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Lista capitoli: Capitolo 1: *** CAPITOLO 1: Watashi no jinsei, watashi no jōnetsu (la mia vita, la mia passione) *** Capitolo 2: *** CAPITOLO 2: Shin gakunen no shigyō-bi (Il primo giorno di scuola) *** Capitolo 3: *** CAPITOLO 3: 2-Hon no dōro o mitasu (2 strade si incrociano) *** Capitolo 4: *** CAPITOLO 4: Kaigi (l'incontro) *** Capitolo 5: *** CAPITOLO 5: Yūutsuna hi (una giornata uggiosa) ***
Capitolo 1 *** CAPITOLO 1: Watashi no jinsei, watashi no jōnetsu (la mia vita, la mia passione) ***
Canzone del capitolo: Summer Sunshine – The
Corrs
CAPITOLO 1: Watashi no jinsei, watashi no jōnetsu (la
mia vita, la mia passione)
Quando si è trasferita da Tokyo alla cittadina di FujisawaAki Ross ha incontrato qualche difficoltà ad
ambientarsi. Non conosceva nessuno, non aveva amici e non conosceva la città.
Quel che sapeva è che Fujisawa, villaggio ai piedi del monte Fuji,
vantava di avereben due squadre di
calcio, di cui una, la San Francis, vincitrice del campionato studentesco della
stagione passata.
Leggendo i giornali sportivi aveva scoperto che la San Francis eradecisamente una squadra tosta: il portiere,
Benjamin Price, era considerato il portiere più forte della nazione, e vantava
di non aver mai subito un goal nel campionato appena concluso.Oltre a Benjamin, sui giornali si parlava
anche di Oliver Hutton e di Tom Backer, della Newppy, l’altra squadra della
città, considerati anche loro molto forti.
Aki era curiosa di veder giocare i ragazzi di cui tanto aveva sentito parlare,
ma per questo era ancora presto: il campionato iniziava a metà settembre,
quindi avrebbero dovuto passare ancora 20 giorni al suo inizio.
Nella sua vecchia scuola, a Tokyo, Aki era il capitano della squadra
femminile della scuola, la Starsky. Era un’ottima giocatrice, e come attaccante
l’anno passato aveva segnato molti goal.
“Chissà se anche qui potrò
continuare a giocare” sospirò, guardando una sua foto durante una partita
che teneva sul comodino nella sua camera.
Dubitava che a Fujisawa ci fosse una squadra femminile e, se anche c’era,
non ne aveva mai sentito parlare.
Il calcio erala sua
passione:giocava da quando era piccola,
anche se negli ultimi anni aveva avuto alcuni problemi di salute che l’avevano
costretta ad un lungo periodo di riposo due stagioni prima.
Voltò lo sguardo alla foto e prese in mano l’opuscolo della scuola.
“L’anno scolastico inizia inizia il 10 settembre” lesse.
Aki si era iscritta alla San
Francis, la scuola più importante della città.
Aveva un po’ di paura ad iniziare l’anno in una scuola dove non
conosceva nessuno, ma sperava comunque di conoscere qualche persona simpatica.
Gli ultimi giorni di agosto passarono in fretta, così come la prima
settimana di settembre.
Mancava una settimana all’inizio della scuola, e cosi era tempo di
comprare i libri e l’attrezzatura scolastica.
“Per fortuna che quest’anno è l’ultimo”
pensò Aki,“L’orario sarà meno pesante”- un sorriso comparve sul volto della ragazza.
Non le era mai piaciuto studiare, nonostante i suoi voti avessero una media sul
7.
Scese le scale eduscii di casa,
che si trovava nella partesud della
città vicino al centro, e si diresse alla libreria. Per le strade c’erano molte
persone, e molti negozi interessanti.
Raggiunse la libreria che non distava molto da casa sua ed entrò.
Al suo interno c’erano diversi scaffali ed una scala in fondo al lungo
corridoio che si presentava davanti alla ragazza, che portava al piano
superiore, anch’esso pieno di scaffali. A destra c’erano dei tavoli dove
diverse persone era prese dalla lettura e a sinistra c’era il banco
informazioni, con vicino la cassa.
Aki si avvicinò al banco ed estrasse dalla borsa a tracolla che portava
il foglio con la lista dei libri che avrebbe dovuto acquistare.
Da dietro il banco apparve una signora anziana con i capelli bianchi e
dei buffi occhiali rotondi sul naso.
-Posso esserti utile cara?- disse in tono amichevole la donna.
Aki posò il foglio sul banco e rispose in tono gentile: - buongiorno,
io avrei bisogno di questi libri…- ed indicò la lista.
La donna scrutò il foglio e si rivolse ancora ad Aki: -oh! Frequenterai
la 5° liceo alla San Francis?-
Aki annuì.
-Aspetta un attimo cara, vado a vedere se i libri sono disponibili in
magazzino- la signora aprì la porta dietro di lei e scomparì.
-Così anche tu farai l’ultimo anno alla San Francis?!- una voce
squillante da dietro la fece sobbalzare.
Aki si girò, e vide una ragazza mora, alta all’incirca come lei,
sorridente.
-oh…si…- rispose imbarazzata…
-Sei nuova della città vero? Mi chiamo Eiko Moriyama!- disse
strizzandogli l’occhio destro.
-mi chiamo Aki Ross- risposi abbozzando un sorriso.
Dalla porta dietro il bancone riemerse la signora con una pila di libri
in mano.
-uff… sono un po’ pesanti…- disse mentre li appoggiava sul
bancone,il libro in cima cadde a terra
ed Eiko lo raccolse.
-tieni!- esclamò.
-grazie-.
Dopo aver pagato i libri, Aki prese la borsa che li conteneva e si
diresse all’uscita. Anche Eiko pagò il libro che aveva in mano e lo infilà in
borsa.
-Vuoi una mano?- le sbucò da dietro.
Dopo un attimo di titubanza, Aki annuì –grazie-.
-ma figurati! Allora, dove abiti?- disse sorridendo la ragazza.
La guardò ed indicando la strada davanti a lei rispose –in fondo al
viale, la prima strada a destra e poi la seconda via a sinistra-.
Eiko prese una borsa di plastica dalla sua borsa e travasò metà dei
libri in essa.
-abitiamo vicine allora, io sono alla via dopo la tua!- sorrise.
-allora avremmo dovuto fare la stessa strada comunque- rispose Aki
sorridendo.
Le ragazze risero insieme e si avviarono per il viale.
Era tardo pomeriggio, ed il sole iniziava a tramontare lentamente.
Dopo circa venti minuti, giunsero alla casa di Aki.
-io sono arrivata!- commentò la ragazza sbuffando per il peso dei libri
e facendo cenno con la testa verso la casa davanti a loro.
-perfetto!- sorrise Eiko, anche lei ansimando per la fatica.
Aki prese anche la borsa dalle mani di Eiko e la ringraziò per l’aiuto.
-che ne dici se ci scambiamo i numeri visto che andremo anche alla
stessa scuola?- disse sorridente.
“buona idea!” pensò tra se e sé la ragazza”. – va bene!- .
Dopo aver dettato il numero alla nuova amica, le due ragazze si
salutarono e cosi Aki potè finalmente entrare in casa e posare i libri sul
tavolo della cucina.
Uno squillo da parte di Eiko sul cellulare non tardò ad arrivare, ed
Aki sorrise.
Bevve un sorso di tè preso da frigorifero e riprese in mano le borse
per portarle in camera.
Sistemò i libri sullo scaffale vicino alla finestra ed alla scrivania e
si buttò sul letto.
Salvò il numero di Eiko nella rubrica e accense la televisione.
-quest’anno il campionato studentesco delle superiori inizierà il 16
settembre, e sarà da subito una lotta tra la San Francis e la Neppy, che
inizieranno la stagione con un derby interessante!- .
Era il telegiornale della città,
e la notizia suscitò l’attenzione della ragazza.
-Esatto Yusuke, questo campionato sarà ricco di sorprese!- commentò una seconda giornalista.
-Molte sorprese e tante conferme! Queste squadre giovanili sono molto
agguerrite, ed i loro capitani sono ottimi elementi- Mentre il giornalista parlava scorrevano delle
immagini riguardanti le squadre che avrebbero partecipato al campionato.
Il tg fini’ e Aki spense la tv.
“Sono curiosa di vedere il derby!” pensò entusiasta.
Quella settimana passò più lenta di quelle passate, forse per via dell’attesa
per l’inizio della scuola e del campionato studentesco.
Aki uscì tutti i pomeriggi con Eiko, che si era rivelata una ragazza
molto simpatica.
Capitolo 2 *** CAPITOLO 2: Shin gakunen no shigyō-bi (Il primo giorno di scuola) ***
Canzone del capitolo:Girlfriend -Avril Lavigne
CAPITOLO 2:Shin
gakunen no shigyō-bi (Il primo giorno di
scuola)
Arrivò cosi lunedì 10 settembre.
Quella mattina Aki si svegliò alle sette per prepararsi e per essere
sicura di non aver dimenticato nulla.
Si vestì come al solito con Jeans, Camicia a maniche corte e scarpe da
ginnastica.
Salutò sua madre ed usci di casa.
Ad aspettarla c’era Eiko, che la salutò energicamente.
Insieme le due presero la strada che portava alla scuola, a 2 isolati
dalle loro case.
Arrivate davanti al cancello, Aki notò la grande scritta “San Francis
High School” che appariva sopra al cancello.
Entrarono in cortile.
Cera moltissima gente, di ogni tipo.
Aki individuò subito il gruppetto delle “dive”, come le chiamava lei, e
decise sin da subito di ignorarle.
“se tutti le ignorassero come me, avrebbero poco da farsi vedere…”
pensò tra di se, ma si accorse di aver fatto una smorfia di disprezzo verso di
loro quando Eiko commentò: -anche io non le sopporto, tranquilla-.
Le sorrise, ed insieme si diressero all’entrata della palazzina che
ospitava le aule.
Subito all’ingresso c’era una grande bacheca, dove spiccavano un sacco
di fogli.
“Aula 101, aula 134…” Aki aveva un’espressione confusa sul volto.
-Non ti preoccupare, la nostra classe è la 97- Eiko le appoggiò la mano
sulla spalla.
Le due fecero perincamminarsi,
ma mentre si voltò, Aki venne attirata da una fotovicina al foglio delle aule.
“San Francis Football Club” era scritto a caratteri cubitali sopra alla
foto.
“E così sono loro i campioni studenteschi!” Aki era eccitata.
Eiko le si avvicinò e le disse: - ti piace il calcio?-
La ragazza si voltò verso di lei ed annui, -io gioco a calcio- commentò
in seguito.
Sulla faccia di Eiko apparve un’espressione di sorpresa, seguita da un
gran sorriso.
-Non si vedono tante ragazze che giocano a calcio-
-purtroppo no- ammise Aki.
Le ragazze ripresero la via per le aule, fino a raggiungere il terzo
piano.
-Questo piano è adibito alle classi quinte- spiegò Eiko.
Aki osservò il corridoio. Molti ragazzi e ragazze andavano qua e là
freneticamente, alcuni si fermavano a chiacchierare, altri a riempire l’armadietto,
altri ancora guardavano dalla finestra e ridevano.
Poi successo qualcosa di strano.
Dalle scale, passando a fianco delle due ragazze, apparve un gruppo di
ragazzi con un gran sorriso in faccia.
Un boato esplose nel corridoio, e Aki si rese conto di avere a che fare
con la squadra di calcio della San Francis in persona.
I ragazzi le passarono a fianco, potè notare Benjamin Price tra tutti.
E poi ecco.
Poco più indietro di Benjamin c’era un ragazzo alto, con i capelli neri
e piuttosto lunghi, un gran sorriso stampato in facciae un’espressione allegra.
Aki rimase per un attimo immobile a fissarlo, poi venne scossa da Eiko
che la chiamò.
-Aki-
La ragazza non si mosse.
-Aki- Eiko le posò una mano sulla schiena e le si parò davanti. –Va
tutto bene?- chiese preoccupata.
Aki si scosse un attimo, e rispose con un filo di voce: -si…. Sto bene…scusa…-
Eiko la guardò, poi guardò il ragazzo mentre entrava nella classe dopo
alla loro. Sorrise.
-Si chiama Paul Diamond. E’ un centrocampista offensivo, è molto forte.
Insieme a Benjamin Price, il portiere, eTed Carter e Johnny Mason forma il pilastro della San Francis- spiegò.
Aki annuì.
Entrarono in classe e presero posto nei due banchi in fondo alla
classe, vicino alla finestra che dava sul cortile.
Il primo giorno di scuola era breve, solo 3 ore di lezione.
In classe c’erano diverse facce che a prima impressione sembravano
simpatiche.
Eiko non mancò di presentare le sue amiche ad Aki che con un po’ di
timidezza ripeteva il suo nome a tutte.
Suonò la campanella, e tutti si affrettarono ad uscire dall’aula.
Aki si diresse alla porta insieme ad Eiko, a Saki e Narumi, due ragazze
che le aveva fatto conoscere nella mattinata, ma il professore la chiamò. Aki
salutò le ragazze con la promessa di sentirsi nel pomeriggio e si diresse dal
professore.
Per fortuna era solo una conversazione di routine, per conoscerla.
Passarono all’incirca 20 minuti prima che la ragazza potesse uscire
dalla classe.
Non appena iniziò a scendere le scale sentì un gran trambusto e venne
letteralmente travolta da due ragazze che correvano come delle forsennate verso
il piano terra.
Aki si affrettò a scendere dopo essersi sistemata e venne subito
raggiunta da Eiko e dalle sue amiche molto emozionate.
-cosa succede ragazze? Prima due tipe mi hanno quasi uccisa nello
scendere le scale…- commentò massaggiandosi la testa con sguardo interrogativo.
-vieni vieni vieni!!!- Eiko era euforica.
“ma che sta succedendo?”
Si avvicinarono alla bacheca più esterna, facendosi largo tra un
gruppetto di ragazze agitatissime.
Eiko indicò un foglio rosa appeso con mille puntine colorate.
Aki si avvicinò curiosa.
“La San Francis High School è lieta di annunciare che quest’anno,
grazie al prestigio che la squadra di calcio maschile ha reso alla scuola,
abbiamo i fondi necessari a costruire una squadra di calcio femminile!”
Aki sentì una morsa al petto. “Non ci credo!”
Elettrizzata, si voltò a guardare le amiche che esclamavano e facevano
il segno di vittoria con le dita, incitandola a continuare a leggere.
Aki riprese la lettura, agitandosi ancor di più.
“ Le selezioni per il team femminile si terranno martedi 11 settembre
alle ore 15.30 nel campo numero 2 della scuola”.
La ragazza si lasciò scappare un “Yap!” di gioia e tornò dalle amiche e
venne circondata.
-parteciperai vero?- le chiesero in coro.
Sul volto della ragazza comparve un gran sorriso: -certo!- era
felicissima.
Anche il suo cuore sentì l’emozione, e vibrò leggermente.
Aki s’immobilizzò un attimo e sgranò gli occhi.
“ti prego, ora che sono felice,
non adesso!”
Eiko doveva aver notato l’espressione di Aki e si avvicinò.
-Aki?- chiese in tono interrogativo.
Aki la guardò sofferente, cercando comunque di non farlo notare.
-andiamo, devo fare due cose- sviò il discorso riprendendosi
leggermente.
Era da molto ormai che non le succedeva, e pensava che le medicine
avessero finalmente fatto effetto.
Invece, a quanto sembrava, non era così.
Il soffio al cuore che aveva da quando era piccola le si era
rimanifestato. Leggermente, certo, ma lo aveva fatto.
Aki decise comunque di non badarci troppo, poiché si sarebbe agitata
ancor più e non voleva rovinarsi quel momento.
Procedettero insieme verso l’uscita
del cortile, quando incontrarono quattro ragazzi della squadra di calcio con i
borsoni che sorrisero a tutte e salutarono energicamente prima di scappare via.
Tra di loro c’era anche il ragazzo che Aki aveva visto al mattino.
Le ragazze sorrisero e continuarono la loro camminata verso casa.
Eiko si fermò da Aki a pranzo, e in quell’occasione ebbero modo di chiacchierare
molto.
Il pomeriggio trascorse tra il cercare il borsone con le cose da calcio
tra gli scatoloni del trasloco e lo scarabocchiare il diario l’una dell’altra.
Quando Aki tirò fuori la roba dal borsone da calcio, Eiko notò subito
una maglia nera con uno stemma dorato sul petto.
-posso?- chiese curiosa.
Aki sorrise. –certo, fai pure.-
L’amica prese la maglia e la guardò. La voltò e notò il numero 8 dorato
impresso sulla schiena.
-E’ la tua maglia di quando giocavi a Tokyo?- chiese apprensiva.
Aki guardò la maglietta alcuni
istanti.
-si.- annuì.
Decise poi di continuare a tirar fuori le cose dal borsone.
Dopo aver estratto le scarpe, i parastinchi e un certo numero di
pantaloncini posò tutto sul letto.
Eiko si avventò sui pantaloncini come un falco, e prese subito quelli
neri con il numero dorato.
-Se ti metti la tua divisa di quando eri a Tokyo, farai un figurone!-
-Buona idea!- sorrise.
Rifatto il borsone con solo il necessario per la selezione, Aki lo
infilò nella mensola più bassa dello scaffale davanti al letto.
Trascorsero il resto del pomeriggio a guardare le foto delle partite di
Aki ed Eiko insistette così tanto per vedere le medaglie che aveva vinto che
Aki fu obbligata a tirar fuori da uno scatolone immenso e pieno di roba tutte
le medaglie che aveva vinto negli anni.
Si fece ora di cena, ed Eiko tornò a casa.
Dopo aver riordinato tutto il putiferio che aveva fatto la ragazza, Aki
mangiò un boccone in compagnia del fedele gatto Kiko, un bellissimo norvegese
nero.
Dopo cena ricevette una telefonata dal padre al quale raccontò la prima
giornata a scuola e comunicò anche la notizia della selezione.
Si fece tardi, e decise di andare a dormire presto, per essere in forma
il giorno seguente.
Ma fu piuttosto inutile, dato che l’emozione giocava alla grande.
Capitolo 3 *** CAPITOLO 3: 2-Hon no dōro o mitasu (2 strade si incrociano) ***
Ok spero che vi piaccia! L'iniziò è stato un pò lento... migliorerò, prometto!
Aspetto qualche commento!
Canzone del capitolo: Supermassive black hole - Muse
Il mattino seguente fu caratterizzato da un’euforia contagiosa.
Aki uscì di casa alle 8 e come il giorno prima fu subito raggiunta da
Eiko.
Nel cammino verso la scuola si aggregarono anche Saki e Narumi.
Giunte a scuola, Aki salì subito in classe a posare il borsone da
calcio, che le pesava parecchio insieme alla tracolla dei libri.
Uscendo dall’aula notò come molti ragazzi si affacciassero all’aula
dopo la sua.
Si avvicinò e si mise in un angolino dove poteva vedere cosa stava
succedendo senza essere schiacciata dalla folla.
Dentro all’aula c’era la squadra della San Francis al completo. I
ragazzi sembravano attenti nella lettura di un foglio, ma era impossibile
leggere di cosa trattasse senza superpoteri.
-Avete capito ragazzi?!- esclamò all’improvviso Johnny Mason.
Gli altri si lanciarono in un boato assordante.
-Non ci credo!- esclamò Ted Carter.
-Fantastico!- lo seguì Benjamin Price. –Avremo l’occasione di vedere
chi è più forte!- continuò, sicuro di se.
Anche gli altri ragazzi si unirono allo spirito sicuro del loro
capitano.
Charlie Custer, un altro giocatore della squadra, si affacciò alla
porta e finalmente si riuscì a capire cos’era successo.
-Ci saranno delle selezioni per formare un’unica squadra nella nostra
città dopo il derby con la Newppy!- esclamò.
I ragazzi intorno ad Aki presero parte al frastuono dell’aula, che si
propagò per tutta la scuola.
Eiko e le ragazze salirono le scale ed Akigli andò incontro, annunciando la notizia.
-Accidenti!- esclamò Narumi.
-Sarà una selezione durissima!- le si sovrappose Eiko.
Saki sembrava confusa: -ma se ci sarà una selezione tra le due squadre,
significa che la squadra che ne uscirà sarà fortissima! Sono sicura che
prenderanno tutti quelli della San Francis, e alla newppy riserveranno la
panchina!-
Eiko e Narumi annuirono.
Suonò la campanella e tutti entrarono nelle loro aule.
Quella mattina trascorse velocemente. Tutti parlavano del grande evento
che si sarebbe tenuto dopo il derby.
Si fecero presto le 3, e la gran parte della scuola se ne andò a casa.
Rimase solo un gruppo di circa 30 ragazze e una decina di ragazzi.
Il gruppo si spostò al campo assegnato per la selezione.
Eiko, Saki e Narumi seguirono Aki fino agli spogliatoi, per poi augurarle buona
fortuna.
-Sono sicura che la prenderanno ad occhi chiusi- disse Eiko alle due
amiche, mentre Aki si dirigeva allo spogliatoio.
Una volta entrata, vide poche ragazze cambiarsi. Iniziò a spogliarsi e poi indossò la sua
divisa.
Una volta vestita, uscì dallo spogliatoio facendo spazio ad un gruppo
numeroso di altre ragazze che stavano entrando a cambiarsi.
Notò che molte si girarono a guardarla, e si accorse che qualcuna
bisbigliò sorpresa qualcosa.
Si diresse in campo, e subito venne incitata da un urlo fortissimo
proveniente dalle amiche. Alzò la mano in segno di ringraziamento ed iniziò a
scaldarsi.
Mentre correva ebbe modo di pensare molto.
“Ecco il grande momento. Devo mettercela tutta. Devo farcela perraggiungere il mio sogno.”
Un fischio smorzò l’aria pesante sul campo. Tutte le ragazze si
accinsero ad avvicinarsi a tre uomini che erano entrati in campo. Avevano tutti
un’aria seria.
-Buongiorno ragazze. Sapete tutte perché siete qui. Vedo con piacere
che siete in molte, sarà dura selezionare 17 di voi. Io sono il mister Kaitaro Omaya. Allenerò io
la squadra. Questi- indicò gli altri 2 uomini vicini a lui –sono Shoko Abuya e
Sakiko Toru. Vi valuteranno e attribuiranno un punteggio ad ognuna di voi. I 17
punteggi più alti sono in squadra.-
concluse.
La selezione ebbe inizio nel momento esatto in cui l’orologio della
scuola segnò le 15.30 .
Aki notò che gli spalti si erano riempiti, e che a bordo campo c’era un
gruppo di ragazzi in attenta osservazione.
-La selezione si terrà con una partita- tuonò il Mister.
-Ooh!- fu l’accoglienza riservata dal gruppo di ragazze.
-Iniziamo!- l’uomodivise in due
squadre chiamando i cognomi.
-Kisugi! Ayama! Nasori!.....- la prima squadra era fatta.
-Mikame! Fujika!....Ross!- Aki sentì chiamare il suo nome.
Dagli spalti sentì Eiko, Narumi e Saki urlare: -vai Aki!!!-
Un po’ imbarazzata si diresse nella metà campo assegnata.
Prese la sua consueta posizione.
Il mister fischiò.
La palla era della squadra di Aki.
Una sua compagna toccò palla e la passò a lei.
Iniziò una corsa velocissima, si liberò si tre avversarie e saltò una
quarta.
Davanti a lei si porsero 3 avversarie, di cui si liberò passando la
palla ad una compagna smarcata.
Scattò in avanti.
Era l’occasione giusta: vicino a lei non c’era nessuno.
-passamela!- urlò alla compagna che teneva palla.
La ragazza non si fece aspettare: passò la palla ad Aki che la
intercettò agilmente,scavalcò l’ultima
avversaria che aveva davanti e si diresse sola in porta.
Dagli spalti si senti un sospiro di ammirazione.
A bordo campo c’erano i ragazzi della San Francis.
-Hai visto?- Esclamò Carter.
-Quella ragazza è brava!- commentò Benjamin. Gli altri ragazzi si
voltarono a guardarlo. Era strano che Benjamin Price esternasse commenti
positivi verso qualcun altro in quel modo.
Vicino alla rete Paul Diamond non si perdeva un secondo dell’azione.
Johnny Mason gli si avvicinò.
-Hai visto che brava quella?- commentò.
Paul tacque un po’ prima di rispondere. Era preso da quella ragazza,
dai suoi movimenti e dalla grinta con cui correva.
-è davvero in gamba- disse silenziosamente dopo un lungo silenzio.
Johnny lo guardò storto. Di solito Paul era un ragazzoserio, ma non l’aveva mai visto cosi.
In campo intanto Aki procedeva fulminea verso la porta.
Il portiere si avvicinava, mancava ormai pochissimo.
Entrò in area, il portiere uscì, ma non ci fu nulla da fare: la ragazza
con un gioco di gambe fece saltare il pallone in area e colpì al volo, con una
grande forza. La palla finì in rete.
-oooooh!- la tribuna tuonò.
Uno scrosciare di applausi si scatenò dalla folla, ed anche i ragazzi
della San Francis applaudettero.
-accidenti, quella è una che non vorrei mai incontrare in campo!-
esclamò Charlie.
Paul restava fisso dietro la rete che delimitava il campo.
Aki saltò in aria per festeggiare il goal e le sue compagne di squadra
la circondarono e le diedero un sacco di pacche sulla spalla.
-caspita sei bravissima!-
-grande!-
Piovevano commenti positivi dalle ragazze, ma Aki pensava ad altro:
mentre tirava aveva sentito una lieve fitta.
“Non è niente. Continua a giocare” si diceva tra sé.
Dalla panchina, il mister con i suoi collaboratori si scoccarono un’occhiataed annuirono all’unisono.
Uno dei due collaboratori annotò qualcosa sul taccuino che teneva in
mano.
Dagli spalti si sentiva un gran trambusto.
La partita ricominciò.
Le sorti della gara furono dettate ancora una volta da un goal di Aki e
da uno di una sua compagna di squadra, di nome Tai Kerado.
La squadra avversaria aveva potuto ben poco contro di loro, tranne che
per un intervento in difesa da parte della più grande di loro, Mayumi Suigetsu.
La partita era finita 3 a 0.
Le ragazze si radunarono a centrocampo ed il mister , insieme ai
collaboratori si avvicinò.
-Bene ragazze- disse.
Sul suo volto appariva un sorriso soddisfatto.
-Abbiamo deciso- continuò.
Shoko Abuya fece un passo avanti.
-ecco i nomi di chi è stato selezionato per entrare in squadra- disse,
serio.
La tensione era molta. Sugli sguardi delle ragazze c’era paura mista ad
eccitazione.
-Ross!- Eiko, Saki e Narumilanciarono un grande urlo, seguite da un applauso da parte dei giocatori
della maschile e da molti ragazzi sulle tribune.
-Kerado! Suigetsu!- continuò l’uomo.
Aki guardò le ragazze che erano state chiamate con lei.
Durante la partita si erano intese bene,e si sorrisero tra di loro.
Le ragazze selezionate esploserò in un boato di gioia e si
abbracciarono tra di loro.
Aki era felice, ma affaticata.
“Ce l’ho fatta! Sono in squadra!” si premette il petto con una mano e
sospirò.
Il mister radunò il gruppo delleprescelte mentre le ragazze scartate si allontanavano piangendo.
-Bene, ora ascoltatemi attentamente.- disse il mister.
-Gli allenamenti partiranno domani pomeriggio, in questo campo, alle
17. Adesso, quando uscite dal campo, dirigetevi al magazzino dietro gli
spogliatoi. Il signor Toru vi consegnerà le divise nuove.-
Dopo aver concluso, congedò il gruppo, che si diresse agli spogliatoi.
Dopo una doccia fredda, Aki si diresse al magazzino.
-Ciao Aki- disse in tono cordiale il signor Toru.
-complimenti per la partita- continuò.
Aki sorrise ed arrossì, - grazie- seppe dire solo quello.
Non le piaceva essere al centro dell’attenzione. A lei piaceva solo
giocare. Nient’altro.
-Tieni-
L’uomo le consegnò un borsone molto pesante.
-qui dentro c’è tutto-
“si, ci sono i sassi qui dentro!” pensò la ragazza.
-Arrivederci!-
Mentre camminava verso l’uscita della scuola insieme alle amiche, Aki
incontrò i ragazzi della maschile che si congratularono con lei.
A fine gruppo c’eraPaul
Diamond.
Aki si diresse verso il cancello e lui in senso inverso.
Quando si incrociarono, lui la salutò.
Aki ricambiò, abbozzando un timido sorriso e alzando la mano, e si
senti strana.
Lasciato il cortile della scuola, tuttee tre si diressero a casa.
Una volta entrata salì in camera e posò il nuovo borsone a terra.
“accidenti che pesante” sbuffò.
Tirò fuori tutto quello che c’era dentro.
“wow!” guardò la divisa.
La tuta aveva i pantaloni neri e la felpa rosa, con i bordi e degli
inserti neri.
Sul retro c’era la scritta “San Francis” ricamata, anch’essa nera.
Guardò la maglia. Anch’essa era simile alla felpa. Sul retro c’era
stampato il numero.
Aki rimase sorpresa.
“Fantastico!” pensò, quando vide che le avevano assegnato il numero 8.
Dopo aver guardato il resto del materiale, ritirò tutto, lasciando fuori
solo la divisa e la tuta.
Si buttò sul letto.
Era stravolta, ma estremamente felice.
Quando si stava quasi per addormentare, il cellulare trillò.
“Cavoli, mi stavo per addormentare…”
Prese il telefonino in mano e lesse il messaggio.
-Ciao, sono Johnny Mason, della squadra maschile. Sabato abbiamo la
partita contro la Neppy, e poi c’è la selezione. Ci piacerebbe molto se la
vostra squadra venisse a vederci giocare! Fateci sapere… ci vediamo domani a
scuola!-
Aki era un po’ sorpresa.
“Tanto credo che ci sarei andata comunque” sorrise.
Si rimise a letto e si rilassò.
Nei suoi pensieri però c’era qualcosa che non andava.
Continuava a pensare a quel ragazzo, a Paul. Ma perché?
Ciao a tutti! Questo è l'ultimo capitolo prima delle mie vacanze ^_^ quindi passerà un pò di tempo prima che ne posti un altro!!!
Ho cercato di migliorare la qualità della scrittura, seguendo i consigli di Kiku77 e di FlaR... spero ci siano miglioramenti!
Non è un capitolo dove avvengono molte cose.... ma spero vi piaccia!
Vi lascio ricordandovi di commentare (please!!! ;) ) e augurandovi buona lettura!
A presto con un nuovo chap ^_^
Il mattino seguente il sole dei giorni prima venne soppiantato da un
grande vento e da una pioggerellina autunnale,nonostante fosse ancora presto per l’autunno.
Dopo la consueta colazione a base di pan carrè e marmellata, Aki uscì
di casa, armata di felpona con cappuccio e di ombrello.
La temperatura era abbastanza bassa per la stagione, ma con la felpa
della converse indosso anche quel piccolo disturbo era sopportabile.
Quella mattina, nel vialetto di casa non trovò Eiko. Era forse malata?
Aki si ricordò cosi di accendere il cellulare, e non appena lo fece
ecco il trillo di un sms.
-Aki, oggi non vengo a scuola. Stanotte sono stata male e preferisco
riposarmi un po’. Se ti va passa da me dopo scuola cosi mi passi appunti e
compiti, e parliamo di ieri sera! Bacio.-
“La furbata di ieri sera ti si è ritorta contro, eh!?” pensò
sogghignando la ragazza.
In fondo, però, era stata piacevole la passeggiata con Paul.
“Speriamo che anche a Paul non sia venuto un accidenti, ieri sera
faceva freddo, e lui aveva solo una camicia indosso…” pensò tra di sé.
Camminando verso la scuola Aki ebbe modo di imprecare contro alcuni
automobilisti spericolati che le schizzarono addosso l’acqua delle pozzanghere.
Giunta a scuola, il cortile era semi deserto: erano tutti rintanati
vicino all’ingresso della scuola, al coperto.
In giro non c’era l’ombra di Paul, ma Aki vide passare Charlie Custer e
decise così di provare a chiedere a lui se sapeva dov’era. “Infondo, sono
compagni di squadra” pensò tra di sé, sorridendo.
Avvicinò il ragazzo.
-Charlie!- gridò.
Custer si voltò.
-Ciao, tu sei Aki vero?- chiese in tono allegro.
-Si, sono io- rispose con un sorrisetto misero. –Ascolta, scusa se ti
disturbo, ma sai per caso dov’è Paul?- riprese in mano la conversazione.
Charlie parve sorpreso, ma rispose subito.
-Veramente no,stamattina non
l’ho visto a scuola.-allargò le braccia con espressionecolpevole.
“cavoli, vuoi vedere che gli ho fatto prendere un accidenti?”
-grazie lo stesso dell’aiuto- congedò quindi il ragazzo.
La campanella non tardò a suonare, come ogni mattina.
Anche in corridoio di Paul Diamond non vi era traccia.
Iniziarono così le lezioni, e quella mattina per via della pioggia e
forse per colpa anche della matematica passò incredibilmente lenta.
Dopo la campanella delle 12.55, che sanciva il termine delle lezioni,
tutti si affrettarono ad uscire dalla scuola, con aria triste: quel tempaccio,
che nel frattempo era peggiorato in un vero e proprio acquazzone, non lasciava
speranze per il pomeriggio.
Aki guardò dalla finestra della cucina di casa sua e pensò anche lei al
pomeriggio.
“Se continua così l’allenamento salterà” pensò, mentre una smorfia di
tristezza comparve sul suo viso.
Dopo pranzo prese gli appunti del mattino e li infilò in una borsa di
plastica. Prese anche il borsone da calcio, in cui aveva messo anche il kway
per la pioggia della squadra e la felpa di Paul, nella speranza di incontrare
il ragazzo agli allenamenti.
Uscì di casa e percorse il vialetto fino ad arrivare a casa di Eiko.
Suonò, ed alla porta di affacciò la madre, la signora Takabanama.
-Oh, ciao Aki, prego entra pure- la invitò ad entrare calorosamente.
-che tempaccio oggi eh? Eiko è in camera sua…- indicò le scale.
Aki le salì, dopo di che percorse il corridoio e bussò alla porta della
camera di Eiko.
-Entra!- una voce gracchiante la invitò.
Eiko era distesa a letto ed indossava il pigiama. Aveva pessima cera:
era pallida ed aveva delle grosse borse sotto gli occhi.
-ciao…- salutò Aki.
Eiko sorrise, e poi tossì sonoramente.
Aki estrasse gli appunti dalla borsa di plastica in cui li aveva
riposti e li posò sulla scrivania.
-Grazie- ringraziò Eiko. –allora, com’è andata oggi? E
soprattutto,ieri sera?Voglio un resoconto dettagliato!- disse, tra
un tossicchio e l’altro.
Aki esitò, ma poi parlò.
-Beh, ieri sera Paul mi ha accompagnato a casa, e nel percorso verso
casa abbiamo chiacchierato un po’. Solo che poi lui mi ha prestato la felpa
perché avevo freddo ed io mi sono dimenticata di restituirgliela una volta
giunti a casa!-
Eiko aveva un’aria soddisfatta.
-e oggi a scuola? Ti ha salutata? Avete parlato?- chiese, avida di
sapere.
Ad Aki pareva di vedere una di quelle vecchiette dedite ai
pettegolezzi, curiose fino alla morte.
-beh… veramente oggi a scuola non c’era. Speravo di potergli restituire
la felpa oggi all’allenamento, ma non so ne se si fa per via del tempo e
soprattutto non so se lui ci sarà!-
Eiko spalancò la bocca.
-qui c’è un lavoro per Eiko Moriyama!- esclamò.
Prese il cellulare e digitò qualche tasto, ma Aki non riuscì a capire
cosa stesse facendo.
-Eiko, cosa diavolo….- disse,ma
la ragazza la zittì.
-ciao Johnny, si sono Eiko, ascolta ho un favore da chiederti….- disse
al telefono.
-mi potresti per caso inviare il numero di Paul?- Aki sbiancò.
-ma che cavolo stai facendo? – sibilò, ma anche stavolta fu zittita.
Eiko salutò e ringraziò al telefono e terminò la chiamata.
Aki la fulminò.
-ebbene?- chiese,imbronciata.
Eiko la guardò con un ghigno maligno.
Il cellulare trillò.
-Aki Ross, ho il piacere di consegnarti il numero di telefono di Paul
Diamond!- esclamò, mentre la sua voce ebbe un calo di intensità per via di uno
starnutò.
Aki rimase immobile mentre leggeva il numero sul display del telefono.
-ma cosa dovrei farmene?- chiese, esasperata.
Eiko la guardò allibita.
-ma come “cosa dovrei farmene”? Ma è ovvio! Adesso tu mandi un
messaggio al signor Diamond, e gli chiedi come mai non è venuto a scuola!-
Aki era decisamente shockata.
-ma sei scema?!- esclamò, tirandole un cuscino addosso.
-no, sono geniale!- ridacchiò Eiko, rispedendo il cuscino al mittente,
e tossendo sonoramente.
Aki prese in mano il telefono.
“In fondo cos’è un messaggio? Gli direi della felpa, niente più…”
Iniziò a scrivere, mentre Eiko guardava soddisfatta la scena.
“ciaò Paul, sono Aki…. Volevo dirti che ieri sera mi sono dimenticata
di restituirti la felpa e che mi dispiace… oggi a scuola l’ho portata per
ridartela ma non c’eri… tutto bene? ….”
Terminò la scrittura. Lesse e rilesse decine di volte, insicura sul da
farsi.
Eiko, con uno scatto felino, prese il cellulare e lesse il messaggio.
-un po’ spartano ma può andare.-
Clik!
Aki si avventò sull’amica.
-cosa fai! No! Ferma!- ma fu troppo tardi. Il messaggio era gia stato
spedito.
Aki sentiva in se istinti omicidi misti ad un imbarazzo di dimensioni
bibliche.
Rimase immobile ad osservare lo schermo del telefono.
Eiko smorzò il silenzio.
-Beh, allora oggi vai ad allenarti lo stesso con questo tempaccio?-
chiese indicando la finestra. Fuori continuavaa diluviare.
-Non lo so,avevo intenzione di
mandare un messaggio a Tai per chiederglielo ma poi mi sono dimenticata.-
ammise la ragazza.
Prese il telefono in mano e digitò un messaggio.
-Speriamo risponda presto- disse.
Eiko sorrise.
-oh, sono certa che risponderà!- esclamò.
Aki la guardò e scosse la testa.
-mi riferivo a Tai…-
-oh si, certo certo….- disse Eiko con fare malizioso.
Il pomeriggio trascorse un po’ guardando la tv ed un po’
chiacchierando. Si fecero le 16, e finalmente il cellulare trillò.
“chi sarà?” continuava a ripetersi Aki.
-leggi, leggi!- la esortava l’amica.
La ragazza prese in mano il telefonoed aprì il messaggio.
-ciao AKi, l’allenamento si fa lo stesso, il mister deve parlarci. CI
vediamo alle 17 al campo!-
Era Tai.
Sul volto di Aki comparve un sorriso, mentre su quello di Eiko una
smorfia di delusione.
Aki si alzò.
-Vai gia?- chiese l’amica.
Aki guardò alla finestra.
-si, vado un po’ prima, il mister ha detto che deve parlarci e poi
magari in giro riesco a beccare Paul.-
Eiko sorrise.
-Ci sentiamo stasera ok? Magari passo di qui dopo l’allenamento che ne
dici?- chiese AKi.
-certo! Sai che sei la benvenuta!- le due si abbracciarono.
Aki uscì dalla casa di Eiko salutando la madre della ragazza.
Si diresse verso la scuola, ed una volta arrivata notò che in giro non
c’era anima viva.
Raggiunse gli spogliatoio del campo numero 2 ed entrò.
Dentro nonc’era nessuno.
“sono un po’ in anticipo…”
Si scrollò un po’ e si tolse la giacca bagnata. Cominciò a vestirsi per
l’allenamento: indossò pantaloncini, calzettoni e maglietta e infilò le scarpe.
Si recò in bagno per legare i capelli guardandosi allo specchio quando,
di nuovo, una lieve fitta le attraversò il petto.
-nnn…- gemette.
Il dolore scomparve dopo pochi secondi. Aki legò icapelli e si sedette sulla panchina dentro lo
spogliatoio.
“Me ne ero dimenticata…forse è ora che ricominci a prendere le
medicine…non è una cosa grave, ma quando succede ho sempre paura…”
Mentre era immersa nei suoi pensieri la porta si aprì, e Beatrice
Philips entrò nello spogliatoio, seguita da Eleonoire Fellin e Masami Asai, che
non appena videro Aki salutarono in coro.
Poco per volta lo spogliatoio si riempì.
Alle 17 si sentì bussare alla porta.
-posso?- la voce dell’allenatore si riconobbe da dietro la porta.
-si mister!- esclamò Tai Kerado, mentre le altre annuirono.
Il mister entrò.
-ciao ragazze. Sono felice di vedervi tutte al completo.- esordì.
-Bene, per cominciare, ho diverse cose da dirvi prima di iniziare l’allenamento.-
si toccò gli occhiali che portava sul naso.
-Dunque. Per prima cosa, vi comunico che questa domenica abbiamo una
partita amichevole contro la Norfolk SC, per testare le vostre capacità. In
merito a questa notizia, vorrei anche comunicarvi che nell’allenamento di oggi
deciderò a chi assegnare il ruolo di capitano della squadra.-
Dalle ragazze si sentì un sonoro –oooh!- .
-Come seconda notizia, ascoltatemi bene: ho bisogno che ognuna di voi
mi porti il certificato medico di idoneità entro sabato. Senza di quello non
potete partecipare alla partita di domenica, ne al campionato, che inizierà
mercoledi prossimo.-
“certificato medico” pensò Aki. Quella parola le suscitava sempre i
brividi. Certo, anche con la sua malattia poteva giocare tranquillamente, ma se
intanto si fosse aggravata? Cosa sarebbe successo? Avrebbe dovuto rinunciare al
suo sogno?
-Mi raccomando quindi di andare a farvelo fare e di portarmelo entro
sabato. -il mister guardò tutte le
ragazze.