lo sguardo basso, non vuole alzarlo. Ma il fratello non
ha bisogno di guardarlo nelle pupille per capire che sta ancora
piangendo. Sì, silenziosamente, eppure lo sta facendo. Kanon ne
approfitta, ha paura che in futuro non ce ne sarà più
tempo. Irrigidisce il braccio con cui lo sorregge, sente il brivido
stupito ghiacciarlo, ma nonostante il suo commosso stupore non
può far altro che stringerlo in un abbraccio fraterno. Se per un
momento aveva avuto paura di perderlo, solo un momento... è
stato quello. In tutti quegli anni mai l’ha avuto così
vicino, mai l’ha sentito così vivo, parte di sé.
Avverte il palpitare della sua schiena, sulla spalla la sua gola
fremere nel tentativo di non sommare altre lacrime a quelle già
versate.
Così, stretti come pugili dopo un incontro, stanno i Cavalieri di Gemini sotto alle stelle.
Io.... mi sento così... umano. Meravigliosamente... umano
Ed Ermes non si è ancora mosso. Echione è stretto al suo
petto, il capo afflosciato sull’’armatura che
s’indovina sotto alla tunica viola e oro, gli occhi chiusi, il
volto terribilmente sereno.
Apollo.... Apollo... hai ucciso tu
mio figlio? Le ferite che vedo sono solamente state causate dal campo
di rose del Cavaliere dei Pesci... e solo questo non avrebbe potuto
ucciderlo. È pur sempre mio figlio... carne della mia carne...
Io, fratello... avverto la tua arpa ridere meschina nella notte. Tu lo
hai ucciso, tu non mi hai permesso di proteggerlo con il mio cosmo. Tu,
Apollo... sei ancora vivo
Le sue dita si irrigidiscono, le sue labbra si trasformano in un
ghigno. I Cavalieri d’Oro vengono percorsi da un brivido. Gli
occhi di Aiolos si spostano sulla scia di sangue disegnata dalla
camminata sofferente di Echione, si fermano sul corpo senza vita di
Giasone. Ha capito. Ha capito che Ermes voleva a tutti i costi
riprendersi suo figlio, far sì che arrivasse alla Sala del Trono
per fargli cambiare bandiera... ed invece... ed invece quello non
è il lieto fine che volevano aggiudicarsi.
Hanno vinto ma hanno anche perso. E questo è ancor peggiore della sconfitta vera e propria.
Dohko stringe il pugno. L’osmio che tiene in mano,
quell’osmio a cui Mu ha dedicato metà della vita, gli
pugnala la coscienza ferendogli l’anima. Volta lo sguardo
altrove, lo abbassa e chiude gli occhi.
- Ma che bella scena... – li canzona una voce evanescente, ed i
Cavalieri sussultano, si irrigidiscono, nei loro occhi balenano ombre
di incredulità. Quella voce.
Quella.
Aiolos contrae il volto in una maschera di stupore.
No. Non lui. Sente il peso degli sguardi di Dohko, Aphrodite e Death
Mask che sono guizzati a guardarlo per analizzare la sua reazione.
Ebbene, Aiolos di Sagitter è immobile, le labbra secche e gli
occhi sgranati, pupille incastonate in iridi vitree. L’arco nelle
sue mani trema, brividi ghiacciati gli accoltellano la ragione.
Non.
Lui.
Aio-?
Ed eccolo. Un cosmo ardente come mille soli, le scaglie di
un’Armatura scarlatta che si indovinano avvolte da quelle fiamme
battagliere. Avanza fiero, supera l’ingresso e il suo piede
destro scivola felino al fianco del corpo senza vita di Giasone,
offrendogli la carezza del lungo e maestoso mantello color sangue. E si
ferma. Il fuoco dell’inferno riluce in quei suoi occhi privi di
ragione, la chioma bionda si scuote mossa da quel cosmo di inaudita
potenza:
- Finalmente sono arrivato... Cavalieri - .
Lo sguardo di Dohko freme, la sua saliva secca. Death Mask corruga la
fronte in un’espressione incredula, un misto di paura e stupore
impossibile da decifrare, mentre nelle luminose iridi di Aphrodite
passa un brivido di sconcerto.
Lui.
E Aiolos sente un tremore al cuore, si sente completamente paralizzato.
Il suo pensiero fisso, la sua prima preoccupazione. Suo fratello. Il
suo volto muta in un ghigno spaesato, le sue labbra rabbrividiscono.
– A... Aiolia? - .
- Lui non esiste più – risponde saldo Aiolia affondando le sue pupille ghiacciate dallo stupore.
Il Cavaliere di Sagitter indietreggia. I suoi occhi tremano, la sua
bocca è incapace di proferire verbo. L’arco che tiene in
mano è in balia di quelle sue reazioni incontrollate e la
freccia si scuote pericolosamente. – Fratel- - .
- Ne ho abbastanza dei tuoi sentimentalismi, uomo - .
Uomo? Dohko viene fulminato da un’illuminazione improvvisa:
che forse...? No, non voglio pensarci... non posso credere che Shaka
abbia veramente ucciso uno degli Olimpi... Non posso credere che in
Aiolia ci sia il cosmo di...!
- Ares - .
È Ermes stavolta a rubargli i pensieri. È ancora in
ginocchio, la sua voce incolore predice la sua passività suicida:
- Ares... questa guerra oramai l’avete persa. Anzi,
l’hai. Come può Zeus essersi fidato di te e mandarti di
persona al Santuario? - .
- Oh, che domanda intelligente... – Aiolia muove il braccio in un
gesto repentino, gesto che fa irrigidire tutti i Cavalieri a parte
Aiolos, ancora vittima di sentimenti troppo dolorosi. – A quanto
pare, Ermes, perché si fida di questo mio corpo. Sagitter, lo
sai che tuo fratello ha opposto pure resistenza? Sì, vero, era
sulla strada della redenzione... redenzione prontamente annullata. Mi
sarà molto utile... - .
- Adesso basta! – Il grido imperioso di Aiolos lo zittisce. – Basta, Ares. Mio fratello non ti appartiene! - .
- E invece sì - .
E poi nessuno non vuole credere a quello che sta accadendo: Aiolos ha
alzato l’arco e la punta della freccia, quella incoccata poco
prima quasi d’istinto, è rivolta al cuore di suo fratello.
– Io... – incomincia saldo il Cavaliere, le braccia tese
per tenere ferma la pesante arma, - mi fido di lui, della sua forza.
Riuscirò a strapparti fuori da lì, Ares, e Aiolia non
morirà. Lo faccio anche se mi dovesse costare la vita. Per lui -
.
Angolo delle autrici:
Fede:
accidenti, questo capitolo è stato più impegnativo del
previsto! Ho faticato a stenderlo, spero comunque che il risultato vi
sia piaciuto. Così gli Argonauti hannon fallito... e si prepara
un'ultima battaglia... e che battaglia! ^_^ In più sappiamo
finalmente che Shaka è riuscito ad uccidere Ares... ma il resto?
ehehehehhehehe.... questa è una parte che si approfondirà
nella continuazione. Ed è arrivato Aiolia, in formato Ares!
Contenti???? xD In più ho voluto aggiungere, in mezzo, una scena
tra Kanon e Saga... ci sta proprio, xd! Adesso vi lascia a Gio che
risponderà alle recensioni... alla prossima!!!! ^^
Prossimo capitolo: in nome della giustizia (.. ... ... scommesse aperte!!!!!!)
charm_strange
: ciauuu!!!! Sì, la scelta di Aphro nel stendere il suo campo di
rose è servita a qualcosa... sinceramente lui e Death non
rientrano nelle nostre preferenze, però ci piacerebbe molto
lascial loro più spazio nella continuazione, come faremo anche
con Aldebaran. E che ci dici dell'Aiolos che hai visto in questo
capitolo? Innnanzitutto grazie per i complimenti e dobbiamo proprio
ammetterlo, non è affatto facile... non sai mai come farlo
parlare... xD Non abbiamo intenzione di prendere spunto da Lost Canvas,
per il semplice motivo che non ce n'è bisogno... ^^ I bronze
probabilmente avranno più spazio nella seconda parte della
storia: la stiamo strutturando, però per ora dei bronze non
abbiamo parlato... ma vabbé, uscirà fuori qualche idea
illuminante! Povero Mu, ci ha lasciato le penne... sìsì,
anzi, meglio dire che ci ha lasciato la lana... xD E Kanon era solo
svenuto, don't worry... sarebbe crudele farlo morire, in quanto tra
poco diverrà padre xD Su Ermes c'è ben poco da dire...
comunque sì, teneva al figlio e Apollo c'entra con la sua morte,
eccome! Oh, noi Ermy lo amiamo... ci piace molto come personaggio,
sìsì! ^^ Non preoccuparti sui ripensamenti di Kanon, sono
solo passeggeri... ^^ Be', ormai so che non ti perdi nessun
aggiornamento... e perbacco, il pacemaker devi prenderlo,
sìsì!!!!! Bacioni!!! ^^
Angel_Dark_Light
: povero Saga... sì, fa un po' pena. La morte di un compagno
è sempre molto dolorosa, anche per un tipo tosto come lui. E
Shaka... per Shaka dovrai aspettare la seconda parte ^^ Don't worry,
Kanon non è schiattato... Kanon non può morire! Vedi, noi
abbiamo un sistema veloce ed indolore per scegliere chi DEVE morire in
una fic... andiamo a estrazione!!!! Solo che Kanon non è
uscito... peccato.. ^^ Ci ha rimesso invece Mu, e da lì è
partita pure l'illuminazione per il seguito di questa fic xD Grazie per
i complimenti, come sempre le tue recensioni ci fanno mooooolto
piacere! Ciaociao! ^_^
sagitta72
: a Mu eterno onore... Shaka per ora lasciamolo da parte e facciamo un
minuto di silenzio.. ... .. .. .. bene, finito! Allooooora.... Kanon ha
solo ripensamenti passeggeri: è molto confuso, gli eventi si
susseguono velocemente e lui un po' è rimasto indietro...
zìzì, per lui la figlia è molto importante,
perchè accoglierà il cosmo di Athena ^^ Ermes ha protetto
il figlio, certo, perchè Ermes qualcosa di umano ha in fin dei
conti... ma Apollo non glil'ha data a bere per il torto subito
all'Ottava Casa, e comunque non poteva di certo lasciare che il figlio
di un traditore impugnasse lo Scettro, no? Bene, è
ufficializzato che Ermes odierà a morte il fratello per
l'eternità e questo ci rende immensamente felici! Shaka...
Shaka... intanto accontentati di Aiolia, del nostro santone saprai
nella continuazione... bacioni!!!! ^^
Ai91
: ma come sei crudeleee!!!!!! Muuuuuuuu!!!!!! A noi già manca,
noi adoriamo Mu! Sigh sob... ç______________ç Come fai ad
essere così felice? Magari se facevo schiattare Kanon al suo
posto forse sarebbe stato meglio... MUAHHAAHAH!!!!! Come hai potuto
leggere i tre che sono fuggiti non se la sono cavata poi così
bene: Eracle è morto alla fine del campo di rose, Giasone
è caduto stremato appena è entrato in Sala e cosa
più triste tra tutte Echione è morto tra le braccia del
padre... cioè, che tragedia.... xD Bacio, alla prossima! ^^
lovearmony
: salveeee!!!! Mu... Mu.. sinceramente non è in programma la sua
rinascita, e questo ci dispiace... sai, noi quando dobbiamo scegliere
chi deve morire in una fic andiamo ad estrazione (crudele, veloce e
indolore!), così almeno non si fanno preferenze... è
uscito Mu... xD Cioè, era uscito anche Dohko, ne peschiamo
sempre due, ma Dohko ci sta troppo simpatico e poi serve per la
continuazione... ^^ Milo un infarto? Me lo immagino... ahahahahah,
poverino! Ermes non sta affatto facendo il doppio gioco, solo che ha
ancora molti dubbi... ora tutti dissipati, data la morte del figlio.
Appena trova Apollo vedi che incazzamento... xD E Kanon è vivo,
sì! Riguardo Aldy a lui abbiamo riservato una parte interessante
nella continuazione, per questo qui non è c'entrato molto...
grazie per i complimenti! Ah, sei ariete?? Allora ci dispiace
proprio... il destino è stato crudele con te.. bacioni!! ^^
HigurashiShinko
: dispiaciuta per Mu, eh??? S'è notato, dannazione, a momenti
annegavi i nostri Gold! Ah, così vai pazza di Aiolos ed Ermes,
eh? Bene bene, anche noi... veniamo a farti compagnia nella stanza!!!!
^_^ Il titolo, "l'uomo e il dio" si riferiva al fatto dell'indecione
che ha colto Ermes quando ha visto il figlio... alla fine però
ha deciso di comportarsi da uomo, sebbene non comprenda a perfezione i
sentimenti che lo animano... povero Ermy!
çç_______çç Ah, nel campo di Dite
c'è un intero lunapark!!!!!!!! Quindi, tutti invitati!!!!!!! ^^
Sì guarda, Kanon poteva fermare quei tre, almeno vi sareste
risparmiati la scena triste nella Sala... ma vabbé, tutti
sbagliano.. ^^ Però dai, qualcosa di positivo c'è: Eracle
è morto!!!!!!! xD Grazie per la fantastica recensione, come
sempre inimitabileeee!!!!!!!! Bacioniiiii!!!!!!!! ^_^
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Capitolo 26 *** In nome della giustizia ***
26. In nome della giustizia
Gio:
ed eccoci come promesso oggi! Siamo occuatissime, ritardiamo in molti
aggiornementi... Colpa degli studi, ma si sa, prima il dovere e poi il
piacere, no? Allora tenetevi forte... eccovi il penultimo capitolo di
Ddekatheon - i Dodici Olimpi.. xD
A voi!
26. In nome della giustizia
Questo capitolo è di
Giorgia
All’arrivo di quel cosmo infinitamente potente e così
simile a quello di Aiolia, Seiya fa per tornare nella Sala del Trono ma
Shiryu lo ferma appena in tempo:
- No. Seiya, dob- - .
- Non mi interessa! – strilla il Cavaliere di Pegasus
scrollandosi di dosso la mano del compagno. – Sono venuto qui per
aiutare - .
- Questa è una faccenda troppo grande per noi – dice
allora Hyoga, - e accettalo. Anche Aiolos ti ha detto di non
intrometterti - .
- Ma- - La sua voce si spegne quando alzando gli occhi al cielo,
incontra alcune figure veleggiare in aria. Non riesce a riconoscerle.
- Cosa sono? – si fa avanti Ikki ed a rispondere è Artemide:
- Guerrieri di mio padre, presumo - .
Le figure si avvicinano sempre di più e quando sono poco lontane
si possono distinguere dei piccoli velieri che puntano dritti alla
Tredicesima Casa.
- Navi? – chiede stralunando gli occhi Shun, - ma Argo è stata distrutta! - .
- Evidentemente non le scialuppe – è la fredda risposta di
Hyoga, - oppure il Divino Efesto le ha costruite nel caso Argo venisse
sconfitta - .
Seiya digrigna i denti, lancia una voce occhiata alla Tredicesima Casa
e poi stringe i pugni; è pronto a scattare. – Poco
importa, sono comunque nemici - .
Shiryu annuisce in silenzio, poi si volta verso Artemide, Kiki ed Ebe:
- Kiki – dice poi, - conduci la Divina Artemide e la Coppiera in
un luogo sicuro - .
- I- .. io? - .
- Sì. Avanti, va’ - .
Kiki obbedisce: precede le due donne, poi corre via e si allontana dai
cinque Bronze seguito dalla dea e dalla sua servitrice. Proprio in quel
momento le prime scialuppe raggiungono il piazzale e da esse si calano
almeno una dozzina di Cavalieri.
Il primo ad attaccare è Ikki, seguito a ruota da Seiya e
successivamente dagli altri. Continuano comunque ad arrivare nuove
scialuppe e questo li mette in estrema difficoltà, perché
il loro compito ora è quello di non farli avvicinare alla Sala
del Trono.
Il cosmo di Aiolos si è
infiammato improvvisamente pochi istanti fa... Aiolos, stai combattendo
contro tuo fratello? O devi ancora incominciare? Percepisco il cosmo di
Aiolia imperversato da una furia animalesca, non è da lui. Che
sia-?
- Seiya, sta’ attento! – L’urlo di Hyoga lo distrae e
fa appena in tempo a scansarsi per non venir travolto da uno degli
avversari.
Le scialuppe non cessano di giungere e i nemici sono sempre di
più. Ciononostante i Bronze non possono indietreggiare: ben
presto Ikki e Shiryu sono i primi a perdere quel loro incredibile
slancio iniziale ed il combattimento si fa più serrato.
Se solo... non ci fossero... Aiolos, io vorrei aiutarti
Accompagnato da questi pensieri, Seiya atterra due degli avversari e
poi si porta a difesa di un Ikki in difficoltà: devono stare
attenti alle mosse che fanno, soprattutto devono anche sapere Artemide,
la Coppiera e Kiki al sicuro.
La Diamond Dust di Hyoga riesce a congelare parecchie scialuppe prima
che queste possano anche solo avvicinarsi, mentre la catena di
Andromeda colpisce a distanza e dona loro più spazio
d’azione. Nonostante loro siano solo in cinque, per ora la
fortuna sembra sorridere dalla loro parte.
Con un fantastico gioco di squadra si concedono tutti un gruppo di
avversari differenti; intanto nella Sala le attenzioni sono solo
rivolte allo Scettro, riverso ancora a terra...
Aiolia lo guarda attentamente, quello Scettro, e sebbene si mantenga a
debita distanza nei suoi occhi si leggono cattive intenzioni. Il suo
sguardo inespressivo si sposta prima su Aiolos, poi su Dohko, poi su
Aphrodite e Death Mask. Infine su Ermes:
- Ermes, questa è la tua scelta? – gli chiede poi
indicando i Cavalieri con un cenno del capo, - o stai fingendo? - .
Il Messaggero Divino non spreca fiato per rispondere: nei suoi occhi si
legge l’irremovibile scelta di non parlare, almeno non con ancora
il figlio morto tra le braccia. Lo guarda e basta, Ares, ma non muove
un muscolo.
Ares allora, intuendo le sue intenzioni, sfodera un sorrisino meschino:
- Stavi fingendo, prima avevi dei dubbi sulla bandiera da scegliere. Ma
ora, con Echione morto... hai deciso veramente di schierarti con gli
umani? – Sbuffa. – Tsk, per un torto così piccolo...
- .
- ... - .
I Cavalieri non osano intervenire sebbene Aiolos abbia ancora la freccia puntata verso il dio.
- Sai che non te lo meriti – riprende allora Ares, - anche
perché sei un Olimpo. I sentimenti non fanno per te. Comportati
da dio, avanti - .
Silenzio. Non si sente nulla, l’aria non si muove. Lo sguardo di
Ermes è indecifrabile come non mai: certo ai Cavalieri sembra di
scorgere un velo di dolore, ma a parte quello nulla. Non percepiscono
nemmeno la sua voglia di vendetta.
Aiolos geme, lo sforzo per tenere fermo quell’arco è davvero molto, ed Ares se ne accorge e si volta:
- Sagittario, riponi quella tua arma se sei tanto stanco - .
- Mai... - .
- Cosa credi di fare? - .
- Colpirti... - .
Ares sfodera un sorriso malizioso: - Uhm, colpirmi... e perché non lo fai? - .
Aiolia, non costringermi a farlo, ti prego... Aiolia, combatti...
- Per il tuo caro fratellino, immagino – fa il dio trattenendo a
stento una risata di scherno, - voi umani siete così deboli
– Poi si volta di nuovo verso Ermes, - e caro fratello, spero per
te che non ti ridurrai così come quel Cavaliere; come questi Cavalieri - .
Death Mask fa per scattare, ma Aphrodite lo blocca e con un’occhiata gli fa capire che è meglio non immischiarsi.
- Ermes, in questo momento non mi interessa nulla di te – dice
Ares, poi sposta gli occhi sullo Scettro, - a me interessa quello che
hai lì di fianco - .
Aiolos si irrigidisce improvvisamente, tende ancora di più
l’arco, mentre Dohko finalmente si intromette nel discorso:
- Non te lo daremo mai - .
- Ma Ermes sì – Ares sorride notando che il Messaggero
Divino non ha ancora mosso un muscolo. – In questo momento,
carissimo Ermes, so che non ti interessa lo Scettro. Anzi, credo non ti
sia mai interessato - .
Nulla. Ermes è immobile, lo guarda ma le sue braccia stringono
ancora il corpo senza vita del figlio: nulla si muove nelle sue pupille.
- Ermes, non sopporto quando ti comporti così – dice
allora Ares, - sei sceso veramente molto in basso – Fa un passo
in avanti ed i quattro Cavalieri d’Oro hanno un sussulto. –
Dammi lo Scettro – Allunga una mano in avanti e nei suoi occhi si
legge l’intenzione di uscire dalla Sala vittorioso, - dammi lo
Scettro, altrimenti farò strage dei tuoi amici - .
Amici? Loro non sono miei amici,
almeno, io non li percepisco come tali... stanno solo
sull’attenti per difendere la loro causa. Avvicinati pure, e
prendilo
Questi sono i pensieri che sembrano leggersi negli occhi cristallini di
Ermes: il suo cosmo è tranquillo, la sua mente pure. Non sembra
affatto intenzionato ad immischiarsi, sa che non sono affari
suoi o che non lo sono mai stati.
Ares sembra comprendere le sue intenzioni: fa un altro passo ed i
Cavalieri di irrigidiscono ancora di più. Senza muoversi: - Ci
lasci vincere così facilmente, Ermes? Non mi sembra da te - .
-... - .
Altro passo.
- Comunque non vedo il motivo di tutta questa scena. Rispondi a questa mia domanda - .
Altro passo.
- Vuoi essere uomo... - .
E ancora un altro.
- ...o dio? - .
Ormai si trova a pochi metri da lui.
- Perché Ermes, ora ho dei dubbi in merito. Un dio non si comporterebbe così - .
- ... - .
- O sbaglio? - .
Nessuno dei Cavalieri vuole intervenire: non ci riescono, i loro
muscoli sono intorpiditi e con loro anche le facoltà motorie.
Altro passo.
- Pensavo di incontrare più resistenza – dice allora Ares
fermandosi un momento, - ma si vede che Apollo ha proprio avuto una
straordinaria idea. Sebbene ferito gravemente, è riuscito nel
suo intento. Ottimo, veramente ottimo - .
Muoviti e prendi lo Scettro... sparisci dalla mia vista, Ares...
Altro passo, e questa volta Aiolos accenna ad una reazione. Accenna e basta.
- Evidentemente non sei degno di fare il dio, Ermes – dice allora
Ares alzando le sopracciglia e facendo più rude il tono di voce,
- perché un dio non si inginocchia davanti ad un figlio morto.
Mortale, tra l’altro - .
- ... - .
Altro passo, ma questa volta le parole di Ares sembrano aver toccato un
tasto sensibile di Aiolos, il quale con uno scatto abbassa
l’arco e si porta fulmineo davanti ad Ermes e allo Scettro,
allargando le braccia:
- Non ti avvicinare – ringhia poi.
Ares acciglia interessato lo sguardo, si ferma, gli altri tre Cavalieri
sbarrano gli occhi mentre Ermes non accenna a nessuna reazione.
- Sagittario – lo chiama allora Ares, - non mi dire: vuoi difendere un Olimpo? - .
- ... - .
- Ermes, ti fai difendere da un uomo? – Sbuffa. – Tsk, dovresti vergognarti - .
Aiolos viene percorso da un fremito di rabbia. – Io... sto difendendo lo Scettro - .
Ares non sembra molto convinto. – Anche lui. Voi mortali mi fate veramente ridere- - .
- Taci - .
- Ermes è il dio dell’Inganno. Potrebbe cambiare nuovamente bandiera, chi lo sa - .
- No - .
- Sì – La voce di Ares è tagliente. - Non farti
ingannare dalla purezza e dall’innocenza del suo sguardo. Il mio
è un consiglio - .
- Sarò pure cieco ed ingenuo – recita allora Aiolos,
saldo, - ma in lui vedo un amico, un padre che ha perso il figlio... un
fratello - .
Gli altri Cavalieri sussultano, anche Ermes finalmente azzarda un’occhiata stupita.
- Quindi, Cavaliere? – fa severo Ares.
- Quindi sono pronto a combattere contro di te... Ares - .
Questo mortale... mi sta proteggendo?
Ermes è confuso.
Non capisco... come si chiama questo sentimento... che mi bagna gli occhi...
- Sagittario, non avrai il coraggio di sfidare tuo fratello... - .
- Invece sì. Io mi fido della sua forza di volontà
– Aiolos espande il proprio cosmo e una tiepida aria si alza
nella Sala.
Ad intervenire, Dohko: - Aiolos, non- - .
- So quello che faccio. Lo sconfiggerò – Detto questo
spicca il volo e Ares è costretto a retrocedere. Inizia lo
scontro. Nonostante la forza del dio, Aiolos riesce ad essere
più veloce e si libra in aria con inaudita potenza ed eleganza.
E quando, dopo un paio di minuti, è costretto ad atterrare e
scivola per alcuni metri, prima che possa riprendere il volo Dohko lo
ferma:
- Aiolos, permettici di intervenire - .
- Dohko- - .
- Non possiamo restarcene qui a guardare – A parlare ora è
Death Mask. – Vedrai che insieme sarà più semplice
liberare Aiolia - .
Aiolos sembra indeciso. Lancia una veloce occhiata ad Ares, poi ritorna
a guardarli: - Io... ho paura di fargli del male. Non posso combattere
con tutte le mie forze... – Nei suoi occhi si legge inquietudine.
- Lo abbiamo notato – dice Aphrodite, - insieme sarà più semplice - .
- ... - .
- Allora? – li canzona Ares, - Cavalieri, cosa vi prende? Non sapete come si combatte? - .
- taci, Ares – gli dice Aiolos ringhiando, - se non fosse per Aiolia ti avrei già spedito all’inferno - .
- Provaci lo stesso e vediamo se ci riesci – lo schernisce lui,
poi lancia una veloce occhiata ad Ermes. - Io intanto me la vedo con
lui. Lo difenderete? - .
Non ho intenzione di combattere, Ares...
Ares si lancia velocissimo verso il Messaggero Divino, ma prima che
possa raggiungerlo succede quello che ha previsto già da tempo:
Aiolos è di nuovo scattato ed ha acciuffato con i palmi il suo
pugni, indirizzato ad Ermes. Le sue gambe tremano.
- Lui... non c’entra nulla, Ares – soffia il Sagittario
piegato in due dallo sforzo. – Il tuo avversario sono io! –
Facendo esplodere il proprio cosmo riesce a mettere in
difficoltà il dio, costretto ad indietreggiare, che poi non
riesce ad evitare la collisione con il Cavaliere:
- Infinity Break!
– Frecce incandescenti partono dal pugno serrato di Aiolos e
raggiungono Ares in tutte le direzioni facendolo schiantare contro una
colonna. La Tredicesima Casa trema.
- In piedi, Ares! – Aiolos è iroso, non si è mai sentito così arrabbiato. - In piedi, ho detto! - .
Il dio si alza, infatti, ed anche lui carica un nuovo colpo contro
l’avversario. Ad intervenire, però, gli altri tre
Cavalieri d’Oro, che si parano di fronte al compagno a mo’
di scudo.
- Tsk, e pensi che noi ce ne staremo a guardare? – gli chiede furbescamente Death Mask.
- Già – dice Dohko, - siamo qui per riavere il valoroso Cavaliere del Leone. Tu ce lo restituirai, dio - .
Ares trattiene un ghigno di sorpresa, poi però sembra
sciogliersi e li squadra indifferente. – Be’, morirete
insieme allora. Non siete felici? - .
Nessuno dei quattro risponde ed è Aiolos a prendere nuovamente
l’iniziativa. Attacca, seguito a ruota dai compagni, ma Ares
è forte e riesce a tenere testa a tutti loro.
Ermes intanto osserva, osserva ma non parla:
Questa non è mai stata la mia
guerra. Se solo non mi fossi intromesso non avrei conosciuto i
sentimenti umani... eppure... non mi dispiace conoscere cosa provano i
mortali...
- Rozan Hyakuryuha!
– è l’urlo che improvvisamente fende l’aria, e
abbracciato dal proprio cosmo dorato Dohko riesce a fare breccia nelle
difese di Ares. Solo un poco, certo, perché il dio non si fa
cogliere del tutto impreparato e appena lo ha a tiro carica il suo
colpo:
- Lightning Plasma! - .
Ma Aiolos è veloce e sa come difendere il compagno da quella
raffica di potenza. – Ares, non puoi battermi con tecniche
simili! – Correndo tra quei colpi lanciati alla velocità
della luce, colpisce Ares e la furia del colpo sciama fino a sparire.
Lì si crea un momento di pausa.
Ares è lontano parecchi metri, non può non ammettere che
quei quattro Gold non gli stiano creando problemi. Lo Scettro brilla di
luce propria, come se il cosmo della Dea Athena stesse abbracciando
quella stanza.
Dohko cade in ginocchio, nonostante l’intervento di Aiolos
è stato colpito almeno di striscio da alcuni di quei colpi;
Death Mask invece decide di non perdere tempo. È lui ad
intervenire e a precedere il Cavalieri di Sagitter:
- Non sottovalutarci, dio, solo perché siamo mortali. È
proprio questa la nostra forza – Si lancia velocissimo contro di
lui, gli altri tre Gold non fanno in tempo nemmeno a fermarlo: - Sekishiki Meikaiha! - .
Ares non può perdere altro tempo: espande il proprio cosmo, fa
per caricare un altro colpo ma Aphrodite è più veloce di
lui e approfittando del fatto che si sia distratto con Death Mask
interviene:
- Piranha Rose! - .
Ares si trova quindi a fronteggiare due colpi lanciati quasi contemporaneamente. Deve, deve respingerli. Fa esplodere il proprio cosmo e quella potenza inaudita stupisce persino Ermes, che si ridesta dai suoi pensieri.
Questo cosmo... è troppo potente per loro...
- Mi avete costretto, Cavalieri! – urla severo Ares, e saette dorate iniziano ad abbracciare il pugno destro.
Dohko senza pensarsi due volte si lancia anch’egli ad attaccare, Aiolos invece non si muove e sbarra gli occhi:
Questa tecnica... non mi sembra di conos-
- Morite! – Con questo urlo Ares alza il braccio e con l'altra mano ne afferra il polso: - Photon Burst! - .
Distruzione totale, è quello che predice Aiolos; una tecnica
ideata per spazzare via tutto e tutti. Il Photon Burst colpisce in
pieno i tre Cavalieri facendoli stramazzare a terra, poi la luce si
dirada a da essa appare nuovamente Ares. Fa un passo oltre Death Mask;
fa un passo oltre Dohko; fa un passo oltre Aphrodite. Nessuno di loro
si muove, sono riversi a terra. Sembrano morti. – Allora, Aiolos
– Il suo tono di scherno non lo smuove, - ti è piaciuto lo
spettacolo? - .
Che tecnica è? Aiolia,
è una tua nuova tecnica? Santo cielo, è un colpo
devastante, da dove attingi tutta questa forza? Dalla tua natura
divina, certo-
- Ora ci siamo solo noi due – gli dice Ares sorridendo meschino, - sei contento? - .
Aiolos è ancora pietrificato e non osa muoversi: i muscoli gli
fanno male, sono troppo rigidi. La gola è secca. Fa per aprire
bocca, per dire qualcosa, ma sa che non riuscirà a pronunciare
nemmeno una parola.
- Stupito? – gli chiede allora il dio. – Oh, non
c’è nulla di strano – Fa per caricare un nuovo
colpo, ma un flebile cosmo lo distrae ed allora è costretto a
voltarsi nuovamente.
Dohko. Dohko è ancora in piedi, non si sa come ma è
così: è piegato un po’ su se stesso e il sangue gli
cola a fiotti dalle braccia, dal collo, dalle gambe. L’Armatura
ormai è inguardabile.
Aiolos si lascia sfuggire un gemito di stupore, ma Ares non lo guarda:
la sua attenzione è tutta per il Cavaliere di Libra: - Uhm, sei
ancora vivo. Interessante. Non lo sarai per molto – Alza il
braccio, Dohko non ha la forza per difendersi; e forse è per
questo che ad intervenire è Aiolos, che ancora una volta si arma
di arco e incocca la freccia in direzione di Ares. Il suo cosmo
brucia più che mai:
- Non toccarlo! – ruggisce infatti, sicuro di sé, e il dio è costretto a voltarsi:
- Altrimenti? – La sua voce trema, trabocca d’ira. –
Il tuo compagno è ancora vivo. Io devo ucciderlo - .
- Se lo fai... – La sicurezza di Aiolos trabocca, - se lo fai ti colpisco - .
Ermes gli lancia una veloce occhiata, capisce le sue vere intenzioni. Tace.
Aiolos è sicuro di quello che fa, anche se non sembra...
Ares è prudente, sembra timoroso questa volta. – Non ne avresti il coraggio - .
- Invece sì, anche se... anche se vorrei evitare – I suoi
occhi tremanti incontrano quelli del dio e in quello sguardo ritrova il
suo amato fratello;.L’arco teso trema. – Non.... obbligarmi
a farlo - .
Ares... Aiolos non sta scherzando. Quel mortale ti colpirà
Il dio lancia una veloce occhiata a Dohko, che sembra voler dire
qualcosa. Poi si concede interamente ad Aiolos: - Evitalo, allora.
Lascia che io uccida il tuo amico così da accorciargli
l’agon- - .
- Aiol-... Aiolos... – dice d’improvviso Dohko. La sua voce è ormai un sussurrio. – Non... farlo - .
L’arco teso di Aiolos vacilla un poco.
Non... farlo? Perché no, Dohko?
Ares si riprende, si risveglia dai propri pensieri e sorride
astutamente ad Aiolos. - Hai sentito cos’ha detto il tuo
compagno? Lascia perdere, uomo. Avete perso - .
La voce di Aiolos trema: - Non ti permetterò di... ucciderlo - .
- E di vincere? - .
Il Cavaliere tace. L’arco è troppo teso, la freccia potrebbe essere scoccata a momenti. – Io... - .
Ares non resta ad ascoltarlo: si volta, alza un braccio su Dohko. Ha intenzione di colpirlo.
Ma Ermes sa. Sa ma rimane indifferente e non si muove.
L’uomo ti colpirà....ora
Il braccio cala e Aiolos non riesce più a tenere l’arco
teso: con le lacrime agli occhi, con un dolore indicibile al cuore,
scocca la freccia.
L’aria viene recisa, la Sala s’illumina d’oro.
Poi il colpo, il dardo che si conficca nella schiena di Ares, trapassa la sua Armatura.
Fratello... perdonami
Il cosmo del dio si spegne, si dirada, la corazza ritorna dorata... e Aiolos vede, vede suo fratello stramazzare a terra.
Angolo delle autrici
Gio:
capitolo pieno di azione! ;) Allora infine Ros ha scagliato la
freccia... ma come andrò a finire??? Heheheheeheh..... non vi
resta che aspettare domani per sapere il finale! E preparatevi un
commento generale della fic, per il prossimo capitolo, dato che io e
mia sorella terremmo a leggere delle recensionisincere in tutto! ;)
Il
prossimo non può che essere l'epilogo... XD Ci sono ancora
questioni in sospeso o sbaglio?? Non vi resta che aspettare, e
allora... a presto! ;)
Avviso: se
talvolta nel rispondere alla recensioni appare un sospetto "cru cru",
è normale...mia sorella continua a dirlo da ieri.... XD
charm_strange: cru cru,
buongiorno!!! Ti siamo mancate, eh??? XD Allora, tranquilla per
Apollo... oddio tranquilla... vabbè, poi leggerai! ^^ [1]Aiolos
è sì un Grande Aiolos, ma anche cambiato: non ha
esitazioni ha puntare i compagni con una freccia. Il suo comportamento
è più che normale: essere tornato in vita dopo
così tanti anni, ritrovare persone oramai cresciute, ritrovarsi
in un Santuario lacerato dalla guerra, Santuario che lui amava ed ama
infinitamente... insomma, tutte queste cose, sommete al nervosismo,
possono tranquillamente giustificare le sue reazioni brusche.
Probabilmente è anche deluso dagli altri, cioè, ritorna
in vita e cosa trova?, gli Argonauti, un conto da chiudere con
l'Olimpo... XDDD Ho impiegato molto per fare la parte di Giasone ed
Echione e sono felice che si uscita bene! ;) Sì, tiriamo
veramente a sorte per decidere chi muore, ma non solo: certo, prima
analizziamo tutto dello sventurato personaggio, quel povero pezzo di
carta che ci supplica... xD. Insomma, ci ragioniamo anche su!
Ciauuuuuuu!!!!! <3
lovearmony: cru cru, ciaooo!
Per l'argomento Aiolos, guarda la recensione in alto, il punto [1] XD.
Apollo è odioso, nulla da dire. Un vero dio è Ermes!, lui
s che è un bullo! E sì, Ros è l'unico capace di
zittire il ronzino.... ed era anche ora! ^^ A presto!!!!! <3
sagitta72 : cruuuuuuu,
ciauuuuuu! *manine* Ti siamo mancate, eh??? XD Allora, sì, Ermes
si è trovato dinnanzi ad una scelta, ci fa piacere che tu te ne
sia accorta! ;) Mu? Ma Mu è schiattatato sì!!!! XDDD
Felice che ti sia piaciuto il capitolo, e acciderboli!, Ros ha
scagliato la freccia! Vuoi vedere che adesso crepa Aiolia al posto di
suo fratello???? Magari si rincorreranno per sempre tra una
resurrezione e l'altra... XD A presto!!!! <3
Angel_Dark_Light: ma salveeeeeee!!!!! ^^ Cru cru, allora.... Mi piacete sempre di più *.*
------> che bellooooo! ç_ç ^^ Merci! Ordunque... Dark,
sei morta??? XDDDD Ci posso ben credere, accidenti, tra tutte quelle
che dici su Apollo Pelle di Pollo e i Gold... ^W^ Aiolia si fa sempre
condizionare... certo forse il fatto è dato dalla perdita del
fratello, forse lui pensava, quand'erano sull'Olimpo, che con la guerra
che stava per scoppiare Ros sarebbe sì risorto... Forse è
per questo che si è lasciato andare così facilmente... XD
Però rimane pur sempre un bullo (e rimarrà, nel caso
crepi xD)!!!! Bacio8! ;)
Ai91: cruuuuu, vuoi che Aiolos
ammazzi il fratello?? e', un passo per raggiungere quest'opzione l'ha
fatto... XDDD Ma accirbolina, dopo Mu vuoi vedere morto il micio? Sei
crudele!!! ^^ Allora, preparati al prossimo... non si sa mai, qualche
altro infarto.... ^^ A presto! <3
HigurashiShinko :
ciauuuuuuuuuu! Cru cru, sì sì, Echione e Giasone fanno
troppo yaoiiiiiiiiiiiiii!!!!!! xD Sono molto belli assieme! ;) Ros
è un bullo... nulla da dire... ^^ Ami Ermy??? Non sei mica
l'unica, sai??? XD Essì, la parola compagno ha molteplici
significati.... l'ho messa apposta...
*ççççç* Apollo è un
coglione... ma un grande bastardo.... =.= XDDDDD CIauuuu!
PS. non abbiamo molto tempo per entrare in msn... ma appena possiamo entriamo!!! ^^
A presto!
.
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Capitolo 27 *** Epilogo ***
27. Epilogo
Fede: eccoci al finale. Capitolo naturalmente più corto degli altri.... A voi! ^^
PS. questo capitolo è in 775 px. Va bene? ^^
27. EPILOGO
Questo capitolo è di
Federica
Stupido,
stupido Aiolos. Lo hai fatto ed ora sei felice? Hai lasciato una
freccia traditrice.. e cos’hai ottenuto? Il ghiaccio
nell’atmosfera, quel suo rantolio nel silenzio calato
d’improvviso, lo scricchiolare delle ginocchiere che si
piegano... Non ti farò toccare terra... Mi dispiace... se non
sono stato un fratello all’altezza...
E cade a gattoni, Aiolia, i
palmi irrigiditi e spalancati, il respiro sibilante, la testa incassata
tra le spalle tremanti, la freccia, quella freccia che consuma gli
ultimi aliti di cosmo spegnendosi nel silenzio.
È immobile e quella
sua immobilità presagisce il suo imminente accasciarsi. Eppure
resiste, lui, e solo quando fa per chiudere i pugni, ecco, solo a quel
punto si piega su un fianco e crolla definitivamente sul pavimento; o
quasi, perché a reggerlo interviene Aiolos, che ha
d’istinto mollato l’arco e si è precipitato in
ginocchio dietro di lui:
- Aio-? - .
Il fruscio della sua
criniera bionda gli solletica il collo, contro cui la nuca appunto
è andata ad appoggiarsi. Non sente il suo respiro, non un
brivido. Alcune ciocche morbide dei suoi capelli gli accarezzano la
guancia, avverte il loro fastidioso pizzicare, ma non è questo
il suo pensiero: è l’avere alle spalle un Ermes incapace
di proferir verbo a farlo sentire a disagio.
E Aiolia, accasciato poco al di sopra del suo petto, che non dà segni di vita.
- Aiolia? – lo chiama, mormora, prega, lo scuote, supplica. – Aiolia? Fratello mio... - .
...sono stato un idiota. La
freccia... ho scagliato la freccia... ti ho fatto del male... ho
tradito la tua fiducia... e non potrò mai perdonarmelo...
Avverte un fruscio di seta
al suo fianco, un’Armatura inginocchiarsi. No, non è
un’Armatura, è il Divino Ermes. Ha appoggiato un ginocchio
a terra e sta osservando con occhi distanti Aiolia. Il Cavaliere di
Sagitter ha un sussulto; un nodo alla gola sporca le sue parole:
- Ermes... - .
Il dio alza la mano con una
lentezza dettata dalla prudenza e sfiora la freccia conficcata nella
schiena. Nel suo sguardo, un barlume di commozione. – Abbiamo
qualcos’altro in comune, ora... Aiolos - .
- Non- - .
- Non ce n’è bisogno, amico mio - .
E Aiolos cade vittima di
quelle lacrime che ha trattenuto con così tanto impegno, impegno
meschino, impegno dannato. Impegno inutile. Si sente scosso da brividi
ghiacciati, pugnalate di rabbia e risentimento gli lacerano
l’anima. Abbassa il capo, appoggia la fronte fra i capelli di
Aiolia, piange sulla loro carezza; e poi si lascia andare, inclina la
nuca incontrando la larga spalla di Ermes, immobile al suo fianco con
gli occhi chiusi.
L’ultimo appiglio era lui.
Stupido,
stupido Aiolia... cos’hai fatto? Hai tradito la tua dea, i tuoi
amici... tuo fratello... Come posso io essere Cavaliere? Mi sono fatto
soggiogare così facilmente... mi disprezzo... Ros, ti prego,
perdonami... già le tue braccia tremano. Piangi, fratellone?
Sento il tuo calore... è vicino, mi culla come quand’ero
bambino... Tranquillo, Ros, sto già sorridendo... tu non puoi
vederlo perché tengo la testa incassata, ma ti giuro, ti giuro
che è il sorriso più sereno della mia vita. Fratello...
grazie per essere qui con me... e tranquillo, io ci sono ancora. Ci
sono... ancora...
Grande Tempio, Casa del Capricorno. Tre settimane dopo
- Olé, Shura! –
L’esclamazione di Death Mask risuona per tutto il corridoio.
– Hai voglia di scherzare? - .
Sente i suoi passi avvicinarsi in fretta. Shura si volta, gli scappa un mezzo sorriso: - Death... - .
- E no, caro, sbaglio o la Divina Artemide ti ha detto che non devi uscire finché non ti sarai rimesso? - .
- Ma parliamo di due mesi, ti rendi conto? Io devo parlare con Ros - .
Death Mask si ferma davanti
a lui con le mani sui fianchi e il bacino flesso. Le sue labbra
arricciate predicono la sua totale contrarietà all’idea.
– Uhm, stupido caprone. E secondo te ti lascio compiere la tua
astuta evasione? Avanti, sei conciato ancora male per scherzare... ti
reggi a malapena in piedi! - .
- Ma devo... parlare con Ros - .
- Ma se viene sempre a farti visita? - .
- Sì, ma io non lo vado mai a trovare... E avanti, Death, scansati, è solo una Casa di differenza! - .
Death Mask nega con il capo,
falsamente sconsolato. Certo, averlo beccato a strisciare addosso al
muro a mo’ di evasione ha fatto guadagnare al diretto interessato
un minimo di magnanimità... Peccato che la suddetta parola non
compaia nel suo vocabolario. – No, Shura, devi stare a letto.
Zoppichi ancora, ti tieni alla parete per stare in piedi, le ferite
potrebbero riaprirsi... E poi -, e gli sfugge uno sbuffo divertito, - e
poi la tua fatica è sprecata, se Ros è già alla
tua destra - .
Colpo al cuore. Shura si
volta di scatto e indovina, appoggiato ad una colonna a qualche metro
di distanza, il Cavaliere di Sagitter. Veste la sua Armatura, che
riluce dei bagliori di quel nuovo giorno, e le sue maestose ali vengono
un poco scosse dalla brezza mattutina. Sul nobile volto, un tiepido
sorriso. Rimane un momento a guardarlo, cattura il suo cenno del capo a
mo’ di saluto; allora non può far altro che ricambiare e
sfoderare quel bel sorriso che regala a pochi fortunati, motivo per cui
Death Mask arriccia il naso e lo pizzica:
- Ehi, Shura, a lui sì e a me no? - .
Aiolos lo sente, si lascia
sfuggire un risatina. Poi si spinge via dalla colonna e prende per la
direzione opposta, verso il terrazzo, quindi, lasciando al suo compagno
le cure del Cavaliere.
Ma sa di non essere
destinato a rimaner solo per molto. E difatti, quando si affaccia al
meraviglioso paesaggio di Grecia, un fruscio alla sua sinistra annuncia
una visita. La sua tanto attesa visita.
- Ros – lo saluta la sua voce salda.
- Saga - .
- Come procedono i lavori di ricostruzione? - .
Che strana domanda per
rompere il ghiaccio. Aiolos nasconde un mezzo sorriso e sposta gli
occhi sulla lontana Casa dei Gemelli, trasformata in un cantiere a
cielo aperto. – Bene, benissimo. Ho avviato i lavori anche per la
Casa di Camus - .
- Come sta? - .
- Sta bene. L’unico in via di guarigione è Shura - .
- E tuo fratello, o sbaglio? – gli lancia un’occhiata Saga.
Aiolos annuisce dolcemente.
– Scusami, ma non riesco ad ammettere quello che è
successo. Ieri... -, e i suoi occhi chiari si alzano ancora, verso il
lontano mare, - ieri ha aperto gli occhi - .
- Allora si sta riprendendo - .
- Già... lui ha... - .
Saga avverte un improvviso nodo alla gola rubargli le parole. Si volta, cerca il suo sguardo: - ...ha? - .
- ...è riuscito a parlare. Ha detto una parola - .
- Quale, Ros? - .
- Mi ha chiamato.... fratello - .
- Non piangere, Ros... non saprei come comportarmi. Risparmiami la fatica di consolarti... io... non ne sono capace - .
Aiolos si decide ad
incrociare i suoi occhi e Saga viene percorso da un brivido nel vedere
le sue lacrime: – Ma Saga... tu mi consoli di già - .
E Saga, lui, ha un sobbalzo.
Si irrigidisce, ha gli occhi sbarrati. Le sue pupille fremono vittima
della commozione. Non vuole parlare. Sa già che per loro
è un record solo essersi concessi quei pochi istanti. Aiolos fa
un cenno con il capo, il suo sorriso di ringraziamento è umido,
irradiato dal sole:
- Grazie, amico mio –
E se ne va, il Cavaliere di Sagitter, avvolto dall’elegante
dondolio delle fiere ali d’oro. Saga rimane a guardarlo mentre si
allontana, tiene le labbra premute; e non si accorge che proprio in
quel momento qualcuno si appoggia al muretto alla sua sinistra:
- Buongiorno - .
Saga si volta di scatto e la
gola gli regala il singhiozzo di quel che è rimasto di
un’esclamazione di sorpresa: - Kanon - .
- Hai parlato con Ros? Come sta Aiolia? - .
- Sta bene, mi ha detto che si sta riprendendo - .
Eccoli, guardano entrambi lo
stesso orizzonte immaginario, ora, ma non parlano. Forse non trovano le
parole, forse non sanno come incominciare, forse ancora non hanno
intenzione di discutere. Ma a rompere quest’ultima ipotesi, Kanon:
- Saga - .
- Uhm? - .
- Mi sentivi, quando ti parlavo? - .
- Di cosa stai parlando? - .
- Quando venivo a farti visita... ogni giorno. Tu sapevi che me ne stavo per andare sull’Olimpo?, mi sentivi? - .
Saga abbassa gli occhi. Due
ciocche gli cadono morbide sulle guance a coprire un’espressione
d’angelo. E poi alza il capo, guarda dritto negli occhi il
fratello, gli regala l’incantesimo di vedere il suo meraviglioso
sorriso: - Sì. Ti ho sempre sentito, Kanon - .
THE END
Angolo delle autrici:
Tadà!
Ecco conclusa la prima parte di Dodekatheon. Volete sapere il seguito?
Fatecelo sapere! Il titolo in ogni è caso è: Dodekatheon - Il Cacciatore di Sogni.
Dodekatheon - I Dodici Olimpi è stata un'avventura differente,
per noi, che si siamo cimentate in uno shonen un po' macchiato di
innocenti caratteri OOC, a nostro parere. Come è stato per voi
il risultato?
Grazie per aver letto, Fede e Gio.
Rigraziamo i recensori: charm_strange, Angel_Dark_Light, apheniti, Ai91, HigurashiShinko, Sagitta 72, Kanondigemini96, lovearmony, Gufo_Tave
Voi che l'avete aggiunta alle preferite: angelynn, HigurashiShinko, jeje_12, lovearmony, milodelloscorpione, Mymoon96, sagitta72
Aires_no_nike per averla aggiunta alle ricordate
Voi che l'avete aggiunta alle seguite:
1 - anemone333,Black Pandora, charm_strange, HigurashiShinko, HOPE87,
KanondiGemini96, sagitta72, Siberian Wolf, Tempest_the_Avatar
Rigraziamento speciale a Milodelloscorpione per il progretto-fumetto che ha incominciato sulla base di questa fic.
Grazie per averci tenuto compagnia ,
Federica e Giorgia ^^
Per qualsiasi domanda, naturalmente, noi ci siamo! ;)
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