Just a lot of memories [Ciò che dicono gli scones, gli alieni e i vecchi moschetti]

di ballerinaclassica
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Distorsione; ***
Capitolo 2: *** Blocco; ***
Capitolo 3: *** Suggestionabilità; ***
Capitolo 4: *** Distrazione; ***
Capitolo 5: *** Errata attribuzione; ***



Capitolo 1
*** Distorsione; ***


Distorsione;


Le dita di America accarezzano lentamente i suoi occhi, raccolgono qualche lacrima e la lasciano cadere sulle lenzuola. Lui, rinchiuso in una camicia da notte bianca, continua a piangere. È raggomitolato tra le coperte da due giorni ormai, e sussurra qualcosa che somiglia tanto ad un “Igghittewwa” tra i singhiozzi. Le sue mani si chiedono come qualcuno possa lasciare un bambino tutto solo in una casa così grande, per mesi, a volte per anni. Inghilterra spesso va via di nascosto e America passa settimane a cercarlo dietro i cespugli, convinto che stia ancora giocando con lui; altre volte invece, quando non gli va così di lusso, Inghilterra è costretto a confessargli che le sue navi devono salpare di già e a nulla servono le lacrime di America, né il suo viso triste: Inghilterra deve partire e partirà.

Mentre America stringe le lenzuola e piange, forse Inghilterra è sul ponte della nave con un gran senso di rimorso. Poi però si ricorda del suo re e del dovere verso la patria e America scompare, lasciando posto al trono, all'inchino, al rispetto nei confronti del sovrano.
Le sue mani ancora non riescono a capire, allora tentanto di rimediare a quel guaio di occhi rossi e di singhiozzi che fanno male nella gola. Sfiorando le orecchie di America, sussurrano qualcosa, forse qualche parola gentile, forse una ninna nanna. Complice la stanchezza di America, il bambino chiude gli occhi e scivola in un mondo fatto di belle promesse e di ricordi.

Le sue dita accarezzano delicate di cuscino, accompagnano il suo sogno. Nella sua mente c'è, come al solito, il sorriso dolce di Inghilterra. Lui gli sta dicendo qualcosa, lui gli sta dicendo che tornerà tra appena un paio di giorni (America però non ha capito che si tratta di un paio di anni, forse non lo ricorda abbastanza bene). Forza America, resisti, sono soltanto quarantotto ore!
Nonostante stia dormendo, il bambino sorride. Ormai ne è più che convinto: Inghilterra, inginocchiato davanti al trono del re, non aspetta altro che tornare da lui, a correre nel prato che c'è nella sua casa, a cucinare qualcosa di veramente delizioso (o a trasformare un cibo apparentemente buono in un piatto a dir poco tossico), a correre dietro di lui, che schizza da una parte all'altra come un proiettile, continuare ad inseguirlo fino ad acchiapparlo e poi fargli il solletico, rincuorato dalle risate del suo fratellino, del suo piccolo America.

Poco importa se quella è soltanto una distorsione dei ricordi passati, in cui Inghilterra mantiene la sua promessa di tornare al più presto e in cui passa tutto il suo tempo con lui, piuttosto che chino su pile di documenti. Poco importa, è il sogno di un bambino che si morde le labbra e stringe gli occhi, perché sta assaporando gli scones più buoni che lui abbia mai mangiato in tutta la sua (per ora breve) vita di Nazione.





















Questa raccolta partecipa al contest "I sette Peccati della Memoria" e comincio a pubblicarla in attesa dei risultati. =)
Al prossimo capitolo! :D

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Capitolo 2
*** Blocco; ***


Blocco;


La tazza di tè continua ad osservare attentamente Inghilterra, le sopracciglia aggrottate, le labbra sottili, gli zigomi pallidi e le dita strette ed intrecciate tra loro. È evidente che stia pensando, riguardo a chi o a cosa ancora non si sa, ma sta quasi sicuramente pensando. La tazzina sussurra qualcosa al piattino, il piattino annuisce senza farsi vedere. Gli ha appena chiesto se America è stato qui, ultimamente.
Ogni volta che America viene a trovarlo, subito dopo Inghilterra si chiude in un mutismo quasi sacro ed inviolabile. Perfino Clarice, che tra tutte le creature fatate è quella che ha maggiore influenza su di lui, non osa avvicinarsi.
A quel punto, Inghilterra la afferra, si porta la tazzina alle labbra e lei ne approfitta per capire che cosa sia successo e per guardarlo negli occhi. Non riesce proprio a ricordare che cosa possa aver fatto America per rendere il suo padrone così arrabbiato. Inghilterra non parla, Clarice non parla, perfino le fatine e qualche poltergeist non parlano e preferiscono invece restarsene nascosti dietro le tende spesse. Quando Inghilterra abbassa la mano e sbatte la tazzina sul tavolo, lei si lamenta direttamente con la teiera.

Inghilterra è sempre molto strano quando America viene a trovarlo; le tazzine lo sanno, perché sono sempre presenti almeno in due. Inghilterra è molto felice quando va ad aprire la porta, a volte addirittura sorride (ma probabilmente gli riesce un po' innaturale). Non appena però lui vede la faccia di America, diventa cinico ed intrattabile. Quello che succede dopo a volte le tazzine possono solo immaginarlo, perché America ed Inghilterra sono soliti svolgere le loro pratiche in camera da letto, che non è, né è mai stato, un posto adatto ad un set di tazzine.
Cominciano a parlottare tra loro, cercano di spiare e di sentire di cosa quei due possano parlare. Ma purtroppo ci sono soltanto dei versi strascicati che provengono dai corridoi, e le tazzine si chiedono se America ed Inghilterra stiano combattendo o meno.

Inghilterra chiude gli occhi e prova a rilassarsi. Clarice tentenna e per un attimo pensa di poter intervenire e consolare il suo padrone. Ma poi, quando Inghilterra borbotta a bassa voce qualche maledizione atta a colpire le popolazioni del Nuovo Continente dalle tribù degli Indiani d'America agli yankee, l'unicorno si blocca e torna indietro. La tazzina, adesso piena soltanto fino a metà, cerca di ricordare che cosa abbia combinato America perché loro meritassero tutto questo, ma proprio non ci riesce. La sue mente di porcellana si blocca più o meno su un'immagine di Inghilterra che lo accompagna alla porta. Entrambi sono rossi in viso, entrambi non dicono nulla ed Inghilterra non ha la cravatta – e questo già è un sintomo della gravità della vicenda.
Non ci sono saluti, solo un sguardo vagamente triste ed uno vagamente arrabbiato. Infine America oltrepassa la porta di casa ed Inghilterra rimane immobile nell'ingresso, con la testa china e le braccia che penzolano lungo i fianchi.
Oh, ecco che cosa ha combinato America: se n'è andato di nuovo.

La tazzina vorrebbe consolare il suo padrone, ma ormai è stata rinchiusa di nuovo nella cristalliera.
















Prometto di rispondere alle recensioni nel prossimo capitolo, per ora mi limito a ringraziare Gixye, Haruhi1Miku, kiretta e Frances! =)
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Capitolo 3
*** Suggestionabilità; ***



Suggestionabilità;


Quella mattina America li ha portati da lui. Il lago ghiacciato li fissa. Il bambino è coperto fino alla punta di capelli da diversi tipi di pelliccia intrecciati tra loro, Inghilterra invece indossa un elegante cappotto che lo copre fino alle ginocchia e appoggia il peso su un bastone da passeggio color ciliegio.
Tuttavia, nonostante i bambini siano felici di fronte al candido spettacolo della neve bianca, America non parla. Ha gli occhi lucidi ed evita lo sguardo di Inghilterra. Borbotta qualcosa nella lingua degli umani, il lago ghiacciato è capace di sentire un verso strascicato molto simile ad un lamento. A quanto dice un vecchio alce, che cerca qualche filo d'erba da brucare lì vicino, America sta rimproverando ad Inghilterra il fatto che sono almeno due inverni che non si fa più vivo. Inghilterra scatta sulla difensiva, ovviamente nel modo più dolce, mellifluo ed ingannevole possibile. Inghilterra (sempre fidandosi di quanto dice l'alce) sta cercando di convincere America che sia passata poco più di una stagione dal loro ultimo incontro.

Inghilterra ha sempre avuto molta influenza su America. Nemmeno il suo coniglio preferito o il cerbiatto che ogni tanto appare nel suo giardino sono riusciti ad avere tanto potere su di lui. Ma Inghilterra ha delle belle parole dalla sua parte, un sorriso affabile (soltanto in presenza di America) ed ogni volta un nuovo regalo, come quella bussola che gli ha donato quando il bambino ha confessato di avere paura del buio, quando torna a casa ed il sole è già calato da un pezzo. Inghilterra ha sempre avuto così tanta influenza su America, perfino quando era una Nazione pressoché sconosciuta. In quell'occasione America, posto davanti ad un bivio, ha scelto lui.

L'alce gli sussurra, mentre mastica un fiorellino (quasi) sopravvissuto a quel Gennaio, che America adesso gli sta dicendo qualcosa di estremamente carino, qualche sentimento vero, reale, concreto e tirato fuori forse con un po' troppa ingenuità. A quanto pare Inghilterra, come al solito, è riuscito a convincerlo di qualcosa di estremamente falso, pur di accalappiarsi di nuovo tutto il suo affetto. America si china a terra, quel giorno è la fine di un altro fiorellino. Lui lo coglie, affonda il naso tra i petali di un rosa pallido e poi lo porge ad Inghilterra, giurandogli amore eterno.
Chissà perché, ma il lago ghiacciato ha la sensazione che quell'amore non durerà ancora per molto.











Grazie mille a Frances (un grazie mille a te e alla tua fedeltà ferrea, sappi che le tue recensioni le adoro – e questo credo di averlo già scritto – e che quindi mi sembra eticamente corretto nei tuoi confronti continuare una certa fic :P grazie<3), a becky (grazie tante per la tua recensione, spero che anche questo capitolo ti piaccia e che tu possa perdonarmi per non aver ancora letto gli ultimi capitoli de “L'appartamento Spagnolo” D: A presto :3) e a Selene89 (Alfred e Arthur a volte ti fanno proprio innervosire, perfino nelle Fanfiction ;_;” Grazie mille per il tuo commento, spero che la storia continui a piacerti! =) ).

Bye!


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Capitolo 4
*** Distrazione; ***


Distrazione;

L'ultima volta che America ed Inghilterra si sono visti, le loro pratiche governative sono state svolte nello studio. Non davanti alla scrivania, ma sopra. Lei è un mobile tranquillo, che non ha mai disturbato i suoi cassetti pur di conoscere qualche nuova legge o capire qualcosa riguardo alla pena di morte o alla sedia elettrica. Lei è un mobile un po' sulle sue, ma pur sempre un mobile di tutto rispetto, in legno di mogano e con dei meravigliosi decori. Vive nello studio di America e la sua migliore amica è una poltrona, di solito però si intrattiene a parlare anche con i tappeti o chiede qualche consiglio al presidente Roosvelt, che vive nel quadro lì accanto. Insomma, è una scrivania come si deve, che ama il decoro e la buona educazione, che non si impiccia mai degli affari altrui e che gradisce ancor meno che siano gli altri a parlare dei suoi.

Quel giorno, però, America ed Inghilterra non sono stati in grado di trattarla nel migliore dei modi. Di solito chiude un occhio quando si tratta di briciole di hamburger e una macchia di burro di arachidi, ma quel giorno non ci è proprio riuscita. Innanzitutto, non si aspettava di dover assistere ad uno spettacolo così indecoroso, tenutosi nel soffice comfort della sua amica poltrona. America ha praticamente tirato Inghilterra su di sé e ha cominciato a baciarlo, a toccargli tutto il corpo a nascondere le mani nei suoi pantaloni (e probabilmente anche nelle sue mutande). Inghilterra non ha reagito, anzi, a lei è sembrato quasi un complice di quel giorno lussurioso e un po' sporco. O più che complice, Inghilterra ne sembrava lusingato.

Non appena ha intravisto la schiena nuda di Inghilterra, i vestiti e l'intimo che cadevano a terra, la scrivania ha chiuso gli occhi. Poco dopo però, come a voler ribadire la loro fondamentale presenza in quella stanza, Inghilterra e America hanno cercato una posizione più comoda. Ovviamente a discapito di un povero mobile. La scrivania ha chiaramente percepito il sudore di una schiena inglese spigolosa, appuntita e sottile su di lei. Fortunatamente Inghilterra è abbastanza leggero da consentirle di concentrarsi sulla libreria (che, diciamocelo, un po' le piace) piuttosto che sul dovere di reggere il suo peso. Subito dopo, però, America ha cominciato a spingere. La scrivania è pressoché disperata, non sa cosa dire, non sa come comportarsi. E allora chiude i suoi occhi di legno e comincia a pensare tutt'altro. Al meraviglioso fisico della libreria, all'armonia dei suoi scaffali e al suo modo praticamente unico ed inimitabile di reggere dozzine di volumi sulla guerra civile e sui grandi trust. Pensa a quando lei stessa era soltanto un pezzo di legno informe. Agli scalpelli, al bruciore che ha sentito quando è stata levigata, odore di pittura e un tarlo che le sussurra qualcosa all'orecchio.

La scrivania non è più concentrata su di loro ormai, la sua mente vaga sul pianoforte che ha conosciuto nel negozio in cui viveva, alle voci di tutti i ricchi uomini che durante un'asta si contendevano i mobili più belli. Signore eleganti, profumi raffinati e musica jazz. Non è più concentrata e allora non si accorge che le pratiche governative sono ormai concluse. America si riveste velocemente ed Inghilterra lo sta fissando. Sussurra qualcosa, sono due parole, ma la scrivania è troppo distratta e di conseguenza non riuscirà mai a ricordare quali. L'accento è tremendamente britannico, America rimane come congelato e Inghilterra cerca uno sguardo di conforto o una frase dolce.

Purtroppo non succede niente, e la scrivania non riesce a ricordare il perché.








Ringrazio chiunque abbia letto o dato un'occhiatina =) Sono stata assente un po' di tempo, causa viaggio a New York e lezioni di chimica organica da recuperare
Yumi Kago: una nuova lettrice *__* Grazie mille per la tua recensione, spero che la storia continui a piacerti. <:
Frances: okay, credo che tu ti sia rimangiata quanto scritto sulla mia abilità di gestire tante FanFiction tutte assieme ;; Quest'università mi distrugge, dovrebbero abolirla. D: Non preoccuparti per la tua recensione, sai che mi piacciono sempre *__* E ti ringrazio, perché leggo quello che voglio leggere >:D Inutile dire che domani o questa sera stessa toccherà a me fare lo stesso e mettermi a leggere la tua storia, ché mi piace troppo, come già ti ho ripetuto innumerevoli volte! C: A presto<3
selene89: spero che ti sia piaciuto anche il pdv della scrivania, che ad essere sincera è stato uno di quelli che mi ha dato più problemi (okay, diciamo che questo capitolo in generale mi ha dato parecchi problemi, e non ne sono nemmeno troppo convinta S: ...) Grazie per la recensione =)
smary: ultimamente il mio profilo sta subendo ben pochi cambiamenti, a causa di assenze e impegni vari ;__;" comunque grazie mille per tutte le tue recensioni, che ormai sto trovando praticamente ovunque (non che mi dispiaccia, eh XD) Cercherò di rimettermi al passo con la tua fic, perché effettivamente sono un po' indietro =) A presto, quindi<3

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Capitolo 5
*** Errata attribuzione; ***


Errata attribuzione;

Probabilmente la gelosia fa parte di quel genere di sentimenti tipici del mondo extraterrestre. O almeno, nel caso particolare di Tony è così. Sin da quando ha conosciuto Inghilterra ha capito che tra loro non sarebbe mai funzionata. Tanto per cominciare, Inghilterra non gli piace fisicamente. È spigoloso, appuntito e non somiglia affatto al suo padrone. Il suo carattere forse è ancora peggio. Intrattabile, irritante e talmente cinico da rendersi insopportabile. Quando si tratta di colloquiare su ciò che succede oltre l'atmosfera terrestre, Inghilterra liquida tutto con una risata sarcastica, come se fosse matematicamente impossibile, come se fosse esilarante anche solo ipotizzare. Però le fatine esistono, eccome se esistono.

Lui è una creatura di tutto rispetto, trovata nel New Mexico ed accudita con amore ed affetto. Arriva sì e no a due centinaia di anni e ha un rapporto molto pacifico con il suo padrone. Tony è affabile e gentile, non ci ha messo molto a stringere amicizia anche con la balena di America. Lei gli sembra un tipo apposto, una persona molto pacifica, nonostante ogni tanto insista veramente troppo per convincerlo a fare il bagno con lei. Tuttavia l'amicizia della balena si dimostra vantaggiosa quando il suo padrone parte.
America non è tipo da raccontare bugie, piuttosto preferisce omettere le cose. E così, quando lui parte, Tony affida gentilmente alla balena il compito di raggiungerlo via mare.

Ma le balene, si sa, hanno i limiti di un cervello di cetaceo.

America è tornato a casa che sono ormai tre giorni, a minuti tornerà anche lei e gli fornirà tutte le informazioni che ha raccolto. Tony è curioso di sapere per quale assurdo motivo, proprio verso metà Febbraio, America abbia lasciato in fretta e furia gli Stati Uniti e si sia imbarcato per il Vecchio Continente. Non gli piace che frequenti certa brutta gente, la loro ipocrisia, risate rumorose e beffarde. America è uno spirito libero, Tony non vuole vederlo bloccato in mezzo al mare, costretto ad indossare vestiti orribili, a stringere mani e a rispettare il galateo, guidare dal lato sbagliato della strada e tutto il resto.

Quando la balena torna, Tony si teletrasporta (letteralmente) da lei. È impaziente, è curioso, sa per certo di poter puntare il dito contro quel malefico gentleman e accusarlo di aver plagiato il suo padrone. Lei comincia a raccontare, tra uno spruzzo ed un battito di coda sulla superficie limpida della piscina, di aver incontrato un vecchio unicorno, in Europa, e di aver subito stretto amicizia con lui. Tony non si intende molto dell'ambito delle creature fatate di Inghilterra, ma è quasi certo che si tratti di Clarice, uno dei suoi migliori amici. Lentamente allora comincia ad impallidire, mentre la balena, senza rendersi conto dell'errore madornale che ha commesso, continua a parlare. Tony non può di certo biasimarla, lei, col suo cervello di cetaceo, ma desidera ardentemente sprofondare o essere catapultato nello spazio (che poi non sarebbe tanto male, come idea). La balena racconta di come l'unicorno sia stato gentile e di come lei gli abbia detto di ricordare vagamente lo scopo della sua missione. Era lì sotto copertura (nella speranza di non dimenticare la via di casa), mandata direttamente dal boss di America per spiare le due Nazione riunitesi nel punto più remoto della Cornovaglia proprio il giorno di San Valentino. La balena ha sbagliato, ha enormemente sbagliato. Col suo cervello di cetaceo ha attribuito al boss di America qualcosa lui non ha assolutamente fatto, giusto perché lei non riusciva a ricordare bene chi fosse realmente il mandante.

Tempo una settimana e Inghilterra accusa America di spionaggio, e lui ancora si strugge chiedendosene il motivo.






Credo che dopo essere sparita per un così tanto tempo un ritorno di fiamma inaspettato mi faccia sentire ancora più tipa! Mi mancava EFP, devo ammetterlo, e dopo aver aperto il mio account e trovato una serie di nuove recensioni, nonostante io avessi smesso di pubblicare, mi sono sentita in dovere di ringraziare tutti quanti! Anche se si tratta semplicemente di una sito web, sul quale si scrive per sfogo, per noia, per condividere i propri pensieri, devo ammettere che c'è un pezzetto di me qui dentro, perché scrivere è stata sempre una mia grande passione, e ho già messo da parte troppi sogni per potermi permettere di rinunciare a quello che, seppure un piccolo passatempo, è il modo migliore per fuggire dal mondo e rifugiarsi in un altro che puoi condividere soltanto con chi ha i tuoi stessi pensieri e, chissà, forse riesce anche a capire un po' dalle queste righe.

GRAZIE anche alla mia amica BOB. Se non fosse stato per lei, oggi non mi sarebbe nemmeno venuto in mente di tornare qui. Tu ci sei sempre Bob, e anche se sei un po' scema io ti voglio infinitamente bene <3

Grazie ad Aerith1992, a s_theinsanequeen, a smary grazie due volte, dato che ha inviato due volte la sua recensione xD, a lellas92, e a Phantom Lady :') Mi avete strappato più di un sorriso con le vostre parole.

Ho anche notato che questa FanFiction partecipava al contest "I sette peccati della memoria" e dato che ero curiosa sono andata a dare un'occhiata ai risultati rendendomi conto di essere arrivata seconda^^

Qui il giudizio, se a qualcuno potesse interessare (ma ne dubito):

Seconda Classificata
ballerinaclassica – Just a lod of memories [Ciò che dicono gli scones, gli alieni e i vecchi moschetti]
Totale – 117.8/150

Punti Extra:
[Livello 1] Distorsione; Blocco; Suggestionabilità; Distrazione; Errata Attribuzione; Labilità; Persistenza – 4 + 1 (per merito) Punti
[Livello 2] Rimorso; Proiettile; Trono; Sedia Elettrica – 4 Punti
[Livello 3] Crack Pairing - //
[Livello 4] No dialoghi – 5 Punti
[Livello 5] Terzo incomodo – 5 Punti
[Livello 6] //
[Livello 7] //
[Livello 8] Gender Bender – //
[Livello 9] Sogno – 5 Punti
[Livello 10] Follia – //
Totale – 24 Punti

Giudizio Seiko:
Correttezza grammaticale e stile – 9.9/10
Caratterizzazione dei personaggi – 9/10
Originalità – 10/10
Attinenza al tema – 9/10
Apprezzamento personale – 9.6/10
Totale – 47.5/50

Valutazione personale:
Ho trovato la lettura di questa raccolta molto coinvolgente, con un’originalità che salta subito all’occhio e ti lega alla lettura lasciandoti sentire con la punta delle dita le esperienze che presenta.
La grammatica è ottima, lo stile ha la particolarità di mutare e adattarsi ad ogni situazione rendendo la lettura sicuramente più interessante senza togliere niente alla forma. Molto apprezzabile soprattutto nella trattazione della persistenza, che non solo è ritrovabile nel frammento di vita trattato, ma anche e forse soprattutto nella forma volutamente ripetitiva di inizio frase che da una cadenza ritmata che mi ha davvero colpito.
I personaggi sono ben resi, colti bene in ogni periodo trattato, sia nell’infanzia di America, sia poi quando è una nazione affermata. Il cambiamento si vede, si nota perfettamente la maturazione data dall’esperienza di ambo le nazioni, sia il mutamento del loro rapporto che non resta sempre uguale.
L’originalità è evidente, soprattutto per il particolare stile narrativo, in cui si ritrovano oggetti, paesaggi che raccontano gli episodi che vedono protagonisti le due nazioni. Una novità rispetto alle solite narrazioni che ho sicuramente apprezzato molto.
I vari peccati della memoria, tema centrale del contest, sono ben studiati e opportunamente elaborati in modo da adattarsi ad ogni episodio.
Nel complesso un lavoro davvero ben curato, con una fan fiction da apprezzare dal primo all’ultimo peccato, mi è piaciuta davvero.

Giudizio Slits:
Correttezza grammaticale e stile – 8.3/10
Caratterizzazione dei personaggi – 9/10
Originalità – 10/10
Attinenza al tema – 9/10
Apprezzamento personale – 10/10
Totale – 46.3/50

Valutazione personale:
Decidere come valutare questa storia è stata un’impresa non da poco. In quanto giudice mi ero riproposta di non sbilanciarmi più di tanto, un po’ per equità ed un po’ per scelta personale, ma con questa raccolta son stata costretta a stringere i denti e mandare giù il rospo amaro dei buoni propositi. Dopo son andata a prendermi anche un bel Gaviscon.
Prima di scegliere come valutare e cosa buttar giù in questi pochi – miseri – righi, ho letto e riletto ogni flash. Alle spalle di ogni racconto c’è molto più di due semplici personaggi, e riuscire a cogliere ogni singola sfaccettatura si è rivelato un compito tanto piacevole quanto gravoso. Il rischio di travisare c’è, a dargli vita son anche le più piccole cose del resto. Ed è proprio dal loro esame che vorrei incominciare.
La scelta di far parlare gli oggetti – o gli animali – per le nazioni è quanto di più congeniale qualcuno avesse mai potuto pensare per un manga come Axis Powers. Son per l’appunto gli oggetti, gli animali e le persone a decretare cosa – o chi parlando di Hetalia – una nazione sia. La caratterizzano, imprimendo per ogni singolo paese un tratto caratteristico che varia e muta forma varcando di volta in volta i confini.
La loro unica pecca è la memoria, limitata ovviamente se paragonata a quella di nazioni vecchie come Inghilterra o troppo impegnate a guardarsi attorno come America. Vi ho colto anche un lievissimo accenno ad una parte della filosofia nicciana, più precisamente ad un racconto di Nieztsche, incentrato proprio sul rapporto fra i ricordi di un uomo e quelli di un animale. L’uomo parla e l’animale, interessato, vorrebbe controbattere. Tuttavia, nel momento in cui apre bocca per parlare tace, avendo già dimenticato quello che vorrebbe dire. Vi ho rivisto i nostri spettatori, animati o meno, in grado di cogliere le emozioni molto più delle due nazioni, ma incapaci di dar loro voce, quasi volendosi far carico anche dei limiti di America ed Inghilterra.
Sulle due nazioni, poi, avrei così tante cose da dire che probabilmente non basterebbero una decina di queste pagine per contenerle tutte. Sono loro, indubbiamente, riviste sotto una nuova ottica. E’ lo sguardo umano, quello che travisa dal semplice stereotipo del personaggio e va oltre, nel tentativo di umanizzare due continenti che di umano avrebbero ben poco. Qui America ed Inghilterra amano ed odiano seguendo un bisogno fisico, dettato dalla carne e la passione, che tenta di accostarsi in un certo qual modo alla necessità, ma senza riuscirci. Ricordano come soltanto due uomini potrebbero fare, rivivendo le vecchie memorie di volta in volta [suppongo sia inutile dire quanto abbia amato l’ultima flash per questo].
Vorrei concludere riuscendo a darti per lo meno qualche buona dritta, tanto per non sentirmi inutile mentre attendo che il Gaviscon faccia effetto. Ma davvero non credo che vi sia niente da aggiungere; lo stile vivace, elettrico a tratti, l’ambientazione e persino la scelta linguistica parlano da sé.
Posso solamente augurarti il meglio ed invitarti con tutto il cuore a continuare a scrivere.



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Grazie ancora a tutti, e prometto di non sparire più (non per così tanto almeno), ci vediamo nel prossimo capitolo<3

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