Magic Dawn

di ru87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un nuovo inizio ***
Capitolo 2: *** In arrivo ad Hogwarts ***
Capitolo 3: *** Lo smistamento ***
Capitolo 4: *** Fama non desiderata ***
Capitolo 5: *** Del nuovo sangue scorre ***



Capitolo 1
*** Un nuovo inizio ***


La cicatrice non gli faceva più male da diciannove anni. Tutto era andato bene.

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Finalmente il treno partì, l’espresso per Hogwarts cominciò la sua marcia per portare i futuri maghi e streghe del mondo magico alla scuola di magia e stregoneria più famosa al mondo.
Il piccolo Albus camminava lungo i vagoni in cerca di uno scompartimento dove potersi sedere, ma niente tutti i posti erano presi, quindi non poteva fare altro che continuare a cercare.

Ad un tratto comparve James, il fratello maggiore, insieme ad altri ragazzi, suoi amici

–Toh guarda chi c’è…il futuro serpeverde – disse sghignazzando sotto lo sguardo intimorito del fratello

– Non andrò nei serpeverde –  replicò titubante -…papà mi ha detto che lui ha potuto scegliere-
– sciocchezze –  replicò James – non ho mai sentito una cosa del genere – si girò e senza nemmeno dare il tempo al fratello di rispondere se ne andò sghignazzando.

Albus riprese la sua marcia facendosi largo tra tutti gli studenti che si fermavano lungo lo stretto corridoio per chiacchierare con vecchi amici che non vedevano dalla fine della scuola; Alla fine trovò un compartimento quasi vuoto, occupato solo da un altra ragazzina

– Ciao – disse intimidito – è libero? – chiese indicando il posto a sedere.

-Si …- disse la ragazza sorridendo –entra pure –

Era una piccola ragazzina non molto alta con dei lunghi capelli biondi che arrivavano fino a metà della schiena; Piccoli occhi celesti e un nasino all’insù; Era molto graziosa.

Rassicurato dalla gentilezza della ragazza entrò e si sedette.

– Piacere io sono Albus… Albus Potter – ricambiò il sorriso e allungò la mano per salutarla.
– Io sono Liliam – ricambiò la stretta di mano – anche per te questo è il primo anno ad Hogwarts?-
– Si …– rispose il ragazzino, nuovamente incupito.

Liliam si accorse che qualcosa non andava e domandò – ho detto qualcosa di sbagliato? –

–No no…– disse Albus – è solo che…– si sentiva stupido ad ammettere una cosa del genere – …è solo che ho paura di capitare tra i serpeverde –

Liliam sorrise e Albus prese quel gesto come se lo stesse deridendo – Si ok sono uno stupido …– sbuffò girando la testa verso il finestrino, stanco di doversi sempre scusare per essere spaventato dalla possibilità di andare a finire in quella casa.

–bhe non direi…– rispose Liliam ora ridendo –…io ho la tua stessa paura… mi hanno raccontato cose terribili su quella casa–

Albus girò la testa di scatto verso la ragazza –Davvero? – chiese incredulo;

 Non ci poteva credere finalmente qualcuno con cui condividere la sua ansia più grande.
Ad un tratto il treno cominciò a rallentare e una voce apparsa dal nulla avvisò tutti i passeggeri che di li a poco sarebbero arrivati ad Howarts e che se non lo avessero già fatto si sarebbero dovuti cambiare ed indossare le divise

Liliam finito di ascoltare si alzò in piedi, prese bacchetta e borsa che erano appoggiati sulla poltroncina ed esclamò – bhe Albus Potter ora devo andare a cambiarmi – sorrise – in bocca all'ippogrifo per lo smistamento... ci vediamo dopo…-
-Ok…- replicò il ragazzo –crepi... a dopo-

Liliam uscì dallo scompartimento lasciando Albus solo tra un misto di ansia e sollievo, ora conosceva una nuova persona e per di più simpatica, ma il tempo che lo separava dal cappello parlante diminuiva drasticamente.
Si alzò ed iniziò ad indossare la lunga tunica nera pronto cosi per entrare per la prima volta ad Hogwarts.

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Capitolo 2
*** In arrivo ad Hogwarts ***


Il fischio del treno fece capire al giovane primino che l’espresso era arrivato a destinazione.
Si alzò in piedi, raccolse la bacchetta che infilò nel fodero legato alla cintura dei pantaloni e facendo un lungo respiro decise di uscire dallo scompartimento.
Lentamente si mise in fila dietro ad altri ragazzi per scendere dal treno; Tutti sembravano cosi eccitati, tutti sembravano conoscere tutti, solo lui si sentiva come un pesce fuor d’acqua.
Arrivato all’uscita, si appoggiò al corrimano, per evitare di cadere e scese dal treno

-ci siamo…- incominciò a guardarsi intorno cercando di capire cosa fare; C’erano cosi tante persone che andavano avanti e indietro che si sentiva soffocare, era in preda al panico, quando a un tratto intravide James in lontananza

-Jameees …Jameees…Jam…- chiamò con forza nella speranza che lo sentisse e lo aiutasse, ma niente da fare suo fratello continuò per la sua strada insieme ai suoi amici – come sempre…- sbuffò – quando ho bisogno di lui non c’è mai…- si girò in preda allo sconforto quando ad un tratto udì una voce familiare –Hagrid- esclamò raggiante, finalmente qualcuno che poteva aiutarlo.

-Quelli per il primo anno… di quaaa- urlava Hagrid al di sopra di tutti visto che era un mezzo-gigante, indicando ai primini la strada per andare alle barche.

Albus decise di andargli vicino –Hagrid- salutò l’omone con la manina –ciao-
Il mezzo gigante abbassò lo sguardo e intravide il ragazzino – Albus!- esclamò – giusto te stavo cercando e non ti vedevo e cominciavo ad essere preoccupato- gli diede una piccola pacca sulla spalla –senti ma…- non concluse la frase notando che alcuni studenti del primo si stavano dirigendo verso le carrozze invece che le barche -oh per mille barbe di merlino… ehi voiii quelli del primo da questa parteee- urlò dietro ai ragazzi – Albus devo scappare…appena puoi vieni a prendere un the nel mio capanno cosi facciamo due chiacchiere…- sorrise dietro la lunga barba e si diresse verso i primini fuggitivi.

Albus guardò per un attimo Hagrid che si allontanava per poi andare verso le imbarcazioni, si fermò vicino al lago e si mise a cercare una barca con qualche posto ancora libero.
A un tratto notò una ragazzina che si sbracciava seduta in una barca – Rose- esclamò Albus; Rose era la figlia di Ron Weasley e Hermione Granger, i migliori amici di suo padre.

- Albus, finalmente …ma che fine avevi fatto!!!- la ragazina rimproverò l’amico  – ti ho cercato per tutto il viaggio nel treno …ero arrivata alla conclusione che eri risceso al binario 9 e ¾ -

- Non ti ho vista più allora ho pensato di prendere il primo posto che mi capitava- replicò Albus con tono dispiaciuto

Rose sbuffò – vabhe…ora vieni dai…ti ho conservato un posto sulla barca

-Grazie !- esclamò il ragazzo sorridendo e pian pianino salì sull’imbarcazione.
Insieme a loro c’erano altri tre ragazzi, due ragazze che avevano già stretto amicizia con Rose e un ragazzino in disparte, che sembrava fosse in un altro mondo preso ad osservare senza batter ciglio l’acqua scura che rifletteva il cielo nuvoloso al di sopra di loro.

Passarono altri minuti mentre tutti i ragazzi salirono sull’imbarcazione, ma quando tutti furono pronti, le barche cominciarono a muoversi dirette verso il grande castello che li sovrastava.

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Capitolo 3
*** Lo smistamento ***


Mancavano pochi minuti all’arrivo al castello, già si poteva intravedere la riva del lago ed il grosso portone che conduceva all’interno.
Il cuore di Albus cominciò a battere sempre più forte “altri pochi minuti ed il mio destino sarà segnato” pensò “ sarò un serpeverde”;
Rose notò lo stato di ansia dell’amico e gli sorrise – vedrai saremo entrambi grifondoro – disse con poca convinzione, anche lei era abbastanza in ansia, già immaginava lo sconcerto del padre, Ron Weasley, nell’apprendere che la sua dolce figliola non era una grifondoro o peggio… era una serpeverde.
La barca dopo poco arrivò alla riva e magicamente si fermò da sola, tutti i ragazzi cominciarono a scendere e seguirono  Hagrid all’interno delle mura della scuola.
Tutti camminavano in silenzio osservando incuriositi tutto ciò di curioso e lasciandosi andare ad esclamazioni di stupore quando passava un fantasma o un quadro parlava.
Ad ogni fantasma che passava Albus e Rose si chiedevano se fosse Nick quasi senza testa, incuriositi dalle storie che gli avevano raccontato i genitori.
Alla fine arrivarono davanti una grossa porta e tutti si fermarono, Hagrid disse loro di aspettare li ed entrò in una sala chiudendosi la porta alle spalle.
Dopo qualche minuto da quella stessa porta usci un signore, abbastanza alto, un po’ stempiato, con qualche kilo di troppo e un grosso rospo che spuntava fuori dalla tasca della tunica

- Sera a tutti …- sorrise verso i ragazzini che si azzittirono immediatamente per ascoltare –sono il vostro insegnate di Erbologia, Neville Paciok nonché vicepreside …- si fermò per prendere fiato ed intravide Rose ed Albus, accennò una lieve strizzatina d’occhio per salutarli e riprese a parlare – fra pochi minuti verrete smistati in una delle quattro case, Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde… la vostra casa sarà la vostra famiglia, i meriti faranno vincere punti alla casa, i demeriti… li farà perdere; A fine anno la casa con più punti vincerà la coppa …– si fermò nuovamente e per un secondo ripensò a quando quello stesso discorso gli venne fatto dalla professoressa McGranit al suo primo anno di studi, quante cose erano successe da li ad ora.

- Bene… ora mettetevi in fila e seguitemi- scoccò un lieve colpo con la bacchetta e la porta alle sue spalle si aprì, mostrando ai ragazzi la meravigliosa sala grande.

Era enorme, la sala più grande che Albus avesse mai visto in tutta la sua vita; Era illuminata da un milione di candele fluttuanti che davano alla stanza un colore dorato ; Quattro lunghi tavoli di legno con intorno tantissimi studenti conducevano verso un altro lungo tavolo dove si trovavano i professori e la preside, la McGranit.
Albus non la conosceva bene ma ogni tanto andava a casa dei suoi genitori per far visita al padre.
Arrivati davanti ad una sedia con sopra un capello vecchio e lercio, si fermarono.

-Ora vi chiamerò in ordine alfabetico, verrete qui e sarete smistati- sentenziò il professor Paciok

Tutta la sala, studenti e professori, era in attesa di scoprire in quale casata sarebbero andati i nuovi arrivati.
Albus restò in silenzio con il cuore che andava veloce come una firebolt nuova di zecca.

Lo smistamento cominciò

Il vicepreside chiamò il primo nome – Trina Allastor- una ragazzina con i capelli corti a caschetto neri avanzò verso il capello parlante, se lo mise in testa e questo dopo pochi istanti disse “TASSOROSSO”.

- Mark Bishop- fù il successivo a esser chiamato e finì tra i Corvonero -Lisa Demilton- venne chiamata subito dopo dal professore e il capello la mandò tra i Serpeverde

L’appello andò avanti per un bel po’ fin quando non si arrivò alla P e il professor Paciok chiamò

– Albus Severus Potter –

Il ragazzino per poco non svenne “ok ci siamo” pensò “ come va la spacca” cercava di darsi coraggio, ma le gambe gli tremavano e per poco non inciampava sul gradino che conduceva alla sedia dove era poggiato il cappello.
Si sedette sulla sedia e si infilò il capello in testa

-ahhh… - commentò il cappello parlante – un altro Potter…mmhh- fece una pausa riflettendo -da ciò che vedo, non vuoi capitare tra i Serpeverde… non poteva essere diversamente considerando chi è tuo padre, ricordo ancora quando lo smistai “no serperverde” continuava a ripetermi- rise –bhe per tua fortuna a differenza di tuo padre, non ti ci vedo proprio in quella casa…quindi sia… GRIFONDORO.

Albus per poco non cadde dalla sedia, aveva il viso raggiante, la sua più grande paura non si era avverata, finalmente poteva fare sogni tranquilli.
Si alzò dalla sedia e si diresse verso il tavolo con sopra lo stendardo rosso ed oro e prese posto finalmente con un sorriso privo di preoccupazioni.
Conclusi gli applausi, lo smistamento continuò e alla fine Rose per sua gioia venne smistata anche essa nei grifondoro.
La ragazza che invece aveva incontrato nel treno, Liliam, era capitata tra i corvonero e anche per lei era stata evitata la piaga “serpeverde”.

Finito lo smistamento, la preside, la professoressa McGranit, diede il benvenuto a tutti gli studenti con un breve discorso per poi dare inizio al banchetto.
Albus mangiò fino a scoppiare, e cominciò a fare amicizia con i suoi nuovi compagni.
Finito il banchetto, tutti i primini furono portati nei dormitori ed Albus si addormentò subito, troppo stanco perfino per sognare.

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Capitolo 4
*** Fama non desiderata ***


La mattina seguente Albus si sveglio di buon ora, dopo quella bella dormita ora era pronto per cominciare la giornata. Si mise le pantofole e si avvicinò alla finestra godendosi il bellissimo panorama, poteva vedere tutto il giardino ed in lontananza era possibile scorgere persino il campo da Quidditch. A quell’ora sembrava tutto cosi calmo, come una fotografia, l’unico senso di vita veniva dato dalle foglie che il vento faceva ondulare sugli alberi e da qualche uccello che scendeva in picchiata al suolo per raccogliere qualche bacca o vermiciattolo.

Dopo qualche altro istante passato ad osservare fuori, decise di incominciare a prepararsi e di scendere in sala grande per fare colazione. Andò verso il baule per prendere i vestiti e notò che sopra di esso c’era un foglio di pergamena ripiegato; lo prese e lo lesse ad alta voce

Buongiorno sig. Potter,

con la seguente missiva le saranno indicate orario e luogo delle lezioni che dovrà seguire questo primo anno;

Buon Lavoro
Prof. McGranit

Girò il foglio e dietro erano scritti tutti gli orari.

-Vediamo cosa mi tocca questa mattina- disse tra se e se il Grifondoro

Lunedi – Ore: 9 – Incantesimi – Aula prof. Vitious – piano4 –

Poggiò il foglio sul baule “wow la mia prima lezione sarà incantesimi…non vedo l’ora” pensò mentre si levava il pigiama per indossare la divisa dei grifondoro.
I suoi compagni di stanza ancora stavano dormendo, era capitato con gente a prima vista simpatica, aveva subito stretto amicizia con un ragazzino mingherlino con i capelli castani arruffati e le lentiggini sul naso di nome Eff o per meglio dire di nome Effard, ma visto che detestava il suo nome si faceva chiamare solo Eff.
Albus andò vicino al letto del compagno e lo toccò –Eff sveglia…andiamo a fare colazione se no arriveremo tardi a lezione…-

-altri cinque minuti- rispose il ragazzo tornando a dormire

-sono le 8.30 e la prima lezione sta alle 9 se non ci sbrighiamo ci sgrideranno – ritentò nello svegliarlo, ma niente, era un dormiglione – va bhe, fa come credi pigrone…a dopo- alzò gli occhi al cielo ed uscì dal dormitorio per andare nella sala grande a mangiare.

Scese di corsa le scale, non voleva fare tardi il primo giorno di scuola, ma arrivato al secondo piano si perse –ma miseriaccia dove si trova questa sala grande- si ritrovò a parlare da solo mentre cercava di orientarsi tra un corridoio e un altro; Sembravano tutti uguali e di certo i quadri parlanti non aiutavano la situazione, visto che si divertivano a dare direzioni contraddittorie per far confondere ancora di più il povero Albus.

-vabhe è destino… neanche il primo giorno e farò perdere punti alla mia casa…mi odieranno tutti- sbuffò appoggiandosi al muro pensando a cosa fare.
Ad un tratto da dietro un corridoio comparve Liliam, che non notò subito Albus ma quando lo vide gli andò vicino per salutarlo – ciao Albus – si scostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio – che fai? – chiese incuriosita

-bhe, attendo un miracolo divino che m’indichi la strada per arrivare alla sala grande…- abbassò lo sguardo e le guance diventarono rosse –mi sono perso-

Liliam lo guardò –oh bhe …il tuo miracolo è arrivato- lo prese per mano –dai vieni ti ci porto io in sala grande, tanto stavo andando li per colazione- sorrise

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Arrivati finalmente in sala grande, semi deserta considerando che gli altri studenti erano stati puntuali, si sedettero in un angolino dello stesso tavolo e si guardano l’un altro come per dirsi “e adesso il cibo dove lo prendiamo?”.
Liliam si guardò intorno –forse ci sono dei camerieri?!- propose

Albus rifletté ed escluse l’idea perché si ricordò che suo fratello gli aveva detto un giorno, che bastava chiedere ad alta voce ciò che si voleva e questo sarebbe comparso, tutto grazie agli elfi domestici del castello… ma si sa quanti scherzi gli faceva James, quindi ora aveva qualche dubbio che ciò fosse vero.
Il ragazzino disse ciò che sapeva a Liliam e questa disse di provare –tanto che ci perdiamo?

Albus si schiarì la voce e con tono grave disse -uova in camicia, bacon, pane tostato e succo di mirtillo…grazie- per un istante nulla accadde, ma poi dal nulla tutto ciò che aveva chiesto comparve davanti a loro

-WoW- esclamarono i due

Liliam ordinò invece una fetta di torta alle fragole e succo di mela; In dieci minuti mangiarono il più possibile per poi correre a lezione

-Liliam che lezione hai questa mattina- chiese Albus

-Incantesimi- rispose mentre a passo veloce si dirigeva al quarto piano –insieme ai grifondoro-

Albus tirò un sospiro di sollievo, perché sicuramente, da solo, dalla sala grande all’aula si sarebbe perso un migliaio di volte.
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Arrivati in aula videro che tutti gli altri ragazzi erano già seduti e pronti per seguire la lezione, ma per fortuna dei due ritardatari il professore ancora non era arrivato.
Passarono altri minuti quando ad un tratto dalla porta sbucò un piccolo signore anziano con una barba lunga ed alto poco più di uno sgabello. Avanzava con passo lento aiutato dal bastone che aveva di fianco –Buongiorno, Buongiorno a tutti- sfilò la bacchetta dal fodero e la puntò alla lavagna dove per magia comparve la scritta “Prof. Vitious”.

- Sono il professor Vitious e sarò il vostro insegnante d’incantesimi durante questi vostri anni di apprendimento- tossì forte

Non sembrava in gran salute, del resto anche per lui gli anni erano passati.
-Bene bene bene… oggi vi voglio mostrare un incanto semplice ma sempre di grande importanza,
Lumos- si fermò per dare il tempo ai ragazzi di prendere appunti – questo incanto, serve per illuminare una zona buia a vostro piacimento… il movimento di bacchetta è una rotazione completa e poi una dolce ma decisa scoccata verso d’avanti - mostrò il movimento ai ragazzi e sulla sua bacchetta si accese una luce –Suvvia ora provate- tossi nuovamente.

Albus prese la bacchetta e cominciò a fare ciò che aveva detto il professore, ma nulla accadde , nessuna luce all’orizzonte.
Liliam, come altri ragazzi al terzo tentativo erano riusciti a far comparire una debole e fioca lucetta.
Verso la fine della lezione era rimasto solo Albus a non riuscire nell’impresa e il professore si avvicinò per vedere dove sbagliava.
Vitious lo guardò –suvvia tenta ancora- ma nulla, Albus non riusciva ad illuminare un bel niente e cominciava ad agitarsi –dai dai… stai calmo, non è successo nulla…- disse il professore -…ricordo che anche tuo padre, ogni tanto, aveva problemi, sopratutto all’inizio della sua carriera scolastica…e guarda poi cosa è stato in grado di fare…chi oggi non conosce Harry Potter-

Al suon di quel nome si alzò un mormorio di sottofondo nell’aula, tutti commentavano che il piccolo Albus fosse il figlio del grande mago che aveva ucciso “voi sapete chi” (ancor oggi, dopo diciannove anni, si aveva paura di pronunciare il nome dell’oscuro signore, Voldemort); Nessuno dei compagni aveva associato il cognome di Albus ad Harry, non avrebbero mai pensato ad una cosa del genere.

-Bhe signor Potter… tenti un ultima volta- disse Vitious

-Va bene professore- annuì Albus, tentando di concentrarsi, anche se tutti quegli occhi puntati su di lui lo agitavano –Lu…Lumos- disse agitando la bacchetta e una piccola e quasi impercettibile luce si accese sulla punta

-oh oh… meglio, meglio…- disse il professore sorridendo –bhe la lezione è finita, per la prossima volta voglio una relazione di almeno 2 pergamene sull’incanto Lumos…e ripeteremo l’esercizio quindi allenatevi-

Tutti i ragazzi si alzarono e lentamente cominciarono ad uscire, Liliam si avvicino ad Albus eccitata –quindi tu sei il figlio di Harry Potter? Non lo avrei mai immaginato-  lo guardò con interesse –Ho letto molto su di lui e su come sia riuscito a battere “tu sai chi”!-

Albus sorrise imbarazzato, non pensava che il padre fosse cosi famoso, bhe sapeva qualcosa che gli aveva raccontato James, ma non pensava fino a questo punto!

-Ora devo andare a seguire Erbologia…ma a pranzo se ti va …possiamo mangiare insieme, cosi mi puoi raccontare tutto!- disse Liliam eccitata salutandolo

“tutto cosa?” pensò Albus “qua sembra che tutti sappiano di più su papà che io” sbuffò prendendo dalla tasca l’orario delle lezioni ora doveva scendere nei sotterranei per seguire Pozioni con i serpeverde, di male in peggio.
Posò la pergamena in tasca quando andò a sbattere contro un ragazzo, era Eff –ouch- dissero insieme.

-Ma dove eri finito?- chiese Albus

-Non mi sono svegliato in tempo- disse il grifondoro in risposta – la lezione è gia finita?- chiese agitato vedendo tutti uscire.
Ad un tratto anche il professor Vitious usci dall’aula e lo vide –Signor Korten…le sembra questo l’orario di venire a lezione?- era accigliato –bhe mi costringe a togliere 10 punti a Grifondoro-
Eff non ebbe il coraggio di rispondere le sue orecchie diventarono rosso fuoco e chinò la testa mentre il professore si allontanava.

–bhe potevi svegliarmi stamattina- disse Eff verso Albus che non poteva credere alle sue orecchie

-ma se ho provato a svegliarti in tutti i modi- rispose Albus mentre Eff gli fece una linguaccia per scherzare –dai andiamo ora, se no facciamo tardi per pozioni.

I due si misero in marcia diretti nei sotterranei.

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Fu una giornata abbastanza lunga, la lezione di pozioni era andata sorprendentemente bene, cosa che non si sarebbe mai aspettato e anche la successiva lezione di difesa contro le arti oscure non era andata male.
Il tempo libero tra una lezione e l’altra l’aveva passato da solo vicino al lago seduto sotto un albero a leggere un libro; Non aveva voglia di stare con gli altri, era diventato una specie di celebrità solo perché era il figlio di Harry Potter e la cosa gli dava non poco fastidio… tutti gli occhi puntati addosso e quei mormorii lo snervavano, non sapeva come faceva James a convivere con tutto questo anzi lo sorprendeva come gli piacesse stare in primo piano.

Arrivata la sera, decise di andare in sala grande per la cena, in fondo al tavolo dei Grifondoro vide Eff e decise di andare da lui, ma venne prima fermato da Liliam –Ehi oggi ti ho aspettato per il pranzo!- disse ad Albus

-Scusami …-replicò lui –ma non ho avuto un minuto libero –mentì

- Bhe la prossima volta potresti almeno avvisare- disse Liliam leggermente irritata –non è stato carino!- girò le spalle e se ne andò.

Ora Albus si sentiva anche peggio; Lentamente, camminando di mala voglia, arrivò di fianco ad Eff che lo salutò dicendo –Ehila ecco Potter … su siediti e raccontaci di tuo padre… è vero che già da giovane sapeva creare un patronus corporeo?- Eff e gli altri ragazzi intorno incuriositi attendevano la risposta, ma Albus scoppiò

-Ma che ne so io!- sbatté le mani sul tavolo –tutto quello che vi so dire su mio padre è che ama le cialde a colazione, che lavora al ministero e bhe tante altre cose che non sono affari vostri- si alzò in piedi e senza neanche cenare uscì dalla sala grande, seguito dagli occhi di tutti compreso quelli di Liliam che sedeva al tavolo di fronte poco distante.

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Albus decise di andare nuovamente al lago, anche se ci sarebbe potuto stare poco, siccome da lì a breve sarebbe scattato il coprifuoco.
Si sedette sotto un albero e contemplò l’acqua che rifletteva la luna sopra di esso.
Poco dopo sentì un rumore di passi, girò la testa e vide Liliam; Imbronciato fece finta di non averla notata.

-Ehi tutto bene?- chiese la ragazza avvicinandosi
-Si si va tutto magnificamente- rispose sarcastico Albus

Liliam senza chiedere si sedette al suo fianco –come mai hai fatto quella scenata prima?- chiese titubante, preoccupata di dover assistere ad un altro sfogo di ira.

Albus la guardò per un attimo, poi abbassò gli occhi –bhe… perché sono stanco…qua tutti vogliono sapere mille cose su mio padre, tutti mi guardano e bisbigliano ogni volta che passo…- fece una pausa e guardò il lago -…io non so tutte queste cose su mio padre, quando stiamo a casa non passiamo il tempo a parlare di “tu sai chi”, di patronus, o di quanto sia stato fico in gioventù- si scostò una ciocca di capelli dalla fronte –quando stiamo insieme …bhe…facciamo cose da padre e figlio! … questa estate per esempio mi ha insegnato a stare sopra una scopa… - sorrise per il ricordo.

Liliam lo osservava capendo ora da dove nasceva la sua rabbia –bhe forse ti devo fare le mie scuse- gli poggiò una mano sulla spalla –oggi sono stata indelicata alla fine della lezione… non capiterà più, quando vorrai raccontarmi qualcosa di tuo padre, lo farai perché ne avrai voglia e non perché te l’ho chiesto- sentenziò sorridendo

Albus ricambiò il sorriso –grazie…-

-che dici? Rientriamo?- chiese la corvonero – Comincia a far fresco qui fuori!-

I due si alzarono e chiacchierando si diressero verso il castello; Albus era felice, aveva incontrato una persona speciale, aveva una nuova amica!

Note finali:

Jessy Lupin: Grazie mille :)
RoryPotter: Grazie mille anche a te e soprattutto grazie per il consiglio, questa è la mia primissima ff e sono super inesperto quindi ogni suggerimento è ben accetto!
In questo nuovo capitolo ho cercato di seguire il tuo e l’ho fatto più lungo, spero vada bene! :)

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Capitolo 5
*** Del nuovo sangue scorre ***


Le prima settimane di scuola non furono poi cosi spiacevoli, Albus cominciava a stringere amicizia con Liliam ed Eff, le lezioni si dimostravano molto interessanti, complicate si, ma anche interessanti, aveva già imparato un po’ di cose e passava le giornate ad esercitarsi negli incantesimi, soprattutto in quelli che gli riuscivano di meno.
Erano passate tre settimane da quando era arrivato ad Hogwarts ed era arrivato alla conclusione che fosse ora di scrivere ai genitori, quindi una sera in sala comune si mise in un angolino e con piuma e pergamena iniziò a scrivere la missiva:

Cari mamma e papà,

Come state? Io me la passo bene
Scusatemi se vi scrivo solo ora, ma queste tre settimane sono state piene di corsi e mi sono dovuto metter sotto per restare al passo.
Volevo dirvi che alla fine sono stato smistato nei Grifondoro (per fortuna) e avvisa lo zio Ron e la zia Hermione che se non lo sapessero già anche Rose è capitata nella stessa casa!

Comunque le lezioni sono abbastanza dure, ma alla fine piacevoli, stiamo imparando un sacco di cose e finalmente sono in grado di lanciare un Lumos quasi perfetto!

Ahh volevo dirvi che ho fatto amicizia con due ragazzi, uno si chiama Eff ed è della mia stessa casa, mentre l’altra è una corvonero… sono molto simpatici;
Anche se devo dire che all’inizio è stato difficile ambientarsi, soprattutto perché quando hanno saputo che sono il figlio di Harry Potter, hanno cominciato a bombardarmi di domande (pà non pensavo fossi una cosi grande celebrità!!!!); Comunque ora sembra che le cose vadano meglio, la curiosità man mano sta svanendo ed io finalmente mi godo un po’ di pace!

Vabhe ora vi saluto, la cena mi attende

Un bacio
Albus Severus Potter

PS: James mi ha obbligato (non vi dico come) a salutarvi, dice che è troppo impegnato con i compiti per trovare il tempo di scrivere, anche se secondo me è preso da una grifondoro che ha conosciuto, visto che passa tutto il tempo andandogli dietro.

Finito di scrivere scese di corsa diretto alla guferia per mandare la lettera tramite un gufo; Lungo la via non c’era più nessuno, tutti stavano già in sala grande a cenare “uff” sbuffò.
Arrivato, salì le scale ed entrò, scelse un gufo a cui legò alla zampetta la pergamena e lo fece volar via dalla finestra.
Restò qualche minuto fermo ad osservare il gufo sparire all’orizzonte per poi scappare da quel posto, visto e considerato che puzzava terribilmente per la presenza degli escrementi di tutti i gufi.

Uscì, prese un bel respiro e senza pensarci due volte si diresse verso la sala grande per andare a cenare;
Il sole era del tutto tramontato e la strada era buia illuminata solo dalla luce della luna e da qualche stella.
Avanzava a passo veloce cercando di non inciampare nelle radici degli alberi che sporgevano fuori dal terreno, ma alla fine la caduta fu inevitabile.

Poom

Un gran botto e cadde per terra di faccia –ouch- disse massaggiandosi il naso, si rialzò in piedi e si aggiusto i vestiti sporchi di terriccio, quando abbassando gli occhi su ciò che lo aveva fatto inciampare, vide un cadavere.
Albus sbiancò, restando per un paio di minuti in silenzio a guardare il volto sporco di sangue di quel ragazzo, aveva il collo ed i polsi dilaniati; con le lacrime agli occhi, spaventato, decise di correre al castello per avvisare i professori.
Per sua fortuna a metà strada tra la guferia e la scuola incontro Neville e stravolto gli andò vicino –Ne..Neville- iniziò a balbettare dandogli del tuo, visto che lo conosceva bene ed erano fuori orario di scuola –c’…c’è un ragazzo…- iniziò a piangere –mm … mmorto- sussurrò l’ultima parola.
Neville inizialmente non capiva ma alla parola “morto” si fece accompagnare sul luogo.
Vedendo il macabro spettacolo Neville puntò la bacchetta verso il cielo e una luce rossa scoppiò tra le nuvole per avvisare gli altri insegnati che c’era bisogno di aiuto.

Dopo qualche minuto arrivarono la professoressa McGranit e il professor Lumacorno (docente di pozioni).
-Neville cosa succede?- chiese la professoressa prima ancora di notare il cadavere e quando lo fece, portò le mani alla bocca shoccata

Lumacorno si avvicinò – Cosa? Come è successo? Chi è stato?- chiese senza togliere lo sguardo dal corpo inerme –è Mark Davidson quarto anno tassorosso…-.

Neville rispose –Non so cosa sia successo…ho incontrato Albus nel giardino e mi ha informato di ciò che aveva visto- disse il professore mettendo un braccio intorno alla spalla di Albus che continuava a piangere

-Potter mi sai dire cosa è successo qui?- chiese la McGranit scrutandolo in attesa di risposta ma Albus scosse solo la testa senza emettere suono.

-Minerva… è sotto shock, è meglio che lo riaccompagni nel suo dormitorio…- disse Neville –domani riaffronteremo il discorso-.

La preside annuì d’accordo e il piccolo grifondoro e il professore di erbologia si allontanarono diretti al castello, lasciando il professor Lumacorno e la McGranit soli, con il cadavere illuminati da quella luce rossa che inquietante illuminava il cielo.


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