Felicità

di freiheit96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** attesa ***
Capitolo 2: *** hotel ***
Capitolo 3: *** Il concerto ***
Capitolo 4: *** segreti ***
Capitolo 5: *** Lavoro ***
Capitolo 6: *** Luna park pt.1 ***
Capitolo 7: *** Luna park pt.2 ***
Capitolo 8: *** Addio? ***
Capitolo 9: *** Ritrovo. ***
Capitolo 10: *** Chiarimenti ***
Capitolo 11: *** Insieme ***
Capitolo 12: *** Sorpresa ***
Capitolo 13: *** Famiglia ***
Capitolo 14: *** Happy birth ***
Capitolo 15: *** Casa ***
Capitolo 16: *** Orgoglio ***
Capitolo 17: *** Fine. ***



Capitolo 1
*** attesa ***


Oddio!
Non potevo crederci! un anno fa avevo quasi perso le speranze di convincere mia madre. Ed ora eccomi quà ad aspettare i tokio hotel.
Seguivo la band da 3 anni, ed ora il mio sogno stava per avverarsi.
É mezz'ora che aspettiamo ma ancora niente, forse perché doveva ancora entrare un sacco di gente, effettivamente ero in prima fila ma il tempo non passava più. Faceva caldo, troppo, peggio della notte che ho dovuto passare fuori. Iniziava a girarmi la testa.
NO! No, Non potevo svenire proprio adesso! Non dopo tutta questa fatica.
Non so come, ma Recuperai un po' di lucidità. Ok ieri per cena e oggi colazione e pranzo ho mangiato solo gummies e redbull... Forse ci volevano un po' di zuccheri...mi misi a frugare dentro la mia vespa bianca... Ci trovai la giacchetta Che Mia madre pensava avessi messo visto che lei é freddolosa, peccato ci fossero 30 gradi!
Poi il biglietto,il portafogli,tutti i trucchi e il mio pacchetto ormai finito di sigarette.
Ma mancava ancora qualcosa ne ero certa. Mi voltai e vidi la mia amica, Julia.
Dio che scema Che sono! Ero così emozionata Che mi ero dimenticata con chi ero. Mi fulminò con lo sguardo, effettivamente l' avevo trascurata per una bella mezzora quando era in parte grazie a lei e la macchina di suo padre se ora mi trovo quì. Fortunatamente nonostante ci conoscessimo solamente da un anno, eravamo molto amiche.
Mi scusai.
Mi diede una caramella una Polo credo, stavo già meglio.
A quel punto inizio il karaoke di durch den monsoon ed iniziai a cantarla.
La tensione era al massimo e non stavo ancora del tutto bene.
Dopo La canzone tutte iniziarono a gridare "Tokio Hotel!", io stetti zitta perché era il mio primo concerto e dovevo ancora abituarmi.
"sei troppo introversa, così non troverai mai delle amiche" le parole di mia madre mi rimbombavano nella testa.
É da quando papà é morto che sono così, non parlo quasi con nessuno, mi sono chiusa.
Al mio settimo compleanno morì di infarto ed ora mi sentivo un po in colpa, perché per venire quì dissi a mia madre che lui mi avrebbe lasciata.
Decisi Di non pensarci più.
Si spensero anche le ultime luci.
Partì l' intro.
Stavo tremando, ora cerano delle luci che illuminavano il centro ed i lati del palco e vidi un Bill che non avevo mai visto prima, era perfetto. Dietro lui Gustav, a destra sarebbe dovuto artivare Georg. Io ero a sinistra, Dalla. Parte di Tom che arrivò poco dopo correndo. Non lo vidi quasi all inizio ma poi iniziò a suonare e tutto il resto scomparve con le note di lass uns hier raus poi bill iniziò.
-Willkommen in unser'm Traum.
Era ufficialmente iniziato.
Niente era come mi ero immaginata.
Era tutto Cento, Mille volte meglio.

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Capitolo 2
*** hotel ***


Sto sognando. No non é vero. É impossibile.
Da quella porta era uscito un kaulitz arrabbiato.
-dumm!.
Gridò bill al fratello. Con questo sbatté la porta e ci fissò.
-sheisse! Avete visto tutto?
-e anche sentito direi. Gli risposi.
-scusate é che il mio fratello dumm, cioé tom, mi fa veramente arrabiare a volte, vi ho svegliate?
No, apetta! Bill kaulitz stava parlando con noi???
-emh no no, tranquillo, stavamo solo..
Altra porta che sbatte! Dio ma un gruppo un po più calmo no eh?
Uscì gustav
-bill..... Chi sono queste??
-emh...boh...chi siete?
-julia e kate
-piacere, io sono bill lui e gustav, il dumm la dentro é tom e se vedente un hobbit, quello é georg. Insieme formiamo i tokio hotel, la nostra band.
-ah suonate?!? Chiese incredula julia.
Era sempre stata un ottima attrice, ma cosa stava facendo?
Lasciò bill tra il sopreso e l incazzato.
-ah...non ci conoscete?...?!?
- no. Risposimo insieme.
Silenzio, da quel no ci fu soltanto un minuto, un imbarazzantissimo minuto di silenzio.
-FANTASTICO! Disse bill.
-allora dovete conoscerci meglio.
Entrammo in un grande stanza.Ma ancora non ci credevo.ci sedemmo.nel divano. -questa, é la mia stanza! Bella eh?
-mhmh, non riuscivo a parlare.
-gustaaaav! La MIA stanza!
Così gustav se ne andó.
Adesso con solo un esile bill mi sentivo molto a disagio, ma non potevo farglielo capire.
-aspettate, vado un attimo in bagno.
Quel poco tempo mi bastò per mandare julia a quel paese e per sciogliermi i capelli.
5 minuti dopo bill tornò, era andato a cambiarsi i vestiti.
-ok, prendi!
Mi lanciò il suo i-pod.
Diedi una cuffia a julia, ed iniziai ad ascoltare, ero convinta mettesse durch den monsoon, invece mise una canzone nuova, non l avevo mai sentita.
Non feci a tempo di chiedergli il titolo che tom entrò.
-hey,will!
-non chiamarmi will, scopettone!
-ok, mi scusi signorina.in ogni caso ho già fatto tutto, resteremo un altro giorno quì.
-idiot! Che senso ha?!? Tanto dovremmo stare in hotel, fuori é pieno di fans!
-rilassati tanto se devono andare da qualcuno , vengono da ME. Disse alzando le sopracciglia.
-sì certo, sicuramente non per la tua simpatia.
-io sono simpatico!!! E ti sei tanto arrabbiato con me, ma sei tu che ti porti le fans a letto!
-io?!? Non sono così scemo, in effetti se non lo noti, ti ricordo che io non sono te.
-ahah, allora sei proprio idiota, quelle due belle ragazze lì chi sono?
Oddio potevo svenire lì, certo, questo solo se poi tom fosse venuto a prendermi.
-sono due ragazze che non ci conoscono, e dato che mi stanno simpatiche e non ho niente da fare, ho pensato di far conoscerle la nostra musica! Sono julia e Kate.
Mi guardò, come un predatore guarda la sua preda, ma anche un qualcosa di dolce che riuscivo a vedere nei suoi occhi, ma era cone se lo volesse nascondere.
-molto interessante, sul serio ma io avrei una versione un po diversa. Io dico che sono kate e julia, fans dei tokio hotel, venute al nostro concerto. Solo che tu sei troppo impegnato con le tue mossette per poterle vedere, dato che erano in prima fila e dalla mia parte.
Detto questo se ne andò sbattendo la porta. Bill ci guardò, avevo ancora il suo ipod in mano, volevo sparire in quel momento,guardai julia, lei era calma, ma come diavolo faceva?!? Lei calma davanti ai kaulitz quando io mi sto per sotterrare dalla vergogna.
Bill sbuffò.
-sono io il dumm adesso vero?

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Capitolo 3
*** Il concerto ***


Le fans gridavano fortissimo ed il mio cuore non aveva mai battuto così forte, ma ero completamente immobile, incapace di qualsiasi movimento, come paralizzata.
Iniziarono con leb' die sekunde, a metà della canzone però, vidi che Tom mi guardava, come se il tempo si fosse fermato, e vicino a me non ci fosse nessuno, ne ero certa, quello, mi diede forza, adesso per me era iniziato tutto.
Non mi girava più la testa, e mi ero sbloccata.
In quel momento, ero veramente felice.
Avevo raggiunto la felicità.
Finalmente.
Mi ritrovai a piangere come una stupida, ma piangevo di gioia. Non mi era mai successo prima, ora però era diverso, le grida delle fan erano un sottofondo e si sentiva solo la voce di bill che cantava undelckilt.
Mi voltai verso julia, ci guardammo, felici.
Raccolsi un sacco di coriandoli neri e rossi da terra come ricordo. Avviandoci verso la macchina, accettai volentieri una redbull gratis.
Salii in macchina, non era molto tardi, ero convinta durasse di più. Soltanto le 11 e 30, ma ero ancora eletrizzata.
Nessuno mi avrebbe fatto sentire così.
Ci dirigemmo verso l' hotel.
Arrivata nella stanza ero ancora molto agitata, infatti non mi buttai subito nel letto, cosa che avrei fatto volentieri in circostanze normali
Parlai con julia per un ora, dicendoci tutto del concerto.
Era l' una, impossibile dormire. Il padre di julia dormiva al piano di sotto, per fortuna.
La porta dei nostri vicini si aprì, fantastico! Anche i vicini notturni.
Mmm... -ju?
-capito...
Avevo deciso che saremmo andate a conoscere i vicini notturni, sperando avessero la nostra età.
Andai a bussare. Niente. Andai a prendermi un caffé alle macchinette, pochi minuti dopo la porta si aprì.

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Capitolo 4
*** segreti ***


Non sapevo se ridere o piangere, adesso ci avrebbe sicuramente cacciate, ma non lo fece.
-beh non mi sembrate molto pericolose come fans.
Lo disse ridendo.
Bill come era passato da tom a noi era passato da incazzato a felice.
Glielo feci notare.
Rispose dopo un po.
-non lo so, é che tom... Mi fa arrabbiare, mi da fastidio il modo in cui usa le persone, e come le tratta, come pupazzi, é uno stupido insensibile!
E mi prende in giro perché io credo nell' amore, credo che non siano tutti così falsi come pensa, e sono arrabbiato con lui, perché così si fa del male da solo.
Disse tutto questo molto agitato, quasi piangendo.
Il suo discorso mi fece star male, perché io capivo tom, ho avuto molte delusioni e questo mi ha resa diffidente con tutti.
Ma io avevo julia, con lei stavo bene, e lui Bill, ma questo problema non riusciva a risolverlo nemmeno il suo fratellino, probabilmente perché non lo aveva vissuto.
Ora Bill stava piangendo, aveva le guancie praticamente nere a causa della matita.
Lui ci teneva veramente a tom. Non ho mai visto tanto affetto per un fratello.
Forse perché io il mio fratellino, matteo, non lo sopporto proprio!
Julia andó da bill, e lo baciò, dolcemente, lui non si mosse, era sorpreso, poco dopo la prese e la baciò con più passione.
Stavano veramente bene insieme, non come nei photoshop che le facevo, i due si baciavano sempre di più, bill ci stava, julia era riuscita a fargli dimenticare di tom.
Mi alzai e me ne andai chiusi la porta piano per non rovinare tutto, loro e la porta. Sapevo cosa sarebbe successo là dentro, ero felice per julia, e la capivo, perché il giorno dopo, sarebbe sparito tutto, addio bill, tom, georg gustav e addio felicità.
Non andai nella stanza d' albergo, decisi di andare a farmi un giro, erano ormai le 2 di notte, entrai nel locale più vicino che trovai, ordinai un bacardi cocktail, non avevo voglia di ubriacarmi da sola.
-abbiamo preso la stessa roba.
Senti come se Il mio cuore smise di battere per pochi secondi.
Mi girai, il rasta mi guardava sempre in quel modo un po inquetante.
-ciao anche a te.
Lo stavo trattando come una persona normale, cosa diavolo avevo?
Riuscii a mantenere la mia faccia inespressiva.
-scusa per prima... Mio fratello... Come mai se quì da sola?
Bella domanda, solitario, il mio neurone, si era del tutto spento.
-ah, capito, scusa, beh se la tua amica si sta divertendo anche tu puoi farlo no?
-se avessi l' esperienza della mia amica, ti assicuro che non ci penserei due volte.
Cazzo, mi ero dimenticata che prima del cocktail, mi ero bevuta una redbull, per non parlare di quelle che mi ero scolata durante la giornata.
Fantastico kate non brilla, farebbe eguali figure di merda, ma forse con mr. kaulitz si sarebbe trattenuta, forse...
-aaah, interessante, mi piace questa storia... Senti, forse é meglio se torniamo in hotel, quì c' é troppa gente, tralaltro che ti fissa. Dai, vieni!
Mi prese per mano e mi trascinò fino alla sua stanza.
Io non é che stessi pensando molto, cazzo, sono con tom kaulitz e devo anche pensare?!? Chiuse la porta a chiave. Mi guardò con i suoi grandi occhi nocciola.
-prima devo dirti una cosa, ma non deve venirlo sapere nessuno!.Sembrava serio, ma ero quasi certa che prima si era bevuto anche qualcos' altro.
Annuii.
Immagino che bill ti abbia detto del mio pessimismo e delle relazioni che ho con la gente, ma io sento che una parte di me vuole credere in una vita, felice.
Esitò con quell ultima parola.
Lo abbracciai.
-io gli voglio bene al mio fratellino, ma non voglio che soffra come ho sofferto io.
Aveva gli occhi lucidi.
Lo baciai, ricambiò.
-anchio ho avuto troppe delusioni dalla vita, quindi posso, e voglio capirti, voglio aiutarti.
Questa era una promessa.
Le mie gambe erano deboli, forse per l alchol, per la stanchezza, non lo so, delle lacrime scesero dai miei occhi, marroni più chiari dei miei capelli, quasi neri.
Tom mi stava sorreggendo, io dovevo aiutare lui, ma non mi trovavo neanche nello stato di stare in piedi.
Quel pensiero mi face star male, non sopporto di non avere il controllo su me stessa, altre lacrime, tom le catturò.
-non piangere piccola, ci sono io quì.
Mi ripresi, ritrovai la forza.
Kate lo spinse nel letto, quel piccolo letto di nessuno, agganciata alle sue labbra, lui prima scosso, non se l' aspettava, si lasciò andare al desiderio che riusciva a darle quella ragazza, non come tutte le puttanelle con cui era stato, con lei era diverso, lo sentiva. La accarezzò piano le sfiorò i capelli poi si fermò a guardarla, questa volta aveva uno sguardo del tutto dolce, innocente il che in quella situazione era assolutamente impossibile.
-sei....sei bellissima.
E ricominciò a baciarmi sfiorandomi con le sue labbra calde e leggere.
Mi baciò il collo, iniziando a scendere per slacciare piano il corpetto che mi stringeva il corpo in una morsa inacessibile.
-aspetta...
-é la prima volta?
-mhmh
-non preoccuparti.
Sorrisi e lo lasciai fare. Gli dissi solamente,in un sussurro, come un segreto.
-mi fido di te.
Mi rispose sorridendo, era un sorriso dolce, mi baciò per poi continuare la sua esplorazione, scese mi abbassò i pantaloni e mi accarezzò con il suo fiato caldo, gambe e polpacci, iniziai ad agitarmi, se ne accorse, tornò sù. Mi accarezzò il seno, con tocco leggero.
Poi scivolò sopra di me.
Gli tolsi la maglia fortunatamente larga, gli slacciai i pantaloni stupendomi della sua magrezza e dei suoi muscoli non ancora formati che mi avvolgevano in una morsa stretta e calda.
Non riuscivo a smettere di passare le mani sul suo corpo per conoscerlo.
Avrei potuto morire lì, sarei morta felice.
Avevo le mani sul cuscino, me le prese e le strinse con forza, poi entrò dentro di me, mi stringeva sempre forte le mani, sentii un dolore acuto, improvviso, ma fu un attimo che lasciò ad una dolcezza infinita.
Mi teneva stretta stando attento a non fare movimenti troppo violenti.
Mi lasciai andare, Tom era fantastico.Non sentivo più dolore, solo desiderio.
Tom si muoveva dolce sopra di me.
Mi baciò e uscì da me.
-io...tu...mi piaci, sul serio.
Il mio cuore batteva fortissimo, era come se stesse per scoppiare e tom in quel momento poteva sentirlo.
Mi sorrise.
Mi voleva veramente morta!
Non sapevo cosa dire restammo un po' in silenzio, ci guardammo i suoi occhi erano cambiati erano dolci con una traccia di cattiveria diciamo, che io adoravo.
Tutta la magia di un attimo prima svanì, quando bussarono alla porta.

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Capitolo 5
*** Lavoro ***


Continuavano a bussare la porta.
Mi vestii in cinque secondi, tom anche, mi fece cenno di andare verso il bagno, mi nascosi lì.
Quando aprì ls porta sentii una voce grossa ed arrabbiata.
-dove sono le ragazze??
-qui non ce nessuno signore, deve aver sbagliato stanza, ed ora la prego di andarsene, mi sta disturbando, sono le 7 di mattina.
Oh cazzo! Mi ero completamente dimenticata, ci aveva avvertite che sarebbe venuto.
-va bene, scusa. E se ne andò.
-ma guarda te sta gente! Disse tom
-tom! Quella gente, si da il caso sia il padre di julia! Adesso come facciamo?!?
-oh sheisse! Quì siamo tutti fritti! Hai chiuso a chiave?!?
-sì, ma ho lasciato le chiavi in camera di tuo fratello.
-ok... no che non é ok!fammi pensare...mettiti questi!
Mi lanciò dei suoi vestiti.
Mi cambiai.avevo capito l idea, non mi piaceva ma non cera soluzione, misi un suo cappello nascondendo così i miei capelli e degli occhiali scuri.
-forse é meglio anche una felpa.
-sì dammi anche una sciarpa così faccio il pupazzo di neve in marzo!
-girati.
Dietro di me c era uno specchio
-beh magari esistono ragazzi con dei pettorali enormi, che ne sai tu??...ok, dammi la felpa!
-prendi.
Cazzo, era così Tom che non riuscii a piacchiarlo ma mi misi a ridere anch io.
Uscimmo, il padre di julia, marco, era seduto a bersi un caffe alle macchinette.
Imitando la camminata di Tom riuscimmo ad arrivare alla stanza di bill quasi inosservati.
Bussammo, non rispose nessuno.
-cacchio ma quello é un ghiro! tom era nervoso.
Tirò un calcio alla porta che cedde.
-oh cacca.
Quando la porta cadde del tutto, vedemmo bill in piedi, stava andando ad aprire ed aveva quasi rischiato di essere schiacciato dalla porta.
-ma che cazzo...
Non fece tempo a finire che presimo bill e julia, che si era svegliata rischiando l infarto, e li portammo in bagno, poco dopo infatti uscirono un sacco di persone svegliate dal rumore.
Spiegammo tutto a bill e julia.
-beh, basta che voi torniate in camera, gli dite che eravate andate a fare colazione perché una delle due si sentiva svenire. Ci disse bill.
-oh cazzo!
-che c è?!? Chiesero gli altri in coro.
-... I miei vestiti sono da tom!
- perché non te li sei portata dietro la roba?!?
-apparte te, vedo pochi ragazzi con una borsa in giro! Mi difese tom.
-.....grazie, comunque se volete posso andare da marco, gli parlo e posso portarlo da qualche altra parte per un po di tempo
-fantastico!bill sei un genio! Gli diedi un grande abbraccio.
Riuscimmo ad entrare, e con la scusa dei suoi vestiti, entrò con noi, dopo che mi cambiai, ci scambiammo i numeri di telefono.
-ah, tienli pure i vestiti. Mi baciò e se ne andò.
-scemo. Dissi al nulla ridendo da sola. Feci per uscire che un mano mi afferrò il braccio.
-hey, piccola scema! Racconta!!
Le descrissi tutto come meglio potevo.
-wooow!allora perché sei tristre??
-perché tutto questo é un illussione!
-non farla svanire allora.
Ci abbracciammo forte.
-la prossima volta le tengo io le chiavi!
Era marco.
-okay...
-ah ed ho una notizia per voi, dovremmo stare un altro giorno quì perché ho dei problemi col lavoro
-sìì!! Gridó julia, ci guardammo complici.
-e visto che staremo quì e salterete scuola, io fatalità ho quì un libro di geometria!
-oh noo!!!
io non ci ho mai capito nulla du geometria
-e poi vi interrogo su quello che avete fatto fino ad adesso.
Adesso eravamo veramente fregate.
Addio bella giornata.

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Capitolo 6
*** Luna park pt.1 ***


Appena marco uscì, andammo al bar della sera dove avevamo appuntamento col gruppo.
-hey!
Bill ci corse incontro.
-partiamo domani. Gli dissi.
-fantastico, abbiamo una giornata da divertirsi!! Disse insieme a tom.
-il problema é che dobbiamo studiarci praticamente un libro di geometria di un anno, e per geometria siamo 0 se non ci fosse aritmetica nei compiti avremmo tutto 4, quindi mi sa che oggi dovremmo stare chiuse in stanza noi, voi divertitevi!
Cercai il più possibile il fatto che non mi dispiaceva, ma non ero molto credibile.
-beh, per questo su noi due non potete contarci. Disse bill
-gustaaaav!! Il rasta chiamò l amico. -aiutale!
-e i miei saltelli dove lì faccio???
-vuoi che ti dico dove potresti farli?!?
-dai ti prego, ti prego ti prego!! Gugu!!
Bill iniziò ad implorarlo facendoli la faccia da cane bastonato.
-ok, ok basta che non mi chiami più così
-grazie gush-gush, sei un angelo!
Bill si divertiva troppo a rompere al povero gustav.
-prima prendiamo qualcosa da bere? Fa un caldo!!!
io e tom prendemmo un tequila manhattan, bill e julia un white gummybear mentre gustav e georg uno zombie che avrei preso volentieri anch io se poi non avessi dovuto studiare.
Dopo che georg si ubriacò finendo lo zombie ancora pieno di gustav con la scusa che doveva insegnarci, andammo nella nostra stanza.
Gustav era un ottimo insegnante, nel giro di 3 ore finimmo tutto.
-grazie gustav, sei un amico...con molta pazienza!
-grazie. Andiamo da gli altri
-e di poche parole aggiunse julia
Rise.
Entrammo nella stanza di georg.
Era un casino.
Trovai una scarpa sopra il letto e l altra sul comodino, per non parlare delle cartaccie di schifezze varie.
-se pensate che questo sia il peggio, non volete entrare in bagno!In compenso non é più sbronzo.
- povere donne delle pulizie commentò tom
-poveri scopettoni
-ma taci!!
-calmati,io intendevi gli scopettoni originali non la copia!
-se commento ti sotterri, quindi sto zitto
-fratellone stai male??? Chiese bill alzando un sopracciglio -ti stai rifiutando di prendermi in giro?
-verpiss dich!... Schlampe
-ma...
-beh bill, questa volta te la sei cercata eh? Gli dissi.
-nevrotico di un fratello. Disse incrociando le braccia -puttana lo dici a tua sorella!
-appunto sei una puttana! Disse tom incrociando a sua volta le braccia guardandolo come se fosse una zanzara.
-tom! esclamò il fratello
-bill! Imitò tom alzando un sopracciglio in segno di sfida.
-forse é meglio se andiamo! Disse georg dividendo i due che stavano per picchiarsi.
Una volta in autobus si calmarono, fortunatamente non c erano fans in giro perché oggi c era scuola e tutti pensavano fossero già partiti.
-non vedo l ora di avere la macchina! Si lamentò tom
- non lo vorrai più quando scoprirai che ci vuole la patente scherzò georg
- ahah molto divertente! Tu invece se continui a mangiare così non ci entri neanche nella macchina!
-ma io faccio muscoli! É gustav quello che ingrassa
-mi rifiuto di rispondere, siete solo due chitarristi cretini. Ma dove stiamo andando?
- bella domanda! Hey bill! Dove stiamo andando? Chiese tom
-a puttane.
-daiii
-boh. Ma all andata quando tu dormivi, ho visto un bel lunapark.
-io non dormivo!!!!
-allora sognavi!
-forse eri tu che sognavi me! Io faccio effetto su tutti!
- sì certo tom...siamo arrivati! Gridò battendo le mani.
Avevamo tutti occhiali scuri e non potevamo toccarci a causa dei paparazzi, sembravamo delle spie o qualcosa del genere.
-figo! Sto lunapark é enorme!! A bill, ti avverto che julia non ha mai fatto giostre serie perché aveva paura gli dissi
-oh, non c é problema! Esclamò tutto contento.
-immagino che tu non hai paura invece. mi disse tom.
-me la posso far venire! Gli risposi ridendo.
-hey voi! Io mi sto scogliendo!!!esclamò georg
-hai ragione qui fa un caldo della madonna!
-non per il caldo!
-ops!! Nel giro di pochi second, i gemelli in faccia diventarono rossi.
-entriamo va' che é meglio! Esclamò tom per cambiare argomento.

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Capitolo 7
*** Luna park pt.2 ***


Era già l una, andammo in un fast food, un trancio di pizza, red bull e patatine, molto sano, ma i kaulitz erano anti verdura.
-montagne russe!!
-tom! Georg ha appena mangiato!
-ecchissenefrega! Dai gu.
-ok, poi son cacchi vostri.
- sì, sì...
L' attenzione di tom era più rivolta al mio seno.
-toom!
-sì?
-sei un porco. Bill mi aveva salvata, non avrei saputo cosa rispondergli.
-allora sono un bel porco!
-scemo.
Andammo nelle montagne russe più alte.
-non é un po troppo alto??
-paura? Tom mi stuzzicava
-io no, tu?
-vediamo chi grida più forte allora.
-ci sto!
-bene.
Era veramente altissimo, scoprii in quel momento di soffrire di vertigini. Stavo tremando, faceva un freddo cane!
Tom mi diede la sua felpa.
-grazie
-prego
La felpa era calda, riscaldata dal SUO calore. Inoltre mi stava gigante, dava una bellissima sensazione, di protezione.
Ci sedemmo.
-dai tom, annulliamo la sfida, ti perdi metà del divertimento se non urli, lo dico per esperienza.
-hai paura di perdere?
-no! Mentii
-ok, ti credo, sfida annullata.
-dankish
Partì, avevo molta paura, poi tom mi prese la mano, era confortante.
Gridai un sacco, ma la più terrorizzata era julia.
Quando scesimo però georg iniziò a vomitare.
Tom mi prese per il braccio e mi portò via.nessuno si accorse di nulla.
-dove andiamo?
-lontani dal vomito di georg
-bleah!
-cos hai?
-io? Niente
-sì certo...daii.
-é che tutto questo domani non ci sarà più.
-kate, se lo vuoi questo può esserci sempre.
-sì, nei miei sogni.
-anche, ma se lo desideri, puoi venire da noi in germania.
-see, ma tu ci pensi alla vita delle persone?? É impossibile, ma mi piacerebbe moltissimo, sul serio.
-ma mi prendi in giro? Se lo vuoi, puoi!
-no tom, io non voglio prendere in giro nessuno, tantomeno me stessa... Non voglio stare ancora più male di come ci starei.
Per forza di cose, la discussione finì lì. Erano arrivati tutti.

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Capitolo 8
*** Addio? ***


La serata passò velocemente, julia restò da bill, io me ne andai a letto, non avevo sonno.
Ero triste, volevo godermi le ultime ore che li avrei visti, ma non volevo star male, quel pomeriggio avevo fatto stare veramente male tom, invece di aiutarlo, l ho peggiorato. Mi faccio schifo, ma forse era meglio così, é inutile illudersi.
Bussarono la porta.
Tom.
 Alla fin fine ci speravo.
-senti...
-Lo so che non vuoi star male, ti capisco. Chiuse la porta dietro di lui. -ma io per te ci sarò, sempre.
-tom, io... non posso dirti ti amo, non saprei se stessi mentendo o meno... Mi misi a piangere, tom non sarebbe mai potuto essere mio.
mi abbracciò fortissimo, quasi mi mancò il respiro.
-é da stamattina che voglio fare una cosa.
Mi baciò, dolcemente.
-io é da una vita che voglio fare una cosa, resta fermo.
Rimase immobile.
 Mi avvicinai alla parte inferiore sinistra delle sue labbra.
 Gli morsi quel punto, con la lingua, gli presi il suo piercing, portando il ragazzo verso di me. Lui godeva. Pochi istanti dopo ci ritrovammo sul letto. Questa volta sentii meno dolore, mi faceva più male pensare al fatto che non avrei più potuto averlo.
Tom dovette andare in camera sua e chiamare julia per non creare il casino dell ultima volta.
 Mi avvisò che il giorno dopo sarebbero partiti tardi, verso le 10
Noi prima.quella notte non chiusi occhio, come potevo dopo tutto quello che era successo?
La mattina ci alzammo alle 7 per salutare tutti, alle 8 sarebbe arrivato marco a prenderci.
-ci ritroveremo vero? Chiese bill, sempre pieno di speranze.
Certo! Rispose julia.
Ma come facevano ad essere così? Li invidiavo.
-é una promessa?fu tom a parlare, teneva lo sguardo basso, gli occhi coperti dal cappellino. -io ci sarò.
-anch io aggiunse bill
-Anche noi disse julia.
-allora a presto. Disse bill sorridendo.
Riuscìi a strapparmi un mezzo sorriso, ma quel ''a presto'', suonava più come un addio.

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Capitolo 9
*** Ritrovo. ***


Erano passati ormai due anni, non ci siamo più visti, solo qualche messaggio all inizio poi basta. Io lo sapevo. Sapevo che sarebbe andata a finire così.
La mattina accesi il computer, facebook, vidi un post su tom, lo aprii.
Era di lui con delle altre ragazze, felice.
Andai in tabaccheria a prendere delle sigarette, avevo smesso, ma ne avevo bisogno.
Andai verso scuola, giornata di merda.
-cos hai? Era marta. Nuova scuola nuovi amici.
-niente. Con lei non ero molto in sintonia, con nessuno della classe a dire il vero.
Era l' ora di storia. Cheppalle. Presi il cellulare, rubrica, mandai un messaggio a julia, é un anno che non ci sentiamo.
"come va?"
"bene! Quanto tempo, sai che fra una settimana i th vengono a Venezia? Ci troveremo lì".
"...ok, se ci vengo però é per te, bill gustav e georg"
":("
La nostra conversazione finì così.

La settimana passo in fretta.
-hey!
Andai incontro a Julia.
-Mi sei mancata.
-anche tu, ah e viene anche Luke.
Mi piaceva qurl ragazzo, é l' unico che ha avuto il coraggio di mollarmi
-ciao.
Il moro si fece avanti
-ciao, mi faresti un piacere?

-bene, dobbiamo trovarci quì.
Disse Julia.
pochi istanti dopo infatti vidi la testa di Bill da dietro un ponte.
A quel punto, presi Luke ed iniziai a baciarlo.
Tutti salutarono apparte Tom, aveva lo sfuardo basso, riuscii ad inincrociare il suo sguardo, era cambiato, i suoi occhi esprimevano odio e sofferenza.

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Capitolo 10
*** Chiarimenti ***


Era ormai sera.
-posso parlarti? Tom era cupo.
-certo.
-in privato.
Andammo in una calletta.
Ero nervosissima.
-chi cazzo era quel tipo prima?? Era brusco.
-tom, mi fai paura...
-scusa, dimmi.
-era il mio ex.problemi? Non credo tu abbia il diritto di entrare così nella mia vita privata, quello che faccio io, sono solo affaracci miei!
- so che mi odi, mi odi per tutto quello che leggi che vedi sui giornali, dappertutto, ma non puoi prendertela così! In fondo come puoi pensare che dopo due anni, tutto torni come prima, non ti sei più fatta sentire, io non sono mio fratello che é capace di star fedele a julia per la vita anche senza vederla, dovrò pur divertirmi.
-quindi avevo ragione io.
 Accesi una sigaretta, stavo tremando.
-hai freddo?
-no.'stavo solo per morire dal nervoso'non cambiare argomento.
-...
-si certo, adesso dirai che ti dispiace...io però a differenza tua,  soffro, non ho un cuore di pietra come te, ma sono molto fragile, e tu...tu, sei riuscito ad entrare nel mio cuore. Ero riuscita a dirlo.
 Tom tirò fuori una marlboro rossa dalla sua tasca.
-però, sei anche riuscito a ferirlo, ma da dentro. E questa ferita, puoi chiuderla solo tu. É come un veleno, che ora sta scorrendo nelle mie vene, e mi sta uccidendo, lentamente.
Ammetto, avevo un po bevuto prima, ma non immaginavo sarei riuscita a dire una cosa del genere.
-...Mi dispiace.
Mi strinse le spalle.
-e tutto quello che riesci a dire é un patetico " mi dispiace " ??
-senti, io non so cos' ho, ma so che sto male, sul serio, ma con te... Non so, cambiò, non riesco ad essere duro con te.Pensavo di venire quì per doverti dire:  avevi ragione tu! Questa storia é impossibile.
le sue mani forti, scesero alle braccia
. -invece eccomi qua. A fare il cretino.tu sei veramente speciale per me.Ricordatelo!
Con quest' ultima parola, si congedò.
Rimasi sola, io e la mia sigaretta finita, ero riuscita a bruciarmi.
 Restai un po a pensare e le troppe emozioni subite, presero il sopravvento, nel giro di pochi secondi, iniziai a singhiozzare.avevo bisogno di qualcuno, di affetto, ma ero completamente sola.
Chiusa nella mia solitudine.

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Capitolo 11
*** Insieme ***


-dai tesoro, come stai?
-bene, male, forse, boh.
-dai! Si sistemerà tutto! Di solito il sesso-kaulitz risolve tutto!
Mi fece l' occhiolino.
-ahah, dai! Ma come faccio? e poi non voglio.
-glielo dici! E comunque si sa che vuoi.
-ah beh, ovvio! Vado lì e gli dico:hey tom! Ma sai che mi inspiri pensieri sessualmente violenti??
Julia scoppiò a ridere
 -oddio, forse hai ragione.mmm..non saprei.
-oooh.  Notte kate! Mi é venuta un idea!
-ah fantastico.inizio a preoccuparmi?
-sì!
-ok.allora ci vediamo domani.
-domani.
Appena kate uscì, julia chiamò Bill.

Alle 4 doveva arrivare julia, avevamo scelto quell ora perché i miei non c erano in casa.
Io odiavo la mia famiglia.
Mia mamma si era appena risposata e non mi piaceva per niente il suo nuovo tipo.
 Avevo appena finito di fare la doccia, quando suonarono il campanello, ero in accappatoio.
-ciao julia!
Ma quando la porta si chiuse, entrò un tom kaulitz confuso.
-tom?
-kate?!?io avevo appuntamento con bill, e questa é casa di julia.
-oddio. Io avevo appuntamento con julia a casa MIA.
-divertente...
-...per niente.
-almeno siamo daccordo in qualcosa.
-sì, senti io dovrei cambiarmi. Vado un attimo io camera mia, tu aspetta quì.
-nono, vengo anchio.  Non mi scandalizzo.
-ci mancherebbe. Risi.
Non volevo assolutamente entrasse in camera mia, non mi interessavano i vestiti, ma attaccato alla mia parete, avevo lasciato un suo bel profilo.
-bei gusti.fu la prima cosa che notò appena entrò, il suo poster
-ti ritrovi sempre eh? Ero viola, penso.
-eh sì, ma non é colpa mia se sono tanto figo.
-neanche se sei tanto scemo é colpa tua.
-ah ah.
Presi dei jeans strappati ed una maglietta attillata.Mi tolsi l' asciugamano, sotto avevo già mutande e reggiseno.
-basta. Non ce la faccio più.
-che?!? Mi girai.
-non resisto più. Ti voglio.
- molto diretto, colpisce al cuore.
-non posso promettermi niente, ma mi farebbe bene.
-in effetti é salutare ed ho bisogno di fare ginnastica.
mi trascinò nel mio letto.
-ginnastica un corno! Sei perfetta.
In pochi minuti, nel mio letto sembrava esserci passato un ciclone. Era completamente disfatto.
Mi alzai dal letto barcollando, tom pure. Ci fu tantissima passione in pochi meravigliosi minuti.
-stanotte partiamo
-wow
-mi abbracciò forte.-ci risentiamo.stavolta sul serio.
-spero.
-sono serio.
-mi fido
Lo salutai baciandolo, guardando dalla finestra mentre si allontanava, solo dopo mi accorsi che aveva dimenticato da me il suo cellulare. Ma ero stanca, mi addormentai.

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Capitolo 12
*** Sorpresa ***


-hey Bill, sono Kate, senti, ieri tuo fratello si é dimenticato il suo cellulare.
-ah, grazie, tanto non lo usa mai, però possiamo tornare solo tra tre mesi, siamo pieni di impegni.
-capisco, ok ciao
-ciao
Erano passati già due mesi dalla telefonata, ma non mi sentivo per niente bene, c' era qualcosa che non andava.
Passò anche agosto.
-cazzo julia.
-cazzo, pensa a scuola!
-e pensa a Tom!, viene oggi, cosa li dico??
-te la caverai.
-a che ora arrivano?
-fra mezzora
-oddio, prendo una felpa!
-ma sei matta?? Siamo a settembre.
-a casa mia si gela con l' aria condizionata.
-ma dovevamo trovarci quì.
-tom sa dove abito, ci troveremo lì.
E così fu.
-felpa? Osservò georg
-felpa! Risposi.
-ah, tieni.passai il telefono al rasta.
-mmh.. Grazie.
-mmh.. Prego.
-ok, dobbiamo andare, ci dispiace molto, ma é abbastanza importante.
-non pensavo ci fosse tanto lavoro.
-no, infatti, ma ultimamente siamo pieni.
-ok, e auguri.Disse julia.
-grazie, 18 anni non si compiono tutti i giorni.
-cazzo.
-kate? Bill era un po preoccupato.
-devo parlarvi.subito.
-chi é morto?
-nessuno...
-dio, non ci riesco! Esclamai.
-fai un bel respiro e ci racconti tutto.
-poco da raccontare Bill, sono tre parole.
-tu mi ami??
-no, scemo! Un mezzo sorriso si formò tra le mie lacrime.-julia, perfavore.
-ok. Vuole dire che, c è, le tre parole dovrebbero essere.
-dai, vai avanti!stavolta era Tom, ansioso.
-"io-sono"
-che sei?!?
Tom si stava agitando, probabilmente aveva capito.
-incinta.
Silenzio.Gustav smise di guardarsi i piedi, Georg di tirarsi i capelli, Bill rimase come prima, con la bocca aperta, mentre Tom, fece una cosa inaspettata, io pensavo ad una tragedia, invece venne davanti a me e mi accarezzo la pancia.
-Bill! -disse- la festa può aspettare.

-ma i tuoi lo sanno??
-come lo chiami?
-maschio o femmina?
Bill, georg e gustav mi stavano riempiendo di domande, io ancora piangevo, ma li capivo, erano curiosi.
-lasciatela stare!
 Ringraziai mentalmente Tom.
-oh scusa kate.
-non importa, comunque i miei non sanno niente, pensavo di dirglielo stasera,  e del bambino non so niente.
-e io che pensavo di fermarmi quì stasera. Disse Bill.
-io resto.
-Tom sei pazzo?
-no
-ok. Mi faceva comodo dividere la rabbia di mia madre in due, ma non volevo far scenate davanti a lui.

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Capitolo 13
*** Famiglia ***


13.              Famiglia. Era sera.
-ciao.salutai.
-chi é quello?
Come se non avesse mai visto la mia stanza tappezzata di suoi poster.
-tom, mia mamma, Alessia, quello é il suo tipo, Micael, e quello é mio fratellino, Matteo.
-piacere.
-ti fermi a cena?
-sì, si ferma a cena!mi innervosiva solo la sua voce.
-ok, accomodati in cucina.
Inizziammo a mangiare.
-ah mamma.
-cosa ti serve? -sai che il 17 compio 17 anni, vero?
-sì. Vuoi un regalo
-no, ma volevo dirti che sono grande ormai...
-e un po' incinta. tagliò corto Tom
Il piatto che aveva in mano, si frantumò per terra. Brutta cosa, ma si limitò ad andare a letto, sbattendo la porta.
Mi era andata bene.
-cos' é che sei tu?? Incinta di un RASTA , perlopiù TEDESCO?!? Disse un micheal piuttosto furibondo.
Questo mi fece incazzare, non poco. Poteva offendere me, ma non la gente che mi sta a cuore.
-senti, tu non se nessuno per potermi dire quello che posso o non posso fare, ed il " rasta tedesco", si da il caso sia il chitarrista di una band, e tu NON sei m-i-o padre! Fra un anno, io me ne vado da questa cazzo di casa, quindi non devi sopportarmi per molto, ma devi farlo.
Se ne andò anche lui.
-matte... provai a parlare con mio fratello.
-non mi interessa.
-bene, oggi dormo da julia.
-ok, avviso io.
-grazie. Uscii da quella maledetta casa, seguita da un kaulitz sconvolto.
-w-o-w.
-non é divertente.
-no, ma complimenti.
-ce l' ho fatta, adesso manca il peggio.
-cosa può esserci di peggio?!?
-la scuola.

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Capitolo 14
*** Happy birth ***


happy birthday too
-mee, dai julia non sono dell' umore.
-dai é il tuo compleanno.
-ed é il primo giorno di scuola! 
-saltalo
-salto?
-salta!
-ok. Ma la situazione non cambia.
-uffi, sei una lagna!
-grazie tante!
-dov é Tom?
-dorme.
-awh.
-shopping?
-chiamo Bill.
La giornata passò in fretta, mi stavo divertendo era sera, non tornai a casa, ormai quella di julia era diventata la mia seconda casa.
Erano le 11di sera, toccava ai regali. Julia mi regalò la giornata di shopping, insieme a Bill, avranno speso almeno 300 euro. Mi fecero un regalo anche georg e gustav.aprii il pacchetto, trovai due vestitini, uno da maschio ed uno da femmina.
-non si sa mai! Disse georg ridendo.sempre i soliti.
-graziee. Li abbracciai.

Toccava al regalo di Tom, era piccolo, lo aprii e ci trovai dentro una collana, era bellissima.
 Era d' argento, il ciondolo era una spirale che imprigionava un cristallo trasparente.
-wow, é...
-quando non ci sono pensami.
-...fantastica. Riusciva sempre a farmi arrossire.
Lo abbracciai, era a petto nudo a causa del caldo ecessivo. Ricambiò. Ero seduta su di lui. Mi senti bene ora. Julia era già andata a letto e gli altri via.
Iniziai con un dito a passare su tutti i suoi muscoli della pancia. Mi misi a ridere. Ero un po imbarazzata, ma sapevo che a lui piaceva, lo stavo un po provocando, ma non l avevo fatto apposta. Tornai alla sua pancia, si era disteso. Mi addormentai attaccata a Tom, mi faceva sentire bene.
La mattina mi alzai, e sobbalzai.
-cos' hai?
-niente, scuola.
-ah.
 Invece ero saltata dal letto, per causa sua.
-vado.
-a dopo.
Feci la solita strada come tutte le mattine per arrivare a quel maledetto edificio.
La gente mi guardava, parlavano, di me, non potevo sentirli, ma si capiva.
Il problema era che non avevo molti amici in questa scuola.avevo bisogno di julia in questo momento, ma non poteva esserci.
Entrai in classe, i professori mi guardavano malissimo.
Suonò la campanella dell' intervallo.
-uh kate, sei ingrassata?era Lizzye
-mh, tu invece? Usi sempre quella crema per la cellulite??
-pff.troia
-stronza.
-hey lasciala stare liz.era sara una mia amica, ma non era di classe mia.
-oppure? " oppure fottiti" stavo pensando.
Non fece a tempo a rispondere che suonò la campana.
-ci vediamo kate.
Ma fottiti puttana.
-hey,grazie Sara.
-figurati.
Tornai in classe.
Durante tutta la giornata, le persone continuavano ad indicarmi, chiedendo chi fosse il padre, io non rispondevo.ancora un anno, dai solo un anno per trasferirmi in un posto, dove essere incinta alla mia età é normale.Ma quell anno sembrava non passare più.

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Capitolo 15
*** Casa ***


18 anni, finalmente. Ne approfittai subito, andai da un tatuatore che quando avevo 15 anni, mi aveva fatto l' industrial, e mi feci una tripla stella all' interno dell' orecchio, julia ce l' aveva uguale, era il segno della nostra amicizia, incancellabile.
Il giorno dopo, ero all' aereoporto.
-ciao julia.
-a presto, kate, e luke.
Il bambino dormiva, per fortuna.
Una volta arrivati, ci accolsero i kaulitz e i trümper, dio, c' erano tutti.
Tutti volevano conoscerci. Io ero molto in imbarazzo, fortunatamente il viaggio in macchina durò poco, per fortuna, ci fermammo davanti una casa grandissima, aveva un giardino enorme con tanto di piscina.
-figo.fu l' unica cosa che riuscii a dire.
Appena aperto il cancello, arrivarono tutti i cani a salutare.
-ti mostro la tua stanza!. Simone era molto gentile ed entusiasta.
Era una stanza grande, letto matrimoniale, e un grande armadio.
-wow!
-non so quanto la userai però.
Ci arrivai un po dopo e mi misi a ridere, cazzo, anchio voglio dei genitori così.
      -che bello, caro lui.
 Bill continuava a giocare con Luke.
Tom invece non riusciva.Si vergognava.Doveva fare sempre il duro.
Il giorno dopo, rimasimo solo io, bill, tom e luke.Finalmente, non mi sentivo a mio agio con gli altri, apparte Andreas, era simpatico.
-io oggi esco.disse Bill
-dove vai?
-devo andare per una intervista, e devo parlare di una cosa con l' universal.
-uh cazzo, non ci avevo pensato, paparazzi...
-hai ragione, Luke é troppo piccolo.
-sì, concordo, dovremo tenerlo nascosto.
-ok, per me non é un problema, posso stare a casa col piccolo finché non cresce, tanto quì c' é tutto.
-fantastico! Ora devo proprio andare.a domani.
-domani?
-sì, devo andare in Inghilterra.
-cool.
-già.ciao
-ciao.

... -evvai!
-questo si chiama amore fraterno!
-brava, vedo hai studiato, é che una vita di bill rompe dopo un po.
-capisco.
-e poi, abbiamo la casa libera, non capita spesso.
-immagino. Sono stanca.
-va bene.un altra volta....piscina?
-sì dai.
Ora questa era la mia vita.
 Forse non me ne rendevo conto, ma era tutto molto complicato.
Avere tom kaulitz ha un prezzo, e la quota é alta.

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Capitolo 16
*** Orgoglio ***


-mmm..
-che c é?
-l' aqua é fredda!
Non l' avessi mai detto, Tom mi prese e mi butto in aqua.
-adesso vieni, scemo! Gli feci una linguaccia.
Appena entrò, mi aggrappai a lui.
-ho veramente freddo.gli sussurrai.
Stavo tremando.
-torniamo su?
-mhmh, ma in germania é normale farsi il bagno vestiti?
-no, ma siamo a fine settembre, mi muori congelata sennò.
Mi trascinò su un lettino, sopra di lui.
-no. Dissi.
-non vuoi star sopra?rise.
-no non é quello, ma non voglio sentire la parola "incinta" per un po.
-ahah va bene ma mi fai camminare.
-parolone.
-sono stanco!
-é mezzanotte.
-vado a dormire, mi fai compagnia?
-hai paura del buio?
-sì!
-ok.ti faccio da luce
Pochi minuti dopo eravamo nella sua stanza.
Mi buttai sul letto.ero morta.
Tom si avvicinò.
-sai, vorrei essere un ... Padre- si soffermò su quella parola- più presente, ma so che non sarà possibile.
-sarai un bravo padre, e non devi sentirti in colpa, é difficile fare il genitore, e non é possibile essere sempre        presenti, ma se vuoi renderti utile, puoi dargli tu da mangiare sta mattina e poi puoi anche cambiarlo.
-ma é un lavoro da donne!
-maschilista.
-non é vero!
-figurati.
-kate...?
-sì.... Ero mezza addormentata
-io sono simpatico?
-che cazzo di domande fai? Certo!
-perché anni fa, Bill mi ha detto che le ragazze volevano me, solo perché ero figo...
-sì, c' ero anchio, non ha detto esattamente così, e stavate litigando, non diceva sul serio.
-lo spero, é da anni che mi torturo con questa domanda.
-perché non ne hai parlato con Bill?
-Mi vergogno.
-ti vergogni? Mi misi a sedere.- cazzo Tom, é tuo fratello, gemello, come fai a vergognarti con lui e non con me?
-non lo so Kate, non lo so.


-Bill???
-Bill?!?
-Io!!
-si può sapere che cazzo hai da rompere alle 4 del mattino? Non te ne potevi stare a Londra?
-ah beh, volendo... Ma ho dormito in aero, non vi preoccupate.
-tranquillo che non ci preoccupiamo.
-associale.
-vai!
-vado.
-no, aspetta!
-sì?
-mi spieghi cos' é successo esattamente con Tom? Si sedette al bordo del letto.
-non é una bella storia
-racconta.
-ok. Tutto iniziò tre anni fa, io e Tom, stavamo andando a berci qualcosa con Andreas, eravamo tutti e due ubriachi. Siamo andati in una calletta stretta, ma faceva buio, non si vedeva niente, e fu proprio lì, in quella maledetta calletta che Tom si becco un vaso in testa, da quel giorno, la sua vita cambiò, da scemo, era passato a completamente deficiente, una gran cosa, era troppo, non ce la faceva, era un passaggio di rango troppo avanzato anche per lui, così forte, così duro, così...
-Falla finita bill! Tom era incazzato.
-ok. Ma kate, sul serio, non so cos'  abbia, io non ho fatto niente.
-va bene, grazie.
-ci vediamo dopo, ah e dormite pure, mi occupo io del piccolo.
-uh, dankeshein!!
-bitteshein! Per me é sempre un piacere.
-se ti diverti ti posso pagare!
-ha bisogno di "amore materno"
-sì Bill, e anche ziesco!
-nono. Si accontenterà del tuo, io se vuoi ci gioco, con jumbie!!
-va bene,  adesso vai però.
-sparisco.
 E così fece.
-tom?
-ti ho detto, non so perché. Era triste.
-ma tu gli vuoi bene a Bill, tu hai un problema d' orgoglio, secondo me.
Detto questo, lo abbracciai e mi addormentai.
Non essendo molto cosciente, riuscii comunque a sentire le sue lacrime calde.
Non sarebbe stato facile.

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Capitolo 17
*** Fine. ***


Erano passati 12 anni da quella volta.
Ebbi una figlia, lily, aveva 5 anni, aveva i capelli un po mossi, due occhi grandi color nocciola, ed un corpo piccolo, fragile.
 Luke invece era cresciuto moltissimo,
Fa strano quando guardo i vecchi album ed aveva solamente 2 mesi. Aveva i capelli scuri, lisci, sempre sparati con un po di gel, aveva gli occhi come sua sorella, un po più piccoli.Quest anno sarebbe andato in seconda media, aveva già la ragazza, e la cambiava a differenza della stagione...tale padre...
Ma ero contenta.
 I tokio hotel negli anni, ripresero successo.
Guardai Tom, era perfetto, non aveva più i rasta, ma dei cornrows neri, il fisico perfetto, lo obbligai a fare palestra, seriamente. Lo baciai.
-wow. Disse.
-pensavo a quanto fossi fortunata.
Risposi sfiorando le sue labbra.
-dopo tutti sti anni l hai ammesso.
-sì, sono proprio fortunata.dai vieni floppy!
Floppy era io mio nuovo cane, un levriero.
-ti amo...
-me o il cane?
-te scema!
-anch' io.
Non avrei mai potuto immaginare una vita migliore.
Non tornai mai a casa "mia".
  I miei non mi sentivano mai, forse a volte mi vedevano in dei giornali, ma niente di più.
Non si meritavano il mio affetto.
 Ogni tanto tornavo, solo per salutare mio padre, la sua tomba.
E tom, era riuscito ad aprirsi con il gemello, incredibile.
Julia era diventata la madrina di lily e stilista, a volte, collaborava con la BK, ma solo per lavoro.
Bill, pur cercando il "vero amore", non lo trovò mai.
Georg, si sposò, mentre Gustav, preferiva una vita tranquilla, più solitaria.
Non tutti possono essere felici, anzi, pochi possono esserlo, quindi cerco di vivre la mia vita al massimo, dando il meglio di me, in tutto.
Forse non ne vale nemmeno la pena, ma forse sì.

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