Amavo ballare insieme a lui.

di Tommina483
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Berlino. ***
Capitolo 2: *** I hate you, boy. ***
Capitolo 3: *** BQ. ***
Capitolo 4: *** HORROR. ***



Capitolo 1
*** Berlino. ***


Lui è Thomas Kaulitz, a quanto pare nessuna di noi gli va bene. Non tentare di perderci tempo.”

“Per chi mi hai presa? Non pensavo di farlo.”


E oltretutto mi stava sul cazzo. Ma chi si credeva di essere?

Tutto figo con quell'aria da bullo. Volevo proprio vedere quanto coraggio di quello che sembrava avesse stava sotto quei vestiti larghi e stinti.

I suoi dread dorati gli ricadevano su due spalle muscolose ed imponenti. Nel suo metro e novantaquattro incuteva non poca paura.

Ma sinceamente a me non importava. Come ho gia detto mi stava sul cazzo, aveva un'aria troppo strafottente, non che io non l'avessi, ma quella è un'altra storia.



Appoggiato al muretto della scuola si fumava una delle sue sigarette giornaliere, solo come al solito.

Avevano tutti paura di lui, picchiava i ragazzi e trattava male le ragazze, così dicevano.

Passava una notte con loro, perdevano la testa poi rifilava a tutte un bel due di picche, se le scopava tutte, in sostanza.


Poi c'era quel povero scemo del suo amico, o fratello. Era tutto vestito di nero, e truccato di nero.

Faceva veramente pena, sembrava appena uscito da un Manga di finocchi.

Si chiamava William, anche se gli sarebbe stato meglio Sarah o qualche nome da femmina, perchè era quello che sembrava.

Scoppiai a ridere la prima volta che lo vidi, anche se come ho gia detto, piu che ridere mi faceva pena.

William non stava con Tom, lo vidi seduto per terra con alcune ragazze. Klara mi disse che stava sempre con loro, era gay, evidentemente.


Klara era la ragazza che avevo conosciuto quella mattina alla stazione, era il mio primo giorno all'accademia. Non sapevo ne cosa fare ne tantomeno dove andare.

Thomas frequentava chitarra e musica generale, William anche canto.

Le uniche due ore del giorno in cui avrei dovuto sorbirmi le stramberie di quello spiliungone erano appunto le due di canto, le quali frequentavo sotto costrizione di mia madre.

Le altre erano moderna e Hip Hop. Amavo il ballo più della mia vita.


La mia vita non era mai stata un granchè, a dire la verità. Perciò il ballo era una delle poche cose che mi distraeva e mi aiutava a dimenticare le cazzate che chiamavo problemi. Di sicuro la cosa che mi aiutava a staccare la spina non era l'amore.

Nella mia vita ce n'era poca, è brutto lo so.

E' per questo che quel giorno, mettendo piene all'accademia di arte e musica di Berlino, avevo deciso di cambiare.

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Capitolo 2
*** I hate you, boy. ***


Avvolta nella mia caldissima sciarpa di lana passeggiavo per le vie di Berlino quando mi squillò il telefono.

Pronto?” era mia madre.

Ciao Jen, ascolta stasera torno tardi, ho un caso un po complicato quindi non aspettarmi sveglia d'accordo?”

Si mamma, ciao.” le chiusi il telefono in faccia, perchè sapevo che era la solita cazzata.

Non aveva nessun caso, faceva l'avvocato ma la maggior parte delle volte le faceva solo comodo.

Raccontava un sacco di stronzate, e mi stava sul cazzo.


Entrai in casa, l'odore di sigaretta era nell'aria, papà era tornato.

Stava via parecchio per i suoi “viaggi di lavoro”. Non che mi importasse, ma comunque odiavo la gente che raccontava cazzate, quindi odiavo i miei genitori.

Ciao papà, sono a casa.” dissi dando poca importanza alle mie parole, e soprattutto alla sua inutile e noiosa presenza.

C'era una cosa positiva però, quando mio padre era in casa potevo fumare.

Salii in camera mia e accesi il pc, non avevo un cazzo da fare, come al solito.

Verso l'una decisi di dormire, anche se non avevo per niente sonno.

Mi sdraiai sul letto e accesi una sigaretta, tanto mia madre prima delle quattro non sarebbe arrivata. La finii e mi addormentai.


**

Si, sono riuscita a tirarlo fuori dai casini, gli ho lasciato il mio numero in caso gli serva qualcosa, è un bravo ragazzo anche se non sembra, era tutta colpa del cugino, d'accordo ci vediamo domani, ciao!”

La voce di mia madre saliva per le scale insieme al forte odore di caffè.

Mi vestii e scesi a fare colazione mezza intontita.

Ciao mamma, ciao papà.” mi sedetti, addentai un Waffel e bevvi un sorso di spremuta.

Jen, ieri sono tornata tardi perché ho tirato fuori dal carcere un ragazzo della tua età, era un bravo ragazzo ed era innocente, quindi ho deciso di aiutarlo.”

Wow, commovente, adesso devo andare a scuola, ci vediamo.” feci un cenno a papà e uscii di casa.

Percepii l'aria gelida di Berlino, faceva un freddo fottuto, io odiavo il freddo.


Arrivai a scuola in dieci minuti di cammino, salii le scale dell'entrata ed entrai nel cortile.

Ci misi poco a riconoscere Karen e Klara, le due ragazze che avevo conosciuto il giorno prima.

Le raggiunsi e le salutai, mi accesi una sigaretta e aspettai con loro l'inizio della prima ora.

Due devastanti e noiosissime ore di musica.

Cazzo. Era lo stesso corso del finocchio!

Entrammo in sala e ci sedemmo, la lezione passò in fretta e di quel coglione nemmeno l'ombra. Uscii e insieme a Klara ci dirigemmo verso l'aula di Hip Hop.

Diedi un veloce sguardo nel cortile, non c'era nemmeno Thomas.

Sinceramente non so perchè mi interessava di quei due, anzi, non doveva interessarmi, erano cazzi loro il motivo per cui non erano a scuola, manco li conoscevo.

Anche le due ore di danza passarono in fretta.


**

Senti Patrick, non sapevo cosa fare! Sarà una cosa temporanea, per favore dai loro una possibilità!” sentivo gridare mia madre dal vialetto di casa.

Ti giuro che se entro due o tre giorni non sono fuori dalle palle io me ne vado!” rispose mio padre.

Fidati Patrick per favore.” chiese mia madre implorante.

Sinceramente non capivo cosa stesse succedendo e non mi interessava.

Entrai in casa e salutai Thomas.

Aspetta. CHE CAZZO CI FACEVA THOMAS SEDUTO SUL DIVANO A CASA MIA???


Mammaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Cosa ci fai lui qui??”

Stai calma, è un alloggio temporaneo, sono tornato a casa dalla prigione grazie a tua madre, poi sono tornato a casa mia ma i miei genitori non c'erano piu, così in attesa dell'assistente sociale rimarrò qui, solo fino a domani”

Non potevo credere ai miei occhi, quel coglione era seduto sul MIO divano, stava guardando la MIA tv con il MIO telecomando.

Decisi che per quanto tempo fosse stato nella mia vita, non gli avrei dato la minima importanza.

Non lo guardai nemmeno in faccia e mi diressi verso camera mia. Arrivai in cima alle scale e lanciai un urlo.

Pure tu? Che cazzo è? L'invasione dei coglioni?! Mamma leva dalla mia vista questi due o scappo di casa. Cazzo, potevi chiedere almeno!” diedi una spallata al finocchio, manco mi ricordavo il suo nome, William o qualcosa di simile, forse.

Entrai in camera mia e sbattei la porta, presi l'i-pod e mi sdraiai sul letto.

Accesi una sigaretta, ero nervosissima, incazzata e delusa da mia madre, come se non lo fossi gia.

Vidi la maniglia abbassarsi e la stronza fece capolino.

Jen, posso parlarti?” mi tolsi le cuffie e fissai il vuoto.

Che cazzo vuoi?” cercavo di non darle troppa importanza.

E' una cosa temporanea, provate a fare amicizia, ho saputoi che vengono a scuola con te.”

Appunto, mi stanno sul cazzo. Uno è un montato e l'altro è gay, dimmi tu!”

Almeno Thomas è carino” e sorrise.

Non fare l'amica, sei stata una stronza!” e per la cronaca,

Non era carino, era bellissimo cazzo. Thomas era bellissimo, ma mi stava sul cazzo.

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Capitolo 3
*** BQ. ***


Capitolo terzo:


Mi ero ripromessa di non degnarli di una minima attenzione,

ma non potevo esagerare, vivevano comunque in casa mia!

Quella mattina, per andare a scuola io e i gemelli avevamo

preso due strade diverse.

Nessuno doveva sapere che quei due disgraziati vivevano con me.

Klara quella sera mi aveva invitato ad una festa al BQ,

avevo accettato perchè come al solito non avevo un cazzo da fare.


Stavo uscendo da scuola quando una voce familiare mi chiamò dal cortile interno.

Ehi Jen!” mi girai. Era Thomas.

Tornai sui miei passi e mi affrettai, mi misi le cuffie e feci finta di non averlo ne visto ne sentito.

In poco tempo arrivai a casa e subito ricevetti la telefonata di Klara.

Ciaao! Che ti metti stasera?”

Guarda non ne ho la minima idea, opterei per i pantaloni che abbiamo comprato l'altro giorno e il top della Nike, Air Force e niente borsa, credo.”

Jen ma che cazzo dici? E i tacchi?”

No cosa dici tu! Ti vuoi mettere i tacchi per andare al BQ? Ci vanno solo rapper e ballerini hip hop, ti buttano fuori a calci in culo!”

Oh no, devo vestirmi come a lezione?”

Mi dispiace ma si, sai che amo vestirmi in quel modo! Senti passa ma le alle sette, mangi qui poi ti presto qualcosa da metterti ok?”

D'accordo, a dopo!”

Improvvisamente mi ricordai dei due idioti che vivevano TEMPORANEAMENTE in casa mia, lo avrei detto a Klara, per forza!


Thomas e William entrarono in casa, salirono nelle loro camere e per fortuna non li vidi fino a cena.

Ero stata in camera mia con Klara, avrei dovuto parlagliene.

C'era un unico insignificante problema, lei moriva dietro al finocchio.

Klara senti dovrei parlarti di una cosa.” iniziai a voce bassa.

Dimmi, sono qui..”

Ehm.. nella camera accanto alla mia ci stanno William e Thomas.” dissi tutto d'un fiato. Per un attimo sperai non avesse capito.

Spero tu stia scherzando. Che cazzo ci fanno qui?” chiese allibita.

Ehm, mia madre è un avvocato e ha tirato fuori di prigione Thomas, poi è tornato a casa con suo fratello ma i suoi genitori sono scomparsi, così stanno qui in attesa di un assistente sociale che stia con loro finchè non compiranno diciotto anni”

Sinceramente non mi frega di quello che ha fatto Thomas o del perchè è qui, non riesco ancora a capacitarmi del fatto che il ragazzo di cui sono innamorata da un anno è qui! Cosa aspetti a presentarmelo?”

E' totalmente fuori discussione, io con quei due non ci parlo!

E poi scusa, sei innamorata di lui e non vi siete mai rivolti la parola?”

chiesi piu curiosa che stupita.

No, solo qualche sguardo a pranzo, nulla di piu.”

In questo caso potrei fare un eccezione, vieni con me.”

Ci alzammo ed arrivammo fuori dalla porta della loro stanza, senza esitare bussai.

Avanti” disse una voce alquanto femminile.

E' la sua voce!” mi sussurrò Klara.

Aprii la porta e trovai William al computer e Tom intento a fare non so cosa, in piedi affianco al letto, sembrava quasi stesse ballando.

Ciao, volevo presentarvi Klara.” dissi fredda guardando William.

Lei si avvicinò con un sorriso da ebete al moro e porse timidamente la mano.

Molto piacere..”

Piacere mio!” rispose William sorridendole.

Ehi come va, io sono Thomas” rispose quell'idiota con aria da duro, anche se di duro aveva solo la testa.

Klara sorrise impercettibilmente e uscì dalla stanza, io la seguii e feci per chiudere la porta quando Thomas mi fermò.

Stasera siete al BQ?”

Si, non con voi.”

Siamo un po acide eh?”

ciao.” gli chiusi la porta in faccia e tornai in camera, dimenticandomi anche di Klara.

Mi sedetti sul letto e iniziai a sparargli insulti di ogni genere.

Non sapevo nemmeno io il perchè lo odiavo così tanto, mi irritava!


Entrammo al BQ che era gia mezzanotte, la musica era alta e soprattuto meravigliosa. http://www.youtube.com/watch?v=4vqwzAdCVEA

Ci avvicinammo al bancone e prendemmo qualcosa da bere.

Mi guardai intorno, dei due idioti neanche l'ombra.

Ci avvicinammo alla pista e iniziammo a muoverci tra la gente, quella canzone spaccava sul serio.

Vidi un ragazzo con il cappuccio nero che mi osservava dalla consolle, non riuscivo a vedere il suo viso.

Disse qualcosa al Dj, questo prese il microfono e dopo averi abbassato la musica urlò:

Ehi tu! Top nero! Si tu, quella bionda! Vogliamo vedere che sai fare, ragazzi liberate la pista.”

Di colpo tutta la gente attorno a me si allontanò e rimasi sola in mezzo a quella lastra d'acciaio che stava a terra, chiamata pista.

Forza piccola! La pista è tutta tua!”




** Ragazzo misterioso u.u **


Non avevo mai visto nulla di simile, i suoi passi erano unici e i suoi capelli ondeggiavano al ritmo di Show me the Money, una delle canzoni piu difficili da ballare. La gente era lettermente allibita, lo ero io e anche Jay-P, il dj nonché mio migliore amico.

Era meravigliosa, sia lei che la coreografia.

La musica si fermò e chiuse con un salto, atterrò sulla pista e veloce si dileguò tra la folla.



** Jen **

Conoscevo bene quella canzone, ma non ci avevo mai fatto una coreografia, era così difficile!

Improvvisai qualche passo, aspettai che la canzone finisse facendo del mio meglio, poi feci un cenno a Klara e sparii tra la folla, prima di sentire i fischi che avrebbero invaso la sala.

Dopo poco mi accorsi che non si trattava di fischi, ma di applausi e urla! Gli ero piaciuta!


Tornai a casa che erano ormai le 4, chiesi a mia madre se Klara sarebbe potuta rimanere a dormire, così salimmo in camera e ci sdraiammo nel letto.

Iniziammo a commentare la serata, ci eravamo davvero divertite ed ero soddisfatta della mia performance.

Poi lei iniziò a blaterare non so quale scemata su una love story tra lei e lo scemo.

Io non la ascoltavo.

Dovevo sapere a tutti i costi chi era quel ragazzo col cappuccio.

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Capitolo 4
*** HORROR. ***


Capitolo quarto: HORROR


D'accordo ragazzi, per oggi è tutto. Domani alla seconda ora saremo nell'altra aula, non ammetto ritardi!”

Appena la campanella suonò, io e Klara uscimmo dalla classe, scappavamo da una noiosissima ora di Musica generale.

L'ora dopo avevamo danza, era il momento migliore della giornata.

Entrammo in aula e come al solito iniziamo a riscaldarci quando entrò la prof e subito iniziammo con la coreografia.

Di colpo la musica si spense e istintivamente smettemmo di ballare.

Ah ragazzi, mi stavo dimenticando di dirvi che la prossima ora arriverà un nuovo alunno del corso, spero sia il benvenuto!”

Io e Klara ci guardamo e subito cercammo di capire che poteva essere.

Ripartì la musica e senza deconcentrarci troppo ricominciammo a ballare.


Pausa ragazzi, riprendiamo tra 5 minuti.”


Caddi stremata sul parquet senza nemmeno pensare che tra poco avremmo conosciuto il nostro nuovo compagno di corso.

Vidi abbassarsi la maniglia della porta:

indossava un paio di Fallen bianche e grigie, i jeans usurati gli ricadevano sulle stringhe e le sue mani erano bianche e nervose.

Una la teneva in tasca e con quella manteneva leggermente alzato un lembo della felpa bianca Karl Kani. Con l'altra sorreggeva uno zaino da skater blu scuro forse griffato Burton.

Eppuro quei vestiti mi pareva di averli già visti.

Seguii le lunghezze dei suoi Dreadlocks fino al viso.

Rimasi senza fiato. Merda, era Thomas.


Klara si voltò verso di me e mi guardò con compassione, ero dannatamente incazzata.

Perché oltre a vivere con me quel montato doveva pure invadere l'unico momento della mia vita in cui potevo sentirmi me stessa, sentirmi felice?

L'unica cosa che non capivo era perché sentivo le guance bollenti e le mani sudate.

Doveva essere il nervoso che mi provocava quell'idiota, PER FORZA.

Thomas entrò in aula e appoggiò lo zaino nell'angolo, si posiziono in fondo in modo tale da non essere praticamente visto e si limitò a seguire.

Anche perché di sicuro non avremmo rivisto da capo tutta quella maledetta coreografia per il signorino.

Finita anche la seconda ora io e Klara andammo negli spogliatoi alla velocità della luce.

Non dovevo, e non volevo, incontrare il suo sguardo.

Dopo la doccia andammo in cortile, per fortuna la giornata era finita.

Salutai Klara e uscii dal cancello principale che dava sulla strada.

L'aria gelida mi fece rabbrividire, allungai il passo e mi diressi verso casa.


Jen! Ehi Jen!” era la voce del coglione, sta volta non potevo di nuovo fare finta di nulla.

Mi voltai e vidi Thomas che si dirigeva a passo lentissimo verso di me.

Cosa vuoi?” urlai.

Nulla, pensavo solo che dato che abitiamo nella stessa casa potremmo almeno rivolgerci la parola. Non credi?”

Oh beh, spero che tu sappia che questo non significa che siamo amici. Non esco con le teste di cazzo, sia ben chiaro.”

Ehi ehi piano con gli insulti bella, cercavo solo di essere gentile.” sis tava alterando, ma la cosa mi piaceva.

E io cercavo di farti capire che le cose tra noi non cambieranno grazie ad un semplice <> e questa conversazione non c'è mai stata. Intesi?”


Intesi. Ti posso accompagnare a casa?”

Certo! Andia.. Brutto stronzo certo che no?! Io prendo l'altra strada, ho detto che non siamo amici.” mi stava fottendo, con quei suoi occhi nocciola era capace di tutto.

Cosa stavo dicendo? Occhi? Nocciola? Da quando in qua sapevo che Thomas aveva gli occhi nocciola?

Abbassò lo sguardo, abbozzò un sorriso e proseguì per la strada parallela a quella che avevo intenzione di percorrere io.

Nle frattempo lasciò cadere le cuffiette dell'i pod, come se non lo avesse fatto apposta.

Lo notai e le raccolsi, lui oramai era gia di spalle.

t..” mi fermai, che cazzo me ne fregava delle sue cuffiette?

Qualcosa però mi diceva che avrei dovuto almeno prenderle, gliele avrei riconsegnate piu tardi a casa.

Forse se avessi corso sarei arrivata prima di lui e gliele avrei semplicemente lasciate in camera.

Perchè mi stavo facendo tutti quei problemi?

Erano un paio di auricolari che erano appena caduti dalle mani di uno stronzo insolente che non faceva altro che criticare la gente e montasi la testa, non sembrava una cosa così tanto grave.

Il problema è che però, non capivo il motivo per cui mi facevo tutte quelle paranoie, quello si che era davvero grave.

Affrettai di nuovo il passo, strinsi i suoi auricolari e li misi in tasc assieme alla mia mano praticamente assiderata.

In 10 minuti scarsi mi ritrovai sul vialetto di casa, mi guardai intorno e senza attirare troppa attenzione aprii il cancelletto ed entrai in casa.

Come al solito, a parte i gemelli, non doveva esserci nessuno.

Aprii la porta e salii direttamente in camera mia, quando sentii una voce al dilà del muro.

Ehi Bill, dici che prima o poi riuscirò a farla ragionare? Non mi degna di uno sguardo.. quasi mi insulta. Io volevo solo provare ad essere suo amico.”

Tom, è normale. Sei sempre stato lo stronzo, strafottente, bullo, donnaiolo. Come fa a fidarsi di te? Nemmeno ti conosce. Forse ha semplicemente paura di stare male come le altre.”

Era quello, avevo paura di stare male. Non l'avevo mai vista sotto quel punto di vista ma forse era proprio quello il motivo per cui lo trattavo così.

Forse potevo provarci però, infondo non aveva buone intenzioni. Anche se comunque, non mi fidavo per niente di quei due.

Aprii silenziosamente la porta della mia camera, estrassi gli auricolari dalla tasca della giacca e mi diressi verso la porta dei gemelli. Toc toc.

Entra pure Jen.” era la voce di William, anche se avrei giurato che due minuti prima Thomas lo avesse chiamato Bill.

Entrai nella loro camera e appoggiai le cuffiette sulla scrivania.

Thomas, ti sono cadute mentre camminavi prima.” dissi con lo sguardo basso e il tono duro.

Grazie mille Jen, credevo di averle perse!” mi sorrise e cercò il mio sguardo.

Ehm, buona serata” era l'unica cosa che potevo dire.

Uscii dalla loro stanza, mi socchiusi la porta alle spalle e tornai in camera mia.

Mi abbassai per slacciarmi le scarpe quando vidi passare un bigliettino nero sotto la porta. Lo raccolsi e lessi in bianco:

Jen,

stasera alle 21

da noi.

Bill e Tom.”

Era uno scherzo? Cosa volevano da me quei due?

Ci pensai su e decisi che sarebbe stata l'unica alternativa ad una monotona serata davanti al Pc.

Un'ora dopo mi ritrovavo totalmente nel panico, non sapevo che diavolo mettermi addosso! Optai per un paio di pantaloni di Freddy neri e una semplicissima maglia grigia Nike, tanto mica dovevo andare ad una sfilata, ero nella camera affianco alla mia!

Erano gia le 21 in punto ma decisi di aspettare ancora qualche minuto, tanto per il gusto di farli aspettare.

Alle 21.03 mi ritrovai a bussare alla loro porta.

Entrai in camera e vidi Bill al computer mentre Tom stava steso sul letto ad ascoltare l'i-pod con gli auricolari che gli avevo riportato. Bill era troppo concetrato a guardarsi un video su YouTube mentre Tom aveva la musica alta e gli occhi chiusi, quindi nessuno si accorse di me.

Ehi Bill!” gli sventolai una mano davanti agli occhi e finalmente si svegliò dalla sua trance.

Ciao Jen! Siediti pure, scusami, non ti ho sentita entrare!”

Senza dire nulla mi sedetti sul letto, Tom aprì gli occhi di scatto e con uno sorriso mi mostrò i suoi denti candidi e perfetti, mi fissò un'istante con gli occhi nocciola, poi si dedicò a riordinare il suo letto.

Avevate bisogno?” chiesi fredda.

Non proprio, dato che siamo in 3 in casa pensavamo che quando la sera non abbiamo nulla da fare possiamo stare insieme. E se ci guardassimo un film?”

Come volete, per me è indifferente.” non capivo perchè quei due volevano diventare miei amici.

Jen ti piacciono gli horror?” sentivo lo sguardo di Tom scottare su di me. E comunque, odiavo gli horror, ma non potevo fare la figura della bimba fifona.

Certo, per chi mi hai preso?” dissi cercando di mantenere l'aria piu dura possibile.

Bene, allora vada per l'horror!” tom mi sorrise e saltellando uscì dalla camera.

Bill lo seguì e anche io mi alzai dirigendomi verso il salotto.

Volete i pop corn?” chiese Bill speranzoso?

No.. io no grazie.” risposi.

Tom stava mettendo il Dvd che chissà come mai era gia sul tavolo.

Avevano gia programmato tutto!

Poi prima che potessi sedermi dove mi pareva, scelsero loro i posti e si sedettero entrambi spostati verso destra.

Ovviamente all'estremo ci doveva stare Thomas, no?

Non potei fare altro che sedermi accando a lui, prendendo le dovute distanze.

Quel film faceva veramente schifo, era noioso.

Ad un certo punto una scena orribile mi fece sobbalzare e d'istinto mi aggrappai al braccio muscoloso di Tom, che non fece cenni di dissenso.

Subito mi staccai: “scusami..”

Di niente! Te l'avevo detto che faceva paura, vieni qui..”

E che fa a quel punto? Alzò il braccio invitandomi a poggiarmi sul suo petto.

Al diavolo la sfacciataggine, al diavolo il mio orgoglio.

Senza pensarci due volte mi accoccolai nella sua felpa XXL e senza accorgermene mi addormentai.

Sentii solo Bill che augurava la buonanotte, caddi in un sonno profondo cullata dal calore e dal profumo emanati dal corpo di Tom.



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