Walk through the fire - Fall to pieces

di Lau_McKagan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Premessa ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 16 ***
Capitolo 17: *** 17 ***
Capitolo 18: *** 18 ***
Capitolo 19: *** 19 ***
Capitolo 20: *** 20 ***
Capitolo 21: *** 21 ***
Capitolo 22: *** 22 ***
Capitolo 23: *** 23 ***
Capitolo 24: *** 24 ***
Capitolo 25: *** 25 ***
Capitolo 26: *** 26 ***
Capitolo 27: *** 27 ***
Capitolo 28: *** 28 ***
Capitolo 29: *** 29 ***
Capitolo 30: *** 30 ***
Capitolo 31: *** 31 ***
Capitolo 32: *** 32 ***
Capitolo 33: *** 33 ***
Capitolo 34: *** 34 ***
Capitolo 35: *** 35 ***
Capitolo 36: *** 36 ***
Capitolo 37: *** 37 ***
Capitolo 38: *** 38 ***
Capitolo 39: *** 39 ***
Capitolo 40: *** 40 ***
Capitolo 41: *** 41 ***
Capitolo 42: *** 42 ***
Capitolo 43: *** 43 ***
Capitolo 44: *** 44 ***
Capitolo 45: *** 45 ***
Capitolo 46: *** 46 ***
Capitolo 47: *** 47 ***
Capitolo 48: *** 48 ***
Capitolo 49: *** 49 ***
Capitolo 50: *** 50 ***
Capitolo 51: *** 51 ***
Capitolo 52: *** 52 ***
Capitolo 53: *** 53 ***
Capitolo 54: *** 54 ***
Capitolo 55: *** 55 ***
Capitolo 56: *** 56 ***
Capitolo 57: *** 57 ***
Capitolo 58: *** 58 ***
Capitolo 59: *** 59 - Chi non muore si rivede ***
Capitolo 60: *** 60 ***



Capitolo 1
*** Premessa ***


Eccomi! In primis... non ho ancora pronto il nuovo capitolo... Questa è solo una piccola introduzione per farvi memorizzare la storia che sarà, così che se volete potete seguirla quando aggiornerò.

Sono davvero commossa di tutte le recensioni che avete lasciato a Walk through the fire - You could be mine, davvero l'ho iniziata un giorno quasi per gioco e non immaginavo potesse avere così tanto seguito, per cui grazie di cuore a tutti voi!

Vi chiedo solo un po' di pazienza, sarò in ferie per due settimane e non vi prometto che riuscirò a scrivere, anche se farò il possibile!

Un grazie particolare alle mie socie Ram, Nana e happo... siete magnifiche ragazze!

E un dovero immenso grazie a tutti voi! Lau

 

PS. Crazy_Me ho visto che hai letto anche la mia one-shot dedicata a Slash, grazie! Mi fanno sempre piacere i tuoi commenti, sempre apprezzatissimi!

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Capitolo 2
*** 2 ***


“E questa che roba è?”

“Si chiama aereo Slash, non ti dice niente?”

“Questa schifezza? A me sembra un trasporter per galline!”

“Siamo in seconda classe, che pretendi? Ostriche e champagne?”

“Brixx però se ne è andato in prima!”

“Quante storie! Perché non ti guardi le hostess e non la fai finita?!” brontolò Izzy ad uno scocciatissimo Slash.

L’aereo era decollato da poco, dai finestrini potevano vedere sotto di loro la città di Seattle farsi sempre più piccola.

Steven dormiva profondamente, quell’alzata mattutina non gli era proprio piaciuta, e non ci aveva messo molto a sprofondare nelle braccia di Morfeo.

Axl si sedette da parte a Duff. Il ragazzo guardava fuori con l’aria pensierosa e il viso corrucciato.

“Bello non è vero?”

“Cosa?”

“Laggiù… sembra tutto così piccolo visto dall’alto”

“Acuta osservazione Axl”

“Proverai di nuovo a chiamarla quando arriveremo, prima o poi la troverai”

“Non credo che lo farò. Forse è meglio così… per lei almeno”

“Come preferisci…” 

 

“Dai Izzy chiamala!”

“Ma perché io?!”

“Perché tu hai la faccia da bravo ragazzo, avanti, fallo per me!”

“Ma che palle… scusi!” disse Izzy alzando la mano rivolto alla hostess, una bella ragazza mora.

“Ha bisogno?” chiese lei con un sorriso gentile.

Izzy indicò Slash.

“Ah bhè, si io… senti non è che avresti da bere, una birra, uno po’ di Jack…”

“Non serviamo alcolici a bordo, mi dispiace”

“Ah però a quel fottuto in prima classe scommetto che si sta sbronzando di champagne, e io non posso avere una cazzo di birra!”

“Può abbassare la voce per favore? Mi spiace, ma non  posso servire alcolici… le porto una coca se le va, o dell’aranciata…”

“mmm” Slash pareva in dubbio “va bene… ma solo se me la porti tu bellezza!”

“Arriva subito”

“Ma possibile che devi sempre farti riconoscere?!” sbottò Izzy.

“Perché? Che ho fatto? Ho chiesto da bere, non posso mica morire disidratato!”

Il moro scosse la testa, inutile discutere con Slash, era incorreggibile. Dopo pochi minuti, la hostess tornò con una lattina di coca e una cannuccia.

“Ecco la sua coca signore”

“Chiamami Slash, signore mi fa sentire vecchio”

La ragazza si limitò a sorridere per circostanza, poi si voltò e se ne andò.

“Guarda che chiappe! parlano da sole!” osservò sporgendosi dal suo posto.

 

Il viaggio non fu lungo, e in poche ore stavano già sorvolando Los Angeles per poi accingersi ad atterrare.

“Hey guarda, guarda laggiù Izzy!” Slash si era letteralmente buttato sull’amico per guardare fuori dal finestrino “Hollywood! Lo vedi? Eh Izzy lo vedi?!”

“Cazzo se ti levi lo vedo Slash! Mi stai schiacciando, stattene al posto!” lo spinse via “sei peggio di un bambino!”

“Sono emozionato… cazzo quanto siete irascibili…”

In quel momento la hostess passò per il corridoio avvisando tutti di preparasi per l’atterraggio.

“Allacciatevi le cinture di sicurezza, tra pochi minuti procederemo all’atterraggio”

“Tesoro, io se vuoi me la slaccio la cintura… OI! Ma Izzy cos’ho detto?!” domandò il riccio fingendo innocenza dopo che il ragazzo gli aveva tirato un pugno sulla spalla.  

 

“Steven svegliati siamo arrivati…” Axl scosse Steven quando l’aereo fu a terra.

“mmmm…” aprì gli occhi sfregandoseli come un bambino “di già?!

“Guarda che siamo andati a Los Angels, non a Tokio… muoviti, dobbiamo scendere…”

Fortunatamente non ci misero molto a recuperare i bagagli, e fuori dall’aeroporto Brixx si diresse verso una Lincoln nera, seguito da tutti loro.

Si bloccò li davanti “ragazzi quel furgone vi accompagnerà al vostro alloggio, lui è Damon, vi farà vedere dove starete”

“No ma scusa, non veniamo con te?!”

Maxwell sorrise “certo che no Slash, io ho il mio ufficio e il mio alloggio alla Geffen records. Devo anche incontrare Niven tra poco, per cui… voi non preoccupatevi, sistematevi, disfate le valige  e fatevi un giro. Ci faremo vivi noi. Troveremo dei locali dove farvi iniziare e poi vediamo come si metteranno le cose. Provate e tenetevi in forma, una serata potrebbe uscire quando meno ve l’aspettate… ah! Dimenticavo… vi avevamo detto che non sarebbe stato tutto così facile no? Iniziate a cercarvi un lavoro”

“Che?! Stai scherzando!!!”

“Affatto, eravamo stati chiari su questo…. Nessuno vi regala niente. Già vi abbiamo sistemato gratis, pretendete a anche che vi manteniamo? Non credo proprio… ad ogni modo sta a voi scegliere, se volete vivere trovatevi un lavoro, oppure ravanate nell’immondizia come i barboni, per noi è uguale… basta che quando vi chiamiamo siete pronti ad esibirvi… a presto ragazzi, divertitevi!”

“Ma… ma…”

Nessuna obiezione, Brixx salì in macchina e sparì a breve dai loro occhi.

“Che stronzo!”

“Che vuoi Slash, erano stati chiari fin dall’inizio no?”

“E adesso che cazzo facciamo?”

“Hem…” Damon, un ragazzone più o meno della loro età, forse qualche anno più grande, con dei folti capelli castani lunghi fino alle spalle e l’aria gioviale, gli si mise davanti “ragazzi, io sono Damon, vi accompagno nel vostro nuovo alloggio, caricate i bagagli e montate sul furgone!”

“Damon, tu conosci quel tizio?” chiese Axl al ragazzo.

“Brixx? Più o meno… conosco meglio Niven, lavoro per la Geffen da un po’… nulla di che, per lo più faccio lavori di bassa manovalanza, facchino, autista quando mi va bene…”

“E dici che ci hanno presi per il culo?”

“Perché me lo chiedi?”

“Non lo so… tu che dici?”

“Niven e Brixx sembrano dei gran figli di puttana… in realtà sono dei bravi impresari, fanno solo il loro lavoro… bhè, sanno essere dei grandi stronzi quando vogliono, ma andiamo, che pretendete? Vi hanno portato a Los Angeles, vi hanno trovato una sistemazione e cercheranno di farvi sfondare… io non chiederei di meglio, se l’unica condizione è trovarmi un lavoro che mi permetta di mangiare, ben venga”

“Mi piaci Damon!”

“Oh grazie… hem…”

“Axl… sono Axl, lui è Izzy, lo stangone silenzioso è Duff, quello con la faccia da scemo è Steven” questa affermazione gli costò un dito medio piantato in faccia “e quello che continua a lamentasi è Slash”

“Hey io non mi sto lamentando, sto solo esprimendo il mio punto di vista!”

“Sei un cagacazzo… forza, montiamo su questo furgone e andiamo…”

Salirono sul furgone e Damon mise in moto, guidando adagio per le vie di Los Angeles. I ragazzi guardavano fuori incuriositi.

“Cazzo cazzo! È’ vero, è proprio vero!” diceva Steven “Le ragazze sono più belle!”

“Era meglio la mia versione… guarda che tette…” precisò Slash.

“Hey Damon, da quanto tempo stai a Los Angeles?”

“Da anni direi, praticamente ci sono nato”

“Quindi la conosci bene”

“Come le mie tasche”

“Ti andrebbe una sera di queste di uscire con noi e portarci a visitare la zona?”

“I locali della zona” precisò Steven.

“Oh certo Axl, certo… bhè di locali ce ne sono quanti volete ragazzi, per tutti i gusti! Da bere non manca mai e le ragazze… wow… non ne avrete mai abbastanza!”

“Mi piace questo ragazzo!” Slash lo abbracciò, facendolo sbandare leggermente “Stai attento!”

“Non mi hanno detto molto di voi, cosa suonate, rock n’ roll?”

“Fottuto rock n’ roll amico”

“Ce ne sono di band come voi qui”

“Come noi non c’è nessuno, non dire cazzate!”

“Intendevo band emergenti che suonano rock n’ roll… ma lasciatemelo dire, alcune fanno proprio cagare ragazzi! Il vecchio Jim si rivolterebbe nella tomba se li sentisse! Vi porterò anche nei locali dove suonano dal vivo, magari tra qualche giorno sarete voi stessi ad esibirvi in quei posti”

“Fantastico, sono proprio curioso di vedere la concorrenza…” disse Axl sarcastico e per nulla preoccupato. Era molto sicuro di se e del gruppo, erano i migliori, ne era certo.

“E senti un po’ Damon” iniziò Slash “non è che conosci qualche posto dove fanno le audizioni per attori porno?”

“Cosa?! Ma che cazzo dici Slash!”

“Attori porno? Bhè, non saprei amico, ma perché…”

“Bhè se mi devo trovare un lavoro, perché non posso fare l’attore porno? Sarei un bravissimo attore porno io! Sai che bello? Scopare tutto il giorno con delle fighe assurde ed essere pure pagato!”

“Non credo veramente che sia cosi semplice… comunque se dovessi venire a conoscenza di qualche audizione, te lo farò sapere…”

“Grande Damon! Posso chiamati Day? Mi piace di più”

“Day?! Bhà… fa come ti pare… ecco, siamo arrivati…”

Il furgone si fermò in Sunset Boulevard. I ragazzi scesero, presero le loro valige e si guardarono intorno. Era una strada piuttosto periferica, li attorno c’erano case e palazzine piuttosto malmesse, e girava gente dalle facce poco raccomandabili.

“Ma dove cazzo siamo? Mi sembra di essere tornato a Seattle!”

“Bhè Damon, dov’è il nostro appartamento?” chiese Izzy.

“Appartamento? Veramente…” il ragazzo indicò con la mano una specie di magazzino, o per lo meno lo doveva essere stato. Il portone in ferro era arrugginito, e l’intonaco delle pareti esterne ammuffito.

“Stai scherzando?!”

“No… ma non è poi così male, so che l’hanno rimesso a nuovo dentro, bhè, più o meno… per lo meno è abitabile, venite…”

Damon entrò, spingendo forte il portone in ferro, e accese la luce, una lampadina appesa al soffitto con un filo scoperto. L’interno era effettivamente stato adibito ad uso abitativo, anche se non si poteva certo dire che fosse stato rimesso a nuovo. In un angolo c’era un piccolo cucinino di vecchia data, con un frigorifero e un tavolo sgangherato con delle sedie. Tutta l’area centrale era occupata da due divani polverosi, un tavolino e un mobile con una vecchia Tv e una radio. Più in là erano accantonati tutti i loro strumenti e gli amplificatori, in un’area abbastanza grande da permettergli di provare. Poi c’erano delle porte. Un bagno, e tre camere da letto, molto essenziali, dotate giusto dei letti, dei comodini e piccoli armadi.

“Che merda!” esclamò Slash.

“Lo vedi che ti lamenti sempre?!”

“Ma cazzo guarda! Scommetto che se muovo quel divano ci vengono fuori gli scarafaggi!”

“Slash, non è peggio del garage in cui stavamo prima…” gli fece notare Izzy “e se nemmeno Duff che era abituato in un appartamento si lamenta, non vedo perché dovresti farlo tu!”

“Perché io odio gli scarafaggi!”

“Ma se ti piacciono i serpenti!”

“Non è la stessa cosa!”

“Finiscila Slash…” disse Duff, che fino a quel momento era rimasto in un cupo silenzio “direi che va benissimo così com’è, siamo qui per suonare, non per organizzare serate di galà in casa nostra…”

“Perché devi sempre fare il saggio del cazzo?!”

“Perché sono un saggio del cazzo…”

“Scusate…” il viso di una giovane ragazza dai capelli ramati spuntò all’interno “è vostro il furgone qua fuori? Non riesco passare con la macchina, se foste così gentili da levarlo…”

“Sì, scusa, lo sposto subito…” Damon si precipitò fuori, non prima di essersi girato verso i ragazzi e aver ammiccato strizzando l’occhio.

“E quella sventola chi sarebbe?!”

“Siamo appena arrivati e già inizi a puntare?!”

“Izzy Izzy… chi ha tempo non aspetti tempo!”

“Ma che cazzo… Slash!!” lo chiamò, ma il riccio era già sgattaiolato fuori.

Lo seguirono tutti, di sicuro ne avrebbe combinata una delle sue.

Damon aveva spostato il furgone al lato della strada e la ragazza stava risalendo sulla sua auto “Grazie” urlò.

“Aspetta aspetta aspetta…” Slash la fermò piazzandosi davanti a lei e bloccandole la portiera “hey. io sono Slash…”

“Ciao Slash”

“Tu sei?”

“Renee”

“Renee… e senti Renee… ti andrebbe stasera di farti un giro con il sottoscritto?”

La ragazza sorrise “No scusa… e poi… mi stai facendo fare tardi, potresti mollare la mia portiera?”

“Ok, allora, ti passo a prendere per… scusa? No aspetta… hai detto di no?!”

“Esatto, no… ora se permetti…”

“Hey! Ma dai! Non mi puoi piantare così!”

“Ma sei scemo o cosa? Piantare? E chi ti ha mai filato… dai davvero, mi stai facendo arrivare in ritardo Slash, levati dalla mia portiera!”

“Ok, ok…” il ragazzo mise una specie di broncio, la sua tattica migliore.

“Dai senti… ok, non fare quella faccia però… una di queste sere usciamo d’accoro? Promesso”

“Sul serio?”

“Sul serio”

Sorrise “lo sapevo… piccola, hai fatto la scelta giusta… ci si vede Renee, hey! Sai dove trovarmi, io abito qui!”

“Ok Slash, ci vediamo una di queste sere!” il dolce viso della ragazza si aprì in un enorme sorriso, poi richiuse la portiera e si allontanò in tutta fretta.

“MITICOOOOOOO!!!”

“Ma come cazzo fa! Come cazzo faaaa!” sbraitò Steven.

“E’ che sono bello, simpatico e dannatamente attraente Adler…” si vantò il riccio come sempre.

“Fanculo cazzo! Vaffanculo! Sei appena arrivato e già hai abbordato una, mi stai sul cazzo Slash, non ti sopporto!”

“Ah, l’invidia…”

I ragazzi risero. Duff gli picchiò una pacca sulle spalle “bella mossa Slash, davvero un bel bocconcino”

“Lo sai che ho gusto io”

“Hey idioti, se la finite di cazzeggiare direi di decidere in che stanza stare”

“Giusto… ci sono tre stanze no?”

“E noi siamo in 5…”

“Quindi…”

“A me la singola!!!”

Axl corse veloce in una della camera e subito chiuse la porta a chiave lasciando gli altri fuori ad urlare.

“CAZZO ROSE ESCI DA LI! SEI SEMPRE IL SOLITO STRONZO!!!”

“Hey io non ci voglio stare con Adler! Russa e scoreggia di notte!”

“Fanculo Slash, i tuoi piedi puzzano come una discarica!”

“Ma che cazzo dici?! Avanti Axl, facciamo un’estrazione democratica! Steven si piscia nbel letto!”

“E tu ti ammazzi di seghe ogni notte!!!”

“La finite di starnazzare?!” li fermò Duff  “Axl cazzo, non vorrai farmi stare con questi due depravati?!”

“Ma sentilo il signorino, Duff ti ricordo che parli nel sonno ogni santa notte!”

“Non è vero!”

“ARRANGIATEVI! IO DA QUI NON MI SCHIODO!!!” urlò Axl da dentro.

“VAFFANCULO!!!” gli risposero tutti in coro.

Izzy rideva, e si guardava in giro felice. Tutto sommato quella baracca non era male, per essere chiamata casa.

 

 

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Eccomi di nuovo con questo primo capitlo! Primo... in realtà sarebbe il novantottesimo se consideriamo tutta la storia! Spero vi piaccia, cercherò di aggiornare ancora prima di partire! Un bacio a tutti e in anticipo grazie a chi mi seguirà! Lau

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Capitolo 3
*** 3 ***


“Zuppa?!” 

“Zuppa…”

“State scherzando vero? E’ uno scherzo…”

“No Slash”

“Io quella roba per vecchi non me la mangio…”

“Allora rimarrai a digiuno Adler, come preferisci”

“Un panino no?”

“Non vedi? Siamo in cinque e abbiamo in tutto 16 dollari! 16 fottutissimi dollari! La zuppa in questo posto costa 2 dollari, ci mettiamo giusto le bevande e siamo a secco!”

“Merda… Slash andiamo, tira fuori quei famosi 200 dollari…”

“Scordatevelo, la zuppa andrà benissimo…” ribattè il riccio entrando nella tavola calda che esponeva il grande cartello ‘zuppe calde a 2 dollari’.

“Che stronzo…”

“Sono soldi suoi, può spenderli come gli pare…” lo difese Duff.

“Andiamo Slash, te li ridiamo!”

“Fottiti, non li rivedo più se li do a voi! Mi servono quei soldi!”

“Ma che ci devi fare?!”

“Cazzi tuoi Steven?! So io cosa ci devo fare… allora vediamo…”

Il ragazzo seduto al tavolo, prese un menù iniziando a scrutarlo. Gli altri fecero lo stesso con delle facce molto meno convinte., soprattutto il povero Steven, che aveva una fame da lupi, e di una zuppa non si sarebbe di certo accontentato.

“Ecco qua… zuppa di cipolle, sembra buona… io prendo questa!”

“Cipolle?! Sai che schifo? E chi ti regge poi con quell’alito! Se tu prendi la zuppa di cipolle io prendo la zuppa di fagioli, sei avvisato!”

“Duff non ci provare, non voglio morire per i tuoi gas!”

“E allora cambia ortaggio cazzo!”

“Ok ok… zuppa di… piselli! Questa va bene? Sono buoni i piselli, e non danno aerofagia…”

“Sa un po’ di frocio questa zuppa di piselli…”

“Oh cazzo… e allora che prendo?!”

“Ma devo proprio mangiare questa merda?”

“Te l’ho già detto Steven, o questo o salti, prendi esempio da Slash, si è scelto la sua zuppa e basta!”

“Axl a quello gli va bene solo perché non vuole tirar fuori i suoi soldi!”

“E allora fattelo andare bene anche tu! Vediamo… zuppa di pollo? Sembra buona… hey tu!” fece il rosso chiamando la cameriera, una donnona in carne con le guance rosse e dei buffi occhialetti che portava abbassati sul naso.

“Mi hai chiamata dolcezza?”

“Hem… si… senti, che ci consigli?”

“Ah bhè, il piatto della casa oggi è lo stinco di maiale con patate e…”

“No, no, aspetta… noi volevamo le zuppe…”

“Le zuppe?! Dei ragazzoni come voi? Siete sicuri?”

“No cazzo io voglio quello stinco!”

“Piantala Steven! Le zuppe andranno benissimo…”

“Ah capisco… siete al verde eh?”

“Già…” ammise Axl.

“Allora la zuppa sarà perfetta… come la volete? Vi sconsiglio quella di pesce, secondo me la fanno con i calzini sporchi tanto puzza, è un vero schifo…”

“Oddio… credo che digiunerò…”

“Senti zuppa di pollo per tutti, è buona?”

“Una favola…” disse lei fingendosi convinta.

“Cinque zuppe di pollo e… due bottiglie d’acqua”

“Almeno una birra!”

“Non abbiamo soldi testone! Senti…” Axl lesse il nome sul cartellino che la donna portava puntato al petto “Macy, che bel nome…” le fece l’occhiolino “ci porti del pane? Molto, molto pane…”

“Ci hanno provato in tanti a leccarmi il culo giovanotto sai? Ma sei carino, e mi state simpatici… per cui vi porterò tutto il pane che volete… arrivo subito con le vostre zuppe”

“Grazie Macy, sei una favola…” le strizzò l’occhio.

“Sei incredibile” rise Izzy.

“Almeno manderemo giù qualcosa di solido…”

“Dobbiamo fare qualcosa, non posso mangiare zuppe ogni giorno! Axl, dobbiamo inventarci qualcosa!”

“Bhè vorrà dire che domani mattina ci alziamo tutti e ce ne andiamo a cercare un cazzo di lavoro!”

“Ecco ragazzi le vostre zuppe…. E il vostro pane… un bel cesto tutto per voi” annunciò Macy mettendo davanti ad ognuno di loro un piatto di zuppa fumante.

“Questa roba puzza…”

“Tappati il naso e manda giù Steven…”

“Da dove venite? Non siete di queste parti vero?”

“Siamo arrivati oggi da Seattle… abitiamo in una specie di magazzino e non abbiamo un dollaro!”

“Ho sentito che state cercando un lavoro”

“Puoi aiutarci?”

“Cosa sapete fare?”

“Suonare, rubare, bere e scopare!”

Macy guardò Slash che rideva con la sua solita faccia da schiaffi “Scommetto che tu sei il più figo di tutti non è vero?”

“Puoi giurarci!”

“Come ti chiami?”

“Puoi chiamarmi Slash!”

“Bene Slash… lo sai che sei un pallone gonfiato?”

Tutti scoppiarono a ridere, meno il riccio, che diventò subito serio “hey! Non sono gonfio io!”

“So che il vecchio Jefferson giù all’angolo cerca un garzone per la sua edicola, dite che vi manda Macy”

“Grazie, qualcuno di noi ci andrà di sicuro”

“Bene, se so di qualcun altro ve lo farò sapere… ora mangiate, questa roba fredda fa ancora più schifo…”

I ragazzi rimasero al tavolo con il loro piatto di zuppa davanti, Steven aveva mangiato solo pane, di bere quella brodaglia non ne aveva voluto sapere. Ma fu costretto a farlo quando Izzy si incazzò, dicendogli che gli stava facendo buttare via due dollari.

“Non è poi così male” disse Duff trattenendo un colpo di tosse.

“Lo stai dicendo per autoconvincerti? E’ uno schifo…”

“Slash potresti evitare quel rumore quando mangi?!”

“Quale Rose, questo?” Slash risucchiò la zuppa dal cucchiaio emettendo un forte rumore.

“Fallo un’altra volta e te la sbatto in faccia!”

“Ti da tanto fastidio… questo…?” di nuovo un risucchio.

Axl scattò in piedi, ma fortunatamente Izzy lo bloccò prima che potesse rovesciare il piatto in faccia a Slash.

“Coglione! Lo fai apposta!

“Ovvio Rose, mi piaci quando ti incazzi…”

“Finocchio…”

“Chi ha rubato il mio pezzo di pane?!” urlò Izzy.

“Io no…” ripose Steven indicando Slash.

“Brutto spione!”

“Cazzo Slash! Era il mio pane quello!”

“Pensavo non lo mangiassi!”

“Certo perché io chi cazzo sono?! Secondo te vivo d’aria?”

“Datti una calmata, te lo ridò il tuo cazzo di pane!”

“E come, lo vomiti per caso?!”

“Hey hey ragazzi!” intervenne Macy “smettetela di sbraitare, state dando spettacolo… tenete, altro pane… riempitivi la pancia e state zitti!”

“Tu si che sei una tosta Macy, grazie!”

La donna rise divertita prima di allontanarsi. Gli piacevano quei ragazzi, erano simpatici. Un po’ casinisti forse, ma simpatici. E loro del resto forse, avevano trovato un’amica.

Pagarono e uscirono.

“Izzy quanto ci rimane?”

“Poco… 3 dollari”

“Merda… non ci prendiamo nemmeno una birra con quelli!” si lagnò Duff.

“Una birra no… ma il buon vecchio Nightrain si!”

“Un dollaro e sei fuori…” iniziò Steven “Cinque dollari e sei morto” finì Duff.

“Dite che ne troviamo anche qui?”

“Perché no, basta andare in uno di quei minimarket di periferia... come quello laggiù ad esempio!”

Izzy indicò un negozietto con l’insegna luminosa che recitava ‘ARKET’, la M doveva essere caduta tempo prima. Sembrava vecchio e abbastanza squallido da avere un vino come il pessimo Nightrain. Entrarono e girarono un po’ tra gli scaffali, sotto gli occhi non troppo vigili di un commesso brufoloso intendo a leggere qualche giornaletto porno.

“Eccolo!”

“Ci finiamo i tre dollari?”

“Bhè, non ci compreremmo nient’altro, per cui…”

“Un dolcetto no? Andiamo, una barretta di cioccolato magari, una Baby-ruth! Costa solo un dollaro!” prego Steven.

“No, ti fa male quella roba! Diventi grasso!”

“Dai ragazzi, abbiamo gia mangiato quella merda stasera, almeno un dolcetto!”

“E piantala! Sei peggio di un bambino!” Duff prese tre bottiglie e andò a pagare con Izzy.

Uscirono tirandosi dietro uno Steven sempre meno soddisfatto.

“Che facciamo adesso?” boffonchiò Slash con una strana voce, che attirò l’attenzione dei ragazzi.

“Slash… che cazzo stai mangiando?!” domandò Steven irritato.

“Niente…”

“Slash… fa vedere! Cosa… cazzo! Ti sei preso il mio dolcetto!”

“Non è vero!”

“Almeno dovresti cancellare le prove prima di sparare cazzate… hai la bocca sporca di cioccolato…” gli fece notare Axl.

“Merda…”

“Avanti, svuota le tasche” il rosso gli si parò davanti allungando una mano.

Il riccio sbuffò “Ok ok…” tirò fuori dalle tasche parecchie cose, cioccolatini, pacchetti di cicche, caramelle e patatine, poi si tolse il giubbotto e da li spuntarono una stecca di Marlboro, dei ciupa ciups e una scatola di preservativi.

“Non lo perderai mai questo vizio”

“L’ho fatto anche per voi!”

“E meno male cazzo, voglio una Baby-ruth!” cantilenò Steven tutto contento, aprendo avidamente la sua barretta di cioccolato.

“E questi?” domandò Izzy prendendo in mano la scatola dei profilattici.

“Bhè non si sa mai… metti caso che quella Renee decida di farsi vedere…”

“Certo…”

“Perché no?! Me l’ha promesso!”

“Contaci Slash!”

“Fanculo Rose!”

“Dove si va?”

“A casa, non abbiamo un soldo per andare in  un locale… e abbiamo il Nightrain”

“Festa alla Guns?” sorrise Duff aspettando la risposta ovvia di Axl.

“Festa alla Guns!” il rosso battè la mano sulla sua spalla incamminandosi.

 

In breve tempo quella casa improvvisata diventò un vero e proprio covo. In una sola sera si ritrovarono li tutti i peggiori individui della zona, spacciatori, prostitute, drogate, ubriaconi, e ragazzi e ragazze che volevano semplicemente divertirsi. E li tutti avevano capito che avrebbero potuto farlo.

“Questo posto è un inferno!” urlò un ragazzo ubriaco che correva per strada in mutande.

“Hell’s house… ecco cos’è…” biascicò Slash, ormai ubriaco fradicio, come tutti gli altri del resto.

“Hey! Hey Day! Izzy guarda un po’ chi c’è!

“Damon! Ciao!”

“Ciao ragazzi! Accidenti, non scherzavano allora quando parlavano di una festa in Sunset Boulevard!”

“No amico, qui non si scherza proprio! Benvenuto alla Hell’s house!”

“Cazzo che roba… ma conoscete di già tutta questa gente?!”

“E chi cazzo li conosce… è bastato alzare un po’ la musica per attirare tutto questo fottuto casino!”

“Ragazzi siete incredibili!”

“Hai visto quanta figa?”

“Sono puttane Slash” gli fece notare Izzy, impegnato a rollare una canna.

“E allora? Sono fighe lo stesso… e poi stasera avevo proprio voglia di farmi una scopata…”

“E con che soldi pensi di pagarle? Ti servivano a questo i tuoi 200 dollari?”

“Certo che no, le conquisterò col mio fascino!”

“Uooo ragazzi, siete ubriachi marci cazzo! Slash hai un alito atroce, potrei darti fuoco a distanza!” rise Damon.

“Vuoi un goccio?” Slash gli allungò la bottiglia, ormai mezza vuota.

“Nightrain? Questa roba è veleno… ma chi se ne fotte! Costa poco giusto?”

“Giusto!”

Steven passò davanti a loro abbracciato ad una ragazza bionda mezza nuda, anche lei completamente sbronza.

“Vi saluto finocchi, io e la mia amica Giuly ci ritiriamo”

“E bravo Adler…” osservò Slash mentre seguiva con lo sguardo i due che si rifugiavano all’interno. O meglio, il suo sguardo era saldamente incollato al sedere della ragazza.

Axl uscì in quel momento, barcollando di fianco a Duff.

“Avete sniffato!” urlò Slash “Dove cazzo avete trovato la roba, brutti stronzi! Avete la roba e non me lo avete detto! Fanculo! Voglio la mia parte!”

“Finiscila Slash… sul tavolo in cucina ne trovi quanta ne vuoi, e non è nostra, la portata quel tizio laggiù” disse Axl indicando un tizio pelato e grosso che gli fece un cenno con la testa.

“E ce la dà gratis?”

“Certo che no”

“E cosa vuole in cambio?”

“Bhè… il tuo culo”

“Cosa… che…” Slash guardò in direzione del tizio, che gli fece l’occhiolino “state scherzando?!?! fanculo! Il mio culo non lo do a nessuno! Fanculo!”

Axl e Duff scoppiarono a ridere, seguiti a ruota da Izzy e Damon “ma chi lo vuole il tuo culo?! Che schifo! Rob vuole solo scopare in cambio, e sa che qua troverà figa in quantità… per il momento va bene così, ma appena abbiamo i soldi sappiamo da chi prenderla…”

“Oh… oh…. Ragazzi, mi avete fatto prendere un colpo! Fanculo… ho bisogno di un tiro…”

A fatica si alzò in piedi tenendosi al muro ed entrando nel portone. Steven e la sua conquista si stavano divertendo sul divano senza preoccuparsi di chi c’era li intorno.

“Hey Slash, posso venire anch’io?”

“Certo Day, vieni a ballare un po’…”

I due raggiunsero il tavolo della cucina, dove come Axl aveva detto, trovarono una bustina di coca pronta ad attenderli.

“Facevate questa vita anche a Seattle?”

“Più o meno… solo che qui siamo a Los Angeles… li non potevamo esagerare, hey! Mia nonna mi avrebbe preso a bastonate… e poi c'erano le ragazze... la mia Laury... e Perla, ah dovresti vedere che tette! Ma sappiamo darci una regolata sai, non sarà sempre così… ci divertiamo un po’ e basta, e poi… sarà tutto un fottuto casino del cazzo…”

Le parole di Slash non avevano per Damon molto senso, nessuno dei due era troppo lucido per capirci qualcosa.

Quando tornarono fuori trovarono Axl seduto con Izzy e Duff, tutti e tre con chitarre in mano intenti a strimpellare una melodia ormai conociuta.

“Take me down to the paradise city were the grass is green and the girls are pretty” cantava Axl con la sua voce stridula e tagliente.

“Take me home…” gli facevano coro Izzy e Duff.

Slash si sedette con loro, prese la chitarra dalle mani di Axl e si unì al gruppo. Il rosso si alzò e camminando traballante avanti e indietro alzò la voce continuando a cantare. Di li a poco gran parte della gente radunata li attorno li circondava battendo la mani e ballando al ritmo di quella musica improvvisata, per loro nuova, ma trascinante e penetrante. Andarono avanti così quasi per tutta la notte, proponendo a quel pubblico improvvisato e malfamato il loro repertorio e facendosi già conoscere per quello che erano e che sarebbero diventati.

 

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Eccovi un'altro capitolo :-) sabato parto, per cui non aggionerò almeno per una settimana. ragazze, non ho parole per ringraziarvi per i vostri commenti, davvero, sono commossa... *_* grazie di tutto!

 

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Capitolo 4
*** 4 ***


Ciao a tutte, rieccomi alla carica! Spero che il capitolo sia di vostro gradimento, e grazie a tutte, dalle fedelissime alle nuove lettrici! Lau

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Axl aprì gli occhi faticosamente. La testa era pesante e la bocca sapeva di amaro. Come ogni risveglio dopo le loro serate devastanti, e come quella da tempo non ne passavano. Si accorse di essere per terra, sentiva sotto di sé il freddo pavimento di quella che doveva essere la loro nuova ‘casa’… sentì improvvisamente la mancanza della sua amata brandina… mise a fuoco l’ambiente che lo circondava. C’era un gran casino, e un sacco di gente che non conosceva.

“E questi chi cazzo sono?” poi volse lo sguardo, di fianco a lui dormiva Steven nudo, abbracciato ad una ragazza “Hai capito Adler…”

Si alzò a fatica, reggendosi a stento in piedi. Dovette appoggiarsi alla parete per non cascare a terra. Aprì la porta del bagno e la richiuse immediatamente quando vide le condizioni pietose in cui era… e quello poi? Che ci faceva Damon collassato sul water?! Scosse la testa passandosi una mano sul viso e aprì la porta di quella che doveva essere la camera di Duff e Slash. Il biondo era buttato a pancia in giù sul materasso, con i soli boxer addosso. Dormiva, sembrava essersi divertito a giudicare da un perizoma nero forse dimenticato da qualcuna. Richiuse la porta e aprì quella di Izzy e Steven… vuota. Andò allora nella sua stanza, e li trovò Izzy, completamente steso e circondato da bottiglie di alcolici e riconoscibili tracce di polvere bianca.

“Izzy…” lo scosse piano “Hey, Jeff!” urlò.

Il ragazzo si destò di scatto tirandosi a sedere “Che c’è, che succede? Axl… sei tu”

“E chi pensavi che fossi… come ci sei finito qui?”

“E chi se lo ricorda… cazzo… ho un mal di testa fottuto!”

“A chi lo dici…”

“Guarda che casino…”

“E non hai ancora visto fuori!”

“Forse abbiamo esagerato”

“Non è venuta la polizia, questo significa che non abbiamo esagerato affatto” sorrise il rosso semplicemente.

Izzy si alzò, infilandosi la camicia floreale buttata a terra.

“Dove sono gli altri, sono ancora vivi?”

“Duff dorme nella sua stanza, Steven è sul pavimento con una, quel Damon dorme sul cesso e Slash… a pensarci non l’ho visto, dove cazzo è Slash?”

“Sei sicuro di aver guardato bene?”

“In casa non c’è…”

Insieme uscirono dalla stanza. Lo stanzone che fungeva da salotto, sala prove e cucina, era un vero disastro. C’erano bottiglie ovunque e gente a terra di cui ignoravano l’identità. Fuori in strada era anche peggio. C’erano ragazzi e ragazze a terra che dormivano nel loro stesso vomito, e altra gente collassata sul marciapiede dopo che si era fatta tutta la notte. Un tizio aveva ancora l’ago piantato in vena.

“Che coglioni, Axl dobbiamo mandare via tutti qui, se qualcuno chiama la polizia finiamo nei casini sul serio”

“Hey tu sveglia!” Axl diede dei calci al tizio con la siringa, che si svegliò di soprassalto “hai ancora l’ago nel braccio idiota… vattene prima che ti mandi via io a calci nel culo!”

“Vado vado… bella festa ragazzi…” bisbigliò estraendosi la siringa e gettandola a terra.

“Portati via la tua merda!” gli urlò dietro Izzy.

Questi sbuffò, ma la raccolse e si allontanò barcollando.

“Ma che cazzo di gente è arrivata?!”

“La vera feccia di Los Angeles amico… welcome to the jungle!” Axl battè la mano sulla spalla di Izzy.

Piano piano svegliarono tutti e in un modo o nell’altro li mandarono via.

A forza fecero svegliare Steven, gettandogli dell’acqua gelida in faccia.

“Oh! Cazzo affogo!” si dimenò il batterista “ma… ah fanculo! Lo sapevo che eravate voi… hey! Dov’è la tizia che era qui?”

“Quale tizia?”

“Non fare lo stronzo Axl! Dove l’hai messa?!”

“Adler sei ancora fuori! Guarda che non c’era nessuna tizia!”

“Non scherzare! Era qui, proprio qui! Abbiamo scopato tutta la notte!”

“Steven te lo sarai sognato…” scherzò Izzy stando al gioco di Axl.

“Certo che sei messo male per immaginarti anche le scopate!”

“Fanculo cazzo! Vi ho detto che ho scopato con una tizia, ed era proprio qui con me su questo fottutissimo pavimento! Axl c’eri anche tu!”

“Non guardare me, io ero in camera mia a dormire”

“Dai… hey…. Non mi state prendendo per il culo vero? C’era davvero… avanti Axl…” il rosso scosse la testa “Izzy?!” Izzy fece spallucce

“E allora con chi cazzo ho scopato io?!”

Vedendo la faccia perplessa e interrogativa di Steven, che si grattava senza troppi complimenti le chiappe nude, Axl scoppiò a ridere.

“Bhè?! Ecco cazzo lo sapevo, mi state prendendo per il culo!”

“Steven, sei osceno, davvero, vatti a coprire cazzo! E la tizia se ne è andata prima che ti svegliassi!”

“Allora c’era!”

“Si si… vatti a vestire fai schifo!”

Svegliato forse da tutto quel casino, anche Duff uscì traballante dalla stanza, con la mano nei biondi capelli arruffati e l’aria terribilmente sbattuta “Non urlate, ho mal di testa…” biascicò.

“Come tutti… abbiamo fatto un bel casino ieri”

“Si Axl, vedo…”

“Che ci facevi in camera da solo? O eri in compagnia?” domandò Steven.

“Non me lo ricordo…”

“Direi di si, non credo che quel perizoma sia finito li da solo”

“Oh…”

“Sapete, dovremmo iniziare sul serio ad usare delle fottute precauzioni, o rischiamo di inseminare gran parte della popolazione femminile di Los Angeles”

“Inseminare? E chi cazzo sono, delle piante?!”

“Steven, non esagerare”

“Dico sul serio! Guardate che abbiamo combinato! E siamo solo alla prima sera!”

Anche Damon uscì a stento dal bagno “Hey…. Ragazzi che roba…”

“Day! Ti sei svegliato”

“Ciao Duff… ragazzi… che serata, sono distrutto…”

“Dovresti pulire quel cesso sai? Ci sei stato sopra tutta la notte!”

“Si si Axl, lo farò… e… merda!”

“Che ti prende?”

“Sono in ritardo cazzo! Fanculo!”

“In ritardo per cosa?”

“Ricordate? Io ho un lavoro cazzo! Niven mi ammazza! Scappo ragazzi, ci vediamo stasera forse!” e di corsa si fiondò fuori reggendosi i pantaloni ancora slacciati.

“Che tipo…”

“Almeno lui un lavoro ce l’ha”

“Che vuoi dire Izzy, non ti piace la vita del nullafacente? Io la trovo divina!”

“Oh certo Steven, e dimmi, come pensi di mangiare? Non sapevo che vivessi di aria… vediamo, potremmo raccattare qualcosa di commestibile dall’immondizia, o magari sperare nei furti di Slash, o perché no, la mensa dei poveri! Ammesso che ci facciano entrare… oppure potremmo mangiare la nostra merda e bere il nostro piscio eh? Che ne dici Adler?!”

“Quanto la fai tragica…”

“Cazzo Izzy, che schifo di prospettiva…” Duff trattenne a stento un conato.

“Vai in bagno man, qui c’è già abbastanza schifo!”

“No no, lo tengo… sto bene…”

“Hey ma si può sapere che fine ha fatto Slash? Non si è ancora visto”

“Già, ma dove cazzo si è cacciato?!”

“E io che ne so… ragazzi, qua c’è da mettersi d’accordo, io ho fame, e finchè Brixx e Niven non ci procurano delle serate di soldi non ne vediamo, ammesso che ci paghino…”

“Si Axl, e che pensi di fare?”

“Non lo so...”

In quell’istante Slash entrò dalla porta con i soli jeans addosso e le solite All Stars, sorretto da una procace ragazza mora dall’aria un po’ svampita.

“Hola gente!

“Slasher! Eccoti cazzo! Stavamo per chiamare la polizia!” urlò Steven apprensivo.

“Gli obitori magari… finiscila Steven!” Izzy gli diede uno spintone.

“Oh bhè, non dovevate preoccuparvi, io e Janis qui…”

“Jody!”

“Jody, giusto… bhè io e lei abbiamo avuto un po’ da fare, non è vero?” la ragazza rise stupidamente “Ecco dolcezza, loro sono gli amici di cui ti parlavo, saluta i miei amici Jody”

“Ciaaaaaaaaao!”

“Ma dove l’hai trovata questa, al circo?!”

“Stai zitto Duff! Jody è brava, oltre che bella naturalmente, vero tesoro?” altra risata “bene, e ora Jody, che ne dici di venire a fare colazione con noi? Eh? Ti va?”

“Oh siiiii! Però ormai è tardi, è quasi ora di pranzo chèry!”

Tutti scoppiarono a ridere a quel nomignolo.

“Zitti scemi! E allora Jody bella, vorrà dire che pranzeremo tutti assieme ok?”

“Ok!”

“Andiamo allora! E voi invece di fare i coglioni, inchinatevi alla mia intelligenza cazzo! Andiamo tesoro…”

 

Uscirono tutti dal magazzino e si diressero verso il bar dove la sera prima avevano cenato con le zuppe. Duff e Steven si rivestirono in fretta raggiungendo subito gli altri.

“Ma con che cazzo paghiamo il pranzo? Slash lo sa che non abbiamo un centesimo?!”

“Spero proprio di si Steven, o dovrà cacciare parte di quei famosi 200 dollari… ho una fame terribile!”

 

Macy li accolse con un gran sorriso “Buongiorno ragazzi, ancora qui? Guardate che a pranzo non serviamo le zuppe”

“Niente brodaglia oggi Macy, vediamo…”

Slash si accomodò leggendo il menù, e cingendo con l’altro braccio le spalle di Jody che sorrideva in continuazione.

“Ecco, per me una bistecca alla piastra enoooorme e patatine… ah e non dimenticarti il litro di birra!”

I ragazzi lo guardarono stupiti. Che avesse davvero intenzione di pagare con i suoi soldi? Duff gli si avvicinò.

“Hey Slash, lo sai che siamo al verde, vero?”

“Non preoccuparti, pensate solo ad ordinare quello che volete!”

“Davvero?”

“Sicuro man!”

“Wow! Allora per me doppio cheesburger con patatine maxi, e un litro di birra fresca!”

“Io lo stesso” disse Izzy “Anche per me, solo niente cipolle…” continuò Axl.

“Oh, manco io, allora… voglio del chili piccante, un hamburger con maionese e katchup, patatine, del formaggio, una birra grande e… un gelato! Cioccolato e fragola, con gli zuccherini sopra!” tutti guardarono Steven scioccati “bhè che avete? Ho fame!”

“Ok… e tu non ordini niente?” domandò la donna rivolgendosi a Jody.

“Oh nooooo, io sono a dieta!”

“mmm… arrivo subito ragazzi”

“Allora Slash, a che dobbiamo questo improvviso banchetto?”

“Oh niente di che Rose, abbiamo fame, e dobbiamo nutrirci, altrimenti come facciamo a suonare bene e a fare contente le nostre fans?!” così dicendo accarezzò il mento della ragazza al suo fianco, con la sua solita faccia da schiaffi.

Axl iniziava a capire qualcosa, il riccio ne aveva in mente una delle sue.

“Ecco qua...” poco alla volta Macy portò tutto quello che avevano ordinato, e i ragazzi in men che non si dica, spazzarono via ogni cosa. Erano davvero affamati.

“Questo si che è mangiare!”

“Cazzo puoi dirlo forte Steven!”

“Bene bene… ora andiamo a pagare amici, e poi ci aspetta una durissima giornata di prove! Ah sai piccola, è davvero difficile essere un musicista…”

“Oh povero cucciolo…” cinguetto lei accarezzandogli i capelli, mentre Slash si esibiva in una delle sue migliori facce tenerone.

“Ma guarda che faccia di merda che ha…” Axl sorrise scuotendo la testa.

“Bene ragazzi, oggi offre Sl… oh…” Slash iniziò a frugarsi freneticamente le tasche dei jeans.

“Che c’è Slash?” chiese Jody.

“Oh… bhè…. Ah cazzo! Lo sapevo!”

“Cosa?”

“Niente tesoro, niente… ho solo lasciato il portafoglio da qualche parte… chissà dove ho la testa!”

“Hey coglione, niente scherzi, noi non abbiamo…” Izzy si trovò la bocca tappata dalla mano di Axl, che avendo capito le intenzioni del riccio, cercava di stare al suo gioco.

“Eh cazzo Slash questa non ci voleva! Come Izzy stava cercando di dirti, oggi toccava te pagare, così noi siamo usciti senza soldi!”

“Accidenti che iella!”

“Oh ma… non devi preoccuparti Slash, stavolta offro io!” 

’Tombola! Ti ho fregata ochetta, lo sapevo! Sono un fottuto genio…’  “Ma no Jody, non disturbarti…”

“Ma quale disturbo! E’ un piacere… e poi potreste sempre sdebitarvi una sera di queste no?” ammiccò lei facendo l’occhiolino ai presenti.

“Ah se la metti così… ok!”

Sorridendo Jody tirò fuori dalla borsetta il portafoglio e pagò il conto, convinta che il suo gesto sarebbe stato ben ricambiato in altro modo.

“Sei una favola tesoro, ragazzi dite grazie a Jody!”

“Grazie Jody…” risposero in coro con tono cantilenoso.

“Oh di niente ragazzi! Bhè, ci vediamo presto Slash, chiamami…” gli diede in mano un biglietto con suo numero di telefono e lo baciò.

Poi salutando anche gli altri uscì dal locale zompettando allegra. Subito slash stracciò il biglietto buttandolo nel cestino.

“Ma bravo, il re dello scrocco!” Duff gli battè la mano sulla spalla ridendo.

“Certo, se era per voi eravamo ancora a digiuno, ancora una volta siete in debito!”

“A saperlo non mi risparmiavo il caffè…”

“Sei davvero un fottuto Hudson!”

“Già, un cazzone fottuto, circuire così le ragazzine… non si fa! Cattivo Slasher!” scherzò Axl.

“Andiamo, è un’oca! Una figlia di papà che va in giro a frequentare disgraziati solo per il gusto di trasgredire alla sua bella vita tutta rose e fiori… per cui non c’è niente di male”

“Ragazzi, siete davvero dei caproni sapete?” era Macy, che da dietro il bancone aveva assistito divertita a tutta la scena.

“Eddai Macy, non ho fatto niente di male!”

“Già… perché trovarvi un lavoro quando potete campare sulle spalle degli altri?” disse sarcastica.

“Già cazzo! Bella idea! OI! Ma che cazzo vuoi?!”

Slash aveva tirato a Steven un sonoro schiaffo dietro il capo.

“Smettila tu! Hey Macy, così mi fai sentire un verme! Noi non vogliamo vivere alle spalle degli altri, solo avere da queste ragazze la giusta ricompensa per il dono che faticosamente concediamo loro”

“E cosa sarebbe questo fantomatico dono? Ho paura di saperlo…”

“Il nostro corpo!”

“Ecco appunto… sentite datemi retta, provate almeno a cercarvelo un lavoro!”

“Lo faremo Macy, lo faremo… sul serio!”

“Come no!”

“Guarda, iniziamo da subito eh? Vero ragazzi?”

Si guardarono perplessi. La verità era che sebbene riconoscessero che la donna aveva ragione, nessuno di loro aveva la voglia e l’intenzione di cercarsi un lavoro…

“Oh si, si, certo…” boffonchiò Steven.

“Visto? Siamo tutti d’accordo!”

“Ragazzacci…”

“Sei una bomba, te l’hanno mai detto?!” Slash sorrise furbo.

“Guarda che con me non attacca bello! Forza sparite e fatemi lavorare! Sciò!”

Ridendo la salutarono e uscirono dal locale, scorrazzando per le strade di Los Angeles senza sapere ne dove andare ne cosa fare. Ma in fondo a loro andava bene così.

 

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Capitolo 5
*** 5 ***


“Dovremo sul serio trovarci un lavoro? Non possiamo scroccare come oggi?” 

“Steven nemmeno a me va l’idea di lavorare, ma cosa dovremmo fare, sperare in ipotetiche groupies che ci mantengono?!

“Bella idea Izzy! Mi piacciono le groupies!”

“Slash non formentare la sua mente malata!”

“Ma è quello che ho fatto! Insomma pensaci… scopata e cibo gratis, cosa vuoi di più?”

“Dei soldi MIEI… ad esempio…”

“Ah McKagan, sempre il solito moralista! Ok, ok, ho capito…” il riccio scosse la testa “anche se non so nemmeno da dove iniziare…”

“Io vado…”

“Dove man? Aspetta!”

“No, no… vado a fare un giro da solo, con voi appresso non troverò niente di sicuro!”

“Ok… Steven, te ne vai anche tu? Izzy!”

“Si Slash, ho visto una cosa… ci si vede più tardi”

“Bene… Axl? Che si fa?”

“Secondo te?” il rosso prese a camminare con le mani in tasca.

“Dai sul serio? Vuoi davvero cercare un lavoro?!”

“Slash, vorrei farti notare che siamo al verde, e la scroccata di oggi è stata un colpo di culo… non voglio rimanere a digiuno… quindi trova anche tu qualcosa da fare, o dovrai dare fondo ai tuoi risparmi”

“Quelli non si toccano, sto facendo un fioretto…”

“E allora muoviti… ah, aspetta un minuto… hai spiccioli?”

“Cosa ci devi fare?”

“Avanti, dammi qualche moneta!”

“Ah devi chiamare! Ohhh ho capito, vuoi telefonare a Laury!”

“Si, allora, me li dai o no?”

“Tieni… solo perché ho voglia anche io di sentirla!”

Axl prese la moneta dalle mani dell’amico e la inserì in una cabina telefonica “Te ne vuoi andare? In due non ci stiamo qua dentro!”

“No che non me ne vado! Ci voglio parlare anche io!”

Axl sbuffò, tanto sapeva che da li non  l’avrebbe schiodato nessuno… e compose il numero, sperando vivamente che fosse proprio la ragazza a rispondere. Invece si trovò a parlare con Susan. 

“Pronto?”

“Hem… casa Harris?” 

“Si, chi parla?”

“Salve, sono Axl… c’è Laurel?” 

“Ciao Axl… veramente Laurel…”

“Allora? C’è o no?” 

“Un attimo… LAUREL TELEFONO! Arriva… c’è Saul con te?”

“Ufff… si, è qui…” 

“Saresti così gentile da passarmelo?”

Axl si staccò notevolmente scocciato e passò la cornetta al riccio dietro di lui “Vedi di fare in fretta”

“Pronto” 

“Saul!”

“Susy!”

“Oh Saul, allora? Come stai? Stai bene lì a Los Angeles?”

“Si certo! Qui è fantastico davvero, abbiamo una casa tutta nostra e un sacco di amici nuovi!”

Axl continuava a fargli segno di tagliare.

“Senti perché il tuo amico vuole parlare con mia figlia?”

“Oh bhè… per salutarla, ovvio”

“mmm… Saul, non mi piace”

“Eddai, guarda che non è poi tanto male”

“Non sono convinta”

“Susy…”

“E’ arrivata Laury, te la passo… ciao Saul, fatti sentire!

“Certo!”

“Pronto”

Riconobbe subito la voce argentina della ragazza.

“Laury!” ma non fece in tempo a dire altro che subito Axl gli strappò la cornetta dalle mani “ma cazzo Axl!”

“Levati… pronto Laury”

“Axl! Pensavo… non era Slash al telefono con mia madre?”

“Si, che palle… hey, come stai?”

“Io ben, ma tu? Non ti sei fatto sentire da quando sei arrivato”

“Lo so, è che siamo stati impegnati, sai casa nuova, il lavoro…”

“Avete trovato qualcosa?”

“Non ancora”

“E Brixx?”

“Ancora niente”

“Si faranno sentire presto”

“Speriamo… come procede li?”

“Tutto regolare, nessuna novità… ah! Perla si diverte un sacco con la macchina di Slash! Però non dirglielo…”

Axl rise “No no, ok… mi manchi…”

“Anche tu…”

“Passamela!”

“Slash levati! Laury ci sei?”

“Si”

“Eddai cazzo! Passamela! Stanno finendo i soldi!”

“La smetti di starnazzare?! Non sento un cazzo!”

“C’è Slash li con te?”

“Si purtroppo! E smettila tu!”

“No che non la smetto, voglio parlare con lei!”

Axl dovette cedere “ti passo questo scassapalle… piccola, I think about you, ricordatelo…”

“Spicciati Axl!”

“Chiamami presto”

“Lo farò honey… tieni tu, minchione che non sei altro…”

“Laury! Piccola! Ciao!!!”

“Slash! Sono così felice di sentirti!”

“Sapessi io! Hey, sai, oggi ho scroccato il pranzo per tutti, sono un fottuto genio!”

“Wow, che bravo!”

“Che si dice a Seattle, tutto bene?”

“Tutto ok! E… vuoi che ti passo Perla? Sta giusto qui...”

“No! No… cioè… hem, salutamela, ma stanno finendo gli spicci, tra poco cadrà la linea…”

“Bhè te la passo lo stesso! Ciao ciao!”

“No aspetta Lauryyyy!”

“Ciao scimmione!”

“Cazzo… eilà…”

“Oh è un piacere anche per me sentirti! La tua macchina sta una favola, so che ti stai preoccupando per lei…”

“Fantastico, perfetto… hem… come va?”

“Bene direi, ci divertiamo io e le ragazze!”

“Hey, cosa vuol dire ‘ci divertiamo’?! Tettona, che combini?!”

“Io? Niente! ci divertiamo! Sai, è estate, mare, piscina… fusti in costume… cose così”

“Come sarebbe?! Sei impazzita forse?! Guarda che…” tu tu tu tu “pronto? PRONTOOOOO?! Merda! Ho finito i soldi… Axl?”

“Sono al verde, altrimenti non te li chiedevo di certo…”

“Ah cazzo!”

“Che cos’hai da agitarti tanto, Perla ti ha di nuovo fatto incazzare?”

“Ha detto che si stanno divertendo!”

“Si… e allora?”

“E allora? Dico, sei scemo o cosa?! Di-ver-ten-do! Sai cosa vuol dire? Sole, mare… ragazzi… non lo conosci il vocabolario femminile?!”

“Slash quanto la meni… ci sono più di 30 gradi, cosa pretendi? Che se ne stiano in casa a fare la maglia? Certo che vanno al mare!”

“mmmm… ma allora non vuoi proprio capire!” Slash picchiò la mano sulla testa del rosso che lo scansò irritato “ragazzi Rose, ragazzi! Chissà quanti glie ne girano intorno…” il ragazzo aveva iniziato a smangiucchiarsi nervosamente le unghie “poi se si mette in costume è finita! Devo fare qualcosa… ma cosa?!”

“Stai parlando di Perla?”

“NO! No… che cazzo dici… di Laury! Si… mi preoccupo per te!”

“Ma vaffanculo, sei geloso come una merda!”

“Io?!”

“Si tu, sei proprio un idiota Slash, quando ti deciderai ad ammettere che quella ragazza ti piace?”

“Mai”

“Ecco bravo, allora smettila di farti seghe mentali inutili… tanto non ti piace, no? Che ti importa se altri ragazzi le girano attorno…”

“Infatti… non ho mica detto niente… che mi importa… proprio un bel niente….” eppure il tarlo della gelosia lo stava rodendo per bene…

 

Camminarono svogliatamente per le strade di Los Angeles, passando per i ricchi quartieri dove tutti li guardavano storto, fino alle malfamate strade periferiche, dove di certo si sentivano di più a loro agio... era il loro mondo quello. Nulla… ne un annuncio in qualche negozio, ne un annuncio decente su quei giornali che avevano raccattato dalla spazzatura.

“Io non voglio fare la fine di quei cretini che si infilano addosso quegli orribili costumoni da hot-dog e camminano in giro a farsi prendere per il culo da tutti!”

“Bhè, qualcosa dobbiamo trovare Slash… ho voglia di una cazzo di birra! Almeno prima c’erano i soldi che Ola ti dava per la spesa, ora guardaci… fanculo…”

“Senti, vieni, offro io… qualche dollaro per due cazzo di birre lo posso anche spendere”

“Che generosità!”

“Non farmene pentire!”

Entrarono in un bar e si sedettero ordinando due birre. Axl prese in mano uno dei quotidiani messi a disposizione per i clienti, sfogliando le pagine con non curanza… quando l’occhio gli cadde su un’inserzione…

“Meno 4 dollari per il mio fioretto...” si lagnava il riccio.

“Hey! Guarda qua… ‘CERCASI VOLONTARI PER TEST MEDICI U.C.L.A.’ che ne dici?”

“U.C.L.A.? Che roba è?”

“Università della California, Los Angeles”

“Che razza di test ci fanno là dentro? Che cazzo vuol dire? Ci fanno buttare giù pillole e altre schifezze? Non voglio svegliarmi con tre orecchie e la pelle blu…”

“Non lo so, ma se fosse una cosa pericolosa non la pubblicherebbero certo su un giornale no? Guarda il lato positivo, ci pagherebbero per fare un cazzo”

“Non lo so Axl…”

“Proviamo almeno a sentire cosa vogliono”

“C’è l’indirizzo?”

“Dice di presentarsi ai laboratori, ci andiamo?”

“Andiamoci… spero almeno che mi cresca un’altro pisello… test medici, bhà…”

 

***

 

“E’ caduta la linea…”

“Stavano finendo i soldi, cosa ti ha detto?”

“Niente, e Axl invece?”

“Niente, che sta bene e…”

“Che gli manchi, bla, bla, bla…”

“Prevedibile?”

“Ovvio!”

Le due ragazze risero.

“A me manca sul serio però… e anche Slash…”

“Porta pazienza, passeranno in fretta questi due mesi, vedi, ci stiamo divertendo no?”

“Si! E non vedo l’ora di partire! Hey Perla, a te Slash non ti manca nemmeno un po’?”

“Non dire stupidaggini!”

“Andiamo…” Laury tirò una leggera gomitata alla cugina.

“Bhè… forse… ma solo un pochino!”

“Lo sapevo!”

“Non ti fare chissà quali film adesso! Dai andiamo, la spiaggia ci aspetta!”

“Dobbiamo passare da Sue e Kris… non trovi che Kris sia strana ultimamente?”

“In che senso?”

“Non lo so, è sempre così pensierosa…”

“Gli mancherà Steven”

“Già…” ma Laurel aveva il presentimento che Steven non c’entrasse niente. Kris era sempre stata una ragazza sorridente e allegra, non poteva essere solo il pensiero di un ragazzo a renderla così taciturna e pensierosa come era ultimamente.

 

***

 

“Laboratori U.C.L.A. ci siamo…”

All’interno dell’Università c’era un complesso seminuovo, dove vi erano tutti i laboratori medici e scientifici del campus. I ragazzi entrarono un po’ circospetti nel grande atrio bianco e immacolato.

“Sembra lo scenario perfetto per un serial killer…”

“La finisci di dire stronzate cagasotto! E levati da dietro, mi metti ansia!” Axl strattonò Slash per la manica, costringendolo a mettersi al suo fianco.

Si avvicinarono al desk all’ingresso, dove una giovane segretaria di bella presenza e con un camice bianco, stava trafficando con delle scartoffie.

“Hem...” Axl si schiarì la voce e la ragazza alzò lo sguardo verso di loro abbassandosi gli occhiali.

“Si?”

“Ciao bellezza, noi siamo venuti per questo” disse porgendole il foglio strappato dal giornale che riportava l’annuncio.

Li squadrò “siete maggiorenni?”

“Certo!”

“Bene... l’offerta è ancora valida anche se l’annuncio è di qualche giorno fa”

Slash si portò davanti al rosso “Hey aspetta, tu sai di che si tratta? Ci fanno esperimenti strani, elettroshock o robe simili? No perchè io non voglio diventare mezzo scemo”

“Sei già mezzo scemo...” Axl lo spinse da parte “senti, quanto pagano?”

“Venite, il dottor Harper risponderà a tutte le vostre domande” si alzò facendo loro cenno di seguirla.

“Che chiappe!” sussurrò Slash all’orecchio del rosso che rise malizioso.

Bussò ad una porta ed entrò “Dottor Harper, ci sono due volontari per quei test”

“Li faccia entrare Grace” rispose una voce all’interno.

La giovane si scostò facendoli entrare in quello che aveva tutta l’aria di essere un ambulatorio medico. Un uomo attempato dietro una scrivania immersa in pile di documenti, li guardò abbozzando un sorriso massaggiandosi la barba incolta.

“Accomodatevi... io sono il dottor Harper, e mi occupo dei della sperimentazione e dei test a cui siete interessati. Grace vi ha già spiegato di che si tratta?”

“Veramente no...” rispose Slash titubante.

“Bene, allora la farò breve. Si tratta di test sul fumo, degli effetti sull’organismo e sui soggetti che ne fanno uso abituale”

“Sul fumo? Intende...” il riccio guardò Axl perplesso.

“Oh non ‘quel’ genere di fumo, anche se sarebbe di certo uno studio interessante. Si tratta di semplici sigarette”

“Aspetti, vuol dire che dobbiamo... fumare?”

“Esatto, voi già lo fate, no?”

“Si cazzo! Quindi noi fumiamo... e voi ci pagate? Perchè ci pagate, vero?”

“8 dollari l’ora. Di solito calcoliamo un impiego medio di tempo di un paio di ore al giorno, per cui la vostra retribuzione sarà di circa 16 dollari al giorno”

“Cazzo!”

“Le sigarette ve le forniamo noi, dovete fumare un minimo di 3 pacchetti al giorno, fino ad un massimo di 8. Due volte alla settimana venite qui e vi facciamo qualche piccolo esame”

“Che genere di esame?”

“Esami clinici, esami del sangue, prova del respiro, test sul coordinazione e sulle facoltà celebrali...”

“Allora Slash sei fottuto!”

“Fanculo Rose!”

“Potete tenere i convenevoli per dopo? Allora, che ne dite?”

“Bhè... ci pagate per fumare... direi che è una figata!”

“Si, direi che possiamo farlo!”

“Non poteva trovare volontari migliori di noi, siamo perfetti per questo lavoro!”

“Bene, siete arruolati... compilate questi moduli e vedete di non mettere dati falsi”

I due compilarono i fogli e li consegnarono al dottore.

“Ecco qua...” diede loro otto pacchetti di sigarette a testa, Philip Morris.

“Hey, io fumo Marlboro!” si lamentò il riccio.

“Mi spiace ma dovrai accontentarti di queste”

Alzò le spalle “Ci proverò”

“Bene... potete venire qui a ritirare i campioni, Grace ve li fornirà. Passate quando li avete finiti, e tornate da me la prossima settimana, così possiamo iniziare i test. Ora scusate, ho un po’ di lavoro da sbrigare”

“Certo, ok, tutto chiaro... andiamo Axl... Salve capo”

Uscirono con il loro sacchetto pieno di pacchetti di sigarette e salutarono Grace sorridendo maliziosi “Ci vediamo presto bellezza, siamo delle fottute cavie adesso!” le disse il riccio.

“Siamo a posto Slasher! Fumiamo e ci pagano, ti rendi conto?”

“E’ un gran figata amico, davvero una gran figata... gli altri stronzi schiatteranno di invidia!”

“Bisogna festeggiare!”

“Ti ho già offerto una birra oggi!”

“E smettila, non fare il pidocchio... te li rendo appena ci pagano”

“Ok allora... ma stavolta ci vuole qualcosa di più forte!”

Entrarono nello stesso bar dove poco prima avevano trovato quel miracoloso annuncio, e ordinarono due bicchieri del caro e tanto amato zio Jack.

 


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Quanto mi mancava EFP!!! Come vedete sto dando spazio ai ragazzi e alle loro 'prodezze', ma presto saprete anche che combinano Laury&co! Anche se qui ve ne ho dato un piccolo assaggio!

Ragazze, informazioni di servizio...

Anzitutto se avete voglia, vi ricordo la storia a 4 zampe mia e di ram, 'Send me an angel'... abbiamo aggiornato in questi gg per cui se volete fateci un salto, ci fa piacere! http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=530502&i=1

Poi, se avete facebook potete fare un salto anche sul nostro gruppo (Made by Lau, ram, nana_vampiro e Happo) GET IN THE RING, nell'area discussioni potete trovare un post tutto dedicato alle gunners d EFP, dove potrete discutere sulle ff! http://www.facebook.com/pages/GET-IN-THE-RING/133329273366479

Fine della reclame :-P

Bacio a tutte!

 

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Capitolo 6
*** 6 ***


Izzy camminò spedito fino al negozio dove aveva visto l’annuncio. Era una fortuna che gli altri non l’avessero visto, altrimenti ci sarebbero state delle lotte per accaparrarsi il posto. Entrò e si diresse verso il bancone, dove un ragazzo biondo leggeva un libro con interesse.

“Hey”

Il giovane alzò lo sguardo “Hai bisogno?” rispose scocciato, forse non gradiva di essere stato interrotto.

“Sì, è per l’annuncio in vetrina”

“Oh, certo... aspetta, ti chiamo Josh, è il capo qui dentro, un grande rompicazzo... ma la baracca è sua, per cui...”

“Cosa stavi leggendo?”

“La biografia di Morrison, conosci?”

“Che domande, certo che lo conosco... l’ho letto anch’o quel libro”

“Bene, abbiamo un intenditore...”

“Che fai, sfotti?”

“Hey hey, calma... dicevo per dire... JOOOOSH! Non sente un cazzo... bhè, non ti ho mai visto da queste parti, sei nuovo?”

“Vengo da Seattle”

“Postaccio...”

“Dipende”

“E che ci fai nella città degli angeli?”

“Perchè ti interessa?”

“Quanto cazzo te la meni... non sei uno che parla molto tu vero? Comunque io mi chiamo Sebastian, posso sapere il tuo nome o è un segreto di stato?”

“Izzy”

“Ma che piacere... JOOOOOSH!!! Cazzo!”

“Smettila di urlare Seb! Non sono sordo!” un uomo sulla settantina che sembrava uscito direttamente da Woodstock, uscì dalla porta sul retro, reggendo tra le mani dei vinile impolverati.

“Hai di nuovo le pile dell’apparecchio scariche!”

“Comeee?!”

“Ufff... lascia stare... questo è venuto per l’annuncio” urlò.

“Oh già! Me ne stavo quasi dimenticando... dunque...” squadrò Izzy con un sorriso benevolo “tu saresti?”

“Izzy, Izzy Stradlin”

“Ciao Izzy Stradlin, io sono Josh e questo come vedi è la mia bottega musicale. Ci puoi trovare quello che vuoi qui dentro, basta cercare”

“Sempre che non ti morda qualche ratto...” rise Sebastian.

“Sciocchezze... allora, ti interessa questo posto?”

“Ho bisogno un lavoro, e se state cercando un commesso farò il commesso”

“Ne capisci di chitarre?”

“Io sono un chitarrista”

“Ma davvero?” il ragazzo biondo ghignò perplesso.

“Non dargli retta... piantala Seb! Perchè vedi capita ogni tanto che ci portino delle chitarre da sistemare, tu saresti in grado di farlo? Questo zuccone fa solo guai e io non ho tempo per stare dietro a tutto”

“Hey! Come sarebbe, io le aggiusto benissimo!”

“L’ultima volta dovevi sostituire delle corde, una cos da principianti... e le hai spezzate tutte!

“E’ stato un incidente!”

“Sciocchezze, non vuoi ammettere che non ne sei capace! Izzy, credi di farcela?”

“Certo, nessun problema”

“Bene bene, allora ti metto in prova... verrai tutti i giorni, iniziamo con qualche ora, Seb ti spiegherà come funzionano le cose... ti pago 5 dollari all’ora, se ti sta bene se no puoi anche andartene”

“Mi sta bene”

“Perfetto... inizi domani. Ora torno là dietro, sto cercando quel vinile di Hendrix... chissà dove diavolo è andato a finire...” disse richiudendosi nello stanzino da dove era venuto.

“Idiota... bhè, pare che ti sei aggiudicato il posto, vedremo se saprai tener fede alle prospettive del vecchio”

“Si puoi sapere che problema hai?!” Izzy iniziava ad infastidirsi dei modi non propriamente amichevole del ragazzo.

“Nessun problema”

“E allora smettila con queste frecciatine del cazzo, non voglio avere rogne”

“Oh scusa ‘genio della chitarra’ non volevo farti una cattiva impressione!”

“E’ questo che ti rode? Senti a me non frega un cazzo di cosa farò qui dentro, se vorrai riparare tu quelle chitarre fallo, a me non interessa... mi interessa solo avere un lavoro e guadagnare qualche dollaro”

“Bhà... fanculo... è che quello non capisce un cazzo... sto qua dentro da un anno e nemmeno uno schifo di riconoscimento... vabbè senti lasciami perdere, io non do fastidio a te e tu non dai fastidio a me”

“Si, meglio... ci si vede”

“A domani Izzy”

Izzy uscì scuotendo la testa. Quello era proprio un ragazzo strano, gli sembrava di aver a che fare con un’altro Axl... era contento di aver trovato un lavoro che in qualche modo avesse a che fare con la musica, sperava solo che quel tipo non gli creasse problemi.

 

***

 

Duff camminava scazzatissimo, mani in tasca e sigaretta in bocca. Non sarebbe stato facile trovare un lavoro da quelle parti. Di certo non voleva finire a cuocere hamburger in un fast-food, forse Steven l’avrebbe fatto, ma in mancanza di niente avrebbe anche potuto. Entrò in un negozio di animali. Amava i cani, quelli grossi per lo meno. Aveva letto che cercavano aiuto, perchè no?

“Cercate ancora qualcuno?” iniziò senza nemmeno salutare.

La donna che stava sistemando gli scaffali, una specie di vamp di mezza età con lunghe unghie smaltate di rosso, alzò il viso guardandolo accigliata.

“Non ti hanno insegnato la buona educazione?”

“Scusi... sto cercando un lavoro”

“Oh bello, come se fossi l’unico! Sentiamo, ti piacciono gli animali?”

“Si, certo...”

“Sembri un tipo strano”

“Sono un musicista!” disse semplicemente, come se fosse la spiegazione più logica.

“Oh certo, questo spiega tutto... vediamo giovanotto, se te la senti ti faccio fare una prova, ho bisogno di un aiuto. Tu sei?”

“Duff”

“Chiamami Pinkie”

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, possibile che tutta la gente più assurda doveva incontrarla lui?

“Cosa devo fare?”

“Bhè ci sarebbero gli scaffali da sistemare, la toilettatura... ma questo non credo che tu sia in grado di farlo... poi c’è d portare a spasso i cani, molti dei nostri clienti amano il nostro servizio di dog-sitter... credo che inizierai proprio da quello, giusto per familiarizzare con i nostri piccoli animali!”

“Piccoli?”

“Certo, piccoli... tieni qua” gli porse un biglietto “devi passare a prendere i cani della signora LeCartièr e fargli fare una bella passeggiata, vedi? Abitano in quella villa laggiù” indicò fuori dalla vetrina una bella villa d’epoca in fondo alla strada “pensi di potercela fare?”

“Si... senti, Pinkie... esattamente quanto sarebbero ‘piccoli’ i cani di questa signora?”

“Abbastanza, non ti morderanno... grande e grosso e hai paura di quei cuccioli... forza fila, sei già in ritardo! Poi riportali qui, oggi è il loro giorno di toilette”

Duff uscì sbuffando. Sperava solamente che gli arrivassero almeno al ginocchio... non sopportava i cani piccoli. Come non detto... quando suonò alla porta d’ingresso, una specie di maggiordomo impomatato venne ad aprirgli guardandolo malissimo. Probabilmente non gli piaceva quel tipo trasandato e capellone...

“Non compriamo niente e non facciamo carità a nessuno, sciò” disse sgarbatamente.

Duff gli avrebbe volentieri sputato addosso, ma aveva bisogno di quel lavoro. Sbuffò “Sono venuto per i cani, mi manda Pinkie...”

“Oh! La signorina Pinkie ha cambiato garzone? Bene... mmm... un attimo, i Signorini sono con la Signora” richiuse la porta per poi riapparire qualche minuto dopo con quattro piccoli barboncini scalpitanti che attaccarono ad abbaiare non appena videro il ragazzo.

Duff fece un salto indietro “E questi che cazzo sono?!”

“La prego di moderare il linguaggio... lui è Trudi, questo è Percy, lei è Missy e questa Violetta...” dosse indicandoli uno ad uno “bene, devono fare i loro bisognini e poi andare da Pinkie, mi raccomando giovanotto, la Signora tiene molto ai suoi bambini...” e così dicendo gli piantò i guinzagli in mano richiudendosi in casa.

Per fortuna avevano smesso di abbaiare, guardandolo incuriositi “Ma cazzo! Lo sapevo, merda! E tu che cazzo hai da guardare... Puzzy, Porky... o come diavolo ti chiami... muovetevi...”

Fu una vera impresa portarli in giro, benchè piccoli facevano un gran casino, abbaiando a chiunque e cercando in tutti modi di scappare... erano in 4 ed ognuno voleva andare da una parte diversa, tirando scemo il povero Duff.

“Di qua! Ho detto di qua! Stupidi! Ma porco cazzo... hey tu! Non li, no! Merda...” Trudi aveva fatto pipì sulle scarpe di un tizio intento a leggere il giornale su una panchina “filiamocela prima che se ne accorga!”

Ma non c’era niente da fare, quei piccoli cagnetti continuavano a zompettare ovunque attorcigliando i guinzagli attorno a Duff... il ragazzo si stava innervosendo non poco.

“Vi ho sempre odiato, non vi sopporto! Odio i cani piccoli... soprattutto i barboncini! Cani da froci... c’è una vocina nel mio cervello che mi dice di uccidervi!”

Missy gli abbaiò contro ringhiando “Vuoi forse che inizio da te?! AIOOOOOOOO VAFFANCULO!!!” urlò quando la piccola cagnetta gli morse la caviglia “Basta! Andatevene a fanculo, brutti microbi schifosi!”

Di corsa li trascinò letteralmente fino al negozio, dove entrò come un pazzo “tieni i tuoi fottuti cagnacci!” urlò a Pinkie scagliandole addosso i 4, che ormai abbaiavano e ringhiavano mostrando i denti.

Per tutta risposta Duff  mostrò loro il medio (come se potessero capire) e poi se ne andò furente, lasciando Pinkie senza nemmeno il tempo di ribattere.

“Dog-sitter... mai più! Piuttosto do via il culo!” continuava a brontolare.

Poi finalmente si ricordò di quello che aveva detto Macy, la cameriera simpatica della tavola calda dove mangiavano. Arrivò a quell’edicola poco dopo, un vecchio signore grassoccio stava dietro leggendo un quotidiano.

“Signor Jefferson?”

“In persona”

“Mi manda Macy... dice che cerca un ragazzo...”

“Oh Macy! Sì, sì... ti interessa?”

“Si”

“Bene... mmm... di un po’, quei capelli non li tagli mai?”

“I mie capelli non si toccano!”

“Non metterti sulla difensiva, ero solo curioso! Diamine, voi giovani siete tutti irascibili... ad ogni modo, non è difficile, devi solo stare qua dietro e vendere quello che ti chiedono.. vieni un po’ qui, ti faccio vedere una cosa...”

Duff girò dietro il banco, e il vecchio Jefferson gli fece cenno di avvicinarsi “Guarda qua” disse indicandogli un armadietto sotto il tavolo “qui ci sono i porno migliori, quelli più spinti... se te li cercano sai dove trovarli. Non possiamo esporli, puah! Tutti perbenisti qui, e poi ne fanno di peggio... e vedi di non sgualcirli se li leggi! Perchè so come siete fatti...”

“Veramente...”

“Non ti preoccupare sono stato giovane anche io”

“Quindi? Mi prende o no?”

“Ma si, ho bisogno la mattina, devo andare in ospedale a fare delle cure per i miei reumatismi e non posso restare qui... ti do 5 dollari all’ora, un bel gruzzolo per un giovanotto”

“Mi sta bene, quando comincio?”

“Domani”

“Bene, allora a domani”

“Alle 8... puntuale!”

“Ok”

Se ne andò, diretto a quella che era stata ribattezzata da Slash ‘Hell’s house’. Poteva dopotutto ritenersi soddisfatto... un lavoro l’aveva trovato, e inoltre aveva i porno gratis... se l’avessero saputo Steven o Slash non gli avrebbero dato tregua!

 

***

 

Anche Steven vagabondava alla ricerca di qualcosa da fare. Per la verità il ragazzo non aveva proprio voglia di mettersi a lavorare, ma sapeva anche che se non avesse trovato nulla, o se per lo meno non si fosse nemmeno dato la briga di cercare qualcosa, Axl e gli altri non gli avrebbero dato tregua. Probabilmente non gli avrebbero prestato nemmeno un soldo e di certo non voleva andare a rovistare nell’immondizia per cercarsi da mangiare.

“Perchè non posso suonare e basta dico io! Sono un musicista e voglio fare il musicista! E’ chiedere troppo forse?! Dannato Brixx e dannato Niven! Se non si fanno sentire in fretta li uccido! Cazzoni...” borbottava tra se e se “E che cazzo faccio? Ma chi mi prende? Entriamo qua... ‘cercasi ragazzo di bottega’ mhà...”

Entrò dal barbiere che esponeva il cartello, un uomo di colore brizzolato che discuteva con uno dei suoi clienti.

“Ti dico Jo Di Maggio!” urlava.

“Ma cosa dici! Quello non è un giocatore, è diventato famoso solo perchè ha sposato quella puttana di Marilyn Monroe!”

“Non dire stronzate, Joltin' Joe era un grande campione!”

“Disturbo?” si intromise Steeven.

“Che cosa vuoi? Non vedi che stavamo facendo un discorso importante?”

“Bhè si... e se volete il mio parere Marilyn Monroe, era una gran figa”

“Ma puttana!” rispose il vecchio cliente.

“Io una botta glie l’avrei data...” Steven sorrise.

“Allora che vuoi? Barba o capelli?”

“Nessuno dei due”

“E che sei venuto a fare qui? Vuoi farmi perdere tempo?”

“Non sta cercando un ragazzo? Eccomi!”

Il vecchio lo guardò perplesso alzando un sopracciglio “Non ci siamo ragazzo, non posso tenerti con quel cespuglio in testa!”

“E perchè mai?”

“Non posso fare una bella impressione ai miei clienti presentando te come mio aiutante, guarda che capelli! Che impressione faresti eh? Per non parlare di tuti quei peli che ti spuntano dalla maglietta... Jimmy diglielo anche tu, che impressione ti fa?”

“Sembra un barbone...” boffonchiò, il tizio.

“Ma vaffanculo!” urlò uscendosene di corsa seguito dagli insulti dei due “Ma guarda che devo sopportare... ho dei bellissimi capelli cazzo! E dei peli morbidissimi! E vaffanculo chi la pensa diversamente... io me ne torno a casa...” 

 

***

 

Quando Steven rientrò erano già tutti lì a strimpellare.

“Ciao cazzoni”

“Adler! Che fine hai fatto?”

“Sai Slash, qualche stronzo ha detto che dobbiamo trovarci un lavoro!” disse tirando un’occhiataccia a Izzy.

“Deduco che non hai trovato un cazzo...” gli rispose quest’ultimo tranquillo continuando a pizzicare le corde della sua amata chitarra.

“No! Sapete cosa? Non posso lavorare da un barbiere perchè ho i capelli lunghi! E’ assurdo!”

“E non hai cercato altro?”

“Ero stanco, riproverò domani...”

“Steven, sappi che se non ti trovi un lavoro come tutti noi, non farai il mantenuto”

“Cazzo Axl, lo troverò... ma voi? Avete trovato tutti qualcosa?”

“Senti un po’” disse Slash cingendogli le spalle con un braccio “io e pel di carota facciamo le cavie! Non è fico?!”

“Le cavie di che?”

“Fumiamo sigarette! Capito? Fumiamo gratis!”

“Ah ma cazzo! Possibile che tutto il culo agli altri!”

“Duff invece andrà da quel Jefferson, sai l’edicola che diceva Macy?”

“Già merda, perchè non ci ho pensato prima!”

“Perchè sei scemo...” rise Duff.

“Hey man, che hai fatto alla caviglia?” domandò il riccio notando il piede nudo di Duff con un morso.

“Lascia stare... e tu Izzy? Non ci hai detto di che lavoro si tratta”

“Oh, niente di che, un negozio di dischi...”

“Accidenti, non male!”

“Si, dovrò vendere, sistemare gli scaffali e mettere a posto le chitarre ch portano... cose così”

“Bhè, non male davvero Stradlin...” Axl gli battè una pacca sulle spalle.

“Si se non fosse per quel Sebastian... l’altro commesso, strano tipo davvero...”

“Quindi PopCorn manchi solo tu”

“Slash falla finita con questo stupido nome! Troverò qualcosa, e schiatterete tutti!”

Si si come no... io non ci tengo a dare via il culo!”

Che?!”

“Si ha capito, perchè se non ti trovi qualcosa ti cacciamo in un bel bar di finocchi! Pare che i culi vergini li paghino bene!” ghignò Slash.

“FOTTITI!!!!”

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Capitolo 7
*** 7 ***


Quella sera i ragazzi avevano chiesto a Damon di accompagnarli in giro per la città. Non che avessero bisogno di una guida, ma di sicuro lui sapeva meglio di loro quali erano i posti migliori dove valesse la pena di andare.

“Los Angeles è una specie di Woodstock degli anni ’80, concerti e musica ogni fottuta sera, e ce ne è per tutti i gusti!”

“Dove si va di solito?”

“C’è solo l’imbarazzo della scelta, il Troubadour è davvero una fogna di posto, ma è da li che iniziano tutti… più o meno… e poi c’è il Ritz, quel posto è un gran casino ogni sera cazzo! Ci hanno suonato anche i Mötley Crüe poco tempo fa, conoscete?”

“Oh si cazzo!”

“Quel Neil mi sta sul cazzo…” boffonchiò Axl mentre finiva i suoi spaghetti cinesi, che Damon aveva gentilmente offerto loro portandoglieli a casa, per cenare tutti insieme prima dell’uscita.

“E quando mai Axl, a te sta sul cazzo chiunque abbia in mano un microfono!”

“Non dire cazzate Slash”

“Oh ragazzi quelli sono fuori come balconi, se fossi in voi non proverei ad andarci contro!”

“Cazzate”

“Bhè ad ogni modo il Ritz è un gran bel posto, e, detto tra noi… gira un  sacco di figa li dentro, e non solo…”

“Allora già mi piace!”

“Tanto che ti importa Steven, finchè non ti trovi un lavoro non potrai permetterti nemmeno di offrire un bicchiere d’acqua, figuriamoci se qualcuna ti fila!”

“Ma che cazzo dici! Io non ho bisogno di offrire da bere per conquistare una ragazza, ho ben altre doti interessanti!”

“E sentiamo, quali sarebbero?”

“Lo vuoi proprio vedere?!”

“Si razza di finocchio!” urlava Slash.

“Oh e va bene, poi non dirmi che non ti avevo avvisato… ecco qua!” disse Steven mentre alzandosi in piedi si slacciava i pantaloni calandosi le braghe “To! Beccati qua le mie doti! 30 chili di carne!” urlò mostrando ai quattro venti le sue intimità.

“Dio Steven che schifo! Sto mangiando cazzo!” Duff gli lanciò addosso le bacchette che stava usando per mangiare.

“E allora smettetela di rompere, io con questo vado alla grande!” disse ricomponendosi.

Damon rideva come un matto, quei ragazzi gli stavano proprio simpatici! Erano sbroccati e completamente fuori, delle vere mine vaganti, ma erano dei dispensatori di cazzate quando ci si mettevano. Rideva talmente tanto che quasi si strozzò con gli spaghetti che aveva ancora in bocca.

“Hey amico! Butta giù un po’ di birra, ti stai strozzando!”

“Slash è più coglione di te!”

“E smettila! Hey Day, butta giù!”

Il riccio gli battè la mano sulla schiena passandogli una lattina di birra. Damon tossì ancora un po’, fin quando uno spaghetto che gli era andato di traverso gli uscì dal naso.

“Oh cazzo chiamate un esorcista!” disse Steven voltandosi.

“Cazzo ragazzi, per poco ci rimango…”

“Come hai fatto a farlo? A me non è mai riuscito!”

“Guarda Slash che non l’ho fatto apposta! Mi sono ingozzato e qui le cavità sono tutte collegate, mi è uscito e basta!”

“Sei un figo Day! Già ti voglio bene!” Slash lo abbracciò frizionandoli le nocche delle mani in testa, con non molta delicatezza.

Qualcuno bussò alla porta.

“Slash non avrai rubato qualcosa vero?”

“No Axl, non ho fatto niente… magari è Brixx, o Niven! Cazzo era ora!”

“Vado io…” Duff si alzò e andò ad aprire. Non erano ne Brixx ne Niven, ne tantomeno la polizia. La bella ragazza davanti a lui gli sorrise.

“Ciao! Sono Renèe… c’è Slash?”

“Renèe?”

“Si sai… la macchina dell’altro giorno, avevate bloccato il passaggio col vostro furgone...”

“Ah già, ora ricordo…” a Duff scappò un sorrisetto furbo, era davvero carina.

“Allora?”

“Cosa?”

“Slash! C’è o no?”

“Sei sicura di volere proprio lui?”

“E sentiamo, chi altro dovrei volere?”

“Me per esempio… AI!!!”

Slash non vedendolo tornare si era alzato per vedere chi fosse, e trovandolo a broccolare con la ragazza a cui lui aveva chiesto di uscire, gli aveva tirato un sonoro ceffone sulla testa.

“Levati dalle palle McKagan, non è roba per te”

“Non c’era bisogno di picchiarmi, stavo solo facendo amicizia!”

“Ecco, allora vai a fare amicizia da un’altra parte…” disse facendogli con la mano un eloquente gesto “te ne vuoi andare?!” gli sussurrò.

Duff sbuffò e tornò dagli altri.

“Ma che sorpresa” disse il riccio compiaciuto.

“Bhè avevi detto di passare una sera di queste, e così…”

“Hai fatto benissimo”

“Stavi mangiando?”

“Si, vuoi qualcosa? Oggi cinese, offre Day… a no, aspetta, non ti voglio portare da quei coglioni, inizierebbero a sbavarti addosso…”

“Non preoccuparti, ho già mangiato. Pensavo… se quell’invito è ancora valido, che potremmo uscire stasera… ma se hai altri impegni io…”

“No! No … nessun impegno, zero… andiamo… aspetta, prendo la giacca!” Slash corse dagli altri afferrando il chiodo che aveva lasciato sbattuto sul divano logoro “non aspettatemi, stasera Slash ha da fare!”

“Sicuro che non ti serve una mano?”

“No Duff, posso farcela benissimo da solo!”

“Bell’amico che sei…”

“Ci si vede sfigati, e non fatevi troppe seghe stasera!”

 

Slash prese Renèe per la mano e la trascinò fuori.

“Dove andiamo?”

“Bhè veramente…” il ragazzo che era partito in quarta camminando veloce si fermò di colpo “cazzo sai che non lo so! Dopotutto sono qui da due giorni… che mi consigli?”

“Se fosse in te mi porterei al Crazy Jet, è un locale carino, buona musica e buon vino…”

“Ok, mi piace, andiamo…” si fermò di nuovo “ma… dove andiamo?”

Renèe sorrise, quel ragazzo era proprio buffo! “Vieni con me, ho la macchina qui davanti”

“Posso guidare io?”

“Non ci pensare nemmeno! Sali”

Salirono sull’auto, una Caddillac nera del ’78 ben tenuta.

“Bel trabiccolo, è tuo?”

“Si, e se te ne intendessi un minimo sapresti che questo trabiccolo, come lo chiami tu, è una signora macchina!”

“Lo so lo so, non ti arrabbiare… io ho una Dodge Charger del 69, hai presente Bo e Luke? Bhè quella”

“Il Generale Lee?”

“Precisamente” sorrise compiaciuto.

“Accidenti, bella… un giorno mi ci farai fare un giro?”

“Ma certo! Solo… mmm… bhè, non è qui con me adesso… è rimasta a Seattle”

“Che peccato…”

“Ma arriverà, ci vorrà un po’ ma me la porteranno, e allora ti farò fare tutti i giri che vuoi piccola!”

“Guarda, siamo arrivati”

L’entrata del locale dava su una via periferica, ma nonostante ciò era ben tenuto e diversa gente per bene era fuori dall’ingresso.

“Cos’è, una roba per fighette?”

“Ma certo che no! Andiamo dai…”

Entrarono e si sedettero in un tavolo un po’ appartato. La ragazza ordinò una vodka liscia, mentre Slash il suo fidato Jack.

“Allora Renèe, che mi dici di te? Sei una modella?”

“Come lo sai?!”

“Bhè…” il riccio fece scorrere languido il suo sguardo sul corpo di lei, per poi sorriderle malizioso “e me lo chiedi? Basta guardarti…”

“Non sei uno di mezzi termini eh? Comunque si, faccio la modella, ma non credere che sia una di quelle sgallettate con la puzza sotto al naso che sfilano in passerella… faccio pubblicità, foto, cataloghi, cose così... e tu cosa fai Slash? Slash poi… non ti chiami sul serio così vero?”

“Saul, mi chiamo Saul... ma tu chiami Slash ok, mi sento più a mio agio… ormai mi chiamano Saul solo i miei genitori e mia nonna, e i ragazzi quando sono incazzati ‘SAUL!!!’ lo urlano sempre… tu chiamami Slash”

“Ok Slash, capito… che siete venuti a fare a Los Angeles? In quel magazzino poi!”

“Noi siamo musicisti, suoniamo fottuto rock n’ roll baby, ti piace?”

“Sono una fan sfegatata degli Stones”

“Grande! Fantastico…”

“Cosa suoni?

“Sono un chitarrista, il migliore” sorrise.

“E anche modesto!”

“Dico solo la verità… hey, non appena ci procureranno una serata verrai a sentirci”

“Contaci… Slash…” pronunciò il suo nome ammiccando, in un tono molto sensuale. Il riccio inghiottì, quella ragazza lo intrigava proprio… non male per essere i primi giorni in quella città!

Passarono la serata chiacchierando del più e del meno.

“Cosa vuoi fare adesso?” domandò il ragazzo sorridendo quando furono fuori.

“Bhè io…”

“Renèe!”

“E tu che ci fai qua!”

“Che ci fai tu qua, tesoro, io ci vengo tutti i giorni, te lo sei scordata?” il ragazzo che li aveva interrotti, un tipo alto dall’aria saccente, squadrò Slash dall’alto in basso “e questo chi è?”

“Che ti importa, non è più affar tuo”

“Certo…” l’aria disgustata con cui lo stava fissando stava facendo salire a Slash il sangue al cervello “passare da me ad uno così…”

“Che cazzo vuoi coglione, ti devo prendere a calci in culo fino a domani per caso?”

“Anche un Lord… ottimo… sei caduta in basso Renèe… ci si vede”

“Fanculo! Stronzooooooo!!!” urlò lei battendo i piedi a terra come una bambina “Stronzo…” mormorò poi quando già il tizio se ne era andato.

“Ma si può sapere chi cazzo è quello?!”

“Il mio ex…”

“Te pareva, c’è sempre un ex che rompe i coglioni!”

“Mi ha lasciata qualche settimana fa… dice che sono troppo per lui bla bla bla, le solite cazzate… sai, credo avesse un’amante… quella puttana… una che lavora con lui all’NBC… ha ancora le mie chiavi di casa lo stronzo”

“Bhè riprenditele”

“Lo so dovrei farlo, ma non ho mai il coraggio…”

“Dove hai detto che lavora?”

“Alla NBC è un tecnico video, sai quelli che durante le partite inquadrano sempre i tifosi vestiti da idioti mentre la tua squadra preferita segna un touchdown…”

“E’ una cosa merdosa…”

“Lo so, glie lo dicevo sempre anche io…”

“Bhè tesoro, che ne dici di andare a riprenderci quelle fottute chiavi?”

“Cosa?! Sei impazzito? E poi non lo troviamo certo a casa, oggi c’è la prima di superball, sarà andato di sicuro al lavoro!”

“Meglio ancora piccola… andiamo, il tuo amico si ricorderà questa sera per molto tempo…”

Renèe si lasciò convincere anche se era piuttosto perplessa, non conosceva bene quel ragazzo e non sapeva cosa potesse avere in mente. D’altra parte quel Jason era un vero stronzo e voleva fargliela pagare. E forse Slash era la persona che poteva fare al caso suo.

Arrivarono davanti agli studi, Slash fece per scender dall’auto, ma Renèe lo fermò per il braccio “Aspetta! Che vuoi fare?”

“Niente tesoro, stai tranquilla, vieni e goditi lo spettacolo”

Un po’ dubbiosa gli fece strada all’interno, fino allo studio dove Jason e la sua squadra stavano mandando in onda le immagine della partita di football di quella sera.

“Tu stai qui e non farti vedere, guarda, ridi ma in silenzio, ok? Come si chiama lo sfigato?”

“Jason…”

Slash si tirò indietro i capelli legandoli in una coda con un elastico che tenava sempre al polso insieme ai numerosi braccialetti, poi si schiarì la voce e fece la sua entrata in scena spalancando la porta.

“JASOOOOOOON!” urlò stridulo trascinando la voce.

L’uomo si voltò “E tu che cazzo ci fai qua?!”

“Jason è così che mi accogli?! Dopo tutto quello che ti ho dato… il mio tempo, il mio amore, la mia villa con piscina… la mia virtù!”

Tutti i presenti guardavano la scena ad occhi sgranati. Qualcuno tratteneva a stendo le risate, altri bisbigliavano frasi di scherno.

“Ma che cazzo… hey! Io non lo conosco questo!” disse quasi a volersi giustificare con i colleghi.

“Bene… adesso neghi anche di conoscermi…” Slash tirò su col naso “me lo diceva la mia mamma di stare attenta, me lo diceva che eri un farabutto! Ma io niente… non le ho mai dato retta… e invece aveva ragione! Povera mamma!”

Jason si avvicinò ringhiando “Senti brutto pezzo di merda levati dalle palle e non farti più vedere!”

Per tutta risposta il ragazzo alzò la voce ”Oh avete visto come mi tratta!!! Ahhhhhhh… oddddddio come sono infelice!”

“Falla finita… ti ha mandato Renèe vero?! Quella troia…”

“Adesso mi chiami Renèe?! Oh massì chiami come vuoi Jiji…” a quel nomignolo tutti scoppiarono a ridere. Jason era non solo imbarazzatissimo, ma anche molto incazzato.

“Dimmi che cazzo vuoi e sparisci!”

“Le chiavi…” disse semplicemente, facendo finta di asciugarsi le lacrime con il bordo della maglietta.

“Tieni… cazzo! Tieni e sparite, tu e quella puttana!”

“Grazie Jiji, sei molto collaborativi quando vuoi…” disse prendendogli le chiavi di mano e dandogli due schiaffetti sulla guancia, poi riprese a voce più alta “Addio! E non farti più vedere… porco!” e uscì.

Trovò Renèe piegata in due dal ridere, con le lacrime agli occhi mentre si teneva la pancia.

“Oddio! Sei stato fantastico!” altre risate.

“Lo sono sempre piccola… ma tu non dire a nessuno che ho fatto la parte del frocio, ok? Sarei rovinato… tieni” le porse le chiavi e prendendola per mano uscirono fuori fino alla macchina.

“Ora guido io”

“Puoi anche aspettare Slash…”

Si ritrovò le morbide labbra di Renèe sulle sue, mentre la ragazza gli stringeva il viso con le mani sporgendosi sul suo corpo. E certo il riccio non si fece sfuggire l’occasione, corrispondendo al bacio con ardore e insinuando la sua lingua nella bocca di lei.

“Per ringraziarti...” gli sussurrò all’orecchio.

Slash tirò indietro il sedile dell’auto permettendole di sistemarsi comodamente sopra di lui. Le passò le mani sulle cosce, alzandole la gonna leggera dell’abito e abbassandole gli slip senza perdere troppo tempo.

 

***

 

“Questa è Sunset Boulevard, tutto ciò che cercate per la vostra musica lo potete trovare qui” spiegò Damon indicando la schiera numerosa di negozi musicali presenti sulla strada “la chiamano anche ‘Guitar Row’ per questo”

“Slash ci impazzirebbe, guardate che roba!” Izzy si era piantato davanti ad un negozio di chitarre, dove numerose Gibson erano i bella mostra in vetrina.

“Ecco guardate, quello laggiù è il Whisky a Go Go, sembra un postaccio ma ci sono passati un sacco di grandi qui, Alice Cooper, i Doors, Hendrix, i Led Zeppelin, i Ramones…”

“Allora deve essere un bel posto!” saltò su Duff nel sentire il nome di una delle sue band preferite.

“Là dietro oltre quell’incrocio c’è il Ritz, mentre quello laggiù sulla Santa Monica è il pessimo Troubadour… ragazzi li ci passa la feccia di tutto il panorama musicale, è davvero una topaia, ma molti di quelli che ci sono entrati sono ora sulla Walk of Fame”

“Chi si esibisce lì?” domandò Axl incuriosito.

“Band emergenti, molte non si sono mai sentite nominare… non vengono nemmeno pagate, si fanno i concerto gratis per farsi conoscere… chi ce la fa passa, chi non ce la fa ci muore li dentro… volete farvi un giro?”

“Perché no? E’ un po’ come il Crocodile… vi ricordate quanti concerti gratis abbiamo dovuto fare in quella merda prima di riuscire a suonare all’Iron Quest?”

“Già Steven, ce lo ricordiamo eccome… quel cazzo di posto non aveva nemmeno un palco decente, e pioveva acqua dal soffitto... potevamo rimanere fulminati in un  attimo…”

Arrivarono li davanti, fuori dal locale c’era molta gente, prostitute, barboni e drogati soprattutto. Molti di quei ragazzi erano probabilmente degli scappati di casa, il Troubadour era un buon rifugio per gente come loro. Axl scrutava la lurida locandina esterna scritta alla buona su un foglio scolorito.

“Cazzo… non ci credo!” il rosso spalancò gli occhi a leggere il nome sul manifesto, e la sua bocca si aprì in un largo sorriso “Izzy! Izzy vieni qui!”

“Che c’è?”

“Guarda qui”

“E allora?”

“Questo nome… non ti dice niente?”

“Non mi pare…”

“Ma dai cazzo! Pensaci!”

Izzy rimase in silenzio per qualche attimo fissando quel nome in cerca nella sua memoria di qualcosa.

“Vuoi dire che… non può essere!”

“Si cazzo, è lui, me lo sento!”

“Lui chi?”

“Oh Duff, un vecchio amico dell’Indiana”

“Ma stava a Lafayette, che cazzo ci fa qua?!

“Quello che ci facciamo noi Izzy! Andiamo!”

 

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Bene ragazze, ecco un'altro capitolo! Mi fa piacere che continuate  seguirmi, grazie a tutte per le bellissime recensioni, e grazie anche a chi legge soltanto. Che dire, Slash è sempre Slash! Ora chissà, magari qualcuna di voi ha capito chi è questo vecchio amico dell'Indiana... vedremo! baci, Lau

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Capitolo 8
*** 8 ***


I ragazzi entrarono nel locale facendosi largo tra la folla. Duff sorrideva alle belle ragazze che gli passavano a fianco e incrociavano il suo sguardo angelico. Aveva voglia di divertirsi, ma aveva anche voglia di sentire una certa persona... cacciò quel pensiero dalla sua mente e si concentrò su quello che stavano facendo i ragazzi.

Axl e Izzy si stavano avvicinando sempre di più al palco, dove un giovane ragazzo dal viso dolce sembrava concentrato a suonare la sua chitarra canticchiando un vecchia canzone di Bob Dylan.

“Guardalo! Non è cambiato, è lui!”

“Si cazzo!”

“E’ bravo vero?”

“Già...”

“E’ quello il vostro amico?” chiese Duff guardando incuriosito.

“Sì, proprio lui... è cresciuto con noi in quella merda di Lafayette, e ti assicuro che nemmeno lui ha avuto una vita facile... diceva sempre che un giorno sarebbe venuto qui e sarebbe diventato un cantante, ma cazzo, chi l’avrebbe mai detto di trovarcelo sul serio!” spiegò Izzy.

Axl se ne stava in fissa, ascoltando e sorridendo a quella visione. Era felice di quell’incontro inaspettato. Nel frattempo Duff e Damon portarono anche a loro delle birre.

“Hey quando vi deciderete ad offrire voi, state andando un po’ troppo a scrocco, non vi pare?”

“Andiamo Day, non fare lo spilorcio come Slash, appena ci pagano offriamo noi, ok?”

“Si si Duff... intanto stasera cena e dopocena... dovreste almeno ringraziarmi cazzo”

“Grazie Day!” urlarono in coro.

“Fanculo, davvero ragazzi, siete proprio degli stronzi!” rise lui.

Quando il ragazzo finì di suonare, dopo un breve applauso da parte del pubblico, posò la chitarra e tirandosi indietro i lunghi capelli scese dal palco diretto al bancone, si sedette su uno sgabello ordinando della vodka ghiacciata e una porzione di patatine.

“Hey tu, non si salutano i vecchi amici?”

Si voltò. Il suo sguardo da prima interrogativo, si illuminò e sul suo viso si aprì un bel sorriso.

“Ma tu guarda... che cazzo ci fate qui!!!” urlò saltando addosso ad Izzy ed Axl che lo accolsero a braccia aperte “Brutti figli di puttana! Siete spariti senza dire un cazzo di niente, e ora guarda dove vi ritrovo!”

Axl rise “dovevamo andarcene da quella fogna, lo sai, e siamo felici che tu abbia fatto lo stesso! Quanto tempo è passato?”

“Anni direi, ragazzi sono proprio contento di rivedervi cazzo! Bailey non sei cambiato per niente!”

“Rose, sono Axl Rose adesso...”

“Hai cambiato nome? Accidenti... ok, ok... Axl eh... devo solo abituarmici... e tu Jeff? Niente sorprese?”

“Izzy Stradlin prego”

“Oh cazzo! Dovrò trovarmi un nuovo nome anch’io! Pare vada di moda da queste parti! Ma poi non eravate a Seattle voi? Almeno così dicevate”

“Eravamo a Seattle infatti, fino a qualche giorno fa... abbiamo messo su un gruppo, e un tizio ci ha fatti venire qui per procurarci delle serate e chissà, magari un contratto”

“Questa si che è una bella notizia!”

“Anche tu non sei male, dicevi che volevi cantare e ti troviamo su un palco”

“Si, bella merda... hai visto questo posto? Sai che nemmeno mi pagano? Dovrei farmi un gruppo anche io prima o poi, e lo farò! Sul serio! Ho già in emnte un nome... ‘Blind Melon’ ti piace?”

“Non male, vedrai che riuscirai a metterlo in piedi... hey, questo è Duff, il nostro bassista, lui è il nostro amico Damon e questo è... Steven? Ma dove cazzo è finito... oh! Ecco guarda, il ninfomane laggiù attaccato a quella rossa è il nostro batterista”

“Si sta dando da fare vedo”

“Già!”

“Comunque io sono Shannon, piacere di conoscervi”

“Piacere nostro” sorrise Duff stringendo la mano del giovane ragazzo.

“STEEEEEEEEEEEEVEN!!! Cazzo, ma quel ragazzo è impossibile!”

“Lascia stare Izzy, almeno così si sfoga e non rompe le palle!”

“Si ma poi incamera che vuole a tutti i costi raccontarmi i particolari, me lo becco io! Perchè QUALCUNO si è fregato la camera singola. Cazzo!”

“Vorrà dire che lo lasceremo dormire fuori”

“Questo mi piace...”

“Stavate parlando di me?!” il simpatico e sorridente viso di Steven fece capolino dietro le spalle di Duff e Day.

“Ah eccoti cazzo! Hai finito di attaccarti a polipo a tutte le ragazze che incontri?!”

“E’ stata lei a incominciare, vorrai mica che mi tiri indietro! E poi che cazzo, solo Slash deve scopare questa sera?!”

“Sia mai... comunque Steven, lui è Shannon, un amico d’infanzia dell’Indiana”

“Heilà Shannon, come va?”

“Bene grazie”

“Perchè non facciamo una festa? Che ne dite? In tuo onore Shannon!” propose Axl.

“Addirittura? Non pensavo di essere così importante!”

“Andiamo dai, ci divertiremo!”

“Come l’altra sera!”

“Già! Solo che non abbiamo soldi per un cazzo ragazzi...”

Hey non guardate me! Ho già sborsato abbastanza per voialtri!” Damon mise subito le mani avanti ben sapendo dove i ragazzi, che lo guardavano fingendo occhini dolci, volevano andare a parare “No... no, no  e no, non se parla... se volete che festa sia, ma non sborserò un centesimo!”

 

Poco dopo si trovarono in un piccolo minimarket, a fare scorta di alcolici.

“Lo sapevo, alla fine riuscite sempre a farmi fare quello che volete!” si lamentava Damon mentre Duff gli batteva la mano sulla schiena.

“Sei vittima delle circostanze vecchio mio”

“No è che siete degli approfittatori voi!”

“E andiamo, ti divertirai no? Don’t worry be happy!”

“Bravo Steven, la fai facile tu! Intanto sei l’unico dei tuoi amici che è ancora disoccupato!”

“Che palle! Domani troverò qualcosa da fare, ora non scassatemi i coglioni e fatemi divertire!”

Tornarono a casa a piedi, reggendo le buste un po’ per uno. Axl si affiancò a Shannon.

“Shannon da quanto tempo sei qui?”

“Qualche mese”

“E dove vivi?”

“All’inizio dove capitava, qualche tempo fa stavo da una ragazza con cui avevo una storia, poi ho trovato un lavoretto come lavapiatti al pub vicino alla stazione, non è un gran che ma qualche dollaro me lo fa guadagnare, per cui ora in un monolocale sulla Santa Monica, uno schifo... ma sempre meglio che niente”

“E senti... sai, mia sorella, Amy... l’hai vista prima di venire qua?” domandò con voce ansiosa.

“Amy? Si certo che me la ricordo! Bhè, non la si vede molto in giro, lavora e studia e quando non fa questo se ne stà chiusa in casa... sai com’è...”

Una fitta al petto fece socchiudere gli occhi di Axl. Una mano gli si posò sulla spalla. Era Izzy, che aveva ascoltato la conversazione e sapeva che il tormento stava di nuovo entrando nell’animo dell’amico. D’altra parte anche lui era interessato ad avere informazioni più precise su Amy, ci teneva alla ragazza.

“Come sta Shannon? Hai notizie da darci?” domandò allora intromettendosi nella conversazione.

“Bhè... io credo che stia bene... insomma, mi sembrava tutto ok quelle poche volte che l’ho vista, ma non so...”

“Ok... hey Axl, tutto bene?”

“Si” rispose secco. Stringeva i denti, era chiaro che non era per niente tranquillo.


“Così abitate qui eh?” osservò Shannon quando giunsero al vecchio magazzino “non c’entrerete per caso vi col casino di ieri sera? Pare ci fosse una specie di festa enorme, un gran casino!”

“Sesso, droga e rock n’ roll amico!” Steven gli sorrise entrando e accendendo il vecchio stereo a tutto volume con una vecchia cassetta dove avevano inciso i loro pezzi.

“Ti piace? E’ il nostro demo”

“Davvero notevole Rose... non mi abituerò mai a chiamarti così!”

“Dovrai farlo, perchè è così che mi chiamo”

Di lì  poco di nuovo la strada si trovò piena di gente di ogni tipo, attirata dalla musica e da quello che ormai sapevano essere  un covo adatto a tutti loro. Girava alcool, droga, c’era persino un tizio che si era messo a vendere lì fuori birre a 1 dollaro. Le ragazze erano per lo più sbandate i in cerca di divertimento e trasgressione, e lì erano certe di poterla trovare. Così valeva per i ragazzi, che se avevano voglia di compagnia, lì non avrebbero avuto difficoltà a trovarsela.

Quando Slash tornò a tarda sera, dopo aver lasciato la casa di Renèe dove inevitabilmente erano finiti a concludere la serata, li trovò tutti dentro a suonare i loro pezzi pur senza di lui, erano ubriachi fradici, e anche parecchio fatti.

“Vi manca un chitarrista, coglioni!”

“Bentornato Slasher, divertito?!”

“Ovvio McKagan!”

Anche a lui fu presentato Shannon, e insieme ripresero a suonare, con il ragazzo che supportava Axl improvvisando i cori e qualche ragazza che si radunava ammiccando intorno a loro, ridendo e applaudendo. Era chiaro che dopo quel concerto improvvisato avrebbero avuto buona compagnia.

Ma non fu l’unico divertimento che si concessero quella sera. Los Angeles in quegli anni pullulava di droga di ogni tipo, marjuana, cocaina, ma anche eroina, e non era difficile trovarla in giro soprattutto in quei quartieri malfamati. Lo stesso Shannon, complice la gente poco raccomandabile che si era trovato a frequentare, e il suo passato non proprio felice, aveva dovuto fare i conti con quella realtà ed era caduto nella dipendenza. Ne girava parecchia quella sera, e non ci volle molto perchè i ragazzi, già ubriachi e su di giri, cedettero alla tentazione di farci un giro. Bastò una ragazza che avevano conosciuto quella sera, non sapevano nemmeno come si chiamava. Li aveva fatti divertire un po’, e poi ne aveva tirata fuori una dose iniettandosela davanti a loro come se nulla fosse, per poi passare il giro. Duff che si era allontanato dal gruppo per divertirsi a modo suo con un’altra ragazza, li trovò tutti nella stanza di Axl, stesi come zombie in preda a chissà quali deliri. Axl era rintanato in un angolo, con il viso immerso nelle ginocchia, e da come si alzava e si abbassava il suo corpo, avrebbe giurato che stesse piangendo.

“Hey che cazzo fate?” sbiascicò reggendo a stento la bottiglia di vodka tra le mani.

“Vieni in paradiso amico... questo è il paradiso...” sussurrò la flebile voce di Slash.

Izzy si tirò a sedere e fece sedere il biondo al suo fianco, e con le poche forze che gli erano rimaste gli iniettò in vena la poca eroina avanzata da una siringa già usata. Duff chiuse gli occhi lasciandosi andare. Sudava freddo e il suo corpo tremava in preda a violenti brividi. Ma la sua mente era vuota, leggera... e fanculo tutti... stava da Dio. Lui come gli altri. Avrebbero voluto rimanere in quello stato di assoluta libertà per sempre, senza accorgersi che così iniziavano ad avvicinarsi sempre più all’orlo del precipizio.

 

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Ok, questo cap è un po' corto e non mi convince molto... non è facile raccontare certe cose, vabbè, spero vi piaccia lo stesso!

Ah si Miss_Rose hai indovinato! Trattasi proprio di Shannon Hoon, mito!

Sore, hai visto? Torni e trovi un nuovo capitolo! A prestissimo!!!

Un'altra cosa, mi è capitato ieri di imbattermi in una storia che non avevo mai letto. Si chiama 'Angel' ed è sugli Aerosmith! La trovate nella sezione 'altri', a tutti coloro che amano Steven Tyler e soci consiglio di farci un salto!

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Capitolo 9
*** 9 ***


“Che facciamo oggi?”

“Non lo so…”

“Bhè? Nemmeno un’idea?”

“E’ uguale”

“No che non lo è! Cavolo Laury! Vuoi starmi a sentire? Che stai ascoltando? Ahhhh… ok, ok, ho capito…”

Perla si sedette sul letto dove Laurel era intenta ad ascoltare il walkman e scarabocchiare disegni su un quaderno.

“Hey, non ti starà venendo il mal d’amore! E’ estate! Siamo quattro ragazze sole e abbiamo il mare! Andiamo… fammi contenta e usciamo da questa casa…” la ragazza mise un finto broncio che fece sorridere Laury.

“E va bene... ma solo perché altrimenti mi tormenterai per tutto il giorno!”

“E anche per quello successivo! Andiamo dai, infilati il costume!”

Le ragazze uscirono e dopo aver preso anche le altre due amiche se ne andarono alla spiaggia dove erano solite recarsi in quei caldi pomeriggi estivi.

 

“Hey Kris, qualcosa non va?” chiese Laury all’amica pensierosa.

“Oh no, no… niente” sorrise, un po’ tirata.

“Sicura? Sei strana da quando i ragazzi sono partiti… non è che Steven ti manca più di quello che vuoi far credere?”

“Come? Bhè... si, forse… sarà quello…” tagliò corto alzandosi per andare a farsi un bagno.

Laurel e Sue la guardarono perplesse. La conoscevano da quando erano bambine, e quella risposta non le aveva incantate.

“Prima o poi sputerà  il rospo”

“Non so Sue, forse non ne vuole parlare…”

“Perla dove vai?”

“Aspettate, ho visto delle facce conosciute!”

Perla si alzò correndo lungo la spiaggia sotto gli sguardi incuriositi di Laury e Sue.

Si avvicinò al gruppo di ragazzi che aveva visto, sembravano cercare qualcosa, o qualcuno, uno in particolare stava seduto con una mano alla fronte scrutando la spiaggia in tutta la sua ampiezza.

“Ma guarda chi si rivede!” urlò battendo la mano sulla schiena ad un altro ragazzo che stava seduto a bere una birra, e che a momenti si strozzò.

“Ma che cazz… oh! PERLA!!! Ah cazzo lo sapevo! JOOOON!”

“Ma che cos’hai da urlare Richie!”

“Guarda un po’ chi ho trovato!”

“Veramente ti ho trovato io!”

“E’ lo stesso!”

“Perla!”

“Ciao Jon! Ragazzi…”

I ragazzi la salutarono con un sorriso.

“Hai visto Jon? Abbiamo fatto bene a tornare, te l’avevo detto che l’avremmo ribeccata prima o poi! Mai dubitare di Richie!”

“Si certo… sai Perla, è davvero una fortuna che tu sia qui, questo pazzo idiota ci ha fatto girare tutte le spiagge di Seattle per trovarti! Dovevamo essere nel New Jersey già da due giorni!”

“Addirittura?!”

“Ci puoi giurare bellezza!” rispose Richie circondandole il collo con un braccio “e dimmi che non sei sola…”

“Hey!

“Oh no! Non fraintendere eh! Solo che parlavi di una cugina molto carina, così pensavo…”

“Non devi pensare proprio niente morettino! Laurel non si tocca!”

“Ti ha fregato Richie!” rise Tico.

“Vuoi dire che ho fatto tutta questa fatica a convincere questo gruppo di stronzi a rimanere… per niente?!”

“E io sarei niente?!” esclamò Perla fingendosi offesa.

“Bhè se la metti così… piccola, sono tutto tuo!”

Jon gli tirò addosso l’asciugamano “Finiscila, sempre il solito maniaco!”

“Scherzavo!”

“Dai venite, vi presento Laurel e delle amiche!”

“Una per ognuno?”

“Richie!”

“Bhè scusa, mi sembra democratico no?!”

“Stai zitto Richie!” Jon lo spinse passandogli accanto seguendo la ragazza.

“Si! Stai zitto Richie!” gli fece eco Alec.

 

“E quelli chi  cavolo sono?!” domandò Kris uscita dall’acqua e ritornata dalle amiche.

“Kris! Chi… oh cacchio! Laury, pare che Perla abbia abbordato!”

“Fai un po’ vedere… accidenti!”

“Sono… moooolto carini!”

“Hai visto quello?! Quello biondino con il faccino angelico… caspita, proprio carino!” Sue si morse il labbro.

“Il nome Izzy ti dice niente?”

“Eddai Laury, guardo e basta ok?”

“Allora guardo anche io!”

“E che guardare! Guardalo, è peloso come Steven!”

“Si stanno avvicinando!”

“Laury, come sto?!”

“Sei una favola Kris!”

La ragazza sorrise, era bello vedere la Kris di sempre, spensierata e allegra.

 

“Ragazze, loro sono degli... amici... bhè, a dire il vero li ho conosciuti qualche sera fa per caso...”

“Ciao ragazze!” urlò Richie portandosi in avanti “Io sono Richie, il miglior chitarrista di questi tempi!”

Laurel scoppiò a ridere “Questa l’ho già sentita!”

Sue alzò gli occhi al cielo “Ma voi chitarristi avete tutti manie di grandezza! Non bastava Slash?!”

“Chi?!” domandò il ragazzo.

“Slash, si sai, quegli amici musicisti che sono partiti per Los Angeles... Slash, uno dei due chitarristi, va dicendo di essere il Dio della chitarra”

“Naaaaaaa, impossibile! Ce l’ha davanti bambola! AIO!!!”

“Smettila!” Jon gli aveva tirato uno scappellotto dietro al testa “Io sono Jon, loro sono Alec, Tico e David, questo buffone come avete capito è Richie... è un piacere conoscervi... e tu devi essere Laurel”

“Come fai a sapere il mio nome?” Perla fischiettò guardando in aria “Ah ecco... comunque piacere nostro”

“Ciao! Io sono Kris!”

“E io Sue! Accidenti, quindi siete anche voi dei musicisti?”

“Già, così pare” ripose Jon con un sorriso che avrebbe steso chiunque.

“O cavolo...” Sue si sedette sul suo asciugamano con sguardo sognante, quando Laurel le pizzicò il braccio.

“Izzy!”

“Si si, ho capito, lo so! Ma guarda che sorriso!”

“Perla avevi ragione da vendere cazzo, tua cugina è uno schianto!”

“Richie, ti ho già avvisato!”

“Era solo una constatazione! Senti va bene, non la guardo nemmeno ok? Ma che ha, è impegnata  o cosa?”

“Si, è impegnata... ed è già abbastanza incasinata di suo, le ci manchi pure tu”

“Capito testone? Finiscila di sbavare e tieni l’arnese a posto!”

“Agli ordini capitano!” disse rivolto a Jon mettendosi sull’attenti.

“Sei un coglione sai?” rise lui.

Si sedettero con loro parlando del più e del meno. Poi Richie tirò fuori dalla custodia una vecchia chitarra acustica, seguito da Alec, e insieme si misero a strimpellare. Quando Jon attaccò a cantare le ragazze puntarono i loro occhi su di lui, incantante da quella voce e dall’incredibile emotività che emanava. Non solo era bravo, ma sembrava crederci davvero in ciò che faceva.

 “I guess this time you're really leaving
I heard your suitcase say good-bye
Well as my broken heart lies bleeding
You say true love in suicide
You say you've cried a thousand rivers
And now you're swimming for the shore
You left me drowning in my tears
And you won't save me anymore
Now I'm praying to God you'll give me one more chance, girl
I'll be there for you
These five words I swear to you
When you breathe I want to be the air for you
I'll be there for you
I'd live and I'd die for you
Steal the sun from the sky for you
Words can't say what a love can do
I'll be there for you”
 

Finito quel pezzo Perla si allontanò con Richie, a detta loro per un giro sulla spiaggia, ma dall’occhiolino che la ragazza aveva lanciato a Laurel, aveva l’impressione che fosse per altro. Quel ragazzo era simpatico, e dopottutto Perla era libera, per cui era felice che si potesse divertire un po’.

Sue e Kris rimasero sulla spiaggia ridendo con gli altri ragazzi, che continuavano ovviamente a pavoneggiarsi e scherzare con loro.

Laurel dopo qualche minuto si allontanò, alzandosi e fermandosi sulla riva dove si sedette con gli occhi persi sull’oceano. Sentiva la mancanza di Axl e dei ragazzi più che mai quel giorno. Richie e gli altri in qualche modo le avevano ricordato quanto fosse bello stare con loro, e quanto insieme si erano divertiti. Non aveva più sentito ne Axl ne Slash. Non pretendeva ceto che si facessero sentire tutti i giorni, ma non sentirli era uno strazio, sapendo che dov’erano avrebbero potuto combinare di tutto. Pochi istanti dopo, qualcuno le si sedette di fianco.

“Hey”

Si voltò verso il ragazzo. Jon era davvero bello, una bellezza diversa da quella selvaggia e assolutamente sexy di Axl. Aveva un non so che di angelico, un po’ come Duff... ‘Duff...’ cercò di cancellare subito quel pensiero dalla sua testa.

“Perchè te n e sei andata? Non ti stavi divertendo?”

“Oh no! No, siete davvero simpatici, sul serio... è solo che...”

“Hai altro per la testa”

“Già”

“Stai pensando al tuo ragazzo immagino... è a Los Angeles, giusto?”

“Si”

“Ti manca?”

“Si...”

“Bhè, ti capisco...”

“Anche tu ha una ragazza lontana?”

“Si, si chiama Dorothea... stiamo insieme dai tempi del liceo... sta nel New Jersey, ormai sono settimane che siamo in giro per questa specie di tour per farci conoscere, e non la sento quasi mai”

“Ma ora tornerai da lei”

“Oh si, e non vedo l’ora! Ma anche tu lo rivedrai no? Devi solo avere pazienza”

“Mancano ancora due mesi...”

“Passeranno in fretta... cos’è che ti preoccupa, non sembri tranquilla”

Laurel rimase per un attimo incerta. In fondo nemmeno lo conosceva, ma qualcosa le diceva che con lui poteva parlare. Alzò le spalle.

“Bhè vedi, loro non sono come voi... o almeno, come sembrate voi...”

“Perchè noi come ti sembriamo?!”

“Tranquilli...”

“Ah certo! Ma l’hai visto Richie?! E’ una molla, e francamente gli manca anche qualche rotella... ma non dirgli che te l’ho detto!”

Rise “Non intendevo questo... loro sono... insomma sono... difficili...”

“Credo di aver capito... non pensare che noi siamo dei santi, ogni ragazzo che vive in questi anni e che ama il rock e magari suona in una band, tende ad esagerare troppo con certe cose...”

“Bhè loro con certe cose esagerano davvero... a volte perdono il controllo... e ora sono a Los Angeles...”

“E lui è lontano da te”

“Ho solo... non so...”

“Paura”

“Credo di si”

“Ti aspetterà, non preoccuparti... e bhè, se farà qualche cazzata nel frattempo penserai ad una vendetta adeguata! Ma non stare a pensarci troppo adesso, ti rovini le giornate e basta, a che serve? Aspetta di rivederlo ok? E poi vedrai”

“Forse ha ragione... grazie”

“Di niente... che ne dici, torniamo dagli altri?”

“Si... hey ma Perla e il tuo amico non sono ancora tornati!”

“Se conosco bene Richie, e credimi che lo conosco da parecchio, Perla ne avrà ancora per un po’! Andiamo...” Si rialzò porgendole la mano per aiutarla a rimettersi in piedi e tornarono dagli altri.

 

Passò ancora un po’ di tempo prima che Perla e Richie si facessero rivedere, e ormai stava scendendo il tramonto. Arrivarono ridendo come due vecchi amici, mentre si rincorrevano lungo il bagnasciuga.

“Il solito, Richie non cambierà mai!”

“Bhè se non altro lui si diverte!” ammiccò Tico rivolto a Sue, che arrossì.

“HEY VOI DUE!!!” urlò Jon.

Si avvicinarono e si sedettero con loro.

“Allora! Divertito abbastanza?”

Il moro sospirò stendendosi con le mani dietro la testa “I’m fallin’ in love...”

“Ah certo, come no! Ti innamori si e no due volte al giorno!”

“Non è vero!”

Perla scoppiò a ridere, e Richie rialzandosi le circondò le spalle “baby il tuo amore è come una medicina cattiva! Ed è tutto ciò di cui ho bisogno...” le sussurrò facendole gli occhi dolci. Più buffo che romantico.

“Hey non è niente male! Your love is like bad madicine, bad medicine is what I need!” intonò Jon.

“Fico!” fece Tico seguito da dei sorrisi di approvazione di David e Alec.

“Hey non puoi usare le mie parole, voglio i diritti!” si lamentò Richie fingendosi risentito, facendo ridere tutti.

“Bhè si è fatto tardi”

“Non dovrete ripartire di già vero?!” si lamentò Perla.

“Bhè veramente si... grazie a lui abbiamo allungato il giro di due giorni, e inoltre... abbiamo parecchie cose da sistemare dalle nostre parti...” Jon guardo Laurel e le sorrise, lei ricambiò, capendo al volo a cosa si riferiva.

“Si, è tardi anche per noi, dovremmo tornare a casa...” fece notare Kris, un po’ rammaricata. Gli piacevano quei cinque, e per un giorno le avevano fatto dimenticare  suo pensieri.

Si alzarono ritirando le loro cose e rimettendosi i vestiti. Poi tutti insieme arrivarono al furgone dei ragazzi, carico di strumenti e bagagli.

“Bhè, pare che ci dobbiamo salutare per la seconda volta Perla”

“Già... fate buon viaggio... e... ricordatevi di noi!”

“E chi ti dimentica tesoro!” Richie le schioccò un bacio sulle labbra allacciando le sue braccia alla vita di lei.

“Vacci piano rubacuori!” David lo afferrò per la camicia tirandolo indietro e spingendolo verso il furgone.

Si salutarono tutti.

“Allora buon viaggio...” disse Laurel a Jon.

“Grazie, e tu ricordati quello che ti ho detto”

“Si, lo farò”

Poi il giovane salutò le altre ragazze e tutti salirono a bordo ripartendo verso il New Jersey, dove avrebbero ripreso la loro vita.

 

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Ecco, ora sapete che combinano le ragazze! E lo so, sembra strano, ma dai, dopotutto i tempi erano quelli, e si sa... gli anni 80 pullulavano di giovani band! C'è da dire che queste ragazze hanno avuto tanta fortuna, ma d'altra parte la storia è mia e mi invento quello che mi pare ^_^ yes!

A parte questo, scusate per il ritardo, il tempo manca e l'ispirazione a volte è una brutta bestia! Ringrazio come sempre tutte coloro che leggono e recensiscono, e anche chi legge e basta! Un grazie anche alle nuove lettrici!

Al prossimo, spero il più presto possibile :-P Lau


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Capitolo 10
*** 10 ***


Era passata una settimana da quella sera in cui l'eroina era trionfalmente entrata nelle loro vite.

I ragazzi non avevano ancora avuto notizie da Niven e Brixx, e Axl si stava scocciando parecchio. Inoltre il non aver nulla da fare a parte il lavoro che comunque occupava solo parte delle loro giornate, peggiorava le cose. Steven aveva finalmente trovato un lavoretto in una gelateria lì vicino, tra le prese in giro generali e le scommesse tra i ragazzi su quanto sarebbe durato prima di essere licenziato perché si mangiava i gelati di nascosto. Slash usciva spesso con Renèe, e a volte la notte il riccio si fermava a dormire nel piccolo monolocale della ragazza.Di giorno invece si trovava con Axl per il consueto appuntamento all’U.C.L.A. per quei famosi test sui fumatori. Era un lavoro da niente per ragazzi come loro, eppure gli fruttava qualche soldo. Anche Duff continuava il suo lavoro dal giornalaio che l’aveva assunto, sfogliando riviste di musica tutta la mattina mentre si annoiava in attesa di qualche cliente. Solo quando arrivava Slash a trovarlo si cambiava registro, e saltavano fuori quelle famose riviste pornografiche che poteva leggere senza però rovinare.

Da quando avevano iniziato a guadagnare qualcosa, il loro stile di vita era caduto in circolo vizioso, fatto di alcool, festini quasi tutte le notti conditi da una generosa dose di sesso libero, e droga di pessima qualità. L’eroina era ormai quella che preferivano, regina delle emozioni forti e della mente vuota, ma non avevano soldi a sufficienza per potersela permettere regolarmente. Per cui spendevano quasi tutto quello che avevano in pessimo Nightrain, coca e marjuana di dubbia provenienza. Slash, Izzy e Steven riuscivano di tanto in tanto  scroccare una dose di eroina da qualche ragazza alla quale si attaccavano.

Mangiavano quando capitava e quello che avevano a disposizione. Solo di rado qualcuno spendeva qualche dollaro per un po’ di spesa, o il solito il buon Damon, mosso a pietà dalle condizioni in cui li trovava ogni volta, gli riempiva il frigorifero per qualche giorno. Shannon bazzicava spesso in loro compagnia. Axl era felice di aver ritrovato l’amico. Aveva del talento, e quando cantava con la sua chitarra in qualche bar malfamato, andavano sempre a vederlo. Meritava di più, e prima o poi avrebbe avuto la sua occasione.

 

Izzy stava al negozio di musica, ormai era una settimana che ci lavorava e anche se non andava molto d’accordo con quel Sebastian, il lavoro gli piaceva. Tutto quello che aveva a che fare con la musica gli piaceva. E stare li dentro era un modo come un’altro per ascoltare in anteprima i nuovi dischi che uscivano e tenersi aggiornato sul panorama musicale di quel periodo.

“Hey Stradlin, oggi tocca a te fare chiusura”

“Non ci provare, devi rimanere anche tu”

“Io sono qui da più tempo e io decido, ci rimani tu!”

“Scordatelo, non prendo ordini da te!”

“Fottiti!”

Izzy sorrise scuotendo la testa. Non gli piacevano molto i suoi modi strafottenti, sembrava che cercasse sempre la lite. Eppure… era tanto simile al suo amico Axl a volte.

Finirono di chiudere il negozio, quando uscirono fuori pioveva.

“Merda!” imprecò Izzy, che di strada per tornare doveva farne un po’ a piedi.

“Stradlin vuoi un passaggio?” disse Seb montando sulla sua moto da cross “con questa torni più in fratta”

Il ragazzo lo guardò un attimo dubbioso “Ok... grazie hem… che vuoi in cambio?”

“Andiamo Izzy! Mi offendi così! Voglio solo farti una gentilezza, da collega a collega!”

“Come no... vabbè andiamo...”

Sebastian ghignò. Aspettò appena che Izzy salì e partì sgommando. Se Izzy non si fosse attaccato subito a lui probabilmente sarebbe finito col culo a terra.

“Sei un idiota!” urlò.

“Lo so! Hey dimmi dove cazzo devo andare!”

“Gardener Street”

“Bella merda amico!”

“Non sono tuo amico! E vai piano cazzo!!!”

Solo una fragorosa risata sentì arrivare da davanti a lui.

 

Arrivarono in quella che ormai era stata ribattezzata ‘Hell’s House’. Da fuori si sentiva della musica, i ragazzi stavano suonando. Izzy sorrise, aveva voglia di strimpellare un po’ la sua chitarra!

“Sono i tuo amici questi?” gli domandò il giovane biondo.

“Si” ripose lui un po’ scocciato.

“Fico! Sai anche io me la cavo a cantare? Sto anche mettendo su un gruppo!”

“Ma davvero? E chi ci sarebbe in questo gruppo?”

Bhè… io!” Izzy alzò gli occhi al cielo “Hey ma solo perché ancora non ho trovato nessuno degno di farne parte! Altrimenti avrei già sfondato... non è che a voi serve un...” si bloccò quando la graffiante voce di Axl gli giunse alle orecchie.

“Un cantante? Come puoi sentire no, siamo già al completo... ci si vede Seb, grazie per il passaggio”

“E mi liquidi così?!”

Izzy si voltò alzando un sopraciglio “Scusa?”

“Eddai, non mi fai entrare? Non mi presenti i tuoi amici? E poi ho sete, ti ho dato un passaggio, potresti almeno offrirmi una birra!”

Sbuffò “E va bene, muoviti... ma non toccare niente!”

“Sicuro!”

Spalancò il portone. Stavano provando un nuovo pezzo che lui aveva buttato giù con Axl qualche giorno prima. Aveva scritto quelle parole tempo prima, e come al solito ci era uscito un pezzo niente male. Aveva il suo significato, Axl l’aveva capito al volo, e voleva che fosse Izzy a cantarla semmai un giorno l’avessero incisa o portata in live. Lui si sarebbe limitato al ritornello e a qualche coro. Izzy non era stato subito d’accordo, ma di fronte alle insistenze di Axl aveva ceduto. Solitamente preferiva starsene nell’ombra con la sua chitarra.

You just don't step inside to to 14 years... so hard to keep my own head that's what I say... You know... Oh... hey Izzy!”

Axl si fermò quando vide rientrare l’amico.

“Ciao”

“Dai muoviti a prendere la chitarra, questa è tua!”

Lo sguardo del rosso si fermò sullo sconosciuto individuo che entrò sorridente alle spalle del moro. Tutti si voltarono a fissarlo.

“Salve gente!” salutò Seb “Cazzo che fogna di posto che avete! Bhè meglio che niente no? Bravo Stradlin, niente male come sistemazione!” girò tranquillamente per la stanza, afferrando una bottiglia di birra mezza piena e arraffando delle patatine in un sacchetto aperto, sedendosi comodamente su una sedia al contrario “Continuate pure! Non mi date mica fastidio!” disse a bocca piena.

“E questo chi cazzo è?!” sbraitò Duff alzandosi. Era l’ultima bottiglia di birra quella, e tutti sapevano che l’ultima birra spettava sempre a lui!

“Hey quelle sono le mie patatine cazzone!” gli urlò Steven puntandogli da lontano le bacchette della batteria.

“Izzy chi cazzo è quel tipo?!”

“Lui è... il mio collega, Sebastian... mi ha dato un passaggio...”

“E dovevi farlo entrare per forza? Già non abbiamo un cazzo in casa! Hey... metti giù quelle sigarette!” gli disse Slash “Sono il mio lavoro!”

“Il tuo lavoro?!”

“Si e allora? Mi porto il lavoro a casa, qualcosa in contrario?!”

Seb alzò le spalle, scolandosi un’altro sorso di birra.

“Izzy, o lo mandi via tu o lo sbatto fuori io a calci nel culo!”

“Calma Duff, adesso lui se ne va, non è vero Seb?!” ringhiò Izzy.

“Hey che stronzi! Siete proprio inospitali voi di Seattle! Comunque mi presento...”

“Non ce ne frega un cazzo!”

Incurante della risposta di Slash andò avanti “Sono Sebastian Bach, il piacere è tutto vostro!”

“Piacere un cazzo, già mi stai sulle palle!” urlò Slash “e poi che cazzo di nome è?! Quello è morto un bel po’ di tempo fa!”

“La tua cultura mi stupisce!”

“Io lo ammazzo...” Duff trattenne il riccio per un braccio.

“Non sarà il tuo vero nome immagino” disse Axl.

Quel tipo era piuttosto fastidioso, ma aveva le palle, e in fondo iniziava a stargli simpatico.

“No ovvio genio... mi chiamo Sebastian Philip Bierk... ma Bach è meglio, ora mi chiamo così... hey, l’ho cambiato legalmente!”

“Da che parti arrivi... Bach?”

“Freeport... Bahamas amico! Hai presente? Sesso libero e perdizione!”

“A si? Se è tanto fico che cazzo sei venuto a fare qui?” domandò Duff adirato.

“Immagino quello che siete venuti a fare voi, testa di ossigeno...”

Duff alzò gli occhi al cielo spazientito “fottiti!”

“Guarda che i miei sono naturali... invidioso?!”

“Piantala Seb!”

“Ok Stradlin, ok... stavo solo cercando di fare amicizia...”

“Potresti evitare allora di offendere e scroccare, sai, faresti amicizia più facilmente!”

“Tu dici?!”

“Adesso basta, mi hai rotto!” Slash gli andò addosso tirandolo su dalla sedia per un braccio.

“Hey hey! Ok! Tregua... tregua... chiedo scusa, va bene? Lasciami adesso...” il riccio mollò la presa dandogli uno spintone “un po’ maneschi i tuoi amici!”

“Se ti fai odiare non è certo colpa dei mie amici”

“Ma che cazzo di gente ci porti in casa Izzy! Merda... neanche ti conosciamo, entri, spari cazzate e ti freghi l’ultima birra? Fanculo!”

“Duff la ricomprerà, non è vero Seb?”

“Col cazz... hem... ok Izzy, ok...” cambiò idea dopo lo sguardo per nulla amichevole che il biondo gli rivolse.

“Sentite va bene, facciamo così, stasera per farmi perdonare vi offro una pizza, ok?”

“E le birre”

“Ok...”

“E le mie patatine”

“Ok...”

“E le sigarette!”

“Hey! Quelle non te le ho fumate!”

“Non me ne frega un cazzo, o sigarette o un calcio nel culo, vedi tu”

“Ufff... ok... Slash, giusto? Ok, vada anche per le sigarette... quanto mi costerà questa serata?!”

“La prossima volta fatti i cazzi tuoi”

“Eddai Izzy!”

“Ma si può sapere che vuoi?”

“Te l’ho detto! Voglio solo fare amicizia! Sono un tipo socievole io!”

“Abbiamo notato...”

“Ragazzi, che stavate suonando eh? Dai continuate, mi piace questo genere di roba… rock n’ rola! Wawawaaaaaaaaa! Eh! Io canto, sapete? Sono anche bravo! Ma... bhè, non ho un gruppo, però magari...”

“Levatelo dalla testa” sibilò Axl.

“Già, ugola d’oro qua ci basta e ci avanza!”

“Fanculo Steven! Senti... Sebastian, giusto?”

“Seb”

“Ok, Seb... se vuoi rimanere va bene, ma stai buono e vedi di farti i cazzi tuoi”

“Si si... ma posso farti sentire almeno come canto? Guarda che me la cavo davvero bene…”

“Ti ho detto di non rompere le palle!”

“Hey ragazzi!”

“Damon!”

Il giovane amico era entrato dalla porta senza nemmeno bussare, come ormai era solito fare.

“Che giornata di merda! Festa stasera? Ho giusto conosciuto un paio di ragazze da urlo!” disse facendo l’occhiolino.

“Una festa! Grandioso! Adoro le feste! Sesso droga e rock n’ roll yeeeeeeeeeeeeeeah!!!” gridò Sebastian esaltatissimo.

“E… questo chi diavolo sarebbe?!”

“Un rompicoglioni che Izzy ci ha portato in casa Day...”

“Sebastian Bach, ma puoi chiamarmi Seb”

“Ciao Seb... hem... piacere, si...” poi tornò a rivolgersi ai ragazzi “allora, che ne dite?”

“Si, Damon al solito... lo sai com’è no?”

“Dovete abbassare un po’ il volume della musica però, una vecchia l’altra sera si è lamentata, se chiamano la polizia siamo fottuti”

“La polizia non viene qua, hanno paura di noi!” si vantò Slash con un ghigno.

“Già, che si avvicinino e verranno presi a calci nel culo!”

“Ma è meglio non rischiare casini”

“Day hai notizie di Brixx o Niven?”

“No Axl, mi dispiace, lo sai, io gli faccio da autista e cose così, ma non parlano con me dei loro impicci... e non ho sentito dire niente su di voi”

“Stronzi!” esclamò Axl, iniziava davvero ad averne abbastanza di quella attesa. Non che si aspettasse gran che, ma erano ormai passate due settimane dal loro arrivo a Los Angeles, almeno qualcosa avrebbero potuto dirgli “Se provano a fregarci gli spacco il culo! Ci hanno piantato in questo buco senza un cazzo e sono spariti! Se entro qualche giorno non si fanno vivi, sarò io ad andare da loro!”

“Ok, ok... hey, io ho fame ragazzi, che vi è rimasto?” Day aprì il frigorifero, osservando il nulla al suo interno “Oh cazzo! Ma vi ho portato della roba qualche giorno fa!”

“Appunto, qualche giorno fa... ora è finita”

“Se questo stronzo non avesse mangiato le ultime patatine…”

“Hey orsetto peloso, stai attento a come parli!”

“Come mi hai chiamato?!”

“Buono popcorn!” lo fermò Slash.

Sebastn scoppiò a ridere fragorosamente “Popcorn?! Ahahahah! Popcorn…”

“Che cazzo ridi idiota! Ti spacco la faccia!”

“Popcorn!” gli rifece il verso... ma per sua sfortuna Steven aveva un’ottima mira, e si ritrovò le bacchette scagliate a tutta forza dritte in faccia “Aia!!!”

“Stai zitto adesso!”

“Non dovevi offrirci birra e pizze?”

“Chiamo io!” si offrì Duff, uscendo alla cabina in strada per ordinare la cena.

 

Entrò frugandosi nelle tasche in cerca di qualche spicciolo. Niente.

“Ah cazzo!” non era certo che la pizzeria accettasse chiamate a credito… ma forse qualcun altro si.

Non sapeva il perché compose quel numero. O forse lo sapeva bene. Voleva sentire la sua voce e parlarne, per dirle cosa poi non lo sapeva, ma in quel momento era quello che voleva fare, e che avrebbe fatto.

“Si, hem… Bill Taylor, William credo… Seattle…”

Attese qualche secondo, poi la sua chiamata a credito fu inoltrata al destinatario.

 

Laurel era in casa con Perla quando il telefono squillò.

“Pronto?”

“Chiamata a carico del destinatario, da Los Angeles”

“Si, grazie!”

Sapeva chi era, doveva essere lui.

 

“Pronto? Pronto!”

Duff rimase in silenzio, sorridendo nel risentirla. Stava per parlare quando Laury pronunciò quel nome.

“Pronto Axl! Axl, sei tu? Non ti sento! Pronto!” 

Axl… certo… cosa pensava? Ovvio che si aspettasse lui. Come aveva potuto anche solo pensare che magari, la ragazza potesse pensare a lui… si diede dell’idiota, come sempre. Attaccò il ricevitore con forza, e senza quasi pensarci compose di nuovo il numero del centralino.

“Amanda Brixx, Seattle, a carico suo”

Ma nessuno rispose a quella chiamata. Dov’era finita? Perché ancora non era a casa?

“Vaffanculo!” uscì di fretta, urtando un passante che camminava sul marciapiede nella direzione opposta senza nemmeno accorgersene.

Entrò in casa, senza dire nulla e senza guardare nessuno. L’unica cosa che fece fu prendere il chiodo di pelle e andarsene.

“Che cazzo gli prende al vostro amico?!” domandò Sebastian.

“Man, la pizza?” chiese Slash.

“Infilatela su per il culo!” gli rispose il biondo.

“Ma che cazzo ha?”

“Niente Day, il signorino è mestruato…” Slash si alzò sbuffando “Ok, e anche stasera si digiuna... ci si vede dopo…” disse solo, uscendo per andare dietro all’amico.

 

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Eccomi! Finalmente! Ragazze, scusate il ritardo nell'aggiornare ma ultimamente va così... per oggi ce l'ho fatta! Vedo con piacere che oltre alle fedelissime, che come sempre ringrazio, ci sono delle nuove lettrici ^_^ Grazie anche a voi!
Alex_Hudson, visto? L'hai chiamato ed eccolo! un nuovo capitolo!

Spero di fare presto il prossimo, voi abbiate pazienza! Kiss, Lau

 

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Capitolo 11
*** 11 ***


“Hey aspetta!” Slash corse dietro a Duff.

Pioviginava fuori, ma il biondo sembrava proprio fregarsene. Si sentiva un perfetto imbecille. Ma cosa pensava? Che Laurel pensasse a lui? Stupido illuso, come al solito. E Amanda… di sicuro non stava certo ad aspettalo, in fondo non si era certo comportato da signore con lei. Eppure gli era rimasto non poco amaro in bocca. Era inutile, per quanto cercasse di rimuoverla dalla testa Laury stava sempre li, bella, dolce, e inevitabilmente innamorata di Axl Rose.

“Maaaaaan! Cazzo! Eddai… hey!” Lo raggiunse piazzandosi davanti, ma Duff fece finta di nulla continuando a camminare, fino a quando Slash lo prese per un braccio obbligandolo a fermarsi “Mi dici che cazzo ti prende adesso?!”

“Slash mi lasci in pace?!”

“Certo che no!”

“Ma non hai un cazzo di altro da fare tu che stare dietro a me? Vattene da Renèe!”

“Ma dai Duff! Aspetta, senti beviamoci una birra ok?”

“Non ho soldi”

“Ce li ho io… dai vieni…” lo trascinò quasi a forza in un bar, sedendosi al bancone e ordinando due Guinnes.

“Ora, mi sono preso un sacco di acqua, sto pure dilapidando i miei risparmi, una spiegazione me la devi cazzo!”

“Guarda che io non ti ho chiesto di seguirmi”

“E allora? Avanti Duff non farti pregare, tanto anche se non me lo dici lo sai che prima o poi lo scopro da solo!”

“Ho chiamato Laurel” disse senza girarci troppo attorno.

Slash quasi si strozzò quando la sorsata di birra che aveva messo in bocca gli andò di traverso “Che cosa?! Amico, questo è tentato slashicidio!” tossì per un po’ “Ok, hem… no dicevi? Hai chiamato Laurel?! Ma che cazzo ti salta in testa!”

“Perchè, non posso?! Avevo voglia di sentirla, ok?!”

“Certo ma cazzo! Non dovevi lasciarla perdere?” Duff lo fulminò con lo sguardo “Ok, ok, non ti incazzare! Allora, che ti ha detto?”

“Niente… ha pensato fossi Axl... e io ho riattaccato”

“E allora?”

“Allora… cosa?”

“E allora perché te la sei presa? Anzi, perché te la sei presa e perché hai riattaccato?!”

“Perché…”

“Non lo sai nemmeno tu!” 

“Che cazzo vuoi che ti dica Slash! Mi ha fatto in cazzare basta!”

“Ma scusa che cosa pensavi che dicesse? Secondo te immaginava che fossi tu? Andiamo Duff ragiona...”

“Non voglio ragionare, voglio bere”

“Questo mi piace! Hey però guarda che non ho tanti spicci, vacci piano!”

“Non è tutto”

“Ah… che altro hai fatto?”

“Ho chiamato Amanda… niente, non risponde”

“Bhè… mmm… forse è impegnata, sai il lavoro...”

“No Slash, la verità è che sono un coglione che ha rovinato tutto, perché continua ad illudersi e a sperare in… in niente…”

“Sai man, il fatto è che tu Laury non te la levi più dalla testa… ecco cos’è”

“Grazie, mi sei di aiuto” disse ironico.

“Figurati amico”

Duff sbuffò finendo in breve tempo la birra che aveva davanti. Si sentiva stanco.

“Cosa pensi che succederà quando Laury arriverà qui?”

“Che vuoi dire?”

“Senza Mandy... non so se...”

“Hey! Non iniziare cazzo! Avevi detto che avresti lasciato perdere! So che è difficile ma devi smetterla di farti tutte queste menate! L’hai detto tu stesso no? Per il bene del gruppo... e dell’amicizia”

“Si si... ma porca puttana! Guardalo, credo che si faccia problemi lui a scoparsene una ora che lei è lontana? Ogni sera ci sono ragazze che ci girano attorno e tutti ne approfittiamo, Axl compreso! Mi fa incazzare ok? Perchè...”

“Cosa? Perchè tu non lo faresti? Stronzate man... ne avete già parlato e lo sai com’è... senza contare che la maggior parte delle volte, anzi, praticamente sempre, siamo talmente fuori che ci porteremmo a letto qualsiasi essere vivete...”

“Parla per te! Io ho ancora un po’ di dignità!”

“Come no! Vogliamo parlare del cofano dell’altra sera? Non si poteva guardare! E comunque... non credo che Axl si lasci andare più di tanto... ad un certo punto sparisce e si chiude in camera da solo, o se ne va... sai, penso che lo faccia per evitare di fare cazzate, o forse ha paura prenderle, dopo tutte le volte che l’ho minacciato di prenderlo a calci un culo se dovesse fare dl male a Laury”

“Io so solo che comunque vada, qualsiasi cosa che Axl faccia, quando Laurel arriverà troverà molte cose diverse da quelle che ricordava... si immergeranno nella merda, tutte loro... guardaci, stiamo diventando dei fottuti tossici!”

“Hey! Io non sono un tossico, smetto quando voglio! E poi non siamo abbastanza ricchi per poterci permettere di essere dei tossici”

“Ma vaffanculo!”

“E poi stronzo, devo ricordarti la tua inclinazione alla bottiglia?”

“Ad ognuno i suoi vizi”

“Senti, a proposito di vizi... che ne dici se andiamo da Renèe? Ha un amica che è uno schianto, potresti...”

“Sai, non sempre si risolve tutto con una scopata!”

“E da quando sei tanto moralista? Andiamo... non ti ho mica detto che te la devi scopare...  e poi anche se fosse? Magari non risolve i problemi, ma aiuta a rilassarsi...”

“Devi insistere tutta la sera?”

“Certo!”

Duff sorrise dando una pacca sulla schiena di Slash “Andiamo”

 

Renèe la sera bazzicava spesso in un posto chiamato Roxy. Era un locale piuttosto grande, frequentato da una varia tipologia si persone. Ci potevi trovare di tutto li dentro, dal drogato senza un dollaro, al figlio di papà che non aveva di meglio da fare se non evadere dalla sua monotona vita rinchiudendosi in quel genere di locali. C’era parecchia gente, ma anche molti angoli dove chi voleva, si poteva appartare per starsene tranquillo, magari in compagnia.

La ragazza era seduta al bancone intenta a sorseggiare un drink, di fianco a lei, una giovane ragazza dai capelli ricci e castani, lunghi fino alle spalle. Era molto carina, con un fisico decisamente ben tornito. Sicuramente doveva essere una modella, come Renèe.

“Hey bellezza!” urlò Slash per farsi sentire, stringendo la ragazza da dietro e cercando subito le sue labbra per un bacio.

“Ciao Slash! Sei venuto allora!”

“Si... mi sei mancata piccola...” si arruffianò, infilandogli diretto la lingua in bocca.

“Hem hem...” Duff era rimasto dietro di lui, e quando vide che il ricco aveva ben altro da fare che badare a lui, decise che era meglio arrangiarsi da solo “Ciao, io sono Duff” allungò la mano verso la giovane li vicino.

“Ciao... mi chiamo Linda”

“Oh! Scusate! Ciao Duff!” Renèe si staccò da Slash che continuava invece a starle addosso, mostrando chiaramente le sue intenzioni

“Slash, lei è Linda, lavora con me”

“Si si... ciao Linda...” bisbigliò continuando a strusciarsi sul corpo di Renèe.

“Smettila!”

“Eddai...”

“Hai bevuto per caso?”

“No! Cazzo Renèe, dai...”

“Piantala... siamo in compagnia, non vedi?” Il riccio sbuffò per poi mettersi a sedere “bevete qualcosa ragazzi?”

“Vermente...” Slash non osava dire che in realtà non avevano nemmeno mezzo dollaro.

“Dai, offro io! Avanti... Jack per te? Duff?”

“Vodka, grazie Renèe”

“Sei un’amore!” di nuovo Slash la baciò, togliendosi solo quando un bicchiere di Jack fu posato davanti  lui “Adesso si ragiona, salute...”

Duff giocherellava pensieroso con il suo bicchiere di vodka, estraniato dalle conversazioni degli amici. Pensava a quello che il riccio aveva detto. In effetti... se lui fosse stato al posto di Axl davvero avrebbe resistito? Erano sempre così fuori in quei momenti... una mano sfiorò la sua. Si voltò, trovandosi la giovane a poca distanza da lui.

“Che c’è? Non ti diverti?”

“La mia idea di divertimento è ben lontana da questo... e comunque no” rispose secco.

Linda sorrise maliziosa “Sai... pensavo che potremmo...”

“Per stasera questa mi basta” disse finendo in una sola sorsata la vodka.

“Come vuoi” ribattè lei allontanandosi.

Il biondo sbuffò. Ordinò un’altra vodka, e un’altra ancora. Renèe si sarebbe trovata un bel conto a fine serata, ma non gli importava, glie li avrebbe ridati. Slash aveva ragione, la sua inclinazione all’alcool non era certo da meno che la loro inclinazione all’ago. Ma la sensazione che gli dava... la testa leggera, i pensieri lontani... si sentiva decisamente meglio. Sorrise, voltandosi verso i ragazzi di fianco a lui. C’erano solo Slash e Renèe, impegnati in una conversazione non proprio verbale.

Si alzò traballante reggendosi al bancone quando un capogiro lo stava per far finire a terra. Si guardò in giro. Linda era li vicino, stava bevendo qualcosa, guardando con i grandi occhi scuri la gente che si divertiva attorno a lei. Era davvero bella. In fondo un po’ di compagnia non gli avrebbe fatto male. Una distrazione, nient’altro... e poi con tutto quell’alcool in circolo iniziava ad avvertire ben altro tipo di esigenze.

Si avvicinò piano, posando la sua mano sulla schiena nuda della ragazza, che non aspettandosi quel contatto si voltò di scatto, trovandosi il viso di Duff a pochi centimetri dal suo. Sorrise. Lo prese per mano trascinandolo su per le scale, dove un piccolo soppalco permetteva la giusta dose di privacy. Lo lasciò, poi camminando sensualmente raggiunse la balconata che si affacciava sulla sala di sotto, seminascosta da dei pesanti tendaggi di velluto rosso. Duff la raggiunse, appoggiando il suo corpo contro a quello di lei e stringendogli le spalle con le mani. Il suo bacino sfregò all’altezza delle natiche sode della ragazza, provocandole un sussulto. Non c’era molto da dire, entrambi volevano la stessa cosa. Duff si abbassò a baciarle il collo, mentre lei tirava la testa all’indietro per facilitargli le cose. Languidamente la mano di lui corse sul petto, le accarezzò  seni sotto il top che le fasciava il busto, per poi scendere verso il basso. Senza fatica passò la cinta della gonna insinuandosi all’interno, spostò velocemente lo slip e la accarezzò, facendola gemere. Linda si schiacciò di più contro al petto forte di lui, spostando il braccio indietro fino ad accarezzargli l’inguine, dove ormai i pantaloni erano diventati stretti. Le mai di Duff risalirono le sue cosce, mentre continuava a baciarle il collo e il viso. Le alzò la gonna e slacciandosi agilmente i pantaloni, entrò in lei da dietro. Con entrambe le mani le cinse i fianchi, spingendo sempre più forte. La musica copriva i loro gemiti, i sospiri e i gridolini di piacere di lei, aggrappata con le mani alla ringhiera, mentre godeva di quello che il biondo le stava facendo. Si staccò da lui per spingerlo indietro, sul piccolo divanetto nascosto nella penombra. Lo fece sedere e alzandosi la gonna si sistemò sopra di lui per finire quello che avevano iniziato. Duff gettò la testa all’indietro, mentre con una mano le afferrava i capelli alla nuca tirandola a se quasi con forza. Quando ansimante si tirò su sistemandosi gli abiti, si sedette di fianco a lui. Teneva gli occhi chiusi, e respirava velocemente. Era sudata, come lui. Duff si sistemò i pantaloni, e rimase seduto li. Solitamente non era tipo da trattare le ragazze come oggetti. Cercava sempre di comportarsi nel migliore dei modi, anche se non si trattava che solo di una scopata. Per cui non si ritrasse quando Linda appoggiò il capo sulla sua spalla. Dopo qualche minuto la giovane si scostò da lui accarezzandogli il viso e posandogli un bacio a fior di labbra.

“E’ stata un bella serata Duff”

“Si”

“Se hai bisogno di compagnia chiedi a Renèe, lei sa dove trovarmi”

Non rispose, accennò solo un mezzo sorriso prima di vederla sparire al piano di sotto. Si alzò dopo qualche istante con l’intento di raggiungere Slash al bar. Ma come ovvio che fosse non trovò ne di lui ne Renèe. Infatti il riccio, certo che anche l’amico avesse il suo bel da fare con Linda, se ne era andato con Renèe all’appartamento della ragazza, per finire la serata nel migliore dei modi.

 

Così uscì solo nella notte, camminando lentamente verso quella che ormai era la sua casa. A quell’ora in strada si poteva incontrare di tutto. Un tizio gli si affiancò mostrandogli della coca da sotto la giacca, ma Duff nemmeno lo stette a guardare.

“Hey biondo, vuoi farti un giro?” lo chiamò ridendo una prostituta dall’altro lato della strada.

Dovette scansare un ubriaco che gli stava cascando addosso. Scosse la testa continuando a camminare per la sua strada, arrivando in breve tempo alla Hell’s House. Come ormai era abitudine, li fuori c’era un gran casino. Gente a terra, gente che ciondolava in giro alla ricerca di chissà cosa. E il solito tizio che vendeva birre di dubbia provenienza per un solo dollaro.

Entrò dirigendosi subito verso la sua stanza. L’aprì bloccandosi quando sentì dei gemiti provenire dal suo letto. C’era Damon con una ragazza, mentre più in là sul quello che era il letto di Slash, quel Sebastian si stava dando da fare con una biondina tutta curve. Erano talmente impegnati, e probabilmente sbronzi, se non altro, che nemmeno si accorsero della sua presenza. Sbuffò richiudendo la porta. Nell’altra stanza Izzy era steso a terra, vicino a lui inequivocabili rimasugli di polvere bianca. Steven era nel letto insieme a Shannon. In mezzo a loro una ragazza nuda dormiva placidamente. Uno dei due letti era libero, ma di stare in quella stanza proprio non gli andava. Raccolse una bottiglia semivuota di Nightrain rimasta a terra e uscì. Poteva scegliere il divano, ma qualcuno doveva averci pisciato sopra data la puzza che emanava. Così piano, aprì la porta della stanza di axl, fortunatamente aperta. Lo trovò nel letto, sembrava stesse dormendo. Lo osservò un attimo. Probabilmente aveva bevuto, si era fatto... ma a quanto pareva Slash aveva ragione. Si era ritirato da solo nella sua stanza. Cercò di non fare rumore, mentre si andava a sdraiare nell’unico letto rimasto disponibile.

“Che ti è preso stasera?” sobbalzò quando la roca voce di Axl giunse alle sue orecchie. No, non stava dormendo.

“Niente, dormi adesso... posso rimanere?”

“Niente dici? Come se non ti conoscessi McKagan”

“Axl non ho voglia di parlare, sono stanco, se non vuoi che rimanga...”

“Il divano è pieno di piscio... e qui c’è un letto vuoto... per cui...”

“Ok, grazie...  buonanotte”

“Buonanotte Duff”


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Capitolo 12
*** 12 ***


Slash si stava svegliando. Era nel letto di Renèe, ma questo al momento lui parve non ricordarlo. Si allacciò da dietro al corpo della ragazza che dormiva accanto a lui, immergendo il viso nei morbidi capelli, inspirandone il dolce profumo. Renèe sorrise.

“Perla…” biascicò lui stringendola ancora di più e puntando contro la su schiena l’inguine eccitato.

Renèe aprì di colpo gli occhi, voltandosi verso di lui, che si svegliò di soprassalto.

“Hey… dolcezza…”

“Scusa come  mi hai chiamata?!”

“Che? Io? Ma se stavo dormendo!”

“Mi hai chiamata Perla!”

“Per… oh… ohhh! Ma tesoro che vai a pensare! Perla… certo… perla mia… era riferito a te, ma scusa… ti pare? Perla, che razza di nome sarebbe?!”

Renèe si rilassò. Sorrise infilando una mano nei ricci di lui, che le sorrideva con la sua solita faccia da schiaffi. Anche questa volta se l’era cavata. ‘Merda, come cazzo mi è venuto di chiamarla Perla?!’

 

***

 

Izzy si svegliò solo quando il sole iniziò a filtrare nella camera, bruciandogli gli occhi. Si sentiva indolenzito e aveva freddo. Era a terra… aveva dormito li?! Si, decisamente… si guardò attorno, c’erano bottiglie vuote, mozziconi di sigarette e spinelli sparsi sul pavimento e residui delle sniffate della notte precedente. Steven e Shannon dormivano nel letto, seminudi, coperti solo dal lenzuolo sporco. Ricordava una ragazza con loro… forse se ne era già andata. Aveva provato a tirare anche lui nella mischia, ma era troppo lucido per cedere. Non aveva dimenticato Sue, e se non era troppo fuori per andarsene a letto con un'altra, riusciva a resistere. Se si fosse fatto dell’eroina, come l’altra sera, probabilmente ora starebbe in quel letto anche lui. Si tirò in piedi a fatica stiracchiandosi le membra intorpidite. Erano le 9…

“Cazzo!”

Raccattò la camicia a terra infilandosela, nel muoversi fece cadere alcune bottiglie che svegliarono Steven e Shannon.

“Hey Izzy, potresti fare meno casino?” borbottò Steven.

“Fottiti, sono in ritardo cazzo!”

“Perchè, che ore sono?” domandò Shannon.

“Le 9”

“Oh merda!!!” anche lui si alzò di botto, infilandosi i pantaloni buttati alla rinfusa sul pavimento, nemmeno certo che fossero i suoi “se faccio tardi un altra volta sono fottuto!”

“Ma che avete tutti?!”

“Adler, noi lavoriamo a differenza tua!”

“Hey anche io lavoro ok? Se inizio più tardi non è colpa mia!”

Izzy uscì di corsa entrando senza nemmeno bussare nella camera a fianco. Sebastian giaceva con un ragazza abbracciata e lui, nell’altro letto Day faceva lo stesso.

“Seb…” lo strattonò “SEB!!!”

“Oh! Chi! Cosa! Come?!?!?! Do… Izzy! Cazzo! Ti sembra il modo di svegliare la gente? Mi hai fatti venire un colpo porca merda!”

“Sono le 9, ti dice niente idiota?!”

“Si si, e allora? Non puoi andarci tu? Di che sono malato ok? Voglio dormire ancora un po’…”

Izzy sbuffò quando il ragazzo immerse di nuovo la testa sul cuscino. Prese il lenzuolo sotto e con forza lo tirò, facendo rotolare il ragazzo, e relativa compagna, a terra.

“Hey!” urlò lei svegliandosi di soprassalto.

“Scusa bellezza, ma non avevo scelta… Seb non farò anche il tuo lavoro solo per farti domrire”

“Bell’amico davvero!”

“E chi ha mai detto che sono tuo amico?”

“Stradlin sei proprio uno stronzo”

“Muovi il culo Bach”

Sbuffando anche il ragazzo si alzò rivestendosi come meglio potè. Diede un bacio alla giovane che si stava rivestendo, ma Izzy lo afferrò per la magli trascinandolo via.

“Ok, ho capito!!”

“Bellezza che fai, vieni qui con Damon…”

“Day, non dovresti lavorare anche tu?!”

“No Izzy, giorno libero!” disse lui contento, mentre si spostava per far posto all’altra ragazza.

Izzy uscì trascinandosi dietro un piuttosto scocciato Sebastian.

“Ma che culo quello! Non potremmo avere anche noi un giorno libero cazzo?!”

 

***

 

Duff si svegliò infastidito da qualcosa che gli opprimeva il petto… aprì gli occhi accorgendosi che si trattava di Axl. Che ci faceva nel suo letto? Si guardò il corpo. L’amico se ne stava rintanato in un angolo del letto con un braccio stretto attorno al torace del biondo. Era sudato… solita storia.  Duff sbuffò. Non si era nemmeno accorto che stava mele e che si era messo li… la sbronza l’aveva steso.  Ora sembrava tranquillo. Gli dispiaceva svegliarlo, ma anche per lui era giunta l’ora di andare al lavoro. Anzi… era già in ritardo. Si alzò piano, cercando di non muoverlo troppo. Riappoggiò il suo braccio sul letto e lo coprì con una coperta.  Sembrava un bambino in quelle condizioni. Izzy era da ammirare per come ogni volta lo sopportava e gli stava vicino, non era un compito facile. Era ancora vestito dalla sera prima, velocemente andò in bagno a sciacquarsi e si infilò una maglietta pulita. O per lo meno, meno sporca delle altre. Socchiuse la porta e uscì. Mentre camminava verso il giornalaio, una folta chioma conosciuta gli andò incontro,

“Duff!”

“Ciao Slash”

“Hey Duff! Cazzo, non ti ho più visto ieri sera, divertito?! Quella Linda è una favola vero?” disse ammiccando.

“Datti una calmata”

“Andiamo, vuoi dirmi che non te la sei scopata?”

Duff si voltò guardandolo trovo “Ma la pianti di fare l’idiota?!

“Ma che ho detto? Eddai…”

“Si me la sono scopata, contento?”

“Accidenti, ci siamo alzati con la luna storta?”

“No… sono solo stanco, non ho dormito molto bene ho un mal di testa terribile”

“Oh a chi lo dici”

“Sei stato da Renèe?”

“Si… hem… credo di aver fatto una mezza cazzata stamattina, ma per fortuna ho rimediato in tempo… sai, l’ho chiamata Perla! Ma come cazzo mi è venuto?!”

Duff rise scuotendo la testa “Evidentemente non è Renèe che in quel momento avresti voluto nel letto”

Slash alzò le spalle “Bhè… non è male…”

“Ma non si chiama Perla”

“No…”

“Sei fottuto Slash”

“Senti chi parla! Ti devo ricordare…”

“No Slash, non me lo devi ricordare!”

“Ah ecco… hey, che fai?”

“Sto andando al lavoro”

“Giusto… bhè gli altri sono a casa?”

“Credo sia rimasto solo Axl, forse Steven”

“Bene man, ci si vede più tardi allora”

“Ok”

Andrò dritto verso l’edicola, camminando veloce. Era davvero in ritardo. Si fermò passando davanti ala cabina del telefono. Indugiò un attimo indeciso sul da farsi, poi senza aspettare oltre entrò e compose il solito numero.

“Hem si salve, una chiamata a carico per William Taylor, Seattle” ‘Che cazzo sto facendo…’ Dopo qualche secondo, il telefono suonò libero. 

“Pronto…” ripose una voce stanca. La sua voce… di nuovo. Ok, Slash aveva ragione, non se la sarebbe mai levata dalla testa. E allora tanto vale farsi male sul serio… tanto più di così.

“Laurel” 

“Chi…” aspettò qualche secondo prima di connettere e riconoscere quella voce “Duff?”

“In persona” 

“Duff!”  la voce della ragazza sembrava essersi risvegliata di botto “Ciao! Ma… che ci fai in piedi a quest’ora?! Pensavo…

“Pensavi fosse Axl vero?” chiese a bruciapelo. 

“Oh… veramente… bhè si…”

“Sorpresa… niente Axl” 

“Anche ieri eri tu?”  

“Si hem… ma… è caduta la linea credo… stavi dormendo?”

“A dire il vero si… ma non importa… mi fa piacere sentirti”

Duff sorrise “Anche a me…”

“Come vanno le cose, avete già una schiera di fans isteriche pronte a saltarvi addosso?”

“Veramente non ci hanno ancora chiamato, Niven e Brixx… sembrano spariti nel nulla... ci hanno piazzato i quel magazzino e basta… a parte questo tutto ok”

“Vi divertite?”

“Si… direi di si… forse anche troppo… voi ragazze invece che combinate?”

“Oh bhè, nulla di che.. sai, andiamo in spiaggia, fa un caldo qui… Perla ha conosciuto anche dei ragazzi, musicisti sai? Ma sono già partiti per il New Jersey per cui… direi che siamo sole e sfaccendate”

“Mi manchi” quelle parole gli uscirono tutte d’un fiato ‘ma che cazzo dici?! Sei il solito idiota!’ si rimproverò. I secondi che passarono in silenzio furono per lui interminabili.

“Duff…”

“Si lo so, scusa ok… sono stanco e dico cazzate, non farci caso...”

“Anche tu”

“Co… cosa?” i battiti del suo cuore accelerarono all’improvviso.

“Ho detto che mi manchi... anche tu…”

“Laury…”

“Ora sono io a doverti chiedere scusa, non dovrei dirti certe cose…” Duff si appoggiò alla parete del cabina, incredulo, o forse stranito da quelle parole. Non voleva fraintendere il significato, forse intendeva dire che gli mancava, come del resto gli mancava Slash… insomma, gli mancava, ma come amico. Era sicuramente così “Non dovevo dirtelo, lo so…” riprese lei.

“No, invece, dovevi dirmelo… senti, so che non è la stesa cosa probabilmente, insomma… cercherò di non fraintendere, ma… bhè, è bello sentirselo dire”

“Posso… potrei farti una domanda?”

“Credo di sapere già cosa vuoi chiedermi… Axl sta bene Laury, ti sta spettando…” ingoiò un amaro bococone a dire quelle aprole, ma sapeva che in quel momento era quella di cui lei aveva bisogno “Non devi preoccuparti se non chiama, siamo tutti incasinati qui… e poi lavoriamo adesso… abbiamo messo la testa a posto” rise nervoso.

“Ok… grazie…”

“Verrai presto da m… da noi…” ‘da me… cazzo…’ “passerà in fretta… e quando sarete qui scommetto che non ne potrete più dei nostri casini! Credo che la nostra casa avrà gusto bisogno di una bella ripulita! E poi non mangiamo decentemente da un po’…”

“Hey, non veniamo a farvi da cameriere!” scherzò lei sollevata da quelle battute che avevano sdrammatizzato la situazione.

“Bhè, potreste…”

“Non ci pensate nemmeno!”

“Ok, ok… sai, credo che Slash pensi a Perla più di quanto voglia ammettere… è stato con una stanotte, e l’ha chiamata Perla!”

“Sul serio?!”

“Già!”

“Si sarà preso un ceffone!”

“No, non chiedermi come ha fatto ma se l’è cavata anche questa volta…”

“Credo che anche a Perla manchi, ma non lo ammetterà mai”

”Prima o poi lo faranno… hey, adesso devo andare, sono in straritardo… Laurel… bhè… ci sentiamo ok?”

“Si… grazie della chiamata Duff… mi ha fatto piacere”

“Anche a me… ciao piccola” velocemente sbattè giù la cornetta inspirando profondamente.

Ora doveva correre. Si sentiva meglio? Forse… l’aver parlato con lei lo faceva stare bene, ma non cambiava le cose. ‘Però le manco…’

 

***

 

“Chi era a quest’ora?” bisbigliò Perla che si era svegliata. Si stiracchiò e vide sul letto al suo fianco la cugina, che fissava il telefono

“Laury….”

“Era Duff”

“Duff?!”

“Si…”

“Oh cavolo! E come mai Duff ti chiamati? Ah, ma che domande cretine facciol ovvio perché ti ha chiamato… che ti ha detto?!

“Niente…”

“Niente? Laury che c’è?”

“Non lo so… mi manca… mi mancano tutti… come è possibile? A me nemmeno piacevano! Poi da quel giorno è cambiato tutto…”

“Ti mancano… tutti tutti o solo… qualcuno?”

“Bhè…”

“Ok, Axl è ovvio, è il tuo ragazzo… Slash va bene, ancora non capisco cosa ci trovi in lui, ma siete amici… ma Duff?”

“Non lo so Perla! Non è cosi facile!”

“Lo so…” le accarezzò i capelli “bhè sai, un giorno ti chiarirai le idee. Forse dovrai sbatterci un po’ la testa, ma…”

“Sai che Slash ha chiamato Perla una ragazza?”

“Cosa?”

“Me l’ha detto Duff”

“Quel tipo è uno scemo, l’ho sempre detto io!”

“Però ti piace…”

“A te piace Duff… cioè, ti piace in ‘quel’ senso?”

“No!”

“E a me non piace Slash…” ghignò soddisfatta di quel colpo basso, che a suo parere la diceva lunga.

 

 

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Capitolo 13
*** 13 ***


Slash rientrò al magazzino. Fin da fuori poteva sentire le urla di Axl. Sbuffò...

“E adesso che cazzo gli è preso?!” entrò aprendo di colpo la porta.

 

“Mi sono rotto i coglioni! Se ci hanno preso per il culo li faccio fuori, merda! Nessuno prende per il culo Axl Rose!!”

“Calmati Axl, non risolvi niente sfasciando casa, già questo buco è una merda!” diceva Damon cercando inutilmente di calmarlo.

“Ma che cazzo vuoi che me ne freghi?! Stiamo chiusi qua a fare casino tutto il tempo, ci ammazziamo di merda, non proviamo e non abbiamo più scritto una cazzo di nuova canzone! Mi sono rotto! Dobbiamo uscire di qua, abbiamo bisogno di suonare, abbiamo bisogno di pubblico vero!”

“E avete bisogno di Niven e Brixx per questo!”

“Che vadano a fare in culo, possono succhiarmi l’uccello!”

“Che sei diventato frocio per caso?” interruppe Slash.

“Slash! Ho cercato di farlo ragionare...” Day si avvicinò al riccio abbassando la voce per non farsi sentire dal rosso “ma è andato fuori di testa!”

“Si si, ci penso io Day...”

“Bhè allora io vado... ci si vede”

Slash rimase solo con Axl e Steven. Il biondo stava seduto sul divano con le bacchette tra le mani. Lui di solito si opponeva alle sclerate di Axl, ma questa volta aveva ragione. Certo esagerava come sempre, ma non riusciva a dargli torto. Anche lui era stufo, lo erano tutti.

“Hey Axl, calmati adesso”

“No che non mi calmo!”

“Che è successo?”

“Lo sai Slash...” spiegò Steven “Stiamo qui da quanto? E ancora niente... perdiamo le nostre giornate a lavorare per guadagnarci da vivere quando dovremmo farlo suonando! E della musica che rimane? Un cazzo...”

“Bhè, il resto del tempo libero che abbiamo lo passiamo a stortarci come  degli animali...”

“E’ questo il punto! Slash abbiamo bisogno di suonare o diventeremo matti cazzo!” urlò Axl di uovo.

“Se è per questo tu matto lo sei già! Cosa pensi di fare? Ci hanno detto di aspettare no?”

“Te lo dico io cosa penso di fare, ora vado in quel buco di culo di ufficio che si trovano, e li pesto fino a quando non ci tirano fuori una serata!”

“Ma sei tutto scemo?! Così ce li giochiamo cazzo!”

“E allora cosa proponi genio?! Io qui dentro non ci sto più, mi sento soffocare!”

“Ok, sentite, aspettiamo che tornino Duff e Izzy, ok? E poi vediamo...”

“Bhè io intanto devo andare al lavoro...”

“Ah bene Steven! Dai Axl, andiamo con PopCorn!”

“Non ho voglia di andare a lavorare con lui!”

“Non dobbiamo lavorare con lui, ma scroccare, chiaro? Ho fame, voglio un gelato gratis, anzi, due!”

“Mi licenzieranno prima o poi grazie a voi!”

“Ma se sei tu il primo a mangiare di nascosto come un maiale!”

“Che c’entra! Io li ci lavoro!”

“E per questo ti permettono di dare fondo alle scorte finchè ti pare? Non credo! Avanti poche storie, siamo tuoi amici! Non vorrai lasciarci morire di fame...” Slahs fece i suoi soliti finti occhi da cerbiatto.

Axl rise, a volte l’amico era irresistibile, talmente scemo da strapparti una risata anche nei giorni più nefasti.

“Uff e va bene, muovete il culo, sono già in ritardo!”

Slash battè una pacca sulla spalla di Axl che sembrava essersi calmato, ed insieme uscirono.

“Devi rimettere a posto il casino che hai fatto là dentro quando torniamo”

“Mi aiuti?”

“Non ci penso neanche! Tu hai fatto casino tu rimetti a posto!”

 

Il negozio di Steven non era molto distante. Entrò col fiatone per la corsa, il proprietario, il signor Flinch, un uomo grassoccio sulla cinquantina, lo accolse con un’occhiataccia.

“Finalmente! Quando pensava di arrivare il signorino!?”

“Scusi, scusi, ho fatto tardi!”

“Me ne sono accorto... devo andare a fare rifornimento, te lo sei scordato forse?! Ti avevo chiesto di essere puntuale o sbaglio?”

“Si lo so ma...”

“Ma niente! Muovi il culo, mettiti il grembiule e vai a lavorare! E raccogli quei capelli, non mi va che finiscano nei miei gelati! Tz... capelloni...” e continuando a brontolare sommesso uscì.

Steven indossò il grembiule, e raccolse i capelli in una coda, infilandosi il cappellino bianco del negozio.

“Venite fuori, se ne è andato...”

Slash e Axl, che avevano aspettato di fuori facendo finta di nulla, entrarono guardandosi in giro.

“Oh ma che carino Stevy!”

“Piantala Slash, hai visto? Per colpa vostra mi ha cazziato!”

“Ti sta bene quel cappello, potresti metterlo in scena!” Axl scoppiò a ridere, seguito da Slash.

“Ah si eh? Fottetevi tutti e due, rimanete a digiuno!”

A quelle prole entrambi diventarono seri.

“Oh no no... dai Steven stavamo scherzando amico!” cercò di giustificarsi Slash, mentre Axl era già davanti alla vetrina dei gelati come un bambino goloso.

“Vediamo...”

“Tieni giù le mani! Se mi sporchi la vetrina la devo pulire!”

“Stavo solo guardando!”

“Guarda senza appoggiarti... mi lasci tutte le ditate!”

“Sembri una casalinga isterica Adler, sei insopportabile!”

“Scegliete quello che volete ed eclissatevi da qui!”

“Ok allora... per me... un cono grande, anzi no, grandissimo, ma proprio enoooorme ok? Mi ci metti cioccolato, crema... fragola... e quello cos’è? A si... il limone, mi piace il limone... e vedi di non fare il pidocchio, abbonda, che ho fame!”

“Ma che cazzo di gusti mischi insieme! Sei il solito maiale Slash...”

“Per me invece una bella coppa” disse Axl “mettici quello che vuoi, con la fame che ho mangerei qualsiasi cosa... e non dimenticare i biscottini!”

“Si si... tieni...” disse passando un cono gigante a Slash.

“Tutto qui?!”

“Mangia e non rompere! Questa è la tua coppa...”

“Potevi anche abbondare eh...”

“Oh ma la finite di scassare? Andatevene, lasciatemi lavorare!”

I due ragazzi si guardarono in giro “ma se non c’è nessuno?!”

“Fuori ho detto! Devo... hem... fare le pulizie ok?”

“Le pulizie? Tu?! Ma facci il piacere!”

“Ve ne volete andare? Eddai ragazzi... non avete altro da fare? Insomma... andate al parco a mangiarvi il gelato eh? Un po’ di sole vi fa bene!”

“Al parco? Scherzi? E’ pieno di marmocchi li... ci manca solo che mi arrivi una pallonata sul gelato, sai come potrei incazzarmi?!” rispose Axl.

Steven sbuffò.

“Hai notato Axl... il nostro caro amico Steven qui... sembra quasi abbia fretta di buttarci fuori!”

“Già cazzo! Cosa nascondi Adler?!”

“Io?! Niente!”

“Ah no? Andiamo...”

“Ho detto niente, lasciatemi in pace!”

“Ciao Steven!!!” i ragazzi si girarono quando la voce argentina e acuta alle loro spalle parlò.

Era una ragazza giovane, un po’ minuta, ma tutto sommato carina. Aveva un visetto simpatico, e un caschetto di capelli scuri lunghi appena sopra le spalle, con la frangia. Andò subito dietro al banco, infilandosi anche lei grembiule e cappellino.

“Scusa il ritardo Steve, sono dovuta venire a pedi stamattina e così...”

“Oh non fa niente, figurati...”

“hem hem...”

“Dicevo...” continuò cercando di ignorare i due amici “ho già fatto tutto come puoi vedere, quindi siamo liberi, se...”

“HEM HEM...”

“Scccc! Via!” si voltò sussurrando ai due che lo guardavano sorridendo come due idioti “Dove eravamo rimasti... ah si, dicevo che potremmo...”

“HEEEEEEEM HEEEEEEEEEM!!!”

“Steven credo che quei due ragazzi ce l’abbiano con te...”

“Si Steven, adesso ci snobbi?! Guarda che ci offendiamo!”

“Si si bravi, offendetevi e andatevene fuori dalle palle eh?”

“E’ così che si trattano gli amici... no no no, cattivo Adler!”

Slash gli si avvicinò cingendogli le spalle con il braccio, seguito da Axl che fece la stessa cosa dall’latra parte. Steven sbuffò alzando gli occhi al cielo.

“Ahhhh voi siete amici suoi?!”

“Esatto bellezza, io sono Slash”

“Io sono Axl”

“Amici... conoscenti! AIO!!!” Slash rifilò una sberla al biondo.

La giovane rise “Ciao ragazzi, io sono Adriana” tese la mano ai due stringendogliela.

Slash continuava a sorridere come un ebete, mentre Axl aveva sfoggiato una delle sue migliori espressioni del tipo ‘tu ora cadrai ai miei piedi’.

Steven si divincolò dalla morsa dei due sistemandosi la maglietta.

“Hai capito, voleva tenercela nascosta!”

“Ecco perchè avevi tanta fretta di mandarci via!”

“E infatti era meglio se ve ne andavate!”

“Dicevo io che era strano che Adler prendesse tanto sul serio un lavoro!”

“Ah ma Steven è bravissimo qui!” disse lei accarezzando i capelli ad uno Steven gongolante.

“Ma guardalo... come cazzo fa con quella faccia da schiaffi!” mormorò Slash ad Axl “Cioè, io sono un figo, ma lui? King Kong ha più fascino e meno peli...”

“Non chiederlo a me, ancora non me ne capacito...”

“Allora? Via voi due, non avete altro da fare?!” Steven li fulminò con lo sguardo.

“Eh?! Oh... ohhhhh si già... veramente... no!” In quel momento il biondo avrebbe volentieri ammazzato Slash. “Piuttosto, ho voglia di un altro gelato!”

“Si si, poi te ne vai?!” Syeven si avvicinò col viso al riccio “Senti coglionazzo, prendi quell’altro e andatevene, grazie!” disse tra i denti.

“E perchè mai?! Dai non vorrai mica... mmm... con quella?”

“Si cazzo!”

“Bhè è carina... ma Adler, non fa per te!”

“E perchè mai?!”

“Bhè è troppo carina! Certo anche Kris lo era... ho sempre detto che era sprecata per uno scimmione come te...”

“E sentiamo, per chi andrebbe bene, per te forse?!”

“No... ma ad Axl pare non dispiacere...”

Slash indicò dietro Steven, dove vicino al banco, Axl stava ‘parlando’ molto vicino al viso di Adriana, che rideva divertita. Un calcio arrivò dritto dritto al sedere del rosso.

“Levati!”

“AIA! Ma che cazzo ti è preso?! Stavamo par-lan-do!”

“Come no! E da quando Axl Rose parla?! Filate prima che ve ne tiri altri!”

“Il mio gelato!”

“Adesso te lo faccio, poi non vi voglio più vedere fino a stasera!”

Steven prese un cono.

“Non lo voglio da te... Adry per favore, non è che me lo faresti tu? Steven non è capace...” si arruffianò Slash.

“Certo!”

“Ma... cosa?! Sentilo! Se prima l’hai mangiato senza lamentarti! Spero che ti venga un'attacco di diarrea esemplare con tutto questo gelato!”

Slash gli fece il dito ghignando.

“Tu sei... voi site... ahhhh, fanculo! Dagli quel gelato così se ne vanno!”

“Andiamo Steven che ti hanno fatto? Sono simpatici!”

“Hai sentito Steven? Siamo simpatici!” sorrise Axl.

Questa volta fu il dito di Steven a scattare verso la faccia dei due.

“Ecco Slash, il tuo cono...”

“Oh no piccola, il MIO cono è di tutt’altra misura... grazie, è bellissimo... e buonissimo...”

La ragazza rise “Un po’ scemi, forse, ma simpatici!”

“Allora?!” Steven fece ai due un eloquente gesto per farli andare.

“Ok, ok... abbiamo capito, vi lasciamo soli... ah Adry, quando vuoi passare a trovarci, da noi c’è sempre festa”

“Grazie ragazzi, passerò!”

“E nella mia camera c’è un letto libero... OHHHHH!” Steven lanciò ad Axl una paletta di ferro che il ragazzo schivò per un pelo abbassandosi “Sei pazzo? E se mi arrivava in testa?!”

“Tanto più idiota di così non puoi diventare! Non avevate da fare voi due? Niven? Brixx? Ricordate?! Forza, via! Ci vediamo più tardi...”

“Andiamo Slash... Adry, è stato un piacere baby...”

“Si Adry, non ti spiace se ti chiamiamo così, vero? E’ stato un piacere...”

“Anche per me, ciao ragazzi!”

“Ciao bellezza!”

“ADDIO!!!” urlò Steven.

I due uscirono ridendo.

“Hai capito Steven?”

“Già, bella figa davvero!” 

 

“Oddio Steven, i tuoi amici sono ancora più fuori di te!”

“Scusali, a volte non hanno un minimo di maniera...”

“Bhè... a me piacciono i ragazzi così... un po’ rozzi...” ancheggiando gli si avvicinò.

“Rozzi?! Loro?! Naaaa... dovresti vedere me, io sono il più rozzo dei rozzi!” sorrise lui passandogli la mano sui fianchi.

“E infatti sei quello che preferisco...” così dicendo lo baciò velocemente sulle labbra, per poi rifugiarsi nel retro bottega, ammiccando.

“Oh siiii... arrivo Adry... arr...”

“Hem, Adler non farmi pentire di averti assunto! Tieni l’uccello nei pantaloni dentro al mio negozio e muovi le chiappe, aiutami a scaricare il furgone!”

Lo interruppe la voce di Flinch, tornato in negozio con la spesa.

“Certo... che sfiga!”

Da dietro Adriana lo guardò facendogli l’occhiolino.


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Capitolo 14
*** 14 ***


Duff stava sfogliando annoiato una rivista di musica quando Slash e Axl arrivarono da lui. 

“Che ci fate in giro?”

“Niente…” rispose Slash gironzolando con le mani in tasca.

“Non avete da lavorare?”

“Certo amico!” Slash prese una sigaretta e l’accese, per poi porgerne una ad Axl “Ecco il nostro lavoro!”

“Almeno potresti offrirmene una…”

“Solo perché sei tu man… Hey, siamo stati da Steven… ci ha tirato una bella sorpresa quello stronzo di PopCorn!”

“Si, una sorpresa moretta con la frangia e due grandi occhioni blu!” aggiunse Axl.

“E ce la voleva tenere nascosta!”

“Avrete fatto i cazzoni come al solito? Ma lo volete lasciare in pace?”

“Andiamo Duff, se l’avessi vista avresti fatto il cazzone anche tu!”

“Duff… dobbiamo parlare” all’improvviso Axl assunse un’espressione seria.

Duff lo guardò preoccupato… che avesse scoperto la telefonata fatta a Laurel? ‘Bhè… che si fotta!’ pensò  “Ci sono problemi?” chiese fingendo indifferenza.

“Si… non so tu ma io mi sono rotto il cazzo di aspettare…. Brixx e Niven non si sono visti, e stiamo facendo la muffa in quello schifo di magazzino”

Il biondo si rilassò “Si, hai ragione cazzo… anche io mi sto rompendo…”

“Dovremmo fare a quei due un bel discorsetto… non me ne fotte un cazzo di chi sono, se non ci trovano in fretta una serata rompo il culo a tutti e due”

“Cosa pensi di fare?”

“Andare da loro”

“Ci sto!”

“Quando c’è da attaccare briga tu non ti tiri mai indietro eh?” fece Slash.

“Perchè? Tu non sei d accordo?”

“Dico solo di aspettare ancora qualche giorno… anche io mi sono rotto le palle… ma quei due sono gli unici agganci che abbiamo, se ci giochiamo loro siamo fottuti!”

“Slash… secondo me ci stanno prendendo per il culo… e non so a te, ma a me questa cosa fa davvero incazzare!”

“Si Duff ma…”

“Andiamo da Izzy, sentiamo cosa ne pensa” decise Axl “Duff?”

“Si… dovrei rimanere qui, il mio turno è già finito ma il capo ancora non si è visto…”

“Se il tuo turno è finito vuol dire che sei libero di andartene, se lui è in ritardo sono cazzi suoi!”

“Ma si, che si fotta!” Duff uscì dal dietro, tirò giù velocemente la saracinesca dell’edicola e si incamminò con i due amici.

Quella pensata gli sarebbe costata una bela lavata di capo… se gli andava bene.

 

Il negozio di Izzy era a qualche isolato di distanza.

“Ho fame…”

“Con tutto il gelato che ti sei mangiato? Slash fai schifo!”

“Io non ho mangiato niente…” si lamentò Duff.

“Hai qualche spicciolo?”

“No”

“Nemmeno io… Axl?”

“No”

“Cazzo… sto morendo di fame!”

“Potremmo prostituirci! Una scopata in cambio di soldi, un sogno…”

“Slash non riesci a pensare ad altro?!”

“Andiamo, tu non lo faresti? Vuol dire che non sei abbastanza affamato!”

“O forse ho ancora un po’ di dignità!”

“Si si, come no… Duff fottiti…”

 

“Ecco i tuoi amici fancazzisti!” Seb era dietro la cassa quando i ragazzi entrarono.

Come al solito stava leggendo dei vecchi spartiti dei Rolling Stones, mentre Izzy sistemava le scansie con i nuovi arrivi.

“Hey Izzy fai un po’ vedere cosa c’è di nuovo!”

Slash saltarellò vicino all’amico, strappandogli dalle mani il disco che teneva “Che roba è?”

“Niente Slash, tutta merda…”

“Oh… ok… aspettano noi!”

“Si certo…”

“Izzy, ho deciso che oggi andremo a trovare Niven e Brixx” disse Axl senza indugiare oltre.

Izzy si voltò a guardarlo “Tu… hai deciso?

“Si, e allora?”

“Credevo fossimo un gruppo… non dovremmo decidere tutti?”

“Duff è d’accordo e anche Steven”

“Slash?” Izzy puntò i suoi occhi sul riccio.

“Bhè… io veramente...”

“Slash non fare il cacasotto!” urlò Axl innervosito.

“Oh vaffanculo Axl! Io non sono un cacasotto! Dico solo che dobbiamo andarci piano con quei due… se facciamo qualche cazzata oltre a bruciarci il loro appoggio, potrebbero mettere in giro voci sul nostro conto che farebbero scappare anche gli altri! Porca puttana, non sono venuto fino a qua per niente!”

“Dobbiamo fare qualcosa!”

“Si ma dobbiamo anche starci attenti!”

“Izzy?!” domandò di nuovo Axl all’amico.

“Slash ha ragione…”

“Fancuolo…” il rosso gli voltò le spalle.

“Axl, senti, hai ragione anche tu, ti capisco ok? Siamo tutti nella stessa situazione, non sei l’unico a volore suonare dal vivo!” 

“E allora dove sta il problema?”

“Il problema è che non possiamo andare li e sfasciare tutto come a tuo solito!”

“Cosa proponi di fare? Mi sono rotto di aspettare, non voglio più aspettare!”

“Basterebbe parlargli con le dovute maniere”

“Noi siamo i Guns n’ Roses, non abbiamo maniere!”

“E qui ne dobbiamo avere Axl! O davvero ci fottiamo con le nostre mani!”

Axl sbuffò. Era dura ammetterlo, testardo ed orgoglioso com’era… ma sapeva anche che come al solito, il suo amico Jeff aveva ragione. Se fosse andato da loro probabilmente avrebbe fatto una delle sue solite scenate, spaccando tutto e mandandoli a cagare senza tante cerimonie… e loro come avrebbero reagito? Probabilmente non ne avrebbero più voluto sapere di loro, e le voci sarebbero corse in fretta tra la gente del mestiere…

“Domani andrò da loro… se non vi fidate dei miei modi verrete con me... ma domani io vado da quelle fottute teste di cazzo!”

“Ok” rispose semplicemente Izzy per poi rimettersi a fare il suo lavoro.

“Ragazzi” tutti si voltarono verso Sebastian, che nel mentre era rimato li in silenzio a guardare la scena “prima che spacchiate culi in giro o non so che altro cazzo avete in mente di fare… che ne dite se stasera andiamo in un posticino che conosco?”

“Che genere di posticino?”domandò Slash

“E’ un piccolo strip Club giù sulla Santa Monica… è a buon prezzo, e girano un sacco di fighe, non so se mi spiego…”

“Siamo al verde”

Seb alzò le spalle “E allora? Si rimedia sempre una bevuta in qualche modo”

“Io prima devo mangiare o svengo” si lagnò di nuovo Duff.

Seb prese qualcosa da sotto al banco e la tirò al biondo, che la prese al volo “Patatine al fomaggio? Odio il formaggio!”

“E allora rimani a digiuno”

“Merda…” Duff scosse la testa aprendo il pacchetto e mangiando seppur di controvoglia. La fame era troppa… e di certo quelle patine non bastavano per fargliela passare, ma meglio che niente.

“Quindi ci venite o no? Dai ragazzi, ci divertiamo!”

“Perché no”

“Pensavo ti stesse sul culo” sussurrò Axl a Izzy quando questi accettò l’invito.

“Diciamo che è piuttosto invadente… ma in fondo non è male”

“Si, voglio proprio vedere qualche culo e un bel paio di tette che mi ballano davanti!”

“Allora aggiudicato!” disse Seb esaltato “Axl?”

“Si, sarò dei vostri”

“Wooooo fantastico! Ok allora sentite che programma… tra poco chiudiamo ok? Ci prendiamo qualche dollaro dalla cassa, andiamo a farci una pizza, e ci infiliamo dritti in quel club! Ci spariamo qualche bicchierino e…”

“E poi perdiamo il lavoro… non ci pensare coglione! I soldi in cassa non si toccano!”

“Andiamo Stradlin non rompere! Quel vecchio è così rincoglionito che nemmeno se ne accorgerà!”

“Izzy non ti consiglio di perdere il posto” gli disse Duff  “visto che già io probabilmente sarò con il culo per terra dopo che ho piantato l’edicola senza nessuno”

“Cosa?!”

“C’erano cose più importanti!” si giustificò lui.

“Sei un idiota! Ma cazzo si… abbiamo bisogno di fare qualcosa… hey Seb, prendi quei soldi, ma se il vecchio se  ne accorge la colpa sarà solo tua!”

“Contaci bello!” Sebastian prese dalla cassa un po’ di dollari, e se li infilò in tasca.

 

Passò ancora un’ora prima della chiusura del negozio. Dopo di che i ragazzi recuperarono Steven e fecero volta in un fast food per la cena.

“Hey Adler, dove l’hai lasciata la pollastra?”

“Slash… si chiama Adriana! Comunque… è già andata via, finisce sempre presto e scappa via… bhà…”

“Che intenzioni hai?”

“In che senso?”

“Nel senso… te la vuoi scopare e basta? O… te la vuoi scopare frequentemente?”

“Tipo che diventa la tua ragazza” intervenne Duff.

“Che?! Oh no no ragazzi frena, non voglio coinvolgimenti di quel tipo io!”

“Quindi non ti incazzi se ci provo?”

“Slash ti sego i maroni!”

“Ma se hai appena detto che…”

“No mi interessa quello che ho detto! E poi pensa a Renèe!”

“Quanto sei palloso nano peloso!”

Mangiarono con parte dei soldi che avevano rubato. Poi di nuovo uscirono, diretti al quello strip Club di cui parlava Sebastian.

 

Il posto era piccolo rispetto ai più famosi Club della zona, e decisamente malfrequentato. Si vedeva che era una bettola da quattro soldi, ma correva voce che le ragazze fossero una bomba, e soprattutto, si riusciva a farsi fare degli spettacolini privati, per pochi dollari. Seb salutò il buttafuori, evidentemente era un frequentatore abituale, poi entrarono, presero al bancone un giro di Jack giusto per scaldarsi, e si sistemarono in uno dei tavoli davanti al palco, dove già una ragazza in bikini sculettava sulle note di ‘Like a Virgin’.

“Oh cazzo che culo!”

“Slash… levati quella mano dal pacco!”

“Non è colpa mia se mi eccita! Mi danno fastidio questi cazzo di pantaloni strizzapalle!”

“Fai schifo!”

“Hey bellezza!” Sebastian chiamò una delle cameriere che giravano per i tavoli in topless, con solo dei copricapezzoli a forma di stellina “Porti un altro giro di Jack e birre per me e per i miei amici?!”

La ragazza sorrise annuendo e si voltò, beccandosi una sonora pacca sul sedere da parte di Seb “Adoro questo posto!”

“Un po’ troppo chiassoso”

“Che c’è Axl non ti diverti? Andiamo, fatti un goccio e guarda che spettacolo!”

Axl sorrise al riccio, poi trangugiò di colpo il suo bicchiere di Jack e rimase a guardare.

La musica finì, la ragazza sparì dietro le quinte, non prima di parlottare con un ragazzone che era andato verso di lei allungandogli una banconota… forse per uno di quegli spettacoli privati.

Partì ‘Girls, girls, girls” dei giovani Motley Crue. Erano sulla cresta dell’onda, pur essendo una band molto giovane. E avevano la fama di essere decisamente sballati e fuori di testa.

“Questa canzone è una vera figata! L’avete visto il video? C’è da farcisi una sega sopra” disse Sebastian.

“Non male… sono dei fottutitissimi ragazzi quelli! Ve lo ricordate Sixx? L’abbiamo incontrato tempo fa a Seattle... già completamente storto!”

“Si… tu Slash sei sulla buona strada sai?”

“Ma che cazzo dici? Io non sono come lui!”

“Poco ci manca”

“Fanculo Axl! Oh… ne sta uscendo un’altra!”

 

La giovane indossava un body striminzito di pelle, autoreggenti di rete e tacchi a spillo. I capelli a caschetto erano cotonati, la frangetta le ricadeva scompigliata sugli occhi e aveva parecchi trucco… ma la riconobbero subito.

Steven sputò la birra che stava bevendo addosso a Duff, tossendo e rischiando di strozzarsi.

“Idiota! Ma che cazzo ti prende?!” urlò il biondo cercando di ripulirsi.

“Te lo dico che gli prende! Ecco Steven… hai capito perché la tua amichetta scappa sempre dal negozio?!”

“Merda! Quella è…”

“Adriana, si, proprio lei!”

Steven stava allibito a guardare la ragazza che volteggiava attorno al palo facendo bella mostra del suo corpo, decimante da sballo.

Slash gli battè una mano sulla spalla “Bella preda amico mio!”

Axl se la sghignazzava, mentre Seb e Duff non le toglievano gli occhi di dosso.

“Porca merda! E chi cazzo lo sapeva!” esclamò Steven.

La ragazza ballando scese tra il pubblico. Appena notò Steven gli fece un largo sorriso, per poi ancheggiare sensualmente verso di lui. Gli si mise a cavalcioni, strisciando il seno sul suo petto mentre legava le mani nei suoi capelli. Si avvicinò all’orecchio, mordicchiandolo e gli sussurrò qualcosa. Steven sorrise malizioso. Il ragazzo portò le mani sulle sue cosce accarezzandole, lo stava facendo impazzire! Poi lei si staccò da lui dedicandosi anche agli altri. Regola numero uno, mai fermarsi da un solo cliente per troppo tempo. Passò da Slash stringendo i ricci con un pugno e tirandogli indietro la testa mentre una mano passava sul suo petto sbottonandogli la camicia e accarezzandolo. Si sedette poi  su Izzy, il ragazzo le accarezzò il braccio, contento di quelle attenzioni,  e lei si mosse a livello del suo bacino. Sebastian allargò le braccia per accoglierla su di se, allungando forse un po’ troppo le mani, tanto che Adriana si levò quasi immediatamente. Regola numero due, se i clienti sono un po’ troppo invadenti, tagliare la corda. Allargò le gambe a Duff, inginocchiandovisi in mezzo e risalendo lentamente dal suo inguine verso il suo viso, strusciandosi su di lui. Gli scompigliò i capelli e passò ad Axl, sedendosi sopra di lui dandogli le spalle. Ancheggiò mettendo a contatto i suoi glutei con il bacino del rosso. Axl le tenne le braccia e lei tirò indietro la testa fino a sfiorargli il collo con la lingua. Poi si rialzò, lasciando tutti imbambolati e anche non poco eccitati. Ritornò sul palco tra gli applausi e finì lo spettacolo, rimanendo in topless e distribuendo larghi sorrisi a tutti.

“La voglio!” Sebastian si alzò in piedi sventolando tra le mani un pezzo da 20, ma Axl lo prese per un braccio tirandolo giù.

“Tu non vai da nessuna parte!”

“Non rompere!”

“Hey!” lo sguardo di Axl la diceva lunga.

“Ma che cazzo, non è mica la tua ragazza!”

“Non me ne fotte!”

Steven si alzò “bene, vogliate scusarmi…” e si allontanò in direzione del retro, dove avrebbe aspettato Adriana come erano d’accordo.

“Ahhh ho capito ok, ok… terrò le mani a posto”

“Ma ha detto che se la vuole solo scopare!” fece notare Slash.

“Si, ma fino ad allora lasciamoglielo fare!”

“E io che faccio accidenti… non ho nemmeno chiamato Reneè!”

“Io propongo una bella sbronza, qualche sniffata e vediamo se riusciamo a rimediare una scopata per ognuno!”

“Mi piace come ragioni”

Izzy sorrise “Ok per la sbronza e la sniffata”

 

Tornarono a casa, ormai quella strada era diventata un casino ogni sera. Spacciatori, puttane, barboni, tossici e ubriachi, ci si poteva trovare di tutto, sapevano che nei pressi della Hell’s House lo sballo e il divertimento erano assicurati, e nessuno avrebbe rotto le palle. Non fu difficile rimediare della coca. E anche quel nuovo gioco chiamato eroina pronto per esser sparato in vena. Izzy ne stava facendo un arte. Sembrava una cosa che aveva sempre fatto, talmente preparava il tutto con cura e precisione. I soldi rimasti non erano bastati per grandi quantitativi, ma una sparata a testa riuscirono a farsela. Duff si trovò a scolarsi quasi una bottiglia di Nightrain intera, e poi passò a tirare un paio di piste.

“Non la voglio quella merda” disse quando Slash gli offrì la siringa “l’altra volta ho vomitato tutto il tempo…”

C’erano anche delle ragazze con loro, non sapevano nemmeno chi fossero. In breve erano tutti dentro quell’inferno, straffati e in preda a loro deliri mentali. Axl come sempre risvegliava i suoi incubi peggiori, e si trovava a combattere con i suoi demoni. Un’altra sniffata... ecco, così le cose sarebbero andate meglio… Izzy vaneggiava, Slash si stava dando da fare con una rossa tutta curve, ma in quello stato riusciva a mala pena a slacciarsi la cerniera dei pantaloni. Duff era sbronzo e fatto di coca… una mano gli tirò via la bottiglia e una bocca iniziò a baciarlo, non capiva nemmeno cosa stava succedendo, così la lasciò fare. Sebastian vomitava in un angolo. Poi qualcuno prese Axl per mano trascinandolo in un’altra stanza.

Erano entrati in una spirale autodistruttiva, quello stile di vita che allora sembrava a tutti tanto figo e divertente. Senza nemmeno accorgersi che stavano pericolosamente camminando verso il ciglio del burrone.

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Capitolo 15
*** 15 ***


Le tempie pulsavano, e aveva un sapore amaro in bocca. Aprì le palpebre, lasciando che la luce lo destasse completamente. Si girò di lato, le lenzuola fredde sfregarono contro il suo corpo nudo... doveva essersi addormentato così la sera prima, non era la prima volta che dormiva senza nulla addosso. Quanto aveva bevuto? Aveva una terribile voglia di vomitare. Il braccio gli doleva. Guardò lì, nell’incavo del gomito, quel piccolo buco ancora rossastro... l’avevano fatto, di nuovo. Sospirò richiudendo gli occhi e coprendosi il volto con le mani, possibile che non sapessero tenersi a freno? No, non ne erano capaci... se prima erano cinque ragazzi allo sbando ora le cose potevano solo peggiorare. In quella città, capitale della perdizione e del divertimento senza freni... eppure sapeva che in quel momento, quando il liquido opaco che Izzy l’aveva aiutato ad iniettarsi era entrato in circolo nelle sue vene, in quell’esatto momento si era sentito bene. Forte, senza pensieri e senza paure... dopo era arrivato lo schifo. Gli incubi che gli avevano invaso la mente facendolo tremare... aveva tirato della coca per cacciarli e aveva funzionato. Ma c’era dell’altro... solo che non riusciva a ricordare. Istanti dopo una mano gli sfiorò il fianco nudo. Sobbalzò... non era solo... qualcuno lo abbracciò da dietro, sentì una cascata di capelli morbidi solleticargli la schiena. Di scatto Axl si voltò, rimanendo qualche secondo stordito da una vertigine provocata dal brusco movimento. Si trovò di fronte una giovane biondina dai lunghi boccoli, che gli sorrideva felice, come se avesse passato le ultime ore più belle della sua vita.

“Bensvegliato amore” sussurrò avvicinandosi a lui e mettendo a contatto i loro bacini nudi. Axl rimase allibito, la sua mente vagava alla ricerca di qualcosa, un ricordo, qualsiasi cosa che gli permettesse di capire... voleva capire cosa era successo.

“E tu chi cazzo sei?!” sbottò d’un tratto alzandosi in piedi.

Si appoggiò al muro rischiando di cadere a terra. La vista gli si annebbiò per un attimo, e dell’acido gli risalì dallo stomaco. Cerco di trattenersi e guardò la ragazza in cagnesco mentre cercava di rimettersi i boxer caduti a terra.

“Chi cazzo sono? Tesoro, questa notte non ti sei posto il problema...” rispose lei con voce suadente, alzandosi e ancheggiando con le sue nudità verso di lui.

Axl fece un passo indietro, trovandosi con le spalle al muro. Lei gli posò le mani su fianchi e si avvicinò per baciarlo, ma Axl le prese i polsi stringendoli e staccandola da lui.

“Non hai voglia di divertirti di nuovo?”

“No, vattene... che... che cosa mi hai fatto?! Merda!” le diede una violenta spinta facendola indietreggiare.

Poi si passò nervosamente le mani nei capelli... non c’era molto da chiedersi... era chiaro cosa avessero fatto. Di altre spiegazioni non aveva certo bisogno.

“Hey, ma che ti prende?! Pensavo che...”

“Tu non devi pensare!” urlò “Vattene! Esci dalla mia camera! Esci da questa cazzo di casa!!!”

“Ma Axl!”

“Ho detto che te ne devi andare!!!” urlò più forte, prendendo la giovane dal braccio e buttandola letteralmente fuori dalla camera.

Le gettò dietro dei vestiti raccattati a terra e si richiuse la porta alle spalle sbattendola forte. Poi si piegò in un angolo accasciandosi e rigettò. Si alzò piano, con passo traballante. Si sentiva svuotato... la testa ancora gli doleva terribilmente. Quella roba era forte, avrebbero dovuto andarci piano... ma dopotutto era l’unica scelta che avevano in quel mondo che ancora non aveva imparato ad accettarli. Si sedette piano a terra, con la schiena attaccata al bordo del letto e appoggiò la testa alle ginocchia.

Qualcuno entrò nella stanza, non si tirò nemmeno su a vedere chi fosse, riconobbe subito il suo passo. Izzy si sedette accanto a lui.

“Bello schifo... ti conviene pulire o presto in questa stanza non riuscirai nemmeno a respirare” disse piano, guardando il vomito in un angolo.

“Che vuoi?”

“Buongiorno anche a te”

“Non è un buon giorno...”

“Stai male?”

“E tu?”

“Si... mi sento come... se mi avessero preso a sprangate...”

“E’ quella roba”

“Lo so...” alzò le spalle “ma non è solo quello...”

“Ho bisogno... di cantare... di suonare... ho bisogno della nostra musica”

“Axl... c’era una ragazza qua fuori poco prima... mi è quasi venuta addosso mentre scappava via mezza nuda e in lacrime... ne si niente?”

“Era solo una puttana”

“mmm... quella che ti sei scopato stanotte...”

Allora Axl alzò lo guardo verso di lui “Sei venuto  farmi la predica?!”

“Io? Ti sembro la persona adatta per farti una predica? Sarebbe ridicolo Bill...” disse il moro accendendosi una sigaretta e passandone una all’amico “stacci solo attento”

“Certo, perché se lo scopre Duff...” ripose incattivito.

“Non glie ne fregherebbe gran che… Axl, siamo delle bestie in quello stato… non ci ricordiamo nemmeno come ci chiamiamo, e Duff questo lo sa bene, anche lui fa lo stesso”

“Ma lui non ha una ragazza che lo aspetta… per di più una ragazza corteggiata da uno dei tuoi migliori amici... non è così?”

“Finiscila… non cambia le cose, sa che ne abbiamo bisogno… non ne possiamo fare a meno, siamo così e basta… Duff non è tipo da sparare giudizi, lo sai… nessuno di noi lo fa, siamo tutti nella stessa merda”

“Come ci siamo finiti?”

“Non avevamo altra scelta” Izzy si alzò “mi sento uno schifo… vado a svegliare glia altri”

“Non devo andare al lavoro?”

“Hai perso il conto dei giorni? E’ sabato oggi e al sabato non lavoro”

Axl sorrise, aveva perso il conto di tutto… si alzò suo malgrado e cercò in giro qualcosa per pulire la stanza dallo schifo che aveva combinato, mentre Izzy cercava di svegliare gli altri ragazzi.

 

Il moro notò Steven dormire sul divano in una posizione innaturale. Doveva essere rincasato tardi dopo la serata con Adriana. Si avvicinò piano… poi gettandosi di botto sopra di lui iniziò a cavalcarlo e a urlare “YAAAAAHOOOOOOOOO!!!” come se davvero stesse su un cavallo da rodeo. Il povero Steven sobbalzò di colpo urlando, e alzandosi fece rotolare Izzy a terra mentre questi rideva come un matto.

“Cazzo Izzy!!! Sei un idiota! Potevo morire!!!”

“Oh Steve, scusa… cazzo dovevo fartela, era troppo divertente!!!” disse boccheggiando tra una risata e l’altra.

“Stronzo! Mi stavi facendo crepare di infarto!”

“Mi fa male la pancia!!!” continuava Izzy accasciato a terra “Ok, ok… dai Steven, scherzavo…” cercando di darsi un contegno si alzò sedendosi sul divano al suo fianco “Dai, allora racconta”

“Cosa?”

“Com’è andata!”

“Cosaaaa?!”

“Con Adriana!”

“Ahhhhhhh!”

“Smettila di fare finta di niente!”

In quel momento dalla stanza uscirono anche Duff, Slash e Sebastian, con davvero delle brutte facce.

“Smettetela di urlare, mi sta scoppiando la testa...” si lamentò Seb accasciandosi a terra con la schiena appoggiata al divano. Duff si sistemò accanto a lui, col capo tra le gambe di Izzy, mentre Slash barcollò fino a lì per poi buttarsi a terra, steso e decisamente poco in forma.

“Se devi vomitare vai in bagno…” lo intimò Izzy.

“No, no… cazzo… sto da cani… hey, avete visto che fine ha fatto la tizia di ieri sera?” disse.

“Si Slash, se ne è andata dopo che hai sbagliato mira per l’ennesima volta!” gli rispose Duff.

“Oh merda!”

“Eri completamente fatto…”

“Tu no?”

“Io ero solo… ubriaco, credo...”

“Cazzate Duff…”

“Guarda che quella roba in vena non me la sono fatta!”

“Quale roba in vena?!” domandò Steven.

“No, ma ti sei sparato interi centimetri di polvere!”

“Pure la coca?! Hey! Cazzo, vi fate senza di me!” si lagnò Steven.

“Era solo qualche tirata!”

“Eri fatto lo stesso!”

“HEYYYYY!” urlò Steven “Cazzo! Mi volete dire che avete combinato? Vi divertite sempre quando io non ci sono, non è giusto! Siete degli stronzi...” tutti si voltarono verso di lui.

Anche Axl era uscito dalla sua stanza e lo guardava perplesso.

“Adler... VAFFANCULO!!!” urlarono in coro.

“Sei stato con Adriana tutta la notte, di che ti lamenti!” gli disse Duff  battendogli la mano sulla gamba.

“mmmm... si, in effetti... ho passato una serata gradevole”

“Sentitelo! ‘ho passato una serata gradevole’” gli rifece il verso Slash “Piantala di fare il fighetto che proprio non ti riesce, e raccontaci per bene!”

“Che cosa vuoi che vi dica?!”

“TUTTO!”

“Ok ok... è stato... wow! Chiaro?! Cioè... io me ne sono fatte tante ma...”

“Questa te la concedo... ancora non ho capito come fai con quel brutto muso che ti ritrovi...” Axl scosse la testa.

“Bhè, si vede che piaccio! Comunque, questa Adriana è una bomba! Anche Kris lo era, ma questa... oh ragazzi ma che cazzo sto a parlare con voi! Non potete capire... mi ha fatto delle cose che... wow! Nemmeno il circo cazzo!”

“Bhè, potresti... lasciarci provare, no?! Così possiamo capire anche noi!”

“Fottiti Slash!”

“Andiamo, non dirmi che ci vuoi stare insieme sul serio!”

“Non ho detto questo, ma se me la scopo io non se la scopa nessuno! Almeno... per ora...”

“Cattivo Steven! Si divide con gli amici!”

Steven si voltò verso Sebastian “Proprio tu?! Chi cazzo ti conosce, sei tra noi da quando? Qualche giorno?!”

“E allora?! Sono vostro amico no?” Seb scrutò i loro sguardi sbuffando “Eddai cazzo! E comunque sappi che io in quel posto ci sono stato parecchie volte, e quella topona l’ho vista prima di te!”

“E allora? Non te l’ha mai data, ci sarà un motivo!” ribattè Steven.

“Fossi in te mi farei delle domande...” disse Izzy a Seb, ridacchiando.

“E che cazzo! Forse perchè non ci ho mai provato sul serio!”

“Ecco, allora stai buono e vedi di non provarci nemmeno adesso!”

“Accidenti Steven, ti sei proprio preso male!”

“No Duff, è solo che per un po’ voglio avere l’esclusiva!”

“Tanto per quanto credete che resisterà?” fece Slash “Inizierà a farsene altre e allora Adri si dovrà consolare con qualcuno!”

“Slash...”

“Si?”

Steven gli sbattè in faccia il medio.

Risero... poi Axl divenne serio e si alzò, ancora intontito dai postumi della sera precedente.

“Abbiamo qualcosa da fare oggi o sbaglio?”

“Si Axl, ma... mantieni la calma, ok?”

“Vuoi andare da Brixx?” chiese Steven.

“Si”

“Ok... allora andiamo, mi sono proprio rotto le palle!”

Slash scosse la testa “Come volete... fatemi cambiare i pantaloni però”

“Perchè?”

“Bhè... ho avuto... un piccolo incidente questa notte... sai...”

“Ti sei pisciato sotto!” urlò Duff indicandolo e scoppiando  ridere come un matto.

“Smettila cazzone! Se fossi stato fatto anche tu come lo ero io avresti fatto lo stesso!”

“Io ero fatto quanto te, ma i miei pantaloni sono perfettamente asciutti...”

“Fanculo Izzy! Comunque... i pantaloni di pelle hanno i loro vantaggi... se non altro non si vede nulla... ma danno veramente fastidio alle palle se ti pisci addosso!”

“Evitaci i particolari e muoviti a cambiarti!”

“E io che faccio nel frattempo?” domandò Seb.

“Bhè...” Axl li mise in mano una vecchia scopa “dai una pulita, che ne dici?”

 

***

 

“E questa sarebbe la Geffen?” chiese Slash guardando perplesso l’edificio che recava l’insegna ‘Geffen Records’.

“Così pare, almeno, questo è l’indirizzo che ci ha dato Damon, no? E li sta scritto chiaro... andiamo...” disse deciso Axl spingendo la porta in vetro che dava sull’ingresso.

Nessuno badò a loro più di tanto. Erano abituati a vedere tipi simili.

“Hey tu!” Axl attirò l’attenzione di una ragazzina occhialuta che passava con una montagna di fogli e scartoffie tra le mani.

Li guardò spaurita “S... si?”

“Senti ci puoi dire dov’è l’ufficio di Brixx? O Niven, fa lo stesso”

“Oh... hem... i signori sono in riunione in questo momento, non possono essere disturbati”

“Ma per noi faranno un’eccezione bambolina, avanti... portaci da loro, ok?”

“Io non... non so se...”

“Andamo dai! Non abbiamo tempo da perdere!” ribattè brusco.

“Bhè... non vi ci accompagno... la sala è quella là sopra, andateci da soli, se riuscite ad entrare...”

“Ci basta, andiamo” Axl salì deciso la scalinata che portava al piano superiore, seguito dagli altri.

Slash si voltò indietro abbassando i Ray-Ban e dando un’occhiata al fondoschiena della ragazza che si stava allontanando di tutta fretta “mmm... 6 scarso...”

Una segretaria piuttosto attempata li bloccò lì davanti “Dove state andando! Sono in riunione li dentro, non potete entrare!”

“Spostati nonna...” le disse Slash con vocetta gentile strizzandole l’occhio.

“Ma...”

“Sloggia! Abbiamo da fare!”

Izzy fermò Axl trattenendolo per un spalla “Attento a quello che fai...”

“Fidati Stradlin” rispose lui con un sorrisetto.

“Siamo a posto...” Slash alzò gli occhi al cielo.

Axl spalancò la porta ed entrò nelle grande sala, seguito dagli altri. Tutti i presenti si voltarono.

C’erano Niven, Brixx e quattro ragazzi vestiti da rockers, un po’ glam forse, con delle facce conosciute.

“Oh Signor Niven! Glie l’ho detto che non potevano entrare, ma non mi hanno ascoltata!” si giustificò la donna.

“Non si preoccupi Betty, ci lasci... non si usa bussare?” chiese brusco.

“No” rispose Axl deciso guardandolo negli occhi con aria di sfida.

“E questi chi cazzo sono?! Non vedete che siamo occupati?!” sbottò un giovane platinato.

“Tu sei Neil vero?”

“Si” sorrise “Se non altro hai buon gusto se ci conosci”

“Veramente sembrate piuttosto ridicoli con tutto quel trucco...”

Il ragazzo si alzò in piedi “Scusa, che hai detto?!”

“Hai capito!”

“Ma chi cazzo sei? Fanculo, devi solo baciarmi il culo!”

“Lascia stare Vince” disse calmo uno degli ragazzi, un tipo molto alto e magro con i capelli neri e il viso pallido e scarno “scusa amico, ti spiace lasciarci finire la riunione e andartene a fanculo?”

“Vattene tu a fanculo, ho bisogno di quello stronzo!” urlò Axl indicando Niven.

Izzy lo tirò indietro per un braccio “Finiscila!” Axl si liberò dalla sua stretta.

“Ok, ragazzi calmatevi tutti quanti...” Brixx si alzò in piedi andando in mezzo a loro.

“Calmarmi un cazzo!”

“Senti Rose, non tirare troppo la corda!”

“Rose? E che cazzo di nome è?”

“Zitto T-Bone, non vedi che lo fai incazzare? Sai che paura!”

“Si Nikki, mi sto cagando sotto!” risero.

Sarebbe bastata mezza parola di troppo per far scatenare una rissa. Axl stringeva i pugni nervoso, pronto a menar mani, mentre Slash se la ghignava in un angolo. Gli piaceva come stavano tenendo testa ad Axl, anche se sapeva che se avessero continuato così sarebbe finita male.

“Hey basta! Se dovete prendervi a botte fatelo da un’altra parte! Fuori di qui voi, chiamerò il vostro manager per vedere se la proposta è fattibile, nel frattempo vedete di tenervi lontano dai guai!”

“Si... ci si vede!” Vince uscì squadrando i ragazzi dalla testa ai piedi, un ragazzo più silenzioso lo seguì, mentre Tommy e Nikki se la ridevano bellamente in faccia ad Axl, e se non fosse stato per Izzy che si mise di fronte al rosso, probabilmente sarebbe volato qualche pugno.

Appena rimasero soli nella stanza, Axl battè forte le mani sul tavolo dietro l quale era seduto Niven. “Non sono venuto fin qua per farmi prendere per il culo da voi!”

“Ecco, ci risiamo...” sussurrò Steven all’orecchio di Slash.

“Che cosa intendi giovanotto?!”

“Te lo dico io cosa intendo! Ci avete trascinato in quel cazzo di magazzino, stiamo li dentro a marcire da settimane e voi che fate?! State qui a bere champagne e a cazzeggiare con quei rotti in culo, senza muovere un dito per noi!”

“Non vi avevamo promesso nulla mi pare...”

“Ma non avete fatto nemmeno un cazzo!”

“Quello che Axl cerca di dire” intervenne Izzy “E che ci siamo scassati il cazzo di stare senza far niente... ci siamo trovati tutti un lavoro come avete detto, proviamo in continuazione aspettando una vostra chiamata... non credete sia arrivato il momento di fare qualcosa per noi? Abbiamo bisogno di suonare!”

“Il magazzino è stato attrezzato apposta”

“Abbiamo bisogno di pubblico!” urlò Axl “Di un pubblico vero, hai capito minchione?!”

Brixx scoppiò a ridere “Alan te l’avevo detto di non tirare troppo la corda con questi ragazzi, sapevo che sarebbero venuti a cercarti!”

“In realtà sì... me lo aspettavo proprio”

“Cosa volete dire? Sono stufo dei vostri giochetti!”

“Sedetevi” rispose calmo Niven facendo loro cenno di accomodarsi sulle belle poltrone in pelle attorno al tavolo “gradite qualcosa da mangiare?”

“No!” sbottò impaziente Axl.

“Si!!” dissero invece in coro tutti gli altri “Scusa Axl ma non abbiamo mangiato gran che ultimamente...” si giustificò Steven.

“Ok, ok... Betty” Niven chiamò la segretaria dal citofono della sala “Porta qui dei panini e delle bibite”

“Adesso si ragiona!” disse Slash contento.

“Allora, così vi siete stufati di stare in quel magazzino a provare”

“Esattamente”

Betty entrò portando un vassoio pieno di cibo e qualche bibita che posò al centro del tavolo e al quale i ragazzi diedero subito l’assalto.

“Non fate complimenti! Ma vedo che non c’è bisogno di dirvelo... veniamo al punto”

“Si, vefbanbgfimo al pfgbuntfo!” boffonchiò Slash con la bocca piena.

“Diciamo che Alan voleva testare la vostra buona volontà, per questo ancora non ci eravamo fatti vivi con voi”

“Cosa? Spiegati”

“Bhè... se vi foste adagiati li dentro senza nemmeno domandarvi che cosa avreste fatto nei prossimi giorni, perchè avremmo dovuto buttare tempo e soldi per voi?”

“Vuoi dire che... avete... aspettato apposta per vedere se fossimo venuti da voi... incazzati... a reclamare una cazzo di serata?!”

“Esattamente!” sorrise Alan soddisfatto “vedete, questo dimostra che volete davvero darvi da fare...”

“Siete due figli di puttana!”

“Axl!”

“No, no lascialo dire, ha ragione... siamo dei figli di puttana, esattamente come voi! Ve l’ho detto no? Nessuno vi da niente per niente, dovete dimostralo di meritarvi le nostre attenzioni! La Geffen è un’etichetta importante, devo giustificare i soldi che investo, e francamente non mi va di fare la figura dell’idiota buttando via soldi e tempo”

“Quindi?”

“Quindi... suonerete al Troubadour  martedì, e se la serata andrà bene avrete altre date molto presto”



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Capitolo 16
*** 16 ***


“Il Troubandour?!” esclamò Slash in credulo.

“Si, proprio quello. La gavetta vge la siete fatta a Seattle, non c’è bisogno che ripartiate da zero, e quel posto è un buon trampolino di lancio. Il pubblico deciderà se meritate o meno il nostro tempo”

“Ma quel posto è una bettola!”

“Zitto Steven! Ti ricordi cosa ha detto Day?! Tutti sono partiti da lì, anche i Doors hanno iniziato in quella bettola! Gli Aerosmith, i Kiss… devo continuare?! Voglio andare al Troubandour!”

“Calma ragazzo, non credere che sia così facile spiccare il volo solo perché avete una serata lì. Anzitutto non sarete pagati”

“Cosa!?!?”

“Almeno non per la prima serata. I proprietari non sganciano mai la prima volta, se riuscite a convincerlo che meritate un’altra serata, da lì in poi vedrete qualche dollaro”

“Almeno le birre ce le passano?”

“Il bere è gratis”

“Ottimo!”

“Bene, non avete molti giorni per prepararvi, quindi dateci dentro con le prove e statevene fuori dai guai… ho sentito che vi divertite parecchio ultimamente”

“Divertirsi… non esageriamo insomma, diciamo che ci teniamo impegnati”

Brixx rise “nessuno di noi ci ha più messo piede, eppure la fama della Hell’s House è nota a molti… nome carino per una casa”

“La polizia sa dei vostri festini” continuò Niven “non si arrischiano a venire perché hanno paura di prenderle, ma vi tengono d’occhio… per cui evitate cazzate. E finitela con quella merda che vi fate”

I ragazzi rimasero in silenzio. Sapevano tutto, le voci correvano in fretta in quella città “Bene ragazzi, per oggi è tutto… ci vediamo direttamente al locale, iniziate alle 9, siate puntuali”

Izzy si voltò verso Axl “Capito? Puntuali…”

“Io sono sempre puntuale!”

“Si, peccato che il tuo orologio personale gira sempre indietro rispetto a quello di tutti…”


Uscirono dalla stanza ridendo e scherzando, felici di avere finalmente l’occasione per suonare di nuovo su un palco con un pubblico vero. Un’occasione che per altro avrebbe segnato le loro vite, c’era in ballo molto quella sera. E non dovevano permettersi di buttare tutto al vento.

Duff si fermò sulla soglia, poi tornò dentro avvicinandosi un po’ titubante a Maxwell.

“Signor Brixx…”

“mmm… Duff! Ancora qui?”

“Si, hem… vorrei…”

“Se è per Amanda sta bene”

“Oh… si, ok, perfetto… grazie”

Fece per andarsene quando l’uomo lo bloccò “Aspetta. Senti, Mandy… non è stato facile per lei accettare tutto questo. Ti è molto affezionata, e anche se la cosa non mi piace… mi spiace vederla così”

“Poteva venire qui”

“Non l’avrebbe mai fatto. E’ troppo orgogliosa per accettare il mio aiuto. Vuole farcela da sola, e nessuno riuscirebbe a farle cambiare idea. Tutta  suo padre… e inoltre non credo che la tua vicinanza sia positiva per lei”

“Che cazzo…”

“Non fraintendere Duff, non è una cosa personale. Ma io sono come un padre per lei, e come tale voglio solo il suo bene. E tu non lo saresti… non fare quella faccia, e non incazzarti, sai che ho ragione, per parecchi motivi. E il primo lo sai anche tu”

Duff ingoiò un amaro boccone. Era evidente che Brixx sapeva cosa era successo tra di loro. E questo gli dava la conferma che Mandy non stava affatto bene se si era confidata con lui “Ok, bene…” si voltò stringendo i pugni, camminando veloce verso la porta.

“Duff” lo fermò di nuovo “Se Mandy dovesse venire qui a trovarmi, per qualche giorno, io non mi metterò tra voi se volete frequentarvi… stacci solo attento, perché se dovessi farle del male, o se dovesse succederle qualcosa per colpa tua… sei fottuto McKagan. Ci vediamo al Troubandour” concluse con un sorriso che non nascondeva nessuna ostilità.

Maxwell aveva parlato con cuore sincero, era preoccupato per quella che per lui era come una figlia, e Duff non poteva dargli torto.
Raggiunse gli altri rimasti in corridoio ad infastidire le ragazze che passavano lì attorno.

“Hey! Che fine hai fatto, ti stavamo aspettando!”

“Tutto ok, andiamo”

Slash si avvicinò al biondo mettendogli un braccio attorno alle spalle “Che ti ha detto?”

“Chi?”

“Brixx! E’ con lui che hai parlato no? Gli hai chiesto di Mandy?”

“Si… sta bene, è tutto ok”

“Come no! E lo dici con quella faccia?! Ah man…” scosse la testa.
 

Uscirono fuori dall’edificio, ancora esaltati per la bella notizia ricevuta. Fuori a fumare appoggiati alla parete, ritrovarono quei ragazzi che avevano  interrotto  nella sala riunioni poco prima. Axl e Vince si scambiarono un’occhiata di fuoco, mentre lo spilungone con i capelli neri, Nikki, e il suo amico Tommy, elargirono grandi sorrisi, forse un po’ per scherno, o forse perché in fondo, quei cinque ragazzi un po’ sbroccati, avevano suscitato la loro simpatia.


“Allora che si fa ragazzi? Io propongo di festeggiare… saliamo sul Nightrain Express, ci sniffiamo un po’ di neve, scopiamo come degli animali… vi piace il programma?!”

“Slash, non abbiamo un dollaro, ci toccherà anche saltare la cena… e poi da domani ci dobbiamo mettere sotto”

“Sissignore!” fece il riccio scocciato rispondendo ad Axl col saluto militare.

“E smettila di fare l’idiota! Dico sul serio!”

“Izzy, almeno un po’ di erba ce l’hai?”

“Quella non manca mai”

“Ottimo!”

“Io ho fame…” si lamentò Steven.

“Oh bhè, per quello non ci sono problemi, almeno credo… fatemi solo fare una telefonata! Avete spiccioli?”

“No…”

“Eddai, ne va della vostra cena!”

I ragazzi si frugarono nelle tasche tirando fuori delle monetine che messe assieme non facevano nemmeno un dollaro. Slash li prese e se ne andò in una cabina telefonica.

“Pronto?”

“Renèe! Ciao, sono Slash”

“Slash! Ma che fine hai fatto, non ti fai vivo da giorni!”

“Scusa piccola, scusa davvero… è che siamo stati un po’ presi, sai… abbiamo una serata al Troubandour!”

“Ma è fantastico!”

“Si infatti, hem… senti, pensavo… sei a casa? Si per forza, sei al telefono… che ne dici se venissi a trovarti?”

“Ma certo Slash, ho voglia di vederti…”

Il ragazzo sorrise compiaciuto “Bene, anche io… però… ti scoccia se venissero anche gli altri cazzoni? Sai, dopo dicono che li trascuro, si sentono  soli e cose così, per cui…”

“Slash, se volete venire a cena da me bastava dirlo! Mi fa piacere! Vi aspetto”

“Oh… ok, perfetto, sei un tesoro!”

“Bhè lo sai che dopo dovrei ricambiare il favore…”

“Oh si, non vedo l’ora honey! A tra poco!”

Chiuse il ricevitore e uscì trionfante alzando le mani all’aria “Stasera avrete la vostra cena! E per l’ennesima volta dite grazie al grande Slash!”

“Ma vaffanculo!” risposero in coro.

“Che stronzi…”

“Dove si va?”

“Da Renèe”

“Oh fantastico, la tua bella ci invita a cena?!”

“Si Axl e vedi di non fare lo stronzo, comportati bene e tieni a posto l’uccello!” Axl alzò le mani in segno di resa.

“Ma io veramente…”

“Che c’è Adler?”

“Bhè… è un problema se viene anche Adry? Insomma… le avevo detto che ci saremmo visti, e…”

“No, no che problema! Oh Adry si, certo che può venire, eccome!”

“Slash fanculo! Piantala di fare l’idiota!” rispose Steven davanti all’eloquente gesto che il riccio aveva sfoderato.
 

Tempo dopo erano tutti sotto casa di Renèe. Erano passati a prendere Adriana, la ragazza indossava un semplice paio di jeans, delle All Stars e una felpa, era bella, fresca, così diversa dalla provocante ragazza che si era presentata loro in quel locale. Steven le stava attaccato sfoggiando i suoi migliori modi da bravo ragazzo, e lei non sembrava disdegnare le sue attenzioni.

Salirono nel piccolo appartamento, Renèe aveva sistemato a terra dei cuscini in circolo, e al centro un tavolo basso apparecchiato alla buona.

“Scusate, tutti sul tavolo non ci stiamo, e poi non ho abbastanza sedie”

“Non preoccuparti bellezza, va bene così” Slash la strinse a sé baciandola, passando direttamente le mani sul suo fondoschiena.

“Hey!”

“Colpa tua, mi fai venire voglia” disse sistemandosi poco finemente l'amico di sotto.

“Dopo stallone, o la cena si fredda”

“Ah Renèe” le disse Steven “lei è Adriana”

“Ciao!”

“Ciao! Io sono Renèe” le due si strinsero la mano sorridendo amichevolmente.

Si sedettero tutti a terra, e la ragazza portò in tavola una pentola piena di spaghetti.

“Li hai fatti tu?”

“Si bhè, non sono una gran cuoca, perciò… spaghetti in scatola, mi sono limitata alle istruzioni”

“mmm… soofno oftifmi!” farfugliò Steven a bocca piena.

“Fai schifo!”

“Foftiti Slashf!”

“Hey man, sei pensieroso” Axl si era accorto dello stato d’animo in cui Duff si era rinchiuso da quando aveva lasciato la Geffen “qualcosa non va?”

”No niente” sorrise al rosso “è tutto ok”

“Sul serio? Sei contento per la serata? Che ne dici? Domani ci studiamo la scaletta, ho anche in mente qualcosa di nuovo, vorrei fartelo sentire”

“Ok, perfetto” Duff rispose al sorriso dell’amico.

Perché dopotutto era pur sempre quello, un amico. E come lui era ben felice che le cose stessero finalmente prendendo la piega giusta, anche se ora tutto dipendeva da loro.


Finita la cena Renèe aveva sparecchiato infilandosi in cucina per lavare le stoviglie. Gli altri erano rimasti in salotto e stavano bevendo delle birre ridendo delle battute di un Duff alticcio. Non che facessero ridere sul serio, anzi, erano piuttosto pietose. Ma erano tutti su di giri, e inoltre nessuno di loro aveva mai avuto il coraggio di fargli notare quanto non fosse proprio capace di tirar fuori delle barzellette decenti.
Slash si alzò e raggiunse Renèe in cucina. Le afferrò i fianchi da dietro, appoggiando le natiche della ragazza al suo bacino.

“Hey! Vuoi darmi una mano?”

“Si… ma dove dico io!

La ragazza rise “torna con gli altri, appena finisco qui vi raggiungo”

“Oh no cazzo, un’altra di quelle storie e mi viene mal di pancia!”

“Crede davvero che siano divertenti?”

“Si… ma ti prego non dirgli che fanno schifo, nessuno di noi osa farlo… credo ci rimarrebbe davvero male!”

“Bhè, io lo trovo carino… è tenero!”

“Ma per favore! Io sono carino e tenero!”

Renèe si voltò trovandosi a pochi centimetri dal suo volto. Lo baciò sulle labbra morbide staccandosi quasi subito e sorridendo maliziosa. Slash la prese in braccio facendola stendere sul tavolo dietro di loro, prendendo a baciarla bramosamente, passando le mani sul suo corpo, sotto i vestiti. Renèe rispose e si allacciò a lui, levandogli la maglia, accarezzando il torace muscoloso e inarcandosi per sentire meglio il contatto col suo bacino, ormai chiaramente eccitato. Non si preoccuparono nemmeno che nella stanza a fianco ci fossero gli altri. In pochi istanti fu dentro di lei, spingendo dolcemente, poi più forte e deciso.


“Hey Renèe vuoi…” Adry era apparsa sulla soglia in quel momento, e nel vedere la scena sorrise abbassando il tono di voce per non farsi sentire “una mano… mmm… vedo che ci ha già pensato qualcun’altro…” ridacchiò tornando dagli altri.

“Che fine ha fatto Slash?” domandò Duff “Ho ancora una storia da raccontarvi!”

“Hem… no no Duff, tienila per rallegrarci un’altra serata eh?” rispose Steven.

“Già amico, un’altra delle tue storie e mi piscio addosso dal ridere!” disse Izzy con un fare visibilmente sarcastico, che però il biondo non afferrò.

“Oh… ok…”

“Credo che Slash sia impegnato… mmm… faremo senza di lui!” disse Adriana tornando.

“Impegnato a fare che?”

“Axl… è…” in quel momento dalla cucina sentirono rumori inequivocabili, tra gemiti, urletti e sospiri affannati “bhè, avete capito!”

“La prossima volta aiuto io Renèe con piatti!” concluse Steven ridacchiando.

“Oh ma non c’è bisogno…” Adry si sedette in braccio al ragazzo, muovendosi sul suo bacino provocante, senza troppi complimenti, scatenando le voglie di lui e un sorrisone luminoso che lasciava intendere quando avesse gradito la cosa.

“Hey, non qui per favore, Adry fai ancora una cosa del genere davanti a noi, e dovrai accontentarci tutti!” disse Axl ridendo, la ragazza rise, mentre Steven alzò il medio.

Poi Adry lo prese per mano conducendolo verso la camera da letto “Dici che Renèe si offende se le rubiamo la camera?”

“Naaaaaa!”
 

“Bene siamo rimasti solo noi tre cazzoni…” Izzy tirò fuori dell’erba facendo su un paio di canne “meglio che niente…” ne passò una a Duff e una ad Axl.

“Se volete…” fece il biondo.

Axl e Izzy si guardarono vagamente terrorizzati, non avrebbero retto un’altra di quelle non troppo divertenti storielle “Hem… devo andare in bagno!”

“Vengo anche io!”

Duff rimase seduto a terra, con la sua canna in mano, a guardare Axl che si chiudeva in bagno, seguito da Izzy.

“Ma che sono diventati froci quei due?! In effetti mi ha sempre preoccupato la loro amicizia… bhà…” tirò una lunga boccata lasciando cadere il capo all’indietro.

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Capitolo 17
*** 17 ***


I giorni che li separavano dal concerto al Troubadour passarono velocissimi. Erano impegnati a provare, perfezionare i pezzi nuovi, e riuscirono anche a buttare giù un altro paio di canzoni. Erano così impegnati e concentrati sulla musica, che droga, vizi, e tutto la follia dei giorni passati sembrava essersi dissolta nel nulla. Certo bevevano, e qualche sniffata se la facevano, ma non avevano più il tempo e nemmeno il pensiero di mettersi a bighellonare stordendosi a tal punto da non reggersi nemmeno in piedi. Avevano da fare... e questo li teneva lontano dai guai. E in quell’atmosfera di gruppo serena e produttiva, i ragazzi sembravano aver ritrovato la giusta vena di creatività e la voglia di mettersi in pista. Sapevano quanto fosse importante quella serata, da lì tutti i loro sforzi sarebbero stati premiati. Ora le cose si sarebbero messe in marcia sul serio.

Spesso rimanevano ore intere chiusi nel magazzino a provare e riprovare i pezzi, Axl pretendeva la perfezione. Era sempre stato così con lui, non si accontentava di una cosa decente... voleva ed esigeva il massimo, a costo spesso di risultare pesante e maniacale. Spesso veniva quasi odiato per questo. Solo Izzy pareva capirlo sul serio. Gli altri erano sempre portati all’esasperazione, e spesso ciò sfociava in liti che seppur passeggere, creavano parecchio nervosismo. Ma Axl era fatto così... e bisognava accettarlo per quello che era. In fondo dovevano molto al suo talento e a questo suo forse eccessivo perfezionismo.

“Riproviamo”

“E basta cazzo, meglio di così che pretendi?!” si lamentò un sudatissimo Slash dopo la richiesta di Axl, l’ennesima in quelle ultime ore.

“E’ un pezzo nuovo, e non è ancora perfetto! Voglio suonarlo stasera ok? E deve essere come dico io! Quel riff è troppo lento, lo voglio più veloce, più... cattivo!”

“Lo vuoi più cattivo eh? Ma cazzo guarda questo... sono stanco morto e ho bisogno di una doccia! Per non parlare del mio stomaco, ho fame!”

“Mangeremo dopo, avanti, riattacca Duff...”

Il biondò attaccò con la sua linea di basso, seguito immediatamente da tutti gli altri. Gli piaceva quel pezzo, in fondo era nato da una sua idea, e il fatto che Axl aveva approvato e voleva portarlo al top per suonarlo dal vivo quella sera, era per lui una gran soddisfazione. Di solito erano Axl e Izzy a scrivere i pezzi... ma insomma, anche lui se la cavava, e che questo fosse riconosciuto dagli altri era buona cosa.

“It's so easy, easy when everybody's tryin' to please me, baby” cantava Axl sicuro ondeggiando come suo solito, mentre Duff e Izzy gli stavano dietro con i cori.

Al termine della canzone Slash si sdraiò a terra allargando le braccia, senza nemmeno disturbarsi a levarsi la chitarra di dosso “Sono mor-to...”

“Vedi di risorgere per stasera, ci servi in buona forma...” osservò Izzy picchiettandogli il fianco con la punta dello stivale.

“Bè, io ho fame!” esclamò Steven saltando fuori dalla sua batteria e agguantando un pacchetto di pattine mezzo vuoto lasciato sul pavimento.

“Si... non è che ci rimanga molto, tempo... sono già le otto! Cazzo!” Duff si levò il basso correndo in bagno “PRIMA IO!” urlò, mentre ancora gli altri si guardavano cercando di connettere quello che l’amico aveva detto...

“Le... otto?!?! Oh merda! Iniziamo tra un’ora!” Slash si tirò in piedi correndo al bagno. La porta era chiusa “Eddai Duff cazzo muoviti!!!” urlò battendo il pugno sopra la porta “Devo pisciareeeee!”

“Aspetta il tuo turno!” gli rispose pertanto Duff da dentro.

“Oh cazzo, arriveremo tardi, ci faranno un culo quadrato e tutto andrà in malora! Merda merda!”

“Steven ti vuoi calmare? Non dobbiamo certo infighettarci per l’occasione!” lo tranquillizzò Axl “Infilatevi qualcosa e andiamo”

“Si, e con cosa trasportiamo il tutto?!”

“Day dovrebbe essere già qui!”

“Spero non se ne sa dimenticato”

“Stavate parlando di me?!” chiese un sorridente Day entrando nel magazzino “Pensavate che il vecchio Damon si fosse dimenticato eh?!”

“Si, effettivamente l’idea mi ha sfiorato...”

“Andiamo Izzy, ti pare?! Forza ragazzi, datemi una mano a caricare”

Izzy seguì Day fuori, aiutandolo a caricare gli strumenti sul suo furgone. In breve furono tutti pronti, anche perchè non c’era molto di che prepararsi... per lo più infilarono qualche abito a caso, condito da qualche accessorio, Izzy con l’immancabile coppola e un vasto assortimento di collanine attorno al collo, Axl la sua fedele bandana rossa, Steven il gilet in pelle che lasciava i peli del petto liberi di fuoriuscire, Duff si assicurò di avere al collo il suo amatissimo lucchetto... e Slash si presentò con in testa uno strano cilindro nero contornato da una cintura in metallo.

“E quello che cazzo è?!”

“Zitto Popcorn, non capisci l’arte!”

“No davvero Slash, che roba ti sei messo in testa?!”

“Duff, tu hai quel cazzo di lucchetto?!”

“Lascia stare il mio lucchetto, Sid è un grande!!!”

“Bè, io d’ora in poi avrò... questo!”

“Ma... stai scherzando? Cos’è una specie di... cappello da mago... e poi dove diavolo l’hai preso?!” chiese Izzy mentre Axl scoppiava a ridere.

“Non ridere, sarà il mio simbolo! Ognuno deve farsi riconoscere per qualcosa no? Bè, io ho un cilindro, e allora?! Mi tiene giù i capelli e mi copre la faccia... suono meglio se non sono costretto a guardare continuamente la gente giù dal palco”

“Ripeto... dove cazzo l’hai preso?”

“Hem... in un negozio, che domande...”

“Si... e quanto l’hai pagato? No perchè non mi pare che siamo in vena di spendere, no?!”

“Veramente... bè, diciamo che... è un prestito! Quando avrò i soldi tornerò in quel negozio e lo pagherò...”

“L’hai rubato!”

“Rubato, che parolone...”

“Il solito cleptomane del cazzo tu e le tue bravate! Se ti fai beccare siamo fottuti! Non abbiamo i soldi per pagarti la cauzione, e a quanto pare la maggior parte della polizia locale qui non vede l’ora di sbatterci dentro con la prima scusa plausibile!”

“Quante menate... mi hanno beccato? NO! Corro troppo veloce io...”

“E quella roba attorno che cosa sarebbe?”

“Una cintura... non mi stava e così... insomma l’ho personalizzato”

“Fregata anche quella?”

“Ovvio”

“Che coglione!”

“Tutta invidia! Allora, muoviamo il culo?!”


Arrivarono al locale quando già una piccola folla era radunata fuori in attesa di entrare. Scesero e scaricarono gli strumenti come potevano, in quel posto non c’era nemmeno un ingresso sul retro più comodo per accedere al palco.

Molti dei ragazzi fuori guardavano perplessi le locandine mormorando dubbi “Guns n’ Roses? E chi cazzo sono?!” che scatenarono un po’ l’ira di Axl, fortunatamente trattenuta da Izzy.

“Smettila, non facciamoci riconoscere!”

“Ha detto ‘chi cazzo sono’!” sbraitò Axl indicando una ragazzo poco distante da loro.

“Certo! Cosa pretendevi, petali di rosa e applausi?! Muoviti...” rispose Izzy prendendolo per la manica del giubbotto e trascinandolo dentro.


L’interno era un vero schifo... c’era un’umidità pazzesca e il palco era rotto in più punti. Bisognava stare attenti a non inciampare nelle assi di legno, o a non scivolare sulle pozze d’acqua che si erano formate dopo che la pioggia dei giorni scorsi era penetrata dalle travi di legno sconnesse del soffitto. C’era anche qualche scarafaggio qua e là, cosa che Slash non gradì affatto.

“Oddioo!! Mi si stanno arrampicando addosso!!!” urlò avvinghiandosi ad un divertito Duff.

“Grande e grosso e hai paura di qualche blatta?! Ma levati!”

“No... eddai Duff, non lasciarmi solo con sti cosi!”

“Ma mollami! I serpenti si e poi sbraiti come una checca per questi?! Oh guarda là” disse indicando giù dal palco “c’è Renèe!” alzò la mano per salutare la ragazza, che vedendoli, si arrampicò sul palco per raggiungerli.

“Hey! Ciao!”

“Renèe! Oh Renèe... non puoi stare qui, è pieno di bestie immonde!” Slash la prese a braccetto trascinandola giù.

“Ma cosa... Slash! Lasciami dai! Sono solo animaletti!”

“No, fanno schifo, sono pericolosi! Portano malattie, non lo sai? E poi si nutrono di carne umana! Scendi da qua, non voglio averti sulla coscienza piccola...”

“Ok, ok, stai calmo!” rise.

Non appena furono giù si voltò aggrappandosi alle spalle del riccio, per poi attaccarsi alle sue morbide labbra “In bocca al lupo” gli sussurrò all’orecchio.

“Crepi... dopo il concerto... ci vediamo, vero?”

“Certo...”

“Heeeeeeeey!” Axl si intromise tra loro abbracciando Slash per il collo “Scusate piccioncini l’interruzione, ma Slash, devi riportare il tuo culo sul palco, tocca a noi!”

“Ma non abbiamo fatto nemmeno un sound-check!

“Ti pare il luogo adatto? E’ già buona se riusciamo a suonare senza essere divorati dagli scarafaggi!”

“Visto?! Lo sapevo... si nutrono di carne umana vero!?” disse aggrappandosi alla maglia di Axl che se la rideva divertito.

“Cacasotto! Andiamo va... a dopo Renèe!”

“Ciao!”

“Guarda, ci sono Niven e Brix” Axl alzò una mano in direzione dei due in segno di saluto.


Niven sorrise “Sono pronto per godermi lo spettacolo” disse al collega prendendo posto al loro tavolo riservato.

“Speriamo solo di non aver fatto un buco nell’acqua”

“Naaaa... se non altro ci sarà da divertirsi... e vuoi sapere di più? Ho già messo giù un contratto... è lì pronto sulla mia scrivania, aspetta solo un valido motivo per essere firmato”

“David non te lo farà passare così facilmente”

“Si convincerà da solo, aspetta ancora qualche concerto, quando inizieranno a conoscerli e la folla sarà ben calda, lo trascinerò fin qui, così potrà vedere con i suoi occhi cosa intendo quando dico che questi ragazzi hanno la stoffa per diventare ei nuovi Rolling Stones”


Da dietro il palco i ragazzi si stavano preparando per lo show. Un sorso di Jack, una sniffatina di polvere... un’accordata a gli strumenti e via...
Axl era seduto a terra in una posizione contorta, con gli occhi chiusi.

“Oh... non sapevo facessi voga!” disse Slash scuotendolo.

Axl aprì un occhio guardandolo di traverso, un po’ infastidito per quella interruzione “Che?”

“Si quelle robe che fanno in quei paesi orientali... sai per rilassarsi e cose così”

“Yoga Slash, si chiama yoga!”

“Quello che è!”

“E comunque mi stavo solo concentrando”

Izzy gli passò una bottiglia di vodka “Con questa ti concentri meglio, e poi rinvigorisci l’ugola”

“Grazie” rispose all’amico bevendo un generoso sorso.

“Ciao ragazzi!” squittì una vocetta allegra.

“Adry!” Steven si precipitò dalla ragazza abbracciandola “Sei venuta a goderti lo spettacolo? Cioè me...”

“Ma vaffanculo Adler, Adry è venuta per vedere il sottoscritto!” scimmiottò Slash avvicinandosi a lei con un sorrisone stampato in viso.

Duff gli mise una mano sulla spalla tirandolo indietro “Non per rovinare le tue fantasie, ma Renèe sarà giù a guardarti... fossi in te non la farei incazzare”

“Oh giusto giusto...”

“Ragazzi ho una sorpresa per voi!”

“Tu dovresti avere delle sorprese solo per me!” si lagnò Steven.

“Non essere egoista Popcorn! Avanti Adry, che sorpresa?!” domandò Axl curioso.

“Ok... tenetevi pronti...” la ragazza si tolse il leggero soprabito che le arrivava alla ginocchia “TADAAAAAAAAAAN!!!”

I ragazzi strabuzzarono gli occhi a quella visione... Adry indossava un microslip nero con una cintura di pelle alla vita e un top di pizzo che le copriva a mala pena il seno... completava il tutto un paio di decoltè nere con tacco a spillo. Era una bomba... Slash si ravanò le parti basse con noncuranza rimanendo a fissare voglioso tutto quel ben di Dio...

Steven afferrò il soprabito abbandonato a terra gettandoglielo addosso “Sei impazzita?! No dico, ma che ti salta in mente?!”

“Che ho fatto scusa?!”

“Sei venuta qui... così! E’ come se un topo andasse di sua spontanea volontà nella tana del serpente! Bisogna essere scemi! Insomma, questi ti saltano addosso... hey! Solo io posso saltrati addosso, ok? Almeno lasciatemi l’esclusiva per un po’!”

“Steven! Io non sono l’esclusiva di nessuno!”

“Sentito Adler?!” disse Slash avvicinandosi.

“Tieni i tuo aggeggi lontano Slash, ti ho già avvertito!”

“Steven , ma che hai capito! Non sono venuta per spassarmela con voi, o cose del genere!”

“A no?” fece Duff con un faccino un po’ deluso.

“No!”

“E allora scusa, perchè ti sei presentata qui praticamente... nuda!”

La ragazza alzò gli occhi al cielo “Volevo solo aiutarvi visto che è il vostro primo concerto qui!”

“Così però non ci aiuti Adry, ce la servi su un vassoio d’argento e poi ritiri l’offerta!”

“Axl... non hai capito! Ho avuto un’idea ok? Pensavo... di rendere il vostro show speciale! Qualcosa che insomma, non vi faccia passare inosservati”

“Noi non passiamo inosservati!”

“Certo non dopo che Slash sfoggerà quell’assurdo cappello!” per tutta risposta Axl ricevette un bel dito alzato in faccia dal riccio.

“Bhè voi lasciate fare a me ok? Ora andate, sono già le nove!”

“Forza ragazzi tocca a noi!” disse Axl incamminandosi verso l’uscita sul palco.

“Oh cazzo... cazzo...” Slash si infilò la tracolla agitandosi e accendendosi una sigaretta “Merda! L’introduzione di Sweet Child... ho sempre paura di cannarla! Io non so suonare!”

Duff e Izzy si scambiarono un’occhiata perplessa “Che gli hai dato Izzy?”

“Io? Niente! E’ scemo di suo...”

“Non so suonare... devo fare in modo che nessuno se ne accorga, merda!”

“Un po’ tardi per accorgersi che io sono decisamente più bravo di te... comunque si, tu non sai suonare”

“Fottitti Izzy, sono il Do della chitarra io!”

“E allora muovi il culo... ‘Dio della chitarra’” disse rifacendogli il verso e spingendolo oltre il palco.

Steven diede un bacio ad Adrianna sfiorandole senza troppo pudere il seno, e seguì gli altri sullo stage.



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Sia loooooooooode!!! Ragazze non ci posso credere ce l'ho fatta! Oh bhè, scusate l'eccessivo ritardo... ero abituata a postare un capitolo al gg ma ora mi risulta difficile mantenere questo ritmo! Per cui chiedo venia per il ritardo con cui posto i capitoli, spero che non vi annoiate e che continuiate a leggere, vi chiedo JUST A LITTLE PATIENCE!!!
Bacioni a tutte!!!
Lau

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Capitolo 18
*** 18 ***


I ragazzi uscirono sul palco. Al che la folla che fino ad un momento prima parlava a gran voce cercando di sovrastare la musica di sottofondo messa da un pessimo dj, zittì di colpo, guardando lo strano quintetto salito sul palco con un misto di curiosità e diffidenza.

"Merda... iniziamo bene..." sussurrò Slash infilandosi la tracolla e calcandosi ancora di più in testa il suo nuovo copricapo.

Izzy si accese una sigaretta. Axl impugnò il microfono camminando avanti e indietro mentre scrutava la gente sotto di lui "Bhè che avete cazzoni, vi siete mangiati la lingua?!" a questa affermazione un brusio si sollevò, qualcuno rise, qualcuno lo mandò a fanculo "Noi siamo i fottuti Guns n’ Roses e voi il nostro fottuto pubblico per stasera, quindi non fate quelle facce da cazzo guardandoci come se fossimo degli gli alieni, anche se immagino che trovarvi davanti un pazzo del genere con una tuba calata sulla testa possa sembrare piuttosto strano... ma che vi piaccia o no, siamo così, e visto che nemmeno ci pagano per questa serata, muovete il culo e fate sentire che questo fottutissimo rock n’ roll vi piace! E cercate di memorizzare bene le vostre facce, perchè sentirete presto parlare di noi, e allora potrete dire 'Ah si certo! io gli ho visti questi stronzi!' ...Bhè buonasera Troubadour, questa è It's so easy!"

Attaccarono il pezzo, e dopo  primi attimi di sgomento e perplessità, il pubblico iniziò ad apprezzare quelle note rudi e la sfaccettata voce di Axl, alta o bassa, acuta e graffiante. Iniziarono a muoversi a tempo, saltando, canticchiando quei motivetti che con la loro semplicità ti entravano in testa. Proseguirono con qualche pezzo, poi d'un tratto su Rocket Queen, Adry fece il suo ingresso sul palco a gran sorpresa. Con indosso gli abiti succinti che aveva mostrato ai ragazzi poco prima, iniziò a muoversi sensualmente in mezzo a loro, tra le urla di approvazione della folla.

"Ma che cazz..." Steven picchiò la batteria più forte del solito. La visione era ottima, peccato che da a li dietro, stipato com'era contro il muro, lui era l'unico che la ragazza non riuscisse a raggiungere... passava da Axl a Duff, poi a Slash e a Izzy, strusciandosi su di loro, seducente e sexi... sgambettando a ritmo, giocando con gli strumenti e riuscendo a catturare ancora di più l'attenzione del pubblico. Slash ghignava da sotto i ricci, ogni tanto si voltava verso Steven lanciandogli degli ambigui sorrisini idioti.

"VAFFANCULO!" lesse chiaro dal labiale del batterista.

Al termine della canzone, si levò un fragoroso applauso, ingigantito da urla e fischi nonchè complimenti di ogni tipo per  Adry. Che rideva divertita.

"Bella sorpresa! Era questo che avevi in mente?" sussurrò Axl alla ragazza prendendola per il fianco.

"Si! Bhè, se non altro non si dimenticheranno di voi!"

"E nemmeno di te piccola..." prese il microfono "Un applauso per Adry, la nostra Rocket Queen!"

La ragazza salutò sorridente, per poi baciare Axl sulla guancia e uscire dal retro, dove Steven scivolò veloce per bloccarla al volo "Hey! Ma sei impazzita?!"

"Andiamo Steve è stato divertente!"

"Per te forse, e per gli altri idioti li fuori! Ma io?! A me nemmeno un bacio! E pensare che stai con me!"

"E da quando scusa? E poi li dietro non riuscivo proprio ad entrarci! Rimediamo..." si avvicinò al suo corpo provocante afferrandogli il viso tra le mani e leccandogli delicatamente le labbra...

"Ecco, così va meglio..."

"Muovi il culo Adler! Non abbiamo ancor finito!" gli urlò Duff spuntando dalla parete "ah hem... si scusate l'interruzione!"

"Arrivo... a dopo, il discorso è solo rimandato!"

Steven tornò sul palco, e attaccarono Welcome to the jungle, pezzo su cui il pubblico andò in delirio.



Niven rise soddisfatto mentre beveva tutto d'un fiato l'ultimo bicchiere di scotch.

"Che te ne pare?" domandò Brixx "anche qui se la sono cavata... la trovata della ragazza poi..."

"Bene bene, si davvero una bella pensata... amico mio, è gunta l'ora per me di andare" disse alzandosi, battendo un pacca sulla spalla di Maxwell.

"Di già?! Il concerto è appena iniziato, non sei convinto forse?"

"Convinto? Max, non ho bisogno di essere convinto, lo ero già... non c'è bisogno che assista a tutto lo spettacolo per capire che questi ragazzi sfonderanno... hanno la stoffa delle rock star, guardali... sporchi, maledetti, sballati, incazzati e quant'altro.. sono grezzi, e suonano con il cuore... ho fatto centro anche stavolta, e il caro signor Geffen me ne renderà atto! Ti saluto Maxwell"

Brixx sorrise. Alan era sempre lo stesso... aveva un ottimo fiuto per gli affari, sapeva riconoscere il vero talento... ed era certo che avrebbe guidato quei ragazzi nel miglior modo possibile.



Faceva molto caldo li dentro, ed erano ormai rimasti tutti a petto nudo... lo spettacolo era quasi finito, ancora un paio di canzoni e la serata si sarebbe conclusa. Slash durante Nightrain, si lanciò improvvisamente il mezzo al pubblico, era alticcio e non ci pensò più di tanto... peccato che per quanto avessero intrattenuto in maniera egregia il pubblico, questo ancora non era pronto per una cosa del genere, trovarsi addosso un ragazzone completamente fradicio di cui a mala pena ricordavano il buffo nome, ancora non era una cosa per loro... così il riccio cadde a terra rovinosamente, tra le risate generali, soprattutto quelle dei sui compagni.

"Hey hey, aiutate il nostro chitarrista, cazzo, ne abbiamo bisogno! Slash coglione!" rise Axl al microfono.

Il riccio si arrampicò sul palco con non poca fatica borbottando qualcosa, poi barcollando prese la paola "Siete proprio dei fottuti stronzi!" urlò sempre ridendo.

Dal fondo della sala in un tavolo appartato c'era anche qualcun'altro che li osservava... Axl lo vide, i lunghi capelli biondi e ossigenti e l'aria di sfida che gli aveva letto sul viso quando si erano incontrati pochi giorni prima alla Geffen. Vince Neil non era certo un tipo mite e amichevole, soprattutto quando si trattava di possibile concorrenza. Era venuto con i suoi compagni un po' per curiosità, un po' per sfida... per vedere chi fossero questi Guns n' Roses... gli altri ragazzi, Nikki, Tommy e Mick, al tavolo ridevano, bevevano e tutto sommato sembravano godersi lo spettacolo. Vince invece non aveva battuto ciglio per tutto il tempo. Se ne stava con le braccia incrociate a sorseggiare Jack e a fissare assorto il palco, talvolta lanciando ad Axl degli sguardi taglienti. Appena finito lo show si alzarono e lasciarono il locale.



“I Motley! Avete visto cazzo! Sono venuti a vederci!” urlò Steven.

“Si si... che si fottano” commentò Axl.

“Slash che cazzo ti è venuto in mente?! Potevi romperti l’osso del collo!”

“E io che cazzo ne sapevo che quegli stronzi avrebbero fatto il mar rosso! Pensavo mi prendessero! Faceva molto fico...”

“Idiota!”

"Hey! Che cazzo..."

“Slash!" Renèe lo raggiunse correndo gettandogli le braccia al collo "accidenti a te, sei pazzo forse?! Ti sei fatto male??" domandò prendendogli tra le mani il viso sudato.

"Oh no no... bhè ecco però si un po' qui... se mi dai un bacetto passa!" rispose lui indicandosi le labbra che erano inarcate in un sorrisetto malizioso.

"Adrianna!" Steven intravide la ragazza che veniva verso di loro sorridente e la raggiuse subito, prendendola per un braccio "Io e te abbiamo un discorso in sospeso!"

“Hey Adler, non tenertela in esclusiva dai! Adry sei stata fantastica!" urlò Duff.

"Una vera bomba!" rincarò Axl.

"Grazie ragazzi!"

"Si solo... la prossima volta non... non ti strusciare troppo su di me... scusa niente di personale, ma non riesco a concentrarmi"

“Oh ok!"

“Scusalo, Izzy non riesce a fare due cose contemporaneamente!"

"Fotttiti Axl"

"Bhè fottetevi tutti ok? Guardare ma non toccare... andiamo Adry"

"Ve ne andate?!"

"Io e la signorina abbiamo un discorso in sospeso, se non vi dispiace"

“Oh no Steven solo lasciacene un po'... OH!!!" una lattina di birra passò rasente alla testa di Slash "Che cazzo, sei diventato scemo?! Ho già rischiato di ammazzarmi prima!"

"Allora tieni a freno la bocca!"

In quel monento Brixx entrò applaudendo "Ragazzi, i miei complimenti..."

"Hey Max!"

"Ho buone notizie per voi... il pubblico ha gradito, davvero uno show... interessante..." disse voltando lo sguardo su Adry "ad ogni modo, il proprietario è rimasto piuttosto soddisfatto, e vi concede uno show a settimana qui al Troubadour"

"Cosa?! Vuoi dire... un serata fissa?!"

"Si, tutti i lunedì"

"Ma i lunedì non se li caga nessuno!"

"Prendere o lasciare... e se il gruppo ne vale... la gente arriva anche di lunedì... che ne dite?"

"Prendiamo! Io ci sto... Axl?"

"Si Slash cazzo.. ci stiamo!"

"Bene! La paga sarà di 250 dollari a serata, ovviamente se fate danni si scalano dal conto"

"E con la Geffen?"

"E' ancora presto per parlare di contratti... ma Alan ha occhio, e con voi è convinto di aver fatto centro... dategli fiducia e presto non avrete di che ringraziarlo"

"Si certo... nel frattempo facciamo la fame..."

"Questa serata era gratis, lo sapevate no? Lunedì riceverete dei soldi, spendeteli per mangiare e per la strumentazione, invece di buttarli in vizi e troie... ci si vede prossimamente, e non mettetevi nei casini"

"Fidati!"

Maxwell tirò a Slash un'occhiataccia, prima di voltarsi e andarsene.

Finirono la serata tra festeggiamenti e bevute a casa Guns... Sebastian, Shannon e Damon erano con loro, e come al solito la Hell's House prese vita per tutta la notte.


***


Quel pomeriggio le ragazze si trovarono come al solito per una giornata in spiaggia.Kris era sempre più silenziosa con loro e Laurel era decisa a scoprire cosa c'era che non andava. Si zittiva sprattutto ogni volta che iniziavano a fare progetti per la loro partenza, rispondeva a monossilabi e stava sempre con la testa altrove.

"Laury hai sentito i ragazzi in questi giorni?"

"Si, Axl mi chiama più spesso ultimamente, dice che hanno fatto una serata ed è andata alla grande, ed ora suonano in questo posto ogni lunedì"

"Accidenti! Non male"

"Bhè, non credo sia gran che, almeno a detta sua... ma per lo meno si fanno conoscere... Slash è anche caduto dal palco la prima sera, si è lanciato sulla folla e loro si sono scansati!"

"Il solito buffone! Gli sta bene!"

"Smettila Perla, scommetto che non vedi l'ora di rivederlo!"

"Chi, io?? Figurati... e poi parli tu? Quando credi ammeterai che Duff ti piace?!"

"Cosa?! Ma che dici??"

"Oh lo sai benissimo... certo sei innamorata di Axl, ma a me non mi freghi cuginetta, il biondino ti piace eccome!"

"Concordo con Perla!"

"Sue!"

"Andiamo Laury, guarda che non c'è niente di male sai!"

"Vi state sbagliando di grosso... Duff è solo... un'amico..."

"Si come no... il tempo mi darà ragione tesoro..."

"Inizia tu ad ammettere che ti piace Slash!"

"Non ci penso neanche, quel troglodita ninfomane... io... io... ah! Lascia stare..." scoppiarono a ridere.

Erano sedute in riva al mare a chiaccherare, quando Laury decise di affrontre l'argomento con Kris... non voleva tirare più a lungo, e iniziava a pensare che l'amica non avrebbe mai detto nulla.

"Kris"

"Si?"

"Senti..." guardò Perla e Sue che le fecero un cenno di assenso con il capo "Stavo pensando... insomma, da quando i ragazzi sono partiti ti vediamo un po' strana... c'è qualcosa che non va?"

"Oh... ecco io veramente..."

"Guarda che puoi parlarne con noi, siamo amiche no?" disse Sue.

"Se ti manca Steven..."

"No no... Steven non c'entra" prese un respiro mentre con la mano iniziò a giocherellare nervosamente con la sabbia "scusatemi se sono stata così per tutto questo tempo senza dirvi nulla, è solo che... non ci riesco... perchè.. perchè so che ci rimarrete male... e non è facile per me..."

"Kris sputa il rospo, ci stai facendo preoccupare!"

"L’università del Minnesota ha accettato la mia domanda" disse tutto d'un fiato.

Per qualche secondo calò il silenzio... la guardarono sorprese, mentre ancora realizzavano cosa aveva appena detto.

"Cosa... cosa vuoi dire?"

"Che io non verrò a Los Angeles con voi... andrò in Minnesota"

"Kris!"

"Scusate se non ve l'ho detto prima... mi dispace"

"E di cosa... tesoro, è del tuo futuro che si parla" la rassicurò Perla.

"Si Perla ha ragione..." Laurel le si mise a fianco abbracciandola.

"Hanno la migliore facoltà di scienze biologiche..."

"Non ti devi gustificare con noi"

"Io..." gli occhi di Kris si riempirono di lacrime "mi mancherete"

"Anche tu!" anche Sue si unì all'abbraccio.

"Ora che finalmente ve l'ho detto mi sento meglio... pensavo vi arrabbiaste"

"Siamo solo dispiaciute perchè non saremo più insieme Kris, come potremmo arrabbiarci con te per questo?!"

"E' solo che... io... insomma, voi avete le facoltà che vi interessano lì, e in più ci sono i ragazzi... tu hai Axl, tu Izzy... io... Steven non è così importante da condizionare il mio futuro... li voglio bene ma... non posso sprecare questa occasione"

"Se lo facessi allora si che ci arrabbieremmo!"

"Davvero?"

"Sicuro!"

"Ci verrai a trovare vero?"

"Ogni volta che potrò!"

"Bene... allora... adesso che abbiamo risolto tutto e chiarito il mistero... bagno?!"

"Bagno!"

Si lanciarono in acqua ridendo e scherzando come sempre. Anche se il pensiero che Kris non sarebbe andata con loro, le aveva rattristate... dopo tutto loro tre erano amiche da anni, e Laurel aveva sempre pensato che avrebbero fatto insieme tutto... invece così non sarebbe stato. Cercò di cancellare dalla sua testa quel pensiero e concentrarsi sulla bella giornata, una delle ultime che avrebbero trascorso insieme. I giorni passavano, e piano piano si avvicinava sempre di più il giorno della loro partenza.




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Eccomi!!! No ragazze scusate davvero per il ritardo con cui posto questi capitoli!!! Ora però devo fare un ringraziamento... a tutte voi che leggete... e a tutte coloro che si sono avvicinate di recente a questa storia leggendosi di filata tutti i capitoli passati... bhè spero non abbiate perso diottrie eh! Grazie grazie grazie di cuore!!! Lau

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Capitolo 19
*** 19 ***


"Una festa?"

"Si sulla spiaggia, con tanto di falò! Molti di noi se ne vanno tra pochi giorni per l'Università, così hanno pensato di ritrovarsi tutti per una sera" spiegò Sue alle ragazze.

"Dovremmo andarci!"

"Credo anche io!" rispose Kris entusiasta. Lei che proprio l'indomani sarebbe partita per il Minnesota "Avanti ragazze, è l'ultima serata che passiamo insieme... almeno per un po'..."

"Ma si dai!"

"Bene!"

"Kris hai preparato tutto?"

“Si... bagagli e quant'altro... mi mancherete un sacco!"

"Anche tu"

"Basta hey! Lasciamo la tristezza a domani ok? Laury hai sentito i ragazzi? Dovremmo avvisarli che partiremo tra qualche giorno!"

"Potreste fare una sorpresa!"

"Non mi sembra una buona idea, non credo che amino molto le sorprese..."

"Mio padre ha sistemato il pick-up di Izzy! Partiamo anche con quello!"

"Fantastico! Izzy sarà felice di ritrovarselo a Los Angeles!"

"Bhè di sicuro ne avranno bisogno!"

Perla le raggiunse in quel momento "Allora che si dice?"

"Andiamo ad una festa questa sera, vieni?"

"Ovvio! Che tipo di festa?"

"Una specie di saluto generale... spiaggia e falò"

"Wow... ok!"

"Che fai Sue?"

"Chiamo Izzy, mi ha lasciato il numero del negozio dove lavora! Voglio dirgli che tra pochi giorni partiamo!"

"Non dirgli del pick up!"

"Certo che no..."

Sue compose il numero e rimase in attesa sdraiandosi sul letto al fianco di Kris.



TUUU... TUUU... TUUU...

"Heeey cazzone! Se non muovi subito il tuo culo peloso il mio capo non ti paga, capito?!"


"Hem... scusi, credo... credo di avere sbagliato numero..."

“Come sarebbe? Non sei quel coglione butterato di Buck?!”

“Direi di no...”

“Oh! No no no aspetta! Sei una ragazza?!"

"Si..."

"Oh merda... scusa piccola, non ce l'avevo con te!"

"L'avevo capito..."

"E dimmi un po’, Sei carina?!"

"Co... come scusa???"

"No dicevo.. ecco, perchè ti ho chiamato piccola, che è un vezzeggiativo, se poi sei un cesso che figura ci faccio! Metti che ti invaghisci di me è un casino e..."

"Heyyy! Fermati ok?! Si può sapere chi diavolo sei?!"

"Sebastian, al tuo servizio fanciulla! Ma chiamami Baz se preferisci"

"Sebastian andrà benissimo... senti, io sto cercando Izzy, è li?"

"Izzy... Izzy... Izzy... mmm... no! Spiacente non conosco quel finocchio!"

"Izzy non è finocchio!"

"Tu dici? Bhè non ne sarei tanto sicuro sai... vedi, il fatto è che ancora non l'ho visto ripassarsi nessuna... strano non trovi?! Gira un sacco di figa qui e i suoi compari certo non disdegnano... lui invece si ritira sempre quando arriva il momento di pucciare il biscotto!"

"Grazie per l'informazione! Allora, è li o no?!"

"Ma tu chi sei scusa?"

"Ufff... Sue!"

"Non credo che ti conosca, non mi ha mai parlato di nessuna Sue..."

"Cazzo Baz, levati dalle palle!" urlò da sotto la voce familiare di Izzy

"Oh eccolo! Sue, te l'ho trovato!"

"Dammi quel telefono!"

"Chi è Sue?!"

"Fatti i cazzi tuoi!"

"Andiamo siamo amici Stradlin, dovresti dirmelo! Vuoi vedere che non sei mica frocio?!"

"Seb ti spacco il culo!"

"In che senso?!

"SEEEEEB!!!"

"Ok ok... Hey Sue, te lo passo, sta diventando isterico... ci si risente eh, stammi bene..."

"Si... ciao..."

"Pronto!"

“Izzy!"

"Ciao piccola, scusa per Baz, è un  idiota!”

"No no è... simpatico... più o meno..."

"Come no... vattene tu! Finiscila! scusa... come stai?"

"Bene, tra pochi giorni partiamo!"

"Fantastico! I ragazzi saranno felici di rivedervi"

"Chi è che dovete rivedere?!"

"Piantala!"

"Eddai Izzy, voglio sapere! Sono fighe?!"

"Senti, ora tu te ne vai di la a mettere via quei dischi, e per un po' non mi rompi le palle ok? O dico al capo che ti fotti i soldi dalla cassa!"

"Fanculo!"

"Ok... ci sono Sue"

"Non si fa la spia!"

"Almeno me lo sono levato di torno"

"Come vanno i concerti?"

"Bene direi, non è stato facile... erano un po' diffidenti nei nostri confronti all'inizio, ma stanno imparando a conoscerci e ad apprezzarci... anche se per ora suoniamo sempre in quella bettola e vediamo quattro soldi in croce, ma meglio di niente"

"Bene... vorrà dire che quando arriveremo troveremo delle star!"

"Non esagerare"

"E gli altri come stanno?"

"Tutto ok, voi ragazze? Ci avete già sostituiti?"

"Ma dai! Dove li troviamo cinque pazzi come voi! Guarda che ci abbiamo provato sai? Ma niente, non se ne trovano proprio!"

"Ah bene! Grazie davvero!”

“Dai stavo scherzando...”

“Mi manchi"

"Anche tu... ora chiudo, o mia madre chi la sente alla prossima bolletta..."

"Ok, allora ci vediamo presto"

"Si... vi chiamiamo prima di arrivare ok? Ah saluta gli altri e... dai un bacio a Slash da parte di Perla!"

"Ok, sarà fatto! Vi aspettiamo"

"Vi spetto anche ioooooo a gambe aperte!!!"

"Seb cazzoooo!!! Ti saluto Sue! Se ti prendo... vieni qui!!!"

TUUU... TUUU... TUUU...




"Allora? Cosa ti ha detto?!"

"Hemmm... che stanno bene si... tutto ok... anche se frequentano dei tipi strani sapete?!"

“Guarda che ti ho sentito sai! Pessima idea Sue!” si lamentò Perla.

“Eddai, vedrai che nemmeno si ricorderà di dirglielo!”

”Lo spero per te!”

“Quello strano tizio che ha risposto mi ha detto...”

“Cosa?!”

“Che... bhè... niente” Sue si morse le labbra.

In parte era felice, le parole dette un po’ a caso da quello strano personaggio che le aveva risposto, avevano lasciato sottintendere che in un modo o nell’altro Izzy non l’aveva dimenticata lasciandosi abbindolare da altre ragazze. Non pretendeva fedeltà assoluta, era stato chiaro quando erano partiti. Non le aveva promesso nulla, come giusto che fosse. Come tutte loro Sue era ben cosciente di che ragazzi erano e che vita facessero, anche se non poteva certo immaginare fino a che punto si stessero spingendo da quando erano arrivati a Los Angeles. Però le aveva fatto piacere quella confessione involontaria. Ma per gli altri a quanto pareva non era così. Che si trattasse solo di Steven, Duff e Slash che tutto sommato non avevano particolari legami? O c’era anche Axl di mezzo? Non poteva esserne certa, per cui preferì tacere, onde evitare malintesi e fraintendimenti che avrebbero ferito Laurel inutilmente.



La sera arrivò in fretta, le ragazze si prepararono e raggiunsero la spiaggia dove era programmata la festa. Già in molti erano li, quasi tutti studenti come loro appena diplomati e altri giovani che si erano intrufolati o che erano stati invitati ad unirsi al gruppo. La voce si era sparsa in fretta. C'erano diversi falò qua e la, e ragazzi che vendevano birre e alcolici.

"C'è anche quella stronza di Maggie..." disse Sue guardando di traverso la ragazza che vicino a loro si pavoneggiava con un ragazzo più grande.

"Non badarle..."

"Laury..." si voltò trovandosi di fronte Jesse in maniche di camicia e bermuda che la guardava sorridente.

"Ciao Jess!"

"Ciao... ciao ragazze" Le tre alzarono una mano accennando un sorriso di circostanza. Sue soprattutto non si fidava molto di quel pentimento improvviso che aveva avuto alla festa di fine anno. Anche se gli concedeva il beneficio del dubbio "Ti va di fare una passeggiata?"

"Laurel..." Sue la prese per un braccio tirandola indietro "Non andarci, non mi piace! E poi ha bevuto..."

“Vuole solo fare due passi Sue..."

"Stai attenta... e se non torni tra poco ti vengo a cercare!”

"Tranquilla... ok" disse poi rivolgendosi al ragazzo, che sorridendo smagliate le porse il braccio.

"Così te ne vai a Los Angeles"

"Già"

"Posso farti una domanda? Lo fai per... l'università o..."

"Jesse! Non iniziare ok?"

"Non ho fatto niente!"

"So dove vuoi arrivare"

"Si ok e allora? Senti... non sopporto l'idea che stai buttando la tua vira per..."

“Alt! Fermo... io starei... buttando la mia vita?! E cosa te lo fa pensare? Jesse andrò all'università, un'ottima università, per fare quello che ho sempre voluto fare! Cos’è che ti rode, ancora la storia di Axl?!"

"Non riesco a farmela passare"

"Bhè devi farlo! Avevi detto che... che mi avresti lasciata in pace... ricordi? Perchè te ne esci ancora con questa storia?!"

"Perchè... bhè perchè è l’ultima occasione che ho per farti cambiare idea!"

"Non devi farmi cambiare idea!"

“Si invece cazzo!" le afferrò le braccia stringendole forte e avvicinando il viso al suo "Cazzo! Non sopporto Laurel che tu stia da sola con loro, non ce la faccio ok?!"

“Lasciami! Puzzi... di alcool! Hai bevuto?!"

“Che ti importa? Loro non lo fanno forse??? Ora vieni a farmi menate a me? Andiamo, sei davvero incoerente!”

"Mi stai facendo male..."

"Bene, se è l'unico modo che ho per convincerti..."

"Non mi convincerai, lasciamiiiiiiiiii!!!!!"

"Zitta!" la strattonò con forza scuotendola. Il ragazzo era fuori di se, di nuovo. Si era ripromesso più volte di lasciar perdere, ma ora che i ragazzi erano lontani e lei era sola, complice l'alcool di troppo ingerito, si era messo in testa di farle cambiare idea ad ogni costo, anche con la forza... non voleva lasciarla andare, non l'avrebbe mai accettato. Cercò le sue labbra ma Laury si divincolò voltando il volto di lato, cercando di liberarsi dalla sua forte presa...

"Jess... Jess, lasciami!"

"Un bacio, cosa ti costa? Non mi merito almeno uno stupido ultimo bacio del cazzo?!" Incollò con forza le sue labbra a quelle di lei, cercando con forza di aprile per insinuare la sua lingua. Laurel lo respinse con tutta la forza che aveva riuscendo a staccarselo di dosso "Si vai vai, corri dalle tue miche... cosa credi eh?! Di trovarlo la che ti aspetta a braccia aperte?! Sei una stupida illusa! Stronza!"

"Vaffanculo Jess!" gli urlò dietro allontanandosi da lui in fretta. Era arrabbiata... di nuovo, l'aveva fatto di nuovo! E non c'era nemmeno Slash che potesse spaccargli la faccia! Non glie ne importava del fatto che fosse sbronzo, non era una scusante... l'aveva perdonato ed ora rieccolo ad attaccarla. In fondo era contenta di andarsene da li, e non solo perchè avrebbe rivisto Axl e i ragazzi.



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ooooooooook rieccomi dopo la solita eternità -_-' come sempre mi scuso per il ritardo nel postare, spero abbiate la pazienza di aspettare e seguiate lo stesso sta cosa infinita :P cmq, un grazie a tutti e un bacio! Lau

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Capitolo 20
*** 20 ***


Due capitoli in due giorni... wow! Son soddisfazioni :))) Grazie mille ragazze, siete sempre carinissime, kiss!

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"Tu fai ancora una cosa del genere e sei morto!"

"Ohhhh eddai Izzy, che avrò mai fatto?!"

"Sei sempre lì ad impicciarti e hai detto un sacco di cazzate!"

"Tipo... che sei un finocchio? OHHHHH! Attento! Potevi farmi male con quella!" urlò Seb a Izzy quando la corda di una chitarra gli sibilò rasente al viso.

"Te lo saresti meritato..."

"Ufff... ok ok... la prossima volta che Sue chiama, mi farò i cazzi miei, contento?"

"Ti conviene"

"Ora mi dici chi è Sue? E' una delle pollastre che avete lasciato a Seattle? Eh? A me lo puoi dire..."

Izzy alzò gli occhi al cielo, conscio del fatto che Sebastian non lo avrebbe lasciato in pace fintanto che non avesse ottenuto da lui una risposta esaustiva "Si, era... è la mia ragazza, ok? Adesso che lo sai sei più tranquillo?"

"Oh si cazzo! Stradlin davvero iniziavo ad avere dei seri dubbi sulle tue inclinazioni sessuali! Cazzo non te ne scopi mai mezza! Almeno che io sappia... permetti che qualche dubbio viene spontaneo! E comunque non ti facevo uno così fedele"

"Infatti non lo sono... cosa credi, che non me la farei una scopata, specie quando sto in certe condizioni? Non è facile... ma..."

"Le vuoi bene eh?"

"Si... e se posso trattenermi cercherò di farlo"

"E' ammirevole, sul serio... Sue è fortunata"

"Non direi... siamo gentaglia, e lei merita di meglio"

"Non dire cazzate, se ti ama vuol dire che è felice così no?"

"Non capisci proprio un cazzo"

"Hey! Ma che ho detto?! Dove vai?? Izzy!"

"Ci si vede..." rispose cupo lasciando il negozio.

"Stradlin cazzo! Non voglio farmi anche il tuo turno!!! Fanculo..."


Sbuffò accendendosi una sigaretta. Davvero Sue gli mancava, non aveva mentito. Mai poteva essere più sincero, e strano a dirsi, ora che erano lontani aveva la certezza di essersi davvero affezionato molto a lei. Troppo, forse. La verità è che resistere alle tentazioni che quella vita gli porgeva costantemente su un vassoio d’argento, gli era costato parecchio, e più volte era stato sul punto di cedere e in parte, per qualche bacio, carezze strappate nei momenti di scarsa lucidità, aveva ceduto. Si domandò se fosse davvero un bene per Sue continuare a frequentarlo. In fondo cosa avrebbe potuto darle? Era un poco di buono, beveva, e voleva suonare... il sogno della musica che di certezze non ne dava, e non sapeva dove lo avrebbe portato. La droga poi, ancora non si sentiva di definirsi un tossico, ma sapeva di essere sulla buona strada per diventarlo. E lei? Lei era l'opposto. Ma come poteva anche solo pensare di allontanarla da se, il giovane Stradlin introverso e solitario, che aveva trovato qualcuno che faceva battere davvero il suo cuore?
Si chiese come faceva Axl. Come sopportava il fatto di aver tradito la piccola Laurel che tanto gli aveva dimostrato di amarlo. Ma il rosso era diverso... lui aveva quella necessità, non ne poteva fare a meno. Era nato per trasgredire alle regole e al buonsenso, e se qualcosa non andava fatto, lui lo faceva solo per il semplice fatto di essere Axl Rose. Axl era un ribelle per natura, e nonostante cercasse di evitare certe situazioni, ci si trovava sempre in mezzo, senza riuscire, o volere, a dire di no. Per lo meno quando era sotto l'effetto di alcool e droga, quando anche tutti loro erano così fuori da non capire pressochè un cazzo. Così la poteva passare, bastava andarsene in un posto più isolato, senza farsi vedere da loro... da Slash, e soprattutto, da Duff. Così si meritava il beneficio del dubbio. Ma a lui non lo avrebbe mai fregato. Izzy sapeva perchè conosceva quello spirito tormentato come le sue tasche, era parte di se stesso, bastava uno sguardo la mattina seguente per capire... per sapere... e non farne parola. Dopo tutto, non erano fatti suoi.
E in fondo era certo che anche gli altri in fondo sapessero ma preferivano tacere, ora che la band andava bene. Forse Duff preferiva credere che fosse tutto ok. Doveva crederlo... o la consapevolezza di fronte a fatto compiuto delle continue infedeltà dell’amico fulvo, gli avrebbero fatto saltare i nervi, e tutto sarebbe andato in malora. Proprio ora che le cose per loro iniziavano a mettersi bene. No, il biondo non poteva... non dopo tutto quello che aveva fatto per mantenere in piedi quel gruppo fottuto di gente scombinata che chiamava amici. Anche se Axl era un cazzone, perchè in fondo lo erano tutti. Duff per primo che non aveva saputo prendersi a suo tempo la ragazza che amava, lasciando che altre braccia glie la portassero via da sotto al naso.
Certo che ora che le ragazze sarebbero arrivate, dovevano darsi tutti quanti una regolata. E Izzy non era sicuro che ci sarebbero riusciti, tutti.

"Hey" entrò nel garage gettandosi sul divano a peso morto di fianco ad uno Steven a metà tra l'addormentato e lo strafatto, non avrebbe saputo dirlo.

"Buongiorno Stradlin, sei tornato prima oggi?!"

"Si... che si dice qui?"

"Niente di che..." Duff gli si sedette a fianco sul bracciolo del divano passandogli una lattina di birra mezza piena.

"Grazie... ho sentito Sue"

"Ohhhhh Sue Sue... Sue I love youuuuuuu!!!" canticchiò Slash raggiungendoli con Axl.

"Finiscila idiota!"

"Che dice la ragazza?"

"Stanno bene, partiranno a giorni"

"Oh merda!" Steven si sedette subito passandosi una mano sulla faccia "Cazzo cazzo! Devo nascondere la roba! Merda! Slash porta via tutto, se Kris vede quelle mutandine mi ammazza!"

"Ma allora non sei morto Popcorn! Siediti va, che cazzo ti prende?!"

"Oh" si sedette assumendo un'espressione stranita "non hai detto che arrivano le ragazze?"

"Si ma non adesso! Partono tra qualche giorno, credo che saranno qui la prossima settimana... e comunque Kris non viene, te ne sei dimenticato?"

"Ah già... mmmm..."

"Eddai Stevy non essere triste! Ci sono io per te!" gli disse Slash buttandocisi addosso e cercando con la lingua di fuori, di baciarlo.

"E levati cazzone, mi fai schifo!"

"Slash, Sue mi ha detto di farti sapere che Perla ti manda un bacio!"

Il riccio si bloccò di colpo "Sul serio?!"

"Così ha detto!"

"Oh cazzo! Lo sapevo! Sia lode allo Slash trionfatore!"

"A chi?!?!"

"Voleva fare la dura... con me poi! Ma vaaaaa... le piaccio, ovvio! E' cotta come una pera, ed è mia!"

"Datti una calmata stallone, nemmeno avesse detto che vuole scoparti!"

"Sempre carino Rose! Ma tu che cazzo ne capisci... quando arriverà vedrete!"

"E Renèe?"

"Re... mmm... bhè... non che io sia fatto per la monogamia..."

"Ma Perla non era la donna della tua vita bla bla bla?"

"Si ma..."

"Secondo e non ti fila proprio, Sue avrà detto una stronzata giusto per scherzare!"

"Tutta invidia la tua McKagan! Ricordatevi voi tre idioti, che semmai dovessi riuscire a portarla all'altare, Steven qua ve lo mette in culo!"

"Ancora con questa storia??? Io non lo metto proprio da nessun parte!"

"Certo Adler sia mai che dovesse piacerti!"

"Poi ad Adry ci pensiamo noi!"

"Fotettevi!"

Risero. Andavano bene quei loro concerti ormai fissi del lunedì sera al Troubadour. Il pubblico ormai li conosceva e aveva imparato ad apprezzarli, anche se le critiche non mancavano. Critiche alle quali i ragazzi erano soliti rispondere con un FUCK e un'alzata di spalle, nonostante Axl fosse sempre più irascibile nei confronti di coloro che andavano a sentirli per poi urlargli contro qualche insulto. Izzy aveva il suo bel da fare ogni volta a convincerlo a lasciar perdere, così al massimo, l'episodio si concludeva con un rant chiaro e deciso sul pensiero del cantante nei confronti del malcapitato aizzatore.


***


"Laurel! Ti stavamo venendo a cercare, si può sapere che fine avevate fatto?"

"Stai calma Sue, sono qui ok?"

"E Jesse?" domandò Perla.

"Non lo so..." rispose dura.

"Ecco, ti ha fatto qualcosa, lo sapevo! Deve sempre rovinare tutto quell'idiota, ma se lo prendo..."

"Lascia perdere Sue, ok? Non ha fatto altro che ribadire il suo pensiero per l'ennesima volta... e io stupida che davvero pensavo si fosse pentito"

"mmm quanto vorrei che ci fosse qui Slash in questo momento per fargliela pagare!"

"Lo prenderebbe a calci!"

"Hey! E avete bisogno di Slash per quello? Siamo donne, mica poppanti! Diamogli una bella lezione!" le tre ragazze si voltarono verso quella combattiva Perla "Bhè? Che ho detto di tanto strano, che avete da guardarmi così?!"

"Perla ha ragione!"

"Lasciate stare" sbuffò Laurel "nessun prenderà a calci nessuno, non importa! Non è successo niente... ora cerchiamo di divertirci, non eravamo venute ad una festa?!"

"Si... in fondo tra poco ce ne andiamo e Jesse non lo rivedrai mai più!"

"Beneeee!!!" urlò Kris che brandiva in alto una lattina di birra "dichiaro aperte le danze!!!"

"Ha bevuto???"

"mmm... un po'... andiamo! Perla che fai, non vieni?"

"Andate, io arrivo subito... vado... mmm... a cercare qualcosa da bere di non alcolico, preferisco evitare sapete... la linea..." le salutò velocemente con un cenno della mano per poi sparire tra la folla di ragazzi che ormai invadevano la spiaggia.

Vagò con la sguardo per qualche minuto prima di trovarlo... steso a terra con l'ennesima birra tra le mani e lo sguardo vacuo al mare. Avvicinandosi gli si sedette accanto, lui nemmeno si voltò a guardarla. Gli strappò la bottiglia dalle mani, vuotandone il contenuto sulla sabbia.

"Lascia perdere, non è roba per te questa"

"Nessuno ti ha mai insegnato a farti i cazzi tuoi?!" ringhiò minaccioso.

"No"

"E allora fatteli!"

"Altrimenti che fai? Mi picchi? O preferisci insultarmi, questa è la tua specialità, no?"

"Fanculo... che cazzo sei venuta a fare eh? Hai mollato quella stronza di tua cugina? Stai attenta, potresti ritrovarla con la sottana all'aria con il primo capellone che gli capita a tiro"

"Farò finta di non avere sentito solo perchè sei sbronzo, cosa che se si va a sommare al fatto che sei un colossale e irrecuperabile idiota, non fa altro che peggiorare la tua situazione... ma..." si voltò verso di lui afferrandogli il braccio e rigirandoglielo dietro la schiena.

"AHHHHHH CAZZO!"

"Scccch non urlare! Un po’ di intimità accidenti! Dicevo... tu avvicinati ancora a Laury e giuro, io il braccio te lo stacco! Hey... non guardami così, sono una ragazza, ma mi so difendere!" lo lasciò sbattendo le ciglia e guardandolo con i suoi occhioni castani "come vedi non c'è bisogno di Slash, io basto e avanzo anche per lui!"

"Fanculo..." bisbigliò massaggiandosi il braccio.

"Come scusa? non fare il maleducato, e d'ora in poi impara a comportanti in maniera civile con noi femmine! Adieu chery!" sorrise fintamente amorevole, mentre soddisfatta si allontanava, lasciando il ragazzo mesto e decisamente umiliato a terra dove l'aveva trovato.

"Dove sei stata, non dovevi prendere da bere?"

"Oh tranquilla Laury, ho avuto... una piccola questione da sbrigare! Allora, si balla ragazze?!"

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Capitolo 21
*** 21 ***


"Dai avanti! Ma quanta roba avete portato?!"

"Perla noi non abbiamo già un appartamento là, dobbiamo portarci tutto! E poi c'è il pick-up di Izzy per i bagagli, staremo comodissime!"

"Si si, dai andiamo!"

"Quanta fretta!"

"Laury! Tesoro, hai preso tutto?"

"Si mamma"

Le ragazze si stavano finalmente preparando alla partenza. Avevano salutato Kris qualche giorno prima, era partita per il Minnesota, e non sapevano quando si sarebbero di nuovo riviste. Ma ora toccava loro, Los Angeles le aspettava, la nuova Università e... i Guns.

"Sue hai chiamato Izzy?"

"Si l’ho chiamato ieri"

"Bene... i tuoi dove sono?"

"Oh via per lavoro, come al solito..." la ragazza alzò le spalle un po' triste "li ho salutati per telefono"


Driiiiiiiiiiiiin

"Il telefono! Bill rispondi tu!" urlò Susan, la madre di Laury.

Driiiiiiiiiiiiin

"BILL!!! Ma tu guarda, devo sempre fare tutto io in questa casa... pronto!"

"Heeeeeeeeey Susy!"

"Saul!"

"Ciao bellezza!"

"Sempre il solito adulatore! Ragazzaccio! Non ti sei fatto sentire per nulla in questi mesi, vergogna!"

"Eh lo so... è che... mmm... abbiamo avuto da fare, sai... il lavoro, il gruppo... ci siamo messi sotto"

"Va bene, va bene, spero solo che tu abbia almeno chiamato quella santa donna di Ola"

"Ma certo, che domande! Ola la devo chiamare tutti i sabati, altrimenti chi la sente! Allora, stanno partendo?"

"Si, stanno caricando le ultime cose"

"Fico! Ok, le aspettiamo!"

"Slash per favore, odio sapere Laury sola in quella grande città..."

"Ma che dici, e io che ci sto a fare? Non sarà sola"

"Appunto... mi raccomando Saul, badale tu, ok? Mi fido..."

"Si, si... hem... fidati!"

"Bene, sono più tranquilla adesso... vuoi che ti passo Laury?"

"Ok, ci sentiamo Susy... ah!  Salutami Bill!"

"Senz'altro... LAURYYYYYYYYYY!!!! C’E’ SLASH AL TELEFONO!"


"Slash... non mi abituerò mai a mia madre che lo chiama in quel modo..."

"Il signorino a fatto colpo!"

"Vuoi rispondergli tu Perla!?" chiese la ragazza ammiccando.

"Non ci penso nemmeno..."

Laury raggiunse il telefono.

"Slash!"

"Buongiorno fanciulla, il sole è alto e la strada vi aspetta!"

"Che poeta! Tra poco partiamo"

"Ottimo, vi aspettiamo! Quanto ci metterete?"

"Bhè credo si e no un giorno... dipende quanto Perla ci va pesante con l'acceleratore!"

"Hey! Niente cazzate, dai un occhio a quella pazza di tua cucina! Lo sai quanto ci tengo alla mia bambina"

"La tua... bambina?!"

"Si! Il Generale Lee Junior! Il mio bolide Laury... la macchina!"

"Ahhhh... ooook! Andrà tutto bene Slash, Perla guida benissimo!"

"Speriamo..."

"Senti, c'è Axl?"

"No... a dire il vero non so dove si sia cacciato quel megalomane del tuo ragazzo... sarà qua in giro"

"Ok... bhè, salutamelo..."

"Se vuoi gli do anche un bel bacio con la lingua da parte tua!"

"Smettila di fare il cretino!"

"Guarda che non mi dispiacerebbe!"

"Slash!"

"Ok ok... scherzavo... senti, di un po'... è vera quella storia del bacio?"

"Quale bacio?"

"Che hem... Perla, mi ha mandato un bacio? Sai l'ha detto Sue a Izzy l'altra volta... non che mi interessi eh! Solo per curosità!"

"mmm... bè... si è vero!" ghignò fra se.

"Wow! Oh, volevo dire... che razza di leccaculo! Fa così solo perchè spera di tenermi buono se dovesse accadere qualcosa alla mia auto! Ti lascio andare, ci si vede presto piccola... e chiamateci durante il viaggio!"

"Sarà fatto"

"E non tirate su gli sconosciuti che fanno l'autostop..."

"Ok"

"E non fermatevi di notte nei motel per camionisti, ci gira brutta gente per delle ragazze sole come voi..."

"Si Slash..."

"E fate benzinza! Non sopporto l'idea che mi abbandoniate il bolide da solo in mezzo al deserto!"

"Si si Slash ho capito!"

"E non..."

"SLASH!!!"

"Ok, chiudo... hola baby!"

"Ciao..."

Tutututu


Laury rise e appese il ricevitore. Non vedeva l’ora di riabbracciare Slash, lui che sempre in un modo o nell’altro sapeva regalarle una risata. Chissà dov'era finito Axl, non lo sentiva dalla settimana precedente. Ma dopotutto meglio non farci troppo caso, erano così impegnati i ragazzi, probabilmente avrà avuto altro da fare.

"Allora, si va?"

"Siiii!!!" cantilenò Perla battendo le mani eccitata "Los Angeles arriviamo!"

"Perla vai piano, e anche voi... ragazze, mi raccomando chiamate appena arrivate e..."

"Mamma! Stai tranquilla ok? Andrà tutto bene... starò bene, sul serio... ciao" diede un bacio sulla guancia di Susan abbracciandola.

"Ti voglio bene tesoro, se hai qualche problema chiamami, ok?"

"Si mamma, ti voglio bene anche io... ciao papà"

"Ciao piccola... mi raccomando... state attente insomma... sia alla strada che a tutto il resto..." abbracciò anche il padre.

"Grazie" gli sussurrò all'orecchio.

"Per cosa?"

"Per tutto... anche per il pick-up di Izzy! Ne sarà felice"

"Oh di nulla, di nulla... andate ora, avete tanta strada da fare"

"Si, ciao!"

Perla e Sue salutarono Susan e Bill e si misero in marcia.

"Io guido la Dodge di Slash! Voi prendetevi il pick-up... e vedete di starmi dietro, non voglio arrivare tra una settimana"

"Perla, il pick-up non va forte quanto quella macchina, vedi di andarci piano!"

"Su forzaaaaaaa!!!" Perla battè le mani e salì in auto accendendo il motore "Woooo sentite che rombo!"

"Cos'è tutta questa fretta?!"

"Perla, hai così tanta voglia di rivedere Slash eh?!" domandò Laurel maliziosa.

"Che?! Io?!?! Ma per favore! Solo non voglio fare notte... quante la menate! Andiamo!"

Le due ragazze risero, poi Laury si mise alla guida del pick-up con Sue al suo fianco, e seguendo Perla che da sola guidava cantando a squarciagola una vecchia canzone degli Stones, si avviarono sulla strada che le avrebbe portate a Los Angeles.

***

I ragazzi se ne stavano alla solita tavola calda all'angolo della strada a mangiucchiare qualcosa quella mattina. Slash si sedette al tavolo dopo aver fatto una chiamata a casa Harris, sapendo, come Izzy gli aveva detto, che quella mattina le ragazze sarebbero partite. Era felice di poter riabbracciare la sua piccola Laury, e anche di rivedere Perla, per quanto gli costasse ammetterlo. Ma la cosa lo preoccupava anche non poco. Cosa erano diventati? Erano già sbandati prima, ora erano anche peggio... drogati? Alcolizzati? Tossici? Forse un po’ di tutto questo. Le ragazze sapevano che non erano certo dei santi, ma erano cambiati, o almeno, i loro vizi di sicuro... sperò in cuor suo che tuo andasse nel migliore dei modi, e che tutti loro riuscissero in un modo o nell’altro a trattenersi dal fare cazzate.

"Che dicono?"

"Stanno partendo ora" rispose a Izzy "Ragazzi, non so proprio come arriverà la mia macchina con quella strega al volante!"

"Smettila di inveire Slash, tanto l'abbiamo capito che hai un debole per Perla"

"Hey Izzy che cazzo ti sei fumato? Non starai dicendo sul serio! Io... pffff... un debole per Perla... MACY! Mi porti un'altra birra???" urlò alla simpatica cameriera, una delle prime persone che lì a Los Angeles si era data la briga di preoccuparsi per loro quando ancora non potevano cibarsi che di annacquate zuppe da due dollari.

"Arrivo Slash, piantala di starnazzare! Eccoti la tua birra... a quest’ora del mattino poi! Ragazzi fate sempre un gran casino! L'altra sera qui è venuta la polizia a chiedere di certe feste che si fanno a casa vostra!"

"E tu che gli hai detto?!"

"Niente! Che siete dei bravi ragazzi..." rise allegra strizzandogli l'occhiolino.

"Grande Macy! Questo è parlare! Noi siamo dei bravi ragazzi!" ridacchiò Steven schioccandogli una pacca su quel sedere un po' troppo abbondante.

"Steven!!!" urlò la donna fingendosi scandalizzata, prima di tornare al suo lavoro.

"Ma dove cazzo è finito Axl, qualcuno di voi l'ha visto?"

"No..." rispose Duff "Izzy?"

Il moro scosse la testa guardando altrove. Quella mattina Axl era uscito presto. Aveva dormito con lui, come accadeva ogni tanto,
quando lo sentiva frignare e rantolare dalla sua camera dopo che una dose di qualche droga scavava nella sua mente tirando fuori gli incubi assopiti. Non si era accorto quando se ne era andato. Aveva solo sentito freddo, e quando aveva riaperto gli occhi Axl non c'era. Sperava solo come sempre, che non si fosse ficcato in qualche guaio.

***

Il rosso camminava mesto, mani in tasca nei pantaloni aderenti e sigaretta in bocca. Camminava senza una meta precisa, immerso nei suoi pensieri. Non era stata una notte facile quella. Come tante altre, quando i ricordi passati tornavano a fargli visita. La droga e l’alcool non facevano altro che peggiorare le cose. Sembrava che inizialmente attutissero i pensieri, ma poi ogni cosa veniva a galla, se possibile più prepotentemente di prima. E Jeff come sempre era al suo fianco. Come ogni volta...
Ora mentre la fresca brezza mattutina gli sfiorava il viso, i suoi pensieri vagavano continuamente in direzioni diverse, senza che lui potesse dargli una regolata.
Laurel... sarebbe arrivata a giorni, forse l'indomani, o il giorno dopo ancora. Quanto gli era mancata? I suoi occhi color nocciola così puliti e sinceri, i morbidi capelli biondi, la pelle candida e profumata di vaniglia, e i suoi baci, le sue carezze. Tutto era partito da una futile e stupida scommessa di quelle che erano abituati a fare tra ragazzi. Per poco non mandava all’aria il rapporto con uno dei suoi migliori amici, e il gruppo stesso per questo, e ora l'amava. Eppure non riusciva  a capire il motivo per cui continuava a comportarsi come un perfetto idiota. In quei mesi l’aveva passata liscia ogni volta. E non poteva sempre dare la colpa alla droga o all'alcool quando la mattina si svegliava in un letto che non era il suo, lontano da quelli che sarebbero stati gli occhi accusatori dei suoi amici. La colpa era sua, perchè lui era così. Non era come Duff, lui le sarebbe stato fedele fino alla fine, ne era certo. Non era come Izzy, che per amore della piccola Sue cercava in ogni modo di trattenersi dal fare ogni qualsivoglia cazzata... qualche bacio era scappato forse, ma al momento clou, l'amico batteva sempre in ritirata con una o l'altra scusa, solo per evitarsi la tentazione di andare oltre, anche se gli costava. Lui non era nessuno di loro. Lui era solo Axl, e non era capace di fare altrettanto. E si odiava per questo. Ora si sarebbe dato una regolata. Una situazione di comodo nient'altro. Dopotutto aveva fatto quello che gli pareva, ed ora che Laurel stava per arrivare i giochetti si sarebbero interrotti. O almeno lo sperava, perchè non voleva farle male. E poi, non avrebbe saputo resistere senza d lei. Senza contare che probabilmente, Slash lo avrebbe ucciso, e Duff non avrebbe esitato a far girare la cosa a suo vantaggio. Che i suoi amici fossero così ciechi da non vedere quello che faceva? No... forse preferivano non vedere... per il bene del gruppo, ovvio. Stavano andando forte, e il successo era vicino, lo sentiva.
Altro pensiero che passava per la mente di Axl, era quello della sorella... la piccola Amy, che aveva lasciato a Lafayette in quella casa che odiava a morte. Non riusciva a convincersi del fatto che stesse bene davvero e si sentiva terribilmente in colpa per averla lasciata alla mercè di quella bestia di padre che si trovava. Ed era così tanto vigliacco forse da non riuscire nemmeno a farle una chiamata. Perchè sapeva che non avrebbe avuto il coraggio di tornare in quella casa a riprendersela. Anche se avrebbe voluto... Izzy sembrava convinto che la piccola stesse bene. Ma lui... lui conosceva Stephen, e con lui non si poteva mai essere sicuri di nulla.
Sbuffò gettando a terra l’ennesimo mozzicone, e girando i tacchi per tornare dagli altri.

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Capitolo 22
*** 22 ***


"Non starà andando un po' troppo veloce?!"

"Decisamente... non riesco a stare dietro con questo affare!"

"Si dovrà fermare prima o poi, sono due ore che siamo in macchina!"

"Io devo fare pipì..."

"Anche io..."

Laurel iniziò a fare gli abbaglianti e a suonare il clacson, per far capire a Perla, davanti a lei, di fermarsi. Passò ancora qualche minuto prima che la ragazza capisse ed entrasse in un'area di servizio.

"Allora?!" domandò scendendo "si può sapere che avete?"

"Perla stai oltrepassando i limiti di velocità!" le disse Sue scendendo dal pick-up.

"Ma se andavo pianissimo! Anche le lumache ci superavano!"

"140 all'ora non è pianissimo... e lo sai come sono qui, se ti fermano ci sequestrano l'auto e tu puoi come minimo dire addio alla tua patente!"

"Ci manca solo di passare una notte in cella..."

"Quanto la fate lunga!"

"Comunque noi dobbiamo andare in bagno..."

"Ok, ma veloci!"

"Ma si può sapere come mai hai tutta questa fretta?! Davvero non è che non vedi l'ora di riabbracciare Slash, cuginetta?!"

Perla si voltò a guardare Laurel indispettita mettendosi le mani sui fianchi "Io... non ho proprio nessuna fretta di rivedere quello zotico, chiaro?! Solo non mi va di stare in macchina più del dovuto! E poi... voglio tonare nel mio appartamento!" Le altre due ragazze si guardarono intendendosi... non credevano ad una parola di quello che Perla aveva appena detto loro! "Forza! Non dovevate andare in bagno?!"

"Si si adesso andiamo"

Si fermarono per quella sosta forse un po' breve, a causa delle continue insistenze di Perla, e si rimisero in macchina.

"Lascia Laury, guido un po' io!"

"Ok Sue, Perla... non vuoi riposarti un po'? Posso guidare io se..."

"No no tranquilla, è tuuuutto ok! Sono in formissima e questa macchina è davvero una scheggia!"

"Ce ne siamo accorte... bhè, vedi di rallentare, se questo fonde e ci lascia a piedi siamo fregate" disse Laury battendo la mano sul cofano del pick-up.


Si rimisermo bordo e ripartirono sulla lunga freeway assolata.

"Sue" fece Laurel con aria pensierosa guardando l'amica.

"Si?"

"Credi... credi che... i ragazzi là, insomma, cosa pensi che..."

"Vuoi spiegarti?! Anzi no, penso di aver capito... hai paura che i ragazzi, o meglio, che Axl durante la vostra lontananza si sia divertito con qualche bella fanciulla... vero?"

La giovane abbassò lo sguardo "non lo so... cioè, credo che dovrei aspettarmelo, solo che..."

"Vuoi un consiglio? Lascia perdere tutto ciò che potrebbe essere successo da quando vi siete separati a quando arriverai, è meglio... insomma, io non sono sicura di voler sapere cosa ha fatto Izzy... conta solo ciò che farà ora che ritorneremo insieme, no?"

Alzò le spalle "Forse hai ragione..."

"Dopo tutto lo sappiamo come sono, ora inizano anche ad essere cnosciuti..."

"Si... e ti confesso che la cosa mi spaventa"

"Davvero Laury, è meglio non farsi domande... ti verrebbero un sacco di pensieri magari per nulla! E poi bhè, io credo che Duff l'abbia tenuto d'occhio per tutto questo tempo!" concluse strizzandole l'occhio.

"Cosa c'entra Duff adesso?"

"C'entra c'entra..."

Sbuffò "Ancora con questa storia..."

"Lo sai, sono di parte... comunque credo che..."

"Frena!!!"

Sue frenò di colpo rallentando il pick-up e accostando al margine della strada.

"Ma perchè si è fermata adesso?!"

"Oh no..."

"Cosa?!"

"Guarda là... accidenti!"

Perla aveva accostato la macchina ed era scesa, la videro parlare con tre ragazzi sul ciglio della strada, con degli strumenti appresso, evidentemente degli autostoppisti.

"No cavolo! PERLA!!!" la richiamò Laury sporgendosi dalla portiera.

La ragazza si voltò verso di loro facendolgi un cenno con la mano "E' tutto ok!" urlò.

"ANDIAMO!" la incitò Sue "Non vorrà dare un passaggio a quei ragazzi?!"

"E invece è proprio quello che sta facendo!" Laurel scese dalla macchina e raggiunse la cugina che nel frattempo aveva fatto avvicinare i tre alle auto "Perla che diavolo stai facendo?!" dsse a bassa voce prendendola per un braccio.

"Bhè, vanno a Los Angeles anche loro, ho pensato che sarebbe carino dargli un passaggio!"

"Carino?! Sarebbe stupido! Ma che ti salta in mente?"

"Sono musicisti che inseguono il loro sogno, non me la sento di rifiutarli un aiuto! Rilassati Laurel, non sono molto diversi da Axl e gli altri"

"Cosa... ma nemmeno li conosciamo!"

"Nemmeno loro conoscevi... eppure adesso siete amici no? Avanti, non fare la prevenuta, sono simpatici!"

"Simpatici eh... ci hai parlato due minuti e già sono simpatici..." scosse la testa "tanto farai comunque di testa tua vero?" Perla sorrise soddisfatta "come non detto..."

"YEEE!!! Bene ragazzi, siete arruolati!" cinguettò allegra rivolta ai tre "Allora, lei è mia cugina Laurel e lei è la nostra amica Sue... loro sono... hem... scusate... non mi ricordo i nomi..."

Uno dei tre, un giovane biondino dall'aria trasandata e una t-shirt a righe bianche e blu, si fece avanti "Non c'è problema... io sono Kurt, loro sono Krist e Chad... e grazie del passaggio" le ragazze li salutrono con un cenno della mano "Possiamo caricare gli strumenti?"

"Certo!" rispose Perla.

"Sul retro del pick up" precisò Laurel.

"Si ok... grande..."

Sistemarono le poche cose che avevano, per lo più i loro strumenti e qualche zaino malridotto.

"Bella macchina" fece Chad passando una mano sul cofano rosso "credo che salirò con te, se non ti dispaice"

"Fai pure" rispose Perla "dietro si sta scomodi, voi andate con loro sul pick-up! C'è un sacco di spazio li dentro"

Laurel sorrise tirata alla cugina mimando un muto e ironico 'grazie' con le labbra. Poi aprì la portiera "Prego!" disse facendo cenno a Krist e a Kurt di entrare.

E con quei nuovi e sconosciuti compagni di viaggio si rimisero in moto.



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Heilà! Si lo so, è un po' corto... ma data la lentezza con cui sto aggiornando ho preferito iniziare a postare questo pezzo, così almeno andiamo avanti! Spero di rifarmi viva con un nuovo capitolo prima del nuovo anno :P Kiss! Lau

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Capitolo 23
*** 23 ***


"Posso fumare? Vi da fastidio?" chiese Kurt accendendosi una sigaretta.

"Cosa ce lo chiedi a fare se tanto l'hai già accesa?"

"Sue, giusto? Acidella..."

"Cosa?!"

"Scusalo..." disse Krist cercando di rimediare "non sa come ci si comporta con una ragazza!" prese la sigaretta dalla bocca di Kurt e la gettò fuori dal finestrino.

"Hey! Era l'ultima!"

"Vuol dire che ne farai a meno!"

Sbuffò appoggiandosi al sedile e mettendosi le mani dietro la testa "Allora, cosa andate a fare voi tre ragazze a Los Angeles?"

"Iniziamo l'Università la settimana prossima"

"Studentesse..." si voltò verso l'amico sussurrandogli all'orecchio non troppo piano "lo sapevo, hanno la puzza sotto al naso!"

"Ti abbiamo sentito!"

"Non abbiamo la puzza sotto al naso"

"Ah no?"

"NO!" sbottò Sue spazientita. Quel tipetto biondo le dava proprio sui nervi!

Rise con quella sua faccia da schiaffi... Sue pensò che in parte le ricordava Axl, strafottente e presuntuoso allo stesso modo. Kurt ghignò scuotendo il capo e infilandosi gli occhiali da sole, per poi tamburellare sulla portiera a ritmo di chissà quale musica immaginaria "Ce l'ha un autoradio questo catorcio?"

"Questo catorcio, come lo chiami tu, porterà il tuo sedere a Los Angeles gratis! Quindi vedi di non lamentarti troppo"

"Accidenti Susy, che caratterino..."

"Sue... non Susy, e comunque... si ce l'ha... l'autoradio intendo"

"Bene!"

"Che fai?!" urlò Laurel alla guida mentre il ragazzo scavalcava Sue al suo fianco per mettersi al suo posto.

"Hey! Leva il tuo sedere dalla mia faccia!"

"Ok, ci sono...” disse accomodandosi tra Laurel e Sue “scusa volevo solo raggiungere questa..." si mise a trafficare con l'autoradio infilandoci dentro una casetta che aveva tirato fuori dalla tasca.

"Che roba è?"

"Musica... la nostra ovviamente... non passa roba abbastanza bella in radio, meglio ascoltare un po' di grounge"

"Gro... che?!"

"Grounge... lascia stare... che ascoltate di solito voi studentesse per bene? Bach? Beethowen? O magari siete rimaste ad Elton Jhon e Prince?"

"Kurt andiamo! Sono di Seattle! Di sicuro conosceranno il sano ritmo del rock! Non è vero ragazze?" fece Krist da dietro sporgendo sul sedile retrostante.

"Si certo! Anche i nostri ragazzi suonano, hanno una rock band e diventeranno presto molto conosciuti! A Los Angeles stanno già avendo successo!" ribattè impettita Sue incrociando le braccia la petto.

"Ma davvero? Tu guarda... e chi sarebbero questi grandi rockers che presto la storia del rock consacrerà?" il tono strafottente e canzonatorio del biondino irritò Sue ancora di più.

"Guns n' Roses! E se tu non li hai mai sentiti, è solo perchè di musica non ne capisci un bel niente!"

"Guns... mmm... di un po' Krist, cosa mi dovrebbe ricordare questo nome... non mi è nuovo..."

"Ma si Kurt! Dai, quei ragazzi con il cantante coi capelli rossi, la bandana e la fama di essere uno sciroccato!"

"Ohhh giusto! Ora ricordo! Pistole e rose, come no! Ho il loro manifesto stampato in testa"

"Axl non è sciroccato!" disse Laurel d'un tratto.

"Axl, ecco come si chiama... tempo fa abbiamo incontrato per caso anche altri due... stavamo suonando in un locale e ci siamo fatti una bevuta insieme... avevano due nomi buffi, e uno aveva la faccia praticamente nascosta dai capelli"

"Slash... l'altro sarà scuramente stato Duff"

"Brava Sue, esatto! Slash e Duff! Come ho fatto a scordare due nomignoli del genere... proprio loro... bravi ragazzi eh, simpatici! Così sono riusciti alla fine ad andare nella città degli angeli... bene, mi fa piacere... sul serio! Mi piace avere della concorrenza seria, spero siano all’altezza un giorno... anche se noi siamo tutto un'altro genere"

"Sei davvero presuntuoso, lo sai?"

"E tu petulante..."

"Cosa?! Sei uno stupido ragazzino viziato!"

"Viziato io?! Vaffanculo! Sei tu quella viziata! E..."

"Basta cazzo! Mi state facendo venire mal di testa!" urlò Krist.

"Perfettamente d'accordo" assentì Laury alle parole del ragazzo.

I due sbuffarono e si zittirono voltandosi uno dalla parte opposta dell'altro, come due bambini. Nel silenzio solo le note della cassetta promozionale che Kurt aveva inserito nello stereo, potevano udirsi nell'auto.
'Niente male...'pensò Laurel, convinta che quello strano sound  fosse roba abbastanza nuova per il mondo della musica. Lei che non se ne intendeva molto, poteva in quelle note cogliere la novità del gruppo, la rabbia, la strafottenza, la voglia di ribellione e l’altrettanto forte voglia di riscatto che il giovane ragazzo urlava in quei versi... in questo non erano così diversi dai Guns.

I need an easy friend
I do, with an ear to lend
I do think you fit this shoe
I do, won't you have a clue
I'll take advantage while
You hang me out to dry
But I can't see you every night, free


"Carina" ammise Laurel.

"Grazie, è un po' diversa dalle altre..."

"Già... "

"L'hai scritta per una ragazza?"

"Forse..."

"Andiamo Kurt, quanto te la meni! Si l'ha scritta per una ragazza!"

"Krist fatti i cazzi tuoi! Bè, comunque si... Tracy era la mia ragazza"

"Relazione turbolenta la loro, pare che il signorino si rifiutasse di collaborare alle faccende domestiche!"

"Krist!"

"Si lo so, fatti i cazzi tuoi..."

"Ecco bravo..."

"Abitavi con una ragazza?"

"Si, ma solo per poco"

Laurel sorrise. Si stupì che un ragazzo così giovane, doveva avere più o meno la loro età, avesse già fatto esperienze del genere. Ma erano gli anni ‘80, ed erano negli Stati Uniti... lui era giovane e ribelle, non c’era da stupirsi se avesse già fatto tante esperienza nella sua vita. Era davvero uno strano, strafottente e presuntuoso ragazzino... ma non era poi così lontano da quello che le era sembrato Axl all'inizio. Forse anche lui era diverso, forse anche lui aveva quella sorta di maschera di onnipotenza dietro la quale si celava per nascondere le sue debolezze.

"Così quell'Axl è il tuo ragazzo?" le chiese.

"Già"

"E dimmi, è davvero bravo come dicono? Oltre che ad essere pazzo..."

"Axl non è... ufff..." scosse la testa "Si, è molto bravo"

"Bene, avrò il piacere di sentirli all'opera a Los Angeles"

"Sicuramente"

"Ragazzi da quanto tempo siamo in marcia?! Ho un fame pazzesca cazzo!" si lamentò Krist.

"In effetti... sono anche un po' stanca, Perla dovrebbe fermarsi"

"Figurati, fosse per lei potremmo proseguire per tutta la notte!"

"Oh non facciamo scherzi! Devo mangiare! E devo anche pisciare, diglielo Kurt! Mi sta esplodendo la vescica!"

"Che cazzo ne so io della tua vescica?! Fate fermare la vostra amica, anche io ho fame!"

Laurel fece gli abbaglianti e suonò il clacson come aveva fatto ore prima. Ma Kurt non era tipo da saper spettare buono e zitto sul sedile, così scavalcando senza troppa delicatezza Sue, abbassò il finestrino e si sporse fuori.

"Ma che fai?!" urlò Laurel rallentando.

"HEEEEEEEEEEEEEEEY!!!" urlò, mentre i capelli gli sferzavano sul viso mossi dal vento "VI VOLETE FERMARE LI DAVANTI CAZZO! ABBIAMO FAME QUI, E KRIST DEVE PISCIAREEEEE!!!!"

"Sue tiralo dentro per favore!"

La ragazza lo afferrò per la maglietta, tirandolo all'interno della macchina "Sei pazzo!"

"Si, e conosco metodi più efficaci per farmi capire dalla gente"

In effetti di lì a poco la macchina di Perla rallentò per mettersi sulla prima corsia, e dopo qualche metro ancora, deviò alla prima stazione di servizio.


"Accidenti Kurt, anche se non urlavi così ti avremmo sentito lo stesso!" disse Perla scendendo dalla macchina.

"Hey Chad, fatto buon viaggio?"

"Certo Krist, Perla è davvero un'ottima compagnia" rise "e voi? Divertiti con le due fanciulle?"

"Oh si... bhè, Kurt ha fatto come al solito lo stronzo, ma diciamo che hanno sopportato bene!"

"Allora, volete mangiare o no?! Pizza!" strillò Perla camminando veloce verso l'interno del piccolo fast food.

"Wow ragazzi..." disse Chad "Quella ragazza è un furia! Ma dove trova tutta questa energia, io sono stanco morto e non ho nemmeno guidato!"

"Che roba si prende ragazze? Potrebbe darci il nome del suo spacciatore"

"Krist, Perla è così di suo... andiamo" rispose Laurel tirando il ragazzo per il braccio.


Sue si alzò dal tavolo mentre aspettavano l’arrivo delle loro ordinazioni "Faccio una chiamata, torno subito"

"Chiami Izzy?"

"Si, prima che chiudano il negozio" disse allontanandosi verso il telefono a gettoni del locale.


Tu...tu...tu...

"Heylà! Qui Baz, se cercate uno strumento o un buon album avete chiamato nel posto giusto!"

"Sebastian, sono Sue"

"Suuuuuuuuuue!!! Come va?!"

"Bene hem..."

"Si ho capito... ovvio che non cerchi me giusto? Ti passo il tuo Izzy..." ....

"Sue"

"Ciao"

"Hey... siete in viaggio?"

"Stiamo mangiando"

"Sta andando tutto bene?"

Per un attimo la ragazza rimase incerta se dire o meno che avevano tirato su dalla strada degli autostoppisti sconosciuti... ma decise che forse non era il caso, si sarebbe preoccupato per niente, tanto valeva dirglielo dopo "Tutto ok! Siamo in linea con la tabella di marcia... anzi, fosse per Perla saremmo già lì, pare non veda l'ora di arrivare!"

"Bene, non guidate se siete stanche ok? Quando pensate di arrivare?"

"Non lo so... domani, forse nel pomeriggio o verso sera"

"Perfetto, c'è sempre a casa qualcuno...
Sunset Boulevard, il magazzino lo riconoscerete facilmente, Slash e Steven l'hanno tappezzato di manifesti... e se avete problemi chiedete della Hell's House"

"La Hell's House?!"

"Già... è una storia lunga"

"Ma tu ci sarai?"

"Si piccola, chiederò a Baz di fare il mio turno e..."

"FOTTITI!"
si sentì di sottofondo.

"Me lo devi stronzo! Scusa... dicevo si, ci sarò"

"Ok... allora, a presto"

"Si... a presto"

Tututututu



"Era il tuo ragazzo?"

Sue fece un balzo sorpresa da quella voce dietro di lei. Krist se ne stava appoggiato alla parete con le mani in tasca, guardandola con uno strano sorrisetto sul volto.

"Mi hai fatto prendere un colpo!"

"Scusa... allora? Era il tuo ragazzo?"

"Che te ne importa? Comunque si..."

"Oh capisco..."

"Cosa?"

"Niente, dicevo così per dire... ora muoviti, Kurt e Chad si stanno già contendendo la tua pizza" disse sorridendole e porgendole la mano.

Sue guardò il ragazzo...sembrava volesse essere gentile, o per lo meno, faceva del suo meglio per sembrarlo, non come Kurt che lei davvero trovava insopportabile. Che ci stesse provando?

"Se toccano la mia pizza li strozzo!" rispose lei ridendo e tornando dagli altri, seguita dal ragazzo che scuoteva la testa un po' sconsolato.



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Bene, sono riuscita a scrivere un altro capitoletto prima del Natale ^_^ come sempre mi auguro che sia di vostro gradimento, grazie a chi legge e a chi commenta :)
E... MERRY X-MAS!!! Lau

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Capitolo 24
*** 24 ***


Eccomi anche nel nuovo anno! Visto che non ci siamo sentiti prima bè... HAPPY NEW YEARS :)
Capitoletto nuovo... mmm... non è che mi convinca gran che com'è uscito, ma spero vi piaccia! Kiss

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Sue tornò al tavolo seguita da Krist, constatando che fortunatamente la sua pizza non era stata toccata.

"Hey miss acidità, chi hai chiamato?"

Sue lanciò un'occhiataccia a Kurt "Non sono fatti tuoi..."

"Dai Kurt lasciala in pace!" disse Krist.

ll biondino sbuffò per poi finire di mangiare la sua pizza e ordinare un'altra birra "Los Angeles" disse d'un tratto "la terra della perdizione... sapete, io non so se al vostro posto dormirei tranquillo... i vostri ragazzi, li soli... sesso, droga e rock n' roll, sapete come funziona no?"

"Scusa, che cavolo vorresti dire?!" ribattè Laurie stizzita.

"Chi io?! Niente! Solo che... è difficile resistere alle tantazioni... è bello avere fiducia nelle persone, vi ammiro! Sul serio!" il suo tono era tutt'altro che serio, sembrava piuttosto canzonatorio.

Perla sbuffò "Hai finito di dare fiato alla bocca tanto per farle prendere aria?"

"Era solo una mia opinione..."

"Bè, tienitele per te le tue opninoni, se non volete continuare a piedi!"

"Hey!" si lamentò Chad "e noi che c'entriamo?!"

Perla lazò le spalle "Solidarietà!" disse sorridendo.

Laurel rimase pensierosa. Kurt era solo uno sbruffone che voleva a tutti i costi dire la sua.. ma non aveva ragione? Quel tarlo le ronzava continuamente in testa... e per quanto Sue le dicesse di non farci caso, di non farsi domande, come poteva non pensarci?

Fu interrotta dalla voce di Kurt "Ragazze, noi siamo al verde... so che è una scocciatura, ma non abbiamo mezzo dollaro..."

Perla lo fulminò "Ah tante grazie! Potevate anche evitare di abbuffarvi allora!"

"La fame è fame... eddai, vero che non vi dispace..."

"Pagare anche per voi? Ma nooooo... figurati!" rispose la ragazza con un sorrisetto sul viso.

"Ma Perla!"

"Sue avanti, che vuoi che sia... traquilli, ci pensiamo noi" sorrise di nuovo.

Laurel si trattenne dal ridere. Conosceva la cugina, sicuramente aveva in mente qualcosa! Infatti di li a poco disse qualcosa all'orecchio di Chad, passandogli sotto al tavolo un non bene precisato cartoccino... il ragazzo sorrise per poi fare un cenno agli altri due ed alzarsi, scomparendo poco dopo nel bagno del locale.

"Perla!" urlò Sue appena rimasero sole "Perchè gli hai detto di si! Non è giusto! Sono degli scrocconi, maleducati e antipatici!"

"Sue stai tranquilla ok? Non pagheremo un centesimo per quello che hanno mangiato"

"Ah sapevo che avevi in mente qualcosa!!!" esclamò Laurel entuasiata "Avanti, cos'hai escogitato? Cosa gli hai dato???"

"Hem... oh bè... diciamo che... staranno in bagno un po' per... farsi una fumata insieme..."

"Gli hai datto... dell'erba?!"

"Solo un pochino!"

"Perla ma..."

"Schhhhhhhh!!! Vuoi farti sentire da tutti?! Ora forza, andiamo prima che finiscano!"

"Che vuoi fare?"

"Voi credete davvero che siano senza soldi? Andiamo... non mi fanno fessa... forza ora, usciamo prima che ritornino!"

Laurel la bloccò per un braccio mentre si stava alzando "Aspetta! Vuoi andare senza pagare?"

"Noi non pagheremo... pagheranno loro! Scusa!!!" alzò un braccio chiamando il cameriere "noi stiamo uscendo, fa un tale caldo qui... i nostri, hem... ragazzi, sono andati in bagno... porta pure il conto a loro quando tornano, ok?"

"Ok, va bene... arrivederci!"

"Forza forza!!!" Perla le trascinò di corsa fuori dal locale, correndo verso le macchine posteggiate al parcheggio.


In quell'istante i tre uscirono dal bagno, con dei sorrisoni sulle labbra, merito del 'regalo' di Perla.

"Ci voleva eh?" disse Krist.

"Si cazzo... ve l'avevo detto, quella Perla è una forza!"

"Una... forza..." balbettò Kurt bloccandosi davanti a loro "Se ne stanno andando cazzo!!!" urlò per poi correre fuori seguito a ruota dagli altri due, che ci avevano messo poco a capire cosa stava succedendo.

"HEY! HEEEY! VOI DOVETE PAGARE TORNATE QUIIIII!!!" urlò il cameriere partendo all'inseguimento, per altro inutile, visto che erano molto più veloci di lui "VAFFANCULO!!!"


"Dai dai parti! Stanno arrivando!!!" Perla mise in moto l'auto sgommando e partendo a razzo, e la stessa cosa fece Sue con il pick up.

"HEEEEEEEEEEY HEEEEEEEEEEEEEEEY!!!" urlarono i ragazzi correndogli dietro.

Purtroppo per le le ragazze però il pick-up non era così veloce in ripresa, ed inoltre ci si poteva aggrappare facilmente entrando poi da dietro...

"Merda!"

"Laurel sono entrati!"

"Oh si cazzo! Fermate questo cazzo di cosoooooo!!!" urlò Chad aggrappato dietro con le gambe a penzoloni.

Kurt si tirò su ed entrò senza troppa dfficoltà in cabina "Che cazzo di scherzi sono?!"

"Scherzi?! Volevate fregarci, vi abbiamo offerto un passaggio e prtendevate anche la cena!"

"Guarda che siamo davvero senza un soldo accidenti!"

"Ma andiamo!"

"E' vero!!!"

"Vuoi dire che... non ha pagato nessuno?!"

"Certo che no, siamo scappati!"

"Benvenute nel mondo dell'illegalità signorine UOOOOOOOO!!!" urlò Krist che nel frattempo aveva dato una mano a Chad ed era risalito con lui davanti.

Sue e Laurel si guardarono. Calò il silenzio per qualche istante, poi all'improvviso Sue si lasciò sfuggire una specie di risata che tentò di bloccare sul nascere tappandosi la bocca. Ma ormai la catena era innescata, Laurel scoppiò a ridere seguita a ruota dall'amica. I tre si guardarono perplessi... Chad fece segno con l'indice che fossero matte, ma poi anche loro scoppiarono a ridere.


Si fermarono più avanti, ormai si stava facendo buio. Perla scese dalla macchina alzando le mani al cielo "Ma insomma, ancora qui?! Siete impossibili!"

"Bellezza, bella trovata! Ora siamo ufficialmente dei fuorilegge!"

"Perla erano davvero senza soldi... non ha pagato nessuno"

"Oh..." Kurt sorrise compiaciuto "E ditemi, dove pnsate di dormire questa notte???"

I ragazzi si guardarono in faccia "In macchina!" risposero convinti tutti insieme.

"Non ci pensate neanche, sareste capaci di filarvela!"

"Bè allora pagaci una camera dolcezza"

"Hey scordatelo! Non vi abbiamo dato un passaggio per mantenervi!"

"Altre soluzioni... Perla?!" disse Kurt avvicinandosi anche troppo al viso della ragazza. Lo allontanò con una mano sedendosi sul cofano dell'auto e sbuffando.

"Sentite" disse poi Chad "Credo di avere un'idea... tutti vogliamo arrivare a Los Angeles  prima possibille no? E allora perchè fermarci? Andiamo avanti, così risparmiamo tempo e non abbiamo il problema di dove passare la notte!"

"mmm... bella idea Chad! Ma io non sono un robot, ho guidato tutto il giorno e almeno qualche ora devo dormire!"

"Posso guidare io... Kurt e Krist si alternano sul pick-up"

"No no, non se ne parla! Questa macchina la guido solo io!"

"Guarda che non sono un'idiota, ce l'ho anche io la patente!"

"Perla..." intervenne Laurie "Non è una cattiva idea... arriveremmo a Los Angeles domani e... in fondo non credo che se Chad guidasse l'auto di Slash succederebbe qualcosa..."

Sue annuì... anche lei non vedeva l'ora di arrivare in città.

Perla sbuffò... davanti alla maggioranza non poteva che cedere "Ok senti... se succede qualcosa a quest'auto ne risponderai personalmente ok? Prima di distruggo io, e poi Slash ti polverizzerà!"

"Slash... è sua?"

"Si..."

"Non le farò un graffio, promesso... allora, aggiudicato?"

"Ok..."

"Bene, andiamo!" Chad salì al posto di guida con Perla al suo fianco "Tanto non chiuderò un occhio..."

Sue e Laurie si accomodarono sui sedili posteriori del pick-up. Erano stretti, ma loro in fondo si adattavano a starci. Kurt prese posto sul sedile del passeggero davanti, stravaccandosi come meglio poteva. Krist scosse la testa, la guida toccava a lui, ed era certo che non avrebbe avuto il cambio dall'amico.


***


Izzy tornò dal negozio. Era passato al minimarket prima, giusto per prendere un po' di pane, qualche schifezza a basso costo per riempirsi la pancia, e fare scorta di Nightrain. Qualche soldo si iniziava a vedere, tra il suo lavoro, e quelli saltuari dei ragazzi. Inoltre al Troubadour ora li pagavano... non molto a dirla tutta, ma era meglio che niente, e poi avevano da bere gratis. Il problema era che tutto o quasi quello che guadagnavano andava a finire in alcool, droga e puttane. Così si trovavano come sempre a lesinare sui generi di prima necessità, e il più delle volte dovevano sperare nella benevolenza della cara Macy, per avere qualche porzione in più di pane insieme a quelle schifose zuppe da due dollari. E Slash non ne voleva ancora sapere di elargire quei benedetti 200 dollari che si erano guadagnati tempo prima con quell'improvvisato striptease.

Trovò Slash svaccato sul divano a guaradre svogliatamente quella Tv scassata che avevano raccattato al mercatino dell'usato e che prendeva solamente due canali. Duff era di fianco a lui con lo stesso sguardo vuoto e una bottiglaia di birra in mano. Steven, a giudicare dai rumori che provenivano dalla sua stanza, se la stava spassando probabilmente con Adrianna... e Axl non si vedeva. Sbuffò domandandosi che cavolo di fine facesse ogni volta, e temeva anche di sapere la risposta... 'Credi che sia scemo? Tu non vuoi farti vedere, ma hai bisogno di scopare tu come ce l'abbiamo tutti...' pensò in quel momento.

"Hey Izzy" lo salutò Slash sistemandosi meglio.

Duff gli fece spazio di fianco a lui, il moro posò a terra la borsa con quel poco di spesa e si sedette sbuffando "Come va?"

"Al solito... è venuto Brixx oggi, dice che abbiamo buona possibilità di avere una data al Ritz la settimana prossima"

"Lo spero, sono stufo di suonare in quel buco per le solite quattro facce da culo"

"Facce da culo che però spargono la voce Stradlin... se iniziamo ad avere un nome noto, è solo grazie a loro" rispose Duff passandogli la birra.

"Sempre facce da culo sono... sentite, ha chiamato Sue oggi... domani arriveranno" Duff alzò lo sguardo sull'amico bloccando per un attimo quel niente che stava facendo "Dovremmo sistemare un po' di roba... insomma, se vengono qui non voglio... che vedano certe cose" continuò Izzy lasciando ben intendere agli altri due quali 'cose' nello specifico non voleva che le ragazze vedessero.

"Hai ragione... dovremmo fare un po' di pulizia"

"Dobbiamo bandire anche le feste? Insomma... perchè dovremmo nasconderci, noi non..."

"Slash non ho detto che dobbiamo nasconderci, ma cazzo! Non voglio che Sue veda tutta questa merda ok?"

"Non è stupida Izzy, lo sa bene quello che facciamo... lo sanno tutte"

"Adesso è diverso Slash... qui è diverso. A Seattle ci davamo una misura, ma adesso guarda..." indicò un angolo dove ancora giaceva una siringa usata da chissà chi "Le cose ci stanno sfuggendo di mano. Vuoi che Laurel o Perla vedano questa roba? Bè io no... e francamente credo anche che ci dovremmo dare una regolata"

Il riccio si mise una mano tra i capelli incasinandosi ancora di più quell'ammasso di ricci che aveva in testa "mmm... in effetti..."

Duff si alzò improvvisamente rifugiandosi in camera. Sistemarsi, come se fosse facile. Per lui era forse più facile ora, quando Laurel era lontana... gli mancava si, ma almeno non era costretto ad averla davanti tutti i giorni, felice e contenta con Axl. Ora invece sarebbe tornato tutto a galla, e Izzy gli stava dicendo che dovevano darsi tutti, lui compreso, una regolata... 'fanculo' pensò sedendosi stancamente sul letto, se così si poteva definire quel groviglio di coperte in cui dormiva, e cercando qualcosa dentro al cassetto del comodino sgangherato.

"Che ha Duff?" domandò Izzy mentre cercava di raccogliere in qualche modo i rifiuti che c'erano per terra.

"Non lo immagini? Credo che rendersi conto che domani arriverà... chi sai tu... l'abbia un po' scombinato... non gli è ancora passata"

"Non gli passerà mai"

"Lo so..." sospirò incamminandosi verso la loro stanza. Aprì la porta e lo vide guardare una foto che teneva tra le mani... "man... cos'è?"

Duff prontamente la nascose sotto al ciuscino e ci si tuffò sopra con noncuranza "Niente"

"Niente... sempre niente, come no! Posso vedere quel... niente?!"

Il biondo alzò lo sguardo al cielo, ma tanto a che serviva fingere con lui? Si rimise a sedere dando modo al riccio di infilare la mano sotto al cuscino.

Guardò la foto che aveva preso "mmm... inutile che ti chieda quando l'hai fatta eh..." era la foto che il biondo aveva scattato a Laurel mentre dormiva, qualla notte che chissà poi perchè, gli aveva chiesto di non lasciarla sola, di dormire con lei. E lui così aveva fatto. Sapeva che non era la cosa migliore da fare, eppure aveva acconsentito a quell'assurda richiesta. E aveva dormito con lei. Dormito davvero però... o meglio, lei aveva dormito. Lui aveva passato la notte insonne a fissarla come un perfetto imbecille... eppure quella era stata una delle notti più belle che avesse mai passato "Duff..."

"Non iniziare Slash..." disse innervosendosi e alzandosi ed accendendosi una sigaretta "lo so ok? LO SO! Non ci devo pensare, devo farmele pasare... lo so accidenti!"

"Ok, ok... non ti scaldare..." si accese anche lui una sigaretta facendo compagnia all'amico in quell'amaro mustismo in cui si era chiuso.


Izzy intanto aveva iniziato a sistemare qua e là, senza risolvere gran che. C'era davvero un gran casino. Quando Axl rientrò gli venne quasi da ridere nel vedere l'amico chino su un mucchio di immondizia, indeciso se mettere tutto dentro un sacco o sbatterlo direttamente fuori dalla porta.

"Vuoi anche un grembiulino Stradlin?!"

Lo fece sobbalzare "Axl! Si può sapere dove cazzo sei finito?" il rosso alzò le spalle "come non detto... senti mi daresti una mano? Domani dovrebbero le ragazze e..."

"Domani?!"

"Si... perchè?"

"Bè è... era ora"

"Allora me la dai una mano?"

"Si... si, diamo una sistemata. Dove sono gli altri?"

"Slash e Duff sono in stanza... a... sistemare le loro cose"

"Adler? Immagino che questi rumori inequivocabili arrivino dalla vostra camera..."

"Già, Adrianna lo sta tenendo impegnato!"

"Bei gemiti la ragazza... potremmo pensare di inserirli da qualche parte un giorno o l'altro"

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Capitolo 25
*** 25 ***



Avevano ripulito quel posto, per quanto fosse possibile. Certo ora aveva decisamente un aspetto migliore. Izzy aveva chiuso la droga che era rimasta in cassetto al sicuro, e Steven aveva messo della roba nella vaschetta del burro, 'ben nascosta' secondo lui, in quel frigorifero praticamente vuoto.

Slash stava steso sul divano con Renèe al fianco. La ragazza aveva portato loro delle pizze, più per pena che per cortesia, e con lei aveva portato quella Linda, l'amica che tempo prima, Duff si era fatto. Izzy ed Axl erano presi da una partita a scacchi, concentratissimi, anche se poi il risultato già si sapeva. Duff assisteva alla scena con poco interesse bevendo placidamente la sua birra, cercando di stare lontano da Linda il più possibile. Non che non lo attraesse, ma non era decisamente dell'umore adatto.

"Brutta mossa Stradlin, così mi faciliti il gioco"

"Era l'unica mossa possibile!"

"Come vuoi... scacco matto!" disse Axl sorridendo soddisfatto.

"Ahhhh vaffanculo!" ribattè Izzy alzandosi e accendendosi una sigaretta "hai un culo infinito!"

"Con gli scacchi non c'entra il culo, conta la testa... non c'è gusto a giocare con voi, vinco sempre io! Duff... vuoi provare?"

"No grazie"

Il rosso sbuffò. In quell'istante Steven uscì dalla camera mezzo nudo, con Adrianna abbracciata a lui che cercava di trattenerlo. Rideva come un matto e a fatica si reggeva in piedi.

"Steven... stai buono, Steeeeve!"

"Ma cazzo gli prende?!" chiese Slash voltandosi.

"Si è fatto tutta la roba che aveva nel cassetto, ecco che gli prende! Gli ho detto di non esagerare ma non mi ha dato retta!" spiegò Adry cercando di sorreggerlo "Mi aiutate?!"

"Fanculo... lascialo cadere..."

"WOOOOOOOOOOOOOOOO!!! SONO IL RE DEL MONDOOOO!!!" urlò il ragazzo staccandosi improvvisamente da Adry e cadendo rovinosamente a terra.

Axl gli andò vicino accovacciandosi su di lui "Sei un coglione Adler, vuoi rimanerci secco per caso?!"

"Heeeeeeeey! Avete detto voi di far sparire la roba, e io l'ho fatta sparire!"

"Intendevamo dire di nasconderla, non di sniffartela tutta, idiota!"

"Non l'ho sniffata tutta, la vaschetta del burro è ancora piena!" mugugnò.

"Ma che cazzo hai nel cervello eh?! Le scimmie urlatrici???"

"Ohhhh che carine le scimmiette..."

Il rosso si alzò sbuffando nervosamente "Vado a farmi un giro, vedete di farlo riprendere!"

Izzy lo fermò per un braccio "E perchè non ci dai una mano?"

Il rosso alzò le spalle infilndosi il giubbotto.

"Axl aspetta!" disse Adry "Mi accompagneresti a casa se esci? E' buio e Steven è fuori gioco, non voglio tornare da sola"

"Come ti pare"

"Ok prendo la giacca e arrivo!"

La ragazza tornò di li a poco e uscì inseme ad Axl dopo aver salutato tutti e aver dato un bacio a Steven.

Izzy scosse la testa "Forza Popcorn, andiamo a nanna..." disse sollevando Steven di peso e portandolo in camera mentre lui continuava ridere.


Duff prese una sigaretta dal pacchetto di Slash ed uscì fuori appoggiandosi al muro.

Un tizio ubriaco con un bottiglia in mano seguito da altri due individui gli andò vicino "Heeeeeeey! Amico, dov'è il fottuto casino eh?! Che siete tutti morti stasera?" biascicò ciondolando e cadendo quasi addosso al biondo, che lo afferrò prontamente spingendolo via.

"Vattene! niente festa stasera!"

"Hey biondo..." sussultò quando la voce di Linda lo sorpese "che fai qui tutto solo?"

"Non vedi? Fumo" rispose acido.

"Nervosetto? Se vuoi posso aiutarti a rilassarti..." gli si appoggiò al fianco infilando la mano nei suoi capelli.

"Una sigaretta mi basta" si scostò da lei infastidito, anche se in fondo non gli aveva fatto nulla di male.

"Hey ma che hai? Ce l'hai con me?!"

"No non ce l'ho con te! Ma uno non può avere i cazzi suoi?! Scusa Linda, voglio rimanere da solo, è tanto difficile da capire? Non è una cosa poi così complicata, no?!" disse qualle parole quasi urlandogliele in faccia, accorgendosi solo quando vide gli occhi di lei luccicare che forse, aveva un po' esagerato "Scusa" mormorò abbassando lo sguardo a terra e gettando lontano il mozzicone consumato. Sospirò voltandosi verso la ragazza che si stava asciugando una lacrima con aria abbattuta.

"Volevo... solo farti compagnia..."

Si passò nervosamente una mano tra i capelli biondi "Si... lo so scusa... mi dispiace, non volevo trattarti così, sono solo un po' stanco e mi innervosisco facilmente..." le accarezzò il viso "ora me lo fai un sorriso?" Linda rimase un po' con il broncio, ma quando Duff le sorrise non resistette, e anche lei inarcò le labbra in un sorriso "Molto meglio" le mise il braccio attorno al collo "entriamo ora, ok?"

Avevano appena fatto qualche passo quando lei si voltò bloccandolo con le mani sul petto, e inaspettatamente gli pose un bacio sulle labbra per poi staccarsi e guardarlo "Ora scusami tu... ma faccio sempre quello che voglio..." e di nuovo si attaccò alle sue labbra, questa volta con più decisione. E se inizialmente le parve di sentire il ragazzo irrigidirsi, man mano che continuava lo sentiva sciogliersi, finchè si lasciò andare del tutto e corrispose, stringendole la vita e tirandola a sè. Si staccò per riprendere fiato, osservando il viso più rilassato della ragazza che ora sorrideva felice. Non disse nulla, nemmeno una parola, distolse lo sguardo da lei e aggirò il suo corpo entrando di nuovo nel magazzino.

Linda si appoggiò al muro sbuffando e alzando gli occhi al cielo. Non capiva perchè quel ragazzo dovesse essere tanto complicato, non poteva lasciarsi andare e basta?

Lo seguì all'interno sbattendosi la porta alle spalle. Izzy era a terra con la schiena appoggiata al muro e una canna tra le labbra, mentre Slash e Renèe si scambiavano effuzioni sul divano "Bè? Dov'è andato il vostro amico?"

"Chi Duff?" Slash indicò lo stretto corridoio che dava sulle porte delle camere "Dammi retta lascialo perdere, stasera gli butta male"

"Si certo... mister muso lungo ha le sue cose..." sbottò sedendosi a terra di fianco ad Izzy "Mi fai fare un tiro?"

Il moro si voltò a guardarla, poi buttò fuori il fumo e glie la passò "Finiscila pure" disse alzandosi.

"Hey che fai, te ne vai anche tu?"

"Vado a vedere come sta Steven... e magari mi faccio anche una dormita, è tardi" disse guardando il vecchio orologio appeso alla parete 'Quanto cazzo ci mette Axl?!' pensò senza poter fare a meno di arrivare ad una conclusione...

Linda rimase sola a terra nel silenzio della stanza interrotto solo dalle risatine e dai sospiri dei due sul divano "Non potete andare in stanza?! Renèe dai andiamo!" disse alzandosi rivolta all'amica.

"Linda io... veramente vorrei rimanere qui stanotte..."

"Ah bene, fantastico! E io come torno, lo sai che non ho la patente!"

"Rimani no? Troverai di sicuro un letto dove dormire di là" rispose Slash per poi riprendere a baciare il collo di Renèe nell'esatto punto in cui aveva staccato per dire quelle poche parole.

Linda non aveva scelta, o stava li a reggere il moccolo o si rinchiudeva in qualche stanza aspettando mattina. Tornare a piedi non era una buona idea nel cuore della notte e in quella zona della città. Avrebbe dovuto aprofittarsi di Axl come aveva fatto Adrianna e farsi accompagnare da lui, invece di perdere il suo tempo con quel biondino troppo perso nei suoi pensieri per darle retta. Però le piaceva... le piaceva e lo voleva. A lei raramente dicevano di no, era una bella ragazza e ci sapeva fare... non riuscva a concepire il fatto che lui la rifiutasse in quel modo. Si certo, cercava sempre di essere gentile, ma questo la faceva arrabbare ancora di più. Cosa se ne faceva della sua gentilezza se poi non la voleva?

Gettò il mozzicone ormai ridotto all'osso nel posacenere li vicino e camminò lungo il corridoio in cerca di un camera in cui potersi stender. Quando sentì dietro una di quelle porte, una musica lontana, proveniente forse da delle cuffie tenute ad alto volume. Aprì piano e sbirciò dento. Duff era steso sul letto con le mani dietro alla testa e delle cuffie sgualcite sulle orecchie. Teneva gli occhi serrati muovendo solo di tanto in tanto la testa con un'espressione corrucciata sul bel viso. Era coperto fino alla vita dalla coperta, dalla quale spuntava poi il torace bianco e asciutto da cui Linda non risuciva a distogliere lo sguardo. Si tirò indietro socchiudendo la porta e rimanendo li fuori con quell'immagine stampata nella mente. Sentì un forte impulso di entrare li dentro, ma il timore che lui di nuovo potesse rifiutarla la fece trattenere 'Ma chi se ne frega, in fondo lo conosci appena!' pensò mentre automaticamente si sfilò scarpe, gonna e maglietta, restando solo con gli slip addosso. Sentì un'ondata di aria fredda accarezzarle la pelle ma non se ne curò. Riaprì piano la porta camminando sulla punta dei piedi nudi per non farsi sentire, e senza fare rumore alcuno la richiuse alle sue spalle. Piano arrivò fino al letto del ragazzo, che non si era accorto di nulla immerso com'era tra musica e pensieri. E con una mossa veloce Linda alzò la coperta infilandosi sotto, e scivolando in fretta sul corpo del ragazzo che nemmeno ebbe il tempo di rendersi conto di cosa stesse succedendo.

Duff aprì gli occhi di colpo sobbalzando e gettò dietro alla testa le cuffie, sorpreso non poco di trovare la giovane sopra di se "ma che cazzo..."

"Scccccch!" fece lei tappandogli la bocca con una mano e sistemandosi meglio a cavalcioni su di lui.

Duff le prese il polso allontanando la sua mano dalla bocca "Linda, cosa stai cercando di fare?!"

Lei si abbassò su di lui baciandogli il collo, mentre si muoveva sensualmente sul suo bacino "Secondo te?" Infilò le mani tra i suoi capelli stringendoli e quando sentì il ragazzo sospirare, fu certa di essere riuscita ad ottenere ciò che voleva. Scese sul suo corpo passando languidamente la sua lingua sul petto marmoreo del ragazzo, per poi scendere ancora più giù, fino all'elastico dei suo pantaloncini, che abbassò senza troppi problemi. Un sorriso soddisfatto le apparve sul volto quando notò con piacere che Duff non le era poi così indifferente, il suo corpo almeno non mentiva. Iniziò a giocare con lui, sentendolo gemere piano, e godendo delle sua mani che le tenevano bassa la testa per impedirle di distogliersi da quello che stava facendo.

Solo dopo qualche minuto il giovane la prese per un braccio tirandola su di peso e cambiando le loro posizioni, mettendosi sopra di lei. In fondo non aveva anche lui il diritto di distrarsi? Lui, l'unico che più di tutti aveva il sacrosanto diritto di divertirsi con quella ragazza, era anche l'unico che come al solito si faceva troppe menate senza riuscire a combinare nulla, se non da ubriaco o fatto. Cercò di sgombrare la mente da tutti quegli assurdi pensieri. L'indomani, di nuovo, le cose sarebbero cambiate. Come non lo sapeva, ma di sicuro non sarebbero state più le stesse di quei mesi.

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Capitolo 26
*** 26 ***


Adrianna continuava a parlare senza sosta da quando avevano lasciato il garage. Axl la ascoltava in silenzio, o meglio, faceva finta di ascoltarla, in realtà pensava a tutt'altro. Steven si era conciato male quella sera, tra tutti era forse quello più incline a disfarsi con la droga. Ora che iniziavano a vedere qualche dollaro, facevano fuori tutto con quella merda... Axl si domandava di continuo dove li avrebbe portati, ma in fondo perchè preoccuparsene adesso? Doveva solo cercare di non esagerare, doveva solo cercare di mantenere il controllo, anche sugli altri se era necessario. La cosa più importante ora era farsi conoscere e diventare quello che avevano sempre sognato... la più grande rock band di tutti i tempi. Almeno, quello che lui sognava. Si perchè se Izzy e gli altri si accontentavano di suonare anche davanti ad un misero pubblico, lui puntava più in alto. Il Troubadour gli stava stretto, Los Angeles stessa gli stava stretta. Axl voleva di più.

"Capito? Assurdo non trovi? Axl... hey Axl!!!" urlò la ragazza scuotendolo per un braccio.

"Si si... dicevi?"

"Lascia perdere... ho parlato da sola per mezz'ora, ottimo! Comunque sono arrivata..." disse indicando la palazzina di fronte a loro "Che fai, sali?"

"No"

"Andiamo, mica ti mangio!"

"Dovevo accompagnarti no? Bè l'ho fatto, ci vediamo..."

"Dai, aspetta!" sbuffò quando lo afferrò per il braccio bloccandolo. Si voltò, Adrianna se ne stava li davanti a lui guardandolo con quel suo visetto innocente, con un sorrisetto malizioso che di innocente aveva ben poco "Per favore... solo una birra e poi te ne vai..." lo tirò per il braccio prima ancora che li potesse risponderle.

"Ok, ok! Hey non tirarmi!"

Aprì velocemnte la porta di casa lasciandolo entrare. Il rosso si guardò in giro, quella casa era veramente un buco, ma tutto sommato era carina, pulita ed in ordine se non altro. A parte i posaceneri pieni e qualche bottiglia vuota qua e là.

"Non fare caso al disordine... sai non sono mai a casa, non dedico molto tempo alle pulizie..."

Alzò le spalle "La mia birra?"

"Arriva subito!" Adry andò al frigorifero, prese due lattine e glie ne diede una "Salute"

Bevve velocemente, sembrava quasi avesse fretta di andarsene, e in parte era così... Axl si conosceva, sapeva quali erano i suoi limiti. Una birra, un tiro di coca... e di sicuro avrebbe fatto qualche cazzata. Ne aveva già fatte, e l'aveva sempre passata liscia perchè i ragazzi non avevano visto, o preferivano far finta di non vedere. Ma Adry la conoscevano, ed era la ragazza di Steven. Era molto carina, e sapeva essere provocante quando ci si metteva... e da come vedeva lui le cose, in quel momento ci stava provando spudoratamente. Si era tolta la maglia rimanendo con la sola canotta che lasciava intravvedere il seno da sotto la stoffa bianca, e aveva indossato dei pantalocini cortissimi che le lasciavano scoperti i glutei quasi del tutto. Accese la radio iniziando a ballare davanti a lui. Rise quando gli finì addosso, nemmeno troppo per caso.

"Scusa Rose... non volevo" mormorò al suo orecchio mordendosi il labbro maliziosa.

Non si scansò quando le labbra di lei si attaccarono focose alle sue, e nemmeno quando la sua mano finì dentro a suoi pantaloni... gemette sentondola giocare con lui, e seppure il suo cervello continuasse a ripetergli che doveva andarsene da lì subito, ci volle un po' prima che il ragazzo finalmente si decidesse ad afferrarle il polso bloccandola, e scostandola da lui ancora ansimante "No" disse secco.

"Ufff... no no no... sembri il tuo amico silenzioso, sempre no! Ma che c'è che non va?! Guarda che se è per Steven non ti devi proccupare, lui sa com'è, la nostra è una relazione aperta..."

"Non credo che per relazione aperta intendesse 'scopati pure i miei amici'... e comunque non è per Steven... non del tutto almeno"

"E' per la tua ragazza? Arriva domani, fino ad allora che ti importa? Non lo verrà mai a sapere... poi, come se fosse la prima volta che..."

"Non credo siano cazzi tuoi!" disse voltandosi e andando verso la porta.

"Ma dove te ne vai?!"

"Ci si vede Adry" la salutò freddo prima di chiudersi la porta alla spalle.

Quando tornò al garage era già notte fonda. Aveva vagato ancora un po' per i bassifondi della città, poi complice la stanchezza, aveva deciso di tornare, sperando di non incontrare gli occhi indagatori di Izzy. Entrò piano, sembrava che tutti stessero dormendo. Intravide sul divano le sagome di Slash e Renèe che dormivano sotto una coperta impolverata. Dalle camere proveniva un sonoro russare. Aprì piano la porta della camera di Steven, ecco da dove proveniva tutto quel casino... Izzy dormiva nel suo letto. Passò davanti alla camera di Duff, ma non gli servì entrare per intuire quello che stava succedendo lì dentro, i gemiti che sentiva erano più che chiari. Entrò poi nella sua camera, si levò il giubbotto e si buttò sul letto senza nemmeno spogliarsi cercando di addormentarsi, o almeno di tirare mattina.

***

Laurel si svegliò, infastidita dalla luce del sole sul viso. Vide Sue alla guida con Krist steso al suo fianco, e sulle sue gambe Kurt dormiva beato provocandole un formicolio fastidioso. Doveva essere in quella posizone da parecchio. Si stiracchiò pigramente per poi scuotere il ragazzo.

"mmmm..."

"Sveglia..."

"Hey Laurie!"

"Ciao Sue... scusa, ho dormito tutto il tempo"

"Non proccuparti, ormai siamo quasi arrivati!"

"Siamo già a Los Angeles?" chiese stupita guardano fuori dal finestrino.

"Già! Krist e Chad hanno guidato per tutta la notte... era distrutto poverino" disse gettando lo sguardo al ragazzo addormentato al suo fianco "quando mi sono svegliata gli ho dato il cambio"

"Mi dispiace, avresti dovuto svegliarmi, ti avrei dato il cambio"

"Ma no, sono fresca come una rosa! Piuttosto..." lanciò il paccheto di sigarette vuoto che Krist aveva abbandonato sul sedile, dritto in testa a Kurt "Qualcuno non ha guidato nemmeno una volta!" urlò.

Il biondo si svegliò di colpo massaggiandosi la testa "Hey... si sveglia così una persona, smettila di urlare!"

"No che non la smetto, non è giusto, potevi darci il cambio almeno una volta!"

"Che cos'è questo casino..." mormorò Krist svegliato dalle urla, sbadigliando sonoramente e stiracchiandosi come meglio riusciva.

"Oh scusa Krist, non volevo svegliarti!" disse Sue dispiaciuta.

"Per forza l'hai svegliato, starnazzi come una gallina!"

"Sei uno stronzo!"

"Hey stop ragazzi... tra poco non vi vedrete più ok? Non litigate!" implorò Laurel massaggiandosi le tempie che le pulsavano a causa di un mal di testa.

L'auto rossa entrò in un parcheggio davanti ad un piccolo bar su quella che doveva essere una delle vie più trafficate dlla città a giudicare dalla quantità di persone che giravano già a quell'ora del mattino. Sue la seguì fermandosi dietro. Chad e Perla scesero ridendo, la ragazza gettò a terra quello che rimaneva di una canna.

"Los Angeles babies!!! Benevenute in paradiso!" urlò.

Laurel scosse la testa alzando gli occhi al cielo "Hey Perla, riprenditi ok? Bene..." disse poi voltandosi verso di loro "Ragazzi siamo al capolinea... voi sapete dove andare? Va bene qui o vi dobbiamo portare da qualche parte?"

I tre si guardarono alzando le spalle "No" rispose semplicemente Kurt.

"Come sarebbe... no?!"

"No, sarebbe... no! Non sappiamo dove cazzo andare, ok?"

"E che farete?" chiese Sue rivolta a Krist più che agli altri.

"Ah non ne ho idea... ma non preoccuparti tesoro, vivremo sulla strada come delle vere rock star agli esordi! Sul serio... ci arrangeremo, e poi suoneremo da qualche parte, qualche spicciolo ce lo faremo"

Chad aiutò Kurt a tirare giù dal pick-up i loro strumenti e gli zaini contenenti tutta la loro roba "Bè, fanciulle... è giunto il momento dei saluti"

"Già" Perla abbracciò Chad dandogli un bacio sulla guancia e scompigliandoli i capelli "Mi raccomando, non cacciatevi nei guai! Ciao ragazzi" salutò anche gli altri, e così fecero Laurel e Sue.

Quest'ultima con un po' di riluttanza verso Kurt, si limitò ad una stretta di mano e a ricambiare lo sguardo poco amichevole di lui. A sorpresa però il ragazzo la tirò a se rubandole un bacio sulle labbra.

Si scostò irritata "Hey! ma che diavolo fai?!"

"Non prendertela tanto, scommetto che non vedevi l'ora!"

"Per niente, idiota!"

"Bye bye baby, ci si vede in giro!"

"Spero proprio di non incontrarti mai più!!!" urlò stizzita.

"In bocca al lupo!" urlò Perla.

"Ciao sventola!" la salutò Chad ridendo.

Così i tre si allontanarono per la loro ignota strada. Laurel si domandò se mai li avrebbero rivisti... erano strani, a volte irritanti... ma non erano cattivi ragazzi, si meritavano un'occasione.

"Bene... che si fa?" chiese poi alle due amiche.

Perla alzò le spalle "Decidete voi, o andiamo al campus a lasciare giù i bagagli, o ci mettiamo subito alla ricerca della Hell's House"

"La seconda!" rispose decisa Sue "Scusate... è che..."

"Lo sappiamo che non vedi l'ora di riabbracciare il tuo moretto" sorrise Perla "E Laury il suo Axl... o forse Duff? Chi lo sa!"

"Smettila Perla! Parli tu, muori dalla voglia di vedere Slash e non lo vuoi ammettere!"

"Cazzate, voglio solo sbattergli in faccia quanto sono stata brava con la sua macchina!"

"Si certo..." le rispose poco convinta.

Perla sbuffò "Forza andiamo va"


Il ragazzo che camminava dall'altro lato della strada fischiettando un motivetto imprecisato, si bloccò di colpo quando vide la fiammante auto rossa nel parcheggoio di fronte ad un piccolo bar. Gettò la sigaretta a terra allargando le braccia e urlando per farsi sentire "HEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEY!!!"

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Capitolo 27
*** 27 ***


Aveva appena lasciato a casa Renèe dopo averla accompagnata quella mattina, quando riconobbe nel posteggio del bar sulla strada in cui stava camminando, il suo tanto agoniato bolide rosso...

"Heeeey!!!" continuava ad urlare Slash correndo dietro al pick-up, agitando le braccia come un matto per farsi vedere.
 
"Senti anche tu qualcuno che grida?!"

Sue alzò le spalle "No io non... si! Hai ragione, ma che cavolo..." si affacciò dal finestrino guardando indietro "ma... è Slash! LAURY FERMA C'E' SLASH!!!"

La ragazza inchiodò di colpo, facendo schiantare il ragazzo, colto di sorpresa dalla fermata inaspettata, contro il retro del veicolo "Merda! SLASH!!!" urlarono fiondandosi giù.

Gli corsero incontro trovandolo a terra intento in esclamazioni piuttosto colorite. Laurel si mise una mano davanti alla bocca "Oh cavolo! Ti sei fatto male?!"

"Ma porc... mi volevate uccidere??? Heeeey! La mia bambina!" urlò d'un tratto alzandosi e scansando le ragazze per correre incontro alla macchina rossa ferma alle pompe di benzina poco più in là. Ci si sdraiò praticamente addosso, baciando il cofano e accarezzando la vernice lucida "Ohhh piccola di papà!!!"

Laurel incrociò le braccia al petto sbuffando "Accidenti Slash!"

Il ragazzo si voltò ridendo verso di lei e allargò le braccia "Scherzavo! Vieni qui piccola!!!"

Sorrise, e correndogli incontro gli si gettò tra le braccia. Immerse il viso nel cespuglio di ricci morbidi che le solleticavano la pelle. Quella sensazione le era mancata così tanto...

Slash la sollevò stringendola forte a se "Wooo!!! Siete arrivate finalmente!!!"

La lasciò a terra sorridente come non mai "Mi sei mancato Slash!"

"Anche tu principessa..." in una frazione di secondo le labbra carnose del ragazzo finirono sulle sue per un breve e delicato contatto "ne aprofitto sai, ora che non c'è Rose!"

Laurel rise stringendosi al suo petto. Era felice di vedere che quei mesi lontano da casa non l'avevano cambiato affatto.

"Hey Sue!"

"Slash!"

Si abbracciarono e il riccio le baciò una guancia.

"Hemmmm..."

Quando si voltò incontrando lo sguardo magnetico di Perla, quasi si sentì mancare la terra sotto ai piedi. Non la ricordava così bella, seppure spesso gli era capitato di sognarla la notte, magari dopo un bel trip da coca "C... ciao... hem... ciao Perla" balbettò goffamente scompigliandosi la testa.

"Hey, hai visto? Il tuo bolide è intatto, Perla 1 - Slash 0!"

"Non cantare vittoria tettona, la passerò al microscopio... se becco anche solo un graffio, un minuscolo e insignificante graffietto, me la paghi per nuova! Ma..." si accucciò al finestrino annusando l'aria all'interno dell'abitacolo "che puzza! Ci hai fumato dentro? Da quando fumi... canne poi?!"

Perla lo guardò con aria innocente "Un tiretto ogni tanto... ma poi che te ne frega, non te l'ho sporcata!"

"Questo è da vedere!"

"Non affaticarti a controllare, abbiamo gettato tutti i mozziconi fuori e..."

"Abbiamo?!"

"Abbiamo? Ho detto... HO!"

"No, no... hai detto abbiamo! Ora, o Sue e Laury hanno iniziato a fumare o... non avrete dato un passaggio a qualcuno?!?" urlò isterico.

Le ragazze si guardarono "Bè ecco..." fece Sue "erano da soli sulla strada, sai..."

"Erano musicisti! Non volevamo sentirci in colpa per non averli portai fin qui a trovare la loro opportunità!" continuò Perla.

"Ahhhh ma cazzo! Laury! Ti avevo raccomandato di non dare passaggi a nessuno! NES-SU-NO!!!! Porca merda, ma lo sapete quanta gentaglia gira al giorno d'oggi?! E se beccavate dei maniaci???"

Perla alzò un sopracciglio "Più di te?! Dubito che ce ne siano..."

"Senti tu..."

"Basta ragazzi! Siamo qui da nemmeno cinque minuti e già litigate?!" i due sbuffarono "Tranquillo Slash, erano dei bravi ragazzi, e non è successo niente! Come vedi siamo sane e salve"

"Tutta fortuna... sorvolerò sulla questione autostoppisti, e credo sia meglio non dirlo agli altri, non voglio che ad Axl venga una crisi isterica geloso com'è... a parte questo inconveniente, com'è andato il viaggio?"

"Alla grande, abbiamo scannato di brutto!" disse Perla esaltata.

"Ma bene! Controllerò anche freni, olio, frizione e tutto il resto!"

"E' tutto perfetto!"

"Lo vedremo! Cazzo il pick-up di Izzy!"

"Mio padre l'ha rimesso a nuovo... pensavamo vi potesse servire"

"Izzy sarà felice!"

"Oh ci puoi contare Sue! Allora..." disse circondando le spalle di Laurel con il braccio "che ne dite di andare dagli altri eh? Saranno felici di rivedervi" strizzò l'occhio a Sue che arrossì di colpo, intuendo a chi alludeva.

"Aspetta!" fece Perla "Ti ho fatto il pieno, vado dentro a pagare e arrivo!" disse fissando Slash con uno strano sguardo.

"Ah no cazzo, il pieno alla mia bimba lo pago io!"

"Non ci provare, io l'ho usata e io pago!"

"Fanculo! La macchina è mia!"

Laury e Sue si guardarono perplesse mentre i due si allontanavano continuando a discutere "Adesso litigano per chi deve pagare il pieno all'auto?!"

Sue sospirò "Heeeee... questo è amore!"


Perla entrò nel bar andando dritta alla cassa "Il pieno alla numero 2"

"Sono 30 dollari bellezza"

Guardò Slash "Bè? Non dovevi pagare tu?"

"Sia mai! Non posso farti questo torto, preeego!" in realtà non aveva un soldo con se, l'aveva fatto solo per correrle dietro, e perchè in realtà qualcosa nello sguardo di Perla era come se gli avesse detto di farlo.

La ragazza pagò sbuffando, poi senza dire nulla uscì dal retro anzichè dalla porta che dava sul parcheggio. Slash la seguì e non appena fu fuori sentì le mani di lei afferrarlo per la maglia e tirarlo verso di sè. La ragazza lo baciò lasciandosi trasportare da una passione che era scaturita nell'esatto momento in cui l'aveva visto venirgli incontro con quella sua solita aria da cazzaro. Al riccio passò in fretta la sorpresa per quel gesto inaspettato, subito allacciò le braccia al suo busto rispondendo al gioco di lingue che lei stessa aveva iniziato, e assaporando la sua bocca godendo di quel momento che tante volte aveva immaginato.

Si staccò da lui solo quando sentì le sue mani farsi più audaci, e abbassarsi sul suo fondoschiena "Non montarti la testa!"

"Ti ricordo che mi hai baciato tu..."

"Bè si... ma solo perchè mi andava!"

Si voltò dandogli le spalle e camminando sorridente verso il posteggio doveva aveva lasciato le due amiche. Slash sorrise trionfante, convinto che ormai quella ragazza già non potesse più fare a meno di lui.

"Allora, si va?!" esordì una Perla sorridente appena tornata al parcheggio.

Slash la seguì subito dopo attirando la curiosità e il sospetto di Sue e Laurel con un sorriso da ebete stampato sulla faccia

"Ma che avete voi due?"

La bruna guardò il ragazzo facendogli un chiaro segno di levarsi dal viso quel ghigno "Noi?! Nieeeente!"

"mmm... andiamo?"

"Ok, dammi le chiavi..."

"Devo proprio?" rispose Perla mettendo un finto broncio.

"Oh si! Voglio guidare il mio bolide... da solo... sgancia"

La ragazza consegnò riluttante le chiavi, poi prese posto alla guida del pick-up.

"Slash ti seguiamo, non andare troppo forte però, il pick-up va a rilento!" lo avvertì Laurel, che ricevette in risposta un OK poco convincente.

Quando Slash partì a razzo, sgommando per la strada felice di poter di nuovo guidare la sua amata macchina, Perla non volle certo essere da meno, e portò il pick-up ad una velocità folle per stargli dietro, sballottando le ragazze a destra e a sinistra.

"PERLA VAI PIANOOOOOO!!!"

"ODDIO! ODDIO!!!"

"Ma state calme è tutto sotto controllo! Non mangerò la polvere di quel pazzo, ora gli faccio vedere io che cosa so fare!!!"

"PERLAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!"

"Woooooooooooooooooohooooooooo!!!" urlò di risposta gasatissima, mentre schiacciava sempre di più l'acceleratore stando attaccata all'auto di Slash.

A quel ritmo non ci misero molto ad arrivare alla Hell’s House. Non appena Perla arrestò l’auto le ragazze si gettarono letteralmente giù trattenendosi a stento dal baciare l’asfalto su ci avevano finalmente posato i piedi.

“Tu sei pazza!” urlò Sue “Sto per vomitare…”

“Non esagerare, per un po’ di guida sportiva… hey riccio ti sono stata dietro alla grande!”

“Certo… avrai come minimo bruciato il motore… inoltre Laurel e Sue sono verdi, com’è?!”

“Non è colpa mia se sono delicate di stomaco!”

“Perla… non farlo… mai più…” biascicò Laury cercando di respirare.

“Accidenti! Non avete proprio il fisico ragazze! Mmm… così è qui che vi hanno sistemati… ma cos’è, una specie di magazzino?!” domandò guardando incuriosita l’edificio di fronte a loro.

“Più o meno…” Slash suonò ripetutamente il clacson dell’auto per richiamare i ragazzi.

Di li a poco la famigliare faccia di un assonnato Steven fecce capolino dal portone “Ma che cazzo hai da suon… HEY!!!” urlò correndo incontro alle tre e abbracciandole con foga.

Slash lo tirò via di peso quando notò che forse si stava un po’ troppo appiccicando al busto prosperoso di Perla “Adler… non ci provare!”

“Sono solo affettuoso!”

“Un paio di coglioni… dove sono tutti?!”

“Oh bè arriveranno…”

Quando anche Izzy uscì sul viso di Sue spuntò un sorriso gioioso, e senza nemmeno aspettare che fosse lui a raggiungerle gli corse incontro saltandogli al collo “Piano… piano, hey… mi sei mancata…” le sussurrò all’orecchio stringendola forte, per poi sollevarle il viso e finalmente assaporare di nuovo quelle labbra che gli erano terribilmente mancate. Stringendola ancora a se salutò Laurel e Perla con un bacio.

Lo sguardo di Laurel cadde poi sul biondo che era appena uscito dall’edificio, con i suoi capelli scompigliati e l’aria di chi non doveva aver dormito troppo bene. Si trattenne dal corrergli incontro e abbracciarlo stretto. Avrebbe voluto farlo… le era mancato, non avrebbe mai pensato di sentire la sua lontananza così tanto. Rabbrividì quando sentì i suoi occhi verdi fermarsi su di lei, e le si scaldò il cuore quando sulle sue labbra sottili spuntò quel sorriso famigliare che sapeva essere solo per lei. Fece un passo incerta verso di lui, fino a trovarsi senza nemmeno accorgersi stretta nel suo abbraccio. Il ragazzo sprofondò il viso nei suoi capelli… vaniglia, il suo odore era così come lo ricordava, e come lo amava. La strinse forte a se cercando di mantenere un contegno da uomo che in fondo ben poco gli sarebbe fregato di mantenere se le situazioni fossero state diverse. Ma c’era qualcun altro che avrebbe stretto quel corpo tra non molto tempo al posto suo, non poteva dimenticarlo. Laurel si lasciò andare a quell’abbraccio immergendo il viso nel petto del ragazzo e beandosi di quel contatto forse solo amichevole, forse più profondo, benché lei stessa non volesse ammetterlo. Quando si staccò da lei sentì una spiacevole sensazione di freddo invaderle il corpo, tanto che si sarebbe volentieri rituffata tra le sue braccia. Non le disse nulla, si limitò a sorriderle… sapeva che non c’era bisogno di nessuna futile parola… era felice che fosse arrivata, spaventato, terrorizzato per quanto ora sarebbe potuto accadere e per quello che avrebbe di nuovo dovuto sopportare… ma felice.

Salutò Perla e Sue, ridendo insieme a tutti loro dei continui bisticci che parevano non finire mai tra Slash e la giovane ragazza a cui il riccio sembrava non voler proprio dare tregua. Era buffo mentre passava al setaccio l’auto in cerca di una qualsiasi ammaccatura o di un qualcosa fuori posto. Perla sbuffava urlandogli di continuo che non avrebbe trovato nulla ‘per incastrarla’.

“Il mio pick-up!” esclamò Izzy all’improvviso quando, tra un bacio e l’altro, si accorse della vettura parcheggiata a poca distanza. Corse li davanti passando le mani sul cofano lucido a bocca aperta “Cazzo! Non ci posso credere!”

“Bill pensava che era un peccato rottamarlo…” disse Sue con un sorriso.

“E aveva ragione da vendere! Laurel… grazie, devo ringraziare tuo padre uno di questi giorni!”

La ragazza sorrise. Si guardava in giro ansiosa, domandandosi perché mai ancora non l’avesse visto… prese il braccio di Slash distraendolo dal suo attento esame “Dov’è Axl?”

Il riccio rimase un attimo basito… la verità è che nemmeno lui sapeva dove si fosse cacciato il rosso. Guardò Izzy in cerca di una risposta, senza ottenere nulla. Era uscito quella mattina, come accadeva spesso… Axl si alzava e spariva per un po’… qualche ora, mezza giornata o un giorno intero. Non dava mai spiegazioni, in fondo non ne doveva nessuno, e a quanto pareva quella mattina aveva fatto lo stesso.

“Arriverà non ti preoccupare, Axl è molto mattiniero, sarà andato a farsi un giro”

La ragazza annuì ostentando un sorriso poco convincente. Voleva vederlo… aveva aspettato fino a quel momento pensando di potersi di nuovo stringere a lui. Sobbalzò quando sentì due braccia stringerle la vita da dietro.Si voltò di scatto incrociando il glaciale sguardo di Axl che le sorrideva come se nulla fosse “Pensavi che me ne fossi andato?”

Il cuore le batteva a mille… l’effetto che quel ragazzo aveva su di lei era paragonabile ad una specie di scossa elettrica. Si gettò tra le sue braccia stringendosi al suo petto. Una lacrima le solcò il viso sentendo le sue labbra baciarle la testa e il suo odore familiare impregnarle le narici.

Duff distolse lo sguardo stringendo i denti quando le loro labbra si incontrarono davanti a lui. Eccola, tutta la rabbia e il dolore rimasti celati in quei mesi, ora tornavano a galla senza dargli tregua. Sentì chiudersi la gola, e tutti i sentimenti fluire copiosi nelle sue vene.

“Duff…” Perla si era avvicinata al ragazzo notando la sua improvvisa agitazione. Gli dispiaceva per lui, aveva capito quanto i suoi sentimenti per la cugina fossero profondi e sinceri, e sapeva che soffriva come un cane vedendola tra le braccia di uno dei suoi migliori amici. Sopportare, ecco, non poteva fare nient’altro “Senti… non sono fatti miei, ma credo che tu debba saperlo”

“Cosa?” rispose secco guardando altrove.

“Amanda” nel sentire quel nome puntò gli occhi sulla mora davanti a lui “bè… era venuta in aeroporto quando siete partiti… ti cercava, ma è arrivata tardi…” vide i nervi tesi contrarsi sotto la sua pelle chiara “credo volesse parlarti… o salutarti… le ho chiesto se voleva venire con noi, ma…”

“Ok… grazie” la interruppe secco.

Perla gli sorrise appena. E senza dare spiegazioni, senza dire una parola, il biondo si allontanò dal gruppo sotto gli sguardi curiosi dei presenti, e quello severo e ben più attento di Axl.

“Hey Duff, ma dove cazzo te ne vai?!” urlò Steven.

“Lascialo stare…” gli disse Perla “ha solo bisogno di stare un po’ per i fatti suoi”

Laurel lo vide allontanarsi. Sapeva che parte di quell’improvviso cambio di umore, era dovuto a lei. Sentiva un vuoto allo stomaco ogni volta che lo vedeva in quello stato. Ma le calde mani di Axl sui suoi fianchi, e le morbide labbra che le sfioravano appena il collo, la distrassero da quel pensiero, inebriandole i sensi.



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Wow! Posso considerarlo un aggiornamento record, visto i tempi che ci metto ultimamente :P
Bene, finalmente eccoli di nuovo tutti insieme... ho faticato un po' a scrivere questo capitolo, lo ammetto. E francamente non sono nemmeno molto soddisfatta del risultato. Spero vi piaccia lo stesso! E spero di riuscire ad aggiornare ancora presto! Ad ogni modo un grazie di cuore a tutti voi che mi seguite da un sacco! Lau

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Capitolo 28
*** 28 ***


Era stufo di quella situazione. Erano appena arrivate e già lui non sopportava di vederli insieme di nuovo. Doveva reagire, fare qualcosa ‘Piantala Duff, piantala!’ continuava a ripetersi. E poi c’era Amanda… lei era andata in aeroporto, per parlare con lui. Troppo tardi. Destino infame… non l’avrebbe convinta a seguirlo, ma per lo meno avrebbe sistemato le cose in qualche modo. Gli mancava quella ragazzina troppo cresciuta che si atteggiava da donna… la sua risata contagiosa e il modo adorante con cui lo guardava. Di nuovo si sentì in colpa nei suoi confronti, per averla in parte usata e tenuta con se per un puro egoismo. Lei lo sapeva, lo aveva sempre saputo, eppure l’aveva accettato. Non era giusto. Tante cose non lo erano eppure il biondino troppo emotivo e sentimentale sapeva in cuor suo che prima o poi sarebbe arrivato il suo momento, in un modo o nell’altro. Fino ad allora però doveva trovare la forza per andare avanti senza distruggere se stesso e gli altri. Perché sapeva che con quell'atteggiamento scostante non avrebbe creato che probolemi. E altri problemi erano l'ultima cosa di cui aveva bisogno. Prese una boccata d’aria prima di tornare indietro sui suoi passi, dal magazzino da dove era scappato per non soffocare. Erano ancora tutti li, lei stretta al rosso e felice…

“Duff!” sorrise Slash nel vederlo tornare “Stasera Rainbow! Sei dei nostri?”

“Certo”

“Bene! Sapevo che potevo contare su di te!”

“Oh…. Porca puttana cosa vedono i miei occhi!” urlò sgomento Seb arrivando in quel momento abbassandosi i Ray-Ban scuri sul naso e osservando con vivo interesse le nuove arrivate “Voi siete di sicuro le belle di Seattle! Io sono Seb, per servirvi!” si presentò sfoggiando un sorriso mozzafiato.

“Seb!” urlò Sue “Tu sei... quel Seb?!”

“Si Sue, è proprio Seb-il-coglione-del-telefono…” rispose Izzy stringendole istintivamente più forte la mano.

“Sue?! Tu sei Sue-ho-fatto-perdere-la-testa-a-Stradlin??? Oh cazzo, allora sei vera sul serio! Stradlin… non sei frocio!”

“Fottiti Bach!”

“E voi? Mmm… signorina…” disse tendendo la mano a Laury.

“Gira al largo” lo minacciò Axl.

“Woooo... accidenti GRRRRRR… non ti scaldare, volevo solo essere gentile… e… oh… wow…” mugugnò quando il suo sguardo si fermò su Perla.

Lei lo squadrò accigliata “Bè? Che hai da guardare?”

“Tanto tesoro… tanto…”

Slash sentì una irrefrenabile voglia di spaccargli la faccia quando il suo sguardo passò il corpo della rosso in lungo e in largo. Sbuffò infastidito incrociando le braccia al petto senza dire una parola.

“Comunque io mi chiamo…”

“E’ un nome bellissimo…”

“Ma se nemmeno te l’ho detto!”

“Oh lo sarà di sicuro…”

“Tu hai dei problemi...”

“Puoi dirlo forte… tanti problemi! Problemi mooolto grossi amico!” urlò Slash fulminandolo con lo sguardo.

“Beeeeene!” interruppe Steven cercando di spezzare un po’ la tensione “Che si fa? Ragazze, non dovreste sistematevi, che so… portare i bagagli da qualche parte, farvi una doccia…”

“Cavolo si, ho proprio bisogno di una doccia!” disse Perla stiracchiandosi.

“Oh… anche io…” ripose Seb guardandola incantato.

“Eh no cazzo! TU! Vieni con me, te la faccio io la doccia… gelata!” Slash lo afferrò per la maglia tirandoselo dietro.

“HEEEEEEEEEEEEY!!! Che cazzo fai?!?!”

“Hai bisogno di una doccia Bach?! Ci penso io!” entrò nel magazzino, accese il rubinetto della cucina e gli infilò sotto la testa con forza “Rinfrescati le idee!”

“SLASH!!!” urlò Perla entrando “Lascialo subito!” gli strattonò il braccio liberando Sebastian dalla sua stretta “Sei un bruto! Che cazzo ti ha fatto di male?!”

“Tu non immischiarti!”

“Potevi affogarmi!” disse il biondo tra un colpo di tosse e l'altro “Poteva affogarmi!!!” sottolineò di nuovo rivolto alla ragazza.

“E’ tutto passato…” gli accarezzò il braccio sotto lo sguardo allibito e incazzato del riccio “E tu… tu! Sei un… un…”

“Cosa?! Dillo avanti!”

“Un idiota!”

“Bene!”

“Bene!”

Prese al volo una bottiglia di Jack abbandonata sul tavolo e si voltò camminando a passo svelto verso la camera.
“Hem... guarda che è vuota quella bottiglia!” gli fece notare Seb.

Slash si bloccò inspirando per darsi una calmata ed evitare a se stesso qualche cazzata “Fatti i cazzi tuoi e ringrazia che non ti sia arrivata in testa!” disse entrando nella sua stanza e sbattendo forte la porta alle sue spalle.

Seb si scompigliò i capelli fradici basito guardando la ragazza “L’abbiamo fatto incazzare…”

“Già… un po’… gli passerà”

"Ah comunque... il tuo nome?"

"Perla! Mi chiamo Perla" rispose tendendogli la mano.

Il ragazzo la prese delicatamente facendole un buffo baciamano "Enchantè... lo sapevo"

"Cosa?"

"Che avevi un nome bellissimo!"

La ragazza lo guardò divertita incrociando le braccia al petto "Sai Sebastian, sei proprio un cascamorto!"

"Chi io?! Naaaaaa..."

"Eccome! Dai usciamo" concluse avviandosi verso la porta, non prima di aver lanciato uno sguardo verso il corridoio in cui Slash era sparito. In cuor suo le dispiaceva... ma la reazione del ragazzo era stata suo parere esagerata. Non aveva motivo di essere geloso di lei, non gli piaceva quell'atteggamento e Slash diveva capirlo.


"Hey ragazzi!" disse Steven vedendoli uscire "Che avevate da urlare tanto li dentro? Seb cos'hai combinato?!"

"Credo che Slash la doccia glie l'abbia fatta sul serio!" rise Izzy nel vedere il biondo fradicio.

"Tutto ok..." li tranquillizzò Perla "Ora credo sia meglio andare, dobbiamo sistemare tutta la nostra roba. Izzy ci lasci il pick-up?"

"Certo... non volete un mano?"

"No grazie, meglio di no"

"Cos'è, al campus non possono entrare ragazzi?!"

"No Izzy... senti so che volete stare con Sue e Laurel , ma non abbiamo bisogno degli aiutanti, ok? Dobbiamo solo sistemare i bagagli e riposare un po', possiamo farlo anche da sole!" rispose acida.

Izzy guardò Sue alzando le spalle "Le saranno arrivate le sue cose..."

"No sai, temo che Slash le abbia fatto venire il malumore..."

"Vai, ci vediamo stasera"

"Slash l'ha fatta incazzare..." sussurrò Axl all'orecchio di Laury "Voglio stare un po' con te... stasera non mi scappi" disse posandole un bacio sulle labbra.

"Non scapperò..."

"Bene" sbottò Duff vedendo la scena, proprio non rusciva a contenersi... pensò che prima o poi sarebbe esploso "Ci si vede stasera" disse senza nemmeno attendere un saluto e sparendo dentro al magazzino.

"Duff!" Steven sbuffò "Ci si vede eh!" salutò veloce raggiungendolo.

"Bene, dove sarebbe questo Rainbow?" domandò Perla.

"Non lontano da qui, sulla Sunset Boulevard... se non lo trovate chidete, chiunque vi sa dire dov'è"

"Ok, forza andiamo..." si bloccò quando le ragazze non la seguirono, intente a salutare i rispettivi ragazzi con dei baci piuttosto lunghi "allora?! Vi date una mossa???"

"Arriviamo..." Laurel prese Sue per un braccio "Ma che le è preso?!"


Non appena ripartirono Axl e Izzy si voltarono verso Seb, rimasto li tranquillo come se nulla fosse "Bè... che avete da guardarmi così?"

"Niente Bach..." rispose Izzy circondandogli il collo con il braccio "solo, attento a Perla... è una che morde..."

"Ah l'avevo capito! Accidenti che femmina...."

"Anche Slash è uno che morde..." lo avvertì Axl circondandogli il collo dall'altra parte, stringendo leggermente.

"Ai! Hey... mi state minacciando?!"

"Noi?!?! Assolutamente no! Solo... attento a non creare troppi casini..."

"Non è la sua ragazza, non potete dirmi quello che devo fare!"

"Non ci permetteremmo mai!"

"Si come no..." si divincolò dalla loro stretta sistemandosi la maglia "vi saluto... ci si vede stasera"

"Dici che ha capito?" chiese Axl ad Izzy non appena Seb si fu allontanato sulla sua motocicletta.

"Non lo so... alla fine perchè dovrebbe capire? Voglio dire... effettivamente non ha fatto niente di male, Perla non è la ragazza di Slash"

"Già... spero solo non facciano casini"

Izzy alzò le spalle "Da quando ti preoccupi di questo Axl? Seb non fa nemmeno parte del gruppo, chi se ne frega"

"Cosa vorresti dire?"

"Niente"

"Un cazzo... se ti riferisci ancora a Duff, io..."

"Axl frena... non mi va di tornare sull'argomento, non oggi"

"Se la deve far passare!"

"E tu devi usare un po' più il cervello! Smettila di attaccarti a Laurel come una cozza quando c'è lui, so che ti è difficile capirlo, ma lo è ancora di più per Duff accettare tutto questo se vi ha continuamente sotto gli occhi!"

"Sono cazzi suoi Izzy... io faccio quello che mi pare" tagliò corto accendendosi una sgaretta.

"Come sempre..." mormorò Izzy seguendolo in casa scuotendo il capo.


Duff era entrato cercando il modo per darsi una calmata. Forse una lavata di capo sarebbe servita anche a lui. Era la seconda volta che se ne andava, che scappava letteralmente... e Laurel era arrivata da nemmeno un ora. Sarà stato l'impatto del momento, o il fatto di rivederla di nuovo dopo mesi, ma la cosa non l'aveva lasciato indifferente come aveva sperato inutilmente fino all'ultimo. Anzi... lo infastidiva e lo faceva stare male ancora più di prima. Aprì il frigorifero sbuffando nel vedere il vuoto totale, se non per la vaschetta del burro in cui Steven aveva nascosto la coca rimasta. Allungò una mano per prenderla, ma la tirò indietro subito chiudendo lo sportello. Non era quella la soluzione.

"Cazzo Duff..." Steven entrò poco dopo di lui "Hai finito di andartene come se ti fosse venuto un attacco di diarrea?!"

Il biondò lo guardò alzando un sopracciglio "Ti mancavo Adler?"

"No... solo che cazzo, mi sembri un po' in aria o sbaglio?"

"Sbagli, va tutto alla grande"

"Si certo... e io ho vinto il concorso di Miss Universo, lo sapevi?!"

"E' probabile..."

"Fanculo! Dai sul serio... perchè non ne parliamo?"

"Senti Steven, ti ringrazio per l'interesse ma l'ultima cosa che mi va di fare adesso è parlare... non c'è qualcosa da bere in questa cazzo di casa?!"

"Tieni" disse prendendo da dietro un mobile sgangherato una bottiglia di Nightrain "è l'ultima"

"Di già?"

Alzò le spalle "Alla sete non si comanda..."

"Ok... ci penseremo..."

"Dove vai adesso?"

"Vieni... credo che Slash si sia chiuso in camera, cattivo segno"

"Oh merda... possibile che siate tutti così incasinati qui dentro?! Donne.. solo casini! Fate come me, trombate, trombate, trombate! Del resto chi se ne frega!"

Si voltò guardandolo stranito "Steven, la tua nobiltà d'animo e il tuo tatto mi sconvolgono... muoviti, e basta cazzate"

"Ah cazzate certo... intanto io sono qui vispo e felice... voi pieni di seghe mentali a torcervi quel cazzo di cervello striminzito che vi rimane...." borbottò tra se seguendo l'amico.

"Slash ci sei?" domandò Duff senza nemmeno bussare, spalancando direttamente la porta di quella che era anche la sua stanza.

"Vattene! Sono impegnato..." borbottò la voce del riccio.

"A fare che?! Ma che cazz... Slash!" Duff scosse la testa nel vedere l'amico steso sul letto con la testa infilata sotto al cuscino "Vieni fuori da li sotto!"

"Hey Slash, non farla tanto tragica... OUCH!" sussultò Steven quando il gomito di Duff lo raggiunse al petto "Ok, ok... tatto e sensibilità... ho capito!"

"Ve ne volete andare?!"

"Senti piantala di fare l'idiota e vieni fuori da li sotto!" il biondo gli strappò il cusicno dalla testa, svelando uno Slash esasperato che si mise a sedere sbuffando scocciato.

"Ero tranquillo fino a qualche secondo fa, perchè non tornate da dove siete venuti???"

"Perchè siamo amici no? Eddai..." si sedettero con lui sul letto sfoderando la bottiglia di alcool che avevano preso poco prima. Slash allungò la mano per prenderla ma Duff prontamete glie la allontanò "Prima ci dici che cazzo ti prende"

"E' un ricatto?!"

"No, solo una richiesta... avanti"

"Non ho niente!"

"Slash guarda che non ci crede nessuno..."

"Adler non sono cazzi vostri ok?"

"Ahhh piantala accidenti! Non te la sarai presa per Sebastian! E' un idiota, voleva solo fare il deficente con Perla!"

"Hem Duff... com'era scusa? Tatto e sensibilità?"

"Al divolo Steven, bisogna dargli una svegliata!"

"Non darmi lezioni Duff, devo ricordati che sei scappato al primo bacio di Axl e Laurel forse? Che te ne stai li continuamente a dannarti per loro senza fare un cazzo?!"

"Ai ai... si mette male..." disse Steven tra sè.

"Non stavamo parlando di me!"

"Bè parliamone invece, perchè amico, tu hai dei seri problemi!"

"Io?! E tu invece?! Fai il geloso con una ragazza con cui nemmeno ci hai mai provato sul serio, e per cosa?! Per niente!"

"Io non solo geloso!"

"Si invece!"

"Hey hey ragazzi... stop ok? Tregua... vi ricordo che siamo qui per tirarci su di morale, non per litigare..." i due interruppero il loro battibecco per voltarsi a guardare Steven che sventolava la bottiglia davanti ai loro occhi con il sorriso sulle labbra.

Duff glie la prese al volo dalle mani "E tu che c'entri?"

"Già... noi siamo giù di morale, mica tu!"

"Ma dai, siete ingiusti! L'ho trovata io quella bottiglia, e poi che cosa vuol dire scusa? Che per bere con voi devo necessariamente essere depresso?!"

"Si!" risposero in coro.

"Inculatevi! E fatemi fare un sorso!"

"Ha ragione Duff, dopo tutto Steven avrebbe ben più motivi di noi per essere depresso, guardalo... madre natura gli ha tirato un bello scherzetto..."

"Che stronzo..."

"Si Slash ha ragione.. tieni pecorella, fatti una bevuta"

"Begli amici!" si lamentò per poi subito dopo dare una generosa sorsata alla bottiglia e stendersi da parte al riccio "Fammi posto!"

"Tieni le mani a posto!"

"Fate schifo..."

"Vieni McKagan, vieni anche tu!" i due afferrarono Duff per le braccia ignorando le sue lamentele, tirandolo giù in mezzo a loro.

Passarono il pomeriggio li dentro a bere e fumare... dopotutto, si meritavano un po' di tranquillità. E Duff aveva deciso che nonostante quello non fosse certo la soluzione ai suoi problemi, aveva bisogno di quegli istanti di stupidità tra amici per liberarsi la mente dal suo chiodo fisso. Slash dal canto suo sapeva di avere leggermente esagerato la cosa con Perla. Duff aveva ragione, non aveva nessun diritto di fare il geloso in quel modo. E Steven... bè Steven si sentiva solidale con gli amici, e poi una bella bevuta con loro ci stava alla grande, no?


***


"Allora?"

"Cosa?"

"Si può sapere che ti prende?" chiese Laurel alla cugina. Era certa che il suo improvviso malumore avesse a che fare con Slash, anche perchè lui non si era fatto più vedere da quando erano rientrati nel magazzino con Sebastian.

"Non mi prende proprio nulla!"

"Perla..." dissero insieme le due ragazze.

"Non ho niente vi dico!" ribattè impettita guidando verso il campus "No sapete che c'è?! C'è che non mi piace quel comportamento così... maschilista e perfido! Che ha fatto quel Sebastian di male dotpotutto? E poi perchè cavolo deve fare il geloso, eh?! Non sono la sua ragazza, sono la sua ragazza???"

"Non sei la sua ragazza..."

"Visto? Sceneggiata immotivata..."

"Bè... però scusa... se è geloso vuol dire che ci tiene e..." cercò di dire Sue.

"Non trovategli delle scuse per favore... ma tu guarda... idiota..."

Laurel alzò le spalle. Non glie la dava a bere, tutto quel risentimento era solo l'ennesimo segno che tra quei due c'era ben altro che una semplice amicizia-rivalità.


Il campus era a qualche isolato di distanza, in una delle zone in della città, proprio di fronte alla sede dell'università. Avevano la fortuna di avere un appartamentino per conto loro, in una piccola palazzina distaccata. C'era parecchia gente con la puzza sotto al naso li dentro, ma se non altro si sarebbero risparmiate lunghe code ai bagni in comune, e la scocciatura di non poter far entrare nessuno, specie i ragazzi. Godevano di una discreta libertà, senza tuttavia esagerare, dopotutto erano sempre all'interno di un campus.
Era carino, non molto grande, ma avevano una stanzetta ciascuna e abbastanza spazio per le loro cose. C'era un po' di disordine, Perla no era certo ordinatissima, ma aveva arredato tutto con gusto, e con particolari che avevano dato alla casa un'aria famigliare. Foto, soprammobili e targhe di tutti i posto che aveva visitato. Il salottino non era molto grande ma ben sistemato, e in un angolo stava la cucina con il tavolo per mangiare. Sistemrono le loro cose e a turno si fecero una doccia per poi abbandonarsi stanche sul divano fuxia del salotto.

"Ci voleva!" sospirò Laurel stiracchiandosi e socchiudendo gli occhi, posando il capo sulla spalla di Perla. Era così felice di essere lì... si aver ritrovato Axl... una strana sensazione le avvolse lo stomaco quando il volto afflitto e duro di Duff gli apparve nella testa. Un attimo prima evava goduto della calda sensazione di quell'abbraccio, del suo odore penetrante e della tenerezza del suo sorriso... e l'attimo dopo tutto questo era stato brutalmente cancellato da quello sguardo gelido e ferito che le aveva rivolto, seppure involontariamente. Ricacciò indietro quel pensiero che le faceva male, per concentrarsi di nuovo sugli occhi smeraldini del rosso che le aveva rapito il cuore.



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Capitolo 29
*** 29 ***


"Accidenti quanta gente!" Sue si alzò sulle punte per vedere oltre la fila di gente davanti a loro.

Si erano preparate per bene a quella serata, la prima dopo tanto che avrebbero passato con i ragazzi. Perla era bellissima e sexi nei pantaloni di pelle aderenti che mettevano in risalto le sue curve, accentuate ancora di più da una maglia argentata scollata. I capelli le ricadevano sciolti sulle spalle e la sua figura era slanciata da un paio di decoltè nere tacco 12. Sue si era infilata un abitino rosso molto carino che aveva comprato a Seattle per il momento in cui avrebbe passato un po' di tempo col suo moretto. Laurel invece, cazziata più volte dalla cugina per quella scelta, si era limitata ad un semplice vestitino nero completato da Dr. Marteen’s e giacca di jeans. In realtà era molto carina, semplice e naturale come era sempre stata, ma Perla avrebbe decisamente optato per qualcosa di più aggressivo e seducente per l’occasione.

"Potevi almeno metterti dei tacchi..."

"Piantala, sto bene così"

"Non lo metto in dubbio! Però ogni tanto fa bene mettersi in tiro per il proprio ragazzo, no?"

Laury sbuffò rimanendo in paziente attesa di entrare. Non che non avesse voglia di rivedere Axl. Anzi, non vedeva l'ora di passare del tempo sola con lui. Ma sapeva che avrebbe incontrato anche Duff,  e di nuovo la sua presenza la faceva sentire in colpa e in imbarazzo. Meglio non essere troppo seducenti come voleva Perla, se c'era lui nei paraggi. Sapeva di fargli del male. Era chiaro che nonostante quei mesi di lontananza, non gli era per niente passata.

"Ma quando ci fanno entrare?!" si lamentò Sue continuando a guardare oltre la fila.

"Si, mi sono stufata di aspettare, andiamo!"

"Ma che fai... Perlaaaaaa!!!"

Le due ragazze seguirono Perla che tra una spinta e l'altra, tra le lamentele e le parole colorite della gente presa a spinte, si fece largo fino all'ingresso.

"Rispettate la fila!" le urlò un giovane due volte più grosso di lei.

"Zitto zotico! Non vedi che siamo tre ragazze sole, un po' di cortesia... e che diamine!"

Davanti all'ingresso un omaccione di colore le bloccò con il braccio impedendogli l'ingresso "I minorenni non possono entrare qui"

"E io ti sembro minorenne?!"

L’uomo la squadrò da capo a piedi "Tu no... ma le tue amiche si... forza, andatevene al cinema e lasciate passare..."

"No... no no! Aspetta un po'... bello nessuna di noi è minorenne ok? Facci entrare!"

L'uomo sbuffò "Documenti..."

"Ma che cavolo!"

"Hey! C'è Seb! SEEEEEEEEEEB!!!" urlò Sue sventolando le braccia in direzione del ragazzo.

Sebastian si voltò stranito sentendosi chiamare senza capire bene da dove venisse quella voce. Si illuminò in un sorriso quando si accorse della giovane che si dimenava per farsi notare "Heeeeey!!! ragazze, così mi uccidete! Wooooow... quanta bellezza tutta in un botto!"

"Un ciao bastava Sebastian!" rise Perla.

"E tu..." le rispose circondandole le spalle con il braccio "tu sei assolutamente uno schianto, da infarto!"

"Potete spostare i convenevoli da un’altra parte e levarvi di torno?!" sbottò di nuovo il buttafuori.

"Si certo... Seb senti, questo bestione non vuole farci entrare!"

Il biondo guardò l'uomo allargando le braccia "Fred... Fred! Non si fa!"

"Bach lo sai che non posso far entrare minorenni"

"Ancora con questa storia?!" sbuffò Perla.

"Fatemi vedere i documenti!"

"Ma andiamo! Loro non sono minorenni! Ti pare?! Sono mie amiche, non ti fidi di me?" lo sguardo dell'uomo era alquanto dubbioso "Ok... senti... non fare tante storie dai cazzo..." si avvicinò al suo orecchio per non farsi sentire "Pssss... dai Fred, non rovinarmi la piazza... la vedi quella sventola? Ecco... me la dovrei fare! Quindi per favore, falle entrare fammi fare bella figura, ti prego!!!

Fred lanciò un’altra occhiata a Perla... aveva un caratterino decisamente aggressivo, ma era davvero una bella ragazza. E poi voleva levarsi Seb dalle scatole "Ok, entrate muovetevi, state bloccando tutta la fila!"

"Grande amico!" fece Seb facendogli l’occhiolino e strane facce.

"mmm?! Oh... certo... ti faccio questo favore solo perchè sei tu Bach..." mormorò poco convinto e cantilenante. Seb gli fece ‘ok’ che le dita e si defilò all’interno seguito dalle tre.


Il Rainbow era decisamente più grande rispetto ai localini che erano solite frequentare a Seattle. C'era una marea di gente diversa li dentro, punk, rockers, glamster, e gente all’apparenza normale. Chi ballava, chi fumava, chi beveva... chi faceva ben altro, e chi nascosto negli angolini alla ricerca di un po' di privacy si dava da fare senza che nessuno badasse a loro. Il palco era abbastanza grande e davanti c'erano parecchi tavolini tutti occupati.

"Sei stato fantastico Seb!" lo ringrazio Sue scatenando il suo ego.

"Si bè... sai, sono molto popolare da queste parti..."

"Davvero Bach, non me lo sarei mai aspettato, sei una sorpresa continua!" continuò Perla dandogli una pacca sulla spalla.

"Oh è stata una sciocchezza... questo ed altro per te dolcezza..."

"HEY!!! BACH!!!" urlò un gigante più in là indicandolo con aria minacciosa.

"Oh cazzo..."

"Hemmm... quel tipo sembra che ce l’abbia con te..." disse Laury indicando l’energumeno che facendosi largo tra la folla si faceva sempre più vicino.

"Noooo ti sbagli! Andiamo!!!" disse prendendola per mano e scivolando tra la gente nella speranza di mimetizzarsi il meglio possibile.

"BAAAACH! Mi devi 50 dollari, vedi di farli saltare fuori o ti sgrano come una pannocchia!!!"

Si voltò assicurandosi che il tizio fosse sparito... così si fermò sorridendo alle tre come se niente fosse "Wow... che gente strana che c’è in giro eh?! Mi avrà preso per qualcun’altro! Bene, che volete fare?"

"Dove sono gli altri?" domandò Sue.

"E che ne so?! Dai, perchè non balliamo eh?"

"Aspetta... eccoli!" urlò la ragazza allungando il braccio in direzione del bancone. Chiaro che fossero li. Seb sbuffò seguendole, senza staccare gli occhi dal fondoschiena di Perla.

Sue saltò subito al collo di Izzy, che piacevolmente sorpreso da quell'improvvisata, la strinse subito a se baciandola "Finalmente" le sussurrò all'orecchio.

Duff alzò la mano per un rapido saluto, evitando di incrociare lo sguardo di Laurel e tornando immediatamente a concentrarsi sul suo boccale birra. Il rosso attento e guardingo, strinse subito a se la ragazza baciandola giusto per rimarcare il suo possesso. Slash borbottò qualcosa che doveva assomigliare ad un saluto nel vedere Seb dietro a Perla in quel modo.

"Dov'è Steven?" chiese Laurel. Axl rise indicando poco più in la il ragazzo impegnato in un discorso molto ravvicinato con Adrianna.

"Accidenti, ma quel ragazzo è impossibile!" rise Sue nel vedere la scena.

Fu in quel momento che due giovani ragazze si avvicinarono al gruppo. Perla seguì attentamente con lo sguardo la bella giovane che senza nemmeno degnare gli altri di uno sguardo si fiondò su Slash accarezzandogli i capelli e baciandolo. Il riccio scostò appena Renèe da se. Non voleva farsi veder da Perla con lei, ma nemmeno voleva trattare male la ragazza, non se lo meritava e in fondo lui si era affezionato a lei in tutto quel tempo. Ma era troppo tardi... a Perla non era sfuggito quel sottile legame che li univa, quei piccoli gesti che solo una coppia potrebbe scambiarsi. Sentì qualcosa smuoversi dentro di lei, e le venne una terribile voglia di andarsene da lì. Quando il suo sguardo incrociò quello di Slash, cercò di mantenersi più dura possibile. Non voleva dargli la soddisfazione di vedere che forse, stava male per lui. Si voltò rapidamente trovandosi Sebastian a pochissima distanza.

Senza pensarci troppo lo prese per mano trascinandoselo dietro "Hey!" si lamentò senza opporre, ovviamente, resistenza.

"Andiamo!" ordinò lei sparendo in mezzo alla folla.

"Perla! Ma dove vai?!" urlò Laurel seguendo con lo sguardo la cugina che in tutta fretta si allontanava da loro.

Slash chiuse gli occhi scuotendo la testa. Aveva fatto un bel casino davvero... possibile che non riuscisse a farne una giusta? Strinse le braccia attorno alla vita di Renèe seduta sulle sue gambe e trangugiò alla goccia un bicchiere di wisky. Forse era destino che tra loro andasse così. Forse erano troppo diversi per stare insieme.

Linda era rimasta leggermente in disparte. Avrebbe voluto salutare Duff in altro modo, ma vista la reazione del giorno precedente temeva che le facesse una scenata davanti a tutti.  Si limitò a sedersi al suo fianco ordinando un margarita "Ciao, io sono Linda" disse tendendo la mano alle due ragazze rimaste.

"Io sono Sue"

"Laurel..."

Linda sorrise, e Laury sussultò quando vide la mano di lei allungarsi sul braccio di Duff. Vide il giovane voltarsi e dirle qualcosa. Risero insieme. Sembravano piuttosto intimi. Perchè se ne preoccupava poi? Cosa le importava?
Axl la strinse più forte quasi rendendosi conto del disappunto della sua ragazza per quei gesti che in alcun modo avrebbero dovuto importarle "Voglio stare un po' con te, perchè non ce ne andiamo?"

"Siamo appena arrivati..."

"E allora?" senza darle modo di rispondere la prese per mano trascinandola via.


L'aria fresca la fece subito sentire meglio. Le strade di Los Angeles erano affollate a quell’ora, c'era un gran via vai, tutto era pieno di vita. E si sentì anche lei così nello stesso istante in cui le labbra di Axl toccarono le sue. Lontano da tutti, sola con lui, si sentiva felice.

Le sorrise dolcemente prima di riprenderla per mano e incamminarsi sul marciapiede "Vorrei farti vedere tutto di Los Angeles"

"E' così bella?"

"C'è di meglio... ma l'atmosfera che si respira qui non la trovi da nessuna parte... puoi girare come ti pare, nessuno bada a come sei vestito, al colore dei tuoi capelli... se ne fottono... non ci ero abituato"

"A Seattle avevate molti sguardi puntati addosso"

"Infatti... qui il nostro aspetto non importa a nessuno, e se ci giudicano è solo per quello che combiniamo! Certo, se vai su a Hollywood è tutt’altra storia..."

"Cosa avete fatto in questi mesi Axl, vorrei sapere tutto!"

"Non molto... cioè, le cose si sono mosse da poco. Ci hanno piazzati in quel magazzino del cazzo senza dirci nulla per settimane... ci siamo trovati dei lavoretti per procurarci dei soldi, abbiamo mangiato zuppa da 2 dollari quasi tutte le sere... e bè..." si scompigliò  capelli goffamente "diciamo che la maggior parte dei soldi che entravano, andavano per il bere... in effetti ci abbiamo dato giù pesante con quello e con..." si bloccò. Forse di quei loro vizi che col tempo avevano preso più strada nelle loro vite, era meglio non parlare "niente... insomma, abbiamo tirato a campare per un po'..."

"Ma ora va meglio no? Insomma... avete detto di suonare in un posto ogni settimana, è una buona cosa!"

"Il Troubadour fa cagare... ma da qualche parte bisogna iniziare e poi non ce la facevamo più a starcene con le mani in mano, avevamo perso ogni vena creativa... ora va molto meglio, anche se non ci pagano gran che... ma il pubblico ci conosce, facciamo sempre il pieno... e settimana prossima abbiamo un incontro con Niven e Brixx alla Geffen. Se riuscissimo ad avere una data al Roxi sarebbe il massimo, potrebbero anche farci incidere un album!"

"Accidenti, sarete delle star!" rise stringendosi di più al suo braccio.

"Già... cinque fottutissime rock star!"

"Axl... chi era quella ragazza con Slash? Credo che Perla non l'abbia presa molto bene"

"Bè, forse Slash ora che l'ha vista andarsene con Baz passerà all'azione... o forse no, forse si allontanerà ancora di più, vai a capire... Renèe è stata una delle prime persone che abbiamo incontrato, proprio il primo giorno in cui siamo arrivati. Hanno iniziato a frequentarsi, ed ora direi che stanno insieme"

"Axl!" al suono di quella voce che lo aveva chiamato, il rosso si bloccò atterrito. Laurel percepì nella sua stretta un cambiamento, quasi volesse staccarsi da lei.

Axl si voltò incrociando lo sguardo di quella ragazza che mai avrebbe pensato di poter incontrare di nuovo, quella sera poi "Ciao" disse lei di nuovo facendo correre lo sguardo tra i due.

Il ragazzo si irrigidì e aprì la bocca senza che da essa ne uscisse nulla... solo un nome balbettato dopo attimi di esitazione "E... Erin..."

Laurel guardò il ragazzo al suo fianco, in fissa sulla mora di fronte a loro. Si chiese chi fosse, e come mai avesse quell'effetto su di lui. Poi inaspettatamente una mano le arrivò davanti "Ciao, io sono Erin"

La strinse con riluttanza sorridendo timidamente "Ciao... Laurel"

"State facendo una passeggiata? Questa parte di Los Angeles è bellissima di sera, e poi ci sono tutti i negozi aperti" disse senza prendere fiato, forse per spezzare un po' la tensione che si era creata. Così era lei la nuova ragazza di Axl...

"Che... che ci fai qui?" domandò il rosso risvegliandosi. Ricordava che l'ultima volta che aveva incontrato Erin a Seattle, la ragazza gli aveva detto che si sarebbe trasferita a Los Angeles per seguire le lezioni di una scuola di recitazione.

"Ci lavoro, ricordi? Mi pareva di avertelo detto... questo" disse indicando il bel negozio di abiti alle sue spalle "è il negozio di mia zia, e ci lavoro per pagarmi la scuola di recitazione"

"Sei un attrice?" azzardò Laurel.

"Non ancora, sto studiando per diventarlo" ovvio... si sentì una stupida.

"Erin! Vieni, dobbiamo chiudere!" chiamò una voce all'interno.

"Arrivo! Devo andare... è stato bello rivederti Axl... e Laurel, mi ha fatto piacere averti conosciuta" le disse con un strana espressione sul viso.

"Oh... io.., si, ha fatto piacere anche a me" rispose più per gentilezza che altro... non sapeva nemmeno chi fosse.

"Ciao" la salutò freddamente Axl, girando i tacchi e camminando a grandi falcate per allontanarsi da lì il prima possibile, senza mai mollare la presa sulla mano di Laury.

La ragazza cercava di stare dietro al suo passo, continuando a guardare quel volto impassibile e teso in cerca di una seppur vaga spiegazione. Ma Axl non pareva voler rallentare il passo, così lei si impuntò trattenendolo per un braccio e obbligandolo a fermarsi "Mi dici che ti è preso?!" domandò respirando velocemente per riprendere fiato.

Lo sguardo del ragazzo che si posò sul suo viso quasi la fece raggelare "Niente" tagliò corto facendo per voltarsi di nuovo.

Ma di nuovo Laurel lo trattenne per il braccio "Chi era quella ragazza?"

In quell’istante ebbe come la sensazione che da un momento all'altro veri e propri fulmini potessero uscire dai suoi occhi polverizzandola "Una vecchia conoscenza" ribattè duro.

"Perchè hai reagito in quel modo, cosa..."

"Smettila ok?! Non è nessuno ti ho detto!" urlò strattonandola per sottrarsi alla sua presa.

Il viso esterefatto di lei venne attraversato dallo sgomento... non si aspettava un reazione simile, Axl non l'aveva mai trattata così, per di più ingiustamente. Quella reazione era a dir poco esagerata, se quella ragazza era davvero niente, come lui sosteneva, perchè anche solo vederla gli aveva dato così fastidio, quasi sconvolgendolo? Non seppe come ribattere a quel atteggiamento, l’aveva totalmente spiazzata.
Nonostante avesse una tremenda voglia di lasciarla lì e andarsene, forse a farsi, forse a bere, quel barlume di lucidità che ancora c'era in lui si fece strada riportandolo alla realtà... all'improvviso quel bel volto teso in un smorfia indecifrabile davanti a sè gli riscaldò il cuore, facendolo sentire un perfetto stronzo per il modo in cui l'aveva trattata. Ed era stato così dopotutto... cosa gli era venuto in mente? Certo non si sarebbe mi aspettato quell'incontro, ma doveva riuscire a contenersi, per lo meno davanti a Laurel.

Strizzò gli occhi per un secondo per poi chiudere le mani sulle braccia di lei "Non volevo... sono... solo un po' stanco, davvero... non ne parliamo più" cercò di chiudere il discorso.

Laurel non voleva in realtà chiudere lì. Ma voleva ancora di più passare quella bella serata col suo ragazzo che per mesi aveva sognato... sospirò decidendo quindi di lasciar perdere "Ok..."

"Andiamo..." come se nulla fosse e col sorriso sulle labbra, le prese la mano continuando il giro per le strade luminose e caotiche della città.


Passarono la notte insieme, nella stanza di Laurel al campus. C’erano ancora scatoloni in giro e le valige non erano completamente disfate. Ma Axl non vi badò, quella era una reggia in confronto al buco in cui stavano loro. Certo l’avevano conciato per bene, le uniche pulizie che ricordava erano giusto quelle fatte prima dell’arrivo delle ragazze.
Laurel sentì finalmente su di sè le sue mani bollenti, tutto il calore del corpo del ragazzo che pareva aver scacciato ogni ombra di quell’infelice incontro, amandola intensamente fino a raggiungere più volte il piacere. Axl dal canto suo cercò in tutti i modi di concentrarsi sulla giovane tra le sue braccia piuttosto che su Erin, cosa non facile. Si addormentò con il viso sul petto di Laurel, avvinghiato al suo corpo, mentre lei ancora ansimante gli accarezzava i capelli immersa nei suoi pensieri fino a cedere completamente al sonno.

Fu risvegliata all’improvviso nel cuore della notte... si voltò pigramente cercando di mettere a fuoco l’ora sulla radiosveglia... le 4 di notte. Si chiese se Sue e Perla fossero già tornate, non le aveva sentite rientrare. Poi si voltò... Axl stava seduto sul letto, sudato e respirando a fatica, quasi come se si fosse appena risvegliato da un incubo “Axl...” gli posò leggera la mano sul braccio, ma lui si agitò ancora di più scansandola e guardandola spaurito con gli occhi colmi di lacrime.
Non voleva farsi vedere da lei in quello stato, solo Jeff poteva vederlo così... i ragazzi magari, ma non lei. Odiava esternare le sue debolezze, le sue paure, e odiava ancora di più dover parlare di quello che gli provocava quegli improvvisi e tormentati risvegli nel cuore della notte. Ma se voleva starle vicino, lei doveva sapere, in un modo o nell’altro. Comunque prima o poi sarebbe venuto fuori, e forse era meglio che fosse lui stesso a parlargliene.
Gli si gettò tra le braccia immergendo il viso nei suoi capelli e ancorandosi a lei tentando di calmarsi. Laurel lo strinse forte, credendo che fosse solo uscito da un brutto incubo, eppure c’era dell’altro... Axl era uno senza mezze misure le sue reazioni erano sempre portate all’estremo... ma qualcosa le diceva che non era solo quello il motivo di tanta agitazione.

Lo staccò da sè piano incrociando il suo sguardo umido “Che cos’hai?” mormorò asciugandogli una guancia.

Axl le prese il polso baciando la mano che ancora gli toccava la pelle. Fece un sospiro appoggiandosi con la schiena al muro dietro al letto “Credo di doverti raccontare delle cose... cose... sul mio passato...” sussurrò appena.



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Rieccomi tra voi :) sono felice di essere riuscita ad aggiornare... ultimamente al di là del tempo che manca faccio fatica ad andare avanti, mi sento un po' demotivata, e nonostante abbia le idee non riesco a scriverle... così faccio fatica ad aggiornare perchè odio pubblicare capitoli di cui non sono per niente soddisfatta. Ma questa storia andrà avanti, ve lo prometto! Colgo l'occasione per ringraziare tutti, ma in modo particolare quelle persone che mi seguono sin dal primo capitolo in assoluto! Grazie, è importante per me! Un bacio, a presto - Lau

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Capitolo 30
*** 30 ***


Perla si allontanò da loro trascinandosi dietro un allibito Sebastian, e si fiondò tra la folla di gente che occupava la pista senza nemmeno sapere dove andare o cosa fare. L’unica cosa che sapeva era che non voleva stare li a guardare i due ‘piccioncini’ mentre tubavano davanti  lei. Si sarebbe presa a calci da sola, cosa le importava? Non era lei quella che diceva che di Slash non glie ne fregava nulla?

"Hey fermati!" Seb la trattenne per un braccio "Si può sapere che ti prende?!"

"Senti se ti crea tanti problemi stare un po' con me, te ne puoi anche andare!" sbottò acida liberandosi dalla sua stretta e incamminandosi di nuovo tra la folla.

Seb sbuffò... donne, non le avrebbe mai capite. La rincorse afferrandole la mano "Aspetta! Dai... mi va di stare con te, davvero!"

Perla sorrise "Ok... balliamo?"

"Come vuoi"

E li in mezzo alla pista tra la calca, i due presero a ballare insieme. Sebastian era piuttosto impacciato, sculettava appena tentando di non pestare i piedi a qualcuno li attorno. Ma i suoi occhi erano fissi sul corpo della ragazza che invece si muoveva sensualmente di fronte a lui... troppo sensualmente... gli venne quasi un colpo quando lei voltandosi si attaccò al suo bacino e scese giù, per poi risalire facendo bene strusciare il suo sedere contro di lui.



Da lontano due occhi scuri e profondi li fissavano. Slash avrebbe voluto andare li, sbattere al muro  Sebastian e prendere il suo posto. Ma per qualche strano motivo non lo fece. Forse il suo grande orgoglio di uomo gli impediva di farlo, alla fine se lei non lo voleva perchè tormentarsi? Ne poteva avere a centinaia di ragazze come lei... e anche meglio... forse. Ma solo forse. Fatto sta che una di queste ragazze stava proprio in quel momento li di fianco a lui, persa in chiacchiere con la sua amica Linda, la quale continuava a struggersi del fatto che il biondo Duff non la degnava nemmeno di uno sguardo.

"Hey! Ti sei incantato per caso?" Renèe si distrasse da quella conversazione con l’amica e passò una mano davanti al viso del ricco che sembrava essere in fissa su un punto imprecisato "Qualcosa non va?" chiese bevendo dalla cannuccia il suo cocktail con le carnose labbra scarlatte.

Slash decise di concentrarsi su quelle, era meglio non guardare troppo oltre la folla "Tutto ok piccola... che cosa bevi?"

"Margarita... vuoi?"

"Si" disse tirandola vicino e levandole il bicchiere dalle mani posandolo sul banco "Assaggio direttamente dalle tue labbra però" e vi si incollò 'degustandole' per bene con un bacio profondo.


Duff era già all'ennesima birra, ancora un po' e sarebbe andato via strisciando. Izzy e Sue erano spariti, Steven era probabilmente a divertirsi con Adrianna. Lo metteva a disagio avere Linda li accanto, non sapeva cosa dirle, e a dire il vero non aveva proprio voglia di dirle nulla. Trovarsela li muta e silenziosa lo infastidiva. Forse perchè sapeva che pur non volendo darle quello che lei cercava, alla fine avrebbe ceduto. Si sentiva un idiota... gli succedeva un po’ troppo spesso ultimamente di sentirsi in quel modo. Ma alla fine cosa c'era di male? Lui non amava sfruttare le ragazze, ma se era quello che loro stesse volevano, perchè non farlo? Era solo una scopata in più dopo tutto. E poi come al solito aveva bisogno di levarsi quegli occhi dalla testa... se ci fosse stata Mandy sarebbe stato diverso, lei lo faceva stare bene davvero. Anche se non la amava.

Era immerso in questi pensieri quando la mano poco delicata di Steven si abbattè diretta sulla sua schiena "Duff!"

"Che cazzo... Steven!"

"Non dirmi che ti ho messo paura!"

"Con quella brutta faccia si!"

"Esagerato... che fate ragazzi? A quanto pare si sono defilati tutti a parte Slash, ma mi sembra... decismente occupato!"

"Già"

"Che ne dite di andare a casa di Adry? La sua coinquilina è una forte, fa sempre delle feste fighissime con un sacco di gente! Vi va?"

"Dai ragazzi, ci divertiremo!" Adry era arrivata da dietro abbracciando la vita di Steven.

Linda guardò Duff di sfuggita "Ci sto!" disse convinta. Non voleva stare certo li a fare l'anima in pena per lui, le andava di divertirsi e l'avrebbe fatto, con o senza Duff.

"Duff che fai? Sei dei nostri?"

"Si, perchè no"

"Grande! Andiamo dai... Slash..."

"Lascialo stare, ha di meglio da fare" il biondo prese la giacca e se la mise in spalla, circondando poi inaspettatamente il collo di Linda con il braccio. La sentì fremere e poi guardarlo con un sorriso. Ma si, si sarebbe divertito un po'.



Perla e Seb continuavano a ballare e a ridere, sempre più vicini. Ormai il ragazzo stringeva a sè la rossa in un chiaro tentativo di abbordaggio. Poi d'un tratto Perla voltandosi vide da lontano Slash dove lo aveva lasciato, impegnato in un profondo bacio con quella ragazza saldamente allacciata al suo corpo. Seb avvertì subito un cambiamento in lei, la sentì irrigidirsi e l'espressione del suo bel viso farsi scura.

Si fermò in mezzo alla pista staccandosi da lui "Andiamocene"

Seb si guardò in giro senza capire "Si ma... che c'è? E' successo qualcosa?"

"No... proprio niente! Voglio solo andarmene... vieni con me o rimani?"

"Vengo!" la prese per mano facendosi largo tra la gente che ancora si muoveva attorno a loro.

Appena fuori Perla lasciò la mano del biondo incrociando le braccia al petto e camminando velocemente "Aspetta... Perla!" la chiamò lui correndole dietro e mettendosi al suo fianco. Era scura in viso e silenziosa... sembrava arrabbiata, o meglio... triste... qualcosa certo non andava, anche perchè nonostante la conoscesse da poco, gli era da subito sembrata una di quelle ragazze sempre con il sorriso sulle labbra "Si può sapere dove corri?"

"Non lo so... da qualche parte"

"Che cazzo vuole dire 'da qualche parte'?!"

"Vuol dire... qua, là... fa lo stesso! Basta che ce ne siamo andati da quel posto!"

"Ok... il Rainbow ha decisamente qualcosa che non ti piace"

"E’ frequentato da brutta gente"

“Ah davvero?”

“Davvero! Senti la smetti si starmi dietro, mi metti l’ansia!”

“Guarda che sei stata tu a chiedermi di venire con te! Datti una calmata bellezza, hai le tue cose per caso?!”

Perla era li li per ribattere ma si morse la lingua… in fondo stava trattando malissimo quel ragazzo senza motivo, lui cosa centrava con la stupidità di Slash, e la sua? Si perché si sentiva una stupida… “Scusa Seb… è che non è proprio serata”

“Ah bè, l’avevo capito sai” osando le si avvicinò di nuovo circondandole le spalle “Vuoi… venire da me? Non abito in una reggia, ma potremmo berci una birra in pace senza ‘brutta gente’ attorno… ascoltare della musica e non so… potrei suonarti qualcosa…”

“Non dirmelo…”

“Cosa?”

“Sei anche tu un musicista?!”

“Il migliore baby!”

“Ma qui a Los Angeles sapete fare solo quello?!”

“Oh no, sappiamo fare anche un sacco di altre cose! Se vuoi te le mostro…” disse furbo avvicinando le sue labbra al viso della ragazza. che prontamente si scostò mettendogli il palmo della mano sulle bocca per stoppare sul nascere quel bacio tentato.

“Tieni a freno gli ormoni biondo… allora, dove abiti?”

“Allora ci vieni!”

“Non montarti la testa!”

“Io? Assolutamente no... però ci vieni…” insistette incamminandosi con lei per la strada illuminata dalle luci dei locali.

“Non ho altro di meglio da fare!”

“E vieni a casa mia!”

“Smettila!”

“Ok la smetto… Perla viene da me!”

“Piantala!”

Camminarono per un po’, Sebastian non perdeva occasione per provarci, ma Perla era troppo sgamata per cascarci… però era divertente stare con lui, era un tipo bizzarro e anche spaccone, ma le aveva strappato più di un sorriso in quella serata che era partita decisamente male, e per questo lo avrebbe dovuto ringraziare.


L’appartamento di Sebastian non distava molto. Era un piccolo monolocale composto solo da una stanza che faceva da camera e da cucina, e da un bagno. Era in un palazzo sgangherato ma tutto sommato non era male. Se non altro non era sporca. C’era un gran disordine, quello si, ma Perla constatò con sollievo che non c’erano ne scarafaggi ne altri animali orripilanti in vista.

“Non fare caso al casino, vivo da solo e non ho molto tempo per mettere in ordine... ops! Queste sono mie…” disse facendo sparire alla svelta un paio di mutante gettate a terra.

La ragazza si guardò intorno. C’erano delle foto attaccate a i muri, doveva essere lui da ragazzino, con la sua famiglia e con qualche amichetto “Lui chi è?” chiese indicando una buffa foto in cui c’era lui con un giovanotto sorridente più o meno della sua età che impugnava una chitarra.

“Lui… è Snake... cioè, Dave a dire il vero… chissà che fine ha fatto, eravamo molto amici, ma poi lui ha trovato una band e io… bè, io sono venuto qua da solo”

“Ha avuto successo?”

“La band si, stanno avendo un discreto successo… Dave no, non è più con loro. Credo non andasse molto d’accordo con il cantante. Ora questi Bon Jovi pare abbiano trovato il chitarrista perfetto per loro, un certo…”

“Richie!”

“Si... lo consoci?!”

“Si! Cioè… non benissimo, ma li abbiamo conosciuti a Seattle questa estate, sono dei ragazzi simpatici!”

“Si, Jon è una vera sagoma se ci si mette…”

“Quindi li consoci anche tu”

“Già… fatto sta che da quando ha lasciato la band non ho idea di dove cazzo sia finito Sabo…”

“Sei preoccupato?”

“No, prima o poi si farà vivo… allora, vuoi una birra? Mettiti comoda, il divano è pulito”

“Ci mancherebbe” disse sedendosi e incrociando le gambe in un gesto senza volerlo molto sexi. “Scusa la smetti di farmi la radiografia?!”

“Non è colpa mia se sei così attraente”

“Lo pensi davvero?”

“Certo cazzo! Sei una delle ragazze più fottutamente attraenti che abbia mai conosciuto! Parola di Baz!” Perla scoppiò a ridere. Seb gli si sedette accanto “Cin” disse toccando la sua bottiglia di birra con quella di lei e bevendone un generoso sorso.

“Allora, mi fai sentire qualcosa? Hai detto che suoni, giusto?”

Baz posò la bottiglia alzandosi e impugnando una vecchia chitarra per poi risedersi al fianco di lei “Bè, a dire il vero canto... ma suono anche, come ogni buon cantante che si rispetti”

“mmm... un altro concorrente di Axl?”

“Hey non scherzare! Io sono molto meglio... ma ancora non ho un gruppo e questo gioca a mio sfavore... comunque ammiro Axl, sul serio, si sta facendo un bel culo per far funzionare le cose...” passò il plettro sulle corte cercando di accordarla come meglio poteva “Ma un giorno ce la farò anche io, puoi scommetterci...”

“Siete tutti così determinati che mi viene difficile pensare il contrario...”

Sul viso di Seb apparve un leggero sorriso, ma non distolse lo sguardo dalle corde “Questa l’ho scritta io...” dopo aver strimpellato un piacevole motivetto il ragazzo iniziò a cantare...

“Woke up to the sound of pouring rain
The wind would whisper and I'd think of you
And all the tears you cried, that called my name
But when you needed me I came through
And when you needed me I came through
Remember yesterday, walking hand in hand?
Love letters in the sand - I remember you
Through the sleepless nights, and every endless day
I wanna hear you say I remember you”

Perla ascoltava incantata, in effetti era bravo. Sembrava tanto uno di quei tipi che si vantano a sproposito, e invece ci sapeva fare sul serio. Aveva un voce stupenda e dolce. Quando fermò le dita sulla chitarra e arrestò il suo canto si voltò a guardare in viso la ragazza. Erano così vicini, e lei era così bella... istintivamente Seb azzerò le distanze facendo incontrare le loro labbra. Non forzò subito il contatto temendo la reazione della ragazza. Ma a differenza di quanto si aspettava dopo un breve attimo di indugio, la sentì sciogliersi e rispondere al suo bacio. Le infilò una mano tra i capelli tirandola di più verso di sè e cercando la sua lingua. Era dolce, e le sue labbra morbide e carnose.

Poi all’improvviso Perla si irrigidì e la mano che fino ad allora era rimasta appoggiata al petto del ragazzo, lo spinse via fino a staccarlo. Sospirò abbassando lo sguardo “No Seb scusa... io... non credo sia il caso...” si sentiva in colpa, alla fine lui era un bravo ragazzo e lei non voleva usarlo per farla pagare a Slash. Ammesso che era quello che davvero aveva intenzione di fare. Le era piaciuto quel bacio...

Seb si tirò indietro i lunghi capelli biondi sbuffando per l’imbarazzo “Si capisco... ok... non importa” mormorò posando la chitarra a terra e tirando fuori una sigaretta da un pacchetto abbandonato sul tavolo di fronte al divano “Vuoi?” la ragazza scosse la testa in silenzio.

Dopo qualche boccata di fumo il ragazzo si voltò a guardarla allargando le braccia con fare rassegnato “Cioè... ok però... cazzo insomma, Slash mi prenderà davvero a calci un culo questa volta! Almeno dovrebbe valerne la pena no? Voglio dire, sai quante me ne darà per essere sparito con te? E ne ho rimediato solo un bacio... non che mi dispiaccia, però...”

Perla lo guardò con gli occhi fuori dalle orbite. Sentì il sangue ribollirle nelle vene anche solo a sentire pronunciare quel nome “No scusa, che cazzo centra Slash adesso?! E poi chi se ne frega! Perchè dovrebbe prenderti a calci? Non sono la sua ragazza, lui non ha proprio nessun diritto di incazzarsi! Anche perchè mi pare se la stesse spassando alla grande con quella smorfiosetta, no?! Quindi stai tranquillo, il tuo culo è salvo!” urlò in un fiato.

Seb sorrise scuotendo la testa “Allora è chiaro, i miei sospetti erano fondati”

“Quali sospetti?!”

“La brutta gente a cui ti riferivi erano solo Slash e Renèe”

“Renèe? Che cavolo di nome... e comunque non farti strane idee, non me ne importa niente di quei due”

“Io invece dico di si”

“No! Non mi piace quella specie di gorilla, liberissimo di fare quello gli pare!”

“Come no... va bene, pazienza... andrò in bianco eh?”

“Si... ma non per colpa di Slash! E’ solo che... non mi va”

“Si si...” disse per nulla convinto “è assurdo! Ho qui tra le mani una bomba di ragazza e andrò in bianco... se lo racconto ci faccio una pessima figura sai?”

La ragazza rise “Sei sempre così esagerato tu?”

“Almeno un altro bacio mi è concesso?”

“Si...” la ragazza posò di nuovo le sue labbra su quelle di Seb staccandosi subito “Grazie per avermi sollevato la serata” sussurrò per poi riprendere di nuovo il contatto. Seb la strinse a se approfittando di quel momento che probabilmente non gli sarebbe capitato mai più.

Quando si staccarono riprese la birra e la finì in un sorso “Bene... cosa dovrei fare adesso?”

“Perchè non finisci di cantarmi quella canzone? Era molto bella”

“Si può fare” ripose riprendendo la chitarra tra le mani “sei la prima persona che la ascolta, dovresti ritenerti onorata”

“Lo sono Bach” sorrise rilassandosi sul divano al dolce suono della su voce.

“Woke up to the sound of pouring rain
The wind would whisper and I'd think of you
And all the tears you cried, that called my name
But when you needed me I came through
And when you needed me I came through
Remember yesterday, walking hand in hand?
Love letters in the sand - I remember you
Through the sleepless nights, and every endless day
I wanna hear you say I remember you”

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Capitolo 31
*** 31 ***


Quel buco di casa che Adriana condivideva con Pam, una brunetta tutto pepe che si guadagnava da vivere ballando allo strip club li vicino, strabordava di gente di ogni tipo. C'erano persone a terra collassate, in salotto, in cucina, nelle stanze, in bagno... persino fuori sul pianerottolo la folla era notevole. La musica non riusciva a sovrastare il vociare e giravano tantissimi alcolici... e non solo.

"Wooooo! Guarda che roba Duff!"

"Siamo venuti via dal casino per andare in un'altro..." brontolò il biondo.

"Sai che stai diventando una vera palla??? Perchè non pensi a divertirti un po' eh?!"

"Adri!"

"Pam!" la ragazza baciò sulla guancia l'amica, che guardava i due nuovi arrivati con un sorrisetto malizioso sulle labbra "Loro sono Steven e Duff! Lei è Linda"

"Ciao Linda... ragazzi... io sono Pam! Tu devi essere il biondo villoso che ha fatto impazzire la mia socia!" scherzò abbracciando Adrianna "Niente male tesoro, davvero niente male!"

"Hey villoso a chi?! Guarda che il pelo fa l'uomo macho!"

"Ma sicuro Steven!" ridacchio Pam "Dai ragazzi buttatevi nella mischia, bevete quelle che volete... ah, ecco cercate solo di non rimarci qui dentro ok? Se volete farvi fatelo pure ma non voglio morti in giro per casa! Ci si vede!!!" urlò rientrando non prima di aver rubato di mano un bicchiere di una sconosciuta bevanda alcolica ad un poveraccio che stava li vicino.

"Sentito? Divertimoci!" Steven prese Adri per mano lanciandosi nella stanza alla ricerca di qualcosa di buono con cui bagnarsi le fauci.

Linda guardò Duff perplessa, non era sicura che fosse stata una buona idea andare li "Ti va qualcosa da bere?"

"Si... stavo cercando di capire come il resto della gente che abita qui possa sopportare tutto questo casino..."

La ragazza alzò le spalle "Ci saranno abituati" lo prese per mano trascinandoselo dietro e raggiungendo Steven e Adri che si stavano scatenando sulle note di Jump con una birra tra le mani.

Duff si guardò in giro un po' smarrito, tutta quella gente lo stava rendendo più nervoso del solito "Aia cazzo! E stai attento a dove metti i piedi!" urlò ad un ragazzo barcollante che gli era letteralmente salito sui piedi.

"Scusa amico! Calma ok?"

"Calma un cazzo!"

"Bella chioma! L'hai messa a bagno nella candeggina?!" rise ubriaco.

Duff lo prese per un braccio sovrastandolo con tutta la sua altezza "Stai cercando rogne idiota?!"

"Ah merda lascialo! Lui è a nostro uso esclusivo!" disse una voce alle sue spalle "Vero Dorky? Su vattene, veniamo a pestarti più tardi! Heeeeeeeeeeeey!!!" Duff guardò stranito i due davanti a lui. Erano alti quanto lui, la chioma scura cotonata, tatuaggi, trucco... dove li aveva già visti? "Io ti conosco!" disse il tipo che aveva parlato poco prima "Tu eri alla Geffen con quegli altri capelloni! Il tuo amico pel di carota ha fatto incazzare Vince da morire, avreste dovuto vederlo! Sembrava una fottuta oca con le mestruazioni da quanto starnazzava!"

Allora si ricordò di loro "Ah si giusto... Motley Crue..."

"Esatto bello! Io sono Tommy, lui Nikki... ma pui chiamarci T-Bone e... Nikki!" scoppiò a ridere battendogli una mano sulla spalla... che battuta, e poi si lamentavano delle sue. Era completamente ubriaco, e probabilmente anche fatto "Guarda com'è piccolo il mondo! Anche voi amici di Pam? Gran passera Pam..."

"Veramente l'ho conosciuta stasera, sono... amico della ragazza di Steven , Adrianna"

"Ohhhh Adri, grande passera anche lei! Hey! Eccolo il tuo amico cita, ciao cita!"

"Ma che cazzo vuole questo, vaffanculo!" gli urlò contro Steven puntandogli il dito minaccioso. Doveva alzare lo sguardo per guardare entrambi, alla pari di Duff.

"Buono bello, scherzavo!"

"Bè scherza con qualcun altro, razza di scheletro frocio che non sei altro!"

Tommy e Nikki scoppiarono a ridere "Siete forti cazzo!"

Steven si avvicinò a Duff "Ma quanto sono fuori?!"

"A quanto pare non molto meno di quanto lo sei tu... che ti sei fatto Steven, hai le pupille grosse come noccole"

"Ma niente! Solo qualche tiro..."

"Hey ragazzi, ragazzi... che ne dite di un po' di divertimento eh? Abbiamo della roba fenomenale, la dividiamo volentieri con voi! Tra colleghi bisogna darsi una mano no? Non fate complimenti!"

"Duff..." Linda aveva chiamato il ragazzo da dietro. Era stata in disparte per un po', ma troppi scocciatori le stavano girando attorno ubriachi e puzzolenti, tanto che si era decisa a tornare da lui, a costo di sembrargli patetica.

Il ragazzo si voltò circondandole le braccia "Tutto bene?"

"Si ma non mi va di stare da sola in mezzo a queste bestie"

"mmm... carina la tua amica! Ciao bellezza, io sono Tommy, ti va di provare il mio bro qui sotto??? Farò piano, non voglio farti male AIO!!!"

Linda gli aveva tirato un calcio allo stinco indispettita. Era una ragazza, ma sapeva il fatto suo "Fai schifo lo sai?!"

Nikki scoppiò di nuovo a ridere "Te l'ho sempre detto che parli troppo T-Bone!"

"Fanculo Sixx, cazzo che male..."

"Hey ragazzi! Sempre in giro a fare danni?" Adri li abbracciò da dietro saltandogli quasi addosso. I due la baciarono sulla guancia sotto lo sguardo scocciato di Steven "Non fare il gelosone, lo sai che sono tutta per te!" gli disse lei tornando al suo fianco e scompigliandoli i capelli.

"Tanto ci smeni tu, la sai la regola della L? Bene... loro sono alti, io sono basso, ho detto tutto..."

Duff lo spinse "Stronzo, anche io sono alto!"

"Infatti ce l'hai piccolo!"

"Vaffanculo!"

"Bè..." anche Pam aveva fatto la sua comparsa, senza perdere un filo del discorso "vi posso assicurare che Tommy è tutto tranne piccolo! Allora, vi state divertendo ragazzi?"

"Si cazzo, qui è un fottuto casino, mi mancava! Ora che sono arrivate le ragazze non ci saranno più feste del genere da noi!"
"Steven puoi venire qui quando ti pare!"

"Allora la finite di parlare? Andiamo a divertirci o no???" esclamò Tommy finendo l'ennesima bottiglia di birra.

Nikki scomparve tra la folla seguito da Steven ed Adrianna, Pam fermò invece Tommy per un braccio "Dove credi di andare tu? Abbiamo un discorso in sospeso, ricordi..."

"Giusto!" le rispose sistemandosi le parti basse.

Duff e Linda rimasero soli di nuovo "Non vai con loro?" chiese al ragazzo immaginandosi già la sua risposta.

"No non..."

"Non sei in vena di divertirti, lo so"

"Qualcosa del genere"

"E quando lo sarai eh?"

Il biondo abbassò lo sguardo scuotendo la testa 'bella domanda...' e prima ancora che potesse respingerla, trovò le labbra della ragazza sulle sue. Solo per pochi secondi, un leggero bacio a fior di labbra. Si staccò subito sorridendo "Così almeno non mi daranno più fastidio qui intorno" disse ironica.

"Oh certo, l'hai fatto solo per questo vero?"

"Certamente!" Duff rise "Allora riesco a farti sorridere ogni tanto" osservò lei compiaciuta.

"Si, ogni tanto si..." questa volta fu lui a baciarla, più profondamente. Sentiva l'alcool entrare in circolo, e il calore salirgli sulla pelle.

"Ti va?" Linda si scostò solo per poter prenendere dalla tasca una bustina di polvere bianca e mostrarla al ragazzo.

"Ti fa male questa roba" le rispose rubandogliela dalla mano.

"E a te no?"

"Si... ma almeno non sarò così palloso come dice Steven..." la prese per mano fino ad un angolo più tranquillo. Per modo di dire, vista la quantità di gente li dentro, ma era sicuro che nessuno avrebbe badato a loro. Stese velocemente due strisce su una mensola piena di bicchieri vuoti e aspirò velocemente la sua. Poi toccò a Linda fare lo stesso. Prese un'altra bottiglia di birra e ne bevve un lungo sorso prima di allacciarsi nuovamente a lei. Alcool, droga, donne... eccola la vita che avevano sempre sognato. Era così? No, Duff non era sicuro... ma stava bene in quei momenti, e quindi perchè preoccuparsene?
Trovarono una piccola poltrona abbandonata su cui poterono sedersi e continuare i loro comodi. Linda ormai aveva le labbra gonfie dei sui baci,e iniziava a non volersi più accontentare solo di quelli. Era notte fonda, un po' di gente se ne era andata, quelli non in grado di stare in piedi erano rimasti accasciati a terra qua e là.

"Duff! Duff!!!" le urla di Adrianna lo destarono da quello stato di beatitudine che si era concesso "Duff! Oh cazzo, grazie a Dio ti ho trovato!"

Linda si staccò dal ragazzo guardando l'amica interrogativa "Adri non urlare, cosa è successo?!"

"Venite muovetevi! Steven! Steven... non... non riesco più a svegliarlo!!!" urlò scoppiando a piangere.

Duff scattò in piedi facendo quasi cadere a terra la ragazza che ancora stava seduta sopra di lui "Merda! Dove cazzo è?!"

"In camera mia, corri presto!!!"

Si precipitarono nella stanza. Steven giaceva sul letto, bianco come un cadavere "Steven!" urlò gettandosi sul letto al suo fianco. Lo scosse e gli diede degli schiaffi in faccia "Steven!!! Cazzo! Svegliati coglione!!!" si abbassò sul suo petto tirando un sospiro di sollievo "Respira!"

"Non... non è..."

"No, è solo collassato..." si voltò verso Adri "Che cazzo si è fatto?!"

"Non lo so! Io ero di là con altre persone, l'ho lasciato qui con Nikki e poi l'ho trovato così!"

Duff si voltò... nella stanza in un angolo Nikki era a terra con le spalle appoggiate al muro nel suo mondo immaginario "CHE CAZZO GLI HAI DATO?!?!" urlò. Di risposta il ragazzo nemmeno si mosse.

"Che cazzo succede qui? Tutte queste urla... non riesco a concentrarmi!" Tommy entrò nella stanza in quel momento completamente nudo.

Dietro di lui Pam in intimo lo rincorse "Ma dove vai?! Cosa... che cavolo succede?!"

"Il tuo amico ha dato qualche merda a Steven!" disse Duff indicando Nikki.

"Pensavo ci fosse rimasto..." mormorò Adri asciugandosi gli occhi.

"Cosa?! Hey vi ho detto che non voglio cadaveri per casa!"

"Pam, è solo collassato per fortuna... Tommy santo cielo, copriti!" gli urlò la ragazza gettandogli addosso un lenzuolo.

"Mi volete dare un mano?! Dai Steven...." Duff si caricò il ragazzo prendendolo per un braccio e portandoselo dietro al collo. Tommy lo prese dall'altra parte mentre con una mano si teneva il lenzuolo legato alla vita "Portiamolo in bagno"

Lo trascinarono sotto l'acqua e come Slash e Izzy avevano fatto per lui tempo prima, aprì il getto cacciando sotto il biondo, che fortunatamente dopo qualche istante aprì gli occhi boccheggiando e scivolando a terra. Duff sospirò chiudendo gli occhi... gli era davvero preso un colpo... "Hey Steven, mi senti?"

"mmm... dove sono... piove?" biascicò coprendosi il viso grondante di acqua.

"No coglione... sei collassato!"

"Oh..."

"Come ti senti?"

"Se mi togli tutta questa acqua di dosso starei meglio"

Duff si alzò fradicio e spense l'acqua tirandosi indietro i capelli. Linda arrivò porgendogli un asciugamano "Tieni, mettiglielo addosso"

Sfilò i pantaloni del ragazzo con non poca fatica e gli avvolse le spalle nel grande telo bianco "Ce la fai ad alzarti?"

"Si si... credo di si..." lo afferrò appena in tempo quando alzandosi rischiò di finire a terra "Tutto ok... ci sono... sto bene..."

"Si come no... che cazzo ti è saltato in mente?!"

"Mi sono solo fatto una volta"

"Sei collassato!"

"Ero solo svenuto"

"Potevi rimanerci!"

"Non essere tragico!"

"Sei un coglione Steven!" lo fece stendere sul letto e prese l'accappatoio che Linda gli porse.

"Dovresti asciugarti"

"Grazie"

Adrianna corse ad abbracciare Steven "Accidenti, Steven mi hai fatto venire un colpo!"

"Tranquilla piccola, sono in piedi ok? Serve ben altro per ammazzare Steven Adler, accidenti ragazzi... non è la prima volta che collasso... quanto la fate lunga..."

"La prossima volta ti lascio li a crepare allora!" sbottò Duff nervoso "Tu invece, il tuo amico? Non mi sembra che ti stia molto bene" disse a Tommy.

Il ragazzo scosse la testa "Nikki fa sempre così, lui è ok"

"Fai come credi... noi ce ne torniamo a casa"

"Sei pazzo? Siete fradici e Steven si è appena ripreso!"

"Ho mandato via tutti" disse Pam entrando nella stanza "potete rimanere, la casa non è grande ma il divano è comodo, voi due potete mettervi là" disse a Duff e Linda "Steven sta con Adri, Tommy  Nikki se rimanete state da me, ok?"

"Ok... Nikki... HEY NIKKIIIIIIIII!!!" urlò Tommy dando una scossa al ragazzo che lo guardava con occhi assenti "Si fotterà prima o poi con questa roba. Ma perchè farsi questa merda dico io... una bevuta, una sniffata e una scopata... dovrebbero bastare per farti sentire al settimo cielo no? WOOOO-HOOOO ma lui no, lui deve fare di più! Merda... dammi una mano..." continuando a blaterare con l'aiuto di Pam portò Nikki nell'altra stanza.

Duff fissò di nuovo Steven con rimprovero. In cuor suo sperò che quello fosse solo un episodio, che la cose non degenerassero... perchè un conto era collassare dopo un a sbronza, farsi in vena era tutta un'altra storia "Vuoi rimanere?" gli chiese.

"Se per te va bene... possiamo anche tornare..."

"No, stai li è meglio... se poi Axl ti vede così fa una scenata"

"Ok..."

Lo salutò con un cenno della mano poi uscì dalla stanza chiudendo la porta. Li attorno c'era un casino assurdo, bottiglie, carte e sporcizia sparse ovunque. Levò dal divano lo schifo che c'era sopra e ci si sdraiò ancora avvolto nell'accappatoio. Chiuse gli occhi coprendo il viso con il braccio. Li aprì quando sentì una coperta calda posarsi sopra di lui...

"Me l'ha data quella Pam, nel caso avessi freddo" disse Linda con un filo di voce.

"Si... buona idea, sono ancora bagnato" la ragazza sorrise e gli voltò le spalle "Aspetta hey... dove stai andando?"

"A casa, forse non è il caso che o rimanga"

"Si invece, non puoi tornare da sola a quest'ora della notte... vieni qui avanti, c'è posto"

Sorrise "Sicuro?"

"Si... vieni"

La giovane si levò le scarpe e il giubbotto che aveva appena indossato e senza farselo ripetere un'altra volta si sdraiò al fianco di Duff dandogli la schiena, avvolta dalla coperta e dalle sue braccia.

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Capitolo 32
*** 32 ***


Izzy aveva lasciato Sue al campus. Se ne erano andati poco dopo Axl e Laurel per stare da soli un po' di tempo, ma non avevano tirato troppo tardi, la ragazza era stanca dal viaggio e Izzy aveva insistito perchè si facesse una una buona notte di sonno. Avevano passato una bella serata, non avrebbe potuto chiedere di meglio. Parcheggiò l'amato pick-up sull'altro lato della strada, sperando di trovarlo intatto il giorno dopo. Si chiese come avrebbe fatto Slash con la sua auto... sospirò stiracchiandosi sul sedile e picchiettando le mani sul volante "Mi sei mancato amico..." sorrise di quella stupida affermazione "Ah, devo essere proprio stanco... Slash parla con le macchine, non io!"
Scese guardando l'orologio. Non era nemmeno mezzanotte, forse avrebbe finalmente potuto farle una telefonata.... non si era dimenticato la promessa che aveva fatto ad Amy. Le aveva detto che l'avrebbe chiamata un volta arrivati a Los Angeles, e quella sera aveva deciso di mantenerla. Ci pensava ogni giorno, ma non l'aveva mi fatto. Si sentiva già abbastanza in colpa per avere lasciato la ragazzina in quella casa quando più volte le aveva promesso che se ne sarebbero andati da li tutti e tre insieme, e sebbene sapeva che non avrebbero potuto fare altrimenti, non voleva deluderla di nuovo. Tirò fuori dalla tasca i pochi spiccioli che gli erano rimasti e compose il numero ormai a memoria...

TU TU TU TU

Sperò che fosse lei a rispondere, altrimenti avrebbe attaccato.

"Pronto..." una voce strozzata che non era certo quella argentea di Amy rispose all'altro capo. Rimase in silenzio "Pronto? Ma chi è?!"

"Sharon"

"Si... chi sei?"

"Sono... sono Jeff, Jeff Isbell"

"Jeffrey? Tu?! Che cosa chiami a fare?!"

Scosse la testa... perchè ancora aveva sperato di sentire un 'come sta Bill?' Illuso... "Cercavo Amy"

"Amy sta dormendo" rispose dura "E' tardi, ma evidentemente voi nemmeno ve ne rendete conto..."

"Ok, scusa tanto per il disturbo, richiamerò un'altro giorno... ah per la cronaca, tuo figlio sta bene"

"Non te l'ho chiesto"

Ma Izzy non le lasciò il tempo di andare avanti riversandole addosso un fiume di parole "Peccato solo per i continui incubi che lo tormentano. Un giorno ne uscirà pazzo sai? Porta ancora le cicatrici sulla pelle... ma a te che cazzo te ne frega, giusto?"

"Non sono cose che ti riguardano!"

"Mi riguardano eccome invece! Ci sono io quando sta male, ci sono io quando si sveglia urlando, ci sono io quando piange per un famiglia che non è degna nemmeno di essere definita tale... ci sono sempre stato io, anche quando si nascondeva da qual pazzo con la schiena sanguinante... c’ero io a medicargli le ferite e ad asciugare le sue lacrime... invece avresti dovuto esserci tu, non credi?" silenzio "Spero solo che ad Amy non tocchi la stessa sorte, perchè se così fosse Axl lo ammazza quel figlio di puttana, e io gli darei una mano..." gli parve di sentire un singhiozzo, ma forse si era sbagliato "Dormi bene Sharon"

TUTUTUTU

Appese il telefono senza dar modo alla donna di rispondere. Non avrebbe accettato nessun riposta da lei, solo un 'Hai ragione, ho sbagliato, ma voglio recuperare... lascio Stephen, prendo Amy e veniamo li, da Bill' ecco cosa avrebbe voluto sentire. Era certo che Axl avrebbe potuto perdonare, nel suo cuore un angolo per lei c'era ancora da qualche parte... ma questo non sarebbe ma accaduto.


***


Laurel si rigirò nel letto. Allungò una mano sul materasso, e si destò di colpo quando le sentì vuoto e freddo... guardò in giro nella stanza, ma di Axl pareva non esserci traccia. Il primo pensiero che le venne in mente è che se ne era andato. Era stata un strana notte la loro. Axl le aveva confessato il mistero della sua vita, quei fatti e quegli avvenimenti che mai a nessuno avrebbe voluto dire. Ma a lei si, glie lo doveva... era giusto che sapesse. Come aveva saputo Erin. Dopo quel risveglio parlare con Laury era stata quasi una liberazione. Era stata forte, non gli aveva mostrato minimamente di essere sconvolta come invece si era sentita. Scioccata per quello che ai tempi era solo un bambino, aveva dovuto subire. Amareggiata al pensiero di quanto gli esseri umani potessero far schifo. Tristezza, dolore... si sentiva persino in colpa per aver a volte criticato duramente sua madre, fredda e severa nei suoi confronti. Lei che in fondo, una famiglia l’aveva... una famiglia che le voleva bene. Un insieme di sentimenti erano cresciuti nel so animo man mano che il ragazzo proseguiva col suo racconto. Aveva tenuto lo sguardo fisso davanti a sè per tutto il tempo, parlando quasi in automatico, lasciando defluire le parole con una freddezza che la fece quasi rabbrividire. Non voleva guardarla negli occhi, aveva paura di leggerci qualcosa che assomigliasse allo sdegno, o peggio ancora alla pena. Si vergognava terribilmente del suo passato. E invece Laurel aveva allungato la mano nei suoi capelli, accarezzandoglieli dolcemente per tranquillizzarlo. E quando aveva finito di dire tutto, l'aveva tirato per il braccio contro al suo corpo, permettendogli di appoggiare il capo sul suo petto, e l'aveva abbracciato fino a quando si era addormentato. Era rimasta a guardarlo per un bel po' prima di sprofondare anche lei nel sonno. Ora capiva le parole di Slash, quando aveva accennato ad un passato difficile e a quei 'problemi in famiglia' che gli avevano impedito di andare al ballo con lei. Ora finalmente poteva capire. Ora poteva dire di conoscere davvero Axl. o per lo meno una parte di lui che fino ad allora era rimasta nascosta.

Si alzò camminando con i piedi nudi verso la stanza di Sue. Bussò e senza aspettare risposta la aprì piano, guardando all'interno l'amica che dormiva beatamente con il sorriso sulle labbra. Entrò in punta di piedi, sistemandosi nel letto accanto a lei, svegliandola.

"Laurel... hey, che ci fai qui?" disse la ragazza con voce impastata.

"Scusa... avevo bisogno di stare con qualcuno"

"Axl?"

"Credo se ne sia andato prima che mi svegliassi"

"Che succede?"

Sospirò "Stanotte si è svegliato di colpo... piangeva e urlava... credevo fosse un incubo e invece..."

"E invece? Cosa Laury, cos'è successo?!" domandò un po' agitata. Axl le era sempre sembrato un tipo strano, e ad intuito aveva sempre avuto la sensazione che qualcosa in lui non andasse per il verso giusto...

"Ha avuto un incubo si... ma era reale, capisci? Quell'incubo l'ha vissuto davvero! E' assurdo... io non credevo, non pensavo che..."

"Laurel calma, non capisco!" Laurel raccontò a grandi linee all'amica quanto era successo, lasciandola senza prole "Mio Dio... è terribile..."

"Già..." gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime "forse non avrei dovuto dirtelo, Axl si arrabbierebbe a morte, ma... avevo bisogno di parlare con qualcuno..."

"Lo sai che con me puoi stare tranquilla, sarò una tomba!"

"Grazie..."

"Sai... ora capisco perchè Izzy è così protettivo nei suoi confronti"

"Credo sia l'unica persona su cui Axl conti davvero..."

D'un tratto sentirono un rumore fortissimo provenire dallìaltra stanza, seguito da una colorita imprecazione "Ma cosa..." si alzarono di corsa andando verso il soggiorno. Una lunga chioma rossa stava di fronte alla piccola parete della cucina, cercando tra una parolaccia e l'altra, di rimediare al disastro che aveva appena fatto "Axl!"

Il ragazzo si voltò di scatto con la tipica espressione di un bambino colto in flagrante "Laurel! Io... hemmm... stavo..."

"Credevo che te ne fossi andato..."

"Eh... no..."

Lo sguardo della ragazza si posò sulla pozza a terra che sembrava essere del latte, la padella rovesciata e il caffè fuoriuscito dalla caffettiera sparso e colante per il fornello. Le scappò una risata "Ma cosa stavi cercando di fare?!"

Axl sbuffò cercando di pulire con un straccio come meglio poteva "La colazione, non si vede? Fanculo... Slash ha ragione, la cucina è roba da donne..."

Sue spuntò da dietro le spalle di Laurel lasciandosi sfuggire una risata alla vista del giovane in boxer che ramazzava il pavimento borbottando "Se vuoi abbiamo un bellissimo grembiulino!" esclamò.

"Ciao Sue... ahahah... divertente..."

Axl puntò lo sguardo sulla ragazza ferma a braccia conserte poco più in là "Bè, che hai da guardare? Pulisci!"

Le sorrise malizioso "Devo ricordarmi di fare a Izzy i miei complimenti, non sei niente male Sue!"

Solo allora la ragazza si ricordò di indossare solamente l'intimo... avvampò immediatamente "Oh cazzo!" urlò prima di correre in camera per mettersi qualcosa di più coprente addosso.

Axl tornò a voltarsi verso Laurel che nel frattempo l’aveva raggiunto per aiutarlo, e le pose un veloce bacio sulle labbra "E' meglio che ci pensi tu al caffè"

"Credo anche io" avrebbe voluto abbracciarlo di nuovo, e dirgli qualcosa su quella notte, che le dispiaceva, qualsiasi cosa... ma lui non sembrava voler accennare a quell'argomento per cui forse era meglio non dire più nulla "Stai bene?" chiese solo. Axl annuì col capo senza nemmeno guardarla mentre finiva di rimediare al suo disastro.

Sue tornò sbuffando "Hey, però anche tu giri per casa mezzo nudo, forse dovresti vestirti!"

Lui si alzò in piedi mostrando sfacciatamente il suo fisico "Guarda che io non ti ho detto di coprirti, sei tu che sei corsa via... per me potevi benissimo rimanere come stavi. Io sto perfettamente a mio agio così!"

"Che sbruffone!"

"Dillo che hai buttato l'occhio..."

In quel momento la porta di ingresso si spalancò. Rimasero zitti e fermi a fissare Perla che con i tacchi tra le mani era entrata furtivamente nella speranza di non farsi sentire da nessuno. Camminò in punta di piedi borbottando parole sconnesse quando sentì degli occhi puntati su di sè... si voltò trovandosi i tre che la guardavano incuriositi "Ops... saaaalve!!! Come va?!?!"

"Tu... sei tornata adesso?!"

"Hemmm... si bè... hey! Non sono una ragazzina, che volete?!" rispose stizzita cercando di evitare quegli sguardi indagatori.

"Perchè ti metti sulla difensiva?" chiese Sue furba.

"Io?! State facendo un po' troppe domande... Axl! E tu che ci fai qui... in boxer?! Potresti coprirti per favore?!"

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo "Quanto ve la menate, come se non aveste mai visto un ragazzo nudo! E poi lo so che non vi dispiace... AI! Ma che cavolo..." si massaggiò il braccio nel punto dove Laurel gli aveva tirato un lieve pugno.

"Non cambiare argomento!" si avvicinò a grandi passi alla cugina che nel frattempo si era accesa un sigaretta facendo finta di nulla "Mi nascondi qualcosa!"

"Tesoro, non ti nascondo proprio nulla... hey! Ridammi quella sigaretta!"

"Non fumare in casa!"

"Che palle Sue, non iniziare..."

"Zitti! Non distraetela, deviate il discorso così! Sputa il rospo Perla, dove sei stata tutta la notte?"

"mmm... così, in giro..." rispose evasiva.

"Aspetta un po'..." Sue parve aver una illuminazione "Ora ricordo, te ne sei andata con Sebastian!" esclamò.

"Era esattamente dove volevo arrivare!"

Perla sgranò gli occhi fingendo un’aria innocente "E allora?! Abbiamo solo bevuto un po'!"

"Perla!"

"Cosa?! Ok... qualche bacetto..." volse un'occhiata truce al rosso che stava ridendo "E tu cosa ridi?!"

"Te la sei fatta con Baz?! Cazzo! Quando lo saprà Slash..."

"NO! No... cioè... non... hem... non che mi importi qualcosa, però non è il caso... ecco..."

"Tranquilla terrò la bocca chiusa" sorrise con l'aria di chi la sapeva lunga "Tanto conoscendo Bach scommetto che sarà proprio lui il primo a parlare!" rise di nuovo passandole accanto e tornando in camera alla ricerca dei vestiti che aveva abbandonato da qualche parte.

Le ragazze rimasero sole "Ora tu ci dici esattamente cosa è successo!"

"Laury calmati dai... non è successo proprio nulla, ok? Te l'ho detto, siamo andati a casa sua e... ha suonato una canzone per me, abbiamo bevuto una birra... ci siamo baciati..."

"Oh cavolo..."

"Smettila, sembri tua madre! Cosa vuoi che sia scusa!"

"Slash ne uscirà pazzo..." disse Laurel sconsolata sedendosi sul divano.

"A Slash non dove importare proprio nulla! Io e lui non stiamo insieme, non abbiamo nemmeno vagamente una storia! E poi mi pare che se la stesse spassando bene con la sua amica, no? Quindi non dovrebbe proprio fiatare!"

Sue e Laury si scambiarono uno sguardo d'intesa "Sei gelosa..."

"Non dite cazzate..."

"Oh si! Sei gelosa marcia!"

"No! Non è vero, smettetela!"

"Perla è gelosa di Slash! Lo sapevo, lo sapevo!!!"

"Sue per l'amor del cielo smettila!"

"Ammettilo!"

"No!"

"Avanti..."

"Non ci penso nemmeno..."

"Guarda che continuiamo a urlare eh... Perla è gelosa di Slaaaash!!!"

"SCCCCCCCCHHHHH!!! Zitte! Ok, ok..." sbuffò "Forse lo sono..."

"Lo sapevo!"

"Ma solo un po'!"

"Lo sei cosa?" chiese Axl rientrando nella stanza.

"NIENTE!!!" risposero in coro le tre ragazze.



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Ecco un'altro capitolo :)
Anche se te l'ho già detto Crazy_Me, un grazie particolare a te che segui questa storia e la recensisci fin dai primissimi capitoli! E ovviamente un grazie anche a tutti voi che leggete! A presto - spero... ;)

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Capitolo 33
*** 33 ***


Quando Slash rientrò alla Hell's House la mattina successiva, quel posto sembrava vuoto "Ma dove sono finiti tutti... HEEEEEEEEEEY!!!!" urlò aprendo il frigorifero e ficcandoci dentro la testa. Vuoto, se non per la solita immancabile vaschetta del burro "Merda, ma possibile che non ci sia mai niente da mangiare qui dentro?!" sbattè lo sportello aprendo gli armadietti sgangherati della vecchi cucina, ma l'unica cosa che vi trovò fu una trappola per topi e dei cereali, che a giudicare dagli esserini che si muovevano dentro, dovevano essere lì da parecchio tempo "Bene... fantastico! O salto di nuovo, o devo consumare i miei preziosi risparmi... ufff..." si guardò in giro. Niente, in casa sembrava davvero non esserci nessuno. Era strano sentire tutto quel silenzio lì dentro, sembrava surreale! "OILAAAAAAAAAAAAAAAA C'E' NESSUNOOOOOOOOOOOO?!?! CAZZONIIIIIIIIIIII!!!" urlò di nuovo.

Pochi secondi dopo la faccia ancora assonnata di Izzy spuntò nella stanza. Il ragazzo con indosso solo dei pantaloni della tuta sbiaditi, camminò verso di lui a piedi nudi strofinandosi gli occhi e cercando di sistemarsi l'ammasso disordinato di capelli "Che cazzo urli?!"

"Oh Izzy! Allora ci siete! Pensavo non ci fosse nessuno..."

"Ci sono solo io, gli altri... bo, saranno rimasti a dormire da qualche parte"

Il riccio si gettò sul divano, facendo scricchiolare le molle in modo spaventoso "Ops..."

"Lo vuoi sfondare?! Guarda che è l'unico che abbiamo!"

"Non che fosse in buono stato eh... comunque, ho una fame pazzesca, andiamo a fare colazione da Macy?"

"Si certo Slash, offri tu?"

"Eddai!"

"No..."

"Ti prego!!!"

"Si può sapere che cazzo ci fai con quei soldi dello strip? Sono secoli che te li tieni nascosti chissà dove, qualche dollaro per mangiare potresti anche spenderlo, no?"

"No! Izzy dai, lo vedrete presto! Non mi manca poi molto per... per fare quello che devo fare... avanti, si buono..." disse sbattendo le ciglia in maniera ridicola.

Izzy sbuffò, senza però riuscire a trattenere un sorriso divertito "Sei proprio una merda Slash... fammi vestire..."

"Grande Stradlin!"


Pochi minuti dopo i due entrarono nel bar sedendosi ad un tavolo "Ti avviso Slash, attento a quello che ordini, non ho molti spicci..."

"Tranquillo amico!"

"Buongiorno ragazzi! Stamattina avete deciso di far piovere?!" scherzò Macy "Da quando fate colazione?"

"Da quando il signorino ha deciso che devo offrirgliela"

"Non c'era un cazzo in casa!"

"Per forza, vi siete mangiati tutto!"

"Ma non avete trovato da lavorare tutti quanti? Mi chiedo dove cavolo buttate quello che guadagnate..." i due si guardarono in giro facendo finta di nulla "Ah, lasciamo perdere, forse è meglio non saperlo... allora bellezze, che vi porto?"

"Un caffè per me"

"Tutto qui Izzy?"

"Si"

"Ma dai! Prenditi anche qualcos'altro!"

"Certo, tanto pago io, no?"

Il riccio sbuffò "Macy, le avete quelle tortine che mi piacciono tanto? Sai, quelle ripiene con la crema e..."

"Slash..."

"Ho fame!"

"Ti ho già detto che non ho molti spicci!"

"Non posso digiunare anche oggi, morirò se continuo così!"

"Oh certo, lo vedo quanto sei deperito!"

"La vita mi stressa, sono debilitato!"

"Sei solo scemo!"

"Hey hey hey... la finite voi due?!" li interruppe la donna che aveva assistito all'assurdo battibecco guardando alternativamente l'uno e l'altro "Mi fate venire il mal di testa! Oh cielo... sentite facciamo così, offro io ok?"

"Macy, sei un angelo!"

"Ma non è necessario dai..."

"Si invece, Izzy non rompere! Macy grazie grazie grazie!!!" il riccio l'aveva stretta in un abbraccio che per poco non la buttò a terra.

"Vacci piano ragazzone! Siediti... lo faccio solo perchè non voglio sentirvi starnazzare per tutto il giorno... e poi il capo non c'è, se mancano due brioches non se ne accorgerà..." disse facendogli l'occhiolino, prima di andare al banco e tornare subito dopo con due brioches calde e due caffè fumanti.

"mmmmm..." Slash si sfregò le mani e addentò un enorme boccone "Macy!" urlò per chiamarla ancora con la bocca piena.

"Che vuoi ancora?! Mangia, e chiudi quella boccaccia!"

"Non ce l'hai un succo?"

"Pure?!"

"Per favore..."

Non sapeva resistere a quegli occhioni... scosse la testa benevola, e portò ad entrambi un bicchiere di succo di arancia "Ecco qua... a posto? Volete altro?" domandò ironicamente.

"Bè se proprio insitsi io... AIOOOO!!!" Izzy sorrise come se nulla fosse... quel calcio allo stinco in fondo gli era partito per sbaglio... "No, Macy, siamo a posto... grazie..."

"A buon rendere... ricordatevi di me quando sarete famosi!" rispose allontanandosi con un sorriso.

"Non c’era bisogno di prendermi a calci!"

"Si invece! Avresti continuato a scroccarle roba all’infinito!"

Pochi istanti dopo entrarono Duff, Steven e Axl. Axl aveva incontrato i due mentre tornava dopo la notte trascorsa con Laurel, e avendo visto dalla vetrata del bar Izzy e Slash, li avevano subito raggiunti "Ma guarda chi si vede!" urlò Axl entrando.

"Ohhh che fate??? Colazione senza di noi? Non si fa!"

"Giù le mani Adler!" urlò Slash quando il biondo allungò la mano verso il suo bicchiere di succo "Se volete mangiare compratevelo!"

"Andiamo non fate gli egoisti, pagate anche per noi!"

"Scordatelo Rose..."

Izzy ghignava scuotendo la testa "Come se tu avessi sborsato mezzo dollaro per tutta questa roba!"

"Izzy, paghi tu? Per me fa lo stesso..." disse Duff prendendo dal vassoio sul bancone una brioches e addentandola con gusto.

"Veramente noi non paghiamo proprio nulla... Macy ci ha offerto la colazione! Voi... bè tirate fuori la grana e pagate!"

Duff rimase con il boccone fermo in bocca. Lo staccò lentamente sorridendo tirato sotto lo sguardo di Macy, che li fissava con le braccia conserte "Hemmm... io veramente...."

"Fatemi indovinare... non avete un dollaro!"

"In effetti..."

"Ah scordatevelo! Non faccio beneficenza, non posso offrire da mangiare a tutti!" Duff abbassò lo sguardo fingendosi abbattutto... erano maestri nel muovere a pietà donne buone come lei. Sbuffò alzando gli occhi al cielo "Non fare quella faccia adesso, ho detto di no!"

"Ok... non c'è problema, non fa nulla... davvero... mangerò domani se ci riesco... o forse dopo domani, o tra una settimana, chissà..." mormorò triste posando la brioches smangiucchiata dove l'aveva presa.

"No! Hey! Tira via quella roba da li! Non mi incanti giovanotto... non ci provare! Non fare quella faccia... e voi che avete da guardarmi così?! No... sentite... uffff.. ahhh, accidenti a voi! Avanti muovetevi, prendetene una a testa, non di più! Adesso vi porto i caffè... Slash! Tu no! Ne hai già mangiata una!" il ragazzo sbuffò rimettendosi a sedere "Mi faccio sempre fregare da voialtri..." Duff le schioccò un sonoro bacio sulla guancia "oh, via scimmione..."

Si sedettero tutti al tavolo, mangiando soddisfatti ciò che anche quel giorno erano riusciti in un modo o nell'altro a scroccare "Che fine avete fatto ieri sera?" chiese Slash ai ragazzi "Non vi abbiamo più visto"

"Eri troppo impegnato ad attorcigliare la tua lingua intorno a quella di Renèe... comunque io e Steven siamo andati a casa di Adry e della sua coinquilina, hanno fatto una festa..."

"Adry ha una coinquilina? E com'è, carina?!" chiese il riccio interessato.

"Molto carina..."

"Wow! La prossima volta ci vengo anche io!"

"Bè fatto sta che c'era un macello di gente, anche quei tizi, i Motley Crue, ricordate?"

"E chi se li scorda... sono parecchio conosciuti quelli"

"Rottinculo!" disse Axl stizzito.

"Si... comunque l'idiota qui" continuò Duff indicando Steven "per poco non ci rimaneva!"

"Ma che cazzo dici?!"

"Come scusa?"

"Axl non dargli retta! Deve sempre esagerare tutto!"

"Esagerare?! Non ti svegliavi cazzo! Adrianna era isterica e tu te ne stavi li steso bianco come un cadavere! Potevi andare in overdose, lo sai?!"

"Hey Adler fanculo! Non puoi andare in overdose senza di me, sei un fottuto egoista!"

"Slash, ti sei rincoglionito?!"

"Steven... stai esagerando con quella merda..." il tono del rosso non prometteva nulla di buono. Non voleva essere ipocrita, tutti loro in un modo o nell'altro si facevano di qualcosa, ma arrivare  rischiare la pelle era proprio da idioti, secondo il suo punto di vista.

"Che volete?! Come se foste tutti dei santi... mi sono solo fatto una pera k? La roba di Sixx era più forte di quella che ci facciamo di solito e mi ha steso! Sono solo svenuto..."

"La prossima volta ti lascio nella merda..." borbottò Duff. La verità era che si era preso una bella strizza nel vederlo in quello stato... sperò in cuor suo di non trovarsi più in una situazione del genere, e che le cose non degenerassero ulteriormente.

Izzy era rimasto in silenzio sorseggiando il suo succo. Gli mancava quella roba. Erano due giorni che cercava di rimanere pulito, ma il bisogno di farsi a tratti lo prendeva in maniera irresistibile. Il caldo che scorreva nelle vene, la mente vuota, la sensazione di stordimento e pace...

"Izzy... IZZY!!!" la voce poco delicata di Steven lo svegliò dal suo torpore "Sei dei nostri?!" fece il biondo sventolandogli una man davanti alla faccia, che il moro respinse bruscamente "Accidenti quanto sei acido stamattina... ti è andata male con Sue per caso!?"

"Finiscila..."

"Bè... Slash invece a te com'è andata?" chiese Axl con uno strano sorriso sul volto.

"Bene..."

"Tutto qui?"

"Si perchè? Cos'hai da ridere tanto?!"

Axl aveva fatto quella domanda a proposito... guardando fuori verso la strada aveva visto i due ragazzi avvicinarsi al locale, ed infatti dopo pochi secondi, eccoli entrare "Heilà buongiorno stronzoni!" Damon e Sebastain presero subito posto accanto a loro. A Macy quasi venne un colpo, ma fortunatamente i due ordinarono la loro colazione pagandola di tasca propria.

"Hey Day, è da un po' che non ti fai vedere"

"Si Slash, sono nella merda al lavoro, continuano a mandarmi a destra e a sinistra, sto facendo più chilometri di un camionista... sapete una cosa? Ho sentito Niven e Brixx che parlavano di voi..."

"E cosa dicevano?" chiese Axl curioso.

"Bè a dire il vero sono riuscito a capire solo qualche parola... non molto veramente... ma credo che stiano organizzando qualcosa"

"Forse un tour!"

"Non contarci troppo Steven... bè, se hanno in mente qualcosa per noi ce lo diranno prima o poi, no?"

"Hey, non è che vi serve un cantante di riserva?!" tutti guardarono malissimo Sebastian, Axl per primo, ovviamente "Scherzavo... però magari... non so, una coopartecipazione, un duetto, che ne so... no eh?"

"Dammi retta Baz, io basto e avanzo... a proposito... passata bene la serata?!"

Slash si voltò subito a guardare il ragazzo. L'aveva visto andare via con Perla... se lo ricordava bene nonostante fosse piuttosto ubriaco "Oh si, alla grande! E..."

Axl gli si era avvicinato "Fossi in te eviterei di dire proprio tutto..." sussurrò senza farsi sentire.

"E tu come fai a sapere..."

"Ero a casa delle ragazze stamattina, quanto LEI è tornata..."

"Ah... bè... ok, ma scusa... non vedo che male ci sarebbe, in fondo non stanno mica insieme, no?"

Axl alzò gli occhi al cielo... ci aveva visto giusto, si era fregato da solo "Sei un genio sai? Non potevi abbassare questa cazzo di voce?!"

Slash all'udire quelle parole l’aveva fulminato con lo sguardo "Chi non sta insieme a chi?"

"Niente..."

"Hey guarda che non sono scemo... ho capito benissimo cosa stai cercando di nascondermi!" urlò alzandosi in piedi di scatto.

Seb fece lo stesso tendendo le mani davanti a lui sulla difensiva "Non ho fatto niente di male! Tu te ne stavi con la tua ragazza, che cazzo vuoi da me?!"

"Ti avevo avvisato idiota!"

"Fanculo, lei non è la tua ragazza!"

Tutti si aspettavano una rissa in piena regola... invece inaspettatamente il riccio rimase immobile, e pochi secondi dopo si voltò uscendo dal locale senza dire una parola "Bella mossa Baz!" disse Axl battendogli una mano sulla spalla.

"Bè mi spiace per lui, ma Perla non è di sua proprietà!"

"Io me vado al lavoro ragazzi, ci vediamo più tardi!" disse Steven alzandosi.

"Aspettami, vengo con te... che fai Baz, è anche il tuo turno oggi..." disse Izzy.

"Arrivo..."

"Vi saluto anch'io, hey ci si vede stasera!" Day li salutò uscendo di tutta fretta.

Axl e Duff rimasero soli. Fortunatamente nessuno aveva chiesto al rosso com'era andata la sua serata... d’altra parte non era difficile immaginarlo, ma Duff non aveva proprio voglio di sentire il racconto della sua bellissima prima notte con Laurel dopo mesi di lontananza "Dovremmo andare dietro a Slash..." disse spezzando il silenzio che si era venuto a creare.

"Tu dici?"

"Non ho altro da fare... e poi non vorrei che si mettesse in qualche guaio..."

"Non lavoravi all'edicola tu?"

"Appunto lavoravo... mi ha licenziato..."

"Fantastico"

"Già... andiamo"

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Capitolo 34
*** 34 ***


"Andiamo Perla!"

"Non potete andare da sole?!"

"NO!" risposero in coro le due ragazze cercando di staccare Perla dal divano sul quale si era sdraiata non appena Axl se ne era andato "Non sappiamo nemmeno dove andare, avanti..."

"Che cavolo di guida saresti?! Avevi detto che ci avresti fatto fare un giro per il campus!"

"Ok! Ok... accidenti che palle! Ufff... fatemi fare una doccia e mettermi della roba più appropriata..." in effetti indossava ancora i vestiti della sera prima, non molto indicati per un giro in facoltà.


Quando fu pronta uscirono dal loro appartamento, pronte per visitare l'università che le avrebbe ospitate. Molte persone incontrando Perla la salutavano sorridenti. Conosceva quasi tutti li, era una ragazza molto popolare. Il grande parco davanti all'edificio era uno spettacolo. Soleggiato, con panchine, fontanelle, alberi e cespugli pieni di fiori. A giorni sarebbe iniziato il nuovo anno accademico, così li attorno pullulava di ragazzi e ragazze tornati dalle vacanze estive più o meno per riprendere la loro vita accademica. Le matricole erano subito riconoscibili... si guardavano in giro con aria spaesata cercando un faccia amica con cui poter fare conoscenza, cercando così di non sembrare degli perfetti sfigati. Laurel pensò che erano fortunate ad avere Perla con loro. Conosceva molta gente, si fermava continuamente per presentare loro qualcuno, e inoltre potevano subito sapere dove si trovavano aule e tutto il resto senza dover necessariamente perdersi per i corridoi.

"Quella laggiù è la mensa, li dietro c'è la palestra, il campo da football, la piscina... tutto ciò che volete per mantenervi in forma... ah, quella laggiù invece è l'edificio della presidenza, segreteria e cose così... quei due edifici vicini sono le sedi delle confraternite... gli Alfa e le Beta... statene alla larga, è gente snob e noiosissima, fanno tutti i fighetti perchè hanno un sacco di soldi, tutti figli di papà... in verità sono degli idioti, e le ragazze delle gran baldracche..."

"Perla!"

"Steve!"

"Sei splendida! Quando sei tornata bellezza?!" il bel giovane biondo davanti a loro le stampò un bacio sulla guancia, accarezzandole il fianco in modo confidenziale.

"Giusto ieri! Ah vieni, ti presento mia cugina Laurel... e lei è la nostra amica Sue!"

"Ciao ragazze, piacere Steve Sanders, il più bello naturalmente..."

"Smettila di pavoneggiarti! Ragazze non lasciatevi abbindolare da questo don giovanni"

"Non mettermi subito in cattiva luce! Oh guarda, ci sono anche Brandon e Dylan! Hey ragazzi!"

"Ma chi si vede... Perla, sei magnifica come sempre!"

I due nuovi arrivati si presentarono a Laurel e Sue con grandi sorrisi. Erano davvero dei ragazzi carini, e a loro faceva piacere conoscere qualcuno li dentro "McKay hai visto che belle fanciulle ci ha portato Perla da Seattle?"

"Si Sanders questa volta ti devo dare ragione...” affermò quel giovane dall’aria tenebrosa “pensavo di andare a fare surf giù a Vanice Beach, vi va di venire?"

"Non so..." rispose Laurel guardando Sue.

"Smettetela, lasciatele respirare sono appena arrivate!"

"Non farci caso Perla, lo sai come sono"

"Walsh non fare il santarellino... sapete questo qui con la faccia da bravo ragazzo, curriculum scolastico impeccabile, nonchè rappresentante studentesco e caporedattore del giornale universitario, in realtà è un ragazzaccio!"

"Piantala Steve, non dategli retta... comunque ben arrivate alla UCLA, se avete bisogno di qualsiasi cosa sarò felice dia aiutarvi"

Dylan strinse il collo del giovane con un braccio "Certo Walsh... per puro spirito di altruismo, giusto?"


"E quelli chi cazzo sono?!"

"Studenti universitari Slash..." rispose Duff guardandosi in giro. Forse andare all'Università per trovare le ragazze non era stata una genialata. Slash nemmeno ci voleva andare, l'idea di rivedere Perla dopo quello che poteva essere successo con Sebstian lo metteva a disagio. Ma dopo le insistenze di Axl sia lui che il biondo avevano ceduto, come sempre. Duff poi... perchè si metteva sempre in quelle situazioni? Doveva evitare di stare con quei due, non aveva nessun voglia di vederli amoreggiare insieme, ma alla fine si faceva sempre infinocchiare...

Erano appena arrivati, si erano guardati un po' in giro spaesati rimirando di tanto in tanto qualche bellezza californiana intenta a chiacchierare con quei ragazzoni probabilmente giocatori della squadra di football dell'università. Ovviamente avevano attirato su di loro gran parte di quegli sguardi, alcuni incuriositi, altri divertiti, affascinati, altri ancora schifati e sprezzanti. No che la cosa gli importasse gran che. Slash continuava a sbuffare, distratto solo da qualche bella ragazza che girava li attorno “Per una topa del genere potrei anche tornare sui libri” aveva detto tra le risate degli altri due. Si era bloccato di colpo quando aveva notato poco più in là le tre ragazze che parlavano amichevolmente con quei tre ragazzi.

"Universitari o no mi stanno sul cazzo... e tu che hai da guardare?! Smamma!" urlò il riccio ad un occhialuto ragazzo che passava li accanto "Non mi piace per niente..."

"Ma sentitelo... andiamo... Axl?" Duff si era voltato insospettito dallo strano silenzio del rosso. Stava con gli occhi fissi sulla scena con chissà quali pensieri per la testa. Sperò che si tenesse per sè i suoi attacchi isterici di gelosia, non era certo quello il posto, e sinceramente pensava non ce ne fosse nemmeno motivo "Axl?!" lo richiamò.

"Si andiamo..." rispose cupo avvicinandosi a grandi passi al gruppetto.


"Perchè quei tizi laggiù ci stanno guardando male?" disse Steve indicando con lo sguardo i tre ragazzi che si avvicinavano a loro con aria non propriamente amichevole.

Perla si voltò inquadrando la scena e subito si rigirò alzando gli occhi al cielo "Oh no! Non ci posso credere!"

"Cosa... oh!" Laurel fu sorpresa in quel momento dalle famigliari mani di Axl che le cinsero la vita tirandola indietro verso di lui.

"Sorpresa" le sussurrò all’orecchio.

"E voi che ci fate qua?!"

"Calma Perlina, siamo venuti a trovarvi" le rispose Slash con uno dei sui sorrisi strafottenti.

"Duff?!" urlò la ragazza guardando il biondo, l'unico su cui forse poteva contare per una spiegazione sensata. Ma il ragazzo si limitò ad un sorriso e ad una alzata di spalle. Sbuffò "Non potete stare qui!"

"Non c'è scritto da nessuna parte..." disse Axl guardando i tre ragazzi "Voi siete?"

Dylan lo guardò storto... conosceva quel genere di ragazzi, lui stesso per quanto proveniente da una famglia agiata di Beverly Hills, era stato un ragazzo difficile con tanti problemi, anche di droga e alcolismo. Frenò quindi subito con una mano Steve che si era protratto in avanti pronto a rispondere a tono a quel ragazzo non molto cortese... meglio non cercare rogne con loro "Siamo compagni di corso di Perla, piacere, Dylan McKay" disse tranquillo porgendo la mano con un sorriso.

Axl glie la strinse diffidente "Axl Rose"

Porse la mano poi a Duff, e anche a Slash che fumando incurante di tutto la sua sigaretta, nemmeno lo degnò di uno sguardo "Ok, ragazzi credo sia ora di andare...." constatò Brandon notando la leggera tensione che si era venuta a creare.

"Ecco appunto..." boffonchiò il riccio sotto lo gelido sguardo di Perla.

"Ma come? Perla è appena tornata, potremmo andare a bere qualcosa da Nat al Peach-Pit insieme e..." Steve si bloccò quando Dylan e Brandon lo guardarono sgranando gli occhi "ok ok ho capito... ci vediamo in giro tesoro, ragazze è stato un piacere"

"Anche per noi Steve" sorrise educatamente Sue. Dopo tutto quei ragazzi erano simpatici, ed erano stati gentili con loro.

"Ci si vede ragazzi" salutò Dylan rivolto ai tre "e se vi interessa fare un po' di surf non avete che da chiedere"

"Si certo... contaci..." rispose sgarbatamente Slash.


Quando rimasero soli, Perla si volto sbuffando verso di loro poggiando le mani sui fianchi non poco scocciata "Allora?! Che volevate fare, picchiarli forse?"

"Ma che stai dicendo, non abbiamo fiatato!"

"Duff, non siete stati nemmeno troppo cortesi!"

"E perchè avremmo dovuto?! Con quei damerini del cazzo poi, figurati..."

"Non sono damerini del cazzo Slash"

"Ah no?"

"No! Ma tu guarda... sono miei amici ok? E non devono certo piacere a te!" sbottò adirata.

"Bà... io sono decisamente meglio... BUUUUURP!" concluse con un bel rutto che di certo sentirono anche le persone li attorno a giudicare dagli sguardi che gli caddero addosso.

"Oh lo vedo... anche più fine direi..." la ragazza scosse la testa rassegnata.

"Dai non siamo venuti qui per litigare" cercò di calmare le acque Duff  "passavamo solo per un saluto, ora ce ne andiamo" si voltò facendo qualche passo, bloccandosi poi quando si accorse che nessuno lo stava seguendo "bè?!"

"Io rimango, sono venuto apposta..." disse Axl baciando Laurel sulla guancia.

"Se rimane lui rimango anche io... e non per te, sia chiaro, voglio solo tenerlo d'occhio"

"Tenermi d'occhio?!"

"Si Rose, tenerti d'occhio!"

"Guarda che non ho mai pensato che volessi rimanere per me... ad ogni modo fate come vi pare, basta che vi comportiate civilmente. Siamo in un'università non in un circo!"

"Non ti facevo così santarellina"

"Fanculo Slash!"

"Ora ti riconosco... di un po', divertita ieri sera?!" chiese pungente.

Perla lo fulminò. Sapeva a cosa si riferiva, ma in fondo cosa glie ne fregava a lui? Quella sua immotivata gelosia la faceva arrabbiare ancora di più "Si se proprio lo vuoi sapere! Mi sono divertita tantissimo!"

"La tua idea di divertimento mi lascia un po' perplesso!"

"E' un problema tuo! Per quel che mi riguarda ho passato una bellissima serata, e sai che ti dico?! Sicuro replicherò! Orevuar..." rispose stizzita allontanandosi dal gruppo.

Slash era rimasto impietrito a fissare la morbida figura della ragazza che si allontanava ancheggiando "Cosa?!"

"Te la sei giocata amico..." Duff gli battè una mano sulla spalla.

"Già, hai sentito? Replicherà..."

"No! No e poi no... non esiste che si diverta con quell'idiota di Baz!"

"Allora lo sai..."

Il riccio si voltò di scatto verso Laurel, sembrava isterico "Si! Si certo che lo so!"

"Non guardatemi così, io non gli ho detto niente!" si giustificò il rosso quando l due ragazze guardarono ovviamente lui "Baz si è fregato da solo come avevo previsto"

"Bè Slash scusa se te lo dico ma... insomma, Perla ha tutto il diritto di fare quello che vuole..."

"Laurel! Ma da che parte stai?!"

"Non sapevo che c'era una parte da cui stare! Se davvero ti interessa così tanto perchè non glie lo dici invece di farti vedere con altre ragazze?"

"Un punto per Laurel..." disse Duff.

"Zitto tu! Non è così facile... io... ah lasciate perdere, che cazzo ne volete capire..."

"Dove vai adesso?"

"A farmi un giro, con permesso..."

"Ma che cazzo gli è preso?!" disse il biondo guardandolo andare via.

Axl alzò le spalle "Che facciamo?"

"Ecco..." Laurel lo guardò speranzosa "se non ti dispiace potrei... insomma..."

"Si ho capito, vai ci vediamo più tardi"

"Grazie!" sorrise grata baciandolo sulle labbra prima di correre dietro a Slash.

"Devo ricordarmi di ringraziare a dovere quell’idiota per avermi rovinato i piani..."

"Bene... avete programmi?" chiese Sue rimasta sola con i due.

"No... tu?"

"Che ne dite di fare un salto a Vanice Beach?"

"Se è per incontrare quel tipo di prima..."

"Dai Axl, è simpatico! E poi fanno surf, sarà divertente!"

"Io odio fare sport..."

"Avanti Axl, ci facciamo un giro e se non ci piace ce ne andiamo" cercò di convincerlo Duff, a cui l’idea non dispiaceva per niente.

"No grazie... farò un giro in città"

"Come ti pare" sbuffò Duff "hey Sue, io ci sto!"

"Ok andiamo allora! Ciao Axl"


***


"Slash aspetta!"

"Che vuoi?"

"Dai non ti sarai offeso?"

"Che io? Offeso? Non sono offeso..."

"Come no... ti vuoi fermare?!" urlò prendendolo per un braccio ed obbligandolo a voltarsi "Si può sapere che hai?"

"Niente Laury niente... scusa... sono solo confuso..."

"Credo di capirti..."

"Nessuno più di te potrebbe capirmi... ma non ne voglio parlare, finirei per sembrare patetico"

"Va bene... e allora cosa vuoi fare?"

"Non stavi con Axl tu?"

"Si ma è da tanto che non passiamo un po' di tempo insieme io e te..."

"Non si è incazzato?"

"E perchè avrebbe dovuto?"

"Perchè è Axl... comunque, ho bisogno di tirarmi un po' su... quindi credo sia giunto il momento di fare una cosa"

"Cosa?"

"Vieni e lo vedrai..." la prese per mano incamminandosi con lei lungo la strada che li avrebbe portati nel centro della città.


***


Axl scese dall’autobus guardandosi in giro. I marciapiedi erano pieni di gente per bene con i loro abiti firmati e le loro facce impomatate. Con le mani nelle tasche del giubbotto di pelle ormai logoro camminò lungo la strada guardando le vetrine delle boutique e delle gioiellerie che in quella zona della città pullulavano ad ogni angolo. Si era giusto fermato per accendersi una sigaretta quando uno sbirro gli si avvicinò guardandolo con sospetto "Documenti" disse con fare autoritario.

Axl alzò lo sguardo su di lui sbuffando. Possibile che fosse sempre la solita storia? A Lafayette era il soggetto preferito di quella gente e anche a Seattle aveva avuto parecchi guai con loro... a quanto pareva Los Angeles non faceva differenza "Perchè, che ho fatto?"

"Non discutere, è un semplice controllo"

"Ah si certo... uno cammina per strada tranquillo e voi lo fermate per un semplice controllo"

"Ragazzo non costringermi ad usare le maniere forti... dammi i tuoi documenti, o hai qualcosa da nascondere?"

"Non nascondo un bel niente"

"E allora muoviti, o dovrò farti una bella perquisizione"

La situazione non si stava mettendo bene, forse era meglio dargli quello che voleva. Tirò fuori dalla tasca il portafoglio sgualcito e gli porse il suo documento di identità "Ecco..."

"Axl Rose... è il tuo vero nome?"

"Se sta scritto... l'ho cambiato legalmente"

"mmm... mi sembrava un nome piuttosto strano... Lafayette eh? Chiaro... tutta la feccia prima o poi arriva a Los Angeles in cerca di fortuna..."

"Hey, feccia a chi?!"

"Non ti scaldare" disse duro ridandogli il documento.

"Posso andarmene?"

"Si per questa volta... ma stai attento, qui è pieno di gentaglia come te e non ci andiamo mai troppo leggeri con loro"

Il rosso non rispose nemmeno, ribattere a avrebbe voluto dire cercare guai, ed era quello che voleva evitare al momento, anche se la faccia a quel tizio l'avrebbe spaccata volentieri. Girò le spalle e si allontanò. Non era certo che fosse proprio quello il negozio, la sera prima era buio, non ci aveva fatto caso più di tanto. Guardò oltre la vetrina... eccola, si era quello 'Sei un idiota Axl, perchè cazzo sei venuto qui?!'ma nonostante la sua testa gli dicesse di andarsene, automaticamente le sue mani spinsero la porta e lui si trovò dentro al bel negozio di abiti.

Una bella donna sulla cinquantina, ben vestita e truccata di tutto punto si voltò verso di lui scrutando quello strano individuo dalla testa ai piedi. Non era certo il genere di cliente a cui era bituta "Si? Ha bisogno?"

Axl si guardò in giro "Bella roba..."

"Grazie..." rispose tirata "Ma non credo che i nostri articoli siano adatti a lei, quindi se mi vuole scusare..."

"Axl!" Erin era spuntata in quel momento da dietro la parete. Sgranò gli occhi per la sorpresa quando lo vide li "Cosa ci fai qui?!"

"Erin, lo conosci?"

"Si zia, lui è... hem... un amico..."

"Oh... un amcio..."

"Ci siamo conosciuti a Seattle"

"L'ho sempre detto a tua madre che non avrebbe dovuto lasciarti andare da sola in quella città"

"Zia! Senti prendo qualche minuto di pausa ok? Andiamo..." disse prendendo Axl per un braccio e uscendo dal negozio "Sei impazzito?!"

"Cos'è, la tua zietta sofisticata e con la puzza sotto al naso si è scandalizzata?"

"Non è questo il punto! Perchè sei venuto?"

"Non lo so"

"Come sarebbe?"

"Sarebbe che non lo so... camminavo e mi sono trovato qui" e così era in effetti, non sapeva spiegarsi nemmeno lui per quale motivo era andato fin li "Ti va un caffè?" chiese come se fosse la cosa più normale del mondo.

"Io non... Axl... non credo sia il caso..."

"Non sei più la mia ragazza... ti sto solo chiedendo un caffè tra amici, non c'è nulla di male"

"Amici? E da quando io e te siamo amici?"

La bocca del rosso si inarcò in un sorriso amaro "Si forse hai ragione, è stata una cazzata venire qui... ti saluto"

"No aspetta!" lo raggiunse ad abbozzò un sorriso. Nonostante tutto quello che c’era stato tra loro e che più volte l‘aveva portata sull’orlo del baratro, provava ancor un strana irresistibile attrazione verso di lui... quel rapporto di odio e amore che li aveva quasi distrutti col tempo, era ancora ben vivo in lei, per quanto avesse cercato di sopprimerlo "Ok... vada per un caffè tra amici..."



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Bene girls rieccomi :) eh sì, va che spuntano anche i ragazzi di Beverly Hills ahahah XD
Spero vi piaccia anche questo cap, come sempre ringrazio per le graditissime recensioni, e anche chi legge in silenzio... alla prossima orevuaaaaar!!! Lau

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Capitolo 35
*** 35 ***


"Dylan, aspetta!" urlò Sue non appena riuscì a raggiungere il ragazzo che stava già per uscire dal campus.

Si voltò sorridendo e salutando con la mano l'alto ragazzo biondo dietro di lei "Hey... Sue, giusto?"

"Si... senti, per quella proposta del surf... siamo sempre in tempo?"

"Ci stavo giusto andando. Mi fa piacere che abbiate cambiato idea. I vostri amici non vengono?"

"Loro non sono tagliati per lo sport" rispose Duff.

"Tu si?"

"Puoi scommetterci"

"Vedremo... dai venite, la mia auto è proprio qui dietro" lo seguirono nel parcheggio fino ad una Porche nera "Salite"

Sue si sistemò dietro, non era molto confortevole ma lei era piccola e ci starebbe stata senz'altro meglio che Duff. Il biondo si accomodò al posto del passeggero "Bella macchina"

"Grazie... si, sono un figlio di papà anche se non si direbbe" sorrise ironico "tu e i tuoi amici suonate in quel gruppo che fa sempre il pieno al Troubadour?"

"Si, e tu che ne sai?"

"Vi ho visti parecchie volte, niente male davvero"

"E un figlio di papà come te che ci fa in un postaccio come quello?"

Dylan sorrise infilandosi i Ray-Ban scuri "Te l'ho detto... non si direbbe..." e accendendo la macchina partì a tutta velocità. Non era male come pensava. Quel Dylan per lo meno sembrava simpatico, e anche abbastanza tosto.

Arrivarono a Vanice Beach in breve tempo vista la velocità a cui il ragazzo andava. Era una giornata bellissima di fine estate, il sole era ancora caldo, ma tirava un fresca brezza che aveva creato sull'oceano delle belle onde. L'ideale per i giovani surfisti californiani. Scesero dall'auto posteggiata appena dietro la distesa di sabbia dorata "Merda..."

"Ti conviene levare gli stivali Duff, non vanno molto d’accordo con la sabbia"

"Grazie... l'avevo capito anche da me..." boffonchiò il biondo levandosi le scarpe e proseguendo a piedi nudi sulla sabbia calda.

"Hey Dean!" urlò ad un uomo di mezza età seduto davanti ad una fila di belle cabine.

"McKey! Finalmente ti sei deciso, credevo non venissi oggi"

"Non mancherei per nulla al mondo... come sono le onde?"

"Magnifiche... di un po'..." l'uomo gli si avvicinò di più per non farsi sentire "la ragazza è carina, ma lui da dove l'hai pescato?!"

"E' un amico... hey ragazzi!" si voltò chiamandoli "Questa è la chiave della mia cabina, troverete delle mute e dei costumi. Non fatevi problemi ok?"

"Ma io non so fare surf!" si lamentò Sue.

"Non è un problema, imparerai in fretta... Duff?"

"Ci posso provare"

"Allora vi aspetto a riva con le vostre tavole!" il giovane si levò la maglietta e i pantaloni rimanendo solo con il costume sopra il quale infilò la sua muta.

Duff e Sue si avviarono verso la cabina che Dylan gli aveva indicato, aprirono la porta ed entrarono insieme. Duff prese un paio di bermuda rossi e una muta che pareva essere più o meno della sua misura. Sue invece adocchiò un bikini a fiori rosa "Questo Dylan deve essere davvero pieno di soldi per avere una cabina a disposizione di tutti... guarda quanta roba!"

"Buona a sapersi, potremmo scroccare qualche cena..." Sue lo fulminò "Scherzavo! Però è un'idea..." si levò la maglietta incurante della presenza della ragazza.

"Forse è meglio che io esca"

"Puoi restare se vuoi, non lo diremo a Izzy!" scherzò. La ragazza gli diede una lieve spinta e ridendo lo lasciò solo aspettando il suo turno di cambiarsi.

Quando furono pronti con le loro mute raggiunsero Dylan in riva all'oceano. Il ragazzo era seduto e guardava perso l'orizzonte. A mala pena si accorse di loro "Eccovi... avete trovato tutto vedo, bene... Duff quello più lungo è per te... e questo per Sue" disse indicando un surf di piccole dimensioni, adatto alla statura della ragazza.

"Come si usa questo coso?"

"Semplice, ti metti a pancia in giù e nuoti fin quando non vedi arrivare un'onda verso di te... allora ti tiri in piedi e... ti lasci trasportare! E' un gioco di equilibrio... proviamo?"

"La fai facile..."

"Forza Sue, facciamogli vedere come se la cava la gente di Seattle! WOHOOOO!!!" urlò Duff esultante correndo in acqua. Si sentiva bene, adorava l'oceano, e fare un po' di sana attività fisica avrebbe sicuramente giovato al suo umore, che ultimamente pareva essere piuttosto nero.

"E' il tuo ragazzo?" chiese inaspettatamente Dylan a Sue.

La ragazza diventò paonazza "Cosa?! No! No, io e lui non stiamo insieme..."

"Ma?"

"Ma..."

"Hai un ragazzo"

"Si"

"Pazienza, mi è andata male anche stavolta" sorrise alzandosi e porgendole la mano per aiutarla "andiamo, le onde ci aspettano!" urlò a sua volta correndo verso l'oceano.

"Hey aspettatemi!"


***


"Dai Slash, dimmi dove stiamo andando è da un ora che camminiamo!"

"Esagerata, comunque siamo quasi arrivati"

"Mi vuoi dire cosa devi fare di così importante?"

"Lo vedrai..."

Laurel camminava al suo fianco, le era mancato tantissimo Slash, ed era ben felice di poter passare del tempo con lui. Gli spiaceva che le cose con Perla non funzionassero proprio, ma sapeva anche che Slash non era tipo da gettare la spugna o deprimersi facilmente. Infatti eccolo trotterellare allegro come sempre per le strade di Los Angeles, fischiettando chissà quale motivetto, forse un nuovo rif che gli era venuto in mente.

"Scusa!" lo chiamò una giovane ragazza dietro di loro "Scusa... tu sei Slash vero? Quello dei Guns N' Roses? "

"In persona!" rispose lui gonfiando il petto e con un megasorriso in volto.

"Vi ho visti un sacco di volte al Troubadour, siete da sballo! Me lo faresti un autografo?"

"Cazzo si che te lo faccio! Hai una penna?"

"Certo ecco..." disse porgendogli una penna e uno dei loro manifesti probabilmente strappato da qualche muro

"Mi chiamo Joan..."

"Bene Joan... allora... A Joan, la prima stupenda ragazza che mi ha chiesto un autografo... Slash. Ecco fatto bellezza!"

"Ahhh grazie grazie! Spero che facciate presto un album, sarò anche la prima a comprarlo!"

"Eh, lo spero anche io..."

"Ci vediamo al prossimo concerto, grazie Slash..." lo salutò con aria sensuale sbattendo le lunghe ciglia e alzandosi in punta di piedi per baciargli la guancia e lasciarlo imbambolato come un ebete a crogiolarsi di quel momento di gloria.

"Slash ci sei?!"

"Mi ha chiesto un autografo... a me... ti rendi conto?! Il mio primo autografo... ho una fan! Ma che cazzo dico, io ho un sacco di fan! Ne ho sempre avute un casino, e vedrai quante ne avrò! Non vedo l'ora di dirlo a quei cazzoni, creperanno di invidia!"

"Vuoi calmarti? Accidenti, dopo questa cosa sarai più borioso del solito?!"

"Bo... che?!"

"Niente, lascia perdere..."

"Di un po’, sicura che non preferivi stare con Axl? Guarda che sto bene"

"Non ti preoccupare, ti ho già detto che avevo voglia di stare un po' con te"

"Wow! Rose rosicherebbe se te lo sentisse dire!"

"Posso chiederti una cosa?"

"Spara piccola"

"Chi è Erin?"

Il riccio si fermò di colpo guardandola perplesso senza saper bene cosa rispondere "Oh... bè... ecco, hem... perchè questa domanda?"

"Ieri sera stavamo passeggiando per il centro e abbiamo incontrato questa ragazza... si sono salutati e, non lo so, mi sembrava quasi di essere io l'estranea nonostante si siano appena parlati... Axl si è irrigidito di colpo e quando poi gli ho chiesto chi fosse è andato su tutte le furie..."

"Si eh..." sospirò "vedi Laury, Erin è... era, la ragazza di Axl"

"Lo sospettavo"

"Lei ed Axl sono stati insieme un bel po' in effetti... ma non andavano molto d’accordo, così è finita male"

"Credo che a lui piaccia ancora"

"Non dire cazzate"

"E allora perchè ha reagito in quel modo?"

"Perchè... ah ma che ne so! Axl è fatto strano, lo sai... forse era solo in imbarazzo o n voleva che tu ti facessi strane idee, così ha preferto evitare direttamente l'argomento... ma bo, non lo so Laurel davvero..."

"Ok, non fa niente, grazie Slash"

"Aspetta... va tutto bene? Tra voi due intendo"

"Alla grande... mi ha anche parlato sai? Di lui, della sua infanzia e della sua famiglia..."

"Era ora che lo facesse! E' un buon segno, Axl solitamente non ne parla con nessuno, se con te lo ha fatto è perchè ci tiene davvero molto"

"Già... è stata dura per lui..."

"Lo so... credo che se lo poterà dietro per sempre... andiamo dai" saldamente le afferrò la mano trascinandosela dietro di corsa.

"Ma dove corri?!"

"Ci siamo! Eccoci..." disse fermandosi finalmente davanti ad un negozio non ben definibile dato la vetrina scura e l'insegna piuttosto anonima che riportava solo la scritta 'Cobra's'

"Che roba è?"

"Dai entriamo!"

Il ragazzo spinse la porta facendo tintinnare il campanello e ci si fiondò dentro tirandosi dietro Laurel. L'interno era piuttosto buio, con una sola luce al neon debole e traballante. C'erano delle sedie al muro, un bancone con una cassa e degli strani apparecchi, e poster di uomini e donne tatuatissimi ovunque "Tatuaggi?!"

"Si cazzo! Laurel, finalmente mi sono deciso!"

"Vuoi fari un tatuaggio?"

"Assolutamente"

"Hey Slasher!" in quel momento un omone enorme uscì da una porta che dava su un'altra stanza. Sembrava un biker o qualcosa del genere. Portava una canotta nera e dei pantaloni di pelle dello stesso colore, infilati dentro a degli stivali da cowboy logori. Avevi i capelli lunghi e brizzolati, e una folta barba. Sembrava un orso! Ma aveva l'aria bonaria e simpatica "Se sei venuto a farmi perdere tempo come al solito, lascia qui la tua bella amica e vattene! Ciao signorina... io sono il Cobra"

"Ciao... Cobra"

"Smettila di provarci, potrebbe essere tua figlia cazzo!"

"E allora? Come se tu ti facessi problemi a correre dietro a quelle che potrebbero essere tua madre!"

"Ma che c'entra?!"

"Allora ragazzo, cosa ti porta qui? Hai qualche altro disegno da farmi vedere?"

"No! A parte il solito Cobra... sono pronto!"

"Vuoi dire che finalmente te lo fai fare?"

"Si, adesso!"

"Aspetta... ce li hai i soldi, vero?"

Slash si infilò una mano nei pantaloni ravanando alla ricerca di qualcosa "Ecco!" disse picchiando sul banco della cassa un piccolo mazzo di dollari "Sono 100 dollari esatti, contali se non ti fidi!"

Cobra lo guardò di traverso incrociando le braccia al petto "Io non li tocco, stavano nelle tue mutande!"

"E cioè al sicuro! Non li posso mettere da nessun'altra parte,  ragazzi me li fotterebbero. Per lo meno qui so che non si avventurerebbero mai... almeno credo..."

"Slash, ricordami di regalarti un portafoglio..."

"Va bene senti, facciamo che mi fido... vado di là a preparare la roba, tu intanto passati l'alcool sul braccio" disse dandogli una bottiglietta di alcool e del cotone. Poi sparì nella stanzetta dalla quale era spuntato.

Slash prese a strofinarsi la pelle del braccio destro appena sotto la spalla con vigore "Wooooo... sono emozionato sai? Ci giravo attorno da tempo e finalmente mi sono deciso!"

"Cosa ti fai fare?"

"Guarda..." disse tirando fuori dalla tasca un foglio stropicciato con un disegno sbiadito. Raffigurava una donna con dei capelli neri che le coprivano gli occhi, le labbra rosse e una rosa tra i denti. Sotto il busto ben evidenziato da un generoso decoltè, spiccava la scritta 'Slash' a caratteri grandi "L'ho fatto io, ti piace?"

"Bè... originale..."

"E' davvero fico... sai quanto tempo fa l'ho fatto? Oh, non me lo ricordo nemmeno... comunque è da un secolo che aspetto di farmelo, e oggi sento che è proprio la giornta giusta!"

"Slasher vieni, sono pronto... bambina puoi venire anche tu se vuoi, siediti qui..." Slash si sedette sulla poltrona, agitandosi quando l'uomo iniziò a tratteggiare il disegno sulla sua pelle per definirne i contorni "Vuoi stare fermo?!"

"Si si... AIO! Cazzo, mi hai pizzicato!"

"Zitto cacasotto..."

"Non sono un cacasotto!"

Cobra si staccò sospirando esasperato "Slash, muoviti ancora di un solo millimetro e ci disegno un culo sopra al tuo nome!" da quel momento il ragazzo non fiatò, e nonostante facesse fatica, non si mosse nemmeno.

Ci volle parecchio tempo per finire bene tutto il lavoro, nonostante il tatuaggio non fosse poi così grande e complicato. Cobra era un perfezionista, e finchè tutto non fu perfetto non lo lasciò andare. Ma ad opera completata Slash era davvero soddisfatto e felice "Non vedo l'ora di levarmi la benda! Hey principessa ti va un gelato? Offro io, oggi mi voglio svenare!"

"Ci sto!"

Camminarono per un po' alla ricerca di un bar, e pochi minuti dopo il riccio ne adocchiò uno dall'altro lato della strada "Quello è perfetto, fanno una birra ottima e costa anche poco!"

"Ma non volevi un gelato?"

"Il gelato è per te, io non... oh cazzo!"

"Che c'è?! MA CHE FAI?!?! urlò la ragazza quando lui senza un apparente motivo le mise la mano in faccia coprendole gli occhi.

"Andiamo via..."

"Ma non hai detto che li hanno la birra buona?!"

"Mi sono sbagliato! Andiamo da Steven, lui e Adrianna lavorano in una gelateria!" si voltò indietro furtivamente, ringraziando chissà chi del fatto che la ragazza pareva non essersi accorta di nulla. Al di là della vetrina linda del piccolo bar, Slash aveva intravisto due figure ben note parlare e ridere tra di loro in maniera piuttosto intima, cosa che non gli era piaciuta affatto. Era una fortuna che se ne fosse accorto in tempo. Avrebbe dovuto fare quattro chiacchiere con Axl 'Che cazzo ci fa quel coglione in giro con Erin?!'


***


Duff si lasciò andare sul bagnasciuga sdraiandosi con lo sguardo al cielo. Le onde ancora gli bagnavano il corpo coperto solo per metà dalla muta, e la brezza che si era alzata più forte faceva ondeggiare i suoi capelli mischiandoli con la sabbia. Chiuse gli occhi inspirando l'odore della salsedine e cercando di approfittare più che poteva di quegli attimi di relax che gli erano concessi. Sarebbe stato così per ore. Da tempo non si sentiva così bene, da quando le ragazze gli avevano raggiunti era una tortura per lui aver sotto gli occhi Laurel ed Axl, e non riusciva a pensare ad altro. Nemmeno suonare lo esaltava più di tanto. Erano stufi del Troubadour, era certo che potessero fare di più, e starsene solo in quel buco con le solite facce era davvero frustrante.

"Ti sei addormentato?" chiese la lieve voce di Sue seduta al suo fianco.

Duff si rimise a sedere circondando con le lunghe braccia le ginocchia strette al petto "Mi piace qui, mi aiuta a rilassarmi"

"Già... è bravo vero?" chiese mentre osservava Dylan che cavalcava le onde come un vero surfista.

Duff alzò le spalle "Se fossi nel pieno della mia forma lo straccerei"

"Si certo... a che pensavi?"

"A niente"

"E quel niente si chiama Laurel per caso?"

Il biondo voltò lo sguardo verso la ragazza fissandola con i suoi begli occhi verdi "Com'è che tutti sembrate leggermi in testa?!" le rispose un po' duro.

"Scusa non volevo farmi i fatti tuoi"

"No scusa tu... è che questo argomento mi rende piuttosto nervoso"

"Lo capisco... ma se vuoi saperlo hai tutto il mio appoggio"

"E per cosa?"

"Per Laurel! Io non credo che Axl sa la persona giusta per lei... non ho nulla contro di lui, ma a pelle ha qualcosa che non mi convince... sono sicura che starebbe meglio con te e..."

"Hey hey, frena piccola, che cazzo stai dicendo?! Laurel ha scelto con chi sta meglio, io non c'entro più nulla con lei!"

"Sei scuro? Perchè... io sono convinta che in fondo tu non gli sia così indifferente, la conosco meglio di chiunque altro"

"Strano perchè a me invece sembra molto sicura della sua scelta"

"Prima o poi qualcosa cambierà, ne sono sicura!"

"Leggi nella sfera di vetro adesso?"

Sue lo vide voltarsi verso l'oceano con sguardo perso. Era chiaro quanto ancora pensasse a lei e quanto ci tenesse. Duff era innamorato di Laurel e avrebbe continuato ad esserlo ancora a lungo. Le faceva una tremenda dolcezza in quel momento. Poteva immaginare cosa volesse dire amare qualcuno senza nemmeno poter sperare che potesse essere tuo. Ma lei era sicura che una speranza ci fosse, seppur lontana "Nessuna sfera Duff... il tempo mi darà ragione" sorrise alzandosi e rimettendo in piedi la sua tavola "che ne dici, sono stata brava?"

Duff la seguì alzandosi a sua volta "Non male per essere un principiane... dovresti venirci con Izzy un giorno di questi, a lui piacerebbe"

"Lo credo anche io"

"Hey ragazzi!" Dylan uscì dall'acqua raggiungendoli "Inizia a fare freddo... non male Duff, te la cavi bene col surf"

"Me la cavo bene con tutto"

"Modesto... che ne dite di un hamburger da Nat? Offro io"

"Bè, non vorrei offenderti, per cui accetto! Sue?"

"Va bene, grazie Dylan!" il ragazzo le fece l'occhiolino ed insieme tornarono verso le cabine  cambiarsi e per rimettere via le tavole.

Erano ancora sulla spiaggia quando sentirono un abbaiare non molto lotano. Duff si voltò e la figura che intravide di spalle insieme ad un grosso cane, quasi gli fece prendere un colpo "Non è possibile... torno subito!" urlò correndo via.

"Duff!"

"Ma dove sta andando?"

"Non lo so..."

Il biondo corse più veloce che potè, cosa non facile sulla sabbia asciutta e morbida. Arrivò fino alla scogliera e si guardò in giro, ma non c’era più traccia nel del cane ne della giovane di poco prima. Era sicuro di averla vista "O forse sto solo diventando pazzo... non poteva essere lei..." si disse sconsolato tornando indietro verso la Porche di Dylan e voltandosi solo un istante per dare uno sguardo alla grande villa a picco sopra alla spiaggia. Non poteva sapere che quella era proprio la villa di Brixx.

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Capitolo 36
*** 36 ***


Slash rientrò come una furia nel magazzino, sperando di trovare Axl. Aveva portato via Laurel di corsa dopo aver visto appena in tempo il rosso in quel bar con Erin. Era stato in giro con lei fino a tardo pomeriggio, cercando di non pensare ai cento e più modi per uccidere l'amico se ne avesse combinata una delle sue "ROOOOOOOOOOSE!!!" urlò sbattendosi la porta alle spalle a aprendo il frigorifero nella vana speranza di trovarci qualcosa di commestibile "ROSE CI SEI?! IDIOTAAAA VIENI FUORI!!!"

"Slash che cazzo urli?!" la voce biascicata di Steven alle sue spalle lo fece voltare.

"Ah sei tu... non dovresti essere al lavoro?"

"Dovrei..."

"E invece?"

Il biondino alzò le spalle sorridendo strafottente "Licenziato" annunciò con tutta naturalezza.

"Cosa?! Merda Adler!"

"Non è colpa mia, quel rotto in culo del capo ha beccato me e Adry a scopare nel retro!"

"Ah bè, allora va bene... ad una scopata non si dice mai di no"

"Appunto, è quello che gli ho detto anche io... e poi è arrivato in anticipo. Vedi, è colpa sua... comunque, perchè sbraitavi contro Axl poco fa?"

"Non è ancora rientrato?"

"No come vedi"

"Lo ammazzo!"

"Che ha fatto stavolta?"

"L'ho beccato in un bar del centro in compagnia di... indovina?"

"mmm... bo, una ragazza?"

"Ovvio! Ma indovina quale ragazza!"

"Slash smettila con gli indovinelli, è stata una giornataccia sai?!"

"Ok, te lo dico... Erin!"

Steven scosse la testa "Naaa ti sarai sbagliato"

"Ti dico che era lei cazzo, era Erin, ci scommetto le palle!"

"Erin qui a Los Angeles? E che ci faceva Axl con lei? Non avevano chiuso?"

"Infatti! Questa me la deve proprio spiegare... fortuna che Laurel non lo ha visto"

"Bè, lo sai, è un cazzone in fatto di ragazze... prima o poi Laury se ne renderà conto"

"Si... spero solo che allora non sia troppo tardi..."

In quell'istante la porta si aprì, e accompagnato da un lieto fischiettio, Axl entrò alzando la mano per salutare i due "Hey ragazzi, che si dice?"

Steven si schiarì la voce, non ci voleva entrare in quella faccenda, meglio squagliarsela "Bene amico, bè... faccio due passi, ci si vede più tardi!"

"Stasera siamo al Troubadour, ricordatelo!"

"Per chi mi hai preso Axl, certo che me lo ricordo! Ci vediamo direttamente la, ok? Sempre che sarai ancora intero..." ghignò prima di uscire.

"E la tua batteria??? Dobbiamo caricarla noi come al solito, razza di scansafatiche!" ma Steven se ne era già andato "Intero poi... e perchè non dovrei esserlo, cos.... OUCH! Slash che cazzo ti prende?!" urlò quando all'improvviso si trovò spalle al muro, con il riccio ad un palmo dal suo viso che lo teneva per il collo della maglia.

"Passato una bella giornata Rose?! Perchè non mi racconti un po' cosa hai fatto?!"

"Mollami! Non sono fatti tuoi"

"Si invece! Che ci facevi in giro con Erin?!"

"E tu che ne sai?"

"Vi ho visti in quel bar! E ringrazia che abbia portato via Laurel appena in tempo, o vi avrebbe visti anche lei!"

Axl rimase in silenzio. non avrebbe mai immaginato che le coincidenze portassero da quelle parti anche i due. Imprecò dentro di sè, cercando di mostrasi comunque sostenuto e tranquillo di fronte all'amico "Bè non ci ha visti no? Problema risolto" disse alzando le spalle, ma le forti mani del riccio lo costrinsero a restare contro al muro.

"Non te la cavi così... il punto non è se Laurel vi ha o meno visto, il punto è... che cazzo ci facevi tu con Erin?!"

"Slash..."

"Non dire che non sono cazzi miei!"

"Infatti, non lo sono... ma se ti fa stare più tranquillo, non c'è niente sotto! E qui per frequentare la scuola di teatro, lavora nel negozio della zia e l'ho incontrata per caso, ci siamo bevuti una birra insieme, tutto qui!"

"Non lo so..."

"Pensa quello che ti pare"

"Io penso quello che tu mi fai pensare! Cazzo Axl... mi metti in difficoltà adesso, che cavolo dovrei fare eh?!"

"E io che ne so? Vuoi dirlo a Laurel? Fallo! Non ho niente da nascondere, non ho fatto niente di male!" disse liberandosi con uno strattone dalla sua presa, e spingendolo più in là con le mani "Per cui fa come credi, ma lasciami in pace ok?  E ricordati che Laurel è la mia ragazza, smettila di preoccuparti così per lei e di starle continuamente addosso" Slash trattenne a stento l'impulso di saltargli addosso e tirargli un pugno. Ci avrebbe pensato, magari l'avrebbe tenuto d'occhio. Ma forse al momento non era il caso di sollevare un polverone per nulla.

Izzy entrò in quel momento accompagnato da Duff. il biondo era passato da lui dopo aver riaccompagnato Sue al campus. Era ancora perplesso nel ricordare ciò che aveva visto sulla spiaggia. Non era sicuro, forse si sbagliava. Anzi era praticamente impossibile. Eppure quella biondina che aveva visto scomparire dietro gli scogli con quel cane, pareva essere proprio Amanda. Aveva i capelli un po' più corti forse, ma qualcosa in lei glie l'aveva ricordata. Si diede dello sciocco. Amanda era a Seattle "Hey ragazzi, ci siete tutti?"

"Adler è uscito... dove sei stato Duff, sei tutto rosso in faccia!"

"Sono andato giù a Vanice Beach"

"Con Sue" precisò Izzy ridendo.

Duff gli diede uno spintone "E smettila di fare il geloso, non l'ho nemmeno toccata la tua piccola Sue!"

"E che ci sei andato a fare con Sue in spiaggia?"

"Surf Slash... hai presente? Tavola, onde..."

"Figa..."

"Che c'entra?!"

"C'entra sempre... in spiaggia di solito è pieno, no?"

"No... non oggi per lo meno, e non li... ci vanno i surfisti"

"Non ti facevo così sportivo"

"Io sono sportivo!"

"Ci sono andati con un tizio che avete incontrato al campus, un certo Dean..." continuò Izzy.

"Dylan..."

"Oh cazzo, il damerino?!"

"Non è come sembra Slash, è simpatico insomma... ci sta dentro..."

"Te lo dico io dentro a cosa vorrebbe stare quello!"

"Piantala, sei solo geloso di Perla"

"Giammai!"

"Come no... allora, pronti per la serata?"

"Come sempre... Axl?" Izzy guardò il rosso che se ne era rimasto in silenzio fino a quel momento. Aveva come la sensazione che entrando lui e Duff avessero interrotto qualcosa. Ma sapeva anche che come al solito scucire qualcosa dalla bocca del rosso sarebbe stata dura, avrebbe dovuto chiedere a Slash.

"Si, sono pronto..."

"Bene... Slash dammi una mano a caricare gli amplificatori sul pick-up"

"Perchè io? Non posso sprecare energie, scommetto che non mangeremo nemmeno stasera!"

"Muovi il culo!" ordinò il moro prendendolo per un braccio e trascinandolo fuori, seguito dalle inutili proteste del riccio. Solo quando furono lontani da orecchie indiscrete mollò la presa "Smettila di lamentarti, ascolta... che avete voi due?"

"Chi?"

"Tu e Axl, ho la netta sensazione che stavate discutendo"  affermò calmo appoggiandosi al pick-up e accendendosi una sigaretta.

Slash sbuffò, non gli piaceva fare la spia. Ma Izzy era Izzy, e poi era certo che non l'avrebbe lasciato in pace fin quando non avesse vuotato il sacco "Bè non è che stavamo discutendo... diciamo che ho chiesto chiarimenti su una cosa, tutto qui"

"Su cosa? Slash avanti sputa il rospo, che ha fatto stavolta?"

"Erin... si sono visti"

"Erin è qui?!"

"Già... per puro culo mi sono accorto di loro prima di entrare nel bar con Laurel"

"E cosa ti ha detto Axl?"

"Niente, lo sai com'è... ha detto che si sono incontrati per caso e si sono  bevuti un birra insieme, niente di più"

Izzy scosse la testa "Lo spero per lui... forza dammi una mano con questi amplificatori"

"Prima o poi le farà del male, come ha sempre fatto..."

"Axl è un mago nel combinare casini... staremo a vedere. Cos’hai fatto al braccio?" chiese notando la benda che copriva la pelle di Slash.

"Un nuovo tatuaggio amico, è una vera figata!"


Axl osservò Duff prendere in mano il suo basso e accordarlo con cura seduto sul divano sgualcito. Lo sentì strimpellare qualche nota, così gli si sedette a fianco fischiettando l'intro di Patience. All'istante il biondo smise di suonare posando lo strumento nella sua custodia con cura "Brutta giornata?" lo punzecchiò Axl.

"Per niente, direi che ci voleva un po' di sport all'aria aperta, mi sento decisamente in forma"

"Bene Duff, lo voglio vedere sul palco"

"Come sempre Axl"

"Certo... che c'è? Mi sembri pensieroso"

"Non ho niente... bè... c'è una cosa..." ma perchè doveva dirlo proprio a lui? Sicuramente l'avrebbe preso in giro "no niente"

"Cosa? Avanti spara"

"Bè... è successa una cosa strana oggi, ma probabilmente sto solo bevendo troppo e il cervello mi gioca brutti scherzi"

"Hey Duff, mi stai facendo preoccupare!"

"Non è il caso... mi è solo sembrato di vedere una persona giù alla spiaggia, ma è impossibile che sia chi penso io per cui niente, devo essermi sbagliato"

"E chi sarebbe questa persona?"

Il biondo esitò un attimo prima di dirlo "Amanda"

"Mandy?! Impossibile Duff, è rimasta a Seattle! Avrai avuto le allucinazioni"

'Ecco appunto, non avrei dovuto dirglielo'  "Si forse... lascia pedere. Aiutiamo gli altri due a caricare, tra poco è ora di andare" disse alzandosi e uscendo con la custodia del suo basso tra le mani.

Axl sorrise tra sè. Mandy... sarebbe stato solo un bene se la ragazza davvero fosse lì a Los Angeles. Ultimamente Duff era intrattabile, da quando era arrivata Laurel, ovvio. Amanda sarebbe riuscita a distrarlo come aveva fatto a Seattle.


***


"Tesoro, cosa stai facendo?"

La biondina si voltò di scatto sentendo la voce dell'uomo che la chiamava dietro di lei "Oh zio... sto preparando del tè, vuoi?"

"No grazie, sto uscendo" rispose facendosi il nodo alla cravatta "Perchè non ti fai un tuffo in piscina? Fa ancora abbastanza caldo, dovresti approfittarne"

"Lo farò. Prima magari mi faccio una passeggiata in spiaggia con Spike... a proposito, ma dov'è finito?" chiese guardandosi in giro alla ricerca del cagnone, che sentendosi chiamare da fuori in veranda alzò solo la testa in direzione della ragazza emettendo un basso grugnito giusto per farsi notare, per poi rimettersi a poltrire beato "Il solito pigrone... dove stai andando Max?"

"Passo in ufficio a prendere Alan, e poi andiamo al Troubadour. Suonano i tuoi amici stasera, i Guns" a quel nome Mandy abbassò lo sguardo, girandosi verso i fornelli dove l'acqua per il tè iniziava a bollire "Stasera avranno una bella notizia, pare che la Geffen abbia deciso di investire seriamente su di loro... mi stai ascoltando Amanda?"

"Si, si scusa... la Geffen certo... saranno felici, è un'ottima notizia"

"Già" l'uomo le si avvicinò posandole piano le mani sulle spalle "Che cos'hai Mandy? E' per quel ragazzo, ancora?" lei alzò le spalle "Sicura di non voler venire?"

Si voltò incrociando le braccia al petto "E' meglio di no Max. Non credo sa un bene rivedere Duff, è meglio così. Dopo tutto mi fermo solo per qualche giorno, poi tornerò a Seattle, per cui..."

"Non credi sia meglio sistemare le cose?"

"Non lo so... forse... ma non ora, non mi va"

"Come preferisci. Bè, io vado sono già in ritardo. Ciao tesoro"

"Buona serata"



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Rieccomi!! Come al solito mi devo scusare con voi per la lntezza degli aggiornamenti XD ma mi perdonate vero??? *_* Bè, e già che ci sono ne approfitto per rinnovare i miei ringraziamenti a tutti coloro che leggono e recensiscono ancora dopo più di un anno dall'inizio di questa fanfic! Ce la farò a finirla??? Ma si dai, pian piano si finisce tutto :) alla prossima! Lau

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Capitolo 37
*** 37 ***


"Wow! Ma tutta questa gente è qui per vedere loro? Non ci posso credere..." Perla sgranò gli occhi alla vista della lunga fila di persone in attesa di entrare al locale.

Sebastian, che le aveva accompagnate, le circondò le spalle con il braccio "Già, visto che roba? E pensare che quando hanno iniziato non se li filava nessuno! Tutti a dire 'e chi cazzo sono questi?'... Axl sclerava ogni volta! Invece adesso bisogna pure fare la fila per entrare! Sono già delle celebrità qui a Los Angeles!"

"Ok Seb, ora ti spiace levare il braccio?"

"Perchè scusa, non ti fa piacere?" ammiccò il ragazzo.

"No, è solo che..."

"Potresti fare ingelosire Slash, libera di usarmi a tuo piacimento! Sono un drago a far ingelosire i ragazzi"

"Sebastian, io non lo farei se fossi in te" lo allertò Sue ridendo "Se a Slash gli girano rischi davvero di prenderle!"

"Figurati, so difendermi benissimo!"

"E poi Sash non ha proprio nessun motivo per prendersela, lui ha già la sua ragazza no? Andiamo"

Laurel scosse la testa "Ma quanto è testarda"

"Già... si vede che è tua cugina!"

"Cosa vorresti dire?"

"Che siete testarde tali e quali... forza andiamo, prima che ci lascino fuori!" tagliò corto Sue prendendola per mano e trascinandosela dietro "Gli stivali di Perla ti stanno un incanto! Sei uno schianto stasera!"

"Dici?" Laurel si abbassò la gonna cortissima del miniabito che la avvolgeva. Non era riuscita a scampare alla cugina e all'amica che questa vota l'avevano agghindata per bene. Non che non le piacesse vestirsi in quel modo, ma preferiva di gran lunga abiti più comodi. E magari meno sexi, visto la situazione in cui ancora si trovava. Insomma, cosa avevano da invidiare i suoi anfibi o le sue All Stars a quegli stivali di pelle nera e tacco 12? "Se cado e mi rompo l'osso del collo sarà solo colpa vostra"

"Muoviti dai!"

"Tu però ti sei messa le ballerine, non è giusto!"

Sue sorrise. In realtà pensava che con quei tacchi Laury si sarebbe alzata tanto quanto bastava per alzare appena la testa e guardare Duff negli occhi, una cosa stupida visto che i due a mala pena si parlavano, specie quando c'era Axl nei paraggi. Ma lei era una sognatrice, non riusciva a levarsi dalla testa che l'amica e il biondo fossero fatti per stare insieme, ed era fermamente decisa di fare quanto le era possibile per farlo capire anche a loro. Axl... bè, Axl non era semplicemente il ragazzo che faceva per Laurel, secondo il suo modesto parere.
 
Appena entrati la fitta nuvola di fumo le investì in pieno. Il Troubadour era davvero un buco, e con tutta quella gente risultava quasi claustrofobico. Il palco era ancora vuoto, e le luci erano spente. C'erano solo i microfoni, le casse e la batteria di Steven.

"Che postaccio"

"Si ma è qui che inizia tutto. Anche io un giorno suonerò qui dentro con la mia band! Bè... sottointeso che prima dovrei trovarmi una band..."

Perla battè la mano sulla schiena del ragazzo "La troverai Seb, la troverai..."

"Stanno iniziando!" urlò Sue indicando il palco sul quale si erano accese le luci di scena.

Un gran vociare, fischi e urla accompagnavano l'attesa. Qualcuno urlava il loro nome a gran voce, qualcun'altro aveva invece attaccato con un coro di 'Rock n' roll!'che aveva contagiato molti dei presenti.

"SLAAAAAAAAASH!!!" urlò una ragazza dietro di loro sbracciandosi "Dio quanto mi arrapa!"

Laurel scoppiò a ridere nel vedere l'occhiataccia forse involontaria che era scattata da Perla alla volta della tizia urlante.

"Non ridere tu!"

"Solo Slash?! E Axl??? Me lo farei fino alla morte, è sesso alla stato puro!" sentenziò un'altra.

"Visto? Il tuo rosso è quello che viene più preso di mira, dovresti starci attenta cuginetta!"

Laurel le rifece il verso, per poi tornare a concentrarsi sullo stage una volta che le figure dei ragazzi iniziarono a comparire accompagnati da un boato di urla e voci.

"Buonasera Troubadour" iniziò la roca voce di Axl "Siete pronti per il fottuto rock n' roll??? Questa è It's so Easy!" le note del basso di Duff si librarono nell'aria dando inizio allo show.

Erano pura energia, si percepiva il legame che li teneva uniti attraverso ogni singola melodia dei loro pezzi. Axl zompettava da una parte all'altra del palco appoggiandosi a Duff, a Slash e a Izzy e coinvolgendoli nei cori. Talvolta tra una canzone e l'altra si rivolgeva al pubblico, con di rant degni di nota. Ribelli, cattivi, oltraggiosi e strafottenti. Questi erano i Guns N’ Roses. Questa era la loro magia. E presto tutto il mondo se ne sarebbe accorto. A metà concerto Axl si avvicinò ad Izzy circondandogli le spalle con il braccio "Questo è un nuovo pezzo... un pezzo di Izzy... questa è 14 years" e Izzy attaccò. La coppola leggermente calata sugli occhi quasi a volersi celare di fronte al pubblico, e le dita che scorrevano veloci sulle corde della chitarra. Fino all'ultimo aveva insistito affinchè evitassero quel pezzo. Non gli piaceva essere troppo al centro dell'attenzione, ma come al solito Axl aveva preferito fare di testa sua mettendolo davanti al fatto compiuto. Ora non gli rimaneva che cantare... e andò alla grande.

"Bravo vero? Sue... Sue! mi stai ascoltando?!" urlò Laurel all'amica che da minuti era imbambolata a guardare il suo ragazzo sul palco.

"Cosa?! Oh si! Dicevi?!"

"Lascia perdere"

"Scusa, stavo..."

"Sbavando"

"No! Che dici, non è vero!"

"Certo! Andiamo, eri in fissa da minuti interi! Dovresti essere fiera di lui, se l'è cavata davvero bene"

"Già" ammise arrossendo lievemente "è così dolce"

"Che cosa stucchevole, mi stai facendo venire il diabete Sue!" rise Perla dandole una leggera spinta. In realtà un po' la invidiava. Non aveva fatto altro per tutto il tempo che guardare Slash esibirsi. I ricci che gli ricadevano morbidi sulle spalle muscolose, la pelle ambrata imperlinata di gocce di sudore, quel buffo cappello a cilindro che chissà poi perchè aveva deciso di calcarsi fin sopra gli occhi ad ogni spettacolo, e quei movimenti terribilmente sensuali e provocanti... scosse la testa cercando di levarsi dalla mente le immagini poco caste che le erano affiorate "Che diavolo vado a pensare.. accidenti... quelle mani..."

"Che hai detto?!" urlò Sebastian cercando di sovrastare la musica.

"Chi, io?! Niente!"

"Ah ok, mi era sembrato avessi detto qualcosa!"

"No no! Non ho detto proprio nulla!" sorrise tirata. Bè, se non altro Seb aveva capito. Come tutti del resto. Anche se non l'avrebbe mai ammesso, era troppo orgogliosa per confessare che Slash la faceva impazzire. Ogni singola cellula del suo corpo le urlava di saltargli addosso. Provava per lui una fortissima attrazione a cui non voleva però dare corda. Lui era troppo testardo, troppo farfallone, troppo sbruffone e troppo... 'troppo tutto' pensò sospirando. E la presenza di Renèe che si dimenava sotto al palco lanciando al riccio occhiate maliziose non le era di aiuto "Razza di sciacquetta sgallettata... che cos'ha lei che io non ho?!" bisbigliò di nuovo.

Seb si voltò ancora a guardarla "Sicura di non aver parlato?! Continuo a sentire la tua voce!"

"No! Seb goditi lo spettacolo, io non ho fiatato!" sbuffò.

Appena partirono le note graffanti di Rocket Queen, Adry salì sul palco fasciata solo da un micro bikini nero e da degli stivali di pelle. Ormai era parte fissa dello spettacolo, e molti dei presenti la acclamavano quanto i ragazzi che suonavano attorno a lei.

"WOOO HOOOO VAI ARYYYY FACCELA VEDERE!!!!" urlò qualcuno dietro di loro.

"Chi è quel tizio, mi pare di averlo già visto" domandò Perla guardando il ragazzo alto e magro dai lunghi capelli cotonati lì dietro, circondato da una fitta schiera di quelli che sembravano essere ammirevoli fans.

Seb si voltò "Quello? Davvero non sapete chi è?" Laurel e Sue si guardarono interrogative "Quello è T-Bone... è uno tosto, suona la batteria nei Motley Crue... il loro cantante è un cazzone montato, invece il bassista sta a posto, anche se si è bruciato il cervello a forza di farsi"

"Bene gente" la voce di Axl concentrò di nuovo la loro attenzione sul palco "abbiamo finito per questa sera, andate a divertirvi! Volevo dire solo una cosa a quei due signori per bene laggiù" disse indicando vagamente con l'indice Brixx e Niven seduti ad un tavolo in disparte in fondo alla sala "Spero che siate qui per darci delle buone notizie... ora vogliamo di più, abbiamo fatto la nostra parte, ora tocca a voi... e vedete di non farci incazzare" concluse voltando velocemente le spalle ed uscendo dal palco insieme ai suoi compagni.
 

Slash si gettò a terra respirando affannosamente e levandosi dal viso i riccioli sudati che gli si appiccicavano alla pelle.

"Che ci fanno qui quei due?" domandò Steven asciugandosi il petto villoso con il un asciugamano preso a caso da qualche parte lì in giro "Bleah! puzza di cane baganto!" disse schifato gettandolo a terra.

"Niven e Brixx? non lo so... ma hanno avuto la loro" rispose Axl.

Adry entrò nella stanza saltando al collo di Steven "Sei stato grande Steve!!!"

"Anche tu tesoro! Woooo... accidenti, me l'hai fatto diventare duro!"

"Davvero Adry, i tuoi spettacoli hanno quasi più successo dei nostri show, sta a vedere che tra un po' diventerai tu l'attrazione principale!"

"Ovvio Duff, nessuno sa resistere ad un bel corpo" si pavoneggiò lei facendo l'occhiolino.

Linda e Renèe entrarono raggiungendo rispettivamente quelli che avrebbero dovuto essere i loro ragazzi. Renèe si abbassò a terra per baciare Slash sulle labbra. Il ragazzo d'altro canto ne approfittò tirandola a sè e coinvolgendola in un gioco di lingue passionale. Linda si limitò ad avvicinarsi a Duff e baciarlo sulla guancia "Bello spettacolo"

"Grazie" le sorrise il biondo prendendola per mano e sedendosi su una sedia, dove la fece accomodare sulle sue gambe.

"E se vi facciamo incazzare cosa succede?" tutti si bloccarono nel sentire la voce di Niven alle loro spalle. Per qualche istante calò il silenzio. L'uomo scoppiò a ridere "Stavo scherzando!"

"Bè io no!" urlò Axl "Quando avete intenzione di farci fare qualcosa di serio eh?!"

"Perchè questo non lo è?"

"Ma per favore! E' una bettola! Ci pagano una miseria e il pubblico è sempre lo stesso! Riempiamo ogni volta il locale, la gente ci conosce ormai, ci acclamano! Abbiamo bisogno di qualcosa di più grande cazzo!"

"Ben detto Rose" gli fece eco Duff alzando la lattina di birra che teneva in mano.

Brixx passò delle carte ad Alan che a sua volta le diede al rosso "Leggetele bene prima di firmarle, e quando avete deciso fateci un bell'autografo e riportatemele"

"Che roba è?" i ragazzi si riunirono intorno ad Axl. Erano dei documenti della Geffen Records, un sacco di pagine e tanta roba da leggere, per lo più a loro incomprensibile.

"Voi leggetele attentamente... se avete domande sarò a vostra disposizione, ma vi assicuro che non avrete nulla da ridere a riguardo"

"Avete fatto un buon lavoro fino ad ora ragazzi" disse Maxwell "continuate così"

"La macchina è qui davanti signore" Day, entrato in quel momento, chiamò i due.

"Grazie, aspettaci fuori arriveremo tra qualche minuto, dobbiamo parlare con il proprietario di questa baracca. Ragazzi è stato un piacere, sono sicuro che ci rivedremo presto"

Quando i due uscirono, Damon rimase per un attimo nel backstage con loro "Hey ci sono novità?"

"Solo un mucchio di scartoffie" rispose Axl facendo sventolare i fogli e gettandoli su una sedia.

Lo sguardo di Izzy fu attirato da una cifra stampata sulla carta bianca, in uno dei fogli sotto al mucchio. Lo prese in mano e sgranò gli occhi "Merda..." era una cifra davvero notevole. Lesse velocemente qualche riga, e per un attimo la testa gli girò vorticosamente "un contratto…" mormorò "PORCA PUTTANA! E' UN CONTRATTO!!!" urlò poi attirando l'attenzione di tutti i presenti.

"Cosa?!"

"E' un contratto! La Geffen ci vuole sotto contratto cazzo! Ragazzi sono un mucchio di verdoni, è... è..."

"Abbiamo capito Izzy! Sei sicuro?!"

"Bè dovremmo dare un'occhiata per bene e leggere tutto, ma credo che il senso sia questo!"

Slash si passò le mani tra i ricci con sguardo trasognate "Un contratto..." ripetè quasi incredulo.

"Ahhhh ma è una notizia fantastica ragazzi! Bisogna festeggiare!!!" urlò Adry aggrappandosi al collo di Steven.

"Hey un momento" intervenne Axl che in tutto quello scalpore aveva mantenuto un certo sangue freddo "ok sarà anche un contratto, ma Izzy ha ragione dovremmo leggerlo bene prima di firmarlo, potrebbe anche essere una fregatura!"

"Axl, io li ci vedo solo tanti zeri! Una luuuunga fila di zeri! E gli zeri non sono mai un fregatura"

"Steven datti una calmata e non ti agitare... leggeremo quei dannati fogli e se decideremo che è un buon contratto lo firmeremo"

"Mi sembra onesto, sono d’accordo" annuì Duff.

"Bene"

"Wow ragazzi, in ogni caso sarebbe un bel passo avanti! Se alla Geffen vi vogliono scritturare magari anche qualcun'altro vorrebbe farlo, e per cifre più elevate! Ve la potete giocare, sapete, io li sento quando contrattano per questo genere di cose, pensateci"

"Hai ragione Day, dovremmo contattare qualche altra casa discografica"

"Non credo che sarà necessario. Vedete, queste voci si spargono in fretta, se qualche concorrente viene a sapere che la Geffen vuole scritturare qualcuno si mettono di mezzo, e allora saranno loro stessi a farsi vivi"

"Potrebbe anche essere..."

"Sicuro, vedrete! Ora vado, devo portare a casa quei due" rise il ragazzo dando una pacca ad Axl "E poi detto tra noi Rose, ultimamente mi piace bazzicare a casa di Brixx... sua nipote è una biondina niente male!"

Il rosso si voltò di colpo abbassando il tono di voce "Sua nipote?"

"Si, è arrivata da qualche giorno. Non so quanto si fermerà ma ho tutte le intenzioni di passare da quella casa più che posso! Ci si vede!"

Axl rimase fermo mentre dietro di lui i ragazzi fremevano per la nuova occasione che gli si era proposta quella sera "Amanda..." mormorò. Duff non aveva avuto le allucinazioni.
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 38
*** 38 ***


Quando le ragazze raggiunsero il backstage accompagnate da Sebastian, regnava l'euforia più totale. Non era sfuggita agli occhi di Perla di nuovo quella ragazza, Renèe o come s chiamava, continuamente avvinghiata a Slash. I due si scambiarono una rapida occhiata prima di distogliere subito i loro occhi l'uno dall'altra e fingere un'aria indifferente. Istintivamente la mano di Perla finì in quella di Seb, che imbarazzato non si sottrasse però a quel contato. Nemmeno Linda era sfuggita allo sguardo più timido e riservato di Laurel. Stava li seduta sulle gambe di Duff, il suo braccio attorno al collo del biondo, e sembrava davvero essere interessata a lui. Ovvio che lo era. Ma Duff? Scosse la testa cercando di sviare quei pensieri che in teoria non avrebbero dovuto appartenerle. Si concentrò su Axl, che bevendo una birra scherzava con Izzy tampinando il povero Steven. Sembrava piuttosto alticcio da come biascicava ed ondeggiava instabile sulle sue stesse gambe.

Izzy scorse con la coda dell’occhio le tre dietro di loro. Si voltò sorridendo a Sue e le andò incontro abbracciandola incurante di essere ancora completamene sudato "Hey piccola"

"Sei stato meraviglioso! Quella canzone è... tu sei... wow!" rise stringendola di nuovo a se.

Axl raggiunse Laurel abbracciandola forse con troppa foga "Ciao tesoro, siamo stati grandi, non trovi?" disse cercando di articolare le parole come meglio poteva.

"Si... si, Axl... mi stai stritolando..." il rosso mollò la presa sbuffando "Siete stati grandi si, ma non hai bevuto un po' troppo?" chiese con un leggero sorriso e storcendo leggermente il naso quando l'alito alcolico di lui le arrivò alle narici.

"Non credo, posso fare anche di meglio! C'è da festeggiare, sapete? Ci hanno proposto un contratto!"

"Sul serio?! E' fantastico!"

"Si ma... ma non lo vuole firmare questo stronzo!" rise Steven avvinghiandosi all'amico rischiando di finire a terra insieme a lui "Vuole contrattare... si, aspettiamo che ci facciano altre proposte e ci vendiamo al miglior offerente!"

Adry di fianco a lui gli si gettò addosso ancora nel suo costume striminzito "WOOOOOOOOO!!! Brindiamo!!!" urlò cascando a terra sopra ai due.

Perla sbuffò incrociando le braccia al petto "A me questa non piace proprio... sembrano tre maiali che si rotolano nel fango!"

Laurel abbassò lo sguardo. Quella vicinanza tra Adry e Axl la infastidiva, ma forse di più la preoccupava. Da quando erano arrivate le cose erano andate bene. Eppure qualcosa era diverso. Loro erano diversi. Axl non si era mai comportato in quel modo in sua presenza. Inoltre non aveva dimenticato che l'alcool non era l'unico vizio con cui i ragazzi si dilettavano. Certo lei era rimasta alle canne, alla coca... non poteva immaginare fino a che punto si erano spinti in quei mesi.

Duff guardava la scena furtivamente senza fiatare. Era stupido comportarsi in quel modo. Non che lui fosse un santo, la sua buona dose di birra e qualche sniffata non gli erano mancate quella sera. Ma Axl... c'era lei, possibile che non capiva quando era il momento di darci un taglio? Starsene li a terra a ridere come un idiota con Adry non era certo cosa che Laurel potesse gradire. L'aveva visto il suo sguardo. Quando il rosso si mise a cavalcioni bloccando la ragazza sotto di sè improvvisando un languido 'solletico' si alzò di scatto facendo quasi cadere Linda a terra. Afferrò Axl da sotto le braccia tirandolo in piedi "Ora basta, avete riso fin troppo"

Axl si divincolò infastidito "Ma che cazzo vuoi?! Ci stavamo divertendo!" urlò. Le cose non si mettevano bene. Slash interruppe il gioco di lingue che aveva iniziato con Renèe e si concentrò sulla scena senza mollare la bottiglia di Jack che teneva stretta tra le mani.

"Si, l'abbiamo notato" tagliò corto Duff  voltando le spalle.

Ma Axl non mollò la presa. Il comportamento di Duff gli dava sui nervi. Ogni volta che c'era Laurel di mezzo pareva diventare il suo angelo custode. E l'alccol non lo aiutava certo  ragionare in quel momento, a capire che forse, era lui che stava esagerando "No McKagan continua! Qual'è il tuo problema eh?!"

"Nessun problema Rose, e tu?"

"Lo vuoi proprio sapere McKagan?! Sei tu il mio problema! Smettila di impicciarti, quello che faccio, perchè lo faccio e con chi lo faccio, non sono cose che ti riguardano!" urlò dandogli una spinta "Stai al tuo posto, io non sono affar tuo, e nemmeno lei! Ti ho già avvisato" continuò con tono minaccioso.

Duff era immobile di fronte a lui, teso come non mai. Stringeva i pugni, uno glie lo avrebbe piazzato in faccia ben volentieri, come aveva fatto tempo prima quando ancora stavano a Seattle. Stava per ribattere quando Laurel si mise in mezzo tra loro "Smettetela! Axl vieni con me" disse afferrandolo per il braccio.

Ma il rosso si liberò anche da quella stretta "No, ho una questione in sospeso"

"Per favore usciamo... hai bisogno di prendere una boccata d'aria"

"Sto benissimo!" urlò spingendola via da sè e allontanandosi.

Adry aveva smesso di ridere vista come si era messa la situazione. Se non fosse stato per l'arrivo di quelle ragazze Axl avrebbe ceduto... forse. Gli piaceva. Certo stava con Steven, ma nessuno dei due portava fedi al dito, per cui secondo il suo punto di vista, erano liberi di fare ciò che volevano. In fondo anche Steven non era certo il ragazzo più fedele del mondo.

"Vieni con me" Izzy prese Axl a forza trascinandolo fuori incurante delle sue proteste. Odiava quando si comportava in quel modo.

"Lasciami Jeff!" urlò non appena misero piede fuori nel cortile che dava sul retro, dove i sacchi dell'immondizia del locale venivano accatastati nell'attesa di essere portati via, spargendo nell'aria un odore acre.

Con una spinta lo sbattè schiena al muro bloccandogli le spalle con le mani "Respira profondamente e dai aria al cervello... ammesso che tu ne abbia uno... si può sapere che diavolo ti è preso?!"

"E lo chiedi a me? E' lui che si impiccia sempre di cazzi miei!"

"Lo ha fatto solo perchè stavi esagerando! A momenti te la scopavi davanti a Laurel, non te ne sei accorto?!"

"Stavamo solo scherzando, Laurel l'ha capito!"

"Ne sei sicuro? Perchè a me avete dato tutta un'altra impressione Bill... non me ne frega un cazzo di quello che fai, puoi scoparti chi ti pare, vedere Erin, ubriacarti e farti quanto vuoi... ma almeno fallo in modo intelligente cazzo! Non con lei che ti guarda, non con Duff che..."

"Che? Cosa?! Dillo! Non con Duff che ti tiene costantemente d'occhio pronto a fare il prode cavaliere?! Fanculo! Mi sono rotto di questa storia!"

"Anche io!" lo risbattè di nuovo contro la parete ammuffita quando il ragazzo cercò di sfuggirgli "E non te ne vai, questa volta mi ascolti... lo sai che ha ragione, lo faresti anche tu. Guarda che conviene anche a te startene buono e non fare casini. Dobbiamo far funzionare le cose Bill, ora si inizia a fare sul serio, hai capito?! Per cui porta il tuo culo li dentro, chiedi scusa e smettila, smettila di comportati come un idiota una buona volta!"

"Io non chiedo scusa a nessuno Jeff..."

"E allora cerca di tenere a freno la tua impulsività... perchè finisce male se continuate così"

"Ok senti, mi sono lasciato andare stasera, va bene?! Sono euforico per il contratto e forse ho esagerato un po'... anche con Adry... ma rimane il fatto che Duff deve smetterla di mettersi in mezzo"

"Non lo farà"

"Si ora che tornerà da Amanda!"

Izzy lo guardò interrogativo. Mollò la presa su di lui e si accese una sigaretta "Amanda?"

"Si... è qui, me l'ha detto Damon"

"E cosa vorresti fare? Non credi che se ancora non si è fatta sentire forse non lo vuole rivedere?"

"Si rivedranno, stanne certo... e allora lei gli toglierà il pensiero di Laurel dalla testa"

"Sei perfido"

"Tu non puoi capire... sapere che lui la desidera, sapere che quando la guarda pensa a certe cose... Dio! Jeff, non sai quanto mi fa incazzare!"

"Lo sai benissimo che non funzionerà. Forse per un po', ma le cose non cambieranno. Mettitelo in testa, Duff è innamorato di Laurel... e tu non ci puoi fare niente. Ma Duff è onesto, lo è sempre stato... per cui metti da parte la tua gelosia per una volta, o ti rovinerai con le tue stesse mani Axl... è già successo in passato, ricordi?" concluse gettando a terra il mozzicone quasi consumato e rientrando, lasciando Axl solo.

Non appena rientrò dalla porta notò Laurel che se ne stava appoggiata al muro in attesa forse di poter andare da Axl. Si domandò se avesse sentito la loro conversazione, anche se da lì dietro era troppo distante "Vai da lui, gli ho già dato una bella lezione" le sorrise.

Laurel rispose timidamente al sorriso di Izzy. Era rimasta li nell'attesa che il ragazzo se ne andasse. Non aveva sentito cosa si erano detti, solo qualche parola urlata qua e là... niente che non le fosse nuovo. Uscì allo scoperto raggiungendo a passi lenti il rosso che si era seduto a terra con la testa reclinata all'indietro appoggiata al muro e gli occhi chiusi. Si sedette al suo fianco senza parlare, in attesa che fosse lui a dire qualcosa. In fondo era lui che aveva sbagliato. Non che pretendesse delle scuse, ormai lo conosceva  e sapeva che difficilmente le avrebbe ottenute.

Dopo pochi secondi Axl sbuffò voltandosi a guardarla "Forse ho alzato un po' troppo il gomito" si limitò a dire quasi fosse l'unica giustificazione al suo comportamento.

"Forse non solo quello"

"Senti, lo sai com'è..."

"Si, lo so. Ciò non toglie che sei stato ingiusto prima"

"Ingiusto? Con te o con Duff?"

"Con entrambi. Io non mi rotolo per terra con un altro, so che ti farebbe arrabbiare, ma tu non ti sei nemmeno posto il problema. E non dire che sei ubriaco o fatto, perchè non è una buona scusa. Con Duff... bè, lui non ha detto niente di che e tu gli sei saltato addosso"

"E da quando ti preoccupi per lui?"

"Non cambiare discorso"

"Non lo sto facendo! E' proprio questo il punto! Senti, Duff  ti muore dietro, lo sappiamo tutti quanti! Ma non mi va questo suo atteggiamento da protettore, e non mi va che tu ti preoccupi per lui! Sono questioni nostre, tu non c'entri ok? Lascialo perdere Laurel, tu dovresti preoccuparti solo di me!" se Izzy l’avesse sentito in quel momento gli avrebbe dato dell’egoista. E non era forse vero?

"E lo faccio" rispose con un filo di voce abbassando lo sguardo "solo non voglio vedervi litigare ogni volta"

Axl sospirò cercando di rilassarsi "Si lo so... mi sono saltati i nervi, sarà anche la stanchezza... parlerò con lui, d’accordo?" la ragazza accennò un sì con il capo "Sei arrabbiata con me?"

Come poteva resistere quando la guardava in quel modo? Sentì la sua pelle farsi rovente sotto la carezza della mano del ragazzo che le si era avvicinato di più facendo scorrere le dita sul profilo del suo viso "N... no..." balbettò socchiudendo gli occhi. Fremette quando sentì le labbra di lui sulle sue. Sapeva sempre portarla dalla sua parte con i sui modi, il suo tocco. Era la sua droga, le inebriava la mente e non riusciva a pensar a nient'altro se non a lui.

"Andiamo, ti riporto a casa" le disse poi tirandosi in piedi e porgendole la mano per aiutarla.



Quando Izzy rientrò l'atmosfera all'interno della sala nel backstage sembrava essere ancora tesa. Duff era appoggiato ad un amplificatore, lo sguardo cupo e una bottiglia di vodka in mano. Steven e Adry se ne erano andati, mentre Slash continuava a sgolarsi generose sorsate di Jack. Perla era rimasta in disparte con Seb e Sue. Il biondo continuava a sbuffare sentendosi fuori posto in quella situazione. Le occhiatacce che il riccio gli lanciava di tanto in tanto inoltre. non erano certo rincuoranti. Temeva che prima o poi lo avrebbe preso sul serio a calci, ma lui cosa c'entrava in tutto quello? Ci si era trovato in mezzo, e anche se Perla gli piaceva non era sicuro di essere disposto a prendersi botte per lei.

"Ragazze... non credete sia meglio andare, magari ci facciamo una bevuta al bar, non so..." sussurrò.

"Non ci penso neanche!" rispose Perla a gran voce "Senza Laurel non vado da nessuna parte!"

"Nemmeno io" rincarò Sue in un tono più pacato "Izzy! Dov'è Laury?" chiese al moro vedendolo tornare.

"Sta parlando con mister-sbalzi-di-umore"

"Prima o poi gli arriva un pugno al tuo amico, sai? Se ha problemi di nervi che si faccia curare!"

"Perla dai..."

"Perla dai un corno Sue! E' mia cugina Laurel, non scordatevelo! E se le fa qualcosa, qualsiasi cosa, prendo quel suo culo bianco a calci fin quando gli diventeranno i capelli bianchi!" Slash scoppiò inaspettatamente a ridere "E tu che cavolo hai da ridere tanto?!"

"Sembri Ola! Anche lei diceva sempre la stessa cosa! 'Saul, ti prendo a calci nel sedere fin quando non avrai i capelli bianchi'!"

Duff sorrise alla battuta dell'amico. Ci fosse stata li Ola con loro avrebbe dato una bella strigliata a tutti quanti.

"Mi hai paragonata a tua nonna?!"

"Cazzo no! Non oserei mai farle questo torto!"

"Slash sei una bestia!"

"Basta voi due, finitela! Accidenti! Che cazzo di serata..." urlò Izzy passandosi le mani tra i capelli. I litigi lo sfinivano, lui era un amante della tranquillità. Tirò fuori una canna un po' piegata dalla tasca dei pantaloni, la sistemò come meglio riuscì e se l'accese "fatevi un tiro e datevi una calmata, tutti quanti"

Axl entrò in quel momento, con Laurel mano nella mano. Tutti si voltarono a guardarli. Tutti meno Duff. Lui si voltò dall'altra parte strappando lo spinello dalle mani del riccio e portandoselo alla bocca. Perla li raggiunse come una furia afferrando Laurel per un braccio "Andiamo a casa, domani iniziano le lezioni"

"L'accompagno io" disse Axl deciso.

"Non ci pensare, prima smaltisci la sbronza e tutto quello che ti sei calato! Per stasera hai già fatto abbastanza" sbottò guardandolo con sfida. Ok, Axl sapeva essere dolce e carino quando voleva, ma il più delle volte lei lo trovava irritante, così ostinato e pieno di sè.

"Non esiste, lei è la mia ragazza!"

"Ed è anche mia cugina! Anzi, è mia cugina da prima che diventasse la tua ragazza, per cui non discutere e molla la presa!"

"Axl ci vediamo domani, ok?" Laurel sciolse la stretta delle loro mani facendo un passo verso Perla.

"E' questo che vuoi?"

"Credo che per stasera sa meglio così"

"Fai come ti pare" le rispose secco voltandole le spalle.
 
Non appena le ragazze uscirono, nella stanza calò il silenzio. Seb era rimasto con loro, visto come si erano messe le cose non gli sembrava proprio il caso di andare con le ragazze. Anzi, forse non era nemmeno il caso di stare li con loro, tirava brutta aria "Bè ragazzi, io me ne vado allora... se non avete altri programmi... alzo i tacchi, si.. ci si vede..."

"Si ciao Seb, domani è il tuo turno al negozio, vedi di non fare tardi anche stavolta" tagliò corto Izzy, scocciato che a causa di quanto era successo aveva dovuto rinunciare ad una piacevole serata con la sua Sue. Gli altri lo salutarono appena con un cenno della mano o con qualche 'ciao' sommesso.

Renèe e Linda colsero l'occasione per andarsene con lui. Anche loro si erano sentite un po' a disagio in mezzo a quei battibecchi "Seb" lo chiamò Renèe "Quella ragazza che stava con te... la conosci bene?"

"Chi, Perla?"

"Si lei, quella che sbraitava"

"Bè, non la conosco da molto a dire il vero"

"Sai cosa c'è tra lei e Slash, perchè... non so, è come se nascondano qualcosa"

"Ah non chiederlo a me! Chi li capisce è bravo tesoro! Ma tu non avvilirti, se ti va male con quella scimmia di Hudson ci sono sempre io per... hey! Aspettate! Dove state andando, ragazzeeeeeee!!!"



"Wow... abbiamo concluso qui la serata a quanto pare... niente festa Slash, rassegnati... teste di cazzo..." borbottò fra sè e sè il riccio alzandosi in piedi e riponendo nella custodia la sua chitarra.

Izzy e Duff lo aiutarono a sistemare gli strumenti, mentre Axl se ne stava mesto e scuro in volto seduto in un angolo a fumare una sigaretta dietro l'altra "Andiamo Rose, si torna a casa" annunciò Izzy.

Axl si alzò senza nemmeno rispondere ed uscì passando davanti a Duff. Si bloccò, alzò il viso per guardarlo in faccia e gli battè una pacca sulla spalla "Nessun rancore McKagan" disse semplicemente prima di salire sul pick-up.

Il biondo rimase basito. Era abituato alle stravaganze e ai comportamenti enigmatici e paradossali dell'amico, ma dirgli quella frase come se fosse stato lui a subire un torto era assurdo! Izzy scosse la testa "Lascia perdere Duff, lascia perdere..." gli disse passandogli un’altro giro di erba.

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Capitolo 39
*** 39 ***


"Non può continuare così, è assurdo! Quel ragazzo è assurdo Laurel... devi fare qualcosa! Non puoi farti trattare in quel modo senza motivo! Cos'è, lui è libero di folleggiare con chi gli pare davanti a te e fa pure il risentito? Ma non esiste! Non ha proprio nessun diritto di incazzarsi... e nemmeno di tirare quelle occhiate da cane bastonato misto incazzato! Non c'è proprio nessun motivo!" continuava a blaterare Perla mentre finalmente nel loro appartamento, girava per casa nella sua sexi camicia da notte in seta nera e un bicchiere di latte caldo corretto wiskye tra le mani.

Sue e Laurel sedute sul letto la guardavano camminare avanti e indietro come una pazza, e non poterono fare a meno di trattenere un sorriso "Stai ancora parlando di Axl?" domandò Sue.

"Cosa?! Certo! Di chi credi che stessi parlando?!"

"Un ricciolone a caso..."

"Non dire cazzate, e non cambiare argomento! Dillo alla tua amica che deve fare qualcosa! Ha l'amore della sua vita davanti agli occhi e se lo sta lasciando scappare per..."

Laurel diventò improvvisamente seria. Sapeva dove voleva arrivare. E non le piaceva affatto. Si alzò in piedi zittendo la cugina "Smettila! Finitela di dirmi sempre che Duff è meglio e Axl non è quello giusto, ok? Sono stufa! Lo giudicate ma non sapete nulla di lui, io sto bene con lui! Sono io che decido della mia vita!" urlò chiudendosi nella sua stanza sbattendo la porta.

Si gettò sul letto cercando di trattenere le lacrime. Era stata una reazione sciocca forse, e anche un po' esagerata. Ma le faceva male sentirsi ogni volta dire quelle cose. Amava Axl, e tutto quel dargli contro non poteva che ferirla. Si, lui spesso esagerava e ultimamente si comportava in modo piuttosto strano. Ma quando stava con lei era così dolce, amorevole e protettivo 'Se solo sapessero, se solo potessero capire!' si diceva. Ma in fondo come biasimarle. Duff era l'esatto contrario di Axl in un certo senso. E sicuramente non era proprio solo amicizia quella che provava per lui. Ma forse era questo che la infastidiva. Quel dubbio che di continuo l'amica e la cugina con le loro parole, le insidiavano nella testa. Si mise a sedere aprendo il cassetto del comodino e tirandone fuori un vecchio libro ingiallito dal tempo. Lo aprì all'ultima pagina e per lunghi minuti fissò la foto che custodiva gelosamente senza nemmeno saperne il motivo. Era una foto di Duff, con addosso i suoi pantaloni fuxia troppo corti per lui che tempo prima gli aveva prestato. Quella notte, quell'unica notte che smossa da qualcosa gli aveva chiesto di dormire con lei. Perchè all'improvviso sentiva accelerare i battiti del suo cuore? Non era giusto. Cercò di cacciare da sè quel sentimento, rimise la foto al suo posto e richiuse il cassetto sospirando. Di nuovo cercò di pensare ad Axl. E di nuovo il suo cuore accelerò. Non poteva essere innamorata di due persone, era assurdo. Axl, si, era lui quello che voleva. Ma allora perchè ogni volta che le stava lontano non ne era più così tanto sicura, se non poi averne la matematica certezza nell'esatto momento in cui lo rivedeva e finiva tra le sue braccia? "Accidenti!" urlò alzandosi in piedi nervosa.


"Forse abbiamo esagerato"

"Non dire cazzate Sue! Le abbiamo solo detto quello che non si vuole sentir dire, per questo se l'è presa tanto"

"Ma lei è innamorata di Axl"

"Lo so, ma sono sicura che anche Duff  le piace, e sai una cosa? Preferirei di gran lunga che sviluppasse questa strada!"

"Si anche io... ma non possiamo forzare le cose"

"Tu credi? Prima o poi mi inventerò qualcosa..."

"Non lo so Perla, conosco Laurel e non l'ho mai vista così presa da un ragazzo. Axl le fa uno strano effetto, dubito che si stuferà di lui così facilmente"

"Già..." rispose Perla sedendosi sul letto accanto a Sue "Fa così incazzare! Se fosse stato il mio ragazzo a rotolarsi per terra sopra una sgallettata come quella lo avrei preso a calci nel sedere!"

"Non lo capisco proprio Axl... eppure credevo che fosse anche lui innamorato di Laury"

"Ma si che lo è... solo che non riesce a fare a meno di fare stronzate... è nella sua natura! Anzi, è nella natura di tutti i ragazzi, appena vedono un culo e un paio di tette facili non capiscono più niente!"

"Stai sempre parlando di Axl?"

"Ma certo!"

In quell'istante la porta della camera di Laurel si spalancò e la ragazza ne uscì di corsa afferrando la giacca che aveva abbandonato sul divano. Si era messa degli short di jeans e una maglietta, ai piedi le più comode All Stars.

"Dove stai andando a quest'ora?"

"Non è poi così tardi"

"Si invece! Dove vai?! Laurel! LAURY!!! Cazzo!" urlò Perla quando la ragazza uscì di tutta fretta dall'appartamento chiudendosi la porta alle spalle.

"Ma che le è preso?"

"Te lo dico io... sta andando sicuramente da Axl"


L'aria fuori era fresca ormai. Nelle strade li attorno pareva non esserci anima viva. Forse era meglio prendere un taxi, non era una cosa saggia farsela  piedi fino alla Hell's House. Solo doveva trovare un taxi a quell'ora. Si guardò indietro sperando che le ragazze non l'avessero seguita. Voleva passare la serata con il suo ragazzo, era chiedere troppo? Ne aveva bisogno. Axl contava per lei più di qualsiasi altra cosa. E poi così il pensiero di Duff sarebbe stato accantonato una buona volta in quella serata. Avrebbe dovuto farlo già da prima invece di dare retta a Perla e andarsene con loro. Aumentò il passo stringendosi le braccia attorno al petto. Niente taxi in vista. E stava camminando già da un po'. Iniziò ad avvertire uno spiacevole senso di disagio. Fuori dal campus per raggiungere il magazzino avrebbe dovuto passare da una zona della città non troppo per bene, fatta di viette isolate, bar e strip club. Proprio passando davanti ad uno di questi sentì dei fischi dietro di sè. Aumentò il passo cercando di non voltarsi, nemmeno quando udì un rombo di motore che si faceva sempre più vicino. Più di uno. Strizzò gli occhi e deglutì impedendosi di correre ma senza troppo successo.

"Hey bellezza!" urlò qualcuno. Altri fischi.

Aveva paura. Non avrebbe dovuto uscire a quell'ora della notte da sola, Perla aveva ragione di nuovo. Come avrebbe voluto in quell'istante trovarsi a casa, nel suo letto, al sicuro. Si arrestò di colpo tirando un grido strozzato quando due grosse Harley le bloccarono la strada.

"Ma dove corri, guarda che non ti mangiamo!" ridacchiò una voce che per un istante le parve famigliare.

Di lì a poco un'altra moto sopraggiunse fermandosi a pochi centimetri da lei. Il ragazzo che la guidava era biondo, con lunghi capelli lisci e i classici abiti da rockers. Le sorrise facendo vagare lo sguardo su tutto il suo corpo "Cosa ci fai in giro da sola di notte piccola? Lo sai che rischi brutti incontri?" gli altri due scoppiarono a ridere.

Abbandonarono le loro moto sui cavalletti e smontarono avvicinandosi al loro compare. Per un attimo fu tentata di girare le spalle e correre più veloce che poteva ma poi soffermò lo sguardo su uno dei due spilungoni arrivati... non le era nuova quella faccia, i lunghi capelli scuri cotonati, il naso sottile e le labbra riverse in un sorriso sghembo che a tratti sembrava persino gentile "Io... io ti ho già visto..." mormorò maledicendosi subito dopo 'Ma che fai stupida! Adesso ti metti a conversare? Vattene, corri!' sidisse.

Il ragazzo allargò maggiormente il suo sorriso "Bè certo, sono uno che non si dimentica babe"

"Allora? Vai da qualche parte o ti fai un giro con noi?" le disse di nuovo il biondo guardandola malizioso.

"No... io... devo andare" rispose cercando di andarsene.

"Ah ah ah..." il giovane moro le si piantò davanti impedendole di passare "avanti, non c'è fretta, fatti un giro con noi!"

"Smettila Tommy, è chiaro che con te non ci vuole venire... avanti tesoro, vieni da Vince..."

Tommy... ora ricordava! Quello era il ragazzo che aveva visto al concerto quella stessa sera! Sebastian aveva detto che era in una rock band famosa. Chiaro, ecco spiegati quei vestiti. E quelli dovevano essere i suoi compagni. Iniziava a non poterne più dei rockers che in quel periodo parevano invadere le strade di Los Angeles, tutti così terribilmente arroganti che credevano di avere per diritto tutte le ragazze ai loro piedi. Forse avrebbe dovuto dire che conosceva i Guns. Tra rockers ci sarà pur stato un po' di rispetto, una sorta di codice d’onore che impediva ai vari gruppi di importunare le ragazze degli altri "Eri al concerto dei Guns N’ Roses al Troubadour stasera, ti ho visto... sto andando da loro" azzardò cercando di apparire sicura. In realtà si sentiva una stupida.

"Ma ceeeeerto! Li ho visti stasera, sembrano proprio dei cazzoni, vanno forte! Ma tu quindi che sei, una specie di groupie? Potresti anche stare un po’ con non in tal caso, per una sera che ti cambia?!"

"Non sono una groupie!"

"No che non lo è... non ne ha proprio l'aria. Lasciamo perdere" quello che aveva parlato era un giovane alto e magrissimo, con una massa incolta di capelli cotonati e due profondi occhi verdi che nonostante il buio ben si notavano. Era rimasto in silenzio fino a quel momento, appoggiato al sellino della sua moto con le braccia incrociate. Sembrava una specie di zombie rockettaro con quelle occhiaie sotto agli occhi e bianco com'era.

"Non ci penso nemmeno" il biondo scese dall’Harley e allungò una mano sul viso di Laurel accarezzandolo languidamente con l'indice.

Ma la ragazza si ritrasse velocemente da quel contatto, suscitando le risate degli altri due "Niente da far Vince, non attacca con questa!" urlò Tommy "Oh cazzo..."

"E adesso che hai Tommy, ti si è smosciato l'uccello?"

"Woohooooo ma lo sai chi abbiamo qui, eh Vince bello? Ora mi ricordo di te!" disse circondandole le spalle con il braccio.

"Lasciami!"

"Buona piccola, siamo amici! Comunque, l'ho vista con il cantante, sapete credo proprio che sia la sua ragazza!"

"La ragazza di Axl Rose?" ripetè Vince guardandola "E' vero?"

Lei annuì appena "Si"

"Interessante... vedo che quella checca non manca di gusto... ma non posso dire lo stesso per te dolcezza"

"Sai, Vince ha la sindrome del cantante, quella che noi chiamiamo ‘Sindrome della prima donna’... tutta la possibile concorrenza gli sta in culo, compreso il tuo ragazzo!"

"Concorrenza quello? Stronzate..."

"Si ok, scusate... ora devo andare" tentò di nuovo.

"Non così in fretta. La ragazza di Axl Rose" ripetè Vince "guarda che coincidenza"

"Che vuoi fare Vince?"

"Ragazzi sapete che sono un gentiluomo" di nuovo i due mori scoppiarono a ridere "non vogliamo che un bella fanciulla indifesa giri da sola nella notte vero? Ti scorterò sana e salva al castello, o non mi chiamo più Vince Neil! Forza, monta dietro"

"No!"

"Muoviti ragazzina! Non vedo l'ora di vedere quel brutto uso del tuo ragazzo, cosa dirà quando ci vedrà arrivare insieme, eh?!"

"YAAAAHHHHIIIIII in sella belli, si va alla Hell's House!" urlò Tommy accendendo il motore della sua Harley e partendo a tutta velocità.

Nikki scosse la testa "Cerchi rissa Neil?"

"Paura Sixx?"

"Io? No, perchè dovrei? Tanto se la prenderanno con te, non con me..." e sghignazzando partì anche lui correndo dietro all'amico.

Vince afferrò di nuovo la ragazza per il braccio spingendola verso la sua moto "Muoviti"

"La smetti di stringermi così? Mi fai male!"

"Siamo delicate? Sali e non fare tante storie! Avrei anche potuto divertirmi sul serio con una come te, è un vero peccato che tu sia già... impegnata"

"Come se ti importasse" sbuffò lei salendo dietro al ragazzo.

"Infatti... sinceramente, non me ne frega un cazzo"


'Ma perchè mi caccio sempre in qualche casino!'pensava la ragazza mentre allacciata alla vita di quello spavaldo Vince, sfrecciava per le buie strade losangeline. Il vento le sferzava sulla pelle nuda delle gambe causandole la pelle d'oca, e i capelli le si muovevano nell'aria smossi dal vento come una frusta. Strinse di più la presa sul ragazzo chiudendo gli occhi quando questi fece un'improvvisa acellerata aumentando la velocità.

"Non potresti andare più piano?!" urlò, ricevendo come risposta solo una risata.

Axl si sarebbe incazzato da morire, ne era certa. E allora ci avrebbe pensato lui a togliere dalla faccia di quel tipo il suo sorriso ebete. Per non parlare di Slash, anche lui glie le avrebbe suonate di santa ragione. Mentre pensava a tutti  possibili modi per fargliela pagare, nemmeno si accorse che stavano ormai per arrivare al magazzino. Riconosceva la strada illuminata solo da vecchi lamponi, e si iniziava a sentire il casino di musica e gente classico delle feste post concerto dei ragazzi. Nulla di esagerato come quando erano soli però. Non poteva nemmeno vagamente immaginare il casino che facevano prima del loro arrivo, con gente di ogni tipo, tossici, prostitute e folli che vagavano dentro e fuori dalla Hell's House. Ora in confronto sembrava esserci una festa di scolarette.

Spensero i motori e subito Laurel scese di tutta fretta, ma di nuovo Tommy la bloccò prendendole la mano "Woooo... e andiamo, non continuare a scappare, guarda che ci divertiremo! E detto tra noi..." si abbassò vicino al suo orecchio per non permettere, probabilmente a Vince, di sentire "mi piacciono i tuoi amici, sono forti... diventeremo grandi amici. Vince è mestruato, per cui non farci troppo caso... e scommetto 10 a 1 che le prende anche stasera"

"Fanculo Tommy ti ho sentito!"

"Scherzavo Vince bello!"

"Andiamo..."


La musica a palla e la folla di gente, faceva sembrare il magazzino più un locale per sbandati che l'habitat di cinque ragazzi. Laurel vagò subito con lo sguardo in cerca di Axl. Notò invece Steven, appollaiato sul divano insieme ad Adry "Steven!" urlò inutilmente. Diede uno strattone a Tommy liberandosi dalla sua presa e corse verso il ragazzo "Steven!"

"Heeeeeey... Laurel?! E tu che ci fai qui?" chiese biascicando, aveva un'aria strana e devastata, era chiaro che si fosse fatto qualcosa.

"Cercavo Axl, l'hai visto?"

"No, ma... e questi?!"

"E voi che cazzo ci fate qui?!" urlò Adry con un sorriso non appena vide i tre raggiungere la ragazza "Tommy, Nikki! Ah... ci sei anche tu Vince..."

"E' sempre un piacere dolcezza"

"Adry, bellezza! Hey Steven! Amico, ti ricordi di noi?"

"Hemmm... ohhh si, Sixx! E tu... mmm... tu sei quello con l'uccello enorme! Si mi ricordo... i Motley cazzo! I Motley Crue alla Hell's House! Da matti!"

"Steven, Slash almeno è qui?"

"Starà scopando con Renèe da qualche parte"

"LAUREL!!!" la ragazza si voltò. Perla e Sue le corsero incontro. L'amica l'abbracciò, mentre la cugina la guardò con rimprovero "Ma che ti è saltato in mente?!"

"E voi come ci siete venute fin qui?"

"Abbiamo immaginato che volessi andare da Axl... così Perla si è fatta prestare l'auto da un ragazzo giù al campus e siamo corse qui, ma non ti abbiamo vista, dove ti eri cacciata?"

"Non te la sarai fatta a piedi spero! Ma dico, si matta?! Cosa dirò a tua madre e a tuo padre se ti succede qualcosa?!"

"Non è successo nulla, sto bene! E poi non sono venuta a piedi, mi hanno accompagnata loro..." rispose indicando i tre ragazzi come se fosse stata la cosa più sicura del mondo.

"Oh bè, allora questo mi fa stare molto più tranquilla!"

"Smettila Perla... ti devo ricordare che TU hai dato un passaggio a tre sconosciuti autostoppisti durante il viaggio per venire qui?!"

"No senti, smettila a me non lo dici! Mi hai fatto venire un colpo! E poi quei tre erano innocui... voi che avete da ridere?!"

Tommy indicò il generoso decoltè della giovane "Ma è tutta roba tua quella? No perchè hai un gran bel davanzale dolcezza..." Perla gli lanciò un tale sguardo che questi si schiarì la voce e quasi si ritrasse, temendo forse di venire preso a sberle.

Izzy arrivò, allacciando le braccia alla vita di Sue "Sta arrivando..." disse.

"Tu sei il chitarrista... ciao amico, bella festa!"

"Si... ci sono problemi?" domandò facendo passare lo sguardo tra i presenti.

"Nessun problema bello, vogliamo solo divertirci un po'... avete della birra? Ah ecco... sembra piscio..."

"Dov'è il vostro cantante?"

Izzy spostò lo sguardo sul biondo che aveva parlato "Non vogliamo problemi" rispose con il vago sentore che quel tipo cercasse rogne.

"Nemmeno io, sono solo venuto a porgergli i miei saluti. Da collega a collega..."

Da lontano Duff aveva seguito con sguardo sorpreso l'entrata nel magazzino di Laurel accompagnata da quei ragazzi. Scosse la testa. Certo che era una calamita per guai. Rimase immobile cercando di capire cosa stesse succedendo, ma la testa era ovattata dall'alcool e a mala pena si accorgeva di Linda che seduta a cavalcioni su di lui cercava disperatamente di ricevere le sue attenzioni. Solo quando vide Axl arrivare a grandi passi la scostò da sè alzandosi in piedi e raggiungendo il gruppo.

"Laury!"

"Axl!

"Che ci fai qui?"

"Bè... ho cambiato idea... non avrei dovuto andarmene"

Il rosso sorrise. Era una fortuna che non avesse fatto altre cazzate quella sera. Quell'improvvisata non se l'aspettava proprio, e avrebbe potuto costargli caro "Come ci sei arrivata, Perla e Sue ti stavano cercando"

La ragazza si voltò verso Vince indicandolo "Mi ci ha portata lui"

"Cosa?!"

"Non ho avuto molta scelta..."

Lo sguardo di Axl passò da Tommy e Nikki che se la ridevano bevendo della birra sul divano con Adry e Steven, al biondo che davanti a lui lo fissava con aria di sfida. Più volte gli era capitato durante i loro ultimi show di incrociare quello sguardo. E non gli piaceva... per niente "Vince Neil"

"Presente... dovresti ringraziarmi, se non era per me la tua bella a quest'ora si sarebbe trovata in guai seri. Dovresti educarla a dovere, non si gira per le strade di Los Angeles di notte... a meno che non si stanno cercando guai"

"Ti ha fatto qualcosa?"

"No"

"E' un bel bocconcino, tienitela stretta Rose"

"Vattene"

"Spero che scopi meglio di come canti, altrimenti molto presto la piccola potrebbe stufarsi di te"

Laurel vide i nervi tendersi sotto la pelle bianca del ragazzo. Izzy lasciò Sue per portarsi dietro ad Axl e Duff gettò a terra la sigaretta pronto a menar mani "Ti credi migliore di me?!"

"Non lo credo pel di carota, lo sono" ora anche Tommy, Nikki e Steven si erano bloccati ad osservare la scena.

Axl lo afferrò per la maglietta tirandolo a sè "Ripetilo se hai il coraggio, stronzo!"

"Mi hai capito checca... canti da schifo, e se proprio lo vuoi sapere la tua ragazza me la farei volentieri!"

"PEZZO DI MERDA!" urlò.

Vince si staccò da lui assestandogli un pugno dritto in faccia. Laurel e le ragazze sussultarono, ma nessuno dei ragazzi si mosse. Finchè Tommy e Nikki rimanevano al loro posto non si sarebbero intromessi, e i due non sembravano minimamente intenzionati a dar man forte al loro compare. Vince era senz'altro fisicamente più prestante di Axl, ma di un cosa non aveva tenuto conto... Axl Rose incazzato diventava una belva. In una frazione di secondo gli fu addosso, e sotto i suoi pugni furenti Vince cadde a terra riuscendo giusto a ribattere con qualche gancio.

"Axl basta, così lo ammazzi!" urlò Laurel avanzando verso i due. Una mano le si posò delicatamente sulla spalla. Si voltò, Duff  le fece un cenno di 'no' con la testa e la tirò indietro. Ormai li attorno si era raccolta una piccola folla che faceva il tifo per uno o per l'altro.

"Hey hey amico, così ci fai fuori il cantante!" urlò Tommy, che solo in quel momento decise di intervenire. Allora Izzy afferrò il rosso per le spalle e aiutato da Duff lo tirò via con forza.

"LASCIATEMI! TI AMMAZZO!"

"Smettila Axl, basta!

"NE HAI AVUTE ABBASTANZA EH?! STRONZO! FIGLIO DI PUTTANA, TI SPACCO IL CULO!"

Vince si tirò in piedi aiutato da Tommy, e si asciugò con il palmo della mano il sangue che gli colava dal labbro rotto "Brutto ragazzino di merda... mi ha rotto il labbro!"

"Lascia Vince, vuoi che te ne dia ancora?" lo sbeffeggiò Nikki che ancora non si era mosso dal divano.

"Fanculo Sixx! Tu..."  puntò minaccioso il dito verso Axl "Non finisce qui! Sei fottuto!"

"NON TI SONO BASTATE?! FATTI SOTTO ROTTO IN CULO!" se non fosse stato per Duff che lo teneva saldamente, gli si sarebbe scagliato di nuovo addosso.

"Andiamo Vince... Sixx alza il culo! Ci si vede ragazzi" salutò Tommy trascinando via il biondo che continuava a lanciarsi insulti con Axl.

Appena uscirono da lì tutti tirarono un sospiro di sollievo. Perla guardò Laurel "Picchia duro però, non pensavo..."

"Axl mi dispiace..." cercò di scusarsi mentre passava piano la mano sulla gota arrossata che di sicuro avrebbe dato vita ad un livido "Volevo solo venire qui"

"Non ti preoccupare, è solo un graffio... e quello la lezione se la ricorderà per un po'"

Izzy cercò di mandare via la gente, era stanco, e decisamente tutta quella gente attorno lo infastidiva, specie ora che Sue era presente "Forza via, la festa è finita..."

"ARRIVO! Che succede?! Chi grida?! Li ammazzo, picchio tuttii!!! Cosa... hey, ma dove sono finiti tutti? Dov’è la rissa?!"

I presenti si voltarono verso Slash, che a braghe abbassate e completamente svampito si guardava attorno con aria vaga "Slash, sei arrivato tardi amico..." gli disse Duff battendogli una pacca sulla spalla.

"No... cosa... aspè... cioè?!?!"

Perla alzò gli occhi al cielo... però uno sguardo al ragazzo lo diede eccome... sembrava messo bene là sotto 'Accidenti a lui...' pensò arrossendo.

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Capitolo 40
*** 40 ***


Laurel passò la notte con Axl, nella sua stanza al magazzino. Ormai erano li, la festa era finita... e il giorno dopo sarebbero iniziate le lezioni. Sue non aveva alcuna voglia di tornare al campus a quell'ora, così Izzy convinse Steven a trasferirsi per una sera in camera di Duff e Slash, in modo da avere la stanza libera.

"E io dove dormo?!" chiese Steven con una faccia da bimbo quando entrando in camera trovò Slash e Duff rispettivamente svaccati sui propri letti.

"Non qui di sicuro, mettiti per terra"

"Stai scherzando?!"

"Non fare la fighetta, tieni..." Duff gli lanciò un cuscino ed una coperta "E vedi di non russare"

"Non posso dormire per terra!"

"Nemmeno io" la voce di Perla che era spuntata nella stanza li fece voltare tutti e tre "Il vostro divano puzza di piscio, fate i gentiluomini per una volta..."

"Scordatelo, al massimo ti faccio un po' di posto nel mio letto, a patto che non allunghi le mani!" le rispose Slash.

"Non ci penso neanche a dormire con te!"

Duff guardò Slash impassibile alla richiesta della ragazza. Sbuffò alzandosi "Ho capito, puoi stare al mio posto"

"Grazie Duff, tu si che sei gentile, non come qualcuno!"

"E io???" urlò ancora Steven.

"Senti smettila di piagnucolare, o vai sul divano o per terra!" il biondo gli rubò dalle mani cuscino e coperta che lui steso gli aveva dato per poi sistemarsi a terra nello spazio tra i due letti.

"Non dormo in mezzo alla piscia, fammi spazio! E ridammi quella roba..." blaterò sdraiandosi al suo fianco e cercando spazio sotto la sua stessa coperta.

"Che froci"

"Fottiti Slash!"

"Steven potevi almeno lavarti  piedi!"

"Ma ho fatto la doccia tre giorni fa!"

"E non vomitare, hai bevuto come una spugna..."

"Io?! Senti chi parla! Vedi piuttosto tu di non pisciarti addosso con tutta quella birra che hai in corpo!"

"La smetti di fregarmi tutta la coperta?!"

"E tu tieni la testa lontano dal mio cuscino!"

"Guarda che questo è il MIO cuscino!"

"OHHHH! La smettete voi due, sto cercando di dormire!" urlò Slash sbuffando e voltando le spalle dall'altra parte.

I due tra uno spintone e l'altro cercarono di raggiungere un accordo equo, sotto lo sguardo divertito di Perla. E ci riuscirono, più o meno. Dopo pochi minuti l'unico rumore udibile nella stanza erano i loro profondi respiri e il ticchettio regolare del vecchio orologio appeso alla parete.


Era mattina quando Laurel aprì gli occhi, stretta ancora nell'abbraccio del rosso dietro di lei. La luce che filtrava dalla finestra mezza rotta le batteva dritta in faccia dandole fastidio. Guardò l'orologio... le 8... sbuffò staccandosi dal ragazzo di malavoglia e sedendosi sul letto. La mando di Axl svegliato dai suo movimenti, le accarezzò la schiena provocandole un brivido "E' presto, torna qui..." mormorò.

"Ho lezione, devo andare"

"Che palle... non puoi saltare per una volta?"

"E’ il primo giorno, non posso proprio!"

"Ok... a che ora finisci?"

"Pomeriggio, alle 4"

"Ti passo a prendere e ci facciamo un giro, voglio farti vedere una cosa"

"Va bene" rispose alzandosi e rimettendosi di malavoglia i vestiti "Ho bisogno di fare una doccia... vado  svegliare le ragazze" lo baciò sulle labbra e sorridendo lo lasciò nella stanza solo, ancor steso tra le coperte.
In punta di piedi si aggirò per il magazzino senza vedere nessuno "In quella stanza c'è Sue con Izzy... ma dov'è finita Perla?" si chiese a voce alta notando il divano vuoto. Camminò verso l'unica stanza rimasta, da cui proveniva un sommesso russare. Dovevano essere sicuramente li dentro, a meno che Perla se ne fosse tornata al campus. Cosa impossibile, non le avrebbe mai lasciate li da sole. Piano aprì la porta infilando la testa nello spiraglio che si era creato. Dovette tapparsi la bocca con una mano per non scoppiare a ridere svegliando tutti. Perla giaceva sul letto di destra, quello di Duff. Insieme a lei lo stesso biondo, Slash e Steven, tutti e tre lì sopra con lei. Come facevano a starci tutti quanti?! Slash se ne stava aggrappato alla ragazza da dietro, Duff era accoccolato al suo fianco e Steven accucciato in fondo al letto, raggomitolato in una posizione innaturale che le ricordava tanto quella che era solito prendere un gattino che aveva avuto tanto tempo prima, quando era ancora bambina. Entrò nella stanza avvicinandosi al bel quartetto. Slash e Steven russavano alla grande, mentre Duff dormiva con la bocca spalancata e il suo viso da bambino cresciuto. Allungò una mano toccando il braccio della cugina e scuotendola appena "Perla... svegliati, dobbiamo andare a lezione" sussurrò a voce bassa.

Perla mugugnò infastidita stropicciandosi gli occhi e cercando inutilmente di muoversi "Si, arrivo... ma che caldo pazzesco che fa qui dentro..." poi aprì gli occhi, e li vide... tutti li, in quel letto con lei. L'urlo che lanciò fu degno di record "Ma che cazzo ci fate tutti qui?!?!"

I ragazzi sobbalzarono guardandosi attorno smarriti. Tutti tranne Slash, che ancora addormentato strinse di più la stretta su di lei andando a stringerle un seno con la mano aperta. Laurel osservò il viso della cugina farsi di mille colori. Arrivato al tono rosso purpureo, la sua mano scattò dritta dritta sulla guancia del riccio, che stavolta si svegliò di colpo tirandosi a sedere "Che succede?! Cosa... hey!" si voltò a guardare i suoi amici e Perla al suo fianco "Che cazzo ci fate tutti nel mio letto?!"

"Nel MIO letto, vorrai dire!" specificò Duff incrociando le braccia al petto.

"Mio semmai! Me l'avevi concesso per questa notte ricordi?! Siete voi che vi ci siete infilati di nascosto, nessuno vi ha dato il permesso di farlo!"

"Bè sai... il pavimento non è poi così comodo Perla... e comunque io me ne sono stato qui in fondo buono buono... sono tutto incriccato" rispose Steven stiracchiandosi rumorosamente.

"Si, Steven ha ragione... scusa Perla, ma ci stavamo spaccando la schiena lì per terra" cercò di giustificarsi Duff.

"E tu?! Loro erano per terra, ma tu avevi un letto tutto per te!"

"Che vuoi, io non riesco a dormire da solo..." boffonchiò il riccio con aria imbronciata... quell'aria a cui Perla non sapeva resistere "Ma che mi hai fatto? Mi fa male la guancia... non è che ne hai approfittato?! Non avrai allungato le mani spero!"

"Cosa?! Questa poi!" Perla si alzò velocemente scavalcando il corpo di Duff e sistemandosi come meglio poteva "Andiamo Laury, vuoi arrivare in ritardo già il primo giorno per caso?"

"Ma infatti io ero venuta per..."

"Abbiamo lezione! Forzaaa! Dov'è Sue?! SUUUUUUE!!! Accidenti, non posso mai lasciarvi sole a voi due!" borbottò uscendo dalla stanza e picchiando con forza alla porta a fianco, dalla quale poco dopo ne uscì una Sue decisamente felice.

Laurel alzò le spalle "Ci vediamo ragazzi"

"Laury!" si voltò verso Slash che l'aveva chiamata "Attenta a chi ti scegli come compagno di banco"

"Attenta? Ma che stai dicendo Slash?"

"Li ho visti quei fighetti dell'università, e non mi piacciono! Fai la brava secchiona e mettiti in prima fila con Sue e Perla ok? Soprattutto Perla, perchè lei mi sembra una che ne capisce di delinquenti, insomma... saprà tenerti lontano dai guai proprio come farei io"

"Perla non è in corso con noi, te ne sei dimenticato? Se vuoi qualcuno che la tenga d'occhio non contare su di me!"

"Tenerla d'occhio?! Naaaaaa ma cosa vai a pensare?!"

"Ciao Slash..."

"Aspetta! LAUREEEEEEL! Ma merda!" poi si voltò verso i due amici rimasti con lui "Se scopro che stanotte ne avete approfittato anche solo per sfiorarla vi uccido!" urlò ai due prima di alzarsi e andarsene.


Poco dopo, quando ormai tutti i ragazzi erano già svegli e cazzeggiavano nel salone, qualcuno bussò alla porta. Quando Axl andò ad aprire si trovò davanti una donna alta e bionda, fasciata in un taileur blu sicuramente di alta moda, e in piedi su tacchi altissimi. Gli sorrise mostrando i denti bianchi e perfetti e allungò la mano verso di lui "Sono Tanya Anderson della Chrisalis. Tu devi esser Axl Rose"

Il rosso la squadrò da capo a piedi, poi decise di rispondere alla sua stretta "Si, sono io"

"Piacere mio Axl... posso entrare? Ci sono anche i tuoi amici?"

"Se sei venuta a far festa sei arrivata tardi... era ieri sera"

Lei rise tirata "No, nessuna festa... la Chrisalis è una casa discografica prestigiosa Axl, sono qui per farvi una proposta"

"Che tipo di proposta?"

"AAAAXL, CHI CAZZO E'?" urlò Slash da dentro.

"UNA CHE VI VUOLE FARE UNA PROPOSTA"

"SE E' UNA COSA DI SESSO ACCETTA! SEMPRE CHE NE VALGA LA PENA!"

Axl sorrise tornando a guardare la donna "Si, direi che ne vale..." mormorò malizioso.

Lei alzò gli occhi al cielo indispettita "Allora? Mi fai entrare?"

"Prego..."

Quando entrò nel magazzino davanti ad Axl, i ragazzi ammutolirono fissandola con sorpresa "Oh cazzo... e questa da dove spunta?" chiese Steven abbassando i Ray-Ban sul naso per guardarla meglio.

"E' quella della proposta? Mi piace! Sono tutto orecchie e pisello babe!" si gasò Slash.

"Axl chi è questa bella signora?" domandò invece Izzy assumendo il suo solito tono pacato e gentile.

"Tanya qualcosa, della Chrisalis"

"Tanya Anderson... sono un impresario della casa discografica Chrisalis, e sono venuta qui per farvi una proposta"

"Ingegnoso da parte loro mandarci una bella donna..."

"Non è per il mio aspetto che sono qui. Vi interessa sentire ciò che ho da dirvi?"

"Ma certo, accomodati!" disse Axl portandole una sedia sgangherata "attenta al legno, non vorrei che ti si rompessero i collant"

Quel tipo la innervosiva... affascinante si, ma un vero stronzo! Si sedette facendo ben attenzione ad accavallare le gambe per mostrare le lunghe e perfette gambe. Le avevano detto della loro passione per le belle ragazze, ed erano convinti che mandando lei avrebbero ottenuto ciò che volevano. Tanya non era un’impresaria... contava zero alla Chrislis, era una semplice assistente. Ma era attraente, e quindi perfetta per quello scopo. Damon ci aveva visto giusto. Ora che la Geffen si era interessata a loro e la voce si era sparsa, anche le altre case discografiche puntavano ad attirarli nelle loro reti. Dopo tutto tutti conoscevano Alan Niven, se lui voleva investire su qualcuno allora doveva valerne davvero la pena "Alcuni dei nostri talent scuot vi hanno sentito suonare spesso ultimamente, e ne sono rimasti piacevolmente colpiti"

"Certo!" esclamò Steven.

"Ovvio" precisò Duff.

"Stiamo puntando sui giovani talenti nascenti, e siamo convinti che piacerete molto al pubblico... perciò ho qui un piccolo contratto da proporvi. Non è nulla di grande, solo per iniziare... ma vi assicuro che se deciderete di firmare con noi, sfonderete prestissimo!" disse allungando al rosso dei fogli.

"mmm" disse lui sfogliandoli velocemente "E scommetto che tutto questo interesse nei nostri confronti non ha nulla a che fare con la Geffen"

"La Geffen è solo arrivata prima... non fidatevi troppo di chi vi promette soldi facile e successo lampo"

"E tu cosa ci prometti?" le chiese Duff sporgendosi verso di lei e sorridendo "Non sei venuta forse per proporci soldi e successo, proprio come loro?"

"Si ma..."

"Facciamo una cosa dolcezza" riprese la parola il rosso "tu cammina nuda per il Sunset Boulevard e noi firmiamo con la Chrisalis"

I ragazzi scoppiarono a ridere. La faccia di lei passò dallo scioccato, all'imbarazzato all'offeso "Cosa?!"

"Prendere o lasciare" sorrise il rosso ripassandole le carte.

"Axl ha parlato piccola!"

"Nuda! Nuda!" fece eco Slash ridendo.

La donna afferrò i fogli indispettita e si alzò dalla sedia avvampando "Non contateci troppo"

"Bè, tu hai detto che siamo un buon investimento tesoro, non io"

"Se cambiate idea questo è il mio numero" aggiunse lasciando sulla sedia un biglietto da visita e camminando veloce verso la porta.

Steven fischiò. Axl le urlò dietro prima di vederla sparire dal magazzino "Se entro questo fine settimana non lo farai puoi dire addio ai Guns n’ Roses bellezza!" altre risate.

***

Pochi istanti dopo il telefono dell’ufficio di Niven prese a squillare...

"Qui è l’ufficio di Alan Niven, chi parla?" rispose la segretaria dell’uomo.

"Sono Axl Rose, ho bisogno di parlare con Alan"

"Un attimo solo perfavore"

"Pronto?"

"Hey Alan! Sono Axl, Axl Rose"

"Si lo so... allora Axl, mi chiami forse per quella proposta? Ci avete pensato?"

"Non proprio"

"Ah... e allora?"

"Ho fatto una cazzata... senti amico, abbiamo detto a quella tizia della Chrisalis che se avesse camminato nuda per Sunset Boulevard fuori dal suo ufficio entro il fine settimana avremmo firmato il contratto con lei"

"Cosa... COSA AVETE FATTO?!?! Ma siete forse impazziti voi altri?!"

"Non pensavamo certo che accettasse..."

"Vuoi scherzare!" l’uomo si alzò precipitandosi alla finestra guardando giù lungo il Sunset. Gli uffici della Chrisalis erano proprio di fronte a quelli della Geffen "La Chrisalis poi... sentimi bene ragazzo, non mi piacciono questi giochetti! Ora firmate quel contratto e me lo riportate d’accordo? Cosa volete, più soldi? O cosa?!"

"Ma niente Alan, volevamo solo giocare un po’"

"Giocare un po’?! Ma che intenzioni avete?!"

"Niente... dobbiamo solo aspettare"

"Come sarebbe?"

"Ci sentiamo Alan"

"No, aspetta! Rose?! ROOOSE!!! Cazzo!" urlò sbattendo il ricevitore e asciugandosi il sudore che gli aveva imperlinato la fronte "Questi mi porteranno nella tomba se continuano così..." e di nuovo gettò l’occhio oltre la finestra, sperando con tutto sè stesso di non vedere mai una ragazza nuda passeggiare per la strada.

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Capitolo 41
*** 41 ***


Era già da un ora che se ne stava li fuori. Continuava a guardarsi in giro scocciato sbuffando ad ogni minuto che passava. E per di più si doveva sopportare gli sguardi straniti e talvolta ostili di quei damerini universitari che gli passavano accanto squadrandolo. Poi eccola... Laurel era appena uscita dall'ingresso principale, bella e sorridente come sempre. Teneva i libri stretti tra le braccia, accanto a lei c'era Sue e con loro due di quei ragazzi che aveva visto giorni prima. Dylan, il surfista con cui Duff aveva fatto amicizia, e un altro di cui non ricordava il nome. Sorridevano e scherzavano con lei anche troppo per i suoi gusti. Quando poi quel Dylan mise amichevolmente un braccio attorno al collo della sua ragazza, gettò stizzito a terra la sigaretta e si incamminò verso di loro a grandi passi.


"Davvero?"

"Si... e datemi retta, non mettetevi mai in prima fila durante le sue lezioni, ha il brutto vizio di sputacchiare e fare la doccia a tutti quelli che gli capitano davanti!" rise Dylan illustrando alle due nuove arrivate le caratteristiche più assurde di ognuno dei loro docenti.

"Laurel c'è Axl!" la informò Sue vedendo arrivare il ragazzo "Che faccia scura..."

Dylan tolse automaticamente il braccio, e Laurel si illuminò in un gran sorriso "Scusate" disse staccandosi dal gruppo per andargli incontro. Gli gettò le braccia al collo dandogli un lieve bacio sulla guancia "Ciao!"

"Ciao" rispose lui cupo.

"Qualcosa non va?"

"No tutto bene... quelli devono proprio starti così addosso?"

La giovane sbuffò "Axl ti prego, non incominciare"

"Si ok... andiamocene" aggiunse prendendola per il polso e tirandola.

"Aspetta! Non li ho ne nemmeno salutati!"

"Che importa? Dai muoviti!"

Allora si voltò verso di loro alzando il braccio in segno di saluto "Sue ci vediamo a casa!" urlò all'amica che di risposta le fece un cenno di assenso col capo. Eccolo di nuovo, Axl Rose aveva fatto la sua sceneggiata... Sue iniziava a trovarlo patetico, e anche piuttosto fuori luogo.

Alzò le spalle tornando a rivolgersi ai ragazzi "Che ne dite di venire con me da Izzy? Lavora in un negozio di dischi, mi piacerebbe farvelo conoscere!" chiese sorridente.

"Perchè no! Andiamo Brandon" sorrise Dylan seguendo la ragazza con l'amico.


Axl la trascinò via dal campus di tutta fretta, come se portarla via da qual posto lo facesse stare meglio... proprio non sopportava di vederla scherzare con qualcun altro. Quei ragazzi le stavano fin troppo addosso, e lei era sua.

"Axl fermati!" lo pregò "Ma dove mi stai portando?!"

"Tra poco vedrai" rispose secco.

"Perchè fai così ogni volta?!

"Perchè quelli ti hanno messo gli occhi addosso, e la cosa mi fa incazzare! E poi ero li ad aspettarti da un ora! Avevi detto alle 4, e sono già le 5..."

"Dovevo sbrigare delle questioni in segreteria, scusa sai, ma non mi stavo divertendo!" il rosso accelerò il passo "Sei insopportabile quando fai l'isterico!" Axl si bloccò di botto voltandosi a guardarla... per un attimo gli sembrò spaventata. Era rossa in viso e i capelli le ricadevano sulle spalle selvaggi e disordinati... era così bella.... con impeto le prese il volto tra le mani baciandola con foga. Voleva sentirla, voleva stringerla, voleva che lei fosse sua, e di nessun altro. Quando si staccò le labbra di Laurel erano rosse e gonfie per il contatto e i suoi occhi lucidi... muta lo guardava senza capire, ma allo stesso tempo completamente persa negli occhi di quel ragazzo che mai sarebbe riuscita a comprendere del tutto "Cosa... cosa significa?"

"Lo sai cosa significa... vieni ora, siamo quasi arrivati" disse riprendendole la mano con più dolcezza e camminando lentamente tirandola al suo fianco in silenzio. Si arrestò dopo pochi minuti di fronte ad un grande edificio in mattoni rossi con una bella scalinata d'ingresso e degli archi sulle facciate. Laurel fece scorrere il suo sguardo li attorno.... aprì la bocca senza emettere alcun suono non appena lesse la targa sul grande portone in vetro "Senza parole piccola?"

"Io... è... è l'Accademia di danza e balletto di Los Angeles... qui sai che hanno studiato alcuni tra i migliori artisti di Broadway?! Non sapevo che fosse così vicina, è magnifico!"

"Bene... andiamo" con decisione di nuovo la tirò sulle scale.

"No aspetta! Dove vai?! Perchè mi hai portata qui?"

Il rosso sorrise "Tu vuoi ballare no? Qui potrai farlo"

"Cosa?! No aspetta... ma che ti è venuto in mente?!"

"Senti guarda che a me non la dai a bere... non credo che tu davvero voglia fare la maestrina ai marmocchi pisciosi per tutta la vita... ti ho vista quella sera al saggio... tu vuoi ballare, e sei brava... quindi tu devi ballare, e lo farai"

"Ma Axl! Io..." sospirò. In cuor suo sapeva che aveva ragione. Si era sempre vista come insegnante, le piacevano i bambini, e aveva sempre pensato che diventare maestra era la cosa migliore che potesse fare. Ma ballare... era iniziato tutto così per gioco quando ancora era molto piccola, e pian piano si era trasformata in un vera passione. Ballare era un sogno, un sogno che non credeva possibile diventasse reale. Ma perchè no? Perchè non poteva farlo? Poteva fare entrambe le cose dopotutto. E Axl le aveva appena indicato la strada... ecco che come sempre ogni volta che si dimostrava stronzo e odioso nei suoi confronti, sapeva farsi perdonare con un grande gesto... un gesto che gli veniva dal cuore "Grazie" si limitò a dire baciandogli dolcemente le labbra.

"Dai entra, devi iscriverti alle selezioni per i prossimi corsi... mi sono già informato, hai la prova tra due settimane"

"Solo due settimane?!"

"E' poco?"

"Si cavolo! Devo preparare qualcosa e..."

"Sccch... senti sei bravissima ok? Andrai su quel palco, ballerai una cosa a caso e ti prenderanno"

"Non è così semplice"

"Bè se non ti prenderanno è perchè non capiscono un cazzo... e io gli spaccherò il culo"

"Smettila" rise baciandolo di nuovo "allora io vado... torno subito"

"Non mi muovo"


***


Slash camminava spedito per il marciapiede senza curarsi di nessuno. Aveva intenzione di fare quello che aveva in mente e non sarebbe tornato indietro. Aveva fatto un salto da Renèe, l'aveva accompagnata ad un servizio fotografico e poi era corso via dritto in quel bar dove aveva visto Axl ed Erin. Voleva capire... e siccome Axl mai glie ne avrebbe dato modo, allora aveva deciso di fare di testa sua.
Quando riconobbe il locale all'angolo entrò senza nemmeno e si ricolse direttamente alla signora paffuta dietro al banco "Hey non è che sai dirmi dove posso trovare quella bella ragazza con i capelli lunghi e castani che stava qui l'altro giorno con un tipo da capelli rossi e..."

"Anzitutto buongiorno giovanotto" lo interruppe lei acida.

"Ah si... scusa hem... buongiorno! Non è che sai dirmi dove..."

"Si ho capito! Mi ricordo di quel ragazzo... lei viene qui spesso, ma a te che importa scusa?"

"Bè... è una mia vecchia amica... vorrei salutarla ma non so dove trovarla" mentì.

La donna alzò un sopracciglio perplessa squadrando il riccio "Ah si? E chi mi dice che non sei un malfattore? Erin è una brava ragazza, non sono così sicura di volerti dire dove trovarla. Non mi piace la tua faccia!"

"Un malfattore?! IO?!?! No dico, scherza vero? Ma mi ha visto bene???" ammiccò sfoggiando la faccia più tenera e coccolosa che mai gli era venuta ‘ma poi si è vista questa? Sembra un maiale con la parrucca!’pensò mordendosi la lingua.

"mmm... in effetti... sei strambo forte ma non mi sembri pericoloso..."

"No che non lo sono!"

"Non lo so..."

"Dai andiamo per favore! Ti faccio un autografo ok?"

"E cosa me ne faccio?!"

"Sono un musicista, diventerò famoso! Un giorno il mio autografo potrebbe valere moltissimo!"

"Senti bello... facciamo che ti dico dove sta e te ne vai... ho da fare io"

"Mi sta bene! Allora?"

"Erin lavora al negozio di Doris, è sua zia... gira l'angolo è la boutique dopo la profumeria, non ti puoi sbagliare"

"Bene, ci si vede!"

"Prego!"

"Come?"

"Sbaglio o ho sentito un 'grazie signora è stata molo gentile'?!"

"Si si certo! Grazie eh! Ci si vede!"


"Erin"

"Dimmi zia"

"Chiama la polizia, c'è un tipo strano qui fuori che e continua a guardare dentro con aria sospetta! Non vorrei che fosse un ladro!"

"Davvero?"

"Si... ahhh! Guarda! Eccolo di nuovo!"

La giovane si voltò... la riconobbe subito quella nuvola di ricci scuri, non poteva essere che lui. Sorpresa da quella presenza inaspettata si coprì la bocca con le mani  "Accidenti!"

"Cosa c’è Erin?!"

"Lascia perdere zia, non è un ladro"

"Tu conosci quel soggetto?!"

"Si... è un vecchio amico di..."

"Si Seattle si.. come quell'altro bell’imbusto con i capelli rossi? Brutta gente Erin, brutta gente davvero!"

"Per favore non iniziare... torno subito"

"Digli di girare al largo da qui, mi fa scappare tutte le clienti!"

Erin uscì. Eccolo, era proprio lui. Lo chiamò sorprendendolo e facendolo sobbalzare "Slash!"

Il ragazzo si voltò di scatto assumendo una finta aria innocente "Oh... heeeey! Erin! Che sorpresa! Ma che ci fai tu qui?! Guarda un po' il caso... hemmm..."

"Smettila di fingere, non ti riesce proprio! Lo sapevi benissimo che mi avresti trovata qui... che sei venuto a fare?"

"Ah bè... no ma grazie, bel modo di accogliere gli amici! Che cazzo..."

Erin sbuffò divertita. Aveva dimenticato quando Slash riuscisse ad essere buffo in ogni situazione "Certo, una visita... comunque mi fa piacere rivederti, sul serio.. solo che non mi aspettavo che tu venissi qui" disse abbracciandolo e dandogli un bacio sulla guancia per staccarsi subito.

"Sai passavo... ho saputo... che tu e Axl vi siete visti e così..."

"Ecco perchè sei venuto, avrei dovuto capirlo"

"Senti scusa dai, voglio solo capire d'accordo? Lo sai quanti casini può combinare quella testa di cazzo anche senza volerlo, voglio solo accertarmi che tra di voi... che non... insomma..."

"Cosa Slash? E' per quella ragazza? La nuova ragazza di Axl?"

"E' che... sai io ci tengo a lei... come amico intendo. E non voglio che soffra a causa sua... sul serio Erin" disse improvvisamente serio "Che intenzioni avete voi due?"

La ragazza si strinse le braccia al petto guardando altrove. Quella conversazione non le piaceva per nulla... anche perchè non era certa che a Slash sarebbe piaciuta la risposta che lei avrebbe potuto dargli. Axl le piaceva ancora? Si. Nonostante tutto. Voleva riallacciare un rapporto con lui? Non lo sapeva. Ma non avrebbe smesso di frequentarlo, a meno che fosse stato lui stesso a volerlo "Non sono fatti tuoi, davvero... io e Axl ci siamo lasciati più di un anno fa... siamo amici. E siamo liberi di frequentarci se ne abbiamo voglia. Fine dell'interrogatorio" tagliò corto voltandosi per rientrare.

"Aspetta! Erin..."

"Vattene Slash, e basta appostamenti! La prossima volta mi zia chiamerà sul serio la polizia"

"Erin!" ma la giovane era già rientrata, lasciandolo li senza alcuna risposta soddisfacente "Merda! Possibile che ce n’è sempre una?! Adesso ci manca solo che spifferi tutto ad Axl, sai come si incazza quello?!" borbottò tra sè incamminandosi di nuovo sulla via del ritorno. Quando qualcosa i una vetrina attirò la sua attenzione facendogli improvvisamente scordare tutto il resto... era un negozio di musica, non molto grande ma aveva della bella roba. Più volte ci aveva già buttato l'occhio... ma quella non l'aveva mai vista. Doveva essere nuova... ed era perfetta. Rimase per interi minuti appiccicato col naso al vetro incantato davanti a quella che sembrava proprio essere la chitarra giusta per lui. Era una Gibson Les Paul 87 di un bel colore dorato sfumato. Era li davanti a lui e sembrava guardarlo pregandolo di prenderla tra le sue mani. Era quella giusta... e doveva essere sua.


***


Nel frattempo qualcuno continuava il suo angoscioso appostamento alla finestra del proprio ufficio nella speranza di non vedere mai quella donna uscire nuda dagli studi della Chrisalis e camminare per tutta la Boulevard come mamma l'aveva fatta. Quei ragazzi avevano talento da vendere, ne era certo, ma gli avrebbero anche portato un mucchio di guai.

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Capitolo 42
*** 42 ***


Slash proprio non ci dormiva per quella chitarra. Aveva passato quei giorni a contare e ricontare i soldi che aveva messo da parte in tutto quel tempo... ma nulla. Mancava sempre qualcosa per raggiungere la cifra di cui aveva bisogno "Merda!" sbuffò rimettendo il malloppo nel suo nascondiglio dopo aver rifatto i conti per l'ennesima volta "Ne ho bisogno di più, invece sono sempre di meno!"

"Con chi stai parlando Slasher?" chiese Duff entrando in camera e gettandosi a peso morto sul letto "Allora, che stavi blaterando?"

"Uhm niente... è solo che vorrei una cosa ma non posso permettermela, tutto qui"

Il biondo ghignò portandosi le braccia dietro al capo "Siamo in due... storie di donne? O si tratta di altro?"

"Donne? Naaa, quelle ne ho finchè ne voglio... è un'altra cosa Duff, è..." si guardò in giro sospettoso prima di alzarsi e chiudere la porta, sedendosi poi sul letto dell'amico "a te lo voglio dire, sei mio amico no?"

"Cosa? Mi devo preoccupare?"

"No no... bè, man ho visto la chitarra più bella del mondo... la MIA chitarra, capisci? E' magnifica, una vera figata! E sembra fatta apposta per me!"

"mmm... ok... e cos'è un segreto scusa? Apri quella porta, si schiatta di caldo qui dentro!"

"No è che non mi va che lo sappiano gli altri sai... è una cosa molto personale"

"Personale?"

"Si! Ma scusa, per te il basso non è come una ragazza? Non la vorresti condividere con nessuno no? Perchè è speciale... ecco, è proprio così!"

"Ok ok... e qual'è il problema? Compratela, hai messo da parte un mucchio di dollari in questi mesi o sbaglio?"

"Non abbastanza Duff... costa troppo, è una Les Paul originale, un pezzo unico! Hai idea di quanto possa costare un affare del genere? Mi ci vuole almeno il doppio dei soldi che ho, è impossibile"

"Certo che se ne spendessi meno in roba e alcool..."

"Ma dovrò pur vivere in qualche modo no?" rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo "Devo fare qualcosa..." rimase un po' zitto a pensare... quando il suo sguardo si posò di nuovo sull'amico.

"Perchè mi guardi così?" domadò Duff sospettoso "A no... no no!" continuò quando capì cosa stava passando nella mente del riccio "Caschi male Slash, io non ho un dollaro!"

"Eddai Duff, avrai pure messo da parte qualcosa!"

"No! Cioè si... ma è poco! Non ti basterebbe comunque... e poi ho anche io le mie spese, no Slash... non se ne parla"

"Ahhh bell'amico davvero!" borbottò incrociando le braccia la petto e sbuffando come una locomotiva.

"Sai cosa ci vorrebbe? Che firmassimo quel cazzo di contratto... non capisco cosa stiamo aspettando, è un buon contratto, no? Arriverebbero dei soldi in anticipo e tu potresti comprare la tua Gibson"

Slash saltò in piedi smosso da un nuova speranza "Hai ragione! Cazzo, non ci avevo pensato! Duff... sei un fottuto genio!"

"Oh bè, grazie..."

"Dobbiamo parlare con gli altri, voglio quei soldi e voglio la mia chitarra! AAAAAAAAAXL!!!" urlò uscendo dalla stanza trascinandosi dietro il povero Duff.

"Mi vuoi lasciare?! Cammino anche da solo cazzo!" si lamentò il biondo.

"AAAAAAAXL! Ma dove cazzo è sempre! A..."

"Slash, sono qui, sono sempre stato qui!" scattò il rosso alzandosi dal divano sul quale era sdraiato "Ti piace urlare il mio nome o cosa?"

"Ah eccoti... bè non ti avevo visto, stai li nascosto mimetizzato con l'arredamento!"

Axl guardò Duff interrogativo. A volte non riusciva proprio a capire se Slash ci era o cosa... il biondo alzò le spalle e si accese una sigaretta "Allora?" domandò il rosso spalancando le braccia spazientito.

"Senti stavo pensando... ma questo contratto? Lo firmiamo, no? Cosa stiamo aspettando?"

"Eravamo tutti d'accordo no? Certo che si firma, quello scherzetto a Niven l'abbiamo fatto solo per mettergli un po' di pepe al culo"

"Bene" assentì Duff sbuffando una densa boccata di fumo "allora prima si fa meglio è, Axl non tiriamo tropo la corda con quella gente"

"Sono d'accordo! Prima firmiamo, prima sganciano l'anticipo e prima lei sarà nelle mie mani!"

"Lei chi?" chiese Axl.

"Nessuno!" si affrettò a rispondere Slash.

Duff sbuffò scuotendo la testa. Proprio non capiva tutto quel segreto, era solo una chitarra! Ok, non una qualsiasi, ma perchè fare così il misterioso? Ma era Slash, di che si stupiva "Axl, che ne dici?"

"Dico che stasera firmeremo quei fogli, e domani porterò io stesso il contratto a Brixx"

"Perchè non mandarlo direttamente alla Geffen?"

"Non mi fido troppo di quelli, Brixx è stato il primo a darci una mano, preferisco portarlo a lui" spiegò. Certo non poteva dire qual'era il vero motivo per cui voleva a tutti i costi consegnarlo direttamente a lui.

"Come ti pare, basta che concludiamo" Duff spense la sigaretta e si gettò sul divano accendendo la Tv... rotta. Buttò il telecomando al suo fianco sbuffando e gettando il capo all'indietro "Ah fanculo! Prima o poi non avremo più di questi problemi, voglio un megaschermo a colori e una fornitura di birra 24 ore su 24!"

Axl rise. Si, prima o poi avrebbe avuto tutto quello, e anche di più. Ne era certo.


Quella sera stessa, tutti attorno al tavolo davanti a delle lattine di birra e ad un cartone di pizza che si dovevano dividere in cinque, i ragazzi posero le loro firme su quello che gli avrebbe assicurato il futuro... il loro primo contratto. I Guns N' Roses erano arruolati. Festeggiarono fino a notte fonda in quel magazzino, solo loro, come ai vecchi tempi. E così stesi dall'alcool, dall'euforia e anche da qualcosa in più, si addormentarono chi sul divano, chi sul pavimento o in un letto che non gli apparteneva, certi che d'ora in poi le cose per loro sarebbero andate molto meglio.


Duff si alzò a mattinata inoltrata. Sentiva la testa pesargli e un saporaccio amaro in bocca dovuto senza dubbio a tutto l'alcool che si era scolato la sera prima. Slash non era nel suo letto. Probabilmente si era addormentato chissà dove. Si alzò piano per evitare giramenti di testa e cautamente uscì dalla stanza diretto al bagno. Un raggio di luce lo colpì in pieno volo facendogli immediatamente chiudere gli occhi doloranti. Aprì la porta del piccolo e unico bagno del magazzino trattenendo a stento un conato "Ma che puzza, cos.... oh cazzo! Che schifo!" urlò richiudendo immediatamente la porta e cercando di respirare. Steven era collassato sul wc dopo aver vomitato e probabilmente anche fatto altro senza ovviamente ripulire. Sospirò facendosi forza ed entrò di nuovo "Steven! Hey Steven!" urlò scrollando l'amico con il piede senza avvicinarsi troppo.

"mmmmm" mugugnò il biondo "lasciami dormire nonna, è presto... ho sonno..."

"Andiamo bene! Prima Slash poi Steven, perchè mi devono scambiare tutti per loro nonna?! STEEEEEEEEEEEEVEN!!!" urlò più forte facendo sobbalzare l'amico che si ridestò di colpo.

"Si! Cosa?! Oh... Sei tu Duff... non urlare, mi fa male la testa..." disse massaggiandosi il capo.

"Non urlare? Senti mi hai chiamato nonna! E comunque ripulisci questo posto, devo pisciare! E non ho nessuna intenzione di farlo con tutta questa puzza!"

Steven si guardò in giro... aveva fatto proprio un bel casino "Sei una fighetta McKagan"

"Fighetta un cazzo!" sbottò uscendo da lì sbattendo la porta "Fanculo..." brontolò.

"Il buongiorno si vede dal mattino! Ciao Duff" lo salutò un Axl apparentemente in splendida forma. Non riusciva a capire come faceva a riprendersi così velocemente ogni volta.

"Si appunto... bella giornata di merda..."

"Che succede? Dormito male?"

"Perchè non entri in quello schifo di cesso? Così ti levi dalla faccia quel sorriso da idiota!"

"Hey datti una calmata!"

"Si certo..." la cucina era un vero casino. Come tutto il resto ovviamente. Se non altro era rimasto del caffè. Se ne versò una tazza e si mise a sorseggiarla mesto seduto su una delle sedie mezze rotte attorno al tavolo sommerso dagli avanzi di cibo e dai cartoni delle pizze e del ristorante cinese vecchi di giorni. O settimane forse.

Axl si versò del caffè e gli si sedette di fronte osservandolo. Quando Duff si alzava storto era un vero casino, rimaneva di malumore per tutto il giorno, ma forse quella volta sarebbe riuscito a risollevargli il morale. Generoso da parte sua ciò che aveva pensato. In realtà aveva in mente ben altro "Comunque si, quel cesso... è davvero un cesso..." si limitò a dire.

"Dovremmo dare una pulita ogni tanto, no?"

"Accidenti, è più grave di quel che pensavo... che ti prende man? Non sarà solo perchè la casa è sporca e Steven ha ridotto il bagno una vera merda?"

Sbuffò "Lascia perdere" disse alzandosi e andando nel salotto. Prese il suo basso dal piedistallo dove l'aveva lasciato il giorno prima e si sedette sul divano tirando le corde e lucidando il manico. Lui si che gli dava soddisfazione "Dove sono tutti?"

"Izzy è al negozio e Slash è uscito piuttosto presto anche oggi... non è che tu sai cosa nasconde?" rispose Axl raggiungendolo.

"No"

"Che sarebbe un 'si ma non te lo posso dire'..."

"Come ti pare Axl... senti ho fame, non abbiamo niente qui. E poi devo andare al bagno, ad un vero bagno... andiamo da Macy?"

"Perchè no! POPCORN MUOVITI! SI VA  MANGIARE!" urlò.

"Quello non si muove finchè non ha pulito!" puntualizzò Duff.

"Eccomi! Hey ho pulito, sul serio! Si mangia?!" Steven arrivò tirandosi su i pantaloni e con il suo solito sorriso sulle labbra.

A Duff scappò un sorriso. Per quanto potesse essere arrabbiato ogni volta vedere quel sorrisone gli ridava un po' di buonumore "Guarda che controllo Adler!" disse al ragazzo puntandogli l'indice addosso.

"Accomodati, è lindo e splendente!"

Axl battè una mano sulla spalla di Steven "Andiamo Adler, Duff ci vediamo da Macy, io intanto faccio una telefonata"

"Si ok... mi vesto e arrivo" disse posando il basso e tornando in camera per mettersi addosso qualcosa di pulito, ammesso che fosse riuscito a trovare qualcosa.


Axl e Steven arrivarono alla tavola calda. Ad accoglierli come sempre una raggiante Macy che gli fece l’occhiolino e subito portò loro dell’acqua fresca e del pane, in attesa delle ordinazioni. Si era rifiutata di servire alcool a quei ragazzi, ma a loro stava bene così. Riuscivano a scroccare da lei più cibo che da chiunque altro. Era un brava donna, e ci si erano ormai affezionati. Axl le si avvicinò sporgendosi dal bancone "Hey Macy, mi fai fare una telefonata?"

"Fammi indovinare Axl, sei senza spiccioli?"

"Indovinato... per favore..." disse facendole quegli occhi dolci a cui lei non riusciva mai a dire di no.

"Ah... ma che avete voi ragazzi per fregarmi ogni vota? Vai muoviti, ma non starci troppo tempo. Il capo conta gli scatti!"

"Grazie!" si affrettò a dire per poi sparire sul retro e comporre un numero di telefono di Damon.

"Pronto..." rispose il ragazzo con la voce ancora impasta dal sonno.

"Day, sono Axl"

"Axl... ma che cazzo di ore sono?"

"E' tardi, hai fatto le ore piccole ieri sera?"

"Oh si, sapessi... me ne sono fatta una che ho rimorchiato al Rainbow, dovresti vederla, uno schianto! Ma... scusa perchè mi hai chiamato?"

"Ho bisogno un favore... tu sai dove abita Brixx, giusto?"

"Si, certo"

"Hai da fare diciamo... tra un paio d'ore?"

"Dipende... cosa dovrei fare?"

"Dobbiamo portargli il contratto firmato, ma vogliamo consegnarlo direttamente a lui... potresti accompagnarci?"

"Si... si certo, ma perchè non lo mandate direttamente alla Geffen? Niven lo sta aspettando credimi, con quella storia della Chrisalis l'avete tirato scemo! Un tizio che lavora su negli uffici mi ha detto che passa ore alla finestra!"

"Bene, almeno sappiamo che ci vuole sul serio. Comunque preferiamo così, ci fidiamo di più di Maxwell... allora? Puoi farlo?"

"Ok..."

"Un'altra cosa... non dire a Duff della nipote di Brixx, loro due a Seattle erano molto amici diciamo, e non si vedono da un po'... voglio che per lui sia una sorpresa"

"Ahhhhhhhhhh adesso ho capito... vuoi mandarci Duff per fargli incontrare la nipote di Brixx vero? Amici poi, scometto che se la spassavano parecchio quei due, ho ragione?"

"Hemmm... si Day, ma non dire una parola, d'accordo? Ci vediamo da Macy"

"Va bene bello, a dopo"

Axl appese il ricevitore sorridendo. A Duff avrebbe fatto piacere rivedere Amanda. Non era riuscito a trovarla prima di partire quel giorno all'aeroporto nonostante desiderasse chiarirsi con lei. Ora lui glie ne avrebbe dato l’occasione. E poi... almeno così per un po' la sua testa sarebbe stata di nuovo occupata da qualcuna che non fosse la sua Laurel.

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Capitolo 43
*** 43 ***


"Uh? Che fai?" domandò incuriosita Perla quando entrando in salotto quella mattina, vide Laurel in fuseaux, canotta e scarpette fare degli strani contorsionismi con le gambe utilizzando il divano come spalliera 'Se ci provassi io rimarrei bloccata!' pensò.

"Hey ciao, ben svegliata!" rispose la ragazza allegra sciogliendo quella stramba posizione e asciugandosi i viso con un asciugamano "Facciamo colazione?"

"Si... perchè sei già in piedi? E' presto, hai lezione tra un paio d'ore... cosa stavi combinando?"

La ragazza sorrise sedendosi "Mi sto preparando per una cosa"

"Una cosa... cosa?" chiese alzando le sopracciglia e sedendole accanto.

"C'è una scuola di ballo qui a Los Angeles"

"Lo so... continua"

"E' piuttosto prestigiosa"

"So anche questo... vuoi riprendere a ballare per caso? Sarebbe magnifico!"

"Ecco... veramente non era mi intenzione... non che non voglia più ballare, amo ballare! Ma pensavo che concentrarsi sugli studi fosse la cosa migliore per il momento"

"Ma...?"

"Ma qualcuno mi ha fatto cambiare idea"

"mmm... Duff?! E' stato lui vero?!" domandò esaltata.

Laurel sbuffò alzando gli occhi al cielo "No! Perchè pensi che sia stato Duff?!"

"Perchè Duff farebbe di tutto per te... allora? Non dirmi che Axl oltre che a svalvolare per nulla e cambiare personalità di continuo, ogni tanto pensa anche a come farti felice" disse ironica. Non era una con i peli sulla lingua Perla, diceva sempre ciò che pensava anche a costo di far male. Laurel lo sapeva, aveva sempre apprezzato la sua genuina sincerità. Ma certo non le faceva piacere che lei avesse del suo ragazzo un così basso parere.

"Si Axl, e caso mai non te ne fossi ancora accorta, io con lui sono felice!"

"Ok... scusa" sospirò circondandole il collo con il braccio "non so tenere a freno la lingua, immagino che a volte debba essere davvero odiosa"

"Si infatti..."

"Hey!" rise dandole una leggera spinta, per poi tornare seria "Dai racconta cos'è successo con Axl?"

"Mi ha iscritto alle selezioni per il nuovo anno"

"Sul serio? Wow!"

"Crede che io debba continuare a ballare, dice che ho del talento"

"Ma certo! Su questo sono assolutamente d'accordo con lui... e tu? Sei contente che l’abbia fatto?"

"Si, davvero... ma ora devo preparare qualcosa da portare alla selezione, e ho solo una settimana per prepararmi!"

"Accidenti... hai già qualche idea?"

Laury alzò le spalle "Credo che riproporrò la mia Odette... non ho tempo sufficiente per inventarmi un nuovo pezzo"

"Ottima idea! Quindi sei praticamente a posto, ti prenderanno di sicuro! Non c'ero al tuo saggio, ma tua madre mi ha detto che sei stata fantastica!"

"Bè, devo lavorarci un po' su, ripassare, rivedere i passi... e tornare un po' in forma... sono stata ferma qualche mese e già mi sembra di essere completamente bloccata... sai quanta gente ci sarà? Dovrò dare il massimo"

"Vedrai che andrà splendidamente! L'hai già detto ai tuoi? Susan sarà felicissima, adora vederti ballare!"

"A dire il vero tu e Sue siete le uniche a saperlo..."

"Bene! A proposito... dov'è Sue?!"

"Prima di venire a lezione voleva passare in negozio da Izzy per un saluto"

"Un saluto eh? Seb dice che sul retro hanno una brandina mooolto comoda!"

"Perla!"

"Quei due sono davvero stucchevoli... ma anche tanto dolci!" disse con aria sognante "Forza, andiamo a fare colazione, ho una fame pazzesca!"

Perla si sedette al tavolo della cucina sbadigliando rumorosamente mentre Laurel ormai bella sveglia preparava il caffè per entrambe e sfornava delle brioches calde "Non prenderlo per vizio, mi sono alzata davvero presto e così..."

"Fantastico... la mia precedente coinquilina mi faceva trovare solo sporcizia e peli..."

"Peli?"

"Aveva tre gatti..."

"Ah... ecco attenta è caldo, ci vuoi lo zucc..."

Le due ragazze furono improvvisamente interrotte da forti urla e schiamazzi che provenivano dal corridoio "Ma che cavolo sta succedendo?"

"Non lo so!"

Altre urla "Che casino stanno facendo li fuori?!"

"Aspetta, vado a dare un'occhiata"

Laurel uscì. Le urla parevano arrivare dal bagno comune in fondo al corridoio. Alcune delle stanze del campus erano dotate solo di un cucinino, per questo su ogni piano c'erano due bagni comuni di cui tutti potevano usufruire. Si incamminò verso quella direzione aumentando il passo man mano che alle sue orecchie giungeva più distinta una voce conosciuta. Non ci poteva credere!

"VATTENEEEEEEEEEEEEEEE!!!"
"VIA MANIACO!!!"
"AHHHHHHHHHHHHHHHH!!!"
"CHIAMATE LA POLIZIA!!!"
"MA COME HAI FATTO AD ENTRARE?! ESCI SUBITO RAZZA DI PERVERTITO!!!"


"Oh no... ditemi che non è vero!" disse tra sè la ragazza affrettando il passo per raggiungere la stanza. C'erano ragazze che uscivano correndo e urlando scandalizzate tenendosi ben strette addosso i loro asciugamani. E altre ancora che avendo sentito il trambusto erano accorse come lei per vedere che stava succedendo.

Poi di nuovo quella voce, e la conferma che si trattava proprio di lui "Calma ragazze! Hey! Non vorrai tirarmelo addosso! Non sono un maniaco, giuro!!! Buoneeeee!!!"

"TU!!!" urlò  quando entrando se lo trovò davanti. La dinamica dei fatti era piuttosto chiara... era entrato dalla finestra arrampicandosi tra la pianta lì fuori e i davanzali, e si era intrufolato dentro. Ovviamente tutto questo aveva creato un certo scompiglio quando le ragazze presenti e mezze nude a quell’ora del  mattino pronte per la doccia, se l'erano trovato davanti.

"Laury! Salvami da queste pazze! AIO! Metti via quella scopa tu!"

Laurel scosse la testa disperata trascinandolo per un braccio lontano dalle ragazze che lo stavano malmenando urlandogli di tutto "Ma Laurel, lo conosci?!" chiese una di loro.

"No! E' solo un pazzo ok? E' tutto sotto controllo, continuate quello che stavate facendo!"

"Dovremmo chiamare la polizia!"

Il ragazzo scoppiò a ridere "Che esagerazione! Come se non aveste mai visto un uomo in vita vostra! Certo qui dentro forse è un po' difficile visto che siete abituate a quella specie di manichini che vi bazzicano attorno!"

"Vuoi stare zitto?! Hai già fatto abbastanza casino!" lo rimproverò Laurel tirandolo.

"Io?! Sono loro che si sono messe ad urlare come delle isteriche!" cercò di giustificarsi mentre si allontanavano veloci da lì.

"Ma dai?! E indovina un po' per quale motivo! Muoviti prima che arrivi qualcuno, finirò nei guai per colpa tua!" non appena furono al riparo da occhi indiscreti, lo sbattè contro al muro per quanto le fu possibile "Slash! Ora mi dici che cavolo avevi intenzione di fare entrando dalla finestra come un maniaco?!"

"Io non sono entrato dalla finestra" Laurel gli lanciò un'occhiata truce "non come un manico almeno..."

"Allora?!"

"Non sapevo che fosse un bagno! Era l'unica finestra da cui mi potevo arrampicare facilmente e senza essere visto!"

"Ma perchè?!"

"Cercavo te!"

Scosse la testa coprendosi il viso con una mano "Guarda che esistono le porte qui, sai?"

"Bè pensavo di non poter entrare qui dentro! E' un campus per ragazze, no? Ai ragazzi non è permesso entrare se non di nascosto... almeno... in TV dicono sempre così"

"Di notte forse, ma di giorno credimi, nessuno ti caccerà per essere entrato qui dentro! Di sicuro rischi di più facendo quello che hai appena fatto!"

"Hemmm... ok, afferrato il concetto..."

"Dai vieni adesso" lo prese per mano portandolo verso la porta del loro appartamento.

Appena prima di entrare il riccio la tirò facendola voltare, e le posò un bacio sulla guancia "Non ti ho ancora detto buongiorno principessa" Laurel sorrise. Slash per quanto casinista e pasticcione era senza dubbio uno dei ragazzi più dolci che avesse mai conosciuto.


"Allora che è successo?" domandò Perla dalla cucina sentendo la porta sbattere.

"Abbiamo un ospite"

Quasi si strozzò con il caffè quando vide apparire dalla soglia la faccia sorridente di Slash. Di colpo si gettò sotto al tavolo... era in pigiama, senza trucco e spettinata, si sentiva uno schifo così in disordine e... ma perchè glie ne importava?!

"Vieni fuori, tanto sei brutta uguale!" Laurel gli diede una gomitata prima di passare anche a lui del caffè e una brioche.

Perla strinse i denti... lo odiava! Anzi no... di sicuro però gli dava i nervi! Uscì di nuovo allo scoperto trucidandolo con lo sguardo "Brutto sarai tu scimmione! Io sono splendida in ogni momento!"

"Quel pigiama ti rende ancora più grassa, mia nonna ne ha uno più bello!"

"Slash!" lo rimproverò Laurel, che già era rassegnata a doversi subire uno dei loro soliti bisticci. Si chiese quando avrebbero smesso di comportarsi in quel modo infantile.

"Io non sono grassa!"

"Ah no? Allora diciamo... abbondante!"

"VATTENE SUBITO DA CASA MIA, STRONZO!!!" urlò.

"No! Aspettate dai! Perla calma... e tu, stai zitto per favore!" intervenne Laury "Ma vi sentite?!"

"Ha iniziato lui! Si può sapere che cazzo ci fa qui?!"

"Indovina che ha creato scompiglio nel bagno entrando di nascosto dalla finestra?" nel dire quelle parole Laury non potè  fare a meno di scoppiare a ridere. Si era arrabbiata all'inizio, ma doveva ammettere che quella scena era stata piuttosto comica.

"Oddio... ti prego, non puoi averlo fatto sul serio!"

"Oh si che l'ha fatto!"

"Sei un idiota! Lo sapevo!" urlò Perla.

"Hey!" si lamentò lui offeso.

"Non rincominciate... ok Slash, ora mi dici perchè sei venuto?"

"Ah si, me se stavo quasi dimenticando... cazzo quella tipa mi ha tirato una bella legnata sul braccio, mi verrà sicuramente un livido!"

"Oh poverino" fece Perla sarcastica "doveva dartene di più!"

Laurel la zittì. Le stavano facendo venire il mal di testa "Continua..."

"Volevo chiederti se ti andava di venire con me in un posto, voglio farti vedere una cosa!"

"Veramente ho lezione tra poco..."

"E ci devi andare per forza?"

"Bè si... non credo sia il caso di saltare, no?"

"mmm" mugugnò sconsolato "si, forse si... peccato..."

"Ma ci può venire Perla con te!"

"Cosa?!" fece lei nel sentire quella proposta.

"Ma si! Tu non hai lezione oggi, accompagnalo!"

"No aspetta, non ce la voglio!"

"Bene! Perchè io non voglio venire da nessuna parte con te!"

"Andiamo che vi costa?! Potrebbe essere un'occasione per conoscervi meglio, magari poi vi state simpatici!" tentò.

"MAI!" risposero in coro i due.

"Fatelo per me..."

Sbuffarono "Ok" assentì Perla fingendo di essere scocciata. In parte lo era, ma in parte l'idea di passare un po' di tempo con lui la allettava. Davanti agli altri non l'avrebbe mai ammesso, ma a se stessa non poteva mentire. Slash le piaceva! Anche se continuavano a litigare come due poppanti.

"Va bene... però ti avviso, se mi rompi le palle ti scarico in mezzo alla strada!"

"Chi scarica chi, scusa? Semmai sono io che scarico te! E un'altra cosa..."

"Cosa?"

"Guido io!"

"Io vado a prepararmi e poi corro in aula... divertitevi!"

"Ma..."

"Ci vediamo più tardi, ciaoooo!!!"

I due rimasero soli e si guardavano in cagnesco. Erno entrambi piuttosto in imbarazzo... ma anche Slash in fondo era contento della piega che avevano preso le cose. Ma nemmeno lui l'avrebbe mai ammesso, ovvio.


***


"Hey Duff" il biondo alzò lo sguardo dal suo pancakes incrociando gli occhi di Axl "Ho sentito Damon poco fa, è disposto ad accompagnarci a casa di Brixx per consegnare il contratto. Lui sa dove abita"

"Bene, prima concludiamo meglio è"

"Già... solo pensavo... ci andresti tu?"

"Io? Non volevi andarci tu di persona?"

"Bè si ma... ho un impegno"

"E perchè lo chiedi proprio a me? Volevo andare a prendere delle corde nuove e..."

"Non ci metterai molto, devi solo consegnare quei fogli. Slash è sparito, Izzy è in negozio e Steven..." voltò lo sguardo verso l'amico che nemmeno aveva seguito una parola del loro discorso intento com'era a strafogarsi di cibo "sei l'unico che potrebbe farlo" Duff lo guardò poco convinto "altrimenti non importa, possiamo sempre rimandare e..."

"No no, ok ci vado... non c'è problema. Se non lo consegnamo oggi come avevamo deciso Slash darà i numeri" Axl sorrise. Perfetto... tutto stava andando secondo i suo piani.

Avevano finito la loro colazione offerta già da un po' quando Damon li raggiunse. Si sedette al tavolo con loro e si ordinò un caffè "Allora, non siete emozionati neanche un po’? Avete firmato un contratto cazzo! Un contratto con la Geffen!"

"Si Day, lo sappiamo"

"E' fantastico ragazzi, davvero fantastico!"

"Finisci di bere quel caffè e andiamo, non voglio metterci tutta la mattina" disse Duff alzandosi.

"Si..." Damon finì tutto d'un sorso ciò che rimaneva nella sua tazza e a sua volta si alzò battendo una pacca d’intesa sulla spalla di Axl e strizzandogli l'occhio "Andiamo Duff, casa Brixx ti aspetta!"

Anche il biondo salutò gli amici ed uscì seguendo il ragazzo verso il suo furgone.


Conosceva quella strada... ricordava di averla fatta giorni prima con Sue e quel Dylan, per andare a fare surf a Venice Beach "Ecco, quella laggiù è la casa... bella vero?"

Duff guardò nella direzione che Day gli aveva indicato. Era una grande villa bianca, quasi a picco sulla scogliera "Già... e a noi ci mettono in un magazzino..." sospirò.

"Tra non molto potrete permettervi di meglio, vedrai! Vuoi un tiro?" disse porgendogli una canna rollata poco prima. Duff accettò di buon grado e fece subito un lungo tiro. Qualcosa lo agitava, forse era solamente l'emozione. Era solo un gesto, consegnare delle carte, nulla di più. Ma era proprio grazie a quel gesto che sarebbero diventato finalmente qualcuno coronando il loro sogno. Da quello dipendeva tutto il loro futuro.

L'ansia crebbe non appena Day parcheggiò davanti alla lucida porta d’ingresso bianca "Bè, io ora devo andare, buona fortuna!"

"Cosa?! Non puoi aspettare due minuti? Consegno questa roba e me ne vado!"

"Hey io devo lavorare bello, e poi Max vorrà parlare un po' con te, di sicuro ti tratterrà più del dovuto, e io non posso proprio fare tardi, rischio il posto sai?"

"E io che dovrei fare?!"

"A piedi non è poi così lontano.."

"Ma sei scemo forse?! Certo che è lontano!"

"Autostop? Taxi? Non siete voi gli esperti dell'arte di arrangiarsi? Scendi Duff, davvero sono in un fottuto ritardo!"

"Si certo..." ripose scazzato scendendo dal mezzo "Grazie davvero!"

"Scommetto che dopo mi ringrazierai sul serio amico, ci si vede!"

Lo lasciò lì da solo, sgommando via. Perchè avrebbe dovuto ringraziarlo per davvero? L'aveva piantato lì come uno scemo, e lui non aveva per nulla voglia di farsi tutta la strada per tornare indietro a piedi. Non aveva soldi per pagare un taxi, e dubitava che sarebbe riuscito a trovare qualcuno disposto a dargli un passaggio. Forse poteva chiedere a Brixx di riaccompagnarlo... Fece un profondo respiro camminando a passo lento verso la porta e salendo i tre gradini che lo separavano dalla soglia. Diede uno sguardo veloce ai fogli che stringeva tra le mani prima di decidersi a suonare il campanello. Non sentì nessuno dall'altra parte, così suonò di nuovo "Signor Brixx!" urlò "Sono Duff, Duff McKagan... sono venuto per quel contratto!" attese ancora qualche secondo, ma nulla. Sbuffò guardandosi in giro e levandosi i capelli dal viso. Era una giornata calda quella, nonostante ormai l'estate fosse quasi finita. Concluse che in casa non ci fosse nessuno... era andato fin lì per niente "Lo sapevo! Avremmo dovuto fargli almeno un colpo di telefono per avvisarlo, merda! E adesso che faccio..."

Aveva già voltato le spalle per andarsene quando sentì una voce dall'altra parte che lo fece voltare "Arrivo!" una voce piuttosto famigliare "Scusate, stavo..."

Rimase basito e immobile quando dalla soglia vide apparire quel viso... non poteva credere che lei fosse davvero lì di fronte a lui. Allora non se l'era immaginato, non era pazzo... quella ragazza che aveva intravisto si spalle in spiaggia era davvero lei... per un attimo il suo cuore accelerò "Amanda..." fu solo in grado di dire.



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Capitolo 44
*** 44 ***


Trovarselo di fronte così inaspettatamente fu un colpo per Amanda. Era ancora più bello di come se lo ricordava... erano passati mesi, ma quei sentimenti che la ragazza aveva confinato a forza in un angolo del suo cuore erano ancora vivi e forti. Non aveva detto nulla del suo arrivo. Non sarebbe rimasta per molto, così aveva preferito tacere e non far sapere nulla al ragazzo. Lo stesso Maxwell le aveva consigliato di parlarci, sapendo quanto il biondo le fosse legato, ma lei nulla. Le aveva detto che chiedeva di lei, e questo non poteva che farle piacere. Ma nonostante questo pensava fosse meglio evitare di frequentarlo. Le cose non sarebbero cambiate, peggiorate semmai... dubitava che fosse riuscito a scordarsi di quella ragazzina, e lei non voleva soffrire di nuovo. Eppure quando se lo trovò davanti, per un attimo ebbe l’istinto di gettarsi tra le sue braccia, ma non lo fece. La sua parte razionale glie lo impedì "Duff..." chiamò incapace di aggiungere altro.

Vide il ragazzo stringere i denti per poi rilassarsi un secondo dopo "Ciao" mormorò.

"Ciao" rispose lei con un leggero sorriso.

"Io... sono venuto per lasciare questo a tuo zio" le disse allungando i fogli freddamente "ora posso anche andare" non appena la ragazza prese dalle sue mani le pagine del contratto, Duff si voltò facendo per andarsene. Ne aveva tutte le intenzioni. Era felice di vederla, ma provava anche del risentimento. Perchè non gli aveva detto che era lì a Los Angeles? Aveva passato giorni a chiamarla, aveva chiesto a Brixx di lei, ma nessuno gli aveva mai detto che lei era lì.

"Duff aspetta!" lo bloccò lei.

Si voltò appena scrutando l'espressione del viso della ragazza "Perchè non mi hai chiamato?" chiese tornando davanti alla porta "Perchè cazzo non mi hai detto che eri qui?!" urlò.

"Avrebbe cambiato qualcosa?"

"Bè forse si..." abbassò il tono di voce calmandosi. Dopo tutto non aveva nessun diritto di prendersela, Amanda era libera di fare come meglio credeva "Mi avrebbe fatto piacere saperlo"

"Duff, starò solo qualche giorno, non mi sono trasferita qui... e non ti ho detto nulla perchè..." perchè? Ora non era più certa di niente "Non lo so nemmeno io a dire il vero... credevo fosse meglio così"

Il biondo fece un passo verso di lei "Meglio? Perchè? Mandy senti... non ho avuto modo di chiederti scusa per... per quello che ho detto a Seattle, l'ultima volta che ci siamo visti"

Ricordava quella mattina. Avevano litigato, Duff non capiva il motivo per cui lei avesse deciso di non partire con lui, erano volate parole pesanti... ed era finita a letto con Slash "E' tutto a posto, davvero"

"No... sono stato uno stronzo, avevi ragione, e io non ho capito... solo... quando sono arrivato in aeroporto ho provato a chiamarti, volevo parlarti, non volevo andarmene in quel modo... ma non sono riuscito a trovarti. Maxwell non mi diceva nulla, e a casa non rispondevi mai..."

Sospirò "Si ecco... quella mattina... non mi hai trovato perchè sono uscita, per venire all'aeroporto... anche io volevo parlare con te, volevo dirti così tante cose, volevo dirti che mi saresti mancato... ma sono arrivata troppo tardi, eravate già partiti"

"Lo so, Perla me l'ha detto... Mandy non avevo nessun diritto di trattarti in quel modo"

Sorrise "Bè... mi sei mancato Duff"

"Ci siamo detti tutto quello che dovevamo?"

"Credo di si..."

"Bene" disse mogio "Allora, io vado"

"No, aspetta... " tentennò "perchè non rimani ancora un po'? Questo è il vostro contratto, giusto?" il ragazzo annuì "Sono sicura che a Max farebbe piacere se glie lo consegnassi di persona. Perchè non lo aspetti qui?"

"Se non ti dispiace... ok"

"No, non mi dispiace affatto" disse aprendo completamente la porta ed invitandolo ad entrare.

Si guardò in giro. Era davvero una bella casa, arredata in stile moderno e con gusto. All'improvviso dei passi in corsa veloci, e un attimo dopo qualcosa, o qualcuno, gli si gettò addosso scaraventandolo a terra "Hey!"

"Spike! Giù!" urlò lei tentando di staccargli di dosso il labrador, ma senza risultato. Duff rideva... l'animale aveva preso a leccargli il viso e a fargli le feste "E' strano... non ha mai fatto così con nessun estraneo!"

"Evidentemente gli piaccio ahah! Buono bello, buono..." disse accarezzandolo e scostandolo piano da sè in modo da riuscire a rimettersi in piedi "Davvero una bella bestia, è tuo?"

"Di Max... si chiama Spike"

"Ciao Spike" il cane emise un mugolio di lamentela quando Duff smise di accarezzargli la testa, e non appena il ragazzo allungò di nuovo la mano, si stese per terra a pancia all'aria pronto a ricevere nuove coccole "Sei proprio bello..."

"Ma guarda che tipo! Nemmeno ti conosce e già fa il ruffiano!" rise lei accovacciandosi insieme al biondo e accarezzando la pancia pelosa di Spike. Le loro dita si sfiorarono e insieme alzarono lo sguardo incrociando i loro occhi. Per Amanda fu come accendere una scintilla. Allungò piano il collo e senza pensarci gli posò un bacio a fior di labbra, staccandosi subito e riabbassando lo sguardo senza dire nulla. Duff sorrise, la rabbia per non essere stato messo al corrente della sua presenza aveva ormai lasciato il posto ad altro. Aveva detto che non sarebbe rimasta a lungo, solo qualche giorno. E ciò per lui significava, seppur per poco, respirare una ventata di aria fresca, finalmente. Non era giusto, lo sapeva. Non era cambiato nulla tra loro... ma se lei glie lo avesse permesso non si sarebbe tirato indietro. Subito la ragazza si tirò in piedi e con lei si alzò anche Spike. Gli accarezzò la testa tra le orecchie e lui le scodinzolò attorno felice "Vieni dai, guarda che in cucina c'è la tua pappa"

"E' davvero un bel cane... mi piacciono i cani"

"A volte sono meglio delle persone"

"Si..."

"Vuoi qualcosa da bere?" gli chiese trafficando con il frigorifero e porgendogli una lattina di birra "Marca sconosciuta, ma a Max piace... se ti accontenti..."

"Va benissimo... gran bella casa" disse guardandosi attorno.

"Già, Max ha gusto"

"E soldi"

Mandy sorrise "So che vi ha messo in un magazzino"

"Magazzino... lo definirei una topaia"

"Dice che serve per farvi fare le ossa, non sarebbe stato istruttivo darvi dei begli alloggi comodi e lussuosi... senza contare che li avreste conciati uno schifo. Da quel che si dice ve la spassate parecchio lì dentro"

"Bè facciamo solo qualche festa ogni tanto, tra pochi intimi..."

"Duff... la fama della Hell's house è ben nota qui in giro"

"Ah"

"Comunque gli ho detto che secondo me non cambierà nulla, non vi responsabilizzerete nemmeno stando sotto i ponti... scommetto che avete speso ogni singolo centesimo di quei pochi che avete guadagnato fino ad ora, e che finirete in fretta anche i soldi che vi arriveranno dall'anticipo della Geffen"

Duff scrollò la testa divertito "Siamo così prevedibili?"

"Diciamo che Los Angeles è una città piena di tentazioni... e voi non siete tipi da resistere, dico bene Duff?" rispose avvicinandosi.

"Qualcosa del genere"

"Stai sudando" constatò.

"Fa caldo qui dentro"

"Ti va un tuffo?"

Duff la guardò. Era bella come se la ricordava "Si... si certo... c'è una piscina?"

Annuì "Max non si fa mancare nulla, vieni" lo prese per mano trascinandolo nella stanza sul retro. La grande parete di vetro era già aperta e dall'interno si poteva scorgere il bel giardino con una piscina tonda di media grandezza, contornata da sdraie e lettini di vimini.

"Wow... proprio nulla vedo" Mandy gli sorrise levandosi la minigonna e il top per rimanere in costume da bagno, un piccolo bikini bianco che metteva in risalto ogni singola curva "Io non ho il costume" specificò Duff senza staccarle gli occhi di dosso.

"E da quando questo sarebbe un problema?" gli sorrise maliziosa prima di tuffarsi agilmente in acqua. Aveva cercato di resistere, mostrarsi dura e indifferente, ma quella maschera era caduta miseramente dopo pochi secondi. La verità era sempre la stessa... Duff le piaceva, le era mancato... e lo voleva. Era certa che lui voleva la stessa cosa, anche se i sentimenti che lo legavano a lei erano differenti. Sarebbe tornata a Seattle entro pochi giorni. Non le avrebbe fatto male lasciarsi andare un po'... almeno credeva.

D'altra parte Duff era inevitabilmente attratto da lei. Non sapeva come comportarsi perchè temeva la sua reazione, ma a giudicare da come si stava comportando era più che ben disposta nei suoi confronti. Sorrise levandosi i vestiti, lasciandoli a terra e rimanendo con i soli boxer addosso. L'acqua era fredda... ma che diamine se si era tuffata lei, poteva farlo anche lui, no? Aveva sfidato l'oceano qualche giorno prima! Certo, con la muta addosso... strinse i denti e si tuffò, riemergendo pochi secondi dopo "Dove sei finita?!" domandò guardandosi in giro... sembrava essere sparita!

Pochi istanti e Mandy uscì di colpo dall'acqua alle sue spalle saltandogli sulla schiena "Eccomi! Freddo Duff?!" strillò.

"Hey! Mi vuoi far prendere un colpo?!"

"Accidenti McKagan, credevo che la giungla ti avesse temprato un po', e invece..." scherzò

"E invece cosa?"

"Sei la solita fighetta!" rise.

"Ah si eh?!" si voltò di scatto facendola ricadere in acqua e tenendola sotto senza però forzare.

Quando riemerse gli schizzò addosso l'acqua tossendo "Sei pazzo, mi vuoi affogare?!"

"Così impari a darmi della fighetta!" disse sedendosi sul bordo e allungando una mano ai suoi jeans abbandonati poco più in là. Prese una sigaretta malconcia dalla tasca e se l'accese. Inspirò ed espirò il fumo tenendo lo sguardo fisso davanti a sè. Mandy lo raggiunse nuotando e poggiò i gomiti sulle sue ginocchia. Allungò una mano levandogli la sigaretta di bocca e gettandola più in là "Hey! Era l'ultima quella" si lagnò.

La giovane fece leva sulle braccia per issarsi più in alto fino a giungere con il viso all'altezza di quello di lui "Il fumo fa male McKagan..." mormorò avvicinandosi ancor di più. Le labbra erano a pochi centimetri, non ci volle molto a Duff per annullare quella fastidiosa distanza. Di nuovo le loro lingue si trovarono, le gambe di lei gli circondarono la vita, lì sul bordo della piscina, e le mani di Duff presero a scorrere sulla sua pelle bagnata. Era una bella sensazione, non l'aveva più provata da quando erano arrivati in città, con nessuna delle ragazze con cui era stato, tanto meno con Linda. Solo una cosa sarebbe stata migliore... una cosa che al momento non poteva avere. Ma meglio non pensarci. Allungò le mani dietro la sua schiena slacciandole i laccetti e liberandola dal pezzo sopra del costume. Passò le mani sul suo seno, sentendola sospirare per il piacere che il suo tocco le stava donando. Poi qualcosa all'improvviso gli si scaraventò addosso da dietro facendoli finire entrambi in acqua...

"Spike!" urlò Mandy riemergendo. Il cagnone se ne stava scodinzolante e contento sul bordo della piscina, con l'aria di chi decisamente aveva una voglia matta di giocare.

Duff scoppiò a ridere "Ci hai preso gusto a saltarmi addosso? Vieni qui bello, avanti!"

"No! Max non vuole che entri in pisc..." troppo tardi. Spike non si fece ripetere l'invito, e con un bel tuffo si trovò a nuotare in mezzo a loro "come non detto..." lo accarezzò lei.

"Magia rotta... grazie tante amico!" gli sussurrò Duff come se potesse capire. Di tutta risposta ricevette una bella leccata sulla faccia.

"AMANDA TESORO!" chiamò qualcuno dall'interno.

Mandy si voltò immediatamente "Cazzo! E' Max!" raggiunse in fretta il bordo della piscina e appena in tempo si rimise il reggiseno.

Brixx spuntò dalla vetrata guardandosi in giro "Mandy dov... oh" si bloccò sorpreso quando vide Duff con la nipote. Sapeva quanto lei tenesse a quel tipo, ma era preoccupato. Conosceva quel genere di ragazzi, Amanda aveva già sofferto a causa sua, e non voleva che la cosa si ripetesse. Ma era anche un tipo comprensivo, di certo non si sarebbe messo in mezzo a quella storia. Mandy era abbastanza grande per decidere da sola "Duff... credo di essermi perso qualcosa"

"S... signor Brixx..." balbettò imbarazzato. Sperò di non ave fatto cazzate, dopo tutto lui era sempre il loro impresario "io stavo solo..."

"Non ti devi giustificare, Mandy è libera di frequentare chi meglio crede... chi ha fatto entrare Spike in piscina?! Spike! Qui!" ordinò.

Diligentemente seppur a malincuore, il cane si tirò fuori dall'acqua scrollandosi e bagnando ovunque "Accidenti! Sei un mascalzone..." disse Max accarezzandogli la testa con energia. Voleva bene a quella bestia... spesso era il suo unico compagno.

"Zio, Duff ti ha portato il contratto del gruppo"

L'uomo alzò di nuovo lo sguardo verso il ragazzo "Ah davvero? Vi siete decisi finalmente"

"C'erano parecchie cose da valutare"

"Certo... noi della Geffen non abbiamo nessun manager in gonnella da far andare per strada nuda" ironizzò "vorrei parlarti, vieni nel mio studio... non appena ti sarai sistemato" aggiunse dando un'ultima occhiata ai due e rientrando, lasciando Spike beatamente steso al sole.

Duff si rilassò solo quando l'uomo fu fuori dalla sua vista. Sbuffò tirandosi indietro i capelli bagnati "Cazzo... dici che se l'è presa?"

"Per te o per Spike?" chiese Mandy allacciando le braccia attorno al suo collo.

"Non scherzare! Dico sul serio"

"Duff rilassati! Max è un uomo di mondo, non ce l'ha con te! Magari non condivide quello che stiamo facendo, ma..."

"Lo sapevo..."

"Scccch" sussurrò mettendogli un dito sulle labbra e togliendolo solo per sostituirlo con un bacio "Ora esci e asciugati, non vorrai farlo aspettare, vero?"

Le mani del biondo scorsero fino al sedere della ragazza "Sono tentato..." poi si staccò subito da lei, raggiungendo il bordo "ma non mi sembra il caso" disse levandosi con le braccia per uscire.

Mandy rimase in acqua fissa a guardare la sua schiena tesa e le spalle larghe segnate dalla muscolatura bagnata dall'acqua. Come aveva fatto a sopportare la sua lontananza? Sarebbe stato un bel problema staccarsi di nuovo da lui.



***

Rieccomi con un nuovo capitolo! Per la gioia della carissima Crazy_Me (ritorna Mandy con furore) ahah XD
Ringrazio lei e tutti coloro che ancora seguono quello che ormai sta diventando una sottospecie di romanzo O_o e a chi perde qualche secondo del proprio tempo per lasciarmi una recensione! Un graaaaazie alla mia insostituibile Ram! Al prossimo!

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Capitolo 45
*** 45 ***


"Dove stiamo andando?"

"Tu guida e non fare domande"

Perla sbuffò. Non voleva dargli soddisfazioni, anche se dentro di sè era felice di quel piccolo momento che si erano ritagliati per loro, seppur forzatamente "C'è un incrocio, almeno mi dici dove devo andare?"

"Gira a destra e parcheggia"

"E ci voleva tanto a dirmi di andare in centro? Io chissà che credevo..."

Il riccio alzò gli occhi al cielo. Parcheggiò l'auto in uno dei pochi posti disponibili e scesero, camminando per la Boulevard a quell'ora già piena di gente. Uomini d'affari, donne facoltose... quella era la Los Angles bene... Slash in mezzo a quella gente era davvero un pugno in un occhio. Ma camminare al suo fianco le dava una piacevole sensazione di sicurezza e onnipotenza, come se nessuno le avrebbe potuto far nulla vicino a lui. Slash mani in tasca e sigaretta in bocca camminava a passo svelto verso la sua meta, e lei non poteva far altro che cercare di stargli dietro "Aspettami!" gli urlò quando quasi lo perse svoltando all'angolo.

"Muoviti!"

"Ma che fretta hai?!"

"Senti non ti ho chiesto io di venire!"

"Se è per questo nemmeno io!"

Eccoli che cominciavano di nuovo a punzecchiarsi "Lascia perdere, ecco... sono arrivato" disse posando le mani sulla vetrina come un bambino davanti ad un negozio di caramelle "La vedi quella?"

Perla sbirciò all'interno... una chitarra... era solo una chitarra… lui stava sbavando per una chitarra "Hemmm... si, e... quindi?"

"Lei sarà mia..."

"Ah... bè... ok Slash beeeene... siamo venuti fin qui per questo? Volevi far vedere la tua futura chitarra a Laurel?"

"Si... ti sembra una cazzata? Ah ma si, figurati, cosa ne vuoi capire tu..." sbuffò staccandosi da li per entrare in quel posto.

Perla aveva visto i suoi occhi... brillavano. Che davvero quella chitarra fosse così importante per lui? "Ah… musicisti"

Lo raggiunse all’interno dove lo trovò a parlare con uno dei commessi. Gesticolava indicando lo strumento con un’espressione disperata, pregandolo di farglielo provare "Solo per qualche minuto!

"Quella è out, te l'ho già detto! Sarà già la decima volta che vieni qui in un settimana"

"Appunto! Un premio fedeltà me lo merito, no?!"

"Apprezzo la tua costanza, ma la risposta non cambia… no! Non posso farti provare quel gioiello!"

"Guarda che la tratto bene, sono un chitarrista! Mi chiamano mani di velluto, sai? Andiamo, che ti costa?!"

"Mi costa che se mi becca il capo, mi fa fuori! Senti compratela se ti piace tanto, no?"

"Si... e con che soldi eh?! Me li dai tu? Cazzo... che palle!"

La ragazza si avvicinò ai due sorridendo "Che succede?"

"Non mi vuole far provare la mia chitarra... è assurdo!" si lagnò incrociando le braccia al petto.

"Quella non è la tua chitarra!"

"Lo sarà!"

"Bene mani di velluto, ma fino ad allora non si schioda da lì!" ribadì voltandogli le spalle e scuotendo la testa esasperato.

"Ma vaffanculo!"

Il ragazzo si voltò di scatto strizzando minacciosamente gli occhi "Scusa?!"

"Niente!"

"Ah... ecco..." sbottò allontanandosi per tornare al suo lavoro.

Slash si sedette sconsolato su una delle poltroncine del negozio "Ti pare? E' mia e non posso nemmeno usarla..."

"Slash, finchè non la compri non è tua... sai, mi spiace dovertelo dire, ma è così"

"Tu non capisci" sembrava davvero mogio. Era uno strazio vederlo così, anche se con quel visino abbattuto e il broncio era ancora più adorabile.

"Aspettami, torno subito" disse allontanandosi.

La vide parlare e ridere scioccamente con quel tizio. Perchè gli dava così fastidio? "Certo... io soffro e lei pensa a rimorchiare..."

Dopo pochi minuti tornò da lui proprio insieme al commesso "Hey amico, ti concedo dieci minuti, ok? Non uno di più" disse staccando accuratamente la Gibson dal supporto e porgendola al riccio.

Slash sgranò gli occhi... guardò alternativamente i due senza parole, Perla sorridente e il tizio che gli porgeva lo strumento dei suoi sogni "Sul serio? posso?!"

"Si ma tra poco torna il capo, per cui ripeto... dieci minuti! Torno dopo"

Slash la prese con mani tremanti. Non ci poteva credere, era un sogno! Il manico liscio e perfetto, la cassa lucida, le corde tese... era tra le sue mani, finalmente!

"Vuoi stare lì a guardarla o mi fai sentire come suona?" chiese Perla sedendosi.

Alzò lo sguardo su di lei "Tu... che gli hai detto per convincerlo?!"

"Nulla... gli ho solo promesso un appuntamento"

"Uscirai con quello sfigato?!"

"E allora? A te che importa? Senti la vuoi provare questa chitarra?! Avanti!"

"No aspetta... ma perchè? Insomma dai, quello non è proprio il tuo tipo... l'hai fatto per me?!" gongolò.

"Hey bello non montarti la testa! Ho colto al volo l'occasione ecco... è carino... e tu puoi provare questa cosa, così ce ne andiamo finalmente" in realtà quel tipo non le piaceva per nulla... l'aveva fatto per lui? Si... se poi ci sarebbe uscita davvero era tutta un'altra storia, poteva sempre scaricarlo, no?

Certo Slash non l'aveva bevuta. Era chiaro che non le interessava uscire con quello... sospirò sedendosi e imbracciando la Gibson "Ok... vieni da Slash piccola..." sussurrò passando la mano sul lungo manico. Chiuse gli occhi, e le sue dita iniziarono a scorrere quasi in automatico. Perla le fissava incantata, le piaceva quella melodia... e le piaceva vederlo così assorto nel suonare. Era bello... con i ricci che gli ricadevano sul viso, le labbra carnose semiaperte e l'espressione concentrata. Avrebbe tanto voluto baciarlo...

"Tempo scaduto!" li interruppe di nuovo il commesso "Dieci minuti, ricordi?" disse picchiettandosi l'orologio.

Sbuffò staccandosi a malincuore da lei e porgendogliela "Fai piano, è delicata..."

"Vuoi dire a me come prendere in mano una chitarra? Forza vai... e la prossima volta che entri qui, fa che sia per comprartela, ok? Hey Perla, aspetto la tua chiamata allora" aggiunse facendole l'occhiolino. Avrebbe voluto pestarlo!

"Sicuro tesoro!" rispose lei posandogli una mano sul braccio "A prestissimo!" 'Scordatelo proprio, viscidone!' pensò.

"Rotto in culo... un giorno ti ricorderai di me..." boffonchiò Slash guardandolo storto.


***


Lo studio di Maxwell Brixx non aveva nulla di manageriale come Duff si aspettava. Era semplicemente un'altra stanza della casa, arredato in modo sobrio, con una grande libreria colma di libri di ogni genere e vinili in quantità. Alle pareti attestati e foto insieme a personaggi famosi, e sulla scrivania la foto di una famiglia. C'erano una coppia e con loro una piccola bimba bionda con un gran sorriso sul volto "Sono i genitori di Amanda" spiegò l'uomo quando si accorse che il ragazzo era rimasto intento a fissarla.

"Oh... si..." fece imbarazzato sistemandosi in qualche modo i capelli ancora bagnati "gran brutta storia"

"Siediti, non essere timido solo perchè ti ho beccato mezzo nudo in piscina con mia nipote"

Si sentì avvampare... doveva essere diventato bordeaux per l'imbarazzo "Ah ma guardi che non ho fatto niente, giuro! Stavamo solo..."

Max rise rilassandosi sulla sua poltrona "Duff stai tranquillo, stavo solo scherzando! So di non essere stato molto sincero con te, ma non potevo dirti che lei era qui. Lei non voleva..."

"Si, lo so... bè non importa"

"Volevo solo che lo sapessi... lascio mia nipote libera di vivere la su vita, anche se non sempre sono d'accordo con le scelte che fa"

"Come quella di rimanere a Seattle?"

"O come quella di frequentare certe persone..." disse con un leggero sorriso "ma Amanda è grande ormai, ed è giusto che faccia le sue scelte, pagandone anche le conseguenze"

"Non mi ha fatto venire qui per parlare di Amanda, vero?"

"No, infatti" sfogliò velocemente il contratto e tornò a guardare Duff di fronte a lui "finalmente avete firmato... Niven era molto preoccupato per quel vostro scherzetto con la Chrisalis"

"Bè... Axl voleva solo farlo cagare un po'..." rispose come se fosse una cosa del tutto naturale.

"Axl... lo immaginavo. A dire il vero ero certo che fosse un blef... site troppo furbi per firmare con una casa come quella... voi sapete che noi siamo il meglio, o sbaglio?"

"Ne è così sicuro?"

"Sono sempre sicuro di quello che dico. Ma ormai è fatta" allungò un mano e Duff glie la strinse un po' incerto "benvenuti a bordo! Riceverete un assegno con la cifra pattuita come anticipo, sono molti soldi, più di tutti quelli che avete mai avuto tra le mani. vedete di farne buon uso... ma dubito che seguirete il mio consiglio. Dovrete tirar fuori le unghie, perchè la concorrenza è tanta e spietata... e se dovete fare qualche cazzata, perchè sono sicuro che ne farete, evitate almeno di farvi beccare"

"Si... ok... quando iniziamo?"

"Entro pochi giorni vi faremo avere il calendario dei prossimi show. Metteremo in piedi una specie di mini tuor per farvi conoscere, prima nella zona, poi più lontano... il Ritz di New York concluderà il giro tra non più di due mesi"

"Il Ritz?! E'... grande! Wow... ne è sicuro?"

"Certo"

"E nel frattempo che facciamo?"

Alzò le spalle "Provate, riposatevi, fate quello che vi pare... io suggerisco di prepararvi dei pezzi per un album"

A Duff quasi venne un colpo "Ha detto un album?!"

"E cosa pensavate di fare alla Geffen, hot-dog? Hai capito bene, un album!"

"Oh cazzo!"

"Non ti agitare, non è così facile come sembra"

"Ma..."

"Parlatene e tirate fuori qualcosa di buono, avete già dei pezzi discreti, ma vanno sistemati e arrangiati. Quando siete pronti fatecelo sapere, nel frattempo vi sarete già fatti conoscere, e noi vi metteremo a disposizione gli studi e tutto ciò che serve per registrare"

"Si... si, ok, è… fantastico!"

"Immagino che nel tempo libero che ti resterà includerai anche Mandy, finchè lei deciderà di rimanere"

Il biondo si fece serio "Senta... signor Brixx..."

"Vai, ti sta aspettando"

Lo fissò incerto sul da farsi. Fin quando gli fece un'altro chiaro gesto, e allora lo salutò ed uscì dall'ufficio per raggiungere di nuovo la ragazza in piscina. Max rimase a guardarlo mentre si allontanava. In verità quel ragazzo gli piaceva. Era giovane, carico di energie, schietto... e poi nonostante tutto sembrava un tipo gentile e a posto. Ma conosceva la vita di quei ragazzi, era quello che lo preoccupava di più. Mandy non era una santa e lui lo sapeva. Temeva solo che si lasciasse trascinare troppo, e che inevitabilmente ne soffrisse.


"Hey" Mandy era distesa sulla sdraia quando vide il ragazzo venirle incontro. Si abbassò gli occhiali da sole per guardarlo con un placido sorriso "Allora? Che ti ha detto?"

"Bla bla bla... le solite chiacchiere.... ci dobbiamo fare il culo, niente cazzate... un album…"

"Un album?! Ma è fantastico!"

"Già! Non ci credo… si bè non subito ovviamente, dobbiamo lavorarci su molto, ma ce la faremo!"

"Lo so…" gli fece segno di sedersi accanto a lei, e così fece "finiamo la nostra nuotata?"

"Con tuo zio in casa?! Scusa ma mi sento a disagio... mi odia!"

"Non è vero"

"Si invece... solo che fa il genitore buono e ti lascia libera di rovinarti la vita con uno come me"

"Dai! Non può averlo detto sul serio!"

"Infatti non l'ha detto... ma sono certo che è quello che pensa"

"Smettila, sono sicura che gli piaci invece... e poi che ti importa scusa, l'importante è che piaci a me, no?" disse allungando le braccia e afferrandolo per la maglietta, tirandolo su di lei. Incollò le labbra alle sue. Era bello sentire di nuovo il sapore dei sui baci...

"Ok, ok..." disse il biondo staccandosi "mi hai convinto... rimango, ma non provocarmi! Sapere che lui potrebbe vederci mi dà i brividi"

Amanda rise di gusto gettando il capo all'indietro, si alzò e si rituffò in acqua, sotto lo sguardo di Spike, beatamente steso al sole "Dai muoviti!" urlò.


***


"Bè? Almeno un grazie potresti dirmelo..."

"Grazie..."

"mmm... quanta convinzione! Hey... Slash! Dove stiamo andando?"

"Voglio farmi una birra, ok? Se non ti va torna pure indietro o vai dove ti pare"

"Ok... scusa... siamo nervosi?!"

Slash si voltò di colpo "Si! Si sono nervoso! Perchè quella chitarra è mia! Punto! Solo che sta lì... e non tra le mie mani... so che ti è difficile da capire, ma quando vuoi una cosa con tutto te stesso e non puoi averla, sei a tanto così dall'averla, ma non puoi... è una cosa che ti fa incazzare... lascia perdere"

Il viso di Perla si adombrò per un istante "Ti capisco invece... molto meglio di quanto credi"

"Allora... te la fai una birra?"

Ecco di nuovo il suo sorriso spuntare "Andata! Paghi tu però, mi devi un favore!"

"Si, te lo concedo!" si bloccò nell'esatto istante in cui una ragazza uscì dal negozio vicino parlando con una signora. Quando si voltò accorgendosi di lui si fermò fissandolo cupa per poi riprende da dove aveva lasciato. A Perla non sfuggì la cosa... i due si erano scambiati un'occhiata di fuoco "Andiamo" disse serio attraversando la strada.

"Chi era quella ragazza?"

"Nessuno"

"E... nessuno ce l'ha su con te tanto da fulminarti con un'occhiata?"

"Ma tu i fatti tuoi non te li fai mai?!" avrebbe dovuto tralasciare qualche particolare "E' una vecchia amica di Seattle"

"Amica o ex?"

"Amica... anche ex, ma non la mia..."

"Interessante... di chi?"

"Cos'è, un interrogatorio?!"

"Semplice curiosità..."

Entrarono nel bar li vicino e ordinarono due birre al banco. Era chiaro che Perla voleva sapere... ma cosa doveva dirle? Che la ex di Axl l'aveva fulminato perchè avevano discusso in merito alle uscite clandestine che i due facevano alle spalle di Laurel? Poi non era così certo di cosa ci fosse tra quei due... forse davvero la loro era stata una semplice uscita tra vecchi amici "Quella è Erin"

Quel nome non le era nuovo... pochi secondi per pensare e il suo volto si illuminò "Erin! Si l'ho già sentita... me ne ha parlato Laurel, non è la..."

"La ex ragazza di Axl"

"Ah... bè carina... me la immaginavo diversa, non so... più  vamp"

"Sei fuori strada, Erin è una ragazza normalissima"

"E perchè ti ha guardato così male? Non vi vedrete da tanto, nemmeno l'hai salutata"

"Non avevamo un buon rapporto" mentì "ma dobbiamo parlare di lei per tutto il tempo?" chiese bevendo una lunga sorsata.

"No, hai ragione..." rispose bevendo a sua volta "mmm ci voleva! Sai... non sei poi così male quando suoni..." ma come diavolo le era uscito?! 'Merda!'avvampò in un lampo arrossendo visibilmente "Intendo dire come chitarrista!" cercò di correggersi, ma ormai il danno era fatto a giudicare dal sorrisone beato che si stampò sulla faccia del riccio.

"Sbaglio o era un complimento quello?" si esaltò avvicinandosi a lei.

"Cosa?! Un comp... puah! No! Assolutamente no!"

"Ah davvero? Perchè a me sembrava proprio un complimento!" ancora qualche centimetro più vicino.

"Ti ho detto di no! No! ENNE-O! No!" non riuscì a trattenere una risata quando si trovò quella faccia da schiaffi a pochi centimetri dal viso, era ssurdo! Eppure il cuore le prese a galoppare nel petto facendola sussultare... tornò seria senza smettere di fissare i suoi profondi occhi scuri. Mancava poco, un soffio... bastava spostare il viso di pochi centimetri e finalmente avrebbe incontrato le sue labbra, di nuovo... ma a quanto pare non era destino.

"Slash..." li destò una voce. Si voltarono di scatto. Un'incredula Renèe se ne stava imbambolata davanti a loro con un'aria decisamente contrariata. Aveva visto l'auto di Slash parcheggiata li vicino, così aveva pensato di fargli una sorpresa. Sapeva che l'avrebbe trovato al negozio di strumenti a rimirare per l'ennesima volta la sua Gibson, così era andata proprio li. Ma il commesso le aveva detto che era uscito poco prima in compagnia di una bella ragazza mora... il pub era li di fronte, ci andavano spesso insieme... infatti eccolo. L'aveva visto parlare e ridere con aria complice con quella ragazza. Se non fosse entrata probabilmente si sarebbero anche baciati.

Slash rimase di pietra. Renèe era una ragazza a posto, ci teneva a lui, e in fondo anche lui le voleva ormai bene... non meritava di essere tratta in quel modo. Non poteva nemmeno giustificarsi, era stato beccato quasi in fragrante. Ogni scusa sarebbe suonata patetica "Renèe..." mormorò "io… lei…"

"Lascia perdere"

"No, senti, fammi spiegare…"

"Non c’è nulla da spiegare… mi sembra tutto molto chiaro" fece scorrere lo sguardo sui due, poi senza dire altro si voltò ed uscì.

"Aspetta! Merda..." sbuffò mettendosi le mani tra i capelli.

Non le era sfuggita l'espressione triste di lei e gli occhi lucidi. Era la ragazza di Slash, e lei si era messa in mezzo, seppur senza volerle fare del male. Ma poi lei lo odiava, no? Assunse la sua solita aria forte e sicura "Che fai qui, muoviti!" urlò spintonandolo.

"Cosa?"

"Muoviti! Ci tieni a lei, no?"

"Bè..." non sapeva cosa dire. Si, ci teneva a lei... ma Perla? Lei era qualcos’altro... non poteva negarlo.

"Vai, corrile dietro, dille che era solo un equivoco… così la perdi!" lo guardò fermo e immobile "Vai!"

"Si, forse... hai ragione" disse voltandosi e muovendo qualche passo in direzione della porta, ma si bloccò girandosi per un attimo a guardarla "Bè... grazie" e corse fuori.

Perla si girò verso il bancone... sentiva uno brutta sensazione di vuoto, ma sapeva di aver fatto la cosa giusta. Non per lei però "Prego..." mugugnò a bassa voce ordinando poi un'altra birra. Non le importava, continuava a ripetersi... Slash poteva essere al massimo un amico con quel caratteraccio che si ritrovava. Litigavano sempre, si punzecchiavano in continuazione... e allora perchè quella lacrima traditrice le stava solcando la guancia? La levò con un gesto rapido della mano, pagò ed uscì.

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Capitolo 46
*** 46 ***


Quando Laurel tornò a casa dopo le lezioni, trovò Perla in pigiama seduta a gambe incrociate sul divano davanti alla TV mentre si ingozzava con quello che aveva tutta l'aria di essere un gelato al cioccolato ‘da consolazione’.
Era uscita con Slash quel giorno, era certa che avessero litigato di nuovo. Posò a terra il borsone della palestra e si piazzò davanti alla TV con le mani sui fianchi "Che ha fatto stavolta?"

"mmm spostati!"

"Allora? Che è successo?" insistette levando dalle mani della cugina il barattolo di gelato e il cucchiaio.

"Hey ridammeli!" sbuffò.

"Se continui a strafogarti di gelato ogni volta che litighi con Slash diventerai una balena" disse sedendole accanto.

Perla abbassò lo sguardo iniziando a fare dei piccoli cerchi sul divano con la punta dell'indice "Non abbiamo litigato..." mormorò.

Com'era possibile? Erano stati insieme praticamente tutto il giorno, e non avevano nemmeno bisticciato? "Vuoi dire... nemmeno un bisticcio piccolo piccolo?" domandò incredula.

"Bè qualche battuta al vetriolo è scappata, ma tutto sommato direi che siamo stati bene... siamo andati in quel grande negozio di strumenti in centro e mi ha fatto vedere la chitarra dei suoi sogni... avresti dovuto vederlo mentre la suonava, era bellissimo!" disse con sguardo sognante "Poi siamo andati a farci una birra"

"Ma è fantastico!" vide Perla intristirsi. Forse non era andato tutto poi così bene, altrimenti perchè si stava ingozzando di zuccheri in quel modo? "Non è stato poi così fantastico, vero?"

"Andava tutto a meraviglia fin quando non è arrivata quella sua specie di ragazza, Renèe o come cavolo si chiama... ma ci pensi che sfiga?! Con tutti i posti che c'erano proprio li doveva passare! E io... ho convinto Slash a correrle dietro per fare pace... che stupida"

"Non sei stupida... e sono convinta che Slash ha apprezzato quello che hai fatto"

"Bè vedi, io non sono così... non rubo i ragazzi alle altre... e quella ragazza sembrava così triste quando ci ha visti insieme..." sospirò "Me lo ridai quello? Mi spetta di diritto..."

Laurel le ripassò il gelato "Se non altro hai ammesso che Slash ti piace, è già qualcosa"

"Laurel lo sapevi già tanto, ma lo sai come sono... non lo ammetterei nemmeno sotto tortura... e guai a te se lo dici a qualcuno!"

"Sarò muta come un pesce! Ne lasci un po' anche per me?"

"Tu vivi il tuo bel sogno tutto rose e fiori con quel tipaccio dai capelli rossi, non hai bisogno di zucchero consolatore!"

La giovane abbassò un po' lo sguardo "Si"

"mmm come siamo convinte! Senti... visto che io ho confessato perchè non lo fai anche tu? Ammetti che Duff ti piace, siamo solo io e te! Avanti..."

Che senso aveva negarlo ancora? Duff le piaceva, si. E Axl? Era innamorata di lui, ne era sicura... non poteva spiegare in altro modo le farfalle che svolazzavano nel suo stomaco ogni volta che lo vedeva, l'accelerare improvviso del suo cuore ogni volta che i loro corpi si sfioravano, le emozioni che le vorticavano nelle viscere tutte le volte che incrociava i suoi occhi smeraldini. E allora? "Si, mi piace..." ammise con un filo di voce.

Perla sorrise soddisfatta. Era già qualcosa. Non voleva insistere oltre per il momento, metterle dubbi e confonderla non era la cosa migliore da fare. Era ora di passare all'azione piuttosto, e prima o poi avrebbe escogitato qualcosa per avvicinare i due ragazzi. Le passò un cucchiaio di gelato "Bene, tieni... direi che ne hai diritto anche tu! Ah... ci sarebbe un'altra cosuccia..."

"Cosa?"

"Piccola vendetta..." disse indicando una custodia a terra poco più in là.

"Hai comprato la chitarra di Slash?!"

"Non è la sua chitarra, era in vendita! Ero arrabbiata e volevo fargliela pagare... si lo so, è una cosa stupida e infantile ma... ormai è fatta!"

"Gli verrà un colpo!"

"Non esagerare..."

"Quando saprà che l'hai comprata tu ti ucciderà!"

"Non lo saprà! Il commesso mi ha promesso che non gli dirà nulla sul misterioso acquirente"

Laurel sospirò. Perla era così forte... avrebbe voluto avere almeno metà di quella forza "Questa piccola vendetta ti sarà costata un sacco"

"E la carta di credito a cosa serve scusa?" disse strizzandole l'occhio.

Quella sera fu in impresa convincere Perla ad uscire. I Guns avevano la loro serata al Troubadour e Laury aveva promesso ad Axl che ci sarebbe andata. Sue ovviamente non si era tirata indietro, passare del tempo con Izzy era la cosa che più desiderava in quei giorni. Ma Perla non voleva proprio schiodarsi da quel divano. Non aveva nessuna voglia di vedere Slash e quella Reneè amoreggiare nell'ipotetico caso in cui avessero fatto pace. L'avevano convinta solo dopo un’ora di estenuante insistenza. E per l'occasione la ragazza aveva sfoggiato un miniabito da urlo, scollatura provocante e tacco alto. Se doveva incontrare Slash tanto valeva essere perfetta, in ogni caso.

***

Il locale era strapieno, come al solito. Ma a differenza dei primi tempi dove la maggior parte della gente presente era lì per abitudine senza nemmeno sapere chi fosse il gruppo della serata, ormai molte delle persone presenti arrivavano proprio per assistere alla loro esibizione. Iniziavano a comparire i primi cartelloni, e le ragazze facevano commenti deliranti su ognuno di loro. C'era anche qualche intrepida che già cercava di infilarsi dietro le quinte per avvicinarli e magari riuscire ad ottenere qualcosa in più che un semplice autografo. Slash e Steven erano quelli che più di tutti gongolavano di quella situazione. Gli piaceva essere circondati dalla gente, essere desiderati e osannati. Certo ancora non erano a quei livelli, ma erano certi che ci sarebbero arrivati quanto prima, specie ora che avevano un ottimo contratto.

Lo show iniziò e come sempre fu un successo. Laurel ancora si stupiva della carica e dell'energia che ogni volta emanavano. Erano in cinque, ma era come se fossero un'anima sola. Axl mandava in delirio ogni essere femminile presente con le sue movenze sensuali. Ne era così fiera che avrebbe voluto urlare a tutte le presenti che quel bel ragazzo dietro a cui sbavavano era suo. Sue fissava Izzy per tutto il tempo, senza quasi ascoltare tutto il resto... era davvero innamorata di quel giovane un po' taciturno ma con una dolcezza tale da averla disarmata fin dall'inizio. Le cose tra di loro andavano sempre meglio, nonostante la vita movimentata e all'insegna del rock n’ roll del ragazzo. Certo, non era stupida, era consapevole del rischio che correva.
Adriana salì sul palco come ogni volta, accontentando anche gli occhi maschili. Avrebbero dovuto esserne gelose tanto si strusciava addosso ad ognuno di loro, ma faceva parte dello show, quindi semplicemente non ci facevano caso più di tanto.

Perla continuava invece a guardarsi in giro... non aveva ancora visto Renèe... forse non era andata bene tra loro, forse non avevano fatto pace... e per un attimo a quel pensiero si rallegrò. Ma tutto cambiò quando a fine concerto, la vide uscire dal backstage sorridente come non mai "Hey..." la richiamò Laurel dandole un piccolo colpo con il braccio "tutto bene?"

"Si, benissimo" cercò dimostrarsi sicura e a proprio agio. Non aveva alcuna intenzione di dare al ragazzo l'impressione di stare male per lui "mai stata meglio... guarda, c'è Seb! SEEEEEEB!!!" urlò chiamando il ragazzo poco più in là in mezzo alla folla.

"Hey bellezza!" la salutò lui baciandole la guancia e raggiungendo le altre ragazze "signorine..."

"Ciao Seb" Laurel si guardò in giro... avrebbe voluto entrare nel backstage, ma c'era una gran confusione li davanti. Li videro uscire da dietro al palco poco dopo. Subito una piccola folla di neo-fans li circondò chiedendo autografi e facendo i loro complimenti. Qualche ragazza cercava le loro attenzioni, ma senza troppo successo.


"Mi ha chiesto una foto, te ne rendi conto?! Una foto! A me!" si beò Steven.

"In effetti Adler è una cosa abbastanza strana... posso capire se la chiedessero a me, ma a te..."

"Ah, fanculo Slash! Sei solo invidioso!" lo spinse il biondo tenendo stretta a sè Adriana "Andiamo a bere qualcosa!" propose.

"Perchè no!" assentì Duff facendo scorrere l'occhio tra la folla. Un sorriso si aprì sul suo volto quando la vide

"Ragazzi, c'è qualcuno che vuole salutarvi..." disse.

"Ciao!" Mandy stretta in un corpetto nero, li raggiunse e salutò tutti sorridente.

"Mandy!" urlò Slash abbracciandola "Che cazzo ci fai qui?!"

"Visita di cortesia a Max... ciao riccio" rispose lei ricambiando l’abbraccio e salutando gli altri ragazzi "Siete migliorati dall’ultima volta che vi ho visti suonare! Avete anche dei veri fans, non siete contenti?"

"Ah tantissimo! Lo sai che mi hanno chiesto una foto?!" ripetè Steven entusiasta facendola ridere.

Duff si avvicinò ad Axl. Non aveva scordato l'insistenza con cui il rosso lo aveva mandato da Brixx... era certo che l'arrivo di Mandy non era cosa nuova per lui, specie a giudicare dall'espressione con cui l'aveva accolta "Non sembri sorpreso di vederla qui" gli disse. Axl si limitò ad un sorriso tirato "Forse dovrei prenderti a pugni, o forse ringraziarti... fatto sta che le cose non cambiano anche se lei ora è qui" non aggiunse altro non gli diede nemmeno il tempo di ribattere. Era sicuro che avesse capito a cosa alludeva. Se sperava di fargli dimenticare Laurel usando Amanda aveva proprio capito male. Tornò da Mandy e con lei si avviò con gli altri al bancone per una bevuta.

"Tu non vieni?" chiese il riccio ad Axl rimasto a fissare un punto indefinito tra la folla.

"Si... si, arrivo subito" gli rispose allontanandosi. Cercò di seguirlo con lo sguardo per capire cosa diavolo gli prendesse... e ciò che vide non gli piacque per nulla.


L'aveva vista da lontano, e subito aveva pensato di raggiungerla... a dire il vero voleva allontanarla da li per evitare che altri la vedessero. Non si aspettava quella visita, ma qualcosa dentro di lui era felice "Cosa ci fai qui?" chiese prendendola per un braccio e tirandola in un angolo più appartato.

"Ciao Axl, si sto bene grazie e anche a me fa piacere vederti!" rispose cinica. A dire il vero Erin non sapeva il motivo preciso per cui quella sera era andata li. Sapeva del concerto, ma non erano posti che era solita frequentare... forse voleva solo divertirsi e bere qualcosa, o forse... l'incontro con Axl non l'aveva lasciata del tutto indifferente. Cosa sperava di ottenere però, non lo sapeva nemmeno lei. Era rimasta in disparte sperando di catturare l’attenzione del rosso, come in effetti era successo. Gli sarebbe piaciuto riabbracciare anche i ragazzi, ma forse non era il caso di farsi vedere in giro. Specie da Slash che le aveva già espresso la sua opinione in merito.

"Sai cosa voglio dire!"

"Guarda che è un posto pubblico questo"

"Ma perchè ci sei venuta?!"

"Sono qui per bere qualcosa, mistero svelato!" mentì.

"Non avresti dovuto venire..." insistette lui.

Erin lo guardò sorridendo appena "E' per lei vero? Non vuoi che mi veda con te... scommetto che non le hai nemmeno detto chi sono"

"Non sono fatti tuoi"

"Oh andiamo, smettila di fare il sostenuto con me Axl! Sono qui perchè avevo voglia di vederti, tanto quanta ne hai tu di vedere me!" disse dura infilandosi una sigaretta tra le labbra "Non sei cambiato per nulla" aggiunse voltandogli le spalle facendo per andarsene. Le era mancato in quell'anno durante cui erano rimasti lontani, non poteva negarlo. Nonostante quanto avesse sofferto durante quella turbolenta storia, l'intensità dei sentimenti che aveva vissuto con Axl non l'aveva più trovata in nessun altro. Certo, ora lui aveva un’altra... ma questo non sembrava preoccuparla.

Difatti Axl non la lasciò andare. Le afferrò il braccio tirandola verso di sè "Aspetta..." disse poi guardandosi in giro. La trascinò fuori dal locale, sul retro, al riparo da occhi indiscreti "Forse hai ragione... ma anche se fosse, cosa dovremmo fare, eh? Sono innamorato di Laurel... "

"Lo eri anche di me"

"Ci abbiamo già provato Erin, e hai visto com'è andata a finire"

"E credi che con lei sarà diverso?"

"Forse"

Le scappò una risata, e scosse la testa "Dovresti cambiare Axl... ma tu non cambierai mai. Soffrirà come ho sofferto io, lo sai benissimo... guardati, sei qui con me invece di andare da lei. Probabilmente ti starà aspettando, continuerà a guardarsi in giro chiedendosi dove cavolo sei finito... le stai già facendo del male, anche se non te ne rendi conto"

"Smettila!" urlò afferrandole le braccia "Tu non sai un cazzo..."

"So molto più di quanto tu creda... ci sono passata anche io, ricordi?" per nulla intimorita da quell'atteggiamento che conosceva bene, Erin avvicinò il viso a quello del ragazzo... molto vicino. Sfiorò appena le sue labbra e si ritrasse subito dopo sorridendo "Non ti sei mosso di un centimetro per evitarmi... questa per me è già una risposta Axl" sentenziò voltandosi e allontanandosi.

Axl rimase appoggiato al muro, muto e pensieroso... aveva ragione. Eppure... doveva essere diverso con lei, voleva con tutto se stesso che andasse diversamente. Laurel non si meritava quel trattamento.  Ma Erin aveva detto che non era cambiato, e aveva ragione. Perchè nonostante tutto Axl sentiva in sè il fortissimo impulso di correrle dietro e stare con lei... di nuovo. Quando le loro labbra erano nuovamente venute a contatto, si era trattenuto dal proseguire il bacio, abbracciarla, sentire il suo sapore, e magari andarsene con lei quella sera. No, decisamente non era cambiato.

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Capitolo 47
*** 47 ***


Era rimasto in disparte assistendo alla scena di sfuggita senza poter da quella posizione sentire cosa si erano detti... ma ciò che aveva visto gli bastava. Strinse i pugni sentendo il sangue ribollire nelle vene... si avvicinò ad Axl a grandi passi, scansando anche una ragazza che aveva cercato di fermarlo forse per un autografo o un po' di compagnia.

Il rosso sussultò quando all'improvviso sentì una forte e decisamente poco amichevole stretta afferrargli il braccio. Era rimato immobile con gli occhi fissi su Erin mentre si allontanava da lui fino a perderla di vista. La sue mente già di per sè contorta, ora era ancora più confusa. Ma subito tirò su quella barriera di sfrontatezza quando voltandosi incrociò lo sguardo duro di Slash "Hey mi fai male" disse ostentando sicurezza e sfuggendo alla sua presa.

"Che cazzo stai combinando Rose?!"

"Non so a cosa ti riferisci" in quell'istante avrebbe giurato che un cazzotto in pieno viso non glie lo avrebbe levato nessuno.

In effetti Slash fece non poca difficoltà a trattenersi. Lo afferrò per la maglia spingendolo in un angolo un po' appartato e sbattendolo contro al muro "Non mi prendere per il culo! Sai bene a cosa mi riferisco!"

"Se volevi appartarti con me bastava chiedere, non c'era bisogno di spingere! Mi hai sgualcito la maglia..."

Il riccio gli fu addosso. Gli afferrò il collo della t-shirt con forza sollevandolo quasi di peso mentre con il viso ad un centimetro dal suo gli ringhiava addosso "Guarda che mi sto incazzando sul serio... vi ho visti con i miei occhi, e non dirmi che non era niente! Si può sapere che cazzo ti prende, eh?! Laurel te la sei già scordata? O ci stai davvero solo per quella cazzo di scommessa?!"

I lineamenti fino ad allora rimasti rilassati di Axl, si indurirono increspandogli la fronte. Lo spinse con le mani al petto allontanandolo da sè "Non è così, e tu lo sai!" urlò.

"E allora com'è?! Spiegamelo! Avanti, prima di spaccarti la faccia ti sto dando l'opportunità di spiegarmi!"

Era davvero incazzato... e come poteva dargli torto? L'aveva beccato proprio con Erin... e per di più non sapeva cosa dirgli per spiegargli, perchè non sapeva nemmeno lui cosa diavolo stava succedendo "Voleva solo parlare" disse abbassando la voce "quel bacio non è significato nulla... io sto con Laurel adesso"

"Inizio a pensare che mi stai raccontando davvero una massa di stronzate"

"Senti lasciami perdere, torniamo dagli altri" disse scansandolo, sperando di chiudere li quella discussione senza via d'uscita. Ma Slash lo bloccò di nuovo per un braccio. Lo sguardo che corse tra i due era di fuoco... e per la prima volta il rosso si trovò a dover abbassare lo sguardo, non essendo in grado di sostenere quello duro e accusatore dell'altro. Si liberò dalla sua mano per raggiungere il bar dove stavano gli altri, cercando di reggersi in piedi al meglio. L’aria gli mancava e le gambe tremavano. Ma tornò di nuovo l'Axl Rose di sempre non appena raggiunse i suoi amici.
 

In tutto quel tempo le ragazze avevano raggiunto Izzy, Steven e Duff passando tra la folla, fino al bancone dove i tre stavano già bevendo e brindando alla serata. Izzy tirò Sue contro di sè baciandola. Perla rimase attaccata a Seb più del solito quando vide arrivare Renèe. La ragazza le lanciò un occhiataccia riconoscendo in lei la giovane che aveva sorpreso con Slash... non le piaceva che gli girasse attorno, anche se il riccio le aveva spergiurato che era solo un amica, nulla di più. Perla cercò di reggere quello sguardo, tenendo la testa alta, anche se istintivamente si schiacciò di più verso Sebatian, per nulla dispiaciuto di quel contatto.
E Laurel... Laurel dopo un saluto a tutti loro si guardava in giro alla ricerca di colui con cui avrebbe voluto passare la serata. Ma del rosso nemmeno l'ombra. La consolò solamente il fatto che nemmeno Slash si era ancora visto. Probabilmente erano insieme da qualche parte, per cui non se ne preoccupò più di tanto. Ma quando vide il famigliare viso di Amanda affiancare Duff, qualcosa dentro di lei sussultò. Le ragazze rimasero sorprese di vederla di nuovo li, Perla la salutò e lei ricambiò a tutte un sorriso, anche a Laury "C... ciao" rispose timidamente senza staccarle gi occhi da dosso. Non se l'aspettava... credeva fosse rimasta a Seattle... strano come quell'improvvisa riapparizione le stesse creando così tanto scompenso.

Perla scrutò il viso della cugina. La sua faccia era indecifrabile, in parte stupita in parte forse affranta, il tutto celato da un finto sorriso di circostanza. Spostò lo sguardo su Duff, che stringeva la ragazza ridendo e scherzando come se nulla fosse 'Ma chi vuoi fregare...'pensò. Si avvicinò ad Amanda sorridendole amichevolmente "Alla fine ti sei decisa allora!"

"Bè... a dire il vero sono qui solo di passaggio"

"Ah si?"

"Si, sto da Max per qualche giorno e poi torno a Seattle... com'è andato il vostro viaggio verso Los Angeles?"

"Ohhh quello... benone direi! Ci siamo divertite un sacco, avresti dovuto venire con noi!"

Mandy sorrise appena abbassando un po' gli occhi "Già..."
 
Mentre Amanda era impegnata a parlare con Perla, gli occhi di Duff incrociarono per un istante quelli di Laurel... vi lesse qualcosa... ma forse era solo una sua impressione. Forse il suo cervello voleva sempre trovare a tutti i costi qualcosa a cui il cuore potesse aggrapparsi. E allora perchè un istante dopo la ragazza aveva già levato gli occhi dai suoi, abbassandoli verso terra con quell'espressione pensierosa? No, probabilmente aveva preso un abbaglio. Era solo triste perchè ancora non aveva viso Axl, ecco cosa doveva essere. Ma la sua espressione non cambiò di molto quando vide i rosso arrivare al suo fianco, e stringerla in un abbraccio persino più stretto del solito. Distolse lo sguardo dai due, meglio non pensare troppo a cose che di certo non avrebbero portato a nulla... meglio farsi un'altra media.
 
Le braccia di Axl le circondarono la vita tirandola indietro verso di sè "Ciao"

"Ciao" mormorò mettendosi nervosamente una ciocca di capelli dietro all'orecchio.

"Qualcosa non va?" chiese Axl notando quella strana aria che non faceva parte di lei.

"No, va tutto bene... siete stati bravi"

Slash arrivò subito dopo, lo sguardo corrucciato e l'aria di chi decisamente non si stava divertendo. Cosa che non sfuggì a nessuno. Renèe gli fu subito accanto circondandogli il collo con le braccia e baciandolo "Ma dove eri finito?"

"Lascia perdere, ce ne andiamo?"

"Adesso?"

"Si, non mi va di restare"

"Slash perchè?! Non abbiamo nemmeno fatto un brindisi!"

"Non mi va e basta Steven, ok?!" rispose brusco. L'amico annuì muto e subito il riccio sospirò allungandogli una mano sulla spalla "Scusa, dai passami quella birra..." Steven sorrise passandogli la bottiglia già iniziata.

Izzy osservava la scena. Era sempre stato quello più attento del gruppo, lui osservava e tirava le somme. Slash e Axl erano spariti insieme, ora erano tornati... Slash era decisamente incazzato. Axl aveva combinato qualcosa. Matematico. Ma non voleva guastarsi quella serata, aveva promesso a Sue di passarla con lei e cos' avrebbe fatto. Agli scazzi di quei due avrebbe pensato l’indomani.

“Bè…” a rompere il sottile silenzio che si era creato ci pensò Steven. Aveva ordinato Jack per tutti, ed ora aveva richiamato l’attenzione dei ragazzi battendo sul suo bicchiere con un cucchiaino “un brindisi? A noi! Insomma… ai fottuti Guns N’ Roses!” disse alzandolo in aria con quel suo sorrisone stampato in faccia “Eddai ragazzi…” li pregò quando vide che nessuno di loro pareva dell’umore per farsi una bevuta. Per lo meno non Slash ed Axl.

Duff prese la sua parte, subito seguito da Izzy. Il biondo era stato attento ad ogni cosa che era successa… dall’arrivo di Axl, a quello subito dopo di Slash… anche a lui non era sfuggita quella vaga aria di tensione che si
era creata tra i due. Certo non poteva sospettarne il motivo… e poi con Mandy al suo fianco, aveva deciso di non pensare a nient’altro. Non sarebbe rimasta a lungo. Almeno quei pochi giorni di serenità che gli erano concessi, se li voleva godere a pieno “A noi” disse facendo tintinnare il suo bicchiere contro gli altri. Slash lo seguì, un po’ controvoglia a dire il vero, giusto perchè si trattava di un brindisi di rito dopo un concerto come quello.

“E tu? Non brindi con noi?” Izzy passò il bicchiere ad Axl.

Il rosso sorrise e lo prese, facendo oscillare il liquido ambrato al suo interno. E se Slash spifferava tutto? Quel pensiero gli martellava in testa fin dal momento in cui aveva incrociato le sue iridi scure fissarlo con disapprovazione poco prima. Non riusciva a darsi la colpa per ciò che era successo. Non era stato lui a dire a Erin di venire li, e non era stato nemmeno lui a volerla baciare… non del tutto almeno. Secondo il suo eclettico punto di vista, era semplicemente stato vittima di quella circostanza. Peccato che dentro di lui, in un piccolo angolo che non voleva rivelare, c’era la consapevolezza che quello che era successo era anche ciò che voleva. Ma se quella storia fosse venuta fuori, bè… rischiava davvero grosso. Era meglio correre ai ripari “Piccola senti…” disse a bassa voce. Bassa ma non troppo. Voleva che Slash sentisse parte del discorso “prima di là ho incontrato Erin…
te la ricordi vero?” nel sentire quel nome il riccio si voltò. Tese l’orecchio cercando di captare ciò che il rosso stava dicendo “Bè è venuta qui perché voleva vedermi” Laurel ascoltava, annuendo ad ogni sua frase “voleva parlami… insomma… credo che la fine della nostra storia non le sia mai andata giù del tutto” Slash alzò gli occhi al cielo sbuffando sonoramente. Aveva capito che intenzioni aveva… raccontare tutto a Laurel era davvero una bella mossa. Così lui non avrebbe più potuto dire nulla di sconveniente, Axl si sarebbe parato il culo, e Laurel avrebbe magari ammirato la sua sincerità. Ovviamente, tutto raccontato a modo suo “Le stavo giusto dicendo di andarsene, non capivo perché fosse venuta qui… quando ad un certo punto mi ha baciato” avrebbe voluto fargli un applauso tanto la sua interpretazione era magistrale “così, non me lo aspettavo… poi se ne è andata… mi sembrava giusto dirtelo, tutto qui”

Laurel aveva ascoltato tutto in silenzio. Cosa doveva pensare? Se Axl le aveva detto una cosa del genere era perché non aveva nulla da nascondere, no? Anche Jesse aveva cercato di baciarla… anzi, l’aveva pure fatto quella sera prima della sua partenza. Era più o meno la stessa cosa. Non poteva non darle fastidio, ma non poteva nemmeno incazzarsi con lui se le cose erano andate in quel modo “Ah… hemmm… ok… ok… è tutto a posto” disse titubante, scostandosi una ciocca dal viso per portarla dietro all’orecchio.

“Sul serio?”

“Si…” incrociò le braccia al petto, chiudendosi come se non volesse far trapelare altre emozioni. Sorrise un po’ tirata e annuì.

Slash battè sonoramente il bicchiere sul bancone, giusto per farsi sentire… Axl si voltò… se lo sarebbe mangiato con un solo sguardo… se l’era studiata a tavolino quella scenetta, ma a lui non lo incantava. Strizzò gli occhi guardandolo e gli fece segno con l’indice e il medio davanti a gli occhi, come a voler dire che l’avrebbe tenuto d’occhio. Di tutta risposta il rosso inarcò le labbra in un lieve sorriso sghembo. Si avvicinò a lui e gli battè una mano sulla schiena “E’ andata così… non puoi negarlo. E comunque non è affar tuo Slasher” disse calmo.

Il riccio rimase zitto. Lui non aveva sentito ciò che si erano detti. Aveva visto Axl ed Erin parlare, e poi quel bacio… per quanto ne sapeva poteva anche essere andata come aveva detto Axl. Certo, sapeva comunque che non era così… ma non aveva nulla per dimostrare il contrario “Ringrazia solo che al posto mio non c’era Duff” mormorò voltandosi e afferrando deciso l’intera bottiglia di Jack davanti a lui.

“Non sarebbero nemmeno stati affari suoi” borbottò voltandosi senza farsi sentire. Circondò le spalle di Laurel con il braccio, baciandole la testa “Ce ne andiamo?”

La ragazza lo fissò stranita “Adesso? Ma è presto…”

“Voglio stare un po’ da solo con la mia ragazza”

Abbassò lo sguardo indecisa. Quando però senti il braccio di Axl farsi più stretto attorno alle sue spalle e i loro corpi aderire meglio, annuì. Con un cenno della testa Axl salutò gli altri. Slash nemmeno si voltò. Laurel salutò tutti con il suo solito bel sorriso, poi toccò un braccio al riccio “Ciao”

“Devi proprio andartene?”

“Slash… qualcosa non va?”

“No… tutto una meraviglia” rispose, e il suo tono le risultò piuttosto ironico. Fece mezzo passo verso di lei baciandole la guancia e scompigliandole i capelli “Un giorno di questi ti voglio tutta per me… mi mancano le nostre chiacchierate sai?”

“Anche a me…”

“Si… buona serata, ci vediamo piccola” Slash si rigirò tornando alle attenzioni di Renèe. Bevve un altro sorso di Jack… iniziava a farsi sentire, e dopo quella serata sentiva l’esigenza di qualcosa di più forte… una volta tornato a casa avrebbe chiesto a Steven. L’amico aveva sicuramente qualcosa da parte.

“Laury torni stanotte?” Perla afferrò il braccio della cugina quando questa si avvcinò per salutare lei e Sue.

“Si… credo di si”

“mmm… ok…” sembrò un po’ titubante. Il punto è che poco a poco tutti se ne sarebbero andati… Slash con Renèe… la cosa non le andava giù. Non voleva rimanere sola di nuovo.

“Vuoi… vuoi che resti con te? Guarda che posso…”

“No, no! Vai con Axl, ti pare? Io sto bene! Sul serio” Laury la guardò  non convinta “avanti, vai! Divertitevi eh!” urlò ai due spingendola via, per convincerla ad andarsene.
 

Axl la tirò per mano… pochi secondi e furono fuori. L’aria era fresca più del solito, tanto che la ragazza si dovette stringere le braccia attorno al corpo quando un brivido le attraversò la schiena. C’era parecchia gente fuori dal locale. In molti sorridevano ad Axl, lo salutavano dandogli il cinque, o con un cenno della testa. Le ragazze sorridevano sciocche al suo passaggio, squadrando lei dalla testa ai piedi “Un giorno di questi mi uccideranno” scherzò.

“Chi, quelle? Sono solo invidiose” rispose stringendole più forte la mano “perché tu sei con me, e loro no…”

“Wow… sono la ragazza più invidiata della città”

“Non per vantarmi, ma credo di sì!” ridacchiò.

Camminarono in silenzio per un po’. Los Angeles era viva anche di notte. Ovunque si andasse si poteva trovare qualcuno… i quartieri alti erano frequentati da yuppie e gente per bene intenta a fare la bella vita anche di notte, nelle periferie si incontravano per lo più gang, spacciatori, puttane e gente di losca fama. Quella zona era vicino all’Università che frequentavano le ragazze, per cui girava gente di ogni tipo, studenti soprattutto. E si sapeva che con loro si potevano fare buoni affari. Era molto in voga consumare droghe in quel periodo, e gli spacciatori sapevano che con quei ragazzini si riusciva sempre a vendere qualcosa. Si fermarono nel parco antistante il campus, sedendosi su una panca nella penombra, sotto la fioca luce di un lampione nascosto tra le fronde di un alto albero. Axl si sedette sullo schienale, allargano le gambe affinché Laurel potesse appoggiare li in mezzo la schiena. Si accese una sigaretta accarezzandole con la mano libera i capelli, facendo scorrere le dita nell’intreccio mosso “Ho pensato che fosse giusto dirtelo” disse all’improvviso, tornando alla storia di Erin.

Laurel alzò la testa verso di lui, cercando il suo sguardo “Lo so… hai fatto bene, e non ce l’ho con te, se davvero le cose sono andate così”

“Certo che sono andate così” puntualizzò piccato.

“Axl… perché ce ne siamo andati? Voglio dire… ultimamente non stai più  con i tuoi amici… quando usciamo la sera dopo un po’ te ne vuoi andare”

“Ti sembra così strano se voglio stare con te?”

“E loro?”

“Loro cosa?” chiese alzando perplesso un sopracciglio.

“Perché non state più insieme? Quando eravamo a Seattle in una serata come questa avreste brindato e bevuto insieme tutta la sera… da quando sono qui mi sembrate più distanti”

“Sono cambiate un po’ di cose... ma siamo ancora una band… il punto è che ognuno ha i cazzi suoi, e poi abitiamo già insieme, te lo sei scordato? Ci vediamo molto più di prima se ci pensi” aveva capito cosa intendeva. Ma era chiaro che in quel clima non avrebbe potuto rimanere li con i ragazzi, con Slash soprattutto. Non gli piaceva sentire tensione nell’aria. Preferiva andarsene. Era più facile “Hey, tra pochi giorni hai il provino” aggiunse poi, più per cambiare discorso che altro.

“Si… verrai, vero?”

“Ci sarò… pensavo… potrei accompagnarti al piano, se è possibile”

“Lo faresti?”

“Pensi che sia possibile?”

“Bè, credo di si… si! Sarebbe bello”

Il sorriso che apparve sul viso della giovane fui impagabile per il rosso “Bene… tu fammi trovare gli spartiti sul piano, al resto penso io”

Laurel si voltò, mettendosi in ginocchio sulla panca, di fronte a lui, Allungò le mani sulle sue gambe e avvicinò le loro labbra “Grazie” mormorò prima di annullare la distanza tra loro, e baciarlo.
 
 

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Capitolo 48
*** 48 ***


Quando Axl e Laurel se ne andarono, Slash tirò un lieve sospiro di sollievo. Gli scocciava davvero molto in realtà che la ragazza avesse bevuto tutte quelle bugie e che se ne fosse andata con lui. Ma non avere più il rosso davanti lo sollevava. Avrebbe evitato di litigarci e magari mandarlo al diavolo per davvero. Bevve l'ultimo sorso di Jack dal suo bicchiere, l'ennesimo. Aveva caldo, e sentiva la testa girare. Per questo ora continuava a ridacchiare come uno sciocco senza motivo. Si abbassò verso Renèe baciandola con la lingua e avvinghiandosi a lei, staccandosi subito dopo per sorriderle e sussurrarle qualcosa ad un orecchio e ridere di nuovo.

In tutto ciò Perla si sentiva un pesce fuor d'acqua... Sue stava con Izzy, Duff con Amanda e ovviamente Slash e Renèe... nonostante la presenza di Sebatian che continuava a parlarle a fianco senza che lei ascoltasse un sola parola. Si sentiva decisamente di troppo. Finì la sua birra, poi infilò il giacchino di pelle e chiamò Sue toccandole il braccio "Io vado" la avvertì.

Sue inquadrò subito la situazione. Non doveva essere facile per lei stare li in mezzo a loro, specie con Slash... era più che convinta che i sentimenti di Perla andassero ben oltre l'amicizia. Così non replicò. Salutò tutti, dando solo un lieve cenno al riccio che ubriaco com'era non la degnò nemmeno di uno sguardo. Così sbuffò, e si allontanò da tutti loro creandosi un varco tra la gente ed uscendo finalmente fuori all'aria aperta. L'aria fresca la fece riprendere, le sembrava di soffocare la dentro. Si infilò le mani in tasca avviandosi lentamente verso la via di casa.

"Hey! Perla!" non si voltò quando si sentì chiamare. Alzò gli occhi al cielo e continuò dritta per la sua strada, fin quando la salda mano di Sebastian la bloccò afferrandole un braccio "Aspettami!"

Solo allora si fermò e si voltò verso di lui "Perchè? Sto andando a casa Seb, non in giro per locali"

"Così presto? Andiamo, la notte è ancora giovane!"

Alzò un sopracciglio "Si certo... quasi quasi adesso me ne vado a zonzo per la città e mi faccio il primo che mi capita, tanto..." ribattè sarcastica, alzando le spalle e liberandosi dalla sua stretta, continuando a camminare. In realtà non le sarebbe dispiaciuta un po' di compagnia quella sera. Si sentiva davvero sola... ed era strano per una come lei, abituata ad avere attorno parecchia gente. Slash l'aveva davvero messa in un bel guaio 'maledetto riccio'pensò senza poter evitare di sentire uno strano movimento nel suo stomaco 'non sei un po' troppo cresciuta per sentire le farfalle?!' si rimproverò.

Seb le si parò davanti a braccia aperte, bloccandole di nuovo la strada. Sapeva essere testardo ed insistente quando voleva una cosa "Eccomi, per servirla!"

Ma lei lo scansò di nuovo "Finiscila Baz, non è serata"

"Ma dai... insomma, perchè buttarti sul primo che incontri quando puoi buttarti sul sottoscritto?!" disse seguendola e portandosi al suo fianco "Insomma, non puoi mai sapere chi incontri, no? Almeno con me vai sul sicuro, e poi..."

"Sebastian... stavo scherzando, ok? Non ho intenzione di farmi nessuno"

"Ah..." mugugnò con un fare vagamente deluso... per un attimo aveva pensato che dicesse sul serio "bè, poco importa... un po' di compagnia non si rifiuta a nessuno, no? Perla... Perla, ma mi stai ascoltando?"

Esasperata si fermò di nuovo mettendo le mani avanti e roteando gi occhi in aria "Si! Si Bach, ti sto ascoltando! Ma non molli mai tu?!"

Un sorriso furbo apparve sul viso angelico del biondino "No... ho la testa dura"

"Ho notato"

"E non solo la testa babe!" scherzò facendole l'occhiolino, tanto che la giovane non riuscì a trattenere una risata "Guarda che non era una battuta!"

"Oddio Seb... ammetto che riuscire a farmi ridere dopo questa cazzo di serata ti ha fatto guadagnare qualche punto"

"Visto? Non sono poi così male, no?"

"No... ma non sarebbe giusto"

"Guarda che io non mi formalizzo" le mise il braccio attorno al collo, riprendendo a camminare "perchè per una sera non metti da parte tutto quanto e mi fai un po’ di compagnia? Solo io e te..." Seb sapeva da cosa era causato il malumore di Perla, sapeva anche dei sentimenti che lei provava per il riccio chitarrista suo amico... non si faceva certo illusioni, e poi lui non era tipo da innamorarsi. Però Perla gli piaceva. E anche solo per una sera, non gli sarebbe dispiaciuto averla tutta per se "Allora?" insistette quando vide che lei non rispondeva.

In realtà Perla era ben lontana dal dire di no... era solo combattuta. Aveva voglia di compagnia, e Seb era davvero una buona compagnia, in tutti sensi. Dopo tutto era comunque una giovane e sola ragazza... e non certo una santa. E poi non era da lei isolarsi e soffrire per amore. Ammesso che di amore si trattasse. Ma d’altra parte non voleva dare al ragazzo un segnale equivoco "mmm... ok" disse infine, un po' titubante.

Ciò bastò per scatenare l'euforia del biondo "Wooooo non ci posso credere, mi hai detto di si! Casa mia o casa tua?!"

"Hey! Non partire in quarta, ti ho detto che accetto la tua compagnia, non che finiremo a letto insieme! Non per certo, almeno..."

"Ah tanto succederà... andiamo da me, ho della buona birra tedesca in frigo. Me l'ha portata un amico di Berlino che è venuto qualche giorno fa a trovarmi, sei fortunata che ne ho avanzata qualche bottiglia... quella roba è buonissima" aveva iniziato a parlare a raffica, ma non le dispiacque. Almeno si sarebbe distratta e non avrebbe pensato per tutta la sera alle carnose e calde labbra di Slash che si posavano su quelle di Renèe, invece che sulle sue.

Di li a poco si trovò praticamente nuda sul letto di Sebastian, con il ragazzo intento a regalargli un po' di quella sua 'preziosa' compagnia per cui tanto aveva insistito. Era bastata qualche birra, e le già basse difese di Perla erano cadute del tutto 'Fanculo, mi diverto!'si era detta poco prima di osare, e baciare di sua volontà le labbra del ragazzo. Dal canto suo il furbo Bach non si era lasciato scappare la ghiotta occasione. Subito aveva avvinghiato le sue mani al formoso corpo di lei, facendole scorrere sensualmente sotto alla canotta già striminzita che indossava. Assaporò quel bacio e giocò con la sua lingua, facendo sempre di più aderire i loro corpi l’uno all’altro. Tanto non aveva nulla da perdere. Al massimo l'avrebbe ricordata semplicemente come un'ottima serata di sesso.

Quando la mattina dopo Perla aprì gli occhi, trovò sul cuscino al suo fianco una folta chioma bionda e morbida che le solleticava il collo. Sul momento sobbalzò, faticando a ricordare ciò che era successo, ma in pochi secondi le immagini della sera precedente apparvero chiare nella sua mente. Si rilassò sotto le coperte ancora nuda, sospirando mentre Sebastian al suo fianco continuava a dormire tranquillo. Senza far rumore si alzò e si rivestì con gli abiti gettati a terra nella foga, e dopo un'ultima occhiata al biondo, uscì dalla sua casa.



Izzy aveva approfittato del fatto che il magazzino fosse libero quella notte per portaci Sue. Non che si facesse problemi se c'era qualcuno, ma preferiva avere il campo del tutto libero visto pure che le serrature mal ridotte delle porte delle loro stanze nemmeno si chiudevano. Ci teneva alla sua privacy. Ma quella sera Slash se ne era andato con Renèe, stessa cosa aveva fatto Duff con Amanda. Di Steven non c'era traccia, l'aveva perso di vista al locale dopo l'ultima volta che l'aveva visto correre dietro a due fanciulle. Dubitava che sarebbe tornato quella sera. Stessa cosa valeva per Axl. Non aveva scordato cos'era accaduto tra il rosso e Slash... avrebbe chiesto all'amico spiegazioni non appena ne avesse avuto l'occasione.

Tornati a tarda notte si erano subito fiondati in stanza, tra un bacio ed un carezza. Presto i vestiti che li coprivano furono solo un lontano ricordo. C'erano solo i loro respiri affannati a riempire la stanza. Izzy si portò sopra di lei, ed entrò lentamente facendola gemere. Sue si aggrappò alle sue spalle nascondendo il viso arrossato nel suo collo, inspirandone il profumo.

Erano talmente presi da quello che stavano facendo, che non si accorsero della figura che si era palesata nella stanza finchè non parlò "Hey Iz!"

Colto alla sprovvista sobbalzò, uscendo da Su all'improvviso e voltandosi verso la persona che aveva parlato... Steven. Istintivamente tirò il lenzuolo sopra alla ragazza, che tentò di coprirsi meglio che poteva "Steven ma che cazzo fai?!" urlò contrariato.

"Scusa, me ne vado subitissimo, devo solo cercare una cosa... ma dove cazzo l'avrò messa, accidenti..." borbottò tra sè buttando in aria il suo letto e il suo comodino in cerca di chissà cosa.

A dire il vero Izzy sapeva cosa stava cercando "Ma non stavi fuori tu?! Dai esci cazzo!"

"Un attimo... come se non ti avessi mai visto nudo poi..."

"Non solo solo nel caso non l'avessi notato!"

"Oh ciao Sue! E comunque non sarebbe nemmeno la prima volta che vedo una ragazza nuda sai? mmm... ma porca puttana, non dirmi che l'ho finita!" scocciatissimo il moro si alzò dal letto completamente nudo e prese Steven per un braccio trasciandolo fuori di peso "Ma che fai, lasciami dai!" si lamentò Popcorn.

"Sei completamente fatto coglione!" chiuse la porta della stanza rimanendo nel corridoio con lui "Si puoi sapere che ti prende?!"

"Cercavo solo la mia roba!"

"L'hai messa nel frigorifero, idiota!"

Steven chiuse appena gli occhi cercando di ricordare qualcosa. Poi si illuminò "Ahhhhhh giusto, ora ricordo! La vaschetta del burro!"

"Aspetta! Non ti sembra che hai già dato abbastanza per stasera?"

"Naaa guarda che sto benissimo! Grazie Iz!" lo abbracciò senza dargli più modo di dire nulla "E mettiti qualcosa addosso, sei tutto nudo!" traballante se ne andò in cucina.

Izzy sentì il frigo aprirsi per poi richiudersi, poi il portone sbattere e più nulla. Rimase qualche secondo immobile nella semioscurità prima di decidersi a rientrare in stanza. Così non poteva proprio andare avanti.

"S... se ne è andato?" domandò la timida Sue ancora stretta al lenzuolo che si era tirata su fino al collo.

Annuì sbuffando tornando a sdraiarsi al suo fianco. Con un gesto istintivo la ragazza spostò la coperta in modo da coprire anche lui, come se volesse proteggere quell'intimità da altre possibili intrusioni "Sta diventando una situazione ridicola" disse più a se stesso che a lei fissando il soffitto illuminato solo dalla poca luce proveniente da un lampione fuori dalla finestra.

"Cosa?"

"Questa specie di convivenza... inizia a starmi stretta"

"Ma... tu hai sempre vissuto con i tuoi amici"

"Con Axl, si... ma ora siamo in cinque... e siamo fuori controllo, più o meno... non posso nemmeno chiudermi in camera mia, questo posto fa schifo! E non c'è un minimo di privacy" quante cose erano cambiate... solo mesi prima se ne sarebbe fregato della privacy. Avrebbe tranquillamente continuato a far quello che doveva fare con la fanciulla di turno senza farsi tante menate. Ma quelli erano altri tempi, e Sue non era una qualunque "Forse dovrei cercami un'altra sistemazione" aggiunse dopo un lungo sospiro.

Sue si tirò a sedere sempre con il lenzuolo stretto al petto "Un'altra sistemazione dici?"

"Con i soldi del contratto potrei permettermi un affitto"

"Si... è... è una buona idea"

"Ma?"

"Ecco... non credi che i ragazzi ci rimarrebbero male?"

Alzò le spalle "Non siamo più dei ragazzini, ognuno di noi è perfettamente in grado di badare a se stesso... e poi il fatto che io abiti in un altra casa non vuol dire che non ci si veda più. Non vado mica in un’altra città, cercherò qualcosa qui vicino... e poi con le registrazioni, i concerti e tutto il resto in casa ci stiamo già poco"

"E... Axl? Non la prenderà bene"

"Non sono la sua balia" era vero, non lo era. Ma era anche vero che loro due erano praticamente cresciuti insieme. Stavano insieme da sempre... Sue aveva ragione, non l'avrebbe affatto presa bene "Il punto è che ognuno di noi prima o poi prenderà la propria strada, è inevitabile... che questo accada ora o dopo che cambia?" Sue annuì in silenzio ascoltando le su parole "E poi... non mi basta vederti nei ritagli di tempo, portarti qui e stare con te in questo posto lurido..."

"Guarda che per me non ha importanza dove..."

"Per me si invece" la interruppe, mettendosi a sedere e circondandole le spalle nude con il suo braccio "mi chiedevo... se ti andava di venire con me"

A quella richiesta la ragazza voltò il viso verso quello del ragazzo, cercando nei suoi occhi la certezza che fosse reale tutto quello. E lo era... gli occhi profondi di Izzy non mentivano mai, nemmeno quando erano annebbiati da altro "Mi stai chiedendo di vivere con te?"

Il moro sorrise abbassando lo sguardo un po' imbarazzato "Qualcosa del genere, si..."

"Io... non so che dire..." nella sua testa si affollarono mille pensieri. Si vedeva con Izzy in un piccola casa, mentre insieme mangiavano, dormivano... e proiettata più in avanti iniziò a fantasticare su altro, una famiglia, dei bambini... scosse la sta cercando di mantenersi con i piedi a terra. La solita romanica.

"Potresti dire di sì, ad esempio" sorrise rialzando lo sguardo verso di lei. Era certo che quella titubanza non era dovuta al loro rapporto. Si rendeva conto di averle chiesto una cosa importante. Era giusto darle tempo per pensare, qualora ne avesse avuto bisogno. L'avrebbe capito.

"Si" disse all'improvviso, inarcando le labbra in un sorriso smagliane "Si certo che vengo, anche subito!" rispose felice abbracciandolo gettandogli le braccia al collo e stringendosi forte a lui. Perla e Laurel ne sarebbero state felici, sapevano quanto amasse quel ragazzo, e quanto lui amasse lei.

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Capitolo 49
*** 49 ***


Era passato ormai qualche giorno. Laurel e Perla eranano state felici ed entusiaste della notizia, Sue era radiosa, e questo a loro bastava. Poco importava che fossero giovani, che fosse troppo presto e che Izzy era comunque un musicista dipendende da alcool e droghe. Sue era la felicità in persona. Il resto non contava, almeno per loro. Ci avrebbero pensato semmai un giorno ci fossero stati prblemi a riguardo... essere giovani voleva dire anche quello.

In quanto a Izzy ancora non aveva detto nulla ai suoi compagni. La cosa che più lo spaventava era dirlo ad Axl. Sapeva che dirlo a Slash o a Steven equivaleva a farlo sapere a tutti, perciò aveva preferito rimanere zitto. Prima o poi avrebbe avuto il coraggio di farlo. Stupido e codardo Izzy... no, ma il moro sapeva che quella sua decisione non sarebbe stata presa affatto bene dall'amico di sempre, l'amico che si appoggiava a lui, l'amico che senza di lui non sapeva come fare. Ma quello stesso amico doveva imparare a cavarsela da solo, perchè Izzy sapeva di non poter essere il suo bastone per sempre. Ma la cosa gli bruciava.

Era immerso in questi pensieri quando Duff entrò nel magazzino fischiettando "Hey Iz" lo salutò affrettandosi ad impossessarsi dell'ultima birra rimasta nel frigorifero "non dovresti essere al lavoro?"

"mmm? Ah si... ho cambiato turno con Baz... volevo godermi un po' di pace, qui dentro no se ne ha mai"

Si bloccò all'istante con il sorso ancora a mezza gola "Pace?" certo Izzy era sempre stato quello tranquillo e solitario, ma aveva un'aria piuttosto strana quella mattina, come se chissà cosa gli macchinasse in testa "Ti sta fumando il cervello... a che pensi?" chiese sedendosi sul tavolino di fronte a lui.

"Oh a nulla... come va con Mandy?"

"Bene, ma non cambiare discorso... allora?"

Era così evidente? Bè, Duff era un buon osservatore... e anche un buon amico, forse era meglio vuotare il sacco almeno con lui "Ho chiesto a Sue di vivere con me"

La bottiglia di birra che Duff teneva in mano si fermò a mezz'aria. Il biondo guardò l'amico senza capire "Scusa? Bè... non che mi voglia fare i fatti tuoi Izzy, ma qui siamo già un po' troppi, non credi? E poi non credo sia il posto ideale per una ragazza..."

Izzy sorrise scuotendo la testa, non aveva capito un'accidente "Non intedevo qui... voglio dire Duff che ho intenzione di prendermi un appartamento in affitto con i soldi del contratto, e vivere con lei"

"Ah..." ora aveva capito. Rimase a guardarlo con la bocca semiaperta. Insomma, era una bella cosa, avrebbe dovuto essere felice per lui. Lo era in effetti... ma chissà poi perchè non gli andava proprio di gioire "l'hai detto ad Axl?" fu la prima cosa che gli passò per la testa.

E il moro in fondo si aspettava una domanda del genere. Abbassò lo sguardo ai suoi piedi mordendosi un labbro "No... non ancora"

"Non la prenderà bene... sia chiaro, sono contento per voi, voglio dire... wow! E' un bel passo... le devi voler bene sul serio eh?"

"Si infatti... so che Axl faticherà ad accettarlo, ma è quello che voglio, capisci? Qui dentro mi sembra di soffocare a volte"

"Si... ti capisco" si sedette vicino a lui battendogli una mano sulla spalla "e puoi contare sul mio appoggio... vedrai che anche Ax capirà prima o poi, non ti preoccupare per lui... se la caverà"

"Deve farlo, non posso essere la sua balia in eterno... ache se... bè, mi dipiace... comunque glie lo dirò, presto... appena torna"

Il biondo annuì passandogli la sua birra.


Qualche minuto dopo Axl rientrò guardando male i due sul divano, intuendo che qualcosa nell'aria non andava "Ciao" li salutò "Come mai non sei al lavoro tu?"

Izzy sbuffò "Questa mattina ho fatto cambio con Seb, non mi andava"

"Scazzo?"

"Più o meno..."

"Hemmm... vado a fare un po' di spesa, nel frigo c'è l'eco" Duff si alzò per lasciarli soli, avevano giusto bisogno di parlare. Passò al fianco di Axl sorridendogli appena, ed uscì.

Calò il silenzio per qualche istante, poi Axl si mise seduto di fronte all'amico guardandolo negli occhi "Avanti, di che si tratta?"

Certo non avrebbe mai potuto fare finta di nulla con lui, nemmeno a volero "Perchè mi fai questa domanda?"

"Perchè ti conosco... e perchè Duff se ne è andato... e perchè sono giorni che quasi mi eviti... che succede?"

Era inutile girarci attorno. Si sarebbe innervosito ancora di più. Tanto ormai aveva capito che c'era sotto qualcosa "Pensavo... di cercare un appartamento qui vicino per me e Sue, tutto qui" cercò di minimizzare dando poca importanza alla cosa. Non osava alzare lo sguardo su di lui, forse perchè aveva paura di ciò che poteva leggervi. Sapeva di avergli inferto una pugnalata in quel momento, ma cosa doveva fare? Vivere con lui in eterno? Non poteva pretenderlo. Se ne sarebbe fatto una ragione 'Almeno spero'. Il silenzio che calò lo fece rabbrividire. Si sentì gelare, e solo dopo un po' osò alzare lo sguardo su Axl... il rosso aveva voltato il viso alla finestra, in un'espressione indecifrabile mentre teneva strette le mani giunte sulle gambe. Poteva chiaramente vedere i nervi tesi sotto la sua pelle... sapeva che quella calma era solo improbabile ed apparente "Parla Axl..."

"Cosa dovrei dirti? Congratulazioni..."

Il tono gelido e sarcastico confermava ciò che aveva temuto "Non vado lotano, lo cercherò qui vicino... non cambiera nulla..." sentiva l'impellente necessità di giustificarsi, di rassicurarlo... ma era inutile.

"Certo, uguale... intanto tu non ci sarai... perchè? Questo almeno me lo spieghi?!"

"Axl, Cristo! Non è una tragedia! Ci vedremo ogni giorno, non cabierà un cazzo! Ho pensato molto prima di decidermi, ed è quello che voglio... voglio stare con Sue, e starmene per i fatti miei... qui non si respira, te ne rendi conto?! Andiamo... non siamo più dei ragazzini che vivevano in un garage di Seattle..."

"Vorrei che lo fossimo"

Izzy sospirò scuotendo la testa. Aveva come il sentore che qualsiasi cosa potesse fare o dire, non avrebbe cambiato le sorti di quella discussione. Difatti vide Axl alzarsi e prendere il suo chiodo di tutta fretta "Dove vai adesso?!"

"Che ti importa?"

"Axl... Axl!" urlò quando lo vide camminare a grandi passi verso il portone "Non puoi sempre scappare!" ma se ne era già andato "Cazzo!" urlò mettendosi le mani tra i capelli, tirandosi indetro le ciocche che ricadevano sulla fonte. Aveva scatenato una bufera, pur senza volerlo. Gli sarebbe passata, certo. Come sempre. Aveva bisogno di farsi. E Axl ora che avrebbe fatto?

***

Come poteva saperlo Izzy se nemmeno Axl lo sapeva? Izzy... o Jeff. Lo stava abbandonando, lo sentiva. Era la prima cosa che aveva pensato maledicendo Sue e il giorno in cui si erano incontrati. Era un egoista si. Voleva il suo Jeff per se, pronto a consolarlo e a rassicurarlo ogni volta che si svegliava in preda agli incubi, come aveva fatto per quegli ultimi lunghi anni. Ma non sarebbe più stato così. Non ci sarebbero più state le sue braccia a stringerlo, le sue mani ad accarezzarlo, la sua morbida voce a sussurrargli nell'orecchio che tutto andava bene. Non andava bene per un cazzo. Niente più brioches alla crema e caffè caldo con panna. Niente di tutto ciò. Sarebbe stato solo. Ed era la cosa che lo terrorizzava. Si certo, c'erano Duff, Slash, Steven... Laurel... ma non era la stessa cosa. Perchè Izzy era parte di lui, lo conosceva più di quanto lui conoscesse se stesso, lo capiva, e sapeva... tutto. Tutto di lui. Si sentiva perso.

Camminò a lungo con le mani in tasca e l'aria truce, immerso nei suoi pensieri più neri. Lui e Jeff erano inseparabili. Come fratelli... Jeff, Jeff... "Faculo!" urlò calciando una lattina sul marcapiede 'Vai a farti fottere Jeff' pensò. Ma in cuor suo sapeva che però Jeff aveva ragione. Non potevano vivere in simbiosi per sempre... era stupido ed egoista. E questa consapevolezza contribuiva solo a far salire ulteriormente la sua rabbia e la sua frustrazione. Perchè quel distacco per quanto sensato e legittimo, gli avrebbe fatto male. Molto male.

Suonò a quel campanello senza pensarci troppo, perchè se l'avvese fatto probabilmente li non ci sarebbe nemmeno andato. Aveva avuto il suo indirizzo qualche giorno prima durante una delle loro uscite nascoste. Non ci era mai andato però. Ma in quel momento sentiva la necessità di parare con qualcuno, qualcuno che lo conoscesse quasi quanto Izzy, qualcuno con cui aveva condiviso molto, e che lo aveva visto nelle situazioni peggiori... qualcuno su cui si sarebbe potuto appoggiare in quel momento. Qualcuno come lei.

"Che ci fai qui?" domandò Erin quando aprendo la porta se lo ritrovò davanti "Hai una faccia..."

"Mi fai entrare?"

"Certo" aprì la porta permettendogli di entrare. Non era una gran casa, ma un piccolo apparamento che Axl studiò curioso "Non è un gran che, ma non mi posso permettere altro con la paga del negozio"

"Non importa" ribattè sedendosi sul divano.

La ragazza incrociò le braccia sospirando, conosceva quella faccia, e se Axl era venuto fin da lei ci doveva essere un valido motivo "Hai litigato con la tua ragazza?" chiese un po' pungente ed ironica. Ma zittì e tornò seria quando Axl sollevò lo sguardo "Che succede?"

"Izzy... Izzy se ne va..."

"Cosa?!"

"Vuole vivere con quella Sue... prenderanno un appartamento per i fatti loro"

"Bè... mi sembra giusto, non credi?"

"No!" urlò facendola sussultare.

Certo... doveva immaginare che per lui non fosse poi così una bella notizia "Axl cerca di ragionare... Izzy non vuole abbandonarti, ma è giusto che ognuno di voi prenda la propria strada... insomma, state in cinque in un magazzino, con tutto quel via vai di ragazze e amici... è normale che senta la necessità di un po' di intimità con la sua ragazza"

"Ma mi dici io che faccio?!" il suo tono aveva un non so che di supplichevole.

Sospirò sendendosi al suo fianco e circondandogli le spalle con un braccio permettendogli di appoggiare il capo sulla sua spalla "Andrà tutto bene Axl..." annuì lievemente nascondendo il viso nell'incavo del suo collo. Il suo profumo gli arrivò alle narici evocando vecchi ricordi e scacciando momentaneamente il malessere che sentiva rodergli l'animo "Andrà tutto bene" ripete lei accarezzandogli i lisci capelli rossi che tanto le erano mancati, nonostante tutto. Avvicinò la mano alle sue, facendo intrecciare le loro dita e posandogli un leggero bacio sulla tempia... bacio che si spostò sulle labbra di lui quando Axl si voltò cercandola. Bacio che divenne più profondo ad ogni secondo che passava, con la consapevolezza che tutto ciò era sbagliato, ma con la voglia comunque di continuare. Non passò molto a quando le mani del rosso iniziarono a vagare su quel corpo che ben conosceva. Per un attimo la sentì esitare, ma bastò uno sguardo e una carezza per scioglierla e farla abbandonare a lui. Dopo tutto era quello che voleva. L'aveva cercato apposta sere prima al Troubadour. Axl era un richiamo troppo irresistibile.

Passarono minuti, forse ore a giudicare dalla diversa luce che filtrava nella stanza. Si era addormentata tra le sue braccia, ancora nuda, coperta solo dalla giacca che Axl le aveva premurosamente messo addosso. Se ne stava steso su quel divano con lei sopra, la mano dietro la testa per stare più comodo e lo sguardo perso nel nulla mentre fissava un punto indefinito sul soffitto con la testa che rimbombava di pensieri. Era stato a letto con Erin. Izzy se ne sarebbe andato. Era stato a letto con Erin. Era fame quella che sentiva smuovergli lo stomaco? Era stato a letto con Erin. Doveva passare a ritirare il bucato. Era stato a letto con Erin. Avrebbero dovuto iniziare a provare seriamente. Era stato a letto con Erin. Possibile che Slash si fosse fatto un nuovo taglio di capelli? Era stato a letto con Erin... "Cazzo" biascicò quando l'ennesimo pensiero arrivò alla sua testa contorta. Se ne era scordato, come prevedibile che fosse. Guardò l'orologio appeso alla parete dietro di lui, incrinando la testa. Forse faceva ancora in tempo. No. Sarebbe arrivato tardi. Ma meglio tardi che non arrivare proprio. Era combattuto... cosa doveva fare? Scansò piano la ragazza sopra di lui cercando di non svegliarla. Si rivestì e la coprì con una coperta. Rimase ancora a fissarla mentre si accoccolava al caldo, muovendo appena gli arti e stringendosi al divano. Poteva sentirsi peggio di come si sentiva in quel momento? Le diede un bacio veloce sulla fronte, e uscì di corsa.

***

In tutto quel tempo, qualcuno lo stava aspettando impaziente. Era il giorno del provino di Laurel, e lei già attendeva il suo turno nel corridoio della scuola insieme ad altre ragazze. Continuava a guardarsi in giro torturandosi le mani, chiedendosi come mai Axl ancora non si era fatto vedere.

"Eccomi! Una bottiglietta di acqua per te... e una Diet Coke per me! Allora..." Perla l'aveva accompagnata insistendo quando la cugina le aveva detto che preferiva non ci fosse gente a guardarla. Ma non aveva accettato obiezioni naturalmente. E visto che il rosso pareva essere scomparso, Laury ringraziò la cocciutaggine di Perla... aveva bisogno di un supporto in quel momento "Quanto manca?"

Alzò le spalle bevendo un piccolo sorso "Non lo so... non molto credo"

"Pronta? Farai una strage!"

Abbassò lo sguardo sistemandosi la gonna di tullè "Si certo... senza musica... moriranno dal ridere" Perla sbuffò. Tirò mentalmente un sacco di imprecazioni verso il rosso, sperando di sbagliarsi. Sperando che fosse solo in ritardo. Ma i minuti passavano e lui non si faceva vedere "Non posso" disse Laury tutto d'un tatto voltandosi verso di lei.

Aveva gli occhi lucidi ed era chiaro che il panico si stava impossessando di lei. Come darle torto? "Oh tesoro, si che puoi! Devi! Avanti... senti farlo per te, ok? Solo per te!"

"Ma come Perla? Non ho la musica... che figura ci faccio? Meglio non presentarsi proprio..."

"Eh no! Tu ora vai su quel palco signorina, e con o senza musica balli come hai sempre fatto! Sarai un incanto, ne sono sicura! Avanti Laurel..."

Si guardarono a lungo negli occhi, Laurel cercò un po' di coraggio nello sguardo confortante di lei, e forse un po' ne trovò. Fece un profondo respiro ed annuì "Ok... ci proverò"

"Bene! Tu aspettami qui, io torno subito!"

"Ma dove vai?"

"Torno subito!" le urlò correndo per il corridoio.




 
 
 
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Ma si, creiamo un po' di scompiglio XD
Stava diventando un po' monotona ultimamente, no?
E quale modo migliore per creare casino, se non una bella cazzate made by Axl 'alwys strunz' Rose?
*la uccidono* D:
Ciao a tutti!
Ah... grazie <3
Lau

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Capitolo 50
*** 50 ***


Ci doveva provare, erano ancora in tempo. Corse fuori e si fiondò nella prima cabina telefonica che vide, mettendoci dentro i pochi cent che si era ritrovata in tasca. Fortuna che aveva una buona memoria per i numeri.

"Pronto?" rispose una voce impastata.

"Hey ciao! Sono Perla... hemmm... sei Izzy?"

"Si... sono io"

La voce del ragazzo le sembrò strana, trascinata quasi 'Ma che si è fatto?' si domandò temendo di sapere la risposta "Senti Izzy, c'è quell'idiota del tuo amico rosso da quelle parti?"

Lo sentì sospirare "No, Axl non c'è... è uscito"

"E dove cavolo è andato?!"

"E io che ne so? Ho mal di testa..."

"Fantastico..."

"Non posso controllare sempre quello che fa, dannazione!"

"Izzy chi è?"
sentì di sotto "Molla quel telefono, avanti! Pronto?"

Era la voce di Duff... si, ne era certa "Duff, sono Perla"

"Hey..."

"Ma che ha Izzy?"

"Nulla... lascia perdere... come va?"

"Bè..." improvvisamente una lampadina si accese nella sua mente... forse non era tutto perduto "Se vieni qui subito andrà una meraviglia! 526 di Helm Street, ti aspetto sulla scalinata!"

"Cosa?! Ma..."

"Ti prego muoviti! E’ un'emergenza Duff, prendi un taxi, te lo pago io! A tra poco!" e appese  senza dar spazio ad alcuna replica "Yessss! Sono un genio!" era compiaciuta di se stessa.
Se Duff si muoveva ad arrivare erano ancora in tempo per salvare la situazione. Ricordava quando Laury le aveva raccontato di quando il ragazzo aveva suonato per lei una sera di qualche mese prima. In primo luogo proprio per questo, il biondo conosceva il brano che  avrebbe dovuto ballare. In secondo luogo non conosceva nessun’altro capace di suonare il piano. E in ultimo, non certo per importanza, era Duff. Sperava che prima o poi le fosse capitata l’occasione per avvicinare i due. Quale momento migliore di quello?

"Eccomi!" urlò tornando da una Laurel sempre più agita, sempre più abbattuta.

"Manca poco…"

"Avanti, andrà tutto bene!"

"Sembri così sicura…"

"Oh, lo sono!" si voltò diradando la porta ‘Avanti Duff, muovi il culo!’

"Vorrei... vorrei sapere perchè non è venuto... forse è successo qualcosa"

"Si certo, speralo tesoro! Perchè se non è successo qualcosa di tanto grave da giustificare la sua imperdonabile diserzione, lo farò accadere io!" rispose brusca agitando un pugno in aria come se avesse davvero di fronte il rosso pronta a prenderlo a cazzotti.

Una donna con una cartelletta stretta al petto raggiunse le ragazze in attesa, chiamando il nome di Laurel "Tocca a me"

"Forza ragazza, spacca il culo a quelle mummie!" urlò Perla entusiasta dandole una pacca, attirandosi le occhiate delle presenti "Che hanno da guardare?!"

Laurel sospirò, e di nuovo la chiamarono "Arrivo" diede un'ultima occhiata alla cugina cercando in lei il coraggio, e si avviò verso il palco.

C'erano cinque persone sedute tra il pubblico, tutte con quaderno alla mano e l'aria seria, terribilmente seria. Erano quattro donne di mezza età, una più vecchia delle altre, e un uomo che probabilmente era il direttore dell'Accademia. Sentì la gola seccarsi e il cuore battere più forte del dovuto. Doveva calmarsi. Concentrarsi. Far finta che la musica ci fosse. Se solo Axl fosse arrivato... non doveva pensarci. Le gambe le tremavano, per la prima volta. Non le succedeva mai quando stava sul palco, era sempre padrona di se. Ma non in quella circostanza. Forse perchè si sentiva persa... e delusa. Ma doveva mettercela tutta comunque. Fece l'inchino di rito in saluto e si mise in posizione, chiudendo gli occhi e cercando quella concentrazione che tardava ad arrivare. Si alzò in punta di piedi ricordando mentalmente la melodia, rendendosi conto degli sguardi straniti che aveva su di se, e del vociferare li sotto. Una ballerina senza musica? Inaudito! Deglutì a fatica, e distratta, incespicò nei suoi stessi passi rischiando di cadere a terra.

"Signorina..."

"Se la sente di andare avanti, ne è sicura?"

Alzò lo sguardo verso quelle persone. Non si era mai sentita così stupidamente inadeguata. Ma annuì rialzandosi e rimettendosi in posizione.


Perla nel frattempo era corsa subito al di fuori sulla grande scalinata, guardò impaziente la strada sperando con tutta se stessa di vedere un taxi giallo fermarsi li davanti il prima possibile. Camminava nervosamente avanti e indietro lanciando ogni sorta di maledizione al rosso che poi chissà dove cavolo si era cacciato. Questa non glie l'avrebbe fatta passare liscia, doveva farci un bel discorsetto. e che Laurel si opponesse pure, questa volta il becco nella sua vita ce l’avrebbe messo eccome! Ah se solo Slash fosse stato li in quel momento... era certa che avrebbe preso a calci in culo quel debosciato per ore ed ore. Slash... perchè diavolo continuava a pensarci poi? Era un discorso chiuso, doveva metterselo in mente. Scosse la testa cercando di concentrarsi sul casino del momento 'Pensa ad altro, pensa ad altro! Non a quella testaccia riccia del cavolo... e alle sue labbra carnose... Perla! Accidenti...' vaneggiava tra se e se torturandosi un unghia nell'estenuante attesa che apparisse l'angelo biondo che era certa, avrebbe salvato quella pessima situazione. Poi eccolo... sceso dal taxi con quei capelli biondi e morbidi che svolazzavano e il suo viso dolce e rilassato avrebbe davvero potuto essere scambiato per un angelo, nonostante i contrastanti abiti di pelle nera che indossava. Gli corse incontro saltandogli letteralmente addosso, abbracciandolo stretto felice com'era "Duff! Finalmente!"

Il ragazzo sorpreso e basito non capiva un'accidente di quello che stava accadendo, anzi... iniziava seriamente a preoccuparsi che fosse accaduto qualcosa di grave. Alzò lo sguardo sull'edificio di fronte a lui. Accademia di ballo. L'unica persona che conosceva e che c'entrava con quel genere di cose era Laurel "Mi spieghi perchè mi hai fatto correre fin qui? Ho lasciato Izzy in uno stato pietoso a casa"

"Non c'è tempo! Muoviamoci!" urlò prendendolo per mano e trascinandolo di corsa all'interno, lungo il corridoio e verso il retro del palco, incurante delle sue proteste "Ricordi quando hai suonato quella musica? Il lago dei cigni, Čajkovskij... devi fare la stessa cosa, suona per lei... ora!"

"Aspetta, perchè?! Non posso, io..."

"Ti prego! Ti spiegherò tutto dopo, non c’è tempo!"

"Ma..."

L'occhio di Perla andò al palco dove Luarel in quel momento aveva inziato a ballare la sua danza muta, inciampando poco dopo "Merda! Duff... aiutala!"

Continuava a non capire nulla... l'unica cosa che gli era parsa chiara era che Laury stava ballando su quel palco per chissà quale motivo, senza la sua musica. E lui era l'unico in grado di sedersi a quel pianoforte. Più o meno ricordava il brano, sperò solo di trovare degli spartiti onde evitare di sbagliare note "Ok" mormorò sbuffando e levandosi la giacca "Ricorda che mi devi delle spiegazioni"


Sentiva le lacrime pungerle gli occhi mentre si rimetteva in piedi per riprendere quell'assurdità che non riusciva nemmeno a definire ballo. Avrebbe voluto scappare, andarsene. Che senso aveva tutto quello? Era una farsa, una presa in giro di se stessa. Non aveva speranze, si sarebbe solo resa ridicola di fronte a quella gente. Tanto valeva chiedere scusa e rinunciare. Eppure sentiva che doveva almeno provarci. E non perchè Axl l'aveva iscritta a quella selezione. Ma perchè lei lo voleva davvero. Su una cosa il rosso aveva ragione. Doveva ballare. E l'avrebbe fatto in un modo o nell'altro.
Chiuse gli occhi per un istante, riaprendoli dopo un profondo respiro. Si rimise in posizione, ma quando mosse il primo passo, sentì la musica del piano attaccare quella melodia che conosceva ormai a memoria. Sorpresa e stupita si voltò 'Axl!' ma non era Axl quello che vide seduto... Duff  bloccò le dita sui tasti voltandosi verso di lei e sorridendole come solo lui sapeva fare. Ebbe quasi un mancamento. Non sapeva come ci era finito li 'Perla' pensò. L'unica cosa che si sentiva di fare era corrergli incontro ed abbracciarlo. Ma non era il momento. Il biondo le fece un cenno con la testa, a cui lei rispose con un sorriso lieve, tornando a voltarsi verso il pubblico di insegnanti che la stava guardando impaziene.

"Allora?" chiese una di queste abbassandosi gli occhialini sul naso severa.

"Ora sono pronta" e lo era davvero.

Duff iniziò a suonare e lei a ballare. Come quella volta lontana le sembrava che fossero soli, loro due e nessun'altro. Il biondo rimase a fissare i tasti, e una strana sensazione gli salì in gola facendogli battere il cuore un po’ più forte del dovuto quando certi ricordi tornarono a fargli visita. Non senza un briciolo di dolore ed amarezza. L'aveva baciata quella era. Aveva dormito al suo fianco, guardandola e fantasticando per tutta la notte cose impossibili. Perchè prima o poi doveva sempre ricaderci? Lui non chiedeva molto, voleva solo stare tranquillo senza problemi. Non che Laurel fose un problema, ma di certo pensare a lei non gli facilitava le cose. Ma come poteva lasciarla perdere? Credette di non poterne fare a meno. Ed era così in effetti. Una persona con un minimo di amor proprio se ne sarebbe andata. Ma lui no... era rimasto, e aveva acconsentito alle suppliche di Perla. Per aiutare lei. Forse questo l'avrebbe messo sotto una nuova luce ai suoi occhi 'Stupido' si ammonì. Non poteva permettersi false illusioni e vane speranze. Colpì l’ultimo tasto esalando l'utima nota, rimanendo secondi interi fermo a fissare il vuoto prima di alzarsi e andarsene.

Laurel si inchinò cercando di mantenersi composta, ma senza riuscire a trattenere un sorriso. Perchè aveva ballato divinamente, e lo sapeva. Certo l'incertezza dell'inizio l'avrebbe penalizzata, ma la prova in sè poteva essere considerata di gran lunga sopra ala media.
Uscì dal palco tornando nel corridio sul retro, riconoscendo subito da dietro la folta chioma del biondo mentre si rimetteva la giacca che Perla gli aveva passato.

"Grande! Grande! Visto?! Te l'avevo detto che sarebbe andato tutto bene!" urlò la rossa abbracciandola.

Ricambiò la stretta, grata che avesse fatto quel non sapeva nemmeno lei cosa che aveva portato li Duff. Si infilò il maglioncino icrociato legandoselo sul davanti, sollevando lo sguardo verso di lui, sentendo il cuore perdere qualche battito quando i loro occhi si incrociarono "Grazie... grazie davvero" mormorò quasi commossa con voce tremate. Avrebbe voluto fare di più, abbracciarlo magari. Lo avrebbe voluto sul serio.

"Figurati..." si limitò a rispondere l'altro alzando le spalle, ritrovandosela all’improvviso tra le braccia. Rimase immobile senza sapere che fare, solo dopo qualche istante riuscì ad alzare le mani e a stringerla contro di sè, un po’ teso ed impacciato. Rise vedendo le assurde facce di Perla che di fianco a loro esultava come ad una partita di football vinta dalla tua squadra preferita. Si staccarono, e la vide sorridergli di nuovo mentre si tirava una ciocca ribelle dietro l’orecchio. Ma in quegli occhi chiari che lo guardavano con sincera gratitudine vi lesse anche dell’altro. Non era felice, o per lo meno non del tutto. Eppure era andato tutto bene... ma poi perchè Perla l’aveva chiamato? "Forse ora qualcuno mi dovrebbe spiegare cosa..." ma non riuscì  finire la frase.



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50! Il capitolo 50 :'D
Non posso credere di esserci arrivata, finalmente...
A dire il vero non posso credere di aver aggiornato per due giorni di fila O.o
Ora preparatevi ad una luuuuunga astinenza ahah!
Scherzo dai :P speriamo che l'ispirazione non mi abbandoni, e che il tempo giochi a mio favore!
Comunque non posso far altro a questo punto che soffemarmi qualche secondo per i dovuti ringraziamenti.
Lo so sono monotona, però se ci pensate se sono andata avanti con questa Iliade è solo grazie a voi.
A voi che leggete dopo... oddio, oltre un anno che ho iniziato questa novella!
E che ancora trovate la voglia per leggerla, e magari lasciarmi un sempre gradito commento.
Insomma... grazie a tutti voi che trovate sempre un po' di tempo per me :)
Bacissimi
Lau

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Capitolo 51
*** 51 ***


Axl aveva corso come un dannato da casa di Erin fino all'accademia. Non ricordava molto bene la strada, si era anche perso in qualche via li attorno... ma alla fine ci era arrivato, in un ritardo clamoroso. Salì le scale in fretta e furia rischiando di rompersi l'osso del col semmai gli fosse scivolato un piede, ed entrò con altrettanto furore spalancando la grande porta a vetri sbattendola quasi in faccia alla sventurata ragazza che stava uscendo in quell'istante. Ma non se ne curò, nemmeno per una semplice scusa. Gli importava solo riparare all'irreparabile... ma sapeva che non ce l'avrebbe mai fatta ad arrivare in tempo. Bloccò una ragazza per un braccio facendola sussultare "Dove sono le audizioni?"

"Il teatro è laggiù... in fondo a quel corridoio" rispose lei indispettita svincolando da quella stretta insolente.

Inboccò il lungo corridoio. Sul fondo poteva vedere parecchie ragazze... ma solo una attirò la sua attenzione. Era talmente concentrato su di lei che li per li non si accorse nemmeno delle altre due figure al suo fianco "Laurel!" urlò precipitandosi "Scusa, io..." e poi eccolo. Che ci faceva lui li? Aggrottò le sopracciglia fissandolo con aria di sfida. Eppure era stato chiaro "Che ci fai tu qui?"

Duff stava per aprire bocca, ma Perla lo anticipò "Quello che avresti dovuto fare tu!" 'Idiota' avrebbe voluto aggiungere, ma si trattenne.

"Nessuno ha chiesto il tuo intervento!"

"Oh io intervengo eccome, razza di squilibrato!"

"Ripetilo se ne hai il coraggio..." ribattè a denti stretti il rosso, così furente che per poco Laurel temette le desse uno schiaffo.

"Basta finitela!" urlò mettendosi tra i due.

"Io me ne vado" disse asciutto Duff, che in quel casino proprio non ci voleva entrare. Era stato chiamato da Perla, e aveva risolto la situazione come gli era stato chiesto. Non voleva entrare in mezzo a quella discussione, non questa volta. Stava cercando di trovare un equilibrio, e non voleva perderlo. Tanto sapeva che sarebbe andato a finire in niente. A cosa serviva spaccare la faccia ad Axl, cosa che tanto avrebbe voluto fare, quando poi Laurel in un modo o nell'altro l'avrebbe di sicuro perdonato? Così avrebbe perso entrambi. Scansò tutti quanti sotto lo sguardo adirato di Axl, rivolgendo un'ultima fugace occhiata alla ragazza. Quanto avrebbe voluto stringerla e portarla via con se... deglutì e si allontanò a passo svelto.

Axl strinse i denti e i pugni fissandolo finchè non lo vide sparire dalla sua vista. Decise che avrebbe sorvolato per il momento, con lui avrebbe fatto i conti dopo. Tornò a guardare lei "Laurel io..."

"Smettila" mormorò abbassando lo sguardo "Non mi interessano le tue scuse, non ora... ho... ho bisogno di rimare da sola" scambiò un veloce sguardo d'intesa con la cugina, prese il suo borsone e si voltò allontanandosi, cercando di non voltarsi indietro per evitare quello sguardo smeraldino che era certa l'avrebbe fermata.

Axl fece per muovere un passo verso di lei, non voleva farla andare via, doveva spiegarle... ma Perla lo bloccò per un braccio "Tu non vai da nessuna parte" sapeva di rischiare con lui, ma era stufa, stufa marcia di vederlo comportarsi come un idiota.

Il rosso svincolò stizzito dalla sua presa "Ma che vuoi, si può sapere?!"

"Senti" incrociò le braccia guardandolo seria dritto negli occhi. Erano poche le persone in grado di tenergli testa, e Perla a quanto pare era una di queste "che io non impazzisca per te l'hai capito... ma c'è un motivo se la penso così, non credi?"

"Non ho mai preteso di stare simpatico a tutti"

"Non è questo il punto Axl" la ragazza sospirò calmandosi e guardandolo più docilmente "non ti nascondo la mia preferenza per Duff" a quel nome vide i muscoli del rosso contrarsi "credo sia la persona giusta per Laurel, è innamorato di lei, farebbe di tutto pur di vederla felice... e non prendertela con lui, sono stata io a chiamarlo, non ne sapeva nemmeno il motivo finchè non è arrivato. Tu... guardati..." scosse la testa "non metto in dubbio i tuoi sentimenti perchè non è mio diritto farlo, ma con te Laury non è felice, questo è un dato di fatto! Non più almeno... forse prima lo era, ma poi... non fai nulla per dimostrarle che ci tieni a lei, non fai altro che scordarti le cose più banali e sparire. Prima il ballo di fine anno, ora il provino che tu stesso l'hai spinta a fare.... cosa dimenticherai la prossima volta, il suo compleanno? Io non ti capisco"

Le parole di Perla erano state tanto dure e dirette quanto vere. Strinse i denti, sentendosi schiacciare dal senso di colpa e dalla verità assoluta che la ragazza gli aveva sbattuto in faccia con una franchezza degna di stima "Lei sa quello che provo"

"Davvero? Ne sei così sicuro?"

Tentennò a quella domanda. Non ne era più così sicuro in effetti. Eppure glie l'aveva detto tante volte. Peccato che le parole se non supportate dai fatti valevano pressochè nulla. Ad ogni modo non gli piaceva sentirsi attaccato, anche quando sapeva di essere nel torto. Si rimise sulla difensiva, gonfiando il petto e alzando la testa mostrandosi sicuro di sè "Si... e in ogni caso come ti ho già detto, non sono cose che ti riguardano Perla... perchè non pensi alla tua insulsa e quallida storia/non storia con Hudson invece di venirmi a fare la predica? Vi rincorrete come due stupidi, eppure non fai un cazzo per prenderti quello che vuoi..."

Perla strizzò gli occhi di fronte a quell'attacco ingiusto e anche un po' fuoriluogo. Cosa c'entravano lei e Slash? Ma sapeva che Axl lo faceva solo per farle perdere il controllo. Ci prendeva gusto, ma non l'avrebbe ferita. Anche se quelle parole dette per pura provocazione non caddero proprio nel nulla "Stavamo parlando di te, non di me... sei bravo a girare la frittata sai? Te lo dico solo un'ultima volta Axl... stai attento, e vedi di non farla soffrire o la perderai... sta già accadendo nel caso non te ne fossi accorto" disse quelle ultime parole velocemente, sentendo crescere in sè una strana sensazione che le chiudeva la gola lasciandola senza respiro. Si voltò e se ne andò di fretta, inspirando a pieni polmoni l'aria fresca non appena fu fuori da quel posto.

Rabbrividì e si strinse le braccia attorno al petto. Decise di tornare a casa, sperando con tutta se stessa che Laurel fosse li. Esitò sui suoi passi solo quando passando di fronte ad un bar sulla intravide dalla vetrata la riconoscibile figura di Duff. Se ne stava seduto al banco a capo chino, sicuramente con qualcosa di molto alcolico tra le mani, immerso in chissà quali tumultuosi pensieri. Poteva immaginarli a dire il vero. Sospirò ed entrò sedendosi al suo fianco. Vodka.

Il biondo non si mosse, non parlò e nemmeno si voltò quando la vide. Versò dell'altro liquido trasparete nel bicchiere tracannandolo d'un fiato. Gli dispiaceva vederlo in quello stato. Lei sapeva quanto si poteva soffrire... e per Duff era anche peggio, perchè il suo tenersi da parte era ben forzato da motivi più grandi che facevano a pugni con l'istinto e la voglia di combattere per ottenere ciò che desiderava. Più volte era stato sul punto di spronarlo, ma si era trattenuta perchè sapeva il motivo di quel dietro front che aveva lasciato il campo del tutto libero ad Axl "Mi dipiace" disse solamente allungando appena una mano sul suo braccio.

Ma con una certa stizza il ragazzo mancò la sua presa ritraendosi "Vattene per favore" biascicò tenendo lo sguardo fisso alla bottiglia che stringeva in una mano nervosamente.

"Credevo di fare la cosa giusta..."

"E invece hai fatto male" sbottò duro voltando il suo sguardo finalmente su di lei. Era meglio che non l'avesse fatto, Perla si sentì male quando quegli occhi insolitamente duri e rabbiosi le si posarono addosso facendola sentire colpevole "non capite che voglio starmene fuori?! Perchè mi tirate di mezzo ogni volta?! Io-non-voglio-mettermi-in-mezzo!" scandì bene quell'ultima frase "Voglio solo starmene tranquillo, voglio mandare avanti questa band e la mia vita in qualche modo! E tutto questo non mi aiuta cazzo! Ho rinunciato a lei per un motivo... se cedessi adesso che senso avrebbe, me lo spieghi? Proprio ora che il successo è alle porte!" capiva la sua frustrazione, sentiva che non era arrabbiato con lei sul serio ma era tutta quella situazione a farlo incazzare "Sai che farei di tutto per lei..." aggiunse abbassando il tono, tornando a dare attenzione al suo bicchiere "ma non voglio più farlo, non voglio più sentirmi responsabile, e sentirmi in colpa... non voglio più rischiare di..."

"Di litigare con lui? E' questo il punto..."

"Tu non lo conosci... sarebbe capace di mandare tutto a puttane in una manciata di secondi, solo per una ripicca personale... non voglio, chiaro? I Guns sono la mia vita, ho sputato sague insieme a tutti loro per fare fuzionare le cose, Axl compreso... e poi... nonostante tutto, per quanto stronzo e odioso possa essere... è pur sempre come un fratello per me... non posso fargli questo..."

"E quello che fa lui a Laury? Nemmeno questo ti interessa?"

"Come potrebbe non intressarmi? Darei tutto pur di vederla sorridere sul serio... ma non posso, capisci? Non sono responsabile per le sue scelte. Per cui vi prego, lasciatemi perdere, lasciatemi fuori da questa storia"

"Ma sarebbe una tortura se..."

"Lo è ogni giorno" concluse voltandosi a guardarla con un sorriso amaro sulle labbra sottili "ma ci sono delle priorità in questo momento, e Laurel non..." non era una di quelle. Lo stava per dire sul serio? No... non sarebbe mai stato capace di mentire a lei, figuriamoci a se stesso. Non finì quella frase. Si rimise in fretta la giacca ed uscì da quel posto, lasciando la ragazza sola a fissare il bicchiere vuoto e la bottiglia abbandonata sul bancone.


Laurel aveva camminato molto, le lacrime erano sempre sul punto di uscire ma puntualmete era riuscita a ricacciarle indietro, permettendo così a quel poco di orgoglio che le rimaneva di farle forza. Era arrivata fino al porto, uno dei pochi posti di quella chiassosa città che le dava un po' di pace. Si sedette su una panchina, fissando stancamente l'oceano davanti a sè mentre il sole iniziava ad abbassarsi all'orizzonete colorando tutto di rosso. Rosso... come lui. Si era chiesta il perchè un'infinità di volte... perchè continuava a stargli accato nonostante tutto? Perchè diceva di amarla comportandosi poi come se non glie ne importasse nulla di lei? Perchè riusciva a passare dall'essere estremamente dolce all'essere così freddo da gelarle il cuore? Troppe domande. Domande che rimanevano senza una risposta. Strinse gli occhi cercando ancora una volta di ricacciare indietro quelle lacrime, ma una sfuggì al suo controllo, solcandole la guancia e scendendo fino al mento, staccandosi e cadendole sulle mani strette in grembo. Duff... come poteva non pensare anche a lui? Quell'angelo biondo che pareva materializzarsi al suo fianco ogni volta che aveva bisogno. Ma avrebbe dovuto esserci Axl al suo fianco, non Duff. Gli stava facendo del male così, lo sapeva l'aveva visto nei suoi occhi, passati dalla gioia di averla aiutata al dolore nel vedere lo sguardo accusatore di Axl su di sè. E da come se ne era andato, quasi a volersi levare di torno il prima possibile. Come non dargli torto? Anche lei se ne era scappata via subito, senza dare al rosso il tempo di darle una spiegazione logica al suo incomprensibile comportamento. Non era nemmeno così sicura di volerne sentire una, ammesso che ci fosse. Sospirò tirando su con il naso, guardando i gabbiani che si levavano in volo sopra di lei.


Senza nemmeno sapere che poche centinaia di metri li dividevano, il biondo se ne stava davanti all'oceano sul bagnasciuga, le mani infilate nel giubbotto e i capelli che si ingarbugliavano mossi dal vento della sera. La testa colma di pensieri gli sembrava pesante, complice forse anche quell'alcool di troppo che si era buttato giù. Cosa doveva fare? Era certo di non voler calcare la mano, la sua era stata una decisione nobile dopo tutto. La band era troppo importante. Laurel... bè, Laurel aveva fatto la sua scelta, chi era lui per insistere proprio ora? E chi era Axl per trattarla in quel modo? Strinse i pugni al solo pensiero, l'aveva avvisato, gli aveva detto che sarebbe stato dietro all'angolo ogni volta che lei fosse scappata da lui. E invece se ne era andato. Non aveva fatto i conti con la dura realtà delle cose. Come poteva star li ad aspettarla senza cadere inevitabilmente nell'abisso? Non avrebbe retto. Starsene fuori, chiedeva solo quello. Poi chissà, forse un giorno tutto si sarebbe sistemato e allora anche lui avrebbe avuto quella serenità tanto agoniata. Girò il viso verso la casa poco distante, unico spazio in cui riusciva a sentirsi meglio. Ci avrebbe passato la notte. E forse il giorno dopo, e magari quello dopo ancora. Finchè Amanda avesse deciso di rerstare, poi... poi ci avrebbe pensato.


La casa era vuota, come si aspettava. Sue era sicuramente con Izzy. Non potè fare a meno di sorridere pensando ai due, gli unici che in tutto quel casino parevano essere davvero felci. Laurel non era rientrata. Un po' la spaventava la cosa, si tava facendo buio ormai e lei era la fuori da sola. Non avrebbe fatto stupidaggini, non era da lei. Ma la città brulicava di malintenzionati, specie quando calava la sera. Si sedette sul divano prendendo tra le mani quella chitarra che aveva comprato solo per dspetto. Non ci capiva nulla lei di chitarre. Eppure non riuscì a non pensare che era bella, così lucida e sinuosa, con quel bel colore ocra e tutte quelle venature. Passò un dito sulla cassa, sorridendo nel pensare a quanto sarebbe stata bene tra le sue mani... le sue grandi mani un po' ruvide e segnate dai calli causati dall'attrito con le corde, mani da chitarrista. Duff almeno aveva un motivo per non fare nulla, per lasciare che tutto gli scorresse implacabile davanti agli occhi alimentando le sue sofferenze. Duff aveva un ideale, Duff aveva un sogno che voleva portare avanti a costo di distruggersi. Ma lei? Lei che scusa aveva? L'unica cosa a cui aveva pensato era che non le sembrava giusto mettersi in mezzo a quel rapporto tra Slash e Renèe, perchè non si riteneva quel tipo di ragazza. Solidarietà femminile. Forse. O stupidità. In fondo che rapporto era il loro? Andavano a letto, si... ma erano davvero innamorati l'uno dell'altra? Forse avrebbe potuto osare... forse avrebbe semplicemete potuto parlare con lui, confessare i suoi sentimenti. E se l'avesse rifiutata? Non poteva saperlo. Quel dubbio le contorceva le budella. Però l'aveva baciata... ciò non poteva non voler dire nulla... ma Sash baciava un sacco di ragazze dopotutto, chi era lei per potersi credere diversa e speciale? Passò le dita lungo le corde riempiendo il silenzio con il rumore metallico di quello sfregare senza senso. Lui avrebbe saputo cavarci fuori cose bellissime da quelli che per lei erano solo fili di acciaio. Sospirò, certa che quella giornata sarebbe passata e l'indomani tutto sarebbe tornato probabilmente tale e quale a prima. Laurel non avrebbe respinto Axl. L'avrebbe ascoltato, e avrebbero fatto pace. Duff sarebbe rimasto con Mandy impedendosi di vedere ciò che aveva sotto agli occhi finchè lei ci fosse stata e poi si sarebbe gettato a capofitto sulla sua musica, oltre che in una abbondante serie di alcolici probabilmente. Lei avrebbe continuato a passare il tempo con Bach, celando i suoi sentimenti e invidiando Renèe ogni volta che la vedeva al suo fianco, rosicando per ogni bacio e ogni carezza che i due si scambiavano. O forse no.


Era rimasto immobile per molto tempo, tanto che pian piano l'accademia si era svuotata attorno a lui "Hey ragazzo, stiamo chiudendo" l'aveva risvegliato la voce del guardiano che ormai stava per chiudere i cancelli. Pechè? Perchè doveva sempre incasinare tutto? L'aveva tradita. Era l'unica certezza. Oltre al fatto che l'amava. E allora perchè l'aveva fatto? Perchè amava anche Erin. Si odiò in quel momento, quando la consapevolezza dei fatti lo investì. Come poteva anche solo pensare di poter amare due persone allo stesso modo senza distruggerne una? O entrambe, o se stesso. E come sempre non era stato nemmeno in grado di contenersi, aveva attaccato Duff, e anche Perla, senza un reale motivo. Tutto pur di mostrarsi forte e mettesi sulla difensiva. Ma McKagan era entrato in un territorio che non gli competeva dopo tutto. Perchè se lo trovava sempre in mezzo anche se gli aveva intimato di starsene alla larga? E come lo guardava lei quando da lontano era arrivato e gli aveva visti così vicini... sentì la rabbia risalirgli allo stomaco, rendendogli quasi impossibile ragionare. Lei era sua, lo era ancora. Non si sarebbe arrabbiato con lui, non l'avrebbe picchiato. Ma solo perchè anche per lui la band veniva prima di ogni altra cosa anche se non era capace di dimostrarlo. Scansò in malomodo un tizio che si era avvicinato offrendogli della roba ricoprendolo di insulti per non averlo calcolato nemmeno di striscio. A che serviva farsi? Tanto una volta tornato in sè tutto il casino che era la sua vita sarebbe stato li ad aspettarlo, come sempre. Come ogni giorno. Tanto valeva rimanere lucido e consapevole, se non altro non sarebbe vissuto nell'illusione che tutto stava andando da Dio, seppur per poche inspidede ore, quando in realtà stava distruggendo ogni cosa.



***
Eccoci! Anzitutto buon anno a tutti! E' stata una faticaccia scrivere questo capitolo XD
Cmq entro ufficialmente nel terzo anno consecutivo di esistenza di questa storia :'D
Batterò ogni record è_é
Vabè, al prossimo, un bacio a tutti e grazie, as usual!
Lau

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Capitolo 52
*** 52 ***


Erano passati giorni senza che lo vedesse. Giorni in cui si era fatta tante domande a cui puntualmente mancavano risposte. Eppure, le mancava così tanto. Aveva persino evitato di uscire la sera per andare in quei posti dove sapeva l'avrebbe visto, avrebbe visto entrambi anzi. Si era concentrata sull'università, sullo studio, buttandocisi dentro come mai aveva fatto prima di allora. Con scarsi risultati a dire il vero, visto che sovente leggeva e rileggeva le stese due righe di quei libri per ore senza riuscire a concentrarsi. Nemmeno Perla osava dirle nulla. Lei di solito era la prima a parlarle, ma a che sarebbe servito? Su era presa con il trasloco, ed era così elettrizzata... certo non mancava di passare ogni giorno da lei per vedere come stava, ma aveva altro per la testa, e lei in fondo era felice di vederla così felice. Sospirò alzandosi dal letto guardando fuori dalla finestra. Voltò lo sguardo sul telefono muto da giorni, indecisa se alzare la cornetta e fare quel numero. Axl era come una droga per davvero. Nonostante tutto ora sentiva proprio che le mancava, le sue carezze, i suoi baci, quei sorrisi che lei credeva essere solo per lei... era lunatico, stronzo... ma... bè, l'amore rende ciechi a volte. E poi c'era quella lettera che ancora non aveva aperto. Il risultato della sua audizione. Non che non avesse il coraggio, ma ovviamente avrebbe voluto aprirla con lui. Era una cosa a cui teneva molto, e poi era stato proprio Axl ad insistere per far si che si iscrivesse a quella scuola. Si risedette sul letto allungando una mano verso il telefono... avrebbe fatto lei il primo passo.

Ma proprio mentre stava per comporre il numero, una trafelata Perla si fiondò nella sua stanza "Laury!" urlò facendola trasalire "Ah sei qui meno male! Cercavo giusto te!"

"Me? Che succede?"

"Hemmm... ecco..."

Da dietro di lei spuntò il familiare viso di Su "E' ancora una bella giornata, non puoi startene qui tutto il giorno" la salutò con un sorriso.

"Su! Ma... che avete in mente, perchè ridete in quel modo?"

Su diede una gomitata a Perla "C'è una festa in città, in periferia... nulla di che ma ci sono le giostre e dicono che sia divertente!"

"Quello che Perla vuole dire è che hai giusto qualche ora di tempo per prepararti"

"Una festa?"

"Si, hai presente quelle fiere di paese? Eddai... ci troviamo alla fermata del 64 alle cinque"

"Non vi ho detto di si! Hey! Ma dove andate adesso?!"

"Io devo finire di portare un po' di cose a casa..."

"Ahhhh io faccio un salto in facoltà..."

"Aspettate!" si alzò andando verso di loro, sembravano avere una tremenda fretta di andarsene "Saremo solo noi?"

Le due si guardarono "Io l'ho detto anche ai ragazzi, ma chi lo sa..." rispose vaga Perla "a dopo uhhh sono in straritardo!"

"Ma..." non fece nemmeno in tempo a replicare che le ragazze con un sorriso se l'erano filata, così, senza dire altro... cosa sospetta, specie considerando quella mente un po' perversa della cugina. Cosa diavolo avevano in mente adesso? Però l’idea di uscire non le dispiaceva. In effetti era una bella giornata… e forse anche Axl sarebbe venuto.

***

"Schhhh!!!"

"Andiamo!" Su prese Perla per un braccio trascinandola via il prima possibile. Prima che Laurel potesse fare altre domande "Sei sicura che servirà a qualcosa?" le chiese non appena furono fuori dall'edifico.

Perla alzò le spalle "E chi può dirlo... so solo che bisogna battere il ferro finchè è caldo. Laurel non vede Axl da quel giorno, sarà confusa! E tac! Una bella giornata con Duff non potrà che farle bene"

"Tu dici? Insomma... a parte che non abbiamo la certezza che Duff si presenterà all'appuntamento, ma poi bè... metti che arrivi con Mandy?"

"Impossibile... Mandy lavora con suo zio il pomeriggio, mi sono informata!"

"E se dovese succedere qualcosa? Non sono più così sicura che sia stata una grande idea sai?"

In quei giorni Perla aveva riflettuto molto. Odiava vedere Laurel così di malumore, senza quel bel sorriso che era solita a vere. Per colpa di Axl poi. Nemmeno si era fatto vivo in quei giorni. Per lei la soluzione era una sola, far capire a Laurel che Duff era il ragazzo che faceva per lei... cosa di cui era fermamente convinta. Ma come? Quella fiera contry arrivò proprio al momento giusto. Era una scusa come un'altra per farli trovare, ovviamente alludendo ad un appuntamento tra amici, e invece li avrebbero lasciati soli, come da copione. Non era nemmeno lei così sicura che le cose sarebbero filate nel modo giusto, poteva anche peggiorare le cose in un certo senso, ma doveva provarci. Almeno doveva insidiare in testa alla cugina quel dubbio che chissà, magari l'avrebbe portata ad una decisione. Che sperava ovviamente non fosse quella di rimanere con il rosso. Nulla di personale, ovviamente "Andrà tutto bene Su. Che hai detto a Izzy?"

"Hemmm… lo sai com'è, vuole starsene fuori da queste cose" rispose vaga alzando le spalle.

"Non gli hai detto nulla?!"

"Non potevo! Sai quante menate mi avrebbe fatto, del tipo che non dobbiamo impicciarci, che è la loro vita, bla bla bla… tu piuttosto l'hai detto a Slash?"

"Io non ci parlo con quello..."

"Steven?" Perla scosse la testa "Vuoi dire che Duff crede di trovarsi anche con i ragazzi ma in realtà loro non ne sanno niente?! Perla!"

"Ehhhhh io che ci posso far scusa?!"

"Se Duff parla con loro è un casino, gli diranno che non ne sanno nulla, così o vengono a rompere o non verrà nemmeno lui!"

"E il nostro piano andrà in fumo…"

"Il tuo piano!"

"Tu però eri d'accordo!"

"Hai insistito così tanto..." sbuffò "che facciamo?"

"Niente... dobbiamo solo sperare che se ne stiano tutti fuori dalle palle per un po'... lavorano no? Più o meno... quante probabilità abbiamo che incontrino Duff prima delle cinque?"

"Molte... e poi credo che Axl sia in casa"

"Lui non mi preoccupa, non penso che i dialoghi tra lui e Duff ultimamente vadano oltre allo stretto necessario"

"Izzy dice che è di pessimo umore"

"Oh ci credo... problemi suoi"

"mmm... che facciamo?"

"Nulla... l'appuntamento è dato, i piccioncini si incontreranno, salvo imprevisti... e speriamo che vada tutto bene!"

***

Gli era sembrata così strana quella chiamata. Si insomma, l'idea di Perla non era male, e poi lui adorava le feste country... vecchie reminiscenze di famiglia. Però la situazione di quegli ultimi tempi non è che fosse proprio  da festa. Ma ok, se si voleva passare una giornata in compagnia lui di certo non si sarebbe tirato indietro. Tanto sapeva che Axl non si sarebbe fatto vedere. Probabilmente nemmeno Laury.
Sospirò sdraiandosi sul divano logoro, ripensando a quante volte in quei giorni era stato sul punto di chiamarla, o di andarla a trovare. E invece non aveva trovato le palle per farlo 'Devo anche chiamare Mandy' pensò, visto che non vedeva nemmeno lei da qualche giorno. Sapeva di non essersi comportato proprio da gentiluomo, ma non aveva proprio la testa per vederla, anche se di sicuro male non gli avrebbe fatto.
Inoltre con loro in quelle condizioni era inevitabile che anche il gruppo ne risentisse. Pochi giorni e avrebbero iniziato le registrazioni in studio... con che spirito? Axl non si faceva vedere, e parlava a mala pena sia con lui che con Izzy. Ce l'aveva ancora con l'amico per la storia del trasloco, Duff invece pensava che non potesse fare scelta migliore. Fuori da li tutto sarebbe stato diverso. Izzy voleva tranquillità, e con Su l'avrebbe trovata. Steven stava peggiorando a vista d'occhio, erano più le volte che lo vedeva fatto che quelle in cui era più o meno sano. Slash... bè Slash non si capiva molto cosa avesse intenzione di fare. Stava con Renèe, ma era come se gli mancasse qualcosa... e lui sapeva cosa. Lui... bè, lui se ne stava li, tra un lavoretto temporaneo e il suo basso, rimuginando sugli eventi e cercando di rimettere insieme i pezzi per come poteva. Ma quello non era vivere, era più sopravvivere.
Nonostante l'autunno fosse alle porte faceva ancora abbastanza caldo, e li dentro poi si schiattava. Praticamente vivevano in una specie di forno... sbuffò e si alzò alla ricerca di qualcosa di fresco che probabilmente non avrebbe trovato. Erano tutti ai loro lavori occasionali, almeno così avevano detto, ma sapevano che alla fine facevano solo quel che volevano. Steven ad esempio era stato licenziato da settimane dalla gelateria, l'avevano saputo da Adry, ma lui tutti i giorni diceva di dover andare a lavorare, ed usciva puntuale come non lo era ma stato, per andare a fare chissà cosa. Anzi si, lo sapevano cosa. Quel contratto che avevano ottenuto aveva fruttato piuttosto bene ai loro portafogli... peccato che non ne facessero mai buon uso. Alla fine continuavano comunque a scroccare zuppe e pasti caldi dalla vecchia e buona Macy, alla tavola calda li vicino. Lui era almeno riuscito a comprarsi un nuovo basso, quello che aveva sempre voluto... un Fender nero a cui aveva fatto il filo per mesi. Ed ora era suo. Il resto era finito in birra e vodka, ora che potevano permettersela... e coca, quella non mancava mai, anzi.
Di nuovo era finto tutto visto che nel frigo pareva esserci l'eco. Chiuse lo sportello scazzatissimo, e stava giusto per ritornare a diventare un tutt'uno con il divano quando vide Axl entrare dal portone, guardarlo non propriamente in modo amichevole e fiondarsi in camera sua sbattendo la porta. Sospirò... di quel passo come sarebbero andati a finire? Avrebbe voluto parlargli... ma l'orgoglio era forte. Perchè avrebbe dovuto essere lui a parare quando non aveva fatto proprio un bel niente? Axl ce l'aveva con lui ancora per quella storia di Laurel... ma lui non aveva fatto nulla di male, anzi, Perla l'aveva chiamato per chiedere il suo aiuto, ed era esattamente ciò che aveva fatto. Punto. Ma Axl ovviamente l'aveva vista a modo suo. Guardò l'orologio... mancava un'ora all'appuntamento. Prese il suo chiodo ed uscì, si sarebbe fatto un giro, li dentro proprio non tirava aria.



---------

*Me rispunta dopo secoli*
Heylà! C'è qualcuno??? Vi ricordate di me??? XD
Allora... premessa, non scrivo da un bel po' si, in generale tutte le mie fanfic sono ferme, non solo questa.
Un po' per mancanza di tempo, un po' per mancanza di ispirazione, un po' per mancanza di voglia...
E quante mancanze!
Si... mmm... ho iniziato le prime righe di questo cap secoli fa, e oggi sono riuscita a finirlo in qualche modo. Perchè? Se devo essere sincera stavo gettando la spugna, ci è mancato poco...
Sapete quando le cose si trascinano a lungo, e rischiano inevitabilmente di perdere di senso?
Ecco... poi però oggi sono rientrata qui dentro per leggere il nuovo cap di un'altra fanfic che seguo, e ho notato che nonostante io sia ferma da parecchio, c'è ancora gente che trova la voglia e il tempo per leggere le mie storie, e commentarle positivamente... e bo, questo mi ha dato tipo una specie di botta di vita, mi sono messa li, e ho scritto.
Questo il frutto della giornata... che dire.... grazie non basta, davvero.
Semmai andrò ancora avanti e riuscirò a finirle sarà solo merito vistro <3
Lau

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Capitolo 53
*** 53 ***


Aveva bighellonato un po' li in giro, bevuto una birra e stazionato al negozio di dischi li vicino... così aveva passato il tempo Duff prima dell'appuntamento con gli amici di quel pomeriggio. Guardò l'ora. Mancavano cinque minuti, ma lui era già li appoggiato ad una panchina con le braccia incrociate, aspettando che qualcuno si facesse vivo. Ma più i minuti passavano più si convinceva che nessuno sarebbe venuto a quell'appuntamento che fin da subito gli era puzzato parecchio. Sbuffò deciso ad andarsene, quando i suoi occhi misero a fuoco una figura poco più in là, che prese ad avvicinarsi a quella direzione... Laurel? Era sola... e stava venendo proprio li. Allora forse non era stato bidonato del tutto.

"Hey" disse nel vederla raggiungerlo, un po' titubante forse... non si vedevano da quel giorno all'Accademia.

"Ciao hemmm... pensavo di essere in ritardo"

"Lo sei... ma evidentemente gli altri lo sono più di te" rispose voltando lo sguardo vago, nella speranza di vedere arrivare qualcuno, possibilmente non Axl ecco... sarebbe stato imbarazzante.

Laurel abbassò lo sguardo, senza sapere cosa pensare. Già era uscita di casa solo perchè non voleva sentire le menate di Perla e Sue nel caso avesse deciso di non andare. Quando poi aveva visto solo Duff fermo a quella panchina si era fermata, indecisa se proseguire o meno. Era rimasta qualche minuto in un angolo senza farsi vedere, aspettando che magari fosse qualcun'altro ad arrivare prima di lei, si sarebbe sentita meno a disagio. Ma nessuno si era fatto vivo, e una volta che Duff si era accorto della sua presenza non aveva più potuto fare dietro front... così eccoli, solo loro due... e gli atri? Tutte quelle insistenze delle amiche per andare a quella festa, e poi loro non venivano? Strano... poi ecco, quel lume che le si accese in testa facendole intuire ogni cosa "Oh no..." mormorò mettendosi una mano sul viso e sospirando.

"Mmm?" Duff la guardò stranito, senza capire il perchè di quel gesto "Tutto ok?"

La ragazza sbuffò di nuovo, guardandolo ancora più imbarazzata ora che e cose le erano chiare "No... si, cioè... ecco..." scosse la testa alzando gli occhi al cielo "lo sapevo che mi nascondevano qualcosa!" esclamò, rendendosi poi conto che più lei parlava e meno Duff ci capiva, forse era meglio delucidargli le idee "Perla e Sue... non c'è nessun appuntamento Duff, l'hanno fatto apposta per farci incontrare" ecco, e ora che l'aveva detto si era ritrovata ad arrossire di colpo, e subito distolse lo sguardo dal suo.

"Oh" ok si, quella storia gli era suonata strana fin dall'inizio, ma da li a pensare che fosse tutto organizzato apposta ce ne voleva... però effettivamente... le due ragazze avevano insistito parecchio, e nessuno dei suoi amici aveva mai fatto accenno alla cosa, ora che ci pensava "oh..." ripetè rendendosi conto che quell'ipotesi era più reale di quel che pensava. La vide arrossire e abbassare lo sguardo, e ciò bastò per fargli pensare che tutto sommato quell'idea non era stata poi così male... lei era bellissima quel giorno, e quando le gote le si colorivano in quel modo il suo cuore prendeva a battere più forte del solito. Chissà, magari avrebbe anche dovuto ringraziare Perla e Sue per quella specie di complotto "Bè... è una bella giornata e quella festa c'è davvero, perciò... che ne dici se ci andiamo lo stesso?" le domandò un po' incerto, scompigliandosi i capelli com'era solito fare quando si sentiva vagamente a disagio "Io e te?" aggiunse, quell'io e te che gli suonava così bene da farlo sorridere mentre lo diceva 'Se dice di no me ne vado e non mi faccio più vedere!' pensò 'Ma che cazzo dici?! Svegliati idiota! Sembri un cazzo di sfigato alla prima cotta!' era così impegnato nei suoi combattimenti mentali e ad insultarsi da solo che non aveva nemmeno sentito la risposta di lei.

"Duff... mi hai sentito?"

"Cosa? Scusa! Dicevi?"

"Ho detto... che va bene... se non hai altro da fare"

"No! No... chi, io? Mai stato più libero di così" esclamò con un po' troppa enfasi 'Ti ammazzo Mckagan!' autoinveì di nuovo contro se stesso "andiamo" aggiunse poi schiarendosi la voce e assumendo un'aria da duro, che era in totale contrasto con il brodo di giuggiole in cui stava in quel momento.

Lo seguì mettendosi a camminare al suo fianco. Aveva una gamba bella lunga, e se si metteva a correre in quel modo non era facile stargli dietro "Vai più piano!"

"Scusa!" disse bloccandosi e aspettandola, preso com'era non si era nemmeno reso conto di stare andando così veloce. Riprese a camminare più lentamente con le mani in tasca, continuando a chiedersi perchè cazzo si sentiva così nervoso, non era mica un appuntamento! Anche se poteva benissimo sembrarlo, nonostante non era per nulla programmato... e anche se fosse stato così? Perchè si sentiva davvero come un adolescente al suo primo appuntamento? Scosse la testa cercando di non pensarci "Come va?" le chiese giusto per spezzare il silenzio, come se fosse la cosa più logica del mondo. Sapeva che in quei giorni lei ed Axl non si erano visti, ovvio che bene non stava.

"Bene..." rispose lei, certo, non l'avrebbe mai detto a lui che stava da cani "mi dispiace che ti abbiano messo in questa situazione, quando torno a casa glie ne dico quattro a quelle..."

Duff si bloccò di nuovo alle sue parole, voltandosi verso di lei che per poco non gli andò a sbattere conto "Oh bè, senti... se proprio devo dirla tutta a me non dispiace per niente" l'aveva detto sul serio? Si, l'aveva fatto... e adesso si sentiva ancora più idiota "voglio dire... mi fa piacere che ci sia solo tu... e, vabè tanto lo sai il motivo, per cui non mi sprecherò ad aggiungere altro, vorrei evitare di sembrati più stupido di quel che già sembro" concluse voltandosi e tornando a camminare.

Laurel era rimasta invece spiazzata e immobile. Si certo che lo sapeva però, sentirselo dire in quel modo... eppure un lieve sorriso spuntò sul suo volto alle confuse parole del biondo. Non lo trovava per nulla stupido…  perchè guardacaso in fondo nemmeno a lei dispiaceva quella situazione. Duff era attratto da lei, questo era risaputo. Ma anche lei lo era, per quanto si ostinasse  a non ammetterlo nemmeno a se stessa.

"Hey ci sei?"

La voce del ragazzo la risvegliò dai suoi pensieri  "Si, arrivo!" lo raggiunse correndo, e tornò al suo fianxo, regalandogli un sorrso che per Duff voleva già dire moto.

***

Giusto in quel momento qualcuno continuava a domandarsi come stessero andando le cose tra quei due...

"Scusa ma i miei calzini ci stanno tanto bene nel frigorifero?"

La voce di Izzy la fece ridestare immediatamente, facendole rendere conto di ciò che stava facendo "Cos... oh! No... hemmm..."

Il moro sospirò. La sua ragazza era staana forte quel giorno... ok, insomma, andare a vivere insieme era un bel cambiamento, poteva perfettamente capire che fosse un po' sconvolta... ma mettere le calze nel frigo... non ci stava proprio con la testa. La abbracciò da dietro spegnendo prima la sigaretta che teneva in bocca nel posacenere sul tavolo "Sei strana oggi... so che questo posto non è un gran che... ma ti prometto che appena riusciremo a pubblicare quel disco..."

Sue si girò verso di lui scuotendo la testa "Ma che dici, no! Qui va benissimo Izzy, davvero" il piccolo appartamento che avevano preso in affitto effettivamente non era certo una reggia, ma a nessuno dei due importava, aveva tutto ciò di cui avevano bisogno, e per di più era vicino alla casa dei ragazzi, così potevano comunque vedersi quando volevano "non è questo è solo che sono un po' preoccupata per Laury"

"Laury? E' successo qualcosa?"

"A parte il fatto che lei e Axl non si parlano da giorni, e che se ne sta sempre chiusa in casa o immersa nei libri?"

Izzy sospirò "Parlerò con Axl..."

"Tanto non cambierà le cose Izzy... magari per un po' si comporterà bene, ma poi? E comunque, bè, ecco..."

La vide tentennare e mordersi un labbro, come a trattenersi dal dire qualcosa "C'è dell'altro? Sue... avanti..." strofinò il naso contro al suo collo, infilandole le mani sotto alla maglietta... lui sapeva come farla cedere.

"Ok... ok..." fece lei staccandosi, sentendo già le farfalle nella sua pancia che si erano risvegliate tutte di colpo. Sapeva che non avrebbe resistito, diceva sempre tutto ad Izzy, e quello non era un eccezione "tu lo sai vero che sia io che Perla pensiamo che Duff... bè, che lui la farebbe felice sul serio, giusto?"

Sospirò scuotendo la testa "Si... Axl è il mio migliore amico, ma devo ammettere che lo penso anche io... quindi?"

"Ecco, Perla penava che se Duff e Laurel avessero la possibilità di passare un po' di tempo insieme, magari bo... si sarebbero un po' sciolti"

"Credimi Duff è già abbastanza sciolto... ha le idee chiare in materia, piuttosto è Laurel quella che deve capire cosa vuole"

"Eh appunto, mica è facile per lei sai? Lo ama Axl, che credi..."

"Oh lo so, altrimenti non lo avrebbe retto così a lungo"

"Comunque... ecco vedi lei ha... noi..."

"Sue... che avete fatto?" ormai l'aveva capito che c'era qualcosa che on andava.

"Abbiamo, come dire... forzato un po' la cosa facendoli incontrare, senza che loro ne sapessero nulla..."

La fissò senza capire "Ti vuoi spiegare meglio pe favore?"

Sue alzò gli occhi al cielo, a volte Izzy era davvero duro di comprendonio! "Li abbiamo detto di trovarsi ad una certa ora in un certo posto con la scusa di andare alla fiera country giù in città... in realtà nessuno lo sa e nessuno ci andrà, tutto chiaro?"

"Vuoi dire... che Duff e Laurel si ritroveranno da soli a quell'appuntamento?!"

"Già..."

"Sue!"

"Non farmi la predica adesso!"

"Non dovresti immischiarti..."

"In queste faccende" completò la frase "sono fatti loro bla bla bla, lo so, lo so! Senti ma cavolo, è mia amica ok? E sta male! Per colpa di Axl... una spintarella che male può fare? Magari finalmente apre gli occhi e si decide!"

"Tesoro, tu proprio non capisci..."

"Cosa?!" l'ostinazione di Izzy a volte la mandava in bestia, lui e tutti quegli assurdi moralismi che si faceva.

"Ora te lo spiego, dannazione!" si passò le mani nei capelli cercando di calmarsi. Sapeva che l'avevano fatto a fin di bene, ma non poteva comunque essere d'accordo. Era rischioso… Duff era uno che pensava, Duff era razionale, Duff era saggio… ma Duff era anche un ragazzo innamorato, e sapeva che non poteva resistere a lungo specie se l’occasione gli veniva offerta su un piatto d’argento "Ti sei mai chiesta perchè Duff per tutto questo tempo abbia lasciato perdere? Sai meglio di me quanto sia cotto, e quanto lui per primo non sopporti vedere Laurel stare male per Axl... ma se non hai fatto un cazzo, non credi che abbia le sue fottute buone ragioni?!"

Alzò le spalle "Non alzare la voce! E comunque il fatto che Axl sa suo amico non vuol dire che..."

"Forse ancora non ti è chiaro... la questione va ben oltre l'amicizia! Fosse solo per quello se la risolverebbero con una scazzottata e tanti saluti... ma se Axl si incazza, se quei due litigano per Laurel e si mandano a fanculo, i Guns non esisterebbero più! Lo capisci adesso? Credete davvero che Duff sia un cagasotto senza palle che non è in grado di prendersi la ragazza che ama? Non è un codardo, e ci sta male! Lo sta facendo per noi, per il gruppo e per se stesso! Perchè tutti insieme ci siamo tirati fuori dalla merda in cui eravamo grazie a questo gruppo, e se tutto andasse a puttane ognuno di noi tornerebbe nella merda da cui è venuto! Abbiamo sputato sangue per arrivare fin qui, ora abbiamo un contratto, una casa discografica che punta su di noi, e un manager... stiamo per entrare in sala di registrazione, e se Dio vuole tra qualche mese usciremo con il nostro primo album! E' il sogno di una vita, lo capisci?! No... non puoi capire..." si voltò lasciandola li con la bocca semiaperta e gli occhi lucidi. Si forse aveva esagerato, ma non era riuscito a controllarsi "Vado a farmi un giro"

"Izzy io..." non riuscì a fermarlo, non riuscì a dire nient'altro. Era la prima vota che litigavano in quel modo, e lui se ne era andato... l'aveva ferita il tono duro con cui l'aveva trattata, ma forse, aveva ragione lui… forse avevano fatto una cazzata. Si sedette sul divano cercando di non piangere. Alla fine a che sarebbe servito? Era chiaro Izzy aveva reagito così perchè se tra Laurel e Duff fosse successo qualcosa, l'integrità del gruppo sarebbe stata seriamente messa in pericolo... sapeva cosa volevano dire i Guns per quei ragazzi. Da parte sua, che cosa mai doveva sperare? Di vedere felice l'amica, ma distrutto il gruppo e di conseguenza Izzy, e non solo lui? Non ne era più così sicura... si portò indietro i capelli sospirando, tenendosi la testa tra le mani. L'unica cosa che poteva sperare era che tutto andasse comunque bene in un modo o nell'altro, anche se non sapeva più quel ‘bene’ quale significato avesse. E che Izzy sbollisse e tornasse a casa presto da lei.

Sobbalzò quando suonò il campanello "Izzy!" urlò alzandosi e fiondandosi ad aprire, convinta che fosse lui "Izzy scusa io..." ma no, non era Izzy. Si bloccò guardando la ragazzina dall'aria spaurita che le stava davanti. Doveva avere qualche anno in meno di lei, era molto graziosa nonostante il viso stanco e segnato, come se avesse passato dei brutti momenti... le ricordava qualcuno... aveva dei lunghi capelli lisci e rossicci, la pelle diafana contornata da leggere lentiggini e due grandi occhi color smeraldo.

"C'è Jeff?" chiese senza nemmeno guadarla in faccia, tenendo le braccia strette attorno al petto.

"Chi... chi sei?" domandò Sue serrando automaticamente un po' la porta.

"Dimmi solo se Jeff sta qui, se no me ne vado" ripetè lei riprendendo sulle spalle lo zaino logoro che teneva con sè. Sue rimase qualche istante ferma a fissarla... chi era quella ragazza, e perchè cercava Izzy? Sentì una strana paura nascerle dentro "mi hai sentito? Potresti anche rispondermi invece di startene li a fissarmi!"

Sembrava sconvolta sul serio, forse era solo una vecchia amica, o qualcosa del genere "Scusa... si, abita qui"

"Puoi chiamarlo?"

"Non è in casa adesso, ma..."

Senza nemmeno darle il tempo di finire la frase la ragazza spinse con forza la porta facendola quasi cadere, ed entrò in casa gettando a terra lo zaino e sedendosi sul divano, accucciando le gambe contro al petto "Allora lo aspetterò" disse ferma, con un tono che non ammetteva alcuna replica.

Sue chiuse la porta e ci si appoggiò contro, con mille pensieri e mille domande che le si affollavano nella mente, mentre guardava quella nuova arrivata che chissà poi perchè, le metteva addosso una certa inquietudine.



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Rieccomi :'D ebbene si, e che dire... scommetto che molti di voi hanno già capito di chi si tratta? Guai in vista? Vedremo ;)

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Capitolo 54
*** 54 ***


Se ne stava li, in silenzio accovacciata sul divano smangiucchiandosi nervosmente un'unghia, senza dire un parola, senza guardala, rimanendo con gli occhi a terra, fissi e vuoti. Sue non sapeva chi fosse quella ragazza, e cosa volesse da Izzy. Aveva un vago sospetto però, dovuto solo alla forte somiglianza con una certa persona. E aveva paura. Perchè temeva che in qualche modo quella visita improvvisa potesse turbare quel piccolo angolo di felicità che lei e Izzy avevano faticosamente creato insieme.

"Vuoi qualcosa da bere?" le chiese ad un certo punto, rompendo il fastidioso silenzio che si era venuto a creare.

"No"

"Hai fame?"

"No"

Nulla. Qualsiasi cosa avesse detto iniziava a pensare che la ragazza avrebbe risposto con acidi monosillabi, sempre ammesso che avrebbe risposto.

"Sai quando torna?" le chiese invece all'improvviso, senza mai alzare lo sguardo.

"No, non lo so "

"Sei la sua ragazza?" c'era una punta di durezza in quella domanda, come se la cosa non le andasse a genio.

Su gonfiò il petto e un fiero "Si" uscì dalla sua gola.

Solo in quel momento gli occhi della giovane le si puntarono addosso, duri, freddi, accusatori... e si sentì gelare. A fatica riuscì a sostenere il suo sguardo, e fu sollevata quando il rumore della porta che si apriva portò la ragazza a distogliere gli occhi da lei.


Izzy si era fatto un giro, così, mani in tasca, sigaretta in bocca, senza una meta precisa. Aveva solo bisogno di sbollire, sapeva di avere esagerato. Ma il timore di perdere tutto, di far cadere miseramente i loro sogni proprio quando erano sul punto di realizzarsi, era davvero tanta. Le tensioni si erano accumulate da tempo, facendolo esplodere purtroppo con la persona sbagliata. Sapeva che Sue e Perla avevano architettato quella specie di piano solo per il bene di Laurel. Erano grandi amiche, e le volevano bene. Anche a lui stesso dispiaceva vederla sempre triste per quella situazione che con Axl. Non se lo meritava, era una brava ragazza, e suo malgrado doveva ammettere che Axl con lei si stava comportando da perfetto imbecille, cosa che però non lo stupiva più di tanto, conoscendolo. E poi c’era Duff. Sapeva che i sentimenti che provava per lei erano sinceri e forti... entrambi si meritavano davvero un'occasione, ammesso che la ragazza glie la volesse dare questa occasione, visto che ufficialmente lei e Axl stavano ancora insieme. Nonostante lui solitamente fosse un tipo razionale, il primo che si metteva in mezzo cercando di trovare la migliore soluzione ai problemi, quella volta l'istinto e le sue paure avevano prevaricato, e così si era arrabbiato con lei... se ne era pentito subito, appena aveva messo il piede fuori di casa. Ma l'orgoglio maschile si sa, è un brutta bestia, così prima di rientrare si era fatto un giro, sbollendo la rabbia e maledicendosi per quella avventata sfuriata.

"Sue sono tornato... senti..." aveva appena aperto la porta, e subito i suoi occhi si posarono sulla figura minuta seduta sul divano li di fronte... non poteva essere lei... nemmeno volse lo sguardo a Sue che se ne stava attaccata ad una parete senza osare dire nulla. In un attimo venne investito da una forte ondata fatta di ricordi ed emozioni passate, in un attimo venne scaraventato nel passato, un passato da cui con Axl era fuggito "A... Amy..." balbettò rimanendo immobile sulla soglia. Anche quando la ragazza di scattò si alzò gettandosi tra le sua braccia rimase immobile, sconcertato e spiazzato da quell'improvvisa comparsa.

"Jeff! Oh Jeff..." mugugnò lei stringendosi contro al petto del ragazzo, chiudendo gli occhi e affondando il viso nella sua maglietta lasciandosi andare ad un pianto disperato.

Solo dopo parecchi secondi in cui continuò a rimanere immobile e rigido come una pietra, alzò lentamente la braccia, avvolgendo piano quel corpo avvinghiato al suo, tastandolo come se stesse cercando di capire se fosse vera, reale "Che ci fai qui?" disse poi, abbassando lo sguardo su di lei.

A quella domanda Amy si staccò da lui guardandolo furente "E' tutto quello che sai dire?! Mi avete lasciata sola Jeff! Secondo  te che cosa ci faccio qui eh?! Non sono venuta per una vacanza, sono venta perchè non ne potevo più di stare in quella casa!" iniziò ad urlare tra le lacrime "Non voglio più stare con quel pazzo, mai più!" urlò ancora più forte piangendo e gettandosi di nuovo contro di lui.

Izzy non potè far altro che abbracciarla ancora, più stretta questa volta, tentando di calmarla. Si sentiva in colpa. Per averla lasciata li.  Anche per non averla ascoltata quando si erano sentiti al telefono e aveva detto che andava tutto bene. Bene un cazzo. Axl aveva ragione 'Stupido’ si disse stringendola istintivamente con più forza contro di sè "Va tutto bene adesso Amy, ci sono io, dai..." disse piano, senza ritrarsi quando lei alzò lo sguardo bagnato dalle lacrime, e delicatamente fece incontrare le loro labbra dopo tanto tempo.

Fu un attimo, un contatto sfuggevole e di pochi secondi, che fece ricomparire a lei il sorriso sulle labbra, che fece rimane basito e sconvolto lui, e che fece gelare il sangue nelle vene di Sue, che in tutto ciò se ne era rimasta ferma e in silenzio, assistendo a quella scena. Da prima le aveva fatto molta pena quella ragazza, la sorella di Axl, l'aveva capito. Ma poi... quel bacio... sentì subito gli occhi inumidirsi. Certo poteva capire la situazione, ma non quel bacio. Cosa voleva dire? Nella sua mente si affollavano tanti pensieri, la maggior parte dei quali negativi ovviamente. Non disse nulla, si fiondò alla porta ed uscì di corsa.

"Sue!" urlò Izzy, che fino a quel momento aveva completamente ignorato la sua tacita presenza "merda!"

Fece per seguirla , ma Amy lo trattenne per un braccio "Per favore, non andartene!"

Il moro sospirò, continuando a far vagare lo sguardo da lei alla porta da dove la sua ragazza era appena uscita "Dovremmo avvisare Axl" fu tutto ciò che riuscì a dire.


***


Laurel e Duff avevano camminato fino a quel quartiere in periferia per lo più in silenzio. Tra i due era calato un alone di imbarazzo che proprio pareva non volersi levare di mezzo. Da una parte il biondo avrebbe voluto parlarle e chiederle un sacco di cose... ma dall'altra bè, insomma, la situazione era un po' particolare in effetti, con quella specie di appuntamento nella penombra che Perla e Sue avevano organizzato alle loro spalle.  E lui non era propriamente un paraculo come Slash, conservava sempre una certa timidezza, specie con lei, e specie ora che non sapeva come approcciare. Approcciare? Diciamo... interagire 'Tu non approcci proprio un bel niente Duff, mani in tasca ed evita stronzate! Non è un appuntamento!' si ammonì immediatamente. Chi gli assicurava che Laurel voleva comunque passare la giornata in sua compagnia? Magari aveva acconsentito solo per gentilezza. Invece lui non stava davvero più nella pelle. Ecco, tanti buoni propositi per starle lontano, e poi si emozionava come un cretino per così poco.

"Siamo arrivati!" disse lei d'un tratto rompendo il silenzio davanti ad una distesa di gente, bancarelle, giochi e tutto ciò che quella fiera country poteva offrire. Era tutto davvero ben curato "Sembra di stare nel far west!" notò guardandosi in giro con gli occhi sgranati "Ci sono anche i cavalli!"

Duff sorrise notando quell'improvviso entusiasmo, era bello vederla così sorridente ed esaltata per una semplice fiera come quella "Già! Ah guarda!" disse prendendola per un polso e trascinandola davanti ad una bancarella che vendeva cappelli, camperos e abiti dal chiaro stampo mandriano "non possiamo stare qui senza un cappello adeguato vediamo..." ne prese uno semplice color panna, con un cordino marrone in cuoio e glie lo mise in testa "è perfetto"

"Duff non è il caso..."

"Scherzi? Lo prendo" disse pagando ciò che doveva "non puoi stare qui senza qualcosa di giusto addosso! Ti devi calare nell’atmosfera della festa! Io ho già i camperos" disse come a giustificarsi del fatto che ne aveva preso solo uno per lei. In realtà gli piaceva parecchio quel cappello, ma non aveva molti altri soldi con sé per prendere un'altro, e voleva conservarseli per qualcosa da mangiare e da bare magari. Non voleva certo fare una figuraccia con lei.

"Il toro meccanico!" urlò Laury andando verso una staccionata che circondava un enorme materasso con quell'affare nel mezzo. Un tizio era appena stato scaraventato a terra "Non ne avevo mai visto uno dal vivo, sembra divertente!"

Duff salì seduto sulla staccionata al suo fianco "Fa un gran male alle palle a dire il vero" disse storcendo le labbra al solo pensiero.

"Ci hai già provato?"

"Si... e me la cavo anche bene, modestamente"

Laurel lo vide gongolare, e forse un po' malignamente quando il giostraio chiese al microfono se c'era qualche altro baldo giovane volontario, gli diede una bella spinta sulla schiena che lo fece scendere dalla staccionata, e finire dritto dritto nel campo da gioco. Duff la guardò senza capire, ma quando il tizio gli andò vicino prendendolo per un braccio, si voltò verso di lei, mormorando un muto quanto ironico 'grazie' con le labbra. Laury rise alzando le spalle. Era stata una carognata forse, ma se ne stava li a stimarsi tutto per le sue performance, che proprio non aveva resistito.

Così eccolo, li su quel macchinario infernale pronto a cavalcare. Deglutì e si appese per bene alle corna quando iniziò a muoversi... veloce, sempre più veloce... eppure lui resisteva! E anche bene in effetti. Laury si trovò a fare il tifo e a urlare insieme alla fola di persone il attorno, e applaudì quando il tempo finì e il toro si fermò senza aver disarcionato Duff che aveva resistito fino all'ultimo.

"Abbiamo un nuovo campione signori!" urlò il giostraio alzando il braccio del biondo, che chissà come mai sorrideva tirato invece di esultare e gasarsi come di norma avrebbe fatto.

Li consegnarono in premio un torello di peluches, e con quello tornò da Laurel "Se sono diventato sterile è solo per colpa tua!" decretò scostandosi i capelli dal viso arrossato per la fatica appena compiuta.

"Sei stato grande! Non credevo dicessi sul serio, volevo metterti alla prova"

"Ecco, la prossima vota che ti dico che sono bravo a fare qualcosa, credimi sulla parola mmm? Tieni" le passò il peluches e in quel momento le oro dita si sfiorarono. Laury alzò lo sguardo incrociando i suoi begli occhi grigi, o verdi a seconda di come li si guardava, e non riuscì a trattenere un sorriso. Il ghiaccio era decisamente rotto per quel giorno.



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Eccomi di ritorno :'D
Per chi me lo faceva notare, si, pare che sua Maestà l'ispirazione sia tornata a farmi visita!
Non so quanto durerà per cui meglio aprofittarne ;)
Mi scuso solo se i capitoli non sono lunghissimi, ma preferisco così, se no ci metto una vita per stenderne uno e per aggiornare, e poi preferisco andare con calma e lasciarvi un po' di suspance su come andranno le cose, specie tra questi due mandriani eheh...
E Si, la new entry è proprio Amy, la cara sorellina di Axl... e se tale fratello tale sorella, la vedo grigia!
Vedremo, vedremo...
Un grazie a tutte voi <3
Lau

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Capitolo 55
*** 55 ***


In mezzo alla folla scalpitante e allegra di quella specie di fiera, Duff si sentiva il ragazzo più felice della terra... stava passando una bella giornata, e al suo fianco c'era la ragazza che amava. Cosa voleva di più? Bè... forse che quella ragazza fosse la SUA ragazza, e non quella di uno dei suoi migliori amici. Dettagli. Cercò di non pensarci, non voleva guastarsi la giornata con quei pensieri, voleva viverla così senza remore, anche se sapeva che forse, non avrebbe dovuto. Tant'è che anche Laury sembrava felice  e spensierata come non mai.

"Hai fame?" le chiese indicando un banchetto vicino a loro "Pannocchie al burro, le hai mai mangiate?"

"No... sono buone?"

"Fantastiche!" la trascinò li davanti prendendo per entrambi pannocchie, succo di mele per lei e birra per lui.

"Succo di mele?"

"Lo sai che per te la birra è off limit... anzi, ogni cosa alcolica lo è"

Alzò gli occhi al cielo "La finirete mai con questa storia? Non mi ubriaco più da un secolo!"

"Ecco brava, vediamo di non iniziare proprio oggi mmm?"

Si sedettero su una panca, ognuno con il suo piatto "Hai ragione... sono buonissime" disse lei sorridendogli, e Duff credette di non aver mai visto nulla di così bello "Che... che c'è? Ho del mais in faccia?" fece preoccupata pulendosi la bocca con un tovagliolo, notando come da parecchi secondi Duff non le levava lo sguardo di dosso, con quella faccia da ebete che però lo rendeva tanto dolce.

"Eh? Oh no! No... niente... stavo solo pensando che..." che? 'Che sei bellissima' pensò "che quel cappello ti dona molto" disse invece, dandosi subito dopo del cretino.

Lei sorrise di nuovo abbassando lo sguardo in silenzio. Trovava sorprendentemente piacevole quella situazione, e si sentiva a suo agio con lui nonostante quegli sguardi che ogni volta la facevano trasalire, e il suo cuore iniziava a palpitare più forte. Cosa voleva dire? Oh lo sapeva... si calò meglio il cappello sulla testa finendo di mangiare, poi si alzò notando che il biondo aveva già finito "Sei bravo al tiro a segno quanto lo sei con il toro meccanico?" gli chiese indicandogli lo stand vicino a loro "Io ho una mira invidiabile sai?" lo istigò.

Ego di uomo... Duff non aveva una gran mira per dirla tutta, ma non poteva certo essere peggio di quella di una ragazza, giusto? "Certo! Mi stai sfidando?" le domandò gonfiando il petto.

"mmm... si!"

Alzò gli occhi al cielo incamminandosi in quella direzione "Ricordati che te la sei voluta tu!"

Minuti dopo un mesto Duff con la coda tra le gambe si sentiva profondamente umiliato da una Laurel vittoriosa che aveva indubbiamente una mira eccellente, a differenza sua "Eddai non fare quella faccia... sei stato bravo lo stesso!"

"Si si, certo..."

"Te l’avevo detto che sono brava…"

"Ah ah…"

"Duff..."

"mmm?"

"Tieni" il biondo guardò a lungo l'orsetto peloso che Lauel aveva vinto e che adesso gli stava porgendo "te lo regalo, così siamo pari" fece li alzando le spalle, stringendo ancora nell'altra mano il piccolo toro di peluches.

"Ah bene, ma tu guarda che figura di merda..." disse scocciato prendendolo "grazie comunque... e non raccontarlo a nessuno eh!"

"Sarò muta!"

"Soprattutto a Slash! Mi prenderebbe per il culo a vita..."

"Non dirò una parola... sarà il nostro segreto" in realtà le veniva parecchio da ridere, ma si tratteneva per paura che si offendesse sul serio. Il loro segreto poi… era strano come una cosa così sciocca la facesse sentire così legata a lui, come se condividere quella cosa li rendeva in un certo senso più intimi.

Sentirono della musica poco più in là, e il biondo sgranò gli occhi sfoderando un sorriso entusiasta "Vieni!" la prese per una mano trascinandosela dietro tra la folla, fino ad arrivare sotto al palco dove una band suonava dell'ottima musica country, e della gente ballava quei balli tipici. Duff osservava il tutto con attenzione battendo il piede a ritmo e dopo pochi istanti si voltò verso di lei prendendole le mani "Balliamo!"

"Cosa?!" fece lei ritraendosi.

"Dai, è divertente!"

"Ma... ma io non sono capace!"

"Cosa?! Andiamo, sei una ballerina no?"

"Si ma non è la stessa cosa!"

"Ahhh dai Laury non farti pregare! Take me hooome contry rooooooads... dai!" canticchiò tirandolo di nuovo.

"Tu sei fuori!"

"Guarda, è facilissimo..." la tirò per le mani in un angolo più libero "ti faccio vdere, i passi sono sempre quelli... uno, due, tre... alzi la gamba, tocchi il tallone... giri battendo le mani e rincominci tutto da capo... è una cazzata!"

Laury osservò il biondo stupita, chiedendosi come diavolo facese a sapere tutte quelle cose... eppure era bravo, ed effettivamente i passi erano moto semplici, e si adattavano per lo più a qualsiasi canzone di quel genere facessero "Foxtrot, si chiama così... sono coreogafie di gruppo... andiamo"

"Aspetta!"

"Non posso rimanere senza compagna..." fece un sorriso a cui non riuscì ad apporsi, così si trovarono sulla pista, tra la gente.

Laurel se la cavava anche se non era quello il suo genere di ballo, aveva buon ritmo, e imparava in fretta. Rideva mentre seguiva con attenzione i passi degli altri, stando attenta a non perdere il ritmo e anon pestare i piadi a nessuno. Guardava Duff che al suo fianco si muoveva in modo impeccabile, con i capelli al vento che si scompigliavano e quel sorriso da gatto che le piaceva così tanto. La musica cambiò e anche il ballo, e Laury si ritrovò a ballare con un uomo con dei baffi enormi, che la faceva girare di contnuo... ad ogni cambio di ritmo si cambiava il parner, girando e rigirando attorno alla pista, finchè all'ennesimo cambio si trovò tra le braccia del suo cavaliere... il cappello le si levò dalla testa rimanendo attaccato a lei solo dal laccio che le cingeva il collo, lasciandole liberi i capelli che di tanto in tanto solleticavano il viso di Duff. Ne sentiva il profumo, sentiva l'odore di lei alle narici, e instintivamente strinse maggiormente la presa sulla sua vita e sulla sua mano.
Quando accaldati e ansanti si levarono da li ancora ridevano tenendosi per mano. Laurel si aggrappò al suo braccio guardandolo mentre camminava sicuro, sembrando quasi un vero cowboy.

"It rained all night the day I left the weather it was dry, the sun so hot I froze to death Susannah don't you cry... Oh Susannah oh don't you cry for me, for I come from Alabama with a banjo on my knee..." cantò di nuovo ridendo insieme a lei "Wow! Era da un sacco di tempo che non venivo in un posto del genere!"

"Ma dove hai imparato tutte queste cose?!" chiese lei, era palese che per Duff quell'ambiente non era nuovo, sembrava perfettamente a suo agio, e per di più conosceva canti, balli, persino il cibo che bisognava mangiare per essere a tema nel migliore dei modi.

"Vecchie reminiscenze di famiglia" rispose alzando le spalle "i miei eranofissati con questa roba, portavano me e i miei fratelli ad ogni festa e fiera presente nell'arco di miglia e miglia... noi eravamo piccoli, e a parte gli animali, ci annoiavamo a morte... ma con il tempo abbiamo trovato la cosa abbastanza divertente, si cavalcava, si facevano gare con il toro meccanico, si ballava il foxtrot..."

"Ma non sai tirare al bersaglio..." lo sfottè lei.

"Touchè... però so usare il lazo!"


Il pomeriggio passò in fretta, forse troppo in fretta, per entrambi. Si trovarono a cammiare in silenzio per una strada che portava verso un punto panoramico della città. Il sole sarebbe sceso a breve, e l'aria iniziava a farsi più fresca. Laurel si appoggiò alla ringhiera della balconata guardando la città davanti a lei "E' bello qui"

"Già" ripose il biondo che si era appoggiato al suo fianco "ogni tanto ci vengo, ho scoperto questo posto uno dei primi giorni in cui eravamo qui... aiuta a pensare..."

Pensare... si... aveva tante cose a cui pensare Laurel... era stata bene, quella giornata era davvero stata una ventata di aria fresca dopo giorni in cui faticava a respirare. Si voltò appoggiandosi di schiena, tirando fuori dalla sua borsetta qualcosa... una lettera.

Duff voltò appena il viso in quella direzione "Cos'è?"

L'aveva portata con sè quel giorno in vista di quell'appuntamento con i ragazzi, nella speranza di vedere Axl, di parlarci, e magari di aprirla insieme a lui "E' una lettera dell'Accademia"

"Sei stata presa?" chiese con forse un po' troppo entusiasmo.

"Non lo so" scosse leggermente la testa sospirando "non l'ho ancora aperta"

"Cosa?! E perchè non... oh" capì al volo il motivo per cui ancora non l'aveva fatto "volevi farlo con lui, vero?" certo non c'era bisogno di chiederglielo, tanto sapeva quale fosse la risposta. Difatti Laury annnuì tenendo lo sguardo fisso sulla busta che teneva tra le mani "Laury..."

"No senti" lo interruppe alzando gli occhi su di lui, abozzando un leggero sorriso "non importa, non oggi... e poi indipendentemente da quale sia il risultato, se non fosse stato per te non avrei nemmeno partecipato a quel provino"

"Dovresti ringraziare Perla, è lei che mi ha chiamato"

"Ma tu sei venuto... non eri obbligato a farlo, ma l'hai fatto... è come se tu ci fossi sempre, quando più ne ho bisogno" qulelle parole avevano creato un silenzio tra loro, che durò qualche secondo. Un po' per l'imbarazzo, o forse perchè non c'era bisogno di aggiungere altro "vorresti aprirla con me?"

Duff spalancò gli occhi a quella richiesta, insomma, era una cosa importante... non credeva che l'avrebbe chiesto a lui. Magari che avrebbe aspettato di vedere Axl in un'altra occasione, o che magari se ne sarebbe andata al magazzino, per vederlo "Io veramente..." iniziò scompigliandosi i capelli.

"Per favore"

E come poteva resistere a quegli occhi, a quel sorriso leggero che la rendeva splendente? Impossibile... sorrise di rimando, voltandsi anche lui appoggiando la schiena alla ringhiera "E va bene... avanti"

La ragazza si rigirò più volte la busta tra le mani, mordicchiandosi nervosamente il labbro "Aprila tu!" disse poi dandogliela in mano, con uno sguardo che non ammetteva rifiuti.

"Ok" Duff la prese e piano la aprì estraendone il foglio piegato che riportava il verdetto. Lo spiegò e lo lesse attentamente sentendosi addosso gli occhi di lei che scrutavano ogni sua espressione per cercare di captare qualcosa. Dopo qualche secondo sospirò scuotendo leggermente il capo.

Laurel lo interpretò come un no... abbassò lo sguardo cercando di non mostrarsi troppo delusa "Uhm... bè non fa nulla, ci riproverò l'anno prossimo..." in realtà la delusione era molta, perchè ci aveva creduto sul serio. Evidentemente gli errori commessi all'inizio della prova le erano costati cari.

"Non sarà necessario" disse Duff di punto in bianco, aprendosi in un sorrisone a mille denti "Perchè sei stata presa!!!" urlò alla fine, aprendo istantaneamente le braccia, quando la vide gettarsi letteralmente addosso a lui.

"Tu sei... uno stronzo!!!" urlò, gettandogli le braccia al collo e ridendo felice, poco importava che qualche secondo prima l'aveva praticamente fatta morire, ce l'aveva fatta! Ed era soprattutto merito suo.

Duff le strinse le braccia attorno alla vita, stringendosela contro, aprofittando forse un po' di quel momento solo per loro, ma bè, era anche comprensibile dopo tutto. La sollevò da terra facendola girare, mentre entrambi continuavano ad esultare e a ridere. Si staccarono di poco solo quando i piedi della ragazza toccarono di nuovo terra. Entambi provarono una così piacevole sensazione, tanto che rimasero comunque li attaccati, a guardarsi in viso per interminabili istanti. E fu in quel momento che tutto il buon senso di Duff andò a farsi benedire. Non ci furono incertezze per nessuno quando le loro labbra si cercarono, e si unirono trovandosi in un bacio tanto agoniato e desiderato. Il biondo potè giurare che il suo cuore si fosse fermato, per poi riprendere a battere galoppando ad una velocità improbabile, quasi come se volesse recuperare in pochissimi secondi i battiti persi l'istante precedente. Non era forzato, non lo voleva solo lui, quel contatto seppur superficiale era tanto sentito quanto profondo, e non indugiò quando preso da un coraggio improvviso forzò con la punta della lingua le labbra di lei, che al contrario di ciò che si aspettava non oppose la minima resistenza, e lo lasciò entrare, facendo congiungere le lore lingue, e lasciando ad enrambi il piacere di assaporarsi.



***
Wohooooooooo!!! Come direbbe qualcuno...
Dite che ce l'hanno fatta finamente? mmm... io non ne sarei troppo sicura, MA... non dirò nulla u.u
Godetevi questo siparietto tra i due, ecco :)
Grazie a tutti!
Lau

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Capitolo 56
*** 56 ***


Su aveva camminato per parecchio, cercando di soffocare la gelosia, e di reprimere quelle poche lacrime che inevitabilmente erano scese lungo il suo volto. L'arrivo di Amy l'aveva spiazzata. Izzy non le aveva mai parlato di lei, o meglio, non più di tanto. Sapeva che aveva avuto una vita difficile, come Axl del resto, e che era molto affezionata sia a lui che al fratello. Ma da li a trovarsela in casa, mentre quasi la trucidava con lo sguardo dopo aver scoperto che era la ragazza di Izzy, e poi tra le braccia di lui, e quel bacio... quello no, quello era stato un bel colpo da mandar giù. Forse tra loro c'era stata una storia a Lafayette. Forse stavano insieme, e adesso lei l'aveva raggiunto e voleva tornare con lui. Era sempre stata sicura dei sentimenti che il ragazzo provava nei su confronti, con la sua ingenuità mai aveva messo in dubbio nulla, nonostante tutte le belle ragazze che iniziavano a girare intorno alla band. Ma adesso ogni sua certezza stava crollando. Forse non era nulla, o forse quella giovane dai capelli rossi tanto simile ad Axl, le avrebbe portato via Izzy. Solo il pensiero si sentinva male. Sospirò. Doveva tornare... ma prima, prima avrebbe avvisato Axl. Doveva sapere del suo arrivo, lui poteva aiutarla e prendersi cura di lei. E in un attimo di egoismo, penso che se la sarebbe portata via, al magazzino con lui. Lontano da Izzy e da lei.

Non è che esistesse un campanello li, bussò, ma la porta come al solito era aperta, così ci entrò senza aspettare "Permesso" la intimoriva sempre andare li da quando si erano trasferiti. Più che altro la intimoriva Axl ecco. Ma fortunatamente vide che c'era Slash in casa, svaccato sul divano con birra e nachos sulla pancia "Ciao Slash"

Il riccio distolse lo sguardo dalla TV nuova che ora si erano potuti permettere di comprare "Hey Su... come butta?"

"Bene" mentì "c'è Axl in casa?"

La guardò perplesso e si tirò a sedere "Tu che cerchi Axl? E' successo qualcosa a Laury?" fu il suo primo pensiero, perchè sapeva che tra Su e Axl non correva buon sangue, se lei lo cercava era per un motivo "No, Laury sta bene... credo" in tutto quel casino aveva scordato l'appuntamento con Duff "è solo che... devo parlargli"

"Cercavi me dolcezza?" il suo tono canzonatorio e freddo la fece subito innervosire. Axl andò a sedersi di fianco a Slash, e prese la sua birra.

Sue respirò, e lo guardò "Dovresti venire a casa da noi"

"Oh, un invito da Izzy e compagna... sono lusingato davvero"

"Axl smettila di fare il coglione!" Slash lo spinse, a volte con quei due era davvero insopportabile. Non avrebbe mai digerito il fatto che Stradlin se ne era andato da lui per stare con Sue.

"Non ti ho invitato per cortesia Axl... c'è Amy, tua sorella"

Slash spalancò la bocca sorpreso, e subito si voltò verso il rosso. La sua espressione era indecifrabile, poteva solo vedere la macella contratta e i muscoli farsi più tesi. Quella non ci voleva... se Amy era venuta fin li da sola, doveva avere dei seri problemi a casa "Axl..." lo chiamò.

Nulla... nella sua testa vorticavano immagini e pensieri, folli e tragici riscontri della sua vita passata. Quelle chiamate... sapeva che erano una richiesta di aiuto. Non stava bene, mentiva, come lui aveva pensato, al contrario di tutto ciò che Izzy e tutti gli altri avevano voluto fargli credere. Si alzò in piedi, e come era logico che fosse uscì di corsa.

Sue rimase li in piedi, non era così certa di voler tornare in quella casa "Tutto ok?" la destò la voce del riccio.

"Si... tutto ok"

"Oh certo, lo vedo... Su... che cosa è successo?"

Ecco, lo sapeva! Voleva evitare di frignare davanti a lui, ma nulla, le lacrime scesero così, senza nemmeno che lei potesse farci niente "Ho paura Slash, ho paura di perderlo" disse, esternando per la prima volta i suoi timori.

Il ragazzo la guardò nemmeno troppo sorpreso, le andò vicino e le offrì la sua spalla, stringendola a sè "Hey dai, non fare così che poi mi metto a piangere anche io... perchè dovresti perderlo? Quell'idiota è fottutamente innamorato di te"

"Quella ragazzina… la sorella di Axl… appena l'hai visto l'ha abbracciato e l'ha baciato, sembrava che mi odiasse a morte, come se le avessi rubato qualcosa"

"Che? Amy ha baciato Izzy?! Oh bella!"

"Credo ci sia stato qualcosa tra loro"

"Ah ma dai! Senti, il passato è una cosa, il presente un'altra... anche se ci fosse stato qualcosa tra loro che ti importa, Izzy sta con te adesso"

"Ma..."

"Ma niente. Se vuoi stare con Izzy e hai paura di lei, tira fuori le palle e tienitelo stretto! Andiamo, Amy è... è... bhà! E' Axl al femminile, tu sei tutta un'altra cosa! E Izzy sta bene con te, credimi... quindi ora torna a casa e stai con lui, ok? Non farti intimorire da lei"

Sue era rimasta attaccata al petto confortante del riccio per tutto il tempo. Aveva ragione Laurel quando diceva che Slash sapeva essere il migliore degli amici. Sorrise tra sè e si staccò asciugandosi le guance "Hai ragione Slash, grazie!" gli diede un bacio veloce e si precipitò fuori, diretta a casa sua e di Izzy, ben intenzionata a rimettere le cose a posto.

***

Da quando si erano staccati erano passati interi secondi, secondi in cui i due non avevano smesso un istante di guardarsi negli occhi. Fu Duff a spezzare quel silenzio, un silenzio tuttavia per nulla pesante "Scusa, non avrei dovuto" mormorò senza però staccare le mani dalla sua vita.

"N... no, non dirlo... avresti dovuto farlo molto tempo invece"

Quella risposta inaspettata lo prese in contropiede "Cosa vuoi dire?"

"Non lo so... vogli dire che... che era quello che volevo, che anche io volevo baciarti, e l'ho fatto. Forse... dovrei pensare meglio ai miei sentimenti e a ciò che voglio davvero"

L'aveva detto sul serio? Era vero?! O se lo stava sognando? "Axl?" domandò a bruciapelo.

"Axl... io... è che ultimamente è tutto così difficile con lui" non era una risposta, insomma, forse un 'non lo amo più, io amo te' sarebbe stato più appropriato, ma Duff sapeva di non poter pretendere molto, e dopo tutto quel tempo anche solo quel bacio lo rendeva felice "credo... che dovrei riconsiderare le cose"

"Non voglio che quello che è successo oggi ti confonda"

"Oh ma sono già confusa Duff, e da più tempo di quanto tu immagini" confessò alzando gli occhi umidi su di lui.

Il biondo spalancò gli occhi sorpreso... quindi lei provava qualcosa per lui,  non solo per quel bacio... e lui, era stato così stupido da lasciar perdere... no ok, ma che stava dicendo? Sapeva perchè aveva lasciato perdere, e se fosse tornato indietro avrebbe fatto esattamente lo stesso "E' complicato, fottutamente complicato" non trova altri termini per definire quella situazione.

"Si... ci tieni molto a loro, vero?"

Duff capì subito a cosa si riferiva. Sospiro, e si abbassò sedendosi a terra con la schiena appoggiata al paravento. Le prese la mano, e la tirò giù con lui, facendola mettere al suo fianco "So che è difficile da capire... io ho sempre sognato tutto questo" disse allargando le braccia sulla città degli angeli "ho fatto di tutto per cercare di raggiungerlo, i miei mi hanno anche sbattuto fuori di casa qualche anno fa... ero ribelle, volevo suonare, avere i capelli lunghi e i pantaloni di pelle. Non me ne fregava di niente e di nessuno. Litigavamo di continuo, finchè mio padre mi disse 'questa è casa mia, finchè starai qui ci sono delle regole, se non ti stanno bene vattene e non tonare'... bè, l'ho fatto... me ne sono andato"

"Ma poi sei tornato"

"Mia madre è troppo buona di cuore per lasciare un figlio appena adolescente in giro a vagabondare da solo per la città... si, sono tornato... ma non avevo messo la testa a posto come speravano. Incontrare Slash, Axl, Izzy e Steven è stata una fortuna. Avevo risposto ad un annuncio, cercavano un basista. Io suonavo la chitarra a dire il vero, ma ho pensato che non doveva essere poi così difficile imparare a suonare un basso... così mi presentai all'appuntamento, e da lì iniziò tutto. Ci credi che Slash e Steven credevano che fossi gay?"

"Cosa?!" le venne da ridere.

"Giuro... non so, forse perchè ero ossigenato... avevo anche delle ciocche blu in quel periodo, ma lasciamo perdere... comunque finalmente avevamo un gruppo, una band tutta nostra... era incredibile come fin da subito ci sentivamo in sintonia. In due giorni abbiamo scritto praticamente quasi tutti i nostri pezzi, parole, accordi, melodie... tutto quanto. Era magnifico... ci sentivamo potenti, e stavamo da Dio... senza un dollaro in tasca certo, ma chi se ne importava? I miei accettarono la cosa loro malgrado, avevano quell’appartamento al centro di Seattle, e promisero di darmelo a patto che non mollassi la scuola e mi diplomassi... bè, il resto lo sai"

"Non potresti mai rinunciare a loro"

"No, mai... almeno, non adesso, non sono pronto… per quanto le cose siano cambiate, noi siamo cambiati, sento che siamo ancora legati, siamo come fratelli, ora forse più di prima, nonostante tutto... ce l'abbiamo fatta, capisci? Siamo a Los Angeles, il nostro sogno! Abbiamo un contratto e presto incideremo un album, un album vero, che verrà venduto e chissà, magari avrà anche un discreto successo"

"Sono più che certa che avrà successo"

"E' troppo importante per me, e per tutti loro... non posso mollare adesso, lo devo a me stesso, a tutti loro, ai miei genitori, e chissà a chi altro" Laurel sospirò... oh si, capiva perfettamente "pensa pure che sono un vigliacco, ma ho paura ad affrontare Axl adesso, perchè so che se lo facessi manderebbe tutto all'aria senza pensarci, perché lui è fatto così. Non dico che sia meglio o peggio di me, è solo fatto così… ed è l'ultima cosa che voglio... Slash, Steven e Izzy poi non c'entrano nulla, metterei nei casini anche loro"

"Non voglio che tu lo faccia Duff, non voglio questo" disse mettendogli una mano sul braccio, guardandolo. Non se lo sarebbe mai perdonata.

"E allora, cosa vuoi che faccia?"

Bella domanda... si morse un labbro, allentando la presa e abbassando lo sguardo "Non lo so" sentiva gli occhi annacquarsi di nuovo, e subito dopo la mano  di lui sulla sua guancia, infiammandogliela. Forse doveva lasciare Axl... o forse no. Lo amava? Certo che lo amava, e Duff? Amava anche lui. Era davvero complicato "Non... non so che fare Duff, non so proprio cosa devo fare" la voce le tremava, si stava dannando per cercare una risposta a tutte le loro domande, ma non ne trovava alcuna.

"Non poso essere io a dirtelo Laurel... è una scelta che devi fare da sola" la vide sospirare e sentì un singhiozzo scuoterla, così fece l'unica cosa sensata che gli passò per la testa, le mise un braccio attorno alle spalle a la tirò contro di sè, lasciando che infilasse il viso nell'incavo caldo del suo collo. La strinse, accarezzandole i morbidi capelli ondulati, cullandola per farla sentire più calma e tranquilla "Troveremo una soluzione... e comunque vada, saremo sempre amici, io non ti lascerò mai sola... te lo prometto" le sussurrò vicino ad un orecchio, lasciandole modo di sfogare le sue frustrazioni contro di lui. Laurel amava Axl, o forse ormai quell'amore era solo diventato un gran bene, e lei ancora doveva capirlo e farsi coraggio ad ammetterlo. Ma in ogni caso sarebbe stata dura... se lei fosse rimasta con Axl lui di certo avrebbe dovuto continuare a soffrire in silenzio, ricordando quel bacio e accantonandolo in un angolo del suo cuore. Se al contrario Laurel avesse scelto di lasciare Axl, per lui... bè... li si che avrebbero avuto dei seri casini.




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OMG! E' un fottuto casino, proprio come ha detto Duff... eh si, e proprio per questo ci metto sempre un po' a ponderare un cavolo di capitolo. Così mi trovo qui ogni volta a dovermi scusare con voi per il ritardo, accidenti! E pensare che ancora avete la pazienza di aspettare, e aspettare, e aspettare... e di seguire questa odissea nonostante tutto. Che dire... sono commossa ç_____ç <3

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Capitolo 57
*** 57 ***


Solo quando il sole stava ormai per calare i due si decisero a tornare. Duff diede un'ultimo sguardo allo skyline davanti a loro "Se un giorno avrai bisogno di me basta che tu venga qui, e io saprò dove trovarti... qualsiasi cosa succeda" disse con gli occhi fissi davanti a sè.
 

Laurel annuì. Sentiva il nodo alla gola stringersi sempre di più, e un vago senso di smarrimento riempirle la testa. 

Senza dire null'altro il biondo le prese la mano, e si incamminò lentamente verso il campus. Nessuno dei due osò dire nulla, sarebbe stato superfluo e inutile, oltre che dannatamente triste. Quella situazione pareva proprio non avere una via di uscita, a meno che Laurel decidesse in via definitiva di lasciare il rosso, e Duff accettasse l'idea di mandare all'aria la band. Impensabile.

Man mano che si avvicinavano all'edificio, la stretta delle loro mani si faceva più salda, come se nessuno dei due in fin dei conti volesse lasciar andare l'atro. Era straziante. Laurel sentiva su di sè il peso di una scelta troppo grande per lei, e che in ogni caso non avrebbe portato a nulla di buono. Stare con Axl avrebbe salvato la band, ma avrebbe distrutto Duff, e anche lei. Lasciare il rosso significava la fine di ben altro. E poi, non era così convinta di volerlo lasciare. Certo le cose con lui si erano fatte complicate e difficili, ma questo non aveva cancellato i forti sentimenti che la legavano a lui.
Alzò il viso scrutando attentamente quello del biondo, leggermente tirato e perso in chissà quali pensieri. Si sentiva come sempre in colpa nei suoi confronti. Non riusciva nemmeno ad immaginare quanto fosse stato di merda vedendola ogni volta felice e sorridente con Axl, o anche triste, sempre con Axl. Senza poter fare nulla. Eppure, lui c'era sempre per lei. Ma sarebbe sempre stato così? Il pensiero di perderlo la fece rabbrividire. Si fermò di colpo, obbligando anche lui a fermarsi e a voltarsi verso di lei, guardandola interrogativo 
"Ho bisogno di sapere che tu ci sarai, ti prego promettimelo Duff" 'Egoista' la rimproverò la sua vocina interiore "non riesco a sopportare l'idea..."


Non le diede il tempo di finire, posò le labbra sulle sue ammutolendola, come se quella fosse l'unica risposta plausibile. Un contatto breve, leggero e fugace, ma che fece battere più forte il cuore di entrambi "Te l'ho già detto, ci sarò, comunque vada" disse poi dolcemente scostandole una ciocca di capelli dal volto, notando come i suoi occhi luccicassero, forse a causa delle lacrime che stavano raffiorando. Odiava vederla piangere "Andiamo adesso" le circondò le spalle con il braccio, lasciando che si stringesse contro al suo corpo, approfittando di quel piacevole contatto che di sicuro difficilmente in futuro gli sarebbe stato concesso. A meno che le cose cambiassero a suo favore, ma questa era solo una remota possibilità.

 

***

Slash non aveva la più pallida idea dopo la notizia portata da Su, di cosa diavolo sarebbe successo. Amy, la sorella di Axl... aveva solo sentito parlare di lei in quegli anni, e tutte le volte era solo negli scleri di Axl, quando si proccupava o nelle rare occasioni in cui riceveva sue notizie, com'era accaduto qualche tempo prima. Ora lei era li, era chiaramente scappata da casa e non osava nemmeno immaginare per quale motivo. Rabbrividiva all'idea di ciò che quei ragazzi avevano dovuto sopportare... lui era stato davvero fortunato. Comunque, qualcosa doveva pur fare, insomma... era rimasto a casa da solo, mentre tutti davano di matto. Ecco, meglio uscire che stare con le mani in mano, anche perchè di sicuro l'avrebbe cercato Renèe e... non è che non voleva vederla, ma ultimamente si era fatta più appiccicosa del solito. L'unica idea che gli balenò in mente fu quella di cercare Laurel. Lei sapeva come calmare Axl nel caso in cui ce ne fosse stato bisogno. E ad ogni modo era la sua ragazza no? Doveva stargli vicino. Certo le ultime vicessitudini l'avevano un po' lasciato perlpesso. Axl che si vedeva di nascosto con Erin poi, non gli era ancora andata giù. E poi c'era Sue. Ripensò al suo viso affranto e spaesato. L'aveva proprio presa male, un'amica al fianco le sarebbe stata utile.

Puntò al campus, deciso a chiamarla ed avvisarla di ciò che stava accadendo.
L'unico problema era che probabilmente avrebbe così incontrato Perla, e non è che gli andava molto dopo il loro ultimo incontro. A dire il vero in quei giorni aveva avuto voglia di vederla. Ma non l'aveva cercata, forse per paura della sua reazione, o chissà. Senza contare che Renèe gli portava via un sacco di tempo, da quando gli aveva visti insieme in quel bar era diventata morbosamente gelosa nei suoi confronti. L'avrebbe già mandata a quel paese se non fosse stato che scopava da Dio. Oh bè, anche lui aveva un cuore però, sotto sotto le voleva bene. 

Esitò qualche istante davanti alla porta del loro appartamento prima di decidersi a suonare 'Fai che lei non ci sia, fai che lei non ci sia, fai che lei non... ecco, fanculo!' pensò quando ad aprire arrivò invece proprio lei "Ciao hemmm..."


Perla se ne stava comodamente in casa, con dei larghi pantaloni di una tuta vecchia e una canotta molto, molto aderente. Aveva allacciato i capelli in una coda alta, e davanti alla TV stava tranquillamente mangiando un ciupaciups alla fragola. Il riccio doveva ammettere che era una visione abbastanza allettante, se non per quei pantaloni che avrebbe volentieri tolto di mezzo. Si levò il lecca lecca dalle labbra "Che vuoi?" chiese acida incurvando le sopracciglia.


"Oh ma dai! Ti ho solo detto ciao! CIAO! Perchè devi fare la stronza, che ho fatto?!" sbottò fin da subito esasperato da quella scontrosità apparentemente immotivata.


Perla sbuffò. Ok aveva ragione, forse aveva esagerato. Ma quel loro ultimo incontro era stato davvero amaro per lei, e dopo la cazzata della chitarra, che aveva ben nascosto nella sua stanza, aveva pensato che non vederlo era forse la soluzione migliore. Ma come poteva accidenti a lui, ogni volta che se lo trovava davanti gli sarebbe saltata addosso "Ok... ciao Slash, tutto bene? Che vuoi?" si corresse sarcasticamente inclinando la testa di lato.


Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, era partita persa... aveva la sensazione che ce l'avesse con lui più del solito, e non capiva il motivo. Che fosse... naaaa, Perla non poteva essere gelosa, lo escludeva in assoluto! Lo odiava! Qualche ora passata insieme in quel negozio mica poteva aver cambiato le cose "C'è Laurel? Le devo parlare"


"No"


"Oh... e dov'è di grazia?"


"Non credo siano cose che ti riguardino"


Si stava innervosendo "Senti, ho bisogno di lei perchè è successo un dannatissimo casino! Ora dimmi dov'è e smettila di fare tante storie!"


Lo sguardo di lei si fece più truce "Non lo so dov'è, non sono la sua baby sitter!" lo vide alzare gli occhi al cielo esasperato, e allora cercò di ammorbidire il tono "Cos'è successo?" Slash aveva incrociato le braccia al petto e con aria indifferente si era voltato di spalle. Offeso. Faceva il bambino adesso? Bè, forse però lei aveva un po' esagerato "Slash, girati, smettila..." ma niente "Ok, ok... scusa, va bene? Sono nervosa!" si giustificò mettendo da parte l'orgoglio. Però pareva aver funzionato, perchè il riccio si voltò finalmente verso di lei con un sorrisetto soddisfatto sulla faccia... l'avrebbe preso a schiaffi!


"Così va meglio dolcezza"


Dolcezza?! Oh... dolcezza... 'Smettila! Smettila subito!' si rimproverò "Allora, adesso mi vuoi dire cos'è successo?"


"Forse" ah, adesso teneva lui le redini del gioco.


"Slash!"


Ma meglio non tirare tropo la corda "E va bene! La sorella di Axl è scappata di casa, e se l'ha fatto credimi è perchè è successo qualcosa. Si è fiondata a casa di Izzy, se l'è baciato e Sue è corsa da me... cioè, non proprio da me, era venuta a cercare Axl per informarlo, ma era sconvolta capisci, Amy è arrivata così all'improvviso e si è baciata Izzy..."


"Stop, frena! Oddio, sei logorroico!"


"Logoche?!"


"Niente, lascia stare... comunque, credo di aver capito... se quella è come il fratello siamo a posto, se si mette in mezzo tra Sue e Izzy la lincio! Perchè cerchi Laurel?"


"Eh per Axl... non credo sia così tanto felice di avere Amy qui... adora sua sorella, ma se lei è qui bè... vuol dire che a casa è successo qualcosa, e Axl potrebbe dar fuori di matto"


"Tanto per cambiare"


"Non scherzare su questo" era terribilmente serio "Non hai idea di cosa abbia passato, avrebbe tutte le ragioni di essere sconvolto e incazzato... Laurel potrebbe aiutarlo, è sempre più calmo quando lei gli sta vicino. Dopo tutto è ancora la sua ragazza" 


"Si, lo è..." si morse un labbro, non poteva dire che aveva mandato Laurel e Duff a spassarsela insieme. Adesso poi che ci pensava, chissà dov'erano e cosa avevano fatto quei due... "le lascio un biglietto ok? Quando torna lo leggerà e ci raggiugerà"


"Perchè, dove andiamo?"


"Tu non lo so, io vado da Sue... non mi va di lasciarla sola con due squilibrati"


"C'è Izzy con lei"


"Certo... Izzy che si lascia baciare dalla sorellina di Axl"


"Touchè... vengo anche io"


"Come vuoi... aspetta" gli chiuse secca la porta in faccia, lasciandolo in corridoio ad aspettarla mentre si dava una sistemata.


Perla corse istericamente in camera sua, allo specchio "Dio!" aveva un aspetto davvero trasandato accidenti "Che mi metto?! Questo... mmm..." disse prendendo un abito argentato da sera "no" era troppo. Iniziò a buttare in aria il suo guardaroba, alla fine si infilò i suoi jeans migliori e una magliettina morbida con un'ampia scollatura sul davanti... culo perfetto, seno in vista, meglio di così. Si diede una sistemata ai capelli, un velo di trucco e una bella spruzzata di profumo, perfetta! Si infilò dei sandaletti bassi alla schiava, giusto per non avere l'impiccio dei tacchi, e prese la borsa "Eccomi sono... ma cosa stai facendo?!" urlò nel vedere uno Slash appoggiato alla parete che ammiccava ed elargiva occhiolini e sorrisi a tutte le ragazze che passavano per il corridoio "Andiamo!" lo prese a braccetto trascinandolo giù per la scala.


"Sai, a vederti così mi verrebbe quasi da pensare che sei un filo gelosa" la provocò.


"Ah! Ti piacerebbe! Sogna Slash"


"Sarà..." l'aveva vista mentre usciva, si era sistemata di tutto punto, anche troppo per dove stavano andando "sei uno schianto" ammise sincero.


Perla sorrise tra sè, ma decise di non dargli troppa soddisfazione "Lo so" rispose decisa uscendo dall'edificio e incamminandosi nel parco verso la strada. 


Si bloccò di colpo, tanto che Slash le andò a sbattere contro da dietro, con una certa soddisfazione, e osò poggiarle le mani sui fianchi strusciandosi impunemente contro di lei  "mmm... bè bastava dirlo se volevi..."


"Schhhh zitto!" fece correndo a nascondersi dietro al tronco di un albero, ovviamente con lui appresso.


"Ah giusto, così non ci vede nessuno..." il suo Dio interiore stava facendo le capriole, quella forse era la volta buona! Strinse la mora sui suoi fianchi e si chinò baciandole famelicamente il collo.


Perla si irrigidì... oddio, era una sensazione così divina... socchiuse gli occhi per un istante lasciandosi andare al tocco caldo ed eccitante di quelle labbra carnose sulla sua pelle, ma subitò si ridestò "No, ma che cacchio stai facendo?!" disse a voce bassa scostandolo bruscamente, e anche un po' contro voglia.


"Oh ma sei psicopatica tu! Prima vuoi, poi..."


Ecco, ma che diavolo aveva capito? Gli chiuse le labbra tra il pollice e l'indice "Tu hai dei problemi... hai una ragazza, te lo devo ricordare Slash?" fece dura, stupendosi di vedere il suo volto rabbuiarsi. Sospirò "Guarda..." disse poi a voce bassa indicandogli un punto oltre al tronco di quell'albero che fungeva loro da riparo.


Slash aveva colto la pungente e nemmeno troppo sottile ironia delle sue parole... aveva una ragazza si, ma era quella giusta? Iniziava a domandarselo. Sgranò gli occhi quando seguì le sue istruzioni, guardando davanti a loro, qualche metro più in la... fortuna che le dita di Perla ancora gli tenevano chiusa la bocca, o si sarebbe lasciato andare a qualche colorita imprecazione. Duff e Laurel se ne stavano li abbracciati, a far nulla di particolare, ma ciò che c'era tra loro era palpabile. Duff aveva il capo chino, le labbra dolcemente posate sui capelli di lei, gli occhi socchiusi. Le accarezzava dolcemente la schiena. Laurel era voltata, non poteva vedere il suo volto appoggiato al petto del biondo. Cosa si era perso? Prese il polso di Perla allontanando le dita dalla sua bocca "Che cazzo stanno facendo?!" bisbigliò.


"Non li vedi? Lo sapevo!"


"Sapevi cosa?!"


"Andiamo Slash, è chiaro e lampante che quei due sono fatti per stare insieme"


"Oh si certo, credi che non me ne sia accorto?" Perla lo guardò scettica "Cazzo si invece! Ma... ah accidenti!" non gli era ancora molto chiaro cosa ci facessero quei due abbracciati... Axl? Fu automatico pensare al rosso. Dopo l'arrivo di Amy sarebbe di sicuro stato più intrattabile del solito, ora anche Laurel e Duff... sospirò ed uscì allo scoperto fischiando "Hey piccioncini, basta tubare!"


Il suo arrivo li fece sobbalzare, colti in fallo come due ladruncoli... Laurel si staccò istintivamente da Duff, dissipando il piacevole calore che si era creato tra i loro corpi. Si asciugò il viso da quelle che parevano proprio essere lacrime "Slash..." mormorò facendo finta di nulla.


Perla sbucò da dietro al riccio "...'sera"


Duff le riservò uno sguardo che la diceva lunga, dopo avrebbe fatto i conti con lei. Non sapeva se ringraziarla o incazzarsi con lei per aver organizzato quella giornata a sua insaputa. Una giornata inaspettata dai riscontri piacevoli, ma che aveva inevitabilmente incasinato ancora di più le cose. Guardò l'amico riccio, aveva un'aria contrariata, ma non sembrava arrabbiato. In ogni caso non erano fatti suoi, sperò vivamente che non ci si mettesse in mezzo, non aveva alcuna voglia di litigare con lui.


"Io..." iniziò Laurel chiaramente in imbarazzo.


"Schhh non devi dire nulla tesoro" fece Perla avvicinandosi a lei e circondandole le spalle con un braccio, fece l'occhiolino a Duff in tutta risposta al suo sguardo di poco prima.


"Mi duole interrompere, ma c'è un problema... Laury, devi venire con me"


"Dove? Cos'è successo?" si allarmò. Slash sembrava terribilmente serio.


"Te lo spiegherò mentre andiamo... voi venite?"


Duff guardò Perla, che gli fece un cenno di assenso con il capo "Ok" si chiese cosa potesse essere successo ancora. Dio, ma perchè doveva essere sempre tutto così complicato?

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Capitolo 58
*** 58 ***


Quando Sue scappò via in quel modo, l'unico suo pensiero fu quello di seguirla, di spiegarle. Ma le braccia di Amy non glie ne diedero modo. Si strinsero maggiormente alla sua vita, bloccandolo.

Izzy sospirò guardandola... non aveva idea del perchè si comportasse in quel modo. Lei non era mai stata gelosa e pressante come suo fratello, ora invece gli sembrava la sua copia sputata "Non avresti dovuto farlo" le disse calmo, riferendosi al bacio di poco prima.

"Si invece... mi sei mancato così tanto Jeff... non hai idea di cosa... di cosa mi ha fatto... avevo paura ogni sera che entrasse nella mia stanza, così mi chiudevo a chiave e mi nascondevo sotto alle coperte, pregando che un giorno tu saresti tornato da me, e mi avresti portato via da quell'inferno" disse con voce rotta, rimanendo stretta contro al suo corpo.

E Izzy cedette a quelle parole, smosso dai sensi di colpa che gli stava facendo nascere. Mise le mani sulla sua schiena e la accarezzò dolcemente "Mi dispiace... non potevamo immaginare..." mentì. Axl più volte aveva espresso i suoi timori... e lui non gli aveva mai creduto del tutto, ecco la verità.

"Non mi laciare più Jeff" suonava quasi come una supplica. 

Annuì stringendola con più decisione "Sei al sicuro adesso... perchè non ti calmi e non riposi un po'? Se vuoi vedo se c'è qualcosa da mangiare" disse cercando delicatamente di scostarla un po' da sè.

Ma per tutta risposta Amy si attaccò maggiormente a lui "Non ho fame... mi basta solo che tu stia qui con me adesso"

A pensarci era un bel casino. Da una parte era felice che Amy fosse scappata. Si sentiva in colpa per averla laciata in quel posto a subire violenze ed angherie alla mercè di quel folle di padre che si ritrovava. Ed era vero, li era al sicuro... ma lui? Amy era testarda e gelosa tale e quale ad Axl. Uno poteva gestirlo, ma due...

La convinse comunque a farsi una doccia calda, era di sicuro stravolta, e pure lui lo era. Si sedette sul divano con la testa appoggiata allo schienale, e socchiuse gli occhi sospirando pensieroso. Chissà dov'era finita Sue... sperò che fosse andata da Perla e Laurel, almeno era in buona compagnia e non le sarebbe accaduto nulla.

"Jeff" aprì gli occhi sentendo dopo un po' la sua voce che lo chiamava... Amy era davanti a lui, con il suo accapatoio indosso, e la pelle ancora bagnata. I capelli rossi le scendevano sulle spalle, dannatamente simili alle fiamme dell'inferno.

"Amy vestiti dai..." disse scuotendo la testa, evitando di guardarla per non motivarla maggiormente.

"Sto bene così, è morbido e ha il tuo profumo" rispose lei accoccolandosi sul divano al suo fianco, poggiando la testa nell'incavo del suo collo, e cingendogli il petto con le braccia.

"Amy..." provò di nuovo. La caparbietà di quella ragazza era salda come una roccia.

"Non dire nulla ti prego" mormorò, avvicinando il viso al suo, e nell'istante in cui Izzy si voltò leggermente, di nuovo catturò le sue labbra in fugace e veloce bacio rubato.

E lui non sapeva davvero che fare... era pur sempre un ragazzo, e Amy era diventata davvero bella... ma Sue... il pensiero grazie al cielo finiva sempre a lei. Le afferrò le braccia saldamente e la staccò da sè, sebbene con un po' di fatica "Amy no, basta cazzo!" il suo tono non era troppo duro, non voleva esserlo con lei dopo tutto ciò che aveva passato. Era più il tono dolce e bonario di una mamma che sgrida il proprio figlio dopo una marachella.

Ma lo sguardo di Amy si incupì e si indurì lasciandolo spiazzato. Stava per ribattere quando fu interrotta dall'improvviso aprirsi della porta.

Axl era sconvolto... Amy era li, era scappata dallo stesso inferno che lui aveva lasciato anni prima. Aveva permesso che lui la trattasse allo stesso modo, non l'aveva porata via da quell'incubo, ed era stato sordo di fronte alle sue celate richieste di aiuto. Ed ora... se ne stava sul divano mezza nuda e attaccata ad Izzy... che diavolo stava succedendo?!

"Amy!" urlò correndole incontro.

"Bill!" si alzò di scatto per andare incontro all'adorato fratello, e il moro sospirò di sollevo "Bill! Oh Bill!" gli saltò al collo abbracciandolo stretto, iniziando a piangere a dirotto.

Axl la strinse forte contro di sè, accarezzandole la schiena e i capelli nell'attesa che si calmasse "Schhh... calma piccola, sono qui adesso, nessuno ti farà più del male" 

La sua collera per essere stata in qualche modo abbandonata ormai era sparita, era stata riversata interamente su Izzy, perchè era stato il primo ad averla affrontata. Ora c'era solo la felicità di averli ritrovati, e la speranza che con loro le cose per lei sarebbero andate meglio. Se solo Izzy non avesse avuto quella ragazza...

Passarono pochi minuti, in cui Axl e Amy rimasero avvinghiati l'uno all'altra in silenzio. Non c'era molto da dire in fondo, la verità la sapevano benissimo tutti e due. Solo Izzy temeva che dopo quegli istanti di calma scopiasse la tempesta. Axl non avrebbe accettato così facilmente ciò che la sua sorellina aveva dovuto subire... sospirò, e si alzò di botto quando il viso di Sue fece timidamente capolino dalla porta di ingresso, entrando in quella che era casa sua con un certo imbarazzo.

"Sue!" esclamò Iz andando verso di lei, afferrandole con una mano un braccio, e con l'altra accarezzandole il volto "Dio, mi hai fatto venire un colpo... non andartene più in quel modo" la pregò.

"Dovevo avvisarlo" rispose semplicemente lei, senza riuscire a guardarlo in faccia "Credevo fosse giusto che sapesse"

"Lo è" era ancora contrariata da ciò che era accaduto, Izzy lo capiva "Vieni, lasciamoli soli" disse sentendo su di sè lo sguardo fin tropo persistente di Amy. 

La prese per mano ed uscì, richiudendo la porta, lasciando che fratello e sorella pessero parlare da soli. E poi lui aveva bisogno di stare solo con lei "Sue, non farti idee sbagliate su questa storia" disse subito.

La ragazza si allontanò di qualche passo, voltandosi poi a guardarlo "E che idea dovrei farmi scusa? Lei arriva, si piazza in casa facendomi sentire dannatamente fuori luogo, ti abbraccia, ti bacia... posso capire che sia sotto shock per ciò che ha passato, ma se ti ha baciato ci dovrà pur essere un motivo!"

"No che non c'è!"

"Non sono stupida Izzy!" aveva alzato la voce, ma com'era tipico di lei non era arrivata ad urlare del tutto. Sue era troppo pacata, troppo dolce per cedere ad una vera e propria scenata isterica.

Il moro sospirò e le prese le mani, riuscendo a trattenerle nelle sue nonostante lei cercasse di svincolare la presa "Ok, ascolta... voglio bene ad Amy, questo non lo nego... l'ho vista crescere, l'ho protetta e consolata tante volte... ho sempre saputo che si era presa una cotta per me, ma non pensavo certo che ce l'avesse ancora, e che arrivasse al punto di baciarmi o di trattare di merda la mia ragazza! Mi devi credere... ok? E' con te che sto, e che voglio stare. Ma non posso ignorarla, non adesso che ha bisogno di me, oltre che di suo fratello... ha passato le pene dell'inferno..."

"Lo so" abbassò lo sguardo sentendosi tremendamente egoista. Quella ragazzina doveva sul serio aver passato l'inferno. Aveva visto i segni sulle sue braccia scarne "Non voglio impedirti di starle vicino, se davvero sei così legato a lei... ma mi spaventa, mi rendo conto di conoscere così poco il tuo passato... e lei ne fa parte, è testarda e caparbia come Axl, mi odia, e vuole... vuole te... ho paura di perderti" disse affievolendo la voce, aprendosi totalmente a lui, più di quanto mai avesse fatto prima di allora "io... io ti amo Jeff..." singhiozzò, laciando fuoriuscire le emozioni celate dentro di sè per tutto quel tempo.

Il moro si sciolse, Sue era la creatura più pura e dolce che avesse mai conosciuto. Ed era sua... lei lo voleva, lo amava... cosa aveva fatto di buono per meritarsela? Sorrise e dolcemente le asciugò sul nascere una lacrima "Anche io... è te che voglio, nessun'altra... Amy non fa differenza" e così dicendo la tirò contro di se, baciandola e mettendo finalmente fine a quell'increscioso tormento.

Quando rientrarono, mano nella mano, Axl ed Amy erano seduti sul divano, e sembravano parlare in modo fitto. Si bloccarono guardandoli. Un lampo di gelosia attraversò il volto della ragazza "Izzy... vieni" fece Axl invitandolo ad avvicinarsi. Il moro guardò l'amico. Sembrava senza forze, come se quell'incontro gli avesse risucchiato una grande quantità di energia.

Izzy si avvicinò di qualche passo, senza mai lasciare la mano di Sue "Che c'è?"

Axl guardò la ragazza dietro di lui. Avrebbe di gran lunga preferito che se ne andasse lasciandoli soli, la vedeva come un'intrusa, un'estranea. Ma sapeva che Izzy non gli avrebbe permesso di mandarla via. Lo vedeva da come le teneva la mano, indissolubilmente. E non voleva litigare di nuovo con lui, non in quel momento dove le cose si erano ulteriormente complicate "Non... non so di preciso cosa fare... so solo che non voglio che torni a casa, o che quel pezzo di merda la trovi... giuro che lo ammazzo con le mie mani" contrasse i pugni, il solo pensiero di quell'uomo gli mandava il sangue al cervello.

"Ovvio che non ci torna a casa" assentì Izzy.

"Si, senti falle vedere dove può sistemarsi intanto che io penso a..."

"Cosa scusa?" sperò di aver capito male, e invece aveva capito esattamente ciò che Axl aveva in mente.

"Ti ho chiesto di..."

"Ho capito quello che mi ha chiesto Axl, non se ne parla"

Amy corrucciò lo sguardo di fronte al palese rifiuto di Izzy.

"Non posso portarla a vivere con me e i ragazzi al magazzino! Hai presente come stiamo li dentro?!"

"E pensi che possa rimanere qui?! Scordatelo!" Izzy sapeva che averla in giro per casa per un tempo imprecisato avrebbe inevitabilmente complicato le cose con Sue. Non avevano nemmeno iniziato a convivere in quella casa, e già avrebbero avuto problemi... non poteva permetterlo, anche se ad Amy teneva "Mi dispiace"

"Stai scherzando?!" fece Axl alzandosi.

"No Bill, dico sul serio" si scambiarono un'occhiata di fuoco, uno contro l'altro, come raramente accadeva. Di solito concedeva tutto ad Axl... ma quella volta non poteva.

All'improvviso Amy si alzò in piedi correndo verso la porta, e passando accanto a Sue le assestò una poderosa spallata che la fece barcollare. Solo grazie alla tempestiva presa di Izzy non finì a terra.

"Amy!" urlò Axl vedendola correre fuori, con ancora il solo accappatoio addosso.

Stava per precipitarsi a riprenderla, ma qualcuno arrivò prima di lui...

Slash, Perla, Duff e Laurel erano ormai arrivati sotto casa di Izzy e Sue. Stavano salendo i pochi gradini verso la porta, quando una ragazza uscì da li come una furia, cascando letteralmente tra le braccia del riccio "Hey!" urlò prendendola al volo... indossava solo un accappatoio, ed era a piedi nudi. Aveva i capelli rossi, e due grandi occhi verdi... non gli ci volle molto per capire chi fosse. La prese al volo sollevandola da terra con le braccia "Guarda guarda chi abbiamo qui"

"Lasciami! Lasciamiiiiiiiiiiii!!!" urlò lei scalciando come una furia.

Slash salì gli ultimi gradini a fatica, senza però mollare la presa "Bel modo di conoscere tua sorella cazzo, ma siete tutti così agitati in famiglia?!" fece entrando insieme agli altri, e mollandola finalmente a terra.

Lei stizzita, gli pestò violentemente un piede, e nonostante gli stivali che indossava, Slash accusò il colpo "AIO!!! Ma cazzo, sei pazza?!" Duff dietro di lui si trovò a sorridere di nascosto di quella scena, effettivamente piuttosto ridicola. Di tutta risposta, il moro si voltò e gli pestò a sua volta il piede zittendolo "Così impari a ridere a cazzo tu!"

Axl afferrò Amy per un braccio tirandola vicino a lui "Non scappare, non provare mai più a farlo!" le disse scrollandola, calmandosi solo quando la mano di Izzy gli si posò sul braccio "Mi ha fatto spaventare" le disse più pacato, guardando poi tutti i ragazzi che si erano ritrovati li dentro "Non sapevo che ci fosse una riunione di gruppo"

"Abbiamo saputo, e siamo venuti qui" disse Laurel facendosi avanti verso di lui. Quello che era successo con Duff quel giorno era suo malgrado come svanito, erano bastati pochi minuti a riportarla con i piedi per terra, a spezzare le ali dei suoi sogni più remoti.

Axl la guardò. Non si parlavano da giorni dopo la scenata all'accademia, e le era mancata... aveva così tanto bisogno di lei quando le cose si facevano difficili... senza dire nulla la tirò a sè abbracciandola, baciandole la tempia "Sono stato uno stronzo in questi giorni, mi dispiace" le mormorò all'orecchio, di fronte allo sguardo vigile di Duff.

"N... non importa..." rispose lei in un sussurro che solo il rosso riuscì a sentire. Laury appoggiò il viso al suo petto rimanendo stretta nel suo abbraccio, e il suo sguardo si incrociò con quello di Duff... rassegnazione, impotenza, dolore... tutti sentimenti che avrebbe voluto cancellare da quegli occhi. Le sue labbra si schiusero, e lo vide farle appena un cenno affermativo con il capo, e sorriderle dolce. Duff capiva, Duff accettava, Duff l'avrebbe aspettata. Forse.

Il biondo aveva sperato che quel lieto fine tanto atteso potesse ora diventare realtà, ma quella speranza era svanita nell'esatto momento in cui aveva visto Axl abbracciarla, e convogliare su di lei tutta la sua disperazione. Laurel non avrebbe mai lasciato il rosso in quelle condizioni. Ancora una volta si fece da parte, l'ennesima volta. Solo che stavolta fa ancora più male.

Amy si accigliò di nuovo, ora anche suo fratello sembrava avere qualcuno che gli importava più di lei. Si voltò e di nuovo provò a fuggire, ma Slash la riprese prontamente "Ahhh ma allora è un vizio il tuo!" fece afferrandola, cercando di rimanerle però un po' distante, giusto per evitare altri calci.

"Mi vuoi lasciare?! Scimmione!"

Axl si scostò da Laurel alzandosi e andando da lei, prendendola per un braccio senza però farle male "Vieni qui... ti ho già detto di non scappare più, mi fai morire Amy... dov'è Steward?" le chiese. Steward era l'altro loro fratello. Era sempre stato taciturno e chiuso, specie quando le cose in casa si mettevano male, e si chiudeva in sè stesso.

"Se ne è andato... un mese fa..."

"Andato?"

"Ha trovato lavoro in un paese qualche miglio più in là di Lafayette, si è affittato un appartamento con degli amici e non l'ho più visto Bill... se ne è andato anche lui lasciandomi li"

Di nuovo la morsa dei sensi di colpa lo invase. Sospirò e la abbracciò di nuovo "Andrà tutto bene adesso... non posso tenerti al magazzino, se Izzy non ti vuole qui troveremo un altro modo"

"Non è che non la voglio, non farmi passare per il cattivo di turno adesso!" sbottò il moro.

"Di fatto è così Iz"

Sue sospirò "Izzy... se vuoi io... non è un problema per me..." in realtà lo era, ma non voleva che litigassero per quello. Sapeva che Izzy lo faceva per lei, per loro.

"No, non è una soluzione sensata" rispose lui.

"Non posso lasciarla in mezzo ad una strada!" urlò Axl "Questo ti pare forse più sensato, eh Jeff?!" vide un lampo di frustrazione serpeggiare sul suo volto.

"Fantastico, me ne sono andata da casa, e qui non mi vuole nessuno" commentò Amy sarcastica.

Axl si voltò verso di lei, prendendole le spalle "Non dirlo! Non è vero... io voglio che tu rimanga, non so come, non so nemmeno cosa farai, ma non importa... non ti lascio tornare a casa, chiaro?" la determinazione che vide zampillare nei suoi occhi bastò per convincerla, e annuì in silenzio.

Perla aveva assistito in silenzio a tutta quella scena. Non conosceva i dettagli, ma la situazione le era piuttosto chiara. Aveva osservato quella ragazzina, così simile al fratello, e così evidentemente fragile. La sorella di Axl, legata a lui oltre che dal sangue dallo stesso sfortunato destino. Aveva cercato rifugio li, dal fratello e dall'amico, o forse per lei qualcosa in più... lo sguardo di Sue la diceva lunga. E il fatto che Izzy non volesse che restasse a casa con loro, pur essendo una soluzione logica, spiegava il perchè dell'aria triste dell'amica. Amy non considerava Izzy solo un semplice amico... per lei era molto di più. Voleva bene a Sue, era una brava ragazza, meritava di essere felice con il ragazzo che amava. Sospirò e si fece avanti "Può stare da noi se vuole" disse, assicurandosi l'attenzione di tutti i presenti "Se Laury è d'accordo ovviamente... abbiamo una stanza libera, tra ragazze si troverà bene" disse rivolgendole un sorriso il più possibile amichevole, nonostante tutto.

"Per me va bene" disse Laurel guardando Axl "Che ne pensi?" gli chiese mettendo una mano sul suo braccio.

Il rosso guardò le ragazze, poi la sorella "Si, mi sembra una soluzione accettabile" disse senza chiederle nulla.

"Il mio parere non interessa a nessuno?" fece lei stizzita.

Axl sospirò "Amy è una soluzione momentanea, non fare storie... Laurel è la mia ragazza, starai bene con lei e Perla... grazie" disse poi guardando la mora, che di tutta risposta si limitò ad un cenno e ad un flebile sorriso.

Tra di loro non scorreva buon sangue, era vero, ma Perla non era così stronza da lascia naufragare la storia di Sue ed Izzy a causa di una bambina che faceva i capricci, e non era nemmeno così insensibile da lasciare una ragazzina che in fin dei conti doveva averne passate di cotte e di crude, in mezzo alla strada o in un magazzino gelido e sporco con quattro ragazzi inclini all'uso smodato di alcool e droghe. Non era certa di come sarebbe andata quella convivenza. Amy era un bel tipo davvero... avrebbe dato loro del filo da torcere.



***
E alla fine eccomi qui... non ci credo nemmeno io, giuro.
E' passato parecchio dall'ultimo aggiornamento, e vi chiedo scusa per farvi attendere ogni volta così tanto.
Sono davvero commossa :') nonostante gli aggiornamenti sporadici pare che non abbiate ancora dimenticato questa storia, in tante mi contattate chiedendomi quando aggiorno e cose del genere... non posso che dirvi un immenso e sentito GRAZIE. Senza di voi questa avventura si sarebbe conclusa molto tempo fa.
Non so dirvi con certezza quando aggiornerò di nuovo, perciò considerate questo capitolo come un piccolo e anticipato regalino di Natale <3 Un bacio. Lau

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Capitolo 59
*** 59 - Chi non muore si rivede ***


Eccomi qui, a distanza di anni luce dalla pubblicazione dell'ultimo capitolo di questa storia. Ultimo, ma non ultimo, come si dice... ho lasciato in sospeso tante cose, sono successe tante cose, e questo pezzo della mia vita è passato in secondo piano. Nulla di male, sono diventata mamma da poco, la mia vita ha preso una piega bellissima dopo la realizzazione di questo desiderio e tanti ostacoli, ma sono ancora qui... qualche giorno fa una recensione ricevuto dopo così tanto tempo, mi ha fatto tornare la voglia di andare avanti e finire questa Odissea. L'ho riletta tutta, e wow... ma come cavolo ho fatto a scrivere tutti questi capitoli?!

Ad ogni modo, ho deciso di continuare, non che avessi mai abbandonato davvero, ho solo sempre rimandato, a causa dei troppi impegni e spesso della stanchezza... ora, non prometto nulla, probabilmente questi aggiornamenti saranno ben poco rapidi, ma ci saranno. Sto già scrivendo il prossimo capitolo, con calma, tra un cambio pannolino e il lavoro che mi impegna tutto il giorno :)

Intanto GRAZIE a tutti coloro che hanno saputo aspettare e che ancora aspetteranno, se continuo, è solo merito vostro.

Quindi non mi rimane che dirvi... A PRESTO!

Un bacio a tutti voi.

Lau

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Capitolo 60
*** 60 ***


“Non sono stata io!”

“Ah no?! Palle! Sei uscita dal bagno proprio cinque minuti fa!”

“E allora?!”

“Prima era tutto a posto!”

Le urla investirono Laurel non appena rientrò nell’appartamento, subito dopo le lezioni. Quei giorni l’avevano messa a dura prova. Gli esami, l’inizio delle lezioni all’accademia, la situazione con Axl, e con Duff, a cui pensava continuamente… e l’arrivo in casa di Amy. Un vero disastro. Sospirò “Che succede adesso?”

Una trafelata, e infuriata Perla, le si palesò di fronte “Di alla cara sorellina del tuo fidanzato, che quando si fa la doccia poi dovrebbe anche dare una pulita! C’è acqua ovunque!”

Un’altrettanto arrabbiata Amy la raggiunse “Le ho già detto che non sono stata io! Dille di piantarla di rompere!”

“COSA?!”

“Hai capito bene!”

“BASTA!” urlò Laurel sfregandosi le tempie scosse dal mal di testa “Finitela tutte e due, accidenti!” sbuffò, guardando le due che si erano zittite, mantenendo però un certo atteggiamento risoluto “Amy, hai fatto la doccia?”

“Si…” biascicò la ragazza.

“La prossima volta per favore dai una pulita, non ci vuole tanto… puoi stare qui tutto il tempo che vuoi, ma devi darci una mano, almeno a sistemare le tue cose, ok?” la vide annuire mesta, poi guardò la cugina “E tu per favore, non sbraitare ogni volta per qualsiasi cosa faccia, so che non è un bel periodo per nessuno, ma dobbiamo darci una mano se vogliamo andare d’accordo e stare tranquille almeno qui… per favore” la sua sembrava quasi una supplica.

Le due ragazze la videro piuttosto stanca, e affranta. Si, non era un bel periodo per nessuno quello, Laurel aveva ragione come sempre. Axl era sempre nervoso, la presenza di Amy l’aveva scosso, si sentiva in colpa per averla lasciata a casa a subire chissà cosa, e sembrava arrabbiato con se stesso e con il mondo intero. Era intrattabile, e a farne le spese oltre ai suoi compagni, era ovviamente Laury. Adesso poi, non aveva nemmeno più la costante compagnia di Izzy, che lo calmava, lo consolava, lo proteggeva dai suoi stessi incubi. Era sempre più difficile stargli vicino, e questo contribuiva sempre di più a far riaffiorare il pensiero di Duff nella testa e nel cuore della ragazza. Dopo quella giornata insieme, il loro rapporto era fatto solo da sguardi sfuggevoli, sorrisi accennati e pensieri celati.

Poi c’era Sue, che vedeva il suo rapporto con Izzy incerto e traballante dopo l’arrivo di Amy, che non perdeva occasione per stare addosso al moro, anche in sua presenza. Izzy a dire il vero non aveva mai fatto nulla per incoraggiare quell’atteggiamento, ma per Sue era inevitabile pensare agli eventuali sentimenti che anche lui poteva provare. In fondo si conoscevano da sempre.

In ultimo la notizia bomba che in quei giorni aveva sconvolto Perla, e non solo…
 

*Inizio flashback*

“Eccolo finalmente, ma dove cazzo eri finito?!” urlò Steven non appena vide spuntare Slash tra la folla del Rainbow, ormai insieme a Reneè.

“Che vuoi, giù le manacce che mi sgualcisci la giacca!”

“Oh scusa! Ma che cazzo, ti ha morso una tarantola?!”

“No! Sono nervoso ok?!”

“E per cosa diavolo?”

“Fatti i cazzi tuoi tu! Lei è sparita, ok? L’hanno portata via! Era mia e l’hanno portata via!”

Tutti lo guardarono straniti, soffermandosi poi su Reneè, l’unica che forse poteva dar loro una spiegazione sensata.

La ragazza alzò le spalle “Fa così da oggi pomeriggio, e non ho idea di che cosa si sia fatto!”

“Uhm, se è roba buona la voglio anche io!” puntualizzò Steven. Uno schiaffò sulla nuca gli arrivò dritto da Izzy “Aio!”

“Tu non vuoi proprio un bel niente Adler, stai esagerando ultimamente”

“E da quando mi fai da papà tu?!”

“Finitela” li ammonì secco il rosso. Axl era strano quella sera. Anzi, era sempre strano da quando era arrivata Amy.

Laurel abbassò lo sguardo silenziosa, non riusciva a lasciarlo, nonostante tutto… e come poteva? Cercò di concentrarsi su altro.

Perla accanto a lei le strinse la mano “Tutto bene?”

Annuì “Cosa stai dicendo Slash?” chiese al riccio, giusto per non pensare costantemente alla sua situazione.

“Oh piccola, la mia chitarra! Te la ricordi? Anche tu, l’hai vista no?” disse guardando Perla, che subito aveva evitato il suo sguardo mordendosi il labbro “Sono tornato in negozio oggi per vederla, e indovina? Sparita! Quel coglione di commesso si è permesso di vendere la mia chitarra, e non vuole neanche dirmi a chi!”

“Slash non era la tua chitarra”

“Si invece! Mia per diritto, quella è la mia chitarra cazzo!”

Izzy alzò lo sguardo al cielo. Quando il riccio si fissava su qualcosa non c’era verso di fargli cambiare idea.

Laurel voltò lo sguardo verso la cugina, che stava in quel momento giocherellando con finta noncuranza con la cannuccia del suo cocktail “Non dici niente tu?”

“Io? Cosa dovrei dire scusa?

“Dovresti riportarla al negozio” disse a voce bassa per non farsi sentire.

“Non ci penso neanche! Era in vendita no?”

“Si ma… dai guardalo!”

“Si arrangi….” Sospirò. Non le avrebbe fatto cambiare idea, Perla se non altro aveva una cosa in comune con Slash… la testardaggine.

“Perché mia sorella è mezza nuda e sta ballando con Bach?” fece ad un tratto Axl, guardando tra la folla nella pista da ballo davanti al palco. Amy indossava una minigonna molto mini, e un top rosa corto in vita che le lasciava scoperte le spalle. Era molto carina, ed era incredibile la somiglianza col fratello mentre scuoteva la testa facendo ondeggiare i morbidi e lunghi capelli rossicci.

“Wow! Axl tua sorella è davvero una bomba!” L’occhiata che gli arrivò fece zittire Steven.

“Lasciala stare, si sta divertendo” fece Perla.

“Non ti immischiare” le rispose. Certo non scorreva buon sangue tra loro, ma ultimamente Perla faceva davvero fatica a contenere l’istinto di saltargli addosso e picchiarlo “Vado a riprenderla” non fecero in tempo a trattenerlo, e nemmeno ci sarebbero riusciti. Pochi secondi dopo lo videro tonare con una scalpitante Amy che cercava di divincolarsi dalla sua presa “Non ti muovere da qui!”

“Lasciamiiiii! Che vuoi! Non stavo facendo niente!”

“Ma ti sei vista?! Sei ancora una bambina e vai in giro mezza nuda a farti strusciare addosso da quello!”

Sebastain li raggiunse immediatamente “Hey, io non mi strusciavo su tua sorella, chi se la fila tua sorella!”

“Ti strusciavi eccome!” fece lei indispettita.

“Stalle lontano” lo avvertì Axl minaccioso.

“Hey”  non sono una bambina, diglielo Izzy!”

Ma perché lo tirava sempre di mezzo?! Izzy guardò il rosso sospirando “No, non lo è Axl rassegnati” disse, stringendo la mano di Sue, come a rassicurarla. Amava quella ragazza, l’arrivo di Amy l’aveva messo in seria difficoltà perché Sue era diventata molto insicura e a volte era difficile farle capire che Amy per lui era solo come una sorellina, nient’altro. Ma gli atteggiamenti della ragazza a volte erano davvero equivoci, e quando c’era Sue poi faceva persino apposta a stargli addosso, come se ci prendesse gusto nel vederli litigare per colpa sua. Ecco, questo forse era l’unica cosa che ad Axl non dispiaceva. Non aveva mai perdonato Sue per avergli portato via Izzy. O almeno nella sua testa era successo esattamente questo. D'altra parte Izzy proprio non riusciva ad essere duro con lei, anche lui in parte si sentiva responsabile per la sua sorte, come Axl, per non essere riuscito a proteggerla e averla in qualche modo abbandonata in quell'inferno.

“Sentito? Smettila! Non devi proteggermi proprio da niente, non lo hai mai fatto, perché cavolo dovresti iniziare adesso?!” quell’uscita fece ammutolire tutti.

Laurel guardò Axl, stringeva i pugni e sembrava sul punto di scoppiare. Istintivamente gli prese la mano, cercando di tranquillizzarlo, sperando che non facesse una scenata, o che non se ne andasse. Strinse le mascelle. Ogni volta per lui era una pugnalata…. Non aveva saputo proteggerla, era vero. E questo lo affliggeva più di ogni altra cosa “Izzy accompagnala a casa”

Il moro e Sue lo guardarono interdetti “Non ci penso neanche Axl”

“Non voglio andare a casa!”

“Non starai qui a farti mettere le mani addosso da questo porco, non è il tuo posto questo!”

“Hey, adesso stai esagerando!” intervenne Sebastian, in fondo non aveva davvero fatto niente di male, gli stava dando addosso per nulla.

La cosa stava sfuggendo di mano “Axl, basta….”  provò a calmarlo Laurel, senza troppo riuscirci.

Sfuggì la presa della sua mano, sempre più nervoso “Allora fai quello che ti pare” in tutta risposta gli arrivò una linguaccia, che quasi lo fece sorridere, nonostante tutto. Amy era cresciuta, non era più una bambina. Eppure in quegli atteggiamenti, rivedeva la piccola bimba lentigginosa che voleva giocare a nascondino con lui, e che gli faceva i dispetti senza mai riuscire però a farlo arrabbiare davvero.

“Ciao!” la voce squillante di Amanda attirò la loro attenzione. Aveva deciso di prolungare il suo soggiorno a Los Angeles dopo l’incontro con Duff, che dietro di lei salutò i ragazzi e accennò un lieve sorriso a Laurel.

“Mandy!“ urlò Steven abbracciandola.

Fu una sorpresa per tutti vederla li, Duff non ne aveva parlato con nessuno. E fu una sorpresa, non troppo bella, anche per Laury. I due stavano mano nella mano, evidentemente si erano ritrovati li, e la loro storia stava andando avanti. Perché se la prendeva tanto? In fondo, anche lei stava ancora con Axl, nonostante…. Cosa? Nonostante Duff la facesse stare bene come mai lo era stata. Ecco si, lo aveva ammesso. Perla e Sue ovviamente sapevano tutto, avevano organizzato loro quell’appuntamento al buio che aveva sbloccato le cose tra i due. E subito non appena Mandy fece la sua apparizione con il biondo a seguito, guardarono la ragazza come per darle il loro sostegno.

Axl sorrise soddisfatto. Come aveva previsto i due si erano riavvicinati, e ora che c’era Mandy forse Duff si sarebbe dato una calmata e levato dalle scatole. Dopo quel giorno all’accademia il loro rapporto si era un po’ incrinato, anche se per il gruppo, facevano finta di nulla.

Slash abbracciò la bionda, felice di rivederla, e per aver prolungato un po’ più del dovuto quell’abbraccio, si prese un bel pizzicotto sul braccio da Reneè “Aio! Eddai tesoro! Mandy non la vedo da mesi!”

Mandy rise, Slash non era cambiato affatto!

“Bè visto che ci siamo tutti, vorremmo fare un annuncio importante! Dai tesoro, ordina dello champagne!” fece Reneè stringendosi contro al riccio.

“Eh? Mmmm… Chi, io?! Perché?!

“Lo sai perché! Dobbiamo dire quella cosa!”

“Ohhhhh quella cosa, si… ehhh….. ma devo per forza offrire, non possono pagarselo da soli, non ho soldi!”

“Bugiardo, a furia di tenerli da parte sarai ricco ormai!” fece Steven.

“Hey ma tu che ne sai! Ne avresti anche tu se non spendessi tutto per farti!”

“Ci risiamo… finitela!” intervenne di nuovo Izzy “Allora, cos’è questa cosa che ci volete dire mmm?”

“Avanti, diglielo!” Reneè tirò una gomitata al riccio.

Lo sguardo del moro corse furtivo verso Perla…. Insomma, lui non è che era proprio convinto di quella cosa, a dire il vero non ci aveva mai neanche pensato, se non in quel momento dopo una sbronza colossale, e una notte di sesso con la ragazza…. Ma lei lo aveva preso davvero sul serio! Si era fatta comprare addirittura un anello, non di troppo valore, ma giusto per ufficializzare la cosa. Soldi da scalare ai suoi risparmi… ah ma tanto che risparmiava a fare, adesso che avevano venduto la sua adorata Gibson? “Ecco, io… Noi...”

“Uffa quanto la fai lunga! Io e Slash ci siamo fidanzati! Ci sposiamo!” disse felice la ragazza, alzando la mano e mostrando l’anello di finti diamanti che spiccava al suo anulare.

Per un istante calò il silenzio. Tutti erano interdetti…. Slash che si sposava?! Non aveva alcun senso!

In mezzo al rumore e alla musica nessuno disse nulla per qualche secondo, finchè la sonora risata di uno Steven su di giri spezzò l’alone di sorpresa e sgomento che si era creato “Madddaaiiiiii?! Bello scherzo amico, davvero! E pensare che ci stavo cascando!”

“Hey, dico sul serio, perché ridi?!” disse Reneè visibilmente risentita. Perché non dovevano crederle? Slash certo non era un fidanzato perfetto, ma lei lo amava, ed era felice di quella proposta, anche se frutto probabilmente di una notte di euforia “Sei uno stupido!”

“Smettila Steven, ti rapo a zero! Guarda che è vero, perché lo trovi tanto divertente? Ah certo, Slash non è una persona seria vero? Bè ti sbagli! Ci sposiamo, si, e fanculo faremo una grande festa!” punto nell’orgoglio i riccio si accorse immediatamente della mora che era letteralmente scappata via dal gruppo. Si morse il labbro…. Perché? Perché si sentiva così? Doveva sposarsi, Reneè era bella, lo amava, eppure… perché aveva una dannata voglia di correre dietro a Perla? O forse avrebbe dovuto chiedersi perché non lo faceva, rimanendo incollato in quella posizione, mentre i suoi amici ancora un po’ scossi, si congratulavano con loro per il felice evento farneticando di spettacolari adii al celibato, fiumi di alcool e festa grande?

Sentì il forte abbraccio di Duff, e ricambiò in automatico, ma senza quell’euforia che avrebbe dovuto avere “Che stai combinando stallone?” gli sussurrò il biondo all’orecchio. Il riccio deglutì… quel cavolo di biondo intuiva sempre tutto, accidenti!

“Tutto ok man, mi sposo, divento grande… ho bisogno di bere…”
 
*Fine flashback*

 


“Ok, sentite... Laurel ha ragione, così non si può andare avanti” fece Perla, guardando Amy” le faceva tenerezza a volte quella ragazzina, ma il carattere ribelle tale e quale a suo fratello le faceva saltare i nervi “Amy scusa, non ti urlerò più dietro ok?”

La ragazzina incrociò le braccia soddisfatta “mmm, ok”

“Amy….” La guardò Laury.

“Ok, ok! Scusa Perla, da oggi in poi cercherò di essere più ordinata”

“Bene… sono esausta…” Laurel si sedette a terra, sul grande tappetto del soggiorno.

“Io vado a trovare Izzy, ci vediamo stasera”

“Non credi sia il caso di lasciarlo un po’ stare quel ragazzo?” fece subito Perla.

“E perché?”

“Non fare finta di niente”

“Io non faccio nulla di male! Ciao ciao”

Le due ragazze rimaste sole si guardarono sospirando “Sue prima o poi la uccide”

“Spero che il suo rapporto con Izzy non si guasti… Amy non è cattiva, solo…”

“Oh dai, non giustificarla sempre! Andiamo… sa benissimo che quei due stanno felicemente insieme, e fa apposta a mettersi sempre in mezzo per farli litigare, e se devo dirla tutta il tuo Axl ci gode come un matto!” come al solito aveva parlato troppo “Scusa… sono un po’ acida ultimamente”

“Già… Perla… senti, non ne abbiamo più parlato da quella sera… è per Slash vero?” stava già per rispondere di no ma Laurel la precedette “Ok, è per lui…”

“Non è perché si sposa, e che….” Cosa? Non sapeva neanche lei “Laury lo sai che Slash mi piace, mi piace proprio tanto…. e non fare quella faccia, l’hai sempre saputo! Solo, non lo so…”

“Anche a lui piaci”

“Non è vero”

“Si invece, ma siete due testoni, perché non ve lo dite e basta?”

“Ormai è tardi… e se gli piacevo così tanto perché si sposa quella? Lasciamo perdere... doveva andare così e basta” disse alzandosi.

“A volte le cose non vanno come vorremmo… ma forse siamo ancora in tempo a cambiarle, non credi?”

“Stai sempre parlando di me e Slash?” la provocò.

“Certo”

“Balle… senti, vuoi davvero continuare a stare con Axl?! Insomma,  dopo quello che è successo con Duff tu non puoi…”

“Non è successo niente, ok? E’ stato solo un bacio, nulla di più… e poi Duff sta con Mandy, hai visto no?”

“Ah ma per favore! E’ solo un ripiego, lo è sempre stata! E mi dispiace per lei sinceramente, perché quel ragazzo tesoro, è cotto ok? Inesorabilmente e fottutamente cotto!”

Laurel si sentiva davvero esausta, ogni volta che tornavano sull’argomento il suo morale finiva a terra. Non vedeva via di uscita in quella situazione, eppure sarebbe stato così semplice lasciare Axl… il fatto era che non era certa nemmeno di volerlo lasciare. Per quanto le cose non stessero andando bene, per quanto il suo caratteraccio ultimamente avesse la meglio, lei amava ancora Axl. Forse non come prima… ma il sentimento che la legava a lui, era ancora forte. Inoltre Duff stesso aveva ammesso che se le cose fossero voltate a suo favore, le conseguenze sarebbero state troppo pesanti. Axl avrebbe sicuramente dato di matto, il gruppo ne avrebbe risentito, e tutti i loro sforzi i loro sacrifici per arrivare fino a li, andati in fumo. Per una cosa che entrambi, avevano ormai imparato a rinunciare.
 
 
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Ma ciao!
In primis, grazie a Chiaretta78 e comewhatmay, che hanno speso due parole nel capitolo precedente per darmi il bentornata :)
Grazie anche a tutte colore che sono tornate a leggere, dopo anni ormai che questa storia è ferma.
Bene, diciamo che Walk ritorna... col botto! Vista la notizia shock :D
Di nuovo un grazie e un abbraccio virtuale a tutte le mie lettrici.
Lau

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