Un monile, mille anni

di Beatrix_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Inghilterra - 740 d.c. ***
Capitolo 2: *** Roma - 1540 d.c. ***
Capitolo 3: *** New York - 2010 d.c. ***



Capitolo 1
*** Inghilterra - 740 d.c. ***


 

 

Inghilterra – 740 d.c.

 

La folla gremiva le strade, spingendoli e strattonandoli da ogni parte. Balthazar si fece, istintivamente, più vicino a Veronica che, dimentica per un pomeriggio del suo ruolo e delle sue responsabilità, veniva attratta, come una bambina, da qualsiasi cosa fosse in esposizione. Da un lato e dall’altro della via, infatti, numerose bancarelle offrivano ai passanti le merci più varie ed assortite: giorno di mercato.

“Guarda laggiù, andiamo a vedere cosa vendono!” esclamò lei, piena di entusiasmo.

“No Veronica, forse è meglio che...” cercò di fermarla Balthazar, ma fu inutile: per vincere la sua resistenza, Veronica lo prese per mano e lo trascinò ad un lato della strada, dove, su un piccolo tavolo, era in bella mostra una sfilza impressionante di coltelli e spade.

“Forse... forse questo non fa per te...” osservò il mago, ironico.

“Hai ragione” rispose lei, in fretta “vieni, andiamo di qua, vediamo cosa c’è lì!” e questa volta non ebbe bisogno di convincere l’altro a seguirla. Per fortuna, avevano svoltato in una via laterale dove la folla era più rada e le bancarelle erano di meno.

L’attenzione di Veronica fu attratta immediatamente da un piccolo banchetto, sul quale erano appoggiati appena un paio di monili; subito si avvicinò a quegli oggetti e, facendolesi accanto, Balthazar poté vedere il gioiello che l’aveva catturata: una collana d’oro, intrecciata con coppie di perle, che terminava in un pendente decorato con una pietra rossa.

“Ti... ti piace quella collana?” vedere il grande mago Balthazar imbarazzato o, peggio, in difficoltà, non accadeva spesso.

A quelle parole la donna si scostò lievemente dal banchetto, mascherando l’interesse che un momento prima era apparso così chiaro sul suo volto. Sorrise debolmente al compagno, prima di rispondere: “A te non capita mai, Balthazar, di desiderare una vita normale?”

C’era una certa dolcezza nel modo in cui lei pronunciava il suo nome e per un attimo egli si perse in quella dolcezza, ritardando un secondo di troppo nel rispondere. Veronica si portò una mano al viso, a scostare una ciocca di capelli che, impertinente, le era caduta davanti agli occhi, ed assunse poi un’espressione imbronciata, sicura di sapere quale sarebbe stata la risposta del mago.

“Ma cosa dici?” replicò infatti lui, sorpreso e quasi offeso per quella domanda “noi siamo maghi siamo... siamo gli allievi di Merlino” sussurrò per non farsi udire dai passanti.

Veronica rimase un attimo sovrappensiero ruotando, quasi con insofferenza, l’anello che portava al dito “Già, è vero, hai ragione noi... noi siamo gli allievi di Merlino e... e non potrei desiderare niente di meglio per me stessa, giusto?” chiese ancora, con un sorriso triste sul volto.

Balthazar assunse un’aria soddisfatta: felice di essere riuscito a farle cambiare idea così velocemente, e rimase in silenzio.

“Però... però a volte vorrei poter vivere come... come tutti. Vorrei poter uscire per far la spesa, avere una famiglia...” lasciò cadere la frase così, sperando che l’uomo raccogliesse la provocazione.

“I-io non so davvero cosa...” si schermì lui: l’ultima frase l’aveva lasciato senza argomenti; e senza parole.

“Niente, Balthazar” lo interruppe lei scrollando le spalle rassegnata “sarà meglio tornare ora” propose saggiamente voltandosi verso la via dalla quale erano arrivati. Il mago, di fianco a lei, era ancora sotto shock e non obiettò nulla alle sue parole: non dette neppure segno di averla sentita.

“Comunque...” concluse Veronica, velando quella parola di nostalgia “è... è una bella collana”.

 

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Non so davvero come mi è venuta fuori questa cosa, e ancora di meno so perché praticamente ogni film che vedo, mi viene da scriverci su cose stupide!xD

Se poi il film in questione è un film Disney (anche abbastanza sfigato!xD) che ho visto praticamente per caso... beh, sono sicura che non leggerà nessuno ma amen!xD

In realtà potrei interrogarmi sul perché devo per forza pubblicare qualsiasi cosa io scriva, ma questa è un’altra storia...

Ah, naturalmente se doveste accidentalmente passare di qui e leggere, se mi lasciate un commentino ve ne sarò molto grata! =)

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Capitolo 2
*** Roma - 1540 d.c. ***



Roma – 1540 d.c.

 

Ancora una volta, bisognava partire. Quando, dieci anni prima, un mago molto influente gli aveva suggerito Roma come possibile residenza di molti buoni e giovani apprendisti, Balthazar aveva, ancora una volta, fermamente sperato che potesse essere la volta buona. Si era recato in quel posto pieno di speranze e di rinnovato entusiasmo ma, dopo dieci anni di ricerche, aveva dovuto arrendersi: era chiaro che il Sommo Merliniano non si trovava lì, non in quel tempo almeno.

Erano delle ore, ormai, che frugava, pieno di frustrazione, tra gli oggetti che in dieci anni aveva accumulato nel suo appartamento, perennemente incerto su cosa portare con se e cosa, invece, lasciare.

Perso tra i suoi pensieri, si rese infine conto che erano passati 800 anni da quel giorno. Quel maledetto giorno in cui Horvath aveva tradito, Merlino era morto e Veronica... Veronica al momento si trovava prigioniera in una matrioska, pensò amareggiato.

E, visto che quello era divenuto un giorno di riflessioni, comprese anche che, per 800 anni, egli aveva sì cercato il Sommo Merliniano, ma non l’aveva fatto tanto per Merlino, bensì per Veronica. L’unico modo per riaverla con sé, era certamente quello di trovare qualcuno in grado di sconfiggere Morgana e c’era un solo essere che ne sarebbe stato capace: tutto stava nel trovarlo e nell’insegnargli le arti magiche.

Fu in quel momento, con quel misto di speranza rinnovata e senso di colpa nei confronti del suo maestro che, con uno strattone più forte degli altri, riuscì ad aprire quel cassetto incastrato dalla polvere e dal poco utilizzo, in un mobile abbandonato e dimenticato ad un lato della stanza.

Dentro, coperto di polvere, vi era soltanto un sacchettino, corroso ai bordi dalle tarme e sicuramente molto antico. Balthazar, con mano tremante, sciolse il laccio che lo chiudeva, sicuro di conoscerne il contenuto. Infatti, non appena lo aprì, un antichissimo monile ne uscì fuori: una collana d’oro, decorata con coppie di perle.

Capì subito perché, quando era arrivato a Roma, aveva relegato il gioiello in quel cassetto, dimenticandosene subito dopo. In realtà, era già la terza volta che sperava di liberarsene, di abbandonarlo in qualcuno dei posti dove aveva vissuto per un po’ e non pensarci più. Perché ogni volta quel ricordo, il ricordo di quel giorno al mercato e di Veronica felice come una bambina, tornava a tormentarlo e faceva male.

Spesso Balthazar aveva pensato di poter spegnere quell’amore, spesso aveva sperato che questo svanisse, consumato dal tempo, ma non era stato così. In tutti quei secoli (e 800 anni cominciavano ad essere tanti) il suo amore non aveva fatto che rafforzarsi. Ed ogni posto che visitava, ogni bambino che vedeva, ogni speranza che veniva delusa era per lei, per Veronica.

Un giorno, pensò ancora, si sarebbero rivisti. Sarebbe stato un giorno apocalittico, il giorno della resa dei conti e Balthazar, in tutta coscienza, non sapeva davvero se sarebbero riusciti entrambi a sopravvivere. Questo però non importava: tutto ciò che spingeva il mago a provare ancora e ancora era la certezza che un giorno, forse lontano, forse vicino, l’avrebbe rivista. Tanto bastava.

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Capitolo 3
*** New York - 2010 d.c. ***


 

New York – 2010 d.c.

 

I coniugi Blake erano una delle coppie più invidiate dell’alta società Newyorkese. Nessuno sapeva da dove venissero anche se si mormorava avessero origini inglesi. Nessuno era nemmeno ben certo che avessero fatto della grande mela la loro residenza definitiva, anzi! Correva voce che presto, molto presto, avrebbero lasciato la città per nuovi e più avventurosi lidi.

Per il momento, comunque, si limitavano ad una vita spensierata e felice, permessa dalle ingenti ricchezze che possedevano, di provenienza, ovviamente, sconosciuta ed incerta.

Mr Blake era un uomo sulla quarantina, piuttosto alto. Si sussurrava che in passato avesse avuto una vita piena di avventure, che avesse girato il mondo custodendo un prezioso ed importante segreto e si diceva che queste esperienze lo avessero duramente provato. Infatti il suo viso, i suoi occhi, conservavano un’espressione malinconica, come se questa fosse stata scolpita sul suo volto, anche quando era felice, anche quando sorrideva.

Oltre ad un passato avventuroso, Mr Blake aveva anche un’altra particolarità: il nome. Infatti, benché non ne parlasse spesso e preferisse non presentarsi così, tutti sapevano che si chiamava Balthazar. Un nome particolare, antico, che sicuramente attirava l’attenzione.

Balthazar aveva un vezzo: i capelli. Erano biondi e mossi e lui li portava lunghi fin quasi alle spalle, solitamente raccolti in un codino. Quando una volta, gli avevano chiesto perché non li tagliasse, corre voce che avesse risposto: “A mia moglie piacciono così... le ricordano del tempo passato” e, molti, erano giunti alla conclusione che si trattasse di un colpo di testa giovanile.

Mrs Blake, Veronica per gli amici, era una donna di una trentina d’anni, mora, con occhi profondi e labbra carnose. Più che bella, affascinante. Donna schiva e di poche parole, sembrava perfettamente a suo agio in quel mondo che poteva rivelarsi anche molto ostile. Di lei si conosceva pochissimo: qualunque fosse stato il suo passato, il suo viso ed il suo carattere non ne avevano conservato i segni: era una persona estremamente riservata ma molto ottimista e, caratteristica più evidente, amava moltissimo la vita che conduceva.

Le mise che sfoggiava ad ogni party erano le più invidiate da tutte le signore e qualcuno mormorava, un po’ per scherzo, un po’ per vero, che per avere abiti così belli ricorresse alla magia.

Ciò che più attirava l’attenzione nel suo abbigliamento, però, erano due gioielli particolarissimi e sicuramente antichi, dai quali non si separava mai. Il primo era un anello di metallo, spesso e fittamente decorato con simboli stranissimi; sicuramente non si adattava ad una signora di tale eleganza e, sulle sue mani così fini, risaltava ulteriormente ma lei rifiutava di separarsene: “è un oggetto che ho a lungo disprezzato” spiegava “ma ora ho capito quanto sia importante per me e niente e nessuno portanno farmi cambiare idea”.

L’altro monile che era solita indossare era invece di gran pregio: una raffinata collana d’oro, decorata con perle perfette; doveva valere una fortuna. Quando le chiedevano dove si fosse mai procurata un oggetto simile, ella sorrideva, prima di rispondere in modo enigmatico e, probabilmente, scherzando: “è un regalo di mio marito. Me la comprò in Inghilterra, ad un mercato, molti molti anni or sono. Ma dovette aspettare quasi mille anni, per riuscire a regalarmela”.

 

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Alla fine, ho iniziato a leggere fanfiction in inglese su questo film e la mia voglia di scriverne si è placata!xD
Rileggendo questa cosa che ho scritto non è che mi piaccia molto ma ci voleva una conclusione e io non avevo intenzione di riscriverla daccapo!xD

Grazie mille a Zazar e Britney per aver letto questa cosa e per averla recensita! :)

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