Lettere dall'oltretomba

di Aredhel Demonia NP
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** From the end ***
Capitolo 2: *** Insonnia e sigarette ***



Capitolo 1
*** From the end ***


Una serie di avvenimenti l’aveva portato a prendere un taxi verso un piccolo cimitero di provincia

Una serie di avvenimenti l’aveva portato a prendere un taxi verso un piccolo cimitero di provincia. Il taxista aveva chiesto un autografo per la figlia.

 

-Mi invidierà a morte per averti visto! Magari mi darà più importanza. Cosa ne pensa signor Hermanni?-

 

Ville si limitò a sorridere e a sistemarsi meglio il cappuccio. Non voleva più essere coinvolto nell’adorazione dei (più che altro delle) fan: provare a comprendere il disprezzo di una loro gli era costato quel viaggio.

Appena arrivò pagò frettolosamente il taxista e oltrepassò il modesto cancello. Trovò un ragazzo dai capelli lunghi e biondi che subito si avvicinò a lui, tendendo una mano.

 

-Kay. Sono il fratello di Elke-.

 

Ville gli strinse la mano. Sorrise, nervoso come non gli accadeva da molto tempo. Seguì Kay, che subito gli fece strada.

 

Due ragazzine si voltarono:

 

-Guarda, ma quello non è il tuo amore Ville Valo?-.

 

L’altra rise: -Ville Valo, ahahahah! Certo, come no. Sono una sua grande fan: lo noterei a cento metri di distanza-.

 

Il mito della grande fan dovette a stento trattenere le risate. Effettivamente era stato un cretino a partire solo fino in Germania, anche se col cappuccio in testa per quasi tutto il tempo, solo per portare dei fiori.

Kay continuava a camminare due passi davanti a lui. Era alto e slanciato, chissà se anche Elke era così, oppure se era minuta.

Arrivò a destinazione. Gli si gelò il sangue.

Fissava la tomba di una persona mai vista, tenendo un discreto mazzo di fiori in mano.

 

-Quando ho scoperto le e-mail ho sentito il dovere di contattarti. Devo ammettere che non mi sarei mai aspettato di trovarti qui-.

 

Kay diede le spalle alla tomba: -le avrebbe fatto molto piacere-.

 

Si chinò, per osservare meglio la foto. Una ragazza giovane, bionda e con un sorriso smagliante. Sapeva tanto di lei senza averla mai incontrata. Senza averci mai parlato a tu per tu entrambi avevano aperto il loro cuore. Lei si era salvata -anche se per poco-, facendolo sentire utile.

 

-Ti somigliava-.

 

Ville voltò lo sguardo. Kay non c’era più. Che si fosse sentito in imbarazzo?

Aveva difficoltà ad accettare i suoi sentimenti per colpa di un rapporto così effimero, per certi versi irrilevante. Non riusciva veramente a capire il suo atteggiamento, il suo instancabile ricordare quella corrispondenza.

Come avrebbe voluto essere in lei, aver avuto modo di trovarsi dall’altra parte.

 

***

 

Elke era stanca, stanca di molte cose: del cibo cinese avanzato accanto a lei, della separazione da suo fratello dovuta al divorzio dei suoi, delle sue idee perverse. Ormai se la prendeva con mobili, immobili e persone. L’unico risparmiato era stato Alì, il suo gatto.

 

Nuova e-mail. La curiosità la spinse ad allungarsi a prendere il pc. Sforzo sovraumano dopo un pomeriggio di ozio. Non se ne sarebbe mai pentita.

 

Complimenti! Sei il vincitore del concorso“Contatta Ville Valo” riservato agli iscritti da oltre cinque anni al fan club! La tua lettera è stata scelta personalmente da Ville fra alcune estratte a sorte. La sua risposta arriverà entro le prossime 24 h.

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Capitolo 2
*** Insonnia e sigarette ***


Complimenti

Complimenti! Sei il vincitore del concorso“Contatta Ville Valo” riservato agli iscritti da oltre cinque anni al fan club! La tua lettera è stata scelta personalmente da Ville fra alcune estratte a sorte. La sua risposta arriverà entro le prossime 24 h.

 

Elke era sconcertata: la lettera in cui sosteneva di disprezzare gli ultimi due album e che pagava ancora la quota annuale dell’iscrizione al fan club, solo perché non aveva un particolare bisogno di soldi, aveva vinto il concorso? Possibile?

Certo, non aveva fatto ricorso a insulti, ma credeva che quel bel faccino di Ville Valo preferisse una marea di lusinghe ad una critica. Era veramente curiosa di leggere la sua risposta, nonostante l’ormai scarso interesse verso gli HIM. Non si aspettava nulla di che: era un convinta che lui lo avrebbe considerato come l’ennesimo impegno di lavoro. Una grande rottura di scatole da adempiere per forza.

Suo fratello entrò in chat. Pronta ad essere presa per i fondelli, lo contattò.

 

∙ Fratellino ^.^ vuoi avere una bella notizia sulla vita di tua sorella?

∙ Se andassi a letto prima dell’una, sarebbe già una buona notizia. Dimmi

∙ Ho vinto un concorso per contattare Ville Valo, il cantante degli HIM =D sei contento per me?

∙ Ah ah ah. Che spiritosa

∙ -.-“ Ti inoltro l’e-mail

∙ Uomo di poca fede!

 

Elke gli mandò l’e-mail, offrendo al gatto il resto freddo della cena direttamente dalla mano.

 

∙ Che roba da adolescenti XP. Gli hai detto quanto è figo 10 volte in 9 frasi?

∙ Veramente gli ho dato gentilmente del venduto U.U come mi hai insegnato tu: carina ma irritante, eheh J

Ahahahah! Brava, sono fiero di te ù.ù. Quando ci vediamo J?

 

Ci pensò sopra. Era spesso da lui e non voleva infastidirlo, però stavano così bene insieme che faceva di tutto per vederlo.

 

∙ Questo sabato hai spazio per dormire? Almeno lascio questa casa. Non mi piace stare qui, lo sai ç_ç

∙Sì, sicuro! Fra quattro giorni allora. Adesso fila a dormire ù.ù

 

***

 

Il fumo di sigaretta aveva reso la stanza nebbiosa. Ville aveva appena concluso una giornata nella quale lo avevano sistemato in mille modi per almeno tre servizi fotografici. Alla fine di una giornata pesante non c’era nulla di meglio che rintanarsi a casa, chiudere le finestre e fumare ininterrottamente fino all’arrivo del sonno.

Sms. Avevano appena contattato la vincitrice del concorso del fan club. La scelta non era stata complicata e nemmeno ci aveva perso tempo: lettere monotone tranne quella che aveva preferito. Non era particolarmente accattivante, semplicemente non si trattava una delle solite lettere grondanti di esaltazione esagerata. Quella ragazza aveva scritto critiche e non complimenti privi d’inventiva. Che avesse cervello?

Rispose subito, curioso delle ragioni che l’avevano convinta a partecipare ad un concorso per sentire una persona considerata venduta e svuotata dal successo.

 

***

 

Kay uscì dalla chat: inutile tentativo di mandarla a letto, da fratello bravo responsabile. Un atteggiamento davvero tenero. Poco importavano le frequentazioni periodiche con gli amici: Kay valeva di più e c’era sempre per lei, nonostante la distanza e l’impegno dello studio, era sempre disponibile se voleva passare il fine settimana da lui. Elke credeva che fosse dovuto al divorzio dei suoi e al fatto che viveva lontana dalla sua città natale.

Sarebbe dovuta andare a letto sia secondo suo fratello, sia secondo il minimo di responsabilità che avrebbe dovuto avere. Aveva solo cinque ore prima che la sveglia suonasse per ricordarle la scuola. Testarda, si alzò dal letto, buttò gli ultimi avanzi, prese la giacca e uscì dalla finestra. Amava le sue uscite notturne ed era sempre stata grata di avere la sua stanza al piano terra: poteva fare quello che voleva evitando domande indiscrete da parte di sua madre o di suo patrigno. Non voleva avere alcuna restrizione.

L’aria notturna era gelida e la svegliava ancora di più. Avrebbe affrontato tutto pur di avere quel momento completamente suo. Se lo permetteva da quando aveva cambiato casa: quel posto era tranquillo e piacevole, oltre che sicuro.

Cominciò a passeggiare, dopo aver acceso il suo lettore mp3. Raramente incontrava qualcuno, ma anche in quei casi non le dispiaceva; la maggior parte delle volte si trattava di persone che portavano a spasso il proprio cane e con le quali era gradevole scambiare due chiacchiere. Una volta aveva incontrato una ragazza come lei, amante del gelo e con la grana dell’insonnia. Aveva detto di essere lì di passaggio e di chiamarsi Lotte. Erano rimaste tanto a parlare che quella volta non aveva dormito nemmeno mezzora. In compenso, ogni tanto dormiva in classe compromettendo il suo andamento scolastico e costringendosi a fare almeno due settimane di sonno decente.

Quella sera incominciò a piovere e fu costretta a correre a casa.

Arresa a passare ore sveglia senza far niente, si cambiò e si mise sotto le coperte. Per vedere quanto Ville tenesse ai suoi fan, o meglio al suo lavoro o a quanto potesse essere bastonato dal manager per non comportarsi da snob, accese il pc.

Incredibile! Il divo aveva risposto.

 

Elke, sei la vincitrice del concorso indetto dal mio fan club. Avrei immaginato di dover scrivere ad una fan in lacrime, o forse lo sei e mi hai criticato per attirare la mia attenzione. In questo caso sei stata diabolica, il genere di fan pericoloso che potrebbe scipparmi.

Dici che i miei testi sono diventati monotoni e che il sound è orecchiabile e sempre uguale. Sai, dopo anni di sperimentazione arriva il momento di fermarsi in un punto: avendo una base di fan fedeli ci si può permettere di essere meno di nicchia. Fermarsi non vuol dire svuotarsi, al massimo può voler dire stagnare.

Hai chiesto se preferisco i set fotografici ai concerti. Oggi ho perso il conto delle foto che ho dovuto fare e mi sto rilassando solo ora, mentre tu magari sei nel tuo letto nel mondo dei sogni. Allora, chi ha una vita migliore?

A presto! Ville.

 

Nel mondo dei sogni? Col cavolo! Gli avrebbe risposto all’istante.

Ecco l’inizio di una nottata interessante.

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