INFERNO

di Neffie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Intro ***
Capitolo 2: *** -1- Un Nuovo Professore ***
Capitolo 3: *** -2- Ricordi Spiacevoli ***
Capitolo 4: *** -3- Parlare ***
Capitolo 5: *** -5- Discoteca ***
Capitolo 6: *** -EPILOGO- ***



Capitolo 1
*** Intro ***


***

Ero in bagno. Mi osservavo allo specchio.–Dakota!- Mia madre mi chiamava. -Sbrigati! Dobbiamo andare Urlò. Sbuffai ed indossai un top e dei jeans a zampa d’elefante. Sopra misi una felpa informe per nascondere la mia magrezza, convinta che, comunque mia madre non se ne sarebbe mai accorta. Ma prima di andare alzai l’asse del pavimento, o come lo chiamavo io “il mio nascondiglio segreto” e presi la bustina. Una sniffata prima di affrontare un altro fottutissimo giorno di scuola? Pensai tra me e me. Sicuro. Era così la mia vita. Una sniffata e via. Da tre mesi andava avanti quell’inferno. Proprio non riuscivo a farla finita. Aprii la bustina e mi lasciai cadere tra le morbide braccia della mia unica consolazione: la droga. Mi facevo pena. Ed ero conscia di essere patetica. Ma dopotutto la perfezione non esiste. O sbaglio?

***

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Capitolo 2
*** -1- Un Nuovo Professore ***


Salve gente! Allora non so se questa Fanfiction vi piace,ma spero di sì. In questo capitolo Dakota fa un incontro particolare... Ah,la fine si interrompe su una frase che riprenderà con il prossimo capitolo. Buona lettura^^

 

Capitolo 1 Un nuovo professore 

Ero arrivata a scuola accompagnata in classe, come sempre da uno stuolo di occhiate e bisbigli. Quella lì è la drogata…è matta ma fa certe feste… oppure l’anoressica svitata! Quella lì finirà in manicomio! Preferivo sentire commenti cattivi piuttosto che commenti di commiserazione. Non volevo far pena. La prima ora era scrittura creativa. Perfetto. Pensai ironicamente. Un'altra ora senza fare un cazzo. Come al solito del resto. Arrivai in classe con un po’ di ritardo, ma il professore non era ancora arrivato. Mi sedetti al mio posto tra le occhiate dei miei compagni che, come in corridoio mi continuavano a fissare. La porta si aprì, ma invece che il signor Sheen, entrò invece un uomo, un po’ bassino con i capelli biondi e un sorriso smagliante. Andò verso la cattedra, e tutti gli alunni si zittirono per sentire ciò che aveva da dire quello sconosciuto. –Salve a tutti! Io sono il professore Max Swan. E’ per me un onore annunciare che, d’ora in poi sarò il vostro nuovo professore!- Esultò sorridendo.–E il signor Sheen?- Chiese una ragazza, mi pare si chiamasse Calista.–Il signor Sheen si è licenziato. Bene, allora inizierei subito conoscendoci un po’ meglio. Chiamerò ognuno di voi alla lavagna, voi verrete e mi direte le vostre paure. Per casa poi, farete un tema in cui scriverete il perché delle vostre paure. Qui in classe intanto ne discuteremo un po’.- Disse continuando a sorridere. Il primo pensiero che mi attraversò la mente fu: questo qui è pazzo. Pazzo più di me. E pensai di non essere l’unica a pensarlo.–Bene iniziamo con Beverly Arlene…- Disse controllando il registro. Andò avanti così, interrogando alunni imbarazzati che non sapevano che dire. Poi il professore annunciò- Dakota Marvell.-  Non avevo proprio voglia di alzarmi, ma malvolentieri lo feci, masticando la gomma a più non posso.  Il professore mi squadrò. Ma non lo fece né con cattiveria, né con compassione. Dopotutto, forse non era così malaccio. Andai alla cattedra  e il professore mi chiese- Qual è la tua paura più grande?- Lo inchiodai con i miei occhi color del ghiaccio.–Bisogna per forza avere paura di qualcosa?- Domandai con un sopracciglio alzato. Volevo metterlo in difficoltà. E il prof se lo era aspettato sin dall’inizio. Non so come ma avevo questa certezza alla bocca dello stomaco.– Sì. - Rispose lui semplicemente alzando le spalle.–E perché mai?- Domandai un po’ incazzata per la sua risposta.–Perché aver paura è umano. E’ noi siamo umani. Siamo fatti di carne e ossa. Proviamo sentimenti. E la paura è tra questi sentimenti. Non gli si può sfuggire. Prima o poi ti troverà.- Disse di nuovo scrollando le spalle. Ha ragione! Pensai meravigliata. Per la seconda volta pensai che non era niente male questo professore…proprio niente male. –Allora, adesso che ho risposto alla tua domanda, tu vuoi rispondere alla mia?- Domandò ancora scrutandomi dai suoi occhi azzurri.  –No. -  Volevo farlo incazzare. Più mi piaceva una persona più volevo che si guadagnasse il mio affetto. In questo mondo di merda, nulla è gratuito. Andai al posto e mi sedetti. Il professore mi guardò senza battere ciglio per qualche secondo e poi continuò il suo elenco. In verità c’era una cosa di cui avevo sul serio paura. Avevo paura di lui. Paura che tornasse. E che questa volta non mi lasciasse in vita. Avevo paura della ragione per cui avevo iniziato con la droga, il furto e l’anoressia. Avevo semplicemente che quel giorno di quattro mesi fa si ripetesse…Successe un giorno d’inverno. Un giorno di inverno che ritorna puntualmente nei miei incubi. Che non mi lascia in pace. Che mi tormenta e si dilania in me…. Quel giorno ero appena tornata da scuola….

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Capitolo 3
*** -2- Ricordi Spiacevoli ***


Yeah! Sono tornata con il secondo capitolo! Spero che vi piaccia! Un bacio

Capitolo 2 Ricordi Spiacevoli

 

In un giorno d'inverno fui stuprata. Dal fidanzato di mia madre Si chiamava Bill. A solo sentire quel nome mi viene il voltastomaco. Mi fece male fuori. E dentro... non ne sono ancora uscita. Dopo di quello sono diventata anoresica, ho iniziato a drogarmi e a rubare. La mia vita è rovinata. Il fatto è che ho paura. E che ho bisogno di aiuto

....

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Capitolo 4
*** -3- Parlare ***


Ciao a tutti! Devo dire che sono molto soddisfatta di questo capitolo! Spero vi piaccia! Comunque,ad un certo punto, nel capitolo menziono una canzone bellissima! Vi lascio l'indirizzo nel caso voleste sentirla:

http://www.youtube.com/watch?v=ZQ4Z3lXE6PQ

Buon ascolto, e sopratutto buona lettura ^^

Anna

 

Capitolo 4 Parlare

 

Ero a casa, e guardavo il foglio bianco. Non volevo scrivere della mia paura…però il prof mi ispirava fiducia, e io avevo un assoluto e impellente bisogno di parlare e di liberare tutto. Afferrai la penna ed iniziai a scrivere.

        

“  Paure “

 

Ho paura di non riuscire a parlare, ho paura di non

poter dire a nessuno ciò che sento.

Ho bisogno di aiuto ma non riesco a chiederlo.

Non ci riesco.

E intanto dentro brucio.

La mia vita è un inferno, ma adesso voglio salvarla.

Aiuto.

Ho un tremendo bisogno d’aiuto.

 

 

 

Ero indecisa se dare il compito così al prof. Presi le cuffiette e misi la canzone di Lady Gaga “You and I” mi aiutava sempre nei momenti difficili. La ascoltai più di venti volte, e alla fine decisi di darla al prof.  -Bene ragazzi! Adesso passerò a prendere i vostri compiti. Spero abbiate fatto un buon lavoro!- Disse il giorno dopo il professor Swan.Per ultimo prese il mio compito. Lo scrutò a lungo. Non mi disse qualcosa sul fatto che avevo scritto solo cinque o sei righe. Andò alla cattedra e iniziò una nuova lezione. Poco dopo andai in mensa, e mentre prendevo il cibo un ragazzo, mi pare si chiamasse Bob si avvicinò a me e mi disse:- Ciao dolcezza! Ci vediamo stasera in disco! Non mancare mi raccomando.- Poi, orribilmente sentii la sua mano sul mio sedere. Ricacciai indietro i singhiozzi. I ragazzi ridevano.-Hey!- Mi girai per vedere chi aveva parlato. Il prof Swan! Lo guardai a bocca aperta. Aveva un mano nella spalla di Bob che si girò ridendo.-E tu che vuoi?- Domandò sfacciato. I ragazzi guardavano la scenetta sbalorditi.-Chiedi immediatamente scusa!- Disse con una fiamma di rabbia negli occhi.-Cosa?- Chiese lui.- No! Non lo farò!- Continuò sogghignando.-Chiedi immediatamente scusa e poi fila dal preside!- Disse arrabbiato il prof stringendo la spalla del ragazzo. Bob finalmente cedette.- S…scusa Dakota…- Mormorò. Detto questo filò via dal preside.-Tutto ok?- Mi chiese il prof un po’ preoccupato.Nessuno aveva mai fatto una cosa così tenera per me.-Hey! Dakota non piangere…- Mormorò asciugandomi una lacrima.-G…grazie…-Mormorai e corsi via a chiudermi in bagno.E lì piansi, ma piansi, dopo tanto tanto tempo di gioia. Qualcuno era disposto ad aiutarmi. Qualcuno in questo mondo era disposto a volermi bene. Rimasi seduta in bagno a ridere e piangere contemporaneamente.Chissà, un giorno, magari sarei riuscita a parlare. Ma per ora mi bastava questo.

 

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Capitolo 5
*** -5- Discoteca ***


 

Salve a tutti miei cari lettori!!! Mi dispiace per l'immenso ritardo, ma l'ispirazione ha faticato a venire xD

Allora, inizio subito col rispondere a qualche recensione:

Karis_93:Non ho parole. Sul serio. Riesci a comprendere Dakota benissimo. Hai subito colto il significato della mia fanfiction in modo brillante! Spero che continuerai a seguirla volentieri!

LalyVolturi:Sei davvero gentilissima! Ogni volta mi fa davvero piacere leggere le tue recensioni! Grazie mille!

Detto questo ringrazio Laura, che è semplicemente unica!

E un ringraziamento speciale va anche a Karis_93 che come ho detto prima, capisce il significato di questa storia benissimo!

Detto questo, buona lettura dell'ultimo capitolo!

E presto ci sarà l'epilogo (:

 

 

Capitolo 5 Discoteca

 

Quella sera, come quasi tutte le sere, ero in discoteca. Anche se nel profondo speravo vivamente di non incontrare Bob.

Ero a fare la fila, e un buttafuori, mio “amico” se così si poteva definire, mi fece entrare facendomi sorpassare la fila tra gli sguardi omicidi degli altri ragazzi in fila.

Entrai nel locale affollato e subito mi avvicinai a Sean, il mio “rifornitore”. Avevo finito la droga, e. così ero sgattaiolata fuori di casa dopo aver preso i soldi di mia madre per pagare Sean

-Hey Seanny!- Dissi piazzandomi vicino a lui che era nel banco del bar.

-Hola Dakota!- Disse sorridendomi.- Cosa vuoi? Offro io!- Disse accennando al bar.

-Mmmh…accetto volentieri una birra,grazie Seanny!- Dissi sorridendo.

-Una birra per la mia amica!- Disse al barista che subito mi riempì un calice e me lo porse.  Ingurgitai la birra in un sorso e sorrisi a Sean che mi guardava stupito.

-Allora?- Domandai- La roba…me ne serve un po’…l’ho finita…-Mormorai evitando accuratamente di farmi sentire da qualcuno.

-Ancora con quella roba?- Disse Sean serio.

Rimasi in silenzio e feci gli occhi dolci.

-Va bene…-Borbottò Sean e mi porse una busta gialla.

-Grazie.-Mormorai intascandola.

-Un'altra birra prego!- Disse Sean.

-Una anche a me!- Dissi.

 

 

 

-Mi sa che abbiamo bevuto troppo!- Dissi qualche minuto dopo con la vista annebbiata e la ridarella acuta.

-Già!!!- Disse Sean in preda al singhiozzo.

Un conato di vomito stava combattendo per uscirmi dalla gola. Mi portai la mano alla bocca e corsi verso l’uscita, il bagno era troppo lontano, e non sapevo quanto avrei resistito.

Corsi verso un vicolo buio e stretto che finiva con una grata e vomitai dietro un cestino dell’immondizia.  Barcollai per ritornare nel locale ma una figura scura mi bloccò e mi spinse verso la grata.

-Ma guarda un po’ chi abbiamo qui…- Era Bob, riconoscevo la voce, e sicuramente era brillo tanto quanto me.

-Lasciami stare…-Mormorai. Ma la presa di Bob mi strinse con più forza le braccia inchiodandomele al muro e iniziandomi a baciare il collo e le labbra.

Stava per risuccedere. Com’era possibile? Attiravo proprio le sventure.

-Hey!!!- Qualcuno urlava. Con mio immenso stupore scoprii che era il professor Swan.- Lasciala immediatamente!- Urlò rivolto a Bob.

Il ragazzo si voltò senza lasciarmi le braccia e guardò con gli occhi spalancati il prof, che si avvicinava minacciosamente a lui.

Ancor prima di poter fiatare, Bob fu a terra, svenuto. Il pugno del professore l’aveva messo k.o.

Il signor Swan prese il telefono e compose un numero.- Polizia?- Disse.- Sì venite subito alla 5th road, un ragazzo ha cercato di aggredire una ragazzina.- E buttò giù senza aspettare la risposta.

Iniziai a tremare convulsamente. Il prof se ne accorse e cautamente si avvicinò. Si tolse la giacca,me la posò sulle spalle e, sorprendentemente mi abbracciò. Un abbraccio stretto e confortante. Iniziai a piangere silenziosamente sulla sua spalla.

Rimanemmo così per un po’ di tempo.

-Vuoi che ti accompagni a casa?- Domandò poi staccandosi cautamente dalle mie braccia.

-No la prego…-Singhiozzai.- Mi porti a casa sua…non…non ce la faccio.-Dissi piano.

-Va bene.-Acconsentii lui senza fare ulteriori domande.

-E la polizia?- Domandai mentre il prof mi fece entrare nella sua vecchia Ford.

-Capirà..-Disse semplicemente.

Il prof mise in moto e partì verso casa sua.

Arrivati scendemmo e mi accompagnò in cucina. Mi fece sedere e mise a bollire l’acqua.

-Allora…Ti va di parlarne?- Domandò lui.

-Sì…-Mormorai piano io.

Non potevo più mentire. Né a me stessa né a nessun altro. Ormai era l’ora di gettare tutto fuori.

E parlai. Strano a dirsi ma parlai. Buttai fuori tutto.

Io, tossicodipendente, anoressica, cleptomane che ha subito più di un abuso, e che stava quasi per riceverne un altro, parlai. In quella notte di maggio parlai ad un professore che a malapena conoscevo.

E sapete una cosa? Dopo mi sentii benissimo.

 

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Capitolo 6
*** -EPILOGO- ***


Bhè, eccoci all'epilogo! Mi piace poter pensare che in questi casi tutti possano riuscire a parlare, anche se non è vero, si spera sempre in un lieto fine.

 

 Passiamo ai ringraziamenti finali!

Karis_93

Laura

E chiunque mi segua e mi recensisca!

Grazie a tutti, sul serio.

 Buona (ultima) lettura :')

 

Epilogo

 

 

Erano passati ben due anni da quella notte di maggio.

Lasciate che vi racconti tutto fin dall’inizio: il professor Swan ed io rimanemmo con quel segreto per qualche mese. Credetti che non volesse più aiutarmi, ed ero  disperata più che mai. Ma dopo qualche settimana mi consigliò di aprirmi a qualcun altro, di andare in uno di quei centri per le persone che hanno subito abusi.

La mia prima risposta fu un semplice e secco no. Ma il prof Swan (ancora non so come fece) riuscì a convincermi.

Non fu poi così male. Anzi. Trovare così tanta gente che sapeva veramente cosa significava aver subito un abuso, mi fece subito sentire meglio.

Poi sentii anche  il bisogno di aprirmi con mia mamma. Fu davvero strano. Andai da lei e le dissi.- Mamma, possiamo parlare? – Lei pensava stessi scherzando. Poi, vedendo la mia espressione seria, mi ascoltò raccontare tutta la storia fin dall’inizio.

Ci abbracciamo e piangemmo insieme. Pianse più lei a dirla tutta. Le mie lacrime le avevo già versate in passato.

Il nostro rapporto divenne subito migliore. Fu mia madre ad aiutarmi dall’uscire dalla anoressia e dalla cleptomania. Cinque mesi ed ero uscita da entrambe.

La droga,bhè quella fu un altro paio di maniche. Andai in riabilitazione e indovinate chi ci trovai a aiutare tanti giovani ragazzi come me? Sean. Il mio Seanny! E pensare che aveva solo 19 anni! Mi raccontò di aver capito di quanto si odiava per avermi rovinato la vita. Ma io sapevo che non era colpa sua. Dopo qualche me se io e Sean ci fidanzammo, e tuttora siamo molto felici assieme.

Grazie a lui e alla tenacia del professor Swan riuscii a smettere di drogarmi. Fu doloroso e faticoso, e Dio solo sa quante lacrime versai, ma ne valse la pena. Decisamente.

Il professor Swan smise di insegnare a scuola mia un anno fa, ma io e lui siamo rimasti amici e confidenti, lo vado a trovare quasi ogni giorno, e ogni giorno puntuale come un orologio, prima di tornare a casa gli dico grazie. Grazie per avermi salvato la vita.

In quanto a quello stronzo del mio ex patrigno, Bill, è andato in carcere grazie a una mia testimonianza davanti al giudice. Vedendo quel porco schifoso, che, a quanto avevo saputo non aveva violentato solo me, la rabbia mi accecò la mente: era per colpa sua se io ero diventata quello schifo di persona che ero fino a due anni fa. Era solamente colpa sua. Fu condannato a sette anni di galera, e pregai fossero i sette anni più orribili della sua esistenza.

Ora, finalmente vivo serena e felice. Grazie al mio angelo custode

 

 

 

 

 

 

 

 

Per concludere infine, aggiungo una piccola frase:

" [...] ma uno stupro è uno stupro, e prima o poi bisognerà che riprendiate a guardarvi allo specchio e decidiate cosa fare di voi"

Le Ali Della Libertà

 

 

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