I'm nothing more than a line in your book

di midnightsummerdreams
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** tutto iniziò da.. ***
Capitolo 3: *** decisione ***
Capitolo 4: *** un + che fa la differenza ***
Capitolo 5: *** le cose non vanno mai come speri ***
Capitolo 6: *** mio figlio ***
Capitolo 7: *** un nuovo inizio ***
Capitolo 8: *** sotto i riflettori ***
Capitolo 9: *** VS ***
Capitolo 10: *** qualcuno con cui parlare ***
Capitolo 11: *** maledetta la mia boccaccia ***
Capitolo 12: *** un pò di serenità è concessa a tutti ***
Capitolo 13: *** si, quando sarò pronta ***
Capitolo 14: *** same old story ***
Capitolo 15: *** capita di essere idioti ***
Capitolo 16: *** Non riesco a respirare ***
Capitolo 17: *** Ne ho abbastanza ***



Capitolo 1
*** prologo ***


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Prologo

“amore stai partendo, non era la settimana prossima il servizio alle Hawaii?”chiesi io un po’ perplesso vedendo le valigie di Alyssa vicino alla porta, di solito quando era in partenza si avvicinava sempre tutto alla porta, mi salutava al volo e poi partiva, ma quel giorno mentre tornavo a casa non mi aspettavo certo di trovarla in partenza.

“no Robert me ne sto andando”disse lei con un espressione decisa.

“andando? E dove? Quando torni?”chiesi io

“Robert è finita io non posso accettare questa situazione, no, non ce la farei mai”disse Alyssa.

“ne abbiamo parlato per mesi tra qualche settimana nascerà il bambino, nostro figlio ricordi?”chiesi io cercando di rimanere calmo anche se le sue parole mi stavano annebbiando.

“no non nostro tuo e di una che non sappiano nemmeno chi sia, quel bambino non sarà mai mio”disse Alyssa

“tesoro sei solo spaventata abbiamo fatto di tutto per riuscire a trovare qualcuno, la signora Brown ha detto che la gravidanza sta andando bene e che tra poco arriverà il bambino, un bambino che abbiamo voluto entrambi, non puoi mollare proprio ora”dissi io provando ad abbracciarla ma lei subito si ritrasse.

“forse ma io ora non posso, non me la sento più e poi non voglio più passare la mia vita con te”disse Alyssa e solo in quel momento potei notare che non portava più l’anello che  nove mesi prima le avevo donato promettendole di sposarla al più presto.

“te ne stai andando davvero? “chiesi io scioccato

“non era destino per noi Robert”disse Alyssa uscendo con le sue cose.

Non so per quanto tempo rimasi a fissare il televisore spento seduto sul divano di quella casa che ufficialmente ora era soltanto mia, so solo che a un certo punto squillò il telefono e ricevetti la notizia più appropriata per  quel momento.

“signor Pattinson sono la signora Brown volevo informarla che la nostra donatrice è in clinica  per il parto, la cosa si è anticipata leggermente a quanto pare”disse la signora Brown 

“va bene”risposi riprendendomi dallo choc iniziale

“va tutto bene signor Pattinson? È emozionato posso immaginarlo”disse la signora Brown.

“si tutto bene, è solo un momento importante”dissi io mostrandomi tranquillo, dopo tutto la donna con cui immaginavo di trascorrere il resto della mia vita e per cui avevo fatto tutto questo casino che in tutta sincerità non ero certo fosse poi tanto legale mi aveva appena lasciato dicendomi che non poteva avere un bambino non suo, e nello stesso giorno stava per nascere quello che sarebbe stato solo mio figlio.

 

 

 

canzone per la storia farà da colonna sonora a tutta la storia XD  i'll try anything once

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Capitolo 2
*** tutto iniziò da.. ***


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Robert pov 

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Robert Thomas Pattinson questo era il nome che i miei genitori avevano scelto per me, e la donna che mi stava portando una tazza di caffè a letto in quel momento adorava il mio nome, me l’aveva detto la prima volta che ci eravamo parlati, secondo lei suonava bene, per me il suo nome suonava nettamente meglio Alyssa Davis, pochi conoscevano il suo nome ma quasi nessuno non conosceva il suo viso, era una delle modelle più attive nel campo, eppure io non l’avevo mai vista, forse perché negli ultimi anni ero uscito poco con donne che non fossero delle mie compagne di set, Tom per esempio sapeva benissimo chi fosse, ma il mio migliore amico era diverso si era passato parecchie modelle.

Quella mattina per me era una mattina come un’altra ma non per lei, per lei era il giorno giusto per provare o almeno era quello che diceva la temperatura basale, e ultimamente i nostri rapporti erano dettati da quell’inutilissimo termometro.

“vero che oggi non hai impegni?”chiese lei baciandomi e puntando i suoi occhi castani nei miei, erano la prima cosa che mi aveva colpito di lei, certo nessuno mi crederebbe ma in realtà non era stato il suo fisico perfetto a colpirmi al primo sguardo erano stati proprio gli occhi.

“liberissimo”dissi io portandogli una mano tra i capelli e accarezzandole una guancia, ci perdevamo sempre in mille attenzioni e ogni volta che eravamo insieme sembrava sempre che fosse la prima volta che ci scoprivamo davvero, anche se la nostra prima volta insieme era stata qualcosa di nettamente più rapido, la passione aveva controllato tutto, ma da quando l’idea principale era avere un bambino tutto era controllato nei minimi dettagli e se ci fossimo anche evitati tutte quelle attenzioni mi sarei sentito semplicemente un giocattolo. Volevo anch’io un bambino con lei, credo di averlo voluto dalla prima volta che l’ho sentita ridere, ma quella situazione stava diventando pesante, ormai le cose non erano più naturali tra noi continuavo a fare mappature sul mio sperma e visite su visite, lei era convinta che il problema fossi io e sinceramente iniziavo a crederlo.

Una settimana e mezza dopo quella mattinata Alyssa era in bagno con il solito test di gravidanza ed io ero come sempre seduto sulla poltrona fuori dal bagno con il mio caffè in mano aspettando l’esisto e sperando che per una volta fosse positivo, ma quando la vidi uscire dal bagno in lacrime com’era successo anche l’ultima volta capì che anche quella volta non era andata.

“amore dai fa niente”dissi io

“forse per te”disse Alyssa

“per me dovremmo smetterla di fare tutti questi calcoli, e basta con queste temperature basali ci stiamo perdendo tutto, insomma questo bambino verrà prima o poi”dissi io avvicinandomi al suo viso e asciugandole le lacrime.

“forse hai ragione, forse tutte queste cose non fanno altro che stressarci mi sento una macchinetta, mi viene l’ansia quando arriva il giorno giusto”disse Alyssa sospirando.

“ci penso io adesso a farti rilassare”disse io  baciandola

“uhm e cosa avresti in mente”disse Alyssa cambiando subito espressione

“uhm vediamo”dissi io usando un tono di voce più basso mentre scendevo a baciarla lungo il collo.

“interessante”disse Alyssa sospirando e allora prendendola in braccio raggiunsi camera nostra e la distesi sul letto pronto a farle recuperare il buon umore e a rialzare anche il mio, tutto questo sesso programmato era diventato davvero pesante.

“Robert” mi chiamò quando raggiunse l’apice e qualche spinta dopo la raggiunsi anch’ io lasciandomi cadere al suo fianco.

“grazie amore”disse Alyssa

“hey io ti amo”dissi io baciandola

“ti amo anch’ io, e scusa davvero per tutto questo, forse non è colpa tua forse è colpa mia se non riusciamo ad avere un bambino nonostante ci proviamo ormai da un anno e mezzo ”disse Alyssa sospirando contro la mia spalla.

“magari semplicemente finora non era il momento giusto, farò ancora tutte le mappature sullo sperma che vuoi ok?”chiesi io accarezzandole i capelli.

“grazie amore”disse lei baciandomi e passammo tutto il resto della mattinata così, non sapevo che un giorno quei momenti sarebbero stati soltanto un lontano ricordo, non sapevo che il vero motivo per cui volesse un bambino non era quello che ci legava ma era qualcosa di molto più superficiale, all’epoca non sapevo tante cose.

“amore io devo andare a lavoro ci vediamo per cena?”chiese Alyssa portandomi le braccia dietro al collo e baciandomi.

“si”dissi io

“vai da solo al centro?”chiese Alyssa preoccupata

“no, vado con Tom”dissi io

“non mi piace molto il tuo amico a dirla tutta”disse Alyssa

“Tom ha solo i suoi modi devi saperlo prendere, è il mio migliore amico ”dissi io

“si veste da schifo e ha piantato una mia amica così come se nulla fosse”disse Alyssa

“uscivano insieme?”chiesi io  perplesso

“per Dakota si”disse Alyssa

“visioni,diverse”dissi io sorridendole e baciandola un’ultima volta prima che uscisse di casa, e mentre lei usciva ecco arrivare Tom.

“ciao Alyssa”la salutò Tom

“ciao”disse Alyssa quasi ignorandolo.

“ma dico, ci date dentro o no? È acidissima, sicuro di essere tu il problema?”chiese Tom perplesso.

“i medici dicono che lei non ha problemi quindi stanno analizzando i miei amici”dissi io un po’ disgustato dall’idea di parlare già a quell’ora di spermatozooi.

“i tuoi amici saranno di uno stressato allucinante”disse Tom prendendomi  in giro, e non aveva del tutto torto.

“non importa insomma, vuole questo bambino da me e io in qualche modo glielo darò”dissi io

“beh l’importante è darglielo, altrimenti si sa che poi va a cercarlo da qualche altra parte”disse Tom e solo dopo realizzai il suo doppio senso, sempre il solito Tom non era cambiato di una virgola da quando lo conoscevo, ma era l’amico più fidato che avevo ed era più di un amico era un vero fratello.

“buongiorno sa dirmi dov’è il centro sterilità?”chiesi io imbarazzato come sempre, le vedevo quelle infermiere mi guardavano e intanto stavano per scoppiarmi a ridere in faccia, ma tutto questo lo facevo per la donna che amavo e ero pronto anche a quelle umiliazioni.

“è il posto giusto”disse la signora di una certa età che mi trovai di fronte.

“il bagno?”chiesi io prendendo il barattolino che mi aveva consegnato.

“là in fondo se vuole può portare il suo amico con sé”disse la donna facendomi l’occhiolino.

“no posso fare da solo”dissi dopo aver superato lo schifo iniziale, si mettevano anche a fare ironia.

“che cosa ha detto?”chiese Tom adirato

“lascia stare”dissi io raggiungendo il bagno e facendo quello che dovevo fare, per fare questo test fatto bene occorreva anche almeno una settimana di astinenza, quindi liberarsi dopo una settimana non era molto difficile.

Quando uscì dal bagno e consegnai il campione l’infermiera mi guardò di sbieco e mi informò che Tom era stato cacciato fuori, potevo immaginare tranquillamente perché.

“cioè ma che stronze ti pare?”chiese Tom vedendomi uscire dall’edificio.

“parecchio”dissi io sospirando e aprendo la macchina dio solo sa quante altre figure del genere avrei dovuto fare.

“cazzo quante mappature ti hanno già fatto fare?”chiese Tom

“troppe”dissi io mettendo in moto

“basta, ribellati, insomma sono quasi due anni i tuoi amici stanno meglio di te e me, il problema sarà per forza lei”disse Tom

“il medico ha detto che lei non ha nessun problema”dissi io

“magari non siete compatibili”disse Tom ridendo e risi anch’ io non sapendo quanto le sue parole fossero davvero vere, chissà forse se l’avessi saputo mi sarei risparmiato altri inutili stress e saremmo arrivati alla conclusione più logica, ma all’epoca io non stavo a pensare molto volevo soltanto fare di tutto per renderla felice.

America pov 

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“America tesoro vorresti darti una mossa?”disse  mia madre chiamandomi dal piano di sotto, sapevo benissimo cosa mi sarebbe toccato quel giorno e in tutta sincerità l’idea di stare dietro i fornelli per tutto il giorno non mi entusiasmava granchè, ma era il futuro che mi ero scelta ormai.

Non molto tempo fa eravamo una famiglia normale tranquilla e le cose andavano piuttosto bene, frequentavo il secondo anno di medicina veterinaria ed ero anche piuttosto brava, ma quando mio padre si era ammalato avevo dovuto rinunciare agli studi perché la nostra assicurazione non bastava a coprire le spese, e poi c’erano Matthew e Georgia non potevo certo pensare solo a me, e mia madre oltre ad occuparsi di mio padre doveva anche mandare avanti tutto, vivevamo costantemente con la paura di non riuscire ad arrivare a fine mese, o di non riuscire a pagare l’affitto, ma per fortuna grazie al locale riuscivamo a farcela sempre anche se questo richiedeva enormi sacrifici.

“eccomi mamma, mi metto subito all’opera”dissi entrando in cucina e prendendo le uova, odiavo preparare quei stramaledettissimi pancakes, nonostante un tempo fossero il mio piatto preferito per colazione.

Mi perdevo spesso a pensare al passato, il passato era pieno di bei ricordi, il futuro non mi attirava affatto, il futuro era una totale incertezza che solo pensarci mi metteva di malumore e quindi preferivo non pensarci a volte era l’unico modo per andare avanti, e anche quella mattina mi lasciai cullare dallo scorrere dei ricordi.

America Whright era il mio nome intero nessun secondo nome nessun accento strano bastava soltanto il nome America, era già piuttosto imponente di suo, ma quando ero nata io i miei genitori avevano grandi speranze si erano trasferiti da un paesino sperduto nel North Carolina nella grande metropoli, erano pieni di sogni che pian piano erano sfumati eppure nonostante tutto non avevano mai perso la voglia di combattere.

Un anno fa i medici avevano detto a mio padre che sarebbe vissuto meno di due mesi ed ora era vivo da più di un anno, certo si sottoponeva costantemente a cure piuttosto costose ma era ancora lì con noi perché non si era mai arreso veramente, e io avevo imparato ad essere come loro, sicuramente il mio pregio migliore ne ero certa.

“ciao Simon”dissi io affacciandomi dalla cucina vedendo entrare il mio migliore amico, mi era rimasto soltanto lui, gli altri erano troppo impegnati a vivere le loro vite per curarsi di me.

“America bellissima come sempre”disse Simon e mia madre lo guardò male, era un classico, mia madre era fermamente convinta che tra noi ci fosse qualcosa, ma non sapeva quanto potesse sbagliarsi io e Simon eravamo davvero come fratelli, io non facevo che dargli consigli con le ragazze e lui mi dava consigli sui ragazzi, anche se ultimamente questo non accadeva da un po’, non uscivo con un ragazzo da più di un anno ma del resto non avevo certo tempo per i ragazzi, e poi la fase liceale l’avevo nettamente passata avevo 21 anni ormai, cioè li avrei avuti tra qualche giorno e infatti immaginavo bene il motivo della visita del mio migliore amico Simon, oltre alla classica colazione mattutina.

“cosa ti porto?”chiesi io sorridendogli.

“c’è da chiederlo”disse Simon

“si perché oggi ci sono i muffin al cioccolato”dissi io

“i muffin almeno due”disse Simon

“arrivo”dissi io andando in cucina e portandogli dei pancakes con uova e bacon e infine in un piattino i due muffin che aveva chiesto.

“se non fosse perché lo considererei incesto ti chiederei di sposarmi”disse Simon

“shh mia madre ti ucciderebbe”dissi io ridendo

“la modella ecco cosa dovresti fare”disse Simon ridacchiando.

“certo, sicuramente”dissi io guardandolo alquanto scettica.

“guarda che questo posto è sempre pieno grazie a te”disse Simon.

“ comunque preferisco pensare perché cucino meglio degli altri posti in città”dissi io

“sicuramente anche per quello, comunque rimanendo su un argomento serio che cosa facciamo per i tuoi 21 e non dire nulla perché è un momento importante”disse Simon

“e invece penso proprio che sarà la mia risposta, non ho nessuna voglia di festeggiare il mio compleanno”dissi io

“peccato”disse Simon senza insistere sapeva benissimo che ero impossibile da corrompere.

Quella giornata trascorse come tutte le altre dopo il solito saluto mattutino di Simon e aver cucinato a pranzo e a cena chiudemmo i battenti e io rimasi seduta al buio della cucina a scrivere un po’, scrivere era decisamente terapeutico scrivendo potevo immaginare la vita che sognavo e che probabilmente non avrei mai avuto. Forse però su quest’ultima cosa mi sbagliavo ma allora non c’erano molte speranze all’orizzonte, e non potevo certo immaginare cosa sarebbe successo poi.

 

 

 

 Risposte alle recensioni grazie per aver dato un occhio anche a questa ff come vedete è a doppio pov e ci saranno dei parallelisimi XD 

video presentazione ff    thanks to winniepoohina c'è una carellata di alcuni personaggi importanti che ci saranno, lo so che ora come ora magari può non sembrare chiara la ff ma vi assicuro che a un certo punto sarà chiara XD 

 @ winnie poohina: grazie per il video e per avermi trovato i personaggi mille thanks si rob se la passa male XD beh non è un personaggio serio XD anche se comunque non sapeva che il bambino sarebbe nato quel giorno perchè è nato due settimane prima XD storia complicata XD

@
Frytty : vero Juneau amo quella canzone XD e poi l'ho cantata con loro occhi negli occhi questa song XD grazie mille

@
 RiceGrain: grazie ele ehssì l utero in affitto alla fine nn l ho messo come titolo XD perchè per me lui è forte XD grazie mille ele XD

@
 daisyB: lo so anche a me piace tanto come cosa XD infatti non vedo l ora di vedere WFE e BD dove sarà padre XD lo amo XD suppongo anche tu chi non lo ama qualche pazza XD buon proseguimento di vacanze XD 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** decisione ***


copertinanothingmoreline

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America pov
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15 maggio, il sole era alto in cielo ed era proprio il giorno giusto per un giro in macchina con i finestrini giù e la musica, una canzone giusta, una canzone da macchina e quella che stavo ascoltando era perfetta, niente di sentimentale o dal testo troppo complicato soltanto qualcosa che riesca a darti quel senso di libertà di cui spesso si ha bisogno e che almeno nel giorno del mio ventunesimo compleanno avrei voluto provare davvero, invece me ne restavo seduta su quello sgabello di tessuto azzurro a fissare il nulla, sperando che apparisse qualcosa o qualcuno, ma ero totalmente patetica. Immaginavo che uno dei miei attori preferiti sbucasse da un momento all’altro da quella porta e si innamorasse di me al primo sguardo, invece sbucò soltanto mia madre con un muffin ricoperto di cioccolato e una candelina sopra.

“buon compleanno America”disse mia madre sorridendomi

“grazie mamma”dissi io sorpresa che se ne fosse ricordata, con tutte le cose a cui doveva pensare.

“esprimi un desiderio tesoro”disse mia madre

“si”dissi io e non ebbi  bisogno di scegliere un desiderio, attualmente pregavo che accadesse una sola cosa nella mia vita e in quella della mia famiglia: volevo che mio padre stesse bene, sognavo soltanto di continuare ad averlo con noi.

“buon compleanno ancora tesoro, ma ora torniamo all’opera è quasi l’ora di pranzo”disse mia madre iniziando ad apparecchiare i tavoli per il pranzo.

“America”disse Simon entrando nel locale e passandomi davanti agli occhi le chiavi della sua nuova auto.

“sto lavorando”dissi io  finendo di pulire l’ultimo tavolo.

“strano sapevo che staccavi proprio alle 18 e guarda sono proprio le 18”disse Simon guardando l’orologio alla parete.

“tesoro stasera mi dà una mano Matthew insomma è il tuo compleanno non crederai certo che ti lasci lavorare la sera del tuo compleanno?”chiese mia madre.

“ma davvero madre io non voglio fare nulla”dissi io

“è il tuo ventunesimo compleanno non dire stupidaggini”disse mia madre

“ti do dieci minuti per cambiarti e poi usciamo forza”disse Simon

“e va bene arrivo”dissi io sbuffando togliendomi il grembiule e lanciandolo dietro il bancone.

Erano secoli che non uscivo e non avevo la più pallida idea nemmeno di cosa ci fosse nel mio armadio, presi un paio di pantaloncini scuri e una canottiera bianca e la solita felpa che indossavo per uscire.

Una veloce spazzolata ai miei capelli biondi, non mi ero accorta che fossero cresciuti così tanto, i capelli erano senz’altro la cosa che più amavo del mio corpo per il resto ero perfettamente nella norma nulla di particolare, mi ero sempre vista così, anche se nessuno la pensava allo stesso modo, presa anche la borsa raggiunsi il mio migliore amico di sotto.

“sento che mi toccherà fare a botte con qualche ragazzo oggi”disse Simon prendendomi in giro.

“smettila scemo”dissi io tirandogli una pacca sul braccio.

“tesoro non fare troppo tardi però ok?”chiese mia madre

“certo signora gliela riporto a casa prima delle undici”disse Simon facendo l’occhiolino a mia madre che lo guardò un po’ stranita.

“si mamma non faccio tardi tranquilla”dissi io salutandola per poi seguire Simon fuori dal locale, mi mancava respirare l’aria al di fuori di quel posto, non che mi tenessero sotto chiave ma erano stati giorni piuttosto pieni e un paio di mattinate mi era toccato badare da sola al locale perché avevano chiamato mia madre dall’ospedale.

“allora che ne dici della mia nuova macchina?”chiese Simon

“regalo di tua madre?”chiesi io conoscendo già la risposta, Simon viveva con il padre perché la madre aveva deciso di andarsene, aveva sposato un uomo molto ricco e ogni tanto dimostrava il suo affetto per il figlio facendogli regali imponenti.

“si questo è per natale e per il mio compleanno”disse Simon perplesso

“beh a modo suo si ricorda di te”dissi io provando ad ironizzare sulla situazione.

“ma per me è perfetto a dirla tutta”disse Simon alzando il volume della musica.

Mi rilassai contro lo schienale della macchina godendomi il sole del tardo pomeriggio che mi scaldava il viso e il vento tra i capelli, non potevo sognare di meglio.

“ti va un giro in spiaggia?”chiese Simon quando fummo nei pressi della costa

“certo”dissi io riprendendomi dallo stato di relax in cui ero piombata.

Ogni volta che rimanevo a fissare l’oceano ero totalmente incapace di vedere altro, sarei potuta restare giorni ad osservare lo stacco di colori e i giochi di luce creati dal tramonto.

Mi ero sempre chiesta che cosa ci fosse oltre l’orizzonte, immaginavo che tutto finisse lì dove il sole sembrava affondare, non sapevo che cosa c’era oltre quella linea.

“America Whright da non crederci ma allora sei ancora viva”disse una ragazza che di primo impatto accecata dall’arancione del tramonto non riconobbi, ma che poi mettendo bene a fuoco purtroppo riuscì ad identificare.

“ciao Susan”dissi io salutandola, un tempo eravamo state amiche prima che lei iniziasse a provarci con il mio ragazzo, che tra l’altro non aveva nessun interesse nei suoi confronti.

“allora come te la passi?”chiese Susan

“bene, tu tutto ok?”chiesi io

“certo tutto bene, oh ecco il mio ragazzo Ben, guarda chi ho incontrato?”disse Susan rivolgendosi al ragazzo che le si era appena avvicinato, conoscevo soltanto un Ben, ma d'altronde in tutti gli Stati Uniti era un nome piuttosto comune, quante probabilità potevano esserci che fosse lo stesso Ben? Tante trattandosi del nuovo ragazzo di Susan, quando anche lui mi riconobbe vidi sul suo volto la sorpresa più totale.

“ciao”dissi rompendo il silenzio imbarazzante che si era creato.

“ciao”disse lui rimanendo a fissarmi, non era cambiato molto nell’ultimo anno era ancora il bel ragazzo moro che conoscevo, il primo ragazzo con cui avevo iniziato ad uscire alle superiori, lo stesso con cui avevo passato gli ultimi 6 anni della mia vita, lo stesso che un anno fa ero stata costretta a lasciare, era stata una scelta molto sofferta ma non avevo potuto fare altrimenti, dovevo pensare alla mia famiglia e non avrei avuto più tempo per lui, ci saremmo soltanto fatti del male a vicenda, e da quello che potevo vedere avevo fatto bene, lui si era consolato piuttosto in fretta.

“Simon, il migliore del corso”disse Susan facendogli un sorrisino quando arrivò.

“uhm la più, no scusa non mi viene nulla”disse Simon guardandola un po’ perplesso, Susan ci aveva provato spesso anche con lui e ad una festa sotto gli effetti dell’alcol l’aveva addirittura baciata, la cosa ricordavo l’aveva sconvolto parecchio.

“beh che dici Ben andiamo?”chiese Susan al suo ragazzo ma Ben aveva lo sguardo ancora un po’ perso.

“allora?”chiese Susan un po’ irritata.

“si andiamo, ciao ragazzi”disse Ben riprendendosi e allontanandosi con la sua nuova ragazza.

“ti muore ancora dietro”disse Simon scuotendo la testa e passandomi il mio milkshake alla fragola.

“non credo proprio”dissi io bevendo un po’ del mio frullato preferito.

“certo che è caduto in basso Susan Hunter”disse Simon facendo una strana smorfia.

“senti chi parla, voglio ricordarti che”dissi io ma lui subito mi interruppe zittendomi.

“sono anche stato con le ragazze più carine della scuola,quella è stata una debolezza, non ero in me”disse Simon giustificandosi.

“e dimmi c’è qualche ragazza che ha attirato la tua attenzione al punto di uscirci per più di una volta?”chiesi io curiosa.

“beh si addirittura tre”disse Simon facendomi ridere.

“tre? Finirai come quel tizio in quel film”dissi io ridendo

“John Tucker? Non era sufficientemente furbo”disse Simon facendomi l’occhiolino.

“ma quindi sei considerato ancora il veterinario più promettente?”chiesi io curiosa, ultimamente non avevamo parlato molto di università specialmente da quando ero stata costretta ad abbandonarla.

“chiaro, io sono il migliore, bello intelligente e con una carriera molto promettente”disse Simon.

“sono orgogliosa di te Simon”gli dissi sinceramente, quando sua madre se ne era andata aveva attraversato un periodo difficile, e aveva lasciato andare tutto, ma poi si era risollevato ritrovando la grinta che da sempre l’aveva caratterizzato.

“grazie bellezza”disse Simon ridendo e proprio in quel momento suonò il mio telefono era il mio numero di casa.

“pronto mamma?”chiesi rispondendo al telefono.

“no America sono Matthew siamo in ospedale devi venire subito”disse Matthew e quella telefonata non poteva significare niente di buono.

Quando entrai con Simon in ospedale trovai mio fratello e mia sorella seduti nella sala d’aspetto e di mia madre non c’era traccia.

“mamma?”chiesi a mio fratello

“hanno detto che papà non sta bene, non sappiamo altro”disse Matthew, aveva dodici anni ma ne dimostrava molti di più

“Simon puoi restare con loro vado a vedere cosa sta succedendo”dissi al mio migliore amico che guardandomi turbato annuì con un debole cenno del capo.

“signorina non può entrare qui”disse un infermiera provando a fermarmi quando oltrepassai la porta di vetro e mi ritrovai davanti alla camera che stava occupando mio padre nelle ultime settimane per i soliti controlli ci aveva detto, ma ero sufficientemente grande da sapere che gli avevano prescritto un altro ciclo di chemioterapia,lo notavo dalla sua espressione costantemente affaticata e dal fatto che l’ultima volta che mia madre gli aveva accarezzato il capo le era rimasta in mano qualche ciocca dei suoi capelli biondi, io e papà eravamo due gocce d’acqua.

Quando aprì la porta trovai la camera vuota, il letto era disfatto e c’era un enorme confusione nella stanza, quando mi voltai trovai l’infermiera che prima aveva provato a fermarmi che mi guardava con compassione e capì tutto.

“mi dispiace, hanno fatto il possibile ”disse la donna.

Nei giorni seguenti dopo il funerale di mio padre pensai che in quel momento avevamo toccato davvero il fondo e che peggio di così non sarebbe potuta andare, che cosa poteva succedere d’altro? Non era stato sufficiente perdere un padre e un marito? Credevo che lo fosse ma qualche settimana dopo mi dovetti ricredere, poteva succedere ancora qualcosa.

Con tutte le spese che avevamo dovuto al sistema sanitario americano, e il funerale di nostro padre era stato complicato far fronte all’affitto della casa e del locale, avevamo un mese per pagare tutto e poi ci avrebbero dato lo sfratto fu allora che presi la decisione più assurda di tutta la mia vita.

 

 Robert pov 

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“buongiorno amore”disse Alyssa svegliandomi con un  bacio, avrei preferito dormire ancora ero totalmente esausto, ma dovevo svegliarmi un nuovo regista mi aspettava per propormi un film e poi avrei passato i prossimi giorni totalmente immerso nel copione per capire se faceva o meno al mio caso.

“buongiorno”dissi io sorridendo, svegliarmi con lei accanto era davvero il massimo, non rimpiangevo affatto i tempi in cui ero stato lo scapolo più ambito di Hollywood, e non riuscivo proprio a capire perché in passato fossi stato così restio all’idea di impegnarmi con qualcuna, da quando vivevo con Alyssa l’idea di impegnarmi era la cosa che meno mi preoccupava.

“sono in ritardo”dissi alzandomi velocemente dal letto e andando in bagno.

“uhm dovrei offendermi, insomma indosso questo completo nuovo e tu pensi al tuo incontro con il regista”disse Alyssa comparendo sulla porta del bagno in tutto il suo splendore.

“dio perché me l’hai fatto notare”dissi io rimanendo a fissare come quel babydoll le stava incredibilmente bene, anche se bene era decisamente riduttivo.

“beh visto che sei di fretta”disse Alyssa lasciandomi da solo davanti allo specchio del bagno con ancora la schiuma da barba in mano, prima il lavoro dovetti ripetermi diverse volte per convincermi a non seguirla in camera nostra.

“Robert che piacere averti qui, scusami per il ritardo”disse il regista e l’avrei volentieri stramaledetto per arrivare in orario a quell’appuntamento avevo evitato di saltare addosso alla mia fantastica fidanzata e lui che faceva? Chiaramente arrivava in ritardo magari perché lui se l’era concessa una botta mattutina alla sua compagna.

“non importa”dissi io tranquillamente.

Dopo aver discusso per ben un ora e mezza di quel film decisi che gli avrei dato una possibilità sembrava qualcosa di molto interessante, avrei valutato meglio il copione ma quel personaggio mi sembrava già piuttosto interessante, e poi avrei girato a Los Angeles così sarei rimasto anche con la mia Alyssa.

“auguri coglione, 27 anni”disse Tom dandomi una pacca sulla spalla non appena mi vide e  ricordandomi che quel giorno era il mio compleanno e che io me ne ero totalmente scordato, anche se la seconda cosa che pensai fu che Alyssa se ne era dimenticata.

“cazzo”dissi io

“te ne eri dimenticato eh, ci credo sempre impegnato a fare sesso allora?”chiese Tom

“allora cosa?”chiesi io

“ quando divento zio?”chiese Tom prendendomi in giro.

“lasciamo perdere”dissi io mentre ci sedevamo al nostro solito bar.

“per me non siete destinati insisto, insomma nemmeno l’inseminazione è andata a buon fine, e comunque il problema è lei insomma nemmeno l’inseminazione con un donatore è andata a buon fine, non vuoi che provi io magari?”chiese Tom facendomi l’occhiolino.

“fottiti Sturridge”dissi io

“hey scherzavo lo sai che non lo farei mai”disse Tom ridendo.

“lo so fratello”dissi io

“beh ma comunque potreste sempre adottarlo dai,un modo lo troverete per sistemare il vostro desiderio di famiglia che vorrei dire tu nemmeno le hai chiesto di sposarla e pensate a un bambino da due anni e il matrimonio? Guarda che mamma Clare potrebbe essere contraria a questa cosa”disse Tom prendendomi in giro di nuovo.

“sto aspettando il momento giusto ma voglio chiederglielo è solo che tutto lo stress degli ultimi mesi non era d’aiuto e prima non ero certo che mi dicesse si”disse Robert

“effettivamente forse è un po’ troppo per te”disse Tom

“oh ma grazie”dissi io

“comunque è il tuo compleanno dobbiamo fare qualcosa di interessante e io direi di andare in qualche club a rimorchiare, cioè io a rimorchiare tu solo a bere ci stai?”chiese Tom

“eviterei, quando esco con te mi caccio sempre nei casini”dissi io scettico

“ma se quando eri con me hai conosciuto la tua Alyssa, non dire cazzate”disse Tom e solo ora potrei dire che non era una cazzata perché conoscere Alyssa e perdere quattro anni e tre mesi della mia vita con lei era stato il casino più grande in cui mi fossi trovato per colpa di Tom, anche se tutto era accaduto per via della mia ingenuità, non potevo certo incolpare Tom, ma a volte mi piaceva credere di poter incolpare il mio migliore amico.

“a proposito di quando ho conosciuto Alyssa hai intenzione di farti ancora qualcuna delle sue amiche?”chiesi io

“non è colpa mia se non resistono al mio fascino, io non faccio niente di male”disse Tom

“certo, prima o poi metterai la testa a posto?”chiesi io già conoscendo la risposta.

“non parlarmi come mia madre e comunque siamo giovani non abbiamo nemmeno trent’anni non vedo perché dovrei impegnarmi con qualcuna”disse Tom inconsapevole del fatto che prima o poi sarebbe cascato nella stessa trappola.

“comunque torno a casa, voglio evitare di dare ai paparazzi altri motivi per parlare di me”dissi io prendendo le sigarette e il portafoglio dal tavolo

“beh se non altro non ti hanno ancora visto al centro sterilità, immagina cosa direbbero”disse Tom

“Tom non calcare la mano, ok e comunque ho chiuso con tutte quelle analisi ufficialmente i miei amici sono perfettamente in forma”dissi io  

“buon per te amico”disse Tom

“beh ci vediamo domani e non spezzare troppi cuori stasera”dissi io prendendolo in giro.

“puoi giurarci”disse Tom ridendo a sua volta, era veramente pessimo, mia madre ogni volta che chiamava non faceva che dirmi di occuparmi di lui perché era profondamente preoccupata per il mio quasi fratello.

Quando tornai a casa trovai Alyssa vestita come quella stessa mattina ad attendermi all’entrata non si poteva ricevere un bentornato migliore.

“bentornato”disse Alyssa

“potevi evitare di dirlo, mi sento già bentornato”dissi io avvicinandomi e baciandola in poco tempo ci ritrovammo in camera da letto e potei riprendermi quello a cui avevo rinunciato quella mattina.

“ho preparato la cena”mi disse baciandomi mentre si rivestiva

“credo di aver saltato qualche tappa”dissi io mettendomi a sedere.

“vestiti Rob o non ceneremo più”disse lei alzando gli occhi dal mio petto nudo.

“io non ho problemi, non ho così fame”dissi io

“ho cucinato tutto il giorno per te”disse lei facendomi gli occhi dolci.

“per me? sei fantastica”dissi io recuperando i boxer e rivestendomi.

“Robert anche la maglietta e che cavolo”disse lei sbuffando e andando di là.

“come vuoi”dissi io ridacchiando.

Aveva davvero cucinato tutto il giorno soltanto per me, dovevo prendere un anello al più presto e chiederle di sposarmi, al diavolo il momento giusto, ogni momento poteva essere quello giusto non avrei più aspettato.

“buon compleanno amore”disse Alyssa porgendomi una scatola che aprì subito.

“allora te ne sei ricordata, beh a me l’ha ricordato Tom ”dissi io

“sono soltanto 27 è un po’ presto per dimenticarti del tuo compleanno”disse Alyssa sorridendomi.

“sei di buon umore oggi”dissi io notando l’espressione piuttosto rilassata che non le vedevo da settimane.

“è vero, ho preso una decisione importante, e volevo parlarne con te”disse Alyssa

“certo amore”dissi io

“ho fatto l’ennesimo test oggi”disse Alyssa

“e?”chiesi io con un barlume di speranza, forse i nostri problemi erano finalmente finiti.

“è negativo, ma ho parlato con la dottoressa tu non hai nessun problema ed io nemmeno teoricamente è impossibile che noi non riusciamo ad avere un bambino”disse Alyssa

“esatto”dissi io

“ beh però succede, dobbiamo pensare ad un'altra soluzione, forse dovremmo contattare un’agenzia e ricorrere a una madre surrogata”disse Alyssa lasciandomi completamente spiazzato.

“potremmo adottarlo”dissi io

“voglio un figlio da te, e questa è l’unica soluzione, tutto il resto non ha funzionato, la verità è che c’è qualcosa che non va , nemmeno le inseminazioni sono andate a buon fine, non è una cosa strana l’hanno fatto in molti”disse Alyssa.

“non lo so, insomma è legale?”chiesi io perplesso

“certo che è legale”disse Alyssa guardandomi stranita.

“non vuoi?”chiese subito dopo vedendo l’incertezza nel mio sguardo

“è che non lo so, cioè una donna rimarrebbe incinta di mio figlio?”chiesi io perplesso

“nostro figlio”disse Alyssa sorridendomi, all’epoca quella convinta era lei, ripensandoci forse avevo accettato soltanto perché l’amavo troppo, l’idea che dall’unione tra il mio seme e l’ovulo di una sconosciuta che avrebbe portato avanti la gravidanza sarebbe nato nostro figlio mi metteva un po’ a disagio, ma se era l’unica soluzione l’avrei fatto.

“è l’unica soluzione per avere un bambino, anche se mi ci sarei vista con il pancione”disse Alyssa.

“saresti stata splendida ma lo sarai comunque, sarai una mamma bellissima”dissi io baciandola, e in quel momento la immaginai con nostro figlio o figlia tra le braccia, non sapevo che quell’immagine non sarebbe mai stata reale.

“allora accetti?”chiese Alyssa

“accetto”dissi io e con quella scelta cambiai totalmente la mia vita, anche se ripensandoci forse quella fu una delle scelte migliori che presi.



Grazie mille per chi ha aggiunto la storia alle preferite e alle seguite, per chi mi ha fatto sapere la sua e anche a chi ha soltanto letto, grazie mille XD Non so quando riuscirò a postare ancora perchè venerdì parto e torno il 23 però se riesco a scroccare qualche connessione magari troverete qualcosa XD anche se non so quanto scriverò dato che sto preparando un esame però se ci riesco lo saprete XD
Pagina FB dedicata a tutte le mie storie  

video presentazione della ff realizzato da winnie completo di Alyssa come dice miss ale essendo che le foto ci sono mettiamole si rob qui è alle prese con modelle XD 

@  RiceGrain : ele XD beh insomma mica troppo mi viene meglio la terza perchè con la prima riesco a sproloquiare ancora di più XD e non sono brava a entrare nella testa di Rob XD si beh pian piano avremo sempre più dettagli sulla sua vita, comunque è leggermente sfortunata XD mi viene difficile perchè a me di solito nelle storie piace parlare di una coppia sola però ci sto provando ad applicarmi XD mah marcia in più non so però so già come andrà perlomeno XD si ne metterò sempre una nuova XD un bacione ciao

@
 winnie poohina: questo era sicuramente più importante che finire di leggere il cap bisogna sapere quanti centimetri mancano per arrivare a Rosie XD no questo è quello che pensa robert XD cioè no non c'è un motivo superficiale è solo che lei si era un pò troppo concentrata su questa cosa perchè vedeva che tutte intorno a lei ci riuscivano e loro no, quindi poi robert penserà quando in futuro lei avrà un altro compagno che il suo alla fine era più un capriccio, l'ha detto rob non l'ho detto io XD si qui Tom è un tipo XD mi piace farlo sempre diverso ma comunque sempre con la stessa dose di ironia sperando che nella realtà non sia uno stronzo XD un bacione ciao

@
 fiorella91: no no non è sterile XD loro due sono incompatibili capita biologicamente ancora non sono riusciti a spiegarlo bene XD esatto in questo caso sarà una cosa un pò alternative sinceramente non so nemmeno se sia legale, comunque inseminano questa persona con il suo e quindi avranno un figlio senza saperlo XD SPOILER XD no no quelli sono i pensieri di rob lei lì lo ama eccome XD si tom è un grande un bacione ciao

@
 bibabirba : grazie mille per la fiducia spero di riuscire a meritarmela XD no no non c'è nessun motivo sono i pensieri di robert in quel momento, si capirà comunque, ehssi hai ragione non potrebbero esserci altri motivi infatti lei lo ama e anche parecchio cioè credo si veda in questo capitolo XD si non è un personaggio molto complesso rispetto ai personaggi che creo di solito è un pò sfortunata ma è abbastanza normale mentalmente XD eh non posso dirlo XD chissà XD no tranquilla a me piacciono gli sproloqui tutti i miei capitoli sono sproloqui XD un bacione ciao

@
 Frytty : ehssì un bel casino cioè in fondo anche lei lo amava però vabbeh si vedrà come si è arrivati al prologo XD grazie mille spero vivamente di essere stata chiara XD un bacione ciao

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Capitolo 4
*** un + che fa la differenza ***


copertinanothingmoreline

http://img192.imageshack.us/img192/4809/imnothingmorethanalinei.jpg


 

        Robert  pov

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Avevo da poco iniziato a lavorare su un nuovo set ed era passato esattamente un mese da quando avevo accettato la proposta di Alyssa, eravamo andati insieme all’agenzia che le avevano consigliato delle amiche e avevamo parlato con una certa signora Brown che a detta sua ci avrebbe aiutati a trovare la persona giusta per il nostro caso.

“Robert sei pronto?”chiese il regista mentre ancora leggevo le ultime battute prima di iniziare a girare.

“si ci sono”dissi io lasciando il copione sulla sedia e andando davanti la macchina da presa, sarebbe stata una giornata molto lunga, James era un vero perfezionista non gliene andava bene una e mi toccava ripetere la stessa scena ancora ancora e ancora.

“basta facciamo una pausa pranzo e Robert questa era perfetta, insomma non è che le altre non andassero ma qui ho visto la giusta luce, eravate perfetti”disse James prima di allontanarsi dal set.

“bene al tredicesimo ciak eravamo sotto la luce giusta”disse Abbie ridendo.

“meglio tardi che mai”dissi io

“Sturridge che piacere vederti”disse Abbie salutando Tom che era arrivato proprio in quel momento.

“lo so tesoro”disse Tom facendole l’occhiolino

“il solito sbruffone”disse Abbie guardandolo con finta superiorità per poi andarsene.

“è cotta di me”disse Tom soddisfatto

“stai scherzando?”chiesi io scettico

“è la tecnica più la tratti male e più ti cercherà”disse Tom

“ancora con questa storia? Se continui a fare lo stronzo nessuna farà mai sul serio con te”dissi io

“ma io non voglio certo qualcuna che faccia sul serio con me”disse Tom

“cambierai idea prima o poi e spero di esserci per poter dire l’avevo detto”dissi io prendendo il cellulare e trovando la bellezza di tre messaggi tutti di Alyssa, quando lessi l’ultimo sbiancai per qualche istante fino a quando Tom un po’ preoccupato non mi diede una pacca sulla spalla per risvegliarmi, l’avevano trovata, avevano trovato la donna che avrebbe portato avanti la gravidanza e che li avrebbe finalmente resi genitori.

“ci sei? Stai bene?”chiese Tom

“devo tornare a casa hanno trovato la nostra madre surrogata”dissi io un po’ schifato da quel termine ma non riuscivo a trovare proprio un altro termine che definisse la situazione.

“l’hanno trovata? E quindi andate a conoscerla?”chiese Tom

“non credo, ma devo tornare a casa chiamo James”dissi io prendendo il cellulare e chiamando James, avevamo appuntamento con la signora Brown e non potevo certo lasciare che Alyssa vi andasse da sola, per fortuna James capì e decise di lasciarmi il pomeriggio libero si sarebbero concentrati su altre cose cambiando leggermente la tabella di marcia per le riprese.

“ho il permesso”dissi io sospirando

“e allora che aspetti vai”disse Tom dandomi una pacca sulla spalla.

“non spezzare troppi cuori”gli dissi io sapendo del servizio fotografico che avrebbe fatto nel pomeriggio.

“ci proverò ma è dura per quelli come me”disse Tom salendo sulla sua auto.

Mi precipitai subito a casa sperando che Alyssa non fosse già uscita vedendo che io non avevo ancora risposto al telefono e infatti quando tornai a casa non trovai la sua macchina parcheggiata davanti casa e decisi di raggiungerla al centro.

“signor Pattinson”disse la segretaria vedendomi

“buongiorno, la mia compagna è dentro da molto?”chiesi io

“no la signorina è appena arrivata, venga l’accompagno”disse la donna alzandosi dalla sua postazione e facendomi strada, poi bussò alla porta e mi lasciò entrare.

“Robert che piacere vederti”disse la signora Brown vedendomi.

“scusate per il ritardo”dissi io scusandomi specialmente con Alyssa che però non sembrava affatto arrabbiata con me.

“allora abbiamo trovato la madre surrogata, è piuttosto giovane, fa una vita sana ed equilibrata e basta non credo di dovervi dire altro, sapete che l’identità è meglio che non venga rivelata”disse la signora Brown

“si mi sembra perfetto”dissi io

“è bionda?”chiese Alyssa

“l’unica domanda a cui risponderò però, non posso darvi altri dati sul suo conto, però vi aggiornerò sul decorso della gravidanza, comunque si è bionda ”disse la signora Brown

“mi sembra perfetto”disse Alyssa sorridendomi e stringendomi la mano.

“bene allora, vi farò sapere nei prossimi giorni se la gravidanza è partita come dovrebbe ”disse la signora Brown sorridendoci, era simpatica e di bell’aspetto ma sinceramente quel sorriso così accentuato un po’ mi inquietava, col tempo mi accorsi che raramente il suo viso si incurvava in un’espressione diversa, tutta colpa del troppo botulino, anche quando gli dissi che sarei stato l’unico genitore di quel bambino aveva sempre la stessa espressione, eppure in quel momento sinceramente non avevo molta voglia di ridere.

“dobbiamo pagare già una somma?”chiesi io

“ecco, me ne stavo dimenticando si noi ci organizziamo così una cifra all’inizio e poi si finisce di finire a pratica finita diciamo, anche se pratica suona piuttosto male”disse la signora Brown.

“perfetto le firmo un assegno”dissi io

“allora siamo a posto, ci risentiamo presto”disse la signora Brown stringendomi la mano

“arrivederci”dissi io

“Alyssa vedrà andrà tutto bene”disse la signora Brown stringendo la mano ad Alyssa.

“speriamo”disse Alyssa mentre usciva insieme a me dallo studio.

“scusa per il ritardo”dissi io mentre uscivamo dalla clinica.

“non importa, ho pensato che fossi occupato e ho pensato di andare da sola”disse Alyssa.

“James mi sta facendo perdere la testa lui e la sua maledettissima perfezione”dissi io sbuffando e abbracciando Alyssa.

“grazie per aver appoggiato la mia idea, avremo un figlio nostro”disse Alyssa baciandomi una guancia.

“ti amo”le dissi io baciandole le labbra.

“Alyssa mi scusi sono un suo grande fan”disse un ragazzo avvicinandosi a noi due e puntando tutta la sua attenzione sulla mia ragazza che a differenza mia sapeva gestire al meglio situazioni del genere, io nonostante gli anni rimanevo sempre il solito ragazzo impacciato quando si trattava di parlare con i miei fans mentre Alyssa era tranquillissima e sorridendo al ragazzo cercò un foglio di carta nella borsa e prese una penna.

“come ti chiami?”chiese Alyssa

“Simon”disse il ragazzo

“ecco”disse Alyssa consegnandogli il foglio con una breve dedica e un suo autografo.

“grazie Alyssa sei davvero bellissima”disse il ragazzo andandosene.

“hai visto che carino?”chiese Alyssa sorridendo e mettendo via la penna in borsa.

“si non mi ha nemmeno visto”dissi io un po’ scettico.

“tesoro un ragazzo se permetti preferisce me a te”disse Alyssa facendomi l’occhiolino.

“anche questo è vero”dissi io ridacchiando e baciandola di nuovo.

Era un pomeriggio di metà luglio quando decisi che era ora di rendere le cose più serie, stavamo insieme da quattro anni e alcuni mesi ormai, e presto avremmo avuto un bambino mi sembrava nettamente il momento giusto per cercare un degno anello di fidanzamento, avevo pensato spesso alla proposta che le avrei fatto, ma mai ero arrivato al momento di scegliere un anello adatto, l’anello non ero mai riuscito ad immaginarlo, e così mi trovavo da Tiffany con il mio migliore amico Tom alla ricerca di un anello che dicesse “diventa mia per sempre”.

“lo sai che a me sembrano tutti uguali”disse Tom dopo un po’ che girovagavamo per l’enorme negozio fino a quando una commessa non si avvicinò notando entrambi.

“buongiorno signori in cosa posso esservi utile?”chiese la commessa

“sei libera dopo lavoro?”chiese Tom facendole l’occhiolino.

“Tom smettila siamo qui per una cosa seria”dissi io  provando a non alterarmi più di quanto ormai non avessi già fatto.

“di cosa avevate bisogno?”chiese la commessa lasciando perdere per un attimo Tom e occupandosi finalmente di darmi una mano.

“un anello di fidanzamento”dissi io

“oddio”disse la commessa prendendo un bel respiro.

“tranquilla bambola non mi sposo io”disse Tom prendendola in giro.

“con Alyssa? Dio ma voi siete la coppia più bella di Hollywood, per me è un onore aiutarti a scegliere l’anello giusto”disse la commessa.

“perfetto allora mettiamoci alla ricerca”disse Tom.

Dopo aver visto circa 20 diversi modelli di anelli ne scelsi uno con una pietra zaffiro al centro e due diamanti al fianco della pietra centrale, tre pietre come presto saremmo stati noi, quando il bambino sarebbe entrato a far parte della nostra vita.

“questo è perfetto”dissi infine

“già, sisi ad Alyssa starà benissimo”disse la commessa sorridendomi

“già”dissi io.

Quando tornai a casa Alyssa non era ancora rientrata così ordinai qualcosa e apparecchiai sul nostro terrazzo per una romantica cena a lume di candela.

“amore sono tornata”disse Alyssa entrando in casa e precipitandosi a rispondere al telefono che aveva appena iniziato a suonare.

“pronto”disse Alyssa

“signorina, la chiamavo per dirle che la gravidanza è partita bene, quindi la fecondazione è andata a buon fine, vi informerò al più presto su nuovi risvolti”disse la signora Brown.

“grazie mille”disse Alyssa al settimo cielo e quando chiuse la chiamata non le diedi il tempo di voltarsi che le coprì gli occhi con le mani.

“uhm la tua notizia  non sarà certo meglio di quella che sto per dirti io”disse Alyssa sospirando.

“davvero?”chiesi io scettico.

“la gravidanza è partita diventeremo davvero dei genitori”disse Alyssa.

“è fantastico”dissi io al settimo cielo.

“la tua sorpresa?”chiese Alyssa

“cammina dritto davanti a te”dissi io guidandola verso il terrazzo e poi quando fummo davanti al tavolo le scoprì gli occhi.

“wow, Robert sei fantastico”disse Alyssa rimanendo a guardare tutto quello che avevo preparato, ora non esageriamo avevo soltanto acceso delle candele perché per il resto aveva pensato a tutto il mio ristorante preferito in città.

“a cosa devo tutto questo?”chiese Alyssa verso fine cena.

“beh in realtà non c’è propriamente un motivo però vorrei chiederti una cosa”dissi io

“cosa?”chiese Alyssa perplessa mentre io mi inginocchiavo  davanti a lei prendendole le mani tra le mie.

“Alyssa non c’è bisogno che ti dica quanto tu sia speciale, eppure voglio dirtelo comunque, sei incredibile, sei la cosa più bella che mi sia capitata e voglio passare ogni giorno con te, e volevo sapere se ti andava, insomma ti andrebbe di passare ogni giorno fino alla fine con me?”chiesi io prendendo la scatolina verde acqua dalla tasca della giacca e aprendola davanti ai suoi occhi.

“oh mio dio, certo che si”disse Alyssa abbracciandomi, il mio equilibrio disastroso come sempre mi tradì e finì a terra insieme a lei.

“questo è tuo”dissi prendendole la mano e infilandole l’anello che avevo scelto con tanta fatica.

“è bellissimo”disse Alyssa affascinata da quel gioiello.

“tre come diventeremo presto”dissi io baciandole la mano dove portava l’anello, in quel momento pensai che sarebbe rimasto lì per sempre e invece mi sbagliavo.

 

 

America pov

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“ma non si potrebbe avere una proroga?”chiese mia madre al proprietario del locale e dell’appartamento in cui vivevamo.

“è indietro di parecchio, capisco che è successo quello che è successo ma dove pensa di trovare una somma del genere ha intenzione di rapinare una banca forse?”chiese l’uomo ridendole in faccia e quella fu la cosa che più mi infastidì gli avrei tirato un pugno in faccia se solo ne fossi stata capace.

“almeno altre due settimane, se non troveremo una soluzione entro allora ce ne andremo ma gliene prego, abbia pietà siamo sempre stati in ordine con i pagamenti, è stato solo un momento complicato”disse mia madre

“solo due settimane tra due lunedì sarò di nuovo qui”disse l’uomo uscendo dal nostro locale.

“ancora quel bastardo di Fletcher?”chiese mio fratello Matthew entrando nel locale, tornando da scuola l’aveva visto arrivare.

“Matthew”disse mia madre richiamandolo.

“mamma davvero smetto di andare a scuola, insomma è inutile tanto non abbiamo nemmeno i soldi perché arrivi al diploma, dobbiamo pensare alla nostra famiglia”disse Matthew

“non dirlo nemmeno per scherzo”dissi io interrompendo l’assurdo sproloquio di mio fratello.

“non se ne parla ok?”disse mia madre rincarando la dose.

“e come faremo allora?”chiese Matthew

“oggi chiamerò i miei parenti, magari qualche mia sorella ci aiuterà”disse mia madre sospirando.

“mamma non parli con le tue sorelle da secoli”disse Matthew

“beh ma sono speranzosa”disse mia madre tornando in cucina, anche se quel giorno eravamo di riposo ci teneva ad occuparsi comunque del locale, non riusciva a stare ferma probabilmente aveva bisogno di mantenersi attiva per non pensare.

“vado a trovare Simon”dissi io salutando tutti, non me la sentivo di restare lì a guardarci sprofondare sempre di più, perché stavo imparando facilmente che dopo aver toccato il fondo non era ancora finita poteva esserci sempre qualcosa di peggio.

“Simon c’è America”disse Cassie dopo avermi salutato, Cassie era la nuova ragazza di Simon, o meglio più che nuova la prima e unica ragazza di Simon, non era mai stato uno tanto per le relazioni serie ci aveva provato qualche volta ma non era mai andata molto bene, così aveva deciso di essere uno spirito libero, però non aveva mai messo in conto che avrebbe trovato una come Cassie, Cassie nemmeno a dirlo frequentava la stessa facoltà di veterinaria ma si era appena trasferita da New York qui nell’assolata California, ci avevano messo poco a diventare una coppia, e attualmente Simon mi sembrava davvero felice, almeno qualcuno tra noi lo era.

“tesoro qualcosa non va?”chiese Simon un po’ sorpreso dal fatto che mi fossi presentata senza avvertirlo, di solito lo facevo sempre almeno che non fosse un’emergenza o avessi urgentemente bisogno di parlargli.

“ho due settimane di tempo per trovare una cifra assurda o ci sfratteranno e sinceramente non avendo più nulla sarebbe problematico, ormai mia madre ha difficoltà anche a fare la spesa, siamo riusciti a sopravvivere in queste settimane soltanto grazie al fatto che ho venduto alcuni gioielli che mi avevano regalato e sono andata anche a farmi prelevare il sangue, non so più cosa fare”dissi io confidando al mio migliore amico tutto quello che nell’ultimo periodo non avevo avuto il coraggio di raccontare a nessuno, avevo detto a mia madre che si trattava di alcuni miei risparmi, se solo avesse saputo che avevo dato via i loro regali si sarebbe dispiaciuta immensamente e sarebbe sprofondata ancora di più nella depressione che temevo prima o poi la colpisse, dopo la morte di mio padre non aveva ancora versato una lacrima, talvolta sembrava che ignorasse il fatto che lui non fosse più con noi.

“America, ti darò una mano io chiederò dei soldi a mia madre, dopo tutto me li deve ”disse Simon

“no Simon non posso devo trovare una soluzione, sono davvero troppi soldi”dissi io

“e cosa pensi di fare cioè non vorrai mica fare qualcosa di illegale”disse Simon preoccupato.

“no, non sto pensando di darmi alla prostituzione”dissi io un po’ schifata.

“non ci sono molte altre possibilità”disse Simon

“come no? Ops scusate non volevo ascoltare ma stavo portando qualcosa da bere e ho sentito”disse Cassie.

“non importa Cassie”dissi io

“comunque mia zia tempo fa ha fatto da madre surrogata e le hanno dato una bella somma, davvero una bella somma”disse Cassie

“ma sei impazzita?”chiese Simon perplesso

“cioè ha portato avanti la gravidanza di qualcun altro partorendo lei?”chiesi io perplessa

“si, ricordo che le diedero una cifra all’inizio e una dopo il parto”disse Cassie

“America che diavolo, ma ci stai pensando davvero?”chiese Simon vedendo la mia espressione interessata, e quello sguardo che secondo lui facevo sempre quando stavo elaborando un piano, e infatti era così, quell’idea non mi sembrava tanto assurda, non era certo peggio delle altre opzioni, dopo tutto non sarebbe stato poi così complicato, dovevo soltanto portare avanti la gravidanza di qualcun altro, un qualcuno che aveva problemi ad avere un figlio e che aveva sognato tanto di creare la propria famiglia al punto di pagare per avere un bambino, dopo tutto aveva qualcosa in comune con quelle persone era ugualmente disperata.

“Simon non è una cattiva idea”disse Cassie

“Cassie, stai zitta e tu smettila con quell’espressione non pensarci nemmeno io ti impedirò di fare una stupidaggine simile, non puoi, cioè sai cosa vuol dire? Portare avanti la gravidanza di qualcun altro? No è troppo, e tua madre? a tua madre prenderà un colpo, America veramente non fare una cavolata simile”disse Simon.

Quelle furono le ultime parole famose perché esattamente due giorni dopo ero con lui alla clinica di cui mi aveva parlato Cassie.

“buongiorno che cosa posso fare per voi?”chiese una donna dietro un enorme bancone.

“volevo qualche informazione sul programma per madri surrogate”dissi io un po’ stranita.

“oh certo ora vi chiamo subito qualcuno”disse la donna componendo un numero e parlando con qualcuno, per poi rivolgersi di nuovo a noi.

“allora la porta in fondo al corridoio la signora Brown vi riceverà subito”disse la donna sorridendoci.

“hai visto come sorrideva non è che pensa che io sono impotente?”chiese Simon perplesso e un po’ scioccato.

“no”dissi io lanciandogli un’occhiataccia.

“lo spero bene”disse Simon

“Simon serietà, se pensano che ho qualcosa che non va, non mi terranno mai in considerazione ho letto tutto e insomma sono molti i requisiti, dovrò fare degli esami ma magari se pensano che sono mentalmente normale non sarebbe una cosa tanto brutta”dissi io

“ok, ma ricorda sono uno studente di veterinaria quindi di leggi non ne so molto”disse Simon

“chiederò ogni minima cosa, ora spero solo che mi accettino”dissi io prendendo un bel respiro e percorrendo gli ultimi passi che mi separavano da quella porta.

“buongiorno sono Miranda Brown”disse la donna porgendomi la mano

“America Wright”dissi io stringendogli la mano.

“America un nome incisivo”disse Miranda

“lo so”dissi io

“e lei è il suo compagno piacere”disse Miranda

“Simon, e no sono il suo migliore amico”disse Simon

“il suo amico la aiuterà ad avere un bambino?”chiese Miranda

“no veramente io volevo propormi come madre surrogata”dissi io

“ah, ma non sei un po’ giovane scusa se ti do del tu”disse Miranda

“no, no non si preoccupi comunque no, ho 21 anni”dissi io

“21 anni? Te ne davo 21”disse Miranda sorridendomi

“ho letto un po’ di tutto e so che ci sono esami di idoneità da fare, però sono un soggetto sano faccio una vita sana, niente droga niente alcolici”dissi io

“posso chiederti perché prendi una scelta del genere alla tua età?”chiese Miranda

“non mi sceglierete in base alla risposta che do vero?”chiesi io

“no la mia è solo curiosità”disse Miranda tranquillizzandomi.

“stanno per portarci via la casa e il locale ho un fratello e una sorella più piccoli e mia madre non ce la fa con le spese nostro padre è morto nemmeno un mese fa e dopo aver pagato le spese mediche e un banalissimo funerale non abbiamo quasi più nulla, voglio sfrattarci e non posso permettere che accada una cosa del genere, mia madre ne morirebbe e dopo la morte di papà non gli ci vuole una cosa del genere, devo fare qualcosa, è vero sembro disperata e lo sono, però vivrò al meglio questa esperienza davvero sono una persona affidabile e responsabile porterei avanti la gravidanza in modo sano”dissi io prendendo fiato dopo aver parlato a lungo.

“ma ci hai pensato bene? Insomma è una cosa complicata, il bambino di qualcun altro poi dovrai lasciarlo, non potrai tenerlo, sarai in grado di fare qualcosa del genere?”chiese Miranda.

“si ce la farò, ci ho pensato bene e so quello che faccio”dissi io non sapendo davvero quello che mi aspettava in quel momento avevo in mente soltanto di sistemare le cose per la mia famiglia, non pensavo alle conseguenze, non credevo sarebbe stato difficile staccarmi da quel bambino, l’avrei compreso soltanto dopo.

“ok, allora perché non torni domani mattina presto così facciamo tutti gli accertamenti del caso per essere certi che stai bene?”chiese Miranda

“perfetto”dissi io.

Esattamente quattro giorni dopo le mie analisi mi richiamarono dalla clinica per dirmi che ero sana come un pesce e che sarebbero stati lieti di avermi nel loro gruppo.

“America eccoti, abbiamo trovato la coppia che fa al caso tuo ma oltre a portare avanti la gravidanza dovremmo fecondare un tuo ovulo con lo sperma del donatore, non posso dirti nient’altro per la privacy”disse Miranda.

“io accetto”dissi io

“dovresti pensarci su potresti pentirtene e una volta firmato questi documenti dovrai rispettare ogni clausola”disse Miranda

“io accetto”dissi io firmando senza nemmeno leggere quei fogli.

“va bene, secondo gli esami l’ovulazione dovrebbe essere tra qualche giorno, quindi il dottor Parson pensava di fare il tutto dopodomani, sarà come un inseminazione artificiale, e dopo ti daremo la prima parte dei soldi”disse Miranda.

“perfetto”dissi io stringendole la mano.

Qualche giorno più tardi dovemmo tornare alla clinica era il fatidico giorno, come continuava a chiamarlo Simon per me era soltanto un giorno come un altro, ed ero anche piuttosto tranquilla, con tutti i problemi che avevamo di recente, quella mi sembrava davvero una cosa da nulla,

“ho dimenticato tutte le analisi in macchina”dissi io sbuffando mentre me ne stavo seduta insieme a lui nella sala d’aspetto.

“tranquilla ci vado io”disse Simon uscendo in tutta fretta e ritornando ben venti minuti dopo, il dottore per fortuna non mi aveva ancora chiamata.

“eccoti”dissi a Simon quando finalmente lo vidi comparire

“scusa ma non crederei chi ho incontrato, ho incontrato Alyssa Davis”disse Simon

“buon per te non ho idea di chi sia”dissi io anche se non sapevo che in futuro avrei saputo benissimo chi fosse.

“chiaro, non metti fuori il naso da casa, comunque è una modella importante, ora esce con quell’attore per cui voi ragazze stravedete non mi viene il nome”disse Simon.

“io non stravedo per nessuno”dissi io

“chiaro”disse Simon facendo riferimento sempre al fatto che ormai non mi ero più interessata a quello che succedeva all’esterno della mia bolla.

“signorina Whright prego”disse un’infermiera invitandomi a seguirla, ero totalmente terrorizzata in quel momento, però per fortuna fu qualcosa di molto veloce.

Un mese dopo ero a casa di Simon con lui e Cassie e guardavo il più su quella finestrella, quel più ci aveva tolti dai guai anche se non avevo spiegato a mia madre come avevo ottenuto una cifra simile le avevo detto che Simon aveva venduto la macchina che le aveva regalato la madre, dopo tutto era vero, la madre gliene aveva appena comprata una nuova e non stava usando più l’altra, ma ora che tutto era confermato non potevo più mentire, potevo prendere tempo al massimo un paio di mesi ma poi avrei dovuto tirare fuori la verità, e quello probabilmente sarebbe stato il momento più difficile.

Che cosa avrebbe pensato mia madre? Le avrei fatto schifo per aver preso una decisione simile o mi avrebbe capita? Dopo tutto io l’avevo fatto per la nostra famiglia tempo nove mesi nemmeno e avremmo potuto far finta che tutto quello non fosse mai successo, non sapevo ancora quanto mi sbagliavo.

 

 

 

Eccomi con il nuovo cap, non è arrivato subito perché l’avevo scritto per metà in vacanza e mi mancava il pov di america, il prossimo cap non arriverà molto presto perché devo studiare per gli esami, quindi non preoccupatevi se vedete che passano le sett e non aggiorno l’ispirazione c’è ma devo autobloccarla perché ho due esami importantissimi da dare e a fine mese l’esame di tirocinio che bello XD e in mezzo c’è anche il mio compleanno chissà che succederà quest’anno e chi se ne dimenticherà XD cioè sono nata lo stesso giorno di reneesme e i miei due migliori amici se ne dimenticano ditemi se non è una cosa pessima eppure bd l’hanno letto XD comunque questo sproloquio per dire che sono tornata dalle vacanze che hanno fatto seriamente schifo come sempre e che però devo passare gli esami poi mi concentrerò su queste storie che adoro e specialmente recupererò bene con be è che non ero nel mood giusto per scriverla e non mi andava di rovinarla XD un abbraccio a tutti ciao 

p.s il titolo si riferisce alle equazioni matematiche XD

 

 

 @ daisyB : ahaha la sfortuna ti ha perseguitato insomma beh comunque se hai avuto modo di startene tranquilla buon per te XD io il giorno che sono partita sono uscite le foto del bacio robsten XD ero in profonda crisi perché nella casa dei miei mio cugino mi ha fatto una connessione casalinga ma va tipo 52k e ci metteva tre vite a caricare le foto un vero dramma XD il prologo racconta il dramma in cui si troverà Robert ma almeno non sarà solo Sturridge c’è sempre XD uhm in che senso uguale? Nel senso mille capitoli sulla gravidanza XD lì li ho messi perché ci stavano, no qui si parlerà poco di gravidanza si parlerà molto del dopo, perché lui come credo si capisce nel prologo dovrà crescersi un bambino da solo, cioè con Tom XD no tranquilla io purtroppo non ne ho trovate molte aggiornate sigh un bacione ciao.

 

@ RiceGrain : per la prima volta non sarai tra i primi a leggere XD ahahah si parlare attraverso Rob XD eh lo so anche a me in realtà però sto alternando in vivere è abb serio, in be era sfigato inizialmente, e qui è figo e per niente sfigato, è più figo di rob cioè non esageriamo ora XD eh lo so quel prologo è stato un errore perché adesso la odiate tutti, però in questi cap lui non ha le fette di salame erano davvero una coppia seria, stanno insieme da quattro anni cioè da quando lui ha 24 anni, mentre si nei prossimi cap le avrà le fette di salame sugli occhi XD grazie mille io però volevo il cap di MM XD no scherzo precedenza agli impegni seri un bacione ciao

 

 

@ bibabirba : già è proprio brutto, comunque si erano scelte difficile anche se vedremo che prenderle non sarà complicato quanto affrontarne le conseguenze, si bisogna trovarsi in una situazione simile, però portare avanti una gravidanza e non tenere il bambino non credo sia facile grazie mille per la rec un bacione ciao

 

@ Frytty : ahaha esatto XD guarda penso che avrebbe l’imbarazzo della scelta XD si in quel momento è difficile, anche se prendere la scelta non sarà difficile quanto gestirla poi, Rob è innamorato e attualmente anche Alyssa però le cose cambieranno almeno per lei si Tom è quello che se la passa meglio, glielo devo l’ho trattato troppo da nerd in be XD un bacione ciao

 

@ winnie poohina : si è un momento brutto, chiaramente è sfigata quindi, si e notare come arriva a questa cosa che assurdità XD le ho messe alla fine XD tra l’altro era lo stesso che avevo detto che bello e casualità lo indossava proprio lei, era destino che fosse Alyssa XD Sturridge è figo XD ah beh se lo dici tu XD un bacione ciao e mi raccomando voglio i ps con i passeggini quindi quando hai tempo dallo studio alias di notte suppongo XD applicatici sennò quando andiamo a London ti ritroverai le scritte come nel film di ieri XD

 

@ fiorella91 : si sono dei casi rari non rarissimi in realtà perché è frequente ma non così tanto, cioè loro sono incompatibili e lei è andata troppo sotto stress e al momento non ci riesce così prende in considerazione questa opportunità, in realtà via robert lei ad avere figli problemi non ne avrà XD esatto un compleanno davvero sfortunato ma le cose si risolleveranno anche per lei un bacione ciao.

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Capitolo 5
*** le cose non vanno mai come speri ***


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America pov

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Una settimana dopo quel test positivo Miranda mi chiamò perché effettuassi tutti gli esami di controllo di inizio gravidanza e la visita per vedere che tutto fosse iniziato nel migliore dei modi, ricordo benissimo il giorno in cui qualche settimana dopo il dottore riuscì a fare la prima ecografia, era tutto così strano dovevo vivere quella situazione con il maggior distacco possibile eppure tutto stava accadendo proprio dentro di me, rifiutai di guardare il monitor pensando che così avrei potuto ignorare la cosa ma ben presto dovetti ricredermi, era impossibile non sentirsi coinvolti in una situazione simile.

“America tesoro stai bene?”chiese mia madre dopo l’ennesimo capogiro della settimana, ero a dieci settimane di gravidanza e il mio ventre era già piuttosto gonfio rispetto alle dimensioni che avrebbe dovuto assumere però grazie alle mie magliette larghe non avevo avuto problemi a nascondere tutto a mia madre, ma il problema vero e proprio era iniziato quando i primi malesseri avevano iniziato a presentarsi per giunta tutti in coro.

“si mamma tutto bene”dissi io prendendo un bel respiro e ignorando quella sensazione di nausea che non se ne era ancora andata dal mio risveglio.

“voglio parlare con il padre di Simon, sono troppi soldi devo trovare il modo di renderglieli al più presto, non credo ci vorrà molto il locale è sempre andato molto bene”disse mia madre

“certo mamma, ma non preoccuparti davvero per Simon non è un problema”dissi io

“si però voglio potergli ridare tutto indietro al più presto sono stati davvero gentili e non voglio approfittarne”disse mia madre

“ok”dissi io andando a lavare gli ultimi piatti e il nuovo detersivo all’arancia mi provocò un conato di vomito costringendomi a raggiungere il bagno a pochi passi dalla cucina.

“tesoro davvero sei sicura di star bene?”chiese mia madre preoccupata quando riemersi dal bagno con un espressione che probabilmente non sembrava certo dire quanto fossi in forma.

“si davvero va tutto bene”dissi io mettendomi a sedere

“forse è meglio che ti veda un medico che dici?”chiese mia madre

“mannò davvero sto bene”dissi io

“non mi convinci molto sai?”chiese mia madre

“mamma davvero tutto ok”dissi io e così mi toccò mentire per giorni e giorni, diedi la colpa ai cambiamenti di tempo, al fatto che avessi bevuto qualcosa di freddo, che avessi lasciato i capelli bagnati e che avessi mangiato qualcosa di scaduto, e la farsa tenne bene per ancora un mese e mezzo  ma la mia pancia che cresceva sempre più a vista d’occhio iniziava a non essere più tanto invisibile secondo Simon e arrivò ben presto anche il giorno in cui dovetti vuotare il sacco con mia madre, un sacco davvero pesante, avevo preparato per precauzione anche alcune delle mie cose pronta a trasferirmi da Simon.

“tesoro ancora vomito? Qui ci vuole un medico non possiamo rischiare, non posso perdere anche te”disse mia madre stringendomi a lei, sapevo benissimo a cosa stava pensando in quel momento, e per un attimo pensai anch’ io a lui, mi mancava terribilmente chissà come l’avrebbe vista lui, anche se in fondo al cuore speravo che mi appoggiasse e che mi aiutasse ad affrontare il percorso che avevo preso per quanto eticamente scorretto potesse essere.

“tesoro ma sei ingrassata?”chiese mia madre un po’ perplessa

“ehm no”dissi io sperando di risultare convincente.

“oddio America ma non sarai mica, America sei incinta?”chiese mia madre sbiancando e in quel momento capì che dire la verità non sarebbe stato affatto facile.

“ecco mamma, si”dissi io provando a controllare il senso di nausea che mi stava risalendo di nuovo lungo lo stomaco, lo sentivo indirizzarsi verso l’esofago e tentavo con tutte le forze di rimandarlo indietro.

“si? Oddio ma non, insomma è successo con Simon? E lui lo sa?”chiese mia madre alquanto preoccupata.

“mamma vedi è una cosa un tantino più complicata, credo sia meglio se ti siedi un attimo”disse America invitando la madre ad accomodarsi e sedendosi accanto a lei.

“che cosa significa una cosa un tantino complicata?”chiese mia madre

“ok, ti prego non arrabbiarti ma a me non è sembrata un’idea così folle, e poi tra qualche mese potremo far finta di nulla”dissi io

“di cosa stai parlando?”chiese mia madre ancora più perplessa

“utero in affitto hai presente? Cioè in realtà è più madre surrogata suona malissimo lo so comunque sono andata in una clinica e sto portando avanti la gravidanza di una coppia che ha qualche problema a portarne avanti una”dissi io spiegandogli il tutto in poche parole.

“no credo di non aver capito bene”disse mia madre provando a rielaborare il tutto.

“mi hanno dato dei soldi per portare avanti questa gravidanza ma sono seguita dalla clinica è tutto legale e davvero tempo qualche mese e potremo far finta che non è successo nulla”dissi io

“che non è successo nulla? Tu riuscirai davvero a far finta che non sia successo nulla? Porterai avanti una gravidanza partorirai e poi riuscirai a far finta che non sia successo nulla?”chiese mia madre alquanto preoccupata non sembrava per niente scioccata da tutto quello che riguardava la storia della madre surrogata e nemmeno il fatto che praticamente avessi venduto il mio corpo per alcuni mesi per portare avanti una gravidanza non mia sembrava turbarla molto.

“si, insomma non è mio, cioè in realtà in parte si però insomma io non ho certo intenzione di avere un bambino”dissi io tranquillamente.

“a quante settimane sei?”chiese mia madre

“circa 19 settimane”dissi io

“che cosa? E quando aspettavi a parlarmene non pensavi che prima o poi me ne sarei accorta?”chiese mia madre

“cercavo il momento giusto, temevo il tuo giudizio”dissi io

“tesoro è una cosa che insomma mi scombussola un attimo e insomma pensare che l’hai fatto per la famiglia mi fa male, perché sono io che dovrei occuparmi di voi, e in più fino ad ora hai sempre rinunciato a tantissime cose, però ormai mi sembra che questa cosa sia fatta e che sia tardi per tornare indietro, che cosa vuoi che ti dica, insomma ho paura di come ti sentirai alla fine di questa cosa, però non posso che esserti vicina sono tua madre”disse mia madre.

“grazie mamma”dissi io abbracciandola era importante sapere che mi considerava ancora sua figlia e che potevo contare sul suo appoggio.

“siamo sicuri che si tratta di una clinica seria e che c’è da fidarsi?”chiese mia madre

“si è una delle migliori cliniche nel settore di tutta la California, e poi già la zia di Cassie ha fatto la stessa cosa da loro ed è stato tutto ok”dissi io

“ok, beh allora dovresti fare qualcosa per quelle nausee e magari riposarti un pochino oggi non ha per niente una bella faccia, quando Matthew tornerà da scuola mi darà una mano lui”disse mia madre.

“va bene”dissi io senza ribattere sapevo che sarebbe stato inutile, anche se il senso di nausea dopo essermi tolta un peso del genere stava nettamente scemando, potevo addirittura dire che mi sentivo meglio.

Forse proprio la sensazione di fare tutto alla luce del sole mi spinse nei mesi successivi a stare sempre meglio, non avevo avuto più nessun disturbo legato alla gravidanza e potevo sinceramente affermare di sentirmi bene, mia madre mi aveva comprato anche qualche camicia più comoda anche se ormai tutti in città sapevano del mio stato, non che mi dispiacesse non sentivo di aver nulla da nascondere e poi mi piaceva portarmi in giro quella pancia enorme, dopo tutto eravamo in California e nessuno si faceva problemi però a volte mi capitava di pensare a quando tutto sarebbe finito, alle domande delle persone che mi conoscevano che mi avrebbero chiesto dove fosse il bambino e questo era qualcosa che mi provocava già un certo dispiacere, forse staccarsi da quella situazione non sarebbe stato così semplice, forse alla fine di quei nove mesi non sarei riuscita a dire “ecco ora posso continuare a vivere la mia vita”.

“America tutto ok?”chiese Simon al mio fianco mentre aspettavamo Cassie fuori dalla gelateria, l’odore di panna montata mi dava la nausea e quindi era entrata da sola per prendere un gelato a lei e a Simon.

“si”dissi io portandomi una mano sulla pancia proprio dove avevo sentito il bambino muoversi.

“che pancia enorme, ma non è che esploderai mancano due mesi alla fine ed è enormissima”disse Simon ridacchiando

“si probabilmente esploderò prima della fine”dissi io sorridendo e sentendo un altro movimento del bambino.

“si è mosso?”chiese Simon curioso

“si muove tantissimo oggi, vuoi sentire?”chiesi io

“certo”disse Simon portando una mano proprio dove la tenevo io

“ecco qui”dissi io

“cazzo è impressionante,avrà un bel futuro da giocatore di football vedrai”disse Simon ridendo.

“chissà”dissi io intristendomi per un attimo, quel bambino non sarebbe mai stato mio figlio, perché non mi sarei presa io cura di lui avrebbe avuto un’altra mamma e immaginare il suo futuro era qualcosa che non potevo certo permettermi, però speravo che avrebbe avuto il meglio dalla vita, una madre e un padre che lo amassero a sufficienza proprio come avrei fatto io.

“eccomi”disse Cassie con la sua solita voce squillante distraendomi per fortuna dal vortice di pensieri in cui mi stavo inoltrando.

“sembravate una coppietta da dentro, Simon non è che vuoi anche tu un bambino vero?”chiese Cassie perplessa.

“certo che no”disse Simon

“anche se guarda America è ancora più bella del solito, forse diventerei ancora più bella”disse Cassie

“ne sono sicuro”disse Simon baciandola

“comunque è presto”disse Cassie, le loro coccole da fidanzatini non mi davano fastidio ormai ero abituata e poi Simon e Cassie erano gli unici amici che mi rimanevano e le persone che mi erano state più accanto in quel momento.

 

 

Robert pov

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Dopo la proposta che avevo fatto ad Alyssa non avevamo più parlato di matrimonio, io ero stato molto impegnato sul set del mio ultimo film e lei era stata super impegnata con campagne di moda e copertine su copertine, soltanto una sera avevamo provato ad ipotizzare possibili luoghi adatti ad un matrimonio ma naturalmente eravamo stati in disaccordo io avrei preferito la campagna un bel posto fuori città tranquillo mentre lei voleva una cerimonia più sfarzosa con invitati su invitati e quindi alla fine avevamo esordito con un beh ci penseremo poi e da quel poi erano passati bene sei mesi, sei mesi durante i quali lei era sempre un po’ strana e continuava a lavorare tantissimo, così passavo i miei week end liberi con i miei amici a casa a giocare alla x-box tipico passatempo da ragazzo single.

“non dirmi Pattz anche questo week end non c’è?”chiese Tom ridacchiando ed entrando in casa dove già i miei amici Sam, Bobby e Marcus stavano giocando.

“sta lavorando parecchio”dissi io

“uhm, beh si”disse Tom

“cosa stai insinuando?”chiesi io

“no dico però non è uscita mezzo servizio fra quelli che ti ha detto che sta facendo”disse Tom

“usciranno più tardi e comunque stai forse insinuando che mi sta mentendo? Perché dovrebbe farlo? Insomma mi ama e presto ci sposeremo”dissi io tranquillo

“certo si hai ragione”disse Tom interrompendo l’argomento, all’epoca forse se mi avesse esposto i suoi dubbi più approfonditamente e se mi avesse detto di quel modello con cui l’aveva vista a pranzo più volte durante gli ultimi mesi forse qualche dubbio me lo sarei anche fatto venire, ma il mio migliore amico non voleva mettermi inutili pensieri in testa, dopo tutto lui li aveva visti soltanto pranzare, e poteva starci che due colleghi andassero spesso a pranzo insieme, non ci stava invece quello che scoprì solo quando se ne fu andata di casa.

“Rob devi migliorare la tua tecnica, cioè hai una grande responsabilità come padre, non vorrai certo che tuo figlio sia un incapace con la x-box”disse Marcus prendendomi in giro.

“ ma quindi è un maschio?”chiese Bobby curioso.

“si hanno detto che è un maschio”dissi io con naturalezza per me non era stata una gran notizia, che fosse maschio o femmina era uguale, volevo soltanto un bambino insieme ad Alyssa.

“cavolo un maschio allora devi assolutamente trovare qualche nome imponente”disse Sam

“l’ha già scelto Alyssa il nome”dissi io ricordando lei che sfogliava il libro dei nomi e mi chiedeva quale nome mi piacesse di più e io che annuivo a praticamente tutti i nomi possibili ed immaginabili, per me quello che sceglieva lei era perfetto.

“no davvero non me l’aspettavo proprio figuriamoci se Robert zerbino Pattinson possa dire la sua alla sua dolce Alyssa”disse Bobby prendendomi in giro.

“io non sono lo zerbino di nessuno”dissi io

“non se ne rende nemmeno conto è questo il punto”disse Sam

“ma questo nome?”chiese Marcus

“Kevin ”dissi io

“uhm tipicamente americano non mi piace”disse Marcus

“è un bel nome”dissi io

“non contraddire quello che dice Alyssa regola numero uno”disse Tom facendo ridere tutti, perché tutti continuavano a darmi dello zerbino l’amavo e volevo renderla felice che cosa c’era di male in tutto questo?

Quel lunedì non avrei lavorato così pensai bene di fare una sorpresa ad Alyssa per il suo rientro a casa e con l’aiuto della mia manager cercai tutto l’occorrente per rendere quella cameretta vicino alla nostra la stanza giusta per un bambino, una giornata piuttosto faticosa ma il risultato era ottimo, se fossi stato un bambino sarebbe stata la cameretta dei miei sogni, non vedevo l’ora di vedere l’espressione di Alyssa quando avrebbe visto tutto.

Sarebbe dovuta rientrare per le 20 il suo aereo doveva atterrare nel tardo pomeriggio ma erano le 22 e di lei non c’era ancora nessuna traccia così pensai di chiamarla probabilmente aveva avuto qualche problema con il volo.

“pronto, Robert”disse Alyssa rispondendo al telefono, strano quando rispondeva alle mie chiamate difficilmente mi chiamava per nome era più probabile che mi chiamasse amore e non Robert, questa piccolezza mi fece uno strano effetto.

“amore ma non dovevi essere a casa per le 20?”chiesi io

“si lo so infatti stavo per chiamarti mi intrattengo un giorno in più non abbiamo ancora finito torno domani”disse Alyssa

“ah capisco”dissi io un po’ deluso.

“bene perfetto ciao”disse Alyssa chiudendo in un attimo senza nemmeno darmi il tempo di dirle qualcosa e senza nemmeno augurarmi la buona notte, all’epoca non gli diedi molta importanza all’epoca pensavo che fosse solo molto presa dal suo lavoro e non potevo certo immaginare che in realtà quel week end non si era mai spostata da Los Angeles e che non aveva mai preso un volo per le Hawaii.

Quando tornò a casa e le feci vedere la mia sorpresa commentò con un bello un po’ privo di entusiasmo, non era certo la reazione che mi aspettavo da lei.

“sicura che ti piace?”chiesi io

“certo è molto carino a Kevin piacerà”disse Alyssa dandomi un bacio sulla guancia e tornandosene in camera nostra, un bacio sulla guancia era tutto quello che avevo ricevuto dopo quattro giorni in cui non ci eravamo nemmeno sentiti.

Non diedi peso nemmeno al fatto che quando provai a baciarla lungo il collo si ritrasse dicendomi che era molto stanca, frase che nelle settimane successive usò parecchie volte, e nella mia più totale ingenuità le avevo sempre creduto non avevo mai pensato che non volesse che la sfiorassi perché il tocco che voleva sentire sulla sua pelle era quello di qualcun altro, perché le labbra che voleva sfiorassero le sue erano altre, non avevo mai pensato a nulla di simile, pensavo davvero che fosse stanca e anche quando dovetti andare da solo dalla signora Brown per vedere una delle ultime ecografie che avevano fatto alla nostra madre surrogata non avevo certo pensato che di quel bambino ormai gli interessasse poco, tutto questo l’avrei capito soltanto nei mesi successivi quando le sue foto mano nella mano con quel modello di cui io ignoravo l’esistenza sarebbero finite su tutte le copertine dichiarando la fine della nostra storia.




Questo cap non è lunghissimo perchè comunque non volevo mettere troppo il dito nella piaga ci serve solo per capire che cosa è successo a grandi linee in questi mesi come la coppia Alussa-Robert è colata a picco e come America che crede di poter vivere questa situazione come qualcosa di esterno alla sua vita si sbagli in pieno..
Non pubblico perchè ho passato l'esame mi ero preparata ma non sufficientemente purtroppo a giorni sarà il mio compleanno e come ogni anno il compleanno segna un passaggio di tempo e in genere faccio sempre un inventario dell'anno che ho passato e beh è piuttosto deprimente vedere che non è cambiato niente dai 20 piuttosto che dai 19 18 15, ma piccoli dettagli comunque non è che non l'abbia passato sono andata e alla fine ho deciso di spostarmi al prossimo appello quindi oggi ho postato ma chissà quando ne avrò ancora tempo anche perchè sono in tirocinio attivo a parte oggi che non mi sono svegliata,tutta colpa di sogni piuttosto vividi dove riesco a prendermi una rivincita sulle persone che non sopporto XD  che dire spero che possa piacervi e fatemi sapere cosa ne pensate sempre se vi va ciaooo

@  bibabirba : già beh non è che abbiano smesso di amarsi cioè lei si però diciamo che il loro distacco è dovuto alla vita, sono cose che capitano, cioè non dovrebbero capitare però capitano, perchè è inutile che lo dica lo saprai sicuramente ma la vita è ingiusta e il 90% delle volte va tutto male quindi qui siamo nel 90% manca ancora qualche giorno è il 10 comunque grazie li accetto lo stesso anche se odio quel giorno XD ciaoo 

@
Frytty : vero molto carino.. tom dovrei ucciderlo in qualche ff e non è detto che non lo farò XD però concordo con te anche se secondo me quello che c'è in qst ff ha il suo che comunque XD esatto lei proprio non considera questa cosa e come si vede già adesso che è verso la fine ha qualche problema XD si beh non l'ho dato ero lì vedevo che bocciava tutte e ho detto sa penso di tornare al prossimo appello XD ciaooo

@
fiorella91: esatto concordo su tutto XD grazie mille anche se ancora devo darli ma speriamo XD

@
 daisyB: ahaha eh vedrai la vita di America prenderà una svolta positiva nel futuro XD io voglio più qualcuno che me lo metta XD ma andrebbe bene anche l'anello di plastica dei bambini proprio XD no sono sempre quelle ma tanto pare che sia una cosa falsa cioè si vede che l'hanno fatto soltanto per farsi fotografare XD ciaoo

@
 winnie poohina: si è la spiegazione delle equazioni matematiche un più può cambiarti la vita, si lo ama però come il 90% delle cose nella vita andrà male, si è molto carino è un ottimo amico come difficilmente se ne trovano, anzi molto difficilmente, si ho continuato prima in realtà ma vabbeh ciaoo

@
_Miss_: grazie mille ma non preoccuparti ci mancherebbe XD ehssì la storia parte da loro due cioè continuerà con loro due XD si sono riuscita a prendermi un pochino per scrivere poi torno a studiare XD vedrai vedrai non manca tantissimo XD ciaoo

@
 RiceGrain: si per ora sono un pò gli opposti vedremo lei come  reggerà nel mondo che si troverà ad affrontare poi, si è grande qui ha 27 anni passati e ci sta come cosa, anche se in realtà lo fa più per lei non è che sia così tanto convinto  si qui è diverso, vedremo come la prenderà la madre magari non così male escono da una bruttissima situazione non credo avrà la forza di prenderla così male ciaoo


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Capitolo 6
*** mio figlio ***


 

 

Robert pov

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Ormai avevo perso il conto di quante settimane fossero passate dall’ultima volta che io e Alyssa avevamo avuto un po’ di tempo per noi due, era perennemente fuori casa occupata con i suoi mille impegni lavorativi, e quando ero tornato sul set di un nuovo film le cose erano peggiorate perché oltre al fatto che lei non fosse mai in casa neppure io ero molto presente per via del lavoro.

Continuavamo a ricevere notizie sulla gravidanza della donatrice e notizie sul nostro bambino, sembrava che tutto stesse andando per il meglio e quella al momento era l’unica certezza all’interno del nostro rapporto, presto saremmo diventati genitori di un bambino e speravo che la stanchezza delle ultime settimane avrebbe lasciato finalmente il posto a un po’ di pace, mancavano pochi giorni alla fine delle riprese e poi sarei stato libero per almeno i prossimi tre mesi e anche Alyssa mi aveva detto che avrebbe fatto di tutto per liberarsi da ogni impegno e poter stare a casa con me e il bambino, forse avrei dovuto iniziare a sospettare qualcosa già allora, improvvisamente negli ultimi mesi sembrava che tutto l’entusiasmo iniziale stesse scemando sembrava quasi che di quel bambino che tanto aveva desiderato gli importasse poco, eppure continuavo a pensare che fosse stanca e magari un po’ impaurita all’idea di diventare madre, perché vivere una gravidanza significava iniziarsi ad abituare all’idea di diventare madre, mentre lei si sarebbe trovata questo bambino tra le braccia così all’improvviso, e credevo che quel cambiamento fosse dovuto alla paura, e avevo anche tentato di parlarne con lei, ma ogni volta sviava sempre l’argomento parlandomi di cose decisamente più futili.

Era un tardo pomeriggio di marzo quando tutto finì e il ricordo di quel momento sarebbe rimasto vivido per molto tempo, ero uscito da lavoro e mi ero precipitato a casa per vedere Alyssa erano giorni che nemmeno la sentivo e mi era mancata terribilmente ma sentire la mancanza dell’altro non era stata una cosa reciproca, entrai in casa e quasi inciampai nelle mille valigie all’ingresso.

“amore stai partendo, non era la settimana prossima il servizio alle Hawaii?”chiesi io un po’ perplesso vedendo le valigie di Alyssa vicino alla porta, di solito quando era in partenza si avvicinava sempre tutto alla porta, mi salutava al volo e poi partiva, ma quel giorno mentre tornavo a casa non mi aspettavo certo di trovarla in partenza.

“no Robert me ne sto andando”disse lei con un espressione decisa.

“andando? E dove? Quando torni?”chiesi io

“Robert è finita io non posso accettare questa situazione, no, non ce la farei mai”disse Alyssa.

“ne abbiamo parlato per mesi tra qualche settimana nascerà il bambino, nostro figlio ricordi?”chiesi io cercando di rimanere calmo anche se le sue parole mi stavano annebbiando.

“no non nostro tuo e di una che non sappiano nemmeno chi sia, quel bambino non sarà mai mio”disse Alyssa

“tesoro sei solo spaventata abbiamo fatto di tutto per riuscire a trovare qualcuno, la signora Brown ha detto che la gravidanza sta andando bene e che tra poco arriverà il bambino, un bambino che abbiamo voluto entrambi, non puoi mollare proprio ora”dissi io provando ad abbracciarla ma lei subito si ritrasse.

“forse ma io ora non posso, non me la sento più e poi non voglio più passare la mia vita con te”disse Alyssa e solo in quel momento potei notare che non portava più l’anello che  nove mesi prima le avevo donato promettendole di sposarla al più presto.

“te ne stai andando davvero? “chiesi io scioccato

“non era destino per noi Robert”disse Alyssa uscendo con le sue cose.

Non so per quanto tempo rimasi a fissare il televisore spento seduto sul divano di quella casa che ufficialmente ora era soltanto mia, so solo che a un certo punto squillò il telefono e ricevetti la notizia più appropriata per  quel momento.

“signor Pattinson sono la signora Brown volevo informarla che la nostra donatrice è in clinica  per il parto, la cosa si è anticipata leggermente a quanto pare”disse la signora Brown 

“va bene”risposi riprendendomi dallo choc iniziale

“va tutto bene signor Pattinson? È emozionato posso immaginarlo”disse la signora Brown.

“si tutto bene, è solo un momento importante”dissi io mostrandomi tranquillo, dopo tutto la donna con cui immaginavo di trascorrere il resto della mia vita e per cui avevo fatto tutto questo casino che in tutta sincerità non ero certo fosse poi tanto legale mi aveva appena lasciato dicendomi che non poteva avere un bambino non suo, e nello stesso giorno stava per nascere quello che sarebbe stato solo mio figlio.

“certo che è un momento importante, comunque ci vorrà ancora del tempo pare che il primo parto sia qualcosa di molto lungo, ma insomma suppongo che sarete i primi a vedere il bambino”disse la signora Brown.

“si mi preparo e arrivo subito”dissi io sbrigativo non volevo sentirmi chiedere perché sarei venuto solo e non volevo rispondere non ora, anche se tra meno di dieci minuti sarei stato obbligato a darle una risposta, una risposta a cui nemmeno io sapevo rispondere, perché davvero non lo sapevo perché mi trovavo in casa mia improvvisamente da solo e con un figlio che per metà era indubbiamente mio.

Forse avrei dovuto chiamare Tom ma la verità era che in quel momento nemmeno un consiglio del mio migliore amico mi avrebbe aiutato, non sapevo che cosa fare e che cosa ne sarebbe stato della mia vita, ma sapevo che dovevo andare alla clinica quella era l’unica cosa che sarei riuscito a fare.

Scesi in strada e presi la macchina notando il posteggio davanti al mio dove prima si trovava la macchina di Alyssa vuoto e provai una strana sensazione allo stomaco, improvvisamente mi sentì stupido ricordai l’entusiasmo che avevo avuto quel pomeriggio rientrando a casa e sapendo che lei era lì e pensando che stesse aspettando me, come avevo fatto ad essere così stupido, misi in moto e guidai velocemente verso la clinica non feci caso al percorso che compivo sempre con lei quando andavamo al giapponese e non feci nemmeno caso al negozio di Tiffany dove avevo acquistato l’anello per chiederle di sposarmi guidavo senza vedere davvero quello che mi circondava se non la strada e i segnali.

Parcheggiai davanti alla clinica evitando ancora di guardarmi intorno evitando di vedere me mentre la baciavo dopo aver saputo dalla signora Brown che avevano trovato una donna che avrebbe portato avanti la gravidanza e che avrebbe fatto nascere nostro figlio, e alla parola nostro sentì ancora una fitta allo stomaco, e ancora le parole che aveva detto prima di andarsene non molte ore fa, “no non nostro tuo e di una che non sappiano nemmeno chi sia, quel bambino non sarà mai mio”, eppure quel bambino lei l’aveva voluto molto più di me, ed ora cosa faceva ci rinunciava così, io nemmeno lo volevo un figlio, volevo un figlio con lei, ma non volevo un figlio che non avrebbe avuto una madre eppure in quel momento entrare e prendermi le mie responsabilità mi sembrò la cosa più giusta da fare. Alyssa mi aveva abbandonato e allo stesso modo aveva abbandonato anche quel bambino che avrebbe dovuto crescere e amare, ma io non avrei fatto lo stesso.

“Robert”mi chiamò la signora Brown vedendomi

“signora Brown buongiorno”dissi io

“siamo fortunati sa pare che non ci vorrà molto, un parto veloce e meno sofferenza anche per la madre, cioè la madre biologica ”disse la signora Brown

“meno male”dissi io sforzandomi di dire qualcosa e di non rimanere troppo in silenzio.

“Alyssa?”chiese la signora Brown

“Alyssa?”chiesi io prendendo un bel respiro e preparandomi a tirare fuori quel vomito di parole bloccato in gola che tentavo di rimandare giù.

“si è un peccato che non ci sia”disse la signora Brown

“credo che sia impegnata ad andarsene di casa, se ne è andata oggi stesso”dissi io rimanendo freddo e distaccato, non volevo che quella donna provasse pena per me, non avevo bisogno della pena di nessuno.

“come se ne è andata? E il bambino? Vi siete presi una responsabilità”disse la signora Brown e fu in quel momento che mi accorsi delle iniezioni di botulino perché nonostante la situazione fosse drammatica continuava a sorridermi e avrei tanto voluto dirle che cazzo aveva da ridermi in faccia, non volevo comprensione ma ridermi in faccia mi sembrava troppo.

“io sono qui, e mi prendo la mia responsabilità, è mio figlio dopo tutto”dissi io

“Robert pensi di potercela fare da solo?”chiese la signora Brown.

“me la caverò, non ho nessuna intenzione di abbandonare mio figlio”dissi io deciso e la signora Brown mi diede una pacca sulla spalla provando a confortarmi.

“sei un ragazzo in gamba Robert”disse lei con la sua solita espressione.

“è nato”disse una donna sbucando da una porta con il fiatone come se avesse corso chissà quanto.

“allora Robert vuoi conoscere tuo figlio?”mi chiese la signora Brown.

“non saprei forse dovrebbe prima vederlo la madre, magari è meglio che gli lasci qualche minuto per loro”disse Robert

“no la madre non ha voluto vederlo, ha preferito evitare”disse la donna che probabilmente doveva essere un’infermiera, e a quella frase mi si strinse il cuore, quel bambino era già stato rifiutato due volte ed era solo da qualche minuto venuto al mondo.

“ok sono pronto”dissi io sorridendo alla signora Brown e a quella infermiera.

“perfetto seguitemi”disse la donna

Passammo lungo un corridoio con un enorme vetrata al di là del vetro mille cullette e mille bambini che non facevano altro che piangere in un angolo in fondo un bambino dormiva tranquillamente quasi non sentisse i pianti intorno a lui.

“è lì in fondo, vado a prenderlo”disse l’infermiera passando attraverso una porta scorrevole e raggiungendo il mio bambino, si perché l’unico bambino che non piangeva era il mio, seguì la donna avvicinarsi sempre di più con il piccolo tra le braccia e in quel momento anche lui si unì al pianto collettivo, quando fu più vicino notai subito i capelli biondi chiarissimi e due occhi scuri che sembravano guardarmi ma senza mettermi davvero a fuoco.

“signore se vuole che il bambino la veda deve andare molto più vicino il loro campo visivo è limitato, sono abituati ad uno spazio ristretto”disse l’infermiera mentre me lo metteva tra le braccia ed io non sapevo nemmeno come tenerlo, mi sentivo terribilmente inadeguato.

“grazie”dissi io quando finalmente trovai una presa sicura per lui rassicurato dalla donna.

“è biondissimo anche la madre è così, veramente bello”disse la signora Brown osservandolo

“è così piccolo”dissi io senza trovare le parole adatte, non riuscivo ancora a realizzare bene che cosa mi stesse accadendo intorno.

“te la caverai Robert”disse la signora Brown dandomi forza.

“la madre non vuole proprio vederlo?”chiesi io

“Robert è solo una ragazza, è già stato difficile per lei lasciarlo, è meglio che ci sia un distacco di questo tipo”mi spiegò la signora Brown.

“io comunque voglio che se ne senta la necessità venga a vederlo un giorno, e sono pronto a darle informazioni sulla sua vita, credo di doverglielo”dissi io

“va bene Robert le riferirò tutto, è molto altruistico da parte tua”disse la signora Brown

“questo bambino non avrà una madre fissa ma voglio che sappia di averne comunque una”dissi io

“e un nome invece ce l’ha un nome?”chiese la signora Brown

“devo pensarci”dissi io ricordando quanto poco mi importasse che Alyssa avesse scelto un dozzinale nome americano per mio figlio.

“trova un nome incisivo Robert”disse la signora Brown.

Un nome incisivo, già.

 

Pov America

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“America lo sai che la tua pancia sembra un budino?”chiese la mia sorellina più piccola che trovava estremamente strano il fatto che io improvvisamente avessi una pancia così grande.

“che sciocca che sei Georgia è il bambino che si muove”disse Matthew prendendo in giro la sorellina più piccola.

“fa impressione”disse Georgia smettendo di osservare la pancia della sorella e scappando dalla madre.

“bene spavento anche mia sorella ora”dissi io ridacchiando e finendo la mia abbondante colazione, di solito non mangiavo mai molto ma quella mattina avevo particolarmente fame.

“tesoro anche tu facevi così lo sai quando eri nella pancia”disse mia madre rassicurando mia sorella che subito iniziò a farle mille domande sull’argomento e io e mio fratello assistevamo alla scena, vedendo finalmente nostra madre sorridere.

“come sta la mia best friend balena?”chiese Simon entrando nel locale e insultandomi come faceva sempre nell’ultimo periodo, avevo una pancia enorme, non avevo preso peso ma avevo comunque una pancia enorme sembrava che quel bambino sarebbe stato di un peso sui 4kg forse.

“Simon”disse Cassie tirandogli una pacca

“no ha ragione e guarda quanto sto mangiando oggi”dissi io prendendomi in giro da sola e facendo ridere entrambi i miei amici.

“andiamo a smaltire questi kili con del sano shopping”disse Cassie coinvolgendomi con il suo entusiasmo.

“posso almeno finire il mio latte al cioccolato?”chiesi io

“certo tesoro”disse Simon prendendomi in giro per il tono infantile che avevo usato.

“tesoro non stancarti troppo ok?”mi disse mia madre mentre finivo il mio latte.

“no, starò bene”dissi io prendendo la borsa e scendendo dallo sgabello.

“America”mi chiamò Georgia scendendo dalla gambe di mia madre e avvicinandosi a me.

“ti voglio bene lo stesso anche se la tua pancia sembra un budino”disse Georgia abbracciandomi.

“ok tesoro,anch’io te ne voglio”le dissi io commossa.

“a dopo”dissi poi uscendo con i miei amici.

“quindi manca pochissimo ormai al parto non sei terrorizzata?”chiese Cassie mentre passeggiavamo lungo la Rodeo drive e curiosavamo tra le vetrine alla ricerca di qualcosa di particolare che sembrava non esserci a differenza nostra Simon aveva comprato parecchie cose.

“uhm Cassie ti prego ti voglio bene, ma non farmi pensare a questa cosa”dissi io

“comunque se vai l’epidurale non dovrebbe fare così male no?”chiese Cassie

“no infatti, spero”dissi io accarezzandomi la pancia

“non accarezzarti la pancia che stimoli le contrazioni”disse Simon togliendomi la mano.

“lo so, ma non riesco a farne a meno”dissi io ammettendo quello che ormai avevano capito tutti da tempo, mi ero legata a quel bambino e più volte l’avevo immaginato, pensando a come sarebbe stato se mi sarebbe somigliato un pochino e che cosa avrebbe preso da me.

“si ma evita non vogliamo un parto prematuro, anche se quel ciccione sembra tre bambini non uno”disse Simon ridacchiando.

“non prendere in giro il mio bambino”dissi io facendogli la linguaccia e accorgendomi subito dopo dell’ennesima parola sbagliata, mio? Davvero avevo detto mio? Quel bambino non sarebbe stato mio e prima l’avrei accettato meglio sarebbe stato.

“ma non sai nulla del padre?”chiese Cassie curiosa

“no, e non voglio saperne nulla”dissi io

“chissà che nome gli metteranno magari sono dei ricconi che chiamano il figlio tipo Apple o con assurdi nomi di stati”disse Simon

“Simon ti sfugge il mio nome forse”dissi io fulminandolo

“il tuo è un nome serio e anche quello di tua sorella che centra”disse Simon

“infatti”dissi io atteggiandomi quando iniziai a sentire un dolorino strano, sembrava simile a quelle fitte che vengono durante il ciclo e non mi era capitato di sentirne mai una così intensa erano sempre state lievi e non molto dolorose, e il dottore aveva detto che erano semplicemente le braxton hicks ma questa volta mi sembrava qualcosa di diverso.

“stai bene?”chiese Simon vedendo una strana espressione sul mio viso e prima che ebbi il tempo di rispondere sentì una sensazione di bagnato lungo le gambe, non mi ero fatta la pipì addosso avevo capito benissimo cosa stava succedendo e lo capirono ben presto anche loro quando videro la chiazza bagnata ai miei piedi.

“oh la tua vescica è incontinente o cazzo hai rotto le acque”disse Simon sconvolto.

“ehm credo che”dissi io senza riuscire a dire altro

“corriamo alla clinica”disse Simon prendendomi in braccio.

“ma cosa fai?”chiesi io presa alla sprovvista

“non rischiamo andiamo”disse Simon correndo con me in braccio, una Cassie che correva al nostro fianco ancora sconvolta e la gente che ci guardava come se fossimo matti.

Arrivati alla clinica la signora Brown quasi non si prese un colpo vedendomi in braccio a Simon.

“che succede?”chiese subito avvicinandosi mentre delle infermiere arrivavano con una barella.

“niente ho rotto le acque e ho iniziato ad avere qualche contrazione”dissi io

“oh mio dio, ma allora ci siamo”disse lei tutta elettrizzata io non lo ero molto a dire la verità.

“avvertite mia madre”dissi io a Simon e Cassie mentre mi portavano dentro.

“certo tesoro certo”disse Simon baciandomi la fronte.

Quando mi portarono in una stanzetta con un numero sulla porta trovai una donna che si sarebbe occupata di aiutarmi a far nascere il bambino e il dottore che mi aveva seguita durante la gravidanza disse qualcosa a proposito di una dilatazione completa e ridacchiò al che lo guardai interrogativa.

“America avevi intenzione di farlo per strada questo bambino? Non hai sentito nulla? Sei a 8 cm”disse il dottore sorpreso

“ho dolore da poco”dissi io notando comunque che era un dolore sopportabile.

“soglia alta buon per te”disse la donna accanto al dottore.

“si lo so”dissi io sospirando e maledicendoli perché proprio in quel momento arrivò un dolore fortissimo che non avevo mai sentito in vita mia.

“prima o poi però toccavano anche a te tesoro”disse la donna sorridendomi

“io voglio l’epidurale”dissi

“ormai è troppo tardi per farla, mi spiace”disse il dottore.

“devo sopportare questi dolori atroci”dissi io contorcendomi improvvisamente dal male

“ancora per poco”disse il dottore sorridendomi comprensivo.

“lo spero”dissi io.

Rimasi a patire le pene dell’inferno per un'altra ora e poi finalmente sembrava che fossi a dilatazione completa, le contrazioni divennero sempre più frequenti e dolorose e poi sempre più lunghe, il dottore e la donna accanto a lui iniziarono a darmi indicazioni sul quanto spingere e poi quando la donna mi disse “questa è l’ultima” capì che in quel momento il bambino sarebbe venuto al mondo e che io l’avrei definitivamente perso, avrei voluto portare indietro il tempo e tenerlo ancora con me.

“un ultima spinta forza America”disse il dottore e dopo quell’ultimo sforzo sentì finalmente un forte pianto.

“vuoi vederlo tesoro?”chiese la donna che lo teneva in braccio avvolto in un telino.

“no preferisco evitare”dissi io

“ok”disse la donna portando via mio figlio per sempre.

“America davvero non vuoi vederlo? Potresti pentirtene”disse il dottore mentre delle infermiere mi sistemavano per portarmi in un’altra camera dove avrei riposato.

“no è meglio così”dissi io lasciandomi cadere tra le lenzuola pulite della barella e trattenendomi dal piangere, l’unica cosa che potevo sperare era che coloro che tanto avevano voluto questo bambino gli dessero tutto l’amore di cui aveva bisogno proprio come avrei fatto io.

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Capitolo 7
*** un nuovo inizio ***


America pov

 

“signorina Wight deve mangiare qualcosa”disse l’infermiera entrando nella  stanza senza ricevere nessuna risposta, non avevo nemmeno la forza di risponderle erano giorni che non facevo che piangere e che non riuscivo a buttare giù nulla.

“non possiamo continuare ad alimentarla per via endovenosa, deve mangiare”disse l’infermiera insistendo ma nemmeno la paura di sentire ancora degli aghi pungere la mia pelle mi spaventava, avevo la sensazione di non sentire più nulla.

“non vuole darmi retta va bene, chiamo il dottore”disse l’infermiera uscendo dalla stanza arrendendosi all’evidenza che nemmeno oggi mi avrebbe scucito una sola parola.

“non ha voluto mangiare nemmeno oggi, le attacco la solita flebo?”chiese l’infermiera.

“no è già il secondo giorno basta, chiamo lo psicologo sperando che riesca a fare qualcosa almeno lui”disse il medico cercando tra la lista il numero di uno psicologo.

“si dica?”chiese l’infermiera a Simon vedendolo.

“sono un amico di America Wight sono passato a trovarla”disse Simon

“bene, ma non so se vorrà vederla, ha appena finito di parlare con lo psicologo”disse l’infermiera.

“credo che potrei fare di meglio io”disse Simon

“va bene proviamo”disse l’infermiera lasciando che Simon entrasse nella stanza di America.

“ciao”disse Simon aprendo la porta e ritrovando la sua amica seduta su una poltrona vicino alla finestra.

“ciao”risposi io senza distogliere lo sguardo dalla finestra, era molto più facile che incontrare il suo sguardo preoccupato.

“tesoro come stai?”chiese Simon

“bene”dissi io mentendo, non stavo affatto bene, non facevo che pensare al mio bambino che nemmeno avevo visto in viso, sentivo un senso di vuoto che non mi faceva smettere di piangere, e avevo un terribile mal di testa.

“bene? Mi hanno detto che ti rifiuti di mangiare, tua madre è preoccupata”disse Simon

“mi dispiace, non vorrei stare così, non so che cosa sia successo”dissi io senza riuscire a controllare le solite lacrime avrei voluto evitare che mi vedesse piangere ma proprio non ci riuscivo.

“tesoro è vero che sapevi che prima o poi ti saresti separata da lui, ma è anche vero che hai creato sicuramente una connessione con lui”disse Simon, una connessione? Una connessione era dire poco ancora sentivo i suoi movimenti dentro di me anche se ormai non era più con me, ancora sentivo il ritmo del suo cuore, eppure lui non era più dentro di me.

“non sono nemmeno riuscita a vederlo, avrei tanto voluto ma non ci sono riuscita”dissi io spiegandogli da dove nasceva tutto il malessere che sentivo dentro, sapevo che qualcun altro gli avrebbe voluto bene al posto mio ma mi sentivo come se in fondo avessi deciso io di abbandonarlo, la verità era che  non mi sarei mai dovuta cacciare in una situazione del genere, me l’ero cercata tutta quella sofferenza.

“ho parlato con la signora Brown, i nuovi genitori hanno detto che sono disponibili a tenerti informata su di lui e che se vorrai incontrarlo un giorno te lo permetteranno”disse Simon.

“non credo che sarò mai pronta a vederlo”dissi io pensando a quell’eventualità e rifugiandomi tra le braccia del mio migliore amico avevo bisogno di un po’ di affetto.

“passerà anche questo tesoro, vedrai passerà anche questo tu sei forte e ce la farai e poi io sarò sempre dalla tua”disse Simon stringendomi forte a sé.

“lo so Simon e hai ragione devo guardare avanti, e poi sono sicura che comunque il bambino riceverà tutto l’affetto di cui ha bisogno anche se non sarò io a darglielo, me lo sento”dissi io grazie alle rassicurazioni di Simon.

“ti voglio bene America”disse Simon.

 

E così fu qualche giorno dopo tornai a casa e cominciai a vedere uno psicologo per parlare di come mi sentivo ma ben presto capì di non averne bisogno perché in fondo era vero ero sufficientemente forte per andare avanti da sola.

Nonostante tutto quello che era successo nell’ultimo periodo sembrava che il sole fosse tornato a splendere anche per noi, stranamente sentivo per la prima volta che tutto sarebbe andato bene.

 

“America chiedi al signore là in fondo cosa vuole prendere”disse sua madre indicandogli il tavolo in fondo vicino alla vetrata.

“va bene”dissi io prendendo il blocchetto e avvicinandomi all’uomo che quando alzò gli occhi accorgendosi della mia presenza mi guardò piuttosto sorpreso, probabilmente dovevo averlo spaventato.  

“signore ha deciso cosa ordinare?”chiesi io

“si, ma lei lavora nel campo della moda?”chiese l’uomo guardandomi  attentamente e facendomi sentire a disagio.

“no certo che no”dissi io ridendo e ricordando tutte le battutine che mi faceva sempre Simon, certo come se una ragazza qualsiasi potesse diventare dall’oggi al domani una modella.

“è un vero peccato, perché lei ha qualcosa”disse l’uomo senza lasciare un attimo il mio corpo e questo mi diede ancora più fastidio.  

“si certo, io non esco con i vecchi quindi eviti e se vuole ordinare mi dica altrimenti quella è la porta”dissi io allontanandomi frustrata, odiavo i clienti che ci provavano e poi per giunta quell’uomo aveva anche una certa età.

“sei veramente una ragazza bellissima ma i miei gusti sono un tantino diversi, diciamo che preferirei Johnny Depp a te, però sto cercando delle nuove ragazze, insomma dobbiamo un po’ rinnovare il gruppo di modelle in circolazione e tu saresti perfetta, davvero ti ho vista anche camminare prima hai un portamento naturale”disse l’uomo raggiungendomi subito al bancone del locale.

“le modelle sono molto più magre, io sono una ragazza normalissima”dissi io sicura di me.

“si ma ci sono delle eccezioni e tu saresti perfetta, davvero pensaci, anche se devo dirtelo non sono abituato a sentirmi dire no”disse l’uomo lasciandomi un bigliettino da visita.

“non saprei insomma”dissi io dubbiosa, non mi ero mai immaginata come fosse la vita di una modella non era mai stato qualcosa che avevo preso in considerazione e non credevo di voler iniziare proprio ora.

“ci vediamo domani per le 17  all’indirizzo che trovi sul biglietto”disse l’uomo sorridendomi e andandosene.

“tesoro ma se ne è andato senza ordinare?”chiese mia madre sbucando dalla cucina.

“mi ha chiesto se voglio fare un servizio fotografico”dissi io ancora scossa da quella discussione tenendo in mano quel biglietto.

“che cosa? Weber ti ha chiesto di posare per lui?”chiese mia madre sconvolta osservando il bigliettino da visita e leggendo il nome “Micheal Weber”.

“mamma sai chi è?”chiesi io sconvolta.

“certo che lo so, tesoro tutti sanno chi è Micheal Weber, è uno dei migliori fotografi sulla piazza, certo non l’ho mai visto ma è famosissimo per essere uno dei pochi a d evitare di usare photoshop”disse mia madre piuttosto informata sull’argomento.

“non ti facevo così attenta a questi dettagli”dissi io sorridendo.

“leggo parecchie riviste di gossip”disse mia madre ridendo.

“comunque mi ha detto che vede qualcosa in più in me, ho pensato mi stesse prendendo in giro, insomma ti sembra che io abbia il fisico per essere una modella?”chiesi io perplessa, non mi ci vedevo proprio su una passerella o davanti ad un obbiettivo.

“tesoro tu sei perfetta e non lo dico perché sono tua madre ma è un dato di fatto”disse mia sorridendo.

“buongiorno a tutti”disse Simon entrando nel locale.

“Simon a furia di dirlo le hai portato fortuna sai?”disse mia madre

“che succede?”chiese Simon curioso

“Micheal Weber è stato qui ed ha notato la nostra America”disse mia madre

“Micheal Weber? Lo sapevo io, l’ho sempre detto che avresti fatto strada”disse Simon orgoglioso di me.

“adesso non esageriamo non ho ancora deciso”dissi io prendendo un bel respiro.

“che cosa devi decidere tu domani ci vai e sai cosa ti dico io ti accompagno, lo sai che Micheal Weber ha scoperto la mia Alyssa”disse Simon.

“ricordavo che la tua ragazza si chiamasse Cassie”dissi io

“certo, sto parlando di quell’ incanto di donna che è Alyssa Davis, dio quanto la adoro, pensa che ora poverina è stata lasciata da quel coglione di Robert Pattinson, l’ho sempre detto che lui non faceva per lei, per lei io sarei perfetto”disse Simon

“o il modello con cui esce ora, e comunque è lei che ha lasciato lui perché lui ha avuto un figlio da un’altra e quindi l’ha tradita”disse mia madre che a quanto pare era informatissima sull’argomento.

“voi due mi fate paura”dissi io sconvolta.

“tesoro è il gossip più in voga del momento”disse mia madre giustificandosi e io scoppiai a ridere, qualche mese fa non avrei pensato che mia madre si potesse interessare a qualcos’altro dopo la morte di nostro padre, e invece ormai si era ripresa e sembrava essere più serena anche da quando io mi ero ripresa dopo quello che mi era successo qualche mese prima.

“ci vai o no a fare il servizio?”chiese mia madre

“credo che darò una possibilità a questo Micheal”dissi io.

“sii diventerai la nuova Alyssa Davis ne sono certo”disse Simon e io lo guardai perplessa, diventare una super modella non era nelle mie corde, ancora non sapevo di essere nata per le passerelle, d’altronde in passato la mia massima aspirazione era stata studiare veterinaria e ora come ora dopo aver lasciato mio figlio e aver perso mio padre era soltanto andare avanti.

 

Robert pov

 

Quanto tempo è passato da quando la signora Brown che ora ha deciso che posso chiamarla Miranda mi ha detto Robert aspetta che facciano i controlli? Non lo so ho passato le ultime 24 ore seduto su quella sedia nella sala d’aspetto, qualcuno mi ha portato un caffè e qualcun altro mi ha detto “hey vai a casa” e invece no sono rimasto lì e ho aspettato che facessero tutti gli accertamenti, Miranda mi ha dato un libro dei nomi e mi ha detto scegli, quando l’ho aperto per caso è finito sulla lettera “e” e il primo nome che ho visto è stato Eric, ho deciso su quella sedia nella sala d’aspetto che mio figlio si chiamerà Eric, forse non così incisivo ma ho preferito che fosse il destino a scegliere.

“Robert buone notizie sta benissimo, e tutti gli esami vanno bene, puoi portarlo a casa con te”disse Miranda sorridendomi.

“non ho portato nulla”dissi io

“non preoccuparti ci ho pensato io”disse Miranda invitandomi a seguirla e mostrandomi una specie di seggiolino per auto.

“grazie davvero Miranda”dissi io abbracciandola, in quel momento quella donna mi era stata più accanto di qualsiasi altra persona.

“non preoccuparti andiamo a prendere?”chiese Miranda

“Eric”dissi io

“mi piace insomma non originalissimo ma mi piace”disse Miranda

“ha scelto il libro che mi hai dato”dissi io io ridandoglielo.

“tienilo pure Rob sarà il primo regalo per Eric”disse Miranda sorridendo e insieme ci avvicinammo al reparto di neonatologia e il medico dopo avermi fatto firmare altri documenti e avermi detto che mio figlio stava bene disse che potevo portarlo a casa, lo presi tra le braccia assicurandolo nel seggiolino e dopo un ultimo abbraccio a Miranda uscì dalla clinica pronto a vivere la mia nuova vita da padre single.

Tornato a casa mi occupai di cambiarlo nel fasciatoio che avevo sistemato nella sua cameretta e poi gli preparai un biberon con il latte artificiale, lo tenni un po’ in braccio affinchè non rigurgitasse il suo pasto e poi senza accorgermene mi addormentai con lui in braccio sul divano. Mi svegliai di colpo non so quanto tempo dopo quando il campanello di casa prese a suonare.

“Robert cazzo rispondi”disse Tom e subito misi Eric nella sua culletta e raggiunsi il mio amico sperando che le sue urla non svegliassero il bambino.

“razza di idiota vuoi finirla di urlare”dissi io aprendo la porta.

“ce ne hai messo di tempo, sono tre giorni che non ti si vede in giro che cazzo è successo”disse Tom

“niente è tutto ok”dissi io

“non si direbbe, devo parlarti Robert”disse Tom

“che succede?”chiesi io chiudendo la porta di casa e facendolo entrare.

“hai una birra è un argomento delicato”disse Tom

“penso di si”dissi aprendo il frigo e trovando il latte di soya di Alyssa, io lo odiavo il latte di soya, rimasi per qualche secondo a fissare il frigo vuoto e poi mi voltai verso Tom passandogli l’ultima birra e ne presi una anche per me.

“senti non so come dirtelo ma Alyssa ti tradisce”disse Tom

“davvero?”chiesi io perplesso bevendo la mia birra.

“Rob devi credermi è vero”disse Tom

“Tom, Alyssa se ne è andata mi ha lasciato”dissi io e qualche secondo dopo sentì il pianto di Eric e raggiunsi subito la sua cameretta.

“e questo?”chiese Tom perplesso seguendomi.

“questo è mio figlio, è nato tre giorni fa”dissi io

“ma che ti dice la testa Pattinson, quella stronza ti molla, diventi padre e non mi dici nulla?”chiese Tom

“che cosa ti dovevo dire? Non lo so, non lo so, non so più niente so solo che devo occuparmi di mio figlio”dissi io cercando di calmare il pianto di Eric coccolandolo.

“scusa Rob, scusa non volevo essere stronzo, è che cazzo sei il mio migliore amico e in un attimo ti è cascato il mondo addosso volevo esserti di aiuto”disse Tom.

“non avresti potuto fare comunque nulla, nessuno può aiutarmi solo mio figlio mi sta dando la forza necessaria per andare avanti”dissi io baciando la fronte del mio bambino.

“e così questo è tuo figlio?”chiese perplesso Tom cambiando argomento.

“ti presento Eric”dissi io mostrandoglielo.

“però diventerà un playboy ne sono certo, la madre deve essere una strafiga assurda, perché insomma da te non ha preso molto”disse Tom prendendomi in giro.

“non lo so, per ora non ha voluto nemmeno vederlo”dissi io

“beh guarda che non credo sia così facile fare la madre surrogata, sarà stato difficile lasciarlo così, ma senti Eric non è un nome troppo corto?”chiese Tom

“il destino l’ha scelto e io non mi oppongo alla decisione del fato”dissi io

“certo il fato, ma per me si potrebbe dargli un secondo nome che ne dici di Thomas così sarà gnocco come lo zio Tom e poi anche tu ti chiami Thomas di secondo nome”disse Tom

“Eric Thomas Pattinson?”iniziai a ripetere io pensando che effettivamente aveva un bel suono.

“dio Rob, sai cosa significa questo bambino per me?”chiese Tom

“no”dissi io perplesso, era mio figlio non capivo cosa centrasse lui insomma si l’avrebbe chiamato zio Tom.

“significa calamita acchiappa ragazze carine, lascia che cresca un po’ e mi aiuterà a rimorchiare chiunque”disse Tom

“non userai mio figlio per i tuoi piani”dissi io.

“certo perché la prerogativa del rimorchio puoi averla solo tu, sisi proprio un bell’amico sei”disse Tom.

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Capitolo 8
*** sotto i riflettori ***


RiceGrain: ahahah si con tom fa ridere nelle ff nella realtà no XD ahah sisi anche a me ricorda tanto Aidan comunque Tom è anche uno stronzo al cubo in questa ff XD non preoccuparti ele e goditi quella stupendissima city XD un bacione ciao

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 daisyB : ahaha peccato che questa sett non abbia pubblicato affatto è che ero presissima e non riuscivo a scrivere l'inizio del pov rob l ho scritto alla fermata dell atm XD ma chissà prima o poi XD si io mi offro come baby sitter XD no Rob non vuole avere a che fare con il sesso femminile attualmente XD un bacione ciaoo

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bibabirba :si tom è uno squarto ahaha ,  no per niente infatti non credo sia facile comunque lei piano piano sta andando avanti non dico che l'ha superata però vedremo un bacione ciao

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 fiorella91: si è cool su XD si la sua vita prenderà una bella impennata la sua vita personale continua a non essere il massimo però lei è una forte XD si io voglio vederlo in un ruolo del genere tipo BD o in WFE anche  XD un bacione ciao

@
 _Miss_:si tom è tom XD tranquilla si rifaranno XD un bacione ciao


Vi lascio al cap grazie come sempre per seguire questa storia.

 

 Pov Robert 

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Il primo periodo era stato un vero problema occuparsi da solo di un neonato poteva diventare molto complicato, specialmente se non si aveva nessuna esperienza nel campo.

Ero sempre stato io il piccolo di casa, non avevo cugini più piccoli e non avevo veramente mai avuto a che fare con qualcuno che dipendesse così totalmente da me, perché in fondo anche di Patty si erano sempre occupate Liz e Vic, ma poi capite un po’ di cose e dopo aver importunato il pediatra che aveva  avuto la pessima idea di darmi il permesso di chiamarlo per qualsiasi cosa e a qualsiasi ora  tutto era diventato più semplice.

“Rob il frigo è vuoto a chi tocca fare la spesa?”chiese Tom sbirciando nel frigorifero e tirandone fuori solo una bottiglia di latte.

“toccherebbe a te”dissi io mentre allacciavo le scarpe a mio figlio e lo preparavo per uscire, erano passati undici mesi dalla sua nascita e ora iniziava a camminare per casa e aveva imparato a pronunciare il nome di Tom prima di dire papà chiaramente ma un paio di sere prima mi aveva sorpreso chiamandomi pa naturalmente dopo aver lanciato il suo ciuccio dall’altra parte della cucina.

“uhm posso chiederti un favore Pattz?”chiese Tom

“lasciami indovinare, esci con qualcuna e non hai tempo di passare al supermercato”dissi io.

“esatto, però se tu uscissi con qualcuna io ti terrei Eric molto volentieri magari chiamerei anche una babysitter interessante”disse Tom

“non ho intenzione di uscire con nessuno, quindi non scomodarti, anzi ora io e Eric ce ne andiamo al lavoro”dissi io prendendo in braccio il mio bambino e prendendo il seggiolino per l’auto.

“ciao Eric saluta lo zio Tom”disse Tom facendogli segno di battergli il cinque una delle prime cose che aveva imparato Eric a dare il cinque, ecco che cosa succedeva a dare il permesso al tuo migliore amico di trasferirsi da te, aveva detto che era stufo di vivere in quel mini appartamento in affitto ma sapevo benissimo che il vero motivo per cui mi aveva chiesto di venire a vivere qui era per tenermi sotto controllo, probabilmente temeva che da un momento all’altro avessi preso qualche folle decisione come lasciare la mia carriera cinematografica, e all’inizio l’avevo pensato per ben 4 mesi ero rimasto lontano dai riflettori e avevo rifiutato ogni possibile proposta lavorativa ma poi il mio agente con l’aiuto di Tom mi aveva aiutato a uscire da quel momento, e così avevo accettato di fare il film a cui stavo lavorando di recente.

“Tom”disse Eric dandogli un debole cinque

“miglioreremo la tecnica campione”disse Tom

“buona giornata Tom “dissi io

“cos’è questa ironia guarda che oggi ho un servizio fotografico e poi mi danno gli inviti per la super sfilata  me ne faccio dare tre così ci portiamo anche Eric che dici?”chiese Tom

“per cosa?”chiesi io perplesso.

“la sfilata di Victoria’s secrets”disse Tom facendomi l’occhiolino.

“Tom non penso proprio che avrò intenzione di andare in un posto del genere”dissi io

“farti vedere in quel posto e magari andartene con una modella carina sarebbe il giusto modo per dimostrare a qualcuno che ti sei ripreso appieno”disse Tom

“non mi interessa la sua opinione, e comunque a lei non interessa nulla di me, forse non gli è mai importato nulla, portaci Bobby e Sam so che sono in città e gli piacerebbe”dissi io prima di uscire di casa.

Tom stava facendo del suo meglio perché tornassi a vivere la mia vita, ma non riusciva a capire che attualmente nella mia vita non erano più contemplate presenze femminili, se non sul lavoro.

“Robert tutto ok?”chiese Nick vedendomi arrivare.

“tutto ok, hai visto Katherine?”chiesi io non vedendo l’altra mia manager alias la sorella di Nick che di solito si occupava di Eric mentre io ero sul set, per me era come una sorella ed Eric la chiamava zia, non gli avevo ancora fatto conoscere le sue vere zie perché non ce l’avevo proprio fatta ad affrontare la mia famiglia, parlare di quello che era successo era ancora troppo difficile per me.

“è andata a prenderti il tuo caffè”disse Nick.

“sono qui, eccomi”disse Katherine arrivando con il mio caffè preferito.

“grazie”dissi io

“dammi il mio nipotino”disse Katherine prendendolo in braccio.

“zia Katty”disse Eric contento di vederla.

“chi è la più bella?”chiese Katherine riempiendolo di baci.

“zia Katty”disse Eric

“Katherine non vale sei l’unica donna che vede”disse Nick prendendola in giro.

“solito stronzo”disse Katherine facendo la linguaccia la fratello.

“beh io vado a prepararmi”dissi io dando un bacino sulla fronte a mio figlio prima di raggiungere la sala trucco ed entrare nel mio ruolo.

“ciao Robert”mi salutò Nancy la giovanissima truccatrice che lavorava sul set, era di New York e si era trasferita in quel di Los Angeles per lavorare con il mondo patinato di Hollywood e non faceva che chiedermi di Tom e io stavo facendo di tutto per farle capire che Tom non faceva proprio al caso suo per svariati motivi che avevo evitato di specificare.

“sai chi ho incontrato venerdì sera?”mi chiese Nancy

“chi?”chiesi io non molto interessato in realtà, ma dopo tutto quella ragazza mi ricordava molto me i primi tempi lontano da Londra.

“Taylor Lautner, è così carino lo sai che frequenta anche l’università?”chiese Nancy.

“si Taylor è fatto così”dissi io

“gli ho detto che sto lavorando con te e mi ha raccontato tanti aneddoti interessanti”disse Nancy ridacchiando.

“si posso immaginare, ma anch’ io avrei parecchio da dire sul suo conto”dissi io

“era un ragazzino quando lavorava con te, ora decisamente non è più un ragazzino, no per niente comunque siamo usciti insieme, è così carino”disse Nancy.

“bene sono contento, Tom non faceva al caso tuo”dissi io

“già ho capito che tipo è, tu però non gli somigli affatto”disse Nancy

“meno male direi”dissi io ridacchiando, un Tom Sturridge al mondo era sufficiente.

“come sta Eric?”chiese Nancy cambiando poi argomento.

“qualche sera fa mi ha detto pa e ha lanciato il ciuccio dall’altra parte della casa ma va bene”dissi io orgoglioso del mio bambino.

“lo sai Rob credo che tu stia diventando proprio un ottimo papà, Alyssa è stata una sciocca a lasciarti”disse Nancy si lei era una delle poche persone che conosceva la verità insieme alle persone che lavorativamente mi stavano più vicino ai miei amici di vecchia data  e insieme alla mia migliore amica Kristen con cui di recente avevo recuperato i rapporti, Alyssa era sempre stata gelosa della nostra amicizia e per salvaguardare il nostro rapporto avevo evitato di farmi vedere in giro da solo con lei come prima che conoscessi Alyssa.

Quando la sera tornai a casa con mio figlio che aveva passato la giornata a far impazzire la povera Katherine trovai con mia grande sorpresa il frigorifero pieno, brutto segno iniziavo a fare pena anche al mio migliore amico, e ne ebbi la certezza quando quella sera rientrò a casa prima delle ventitre dicendo che la ragazza con cui  era uscito era  decisamente noiosa.

 

“senti è domenica pomeriggio ed è una bella giornata portiamo Eric al parco dai”disse Tom insistendo mentre me ne stavo sul divano a rileggere il mio copione ed Eric giocava sul tappeto davanti alla tv.

“non dirmi vuoi andare al parco?”chiesi io scettico immaginavo già le sue intenzioni alias sfruttare mio figlio per attirare l’attenzione di qualche ragazza carina.

“senti Pattinson se rimarrò uno scapolo per sempre la colpa è tua perché finchè non inizierai a smettere di evitare le donne le eviterò anch’io quindi se sui giornali diranno che siamo gay la colpa è tua sappilo”disse Tom

“Tom lo so che vuoi aiutarmi ma io non ho intenzione di uscire con altre donne, voglio solo occuparmi di mio figlio”dissi io.

“bene allora farò anch’io così”disse Tom

“voglio proprio vedere quanto sarai in grado di reggere”dissi io alzandomi dal divano e chiudendo il mio copione.

“mi avrai sulla coscienza sappilo, lo dirai tu a mia madre perché a 40 anni sono ancora single”disse Tom.

“certo”dissi io prendendo in braccio mio figlio e preparandolo per uscire.

“prendo il passeggino e magari un para occhi per te così se passa qualche ragazza carina non la vedi nemmeno”disse Tom ironizzando la situazione.

“papi ho sete”disse Eric avvicinandosi a me e a Tom.

“hai sentito papà ha sete, vai a prendergli una bottiglietta d’acqua forza Pattinson”disse Tom prendendosi gioco di me come sempre.

“arrivo subito”dissi al mio bambino raggiungendo il chiosco e beccandomi chiaramente tutta la fila e i mille autografi che mi toccò fare ai presenti, più qualche foto dei più attrezzati, circa venti minuti dopo però riuscì a raggiungere mio figlio con il mio migliore amico.

“visto hai fatto bene ad andare a prendere l’acqua tu, no perché è passata Hannah te la ricordi quella biondina con cui ero uscito qualche settimana fa”disse Tom

“quella che mi sono ritrovato davanti a casa che mi minacciava con un tacco 15 che se non gli dicevo dov’eri me lo conficcava in un occhio?”chiesi io ricordandomi perfettamente di quella ragazza, gli diedi tutto il mio appoggio per me poteva farlo fuori con tutta tranquillità e non avrei nemmeno testimoniato contro di lei, Tom come sempre era stato il solito stronzo e questa ragazza sembrava esserci rimasta davvero male, boh forse mi schierai dalla sua perché ormai mi veniva facile schierarmi dalla parte di chi veniva tradito e abbandonato.

“esatto era con una sua amica una bionda tutta curve, pensa si è fermata perché Eric piangeva per aver perso il ciuccio e l’ha aiutato a rialzarsi, lo dicevo io che tuo figlio mi sarebbe stato utile”disse Tom.

“sei pessimo”dissi io aprendo la bottiglietta dell’acqua e aiutando Eric a bere.

“oh se l’avessi vista non lo diresti, una vera visione, poi stavano facendo jogging”disse Tom

“si le solite che piacciono a te bionde e senza cervello”dissi io perplesso.

“su smettila con questi luoghi comuni, Alyssa era mora”disse Tom e io lo guardai alquanto perplesso.

“beh comunque questa bionda mi ha paccato subito, però è stato dimostrato che tuo figlio è una calamita ”disse Tom passando da un espressione frustrata alla sua espressione da lampo di genio.

“beh allora un cervello ce l’ha se ti ha dato buca”dissi io.

“si bravo prenditi gioco di me”disse Tom

 

 America pov 

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Dopo il servizio fotografico per Micheal Weber avevo ricevuto parecchie proposte di lavoro per altri servizi fotografici il più importante era arrivato qualche mese  dopo quanto niente di meno che la nota linea “Victoria’s secrets” mi aveva proposto di posare per la loro nuova collezione, avrei preso il posto di una delle loro modelle di punta che aveva abbandonato la carriera di modella per quella di attrice, tutti non facevano altro che dirmi che ero molto fortunata e che in un anno una scalata del genere era il sogno di chiunque, solo una era riuscita in un impresa simile: Alyssa Davis.

Non l’avevo mai incontrata ma grazie a Simon sapevo tutto quello che c’era da sapere anche se le notizie di Simon non erano così affidabili perché era chiaro che con lui si fosse dimostrata gentile e cortese mentre beh con me le cose sarebbero potute andare in maniera diversa, dopo tutto io ero l’ultima arrivata e avevo imparato bene quanto l’ambiente femminile fosse estremamente competitivo.

“America eccoti”disse felice Jeff il fotografo responsabile di ogni campagna del marchio.

“buongiorno e scusate il ritardo”dissi io entrando e stringendo la mano a Jeff e poi alle altre ragazze presenti.

“oh non preoccuparti la diva non è ancora arrivata”disse una ragazza bionda riferendosi probabilmente ad Alyssa perché era l’unica a non essere ancora presente mentre io mi sedevo accanto a Jeff.

“eccomi ciao a tutti,  comunque io non mi comporto da diva ho avuto solo problemi con il parcheggio  ”disse Alyssa entrando qualche secondo dopo e sedendosi al suo posto.

“certo cara”disse la stessa ragazza che aveva parlato poco prima.

“bene Alyssa ora che ci sei anche tu vi presento America Wright avete tutti visto i servizi che ha fatto nell’ultimo anno credo che sarà una degna sostituta a Vanessa”disse Jeff.

“oh scusami sono entrata tutta trafelata e non ti ho nemmeno vista, sono Alyssa comunque”disse Alyssa stringendomi la mano.

“piacere America”dissi io  dopo tutto forse Simon aveva ragione Alyssa Davis era gentile e forse non l’avrei odiata, questo era quello che pensai la prima volta che vidi Alyssa qualche anno dopo fui costretta a cambiare decisamente opinione.

Un mese dopo aver firmato per Victoria’s secrets l’agenzia mi fornì un attico in centro dove vivere anche se comunque continuavo a passare la maggior parte del tempo libero con la mia famiglia e i miei amici,e quando c’era qualche festa avevo sempre degli inviti per Simon e Cassie, peccato che il mio tempo libero iniziasse a ridursi drasticamente, ero la novità del  momento e tutti volevano vedermi, una cosa davvero stressante.

C’erano giorni in cui  mi pentivo per la scelta presa quel giorno di un anno prima, se non avessi mai fatto quel servizio fotografico per Micheal Weber non mi sarei mai ritrovata sotto gli occhi di tutti e non mi sarei mai ritrovata a dividere la mia vita con un obbiettivo, volevo occuparmi degli animali e invece mi lasciavo trattare come un leone allo zoo sempre in mostra.

Le mie colleghe non si perdevano un solo party della settimana io per fortuna spesso riuscivo ad evitare almeno questo supplizio, ero ancora libera di rimanere in casa a leggere un buon libro o di andare al cinema con Simon e Cassie per vedere un film, insomma in tutto quel caos riuscivo ancora a sentirmi me stessa, cosa che secondo me era difficile da mantenere in quel mondo patinato. Ogni tanto pensavo a quel bambino che non avevo mai conosciuto e finivo per ricercare il numero di Miranda pensando di chiedergli della sua famiglia, pensavo di sentirmi abbastanza forte per incontrarlo e abbracciarlo come tanto avrei voluto il giorno della sua nascita, ma poi immaginavo di vederlo con la sua famiglia e di sentirmi di troppo, perché effettivamente io ero di troppo, per lui non potevo essere nulla, se non un’estranea.

“pronto”dissi rispondendo al telefono ad un numero sconosciuto.

“America sono Hannah”disse la voce dall’altra parte del telefono, era una delle ragazze di victoria’s secrets.

“Hanna ciao dimmi pure”dissi io sperando che non ci fosse qualche impegno o qualche party per cui la nostra presenza era obbligatoria visto che  non avevo nessuna intenzione di uscire quella sera.

“senti America mi stanno paccando tutte ti va di venire a correre con me?”chiese Hannah.

“si una bella corsa mi andrebbe proprio”dissi io sinceramente, quello era un buon motivo per uscire, preferivo andare a correre piuttosto che rinchiudermi in palestra l’indomani per almeno 3 ore di tapis roulant e step.

“ok allora ci vediamo al parco vicino la spiaggia tra 20 minuti ce la fai?”chiese Hannah sperando di essere stata abbastanza chiara sul luogo.

“quello vicino agli uffici?”chiesi io non certa di aver capito.

“esatto”disse Hannah

“ok a dopo allora”dissi io chiudendo la chiamata.

Esattamente mezz’ora dopo mi trovavo lungo il parco adiacente la costa a correre e ad ascoltare tutti i pettegolezzi sulle ragazze che non conoscevo, non era propriamente quella la mia idea di correre però in qualche modo dovevo iniziare a socializzare con le altre, mi raccontò vita morte e miracoli di tutte, specialmente di Alyssa, mentre correvo la mia attenzione venne attirata da un bambino che piangeva seduto a terra e non sembrava esserci nessuno con lui, probabilmente doveva essere caduto mi fermai e lo aiutai a rialzarsi. Aveva dei capelli biondissimi e un paio di occhioni azzurri, per un attimo pensai al mio bambino, chissà com’era diventato.

“che succede piccolo”dissi io e poi lo vidi indicare il ciuccio a terra.

“oh l’hai perso e dove sono la tua mamma e il tuo papà?”chiesi io guardandomi intorno e poi finalmente vidi arrivare un ragazzo moro con due occhi chiarissimi.

“Eric che succede?”chiese il ragazzo prendendolo in braccio.

“credo abbia perso questo”dissi io raccogliendogli il ciuccio.

“oh grazie mille, sono Tom”disse Tom porgendomi la mano

“America”dissi io stringendogli la mano.

“America eccoti cioè potevi dirmi che ti eri fermata ho parlato da sola per mezz’ora, o mio dio Sturridge, tesoro diffida da quest’ essere viscido”disse Hanna.

“non dicevi lo stesso qualche settimana fa”disse Tom

“esatto qualche settimana fa”disse Hannah.

“grazie comunque per aver recuperato il mio cucciolo, magari potrei ripagarti ”disse Tom rivolgendosi a me.

“no davvero non preoccuparti ora è meglio che andiamo ciao Eric, ciao Tom”dissi io salutandoli.

“ciao Sturridge”lo salutò anche Hannan e poi ritornammo alla nostra corsa.

“diffida assolutamente da Tom Sturridge, è pessimo”disse Hannah sbuffando e accelerando la corsa non le chiesi il perché della sua affermazione perché mi sembrava piuttosto chiaro che tipo fosse quel Tom.

 

“grazie America per la compagnia, potremmo replicare ogni tanto, sei una buona compagna di corsa”disse Hannah

“grazie a te, ne avevo proprio bisogno”dissi io sincera.

“senti stasera andiamo a una festa con le altre ragazze perché non vieni anche tu, sarà divertente”disse Hannah.

“no preferisco rimanere a casa, tra qualche giorno c’è la sfilata e voglio mantenermi riposata”dissi io mentendo non mi interessava molto del mio aspetto, semplicemente non avevo voglia di ritrovarmi a rifiutare i soliti sfigati che ci provavano immaginando che un “hey come va posso offrirti da bere” bastasse per andare a letto con loro, non aveva nessuna intenzione di uscire con qualcuno che l’avrebbe usata come pubblicità personale, aveva bisogno di qualcuno che l’amasse per quello che era e cioè una semplice ragazza cresciuta nella valle.

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Capitolo 9
*** VS ***


è tardissimo qundi vi lascio solo il cap un bacione a tutti ciaoo

America pov

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Meno tre giorni alla prima sfilata VS o meglio la prima volta per me in intimo, avevo già sfilato per qualche linea di moda indipendente e per quanto imparare a tenere il ritmo della passerella non fosse così semplice mi ero trovata subito a mio agio, diversa cosa sarebbe stato sfilare mezza nuda davanti a parecchie persone e in diretta mondiale, ma in fondo io ero nulla più che un manichino, l’attenzione sarebbe stata concentrata sui modelli che avrei indossato non certo sul mio corpo, questo era quello che continuavo a ripetermi da giorni per mantenermi tranquilla.

Quel pomeriggio dopo aver provato per tutta la mattinata chiesi ad Hannah se le andasse di venire a correre per scaricare un po’ la tensione, io ne avevo decisamente bisogno, provare con le luci e la musica, camminare rispettando i tempi giusti su quelle scarpe altissime con il terrore di cascare e rovinare tutto, già potevo sentire la risata di Simon se fosse successa una cosa simile.

“no America sto crollando dal sonno, ieri ho fatto le ore piccole e necessito di dormire se voglio recuperare il mio aspetto normale o questa è la volta buona che la mia agente mi uccide per davvero”disse Hannah.

“posso immaginare”dissi io ridacchiando e immaginando quali fossero stati gli ingredienti fondamentali della serata o meglio nottata di Hannah.

“dovrei darmi a una vita più salutare, ed eliminare gli alcolici”disse Hannah sbadigliando.

“si dovresti”dissi io prendendola in giro prima di andarmene, non vedevo l’ora di lasciare quel posto se avessi sentito ancora una volta “sweet dispositions”dei Temper trap probabilmente mi sarei lasciata veramente cadere dalla passerella per la disperazione.

Tornai a casa e dopo essermi infilata un paio di pantaloni della tuta morbidi e una maglietta a mezze maniche raggiunsi il parco armata di i-pod, piccolo regalo che mi ero concessa con il primo ingaggio che avevo ottenuto quando tutto era iniziato.

Iniziai a correre concentrandomi sulle note, correvo e correvo perché quello era l’unico modo che avevo per non pensare, esistevo soltanto io e le parole dei Kings of leon che mi davano la giusta grinta e mi spingevano ad accelerare sempre di più il mio ritmo, improvvisamente però la musica si trasformò in un suono diverso più leggero e dolce, conoscevo quel suono, mi aveva accompagnato ogni notte quando dormire con tutto il peso che mi portavo dietro diventava difficile, mi lasciai guidare da quelle immagini non troppo lontane e ben presto il ritmo della mia corsa rallentò fino a cessare del tutto e senza realizzarlo davvero mi ritrovai con il viso tra le mani seduta su una panchina incurante delle persone intorno a me, volevo fermare quei pensieri ma non ci riuscivo, continuavano a correre a briglia sciolta senza darmi tregua.

Ero convinta che con il tempo tutto sarebbe stato più facile, la mia vita aveva fatto un salto enorme quasi da un giorno all’altro eppure a me sembrava che in quell’anno non fosse cambiato nulla continuavo a soffrire per aver perso mio padre e per aver lasciato quel bambino che avevo portato dentro di me per nove mesi, avevo concesso il dono di avere un figlio a due persone che probabilmente l’avevano desiderato così tanto senza riuscirci, eppure non potevo fare a meno di sentirmi in colpa, mi sentivo come se l’avessi rifiutato per qualche centinaia di dollari.

Quasi mi spaventai quando mi sentì toccare il ginocchio e asciugandomi gli occhi mi ritrovai davanti agli occhi un paio di occhioni azzurri come il cielo e quei capelli color del grano che mi ricordavano un po’ mio fratello Matt quand’era ancora un bambino molto piccolo.

“piangi?”chiese Eric guardandomi curioso e un po’ triste.

“un po’ di raffreddore cucciolo”dissi io

“eccoti, ma che diamine possibile che appena mi giro mi scappi, tuo padre mi ucciderà”disse Tom raggiungendoli.

“braccio”disse Eric arrampicandosi alle mie ginocchia.

“Eric ti pare il caso di importunare America”disse Tom rimproverandolo.

“braccio”ripetè Eric deciso e colta da un’ improvvisa tenerezza lo presi in braccio facendolo sedere sulle mie gambe.

“scusalo”disse Tom sedendosi accanto a me.

“non importa”dissi io

“hey ma hai pianto? Hai gli occhi rossi”disse Tom

“è solo un po’ di raffreddore”dissi io provando a mostrarmi tranquilla e sincera.

“farò finta di crederti, ma credimi non c’è nessun essere umano per cui valga la pena sprecare lacrime”disse Tom facendomi sorridere, se il mio problema fosse stato quello sarebbe stato tutto più semplice.

“detto da un ragazzo è tutto un programma”dissi io sorridendogli, per un attimo mi dimenticai il perché delle mie lacrime.

“ma tu guardalo ha proprio un debole per te”disse Tom osservando Eric che giocava con il mio braccialetto.

“hai davvero un bambino dolcissimo”dissi io sorridendo.

“ahaha no, non è mio figlio, diciamo che io gli faccio da baby sitter”disse Tom

“capisco”dissi io annuendo

“come va la preparazione per la sfilata?”chiese Tom

“sfilata? Di cosa stai parlando?”chiesi io vaga.

“secondo te io non so nulla della sfilata per la nuova stagione di VS, insomma sarò in prima fila”disse Tom

“scusa ma tu cosa fai nella vita?”chiesi io perplessa.

“in realtà ancora non mi è così chiaro, sono un attore ma sono più conosciuto per altri motivi”disse Tom ridacchiando.

“posso immaginare”dissi io ricordando quello che mi aveva detto Hannah.

“comunque posso ufficialmente dire in giro che ti conosco?”chiese Tom

“dirlo in giro?”chiesi io perplessa

“certo ho appena dialogato con una delle modelle più richieste del modello e il mio figlioccio di adora”disse Tom

“se non vai in giro ad inventare storie assurde chiuderò un occhio”dissi io scuotendo la testa, non mi sentivo certo più speciale di altre ragazze e l’idea che mi avesse definita una super modella che tutti volevano per la propria collezione o su una copertina patinata un po’ mi disturbava.

“tranquilla con me sei al sicuro”disse Tom

“certo, certo ma senti Eric quanti anni ha? Mi sembra piccolo ma parla così bene”dissi io curiosa.

“non ne ha ancora compiuto uno in realtà, ma la nonna dice che anche il padre ha iniziato a parlare presto”disse Tom giustificando il tutto.

“pensa che la prima parola che ha pronunciato è stata Tom, solo qualche giorno fa ha detto pa”disse Tom ridacchiando, lui e quel bambino dovevano essere molto legati.

“immagino quanto sia stata felice la sua mamma”dissi io sorridendo

“Rob gli fa sia da mamma che da papà è molto efficiente”disse Tom difendendo quello che probabilmente doveva essere il padre di Eric.

Sia da madre che da padre? Un ragazzo? Mi sembrava così strano, non riuscivo ad immaginare che un ragazzo fosse in grado di prendersi una responsabilità così grande,anche se probabilmente questo Rob doveva essere coetaneo di Tom e quindi decisamente non era propriamente uno dei ragazzini immaturi che conoscevo io, che piuttosto che farsi carico di una tale responsabilità avrebbero lasciato il paese nel giro di poche ore.

“che c’è?”chiese Tom

“sei più maturo di quanto mi abbia raccontato Hannah”dissi io

“merito di Eric”disse Tom ridacchiando.

“posso immaginare”dissi io

“senti ma parlando di cose serie con quale modello/attore/cantante/regista esci?”chiese Tom

“dai Tom abbi pietà di me”dissi io provando a non incoraggiare il suo tentativo di provarci in maniera così esplicita, certo era carino ma non era sicuramente il tipo di ragazzo con cui sarei uscita, attualmente forse nessun ragazzo lo era.

“perché mi vedi qui con Eric e ti faccio tenerezza, ma ti assicuro che in un altro contesto mi vedresti sotto una luce diversa”disse Tom facendomi scoppiare a ridere dopo quell’ultima uscita le lacrime che mi avevano riempito gli occhi fino a pochi minuti prima stavano diventando solo un ricordo lontano, come potevi non ridere in faccia ad un elemento simile.

“se ti ho rivolto la parola è proprio per merito suo”dissi io ridacchiando e notando in quel momento che anche Eric aveva preso a sorridere.

“dio ma è tardissimo, devo portarlo a Rob che deve portarlo dal pediatra ”disse Tom guardando l orario sul suo cellulare.

“beh Tom è stato un piacere chiacchierare con te, Eric ci vediamo presto”dissi io passandolo in braccio a Tom.

“tranquilla America ci vediamo tra qualche giorno alla sfilata non dimenticartene”disse Tom facendomi l’occhiolino prima di andarsene ed io lo salutai scuotendo il capo, per quanto tutte si ostinassero a mettermi in guardia da lui non lo trovavo così male, e poi insomma aiutava il suo migliore amico a prendersi cura di un bambino così piccolo, Tom non doveva avere più di 30 anni e questo Rob doveva avere all’incirca la sua età, un uomo così giovane che si occupa di un bambino senza una compagna, avevo la netta sensazione che non ci fosse nessuna storia particolarmente felice dietro quella storia.

Giovedì arrivò più in fretta di quanto avessi potuto immaginare, sul calendario non avevo più giorni da crocettare il giorno x era arrivato e dire che ero tranquilla era una terribile eresia.

“America ma hai dormito bene?”chiese la truccatrice quando dovette occuparsi di me.

“si, cioè come sempre”dissi io

“beh non bene devo dedurre, ti faccio una maschera purificante non posso fare grandi miracoli”disse lei ridacchiando.

“grazie”dissi io, effettivamente mi ero svegliata ben tre volte durante la nottata, dire che avevo avuto qualche incubo era dire poco, anche se ora per fortuna non ricordavo più nulla, però avevo smesso di dormire verso le cinque stanca di questo dormi veglia estenuante.

“stavo scherzando America anche se un po’ di occhiaie ci sono, la maschera l’avrei fatta comunque”disse lei.

“vorrà dire che recupererò un po’ di sonno ora”dissi io

“mi sembra un’ottima idea”disse lei iniziando ad armeggiare con creme varie mentre io provavo a rilassarmi e a non pensare a nulla per qualche minuto sperando di non incappare in qualche nuovo incubo.

“America non mi sembra corretto indosserai il mio completo preferito”disse Hannah sedendosi accanto a me.

“non ho scelto io”dissi io facendo spallucce.

“che entusiasmo indossi il capo più bello di tutta la collezione e fai spallucce, è un onore che non ha nemmeno Alyssa e tu fai spallucce”disse Hannah perplessa e io invece scoppiai a ridere, perché tutta quella situazione aveva decisamente dell’assurdo e non potevo credere che Hannah stesse parlando sul serio.

“ragazze tra cinque minuti si inizia”disse la voce di Philippa che si sarebbe occupata di farci da direttrice d’orchestra in modo che nessuno entrasse al momento sbagliato o con l’abbinamento sbagliato.

Ero l’ultima ad entrare subito dopo Alyssa e rimasi dietro le quinte a chiacchierare con lei, lei a differenza mia era tranquillissima perfettamente padrona della situazione e di se stessa anche se comunque doveva essere piuttosto emozionata anche lei perché era pur sempre uno degli eventi più attesi della stagione, evento che ogni anno diventava sempre più impotente finiva per diventare un vero show e non una sfilata ci sarebbero stati davvero i temper trap ed altri artisti non avrebbero certo usato della musica pre registrata.

“in bocca al lupo”disse Alyssa facendomi l’occhiolino prima di entrare in scena.

“crepi”dissi io più a me stessa che a lei e poi Philippa mi fece cenno di andare e lì tutto quello che sentivo cambiò un attimo prima di essere sotto quelle luci sarei corsa indietro e mi sarei rinchiusa nel primo camerino sperando che si dimenticassero della mia esistenza ma quando le luci mi furono addosso tutto cambiò sentì le parole di quella canzone che avevo quasi finito per odiare e sicura di me percorsi la passerella come avevo imparato a fare e alla fine mi sprecai in qualche sorriso e quasi non scoppiai a ridere quando mi cascò l’occhio sul pubblico e vidi Tom che fischiava e poi la mia attenzione cadde sul ragazzo accanto a lui che teneva Eric seduto sulle sue gambe, che fosse quel Rob? Distolsi in fretta lo sguardo e tornai indietro.

“America wow ma sei andata alla grande”disse Hanna abbracciandomi

“davvero America, perfetta”disse Kristine abbracciandomi a sua volta

“ragazze non abbiamo ancora finito forza”disse Jeff richiamandoci.

“Alyssa c’è qualcosa che non va?”le chiese Hannah vedendola un po’ stranita mentre indossava la seconda creazione con cui avrebbe sfilato.

“no a parte che non credevo sarebbe venuto”disse Alyssa perplessa.

“si guarda c’è anche quel coglione di Sturridge”disse Hannah infastidita.

“Tom non è male”dissi io difendendolo

“America se esci con Tom Sturridge sappi che non ti rivolgerò più la parola, perché solo una sciocca uscirebbe con Sturridge e vorrebbe dire che tu lo saresti ed io non sono amica delle sciocche”disse Hannah facendo un ragionamento che secondo lei non faceva una piega.

“non è il mio tipo tranquilla”dissi io tranquillizzandola.

“ragazze forza Hannah tocca a te tra poco”disse Philippa richiamandola.

Quando uscì con il secondo modello mi ritrovai ancora Tom che faceva lo stupido ma questa volta il posto accanto al suo era vuoto e ne rimasi un attimo delusa, volevo vedere chi era quel Robert e invece era sparito.

Festeggiammo tutte insieme nel back stage, e poi ci preparammo per il party che si sarebbe tenuto subito dopo, indossai un vestitino nero corto con un paio di scarpe dello stesso colore piuttosto alte e presa la borsa uscì dal camerino scontrandomi con Tom.

“hey”dissi io prendendomi quasi un colpo.

“volevo farti i complimenti di persona, sei stata incredibile”disse Tom

“grazie”dissi io

“Tom andiamo”disse un ragazzo biondo che teneva Eric per mano sbucando da dietro l’angolo.

“eccoti volevo proprio presentarti la nuova amica mia e di Eric”disse Tom

“ciao”disse Eric salutandomi

“ciao Eric”dissi io sorridendogli, era dolcissimo e ora che guardavo lui e quello che doveva essere il padre notavo una somiglianza davvero impressionante, non c’era dubbio che fosse lui il padre.

“comunque America Wright lui è Robert Pattinson, Robert lei è America”disse Tom facendo le presentazioni.

“piacere”dissi io stringendogli la mano e fu un attimo sentì una sensazione stranissima quando la pelle della mia mano sfiorò la sua, aveva una stretta leggera e non energica come quella del suo migliore amico.

“piacere”disse lui lasciando poi la mia mano, anche quando lasciò la mia mano sentì una sensazione strana come se improvvisamente mi mancasse qualcosa, eppure di cose ne mancavano già parecchie ma in quel momento sentì la mancanza di quel calore che per un breve istante aveva riscaldato la mia pelle.

“America eccoti ti stavo cercando ovunque andiamo a questa festa forza”disse Hannah poi notando con chi stavo parlando sbuffò fulminando Tom.

“è stato un piacere ma devo andare “dissi io salutando con un cenno tutti.

“devo insegnarti a frequentare persone di un certo spessore”disse Hannah

“ho già le mie persone di un certo spessore”dissi io sorridendo quando vidi Simon e Cassie che mi aspettavano per andare al party.

“tua madre è tornata a casa ma mi ha detto di dirti che sei stata magnifica e che domani si fa colazione assolutamente da lei perché stai dimagrando troppo”disse Simon abbracciandomi.

“certo Simon”dissi io abbracciandolo erano due settimane che non lo vedevo e mi mancava tantissimo come mi mancava la mia famiglia che speravo di vedere quella sera ma che purtroppo non ero riuscita a vedere durante la sfilata, anche perché la mia attenzione era stata maledettamente catturata da un altro soggetto, e non ne capivo nemmeno il motivo, forse ero semplicamente curiosa dopo i racconti di Tom. 

“sei il suo ragazzo?”chiese Hannah facendosi avanti curiosa.

“no sono quasi suo fratello piacere Simon, lei è la mia ragazza Cassie”disse Simon presentando Cassie che si lanciò in complimenti per entrambe.

“beh allora pensateci voi a dissuaderla dal frequentare persone pessime”disse Hannah.

“non è vero che sono pessimi, nemmeno li conosci”dissi io

“America fidati diffida da quei due da tutti e due forse Pattinson è anche più stronzo”disse Hannah.

“esci con Robert?”chiese scioccato Simon.

“no”dissi io perplessa, insomma non che mi sarebbe dispiaciuto, non che mi sarebbe dispiaciuto? Cervello chiama America, America chiama cervello ma che sto dicendo? Uff che frustrazione non mi capisco più nemmeno io.

“America quel ragazzo non mi piace e poi sei ancora una ragazzina”disse Simon e a quelle parole lo guardai ancora più perplessa, come poteva pensare che avessi la testa per interessarmi a qualcuno. 

"Simon sta tranquillo non ho nessun interesse, semplicemente ho conosciuto il suo amico Tom e suo figlio e allora Tom stasera me l'ha presentato" e poi figurati se guarda me evitai di aggiungere ma era piuttosto chiaro.

“che dite andiamo al party e cambiamo argomento”disse Cassie che da vera amica capì che cambiare argomento era la cosa giusta.

Robert pov

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“Rob cazzo la tua sveglia sta suonando da tre secoli”disse Tom assonnato entrando in camera mia e spegnendola per essersi alzato dal letto dev’essere parecchio che suona, strano non pensavo fosse passato così tanto tempo, oggi è la tipica giornata in cui mi abbandono ai ricordi, non devo andare sul set perché oggi non si lavora e quindi non vedo il motivo di alzarmi, un motivo in realtà c’è ed ha un nome preciso: Eric ma non ha ancora iniziato a piangere il che vuol dire che forse sta recuperando il sonno perso, ieri notte è stato difficile farlo dormire, a cena ha voluto bere il the alla pesca e giustappunto poi non riusciva ad addormentarsi mi sono dato ad un ora e mezza di concerto acustico per riuscire a farlo addormentare, e ho odiato seriamente Tom che mi ha spinto a fargli mangiare e bere quello che vuole.

“vabbeh ho capito ti alzerai per pranzo, Eric si è appena svegliato ci penso io e lo porto al parco dopo pranzo”disse Tom

“ma andate sempre al parco?”chiesi io perplesso.

“ci sono gli altri bambini socializza”disse Tom

“si farò finta di crederti, non ho idea di chi tu stia puntando ma spero ti dia buca”dissi io

“allora sei tu che mi porti sfiga è una settimana che non la vedo e sto andando al mattino al pomeriggio praticamente mi sono trasferito al parco”disse Tom

“vorrei dirti che mi dispiace ma non è vero per niente”dissi io

“non ne avevo dubbi”disse Tom uscendo dalla stanza e lasciandomi ai miei pensieri.

Sapevo qual’era la cosa più semplice da fare ed era quello che tentavo di fare per circa il 90% della mia giornata tenermi impegnato con il lavoro e pensare al bene di mio figlio, ma poi mi ricordavo che dovevo provare a fare i conti con la realtà e per il 10% della giornata in genere prima di addormentarmi mi tormentavo con i ricordi e mi mettevo alla prova provando a ricordare qualcosa sperando di essermi dimenticato il suo viso, sperando di essermi dimenticato il suo profumo, il calore o la morbidezza della sua pelle, e invece tutti i miei ricordi erano ancora lì, se mi sforzavo un po’ riuscivo addirittura a sentire ancora il profumo che metteva tutti i giorni, quando la stringevo mi piaceva rimanere poggiato vicino al suo collo a parlarle inebriandomi del suo profumo, il suo vero profumo quello era ancora più difficile da dimenticare.

“amore ma sei ancora a letto?”chiese Alyssa e io aprì gli occhi perplesso che ci faceva lei lì, era tornata?

“Alyssa? Sei tornata?”chiesi io

“si ho portato Eric da mia madre, volevo stare un po’ con te”disse Alyssa.

“Eric?”chiesi io perplesso

“si nostro figlio”disse Alyssa sorridendomi come se fossi diventato improvvisamente smemorato, eppure la mia memoria era sempre stata perfetta.

“non mi dici nulla amore? Eppure ho anche saltato una giornata di lavoro per starmene qui con te”disse Alyssa e io la guardai ancora più stranito.

“e Mark?”chiesi io

“Mark chi? Robert non dire stupidaggini Mark non ha nemmeno la metà del tuo fascino, tu sei l’uomo che voglio”disse Alyssa spogliandosi e avvicinandosi a me, ma prima che le sue labbra si avvicinassero alle mie mi svegliai con il respiro accelerato era solo un incubo, l’ennesimo incubo. Lei non sarebbe mai tornata e non avrebbe mai chiamato mio figlio nostro figlio perché l’aveva rifiutato senza nemmeno conoscerlo a me e lui aveva preferito un modello tenebroso e lampadato, si perché almeno chiamarlo così pensavo mi fosse concesso, si perché la verità era che era così tanto innamorata di me che mi aveva lasciato per il primo modello mediocre che aveva incontrato, anche se avevo il terrore che si fosse innamorata veramente, un comportamento del genere non era da Alyssa, ma preferivo pensare che si fosse data al comportarsi come una prostituta piuttosto che si fosse veramente innamorata, perché questa seconda possibilità rendeva il tutto ancora più drammatico perché significava che aveva smesso di amarmi già molti mesi prima, chissà da quando, chissà da quando aveva provato un senso di nausea ad avermi accanto a lei, chissà da quando aveva sperato che sparissi un bel giorno risolvendo i suoi problemi, chissà da quando ero diventato l’altro.

“guarda che cos’ho?”chiese Tom entrando in casa insieme a mio figlio erano tornati dall’ennesimo giro al parco mentre io mi ero bevuto una birra e avevo guardato un film evitando di riaddormentarmi per quel giorno ne avevo avuto già abbastanza, mi sarei stordito con qualche altra birra e sarei crollato, quando bevevo o prendevo qualche tranquillante sognare mi diveniva impossibile e quelle erano le notti migliori.

“che cos’hai?”chiesi io fingendo di essere interessato.

“victoria’s secret show ci andiamo non mi interessa ok che c’è lei ci siamo sempre andati insieme e ci andremo comunque e poi la donna che mi ha preso il cuore sfilerà”disse Tom in tono teatrale.

“Sturridge dove hai studiato recitazione?”chiesi io scettico

“sempre il solito stronzo, vorrei dirti che io vengo da una famiglia di attori ho l’arte che mi scorre nelle vene tu soltanto birra”disse Tom

“si certo, comunque non penso proprio che verrò a quel coso”dissi io

“tuo figlio viene e tu in quanto padre devi accompagnarlo, la mia America lo adora”disse Tom.

“ma mica ti aveva già dato un bel due di picche?”chiesi io perplesso

“sono comunque fiducioso”disse Tom

“se lo dici tu”dissi io alzandomi dal divano e dando un bacio sulla fronte a mio figlio prima di andare in cucina a preparargli la cena.

“allora vieni? Lo so che ci sarà anche lei, però io penso che prima affronterai questa cosa e prima riuscirai a passarci sopra, non puoi evitarla per sempre capiterà insomma vive in questa città frequenta il tuo ambiente è normale”disse Tom

“si è vero, vabbeh verrò a ridere per il tuo ennesimo due di picche”dissi io ridacchiando e mettendomi ai fornelli, feci finta di niente ma non ero propriamente d’accordo con le parole di Tom, passarci sopra, non ci sarei mai passato sopra, era qualcosa che non sarebbe mai successo e di questo ne ero certo, non potevo dimenticare quattro anni e mezzo insieme, non potevo dimenticare di averle chiesto di sposarmi, non riuscivo a dimenticare un solo dettaglio del tempo passato con lei.

“vedremo Pattinson vedremo”disse Tom

“Tom”disse Eric tirandolo per la gambe dei jeans.

“dimmi Eric”disse Tom

“braccio”disse Eric

“certo Eric e poi devo ancora ringraziarti domani lo zio Tom ti compra due gelati invece di uno”disse Tom facendogli l’occhiolino.

“così sarà lo zio Tom a farti addormentare con qualche canzoncina”dissi io

“beh io gli sparo winnie pooh e tempo mezz’ora si addormenta “disse Tom.

Qualche giorno dopo Tom tornò a casa piuttosto entusiasta insieme a mio figlio che tornò a casa con un nuovo giocattolo.

“Tom non viziare mio figlio”dissi io prendendolo dalle sue braccia.

“papà”disse Eric mostrandomi la sua nuova macchina.

“però è più bella della mia”dissi io

“Rob mi sono innamorato, sono cotto di lei è così bella e spiritosa”disse Tom

“buon per te”dissi io

“si peccato che non mi si fila, che sfiga”disse Tom

“capita”dissi io

“comunque le ho detto che saremo alla sfilata magari te la presento, chissà potrebbe aiutarti a distrarti un po’”disse Tom

“Tom per favore evita di dire cavolate”dissi io

“cavolate quando la vedrai capirai che non ne ho detta mezza di cavolata”disse Tom lanciandosi sul divano.

Arrivò anche il giorno di quella maledettissima sfilata, chiaramente era pieno dei miei migliori amici alias fotografi e giornalisti, proprio la parte che più amavo della società.

“guarda che scenografia”disse Tom guardandosi intorno

“come se a te potesse interessare questo”dissi io prendendo posto con Eric in braccio.

“hai notato che però stasera non ti hanno tartassato tanto con domande su Eric e sulla madre di Eric, non hanno nemmeno nominato Alyssa il che è davvero strano”disse Tom

“Tom non interessa più a nessuno questa storia è acqua passata”dissi io conscio del fatto che non fosse vero che per la stampa la nostra rottura e il fatto che io ora avessi un figlio non fosse certo acqua passata, e non lo era nemmeno per me acqua passata.

“mah non ne sarei così sicuro”disse Tom sedendosi e continuando comunque a guardarsi in giro, mentre io mentalmente lo ringraziavo per aver esplicitato quello che tentavo di non mettermi in testa.

Quando le luci si spensero e lo show iniziò puntai lo sguardo sulla passerella con il terrore di vederla uscire da un momento all’altro, sapevo che prima o poi sarebbe uscita era la modella di punta della compagnia, ma quell’attesa mi stava logorando, volevo vederla e allo stesso tempo non volevo.

“è ingrassata”disse Tom quando Alyssa fece il suo incontro, notai anch’ io che il suo corpo fosse leggermente diverso rispetto al solito ma appariva comunque molto bella, incredibilmente bella come era sempre stata nei miei ricordi, pregai con tutto me stesso che il suo sguardo non cadesse su di noi ma per un istante percepì l’intensità del suo sguardo sul mio viso, la totale sorpresa e poi il recupero della solita impassibilità, dopo tutto quello che mi aveva fatto riusciva a mantenere così tanto la calma, non si sentiva in colpa nemmeno un po’, non immaginava davvero quanto male mi avesse fatto con il suo abbandono.

“eccola”disse Tom guardando verso una ragazza altissima con dei lunghi capelli biondi, aveva un portamento naturale e un fisico perfetto si, Tom come sempre aveva visto bene.

“sei bellissima”disse Tom fischiando e io in quel momento mi sarei voluto sotterrare anche Eric applaudiva allora la conosceva davvero, quando alzai lo sguardo verso di lei la trovai a guardarmi per un istante, l'unica cosa che mi colpì furono i suoi occhi cristallini. 

“dio ma hai visto quanto è bella, cioè hai visto Alyssa e hai visto lei? America è divina”disse Tom.

“carina”dissi io non sprecandomi troppo e poi sentire questi paragoni sulla donna che amavo mi infastidivano, o meglio che avevo amato attualmente avevo chiuso con i sentimenti, mi fermavo all'affetto per la mia famiglia. 

“papà sete”disse Eric attirando la mia attenzione. 

“ok ti porto a prendere da bere andiamo”dissi prendendolo in braccio ed alzandomi

“dai ti perdi il gran finale”disse Tom

“torno subito”dissi io andando con Eric al bar e prendendogli la sua acqua, quando tornai indietro la sfilata era già finita.

“dove vai?”chiesi a Tom che si trafilava tra la folla.

“arrivo subito aspettami”disse Tom

“va bene”dissi io aspettandolo all’angolo del corridoio ma dopo dieci minuti decisi che era meglio ricordargli che avevo un bambino di meno di un anno esausto da portare a casa, quando glielo ricordai mi ritrovai davanti quegli occhi azzurri. 

“eccoti volevo proprio presentarti la nuova amica mia e di Eric”disse Tom

“ciao”disse Eric salutandola, non era da lui dare confidenza agli estranei.

“ciao Eric”disse lei sorridendogli e spostando poi la sua attenzione su di me.

“comunque America Wright lui è Robert Pattinson, Robert lei è America”disse Tom facendo le presentazioni.

“piacere”disse lei stringendo la mia mano da vicino potei notare che era davvero molto bella, più di quanto mi fosse sembrato mentre sfilava, forse perché ora il suo viso era privo di trucco, ritrassi la mano subito dopo quasi scottatto. “America eccoti ti stavo cercando ovunque andiamo a questa festa forza”disse la ragazza che mi aveva minacciato col tacco, come si chiamava? Tom lo sapeva, no figurarsi se Tom lo sapeva, comunque era la ragazza del tacco.

“è stato un piacere ma devo andare “disse lei salutandoci e scappando.

“ti sei imbambolato?”chiese Tom

“no “dissi io riprendendomi dai miei pensieri, ripensavo alla strana sensazione che avevo provato stringendole la mano, dovevo tenermi alla larga da quella ragazza. 

ecco cosa si intende per vs show

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Capitolo 10
*** qualcuno con cui parlare ***


 America pov 

Il mattino dopo la festa mi svegliai con un terribile mal di testa, probabilmente avevo esagerato con i drink, ma Simon non aveva fatto altro che darmi in mano bicchieri pieni e io non avevo fatto altro che buttare giù, i cocktail dolci erano la mia maledizione.

Non feci in tempo a raggiungere il bagno che il mio cellulare iniziò a suonare dandomi il tormento quando avevo messo una suoneria così spacca timpani, c’era da chiederlo doveva essere sicuramente opera di Simon, maledetto.

“pronto”dissi rispondendo senza nemmeno vedere chi aveva deciso di rovinarmi un risveglio già sufficientemente traumatico.

“America ciao sono Hannah”disse la mia collega

“come mai sei già sveglia a quest’ora?”chiesi io perplessa

“come mai? Avevamo detto che saremmo andate a correre, è pieno pomeriggio ma stai ancora dormendo?”chiese Hannah scioccata.

“si, credo di aver dormito per un bel po’”dissi io eppure non mi sentivo rintontita come mi sarei dovuta sentire, anzi mi sentivo anche piuttosto bene, avevo sognato qualcosa che stranamente mi aveva messo una buona sensazione addosso, ma non riuscivo a ricordare cosa avessi sognato.

“beh cambiati e scendi sono sotto casa tua, una bella corsettina per smaltire le calorie di ieri sera è quello di cui hai bisogno”disse Hannah

“calorie di ieri sera?”chiesi io perplessa

“certo dove pensi che siano andati tutti i cocktails che hai bevuto alla festa si depositeranno tutti sul tuo fondoschiena e non mi sembra il caso”disse Hannah.

“dammi qualche minuto per cambiarmi e arrivo”dissi io sospirando era inutile contraddire Hannah, tanto mi avrebbe tirato fuori qualche altra assurda teoria per costringermi a raggiungerla.

Andai in bagno dandomi una ripulita al viso quanto meno per rimuovere il trucco e poi mi legai i capelli in una coda morbida e indossata una tuta di cotone scesi di sotto dove Hannah parlava animatamente al telefono con qualcuno.

“chi meritava tutta quell’energia?”chiesi io ridacchiando.

“mio fratello, viene in città e mi sta stressando”disse Hannah.

“fratello più piccolo?”chiesi io

“fratello più grande, mi ha chiesto di presentargli qualcuna delle mie colleghe è veramente pessimo”disse Hannah

“decisamente”dissi io

“non è che vorresti conoscerlo? Non è così male e poi soltanto una cena a cui sarò presente anch’io lo prenderemo in giro e basta”disse Hannah

“no Hannah, mi spiace ma non ho voglia proprio di uscire , ma sicuramente troverai qualcuno insomma il nostro gruppo è pieno di ragazze single”dissi io

“comunque Sturridge non lo chiamerei nessuno, è il mio ex tra l’altro quindi già questo ti dovrebbe far pensare che è pessimo”disse Hannah.

“non eravate solo usciti qualche volta?”chiesi io

“allora ti interessa davvero?”chiese Hannah sospettosa

“assolutamente no, non è propriamente il mio tipo ecco”dissi io

“cioè un figo del genere non è il tuo tipo?”chiese Hannah accelerando la sua camminata, uhm iniziavo a pensare che Tom fosse un tasto un po’ troppo dolente per lei.

“no, attualmente nessuno è il mio tipo ideale comunque”dissi io tenendo il passo per poi iniziare a correre la sua camminata si era trasformata in una vera e propria corsa lenta.

“fai bene, sono tutti stronzi anche se sinceramente non ho idea di come tu possa farne a meno, insomma sono ragazzi è inconcepibile che tu riesca a farne a meno”disse Hannah

“beh se te ne sono capitate di ogni una dietro l’altra ti passa un po’ la voglia di uscire con qualcuno”dissi io senza pensarci.

“in che senso? Che cosa ti è capitato?”chiese Hannah

“nulla di che, ma un po’ di problemi familiari”dissi io senza aggiungere altro, certo Hannah si stava dimostrando una buona amica, ma non mi andava di farle pena, se le avessi raccontato che cosa era diventata la mia vita prima di iniziare a lavorare per la compagnia probabilmente le avrei fatto pena e non mi andava.

“Ho capito non ti va di parlarne, dai corriamo bisogna smaltirle quelle calorie”disse Hannah cambiando argomento.

Dopo un ora buona di corsa mi salutò dicendo che la attendeva un appuntamento con il parrucchiere doveva rinnovare i suoi colpi di sole aveva spiegato lanciando un occhiataccia ai miei capelli biondi naturali, io sorrisi perplessa per la sua occhiataccia e mi sedetti per qualche minuto su una panchina per recuperare fiato, un conto era correre tutti i giorni un conto era correre appena alzata dopo aver fatto le ore piccole ad un party.

“ciao”disse una vocina costringendomi ad abbassare lo sguardo, ancora quegli occhi azzurri che però mi ricordarono subito qualcuno.

“Eric, non importunare la signorina dai”disse la voce di un ragazzo e istintivamente alzai gli occhi per vedere di chi si trattasse, niente Tom oggi a quanto sembrava.

“no, non importa è dolcissimo”dissi io carezzandogli i corti capelli biondi e ricevendo in cambio da lui un sorriso, era davvero tenero.

“Tom ha proprio ragione gli piaci un bel po’ non c’è che dire”disse lui

“a chi ad Eric o a Tom?”chiesi io perplessa

“ho la sensazione che tu piaccia ad entrambi ma questa volta parlavo di Eric”disse lui

“Robert giusto?”chiesi io ricordandomi subito il suo nome.

“esatto, e tu sei America giusto?”disse lui

“si”dissi io annuendo, c’eravamo presentati la sera prima era piuttosto normale che ci ricordassimo ancora i nostri nomi, in realtà il suo nome mi era risuonato in testa per un po’ non appena Tom ci aveva presentati, e il mio era abbastanza difficile da dimenticare vista la teatralità.

“nome particolare”disse Robert sedendosi e prendendo in braccio suo figlio.

“i miei genitori, volevano un nome incisivo”dissi io

“un nome incisivo giusto? Anche l’impiegata della clinica mi aveva detto di dargli un nome incisivo e io invece ho letto il primo nome sul dizionario”disse Robert facendo un mezzo sorriso come se soltanto lui capisse il reale significato di quello che stava dicendo.

“Eric è un bel nome”dissi io

“si chiama anche Thomas in realtà, per via di Tom e perché è il mio secondo nome”disse Robert spiegando.

“ah capisco, carino anche Thomas, ma non dire a Tom che l’ho detto”dissi io. 

“non ti biasimo se non vuoi dargli nemmeno mezza possibilità, è pessimo”disse Robert

“si, è quello che mi hanno detto, pare che abbia avuto una specie di qualcosa con la mia amica Hannah”dissi io

“ah si quella che voleva picchiarlo, molte vorrebbero farlo suppongo”disse Robert ridacchiando.

“detto da te che sei il suo migliore amico, beh credo che voglia dire parecchio”dissi io

“braccio”disse Eric tentando di scendere dalle gambe del padre per farsi prendere in braccio da me.

“mio figlio invece è proprio cotto”disse Robert

“ad Eric una possibilità potrei anche darla”dissi io  prendendolo in braccio.

“scusalo è che quando vede qualcuno di diverso da me e Tom di sesso femminile diventa appiccicoso”disse Robert

“Tom mi ha detto che ve ne occupate voi due”dissi io incerta sul se fosse corretto fargli sapere che sapevo o se magari si sarebbe sentito in imbarazzo o se la sarebbe presa con Tom sapendo che mi aveva detto qualcosa di privato, non che avesse detto chissà cosa, e in realtà ero curiosa di sapere come era possibile che la madre di quel bambino l’avesse abbandonato, già com’era possibile? Ed io che cosa avevo fatto, non avevo forse abbandonato mio figlio.

“hey tutto bene?”chiese Robert

“si scusa, mi ero persa un attimo”dissi io

“comunque si, Tom te l’avrà detto per farti un po’ pena, ma si me ne occupo io e lui mi dà una mano quando lavoro”disse Robert

“e la madre?”non potei fare a meno di chiedere io.

“la madre non la conosco in realtà”disse Robert

“sei amico di Tom del resto”dissi io

“si, no, non in quel senso è che è nato da un come si dice utero in affitto una cosa del genere”disse Robert

“ah capisco”dissi io accusando il colpo, non lo conoscevo nemmeno e mi stava raccontando una cosa del genere, tra l’altro che qualcuno mi raccontasse di aver avuto un figlio tramite qualcuno che si era prestato a portare avanti la gravidanza era del tutto assurdo, insomma quante probabilità potevano esserci che qualcuno raccontasse proprio a me una storia simile, mi sembrava un terribile scherzo del destino.

“non capisco nemmeno perché te lo stia dicendo, penserai che sono fuori di testa o magari stai pensando che sono gay, mia madre per qualche secondo l’ha pensato quando gliel’ho detto, poi in Inghilterra è anche una cosa molto comune, infatti non l’aveva presa così male a pensarci”disse Robert

“no, non preoccuparti non ti sto giudicando è che non pensavo ci fossero davvero degli uomini pronti a diventare padre così, si sei un po’ più grande di me, ma sei comunque abbastanza giovane per decidere di avere un figlio”dissi io provando a far finta di nulla, non volevo dargli l’impressione di essere rimasta troppo turbata, non era certo perché avessi qualcosa contro le persone che ricorrevano al pagare qualcun altro per avere un bambino quando non erano in grado di portare avanti una gravidanza, non era certo quello.

“in realtà non l’ho proprio deciso, era stata la mia ragazza a deciderlo, abbiamo avuto qualche problema ad avere un bambino e quindi alla fine abbiamo optato per quest’opportunità, lei però poi si è innamorata di un altro e mi ha lasciato e io ora mi occupo del bambino”disse Robert

“oh mio dio”dissi io scioccata, non avevo mai sentito una storia tanto assurda, cioè ma chi era in grado di fare una cosa simile all’uomo che diceva di amare? Lasciarlo da solo con un bambino per stare insieme ad un altro uomo.

“è vero, non è la trama di un film”disse Robert annuendo

“non so che dire”dissi io

“figurati, io non ho idea del perché ti abbia raccontato tutto invece, insomma non ci conosciamo nemmeno, non lo so, forse semplicemente avevo bisogno di dirlo a qualcuno oggi, avrei potuto raccontarlo anche a quella vecchietta laggiù, anzi probabilmente ora andrò a raccontarglielo”disse Robert alzandosi dalla panchina in evidente imbarazzo, volevo dirgli qualcosa ma ero completamente spiazzata, quella storia era totalmente assurda.

“ a volte capita di raccontare grandi segreti a gente totalmente sconosciuta, non so perché accade”dissi io

“oltretutto non sei totalmente sconosciuta perché Tom ha un debole per te, beh credo di avergli tolto davvero ogni possibilità in questo modo”disse Robert

“allora forse dovrei ringraziarti”dissi io sorridendogli

“beh forse di mio figlio farai un po’ fatica a sbarazzarti”disse Robert

“no scherzi, io ed Eric siamo amici non ho nessuna intenzione di sbarazzarmi di lui”dissi io sorridendo al bambino che mi guardava incuriosito.
“oddio ma è tardissimo devo tornare a lavoro, Eric vero che corromperai tu la zia Katherine, la mia assistente mi ucciderà ho un servizio fotografico tipo adesso”disse Robert guardando il suo orologio.

“capisco questi agenti sono stressanti”dissi io alzandomi dalla panchina e passandogli Eric in braccio che però non sembrava intenzionato a lasciare la presa dalla mia felpa.

“Eric dai dobbiamo andare, lascia stare America”disse Robert  e dopo un po’ riuscì finalmente a convincerlo a staccarsi.

“scusalo davvero”disse Robert

“Non preoccuparti, senti lo so che magari penserai che sono un po’ invadente ma davvero quando hai bisogno per il bambino puoi chiamarmi tranquillamente, sarei ben lieta di tenerlo”dissi io sentendomi subito una sciocca, nemmeno lo conoscevo e mi offrivo di tenergli il figlio, mi avrebbe guardato come se fossi scesa direttamente da un altro pianeta e avrebbe pensato che fossi pazza, o che peggio ancora stessi usando il bambino per provarci con lui magari, chissà in quante l’avevano fatto, provare ad avvicinarsi a lui con la scusa del bambino, stranamente provai una sensazione alla bocca dello stomaco che non seppi decifrare al meglio ma era qualcosa di molto simile alla gelosia, anche se non poteva essere gelosia perché io mi ero davvero offerta soltanto perché quel bambino era un amore e perché obbiettivamente potevo dare una mano a Robert anche se nemmeno lo conoscevo.

“non farmi proposte di questo tipo, perché potrei anche dirti di si”disse Robert

“dammi il telefono”dissi io senza nemmeno pensarci e quando me lo porse inserì il mio numero in rubrica, non mi avrebbe chiamato mai perché definitivamente con quel atteggiamento avrebbe pensato che il mio era stato solo un modo per inserire il mio numero nella sua rubrica nella speranza che mi chiamasse un tentativo davvero patetico.

“grazie, resisterò a chiamarti ma non posso prometterti nulla”disse Robert

“lo faccio davvero volentieri per Eric”aggiunsi subito per essere chiara e sembrare meno patetica, ma forse con questa precisazione riuscivo a sembrare ancora più patetica.

“grazie davvero, Eric apprezza e apprezzo anch’ io, grazie anche per prima”disse Robert

“di nulla, forse così ho risparmiato la vita a quella signora magari avrebbe potuto avere un infarto mentre le raccontavi il tutto”dissi io

“beh sei ancora viva tu però”disse Robert

“sono brava in queste cose”dissi io

“beh ci vediamo America e farò di tutto per non chiamarti lo prometto”disse Robert

“ciao, ciao Eric”dissi io salutando Eric con la mano e andando nella direzione opposta alla loro, avevo bisogno di tornare a casa e di riflettere sulla sfrontatezza del mio comportamento, che cosa mi era preso?

Quando dopo una bella doccia rilassante mi misi a letto con il mio pigiama morbido e mi addormentai prima di cena riuscì a sognare qualcosa e questa volta però riuscì a ricordarmi perfettamente cosa avevo sognato, o meglio chi avevo sognato, e mi alzai da quel sogno molto riposata e serena come non mi capitava da parecchio, era bastato davvero poco a farmi sentire meglio, non me ne preoccupai non avevo nessuna intenzione di perdere quella sensazione di tranquillità tormentandomi sul perché avessi sognato proprio lui e sul perché sognarlo mi aveva donato quella sensazione di benessere, preparai la mia crema di carote e mi imposi di non tormentarmi con inutili pensieri, ero semplicemente serena perché dopo parecchio tempo avevo parlato con un uomo tranquillamente senza che lui ci provasse con me, un uomo davvero bello, si la verità andava detta.

 

 

 

 

 

 

Pov Robert

 

 

“Perché ho quel servizio inutile perché?dico io”disse Tom

“puoi sempre cambiare lavoro”dissi io seduto sul divano a leggere il mio ultimo copione.

“faccio molto Kristen se mi lamento del mio lavoro si, lo so”disse Tom

“a proposito di Kristen mi ha chiamato per sapere quando andiamo a bere qualcosa da lei”dissi io

“secondo me vorrebbe solo te da lei, ora che sei single”disse Tom

“ha un ragazzo”dissi io lanciando un’occhiataccia al mio amico in passato prima di cadere nella rete di Alyssa ero stato un po’ come Tom e per un certo periodo avevo avuto anche una cosa senza impegno con Kristen, ma poi avevamo deciso che era meglio non mischiare troppo l’amicizia con il sesso.

“beh ma questo non significa che una botta non se la farebbe dare”disse Tom

“quanto sei volgare”dissi io perplesso

“guarda che davvero stai arrivando a livelli patologici, non scopi tipo da quando è stato concepito tuo figlio mi sa, si perché poi mi sa che Alyssa non te l’ha data più o sbaglio”disse Tom che probabilmente non aveva ancora smaltito del tutto la sbronza della sera precedente o semplicemente era la sua ironia che era davvero pessima.

“Tom fottiti”dissi io

“io veramente non capisco, insomma chiunque verrebbe a letto con te, e tu zero proprio hai deciso di chiudere per sempre”disse Tom

“si, esatto”dissi io

“che tristezza, vabbeh vado a lavoro, Eric purtroppo oggi lo zio non può portarti al parco sono davvero addolorato specie perché non vedrò quella bellezza, dio ma l’hai vista ieri sera Rob, è bellissima”disse Tom

“si, carina”dissi io senza commentare troppo, ero totalmente d’accordo con Tom, era davvero bellissima e ne ero rimasto assolutamente colpito, ma proprio per quello non mi andava di parlarne, era da parecchio che una donna non mi colpiva così tanto e quindi l’unica cosa che potevo fare era dimenticare la sensazione che avevo provato quando mi aveva stretto la mano, le donne di quell’ambiente non facevano per me e l’avevo scoperto proprio sulla mia pelle.

“che c’è sei anche gay adesso, ma dico l’hai vista una visione”disse Tom

“ok, era molto bella ma non cambia nulla”dissi io

“un po’ più di entusiasmo sarebbe accettato e comunque certo che non cambia niente l’ho vista prima io”disse Tom infilandosi la giacca e dopo aver salutato Eric mi lanciò un occhiataccia ed uscì di casa.

“si ciao Sturridge”dissi io scettico.

“allora cucciolo cosa facciamo oggi?”chiesi io prendendo in braccio mio figlio.

“parco”disse semplicemente lui, già ormai per lui era un abitudine andare al parco con Tom.

“e va bene ma papà non può stare tanto perché poi deve andare a lavoro ok?”chiesi io pur sapendo che tanto non poteva capirmi più di tanto ma lui annuì regalandomi uno dei suoi sorrisi, Alyssa si sarebbe innamorata di lui se solo gli avesse dato una possibilità, ma ormai era chiaro che il vero motivo per cui mi aveva lasciato non era che non sarebbe stata in grado di amare un bambino che non era suo, credo che l’istinto materno sarebbe venuto fuori comunque, il punto era che era per me che non riusciva più a provare nulla.

“parco papà”disse Eric

“ho capito, dammi almeno il tempo di cambiarmi”dissi io lasciando il copione e andando in camera mia a vestirmi, mi ero alzato presto quella mattina per leggere il copione e giravo per casa ancora in pantaloni del pigiama e maglietta.

“ci sono”dissi io raggiungendolo in salotto e trovandolo già con il suo gioco preferito tra le mani, gliel’aveva regalato mio sorella Lizzie era una specie di camioncino dei pompieri che era appartenuto a me.

“vuoi venire in braccio”dissi io prendendolo in braccio ed uscendo di casa.

Passeggiammo tranquillamente lungo il viale alberato ogni tanto mi capitava di vedere qualche mamma con il suo bambino, nessun papà portava in giro durante un pomeriggio della settimana il figlio, già forse era più una cosa da mamma portare il proprio piccolo a giocare al parco, ma Eric una madre non l’aveva e quindi doveva accontentarsi di me.

Mia madre tentava di non darlo a vedere ma avevo capito che era alquanto preoccupata per me, mi aveva chiesto spesso se fossi sicuro della mia scelta, non gli ero sembrato molto convinto di voler avere un figlio nemmeno quando stavo con Alyssa e forse era vero, per quanto la amassi io stavo bene con lei, non avevo nessuna necessità di allargare la famiglia e non avevo nemmeno un grande desiderio di paternità,ma poi avevo visto quanto era felice lei all’idea di diventare madre e allora non avevo potuto fare a meno che acconsentire, con il risultato però che ora mi trovavo da solo e con un bambino da crescere, ma in realtà Eric attualmente era la cosa migliore che mi fosse capitata, nonostante non l’avessi cercata.

“si ho capito ti metto giù ma non correre”dissi facendo scendere mio figlio dalle mie braccia, aveva visto sicuramente qualcosa che l’aveva incuriosito, mi pentì l’istante successivo per averlo fatto scendere quando vidi che cosa aveva attirato la sua attenzione, troppo tardi l’aveva già raggiunta, e i miei buoni propositi di starle alla larga, completamente distrutti da quel terremoto di mio figlio.

“Eric, non importunare la signorina dai”dissi io sperando che mi desse retta e tornasse da me ma non sembrava di quell’avviso.

“no, non importa è dolcissimo”disse lei

“Tom ha proprio ragione gli piaci un bel po’ non c’è che dire”dissi io arrendendomi.

“a chi ad Eric o a Tom?”chiese lei perplessa

“ho la sensazione che tu piaccia ad entrambi ma questa volta parlavo di Eric”dissi io stando al gioco.

“Robert giusto?”chiese lei, si ricordava il mio nome, beh chi non era a conoscenza di quale fosse il mio nome, non si faceva che parlare di me.

“esatto, e tu sei America giusto?”dissi io, me lo ricordavo bene come si chiamava, un po’ era merito delle innumerevoli volte che ne avevo sentito parlare da Tom un po’ perché mi aveva colpito.

“si”disse lei annuendo.

“nome particolare”dissi io sedendomi con Eric in braccio, due chiacchiere non mi avrebbero fatto male.

 “i miei genitori, volevano un nome incisivo”disse lei e notai una sfumatura strana nella sua voce mentre me ne parlava, forse qualche brutto ricordo?

“un nome incisivo giusto? Anche l’impiegata della clinica mi aveva detto di dargli un nome incisivo e io invece ho letto il primo nome sul dizionario”dissi io ripensando alle parole di Miranda.  

“Eric è un bel nome”disse lei

“si chiama anche Thomas in realtà, per via di Tom e perché è il mio secondo nome”dissi io spiegando

“ah capisco, carino anche Thomas, ma non dire a Tom che l’ho detto”disse lei alzando gli occhi al cielo.

“non ti biasimo se non vuoi dargli nemmeno mezza possibilità, è pessimo”dissi io

“si, è quello che mi hanno detto, pare che abbia avuto una specie di qualcosa con la mia amica Hannah”disse America

“ah si quella che voleva picchiarlo, molte vorrebbero farlo suppongo”dissi io ricordandomi di Hannah .

“detto da te che sei il suo migliore amico, beh credo che voglia dire parecchio”disse America perplessa.

“braccio”disse Eric tentando di scendere dalle mie gambe  

“mio figlio invece è proprio cotto”dissi io sorridendo, eh si aveva davvero un debole per quella ragazza.

“ad Eric una possibilità potrei anche darla”disse lei prendendolo in braccio.

“scusalo è che quando vede qualcuno di diverso da me e Tom di sesso femminile diventa appiccicoso”dissi io

“Tom mi ha detto che ve ne occupate voi due”dissi lei timorosa, chissà che cosa le aveva raccontato Tom per fare colpo.

“hey tutto bene?”chiesi io.

“si scusa, mi ero persa un attimo”disse lei sorridendomi.

“comunque si, Tom te l’avrà detto per farti un po’ pena, ma si me ne occupo io e lui mi dà una mano quando lavoro”dissi io

“e la madre?”chiese America, eccola la domanda da un milione di dollari, era una domanda che evitavano tutti in genere.

 “la madre non la conosco in realtà”dissi io sinceramente

“sei amico di Tom del resto”disse America

“si, no, non in quel senso è che è nato da un come si dice utero in affitto una cosa del genere”dissi io precisando non volevo dare l’impressione sbagliata.

“ah capisco”disse America, l’avevo turbata insomma ero totalmente pazzo a raccontare i fatti miei ad una sconosciuta.

 “non capisco nemmeno perché te lo stia dicendo, penserai che sono fuori di testa o magari stai pensando che sono gay, mia madre per qualche secondo l’ha pensato quando gliel’ho detto, poi in Inghilterra è anche una cosa molto comune, infatti non l’aveva presa così male a pensarci”dissi io

“no, non preoccuparti non ti sto giudicando è che non pensavo ci fossero davvero degli uomini pronti a diventare padre così, si sei un po’ più grande di me, ma sei comunque abbastanza giovane per decidere di avere un figlio”dissi lei.  

“in realtà non l’ho proprio deciso, era stata la mia ragazza a deciderlo, abbiamo avuto qualche problema ad avere un bambino e quindi alla fine abbiamo optato per quest’opportunità, lei però poi si è innamorata di un altro e mi ha lasciato e io ora mi occupo del bambino”dissi spiegandole tutto, eccomi nella mia figura del patetico sfigato perché non aggiungevo che si mi aveva mollato una super modella di Victoria Secrets, giusto per rendere il tutto ancora più patetico.

“oh mio dio”disse lei  

“è vero, non è la trama di un film”dissi io

“non so che dire”disse lei

“figurati, io non ho idea del perché ti abbia raccontato tutto invece, insomma non ci conosciamo nemmeno, non lo so, forse semplicemente avevo bisogno di dirlo a qualcuno oggi, avrei potuto raccontarlo anche a quella vecchietta laggiù, anzi probabilmente ora andrò a raccontarglielo”dissi alzandomi dalla panchina, iniziavo a sentirmi un po’ a disagio.

“ a volte capita di raccontare grandi segreti a gente totalmente sconosciuta, non so perché accade”disse America provando a consolarmi.

“oltretutto non sei totalmente sconosciuta perché Tom ha un debole per te, beh credo di avergli tolto davvero ogni possibilità in questo modo”dissi io

“allora forse dovrei ringraziarti”disse lei sorridendomi

“beh forse di mio figlio farai un po’ fatica a sbarazzarti”dissi io notando quanto mio figlio non  avesse la ben che minima voglia di separarsi da lei.

“no scherzi, io ed Eric siamo amici non ho nessuna intenzione di sbarazzarmi di lui”disse America sorridendo ad Eric  che la  guardava incuriosito.
“oddio ma è tardissimo devo tornare a lavoro, Eric vero che corromperai tu la zia Katherine, la mia assistente mi ucciderà ho un servizio fotografico tipo adesso”dissi io ricordandomi del servizio quando mi cadde l’occhio sul mio orologio, non ne avevo mai indossato uno,ora ne avevo sempre uno.

“capisco questi agenti sono stressanti”disse lei alzandosi dalla panchina e passandomi un Eric che non aveva per niente voglia di separarsi da lei, forse una figura materna era proprio quello che gli mancava.

“Eric dai dobbiamo andare, lascia stare America”dissi io e dopo qualche tentativo riuscì a convincerlo a lasciarla andare.

“scusalo davvero”dissi io

“Non preoccuparti, senti lo so che magari penserai che sono un po’ invadente ma davvero quando hai bisogno per il bambino puoi chiamarmi tranquillamente, sarei ben lieta di tenerlo”disse lei e la cosa mi lasciò un po’ spiazzato.

“non farmi proposte di questo tipo, perché potrei anche dirti di si”dissi io

“dammi il telefono”disse lei e le porsi il mio telefono sul quale annotò il suo numero.

“grazie, resisterò a chiamarti ma non posso prometterti nulla”dissi io

“lo faccio davvero volentieri per Eric”aggiunse lei.  

“grazie davvero, Eric apprezza e apprezzo anch’ io, grazie anche per prima”dissi io sperando che si dimenticasse presto della mia pessima figura, anche se boh non mi sembrava quel tipo di ragazza che avrebbe riso di me insieme alle amiche,sembrava sinceramente gentile.

“di nulla, forse così ho risparmiato la vita a quella signora magari avrebbe potuto avere un infarto mentre le raccontavi il tutto”disse lei prendendomi in giro.

“beh sei ancora viva tu però”dissi io

“sono brava in queste cose”disse America e non potei che annuire.

“beh ci vediamo America e farò di tutto per non chiamarti lo prometto”dissi io

“ciao, ciao Eric”disse lei salutando e allontanandosi nella direzione opposta.  

Mentre Kelly si occupava di truccarmi per il servizio fotografico non potei fare a meno di ripensare a quel breve momento trascorso con quella ragazza, mi ero sentito a mio agio anche dopo aver realizzato di aver fatto la figura dell’idiota e non mi capitava da tempo di trovare una ragazza con cui riuscissi ad aprirmi davvero senza sentirmi un idiota, magari sarebbe potuta essere una buona amica, Eric le piaceva e io ci avrei scambiato volentieri due chiacchiere, sempre se Tom non avesse mandato tutto all’aria.

Spero non passerà un altro anno prima che posti il prossimo capitolo ma essendo che entro in periodo esami potrei non postare di sicuro a breve, tra l'altro è un periodo un pò strano spero però che voi abbiate passato un buon natale e spero che passerete un buon fine e inizio anno e niente speriamo in un 2012 migliore per tutti che sia stato bello o brutto puntiamo in alto XD un abbraccio a tutti

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Capitolo 11
*** maledetta la mia boccaccia ***


http://cdn.babble.com/famecrawler/files/2010/12/Robert-Pattinson-rapper.jpg

Quella giornata era stata un pò un incubo, quelle maledette scene che non mi venivano, la testa che era da tutt'altra parte anche se non sapevo nemmeno io bene dove e infine gestire Eric sul set, nè Nick nè tantomeno Katherine erano riusciti a tenerlo buono, continuava a piangere e a lamentarsi non aveva voluto mangiare e durante la pausa pranzo mi era sembrato che iniziasse a scottare un pò.
"Rob io credo che abbia la febbre"disse Katherine tenendogli il palmo della mano sulla fronte.
"fantastico"dissi io sospirando, quella sera avevo una cena per discutere la partecipazione ad un film con alcuni produttori.
"Rob non pensarci minimamente stasera devi andare alla cena, non se ne parla"disse Nick leggendo probabilmente sul mio viso quello a cui stavo pensando.
"non posso certo lasciarlo a casa così, devo portarlo dal medico prima di tutto"dissi io
"e secondo te lo zio Tom cosa ci sarebbe a fare"disse Tom comparendo proprio in quel momento, chissà da dove veniva, aveva detto che sarebbe passato a prendere Eric per portarlo fuori tipo tre ora fa.
"vedi tutto risolto"disse Nick soddisfatto mentre io gli lanciavo un occhiata scettica, ancora mi ricordavo come aveva preso la notizia che mi sarei occupato di un bambino da solo, e la valanga di insulti che aveva lanciato contro colei che attualmente era la mia ex ragazza, colei che avrebbe dovuto occuparsi di Eric, colei che aveva detto di amarmi, colei per cui avevo fatto tutto questo.
"si lo sappiamo che preferiresti sfruttare l'occasione per chiamare una certa modella bionda per chiederle di occuparsi del cucciolo e magari chiederle di fermarsi a dormire"disse Tom ed eccolo di nuovo con questa storia, maledetto me che gli avevo confidato tutto lasciandomi scappare un commento di apprezzamento nei confronti di America.
"la modella di Victoria secrets?"chiese Nick curioso.
"America Wright"disse Tom
"ah la strafiga bionda, non è un pò troppo per te Rob?"chiese Nick e gli lanciai una seconda occhiataccia, non tanto per la sua supposizione quanto per come aveva parlato di America, mi infastidiva che ne parlasse così.
"è quello che dico anch'io, però è la prima volta che fa un commento da vero uomo su una donna, cioè ormai credevo fosse seriamente gay"disse Tom
"si ormai qui ce lo chiedevamo tutti"disse Nick ridacchiando.
"cioè ha detto "carina, simpatica bel sorriso e bel culo" quanto mi sono mancati questi commenti"disse Tom sospirando e io alzai gli occhi al cielo maledicendomi per l'ennesima volta da quando me ne ero uscito con un'affermazione simile, me l'ero cercata.
"dovresti provare a chiederle di uscire"disse Katherine comprensiva passandomi Eric che richiedeva la mia attenzione.
"ma figurati gli darà un mega picche sotterrando totalmente la sua autostima"disse Nick
"grazie Nick"dissi io accarezzando i capelli di Eric per calmarmi, si era decisamente caldo e non potevo andare a quell'incontro di lavoro, dovevo restare a casa ad occuparmi di lui.
"non vado stasera, devo portare Eric dal dottore, vai tu Nick e poi mi riferisci tutto, inventa qualche scusa tipo che sto male o cose simili"dissi io deciso.
"ma stai scherzando hai una vaga idea di quanto vogliano investire su di te?"chiese Nick.
"beh lo chiederanno a qualcun altro se pensano che il fatto che non mi presenti sconfermi la mia serietà nel lavoro"dissi io.
"Rob è semplicemente febbre, non puoi rinunciare ad un impegno così importante e poi davvero me ne posso occupare io in tutta tranquillità non devo nemmeno uscire con nessuna stasera, adesso lo portiamo dal pediatra ti tranquillizzi e poi ti prepari per la cena e vai mentre io resto a casa ad occuparmi di Eric"disse Tom
"ok, ma se avesse bisogno di qualsiasi cosa mi chiami"dissi io arrendendomi.
"certo Rob dai poi quanto vuoi che duri non farai certo tardi è una noiosissima cena di lavoro"disse Tom.
"si, hai ragione, cucciolo allora resti con lo zio Tom?"chiesi al mio piccolo che mi regalò uno splendido sorriso, certo restare a casa con lo zio Tom equivaleva a mangiare dolci su dolci, altro che papà che tentava di fargli seguire un alimentazione sana quando in realtà la sua era la prima a non esserlo.
Dopo aver portato Eric dal pediatra e essermi rassicurato sul fatto che fosse giusto un pò di influenza nulla di cui preoccuparsi particolarmente tornai a casa e mentre Tom si preoccupava di preparare qualcosa da mangiare per Eric sceglievo l'abbigliamento giusto per quella cena,e aprendo l'armadio il mio sguardo incrociò proprio una camicia azzurra che non mettevo da tempo.
"hai intenzione davvero di andare a quel colloquio con quella camicia scozzese? Rob non siamo in Inghilterra, e un minimo di stile ti prego"disse Alyssa
"che cosa ha di male? l'ho sempre messa"dissi io perplesso
"appunto, ti ho comprato una camicia nuova"disse Alyssa sorridendomi
"la metto solo perchè me l'hai regalata tu ok"dissi io sbuffando
Decisamente non avrei indossato quella camicia, decisamente no. Presi una maglietta a mezza manica nera e la giacca di pelle e preso il portafoglio andai a vedere come se la cavava Tom con Eric.
"tutto a posto siamo tutti interi"disse Tom mentre versava la pastina nel piattino di Eric.
"si ormai sei un esperto"dissi io ridacchiando.
"ti raccomando di dirlo quando trovo quella giusta, tra le mie referenze aggiungi che me la cavo alla grande con queste cose da bambini"disse Tom
"Non mancherò , e sono sicuro che anche Eric confermerà"dissi io dando un bacio sulla fronte al mio piccolo e prese le chiavi della macchina mi diressi verso l'uscita.
"ci conto"disse Tom mentre uscivo di casa.
Raggiunsi lo Chateau Marmont in tutta tranquillità, a quell'ora anche una città caotica come Los Angeles diventava più tranquilla, ormai quasi tutti avevano lasciato il lavoro per raggiungere la propria casa ed io sembravo essere uno dei pochi a voler uscire quel mercoledì sera.
 Uscire, non potevo certo definire quella cena uscire, avevo una cena durante la quale sarei stato seduto accanto alla mia agente Katherine per tutto il tempo provando a capire se potevo davvero essere una buona scelta per quei produttori, di sicuro quella non era un uscita di piacere, era passato parecchio tempo dalla mia ultima uscita di piacere.

"allora come sta Eric?"mi chiese Katherine che mi attendeva fuori dall'ingresso.
"nulla di grave a quanto pare, Tom gli stava preparando la cena"dissi io
"bene, dai entriamo prima che arrivino i soliti paparazzi, avrei preferito un posto meno in vista, ma suppongo che quel pomposo di Trevor Holmes ha preferito che ci vedessimo qui"disse Katherine.
"si mangia bene qui"dissi io tranquillamente.
"certo, beh vedi di non occuparti solo di quello, il copione mi sembrava interessante"disse Katherine.
"si, lo era ma voglio prima capire come vogliono gestire il personaggio mi sembra un ruolo impegnativo e devo anche vedere le tempistiche sto finendo un film e ne ho un altro da iniziare a girare il mese prossimo"dissi io.
"si, dobbiamo vedere anche questo, stai recuperando bene dopo il polverone che si è alzato con la storia di Alyssa"disse Katherine.
"sto recuperando bene"dissi semplicemente io e poi la seguì oltre la porta girevole di uno dei posti più prestigiosi di Los Angeles.
"ah eccolo è già arrivato"disse Katherine notando Trevor Holmes che naturalmente non avevo mai visto in vita mia insieme ai suoi collaboratori, io però notai soltanto qualcun'altro accanto a lui e per un attimo mi si gelò il sangue nelle vene anche se la seconda sensazione fu una specie di crampo allo stomaco.
"oh eccovi ci avete fatto aspettare eh"disse quello che doveva proprio essere Trevor, già non lo volevo più fare questo film, era un uomo sui 38 anni alto e decisamente troppo abbronzato e l'espressione sul suo viso non mi diceva niente di buono.
"si scusate ma il bambino di Robert aveva la febbre"disse Katherine.
"si capisco, bell'impegno che ti è capitato Robert, non molti si sarebbero comportati come te, decisamente ammirevole io non credo l'avrei fatto"disse Trevor ridacchiando mentre io e Katherine ci accomodavamo a tavola, perfetto Katherine aveva occupato proprio il posto di fronte a Trevor mentre a me era toccato l'unico libero proprio di fronte a lei, che cosa ci faceva lì con lui? questa era l'unica domanda che continuava a saltarmi in testa.
"ciao Robert"disse America salutandomi.
"ciao"dissi io
"ah ma vi conoscete?"chiese Trevor curioso e un pò infastidito era chiaramente percepibile.
"si, mio figlio ha una cotta per America"dissi io
"ne capisce già allora di donne, chi non è cotto di lei"disse Trevor e il modo in cui guardò America mi infastidì alquanto.
"certo "disse America alzando gli occhi al cielo, forse non c'era niente tra loro, in realtà passai tutta la serata ad osservarli e nella fattispecie ad osservare lei e voltai velocemente lo sguardo verso Katherine quando incrociò il mio sguardo beccandomi a guardarla.
"Robert ti prego potresti concentrarti un pò"disse Katherine sotto voce  ben capendo che avevo la testa altrove.
"si scusami Katherine, comunque il film non è male, non mi convince soltanto l'idea di lavorare con questo coglione"dissi io.
"lui finanzia semplicemente il film non dovrai lavorare con lui ma con il regista"disse Katherine.
"Non lo so, non mi piace"dissi io
"Robert non credo che stiano insieme, saranno amici, lei mi sembra abbastanza scocciata e poi non sei l'unico qui dentro ad avere la testa da un altra parte, l'ho beccata almeno tre volte a fissarti"disse Katherine sempre sotto voce.
"non dire cazzate Katherine"dissi io scuotendo la testa.
"Katherine ti ha convinto ad accettare"disse Trevor ridacchiando.
"il progetto è molto buono, potrei proprio accettare"dissi io tranquillamente.
"questo era proprio quello che volevo sentirmi dire"disse Trevor soddisfatto.
"si dobbiamo valutare le tempistiche ma credo proprio che si possa fare"disse Katherine.
"io mi adeguo ai tempi di Robert è chiaro"disse Trevor
"beh allora direi che sarebbe perfetto"disse Katherine
"ci vuole dello champagne per festeggiare, America mi hai portato assolutamente fortuna"disse Trevor facendole l'occhiolino, altra cosa che mi infastidì e probabilmente Katherine lo notò perchè la sentì ridacchiare al mio fianco.
"che cosa si fa adesso, vi va di andare a bere in qualche locale?"propose uno dei collaboratori di Trevor.
"Mi sembra un'ottima idea"disse Trevor
"io sono stanca ho un servizio fotografico domattina, preferisco tornare a casa"disse America.
"dai America non fare la guastafesta tanto vi riempono di trucco nessuno noterà le tue occhiaie domattina"disse Trevor
"non posso farmi gli affari miei per locali il giorno prima di un lavoro importante ho un contratto"disse America.
"che palle però, Nicole non mi aveva detto che eri così rompipalle"disse Trevor.
"uhm invece non mi aveva detto che tu eri una testa di cazzo, e tanto per essere chiari smettila di chiamarmi continuamente"disse America prendendo la sua borsa ed uscendo dal locale, si era decisamente incazzata.
"modelle decisamente inaffidabili, Robert tu lo sai meglio di me"disse Trevor e io non prestai attenzione alle sue parole volevo soltanto uscire di lì e andare da America.
"andiamo anche noi"disse Katherine.
"giusto poi Robert ha il bambino a casa"disse Trevor comprensivo
"si, esatto comunque grazie dell'ospitalità"dissi io prendendo la mia giacca e alzandomi per uscire insieme a Katherine.
"di nulla non vedo l'ora di lavorare con te"disse Trevor prima che potessi andarmene insieme a Katherine e quando fummo fuori la cercai subito tra le gente ferma davanti all'entrata a fumare.
"è lì"disse Katherine scuotendo la testa.
"grazie"dissi io
"buonanotte Robert e non fare stupidaggini"disse Katherine
"Non lo farò"dissi io facendole capire che avevo recepito il suo messaggio per poi raggiungere America senza la ben che minima idea di come mi sarei comportato, che cosa avrei detto e cazzate di quel tipo, sapevo soltanto che per la prima volta dopo un sacco di tempo avevo voglia di avvicinarmi ad una donna.
Non capivo cosa ci fosse in lei oltre la sua bellezza evidente agli occhi di chiunque non era quello, ero circondato da donne interessanti, c'era qualcosa in più in lei ad avermi colpito, qualcosa che mi stava spingendo a camminare verso di lei, qualcosa che mi aveva spinto ad aprire bocca per chiamarla e che ora non riusciva più a farmi dire nulla mentre lei  mi guardava sorpresa.




Pov America 

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Eccolo di nuovo lo stesso sogno, possibile che fosse ormai da una settimana che continuavo a sognare lo stesso soggetto, era mai possibile? Mi sentivo una di quelle ragazzine adolescenti alla prima cotta,  e la cosa mi infastidiva non poco visto che quella fase non l’avevo vissuta nemmeno da adolescente e adesso invece mi ritrovavo a sognare sempre lo stesso soggetto, che tra l’altro nemmeno conoscevo realmente si l’avevo visto una mezza volta e lui non so perché aveva praticamente tirato fuori la storia della sua vita.

Chissà magari lo sognavo per via della storia che mi aveva raccontato, magari sentivo una certa connessione per quello che avevo vissuto, lui aveva un bambino praticamente comprato da una mamma in affitto io avevo praticamente venduto il mio.

Il mio, si il mio se solo mi avesse sentita Simon mi avrebbe tirato dietro il mondo, dovevo smetterla di vederla così, io non avevo venduto un bel niente quel bambino non era già alla base mio, si in realtà possedeva metà del mio corredo cromosomico ma non era stato concepito per amore o quantomeno non per amore mio e dell’altra parte che gli aveva fornito il resto del suo corredo cromosomico, anche se finchè era stato con me gli avevo dato tutto l’amore possibile.

Pensare di fare una scelta simile e rimanere senza conseguenze era stato stupido, pensavo sarebbe stato tutto facile e invece ancora oggi a distanza di qualche tempo non facevo altro che chiedermi che viso avesse, se i suoi genitori erano dei buoni genitori e se l’amavano quanto meritava, tutto decisamente assurdo di questo ero conscia.

Si, sicuramente il motivo per cui continuavo a sognare Robert era legato a questa storia.

Con quella risoluzione mi alzai definitivamente dal mio letto e mi decisi ad iniziare seriamente la giornata, avevo un mucchio di cose da fare.

“chissà quanto ha dato alla madre per non raccontare storie in giro”disse Melanie una delle modelle con cui dovevo lavorare per il servizio.

“chi?”chiesi io mentre mi sistemavano i capelli giusto per non sembrare quella che se ne stava sulle sue e non voleva socializzare, non ero mai stata quel tipo di persona ma talvolta da quando era successo tutto agli altri non sembravo proprio il ritratto dell’allegria.

“Pattinson, dio che stronzo”disse Melanie

Eccoci e ti pareva che non doveva perseguitarmi anche fuori dai sogni, fantastico.

“non credo che i giornali raccontino verità, è gossip”dissi io

“no fidati, questa è una storia vera, quello se ne è passate parecchie”disse Melanie ridacchiando, e la cosa mi infastidì alquanto, non mi piaceva che parlasse di lui così, si tra l’altro non lo conoscevo abbastanza e tutto ciò poteva anche essere vero, però non avevo nessuna intenzione di dar retta al gossip, il ragazzo con cui avevo parlato una settimana e qualche giorno prima non era certo quel tipo di persona, anche se non lo conoscevo ne ero certa.

Venni risvegliata dal mio loop di pensieri da un messaggio e quando lessì sul display illuminato non potei che sbuffare, ancora lui, dio avrei ucciso Nicole maledetta lei e i suoi ti trovo io qualcuno di adatto, Trevor ormai non mi dava tregua da settimane, e io non avevo nessuna intenzione di uscire con uno che per conoscermi mi aveva invitata ad andare in discoteca, avevo già capito tutto di un soggetto simile.

Ma quando lessi il suo messaggio mi obbligai ad accettare l’invito alla cena con amici, un po’ perché non saremmo stati soli e un po’ perché avevo realmente bisogno di svagarmi, magari mi avrebbe aiutato a smettere di pensare a Robert.

Quella sera quando Trevor venne a prendermi indossai un vestito molto semplice e comodo non avevo certo intenzione di farmi bella per lui, non che non fosse un uomo attraente ma aveva decisamente troppi anni per me.

“America sei bellissima”disse Trevor vedendomi nel mio vestito blu

“grazie”dissi io salendo in macchina, pessima musica, in quella macchina c’era decisamente pessima musica, e quando quella stazione passò i Black Keys ebbe anche il coraggio di cambiare, mi stava veramente passando la voglia di uscire.

“allora a quando il salto nel mondo del cinema, produrrei un sacco di film con te”disse Trevor

“ahaha certo, no, sono negata”dissi io

“capirai basterebbe il tuo bel faccino a nessuno interesserebbe il tuo talento”disse Trevor

“però”dissi io perplessa

“senti stasera in realtà è una cena di lavoro, però dopo vediamo cosa fare ci dev’essere qualche festa interessante in giro”disse Trevor

“ah è una cena di lavoro”dissi io, continuava a perdere punti anzi in realtà non ne aveva mai guadagnati ma più andavamo avanti a parlare e più pensavo che fosse un perfetto idiota.

Inviti una ragazza ad uscire e dove la porti? Ad una cena di lavoro, chiaro non fa una piega.

“si ma vedrai sarà divertente dobbiamo convincere un attore a firmare con noi”disse Trevor.

“chi?”chiesi io curiosa

“non te lo dico, voglio vedere la tua faccia quando si presenterà, lo so che voi ragazze avete un debole per i tipi di questo genere”disse Trevor.

“difficile, non sono il tipo di ragazza che esce con personaggi famosi”dissi io

“beh allora qualche chance ce l’ho, anche perché non sono famoso ma sono di certo ricco”disse lui lanciandomi un occhiata che mi fece venir voglia di aprire la portiera prima che scattasse il verde e scendere, ma dopo tutto sentire le assurdità di Trevor poteva essere divertente.

Quando ci sedemmo ad un tavolo dello Chateau Marmont insieme ad altri due tipi in giacca e cravatta soci di Trevor capì che quella serata sarebbe stata un vero mortorio.

“America devo farti i complimenti, devo dire che sei sicuramente il miglior acquisto che ha fatto il marchio quest’anno, farai dimenticare Alyssa Davis”disse Ian uno dei collaboratori di Trevor.

“non penso proprio, Alyssa è un icona della compagnia e poi no, non posso certo competere con lei”dissi io.

“infatti la superi di gran lunga”disse Trevor convinto e io mi limitai a sospirare, odiavo essere riempita di attenzioni.

“eccoli ”disse Ian  e dannazione quando lo vidi arrivare accanto a quella che doveva essere la sua assistente mi presi un colpo, decisamente uscire quella sera non era stata una buona idea.

In una settimana poteva diventare ancora più attraente?

"oh eccovi ci avete fatto aspettare eh"disse Trevor

"si scusate ma il bambino di Robert aveva la febbre"disse la donna bionda accanto a lui.
"si capisco, bell'impegno che ti è capitato Robert, non molti si sarebbero comportati come te, decisamente ammirevole io non credo l'avrei fatto"disse Trevor ridacchiando "ciao Robert"dissi quando me lo trovai di fronte provando a contenere quella sensazione strana che sentivo a livello dello stomaco.

” e che diamine America smettila di fare l’adolescente” continuavo a ripetermi ma non servì a molto la sensazione c’era e non voleva andarsene.
"ciao"disse Robert tranquillamente.
"ah ma vi conoscete?"chiese Trevor curioso e notai una nota di gelosia, con o senza Robert tanto quella sarebbe stata l’ultima volta che accettavo un suo invito.
"si, mio figlio ha una cotta per America"disse Robert sorridendo, diamine no, almeno quello poteva evitarlo mi sorrideva addirittura ma allora voleva uccidermi che lo dicesse quanto meno.
"ne capisce già allora di donne, chi non è cotto di lei"disse Trevor e mi guardò con il suo solito sguardo fastidioso, diamine doveva provarci continuamente?
"certo "dissi io alzando gli occhi al cielo, iniziavo ad essere stufa di queste continue sviolinate.

"non dire cazzate Katherine"disse Robert ad alta voce e tutti ci girammo verso lui e la sua assistente, chissà di che cosa parlavano così fitto fitto.
"Katherine ti ha convinto ad accettare"disse Trevor ridacchiando. 

"il progetto è molto buono, potrei proprio accettare"disse Robert tranquillamente, dio non riuscivo proprio a togliergli gli occhi di dosso.
"questo era proprio quello che volevo sentirmi dire"disse Trevor soddisfatto. 

"si dobbiamo valutare le tempistiche ma credo proprio che si possa fare"disse Katherine.
"io mi adeguo ai tempi di Robert è chiaro"disse Trevor 

"beh allora direi che sarebbe perfetto"disse Katherine
"ci vuole dello champagne per festeggiare, America mi hai portato assolutamente fortuna"disse Trevor facendomi l’occhiolino, ancora e basta con queste sviolinate alla prossima l’avrei ucciso.
"che cosa si fa adesso, vi va di andare a bere in qualche locale?"propose uno dei collaboratori di Trevor. 

"Mi sembra un'ottima idea"disse Trevor
"io sono stanca ho un servizio fotografico domattina, preferisco tornare a casa"dissi io, no di andare per locali a ballare non se ne parlava proprio.
"dai America non fare la guastafesta tanto vi riempono di trucco nessuno noterà le tue occhiaie domattina"disse Trevor scettico e li iniziarono proprio a girarmi le scatole.
"non posso farmi gli affari miei per locali il giorno prima di un lavoro importante ho un contratto"dissi io provando a contenermi.
"che palle però, Nicole non mi aveva detto che eri così rompipalle"disse Trevor.
"uhm invece non mi aveva detto che tu eri una testa di cazzo, e tanto per essere chiari smettila di chiamarmi continuamente"dissi io prendendo la mia borsa e uscendo, decisamente ne avevo avuto abbastanza l’unica cosa a cui pensai quando fui fuori da quel locale era che avevo fatto la pazza davanti a Robert, gran cosa, si decisamente gran cosa.

Mentre cercavo di chiamare un taxi e mi maledecivo per la pessima figura, dio fosse stato solo quello, avevo passato la serata a guardarlo, chissà se se ne era accorto, meglio non pensarci, in fondo quante probabilità avevo di rincontrarlo, di solito era Tom che portava Eric al parco quindi decisamente poche.

“America”disse Robert chiamandomi, ecco giust’appunto, mi sarei voluta sotterrare molto volentieri, ma che cosa potevo fare se non voltarmi.

“Robert”dissi io

“va tutto bene? Trevor è proprio una testa di cazzo”disse Robert

“si, beh io sono una testa di cazzo perché ho accettato di uscirci”dissi io sospirando.

“ah era un appuntamento?”chiese Robert

“si, una specie “dissi io

“direi che non ha ingranato”disse Robert sorridendo

“no, decisamente no”dissi io

“beh meglio così”disse Robert e io lo guardai perplessa, perché meglio così?

“si, penso di si”dissi io senza saper bene cosa dire.

“lo so, sono totalmente inopportuno ma, al diavolo devo dirlo semplicemente posso chiederti di uscire una di queste sere o pomeriggi? Insomma usciresti con me?”chiese Robert e rimasi alquanto interdetta, stava parlando con me? Mi stava realmente chiedendo di uscire? Che cosa doveva dire? Dovevo darmi una mossa a rispondere però il suo sguardo era alquanto preoccupato.

“si”dissi semplicemente come se fosse la risposta più naturale del mondo.

“davvero?”chiese Robert

“si, di solito non scherzo almeno che tu non sia un idiota ai livelli di Trevor”dissi io

“no, a quei livelli non penso di essere”disse Robert

“beh allora si, la mia risposta è si voglio uscire con te”dissi io sorridendogli.

“e potrei riaccompagnarti a casa?”chiese Robert

“mi sembra una buona idea”dissi io e quando lo seguì per raggiungere la sua auto e mi fece accomodare al posto del passeggero nell’abitacolo si diffuse la musica giusta.

Si, avevo fatto bene ad accettare di uscire con lui e tutto sommato quella serata non era stata così disastrosa.

“allora ti chiamo”disse Robert quando arrivammo sotto casa mia.

“o ci vediamo al parco”dissi io

“più probabile che riesca a chiamarti, visto come sta Eric”disse Robert

“si è preso l’influenza povero piccolo”dissi io

“si, a quanto sembra si, una bella influenza, però ti chiamo”disse Robert

“mi fido”dissi io

“beh allora buonanotte”disse Robert

“buonanotte”dissi io, odiavo quei momenti quando il ragazzo ti riaccompagnava a casa e rimaneva quel silenzio da bacio non bacio, dovevo scendere da quella macchina prima che voltandomi verso di lui i miei occhi si fossero scontrati con le sue labbra.

“sogni d’oro”disse Robert sorridendomi quando chiusi la portiera.

Dio mio, per la prima volta dopo tanto tempo ero al settimo cielo perché un ragazzo mi aveva chiesto di uscire, non capitava davvero da un sacco di tempo e quando mi addormentai quella sera lo feci con il sorriso sulle labbra.

 

 

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Capitolo 12
*** un pò di serenità è concessa a tutti ***


 

 

Simon mi stava raccontando qualcosa riguardo l'ultimo esame che aveva affrontato a veterinaria, ma la sua voce era solo un sotto fondo, non riuscivo a concentrarmi su quello che stava dicendo, l'unica cosa che riuscivo a fare era guardare il mio telefono e sperare che desse qualche segno di vita.

"vedo che sei molto interessata al mio esame di fisiologia degli animali esotici"disse Simon attirando la mia attenzione facendomi un cenno.

"no invece, lo sai che i pappagalli sono molto interessanti"dissi io

"certo, o il tuo cellulare è interessante?"chiese Simon prendendo il mio cellulare dal tavolo, e per un attimo fui tentata ad allungare la mano per riprendermelo.

"ma che ti sta succedendo?"chiese Simon

" è che sto aspettando una chiamata per un progetto"dissi io giustificandomi prontamente.

"uhm un film con Robert Pattinson?"chiese Simon guardandomi con l'espressione di quello che stava proprio pensando  "non mi freghi, mia cara".

"che stai dicendo?"chiesi io facendo finta di nulla.

"sto dicendo che, non hai ascoltato una sola parola di quello che ho detto, sto dicendo che non fai altro che guardare questo telefono aspettando una chiamata da quello stronzo. America Wright ti proibisco di uscire con uno stronzo simile"disse Simon.

"non sei mia madre"dissi io alzando gli occhi al cielo.

"si, ma sono il tuo migliore amico, ed essendo il tuo migliore amico ho il dovere di evitarti stupidaggini"disse Simon.

"mi ha soltanto chiesto di uscire, in amicizia, niente interessi romantici alla base"dissi io

"certo, niente interessi romantici, ma quello una botta te la darebbe eccome, e scusa se sono volgare"disse Simon.

"esatto, sei volgare, e poi sai come sono fatta, e non credo proprio che sia questo il motivo per cui mi ha chiesto di uscire, se gli interessava così tanto portarmi a letto mi avrebbe chiamata subito, e invece è sparito"dissi io

"oh mio dio, tu ci staresti eccome con lui, la situazione è più grave di quanto pensassi, credevo tu guardassi il telefono soltanto perchè c'eri rimasta male per il rifiuto, credevo si trattasse di orgoglio femminile o stronzate simili"disse Simon.

"non ci starei con nessuno, e te lo ripeto non guardo il telefono aspettando una sua chiamata"dissi io

"certo, non c'è dubbio in merito, dio America, ma lo sai che un sacco di uomini là fuori farebbe carte false anche solo per portarti un sacchetto della spesa? ma che dico, ti butterebbero volentieri la spazzatura tutti i giorni, e si accontenterebbero di questo, solo perchè sei tu"disse Simon

"esageri come sempre, guarda che non sono nessuno, ho avuto la fortuna che il fotografo giusto è passato al nostro locale, ma non faccio altro che sfilare con biancheria intima e pigiami che normalmente non potrei nemmeno permettermi di guardare"dissi io.

"smettila di fare la modesta, sei una modella che diamine, ormai puoi permetterti tutto, potresti permetterti di tornare a veterinaria e passeresti gli esami ad occhi chiusi"disse Simon.

"senti da che pulpito che la Brandbury ha sempre avuto un debole per te e ti ha fatto delle domande banalissime a fisiologia 2"dissi io

"banalissime, non direi proprio, e comunque soltanto le prof hanno un debole per me, la maggior parte sono uomini e mi odiano, anche se diventerò comunque un ottimo veterinario, meglio di loro"disse Simon.

"ah su questo nessuno ha dubbi"dissi io felice che l'attenzione si fosse spostata dal discorso precedente.

“oh guarda ti è arrivato un messaggio, “ciao America sono Tom, visto che Robert non ha il coraggio di farlo lo faccio io, che cosa fai questa sera? Capisco che il preavviso sia davvero poco, e che ti sto invitando io e non il diretto interessato, ma sappi che lui lo farebbe volentieri, se solo tirasse fuori le palle che ha ancora da qualche parte, accetteresti di uscire con lui questa sera alle 20 da Gracie?”lesse Simon riuscendo a trattenersi dal ridere per chissà quale ragione.

“mi stai prendendo in giro o è davvero un messaggio di Tom?”chiese io perplessa.

“leggi tu stessa”disse Simon passandomi il mio cellulare e scoppiando a ridere.

“mi ha davvero invitato Tom per Rob”dissi io leggendo il messaggio sempre più perplessa.

“a quanto pare, beh se ha perso le palle dovremmo stare tranquilli”disse Simon non riuscendo a rimanere serio.

“smettila”dissi io sbuffando.

"dai non volevi che ti invitasse ad uscire? eccolo il tuo invito, un pò insolito, chissà magari gli inglesi usano così"disse Simon.

"il mio invito certo, e che cosa dovrei rispondere, e a chi dovrei rispondere?"chiesi io

"secondo me lo intimorisci povero Pattinson"disse Simon.

"lo chiamo e lo tolgo subito da questo casino, è sicuramente stato Tom a fare tutto, vuole che esca con qualcuna per tirarsi su di morale, ma non sono la persona giusta, e forse anche lui l'ha percepito ecco perchè non mi ha chiamato, ha capito che con me non può divertirsi"dissi io.

" che per i comuni mortali significa che ha capito che tu non sei una che la dà facilmente"disse Simon.

"si, vediamola così, in realtà sto pensando che molto semplicemente mi reputa una stupida e non vuole avere niente a che fare con me"dissi io.

"certo, sicuramente lo pensa, tutti pensano che sei una bionda stupida"disse Simon alzando gli occhi al cielo, poi presa la sua tracolla venne ad abbracciarmi.

"te ne vai proprio ora? mentre sto per sentirmi una pefetta idiota?"chiesi io

"hai bisogno di privacy per sentirti un idiota, e io ho lezione tra un'ora, chiamami stasera per dirmi come è andata"disse Simon dandomi un bacio sulla fronte.

"ok"dissi io prima che uscisse di casa e quando vidì la porta che si chiudeva alle sue spalle mi feci coraggio e cercai il numero di Robert nella rubrica, poi dopo un bel respiro feci una leggere pressione sul tasto verde, e avviai la chiamata.

"pronto"disse una voce maschile dall'altro capo del telefono, e rimasi in silenzio per un istante ad ascoltare quella voce attentamente, era proprio lui, non l'avevo mai sentito parlare al telefono ma ero certa fosse lui.

"pronto America?"chiese lui e solo allora mi ricordai che aveva si il mio numero, quindi stavo facendo la figura della stupida visto che non parlava e lui sapeva che dall'altro capo del telefono c'ero proprio io.

"ciao Robert scusa ma l'audio del mio telefono mi crea qualche problema, come stai?"chiesi io cercando di mostrarmi a mio agio in quella situazione.

"bene, tu, stai bene?"chiese lui incerto.

"si, sto bene, senti ti chiamavo per il messaggio che ho appena ricevuto da parte di Tom, volevo soltanto dirti di non preoccuparti, che capisco che tu abbia cambiato idea, capisco che tu sia ancora ferito dalla situazione che hai vissuto di recente, e quindi capisco che tu essendo rispettoso nei miei confronti abbia voluto evitare di vederci, capisco tutto"dissi io senza prendere aria tra una parola e l'altra, parlavo a raffica e non gli davo nemmeno il tempo di replicare, anche se non mi sembrava che lui dall'altro capo del telefono avesse mai tentato di dire qualcosa.

"America l'unica cosa che ti chiedo di capire è che non sono riuscito a chiamarti perchè in queste settimane sono stato preso con le riprese, mi alzavo all'alba e tornavo a casa tardi, avrei voluto chiamarti almeno per farmi sentire, ma era sempre troppo tardi e non mi andava di disturbarti"disse Robert.

"ah ok, beh capisco"dissi io

"si, me l'hai ripetuto un sacco di volte che capisci"disse Robert ridacchiando.

"giusto si, beh ti lascio al tuo lavoro allora"dissi io

"sono in pausa in realtà , senti io adoro il Gracie fanno dell'ottimo pesce alla griglia. Che dici sei impegnata stasera?"chiese lui.

"no, non sono impegnata e adoro il pesce alla griglia"dissi io.

"perfetto, allora passerò a prenderti per l'ora decisa da Tom"disse Robert

"perfetto"

"Perfetto a più tardi allora, ti auguro una buona giornata"disse Robert

"grazie, anche a te"dissi io chiudendo la chiamata con il cuore a mille, sentire la sua voce era stata come una scarica di adrenalina, non riuscivo a stare tranquilla e non sapevo come sarei arrivata a quella sera.

Voleva davvero uscire con me? le mie erano davvero tutte paranoie, Robert voleva uscire con me.

Mi sentivo proprio come una ragazzina alla sua prima cotta, era un sacco di tempo che non mi sentivo così.

Forse dipendeva anche dal fatto che l’ultimo ragazzo con cui ero uscita era stato Ben, l’ultimo ragazzo per cui avevo provato qualcosa, in realtà l’unico.

Certo di recente avevo avuto qualche appuntamento, appuntamenti per lo più combinati dalle mie colleghe, e qualche ragazzo era stato anche divertente, ma non arrivavo mai al secondo appuntamento.

Max uno degli ultimi ragazzi con cui ero uscita aveva perfino provato a baciarmi, e il risultato era stato che istintivamente gli avevo stampato una bella sberla.

Temevo una sua reazione e invece era scoppiato a ridere dicendomi che non si era mai preso un rifiuto simile fuori da un film e io avevo riso con lui ricordandogli che c’era una prima volta per tutto, per quanto carino mentalmente non mi aveva preso come mi aveva rapito qualcun altro.

Eppure avevamo parlato pochissimo, ma c’era qualcosa in lui che non faceva altro che spingermi nella sua direzione, e non riuscivo a capire di che cosa si trattasse.  Qualsiasi soggetto di sesso femminile mi avrebbe risposto che erano gli ormoni a guidarmi verso di lui, sicuramente ero molto attratta da lui, la prima volta che l’avevo visto non ero riuscita a togliergli gli occhi di dosso, però c’era altro, ed era qualcosa che non riuscivo a spiegarmi nemmeno io, però era tutto l’insieme, il suo sembrarmi un po’ goffo, e poi quell’autoironia che usava continuamente.

Non erano così i ragazzi che ero abituata a frequentare, lo stesso Ben, era stato molto deciso quando si era fatto avanti con me, era andato dritto al punto baciandomi ancora prima di farmi capire che persona era.

Avevo provato a leggere qualcosa per distrarmi da quei pensieri ed evitare che l’ansia mi colpisse prima di cena, ma avevo dovuto rileggere la stessa riga diverse volte quando mi accorgevo che andavo avanti con gli occhi ma che con la testa rimanevo sempre indietro, sempre fissa sulle aspettative che la mia mente stava creando e che io invece non volevo avere.

E proprio quando quel libro stava riuscendo ad assorbirmi mi arrivò un messaggio da Robert dove mi informava che sarebbe passato a prendermi per le 19.30.

Guardai per un istante il display del mio cellulare accorgendomi solo in quel momento di quanto tempo fosse in realtà passato dall’ultima volta che avevo guardato l’ora, avevo passato l’intera giornata a leggere per distrarmi dall’attacco d’ansia che avrebbe potuto colpirmi se non mi fossi sforzata di fare altro.

18.30 tra meno di un ora sarebbe arrivato e in quel momento controllare l’ansia mi sembrava parecchio impossibile.

Non avevo la più pallida idea di che cosa fosse opportuno indossare, quando esci con un ragazzo in genere ti vesti in maniera carina, ti trucchi, senza esagerare certo, ma cerchi di apparire al meglio, ma in questo caso? In questo caso cosa era opportuno? Insomma uscivo con un uomo che con molte probabilità usciva con me giusto per passare una serata fuori, dovevo pensare che si trattasse di un’uscita con Simon.

Effettivamente se pensavo che stavo semplicemente uscendo con Simon a mangiare qualcosa mi sentivo già più tranquilla e a mio agio.

Presa la cena con quella filosofia scegliere che cosa indossare fu molto semplice, indossai un paio di jeans scuri, una maglietta a maniche corte, un maglioncino leggero e un paio di converse blu.

Non era stato poi difficile prepararsi, mi truccai leggermente con un po’ di fondotinta e blush e mi diedi una passata di lucidalabbra.

Ed ero anche in perfetto orario, quando Robert arrivò lo aspettavo già davanti all’entrata dell’enorme edificio dove vivevo.

Mi venne incontro dandomi un bacio sulla guancia per salutarmi e nell’esatto momento in cui era venuto verso di me la mia filosofia “fingiamo di uscire con il mio migliore amico Simon che per quanto figo, considero come un fratello” crollò totalmente.

“ciao”dissi rispondendo al ciao che mi aveva detto mentre mi baciava la guancia.

“a chi hai lasciato Eric?”chiesi per rompere il ghiaccio.

“se ne occupa Tom, sta ricoprendo molto volentieri il suo ruolo di padrino”disse Robert scuotendo la testa e ridendo.

“usciva con qualcuna devo dedurre?”chiesi io

“però, hai già imparato molto di Sturridge, invita una ragazza a casa e intanto si occupa di Eric”disse Robert

“immaginavo”dissi io ridendo

“come è andata la tua settimana? O meglio le tue settimane?”chiese Robert

“bene, sai non è che il mio sia un lavoro così faticoso”dissi io

“dici? Io avrei dei seri problemi ad indossare biancheria intima davanti a tutta quella gente, ci vuole carattere”disse Robert

“mi stai prendendo in giro?”chiesi io perplessa

“No, puoi chiederlo a tutti i registi con cui ho lavorato, ho seri problemi a mostrarmi nudo”disse Robert ridacchiando.

“beh immagino avrai un qualche documento dove puoi permetterti di rifiutare?”chiesi io

“nah, qualche volta ho potuto rifiutare altre volte no, ma abbiamo sempre trovato delle mediazioni, ad esempio sono riuscito a dire a Cronenberg qualche anno fa, che il nudo frontale non lo facevo”disse Robert

“al mio amico Simon piacciono i film di Cronenberg” riuscì a dire io per cambiare argomento, dopo le parole nudo frontale avevo qualche difficoltà a rimanere concentrata su quello che mi stava dicendo.

“ha gusto allora, comunque ti ringrazio per aver cambiato argomento, non male nella prima mezz’ora di appuntamento parlare delle mie scene di nudo”disse Robert ridacchiando e facendo ridere anche me.

 La sua goffaggine e il fatto che lo ammettesse anche, scacciò quelle immagini che mi stavano facendo venire un po’ caldo.

“ho sentito di peggio fidati, c’è gente che mi ha parlato delle sue parti basse prima che entrassimo al ristorante, inutile dire che li ho lasciati entrare e me ne sono andata”dissi io ricordando l’appuntamento al buio che mi aveva organizzato Hannah, quell’uomo era un vero maniaco, adesso però a ripensarci mi veniva da ridere.

“grazie di avermelo detto, amo iniziare una serata parlando del mio pene, infatti il discorso sulle scene di nudo è solo per introdurre l’argomento, volevo iniziare a parlarne proprio prima di entrare al Gracie”disse Robert fingendosi serio.

“beh se non altro provi a introdurre l’argomento”dissi io cercando di rimanere seria.

“si, ho una certa classe nel parlare del mio pene, potrei anche definirlo organo genitale maschile per essere più fine”disse Robert

“ah oddio non ce la faccio più”dissi io scoppiando a ridere.

“seriamente? Cioè c’è gente simile in giro?”chiese Robert

“oh non hai idea di che cosa ci sia in giro fidati”dissi io

“beh devo dire che poi apparteniamo a due epoche diverse praticamente, tu sei molto giovane, suppongo che i ragazzi di oggi si comportino in maniera diversa”disse Robert

“ahaha non parlare come se fossi mio nonno, quanti anni hai scusa? E quanti me ne dai?”chiesi io ridendo

“io ne ho 28, 29 a maggio e tu beh spero tu sia almeno maggiorenne”disse Robert ridacchiando.

“maggio quando?”chiesi io

“13”disse Robert

“stai scherzando?”chiesi io scioccata

“perché?”chiese Robert perplesso

“il 13 maggio è il mio compleanno”dissi io

“davvero? Oddio che disastro sei un toro, ma c’è una notizia positiva diventerai maggiorenne tra pochi mesi e io mi avvicinerò sempre più ai 30”disse Robert sospirando.

“compirò 23 anni il 13 maggio, e 30 anni non sono così tanti, anche se hai idea di quanto sia un anno? Cioè ti manca ben un anno e quanto tre mesi per diventare un trentenne, vuoi davvero preoccuparti di qualcosa che avverrà tra un anno e tre mesi?”chiesi io

“devo dire che il tuo ragionamento non fa una piega, sei decisamente un toro, io invece sono un toro anomalo”disse Robert

“nah, sei convincente anche tu”dissi io confortandolo.

“certo, perché nessuno capisce quello che dico e allora si arrende”disse Robert

“si, ognuno ha i suoi mezzi che vuoi farci”dissi io sorridendo.

“sono proprio felice di averti chiesto di uscire, o meglio che Tom l’abbia fatto al posto mio, era da tanto che non parlavo così con una ragazza, in realtà con qualcuno, come avrai capito Tom non è il massimo dell’ironia”disse Robert voltandosi verso di me e guardandomi per un attimo, e quell’attimo fu sufficiente a farmi venire davvero caldo, mi metteva in imbarazzo anche se non era uno sguardo da maniaco, mi stava semplicemente osservando e tanto bastava per farmi arrossire, per fortuna le mie guance non tradivano mai le mie emozioni.

“posso dire lo stesso, anche se non vedo l’ora di mangiare al favoloso Gracie, non ci sono mai venuta”dissi io osservando davanti a me l’insegna del famoso ristorante.

“ah lo adorerai”disse Robert entrando nel parcheggio e cimentandosi in un disastroso parcheggio facendomi ridere di nuovo.

“si, lo so, sono un disastro”disse Robert sospirando e spegnendo la macchina.

“c’è di peggio tranquillo”dissi io mentre scendevo dalla macchina.

“sai che uscire con te è stato davvero geniale, voglio dire hai conosciuto davvero degli idioti, cioè se riesci a dire che c’è qualcosa di peggiore dei miei parcheggi hai davvero conosciuto degli idioti”disse Robert raggiugendomi.

“mai andare ad appuntamenti al buio, specialmente se ad organizzarteli sono delle modelle”dissi io annuendo convinta.

“si, senza offesa ma le modelle sono proprio dei soggetti pessimi”disse Robert e questa volta però non mi sembrava scherzasse.

“quindi pensi che io sia un soggetto pessimo?”chiesi io perplessa quando ci sedemmo al nostro tavolo.

“No, è che quelle con cui ho avuto a che fare lo erano di gran lunga, tu sei apposto, forse non ti sei ancora fatta corrompere dalle diete assurde e dalle ore di yoga e pilates”disse Robert

“non so nemmeno cosa sia pilates”dissi  io prendendo un grissino.

“la mia ex ragazza praticava ogni sorta di questi sport inutili, dovevo capirlo da quello che non eravamo fatti per stare insieme, o forse avrei dovuto capirlo quando mi ha obbligato a dargli un figlio, figlio che non ha nemmeno voluto poi, sai come quando i tuoi genitori ti regalano la bambola che volevi a Natale, poi la bambola arriva e tu la odi perché te l’hanno regalata, più o meno è andata nello stesso modo”disse Robert ed io non sapevo proprio cosa dire, da una parte mi infastidiva che parlasse di Alyssa, dall’altra capivo che stava soffrendo ancora molto.

“si vede che stai soffrendo ancora molto”dissi io

“sono solo arrabbiato, sono pieno di rabbia, ma non soffro più ormai”disse lui sospirando e versandosi un bicchiere di pepsi che gli avevano appena portato.

“non si direbbe”dissi io

“se stessi ancora soffrendo ora non ti avrei chiesto di uscire, e con tutta la fatica che mi è costato farlo direi che non l’ho fatto tanto per, avevo proprio voglia di conoscerti meglio”disse Robert

“io non credo, io penso che tu ti sia fatto trascinare da Tom e abbia deciso di uscire per svagarti un po’, e va bene non preoccuparti, solo che non sono quel tipo di ragazza, sei molto divertente, ma non verrò a letto con te”dissi io salvo pentirmi immediatamente delle mie parole, prima di tutto perché erano assolutamente false, “Non verrò mai a letto con te?” what??? Stavo parlando ignorando chiaramente i miei ormoni , e seconda cosa che cosa diavolo avevo detto? Avrebbe senz’altro pensato che ero fuori di testa.

“Tom non centra nulla, sono io che volevo vederti, si il messaggio l’ha mandato lui, ma nessuno mi ha spinto verso di te, sei tu che mi attiri, avevo voglia di parlare con te e di passare un po’ di tempo con te, tutto qui, devo ammettere che da quando Alyssa mi ha lasciato non frequentato nessuna donna, mi sto rivirginizzando potrei dire”disse Robert ridacchiando.

“sembra che non siamo in grado di non parlare di sesso eh?”chiesi io ridacchiando.

“si, decisamente abbiamo un chiodo fisso”disse Robert

“meglio ordinare da mangiare allora”dissi io aprendo il menu e nascondendomi dietro esso per riprendere un po’ di aria e per non vedere per qualche istante i suoi occhi.

Cenammo in tranquillità, non parlammo più di sesso e lui mi parlò della sua infazia inglese, mi raccontò di come gli fosse nata la passione per la recitazione e volle sapere tutto di me, ma non riuscì a dire molto.

La mia vita fino ad allora era stata un totale declino fino all’arrivo di quell’importante fotografo, e non volevo fargli pena.

Gli raccontai soltanto della perdita di mio padre il giorno del mio ventunesimo compleanno, ma non gli raccontai nulla della gravidanza che avevo affrontato.

Avevo troppa paura che pensasse che fossi un essere ignobile, più volte mentre parlava di Eric aveva criticato la madre naturale per non averlo voluto vedere nemmeno una volta, e io rimasi  in silenzio senza riuscire a dire nulla, anche trattenere le lacrime fu piuttosto difficile.

Per un attimo vedevo la realtà sotto occhi diversi e mi sentivo un vero schifo, avevo davvero venduto mio figlio?

Anche se non l’avevo concepito con amore e avevo solo prestato il mio corpo perché lui potesse nascere, era pur sempre cresciuto dentro di me, e si portava dietro anche parte del mio corredo cromosomico oltre che del padre,  e la madre che l’avrebbe cresciuto nulla aveva in comune con lui, perché lui si sarebbe portato sempre dietro una parte di me, ed io non sapevo nemmeno come fossero i suoi occhi.

L’unico ricordo che avevo di lui erano i suoi movimenti dentro di me e quel pianto che avevo sentito quando eravamo stati separati per sempre.

“America sei fra noi?”chiese Robert guardandomi

“scusa, ero sovrappensiero”dissi io

“ho detto qualcosa che ti ha dato fastidio?”chiese Robert

“no, assolutamente no, non preoccuparti”dissi io

“sei sicura? È come se tu avessi visto un fantasma”disse Robert

“no, tranquillo”dissi io

“eh invece si, centra con la madre surrogata? Non volevo essere così duro, ho saputo che era una ragazza giovane, e che per lei è stato molto difficile lasciare il bambino, è per questo che avevo insistito perché lo vedesse ogni tanto, volevo che potesse esercitare il suo ruolo di madre, visto che colei che doveva occuparsi di lui l’ha abbandonato.

Ho aspettato per mesi una sua chiamata, e non si è mai fatta viva, forse non gli interessava così tanto di lui”disse Robert

“Non penso che sia così, magari quelli della clinica nemmeno gliene hanno parlato, sono sicura che se qualcuno le avesse proposto di vedere ogni tanto il bambino e di occuparsi di lui  come una madre lei avrebbe accettato, ne sono sicura”dissi io troppo carica e infatti Robert mi guardò per un attimo perplesso.

“non ci avevo mai pensato, dici che alla clinica non gliel’hanno proposto?”chiese Robert

“so come funzionano queste cose, la zia di Simon ha fatto da utero in affitto, una volta che è stata a corto di soldi ed era disperata, ti dicono subito che tu non avrai alcun contatto con quel bambino, il massimo che ti è concesso è vederlo alla nascita, in fondo hanno ragione non è tuo figlio, è il figlio di qualcun altro con cui hai condiviso lo spazio per quasi un anno”dissi io.

“forse allora dovrei tornare alla clinica e insistere perché la trovino”disse Robert

“si, credo dovresti farlo se ci tieni”dissi io sorridendogli.

Se la coppia che ora si occupava del mio bambino mi avesse chiesto di vederlo, non avrei esitato nemmeno un attimo e sarei andata da lui.

“però, sei proprio un toro, sei sprecata come modella, hai mai pensato di fare l’avvocato?”chiese Robert

“nah, un tempo studiavo veterinaria, me la cavavo anche bene”dissi io

“veterinaria? Eri un piccolo genio, e come sei finita a fare la modella?”chiese Robert

“mio padre si è ammalato, e non avevo più i soldi per permettermi di continuare a studiare, dovevo aiutarla a mandare avanti la tavola calda, mi è sembrata la scelta più giusta”dissi io

“Potresti riprendere ora però”disse Robert

“non credo sarei molto credibile al momento”dissi io

“non credo che un cane si faccia problemi perché fino a un mese prima facevi la modella sai?”chiese Robert

“ah un cane no, ma i loro padroni si. Gli animali non ti giudicano, forse è per questo che mi trovavo così bene con loro”dissi io

“anch’io odio essere giudicato, credo che ci siamo scelti i lavori sbagliati però”disse Robert

“tu di sicuro, a me al massimo possono dire che ho il culo grosso”dissi io

“se ti alzi ti dico se penso che sia grosso”disse Robert

“ahaha simpatico”dissi io

“nah lo so già in realtà”disse Robert ridendo

“che stronzo”dissi io ridendo con lui

“wow, è tardissimo, siamo rimasti solo noi qui dentro, e i camerieri ci iniziano a guardare male, ti va di uscire?”chiese Robert

“si, credo sia meglio”dissi io prendendo la mia borsa.

“ho decisamente bisogno di una sigaretta, ti dispiace se?”chiese Robert indicandomi il pacchetto che aveva in mano.

“no, no fai pure”dissi io

“ ne vuoi una anche tu?”mi chiese tirandone fuori una dal pacchetto.

“no, non fumo”dissi io

“ok”disse Robert accendendosi la sigaretta e quello fu un altro dei momenti in cui sentì caldo, dio ma come la teneva in mano quella sigaretta e che razza di mani aveva? Quelle dita erano perfette, e tutto quello che mi veniva in mente erano immagini delle sue mani che si impegnavano in questioni un po’ più spinte che tenere tra le mani una sigaretta.

Dovevo assolutamente spegnere quelle immagini anche perché i suoi occhi erano fissi nei miei e dovevo rompere quel contatto prima che fosse troppo tardi.

“hai degli occhi bellissimi”disse Robert

“anche tu”dissi io

“sei sicura che non vuoi fumare? Mi sembra che tu sia molto interessata alla mia sigaretta”disse Robert ridacchiando.

“No, no, sono sicura, fai pure”dissi io sentendomi in terribile imbarazzo, se solo avesse saputo a cosa ero davvero interessata mi avrebbe preso per una pervertita.

“un’altra boccata e ti riaccompagno a casa”disse Robert aspirando ancora il fumo e lanciando via la sigaretta.

“quando sono con Eric non fumo, ma quando sono fuori non posso farne a meno, mi aiuta a rilassarmi”disse Robert aprendo la macchina e lasciandomi entrare.

“sei nervoso quando sei fuori?”chiesi io curiosa.

“no, dipende, è che tu mi rendi un po’ nervoso”ammise poi

“io? Non si direbbe”dissi io ridacchiando

“non è proprio nervoso, è che mi sto trattenendo dal fare una cosa, e la nicotina mi è stata d’aiuto”disse Robert

“ok”dissi io senza toccare più l’argomento.

Che fosse anche lui attratto da me come io lo ero di lui?

Non sembrava avere grandi problemi a gestire la mia vicinanza però , io invece mi ero sentita come se la menopausa fosse arrivata in anticipo per tutta la sera, ero più attratta di quello che credevo.

“è stata davvero una fantastica serata America, sei una bella persona anche dentro, e sono felice di averti conosciuta”disse Robert quando scesi dall’auto e lui per educazione fece lo stesso accompagnandomi alla portineria.

“ma non hai più voglia di uscire con me, lo capisco”dissi io

“no invece, questa volta non penso tu capisca, perché voglio rivederti, e spero che insomma siccome sono stato sicuramente il miglio appuntamento paragonato a quei pazzi con cui sei uscita, beh spero di avere qualche chance in più”disse Robert

“guarda proprio perché ti paragono a loro credo che uscirò volentieri un’altra volta con te”dissi io

“bene, ti prometto che non aspetterò altre tre settimane per chiamarti”disse Robert sorridendo

“Lo spero”dissi io

“beh buonanotte America”disse lui salutandomi

“buonanotte”dissi io e poi proseguì verso la portineria cercando le chiavi nella mia borsa, ma proprio mentre frugavo pescando di tutto meno che le chiavi sentì una presa sul braccio che per un istante mi spaventò e poi le sue labbra sulle mie.

“Io ci ho provato a resistere”disse lui indietreggiando un attimo.

“nessuno ti aveva chiesto di farlo”dissi io sorridendo e sfiorando le sue labbra con le mie, dio se baciava bene.

“adesso me ne vado davvero, buonanotte America”disse Robert

“buonanotte”dissi io sorridendo e quella notte mi addormentai finalmente serena come non mi capitava da ormai troppo tempo, forse un briciolo di serenità il destino me l’avrebbe concesso, magari per poco, ma me l’avrebbe concesso.

Quante quante chiacchiere XD e chi li spegne questi due XD spero possa piacervi e scusate come sempre per il ritardo

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Capitolo 13
*** si, quando sarò pronta ***


Robert point of view

“da non crederci sei già tornato a casa”disse Tom alzando gli occhi dal portatile quando mi vide posare le chiavi dell’auto sul tavolo della cucina.

“Eric?”chiesi io non vedendolo accanto a lui

“dorme da due ore come da programma”disse Tom e solo in quel momento realizzai di aver fatto davvero tardi, non mi capitava tantissimo di perdere la concezione del tempo, o meglio mi succedeva quando si parlava di un argomento che mi appassionava, ma parlare così del più e del meno, lo trovavo totalmente noioso, eppure con lei non mi ero annoiato affatto, anzi se quel posto fosse rimasto aperto ancora probabilmente ora staremmo ancora parlando.

“e la tua amica?“chiesi cercando di sviare le domande che sapevo mi avrebbe fatto.

“mi ha dato buca, ma non sviare la cosa, che diavolo ci fai qui, io speravo di rivederti domattina”

“davvero?“chiesi io perplesso, Tom mi conosceva troppo bene, non era il tipo che andava a letto con una donna alla prima uscita, il sesso occasionale non necessitava di appuntamenti, gli appuntamenti avevano già una base più impegnata, o almeno io la vedevo così.

“no, ma ci speravo”disse Tom

“mi conosci, non sono quel tipo”dissi lasciandomi sprofondare nella poltrona.

“quel tipo è il tipo di uomo che è chiunque”disse Tom chiudendo il suo portatile.

“mi andava semplicemente di passare del tempo con una persona diversa da te”dissi io

“ma è una modella, e tu parli di cose noiose, sicuramente non avrai un’altra occasione”disse Tom trattenendosi dall’insultarmi.

“invece penso di si”

“gli piaci?“chiese Tom scioccato.

“non ci posso credere gli piaci più di me?”chiese Tom sempre più scioccato.

“pare“

“è assurdo”

“spero non ti dispiaccia”dissi io

“non è una facile, quindi non è il mio tipo”

“che idiota, comunque è semplicemente fantastica, lascia perdere il fatto che sia incredibilmente bella, ha un ironia pazzesca”

“non è nemmeno stupida vuoi dire? No, decisamente non era il mio tipo”

“non lo so però, è giovane e io ho anche un figlio”

“stai già progettando le cose in grande? Dimmi quando devo andarmene mi raccomando”

“non avevo voglia di uscire con nessuna dopo Eric, già non ho tempo con il mio lavoro. Se mi metto ad uscire con una donna toglierò altro tempo a quello che dovrei passare con lui”

“beh c’è lo zio Tom, e poi qualche volta potete portarlo con voi, Eric la adora”

“non so se posso permettermelo, insomma incasinare la vita a qualcun altro”dissi io sospirando, mi sembrava non ci fossero molte possibilità, forse per il bene di quella ragazza avrei dovuto rinunciare a lei.

“a molta gente piacerebbe farsi incasinare la vita da te”disse Tom facendomi l’occhiolino e io scossi la testa scettico.

“dillo alla mia ex ragazza”dissi io

“ecco spero non sia uno degli argomenti che avete toccato, o non la bacerai nemmeno”

“l’ho baciata”dissi io sorridendo tra me, certo era stato un bacio a sorpresa, ma avevo trovato il coraggio di farlo.

“sai ancora come si fa? Insomma non le avrai dato un bacio cinematografico, voglio dire le hai dato un bacio vero?”

“grazie come sempre Tom”dissi io

 

 

 

America Point of view

“mamma non posso mangiare tutta questa roba”dissi io sospirando, le avevo detto che sarei passata a fare colazione e che il giorno dopo avevo un servizio per costumi da bagno e lei cosa faceva mi preparava di tutto e di più da mangiare?

“ma non vieni quasi mai a fare colazione da noi”disse mia madre poggiando sul tavolo un piatto di pancakes ricoperti di sciroppo di cioccolato e frutta di ogni tipo a completare il tutto c’era un milkshake alla fragola.

“ok, pazienza mi allenerò di più oggi pomeriggio”dissi arrendendomi più che volentieri.

“sei magrissima tesoro, ma mangi?”chiese lei in apprensione, madri sempre troppo attente a cosa mangi e non mangi, valutano il tuo stato di salute in base a quello.

“sono uscita proprio ieri a cena”dissi io pentendomi subito dopo di quell’uscita.

“che cos’è quell’espressione? Chi era lui?”chiese subito mia madre incastrandomi.

“perché?” chiesi io cercando di essere evasiva, mi sarei giocata le mie carte fino all’ultimo facendo di ogni per evitare l’argomento, anche perché sapevo che una volta beccata le avrei spifferato tutto, proprio come quando da piccola rubavo qualche cioccolatino dalla credenza con mio fratello, ero sempre stata l’anello debole.

“perché mi sembri stranemente serena oggi, e visto che sei stata a cena credo sia merito di un uomo, o sbaglio?”chiese lei.

“davvero?”chiesi io

“ci uscirai ancora?”chiese lei e mi arresi all’evidenza di non avere nessun scampo.

“penso proprio di si, ad essere sincera”dissi io

“se sei felice tu lo sono anch’io, dimmi di lui”

“non c’è molto da dire”dissi io

“che cos’era quell’espressione?”chiese mia madre

“quale?”
“l’espressione del sto uscendo con un uomo con cui non dovrei uscire, è sposato?”chiese lei

“no, no certo che no. E’ che ha un bambino, è un padre single”dissi io

“ah è molto più grande di te?”

“no, ha quasi 29 anni”

“se lui ti piace non deve frenarti il fatto che abbia un bambino, ha diritto anche lui a rifarsi una vita”

“dovrei anche aggiungere che è stato per molti anni insieme ad una mia collega, che l’ha lasciato con un bambino avuto tramite una clinica, hanno scelto una mamma surrogata perché non riuscivano ad avere bambini”dissi io spiegandole tutto.

“è logico che una persona abbia un passato, ma non deve certo frenarti se ti piace davvero e se merita le tue attenzioni”

“a proposito di ciò non so come gestire il mio, che sfortuna si è messa sulla mia strada da farmi incontrare un uomo tanto incredibile che ha una cosa così delicata in comune con me”dissi io

“coincidenze”

“coincidenze?chiamala sfortuna è questo il suo vero nome, io volevo solo dimenticare questa storia, è dimenticando che sono riuscita ad andare avanti”dissi io

“Ho sempre pensato che continuare la terapia non ti avrebbe fatto male”

“sto bene così, ho dimenticato tutto di quel periodo, però.. lui si è aperto con me, e forse meriterebbe la stessa sincerità da parte mia”

“goditi il momento tesoro, e quando sarà il momento riuscirai ad aprirti con lui”

“si, quando sarò pronta”dissi io annuendo convinta, avevo bisogno di sapere che ne ero convinta davvero, che credevo di non essere nell’errore, eppure una parte di me si sentiva terribilmente in difetto nei suoi confronti, ma un’altra parte molto più grande non aveva nessuna intezione di parlare di quella storia e voleva solo dimenticare e far finta davvero che non fosse mai accaduto.

Non ebbi il tempo di prendere in mano il mio milkshake che il mio telefono prese a suonare.

“ciao”dissi rispondendo al volo, mi sentivo proprio una ragazzina ma non potevo fare a meno di comportarmi così.

“spero di non disturbarti, io mi sono appena svegliato”disse lui

“io sto facendo colazione alla tavola calda di mia madre”dissi io

“se mi dici dov’è ti raggiungo”

“è fuori mano”dissi io

“ah, non vuoi che incontri tua madre, hai paura che faccia troppo sul serio?”

“no, è davvero fuori mano, ma se vuoi passare ti aspetto”

“no, non ho ancora comprato un anello, mi presenterò quando avrò comprato un anello, per oggi credo mi accontenterò di invitarti a correre”

“tu corri?”chiesi io perplessa

“in un certo senso”disse lui

“sono proprio curiosa di vedere, le 15 al parco dove Tom porta Eric?”chiesi io

“a dopo e salutami tua madre”disse lui prima di chiudere la comunicazione.

“guarda come sorridi, ti piace proprio eh?”disse mia madre

“mamma, ti prego”dissi io sospirando.

 

 

Uscì di casa  con qualche minuto di ritardo, mi sentivo una sciocca, come mi sarei comportata con lui, non avevo nemmeno idea del modo in cui avrei dovuto salutarlo, non ero più in grado di gestire queste cose, era passato troppo tempo.

Troppo tempo nemmeno fossi una cinquantenne che esce con il suo nuovo toy boy, sono lontana addirittura dai 25 in pratica , e poi c’era un modo per salutare l’uomo che ti aveva baciato la sera precedente? Mi veniva in mente soltanto un modo, e infatti seguì la mia idea non appena lo vidi.

Non gli diedi nemmeno il tempo di parlare gli portai una mano dietro il collo attirandolo a me e incontrai le sue labbra, avevo bisogno di rinfrescarmi la memoria, anche se il bacio della sera precedente era ancora ben chiaro nei miei ricordi, riuscivo a ricordare addirittura il sapore del vino sulle sue labbra.

“ciao anche a te”disse Robert sorpreso

“scusa io, ho esagerato?”chiesi io vedendolo riprendere fiato.

“no, è stato solo inaspettato”disse lui

“è imbarazzante, dopo ieri non sapevo come comportarmi”dissi io

“così va benissimo”disse lui facendomi l’occhiolino e non riuscì a trattenermi dal ridere, aveva un espressione davvero buffa.

“ah guardati sei in tenuta da corsa, pantaloncini corti, carino”dissi io prendendolo in giro, in realtà non riuscivo a distogliere lo sguardo dalla maglietta grigia che gli segnava le spalle.

“meglio che non ti dica io che cosa penso della tua tenuta, non vorrei esagerare”disse lui e io rimasi alquanto sorpresa, non lo facevo quel tipo di ragazzo.

“sto scherzando naturalmente, anche perché non ne avrei il coraggio”disse lui

“e poi sono vestita in maniera tremenda, questa maglia è di Simon”dissi io

“Simon?”chiese lui perplesso

“il mio migliore amico”

“ah, e perché indossi i suoi vestiti”

“me l’aveva regalata quando”dissi ed ebbi come un flash che mi lasciò senza fiato per qualche secondo facendomi sentire un peso al petto tremendo.

“la tua maglietta dei Coldplay è messa a dura prova”disse Cassie a Simon guardando la mia pancia

“ormai la scritta non si legge più”disse Simon

“la smettete voi due”dissi io sbuffando

“te la lascio quando finisce tutta questa cosa,ormai è sformata”disse Simon ridacchiando

“che stronzo”dissi io fulminandolo

“è il tuo ex ragazzo?”chiese Robert preoccupato

“no, no è il mio migliore amico, è come un fratello”dissi io

“e allora perché quell’espressione?”chiese lui

“no, è che mi è venuta in mente una cosa”

“ti va di parlarne? Insomma vuoi sfogarti, mi sembra che sia qualcosa di non propriamente bello”disse lui e sentivo la preoccupazione già nella sua voce, ma quando guardai il suo viso mi sentì in colpa.

Dovevo essere sembrata una che aveva appena visto un fantasma.

Non avevo nessuna intenzione di scaricare il mio passato su di lui, volevo che qualsiasi cosa venisse fuori fosse qualcosa di positivo, se gli avessi raccontato tutto poi avrei ottenuto soltanto la sua pena, e non era quello che volevo da lui.

“no scusa, ma non voglio parlarne, voglio correre”dissi io mettendomi le cuffie e lui fece lo stesso.

“va bene, ma non andare troppo forte”disse lui

“tranquillo”dissi io sorridendo e facendo partire la mia playlist.

Mi concentrai solo sulla corsa, e lasciai che i pensieri fluissero mentre la musica mi riempiva la testa scacciando i ricordi dalla mia mente, sentivo lo sguardo di Robert su di me e la cosa stranamente mi faceva sentire sicura, in genere odiavo essere guardata, ma con lui mi sentivo tranquilla.

Finita la playlist rallentai per fermarmi e lo stesso fece Robert lasciandosi poi subito cadere su una panchina, era letteralmente distrutto.

“ho cercato di dirti un sacco di volte di fermarti, la tieni proprio alta quella musica”disse Robert

“beh ma è stato un bene, o ti saresti fermato e invece così hai corso praticamente due ore, dovresti ringraziarmi”

“ah non lo so, sono sicuro stia per venirmi un infarto”

“che esagerato”dissi io sedendomi al suo fianco.

“voglio sapere tutto di te America, voglio sapere davvero tutto. E’ vero che usciamo da praticamente due giorni, e non è perché io mi sono aperto con te che pretendo che tu faccia lo stesso, ma con i tuoi tempi, quando ti sentirai pronta a parlarne, vorrei conoscere quello che non so”disse lui voltandosi verso di me.

“un giorno ti prometto che te ne parlerò, ma non ho ucciso nessuno per essere chiari”dissi io rompendo il suo momento di serietà.

“questo mi conforta molto”disse lui ridacchiando.

“devo andare a prendere Eric al nido”disse lui guardando l’ora sul suo cellulare.

“certo, beh ci sentiamo allora”dissi io alzandomi dalla panchina.

“stasera cosa fai?”chiese lui alzandosi e portandomi le mani lungo i fianchi.

“dormo, domani ho un servizio fotografico all’alba e nel contratto rientra un sonno di bellezza la notte prima”dissi io portandogli le braccia intorno al collo.

“giusto, in realtà anch’io domani lavoro e in realtà da domani inizio la preproduzione del film, un sacco di prove insomma, però mi farò sentire”disse lui baciandomi.

“è meglio che tu vada, non vorrai far aspettare Eric”dissi io sforzandomi di lasciarlo andare, fosse stato per me sarei rimasta a baciarlo per ore, ma il suo bambino lo aspettava.

“giusto, devo andare”disse lui

“ci sentiamo”dissi io

“ci sentiamo”disse lui andandosene e mentre tornavo a casa non riuscivo a fare a meno di pensare alle belle parole che mi aveva detto, avevo dovuto subito ribattere perché le sue attenzioni mi avevano fatto sentire davvero in imbarazzo.

Era la prima volta che qualcuno che non fosse della mia famiglia mi facesse sentire importante.

Il  mio ex ragazzo non mi aveva mai fatta sentire così, mentre lui che quasi non mi conosceva si interessava davvero a me, mi sembrava così difficile da credere, eppure era proprio così.









Come avrete visto non è passato un altro anno dallo scorso aggiornamento XD Mi scuso però per un altro mese di ritardo ma quando non sto bene faccio fatica a fare il resto e scrivere necessita di una buona dose di ottimismo che proprio non ho di recente, che dire sono andate sulle panchine del campetto da basket si tipo one tree hill, solo che da me spacciano ahaha non di giorno però eh, di giorno ci giocano i bambini, comunque me ne sono andata lì e ho scritto il pov robert e parte del pov america, l'ultima parte l'ho ultimata oggi invece.. La domanda che nessuno mi ha fatto e che invece mi faccio io, ma possibile che tipo non si dica strano che il suo bambino è nato lo stesso giorno del mio? ora ok le coincidenze, ma forse due domande, due dubbi se li farebbe venire XD
Beh risposta semplice, avete mai cancellato così tanto qualcosa dalla vostra vita che non ricordate nemmeno il giorno in cui è accaduto, io ad esempio nel periodo in cui è morta mia nonna stavo male in generale, e avevo poca concezione dello spazio tempo, tant'è che ricordo sia morta a inizio agosto ma non ho mai saputo la data esatta, sono dovuta andare a leggere la data dietro la sua foto e non è successo 20 anni fa, ma nel 2009, a volte tendiamo proprio a rimuovere tante cose perchè ci fanno troppo male, e così ha fatto lei anche se del tutto non ci è riuscita.
Prima o poi comunque si scoprirà.. prima o poi XD
Intanto vi ringrazio come sempre per seguire le mie storie,  un abbraccio

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Capitolo 14
*** same old story ***


America point of view 

“Buongiorno, ti auguro una buona giornata” recitava il messaggio che mi aveva svegliata.

Erano delle semplici parole in fondo, niente di eclatante, ma non riuscì a non sorridere, aveva pensato a me.

Ormai dormire era impossibile, difficilmente riuscivo ad addormentarmi e poi mi sentivo troppo euforica per riuscire a riaddormentarmi.

Presi di nuovo il mio cellulare in mano e gli risposi con altrettanta semplicità.

“Buongiorno anche a te, in realtà io avevo ancora mezz’ora da dormire, comunque buona giornata” digitai poggiando poi il cellulare sul ripiano della cucina.

Avevo ancora un ora buona prima di essere recuperata per raggiungere la location, e  potevo quindi  concedermi una colazione tranquilla, seduta al tavolo della cucina come ai vecchi tempi, come quando ancora mio padre era con noi.

Cercai il recipiente di plastica dove tenevo la farina e presi un paio di uova dal frigorifero.

Non avevo bisogno di leggere nessun istruzione, cucinare per me era istintivo, forse se non avessi avuto questa grande passione per gli animali sarei di sicuro diventata una pasticcera.

Forse avrei dovuto aggiungere anche se non avessi avuto la sfiga che avevo avuto fino a quel momento in tutta la mia vita, di sicuro se le cose fossero girate in maniera diversa ora non sarei una modella di Victoria Secret’s , forse sarei la dottoressa Wight, specializzata in animali di grossa taglia.

Improvvisamente nella stanza si diffuse Strawberry swings dei Coldplay e visto il volume della mia suoneria, e il silenzio che prima regnava nella mia cucina di primo impatto la voce di Chris Martin mi spaventò, ma poi realizzai che quella voce proveniva dal mio cellulare che continuava a vibrare sul ripiano della cucina.

“Chi diavolo è a quest’ora, giuro che se è mia madre”dissi prendendo il cellulare e sbuffando ancora prima di vedere chi fosse.

“Allora avevo ragione a pensare che il mio messaggio ti aveva infastidito”disse quella voce maschile che subito faceva accellerare i battiti del mio cuore.

“cazzo che figura”mi trovai a pensare imprecando mentalmente contro il mio vizio di rispondere al telefono prima di vedere chi fosse.

“scusa, credevo fosse mia madre”dissi io sospirando.

“niente, forse avrei dovuto evitare, effettivamente mancano 10 minuti alle sei”disse lui

“No.. ecco mi fa piacere tu abbia chiamato”dissi io sbadigliando.

“oh beh posso sentirlo effettivamente”disse lui ridacchiando.

“mi stai prendendo in giro all’alba delle sei?”chiesi io perplessa lasciando andare un altro sbadiglio, necessitavo di caffè, questo era certo.

“Il servizio è per i costumi da bagno della Bella Addormentata? “chiese lui

“si, prendimi pure in giro, guarda che è un lavoraccio, passerò la prossima giornata a sentirmi dire che non ammicco abbastanza verso la macchina fotografica, e che i miei capelli sono pieni di doppie punte.

“non ammicchi abbastanza?”chiese lui perplesso

“non sono brava a fare la sexy vamp”dissi io ridendo

“beh la foto che sto vedendo adesso sul giornale mi dice il contrario”disse lui

“stai guardando una mia foto? Oh mio dio, è imbarazzante, smettila subito”dissi io vergognandomi subito.

“ti vergogni che io veda una tua foto? “chiese lui ridacchiando

“si, è inquietante”dissi io

“era una foto di una tua intervista e sei vestita , ma comunque sexy, il fotografo che ti dice che non sei abbastanza sexy non sa cosa dice”disse lui

“mi hai chiamato a quest’ora per dirmi questo?”dissi io cercando di sviare l’argomento mi imbarazzava ricevere complimenti, specialmente da lui, ok dentro di me però un pò stavo gongolando.

“ti ho chiamato perchè avevo bisogno di un iniezione di energia per iniziare la giornata, e poi così almeno evito di bruciare il latte di Eric”disse lui sbadigliando.

“sei stanco?”chiesi io

“a quest’ora è normale, Eric mi sveglia ogni giorno alle 5”disse lui

“quanti anni ha ora?”chiesi io

“ne compirà uno tra qualche settimana”disse lui

“uno? Credevo fosse più grande, insomma parla parecchio”dissi io

“no è nato il 12 marzo”disse lui.

“12 marzo? Non manca molto al suo compleanno”dissi io

“no, in realtà io vorrei mancasse di più, o semplicemente vorrei che mia madre non sapesse il giorno del suo compleanno”disse lui sospirando.

“Verranno a trovarti?”

“Direttamente dall’Inghilterra che gioia, è da prima che nascesse Eric che non torno a casa”

“non vedi i tuoi genitori da più di un anno? “

“no, figuriamoci, sono stati qui per natale”

“immagino Eric non veda l’ora di vederli”

“si è il loro unico nipote al momento, quindi è viziatissimo da lui e dalle mie sorelle”

“hai delle sorelle?”

“si, due, più grandi di me, quindi due grandissime rompiscatole”

“io ho un fratello e una sorella entrambi più piccoli”

“ecco perchè sei così brava con i bambini, Eric è timido in genere, ma Tom mi ha raccontato di come sia stato amore a prima vista per lui”

“per chi? Eric o Tom?”chiesi io ridacchiando

“purtroppo temo entrambi, ma ormai Tom se ne è fatto una ragione”

“rincuorante”dissi io ridendo

“ho un concorrente in meno, per me è molto rincuorante”

“un concorrente in meno?”chiesi io

“certo, sono perfettamente cosciente della fila di ammiratori che hai ad Hollywood” disse lui serio.

“grazie per avermi informata, che tu sappia anche Leonardo di Caprio ha una cotta per me?”chiesi io prendendomi gioco di lui.

“no, non sono molto in confidenza con lui, ma sarebbe uno sciocco se così non fosse”disse lui

“sei già così adulatore alle sei del mattino?”chiesi io

“un uomo fa quello che può” disse lui ridendo

“non hai bisogno di impressionarmi, sono stufa di frequentare uomini che cercano di impressionarmi con le loro macchine veloci, i ristoranti più costosi della città, i club più esclusivi, queste cose non mi sono mai interessate. Sono di Los Angeles, Los Angeles dei comuni mortali”dissi io

“allora vuol dire che la prossima volta posso invitarti a mangiare al fast food?”chiese lui

“si, ma io preferisco Burger king”dissi io

“Burger king? Che viziata”disse lui prendendomi in giro.

“ma questo latte non è ancora pronto?”chiesi io

“lo sto facendo raffreddare e poi Eric sta giocando da un ora”

“da un’ora? Ma dove la trova quest’energia?” chiesi io perplessa

“fidati noi Pattinson abbiamo riserve di energia, per fare qualsiasi cosa a qualsiasi ora”disse lui

“che maniaco”dissi io

“io maniaco? Io sto parlando del fatto che lavoro un sacco di ore al giorno, non è certo colpa mia se tu ci vedi doppi sensi nascosti”disse lui ridendo.

“che stronzo”dissi io ridendo con lui.

“comunque volevo chiederti se posso invitarti a cena questa sera”

“solo se andiamo da burger king”dissi io

“ok, ok”disse lui ridendo

“dio, ma è tardissimo, quanto mi hai tenuta al telefono?”chiesi io vedendo che improvvisamente l’orologio in cucina segnava le 6.30.

“è un buon segno, significa che non ti annoio”disse lui ridendo.

“volevo prepararmi dei pancakes”dissi io sbuffando

“in realtà ti ho chiamata sotto ordine del presidente di Victoria’s secrets, mi ha ordinato di impedirti di mangiare schifezze prima del servizio fotografico”disse lui prendendomi ancora in giro.

“fottetevi entrambi, adesso ci metto anche le goccie di cioccolato e una montagna di panna”dissi io

“la prossima volta li prepari anche a me?”

“ti inviterò a colazione un giorno, così potrai mangiare qualcosa di meglio dei biscotti per bambini”dissi io ridacchiando.

“come sai che sto mangiando i biscotti di Eric”

“perchè sono buonissimi i biscotti per bambini, saresti un pazzo se non li mangiassi anche tu, ma non hanno niente a che vedere con i miei pancakes”dissi io orgogliosa.

“non ne dubito, comunque nemmeno tu devi impressionarmi, è sufficiente la gigantografia di Victoria’s secrets fuori dal mio balcone”

“che cosa???”chiesi io scioccata

“si, l hanno attaccata proprio ieri pomeriggio, ora parlo con te, ma in realtà è come se stessi parlando con la bionda ammiccante dall’altro lato della strada”disse lui

“ti sto odiando in questo momento”dissi io rossa di vergogna.

“io proprio no invece, c’èun ottima vista ora”disse lui.

“tanto sono tutte photoshoppate, non sono così in realtà”dissi io

“ah lo so, mi sembra che dal vivo tu sia molto meglio, ti ho detto che sei bellissima quando arrossisci, questa foto è solo una banale imitazione della tua bellezza”disse lui

“ho detto che non devi impressionarmi”dissi io sempre più in imbarazzo.

“sto solo dicendo quello che penso”

“mi piacevi di più quando ti mettevo a disagio, forse avrei dovuto fare la preziosa più a lungo”dissi io ridacchiando.

“Si, devo ammettere che il bacio che mi hai dato ieri mi ha incoraggiato parecchio, e poi sei timida, non mi sarei mai aspettato che una modella di Victoria’s secrets fosse così timida”disse lui

“uff, voglio ricordarti che praticamente mi hai chiamata al’alba per prenderti gioco di me”dissi io sbuffando.

“scusa hai ragione, ma hai detto tu che devo essere me stesso”disse lui ridacchiando.

“sarà meglio che ti faccia finire di preparare la colazione al piccolo, o entrambi faremo tardi”dissi io

“si, forse è meglio, ti auguro una buona giornata, divertiti e non hai bisogno di ammiccare, sei già sufficientemente sexy così”disse lui.

“che scene giri oggi?”chiesi io

“leggiamo il copione insieme più che altro, la preproduzione, una noia mortale insomma, mi ricorda com’era essere a scuola”disse lui

“capisco, beh allora buona giornata”dissi io

“un bacio”disse lui prima di chiudere la chiamata.

Dio eravamo rimasti al telefono per più di mezz’ora tutto questo all’alba?

E la sua voce, la sua voce era così eccitante al telefono, anche la sua risata era eccitante, e mi piaceva anche come non si prendesse mai sul serio, se non fosse stato anche così attraente sarebbe stato un ottimo amico, il problema era che era attraente.

Eccome se lo era.

 

“America ma hai dormito? Guarda che razza di occhiaie che devo sistemare”disse Mary la truccatrice che si sarebbe occupata di me durante il servizio costumi da bagno.

“scusa Mary, è che mi sono svegliata presto”

“certo, e chi ti ha svegliata presto? Trevor?”chiese Hannah seduta accanto a me ed intenta a messaggiare con il suo i phone.

“che?”chiesi io perplessa

“America, Trevor è un mio caro amico, e mi racconta tutto, so che vi state frequentando, forse frequentando è la parola sbagliata”disse lei ridendo.

“Il tuo caro amico deve averti mal informato sai?” dissi io cercando di frenare la rabbia.

“ho sempre sognato di dargliela una botta, come se la cava?”

“l’unica botta che darei al tuo amico, è una botta in testa”dissi io

Maledetto stronzo, come gli era saltato in mente di inventarsi una storia simile, se l’avessi visto un altra volta l’avrei distrutto con le mie stesse mani.

“vuoi dirmi che non è vero?”chiese lei perplessa

“certo che no, non lo vedo dalla sera della cena, e quella sera l’ho mandato al diavolo, è un soggetto viscido”dissi io offesa dal fatto che la mia amica potesse credere che fossi interessata ad un soggetto simile.

“che stronzo, si vantava  anche l’altra sera”disse lei un pò delusa, avevo la sensazione che Hannah avesse qualche difficoltà a decifrare le persone, come poteva pensare che Trevor fosse un uomo affidabile?  E dire invece che dovevo tenermi lontana da Robert?

“tanto per essere chiara, non uscirò mai più con un tuo amico”dissi io evitando di pensare ancora a questa storia, non valeva la pena farsi rovinare l’umore da uno stronzo simile.

 

 

Robert point of view

Tom rientrò a filo con il mio orario di uscita, aveva passato la notte con una delle sue amiche.

Sinceramente ero piuttosto sicuro che presto si sarebbe preso qualche malattia venerea, ed ero anche un pò preoccupato dal fatto che si comportasse così dopo che aveva rotto con la sua ex ragazza, l’unica che aveva frequentato più di una notte era stata Hannah la collega di Alyssa, ma di sicuro questo comportamento libertino era partito dopo la sua rottura con Sienna, e da lì era stato tutto in discesa libera.

Probabilmente non era più riuscito a dimenticarla, io invece non avevo poi impiegato molto ad allontanare Alyssa dai miei pensieri.

Eric non aveva ancora compiuto un anno ed io mi ero quasi dimenticato il volto della donna che avrei voluto sposare, che stimavo e rispettavo più di chiunque altra al mondo, e che alla fine avevo imparato ad odiare per il male che mi aveva fatto.

Quando raggiunsi gli studios tutto il buon umore che avevo accumulato quella mattina parlando con America venne soffiato via da quella risata insopportabile e grottesca.

Trevor Holmes era presente agli studios, certo iniziava la pre produzione del film, e dopo tutto lui era il produttore, ma sinceramente speravo di non rivederlo più dopo aver firmato il contratto, mi dava sui nervi la sua presenza, il suo modo di parlare e specialmente le sue battute inutili e stupide.

Ok, dovevo ammetterlo, la cosa che però mi dava più fastidio era che era uscito con America, e ancora di più il ricordo del modo in cui l’aveva guardata.

L’aveva guardata  come se fosse la sua prossima preda, per fortuna lei quella sera gli aveva dato il ben servito ed era venuta via con me.

Tutto sommato forse avrei dovuto ringraziare l’idiozia di Trevor Holmes, se non fosse stato un coglione totale magari lei quella sera sarebbe rimasta con lui.

“ah ecco la nostra star, Robert sei in perfetto orario, oggi sta bene il tuo bambino?”chiese Trevor interrompendo il discorso sicuramente idiota che stava facendo con i suoi collaboratori.

“si, sta bene”dissi io

“perfetto, così oggi sarai totalmente concentrato sul tuo personaggio”disse Trevor dandomi una pacca sulla spalla e facendomi strada verso la sala dove avremmo organizzato la tavola rotonda per leggere il copione.

“ragazzi, Robert Pattinson”disse Trevor presentandomi al resto della troupe e io feci un cenno di saluto a tutti, specialmente ai miei colleghi già seduti al tavolo e mi andai a sedere al mio posto accanto alla mia partner nel film Carey altra conquista passata di Tom.

“ciao Robert come stai?”mi saluto Carey abbracciandomi, e non ebbi il tempo di risponderle che Trevor disse qualcosa che mi infastidì alquanto.

“ecco un flirt tra voi due aiuterebbe la promozione del film in futuro, tanto siete entrambi liberi al momento no?”chiese Trevor e io avrei tanto voluto dirgli che no, non ero libero e che uscivo con la donna che lui desiderava e che mai avrebbe avuto, ma non mi sembrava corretto nei confronti di America, non volevo esporla ai media come era sempre accaduto con tutte le donne che avevo avuto.

La stampa scriveva ben poco su di lei, e perfino i paparazzi non riuscivano a beccarla in situazioni compromettenti che avrebbero potuto alzare le vendite delle testate per cui lavoravano.

America era una persona limpida e priva di scheletri nell’armadio, la sua semplicità metteva Ko qualsiasi paparazzo che non sentiva la necessità di perseguitarla troppo.

 

“non abbiamo bisogno di questi giochetti per promuovere il film, la sceneggiatura è valida e noi faremo del nostro meglio”disse Carey

“certo Carey, tranquilla stavo scherzando”disse Trevor, decisamente infastidire gli attori che tanto aveva voluto per questo film non era una buona idea.

La giornata trascorse piuttosto velocemente, i dettagli da discutere con il regista erano molti, e per fortuna Trevor ci lasciò per impegni che riguardavano la casa di produzione augurandoci una buona giornata, tornò purtroppo nel tardo pomeriggio.

Per fortuna però passò soltanto per un saluto veloce per poi lasciarci a finire il lavoro.

Alle 18 in punto avevamo terminato la lettura del copione ed avevamo discusso dettagli di alcune scene che non ci convincevano ed eravamo stati istruiti dal regista su cosa avrebbe voluto esattamente da ognuno di noi.

Insomma era stata una giornata produttiva ed ora non vedevo l’ora di passare da Burger king e fare una sorpresa ad America.

Ero passato anche a prendere qualche dvd di qualche ultima uscita per trascorrere una serata rilassante, e Tom mi aveva promesso che si sarebbe occupato di Eric restando a casa, mi aveva detto che se ne sarebbe occupato fino all’indomani, ma l’avevo rassicurato che sarei tornato a casa presto.

Lui aveva riso dicendo che gli arretrati che avevo da recuperare probabilmente avevo ragione, cinque minuti dopo il film sarebbero bastati.

Avevo ignorato la sua ennesima battuta, salutato il mio piccolo e guidato fino a casa di America, non avevo nemmeno sentito se aveva finito con il servizio, ma se così non fosse stato l’avrei aspettata.

“chi è?”chiese America quando suonai al suo campanello.

“sorpresa”dissi io

“Robert”disse lei aprendo la porta e quasi non mi venne un colpo, indossava un bikini rosa che poco lasciava all’immaginazione.

“che bell’accoglienza”dissi io

“ehm cavoli, scusa, è che sono appena tornata”disse lei arrossendo.

Dio quanto adoravo vederla arrossire.

“non scusarti, sei bellissima”dissi io non riuscendo a staccarle gli occhi di dosso.

“anche tu, questo cappello di lana ti dona molto”disse sollevandosi sulle punte e togliendomi il cappello mi scompigliò ulteriormente i capelli, potevo sentire il suo profumo così vicino che dovetti trattenere il fiato.

“sei bellissima quando arrossisci”dissi accarezzandole il viso e lei mi sorrise di nuovo in imbarazzo.

“ti ho detto che non devi adularmi troppo”disse lei

“mi chiederesti di mentire, e io odio mentire”dissi io

“sai cosa odio io invece?”chiese lei

“che cosa?”chiesi io avvicinandomi ulteriormente al suo viso.

“il fatto che abbia voglia di passarti le mani nei capelli e baciarti”disse lei avvicinando le labbra alle mie e allora tutti i buoni propositi che avevo in mente fallirono miseramente.

Il suo tocco scatenò in me una reazione che nemmeno mi sarei aspettato, la spinsi dentro e afferrandola la sollevai permettendole di circondarmi la vita con le gambe.

Le nostra labbra non si erano staccate un istante, continuavamo ad assaporarci presi da quella strana frenesia.

Volevo fermarmi, non volevo sembrarle un uomo che desiderava solo il suo corpo come tutti gli altri che aveva incontrato, ma la verità era che fermarmi mi sembrava davvero impossibile.

Lasciai scivolare le mie mani lungo la sua schiena alla ricerca del laccetto di quel bikini ma ero troppo preso a baciarla per riuscire a scioglierlo.

Lei allora sorrise contro le mie labbra mentre riprendeva fiato.

“forse stiamo correndo un pò troppo”disse con il respiro accellerato.

“si, scusa non so cosa mi sia preso “dissi io facendola scendere dalle mie braccia e accorgendomi solo in quel momento quanto i miei jeans fossero diventati stretti all’altezza del cavallo.

Perfetto avevo un erezione raggiunta in tempo zero e ora anche lei se ne sarebbe accorta dandomi del maniaco.

“è che ti conosco da così poco, non fraintendermi, vorrei, ma non voglio comportarmi come una ragazzina che non riesce a calmare gli ormoni”disse lei e poi il suo sguardo cadde proprio dove speravo non cadesse.

“Dio che figura, adesso avrebbe pensato che aveva a che fare con un maniaco in piena regola” pensai sperando che il suo sguardo si alzasse in fretta fingendo di non aver visto nulla e invece l’aveva visto eccome, me ne accorsi dal suo viso ancora più imbarazzato.

“mi dispiace”disse lei

“no, dispiace a me, è un pò imbarazzante effettivamente”dissi io

“direi che l’atmosfera ormai è saltata”disse lei ridendo

“ah dopo la mia figura da maniaco con un erezione da guinnes dei primati di sicuro”dissi io

“Dio Rob, smettila come faccio a non ridere”disse lei

“ecco si sta tornando al suo posto, di sicuro il fatto che tu rida di me abbassa tutto, oltre che la mia autostima”dissi io ridendo con lei.

Questa era un altra storia che Tom non doveva sapere, o sarei diventato lo zimbello di Hollywood.

“mi hai portato le cose di burger king?”chiese lei sorridendomi

“si, ma sai aiuterebbe che tu tipo”dissi indicando il suo look.

“si, giusto vado a cambiarmi”disse lei alzandosi sulle punte e lasciandomi un bacio sulle labbra.

Per fortuna quando tornò raggiungendomi in cucina il suo look era diventato qualcosa di più casto e la mia erezione era stata ufficialmente domata.

Passammo una bella serata insieme a chiacchierare ed evitai accuramente di proporle di vedere un film, sapevo che nel momento esatto in cui ci saremmo trovati su quel divano avrei avuto un’altra tentazione anche se indossava la maglietta larga del suo migliore amico e un paio di pantaloncini corti larghi.

“grazie per la bella serata Robert”disse America baciandomi davanti all’uscio di casa.

“buonanotte”dissi io mentre chiamavo l’ascensore.

“buonanotte”aggiunse lei mentre mi osservava salire sull’ascensore.

Quella sera avevo capito di possedere ancora degli istinti sessuali e che quella ragazza che mi attraeva così tanto mentalmente mi attraeva altrettanto fisicamente e per la prima volta tornai a casa da un appuntamento con l’urgenza di una doccia fredda.

Il giorno dopo andai a lavoro decisamente frustrato, avevo rivissuto il momento in cui stavamo per perdere ufficialmente il controllo diverse volte quella notte e mi ero svegliato con una terribile erezione mattutina.

Per giunta quel giorno dovevo girare una scena di sesso, sembrava proprio fatta a posto, per fortuna però quel coglione di Trevor non si vide quel giorno.

Lo incrociai soltanto quando passai al catering per prendermi un caffè freddo.

“Robert proprio l’opinione di un uomo come te mi serve”disse Trevor chiamandomi, gli lanciai un occhiata alquanto perplessa, che cosa voleva ancora da me?

“dimmi”dissi io

“tu che sei stato tanti anni insieme ad una modella di Victoria’s Secrets hai una vaga idea del perchè credono di averla solo loro? “chiese Trevor

“forse solo quelle che frequenti tu”dissi io

“ad esempio la scorsa settimana mi sono fatto quella nuova, sai la bionda tutta curve? Ti ricordi Robert era presente alla cena, mi ha fatto quella scenata, ma poi con i dovuti modi c’è stata anche lei.

Più sono giovani e più sono troie”disse Trevor ridacchiando e in quel momento non mi accorsi nemmeno del fatto che stessi stringendo i pugni fino a farmi male, non potevo crederci.

Trevor stava soltanto facendo lo sbruffone, non potevo credere che America si fosse fatta sfiorare da lui proprio quando aveva accettato di vedermi.

Non poteva essere vero, non potevo essermi sbagliato di nuovo, lei era diversa dalle altre, lei non era come la donna che mi aveva abbandonato.

“ma finiscila Trevor non ci crede nessuno”disse Taylor il suo collaboratore e amico fidato.

“ti assicuro Taylor, quella è una troia”disse Trevor

Non avevo detto nulla o fatto nulla quando avevo scoperto l’uomo con cui mi aveva tradito Alyssa, ma questa volta non ce la facevo a starmene lì in silenzio, fu più forte di me, un pugno in faccia non glielo levò proprio nessuno e lasciai il set sotto lo sguardo scioccato della mia manager che corse ad occuparsi dello stronzo.

Potevano andarsene a fanculo tutti, compresa la donna che mi aveva affascinato da subito per poi dimostrarsi uguale a tutte le altre.

 

Che dirvi come sempre mi scuso per il ritardo però eccomi XD

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Capitolo 15
*** capita di essere idioti ***




America point of view




Avevo aspettato una chiamata da parte di Robert per qualche giorno, poi avevo pensato di scrivergli, ma naturalmente non avevo ricevuto nessuna risposta, e per quanto mi sforzassi di pensare che sicuramente c'era una spiegazione, ogni giorno che passava mi sentivo sempre più idiota per aver creduto che fosse diverso dagli altri in quell'ambiente.
"a cosa pensi?"chiese Cassie
"perchè?"chiesi io cascando dalle nuvole
"hai la faccia di una che sta a guardare il telefono di continuo perchè lui non chiama"disse Cassie.
"no, ero solo sovrappensiero"dissi io bevendo un sorso del mio frappè.
"tua madre mi ha detto che è più di  una settimana che ti vede giù, e che centra un uomo"disse Cassie guardando in direzione di mia madre.
"ti ha mandato ad indagare per non fare l'impicciona"
"esatto, chi è l'idiota?"
"l'idiota a quanto pare io, era carino, sono stata bene in sua compagnia, però mi sono tirata indietro e da quel momento è scomparso"
"allora è uno stronzo non un idiota"disse Cassie
"si, pare sia uno stronzo"
"e tu pensavi non lo fosse"
"esatto, quindi l'idiota sono io, è che pensavo che gli interessasse davvero trascorrere del tempo con me, credevo di piacergli, non pensavo che bastasse non starci subito per vederlo sparire"dissi io sospirando.
"che coglione"
"sono stufa degli uomini che frequentano questo ambiente, o ti invitano ad uscire per farsi vedere in tua compagnia e farsi pubblicità e vogliono aggiungerti alla loro collezione di donne che sono passate per il loro letto"
"e gli altri invece ti vedono come la super modella di Victoria's secrets"
"esatto, comunque sai qual'è la cosa che mi fa incazzare di più? E' che io mi sono illusa di piacergli, mi sono illusa che fosse diverso, e invece niente"dissi io
"non devi sentirti stupida"
"no, solo totalmente idiota"dissi io poggiando la testa sul tavolo e coprendomi con le braccia.
Tra l'altro da quel giorno non avevo nemmeno più incrociato Eric al parco, magari anche con Tom, in realtà speravo di incrociarlo con Tom così avrei potuto continuare a pensare che il suo essere sparito fosse legato al suo lavoro, potevo illudermi ancora un pò che fosse diverso e che non fosse scomparso solo perchè non ero andata a letto con lui come da programma.
"no, guarda chi c'è cucciolo, siamo proprio fortunati oggi"disse Tom venendomi incontro con in braccio Eric.
"ciao"dissi io sorridendo al piccolo.
"gli sei mancata"disse Tom venendo a sedersi accanto a me.
"davvero?"chiesi io al piccolo che mi sorrideva radioso.
"si a tutti e due"disse Tom
"si, mi sono allenata poco in questi giorni, ero un pò stanca"
"noi invece abbiamo avuto la febbre"disse Tom accarezzando i capelli del piccolo.
"davvero?"chiesi io con un filo di speranza che Tom colse subito perchè scosse la testa ridendo.
"fammi indovinare è lui che non ti ha più chiamata vero?"chiese Tom
"oh non importa"dissi io
"mi ha detto che sei tu a non averlo più chiamato"
"gli ho scritto diverse volte, e ho provato a chiamarlo qualche giorno fa ma non ha risposto"
"ci penso io tranquilla, hai da fare domani sera?"
"Tom non importa davvero, avrà avuto le sue ragioni"
"non ci importa di Pattinson, domani è il compleanno di Eric e credo proprio che il cucciolo qui presente voglia invitarti, è il suo primo compleanno e non mi sembra corretto tu gli dia una simile delusione, quando sarà un adolescente che non si filerà nessuna come suo padre potrà vedere una foto con te presente e gli si risolleverà l'autostima"disse Tom
"che idiota"dissi io scuotendo la testa e sorridendo.
"Rob è un coglione a volte, vieni al compleanno di Eric domani sera, e porta chi vuoi, specialmente se sono modelle"disse Tom facendomi l'occhiolino.
"sei proprio un caso limite tu"dissi io sospirando.
"sto frequentando addirittura una ragazza"disse Tom
"wow, progressi"dissi io
"se Rob fa il coglione però mi libero per te, quindi fammi sapere"disse Tom facendomi l'occhiolino.
E così dopo quella chiacchierata con Tom mi tranquillizzai un pò, in fondo forse era stato davvero molto preso, o magari aveva ripensato all'idea di frequentarmi perchè aveva realizzato che uscire con qualcuno al momento con un bambino piccolo di cui occuparsi non era una buona idea.
Forse aveva paura che il bambino potesse affezionarsi a me e se fra noi due non avesse funzionato ne avrebbe sofferto.
Insomma varai tutte le possibili opzioni per giustificare il suo comportamento, in fondo se davvero avesse cambiato opinione su di me o non volesse più vedermi Tom non mi avrebbe invitata alla festa per il piccolo, era il suo migliore amico e non gli avrebbe mai tirato uno scherzo simile.
Quindi quel pomeriggio uscì con Cassie e andai alla ricerca di un regalo di compleanno per suo figlio.
"compie un anno dicevi?"chiese Cassie
"si, oggi compie un anno"dissi io
"un orsacchiotto"disse Cassie
"un orsacchiotto?"chiesi io
"un orsacchiotto mi sembra il regalo adatto ad un bambino piccolo"disse Cassie prendendo un orso marrone.
"perfetto"dissi io andando verso la cassa e davanti a me mi ritrovai proprio una ragazza con un pancione enorme, sorrisi involontariamente sentendomi improvvisamente triste.
"America? America tocca a te"disse Cassie alle mie spalle vedendo la cassiera che mi guardava confusa.
"si questo"dissi passandole l'orso.
"e mi può fare un pacchetto regalo?"chiesi risvegliandomi da quel momento.
"stai bene?"mi chiese Cassie mentre uscivamo dal centro commerciale.
"si, sto bene"dissi io
"stavi guardando la ragazza incinta"disse Cassie
"se ti dicessi di no mi crederesti?"chiesi io
"tranquilla non era una domanda"disse Cassie
"non parliamone più per favore"dissi io
"certo tesoro, andiamo o farai tardi al party esclusivo del tuo amico"disse Cassie.
"non so se sia una buona idea"
"fare felice un bambino e dire al padre che è un coglione mi sembra una buona idea"disse Cassie.
"certo, un'idea perfetta"dissi io sospirando
"America non farla lunga è il compleanno di un bambino di un anno, tempo massimo un'ora e sarai a casa"disse Cassie lasciandomi davanti a casa.
"giusto è solo un compleanno, ti faccio sapere poi"dissi io scendendo dall'auto.
"assolutamente si, ma chiamami domani eh, stasera io e Simon siamo a cena fuori"disse Cassie.
"sempre a cena fuori voi due"dissi io
"super cena, sono due anni che facciamo coppia, e come ben sai è un record per il tuo migliore amico"disse Cassie.
"si, e ricordo anche di avervi rovinato il vostro primo anniversario"dissi io e in quel momento mi sentì come se mi mancasse l'aria, faticavo a respirare e non riuscivo a muovermi, sentivo un enorme peso a livello dello sterno e dello stomaco, peso che se ne andò solo dopo qualche secondo.
"America stai bene?"chiese Cassie
"mi mancava l'aria"dissi io
"ti mancava l'aria? era un attacco di panico in piena regola quello"disse Cassie rimproverandomi.
"ho un brutto presentimento, forse non dovrei andare alla festa per il piccolo"dissi io
"invece essendo per te un giorno molto delicato credo proprio che tu debba andare, ti farà bene distrarti un pò"disse Cassie.
"si, forse hai ragione, almeno avrò voglia di piangere per un altro motivo"dissi io.
"ma piantala e vai a farti bella"disse Cassie facendomi l'occhiolino.
Indossai un vestito semplice con delle scarpe basse e una giacca leggera, e chiamai un taxi per raggiungere casa di Robert, in realtà non avevo idea di dove abitasse di preciso, ma Tom mi aveva scritto fornendomi tutti i dettagli.
Avevo dovuto ricorrere a qualche goccia di fiore di Bach per riuscire ad uscire di casa, quella brutta sensazione continuava a persistere e non aveva nessuna intenzione di abbandonarmi, sentivo come se presentarmi in quel posto fosse l'errore più grande che potessi fare, ma prima che potessi scappare la porta si aprì davanti a me e comparve Tom sorridente.
"sono felice di vederti America"disse abbracciandomi.
"ciao Tom"dissi io
"vieni Eric è di là con le zie, e  suo padre è passato a prendere la torta di compleanno, sarà qui a momenti"disse Tom
"buonasera"dissi seguendo Tom nell'ampio salone.
"Tom è lei la tua ragazza? colpo grosso davvero"disse un ragazzo seduto accanto ad un paio di ragazze bionde.
"no, lei è un amica di Eric"disse Tom
"gli amici di Eric sono anche nostri amici"disse il ragazzo alzandosi per presentarsi.
"Bobby, piacere di conoscerti America"disse stringendomi la mano
"piacere"dissi io un pò in imbarazzo.
"loro due sono le zie di Eric, Lizzie e Victoria"disse Tom
"piacere"dissi stringendo la mano ad entrambe
"abbiamo visto la sfilata la settimana scorsa, fantastica, complimenti"disse Victoria.
"grazie, ma non è che faccia molto io, sono gli stilisti ad essere geniali"
"America è stata scoperta per caso da Webber, è un talento naturale"disse Tom vantandosi.
"mi sa che Sturridge ci sperava gli dessi una possibilità"disse Bobby
"preferisce Eric che vuoi farci"disse Tom
"tutti preferiscono Eric, è un Pattinson"disse Lizzie prendendo il piccolo seduto accanto a lei e baciandogli una guancia.
"a proposito di ciò gli ho preso un piccolo pensierino"dissi io consegnando il regalo a Tom.
"oh certo, li apriremo appena arrivano il resto degli invitati, come non detto"disse Tom andando ad aprire alla porta.
"fa proprio la donna di casa ormai"disse Bobby ridacchiando.
"è diventato responsabile Bobby,difficile da credere ma Sturridge fa la persona responsabile"disse Victoria.
"America siediti pure qui accanto a noi"disse Lizzie e così mi levai dall'imbarazzante momento di restare in piedi come un idiota con il terrore che il padrone di casa sbucasse da un momento all'altro pronto a dire una frase ad affetto come " lei cosa ci fa qui? " oppure "se non ti  ho più cercata un motivo ci sarà".
"ciao gente"disse un uomo alto entrando seguito da una donna bionda e per un attimo pensai fossero i suoi genitori poi riconobbi lei, era la sua manager, l'avevo vista alla cena con Trevor, dio solo a pensare al suo nome mi veniva il voltastomaco, per fortuna non l'avevo più incrociato da nessuna parte dopo quella cena.
"America che piacere vederti"disse Katherine venendo a salutarmi, ma in realtà l'espressione preoccupata che aveva in viso sembrava trasmettere tutt'altro che il piacere di vedermi, sembrava avesse visto un fantasma e quella stessa espressione si stampò in faccia a me qualche minuto più tardi quando il padrone di casa insieme ai genitori varcò la soglia ridendo col padre, risata che naturalmente si spense quando vide me.
Quella era proprio la conferma che cercavo per capire che presentarmi a casa sua era stata la peggior idea che potesse venirmi in mente.
"ciao a tutti"disse Robert prima di dirigersi verso un altra stanza.
"noi non ci conosciamo mi sa"disse un elegante donna bionda rivolgendosi a me.
"no, sono un'amica del bambino" dissi non sapendo come presetarmi.
"ha già amiche così carine, però"disse un uomo accanto a lei che doveva essere il padre di Robert.
"America piacere"dissi io stringendo la mano ad entrambi
"Claire e Richard, i nonni del piccolo"disse la madre di lui, era davvero una bella donna e anche lui doveva essere stato piuttosto affascinante, si spiegava tranquillamente come mai il figlio fosse così attraente.
Robert tornò poco dopo con la torta del piccolo e una candelina accesa su di essa a forma di uno, posò la torta sul tavolo al centro del salone e invitò sua sorella ad avvicinarsi con il piccolo.
Sembrava molto nervoso, come se stesse evitando di mostrare quanto fosse infastidito.
Ce l'aveva con me? come poteva avercela con me, non avevo fatto assolutamente nulla, se ce l'aveva con me soltanto perchè non ero andata a letto con lui, era più coglione di quanto potessi immaginare.
"tanti auguri Eric"urlarono tutti quando il piccolo spense la sua prima candelina e mentre aprivamo i suoi regali ero così distratta che nemmeno mi accorsi che Robert era sparito.
"hey ti stai divertendo?"chiese Tom
"Tom non credo sia stata una buona idea venire qui"dissi io
"Eric è felicissimo di averti visto, è questo quello che conta no?"chiese Tom
"certo, ma mi sembra che suo padre sia un pò infastidito"dissi io
"no, è tipico di Rob, e poi ci sono i suoi, è scazzato"disse Tom
"a me sembra che ce l'abbia con me"dissi io
"perchè dovrebbe?"chiese Tom
"mi ha guardato malissimo quando mi ha vista, sembrava che avesse visto un fantasma"
"beh parlargli se credi, è sul terrazzo"disse Tom
"giusto, si è una buona idea"dissi io
"ho sempre buone idee"disse Tom
In realtà mi ci vollero diversi minuti per trovare il coraggio e raggiungerlo.
 Avevo troppa paura di cosa mi avrebbe detto, avevo troppa paura di rimanerci male, ma stare in quella fase di incertezza non mi aiutava certo, e poi se davvero ce l'aveva con me perchè non ero andata a letto con lui, volevo poter avere la possibilità di insultarlo come meritava.
"Tom lasciami stare"disse lui quando sentì dei passi e quando non ricevette risposta si voltò verso di me.
"ciao"dissi io
"ciao"rispose lui
"posso, posso parlarti un attimo"
"c'è la mia famiglia, non mi sembra carino assentarmi troppo a lungo, magari un altra volta"disse lui.
"certo, un'altra volta, sai cosa ti dico Robert? pensavo tu fossi diverso dagli altri, pensavo che non fossi come tutti, pensavo che ti importasse davvero qualcosa di me, e invece volevi soltanto fare sesso, proprio come tutti, e volevo dirtelo, non puoi odiarmi perchè non sono venuta a letto con te, anzi dovresti stimarmi per questo, e sai perchè? perchè significa che sono decisamente una persona intelligente a non aver voluto sprecare il mio tempo con un coglione"dissi io sfogandomi finalmente.
"non preoccuparti me ne sono fatto una ragione, a quanto pare tu preferisci puntare più in alto, in fondo io sono soltanto un attore, perchè non puntare direttamente a chi ha davvero i soldi"disse lui risentito per quello che avevo detto.
"che cosa stai dicendo?"
"che cosa sto dicendo? che ho preso a pugni il produttore del film a cui sto lavorando perchè è venuto a letto con te"
"che cosa?"chiesi io
"si,non volevo crederci, credevo fosse impossibile, ma daltronde l'avevo creduto anche quando ho scoperto che Alyssa mi tradiva"
"non sono andata a letto con nessuno, ho aspettato la tua chiamata per giorni e poi con chi è che sarei andata a letto?"
"con Trevor"
"non posso crederci che tu gli abbia creduto, davvero tu pensi che io sia quel genere di persona? davvero pensi che io possa vendermi per un pò di fama in più?"chiesi io
"io so solo che non posso permettere a un altra donna di entrare nella nostra vita e di abbandonarci di nuovo, non sono più solo, ho un bambino adesso ed è già stato abbandonato una volta da quella che sarebbe dovuta essere sua madre"
"Ti ho raccontato cose di cui non ho mai parlato con nessuno, mi sono aperta con te perchè sentivo di potermi fidare, ma tu non mi hai nemmeno ascoltata se pensi che possa essere una persona di quel tipo, non hai avuto nemmeno bisogno di chiedere, hai creduto subito a lui e basta, lui che nemmeno conosci, hai preferito credere a lui piuttosto che a me che mi ero aperta con te"dissi io e piano piano le mie parole erano diventate sempre più difficili da pronunciare, ad ogni parola mi sembrava di soffocare, sentivo le lacrime  bagnarmi il viso e sentivo il sapore salato sulle labbra, poi un istante dopo sentì anche il sapore del fumo che si mischiava al mio e decisi di godermi quel momento di pace, perchè ero sicura sarebbe stato l'ultimo.
"scusami, non volevo farti piangere"disse lui stringendomi a sè.
"sono stufa di incontrare sempre la stessa tipologia di ragazzi, credevo tu fossi diverso"dissi io
"lo sono, ma forse sono ancora troppo ferito da quel punto di vista, la donna che volevo sposare e che mi ha convinto ad avere un bambino mi tradiva da mesi, e io non mi sono accorto di nulla perchè avevo troppa fiducia in lei, il fatto che aprirmi con te sia stato così facile e spontaneo, il fatto che non volessi credere a quello che diceva Trevor, mi ha fatto credere che stavo commettendo lo stesso sbaglio"disse lui
"io sono finita a fare la modella per caso, servivano soldi alla mia famiglia e mi è sembrato un buon modo per aiutarli.
Non mi interessa la fama, non mi interessa questo mondo patinato"dissi io passandomi una mano sugli occhi per asciugarmi le lacrime.
"sono stato un coglione, scusami"disse lui
"beh anch'io ho pensato che tu non avessi più chiamato perchè non ero venuta a letto con te"dissi io
"già, questo è stato davvero stupido, insomma per chi mi hai preso? pensi che se fossi voluto venire a letto con te non l'avrei tipo fatto la prima volta che ti ho vista?"disse lui
"che stronzo"dissi io allontanandomi dal suo abbraccio.
"non sono così calcolatore, non ho più sedici anni e gli ormoni in subbuglio, l'incidente avvenuto a casa tua è avvenuto perchè diciamo che sono fuori forma da quel punto di vista"
"io invece sono vergine"dissi io e lui mi guardò perplesso.
"è un problema?"chiesi io trattenendomi dal ridere.
"davvero?"chiese lui
"vedi che continui a pensare che io sia una ragazza facile" dissi io ridendo
"sei davvero vergine?"chiese lui
"no, però non succede da così tanto tempo che è come se lo fosse"dissi io ironizzando
"beh da quel punto di vista non preoccuparti, non sei l'unica, Tom dice che sono di nuovo vergine probabilmente"disse lui
"mi spieghi perchè noi due finiamo sempre e dico sempre a parlare di sesso?"chiesi io perplessa.
"credo che sia perchè non lo facciamo ma vorremmo e quindi finiamo sempre per parlarne"disse lui avvicinandosi,  e in quel momento riuscì  proprio a sentire la tensione fra noi due, una tensione sessuale che non avevo mai sentito con nessun altro.
 Era sempre presente, mi bastava fare più attenzione a come la camicia che indossava gli segnava le spalle, piuttosto alla barba non fatta da qualche giorno che scendeva sul collo e quella sensazione si faceva ancora più forte.
"accompagnami a casa dopo"dissi io
"no, vieni via con me questo week end, lascio Eric ai miei genitori, così mi farò perdonare per come ti ho trattata"
"mi sembra una buona idea"dissi io sorridendogli.


Direte capitolo breve e che arriva dopo 300 anni, la parte che volevo scrivere in questo cap non ci stava bene, quindi sarà nel prossimo e quindi questo è breve e c'è solo il point of view di America perchè Rob avevamo già visto i danni che ha fatto, ma ne sentiremo ancora parlare. Intanto il piccolo Eric ha compiuto un anno, e voi direte ma tipo la sua amica tipa del suo best friend? la madre? nessuno dice oh ma senti io vedo una piccola coincidenza? Certo che no, punto numero uno è perchè nessuno crede alla storia dell'utero in affitto, tutti pensano che la vera storia sia quella del gossip che gira e cioè che lui sto figlio non si sa con chi l'abbia avuto e Alyssa l'ha lasciato per questo motivo, quindi yess come dicono al sud cornuto e mazziato XD Le mie uniche speranze sono sulla madre, su lei che tipo rinsanisce e poi c'è un altro personaggio che vabbeh smetto di spoilerare, ma sappiate che la bomba sta per essere sganciata e prevedo feriti. Grazie per seguire la storia siete carinissime un abbraccio

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Capitolo 16
*** Non riesco a respirare ***


Scusate girls ho postato senza scrivervi nulla, allora unfortunately come vedrete ecco il cap dopo 20 anni e come vedrete non è nemmeno un granchè è che con le lunghe pause si fa fatica a scrivere e poi dettaglio ho avuto un pò di crisi con Rob da quando ha fatto lo spot Dior, troppo ricercato bellissimo spot e bello lui, però io lo preferisco super easy e spero di rivederlo nelle vesti del solito Rob super easy. 
Comunque mi scuso per il ritardo e spero non accadrà più anche se confido non accadrà visto che stiamo entrando nel clou della storia :)

 

America Point Of View 


"Non è possibile"urlai quando l'inconfondibile sound di un gruppo che ascoltava Simon e che io invece nemmeno conoscevo si diffuse nella stanza.
Come aveva potuto farmela di nuovo? 
Il mio migliore amico Simon stava iniziando a passare il segno, odiava il ragazzo che stavo frequentando e continuava a combinarmene una dietro l'altra, e praticamente ogni giorno mi impostava una canzone che rendeva il mio risveglio traumatico, in realtà il suo scopo era rovinare il risveglio del mio odiato ragazzo. 
Ok, per lui uscivo con colui che era stato definito dai ogni rivista scandalistica del paese "il bastardo d'America".
 Capivo la sua preoccupazione ma lui non era nulla di tutto quello che veniva raccontato in giro, era soltanto pieno di amici molto vicini che avevano sempre qualcosa di nuovo da raccontare, peccato lui non conoscesse nessuno dei suoi amici molto vicini. 
Comunque l'intento di Simon di rovinare anche il suo risveglio era naturalmente fallito. Robert doveva essere sveglio già da parecchio, e come sempre aveva evitato di svegliarmi, probabilmente temeva che mi avrebbe vista scappare senza nemmeno pensarci un attimo se mi avesse chiesto di aiutarlo a prendermi cura del suo bambino.
 Era stato inutile ripetergli che adoravo il suo bambino e che il pacchetto completo andava più che bene. 
Volevo lui, e lui soltanto, volevo il ragazzo che mi faceva sentire la ragazza alla mano che ero sempre stata, volevo il ragazzo capace di guardare oltre il mio corpo, volevo lui che era in grado di farmi sentire speciale soltando guardandomi un istante. 
"comunque Simon ha una buona cultura musicale"disse Robert quando mi vide raggiungerlo al tavolo della sua cucina. 
"non so nemmeno chi fossero, l'unica cosa che volevo fare era liberarmi di quel tormento"dissi io sbadigliando
"ad occhio quello era un pezzo dei Metallica"disse Robert 
"che figlio di buona donna"dissi io maledicendo Simon. 
"mi odia"disse Robert mentre versava il latte nel biberon per Eric. 
"no, non ti odia"dissi io tranquilla
"primo si vede lontano un miglio che stai mentendo, e secondo mi ha detto chiaramente che se ti faccio soffrire mi uccide"disse Robert tranquillamente 
"che cosa ha detto? ma io lo uccido"dissi io scioccata, Simon era davvero arrivato a questo? Normale che fosse preoccupato per me dopo tutto quello che mi era successo, ma perchè non riusciva a vedere quanto questo ragazzo fosse in grado di farmi sentire meglio, quanto la sua solarità fosse in grado di scacciare quei ricordi con cui mi sarei trovata a convivere sempre per almeno qualche momento. 
"ti sta proteggendo, sono o non sono "il bastardo d'America"?"chiese lui 
"tu sei uno scemo, ecco cosa sei"dissi io sorridendo e portandogli le braccia al collo gli stampai un bacio sulle labbra . 
"tu invece sei esageratamente intelligente per me"disse Robert accarezzandomi il viso e scostandomi i capelli che mi coprivano le guance. 
"non è vero sono un oca bionda, oltre che una specie di prostituta ormai, non so nemmeno il nome dell' ultimo uomo che mi hanno affibiato, in realtà credo di non averci mai parlato"dissi io sollevando le spalle e lasciandogli spazio per terminare di preparare la colazione. 
"beh per uscire con un uomo non c'è bisogno che tu ci parli in fondo"disse Robert 
"già, parlare è sopravvalutato"dissi io scoppiando a ridere insieme a lui. 
"nessuno si accorge che tutto questo è assurdo? "dissi io scettica
"specialmente perchè dormi sempre a casa mia"disse Robert 
"ma tu ormai sei considerato totalmente gay"dissi io ridacchiando 
"giusto questa è la settimana in cui sono gay, la prossima sarò ancora il solito puttaniere"disse Robert. 
"comunque Simon dovrà farsene una ragione, perchè io sto benissimo con un bastardo"dissi stringendomi a lui e fregandomene del fatto che fosse alle prese con l'impasto dei pancakes. Avevo bisogno di sentire il suo calore, avevo bisogno di sentirmi protetta, perchè lui emanava una strana energia in grado di scacciare tutto il male che aveva invaso la mia vita, e mai mi era capitato prima d'ora di sentirmi così. 
 Eppure mi aveva raccontato che da ragazzino nessuno lo prendeva sul serio, perchè era alto e magro e decisamente non mi sarei sentita protetta all'epoca, naturalmente io non ero daccordo,  non era soltanto il suo aspetto virile o la barba che adoravo sentire sul viso quando mi baciava, era il suo modo di sfiorarmi continuamente che mi faceva sentire sempre protetta, bastava che mi prendesse per mano o che mi accarezzasse il viso e il mio stomaco si riempiva di quelle dannatissime farfalle. 
La prima volta che a furia di parlarne e di scherzarci continuamente ci eravamo ritrovati finalmente ad amarci mi ero ritrovata a pensare di aver avuto davvero delle pessime esperienze in quel campo, perchè nessuno mi aveva mai amata in quel modo.
Era stato  così premuroso e attento che gli avevo ripetuto che davvero scherzavo quella volta che gli raccontai di essere vergine, certo era passato parecchio tempo dall'ultima volta che mi ero trovata in una situazione simile, ma non era la prima volta.
Lui mi aveva sorriso e tutta la tensione del momento era scivolata via, insieme alla maglietta che si era sfilato togliendomi del tutto le parole, onestamente non immaginavo avesse davvero un fisico così asciutto. 
Basta dovevo smetterla di pensare a queste cose, ok che me ne stavo schiacciata contro il suo fianco, ma doveva occuparsi di Eric e io dovevo tenere a freno i picchi ormonali. 
"comunque la sveglia di Simon non sarebbe stata un problema mi hanno tirato giù dal letto all'alba"disse lui continuando a mescolare l'impasto, impasto naturalmente preconfezionato.  
Ecco, un difetto l'aveva eccome, meglio non dargli in mano farina, burro e uova, in quel caso sarebbe stato in grado di distruggere una cucina. 
"Katherine e Nick?"chiesi io 
"si, ecco giust'appunto"disse lui 
"parti?"chiesi io già conoscendo la risposta, sapevo che si stava preparando per iniziare a lavorare in un film dove avrebbe recitato il ruolo di un marines, ma le date continuavano a cambiare e quindi nel mio totale egoismo avevo sperato che quel giorno arrivasse tardi e che potessi tenerlo ancora un pò con me. 
"dopo domani, iniziamo la pre produzione a Toronto"
"in Canada?"chiesi io scettica 
"si, gireremo lì"
"ma è legale che ti prendano e ti portino in un altra nazione in pochi giorni? Non c'è tipo un comitato che si occupa di stabilire con quanto preavviso un attore debba sapere l'inizio delle riprese ?"chiesi io lasciando il suo corpo per andare a sedermi su uno sgabello. 
"No, siamo prigionieri di Hollywood"disse lui sospirando. 
"Forse non dovevi dirmi che provavi qualcosa per me, forse dovevi aspettare di aver girato questo film, perchè adesso mi ritroverò a sentire la tua mancanza, mentre se avessi continuato a pensare che eri un bastardo che mi evitava e tu a pensare che fossi una troia ora ci odieremmo in pace"dissi io 
"ci odieremmo in pace "disse lui annuendo convinto. 
"comunque è cattiveria, dire ad una donna che la ami e poi andartene a girare un film in Canada"dissi io sospirando
"che vuoi che ti dica, sono o non sono un bastardo"disse Robert 
"il peggiore"dissi baciandolo. 
"vado a svegliare Eric"disse lui 
"finisco di preparare questi pancakes, non sei affidabile in cucina, tanto meno ai fornelli"dissi io prendendo la ciotola dell'impasto e scuotendo la testa. 
Cucinare invece per me era qualcosa di semplice e di molto naturale, sarà perchè il primo pancakes l'avevo preparato a cinque anni, con mio padre accanto a me che evitava che potessi scottarmi con la pentola o combinare altri danni, e dopo quel primo pancakes cucinare era diventata la mia seconda passione dopo gli animali. 
Quindi era qualcosa che apparteneva molto alla mia storia, e per quanto con molte cose avessi preferito mettere distanza con altre mi era impossibile metterne, qualche giorno dopo la sua morte odiavo perfino i miei occhi troppo simili ai suoi, ogni volta che il mio sguardo incrociava una superficie riflettente rivedevo i suoi occhi e l'angoscia era troppo forte anche per respirare. 
"in pochi mesi hai imparato tante cose di me"disse Robert 
"non così tante, ci sono ancora tante cose che non so"dissi io quando tornò con in braccio Eric mezzo addormentato. 
"no fidati non c'è più niente da scoprire, dopo che mia madre ti ha anche raccontato delle mie prime recite direi che non c'è davvero più niente da dire"disse Robert facendo sedere Eric nel seggiolone. 
"fai fare colazione al piccolo"dissi passandogli il biberon. 
"ma io non devo fare più niente vero ometto? L'ometto adesso fa tutto da solo e mangia anche i biscotti da solo"disse Robert aprendogli la confezione dei biscotti e tirandone fuori un paio. 
"vero ometto?"disse Robert ed Eric scoppiò in un sorriso contagioso. 
"Dio ma ci sono dubbi sul se sia tuo figlio o meno? Ha un sorriso bellissimo"dissi io e quel sorriso era così contagioso che non poteva metterti di buon umore. 
"Io ho un sorriso terribile, lo sai cosa si dice degli inglesi no?"chiese Robert 
"si, che avete dei denti orribili"dissi io scuotendo la testa, naturalmente non era assolutamente vero, o almeno non ci avevo mai fatto caso, era difficile stare a pensare di guardargli i denti per vedere se fossero sani o meno quando ti sorrideva, come quello del figlio anche quello del padre era un sorriso di quelli in grado di farti sorriere a tua volta e di metterti di buon umore. 
Probabilmente era una caratteristica inglese, in fondo perchè mai avevano bisogno di tanto sole quando erano loro stessi a portarlo? 
Ecco uno di questi discorsi avrebbe fatto letteralmente vomitare Simon, e a pensarci nemmeno il mio stomaco avrebbe digerito questo quantitativo di smielatezza, eppure di recente non riuscivo a farne a meno, mi stavo prendendo una rivincita sul passato, e poi non è che passassimo tutto il tempo insieme a fare la coppietta, la maggior parte del tempo era dedicata a ridere, non avevo mai riso così tanto in vita mia. 
"bene ora che hai finito di preparare i pancakes, perchè sai mai e poi mai avrei voluto distoglierti da fare questi capolavori"
"non so se saranno dei capolavori visto che stavi usando l'impasto già pronto di Walmart"dissi io togliendo dalla padella l'ultimo pancake prima che si bruciasse. 
"volevo dirti che avevi un colloquio oggi" disse lui 
"giusto, salgo di grado, posso pubblicizzare borse"dissi io 
"colgo ironia"disse Robert ridendo come sempre di me, poi la mia interpretazione della modella infastidita dal suo lavoro credo fosse proprio il suo ruolo preferito. 
"tu dici?"dissi io lasciandolo in cucina e andando a vestirmi e a darmi una sistemata al viso prima di raggiungere gli uffici della nuova stilista di cui nemmeno ricordavo il nome e che aveva scelto me per la sua campagna.
I suoi collaboratori mi avevano detto che cercava una ragazza con tutte le caratteristiche tipiche statunitensi ma che fosse giovane e alla mano, aveva creato una linea che andasse bene per qualsiasi donna e che fosse anche economicamente accessibile, e secondo lei io avrei rappresentato al meglio la sua linea. 
Non poche delle mie colleghe avevano storto il naso quando era venuto fuori l'argomento, molti erano stati gli stilisti che mi avevano proposto di collaborare alle loro linee e io naturalmente avevo accettato seguendo i consigli della mia assistente, ossia mia madre. 
Avevamo valutato soltanto i progetti migliori e che piacevano prima di tutto a noi e avevo perfino potuto dire la mia sulle foto che avrei scattato, volevo evitare il più possibile foto che fossero di cattivo gusto, Robert mi aveva invidiato un sacco quando gliene avevo parlato, nemmeno lui era stato immune dal dover fare alcuni photoshoot che fossero di cattivo gusto.
Per quanto mi riguardava ero già fin troppo nuda in giro e se potevo evitarli lo facevo  volentieri, inoltre non avevo mai capito il senso di mettersi in una posa sexy per sponsorizzare accessori o vestiti. 
"ok, ci sentiamo stasera allora?"chiesi a Robert raggiungendolo in salotto pronta per uscire. 
"si e ci vediamo da tua madre per colazione domani?"chiese lui 
"esatto, non vede l'ora di conoscere Eric in realtà, di te sanno già tutto"dissi io 
"non è giusto i miei genitori non erano molto informati, io parto già svantaggiato"disse lui portandosi una mano tra i capelli e scompigliandoli ulteriormente, presto anche i suoi capelli se ne sarebbero andati, perchè poi queste trasformazioni radicali per interpretare un Marines? 
"figuriamoci, mia madre adora i film in cui hai recitato, ma in maniera normale, non è una maniaca fissata con te, ti trova solo bravo e di bell'aspetto"dissi io tranquillizzandolo. 
"bene, qualcuno della tua famiglia non mi odia allora"disse lui 
"no,  non ancora, ecco starei attento al mio fratellino"dissi io 
"i ragazzini mi odiano sempre, specialmente se le madri li hanno trascinati a premiere di film vari, in quel caso mi odiano a morte"disse lui 
"piacerei a tutti, piaci a me e a me non piacciono molte persone"dissi io 
"tu però piaci a tutti"disse lui 
"siamo esageratamente smielati, sarà perchè sono solo due mesi che usciamo insieme vero? Insomma finirà questa fase prima o poi? perchè se i tuoi denti fanno pena presto anche i miei inizieranno ad essere tutti cariati"dissi io 
"il problema dei denti in Inghilterra è dovuto al poco fluoro nell'acqua delle tubature"disse lui serio 
"e chi beve l'acqua dal rubinetto? comunque stiamo straparlando come sempre e io finirò per fare tardi" 
"giusto buona giornata"disse dandomi un bacio sulla guancia. 
"buona giornata a te, ciao Eric"dissi salutando con la mano il piccolo del mio ragazzo, si mi piace ripeterlo continuamente, il mio ragazzo, il mio ragazzo. 
Ok, questa fase della luna di miele doveva finire al più presto. 
Mentre raggiungevo gli uffici dove mi attendeva il team dell'emergente stilista di cui non ricordavo il nome non pensavo certo che la fase luna di miele sarebbe finita nell'esatto momento in cui avrei varcato quelle porte. 
"America aspettavo proprio te"disse una delle persone che meno mi aspettavo di incontrare lì, che cosa ci faceva Alyssa. 
"come mai?"chiesi io strananemente agitata, forse era stato il tono con il quale lei si era rivolta a me, o forse era il fatto che uscivo con il suo ex compagno, difficile capire da dove nascesse quell'agitazione, ma nell'esatto istante in cui la vidi sapevo già che sarebbe successo qualcosa di spiacevole. 
"Immagino che sarai troppo impegnata a giocare alla famiglia felice per dare un'occhiata ai giornali che escono, e poi tutti sappiamo di quanto tu viva nel tuo mondo" 
"quindi?"chiesi io non capendo dove volesse arrivare. 
"Io so una cosa che molte persone non sanno, sono stata anch'io alla clinica Hampton, io e Robert ci abbiamo passato davvero tanto tempo, quando abbiamo tentato di avere un bambino insieme, e quando abbiamo deciso che l'unica via possibile era cercare un utero in affitto"
"Io, io non capisco che cosa stai dicendo, e poi sono in ritardo per il servizio fotografico, quindi devo proprio lasciarti"dissi io 
"No, tranquilla non ci sarà nessun servizio fotografico, Portia è una mia grande amica e quando le ho detto che in realtà c'era del marcio nella tua vita e che non eri quella ragazza acqua e sapone che fai credere in giro, beh non ci ha pensato due volte a sostituirti. 
Ho molto potere America, non faccio la modella da qualche mese, sono nel giro da quando avevo 11 anni, nessuno mi ha scoperto per caso, ho lavorato duramente per essere dove sono, e non credere di poter prendere il mio posto, perchè non fa per te questo mondo. 
Quindi come potrai immaginare non mi è stato nemmeno difficile venire a sapere che cosa hai fatto in quella clinica, una ragazzina giovane e disperata che ha venduto il suo corpo, i giornali adorerebbero questa storia, e Robert? 
Robert lo sa? perchè se lo sapesse non so se ti guarderebbe ancora con gli stessi occhi"disse Alyssa. 
"E' violazione della privacy, tu non puoi, non puoi diffondere notizie che non ti riguardano. 
Non ho nessuna intenzione di prendere il tuo posto, il vero motivo per cui ho accettato questo lavoro è per poter aiutare la mia famiglia, non mi interessa minimamente prendere il tuo posto. 
Non ti interessa? Eppure è quello che stai facendo, ti sei perfino presa il mio uomo"disse Alyssa.
"Non è il tuo uomo, tu l'hai lasciato con un bambino piccolo e lui, lui non ha detto nulla ai giornali, si è fatto passare come uno stronzo che tradisce la sua compagna, eppure sei stata tu quella che l'ha tradito e si è ricreata una vita"dissi io. 
"Lui non ti amerà mai come ha amato me, e non cambia che tu sia la madre di suo figlio"disse Alyssa, e quelle parole mi bloccarono l'aria nei polmoni di che cosa stava parlando? Non riuscivo a concentrarmi esattamente sulle sue parole, le avevo sentite, mi stavano impedendo di respirare ma era come se la mia mente si rifiutasse di registrarle davvero. 
"Non fingere di non saperlo, so anche che sei stata male dopo la separazione dal bambino, tu sapevi chi era Robert prima di incontrarlo, stai solo cercando di riavere indietro tuo figlio, ma  non ti interessa nulla di lui"disse Alyssa.
"non è vero, Eric non è mio figlio, io non ho nessun figlio"dissi io con la voce tremolante, le parole di Alyssa non potevano essere vere, doveva esserci per forza qualcosa che non andava, non era possibile che quel bambino fosse lo stesso bambino che avevo sentito crescere dentro di me, quel bambino era lontano e io non l'avrei mai incontrato ed era meglio così, perchè non sarei mai riuscita a guardare in faccia il bambino che avevo praticamente abbandonato in cambio di soldi. 
"Eric è stato l'unico bambino nato il giorno in cui hai partorito, quindi non c'è margine d'errore, sei sua madre, e Robert naturalmente non sa nulla, ma stanne certa che lo saprà presto"disse Alyssa. 
"tu non puoi"dissi io 
"giusto la tutela della privacy ecc ecc, troveremo un modo, potrei andare proprio ora da Robert e raccontargli tutto, oppure potrei lasciar perdere, potresti decidere tu che cosa fare e intanto dimetterti dalla compagnia e tornare dal buco da cui sei venuta, chissà magari Robert ti capirà e per il bene del bambino deciderà di fartelo vedere ogni tanto. Ma sai cosa odia Robert? Lui odia le persone che mentono e non so quanto sarà felice di sapere quello che gli hai nascosto. Ti dò pochi giorni per ritirarti da tutto oppure sulla prossima copertina di Vogue racconterò di come tu abbia adescato l'uomo che amavo"disse Alyssa andandosene e lasciandomi sola nella hall dell'edificio con troppe domande e troppo dolore per riuscire anche solo a immaginare di muovermi da quel posto. 
Credevo che non avrei più sentito parlare del bambino che avevo abbandonato, in qualche modo ero riuscita a superare la cosa, in qualche modo avevo trovato un modo per andare avanti, mi ripetevo che il mio compito era stato solo darlo alla luce e che non era mai stato mio figlio, mi ripetevo che era in buone mani, la famiglia che mi aveva dato tutti quei soldi perchè lui venisse al mondo doveva desiderarlo molto e invece quel bambino era sempre stato sotto i miei occhi negli ultimi mesi, l'avevo tenuto in braccio e l'avevo fatto addormentare cantandogli le ninne nanne che ci cantava mio padre. 
Quando riuscì a fermare le lacrime capì che non c'era davvero più nessun luogo in quella città in grado di non farmi soffrire, e così presi la decisione migliore per iniziare davvero a guardare avanti. 
Lasciare quella città mi costava molto, lasciare la mia famiglia, i miei amici, ma dovevo allontanarmi dall'uomo che amavo e dal suo bambino, o non sarei mai più stata in grado di guardare avanti e lasciarmi tutto quel dolore alle spalle, probabilmente Robert scoperta la verità avrebbe comunque chiuso la nostra relazione visto il modo in cui parlava delle donne che si prestavano a portare avanti una gravidanza in cambio di migliaia di dollari, e mi avrebbe di sicuro impedito di vedere Eric e io non potevo affrontare anche questo, non potevo pensare di essere sufficientemente forte per riuscire ad affrontare l'odio che avrebbe provato nei miei confronti. 
Sarei sparita senza dare spiegazioni  e avrei riniziato la mia vita in un posto nuovo, la mia famiglia al momento aveva sufficientemente denaro per vivere tranquillamente per diverso tempo, era ora che pensassi a me e che mi dessi una seconda opportunità. 






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Capitolo 17
*** Ne ho abbastanza ***


Ciao Girls lo so non ci credete che posto così velocemente, insomma cosa? Non è passato nemmeno un mese dall'ultimo aggiornamento? Assurdo, sarà un avviso non è un capitolo, o se è un capitolo farà schifo come il precedente. 
Beh non ringraziate me, ma ringraziate una fan fiction che leggevo ieri notte, una fan fiction su Hunger Games con coppia Annie Cresta e Finnick Odair ( che nel film è quel grandissimo figo di Sam Caflin, che sicuramente avrete visto fare il principe in Snow white piuttosto che il prete in Pirati dei caraibi ai confini del mondo).
Comunque questa fan fiction è scritta da una ragazzina delle superiori penso, e è scritta davvero bene, e niente mi ha trasmesso quella sensazione che avevo quando scrivevo le mie storie, e che purtroppo a causa delle pause lunghissime e a causa del brutto momento che sto affrontando è davvero scemata, ma in fondo i problemi che ho li avevo anche quando iniziai a scrivere vivere e mi aiutò molto scrivere, e niente quella storia mi ha fatto risentire quelle sensazioni, e quindi eccovi il cap nuovo. 
Jusy mi odierà ancora perchè non si risolve molto, ma ecco qui il nuovo capitolo. 
Vi ringrazio per l'attenzione e per continuare a seguire questa storia assurda, fatemi sapere come sempre cosa ne pensate, qualsiasi sia la vostra opinione in merito. 

Rob Point of view

"Quando hai intenzione di chiederle di trasferirsi da te?"chiese Tom bevendo il suo caffè seduto a metà tra il terrazzo e il salotto per evitare che il fumo della sua sigaretta entrasse in casa. 
"ci stiamo soltanto frequentando"dissi io mentre cercavo di rintracciarla, era la quinta volta che provavo a chiamarla ma non avevo ricevuto nessuna risposta, probabilmente si era addormentata conoscendola. 
"si, ma passa qui un sacco di tempo, insomma non credevo ti piacesse così tanto, anche se pensandoci tu parti sempre in quinta" 
"io parto in quinta? da quanto tempo frequenti Sienna?"chiesi io perplesso, il mio migliore amico si era trasferito da tre settimane da Sienna pur uscendo con lei da si e no un mese e mezzo, certo la conosceva già, quando si recita si finisce per conoscersi un pò tutti alla fine, però non poteva venire a fare la ramanzina a me sul partire in quinta quando lui era il primo. 
"questo è un caso particolare, e poi io non mi sono mai impegnato con nessuna, una volta che l'idea di farlo non mi fa mancare l'aria non credo che dovessi pensarci troppo, ma tu? 
La tua è tutta un'altra storia, parti sempre in quarta e rimani sempre fregato, almeno questa volta non potevi prendertela un pò con più calma?" 
"me la sto prendendo con calma, non le ho chiesto di venire a vivere da me nè tanto meno le ho chiesto di sposarmi, passiamo solo parecchio tempo insieme, non mi sembra strano"dissi io 
"si ma è mezz'ora che la chiami"disse Tom indicando il cellulare che avevo poggiato ora sul tavolo. 
"perchè le avevo detto che l'avrei chiamata, ma probabilmente deve essersi addormentata, smetto di chiamarla ok?"dissi io alzando le mani in segno di resa. 
"Comunque una di queste sere invitala ad uscire, la sorella di Sienna sarebbe interessata ad averla come rappresentante della sua nuova linea"
"glielo dirò"dissi io. 
Il giorno dopo preparato Eric raggiunsi il locale della madre di America come eravamo d'accordo, e ad accogliermi trovai soltanto Simon che stranamente si trovava dietro al bancone. 
"hey"dissi andando a sedermi al bancone 
"guarda chi si vede, non ti prendo a pugni soltanto perchè c'è il bambino con te"disse Simon 
"Simon capisco di non esserti propriamente simpatico, ma voglio dire non esageriamo un pò adesso?"chiesi io perplesso. 
"La mia migliore amica ha lasciato il paese in tutta fretta senza dirmi nulla e ho la vaga sensazione che tu centri qualcosa"disse Simon e io rimasi ad osservarlo qualche secondo per metabolizzare le sue parole. 
Che cosa aveva detto? America se ne era andata? E dove? Io? Che cosa aveva fatto, fino alla mattina del giorno prima avevamo riso e scherzato come sempre, non credevo ci fosse qualcosa che non andava. 
"Non capisco"riuscì soltanto a dire. 
"Simon smettila, lui non centra nulla"disse una donna dai capelli castano chiaro raggiungendoci, doveva essere sua madre di sicuro. 
"Buongiorno signora"dissi 
"Robert è un piacere conoscerti, sarebbe stato meglio incontrarsi in una circostanza migliore"disse la donna. 
"Io non riesco a capire che cosa sia successo"dissi io 
"e lui è Eric immagino?"
"Signora perfavore mi spieghi qualcosa, io non riesco a capire"dissi 
"è nato il 12 marzo vero? alle 20.50 se ricordo bene vero?"chiese la donna 
"si"risposi io sempre più confuso, volevo sapere che cosa stava accadendo e perchè se ne era andata e dove era andata? e invece quella donna continuava a chidermi di mio figlio. 
"lei ti ha lasciato una lettera, mi dispiace, è una circostanza davvero assurda, io posso garatirti che lei non sapeva nulla fino a ieri"disse la donna.
"che cosa non sapeva?"chiesi io 
"leggi"disse la donna dandomi la lettera. 
"posso tenerlo in braccio per un attimo"disse poi guardando Eric.
"si"risposi io passandoglielo e poi presi la busta e se avessi saputo come mi sarei sentito dopo aver aperto quella  busta probabilmente l'avrei lasciata chiusa. 
"Ciao Robert, 
Mi dispiace per quello che ti sto facendo, mi dispiace perchè non è la prima volta che ti accade e non dovrebbe accadere mai a nessuno nè tanto meno ad una persona fantastica come sei tu.
Ricordi che c'erano tante cose di cui spesso non ti ho parlato, ricordi che ti ho promesso che un giorno te ne avrei parlato, sono cose che mi hanno fatto così tanto male che ho voluto nasconderle perfino a me stessa, volevo soltanto cancellare tutto e non ricordare e così ho dimenticato tutto e ho dimenticato la data, ho cercato di dimenticare tutto, ed è per questo che non ho fatto nessun collegamento, è per questo che non ti ho detto nulla, ed è per questo che ora sono costretta ad allontanarmi. 
E' assolutamente egoista da parte mia, ma non ce la faccio, non riuscirei a guardarti ancora dopo quello che sto per dirti, e non sarei in grado di occuparmi di lui, il senso di colpa sarebbe troppo forte. 
Sono felice però che ci sarai tu ad occuparti di lui, hai fatto un ottimo lavoro sinora e quando l'ho lasciato non potevo certo immaginare che avrebbe avuto un padre così bravo, crescerà bene e tu gli darai tutto l'affetto di cui ha bisogno. 
So che d'ora in poi mi odierai, e me lo merito, però ti prego non chiuderti più in te stesso, meriti di essere felice e sono sicura che qualcuna là fuori sarà davvero in grado di renderti felice. 
Mi dispiace. 
America" 
Lessi e rilessi quelle righe almeno cinque volte prima di riuscire a dire qualcosa, poi alzai gli occhi verso mio figlio e rividi qualcosa a cui non avevo mai fatto caso, mi somigliava ben poco a parte gli occhi, per il resto aveva dei tratti bellissimi ma che non appartenevano a me. 
"Io non capisco"disse alla donna che teneva in braccio mio figlio con gli occhi lucidi. 
"E' una storia lunga"disse lei venendo a sedersi accanto a me. 
"ho tutto il tempo che vuole"dissi io e Simon andò a chiudere il locale, per quel giorno sarebbe probabilmente restato chiuso. 
"Partiamo dall'inizio, saprai che mio marito se ne è andato dopo anni di dentro e fuori dagli ospedali"
"è morto il giorno del suo compleanno, lo so"dissi io ricordando quanto quel dettaglio mi avesse sempre lasciato una certa tristezza dentro, perdere una persona così importante l'unico giorno dell'anno in cui un pò di felicità doveva esserti garantita? 
"Stavamo perdendo tutto, America ha lasciato l'università e mi ha aiutato con il locale e con i bambini, dopo la morte di mio marito stavano per portarci via anche la casa e il locale e non avevamo davvero più nulla, così lei ha avuto quest'idea della gravidanza surrogata"
Quando sua madre pronunciò quelle parole una fitta mi colpì allo stomaco e iniziai a sentirmi terribilmente male, ricordai le sue espressioni quando avevo raccontato della nascita di Eric, quando avevo commentato negativamente le donne che si prestavano alla maternità surrogata e solo allora capì quanto le mie parole avessero potuto farle male. 
"Non ho mai approvato la sua scelta, conosco mia figlia e suo o non suo quel bambino lei avrebbe finito per affezionarcisi, si affeziona tanto alle persone, agli animali, è una persona che dà tanto e sicuramente questo l'ha preso dal padre"disse la donna sorridendo e ricordando probabilmente qualcosa del marito. 
Notai solo in quel momento che era molto giovane e che doveva avere almeno una decina d'anni in meno di mia madre, eppure aveva già sofferto così tanto. 
"A maggior ragione che Eric è davvero suo figlio, ed infatti le mie paure erano del tutto fondate. 
Abbandonare il bambino è stato difficile, non ha nemmeno voluto vederlo alla nascita, ha passato giorni senza mangiare e senza parlare con nessuno. Tutti temevano che non si sarebbe ripresa, poi la terapia e il fatto che sia davvero una ragazza piena di forza l'hanno aiutata a tirarsi su. 
Anche se ho sempre temuto che non avesse mai del tutto affrontato tutto, interruppe la terapia perchè la trovava inutile e poi l'ho vista troppo spesso persa nel suo mondo. 
E poi sei arrivato tu, mi sembrava assurdo che riuscisse ad uscire davvero con qualcuno, credevo fosse un bel segno, mi ha raccontato del come hai avuto Eric e so davvero tutto di te. 
Sei un bravo ragazzo e so che le sarà costato molto separarsi da te"disse la donna. 
"Lei non ha idea di dove sia andata?"chiesi io 
"Se lo sapessi te lo direi"
"Io, io ho detto tante cose negative sulle donne che scelgono la strada che ha scelto lei, solo ora mi accorgo di quanto possa averla ferita.
E' che ero arrabbiato, sono felice ora di avere Eric, ma inizialmente non era quello che volevo dalla mia vita, avevo accettato di avere un bambino soltanto per amore della mia compagna, e poi mi sono trovato a fare tutto da solo, e non avevo la più pallida idea di nulla"dissi io 
"Non potevi saperlo, lei non ne ha mai parlato con nessuno, quello che non riesco a capire è come sia venuto a saperlo, e poi ha mandato all'aria tutti i suoi progetti, ha reciso il contratto con tutto" 
"Signora"
"Evelyn, chiamami Evelyn"disse lei 
"Evelyn se ha bisogno di qualsiasi aiuto non si faccia problemi, posso aiutarvi se per caso qualche agenzia vi farà pagare qualche penale per rescissione del contratto"dissi io cercando di rendermi utile in qualche modo, di sicuro quella era l'unica cosa che potevo fare per loro, America se ne era andata per allontanarsi da me e da nostro figlio. 
Nostro figlio, guardai Eric tra le braccia di Evelyn e mi sfuggì un sorriso amaro, eccoci di nuovo da soli mi trovai a pensare. 
"Io, io so che non ho nessun diritto sul bambino, insomma legalmente America non è nulla per lui, però io vorrei vederlo ogni tanto se per te non è un problema"disse Evelyn. 
"certo, sei sua nonna in fondo"dissi io. 
"Io penso che abbia bisogno di un pò di tempo, potrebbe tornare, io non credo che riuscirà davvero ad abbandonarvi così, ha bisogno di un pò di tempo e questa città le ha dato tanta sofferenza"disse Evelyn. 
"Non credo vorrà avere a che fare con me, sono stato davvero uno stronzo"dissi io 
"Non farti colpe, non conoscevi la sua storia"disse Evelyn 
"se ne è andata perchè teme che la odi lo so"dissi io coprendomi il viso con le mani e sospirando. 
"Io gliel'ho sempre detto che eri uno stronzo"disse Simon ricomparendo in quel momento dalla cucina. 
"Simon"disse Evelyn richiamandolo. 
"fammi tenere in braccio il mio nipotino"disse Simon 
"non ti piacerò mai"dissi io 
"No, mi stai sul cazzo solo perchè anche la mia ragazza impazzisce per te, ma non diciamolo ad America"disse Simon 
"non credo la vedrò molto presto"dissi io 
"tornerà"disse Simon guardando mio figlio. 
E sperai vivamente che avesse ragione, non potevo sopportare l'idea che se ne fosse andata immaginando che io potessi odiarla.
Si, non mi  aveva raccontato tutta la sua storia, ma riuscivo a capire perchè avesse nascosto tutta quella sofferenza, forse anch'io avrei fatto lo stesso. 
"Come ha scoperto che Eric era lo stesso bambino?"chiesi io qualcosa non mi tornava, se davvero voleva cercare il bambino perchè se ne era andata dicendomi che non poteva occuparsene. 
"Giusto, Evelyn non gli hai raccontato la cosa che merita di sapere di più"disse Simon 
"America non voleva che te ne parlassi, mi ha fatto giurare, ma io invece penso sia giusto per te conoscere tutta la verità"disse Evelyn e quando mi raccontò tutto rimasi totalmente sconvolto, ancora lei? ancora la donna con cui avevo pensato di trascorrere il resto della mia vita, ancora lei aveva tentato di sabotare di nuovo la mia vita? 
"Grazie Evelyn, invece è proprio qualcosa che avrei dovuto sapere"dissi fuori di me, questo era davvero troppo, quella storia mi fece trovare finalmente la forza dopo un anno di prendere e cercare la donna che aveva totalmente distrutto la mia vita, e dirle finalmente quello che avrei dovuto dirle invece di evitarla, invece di passare davanti alla stampa come uno stronzo incapace di tenerselo nei pantaloni che aveva rovinato la relazione più importante della sua vita. 
"Robert non fare stupidaggini"disse Evelyn quando mi vide infilarmi di nuovo la mia giacca e il cappello da baseball. 
"Nessuna stupidaggine, ma credo che farò quello che avrei già dovuto fare da tempo"dissi io. 
"tenetemi il bambino"dissi prima di uscire dal locale e una volta fuori chiamai il mio migliore amico, avevo bisogno di Tom e delle sue conoscenze per scoprire dove trovare Alyssa e speravo proprio di trovarla a lavoro, una conversazione simile non doveva assolutamente passare inosservata ed era un anno che cercavo la forza per dire finalmente tutto quello che avevo provato e che non avevo avuto il coraggio di tirare fuori perchè nonostante tutto ero ancora innamorato di lei, c'erano voluti mesi e mesi perchè il ricordo di quello che provavo per lei fosse sostituito dalla rabbia e poi dall'indifferenza, e quando finalmente riuscivo a sentirmi di nuovo bene lei cercava di rovinare di nuovo tutto?
Tom mi disse che si trovava alle prove di una sfilata tra un "non capisco" e un "stai scherzando", non gli avevo dato tempo di elaborare quello che era accaduto con America, avrei avuto tempo per spiegarli attentamente, adesso ero solo interessato a cercare la mia ex ragazza e a darle quello che si meritava una volta per tutte. 
"Hey non puoi entrare è un area riservata"disse una donna cercando di fermarmi, ma io più alto e rapido di lei raggiunsi gli studio tranquillamente. 
"Dov'è Alyssa?"chiesi a Rachel 
"Robert?"chiese lei sorpresa 
"devo parlare subito con Alyssa"dissi io 
"è in scena"disse Rachel 
"perfetto"dissi io scostando le modelle che attendevano dietro la tenda e il responsabile della sfilata che indicava loro i tempi per apparire e la raggiunsi sulla passerella sotto gli sguardi increduli del pubblico presente alle prove. 
"Mi sembra il luogo adatto per parlare no?"chiesi io fermandomi davanti a lei. 
"che cosa vuoi Robert?"chiese lei 
"non lo so, dimmelo tu se dovrei voler parlare con te per qualche motivo"dissi io 
"tu sei pazzo"disse lei e in quel momento la musica che si sentiva in sottofondo smise, probabilmente i presenti erano interessati a sentire cosa avevamo da dirci e io non potevo esserne più felice, per una volta ero lieto di condividere gli affari miei con il mondo. 
"Ti ho permesso di rovinarmi la vita e non ho mosso un dito perchè il mondo conoscesse la verità, ti ho permesso di passare come la povera ragazza tradita, non avevo la forza di dire nulla e nè mai mi è interessato cosa pensava il mondo di me, e poi ti amavo ancora e non volevo che la stampa ti rovinasse, ma adesso hai passato il segno. 
Non puoi continuare a cercare di rovinarmi la vita, ci sei già riuscita una volta e non ti permetterò di farlo ancora, è ora che il mondo sappia di come hai abbandonato me e mio figlio per scappare con quel modello palestrato, hai abbandonato un figlio che avevi tanto desiderato, ho fatto di tutto per renderti felice, ho fatto davvero ogni cosa e alla fine mi sono ritrovato io e quel bambino che avrebbe meritato una madre"dissi io  sfogando tutta la mia rabbia. 
"Una madre ce l'ha il bambino no?"chiese lei acida 
"grazie al cielo ce l ha, anche se avrebbe avuto tutto il diritto di scoprirlo da sola e con i suoi tempi"
"non ti avrebbe mai detto la verità, forse devi ringraziarmi, ti ho liberato di una bugiarda" 
"L'unica cosa di cui penso di doverti ringraziare è di essertene andata e di avermi convinto ad avere un bambino, perchè Eric è la cosa migliore che abbia avuto in vita mia, ma sicuramente la cosa per cui ti ringrazio maggiormente è di avermi liberato, ormai ero soltanto l'ombra di me stesso, e tutto perchè volevo renderti felice, tutto perchè volevo rendere felice una donna che non mi ha mai amato" dissi io. 
"è tutto Alyssa Davies, questo era quello che dovevo dirti"dissi io andandomene e sentì addirittura qualche applauso mentre uscivo dalla stanza, non che me ne facessi molto degli applausi, ma finalmente mi ero preso la mia rivincita, ora dovevo solo trovare il modo di scusarmi con l'incredibile ragazza che per quanto avessi evitato già mi era entrata dentro a sufficienza per impedirmi di rinunciare a riaverla con me. 
Avremmo superato tutto insieme, e l'avrei aiutata a superare il senso di colpa verso nostro figlio, non aveva nessuna colpa in fondo, e meritava di sapere che non la odiavo affatto. 

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