Love Boat di Tetide (/viewuser.php?uid=68483)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ferie di Luglio ***
Capitolo 2: *** Bonaccia... o tempesta? ***
Capitolo 3: *** Cigarettes and coffee ***
Capitolo 4: *** Neverending summer ***
Capitolo 5: *** Montagne russe ***
Capitolo 6: *** A che ora è il buffet di mezzanotte? ***
Capitolo 7: *** Bateau de vie ***
Capitolo 8: *** La gelosia non è più di moda... ***
Capitolo 9: *** Quel che non si dice ***
Capitolo 10: *** Vento nell'anima ***
Capitolo 11: *** Sbarco con sorpresa ***
Capitolo 1 *** Ferie di Luglio ***
Love Boat- Capitolo 1
LOVE BOAT
Disclaimer: I personaggi
presenti in questa storia non mi appartengono, ma sono di
proprietà dell’autrice Riyoko Ikeda, della casa editrice
Shueisha e della Tokio Movie Shinsha. Questa storia non è stata
scritta a fini di lucro, ma con intento esclusivamente amatoriale. Il
diritto d’autore dei personaggi originali appartiene
all’autrice Tetide.
Il titolo di questa fanfic è ripreso da quello dell’omonimo telefilm degli Anni ’80.
CAPITOLO 1
FERIE DI LUGLIO
Avete presente la banchina di un porto turistico? Sì, proprio
quella da cui, di solito, partono le navi da crociera durante i mesi
estivi. Orbene, la banchina del porto turistico di Barcellona ne
è un ottimo esempio: affollata, chiassosa e colorata. Sempre.
E quel mattino di Luglio non faceva di certo eccezione!
Una folla ondeggiante e multicolore animava la costruzione in cemento
che si protendeva nel mare: una marea confusa e spensierata di
vacanzieri, pronti a buttarsi nella più sfrenata delle vacanze:
la crociera!!
“André, accidenti, ma dove cavolo hai messo i teli da
mare? Nella borsa non riesco proprio a trovarli! Sono in valigia, per
caso?”,
“Stà tranquilla, Oscar: non ci sono, semplicemente perché non li ho portati. Li troveremo in cabina”,
“E come fai ad esserne certo?”,
“Perché me lo ha detto il tizio dell’agenzia. Su
queste navi fighe non ti fanno mai mancar niente. Te ne
accorgerai”.
Oscar chiuse la borsa “Voglio davvero vedere…”.
Trillò un cellulare: quello di André.
“Pronto?”, lo prese; si allontanò per alcuni minuti
tra la folla, mentre proseguiva la conversazione; quindi
tornò da Oscar.
“Chi era?” chiese questa,
“La nonna. Voleva sapere com’era andato il volo da Parigi
fin qui. Continua a chiedere perché non siamo partiti da
Marsiglia”,
“Dovrebbe chiederlo alla compagnia, che ha scelto questo porto come base”.
I due scoppiarono a ridere.
Accanto a loro, defilata, stava una ragazza dall’aria timida, i
lunghi capelli castano chiaro raccolti in una coda; dal suo viso
traspariva tutta l’insofferenza per aver dovuto prender parte a
quella vacanza contro la propria volontà.
“Rosalie! Vieni?”, la chiamò Oscar,
“Arrivo, sorellona” sbuffò lei,
“Tesoro? Ci sei?” André le sventolò una mano davanti al viso,
“Ci sono, ci sono. Anche se non avrei voluto esserci…”,
Le ultime parole erano state pronunciate in un soffio, ma non sfuggirono ad Oscar.
“Non puoi continuare a disperarti per lui in eterno, Rosalie. E
poi, era un deficiente! Hai fatto benissimo a lasciarlo!”,
“Ti ricordo che è stato lui a lasciare me!!” quello di Rosalie fu quasi un ruggito,
“Okay, okay! Come non detto!” si ritrasse Oscar.
E Rosalie ripiombò nei suoi pensieri.
Tre mesi. Erano passati esattamente tre mesi da quando aveva sorpreso
il suo fidanzato Bernard a fare sesso con la loro comune collega
Jeanne, in ufficio per di più. Si era appena allontanata per la
pausa pranzo, Bernard le aveva detto che l’avrebbe raggiunta non
appena avesse terminato di svolgere una pratica; all’improvviso,
lei si era ricordata di aver lasciato nel suo ufficio le pasticche per
il mal di testa, ed era ritornata indietro; ma, una volta entrata,
aveva avuto un’amara sorpresa: Bernard era chino sulla sua
scrivania, letteralmente avvinghiato tra le gambe di Jeanne Valois, una
dei capi-reparto, senza dubbio molto bella, ma di costumi assai facili:
quel poveretto di suo marito Nicholas ne sapeva qualcosa…
Non fosse stato che si trattava del suo fidanzato, Rosalie avrebbe
riso, dato che la scena era davvero grottesca: quei due, letteralmente
rotolati su una scrivania da cui erano stati cacciati in tutta fretta
vari oggetti da cancelleria, finiti disordinatamente sul pavimento, con
lui che cercava di slacciarle i ganci del reggicalze sotto alla gonna
con l’orlo rivoltato, e lei che armeggiava con la patta dei
pantaloni di lui; entrambi, sudati, affannati e con sul viso
un’aria confusa che li faceva sembrare attori di una commedia da
quattro lire…
Sul momento, Rosalie era rimasta senza parole: la scena le era sembrata
troppo assurdamente cruda e… vera, per essere reale! Poi, aveva
saputo che la cosa andava avanti da quasi due anni, ed allora non aveva
esitato a cantare in faccia a Bernard il fatto suo, e a chiedere il
trasferimento immediato in un altro ufficio, per non aver più
niente a che fare con quei due, specie dopo che lui l’aveva
scaricata.
Ne erano seguiti mesi d’inferno; e solo da una ventina di giorni,
lei aveva deciso di rialzare un po’ la testa e di riprendersi un
po’ di dignità, anche grazie al sostegno della sorella e
del cognato; di riprendersi il buonumore, invece, non se ne parlava
proprio…
Così, un po’ per aiutarla, Oscar le aveva proposto quella
vacanza, che lei aveva accettato solo perché spinta dalle
pressioni della sua migliore amica Charlotte e della stessa Oscar.
“E’ una vacanza diversa… ti aiuterà tantissimo a distrarti, vedrai!”,
“Scusa, Charlotte… ma cosa troverò al mio ritorno,
di mutato? Niente, presumo! E allora spiegami che senso ha illudersi di
star bene, quando al tuo ritorno i problemi sono lì e pronti ad
accoglierti uguali a prima!”,
“In questo, hai ragione… però la crociera è
una vacanza un po’ “diversa” dal normale, ed è
piena di eventi inaspettati: chissà, potrebbe anche capitarti
qualcosa di inaspettato che sia risolutivo per il tuo
problema…”,
“Non vedo cosa potrebbe essere”,
“Non hai mai sentito parlare di amori nati in vacanza?”,
“Ah, no, eh? Non venirmi a parlare di uomini!! Sono stufa ed
arcistufa!! Per un po’, non voglio nemmeno sentirne parlare,
chiaro?”,
“Va bene! Io dicevo così, tanto per dire…” alzò le mani l’altra, in segno di resa.
Ripensare a quella conversazione avuta con l’amica le faceva
salire un senso di noia misto a rabbia: quel deficiente di un
depravato!!! E lei, che come una cretina si era lasciata ingannare per
tutto quel tempo!! E adesso, dulcis in fundo,
se ne stava lì, su quella banchina, in mezzo a quella
insopportabile e chiassosa folla vacanziera, ad aspettare di imbarcarsi
su quella nave del cavolo… per far cosa, poi?? Ad ogni modo,
ormai era lì, quindi tanto valeva fare buon viso a cattivo
gioco, almeno per non scontentare la sorella ed il cognato.
Si incanalarono in fila per l’imbarco e la successiva
accettazione a bordo; certo che quella traballante scaletta sul mare
metteva davvero i brividi!! Ma era l’unica via per salire sulla
nave.
“Speriamo che la cabina sia all’altezza del prezzo, almeno!” stava dicendo Oscar ad André,
“Fidati! Ho visto un depliant: il nostro ponte è il più lussuoso, dopo quello delle suites”,
“Quand’è così…” Oscar tirò un sospiro.
Finalmente varcarono la soglia d’ingresso della nave, ed
immediatamente un mondo nuovo ed incredibile si presentò davanti
ai loro occhi.
Una enorme sala, al cui centro troneggiava una scultura ultramoderna in
metallo dorato che girava su sé stessa, ed una moquette rossa
erano il benvenuto ai passeggeri della nave.
Però!, pensò
Rosalie; alzò lo sguardo, e vide che la sala, in realtà,
era un gigantesco atrio, che si estendeva verso l’alto per
parecchi piani, e sul quale si affacciavano saloncini e bar di vario
genere; da qualche parte provenivano le note di un pianoforte.
La ragazza seduta al bancone dell’accoglienza-clienti stava fornendo le prime spiegazioni al passeggero che li precedeva.
“Ecco qui la tessera: tutti i passeggeri devono averne una. La
sua tessera non è soltanto la chiave per la sua cabina, ma anche
lo strumento che le permetterà di usufruire di tutti i servizi
della nave: acquisti, sala fitness, estetista e parrucchiere, bar e
night-club, e via dicendo; inoltre, presentando questa al cambio del
casinò, potrà avere dei gettoni per giocare alla roulette
o a qualunque altro gioco preferisca”.
L’uomo stava rigirandosi tra le mani la piccola tesserina, guardandola e riguardandola, con espressione divertita.
“E dica un po’… se cado in mare si trasforma anche in salvagente?”.
La ragazza rise, evidentemente a disagio; l’uomo la guardò
con un sorriso obliquo sul viso, che si rifletteva negli occhi blu
oltremare; di esser bello, lo era: alto, atletico, lunghi capelli
biondo-ramato… e quegli occhi blu obliqui; non c’era da
stupirsi dell’aria letteralmente estasiata della receptionist nell’averlo davanti!!
“Dunque, il suo nome, signore?”, la donna prese in mano una penna, per darsi un contegno,
“Louis Saint-Just”, rispose l’altro senza interrompere il sorriso,
“Bene. Benvenuto a bordo, signore!”.
La donna era rimasta imbambolata, seguendo con lo sguardo l’uomo
che si allontanava nell’interno della nave, quando André
la risvegliò con un colpetto di tosse; immediatamente, quella si
voltò, rossa in viso.
“Prego, signore”,
“André Grandier. Cabina doppia al ponte 10”;
quella si mise a cercare nel registro; poco dopo, fece un largo sorriso
“Ecco qui. Benvenuto, signore” e gli consegnò la
tessera, ripetendo le stesse istruzioni impartite un attimo prima
all’altro.
“Grazie”, André avanzò di alcuni passi
trascinandosi dietro la valigia, e si fermò nell’atrio,
facendo cenno ad Oscar e Rosalie che le avrebbe aspettate.
“Dica, signora!” riprese la ragazza,
“Oscar Grandier”,
“Come?!?” , fece l’altra, interdetta,
“Oscar Grandier” ripeté lei.
Sbigottita, la ragazza si alzò dalla sedia, appoggiandosi al banco con le due mani e sporgendosi meglio per guardare.
“Cosa cerca?” Oscar era stupita,
“Il suo bambino… e comunque, io le avevo chiesto il suo nome, non quello di suo figlio!”,
“Ma io non ho nessun figlio!!” esclamò Oscar “Quello è il mio nome!”,
“Eh?” l’altra era ancora senza parole; Oscar riprese, trattenendo un risolino.
“Il nome della figlia di un commissario dei gendarmi in pensione
che voleva tanto un figlio maschio! Allora, me la dà questa
tessera, o no?”,
“Certo, certo, signora! Ecco a lei, e buona crociera!”,
rispose la ragazza, senza guardarla negli occhi per l’imbarazzo.
Rosalie si piantò davanti alla receptionist.
“Buongiorno” la salutò quella; lei rispose con un lieve cenno del capo, quindi disse il suo nome.
“Ecco a lei, signora Lamorliere” le porse la tessera “faccia buon viaggio”.
Inoltrandosi nel grande atrio, Rosalie osservò la tessera, la quale recava scritto il numero 989.
“Che cabina ti hanno dato?” Oscar le fece alzare la testa; lei le mostrò la tessera.
“Sei al ponte 9, quello immediatamente sotto al nostro: noi siamo al 10”(1).
“Bene, allora andiamo in cabina” fece André
“Ci vediamo fra un’ora qui, nell’atrio, ed andiamo
fuori sul ponte a vedere la partenza”,
“O.K.” fu la risposta, poco convinta, di una Rosalie che fissava ancora la propria tessera.
Rosalie percorse un lungo ed elegante corridoio sui toni
dell’amaranto, notando come i suoi passi non facessero alcun
rumore sulla mouquette; raggiunse la sua cabina, inserì la tessera nella fessura ed entrò.
Però, si presenta bene!,
fu il primo, istintivo pensiero che le saltò in mente osservando
il suo alloggio. La cabina era abbastanza grande per essere chiamata
cabina: non aveva nulla in comune con le sue “colleghe” dei
traghetti; era spaziosa, ampia; da una grande finestra (ben diversa
dagli oblò classici delle navi) entrava la chiara luce del sole
riflesso sul mare; il pavimento, sempre coperto di mouquette,
era sui toni chiari del beige-ocra, di una tonalità appena
più chiaro dei tappetini ai lati del grande letto matrimoniale
che troneggiava addossato al centro della parete in fondo alla stanza;
il letto, appunto, aveva una struttura bassa e spaziosa
anch’esso, con una lunga testiera di legno scuro che correva al
di sopra di esso, immediatamente sotto alla grande finestra; ai due
lati, due comodini, sempre in legno scuro, con due sculture luminose
sopra, di vetro opale color rosa-cipria, che spandevano una luce
soffusa dalle loro superfici smerigliate e cosparse di piccoli cerchi
bianchi sottili; sulla sinistra, abbastanza distante dalla porta, stava
l’angolo toeletta, composto da un mobile solido e largo, sempre
in legno scuro e sovrastato da un grande specchio, con un tubo luminoso
che correva lungo tutto il suo perimetro; sul ripiano stavano una
confezione di kleenex ed un portacipria color ottone antico; una
poltroncina completava il tutto; nell’angolo a destra, invece, si
trovava un salottino in miniatura costituito da due divanetti imbottiti
biposto disposti a formare un angolo, ed un basso tavolino quadrato che
riempiva l’angolo; sul tavolino, stava la sorella maggiore delle
due lampade da comodino, in tutto e per tutto uguale, tranne che nelle
dimensioni, che erano maggiori, poiché questa era la fonte di
luce principale della camera.
Rosalie sospirò, lasciando cadere la valigia di mano: quello era
il posto ideale per una vacanza d’amore a due, pensò; e di
nuovo le tornò in mente Bernard, mentre una fitta di dolore le
attraversava il cuore.
“Oh, và a quel paese!”, disse ad alta voce, rivolta
con il pensiero al suo ex-fidanzato, mentre riprendeva in mano la
valigia per disporla su un piccolo portabagagli che si trovava in un
angolo al lato del letto; poi si avvicinò alla finestra, e
salendo ginocchioni sul letto, si appoggiò al davanzale; la
scena che le si presentava era tutto fuorché rattristante: una
banchina di un porto del Sud illuminata da uno squillante sole estivo,
e ricolma di gente chiassosa ed indaffarata nelle sue mansioni
quotidiane, svolte con animo evidentemente allegro; sorrise. Non voleva
davvero sprecare quei giorni così diversi dalla sua solita vita,
per di più deludendo la sorella ed il cognato che erano stati
così gentili da invitarla ad andare con loro: no, per quelle tre
settimane almeno, decise che non ci avrebbe pensato, o almeno avrebbe
cercato di farlo il meno possibile.
Scese dal letto e guardò l’orologio che portava al polso:
mancava appena una ventina di minuti all’appuntamento,
così decise di darsi una rinfrescata, avviandosi in bagno.
Anche questo era ben curato, anche se non molto grande: piastrelle
lucide marrone scuro, lavandino con ripiano in marmo e due lavabi,
vasca abbastanza grande.
Tutto per due, accidenti! Ma non c’erano singole, su questa nave?!?
Scosse la testa. Non ci doveva pensare. Si sciacquò il viso, poi
andò in camera e si cambiò, indossando un abito di
tessuto leggero rosa, in stile sottoveste, con una scollatura a V sulla
schiena, ed un’altra rotonda davanti che metteva in evidenza il
seno, che sul suo corpo sottile risaltava con evidenza, ma senza
invadenza, né volgarità.
Si avvicinò allo specchio per pettinarsi, e notò un
foglio poggiato sul ripiano della toeletta; lo prese, e lo lesse: era
il benvenuto a bordo del comandante Maximilien de Robespierre, ed il
programma delle attività della nave del giorno successivo; certo
che a fare tutto, non sarebbe rimasto un minuto libero nemmeno per
mangiare!! Quella vacanza si stava rivelando davvero
“speciale”, come aveva detto Charlotte…
Ma come fai ad avere sempre ragione?
Uscì, chiudendo la porta della cabina, e si accorse di un
profumo sempre più forte che veniva dal fondo del corridoio
verso di lei; aveva un che di… conturbante, quel profumo:
muschio selvatico misto a sandalo, un’impronta maschile
fortemente seducente… ma… un momento… era desiderio, quello che aveva avvertito?
“Buongiorno, signora!”; Rosalie alzò la testa,
trovandosi davanti il biondo rossiccio che aveva già notato al
momento dell’imbarco; il suo profumo così sensuale,
insieme al suo obliquo sguardo blu, le fecero uno strano effetto.
“… ‘Giorno” rispose, confusa e stordita,
“Anche lei su questo corridoio?”,
“Sì… sembra che sia una sorta di confino per i singles…”,
“Io non la vedrei così… piuttosto come una sorta di
“corsia preferenziale”, per pochi fortunati”,
“Interessante…” Rosalie era sempre più stordita,
“Sto salendo a vedere la partenza: posso avere il piacere di accompagnarla?” le porse il braccio,
“Ecco, io… mia sorella e mio cognato mi stanno aspettando, veramente…”.
Rosalie non avrebbe saputo dire perché, ma la vicinanza di
quell’uomo le faceva girare la testa e la metteva in uno strano
ed imbarazzante senso di confusione; così, poco educatamente,
girò le spalle e se ne andò, diretta all’atrio.
Cominciamo bene!, pensò.
Decisamente, quella vacanza di Luglio non sarebbe stata noiosa!
_______________________________________________________
(1)In realtà, quando si parte in crociera si conosce già
quale sia il ponte dove si è alloggiati, poiché questo
viene stabilito in sede di prenotazione (e le tariffe salgono man mano
che si sale di ponte!! Chi ha già fatto almeno una crociera lo
sa bene!!); la sola cosa che non si sa è il numero della cabina,
e la posizione in cui essa è ubicata.
Ma ciaaao!
Rieccomi qui con una storia molto "estiva", ed ambientata, per di più, in un contesto che io amo molto: la crociera!!
Si tratta di un contesto parecchio insolito per i nostri eroi, ma,
ormai lo sapete, io sono quella degli "esperimenti letterari"...
Riguardo alla cabina, ho descritto quella che è stata la mia
cabina durante la crociera di qualche anno fa alle Isole Greche; anche
altri particolari della nave che vedrete più avanti saranno
tutti reali, anche se non sempre presi dalla stessa nave, poiché
ho fatto tre crociere su tre navi diverse.
E anche qui, sia Saint-Just che Rosalie sono molto diversi dai
personaggi dell'anime; desidero pertanto dedicare questa storia
innanzitutto a tutti gli amanti del mare, poi a Ninfea Blu, ed infine a
tutti coloro che hanno amato "Blue Velvet". Buona lettura e buone
vacanze! Tetide.
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Capitolo 2 *** Bonaccia... o tempesta? ***
Capitolo 2- Bonaccia... o tempesta?
CAPITOLO 2
BONACCIA… O TEMPESTA?
Percorrendo di corsa gli interminabili corridoi gremiti di gente, tra
mille giochi di luce, pareti a vetri e lustrini vari sui muri, Rosalie
raggiunse i cognati.
Li trovò in compagnia di una coppia, composta da un uomo moro
alto e dal fisico erculeo, e da una donna castana dall’aria dolce
e timida.
“Ragazzi!” li salutò alzando un braccio,
“Oh, ecco mia sorella! Finalmente! Sai, credevamo che non
arrivassi più: io ed André abbiamo temuto che ti fossi
perduta per i corridoi, dato che questa nave è una vera e
propria città galleggiante!”,
“In effetti, ci è mancato poco” rispose Rosalie; poi
porse la mano ai due nuovi venuti, mano che si vide stringere da quella
della donna.
“Io sono Rosalie Lamorliere”, disse, presentandosi,
“Piacere, Rosalie! Mi chiamo Diane Soisson, e questo è mio marito Alain”,
“In luna di miele?”,
“Macché! E’ solo una scusa per staccare dai
rispettivi lavori, soprattutto da quello di mio marito: fa il
poliziotto!”,
“Sul serio? Anche mia sorella Oscar è poliziotta!” aggiunse Rosalie,
“Sì, ce lo stava giusto dicendo” si intromise l’uomo,
“Siete di Parigi?”, chiese ancora Rosalie,
“Sì. Anche voi?”,
“Veniamo tutti dallo stesso caos!”, fu il commento di André.
In quel momento, la possente sirena annunciò l’uscita dal
porto; tutti allora interruppero le loro conversazioni per avvicinarsi
alla balaustra.
Rosalie sorrise, mentre il vento le schiaffeggiava la fronte; in quel
momento, Bernard ed i suoi problemi erano lontano mille miglia.
Diane le si avvicinò “Dimmi, in che ponte siete alloggiati?”,
“Io al 9, mia sorella e mio cognato al 10. E voi?”,
“Siamo al 6, più o meno al centro della nave”,
“Avete fatto la scelta giusta, allora” si avvicinò
anche Oscar “mio marito mi ha convinto che più in alto il
panorama è meglio, ma in caso di mare mosso, lassù
vomiteremmo anche l’anima!”.
Rosalie sorrise, guardandosi attorno: c’era un gran mare di
gente, quasi tutti vacanzieri Spagnoli che salutavano i loro cari
rimasti a terra con le loro espressioni colorite; in un angolo,
André ed Alain avevano preso a parlare fitto fitto tra loro, di rugby,
probabilmente, l’argomento preferito di André; si
girò, e sulla sua destra, un po’ più avanti sul
ponte, appoggiato alla balaustra da solo, vide l’uomo che aveva
incontrato poco prima nel corridoio: a guardarlo adesso, era davvero
bello: gli occhi blu persi nel paesaggio senza osservare un punto
preciso, avevano un che di malinconico, mentre i lunghi capelli biondi
gli roteavano attorno al viso; era parecchio alto ed atletico,
notò.
Rosalie, calma gli ormoni!, si disse mentalmente scuotendo la testa; e per distogliersi meglio, tornò a parlare con Diane.
La nave usciva lentamente dal porto, sfilando davanti alle banchine ed
alle altre navi ormeggiate, mentre il vento sul ponte iniziava a
rinforzare; dai ponti delle altre navi e da imbarcazioni più
piccole qualcuno salutava con la mano la grande nave in partenza per il
suo viaggio da sogno, ciascuno preso da quella febbre che rende tutti
fratelli in mare, annullando il fatto di non conoscersi nemmeno, di non
essersi mai visti prima d’allora, e dopo d’allora mai
più.
La piccola imbarcazione-pilota(1) si sganciò dalla prora della
nave, ed una delle persone che avevano liberato la fune lanciò
un saluto al comandante Robespierre, il quale rispose con un altro
possente TWOOT.
Le ragazze sul ponte, ormai diventate amiche, ridevano assieme; i due
uomini, dal canto loro, erano corsi a poppa, per godersi lo spettacolo
delle grosse stelle filanti appese alla tolda posteriore della nave in
segno di saluto verso il porto che si andava facendo sempre più
lontano.
“Comincia la nostra avventura!!” Oscar abbracciò le
altre due, un braccio intorno alla vita di ognuna “Che ne dite,
andiamo a bere qualcosa, per festeggiare?”,
“O.K.!” fece Diane,
“Però dovremmo anche mangiare qualcosa!” una voce alle sue spalle. Era André, assieme ad Alain.
Si avviarono verso l’interno della nave. Rosalie sorrideva, sollevata.
Raggiunsero il self-service:
si trattava di una grande sala sui toni del bianco e del verde, con
tavolini e sedie lungo le pareti; al centro della sala, più o
meno fino a metà, correva un basso muro, in stile Americano, con
sgabelli su entrambi i lati; il muro stesso fungeva da tavolo, ed aveva
dei faretti penduli che scendevano su di esso, piccole lampadine
schermate da paralumi in vetro verde.
In fondo alla sala, stava la zona self-service vera e propria: un bancone che seguiva la forma di una S, sul quale si trovavano le vivande, calde e fredde, e le bevande.
I nostri eroi si misero in fila, scherzando e dandosi battute spiritose.
“Scusa, Rosalie, ma non dovremmo aspettare il tuo ragazzo?”
se ne uscì ad un tratto Diane; l’interessata
impallidì, raggelandosi.
Fu Oscar a salvare la situazione “Mia sorella è single”, disse per tagliare corto; poi cambiò argomento “Guardate, ci sono i biscotti ripieni!!”,
“Uhh! E’ vero! Ne voglio una confezione!” la
golosissima Diane si lanciò verso il punto in questione,
lasciandosi indietro Oscar e Rosalie, che se ne stavano in silenzio.
“Grazie” disse la più giovane dopo un po’,
“Ah, di niente!” rispose Oscar “Però anche tu dovresti far qualcosa per migliorare le cose!”,
“Ah, sì? E cosa? Appendermi un cartone al collo con sopra scritto “cornuta e lasciata”?”,
“Mmhh… no. Potresti… trovarti un altro, per esempio!”,
“Oscar! Per favore! Siamo appena partiti! Non guastarmi il
viaggio da subito, con queste stronzate! Già basta e avanza
Charlotte, in ufficio!”,
“Come non detto! Pensiamo a divertirci”.
Riempiti i vassoi, si scelsero un tavolo; sedendosi, Rosalie si accorse
della presenza del bellone del suo corridoio: era seduto in fondo alla
sala, nella zona riservata ai fumatori, da solo; fumava una sigaretta,
guardando fuori; aveva sempre quel bellissimo sguardo perso
nell’orizzonte…
Da qualche parte nella sala, un altoparlante suonava in sottofondo Squander, degli Skunk Anansie.
**********
Come prima giornata, non c’era male, davvero! Aveva preso parte
ad un quiz improvvisato sul cinema, giocato al bingo, e fatto un bagno
in piscina nel tardo pomeriggio: per Rosalie, di solito tanto timida,
era abbastanza!
Ma per tutto il giorno, non era riuscita a toglierselo dalla testa;
continuava a ripensare a quell’uomo, che l’aveva tanto
incuriosita sin dal momento dell’imbarco e che… sì,
doveva ammettere che le piaceva.
Piantala Rosalie! Vuoi finire in un altro guaio? E poi, non lo conosci nemmeno, quello! Potrebbe anche essere un criminale!
Ritornò in cabina per farsi una doccia, ma quando
imboccò il suo corridoio, si accorse di star scrutando
ogni angolo, a cercare lui. Chissà qual’era la sua cabina…
Scosse la testa, asciugandosela nell’asciugamano; sussultò
quando udì dei rumori e delle voci provenire dal fondo del
corridoio verso di lei, ma subito si accorse che si trattava di una
coppia di Americani.
Dandosi della scema, entrò in cabina, dove trovò ad
attenderla l’accogliente profumo di pulito ed eleganza che di
solito caratterizza i grandi alberghi; sul risvolto delle coperte del
letto erano stati disposti alcuni cioccolatini, con accanto un
biglietto con la scritta With compliments; sul cuscino, il programma del giorno successivo.
Fece una doccia, quindi si mise sul letto a guardare un po’ la
TV; tra circa mezz’ora, gli altri l’aspettavano nel teatro
per ascoltare la spiegazione del percorso della nave, fatto dalla
direttrice di bordo.
Prima di lasciare la cabina si truccò un po’, giusto per sentirsi a posto.
Arrivò con un poco di anticipo, e subito, entrata nel teatro, cercò gli altri.
Il teatro era mastodontico, tutto giocato sui toni del rosso amaranto e
del porpora, con file di poltroncine di raso intervallate qua e
là da tavolini con piccoli lumi di cristallo bianco opale di
sopra; colonne di marmo scuro completavano l’arredamento.
“Ci si rivede!” una voce alle sue spalle la fece
sussultare; Rosalie sentì aprirsi una porta nel suo cuore; non
seppe dire perché, ma un sorriso le si allargò sul viso.
“Buonasera” si voltò.
Ancora lui. L’Apollo dai capelli fulvi.
“Sempre da sola… non ha trovato i suoi amici?”,
“Veramente… li stavo giusto cercando!”, Rosalie
girò la testa a destra ed a sinistra, cercando di togliersi
dall’imbarazzo; la vicinanza di quell’uomo bellissimo le
faceva girare letteralmente la testa, e non riusciva a sostenere il suo
sguardo blu.
“Se vuole può sedersi con me…”.
Rosalie rimase folgorata, senza parole; fortunatamente, in quel momento vide Oscar che la chiamava agitando un braccio.
“Grazie, ma… mia sorella mi sta chiamando: è laggiù!”,
“Come preferisce” fece spallucce l’uomo
“comunque non ci siamo ancora presentati: io mi chiamo Louis
Saint-Just”,
“Piacere, Rosalie Lamorliere”, gli tese la mano; ma quello,
per tutta risposta, se la portò alle labbra per sfiorarla con un
bacio.
“E’ un vero piacere, Rosalie”, le rispose; poi, si allontanò.
Lei rimase imbambolata, gli occhi e la bocca sbarrati, la mano ancora a
mezz’aria, non capendo ancora bene cosa fosse successo, mentre
altri passeggeri le passavano accanto per andare a prendere posto,
spintonandola.
“Allora, vieni?” si sentì afferrare per un braccio. Oscar.
“Eh?”, lei si voltò, con aria frastornata,
“Ma che c’è, sorella? Sei passata a farti un cocktail, per caso?”,
“N-no, è che… sto soffrendo un po’ il mare…”,
“Soffrendo il mare? Con questa bonaccia? Non voglio pensare a
cosa succederà se incontreremo del mare mosso!”.
Rosalie annuì, la bocca ancora semiaperta.
“Dài, vieni, siamo seduti là! Hai bisogno di
distrarti, così ti passa tutto! Alain racconta delle barzellette
favolose!”.
La trascinò letteralmente, mentre lei continuava a tenersi la
mano baciata da Louis, come fosse stata una cosa preziosa e fragile.
La direttrice di crociera, Roxanne de Noailles, finì la sua
spiegazione, iniziando a ricevere ogni sorta di domande; i cinque
seduti in terza fila continuavano a godere delle doti istrioniche di
Alain. Tutti, tranne Rosalie.
Lei continuava a girarsi indietro, verso il punto in cui era seduto
Louis; per tutto il tempo era sempre rimasto da solo; solo per alcuni
minuti, una mora truccatissima ed in abito da cocktail
gli si era seduta accanto, ed insieme avevano preso a ridere; in quei
momenti, Rosalie aveva provato un profondo senso di irritazione, ed
aveva preso a grattarsi il dorso della mano.
Ma che vai a pensare, stupida? Ti
stai facendo delle paranoie per uno che appena conosci!
D’accordo, ti ha baciato la mano, è molto bello, e allora?
A te non deve importare nulla: ti sei imposta di non interessarti agli
uomini per un po’, e devi mantenere la tua promessa! Vuoi cadere
in un’altra trappola? Vuoi che finisca come con Bernard, stupida
inetta? Non provarci neanche!! Questa è un’altra trappola,
non caderci! Non avvicinarti nemmeno!! Pericolo, pericolo, pericolo!
Però, quel profumo… mi fa sentire caldo all’improvviso… e quello sguardo obliquo…
Basta, deficiente!! Tu vuoi proprio
passare un guaio! Poi, non dire che non ti avevo avvertita, quando il
tuo bell’ometto ti farà piangere per qualcun’altra:
gli uomini sono tutti uguali, lo vuoi capire o no?!?
**********
Dopo cena, Oscar ed André decisero di ritirarsi, stanchi per la
giornata movimentata; Alain e Diane, invece, preferirono fare un salto
in discoteca.
Rosalie, dal canto suo, non aveva né sonno, né voglia di
zompettare, così optò per uno dei numerosi piano-bar, al
settimo piano.
La sala era davvero elegante, come ogni cosa su quella nave assurda:
sui toni del beige e del marrone chiaro, con tavolini ubicati lungo
pareti curve che erano state costruite anche in mezzo alla sala; qua e
là, lampade dal paralume schermato, diffondevano una luce
soffusa, adatta agli incontri “intriganti” che capitano
solo sulle navi da crociera; grandi piante dappertutto.
Al centro, la pista da ballo, con alcune coppie che si muovevano al ritmo di ’A Canzuncella, vecchia canzone Italiana che il pianista suonava e cantava seduto al piano in un angolo.(2)
Rosalie si sedette ad un tavolino defilato, per gustarsi un po’
di musica; in quel momento, entrò il comandante, accompagnato da
un ufficiale; i due attraversarono la sala, ricevendo un cenno di
saluto da parte del cantante.
Rosalie li seguì con lo sguardo, quando sentì una voce che la fece sussultare.
“Posso?”.
Inutile a dirlo, era lui. Alzando la testa senza riuscire ad articolare pensieri coerenti, fece un gesto con una mano, meccanicamente.
Ma che fai, idiota? Vuoi proprio metterti nei guai, allora!
“Grazie” Louis si sedette “vuole una sigaretta?”.
Con mano tremante, Rosalie accettò.
“Ancora da sola! Sua sorella?”,
“Oh… lei… era molto stanca… è in cabina, credo…”,
“Una donna così bella lasciata sempre da sola: non è giusto!” l’uomo allargò il sorriso.
Rosalie si sentì invasa da un’ondata di calore, calore che
aumentò quando si accorse che Louis indossava una camicia aperta
fino all’ombelico, che sembrava fatta apposta per ammiccare alle
signore.
Il pianista attaccò Take my breath away, colonna Sonora del film Top Gun.
“Vuoi ballare?”, Louis le ammiccò di nuovo, questa volta in modo più evidente.
Non le diede nemmeno il tempo per rispondere; prese l’imbambolata
Rosalie per un polso e la condusse al centro della pista,
stringendosela addosso.
E lei non era stata in grado né di reagire, né di parlare!
Il profumo di lui le inebriava ed ottundeva i sensi, mentre sotto le
dita poteva avvertire il contatto con la pelle calda del suo petto,
attraverso la stoffa leggera della camicia.
Cosa fai, stupida? Cosa? Vuoi infossarti con le tue stesse mani? Vattene subito!!
Ritrovata la lucidità, si staccò bruscamente da lui.
“Scusami…”, completamente fuori fase, non si era neanche accorta che erano passati al “tu”.
“Cosa?”, Louis sorrise,
“Non mi sento molto bene… sono un po’ stanca… preferirei andare a dormire”,
“Ti accompagno fino alla tua cabina?”,
“NO!!!”.
Aveva gridato, al punto che alcuni dei ballerini sulla pista si erano girati, ma subito riprese un contegno.
“Ehm… volevo dire che non ce n’è
bisogno… inoltre, devo passare dalla cabina di mia
sorella…”,
“Capisco”.
Senza aggiungere nulla, tornò al suo tavolino, prese la borsa e scappò letteralmente via dalla sala.
Altro che bonaccia: qui tira aria di
tempesta!! Quell’uomo è un pericolo pubblico! Devo
girargli al largo, è meglio per tutti e due!
Uscì sul ponte, respirando a pieni polmoni l’aria umida
della notte; dopo che si fu un po’ calmata, rientrò,
diretta alla sua cabina; nel farlo, passò davanti ad
un’altra sala da ballo, quella centrale, dove l’orchestrina
si stava profondendo in un pezzo ritmato, La camisa nera, e diverse persone si scatenavano sulla pista.
Si fermò per qualche istante, ascoltando le parole.
Tengo la camisa nera
e l’amor non me interessa…
tengo nell’alma una pena…(3)
…
Tengo la camisa nera
Porché nera tengo l’alma…(3)
Rosalie sorrise amaramente. Sembra scritta per me, pensò.
**********
“Un bonazzo ti ha lasciato gli occhi addosso”, sospirò Oscar,
“Come?” Rosalie spalancò gli occhi, poi girò leggermente la testa,
“Non voltarti!” le intimò la sorella.
Entrambe erano sedute al bar davanti alla piscina, sorseggiando succhi
di frutta, mentre André ed Alain guardavano e commentavano la
partita trasmessa sul piccolo televisore, un poco più in
là.
Con la coda dell’occhio, Rosalie lo vide, e sospirò.
“Ancora lui!” fu un pensiero che si lasciò sfuggire
ad alta voce, ma all’attenta Oscar non passò inosservato.
“Lo conosci?”.
Presa in contropiede, Rosalie cercò di annaspare.
“Sì… no… è uno che sta sul mio stesso
ponte… ci siamo visti un paio di volte…”,
“…E non ti è indifferente, vedo!”,
“Ma no! Che cavolo dici?!?”,
“Dico che da quando lo hai visto, ti stai torturando a
ripetizione le mani ed i capelli: quello lì ti ha fatto
colpo!”,
“Oscar, per favore, risparmiami le tue cavolate!”,
“IO non dico cavolate!” si sporse in avanti sulla sedia
“Semmai, sei TU che le dici! Perché ti vuoi ostinare a
coprire il sole con la carta velina? Ammetti che ti piace, e
basta!”,
“No che non lo ammetto: perché è solo una tua fantasia!”,
“Certo, come no?! Ed io sono la fata turchina!!”,
“Adesso mi stai dando veramente sui nervi!”, Rosalie si
accese una sigaretta con le mani tremanti che compievano gesti
scoordinati,
“Non sono tutti uguali, Rosalie! Lui non è Bernard!” sospirò Oscar,
“Non so davvero di cosa parli! A te il sole deve aver dato alla
testa! Và a farti un bagno, è meglio!”.
Così dicendo, Rosalie si alzò bruscamente dalla sedia, e
presa la borsetta, si diresse sul ponte esterno, verso la piscina.
“Ti ha fatto colpo, ti ha fatto colpo!”, la voce di Oscar
la seguì in una lenta cantilena, non troppo forte da raggiungere
le orecchie degli altri avventori, ma abbastanza per essere udita da
lei.
Cercando inutilmente di ricomporsi, Rosalie uscì sul ponte; si
avvicinò alla balaustra, passando vicino alla piscina dei
più piccoli, dove un gruppo di ragazzini giocava a spruzzarsi
con l’acqua; ricevette alcune gocce sul viso, che le diedero un
immediato senso di fresco. Affacciatasi alla balaustra, rivolse lo
sguardo sull’infinita distesa blu del mare sereno, illuminato da
un sole squillante. Estate piena.
Sentiva il rumore dei motori sotto i tacchi dei sandali-gioiello, il
vento le scompigliava i lunghi capelli; quella bellissima vacanza stava
diventando alquanto complicata, pensò. Quell’uomo
affascinante e bellissimo le faceva girare letteralmente la testa, con
sé stessa almeno doveva ammetterlo; e adesso, cosa doveva fare?
Evitarlo, era la risposta più ovvia; ma era anche quella di
più difficile attuazione, su di una nave; d’accordo che
quella era una nave da crociera, non un traghetto, e c’erano
mille posti diversi dove stare, ma lui sembrava esserci sempre dove
c’era anche lei! Che lo facesse apposta?
Ma che vado a pensare! Mi sto
montando decisamente la testa! Stai buona, tu!! Non ne hai avuto
già abbastanza con quel cretino, a Parigi?, disse
mentalmente rivolta alla sua parte più intima sotto la lunga
gonna di seta colorata a fiori, la quale al ricordo della camicia
aperta di Saint-Just le aveva manifestato un deciso pizzicore.
**********
Fedele al suo proposito, da quel momento Rosalie cercò in tutti
i modi di evitare Louis; e d’altronde, i mezzi non mancavano:
lezioni di acquagym in piscina, casinò, dimostrazioni di cocktail-making
sul ponte, quiz e giochi vari… e le cose sarebbero di certo
migliorate con l’arrivo a terra nella prima delle tappe, le Isole
Canarie.
Quella mattina, tanto per non smentirsi, aveva trascinato André alla lezione di ballo Latino-Americano.
Seduta ad un tavolino sotto la tettoia, un bicchiere in mano, Oscar li osservava divertita.
“Basta Rosalie, sono fuso!! Un’altra salsa, e mi dovranno raccogliere con il cucchiaio!”, André era completamente sudato,
“Stai invecchiando, cognatino! Una volta tiravi l’alba in discoteca!!”,
“In discoteca non c’era il sole a picco sulla testa!”.
“All right, everybody!!” gridò il maestro di ballo Brasiliano, “Adesso, si cambia musica: faremo una lambada!!”, e presa una signora attempata, iniziò a muoversi a tempo di musica, mostrando i passi.(4)
Tutti restarono di sasso: i passi erano davvero molto sexy, con i
bacini dei due che si strofinavano l’uno su quello
dell’altra: una danza davvero erotica!
“O.K.! Adesso, a voi!!!”.
Ridacchiando, Rosalie ed André iniziarono a ballare; ma un
attimo dopo, il maestro di ballo ordinò: “Cambio di
partner!”.
André si girò, letteralmente afferrato da una Spagnola
che da un pezzo gli sbavava addosso; Rosalie sentì una voce alle
sue spalle.
“Posso, madame?”.
E rabbrividì.
Di nuovo lui!!
Si volse a guardare Oscar, la quale la stava salutando scherzosamente
muovendo lentamente due dita con la mano alzata, ed uno strano
sorrisino sul viso.
_________________________________________________________________________________________
(1)L’imbarcazione-pilota è una piccola imbarcazione, di
solito un piccolo battello, od un cabinato, che aggancia tutte le navi
di grossa taglia quando queste entrano od escono dal porto, per
aiutarle nelle manovre.
(2)Ricordo personale, preso dalla mia crociera alle Isole Greche, pianobar compreso!
(3)Juanes, La camisa nera, altro ricordo; e scusate per il mio pessimo Spagnolo!
(4)Per la serie “ricordi personali assurdi”: anche
l’istruttore di ballo della mia nave faceva lo stesso, per
coinvolgere anche le signore più attempate della nave (e debbo
dire che ci riusciva alla grande!!).
Rieccomi
con un capitolo uscito tutto in una volta, di getto, la notte scorsa;
un pò audace, il nostro Saint-Just, vero? Mi sa che questa
crociera per la povera Rosalie sta evolvendo in senso decisamente
complicato... io, al posto suo, mi sarei già buttata in mare da
un pezzo! XD Dunque, ho infilato in questo capitolo un bel pò di
ricordi personali, anche se, come ho detto, non sempre presi dalla
stessa nave; a proposito, per chi volesse vedere la nave, almeno in
esterni, per come l'ho immaginata, è la "Costa Marina". riguardo
alle scene sui ponti e negli interni, ho preso da altre navi su cui
sono stata, quindi vi dirò più avanti. Adesso, rispondo
alle recensioni.
Ninfea Blu:
nel ringraziarti per la trentesima volta (forse?), ti dedico questo
capitolo, e ti chiedo cosa ne pensi di "quella scena" di cui ti ho
parlato via mail... Rosalie è lontana anni-luce dalla piagnola,
e l'ho addirittura fatta vestire come me!!
Medusa: allora, ti
piace l'ambiente crocieristico? Bello, vero? Io l'adoravo!! E quella
che ho descritto era la mia cabina durante l'ultima crociera che ho
fatto; mi viene voglia di farne un'altra... Come ti sembra André
ballerino?
Cicina: grazie cara,
spero mi seguirai fino alla fine; e per quanto riguarda la coppia
Rosalie-Saint-Just, beh, dato che erano un pò trascurati, ci ho
pensato io a riscattarli! Come dici? Nell'anime non stanno assieme? Lo
so, ma Bernard mi sta un pò sulle scatole per quello che ha
fatto ad André...
Pry: allora, piaciuta
l'idea del comandante? In effetti, volevo dedicartela... scommetto che
andresti immediatamente in crociera, se ci fosse lui
come comandante!! I personaggi li ho "sistemati" come al solito, come
piacciono a me; quanto al cognome, è una cosa voluta:
cioé, mi sono detta, dato che nell'anime è Rosalie ad
entrare a far parte della famiglia di Oscar, adesso ho voluto provare
il contrario, facendo sì che fosse la famiglia di Rosalie
(Lamorliere) appunto, ad "accogliere" Oscar (sempre con l'immancabile
generale, però!XD)
StregaGrianne: se mi
piace Saint-Just? Mah, non so... tu che dici? ;-) In effetti,
fisicamente mi piace (SOLO fisicamente); per tutto il resto,
cioé dal lato caratteriale/personalità, assolutamente no!
Perché? Perché appartiene alla schiera dei FF&P
(Fuori, Fusi & Persi), non solo nell'anime, ma anche storicamente.
Ma da come l'ho "sistemato" io, credo che piacerebbe a molte; non sei
d'accordo? ;-) P.S.: scusa, ma la tua era curiosità o una sorta
di intuizione? E a te piace? :-)
Lady in Blue: ma che
sorpresa trovare un'altra che ama il mare... e sono felicissima che la
storia ti piaccia! Grazie per i complimenti, vedrò di non
deluderti!
jenny123: allora,
è abbastanza divertente? Tranne che per la povera Rosalie, che
rischia un esaurimento nervoso... Che bravo Bernard, eh?
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Capitolo 3 *** Cigarettes and coffee ***
Capitolo 3- Cigarettes and coffee
CAPITOLO 3
CIGARETTES AND COFFEE
Rosalie POV
Basta!! Non ne posso più!!!
Questa è una persecuzione bell’e buona, ecco cosa è!!
Ovunque io vada, c’è anche lui. Qualunque cosa io faccia, trovo là anche lui. E non siamo che ai primi giorni di questa assurda crociera...
Voglio tornare a Parigi, nella mia
bella casa, a piangere per il mio fidanzato fedifrago: così,
almeno, me ne starò in pace!
E dire che avevo accettato di venire per rilassarmi…
Se avessi potuto saperlo… col cavolo che venivo!!!
Guarda l’altra sera, per
esempio: avrebbe dovuto essere una serata tranquilla, spassosa, tra
amici… ed invece è stata la peggiore figuraccia della mia
vita!!
Beh, a cena sembrava tutto
così normale… io, Oscar e André, che finalmente
avevamo deciso di raccogliere tutte le nostre buone maniere Parigine ed
infilarci nel ristorante più chic della nave, ben sapendo che
sarebbe stato un salasso per le nostre tesserine… ma proprio per
questo avevamo deciso di dividere in tre.
Dunque, entriamo là e ci
sediamo, in mezzo ad un tripudio di rasi color salmone, cristalli di
Boemia al posto delle appliques, sedie in mogano ed ebano e tovaglie
che sembravano fatte di seta tanto erano lucide e linde; la musica da
camera sembrava aver cancellato in un attimo tutto il casino degli
altri ponti, e la sala era quasi vuota, così ci siamo seduti;
abbiamo fatto la conoscenza di una coppia di fidanzati dell’alta
società Parigina, Marie Antoinette Asburgo e Axel Fersen, due
dottori anche loro in cerca di una vacanza “diversa”, come
noi; solo che, al contrario di noi, loro quel posto potevano
permetterselo ogni sera.
Abbiamo familiarizzato subito, e dopo
cena abbiamo deciso di andare insieme ad assistere allo show al ponte
8, dove c’era il nostro animatore preferito, Gerard Lassalle;
questa sera era previsto un intrattenimento divertente con
coinvolgimento del pubblico; quando arriviamo, in sala c’è
un mare di gente, così ci sediamo in fondo. Ad un certo punto,
dopo le varie gare di barzellette, alle quali aveva ovviamente preso
parte anche Alain, ecco che Lassalle propone “uno spogliarello in
stile Full Monty”, e chiede chi si offre volontario; subito, si
alzano André e Axel, ridacchiando come due scemi. Mentre si
dirigono sul palco, Oscar mi prende una spalla e mi dice: “Guarda
là, c’è il tuo spasimante!”.
A me viene un colpo al cuore, prima
non lo avevo notato, e nemmeno lui aveva notato me, a quanto sembra; ma
a quel punto, si gira e mi vede, e mi fa un sorrisino, al quale io
rispondo rigida; e subito dopo… lo vedo alzarsi ed andarsi ad
unire ai “volontari” per lo show!!! Ditemi voi se non debbo
pensare che lo ha fatto apposta!
Parte la musica, “You sexy
thing”, degli Hot Chocolate, e partono anche i tre
spogliarellisti improvvisati; André era ovviamente il più
muscoloso, ma… LUI!!! Ca…volo!!
Era uno schianto a dir poco, una
statua divenuta vivente!! Quasi tutte le ragazze delle prime file gli
stavano addosso!! Io per poco non svenivo, mi sono venute le caldane
tipo menopausa, e meno male che si sono tenuti gli slip!! (Anche
perché altrimenti, stanotte, dalla cabina di Oscar si sarebbe
sentito gridare “uomo in mare!”).
E quando è tornato a sedere mi
ha rivolto un altro sorrisetto, indicandomi col dito e facendomi
l’occhiolino! A quel punto, sia Diane che Oscar che Marie
Antoinette mi hanno guardata, e giuro che in quel momento avrei voluto
affondare negli abissi dell’oceano, ed anche dopo, quando sia
Oscar sia Diane continuavano a chiedermi se mi sentivo bene! Che figura
del c…!
E, morale della storia, ho finito la serata nella mia cabina, con la faccia nel cuscino!!!
Questa storia deve finire!!!
Notevolmente contrariata, finì di pettinarsi e salì sul
ponte piscina, dove trovò ad attenderla la sorella e Diane,
sedute al bar.
“Buongiorno, Rosalie!” Diane alzò un braccio,
“Ciao!” rispose lei, andando subito a prender posto accanto a loro.
“Duuunnnque…!”, iniziò Oscar “Dato che
i nostri uomini sono in palestra, che ne direste di una partitina a
carte?”,
“Ottima idea!” rispose Diane,
“Perché no?”, Rosalie era ancora sottotono per la figuraccia subita poche sere prima,
“Sorella? Un po’ d’entusiasmo, su!! Siamo in crociera!”,
“E stasera ci sarà la cena di gala col Comandante”
si intromise prontamente Diane “Scommetto che la vista del tuo
bello in smoking ti ridarà la carica!!” .
Rosalie divenne all’improvviso rossa, ricordando l’episodio dello spogliarello “Quello non è il mio bello!E’ soltanto uno che ci prova!!”,
“Ceeerto!! E sia io che Oscar siamo Ucraine!! Andiamo, Rosalie,
si vede lontano un miglio che anche tu stai morendo dalla voglia di
stargli un po’ più vicina! Perché non ne approfitti
stasera, e vai a conoscerlo? Un uomo tanto bello e tanto disponibile
non capita tutti i giorni, sai?”,
“Mi avete seccato con questa storia!” Rosalie si
alzò di scatto dalla sedia per lasciare il ponte; in
realtà, non aveva trovato altro modo per celare alle altre due
il color paonazzo che aveva sul viso.
Scese fino al ponte 6, dove era in corso il bingo.
Acquistò una cartella mostrando la sua tesserina, e si sedette.
“Scusa, posso sedermi accanto a te, o è occupato?”.
Oh, no! No!!!
“Certo che no. Siediti pure, è libero”,
“Grazie”.
Un’altra fortissima ondata di profumo investì la povera Rosalie, mandando in subbuglio le sue parti basse.
Meglio che non mi giri a guardarlo, già immagino lo stato della sua camicia!!
“Hai fatto qualcosa, finora?”,
“No. Non sono molto fortunata in questo gioco, di solito”,
“Magari non hai controllato bene. Fa vedere!”.
Così dicendo, Louis si piegò lateralmente, circondandola
letteralmente con un braccio e coprendole la mano con l’altro
braccio, chiudendola praticamente in una sorta di camuffato abbraccio;
e la povera Rosalie fu costretta a girarsi nella sua direzione ed a
guardarlo in viso.
Ma come accidenti fa ad essere tanto bello?
Poi, inevitabilmente, lo sguardo le andò in basso, sulla camicia aperta.
Oddìo, no!! Ci risiamo!! Ma allora è un vizio!!
“Hmmm…, no, hai ragione tu, non hai fatto nulla”,
solo ora Saint-Just si tirò di nuovo indietro sullo schienale
della poltrona,
“Te lo avevo detto…”,
“Com’è che te ne stai sempre per conto tuo? Tua sorella?”,
“Oggi le va di far la scema”, disse più a sé
stessa che a lui, con gli occhi ancora fissi sulle proprie mani che
reggevano la cartella del bingo “E tu? Che ci fai in crociera tutto solo?”,
“Bé, sai, capita… quando la tua ragazza ti ha mollato per un altro”,
“Che???” solo ora Rosalie sollevò lo sguardo dalla
cartella per guardarlo in faccia “Tu sei stato…
lasciato??”,
“Sì, perché? Ti sembra una cosa tanto strana? A te non è mai successo?”,
“Ah, lasciamo perdere” lei tornò ad abbassare gli occhi,
“Therese mi ha mollato per uno pieno di soldi. Il suo (ed il mio)
stipendio da impiegato statale non le bastava più: quello
là è il discendente di un antico casato nobiliare, ed ha
pure una barca… altro che crociere!!”,
“Che stupida…” mormorò Rosalie,
“La trovi stupida?” lui l’aveva sentita. Rosalie
arrossì violentemente e cercò di cavarsi d’impaccio
con l’unica cosa ovvia che le veniva in mente.
“Beh, una che cerca un uomo solo per i soldi è una poco di buono…”,
“Sì, questo lo so…”,
Quanto meno, ho detto una cosa sensata…
“Però, io credevo che io e lei fossimo… beh, sì… speciali, ecco!”.
Rosalie alzò gli occhi a guardarlo, ed incontrò uno
sguardo profondamente e sinceramente triste; in quel momento si
sentì vicinissima a lui.
“Louis…” gli aveva posata una mano su quelle di lui,
senza quasi accorgersene “vedrai che troverai… chi ti
scalderà la vita”,
“Chissà…” lo sguardo blu di lui vagava per la sala, senza una méta.
“Ma non voglio rattristarmi, adesso: dài,
giochiamo!”, disse poi, tornato di nuovo solare, estraendo la
propria cartella.
I numeri continuavano ad uscire: ambo, terno, quaterna… ma per Rosalie nulla di fatto!!
“Uffaaa… mi sto arrabbiando!”, sbuffava lei, guadagnandosi la risata fresca ed argentina di lui.
“Mi spiace per te, ma io qualcosa ho fatto, invece!”,
“E cosa?”,
“Cinquina!!”, gridò Louis alzandosi,
“Bene, signore!” fece l’intrattenitrice “Vuole accomodarsi sulla pista, prego?”.
Non appena l’ebbe raggiunta, quella mise in mano a Louis un piccolo pelouche,
raffigurante un orsacchiotto, che recava tra le mani un piccolo cuscino
con su scritto “Forget me not”. Lui lo prese e, dopo aver
ringraziato, se ne tornò a sedere, mentre il gioco riprendeva
alla ricerca del bingo.
“Per te” porse l’orsacchiotto ad una sbigottita Rosalie “per dimenticare la tua ferita”,
“Ma… come fai a…”,
“L’ho capito. Dai tuoi occhi” le rispose; poi si alzò e lasciò la sala.
Rosalie rimase a guardarlo allontanarsi, muta e sbigottita.
**********
Alla sera, la nave era in festa.
La cena col Comandante era un rituale speciale a cui nessuno poteva derogare.
Il Comandante per primo.
Ed infatti, il Comandante Maximilien de Robespierre se ne stava
impettito al centro della grande sala sotto il tiro del fotografo di
bordo, in attesa che tutti i passeggeri, da soli, in coppia od in
gruppo, ultimassero la loro discesa trionfale sulla scenografica scala
di cristallo che attraversava tre ponti per giungere fino a lui,
completando così il loro album fotografico da “divi per
una notte” con una foto assieme alla personalità
più alta della nave.
Oscar ed André erano a dir poco splendidi, lui in smoking e lei con un completo giacca e pantaloni tempestati di pailettes
bianche ed azzurre; quando ebbero raggiunto il comandante, dopo
l’usuale stretta di mano, si disposero in posa per il flash.
Dietro di loro stava Rosalie, che sfoggiava un viso quanto mai inespressivo, ed un attillato abito longuette, color lilla, con scollo a cuore e spalline sottili.
Che accidenti hai; Rosalie? Non hai motivi di esser triste, stasera… a parte il solito motivo, certo. Ma, almeno stasera, ti eri imposta di non pensarci…
Il fatto è che non sai come devi sentirti. Sei frastornata, e basta. Il suo
gesto ti ha spiazzata: mai avresti immaginato che sapesse essere
così dolce e delicato, vero? Ti sembrava solo uno da “una
sveltina, e via” , vero? E invece, ancora una volta ti sei
sbagliata, cara Rosalie, a giudicare un uomo solo dalle prime
apparenze! Adesso devi per forza ammettere che ti piace, e non soltanto
fisicamente! Quel gesto ti ha commossa, al punto che non sei neppure
riuscita ad infilare quell’orsacchiotto in valigia, ma lo hai
posato sul letto, a tenerti compagnia per tutto il resto della
crociera!!
E’ stato un pensiero dolcissimo
da parte sua, e poi… come cavolo ha fatto a capire che sei stata
scaricata? Certo, ci è passato anche lui…
Che confusione!! Non sai come devi
sentirti di fronte a quel gesto tanto affettuoso: non puoi sprizzare
gioia da tutti i pori perché sei ferita dentro, e questa cosa ti
ha commosso; ma non puoi neanche scoppiare a piangere, perché
quel gesto è stato carinissimo, e di sicuro non ti ha lasciata
indifferente! Che casino!!!
Mentre concludeva questi suoi pensieri, anche Rosalie raggiunse il
Comandante: era un uomo alto ed atletico, con un fisico che sicuramente
aveva visto parecchie nuotate; aveva due grandi e penetranti occhi blu,
limpidi e sinceri, e l’aria di chi dice sempre con chiarezza ed
onestà ciò che pensa, anche se non è piacevole(1).
Le porse la mano, e lei la strinse: e la stretta che ricevette non fece che confermare le sue impressioni iniziali.
Finito l’attimo di divismo forzato, Rosalie si ritrovò in
sala; cercò con lo sguardo la ragione dei suoi dilemmi di quella
notte, e la vide nell’angolo opposto della sala: indossava un
gessato grigio, completato da una camicia di raso nero, sulla quale
spiccavano con evidenza i suoi lunghi capelli biondi, lasciati liberi e
sciolti sulle spalle; fumava distrattamente una sigaretta, da solo, in
mezzo a gruppi di passeggeri che discutevano tra di loro, chiassosi.
Che faccio, ci vado? A salutarlo, almeno? Ma sì…
“Rosalie, dove stai andando?” si sentì prendere per un braccio. Era André.
“Io… ehm… da nessuna parte, perché?”,
“Perché ora c’è il cocktail. Vieni con noi, su!”.
Senza aggiungere altro, André la trascinò fino ad un
tavolino della grande sala da ballo centrale, dove si erano accomodati
gli altri.
Accanto ad Oscar sedeva Diane, con un corto abitino rosa stile Impero,
che stava giusto dicendo “Gli strascichi non li sopporto
proprio!”; dall’altro lato, Alain, che indossava un
semplice completo marrone, tra l’altro dall’aria un
po’ “vissuta”, discuteva animatamente con Axel, in
frac bianco; Marie Antoinette, seduta sull’ultima poltroncina
all’angolo, sorseggiava un drink
multicolore, indossando un vero e proprio abito da sirena, di un
turchese acceso, con scollo all’Americana e chiusura dietro al
collo, completato da quello che sembrava un piccolo strascico.
Appena li vide, Alain fece loro segno di sedersi accanto a lui, indicando due poltrone vuote.
“Ehi, amico” passò un braccio dietro ad
André, distendendolo sullo schienale della poltroncina
“sai che a bordo abbiamo due con la puzza sotto al naso?”,
“E chi sarebbero?”,
“Chiedilo pure ad Axel” indicò l’amico con un dito; questi rispose.
“Li vedi quei due tizi laggiù, appoggiati al bancone?
Quelli che non parlano con nessuno e se ne stanno con il mento in alto,
come fossero stelle di Hollywood in vacanza! Lei si chiama Isabelle Du
Barry, e lui Etienne De Germaine: hanno due suites vicino alla nostra. Sono due pesti, il genere di compagno di viaggio che vorresti non trovarti mai! Vero, Antoinette?”,
“Vero!” la donna finì di deglutire il sorso che
aveva in bocca “Quella, la prima sera ha bussato alla nostra
porta per lamentarsi con me che la radio era troppo alta, quando noi la
sentivamo appena; lui, invece, incontrando Axel in corridoio, lo ha
accusato di averlo spintonato!”,
“E ora, si sono messi insieme, pare! Una coppia veramente bene assortita!!”, aggiunse Axel,
“Speriamo almeno che l’amore li addolcisca!” rise André.
Rosalie non li stava ascoltando: continuava a seguire l’oggetto
dei suoi “tormenti” con lo sguardo, indispettendosi
ogniqualvolta che lo vedeva fare conversazione con un’altra donna.
“Povera la mia sorellina!” la voce di Oscar ed una mano
sulla sua spalla la risvegliarono “E’ andata persa! Ma
stasera, credo che ci ringrazierai” e si girò verso Diane,
strizzandole l’occhio,
“Che avete combinato?”, chiese Rosalie,
“Ecco, vedi…” riprese Oscar “il Comandante,
per fare un regalo ad alcuni passeggeri, ha fatto estrarre a sorte un
passeggero per ponte, per farlo sedere alla sua tavola; solo che,
quando ha estratto il mio nome, io ho preferito favorire la mia
sorellina!”,
“Davvero? Grazie, Oscar!”,
“Ah, figurati! Se non ci si aiuta tra amici…”,
“E penso proprio che gradirai particolarmente quella
posizione” aggiunse Diane, ridacchiando. Rosalie non capì.
Venne il momento della cena; tutti gli ospiti si diressero alla sala
ristorante principale, dove i tavoli erano stati imbanditi a festa,
stile Notte di Capodanno, con tovaglie e tovaglioli color bianco ed
oro, candelabri d’argento su tutti i tavoli, cristalleria di
Boemia e camerieri a tutti gli angoli; in fondo alla sala,
un’orchestrina suonava It had to be you.
“Signora? Siede al tavolo del capitano? Prego!” le disse un
cameriere, dopo che lei ebbe mostrato il tesserino consegnatole da
Oscar.
L’accompagnò ad un tavolo più grande degli altri,
al centro della sala, attorno al quale si trovavano già gli
altri ospiti sorteggiati; e a lei, venne un colpo.
Inutile a dirlo, tra questi c’era lui.
Non appena la vide, le fece un gran sorriso, spostando la sedia per invitarla a sedersi.
Imbarazzata, Rosalie si girò verso la sorella, che rideva con Diane. E comprese.
Lo sapevano!!
Prima dell’episodio di quella mattina, le avrebbe sicuramente linciate, ma adesso…
La cena, neanche a dirlo, fu una vera tortura per la povera Rosalie.
Non toccò nemmeno il granchio, non sapendo pulirlo e temendo di fare una figuraccia davanti a lui,
che nel frattempo continuava a versarle vino nel bicchiere, quasi si
affogò con il consommé accorgendosi che Louis la guardava
con aria beata, e si sforzò di mandare giù controvoglia
un arrosto salsinato di non sapeva nemmeno quale pesce era stato
servito per secondo; la torta flambé
completò le portate, mentre il Comandante Robespierre continuava
a raccontare episodi delle sue precedenti traversate, in particolare di
quella volta che il suo secondo, un tipo inetto e bonaccione di nome
Luigi Capeto, stava mandando la nave ad arenarsi sulle secche.
Per tutto il tempo della cena, avevano parlato pochissimo, per lo
più di cose futili e di circostanza, tipo qual’era il
ponte migliore della nave, o quanto sarebbero durate le fermate
nei vari porti; ma al momento del brindisi, quando il Comandante si
alzò in piedi con il calice in mano seguito dall’intera
sala, lui le prese delicatamente la mano e le sussurrò
“Affinché questo possa esser per te un nuovo
inizio!”.
“Salute!!” esclamò la sala all’unisono.
**********
Dopo cena, Rosalie si era riunita ai suoi, e tutti insieme avevano
deciso di proseguire la serata al ponte 8, dove si sarebbe tenuto il karaoke.
Nessuno fece parola delle disposizioni delle sedute ai tavoli durante la cena.
La sala del karaoke era piena
di gente, ma non all’inverosimile; l’attenzione di tutti
era rivolta al cantante improvvisato che si stava esibendo in quel
momento.
Rosalie ne riconobbe la voce prima ancora di vederlo.
Seduto su di uno sgabello sotto una fumosa e soffusa luce rossastra,
senza la giacca e con le maniche della camicia rivoltate, cantava Cigarettes and Coffee(2), suonando una chitarra.
Cigarettes and coffee, niente più
è tutto quel che resta sopra il tavolo di un bar…(2)
Per la povera Rosalie fu il classico colpo di grazia.
… Tu qualunque letto avrai, non dormirai…
Tu vuoi qualcuno da far piangere…
Tanto quanto hai pianto tu!(2)
Siamo isole nell’oceano della solitudine…
Io ti vorrei raggiungere…(2)
…
L’amore prende i sensi
ma senso non ne ha!(2)
Rosalie si sedette, senza staccargli gli occhi di dosso, tanto lui la
ipnotizzava, con quella voce calda e quello sguardo obliquo blu
profondo; accanto a lei, si sedettero gli altri.
Tratteneva il respiro, quasi anche il minimo rumore avesse potuto
turbare la perfezione sospesa di quel momento; ed in quegli eterni
attimi, qualcosa in lei cambiò.
La canzone finì, e le luci si riaccesero; l’intrattenitore di turno riprese il palco.
“Complimenti, Louis! Sei stato magistrale! Salutiamo il nostro amico Louis con un bell’applauso!”.
L’uomo si chinò leggermente al pubblico, che esplodeva in
una piccola ovazione, alla quale si unì, tardivamente
perché ancora ipnotizzata, anche Rosalie.
“Adesso, chi vuole venire a farci sentire qualcosa? Coraggio, non fate i timidi!” riprese l’animatore.
“Vengo io!” André alzò una mano, mentre sia
Alain che Oscar lo riempivano di pacche sulle spalle e di gridolini di
incoraggiamento.
Si lanciò sul suo pezzo forte, Creep
dei Radiohead, la canzone con la quale aveva conosciuto e si era
innamorato di Oscar; inutile dire che anche lui mandò in
visibilio il pubblico femminile.
Poi toccò ad Oscar, che si scatenò in un pezzo rock, Cry Baby, di Janis Joplin.
“Come ti sembra che sia andato?”; Rosalie si voltò, e non si sorprese vedendo Louis sorridente accanto a lei.
“Sei stato bravissimo… io adoro quella canzone(3)… non sapevo suonassi la chitarra…”,
“Sì, è una mia vecchia passione: da ragazzo lo
facevo sempre alle feste… poi, con il tempo, ho
smesso…”,
“Hai fatto male, dovresti riprendere!”, sbottò lei, di nuovo in imbarazzo.
Seguirono alcuni istanti di silenzio; fu proprio Rosalie a romperlo.
“Louis, senti… riguardo a stamattina… io non ti ho ancora ringraziato… e non parlo solo del pelouche…
per quello sei stato dolcissimo, grazie… ma soprattutto per
l’altra cosa, quella che mi hai detto…”,
“Non ci voleva un genio a capire che eri ferita, ed avevi urgente
bisogno di un gesto d’affetto! Perché è
così, vero?”,
“Sì”, sussurrò Rosalie abbassando gli occhi
sulle proprie mani congiunte in grembo, sulle quali avvertì,
immediatamente dopo, posarsi un confortante calore; guardò, e
vide che Louis le aveva posata una mano sulle sue.
“Vorrei esserti amico, se me lo permetterai. Non sopporto di
vedere qualcuno che soffre per amore: già ho sofferto abbastanza
io!”.
Rosalie non disse nulla; non riusciva ad articolare pensieri compiuti
nella sua testa, dato che tutta la sua attenzione si era concentrata
sul calore improvviso e forte sulle proprie mani, che di colpo le
faceva sembrare l’aria condizionata della sala simile ad un vento
polare.
L’ennesimo cantante improvvisato finì la sua esibizione, e
tornò a sedere, tra gli applausi di un pubblico altrettanto
improvvisato; anche Louis prese ad applaudire, e per far questo
lasciò le mani di Rosalie: perché lei adesso aveva
avvertito improvvisamente freddo?
“Avanti, c’è posto ancora per un’ultima
canzone! Chi si offre?” fece l’animatore. Nessuno rispose.
“Torno io, se non vi dispiace” Louis si alzò,
“Ma che piacere! Il nostro chitarrista! E cosa vorrebbe presentarci, adesso?”,
“Un pezzo che dice la verità” rispose lui
raggiungendo il palco e mettendosi a sedere con la chitarra in braccio.
Rosalie, in quel momento, lo trovò bellissimo.
Sistemò il microfono, ed attaccò a suonare Honesty, di Billy Joel(4).
Honesty…
is such a lonely word…
Everyone is so untrue…(4)
Honesty
is hardly ever heard…
And mostly what I need from you…!(4)
...
I don’t want some pretty face
to tell me pretty lies…
All I want is someone to believe!(4)
E Rosalie non ebbe più dubbi su chi fosse il destinatario di quel messaggio.
I can’t find a lover!
I can’t find a friend!(4)
…
Anyone can comfort me with promises again
I know… I know…(4)
…
You are the only one
that I depend on…(4)
Mentre gli occhi le brillavano per l’intensissima commozione,
Rosalie pensò che quella notte, prima dell’arrivo alle
Isole Canarie, avrebbe avuto molto su cui riflettere.
__________________________________________________________________________________________
(1)Per Pry: casomai non lo avessi capito, queste poche righe sono dedicate a te: e poi, non dire che non ti voglio bene!!XD
(2)Canzone (bellissima!) di Scialpi; ve la suggerisco nell’ancor più bello remake cantato da Mina.
(3)Ed io pure!!
(4)Una delle mie canzoni preferite! Trattatela bene!!
Duuunnque...!
In questo capitolo, so bene che Saint-Just avrà causato infarti multipli! XD
La cena col comandante, di solito, è uno dei momenti più
intensi di una crociera; e la foto sulla scala di cristallo che
attraversa tre piani ne è parte integrante!! (Io ne ho tre, di
quelle foto!!) Quanto al karaoke... beh, lì si fanno più
figuracce che altro. Ma è comunque divertente!!
Ninfea Blu: allora, i
miei personaggi ti piacciono!! ;-) In effetti, questo André che
balla il Latino-Americano ha fatto sorridere anche me... ma con quel
fisico se lo poteva permettere... o no? Riguardo alla tua domanda sulla
mora, tu come la vedi? Lui è molto bello, e lei non è di
legno, certamente... ;-)
P.S.: sì, i sandali gioiello li ho "prestati" a Rosalie,
d'estate li porto sempre; a dire il vero, qui le ho "prestato"
parecchio del mio stile di abbigliamento!!
Kikkisan: buonasera,
amante del mare!! :-) Anche a me vien voglia di partire, se penso che
ho finito le ferie, mi vengono le crisi! Come hai visto, adesso Rosalie
è un pò più "sciolta" dell'inizio verso "Monseiur
Bonazzo", ma da qui al lasciarsi andare del tutto ci vorrà
ancora un bel pò... e nel frattempo, altre cene, altre feste,
altri bagni...
Jenny 123: spero di
aver risposto alla tua domanda in maniera esauriente... se Rosalie
è lusingata? E quale ragazza non lo sarebbe, al posto suo?
Quanto alla sit-com, come vedi in questo capitolo prosegue alla
grande... ma ce la vedi la faccia di Oscar mentre André si
spoglia pubblicamente? E del nostro Saint-Just versione cantante da
pianobar che ne dici?
StregaGrianne: credo
che in questo capitolo ti avrò fatta felice, se è vero
quanto mi hai detto nel tuo passato commento... Louis che si spoglia
prima, e poi che canta tipo Scialpi è roba che non si trova
facilmente!
Pry: dunque, tanto per
iniziare so che le scene con Robespierre in divisa da capitano ti hanno
mandata in estasi, e non negarlo!! XD Bello vedere
Oscar&André finalmente insieme in modo normale (cioé
non in mezzo a battaglie&affini) e felici, vero? Riguardo ad Alain,
una storia senza di lui non è completa...
Lady in Blue:
chiedo venia per il mio orribile Spagnolo!! Sapevo che sarebbe uscito
un qualche strafalcione... XD Secondo te? Louis è interessato, o
vuole solo fare sesso? La povera Rosalie nega la verità perfino
a sé stessa perché ha paura di soffrire ancora, ma da ora
in avanti, dovrà guardare in faccia la realtà, penso...
Medusa: ti consiglio
davvero di farla, la crociera... e ai Caraibi, è il posto
migliore, in assoluto! A meno che non ti stia facendo passare la voglia
con questa fanfic...
Attendo le vostre recensioni!!
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Capitolo 4 *** Neverending summer ***
Capitolo 4 - Neverending summer
CAPITOLO 4
NEVERENDING SUMMER
“André, andiamo, spostati più a destra! Così mi sfasci tutta l’inquadratura!!”,
“Quale inquadratura? Vuoi forse fotografare quell’orrendo palazzone alle mie spalle?”,
“Quell’ “orrendo palazzone”, come lo chiami tu,
è uno degli edifici più antichi dell’isola: risale
addirittura al periodo coloniale Spagnolo!” gli rispose Oscar,
piccata; André fece un sorriso sghembo “Scusi
professoressa, non lo sapevo!”,
“Quanto sei spiritoso!!” lo rimbeccò lei.
“Guarda che Oscar ha proprio ragione, amico”
s’intromise Alain, una guida turistica in mano
“c’è scritto qui, e poi lo ha detto anche il tizio
sul bus, prima!”,
“Ma bravo, la difendi, pure!! Credevo che fossi dalla mia parte! E tu, da che parte stai, invece, Diane?”,
“Dalla TUA, naturalmente!!”.
Scoppiarono a ridere tutti e quattro.
Un po’ discostata dall’allegro gruppetto, un cappello di
paglia a falda larga con un grande nastro di velo giallo retto con una
mano, lo sguardo perso nell’abbagliante sole delle Isole Canarie,
stava Rosalie, immersa nei propri pensieri. Pensieri che erano
decisamente troppi, per potersi unire agli altri con leggerezza.
Adesso, la situazione si era fatta troppo complicata, per poter essere
ignorata: se all’inizio si trattava solo di pura e semplice
attrazione fisica, ora riusciva benissimo ad avvertire della complicità
fra lei e Louis, una complicità che le si era manifestata
chiaramente con le parole di quella bellissima canzone rivolte al suo
indirizzo.
O.K., ricapitoliamo: che ti piaccia,
oramai è innegabile: continuavi perfino a cercarlo con gli occhi
sul pullmann, pur sapendo che lui era salito sull’altro bus,
quello di Axel e Antoinette! E quei muscoli scolpiti e glabri…
te li sogni anche la notte, vero? Sei partita completa, Rosalie! Questa
mattina, passando davanti alla vetrina della farmacia della nave e
vedendo quel flacone di spermicida in bella mostra, hai anche avuto
l’impulso di entrare per comprarlo, per un attimo: qualcosa
dentro di te ti aveva detto di affrettarti, prima che qualcuno te lo
soffiasse…
Adesso basta, Rosalie, devi darti una
regolata! Il problema non è il sesso: una notte stretta a lui te
la passeresti volentieri, e lo sai; il problema è che te ne stai
innamorando, e non ne vuoi sapere proprio di ricominciare daccapo!!
Sì, perché tu hai
paura, una dannatissima paura di soffrire ancora, dopo quel deficiente:
e volendo, hai ragione. Chi accidenti ti dice che, una volta
risvegliati, non ti metterà fuori dalla cabina con i tuoi
vestiti in mano, dicendoti “E’ stato un piacere”?
Effettivamente, il rischio esiste; ma se continui così, finirai
con il chiuderti in un guscio; allora, che fare? Cercare di iniziare a
poco a poco, magari con un’amicizia, come lui stesso ti ha
proposto, per poi approdare a qualcosa di più? Ma a chi vuoi
darla a bere? Tu sei già bella che cotta!! Se iniziate qualcosa
di serio, sarai persa!! E allora, AMEN!! E poi, anche se lui fosse
intenzionato a qualcosa di più di un’amicizia, chi ti dice
che non si stancherà dopo un po’, come ha fatto Bernard?
In fondo, gli uomini sono tutti uguali, o quasi…
Grande Rosalie!!! Sei riuscita a
trasformare la tua “crociera per dimenticare” in un casino
peggiore di quello che hai lasciato a Parigi!!
“Ti piace tanto quell’albero?”, Rosalie
sobbalzò e si girò, incontrando lo sguardo incuriosito
della sorella.
“Abbastanza, sì: potrei portarmelo a casa?”, rispose, decidendo di assecondare il suo humor,
“Andiamo, muoviti!” la prese per un braccio, staccandola
letteralmente dal tronco al quale era appoggiata a mò di
sostegno, non solo materiale, “André è andato
avanti con Alain e Diane, ed io sono rimasta indietro per
aspettarti!”,
“Posso chiederti una cosa, Oscar?” fece lei, sprimacciandosi i vestiti,
“Certo”,
“Come facevate a sapere che… lui sarebbe stato al tavolo del capitano, ieri sera?”.
Oscar fece un risolino “Davvero vuoi saperlo?”,
“Perché te l’avrei chiesto, altrimenti?”,
“O.K., te lo dico subito: il tuo amico e André si erano
trovati a vedere la partita assieme, l’altro giorno; dato che
anche il biondone è un appassionato di rugby,
avevano preso a parlare del più e del meno, ed a un certo punto,
Louis – si chiama Louis, vero?- ha detto che era stato
sorteggiato per sedere al tavolo del comandante alla cena di gala; ha
anche aggiunto che la cosa lo annoiava particolarmente, dato che non
sopportava le occasioni cosiddette “ufficiali”, e per di
più era da solo. Così, André me lo è venuto
a dire, ed abbiamo pensato bene di fare un favore a tutti e due,
offrendo a lui un’ottima compagnia, e a te il principe azzurro
della nave!”.
Rosalie fece una smorfia.
Oscar continuò “E abbiamo fatto bene, a quanto sembra!”.
Rosalie si fermò; “Che c’è?” si fermò anche Oscar.
“Oscar, senti… lui mi piace moltissimo, è vero; ma
io non voglio… insomma, sì… non
posso…”,
“Non puoi cosa? Provarci di nuovo?”,
“Sì, più o meno…”.
Oscar tirò un gran respiro e prese le mani di Rosalie.
“Ascolta, sorellina… la vita è fatta così:
le esperienze vanno vissute, e non puoi sapere come andrà
qualcosa, se prima non ci sei passata attraverso, vivendolo. Ci
troviamo davanti a delle situazioni e le dobbiamo affrontare, punto. Ma
la situazione di fronte alla quale ti trovi tu adesso è
parecchio piacevole, mi pare: quindi non dovrebbe essere
un’impresa dell’altro mondo tentarla, no? Dunque,
provaci!!”,
“Fai tutto facile tu! E se poi quello mi pianta su due piedi come ha fatto quell’altro, una volta che ci ho messo il cuore in mezzo?”,
“Aspetta, aspetta… fammi capire bene… te ne stai… innamorando, per caso?”.
Rosalie non disse nulla: arrossì, e girò la testa di lato.
“Ho indovinato, a quanto vedo!” fece Oscar con aria festante,
“Forse... non l’ho capito nemmeno io”,
“D’accordo, ragazza, ti do l’unico consiglio buono in
questi casi: cerca di capire se anche lui prova lo stesso per te; fino
ad allora, non farti coinvolgere troppo. Poi, se son rose,
fioriranno!”.
**********
Ritornati che furono sulla nave, Rosalie si chiuse in camera per chiamare Charlotte, la sua migliore amica.
“… Certo che tua madre è matta davvero: è
una vita che passa da un riccone all’altro da quando ha ottenuto
il divorzio da tuo padre, ma questo tizio, adesso… Come hai
detto che si chiama?”,
“Roland de Guise” rispose una voce dall’altro capo
del telefono “E’ un gran presuntuoso solo perché
possiede cinque ristoranti di lusso sugli Champs Elysées!
Dovresti vedere come tratta tutti dall’alto in basso! E poi,
è proprio un cesso: vorrei sapere che ci ha visto mia madre! Sai
che ci ha provato anche con me, che potrei esser sua figlia?”,
“Cesso e pervertito, allora!” aggiunse Rosalie,
“Bah, lasciamo stare… e a te come sta andando la vacanza?”,
“Lasciamo perdere anche qui! Un disastro!!! Non hai idea di quello che sta succedendo!”,
“Cosa? State affondando, tipo Titanic?”,
“Ci manca poco… ma io mi butterò in mare prima, e senza salvagente, sicuro!!”,
“Fammi capire… c’entra un uomo, per caso?”,
“Fuochino…”,
“E’ quel Brad Pitt dai capelli rossi di cui mi hai parlato?
Quello che se ne sta sempre con la camicia aperta per far vedere le sue
grazie? E’ lui?”,
“Aggiudicato!”,
“Wow!! E che sta succedendo? Racconta, sono curiosa!!”.
Rosalie cadde a peso morto sul letto “Non c’è molto
da raccontare, Charlotte… praticamente tutto e niente…
sto diventando pazza, Charlotte!”,
“Ma non mi dire!!! Quel tizio ti ha dato alla testa fino a questo
punto? Allora devi farmelo conoscere, deve essere un vero
schianto!”,
“Non scherzare, Charlotte! Io mi sento malissimo quando c’è lui,
non capisco più cosa mi succede attorno, da un lato vorrei
andargli addosso, e dall’altro vorrei invece scappare, anche a
costo di buttarmi a mare… sono confusa, Charlotte, ed ho paura:
la mia parte razionale, o forse solo quella parte di me che è
ancora dolorante per lo scotto subìto, mi urla a gran voce di
scappare, di non lasciarmi andare… e di contro, l’altra parte non aspetta altro che lanciarsi tra le sue braccia!”,
“… Che devono essere calde e forti! Vero, Rosalie?
E’ così che immagini le sue braccia? Bene, mi hai chiesto
un consiglio, ed io te lo darò: Buttati! Lasciati andare! Hai
ancora il cuore a pezzi, ed è naturale che tu abbia paura; ma
non puoi precluderti la vita in eterno: sono mesi che tieni su il muso
per Bernard. Non credi che sia ora di ricominciare a vivere?
Così, tanto per passare un po’ il tempo…”,
“Non… non mi sento pronta, Charlotte…”,
“Ascolta, Rosalie… quello che tu stai vivendo è un
momento bellissimo, quello dell’innamoramento: tutte le
sensazioni che lo accompagnano rimarranno indelebili nel tuo cuore, non
negartele; è come se una fiamma ti si accendesse dentro,
restituendoti la vita! Per di più, lo stai vivendo in estate!
Così, è ancora più bello! Perché tutto
quello che senti dentro non fa che amplificare i già bei momenti
di questa stagione magica, regalandoti un’estate senza fine
nell’animo! Non rifiutarlo, Rosalie: non sai se potrà
ripresentartisi!”.
Rosalie aveva ascoltato attentamente tutti gli argomenti
dell’amica; tuttavia, essi non erano riusciti a
“scioglierla” nel senso reale del termine, tanto forte era
la paura di soffrire ancora.
Tirò un grande respiro “Charlotte, io… non so. So
solo che vorrei esser lì, a Parigi, con te accanto a scorrere le
nostre scartoffie contabili nella sicurezza e nella quiete del
tran-tran quotidiano, lontano da queste emozioni che sento di non
reggere più…”,
“Rosalie, Rosalie…”, sospirò l’altra.
**********
Trascorsero un paio di giorni, nei quali Rosalie cercò di
evitare accuratamente di incontrare Louis, anche restandosene in cabina
per ore, ed alla sorella ed agli amici che le chiedevano il motivo di
quella sua improvvisa reclusione, rispondeva mettendo innanzi
improvvisi quanto poco credibili emicranie; ma “la resa dei
conti” doveva giungere, prima o poi.
Si presentò il mattino dell’arrivo a Casablanca.
Inutile a dirsi, Rosalie aveva deciso di non scendere; aveva atteso
pazientemente che il grosso dei passeggeri scendesse dalla nave per
smistarsi nei vari giri turistici della città o del deserto,
rimanendo in cabina ad osservare il grande porto gremito fino
all’inverosimile di navi alla fonda, e le altre navi, soprattutto
cargo, che entravano od uscivano dal porto.
Doveva essere una città molto attiva, pensò, data la confusione che circolava nel porto.
Quando fu certa che lo sbarco era completo, si decise ad uscire dalla
propria cabina, per raggiungere il ponte piscine; voleva fare un bel
bagno, approfittando del raro privilegio di avere la piscina tutta per
sé(1).
Attraversò i ponti deserti, osservando con viva curiosità
quella insolita visione: il pianobar vuoto, il pianoforte abbandonato
in un angolo ed i bicchieri che tintinnavano negli scaffali, lasciati a
sé stessi, i lumi di ottone spenti e le felci che sembravano
guardare fuori dalle finestre verso lo specchio di mare antistante il
porto; i corridoi stranamente silenziosi; il self-service,
con pochissimi avventori, seduti ai quattro angoli della sala, con aria
distratta ed annoiata; Infine, raggiunse il ponte piscina.
Avvicinatasi ad un lettino, si tolse il pareo e ve lo depose sopra;
poi, si avvicinò alla ringhiera, e distese le braccia sopra,
tirò un gran respiro, socchiudendo per un istante gli occhi;
quando li riaprì, rimase abbagliata dal brillìo del sole,
il cui bagliore riluceva sul mare tranquillo di quella splendida
giornata di Luglio; dal quel punto, la poppa, si vedeva il mare aperto,
solcato da sagome di navi lontane.
Sorrise, rivolta a sé stessa: in quel momento, tutto sembrava
così lontano, Parigi, Bernard, i suoi problemi, il lavoro,
Charlotte…
Soltanto una cosa non era affatto lontana…
Ritornò verso la piscina, aggiustandosi il costume rosso;
tenendosi al manubrio, scese i gradini di ferro, entrando in acqua.
Si lasciò andare nell’acqua tiepida, completamente; si sentiva del tutto rilassata.
Chissà che staranno facendo Oscar ed André adesso,
pensò; sapeva che avrebbero fatto un piccolo giro nel deserto, e
così le scappò una risatina al pensiero della lattea
Oscar nascosta all’ombra di una palma, a proteggere la sua
candida quanto delicata pelle.
“Sei di buonumore, a quanto vedo!”, una voce la riscosse
dai suoi pensieri all’improvviso e la fece sobbalzare. La solita
voce. Con il cuore che le tremava, sollevò piano lo sguardo; non
lo vide chiaramente subito, dato che aveva il sole alle spalle:
all’inizio percepì solo i contorni della sua
figura, le ampie spalle che tanto la facevano sognare, coperte dai
lunghi capelli biondo-rossiccio sciolti, le gambe slanciate e forti;
poi, lentamente, si abituò al riflesso del sole ed i contorni
presero una forma ben definita, rivelando quel sorriso sornione e
quegli occhi allungati di colore blu che le tolsero il respiro.
Ma perché non sono andata nel deserto anche io? Avrei potuto seppellirmi sotto ad una bella duna di sabbia…
“Com’è che non sei sceso?”.
Ma una frase più cretina non la potevo trovare?!?
“Troppa ressa. E troppo caldo: sono già stato una volta nel deserto”,
“Ah… e ti è piaciuto?”.
Lui fece una smorfia “Non tanto. In fondo, nel deserto c’è solo… il deserto!”.
Rosalie rise nervosamente.
Da qualche parte, un altoparlante che diffondeva la musica attaccò Tienimi con te, di Claudio Baglioni.
Tienimi con te, dentro questa vita
chiudi ogni via d’uscita
per restarmi più vicina…(2)
“Ah, l’acqua è stupenda!”; solo in quel
momento, Rosalie si accorse che Louis era entrato in acqua accanto a
lei; si sentì percorrere da brividi fino alla testa.
“Sì, non è male…”,
“Non è male?” lui le nuotò vicinissimo
“Mi sembra che tu sia un po’ troppo contenuta! Tutto, su
questa nave, in questo viaggio, è fantastico, e tu ti limiti ad
un “non è male”?”,
“Perché? Non trovi che sia un buon commento?”, la ragazza non sapeva come trarsi d’impaccio,
“No che non lo è. Sei forse l’unica, qui, a non
divertirti da matti; e questo mi fa male, Rosalie, perché sei
una ragazza d’oro, l’ho capito da tempo, e vederti soffrire
è l’ultima cosa che vorrei!”.
Ma chi ha riscaldato all’improvviso l’acqua?!?
Tienimi con te, quand’è presto la mattina
mentre il cuore sta in sordina, dietro a una ferita(2)
…
Tienimi con te, se è già
quasi sera e inverno…(2)
“Rosalie… tu sei una persona che vale, credimi: non devi
sprecare la tua vita, nessuno deve farlo! E’ così
terribile perdere anche un solo istante del tempo che ci è stato
dato!”,
“Sì, hai ragione…”,
“Anche un solo momento di vita diventa un regalo, se si è sofferto…”,
“Anche tu hai sofferto, Louis?”,
“Abbastanza. Quanto te, credo”.
Ora erano vicinissimi, in modo da poter sentire l’una il respiro
dell’altro; Rosalie avvertì, fortissimo, il profumo
muschiato di lui, che la avvolgeva in modo invisibile.
… Almeno per un secondo,
un po’ meno distanti…
Fino alla fine, fino a che si può…(2)
Senza rendersene conto, si erano avvicinati tanto da toccarsi, ed avevano entrambi socchiuso gli occhi.
“E può esservi una seconda occasione, per chi ha già sofferto?”, fece lei sottovoce,
“Sempre… comunque…”.
Fino alla fine del tempo
Fino a che ce n’è ancora un po’
Fino alla fine di tutto,
fino allora tu…
tienimi con te…(2)
“Allora ce n’è anche per noi…”.
Ora stava respirando il respiro di lui, persa nel suo profumo; le loro
labbra erano arrivate a sfiorarsi, socchiudendosi; ancora un attimo di
più, e si sarebbero baciati.
Tienimi con te, così…
al tuo sonno stretto…
Niente è triste più di un letto
vuoto e già sofferto…(2)
Dal fondo del ponte, un’allegra e chiassosa famigliola di
Spagnoli fece letteralmente irruzione, rompendo l’incanto;
Rosalie e Louis, riaperti gli occhi, si allontanarono, e Rosalie si
riebbe come da uno stato di trance.
“Scusa… io debbo andare…” disse, uscendo dall’acqua.
Lui rimase a guardarla, mentre lei armeggiava con il pareo ed il telo;
dopo averli raccolti in tutta fretta, corse letteralmente via per il
ponte, sentendosi lo sguardo di lui a seguirla, addosso.
E d’improvviso sentì di avere la schiena troppo nuda.
…Che pena poter bagnare
appena le labbra…!(2)
Corse e corse per i ponti deserti, verso la sua cabina, confusa e
disorientata da sé stessa e da ciò che stava facendo:
adesso non poteva più negarsi di provare qualcosa di molto
speciale per Louis.
**********
Quella sera, aveva deciso di disertare il pianobar, in favore della sala da ballo.
Seduta su di un divano in velluto rosso, un cocktail
colorato davanti a sé sul tavolino, circondata da coppie
chiassose che non smettevano mai di chiacchierare a voce alta,
osservava le coppie di Tedeschi sulla pista, che ballavano al ritmo di Wonderful Life, di Black; Gerard Lassalle cantava, quella sera con più entusiasmo del solito.
Rosalie, sospirando, girò lo sguardo per la sala: un cameriere
con una vistosa cicatrice sul volto e con una zazzera di arruffati
capelli castani girava per la sala recando in mano un vassoio
colmo di bicchieri; Oscar ed André discutevano animatamente con
il sig. Bouillé, un grosso imprenditore di Parigi; Marie
Antoinette ed Axel ballavano scambiandosi tenerezze.
Tutti, insomma, sembravano parte integrante di un quadro di tranquilla e gioiosa vita estiva.
Sono io la sola nota stonata, si
capisce!! La classica persona dall’animo tormentato e confuso,
che fa da degna ed immancabile (quasi necessaria) decorazione
all’ambiente del luogo di svago notturno, seduta
com’è con le luci colorate in movimento della pista che le
passano sul viso, fermo invece sul suo triste corruccio… davvero
un personaggio da film!
Ma che cosa provo, davvero, per lui?
Mi piace, da morire anche: è bello, dolce, gentile,
affascinante… ed ha dimostrato una sensibilità
eccezionale, verso di me! Ma allora, perché non ti lasci andare,
stupida? No, stupida lo sarei se mi lasciassi andare, forse: chi mi
dice che la sua non sia tutta una tattica per portarmi a letto? O
magari, se iniziassimo una storia, cosa mi garantisce che lui non si
stancherebbe di me come ha fatto Bernard? In fondo, io non sono nulla
di speciale, non bella come Oscar, né come… Jeanne!!
Sorseggiò dal bicchiere, tornando poi a posarlo sul tavolino; ma
nel fare questo, si accorse che seduto all’altro capo della sala,
camicia (aperta come al solito!) di raso nero e pantaloni a zampa
d’elefante bianchi, stava Louis.
La piccola orchestrina attaccò Liù(3), vecchia canzone degli Alunni del Sole (certo che su quella nave erano proprio persi per la musica Italiana!).
Liù, si stendeva su di noi e ci dava un po’ di sé…(3)
Alzò lo sguardo su quell’uomo stupendo, e lo
ricordò con i capelli bagnati, quella mattina; ricordò le
goccioline d’acqua che dalle sue folte chiome scendevano
giù, lungo il petto e le spalle, e d’istinto si
portò una mano alla gola, a soffocare un’esclamazione
strozzata; si accorse solo allora di ciò che aveva
distrattamente tirato fuori dalla valigia per indossarlo quella sera,
vale a dire un abitino avvitato, che arrivava sì e no alla
caviglia, con la vita ad altezza media e l’orlo della gonna
asimmetrico; la scollatura era retta da un’unica, sottile
spallina.
Ma perché accidenti ogni volta che si trovava davanti a lui si preoccupava tanto del proprio aspetto?
Liù, già sapeva tutto di sé,
ma con gli occhi guardava te e con la mano cercava me…
E io sì, l’avrei trovata per far l’amore…(3)
Non si accorse di stare guardandolo intensamente; se ne rese conto solo quando anche lui si girò a guardarla.
Lei rimase senza fiato, ma senza riuscire a distogliere lo sguardo.
Liù, su un letto caldo o su un divano,
ingigantita su un falso piano
io mi ricorderò di te…(3)
Si fissarono a lungo, in silenzio, circondati dal chiacchiericcio rumoroso degli altri passeggeri della sala.
Due sguardi incatenati, come i loro cuori in quel momento.
Louis le sorrise. Un sorriso che valeva un’eternità, che
spalancò all’improvviso e impetuosamente le porte del
cuore di Rosalie; da quelle porte uscì una valanga di emozioni
che sommersero del tutto la ragione.
Rosalie si sentì girare la testa e mancare l’aria.
Ed io sì, t’avrei trovata per far l’amore…
Ed io sì, t’avrei trovata per far l’amore, t’avrei trovata per dirti…(3)
Senza riflettere, si alzò di scatto ed uscì dalla sala.
…Liù, credendo che il tempo ci dia ragione,
dipingimi tutto con il carbone
e poi non dirmi che è un’illusione…!(3)
“Ma dove sta andando tua sorella, come una furia?” la vide
André, e si rivolse ad Oscar; lei interruppe la conversazione
con Bouillé.
“Boh… vai a capirla…”, poi vide Louis alzarsi
per andarle dietro “Ma non è il caso che ci preoccupiamo,
comunque!” aggiunse con un sorrisetto.
Rosalie uscì sul ponte, subito schiaffeggiata dal vento caldo del Mediterraneo.
Si appoggiò alla balaustra, il cuore a mille: era scappata, per l’ennesima volta! Da lui!!
O da sé stessa?
Liù, è un’ora del giorno che penso a te…
Lasciati sola senza una ragione…(3)
Appoggiata alla balaustra, osservando le luci di coste lontane, sentì ad un tratto il quieto impulso di girarsi; e lo vide.
Non se ne stupì: qualcosa dentro di lei le disse che era naturale, che doveva aspettarselo.
Come obbedendo ad un muto cenno d’intesa, i due si avvicinarono, fino a trovarsi l’uno di fronte all’altra.
Liù, non ti perdo se mi stringi le mani
non ti ascolto se mi chiedi domani
siamo ancora insieme come stasera…(3)
E Rosalie capì che non era più tempo di scappare.
Louis la prese tra le braccia, quelle braccia calde e forti, proprio
come lei se le era immaginate, e la strinse forte, baciandola.
Lei si sentì avvolta e stupita dalla dolcezza di quel bacio
così sensuale e languido, tanto da ricambiarlo con passione.
Sul ponte, solo il vento ed il rumore delle onde tagliate dalla chiglia; le ultime note della canzone giungevano attutite.
Erano soli, in quell’estate senza fine.
____________________________________________________________________________________________
(1)E’ un privilegio raro, garantisco!!! Tranne nei momenti di
attracco in porto od in rada, appunto, le piscine sono sempre
affollatissime, e c’è talmente tanta gente che si sgomita
in acqua!
(2)Tienimi con te, Claudio Baglioni
(3)Liù, Alunni del Sole: altra canzone che ha fatto parte della colonna sonora della mia crociera alle Isole Greche!!
Come
vedete, Rosalie inizia a cedere al bel Saint-Just... d'altronde, come
darle torto?!? In questo capitolo ho cercato di inserire anche un
personaggio "minore" (chi lo ha riconosciuto?); ho poi voluto mostrare
un pò dell'atmosfera di una nave da crociera vuota, atmosfera
che, credetemi, è malinconica al limite del deprimente, quanto
quella della nave zeppa di gente in piena navigazione è
incasinata e vorticosa da stordire! Sì, lo so, forse sto
esagerando in ricordi personali, ma finora nessuno si è
lamentato, mi sembra... ;-)
Ah, altre due parole sulle canzoni: su quella nave erano praticamente
persi con gli Alunni del Sole, al punto che ci facevano sentire 'A
Canzuncella ogni quaranta minuti circa, e Liù... nel mezzo!! Ma,
almeno a me, la cosa non dispiaceva...
Ninfea Blu: è
la prima volta che scrivo una storia a capitoli di tono non drammatico,
e a dir la verità ero un pò perplessa; ma le tue parole
mi hanno tolto ogni perplessità: a quanto pare, ci sto
riuscendo!! :-) Riguardo alle canzoni, non avevo dubbi che ti sarebbero
piaciute... cara "sorella di Pooh"! E di quelle presenti in questo
capitolo che mi dici?
Pry: sorry, ma qui
Capitan Robespierre è tornato in plancia! :-) Però, mi
sembra che le schermaglie mentali di Rosalie aiutino a distrarsi, no?
In effetti, è sempre più presa da Louis, e le sue
resistenze stanno cedendo l'una dopo l'altra... certo che su una nave
è un pò difficile evitare qualcuno. P.S.: scommetto che
delle canzoni di questo capitolo non ne conosci neanche una!!
Bé, per Liù sei scusata (quando è uscita, io avevo
solo 1 anno, quindi dubito che tu, che sei sicuramente più
giovane di me, la possa conoscere), ma riguardo a Claudio Baglioni, non
hai scuse! :-)
Kikkisan: e tu che
dici, Saint-Just vuole solo un'avventura? Certo che, per essere un
avventuriero e nulla più, ne ha di maniere... Hai indovinato chi
è il personaggio minore introdotto in questo capitolo?
StregaGrianne: ti
capisco, anche io avrei voluto assistere a quello spettacolo!!
*ç* Contenta di averti fatto rivivere un bel ricordo! :-) P.S.:
ho cercato di restringere i margini, ma non so quanto vi sia riuscita;
se no, dimmelo, e vedrò che altro posso fare.
Lady in Blue: niente
più Spagnolo, per ora, promesso! ;-) Eh, sì, il cuore di
Rosalie ha capito da un pezzo benissimo quello che la sua testa non
vuol capire... ma ragionare con un trauma di mezzo non è per
nulla facile!
Livia: con questa
storia, ho cercato di rendervi, e di rendermi, meno traumatico il
ritorno... non avevo dubbi sul fatto che tu avresti amato questa
storia, dato che tratta di un personaggio di solito ignorato
bellamente; però, riguardo all'altra cosa che mi hai scritto, ti
rispondo in privato, se a te non dispiace :-)
Crissi: tesoro, vuoi
una salvietta? Stai sbavando copiosamente su Saint-Just... (come darti
torto? Almeno nella mia storia, è dolce, oltreché
bellissimo come nell'anime) Ad ogni modo, benvenuta a bordo, della nave
e di questa storia!! ;-) Che ti sembra di Oscar ed André felici
e contenti? Ci voleva, dopo l'ecatombe dell'anime... fammi sapere se
anche questo capitolo è azzeccato! XD
Cicina e Medusa: ma... ci siete ancora?!?
Al prossimo capitolo, Tetide.
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Capitolo 5 *** Montagne russe ***
Montagne russe - Capitolo 5
CAPITOLO 5
MONTAGNE RUSSE
Cretina, cretina, cretina, cretina!!
Complimenti, Rosalie! Complimenti vivissimi! Ci sei cascata in pieno!
Non potevi trattenerti, vero? Non
potevi cercare in qualunque modo di frenare l’alluvione che avevi
sotto le sottane, iersera, vero? No!!
Hai dovuto per forza staccare la
spina del cervello quando lui ti ha preso tra le braccia, e
permettergli di portarti letteralmente in braccio fino alla sua cabina
(dopo una piccola fermata in farmacia, ovviamente…)… di
cercar di parlargli, poi, nemmeno per idea: dovevate continuare a
baciarvi come due idioti per mezza nave, fregandovene degli sguardi
incuriositi e quasi certamente divertiti di tutti quelli, ufficiali,
inservienti o passeggeri, che riuscivate ad incontrare!! Avete dato
spettacolo: complimenti davvero!!
Certo, però, che il suo
profumo… quel muschio… magari c’ha messo in mezzo
una qualche droga per impedirti di reagire… per stordirti,
ipnotizzarti… e ci è riuscito, accidenti!
Però, non è stato male…
Ripensò ai fatti della sera precedente: mani delicate e forti al
tempo stesso che aprivano la cerniera del suo abito color amaranto,
labbra infuocate sul suo collo…
E poi, i loro movimenti frenetici sul letto a due piazze della cabina
di lui, i brividi che le sue mani riuscivano a darle, quei tocchi a
volte lenti e misurati, altre volte rapidi e leggeri, accompagnate da
baci infuocati… quando l’aveva fatta sua, lei aveva emesso
un gemito che voleva essere più di liberazione dal forte
desiderio troppo a lungo represso, che altro.
Avevano fatto l’amore più volte, in quella memorabile
notte, in cui lei aveva riscoperto la gioia di essere donna e di essere
amata, che dopo il tradimento di Bernard aveva voluto letteralmente
seppellire dentro di sé, sotto ad una coltre di vergogna; ma la
cosa che più l’aveva stupita era stata il modo in cui lui
l’aveva tenuta stretta a sé dopo, continuando ad
accarezzarle i capelli sparsi sul suo petto, ed a sussurrarle frasi
dolcissime a mezza voce, inframmezzandole con qualche bacio leggero
sulla sua fronte.
Una cosa era certa: quella notte, lei non l’avrebbe dimenticata
tanto facilmente… se anche, quella notte, la nave fosse
affondata, lei non se ne sarebbe neppure accorta!
Dunque, stando così le cose, che faceva adesso lì?
Perché si trovava davanti alla cabina della sorella, con indosso
il suo abito della sera prima ed i capelli tutti in disordine (per non
parlare del trucco!), in mezzo a passeggeri Inglesi in costume che,
dopo averle rivolto uno sguardo incuriosito, la superavano per andare
in piscina?
Si decise a bussare. Da dentro la cabina si udirono pochi confusi
rumori; poco dopo, la porta si aprì ed Oscar comparve sulla
soglia.
“Oh, buongiorno! Abbiamo avuto una notte movimentata, vedo!!!”,
“Oscar, ti prego, non scherzare: sto affogando in mezzo alla merda!!”,
“Ma non mi dire! E com’è che la tua merda profuma di
muschio?” le disse sorniona dopo aver aspirato forte una boccata
d’aria dal naso.
Lei fece finta di non aver sentito e chiese “Non mi fai entrare?”,
“Non posso, mi spiace: André sta ancora dormendo. Sai,
ieri sera, dopo che tu e il tuo amichetto siete spariti verso la vostra
notte brava, è arrivato Alain insieme a Diane e tutti e quattro
siamo saliti in discoteca, dove i due “supermachi” si sono
sfidati in una gara a chi beveva più vodka senza crollare;
ovviamente, André è crollato per primo, ed abbiamo dovuto
portarlo in cabina letteralmente di peso! E tu che mi dici? Ti sei
divertita, vedo!”,
“Sono una cretina, Oscar: una cretina ed una stronza!”,
“Fiuuu! E da dove arriva questa botta di autolesionismo?”.
Sbuffando, Rosalie si appoggiò al muro del corridoio.
“Lo abbiamo fatto, Oscar”,
“Questo lo avevo capito. Ma poi?”,
“Poi… poi… non ci ho capito più niente, ecco!”,
“Che significa?”,
“Che temo di essermi infilata in un pasticcio!”,
“In che senso?”,
“Nel senso che… non voglio iniziare un’altra storia adesso!”,
“Ma perché???”,
“Perché sono ferita, Oscar!! Sono ancora ferita da quel
deficiente di Bernard, e se ora mi lascio andare troppo con Louis, e la
nostra storia appena iniziata finisce non appena scendiamo da questa
nave, io ne avrò un’altra batosta, e non voglio!! Non
voglio assolutamente!!!”.
Oscar guardò la sorella con l’aria di una madre paziente
“Mi spieghi perché dovrebbe scaricarti una volta messo
piede a terra? Finora si è mostrato molto carino ed interessato
a te: mi spieghi perché dovrebbe averlo fatto, se non gli
interessavi?”,
“Ma per portarmi a letto, ovviamente!! Gli uomini fanno tutti
così!!! Ed ora che ha ottenuto quello che voleva, può
anche scaricarmi come se nulla fosse!!”,
“Sorella? Ferma il corteo, O.K.? Ragioniamo un attimo: ci hai
fatto l’amore, giusto? E com’è stato?”,
“E’ stato… è stato…” balbettò Rosalie, continuando a tormentarsi i capelli,
“Non dire altro, ho capito (e anche se non avessi parlato, si
sarebbe capito dal tuo aspetto); e dopo, che è successo?”,
“Beh, dopo… lui mi ha abbracciata, e mi ha fatto le coccole per farmi addormentare…”,
“Esatto: le coccole. E avete dormito assieme. Ora, ti pare che
uno interessato solo ad un’avventura si sarebbe comportato in
questo modo? Come minimo, quello ti avrebbe dato una botta addossato al
muro, e via! Questo non è il comportamento di un uomo da scopata
pura e semplice, mia cara! Quello là è un gioiello raro,
credimi: e se tu te lo lasci scappare per le tue assurde paranoie, sei
una stronza senza speranza!”,
“Non so… ho paura, Oscar”.
**********
Sera. Nella grande sala ristorante sui toni del dorato, si udiva il
solito allegro cicaleccio degli ospiti seduti ai tavoli per la cena,
accompagnato dal tintinnare delle posate sui piatti e dei bicchieri.
Per tutta la giornata, Rosalie se ne era rimasta nella biblioteca della
nave, cercando disperatamente di fare chiarezza dentro sé
stessa, ed al contempo di evitare di incontrare Louis, al quale non
avrebbe saputo cosa dire, dopo esser sgattaiolata via come una ladra
dalla sua cabina quella mattina, senza dirgli una parola.
E che cosa avrei potuto dirgli, poi?
“Scusa Louis, sono innamorata di te, fare l’amore con te
è stata l’esperienza più fantastica ed appagante di
tutta la mia vita, ma ho paura che se ci mettiamo assieme, dopo un
po’ tu mi scaricherai per un’altra, come ha fatto
Bernard”? Non è una bella cosa da dire all’inizio di
un rapporto, in effetti. Proprio come non è bello ciò che
ho fatto stamattina, scappando in silenzio dalla nostra passione appena
consumata. Mi sono comportata da vigliacca, è vero, ma la
verità è che non so dargli una risposta, ora come ora; a
parte il fatto che non potrò evitarlo in eterno, siamo su una
nave, e ci sono ancora… dieci, tredici giorni di navigazione?
Dio, che gran casino!!
Questi, press’a poco, erano stati i pensieri di Rosalie per tutta
la giornata; dopo la mattinata in biblioteca, nel primo pomeriggio era
andata a sentire una noiosissima conferenza sulla Valle dei Re in
Egitto nel salone da fumo; poi, si era sobbarcata perfino il concerto
di violoncello. E ora se ne stava seduta al tavolo assieme alla
sorella, al cognato, ed agli amici conosciuti sulla nave, Axel e Marie
Antoinette.
“Io scendo domani” Rosalie ruppe il silenzio
all’improvviso; André, che stava sorseggiando del vino
rosso, si affogò con un sorso.
“Scusa?” fece Oscar,
“Scendo domani, ad Alessandria”,
“Che vuoi dire, Rosalie?” Oscar posò il suo
tovagliolo sul tavolo “Che vuoi venire in escursione con noi,
domani?”,
“No. Significa che lascio questa nave, domani. Me ne vado per tornare a Parigi”,
“Stai scherzando, spero”,
“Mai stata tanto seria”,
“Ma perché?”, si intromise André,
“Perché… Charlotte mi ha chiamato oggi, e sembra che ci siano dei problemi in ufficio!”,
“Davvero? E quali problemi sono?” Oscar si era accigliata: non le credeva neanche un po’,
“Beh, ecco… servono urgentemente dei documenti che mi ero portata a casa!”,
“Oh, ceeeerto! Come no?”, anche Oscar prese un sorso di vino.
Rosalie tirò un grosso respiro “Bene. Se adesso volete
scusarmi… debbo andare a preparare la mia valigia”,
così dicendo, si alzò ed uscì dalla sala.
Oscar la seguì, la raggiunse, afferrandola per un polso.
“Ma tu sei proprio fusa!!”,
“Oscar! Cosa vuoi?”,
“Cosa voglio? Farti ragionare, voglio! Cioè, ti rendi conto della cavolata che stai facendo?”,
“Perché? Quale cavolata starei facendo, sentiamo!”,
“Stai lasciando andare quella che potrebbe essere la storia della
tua vita: sei innamorata persa di quell’uomo, ed anche lui lo
è di te, l’ho visto come ti guarda! Senza contare il fatto
che sprecherai i soldi del viaggio! E per cosa? Per andare a chiuderti
in un appartamentino in un attico con vista sul Pont Neuf, nel caldo
torrido dell’estate di Parigi!!”,
“Se anche fosse non sono affari tuoi!”,
“Hai ragione sorellina, non sono affari miei! Ma vorrei dirti una
cosa: hai intenzione di continuare a scappare per sempre? Perché
se è così, preparati ad una bella depressione! E con i
tuoi bisogni “fisici” come la mettiamo? Farai un
abbonamento a vita a Playgirl, per caso?”.
Rosalie la guardò, scuotendo la testa “Sei patetica, Oscar”, quindi se ne andò.
“Ah, sarei io la patetica?!?” le gridò dietro la sorella.
**********
“Il comandante Robespierre vi dà il benvenuto ad
Alessandria d’Egitto. Non appena completato l’attracco,
inizieremo lo smistamento per le varie escursioni”.
La voce dall’altoparlante aveva accompagnato l’entrata nel
porto, che come sempre aveva richiamato un gran numero di persone sui
ponti esterni per ammirare il traffico di navi.
Rosalie non era tra di loro; se ne stava seduta in un angolo della sala
da ballo, con la sua valigia ai piedi, attendendo soltanto lo sbarco
per poter staccare da quella situazione per lei ingestibile.
Lui non c’era. Non l’aveva più visto da quella notte, la loro notte. Meglio così.
André le si fece vicino “Allora, sei davvero intenzionata a lasciarci?”,
“Sì, André. Mi spiace molto, ma è meglio così”,
“Chissà perché, qualcosa mi dice che la ragione per cui te ne vai non è il lavoro…”.
Lei non disse nulla; voltò di nuovo la testa in direzione delle
grandi finestre, che ora mostravano l’avvicinarsi della nave ad
una banchina.
Lo sbarco ebbe inizio. In fila dietro ai crocieristi festanti, che non
smettevano di parlare dell’escursione che avevano acquistata,
Rosalie se ne stava a capo chino, triste; neanche per un attimo
sollevò la testa: non voleva correre il rischio di vedere lui.
Sto davvero facendo la cosa giusta?
Magari ha ragione Oscar, sicuramente no. Ma che posso farci se ho
paura? Io non so gestire questa situazione, questa è la
verità: non so più gestire gli affari di cuore; mi sono
lasciata andare al puro e semplice sentimento ed al puro e semplice
istinto per una notte sola, ed ora ne pago le conseguenze, dato che ho
paura ad iniziare una storia vera. Quindi, me ne vado. Scappo. Per
l’ennesima volta. Punto.
Arrivata in fondo alla scaletta, sulla banchina, si guardò
attorno: c’era un gran viavai di gente, i pullmann stavano con i
motori accesi in attesa che tutti i passeggeri salissero; accanto ad un
pullmann, Etienne De Germaine e Isabelle Du Barry stavano dando un
pessimo spettacolo, con il loro solito fare arrogante.
“Siete dei deficienti! Io e la signora avevamo chiesto il
pullmann numero 8, quello che ha il frigobar! Ora dovrete rimborsarci i
soldi!”,
“Signore, la prego di calmarsi: il pullmann numero 8 va alle
rovine romane, non fa il giro della città. Se volete quello,
dovrete cambiare escursione”, una delle guide cercava di arginare
il fiume in piena.
Rosalie li vide, e sorrise. Magari avesse avuto lei dei motivi tanto futili per protestare, pensò…
Trasportò la sua valigia fino al pullmann numero 5, quello con
Oscar ed André, che si sarebbe fermato alla stazione, da dove
lei avrebbe poi cercato un taxi per l’aeroporto.
Individuò Oscar, sedendosi vicino a lei; guardando
distrattamente fuori dal finestrino, la sorella le chiese “Sei
davvero sicura di ciò che fai?”,
“Sì, sicura”,
“Mah… non posso fermarti… soltanto, cerca di non pentirtene dopo”.
Il mezzo partì, rumorosamente, e la guida iniziò a
parlare delle bellezze che avrebbero visto quel giorno; Rosalie non
l’ascoltò neanche , rivolgendo il suo pensiero, invece, a
quale pullmann potesse stare ospitando adesso il suo amore.
Amore. Lo aveva fatto: per la prima volta, lo aveva chiamato amore.
Ricordò il tocco caldo e rassicurante delle sue mani, i suoi
occhi dentro ai propri mentre la prendeva con dolcezza, i baci sul
collo…
Ma davvero voleva sfuggire da tutto questo?
Dopo aver percorso il lungomare, raggiunsero la stazione, fermandosi; un altro pullmann si fermò dietro al loro.
“O.K.: da qui iniziamo il nostro giro; prima però, se
qualcuno dovesse andare al bagno, approfitti pure di quelli della
stazione; e per chi ha fame o sete, là c’è pure un
chiosco”.
Tutti scesero, stiracchiandosi; Alain si passò una mano tra i capelli arruffati, mentre Diane tirava una foto.
Rosalie, presa la sua valigia, scese anche lei; salutò Alain e la moglie, poi si diresse verso Oscar ed André.
“Ciao, allora. Buona continuazione!”,
“Fai buon viaggio, piccola. E appena arrivi chiamaci, va
bene?”, André le lasciò un buffetto sulla guancia,
“Contaci, fratello”,
“Ciao, sorellina. Salutami papà e mamma, se vai da loro”,
“Non mancherò”. Le due sorelle si abbracciarono.
Separatasi da loro, Rosalie si incamminò verso uno spiazzale con
alcuni taxi; a mezza strada si fermò e si voltò, facendo
ancora un cenno di saluto al gruppo con un braccio alzato; poi, si
girò e riprese la sua strada.
Si avvicinò ad un taxista, ed in Inglese gli spiegò che
voleva andare all’aeroporto, ma quello non sembrava aver capito
molto, così ripeté le parole.
Ma quello continuava a guardarla interrogativo.
“Dove vuoi andare, bella signora?”, una voce roca e
vagamente alticcia che parlava un orribile Francese le giunse da dietro
le spalle.
La ragazza si girò, trovandosi di fronte un tizio dalla faccia
tutt’altro che rassicurante, che puzzava fortemente di hashish.
Lo prese per un tassista, e gli ripeté le stesse cose, ma quello
la guardava con fare beffardo: era chiaro che non era interessato alle
sue parole.
In effetti, era strano che un tassista fosse fatto di mattina, ma
sapeva che quella città era pericolosa… questo
aumentò la sua urgenza di andarsene da lì.
“Aeroporto, signore… devo prendere l’aereo… qual è la sua macchina?”,
“La mia macchina?” rise quello “Vieni che te la mostro!”, e la prese con forza per un polso.
“Mi lasci immediatamente! Mi ha sentita? Mi lasci subito!!”.
Capì di essersi trovata in un pasticcio: il tizio le stava
infilando una mano sotto la gonna, mentre con l’altra le teneva
una spalla, stringendogliela.
“Mi lasci!! Aiuto!!!”, gridò in direzione del gruppo
che stava ormai risalendo sul pullmann, troppo lontano per sentirla.
“Aiuto!!” ripeté,mentre quello le stava conficcando
dolorosamente le unghie nella pelle e poteva avvertire il suo fetido
alito nelle narici.
“Lasciala, o ti ammazzo!”, una voce spuntata dal nulla
venne in suo insperato soccorso; la dolorosa presa sulla sua spalla si
allentò, mentre la manaccia invadente scivolava via dalle sue
gambe.
Ridestatasi dal terrore che l’aveva quasi isolata da tutto
ciò che la circondava, Rosalie alzò lo sguardo; e vide
Louis, che aveva afferrato il maniaco per il collo della maglia che
questo aveva indosso. La presa sulla spalla cedette del tutto, mentre
lo sgradevole individuo veniva trascinato lontano da lei dal braccio
muscoloso di Louis.
“Che accidenti vuoi? Fatti i fatti tuoi!”, vomitò fuori quello insieme a folate di hashish.
“Non si toccano le donne, animale! E soprattutto, non si tocca la mia ragazza!! Chiaro??”.
Quello lo guardava con uno sguardo sbronzo, ma carico d’odio;
mosse un braccio per sferrargli un pugno, ma Louis fu più
veloce, e lo bloccò; poi, gli sferrò un pugno nello
stomaco.
“Così imparerai a rispettare le signore, animale!” gli disse.
Quello si piegò sulle ginocchia, dolorante; Louis si
avvicinò a Rosalie e la prese per un polso dicendole
“Andiamo!”, mentre con l’altra mano prendeva la sua
valigia.
Si allontanarono di pochi passi, prima che lei gli svenisse
letteralmente tra le braccia per lo spavento, iniziando poi a
singhiozzare.
Louis l’abbracciò dolcemente “Su, su…”, le carezzò i capelli.
Lei si aggrappò alla sua camicia, aperta come al solito,
affondandogli del tutto il viso nel petto per nascondere le proprie
lacrime; solo allora, si sentì protetta ed al sicuro.
“Rosalie!! Che è successo?” Oscar ed André le
stavano venendo incontro, mentre tutti i passeggeri dei due pullmann
avevano assistito, allibiti, alla scena.
Il tenente D’Agout, capo della sicurezza di bordo, si
avvicinò alla coppia “Tutto a posto, signora?”, le
chiese.
Lei fece cenno di sì con la testa, il viso ancora parzialmente coperto da una mano.
“Non avrebbe dovuto andarsene per i fatti suoi, signora: questa
è una città pericolosa, a bordo lo abbiamo detto diverse
volte!”.
“Rosalie!”, Oscar e André l’avevano raggiunta “Tutto bene?”.
Un po’ riavutasi, ma con le gambe ancora tremanti per lo spavento
subìto, lei fece cenno di sì con la testa, aggrappandosi
ancora alle braccia di Louis: adesso, ne era sicura, non le avrebbe
più lasciate. Mai più.
“Dove voleva andare, signora?” le chiese il tenente D’Agout,
“Da nessuna parte”, fu la sua risposta.
E sorretta da Louis (che continuava a portare anche la valigia di lei) e da Oscar, fece ritorno al pullmann.
**********
Neanche a dirlo, Louis era salito sullo stesso pullmann, e si era
seduto accanto a lei; le disse che era meglio se prendeva parte
all’escursione, per non pensare alla brutta esperienza appena
passata, e per tutto il tempo, fece di tutto per farla divertire e
risollevarle il morale.
Mentre erano da soli, in un momento in cui il resto del gruppo stava
ammirando un monumento dell’età ellenistica, lei decise
finalmente che non era più il momento di temporeggiare, e gli si
gettò letteralmente tra le braccia.
“Louis, ascolta…”,
“No, non dirmi niente, Rosalie: non sei obbligata a dirmi niente;
l’ho fatto perché sentivo di farlo, e non devi
ringraziarmi. Odio chi infastidisce le donne!”,
“Ma non è di questo che volevo parlarti! Io… volevo parlarti… di noi due!”.
Lui la guardò, senza dire nulla.
“L’altra notte… è stato bellissimo, e
tu… sei stato fantastico! E’ solo che io… sono
stata una vigliacca ed una stupida a credere che tu saresti stato
capace di farmi del male… come me ne aveva fatto lui… e
così sono scappata… ma ora… ora ho capito
tutto… e non voglio più scappare… mi vuoi…
vuoi che io sia la tua donna, Louis?”.
Lui la guardò intensamente, con i suoi magnifici occhi blu che
sotto quel sole brillante acquistavano sfumature turchesi; la strinse
tra le braccia, accarezzandole il viso “Certo che lo voglio,
Rosalie: io ti amo! Ma avevo paura di forzarti, di averti spaventata
l’altra sera, e così ho preferito non cercarti. Volevo che
fossi tu a farlo, quando ti fossi sentita pronta”,
“Oh, Louis, amore… anche io… anche io credo di amarti… ti amo anch’io, Louis!”.
Si baciarono appassionatamente, sotto il sole a picco del mezzogiorno
Egiziano, in mezzo ad un mare di rovine franate di chissà quale
epoca, mentre da poco lontano giungeva la voce della guida che dava
spiegazioni sui resti dei vari monumenti.
Quando le loro labbra si separarono, rimasero abbracciati, e lei continuò a carezzargli la schiena.
“Non ti ho chiesto… di dove sei?”, gli chiese,
“Vivo a Parigi”,
“Anche io!”, Rosalie rise tra le lacrime,
“Beh, allora non dovremo fare molta strada per… vederci”,
“Direi di no…”.
Si baciarono di nuovo.
**********
Ritornata sulla nave, Rosalie fu visitata dalla dottoressa di bordo, su
consiglio del tenente D’Agout; poi, trascorse il resto del
pomeriggio assieme a Louis.
La nave ripartì al tramonto; prossima destinazione: Rodi.
I due novelli innamorati rimasero affacciati alla balaustra del ponte
esterno più alto, schiaffeggiati dal vento della sera,
osservando la costa che iniziava ad illuminarsi farsi sempre più
lontana; Louis le cinse le spalle con un braccio, e lei si beò
di quel contatto così protettivo e gentile al tempo stesso.
Ma l’esperienza della mattina l’aveva scossa di brutto, ed
al momento di rientrare in cabina, le tremavano vistosamente le gambe.
“Che hai?”, Louis l’aveva accompagnata,
“Nulla, nulla…”,
“Stai ancora male?”,
“Un po’… Santo Cielo, Louis, se penso che quello mi
avrebbe…”, gli buttò le braccia al collo,
“Lo so, amore; ma non è successo, per fortuna”,
“Non è successo grazie a te!”.
Lui le stampò un bacio in fronte.
“Non hai nemmeno mangiato” le disse poi,
“Non ho fame”, rispose lei,
“Vuoi che andiamo in sala da ballo dagli altri?”,
“No… stasera non mi sento davvero… in vena”,
“Preferisci andare a dormire?”,
“Sì, ma… ho paura… a star da sola!”.
Louis rise “Guarda che quello è rimasto a terra!”,
“Sì, lo so. Ma…”,
“O.K., se vuoi puoi dormire da me, stanotte. Giuro che non ti
tocco, se non vuoi” aggiunse, vedendo che lei aveva sussultato
lievemente.
Rosalie si addolcì “Va bene. Dammi il tempo di prendere la camicia da notte, però”.
Dormirono abbracciati; Louis, come aveva promesso, da vero gentiluomo
non la toccò nemmeno, a parte una dose massiccia di coccole che
lei gli aveva chiesto tacitamente, facendogli gli occhioni da
cerbiatta, e che contribuirono non poco a farle prender sonno.
Da domani, inizia una nuova vita, pensò lei prima di sprofondare tra le braccia di Morfeo.
E dopo quella giornata passata a fare le montagne russe dell’amore, ci voleva davvero.
Per
questa volta, sono riuscita ad aggiornare prima... ma non ci fate
l'abitudine, però, eh! Dunque, come avete visto, il "nostro"
Saint-Just diventa sempre più figo (è anche un eroe,
adesso... altro che il terrorista dell'anime!:-)), Rosalie ha capito
che non ha più motivo di allontanarsi da lui; è pur
sempre vero, però, che le corna subite rimangon corna, e lei ha
ancora qualche resistenza inconscia al lasciarsi del tutto andare...
anche se il peggio sembra passato!!
Faccio i complimenti a tutte, o quasi, dato che avete riconosciuto
subito il soldataccio della Guardia cattivo e brutto, qui trasformato
in un pacifico e servizievole cameriere sulla splendida nave; e mi
dispiace deludere chi ci sperava, ma no, non c'è niente di losco
sotto, quello è soltanto un poveraccio che lavora sulla nave, e
nient'altro! :-) Ha solo "colorito" un pò l'ambiente.
lady in blue: avevi
visto giusto, qualche titubanza la nostra Rosalie l'ha conservata anche
dopo il bacio con Louis, addirittura era arrivata a voler scappare
dalla nave per non affrontare i suoi conti in sospeso con sé
stessa... ma ora sembra più tranquilla!
Ninfea Blu: se il
capitolo precedente ti era piaciuto, che ne dici di questo?;-) Qui i
colpi di scena si sprecano... o no? In compenso, qui ho parecchio
diminuito le esperienze personali in confronto ai capitoli precedenti
(soprattutto l'episodio di Alessandria è del tutto inventato,
fortunatamente!), l'unica immagine "reale" qui è quella della
sala ristorante alla sera. Oscar e André felicemente insieme
sono uno spettacolo, vero? Soprattutto, con le cavolate che sta
combinando lui...
Pry: scusa, cosa
sarebbe "Giorni matti"? Perdonami, ma non sapevo nemmeno che
esistesse;-) Per quanto riguarda Baglioni, per questa volta sei scusata
(fossero stati i Pooh, allora...) :-) Certo che Rosalie qui per
paturnie mentali ha fatto il botto, vero? E della saggia Oscar che te
ne pare?
Crissi: se prima ti
seriva un catino, credo che ora ti andrebbe meglio un lavabo, non
trovi? Dopo l'uscita "eroica" di Saint-Just e la conseguente notte di
coccole, mi meraviglierei del contrario... ovvio che Rosalie gli
è caduta letteralmente addosso...!
StregaGrianne: ... e
qui Rosalie ha deciso di rischiare, finalmente!! Anche perché
non deve esserle sembrato più tanto difficile, dopo aver
rischiato molto di più con quel folle! Se non ci fosse stato
Louis... <3
Kikkisan: cara, serve
anche a te un bel lavabo? XD Per la bava, intendevo... E come vedi,
Louis non è un avventuriero puro e semplice, per lo meno non in
questa storia; Rosalie finalmente sembra averlo capito, e vuole
iniziare di nuovo con lui. Le immagini della nave deserta sono ricordi
personali dell'attracco ad Olympia (dove non sono scesa): spero di
averli resi al meglio.
Livia: non so davvero
come ringraziarti per i tuoi complimenti (che spero siano meritati);
per quanto riguarda Baglioni, quando ho finito di scrivere quella scena
mi sono ricordata solo allora che ti piace, così non ho visto
l'ora di leggere il tuo commento: e ho fatto centro, a quanto vedo!!
Sull'altra cosa che ti avevo chiesto... hai poi indovinato??? Se
sì, scrivimi via mail :-) Questo credo sarà il capitolo
più "drammatico" di tutta la fanfic: che te ne è sembrato?
Jenny 123: yuhuuuu! Ci sei ancora?
Cicina e Medusa: idem come sopra :-)
Un saluto a tutti, Tetide.
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Capitolo 6 *** A che ora è il buffet di mezzanotte? ***
Capitolo 6- A che ora è il buffet di mezzanotte?
CAPITOLO 6
A CHE ORA E’ IL BUFFET DI MEZZANOTTE?
Nota:
no, non mi sono bevuta il cervello… in realtà, i
crocieristi ne dicono di cotte e di crude, anche peggio di
questa… figuratevi che, nella riunione pre-sbarco, la direttrice
di crociera (dopo aver dato le direttive per lo sbarco, appunto)
allieta i passeggeri raccontando le balle-domanda più grosse
dette dai loro predecessori, frasi talmente ridicole da essere oramai
entrate di diritto nell’enciclopedia delle “cavolate da
crociera classiche”! In questo capitolo ne leggerete alcune: buon
divertimento!
Rosalie POV
E’ un sogno! Non è possibile! Sto sognando!!
E’ successo davvero tutto questo? Davvero, davvero?
Non credevo di poter ancora meritare
tanto… dormire con lui, abbracciata a lui, svegliarmi contro il
suo petto, accorgermi che la prima cosa che percepisco appena sveglia
è il contatto con la sua pelle nuda… non avevo mai
dormito tanto bene in vita mia, col viso poggiato su quel meraviglioso
cuscino di carne palpitante che mi promette protezione… e quando
anche lui ha aperto gli occhi… Dio, quando ha aperto gli occhi!!
Brillavano come due cupi zaffiri blu,
illuminando quel viso perfetto, da quadro del Settecento, la più
bella visione che potesse darmi!
Mi ha presa tra le braccia e mi ha
baciata con trasporto, dopo avermi sussurrato “Buongiorno”,
ed io mi sono lasciata andare al suo braccio che mi circondava il collo
e la schiena, andando letteralmente a fuoco per i lenti movimenti della
sua lingua dentro la mia bocca, che mi stavano togliendo il respiro e
la ragione in un colpo solo… non avevo mai provato niente
di simile, assieme a Bernard!
Ed una vampata di desiderio bollente
si è impadronita di me: le sue dita che, dopo il bacio,
continuavano a carezzarmi piano il viso, ed i suoi occhi che, come
laghi di montagna, riempivano il mio animo di quel blu intenso, mi
hanno fatto desiderare di chiedergli di prendermi, subito, lì,
appena svegli sul letto della sua cabina… ma non gliel’ho
detto!
Mi ha sorriso e si è alzato,
rimettendomi a posto una spallina della mia camicia da notte che,
nell’impeto del bacio, si era spostata… quanto avrei
preferito che l’avesse tirata giù, invece!!
Poi, si è alzato; si è
chiuso in bagno per fare una doccia, uscendone poco dopo con addosso
solo un asciugamano annodato intorno alla vita, e centinaia di
goccioline che gli scendevano giù dai capelli bagnati e sul
petto: quelle goccioline, immediatamente, hanno risvegliato il mio
desiderio… ero immobile, e non riuscivo nemmeno a parlare.
“Ti va di mangiare in
cabina?”, mi ha chiesto; ed io, incapace di parlare, ho mugugnato
abbassando ritmicamente la testa.
Dopo avermi fatto un altro sorriso,
ha chiamato il servizio in camera, e poco dopo un tizio ci ha portato
un carrello pieno di ogni ben di Dio… avessi avuto
l’appetito per mangiar tutto! Invece no, la mia voglia di lui
aveva bloccato anche quello!!
Louis, sorridendomi, è
risalito sul letto, e mi ha porto una tazza di caffelatte ed un
biscotto ripieno di crema alla nocciola, ed un altro biscotto lo ha
preso per sé; ed io ho finto di sbocconcellare il mio
biscotto… gocce di cioccolato e crema nocciola, dolce come lui e
la notte che avevamo passato abbracciati; ed ecco che una goccia di
crema alla nocciola gli è caduta sul petto vicino ad un
capezzolo, risvegliando le mie fantasie più audaci…! Per
la seconda volta sono rimasta bloccata, la mia tazza in mano, mentre lo
osservavo prender quella goccia ribelle con un dito per portarsela alle
labbra… non resistevo più, stavo scoppiando davvero!!
Quest’uomo è peggio di un’arma chimica, mi sono
detta!! E quel che è più grave, è che non si rende
conto dell’ascendente che ha sulle donne… su di me, in
modo particolare!
“Allora? Piaciuta la colazione?” le stava chiedendo Louis, mentre si vestiva per la giornata.
Con ancora i brividi caldi addosso, anche Rosalie stava cercando di far lo stesso.
“Ottima, sì… ti dispiace se vado nella mia cabina a
cambiarmi i vestiti? Questi li avevo addosso ieri…”,
“Certo, vai pure con comodo. Ci vediamo in sala fumo?”,
“O.K.! Dammi una mezz’ora, però!”.
Uscita che fu dalla cabina di Louis, Rosalie credette di vedere tutte
le stelle del firmamento che erano venute a posarsi improvvisamente sul
soffitto ovattato del corridoio; iniziò a cantare, sotto lo
sguardo sbigottito di un’attempata signora Tedesca che, con un
costume a fiori rosa, si stava recando in piscina.
“Buongiorno!” le gridò “Bella giornata,
vero?”. Quella, ovviamente, non capì nulla e non le
rispose.
Senza smettere di cantare, raggiunse la propria cabina; entrò;
vi era rimasto lo stesso disordine di quando era rientrata, il
pomeriggio precedente, dopo quella brutta esperienza, ed aveva gettata
la sua valigia ancora aperta sul letto, ovviamente intatto.
La prese, per riordinarla un po’; poi, ne trasse fuori una gonna di chiffon
rosa pallido a tubino, ed un top a bustino dello stesso colore con dei
lacci sul davanti, appena sotto la scollatura a cuore, senza spalline;
li indossò abbinando un paio di decolleté di vernice
bianca aperte da un occhiello e con un tacco di media altezza e
abbastanza grosso, da mattina; completò il tutto con un ciondolo
che mostrava due cuori intrecciati e si sciolse i capelli sulle spalle.
Canticchiando, si passò un po’ di ombretto lilla sulle
palpebre ed un lucidalabbra dello stesso colore, e lasciò la
cabina, con passo leggero.
Raggiunse la sala da fumo, dove trovò Alain e André, che si davano spiritosaggini, come al solito.
“Buongiorno, ragazzi!” li salutò,
“Ciao, Rosalie! Dormito bene? Va un po’ meglio, oggi?” le chiese il cognato,
“Mai stata meglio!” rispose lei,
“Caspita! Se le aggressioni fanno questo effetto, voglio esser
rapinato a Rodi, amico!” disse Alain rivolto ad André.
“Dov’è Oscar?” chiese Rosalie,
“E’ in palestra. A quest’ora c’è meno
calca, la gente è tutta in piscina, a seguire la lezione di
ballo”,
“Allora la raggiungo!” aggiunse lei; in realtà,
uscì appena fuori dalla sala, giusto per poter incrociare Louis
senza farlo entrare: non voleva ancora che André ed Alain li
vedessero insieme, era troppo presto!
Difatti, Louis arrivò, bellissimo come sempre: pantaloni bianchi
a zampa d’elefante che mettevano in risalto le sue lunghe gambe e
polo blu. Non appena lo vide, Rosalie gli andò incontro,
abbracciandolo.
“Sei stupenda!” le sussurrò all’orecchio,
mentre l’abbracciava; Rosalie non aveva parole per descrivere
l’onda impetuosa di sentimenti quali gioia, senso di sicurezza e
appagamento, che le circolavano nel cuore e nelle vene.
**********
Passarono l’intera giornata in giro per la nave: shopping nella
galleria di negozi, con Rosalie che sceglieva pareo e infradito tipo Pretty Woman,
e Louis che sorrideva compiaciuto, offrendosi di portare i sacchi;
passeggiata sul ponte corredata di foto di rito con i capelli mossi dal
vento e le Isole Greche minori a fare da sfondo; sosta al bar della
piscina a sorseggiare cocktail
coloratissimi, occhi negli occhi; spettacolo al teatro della nave, con
istrioni e comici; quiz nella sala centrale dedicato al cinema
romantico… roba da luna di miele!!
Rosalie non avrebbe saputo dire da quanto, ma era da molto tempo che
non si sentiva così bene: così appagata, amata, protetta
e… felice? Magari quella era una parola troppo grossa…
Sul percorso jogging incontrarono Oscar ed André che la salutarono non appena la videro; lei rispose al loro saluto.
“E’ tua sorella, vero?” le chiese la voce dolce e bassa ad un tempo di Louis; lei annuì.
“Stasera te li presento. Tutti quanti, al buffet di mezzanotte”.
**********
Solitamente, durante una crociera, il buffet di mezzanotte è uno dei momenti più attesi: il ponte piscina o solarium
che dir si voglia, attrezzato per una notte come un gigantesco
banchetto, meglio dei matrimoni principeschi della casa reale Inglese a
Westminster, un’enorme tavolata improvvisata che corre attorno
alla piscina illuminata da luci multicolori, piena zeppa di ogni ben di
Dio, dai dolci più assurdi alle sculture fatte con la frutta
esotica, dagli arrosti di vari tipi agli innumerevoli tipi di paste al
forno e sformati tipici dei luoghi in programma nel viaggio; i cuochi
in alta uniforme, con tanto di cappello bianco a fungo sulla testa, che
accendono flambé e decorano torte a più strati, mentre i barman
si sbizzarriscono nella creazione di bevande dai colori e dai nomi
più incredibili, le sculture fatte di ghiaccio… e,
naturalmente, l’interminabile fila di persone che sperano di
arrivare in tempo per aggiudicarsi l’ultima fetta di polpettone
ripieno alle spezie Turche o di crepes alla panna e mirtilli!
Anche quella sera, il ponte era tutto un brulichìo.
Rosalie e Louis dovettero sgomitare per riuscire a farsi avanti. In un
angolo, seduti in disparte, videro la Du Barry e De Germaine che se ne
stavano al loro tavolino con la puzza sotto al naso, lui rigirandosi
del vino in un bicchiere e lei sbocconcellando una fetta di torta
meringata con fare da diva annoiata; Bouillé, al tavolo
centrale, si stava servendo una fetta di arrosto alle spezie con
contorno di patate al forno.
Passarono oltre, in cerca di Oscar e André.
“Ma non ti ha detto dove si sarebbero seduti?”, Louis
cercava di raggiungere le orecchie della sua accompagnatrice - avanti
di qualche passo a lui e che gli teneva una mano, tirandoselo dietro
– nel disperato tentativo di superare la musica sparata a cento
decibel dall’orchestrina sul palco in fondo,
“No. Tutto quello che mi ha detto è stato: “Ci
vediamo al buffet di mezzanotte”! Valla a capire, mia
sorella!”,
“Guarda! Non sono loro, quelli seduti laggiù?”,
Louis indicò con il dito; Rosalie si girò nella direzione
indicata da lui.
“Toh, è vero! Là c’è André!
Andréééé!”, alzò un braccio
per attirare la sua attenzione, dirigendosi verso di lui, che nel
frattempo stava accingendosi a tagliare un pezzo di torta di mele.
Quando sentì la voce della cognata, alzò la testa “Rosalie! Vieni, siamo qui!”.
Sempre tirandosi dietro Louis, lei li raggiunse: André ed Alain.
“Dov’è Oscar?”, chiese,
“E’ andata con quella matta di mia moglie a prendere le
bibite” rispose Alain “Se non torna entro i prossimi dieci
secondi le daremo per disperse tutte e due”,
“Non ce n’è bisogno” fece una voce alle spalle di Rosalie,
“Sorellona!” l’abbracciò “Vi debbo… vi dobbiamo dire qualcosa!”,
“Ah, sì? Cosa?” Oscar posò le bottiglie di
aranciata ed acqua sul tavolinetto vicino a loro, facendo la finta
tonta.
“Ecco…” Rosalie si parò davanti a tutti loro,
assumendo un’aria importante “Vi presento Louis Saint-Just,
il… mio ragazzo!”.
Un vero e proprio urlo si levò dal gruppo: “Wow!!!”.
“Ahhh… Era ora che smettessi di fare la divorziata inconsolabile!” fece Oscar,
“Benvenuto nella banda, amico! Io sono Alain Soisson, e lei
è mia moglie Diane!”, come al solito, Alain fu il primo a
presentarsi con il suo solito sorriso sornione,
“Piacere di conoscerti, Alain!” rispose lui, stringendogli
la mano; poi fece lo stesso con Diane. Fu poi il turno di Oscar ed
André.
“Così, siete i miei cognati!”,
“Già, così pare…ora che si è decisa a darci un cognato!” disse André.
In quel momento, l’orchestra finì il brano che stava suonando, e due figure raggiunsero i nostri.
“Wow, che saltoni!!” disse la voce di Axel,
“Ah! E da dove comparite voi?” scherzò Oscar,
“Dalla pista, ovviamente!” rispose Antoinette per lui, con un mini abitino lamé addosso,
“Allora, siete arrivati appena in tempo…”,
“Per cosa?” Antoinette era incuriosita,
“Per conoscere il nostro nuovo cognato!”,
“E così, ti sei decisa, finalmente!” Antoinette abbracciò una raggiante Rosalie.
Fatti i convenevoli, Alain si procurò altre due sedie per i nuovi arrivati.
“Che ore sono?”, chiese Diane,
“Mezzanotte e mezza”, rispose André,
“Guardate, la fila non accenna a diminuire… sembra un concorso mangereccio…”,
“Beh, è il buffet di mezzanotte o no?” rise Alain
“Anche se a dir la verità è iniziato un po’
prima della mezzanotte… Mi sa che quelli cha fanno quelle
domande idiote hanno ragione, in fondo…”,
“Quali domande idiote?”, André vuotò un bicchiere,
“Quelle robe assurde che sparano fuori i passeggeri di tutte le
crociere… ne ha parlato la direttrice di bordo… cose tipo
“A che ora è il buffet di mezzanotte?” oppure
“Dov’è l’ascensore che va da poppa a
prua?”, “Ma in mezzo all’oceano si vede… solo
l’oceano??”, e via dicendo”,
“Noooo! E c’è gente che fa domande così?” Diane quasi si strozzava per le risate,
“Ah, ma questo è nulla!” intervenne Oscar
“Stare a sentire questa: c’è stato chi ha chiesto se
il personale dormiva a bordo della nave; la direttrice di bordo per
tutta risposta ha detto: “Nooo! Li trasportiamo con un elicottero
sull’isolotto più vicino!!”. Ma non è finita:
c’è stato anche chi ha avuto il coraggio di dire
“Stanotte non ho dormito per nulla, per colpa del rumore del
vostro elicottero!!” Capito che roba?”.
Tutto il gruppo scoppiò a ridere.
“Eh, sì, le crociere fanno girare la testa”
Antoinette osservava lo spumante dentro al proprio bicchiere “ma
si tratta solo dell’inizio, le prime ore… quelle in cui
centinaia di zombies si
aggirano per i corridoi con gli occhi sgranati, pronti a chiedere
a chiunque indossi un’uniforme “Scusi, queste scale vanno
su o giù?”; poi, dopo dodici ore circa, tutti sanno a
perfezione dov’è tutto!”.
Tutto il gruppo scoppiò in una seconda fragorosa risata.
Rosalie sorrideva, la mano stretta in quella di Louis; l’orchestrina attaccò Io non so parlar d’amore(1),
di Adriano Celentano; la ragazza si aprì in un luminoso sorriso,
e voltatasi in direzione di Louis, gli chiese “Balliamo,
amore?”.
Lui le sorrise di rimando, rispondendo “Volentieri”.
La coppia si alzò, e con lei che avanti di qualche passo teneva la mano di lui, si avviò alla pista.
Oscar li osservava sorridendo compiaciuta “Se penso che voleva
lasciare la nave!”, mormorò più a sé stessa
che ad André,
“Ma per fortuna non l’ha fatto!”,
“Già…” lo sguardo di Oscar era perso sui due innamorati abbracciati sulla pista.
Io non so parlar d’amore
l’emozione non ha voce
E mi manca un po’ il respiro
se ci sei, c’è troppa luce…(1)
La mia anima si spande
come musica d’estate…(1)
Rosalie si sentiva il cuore leggero come una piuma, ed un mucchio di
farfalle svolazzanti nello stomaco: finalmente, era sicura, aveva
trovato l’uomo della sua vita, alla faccia di quel fedifrago di
Bernard!! E quant’era bello stare tra le sue braccia,
pensò!
Louis aveva un profumo irresistibile addosso, una sorta di sandalo e
muschio insieme, virile ma non invadente; per non parlare della solita
camicia perennemente aperta (quella sera più del solito) dello
stesso colore blu intenso dei suoi occhi.
… ma prezioso sei tu per me!(1)
Fra le mie braccia dormirai…(1)
…
Un’altra vita mi darai…(1)
…La mia compagna tu sarai…(1)
Rosalie alzò gli occhi ad incontrare quelli del suo cavaliere,
incontrando uno sguardo sensuale e dolcissimo; lui le passò
lentamente una mano tra i capelli, accarezzandola.
Sulla pista si stringevano diverse coppie, su quelle note romantiche;
ai bordi della pista, un mucchio di gente stava seduta a ridere ed a
mangiare, mentre attorno alla piscina continuava l’interminabile
fila per riempirsi i piatti di ogni prelibatezza.
Il cielo era pieno di stelle: era una notte magnifica, una notte d’estate.
**********
Oscar ed André stavano recandosi in piscina, come ogni
mattina; lei indossava un olimpionico azzurro, lui un attillato costume
a boxer sportivo nero con doppia striscia bianca sui fianchi. Entrambi
portavano i teli da mare su di una spalla.
“Che voleva tuo padre, stamane?”, stava chiedendole lui,
“Nulla di importante. Solo sapere come ce la stavamo passando, ed
in particolare come sta Rosalie: sai, dopo la separazione da Bernard,
l’aveva vista molto abbattuta…”,
“E’ sempre stata la più coccolata della famiglia, tua sorella, eh?”,
“E’ naturale, era la più piccola; e poi, io sono
“il figlio maschio mancato”, mio padre con me doveva fare
il severo!”,
“Ah, certo!”, rise André,
“Tu piuttosto, hai chiamato tua nonna?”,
“La chiamo stasera, non appena arriviamo a Rodi”.
Attraversarono la sala self-service, dove alcuni passeggeri stavano facendo colazione.
“Guarda chi c’è!” André fece cenno alla moglie con un dito. Questa si girò.
Rosalie e Louis stavano seduti ad un tavolo, ufficialmente per far
colazione come gli altri, ma di fatto per scambiarsi tenerezze:
infatti, lui stava imboccando lei con un biscotto caramellato; i visi
di entrambi esprimevano un soddisfatto appagamento interiore e non
soltanto.
“Che bei piccioncini, eh?”, continuò André. Oscar sorrise.
“Lo hai detto a vostro padre?”,
“No, perché mai? Lo farà lei stessa, quando si sentirà pronta”.
I due proseguirono, diretti alla piscina.
Usciti sul ponte, sotto il sole squillante dell’Egeo, si
avvicinarono ad una sdraio per sistemare le loro cose; André
sgranchì il suo fisico asciutto e muscoloso stiracchiandosi.
“Ah, che giornata magnifica!”,
“Puoi dirlo forte”, Oscar era ancora piegata sulla borsa da mare,
“Io faccio un tuffo. Vieni anche tu?”,
“Sì, ora ti raggiungo”.
Salito sul trampolino, André si lanciò in acqua;
riemergendo, vide all’estremità opposta della piscina un
bell’uomo dai lunghissimi capelli biondi e dagli occhi verdi, che
amoreggiava con la mora che la prima sera si era seduta in teatro
accanto a Saint-Just.
“Oscar, ma quello non era al buffet, ieri sera? Mi sembra d’averlo visto”, si rivolse alla moglie appena entrata in acqua,
“Capirai, tutta la nave era al buffet,
ieri sera! Comunque, sì, mi sembra d’averlo visto: ha
ballato tutta la sera ed è stato al centro dell’attenzione
di molte donne; poi, da un certo punto, l’ho visto parlare e
ballare solo con quella”,
“Le crociere sono galeotte, a quanto sembra…”(2),
“Eh, direi di sì… guarda come sembrano affiatati…!”,
“Lo conosci?”,
“Sì, va in palestra ogni mattina, ed un paio di volte
abbiamo pure fatto un po’ di conversazione: si chiama Victor
Girodel, ed è anche lui di Parigi”,
“Mi sembrava il tipo “tutto palestra e salone di bellezza”, in effetti…”,
“L’apparenza inganna: è un critico d’arte, un
intellettuale; sembra un tipo molto posato, da come parla”.
André si sciacquò il viso “Fa un caldo terribile! A che ora è previsto l’arrivo?”,
“Intorno alle cinque di stasera”,
“Rosalie scende con noi?”,
“Non so, ma credo che preferirà restarsene in cabina con il suo bello!”,
“E noi, invece?” André si era avvicinato alla moglie con fare provocatorio,
“Lo sai benissimo!” lei lo allontanò leggermente da
sé con aria giocosa “Tour in pullmann!”,
“Uffa! Comincio ad invidiare Rosalie!”.
Oscar rise.
_____________________________________________________
(1)Sono le parole di questa bellissima canzone.
(2)Non avete idea di quanti amori siano nati sulle navi da crociera!!
Rieccomi
con un nuovo capitolo, che spero sarà di vostro
gradimento quanto i precedenti; anche qui, ho messo un bel
pò di ricordi personali da crociera, soprattutto quelli del
buffet di mezzanotte. La situazione per i nostri eroi sembra essere
migliorata adesso ed in effetti lo è, ma prima che la piccola
Rosalie si sciolga del tutto ci saranno ancora dei colpi di scena
più o meno grandi...
Ninfea Blu:
innanzitutto, grazie ancora per i tuoi complimenti (forse non tanto
meritati... quando pubblico non sono mai del tutto soddisfatta dei
risultati del mio lavoro! :-)); come hai letto, Rosalie si sta a poco a
poco iniziando a fidare di Louis, anche se dopo il brutto colpo
ricevuto dal precedente fidanzato non è facile; ed hai ragione,
i personaggi troppo "leggeri" non mi riescono mai benissimo, mi escono
poco convincenti: per questo, i miei personaggi hanno sempre un
qualcosa di "irrisolto";
Pry: sono spiacente,
ma adesso Robespierre è troppo occupato in plancia per farsi
vedere ;-) Rosalie ha deciso di seguire i consigli ricevuti... ha fatto
bene? Beh, dopo la fase "Scappa via, scappa via..." ("La donna del mio
amico", Pooh), ci voleva davvero, o no?
Kikkisan: ti ho
ordinato una cisterna, poiché credo proprio che in questo
capitolo ne avrai bisogno!! ;-) Eh sì, pare che Rosalie abbia
aperto gli occhi, finalmente... ma non ancora del tutto!! Vedrete...
che ti sembra della scena del ballo?
Livia:
spiacente, ma se Rosalie ci ripensa, in lista ci sono prima io! XD In
questo capitolo, a bilanciare l'atmosfera un pò "drammatica" del
precedente, ho inserito solo atmosfere "da crociera"; P.S.: riguardo a
"quella cosa", hai indovinato??
Crissi: soddisfatta
con André in piscina? XD In effetti, lasciare la vacanza (e i
soldi spesi!!) era un'azione un pò grossa... ma si può
capire anche la confusione totale della povera Rosalie...
StregaGrianne:
Rosalie è sulla buona strada sì, ma la buona strada
è un pò lunga... André si è calmato ora,
preferisce accompaganre la moglie in piscina... P.S.: scusa per la
pagina, so che stavolta non è venuta tanto bene, ma al prossimo
capitolo cercherò di far meglio:-)
Lady in Blue: grazie
davvero, è la prima volta che provo a scrivere una storia
più "leggera", e francamente non ero sicura di riuscirci; ma se
tu dici che è divertente... fiuuuuu! Rosalie è stata un
pò "estrema", vero? Lo so, doveva esserlo, dopo lo scotto
subìto da parte di Bernard; ma d'altronde, anche ciò da
cui Louis l'ha salvata non ha scherzato, no?
Medusa, Cicina e Jenny 123: yuhuuuu! Ci sieteee??
Un bacione a tutti, al prossimo capitolo.
Tetide.
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Capitolo 7 *** Bateau de vie ***
Capitolo 7- Bateau de vie
CAPITOLO 7
BATEAU DE VIE
Rosalie POV.
Le navi assomigliano alla vita. Non c’è dubbio.
Basta osservare questa nave per accorgersene.
Seguiamo una rotta, che è
quella giusta anche se non la conosciamo (per lo meno, noi passeggeri),
e che dopo un lungo percorso, ci conduce sempre nelle acque accoglienti
e sicure di un porto.
A volte, lungo il percorso può esservi mare mosso, ma si finisce sempre per giungere nel porto.
E se ci si imbatte in una tempesta assai prima del porto?
Ma che vado a pensare!!
Sei diventata anche filosofa, adesso, Rosalie?
Affacciata alla balaustra, la ragazza osservava la fila di gitanti
scendere dalla nave per dirigersi ai pullmann; sul viso, la brezza
piacevolmente calda tipica di una nave ormeggiata in porto, in un
luminoso mattino estivo.
C’era la solita calca: Oscar ed André, dovendo affrontare di lì a poco un’escursione in trekking,
stavano trasportando due borsoni, uno a testa; Axel e Marie Antoinette,
invece, salutati gli amici, si stavano avviando verso un pullmann
più distante, lei con un cappello di stoffa a falda larga in
stile “Via col Vento”, e lui che la seguiva in jeans e
canottiera firmata Armani.
“André, sei sicuro di aver preso la crema solare, vero? Non vorrei una scottatura, sai…”,
“Oscar, per favore, per una volta almeno fìdati: è in borsa!”,
“Ah, lo spero bene! Perché, in caso contrario, sarai tu a
cercare una farmacia per acquistarne un’altra!!”,
“Come vuoi, amore. Ma vedrai, non ce n’è bisogno!”,
“Ciao, ragazzi! Ci si vede stasera, al pigiama-party su in piscina!”,
“Ciao, Antoinette! Passate un buon pomeriggio!!”.
Rosalie sorrise, osservandoli. Sentì un braccio che le
circondava le spalle e si girò, vedendo Saint-Just; gli
appoggiò il viso su una spalla, dopo avergli sorriso con calore.
“Perché non siamo andati con loro?” gli chiese,
“Perché ho altri programmi per noi: voglio farti una sorpresa!”,
“E quale sarebbe?”,
“Se te lo dicessi adesso, che sorpresa sarebbe?”,
“Mmhh… hai ragione…”, Rosalie socchiuse gli occhi, sempre appoggiata alla spalla del compagno.
Come tutte le Isole Greche, Rodi è una terra assolata e
luminosa, fin troppo: un insieme, ed al contempo un contrasto
incredibile, tra il color ocra assolato e brullo della terra e della
nuda roccia, ed il bianco abbagliante di qualche villaggio che
occhieggia qua e là come un dipinto stile cartolina.
Indubbiamente pittoresca, anche se non particolarmente comoda per
trovare alloggio.
Dileguatasi la calca dei pullmann, Rosalie e Louis erano scesi assieme
ai pochi passeggeri che, come loro, avevano preferito il fai-da-te alle
impegnative escursioni guidate; tra questi, in maggioranza coppie, vi
erano anche Girodel e la mora, che ormai facevano coppia fissa.
Si incamminarono per le vie del paesello, che erano più che
altro degli stretti sentieri fiancheggiati da case intonacate di
bianco, tipiche di quelle terre; qua e là, una nota di colore
era data dalla cornice di una finestra intonacata di azzurro o da un
vaso di fiori multicolore(1).
“Dài, prova a prendermi!!” Rosalie giocava col suo
amore, fingendo di nascondersi dietro ai muretti bassi di pietra
candida,
“E’ inutile: lo sai che ti trovo! Non mi scappi!!”.
Ed in un attimo, le fu addosso abbracciandola, in uno scoppio di risa liberatorie da parte di entrambi.
L’abbraccio mise da parte l’aspetto giocoso, per divenire
intenso, passionale; cospargendole il collo di baci, Louis
sussurrò all’orecchio di Rosalie “Vuoi davvero
passare tutto il pomeriggio a passeggiare per queste strade?”,
“Perché, tu avresti… un’idea… migliore?”, ansimò lei,
“Sì, una l’avrei… se tu sei d’accordo…”.
Rosalie annuì, gli occhi socchiusi, estasiata.
Subito, Louis la prese per mano e la condusse dentro al dedalo di viuzze, con passo sicuro.
“Dove stiamo andando?” fece lei,
“… Eppure dovrebbero essercene, da qualche parte…
almeno, così mi hanno detto al banco
informazioni…”, Louis pensava ad alta voce,
“Ma di cosa parli?”,
“Ah, eccone uno!!”, l’uomo indicò col dito una
piccola insegna in fondo alla strada, mentre i suoi occhi blu si
illuminavano.
Trascinò letteralmente una stupefatta Rosalie fino in fondo alla
stradina, fino ad entrare nella hall di una minuscola affittacamere per
turisti.
Lasciata la mano di Rosalie, Louis si avvicinò al banco e chiese
una camera in Inglese; la donna, nel frattempo, si guardava attorno
compiaciuta del candore delle linde pareti, che lì dentro pareva
ancora più bianco, e delle piccole felci, che conferivano un
aspetto ancor più accogliente ad una già rilassante
penombra.
“Siamo fortunati, ci hanno dato quella col balconcino! E
c’è anche la piscina!”, Louis riprese la mano della
ragazza, conducendola su per le scale(2).
Ridendo sotto ai baffi, Rosalie decise di stare al gioco.
Non appena entrati in camera e chiusa la porta, iniziarono a spogliarsi; Rosalie guardò di sottecchi Louis.
“Ma ce li hai…?”,
“Tranquilla, li ho portati!” le rispose lui, capendo al volo il suo pensiero.
La ragazza sorrise: era chiaro che Louis aveva in mente quel
“diversivo” da un po’ di tempo, e lei se ne
sentì lusingata.
Scostando le tende di tela trasparente del piccolo baldacchino, Louis la prese in braccio e la depose sul letto.
“E’ la nostra luna di miele?” gli chiese lei in un sorriso,
“Diciamo di sì”.
Si scambiarono un bacio appassionato, percependo l’uno l’eccitazione dell’altra.
In quella stanzetta dominata da una dolce penombra e da una brezza
profumata di mare, Rosalie affogò nell’oblìo il
tradimento subito, tra scìe di baci appassionati e di carezze
sempre più audaci; poi, l’unione.
Bernard era lontano anni luce.
Si amarono per due volte, rimanendo poi abbracciati sulle lenzuola bianche del letto.
Louis le carezzava leggermente i capelli.
“Louis…?”,
“… Mh?”,
“Tu… mi ami, vero?”,
“Che domande mi fai?!?”,
“… E mi prometti… mi prometti di non tradirmi mai?”.
Sorridendo, lui le lasciò un bacio sui capelli “Ma certo, sciocchina! Che ti viene in mente?”.
Anche Rosalie sorrise.
“Che ore sono?”, chiese lei,
“Appena le sei. La nave rimarrà attraccata in rada(3)
tutta la notte, quindi non c’è motivo di
affrettarsi!”,
“E invece sì!”, Rosalie si alzò dal letto,
dirigendosi verso il balconcino “Bisogna arrivare in tempo almeno
all’ultima scialuppa!”.
“Aspettami!”, anche Louis si alzò.
Nudi, si affacciarono al balconcino, dal quale si vedeva una distesa di
tetti di ardesia grigia e di pareti bianche; all’orizzonte, oltre
il paese, brillava il turchese del mare.
“E’ una sensazione strana, Louis… per la prima volta in vita mia mi sento appagata e… libera!”,
“Anche per me vale la stessa cosa” l’abbracciò
da dietro lui, dandole un bacio tra i capelli; poi aggiunse “Ti
va di scendere in piscina?”, indicando la piccola piscina nel
cortiletto, incastrata fra alte mura bianche,
“Certo! E’ o no la nostra luna di miele?”.
Ridendo, rientrarono nella stanza, si rivestirono di fretta e scesero
nel cortiletto, dove, dopo essersi spogliati un’altra volta, si
gettarono in piscina.
“E se provassimo una variante?”, Louis si avvicinò nell’acqua a Rosalie, provocante,
“Sei incredibile!! Non ti stanchi proprio, eh?!”.
Nudi, in piscina, fecero di nuovo l’amore.
Ore 8,30. Il sole tramontava in un tripudio di rossi e rosati sul mare.
I pullmann stavano facendo ritorno alla nave.
Oscar ed André, sudati ed accaldati, si trascinavano stancamente dietro Alain e Axel.
“Che roba! Non prenderò mai più parte ad un’escursione trekking!”, stava dicendo Axel,
“Di che ti lamenti? Te la sei cavata benissimo, su quel terreno accidentato”, gli rispose Alain,
“Ah, ma mai quanto te, che hai dovuto prendere in braccio tua moglie!”,
“A proposito, come sta Diane?”, si intromise Oscar,
“Mi ha chiamato sul cellulare poco fa: la dottoressa di bordo se
ne è andata, ma in cabina c’è ancora Antoinette con
lei. Non aveva idea di essere così fragile davanti alla fatica,
ma ora sta meglio”, disse Alain,
“Anche Antoinette non è adatta ad escursioni simili: ha
fatto bene a riaccompagnare Diane alla nave”, la voce di Axel,
“Però, lei non si è sentita male”,
“Per fortuna!”, sospirò Axel.
“A proposito, stasera c’è il pigiama-party!”,
si voltò André “Cosa pensate di mettervi?”,
“Non ho idea. E’ la prima volta che partecipo ad una festa del genere…”,
“Si ballerà tutta la notte!” fece Oscar rimettendosi bene lo zaino sulla spalla,
“Verranno anche Rosalie e Louis?”, le chiese André,
“Se non saranno troppo occupati…” gli sussurrò lei, in risposta.
Superati i controlli di rito, risalirono a bordo; attraversando i ponti
per andare in cabina, scorsero Rosalie e Louis che scherzavano col
comandante(4) e con un altro ufficiale; li salutarono, e Rosalie
rispose al saluto della sorella.
**********
“Forza, scateniamoci!!” un Gerard Lassalle in canotta del
pigiama e shorts urlò letteralmente sul microfono, rivolto ad
una pista, anzi ad un ponte, impazzito.
Un urlo gli rispose.
Oscar ed André, entrambi in pigiami di taglio maschile, stavano impazzando sulla pista al ritmo di disco-dance,
al punto che un gruppo di persone li guardava ammirati, compresi Alain,
con un trasandatissimo pigiamone a righe, e Diane, in baby-doll rosa.
“Vedo con piacere che ti sei ripresa bene!” Marie
Antoinette gridò per oltrepassare la musica, rivolta
all’amica,
“Sì, anche grazie a te!” le rispose Diane “E
complimenti vivissimi per la camicia da notte, sembri una regina
stasera!”.
Ed era vero: lo stile di Antoinette non si smentiva nemmeno ad una
festa superinformale come un pigiama-party: una lunga camicia da notte
color verde acqua, perfettamente abbinata al pigiama in seta blu del
fidanzato.
“Oscar! Guarda là, chi sta arrivando!” André
toccò una spalla della moglie con una mano, mentre con
l’altra indicava col dito.
Dal fondo del ponte scoperto delle piscine, una coppia si avvicinava a loro: Rosalie e Louis.
Lei indossava una lunga camicia da notte molto scollata lilla, con il
corpino in pizzo, lui un pigiama in seta bianca (con casacca
sbottonata, ovviamente!!).
Non appena arrivarono, calamitarono subito l’attenzione di tutta la compagnia.
“Ma porc…” fece Oscar, mettendosi le mani ai lati del naso, “Dove l’hai trovata quella, sorella?”,
“Alla boutique della nave. Perché? Non ti piace?”.
“E allooooraaaa!” la voce di Lassalle risuonò dal
microfono alta per tutto il ponte “Adesso andiamo con le melodie
latine… per iniziare, beccatevi questa!!”.
Attaccò La camisa negra(5).
Sulla pista iniziò un ondeggiamento frenetico a tempo di musica;
visto dall’alto, l’intero ponte sembrava un colorato mare
in tempesta.
Rosalie sentiva il cuore pieno di una gioia indescrivibile: aveva
ritrovato l’amore, non ci sperava davvero tanto presto! Ma una
vocina dentro di lei le diceva proprio che era troppo bello, che non
avrebbe dovuto lasciarsi prendere troppo, da subito: era meglio, per
ora, mantenere un profilo “contenuto” e non lasciarsi
andare troppo agli slanci di entusiasmo, non prima di aver verificato
quanto solide fossero le loro basi, almeno.
Certo, però, che in una situazione come la sua attuale,
ciò era assai difficile: come faceva a trattenersi dal lasciarsi
andare, a volte anche dall’esultare di gioia? La sua parte
più razionale, o, se vogliamo, quella più scettica, non
riusciva a convincersi ancora del tutto, scottata com’era dalla
precedente botta; di contro, il cuore cantava a voce spiegata la sua
canzone d’estate.
E Rosalie se ne stava in mezzo.
Oscar abbandonò la pista, sudata fradicia dopo quel ballo
scatenato (il suo pigiama aveva le maniche lunghe), e si
appoggiò alla balaustra. Da lì, poteva vedere benissimo
le luci del porto e della costa, un po’ più lontano;
sicuramente, la gente da terra stava godendo della visione della nave
in festa, pensò.
**********
“Ma non mi dire!! Tre volte, di cui l’ultima nudi in piscina? Hai trovato l’uomo ideale, ragazza!!!”.
Stesa sul letto della sua cabina, Rosalie rise alle parole di Charlotte, che le arrivavano dal cellulare.
“E finalmente hai smesso di piagnucolare! Mi fa piacere” aggiunse,
“E’ anche merito tuo. Tutti quanti qui, a partire da te
fino a mia sorella mi avete riempito la testa con la faccenda che
dovevo affrontare questa cosa; se non l’aveste fatto, o io non vi
avessi dato retta, a quest’ora starei ancora a piangere!”,
“Senti un po’… pensi di presentarmelo il tuo bello,
quando sbarcherete? Ti giuro che non te lo tocco, non fare quella
faccia che sto già immaginandomi!! Lo sai che non vado matta per
i biondi, quindi sei al sicuro!”,
“Ma certo che te lo presento! Di te mi posso fidare, lo so. E poi, di Jeanne ce n’è una sola!”.
Risero di nuovo.
“Dov’è adesso il tuo bello?”,
“Al self-service, credo: abbiamo appuntamento là”,
“Allora, non voglio prenderti altro tempo, vai pure da lui. Poi ci sentiamo!”,
“Contaci!”, Rosalie chiuse la chiamata, restando con un mezzo sorriso disegnato sulle labbra.
Se non fosse stato per quelle ultime resistenze, avrebbe potuto dirsi
completamente felice; ma aveva preferito non parlarne con
l’amica, per non sentirsi dare della sospettosa, come al solito.
Canticchiando, si alzò e si preparò per salire al ponte dove si trovava il self-service, ed in pochi minuti era già in corridoio.
Riuscì a riconoscere la sua voce già prima di entrare, parlava al telefonino pure lui.
Chissà con chi starà parlando, pensò.
__________________________________________________________________________________________
(1)Chiedo scusa a tutti, dato che qui, più che la medievale
Rodi, sto descrivendo la pittoresca Santorini; il fatto è che mi
piace troppo quest’isola così luminosa per non ambientarvi
le scene che… tra poco seguiranno!!
(2)Un piccolo omaggio a coloro che hanno amato particolarmente
“quella” scena di Blue Velvet, anche se mi rendo conto che
qui, l’atmosfera è del tutto diversa!
(3)Questo accade quando il fondale del porto è troppo poco
profondo per ospitarvi una nave di stazza grossa, come, ad esempio, nei
piccoli porti.
(4)Un “regalino” per Pry!!
(5)Per questo, debbo un ringraziamento particolare a Lady in Blue.
Salve a tutti!!
Scusate per il ritardo, ma su questo capitolo ho avuto un ripensamento
dell'ultimo minuto; ed a proposito della fine, aspettate prima di dare
giudizi affrettati su Saint-Just, le cose non stanno come potrebbero
sembrare a prima vista!! ;-)
Le scene del pigiama-party sono anch'esse ricordi personali... mi
ricordo che, mentre stavo salendo in discoteca con un'altra ragazza
conosciuta sulla nave con addosso la camicia da notte, in ascensore due
tizi di mezza età ci guardavano allibiti... e noi, per tutta
risposta, dicemmo loro: "No, non siamo matte!!". La mia prima crociera,
nel 1993, che ricordi...
O.K., basta malinconie, adesso!
Lady in Blue: voglia
di mare, eh? Allora siamo in due! Rosalie, stavolta, si è
sciolta... in piscina!! E scusate se non ho potuto andar più a
fondo con i particolari, dato il rating arancione! ;-)
StregaGrianne: me lo
chiedo anche io come faccia Oscar a resistere ad André... forse
è perché ai soldi spesi per le escursioni (che sono
davvero molto care, garantisco) ci tiene parecchio. E se André
in costume ti era piaciuto, che ne dici di questo André in
pigiama??
Cicina: grazie dei
complimenti, carissima, ti assicuro che rendere una storia "diversa" e
non scontata non è facile, anche se debbo dire che l'atmosfera
di una nave da crociera aiuta molto.
Ninfea Blu:
Sì, per quanto assurde siano, quelle frasi sono proprio vere!!!
Dunque, ti piace la coppia con Girodel come cavaliere? Beh, d'altronde
in crociera un bonazzo come lui non poteva mancare... vorresti per caso
fare un tuffo in piscina con André? XD
Kikkisan:
ti ho prenotato una cisterna, dato che già immagino cosa ti
sarà successo durante la lettura di questo capitolo XD E certo
che Rosalie è proprio fortunata, con quel fustacchione... ah, se
vai in una crociera accalappia-bonazzi, mi associo anche io,
chissà che in due non riusciamo a trovare un Saint-Just: quattro
occhi vedono meglio di due, si dice...
Crissi:
idem per te (la cisterna, dico) XD Allora, che te ne pare della scena
in piscina???? Forse una cisterna non basta neppure, vedrò di
trovare qualcos'altro... Il ciondolo? No, non ha nulla a che vedere con
Bernard! E' solo un portafortuna personale di Rosalie.
Livia:
io regista?? GRRAZZZIE, mi lusinghi troppo, davvero non so cosa dire!!
E' che per una volta ho voluto provare a scrivere qualcosa di
più leggero, ambientandolo in un contesto che amo (la crociera);
ma come avete visto, le storie del tutto "leggere" non sono il mio
forte: se non c'è un minimo di tormento e di introspezione, mi
annoio! XD
Pry: quanto a Celentano, me lo aspettavo...
ma ti perdono, proprio perché sei tu! XD Soltanto, non oso
pensare in quale casino ti troverai se vorrai dare un'occhiata ad
un'altra mia fic dove tirerò in ballo Glenn Miller... lasciamo
perdere per ora, và... Grazie anche a te per i bei complimenti
(stà tranquilla, NON mi hai offeso), e se il buffet di
mezzanotte ti era piaciuto, dammi il tuo parere sul pigiama-party!
Kira91:
innanzitutto, bentornata tra i miei recensori, mi stavo chiedendo dove
fossi... :-) Che te pare di Oscar in pigiama?XD Quanto alle canzoni...
debbo pensare che te le sei sentite tutte??
Medusa: caso mai passassi di qui, io ci sono, eh...
Un bacio a tutti, Tetide.
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Capitolo 8 *** La gelosia non è più di moda... ***
Capitolo 8 -La gelosia non è più di moda...
CAPITOLO 8
LA GELOSIA NON E’ PIU’ DI MODA…
Nota: il
titolo di questo capitolo è ripreso da quello di una canzone del
Trio Lescano: mi sembrava appropriato alla situazione che
leggerete… e poi, scusate, ma non posso farci niente: la musica
degli Anni ’40 mi piace troppo!! Mi sa che quel mio collega ha
proprio ragione: debbo essere reincarnata, se mi piace lo
swing…!!
Non avrebbe saputo dire perché, ma avvicinandosi a Louis,
Rosalie decise che era meglio non farsi sentire; odiava l’idea di
“spiarlo”, ma una forza irresistibile la costringeva a
farlo, magari la stessa forza che ancora teneva in piedi le ultime sue
remore nei riguardi di lui.
Si accorse che l’uomo stava usando un tono molto, troppo
confidenziale con la persona all’altro capo del telefono; diceva
addirittura parole come “tesoro” e “mia cara”
con una frequenza inquietante. Senza esser vista né udita, si
fermò a pochi passi dalla schiena di lui, riuscendo a percepire
una voce femminile dall’altro capo del telefono.
E la cosa non le piacque. Non le piacque affatto.
Sentì una morsa che le stringeva forte la bocca dello stomaco,
anzi era una fitta, una fitta dolorosa, che era come se le dicesse
“Io te l’avevo detto…”.
Calma, Rosalie: magari era sua
madre… una collega, un’amica… un uomo tanto
affascinante e dolce deve essere corteggiatissimo dalle colleghe,
magari qualcuna lo ha anche eletto a suo confidente, tipo
fratello-mancato… non correre subito alle estreme conclusioni.
Per il momento, decise di non dire nulla, e di tenere gli occhi ben
aperti: in fondo, se lei gli avesse fatto l’interrogatorio, lui
avrebbe sicuramente negato, e per di più si sarebbe messo
sull’attenti; invece, facendo finta di nulla, avrebbe potuto
indagare meglio, e magari vedere se lui si tradiva o meno.
Louis mise giù il telefonino, ed immediatamente dopo lei finse di arrivare.
“Ciao”, gli disse tenendo gli occhi sul tavolo,
“Buongiorno amore!”, le rispose, allegro come sempre, lui.
Non aveva l’atteggiamento di chi per poco non era stato colto in flagrante, in effetti…
“Dormito bene?”, le chiese ancora,
“Mh…”,
“Non hai avuto freddo, tutta sola?”, le prese una mano,
abbassando al contempo il tono della voce; poi si portò la mano
di lei alle labbra, per sfiorarla.
Sembra tutto come al solito…
Si sedette, di fronte a lui.
“Prova uno di questi, sono buonissimi!”, le
sussurrò, imboccandola delicatamente con un biscotto a due
strati farcito al cacao: era dolce come sempre, né troppo
smielato, segno di chi ha qualcosa da farsi perdonare, né troppo
reticente, tipico comportamento di chi per poco non è stato
scoperto con “le mani in pasta”.
Ma Rosalie restò sospettosa. Masticò lentamente il
biscotto, guardandolo di sottecchi mentre si versava del caffelatte da
una caraffa, sbirciando da sotto le proprie ciglia affinché lui
non se ne accorgesse, ma fu inutile: lui la vide.
“Ho un aspetto tanto terrificante stamattina?” le chiese sorridendo,
“Perché mi dici questo?”,
“Perché è da quando sei arrivata che non fai che osservarmi. Cosa ho che non va?”,
“Assolutamente nulla. E’ un’impressione tua”, Rosalie prese la caraffa,
“E per quale motivo sei così sulla difensiva?”,
“Ho… ho dormito male, ho un gran mal di testa!”,
“Ah…”.
Continuarono a mangiare in silenzio per qualche minuto; Rosalie, in
realtà, aveva lo stomaco contratto in una morsa di sospetti e
domande inespresse.
“Scendiamo oggi, a Mykonos?”,
“Veramente… Oscar ed André mi hanno chiesto di scendere assieme a loro”,
“Va bene. Allora scendiamo tutti assieme”,
“Non credo sia una buona idea: io ed Oscar dobbiamo parlare di un
problema che si è verificato in famiglia, e che le ha comunicato
nostra madre, ieri sera”.
Louis tacque. Il comportamento della sua donna era davvero strano
quella mattina, e lui non sapeva spiegarsene il perché: fino
alla sera precedente, era stata allegra, solare, appassionata; adesso,
all’improvviso, sembrava fredda e scostante, quasi gli facesse un
favore a stare lì in sua compagnia. Che era successo, durante
quella notte?
Dal canto suo, Rosalie era in un tremendo corto circuito: anche se non
dava a vedere la tensione che l’agitava dentro, questa riusciva a
rimescolarle il sangue in un modo quasi doloroso; da un lato, avrebbe
voluto abbracciarlo, chiedendogli spiegazioni su quella strana
telefonata, sperando di sentirsi dire che era tutto un equivoco, e che
fra loro non sarebbe mai cambiato nulla; dall’altro, sapeva bene
che, se voleva ricavare qualche conclusione certa, avrebbe dovuto
cercarla da sola, seguendo il piano che si era prefissata, ovvero
indagare nell’ombra i comportamenti più o meno nascosti
del suo uomo; ma per far questo, avrebbe dovuto necessariamente
mantenere le distanze da lui, per qualche tempo almeno, cioè
fino a che quella faccenda non si fosse chiarita; e per finire,
c’era quella strana vocina, che da tempo le diceva di non fidarsi
troppo, e che ora gridava letteralmente che lasciarsi andare in questo
momento, se davvero c’era di mezzo un’altra donna, sarebbe
stato un vero suicidio.
Resisti, Rosalie! Poi, non potrai
più tornare indietro: vuoi gettare nuovamente il tuo cuore alle
ortiche, una volta a terra?
Per quanto doloroso fosse, doveva tenerlo lontano.
**********
“Ah, che bel sole!”, Diane sorrideva con un' espressione
beata, reggendosi il cappello di paglia, sotto il sole di Mykonos, che
in mezzo a quelle piccole case bianche sembrava ancor più caldo
e luminoso.
Alain le veniva dietro, col suo solito sorriso sornione sul viso.
Accanto a lui, André continuava a tirare foto ai paesaggi da quadro di quell’isola incantata.
Oscar e la sorella camminavano un po’ discostate da loro, in fondo alla fila.
“Ma si può sapere perché non hai nemmeno voluto che
venisse assieme a noi? Non è stato carino da parte tua,
sai!”, Oscar redarguiva la sorella,
“Tu ti saresti goduta la giornata al pensiero che il tuo nuovo
fidanzato, forse fedifrago, stava a due passi da te?”,
“Come accidenti fai a dire che è un fedifrago? Solo per un paio di frasi che hai origliato da una conversazione…!”,
“Non erano un paio di frasi! Erano parole ben precise!”,
“Andiamo meglio ancora: parole! E tu lo stai mettendo sotto accusa per delle semplici parole!”,
“Ma scusa, a quale donna si va a dire “tesoro”, se non ad una fidanzata o ad un’amante?”,
“Ad un mucchio di persone: amiche, sorelle, parenti varie…
specie se il tipo è avvezzo alle gentilezze, com’è
Louis!”.
Rosalie sbuffò “Non mi convince, Oscar!”,
“Tu non ti convinci mai. Posso capire benissimo quanto tu sia
ancora traumatizzata da Bernard e dal suo comportamento, ma guarda che
non tutti sono…”,
“Non nominare Bernard, per favore!!”, Rosalie si portò le mani alle orecchie, in un gesto istintivo,
“O.K., O.K., datti una calmata, sorellina…”,
“Non lo voglio pensare! E non voglio nemmeno credere che Louis…”,
“E allora non farlo! D’altronde hai sentito solo poche parole, e ci stai ricamando sopra tutto, da sola!”.
Tacquero, continuando a seguire gli altri tre, i quali, al contrario di
loro, erano chiassosamente allegri. Rosalie si guardò intorno.
Le stradine erano colme, ai lati, di piccole botteghe, che vendevano
ogni sorta di cose, per turisti e non; cercando di distrarsi,
entrò in una di queste, tirandosi dietro Oscar, la quale fece
appena in tempo a gridare al marito “Ragazzi! Noi siamo qua
dentro!”.
Rosalie si avvicinò ad un appendiabiti sul quale stavano appesi parei multicolore, e se ne rigirò uno tra le mani.
“Tu lo ami?”, la voce di Oscar arrivava sempre
all’improvviso, come un colpo di frusta; Rosalie girò la
testa,
“Cos…?”,
“Ti ho chiesto se lo ami”,
“Credo… di sì… Sì!”,
“Allora dovresti fidarti di lui!”,
“Come?!?”,
“Si deve avere fiducia nella persona che amiamo, altrimenti che amore sarebbe?”,
“Se è per questo, amavo anche quello là!”,
“Quello era un caso a sé; ma Louis non è quello là!”.
Rosalie lasciò andare il pareo e sospirò.
“E io come faccio a saperlo? Come faccio ad essere sicura che non
abbia un’altra fuori da questa nave, e che mi stia solo prendendo
in giro?”,
“Ma apri gli occhi, sciocchina! Non ricordi come ti guardava? Ed
il regalo che ti ha fatto? E quando ballavate, occhi negli occhi?
Ricordi il suo sguardo, il suo sorriso? Davvero ti sembravano quelli di
uno che finge?”.
L’altra ci pensò su.
Oscar riprese.
“Se hai dei dubbi, pensa al suo sguardo. Pensa al suo sguardo e
cerca nel tuo cuore: le risposte le hai tutte lì”.
Quando ritornarono in strada, videro che André e gli altri si erano fermati a parlare… con Louis!!
Con un risolino sulla bocca, Oscar li raggiunse; dietro a lei,
più lenta per l’imbarazzo, veniva Rosalie, il passo
incerto e traballante.
“Ah, siete qui!” fece André circondando con un
braccio le spalle della moglie “Credevamo che vi avessero
sequestrate!”,
“Rosalie è un po’ indecisa quando fa acquisti”, rise lei,
“Beh, noi andiamo a mangiare qualcosa. Venite anche voi?”, chiese André rivolto a Rosalie e Louis,
“Veramente preferirei una passeggiata. Vuoi venire con me, Rosalie, o preferisci andare con loro?”,
“N-no, io… vengo volentieri a fare una
passeggiata…” le parole le tremavano in bocca, mentre con
un’occhiata aveva incrociato un eloquente sguardo di Oscar che
diceva chiaritevi!!
“Bene. Allora a più tardi!”, Louis prese Rosalie per il braccio.
Lei barcollò, sentendo il suo profumo.
“Tutto a posto, amore? Cosa c’è, hai bevuto alcool? Non mi sembra che tu stia tanto bene…”,
“E’… è tutto a posto, tranquillo…”,
“Se preferivi andar con loro, potevi dirlo…”,
“No, no… voglio stare un po’ con te…”.
Ma perché accidenti non riesco a tenere gli ormoni a posto??
Basta un po’ di profumo, e mi gira la testa?!? Bé, è anche vero che mi è mancato…
Si incamminarono verso il lungomare, una piccola stradina che
costeggiava uno specchio di mare limpido, da un lato, ed una fila di
bianche casette basse dalle cornici delle finestre colorate,
dall’altra; era tardo pomeriggio, e le ombre iniziavano ad
allungarsi, il mare iniziava a tingersi di arancione, conferendo
un’aria pittoresca al riflesso delle case bianche su di esso.
Il braccio di Louis scese a cingerle la vita, attirandola a sé;
istintivamente, gli appoggiò la testa su di una spalla,
socchiudendo gli occhi.
“Sei bellissima con questo vestito…”,
“Grazie…”.
Indossava un abito corto blu, con un corpino con scollo a cuore attillato e spalline, ed una gonna a ruota a balze di chiffon.
“Mi piacerebbe togliertelo, stasera…”.
Il cuore di Rosalie fece un balzo.
“Vieni da me, stanotte?”,
“Louis, io…”,
“Preferisci che venga io?”, iniziò a lasciarle dei leggeri baci tra il collo e la spalla.
Accidenti, Louis, perché fai
così? Stai giocando col fuoco, e lo sai! Sono sempre una donna,
dopotutto, e non una statua di pietra!
Sentì una mano che le si infilava sotto la gonna.
“Louis… potrebbero vederci…”,
“Non c’è nessuno. Solo noi”.
Era vero: la strada era completamente deserta.
Le labbra calde di lui erano risalite fino al viso, fino a trovare le
sue, ed a schiuderle in un bacio sempre più passionale: lei si
lasciò andare.
“Louis… ti prego… non qui…”,
“Entriamo in quel cortiletto, quella casa sembra abbandonata…”.
Lei si staccò “Ma tu sei scemo!!! Lo vuoi fare contro al muro?”,
“Non ti piacerebbe?” sorrise lui.
Mi piacerebbe da matti, invece! Solo tu sai come farmi perdere il controllo, Louis!! Le tue… trovate sono da brivido!!
Ma non posso cedere, mi farei solo del male se poi, una volta scesi, tu…
L’abbracciò, riprendendo a baciarla; Rosalie corrispose
con passione, sentendo una vagonata di farfalle dentro al suo stomaco.
“Ti amo, Louis…”.
L’idillio fu interrotto dal trillare di un telefonino, quello di Louis.
“Scusami un attimo” fece lui, lasciandola e passandosi una mano tra i capelli.
Lo sguardo della donna si fece scuro.
Louis prese il telefono “Pronto?”.
E lei riconobbe quella voce.
Ancora lei!
Louis si era allontanato di qualche passo per avere più privacy, ma Rosalie riuscì benissimo a percepire la parola tesoro.
Le salì il sangue in testa.
Io devo scoprirlo!
Conclusa la telefonata, Louis tornò da lei, riprendendo ad abbracciarla; ma lei si ritrasse.
“Ho sete. Andiamo a bere qualcosa?” gli disse tutto d’un fiato.
Lui restò basito da quel repentino cambiamento “D’accordo…”.
Entrarono in un piccolo ristorante-bar, dove una donna in abiti locali
stava canticchiando mentre asciugava dei bicchieri; si sedettero ad un
tavolo ed ordinarono da bere.
Mentre attendevano le ordinazioni, Louis si alzò.
“Scusa, dovrei andare in bagno un momento”,
“Fai pure”.
Mentre l’uomo si allontanava, Rosalie rivolse la propria
attenzione al cellulare di lui, che l’uomo aveva lasciato sul
tavolino; si sentiva una ladra, ma doveva sapere!
Rapidamente, lo prese, andando a cercare tra le chiamate ricevute; e l’ultima che lesse recava il nome Marie Françoise.
Lo rimise giù giusto in tempo, poco dopo Louis tornò.
Poco dopo, arrivarono anche le ordinazioni.
Bevvero in silenzio, con una perplessa Rosalie che osservava distratta
il tramonto sull’Egeo, ed un Louis che la osservava preoccupato.
“Amore… ma sei sicura di sentirti bene? E’ da
stamane che sei molto strana. Ci sono dei problemi a casa,
forse?”,
“No. E’ tutto risolto” rispose lei senza guardarlo neanche in faccia,
“Non ti capisco davvero…”, scosse la testa Louis.
Adesso, sia il cielo che il mare erano di un colore rosso acceso.
**********
Diversamente da Oscar ed André, che avevano mangiato a terra ed
ora si stavano scatenando in discoteca, e da Alain e Diane che avevano
preferito il self-service,
Rosalie e Louis scelsero il ristorante Giapponese, quella sera: era
situato su uno dei ponti più alti della nave, e dai finestroni
si poteva godere di una magnifica vista sul mare.
Non si erano cambiati: l’ambiente era piuttosto informale.
Rosalie continuava ad esibire il suo cipiglio, nonostante gli sforzi fatti da Louis.
Un cameriere li invitò a seguirlo al tavolo degli aperitivi per degustare del saké; una volta che ebbero raggiunto il tavolo, il telefonino di Louis trillò di nuovo. Lui, naturalmente, lo prese.
Era lei.
Adesso scoppio!, pensò Rosalie.
Si avvicinò al fidanzato che aveva fatto qualche passo in
direzione dei finestroni, e gli strappò il telefonino di mano.
“SENTIMI BENE, MARIE FRANCOISE: IL SIGNORE QUI PRESENTE E’
CON ME IN CROCIERA, ED E’ IL MIO RAGAZZO! RAGION PER CUI, SE HI
VOGLIA DI TRASTULLARTI CON QUALCUNO, VATTI A CERCARE UN ALTRO!! SIAMO
INTESI, TESORO?!?”.
Alzò lo sguardo furente su di uno sbigottito Louis, fregandosene che tutti, nel ristorante, la stavano guardando.
Mentre la rabbia le sbolliva, la voce dall’altro capo del telefono attirò la sua attenzione.
“Pronto… pronto…”.
Si riaccostò il telefonino all’orecchio, pronta ad un’altra sfuriata.
“Louis, che succede? Che succede, fratello?”,
Fratello?!?
Guardò il fidanzato, che in quel momento, una mano su di un
fianco, le stava facendo segno con le dita di restituirle il telefonino.
Confusa e muovendosi come un robot, lei glielo restituì.
“Marie, tesoro, hai appena conosciuto la tua nuova cognatina. La tua gelosissima nuova cognatina!”.
Alt! Stop! Qualcuno fermi la banda! Quella là… è sua sorella?? Ohhh, che gaffe…!
Soltanto in quel momento, Rosalie si accorse di avere gli sguardi
dell’intera sala puntati addosso, compreso quello del cameriere,
che reggeva un piatto di sashimi.
“… Certo che te la passo! Anche lei, d’altronde, vuole conoscerti! Vero, Rosalie?”.
La poveretta, in risposta, abbassò la testa un paio di volte.
“Ehm, … pronto?”, balbettò,
“Ciao, tesoro! Sono lieta di fare la tua conoscenza! Finalmente Louis ha messo la testa a partito, eh?”,
“Sc… scusa se… prima… io ho creduto che…”,
“Posso immaginare cosa hai creduto… d’altronde, mio
fratello è talmente fascinoso, che lo penserebbe qualunque
ragazza. Ma non preoccuparti, mi piacciono i tuoi modi…
spicci”.
Le due parlarono al telefono per un po’, sotto lo sguardo
divertito di Louis; quando si salutarono, Rosalie si era un po’
rilassata; Louis la prese sotto braccio e la riportò al tavolo.
“E’ per questo che eri così taciturna, oggi?”,
“Sì, per questo…”,
“Credevi che mi prendessi gioco di te?”.
Rosalie non rispose.
“Mia sorella ed io siamo molto legati; sai, i nostri genitori
sono morti in un incidente quando eravamo piccoli, e lei mi ha fatto un
po’ da mamma… ci tiene a me!”.
Rosalie annuì.
“Quando torniamo a Parigi, te la presento”. Rosalie gli sorrise; Louis le prese una mano per baciargliela.
La gelosia non è più di moda, Rosalie…
Ciao a tutti!!!
Allora, che vi pare di questo capitolo? Mi è uscito fuori praticamente in una notte, ma spero che sia stato divertente.
Come avete visto, la nostra Rosalie è terribilemnte sotto l'effetto del "trauma Bernard",
al punto da vedere fantasmi dove non ce ne sono; ma d'altronde, si
può capirla: certe cose fanno male; diversamente, non si
chiamerebbero "traumi"...
Adesso, le risposte personali.
Jenny 123: se ci sei, fatti viva!!
Kira91: idem come sopra.
Medusa:
sono contenta di riavere tue notizie, e sono lieta di sapere che ti sei
divertita (beata te che hai potuto! ;-)). Anche io adoro le crociere e
le Isole Greche, soprattutto Santorini; a Rodi non sono mai stata, ma a
quanto leggo tu invece sì: mi racconti qualcosa...?
Pry:
premettendo che non mi sono affatto offesa... non mi stupisce affatto
che tu non conosca Glenn Miller: se non hai sentito nominare molti dei
cantanti dei giorni nostri, come potresti conoscerne uno che "operava"
negli Anni '40?? Tornando al capitolo, ovvio che Rosalie e Saint-Just
se la spassino allegramente... alla faccia di quel traditore di
Bernard! Il pigiama-party... ho ricordato il mio, tanti anni fa... e
riguardo ai tuoi filmini, ci ho preso un poco? ;-)
Kikkisan:
è pronta la nuova cisterna? No, sai, è che leggendo del
cortiletto non si può mai sapere... Eh sì, Rosalie
è tornata in piena fioritura, grazie a Louis... spero di non
avervi fatto soffrire troppo, con questo capitolo!
Crissi:
allora, Louis ti ha deluso? Non parlava con la mamma, non proprio,
però quasi... sul Fersen in pigiama concordo pienamente
*ç* Che te ne pare del ristorante Giapponese?
Ninfea Blu:
mi dispiace di averti deluso (se ti ho deluso) quanto alle
ex-fidanzate, ma la traccia del capitolo l'avevo già in testa da
un pezzo:-) E' proprio vero, un ricordo dell'estate
appena finita, in questo periodo ci sta sempre bene... ero sicura che
avresti apprezzato l'alberghetto romantico, dato che avevi amato
particolarmente "quelle" scene di Blue Velvet.
Lady in Blue:
tranquilla, anche se "presa e squagliata" dal suo bello in piscina,
Rosalie ha pensato anche agli aspetti "pratici" della questione...
innamorati, non scemi :-) e poi, sono due trentenni, non due
adolescenti sprovveduti, no? ;-) In questo capitolo, la nostra si
è fatta un bel pò di paranoie... prima di sciogliersi
più di prima! XD
StregaGrianne:
e fanno proprio bene a divertirsi un pò, soprattutto Rosalie,
che dopo la stangata presa da Bernard deve rifarsi, no? Quanto ad
André... personalmente, lo preferisco in costume! XD
Livia:
grazie, in effetti ogni volta che descrivo una scena "piccante" non
sono mai del tutto convinta... mi sembra di essere rimasta troppo sul
"leggero", o viceversa di avere esagerato... ma le vostre parole al
riguardo mi incoraggiano ad avere un pò più di fiducia in
me stessa :-) Come ti sembra il nuovo capitolo?
Un bacione anche a chi legge soltanto. Tetide.
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Capitolo 9 *** Quel che non si dice ***
Quel che non si dice
CAPITOLO 9
QUEL CHE NON SI DICE
Nota:
per la gioia di Ninfea Blu (e di qualche altra, spero…), ho
preso per titolo di questo capitolo quello di una canzone dei Pooh (che
purtroppo risveglia in me ricordi agrodolci), dato che la vedo
parecchio adatta alle situazioni che incontreremo adesso. Buona lettura!
Rosalie si rigirò nel letto, stiracchiandosi come una gatta; con
gli occhi ancora socchiusi, allungò una mano in cerca della mano
di Louis, ma trovò solo le lenzuola vuote e calde.
Aprì gli occhi “Louis…”.
Nella cabina non c’era nessuno, a parte lei; si guardò
attorno, ritrovando lo stesso disordine festoso che avevano lasciato la
sera precedente, i loro abiti caduti insieme sul pavimento, i cuscini
lanciati in aria in un angolo, le bottiglie vuote di champagne…
Ma di lui non c’era traccia.
Scese i piedi dal letto, ed indossò la biancheria; entrò nel bagno, ma lui non si trovava neanche lì.
Ma dov’è finito?
Bussarono alla porta; indossata la vestaglia di Louis, Rosalie andò ad aprire.
Rimase letteralmente a bocca aperta.
Davanti a lei c’era un mazzo enorme di rose rosse.
Si portò le mani al viso.
“Louis…”.
L’interpellato spostò il mazzo di fiori, rivolgendole un enorme sorriso.
“Un dono di scuse per la mia gelosa fidanzata”,
“Louis, amore…”.
Rosalie non sapeva se ridere o piangere; tutto ciò che fu capace di fare, fu di abbracciare stretto il suo amore.
“Non… credi che… faremmo meglio… ad entrare
in… cabina?”, Louis cercava di farsi strada tra i baci
appassionati di lei,
“Credi?”,
“Ci stanno guardando tutti, non trovi?”.
Una coppia attempata ed una famiglia con un bambino osservavano la scena con espressione ebete.
“Forse hai ragione”, rise Rosalie, trascinando dentro Louis.
Appena entrati in cabina, ricaddero, abbracciati, sul letto, continuando a baciarsi, mentre la radio trasmetteva I love you so,
delle Chantels. Louis teneva ancora in mano il mazzo di rose, anche se
adesso aveva abbassato la mano, in posizione non comoda.
Rosalie gli cingeva i fianchi con le gambe; se solo il mese precedente
le avessero detto che avrebbe dimenticato Bernard in così poco
tempo, annegando letteralmente in un mare di gioiosa felicità,
si sarebbe messa a ridere.
La nave, frattanto, proseguiva la sua rotta verso Napoli.
**********
André tornò in cabina dal bagno per la quarta volta, e si
buttò sul letto, coprendosi gli occhi con una mano; “Non
ne posso più!”, sospirò.
Seduta al lato opposto del letto, Oscar se la ridacchiava un poco sotto
i baffi “Quante storie per un po’ di mare mosso!”,
gli disse,
“Parli bene tu, che reggi il mare come se fossi una corazzata!”,
“Esagerato! Il capitano ci aveva avvertiti che una volta arrivati
nel canale d’Otranto avremmo ballato un po’!(1)”,
“Sì, ma questo non mi aiuta a sentirmi meglio!”.
Qualcuno bussò alla porta. Oscar andò ad aprire.
“Oh, ciao Alain. Come mai qui?”,
“Ehm,… volevo vedere come ve la passavate…”,
“Io abbastanza bene, grazie. André, invece…”,
“Uno schifo, grazie!” una voce provenne dall’interno della cabina.
Oscar rivolse all’amico uno sguardo eloquente “Vedo con sollievo che anche tu non te la passi male…”,
“Io no, ma mia moglie non può alzarsi dal letto: è
venuta anche la dottoressa e le ha dato delle pasticche per il mal di
mare”,
“Mi dispiace per lei; ma allora, perché l’hai lasciata da sola?”,
“Bé, ora si è addormentata, così ne ho
approfittato per uscire un attimo. Dovresti vedere cosa
c’è in giro per la nave: tutti i passeggeri stanno
male!”.
André si rigirò nel letto, lamentandosi; Alain riprese:
“O.K., è meglio che vada! Se avete bisogno, conoscete il numero della nostra cabina”,
“Grazie, Alain. Ciao.”.
Oscar rientrò in cabina, chiudendosi la porta dietro.
“Bé, quanto meno non sei da solo, consolati!”,
“Gran bella consolazione!” esclamò André prima di alzarsi per correre nuovamente in bagno.
Louis camminava per il ponte, diretto alla cabina di Rosalie; bussò, e lei gli venne ad aprire.
“Amore, come stai?”,
“Come una con il mal di mare!”,
“Ti ho portato un cuscino dalla mia cabina, e sono venuto per
stare con te: non voglio saperti da sola mentre non stai bene!”.
Rosalie sorrise a quel tesoro di uomo che era da poco diventato il suo
fidanzato: come avrebbe fatto senza di lui? Di certo, non avrebbe
potuto pesare su Oscar ed André…
“Com’è la situazione in giro?”, gli chiese per cambiare argomento,
“Non è delle migliori: quasi tutti i passeggeri sono
chiusi in cabina, ed i pochi che circolano sembrano simili a degli zombies; lungo le scale sono stati anche appesi dei sacchetti per il vomito”,
“Durerà ancora per molto?”,
“Secondo il comandante, siamo quasi fuori. Purtroppo, questo
è un braccio di mare un po’ irrequieto, diciamo”.
La ragazza socchiuse gli occhi e rigirò leggermente il viso, Louis le carezzò una guancia.
“Ehi, Rosalie… desidero vederti di nuovo piena di
entusiasmo come nei giorni passati… cerca di rimetterti in piedi
al più presto!”,
“Sai una cosa? Non credevo esistessero uomini come te… sei
così dolce, premuroso, oltreché bello… ero
convinta che quelli come te esistessero solo nelle fiabe!”, gli
aveva preso una mano tra le sue;
lui rise forte “Beh, grazie mille per il complimento! Ma sai, gli
uomini non sono proprio dei mostri senz’anima…!”, si
interruppe, vedendo che Rosalie si era irrigidita.
“Non tutti, Louis…”,
“Capisco cosa vuoi dire…”.
Tacquero entrambi; in quel silenzio carico di confessioni, ciascuno
leggeva benissimo dentro al cuore dell’altro. Louis, sebbene
avesse capito che dentro il cuore della sua Rosalie si nascondeva una
cocente delusione, non aveva mai insistito affinché lei
parlasse, ma aveva rispettato il suo pudore; attendeva che fosse lei a
fargliene parola, se avesse voluto. Rosalie, d’altro canto, non
voleva più ricordare quella triste esperienza, né voleva
affliggere il suo nuovo uomo con storie lacrimevoli, e poi non voleva
che il passato potesse affliggere il suo presente, così bello.
E così, era il silenzio a parlare al posto delle loro voci.
Ti dirò in silenzio quel che non si dice…(2)
“Louis… io ti amo, lo sai…”, Rosalie guardava
il compagno con sguardo intenso, ma sospeso; lui le sorrise
“Sì, lo so”,
“Allora… beh… io credo… che non sia giusto
tenere… un segreto tanto importante… con
te…”,
“Non sei obbligata a raccontarmi niente, Rosalie, se non te la
senti; non abbiamo nessun obbligo tra di noi: ci amiamo, e questo
basta”,
“No, io voglio… desidero che tu lo sappia… che tu
conosca il motivo che mi spinge ad essere diffidente verso gli
uomini… tranne che verso di te…”,
Noi ci siamo presi al volo tra la gente(2).
“Prima di te… avevo un fidanzato… che amavo…
progettavamo di sposarci, presto o tardi… però lui, un
brutto giorno, mi ha fatto molto male. L’ho trovato insieme alla
mia capufficio, una donna molto bella, ma sposata… e dopo poco
lui mi ha detto che era finita tra noi… distruggendomi; il mondo
mi è crollato addosso, sono stata male per tanto tempo; poi,
quando mi sono ripresa, ho deciso che mai più mi sarei cercata
un altro uomo… avevo paura di soffrire ancora…
finché non ho conosciuto te”.
Louis le passò due dita sulla fronte, spostandole una ciocca di
capelli dolcemente “Lo avevo capito, sai? Si vedeva che stavi
male, e che non riuscivi a fidarti. Perché poi, allora, hai
deciso di farlo?”,
“Ecco… quando poi ti ho conosciuto meglio… la tua dolcezza nei miei confronti… quel pelouche… non era più solo semplice attrazione fisica…”,
Io pensai: “Se questo uomo travolgente mi ha capito in un istante, forse è lui la libertà…(3)
“Io lo avevo capito che soffrivi per amore… come me; mi
facevi tenerezza, così indifesa sotto quell’apparenza
forte”,
“E tu mi hai protetta! Quel giorno, quando mi hai salvata da quel folle… oh, Louis!”,
“Shh, non dire più niente, amore”, Louis si era chinato su di lei, fino ad appoggiare il proprio viso al suo,
“Louis… lo sai che io
non apro facilmente il cuore e che con me a volte non si può
parlare… ma per te mi giocherei qualunque vita!(2)”.
Lui le baciò delicatamente la fronte.
“Adesso tutto è diverso, Louis: la mia testa col mio cuore han fatto pace!(2)”.
Lui continuava ad accarezzarla, e la guardava sorridendole.
Rosalie continuava a parlare, come un torrente in piena, dalla forza inarrestabile.
“Non ho più paura, adesso, Louis: non con te accanto! Sei
diventato il mio angelo, Louis! Non ho più paura di amare,
né di vivere”.
Lo sa il mondo come tu mi hai trasformato, passo passo mi hai insegnato quanto amore c’era in me…(2)
“Finalmente, hai capito che non devi avere paura di amare, mai:
tu sei una ragazza capace di dare tanto amore, ma lo avevi dato ad un
uomo che non ti meritava, e questo tuo sbaglio ti ha costretto a negare
a te stessa l’amore, ma fare ciò ti stava lentamente
spegnendo dentro. Non è così, forse?”.
Rosalie annuì.
Senza te sarei un’arma carica e smarrita!(2), pensò Rosalie, Soltanto tu sei riuscito a leggermi dentro così bene, Louis!
L’uomo si chinò su di lei per baciarla; Rosalie contraccambiò con languida intensità.
**********
Verso sera, la nave aveva raggiunto acque più tranquille; Oscar
era riuscita a trascinare un frastornato André nel salone
principale, dove poco dopo erano stati raggiunti da Axel e Antoinette,
e poi anche da Alain e la moglie.
“Come va a voi?” aveva chiesto André ad Axel,
“Molto meglio. Io e Antoinette non soffriamo molto il mare, ci
siamo limitati ad avere un po’ di mancanza di equilibrio, e
basta. E voi?”,
“Io ho sofferto come un matto, invece; il mare mosso proprio non
lo reggo. E mia moglie che mi prendeva per un mollaccione!”,
“Allora siamo in due, André!” gli fece eco Diane, seduta di fonte ad Oscar,
“Ehi, io non ti ho dato della mollacciona!”, fece Alain.
In quel momento, entrarono Rosalie e Louis.
“Salve, ragazzi!”, sembrava molto sollevata,
“Ecco un’altra che soffre il mare: mia sorella!” si alzò Oscar e le andò incontro.
Le due sorelle si abbracciarono “Come ti senti, sorellina?”,
“Adesso bene, grazie; ma è tutto merito di Louis, senza lui non so cosa avrei fatto!”.
Oscar sorrise al cognato “Sei stato prezioso, Louis, non sai
quanto: mia sorella, quando non sta bene, diventa intrattabile; devi
avere qualcosa di davvero speciale per averla addolcita fino a questo
punto!”.
Lui sorrise, compiaciuto; cinse con un braccio i fianchi della fidanzata.
“Il comandante Robespierre annuncia che l’arrivo al porto
di Napoli è previsto per domani mattina intorno alle 8”,
da un altoparlante si diffuse un annuncio per i passeggeri.
“Propongo di andare a cena tutti assieme” lanciò
l’idea Alain, idea che fu accolta con entusiasmo da tutti quanti.
________________________________________________________
(1)E’ vero, purtroppo: quel passaggio di mare è un vero
tormento per chiunque soffra il mal di mare! Ricordo bene il malessere
che prese praticamente tutti i passeggeri… ed altri particolari
che leggerete!
(2)Pooh, Quel che non si dice.
(3)Pooh, Quel che non si dice, ho modificato leggermente il testo originale per adattarlo al contesto.
Ciao
a tutti! Innanzitutto, desidero ringraziare tutti coloro che stanno
avendo la pazienza di seguirmi anche in questa follìa, e che mi
stanno incoraggiando a fare sempre meglio nella scrittura, anche al di
fuori di questo bellissimo sito: se il libro che vorrei pubblicare
vedrà la luce, sarà soltanto merito vostro: SMACK!
Pure
in questo capitolo ho inserito alcuni ricordi personali, non proprio
piacevoli: il mal di mare! E' una delle cose peggiori che possano
capitare ad un crocierista, e le immagini delle scale adornate di
sacchetti da vomito sono vere!
Kikkisan:
come avete letto, ho "modificato" Rosalie, per farla diversa dalla
solita piagnola; non avevo idea del risultato, ma da quanto ho visto,
l'esperimento è piaciuto! :-) Ah, come vedi i due piccioncini
hanno proseguito in cabina quello che volevano fare contro al muro...
non so se è meglio..!
Livia:
eh sì, purtroppo troppo spesso la gelosia porta a vedere mostri
dappertutto, specie in chi (come Rosalie) è stata "scottata" dai
precedenti; ma Louis è parecchio paziente nei suoi confronti!
Grazie per il complimento, spero di non deludervi!
Crissi:
hai decisamente ragione, la povera Rosalie è ancora sotto shock;
meno male che Saint-Just la sta curando... credo che le cure in cabina
siano le migliori... tu che ne dici? ;-)
StregaGrianne:
allora, il capitolo è all'altezza delle tue aspettative? ;-)
Penso che se, nel precedente capitolo, Louis si è dimostrato
comprensivo, qui ha toccato l'apice.. ma ovviamente non debbo essere io
a dirlo.
Cicina:
in questo capitolo, purtroppo, oltre all'atmosfera vacanziera, si
vedono anche i risvolti inaspettati e meno piacevoli della crociera: il
mal di mare!! E meno male che Rosalie ha risolto le sue pare
sentimentali, altrimenti sarebbe stata male col cuore... e con lo
stomaco!!
Ninfea Blu:
non so se hai gradito la dedica, ma dovevo pur sdebitarmi ;-) Penso che
tu conosca questa bellissima canzone (anche se a me risveglia ricordi
non belli, di un'estate un pò lontana, se vuoi ne parliamo in
privato), così, da brava fan dei Pooh ho pensato di dedicarla ad
un'altra fan. Ho voluto modificare un pò anche Oscar,
evidenziando il suo ruolo "saggio" e maturo e trascurando i suoi
dilemmi sentimentali: sono lieta che stia piacendo.
Lady in Blue:
eh sì, magari la nostra Rosalie ha un pò esagerato, ma la
si può capire... il tradimento scotta! La paura di un altro
tradimento le ha impedito di chiarire subito le cose con Louis, ma
anche se lui le avesse detto che si trattava di sua sorella, lei
(scioccata com'è) gli avrebbe creduto?
Pry:
non ti domando nemmeno se conosci la canzone che dà il titolo a
questo capitolo.. se vuoi, puoi ascoltarla, ti garantisco che è
bella.. anche se, conoscendo il tuo genere, ti verrebbe un'immediata
crisi depressiva, i Pooh sono tutt'altro che allegri! Maxime ha fatto
un salutino dalla cabina di pilotaggio, che dedico ovviamente a te!
Kira91:
immagino perfettamente cosa avresti fatto a "quella gocciolina" (lo
stesso che avrei fatto io, credo), ma cerco di far trattenere la cara
Rosalie, dato il rating :-) Adesso però i due piccioncini vanno
d'amore e d'accordo, dopo lo sfogo di Rosalie. Sai che non avevo
pensato alla similitudine con Saint-Antoine?
Medusa e Jenny 123: se vi fate sentire non mi offendo.. :-)
Un bacio anche a chi legge solamente.
Tetide.
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Capitolo 10 *** Vento nell'anima ***
Capitolo 10- Vento nell'anima
CAPITOLO 10
VENTO NELL’ANIMA
Nota: anche il titolo di
questo capitolo è stato ripreso da una canzone dei Pooh,
dall’ultimo album; sarà citata nel testo. Per Ninfea Blu:
l’hai già sentita?
Questo capitolo è dedicato a Kikkisan: GRAZIE ANCORA PER IL TUO AIUTO!!
Sotto la festa di uno squillante sole Partenopeo, la nave entrava nel
porto di Napoli, emettendo un possente saluto tramite la sirena.
Affacciati alla balaustra, abbracciati, Louis e Rosalie seguivano
quella grande festa dalle prime file. Sui volti di entrambi campeggiava
un luminoso e rilassato sorriso.
Per te il mio cuore in pausa ha ripreso a battere
sei tu che hai rimesso a nudo le mie ali(1)
…
Prego che non sia un miraggio,
che sia vero che sei qui…(1)
Lui strinse leggermente più forte la spalla di lei, che gli
sorrise in risposta, alzando il viso verso di lui; poco più in
là, Alain scattava foto a ripetizione a quel paesaggio da
quadro, mentre Diane era impegnata in quegli spensierati gesti che sono
i saluti tra sconosciuti con gli spettatori in banchina.
“Allora, pronti per scendere?”, Oscar si avvicinò da dietro ai due innamorati, insieme ad Antoinette.
“Naturalmente! Vero, amore?”.
Stringendosi ancor di più a lui, Rosalie fece un cenno d’assenso muto.
“…E’ una città unica al mondo! Vedrai che
roba!(2)” André stava raggiungendoli sul ponte, insieme ad
Axel.
“Oh, ecco qui la mia mogliettina!” il bel moro comparve
indossando un completo jeans e maglietta scura, entrambi attillati, che
mettevano in risalto il suo fisico scultoreo “Che ne dite di
andare? Gli altri sono già in fila…”,
“Hai ragione, André: andiamo!” Oscar fece per incamminarsi, sistemandosi meglio il cappello con visiera.
Antoinette ed Axel erano più allegri del solito, e si
punzecchiavano a vicenda con Oscar ed André; senza lasciarsi,
Rosalie e Louis li seguirono.
Erano raggianti, quella mattina: entrambi avevano capito di aver
trovato, per un fortuito scherzo del destino, l’amore di una vita.
… Due cuori roventi e l’avvenire in pugno
usciti dal guscio fragile di un sogno…(1)
… E ne è servito tanto di coraggio
a questo amore!(1)
La fila stava lentamente scendendo dalla nave per avviarsi ai bus
parcheggiati; sulla banchina, c’era una folla di gente in festa,
venuta a salutare la grande nave.
Oscar, André, Axel ed Antoinette, raggruppati vicini, non
smettevano di passarsi motti scherzosi; un po’ più avanti
stavano Girodel e la mora, che avevano ormai fatto coppia fissa; Alain
e Diane si affrettavano a raggiungere il loro pullmann, nella folla
colorata.
I bus si riempirono in fretta; Louis e Rosalie, insieme a Diane ed
Alain avevano optato per un veloce giro panoramico della città,
per poi andare in Costiera Amalfitana.
Il tempo era splendido, luminoso e caldo; il pullmann si avviò
per le vie della viva e colorata città, accompagnato dalla voce
della guida che stava illustrando il Maschio Angioino.
“E’ bellissimo, Louis! Qui sembrano tutti allegri, pieni di
gioia di vivere e di energie… che bella città!”,
“Piace anche a me… ma ancora di più mi piace
vederti di nuovo in forma, dopo lo spavento che mi hai fatto prendere
l’altro giorno!”,
“Quando avevo il mal di mare, vuoi dire? Mi dispiace… ma nemmeno io mi sono divertita, sai!”,
“Sei stupenda.. “ le strinse una mano “così
piena di vita, di passione… non sembri nemmeno la persona che ho
incontrato il giorno della partenza”,
“Il merito è solo tuo, Louis!”.
E invece adesso ho il vento dentro l’anima(1)
…
E adesso non c’è più bisogno di nasconderci
pensando che sia sbagliato…
Siano lacrime, siano brividi, al mio cuore io ho detto di sì!(1)
Se pensava a come si sentiva il giorno della partenza, le sembrava di
pensare ad un’altra persona. Ma tutto ciò era stato prima
di Louis.
Con me tu ti senti magica e straordinaria
non hai più quell’aria strana ed irrisolta…
… Prima non ti sopportavi…
…E quando ti senti in colpa a respirare, si sogna male!(1)
Ma man mano che lui le era entrato dentro l’anima, lei era
rifiorita, come un fiore che veniva di nuovo annaffiato dopo settimane.
E invece adesso hai il vento dentro l’anima
Perché adesso tu sei vera!(1)
…
Perché non hai più paura!
E a costo di farti male
Stai amando chi vuoi amare!(1)
Il pullmann fermò davanti ad una fontanella monumentale, dietro
alla quale si ammirava un bellissimo panorama della costa e della
città; tutti i passeggeri scesero per osservare il panorama e
scattare qualche foto.
Louis porse la mano a Rosalie per aiutarla a scendere, quindi insieme
si avviarono verso il belvedere; si appoggiarono alla balaustra,
stringendosi l’uno all’altra e volgendo lo sguardo verso
quella distesa sconfinata che si apriva davanti a loro e sembrava
intessuta della luce del mattino: il mare.
Sarebbe stato sempre così per loro, da ora in avanti: guardare
assieme nella stessa direzione, verso un orizzonte che, insieme,
sarebbe sempre stato immenso e luminoso come un mattino estivo.
..E a costo di farci male
Stiamo amando chi è giusto amare!(1)
Entrambi avevano sofferto, in passato; ma il futuro era ancora da costruire. Ed era lì, davanti a loro.
Più tardi, passeggiando per le viuzze dell’antico
Quartiere Spagnolo, si presentò ai loro occhi una variopinta e
multiforme realtà, fatta di bottegucce piene fino
all’inverosimile di beni di ogni genere, ben presentati da visi
che esprimevano una grande dignità ed un’inesauribile
energia pur nella loro umile condizione; qua e là si apriva una
piazza circondata di edifici barocchi la cui facciata era animata da
mimi di ogni tipo: pulcinella, soldati antichi, dame settecentesche;
nelle vetrine di un negozio erano esposti i bellissimi personaggi del
Presepe in terracotta, tipici del folklore Napoletano.
Rosalie era affascinata da quello scenario tanto vivo e variopinto: in
mezz’ora aveva trascinato Louis per una decina di negozi, per
acquistare quante più particolarità possibili di quella
città stupenda.
“Basta, Rosalie, non reggo più un altro pacco!” la supplicò lui. Lei rise.
“Avresti preferito andare con Oscar ed André a visitare gli scavi di Pompei sotto il sole?”,
“Se avessi saputo che mi toccava fare il portapacchi, magari…”, ammiccò lui,
“Scemo!!”, Rosalie gli tirò un buffetto scherzoso; lui l’attirò a sé per baciarla.
“Prego, signori, risaliamo sul pullmann!”, la voce della guida li distolse dalle loro effusioni.
Il pesante mezzo si era rimesso in moto, e ora, lasciata la
città, si dirigeva verso la Costiera Sorrentina; la strada si
snodava tra paesaggi di una bellezza incredibile, fatti di fiori
multicolori aggrappati a rocce bianche sullo sfondo blu intenso del
mare; qui e là appariva qualche costruzione isolata, di solito
residenza estiva di qualche riccone fortunato, od un centro abitato
aggrappato alle rocce o adagiato lungo la linea di costa.
Rosalie stringeva la mano di Louis nella sua: per quell’attimo di
felicità fuori dal tempo non c’erano parole.
Il bus fermò a Positano, un borgo di pescatori, ora divenuto conosciutissimo centro turistico(3).
“Ci rivediamo qui tra due ore” disse la guida, mentre lasciava liberi i passeggeri.
Louis e Rosalie si avvicinarono ad Alain e Diane.
“Allora, ragazzi? Voi cosa pensate di fare?” chiese Louis,
“Mah… il posto non è niente male… penso che mia moglie voglia fare un po’ di shopping… vero, Diane?”,
“Perché no? Mi hanno detto che da queste parti
c’è una linea di moda molto gettonata… però,
mi piacerebbe andare a mangiare tutti assieme!”,
“Aggiudicato!” Rosalie la prese per un braccio,
“Allora… che ne dite di rivederci qui tra un’ora
esatta?”, Alain si guardò l’orologio da polso,
“O.K.! A più tardi!”.
Le due coppie si lasciarono ciascuna per conto proprio.
Louis e Rosalie si incamminarono mano nella mano; percorsero le viuzze
che portavano giù al porticciolo, pervase da quell’odore
di mare così tipico dei borghi marinari, quel profumo che fa
sentire vivi ed in contatto con la natura; ogni tanto si fermarono
presso una bancarella, una botteguccia od un artista di strada che
cantava una qualche canzone Napoletana; per entrambi, era come vivere
in un film, anche quando, acquistati due coni gelato, si diressero
verso la spiaggetta accompagnati dalle note di “Anema e
core”, suonate da un musicista di strada.
Raggiunsero la spiaggia, sulla quale stavano disposte, in fila, decine
di barche colorate (la spiaggetta fungeva anche da porticciolo),
appartenenti ai pescatori.
“Louis, guarda!” Rosalie si incamminò velocemente
verso la battigia “Questa sabbia è talmente fine…
sembra polvere!”. Lui la raggiunse; entrambi si tolsero le scarpe
ed entrarono in acqua, per bagnarsi i piedi.
Era una sensazione meravigliosa, camminare nel mare, avvertendo la
carezza leggera dell’acqua solleticare le caviglie e la sabbia
grattare leggermente sulla pianta dei piedi: leggera, lieve come la
libertà, come l’amore, come un’armonia ritrovata
dopo tempo; e questo, per loro, fu un ulteriore suggellare la loro
neonata unione.
Più tardi, Louis e Rosalie sedevano in una magnifica terrazza
ristorante con vista sul magnifico mare della Costiera Sorrentina, in
compagnia di Alain e Diane, più allegri del solito.
Alain, che aveva indossato immediatamente una maglia rossa “stile
Capri” lì acquistata, non smetteva di profondersi in
spiritosaggini.
“… E allora, in omaggio a questo bellissimo mare, un bel brindisi!!”,
“Ma Alain… è già il quarto… questo
vino è forte…”, obiettava, senza successo, Diane,
“Meglio: così ci prendiamo un po’ di carica per la festa disco di stasera!”,
“Hai intenzione di fare faville stasera, vero Alain?”, chiese Louis,
“Ho fatto una scommessa con André: chi balla resistendo più a lungo, ha vinto!”,
“E cosa vince chi ha vinto?” Rosalie sbuffò fuori
una nuvola di fumo, poggiando il gomito della mano che reggeva la
sigaretta sul tavolo,
“Dobbiamo ancora deciderlo! L’importante è gareggiare, no?”.
Tutti scoppiarono a ridere.
Alain riprese.
“E in omaggio ad Oscar ed André che ora sono sotto il sole
a scarpinare in mezzo ai ruderi, fatti ‘sto marinato!”,
disse, imboccando la moglie con un gamberetto.
Altre risate.
La giornata era calda, con un sole stupendo; sul mare si vedeva un
gruppo di barche multicolore per la pesca, insieme a qualche barca a
vela.
**********
Nel tardo pomeriggio, risalirono tutti sulla nave; Oscar ed
André erano esausti per aver scarpinato tra le rovine delle tre
città distrutte dal Vesuvio in età Romana, Pompei, Stabia
ed Ercolano; Antoinette ed Axel avevano preferito un romantico giro di
Napoli, come avevano fatto anche Girodel e la mora; Rosalie, Alain,
Louis e Diane erano stanchi ma felici per la giornata appena conclusa.
Le sorelle Lamorliere con i rispettivi cavalieri si incontrarono nella sala fumo, sorridenti.
“A voi come è andata?” chiese Oscar a Rosalie,
“Benissimo! Questi luoghi sono un quadro vivente! E voi?”,
“Bene anche a noi. André ha fatto un mucchio di foto”,
“Louis, che ne diresti di un giro di jogging sul ponte prima di andare a cena?” fece André,
“Ottima idea! Ci vediamo a cena, amore?”, si rivolse lui a Rosalie,
“Naturalmente. In quale ristorante andiamo?”,
“Mah.. che ne dite di quello Italiano?”,
“Benissimo. Allora, ci vediamo alle otto e mezza”.
I due uomini lasciarono sole le due ragazze.
“Pace fatta, è vero?” Oscar tirò dietro di sé una sedia per sedersi davanti alla sorella,
“Sì… direi proprio di sì…” rispose questa,
“Dunque?”,
“E’ quello giusto, Oscar. Non ci credevo, ma debbo ammetterlo, ora. Voglio presentarlo a mamma e papà”,
“Sono contenta! Auguri, sorellina!” le prese entrambe le mani fra le proprie,
“Oscar… mi sembra un sogno…”,
“No, è la realtà. Vivila, non la sprecare!”.
_________________________________________________
(1)Pooh, Vento nell’anima.
(2)Contrariamente a quello che potrebbe sembrare, io non sono
Napoletana, ma questa è una città che adoro, per i suoi
colori, la sua vitalità e perché lì ho un ricordo
bellissimo!
(3)Uno degli angoli più belli d’Italia, che consiglio a tutti di visitare!
La
storia si avvia alla conclusione, manca solamente un capitolo; mi scuso
se anche questo capitolo è stato piuttosto breve, ma nel
prossimo ci saranno scintille! Ringrazio tutti i miei pazientissimi
lettori.
Medusa:
spero di non aver deluso le tue aspettative; ho messo nelle descrizioni
un bel pò di miei ricordi, anche molto passati. Mi scuso se non
ricordo i nomi dei luoghi o dei monumenti.
Cicina:
come non essere d'accordo con te? Il mal di mare è un vero
incubo! Povero André, gli ho fatto passare un brutto
quarto d'ora, ma spero che si sia riscattato in questo capitolo, un
escursionista molto sexy!
Crissi:
come va con la bava?:-) Mi sa che ho esagerato un poco a mettere nel
racconto il mio ricordo dei sacchetti... quanto ad André, lo
adoro: lo capisco benissimo, poiché anche io ho patito il mal di
mare, laggiù! Certo, capisco che con uno come Saint-Just in
cabina passino molte cose... ma col mal di mare nulla si può!!
Riguardo ai motivi della rottura di Saint-Just con la sua ex-fidanzata,
penso anche io che quella non stesse tanto a posto con la testa :-)
Ninfea Blu:
mi fa piacere leggere che ti sei affezionata così alla mia
storia... <3 Ma se non vuoi perdere l'abitudine, non preoccuparti,
non ho certo finito di rompervi su questo sito con le mie
assurdità letterarie!! Il caro André.. mi spiace di
averlo un pò strapazzato, l'ho fatto senza volerlo, ma spero di
potermi scusare con lui :-Q___________ A proposito, che ne dici della
canzone di questo capitolo (se l'hai già ascoltata)?
Jenny123: ehiii, ci sei ancoraa?
Lady in blue:
se è per questo, nemmeno io ho considerato esagerata la povera
Rosalie: la gelosia è una brutta bestia, come anche i traumi
passati. Però Louis ha saputo farsi perdonare, o no?;-)
Livia:
chissà perché, anche io avrei dato la tua stessa
risposta, penso.. in effetti, "ricostruire" la personalità di
Saint-Just non è stato facile.. ma divertente! :-)
Pry:
se ci sei ancora (cioé se sei sopravvissuta all'ascolto dei
Pooh, se li hai ascoltati), non ti chiedo nemmeno se conosci questa
canzone XD André, come vedi, si è ripreso alla grande;
quanto ad Alain.. che te ne pare in versione Capri? Rosalie si sta pian
pianino liberando di tutti i suoi pesi.. con uno come Louis non
c'è da meravigliarsi!
Kikkisan:
mia cara compagna di mal di mare ed esperta di linee tramviarie, questo
capitolo è dedicato a te! :-) Louis è sempre più
"sbavabile", ma la cosa non dispiace, vero? Spero di non averti deluso
con questo nuovo capitolo.
Un saluto affettuoso anche a tutti coloro che leggono soltanto.
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Capitolo 11 *** Sbarco con sorpresa ***
Capitolo 11- Sbarco con sorpresa
CAPITOLO 11
SBARCO CON SORPRESA
La nave incrociava dalle parti di Marsiglia; il viaggio volgeva al termine.
Se ripensava a tutti gli avvenimenti che si erano succeduti nella sua
vita nel corso di quei giorni, Rosalie era esterrefatta. Era partita
col cuore in lacrime, più per compiacere la sorella ed il
cognato che per reale voglia di farlo, poi aveva conosciuto per caso
Louis, e dapprincipio lo aveva sfuggito come la peste, timorosa di
ricadere nello stesso errore compiuto con Bernard; in seguito, poi, le
situazioni li avevano fatti avvicinare, un po’ troppo per i suoi
gusti, ed avevano.. approfondito la loro conoscenza, se così si
può dire; ma in lei la paura aveva immotivatamente avuto il
sopravvento, spingendola ad una improbabile quanto avventata fuga, che
sarebbe finita molto male se Louis non fosse intervenuto in suo
soccorso, rivelandole il suo vero volto di uomo premuroso, cosa che
l’aveva spinta definitivamente fra le sue braccia, nonostante le
gelosie e le remore iniziali; ed alla fine, cadute le resistenze di
ambo le parti, avevano cementato il loro amore, tramutandolo in
un’unione salda e duratura.
E ora si stavano già dedicando ai progetti per il prossimo futuro, non appena tornati a Parigi.
“Amore..”,
“Mmh..?”,
“Rosalie, mi ascolti?”,
“Sì, certo. Cosa c’è, amore?” si riscosse dai suoi pensieri,
“Dicevo che potremmo vederci nell’intervallo del pranzo,
Lunedì prossimo, se tu rientri al lavoro da subito”,
“Certo, a me va benissimo. Però, la sera mi vieni a
prendere, e andiamo un po’ qua e là per Parigi: che te ne
pare?”,
“Mi sembra una splendida idea” Louis le prese la mano per
baciargliela; Rosalie sorrise, arrossendo leggermente a quel gesto che
le piaceva tanto.
“Allora, pronti per l’arrivo?”, la voce di Oscar li
riportò alla realtà, mentre la donna circondava con un
braccio una spalla della sorella minore, e con l’altro quella di
Louis.
“Naturalmente, cognata! Cosa credevi, che stessimo con la testa
fra le nuvole tutto il tempo?”, le rispose Louis, spiritosamente,
“Beh.. fra le nuvole forse no, ma fra le lenzuola..”,
“Oscar!” Rosalie arrossì un’altra volta.
“Eh, l’incanto è finito, purtroppo!” fece Louis, accendendosi una sigaretta,
“Per noi è appena iniziato, invece!” gli prese una mano Rosalie,
“Ha ragione: sai, Oscar, abbiamo appena deciso di presentarci
ufficialmente alle rispettive famiglie”, aggiunse ancora
l’uomo, prendendo la mano della fidanzata,
“Grandioso! E quando pensate di farlo?”,
“Nel primo week-end di Settembre lo diremo a papà” aggiunse Rosalie,
“Rosalie, scusa.. ma non ti sembra un po’ presto?”,
“Affatto” la ragazza prese tra le dita la sigaretta in
parte fumata che il suo compagno le stava porgendo per finirla
“Papà e mamma saranno felicissimi: non ricordi come erano
tristi quando siamo partite? Erano preoccupati per me! Perciò,
sapere che mi sono “rifatta una vita” così presto
può far loro soltanto piacere!”,
“Se lo dite voi…”.
“Ehi, gente, che si dice?” entrò in quel momento
Alain, tenendo un braccio sulla spalla di André, che era con
lui; gli altri li salutarono.
L’allegria era evidente sui loro visi, ora che erano diventati un
gruppo affiatato; Sebbene la crociera volgesse ormai al termine,
nessuno di loro manifestava la tristezza tipica della fine della
vacanza; al contrario, erano tutti su di giri, contenti di aver passato
dei giorni indimenticabili assieme. Per Louis e Rosalie, poi,
c’era anche la gioia di un nuovo inizio.
Si alzarono, decidendo di andare ad assistere alla gara di ballo sul
ponte della piscina, che era inondato del magnifico sole mattiniero.
Attraversarono la sala colazione ridendo; in un angolo, videro Girodel e la mora, che si sorridevano imboccandosi a vicenda.
Raggiunto il ponte, si sedettero a dei tavolini, vedendo che vi erano
poche coppie che stavano prendendo parte alla gara; Oscar e
André si rivolsero uno sguardo d’intesa e si alzarono, per
unirsi ai partecipanti; Rosalie e Louis li osservarono mentre si
prendevano per mano, avviandosi verso la pista.
“Sono una coppia stupenda” mormorò lui,
“Sì… vederli assieme è un piacere!”,
“Ehi, Rosalie, posso chiederti una cosa?” le fece Louis all’orecchio,
“Certamente. Dimmi pure, amore”,
“Perché.. insomma sì, com’è che tua sorella ha un nome da uomo?”.
Rosalie lo guardò dapprima con aria incuriosita, poi fece una leggera risatina.
“So che è strano.. se lo chiedono in molti”,
“Bé, è inusuale, quanto meno..”.
A quel punto, Rosalie sospirò, lo sguardo perso sull’infinita distesa blu.
“Nostro padre era un commissario dei gendarmi, sai..”,
“Sì, me ne avevi parlato”,
“.. E lui desiderava tanto un figlio maschio..”,
“.. Che non c’è stato”,
“Sì. E’ per questo che ha chiamato così
Oscar: lei sarebbe stata il figlio che non c’era stato. E allora
le insegnò tutto quello che lui riteneva si dovesse insegnare ad
un ragazzo: le arti marziali, l’uso delle armi da fuoco, le
strategie militari; e fu molto felice quando Oscar decise di seguire la
sua carriera in gendarmeria”,
“Beh, da quello che vedo può essere soddisfatto: tua sorella sembra davvero una che sa il fatto suo”,
“Sì, soprattutto da quando c’è al suo fianco André”,
“Dove si sono conosciuti?”,
“A dir la verità, si conoscono da sempre: sono cresciuti
insieme. André era il nipote di una della nostre vicine, che
rimase presto orfano; fu così che la nonna se lo portò
con lei in un altro quartiere, dove potesse ricominciare senza ricordi
troppo dolorosi; così conobbe Oscar, e da quel giorno rimasero
sempre insieme, l’uno vicino all’altra: giocavano,
scherzavano, studiavano. Io ne ero un po’ gelosa, perché,
anche se ero la “piccola” della famiglia, quindi la
più coccolata, rimanevo spesso da sola con mamma e papà,
mentre lei era sempre via: desideravo tanto la compagnia di altri
bambini come me! Ma papà mi diceva che Oscar era diversa da me,
ed io non dovevo prendermela per questo”,
“Così, sono cresciuti assieme..”,
“Poi, quando diventai un po’ più grandicella,
iniziarono a portarmi assieme a loro alle feste ed in palestra. Io che
li vedevo sempre assieme mi chiedevo come mai non si fossero ancora
fidanzati, ma Oscar diceva che a queste cose lei non pensava nemmeno,
che non le interessava avere un uomo in quel senso, e che lei stessa
voleva vivere come un uomo, per far piacere a papà. Non si
accorgeva che André era perdutamente innamorato di lei, fino ad
una sera”,
“Che sera?”,
“Accadde ad una festa in maschera. Oscar si era travestita da
damina del Settecento per l’occasione, ma ben presto si accorse
di non sentirsi a suo agio in quei panni così inusuali per lei,
e tornò a casa triste. Quella sera, a casa c’era anche
André, il quale le chiese come fosse andata; a quel punto, lei
rispose che si era sentita ridicola, e che mai più si sarebbe
comportata “da donna” in vita sua. Ma si sentì
rispondere da André che effettivamente lei era una donna, e non
avrebbe mai potuto cambiarlo, ma questo non significava smettere di
vivere come aveva vissuto sino a quel momento, o rinunciare a seguire
la carriera del padre nei gendarmi; solo che lei, a quel tempo, non
voleva crederci, e così litigarono. Da quella sera, André
sparì dalla vita di Oscar e dalla nostra casa”,
“Quando accadde?”,
“Era l’ultimo anno del Liceo per Oscar”,
“E poi?”,
“Poi lei entrò in accademia; e fu lì che, inaspettatamente, ritrovò André”,
“Così lavorano insieme, oltre ad essere marito e moglie”,
“Infatti, è così”,
“Scommetto che il superiore è Oscar!”,
“Indovinato!” la ragazza si voltò verso di lui,
“E poi si sono messi assieme, giusto?”,
“Sì. Oscar, durante quel lasso di tempo, aveva capito che
André le diceva il vero, che il suo essere donna e la sua
posizione di gendarme non erano in contrasto, e che quel suo
assurdo diniego della sua femminilità le aveva fatto perdere
molte cose belle: anche papà le diceva spesso di non volerla
vedere più da sola. Siamo stati tutti molto contenti quando lei
ed André si sono sposati”.
Louis tornò a rivolgere il suo sguardo alla coppia dei Grandier, che ora ballava una ritmata polka sulla pista.
“Sono come la luce e l’ombra” soggiunse Rosalie,
“E noi?” avvertì la carezza di lui su una guancia,
“Spero che lo diventeremo”.
**********
“Il Comandante Robespierre dà a tutti i passeggeri il
benvenuto a Barcellona, e spera che la crociera sia stata di vostro
gradimento e di rivedervi presto su questa nave”.
La voce dell’altoparlante segnava ufficialmente la fine della
traversata, mentre la nave entrava in porto accompagnata da
imbarcazioni più piccole.
I passeggeri stavano sul ponte a godersi lo spettacolo, schiaffeggiati dal vento caldo del mare.
Louis e Rosalie osservavano la sponda avvicinarsi, abbracciati come al
solito; al contrario degli altri, per loro l’avventura era appena
iniziata.
Iniziò lo sbarco: formalità doganali, code, bagagli tra visi spenti ed imbronciati.
“André, dove hai lasciato la macchina?”, Oscar aveva lo sguardo stanco,
“Tranquilla, è nel garage del porto, a pagamento. Mi hanno
detto che sarebbe stata al sicuro, là dentro”,
“Se lo dici tu…”.
Pochi passi dietro di loro, Rosalie sorrise, al braccio di Louis.
“Dimmi un po’, preferisci farti il viaggio fino a Parigi
sul sedile posteriore della loro auto, oppure concludere una degna
vacanza assieme al tuo nuovo fidanzato? Potrebbe scapparci anche
qualche diversivo, non si sa mai..”,
“Vengo con te, che idee! Credi che ti avrei lasciato solo,
perdendo l’opportunità di portarti nella mia casa non
appena arrivati?”.
La fila avanzava; alcuni passeggeri, divenuti amici durante quella
vacanza, si stavano scambiando i recapiti; tra loro, anche Axel con
Antoinette ed Alain con Diane.
Superata la porta d’ingresso, si tornava alla realtà di
ogni giorno; sul molo, una folla di gente, la stessa che aveva salutato
i loro cari alla partenza e che adesso ne accoglieva il ritorno.
“Ah, che bel sole!” Rosalie era allegra come una persona
che stesse partendo, anziché arrivare. Si fermò,
guardandosi attorno in quel mattino luminoso, mentre attendeva che gli
altri la raggiungessero.
Si sentì chiamare improvvisamente.
“Rosalie..”.
Rimase impietrita. Conosceva quella voce.
“Amore.. ti prego, guardami..”.
Come ipnotizzata, la ragazza si girò.
“Bentornata, amore”,
“Che fai qui, Bernard?”,
“Ma sono venuto a prenderti, è ovvio!”,
“Davvero? E a che titolo?”,
“Sono.. il tuo fidanzato!”.
Rosalie scoppiò a ridere “Ma se ci siamo lasciati!”.
L’uomo fu preso da un forte imbarazzo: iniziò a grattarsi
la testa, mentre diceva “Ecco.. io.. noi.. abbiamo fatto un
errore a lasciarci, Rosalie. E’ stata una vera stronzata”,
“L’hai fatta tu, se non sbaglio”,
“Sì, hai ragione. Io avevo.. perso la testa. Quella mi
aveva fatto credere chissà che, ed io ci ero cascato. Ma adesso
ho capito che voleva solo passare del tempo, e niente più;
è tornata con suo marito, ed io.. mi dispiace, Rosalie! Mi
dispiace tanto! Non so perdonarmi per quello che ho fatto, e forse non
merito di essere perdonato; ma so che ti amo, e che voglio stare con
te. Da oggi sarà tutto diverso, promesso!”.
La ragazza aveva ascoltato il suo discorso guardandolo con
un’espressione di sufficienza; quando ebbe finito, prese la
parola.
“Spiacente, Bernard, ma arrivi tardi. Per me, la nostra storia
è finita, dato che sei stato tu a volerlo, ed io non ho
intenzione di ricucirla come seconda scelta, dopo che Jeanne ti ha
scaricato, per riempirti il vuoto; se vuoi fare coppia, devi trovarti
qualcun altro!”.
Balbettando, l’uomo cercò di barcamenarsi “Amore..
so che ce l’hai con me, so che ti ho fatto soffrire, hai
perfettamente ragione, ma non ti chiedo di tornare insieme da subito;
so che hai bisogno di farti sbollire la rabbia. Ti chiedo solo di
pensarci sopra, quando ti sarai calmata, e magari vedrai tutto in
maniera più obiettiva.. in fondo, noi ci volevamo bene,
ricordi?”.
La donna fece un profondo sospiro.
“Mi spiace, Bernard, ma non ho bisogno di tempo, io sono
perfettamente cosciente di ciò che faccio; se non voglio tornare
con te, significa che con te non voglio tornare. E poi, ho un ottimo
impedimento a tornare sui miei passi..”.
Bernard non capiva.
“Amore, Oscar ed André ci aspettano per andare a prendere
le macchine!”, la voce virile di Louis la raggiunse, seguita
subito dopo dal suo proprietario.
“Rosalie, ma che fai ancora qui tutta sola?”, la prese per
un braccio, e lei sorrise all’indirizzo di Bernard, il quale
impallidì.
“Arrivo subito, amore”, calcò l’accento sull’ultima parola “stavo solo salutando un vecchio conoscente”.
Lo stupore di Bernard si stava mutando in rabbia.
“Rosalie, chi è questo tizio?”,
“”Ah, scusa, non ti ho presentato Louis Saint-Just, il mio ragazzo!”.
Bernard divenne livido.
“Cosaa? Ma sei diventata matta? Tu sei la mia ragazza!”.
Fingendo di non averlo ascoltato, la donna proseguì
“Louis, ti presento Bernard, se ricordi ti ho parlato di lui
quando avevo il mal di mare..!”,
“Ah, il fedifrago!”, lui la cinse con un braccio,
“Rosalie.. non mi va di scherzare. Finiscila con questa farsa subito!”,
“Non si tratta di una farsa, mio caro ex: mentre tu te la
spassavi con quella, anche io ho scelto di rifarmi una vita. E’
giusto, non ti sembra?”,
“No che non mi sembra! Io ho ammesso il mio errore, e ti ho
chiesto scusa! Tu.. tu invece mi hai rimpiazzato alla prima
occasione!”.
“Credevi che lei avrebbe dovuto aspettarti a casa mentre tu te la
spassavi, in attesa che ti passasse?” Louis intervenne,
“Tu non ti immischiare! E levale le mani di dosso, chiaro?”,
“Cerca di non scaldarti troppo, okay?”, Louis fece un passo in avanti,
“Rosalie è la mia ragazza!”,
“Non direi, visto che l’hai scaricata appena ti sei
stancato di lei per un’altra! Cos’è, pensavi che lei
non avesse diritto a rifarsi una vita?”,
“Adesso mi hai stufato!”, Bernard cercò di colpire
Louis con un pugno, ma lui lo schivò, e gli afferrò la
mano.
“Siamo maneschi, a quanto vedo! Siamo in pubblico, datti una
calmata!”. Così dicendo, lo spinse indietro, e Bernard
barcollò; André lo prese, impedendogli di cadere.
“André! Caro cognato, cerca di fare ragionare Rosalie! Il
sole deve averle dato alla testa!”, gli disse, quando lo ebbe
visto.
“Semmai, ha dato a te alla testa! Non vuoi capire che tra te e
lei è finita? Và a cercarti un’altra compagnia,
è meglio!!”.
Bernard non si capacitava: anche André gli era contro! Nessuno
sarebbe venuto in suo aiuto? A giudicare dal cipiglio di Oscar, no: lo
stava fissando con occhi torvi ed impassibili. Si girò di nuovo
in direzione di Rosalie, che mostrava sul viso un cipiglio anche
maggiore di quello della sorella. L’uomo perse la testa.
Senza dire una parola, si girò di scatto e colpì
André, il primo che gli capitò a tiro, con un pugno in
pieno viso; poi, con un tono basso e pieno di rabbia repressa
mormorò “Non finisce qui!”, prima di allontanarsi.
“André! Ti ha fatto male? Come stai?”, Rosalie era
accorsa al fianco del cognato, seguita dagli altri, compresi i coniugi
Soisson.
“Ahia, che sinistro!” si lamentava l’uomo.; Oscar gli sollevò la testa.
“Ti ha fatto un occhio nero, André. Come ci vedi da quell’occhio?”,
“Ci vedo abbastanza bene, per fortuna ho fatto in tempo a
chiuderlo. Però, ho un gran dolore sul sopracciglio!”,
“Dovresti metterci del ghiaccio” intervenne Alain “Vado a vedere se in quella caffetteria ne hanno”,
“Mi sa che dovrò guidare io” sospirò Oscar
accarezzando la testa del marito “o forse è meglio se ci
si ferma qui per qualche giorno a riposare, giusto il tempo che il tuo
sopracciglio si sgonfi?”,
“Mi sembra un’ottima idea” aggiunse Diane.
Rosalie si sentiva un po’ in colpa: in fondo, Bernard si era comportato in quel modo per causa sua.
“Animo, Rosalie!” le sussurrò Louis, quasi le avesse
letto nel pensiero “Non l’hai mica voluto tu!”.
La ragazza sorrise al suo compagno, e lui la prese tra le braccia.
**********
Il mattino del giorno successivo, Rosalie e Louis erano in viaggio
sulla sportiva di lui, diretti verso Parigi; il giorno prima, un
dottore aveva visitato André, dicendogli che con qualche giorno
di tranquillità tutto sarebbe tornato a posto, e lui ed Oscar si
erano fermati in un albergo del centro di Barcellona, insieme ad Alain
e Diane, che volentieri si erano offerti di restare con loro. Louis e
Rosalie, invece, avevano preferito ripartire subito per Parigi, dato
che lei non poteva prendere molte ferie e li attendevano ancora alcuni
giorni di viaggio.
Percorrevano una strada che attraversava campi in fiore e boschi, in Provenza; la radio trasmetteva When a man loves a woman, cantata da Michael Bolton.
“Che bella giornata! Vero?” fece lui; la donna annuì.
“Vien voglia di fermarsi da qualche parte..”,
“Louis, sei davvero incorreggibile!”, gli rispose Rosalie, che aveva intuìto il senso di quell’invito,
“Ah, non venire a dirmi che non sei stanca di stare seduta in
macchina da quattro ore, e non avresti voglia di sdraiarti in un bel
letto..”,
“Mah.. ci debbo pensare!”,
“Quel borgo laggiù sembra invitante.. magari
c’è una pensioncina da quelle parti. Non ti sembra
scortese non andare ad affittare loro una camera, adesso che siamo
quasi ad Agosto e la gente preferisce filare in massa al mare
disertando i borghi di campagna come quello? Faremmo loro un
favore”.
Lei rise: quando Louis iniziava a parlare così, non c’era
verso di fargli cambiare idea.. e poi, chi dice che fosse il solo ad
aver voglia di.. riposarsi?
“Vorrà dire che arriveremo a Parigi con un paio
d’ore di ritardo. Però, quando saremo a casa, mi darai una
mano a disfare i bagagli, a pulire la polvere accumulata, a preparare
qualcosa da mangiare..”,
“Un attimo, frena: mi stai chiedendo di venire a stare da te?”,
“Sono un paio di giorni… in fondo, siamo appena
all’inizio, dovrai sopportarmi per i prossimi
cinquant’anni!”.
Lui finse un broncio deluso, mentre lei scoppiò in
un’allegra risata; il sole illuminava alto quel borgo di campagna
verso il quale si stavano dirigendo.
E
così, anche questa storia giunge al termine.. sniff.. spero che
vi piaccia e che mi lascerete qualche recensione (mi piacerebbe
arrivare a 100 recensioni :-)). Devo dire che non mi aspettavo tanto
entusiasmo attorno a questa storia, e le perplessità che avevo a
riguardo sono scomparse: di questo, vi ringrazio tutti. Mi scuso per il
ritardo con cui aggiorno, ma ultimamente ho avuto poco tempo e parecchi
impegni. Ora passo ai nessaggi personali:
Ninfea Blu:
sono felice che il capitolo precedente ti sia piaciuto, racchiude il
bellissimo ricordo che ho di Napoli, una città stupenda. La mia
prossima storia sarà quella di cui mi chiedi, sì: se
vorrai seguirla, mi farai tanto piacere. P.S:: se senti la canzone del
capitolo precedente, fammi sapere che ne pensi. Ciao! :-)
Lady in Blue:
allora, ti piace il finale? Anche a te consiglio di visitare i luoghi
di cui ho parlato, sono bellissimi. I due piccioncini sono più
uniti che mai dopo lo sbarco, soprattutto dopo l'ultima prova che hanno
superato insieme.. o no? :-)
Medusa:
grazie del giudizio favorevole, fatto da una Napoletana è
più che certo che non ho sbagliato su Napoli!:-) Sono felice che
tu abbia seguito la mia storia, e di averti tra i miei lettori. Ciao!
Kikkisan:
come vanno le cose? Spero meglio; ad ogni modo, fammi sapere. Tornando
alla storia, anche a me dispiace scendere da questa nave.. ma anche le
crociere finiscono, no? Ma non è detto che non ce ne saranno
altre, in futuro.. ;-) Che ne dici delle scintille che vi avevo
preannunciato?
kira91:
come vedi, non ci sono state sorprese poco piacevoli.. non ti ho
deluso, non credi? ;-) Quanto al bonazzo, sì, questa volta
ci hai preso!!
Jenny123: se vuoi passare da qui, non mi offendo, eh.. :-)
Cicina: ehi, sei sparita??
Pry:
ti ringrazio per la precisazione, che mi ha permesso di correggere un
errore, e non mi sono affatto offesa, anzi! Le critiche costruttive
sono sempre utilissime! Ero sicura che Alain in rosso ti sarebbe
piaciuto.. e che invece i Pooh non li avessi mai ascoltati.. ed il
generale.. è diverso dall'anime, ma credo che al fidanzamento
ufficiale non verrebbe meno :-)
Livia:
Allora, che ne dici del mio coniglietto? :-) Un buon modo per
concludere la crociera! E adesso, l'estate è finita, purtroppo!
Crissi:
Alain o Louis? Un vero problema.. l'uno allegro e simpaticissimo,
l'altro affascinante e gentleman: chi scegliere? Decidi in fretta, la
crociera è finita. :-)
Leia345:
benvenuta tra i miei lettori! Tra tutti, sei la più fortunata
perché sei all'inizio.. l'ambiente ti piace? Aspetto altri tuoi
commenti presto!
Un bacio ed un saluto anche a chi ha letto solamente. A presto!
Tetide.
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