Il Ragazzo Dallo Spirito Di Fuoco, Arizona
Daniel se stava seduto con la testa sul banco. Ciò non sfuggi alla professoressa che lentamente si avvicinò al ragazzo per vedere cosa stesse facendo. Come
sospettava stava dormendo. Sempre con calma prese la riga che usava per indicare le città sulle cartine appese al muro e gliela sbattè sulla testa con forza.
Daniel sobbalzò immediatamente e ciò che si trovò davanti fu lo sguardo inferocito della sua professoressa. Sorrise imbarazzato. E magicamente riuscì a placare
l'animo irritato della donna. Sospirò e si massaggiò la testa.
Era sempre così. Quando qualcuno si arrabbiava con lui bastava sfoderare un sorriso per sistemare tutto.
Sempre grazie a quel sorriso riusciva a far cadere ai suoi piedi le ragazze di tutto il Liceo e ad ottenere ciò che voleva. Persino i suoi genitori non potevano fare a
meno di accontentarlo quando lui gli chiedeva le cose sorridente. Voleva la moto? Perfetto. Voleva poter uscire quando voleva lui? Perfetto anche questo. Voleva
dei soldi? Perchè no?
Daniel sfruttava questa sua capacità al meglio e si faceva una vita da nababbo.
Mentre la professoressa spiegava ad una classe annoiata, Daniel giocherellava con il suo accendino senza farsi vedere. Lo affascinava dal fuoco, sin da quando era
piccolo. Adorava vedere la fiamma muoversi sinuosa e creare ad ogni movimento nuove sfumature di rosso, arancione e giallo. Viveva a Phoenix quindi era
abituato a convivere con il calore. Lui stesso, come l'Arizona, aveva una temperatura piuttosto alta e molte volte da piccolo i suoi genitori avevano creduto che
avesse la febbre. Avevano poi scoperto con stupore che la sua temperatura corporea rimaneva stabilmente intorno ai 40°. Inizialmente se ne approfittava a scuola.
Si fingeva malato e dato che quando la bidella gli misurava la febbre il termometro saliva fino a 40, lo spedivano subito a casa. Dopo un pò i genitori spiegarono ai
professori che era del tutto normale che il loro figlio fosse così caldo così il gioco di Daniel era finito.
Oltre ad un bellissimo sorriso Daniel poteva vantarsi anche di un bel fisico. Capelli dorati e corti, alto e muscoloso, pelle bronzea e occhi marrone intenso, quasi
rossi a dir la verità. Era anche molto paziente, gentile e simpatico. Aveva moltissimi amici (non aveva certo difficoltà a socializzare) e aveva già avuto due ragazze.
Quella mattina era particolarmente annoiato e stanco. Fortunatamente per lui il momento di tornare a casa arrivò in fretta.
Dopo aver salutato i suoi amici si avviò verso casa a piedi. Aveva bisogno di prendere una boccata d'aria e scacciare la stanchezza. Se avesse preso il pullman si
sarebbe sicuramnte addormentato.
Mentre camminava per le strade di Phoenix continuava a giocare con l'accendino. Faceva passare le dita sulla fiamma senza scottarsi. Quel giochetto per lui tanto
divertente spaventava i suoi amici.
Ripose l'accendino in tasca e tirò fuori l'Ipod. Era nero metallizzato con alcune fiamme dipinte sopra. Scelse un brano e continuò la sua marcia.
Dopo un pò preso dalla musica cominciò a cantare. Era molto intonato.
"You're Not Alone
I´ll wait till the end of time
Open your mind
Surely it´s plain to see
You're Not Alone
I´ll wait till the end of time for you
Open your mind
Surely there´s time to be with me..."
Daniel continuò a cantare felice per una decina di minuti. Si sentiva in cima al mondo, e non sapeva come spiegarselo. Preso da un impeto di follia decise di
prendere il bus che va sulla Route 17 che si era appena fermato accanto a lui.
Decise di spegnere il telefono e dopo aver pagato il biglietto si sedette in fondo. L'autobus impiegò un oretta per arrivare al Grand Canyon. Dalla Route 17 aveva
preso una stradina secondaria che portava al Canyon.
Daniel non capiva perchè aveva deciso di dirigersi fin laggiù ma l'istinto continuava a dirgli che doveva continuare quella pazzia.
Senza farsi notare dal gruppo con cui era venuto si diresse verso una piccola grotta nascosta dagli sguardi delle persone. Intorno a sè si innalzavano pareti rocciose
alte e ripide.
Con cautela entrò nella grotta e si accorse che nonostante l'ingresso piccolo la cavità di roccia era piuttosto grande. Al suo interno il caldo era soffocante
ma a Daniel non dava fastidio. Si tolse lo zaino e lo appoggiò ad un sasso.
S'incamminò verso il centro della grotta e notò che su un lato si apriva un tunnel. Stando attento a non incrociare insetti o animali pericolosi vi entrò. Dal fondo del
tunnel proveniva dell'aria fresca quindi decise di esplorarlo e di trovare l'uscita. Il sole che proveniva dall'esterno della grotta illuminava grandemente l'antro,
nonostante l'ingresso piccolo, e i suoi raggi riuscivano a creare una penombra anche nel tunnel.
Daniel era costretto a camminare accucciato e ogni tanto inciampava in qualche sasso sbucciandosi le braccia e le gambe.
Dopo aver percorso un bel tratto la penombra cominciò a calare fino a scomparire e a lasciare posto all'oscurità.
"Dannazione" mormorò il ragazzo. Non riusciva a vedere nulla e aveva paura. Desiderò con tutto se stesso poter trovare una fonte di luce e proprio in quell'istante
una fiammella cominciò a fluttuare nell'aria.
I Capitoli di questa storia sono piuttosto brevi >.< Credo che così siano meno pesanti XD
Notte a tutti!!!
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