cento punti

di Bloodygirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.1 ***
Capitolo 2: *** 2.2 ***
Capitolo 3: *** 3.3 ***
Capitolo 4: *** 4.4 ***



Capitolo 1
*** 1.1 ***


La Gazzetta del Profeta

Grazie alla miracolosa testimonianza di Albus Percyval Silente, l’ex-mangiamorte pentito Severus Piton è stato graziato e accolto fra le fila dei professori di Hogwarts.

Questo recitava la prima riga di un intero articolo dedicato alla riconversione sulla retta via di Severus Piton, che grazie al suo lavoro di spia, svolto sotto il patronato di Silente era riuscito ad ottenere l’assoluzione da tutte le pene e una vita “normale” come professore di pozioni.

In realtà il giovane ragazzo ventiduenne temuto da tutti gli studenti per il suo passato e rispettato da tutti i professori per lo stesso motivo, altro non era che un bambino timoroso. Severus Piton si disprezzava con tutto se stesso per la sorte destinata alla piccola Lily e aveva giurato eterna fedeltà all’ordine e al figlio di Potter. Voleva cercare di dare un senso alla sua esistenza. Per questo aveva deciso di proteggere il giovane Potter da Voldemort che sicuramente sarebbe tornato presto.La sua vita era pietosa. Si era avvicinato a degli ideali in cerca di fama, pieno di ambizioni stupide e insensate, quello che aveva ottenuto era stato la morte dell’unica persona per la quale avesse mai provato un sentimento quanto meno vicino all’amore. Quanto meno vicino perché Severus non si considerava capace di amare. Si guardò allo specchio prima di uscire dai sotterranei per raggiungere l’aula di pozioni e il ritratto che gli si profilò dinnanzi era quello di un uomo che di umano aveva ben poco, sia nell’aspetto che nei modi,la sua espressione era stanca e distrutta. Sembrava sul punto di esalare l’ultimo respiro. Si costrinse a dipingere sul volto il solito ghigno che tormentava i suoi studenti e uscì dalla sua stanza preparandosi ad uno scontro fra il settimo anno di Slytherin e Gryffindor. Non appena entrò in aula calò il silenzio. Tutti i ragazzi fissarono il calderone e distolsero lo sguardo dalla cattedra. Il Professore fece la sua entrata trionfale e sbattendo la porta cominciò a dare istruzioni.

“Molto bene…” iniziò deciso “Oggi ci occuperemo del Veritaserum..” e si diresse alla lavagna per scrivere gli ingredienti. Sapeva che nessuno avrebbe avuto niente da dire. D’altronde erano troppo spaventati per farlo. Si diresse a passo di marcia verso la lavagna quando una manina alzata catturo la sua attenzione. Era una giovane Gryffindor. Una biondina che dimostrava si e no 14 anni a dispetto dei suoi diciassette.

“Scusi professore..” esordì. Ma severus fu più veloce.

“20 punti in meno a Gryffindor. Ora gentilmente quale è il suo nome signorina..” disse osservando gli Slytherin ghignare.

“Mi chiamo Agata Rosmert.” Rispose la ragazzina riducendo gli occhi a fessure e scattando in piedi. Piton preso in contropiede dal comportamento di Agata le fece cenno di riprendere posto e intimò.

“Se non si risiede entro tre secondo le tolgo altri cinquanta punti.” La ragazzina continuava a guardarlo ma non accennava a sedersi.

“Si sieda!” sibilò minaccioso. Nel frattempo leggero mormorio si era diffuso in tutta la classe.

La ragazza come risposta si diresse verso l’uscita.

“Cento punti in meno a Gryffindor e con me in presidenza!” le intimò iniziando a correrle dietro fra le risatine dei suoi alunni.

La trovò dinanzi all’ufficio del preside e la guardò minaccioso.

“Duecento punti in meno a Gryffindor per aver disobbedito al mio richiamo e avermi costretto a correre in presidenza.”

Si guardarono un millesimo di secondo perplessi. Nessuno dei due pronunciava la parola d’ordine.

“Non ho una giornata a disposizione professor Piton e non siamo qui per un’allegra gita in famiglia per cui.”fece indicando la porta.

Piton sibilò  la parola d’ordine trascinando la ragazzina per le scale. Come si permetteva quella lurida mocciosa?! Mai nessuno nella sua breve vita aveva osato parlargli con quel tono e con quella arroganza.

“Cento punti in meno a Gryffindor…” ribadì secco.

Non appena dinanzi alla porta di Silente questa si spalancò lasciando entrare la coppia.

Il Preside assorto nella lettura rivolse un sorrisone ad Agata che ricambiò in pieno.

Piton si infuriò ancora di più.

“Sedetevi..” sorrise il Preside “Le fai male..” continuò indicando la presa dell’uomo sulla giovane. Piton si ritrasse  come scottato e osservò l’ematoma che si era venuto a creare su quella candida pelle rosea. Non si era accorto di aver stretto così tanto.

La sua espressione apparve raddolcita perfino agli occhi della ragazza che lo guardò sbalordita. Ma fu solo un attimo.

“Allora a cosa devo la vostra visita?” Disse Silente catturando la loro attenzione.

“La signorina Rosmert ha disturbato la lezione e si è rivolta al professore senza alcun rispetto!” sibilò Piton.

“AH!” e sentiamo sorrise sorniona Agata “Cosa le avrei detto per farla infuriare…”

Calò un silenzio imbarazzante e Piton per la prima volta si trovò a corto di parole. Era bastato un nulla per farlo scatenare. e in relatà la ragazzina non aveva fatto nulla di male se non essere una giovane Gryffindor. se a parlare fosse stato uno Slytherin sicuramente la questione non si sarebbe neppure sollevata.

“Il professor piton mi ha tolto circa vediamo…” fece finta di contare “cinquecento punti senza un valido motivo… e voglio,no esigo che mi vengano restituiti!” ribattè la ragazzina seccata.

“non osare rivolgerti a me con quel tono mocciosa..” sibilò Piton.

La ragazza provò a ribattere ma prima di dire qualcosa di spropositato si alzò dalla sedia e rivolgendosi solo a Silente.

“Torno fra una mezz’oretta per riparlarne in privato.”

Silente annuì conscio che quella era sicuramente la soluzione migliore. Ma prima che Agata potesse anche solo muovere un passo un Severus Piton completamente fuori di sé la bloccò nuovamente per un polso.

“No!” esordì “Ne parliamo adesso."

Ambedue raccontarono l’episodio e Agata spiegò che il Professore non le aveva neppure permesso di parlare e che lei  voleva soltanto chiedere una delucidazione sulla lezione precedente. Piton si difendeva dicendo che era soltanto una ragazzina maleducata e viziata.

“ok.. ok..” sorrise Silente divertito dai due.

“la soluzione migliore è questa. I punti che Severus ha tolto a Gryffindor per questo malaugurato malinteso verranno restituiti fino all’ultimo..” Agata ghigno. “Ciò non toglie che Severus è un tuo professore e tu lo hai trattato più volte senza rispetto. Per cui, signorina Rosmert credo che una punizione di due settimane sia un giusto accordo.” Stavolta fu Severus a ghignare. Una volta fuori dallo studio di Silente con il suo solito tono freddo sibilò.

“Alle cinque nel mio ufficio…”

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Capitolo 2
*** 2.2 ***


Erano le sei.

Un’ora di ritardo.

Piton guardava l’orologio ad intervalli regolari di un millesimo di secondo, combattuto dall’andare a prelevare direttamente la ragazzina in Sala Comune o toglierle una miriade di punti.

Decise di concederle altri dieci minuti.

Altrimenti avrebbe fatto ambedue le cose.

Ritornò alla sua lettura cercando di distrarsi e far sbollire la rabbia.

Quella mocciosa.

L’avrebbe pagata cara.

Insomma, era la prima che non mostrava alcun timore verso di lui e che addirittura riusciva a mettere in dubbio l’autorità di un Professore, di quel Professore, di fronte al preside.

Stupida, ingenua.

L’avrebbe pagata cara.

Un bussare leggero di nocche contro la porta avvertì Piton che era arrivata.

Il ragazzo si alzò di scatto e aprì violentemente la porta sulla quale Agata era appoggiata nell’intento di farla cadere.

Le ragazzina catapultò dentro barcollando vistosamente, tuttavia riprese subito il controllo del corpo e con uno slancio si tirò su gonfiando il petto.

Stupido orgoglio Gryffindor, pensò Piton.

“Un’ora di ritardo… sessanta punti in meno. Uno ogni minuto.”

Agata si accomodò in silenzio.

Il motivo di quel ritardo era ovviamente più che giustificabile. Infatti, Rosalie la sua migliore amica era stata colpita da uno stupeficium opera di uno Slytherin alquanto violento. Parlarne con Piton era fuori discussione. Agata si limitò a sospirare e fissarlo dritto negli occhi. L’uomo dovette distogliere lo sguardo da quei due fari magnetici.

“Bene. La sua punizione consiste nel riordinare queste scartoffie…” disse battendogliele praticamente davanti al muso. “Ora io ho da fare. Ci vediamo dopo. Non tocchi niente o si troverà  a dover subire le mie ire e le assicuro che non è piacevole.”

Detto questo Piton uscì sbattendo la porta.

Agata si guardò intorno.

Quella stanza era davvero inquietante.

Innanzitutto non c’era alcuna finestra e in secondo luogo tutto era completamente nero. 

Una scrivania in mogano si ergeva al centro della stanza e un grande camino acceso sembrava essere l’unica testimonianza di vita. Sugli scaffali soltanto barattoli pieni di chissà cosa e libri che avevano tutta l’aria di essere appartenuti al settore Proibiti della biblioteca. La ragazzina si riscosse provando un puro brivido di terrore. Certo che quell’uomo era tetro pensò cominciando a darsi da fare. L’aspettavano due scatoloni pieni pieni di documenti e Dio solo sapeva quanto ci avrebbe messo. Probabilmente anche dieci anni.

Certo che Piton era proprio un uomo strano. Su di lui giravano le leggende più strane.

Tutti sapevano del suo passato da mangiamorte e c’era chi affermava che alcuni ragazzi che avevano scontato una punizione con lui dopo fossero scomparsi. Lo aveva ribadito più volte anche Rose.

Agata tuttavia non si sentiva per nulla impaurita da quell’uomo. In soggezione forse ma impaurita no.

Passò le successive due ore a lavorare senza tregua pensando con uno sbuffo che sarebbe stato così per il resto della settimana. Verso le otto e mezzo Piton ancora non si era fatto vivo. E lei aveva deciso di recarsi in Sala Grande per la cena.

Pensò che quello fosse tutto un tranello per sottrarre punti alla sua casa. Ma sinceramente non ce la faceva più e aveva bisogno di mangiare, dunque uscì dai sotterranei e fu ben felice di trovare Rose in perfetta forma seduta nella tavola della sua casa.

“Allora sei ancora viva!” sorrise l’amica sorniona.

“Si e tu?” rispose Agata con aria stanca.

“Madama Chips mi ha rimessa a nuovo!” fece mostrando il bicipite “Piuttosto tu…” disse indicandola “Sembri uscita da una riunione satanica.”

“Ho passato due ore a riordinare scartoffie..” disse volgendo lo sguardo al tavolo dei professori e notando che Piton la osservava con una sguardo omicida.

“Beh! Forse è giunto il momento delle punizioni corporali, l’hai visto come ti guarda Piton? Ma vhe gli hai fatto…” chiese Rose realmente preoccupata per le sorti dell’amica.

“Niente..” disse Agata distogliendo lo sguardo da lui “Semplicemente erano le otto e mezzo dunque ho deciso che era l’ora di mangiare.”

“Hai deciso?” chiese Rose perplessa.

“Si si ho deciso perché Mister Simpatia mi ha lasciata sola per tutto il tempo.” Sbuffò infastidita.

“Tu sei pazza!” affermò l’amica preoccupata “Sai quanto è subdolo quell’uomo? Come minimo sarà stato tre ore dietro la porta ad osservare il tuo comportamento e tu sei cascata nel suo tranello con entrambi i piedi direi..”

“Ma cosa….” Replicò Agata prima di essere interrotta da una voce tetra e baritonale.

“Spero che lei abbia finito il suo lavoro…” sibilò Piton dirigendosi a passo di carica nei Sotterranei.

“L’hai finito?” chiese Rose preoccupata.

“Era praticamente impossibile farlo…” sibilò Agata.

“sei nella merda!” affermò l’altra decisa.

“Senti ho la soluzione,mi recherò da Piton più tardi, gli chiederò scusa e continuerò il mio lavoro anche fino alle tre di notte!” concluse la biondina esasperata.

Un’ora più tardi si stava dirigendo per la seconda volta nei sotterranei.

Giunta dinanzi alla porta di Piton bussò.

Come al solito nessuna risposta.

Stavolta si scostò dalla porta.

Ancora niente.

Bussò una seconda volta.

Si decise a spingere la maniglia. Se Piton dormiva non era affar suo . lei doveva semplicemente concludere il lavoro iniziato.

La porta si aprì e la ragazzina entrò  timorosa constatando che l’ufficio era vuoto. Tirò un sospiro di sollievo e cercando di fare il meno possibile rumore si diresse verso la scrivania, dove aveva lasciato le carte. Ma queste erano sparite. Cercò di fare mente locale. Era sicurissima di averle lasciate lì.

Probabilmente Piton le aveva spostate. Improvvisamente si ricordò che il Professore le aveva prese dalla stanza attigua.

Facendo più piano possibile aprì la porta da cui era venuto Piton e spalancandola si accorse che quella doveva essere la camera da letto del professore. Improvvisamente il suo cuore accelerò. Ma cosa stava combinando?

Senti il rumore di una doccia provenire da una porta. Probabilmente il bagno. Si fece forza e finalmente trovò ciò che cercava. La scatola era sopra il letto di Piton. Sospirò e vi si diresse. L’aveva ormai afferrata quando tre cose accaddero in contemporanea.

La finestra si spalancò facendo entrare una violenta raffica di vento. La porta del bagno si aprì e ne uscì un Piton tutto zuppo con alla vita un asciugamano verde. Il professore la squadrò imperscrutabile come al solito. Le si avvicinò e le tolse la scatola dalle mani.

Ad Agata manco un battito e non solo per il timore. Piton era pur sempre un ragazzo. E di poco più grande di lei. Ed era anche un bel ragazzo fatta eccezione per il naso aquilino che comunque lei trovava molto sexy. ma cosa diavolo andava a pensare?

“Fuori!” sibilò immediatamente il Professore.

Agata non sapeva se piangere ridere o saltargli addosso.

“Mi dispiace io…” provò ad argomentare.

“Mi dispiace un bel niente..” disse l’uomo afferrandola per un polso e trascinandola nel suo ufficio.

“MI ASPETTI QUI!” urlò fuori di se.

Agata non potè impedirsi di far sgorgare due lacrime.

Cercò tuttavia di calmarsi e assumere una postura composta. Due secondo dopo Piton era da lei.

“Da domani comincerà la sua punizione alle tre.” Affermò risoluto. La ragazzina non poté fare a meno di alzarsi e dirigersi verso la porta sconsolata.

“Chi le ha detto che può andare?” chiese Piton divertito dalla scenetta.

La ragazzina riprese il suo posto  e l’uomo si sporse verso di lei con gli avambracci piegati in avanti.

“La prossima volta la metto ai lavori forzati per tutta la notte..” la ragazzina arrossì visibilmente.

“Ora vada!” urlò autoritario.

Prima di uscire si voltò.

“Buonanotte…” sussurrò sconsolata.              

Ormai solo nell’oscurità Piton sorrise. Ragazzine!

  Elly_93  [Contatta]
 19/08/2010 - 12:04AM
Grazie per la recensione! sono felice ti sia piaciuto il primo e spero ti paccia anche questo!
  JuliaSnape  [Contatta]
 18/08/2010 - 09:18PM

grazie per la recension! Anch'io adoro  Piton! e visto che le storie su di lui scarseggiano ho detto perchè non provare?

ps: la tua ff mi piace davvero tanto!XD

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Capitolo 3
*** 3.3 ***


Agata si svegliò molto tardi. Erano le 12 passate di una domenica mattina piovosa e buia. Si alzò di malavoglia ricordando che l’appuntamento con Piton era stato fissato alle tre di quel pomeriggio.

Decise di concedersi una lunga doccia rilassante, rinunciando al pranzo, anche perché l’ultima volta che aveva mangiato risaliva a poche ore precedenti. Infatti si era concessa un’ottima colazione da Madama Rosmerta prima di  rientrare dalla serata libera a Hogesmade.

Aveva anche bevuto. E tanto. Le girava ancora un po’ la testa.

Uscì dalla doccia solo dopo sessanta minuti. Esaminò la sua immagine allo specchio  e per poco non svenne. Le occhiaie erano riparabili e anche la brutta cera lo era. Ma per le labbra gonfie e tumefatte c’era ben poco da fare. Chissà chi era stato a ridurla in quelle condizioni? Aveva detto di chiamarsi Condor e di essere un Corvonero. Scrollò le spalle e cominciò a vestirsi. Aveva poca importanza. Probabilmente non l’avrebbe mai più rivisto…

Indosso un paio di jeans semplici, abbinati ad una maglia rossa. Modellò i capelli meticolosamente e stese un po’ di fard sulle occhiaie e sulle guance. In complesso appariva presentabile. Non fosse stato per quelle labbra…

Decise di applicare un po’ di burro cacao.

Erano già le due e mezza al diavolo Piton. Doveva ringraziare il cielo che si sarebbe presentata.

Con quei pensieri raggiunse i sotterranei in meno di cinque minuti. Stava per bussare quando si accorse di un biglietto attaccato alla porta.

Signorina Rosmert

Per oggi non potrà bearsi della mia presenza… finisca il lavoro di ieri e riordini le cose che trova sul tavolo…

Il suo amato professor Piton

La ragazzina entrò sbuffando. Fantastico Piton si godeva la domenica e lei avrebbe dovuto sgobbare come una schiava nera.

E poi si era anche truccata! E per cosa?

Per apparire più decente… per lui..

Non appena quel pensiero le attraverso la testa lo scacciò come si fa con una zanzara in pieno Agosto.

Sospirò ed entrò nella stanza dei lavori forzati.

Fantastico, pensò osservando il tavolo sul quale giacevano milioni di ingredienti alla rinfusa.

Lavorò per le  due ore successive in completa solitudine.

Piton si fece vivo solo verso le sei consapevole del fatto che Agata sarebbe stata a dir poco furiosa.

-         Bene Bene..- disse notando che la ragazzina si era addormentata sul tavolo.- signorina Rosmert!-

Agata balzò in piedi rivelando a Piton due labbra ancora più gonfie e tumefatte.

- Cosa hai fatto al volto?- chiese l’uomo incapace di pronunciare la parola labbra.

Agata si toccò automaticamente le labbra.

-Niente- disse arrossendo.

Piton la guadò sprezzante.- Fuori di qui! Domani due ore in più di punizione…-

Agata si affrettò ad uscire. I cambiamenti d’umore di quell’uomo le davano alla testa.

-signorina Rosmert- Agata si girò- Venti punti in meno per essersi addormentata durante la punizione e trenta in meno per essersi intrattenuta con il suo ragazzo nel mio ufficio!-

Allora era questo il problema? Pensava davvero che fosse avvenuto qualcosa di simile?

- Lei mi sta accusando senza averne le prove!- urlò la ragazza incapace di contenersi.

- dieci punti in meno per la sua arroganza!- continuò l’uomo prendendo posto nella scrivania.- E ora fuori!-

- ok! Vuole sapere come mi sono tumefatta le labbra?- chiese Agata avvicinandosi alla scrivania- E’ successo ieri sera! Con un bel Corvonero, ma io oggi mi sono svegliata e sono venuta qui con tutte le buone intenzioni di questo mondo! Lei non può penalizzarmi per una cosa di cui non ha le prove!- le parole erano fuoriuscite come un fiume in piena dalla corrente inarrestabile.

Dopodichè Agata uscì dall’ufficio sbattendo la porta.

Piton rimase per due minuti buoni a fissare la porta. Un sentimento a lui sconosciuto gli torceva le viscere. Che fosse gelosia?

 

Poco dopo Agata si trovava in pigiama nei dormitori femminili circondata da Rose, Lizzie e Funny. Le sue migliori amiche.

- Dunque fammi capire..- riassunse Funny per la decima volta- piton ha interrotto la punizione e ci ha tolto cinquanta punti perché pensava che avessi baciato un ragazzo nel suo ufficio?-

Le altre scoppiarono in una fragorosa risata.

- Si- disse lei rossa  di vergogna- Ma non c’è nulla di cui vantarsi..-

-no di questo sono certa!- disse Rose sull’orlo delle lacrime.

-sentite!- s’intromise Lizzie che aveva riacquistato un po’ di controllo- Secondo me Piton è cotto della nostra Agata e sinceramente non è neppure un brutto ragazzo..-

- ma cosa inventi?!- la interruppe Agata ormai viola.

-e anche ad Agata non dispiace..- osservò Funny.

La diretta interessata ormai riusciva solo a balbettare parole insensate.

- Già- aggiunse Rose- Avete visto come si era vestita e truccata oggi?-

- Sembrava un appuntamento!- riprese Lizzie – comunque il punto non è questo. Il punto è: dobbiamo trovare un modo per scoprire quanto Piton tiene alla nostra Agata.

Le altre due annuirono con enfasi.

- Ma si..- disse Agata- fate come se non ci fossi, parlate della mia vita e decidete per me..-

- Dai Agata non te la prendere- continuò Lizzie.

- Mi è venuta un idea!!!- trillò Rose.

La situazione è molto grave, ma chi me l’ha fatto fare di parlarne con loro? Si chiese la ragazza.

- tu da sempre sostieni che Piton non li legga neppure i nostri compiti..- sorrise diabolica Rose- vediamo se è vero?-

- scusa ma non ti capisco.- interloquì Agata.

- Semplice scriverai infondo alla tua relazione su gli effetti della Veritaserum, una dichiarazione d’amore per Piton.- le ragazze cominciarono a sbattere le mani estasiate e a cacciare gridoloni euforici.

- Siete pazze?- sbottò Agata- quello che hai appena detto non ha senso.-

- si che ce l’ha!- continuò Lizzie- se lui ci tiene a te e se leggerà il teme veramente, intendo, si comporterà di conseguenza.-

Agata sospirò rassegnata. Quelle tre erano davvero arpie.

- E poi non vorresti vendicarti?- aggiunse Funny- pensaci bene.. a te Piton piace, non puoi negarlo. Ma allo stesso tempo non ne sei innamorata. Si tratta di attrazione. Lui ti tratta sempre così male. Io propongo questo piano, farai ciò che ha detto Rose anche perché ho scommesso cinquanta galeoni che lui questi temi non li leggerà neppure sotto tortura. Ma a prescindere da ciò tu dovrai tentare in tutti i modi di sedurlo e quando sarà cascato nella tua rete lo mollerai facendolo sentire uno schifo!- le altre annuirono.

- Ci sto per quanto riguarda il tema. Tanto un giorno di punizione in più  non mi costa niente. Ma non potrei mai comportarmi come hai appena detto.- Agata sospirò- sono pur sempre una Gryffindor…-

- ma pensaci bene!- disse Lizzie- da un mese a questa parte quello stronzo non fa altro che trattarti da deficiente non perdendo occasione per rifilarti una T.

Ti sta facendo frequentare i sotterranei assiduamente servendosi di te come assistente. Tu gli riordini i documenti, gli ingredienti e a volte correggi anche i compiti di quelli del secondo anno. – Agata sospirò esasperata. Pensò alla sua famiglia, tutti Slytherin tranne lei. Suo padre aveva smesso di considerarla da quando era stata smistata a Gryffindor e nutriva profondo rispetto per Piton, che diceva essere stato uno dei migliori Mangiamorte dell’Oscuro. Suo padre. Si trovava ad Azkaban da dieci mesi. Ammirava Piton perché sosteneva che con l’aiuto e la falsa fedeltà a Silente era riuscito ad uscire indenne da quella situazione. Forte di questi pensieri Agata accettò il piano delle amiche. Quell’uomo non meritava neppure la metà di ciò che gli era stato concesso!

 

GIORNO SUCCESSIVO SOTTERRANEI

Piton aveva appena raccolto i compiti del settimo anno. Di solito si limitava a correggere quelli Slytherin, assegnando il resto dei voti a caso. Ma quel giorno a lezione non aveva potuto fare a meno di notare lo sguardo complice che Agata e altre tre ragazze Gryffindor si erano lanciate nel consegnargli il tema. Iniziò a leggerli uno per uno. Non c’era niente di strano. Poi come investito da una verità fin troppo palese si riscosse e si concentrò esclusivamente sul tema della Rosmert. Lo lesse tutto con perizia  e pignoleria arrivando all’ultimo rigo.

Caro Professore,

spero che la mia relazione gli sia piaciuta.. anche se sono arcisicura che lei non la leggerà neppure. Mi sembra di essere una perfetta idiota ad aver accettato questa scommessa. Comunque proprio perché so che lei non leggerà mai questo mio stupido temetto, trovo la forza per dirle che questa ragazza un po’ sciocca e arrogante, come mi ha definito davanti a Silente, si è innamorate di te… beh con questo ho proprio detto tutto…

sua Agata.

 

Piton rilesse l’ultima parte più e più volte rosso per l’imbarazzo e l’umiliazione. Quelle stupide galline avevano organizzato tutta questo? Per quale regione? E soprattutto cosa avrebbe dovuto fare lui fingere di non aver letto la relazione o prendere provvedimenti? In attesa di prendere una decisione lasciò il tema della ragazzina in sospeso conscio del fatto che di li a poco sarebbe entrata nel suo ufficio come un uragano. Erano quasi le tre.

semir 1991: sono felice che la storia ti piaccia e sarei ancora più felice se mi facessi sapere che ne pensi di questo capitolo!XD

alexandra84: grazie infinite per la recensione... Sono felice che la storia per ora ti sia piaciuta.. E fra parentesi fai benissimo a farmi notare se ci sono degli errori a volte aggiorno talmente di fretta che non me ne rendo conto e sicuramente ce ne saranno anche in questo capitolo! Sono in disperata ricerca di una beta! XD

JuliaSnape: Grazie infinite per la recensione!!! spero che l'idea della scommessa ti intrighi... Comunque ribadisco il fatto che anche la tua storia mi sta prendendo tantissimo!XD

Elly_93: grazie anche a te per la recensione! Ho aggiornato il prima possibile!!!XD

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Capitolo 4
*** 4.4 ***


Facendo uno sforzo immane, Agata bussò alla porta dell’ufficio della serpe, chiedendosi se avesse già corretto i temi.

-Avanti!- Piton le aveva dato il benvenuto con la sua solita voce seccata. Agata riprese a respirare le cose erano due. O aveva letto il tema, e in quel caso sarebbe stato più scontroso del solito appioppandole 500 punti in meno. Oppure non lo aveva letto e in questo caso avrebbe continuato con la sua linea, ovvero rilassarsi leggendo un libro, mentre lei sgobbava come una schiava negra.

La ragazza si fece forza e spinse, con qualche difficoltà, la porta pesante in mogano.

L’ufficio come al solito era buio, ma non appena entrata poté notare che Piton leggeva uno dei suoi tanti libri di magia oscura. Non appena sentì che la porta era stata richiusa dalla giovane senza neppure premurarsi di togliere il naso adunco dagli scritti le indicò una mensola su cui giacevano materiali sparpagliati.

Agata sospiro rassicurata del fatto che il ragazzo non  sapesse nulla e si buttò a capofitto nel lavoro.

Dopo all’incirca un’ora si lasciò sfuggire un sospiro. Certo che quell’uomo era un vero maleducato: la costringeva a toccare tutta quella robaccia viscida e se ne stava in silenzio non badando neppure alla sua presenza. Non che la ragazza fosse delusa… semplicemente molte altre volte aveva scontato punizioni con la Mc Granitt e anche se la donna non era il massimo della simpatia, le dava sempre chiacchiera. Agata sorrise pensando a tutte le volte che erano finite con lo spettegolare su tutto.

Piton notando il sorriso spontaneo della giovane si sentì offeso e umiliato. Cominciò seriamente a pensare che quel tema fosse un modo per prendersi gioco di lui.

-Cosa c’è di divertente nella sua punizione signorina?- chiese duro.

Agata che ormai aveva fatto il callo a quel silenzio pesante e inquisitorio si riscosse facendo cadere un barattolo che si infranse in mille pezzi.

- Oltre che stupida è anche imbranata- Piton rincarò la dose.

Agata non rispose non aveva punta voglia di sottrarre altri punti alla sua casa. Semplicemente si chinò a raccogliere i vetri, mentre il Professore si avvicinava come un avvoltoio.

- Stia ferma- le ordinò. Troppo tardi ormai la ragazza si era tagliata la mano. Un taglio di venti centimetri e abbastanza profondo proprio nel palmo. Agata non poté trattenere una lacrima di dolore e si sentì ancora più stupida. Solo le poppanti piangevano per un taglietto.

- Mi faccia vedere- sibilò l’uomo  strattonandola per rimetterla in piedi.

- Non è niente- disse la ragazza sottraendosi alla presa.

- oltre che imbranata è anche cocciuta, insomma una vera e propria Gryffindor.-  Agata si morse la lingua. Se avesse risposto l’uomo l’avrebbe sicuramente aggredita.

Si fece trascinare nella sua poltrona e lasciò che esaminasse il taglio perdendosi in quegli occhi così profondi e misteriosi.

- Credo che un semplice Ferula non basterebbe…- sospirò rivolto a se stesso. – mi aspetti qui e non si muova sta perdendo molto sangue.- le disse duro.

Agata annui e lo vide scomparire nelle sue stanze.

Qualche minuto dopo tornò con una pozione e la costrinse a ingurgitarla.

Agata fece una facci schifata e l’uomo ghignò soddisfatto.

- Credevi che fosse uno zuccherino?- chiese sorridente.

- Niente di ciò che lei produce è un zuccherino..- sospirò la ragazza.

- questo perché io non metto ingredienti a caso.- sorrise mesto l’uomo riferendosi all’ultima esplosione provocata dalla ragazza.

Agata arrossì.

- Per esempio anche nel suo tema..- cominciò Piton con un ghigno che avrebbe spaventato un vampiro.

-Ha corretto il mio tema?- chiese agata ormai a corto di fiato.

- Certo che no…- ghignò ulteriormente l’uomo. – Lo avete fatto solo stamani, mi riferivo a quello della settimana scorsa. Ma perché si preoccupa tanto?- chiese con aria innocente.

Bastardo l’aveva corretto eccome. Pensò Agata digrignando i denti.

- Non mi stavo preoccupando, io mi prendo sempre le mie responsabilità- rispose a tono la ragazza.

Che caratterino.. pensò Piton scuotendo il capo.

- Comunque- continuò facendo sparire i vetri- La sua punizione non è ancora finita e vista la sua totale incapacità nel portare a termine i lavori manuali. Anche quelli più banali, intendo, ho deciso che mi accompagnerà nella foresta proibita per cercare le erbe che ha appena spiaccicato sul pavimento..- Eccolo il solito Piton.

La ragazza si alzò e senza dire niente lo seguì fuori. Erano quasi le sette. Anche quella sera niente cena. Pensò Agata sospirando.

Non appena raggiunsero la capanna di Hagrid il mezzogigante uscì fuori e sorridendo a entrambi si rivolse ad Agata.

- Sei venuta a prendere il the che mi avevi promesso?-

agata sospirò.

- sono in punizione con il Professore..-

- Io che pensavo foste venuti per un the..- sospirò rassegnato.

- Adesso basta stiamo  perdendo solo tempo.- sibilò Piton.

Agata allungò una pacca a Hagrid e un’occhiataccia a Piton.

- Ti prometto che appena posso verrò…- sospirò rassegnata.

Hagrid sorrise.

- Non preoccuparti io ti aspetto e se vorrai portare anche il tuo fidanzato. Come si chiama Condor, quel ragazzino di Corvonero…-

agata si riscosse

- io non sono fidanzata!- sibilò indignata.

- scusami- disse Hagrid tutto rosso- Io pensavo, è che lui va in giro dicendo che..-

- Che?- lo incitò Agata.

- Baci divinamente…- finì diventando tutto rosso.

- Quel bastardo!- si lasciò sfuggire Agata completamente presa dalla situazione.

- Cinquanta punti in  meno a Gryffindor- sorrise Piton in parte estasiato dalla situazione esilarante, in parte incavolato nero con quel Condor.

- Andiamo signorina Rosmert.- disse rincominciando a camminare.

Agata salutò velocemente Hagrid e seguì l’uomo.

- Me la pagherà…- borbotto tra se.

- se lei non si svendesse in giro..- cominciò Piton addentrandosi nella foresta. – Non avrebbe di questi problemi.-

Agata non rispose anche se la tentazione era forte semplicemente si morse la lingua pensando a come un ragazzo di appena ventidue anni potesse essere così cinico e perfido.

Probabilmente aveva subito una delusione d’amore. Forse aveva sofferto troppo anche come Mangiamorte… Forse la persona che si ritrovava davanti era molto più complessa di quanto pensasse. Si ritrovò  a pensare la ragazzina.

Scrutò attentamente l’uomo imprimendosi nella testa ogni suo  minimo particolare. Quando camminava come una furia metteva davvero i brividi ed era difficile anche stargli dietro. Più di una volta la ragazza si ritrovò ad ansimare arrancandogli dietro.

E poi c’era quel dubbio che l’affliggeva? Aveva letto il tema. Se si come si doveva comportare da stronza opportunista o da brava ragazza qual’era?.

- shhh..- sibilò Piton facendole cenno di fermarsi.

- io non ho parlato..- sussurrò lei.

- le sue deduzioni sono così prive di logica per natura o lo fa apposta?- la ragazzina sbuffo furente e sedette su una radice. Ormai era già passata un’oretta buona da quando erano partiti e della pianta nessuna traccia.

- mi fanno male le gambe, sono stanca e provata. Scusi tanto se i miei discorsi peccano di incoerenza!- sibilò la ragazza guardinga.

- shhh…- sibilò nuovamente Piton. La ragazza senti un fruscio proveniente da chissà dove. Balzò subito in piedi e si aggrappò alla casacca del professore abbracciandolo stretto.

- ha… Ha sentito?- chiese tremando.

- sentirei ancora meglio se stesse zitta e si staccasse da me…- sibilò l’uomo alzando un sopracciglio. Agata sorrise imbarazzatissima e si staccò . ma un fruscio più vicino e più forte la costrinse a riassumere la posizione iniziale. Piton sbuffò.

- hai la bacchetta?- le chiese.

- No lei non mi permette di usarla dunque l’ho lasciata in camera.- rispose la ragazza.

- si andiamo nella foresta proibita senza bacchetta. Il principe azzurroci salverà!- sibilò l’uomo.

Agata lo guardò in tralice- Pensò che oggi toccherà al principe nero…- disse sarcastica staccandosi da lui.

L’uomo stava per controbattere ma un ragno enorme si palesò di fronte ai due malcapitati.

- corri!!!!- urlò l’uomo trascinandola via per la maglietta.

Corsero per una buona mezz’ora. Agata aveva le gambe a pezzi dunque si fermo stremata tenendosi un fianco e cercando di recuperare fiato.

- Dove.. dove…- sospiro.

- non lo so..- disse l’uomo.  Poi la afferro per un braccio. – Vieni cerchiamo un rifugio per la notte.-

disse Piton.

- per la notte?- chiese Agata.

- vede altra soluzione.- sorrise sarcastico.

- vedrà che ci tireranno fuori di qui in men che non si dica! Le ragazze si accorgeranno subito della mia assenza...- rispose fiduciosa la ragazza seguendolo

Si sistemarono sotto un salice e Piton accese un fuoco che avrebbe tenuto lontane le belve.

Agata si sedette  accanto a lui stremata.. – Ahi!- sospirò la ragazza  prendendo posto.

- Sei una frana.- disse l’uomo sorridendo. Quel sorriso spiazzò Agata, per la prima volta le sembrava… Sincero.

- Dove ti fa male?- Agata gli porse la caviglia e l’uomo cominciò a massaggiarla con movimenti lenti e circolari .

si avvicinò ulteriormente al ragazzo e appoggiò la sua testolina bionda sulla spalla della serpe.

- Hai fame..- chiese piton in secondo momento.

- No…- mentì la ragazza che fu tradita dal brontolio dello stomaco.

- No…- sospirò l’uomo prendendola in giro.

- non so se funzionerà…- disse scrollandosela via di dosso per prendere la sua bacchetta.

- Che vuoi fare?- sussurrò Agata stupita per avergli dato del tu, cosa che non sfuggì all’uomo.

- Il tu va bene per quando siamo fuori scuola ricordalo Agata.- dopodiché sussurrò qualcosa un lampo fuoriuscì dalla sua bacchetta, ma stranamente gli si ritorse contro e l’uomo cadde svenuto.

 

 

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