Hoshi-Tachi o mimamotte (Le stelle vegliano su di noi)

di sHiN 91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1: Watashi no jinsei, watashi no jōnetsu (la mia vita, la mia passione) ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2: Shin gakunen no shigyō-bi (Il primo giorno di scuola) ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3: 2-Hon no dōro o mitasu (2 strade si incrociano) ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4: Kaigi (l'incontro) ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5: Yūutsuna hi (una giornata uggiosa) ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1: Watashi no jinsei, watashi no jōnetsu (la mia vita, la mia passione) ***


Canzone del capitolo: Summer Sunshine – The Corrs

 

CAPITOLO 1: Watashi no jinsei, watashi no jōnetsu (la mia vita, la mia passione)

Quando si è trasferita da Tokyo alla cittadina di Fujisawa  Aki Ross ha incontrato qualche difficoltà ad ambientarsi. Non conosceva nessuno, non aveva amici e non conosceva la città.

Quel che sapeva è che Fujisawa, villaggio ai piedi del monte Fuji, vantava di avere  ben due squadre di calcio, di cui una, la San Francis, vincitrice del campionato studentesco della stagione passata.

Leggendo i giornali sportivi aveva scoperto che la San Francis era  decisamente una squadra tosta: il portiere, Benjamin Price, era considerato il portiere più forte della nazione, e vantava di non aver mai subito un goal nel campionato appena concluso.  Oltre a Benjamin, sui giornali si parlava anche di Oliver Hutton e di Tom Backer, della Newppy, l’altra squadra della città, considerati anche loro molto forti.

Aki era curiosa di veder giocare i ragazzi di cui tanto aveva sentito parlare, ma per questo era ancora presto: il campionato iniziava a metà settembre, quindi avrebbero dovuto passare ancora  20 giorni al suo inizio.

Nella sua vecchia scuola, a Tokyo, Aki era il capitano della squadra femminile della scuola, la Starsky. Era un’ottima giocatrice, e come attaccante l’anno passato aveva segnato molti goal.

Chissà se anche qui potrò continuare a giocare” sospirò, guardando una sua foto durante una partita che teneva sul comodino nella sua camera.

Dubitava che a Fujisawa ci fosse una squadra femminile e, se anche c’era, non ne aveva mai sentito parlare.

Il calcio era  la sua passione:  giocava da quando era piccola, anche se negli ultimi anni aveva avuto alcuni problemi di salute che l’avevano costretta ad un lungo periodo di riposo due stagioni prima.

Voltò lo sguardo alla foto e prese in mano l’opuscolo della scuola.

“L’anno scolastico inizia inizia il 10 settembre” lesse.

 Aki si era iscritta alla San Francis, la scuola più importante della città.

Aveva un po’ di paura ad iniziare l’anno in una scuola dove non conosceva nessuno, ma sperava comunque di conoscere qualche persona simpatica.

Gli ultimi giorni di agosto passarono in fretta, così come la prima settimana di settembre.

Mancava una settimana all’inizio della scuola, e cosi era tempo di comprare i libri e l’attrezzatura scolastica.

Per fortuna che quest’anno è l’ultimo” pensò Aki,  L’orario sarà meno pesante”-  un sorriso comparve sul volto della ragazza. Non le era mai piaciuto studiare, nonostante i suoi voti avessero una media sul 7.

Scese le scale ed  uscii di casa, che si trovava nella parte  sud della città vicino al centro, e si diresse alla libreria. Per le strade c’erano molte persone, e molti negozi interessanti.

Raggiunse la libreria che non distava molto da casa sua ed entrò.

Al suo interno c’erano diversi scaffali ed una scala in fondo al lungo corridoio che si presentava davanti alla ragazza, che portava al piano superiore, anch’esso pieno di scaffali. A destra c’erano dei tavoli dove diverse persone era prese dalla lettura e a sinistra c’era il banco informazioni, con vicino la cassa.

Aki si avvicinò al banco ed estrasse dalla borsa a tracolla che portava il foglio con la lista dei libri che avrebbe dovuto acquistare.

Da dietro il banco apparve una signora anziana con i capelli bianchi e dei buffi occhiali rotondi sul naso.

-Posso esserti utile cara?- disse in tono amichevole la donna.

Aki posò il foglio sul banco e rispose in tono gentile: - buongiorno, io avrei bisogno di questi libri…- ed indicò la lista.

La donna scrutò il foglio e si rivolse ancora ad Aki: -oh! Frequenterai la 5° liceo alla San Francis?-

Aki annuì.

-Aspetta un attimo cara, vado a vedere se i libri sono disponibili in magazzino- la signora aprì la porta dietro di lei e scomparì.

-Così anche tu farai l’ultimo anno alla San Francis?!- una voce squillante da dietro la fece sobbalzare.

Aki si girò, e vide una ragazza mora, alta all’incirca come lei, sorridente.

-oh…si…- rispose imbarazzata…

-Sei nuova della città vero? Mi chiamo Eiko Moriyama!- disse strizzandogli l’occhio destro.

-mi chiamo Aki Ross- risposi abbozzando un sorriso.

Dalla porta dietro il bancone riemerse la signora con una pila di libri in mano.

-uff… sono un po’ pesanti…- disse mentre li appoggiava sul bancone,  il libro in cima cadde a terra ed Eiko lo raccolse.

-tieni!- esclamò.

-grazie-.

Dopo aver pagato i libri, Aki prese la borsa che li conteneva e si diresse all’uscita. Anche Eiko pagò il libro che aveva in mano e lo infilà in borsa.

-Vuoi una mano?- le sbucò da dietro.

Dopo un attimo di titubanza, Aki annuì –grazie-.

-ma figurati! Allora, dove abiti?- disse sorridendo la ragazza.

La guardò ed indicando la strada davanti a lei rispose –in fondo al viale, la prima strada a destra e poi la seconda via a sinistra-.

Eiko prese una borsa di plastica dalla sua borsa e travasò metà dei libri in essa.

-abitiamo vicine allora, io sono alla via dopo la tua!- sorrise.

-allora avremmo dovuto fare la stessa strada comunque- rispose Aki sorridendo.

Le ragazze risero insieme e si avviarono per il viale.

Era tardo pomeriggio, ed il sole iniziava a tramontare lentamente.

Dopo circa venti minuti, giunsero alla casa di Aki.

-io sono arrivata!- commentò la ragazza sbuffando per il peso dei libri e facendo cenno con la testa verso la casa davanti a loro.

-perfetto!- sorrise Eiko, anche lei ansimando per la fatica.

Aki prese anche la borsa dalle mani di Eiko e la ringraziò per l’aiuto.

-che ne dici se ci scambiamo i numeri visto che andremo anche alla stessa scuola?- disse sorridente.

“buona idea!” pensò tra se e sé la ragazza”. – va bene!- .

Dopo aver dettato il numero alla nuova amica, le due ragazze si salutarono e cosi Aki potè finalmente entrare in casa e posare i libri sul tavolo della cucina.

Uno squillo da parte di Eiko sul cellulare non tardò ad arrivare, ed Aki sorrise.

Bevve un sorso di tè preso da frigorifero e riprese in mano le borse per portarle in camera.

Sistemò i libri sullo scaffale vicino alla finestra ed alla scrivania e si buttò sul letto.

Salvò il numero di Eiko nella rubrica e accense la televisione.

-quest’anno il campionato studentesco delle superiori inizierà il 16 settembre, e sarà da subito una lotta tra la San Francis e la Neppy, che inizieranno la stagione con un derby interessante!- .

 Era il telegiornale della città, e la notizia suscitò l’attenzione della ragazza.

-Esatto Yusuke, questo campionato sarà ricco di sorprese!-  commentò una seconda giornalista.

-Molte sorprese e tante conferme! Queste squadre giovanili sono molto agguerrite, ed i loro capitani sono ottimi elementi-  Mentre il giornalista parlava scorrevano delle immagini riguardanti le squadre che avrebbero partecipato al campionato.

Il tg fini’ e Aki spense la tv.

“Sono curiosa di vedere il derby!” pensò entusiasta.

Quella settimana passò più lenta di quelle passate, forse per via dell’attesa per l’inizio della scuola e del campionato studentesco.

Aki uscì tutti i pomeriggi con Eiko, che si era rivelata una ragazza molto simpatica.

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2: Shin gakunen no shigyō-bi (Il primo giorno di scuola) ***


Canzone del capitolo: Girlfriend -Avril Lavigne

CAPITOLO 2:  Shin gakunen no shigyō-bi  (Il primo giorno di scuola)

Arrivò cosi lunedì 10 settembre.

Quella mattina Aki si svegliò alle sette per prepararsi e per essere sicura di non aver dimenticato nulla.

Si vestì come al solito con Jeans, Camicia a maniche corte e scarpe da ginnastica.

Salutò sua madre ed usci di casa.

Ad aspettarla c’era Eiko, che la salutò energicamente.

Insieme le due presero la strada che portava alla scuola, a 2 isolati dalle loro case.

Arrivate davanti al cancello, Aki notò la grande scritta “San Francis High School” che appariva sopra al cancello.

Entrarono in cortile.

Cera moltissima gente, di ogni tipo.

Aki individuò subito il gruppetto delle “dive”, come le chiamava lei, e decise sin da subito di ignorarle.

“se tutti le ignorassero come me, avrebbero poco da farsi vedere…” pensò tra di se, ma si accorse di aver fatto una smorfia di disprezzo verso di loro quando Eiko commentò: -anche io non le sopporto, tranquilla-.

Le sorrise, ed insieme si diressero all’entrata della palazzina che ospitava le aule.

Subito all’ingresso c’era una grande bacheca, dove spiccavano un sacco di fogli.

“Aula 101, aula 134…” Aki aveva un’espressione confusa sul volto.

-Non ti preoccupare, la nostra classe è la 97- Eiko le appoggiò la mano sulla spalla.

Le due fecero per  incamminarsi, ma mentre si voltò, Aki venne attirata da una foto  vicina al foglio delle aule.

“San Francis Football Club” era scritto a caratteri cubitali sopra alla foto.

“E così sono loro i campioni studenteschi!” Aki era eccitata.

Eiko le si avvicinò e le disse: - ti piace il calcio?-

La ragazza si voltò verso di lei ed annui, -io gioco a calcio- commentò in seguito.

Sulla faccia di Eiko apparve un’espressione di sorpresa, seguita da un gran sorriso.

-Non si vedono tante ragazze che giocano a calcio-

-purtroppo no- ammise Aki.

Le ragazze ripresero la via per le aule, fino a raggiungere il terzo piano.

-Questo piano è adibito alle classi quinte- spiegò Eiko.

Aki osservò il corridoio. Molti ragazzi e ragazze andavano qua e là freneticamente, alcuni si fermavano a chiacchierare, altri a riempire l’armadietto, altri ancora guardavano dalla finestra e ridevano.

Poi successo qualcosa di strano.

Dalle scale, passando a fianco delle due ragazze, apparve un gruppo di ragazzi con un gran sorriso in faccia.

Un boato esplose nel corridoio, e Aki si rese conto di avere a che fare con la squadra di calcio della San Francis in persona.

I ragazzi le passarono a fianco, potè notare Benjamin Price tra tutti. E poi ecco.

Poco più indietro di Benjamin c’era un ragazzo alto, con i capelli neri e piuttosto lunghi, un gran sorriso stampato in faccia  e un’espressione allegra.

Aki rimase per un attimo immobile a fissarlo, poi venne scossa da Eiko che la chiamò.

-Aki-

La ragazza non si mosse.

-Aki- Eiko le posò una mano sulla schiena e le si parò davanti. –Va tutto bene?- chiese preoccupata.

Aki si scosse un attimo, e rispose con un filo di voce: -si…. Sto bene…scusa…-

Eiko la guardò, poi guardò il ragazzo mentre entrava nella classe dopo alla loro. Sorrise.

-Si chiama Paul Diamond. E’ un centrocampista offensivo, è molto forte. Insieme a Benjamin Price, il portiere, e  Ted Carter e Johnny Mason forma il pilastro della San Francis- spiegò.

Aki annuì.

Entrarono in classe e presero posto nei due banchi in fondo alla classe, vicino alla finestra che dava sul cortile.

Il primo giorno di scuola era breve, solo 3 ore di lezione.

In classe c’erano diverse facce che a prima impressione sembravano simpatiche.

Eiko non mancò di presentare le sue amiche ad Aki che con un po’ di timidezza ripeteva il suo nome a tutte.

Suonò la campanella, e tutti si affrettarono ad uscire dall’aula.

Aki si diresse alla porta insieme ad Eiko, a Saki e Narumi, due ragazze che le aveva fatto conoscere nella mattinata, ma il professore la chiamò. Aki salutò le ragazze con la promessa di sentirsi nel pomeriggio e si diresse dal professore.

Per fortuna era solo una conversazione di routine, per conoscerla.

Passarono all’incirca 20 minuti prima che la ragazza potesse uscire dalla classe.

Non appena iniziò a scendere le scale sentì un gran trambusto e venne letteralmente travolta da due ragazze che correvano come delle forsennate verso il piano terra.

Aki si affrettò a scendere dopo essersi sistemata e venne subito raggiunta da Eiko e dalle sue amiche molto emozionate.

-cosa succede ragazze? Prima due tipe mi hanno quasi uccisa nello scendere le scale…- commentò massaggiandosi la testa con sguardo interrogativo.

-vieni vieni vieni!!!- Eiko era euforica.

“ma che sta succedendo?”

Si avvicinarono alla bacheca più esterna, facendosi largo tra un gruppetto di ragazze agitatissime.

Eiko indicò un foglio rosa appeso con mille puntine colorate.

Aki si avvicinò curiosa.

“La San Francis High School è lieta di annunciare che quest’anno, grazie al prestigio che la squadra di calcio maschile ha reso alla scuola, abbiamo i fondi necessari a costruire una squadra di calcio femminile!”

Aki sentì una morsa al petto. “Non ci credo!”

Elettrizzata, si voltò a guardare le amiche che esclamavano e facevano il segno di vittoria con le dita, incitandola a continuare a leggere.

Aki riprese la lettura, agitandosi ancor di più.

“ Le selezioni per il team femminile si terranno martedi 11 settembre alle ore 15.30 nel campo numero 2 della  scuola”.

La ragazza si lasciò scappare un “Yap!” di gioia e tornò dalle amiche e venne circondata.

-parteciperai vero?- le chiesero in coro.

Sul volto della ragazza comparve un gran sorriso: -certo!- era felicissima.

Anche il suo cuore sentì l’emozione, e vibrò leggermente.

Aki s’immobilizzò un attimo e sgranò gli occhi.

 “ti prego, ora che sono felice, non adesso!”

Eiko doveva aver notato l’espressione di Aki e si avvicinò.

-Aki?- chiese in tono interrogativo.

Aki la guardò sofferente, cercando comunque di non farlo notare.

-andiamo, devo fare due cose- sviò il discorso riprendendosi leggermente.

Era da molto ormai che non le succedeva, e pensava che le medicine avessero finalmente fatto effetto.

Invece, a quanto sembrava, non era così.

Il soffio al cuore che aveva da quando era piccola le si era rimanifestato. Leggermente, certo, ma lo aveva fatto.

Aki decise comunque di non badarci troppo, poiché si sarebbe agitata ancor più e non voleva rovinarsi quel momento.

Procedettero insieme  verso l’uscita del cortile, quando incontrarono quattro ragazzi della squadra di calcio con i borsoni che sorrisero a tutte e salutarono energicamente prima di scappare via.

Tra di loro c’era anche il ragazzo che Aki aveva visto al mattino.

Le ragazze sorrisero e continuarono la loro camminata verso casa.

Eiko si fermò da Aki a pranzo, e in quell’occasione ebbero modo di chiacchierare molto.

Il pomeriggio trascorse tra il cercare il borsone con le cose da calcio tra gli scatoloni del trasloco e lo scarabocchiare il diario l’una dell’altra.

Quando Aki tirò fuori la roba dal borsone da calcio, Eiko notò subito una maglia nera con uno stemma dorato sul petto.

-posso?- chiese curiosa.

Aki sorrise. –certo, fai pure.-

L’amica prese la maglia e la guardò. La voltò e notò il numero 8 dorato impresso sulla schiena.

-E’ la tua maglia di quando giocavi a Tokyo?- chiese apprensiva.

Aki  guardò la maglietta alcuni istanti.

-si.- annuì.

Decise poi di continuare a tirar fuori le cose dal borsone.

Dopo aver estratto le scarpe, i parastinchi e un certo numero di pantaloncini posò tutto sul letto.

Eiko si avventò sui pantaloncini come un falco, e prese subito quelli neri con il numero dorato.

-Se ti metti la tua divisa di quando eri a Tokyo, farai un figurone!-

-Buona idea!- sorrise.

Rifatto il borsone con solo il necessario per la selezione, Aki lo infilò nella mensola più bassa dello scaffale davanti al letto.

Trascorsero il resto del pomeriggio a guardare le foto delle partite di Aki ed Eiko insistette così tanto per vedere le medaglie che aveva vinto che Aki fu obbligata a tirar fuori da uno scatolone immenso e pieno di roba tutte le medaglie che aveva vinto negli anni.

Si fece ora di cena, ed Eiko tornò a casa.

Dopo aver riordinato tutto il putiferio che aveva fatto la ragazza, Aki mangiò un boccone in compagnia del fedele gatto Kiko, un bellissimo norvegese nero.

Dopo cena ricevette una telefonata dal padre al quale raccontò la prima giornata a scuola e comunicò anche la notizia della selezione.

Si fece tardi, e decise di andare a dormire presto, per essere in forma il giorno seguente.

Ma fu piuttosto inutile, dato che l’emozione giocava alla grande.

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3: 2-Hon no dōro o mitasu (2 strade si incrociano) ***


Ok spero che vi piaccia! L'iniziò è stato un pò lento... migliorerò, prometto!

Aspetto qualche commento!


Canzone del capitolo:  Supermassive black hole - Muse


Il mattino seguente fu caratterizzato da un’euforia contagiosa.

Aki uscì di casa alle 8 e come il giorno prima fu subito raggiunta da Eiko.

Nel cammino verso la scuola si aggregarono anche  Saki e Narumi.

Giunte a scuola, Aki salì subito in classe a posare il borsone da calcio, che le pesava parecchio insieme alla tracolla dei libri.

Uscendo dall’aula notò come molti ragazzi si affacciassero all’aula dopo la sua.

Si avvicinò e si mise in un angolino dove poteva vedere cosa stava succedendo senza essere schiacciata dalla folla.

Dentro all’aula c’era la squadra della San Francis al completo. I ragazzi sembravano attenti nella lettura di un foglio, ma era impossibile leggere di cosa trattasse senza superpoteri.

-Avete capito ragazzi?!- esclamò all’improvviso Johnny Mason.

Gli altri si lanciarono in un boato assordante.

-Non ci credo!- esclamò Ted Carter.

-Fantastico!- lo seguì Benjamin Price. –Avremo l’occasione di vedere chi è più forte!- continuò, sicuro di se.

Anche gli altri ragazzi si unirono allo spirito sicuro del loro capitano.

Charlie Custer, un altro giocatore della squadra, si affacciò alla porta e finalmente si riuscì a capire cos’era successo.

-Ci saranno delle selezioni per formare un’unica squadra nella nostra città dopo il derby con la Newppy!- esclamò.

I ragazzi intorno ad Aki presero parte al frastuono dell’aula, che si propagò per tutta la scuola.

Eiko e le ragazze salirono le scale ed Aki  gli andò incontro, annunciando la notizia.

-Accidenti!- esclamò Narumi.

-Sarà una selezione durissima!- le si sovrappose Eiko.

Saki sembrava confusa: -ma se ci sarà una selezione tra le due squadre, significa che la squadra che ne uscirà sarà fortissima! Sono sicura che prenderanno tutti quelli della San Francis, e alla newppy riserveranno la panchina!-

Eiko e Narumi annuirono.

Suonò la campanella e tutti entrarono nelle loro aule.

Quella mattina trascorse velocemente. Tutti parlavano del grande evento che si sarebbe tenuto dopo il derby.

Si fecero presto le 3, e la gran parte della scuola se ne andò a casa.

Rimase solo un gruppo di circa 30 ragazze e una decina di ragazzi.

Il gruppo si spostò al campo assegnato per la selezione.
Eiko, Saki e Narumi seguirono Aki fino agli spogliatoi, per poi augurarle buona fortuna.

-Sono sicura che la prenderanno ad occhi chiusi- disse Eiko alle due amiche, mentre Aki si dirigeva allo spogliatoio.

Una volta entrata, vide poche ragazze cambiarsi.  Iniziò a spogliarsi e poi indossò la sua divisa.

Una volta vestita, uscì dallo spogliatoio facendo spazio ad un gruppo numeroso di altre ragazze che stavano entrando a cambiarsi.

Notò che molte si girarono a guardarla, e si accorse che qualcuna bisbigliò sorpresa qualcosa.

Si diresse in campo, e subito venne incitata da un urlo fortissimo proveniente dalle amiche. Alzò la mano in segno di ringraziamento ed iniziò a scaldarsi.

Mentre correva ebbe modo di pensare molto.

“Ecco il grande momento. Devo mettercela tutta. Devo farcela per  raggiungere il mio sogno.”

Un fischio smorzò l’aria pesante sul campo. Tutte le ragazze si accinsero ad avvicinarsi a tre uomini che erano entrati in campo. Avevano tutti un’aria seria.

-Buongiorno ragazze. Sapete tutte perché siete qui. Vedo con piacere che siete in molte, sarà dura selezionare 17 di voi.  Io sono il mister Kaitaro Omaya. Allenerò io la squadra. Questi- indicò gli altri 2 uomini vicini a lui –sono Shoko Abuya e Sakiko Toru. Vi valuteranno e attribuiranno un punteggio ad ognuna di voi. I 17  punteggi più alti sono in squadra.- concluse.

La selezione ebbe inizio nel momento esatto in cui l’orologio della scuola segnò le 15.30 .

Aki notò che gli spalti si erano riempiti, e che a bordo campo c’era un gruppo di ragazzi in attenta osservazione.

-La selezione si terrà con una partita- tuonò il Mister.

-Ooh!- fu l’accoglienza riservata dal gruppo di ragazze.

-Iniziamo!- l’uomo  divise in due squadre chiamando i cognomi.

-Kisugi! Ayama! Nasori!.....- la prima squadra era fatta.

-Mikame! Fujika!....Ross!- Aki sentì chiamare il suo nome.

Dagli spalti sentì Eiko, Narumi e Saki urlare: -vai Aki!!!-

Un po’ imbarazzata si diresse nella metà campo assegnata.

Prese la sua consueta posizione.

Il mister fischiò.

La palla era della squadra di Aki.

Una sua compagna toccò palla e la passò a lei.

Iniziò una corsa velocissima, si liberò si tre avversarie e saltò una quarta.

Davanti a lei si porsero 3 avversarie, di cui si liberò passando la palla ad una compagna smarcata.

Scattò in avanti.

Era l’occasione giusta: vicino a lei non c’era nessuno.

-passamela!- urlò alla compagna che teneva palla.

La ragazza non si fece aspettare: passò la palla ad Aki che la intercettò agilmente,  scavalcò l’ultima avversaria che aveva davanti e si diresse sola in porta.

Dagli spalti si senti un sospiro di ammirazione.

A bordo campo c’erano i ragazzi della San Francis.

-Hai visto?- Esclamò Carter.

-Quella ragazza è brava!- commentò Benjamin. Gli altri ragazzi si voltarono a guardarlo. Era strano che Benjamin Price esternasse commenti positivi verso qualcun altro in quel modo.

Vicino alla rete Paul Diamond non si perdeva un secondo dell’azione.

Johnny Mason gli si avvicinò.

-Hai visto che brava quella?- commentò.

Paul tacque un po’ prima di rispondere. Era preso da quella ragazza, dai suoi movimenti e dalla grinta con cui correva.

-è davvero in gamba- disse silenziosamente dopo un lungo silenzio.

Johnny lo guardò storto. Di solito Paul era un ragazzo  serio, ma non l’aveva mai visto cosi.

In campo intanto Aki procedeva fulminea verso la porta.

Il portiere si avvicinava, mancava ormai pochissimo.

Entrò in area, il portiere uscì, ma non ci fu nulla da fare: la ragazza con un gioco di gambe fece saltare il pallone in area e colpì al volo, con una grande forza. La palla finì in rete.

-oooooh!- la tribuna tuonò.

Uno scrosciare di applausi si scatenò dalla folla, ed anche i ragazzi della San Francis applaudettero.

-accidenti, quella è una che non vorrei mai incontrare in campo!- esclamò Charlie.

Paul restava fisso dietro la rete che delimitava il campo.

Aki saltò in aria per festeggiare il goal e le sue compagne di squadra la circondarono e le diedero un sacco di pacche sulla spalla.

-caspita sei bravissima!-

-grande!-

Piovevano commenti positivi dalle ragazze, ma Aki pensava ad altro: mentre tirava aveva sentito una lieve fitta.

“Non è niente. Continua a giocare” si diceva tra sé.

Dalla panchina, il mister con i suoi collaboratori si scoccarono un’occhiata  ed annuirono all’unisono.

Uno dei due collaboratori annotò qualcosa sul taccuino che teneva in mano.

Dagli spalti si sentiva un gran trambusto.

La partita ricominciò.

Le sorti della gara furono dettate ancora una volta da un goal di Aki e da uno di una sua compagna di squadra, di nome Tai Kerado.

La squadra avversaria aveva potuto ben poco contro di loro, tranne che per un intervento in difesa da parte della più grande di loro, Mayumi Suigetsu.

La partita era finita 3 a 0.

Le ragazze si radunarono a centrocampo ed il mister , insieme ai collaboratori si avvicinò.

-Bene ragazze- disse.

Sul suo volto appariva un sorriso soddisfatto.

-Abbiamo deciso- continuò.

Shoko Abuya fece un passo avanti.

-ecco i nomi di chi è stato selezionato per entrare in squadra- disse, serio.

La tensione era molta. Sugli sguardi delle ragazze c’era paura mista ad eccitazione.

-Ross!- Eiko, Saki e Narumi  lanciarono un grande urlo, seguite da un applauso da parte dei giocatori della maschile e da molti ragazzi sulle tribune.

-Kerado! Suigetsu!- continuò l’uomo.

Aki guardò le ragazze che erano state chiamate con lei.

Durante la partita si erano intese bene,  e si sorrisero tra di loro.

-Kyu! Desemu! Hyugi! Sasakiyu! Nayomi! Philips! Jiyudo! Locke! Abumi! Larsson! Fellin! Nanimi! Asai e Zetsu!- concluse Shoko.

Le ragazze selezionate esploserò in un boato di gioia e si abbracciarono tra di loro.

Aki era felice, ma affaticata.

“Ce l’ho fatta! Sono in squadra!” si premette il petto con una mano e sospirò.

Il mister radunò il gruppo delle  prescelte mentre le ragazze scartate si allontanavano piangendo.

-Bene, ora ascoltatemi attentamente.- disse il mister.

-Gli allenamenti partiranno domani pomeriggio, in questo campo, alle 17. Adesso, quando uscite dal campo, dirigetevi al magazzino dietro gli spogliatoi. Il signor Toru vi consegnerà le divise nuove.-

Dopo aver concluso, congedò il gruppo, che si diresse agli spogliatoi.

Dopo una doccia fredda, Aki si diresse al magazzino.

-Ciao Aki- disse in tono cordiale il signor Toru.

-complimenti per la partita- continuò.

Aki sorrise ed arrossì, - grazie- seppe dire solo quello.

Non le piaceva essere al centro dell’attenzione. A lei piaceva solo giocare. Nient’altro.

-Tieni-

L’uomo le consegnò un borsone molto pesante.

-qui dentro c’è tutto-

“si, ci sono i sassi qui dentro!” pensò la ragazza.

-Arrivederci!- 

Mentre camminava verso l’uscita della scuola insieme alle amiche, Aki incontrò i ragazzi della maschile che si congratularono con lei.

A fine gruppo c’era  Paul Diamond.

Aki si diresse verso il cancello e lui in senso inverso.

Quando si incrociarono, lui la salutò.

Aki ricambiò, abbozzando un timido sorriso e alzando la mano, e si senti strana.

Lasciato il cortile della scuola, tutte  e tre si diressero a casa.

Una volta entrata salì in camera e posò il nuovo borsone a terra.

“accidenti che pesante” sbuffò.

Tirò fuori tutto quello che c’era dentro.

“wow!” guardò la divisa.

La tuta aveva i pantaloni neri e la felpa rosa, con i bordi e degli inserti neri.

Sul retro c’era la scritta “San Francis” ricamata, anch’essa nera.

Guardò la maglia. Anch’essa era simile alla felpa. Sul retro c’era stampato il numero.

Aki rimase sorpresa.

“Fantastico!” pensò, quando vide che le avevano assegnato il numero 8.

Dopo aver guardato il resto del materiale, ritirò tutto, lasciando fuori solo la divisa e la tuta.

Si buttò sul letto.

Era stravolta, ma estremamente felice.

Quando si stava quasi per addormentare, il cellulare trillò.

“Cavoli, mi stavo per addormentare…” 

Prese il telefonino in mano e lesse il messaggio.

-Ciao, sono Johnny Mason, della squadra maschile. Sabato abbiamo la partita contro la Neppy, e poi c’è la selezione. Ci piacerebbe molto se la vostra squadra venisse a vederci giocare! Fateci sapere… ci vediamo domani a scuola!-

Aki era un po’ sorpresa.

“Tanto credo che ci sarei andata comunque” sorrise.

Si rimise a letto e si rilassò.

Nei suoi pensieri però c’era qualcosa che non andava.

Continuava a pensare a quel ragazzo, a Paul. Ma perché?

Sospirò.

Dopo cena andò subito a dormire.

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4: Kaigi (l'incontro) ***


Ok  ragazzi, siamo al 4 capitolo! Ora mi piacerebbe molto avere qualche commentino da voi... *per favoreeeeee*

Questo è un capitolo un pò più caruccio :)

Buona lettura!

P.s: vi dico gia che i prossimi capitoli ci metteranno un pò ad arrivare, perchè devo trovare la giusta continuità :) però SI ACCETTANO CONSIGLI!!!


CAPITOLO 4: Kaigi  (l’incontro)

Il giorno dopo iniziò come gli altri.

Raggiunta la scuola,  l’unico cambiamento fu che Aki salutò un sacco di persone, ed un sacco di persone la salutavano.

Eiko, Saki e Narumi  erano allegre come al solito.

A scuola tutto andava bene. I primi voti erano buoni, buon segno.

Finite le lezioni le aule si svuotarono.

Le ragazze andarono a casa.

-ci vediamo questa sera!- esclamò Eiko.

Aki annuì.

Dopo gli allenamenti sarebbe tornata a casa, avrebbe cenato e sarebbe uscita.

Le ragazze  volevano festeggiare.

Il pomeriggio passò tra compiti e studio.

Verso le 16.30 Aki si mise la divisa e uscì di casa,  diretta al campo della scuola.

Una volta arrivata incontrò Tai e Mayumi, che la salutarono.

Dentro lo spogliatoio c’era un’aria gioiosa.

L’allenamento procedette duramente.

Alla fine le ragazze erano stremate.

-Brave ragazze, siete andate benissimo- commentò l’allenatore.

-Ci vediamo dopodomani alla stessa ora!- concluse.

Aki fece la doccia alla velocità della luce e si cambiò, indossando dei jeans e la felpa della tuta.

Uscendo dallo spogliatoio Tai la fermò.

-Ehi, Aki!-

La ragazza si voltò.

-Sabato vieni a vedere i ragazzi giocare vero?-

Aki si sentì una stupida. Si era dimenticata di dire alle ragazze del messaggio di Johnny.

-Grazie, mi hai ricordato una cosa!- esclamò.

Rientrò nello spogliatoio e comunicò il messaggio alle ragazze.

Uscì.

Camminando verso il cancello della scuola passò davanti al campo numero uno.

I ragazzi si stavano ancora allenando.

Decise di fermarsi qualche minuti a vederli giocare.

 

Dal campo, Paul era attento ad eseguire dei dribbling ai cinesini.

Quando finì la serie, passò ad effettuare dei calci d’angolo.

Mentre recuperava una palla finita fuori campo, si accorse di Aki.

Il ragazzo la guardò e sorrise, poi tornò  a giocare.

 “Quello è Paul” pensò Aki.

Era strano: quando lo vedeva, si sentiva strana.

Restò ancora un po’ a guardarli allenarsi e poi se ne andò.

Si era fatto tardi.

Alle 21 Eiko sarebbe passata a prenderla sotto casa.

Si mise una camicia carina e si lisciò i capelli, prese la borsa ed uscì, trovando Eiko ad aspettarla.

Presero il pullman che portava in centro, alla sera era meglio, e in pochi minuti arrivarono a destinazione: un piccolo pub in riva al fiume.

Entrarono ed incontrarono Saki e Narumi, già sedute ad un tavolo.

Passarono due ore in compagnia, ridendo e scherzando.

Verso le 23 decisero di uscire ed avviarsi verso casa. L’indomani c’era la scuola e non era molto bello andare a letto tardi.

Mentre uscivano dal pub, incontrarono Paul.

Aki ebbe un sussulto.

Il ragazzo salutò Eiko Saki e Narumi, poi guardò Aki.

-Ciao- disse, sorridendo.

-ciao- disse Aki, abbassando lo sguardo e con voce flebile.

-non ho avuto modo di dirtelo l’altro giorno….complimenti!- sorrise, arrossendo lievemente.

Aki lo guardò e si sentì un po’ imbarazzata.

Possibile che lui le piacesse?

-Grazie, sei gentile- sorrise lievemente.

-Ciao Paul, sei qui da solo?- si intromise Eiko, lanciando un’occhiata maliziosa ad Aki.

Paul sussultò, e si massaggiò la testa.

-ehm… si… veramente stavo andando a casa…-

-oh, anche noi facevamo lo stesso!- sorrise la ragazza, guardando di sbieco Aki.

Prese sotto braccio Saki e Narumi e sgattaiolarono via ridacchiando.

-ci vediamo domani!- si sentì ad una distanza ormai notevole.

Paul ed Aki rimasero per un po’ immobili, allibiti.

“Ma guarda un po’…e adesso? Cosa faccio? Oddio...” Aki era imbarazzata.

I loro sguardi si incrociarono.

-beh… ti hanno lasciata qui… vuoi che ti accompagno?- chiese il ragazzo, imbarazzato.

Aki lo guardò.

-Ma no…stavi già andando a casa…non voglio disturbarti…- non sapeva cos’altro dire.

-Tranquilla,  non ho coprifuoco- disse abbozzando una risatina.

Aki sorrise.

“Certo che… è simpatico…” pensò tra se.

Simpatico non era proprio il termine giusto, ma forse non riusciva ad ammettere che lui le piaceva.

Presero a camminare.

Passarono il ponte, ed Aki ebbe un brivido di freddo.

-Hai freddo?- le chiese il ragazzo.

Aki arrossì.

-un pochino…- ammise.

Paul si tolse la felpa della San Francis, diversa da quella della ragazza, e gliela porse.

-Dai, tieni- disse gentilmente.

-Grazie, ma tu non hai freddo?- ringraziò imbarazzata Aki.

-no, figurati- sorrise.

I due camminarono per il viale della libreria, e, tra un imbarazzo e l’altro, chiacchierarono un po’.

-Da quanto giochi a calcio?- chiese il ragazzo.

Aki era sorpresa dalla domanda.

Di solito, i ragazzi che si trovano in quelle situazioni fanno un po’ i marpioni, ma lui no.

-da quando avevo 12 anni- rispose.

Paul sorrise.

-E tu?- replicò Aki.

Lui si portò una mano alla testa, pensieroso.

-uhm… più o meno da 10 anni- disse alla fine.

Era piacevole parlare con lui.

-Beh… com’è essere campioni nazionali?- disse la ragazza sorridendo.

Alla domanda, anche lui sorrise.

-Beh, credo che tu lo possa immaginare- ammiccò.

-credo di si- sorrise ancora Aki.

Tra una chiacchiera e l’altra, giunsero finalmente nella via della casa della ragazza.

Si fermarono.

Aki indicò la casa in fondo al vialetto.

-Sono arrivata- disse con un sorriso, abbassando lo sguardo.

-Abiti qui? Anche Ted abita da queste parti- disse indicando la strada parallela.

I due si guardarono ancora, e sorrisero entrambi.

-Allora ci vediamo a scuola- disse lui, portandosi nuovamente la mano alla testa, imbarazzato.

-si…- annui lei.

-buonanotte allora- sorrise lui, alzando la mano in segno di saluto.

-buonanotte anche a te- replicò lei, con un filo di voce.

Lui si voltò e iniziò ad allontanarsi.

Aki rimase per qualche istante a guardarlo.

Nella sua testa c’erano pensieri confusi.

Era stato bello parlare con lui.

“A scuola e a vederlo con gli amici ed in squadra sembra un ragazzo taciturno…” pensò tra di se.

Un sorriso le spuntò sulle labbra senza che se ne accorgesse.

Entrò in casa, e salutò sua madre, intenta a guardare una soap strappalacrime alla tv, una di quelle che finiscono alle 2 di notte.

Rise, poi bevve un succo alla pera fresco dal frigorifero e salì in camera.

Entrò in bagno e si avvicinò al lavabo, quando notò allo specchio che non aveva restituito al ragazzo la felpa.

“che stupida” pensò.

Rientrò in camera e guardò l’orologio. Era mezzanotte.

Si mise a letto, ma la sua attenzione si rivolse nuovamente alla felpa.

Penso a Paul: non le era mai capitato di restare così sola con un ragazzo, e nemmeno che questo fosse così gentile con lei.

Tra mille pensieri si addormentò, con un’espressione sorridente sul volto.

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5: Yūutsuna hi (una giornata uggiosa) ***


Ciao a tutti! Questo è l'ultimo capitolo prima delle mie vacanze ^_^ quindi passerà un pò di tempo prima che ne posti un altro!!!

Ho cercato di migliorare la qualità della scrittura, seguendo i consigli di Kiku77 e di FlaR... spero ci siano miglioramenti!

Non è un capitolo dove avvengono molte cose.... ma spero vi piaccia!

Vi lascio ricordandovi di commentare (please!!! ;) ) e augurandovi buona lettura!

A presto con un nuovo chap ^_^




Il mattino seguente il sole dei giorni prima venne soppiantato da un grande vento e da una pioggerellina autunnale,  nonostante fosse ancora presto per l’autunno.

Dopo la consueta colazione a base di pan carrè e marmellata, Aki uscì di casa, armata di felpona con cappuccio e di ombrello.

La temperatura era abbastanza bassa per la stagione, ma con la felpa della converse indosso anche quel piccolo disturbo era sopportabile.

Quella mattina, nel vialetto di casa non trovò Eiko. Era forse malata?

Aki si ricordò cosi di accendere il cellulare, e non appena lo fece ecco il trillo di un sms.

-Aki, oggi non vengo a scuola. Stanotte sono stata male e preferisco riposarmi un po’. Se ti va passa da me dopo scuola cosi mi passi appunti e compiti, e parliamo di ieri sera! Bacio.-

“La furbata di ieri sera ti si è ritorta contro, eh!?” pensò sogghignando la ragazza.

In fondo, però, era stata piacevole la passeggiata con Paul.

“Speriamo che anche a Paul non sia venuto un accidenti, ieri sera faceva freddo, e lui aveva solo una camicia indosso…” pensò tra di sé.

Camminando verso la scuola Aki ebbe modo di imprecare contro alcuni automobilisti spericolati che le schizzarono addosso l’acqua delle pozzanghere.

Giunta a scuola, il cortile era semi deserto: erano tutti rintanati vicino all’ingresso della scuola, al coperto.

In giro non c’era l’ombra di Paul, ma Aki vide passare Charlie Custer e decise così di provare a chiedere a lui se sapeva dov’era. “Infondo, sono compagni di squadra” pensò tra di sé, sorridendo.

Avvicinò il ragazzo.

-Charlie!- gridò.

Custer si voltò.

-Ciao, tu sei Aki vero?- chiese in tono allegro.

-Si, sono io- rispose con un sorrisetto misero. –Ascolta, scusa se ti disturbo, ma sai per caso dov’è Paul?- riprese in mano la conversazione.

Charlie parve sorpreso, ma rispose subito.

-Veramente no,  stamattina non l’ho visto a scuola.-allargò le braccia con espressione  colpevole.

“cavoli, vuoi vedere che gli ho fatto prendere un accidenti?”

-grazie lo stesso dell’aiuto- congedò quindi il ragazzo.

La campanella non tardò a suonare, come ogni mattina.

Anche in corridoio di Paul Diamond non vi era traccia.

Iniziarono così le lezioni, e quella mattina per via della pioggia e forse per colpa anche della matematica passò incredibilmente lenta.

Dopo la campanella delle 12.55, che sanciva il termine delle lezioni, tutti si affrettarono ad uscire dalla scuola, con aria triste: quel tempaccio, che nel frattempo era peggiorato in un vero e proprio acquazzone, non lasciava speranze per il pomeriggio.

Aki guardò dalla finestra della cucina di casa sua e pensò anche lei al pomeriggio.

“Se continua così l’allenamento salterà” pensò, mentre una smorfia di tristezza comparve sul suo viso.

Dopo pranzo prese gli appunti del mattino e li infilò in una borsa di plastica. Prese anche il borsone da calcio, in cui aveva messo anche il kway per la pioggia della squadra e la felpa di Paul, nella speranza di incontrare il ragazzo agli allenamenti.

Uscì di casa e percorse il vialetto fino ad arrivare a casa di Eiko.

Suonò, ed alla porta di affacciò la madre, la signora Takabanama.

-Oh, ciao Aki, prego entra pure- la invitò ad entrare calorosamente.

-che tempaccio oggi eh? Eiko è in camera sua…- indicò le scale.

Aki le salì, dopo di che percorse il corridoio e bussò alla porta della camera di Eiko.

-Entra!- una voce gracchiante la invitò.

Eiko era distesa a letto ed indossava il pigiama. Aveva pessima cera: era pallida ed aveva delle grosse borse sotto gli occhi.

-ciao…- salutò Aki.

Eiko sorrise, e poi tossì sonoramente.

Aki estrasse gli appunti dalla borsa di plastica in cui li aveva riposti e li posò sulla scrivania.

-Grazie- ringraziò Eiko. –allora, com’è andata oggi? E soprattutto,  ieri sera?  Voglio un resoconto dettagliato!- disse, tra un tossicchio e l’altro.

Aki esitò, ma poi parlò.

-Beh, ieri sera Paul mi ha accompagnato a casa, e nel percorso verso casa abbiamo chiacchierato un po’. Solo che poi lui mi ha prestato la felpa perché avevo freddo ed io mi sono dimenticata di restituirgliela una volta giunti a casa!-

Eiko aveva un’aria soddisfatta.

-e oggi a scuola? Ti ha salutata? Avete parlato?- chiese, avida di sapere.

Ad Aki pareva di vedere una di quelle vecchiette dedite ai pettegolezzi, curiose fino alla morte.

-beh… veramente oggi a scuola non c’era. Speravo di potergli restituire la felpa oggi all’allenamento, ma non so ne se si fa per via del tempo e soprattutto non so se lui ci sarà!-

Eiko spalancò la bocca.

-qui c’è un lavoro per Eiko Moriyama!- esclamò.

Prese il cellulare e digitò qualche tasto, ma Aki non riuscì a capire cosa stesse facendo.

-Eiko, cosa diavolo….- disse,  ma la ragazza la zittì.

-ciao Johnny, si sono Eiko, ascolta ho un favore da chiederti….- disse al telefono.

-mi potresti per caso inviare il numero di Paul?- Aki sbiancò.

-ma che cavolo stai facendo? – sibilò, ma anche stavolta fu zittita.

Eiko salutò e ringraziò al telefono e terminò la chiamata.

Aki la fulminò.

-ebbene?- chiese,  imbronciata.

Eiko la guardò con un ghigno maligno.

Il cellulare trillò.

-Aki Ross, ho il piacere di consegnarti il numero di telefono di Paul Diamond!- esclamò, mentre la sua voce ebbe un calo di intensità per via di uno starnutò.

Aki rimase immobile mentre leggeva il numero sul display del telefono.

-ma cosa dovrei farmene?- chiese, esasperata.

Eiko la guardò allibita.

-ma come “cosa dovrei farmene”? Ma è ovvio! Adesso tu mandi un messaggio al signor Diamond, e gli chiedi come mai non è venuto a scuola!-

Aki era decisamente shockata.

-ma sei scema?!- esclamò, tirandole un cuscino addosso.

-no, sono geniale!- ridacchiò Eiko, rispedendo il cuscino al mittente, e tossendo sonoramente.

Aki prese in mano il telefono.

“In fondo cos’è un messaggio? Gli direi della felpa, niente più…”

Iniziò a scrivere, mentre Eiko guardava soddisfatta la scena.

“ciaò Paul, sono Aki…. Volevo dirti che ieri sera mi sono dimenticata di restituirti la felpa e che mi dispiace… oggi a scuola l’ho portata per ridartela ma non c’eri… tutto bene? ….”

Terminò la scrittura. Lesse e rilesse decine di volte, insicura sul da farsi.

Eiko, con uno scatto felino, prese il cellulare e lesse il messaggio.

-un po’ spartano ma può andare.-

Clik!

Aki si avventò sull’amica.

-cosa fai! No! Ferma!- ma fu troppo tardi. Il messaggio era gia stato spedito.

Aki sentiva in se istinti omicidi misti ad un imbarazzo di dimensioni bibliche.

Rimase immobile ad osservare lo schermo del telefono.

Eiko smorzò il silenzio.

-Beh, allora oggi vai ad allenarti lo stesso con questo tempaccio?- chiese indicando la finestra. Fuori continuava  a diluviare.

-Non lo so,  avevo intenzione di mandare un messaggio a Tai per chiederglielo ma poi mi sono dimenticata.- ammise la ragazza.

Prese il telefono in mano e digitò un messaggio.

-Speriamo risponda presto- disse.

Eiko sorrise.

-oh, sono certa che risponderà!- esclamò.

Aki la guardò e scosse la testa.

-mi riferivo a Tai…-

-oh si, certo certo….- disse Eiko con fare malizioso.

Il pomeriggio trascorse un po’ guardando la tv ed un po’ chiacchierando. Si fecero le 16, e finalmente il cellulare trillò.

“chi sarà?” continuava a ripetersi Aki.

-leggi, leggi!- la esortava l’amica.

La ragazza prese in mano il telefono  ed aprì il messaggio.

-ciao AKi, l’allenamento si fa lo stesso, il mister deve parlarci. CI vediamo alle 17 al campo!-

Era Tai.

Sul volto di Aki comparve un sorriso, mentre su quello di Eiko una smorfia di delusione.

Aki si alzò.

-Vai gia?- chiese l’amica.

Aki guardò alla finestra.

-si, vado un po’ prima, il mister ha detto che deve parlarci e poi magari in giro riesco a beccare Paul.-

Eiko sorrise.

-Ci sentiamo stasera ok? Magari passo di qui dopo l’allenamento che ne dici?- chiese AKi.

-certo! Sai che sei la benvenuta!- le due si abbracciarono.

Aki uscì dalla casa di Eiko salutando la madre della ragazza.

Si diresse verso la scuola, ed una volta arrivata notò che in giro non c’era anima viva. 

Raggiunse gli spogliatoio del campo numero 2 ed entrò.

Dentro non  c’era nessuno.

“sono un po’ in anticipo…”

Si scrollò un po’ e si tolse la giacca bagnata. Cominciò a vestirsi per l’allenamento: indossò pantaloncini, calzettoni e maglietta e infilò le scarpe.

Si recò in bagno per legare i capelli guardandosi allo specchio quando, di nuovo, una lieve fitta le attraversò il petto.

-nnn…- gemette.

Il dolore scomparve dopo pochi secondi. Aki legò i  capelli e si sedette sulla panchina dentro lo spogliatoio.

“Me ne ero dimenticata…forse è ora che ricominci a prendere le medicine…non è una cosa grave, ma quando succede ho sempre paura…”

Mentre era immersa nei suoi pensieri la porta si aprì, e Beatrice Philips entrò nello spogliatoio, seguita da Eleonoire Fellin e Masami Asai, che non appena videro Aki salutarono in coro.

Poco per volta lo spogliatoio si riempì.

Alle 17 si sentì bussare alla porta.

-posso?- la voce dell’allenatore si riconobbe da dietro la porta.

-si mister!- esclamò Tai Kerado, mentre le altre annuirono.

Il mister entrò.

-ciao ragazze. Sono felice di vedervi tutte al completo.- esordì.

-Bene, per cominciare, ho diverse cose da dirvi prima di iniziare l’allenamento.- si toccò gli occhiali che portava sul naso.

-Dunque. Per prima cosa, vi comunico che questa domenica abbiamo una partita amichevole contro la Norfolk SC, per testare le vostre capacità. In merito a questa notizia, vorrei anche comunicarvi che nell’allenamento di oggi deciderò a chi assegnare il ruolo di capitano della squadra.-

Dalle ragazze si sentì un sonoro –oooh!- .

-Come seconda notizia, ascoltatemi bene: ho bisogno che ognuna di voi mi porti il certificato medico di idoneità entro sabato. Senza di quello non potete partecipare alla partita di domenica, ne al campionato, che inizierà mercoledi prossimo.-

“certificato medico” pensò Aki. Quella parola le suscitava sempre i brividi. Certo, anche con la sua malattia poteva giocare tranquillamente, ma se intanto si fosse aggravata? Cosa sarebbe successo? Avrebbe dovuto rinunciare al suo sogno?

-Mi raccomando quindi di andare a farvelo fare e di portarmelo entro sabato. -  il mister guardò tutte le ragazze.

-bene, e ora in campo!- concluse.

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