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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Premessa *** Capitolo 2: *** 01. Sakue & Misato - It’s An Hard Job To Be An Obaasan *** Capitolo 3: *** 02. Uruha & Yeijiro - I Feel Bad Because Reita Feels The Same *** Capitolo 4: *** 03. Aoi, Kai & Reita - How To Survive To An American Granddaddy *** Capitolo 5: *** 04. Seison & Jaylen - Everything To The Right Place *** Capitolo 6: *** 05. Reita & Hell - The Most Important Birthday *** Capitolo 7: *** 06. Uruha & Yeijiro (as special guest, Kai) - 4 or 5 rhetorical questions *** Capitolo 8: *** 07. Aoi & Butterfly - I Know I Will Repent For This… *** Capitolo 9: *** 08. Ruki & Kochiyo - Sisters, Lovers and You *** Capitolo 10: *** 09. Uruha & Yeijiro (as special guests, sisters Watanabe) - Just A Word *** Capitolo 11: *** 10. Reita & Hell - N.B.P. *** Capitolo 12: *** 11. Reita & Kaori - You Can’t Go Against The DNA… *** Capitolo 13: *** 12. The 3 Catastrophes - San Francisco *** Capitolo 14: *** 13. Aoi & Butterfly - A Gift “In Character” *** Capitolo 15: *** 14. Reita & Hell - Back Home, Back To You *** Capitolo 16: *** 15. The 3 Catastrophes - To Marry Or To Hang Themselves… This Is The Problem *** Capitolo 17: *** 16. Akinori & Kumiko - A New Beauty Is Coming *** Capitolo 18: *** 17. Reita & Kai - Ride With The Rockers All The Way *** Capitolo 19: *** 18. Kai & Thunder - Perfection ***
Non credo ci sia bisogno di particolari spiegazioni, in realtà…
E’ il mio piccolo dono.
Vi proporrò piccole istantanee, relativamente corte in confronto
ai capitoli a cui vi ho abituate. *le coccola*
Alcune incentrate su una specifica coppia, altre no.
Alcune si svolgeranno in un breve lasso di tempo, altre slegate
come momento in cui si svolgono o situazione.
Ogni capitolo sarà comunque una shot, con il proprio titolo.
Inserirò la data in cui si svolgono i fatti all’inizio di ogni
shot… servirà più a me che a voi… *le patta* essenzialmente perché l’intenzione
è di andare con un certo ordine cronologico…
Quando inserirò un personaggio che non ha avuto un PoV nel “The
Beginning” aggiungerò una legenda… ma lo farò solo nella shot stessa, per non
generare spoilers… che come ben sapete mi riescono secondi solo alle licenze
poetiche… XDDD
Comunque, nel titolo leggerete subito i personaggi protagonisti.
Inserisco per ora il rating arancione… eventualmente lo cambio…
=.=’’
Che ne dite, mi perdonate per aver interrotto the GazettE’s Catastrophes ~
The Beginning?
Benvenute in the GazettE’s Catastrophes ~ The Ultimate Ones.
Capitolo 2 *** 01. Sakue & Misato - It’s An Hard Job To Be An Obaasan ***
01. Sakue & Misato - It’s An Hard Job To Be An Obaasan
The Ultimate
Catastrophes 4 The GazettE
Sakue & Misato - It’s
An Hard Job To Be An Obaasan
Legenda:
知恵 = saggezza in giapponese… è
associato al PoV delle obaasan… e non poteva essere altrimenti…
25 novembre 2009
Misato
Sakue-san entrò nel salottino in punta di piedi. Eppure non era la
prima volta che ci metteva piede.
Le sorrise, «Ohayo Misato-san» la salutò.
«Ohayo Sakue-san, ben arrivata. Accomodati. Hai fatto colazione? Ti va
un bel tea?»
«Volentieri, arigatou.»
Chie sparì silenziosa come al solito.
Finalmente avevano
terminato il trasloco… in realtà c’era voluto anche meno di quello che pensava,
ma quando suo figlio si metteva in moto… ci voleva poco a concludere qualsiasi
cosa.
Tranne il matrimonio
di una delle figlie. Ovviamente.
Seison aveva spostato
in blocco le sue stanze in quella villa, sapeva quanto fosse attaccata ai suoi
ricordi e sembrava non ricordarsi neanche come si leggeva quando gli capitava
sottomano qualcosa che riguardasse il matrimonio di Reiko.
Sopì un sospiro
rassegnato.
Per stringere i tempi
aveva proposto a Keiko e Reiko di cominciare a scegliere cosa portarsi via da
casa sua, ma le nipoti erano state categoriche: avrebbero aspettato Seiko per
farlo.
Quindi per le vacanze
di Natale, festa occidentale molto
importante, visto che l’università sospendeva le lezioni per settimane,
avrebbero cominciato a svuotare casa sua.
Sorrise appena
pensando che un anno prima, Seiko aveva dovuto fare una toccata e fuga per
impegni all’università, anticipando i festeggiamenti per il suo diciannovesimo
compleanno; Reiko, che lavorava era a Londra, era rientrata per pochi giorni
anche lei… e Keiko era nervosa per il suo nuovo lavoro. Aveva conosciuto da
poco Yuu.
Ne erano cambiate, di
cose.
«Arigatou per aver mandato il tuo autista a prendermi» disse Sakue.
«Prima che mi scordi, ho incrociato Seison-san che mi ha chiesto di ricordarti
che tornerà tardi stasera, quindi non aspettarlo per cena.»
Annuì, c’era da immaginarselo, visto che era fissato l’appuntamento con
la proprietaria del negozio che si sarebbe occupato delle bomboniere…
«Dooitashimasute… volevo essere sicura che arrivassi presto» ammise. «Non
sto più nella pelle! Come sta Ryo-san?»
Sakue sospirò. «Male. Non vuole che me ne accorga e cerca di far finta
di nulla, ma è molto giù senza Seiko-san.»
Anche sua nipote non se la passava meglio.
Il mese prima non era potuta tornare a Tokyo per il compleanno di
Yutaka, a causa di un progetto molto
complicato che sarebbe scaduto di lì a poco… e ovviamente Reiko c’era stata
malissimo. A tal punto che Yutaka aveva deciso di non organizzare feste.
Gli altri ragazzi del gruppo si erano trovati a casa della coppia e
avevano cenato insieme, semplicemente.
Seiko era sempre tirata al telefono.
Concentrare cinque anni in tre, non era una passeggiata… specie se i
professori alla fine si aspettavano miracoli da te. D’altra parte, era
essenziale che Seiko tornasse in pianta stabile a Tokyo il prima possibile.
«Se è per quello so che è molto giù anche Kouyou…» riprese Sakue
prendendola di sorpresa.
«Kouyou-san?» chiese incredula, poi capì «Ah, perché vede l’amico in
crisi per la lontananza di Seiko.»
Sakue scosse la testa desolata, «Oh no. Magari. Kouyou si sente in
colpa per aver caldeggiato il loro avvicinamento.» Alla sua occhiata sbalordita
annuì, «Vedi, Kouyou non ha una obaasan in vita e per me è come se fosse un
mago… la sua fidanzata lo ha capito subito e ci sentiamo abbastanza spesso,
specie quando sono in tour. E’ stata proprio Yeijiro a parlarmene per la prima
volta qualche settimana fa… Kouyou non ammetterebbe mai una cosa del genere con
me.»
«Ryo lo sa?»
«Ovviamente no.»
Obaasan non si nasce, lo si diventa con
molta pazienza e impegno… ne ho di strada da fare, io…
«E Kouyou lo sa?»
«Misato-san, da quando gli uomini devono sapere tutto? Credo non
immagini neanche che la fidanzata abbia il mio numero di telefono… figurati che
lo usi con regolarità.»
Forse dovrei farmi fare un bel corso
intensivo.
«E’ assolutamente illogico.»
Sakue sospirò, «La logica non va a braccetto con Ryo e Kouyou, ma tu
non li conosci ancora abbastanza per saperlo. Spero che con il ritorno di
Seiko, anche se per pochi giorni, Ryo tiri un po’ il fiato… e di seguito anche
Kouyou.»
«Tu non ti rendi conto, Sakue-san. In tutta la storia Kouyou ha avuto
praticamente il ruolo che mio marito ha avuto con Seison. Ci manca solo che si
senta in colpa.»
La vide farsi attenta. «In che senso?» chiese confusa.
Le raccontò di come si erano svolte le cose fra il figlio e la nuora e
del ruolo determinante che il marito aveva avuto per far ragionare quel
testardo di Seison.
Alla fine Sakue era senza parole. «Ryo-san non mi ha detto niente…»
mormorò incredula.
«Perché o non lo sa, ma è improbabile, o sa tenersi per sé i
particolari che potrebbero affondarlo…»
Si trovarono a ridere come due bambine.
«Il mio magosan è estremamente sveglio!» ammise Sakue «A volte fatico a
capire cosa gli passa per la testa! Kaori invece è un libro aperto.»
In quel momento, bussarono alla porta e arrivò il tea.
Chie la guardò raggiante, «Il tea, Watanabe-sama.»
Sapeva perché la vecchia cameriera fosse così felice… era raro sentirla
ridere… per la bontà di tutti gli Dei, ultimamente capitava spesso.
Non solo le sue nipoti avevano trovato dei compagni, ma le avevano
regalato delle vere amiche.
Senza contare che da
Seison non era mai sola.
«Arigatou Chie, appoggia pure sul tavolino.»
Rimasero di nuovo sole.
«Posso farlo io» si offrì Sakue.
«Arigatou» asserì.
La guardò preparare il tea per entrambe.
«Ancora non ho insegnato alle mie nipoti il rito del tea» prese atto
della realtà.
«Quando torna?» riprese Sakue.
«Atterra la sera del ventotto. Prevedo che fino alla sera del ventinove
non li sentiremo… figurati vederli. Ne hanno di tempo da recuperare.»
Sakue la guardò divertita e complice.
«Poi il trenta arriva anche Jaylen Williams.»
«Già… l’ojiisan americano. Tu come stai?» riprese Sakue dopo un breve
silenzio.
«Sto bene. Erano anni che non stavo così bene. Le mie analisi sono
tornate regolari, con grande sorpresa del medico. Se sono a Tokyo, Keiko e
Reiko vengono a trovarmi almeno una volta alla settimana… addirittura
separandosi da quei due…»
La vide sorridere divertita, «Ryo-san non perde occasione per
sottolineare la cosa» ammise. «L’essersi fidanzato non ha mutato molto la sua
indole ironica verso gli altri.»
«Ti aspettavi veramente che cambiasse?» s’informò.
Risero divertite dopo aver cercato inutilmente di evitarlo.
«E per il matrimonio?» riprese Sakue.
Sospirò, «Le cose vanno avanti. Stasera ci troviamo con Reiko e Yutaka
per le bomboniere… infatti mio figlio si è dato alla macchia fino a dopo cena. Mi
conforta il pensiero che se Keiko e Yuu decideranno di fare questo passo verrò
aiutata dalla famiglia di Yuu» ammise. «Ce ne sono… mille a cui pensare… e gli uomini non sono proprio tagliati per
queste cose! Seison sposta montagne e prosciuga oceani, ma davanti al
matrimonio di Reiko si perde in un bicchier d’acqua. Shinsui non trova di
meglio da fare che prendere in giro l’oniisan facendolo arrabbiare.»
Scossero sconsolate la testa dopo essersi lanciate un’occhiata.
«Dovevi esserci quando Kaori organizzava il suo matrimonio e Ryo stava
a guardare o peggio ancora commentava»
disse Sakue. «Anche se poi alla fine si è deciso a muoversi e ha cominciato a
risolvere i problemi.»
«Me li immagino, visto che tipo è Ryo…»
«Non credi che Seiko e Ryo si sposeranno, vero?» riprese Sakue dopo un
breve silenzio dove sorseggiarono il tea.
«Cosa te lo fa pensare?»
«Li ho sentiti parlare durante il matrimonio di Kaori… all’epoca era
forse l’unica cosa che ammettevano di avere in comune con l’altro.»
La guardò per qualche secondo. «Io credo che i sentimenti di Seiko e
Ryo vadano ben oltre» rispose onestamente. «Talune mie cosiddette amiche inorridirebbero sentendomi
parlare così, ma io so bene che il matrimonio non significa amarsi per tutta la
vita. Io stessa ho cominciato ad apprezzare veramente mio marito dopo quasi
trent’anni che lo avevo sposato… e lasciamo perdere in che frangente! Non sto
misurando in qualche modo l’amore che lega le mie tre nipoti ai rispettivi
fidanzati… ma Seiko ha sempre detto di non credere nel vincolo del matrimonio.
Sono scelte. Se quei due resteranno insieme per tutta la vita senza sposarsi, daijoubu
desu lo stesso, no?»
La vide sorridere.
知恵ۑ知恵ۑ知恵ۑ知恵
Sakue
«Come potrebbe non andare bene?» chiese «Misato… hai tre nipoti
femmine… forse sono io che mi pongo inutili problemi. Prendi Kaori. Mia nuora
non dormiva la notte al pensiero che non si sposasse. Per un uomo è diverso. Ho
battuto il tasto del matrimonio con Ryo, non posso negarlo… ma non sono
veramente interessata a vederlo con un anello al dito. Vederlo vagare per casa
senza sapere cosa fare, vederlo saltare quasi in piedi allo squillo del
cellulare, capire che non trova conforto neanche
in casa sua… che è il suo rifugio, è più che sufficiente per me. Ho sempre
intuito perché il mio magosan fuggisse così tenacemente un legame duraturo… un coinvolgimento emotivo con una donna: è
come il mio Reijiro. Quando incontrò Sawao-san andò in crisi. Mi disse di
essere innamorato come se stesse per… per saltare oltre il davanzale. Esistono
uomini così… che quando amano non tengono niente per se stessi, ma bisogna
prima conoscerli e capirli per…» si bloccò incontrando lo sguardo dell’amica.
Misato la stava fissando sbalordita. «E’ per questo? Credi che io non
veda Seiko… salvaguardata da un
legame al di fuori del matrimonio?»
Annuì.
«Oh per tutti i Kami-gami…» esalò Misato interdetta «cosa avrò mai
fatto per meritarmi al tramonto della mia vita persone come te e Kiyo?» Posò la
tazza sul tavolo, «Ascoltami bene Sakue-san. Siamo desolatamente figlie della
nostra generazione: una donna senza un uomo non è niente. Per la benevolenza
degli Shichifukujin le mie nipoti sono perfettamente autosufficienti e indipendenti
da questo credo popolare. Mi stai ascoltando?»
Annuì di nuovo.
«Se proprio vuoi saperlo, credo che neanche Keiko e Yuu si sposeranno.
Appena Yuu riuscirà a staccarsi da quella che ora chiama casa, andranno a vivere insieme anche loro… ovviamente non si
trascende dagli appartamenti a vista
delle mie nipoti. Quegli attici sono le case che accoglieranno mariti,
fidanzati, conviventi e quant’altro, non si scappa… e Ryo, Yuu e Yutaka lo
hanno capito senza che qualcuno glielo dicesse espressamente. Reiko e Yutaka
sono una specie di… di miracolo. Un uomo e una donna nati per stare insieme. Quando li guardo mi viene da piangere. E’ naturale che due così si sposino.
Andrebbero contro ogni legge del mondo se non lo facessero… e non parlo di
quelle scritte o tacite, se vuoi capirmi. Senza contare che Yutaka è un tipo di
uomo totalmente diverso da Yuu e Ryo: gli ultimi due si sono costruiti una
propria indipendenza plasmando il mondo che li circonda a loro immagine, Yutaka
ha trovato quattro mura che lo ospitassero quando si è staccato dalla famiglia.»
Si trovò ad annuire, «E’ vero. Però volevo essere sicura che… che…»
«Che io avessi capito?» chiese Misato divertita.
«Non proprio…»
«Oh dai, Sakue-san! Sono ufficialmente obaasan solo da qualche mese, lo
so… ma ho due orecchie watashi mo… e Seison ha sempre parlato a ruota libera
con me, anche quando si informava su quei ragazzi era a casa con me e Shinsui.
Ha capito subito che la situazione è più
grave del previsto per tutti i Kami-gami, qui non si tratta solo di Keiko, fra
un mese torna Reiko e a maggio rientra anche Seiko… quanti kso sono questi tizi??!»
ripeté in prima persona scimmiottando probabilmente il figlio e facendola
ridere «Tutto suo padre, povera me!»
Si trovarono a ridere di cuore.
«Oh Misato-san…» mormorò senza fiato.
«Ho sempre pensato che essere haha fosse un impegno che richiedeva
tutte le energie che una donna potesse avere… ho scoperto che c’è un lavoro ben
più duro da affrontare.»
Si trovò ad annuire totalmente d’accordo con l’amica.
«E’ un duro lavoro essere una obaasan» asserì.
«Per la bontà degli Shichifukujin ho due sempai di prim’ordine.»
La guardò con simpatia, «Pensi veramente di dover imparare qualcosa?»
le chiese.
Misato ricambiò il suo sguardo e annuì, «Io non riesco a leggere nel
pensiero delle mie nipoti. Ryo per te è un libro aperto, per quanto impegno ci
possa mettere a nasconderti qualcosa. Come si fa?»
Rimase a pensare qualche secondo, poi «Amali con tutta te stessa e
chiediti se io avessi la sua età, oggi,
cosa farei?»
Misato la guardò basita, «Anche indovine bisogna essere!» gemette.
Scoppiarono di nuovo a ridere.
______________________________________________
NOTE:
Si comincia… ;)
Angolo italiano /
giapponese: (tanto per non
perdere le buone abitudini… sì, lo so, ormai siete praticamente bilingue… ma
lasciatemi la soddisfazione ok? Mi sento a casa! Senza contare che qualcuno
potrebbe decidere di leggere queste ignorando il The Beginning…)
Ohayo = buongiorno
(si dice solo al mattino)
Mago = è nipote maschio
di nonni, magosan è la forma onorifica
Sempai = maestra
Daijoubu desu = va
bene
Kso = maledizione
(l'espressione, non la parola semplice)
Kami-gami = è
l’espressione che indica gli oggetti di venerazione della religione scintoista,
immagino equivalga al nostro “per tutti i santi”, ma probabilmente è molto più
“profondo” perché questi oggetti possono essere qualità, fenomeni naturali,
montagne, fiumi, qualche animale, spiriti ancestrali…
Capitolo 3 *** 02. Uruha & Yeijiro - I Feel Bad Because Reita Feels The Same ***
02. Uruha & Yeijiro - I Feel Bad Because Reita Feels The Same
The Ultimate
Catastrophes 4 The GazettE
Uruha & Yeijiro - I
Feel Bad Because Reita Feels The Same
Legenda:
YEIɰYEIɰYEIɰYEI = è associato al
PoV di Uruha e Yeijiro stessa… non esistono Kanji per il nome di Yeijiro.
Un doveroso quanto sentito dal profondo del cuore GRAZIE a Jo (voi la conoscete anche come Aredhel Noldoriel) e Reliel che si sono sbattute per
trovarmi qualcosa che non esiste.
Avete letto bene: ho scelto un nome che non esiste,
probabilmente scritto male e… vagamente maschile. *si accascia a terra
prostrata*
Credo che sia la regina delle licenze poetiche, questa…
27 novembre 2009
Yeijiro
Appena finito il caffè, Uruha si alzò da tavola, sparecchiò mentre lei
fumava, caricò la lavastoviglie, le posò un bacio fra i capelli e sparì oltre
la soglia.
Sospirò.
Andava a rintanarsi in salotto, sul divano, davanti alla televisione
che non avrebbe guardato.
Il suo fidanzato stava passando un periodo che non aveva precedenti:
stava male perché Reita stava male perché la
fidanzata di Reita era a Boston.
Sospirò di nuovo.
Non era abbastanza quanto Uruha fosse affezionato ad Hell e quanto
sentisse la sua mancanza.
Paradossalmente, quando Reita aveva crisi di nostalgia per il padre,
Uruha riusciva ad affrontare la cosa con molta più determinazione.
Il problema era che quei due, li aveva messi insieme proprio lui.
Si sentiva in colpa per l’amico.
Assurdo, ma era così.
Uruha non riusciva a guardare oltre un certo punto, purtroppo, e
neanche i saggi consigli di Sakue-sama avevano effetto.
Si era convinto immediatamente (a ragione) che Reita ed Hell fossero
nati per stare insieme, lo aveva visto felice come mai prima quando quei due
finalmente si erano messi insieme… tolto che aveva sciolto la tensione in
lacrime maltrattando quasi l’amico, ma non aveva preso in considerazione la
separazione che li attendeva a causa degli studi della ragazza.
Era strasicura che Reita non facesse pesare la cosa… non era il tipo.
Ma.
Ma Uruha lo vedeva dalle lunghe distanze.
Ma Hell mancava moltissimo anche a lei, a Kochiyo, alle ane, agli altri
ragazzi… e Uruha nel momento in cui si era reso conto di sentire la mancanza di
Hell si era automaticamente calato nei panni di Reita.
Catastrofe.
Reita stava male e lui non poteva farci niente.
Anzi… era stato proprio lui a mettere le cose in fila per arrivare a
quel punto.
Per la pietà di tutti i Kami-gami, l’indomani Hell sarebbe rientrata a
Tokyo, anche se per pochi giorni.
Giusto qualche settimana prima aveva scoperto casualmente che le cose
stavano anche peggio di quello che pensava… li aveva sentiti parlare, mentre
Uruha la credeva in cucina.
Aveva chiesto scusa all’amico per averlo messo in quella situazione.
Reita si era incazzato. Lo aveva alzato di peso, letteralmente,
dandogli del cretino e aggiungendo che non doveva pensare alla situazione
attuale, ma a come sarebbe stata la sua vita al rientro di Hell a Tokyo.
Lo avrebbe baciato.
Peccato che il suo fidanzato non si convincesse così facilmente.
La logica non bastava con Uruha. Lui vedeva Reita stare male in quel momento.
Anche la sera prima si era fermato a cena da loro, ma quella sera aveva
declinato l’invito… e Uruha non ci avrebbe dormito quella notte.
Aveva provato a spiegargli che probabilmente
Reita preferiva tornare a casa, e anzi avrebbe fatto anche un salto a casa di
Hell, per preparare qualcosa di speciale per il suo personale benvenuto alla
fidanzata, ma forse il muro dietro il suo fidanzato aveva recepito il
messaggio… certo non Uruha.
Lei si era addirittura attaccata al telefono con quella sacra donna che
rispondeva al nome di Sakue Suzuki, non bastava che le rompesse le scatole
facendosi cullare dalla sua saggezza quando Uruha era in tour, aveva messo a
tacere la sua coscienza dicendosi che riguardava Reita, quindi Sakue-sama
doveva saperlo.
Spense la sigaretta con un gesto stizzito.
Non sapeva cosa fare, ecco la triste verità. Se non funzionavano
neanche i consigli di Sakue-sama, era allo sbando.
Perché non ho una saggezza universale
watashi mo?
Con lei Uruha si comportava come al solito, affrontava gli impegni
lavorativi come al solito.
Sentivano spesso Hell al telefono e sapeva che altrettanto volentieri
le telefonava anche quando lei non c’era.
Ma andava bene in quella maniera. Paradossalmente Uruha si scaricava
proprio con l’altra metà del problema.
Si alzò decisa a raggiungerlo e sostenerlo.
In qualche modo.
Non poteva sempre lasciarlo trinciato dietro la realtà che se stava
male Reita, stava male anche lui.
Sono la sua fidanzata, non un
soprammobile o uno scaldaletto. Su, coraggio.
YEIɰYEIɰYEIɰYEI
Uruha
Poche cose riuscivano a mandarlo in bestia come Reita quando si
ostinava a buttarlo fuori dalla sua vita.
Per esempio, Reita quando si ostinava a non vedere Bon Bon per quello
che era: la donna della sua vita… oppure Reita che si ostinava ad apparire
sereno e tranquillo quando in realtà stava malissimo.
Non c’era niente in quella vita che lo facesse incazzare più di Reita, in
sintesi.
Non era voluto restare a cena.
Certo, meglio solo a casa sua a pensare a Bon Bon no??
Forse aveva ragione Yeijiro… Bon Bon sarebbe tornata l’indomani… Reita
quindi voleva organizzare qualcosa di speciale… come fra l’altro faceva anche
la sua fidanzata quando rientrava da un tour… forse doveva piantarla di farsi
seghe mentali.
Si gettò sul divano, accavallò le gambe e afferrò il telecomando.
Accese la televisione che non avrebbe guardato.
Come aveva fatto ad essere così imbecille?? Così cieco??
Dovevano mettersi subito insieme, vero? Non potevano aspettare che Bon
Bon tornasse in pianta stabile a Tokyo.
Oh no… dovevano stare entrambi come cani prima per accontentare il piccolo Kouyou con manie da cupido.
Alla fine Ryo aveva ragione. Aveva sempre ragione.
Anche quando gli sembrava di portare avanti qualcosa di… di perfetto…
di… di speciale…
Sentì le lacrime bagnargli gli occhi.
Perché si ostinava a far sempre di testa sua?
Gettò il telecomando con uno sbuffo infastidito.
Ci mancava solo di piangere.
Di nuovo.
Non doveva scordare che viveva con una donna intelligente. Yeijiro
aveva certamente già intuito qualcosa, anche se stava facendo i salti mortali
per non farle capire cosa stava covando.
Tirò su con il naso e si passò una mano sugli occhi.
«Oh itoshii…» mormorò Yeijiro apparendo nella sua visuale.
Eccoci, ho giusto finito il pensiero.
«Sono un cretino.»
«No, non lo sei…» mormorò sedendosi a cavalcioni su di lui.
Istintivamente posizionò le gambe una accanto all’altra per darle un
appoggio migliore.
Appoggiò le mani sui suoi fianchi.
La vicinanza fisica di Yeijiro lo aiutava. Anche se cercava di tenerla
fuori dai suoi cicloni emotivi, alla fine lei era l’isola felice dove trovare
riparo.
«Lo sono. E sono incazzato nero con Reita, con me stesso, con le
lauree…»
Le mani di Yeijiro gli incorniciarono il viso «Ti dico di no. Ma pensi
veramente che Reita starebbe meglio con Hell a Boston senza saperla legata a
sé? Eppure sai quanto è geloso. Diventerebbe pazzo.»
Arricciò il labbro inferiore premendolo contro quello superiore.
Non ci avevo pensato…
Le lanciò un’occhiata.
Posso cullarmi con questa nuova teoria?
«Quanto mi manchi quando sei in tour per mesi interi?» riprese Yeijiro
«Ma so che sei mio.»
La guardò… esterrefatto. «Cosa?»
Yeijiro annuì, «Non te ne ho ancora parlato ma… ho detto a Hell del
tradimento del mio ex.»
Al suo silenzio, riprese, affondando una mano fra i suoi capelli, «Te
ne volevo parlare, ma non so se è il momento giusto…»
«Per te è sempre il momento giusto» le rese noto asciugandosi
definitivamente le lacrime e avvicinandola ulteriormente a sé. «Allora?»
La sua fidanzata sorrise, «Beh… è cominciato tutto al concerto per il
settimo anniversario del gruppo… mi sembra passato un secolo, itoshii… Thunder
mi disse che…»
YEIɰYEIɰYEIɰYEI
Yeijiro
A mali estremi, estremi rimedi.
Era vero che voleva parlargli di quella cosa, quindi…
Uruha l’ascoltò in religioso silenzio.
«… quindi… sì, sono sempre gelosa di te, lo sarò sempre perché
aishiteru da morirne… ma… credo che sia una gelosia più… sana adesso.»
«Mi sono accorto del tuo cambiamento, itoshii…» disse Uruha cauto e
pensieroso, «non credere che non lo abbia registrato. Ho notato il tuo stato di
shock quando abbiamo trovato Bon Bon e Rei in vasca… è cambiato anche il tuo
atteggiamento nei confronti di Reita… e non pensare per un solo istante che lui
non se ne sia accorto. Voglio che tu abbia sempre ben chiara una cosa: la tua
gelosia non mi… dava fastidio. Io ero preoccupato per te. Perché stavi male. C’è stato un attimo… ma solo un attimo… in cui ho pensato che
dovevo mantenere un po’ le distanze da Bon Bon per farti stare tranquilla… poi
però ho anche pensato che sarebbe stata la volta buona che Reita mi avrebbe
rifatto da capo a calci.»
Scoppiò a ridere, «Posso dirti cosa penso riguardo te e la tua Bon
Bon?»
Il suo fidanzato la fissò attonito per qualche secondo, poi… «Spara.»
«Tu l’hai subito riconosciuta come proprietà di Reita, quindi è
diventata asessuata. Per te è come una imouto.»
E’ il caso di affrontare anche il
discorso Ruki / Hell? Sì. O ora o mai più.
«E… già che siamo in argomento… ti dico che Ruki sta sbagliando.»
Uruha la fissò accigliato.
«Di cosa stiamo parlando adesso?» s’informò vagamente sul chi vive.
Che pazienza ci voleva con gli uomini…
«Sempre di Hell.»
Scatto del sopracciglio destro, «Eh? Che c’entra Ruki?»
«Mi sono accorta… e se n’è accorta anche Kochiyo… che Ruki è molto
attaccato a Hell.»
La stretta di Uruha si serrò intorno a lei, riconobbe un movimento
involontario.
«Cosa… cosa stai cercando di dirmi, Yei-chan? … Kochiyo è gelosa di Bon
Bon a causa di Ruki? Le è sfuggito che Bon Bon è la donna di Reita?»
Scoppiò a ridere, non riuscì a trattenersi. «Dubito che possa essere
sfuggito a qualcuno!» lo informò «Beh… credo di sì, in un certo senso… Ruki non
è espansivo come te… ma quando ha slanci di affetto sono abbaglianti…»
«… come in aereo e dopo il concerto…» mormorò Uruha.
«Eh?»
«Quando siamo rientrati a Tokyo dalla prima tranche del tour… prima
della morte di Jasmine You…» lo sentì rabbrividire, «beh… Ruki ha avuto una
vera e propria esplosione d’affetto verso Bon Bon. Una di quelle che segnano
l’inizio di una nuova era e che una volta fatte non si torna indietro. Ero
appoggiato a Reita e hanno pensato che stessi dormendo… in aereo, ti rendi conto di come posso fregarli se mi ci metto?»
chiese con una certa soddisfazione.
Rise e Uruha la seguì nella risata.
«Beh, ho sentito il discorso che hanno fatto Kai e Reita riguardo Ruki.
In pratica, Ruki vede in Bon Bon la imouto che non ha mai avuto. L’ha cullata
per tutto il viaggio facendole da cuscino.»
Si trovò ad annuire, «E’ evidente, Urupon… senza contare il suo
comportamento dopo il concerto al Saitama, anche Matsumoto-sama c’è rimasta di
sasso… ma Ruki non… non da il giusto peso a questa cosa, specie con Kochiyo…
gli sembra un qualcosa di naturale e ovvio sollevare di peso Hell e dichiararla
ufficialmente imouto Matsumoto, e non lo è. Non per Ruki e la sua riservatezza.»
«Credo di aver capito. Devo parlare con Ruki?» s’informò Uruha
rassegnato.
Sorrise, essere amiche e stare con due uomini a loro volta amici, aveva
decisamente lati positivi.
«Se hai occasione…»
«Contaci.»
Si chinò a baciarlo, «Arigatou itoshii hito…»
Una mano di Uruha scivolò sul suo sedere. «Dooitashimasute… credimi, è
sempre un piacere…»
Rise divertita ma la bocca di Uruha bloccò la risata.
«Direi che sei riuscita a distrarmi… arigatou…» mormorò sulle sue
labbra, «non ho mai pensato al fatto che Reita sarebbe uscito scemo dalla
gelosia sapendola a Boston senza che fosse già sua…»
«… perché quando si tratta di Reita usi un neurone alla volta, lo bruci
e poi non ce n’è mai abbastanza per un pensiero intelligente…»
«Ah, arigatou…»
«E’ vero, inutile che ti offendi…»
«E quando si tratta di te?» la provocò avvicinandola di più.
«Quando si tratta di me sai sempre cosa fare… e come farla…»
«Lo dici per lenire il mio ego o lo pensi veramente?»
«Da quando riuscirei a scalfire il tuo ego?» s’informò perplessa ed
innocente.
Uruha si alzò trascinandola con sé, la tenne ben ferma contro di sé e
istintivamente chiuse le gambe intorno a lui intrecciandole dietro la sua
schiena.
«Adesso io mi occuperò di te e tu del mio… ego» le propose il suo fidanzato.
«La televisione è accesa…»
«Si spegne da sola… ha il timer. La mia previdente fidanzata pensa a
tutto…» la informò compiaciuto.
Uscirono dalla sala e fu lei a spegnere la luce sfiorando
l’interruttore passandogli davanti.
«Gli Shichifukujin ti hanno guardato con amore quel giorno…» convenne
lei divertita.
«Puoi dirlo forte…»
Ci fu una breve fermata vicino alla porta di cucina per permetterle di
spegnere la luce.
«Perché hai accettato di diventare la mia ragazza, Yei-chan?» le chiese
improvvisamente muovendosi al buio.
«Perché sei diverso da chiunque io conosca. Perché sei gentile. Ben educato.
E stai bene con le autoreggenti.»
Scoppiarono a ridere mentre Uruha la appoggiò con dolcezza sul letto.
«Sto bene anche senza…»
La tenue luce della abatjour si accese improvvisamente.
Uruha voleva guardala mentre facevano l’amore… all’inizio quella cosa
la mandava in crisi.
Quell’uomo l’aveva aiutata a lasciarsi tutte le sue incertezze, paure e
fisime alle spalle.
«E’ vero…» concesse.
YEIɰYEIɰYEIɰYEI
Uruha
«E’ vero…» concesse magnanima la sua fidanzata.
«Yei…»
«Dimmi…»
«Sei veramente intenzionata a sposarmi?»
La vide cristallizzarsi. «Ma… ma certo…» mormorò.
«Vuoi sposarmi, Yeijiro? Credo sia arrivato il momento di fissare una
data.»
Rimase a fissarlo immobile, poi vide la sua bocca spalancarsi in
un’espressione attonita e i suoi occhioni riempirsi di lacrime. «Pa… parlavi
sul serio… quando… quando hai detto che Hell avrebbe… disegnato…» farfugliò
senza fiato.
Le accarezzò i capelli bilanciandosi su un avambraccio per non gravarle
troppo addosso, «Mai stato più serio in vita mia.»
Le lacrime le scesero sulle guancie, «Sì.»
«Facciamo partire le rispettive okaasan alla caccia della nostra data
fortunata?»
«Sì!!» esplose gettandogli le braccia al collo «Kouyou aishiteru!!!!»
«Watashi mo…» bisbigliò nel suo orecchio prima di tornare a baciarla.
E finalmente comincio a mettere in
pratica una grande lezione di Ryo Suzuki: non rimandare mai di fare qualcosa se
vuoi farla.
______________________________________________
NOTE:
Angolo italiano / giapponese:
Watashi mo = anche io
Cucciola81: ho cambiato direzione… definiamolo un esperimento.
Sono felice di avervi ancora con me.
GurenSuzuki: Per il dubbio di obaasan Suzuki mi sono basata sulla
cultura popolare in base al quale il matrimonio è l’unica realtà possibile per
formare una famiglia. Oh, ci sono più persone di quello che pensi che ancora lo
credono. E probabilmente le ho tutte intorno io.
Come già detto, non preoccuparti per il fatto di msger. Ci saranno
altre occasioni. <3
tinabolu: ti ho scritto una mail, l’hai ricevuta? Non riesco
ad accedere a quelle foto perché non ho Facebook.
Sono contenta che il “sequel” ti faccia felice! XD
Pargoletta Mya: … senti, facciamo una cosa… visto che ti parla una
che con i vocaboli giapponesi continua imperterrita a fare il copia/incolla *e con
questo si è giocata tutte le lettrici in blocco* che ne dici di stamparti il
riassunto dei vocaboli che ho fatto per A Love Was Born In Chaos? Quando si dice che l’esperienza insegna… li ho messi
tutti insieme.
Per quanto riguarda Kaori… non ci avevo pensato… non male come idea… tant’è
che a giostrare i due fratelli Suzuki mi diverto come una pazza… vedo di
infilarlo da qualche parte… XD
Pargoletta Shin: prima cosa, bentornata.
Seconda cosa: ho letto tutti i tuoi ultimi aggiornamenti e…
BENTORNATA!!!!! XDDD
Grazie per l’augurio *la coccola*… e spero davvero di non deludere.
Arigatou a chi ha aggiunto questa ff ai preferiti/seguite *s’inchina*
Capitolo 4 *** 03. Aoi, Kai & Reita - How To Survive To An American Granddaddy ***
03. Aoi, Kai & Reita - How To Survive To An American Granddaddy
The Ultimate
Catastrophes 4The GazettE
Aoi, Kai & Reita
- How To Survive To An American Granddaddy
Legenda:
デザイアイー = Desirée in
giapponese, è associato al PoV di Jaylen Williams
1 dicembre 2009
Jaylen
Solo vederle muoversi tutte e tre era un miracolo.
Miracolo nel senso più vero della parola: era convinto di non
arrivare vivo a quella data.
Era atterrato la sera prima e Seiko si era fatta trovare puntuale
all’aeroporto.
Lo aveva portato nel suo attico, bellissimo e luminoso, e aveva insistito
perché restasse lì con lei.
Non si era fatto ripetere due volte l’invito. Avrebbe dovuto
immaginarselo nel momento in cui la sua nipotina si era accollata l’incarico di
trovargli un albergo.
Figurarsi.
Tutta sua madre. E sua nonna.
Da quando non vedeva le sue nipoti tutte e tre insieme?
Dalla morte della sua Leila e della sua Desirée, e il ricordo di quelle
ragazze distrutte dal dolore era uno di quelli che sperava di non portarsi
nella tomba.
Poi, tomba. Seiko sapeva
quali erano le sue volontà dopo la morte. Cremazione e giù dal Golden Bridge.
Come la sua Desirée e la sua Leila.
Magari sarebbe riuscito a sovrascriverlo con quello di tre giovani
donne che brillavano da quanto erano felici.
Dopo una notte di sonno ristoratore, si era svegliato e le aveva
trovate tutte lì.
Impossibile spiegare a parole quanto era rimasto sorpreso.
Le foto non rendevano giustizia a Keiko e Reiko, per quanto Reiko fosse
una fotografa come non ce ne erano… e non perché era sua nipote, intendiamoci.
Era brava davvero.
Seiko l’aveva vista crescere, per nove mesi su dodici, negli ultimi due
anni, l’aveva vista praticamente tutti i giorni… aveva lasciato la sua amata
San Francisco per lei… e sempre perché glielo aveva chiesto lei, aveva messo
piede a Tokyo, quando aveva giurato che non lo avrebbe mai fatto.
Beh… almeno con se stesso poteva ammettere che il genero lo aveva
stupito: era sicuro che si sarebbe trovato un’altra donna appena terminato il
periodo di lutto, invece…
Forse aveva sempre avuto ragione la sua Desirée: Leila aveva trovato
l’uomo della sua vita lontano da loro… ma non poteva fargliene una colpa.
E tanto meno poteva rifarsela con Seison.
«**Allora, Reiko, parlami del tuo futuro marito**» esordì davanti ad
una tazza di caffè.
Non avrebbe dovuto berlo, ma aveva smesso da un po’ di preoccuparsi di
cosa non doveva fare.
La vita era una sola e lui era agli sgoccioli.
«**E’ tutto quello che ho sempre voluto, nonno**» esordì Reiko
raggiante. «**E’ buono, gentile, premuroso, spiritoso, ironico, sa farsi
rispettare, non crea problemi ma li risolve…**»
«**Sembra finto…**» commentò Seiko con una risatina.
Si guadagnò un’occhiataccia da parte della sorella maggiore.
Non riuscì ad evitare di ridere.
Rivedeva puntualmente la sua Leila, in Seiko.
Stesse espressioni, stesso senso dell’umorismo.
Senza contare che aveva ripreso gli occhi della sua adorata Desirée.
Ok… adorava indistintamente le sue nipoti, ma per Seiko aveva un
debole. Chi poteva fargliene una colpa?
«**Lo conoscerai stasera, nonno**» riprese Reiko, «**e ti farai la tua
idea.**»
La soppesò con un’occhiata. «**Hai appena guadagnato un bel punto,
nipote**» la informò.
«**Davvero? Perché?**» chiese stupita Reiko.
«**Non mi hai detto Sono sicura
che ti piacerà!**» rispose mimando una sciocca isterica nel dire la frase.
Le sue nipoti scoppiarono a ridere.
«**Oh nonno, sei unico!**» esclamò Keiko con le lacrime agli occhi
«**Immagini quanto sia felice di vederti qui?**» chiese poi.
Sospirò, «**Probabilmente no**» riconobbe in un impeto di realismo. «**Ma
sappi che io sono al settimo cielo per aver avuto l’occasione di rivedervi
tutte e tre insieme.**»
Reiko cambiò espressione, «**Nonno, non farmi scherzi eh!! Tu ci devi essere al mio matrimonio!**»
Scoppiò a ridere.
Le sue nipoti erano sveglie!
«**Bambina mia, fosse per me, arriverei a vedere quello di Seiko!**»
Sperava che il messaggio fosse chiaro, visto che la nipotina in
questione non aveva intenzione di sposarsi…
Reiko reclinò la testa da un lato e gli regalò un sorriso. «**Hai
ancora tante cose da vivere nonno… non sei nato per arrenderti… io conto
moltissimo sulla tua partecipazione al mio matrimonio.**»
«**Farò il possibile.**»
«**Quello lo stai già facendo, nonno**» lo informò serafica Seiko.
Scoppiò di nuovo a ridere, «**Guarda che sei un fenomeno, nipotina!**»
Scoppiarono a ridere tutti e quattro.
«**Invece il tuo fidanzato, Keiko?**» riprese.
«**E’ l’uomo che ho sempre sognato.**»
L’affermazione lo stupì non poco. Quando era morto l’ormai ex
fidanzato, quella ragazza sembrava aver chiuso i ponti con il mondo intero.
Quante volte aveva visto Seiko dare in escandescenza per questo. Senza
contare che l’ex di Keiko non era mai rientrato nelle simpatie di Seiko.
«**Nel senso che non sapevi cosa stessi cercando fino a quando non lo
hai trovato?**»
Keiko sgranò tanto d’occhi e lo fissò senza parole, «**Esatto, nonno.
Hai capito alla perfezione. Quando ho incontrato Aoi, ho capito cosa è
l’amore.**»
Si trovò ad annuire, «**Tua madre non si è mai data pace per… il tuo ex
fidanzato, non ricordo il nome. Sono felice che alla fine tu abbia trovato
quello che stavi cercando.**»
Keiko annuì felice, «**E’ nervosissimo all’idea di conoscerti!**»
«**Non me ne parlare!**» esclamò Reiko «**Kai stanotte non ha
dormito!**»
Seiko ridacchiò. «**Non credo che non abbia dormito solo per questo…**»
Reiko arrossì e la guardò malissimo, «Hell!!» esplose.
Sussultò appena.
Non si sarebbe mai abituato a quel soprannome.
«**Beh, è necessaria una buona intesa fisica in una coppia. Ci
mancherebbe. Non mi scandalizzo.**»
«**Certo… mica sei nostro padre…**» fu il commento di Seiko.
Non riuscì a trattenersi dal ridere.
Effettivamente sull’argomento non era stato molto di mente aperta con
Leila!
«**Touchée nipotina.**» Accettò ancora del caffè, «**E adesso tocca al
tuo.**»
«**Oh andiamo, nonno, te ne ho parlato fino allo sfinimento!**»
«**Tuo forse, certo non mio.
Mi hai raccontato come sono andate le cose, come non voleva saperne di te, come
si è trovato bersagliato da pseudo cupidi…**»
«**Non c’è molto altro da sapere. Reita lo si capisce conoscendolo.
Potrei dirti, come ho già fatto, che è fuori di testa, completamente pazzo, dissacrante
e che farebbe perdere la pazienza ad un sasso… ed è la sacrosanta verità. Ma
sarebbe altrettanto veritiero dirti che è dolcissimo, protettivo ma non
assillante, che sa rassicurami con un’occhiata, che con una sua carezza sulla
testa mi addormento tranquilla e che la sua lontananza è una carenza di
ossigeno…**»
La vide bloccarsi esterrefatta.
«**Ecco, vedi… questo non me
lo avevi ancora detto.**»
Keiko e Reiko stavano fissando sconcertate la sorella minore.
Era difficile cavare di bocca cose del genere a Seiko.
Gli ci erano voluti anni per capire quali tasti toccare per farla
aprire così.
Era troppo vecchio ormai per aspettare e perdere tempo prezioso.
«**Comunque finalmente lo conoscerai…**» biascicò seccata Seiko.
Sorrise soddisfatto, «**Già, finalmente…**»
«**… e finalmente parlerai anche con daddy.**»
Toccò a lui rimanere in silenzio.
Già.
Anche quello.
蝶†蝶†蝶†蝶†蝶†蝶
Aoi
Lui era terrorizzato, Kai
sull’orlo di un esaurimento nervoso e fisico… Reita era la calma e serenità
personificate.
Poteva scaricarsi su di lui?
«Rei, puoi andare più piano kso??» esplose spazientito.
Reita gli lanciò un’occhiata dallo specchietto retrovisore. «Posso
parlarti molto francamente, Aoi?»
«Se ti dico di no, fa qualche differenza?»
«Non ti spiegherei perché non rallenterò.»
Sbuffò. «Spara.»
«Ho capito che sei terrorizzato all’idea di conoscere quest’uomo, ma arrivare
in ritardo non è un buon inizio.»
Kai sbuffò, «Ha ragione, kso.»
Si erano riuniti da Reita, visto che da Hell c’era Williams-sama.
Butterfly era uscita di casa volando, praticamente.
Al posto suo era salito Kai.
Poi da Reita.
E in quel momento, sulla sua macchina per riportarla indietro, stavano
andando da Hell.
«Non ero in queste condizioni per conoscere Seison-sama…» mormorò Kai.
«Certo che no. Con lui ti sei confrontato alla pari, soldi o non soldi,
alberghi o non alberghi, e lo sapevi. Invece, con quest’uomo, non sai cosa
aspettarti. Non so se è superiore a noi in qualcosa, ragazzi, so solo che
quelle tre lo adorano… che è l’unico legame che gli resta da parte della
okaasan. So che sta lottando contro una brutta malattia. Lo tratterò con il
rispetto che secondo me merita una persona che la mia fidanzata adora. Non ho
motivo di aspettarmi qualcosa di negativo da lui. Se è qui è perché ha
sotterrato l’ascia di guerra anche con Seison-sama e lo ha fatto perché ama le
nipoti.»
Calò il silenzio.
«Non… non ci ho pensato» ammise Kai.
«Neanche io» ammise a sua volta.
«Le amiamo, siamo pazzi di quelle tre, non ci manca niente… ce la
faremo. Piantatela di rompermi i coglioni, intesi?»
Kai esplose in una fragorosa risata.
Non riuscì ad evitare di seguirlo: eccolo, il Reita che conosceva!
雷ð雷ð雷ð雷ð雷ð雷
Kai
«Ma se non gli vado bene?» ripeté per la… centoventicinquesima volta.
Alla faccia del discorsino saggio e logico del suo partner-in-crime di
qualche minuto prima.
«Sposi Thunder, non il suo ojiisan» gli rese noto Reita.
«Dai, devi solo essere il solito Kai» cercò di sollevargli il morale
Aoi.
Se si fosse deciso a riacquistare un po’ di colore, forse sarebbe stato
più convincente.
Arrivarono da Hell e Reita parcheggiò.
Amaterasu, aiutami tu.
Recuperò tutti i contenitori che aveva preparato. Aoi e Reita lo
aiutarono.
«Prevedi un reggimento a cena?» chiese ironico il suo bassista.
Quando era nervoso, cucinava.
Gli rispose con uno sbuffo.
Aveva avvisato Hell di non muovere una pentola: ci avrebbe pensato lui.
Reita usò le chiavi per aprire il portone.
Aoi gli lanciò un’occhiata sorpresa, ma non esalò fiato.
In realtà… Thunder gli aveva anticipato che Reita a volte era rimasto
lì anche senza Hell.
In ascensore non pronunciarono sillaba e, arrivati alla porta, Reita
aprì.
«Itoshii hito, siamo noi» annunciò al mondo.
Deglutì più rumorosamente del dovuto.
Reita gli liberò le mani dalle buste appena un attimo prima che Thunder
apparisse nell’ingresso e istantaneamente tutta la tensione si sciolse come
neve al Sole.
Specie quando la vide corrergli incontro e saltargli al collo.
Ok, adesso posso affrontare qualsiasi
cosa.
«Mi sei mancato…»
«Anata mo…»
«Itoshii!» la voce di Butterfly accolse Aoi.
Quando si staccò da Thunder tutte le buste erano sparite, si voltò
verso Reita, «Ma…»
«E se aspettavo te…»
Fu il primo a superare la soglia della sala.
«**Ciao amore, siamo in ritardo?**» esordì salottiero «**Buonasera, lei
deve essere Jaylen Williams. Mi chiamo Ryo Suzuki, anche se tutti mi chiamano
Reita, e sono il fidanzato di Seiko. Piacere di conoscerla.**»
«Ci ha letteralmente inceneriti sullo start» lo informò rassegnato Aoi.
«Pronto itoshii?» chiese Thunder con uno dei suoi sorrisi.
Le restituì il sorriso, «Sì.»
地獄§地獄§地獄§地獄
Reita
Fu la sorpresa nel vedere l’uomo alzarsi dalla poltrona che riuscì a
distoglierlo dalla sua ragazza… e dal particolare che si erano separati il
giorno prima quando Hell era andata all’aeroporto a prendere l’ojisan… e che
avevano rifatto l’amore dopo mesi che non la sfiorava… e che era stato bello
come la prima volta… e che avrebbe ricominciato in quel preciso momento… e…
Suzuki, concentrati su Jaylen Williams,
è lui il tuo problema adesso. Non puoi neanche fare affidamento su Kai, kso!
… la sua attenzione era un po’ ballerina.
Lo superava di almeno
quindici centimetri… il che significava che anche Uruha avrebbe dovuto
rovesciare la testa indietro per guardarlo in faccia.
Spalle larghe, vestito sportivamente, capelli ancora biondi, occhi
verdi, abbronzato, espressione sveglia e vigile.
Quanti anni avrebbe quest’uomo??
«**Piacere mio, Reita**» rispose tendendogli una mano. «**Chiamami pure
Jaylen, o Jay, e dammi del tu.**»
La fissò per qualche secondo, poi la tese a sua volta e la strinse.
«**Mh, non male come presa**» commentò Jaylen.
Entrarono Kai e Aoi con le rispettive fidanzate.
Lesse nei loro sguardi la sua stessa sorpresa. Era molto, ma molto
giovanile.
A vederlo in quel momento, non avrebbe saputo dargli un’età.
Jaylen si voltò verso di loro e li squadrò a dovere.
«**Buonasera signor Williams, mi chiamo Yutaka Uke, tutti mi chiamano
Kai… sono l’uomo che sposerà Reiko.**»
«**Yuu Shiroyama… tutti mi chiamano Aoi. Sono il fidanzato di Keiko.
Lieto di conoscerla, signor Williams.**»
«**Piacere mio ragazzi**» tese loro la mano e, Kai prima e Aoi dopo, la
strinsero. «**Come ho già detto a Reita, datemi pure del tu e chiamatemi
Jaylen, o Jay. Il tuo vero nome è quasi americano**» riprese poi rivolto a Aoi.
«**Davvero? Non me lo ha mai detto nessuno.**»
Come se fosse un complimento… Dei, Aoi è
fuori di sé… anche più del solito.
«**Vi porto il caffè ragazzi**» disse Hell lasciando la sua mano.
La seguì con lo sguardo mentre usciva dalla sala.
«**Allora nonno**» disse Thunder, «**sono come te li immaginavi?**»
chiese.
Jaylen reclinò la testa appena di lato, in un gesto che gli ricordò
puntualmente Hell.
Non riuscì a trattenere un sorriso.
«**Cosa ti fa sorridere, Reita?**»
«**Il gesto che ha appena fatto… reclinare la testa. Lo fa sempre anche
la mia ragazza.**»
Jaylen sorrise di rimando. «**E’ vero… è un gesto proprio di mia moglie
che lo ha trasferito puntualmente a Leila e passato anche a me.**» Tornò a
guardarli uno ad uno, «**Sono belli.**»
Aoi sembrò andare a sbattere contro un muro, Kai spalancò gli occhi…
lui era troppo sorpreso per fare qualsiasi cosa.
«**Temo di avere un’idea dei giapponesi piuttosto… standardizzata. Voi
tre non ci assomigliate neanche un po’. D’altra parte anche mio genero è al di
sopra della media. Vestite bene, siete curati… mi guardate in faccia, di solito
i turisti viaggiano con gli occhi incollati sull’asfalto se non devono guardare
vetrine. Avrei dovuto sapere che le mie nipoti non si accontentano facilmente.
Mi piace la tua pettinatura, Kai. Aoi è talmente bello da sembrare una donna…
anche se a guardarlo meglio ci si accorge che non lo è.**» Sorrise «**Volete
sedervi?**»
«**Niente da dire sul mio?**» chiese la sua fidanzata con il suo
solito, impareggiabile stile, rientrando con un vassoio.
«**E il primo giapponese biondo che vedo.**»
Scoppiò a ridere.
Non riuscì proprio a trattenersi.
Sentì le risate di Kai e Aoi, poi quelle delle tre ane.
Ok, è andata. Devo ricordarmi di fare un
salto al Tempio.
デザイアイー ¤ デザイアイー
Jaylen
C’era da non crederci.
Quei tre sembravano usciti da qualche copertina… ma non erano
effeminati.
Oh no.
Lo sguardo di Kai, a dispetto della dolcezza dei suoi lineamenti, era
deciso; appariva come un uomo forte, anche fisicamente, era molto magro, ma si
intuiva chiaramente che fosse muscoloso.
L’espressione di Aoi era cordiale, ma attenta.
Reita… beh, Reita aveva conquistato Seiko. Già questo, la diceva tutta.
Era stato il primo a farsi avanti, spianando la strada agli altri due.
Erano un po’ bassini… ma d’altra parte anche le sue nipoti, Seiko in
special modo, non erano esattamente delle giraffe.
Quando Reita scoppiò a ridere, quasi piegandosi su se stesso, capì
anche che aveva senso dell’umorismo ed era pronto di spirito.
Come già detto, aveva conquistato Seiko.
Presero posto per finire il caffè e i ragazzi si unirono a loro.
«**Allora, cosa fate nella vita ragazzi?**»
Sarebbero piaciuti alla sua Desirée? Sì, pensava proprio di sì.
Lei avrebbe immediatamente preso a pizzicotti le guance di Kai.
«**Sono il batterista di un gruppo rock**» rispose Kai, «**Reita è il
bassista e Aoi un chitarrista.**»
«**Nel senso che ce ne sono due?**»
«**Esattamente!**» rispose Aoi. «**Io sono il chitarrista ritmico, alla
chitarra solista c’è Uruha e alla voce, Ruki. Li conoscerai alla festa di
compleanno.**»
Annuì.
«**Il gruppo per cui lavorano Keiko e Reiko**» disse poi.
Annuirono tutti.
«**Quello che fa concerti in giro per il paese**» aggiunse tanto per
chiarire.
Altro coro di cenni di assenso.
Bene, e qui li voleva.
«**Direi che loro hanno archiviato il problema della distanza**»
riprese voltandosi verso Reita, «**tu come tendi risolverlo?**»
Reita lo fissò per qualche secondo da sopra il bordo della tazza, che
aveva vicina alle labbra.
Gli occhi di quel ragazzo avevano un taglio davvero bello.
Allontanò la tazza dalla bocca per rispondere, «**Intanto Seiko deve terminare
gli studi. Quando tornerà in pianta stabile a Tokyo, vedremo. Troveremo una
soluzione.**»
Rimase a fissarlo. «**Quindi sai che nei piani di mia nipote c’è una propria
boutique.**»
«**Sì.**»
«**E quale altra soluzione prevedi, se non quella che rinunci per
seguirti?**»
Seiko lo stava fissando sbalordita.
Ok, lo ammetteva: quella era un’imboscata in piena regola.
Il problema era che Reiko e Keiko erano praticamente sistemate… era
evidente. Lavoravano per i rispettivi fidanzati, uno quasi marito, solo nella
remota possibilità che una coppia esplodesse si sarebbero presentati problemi…
ma da come si guardavano, la possibilità era davvero remota.
Seiko, al contrario, aveva ancora parecchi punti interrogativi nel suo
cammino… e lui, come già accennato, poco tempo a disposizione.
Reita sospirò, «**Uruha e Ruki sono fidanzati con due ragazze che lavorano
come commesse. Non li seguono in tour e le loro relazioni vanno a gonfie vele. Prevedo
che tua nipote non rinuncerà a niente di quello che vuole fare. Una cosa è
stare io a Tokyo e lei a Boston, separati per mesi interi, tutt’altra è vivere
insieme… con me che posso assentarmi per periodi più o meno lunghi. Sono
profondamente convinto che la lontananza
sia anche un fattore psicologico. Saperla a Boston mi pesa… sono sicuro che le
cose miglioreranno quando tornerà a casa.**»
Bella risposta. Gli era piaciuta.
Il concetto di casa era
piuttosto soggettivo e quindi lo poteva perdonare.
«**Mi è piaciuta, questa risposta**» lo informò.
«**Per fortuna, non ne ho di migliori**» ammise quel ragazzo.
I primi a ridere furono Kai e Aoi, ma neanche lui riuscì a trattenere
una sonora risata.
Seguito dalle nipoti.
«**Sono veramente felice di conoscerla**» riprese Kai.
«**Conoscerti**» lo corresse.
Il ragazzo schioccò le dita, «**Dovrò farci l’abitudine, anche a Seison
do del lei.**»
«**Aoi è l’unico che da del tu a papà**» disse Keiko come se lo avesse
realizzato solo in quel momento.
Aoi sembrò andare a sbattere contro un muro. «**Me lo ha chiesto lui**»
mormorò.
Si trovò ad annuire, «**Sì, è abbastanza logico.**»
«**Cosa?**» chiese Reita curioso.
«**Beh… cercate di vedere le cose dal punto di vista di mio genero.
Quando Keiko ha incontrato Aoi, era ancora sconvolta dalla morte dell’ex di cui
proprio non ricordo il nome… per Seison, Aoi è stata una benedizione. Anche
Seiko mi ha detto di aver rivisto Keiko solare e felice come quasi non la
ricordava più. Tu e Kai, invece… siete i fidanzati standard delle sue bambine.
Seiko e Reiko stavano benissimo anche senza di voi.**»
«**Evviva la sincerità e la finezza eh?**» disse Reiko accigliata
«**Sto molto meglio adesso**» fece presente.
«**Ha ragione**» ammise Seiko.
«**Io poi sono andato a dirgli che non aveva niente da temere perché
non mi sarei mai interessato a lei…**» aggiunse Reita rassegnato.
«**Non avevi visto mia nipote.**»
Reita sbuffò alzando gli occhi al cielo. «**In realtà l’avevo vista in
foto**» occhiata alla fidanzata. «**Se non l’avessi già vista, probabilmente
non avrei dovuto rassicurare nessuno**» ammise poi scatenando risate.
«**Reita…**» chiamò improvvisamente Kai cauto.
«**Cosa?**»
«**Hai messo in frigorifero il contenitore verde, vero?**»
«**Veramente no.**»
Lo vide scattare in piedi, «**Accidenti! Sono gli onigiri!!!**»
Lo vide sparire fuori dalla stanza.
«**Eh, magari se mi avesse avvisato…**» borbottò Reita seguendolo con
più calma. «**Torniamo subito Jaylen.**»
Uscì anche lui.
«**Quanta roba ha portato?**» chiese Seiko rassegnata a Aoi.
«**Beh, calcola che quando è nervoso, Kai cucina…**» fu la risposta di
Aoi.
Reiko scoppiò a ridere. «**Nonno, assaggerai la cucina del mio
amore!**»
Dovette guardarla perplesso, «**Cucina?**»
«**Oh sì**» rispose Keiko, «**ed è anche bravo! Dei cinque è l’unico
autosufficiente!**»
«**Grazie amore…**» disse Aoi guardandola scherzosamente di traverso.
Si trovò a sorridere.
Leila, Desirée, sareste orgogliose di
loro.
雷ð雷ð雷ð雷ð雷ð雷
Kai
Si catapultò fuori dalla stanza correndo in soccorso dei suoi onigiri.
Arrivò in cucina e con sommo orrore vide che Reita aveva appoggiato le
buste sulla tavola fino a quando c’era stato posto, poi le aveva messe in
terra.
E ora dove sarà??
«Leader, dovrebbe essere qui dentro, aspetta…» disse Reita apparendo
dietro di lui.
Lo aveva seguito.
Nel giro di pochi secondi si trovò il contenitore fra le mani e lo mise
in frigo.
I suoi occhi incontrarono un dolce al cioccolato che immediatamente gli
fece scordare tutto il resto.
Rimase a fissarlo incantato.
«E poi non dire che la mia fidanzata non pensa a te…» commentò Reita,
«due piani più sotto c’è anche il millefoglie» aggiunse orgoglioso.
«Deve essere buonissimo…» mormorò estasiato.
«Sì, sicuramente sì… dobbiamo mettere nel frigo altra roba? Smetti di
sbavare Kai.»
Istintivamente si portò una mano alla bocca… e non stava sbavando.
La risata di Reita innescò l’istinto omicida.
«Reita… io… io… io…»
«Chiudi quel frigo se non dobbiamo metterci altro…»
«Io non ho parole…»
«Dovresti ringraziarmi.»
«E per cosa? Per aver attentato ai miei onigiri? Li ho fatti anche come
piacciono a te!!»
«E io te ne sarò grato in eterno… ma mi riferivo al fatto di averti
indirizzato sulla giusta strada per superare lo scoglio più duro della
vicenda.»
Lo guardò scettico. «Vale a dire?»
«Benvenuto nel corso di sopravvivenza a numero chiuso Come sopravvivere ad un nonno americano.»
Lo fissò stralunato per qualche secondo, poi scoppiò a ridere.
«Torniamo di là, prima che ci diano per dispersi!!»
«Mi devi un grosso favore, Leader…» lo avvisò Reita serio serio.
Oh Reita, più di uno in realtà… e non
sono finiti… ancora non te l’ho chiesto, ma chi credi che sarà il mio testimone
al matrimonio?
______________________________________________
NOTE:
La differenza è lampante, direi. Sono tornata alla solita vita.
Quando mi deciderò a diventare miliardaria, così da mollare il lavoro e
concentrarmi sui miei hobbies, sarà sempre troppo tardi. *sospira sconsolata*
cucciola81: *si asciuga la fronte* uffff… menomale… come tutti
gli esperimenti non si sa mai come va a finire!
Guren: per quello che ne so, se non
che si scrive separato… XD
Superata la consulenza grammaticale, veniamo a noi!
Al momento questa è una delle mie shots preferite! XD
*autocelebrazione*
Negli ultimi 3 gg non ho toccato word per continuare…
E’ finita la pacchia… la obaasan è tonata a lavorare *piange*
Vale: Ti va bene se da ora ti rispondo come Vale??
Sei tremenda!! XDD
Fosse per te sarebbe eterna questa ff! XD Ovviamente la cosa mi
lusinga… è anche per non deludere aspettative come le tue che ho cambiato la
“natura” delle catastrofi (da long fiction a raccolta di one shots).
Eeeeeeee ce l’abbiamo fatta!!!!! XDDDD
Allora, la versione delle ane Watanabe della Vale la trovate qui
I capelli di Hell non sono come li ho descritti, me lo ha detto subito…
ma appena ha visto questa foto le sono venute in mente Butterfly, Hell e
Thunder.
Pargoletta Mya: vedo che Reita continua imperterrito a detenere la
palma di bersaglio mobile per eccellenza… ma cosa deve fare quest’uomo per
farsi perdonare da te??? XDDD
In compenso il tuo cuoricino di panna si è sbizzarrito con Uruha… ma va
bene!
Ebbene, sì. Ho un fratello di 14 mesi più piccolo di me… ho una certa
pratica. No, non sono totalmente immaginati. Purtroppo. XDDD
Le ho provate di tutte per disfarmi di lui in tenera età, ma mia madre
mi ha sempre fermata in tempo! >.<’’
Pargoletta Shin: l’importante è che non sparisci di nuovo dal fandom.
Se per arrivare a questo traguardo è sufficiente seguire questa ff, allora
ok!!! ;)
Credo di aver portato Uruha ad uno dei picchi massimi del suo
personaggio. E’ stata la prima shot della serie che ho scritto in assoluto.
*patta Uruha*
Vediamo come andrà avanti! XD
Poi… so che amate il Giappone, qui trovate delle fantasie giapponesi
che ho pescato in giro, credo vi piaceranno almeno quanto sono piaciute a me.
XD
Potete salvarle per conto vostro e far girare il link se pensate che
possano interessare a qualcuno che conoscete.
Capitolo 5 *** 04. Seison & Jaylen - Everything To The Right Place ***
04. Seison & Jaylen - Everything To The Right Place
The Ultimate
Catastrophes 4 The GazettE
Seison & Jaylen -
Everything To The Right Place
Legenda:
レイラ= Leila in giapponese, è associato al PoV
di Seison Watanabe
3
dicembre 2009
Seison
E così il suo concetto di impossibile
aveva ricevuto l’ennesimo strattone.
L’ennesimo strappo che aveva ulteriormente allargato i confini di quel
territorio.
Quante volte Leila gli aveva detto che suo padre non avrebbe mai ceduto.
Attaccatissimo all’unica figlia, e da quando ne aveva anche lui aveva
forse cominciato ad intuire cosa fosse piombato fra capo e collo a quell’uomo,
aveva preso il suo matrimonio con lui come un’offesa.
Non aveva mai rotto i rapporti con la figlia, però aveva solo
partecipato al matrimonio, e perché la moglie lo aveva scongiurato.
Non aveva mai fatto visita alla figlia, aveva visto le nipoti quando
Leila le aveva portate a San Francisco… e senza di lui.
Lo aveva rivisto solo per i funerali e si erano appena guardati.
Era strana la vita.
Avevano perso le donne che amavano nel giro di quattro giorni.
Da quanto tempo stavano in silenzio a sorseggiare brandy, seduti su
quelle poltrone?
«**Grazie per aver accettato di venire qui**» esordì.
«**Grazie per non esserti arreso.**»
Rimase a fissarlo spiazzato.
Jaylen annuì facendo roteare lentamente il panciuto bicchiere che aveva
in mano, fissando il liquido ambrato che conteneva.
«**Credo fermamente che mia figlia sia stata felice. Non avrei
scommesso un centesimo sul vostro matrimonio, Seison, non è un mistero. Ero
convinto che mia figlia sarebbe tornata a casa in lacrime nel giro di un anno.
Troppo diversi. Mi sbagliavo. E non avrei potuto sbagliarmi più clamorosamente.**»
Rimase in rispettoso silenzio, vuoi per lo shock, vuoi perché non aveva
finito.
Era evidente: Jaylen Williams aveva appena cominciato.
… e ha quasi trent’anni di arretrato.
デザイアイー¤デザイアイー
Jaylen
Desirée glielo aveva sempre detto: invecchiando
ti addolcirai, testone.
Si era addolcito? O aveva semplicemente ceduto alla logica di ferro di
Seiko?
Beh… la sensazione però era bella.
Stava facendo la cosa giusta.
I conti andavano saldati.
«**Grazie per aver
accettato di venire qui**» esordì Seison all’improvviso.
Strano che il
silenzio non fosse stato fastidioso, fino a quel momento.
«**Grazie per non
esserti arreso.**»
L’espressione di
Seison si fece sorpresa.
Gli annuì concentrandosi
sul brandy che faceva roteare dentro il bicchiere per organizzare le idee.
«**Credo fermamente
che mia figlia sia stata felice. Non avrei scommesso un centesimo nel vostro
matrimonio, Seison, non è un mistero. Ero convinto che mia figlia sarebbe
tornata a casa in lacrime nel giro di un anno. Troppo diversi. Mi sbagliavo. E
non avrei potuto sbagliarmi più clamorosamente.**»
Seison rimase in silenzio.
«**Ho un solo rimpianto: non averlo ammesso prima. Non avere avuto la
possibilità di sedere su questa poltrona con Leila e Desirée in questa stanza
con noi. Devo esserti sembrato un idiota testardo ed irrazionale.**»
Seison scosse la testa, «**Non scordare che anche io ho tre figlie
adesso. Nel momento stesso in cui è nata Keiko ti ho visto sotto un’altra
prospettiva.**»
«**Mi congratulo con te per come le hai tirate su. Ti giuro… dopo la
morte di Desirée e Leila è passato un periodo che solo pensare a Seiko, Keiko e Reiko mi faceva esplodere il cervello. Ho ricominciato
a vivere quando è squillato il telefono di casa e dall’altra parte c’era Seiko.
Nonno, sono a Boston per studiare, ci
vediamo, vero?**» Rise al ricordo «**Non ti so spiegare… è come se il
sangue avesse improvvisamente ricominciato a scorrere dopo un fermo
immagine.**»
«**Oh, in quel momento poi… ho finalmente capito**» ammise Seison.
«**Io e Seiko non ci siamo mai presi così violentemente come quando mi disse
che aveva intenzione di andare a studiare in America.**»
Annuì. «**Me ne ha parlato.**»
«**Già. Se ci penso adesso sono stato veramente cieco ed egoista. Sono
arrivato a dirle che non poteva andarsene e lasciare le sue sorelle a se
stesse. Poche volte in vita mia, mia figlia mi ha rigirato in quella maniera.
Mi si è scagliata contro… ogni parola era uno schiaffo. Lei non poteva fare da
madre alle sorelle maggiori, lei non poteva riempire un vuoto che era anche
suo. Quel giorno mi si sono aperti gli occhi, Jaylen. Avevo… abbandonato le mie figlie con la morte
di Leila. Sì, le vedevo, stavo con loro… ma tutto il fardello emozionale, tutto
il dolore, era sulle spalle di Seiko… e Seiko è scappata. Mi disse che per permettere
a Keiko e Reiko di ricominciare a camminare sulle loro gambe, prima dovevano
cadere. Stavano ricostruendo le loro vite su delle fondamenta sbagliate, doveva
distruggerle prima che si stabilissero. Quel giorno ho anche capito che la
ragazzina di diciassette anni che era mia figlia era stata cremata insieme al
corpo della madre… quella che avevo davanti era una giovane donna imprigionata
in una gabbia di dolore.**»
«**Poi Reiko è andata a Londra.**»
«**Esatto. La mia famiglia stava andando in pezzi. Mi sono detto Le sto perdendo una ad una. Senza
contare che Keiko era ancora legata al ricordo di Suketsune…**»
Non riuscì a trattenersi, schioccò le dita, «**Ah, ecco come si chiamava
l’ex fidanzato di Keiko!**»
Seison scoppiò a ridere, «**Molto francamente: non è richiesto che tu
lo ricordi!**»
«**Grazie!**»
«**Per fortuna mi sbagliavo clamorosamente anche io! A questo punto, è
storia recente. Lo scorso novembre Keiko ha conosciuto Aoi. Fra l’altro ho
saputo di lui dalla migliore amica di mia madre che li ha incrociati ad una
festa!! Keiko è rinata… anche se la storia è nata in maniera un po’ strana.**»
Annuì, «**Seiko mi ha detto anche questo. Aveva una mazza pronta per
Aoi.**»
«**Me lo immagino!!**»
«**Per te Aoi è… particolare, vero?**»
«**Sì, mentirei se ti dicessi il contrario. Non… non riesco a vederlo
come un semplice fidanzato… ha restituito a Keiko la fiducia di cui aveva bisogno,
dandole una sicurezza che, a questi livelli, non ha mai avuto.**» Lo vide
bloccarsi, «**Come fai a saperlo?**» chiese perplesso.
«**E’ l’unico della triade che ti da del tu.**»
«**Ah, ecco**» sospirò. «**Pensavo che le cose andassero finalmente
bene… Reiko tornava a Tokyo, pronta a gettare le basi per una nuova vita; Keiko
era felicemente fidanzata e faceva il lavoro che aveva sempre sognato; Seiko si
trovava bene all’università e sembrava senza neanche sforzarsi tanto. Tu credi
che si sviluppi un certo… sesto senso con i figli?**»
«**Sì. Specie se si tratta di figlie e sei il padre.**»
«**Ci siamo capiti. Quel sesto senso mi ha fatto fare ricerche sui The
GazettE all’avvicinarsi del rientro di Reiko. Tutti fidanzati, tranne uno:
Reita. Quindi è su di lui che mi sono concentrato. Pochi giorni prima del
rientro a Tokyo, Reiko mi chiama chiedendomi se sapevo qualcosa riguardo i The
GazettE…**»
Scoppiò a ridere, «**Preciso…**»
«**Un autentico concerto di campanellini d’allarme. Aveva ricevuto una
proposta di lavoro. Ho cercato di dirottarla altrove, ma non c’è stato verso.
Avevo ragione: tempo un mese, neanche, e Kai è diventato il suo ragazzo,
scaricando l’allora fidanzata. E non esattamente in quest’ordine.**»
«**Seiko mi ha detto anche questo. E tu ti preoccupavi di Reita…**»
«**Ho sbagliato di poco!! Diciamo che ho avuto un presentimento a lunga
scadenza! Chi è il fidanzato di Seiko?**» s’informò retoricamente.
Rise di nuovo.
Era giustizia divina, quella!
Sapeva la storia dal punto di vista di Seiko, ma quello di Seison lo
capiva meglio!!
Era un uomo dalle mille risorse, forse neanche le figlie immaginavano
di cosa fosse capace nei panni del padre.
«**Quindi, a quel punto mi ero già giocato due figlie su tre… e l’unico
single del gruppo era ancora in ballo! A marzo non ce l’ho fatta più, mancavano
due mesi al rientro di Seiko, e ho preso come pretesto un viaggio per piombare
ad un concerto. Ho rivisto Aoi, ho conosciuto Kai, Ruki, Uruha… e Reita. In
realtà lui è stato il primo. Appena l’ho visto ho pensato Ecco il terzo!**»
レイラ ♥ レイラ ♥
レイラ
Seison
Jaylen ricominciò a ridere, le lacrime agli occhi, «**Non sai quante
volte ho fatto una cosa del genere con Leila!**» ammise «**Una volta piombai
nel bel mezzo di una festa perché Leila era uscita di casa accompagnata da un
compagno di classe che io non avevo visto!!
Non ti dico quante me ne ha dette mia moglie!**»
Lo seguì nella risata.
«**E poi?**» riprese Jaylen «**Seiko sa ciò che le hanno raccontato le
sorelle su questo episodio, voglio ascoltare la versione originale.**»
Annuì, «**Beh, alla mia domanda se era single, mi sono sentito
rispondere che non solo lo era, ma era anche intenzionato a rimanere tale. Non cercava legami, ergo potevo stare tranquillo.
Mi sono sentito morire. Tu cosa
avresti fatto al posto mio?**»
«**Gli avrei chiesto se aveva già visto Seiko.**»
«**E-sat-ta-men-te quello che ho fatto io. La risposta fu: in foto.**»
«**Ohi.**»
«**Atroce dolore**» convenne. «**Non ho bisogno che qualcuno mi dica
che le mie figlie sono bellissime, Jaylen: ho due occhi anche io. Due ore prima
di incontrarlo avevo sentito Seiko che mi aveva avvisato che quei ragazzi, a
causa di un cambiamento improvviso di programma, sarebbero partiti per un tour
a luglio invece che a settembre. Era praticamente tacito che Seiko avrebbe
seguito le sorelle… come potevo impedirlo?**»
Jaylen annuì comprensivo.
Finalmente qualcuno che capiva la sua lingua.
«**Quindi mi sono affidato alla sorte.**» Si bloccò, «**Beh, fino ad un
certo punto, se devo essere totalmente sincero…**»
Jaylen si fece attento, «**Cioè?**»
«**Beh, da padre a padre, intesi? Non ti scappi detto con nessuno…
specie con le tue nipoti.**»
«**Da padre a padre**» affermò Jaylen.
Vide il suo bicchiere quasi vuoto e gli fece segno di versare altro
brandy, Jaylen accettò tendendogli il bicchiere.
Lo ringraziò con un impercettibile gesto del bicchiere.
«**Tu sei piombato nel bel mezzo di una festa, io ho trovato il modo di
farmi invitare al compleanno di Reita… e da Reita in persona.**»
Jaylen lo fissò a bocca aperta. «**Complimenti, Seison**» disse
evidentemente colpito.
«**A mali estremi, estremi rimedi. Sin da quella prima rassicurazione
ho riconosciuto il preludio alla scalata agli specchi che io stesso avevo fatto
con tua figlia.**»
Jaylen annuì divertito, «**Sì, rammento i commenti iniziali di Leila
riguardo quel pallone gonfiato arrivato
dal Giappone che pensa di saperne più di me sulle auto da corsa solo perché è
più vecchio di otto anni…**»
Scoppiarono entrambi a ridere.
«**Presente!!**» ammise sollevando una mano.
Leila lo aveva sempre preso in giro per quella cosa, dicendo che il suo
fascino ci aveva messo il suo tempo a fare presa su di lei.
«**Quindi, come sei riuscito nell’impresa?**»
«**Beh, ho anticipato una riunione di lavoro spostandola per di più
nell’albergo che sapevo le mie figlie avevano scelto per organizzare la festa.
Mi sono fatto vedere dalle persone giuste e Reita stesso è venuto a cercarmi
per portarmi nel salone.**» Si rannuvolò quando un ricordo poco piacevole fece
capolino, «**Appena in tempo, fra l’altro: un cretino stava cercando di
abbordare Seiko!**»
«**Parassiti**» sentenziò Jaylen schifato.
«**L’hai detto! Ho anche saputo che mia figlia aveva fatto una specie
di… di balletto per il festeggiato. Non è mai voluta scendere in particolari.**»
«**Di male in peggio**» ammise comprensivo Jaylen.
«**Da lì, è stata una discesa libera! Quando li ho rivisti insieme dopo
appena un mese, alla pista per la
prova di una moto, c’è stato il colpo di grazia: Uruha, il migliore amico di
Reita, stava facendo le veci di mio padre nella storia.**»
Jaylen si portò una mano sugli occhi, «**Oh mamma…**» mormorò.
«**Solo contro il mondo, credimi. Anche mia madre ha preso subito in
simpatia Reita. Seiko sembrava tutto sommato abbastanza neutra. Sembrava, appunto. Alla fine si è visto
come è andata.**»
«**Cosa ne pensi di Reita?**» chiese improvvisamente Jaylen «**A
prescindere che è l’uomo che Seiko ha scelto**».
«**E’ un uomo che ha scelto di realizzare un sogno e ci è riuscito. E’
deciso, determinato… e se ti fosse sfuggito, innamorato perso di Seiko. Ha
lottato per mesi, glielo riconosco, ma alla fine non solo ha ceduto, ma lo ha
fatto alla grande. Quando l’ho
rivisto dopo l’annuncio che si erano messi insieme, non riuscivo a credere ai
miei stessi occhi. Anche se i piccioncini ufficiali sono Reiko e Kai, Reita sta
recuperando velocemente.**»
Jaylen rise divertito, «**Sì, mi è arrivato qualche velato accenno alla cosa…**» ammise.
«**Immagino che Reiko te lo abbia già detto, ma adesso non hai scuse
per disertare il suo matrimonio.**»
L’espressione di Jaylen cambiò.
«**Seison, è un uomo morto che ti parla.**»
Rimase a bocca aperta.
«**Ascoltami bene**» riprese pacato, «**lo dico a te per avere un punto
fermo. Neanche Seiko lo sa. Il tumore è tornato alla carica.**»
«**Ma… ma l’operazione…**» farfugliò senza fiato.
«**L’operazione è andata bene e mi ha ripulito, ma adesso è tornato. Sono cose che non estirpi con facilità. Non me la
sento di tornare sotto i ferri, Seison. Ho quasi settantasette anni, voglio
vivere quello che mi resta il meglio possibile… non bloccato a letto o
attaccato ad una macchina.**»
«**Da quanto lo sai?**»
Profondo respiro, «**Luglio.**» Lo vide sorridere tristemente, «**Credo
veramente che sia la volontà di Seiko a tenermi in vita, Seison. Io non dovevo
arrivare vivo neanche a questo momento.
Ho la certezza che non arriverò a
giugno. Certo non sulle mie gambe… e voglio una morte dignitosa. Il massimo
sarebbe addormentarmi e non svegliarmi più… ma il tumore raramente concede
questa grazia.**»
Lo stava guardando a bocca parta, ne era cosciente, ma non riusciva a
muoversi.
デザイアイー¤デザイアイー
Jaylen
Seison rimase a bocca aperta per una manciata di secondi, poi lo vide
deglutire, «**Lo dirai alle ragazze, vero?**»
«**Io veramente…**»
«**Era una domanda retorica, Jaylen.**»
Eccolo, l’uomo di cui si era innamorata la sua Leila. L’uomo per il quale
aveva abbandonato San Francisco per trovare un paese straniero, una lingua
complicata e tradizioni completamente differenti da quelle che avevano plasmato
la sua crescita.
Al suo silenzio, riprese. «**Quando riparti**?»
Sorrise divertito, «**Seiko mi ha convinto a ripartire con lei. Fra
quattro giorni.**»
«**Che programmi hai per Natale?**»
«**Mah**» scosse le spalle, «**non lo so. Tornare a San Francisco e
passarlo con qualche amico. Credo che Seiko torni qui.**»
Seison stava annuendo. «**E se restassi qui fino a gennaio?**»
«**Eh? Ma a fare cosa Seison, per favore.**»
«**Per stare con le tue nipoti… e la tua famiglia. Sei sempre il padre
di mia moglie e, detesto sottolineare l’ovvio, ma della tua famiglia non ti
restiamo che noi.**» Scosse le spalle, «**Due viaggi intercontinentali in un
mese sono impensabili nelle tue condizioni, me ne rendo conto. Sei già qui,
restaci. Seiko riparte per Boston, partecipa alle poche lezioni che restano
prima delle vacanze di Natale, e verso il venti ritorna qui.**»
«**Sai cosa è il Natale, Seison?**» chiese improvvisamente divertito.
La cosa lo tentava… ed era follia.
«**Ci potresti fare un corso intensivo. Sicuro non cambierò religione…
ma tu potresti veramente dire Non mi sono
fatto mancare niente, alla fine. Ti farò conoscere la Tokyo che ha accolto
tua figlia. Pensa a quanto sarebbero felici Reiko e Keiko.**»
Eccome, se lo tentava.
«**Fammici pensare.**»
«**Sempre meglio di un no. Hai fino a domani sera, Jaylen… potresti fare
un regalo di compleanno a Seiko che lei neanche immagina di poter ricevere.**»
Si trovò ad annuire fissando il liquido ambrato.
Se ci pensava non avrebbe neanche dovuto bere.
Il medico lo aveva sconsigliato di fare un viaggio come quello.
Sarebbe già dovuto essere morto, maledizione.
Al diavolo, mi resta così poco.
«**Mi hai convinto, Seison. Resto.**»
«**Bene, e resterai qui con me,
se le mie figlie ti vogliono vedere, dovranno venire qui!**»
Tesero i bicchieri fino a farli tintinnare.
«**Quando hanno detto che le donne ne sanno una più del diavolo, non
avevano visto un padre in azione**» convenne.
«**Immagino sia un complimento…**» commentò Seison comicamente
perplesso.
«**Lo è. A costo di ripetermi: grazie per non esserti arreso, Seison.
La mia Desirée aveva ragione quando mi ripeteva che alla fine tutto torna al
posto giusto.**»
I due bicchieri tintinnarono ancora.
«**Dimmi adesso, come sta tua madre?**» riprese.
L’espressione di Seison cambiò. «**Direi bene. E’ una specie di
miracolo. Qualche mese fa ci ha fatto prendere un colpo con i risultati delle
analisi, è stato in quel momento che l’ho convinta a trasferirsi qui con me… ma
adesso tutti i valori sono tornati normali.**» Lo fissò con attenzione, «**Cosa
sai riguardo la questione?**»
«**Io e Seiko abbiamo parlato solo di questo per i primi tre giorni a
Boston. So tutto quello che ho bisogno di sapere, Seison. Tua madre è una donna
forte… Desirée me lo ha sempre detto che Misato non gliela raccontava giusta… e
mi parlava da nonna, non da donna o madre. Tornò a casa dopo il compleanno
di Seiko… sai, quello dopo l’infezione al sangue…**»
L’espressione di Seison si fece sbigottita.
«**… inferocita come una mandria di bufali presi a fucilate**» riprese.
«**Lasciava scie di fuoco al suo passaggio, non scherzo… e mi disse che non
capiva come mai un uomo come te non
si impuntava su una questione vitale come le figlie. Se avesse sentito il resoconto
di Seiko, le si sarebbero schiarite le idee. Non c’è bisogno di aggiungere
altro… sono felice che anche lei possa godersi le nipoti. Spero lo possa fare
il più a lungo possibile. Se lo merita.**»
Seison annuì, poi si alzò improvvisamente, «**Prima che mi passi di
mente… ho una sorpresa per te.**»
«**Una sorpresa?**» chiese perplesso.
Lo vide avvicinarsi alla scrivania e prendere qualcosa da un cassetto.
Sollevò un… ad occhio e croce, un cd o un dvd.
«**Me lo hai ricordato proprio tu. Non indovinerai mai di cosa si
stratta… io stesso ho stentato a crederci. Non hai sonno, vero?**»
«**Anche se lo avessi avuto, mi hai svegliato.**»
Seison si avvicinò alla televisione, inserì il dischetto nel lettore e…
«**E’ stato Aoi ad avere l’idea di riversarlo in dvd. C’è anche l’opzione dei
sottotitoli giapponesi e inglesi… visto che è parlato anche lo svedese.**»
Gli rivolse un’occhiata a dir poco basita. «**Cosa?**»
«**I tecnici che lavorano per quei ragazzi sono autentici maghi e Aoi
ha fatto le cose in grande. E’ stato proprio lui a trovare a casa di Keiko la
VHS… e anche se mia madre non lo ammetterà mai, è stata lei a portarla lì… per
farla trovare.**»
Quando sullo schermo apparvero le prime immagini lì per lì non capì di
cosa si trattasse… ma quando vide apparire fra le braccia di Seison quella
creaturina vestita di viola, il suo cuore perse un colpo.
Avrebbe riconosciuto quegli occhi
anche se fosse stato cieco.
Si portò una mano davanti alla bocca, incredulo.
«**Se sentissi il bisogno di piangere, fammi il favore di farlo**»
disse Seison, «**io le mie lacrime le ho già versate.**»
Quando la sua Leila entrò nell’inquadratura parlando speditamente il
giapponese, le lacrime non persero tempo a chiedere il permesso.
«**Credo che… i sottotitoli li guarderò dopo…**» mormorò.
Improvvisamente, Leila cominciò a parlare in americano… e quello che
disse, gli aprì una voragine in mezzo al cuore.
Leila: **Mamma, vieni a ballare con noi!!!**
Desirée: **Leila, hai trovato il modo di far
sporcare le bambine prima della festa.**
Seiko: **Nonna, ti prego… sembri la nonna Misato.**
Desirée (con espressione terrorizzata): **Vacci
piano con le offese signorina!!**
(Risate.)
(Seiko si separa dalle ane e si avvicina alla nonna
materna tendendo le braccine verso di lei, che la prende in collo.)
Seiko: **Ti voglio bene nonna.**
Desirée: **Io di più.**
Seiko (ridendo): **Non è possibile!**
Desirée: **No?? Sono più grande, io contengo più
bene di te!**
Seiko: **Ma io sono concentrata!!!!**
Seison (ridendo): **Scordati di avere la meglio con
lei, Desirée!**
Desirée (ridendo): **La mia nipotina farà strada nella
vita! Ah, a proposito! Reiko!**
Reiko (smettendo di ballare): **Sì nonna?**
Desirée: **Dov’è la tua macchina fotografica? Nonno
Jaylen mi ha detto che vedrà solo le foto che farai tu!!**
Reiko (battendosi una manina contro la fronte): **Oh
accidenti, mi sono dimenticata! Vado a prenderla!! Daddy, mi aiuti a caricarla,
vero??**
Seison: **Sicuro!**
(Reiko esce dall’inquadratura correndo.)
Accettò senza guardarlo il fazzoletto che gli passò Seison, incapace di
staccare gli occhi da quello schermo.
Questo è l’ennesimo miracolo al tramonto della mia
vita.
______________________________________________
NOTE:
Pargoletta Mya: eeeehhhh beh, era addirittura ovvio che il testimone
fosse il pinguino.
Mi è sembrato così naturale che non pensavo fosse una sorpresa XD
Per quanto riguarda le ane Watanabe… convinci tuo marito/gemella a fare
un disegno (mica lo chiede a lei, troppo facile…) di come le immaginate…
*l’abbraccia* watashi mo ti voglio bene.
Spero la scuola sia iniziata bene.
TheResurrection: ben ritrovata! XD E dico così perché ho letto la tua
ultima recensione al The Beginning!
Spero anche io di averti acquisita in pianta stabile! XD
Capitolo 6 *** 05. Reita & Hell - The Most Important Birthday ***
05. Reita & Hell - The Most Important Birthday
The Ultimate
Catastrophes 4 The GazettE
Reita & Hell - The
Most Important Birthday
4 dicembre 2009
Hell
Lo specchio le rese l’immagine di una appena ventenne felice ed agitata.
Aspettavano solo lei per iniziare la festa.
Daddy non aveva sentito storie: avrebbe festeggiato il suo ventesimo
compleanno nella casa dove era cresciuta.
Nel pomeriggio sarebbero stati presenti anche i parenti, per la cena,
sarebbero rimasti gli intimi.
Fino a quel momento era andato tutto bene.
Tutto.
Ojiisan Jaylen aveva incontrato Reita, Aoi e Kai e l’incontro era stato
a dir poco esilarante.
Era ormai certificato che si fosse messa con un fenomeno.
Si era resa conto che lei e il suo fidanzato dovevano parlare di molte
cose.
Gli era sfuggita di bocca una frase che l’aveva paralizzata: una cosa è stare io a Tokyo e lei a Boston,
separati per mesi interi, tutt’altra è vivere insieme.
Insieme.
Per tutti i Kami-gami, aveva deciso qualcosa
e si era scordato di avvisarla?
Forse per lui insieme
equivaleva a nella stessa città… però…
Non aveva avuto il coraggio di riprendere l’argomento… non con così pochi
giorni da passare insieme… ma…
Scosse la testa.
Non doveva pensarci in quel
momento.
Dulcis in fundo, la sera prima daddy era passato da lei per prelevare
il suocero, perché ojiisan sarebbe stato il
suocero fino alla fine dei giorni di daddy, e portarlo lì… si era praticamente
trasferito, così avevano passato la serata soli loro due.
Perché sapeva che obaasan Misato si era ritirata per lasciare i due
uomini a fronteggiarsi.
Dovevano aver parlato a lungo. Ancora non sapeva esattamente con quali
risultati, ma dalle espressioni che aveva trovato al suo arrivo lì per
prepararsi alla festa… doveva essere andata bene.
Ovviamente, si era trovata Reita nel letto nel giro di una telefonata e
un viaggio in moto.
Con lui aveva cominciato a festeggiare appena superata la mezzanotte.
Non poteva lamentarsi… anzi.
Sorrise sfiorando il corsetto di pizzo elasticizzato bianco. Era
soddisfatta di quella creazione.
Aveva accontentato il suo fidanzato… Reita era rimasto incantato quando,
mesi prima, lo aveva visto sul manichino e le aveva chiesto di indossarlo… non
solo, si era anche impegnato a convincerla… e Reita che si impegnava per
ottenere qualcosa da lei… a suon di attenzioni, coccole, dolcezza…
Sperava di essersi messa con un uomo dalle infinite pretese: cedere
sarebbe stato molto piacevole.
Si guardò attentamente, sfiorando i capelli tenuti in una soffice
acconciatura da un ragno di pizzo bianco trattenuto da pettinini di madreperla…
regalo di obaasan Misato. Erano stupendi.
Ok, poteva andare.
Un lieve bussare alla porta la bloccò.
«Chi è?»
«Io» rispose Reita.
«Sei venuto a controllare che abbia indossato proprio il completo
bianco??» chiese divertita.
«Veramente sono venuto a darti subito il mio regalo, così puoi
indossarlo insieme al completo
bianco!»
Corse ad aprire ridendo e spalancò la porta.
Reita, anche lui vestito di bianco, la fissò concentrato. «Wow…»
«Anata mo non sei male…» concesse.
Lo vide entrare ed indietreggiò per fargli spazio.
Reita chiuse la porta alle spalle e nelle sue mani apparve una scatola
tonda piuttosto alta. «Otanjobi omedeto itoshii hito.»
Rimase a fissare la scatola incantata.
«Non esplode se la apri» sembrò prometterle il suo fidanzato.
Rise di nuovo e l’aprì.
Rimase a bocca aperta.
«Ma… ma… Reita…»
«Ho fatto diventare pazzo il gioielliere… sei sicura di non essertela
inventata di sana pianta la catena modello ragno? Lui non l’aveva mai sentita
nominare!»
Lo fissò per qualche secondo. «L’unico gioielliere che non la conosceva.»
«Sì, certo…»
Effettivamente la catena era uguale a quella di Blackie e terminava con
un bellissimo ragno bianco, tempestato di piccole pietre viola, grosso quanto
un medaglione.
Reita prese la collana barattandola con un bacio e la aggirò.
«Itoshii, è bellissima…» mormorò.
«Se non puoi combattere contro il tuo nemico, unisciti a lui.»
Scoppiò a ridere mentre il ragno le si posava al centro del seno,
«Questa è saggezza, Suzuki!» riconobbe.
Le agganciò la collana, la orientò verso lo specchio e rimase a
fissarla da sopra la sua spalla. «Ti sta bene.»
«E’ bellissima…» mormorò sfiorandola con le dita.
«Me lo merito un bacio?»
Si voltò verso di lui e si incollò alla sua bocca. «Arigatou…»
Reita la strinse in un abbraccio e poi affondò il viso contro il suo
collo, «Su, ti porto alla tua festa…» mormorò staccandosi da lei dopo qualche
secondo.
Tornò a baciarlo con dolcezza.
Uscirono mano nella mano da quella camera.
地獄§地獄§地獄§地獄
Reita
Se lo era sognato la notte, quel completo… ma vederlo addosso a lei,
era tutt’altra storia.
Dei… era bellissima.
Sciolse la mano dalla sua e le porse cavallerescamente il braccio.
Hell accettò il gesto con un sorriso soddisfatto.
Scesero lo scalone in silenzio.
Gli invitati li stavano aspettando nel salone ormai universalmente
conosciuto come salone del Daddy Cool.
La fece entrare per prima e si alzò un coro di auguri.
Shinsui aveva la telecamera accesa, come promesso.
Si sarebbero dati il cambio dietro quell’apparecchio.
La sua fidanzata fu circondata dalle oneesan e da Seison-sama in
primis, lui si affiancò ad obaasan Sakue, attendendo che l’ondata di accoglienza
si placasse.
Sorrise vedendo l’abbraccio perfettamente ad incastro fra Hell e Ruki e
quello fra Hell e Uruha, che la sollevò di venti centimetri da terra.
I parenti di Hell si erano rassegnati a restare in disparte, aspettando
che i giovani si fossero sfogati.
Auguri.
Inutile aggiungere che il commento aveva illuminato Aoi d’immenso.
Jaylen-sama si materializzò accanto a lui. «**Reita?**»
«**Jaylen…**» lo salutò con un gesto della testa.
«**Te lo dico in anticipo, Aoi e Kai lo sanno di già, sarà una sorpresa
per le mie nipoti. Ho deciso di rimanere qui fino alla fine dell’anno. Tornerò
a Boston con Seiko dopo l’ultimo dell’anno.**»
Rimase a bocca aperta, «**Ma… ma… è fantastico! Non credo ci sarà regalo
più bello per Seiko!**»
Si sistemò accanto a lui, braccia conserte. «**Mi sento una specie di
animaletto in esposizione, ma dovevo aspettarmelo. Spero che fra qualche giorno
passi e diventi parte del tutto.**»
«**Sono sicuro che sarà così. Grazie Jaylen. Facendo felici le tue
nipoti, rendi felici anche noi.**»
Jaylen sorrise e gli appoggiò una mano sulla spalla, «**Lo stesso vale
per te, Kai e Aoi. Non hai idea di quanto sia soddisfatto io, nel vedere Seiko,
Keiko e Reiko finalmente felici.**»
«**Jaylen, hai ufficialmente accolto questi baldi giovani in
famiglia?**»
Si voltarono verso la voce di Shinsui e si trovarono a guardare dentro
l’obiettivo della telecamera.
«**Ah beh… se vanno bene alle mie nipoti e a Seison, perché non dovrei?
Volevo ringraziarti per avermi fatto una copia di quel dvd, Shinsui. Non avrei
mai neanche osato sognare di rivedere Leila e Desirée muoversi e parlare.**»
«**Aoi ha avuto la brillante idea di riversare la VHS. L’ha affidata ai
tecnici che si occupano delle riprese del gruppo… che hanno fatto un lavoro
incredibile.**»
«**Oh lo so, lui l’ho già ringraziato.**» Lo vide cercare con lo
sguardo la nipote festeggiata, «**Questo è uno dei giorni più belli della mia
vita.**»
«**Sono orgoglioso di farne parte**» lo informò cercando a sua volta con
lo sguardo la sua fidanzata.
«Oji, ti do il cambio!» disse Thunder apparendo accanto a Shinsui.
«Ottimo, così vado a festeggiare la mia oi!!»
La telecamera passò di mano, «**Nonno, come stai?**»
«**Divinamente nipote.**»
«**Ci pensi? Da oggi anche Seiko è legalmente responsabile delle sue
azioni!**» continuò allegra Thunder.
Lui scoppiò a ridere, Jaylen scosse la testa con un sorriso, «**Per me
sarà maggiorenne a ventuno anni.**»
Apparve Butterfly che si allacciò alla vita di Jaylen, «**Ti guardo e
ancora non ci credo…**» mormorò.
Jaylen le cinse le spalle con un braccio e le posò un bacio sulla
testa.
Sembrava inglobare la nipote, era altissimo.
«**Aoi mi ha detto della copia del dvd. Se lo guardassimo insieme così
ti traduciamo le parti in giapponese e in svedese?**» chiese Butterfly.
«**Piccola mia, lo ha già fatto tuo padre, non ho resistito alla
tentazione di vederlo subito, ma possiamo rivederlo insieme.**»
«**Affare fatto!!**»
«**Tesoro…?**» la voce di Kai fu seguita dal Leader in persona… che si
bloccò quando vide la fidanzata dietro la telecamera «**Ah, tocca a te
riprendere con la telecamera… niente, allora le foto le faccio io.**»
«**Che cosa??**» esplose Thunder con un sorriso immenso «**Ricordi i
nostri accordi amore?? Io non suono la batteria e tu non fai fotografie!**»
«**Mi sembrava un’emergenza…**» fece presente Kai con un sorriso.
Thunder si guardò velocemente intorno, «**Ryo, ti offri volontario?**»
«**Sicuro…**»
Si affiancò a Thunder e prese la telecamera, mentre la ragazza passò
dall’altra parte dell’obbiettivo e, dopo il rituale bacio al fidanzato, sparì.
«**Non la segui?**» chiese vagamente retorico a Kai.
Si guadagnò un’occhiata di traverso, per niente addolcita
dall’obbiettivo, «**Sei incorreggibile, Ryo, neanche il fidanzamento ti ha
addolcito.**»
«**Non è richiesto che mi debba addolcire con voi**» fece presente. «**Ti garantisco che con chi di dovere
sono diventato un gattino.**»
«Ha anche l’audio, quella telecamera, vero??» esplose gioiosa la voce
del suo migliore amico «Questa affermazione mi serve assolutamente in formato MP3 di eccellente qualità!!» aggiunse.
Kai scoppiò a ridere.
Spostò l’obbiettivo su Uruha, «**Sentivo la tua mancanza.**»
Uruha rimase un attimo sorpreso dal sentirlo parlare in americano, ma
si riprese in fretta, «**Immagino…**»
Si guardò un attimo intorno ed inquadrò Jaylen, «**Le chiedo scusa…**»
All’occhiata dell’interessato si portò una mano sulla bocca, «**Ti chiedo scusa!!!**» si corresse
precipitosamente «**Devo entrare nell’ordine di idee di parlare in
americano!!**»
«**Non preoccuparti… Urupon, giusto?**»
Uruha annuì felice, «**Ti stai divertendo?**»
«**Come non mi succedeva da anni, grazie per interessarti a me.**»
Uruha fece un gesto con la mano, «**E’ il minimo. Ti porto Bon Bon così
dai l’annuncio?**» si offrì poi entusiasta.
Butterfly lo guardò perplessa.
«**Pensi di riuscire a liberarla?**» chiese incuriosito Jaylen.
«**Dall’alto del mio metro e settantasette non ho rivali da queste
parti!!**» Lo squadrò, «**Giusto tu potresti darmi qualche problema…**»
Jaylen scoppiò a ridere mentre Uruha partì quasi di corsa.
«**Che tipo!!**» esclamò divertito.
«**Nonno, che annuncio devi dare?**» chiese Butterfly ancora saldamente
ancorata a lui.
«**Aspettiamo le tue sorelle.**»
Butterfly annuì felice e si appoggiò a lui.
Comparve Thunder con la macchina fotografica e, per prima cosa,
immortalò la oneesan e l’ojiisan.
«**Nonno, lo sai che sei bellissimo??**» chiese poi.
«**Era un bel po’ di tempo che nessuna me lo diceva, grazie Reiko!**»
«**Hai gli occhi della mamma…**» mormorò Butterfly.
«**Già… ho sperato fino all’ultimo che Leila riprendesse il colore
meraviglioso di vostra nonna… per fortuna ci ha pensato Seiko.**»
Io non sarò mai abbastanza grato a
quella donna.
Butterfly alzò lo sguardo su di lui, rovesciando la testa indietro fino
a quanto le fu possibile, «**Anche l’azzurro è bellissimo!**»
Jaylen le accarezzò una guancia, «**Io mi sono innamorato anche degli occhi di tua nonna, per me
non ci sono paragoni**» spiegò semplicemente.
Butterfly sorrise e tornò a stringerlo.
In quel momento apparve Uruha, con Hell che lo precedeva. «**Fare la
guardia del corpo è un lavoraccio!**» li informò.
Scoppiarono a ridere tutti.
Almeno chi capiva l’americano.
Aoi apparve accanto a Uruha.
«**Nonno, Urupon mi ha parlato di una sorpresa?**» chiese Hell
perplessa.
«**Sì, un regalo per te e le tue sorelle… almeno spero.**»
«**Di che si tratta??**» chiese Thunder sbalordita.
Kai con un gesto fluido le tolse di mano la macchina fotografica.
Sorrise, il Leader pensava proprio a tutto.
Thunder guardò un attimo confusa Kai, poi tornò a guardare Jaylen.
«**Beh, bambine mie, la situazione si può riassumere così: Seiko torna
a Boston da sola per finire le lezioni che mancano prima della pausa natalizia,
io resto qui con voi. Tornerò a Boston con lei dopo l’ultimo dell’anno.**»
Istintivamente allargò il campo della telecamera… e non c’erano parole
per descrivere le tre ane in quel momento.
Dovette imporsi di stare fermo quando gli occhi di Hell si riempirono
di lacrime.
Buono Ryo, sono lacrime di felicità…
Thunder cominciò a singhiozzare e si unì all’abbraccio di Butterfly,
che a sua volta si era messa a piangere.
Aoi e Kai avevano già in mano un fazzoletto.
Quando si diceva organizzazione…
Lanciò un’occhiata a obaasan Sakue che la colse al volo.
Si mosse verso Hell con un fazzoletto.
Butterfly fu la prima
a separarsi dall’ojiisan e Aoi le passò prontamente il pezzo di stoffa, «Arigatou
itoshii…» mormorò la ragazza usandolo. «**Non stai scherzando, vero nonno?**»
chiese poi.
«**Lo incateno da
qualche parte se solo prova a fare una finta!!!**» esplose Thunder ancora
appiccicata a Jaylen.
Hell, fra le risate
generali, accettò il fazzoletto da obaasan con un debole sorriso.
«**Avevo… avevo
intuito che le cose fra te e papà si fossero sistemate… ma questo va oltre i miei sogni più selvaggi**» mormorò.
«**Jaylen, hai dato la gran notizia, da quello che posso vedere!**»
esclamò Seison apparendo alle spalle della figlia più piccola.
Anche Thunder si staccò dall’ojiisan per finire diritta fra le braccia
di Kai.
Fu in quel momento che Hell si mosse per gettare le braccia al collo di
Jaylen, che piegandosi su di lei, la fece quasi sparire.
Strinse lo zoom su di loro.
«**Quale santo devo ringraziare per questo miracolo?**» chiese Hell.
«**Santa Desirée e Santa Leila**» rispose Jaylen. «**E so che tu non ti
farai ingannare dalle apparenze… è egoismo quello che mi fa restare qui**»
aggiunse.
«**Allora puoi brindare nonno… perché anche da egoista hai fatto il
regalo più bello ad almeno cinque persone… anche se due non sono fisicamente
qui con noi per gioirne, credi di cavartela solo per questo?**»
Jaylen scoppiò a ridere, «**Sei tutta tua madre, nipotina.**»
Hell tornò a stringerlo.
Passò qualche secondo, poi si staccò da lui e tornò a voltarsi verso la
sala. «Ho un annuncio da dare. Ojiisan Jaylen… e non ho dubbi che obaasan
Desirée direbbe che invecchiando si è decisamente addolcito… ha deciso di
rimanere a Tokyo fino al prossimo mese.»
Si levò un applauso.
Misato-sama era a dir poco sbalordita.
Sembrò cercare qualcosa con lo sguardo e parve trovarla quando inquadrò
lui, dietro la telecamera. «Ryo, ragazzo mio, non hai niente da insegnargli in
quanto a rese incondizionate, vero?»
chiese con un sorriso.
Cercò di trattenere la risata… ma era una battaglia persa in partenza…
una delle tante.
«Direi che anzi avrei io qualcosa da imparare, anche se le sembra
impossibile adesso!» ribatté cercando disperatamente di mantenere ferma la
telecamera.
Misato-sama rise, seguita da obaasan Sakue.
Ruki fu l’unico a muoversi a pietà verso di lui. «Ryo, passami quella
telecamera o verrà il mal di mare a tutti quando rivedremo questo filmato!!»
地獄§地獄§地獄§地獄
Hell
Reita mollò all’istante la telecamera a Ruki e si piegò in due a
ridere.
Sawao-sama praticamente risplendeva, «Non mi scorderò mai cosa mi disse
il giorno del suo compleanno mentre aspettavamo che Kaori fosse pronta!»
«Cosa ha detto??» chiese pronto Uruha.
«Quando gli dissi che finiva ventotto anni e che erano tutti fidanzati
tranne lui, affermò che sicuramente non avrebbe incontrato la donna della sua
vita a quella festa.»
Si sentì avvolgere da dietro.
«All’epoca pensavo a lei come una mina vagante… non che fossi poi molto
lontano dalla verità, vero H-bomb?» chiese allegro Reita «E poi haha… tutti
possono sbagliare una volta nella vita!»
«Mi dicesti anche che Thunder e Butterfly non avevano altre ane» fece
notare Sawao-sama con tono vagamente di rimprovero.
«Veramente lo disse a me…»
Si voltò di botto verso la voce e…
«Kaori, alla buon’ora!!» fu il benvenuto di Reita.
Nissho divenne il ritratto del senso di colpa, «Colpa mia» ammise. «Ho
fatto tardi al lavoro. Gomen.»
Kaori nel frattempo l’aveva prelevata dalle braccia di Reita e la
strinse a sua volta in un abbraccio, «Otanjobi omedeto!!»
Scoppiò a ridere e rispose all’abbraccio, «Arigatou Kaori! Ben
arrivata! Posso presentarti anche la mia obaasan e il mio ojiisan?»
«E’ un onore per me conoscerli.»
地獄§地獄§地獄§地獄
Reita
Kaori aveva l’impatto di una valanga quando era felice.
«Non so come scusarmi, Ryo-san… un imprevisto all’ultimo momento. Kaori
mi ha aspettato in macchina per quasi mezz’ora.»
«Non ti preoccupare Nissho. L’importante è che siate arrivati in
tempo.»
Lo vide annuire e rispondere al richiamo di Kaori.
La sua oneesan e consorte furono presentati a Misato-sama e Jaylen.
Non mancava nessuno all’appello.
«Come stai magosan?»
Si voltò e vide obaasan Sakue al suo fianco.
«Benissimo. Tu? Vuoi sederti un po’?»
«Adesso sono troppo agitata e felice per stare ferma. Probabilmente a
breve insieme a Misato-san e Kiyo-san ci sistemeremo su quelle poltrone. Alla
piccolina è piaciuto il tuo regalo?»
«C’è da chiederlo? Adora i ragni.»
Obaasan Sakue rise piano. «Cosa non si fa per amore, vero?»
«Già…»
«Ti senti più debole o più forte?»
La guardò.
Non riuscì a trattenere un sorriso, «Tu hai sempre saputo che sarebbe
diventata lei la mia forza più grande, vero?»
Il sorriso di quella donna valse quanto un discorso saggio e razionale
di un’ora.
«Itoshii…?»
Spostò lo sguardo sulla sua fidanzata.
Appena in tempo per vederla spostarsi velocemente e allacciarsi alla
sua vita. «Tu lo sapevi?»
Capì al volo di cosa stava parlando. «Me lo ha detto mentre eri presa
d’assalto dai giovani.»
Hell rise, «Sei tremendo!»
Le fece alzare la testa per baciarla.
«Sei felice?» chiese in un bisbiglio.
«Sì… itoshii…» riprese poi.
«Dimmi.»
«Mi accompagni tu a casa?»
Rimase cristallizzato da quell’improvviso lampo malizioso in quegli
occhi.
«Ci sono altri volontari?» s’informò.
Hell rise di nuovo, «L’ho chiesto a te per primo.»
«Apprezzo la gentilezza. Sei mia dopo la festa» la informò.
«Me lo immaginavo… ti ho preparato una sorpresa, itoshii hito» aggiunse
seguendo con un dito la linea della sua mascella.
Serrò la stretta intorno a lei, «Quale sorpresa?»
«Se te lo dico, che sorpresa è? Sappi solo che sono sicurissima che
apprezzerai.»
«Saremo solo io e te?» indagò.
Stavolta la risata di Hell esplose gioiosa, «Ma certo!! Per quello che
ho in mente puoi essere presente solo tu.»
Promette dannatamente bene…
«Sei senza cuore…» si lamentò cercando di far leva sulla compassione
della sua fidanzata.
«Non attacca con me.»
Inutilmente.
«Ok… adesso non penserò ad altro per tutta la serata.»
«E quale sarebbe la novità? Tu non devi pensare ad altro che a me.»
«Certo che poi hanno un bel coraggio a bacchettare me e te perché
stiamo appiccicati…» commentò improvvisamente Kai.
«E’ il suo compleanno,
Leader» fece presente Reita paziente e rassegnato.
«Ha sempre la scusa pronta…» commentò altrettanto rassegnato Ruki
scuotendo la testa.
«Non è una scusa» ribatté prontamente. «Questo è il suo compleanno più
importante e…»
«… e finalmente qualcosa di sensato esce da quella bocca!» commentò
Uruha sollevato.
Un fulmine Amaterasu, un fulmine
soltanto… neanche il giorno del suo compleanno mi lascia in pace, ma roba da
pazzi…
«Solleviamo i bicchieri! A Seiko, Hell, Bon Bon o come volete
chiamarla!» stava dicendo Uruha, dando il buon esempio con il bicchiere alzato
«Otanjobi omedeto!!!»
… la sala rispose con un coro perfettamente intonato.
La strinse di più a sé.
地獄§地獄§地獄§地獄
Hell
Il mio compleanno più importante. Quanto
hai ragione, itoshii hito. Se penso che un anno fa non conoscevo te… a malapena
ti avevo sentito nominare, ero in guerra con obaasan Misato e mai avrei pensato
di convincere ojiisan Jaylen a seguirmi in Giappone…
I calici si alzarono improvvisamente in suo onore.
«A costo di suonare ripetitivo» mormorò Reita nel suo orecchio… visto
che si era guardato bene dal lasciarla andare, anzi, la stretta si era
addirittura serrata, «otanjobi omedeto itoshii hito. Un anno fa non sapevo
neanche che esistessi, ci pensi?»
Gli sorrise.
Che mi meraviglio a fare? Quest’uomo mi
legge nel pensiero. Sapevo che ti saresti meritato la sorpresa che ho
preparato. Ho fatto un balletto per il tuo
compleanno… perché non farlo anche per il mio?
Riuscì solo a sorridergli, anche se aveva un fiume di sensazioni e
parole in mente, consapevole che se avesse aperto bocca in quel momento, sarebbe scoppiata a piangere… di felicità… e
lacrime come quelle non bruciavano, ma scaldavano
il cuore.
L’ennesimo regalo che mi ha fatto
quest’uomo.
______________________________________________
NOTE:
*arriva affannata*
Ci sonoooooooooooooooooo!!!!!
Bimbe, roba da pazzi!!!
Stasera mi sono messa davanti al pc seriamente intenzionata a: 1)
recensire il più possibile cosa avevo lasciato indietro e 2) aggiornare
QUALCOSA!!!!!!!
Qualsiasi cosa! Giusto per farvi sapere che non sono stata inghiottita
da qualche buco nero *nessuno si era accorto dell’assenza…*
TheResurrection: in un certo senso, è vero. Questa raccolta è
l’occasione per tirare le fila e ricompattare tutto.
Ma… ci saranno anche novità *si cuce la bocca* XDDD
cucciola81: non preoccuparti per il… ritardo. Sono un’esperta in
materia! XD
Capitolo 7 *** 06. Uruha & Yeijiro (as special guest, Kai) - 4 or 5 rhetorical questions ***
06. Uruha & Yeijiro (as special guest, Kai) - 4 or 5 rhetorical
questions
The Ultimate
Catastrophes 4 The GazettE
Uruha & Yeijiro (as special
guest, Kai) - 4 or 5 rhetorical questions
18 gennaio 2010
Yeijiro
«Ma lo diciamo stasera?» ripeté per la… centoventitreesima volta.
Più o meno.
Era ormai una piacevole abitudine avere tutti i ragazzi lì per cena.
Vedeva quanto Uruha fosse contento di avere lì tutti i suoi amici, con relative
fidanzate.
Uruha la fissò divertito, «Ci hai ripensato?»
«Ma stai scherzando??? Assolutamente no!!» insorse scandalizzata «Non
avrai veramente di questi dubbi vero??»
Il suo fidanzato scoppiò a ridere, «Donna, ormai mi hai detto di sì e
non si torna indietro! Vorrai dirlo agli altri.»
Si tranquillizzò.
«Ma fra due giorni è il compleanno di Aoi…»
«Non sarà certo questa notizia il mio regalo per lui. Trentuno anni… ci
pensi?»
Sorrise senza volerlo. «Smettila… già Reita lo sta facendo morbido.»
Uruha sventolò una mano, «Non ha neanche iniziato» sembrò avvertirla.
«Se ha veramente intenzione di fare
quello che mi ha detto, sarà meglio annunciarlo adesso che siamo ancora tutti
vivi.»
Alzò gli occhi al cielo, «Cosa vuole fare??» chiese già preoccupata.
L’anno prima aveva fatto arrivare a casa del povero neo trentenne un
pacco pieno di cosmetici antirughe.
Uruha piangeva da come rideva mentre ascoltava al telefono il resoconto
della crisi che era seguita al ricevimento del pacco, perché Aoi aveva
immediatamente alzato il telefono per sotterrare Reita di offese.
Cosa si agitava in quella testa, per quell’anno?
«Cosa vuole fare?» chiese di nuovo al silenzio del suo fidanzato.
«Non posso dirtelo.»
«Urupon, sappiamo bene chi dovrà correre a salvarlo, vero? Vorrei
sapere cosa ci aspetta, stavolta.»
Uruha sembrò valutare attentamente il suo ragionamento… forse anche a
causa della parolina magica aggiunta alla fine, e decise che gli tornava. «Gli
regalerà una settimana di trattamenti estetici in un centro di bellezza, stavolta.»
«Che cosa??»
Uruha annuì solennemente, «Con un biglietto che suonerà più o meno come
Visto che i cosmetici che ti ho regalato
lo scorso anno non sembrano avere effetto, passiamo al piano B… ovvero: ti
consegno in mano a dei professionisti…»
Scoppiò a ridere.
«Per tutti i Kami-gami, Reita è… è… tremendo!!»
Il suo fidanzato l’abbracciò… «Itoshii… sai che ce lo porteremo all’altare,
vero?» chiese fronte contro fronte.
Assunse l’espressione più rassegnata del suo repertorio, «Sì… me lo
immaginavo…»
«Tu porterai Kochiyo no?»
Annuì ridacchiando.
Le arrivò un buffetto sul naso.
«A posto. Tutto nella norma» sancì Uruha.
Scoppiarono a ridere.
YEIɰYEIɰYEIɰYEI
Uruha
La cena si era svolta come al solito… erano un numero dispari invece
che pari, kso… la mancanza di Bon Bon era un macigno, anche se Reita faceva
finta di nulla.
La differenza era comunque evidente. Già Kai, sulla scia di Thunder, aveva
deciso di non fare feste per il suo compleanno, visto che Bon Bon non poteva
esserci… quindi anche Aoi aveva deciso di fare la stessa cosa, di seguito si
sarebbero trovati a casa di Butterfly per un piccolo rinfresco… loro e la
famiglia di Aoi. Forse anche Seison-sama, Shinsui e Misato-sama.
Fra l’altro… aveva la netta impressione che Aoi non vivesse più a casa
propria.
Non si sarebbe meravigliato se fosse stato dato l’annuncio che Aoi si era
trasferito in pianta stabile da Butterfly… effettivamente, quei due, già
convivevano da quando si erano conosciuti.
Pardon: da quando Keiko aveva gettato la maschera per diventare solo ed
unicamente Butterfly.
Alla fine del secondo, Butterfly si rivolse a Yeijiro, «Tutto
buonissimo… mi daresti la ricetta per il cocktail di gamberetti? Sei riuscita a
centrare le dosi per la salsa!»
«E’ vero!» esclamò Kochiyo «Come hai fatto??»
Thunder fissava divertita la scenetta, «Mi metto in fila watashi mo.»
La sua fidanzata aveva già le guance del colore della suddetta salsa…
forse anche un tono più scuro.
Per la potenza di tutti i Kami-gami… una donna che riusciva ad
arrossire se le amiche le dicevano che era riuscita a centrare le dosi per la
salsa del cocktail di gamberetti.
Sospirò.
E io me la sposo anche.
«Urupon, che c’è?» chiese Ruki.
«Sono felice.»
Silenzio.
«Honto desuka?» chiese Kai «Perché?»
«Io e itoshii Yeijiro dobbiamo darvi una bella notizia.»
Yeijiro lo guardò sbalordita. «Adesso?»
«Perché no?»
«Cosa?» chiese Reita… gli occhi già ridotti a due fessure.
Stava probabilmente pensando che non gli aveva accennato niente… mentre
di solito lui era il primo a sapere qualsiasi cosa gli passasse per la mente.
A volte ciò non lo aveva reso così felice, ma pazienza.
«Vuoi dirlo tu itoshii hito?»
La sua fidanzata abbassò un attimo lo sguardo, la vide prendere un
profondo respiro… «Mi ha chiesto di sposarlo e io ho accettato. Stiamo
aspettando che le nostre rispettive okaasan abbiano il calcolo della data.»
Silenzio.
Quando si guardò intorno, Ruki, Aoi e Kai erano a bocca aperta, Butterfly,
Thunder e Kochiyo erano già intorno a Yeijiro… e Reita fissava lui.
Con uno dei suoi sorrisi apocalittici.
Istantaneamente sentì le lacrime agli occhi.
Quella creatura aveva il controllo supremo dei suoi dotti lacrimali,
accidenti a lui.
«Congratulazioni» fu l’unica parola che uscì dalla bocca del suo
migliore amico.
Yeijiro lo stava fissando, quando Reita si voltò verso di lei schiodandosi
dai suoi occhi… «Sono molto felice per te» aggiunse.
Successe l’incredibile.
Gli occhi di Yeijiro si riempirono di lacrime, la vide alzarsi e
avvicinarsi a Reita che a sua volta si alzò in piedi.
Si abbracciarono.
Rimase a fissarli sbalordito.
Sentì le lacrime pungergli gli occhi, sempre più vicine a gettarsi in
picchiata sulle guance, e cercò di controllarsi.
Alla fine cosa era? Solo il
sotterramento pressoché definitivo dell’ascia di guerra fra due delle persone
che più amava in quella vita.
Ci voleva talento per capire Reita… non era facile comprendere il
codice di decodifica di quell’uomo, e finalmente la sua fidanzata era riuscita
ad impossessarsene.
«Arigatou Ryo…» mormorò Yeijiro «gomen per come ti ho trattato… non ho
capito niente…»
«Oh beh… ti sei ripresa alla grande, non preoccuparti» rispose Reita
divertito. «Fai di lui un uomo onesto senza
intaccare il chitarrista sexy e siamo pari.»
Sempre il solito.
Sorrise ancora incredulo fra le risate generali.
«Urupon…» lo chiamò improvvisamente Kai.
雷ð雷ð雷ð雷ð雷ð雷
Kai
Il tempo sembrava essersi fermato.
Quello era il sotterramento di un’ascia di guerra.
Un pensiero lo fulminò.
Adesso!!!
«Urupon…» esordì.
«Di… dimmi Leader…»
Poteva azzardarsi a chiederlo in quel momento, Uruha era commosso.
Respirò profondamente. «Senti… io devo chiederti un grosso favore.»
«Cosa?»
«Credo di non sbagliare dicendo che… beh, sarà Reita il tuo testimone.»
Uruha annuì prontamente, lasciando momentaneamente da parte la
commozione. «Non perdo neanche tempo a chiederglielo: è ovvio.»
«Ah, pure…» fu il commento del bassista, «tanto ho già fatto pratica,
vero?»
«Ecco, me lo immaginavo… ti incazzi o diventi geloso se fa da testimone
anche a me?»
«Che cosa??» insorse Reita
«Ma non dovresti chiederlo a me??»
Uruha sbuffò, «Il Leader è una persona intelligente… è ovvio chiederlo a me. Tu-sei-il-mio-migliore-amico.»
«E questo equivarrebbe ad una sorta di diritto di sfruttamento??»
s’informò Reita.
«Sicuro!!» ribatté Uruha.
Reita rimase a bocca aperta a guardarlo.
Gli venne da ridere.
«Quindi?» chiese Thunder divertita «Sei d’accordo che Reita faccia da
testimone anche a Kai?»
Uruha rimase in silenzio per qualche secondo, poi… «Bon Bon farà da
testimone a te?» chiese.
«Io avrò due testimoni,
Uruha» rispose Thunder.
Lo vide annuire serio serio, «Gomen per la domanda baka… è la serata
delle domande retoriche, questa.» Tornò a guardare lui, «Sicuro che Reita può
farti da testimone, Leader. La terza cosa migliore che ha fatto nella sua vita
è metterti con Thunder.»
Si alzò ad abbracciare il suo chitarrista solista che, alzandosi a sua
volta, lo sovrastò.
Arigatou Amaterasu.
«L’unico a non avere voce in capitolo sono io?» s’informò rassegnato Reita.
«Sumimasen Urupon» si inserì Aoi, «qual è la cosa migliore che ha fatto
Reita in questa vita?»
«Ma mettersi con Bon Bon!!» rispose lui con il tono che razza di domande fai??
«Giusto per curiosità» disse Reita, «essere diventato il bassista dei
The GazettE è la seconda in graduatoria?»
Uruha cominciò diligentemente a contare con le dita, sguardo
concentrato rivolto al soffitto, «No, attualmente è la quinta» rispose. «La
seconda è essere il mio migliore amico e la quarta è aver fatto finalmente pace
con la mia itoshii.»
Reita sbuffò guadagnandosi un’occhiataccia dal chitarrista.
«Ok» esordì Ruki salottiero, «tocca a me sfornare una domanda retorica,
giusto? Sentite questa: prendiamo il caffè adesso vero?»
Yeijiro, ancora fra le lacrime, scoppiò a ridere. «Ma certo!»
«Ah, e resta sottinteso che Bon Bon disegna e confeziona l’abito da
sposa!!» aggiunse Uruha separandosi da lui.
Lo vide rivolgersi, con tanto di dito ammonitore puntato, verso Reita,
«E non ti provare a…»
Reita sbuffò.
«… sbuffare. Uffa.»
«Dalla retorica siamo passati alla ripetizione» lo informò Reita. «Lo
avevi già detto diversi mesi fa, te lo sei scordato?»
Uruha rimase a fissare in silenzio l’amico per una manciata di secondi,
poi… «Dici sul serio?»
«Certo che dico sul serio. E’ stata la prima volta che mi sono chiesto
da quando tu e Yei parlavate di matrimonio con così tanta disinvoltura.»
Uruha lanciò un’occhiata a Yeijiro.
La ragazza lo fissava sbalordita, «Ma non te lo ricordi veramente?»
chiese.
«Vi siete già coalizzati, voi due?» chiese cauto Uruha «Avete fatto
passi da gigante in pochi minuti…»
«Per tutti i Kami-gami, capisci cosa intendo quando dico che parli e
non ti ascolti?» ribatté Reita «Il giorno che Hell ha finito i vestitini di
Aiko e Akemi.»
Uruha s’illuminò a giorno, «Ma è vero!!! Ora ricordo!! Itoshii, perché non abbiamo più affrontato il
discorso fino a qualche mese fa???»
«Ti prego, non gli rispondere…» disse Reita rivolto a Yeijiro.
In realtà Yeijiro stava ridendo fino alle lacrime. «Kouyou, te lo sei
scordato??»
«Sei un uomo eletto dagli Shichifukujin, Urupon» disse Aoi pensieroso,
«qualsiasi altra donna, dopo una cosa del genere, ti avrebbe rifatto da capo a
calci…»
«Io lo dico sempre che Yeijiro è troppo tollerante…» commentò Kochiyo,
stava chiaramente reggendo il gioco ad Aoi.
Si trovò meravigliato a chiedersi quando
Kochiyo era diventata così complice e amichevole con loro.
Miracoli delle Watanabe?
«Itoshii hito, se cominciassi a parlare di matrimonio, sai cosa devi
fare…» disse Ruki solenne con il sorriso stampato sulla bocca.
«Sì, toglierti di corsa le chiavi della macchina: come minimo saresti ubriaco.»
Scoppiarono tutti a ridere.
Ruki avvolse la fidanzata in un abbraccio e, dopo un perfetto caschè,
la baciò.
Anche per quello
Kochiyo era ufficialmente la donna della vita di Ruki.
«Tanto ci penso io a portarla all’altare!» li informò allegra Yeijiro.
«Yei-chan… tu non ti vestirai di rosa, vero?» s’informò Ruki.
«Non ci penso neanche, la sposa si veste di bianco!!!»
«Fantastico! Ci penso io a trovarti un vestito adatto per l’occasione!»
concluse felice il vocalist rivolto alla fidanzata «Sequestro Hell, la armo di
carboncino, e le dico esattamente come lo voglio, poi…!!»
«Sono proprio curioso di vedere come farai…» commentò beffardo Reita.
«Ci mettiamo d’accordo per dei turni?» propose Ruki «Quando la chiami
tu?»
«Vuoi spiegarle al telefono
come lo vuoi??» esplose Reita incredulo.
«L’alternativa è fare un salto a Boston» gli fece notare Ruki.
Sentì due braccia avvolgerlo e immediatamente sorrise felice.
Il profumo di Thunder era inconfondibile… come il suo calore.
«Li fermi?» gli bisbigliò nell’orecchio.
«Dovrei vero?»
La risatina della sua futura moglie gli spedì brividi lungo la schiena.
«Comportati da leader responsabile… farai il cattivo ragazzo con me più
tardi…»
Eccoci… e ora devo anche comportarmi
veramente da responsabile…
«Questa me la paghi» la informò in un bisbiglio.
«Aishiteru…» fu il soffio che centrò il suo orecchio.
«Watashi mo… ma me la pagherai comunque…» ripeté… più per se stesso che
per lei.
Respirò profondamente, «Gomen…» esordì quindi rivolto al cantante e al
bassista.
«Cosa?» chiese Reita.
«Non sono indovino, ma posso azzardare l’ipotesi che per quando si
sposeranno Uruha e Yeijiro, Hell sarà tornata a Tokyo da un bel pezzo. Scordate
che rientrerà giusto in tempo per il nostro?»
Reita lo stava fissando basito, «E’ vero…» mormorò incredulo «e io sto
a perdere tempo a discutere con te. Quando Hell sarà a Tokyo dovrai passare sul
mio cadavere per sequestrarla.»
Sollevò un angolo della bocca in un’espressione affranta.
Doveva risolvere il problema e ne aveva creato un altro.
«Dai, un paio d’ore al massimo!!» cominciò a mercanteggiare Ruki «Forse
tre! E’ per una giusta causa! Voglio il meglio per Kochiyo-chan e sappiamo che
meglio della mia imouto onoraria non ce n’è!»
Lì per lì pensò di aver capito male.
Ma Thunder, appiccicata a lui, smise di respirare.
Reita lo fissò a sua volta sbattendo le palpebre… poi fu un attimo.
Lo vide spostare lo sguardo e cambiare espressione… perplessa. Confusa.
Il tipo di espressione che in Reita equivaleva all’inizio di una
catastrofe.
Cercò di capire cosa l’avesse provocata e… vide l’espressione di Kochiyo.
Ohi.
«Silenzio assenzio!» sentenziò Ruki… che a quanto pareva non si era
accorto di niente.
Quell’uomo era la prova vivente che uno schiacciasassi di dimensioni
ridotte non comportava danni di entità corrispondente, anzi.
«Quindi è tutto a posto?!!» chiese Aoi salottiero «Perché io aspetto
ancora il caffè…»
Yeijiro afferrò l’amica e se la trascinò in cucina rassicurando Aoi
circa il caffè in arrivo.
«Itoshii…» mormorò.
«Dimmi.»
«Tu e Butterfly non siete gelose di questo attaccamento di Ruki a Hell,
vero?»
«Assolutamente no. La imouto ha due sole oneesan su questo pianeta ed
in questa vita. Ruki sottolinea sempre il fatto che è onoraria. Ho smesso di respirare perché… hai visto Kochiyo?»
«Sì» ammise.
«Ecco, l’ha vista anche Reita e la sua espressione è stata eloquente.
Non preoccuparti per me e Butterfly. Preoccupati per questo.»
Sospirò affranto.
Non c’è pace su questo pianeta.
«Ma ovviamente te ne
preoccuperai dopo aver fatto il
ragazzocattivo con me…» aggiunse scivolandogli davanti.
«Ovviamente» la rassicurò con
un sorriso.
Si baciarono.
«Eh sì, sayonara, questi due sono già passati allo stadio successivo
del tubare…» fu il commento di Reita.
«Fischia, non ci si può distrarre un attimo…» gli diede mano Uruha divertito
«sono come il ferro e la calamita. Vedi che incastro perfetto?»
Thunder si separò da lui perché scoppiò a ridere.
Si trovò a sorridere divertito, la testa ancora reclinata per
assecondare l’incastro perfetto.
Proprio non c’è pace. Ama-terasu-ō-mi-kami,
mi hai concesso una donna come itoshii Thunder e ci siamo… era proprio
necessario anche tutto il resto?
Voglio dire, non potevi limitarti a fare dei miei migliori amici dei musicisti
eccezionali e delle persone uniche? Occorreva proprio anche questa dose extra di
bastardaggine??
«Leader, vuoi kudasai spiegare
a Ruki come se avesse tre anni che se è libero lui da impegni di lavoro lo sono
automaticamente watashi mo??» chiese Reita «E che se io sono libero da impegni
di lavoro lui ha le stesse possibilità di requisire per due ore Hell di quelle
che ha Aoi di essere scambiato per un giovane e prestante…?»
«REITAAAA!!!!» esplose… pardon: ruggì
Aoi «Se ti metto le mani addosso Hell sarà liberata a vita dalla tua intralciante presenza!!!!»
«Eh dai, non chiedo così tanto!» fece presente Ruki «Mi bastano due
ore!»
Ok, calma e sangue freddo.
«Volete piantarla kudasai?»
chiese il più serio e convincente possibile.
Reita gli si avvicinò con un’espressione attenta.
Tese le mani verso il suo viso e, con entrambi gli indici, gli modificò
con impegno l’espressione, dagli occhi fino ad arrivare alla bocca, che plasmò
in un sorriso. «Kai, non te la prendere, ma ti dona molto di più l’espressione
a sofficino.»
Rimase talmente sbalordito da non reagire.
Almeno fino allo scoppio collettivo di risate.
«Sofficinooooooooooooooooo!!!!»
esalò Uruha che già piangeva «Cos’è che mi suona divinamente???»
Addirittura la sua promessa sposa era piegata in due dal ridere.
«Hell mi ha fatto vedere la pubblicità su YouTube. E’ stata lei la prima a dirmi che il sorriso di Kai
le sapeva di sofficino.»
«Datemi un portatile!!» supplicò Aoi.
Anche Yeijiro e Kochiyo tornarono in salotto per l’occasione.
«Tu sai di cosa stanno parlando?» chiese alla sua fidanzata.
«Sì itoshii hito… e hanno ragione. Sei il mio sofficino.»
Sempre meglio.
Visionarono la pubblicità.
«Dei, da dove l’ha
tirata fuori questa???» singhiozzò Ruki alla fine.
«E’ preciso!!» sancì Uruha
con un filo di voce da come rideva «Mettilo fra i preferiti!!» ordinò a Reita
che deteneva il controllo della tastiera.
«Ha ragione!!!» esclamò Butterfly con le lacrime che le rigavano le
guance «Hai il sorriso da sofficino Leader!!»
Mi ci mancava solo questa…
YEIɰYEIɰYEIɰYEI
Yeijiro
Dall’espressione di Kochiyo in quel momento, ancora Uruha non aveva
affrontato l’argomento Hell con Ruki…
e se lo aveva fatto, Ruki comunque non lo aveva affrontato con Kochiyo.
Ormai aveva capito che non si trattava di gelosia.
La sua amica non si dava pace perché Ruki non le parlava di Hell, di
quello che significava per lui.
Imouto onoraria. Dalla bocca di Ruki
equivale ad una dichiarazione d’amore.
Era addirittura ovvio che i
sentimenti di Ruki per Hell fossero fraterni… Reita poteva castrarlo per molto
meno e Ruki non era proprio il tipo di uomo che tradisce un amico o la donna
scelta come compagna di vita. E tanto meno tutti e due in un colpo solo, senza
contare che Hell era una donna fatta per un solo uomo.
Insomma, da quel lato erano in una botte di ferro.
Prese Kochiyo per mano e la trascinò in cucina con sé, «Resisti Aoi-chan,
arriva subito!!» tranquillizzò scherzosamente il chitarrista moro.
«Lo hai sentito? Io non so più che fare…» cominciò avvilita la sua
migliore amica prendendo posto su una sedia.
Rimasero in silenzio per qualche istante, mentre metteva sul fuoco la
moka.
«Forse ancora Urupon non ha affrontato il discorso con lui…» cercò di
scusarsi.
«Non posso neanche pretendere che lo faccia, Yei, siamo obiettive.»
«Sì, ma…»
«REITAAAA!!!!» ruggì
Aoi improvvisamente.
«Oh cielo, che avrà
combinato adesso?» chiese Kochiyo preoccupata.
«A due giorni dal
trentunesimo compleanno di quell’uomo, cosa vuoi che abbia fatto?» chiese
retorica e rassegnata.
Kochiyo ridacchiò
divertita.
Ci fu uno scoppio di risate improvviso.
Si fissarono stupite.
«Ma cosa…?» cominciò.
Vide Uruha precipitarsi verso la camera e, presa per mano Kochiyo,
tornarono in salotto.
Trovarono una scena indescrivibile.
«Itoshii, tu sai cos’è un sofficino??» chiese Ruki avvicinandosi.
«Beh, veramente no.»
«Lo scopriremo appena Uruha ci porta il portatile!»
«Ma…» cominciò lei cercando aiuto da qualche parte.
Incredibilmente, le arrivò da Reita, mentre Kai e Thunder, che rideva,
stavano parlottando vicinissimi.
«La mia fidanzata pensa che Kai abbia il sorriso da sofficino, adesso
capirai cosa intende.»
«Suona bene…» commentò cauta Kochiyo.
Uruha tornò con il
portatile e Reita prese possesso della tastiera.
In pochi istanti
avevano davanti agli occhi la pubblicità.
«Dei, da dove l’ha tirata fuori questa???» gemette Ruki alla fine.
Rideva così tanto da non riuscire quasi a parlare.
«E’ preciso!!» soffiò Uruha «Mettilo fra i
preferiti!!»
Reita eseguì gioioso.
«Ha ragione!!!»
esclamò Butterfly che piangeva da come rideva «Hai il sorriso da sofficino
Leader!!»
L’espressione di Kai
diceva chiaramente, ok, pigliamoci anche
questa…
Doveva essere dura la vita del Leader con quei quattro… se ci si
aggiungevano anche le fidanzate…
______________________________________________
NOTE:
Periodaccio. Meglio tardi che mai… XD
Angolo scintoista:
Ama-terasu-ō-mi-kami = significa “la grande dea che brilla nei
cieli”, viene chiamata semplicemente Amaterasu ed è la Dea del Sole, la
principale divinità della religione scintoista.
Forse ogni tanto tralascio la spiegazione dei termini, mi scuso, ma
tendo a dimenticare che questo è un
sequel e che è possibile che qualcuno non abbia seguito il The Beginning,
che è dove ho dato tutte le spiegazioni visto che li usavo per la prima volta.
L’esperienza insegna, non ce n’è, quindi in un’altra ff ho creato
proprio una pagina apposta raggruppando tutti i termini che uso
Non vi sto dicendo di leggere la ff!!!! XD … Ma se vi stampate quella pagina, avrete una
solida base per i giapponesismi (<- credits by Mya) che uso qui… visto che
ne ho anche aggiunti per quella… *l’arte di complicarsi la vita è una
vocazione*
Alzi la mano chi non conosce i sofficini… e guardate che sono pronte
scomuniche. NON ESISTE NON SAPERE COSA SONO! XD
Comunque, su YouTube si
trovano veramente le pubblicità.
TheResurrection: *s’inchina* Arigatou.
Sono felice di sapere che attendi con ansia, mi sento meglio quando
aggiorno e peggio quando sono in ritardo (come ora….).
Oh sì… da quando si sono svegliati poi, sono perfetti. XD
Grazie per continuare a seguirmi.
Pargoletta Mya: 2 son le cose: o mi adori o mi spari. Inserire Kai
qui è stato un lampo. Anche paragonarlo praticamente ad un sofficino. XD
E’ da un po’ che ci penso (anche se usare il verbo pensare in contesti come questi è… azzardato) ed è ormai risaputo
che non so resistere alle tentazioni.
Fai un favore alla tua haha: non smettere di essere felice e miciosa
anche se adesso sono separati.
Purtroppo ojiisan Jaylen è di nuovo malato. Mi sono basata su ciò che è
successo davvero a mio nonno.
Una delle mie più grandi paure era proprio che l’attaccamento al The
Beginning mettesse in ombra le Ultimate Ones… non mi sembra che sia successo,
anche se ho l’impressione che molte lettrici non si siano accorte di questo
sequel.
Grazie a chi ha aggiunto questo sequel alle preferite. *s’inchina*
Capitolo 8 *** 07. Aoi & Butterfly - I Know I Will Repent For This… ***
07. Aoi & Butterfly - I Know I Will Repent For This…
The Ultimate
Catastrophes 4 The GazettE
Aoi & Butterfly - I
Know I Will Repent For This…
20 gennaio 2010
Aoi
Trentuno anni.
Si guardò attentamente allo specchio, modificando l’angolo del viso per…
«Te le cerchi, lo sai vero itoshii?»
La voce di Butterfly suonò divertita e dolcissima.
«Sono queste tue fisse il terreno fertile per la bastardaggine di
Reita» concluse la sua saggia fidanzata.
«Tu mi ameresti anche con le rughe, vero?»
«Ti amerei anche calvo, con la dentiera e artritico. Ne passeranno di
anni prima che il tuo fascino accusi i primi cedimenti. Fidati.»
Sorrise distogliendo lo sguardo dalla propria immagine riflessa e finì
dritto fra le braccia di quella donna.
«Aishiteru…» mormorò sulle sue labbra prima di chiuderle in un bacio.
«Otanjobi omedeto…» fu il soffio che gli arrivò appena le diede modo di
parlare.
«Arigatou Butterfly… e non solo per gli auguri itoshii…»
Rimasero stretti in un abbraccio.
Amava il suo profumo. Amava sentirla contro di sé.
Improvvisamente Butterfly strusciò il naso contro il suo collo.
«Che ne dici di mettere alla prova la tua rinomata prestanza fisica?»
Scoppiò a ridere e tornò a baciarla. «Ottima idea…» concluse
sollevandola di peso prendendola in collo.
Si avviò spedito al punto di partenza.
蝶†蝶†蝶†蝶†蝶†蝶
Butterfly
Quando riuscì a lasciare definitivamente il letto, si avviò in cucina
avvolgendosi nella vestaglia preferita di Aoi.
Adorava sentire il suo profumo quando indossava qualcosa di suo. Spesso
metteva una delle sue camicie solo per avere il suo profumo addosso.
Quando Aoi le aveva detto che poteva prendere tutte le camice che
voleva dall’armadio, non doveva aspettare che lui se le togliesse di dosso, lei
aveva ribattuto che se le prendeva dall’armadio non avevano il suo profumo… a
quel punto Aoi si era tolto la camicia che stava indossando, erano da poco
rientrati in casa dopo le prove, e le aveva proposto un affare: le avrebbe dato
quella camicia se lei gli dava la sua.
Avevano fatto cambio.
Ed era diventata una piacevole abitudine.
Aoi tornò in bagno per farsi la doccia.
Lei sarebbe seguita a ruota, ma prima… caffè.
Aoi adorava bere il caffè appena uscito dalla doccia…
Cominciò a mugolare una canzone mentre sistemava la moka.
La mise sul fuoco e accese la fiamma.
«Da quanto non ti dico che sei bellissima?»
La voce di Aoi la fece voltare di scatto. «Circa cinque minuti…»
rispose con un sorriso. «Già fatta la doccia?»
«No, la faccio con te. Oggi è il mio compleanno, quindi mi devi
viziare.»
Lo fissò in silenzio, vagamente divertita.
«Più del solito, intendo.»
«Ah ecco…»
Si avvicinò a lei abbracciandola, «Me ne sto approfittando?» s’informò.
«Non più del solito» lo rassicurò.
Scoppiarono a ridere.
«Fino a dopo pranzo siamo solo io e te… poi arriveranno gli altri…
stasera una bella cenetta con i genitori e famiglie in generale» le ricordò il
neo trentunenne, strusciando il naso contro il suo.
«E quindi…?»
«Hai un lasso di tempo ragionevole per viziarmi… potresti anche
arrivare a battere te stessa itoshii…»
Scoppiò a ridere e fece scivolare le braccia intorno al collo del suo
fidanzato. «Aishiteru…»
«Watashi mo…»
«Ci facciamo la doccia mentre la moka fa il suo dovere?»
Aoi l’alzò di peso prendendola fra le braccia, «Ottimo inizio… una
bella scusa per fare una doccia veloce, ma confido che ti rifarai dopo…»
蝶†蝶†蝶†蝶†蝶†蝶
Aoi
Se ne sarebbe pentito.
Era matematico.
Non tanto per Kai… quell’uomo aveva il senso della vergogna… o per Ruki
e Uruha, che si divertivano a fare regali… quanto per Reita… che proprio la
vergogna non sapeva dove stava di casa.
Sospirò affranto guardandosi allo specchio.
Cosa mi avrà riservato quest’anno quel
degenerato?
«Itoshii?»
Si voltò verso Butterfly che teneva in mano un pacco rettangolare.
Rimase a fissarla sbalordito, «Ma… il tuo regalo me lo hai già…»
«Questo è quello di Hell, è arrivato per posta a daddy per non fartelo
intercettare. L’ho nascosto bene, vero?»
Rimase a bocca aperta, «Mi ha mandato il regalo da Boston?» chiese
incredulo.
Butterfly sorrise felice e glielo porse.
«Dei…» esalò sbigottito prendendolo.
«Quello di Kai è arrivato in ritardo, quindi si è organizzata per
tempo. Su, aprilo!» lo incitò emozionata quanto lui.
Eseguì e… rimase senza fiato davanti alla camicia di seta nera.
C’erano elaborati disegni in rilievo sul davanti in filo lucido che
riconobbe immediatamente come ricamati.
«Oh Dei…» mormorò Butterfly senza fiato.
La tirò fuori dalla scatola con cautela.
Era stupenda. Taglio classico, leggermente sciancrata proprio come
piaceva a lui, i polsini erano più alti del solito e leggermente rigidi, come
il colletto… era assolutamente…
«… meravigliosa…» mormorò senza crederci.
«L’ha disegnata lei, sono pronta a scommetterci» disse Butterfly
abbracciandolo. «Sa anche ricamare, lo sapevi?»
Crisi di nostalgia in arrivo…
Le riconosceva a distanze siderali ormai.
«Che ne dici di chiamarla? Così la ringrazio di persona e ci parli un
po’?» propose in un sussurro.
«Indossi la camicia oggi?» chiese di rimando la sua fidanzata.
«Certo, sta bene con questi pantaloni, vero?»
«Sì…»
«Ok, mi cambio subito, prendi il mio cellulare in sala e fai partire la
chiamata.»
Butterfly corse fuori dalla stanza.
Ancora sei mesi… a giugno finirà anche
questa e le ane Watanabe si riuniranno permanentemente…
Butterfly rientrò nella stanza che stava già parlando con la imouto.
Dopo poche frasi gli passò il cellulare rigorosamente in viva voce.
«Otanjobi omedeto Aoi!» esordì allegra Hell.
«Arigatou… Hell, non so cosa dire… la camicia è bellissima, l’ho già
indossata!»
«Sono felice che ti sia piaciuta… decisamente non sapevo cosa
regalarti!»
«Non dovevi preoccuparti anche di questo con tutto quello a cui devi
star dietro, ma sappi che l’ho apprezzato moltissimo. Come stai?»
«Sopravvivo. Devo terminare la stesura definitiva della tesi entro la
metà di febbraio e rilegarla… in non so più quante copie, un lavoraccio!!»
Rise divertito, «Che vergogna! Mi rendo conto che non abbiamo mai
parlato della tua tesi! Di cosa parla?»
«La moda, lo stile, l’essere e l’apparire: il Visual Kei.»
Rimase attonito.
Butterfly accanto a lui smise di respirare.
«Honto desuka?» chiese incredula la sua fidanzata.
«Ovviamente ho raccolto molte foto di gruppi di spicco di questo filone…» riprese Hell divertita, «non
credo che inserirò che comprendono anche il mio ragazzo, il mio futuro
cognato…»
«Non stai scherzando?» chiese a dir poco sbigottito «Ma Reita lo sa?»
«No, non lo sa nessuno: ho cambiato argomento poco più di un anno fa e
nessuno mi ha fatto domande…»
«Non mi hai detto di aver cambiato argomento!» esplose Butterfly.
«Posso dirlo agli altri???» chiese euforico.
«Certo! Posso mandarvi la stesura completa, così se avete… ehm, un po’
di tempo libero… la leggete.»
Rise di cuore alla neanche tanto velata allusione che fra lui e Kai
tenessero troppo occupate le oneesan di quella creatura. «Ti scongiuro fammela
avere il prima possibile! Sono troppo curioso di vedere come hai affrontato l’argomento!!»
«Ma quando lo hai deciso?» chiese Butterfly.
«Quando ne ho sentito parlare Aoi, alla cena di presentazione. Obaasan
non è la sola rimasta colpita dal discorso. Lei si è procurata i DVD, io ho
deciso di farci una tesi. Il Prof. ci ha messo mesi a capire come funziona! Ci
è cascato anche lui e ha scambiato Uruha e Aoi per delle donne!»
«Non ci credo… Hell, hai idea di quanto mi fai felice? C’è chi pensa
che siamo alla stregua di bambolotti gonfiabili. Mandami tutto appena è
pronta!»
«Contaci! State aspettando gli altri?»
«Sì… ormai dovrebbero stare a momenti. Magari ti chiamiamo più tardi
quando siamo tutti, ok?»
«Ok. Ci sentiamo dopo allora.»
«A dopo imouto!» la salutò Butterfly.
Riattaccò ancora sbalordito. «Non ci credo… nessuno le ha mai fatto
domande in proposito. Gli altri mi sentono oggi…»
Butterfly lo abbracciò. «Fatti valere itoshii!!! Thunder si incazzerà
solo perché Hell non ci ha detto niente!»
Scoppiarono a ridere abbracciandosi.
Amaterasu, dove devo firmare perché ogni
mio compleanno assomigli a questo?
Suonarono al campanello.
Butterfly andò ad aprire, «Diciamolo quando ci sono tutti, così lo
facciamo una volta sola!» aggiunse uscendo dalla camera.
«Ok!!»
Dalle voci, erano Ruki, Uruha e relative fidanzate.
Si lanciò l’ultima occhiata allo specchio.
Ok, si comincia.
蝶†蝶†蝶†蝶†蝶†蝶
Butterfly
In realtà sembravano appostati al portone, perché suonarono tutti nel
giro di dieci minuti, forse quindici.
Giusto il tempo di fare gli auguri ad Aoi con abbraccio e bacio.
Reita arrivò per ultimo e gli lasciò la porta socchiusa raggiungendo
Kochiyo in sala che le chiedeva dove andavano messi i regali.
Occuparono il tavolino davanti alle poltrone, visto che quello grande
era invaso dal buffet.
Aoi fissava i pacchetti come se fossero ghiotte caramelle.
Quegli occhi stavano brillando.
Lo adorava.
«Possiamo impilarli?» chiese a tutti e a nessuno.
Brevi occhiate e… il coro di assenso fu unico.
Kai e Uruha la aiutarono nell’impresa.
«Wow, che buono…» esclamò Yeijiro estasiata «adoro questi buffet!! C’è
lo zampino del nostro pasticcere di fiducia??» chiese allegra.
«Ovviamente sì!!» rispose Aoi ridendo.
«Sono in ritardo?» esordì Reita entrando con gli occhi puntati su Ruki,
che gli fece una linguaccia.
«Ah, ce ne hai messo di tempo, ti eri scordato dove stava la sala?» lo
apostrofò Aoi.
«Mi sono tolto il cappotto, pozzo di simpatia senza pari.»
Salutò ogni fidanzata con un bacio sulla guancia, poi lo vide
appoggiare una busta sul tavolo, accanto a pacchetti e pacchettini.
Uruha fissò la busta esterrefatto, ma l’espressione cambiò in un lampo…
se non fosse stato accanto a lei, probabilmente non lo avrebbe notato.
«Otanjobi omedeto» disse poi Reita rivolto a Aoi.
Si abbracciarono, ma… Aoi le sembrò stranamente sul chi vive.
«Allora, com’è andata la giornata fino ad ora??» chiese Ruki.
«Benissimo!» rispose Aoi «Butterfly mi ha viziato!»
«Per cena non stiamo qui vero?» chiese Kai.
«Andiamo a mangiare fuori» rispose Aoi. «Non deve essere un tour de force per Butterfly. Abbiamo appuntamento al ristorante con
i miei, Naho, Okura e relativi coniugi, Seison, Shinsui e Misato-sama alle
21.30.» Lo vide voltarsi verso Reita, «Se riesci a sopravvivere fino ad allora
sei dei nostri vero?»
«Eh?» chiese Reita perplesso «Pensavo che stessi scherzando quando me
lo hai chiesto due giorni fa. Ma non erano solo le famiglie?»
«Ma non sei il fidanzato di Hell?» chiese di rimando Aoi.
«Ha ragione, Rei» disse Kai. «Ci siamo io e Thunder e non vieni tu?
Anche se Hell non c’è fisicamente…» si interruppe.
Uruha sospirò affranto.
«No» disse risoluto Ruki. «Non ci provate. Niente malinconia. Hell ci
spara in blocco se immagina scenette come questa. Reita, andrai anata mo, non
ci sono storie.»
Reita annuì rassegnato. «E’ vero, non ci avevo pensato» ammise.
«Vestito così posso andare?»
«Ma certo!» rispose Aoi «Verrai autonomamente e potrai andartene per
telefonare ad Hell quando vorrai.»
Reita sorrise, «Invecchiando ti stai addolcendo anata mo…»
Aoi alzò gli occhi al cielo fra le risatine generali.
«Apri i regali??» chiese Ruki impaziente.
Aoi rivolse un’occhiata al tavolino, «Lo faccio subito?» chiese.
«Sì dai!» lo incitò Kai.
«Ok…»
蝶†蝶†蝶†蝶†蝶†蝶
Aoi
Alla fine rimase solo una busta sul tavolo.
Mancava giusto appunto solo il regalo di quel debosciato di un
bassista.
Fissò per qualche secondo quella busta.
«Beh, non la apri?» chiese Reita.
«E’ il tuo regalo?»
«Ovviamente sì.»
«Hell ha a che fare qualcosa con…?»
«Ovviamente no. Il suo regalo, da quello che vedo, lo hai addosso.»
Dei, so che me ne pentirò…
Prese la busta e la rigirò fra le mani per qualche secondo.
«Cazzo, ti sbrighi?» lo incitò Reita.
Si rivolse a Uruha. «Tu sei mio amico vero?»
«Certo.»
«Devo aprirla?»
Uruha lo fissò «Che ne dite di riempire i bicchieri e brindare??» propose
gioioso… scappando a nascondersi dietro Reita.
«Lo sapevo!!!» Tese la busta a Reita, «Tienitelo, non lo voglio!!»
Reita sbuffò incrociando le braccia al petto, «Vigliacco.»
«Cosa??»
«Sei anche vigliacco oltre che vecchio. Potrei cominciare a chiamarti Doppia V.»
«Che cosssaaaa???»
Strinse deciso la lettera e, dopo aver incuneato l’indice sotto la
parte incollata, con un singolo movimento la aprì stracciando il lato
superiore, «Ok Reita, adesso sono cazzi tuoi, le ho provate di tutte per salvare la tua testa, gli
altri mi sono testimoni, ma…»
Rimase immobile a fissare… un foglio bianco?
Sollevò il sopracciglio destro elevato alla massima estensione sul
bassista. «Ma ti sei rincretinito? E’ bianco.»
«Di che colore ti aspettavi la carta?»
Tornò a guardare il foglio completamente perso, poi guardò di nuovo Reita,
«Hai usato l’inchiostro simpatico per scrivere le solite cazzate sulla mia
età?»
«Ma scherzi? Non ci mancherebbe altro, alla tua età hai già abbastanza
problemi di vista. Hai aperto la busta dalla parte sbagliata, stordito. Gira il
foglio.»
Kai scoppiò a ridere, seguito da tutti gli altri.
Sono solo al mondo.
Soffocò la risatina che minacciava di tradirlo e girò il foglio.
La scrittura spigolosa e nervosa di Reita cominciò a ballargli davanti
agli occhi…
Avrei potuto scriverti le solite cazzate sulla tua
età. Avrei potuto infierire dicendoti che i cosmetici che ti ho regalato lo
scorso anno di questi tempi non hanno avuto il minimo effetto… so che li hai
usati, non provare a prendermi per il culo.
Sai qual è il problema? Sono cambiate un sacco di
cose nella mia vita negli ultimi dodici mesi… e tu sei sempre qui. E la cosa mi
tranquillizza e mi fa sorridere.
A parole carine sono un casino, lo sai, sono molto
più bravo con quelle ironiche.
Quindi… sei e resti vecchio, le cose andranno a
peggiorare non certo a migliorare, ma mi arrendo. Sei una delle persone più
importanti della mia vita, chitarrista dei miei stivali, e ho deciso di
concederti una tregua per il tuo TRENTUNESIMO compleanno.
Mentre una settimana fa ero in giro ho visto… ciò
che andrai a prenderti in ripostiglio perché è lì che ho intenzione di
nasconderlo appena arrivo da te.
Quello è il mio regalo. Sicuro che lo userai al
meglio. Otanjobi omedeto.
… tornò a guardare Reita quasi paralizzato.
Sicuro era a bocca aperta, perché non riusciva a chiuderla.
Fece due passi verso di lui nel silenzio più assoluto, si rese conto di
avere la vista annebbiata.
Questo è il fondo… è ad un passo dal
farmi piangere solo per aver messo nero su bianco che sono una delle persone
più importanti della sua vita…
Non riuscì a spiccicare parola e gli passò accanto per andare in
ripostiglio.
Non è arrivato subito in sala… non si è
tolto solo il cappotto, ha nascosto il regalo…
Spalancò la porta del ripostiglio e inquadrò immediatamente il
pacchetto cubico completamente blu.
Automaticamente si mise la lettera in tasca e si chinò a raccoglierlo.
Lo scosse appena vicino all’orecchio e sentì un rumore ovattato ed indefinibile.
«Non è che riesce a romperlo?» chiese Ruki alle sue spalle.
«No, stai tranquillo» lo rassicurò Reita.
Ruppe la carta da regali in pochi secondi e… riconobbe immediatamente
la marca che si trovò sotto il naso.
Non riuscì a trattenere un’esclamazione di sorpresa.
No… non può essere…
Liberò la scatola dalla carta e…
«Non… non ci credo…» articolò in qualche modo.
«Ovviamente ne ho preso uno simile anche per me» disse Reita. «Lo provi
così vediamo se ci ho preso con la misura?»
Si trovò accanto Kai in un lampo, «Non ci credo!!» esclamò il Leader
«E’ uno Shoei!!!»
Andò a cercare incredulo il modello sulla scatola. «Uno Shoei Xr-1100
Hadron Tc-9 per l’esattezza…» mormorò incredulo.
Con le mani che letteralmente tremavano, riuscì a togliere il casco
integrale dalla scatola e dalla protezione in tessuto.
«Ha dei bellissimi disegni!» esclamò Butterfly.
Era la fine del mondo.
Fantasticavano su quei caschi da quando li avevano scoperti in
progettazione.
Bianco con disegni neri.
Conoscendo Reita, per sé lo aveva preso sicuramente nero con i disegni
bianchi.
«Quale hai preso tu?» chiese.
«Il Shoei Xr-1100 Conquista Tc-5. Non l’ho portato, sono venuto in
macchina.»
«E vorrei vedere con questo tempo!!!» esplose Uruha.
«Kudasai Urupon…» lo guardò di traverso, rovinando probabilmente
l’effetto che il kudasai iniziale
voleva dare, «adesso non cominciare! E’ uno Shoei,
tu non puoi capire!»
Kai gli tolse di mano la scatola, «Provalo!!»
Non si fece ripetere due volte l’invito.
Wow… la mia testolina ho trovato casa…
Reita cominciò i soliti tests per capire se il casco andava bene… ed
era perfetto.
«Come ti ci senti?» chiese Kai.
«A casa…»
Reita sollevò il casco afferrandolo all’altezza della nuca per
controllare che la testa non uscisse.
Era perfetto.
«Anche la imouto fa queste prove con i caschi» disse Butterfly
interessata.
«Hai preso la misura in pieno» disse Thunder.
«Ormai è improbabile che la testa gli cresca ancora» fu il commento di
Reita.
Anche se attutiti dal casco, riconobbe il tono reverenziale di Thunder
e quello rassegnato di Reita.
«Hai idea del male che potrei farti se ti tirassi la testata che meriti
adesso?» s’informò.
«Rischieresti di incrinare la visiera» gli fece notare impassibile
Reita.
Ci pensò meno di due secondi, «E’ vero.»
Scoppiarono a ridere tutti quanti.
«Wow…» disse Kai che stava leggendo qualcosa.
Le caratteristiche, per l’esattezza.
Si tolse il casco e si affiancò al Leader, Reita dall’altra parte.
«E’ straordinario…» mormorò Kai «leggi qua…»
«Ok, ti porterò in quel negozio Leader…» sembrò promettere Reita.
蝶†蝶†蝶†蝶†蝶†蝶
Butterfly
Aoi, Reita e Kai si concentrarono ad analizzare le prestazioni e le
caratteristiche del casco.
Eh, sayonara…
«Li abbiamo persi per i prossimi quindici minuti almeno» predisse Thunder. «Cominciamo a riempire i piatti?»
«Ottima idea!» esclamò Ruki.
«Rei-kun mi ha preso in contropiede» disse Uruha, che le aveva seguite
vicino al tavolo, quasi allibito.
«Non era questo il regalo che aveva in mente» disse Yeijiro.
Il tono di una che prende atto della realtà.
«Direi proprio di no» convenne Uruha. «Per la bontà degli Shichifukujin
ci ha ripensato…»
Ruki prese Uruha per il colletto della camicia e lo fece piegare fino
alla sua altezza. «Cosa voleva regalargli fino ad una settimana fa?» chiese
cospiratore.
«Sì, giusto a te lo vado a dire, Rukun…» fu il commento di Uruha
tornando in posizione eretta.
O se non altro ci provò, perché Ruki lo bloccò e lo ritirò giù, «E a
chi vorresti dirlo?» s’informò.
«A nessuno. L’abbiamo scampata bella, chi sono io per andare contro il
dest…?»
«Urupon, dimmelo» disse Ruki.
«No.»
«Immediatamente.»
«Quale dei due caratteri ti è sfuggito? La n o la o?»
Eccoci.
In pochi erano a conoscenza delle guerriglie lampo che riuscivano ad
organizzare Uruha e Ruki.
E di solito era Uruha ad uscirne con le ossa rotte.
La mano libera di Ruki si mosse con una velocità tale che la vide solo…
quando afferrò i gioielli di famiglia di Uruha.
Uruha lanciò un lamento.
«Cosa-voleva-regalargli?» sillabò il vocalist nell’orecchio di Uruha.
E in pochissimi sapevano quanto Ruki fosse tremendo in determinate situazioni.
Quello era un lato del vocalist che anche lei aveva intravisto forse un
paio di volte. Inclusa quella che aveva davanti in quel momento.
«Una settimana di trattamenti estetici in un centro di bellezza» si
arrese precipitosamente un dolorante Uruha.
Silenzio.
Thunder era a bocca aperta a fissare la scena. Per lei era la prima
volta.
La prima a cedere ad una fragorosa risata fu proprio Yeijiro… segno che,
quanto meno, doveva essere abituata a vedere le grazie del fidanzato prese d’assalto
dal vocalist.
Seguita a ruota da tutti gli altri.
Il suo itoshii incluso.
«Lasciami andare!!!» esplose Uruha «Ne ho uno solo ed è lontano dalla
pensione!»
Ruki ubbidì docile… e soddisfatto.
«Idea niente male Rei-chan…» commentò poi voltandosi verso Reita.
«Eh, sto diventando un cuore tenero…» fu il commento del bassista, poi
si rivolse a Aoi, «Potresti rendermi la lettera, già che siamo in argomento?»
«Ma non ci penso neanche!»
«So perfettamente che la userai per ricattarmi…»
«Ma figurati…»
«Me la rinfaccerai in continuazione…»
«E’ più facile che la legga tutte le volte che avrò voglia di prenderti
per il collo per ricordarmi che c’è almeno un
valido motivo per lasciarti respirare ancora…»
«Ah… allora tienila pure.»
Aoi lo fissò senza parole per una manciata di secondi, poi scoppiò a
ridere e abbracciò Reita con il casco ancora in una mano.
Reita gli rese l’abbraccio di slancio e scoppiò a ridere anche lui.
«Si mangia??» propose Ruki sorridente.
Si raggrupparono
tutti intorno al tavolo e… Aoi fu raggiunto furtivamente da Uruha.
«Mi fai leggere
quella lettera?» chiese il chitarrista.
«Se ti dico di no?»
«Sai quanto so essere
insopportabile…»
Aoi tirò fuori la
lettera dalla tasca e la passò prontamente ad Uruha che tutto soddisfatto la
aprì e la lesse.
Lo vide cambiare
espressione. «E’ proprio innamorato…» sospirò incantato rendendola ad Aoi… che
sbuffò divertito.
«Non sei geloso?»
«No, ha detto che sei
una delle persone più importanti, non
la più importante.»
Aoi scoppiò a ridere,
«Sei encomiabile!!»
«Itoshii, dobbiamo
dare una notizia…» gli ricordò.
«Ah già, è vero!
Ragazzi, un attimo di attenzione…»
Appena ottenne ciò
che aveva chiesto… «Siamo una manica di deficienti» informò i suoi amici,
«escludo le donne per ovvi motivi cavallereschi, specie Butterfly e Thunder che
pensavano di sapere già la risposta… ma noi cinque non ci salviamo neanche con
un miracolo.»
«Che abbiamo fatto?» chiese Ruki.
«Cosa non abbiamo fatto» lo
corresse Aoi. «Nessuno di noi ha chiesto ad Hell di cosa tratta la sua tesi.»
Silenzio.
L’espressione di Reita non era da commentare.
«Beh, io lo so» disse Thunder.
«Noi credevamo di saperlo» la
corresse. «La imouto ha cambiato idea un anno fa e ha sviluppato una tesi
completamente diversa.»
«Che cosa???» esplose Thunder incredula.
«Mi ha regalato questa camicia e l’abbiamo chiamata per ringraziarla»
riprese Aoi. «Per caso, oggi abbiamo parlato della tesi e mi ha detto che deve
completare la stesura e rilegarla entro la metà del prossimo mese. A quel punto
le ho chiesto di cosa parlava e lei mi ha risposto La moda, lo stile, l’essere e l’apparire: il Visual Kei.»
Altro silenzio.
«Honto desuka?» chiese Ruki sbalordito.
Aoi annuì.
«Come faccio a leggerla?» chiese ancora Ruki.
«Ce la manda appena l’ha finita, le ho già chiesto di farlo» rispose
Aoi.
«Non ci posso credere…» mormorò Uruha «ma come è possibile…? Itoshii…»
Yeijiro per una volta non trovò rassicurazioni adeguate per il
fidanzato. «Sembra incredibile ma non ci ho mai pensato.»
«Ah, neanche io» disse Reita. «Ecco un bell’argomento quando la sentirò
stanotte.»
«Ma… quando ha cambiato idea?» chiese Thunder.
Aoi raccontò cosa si erano detti con Hell.
«C’eri anata mo» concluse lei.
«Ma ti sembra normale?» chiese la sua imouto attonita «Ha cambiato
completamente la tesi e non ci ha detto niente…»
«Itoshii…» cominciò Kai «potrebbe essersi resa conto che come ha
cambiato idea una volta, poteva cambiarla ancora. Siete mai andate oltre il come va la tesi? Bene.?»
Thunder fissò Kai per qualche secondo mordendosi il labbro inferiore,
«No. Mi bastava sapere che le cose andavano bene» ammise.
«Oh uffa, siamo un branco di animali…» si lamentò Uruha.
Aoi scoppiò a ridere. «Io sono contento che non ce lo abbia detto!
Pensateci un attimo: l’avremmo stressata ogni tre per due per leggerla e sapere
come avanzava!»
«Anche questo è vero» ammise Uruha. «Adesso non vedo l’ora di
leggerla…»
«Mmmmmhhhhh queste sfogliatine sono buonissime…» mugolò Ruki con la
bocca mezza piena.
«Watashi mo!» esclamò Reita prendendone una dal piatto di Ruki.
«Molla le mie sfogliatine!» fu l’immediata reazione di Ruki.
«Forse vi è sfuggito, ma la tavola è piena di roba da mangiare…» fece
presente Aoi.
«Cominciavo a sentirne la mancanza…» fu il commento rassegnato di Kai.
Uruha ridacchiò. «Watashi mo…»
Si trovò a guardare la sua imouto, Yeijiro e Kochiyo… nessuna di loro
poteva obbiettivamente dire di non essersela cercata.
Tornò a guardare quei cinque scellerati, perché in quei momenti non se
ne salvava uno, neanche Kai… e sorrise.
Felice.
Adesso manca solo la mia imouto… mancano
solo sei mesi.
Se mai nella mia vita mi comprerò un casco integrale (difficile, non li
sopporto), sarà uno di questi due, non ce n’è.
Reita si sta trasformando proprio in un cuoricino tenero… XD
E’ stata una sorpresa anche per voi il regalo?
Ho qualche giorno libero a cavallo dell’Immacolata e ne sto
approfittando per fare quello che mi rilassa di più.
Grazie per le mails che mi
avete mandato in risposta. Vi adoro.
Cucciola_81: Anche questo è un capitolo piuttosto assurdo…
rileggendolo ho ridacchiato anche io come un deficiente.
Mi viene spontaneo, c’è poco da fare. Quando sono triste o preoccupata
cerco sempre qualcosa per cui ridere e sorridere, immagino di aver proiettato
questa mia peculiarità… perché questa shot non era in programma fino a 10
giorni fa.
Ancora grazie per Lies and Truth.
Pargoletta Mya: lo sapevo, le parole cattivo ragazzo associate a Kai dovevano
avere un effetto. Dovevano. XD
Immaginavo anche che qualcuno raccogliesse la momentanea blindness di
Ruki. Dargli un cartonato nel viso? Non si picchiano i bambini! *fa no no con
il ditino* XDDD
Ti sei salvata: intendo proprio quelli della Findus… mmmmhhhhh buoni…
XDD
Per quanto riguarda le foto… beh, ti ho detto tutto… XD
Il video di Pledge… cielo… quello di Red… aiuto…
TheResurrection: sono veramente
soddisfatta di poche cose quando scrivo. Il rapporto fra Reita e Uruha e fra
Thunder e Kai sono fra gli aspetti che adoro in prima persona delle Catastrofi.
Mi spiace se una storia si è interrotta contro la tua volontà. Stai
meglio? Si è risolta?
Ultimamente sono a scoppio ritardato.
Mi sono innamorata nel giro di 2 giorni di Red (le famose foto della
serie con Reita anni ‘60 si riferiscono a quel video, ho riconosciuto gli outfits)
e di Pledge.
Che dire, dopo Shiver, ascoltare quelle canzoni è stato un sollievo
(anche se Red potrebbe essere antecedente…)… riescono ancora a colpirmi al
cuore, cominciavo a preoccuparmi.
Capitolo 9 *** 08. Ruki & Kochiyo - Sisters, Lovers and You ***
08. Ruki & Kochiyo - Sisters, Lovers and You
The Ultimate
Catastrophes 4 The GazettE
Ruki & Kochiyo - Sisters,
Lovers and You
Legenda:
幸千代 = Kochiyo in giapponese, è
associato al PoV di Ruki e Kochiyo stessa.
E qui, ci vuole un ringraziamento grosso come il Giappone a
quella creatura che qui in EFP si faceva chiamare Aredhel Noldoriel, adesso Sundance,
ma che per il mio cervellino a compartimenti stagni è Jo.
Se non tenessi almeno un pochino al rispetto che mi sono
guadagnata, fanciulle mie, vi trascriverei lo scambio di mail (oggetto: kanji oh questi sconosciuti… e vi ho già
detto in che condizioni ero!!!) fra me e Jo quando mi sono resa conto che per
il nome della fidanzata di Ruki NON AVEVO IL KANJI PER IL SEPARATORE!!!!!! *rivive
il panico come se fosse adesso, fa breve training autogeno e si riprende un
minimo*
Per la bontà degli Shichifukujin non le ho più nel pc, sapete
come sono messa con le tentazioni…
Orbene, anche senza vederla, so che si è fatta in cento, non in quattro, per
trovarmelo… non lo ha trovato, me lo ha creato.
Sì, avete letto bene. Aggiungendo che sperava che avesse il
senso voluto.
Bambina mia, come ti ho già scritto subito, per me Kochiyo in kanji si scrive così,
punto. Sfido chiunque a dire il contrario.
Ti sei sbattuta a metà maggio 2010 per farmelo avere e ti
ringrazio pubblicamente solo adesso,
ma se non ci fossi, bisognerebbe inventarti… arigatou. *s’inchina e bacia mano*
30 gennaio 2010
Ruki
Ok, era il caso di affrontare la cosa con la sua illustre fidanzata.
Uruha quel giorno gli aveva praticamente fatto una sauna russa,
approfittando dell’unica pausa caffè della mattinata… l’ennesima, sauna russa. Come se il fatto che si sposasse non fosse
abbastanza, per tutti i Kami-gami.
C’era da sperare che Reita e Aoi non mollassero il sano principio “non
è certo un anello che ti legherà a vita al sottoscritto”.
Su Reita era abbastanza sic… no, su
Hell era sicuro.
Erano le donne che decidevano, beando gli uomini dell’impressione di lasciare
nelle loro mani la barca… in altre parole: Kochiyo era d’accordo con lui. Quindi
non si sarebbero sposati.
Aveva parlato parecchio con la puffetta, anche al telefono, e le idee
di quella donna erano limpide. La pensava come lui, come Kochiyo e come Reita.
Sospirò fermandosi all’ennesimo semaforo. Lui e la famosa “onda verde”
erano inconciliabili, ormai non perdeva neanche più tempo a leggere la velocità
magica da mantenere.
Su Butterfly invece non ci avrebbe scommesso.
Aveva la netta impressione che la fanciulla si fosse semplicemente allineata con l’idea di Aoi.
Cosa che, ovviamente, non escludeva che, come Aoi si fosse reso conto
della cosa, avrebbe potuto rivalutare la propria opinione.
E magari cambiarla.
Ne erano cambiate di cose, in un anno! Dodici mesi prima solo Aoi aveva
gettato le armi davanti a Butterfly, Reita era un single cronico e Kai era in
crisi nera con… con… ah, kuzotare, non importava. A quel punto non aveva
davvero importanza il nome della sua ex.
Si trovò a sorridere al parabrezza.
E dire che una volta superato il trentunesimo compleanno di quel
chitarrista si era sentito quasi al sicuro!
Quasi, perché la nota bastardaggine di Reita era stata come una soffocante
cappa pronta a sommergerli… poi invece era quasi riuscito a far piangere il
vecch… Aoi dalla commozione.
A volte pensava che non ci dormiva la notte per architettarle, invece
era sufficiente che desse voce ai suoi sentimenti per far traballare il mondo.
Lanciò un’occhiata al semaforo che sembrava essersi messo in sciopero
sul rosso.
Appoggiò il gomito contro la stretta sporgenza della portiera all’altezza
del finestrino e sbuffò portandosi il dorso della mano davanti alla bocca.
Batté distrattamente l’indice e il medio sulle labbra seguendo il ritmo
della canzone alla radio.
Odiava il traffico. Se esisteva un modo più stupido di perdere tempo, in quel
momento non gli veniva in mente.
Quelle riunioni di sabato mattina erano a dir poco deleterie per la sua già scarsa pazienza… il nuovo tour si
avvicinava a passi da gigante. A luglio sarebbe uscito il singolo nuovo… e
dovevano consegnarlo entro la fine di febbraio…
Quanto sono cambiate le cose in un anno.
Se non altro, Kochiyo era comunque di turno al lavoro, quindi non le
aveva sottratto tempo… e l’indomani sarebbero stati tranquillamente a casa.
Gli altri dovevano organizzare il
suo compleanno e lui e la sua fidanzata necessitavano di un po’ di tempo da
soli.
Era una sicurezza avere addirittura un anno in meno di Reita. Aoi era
l’unico bersaglio di cui disponesse quel bel tipo all’interno del gruppo.
Il semaforo si ricordò finalmente di avere a disposizione ben tre
colori e passò al verde.
Ingranò la marcia e partì.
Pestando, dopo forse due metri, sul freno a causa della fila.
Kso, il sabato va abolito per le
riunioni e le prove. La gente che non lavora si riversa allegramente per la
strada e non cambia un cazzo!! Ma perché non dormono quando possono??
Kochiyo lavorava due sabati al mese a rotazione, un mese il primo e il
terzo e il successivo il secondo e il quarto, se lui era sempre libero quel giorno, tours permettendo, le probabilità di
poter stare insieme, crescevano esponenzialmente!!!
Devo ricordarmi di parlarne con Kai…
magari proprio il giorno del mio compleanno…
Sorrise riprendendo lentamente la marcia verso casa.
I piani dovevano essere progettati e ragionati con astuzia per
funzionare.
Restava da capire come mai era stato Uruha a comunicargli che Kochiyo
stava male a saperlo così legato ad Hell… a sua volta avvisato dalla fidanzata
nonché migliore amica della donna in questione… che poi, rimettendo insieme
tutto quello che gli aveva detto l’amico, non era neanche gelosia stavolta.
Dei, le donne… specie la sua… erano in continua evoluzione, non c’era
astuzia che reggesse.
Questa volta dovrò veramente dar fondo
al mio fascino. Mi serve un piano. Possibilmente geniale.
幸千代Φ幸千代Φ幸千代
Kochiyo
Il sabato a lavorare era eterno.
Doveva ancora vedere un cliente e le vetrine erano state rifatte appena
due settimane prima, in quanto responsabile del reparto non toccava a lei
spolverare… quindi non c’era altro da fare.
Yeijiro apparve improvvisamente. «Puoi prenderti una pausa sigaretta?»
«Vedi qualche cliente da seguire?»
«Anche nel reparto femminile è la stessa solfa, Arisa-sama sta
prendendo in considerazione l’ipotesi di farmi uscire prima e…»
«Arisa è una saggia.»
«… mi ha chiesto di chiederti cosa ne pensi, in quanto responsabile del
reparto maschile.»
«Ci fumiamo una sigaretta e poi vengo con te a parlarle.»
Avvertì una delle commesse sotto di lei che si allontanava per qualche
minuto.
Il concetto che proprio non voleva entrare in testa ai proprietari del
negozio, era che dopo il Gantan, e la spropositata emorragia di denaro che lo
caratterizzava, la gente non aveva voglia di infilarsi nei negozi per un bel
po’. Almeno fino al Kenkoku Kinen No Hi.
Se non altro Ruki era dovuto andare ad una riunione e anche lui avrebbe
liquidato gli impegni in mattinata.
Aveva voglia di starsene un po’ da sola con lui.
«Urupon mi ha giurato che gli parlerà oggi.»
Sorrise senza volerlo, «Wow, proprio prima di mezzo fine settimana che
posso passare da sola con lui…»
L’espressione di Yeijiro cambiò. «Oh no…» gemette.
«No, stai tranquilla, scherzavo. Se deve arrabbiarsi perché mi faccio
problemi inutili, è meglio che lo affrontiamo senza interruzioni.»
«Pensi che si arrabbierà?»
«Se fossi in lui, io mi arrabbierei per una cosa del genere.
Onestamente, Yei-chan. Fermo restando che è la
donna di Reita, non sta scritto da nessuna parte che Ruki debba dirmi sempre cosa pensa e cosa prova. So che
si sentono al telefono e non mi da fastidio, anzi. Watashi mo ho chiamato Hell cinque
o sei volte e lei mi chiama o manda sms almeno una volta alla settimana. So
perfettamente quanto è riservato e poco disposto a mettere in piazza i suoi
sentimenti… la prima volta che ha detto di amarmi per poco sono cascata in terra.
Questo sentimento poi, non ha
precedenti. Ero convinta che si fosse affezionato
a Butterfly e Thunder… pensa quanto ho capito di lui.»
«Non prenderla così.»
«E come dovrei prenderla? Dopo quasi quattro anni di relazione di cui
più della metà di convivenza ancora mi comporto come una ragazzina al secondo
appuntamento.» Scimmiottò una isterica «Chi
chiami? Dove vai? Quando torni? Cosa pensi? Perché hai fatto questo? Perché non
hai fatto quest’altro?» Sbuffò, «Sono ridicola, ecco la verità. E dire che
ho pensato che la cazziata di Reita di un anno fa fosse stata la mano dei
Kami-gami. Prendi proprio Hell e Reita. Hell ha vent’anni compiuti da poco più
di un mese. Si è imbarcata in una relazione con un uomo di otto anni più
vecchio di lei, playboy di rinomata fama, e li divide praticamente un emisfero!
Ed è Reita che la cerca in continuazione. Ruki mi racconta che non fa che
scriverle sms, a qualsiasi ora… ed è ragionevole pensare che quando qui è
giorno, a Boston è notte. Come si fa
a legare un uomo così? E senza farlo sentire in trappola… perché conosci Reita,
almeno un minimo, no?»
Yeijiro annuiva.
«Ecco, ci siamo capite. E’ chiaro che una persona riservata come Ruki
sia affascinato da Hell come una falena con la luce. In questo preciso momento
mi chiedo come faccio a non capire, anche se fra due ore avrò accantonato
questi bei discorsi e sarò punto e a capo. Mi è andata di culo che l’ha eletta imouto onoraria sfidando le ire di
Butterfly e Thunder che, se ti fosse sfuggito, battono anche Reita in quanto a
gelosia verso quella ragazza…»
Yeijiro continuava ad annuire.
Peccato che la mia saggezza sia a breve termine:
davanti a quell’uomo sono un inerme ammasso di gelatina.
Tirò l’ultima boccata dalla sigaretta e… «Fra l’altro mi devo ricordare
di comprare le sigarette prima di tornare a casa, sicuro Ruki-chan non ci pensa,
queste riunioni di sabato mattina lo annientano…»
«Le devo comprare watashi mo» disse Yeijiro, «in due ce lo
ricorderemo…»
Scoppiò a ridere, «Impegnandoci…» Spense la sigaretta nel posacenere
pieno di sabbia lì vicino e… «Su, andiamo da Arisa-san adesso. Vediamo se
riusciamo a chiudere almeno mezz’ora prima oggi. Potrei organizzare qualcosa di
speciale per Ruki se arrivo in tempo utile a casa…»
幸千代Φ幸千代Φ幸千代
Ruki
Arrivò a casa molto in ritardo rispetto a quanto aveva preventivato, ma
abbastanza in anticipo per quanto riguardava Kochiyo.
Aveva almeno un’altra ora da passare in negozio.
Aveva sviluppato un piano nel traffico che intendeva mettere in
pratica.
Forse non proprio geniale, e tanto meno originale, ma aveva già appurato che funzionava… quindi…
Si liberò le mani e si tolse cappotto e berretto appendendoli
diligentemente all’attaccapanni.
La seconda parte del piano
consisteva proprio nel non farle trovare come al solito in giro parti di
abbigliamento…
Riprese i fiori che aveva comprato, rigorosamente rose rosse e bianche,
che costituivano la prima parte del
piano, e si guardò intorno indeciso… dove li poteva appoggiare in attesa di
Kochiyo?
Ok, li posteggio sul divano, tanto mi
apposto qui davanti ad una certa ora.
Si diresse in bagno e chiuse il tappo della vasca, aprendo l’acqua
calda.
L’avrebbe riempita per metà, poi avrebbe finito con acqua bollente più
tardi, in modo da riempirla completamente per l’arrivo di Kochiyo.
Andò all’armadietto a muro che conteneva i vari bagnoschiuma e li prese
tutti, uno ad uno, annusandoli.
Alla fine ne scelse una alla rosa, la fragranza preferita di Kochiyo.
Tornò in sala e andò all’anta dove Kochiyo aveva raggruppato le
candele.
Profumate o no? Facciamo cifra tonda:
alla rosa. A forma di rosa. Perfetto. Sorvolando che è giusto lei che le
compra, sono perfette!
Ne prese una confezione da quattro e, tornando verso il bagno, le aprì.
Le posizionò in modo che non fossero in mezzo quando sarebbero entrati
in vasca, le avrebbe accese all’ultimo momento.
Avrebbe definitivamente chiarito le idee alla sua donna: che differenza
c’era fra imouto, amante… e lei.
Si sollevò in piedi guardando compiaciuto la panoramica.
Quando sarà completamente piena di
schiuma e le candele accese, sarà perfetto.
In quel preciso momento, sentì la chiave girare nella serratura.
Amaterasu, dimmi che è un’allucinazione!
Mi si è fermato l’orologio?? Che ore sono???
幸千代Φ幸千代Φ幸千代
Kochiyo
Fu un’impresa riuscire ad infilare la chiave nella serratura, visti i
pacchetti che aveva fra le mani, ma ci riuscì e aprì.
Non incontrò le solite mandate con cui chiudevano quando uscivano tutti
e due, ma era così occupata a non far cadere niente, che non ci si soffermò.
La chiuse con un movimento del piede restando stoicamente in
equilibrio.
Cosa si faceva per amore…
Fu a quel punto che la sua attenzione si soffermò, inchiodandosi, su qualcosa.
Un mazzo di rose rosse e bianche sul divano.
Rimase a fissarlo stralunata.
Guardò la porta che si era chiusa dolcemente dietro di lei e… concretizzò
in quel momento la mancanza delle mandate.
Non ci credo, è già in casa…
In quel preciso momento, Ruki apparve in fondo al corridoio.
«Itoshii?» chiese a dir poco incredulo «Ma… ma sei in anticipo…»
«Beh… sì… non c’era lavoro e siamo uscite mezz’ora prima… ma anata mo
sei in anticipo…»
Lo vide chiudere gli occhi. «Molto meno di quello che speravo… e io che
fantasticavo di aver concepito il piano perfetto…»
Rientrò nel bagno e tempo cinque secondi uscì di nuovo, avvicinandosi a
lei.
«Beh, ci ho provato…» disse rassegnato. Si avvicinò a lei per baciarla,
«Bentornata a casa itoshii…»
«A… arigatou…»
Si avvicinò al divano e prese il mazzo di rose, «E’ troppo sperare che
tu non lo abbia notato, vero? Pensavo di appostarmi qui davanti ad aspettarti…»
Le tornò davanti, «Facciamo cambio? Io ti do i fiori e tu mi dai i pacchetti?»
propose.
Sentì le lacrime agli occhi, «Volevo farti una sorpresa…»
«Watashi mo itoshii hito.»
Sorrise senza volerlo, «Tu ci sei riuscito. Arigatou, sono stupende…»
Ruki le tolse di mano tutti i pacchetti e ci posizionò i fiori.
«Questo è solo l’inizio… cosa c’è qui dentro?»
«Beh… il pranzo… ho previsto di arrivare poco prima di te… e dovevo
pensare a preparare anche il bagno, così ho comprato quello che ti piace per
riscaldarlo e…»
Ruki scoppiò a ridere, «Ottimo, al bagno ci ho già pensato io al
cinquanta per cento!» la informò.
Rimase a bocca aperta, poi rise anche lei, e gli saltò al collo con il
braccio libero dai fiori, «Aishiteru!!!»
Un braccio di Ruki le cinse la vita, «Watashi mo…»
Si separò appena da lui per baciarlo e Ruki l’assecondò.
«A questo punto prima mangiamo così non dobbiamo riscaldarlo?» propose
sulle sue labbra.
«Affare fatto itoshii, tanto la vasca è già piena per metà, anche se
l’acqua si fredda…»
«Ci pensa l’altra metà bollente a rimettere le cose in regola…» terminò
lei.
«Era studiata bene, vero?»
«Sì… ma sono comunque felice di stare più tempo con te.»
Ruki sorrise e, dopo averle schioccato un altro bacio, si avviò in
cucina con i pacchetti.
Posò i fiori sul mobile e si tolse il cappotto.
«Kochiyo-chan, hai pensato anche alle sigarette!!!» lo sentì esultare
estasiato.
Scoppiò a ridere. «Ti sei appena ricordato di stare per finirle?»
s’informò riprendendo i fiori e partendo alla caccia di un vaso.
«Non solo, mi è anche tornato in mente che domani è domenica! Che donna previdente!»
Sorrise divertita.
Lo amava anche per questo.
Strano che non avesse trovato il cappotto e il berretto sul divano al
posto dei fiori… quell’uomo di solito ignorava bellamente l’attaccapanni!
Lo raggiunse in cucina con il vaso.
Ruki aveva già apparecchiato e disposto le pietanze in tavola.
«Dammi il vaso, lo riempio io» disse prelevandolo dalla sua mano.
Lei scartò le rose sul ripiano della cucina.
Gambo lungo, come Ruki sapeva che piacevano a lei. Rosse, passione;
bianche, purezza.
Quell’uomo sapeva come farla felice, ormai era assodato.
«Acqua tiepida, vero itoshii?» chiese il suo fidanzato.
«Sì.»
Lo aveva stupito quando lo aveva informato che i fiori non andavano mai
messi in acqua fredda, appassivano prima.
Come lo aveva detto a lui, altri quattro uomini a caso erano stati resi edotti della cosa.
Con una certa soggezione, Ruki l’aveva informata che neanche Kai lo sapeva prima che glielo
dicesse lui.
Lì per lì non aveva capito bene il profondo significato di quella informazione…
poi aveva conosciuto un po’ meglio Kai.
Beh, avere una madre fioraia, aveva molti lati positivi.
Mangiarono allegramente, bevvero il caffè mentre Ruki cominciò
scherzosamente ad allentare la crocchia che le legava i capelli dandole piccoli
baci sulle guance e sul naso, poi il suo fidanzato tornò in bagno a finire di…
sistemare.
Lei rimise velocemente a posto la cucina.
«Itoshii? Sono pronto!» la informò.
Sorridendo si avviò in bagno… e si inchiodò sulla soglia a bocca
aperta.
Wow… sta dando fondo al suo fascino
oggi… e dire che pensavo di trovarlo arrabbiato. Forse Uruha alla fine non gli
ha detto niente…
Persiane socchiuse, schiuma a volontà, candele, Ruki già in acqua.
«Devo uscire dall’acqua per spogliarti, itoshii?» chiese suadente.
Sorrise. «No… rimani pure dove sei…»
Si spogliò lentamente, come piaceva a Ruki.
Lo vide rimanere a fissarla in silenzio.
Quell’uomo le aveva aperto le porte del suo cuore, della sua casa e
della sua vita.
Si meritava una cassaforte chiusa tutta per sé.
Si sfilò le mutandine per ultime e le lasciò cadere a terra. «E’ calda
l’acqua?» chiese.
«Sì.»
Si sciolse i capelli e si avvicinò al bordo.
Entrò con cautela, abituandosi al calore dell’acqua.
Si acquattò davanti a lui e prese posto sedendosi fra le sue gambe.
Ruki con pochi gesti le bagnò completamente i capelli e la strinse a
sé.
«Perdonami.»
Pensò di aver capito male, si voltò appena verso di lui, fissandolo incredula.
«Per cosa?» non riuscì a trattenersi.
Sono ufficialmente confusa.
幸千代Φ幸千代Φ幸千代
Ruki
A quel punto, due erano le cose: o Uruha lo aveva difeso a spada
tratta, convincendo fra l’altro
Kochiyo, e si era scordato di avvisarlo… o stavolta
la sua fidanzata era veramente fuori dai gangheri e aspettava il momento più
opportuno per fargliela pagare, cullandolo con un’apparente tranquillità.
Preferiva optare per la prima ipotesi.
Non era mai successo che Kochiyo usasse la loro intimità come arma
contro di lui, magari piantandolo sul più bello… ma poteva sempre succedere.
Si rendeva conto che ancora dava molte cose per scontate con lei e
quella donna non se lo meritava, non dopo che si era adeguata ai suoi ritmi, non
dopo che lo aveva accettato con le sue luci e le sue ombre… non dopo che aveva
accettato senza riserve di essere la sua amante prima, la sua compagna poi.
Kochiyo resse il suo sguardo per tutto il tempo che le occorse per
spogliarsi e, alla fine, fece cadere in terra le mutandine. Rosa, ovviamente.
Gli aveva permesso di riempirle i cassetti con quello che gli piaceva o
lo eccitava.
«E’ calda l’acqua?» s’informò a bassa voce.
«Sì.»
La vide sciogliersi i capelli, avvicinarsi alla vasca, scivolarci
dentro e prendere posto contro di lui.
Le bagnò completamente i capelli, sapendo quanto le piaceva che
profumassero di rosa… poi diede voce alla sua ansia e al suo senso di colpa.
«Perdonami.»
Kochiyo sussultò, si
voltò di scatto verso di lui e lo fissò sbalordita. «Per cosa?»
Distolse lo sguardo
dal suo.
Aveva già deciso di far finta di nulla, di passarmela
per buona senza discutere.
«Ho parlato con Urupon oggi.»
Stavolta smise di respirare. Un attimo.
«E non sei arrabbiato?» chiese in un sussurro.
Ho capito male.
Tornò a guardarla, «Arrabbiato? Tu dovresti essere arrabbiata, non io.»
Kochiyo lo fissava ancora.
Vide delle lacrime fare capolino dai suoi occhi.
Scosse la testa, «Sono io che mi faccio problemi assurdi. E’ stupido
pensare che tu debba dirmi tutto quello che ti passa per la testa. Ci sono
arrivata solo oggi, mentre ero al lavoro. Sei legato ad Hell da qualcosa di
particolare e non hai fatto niente per nasconderlo, né a me né a Reita, che è
il ragazzo di Hell. Solo questo avrebbe dovuto tranquillizzarmi. Kso, mi sento
baka a parlarne con te adesso e…»
La baciò.
Il sollievo era troppo.
Kochiyo rimase un attimo immobile, poi lo assecondò, muovendosi
lentamente si sistemò contro di lui, voltandosi quasi completamente.
«Tu hai il diritto di sapere
cosa mi frulla in testa, Kochiyo»soffiò
sulle sue labbra. «Tu, sei l’unico
elemento di una categoria a parte nella mia vita. Tu, hai diritti che nessuno altro ha. Neanche i miei genitori o gli
uomini che ritengo miei oniisan. Tu,
sei tu. Non una compagna o un’amante
o una imouto. Sei la mia compagna e
la mia amante, ma dopo l’essere… tu. Kami-gami, dimmi che capisci cosa
voglio dire, perché non trovo altre parole.»
Lo stava fissando piangendo.
La vide annuire piano. Poi sempre con più convinzione. «Ho capito.
Perdonami.»
«Perché non mi hai chiesto spiegazioni se la cosa ti ha in qualche modo…?»
«Avevo paura che ti arrabbiassi… è stupido farsi problemi per…»
Appoggiò la fronte contro la sua chiudendo gli occhi. «Credevo che
fossi tu, quella arrabbiata con me. Continuo a dare per scontate cose che non
lo sono… ma me ne accorgo in ritardo.»
Fu la bocca di Kochiyo a cercare la sua.
Fu quel corpo a terminare il movimento iniziato poco prima e la sentì
mettersi a cavalcioni su di lui.
«Aishiteru…» gli soffiò sulle labbra.
La cercò sotto l’acqua, avvicinandola di più a sé, il fiato già corto.
幸千代Φ幸千代Φ幸千代
Kochiyo
Rimasero abbracciati dopo aver fatto l’amore.
Lei aveva semplicemente appoggiato la testa sulla spalla di Ruki e si
era abbandonata contro di lui… che l’aveva tenuta a galla.
Realizzò improvvisamente che Ruki le stava bagnando i capelli con
l’acqua insaponata.
Strusciò il naso contro il suo collo.
«Potremmo farci una doccia veloce per toglierci il sapone di dosso…»
mormorò il suo fidanzato «e poi…»
Sorrise. «Poi?»
«Potremmo riprendere il discorso in camera…»
«Aishiteru.»
«Watashi mo.»
Staccò il naso dal suo collo e cercò i suoi occhi.
Amava quando non aveva le lenti a contatto che li nascondevano.
Ruki rispose al suo sguardo.
Lentamente cercò con la mano sotto l’acqua il tappo per far svuotare la
vasca… e accidentalmente, trovò
altro.
Ruki sobbalzò.
«Ops, itoshii… gomen…»
«Per cosa, esattamente?» s’informò sornione con voce di nuovo roca.
Con una lenta carezza riprese la ricerca del tappo e lo trovò.
«Ti ho urtato» rispose innocente.
«Sentiti libera di urtarmi quando vuoi.»
Scoppiarono a ridere.
Ruki la tirò in piedi e l’abbracciò per baciarla. «Prima ci facciamo la
doccia e prima…»
«… potrò urtarti di nuovo.»
«Credo che qualche ammaccatura te la lascerò watashi mo… ci pensi che
sei sola con me fino a domani sera?»
Riuscirono a lasciare la vasca ed entrare nella doccia.
«Ci pensi che sei solo con me fino a domani?»
Lo vide scoppiare a ridere.
«Ci voleva…» mormorò sulle sue labbra.
L’acqua cominciò a cadere.
«Ci voleva proprio…» convenne.
«Sei bellissima.»
«Anata mo.»
«Tu lo sei di più.»
Cominciarono a sciacquarsi a vicenda.
«Non è vero.»
«Lo è. Ti ho detto che la prima volta che ti ho visto sono rimasto
abbagliato, vero?»
«Sì, me lo hai già detto.»
«La divisa che ti costringono ad indossare è a dir poco inguardabile,
itoshii… ma a te sta bene.»
Scoppiò a ridere, rammentando le paranoie che aveva avuto quando, per
la prima volta, Ruki le aveva detto che quella divisa era orrenda.
«Per tua informazione, ho provato a suggerire di fare la divisa rosa,
ma…»
«Spero che ti abbiano detto di no. Tu vestita di rosa sei assolutamente
irresistibile. Quindi, ti vesti di rosa solo se ci sono io con te.»
«E’ gelosia, questa?» lo punzecchiò.
«Puoi giurarci.» Lo vide sorridere mentre una sua mano scivolò fra le
sue gambe «Per il matrimonio della tua migliore amica, dovrò trasformarmi in
una guardia del corpo…» aggiunse soddisfatto… avendo probabilmente registrato
il brivido che l’aveva scossa da capo a piedi. «E ora che ci penso, prima ci
sarà il matrimonio di Kai e Thunder…»
«Sono… sono sicura che te la caverai alla grande…» articolò in qualche
modo.
Ma perché gli basta così poco per
accendermi?
Lo vide annuire. «Direi che siamo sciacquati sufficientemente.»
«Direi watashi mo.»
In un attimo l’acqua era chiusa e lei, fuori dalla doccia, dentro
l’accappatoio.
«Non credo avrò la pazienza di far asciugare i capelli, itoshii…»
bisbigliò Ruki improvvisamente.
Anche il semplice asciugarla diventava una scusa per toccarla.
幸千代Φ幸千代Φ幸千代
Ruki
«Non credo avrò la pazienza di far asciugare i capelli, itoshii…» si
sentì in dovere di avvertirla, visto cosa era successo al cuscino l’ultima
volta.
La risposta di Kochiyo fu un bacio che per poco non li fece finire
distesi in terra proprio lì, nel bagno.
La sollevò da terra e andò verso la camera.
E quello era solo l’inizio.
Quella donna lo accendeva come un fiammifero.
«Rammento che l’ultima volta avevamo trovato una soluzione per non
inzuppare il cuscino…» gli soffiò nell’orecchio prima di disegnarne le linee
con la lingua.
«Sa… sarebbe?»
«L’alto e morbido tappeto ai piedi del letto…»
La scarica di adrenalina che lo invase gli tolse il respiro.
«Potrebbe essere un po’ duro per la tua schiena…»
«Facciamo una prova… se poi è troppo duro… la prossima volta stai tu
sotto…»
Rise.
Non riuscì a trattenersi.
La carica erotica della sua donna riusciva sempre a stupirlo.
«Affare fatto itoshii…»
______________________________________________
NOTE:
Onda verde: per chi non ha la patente non significa niente, forse
ispira un mare pieno di alghe.
E’ in pratica una serie di semafori, spesso su rettilineo, con segnate
accanto ai colori le velocità espresse in km/h.
Se rispetti la velocità che è illuminata al tuo passaggio, sei sicuro
di non doverti fermare al semaforo successivo in quanto esso sarà di sicuro
verde.
Fra me e voi: non ne ho mai visto uno su suolo italiano…
Un po’ di festività giapponesi
(ringraziate le nostre commesse):
Gantan: la festa del Capodanno, 1 gennaio, ovviamente
Kenkoku Kinen No Hi: anniversario della Fondazione della Nazione, 1
febbraio
Pargoletta Mya: … hai ancora voglia di tirare un cartonato in faccia
a Ruki? XD
Uso il casco aperto perché quelli integrali mi danno noia. Non mi
sembra di avere abbastanza aria.
Ho visto le ultime foto… e se le ho viste. E se le ho viste. *censured*
Ultimamente non ascolto altro che loro e i Versailles.
Fra l’altro (parentesi out of topic, come si suol dire) l’ultimo
singolo dei Versailles mi ha lasciata inerme sulla sedia. Destiny -The Lovers-. Se ti
capitasse a tiro…
Hai passato un bel Natale?
TheResurrection: … che ne dici di Ruki in questo capitolo? Gli
perdoniamo l’attentato ai gioielli di famiglia di Uruha della scorsa shot? XD
Mi piacciono le ultime canzoni. Se devo essere sincera Shiver mi aveva
un po’ preoccupata, perché non mi era arrivata subito al cuore come al solito.
Aoi è bello, non ce n’è. E visto che conto 35 anni e ½, per me non è neanche
vecchio! XDDD
Spero il tuo Natale sia stato piacevole.
Approfitto di questo aggiornamento per augurarvi un felice 2011 bimbe.
E concludo con 2 parole che oggi mi rendono ballistica: Tokyo Dome.
Capitolo 10 *** 09. Uruha & Yeijiro (as special guests, sisters Watanabe) - Just A Word ***
09. Uruha & Yeijiro (as special guests, sisters Watanabe) - Just A
Word
The Ultimate
Catastrophes 4 The GazettE
Uruha & Yeijiro (as
special guests, sisters Watanabe) - Just A Word
2 febbraio 2010
Yeijiro
C’era qualcosa che evidentemente le era sfuggito.
Altrimenti come si spiegava il nervosismo di Uruha e il fatto che,
all’alba delle 15.00, fossero già sotto casa di Ruki e Kochiyo quando
l’appuntamento era alle 15.30?
«Urupon, ma…»
«Reita mi ha detto di trovarmi qui alle 15.00, era dannatamente serio.
Mi ha detto di non salire prima del suo arrivo. Non so altro. Ruki è anche più
giovane di lui, kso, cosa si agita in quella testa?»
Si trovò a sorridere divertita.
Era quel particolare che faceva sentire al sicuro Ruki, era risaputo.
Uruha si accese una sigaretta. «Hai freddo?» chiese.
«Se vuoi scaldarmi, non rifiuto l’offerta.»
Il suo fidanzato tese una mano verso di lei, «Vieni un po’ qui tu…»
Si nascose fra le sue braccia ridendo.
Uruha la seguì nella risata abbracciandola.
地獄 § 地獄§地獄§地獄
Hell
Il suo fidanzato le aveva dato l’ennesima prova di quanto fosse difficile
prenderlo totalmente alla sprovvista.
Tolto che aveva dovuto ripetergli quattro
volte che si trovava all’aeroporto di Tokyo, era partito da casa alle 2.00
di notte per andare a prenderla.
Si spostò praticamente addosso a lui avvolgendogli il braccio. Reita si
chinò su di lei e le posò un bacio sulla testa.
Avevano fatto l’amore da quando avevano messo piede in casa fino a due
e mezzo prima, quando le era venuto in mente che magari era il caso di avvisare le sue ane che era a Tokyo.
Quindi Reita aveva chiamato Aoi e Kai dicendogli che era senza
macchina, inventandosi una balla grandiosa per giustificare la cosa all’ultimo
tuffo e anticipando l’appuntamento di un’ora, e chiedendo se potevano trovarsi
a casa sua, così sarebbero partiti da lì.
Avuto l’assenso da entrambi, aveva telefonato ad Uruha avvisandolo che
si sarebbero trovati sotto casa di Ruki mezz’ora prima del previsto.
Il tutto senza toglierle le mani di dosso.
Non vedeva l’ora di rivedere anche Uruha, Yeijiro, Ruki e Kochiyo.
L’arrivo di Kai, Thunder, Aoi e Butterfly era stato a dir poco esilarante.
Lei si era nascosta in cucina per non farsi vedere subito e Aoi era
entrato in casa sul piede di guerra, per usare un eufemismo, vedendo anche Kai
lì.
Quando era apparsa nell’ingresso, il mondo si era fermato.
Le sue ane erano scoppiate a piangere e l’avevano presa d’assalto… Aoi
e Kai… non avrebbe potuto descrivere le loro espressioni neanche se fosse
rinata altre cento volte.
Dopo gli strangolamenti delle sue oneesan adorate, si era trovata
davanti proprio Aoi che l’aveva abbracciata quasi con le lacrime agli occhi.
Kai non era riuscito a spiccicare parola, ma il sorriso che aveva
stampato in faccia avrebbe potuto mandare in vacanza il Sole.
Aveva ripetuto anche a loro cosa era successo, cioè che aveva
incredibilmente sistemato la tesi due giorni prima, tre professori si erano
ammalati lasciando scoperte le lezioni… e lei era saltata sul primo aereo per
Tokyo, senza avere il tempo di avvisare nessuno.
Reita si era premurato di ripeterle che poteva saltare sul primo aereo
per Tokyo tutte le volte che voleva, scatenando altre risate.
Avevano preso il caffè e poi, dopo che Butterfly aveva risistemato il
trucco anche a Thunder, si erano messi in macchina per raggiungere casa di
Ruki.
Reita aveva preso
posto nel sedile posteriore tirandosi dietro lei e il regalo per Ruki. Pardon.
Il regalo e la sorpresa.
Per tutti.
Di riflesso, Aoi si era messo alla guida e Butterfly aveva preso posto
nel sedile del passeggero. Ovviamente voltata verso di lei.
«Ti guardo e non ci credo» ripeté per l’ennesima volta la sua oneesan.
«Imouto, non potevi farci una sorpresa più bella.»
«Concordo» disse Aoi.
«Riparti fra tre giorni?» riprese Butterfly.
«Sì, ho l’aereo venerdì alle 19.00.»
«Aspetta che ti vedano Uruha e Ruki…» mormorò Aoi.
«Preparati a vedere Urupon in lacrime» l’avvisò Reita.
Annuì serrando la stretta intorno al suo fidanzato che le rese il
gesto.
YEIɰYEIɰYEIɰYEI
Uruha
Detestava
cordialmente fare le cose e non sapere perché le faceva.
Anche il semplice guardare
Ruki bendato sul palco quando cantava lo avvolgeva in un senso di inquietudine
che non lo lasciava fino a quando l’amico non tornava a guardare il mondo.
Pensava che quella
fosse una delle cose più coraggiose mai fatte da quel ragazzo. Bendarsi davanti
a centinaia di persone.
Yeijiro si era
accoccolata contro di lui e se non altro il calore che emanavano insieme era
abbastanza per tenere lontano il freddo.
Il problema comunque
quel giorno era un altro.
Il tono della voce di Reita lo aveva confuso.
Cosa poteva essere successo per anticipare di mezz’ora l’appuntamento??
Faceva un freddo blu, cazzo.
«Ma… non sono le macchine di Aoi e Kai, quelle?» chiese improvvisamente
Yeijiro.
Si voltò verso la direzione di marcia e vide chiaramente la macchina di
Kai che stava parcheggiando a quattro o cinque metri da loro.
«Ma che cazzo…» cominciò incredulo.
Erano tutti lì??
«Oh per la potenza di Amat…
NON CI CREDO!!!!!» esplose improvvisamente Yeijiro.
La sentì staccarsi con uno strattone e la vide partire di corsa con un
grido di gioia.
Rimase talmente spiazzato da non riuscire a mettere a fuoco cosa aveva
davanti.
Reita.
Butterfly.
Per la potenza di tutti i Kami-gami…
Riconobbe quei capelli appena li vide, ma il suo cervello sembrava
essersi inceppato.
Bon Bon riemerse dall’abbraccio di una Yeijiro in lacrime e puntò gli
occhi su di lui. «Urupon?» lo chiamò.
Cominciò a piangere come un cretino senza riuscire a spiccicare parola.
Con tre falcate le arrivò davanti e la sollevò di peso per
abbracciarla, «Dimmi che non sto sognando…»
Fu quasi un lamento.
«Sono qui Urupon!» esclamò felice Bon Bon abbracciandolo «Mi sono
liberata improvvisamente dalle lezioni e sono saltata sul primo aereo! Rei è
partito da casa alle 2.00 stanotte per venirmi a prendere all’aeroporto!»
Si rese conto di aver riperso il dono della parola.
Rimase abbracciato a lei.
«Come stai?» chiese in un bisbiglio Bon Bon.
Inghiottì a vuoto e aprì bocca.
Niente.
Riprovò.
«Adesso sto semplicemente da dio…» farfugliò, «Kami, ti ho fra le
braccia e non ci credo…»
Si separò appena da lei e Bon Bon gli asciugò le lacrime con un gesto
della mano. «Sono felice di rivederti Urupon, mi sei mancato.»
Nuove lacrime si gettarono sulle guance. «Anata mo mi sei mancata.»
Tornarono ad abbracciarsi.
«Uruha?»
La voce di Kai lo riscosse.
«Dobbiamo salire, siamo già in ritardo di dieci minuti.»
Dieci minuti?? Kami-gami, il tempo ha
messo il turbo!
«Ma Ruki non sa che…?» cominciò.
Reita scosse la testa. «Neanche Watanabe-sama lo sa ancora. Tant’è che
stasera usciti di qui andiamo subito da lui.»
Annuì.
La posò a terra ma le cinse la vita con un braccio.
«Andiamo. Parlate voi al citofono, perché Ruki mi sente di sicuro dalla
voce che sto piangendo.»
Non ci credo…
雷ð雷ð雷ð雷ð雷ð雷
Thunder
Era uno dei giorni più belli della sua vita.
La guardava, al fianco di Uruha che non riusciva a staccarsi da lei, e
non ci credeva.
Non aveva semplicemente una imouto. Aveva una continua fonte di gioia.
«Ruki impazzirà di gioia quando ti vedrà» predisse Yeijiro. «E
preparati perché anche Kochiyo si scioglierà in lacrime.»
Butterfly con pochi gesti sistemò un trucco che era stato spazzato via
da un torrente di lacrime. Yeijiro la ringraziò con uno sguardo.
La sua imouto stava annuendo, «A proposito, voi due, congratulazioni»
disse.
Uruha sorrise e la strinse a sé. «Arigatou Bon Bon. Abbiamo già
calcolato che sicuramente sarai tornata a Tokyo in pianta stabile per quella
data.»
«Sarei tornata comunque» gli
rese noto.
L’ascensore si fermò e le porte si aprirono.
Aoi e Butterfly uscirono per primi.
Kai la prese per mano e lo seguì docile.
La porta dell’appartamento era aperta e apparve Kochiyo sulla soglia.
«Ben arriv…!!»
Il sorriso sfiorì sulle sue labbra.
L’espressione si fece sbalordita.
La vide staccarsi dalla porta e gettarsi verso Hell mentre silenziose
lacrime già le rigavano le guance.
Aoi bloccò per un pelo la porta prima che si richiudesse.
La padrona di casa arrivò alla sua imouto che singhiozzava.
Hell le sussurrò qualcosa, ma Kochiyo non riuscì a calmarsi se non dopo
qualche istante.
«Il festeggiato esce a controllare cosa succede» predisse Reita.
Passò vicino alla fidanzata e fu il primo a varcare la soglia, seguito
da Aoi e Butterfly.
«Ah, stavo venendo a controllare che stavate combinando!» esordì la
voce di Ruki «Dove avete messo la mia fidanzata?» s’informò poi.
«Otanjobi omedeto, eh??» esordì Reita con il suo solito stile.
Hell ridacchiò.
Uruha sembrò finalmente riprendere il controllo del suo corpo e si allontanò
da Hell.
Prese Yeijiro per mano e sparirono oltre la soglia.
«Andiamo anche noi?» propose Kai in un sussurro nel suo orecchio.
«Certo…»
Appena entrata si rese conto che c’erano già i genitori di Ruki e Fujio
con la moglie.
«Kouyou, ma che hai fatto? Hai gli occhi rossi!» stava dicendo Ruki.
«Ma niente. E’ il freddo» disse Uruha.
«Sa di balla da qui a Boston» lo informò il vocalist con un
sopracciglio alzato.
Reita scoppiò a ridere, «Ultimamente adori quella città, vero??»
Ruki rivolse la stessa espressione al bassista. «Cosa kso avete
combi…?»
Kochiyo rientrò in quel momento.
«Itoshii???» esplose Ruki vedendola asciugarsi gli occhi «Ma che
succede???»
«Colpa mia, Taka-chan» disse la sua imouto un attimo prima di entrare.
蝶†蝶†蝶†蝶†蝶†蝶
Butterfly
Per cinque secondi buoni, Ruki restò immobile.
Cristallizzato.
La sua bocca si aprì lentamente, spalancandosi senza un suono.
A lei veniva ancora da piangere al solo pensiero di averla lì.
«Non… non… per la pietà di Amaterasu…» farfugliò Ruki, poi partì.
Si allacciò in un abbraccio da manuale con la sua imouto.
«Non ci credo non ci credo non ci credo…» lo sentì ripetere come un disco
rotto.
Hell scoppiò a ridere, «Otanjobi omedeto…»
Si separò appena da lei e le prese il viso fra le mani. «Dimmi che non
sto sognando… dimmelo Seiko» disse con voce rotta.
Kochiyo ricominciò a piangere, e Yeijiro con lei.
«Non stai sognando.»
Inutile dire che lei e Thunder non si fecero ripetere l’invito.
«Oh Cielo…» mormorò Fujio.
«E’ tornata a sorpresa stanotte» spiegò Reita, anticipando la sua
imouto che avrebbe dovuto ripeterlo per il festeggiato e la sua famiglia. «Ha
sistemato la tesi, l’ha consegnata e ha saputo che tre professori si sono
ammalati. E’ partita in fretta e furia senza avvisare nessuno. Quando mi è
squillato il cellulare stanotte alle 2.00 lì per lì mi è preso un colpo… ma non
è stato niente in confronto a quando mi ha detto di essere all’aeroporto di
Tokyo…»
Uruha scoppiò a ridere, «Quante volte ha dovuto ripetertelo prima che ti
convincessi?» s’informò.
«Quattro» rispose Reita con un sorriso. «E fino a quando non l’ho avuta
fra le braccia, comunque non ci ho creduto.»
Uruha abbracciò il suo migliore amico, «Dei Ryo, sono così felice…!!!!»
Reita rispose all’abbraccio scompigliandogli i capelli.
«Non potevi fargli regalo più bello, Hell» mormorò Kochiyo. «Quando l’ho
vista sul pianerottolo ho pensato di avere le allucinazioni!» aggiunse ancora
sconvolta a chi non lo sapeva neanche lei.
«Itoshii…»
Aoi le passò un fazzoletto.
«Arigatou itoshii…» mormorò prendendolo.
Sentì un braccio avvolgerle la vita e riconobbe il profumo di Thunder
ancora prima di voltarsi.
Rese l’abbraccio alla sua imouto.
«Fatti guardare…» mormorò Ruki allontanandosi di nuovo da Hell, «non
riesco a credere ai miei stessi occhi. Quando pensi di ripartire?»
«Venerdì alle 19.00» rispose Hell.
Le mani di Ruki si intrecciarono con quelle della sua imouto.
Lo vide annuire, «Puoi fermarti qui oggi pomeriggio o vai subito da tuo
padre?»
Sorrise senza volerlo.
«E’ il tuo compleanno Takanori, oggi. Vado da daddy stasera con le mie
oneesan e relativi fidanzati.»
«Domani sarai proprietà della tua famiglia» predisse Kochiyo, «ma pensi
che giovedì o venerdì prima che tu parta possiamo stare insieme?»
«Sicuro» rispose Thunder per lei.
«Ah, prima che mi scordi» disse Aoi. «Otanjobi omedeto!!» disse
tendendo a Ruki la busta con il loro regalo.
Scoppiarono tutti a ridere e Ruki si separò definitivamente da Hell per
essere circondato dai quattro ragazzi.
Thunder la tirò per un braccio e, aggirando il gruppetto, arrivarono
alla imouto, circondandola.
«Imouto, non so come ringraziarti per tutto questo» mormorò Thunder,
«mi sembra un sogno…»
«Anche a me.»
Si serrarono in un abbraccio.
YEIɰYEIɰYEIɰYEI
Yeijiro
«La guardo e non ci
credo…» mormorò Kochiyo ancora sconvolta.
Ruki era stato
circondato da tutti e quattro, Butterfly e Thunder avevano stretto Hell in un
abbraccio a tre.
«Yei-chan…
è veramente qui?» chiese la sua migliore amica «L’abbiamo nominata anche
stamani. Taka ha detto che sarebbe stato perfetto se…»
nuove lacrime le riempirono gli occhi.
«Beh…
allora è perfetto, no?»
In quel momento Hell
si separò dalle ane e andò verso Fujio che la fissava sbalordito.
«Lieta di rivederti,
Fujio.»
«Watashi mo Hell.
Credo di non aver mai visto Takanori così sorpreso e felice. Arigatou.»
«Ti garantisco che il
piacere è mio.»
Mentre Hell salutava
anche i genitori di Ruki e la moglie di Fujio, Ruki cominciò ad aprire i
regali.
Quando arrivò a quello
di Reita e Hell, lasciato rigorosamente per ultimo, si bloccò.
«Ryo, qual è il tuo?»
chiese con la testa mezza dentro al sacchetto.
«Ci vedi doppio? Io e
Hell abbiamo fatto un regalo unico come gli altri.»
«Veramente, no.»
«Quello impacchettato
è il regalo per te» s’inserì Hell tornando verso di loro. «La busta nera… beh, sono le copie della mia tesi, ancora non
discussa quindi assolutamente inedita, per voi.»
Rimasero tutti annichiliti… ma Ruki fu un fulmine a riprendersi dalla sorpresa… e fuggì in camera.
Chiudendosi anche probabilmente
a chiave dentro, stando al rumore della porta che sbatteva.
«Ma cosa…?» cominciò Uruha… poi
realizzò cosa aveva fatto l’amico «TAKANORI ESCI IMMEDIATAMENTE DI LI’‼‼» esplose.
«S’è portato dentro
tutte le copie?» chiese basito Aoi.
La classica conferma
dell’ovvio.
I quattro si
guardarono a vicenda, poi si riversarono lungo il corridoio.
«Taka apri la porta!» esplose Reita.
«La voglio vedere
watashi mo…» piagnucolò Uruha.
«Itoshii, ma perché
non me lo hai detto?» chiese Reita, ovviamente rivolto a Hell che già rideva.
«Perché era una
sorpresa per tutti…» fu la risposta.
«Oooohhhhwow…‼» arrivò l’esclamazione di Ruki, anche se
ovattata, dall’interno della stanza.
«TAKA APRI QUESTA
PORTA!» esplose Aoi «Ma non è giusto! L’ho saputo per primo io!»
«Taka guarda che la butto
giù!» lo minacciò Reita.
«E aspettate un
momento! E’ il mio compleanno!» disse Ruki da dentro la camera.
«Vuoi arrivare al
prossimo?» chiese eloquentemente Reita.
«Aspettate…»
disse improvvisamente Kai.
Si fece spazio fra
Uruha, Aoi e Reita e arrivò alla porta. «Taka-chan…»
esordì con il tono del leader saggio e persuasivo «devono vederla anche Thunder
e Butterfly… pensa a questo…
Thunder potrebbe arrabbiarsi…»
In realtà Thunder
stava cercando disperatamente di non soffocare da come stava ridendo.
E non era la sola.
Ci furono secondi di
silenzio assoluto, poi si sentì la chiave girare nella toppa e la porta si
aprì.
Apparve un
mortificatissimo Ruki che tendeva con una mano quattro copie della tesi e una
copia se la teneva ben salda contro il torace in un abbraccio.
Kai prese
immediatamente una copia e si diresse verso Thunder, «Guarda‼!» esclamò
felice.
Seguito a ruota da
Aoi, che si diresse verso Butterfly, «Itoshii ce l’ho fatta!» annunciò
soddisfatto.
«Puffo» disse Reita
serissimo a Ruki… in quella che dal tono doveva
essere un’offesa… e prese la propria copia.
Uruha s’impossesso
dell’ultima. «Ma perché devi sempre essere così dannatamente impulsivo?» chiese.
«Volevo essere sicuro
di avere il tempo di guardamela con calma…» si difese
Ruki.
«Wow…»
mormorò Butterfly.
Stava guardando la
copertina e l’accarezzava con la mano.
«Copertina di seta?»
chiese Kai incredulo mentre Thunder a sua volta sembrava quasi cullare la copia
che aveva fra le mani.
Hell annuì.
«Rilegatura rigida rivestita in seta. Nella prima pagina ho fatto incidere a
rilievo su carta di riso il titolo della tesi in giapponese, nella seconda è
scritto in inglese sempre in rilievo su cartoncino. Tutto il resto è in carta
patinata da rivista, in giapponese a sinistra in inglese a destra. Ho fatto
diventare pazzi quei poveri ragazzi del negozio di rilegature. Ho pensato che
parlando di Visual Kei… il concetto di apparire doveva cominciare nel momento
in cui veniva presa in mano. Le foto che ho inserito saranno presentate come diapositive
mentre la discuto.»
«Stasera me la leggo
con calma» disse Ruki sorridente. «Itoshii, la leggiamo insieme, ok?» chiese a
Kochiyo che annuì prontamente.
«E’ un piccolo
capolavoro Hell» mormorò Kai. «La presentazione pesa sul voto finale?»
«Sì.»
Il ragazzo annuì,
come se capisse improvvisamente qualcosa.
«Ehm…
Taka, ti è piaciuto il regalo?» chiese Reita di punto in bianco.
Ruki lo guardò senza
capire, poi alzò gli occhi al cielo e girò su se stesso infilando di nuovo il
corridoio. «Il regalo‼! L’ho lasciato di là ancora chiuso‼»
Scoppiarono a ridere
anche Kunie e Sekien
Matsumoto.
Fujio rivolse una
rassegnata occhiata al soffitto. «Non cambia mai.»
Kochiyo sorrise
deliziata, «No, per la bontà degli Shichifukujin…»
Ridacchiarono tutti.
YEIɰYEIɰYEIɰYEI
Uruha
Poteva custodirla
come una delle giornate più belle della sua vita.
Sorpresa era
solo una parola.
Amicizia era
solo una parola.
Affetto era
solo una parola.
Erano loro a
riempirle, forgiando i concetti che volevano esprimere…
e le rendevano speciali.
Thunder tirò fuori la
macchina digitale dalla borsa. «Ragazzi…?» chiamò.
«Stavo cominciando a
chiedermi se te la fossi scordata a casa» commentò Reita.
«Devo sistemarmi i
capelli‼» esclamò la sua fidanzata.
Ovviamente, Thunder
la immortalò subito.
«Ma Thunder!»
La fotografa
ridacchiò. «Stai divinamente» la rassicurò. «Vero Urupon?»
«Lei è divina.»
Yeijiro arrossì
immediatamente.
Sorrise felice.
Anche amore era solo una parola.
Era quella donna a
renderla speciale.
______________________________________________
NOTE:
Eh sì, ogni tanto un aggiornamento ci vuole! XD
Martedì incontro i vari medici con le nuove analisi (migliorate, ma
ancora sotto le soglie minime). Spero di darvi la notizia che aspetto di
ricevere.
Devo ammettere che sono settimane che non apro un word, oltre un mese.
E’ stato un sollievo stanotte sedermi al pc, musica dalle cuffie e… questo XD
Grazie e un bacio alla pargoletta
Mya, a Cucciola_81 e The Resurrection
che hanno commentato la scorsa shot. *s’inchina*
Guardò di nuovo l’orologio. Erano le 3.00 passate, quindi a Tokyo era
tarda mattina.
Se quel bel tipo si fosse azzardato ad aprirlo senza avvisarla… le
avrebbe dato la scusa per raggiungerlo a Tokyo e prenderlo a calci… almeno i
primi due secondi.
Sorrise.
Aveva deciso di fargli una sorpresa, di farlo ridere.
Aveva partecipato a quella festa di Carnevale giusto per avere la scusa
di mettersi in costume, e gli altri l’avevano assecondata e aiutata, ma se
n’era andata appena aveva avuto abbastanza materiale per fare il DVD.
Reita non le chiedeva di non uscire o chissà che cosa, era lei che
senza di lui…
Il cellulare squillò e riconobbe la suoneria che aveva associato al
numero di Reita: Godsave the queen.
Quando glielo aveva detto lo aveva sentito piangere da come rideva.
¤Itoshii, sono in
procinto di vedere questo DVD… niente da anticipare?¤
Finalmente!!!!
¤Aishiteru. Se non mi
scarichi stavolta, sei mio per il resto della tua vita! XD¤
La risposta fu immediata, come al solito.
¤Devo pensare che ti stai organizzando per sbarazzarti di me?¤
¤Non credere di cavartela così a buon mercato. Attendo commenti. A
dopo.¤
¤A dopo itoshii.¤
Chiuse soddisfatta il cellulare.
Quanto avrebbe voluto essere una mosca in quel… pardon: un ragnetto, in
quel momento.
地獄§地獄§地獄§地獄
Reita
Doveva decidersi ad avvisare Hell che era arrivato, visto che aveva già
chiamato gli altri per chiedergli di raggiungerlo a casa come da istruzioni
ricevute.
Cosa era balenato per la testa della sua donna?
La curiosità lo stava mangiando vivo da giorni ormai, cioè da quando
l’aveva sentita al telefono poco prima di Carnevale, che in America avevano
festeggiato dieci giorni prima, e gli aveva detto che avrebbe girato un video e
glielo avrebbe spedito per fargli vedere il suo travestimento.
Non c’era stato modo di cavarle altro di bocca a riguardo… o come amava
dire Hell, non c’era stato modo di cavare
il ragno dal buco.
Si trovò a sorridere come un ebete. Ormai neanche più saltava in aria
se ne vedeva uno, ma, appunto, sorrideva.
C’era stata una festa e Hell aveva partecipato insieme a Kyle, Nick,
Rebecca, Andrew… la solita cricca insomma… era rimasto sorpreso di vedersi
arrivare l’sms della oyasumi nasai che a Boston erano solo da poco passate le 3.00,
pensava facesse molto più tardi.
Si era imposto di non darle limiti o farle richieste assurde da
fidanzato geloso, anche se la voglia era tanta, ed Hell lo ricambiava con una
devozione… un rispetto, che gli faceva venire voglia di saltare sul primo
aereo.
Sapeva sempre dove era, con chi era e cosa stesse facendo… e lui faceva
in modo che la sua ragazza sapesse sempre dove lui fosse, con chi e a fare
cosa.
Libertà non era fare sempre cosa si voleva. Aveva dovuto
innamorarsi per capirlo.
Il suono del campanello gli disse che qualcuno era già arrivato.
Andò ad aprire e la voce di Uruha, anche se resa metallica
dall’interphone, lo salutò allegra.
Prese il cellulare dalla tasca e fece partire un sms dei suoi:
telegrafico.
¤Itoshii, sono in procinto di vedere questo DVD… niente da anticipare?¤
La risposta fu pressoché istantanea.
¤Aishiteru. Se non mi scarichi stavolta, sei mio per il resto della tua
vita! XD¤
Scoppiò a ridere.
Cosa kso ha combinato???
Uruha lo trovò così: a ridere da solo!
«Come sta Bon Bon??» chiese senza preamboli.
Fece partire la risposta.
«Me ne ha combinate una delle sue e vi vuole come testimoni! Entrate!»
Yeijiro rise divertita. «Quanti sms vi mandate in un giorno?»
«E’ difficile dirlo a causa del fuso orario… direi che ci aggiriamo
intorno alla cinquantina… ma non sono sicuro. Forse anche di più. E la parte
migliore è che glieli ho chiesti io…»
La risposta di Hell la lesse nel silenzio più assoluto, si sentì
immediatamente felice e rispose al volo.
«Dai, entrate, aspettiamo anche gli altri.»
«Ma cosa è successo?» chiese Uruha già blu dalla curiosità.
«Dobbiamo vedere un DVD che mi ha spedito. Tutto quello che so te l’ho
già detto» mise in chiaro conoscendo il soggetto e la quantità industriale di
domande che riusciva a mettere insieme per ogni più piccola cazzata.
Uruha sorrise deliziato, «Ma che tenerezza di creatura…»
«Forse dovrei cominciare ad aprirlo…» disse più a se stesso che a
qualcuno dei presenti.
«Eh, magari così possiamo cominciare a capirci qualcosa…» azzardò
Uruha.
«Sei più curioso di un gatto, lo sai?» lo apostrofò.
«Vuoi darmi ad intendere che tu non lo sei?» lo inchiodò all’istante il
suo migliore amico.
Sbuffò e ruppe la busta imbottita.
Un DVD come tanti altri.
Riconobbe immediatamente la scrittura di Hell.
Non aveva optato per il giapponese.
«N.B.P.… ma che significa?» Se lo rigirò fra le mani «Che razza di
titolo è?»
«Se Rukun è in ritardo iniziamo senza di lui!» mise in chiaro Uruha
girandogli intorno… come se l’angolazione diversa potesse cambiare il fatto che
fosse un DVD o mostrare qualche altro particolare.
«Urupon, mi stai facendo venire il mal di mare.»
Risatina di Yeijiro.
«Reiiiiiiii cos’è??» si lamentò a gran voce Kouyou Takashima per tutta
risposta.
Il suono del campanello lo sollevò dal rispondere.
Gli Shichifukujin continuavano imperterriti ad amare Uruha.
Gli stessi Shichifukujin che dimostrarono benevolenza anche verso di
lui, perché arrivarono tutti a tempo di record.
Ruki e Kochiyo inclusi.
Breve fermata in cucina per i viveri di prima necessità, per il pranzo
si sarebbero organizzati a casa di qualcuno a caso (Thunder e Kai per esempio),
e si posteggiarono davanti al televisore.
Né Butterfly né Thunder sapevano qualcosa a riguardo.
Fece partire il lettore.
(La ripresa comincia in una specie di ingresso. Appare…
Zorro.)
Zorro: **Salve ragazzi! Sono felicissimo di potervi
parlare di nuovo! Come va?**
«Ma è Nick!!!» esclamò Uruha incredulo.
Nick: **Jappie sta finendo di prepararsi! Volevo
solo anticiparvi che dietro la telecamera ci saremo io, Kyle o Andrew o uno
degli altri ragazzi… visto che Rebecca sta riprendendo giusto ora perché l’ho
scongiurata!**
(Compare una mano davanti all’obbiettivo in un
agitato saluto, la voce arriva da dietro la telecamera)
Rebecca: **Ciao a tutti!!! Vi sfido ad indovinare come
mi sono vestita io!! Nick, prendi ’sta cosa!**
(La telecamera passa di mano e compare quella che
deve essere Rebecca.)
Rebecca: **Allora?? Indovinate, avete quindici
secondi di orologio!!**
«Biancaneve» disse Thunder.
«Cenerentola» provò Butterfly.
«Quel vestito è splendido!» fu il commento di Yeijiro.
(Rebecca sta fissando un punto sopra l’obbiettivo)
Rebecca: **Cinque secondi… ok, non lo avete
indovinato, scommetto! Sono la bella addormentata nel bosco!!**
«Bella roba, è sveglia!» commentò Ruki.
Il commento fu seguito da risate incontrollabili. Tant’è che fermò il
nastro.
«Ruki…!» lo rimproverò Kai.
«Ma kudasai, come potevamo indovinare??» ribatté il vocalist.
Lo fece ripartire.
(Appare un ragazzo in maschera.)
Ragazzo: **Amore, ci sei? Jappie è quasi pronta.**
Rebecca: **Amore, saluta i ragazzi.**
«Quello è Andrew??» chiese incredulo Aoi.
Erano veramente irriconoscibili. Erano costumi bellissimi.
Andrew: **Ciao ragazzi! Spero vi divertirete a
vedere questo video!**
(Appare un altro ragazzo.)
«Quello è Kyle, poco ma sicuro!» esclamò Kai.
«Guarda quanto è alto, è lui di sicuro!» aggiunse Kochiyo.
Andrew: **Per la cronaca, io sono vestito da
principe azzurro, lei da bella addormentata nel bosco, Nick da Zorro e Kyle da
Amleto!**
(Kyle si volta verso la telecamera e si toglie la
maschera nera che gli copre il volto.)
Kyle: **Ben ritrovati ragazzi, come va? Gli altri li
troveremo direttamente alla festa! Non sapendo se avranno il tempo di
salutarvi, mi hanno incaricato di farlo al posto loro, aggiungendo che Before I
decay è la fine del mondo e che non vediamo l’ora di sentire altri inediti!
Ovviamente, sottoscrivo in pieno!!** (Si rivolge a Andrew.) **Ricordami di
prendere il teschio!**
(Andrew si piega in due a ridere.)
Andrew: **Ma che razza di Amleto sei??**
(Improvvisamente si fa il silenzio più assoluto.)
(Kyle si volta verso un punto alle sue spalle e
rimane in silenzio.)
«Hanno deciso di farci venire un infarto da suspense?» s’informò Aoi concentratissimo.
Kyle (in un bisbiglio): **Io non ci credo…**
Rebecca: **Oh Dio Jappie MA SEI PROPRIO TU???**
(La telecamera si sposta lentamente e alla fine si
ferma su…)
Qualcuno si tuffò sul telecomando togliendoglielo di mano e fermò
l’immagine.
Lo sentì, perché non lo vide.
Rimase a bocca aperta a guardare…
«PUFFETTAAAAAAAAAAAAAA!!!!» esplose Ruki «Per tutti gli Dei si è
travestita da PUFFOOOOO!!!!!!!!»
E scoppiò il degenero sotto forma di risate.
Cappello bianco anche troppo simile all’originale, canottiera bianca,
minigonna a tulle bianca, scarpe decolté bianche.
Si era addirittura dipinta il
corpo di blu.
«La mia imouto è troppo oltre!!!!»
esalò Thunder senza fiato «Ma la vedete???»
La risata di Uruha era quasi un gemito. Il suo migliore amico non aveva
più fiato.
Passarono diversi minuti prima che fossero in grado di tornare a
sedere… e soprattutto di respirare a livelli accettabili.
«Ma come ha fatto??» chiese incredulo Aoi «Si è completamente colorata
di blu!»
«Credo che sia un colore a base di acqua» rispose Butterfly. «Si usa
anche a teatro. Ne ho sentito parlare, ma non ne ho mai usati. Non ci credo…»
«Rei-chan, fallo ripartire!» incitò Ruki.
Ubbidì più che volentieri.
(Rebecca si avvicina a Hell.)
Rebecca: **Non ci credo! Sei perfetta‼**
Hell (girando su se stessa): **Che ne dite? Che
effetto fa?**
«Devastante» rispose lui
prima di pensarla.
«Puoi dirlo forte!» esclamò Thunder.
Kyle: **A dir poco perfetto.**
Rebecca: **Certo però, se ti tingevi i capelli di
biondo…**
«Che cosa???» esplose «Non azzardatevi a toccare i suoi
capelli‼!»
«Calma Reita» disse Kai, «li ha sempre neri come vedi!»
Hell (dopo un’occhiata alla ragazza): **Scherzi?
Reita mi uccide se tocco i capelli. Lunghi, mossi e neri sono e lunghi, mossi e
neri devono rimanere!**
«E-sat-ta-men-te‼!»
approvò soddisfatto.
«Eh dai‼» lo
rimproverò Aoi.
Gli fece una
linguaccia totalmente ignorata.
Kyle: **La prima puffetta corvina della storia.**
Hell: **Ci mancava vero?? Anche le mie sorelle
saranno contente: il blu è il loro colore preferito!**
I mugolii soddisfatti
di Thunder e Butterfly saturarono l’aria, seguiti da altre risate.
Andrew: **Stai divinamente!**
Hell: **Grazie! A che punto siamo?**
Andrew: **Pronti ad andare!**
(La telecamera comincia a muoversi.)
«Ma prenderà freddo
così??» chiese improvvisamente Uruha preoccupatissimo quando Hell uscì di casa
senza mettersi altro addosso.
«Mmmmhhhh… forse la
festa è nello stesso palazzo?» buttò lì Kai.
Hell: **Se non fosse che la festa è tre piani più sotto
non avrei potuto prepararmi così all’ultimo.**
«Evvai che sono un
genio!» esclamò Kai.
Hell: **In alcuni punti il colore non è ancora
completamente asciutto, non avrei potuto mettere un cappotto.**
Rebecca: **Si asciugherà presto?**
Hell: **Non lo so Beccy, mai usato prima.**
Andrew: **Kyle, hai preso il teschio?**
Kyle: **Sì.**
Nick (da dietro la telecamera): **E’ un passo
avanti…**
Hell: **Gli hai dato un nome?**
Kyle: **A chi?**
Hell: **Al teschio.**
Kyle: **Non mi risulta che Amleto abbia dato un nome
al teschio.**
Hell: **Tu non sei Amleto. E hai dato un nome al tuo
cellulare, al tuo portatile…**
Kyle (sbuffando): **Grazie per avermelo ricordato.
Non ha un nome.**
Hell: **Lo perderai entro due ore.**
Kyle: **Probabile…**
Nick: **Forse anche meno: il tempo che gli ci vorrà
a trovare qualcos’altro da tenere in mano!**
(Risate assordanti.)
Scoppiarono a ridere
anche loro.
Kyle (inchinandosi verso la telecamera): **Nicholas,
la tua fiducia nelle mie doti rimorchiatrici mi lusinga!**
Nick: **So che è ben spesa, Kyle!**
Hell (allegra): **Beh, nel caso puoi affidarlo a me.
Io avrò le mani libere per tutta la sera!**
Kyle (guardando Hell): **Già che siamo in argomento,
ti faccio notare che le regole non sono cambiate: se vuoi bere qualcosa, sai
cosa devi fare.**
Hell (annuendo): **Lo so, ho i miei assaggiatori
ufficiali.**
Andrew: **Io poi non devo rimorchiare nessuno,
quindi…!**
Rebecca: **Carino sottolinearlo…**
«Quindi se ne
occupano loro quando è a Boston…» mormorò Uruha.
Fermò il filmato.
«Urupon, non puoi
meravigliarti» gli fece notare. «Hell si fida di loro e non credo sia in dubbio
che loro le vogliano molto bene.»
Ci fu un coro di
assensi.
Uruha incluso.
Fece ripartire il
filmato.
Rebecca: **… ma se qualcuno accendesse la luce delle
scale?**
Kyle: **Da donna previdente non ha chiuso la porta
prima…**
(Si accende una luce.)
Kyle: **E luce fu… Jappie?**
Hell: **Dimmi.**
Kyle: **Ti guardo e non ci credo. Ma come hai fatto
a dipingerti tutta di blu?**
Hell: **Meglio se non lo dico…**
Andrew: **Eh, sì… hai presente cosa succede ad
agitare un drappo rosso davanti ad un toro?**
Hell (sospirando): **Ok, ok… mi ha aiutata Tessa
dove non sono arrivata da sola.**
Nick: **Jappie, quanto ci metterai a toglierti tutto
quel blu di dosso?**
Hell: **Mi hanno assicurato poco.**
«E dal tono usato gli
auguro di averle detto il vero…» commentò Ruki.
Risate.
Kyle: **Ma cosa facevano stasera Tessa e il suo
ragazzo?**
Hell: **Altra festa.**
Kyle: **Ah. E’ una specie di prova del fuoco per
Reita?**
Hell (ridendo): **Qualcosa del genere!**
«Ci vuole ben altro
Bon Bon…» fu il commento soddisfatto di Uruha.
«Puoi scriverlo sui
muri!» sottoscrisse senza esitazione.
(Arrivano ad una porta e trovano Batman e Spiderman
appoggiati contro il muro.)
«Ma guardate che
costumi stupendi‼» esplose Kochiyo incredula.
Batman: **IO-NON-CI-CREDO‼‼ JAPPIE‼!**
Hell: **Ciao Hank!**
Spiderman: **Finalmente hai ceduto alla tua natura
eh?? Un travestimento meraviglioso!**
Hell: **Grazie Matt! Grazie anche per il tuo
costume!**
Matt: **Per te questo e altro! Non emetto ragnatela
però!**
«Calma Reita, ok?»
disse Ruki.
Sbuffò.
Hank (rivolgendosi alla telecamera): **Salve
ragazzi! Non credevo di avere la possibilità di salutarvi di persona!**
Matt (guardando l’obiettivo): **Ben ritrovati
ragazzi! Vi farete un’idea di una festa americana!**
Kyle: **Ok, si comincia!**
(Kyle bussa alla porta, viene ad aprire una ragazza
pon pon.)
Ragazza pon pon (urlando a squarciagola): **FINALMENTE‼!
ECCOVI QUA! ENTRATE‼**
(Entrano in un ingresso pieno di gente, musica a
tutto volume.)
Ragazza pon pon: **JAPPIE, MA COME TI SEI
VESTITA??**
Rebecca (scocciata): **LORENA SEI DALTONICA?! DA
PUFFETTA‼‼**
Risate.
Lorena: **AH, ECCO COME FAR LEVA SUI PROPRI
DIFETTI‼**
«DIFETTI????» esplose
inviperito Ruki.
«Ma che stronza!» la
bollò impietosa Thunder.
Kyle: **DIFETTI??? LORENA, L’UNICO DIFETTO DI JAPPIE
E’ CHE NON STA CON ME‼!**
Hank: **SOTTOSCRIVO AMLETO‼ CON ME COME ALTRA
PARTE DELLA COPPIA, OVVIAMENTE‼! LORENA QUANTO COTONE C’E’ VOLUTO PER
RIEMPIRE QUELLA SCOLLATURA??**
Ruki e Uruha
cappottarono in terra.
Yeijiro e Kochiyo si
guardarono sbalordite, poi cominciarono a ridacchiare.
Kai fermò il filmato
ridendo. «Gli americani sono fenomenali‼!» stabilì «Ma vi rendete
conto??»
«Sono… delle…
sagome…!» ansimò senza fiato Aoi.
«Quando la imouto… mi
diceva… che… tendevano a… difenderla a… spada tratta… non avevo capito!»
boccheggiò Thunder.
Lui era rimasto
talmente sbalordito da non riuscire neanche a ridere.
«Fallo ripartire!»
esclamò Ruki.
Lorena (irritata): **SEMPRE IL SOLITO STRONZO‼!**
Nick: **JAPPIE NON SI TOCCA NEANCHE CON IL PENSIERO
RAGAZZA‼**
(Improvvisamente appare un clown che si piazza
davanti a Hell.)
Clown: **WOW, DA CHE PIANETA ARRIVI BELLEZZA???**
«Eccoci…» ringhiò.
Hell: **PUFFOLANDIA**
Risate
incontrollabili da parte di Uruha e gli altri che non riuscirono a distrarlo
dal particolare che il tizio l’aveva afferrata per un braccio.
(Appare come dal nulla Kyle.)
Kyle: **EHI CLOWN, I PUFFI SONO UNA SPECIE PROTETTA.
NON SI TOCCANO.**
Clown (mollando il braccio di Hell): **OPS, SCUSA
AMICO.**
(Matt si materializza dietro Hell come per magia.)
Matt (cordiale): **AMLETO TI HA GIA’ SPIEGATO COME
FUNZIONA?**
(Il clown sparisce nella folla.)
Matt (voltandosi verso la telecamera): **SCUSA
REITA, CI PENSIAMO NOI ADESSO, TRANQUILLO!** (passa a Hell una lattina.) **COCA
COLA. APERTA IO E TESTATA.**
Hell (prendendo la lattina): **GRAZIE MATT‼**
«Non si erano
allontanati molto vista la velocità con cui l’hanno circondata nel momento del
bisogno» disse Aoi pensieroso.
«Per la bontà degli Shichifukujin…»
bofonchiò lui.
«Ryo dai!» esplose
Uruha «Sei pazzo di lei, come puoi pensare che nessun altro noti quanto è bella!
Tanto a Bon Bon non interessa nessun altro!»
«Verità
incontestabile, ma se permetti un po’ mi girano le palle nel vedere che la toccano!»
Uruha s’imbronciò.
(Il gruppetto si è ricompattato, Nick è vicino a
Hell, quindi la telecamera è passata di mano.)
Rebecca (da dietro la telecamera): **ODIO I CLOWNS,
MI FANNO PAURA‼!*
Andrew (sempre dietro la telecamera): **STAI
TRANQUILLA AMORE, TI PROTEGGO IO!**
Rebecca: **GRAZIE AMORE‼! LI STAI RIPRENDENDO
VERO??? NON SI VEDE TUTTI I GIORNI PUFFETTA SCORTATA DA SPIDERMAN, BATMAN,
ZORRO E AMLETO‼**
(Risata di Andrew.)
Scoppiarono tutti a
ridere.
Andrew: **SAPEVO CHE SAREBBE ANDATA A FINIRE
COSI’!**
Rebecca: **ANCHE IO‼!**
Matt: **MA QUELLO E’ VESTITO DA TROLL??**
(La telecamera gira improvvisamente. Si ferma su un…
troll a grandezza naturale.)
Rebecca: **FA IMPRESSIONE‼! SEMBRA
VERO‼**
Hell: **NNNOOOO GUARDATE QUELLO‼!
GREMLIN‼‼**
(La telecamera si sposta di nuovo e inquadra un
costume diviso in due. Una metà dolcissima, sembra un peluche, una mostruosa.)
Kyle: **PRIMA E DOPO IL BAGNETTO‼! QUESTO E’
AVANTI‼**
(Il Gremlin sembra vederli improvvisamente, parte a
passo di carica.)
Gremlin: **JAPPIE??? NON CI CREDO‼!**
(I ragazzi restano in silenzio, poi…)
Matt: ** JONAH SEI TUUUUUUU???????**
Kyle: **CHE MI VENISSE…‼! JONAH!?**
(Il Gremlin li guarda.)
Johan: **MA SIETE VOI??? NON VI HO RICONOSCIUTO! PER
FORTUNA JAPPIE E’ INCONFONDIBILE‼! DA PUFFETTA, SEI TROPPO AVANTI
JAPPIE‼! COMPLIMENTI!**
Nick: **COMPLIMENTI??? MA COMPLIMENTI A TE! QUESTO
COSTUME E’ LA FINE DEL MONDO‼!**
Johan: **MODESTAMENTE… VI STAVO ASPETTANDO RAGAZZI‼**
Kyle: **CI SONO ALTRI DEI NOSTRI?**
Johan (scuotendo la testa): **NON LO SO. NON CI
SIAMO DETTI I RISPETTIVI COSTUMI, NON HO RICONOSCIUTO VOI, QUINDI SPERIAMO
RICONOSCANO JAPPIE!**
(Coro di assensi.)
Hell: **CHI DOVEVA VENIRE?**
Johan (scuotendo le spalle): **CREDO KOREY, E PER
QUEL CHE MI RIGUARDA, SAREMMO AL COMPLETO!**
(Altro coro di assensi.)
(Appare come dal niente una coppia che si affianca a
Jonah.)
(Hell li guarda un attimo stupita, poi sorride e si
inchina.)
Hell: **MAGO MERLINO E FATA MORGANA, IMMAGINO…**
Mago Merlino (divertito, rivolgendosi a Fata Morgana):
**COME ANTICIPATO, TESORO, QUESTI SONO I MIEI ALUNNI PIU’ CREATIVI…**
(Le mandibole di Kyle, Nick e Matt toccano il
terreno.)
In coro: **PROF.????**
Mago Merlino (ridendo): **IN PERSONA, PERDIGIORNO‼
E VEDETE DI RIGARE DRITTI, QUESTA E’ LA MIA FIDANZATA‼!**
Bloccò il filmato
incredulo.
Si guardò intorno.
«Ho capito bene?»
chiese sbalordito Aoi «Mago Merlino è il
Prof.?»
«Si è presentato in
costume alla festa dove sapeva che sarebbero andati i suoi alunni?» chiese a dir poco sbalordito Ruki.
«Beh, mi sembra
chiaro perché lo adorano» concluse Kochiyo. «A vederlo così è anche un
bell’uomo.»
«Effettivamente anche
la sua fidanzata non è male» commentò Butterfly concentrata. «Sono truccati
divinamente.»
«Riparti che sono
curioso‼» lo incitò Uruha.
(Scoppio di risate.)
Kyle: **E CON QUESTA, SI E’ VERAMENTE CONQUISTATO IL
MIO CUORE PROF.‼!** (Si inchina galantemente verso Fata Morgana.) **ONORATO
DI CONOSCERLA!**
(Tutti si inchinano verso di lei.)
(Fata Morgana guarda spaesata il compagno.)
Il Prof. (ridendo): **SONO MENO PERICOLOSI DI QUELLO
CHE SEMBRANO‼**
Matt: **SONO CONTENTO DI VEDERLA QUI PROF.‼
SPARTIAMO EQUAMENTE I DANNI!**
Il Prof.: **SAPEVO CHE LO AVRESTI DETTO! CALCOLA
PERO’ CHE SE NON HO VOGLIA DI FARE LEZIONE PERCHE’ NON HO DORMITO MOLTO, POSSO
FARE UN COMPITO A SORPRESA!**
Kyle (sbuffando): **E IO SAPEVO CHE AVREBBE DETTO
QUESTO!**
Il Prof. (ridendo): **METTIAMOLA COSI’ KYLE: SONO
COSI’ SODDISFATTO DEI VOSTRI TRAVESTIMENTI CHE VI LASCIO DORMIRE IN AULA!**
Hell (scoppiando a ridere): **NON CI CREDO NEANCHE
SE LA VEDO‼!**
(Scoppio di risate.)
Nick: **PROF., LEI E LA SUA DOLCE META’ VI UNITE A
NOI?**
Il Prof.: **POSSIAMO RESTARE SOLO UNA MEZZORETTA,
POI ABBIAMO UN ALTRO IMPEGNO.**
Johan: **CI ACCONTENTIAMO PROF.‼!**
(Il Prof. scoppia a ridere.)
Il Prof.: **JOHAN?? TI HO NOTATO SUBITO, CONPLIMENTI
PER IL COSTUME! CON EYES TI SPARTISCI IL PRIMO POSTO!**
(Il Gremlin comincia a sculettare soddisfatto
scatenando altre risate incontrollabili.)
Risero anche loro,
Uruha tornò a sedere sul pavimento.
Hell (voltandosi verso la telecamera): **ADESSO LA
SPEGNIAMO OK? SE DICIAMO DI BALLARE RISCHIA DI CADERE!**
(La telecamera annuisce.)
Hell (rivolta all’obbiettivo): **CI RIVEDIAMO A FINE
SERATA!**
(La ripresa sfuma.)
(La telecamera si riaccende nel pianerottolo da dove
sono partiti i ragazzi.)
Andrew (serissimo): **Va da sé che taglieremo tutte
le scene dove qualcuno ci ha provato con lei.**
Rebecca: **E per te questo è tranquillizzare?**
Hell: **Reita sa perfettamente che non conta chi ci
prova, l’importante è che nessuno abbia speranza di riuscirci!**
Hank (convinto): **Io, Matt, Kyle, Korey, Johan,
Johnny, Luke, Paul e così via quali esempi supremi!**
Rebecca (rivolgendosi alla telecamera): **Reita,
credimi: molte parole e basta! Jappie non ha mai…**
Hank: **Ma ti si è addormentato il cervello per far
pendant con il travestimento?? Ti pare che ci prende sul serio??**
(Risate.)
Rebecca: **Sono gelosa anche io e so quanto è
brutto! Ne riparliamo quando scoprirai di esserlo anche tu!**
Hank (guardando scherzosamente di traverso la telecamera):
**Oh, ma io lo sono già…**
(Uno scappellotto si abbatte sulla testa di Hank.)
Hank: **Ahia! Reita, spero tu abbia più senso
dell’umorismo della bella addormentata!**
Hell: **Ti garantisco che ne ha a sfare!**
Hank (ridendo): **Io torno alla festa!** (Si rivolge
alla telecamera) **Ragazzi, spero di rivedervi presto!!** (Si rivolge a Hell.)
**Con te ci vediamo in aula fra… lasciamo perdere quante ore‼! Mi chiami
verso le 8.30 e ti assicuri che sia fra i vivi? Ci ha scherzato sopra, ma se
perdo la lezione il Prof. mi scanna‼!**
Hell (annuendo): **Ci penso io, Batman!**
Hank (canticchiando allontanandosi): **Sono nelle
mani di una puffetta…**
(Risate.)
(Hell, Andrew e Rebecca rientrano nel loro
appartamento.)
Hell (stiracchiandosi): **Faccio la doccia per
ultima ragazzi, non so quanto mi ci vorrà.**
Rebecca: **La faccio per prima io, così se poi hai
bisogno di aiuto sono già pronta!**
Andrew: **Ancora non ci credo che ho finalmente
conosciuto questo Prof.!**
Rebecca (incredula): **E’ veramente una persona incredibile.
Ci credo che lo adorate. Si è presentato alla festa con la sua donna per
vedervi in costume!**
Hell: **Oh sì, sono felice di averlo ripreso, così
lo vedono anche le mie sorelle, Reita, Uruha… anche Ruki mi ha chiesto di lui.
Sono davvero contenta‼!**
Andrew: **Jappie, vuoi fare un giro
dell’appartamento con la telecamera, così fai vedere a Reita il nostro
habitat?**
Hell: **Ottima idea Andy!**
(La telecamera passa di mano.)
Hell: Allora itoshii… l’ingresso lo hai già visto,
la cucina è microbica… non rischio di farti venire un attacco di claustrofobia,
il salone è più interessante. (si sposta) Per motivi di privacy la camera dei
piccioncini non la riprendo… (entra in una sala) Ignora il caos.
In breve fecero il
giro dell’appartamento con lei.
Rebecca (la voce arriva ovattata): **Ma quanto mi
piace quando parla giapponese???**
(Risate.)
Hell: Anche a me piace parlare in giapponese… fra
poco più di tre mesi potrò rifarlo in pianta stabile itoshii, ci pensi? Ricordi
il discorso del tornare a casa e tornare da te? (entra in una stanza da letto.)
Ci penso spesso. Questa è la mia camera, per la cronaca. E che avremmo trovato
una soluzione ad ogni problema? Mi sto rendendo conto che è anche più facile di
quello che pensavo. Mi basta pensare a te, alle mie oneesan, a daddy… e passa
la malinconia. Spero sia lo stesso per te. (l’obbiettivo ruota su se stesso
fino ad inquadrare il viso di Hell.) E adesso, l’incognita della serata… la
doccia… quanto ci metterò a tornare bianca latte? La riaccendo per la oyasumi
nasai. Credo che ti chiederò di far vedere il filmato anche agli altri… tutto
sommato non ci saranno cose troppo compromettenti, ti pare? (sorride.) A dopo.
(Da un bacio verso l’obbiettivo.)
(La ripresa sfuma.)
(La ripresa ricomincia inquadrando Hell senza
trucco, sdraiata a letto, una fioca luce la illumina da dietro la telecamera.)
«Ferma un attimo…»
mormorò Thunder.
Ubbidì.
Stava piangendo.
«Itoshii…» mormorò
Kai.
«E’ la prima volta
che la vedo interagire a Boston… è la prima volta che la vedo ridere con gli
altri senza di noi. Non… non so neanche io cosa mi aspettavo… che fosse triste,
sola, chiusa in casa… è… è bellissimo vederla così. Ovviamente una parte della
sua mente è sempre concentrata su di noi… ma sono felice di vederla… così.
Pensi che sia stupido?» chiese a Kai.
Kai sorrideva, «No,
assolutamente. Proiettavi su di lei le tue paure. Avevi paura, sapendola sola intesa senza di te, Butterfly e
Watanabe-sama. Spero che questo video ti aiuti a superare meglio gli ultimi
mesi che restano itoshii.»
Thunder annuì.
Poi la vide voltarsi
verso Butterfly, che fissava il fermo immagine incantata. «E’ tranquilla,
vero?» le chiese.
Butterfly annuì. «Se
mi avesse spedito un dvd del genere gli anni passati non lo avrei neanche
guardato» ammise.
«Oh itoshii…» mormorò
Aoi.
Butterfly annuì, «Daddy
mi ha detto che la situazione era cambiata radicalmente ma che io non riuscivo
a guardare oltre la mia ansia. Ho capito ora cosa voleva dire.» Si appoggiò ad
Aoi, «Mi perdoni per gli accidenti che ti ho fatto prendere?»
«C’è da chiederlo?»
chiese comicamente perplesso Aoi.
Risero.
«Finiamo di
vederlo??» chiese Uruha elettrizzato.
«Sicuro» rispose lui
facendo ripartire il filmato.
Hell (a voce bassa): Wow, ci ho messo meno di dieci
minuti a togliermi tutto quel blu di dosso! Ti ho appena mandato l’sms della
oyasumi nasai e sto aspettando la risposta prima di spegnere la luce… non vedo
l’ora che tu veda questo filmato. Il prossimo anno lo passeremo insieme e,
rassegnati Suzuki, troverò il modo di farti mascherare!
(Viene interrotta dal cellulare che intona God save
the queen)
Hell (appoggiando la telecamera probabilmente sul
comodino): Ah, eccoti itoshii.
(Legge l’sms e sorride.)
Hell (rivolgendo gli occhi all’obbiettivo): Watashi
mo. Te lo scrivo e lo sentirai a voce quando riceverai il DVD. Aishiteru. Ogni
giorno di più.
(Scrive concentrata un sms.)
Hell: Ecco fatto. Ah… manca solo di rivelarti cosa
significa il titolo del DVD. Sono certa che te lo sei chiesto. (un sorriso
stratosferico le piega le labbra.) Natural Born Puffo. Che altro?
(Hell saluta facendo ciao ciao con la manina e la
scena finisce in dissolvenza.)
Incrociò lo sguardo sbigottito di Kai, poi di Ruki, poi di Uruha, poi
di Aoi… ed esplosero in una fragorosa risata.
«Natur…» esalò Ruki senza fiato.
«Deeeiiii…» gemette Uruha.
Butterfly ormai era a sedere in terra. Thunder aveva seguito
prontamente la oneesan… e che i relativi fidanzati non avessero mosso un dito
per impedire a quelle due di arrivare lì, la diceva lunga.
Non riuscì a resistere oltre, prese il cellulare e fece partire la
chiamata.
Anche se con quale fiato avrebbe parlato, restava un’incognita.
«Metti in viva voce‼‼» lo supplicò Uruha.
地獄§地獄§地獄§地獄
Hell
Le squillò il cellulare fra le mani, svegliandola di botto.
God save the queen.
«Moshi moshi?»
«Ho… appena finito… di vederlo!» esalò Reita senza fiato.
Sorrise solo sentendolo ridere in quella maniera.
«Bon Bon sei un fenomenoooooooooo‼!» esplose Uruha.
«Il prossimo anno ci travestiamo entrambi da puffo‼!» rincarò
Ruki… scatenando altre risate, la sua inclusa.
«Affare fatto Ruki‼»
«So già come la nostra immagine verrà disintegrata!» predisse Kai
allegro.
«Itoshi… veramente, non ho parole oltre che fiato!» soffiò Reita.
«Stavo bene?»
«Divinamente! E non ti provare a modificare in qualsiasi modo i
capelli‼»
«Tranquillo…» lo rassicurò rassegnata.
«Imouto…» mormorò Thunder «ho deciso che mi travesto da puffo watashi
mo!»
«Watashi mo!» aggiunse Butterfly.
«Oh Dei…» gemette Aoi.
Altre risate.
«Eri veramente la fine del mondo Hell!» esclamò Yeijiro.
«Arigatou Yei-chan!»
«Ti ho svegliato, vero?» chiese Reita un po’ più calmo.
«Non preoccuparti. Che ne dici del titolo?»
Nuove risate esplosero inesorabili.
«Sei un genio!» esclamò Ruki «Apriamo un fan club?? The Natural Born Puffi‼! Se sei sopra al metro e sessantacinque, sei tagliato
fuori‼!»
Si trovò in posizione fetale sotto le coperte a ridere. «Ruki‼»
esalò senza fiato.
«Tu non ti rendi conto‼» esclamò Aoi senza fiato «Si sta facendo
trascinare dall’entusiasmo! Reita ti sta
ascoltando Ruki‼!»
«Non potrà fare niente! Anche la sua donna farà parte del club, direi
anzi che sarà il presidente!» ribatté Ruki soddisfatto.
Udì un tonfo.
«Oh per Amaterasu! Itoshii, ti sei fatta male??» esplose Uruha
allarmato fra una risata e l’altra.
Yeijiro non interruppe un attimo la risata, «N… no, sta… i… tranqu…»
Altre risate.
Premette il cellulare contro l’orecchio chiudendo gli occhi.
Era quello il suono che l’avrebbe sollevata nei momenti di nostalgia.
«Itoshii, ci sentiamo dopo!» esalò Reita «Squillami quando ti svegli,
ok?»
«Daijoubu desu» mormorò con un sorriso. «Aishiteru.»
«Watashi mo» rispose improvvisamente calmo. «Sei sexy anche vestita da
puffo» la informò poi. «Sei un’autentica sfida per la natura.»
Rise appena, «Passato l’esame allora.»
«Ragazzina, a pieni voti. Arigatou per il DVD. Dormi adesso. A dopo.»
«A dopo.»
Riattaccò.
Le sue oneesan stavano ridendo così forte da non riuscire a parlare.
______________________________________________
NOTE:
E la vostra Swan, Deneb, haha, obaasan e quant’altro CE LA FA!
Che periodo!
Spero che vi faccia ridere… è stato un flash… fino a un mese fa non era
in conto questa… ma si sa: più sono sotto stress, triste, arrabbiata e più
scrivo stupidaggini! *si complimenta con se stessa*
La prox settimana ho un matrimonio a Milano… pardon: vicino Milano (la
mia amica s’incazza quando dico che è di Milano). Tant’è che rientrerò a
lavorare venerdì… non mi hanno voluto dare 4 gg al lavoro, vi rendete conto?
Parto giusto domani e torno il 28!
Passiamo a cose serie.
Ci siete sempre vero? *si guarda intorno preoccupata*
TheResurrection: le prossime analisi le faccio inizio mese prossimo.
Vedremo…
Onestamente non ho in programma di farli sposare… Hell e Reita,
intendo. *si cuce la bocca* E non dico altro o mi spoilo! >.<’’
Pargoletta Mya: … e con questa credo che ti sentirò ridere da
Firenze… almeno spero.
Come già detto, è stato un flash. Non chiedermi da dove è partito il
fulmine, so solo che mi ha beccata in pieno! XD
Stai tranquilla che appena ci sono news te lo faccio sapere.
Cucciola_81: sono ancora in attesa di news illuminanti…
Ho scoperto da poco Black & White (scritto Withe ma credo sia
White?) e… l’ho letta! XD Non fatemi venire le palpitazioni ok? Mi è piaciuta! Continuatela
alla svelta! XDDD
Grazie per esserci sempre. Salutami tua sorella che è sparita!
… Dimenticavo: spero passiate una bella Pasqua! XD
Capitolo 12 *** 11. Reita & Kaori - You Can’t Go Against The DNA… ***
nuovo
The Ultimate
Catastrophes 4 The GazettE
Reita & Kaori - You
Can’t Go Against The DNA…
Legenda:
亮= ho generato questo Kanji cercando Ryo…
poi per sicurezza, ho provato a trasportarlo di nuovo in caratteri romani… me
lo ha ritradotto come Akira. o.O’’
Misteri insondabili… ma forse
ho capito perché ci sono due opzioni per il vero nome di quest’uomo…
Sarà per questo che per anni è aleggiato il dilemma di come si
chiamasse?
Ho letto tempo fa una ff di Cucciola_81 dove ha dato per certo che il
vero nome è Akira.
Bon. Per me è stato e resterà Ryo, comunque. Dopo 49 capitoli del ~ The
Beginning… ormai mi ci sono affezionata e non credo di poterne usare altri.
E poi il nome Akira lo associo a Devilman… XD
Tornando a noi, questo Kanji è associato al PoV di Reita (come lo
girate, sembra sia comunque giusto)… quando non è presente la piccolina dagli
occhi viola! XD
Dedicata a Mya, che mi ha chiesto
espressamente questa shot fra i fratelli Suzuki.
E’ dell’idea che me ne intendo di
rapporti fraterni… e purtroppo ha
ragione‼ XDDD
Accantono ma non dimentico.
Mai.
25
marzo 2010
Kaori
Non era possibile… non poteva essere… Ryo l’avvisava sempre se era a Tokyo.
Aveva mantenuto un tono tranquillo con obaasan, ma sentirla affermare
che Ryo era in città… e anzi era andato a trovarla quella mattina… era
arrabbiata, ecco.
Ci mancava solo che quel bel tipo cominciasse ad evitarla! Tanto si
vedevano spesso, accidenti a lui!!
Afferrò il cellulare e fece partire la telefonata.
Ryo rispose al secondo squillo.
«Moshi moshi?»
«Dove sei?»
«Oh, sto bene oneesan, arigatou per l’interessamento.»
«So perfettamente che non stai
bene, ti volevo risparmiare di dirmi una cazzata. Sei in città, vero?»
Silenzio di pochi secondi che le confermò di aver colpito e affondato.
«Sì, sono in città.»
«E stasera sei a cena da me.»
«E’ un invito?»
«Una domanda retorica senza punto interrogativo. Da quando sei
rientrato??»
«La scorsa notte tardi, Kaori, non ti incazzare. Riparto domani l’altro
e ho da vedere diverse persone, inclusa te se te lo stessi chiedendo… ho
cominciato da obaasan e okaasan.»
Chiuse gli occhi.
Kso… non sapeva cosa fare con il suo otooto san in quelle condizioni.
Stava male per la lontananza della
fidanzata.
Non aveva precedenti.
«Se te lo chiedo kudasai e
senza incazzarmi, accetti l’invito?»
«Mh… cucini tu?»
«Ryo!!»
Lo sentì scoppiare in una fragorosa risata. «Ok, ok… rischierò per una
sera!»
Si trovò a sorridere e avrebbe dovuto strangolarlo a mani nude. «Non
accetto commenti sulla mia cucina da uno che non sa neanche da che parte iniziare
per cuocere il riso» sentenziò.
«Sei l’unica donna alla quale possa fare commenti del genere, cerca di
capire…»
«Sarebbe una giustificazione?» s’informò.
«Sei la mia ane, Kaori-chan, non ci possono essere solo lati positivi.»
«Questa me la segno… e te la rinfaccerò ad intervalli regolari.»
«Ma ovviamente quelli
positivi travalicano i due o tre negativi» aggiunse con giusto una punta di
ovvietà mista a rassegnazione.
«Troppo tardi per le arrampicate sugli specchi!» lo avvisò «Hai appena
ammesso che non è facile sopportarti come otooto!!»
«Eeeehhhh come corri!!!» ribatté divertito «Ho riconosciuto due o tre lati negativi, Kaori!!»
Scoppiarono a ridere tutti e due.
«Ok, arriverei per le 20.00, daijoubu desu o è troppo tardi?»
«Daijoubu desu, ti aspetto.»
«Quel singolare mi suggerisce che il cognatino non c’è?»
Soffocò una risatina.
Nissho era passato dall’imbalsamato
al cognatino, non poteva lamentarsi e
anche suo marito preferiva di gran lunga la seconda opzione!
«Parlo sempre al singolare quando si tratta di lui perché siamo una
cosa sola!»
«Dei, e pensare che credevo che Yutaka e Thunder fossero un caso
disperato!»
Risero di nuovo.
«A dopo ane-chan!»
«A dopo otooto-chan!»
Riattaccò felice.
Sentirlo ridere l’aveva fatta stare meglio.
Si avviò al congelatore per scegliere cosa cucinare per quella sera.
I piatti preferiti di Ryo.
亮♣亮♣亮♣亮
Reita
Riattaccò con Kaori e si guardò intorno ancora con il sorriso sulle
labbra.
L’attico di Hell necessitava decisamente di un po’ d’aria.
Thunder lo aveva chiamato per chiedergli di andare al posto suo… aveva
un matrimonio da organizzare e ogni tanto doveva anche occuparsi del fidanzato
e dormire.
Senza contare il lavoro, che per
la pietà degli Shichifukujin non mi separa dal mio itoshii hito, per citare
la promessa sposa alla lettera.
Si era trattenuto dall’avanzare teorie contrastanti sull’effettiva
capacità di quella donna di trascurare il fidanzato o sui modi più o meno
costruttivi di occupare possibili ore da votare al sonno… avrebbe avuto dalla
sua anche il fatto che, sul piano lavorativo, per uno speciale su Arena 37, se
li erano visti sparire per una giornata intera ed erano tornati con delle foto
di Kai assolutamente incredibili, che
il giornale aveva comprato in esclusiva a peso d’oro (da sorvolare la parte in
cui si erano informati circa il fotografo…
Thunder aveva l’esclusiva con loro, e per la bontà degli Shichifukujin non se
ne lamentava, anzi. Kai non aveva
usato vie di mezzo per informarli della cosa concludendo con un “E’ così
esclusiva che me la sposo a giugno‼”).
Comunque, tornando a problemi immediati come l’attico di Hell, aveva
colto al volo l’occasione.
D’altra parte la sua fidanzata gli aveva lasciato le chiavi prima di
ripartire per Boston quasi un mese e mezzo prima.
Spalancò le finestre che si potevano aprire, vale a dire quelle che
davano sulle terrazze coperte… alla fine si trovò davanti alla porta dello
spogliatoio ed entrò.
Tirò giù la scala e salì in mansarda.
Hell aveva coperto tutti i mobili o oggetti a terra con dei lenzuoli
vecchi o teli di plastica, per proteggerli dalla polvere.
Aveva coperto anche le rose che incorniciavano i lucernari.
Azionò il comando di sollevamento di uno dei due lucernai a tetto.
Inquadrò uno dei lenzuoli non usati diligentemente piegato e lo stese
in terra.
Aveva più di tre ore prima di andare da Kaori, e non c’era posto
migliore dove passare il tempo.
Era il luogo più vicino ad Hell di tutta Tokyo, quello.
Si distese sul lenzuolo trovandosi sotto il lucernario più vicino
all’entrata e, posato il cellulare e le sigarette vicino a sé, intrecciò le
mani e le portò dietro la testa, sistemandosi comodamente e accavallando le
gambe distese.
Sospirò soddisfatto.
Era, tutto sommato, una giornata nuvolosa e uggiosa, ma la luce lì
dentro, anche con un solo lucernaio aperto, era sempre eccezionale.
Saettò con gli occhi a destra e a sinistra e si meravigliò ancora una
volta di quanto quella mansarda fosse spaziosa.
Rimase quindi a fissare il cielo per un tempo indefinito, svuotando la
mente da ogni pensiero, quando improvvisamente cominciò a piovere.
All’inizio piano, una goccia ogni tanto, quasi stesse chiedendo il
permesso… poi sempre più forte.
Sorrise ripensando a quando si era svegliato con Hell la prima volta
con il rumore della pioggia in sottofondo.
Aveva scoperto che la sua ragazza adorava la pioggia, ma solo se posso starmene al calduccio ad
ascoltare il rumore, senza il pensiero di dover uscire per forza.
Aveva fatto sua quella teoria, visto che avevano passato un’oretta a
coccolarsi… fra le altre cose… ascoltando la pioggia cadere.
Il lato negativo era che, in quel momento, aveva creato un nuovo
precedente: quando pioveva gli prendeva la malinconia perché Hell non c’era.
Sbuffò.
Se non altro, aveva fatto bene a dare retta ad obaasan che gli aveva
detto di prendere la macchina. Poteva andare direttamente da Kaori senza
fermarsi a casa per cambiarsi i vestiti bagnati.
Lanciò un’altra occhiata alla parte adiacente allo studio di Hell.
Era inutile girarci intorno.
Da quando Hell era ripartita a settembre aveva degli strani pensieri.
Del tipo mollare la sua attuale abitazione e trasferirsi, armi e
bagagli, lì.
Lo spazio c’era. Quanto ne voleva.
Potevano fare un muretto di cartongesso, anche a mezza parete, e
dividere l’ambiente in due: lo studio di Hell e la sua stanza dei divertimenti.
Tolse una mano da sotto la testa per posarla sul pavimento oltre il
lenzuolo.
Tastò con attenzione.
Parquet.
Chissà cosa c’era sotto il parquet.
Riportò la mano dove stava e si accomodò meglio, tornando a guardare il
cielo e la pioggia sopra di sé.
Il biliardo era un bel peso… come anche il mobile dove stavano la play
station, il Wii e il televisore che lui e gli altri usavano per le loro sfide.
Forse per Hell una spessa lastra di cemento era servita come base alla
pavimentazione, invece di rappresentare un ostacolo insormontabile dove si
erano schiantati i suoi agognati lucernai.
Stava veramente pensando di vivere insieme a lei?
Quando Uruha aveva buttato lì per la prima volta l’argomento, circa un
mese prima, alla sua risposta che prima Hell doveva chiudere quella maledetta
parentesi americana, Kai gli aveva fatto notare che in pratica lo aveva anticipato
anche a Jaylen.
Passato il primo momento dove doveva aver guardato il suo
partner-in-crime come un povero pazzo, anche Aoi aveva ricordato la risposta
che aveva dato a Jaylen riguardo il futuro di Hell e che era tanto piaciuta a
quell’uomo.
Una cosa è stare io a Tokyo e lei a
Boston, separati per mesi interi, tutt’altra è vivere insieme.
Uruha lo aveva guardato con tanto d’occhi, offendendosi poi a morte
perché non era stato presente ad un così
memorabile momento, lui si era ricordato che, effettivamente, si era
espresso in quei termini.
Realizzando inoltre di non aver perso smalto nell’arte di complicarsi
la vita.
E aveva anche rammentato che la sua fidanzata non aveva battuto ciglio.
Forse stava correndo troppo. Hell aveva vent’anni, la convivenza con un
uomo era una cosa seria e stavano insieme da appena otto mesi… dei quali,
fianco a fianco come coppia…
Non pensarci adesso Suzuki…
Forse si stava facendo un po’ prendere la mano.
Un po’ tanto.
Sospirò profondamente.
Il suono del cellulare lo scosse, sorrise quando la musichetta di quel
folletto riempì la mansarda. «Moshi moshi…?»
«Konnichiwa itoshii! Dove sei?»
«Sdraiato in terra in mansarda in compagnia della pioggia.»
Ci fu un breve silenzio, poi… «Ma tu non hai una mansarda.»
«Infatti sono nella tua
mansarda.»
Sentì il sospiro affranto, «E io sono qui… piove anche qui sai?»
Sentì uno strano rumore. «Che fai?»
«Cerco di fare colazione. Sei lì per dare un po’ d’aria a casa?»
«Il piano è questo… sai, Thunder ha un matrimonio da organizzare e un
fidanzato che non vuole trascurare…»
«… come se la mia oneesan potesse trascurare il fidanzato…»
Scoppiò a ridere, quasi incredulo. Eppure ormai era appurato che gli
leggeva nel pensiero‼
«Ci ho pensato watashi mo‼ Però non mi è sembrato il caso di
scatenare una rissa dicendolo ad alta voce!»
«Che fidanzato saggio mi sono trovata…»
«Vero? Ricordatelo. Stavo dicendo? Sì, insomma… sono qui. Prima di
pranzo ho fatto visita a obaasan e okaasan che ti salutano e stasera sono a
cena da Kaori.»
«Ottimo, stavo per chiederti i tuoi programmi per oggi. Quando
riparti?»
«Domani l’altro.»
«Stai bene?»
«Ora sì, ma in linea di massima mi manchi.»
«Anata mo mi manchi tanto… sto cercando di trovare un momento per
ripartire… ma…»
Ebbe un tale sussulto che si trovò a sedere, «No. Seiko, ascoltami. Non
si tratta di salire in macchina e fare un viaggio di tre ore… e già questo mi
farebbe girare le palle. C’è un volo intercontinentale e un fuso orario
allucinante. Non voglio che tu faccia
la pendolare Boston - Tokyo - Boston, intesi?»
Contò fino a cinque prima di riaprire bocca, «Me la ricorderò questa
quando torni…»
Hell scoppiò a ridere, «Lo spero bene‼ Sei piacevole quando vuoi
farmi scontare qualcosa!»
Si trovò a ridere mentre lo stomaco faceva le capriole.
«Tu come stai?» riprese dolcemente.
Gli mancava da morirne.
«Stanca, ma sto bene.»
«Hanno stabilito la data per la discussione della tesi?»
Ormai fra tutti quanti l’avevano quasi imparata a memoria a furia di
leggerla.
«Ancora no.»
«E’ normale che aspettino così tanto?»
«Non ne ho idea itoshii, è la prima tesi di laurea che mi appresto a
discutere…»
«Ah-ah-ah…» ironizzò mentre Hell rideva di nuovo.
«Reita, non lo so» ripeté più seria. «Anche il Prof. sta cercando di
smuovere la situazione. Lui ha intenzione di togliere le tende entro metà
giugno.»
«Lo spero bene‼! Devo rammentarti che il ventidue si sposano Kai
e Thunder?? Kami-gami, non voglio neanche pensare all’ipotesi che la tesi
sfiori così da vicino il matrimonio… fioccano infarti!‼»
«Lo sa anche il Prof.» disse Hell pensierosa.
«Hai fatto bene a dirglielo.»
La sentì sospirare. «Ok, devo andare itoshii.»
«Ok. Ci sentiamo dopo?»
«Chiamami quando sei a casa, non voglio disturbarti quando sei da
Kaori.»
«Capirai… rischi di salutare anche lei, non sia mai…»
La sentì sbuffare… quel tipo di sbuffo che di solito usava con un
sorriso. «Daijoubu desu, riconosco che hai ragione. Allora chiamami quando sei
da lei, ok?»
«Affare fatto. A dopo itoshii.»
«A dopo.»
Chiuse la chiamata e tornò a sdraiarsi.
Era assurdo che più giugno si avvinava e più gli sembrava che il tempo rallentasse.
Assurdo e masochista.
Ogni notte per quanto lunga e buia non è
eterna.
Chiuse gli occhi cercando di svuotare la mente.
亮♣亮♣亮♣亮
Kaori
Ryo era puntuale come un orologio svizzero, quindi quando il campanello
suonò e vide che erano le 20.00 corse ad aprire e non chiese neanche chi era.
Nissho comunque aveva le chiavi.
Tornò ad occuparsi della cena.
«Oneesan?» la chiamò Ryo dall’ingresso.
«Sono in cucina! Gomen se non sono lì ad accoglierti, ma ho ancora
qualcosa al fuoco!»
Ryo entrò in cucina che si era già tolto il giubbotto. Le posò un bacio
sulla guancia cingendole la vita con un braccio, «Konbanwa Kaori-chan.»
Girò il viso verso di lui per trovare a sua volta la guancia, «Konbanwa
Ryo-chan. Sei in macchina vero? Mi sono scordata di chiedertelo al telefono.»
Sbuffò appena, «Certo. Obaasan è infallibile. Se mi dice di prendere la
macchina possiamo aspettarci solo un diluvio.»
Rise divertita. «Mettiti comodo, se vuoi qualcosa da bere sai dove
trovarlo.»
«Sono a posto così oneesan. Mh, che buon odorino.»
«Stai cercando di farti perdonare?» indagò.
«Ho qualcosa da farmi perdonare?»
Cominciarono a ridacchiare tutti e due senza neanche guardarsi.
亮♣亮♣亮♣亮
Reita
Dopo una cenetta buonissima, passarono al caffè.
Fu appena ebbe la sua tazza che Nissho si alzò, «Vado a sistemare le
cose per domani mattina, così posso dormire di più.»
Detto questo si eclissò oltre la soglia della porta.
Raccontò a Kaori della chiacchierata iniziale con Jaylen, stupendosi di
quanto tempo doveva essere passato dall’ultima volta che la prole Suzuki aveva
avuto un attimo per confrontarsi, dell’improvvisa presa di coscienza di stare
bene solo nell’attico, circondato dalle cose della sua ragazza.
Nissho aveva avuto l’intuizione della vita lasciandoli soli.
Se avesse ascoltato una confessione del genere, sarebbe stato poi
costretto ad ucciderlo.
La sua oneesan rimase in religioso silenzio ad ascoltarlo, seduta
all’altro lato della tavola.
La lavastoviglie rimase, dimenticata, aperta.
«Non so neanche come… sentirmi. Mi sembra quasi di non stare a pensare
a qualcosa che mi riguarda. Hell ha sentito quello che ho detto a Jaylen-sama,
ma non ha battuto ciglio.»
«E cosa doveva dirti, con pochi giorni a disposizione per stare con te
e il suo compleanno in mezzo?» lo polverizzò Kaori con un tono a metà fra il
curioso e l’incredulo.
Rimase a fissarla incredulo.
«Cielo otooto, si vede che non sei pratico di relazioni stabili.»
«E’ chiaro che debba parlarne con lei.»
«E poi?»
«Cosa poi? E’ tutto fermo
fino a giugno. Poi tornerà… ma si sposano Yutaka e Thunder poi probabilmente
sarò io a partire.»
«Ryo-san, se stai veramente aspettando un momento in cui tu e lei
sarete tranquilli a Tokyo senza impegni per parlare con lei di
convivenza… l’esservi messi insieme diventerà una passeggiata al confronto.»
Rimase in silenzio.
Non aveva tutti i torti.
Peggio ancora: non ne aveva neanche uno.
«Come al solito Yutaka ha centrato i tempi in maniera incredibile,
andando a vivere con Thunder nell’unico momento in cui ricordo di avervi visto
a casa da quando è nato il gruppo» riprese Kaori. «Yuu da parte sua è riuscito
a rendere la situazione così naturale che si è trasferito da Butterfly ancora
prima di deciderlo a voce. Come al solito,
tu rendi complicato anche versare l’acqua in un bicchiere.»
Le lanciò un’occhiata. «Si direbbe che ti ho beccata in una giornata
particolarmente saggia, oneesan.»
«Giusto una come Hell può sopportarti.»
«Anche su questo hai ragione.»
«Entro la fine dell’anno getterai alle ortiche anche l’ultima
roccaforte del tuo essere indipendente.»
«Il mio appartamento?» si informò giusto per la cronaca.
«Il tuo appartamento» confermò. «Sicuro sarai tu a traslocare, Thunder
e Butterfly potrebbero ucciderti per molto meno.»
«Ne hai azzeccate quante? Cinque di fila? Sarà il matrimonio che ti ha
resa così giudiziosa?»
Kaori scosse la testa rassegnata. «Mentalmente tu già vivi con lei… e
lei sta dall’altra parte del pianeta. Io non so cosa ti frena così.»
«Ha vent’anni, Kaori. Ne ho ventotto. Quanto tempo siamo stati fisicamente insieme? Dopo quanto tempo
hai deciso di sposare Nissho e di vivere con lui? Lascia perdere che io e Seiko
salteremo il passaggio del matrimonio, per la bontà degli Shichifukujin ne ho
trovata una che la pensa esattamente come me, ma quanto tempo ti ci è voluto
per stabilire che Nissho è l’uomo con cui volevi passare il resto della tua
vita?»
«Mi stai prendendo in giro?» s’informò Kaori basita.
«No, perché?»
«Fermo restando che sai perfettamente che io e Nissho siamo stati
fidanzati quasi sette anni prima di sposarci, la tua fidanzata è in una
posizione completamente diversa dalla mia.»
«Non avevi molto più di lei quando ti sei messa con Nissho.»
«No, ma avevo te che gli
avresti staccato la testa a morsi se solo mi fossi azzardata a ventilare una
convivenza prima del matrimonio. Io ero pronta dopo un anno a seguirlo in capo
al mondo.»
Rimase troppo sbalordito per ribattere subito.
Aprì bocca senza esito per due volte prima di… «Ma stai dicendo sul
serio?»
«Come è vero che siamo seduti entrambi a questa tavola. Sai cosa penso?
Fondamentalmente hai la testa di un uomo della generazione di nostro padre. Con
me in particolare, anche per rispetto verso di lui, hai voluto che si
seguissero le regole standard, ma sostanzialmente anata mo sei un
tradizionalista per certe cose. Fino a quando hai avuto a che fare con donne
che si infilavano nel tuo letto ancora prima che avessi il tempo di realizzare
come erano vestite non ti importava, ma con Hell… tu sei innamorato perso di
lei e ti muovi su un terreno pressoché sconosciuto. E ne sei perfettamente
cosciente. Non… non dare per scontato che se tu hai gettato le armi dopo i
ventotto anni per forza anche lei ci andrà con i piedi di piombo… perché Hell
sa cosa vuole e ha deciso che sei tu l’uomo con cui vuole passare il resto
della sua vita al più tardi il giorno
che si è messa con te.»
«Al più tardi?» riuscì ad articolare.
Kaori annuì. «Probabilmente ti ha scelto quando ti ha visto, si spiegherebbe
la pazienza titanica che ha avuto, ma diamo una data certa… quando vi siete
messi insieme?»
Sorrise ripensando alla teoria del quando si erano messi effettivamente
insieme e di quando lo aveva espressamente chiesto a quella creatura, «Ventotto
luglio.»
«Bene, al più tardi il ventotto luglio dello scorso anno quella donna
ha scelto di viverti accanto per il resto della sua vita. Personalmente sono
convinta che la scelta a livello inconscio risalga addirittura al ventisette
maggio… e lo stesso vale per te, otooto adorato. Okaasan non ha dormito la
notte del tuo compleanno, non riusciva a credere a quello che aveva visto. Obaasan
da quel giorno sorride in maniera diversa. Hai una vaga idea dell’espressione
che avevi mentre la guardavi ballare?»
Si trovò a ridere, «Posso immaginarmela!»
«Hai passato mesi a lottare contro te stesso.»
«Era evidente vero?» Prese la decisione in quel preciso momento, non
aveva mai pensato di parlarne con qualcuno. «Hell era vergine, oneesan. Dovrai
credermi sulla parola, ma ho capito istintivamente quanto valesse quella donna…
e la cosa mi ha spaventato a morte all’inizio.»
Kaori sembrò pietrificarsi. «Wow…» disse solo… poi sembrò riprendersi,
«cioè, voglio dire…»
Scoppiò a ridere, «Oh, la mia reazione è stata peggiore. Un perfetto
baka!» Sospirò, «Credo che io e Hell potremo parlare quando Thunder e Yutaka
sono in Luna di Miele, che dici?»
«Ottima idea otooto!»
«Ok, ti aiuto a finire di caricare la lavastoviglie»
«Oh accidenti, me ne sono completamente dimenticata!»
亮♣亮♣亮♣亮
Kaori
Ryo aveva le idee più confuse di quanto avesse immaginato.
Per la pietà degli Shichifukujin aveva a che fare con una donna dalle
idee chiare‼
Doveva parlare anche di questo con Hell quando si fossero risentite.
Seriamente.
Riempì la lavastoviglie e Nissho, con un tempismo da primato, fece
capolino. «Sono in tempo a renderti la tazza per lavarla in…?»
«Certo, dai qua.»
«Un tempismo da primato cognatino» fu il commento divertito di Ryo.
Scoppiò a ridere, non riuscì a trattenersi.
Nissho sorrise.
______________________________________________
NOTE:
L’ho dedicata a Mya, vero?
Ok, queste sono le foto di Kai che avevo in mente quando ho parlato dei
2 piccioncini che si sono “dileguati”… XD
Mi perdonate per la latitanza, vero?? XD *paraculo mode: ON!*
News: mi opererò a novembre e saprò il giorno esatto solo 15 gg prima…
al lavoro mi licenziano con la scusa di problemi economici dopo più di un mese
di intensa guerra psicologica (che ovviamente non ha funzionato) perché non vogliono pagarmi per l’assenza che farò
a causa dell’operazione… insomma… non va proprio benissimo, ma non mi lamento.
Può sempre venire peggio.
Adesso mi godo le ferie pagate. XDD
Pargoletta Mya: … non credo ci sia bisogno di aggiungere altro.
Watashi mo ho sentito la tua mancanza.
The Resurrection: spero che ci sei ancora! XDD Manca poco al ritorno
di Hell. Tieni duro! XD
Capitolo 13 *** 12. The 3 Catastrophes - San Francisco ***
12. The 3 Catastrophes - San Francisco
The Ultimate Catastrophes 4 The GazettE
The3Catastrophes
- San Francisco
27 aprile 2010
Kai
La loro prima volta a San Francisco non poteva essere
peggiore.
Eppure Thunder glielo aveva detto chiaramente che Jaylen-sama
era di nuovo malato gravemente.
Neanche la volontà di Hell era stata più sufficiente a
rimandare l’inevitabile.
Quando era squillato il telefono alle 2.00, una settimana
prima, entrambi avevano fatto un salto dal letto e si erano cercati al buio.
Le mani si erano strette.
Aveva risposto lui, e il tono della voce di Hell dall’altra
parte era stato più che eloquente, anche prima che pronunciasse la frase ojiisan Jaylen è morto un’ora fa.
Era già stata al telefono con Reita per quasi mezz’ora prima
di telefonare a loro.
Thunder aveva pianto per… ore.
E lui non aveva saputo cosa fare, se non tenerla stretta a sé.
Ben poco, dal suo misero
punto di vista…ciò
che l’aveva salvata, dal punto di vista di Thunder.
Alle 6.00 erano usciti di casa per andare da Butterfly e Aoi.
Stessa scena.
Reita li aveva raggiunti.
Da lì avevano avvertito il resto del mondo.
Il gruppo si era fermato. Tutto
si era fermato.
Tutto.
Il matrimonio, la tesi da discutere.
E in quel momento stavano avvicinandosi al Golden Bridge, il
leggendario ponte di cui Thunder gli aveva tanto parlato… le ane volevano
tornarci in memoria di Leila-sama… e invece erano lì per gettare le ceneri di
Jaylen-sama.
Come avevano già fatto per Desirée-sama e Leila-sama.
Butterfly si era proclamata custode dell’anfora funeraria. La
teneva in grembo come un bambino e ogni tanto l’accarezzava.
Hell, prima di uscire da casa di Jaylen-sama, aveva detto che stavano
andando a riunire la famiglia Williams… essere tristi era solo da egoisti.
Il discorso lo aveva fulminato.
Avrebbe pagato oro per avere la capacità analitica di quella
creatura.
La ragazza aveva deciso di andare in moto, e guidava davanti a
loro, a meno di trenta metri di distanza.
Reita, che non aveva fatto neanche il gesto di andare in moto
con la fidanzata (ma aveva messo un casco nel bagagliaio), e Aoi, seduti dietro
con Butterfly, erano silenziosi.
Allungò una mano verso Thunder e l’appoggiò sulla sua coscia.
Per confortarla. O per confortare se stesso.
«Sicuramente la imouto accelererà appena entrerà nel ponte.
Non vi preoccupate se farò lo stesso, ok?» disse Thunder.
Mugolii di assenso.
地獄§地獄§地獄§地獄
Hell
If
you're going to San Francisco
Be
sure to wear some flowers in your hair
If
you're going to San Francisco
You're
gonna meet some gentle people there
Stava cantando quella canzone da ore nella mente.
Non riusciva a pensare ad altro.
Non voleva ancora incatenare quella canzone ad un qualcosa di così… triste. Devastante. Ma non riusciva a pensare ad
altro.
La stava cantando con haha, con obaasan.
Lo penso
veramente haha…obaasan…
sono felice di portarvi ojiisan. Ma non lo rivedrò più. Non ho più legami con
questa città che tanto amate.
Aveva paura di perdere quella parte della sua vita? E con lei
forse anche una parte di haha, obaasan e ojiisan?
Aveva paura perché aveva perso un’altra persona che amava?
La silhouette del Golden Bridge si stagliò maestosa e
rassicurante all’orizzonte.
Ci sarebbe dovuta tornare per…
Non pensarci
adesso, raccatterai i cocci quando sarà passata la tempesta.
For
those who come to San Francisco
Summertime
will be a love-in there
In
the streets of San Francisco
Gentle
people with flowers in their hair
Appena entrò nel ponte, superato il pedaggio, aprì il gas.
Come haha aveva sempre fatto.
I ponti sono
fatti per volare.
雷ð雷ð雷ð雷ð雷ð雷
Thunder
La mano di Kai si appoggiò improvvisamente sulla sua coscia,
strappandole un sorriso.
So che ci sei
itoshii. Questo sarebbe stato il colpo di grazia se non ti avessi avuto al mio
fianco.
«Sicuramente la imouto accelererà appena superato il pedaggio.
Non vi preoccupate se farò lo stesso, ok?» disse.
Ci fu un mugolio di assenso generale.
Quella mano sulla sua coscia era l’unica cosa che la teneva saldamente
ancorata a quella macchina.
«Itoshii mi dai cinque dollari kudasai?»
Kai eseguì con la mano libera.
Aveva deciso di guidare lei per occupare la mente. Perché
sapeva che avendo in macchina Kai, Butterfly, Aoi e Reita avrebbe pensato a guidare.
Punto.
L’avere la sua imouto davanti al naso in sella ad una moto,
era un ulteriore incentivo a non pensare che da quel momento, il loro legame
con San Francisco era… storico.
Con ojiisan Jaylen era morto l’unico contatto ancora reale con
quella città.
Le lacrime le pizzicarono gli occhi e strinse le mani intorno
al volante.
No, non piango.
La imouto ha ragione cazzo. Stiamo portando ojiisan da obaasan e haha. Cosa c’è
da essere tristi?
«Credo che Hell abbia detto una grande verità» disse
improvvisamente Butterfly.
«Lo credo watashi mo, itoshii hito» disse pacato Aoi dopo un
breve silenzio.
«E’ normale che mi sia di conforto, quello che ha detto?»
chiese la sua oneesan.
«Sì, è normalissimo» rispose Reita. «Visto che lo ha detto
proprio per questo.»
Sorrise di nuovo.
Come aveva predetto, appena la ruota anteriore della moto superò
il pedaggio, Hell aprì l’acceleratore.
La voce di haha le rimbombò nella testa. I ponti sono fatti per volare.
E la sua imouto sapeva mettere in pratica gli insegnamenti di
haha.
Premette a sua volta la tavoletta dell’acceleratore.
Ormai la prassi era collaudata: le guardie addette alla
sicurezza del ponte le stavano aspettando al centro, per permettere la sosta
dei loro veicoli e alla sua imouto di avvicinarsi alla barriera per svuotare
l’anfora senza far scattare l’allarme anti-suicidio del ponte.
Kai era rimasto senza parole quando gli aveva spiegato che quella
prassi era necessaria perché molte persone avevano preso il ponte come una
specie di trampolino privilegiato per l’aldilà.
Lo sguardo di Reita poi, non aveva paragoni.
Aoi… lasciamo perdere.
Pensa a tutto
tranne a quello che sta succedendo.
蝶†蝶†蝶†蝶†蝶†蝶
Aoi
Ringraziava tutti i Kami-gami che Reita e Kai fossero con lui.
A domande come quella che aveva appena fatto la sua fidanzata,
lui non avrebbe saputo cosa rispondere senza paura di fare un patatrac. Per
fortuna ci aveva pensato Reita con la sua solita sintesi.
Non avrebbe saputo cosa fare.
Era desolante.
Butterfly era stranamente calma. Aveva pianto tutta la notte,
ma in quel momento era il ritratto della pace.
Forse Hell l’aveva davvero convinta con quella frase.
I suoi occhi vagavano su ciò che li circondava.
La sua fidanzata aveva passato ore a parlargli di quel ponte,
ma vederlo dal vivo era… un’altra dimensione.
Toglieva il respiro.
Rivolse la propria attenzione alla donna che gli sedeva accanto
con un’anfora funeraria in grembo.
La sfiorò cercando la sua attenzione.
Gli rispose un mezzo sorriso tirato…
lontano anni luce dai sorrisi che illuminavano le sue giornate e le sue notti
da quando l’aveva conosciuta. Da quando lo aveva accettato nella sua vita, per
la bontà di tutti i Kami.
Le cinse le spalle e la strinse a sé. Era poco, ma non gli
veniva in mente altro per…per…
proteggerla.
La testa di Butterfly si posò sulla sua spalla e il suo viso
si nascose contro il suo collo.
Arrivarono al centro del ponte così, quindi Thunder si
affiancò alla carreggiata e mise le quattro frecce. «Volete scendere anche
voi?» chiese.
Reita era già schizzato fuori dalla macchina.
«Direi di sì itoshii» fu la risposta di Kai.
地獄§地獄§地獄§地獄
Reita
Era pericolosamente vicino alla definizione di impotente.
Non sapeva cosa fare.
Aveva sentito piangere Hell per la morte di Jaylen-sama solo al
telefono, ma da quando si erano rivisti, due giorni prima, non aveva versato
una lacrima.
Era arrabbiato.
Era preoccupato.
Era…
impotente spettatore dell’ennesima mazzata alle tre ane. Kso.
Scese di macchina appena Thunder accostò, Hell era già scesa dalla
moto.
Almeno stalle vicino.
Hell stava parlando con un uomo in divisa, che sembrava conoscerla.
Ti meravigli? E’ la terza volta che la
vede.
蝶†蝶†蝶†蝶†蝶†蝶
Butterfly
Aveva temuto quel
momento.
Era come chiudere
un’era.
Aveva sempre detto
che avrebbe visitato di nuovo San Francisco con ojiisan, ma aveva aspettato…troppo.
Quando si era vista
arrivare a casa Thunder e Kai prima delle 7.00 di mattina…
e soprattutto la imouto con due occhi rossi da far paura…
Almeno ojiisan non
era morto da solo. Hell era con lui.
Non le aveva avvisate
quando era stata chiamata d’urgenza dall’ospedale, era partita in piena notte
con il primo volo disponibile; non le aveva avvertite quando aveva deciso di
riportare ojiisan a casa e farlo morire lì, dove aveva vissuto con obaasan e
haha.
Le aveva avvisate
quando non aveva più potuto ritardare il dolore per loro.
Come al solito.
Strinse l’anfora a
sé.
Quando erano arrivate
avevano già trovato tutto sistemato.
Avevano solo dovuto
piangere.
Non solo, aveva dato loro
anche un ultimo muricciolo al quale appoggiarsi per quell’ultimo passo.
«Credo che Hell abbia detto una grande verità» disse.
«Lo credo watashi mo, itoshii hito» disse pacato Aoi dopo un
breve silenzio.
«E’ normale che mi sia di conforto, quello che ha detto?»
chiese non sapeva neanche lei a chi.
«Sì, è normalissimo» le rispose Reita. «Visto che lo ha detto
proprio per questo.»
Si trovò ad annuire.
Haha e obaasan saranno contente.
Il minimo che avrebbe
dovuto fare a quel punto era di accompagnare la imouto, e ojiisan, per quei
pochi metri.
Sapeva che Hell lo
avrebbe chiesto, come sapeva già che avrebbe detto di no. Per non andare in
mille pezzi.
Lei e Thunder si
sarebbero strette una all’altra guardandola avvicinarsi alla barriera. Ormai
era una scena vista.
Una mano di Aoi le
sfiorò un braccio.
Lo guardò.
Si sforzò di
sorridergli.
Aoi le cinse le
spalle e lei fece quello che sapeva fare meglio: cercò la protezione e il
conforto dell’uomo che amava.
La macchina si fermò
e la imouto chiese se volevano scendere anche loro.
Aveva già sentito lo
sportello scattare dalla parte di Reita.
«Direi di sì itoshii» disse Kai.
Aoi scese e le tenne la portiera aperta.
Si mosse piuttosto impacciata con l’anfora, ma Aoi quasi
rientrò dentro la macchina per tirarla fuori.
Non fece un singolo
gesto per prenderle l’anfora e liberarle le mani per farla uscire da sola… e lo ringraziò per questo.
Si trovò a guardare
il panorama che tanto aveva amato da piccola con l’anfora stretta al seno.
Perdona il mio egoismo ojiisan, solo un minutino e poi
ti rendo a haha e obaasan… ok?
Aoi rimase silenzioso
al suo fianco.
地獄§地獄§地獄§地獄
Hell
Scese dalla moto e si
fece incontro al responsabile del servizio di sorveglianza.
«**Ma io ti
conosco**» disse l’uomo meravigliato.
«**Ho già sotterrato mia madre e mia nonna
così.**»
Lo vide annuire,
«**Le tre sorelle giapponesi, certo. Mi dispiace che debba vedervi sempre per
spiacevoli motivi.**»
Annuì.
Beh, sarebbe stata
l’ultima volta.
Reita era già accanto
a lei.
Rimase in attesa di Butterfly
con l’anfora.
La sua oneesan aveva
i suoi tempi.
All
across the nation such a strange vibration
People in motion
There's a whole generation with
a new
explanation
People
in motion people in motion
«Imouto…»
la voce di Buttefly la riscosse.
«**Beh, ormai sai
cosa devi fare**» disse il responsabile.
Si voltò verso
Butterfly per prendere l’anfora. «Vuoi venire con me?» le chiese come di rito.
Butterfly scosse la
testa.
«Thunder?»
Altro cenno negativo.
Boccucce imbronciate.
Conosceva bene
quell’espressione. Stavano lottando contro le lacrime con tutte le loro forze,
se si fossero avvicinate alla barriera, sarebbero… andate
in pezzi.
Eppure doveva fargli quella domanda. Non
fargliela sarebbe stata un’offesa. O peggio ancora le avrebbe costrette a
seguirla.
Si voltò verso il suo
fidanzato… che la precedette.
«Sì.»
Sorrise. «Andiamo.»
Rimasero in silenzio,
e comunque anche i silenzi erano eloquenti con Reita.
Il modo in cui
l’aveva abbracciata quando l’aveva vista, come le stava accanto in silenzio,
come aspettava che fosse lei a rivolgersi a lui.
Silenziosa
sentinella.
Si era aspettata
qualcosa di diverso?
«Non escludo di
crollare prima di tornare a Boston.»
Una mano passò
leggera sulla sua spina dorsale, non ci fu un secondo di esitazione. «Quando
vuoi. Torno con te in moto.»
Sorrise. «Guidi tu
itoshii?»
«Sicuro.»
No, niente di diverso… e niente di meno.
Ok, rendiamo ojiisan a haha e obaasan.
Reita tese la mano
per tenerle il coperchio quando aprì l’anfora.
For
those who come to San Francisco
Be
sure to wear some flowers in your hair
If
you come to San Francisco
Summertime
will be a love-in there
Ojiisan, te lo prometto: non perderò San Francisco.
Come non ho perso haha e obaasan. Come non perderò te.
La leggera cenere
grigia si disperse velocemente nel vento.
Rimase ad ascoltare
il sussurro del vento.
Un bacio si posò
sulla sommità della sua testa.
Almeno hai conosciuto Reita, Kai e Aoi. Tornerò a trovarvi,
ojiisan. Buon viaggio.
______________________________________________
NOTE:
Non sparatemi, era in programma.
E credo di essere dell’umore adatto per averla scritta come si deve.
Almeno questa.
Il testo allineato a destra è If you’re
goingto San Francisco di
Scott ScottMcKenzie… ormai
dovrebbe essere chiaro che è una colonna portante della ff.
I diritti appartengono ai rispettivi proprietari e non c’è
intenzione di infrangere copyrights.
Grazie alla pargoletta Mya e
a TheResurrection.
*s’inchina* Anche se ho dei ritmi di aggiornamento
che farebbero perdere a chiunque il bandolo della matassa, riuscite a starmi
dietro! Vi adoro!
Sono arrabbiata con me stessa, non ho aggiornato come avrei voluto (e
lunedì si torna al lavoro… anche se non si sa per quanto!),
mi sono portata avanti… ma anche se scrivo… non mi piace cosa scrivo.
Le idee dalla testa allo schermo sembrano…
deteriorarsi.
Un angioletto ha inquadrato il periodo con la definizione “di catrame”.
E’ esattamente così che mi sento. Più cerco di muovermi e più non vado
da nessuna parte.
Capitolo 14 *** 13. Aoi & Butterfly - A Gift “In Character” ***
13. Aoi & Butterfly - A Gift “In Character”
The Ultimate
Catastrophes 4 The GazettE
Aoi & Butterfly - A
Gift “In Character”
20 maggio 2010
Aoi
La sua fidanzata lo gratificò di un sospiro rassegnato. «Ok, itoshii»
riprese poi paziente «pensa. Cosa ti piacerebbe ricevere per regalo se ti sposassi?»
La fissò per qualche secondo immobile.
Erano passati alle domande trabocchetto?
«Non lo so.»
«Come non lo sai?»
Scosse le spalle, «Non lo so. Se mi sposassi, sposerei te, quindi… cosa
potrei volere di più?»
Butterfly gli sorrise raggiante mentre lui si congratulava con se
stesso per come era riuscito ad aggirare una potenziale trappola ed introdurre
un discorso che andava affrontato.
Beh, a volerla dire tutta, dopo la morte di Jaylen-sama qualsiasi cosa
che distraesse Butterfly era ben accetta.
Anche che la discussione della tesi di Hell fosse stata fissata solo tre
giorni prima e a rotta di collo per il ventotto
maggio.
Butterfly e Thunder erano state così occupate a consolare Uruha, ma proprio il giorno dopo il compleanno di
Reita dovevano fissare quella discussione per tutti i Kami-gami??? Questo è un
disastro‼‼ Mancherà anche al mio di questo passo‼‼,
che per un giorno avevano lasciato da parte anche i preparativi per il
matrimonio.
Alla fine Reita aveva riportato in carreggiata l’amico con uno scappellotto
ricordandogli che sarebbe stata presente al matrimonio della ane, al suo e
ai loro compleanni per il resto delle loro vite.
Reita riusciva sempre a vedere il lato positivo delle cose.
«Stai cercando di distrarmi?» si stava informando nel frattempo la
donna della sua vita.
Rimasero a fissarsi cercando di non ridere, ma tempo due secondi erano
piegati tutti e due.
«Che kso si regala a due sposi??» riprese lui esasperato «Neanche si
sono degnati di fare una lista!»
«Neanche noi la faremmo» lo informò la sua illustre fidanzata.
Si trovò a sorridere per la piega che aveva preso la situazione, «Ma ci
puoi giurare! Pensi che voglia facilitargli le cose dopo questa bastardata??»
«Nnnnoooo, non per questo. Non la faremo per lo stesso motivo per cui
non l’hanno fatta neanche Thunder e Kai.»
«Ah. E perché?»
«Un regalo deve venire dal cuore, non da una lista scritta. Deve
essere… adatto alla persona che lo riceve.»
«Più che farglielo praticamente scegliere…» le fece notare cauto.
«Itoshii, ogni tanto ragioni come un uomo. Mi spaventi.»
Mh.
«A questo punto cosa dovrei ribattere? Itoshii, a volte mi tratti come una donna e mi spaventi molto di più?»
Cominciava ad essere confuso.
Era quasi sicuro di aver incanalato il discorso del matrimonio e si
trovava a parlare delle differenze comportamentali fra i maschietti e le
femminucce.
Qualcosa non aveva funzionato.
Butterfly scoppiò a ridere e se la trovò in collo. «Non fare lo scemo
adesso… hai capito cosa intendo. Ragioni come un uomo quando pensi in bianco e
nero.»
Sbuffò appena sistemandosela addosso. «Ok, ok… ho capito. Quindi,
tornado al problema principale: cosa regaliamo a quei due?» chiese arrendendosi
«Anche la tua imouto è stata travolta dalla passione di Kai per gli Zippo vero?
Perché non facciamo fare due Zippo apposta per loro? Potremmo farci incidere la
data del matrimonio e le loro iniziali.»
Silenzio.
«Ma sei un genio.»
Tornò a guardare Butterfly che lo fissava a bocca aperta.
«Honto desuka?» chiese soddisfatto.
«Abbiamo trovato il regalo!» Lo abbracciò, «Aishiteru‼!»
Scoppiò a ridere rendendole il gesto. «Watashi mo! Ma aspetta a gioire,
adesso che sappiamo cosa fare
dobbiamo capire come farla!»
«Credi che i produttori di Zippo saranno nell’elenco del telefono?»
«Io opterei prima per una ricerchina nel cyber spazio…»
«Hai ragione anche stavolta! Vado a prendere il portatile‼»
Con la grazia che lo aveva conquistato scivolò in terra e corse fuori
dal salone.
Sorrise e una mano andò alla ricerca del pacchetto di sigarette.
Si meritava una pausa.
Avrebbe cercato di mettere alle strette la sua fidanzata un’altra
volta.
蝶†蝶†蝶†蝶†蝶†蝶
Butterfly
Ci voleva il suo tempo, ma Aoi era un uomo che le risolveva i problemi.
Ora toccava a lei fare la sua parte.
Tornò in salotto che Aoi non si era spostato dal divano, si era acceso
una sigaretta, che le porse per un tiro.
Accettò la sigaretta e gli tornò in collo.
«Le iniziali e la data delle nozze però sono un po’ troppo…
classici» riprese mentre apriva il portatile che nel frattempo si era acceso.
«Mi stai sfidando ad essere alternativo?»
s’informò con un tono che era una poesia il suo fidanzato.
«Vorrei solo qualcosa che…»
«… fosse adatto» concluse Aoi rassegnato.
Rimase in silenzio per un po’ finendo la sigaretta.
Quando la spense nel posacenere accanto a loro era pronto ad esaudire
anche quella richiesta. «Possiamo aggiungerci una batteria per Kai e una
macchina fotografica per la tua imouto. I lati dello Zippo sono due no?»
Rimase a fissarlo imbambolata. «Ma… credi che
sia possibile?»
«Possono incidere le foto negli Zippo… e
comunque domandare non costa nulla.»
Gli stampò un bacio in bocca. «Allora…»
cominciò digitando la richiesta.
«Se è ad una distanza ragionevole ci andiamo subito di persona» riprese
Aoi giocherellando con i suoi capelli.
«Honto desuka?» chiese stupita guardandolo.
Aoi annuì, «Itoshii, quello che ho in mente andrà praticamente
inventato da zero. Prevedo di lasciare un anticipo. Senza contare che quei due
si sposano fra poco più di un mese.»
Si trovò ad annuire.
In pochi secondi si aprì la pagina di risultati.
«Ah, ecco. Forse se uso anche la parola incisione restringo la ricerca…»
«Ma sei un genio.»
Scoppiò a ridere. «Ci siamo proprio trovati itoshii Aoi‼!» Si
voltò un attimo a guardarlo «Arigatou. E’ bello sapere che posso chiederti
qualsiasi cosa e…»
«Il possibile è stato fatto, l’impossibile lo stiamo facendo… prevedi di chiedermi qualche miracolo in futuro?»
Si appoggiò a lui felice, «Non posso volere di più Yuu. Non sono mai
stata così felice in vita mia.»
蝶†蝶†蝶†蝶†蝶†蝶
Aoi
Affondò la mano fra i suoi capelli e ci posò un bacio sopra, «Sono
felice di sentirtelo dire… se cambiassi idea, sono
qui.»
Perché, itoshii hito, ho la certezza che
c’è qualcosa che desideri.
______________________________________________
NOTE:
Questa è una shot lampo!
Adatta quindi al mio tempo di seduta! XD Ieri l’ho finita ma non ho
avuto tempo di revisionarla!
Dolori a parte, mi sto riprendendo.
Come già anticipato nella mia pagina, l’operazione è andata bene.
Un profondo grazie alle bimbe, non faccio nomi perché rischierei di saltarne
qualcuno, che hanno formato la rete di salvataggio per le ansie e paure della
sottoscritta prima del 13/10 e dopo.
I due giorni dopo l’uscita dalla sala operatoria resteranno fra i
peggiori della mia intera esistenza. Non ero sola e ne ero cosciente.
Arigatou alla pargoletta Mya
e a TheResurrection
per le tracce scritte. Ci sono. Sempre.
Arigatou a chi ha aggiunto anche questa alle preferite/seguite.
Capitolo 15 *** 14. Reita & Hell - Back Home, Back To You ***
14. Reita & Hell - Back Home, Back To You
The Ultimate
Catastrophes 4 The GazettE
Reita & Hell - Back
Home, Back To You
15 giugno 2010
Hell
Era un flashback in piena regola.
Carrello stracolmo di valige e i suoi polmoni che invocavano pietà.
Se non fosse stato per un particolare.
Quella volta era, letteralmente, per sempre.
Sono tornata a casa, sono tornata da…
Lo vide immediatamente.
Camuffato di tutto punto.
La fascetta faceva ridere in confronto.
Ma Uruha lo aveva già detto un anno prima: quando quell’uomo si camuffava
non lo riconosceva neanche sua madre.
Beh, io sì. Per me è fosforescente.
Anche Reita la vide immediatamente… e si
precipitò a rotta di collo ad aiutarla.
«Ma sei pazza?? Ti spezzi la schiena così!»
«Oh, arigatou, anata mo mi sei mancato tanto…»
L’occhiataccia che le scaricò addosso perforò anche gli occhiali da
sole. «Ho tutto il tempo di abbracciarti, ma se continui a spingere questo carrello…!»
Mollò il carrello e gli gettò le braccia la collo.
«Finalmente…» mormorò.
«Finalmente…» ripeté in un soffio Reita
avvolgendola.
E sollevandola puntualmente di peso.
«Come è andato il volo?»
«Tutto ok, stai tranquillo.»
L’allontanò da sé per avvolgerle il viso con le mani. «Sei tornata.»
Gli sorrise felice, «Sono tornata da te.»
Reita esplose in una risata, «Per tutti gli Dei, puoi scriverlo sui
muri‼! Hai un’idea di quanto ci ho messo a costringere Urupon ad
aspettarci fuori??»
Lo fissò sbalordita. «E’ fuori?? E le mie ane?»
«Ci aspettano a casa. Insieme alle nostre famiglie. Chiamami egoista,
ma per questi attimi ti ho voluta tutta per me.»
«Hai fatto benissimo.»
Reita la baciò.
Oh sì, sono tornata a casa. Sono tornata
da lui.
地獄§地獄§地獄§地獄
Reita
Era tornata per rompersi la schiena‼‼
In un attimo la raggiunse e le tolse quel carrello dalle mani, «Ma sei
pazza?? Ti spezzi la schiena così!»
«Oh, arigatou, anata mo mi sei mancato tanto…»
Si sforzò di guardarla male, adorava la sua ironia. «Ho tutto il tempo
di abbracciarti, ma se continui a spingere questo carrello…!»
Gli gettò le braccia la collo. «Finalmente…»
mormorò contro il suo collo.
Ooooohhhhhh kuzotare al
mondo! Due minuti solo per noi, ok??
«Finalmente…» ripeté avvolgendola e
sollevandola di peso.
Adorava anche sentirla contro di sé.
«Come è andato il volo?»
«Tutto ok, stai tranquillo.»
L’allontanò da sé per guardarla negli occhi. «Sei tornata.»
Lo stava dicendo a sé stesso. Quella notte non aveva chiuso occhio.
Hell annuì sorridendogli raggiante, «Sono tornata da te.»
Sentire quella realtà espressa a parole per poco gli fece scoppiare il
cuore.
Rise, felice, «Per tutti gli Dei, puoi scriverlo sui muri‼! Hai
un’idea di quanto ci ho messo a costringere Urupon ad aspettarci fuori??»
L’espressione di Hell si fece sbalordita. «E’ fuori?? E le mie ane?»
«Ci aspettano a casa. Insieme alle nostre famiglie. Chiamami egoista,
ma per questi attimi ti ho voluta tutta per me.»
«Hai fatto benissimo.»
Ok, non ce la faccio più.
La baciò.
Era tornata. E quella volta non sarebbe ripartita dopo pochi giorni.
Cominciava la loro convivenza.
Cominciava la loro vita insieme.
Finalmente, cominciavano a fare sul serio.
Si staccò da lei e le cinse le spalle.
«Una mano per uno?» propose la ragazzina appoggiando una delle sue
sull’asta del carrello mentre l’altro braccio scivolava intorno alla sua vita.
«Ho solo due braccia e uno è già occupato» le fece presente.
«Sono un fulmine a cogliere certe situazioni, Suzuki.»
Sorrise. «Per le prossime ore me ne starò buono. Promesso.»
La sentì ridere mentre cominciarono a spingere quell’accidente di
carrello. «Fra una settimana si ride.»
Sbuffò, «Fra una settimana ci sta che uno dei due promessi sposi non ci
sia più.»
«Perché?»
«Non posso riprendermela con Thunder, giusto? Quindi mi resta solo
Kai.»
«Ti sembra una risposta soddisfacente? Che succede?»
«Kai e Thunder l’hanno combinata bella… e
senza neanche mettersi d’accordo. Stasera ti spiego tutto.»
«Stasera eh?»
Sorrise, «Stasera, tardi. O
domani mattina…»
«Ah, ecco. Ora ti riconosco.»
La strinse a sé per posarle un bacio sulla tempia.
Rideva.
E rideva anche lui.
Niente li avrebbe potuti fermare.
Neanche Kai e Thunder che si sposavano.
Almeno adesso ho lei che mi darà una mano…
Appena la macchina entrò nel suo campo visivo, Uruha si staccò dal
cofano e si precipitò verso di loro. «Bon Booooooooonnnnnnnnnnnn‼‼!»
Almeno non saltellava.
Hell si staccò da lui con una tenera carezza sulla sua schiena e corse
incontro all’amico.
Si trovò a sorridere con gli occhi lucidi mentre i due si abbracciavano
nel bel mezzo del parcheggio.
Ryo Suzuki, stai diventando un sentimentale.
Ma andava bene così.
«Urupon, se non la portiamo subito a casa Seison mi castra!»
«Tanto tu ti sai difendere!» fu la risposta del suo migliore amico.
Le risate che esplosero furono tre.
L’inferno era finito.
Adesso ce l’aveva di nuovo accanto.
«Urupon, non te lo ripeterò una seconda volta: molla la mia donna e
aiutami con queste valige! Hell ha traslocato l’intera Boston!»
«Veramente questo è lo stretto indispensabile alla sopravvivenza di una
donna per quattro mesi lontana da casa!» ribatté Hell.
«Ha ragione lei‼» chiarì Uruha.
Li squadrò per qualche secondo, «In fondo mi è mancato anche questo.»
地獄§地獄§地獄§地獄
Hell
Nel giro di un secondo, Uruha era al collo di Reita, «Lo
so‼‼»
Reita con uno sbuffo si liberò della stretta, «Al lavoro! Questa
incosciente le ha portate fino all’uscita del cancello, quindi ora non le
ritocca!»
Uruha si voltò verso di lei con occhi sgranati, «Da sola??? Ma pesano
un accidente!»
«Anche due» ammise. «Credo che il mio ragazzo dovrà farmi un massaggino
stasera.»
Reita sorrise, «Anche due.»
Adoro gli uomini solerti.
Scoppiarono a ridere tutti e tre.
In quel momento squillò un cellulare e Reita prese il suo. «Thunder» la
informò passandole il telefono senza rispondere. «Parlaci intanto.»
Lo prese annuendo. «Moshi moshi?»
«Imouto‼‼!» esplosero estasiate Thunder e Butterfly.
Sentì le lacrime agli occhi.
L’inferno era finito.
______________________________________________
NOTE:
Angolo del vocabolario giapponese/italiano:
Anata mo = anche tu
Kuzotare = vaffanculo
Moshi moshi = pronto al telefono
Ok, ci provo. Non tiratemi dietro uova marce.
E’ pronta da diverso tempo *ora le sparano* ho aspettato per vedere se si accendevano altre lampadine… ma no.
Capitolo 16 *** 15. The 3 Catastrophes - To Marry Or To Hang Themselves… This Is The Problem ***
nuovo
The Ultimate Catastrophes 4 The GazettE
The3Catastrophes
- To Marry Or To Hang Themselves… This Is The Problem
22 giugno 2010
Kai
Respira, inspira,
respira, inspira…
«Come va?» chiese Reita.
«Mi sto imponendo di respirare.»
«Ah. Dovrebbe essere qualcosa di incondizionato.»
Gli lanciò un’occhiataccia che fu ricambiata da un risolino.
«Se questo è tutto l’aiuto che mi darai…»
«… sarò l’unico che ti darà una mano. Uruha e Ruki sono nel
panico, neanche si dovessero sposare loro, quindi Aoi deve pensare a tutto
quello che avrebbero dovuto sistemare quei due. Come vedi» concluse allargando
le braccia, «ti resto solo io.»
Bella roba.
«Rei-chan, dimmi che andrà tutto bene.»
«Andrà tutto bene.»
«Arigatou.»
«Per così poco…»
«Ti sei ricordato gli anelli, vero?»
«Leader…»
«Era solo per essere sicuro. Il cd per Thunder?»
L’occhiata di Reita si affilò ulteriormente. «E’ pronto.»
Mugolò un assenso…
E’ confortante
sapere che mi sposerò una sola volta in questa vita.
雷ð雷ð雷ð雷ð雷ð雷
Thunder
Hell chiuse la lampo sulla schiena.
Occorreva dirlo, che quel vestito era addirittura più bello di
come lo aveva immaginato lei?
La sua imouto aveva confezionato l’ennesimo miracolo.
L’applicazione di tulle sulla schiena bordate di blu poi…
neanche lei aveva pensato ad una cosa del genere… e aveva dato fondo ai suoi
desideri per quel vestito.
Butterfly l’aveva già truccata, mancava solo Ayame e poi era
fatta.
Più o meno.
«Immagino che non sarebbe carino morire proprio oggi, vero?»
s’informò rivolgendosi a Butterfly e Hell.
Hell la fissò come si guarda una menomata mentale che si è
appena rovesciata il frullato di verdure sul vestito della domenica.
Butterfly sfoggiò un’espressione terrorizzata, «Dopo tutto il
casino che si è fatto per organizzare le cose come volevi tu??»
Sospirò affranta. «Ho paura…» si lamentò.
«Di cosa?» s’informò Hell «Che Kai ci ripensi?»
«Ma stai scherzando??» esplose inferocita «Stiamo parlando del mio itoshii!!»
Butterfly la guardò compiaciuta, «Imouto, sembra anche a te
che abbia riacquistato un po’ di colore?» chiese rivolgendosi a Hell.
«Decisamente. Un altro paio di domande mirate e tornerà quella
di sempre» convenne l’interpellata.
Si bloccò incredula.
Poi scoppiò a ridere.
«Me lo merito un abbraccio??» chiese.
«Con calma e kudasai» impose Hell, «una piega su quel vestito
e ti stacco la testa a morsi!!»
Riscosse gli abbracci dalle sue ane.
«Dov’è Reita?» chiese poi.
«Con lo sposo, immagino» rispose Hell.
Annuì, più tranquilla.
Reita avrebbe calmato Kai. Con le buone o con le cattive.
Quindi, poteva stare tranquilla.
«Probabilmente l’infarto verrà a Kai quando ti vedrà vestita
da sposa…» disse Hell.
Butterfly ridacchiò divertita. Lei no.
«A questo non ci avevo pensato…» mormorò di nuovo angosciata.
In quel momento bussarono, «Sono Ayame!»
«Entra!» esclamò Butterfly.
La donna entrò con un borsone e… appena la vide sgranò tanto
d’occhi, «Oh per la potenza di Amaterasu… Thunder… sei bellissima…»
Sentì le guance riscaldarsi, «Arigatou…»
La vide appoggiare in terra il borsone senza staccarle gli
occhi di dosso, «Sembri… sembri irreale. Kami-gami, quel vestito è la fine del
mondo!»
Sollevò il mento orgogliosa, «Lo ha disegnato e confezionato
la mia imouto!» la informò «E’ bellissimo, vero?? E devi vedere i guanti! Ci ha
inserito inserti-gioiello per farmi una sorpresa!»
Ayame la fissò sorridente, «Io non smetterò mai di adorarvi
ragazze. Allora, dimmi cosa hai in mente per l’acconciatura!»
Le spiegò che li voleva raccolti in chignon alto, non troppo
stretto, bloccato dal velo. Qualcosa di semplicissimo, giacché l’abito bastava
a dare spettacolo.
Ayame rimase ad ascoltarla in silenzio, poi annuì. «Ho capito.
Quanto tempo ho?»
«Un’ora e mezzo» rispose Butterfly.
La donna sbuffò, «Basta e avanzerà in larga misura!! Siediti
qui, splendore di donna, che adesso ci penso io a te!»
蝶†蝶†蝶†蝶†蝶†蝶
Aoi
Si guardò intorno aspettandosi solo gli elfi e le fate,
mancavano solo contrattempi come quelli.
Nessun cappellino a punta o bacchette magiche.
Ok.
Allora era tutto a posto?
«Aoi-chan, ci siamo??» chiese Uruha esagitato.
«Ho appena concluso che è tutto a posto. Prendi Yeijiro e vai
a sederti dove ti è stato detto. Taka dov’è?»
«Non lo so… ti pare che mi preoccupo di dove è lui adesso??»
«In realtà dovresti…
la tua fidanzata è con lui e Kochiyo…»
Uruha lo fissò basito. «Oh cazzo, è vero!!! Aoi uffa!!!»
Respirò profondamente. «Kouyou,
rammenta che devi usare i nostri veri nomi e…»
«… sì, sì, lo so… niente parolacce davanti al sacerdote, stai
attento a non inciampare da qualche parte» cominciò ad elencare sulle dita di
una mano, «ricordati che indossi pantaloni e non minigonne, non ti slacciare la
cravatta prima del tuo ok. Mi hai ripetuto le stesse cose fino allo sfinimento
anche per il matrimonio di Kaori» gli ricordò.
«E te le ripeterò fino alla nausea anche per il tuo matrimonio…» gli rese noto.
Uruha lo fissò accigliato. «Gli Shichifukujin ti amano: adesso
devo trovare la mia fidanzata e non posso prenderti a calci.»
Gli Shichifukujin lo amavano? E se gli fosse stato di traverso?
E che quei due si
sposino non è la parte più complicata della giornata per me…
地獄§地獄§地獄§地獄
Reita
Quei due erano veramente da ricovero.
Per la bontà degli Shichifukujin, i vari tecnici coinvolti nel progetto
video, audio e di montaggio foto, quando si erano sentiti rivolgere le stesse
identiche richieste sia da Kai che da Thunder con la raccomandazione in stereo
di non dire niente all’altro perché era
una sorpresa, si erano rivolti a lui… morale: i due sposini avevano
organizzato, forse per la prima volta da quando si conoscevano, qualcosa di nascosto l’uno all’altro… e avevano
avuto la stessa, identica, precisaidea.
Era stato costretto ad arrendersi.
Quei due erano una cosa sola.
Quindi, si trovavano a custodire gelosamente due cd perfettamente
uguali, contenenti sia il montaggio di foto con la colonna sonora che Kai aveva
scelto per Thunder che quello che Thunder aveva scelto per Kai… strano che non
avessero scelto le stesse foto.
Era andata di culo anche per le canzoni, a pensarci bene… e non era un
qualcosa di così scontato!
Butterfly raccolse il beauty case e tornò verso Aoi, era corsa a
sistemare per l’ennesima volta il trucco della sposa che, finita la cerimonia,
si era messa a piangere per la commozione (e doveva aver continuato anche in
macchina mentre arrivavano lì perché anche all’inizio del pranzo Butterfly era
accorsa in suo aiuto).
Invece di baciarsi i due sposi si erano trovati fronte contro fronte a
coccolarsi a vicenda. Tirando ad indovinare non credevano di essere arrivati
alla fine del percorso che era iniziato quando Thunder aveva accettato di
sposare Kai.
Anche lui faceva fatica a crederci.
Coraggio, manca solo Uruha adesso.
Kai gli diede il segnale per cominciare, Thunder aveva invece pensato
di dare il cd al marito alla fine del
pranzo.
Anche lui aveva una sorpresa per gli sposini. Ne aveva parlato solo con
Hell.
Si alzò e con un colpetto di tosse richiamò l’attenzione di tutta la
sala.
Un microfono apparve davanti a lui e ringraziò con un cenno della testa
Akinori.
«Vorrete scusarmi… è una cosa importante quella che sta per succedere.»
Si rivolse a Kai, «Yutaka, tu poi dovrai perdonarmi,
proprio… perché ho approfittato della tua fiducia per fare una sorpresa anche a
te.»
Il suo partner-in-crime lo guardò con tanto d’occhi.
L’immagine del terrore.
«Cominciamo dall’inizio perché una piccola premessa, ci vuole. Reiko e
Yutaka pensano, si muovono e agiscono come se fossero una cosa sola. Li ho
presi in giro spesso per questo… ma è la verità. Mi sono dovuto arrendere
quando i nostri tecnici del suono, video e di montaggio mi si sono presentati
davanti perplessi e confusi… e mi hanno detto che il Leader e la sua promessa
sposa stavano organizzando, uno all’insaputa dell’altra, una sorpresa per l’altro.»
In quel preciso momento, entrambi gli sposi capirono, perché si
voltarono a guardarsi sbalorditi. Tempo una manciata di secondi e si sarebbero
incollati.
«Sorvolando sul mio shock nel realizzare che, se il Leader è il problema, è tacito rivolgersi a me per risolverlo…»
Risate.
Kai e Thunder stavano mormorando l’uno all’altro qualcosa… e si
incollarono, come volevasi dimostrare.
«… il sottoscritto, brillantemente coadiuvato dalla fidanzata, ha
risolto il problema. I due cd che avete» si rivolse a loro, «sono perfettamente
identici: entrambi contengono sia il montaggio che Reiko ha pensato per Yutaka
che quello che Yutaka ha voluto per Reiko. Non solo… ce li vedremo tutti e due
proprio adesso.»
Yoshitomo e Koji scoprirono l’enorme televisore a muro. Era stata
un’impresa orchestrare la disposizione dei tavoli senza dover dire il televisore deve essere visibile da ogni
punto della sala… ma la sua fidanzata era capace di qualsiasi cosa.
«Ah, dimenticavo… Reiko, so che per te Yutaka viene prima di tutto, come
so che per lui è vero il contrario… sono riuscito a cavarmela mettendo per
primo il tuo montaggio per Yutaka.»
Thunder lo stava guardando con le lacrime agli occhi. Di nuovo.
Arigatou, disse senza un suono.
«Ultima cosa, poi mi cheto. Le canzoni sono cantate in inglese… ho
chiesto di fare due versioni: con e senza sottotitoli. Vedremo quella con, così tutti avrete chiaro quanto questi
due siano fuori l’uno per l’altra!»
Tornò a sedersi fra le braccia di Hell, fra gli applausi generali,
quando si accorse che Kai aveva lasciato il suo posto e si stava avvicinando.
Tornò in piedi appena in tempo per finire fra le sue braccia.
«Arigatou Ryo» mormorò lo sposo serrando la stretta. «Non so che altro
dire se non arigatou.»
Gli rese l’abbraccio.
Si separarono senza un’altra parola e Kai tornò da Thunder.
Appena prese posto, partì il video.
Thunder aveva scelto una canzone lenta, di un gruppo che non aveva mai
sentito nominare: Cascade, Every time we touch, e le foto spaziavano
dall’infanzia, di Thunder e di Kai, con le rispettive famiglie, fino alle foto
di Kai nei The GazettE e lei a Londra, per arrivare a quelle di coppia.
Eh, era stato lungo quel viaggio.
La sala guardò e ascoltò nel silenzio più totale.
I still hear your voice,
when you sleep next to me
I still feel your touch in
my dreams
Forgive me my weakness, but
I don't know why
Without you it's hard to
survive
Cause every time we touch,
I get this feeling
And every time we kiss I
swear I can fly
Can't you feel my heart
beat fast, I want this to last
Need you by my side
Cause every time we touch,
I feel this static
And every time we kiss, I
reach for the sky
Can't you hear my heart
beat so
I can't let you go
Want you in my life
Your arms are my castle,
your heart is my sky
They wipe away tears that I
cry
The good and the bad times,
we've been through them all
You make me rise when I
fall
Cause every time we touch,
I get this feeling
And every time we kiss I
swear I can fly
Can't you feel my heart
beat fast, I want this to last
Need you by my side
Cause every time we touch,
I feel this static
And every time we kiss, I
reach for the sky
Can't you hear my heart
beat so
I can't let you go
Want you in my life
Per poi esplodere in un applauso che si interruppe solo quando partì il
secondo filmato.
地獄§地獄§地獄§地獄
Hell
Thunder e Kai erano, come al solito, appiccicati.
Doveva essere stata una sorpresa, scoprire di aver avuto la stessa
idea.
Quando Reita le aveva detto cosa aveva scoperto… non si era
meravigliata più di tanto.
La canzone scelta dalla sua oneesan era molto dolce… l’anima rock di
Kai non aveva avuto cedimenti neanche nello scegliere la canzone da dedicare
alla fid… moglie.
Quando aveva scoperto che era I was born to love you dei Queen, era rimasta di sale… ma solo per non
averlo immaginato, perché effettivamente rispecchiava esattamente ciò che Kai esternava,
a parole e con i fatti, verso Thunder.
La scelta delle foto, per Kai, doveva essere stata un po’ più
difficile… ma, a giudicare dagli scatti di loro ragazzine, con haha, daddy e
obaasan, Butterfly era corsa in suo aiuto.
L’applauso che chiuse il montaggio di Thunder, si interruppe solo
quando partì quello di Kai.
I was born to love you
With every single beat of
my heart
Yes, I was born to take
care of you
Every single day of my life
You are the one for me
I am the man for you
You were made for me
You're my ecstasy
If I was given every
opportunity
I'd kill for your love
So take a chance with me
Let me romance with you
I'm caught in a dream
And my dream's come true
So hard to believe
This is happening to me
An amazing feeling
Comin' through -
I was born to love you
With every single beat of
my heart
Yes, I was born to take
care of you, honey
Every single day of my life
I wanna love you
I love every little thing
about you
I wanna love you, love you,
love you
Born - to love you
Born - to love you
Yes I was born to love you
Born - to love you
Born - to love you
Every single day - day of
my life
An amazing feeling
Comin' through
I was born to love you
With every single beat of
my heart
Yeah, I was born to take
care of you
Every single day of my life
Quando lo schermo si oscurò, partì un altro applauso… ma dubitava
fortemente che i neo sposi se ne fossero accorti.
Erano incollati in uno dei loro baci Mondo crolla pure tanto io sono a posto così.
«Non riesco a crederci!» esclamò Uruha apparendo accanto a lei. Si
acquattò scendendo fino ai suoi occhi, «Hanno avuto la stessa idea??»
«Eh, non c’è pace su questo pianeta…» fu il commento esausto di Reita.
«Ancora la mia fidanzata non ha cantato.»
Scoppiò a ridere.
蝶†蝶†蝶†蝶†蝶†蝶
Butterfly
«Ma che carini…»
mormorò Aoi «tu ne sapevi nulla?»
«Chi credi che abbia
dato le foto di noi ragazzine allo sposo?»
Aoi sorrise e le
poggiò un bacio sulla bocca.
«Reiko… è arrivato il
momento di separarti dal bouquet» disse improvvisamente obaasan Misato.
«Hai ragione
obaasan!» esclamò la sposa staccandosi dallo sposo.
Sposa. Dei, sono sposati. Ce l’abbiamo fatta.
Thunder si allontanò
da Kai, che non le staccò gli occhi di dosso, per andare al lato estremo del
salone per il lancio del bouquet.
Ovviamente Hell non
si staccò da Reita, che le teneva indolentemente un braccio gettato sulle
spalle.
«Itoshii… secondo me
non riusciresti a prendere il bouquet neanche se ci provassi» esordì di punto
in bianco Aoi diretto nel suo orecchio.
Si voltò verso di lui
perplessa, «Il problema non si pone, direi.»
Aoi le lanciò
un’occhiata. «Sai… se tu riuscissi a prenderlo…»
Silenzio.
«Cosa?» cedette.
«Ti farei una
sorpresa.»
Si trovò a sorridere.
Quella luce
abbagliante negli occhi del suo fidanzato la conosceva molto bene, ormai. «Cos’hai
in mente?» chiese.
«Facciamo una
scommessa?»
«Una scommessa?
Sentiamo.»
«Se non riesci a
prendere il bouquet facciamo finta di non aver mai avuto questa conversazione.»
«E… se lo prendo?»
«Mi inginocchierò
davanti a te e ti chiederò di sposarmi.»
Rimase a fissarlo a
bocca aperta.
«Cosa??» esplose.
«Resta sott’inteso
che tu dovrai dirmi di sì» aggiunse serio serio.
Stava ancora
fissandolo incredula.
«Aoi, se mi alzo per
prendere il bouquet, io prenderò il
bouquet» lo avvisò.
Reita gli ha sciolto qualcosa nel vino. Non ci sono
altre spiegazioni.
La mano di Aoi si
materializzò sotto il suo naso, «Scommessa accettata, quindi?» chiese
tranquillo.
Guardò quella mano
per cinque secondi buoni, poi la strinse.
«Accettata.»
Aoi spostò lo sguardo
sui propri pantaloni, bianchi, poi sul salone, «Approfittiamone adesso che il
pavimento è ancora relativamente pulito…» aggiunse eclettico.
«Itoshii, ma stai
facendo sul serio?» chiese a dir poco
sbalordita.
«E’ una sfida in
piena regola, itoshii hito.»
蝶†蝶†蝶†蝶†蝶†蝶
Aoi
La convinse,
finalmente.
L’espressione di
Butterfly cambiò dal giorno alla notte.
La vide alzarsi in
piedi orgogliosa e attraversare a passo di carica il salone.
Le sfide, di
qualsiasi tipo, risvegliavano la parte più tenace e combattiva della sua
fidanzata.
Effettivamente, aveva
solo un paio di reali punti deboli: le sue imouto.
Inutile dire che Kai,
Reita e Hell la fissavano senza capire.
Si guardò bene dal
voltarsi verso Seison.
Thunder, posizionata
voltando la schiena al salone, girò un attimo la testa e vide la oneesan
avvicinarsi al gruppetto.
Per poco lasciò
cadere il bouquet dalla sorpresa.
Fu l’unica a cercare
lui con lo sguardo.
Vedendolo rilassato
contro lo schienale della sedia imbottita, dovette capire in un lampo.
Gli sorrise
raggiante… e lui rispose.
Doveva mettersi al
sicuro da Seison in qualche modo… non poteva mica andare contro a tradizioni
secolari, giusto?
Si era reso conto che
per lui era irrilevante… e non nel senso che non gli importava, ma che proprio non faceva differenza… sposare Butterfly
o meno, avrebbe passato il resto della sua vita accanto a lei.
D’altra parte aveva
captato chiari segnali dalla sua fidanzata… che però non si sarebbe mai sognata
di cambiare le carte in tavola: sapeva
che lui non era interessato al matrimonio e aveva accettato la cosa.
La discrepanza era
che Butterfly tenesse al matrimonio.
Non glielo aveva mai detto, ma il suo entusiasmo per i preparativi di quello
della imouto era stato a dir poco illuminante, per lui.
Ne aveva parlato con
Seison in separata sede, ovviamente. Aveva troppo rispetto per quell’uomo per
non avvisarlo in anticipo di quello che voleva fare. La sorpresa di Seison nel
vederselo arrivare in ufficio senza Butterfly non era stata niente in confronto
a quando gli aveva esposto le proprie intenzioni.
Butterfly si sistemò
in mezzo alle altre ragazze.
Dei… le altre
sparivano accanto a lei.
Era perfetta.
Era sua.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei.
Sposarla non rientrava
nella top ten delle azioni peggiori che avrebbe potuto fare con lei e per lei.
Si trovò a sorridere.
Anzi.
蝶†蝶†蝶†蝶†蝶†蝶
Butterfly
Si avvicinò alle
altre ragazze ancora sbalordita.
Le rivolsero occhiate
perplesse.
Aoi stava scherzando,
non c’era altra spiegazione.
A quel punto era
curiosa di vedere come se la sarebbe cavata quando lei avrebbe preso il bouquet.
Thunder prese la
rincorsa e lanciò il bouquet.
In realtà ebbe la
sensazione che puntasse lei, ma non si soffermò a pensarci: aveva una scommessa
che era una sfida a tutti gli effetti da vincere.
Con un piccolo salto
superò le rivali e afferrò il bouquet.
Dopo di che, si voltò
verso Aoi e rimase a fissarlo trionfante.
E ora itoshii hito, stupiscimi.
Aoi si alzò, le si
avvicinò nel silenzio più assoluto… con l’eleganza che lo contraddistingueva
dal resto del mondo, si sbottonò la giacca e… si inginocchiò veramente???
La prese per mano???
«Keiko, vuoi sposarmi
e fare di me l’uomo più felice della Terra?» chiese con voce ferma e abbastanza
alta da farsi sentire da tutta la sala.
Non riuscì neanche a
spalancare la bocca, da come rimase pietrificata.
Fa… faceva sul… serio…
地獄§地獄§地獄§地獄
Hell
«Svegliami se sto sognando...» mormorò incredulo Reita fissando Aoi in
ginocchio davanti a Butterfly.
Lei stessa era a bocca aperta… ma l’espressione di Butterfly non aveva
eguali.
«Ma… ma io pensavo che stessi scherzando…» disse inebetita la sua
oneesan.
«Non cercare di aggirare l’ostacolo, Keiko» disse Aoi. «Hai perso la
scommessa.»
«Perso???» esplose la sua
oneesan.
«Sicuro… sarai legata, indissolubilmente
incatenata al sottoscritto per il resto dei tuoi giorni, ragazza mia… io so
di non rimetterci.»
«Ne sapevate nulla?» chiese uno sbalordito Ruki apparendo accanto a
loro.
«No» rispose Reita. «Ma da quello che posso intuire ad una prima
occhiata, qualcuno lo sapeva…»
Seguì con lo sguardo la direzione dove guardava Reita… e vide daddy
tranquillamente seduto accanto ad obaasan che aveva la bocca aperta.
«Sì…» mormorò in quel momento la sua oneesan.
Si voltò per vederla cadere in ginocchio davanti ad Aoi, «Sì!!» ripeté
«PER TUTTI I KAMI-GAMI SI’!!! Una
volta in questa vita e due nella prossima!!!» concluse gettandogli le braccia
al collo.
Finirono distesi in terra tutti e due.
«Oh per tutti i Kami-gami…» mormorò Kai, accanto a Reita, sbalordito e
divertito.
Thunder già correva verso di loro, tenendo la sottana del vestito
appena sollevata per non inciampare «SSSSSSìììììììììììììììììì!!!!!» stava
gridando.
«Non starete pensando di festeggiarli con un’ammucchiata, vero?» chiese
allarmato Uruha.
«Mi hai letto nel pensiero!» esclamò lei partendo a sua volta.
«Ma non è possibile!» esclamò Kai «Non esiste che sia sempre Yuu quello
preso d’assalto per primo, per un motivo o per un altro!»
«Yutaka, io penserei ad andare a recuperarle…» fece presente il suo
fidanzato… alzandosi, a giudicare dal rumore della sedia.
Uomo pratico fino al midollo.
«Accidenti, ho pensato meno di mezz’ora fa che restava solo Kouyou da
sistemare» riprese Reita, «e Yuu mi va a fare una proposta di matrimonio!»
Sbuffo chiarissimo anche a distanza, «Chitarristi!»
«Ehi, qualcosa da ridire sulla categoria??» chiese Uruha «L’unica cosa
che ti salva è che Bon Bon non vuole sposarsi, sia chiaro‼!»
Non aveva bisogno di voltarsi per sapere che stavano sorridendo tutti e
due.
地獄§地獄§地獄§地獄
Reita
«Sembra che in fin dei conti le due azioni non si equivalgano come
pensavo… assomigliano forse più ad un dilemma… di soluzione relativamente
facile fra l’altro» disse improvvisamente Hell mentre, ore dopo, si trovarono
soli nell’attico.
Si stava sciogliendo i capelli.
«Quale dilemma?» chiese perplesso.
«Sposarsi o impiccarsi…»
La osservò per qualche secondo, «Sposarsi o impiccarsi… questo è il
problema?» azzardò.
«Esatto. Ho sempre pensato che le due cose di equivalessero.» Gli posò
quegli occhi addosso, «Tu sai che io non scherzo quando dico che non voglio
sposarmi, vero?» chiese.
«Le tue intenzioni sono cristalline, per me» la rassicurò.
«Cosa pensi che sia successo?»
«Aoi si è reso conto che Butterfly lo assecondava contro i suoi veri
desideri… e deve aver realizzato che per lui… non faceva differenza, in fin dei
conti… ha già deciso di passare la vita accanto a lei… il passo successivo è
stato stabilire di farlo come preferisce Butterfly.»
«Però prima ha avvisato daddy…»
«Ragazza mia, il suicidioesula dal nuovo dilemma che hai appena creato…»
La risata di Hell fu seguita dalla sua persona proiettata sul letto.
Si trovò la sua fidanzata a cavalcioni su di lui.
La forza di impatto di quel corpicino, era devastante!!
«Ammettilo, Shakespeare era un principiante al confronto!» si
pavoneggiò senza vergogna la sua fidanzata.
Si sollevò a sedere con un corpo di reni e la afferrò per i fianchi,
attirandola a sé. «Riusciresti ad eclissare chiunque.»
«Honto desuka?» chiese maliziosa.
«Esclusi i presenti, ovviamente.»
«Ne sei convinto?»
«Sì.»
Silenzio.
«Quasi.»
Scatto del sopracciglio della sua fidanzata.
«Più o meno» si ridimensionò definitivamente. «Ci vuole qualcuno che ti
tenga testa, ragazzina.»
«E pensi di essere tu quel qualcuno?»
«Sono sicuro di esserlo.»
«E perché?»
«Perché non avrai altri fidanzati con cui fare pratica.»
Hell sembrò valutare la teoria, «Il ragionamento non fa una piega»
ammise.
«… non come questo complicato vestito appena mi sdraierò su di te… mi
aiuti a toglierlo di mezzo?»
Hell lo fissò sbalordita per un attimo, poi scoppiò a ridere, «Ma
sicuro!!!»
Capitolo 17 *** 16. Akinori & Kumiko - A New Beauty Is Coming ***
16. Akinori & Kumiko - A New Beauty Is Coming
The Ultimate
Catastrophes 4 The GazettE
Akinori & Kumiko - A
New Beauty Is Coming
Legenda:
久美子= Kumiko in giapponese, è
associato al PoV di Akinori e di Kumiko stessa
4 luglio 2010
Akinori
Si era messo con un fenomeno, ormai lo aveva capito… ma quella donna
continuava a stupirlo.
«Mi stai ascoltando?»
«Certo. Tendo ad ascoltare in silenzio, Kumiko.»
«E hai capito cosa ho detto?»
«Che io e te diventeremo genitori.»
«E non sei contento?»
«Itoshii, tu sembri la prima
a non esserlo. Hai un’espressione tirata, seria, accigliata…»
«Tu in compenso sei la solita
sfinge. Io sono felicissima. Non capisco cosa pensi tu.»
«Facciamo una cosa: ripetimelo come se non mi rendessi partecipe di una
catastrofe, e io mi comporterò di conseguenza.»
La sua donna lo fissò senza parole.
«Sto aspettando il pretesto per abbracciarti e baciarti» le rese noto
quando realizzò che non aveva alcuna intenzione di collaborare. «Kso, Kumiko,
porti in grembo mio figlio, ti togli quell’espressione da funerale dalla
faccia??»
Uno dei sorrisi sconvolgenti che lo avevano fatto capitolare ai piedi
di quella creatura le piegò le labbra.
Se la trovò appesa al collo.
«Ma perché con te devo sempre interpretare??» gli chiese.
Con un vago tono di rimprovero,
per giunta.
«Hai veramente pensato che non fossi felice di avere un figlio da te?»
«Nessuno dei due ha mai parlato di sospendere l’anticoncezionale…
tant’è che non capisco come possa essere successo…»
«Quella iniezione ha fatto cilecca, Kumiko, mi sembra evidente. Va da sé
che sospendi tutto adesso. Evidentemente
dobbiamo proprio diventare una famiglia… un’altra bellezza in arrivo…»
«E’ il momento giusto?» chiese in un sussurro.
«Beh, hai trentacinque anni itoshii… io mi avvio per i quaranta… direi
che è ora.»
«Honto desuka?»
«Lo diciamo agli altri domani?»
«Quando cominci a rispondere alle domande con altre domande…»
«… è perché non voglio più domande. L’ultima della serata, intesi? Come
siamo messi con… il lato fisico in queste condizioni?»
Kumiko si scostò appena da lui e lo fissò negli occhi. «L’ho chiesto
alla ginecologa.»
Sorrise soddisfatto, «La cosa mi lusinga. Dalla prossima visita, vengo
con te.»
«Speravo che me lo chiedessi.»
«Non te l’ho chiesto, ma
lasciamo perdere. Come vedi non ti deludo mai. Cosa ti ha risposto la ginecologa?»
«Che il sesso durante la gravidanza, con opportune attenzioni, fa bene
al bambino.»
«Honto desuka?»
«Ma non doveva essere l’ultima doman…?»
Le chiuse la bocca con un bacio.
«Le opportune attenzioni me
le spieghi strada facendo…»
久美子∞久美子∞久美子
Kumiko
La mattina successiva arrivarono al magazzino.
Da quando Hell li aveva smascherati, non avevano più il problema di dover
arrivare separati.
In realtà gli altri avevano accettato con una facilità sconcertante che
lei e Akinori stessero insieme… anche se ogni tanto Reita, Uruha, Kai, Aoi e
Ruki la fissavano un po’ stralunati. Specie quando scoccava un bacio in bocca
ad Akinori giusto perché ne aveva voglia.
Ovviamente Thunder e Kai erano in Luna di Miele… il che significava
quindici giorni lontani dagli altri.
Gli altri quattro si erano comunque riuniti quel giorno per tirare le
somme in vista del rientro, di lì a cinque giorni, del Leader.
«Konnichiwa!» fu il solare benvenuto di Uruha.
«Konnichiwa Urupon» lo salutò Akinori. «Dove sono gli altri?»
«Di là. Io ho appena riattaccato con la mia itoshii, ecco perché mi
avete beccato qui!»
Si affiancò a lei e li seguì nello stanzone.
Butterfly fu la prima a vederli. «Konnichiwa!!»
La fissò con attenzione.
Aveva l’espressione piuttosto tirata, a dispetto del sorriso radioso
che aveva loro rivolto.
Hell era tornata a Boston una settimana prima, doveva sistemare alcune
scartoffie con l’università dopo il conseguimento della laurea, che aveva discusso
ottenendo il massimo dei voti, e chiudere il contratto di affitto
dell’appartamento che l’aveva ospitata come studente.
Thunder era in Luna di Miele da quasi due settimane.
Non c’era da meravigliarsi che fosse un po’ giù, povera piccola.
«Konnichiwa Butterfly» rispose Akinori.
In un batter d’occhio apparvero anche Reita, Aoi e Ruki.
Anche l’umore di Reita non era dei migliori… ma aveva superato di
peggio in quei mesi senza Hell.
Quando quella ragazza fosse atterrata a Tokyo la prossima volta, era
per restarci in pianta stabile.
Tolti un paio di matrimoni all’orizzonte, si sarebbe di nuovo
instaurata la solita routine. O almeno così pensava… ci
avrebbe pensato proprio lei ad aggiungerci il carico da novanta.
Uruha volò al fianco di Reita.
«Ragazzi, abbiamo una notizia da darvi» esordì Akinori, cingendole la
vita.
«Vi sposate anche voi??» chiese Ruki.
«Non ancora, io e Kumiko siamo contro tendenza. Prima diventeremo
chichi e haha.»
Ci fu il silenzio.
In realtà anche lei rimase appena appena senza parole.
Non ancora?
Butterfly, bocca spalancata, fu la prima a staccarsi dal gruppetto.
«Sei incinta?» chiese quasi reverenziale.
Si trovò ad annuire, facendo pressione contro Akinori. «Ho avuto la
conferma ieri. Nove settimane.»
Non ancora…
«Ma è meraviglioso!!» esclamò Uruha riprendendosi «Posso dirlo a
Yei-chan??»
«Ma certo che puoi!» ribatté Akinori «Da quando la donna di Reita ci ha
scoperti non ci sono più segreti!»
Reita scoppiò a ridere, riprendendosi a sua volta. «Fantastico!
Congratulazioni ragazzi!»
«Arigatou» risposero in coro lei e Akinori.
«Dovremo mettere matrimoni e nuovi arrivi in fila per uscirne vivi!»
esclamò Aoi abbracciando Butterfly.
«Ah già, ho sentito Chinatsu ieri sera!» esclamò quest’ultima
battendosi una mano sulla fronte «Fusae ha cominciato a camminare!»
«Quando la porta a farcela vedere?» chiese Uruha «Non la vediamo da
mesi, uffa.»
«Potremmo anche andare noi a trovarla eh?» fece presente Reita con il
suo solito stile.
Uruha guardò un attimo il soffitto. «E’ vero» ammise. «Ok, a quando la
spedizione di spupazzamento?»
Scoppiarono a ridere.
Aoi strinse Butterfly, «Se penso che è cominciato tutto con la maternità
di Chinatsu…»
«Già…» fu il commento di Reita.
«A… aspettate un attimo…» disse Ruki improvvisamente terrorizzato
«Kumiko, dovrai andare in maternità??»
«Eh beh, sì.»
«No!!!» esplose Aoi «Catastrofe!
Anata mo!!»
Butterfly le rivolse un’occhiata che diceva So che sei una donna paziente, non deludermi proprio ora che la
fece sorridere.
«Ma di che ti lamenti? Siamo tutti fidanzati o sposati ormai, cos’altro
può succedere?» ribatté Reita.
«Eccolo, sono le 10:05 del 4 luglio 2010…» fu il commento di Ruki, con il
tono di chi suggerisce di prendere buona nota.
«Vi manderò una tranquilla e professionale cinquantenne» promise lei
solenne.
Akinori si piegò in due a ridere. «Tanto per non rischiare!»
«Ci sono single fra i ragazzi della sicurezza?» s’informò Uruha
pensieroso.
«Il cupido che è in lui è in crisi…» commentò Reita rassegnato.
«Beh, con te ha funzionato alla
grande, modestia a parte!» lo rimbeccò il chitarrista solista sostenuto.
«Shohei, Tomiji e Koji sono singles cronici, per quello che so» disse
Akinori.
Uruha fece schioccare le dita, «Perfetto! Proprio in quel tipo, sono specializzato! Kumiko vale per tre, vero?? Direi
che tre trentenni o quasi trentenni vanno bene, poi ce la sbrighiamo noi!!»
«Perché parla al plurale
adesso?» chiese Ruki cauto.
«Sta scherzando, vero?» chiese Aoi.
«Temo proprio di no» sospirò Reita.
«Se non vogliamo trovarci a corto di guardie del corpo, forse è il caso
che i tre in questione non sappiano altro che sei incinta…» disse Butterfly
rivolgendosi a lei.
«La voce della saggezza…» sospirò Aoi guardando sognante la promessa sposa.
Scoppiarono a ridere.
«Allora aspettiamoli e poi diamo la notizia!» concluse Akinori.
«Dovrete per forza darmi una
mano» riprese Uruha rivolto a Ruki che lo stava ancora fissando stravolto, «con
Rei sono riuscito a fare tutto da solo, ma con tre tutti insieme…
che magari cercheranno di darsela a gambe levate…»
scosse la testa già rassegnato. «Stavolta,
ci dividiamo i compiti, poche storie.»
Ruki si rivolse a Reita con due occhi come piatti da portata «Fermalo»
implorò.
Tendo ancora a scordare con che tipo di “routine”
ho a che fare, con questo branco di spostati.
Reita rispose con una scrollata di spalle, «Dov’eri quando avevo
bisogno del tuo aiuto?»
«Ma che bastardo‼» esplose Aoi con una risata.
Uruha era già al collo del suo migliore amico, «Sapevo che tutta la mia fatica sarebbe stata ricompensata‼!»
Devo trovare tre potenziali fidanzate… spacciandole per sostitute…
ok, ce la posso fare.
«Allora, la cosa più difficile sarà trovarne tre che piacciano agli
interessati, ma ho già qualche idea…» stava dicendo Uruha
comodamente appoggiato a Reita.
Akinori le rivolse un’occhiata tra il divertito e lo sconvolto.
Si sorrisero.
______________________________________________
NOTE:
Ho affermato neanche tanto tempo fa, non ricordo se nella pagina FB o
nei commenti a fine capitolo, che tutto sommato volevo chiuderla il prima
possibile. Riesco a mettere i bastoni fra le ruote anche a me stessa.
Va be’, alla fine penso che sono solo brevi racconti, dai…
_Aelite_: ormai Uruha e le papere sono un tutt’uno! XDDDDDD
A parte questo… mi sto complicando la vita,
ma proprio la scena si è scritta quasi da sé.
Capitolo 18 *** 17. Reita & Kai - Ride With The Rockers All The Way ***
17. Reita & Kai - Ride With The Rockers All The Way
The Ultimate
Catastrophes 4 The GazettE
Reita & Kai - Ride
With The Rockers All The Way
14 agosto
2010
Kai
Eppure doveva aprirlo.
Perché aveva come la sensazione che se ne sarebbe pentito?
Reita afferrò il proprio pacchetto.
«Reita!»
«E’ solo un regalo, Leader… Uruha mi ha giurato che non esploderà.»
La risatina di Hell gli arrivò chiara.
Anche sua moglie ridacchiò.
Ah beh, allora…
«Uomini di poca fede, volete aprirli?» chiese Ruki scocciato.
Ok, si deve pur morire di qualcos…
Rimase a fissare incredulo la biancheria intima con la scritta Ride with the rockers.
Aprì bocca senza esito mentre le risate esplosero gioiose intorno a
lui.
E’ ufficiale: vivo circondato da pazzi!
«Tu non hai idea quanto ci è costato aspettare il tuo rientro dalla
Luna di Miele!» sentenziò Ruki «Ma la tua espressione mi ripaga‼!»
地獄§地獄§地獄§地獄
Reita
Era circondato da… da… non sapeva neanche più come definirli.
Le risate intorno a lui erano tanto eloquenti quanto il silenzio che
aleggiava dalle parti di Kai.
«Direi che sono appropriati» commentò Aoi soddisfatto. «Ho scelto io i
colori!» li informò poi… orgoglioso, anche.
«Quelli viola con la scritta bianca sono stupendi» disse la ragazzina.
«Li metterò stasera, sei avvisata» ribatté.
«Si sono organizzati anche con i nostri colori preferiti» disse Kai
vagamente referenziale.
«Pazzi organizzati, cosa volere di più dalla vita?» chiese retorico.
«Sono bellissimi!» sentenziò Thunder «I ragazzi hanno avuto un’idea
fantastica!»
«Ah, quindi l’idea è di Uruha e Ruki?» s’informò «Dalla soddisfazione
nella sua voce, avrei scommesso che c’entrasse anche Aoi!»
«Ma infatti anche il mio fidanzat…» iniziò
Butterfly perplessa.
Fu interrotta dal ruggito di Aoi, che ormai aveva più che affinato la
tecnica di riconoscimento di una soave presa di culo circa la propria età.
Gambe in spalla!
雷ð雷ð雷ð雷ð雷ð雷
Kai
Rimase a fissare la porta oltre la quale erano spariti Reita e Aoi.
«Io ci rinuncio» disse Ruki. «Come cazzo riesce sempre a mazzarlo per l’età?»
«Ognuno ha i propri talenti, Rukun» sentenziò Uruha con fare
filosofico. «Leader, quando li indossi ti fai una foto?» riprese tutto
contento.
«Certo, ma sicuro non la do a te.»
«Ma uffa‼‼!»
«Ha detto che non te la darà, non che non te la farà vedere» cercò di
fare ammenda sua moglie.
Eh certo. Diplomazia è femminile mica
per un caso.
Uruha lo stava fissando intensamente in attesa di una conferma.
«Ma certo» si arrese.
«Sapevo di poter contare su di te!»
Gli venne da ridere.
Eh certo.
Tornò a guardare i suoi nuovissimi boxer e sentì le braccia di Thunder
avvolgerlo.
«Bel rientro, vero?»
Sorrise, «Grandioso.»
E alla fine, era vero.
«Dove stanno Reita e Aoi? Mi servono tutti e due» disse Ruki.
«Andiamo a recuperali» decise Uruha.
______________________________________________
NOTE:
Ogni tanto mi riaccendo.
Riguardo questa cosa, mi circola in testa il ricordo di foto… probabilmente passatemi da Mya. Esistono davvero
questi boxer.
Ne ho in mente una sola prima di concludere la parentesi delle
Catastrofi. Penso che uno dei regali che posso lasciarvi, riguardo questa ff, è
la possibilità di immaginare come può continuare.
Capitolo 19 *** 18. Kai & Thunder - Perfection ***
0001
The Ultimate
Catastrophes 4 The GazettE
Kai & Thunder - Perfection
10 marzo 2011
Thunder
Kai era una scossa.
Da quando aveva trovato quel test, non c’era stato modo di tenerlo
lontano da lei… figurarsi chiuderlo fuori da quel bagno.
Risultato: stavano entrambi a fissare quel pezzettino di carta,
plastica e Amaterasu sola sapeva cos’altro di chimico.
«Itoshii, ma non sarebbe meglio andare da un medico?»
«Se il risultato è positivo vado dal medico.»
«E se il risultato è negativo e sbaglia?»
«Sapevo che non dovevo dirtelo fino a quando non…»
«Ti sto infastidendo?» chiese terrorizzato suo marito.
«Ma no! E’ che odio vederti così agitato.»
«Itoshii?»
«Dimmi.»
«Perché ti stai accarezzando la pancia?»
Bloccò la mano che senza permesso stava effettivamente massaggiando il
suo stomaco e la sua pancia.
Oh haha… avevi ragione. Senti la vita
dentro di te. Io so di essere incinta.
«Ero soprappensiero.»
«Dimmi la verità Reiko: tu sai di essere incinta.»
Si voltò verso di lui, la stava fissando con una delle sue espressioni incenerisci il mondo e vai.
«Non voglio illuderti itoshii…» lo supplicò quasi.
La abbracciò quasi con cautela, «Non mi illuderai e meno che mai mi deluderai itoshii… se non lo sei
stavolta… riproviamo» concluse malizioso.
Scoppiò a ridere e lo baciò. «Aishiteru…» soffiò sulle sue labbra.
«Aishiteru…» rispose Kai guardandola negli occhi.
Tornarono a baciarsi.
Quando si staccò da lui l’occhio le cascò su quel gingillo e il fiato
le si bloccò nei polmoni.
Kai seguì il suo sguardo.
«Significa che…?» cominciò con voce rotta.
«Significa che diventerai chichi.»
Kai affondò il viso sul suo collo sollevandola da terra, «Arigatou.
Arigatou itoshii hito. Quando penso che non puoi rendermi più felice di quello
che sono, puntualmente mi smentisci.»
Sentì le sue lacrime bagnarle l’incavo del collo.
Lo strinse forte, «Spero che assomigli a te, Yutaka.»
雷ð雷ð雷ð雷ð雷ð雷
Kai
Dopo il primo pianto per il figlio o figlia in arrivo, sua moglie prese
in mano la situazione come era solita fare e buttarono giù un elenco di persone
che dovevano saperlo da loro.
Salvo poi ricordarsi che, prima di dare l’allarme generale al mondo
intero, era il caso di andare dal medico.
Quindi, in pratica, sua moglie avrebbe avvisato solo le sue ane.
Come attratto da una forza invisibile, il suo sguardo si posava sul
ventre di Thunder.
Era piatto come al solito.
«Di quanto sarai?» chiese.
«Non lo so itoshii. Per questo ci vuole un medico. Devo avere la
conferma medica.»
«Hai il tuo ginecologo?»
Il pensiero che potesse essere un uomo un po’ lo infastidì, ma stoicamente
ci passò sopra… o per lo meno si sforzò di farlo.
«Io e le mie ane andiamo tutte dalla stessa ginecologa.»
Donna? Amaterasu, arigatou.
«Chiamala e fissa subito un appuntamento!» saltò in piedi «Ti prendo il
telefono!»
«Prendimi anche la borsa kudasai! Ho il numero nell’organizer!» gli
gridò dietro mentre usciva di corsa dal salone.
«Ok!» la tranquillizzò.
Divento chichi… chichi… io e Thunder
avremo un bambino…
Oh Dei… la perfezione esiste.
______________________________________________
NOTE:
Ecco qui, questo è l’ultimo capitolo che avevo in mente, sono mesi che
aspetto di aggiungere altro.
Stasera ho capito che non c’è altro da aggiungere.