3 d 2 y di sihu (/viewuser.php?uid=41975)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nami ***
Capitolo 2: *** Sanji ***
Capitolo 3: *** Zoro ***
Capitolo 4: *** Usop ***
Capitolo 5: *** Brook ***
Capitolo 6: *** Nico Robin ***
Capitolo 7: *** Franky ***
Capitolo 8: *** Chopper ***
Capitolo 9: *** Rufy ***
Capitolo 10: *** Thousand Sunny ***
Capitolo 1 *** Nami ***
3 D 2 Y
nami
Chiudo
il giornale, cercando così di allontanare quello stupido
messaggio dalla mia vista e cerco di nascondere a quel buffo vecchietto
che ho davanti i miei occhi lucidi. Lui mi guarda confuso, dietro la
sua barba bianca. Forse non capisce e a dire il vero nemmeno io, ma
comunque cerca di essere d‘aiuto a suo modo. Due anni, ancora
due anni prima di riabbracciare il mio capitano.
- È un egoista. Pensa solo a se stesso!
Urlò forte, cercando di convincere anche me stessa.
Il vecchio continua a guardare. Non capisce, ma abbozza lo stesso un
sorriso. È assurdo, io l’ho rapito e lui vuole
consolarmi.
Non è vero, non ti odio Rufy.
Sei colui che mi ha restituito la voglia di andare avanti e credere nei
sogni.
Mi hai dato fiducia quando mi sentivo persa, mi hai appoggiata anche se
ti avevo mentito, mi hai difesa quando avevo paura.
Ci sei stato nei momenti brutti, pronto ad aiutarmi, ma anche in quelli
belli. Ogni volta che festeggiavamo una delle nostre vittorie cercavo
il tuo sguardo, e senza pensarci mi trovavo a ridere. Il tuo sorriso
era sempre lì, pronto a rassicurarmi e a farmi sentire al
sicuro.
Di tanto in tanto lungo il nostro viaggio mi sono persa a fissarti
mentre dormivi, cercando di indovinare i tuoi pensieri. Spesso nei tuoi
occhi scorgevo l’ombra di una preoccupazione, nascosta dietro
i tentativi di farci ridere. Per il mondo sei solo un
ragazzino ingenuo con un sogno troppo ingombrante, ma per me non
è così. Non ho mai creduto davvero che tu fossi
un idiota, altrimenti non ti avrei seguito.
Mi chiedo ora dove sono gli altri, se stanno davvero bene oppure se
sono stati catturati dalla marina.
Mi manchi tanto Rufy, mi mancate tutti. Lo shopping e i discorsi con
Robin prima di dormire, le infinite discussioni con Franky, le dolci
attenzioni di Sanji, il violino di Brook, i silenzi e gli eterni
pisolini di Zoro, la timidezza di Chopper quando gli si rivolge un
complimento e gli scherzi di Usop e Rufy.
Come faccio a sopravvivere due anni da sola, su quest’isola
piena di vecchi strambi?
La mia nave, i miei amici e il sorriso del mio capitano mi mancano.
Senza che me ne accorgessi sono diventati necessari, indispensabili
come l’aria che respiro. È assurdo pensare che sia
successo proprio a me, che prima di incontrare loro ero sempre stata
indipendente; la gatta ladra che rubava ai pirati per il bene del suo
villaggio.
- Ragazzina, che ti prende?
Mi chiede il vecchio, sorridendo. Non insiste, la sua volte
è dolce. Si preoccupa per me.
La sua domanda improvvisa ha il potere di distogliere la mia attenzione
dai pensieri che la tormentavano e di darmi un po’ di
sollievo.
- Nulla, vecchio.
Rispondo schiva, restando sulla difensiva e voltando lo sguardo verso
l’orizzonte. Non mi va di raccontare i miei problemi a quel
vecchio. Non capirebbe. Nessuno potrebbe capire un legame forte come
quello che lega la nostra ciurma senza viverlo in prima persona.
- Non ti credo, ragazzina. Cosa c’è su quel
giornale che ti ha sconvolto?
Chiede ancora il vecchio, sfogliando il giornale e trovando quasi
subito la pagina dedicata a Rufy. D’altra parte si tratta di
un articolo enorme, impossibile da non vedere, con tanto di fotografia
nella quale Rufy mostra chiaramente il messaggio per noi. Nessun altro
lo poteva capire, ne sono sicura.
- Conosci questo ragazzo, non è vero?
Mormora il vecchio, indicando Rufy. Si ferma a studiarlo con
attenzione, ed i suoi occhi si illuminano. Probabilmente sa tutto di
lui, o almeno sa quello che hanno scritto i giornali. Forse
è tra quelli che pensano sia una persona fantastica, o forse
lo considera un farabutto ma di certo lo conosce; Rufy non passa mai
inosservato, o lo si ama o lo si odia.
- Mi è simpatico, deve essere una testa matta.
Continua il vecchio, nonostante non riceva risposta. Sul suo volto si
dipinge un sorriso divertito mentre legge le ultime imprese del mio
capitano.
- È il mio capitano.
Rispondo, rompendo il silenzio.
- Piangi perché pensi sia in pericolo?
Domanda il vecchio, lisciandosi con cura la lunga barba. Sento
il suo sguardo osservatore su di me. Mi studia a fondo mentre
attende la sua risposta, quasi a scavare nella mia mente per cercare le
risposte.
- No, Rufy sa badare a se stesso. Sono io che non ne sono capace, mi
manca.
Racconto io, sciogliendomi in un pianto disperato senza nemmeno
preoccuparmi di nasconderlo. Senza pensarci gli racconto tutto. Del mio
villaggio assediato dagli uomini-pesce, dell’incontro con
Zoro e Rufy e della decisione di seguirli. Racconto anche di quando li
ho traditi e di come loro sono tornati sui loro passi a cercarmi,
donandomi una nuova vita. Il vecchio sorride ed è quasi
incredulo mentre gli parlo delle nostre imprese ad Alabasta,
nell’isola nel cielo e a Water Seven.
- Credevo che stessimo tornando da lui. Un po’ di pazienza e
lo vedrai, no?
Risponde il vecchio, cercando di consolarmi. Alzò la testa e
la scuoto con insistenza.
- Ha fatto tutto questo per mandarci un messaggio, vuole dirci che il
nostro incontro è rimandato di due anni.
Spiego, scoppiando nuovamente in un pianto disperato. Mi sento
abbandonata, allontanata. Volevo tornare da lui per stargli vicino e
aiutarlo a superare il dolore per la perdita del fratello, ma lui mi ha
allontanata. Vuole stare due anni solo, per allenarsi forse. Vorrei
provare a spiegare al vecchio come mi sento, ma lui mi precede.
- Due anni? Non mi sembra un tempo lunghissimo.
Constata il vecchio, alzando le spalle. Queste poche parole hanno il
potere di sconvolgermi.
- Sei pazzo vecchio?
Urlò, sconvolta dall’indifferenza del vecchio.
- Il problema dei giovani è che non conoscono la pazienza.
Sai quante cose puoi imparare qui in due anni?
Dice il vecchio, studiandomi con fare severo. Per qualche istante la
sua espressione mi ricorda quella di Zoro mentre si allena, determinato
e deciso.
- Che vuoi dire?
Chiedo, senza capire e senza smettere di guardarlo.
- Rimani con noi, impara i segreti del tempo e torna dai tuoi compagni
più forte.
Risponde il vecchio, tornando nuovamente a sorridere. Le sue parole mi
colpiscono tanto che mi fermo a riflettere. Se tornassi dai miei
compagni ora, non sarei di nessun aiuto. Anzi, li condannerei a morte
certa. Loro si fidano completamente di me quando siamo in mezzo al mare
ed infuria la bufera ma io non potrei fare nulla per salvarli dalle
strani fenomeni atmosferici che colpiscono il nuovo mondo. In due anni
potrei imparare tutti i segreti della navigazione e condurre il mio
capitano dove mi chiederà di andare.
Lui diventerà il Re dei Pirati un giorno, lo so, ed io
voglio essere al suo fianco quando accadrà.
Ricambio il sorriso del vecchio, mi asciugo le lacrime ed annuisco.
- Va bene vecchio, torniamo dai tuoi amici.
Esclamò, tornando sui miei passi.
ANGOLO DELL'AUTRICE.
lo so, avrei altre storie a cui pensare ed invece
sono qui ad iniziare una raccolta. sono imperdonabile, ma a mia
discolpa posso dire che dopo l'ultimo capitolo spoiler e vista la lunga
attesa che si prospetta era l'unica cosa che mi veniva in mente di fare.
come avrete capito, si tratta di una raccolta.
ogni capitolo parlerà di un momento o di un'avventura che
sta vivendo un membro della ciurma durante i famosi due anni di
separazione.
vabbè, spero che vi piaccia. il
prossimo capitolo parlerà di Sanji.
se volete lasciare un commento mi renderete
l'autrice più felice di questo sito.
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Capitolo 2 *** Sanji ***
3 D 2 Y
SANJI
- Cosa
leggi?
Chiede Emporio Ivankov, guardando incuriosito il giornale che da tempo
sfoglio nervosamente. Sbuffò, infastidito; ormai anche il
semplice suono della sua voce mi disturba. Sono arrivato su questa
dannata isola, Momoiro credo si chiami, da un po’ di tempo,
decisamente troppo, ma non mi sono ancora riuscito a rassegnare. Devo
andarmene assolutamente, in fretta anche, prima che sia troppo tardi.
- Non sono affari tuoi.
Rispondo seccato, accendendomi una sigaretta nella speranza che la
nicotina possa calmarmi. È una speranza vana, lo so bene. Da
quando mi sono svegliato su questa dannata isola ho fumato di continuo,
ma non è servito a nulla. Sono ancora qui, nervoso
esattamente come lo ero il primo giorno.
- Come ti pare, ma scordati che io ti dia una mano.
Ribatte Emporio, studiandomi attentamente. Per non so quale ragione
questo pazzo è convinto che io sia una spia del governo. Lui
la chiama prudenza, ma per me si tratta solamente di paranoia.
- Se la tua idea di aiutarmi comprende anche il farmi vestire da donna,
che dio me ne scampi.
Sbuffo, stanco di ripetere che non ho nessuna intenzione di vestirmi da
donna. Emporio Ivankov mi guarda incuriosito, ma non fa commenti.
È sicuro di sé, tanto da credere che presto
capitolerò. Povero illuso, non mi conosce per niente.
Aspirò a lungo dalla mia sigaretta prima di tornare ad
immergermi nel giornale alla ricerca di notizie sui miei compagni.
Voglio sapere dove sono le mie principesse e se stanno bene. Certo,
sono anche preoccupato per i miei compagni ma so che sono abbastanza
forti da riuscire a cavarsela da soli. Rufy si è
già cacciato nei guai, come suo solito. Ha partecipato ad
una delle più imponenti guerre dell’ultimo secolo,
senza di noi. Quando gli abbiamo chiesto se voleva fare una deviazione
per salvare il fratello ha rifiutato, per poi andarci da solo. Il
solito idiota. Sapeva bene che lo avremmo seguito anche in capo al
mondo, e forse proprio per questo non ci ha portati. Era disposto a
farsi ammazzare per salvare il fratello, ma non perdere noi.
L’idea del mio capitano, solo contro tutti i più
alto vertici della marina mi provoca un’ondata di rabbia
mista a preoccupazione. Per riprendermi decido di guardarmi intorno e
studiare il panorama, perdendomi a contemplare il suo rosa e le buffe
insenature a forma di cuore. Quest’isola non è
tanto male, se non fosse per la strana gente che ci vive e le loro
bizzarre intenzioni. Quando ho saputo che questo posto è
anche chiamato la seconda isola delle donne ho provato rabbia.
Perché diamine è capitato a me? Io dovevo finire
sull’altra isola, quella popolata da donne bellissime, non
qui. Se penso che forse questa fortuna è toccata a quella
stupida testa d’alga sento il sangue andarmi alla testa. Zoro
circondato da belle ragazze, no, è troppo. Si tratta di una
visione che non posso tollerare.
- Saresti carino.
Mormora ancora, distraendomi dai miei pensieri. Alzo per un attimo lo
sguardo, ed incontro il suo. So poco di lui, solo che è il
capo di questo posto, è appena evaso di prigione, lo
chiamano la persona dei miracoli e vuole che io mi vesta da donna. In
particolare, quest’ultimo punto ha il potere di rendermi del
tutto disinteressato a lui. Non l’ho mai visto combattere, ma
suppongo sia forte.
- Scordatelo.
Esclamo, deciso, tornando al giornale. È da qualche giorno
che lo leggo con più attenzione del solito, ma ancora
niente. Nessuna notizia interessante che riguardi la nostra ciurma.
Sfoglio un’altra pagina, convinto che non ci sia nulla che mi
interessi quando il mio cuore per la sorpresa manca qualche battito.
- Dannazione.
Impreco dopo aver intravisto una foto di Rufy sul giornale. Decisamente
non si tratta di un buon segno, anzi. Probabilmente
quell’idiota avrà fatto una delle sue pazzie
mentre nessuno della ciurma poteva fermarlo; la seconda nel giro di
pochi giorni.
- Che c’è, hai cambiato idea?
Chiede Emporio, divertito, sedendosi di fronte ad una tavola
apparecchiata per lui.
- Certo che no, si tratta del giornale.
Rispondo, sfogliando velocemente le pagine fino ad arrivare
all’articolo dedicato a Rufy. Due pagine intere al centro
delle quali campeggia una gigantesca foto del mio capitano
completamente ricoperto di bende. Prima ancora di sapere quello che ha
combinato noto il tatuaggio che campeggia sul braccio del mio capitano.
- Fa vedere.. Sembra che il figlio di Dragon ne abbia combinata
un’altra delle sue. Quel ragazzo è davvero
simpatico, al contrario di te.
Commenta Emporio Ivankov, alzando lo sguardo oltre la mia spalla per
vedere meglio il giornale. Sembra preoccupato per Rufy ma al tempo
stesso sollevato, esattamente come lo sono io.
- Fattelo dire, il tuo metro di giudizio deve avere dei seri problemi.
Commento a fior di labbra, senza perdere il filo. Leggo tutto
d’un fiato, fino ad arrivare alla fine più confuso
che mai. Si tratta di un’impresa strana, anche per uno come
Rufy. Ci deve essere di più, nella foto forse. Sono sicuro
che Rufy sta cercando di dire qualcosa solamente a noi. Lo sguardo mi
cade di nuovo sulla foto, sull’espressione sofferente di
Rufy, sul suo corpo completamente ricoperto di bende e poi di nuovo sul
tatuaggio; improvvisamente capisco. Quell’idiota ha cercato
di mandarci un messaggio, e c’è anche riuscito.
- Per amor del cielo, perché tutto questo interesse?
È solo un articolo, dopo tutto.
Chiede Emporio, forse stanco di essere ignorato.
- Ti sbagli, qui c’è un messaggio.
Sbuffo, indicando la foto con una punta d’orgoglio. Non
è da tutti avere un capitano che torna sul luogo dove ha
perso un fratello solo per mandare un messaggio alla sua ciurma,
sfidando la marina e il governo mondiale. Nonostante il più
delle volte si comporti come un perfetto idiota Rufy è
davvero una persona fuori dal comune, l’unica che mi ha preso
sul serio fin dall’inizio e che forse è la sola in
grado di aiutarmi a realizzare un sogno quasi impossibile.
- Messaggio? Fa vedere..
Esclama Ivankov, togliendomi di mano il giornale con un gesto
sorprendentemente veloce.
Lo guardo stupito, chiedendomi quale sia il rapporto che lo lega a
Rufy. Nemmeno di questo so molto. Si sono incontrati ad Impel Down e
Emporio ha deciso di aiutare Rufy a liberare suo fratello. Le
motivazioni che lo hanno spinto a farlo non le conosco, e forse non
sono poi così importanti. Tuttavia, è davvero
sorprendente come Rufy riesca a trovare ovunque qualcuno disposto ad
aiutarlo.
- Perdi tempo, non capiresti. Solo chi è della ciurma
può capire.
Rispondo, gongolando. Finalmente posso dimostrargli che faccio parte
della ciurma di Cappello di Paglia, nonostante l’avviso di
taglia non mi renda per nulla giustizia. Mentre sto parlando un tizio
si avvicina da dietro, silenzioso, nascondendo le mani dietro la
schiena. Nonostante sia più che silenzioso, mi rendo subito
conto del pericolo che sto correndo.
- Fermi, non voglio mettermi un reggicalze.
Esclamo deciso scorgendo l’indumento incriminato.
L’uomo sobbalza, forse stupito dalla mia reazione. Non si
aspettava che mi accorgessi della sua presenza o forse non credeva che
la mia reazione sarebbe stata tanto veloce.
- Sentiamo, di che messaggio si tratterebbe?
Chiede Emporio Ivankov, tranquillo come se nulla fosse successo.
Alzò gli occhi al soffitto, seccato da
quell’inutile interruzione e maledicendo ancora una volta
l’isola sulla quale sono finito.
- Rufy ha rimandato il nostro incontro.
Rispondo, guardandomi intorno spaventato alla ricerca di altri pazzi.
Improvvisamente realizzo quello che mi aspetta se non me ne vado al
più presto da lì: due anni a scappare da questi
pazzi e dalla loro stupida decisione di farmi vestire da donna.
Maledico mentalmente anche Rufy e la sua stupida decisione. Che bisogno
c’era di lasciare passare tutto quel tempo?
- Che vorresti fare con quel vestito?
Chiedo spaventato, mentre un secondo tizio mi mostra un vestito
decisamente troppo rosa e troppo femminile. Possibile che questi pazzi
non si rassegnino proprio mai? Mi chiedo se non siano stati mandati da
qualcuno, forse dallo stesso Emporio Ivankov che si gode divertito la
scena mentre cena.
- Non lo indovini?
Chiede Ivankov, ironico, trattenendo a stento una risata. La sua
reazione mi fa infuriare ancora di più; come si permette di
prendersi gioco di me a quel modo?
- Scordatelo!
Urlo, deciso a difendere fino in fondo la mia virilità. Sono
un uomo, dopo tutto, e non riusciranno a farmi vestire da donna; non
una seconda volta.
- Beh, se il tuo capitano ha rimandato il vostro incontro puoi sempre
stare qui.
Propone lui, improvvisamente serio. Le sue parole mi spaventano
più di qualsiasi nemico che abbia affrontato nella mia vita.
- Con te e con questi pazzi?
Chiedo, spaventato dall’inferno che mi circonda. Cosa mai
potrebbero insegnarmi se non a truccarmi o a vestirmi come loro?
L’idea di stare su quell’isola mi fa stare male.
Devo trovare una via d’uscita.
- Sarebbe divertente.
Dice Emporio alzando le spalle e tornando alla sua cena, per nulla
infastidito da tutte quelle interruzioni.
- Sarebbe terribile.
Lo correggo, accigliato. Rimanere lì è
decisamente un’idea sbagliata, pessima. Sarebbero due anni
d’inferno, certo, ma forse potrei anche migliorarmi e
diventare più forte. Inoltre potrei imparare i segreti della
cucina di quest’isola ed usarli per rendere più
forti i miei compagni.
- Va bene, ho deciso.
Dico alle fine, attento a soppesare le parole. So bene che forse mi
pentirò di questa decisione in eterno, ma devo fare quello
che è giusto. Lo devo a Rufy, a quella testa vuota di Zoro
che era pronta a lasciarci le penne per salvarci da Orso Bartholomew a
Thriller Bark e ai miei compagni. Dopo tutto se sono finito qui deve
pur esserci un motivo, no?
- Rimani?
Chiede Emporio Ivankov, entusiasta. Deve aver già letto nel
mio sguardo tetro quali sono le mie intenzioni.
- Vi sconfiggerò, avrò quelle dannate ricette e
poi riprenderò il mare.
Esclamo, lasciando intendere che non mi vestirò mai da
donna.
- Vedremo se ne sarai capace. Ora, vestitelo!
Esclama Emporio, alzandosi in piedi e impartendo ordini ai suoi uomini.
Prima che possa rendermene conto un sacco di persone sbucano da ogni
angolo della stanza, ognuna con qualche indumento femminile.
Urlò spaventato, cominciando a correre più forte
che posso.
- Che diamine volete fare con quel reggiseno di pizzo?
Chiedo spaventato, mentre due tizi enormi riescono a bloccarmi contro
una parete.
ANGOLO
DELL'AUTRICE, INCREDULA PER I DODICI COMMENTI ALLO SCORSO CAPITOLO!
ebbene
si, mi avete davvero sorpreso. non poco tra le altre cose.
dodici commenti per un capitolo non mi era mai capitato.
sono commossa e spaventata, spero che questo capitolo sia all'altezza
delle vostre aspettative.
il prossimo capitolo sarà su zoro.
vegeta4ever: grazie milleee!
ti ringrazio per i tuoi appunti sull'ortografia, a volte mi sfugge
qualcosa perchè rileggo subito dopo avere scritto. brutta
cosa non avere nessuno che mi faccia da beta!
ladysaika: grazie milleee!
credo che settembre sarà un mese lunghissimo per tutti noi
drogati di spoiler. che dire, io ho trovato un modo per ingannare
l'attesa.
angela90: grazie milleee!
spero che il capitolo sia stata all'altezza delle tue aspettative.
frarock47: grazie milleee!
beh, effettivamente ha stupito anche me che nessuno avesse avuto nulla
da ridire fatta eccezione di nami.
ad ogni modo, spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo!
tre 88: grazie milleee!
spero che questo capitolo ti sia piaciuto ed immagino che il prossimo
ti piacerà decisamente di più!
kgm92: grazie milleee!
wow, allora ti ho battuto sul tempo?
spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo!
fanny87: grazie milleee!
si, anche a me nami da più o meno la stessa idea.
è quel tipo di ragazza che ti dice vattene ma che vorrebbe
che tu restassi lì con le lei. ad ogni modo tutti
i personaggi di one piece sono a loro modo complessi. nessuno di loro
è piatto, anzi.
spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.
tittivalechan91: grazie milleee!
grazie per la minaccia, prometto che cercherò di fare meno
errori di battitura!
sanjii94: grazie milleee!
uno dei miei autori preferiti, che bello!
spero che questo capitolo non abbia deluso le tue attese.
laprinc: grazie milleee!
spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!
M E L Y C H A N: grazie milleee!
sei un angelo!
ciao a tutti, al prossimo capitolo!
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Capitolo 3 *** Zoro ***
3 D 2 Y
ZORO
- Non trovi
anche tu che questo posto sia adorabile?
Chiede
Perona, più sorridente che mai. Le gettò
un’occhiata veloce, seccato dallo stridio della sua voce.
Quella pazza è davvero felice. Non fa che guardarsi intorno,
sognante, quasi quel castello buio e cadente fosse il più
bello dei palazzi. Per quanto la riguarda Orso Bartholomew non poteva
fare una scelta più azzeccata, le mancano solo i suoi amici
zombie, quelle creature disgustose che lei trovava adorabili.
-
Certo, come No. Il posto dei miei sogni.
Rispondo
ironico, alzando gli occhi al cielo e lasciando vagare i miei occhi per
la lugubre stanza in cui ci troviamo. Lo sguardo cade
sull’uomo seduto di fronte a me con il giornale aperto sulle
gambe. Non sembra badare a quello che lo circonda, ma so bene che
è solo un’illusione e che in realtà i
suoi sensi sono attenti a tutto ciò che li circonda.
Osservandolo meglio mi trovo a pensare che forse quel posto
è davvero quello dei miei sogni anche se le mie ragioni sono
decisamente differenti da quelle di Perona.
L’uomo
dagli occhi di falco, Drakul Mihawk, è il mio nemico ed
è seduto proprio davanti a me. Alza lo sguardo dal giornale
che stava leggendo fino a poco fa e mi fissa attento, con
un’espressione divertita dipinta sul volto, quasi volesse
scrutare dentro il mio animo alla ricerca di risposte.
So bene che
cosa sta pensando senza bisogno che parli; crede che io sia un debole e
che non sia degno delle tre spade che porto appese al fianco. Lo
capisco da come mi guarda, da quell’espressione disgustata
che nasconde dietro quella facciata così apparentemente
impenetrabile.
Scuoto la
testa, sbuffando.
Lui non
capisce, nessuno tra coloro che solcano i mari da soli può
capire la gioia di avere dei compagni con cui festeggiare nella buona
sorte e combattere in quella cattiva.
Ricambio il
suo sguardo, lanciandogli una sfida silenziosa. So bene che non avrei
speranza contro di lui, e nemmeno ci provo. Le mie priorità
sono cambiate; non posso morire per inseguire il mio sogno se
così facendo condanno a morte i miei amici, le persone
più care che ho al mondo. A Water Seven una volta ho
incontrato una donna che si offerta di farmi da madre, di donarmi una
famiglia; quella volta ho rifiutato e lo farei ancora. Io ho
già una famiglia, forse strana e insolita certo, ma pur
sempre degne del mio affetto e del mio rispetto. Morirei per loro, non
una ma cento volte almeno.
- Dici
davvero?
Esclama
Perona, ingenua. Scuoto la testa e smetto di ascoltare le sue inutili
ciance.
C’è
stato un periodo della mia vita durante il quale tutto girava intorno a
lui, Mihawk, il mio nemico mortale. Per me non esisteva altro che il
mio sogno, non c’era posto per altro. O meglio, non volevo ci
fosse posto per altro. Inconsapevolmente mi sentivo in colpa per essere
vivo, mentre una spadaccina ben più brava di me riposava da
tempo sotto terra. Solcavo i mari da solo, consegnando i pirati alla
giustizia per avere di che vivere e diventare così il
migliore per rendere la mia amica fiera di me. È stato
così che mi sono guadagnato il mio soprannome; Zoro il
cacciatore di pirati.
Poi Rufy ha
sconvolto tutto. Mi ha fatto entrare nel suo mondo e a lungo andare gli
interessi del gruppo hanno prevalso sui miei. Non posso alzare le
spalle, dimenticarmi di loro e di tutte le battaglie affrontate insieme
ed andarmene per la mia strada. Ora non c’è nulla
che non farei per i miei compagni, per tutti loro. Solo adesso che sono
rimasto solo realizzo quanto mi mancano. Pagherei oro solo per sentire
la risata del capitano e vedere i suoi occhi così vispi ma
allo stesso tempo decisi.
Se chiudo
gli occhi è come se fossi sul ponte della Sunny con i miei
compagni intorno. Sanji di sicuro troverebbe un motivo per prendersela
con me, come suo solito. Usop e Franky starebbero inventando una delle
loro armi, sotto lo sguardo curioso di Chopper. Robin e Nami
prenderebbero il sole, sorseggiando uno di quei drink esotici che Sanji
prepara solo per loro mentre Brook suona delle sue melodie. Io starei
dormendo, come mio solito, mentre Rufy sorveglierebbe tutto come fa
sempre, senza dare troppo nell’occhio e passando per il
solito idiota. Mi mancano così tanto che quasi posso capire
la disperazione di Brook, che ha passati anni a navigare accompagnato
dal solo ricordo dei suoi compagni.
- Sono
guarite le sue ferite, Perona?
Chiede
l’Uomo dagli occhi di Falco, impaziente di cominciare ad
allenarmi. Il suono della sua voce arriva inaspettato, distogliendomi
dai ricordi e facendomi ripiombare subito nei miei tortuosi pensieri.
Alla fine ha acconsentito davvero alla mia richiesta ed ha deciso che
sarà il mio maestro. Mi allenerà per aiutarmi a
realizzare il mio sogno, batterlo.
Assurdo
vero? Quell’uomo è folle quasi quanto me.
Forse
proprio questa sua vena di follia lo ha aiutato a diventare
ciò che è ora. Lo guardo negli occhi, cercando di
capire cosa lo abbia spinto a cambiare idea per aiutarmi. Sicuramente
non è stato il suo altruismo. No, certo. Un uomo come lui
non sa cosa farsene dell’altruismo.
Improvvisamente
capisco; vuole studiarmi e capire cosa spinge un uomo ad abbandonare la
sua ambizione per i propri compagni.
Sul mio
volto si dipinge un ghigno.
Per capire
le mie ragioni il Falco dovrebbe passare un giorno con Rufy. Certe cose
non si possono spiegare o raccontare, solo vivendo e combattendo al suo
fianco forse capirebbe la sua forza. Penso al mio capitano e subito mi
torna alla mente la morte di Ace, i due pensieri ormai sono come
collegati nella mia mente. Improvvisamente il mio sguardo si fa cupo.
Nei pochi giorni che è stato con noi ad Alabasta ho visto
quanto era forte il legame che legava quei due fratelli e posso solo
immaginare quanto sarà profondo il vuoto che ora Rufy sente
nel cuore. È dura perdere qualcuno a cui vuoi bene, vero
amico?
Vorrei
essere al suo fianco per potergli stare seduto accanto, in silenzio,
per accertarmi che riesca a superare questo momento. Vorrei poterlo
difendere dal suo dolore come ho fatto a Thriller Bark con Orso
Bartholomew, ma questa volta non posso;
- Quasi,
ancora un giorno di pazienza.
Risponde
Perona, sbuffando. Ormai quelle parole sono le sole che
quell’uomo le rivolge. Per il resto sembra che lei non esista
proprio. Le sue richieste, la volontà di tornare dal suo
padrone Moria non sono minimamente state prese in considerazione. Per
l’Uomo dagli Occhi di Falco esistono solo Zoro e la sua
ambizione; il resto è solo di ostacolo.
- Era ora.
Sbuffa
annoiato Mihawk, controllando con attenzione la lama dalla sua grossa
spada.
Guardo le
bende che ricoprono tutto il mio corpo e scuoto la testa, pensieroso.
Non posso andare dal mio capitano, né consolarlo per la sua
perdita; nessuno dei miei compagni può farlo. Ognuno di noi
passerà due anni solo, ad allenarsi, e quando ci ritroveremo
saremo diventati più forti e cresciuti, cambiati forse. Tra
due anni il supporto morale del suo primo ufficiale non gli
servirà più, perché forse
avrà già superato il dolore per la perdita di suo
fratello. In quel giorno avrà bisogno di un compagno letale
e fedele a cui affidarsi che possa accompagnarlo fino alla
realizzazione del suo sogno, e io sarà lì.
Diventerò lo spadaccino più forte del mondo, ma
lo farò per poterti permettere di diventare il Re dei
Pirati. Si, sono sicuro che ce la farai così come sono
sicuro che questa tragedia non si prenderà il tuo sorriso.
È semplicemente impossibile,
un’assurdità. Rufy sa bene che la sua ciurma non
potrebbe vivere senza il suo buonumore, la sua incoscienza e il suo
inguaribile ottimismo. Erano proprio queste le qualità che
Ace più amava di lui, dopotutto, ed sono anche gli stessi
motivi che hanno spinto tutti noi a seguirti in questa assurda
avventura.
Tutto quello
che posso fare per essere utile al mio capitano, ora come tra due anni,
è allenarmi per diventare forte su questa strana isola
dimenticata dal mondo chiamata Kuraigana. Non il migliore, solo il
più forte.
La
differenza sembra insignificante, ma non lo è; non per me
almeno. Il migliore è destinato a stare solo in un castello
buio infestato da fantasmi e spifferi, come l’Uomo dagli
Occhi di Falco, mentre il più forte ha dei compagni da
proteggere e con cui festeggiare le sue vittorie.
Aspettatemi
amici, quando riprenderemo la strada per i nostri sogni io
sarò lì con voi.
ANGOLO DELL'AUTRICE:
innanzitutto GRAZIE a tutti coloro che commentano la mia storia. dieci
commenti, meno dei dodici del primo capitolo ma lo stesso tantissimi!
siete davvero angeli, sul serio.
il protagonista del prossimo capitolo sarà Usop!
LADYSAIKA: grazie mille!
sono contenta che il capitolo di Sanji non ti sia piaciuto e spero che
anche questo sia stato di tuo gusto.
niente siparietti divertenti per Zoro!
SANJI94: grazie mille!
sospiro di sollievo, meno male che non ti ho deluso. sai, quando si va
a toccare il personaggio preferito di qualcuno la mia paura
è sempre quella di non essere all'altezza delle aspettative.
che mi dici di testa di muschio?
JF78: grazie mille!
ti adoro, davvero. io sono una grande fan della narrazione in prima
persona, solo in una storia è difficilmente realizzabile.
una volta ci ho provato in una storia narrata interamente dal punto di
vista di Zoro, ma è stata davvero dura arrivare alla fine.
sto ancora cercando di riprendermi per scrivere il seguito della saga!
;D
ANGELA90: grazie mille!
si credo anche io che la vendetta di Sanji verso Rufy sarà
tremenda, ma forse il capitano si farà perdonare presentando
qualche amazzone all'amico..
bah, si vedrà.
ammetto che con il reggiseno di pizzo forse sono stata un po' troppo
cattiva.. :D
TRE 88: grazie mille!
tre ragazze, speriamo di no. sarebbe tremendo!
spero che questo capitolo sia all'altezza delle tue aspettative.
VEGETA4EVER: grazie mille!
le tue osservazioni sono assolutamente gradite. non disturbano, anzi.
aiutano a migliorare.
sono una grande fan delle critiche, se fatte in modo educato e motivato
come le tue.
so anche che spesso per via delle fretta e della distrazione faccio
molti errori, so anche che dovrei prendermi più tempo per
rivedere ma non riesco mai. sono fatta così, scrivo di getto
e pubblico subito.
spero che il capitolo su Zoro ti sia piaciuto!
KGM92: grazie mille!
dai, se hai qualche idea da propormi sono qui! magari possiamo scrivere
qualcosa insieme!
esatto, era il turno di Zoro.. il prossimo? Usop!
PIMPLEMI_CHAN: grazie mille!
una delle mie manie è spaziare ed immaginarmi i pensieri dei
personaggi in certi momenti, questa raccolta è nata proprio
per questo motivo.
più che una storia precisa, al centro dell'attenzione ci
sono i personaggi per come sono o per lo meno per come io mi immagino
che siano!
sono contenta che i capitoli di Nami e Sanji ti siano piaciuti, e spero
che non abbia deluso proprio quello dedicato al tuo personaggio
preferito.
grazie anche per avere commentato una delle mie vecchie storie.
FANNY87: grazie mille!
in gruppo di amici, in una compagnia così come in una
famiglia è normale che ci siano personalità
diverse. il bello è quando tutti si rispettano a vicenda e
si vogliono bene.
poi, come dici tu Sanji e Rufy sono diversi, ma entrambi hanno un
sogno; alla fine è quello che accumuna tutti i vari membri
della ciurma, no?
BIBI06: grazie mille!
spero che questo capitolo ti sia piaciuto, che ne dici?
|
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Capitolo 4 *** Usop ***
3 D 2 Y
USOP
- È un idiota.
Urlo a voce alta, forse per convincermi delle mie stesse parole. Lancio
lontano il giornale dal quale ho appena appreso nuove notizie di Rufy e
incrocio le braccia, arrabbiato. Le incredibili gesta del mio capitano
alla fine sono arrivate anche qui su Greenstone, una remota isola
dell’arcipelago Boeing dove mi sono svegliato tempo fa senza
avere la minima idea di come ho fatto ad arrivarci.
Ci penso qualche istante, poi recupero il giornale e torno a guardare
la sua foto, attento a non perdermi neppure un dettaglio del viso di
Rufy. So bene che non lo odio. Lo ammiro, certo; sono orgoglioso di
avere deciso un capitano come lui e vorrei riuscire a trovare dentro di
me almeno un po’ del suo coraggio e della sua determinazione,
ma non lo posso odiare. Sarebbe come odiare un fratello con il quale
hai condiviso sia i momenti più belli della tua vita che
quelli brutti.
- Che ti prende, Usop?
Chiede Heracles, curioso. Fisso attentamente il mio nuovo amico,
chiedendomi cosa gli stia passando ora per la testa. Deve essere strano
per lui avere a che fare con un tipo come me. Decisamente non posso
dire di essere una persona normale, al contrario. Secondo quelli che
sentono parlare di noi dai giornali siamo una ciurma di svitati, di
teste calde che agiscono senza pensare alle conseguenze. In fondo non
si sbagliano più di tanto, basta passare con noi qualche ora
per rendersene conto. Sicuramente anche Heracles pensa lo stesso di me.
Decisamente il classico stereotipo del pirata non mi rispecchia affatto.
- Un babbeo.
Ripeto, furioso, scandendo lentamente le parole mentre calde lacrime
prendono a bagnare il mio viso. La verità è che
non posso fare a meno del mio amico, mi manca troppo. Rufy è
come un uragano, sa entrare nella vita delle persone come un cataclisma
e rovescia tutto quello che si trova davanti senza curarsi troppo. Poi
si ferma, e ti osserva con attenzione. Nel momento in cui sei
più arrabbiato con lui e più che mai deciso a
mandarlo a quel paese, ti sorride e promette di aiutarti. A lui non
importa mai cosa c’è da fare, ti aiuta e basta.
Semplicemente se hai bisogno è lì, sia che si
tratti di andare a pescare che di attaccare una roccaforte del Governo
Mondiale o peggio. Per lui l’amicizia è una cosa
seria, persino più importante del suo sogno.
- Mi vuoi spiegare?
Chiede Heracles, con insospettabile pazienza.
- Vedi questo dannato giornale?
Chiedo, spazientito, indicandogli il disordinato ammasso di fogli che
tengo sulle gambe.
- Beh, si. Sono ore che non fai che guardarlo ed imprecare.
Risponde, divertito da come ho ridotto quell’innocuo pezzo di
carta in così poco tempo per via del mio nervosismo.
- Su questo maledetto coso c’è un articolo che
riguarda quella testa vuota del mio capitano.
Spiego, sospirando. Certo, Zoro è il suo primo ufficiale ed
il suo primo compagno, ma io sono il suo migliore amico. Lo spadaccino
è sempre in prima fila quando si combatte, ma è
con me che Rufy riesce ad essere davvero se stesso. Mi manca un sacco
pescare con lui, giocare insieme a Chopper sull’altalena ed
abbuffarci fino quasi a scoppiare.
Ho letto quel giornale da cima a fondo, molte volte. Cercavo anche
notizie degli altri, ma non ho trovato nulla. In fondo è
meglio così. Non so dove siano o cosa stiano facendo, ma so
per certo che non sono stati catturati. Ognuno di noi ha una taglia,
anche piuttosto alta; in caso di cattura la marina lo avrebbe
sbandierato ai quattro venti. Penso ai miei compagni e sospiro, triste.
L’unica cosa che so per certo è che Zoro si
è perso, come sempre. Certe cose non cambiano mai, non
facilmente almeno. Sarà un bel problema per lui tornare in
tempo al luogo dell’appuntamento. Il cuoco invece
starà di sicuro facendo il cascamorto con qualche bella
donna, probabilmente una sirena o qualcosa del genere. Non so cosa
stiano facendo gli altri, ma ho paura per Chopper e Nami; gli altri ce
la possono fare, ma loro No. Sono come me, persone normali gettate in
una grande avventura al fianco di compagni leggendari. In gruppo siamo
forti, ma quando siamo soli emergono i dubbi e le paure. La piccola
renna non se la sa cavare senza di noi, mentre Nami non è la
ragazza dura che finge di essere. Quando abbiamo liberato la sua isola
da Arlong abbiamo conosciuto la vera Nami, fragile e disperata, che si
è affidata completamente a noi. Quel giorno siamo diventati
la sua famiglia e abbiamo giurato di proteggerla, ma abbiamo fallito.
Ora lei è sola, senza nessuno che le possa stare vicino.
- Il pazzo che ha attaccato il quartiere generale della marina
è il tuo capitano?
Chiede, incredulo il mio nuovo amico. Forse aveva già
sentito delle incredibili avventure di Rufy Cappello di Paglia, ma gli
riesce difficile credere che io ero insieme a lui e che l’ho
aiutato a cavarsela ogni volta. Non posso proprio dargli torto se non
riesce a crederci, a volte riesce difficile persino a me.
- Proprio lui.
Annuisco, sospirando. Heracles mi ascolta attento mentre gli racconto
di come Rufy sia entrato nella mia vita e di come si sia formata la
nostra ciurma. Mi osserva attento, per nulla annoiato e mi chiede di
andare avanti. Sospiro e inizio a elencare tutte le cose pazze che
abbiamo fatto, sorprendendomi di essere riuscito a cavarmela
così tante volte.
Per la prima volta intrattengo qualcuno senza raccontare fandonie, ma
la verità. Senza che me ne accorgessi la mia vita
è diventata come quelle storie incredibili che racconto.
Ripenso al mio capitano e sospiro, malinconico. Rufy è
sempre stato piuttosto portato per gesta folli ed eclatanti. Mi sembra
così strano non essergli stato accanto nelle sue ultime
avventure. Da una parte sono sollevato di non avere rischiato la pelle,
dall’altra sono dispiaciuto. Mi sembra quasi di essermi perso
qualcosa. Sospiro di nuovo, stranito dai miei stessi pensieri. Che
diamine mi sta succedendo? Mi sembra assurdo che sono proprio io quello
che si dispiace di non avere combattuto una delle guerre più
pericolose che hanno mai avuto luogo. Che ne è stato di
Usop, il bugiardo codardo che cerca sempre di portare a casa la propria
pelle? Sembra quasi che il prode Sogeking alla fine sia riuscito a
prendere definitivamente il posto del vecchio Usop, almeno per le cose
davvero importanti.
- Accipicchia, certo che ne ha di fegato.
Mormora, ammirato togliendomi il giornale dalle mani per leggere lui
stesso l’articolo.
Lo osservo mentre legge avidamente il resoconto degli ultimi
avvenimenti, ignorando completamente sia me che tutto ciò
che ci circonda.
- Non è questo il punto.
Sbuffò, infastidito. Heracles ha frainteso le mie parole.
Non sto mettendo il dubbio le abilità del mio capitano, ma
la sua decisione.
- Quale sarebbe, allora?
Chiede il mio nuovo amico, alzando gli occhi dal giornale e puntandoli
nei miei.
Lo fisso per un po’, chiedendomi chi sia in realtà
quello strano tizio. È completamente diverso sia dal mio
capitano che dai miei compagni e non sono ancora riuscito a decidere se
mi piace o meno.
- Ha fatto tutto questo per mandare un messaggio a noi.
Spiego con pazienza, indicando la grossa foto che accompagna
l‘articolo. Devono essere stati i fotografi della marina a
scattarla, senza sapere che stavano facendo un favore a Rufy.
Riesco quasi a vedere la scena nella mia mente. Rufy che si mette in
posa davanti a loro, mentre intorno a lui infuria la battaglia. Manca
solo il suo sorriso, ma per quello stavolta non
c’è posto. La perdita di Ace è ancora
troppo vicina.
- Qui dentro ci sarebbe un messaggio?
Chiede Heracles, sorpreso, analizzando la foto senza riuscire a vedere
niente. Molti prima di lui devono averci tentato, inutilmente. Forse
anche i pezzi grossi della marina. Sicuramente il vice ammiraglio Garp
ha capito che c’è sotto qualcosa, ma di sicuro non
ne ha fatto parola con i suoi capi. Quel vecchio marine tiene al suo
nipotino più di quanto voglia dimostrare al mondo, ed
è anche immensamente fiero di lui e di quello che
è diventato. È un pirata, certo, ma è
anche forte e coraggioso. L’orgoglio di qualsiasi genitore.
- Si, guarda il tatuaggio..
Ripeto, osservandolo nuovamente mentre si sforza di capire. Sorrido di
quel suo goffo tentativo; solo noi della ciurma possiamo capire, Rufy
è stato prudente questa volta.
Senza che possa fare nulla per evitarlo una grossa lacrima scende lungo
il mio viso. Non posso evitare di pensare che il mio capitano
è tornato nel luogo in cui ha perso il fratello solo per
noi, per fare il modo che noi sapessimo dove e quando tornare.
- Cosa vuole dire?
Chiede ancora Heracles, curioso, fissandomi con insistenza.
- Che ci incontreremo tra due anni.
Sospiro, indicando i numeri e le lettere che si leggono chiaramente sul
braccio e spiegandogli cosa vogliono dire. Il mio nuovo amico mi fissa,
sorpreso.
- E allora?
Dice Heracles, alzando le spalle. Mi fissa come se fossi un alieno e io
mi sorprendo di quella sua strana reazione. Che diamine sta passando
per la testa di quel pazzo?
- Due anni! Dico, hai capito? Due anni interi!
Sbuffo, incredulo ed infastidito. Non posso stare due anni senza i miei
compagni. Semplicemente non riesco, non perché ho paura ma
perché loro sono la mia famiglia. Già una volta
avevo pensato di poter prendere il mare da solo, ma sono tornato sui
miei passi. Senza di loro non sono niente. Senza gli altri nessuno di
noi è niente.
- Beh, vorrà dire che avrai tempo di migliorarti e diventare
più forte.
Commenta Heracles, distaccato. Chiude il giornale e lo appoggia a terra.
- Si, ma chi consolerà il mio capitano per la perdita di suo
fratello?
Chiedo, con gli occhi pieni di lacrime. Ormai non mi preoccupo nemmeno
più di trattenerle o di fingere di stare bene. Heracles mi
fissa, a metà tra lo stupito e il dispiaciuto. Forse sta
cercando di dire qualcosa, magari per consolarmi, ma non gli viene
nulla di sensato.
Prima di incontrare Rufy la mia vita non era nulla di speciale. Tiravo
avanti raccontando storie e dicendo bugie che incantavano a malapena i
bambini del mio villaggio.
Rufy ha sconvolto la mia vita, e mi ha trascinato in un sogno. Ogni
volta che mi svegliavo, a bordo della Merry o della Sunny, ci mettevo
sempre un po’ prima di realizzare dove mi trovavo. Sembrava
così assurdo che un buono a nulla come me avesse fatto tanta
strada nel Grande Blu e che ora avesse sul serio tante storie da
raccontare.
- Abbi fiducia in lui. Si tratta solo di aspettare due anni, poi avrai
di nuovo i compagni migliori che qualsiasi uomo su questa terra
vorrebbe.
Sospira Heracles, con un tono strano; quasi nostalgico. Forse anche lui
una volta aveva una ciurma, dei compagni ed un sogno.
- Tu non capisci. Lui per noi c’è sempre stato,
non posso lasciarlo solo ora che ha bisogno di me!
Sbotto, arrabbiato con me stesso. La verità è che
io dovevo essere là, con lui. Forse non avrei potuto
proteggerlo come invece avrebbero provato a fare Zoro e Sanji, ma sarei
stato la sua spalla. Non lo avrei abbandonato, anche a costo di morire
su quel campo, e sarei stato al suo fianco anche dopo il combattimento
per fargli superare quel terribile dolore. Avrei potuto raccontargli un
mucchio di storie. Certo, Rufy avrebbe capito subito che si trattava
delle mie solite bugie ma almeno forse avrebbe sorriso e poi si sarebbe
sentito meglio. Dalle mie parole avrebbe capito che ha si perso un
fratello, ma che ognuno di noi della ciurma gli voleva bene esattamente
come Ace.
- Per questo devi allenarti, così quando lo incontrerai
ancora protrai stargli vicino.
Ripete con pazienza, quasi stesse parlando con un ragazzino che fa i
capricci.
Guardo il mio corpo, grasso e goffo, e capisco che ha ragione. Come
posso essere utile al mio capitano, così come sono? Il
solito codardo, ecco cosa sono. Io sono il vero egoista, non Rufy. Il
capitano si è sempre sacrificato per noi, ogni volta. Io
invece? Anche ora mi aspetto che sia lui a correre da me, e protesto se
lui chiede del tempo per migliorarsi e diventare più forte.
La verità è che ho paura. Una paura dannata di
perdere il passo con lui e rimanere indietro. Due anni di allenamento
renderanno Rufy estremamente più forte di quanto
è già ora. Sanji e Zoro riusciranno a stargli
dietro, ma io? Vorrà ancora un buono a nulla come me nella
sua ciurma quando sarà sul tetto del mondo? Che ne
sarà di me quando a Rufy basterà un solo sguardo
per fare tremare i suoi nemici?
Sospiro, rassegnato. Una parte di me vorrebbe mollare, scappare lontano
da tutti, ma una voce mi dice che devo reagire. Non posso permettermi
di essere il solito codardo e di vedere andarsene gli amici che ormai
considero la mia famiglia. Devo reagire, per tutti loro.
Non ho scelta, devo allenarmi. È l’unico modo per
essere degno di colui che diventerà il Re dei Pirati e per
essere al suo fianco quando sbarcheremo a Raftel Island.
Il giorno che incontrerò mio padre voglio che lui sia
più che fiero di me e di quello che sono diventato. Non
commetterò una seconda volta l’errore che ho fatto
a Water Seven, quando ho voltato le spalle ai miei compagni e al mio
capitano. Credevo di essere in grado di riuscire a farcela anche da
solo, ma ancora una volta Rufy mi ha dimostrato che mi sbagliavo.
Insieme siamo una squadra, da soli non contiamo nulla. Nemmeno Rufy,
Sanji o Zoro potrebbero farcela. Siamo una squadra, questo ci rende
imbattibili e questo i nostri nemici non hanno ancora compreso.
Guardo di fronte a me, fiero; il mio destino è ormai
tracciato.
ANGOLO
DELL'AUTRICE:
grazie mille per
i commenti. ora posso anche ammetterlo, decisamente quello su Zoro
è stato il capitolo che ho scritto più volentieri.
certo, adoro ogni
personaggio, ma che volete.. Zoro è Zoro.
il prossimo
capitolo sarà su Brook, e non ho ancora idea di quello che
scriverò!
ANGELA90: grazie milleee!
ormai credo che tutti, compreso Zoro, si siano rassegnati al fatto che
lo spadaccino si perderà. è inevitabile in fondo.
esattamente come è inevitabile che dopo questo allenamento
saranno dolori per chi proverà a mettersi sulla sua strada o
ad importunare il suo adorato capitano.
VEGETA4EVER: grazie milleee!
ho provato a stare più attenta agli errori di
distrazione/battitura, ma sono abbastanza sicura che ne troverai lo
stesso.
:D
sono contenta che il capitolo scorso ti sia piaciuto! per quanto
riguarda Robin, non ricordo quando dovrebbe essere il suo capitolo, ma
credo a breve.
porta pazienza!
PIMPLEMI_CHAN: grazie milleee!
i passaggi che hai citato sono quelli che preferisco anche io. sono
proprio contenta che abbia notato quelle piccole sfumature!
davvero tanto! cmq si, decisamente Luigi Rosa.
TRE 88: grazie
milleee!
spero proprio che usop ce la faccia a dimagrire, senno Franky
dovrà modificare la Sunny perchè non affondi
sotto il peso del cecchino!
lo scorso capitolo è quello che è piaciuto di
più in assoluto anche a me. sarà dura fare di
meglio.
LADYSAIKA: grazie milleee!
che ne pensi di questo capitolo?
SANJI94: grazie milleee!
davvero sono riuscita a farci apprezzare Zoro? non ci credo, sono quasi
commossa!
per quanto riguarda il forum.. la storia era già anche la,
sono che la sezione è cambiata.
nel senso, ho impiegato un bel po' a trovarmi!
che ne pensi di Usop?
KGM92: grazie milleee!
evviva, qualcuno ho notato la distinzione tra migliore e più
forte!!!
credo sia stata la conclusione più adatta per lo scorso
capitolo!
che ne pensi di Usop?
APRIL88: grazie milleee!
sono contenta che tu abbia apprezzato lo scorso capitolo e spero
sarà così anche per i prossimi!
FANNY87: grazie milleee!
il rapporto di amicizia che lega Zoro e Rufy credo sia eccezionale. lo
spadaccino è l'unico con il quale Rufy fa spesso discorsi
seri.. più seri di quelli che fa con gli altri. :D
Zoro è una figura complessa, forse la più
complessa del manga!
JF78: grazie milleee!
il tuo commento è quasi commovente, sei un angelo.
credo sia a causa di gente come te che autori scarsi come me continuano
a scrivere! :D
ti adoro!
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Capitolo 5 *** Brook ***
3 D 2 Y
BROOK
-
Yohohohohoho!
La mia
risata risuona forte nella stanza, tanto che alcuni dei miei carcerieri
accorrono per capire che mi è successo. Sembrano straniti,
mi guardano in modo strano. Forse mi credono pazzo e io non posso certo
dar loro torto.
- Che
diamine ha da ridere?
Chiede uno
dei tizi che mi tiene imprigionato a un suo compagno. L’altro
mi studia a fondo, poi alza le spalle e se ne Va. Non ha voglia di
perdere tempo con me, in fondo sono solamente uno schiavo.
Probabilmente fa anche lui parte della tribù braccia-lunghe.
All’inizio questi strani individui mi facevano paura a causa
del loro strano aspetto. Poi mi sono ricordato che io sono uno
scheletro e che dopo tutto la mia condizione deve essere ben
più strana della loro. Voglio dire loro sono nati
così, io invece ci sono diventato per uno strano scherzo del
destino. Uno scheletro che se ne va in giro, beve il the e suona il
violino spaventando chiunque non mi conosca. Quest’idea
invece che rendermi di cattivo umore mi fa ridere. Di solito quanto
qualcuno vede il mio aspetto si spaventa, ed io mi spavento
più di loro. Sono proprio un fifone, Franky dice sempre che
sono una causa persa. Devo proprio essere impazzito il giorno che ho
deciso di diventare un pirata. È buffo, ma non mi ricordo
nemmeno perché mi sono imbarcato. Forse perché
volevo scoprire cosa fosse la libertà, oppure
perché mi ero stufato di prendere ordini.
Penso a
quello che mi è successo negli ultimi giorni e
l’allegria sfuma per qualche istante. Mi dispiace per gli
abitanti dell’isola di Nakamura. Mi avevano creduto un
diavolo corso il loro soccorso e alla fine mi sono fatto catturare. Che
pasticcione, il solito idiota buono a nulla. Sospiro e mi guardo
intorno. Il primo degli uomini che è accorso è
ancora lì che mi fissa. Sembra deciso a capirci qualcosa.
Sospiro e chiudo gli occhi. O meglio, è ciò che
farei se avessi degli occhi da poter chiudere. È buffo, ma
spesso la mia mente pensa in modo strano; quasi io non fossi fatto
solamente di qualche misero osso. Ridere è l’unica
cosa che mi è rimasta. Sono solo, imprigionato e non ho idea
di come me ne andrò da qui. Credo abbiano intenzione di
vendermi, forse proprio all’arcipelago Sabaody.
-
Yohohohohoho!
Improvvisamente
comincio di nuovo a ridere e l’uomo che ho di fronte riprende
di nuovo a guardarmi male. Continua a non capire cosa mi passa per la
testa.Sarebbe davvero comico essere venduto nello stesso posto che ho
contribuito ad abbattere. Anche se, non credo che quel posto possa
ancora ospitare asta di qualsiasi tipo. Dopo che siamo passati noi,
Kidd e Law non è rimasto davvero nulla. Solo cumuli di
macerie e travi abbattute. Probabilmente anche Enies Lobby doveva
essere rimasto poco nulla dopo che sono passati i miei compagni ed il
buster call della marina.
- Trovi
davvero questa situazione così divertente? Sei stato
catturato e presto sarai venduto come schiavo.
Scandisce
con calma l’uomo che ho davanti, forse credendo di
spaventarmi. Lo fisso attentamente, cercando le parole migliori per
rispondergli.
-
Secondo te qualcuno pagherebbe per avere uno scheletro? Yohohohohoho!
Dico alla
fine, scoppiando a ridere. Già vedo la scena: il povero
presentatore della casa d’aste che cerca di vendermi e tutti
che scappano, spaventati. Alla fine mi svenderebbero come soprammobile
e potrei scappare facilmente; dopo tutto, chi si preoccupa che il
mucchio di ossa che ha appena comprato possa scappare?
- Di nuovo
quella risata, smettila.
Ripete il
mio carceriere, seccato. Ormai posso percepire chiaramente il suo
fastidio. Forse si pente di avere rapito proprio me, ma credo che non
possa certo liberarmi. Il suo capo farebbe troppe domande.
- Non posso
smettere. Mi sto divertendo troppo.
Rispondo con
le lacrime agli occhi. Scuote la testa e si allontana, bofonchiando
qualcosa di incomprensibile. La lacrime intanto, continuano a scendere.
Non sono per me, ma per il mio capitano. Ha perso suo fratello a cui
teneva di sicuro tantissimo, i suoi adorati compagni per i quali era
disposto a morire ed è rimasto solo a darsi la colpa di
tutto. Per uno come Rufy sopravvivere a disgrazie come queste
è persino peggio di morire.
Non appena
ho letto il giornale che conteneva il messaggio per noi non ho potuto
fare a meno di pensare che per lui saranno due anni lunghissimi e pieni
di pensieri; chissà come sarà quando lo
incontrerò ancora. Io, bhe.. Non potrò essere
cambiato di molto. Sono uno scheletro infondo e di certo non posso
invecchiare o ingrassare, anche se forse prendere qualche chilo mi
farebbe bene.
-
Yohohohohoho!
L’idea
di uno scheletro come me con qualche chilo di troppo mi fa nuovamente
scoppiare a ridere. Se ci fossero i miei compagni avrebbero di certo
smorzato le mie risate con qualche battuta cattiva. Nami forse sarebbe
addirittura arrivata alla man come fa sempre.
Penso ancora
a Rufy, e di nuovo smetto di ridere. Forse dovrei intonare una canzone
per lui, perché ovunque sia gli arrivino le mie note e
riescano a farlo sorridere. Sospiro, pensieroso. La musica è
una cosa straordinaria, la sola capace di andare oltre muri, pareti e
gabbie e arrivare a chi è destinata. Forse se canto una
canzone anche Lovoon la può sentire, e magari anche i miei
compagni che non ci sono più. Questo pensiero mi mette di
nuovo allegria, così riprendo a ridere.
-
Yohohohohoho!
Di nuovo le
mie risate attirano altre guardia. Si guardano tra loro e scuotono la
testa.
Per loro
sono un pazzo, non vedono l’ora di liberarsi di me.
-
È pazzo, dovrebbe essere spaventato e invece ride.
Mormora il
mio carceriere, allontanandosi insieme ai compagni infastidito. Alla
fine ha rinunciato a capirmi e si è arreso. Non posso dargli
torto, a volte non mi capisco nemmeno io. Di una cosa sono sicuro; non
è la fine. Ho vagato da solo per quasi cinquantanni, perso
in mezzo ad un mare oscuro con il timone rotto e posso dire
tranquillamente di avere visto di peggio. Ho imparato cosa sia la
pazienza e so che si tratta solo di aspettare. Tra due anni
rivedrò i miei compagni e torneremo a navigare insieme verso
i nostri sogni e le nostre promesse. I sogni dei pirati non si possono
fermare, specie quelli della ciurma di Cappello di Paglia. Da quello
che ho letto sul diario di bordo ho scoperto che i miei compagni hanno
vissuto avventure incredibili e hanno superato moltissimi ostacoli per
arrivare fino a qui e per mantenere fede a ciò che si erano
promessi; non possono certo fermarsi ora. Non sarà un grosso
orso con una bibbia in mano a segnare la nostra fine. Ripenso
all’articolo di giornale con la foto del mio capitano e
sospiro. Il messaggio era chiaro: non tre giorni ma due anni. Sospiro,
guardandomi intorno. Vorrei avere una tazza di the ma non posso certo
chiederla. Due anni non sono poi molti se hai passato quasi una vita
intera ad aspettare di incontrare gente straordinaria come i Pirati di
Cappello di Paglia.
Nei lunghi
anni passati da solo più volte mi sono maledetto per avere
mangiato quel dannato frutto del mare che mi aveva condannato a quella
vita infernale senza i miei amici. Ora so che non è stata
una maledizione, al contrario.
Sono felice
di avere incontrato Rufy, di poterlo aiutare durante questo lungo
viaggio e di essere al suo fianco sia nel bene che nel male. Un giorno
sarà il Re dei Pirati ed io sarò al suo fianco.
In tutti i mari del mondo si racconteranno le nostre avventure e un
sacco di bambini prenderanno esempio da noi e dalle nostre gesta.
Sono felice
di avere accanto uno spadaccino forte e determinato come Zoro, che
può insegnarmi tante cose anche se è molto
più giovane di me. Diventerà il migliore di
sempre, lo so. L’ho capito da come ha sconfitto lo spadaccino
che aveva rubato la mia ombra.
Sono felice
di avere conosciuto Sanji, anche lui con la fissazione per le belle
donne proprio come me; sono sicuro che prima o poi incontreremo
entrambi la donna della nostra vita, o forse più
d’una, chi lo sa.
Sono felice
di avere la fortuna di conoscere una ragazza bella, forte, decisa e
determinata come Nami; solo grazie alle sue grandi capacità
di navigatrice potremo continuare il nostro viaggio. L’unico
rimpianto e di non averla potuta conoscere meglio e di non sapere la
triste storia del suo villaggio.
Sono felice
di avere nella mia vita una persona come Usop, che sa cosa è
la paura ma sa anche tirare fuori tutto il suo coraggio quando serve.
Io in fondo mi sento un po’ come lui; siamo due persone
normali gettate a combattere in un mondo di persone con i superpoteri a
cui basta un pugno per abbattere navi, case e villaggi.
Sono felice
di poter urlare al mondo che conosco il medico migliore del mondo,
nonostante sia solo una piccola renna.
Sono felice
di avere conosciuto Franky, colui che ha costruito la nave che
solcherà tutti i mari e che sa costruire armi formidabili
con praticamente qualsiasi cosa. Certo, io e lui discutiamo spesso ma
è sempre pronto a sentire le mie storie e a ballare insieme
a me.
Sono felice
di avere incontrato Nico Robin, che mi ha fatto capire che non avevo
bisogno di dare grosse dimostrazioni per essere accettato. Anche lei
come Nami è una ragazza straordinaria e non solo la mascotte
della ciurma.
Sono felice
di essere diventato uno dei pirati di Cappello di Paglia e sono pronto
a sopportare tutto quello che questi due anni mi riserveranno con il
sorriso, ridendo e cantando ogni volta che avrò paura.
Quando riprenderemo a navigare insieme, scriveremo molte pagine della
storia di questo strano mondo; nessuno dimenticherà i nostri
nomi.
Diventerò
ancora più forte, non per me stesso, ma per i miei amici.
Non sono più solo.
È
così bello poter dire questa frase ed essere conscio che non
si tratta solamente di un sogno. Sento che, anche se siamo lontani, la
nostra amicizia ci unisce.
Non ho il
mio violino, devono averlo messo nella stanza di fianco. Che tristezza,
solo con quei bruti che prima hanno anche provato a suonarlo senza
esserne capaci.
Povero
violino, cosa devi sopportare.
Ho deciso,
scriverò una canzone per voi amici miei, anche se sono
prigioniero e sto per essere venduto. Non ho il mio strumento e non
posso suonarvela, ma ve la canterò e sono sicuro che le mie
note arriveranno fino ad ognuno di voi.
Ovunque voi
siate, il vostro compagno canterino sarà con voi e vi
farà sorridere almeno per qualche istante.
ANGOLO
DELL'AUTRICE
va bene, lo
ammetto: questo capitolo mi ha messo in crisi;
sarà
perchè è un personaggio nuovo, sarà
perchè non riusco ad immedesimarmi in lui, ma scrivere
questo capitolo è stata una vera e propria impresa!
spero che a voi
piaccia lo stesso.
il prossimo
capitolo sarà su Nico Robin, e che capitolo.
non è
ancora concluso, ma credo stia venendo piuttosto bene!
grazie a tutti
quelli che commentano, sempre.
VI ADORO, LO
SAPETE!
adoro anche
quelli che mettono la mia storia tra le preferite, seguite o altro.
ANGELA90: grazie
mille!
mi fa molto piacere che lo scorso capitolo ti abbia fatto ridere.
anche se non mi ha messo in crisi ai livelli di Brook, non è
stato semplice nemmeno lo scorso. non ci posso fare nulla, adoro Zoro e
Sanji!
ad ogni modo, evviva il re dei cecchini!
LADYSAIKA: grazie mille!
Usop sembra scontroso, ma in fondo è un tenerone e strappa
un sacco di risate!
VEGETA4EVER: grazie mille!
beh, sinceramente anche io non ero convinta che sarei riuscita a
scrivere un capitolo decente; nemmeno con quello di Brook ho la
certezza, ma ci provo lo stesso!
APRIL88: grazie mille!
mi fa piacere essere riuscita a far emozionare qualcuno, la considero
una grande vittoria!
FANNY87: grazie mille!
Usup è il classico personaggio normale, quello che non
è il primo della classe ma che non è nemmeno un
secchione per farci capire.
alla fine credo che Zoro e Usop siano i migliori amici di Rufy, anche
se sono profondamente diversi.
con un ride, con l'altro combatte.
ognuno rispecchia un lato del carattere di Rufy, sia quello serio e
determinato che quello da "idiota".
il pezzo che hai citato lo adoro anche io, grandissima!
TRE 88: grazie mille!
spero che il capitolo di Brook ti sia piaciuto, perchè come
personaggio non è nelle mie corde.
lo adoro, ma non lo so "usare" abbastanza bene.
spero di non avere fatto un pasticcio.
SANJI94: grazie mille!
i complimenti del moderatore della sezione fan fiction del forum sono
sempre graditissimi, anzi.
credo sia normale avere delle preferenze, anche per me che scrivo
questa storia è così.
spero che questo capitolo ti piaccia, senno mi farò
riscattare con il prossimo!
beh, se hai letto darkness anche lì si vedono le debolezze
del trio dei superuomini! ;D
SOGEKING95: grazie mille!
ricevere i complimenti di un supereroe è semplice piacevole!
;D
spero che questo capitolo sia all'altezza; ho sempre paura di deludere
le aspettative!
PIMPLEMI_CHAN: grazie mille!
tranquilla, l'importante è commentare non importa quando.
anzi, a dire il vero l'importante è leggere!
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Capitolo 6 *** Nico Robin ***
3 D 2 Y
ROBIN
Scendo dalla
carrozza che mi ha condotta qui e mi stringo nel cappotto cercando di
trovare un po’ di sollievo dal freddo pungente che mi
circonda; a Baltigo, l’isola dalla terra bianca, ogni cosa
è ghiacciata. Sicuramente a Chopper piacerebbe molto e gli
ricorderebbe la sua terra natale. Mi sono lasciata Tequila Wolf alle
spalle, diretta verso un isola misteriosa dove abita l’uomo
più ricercato del mondo. All’inizio avevo molti
dubbi, ma ho smesso di farmi domande dopo avere dato
un’occhiata al giornale e avere capito le intenzioni del mio
capitano.
Ora Dragon
il Rivoluzionario è di fronte a me, ma la vista di
quest’uomo tanto potente quanto pericoloso non mi fa nessuna
paura. Vedo le sue labbra muoversi mentre parla con i suoi capitani, ma
non riesco ad afferrare il senso di quello che dice. O meglio, non ci
provo nemmeno. Credo stia organizzando una riunione, o qualcosa del
genere, ma per la prima volta nella mia non sono curiosa, non mi
importa scoprire la verità. Mentre aspetto di sapere cosa
vuole da me preferisco starmene per i fatti miei, e pensare a
ciò che mi sono lasciate alle spalle.
Mentre parla
con i suoi Dragon si volta spesso verso di me curioso e allo stesso
tempo entusiasta come un bambino di fronte al suo giocattolo nuovo,
proprio come farebbe Rufy.
Ricambio il
suo sguardo, divertita da quella buffa espressione. Se qualcuno potesse
sul serio vedere questa scena, mi prenderebbe per pazza; sono di fronte
a Dragon e mi limito a guardarlo con attenzione. Non sono state molte
le persone che possono dire di avere avuto questo onore, ma a me non
importa.
Studio il
suo volto quasi fosse un quadro, ricercando i particolari
più importanti. Nei lineamenti dell’uomo che mi
sta di fronte cerco disperatamente quelli di Rufy, il mio capitano che
non vedo da troppo tempo e che di sicuro ne starà combinando
una delle sue. Almeno, questo è quello che ho dedotto
leggendo il giornale negli ultimi giorni. Conosco bene la politica del
governo mondiale in merito alla notizie pubblicate: almeno la
metà, se non di più, sono fandonie oppure vengono
passate sotto silenzio. Posso solo immaginare cosa sia successo il
realtà. Tremo all’idea di tutte le sofferenze e di
tutti i pericoli ai quali è riuscito a scampare Rufy senza
di noi.
Il solo
pensare a quel combinagli mi strappa un sorriso diverso da quello di
poco prima, triste, quasi malinconico. Sospiro, sentendo sulle mie
spalle tutta la stanchezza di questi ultimi giorni. Solo poco tempo fa
eravamo arrivati alla Linea Rossa e di fronte a quella imponente catena
montuosa ci eravamo sentiti grandi. Avevano spazzato via la marina in
più occasioni, affrontato il governo mondiale dichiarandogli
guerra e persino Moria non era più un problema ma solo un
vago ricordo. I nostri sogni, almeno per un po’, ci erano
sembrati lì vicini; pronti ad essere raggiunti. Proprio nel
momento in cui la strada per il Nuovo Mondo si apriva di fronte a noi,
tutto è precipitato senza che noi potessimo rendercene
conto. Nel giro di poco siamo stati inghiottiti in un vortice che ci ha
trascinati in basso, facendoci perdere la fiducia in noi stessi e nelle
nostre capacità prima di separarci, ormai sconfitti.
Una
colossale disfatta che peserà per sempre nella memoria del
nostro capitano.
Se chiudo
gli occhi posso ancora vedere la sua espressione disperata. Non era la
paura di morire a sconvolgerlo quel giorno. No, uno come Rufy affronta
la morte sorridendo, quasi fosse una nuova avventura. A farlo stare
male era la consapevolezza di essere impotente di fronte al dolore dei
propri compagni. Noi gli chiedevamo aiuto, ma lui non poteva fare
nulla. Deve essere stato terribile per lui. Mai come ora vorrei essere
con lui, stargli vicino come lui ha fatto con noi per tutto questo
tempo. Vorrei dargli un abbraccio per ogni sorriso, per ogni risata e
ogni pazzia che ha allietato le nostre giornate, anche quelle
più nere. Un abbraccio per ogni lacrima silenziosa che ha
versato per noi e per tutte le volte che ha preso le nostre difese.
Sospiro
ancora mentre Dragon ora mi guarda in silenzio, aspettando il momento
giusto per rivolgermi la parola.
Due anni
separati è un tempo troppo lungo, ma non ho scelta. Gli
ordini del capitano non si discutono mai. Vorrebbe dire che non
è buon capitano, ma non è il nostro caso. Rufy ha
volta è precipitoso, ingenuo e non riflette su quello che
fa, ma è una persona eccezionale.
Ho affidato
a lui la mia vita, e non mi sono mai sentita tanto al sicuro. Persino
ora, anche se siamo distanti so che se avessi bisogno lui arriverebbe
da me. Sono sicura che prendere quella decisione è costato
molto anche a Rufy. Posso quasi vederlo, solo e disperato che piange la
sorte del fratello e si maledice per non essere riuscito ad aiutare
noi. Proprio lui, che per le persone che ama è disposto a
dare tutto. Credo che sia proprio il suo sorriso ad essere uscito nel
modo peggiore da tutta questa storia. Chissà se il mio
capitano avrà ancora la forza di sorridere, oppure se il
dolore che ha dovuto sopportare è stato troppo forte.
Abbiamo sempre contato su di lui quando c’era una
difficoltà, adesso è arrivato il momento di
aiutarlo per davvero. Se fossi con lui, forse gli direi di ridere. Lui
non capirebbe, ma seguirebbe il mio consiglio e poi starebbe meglio.
Lui
sarà il Re dei Pirati, e noi la sua ciurma.
Sorrido,
senza curarmi delle espressioni curiose della gente che mi circonda.
Forse mi credono pazza, ma non mi importa. Quel pensiero mi da
coraggio, quel tanto che basta a tenere testa all’uomo che ho
di fronte.
Dragon
richiama la mia attenzione con un colpo di tosse, obbligandomi ad
alzare lo sguardo su di lui. È sicuramente più
imponente di Rufy, ma non mi fa nessuna paura.
- Nico
Robin, aspettavo da tempo di poterti incontrare.
Dice serio,
mentre io lo guardo incuriosita. Rufy la stesse frase
l’avrebbe detta con un sorriso. La voce di Dragon invece
è autoritaria, ma tuttavia non crudele. Cosa nasconde questo
uomo a cui il governo mondiale da la caccia da molti anni?
- Prima il
governo, ora i rivoluzionari. Devo avere paura di lei, signor Monkey?
Chiedo,
mettendomi seduta ed aspettando una risposta. La mia vita è
sempre stata una corsa contro tutti quelli che mi volevano morta.
Almeno, è stato così fino a che non ho incontrato
Rufy e la sua ciurma. Ho deciso di seguirli quasi per dispetto ed
invece sono diventati la mia famiglia. Ricordo ancora le espressioni
dei miei compagni quando mi hanno trovata a bordo. Solo Rufy mi aveva
accolta con un sorriso, tutti gli altri non mi volevano
perché mi credevano malvagia. Almeno, i primi tempi
è stato così. A Water Seven ognuno dei miei
compagni ha dimostrato di tenere a me nello stesso modo del capitano,
facendomi capire che ero una di loro. Ripensare ai primi tempi,
tuttavia, mi fa sorridere. Dopo tutto, non posso certo dare loro torto;
avevo passato gli ultimi tempi a dar loro la caccia. Alzo lo sguardo
sull’uomo di fronte a me. Dragon sorride, forse compiaciuto
dalla domanda.
- A me
interessa la tua vita, al governo mondiale la tua morte. Credo siano
posizioni piuttosto differenti, signorina.
Risponde con
un tono indifferente.
Ci rifletto
un po’ su per poi concludere che in fondo non si tratta di
una differenza così grossa. La mia vita o la mia morte, la
posta in gioco rimane sempre la stessa. Ho passato un sacco di anni a
scappare dal mondo prima di trovare la mia casa, la mia famiglia; la
mia ciurma. Ora mi sembra di essere di nuovo da capo. Qualcuno mi
insegue, altri mi vogliono aiutare ma la mia casa è lontana.
Per altri due anni sarò sola, in balia del mondo.
- Ha per
caso una proposta per me?
Chiedo,
fingendo una sicurezza che in questo momento non ho. Senza i miei
compagni sono persa, non ho alcun punto di riferimento.
L’unica cosa che so per certo non è dove sono o
dove andrò nell’immediato, ma dove vorrei essere.
O meglio, con chi vorrei essere.
Tutte le mie
speranze per il futuro sono riposte in un piccole pezzetto di carta.
- Sei una
donna decisa, Nico Robin. Ti piace andare subito al punto e la cosa non
mi dispiace. Mi ricordi una persona..
Sussurra
Dragon, fissando fuori dalla finestra. Il suo sguardo è
perso, quasi sognante. È evidente che
c’è una donna al centro dei suoi pensieri, anche
se non riesco proprio ad indovinare di chi si tratti. Accantono per un
attimo i miei pensieri per riflettere sopra la vita di quello strano
personaggio. Sicuramente Dragon non deve avere avuto una vita facile.
Nei suoi occhi leggo tanti rimpianti, forse anche quello di non avere
cresciuto Rufy. Chissà se ha mai smesso di pensare alla sua
nascita o al momento in cui lo ha affidato al padre, voltando per
sempre le spalle a quel figlio così piccolo per salvarlo dal
governo mondiale.
- Non
credevo che Dragon il Rivoluzionario fosse una persona nostalgica.
Dico,
divertita. La mia frase lo ha sorpreso. Dopo tutto, non sono molte le
persone che si azzardano a prendersi gioco di lui. Dragon mi guarda,
tra il sorpreso e l’infastidito. Come a tutti gli uomini
potenti, anche a lui non piace che si parli troppo dei suoi sentimenti.
Per un
attimo immagino che lascerà cadere l’argomento,
invece la sua frase mi sorprende.
- Beh, i
miei uomini non credevano nemmeno che fossi veramente una persona prima
che sapessero dell’esistenza di mio figlio Rufy.
Mormora,
senza guardarmi negli occhi. A quelle parole io sobbalzo. Sentire il
nome del mio capitano buttato casualmente in una frase mi fa uno strano
effetto. Improvvisamente mi rendo conto di essere di fronte al padre
che Rufy non ha mai conosciuto.
- Lei
è un uomo sorprendente, Dragon.
Mormoro,
scegliendo con cura le parole. Non mi va di parlare del mio capitano,
non con lui. Probabilmente farebbe troppo male a tutti e due.
- Dimmi,
sapevi di Rufy?
Chiede
Dragon, fissandomi intensamente. Per la seconda volta
quell’uomo tanto misterioso mi sorprende. Dietro quelle
parole leggo una domanda nascosta; forse anche lui è
preoccupato per Rufy dopo gli ultimi avvenimenti. Sospiro di nuovo. Se
avesse cresciuto Rufy o quanto meno se lo avesse guardato crescere non
avrebbe alcun timore. Rufy è impulsivo, combina un sacco di
guai, si caccia in situazioni assurde ma poi gli basta un sorriso per
convincere gli altri a dargli una mano. Ognuno in fondo ha bisogno di
uno come lui nella propria vita, altrimenti morirebbe di noia senza
conoscere il vero significato della parola amicizia. È
eccezionale, ma di certo non è merito di Dragon. Di Garp,
forse. Certamente di Ace e della donna che li ha cresciuti, ma non di
Dragon. L’unico merito che gli si può concedere
è di averlo messo al mondo.
- Io e la
mia ciurma abbiamo incontrato il vice ammiraglio Garp a Water Seven.
Rispondo,
senza lasciar trasparire le mie emozioni. Guardo attentamente il
rivoluzionario e capisco che dalla mia frase Dragon ha intuito molte
cose. Rimane per un po’ il silenzio, poi sospira e scoppia a
ridere.
- Ho sempre
sostenuto che mio padre avesse la lingua troppo lunga. Ad ogni modo,
non mi sono mai piaciuti i segreti. Credo che sia meglio che tutti
sappiano la verità.
Dice deciso,
quasi divertito. Improvvisamente si spegne. Il rivoluzionario rimane il
silenzio per un po’, incantato a fissare un punto indefinito
di fronte a sé. Ancora una volta resisto alle tentazione di
fargli domande sulla sua vita. Non so perché sono
lì, ma certamente non per parlare di Rufy. Quel discorso fa
male ad entrambi, anche se per ragioni diverse. Io tuttavia sono
più fortunata di lui. Tra due anni tornerò dal
mio capitano mentre Dragon dovrà accontentarsi di vederlo da
lontano, provando ad immaginare cosa può voler dire fare
parte della vita del proprio figlio.
- Sto ancora
aspettando la sua proposta, signor Monkey.
Gli ricordo,
marcando volutamente il suo nome. Il rivoluzionario mi guarda, attento,
mentre tutto intorno i suoi compagni ascoltano e commentano a bassa
voce la mia sfrontatezza.
Alla fine
Dragon sospira, decidendosi a parlare. Tornare a parlare del motivo per
cui mi ha fatto venire su quell’isola sperduta è
meglio per tutti e due.
- Tu porti
un grosso peso sulle tue spalle. Sei l’ultima superstite di
Ohara, sei la Luce della nostra rivoluzione. Sei molte cose Nico Robin
e sono in molti a volere la tua morte. Credo sia comprensibile che io
sia preoccupato per la tua incolumità.
Dice,
fissandomi intensamente. Il suo sguardo fa quasi male. Mi ricorda un
sacco di cose che ero riuscita a lasciarmi alle spalle grazie ai miei
compagni. Improvvisamente è come se tanti coltelli affilati
cominciano a trapassare la mia anima ricordandomi la
crudeltà del mondo e l’imprevedibilità
del destino; anni di studi, secoli di sapere sono stati spazzati via in
un istante grazie alla forza delle bombe.
- Lei
è una persona davvero premurosa, ma non deve disturbarsi. I
miei compagni mi proteggeranno da chiunque voglia farmi del male.
Rispondo,
decisa. Forse ho risposto troppo velocemente perché ora lo
sguardo di Dragon si è fatto comprensivo, quasi consolatori.
Mi porge un fazzoletto; dovrei essergli grata e invece sono solo
arrabbiata. Gli volto le spalle. Non voglio farmi vedere debole, non da
lui. Solo ai miei compagni è dato aiutarmi, non da un
perfetto estraneo.
- Unisciti a
noi.
Esclama
Dragon, deciso, ignorando la mia frase e la mia reazione. Non ho
bisogno di vederlo in faccia per capire che ora il suo sguardo
è identico a quello di Rufy. Nella sua voce ho letto la
stessa decisione e la stessa sicurezza. Mi volto, e studio con
attenzione quel volto che ora ha un’espressione decisa e
testarda.
- Mi spiace,
io ho già un capitano e credo che lei lo conosca piuttosto
bene.
Rispondo,
calma. La mia voce questa volta non tradisce la minima emozione. Ho
già la mia casa, la mia famiglia e sono disposta a lottare e
a rimanere due anni da sola per difenderla. Il rivoluzionario mi fissa
per qualche secondo, quasi mi stesse sfidando, poi improvvisamente
esplode in un sorriso che in breve tempo si trasforma in una risata.
I compagni
di lotta fissano increduli il loro capo ridere senza ritegno con una
donna che gli ha appena tenuto testa.
-
Soprattutto di fama, ma ho in programma di rimediare anche alle mie
mancanze di padre rivoluzionario.
Dice,
sorridendo. Ancora una volta si perde nei suoi pensieri, o forse nei
suoi ricordi. Ci sono molte domande che vorrei fare a
quest’uomo, ma so di non averne il diritto. Mi ritrovo a
chiedermi il significato di quella frase. Improvvisamente mi rendo
conto che, indipendentemente da quella che sarà la mia
decisione, il destino dell’uomo che ho di fronte si
incontrerà ancora con quello dei miei compagni e del mio
capitano.
-
Perché mi ha fatto una domanda, se conosceva già
la mia risposta?
Chiedo,
incuriosita, resistendo tuttavia alla tentazione di fare domande
personali. Guardo con attenzione l’uomo che ho di fronte,
cercando di decidere di che tipo si tratta.
È
decisamente più assennato di Rufy e di Garp, ma
c’è una strana vena di follia in lui. La stessa
che si percepisce appena si incontra Rufy e che appare abbastanza
chiaramente anche il Garp.
-
Perché sei qui, se non vuoi unirti a me? Cosa ti trattiene
dal tornare subito dai tuoi?
Mi chiede
Dragon, studiandomi a fondo. Mi aspettavo quella domanda, ma resto
ugualmente in silenzio. Come faccio a fargli capire che non posso
tornare dai miei compagni perché voglio loro troppo bene? Ho
già detto questa frase una volta, ma ora è
diverso. A Water Seven non volevo tornare dalla mia famiglia
perché stare con me li avrebbe resi dei bersagli agli occhi
del governo mondiale. Ora, invece, non posso tornare da loro
perché voglio migliorare, diventare ancora più
forte per aiutare il mio capitano.
- Questi non
credo siano affari suoi.
Rispondo,
abbassando lo sguardo. Alla fine è riuscito a mettermi in
difficoltà.
So bene di
non essere forte abbastanza per difendere il mio sogno, ne per aiutare
i miei amici a realizzare i loro. Devo migliorarmi, se voglio vedere i
miei sogni realizzarsi tutti quanti. Io voglio esserci, voglio dare un
senso alla mia vita vedendo la mia famiglia felice.
Voglio
vedere Rufy stappare una bottiglia per festeggiare la raccolta di
cartine geografiche di Nami così come voglio vedere il viso
della mia amica illuminarsi dalla gioia in quel momento. Le sue carte
sono il suo mondo e sono sicura che ce la farà.
Voglio
vedere Brook incontrare di nuovo Lovoon, conoscere quella balena e
sentire tutte le storie che lo scheletro le racconterà
mentre la sua canzone suonerà in sottofondo.
Voglio
mangiare i piatti che Sanji preparerà dopo avere trovato il
cuore dei mari.
Voglio
vedere Franky urlare al cielo piangendo che ha battuto il suo maestro,
l’uomo che ha sempre considerato un padre.
Voglio
vedere Chopper sicuro di sé, curare tutti i pazienti del
mondo. Non voglio più vederlo sorprendersi quando gli dicono
che è un bravo medico, perché lui è
già un bravo medico; il migliore che navighi per mari e che
un pirata possa sperare di incontrare in tutta la sua vita.
Voglio
vedere Usop incontrare lo sguardo di suo padre, tenergli testa e
vederlo sciogliersi in lacrime tra le sue braccia.
Voglio
vedere Zoro sconfiggere il suo avversario e dedicare la sua vittoria
alla sua amica-
Voglio
esserci dopo ogni battaglia per festeggiare la vittoria con una festa.
Voglio
esserci per ogni fuga dalla marina o da qualche pazzo che ha deciso che
ci vuole morti e che si illuda ci voglia poco tempo a mettere in atto
il suo programma.
Ci sono un
sacco di cose che voglio vedere, per questo devo diventare
più forte. Tuttavia non voglio vedere Rufy sorridere stupito
quando diventerà Re dei Pirati, perché in fondo
per me lo è di già. Nel mio cuore è
lui il predestinato e sono decisa a lottare fino alla mia morte
perché tutti lo riconoscano.
- Bella,
decisa e misteriosa. Dimmi, a quale proposta sei disposta a dire si?
Chiede il
rivoluzionario, con una punta di malizia nella voce.
- Mi
unirò a voi, ma solo per due anni.
Rispondo
vaga, ignorando i secondi fini dell‘uomo. Insieme ai
rivoluzionari posso imparare molte cose, diventando più
forte. Conoscerò il mondo e mi farò dei preziosi
alleati.
- Due anni?
Chiede
Dragon, sorpreso. Forse non si aspettava una proposta del genere da me.
Il suo sguardo si illumina all’improvviso e mi rendo conto
che la mia proposta è molto di più di quanto lui
sperasse. I suoi compagni, alle sue spalle, si guardano tra loro
increduli.
Mi
schiarisco la voce, attirando l’attenzione di tutti.
- Poi
sarò libera di andare, tornerò dai miei compagni
ed andrò nel Nuovo Mondo.
Metto in
chiaro, decisa. Il capo dei rivoluzionari sorride, accenna un inchino e
mi porge la sua grossa mano. La stringo. L’accordo
è siglato.
Dragon non
capisce le mie ragioni, non fino in fondo almeno, ma sorride lo stesso.
- Immaginavo
che alla fine avremmo trovato un accordo..
Sussurra,
portandosi un calice di vino alla bocca e offrendone uno anche a me.
Sorrido,
sorseggiando il vino. Dopo tutto forse non sarà
così male.
ANGOLO
DELL'AUTRICE:
grazie a tutti
quelli che leggono, seguono e preferiscono la mia storia.
il prossimo
fortunato sarà Franky!
chiedo anche
scusa a tutti quelli che leggono le altre storie in corso, ma purtroppo
causa tesi, lavoro e università non ho molto tempo per
scrivere.
insomma, come al
solito chiedo umilmente perdono!
ad ogni modo, la prossima settimana finisce l'astinenza da spoiler di
One Piece. felici? io decisamente si!
BRANDO: grazie mille!
è un onore sapere che segui anche questa! mi spiace per le
altre, ma a causa del lavoro mi si è dimezzato drasticamente
il tempo. credo di riuscire a finirle, ma ci vorrà
più tempo.
per scrivere un capitolo di questa ci metto decisamente meno che con le
altre!
RISA_CHAN: grazie mille!
sono contenta e abbastanza incredula di fronte ai tuoi complimenti; ad
ogni modo, mi fanno un sacco piacere.
spero che il capitolo di Robin piaccia, io personalmente lo adoro!
LADYSAIKA: grazie mille!
fiù, sollievo.
non sai che ansia dopo che avevo postato lo scorso capitolo!
SOGEKING95: grazie mille!
mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto.
eh si, sono proprio io. contento? niente brutte figure!
TITTIVALECHAN91: grazie mille!
sono veramente felice che la mia storia ti piaccia.
visto che fortunata che sei? il prossimo capitolo sarà
proprio quello di Franky!
VEGETA4EVER: grazie mille!
sono contenta che hai citato quella frase, anche io la trovo perfetta.
non so come mi sia venuta.
credo di averla scritto senza rendermene conto!
spero che questo capitolo ti piaccia.
su Dragon ho scritto un storia qualche mese fa, non so se l'hai letta.
se te la sei persa, ti consiglio di fare un salto! credo ne valga la
pena.
TRE 88: grazie mille!
ricevere complimenti per questo capitolo mi rende veramente felice.
evviva!
ANGELA90: grazie mille!
si, anche io penso che non siano troppi. inoltre sono così
diversi, strani e adorabili che non si può non amarne
qualcuno.
spero che anche questo capitolo sia all'altezza degli altri!
PIMPLEMI_CHAN: grazie mille!
beh, Brook è un musicista. non parlare della musica sarebbe
stato come parlare di Zoro senza citare le spade..
spero che questo capitolo ti sia piaciuto!
BIBI06: grazie mille!
tranquilla, nessun problema. mi ha fatto piacere leggere il tuo
commento.
spero che anche i prossimi capitoli ti piacciano quanto quelli
precedenti!
SANJI94: grazie mille!
mi spiace averti fatto aspettare un po', ma ecco il capitolo della tua
adorata Robin.
presto aggiorno anche l'altra storia, promesso!
VIDELB: grazie mille!
eh si, avevo letto anche io la tua storia e avevo pensato la stessa
cosa.
spero che anche gli altri capitoli, e non solo quello di Nami, ti siano
piaciuti!
GRAZIE A TUTTI, ALLA PROSSIMA!
|
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Capitolo 7 *** Franky ***
3 D 2 Y
- FRANKY -
Le ore
passano interminabili quando sei solo, ma sembrano non bastare mai
quando hai
una missione importante da compiere.
Devo
diventare più forte, studiare,
imparare e poi sperimentare tutto su di me, per diventare
un’arma ancora più
potente a disposizione del mio capitano e dei compagni. Ho molto
materiale a
mia disposizione, più di quanto abbia il tempo di visionarne
forse.
Solo in
quella stanzetta buia, sfoglio quaderni, blocchi pieni di appunti
scritti con
una calligrafia piccola e minuta che riempiono pagine e pagine. Anni di
studi,
decenni forse. Colui che ha creato tutto questo ci deve avere messo di
sicuro
molto più dei due miseri anni che io ho a disposizione per
assimilare le sue
conoscenze che ho scoperto quasi per caso. Ad ogni modo, non ho
alternative,
quindi tanto vale non sprecare il tempo che mi rimane con inutili
piagnistei.
Torno a
concentrarmi sulle ultime righe del diario numero sette, cercando di
ignorare la mia testa che ha preso a girare. Realizzo che forse ho
preteso
troppo dal mio corpo e allungo una mano verso una lattina di
cola.
Accantono
i
miei studi per un po’, concedendomi una pausa per riflettere
sugli ultimi
giorni passati da solo su questa isola assurda perfino per un tipo
strano come
me. Certo, c’è quello strano ragazzino, ma non
è la stessa cosa.
Mi
manca avere quei marmocchi intorno, terribilmente.
Zoro e
le sue fissazioni, il cuoco e le sue manie, Nami e le sue sfuriate e
poi tutte
quelle strilla, quelle risate e quel baccano che da subito ha
contraddistinto
la vita insieme alla ciurma di Cappello di Paglia.
Mi
manca molto anche il dolcissimo sorriso di Robin. Dietro quella
facciata di
bambina demoniaca si nasconde un cuore grande ed una donna coraggiosa.
È stata
troppo tempo sola, senza una famiglia, ed è triste che debba
separarsene per
due anni proprio ora che l’ha trovata. Il mio cuore di duro
si scioglie mentre
la penso sola e mi rendo conto che un pensiero del genere non
è per nulla da
me. Nostalgia, amore e amicizia mal si adattano ad un carpentiere
cyborg con la
fissa per le armi, proprio per nulla. È incredibile quanto
la vicinanza di quei
ragazzi sia riuscita a cambiarmi, nonostante il poco tempo che ho
passato con
loro.
Sospiro
e mi lascio cadere sulla poltrona poco lontana dalla
scrivania.
Forse è proprio
lì che l’uomo che ha lasciato tutti quegli scritti
ha fatto molte delle sue più
geniali scoperte.
Insieme
a quel branco di pazzi mi sento finalmente libero di essere me stesso,
senza
filtri o freni di qualsiasi sorta. Sono semplicemente io, con i miei
pregi ed i
miei difetti. Non devo mai chiedere il permesso, ne tanto meno
scusarmi.
Non ho
trovato solo dei compagni, ma anche degli amici. Anzi No. Anche se
nessuno di
noi la usa ad alta voce, la parola giusta è fratelli.
Insieme
a loro sono tornato ad essere quel ragazzo pieno di sogni, per troppo
tempo
accantonati per via dei sensi di colpa. Ora so di potercela fare, ma
non perché
sono più forte o più saggio. No, non è
per questo. Non sono più solo.
Ora ho
dei compagni che credono in me e questo mi da la forza per continuare a
provare
anche nei momenti più difficile. Se non fosse per aiutare
loro ed il mio
capitano, forse non sarei chiuso in questa stanza a cercare di scoprire
tutti i
segreti del lavoro di un vecchio inventore svitato. Sarei ancora a
Water Seven,
arrabattandomi per arrivare alla fine della giornata e dandomi
dell’idiota per
avere lasciato partire quella nave carica anche dei miei sogni senza di
me.
Nel
momento in cui sono salito sulla Sunny, o meglio quando mi ci hanno
trascinato
a forza, non sapevo ancora che quello era l’istante della
svolta che avevo atteso
per tutta una vita. In quel momento probabilmente Tom stava
guardandomi,
ridendo come suo solito. A volte penso perfino che tutto quello che
è successo
è stato merito suo. Ogni cosa. Lui per primo ha creduto in
me, permettendomi di
essere l’uomo che sono e di incontrare sulla mia strada Rufy
e gli altri.
Con
loro, per loro, potrei fare qualsiasi cosa.
Ripenso
al messaggio silenzioso che Rufy ci inviato attraverso il giornale,
certo che
solamente noi avremmo potuto capirlo. Mi ha sorpreso un gesto del
genere,
facendomi scoprire un lato del suo carattere che ancora non
conoscevo.
Quella
sconfitta deve avere pesato di certo più a lui che a noi,
senza contare i
terribili momenti che deve aver affrontato dopo, culminati con la morte
del suo
adorato fratello. In un solo istante ha dovuto buttare giù
non uno, ma ben due
bocconi amari. Due sconfitte che devono averlo segnato più
di qualsiasi altra
impresa compiuta prima.
Sono
sicuro che in quel momento il suo sorriso ha
vacillato e il suo viso si deve essere riempito di lacrime. Avrei
voluto essere
con lui, credo che ognuno di noi lo abbia desiderato, ma non
è stato possibile.
Tutto quello che posso fare per il mio capitano, ora, è
allenarmi per
ricambiare in qualche modo la fiducia che lui ha riposto in me fin dal
primo
secondo dopo che sono salito sulla sua nave.
Due
anni sono lunghi, certo, ma non sono praticamente nulla se paragonati
ad una
vita insieme, quella che sicuramente ci aspetta.
Mentre penso ai lunghi mesi
che dovranno
passare prima di tornare a navigare insieme, improvvisamente realizzo
il
peggio: non solo i miei compagni resteranno soli, anche la mia adorata
Sunny. Questo
è il vero pensiero che mi terrorizza. Cominciò a
sudare freddo immaginandomi
una serie di scenari apocalittici nei quali la mia bambina viene
distrutta
dalla marina, senza che nessuno di noi possa fare nulla per impedire
che
accada.
Inconsciamente
stringo i pugni, livido per la rabbia.
No,
non può accadere. Il mio sogno, non può andare in
mille pezzi così.
Quella
nave è fatta con un legno pregiato, costato un sacco di
soldi. È nata dal
sudore, dalla determinazione e dal lavoro dei migliori carpentieri ora
in
attività.
È
destinata ad essere grande, non solo per me ma anche per tutte le
persone che
navigano con lei e che hanno creduto in me, dandomi una seconda
possibilità.
Ho
giurato a me stesso, mentre la costruivo, che sarebbe stata la mia nave
dei
sogni.
Il suo
nome avrebbe dovuto fare il giro del mondo, suscitando ammirazione e
stupore.
Lì
Zoro diventerà il migliore, così come Rufy, Sanji
e Chopper. Ho giurato, senza
mai farne parola con nessuno, che sarà su quella nave che
Brook e Usop
incontreranno i loro cari. Lo scheletro avvisterà da lontano
la sua amica
balena, mentre Usop sarà sul ponte ad abbracciare il padre.
Nel
momento in cui ci sono salito per la prima volta, insieme a quelli che
erano da
poco diventati i miei compagni, ho sentito che quel legno profumava di
sogni.
Anche
Rufy se n’era accorto, ne sono sicuro. Lui ha fiuto per
queste cose.
Sarà
su quel ponte che il mio capitano terrà fede alla promessa e
restituirà il suo
cappello.
Lanciò
lontano la lattina, ormai vuota, e torno sui libri carico di entusiasmo
nuovo.
Non posso più sprecare nemmeno un attimo.
La
stanchezza è ormai passata, e lo stesso vale per quello
strano senso di
solitudine che mi ha assalito poco prima;
non ci
si può sentire soli quando si inseguono così
tanti sogni tutti insieme.
ANGOLO DELL'AUTRICE
dopo un sacco di tempo,
torno a scrivere questa raccolta. l'ho lasciata indietro per mancanza
di tempo, per dare la precedenza ad altre storie, ma ora mi sono resa
conto che mancano solo tre capitoli e che forse vale la pena finirla.
dopo tutto, è brutto lasciare le cose a metà.
il prossimo capitolo
sarà dedicato a Chopper, l'ultimo invece a Rufy.
Vegeta4ever: l'attesa
è stata eterna, ma spero che questo capitolo ti piaccia come
il precedente.
LadySaika: sono contenta
che Dragon ti sia piaciuto. è sempre un rischio scrivere di
personaggi che compaiono poco e di cui non si sa quasi nulla! :D
sogeking95: grazie mille
per il tuo commento! :D
Brando: non ho
aggiornato presto, ma ho continuato con le altre storie.
tre_88: non so se
scriverò o meno un capitolo per l'incontro. nel senso,
l'idea di intriga ma ogni capitolo di questa storia è
narrato in prima persona, sarebbe strano scriverne uno in terza. credo
che dovrei pensarci un po' su.. :D
angela90: grazie mille
per le tue parole!
kgm92: graaaazie!
Risa_chan: sei un tesoro!
Sanji94: accidenti,
è un onore sentirti dire una cosa del genere! grazie, grazie
e ancora grazie!
Pimplemi_chan: graaazie!
|
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Capitolo 8 *** Chopper ***
CHOPPER
Sono
seduto su questo spuntone di roccia da ore, tanto che ormai non mi
chiedo
nemmeno più quanto sia scomodo. Sono solo, questo
è tutto ciò che continua a rimbombare
nella mia testa. Di tanto in tanto lancio un sasso senza un motivo
preciso, lo
guardo cadere e poi perdersi oltre la mia vista.
- Che
fai?
Chiede
un bambino, avvicinandosi timidamente a me. Alzo appena lo sguardo,
senza
osservarlo davvero. Sono tornato su questa isola da pochi giorni,
subito dopo
avere visto e compreso il messaggio che il mio capitano ha mandato dal
quartiere generale della marina. Questa gente malgrado tutto mi hanno
accolto
bene, ma è evidente che si chiede cosa mi abbia riportato
qui così in fretta. Vedo
la loro curiosità in ogni gesto, in ogni parola ed in ogni
sorriso che mi
rivolgono. Ad ogni modo loro non fanno domande ed io non mi sento
obbligato a
dare risposte, anzi me ne guardo bene.
-
Lancio sassi.
Rispondo,
secco. In una diversa occasione sarei stato contento di scambiare due
parole
con un umano, ora invece mi disturba solo. Sto cominciando davvero ad
amarla la
solitudine. Al contrario dei rapporti con gli esseri umani, non ti
delude mai. Fino
a che non tornerò dai miei compagni resterò solo,
in compagnia dei libri che ho
trovato nella biblioteca.
-
Questo lo vedo..
Ridacchia
il bambino, fissandomi stupito. Forse si sta chiedendo
perché non ho dato una
vera risposta alla sua domanda oppure vuole solo sedersi con me e
lanciare
anche lui dei sassi nell’acqua per vedere cosa succede. Mi
sembra quasi di
vedere Usop, o forse Rufy, ma anche questo mi disturba profondamente.
-
Allora non chiedere.
Lo
liquido, seccato. Lui mi guarda sorpreso, poi si allontana trattenendo
a stento
le lacrime.
Sospiro,
senza sentirmi troppo in colpa. So bene che quella risposta sgarbata
stona con
l’idea che questa gente, come tutti del resto, si
è fatta di me, ma a me non
importa più. In fondo non sono mai stato un tipo troppo
socievole con gli umani
fino a qualche tempo fa. È stato Rufy a cambiare tutto,
trascinandomi in questa
avventura più grande di me senza quasi che me ne accorgessi.
Non volevo partire
all’inizio, nessuno di noi in fondo lo voleva. Non Zoro,
né Nami o Sanji e
tanto meno Usop, Nico Robin, Franky o Brook. A tutti sembrava una
follia
seguire quello sgangherato ragazzino imprudente, ma Rufy la pensava
diversamente. Lui sapeva che dovevamo seguirlo, era certo che noi
eravamo le
persone giuste per questa avventura prima ancora che noi stessi ce ne
rendessimo conto a pieno. È come se lui avesse letto nelle
nostre menti quando
era tutto così confuso che nemmeno noi riuscivamo a capirci
nulla. Nami lo
chiama istinto, io dico che in realtà Rufy è
più profondo di quanto appare a
prima vista. Lui sa sempre quello che sta accadendo, ma finge di non
rendersene
conto e sorride sempre. Se ne sta in disparte, combinando qualche
guaio, per
poi scattare al primo segno di pericolo. Sempre pronto a frapporsi tra
noi e i
nemici. È successo così tante volte che ormai ho
perso il conto.
Mi sento
uno sciocco, ma forse solo ora ho capito tutto questo, per colpa di
questa
forzata ed assurda pausa di riflessione. So bene che dovrei ringraziare
il
cielo di essere ancora vivo, ma non riesco a fermare le lacrime. Avrei
voluto
combattere con lui a Marineford per provare a restituirgli almeno uno
dei
centinaia di favori e di piccoli gesti che lui ha fatto a me, anche a
costo di
ritrovarmi ferito e immobile in un letto per settimane.
Sono
stufo di essere sempre il cucciolo della situazione, quello troppo
piccolo,
troppo tenero o troppo poco pericoloso. Oggi, o forse da oggi, voglio
solo
riuscire ad essere come Zoro e Sanji. Brutale, pericoloso e letale.
Voglio che
i nostri nemici mi vedano e sussurrino spaventati il mio nome e quello
del mio
capitano.
Nel
corso della mia breve vita sono stato messo da parte molte volte. Prima
dal mio
branco, poi dagli esseri umani. Troppe volte per pensare che si tratti
solamente di una semplice casualità. Sono debole, questa
è la realtà, ma non mi
voglio arrendere o dare per vinto. Migliorerò.
Diventerò sia più forte che più
bravo a curare la gente. Non cercherò più il
favore o la comprensione degli
altri esseri umani, ma farò loro paura per proteggere i miei
compagni. La mia
famiglia.
L’arrivo
di quello che deve essere il fratello maggiore del piccolo che ho fatto
scappare prima mi distrae dai miei pensieri e dai miei propositi.
L’ho già
visto da qualche parte, forse ci ho addirittura già parlato,
ma non riesco a
ricordare il suo nome.
- Sei
completamente andato fuori di testa?
Mi
chiede, incredulo, osservandomi quasi fossi un alieno. Non sembra
seccato per
il trattamento che ho riservato al piccolo poco prima, solo curioso.
Sospirò,
insofferente.
- Devo
studiare, non ho nemmeno un minuto da perdere.
Replico,
senza dare troppo peso alle sue parole. Lui sospira e si siede vicino a
me.
Vorrei che se ne andasse ma non posso certo prenderlo a calci. Malgrado
i miei
propositi sono ancora lontano dal diventare come i miei compagni.
- Da
quando hai letto quel giornale sei impazzito.
Continua,
indicando l’ormai logoro pezzo di carta che mi porto sempre
appresso. L’unico
feticcio della mia ciurma, la testimonianza per ricordare a me stesso
che anche
io sono uno di loro e che un giorno, tra due anni,
riprenderò il mare per
raggiungerli, ritrovarci e realizzare il mio sogno insieme ai loro. Due
anni
che ora sembrano lunghissimi ma che sembreranno poco più di
qualche istante
quando ci ritroveremo.
-
Dimmi, secondo te sono un bravo medico?
Chiedo,
a bassa voce. Il mio interlocutore sobbalza, stupito. Mi fissa a lungo,
con
fare indagatore. È evidente che non si aspettava una domanda
del genere,
infatti lo sento tentennare un po’ prima di darmi una
risposta.
- Certo
che lo sei.
Mi
risponde lui, troppo sicuro perché io possa credergli.
- No,
non abbastanza. È stato Law.
Replico,
distratto, mentre l’ennesima pietra rimbalza
sull’acqua fino a colpire un vecchio
tronco malconcio.
- Cosa?
Chiede
il mio strano amico, sorpreso. È evidente che non capisce di
cosa parlo. Non posso
dargli torto, a volte non mi capisco nemmeno io. Da quando sono stato
separato
dai miei amici i miei pensieri sono sconnessi. Quasi come se senza gli
scherzi
e le storie di Usop, il sorriso di Rufy, le liti tra Sanji e Zoro, le
melodie
rassicuranti di Brook, le partite a scacchi con Robin, le scommesse con
Nami e
le strane invenzioni di Franky avessi smesso di essere me stesso.
-
Trafalgar
Law.
Ripeto,
scandendo con calma le parole. Nella mia mente compare il viso di
quell’uomo,
chiaro come se fosse di fronte a me. Sorride, sicuro e strafottente,
quasi a
ricordarmi che lui era li mentre io non c’ero nel momento
più critico del mio
capitano.
- Il
chirurgo della morte, dici?
Chiede,
accigliato. Sicuramente lo ha già sentito nominare ma forse
non capisce cosa
centra lui con i miei problemi. Del resto, nemmeno io avevo mai pensato
Trafalgar Law come un problema o come una minaccia fino a poco tempo
prima. Mi
sembrava solo uno dei tanti, con poteri strani e modi di fare
discutibili. Nella
norma per essere una supernova.
- Proprio
lui. È stato lui a curare il mio capitano.
Spiegò,
cercando di trattenere le lacrime che malgrado tutto prendono a
scendere. Mi chiedo
perché sto piangendo, ma non trovo una risposta. Piango per
il triste destino
di Rufy, che in pochi giorni ha perso prima la ciurma e poi il
fratello. Malgrado
tutti i suoi sforzi non ha potuto fare altro che vedere la sua vita
andare a
rotoli, senza che nessuno dei suoi compagni fosse lì ad
aiutarlo. Penso anche
agli altri, soli e sperduti in qualche isola lontana come lo sono io.
- Quel
pazzo è il tuo capitano? Dici sul serio?
Esclamò
lui, eccitato, prendendo tra le mani il ritaglio di giornale. Lo guarda
attentamente, poi mi fissa. Nel suo sguardo vedo una luce strana, una
sorta di
ammirazione mista ad invidia. Sento che vorrebbe chiedermi molte cose
su come
si vive sulla nave di Cappello di Paglia, ma lo vedo trattenersi e
ricacciare
indietro quella domanda. Sa che mi farebbe troppo male.
- Si,
proprio così.
Confermo,
guardando preoccupato l’articolo che tiene tra le mani.
Potrei impazzire se
andasse distrutto. È l’unica certezza che ho,
l’unica prova per convincermi che
davvero faccio parte della ciurma di cappello di paglia in vista dei
due lunghi
anni che verranno.
-
Dovresti essere contento allora, è fortunato ad essere
ancora vivo.
Mormora
piano, riponendo con delicatezza il giornale dove lo aveva preso. Forse
si è
accorto di quanto sia importante per me, oppure è solo
stanco di tenerlo in
mano.
-
Certo, ma tu credi che io sarei stato all’altezza di curarlo
se fossi stato al
posto di Law?
Domando,
incerto. È questa la vera domanda che non riesco a togliermi
dalla testa.
Quando Rufy stava morendo e aveva bisogno di cure c’era Law,
non io. Che razza
di medico di bordo sono? Se fossi stato al posto di Trafalgar Law,
sarei
riuscito a fare quello che aveva fatto lui o mi sarei dovuto arrendere
all’evidenza,
lasciando morire la persona nella quale riponevo tutta la mia fiducia e
tutte
le mie speranze?
-
Forse, nessuno lo può dire con certezza. Quello che
è certo è che lui ci è
riuscito.
Dice
lui, alzando le spalle. Lo guardo, sorpreso dalla leggerezza e dalla
semplicità
con cui riesce a vedere la questione. Un po’ lo invidio per
questo, ma non sono
lo stesso soddisfatto di quella sua risposta.
-
Bella consolazione.
Sbuffo,
stanco di tutto quel pensare. Vorrei solo chiudere gli occhi e riuscire
a
riposare un po’, senza il tormento degli incubi e dei ricordi.
- Non
ti abbattere, hai due anni per provare a dare una risposta.
Mormora
a bassa voce lui, prima di allontanarsi verso casa lasciandomi solo.
Sospiro,
immerso nella solitudine più totale: in fondo quello
è un bel modo per vedere
la mia situazione.
ANGOLO DELL'AUTRICE
innanzitutto, grazie
mille per essere arrivati fino a qui!
come ricompensa vi comunico che il prossimo non sarà
l'ultimo capitolo perchè ho deciso di narrare anche
l'incontro della ciurma, sempre in prima persona e da un punto di vista
particolare che non vi rivelerò..
Kgm92: grazie mille per
il primo commento! il prossimo sarà il tanto atteso capitolo
di Rufy, che mi sono riservata di lasciare alla fine. sono felice che
ti abbia apprezzato il mio modo, o meglio quello di Franky, di vedere
la sua nave!
Tre 88: beh, devo dire
che la nuova versione di Franky non fa impazzire nemmeno me. credo che
tutto stia nel farci l'abitudine, ma sarà dura. l'uso della
parola marmocchi non sta tanto a sottolineare la differenza di
età ma il tipo di rapporto che li lega.
Sanji94: diciamo che
avevo abbandonato questa storia, poi l'ho vista per caso lì
da sola, ho realizzato che mancavano tre capitoli ed ho deciso di
scriverli! :D odio lasciare le cose a metà!
Angela90: onestamente
nello scorso capitolo non avevo pensato ad una coppia, credo che si
tratti più che altro di una lettura tre le righe, ma sono
felice che ti sia piaciuto.
NEL PROSSIMO CAPITOLO
VEDREMO COME SE LA PASSA RUFY!
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Capitolo 9 *** Rufy ***
questo capitolo è dedicato a LADYSAIKA,
TRE 88 e PIMPLEMI_CHAN!
RUFY
Sono
solo, sconfitto come forse non era ancora successo. Mi ritrovo al
capolinea dopo
l’ultimo di una serie di fallimenti fin troppo lunga.
Tuttavia non mi va di
smettere di lottare, non ancora. Ci sarebbero tante soluzioni di fronte
a me,
ma arrendermi adesso è l’unica cosa che non mi va
di fare.
Le
nostre avventure non possono essersi esaurite con questo viaggio, lo
posso
affermare con certezza mentre addento uno strano frutto trovato su uno
degli
alberi dell‘isola poche ore fa. Non so se sia commestibile o
meno, ma non ho
altra scelta. Nessuno cucinerà per me per molto tempo, tanto
vale farci
l’abitudine. Rey passa molto tempo insieme a me, ma per
alcune cose è stato
categorico: devo arrangiarmi da solo, anche questo fa parte
dell’allenamento
per diventare un uomo ed un capitano migliore.
Solo
in questo posto apparentemente dimenticato dalla civiltà mi
alzo e inizio a
camminare, tracciando un bilancio di quella che è stata la
mia vita almeno fino
ad oggi mentre i miei piedi affondano nella sabbia umida. È
sera, ma il sole
non è ancora del tutto tramontato. Sta affondando nel mare
proprio di fronte
alla linea d’orizzonte, colorando il cielo di un bizzarro
accostamento di
colori.
Sono
cresciuto solo, con un nonno troppo aggressivo e dei sogni che andavano
contro
quello che lui aveva deciso per me. Molte volte non lo capivo e lo
odiavo, solo
ora mi rendo conto che lui cercava solo di proteggermi dalla
crudeltà del mondo
che aveva visto da vicino. Ad appena sette anni ho incontrato Shank, mi
sono
illuso che tutto sarebbe cambiato e poi l’ho dovuto guardare
allontanarsi con un
cappello di paglia troppo grande per me stretto tra le mani ed un sogno
ancora
più ingombrante. Ho promesso a me stesso che sarei diventato
come lui,
coraggioso e leale, ma sempre pronto a ridere e mai ad arrendersi. Ace
e Sabo
sono arrivati solo poco dopo nella mia vita, o forse sono stato io a
finire
nella loro. Ancora adesso non mi capacito bene di come sia andata. Il
punto,
come amava ripetere Ace, è che è andata. Ancora
una volta tutto è cambiato, ho
trovato dei fratelli, sono cresciuto con loro ed alla fine li ho visti
morire.
Tutti e due. Ora mi sono rimasti solo i miei compagni sparsi in tante
isole
lontane, una promessa urlata tra le lacrime e la voglia di non
arrendermi
davanti alla marina e al governo mondiale.
Non
rinuncerò ad i miei sogni solo perché sono dei
signori vestiti bene con dei
tristi sorrisi ed un dubbio senso della giustizia a dirmelo.
Il mio
destino è stato tracciato tempo fa, quando ho deciso che il
mare sarebbe stato
la mia vita. Quando ho salvato la vita di Zoro e lui mi ha sorriso
sguainando
la sua spada. Quando ho visto piangere Nami tra le rovine di Arlong
Park,
intorno ad i suoi concittadini sorridenti. Quando ho sentito per la
prima volta
Usop esultare con noi o quando ho combattuto insieme a Sanji su quella
strana
piattaforma galleggiante. E ancora, quando ho sentito la storia di
Chopper o
quella di Bibi. Oppure quando ho accettato Nico Robin nella ciurma e
poi ho
combattuto per lei, disposto a dare anche la mia vita. Senza
dimenticare
Franky, Brook e tutte le avventure vissute insieme in così
poco tempo.
Nonostante
non li veda da tanto, troppo tempo, so che i miei compagni non sono il
mio
passato ma il mio futuro. Loro sono lì fuori, da qualche
parte, che mi pensano
e stanno combattendo ed allenandosi per me. Se hanno ricevuto il
messaggio, se
l’hanno compreso e credono in me allora so per certo che
stanno bene. Riesco
quasi a vederli, sperduti su isole lontane, leggere il giornale,
appallottolarlo,
maledirmi e poi sorridere per la mia imprudenza. Altri mi avrebbero
già
abbandonato, ma loro mi vogliono bene e so che si stanno allenando
proprio come
sto facendo io, insieme al vecchio Rey. Non ho mai dubitato della loro
lealtà,
e non inizierò a farlo nemmeno questa volta.
Con
loro mi aspettano altre avventure, così tante che non riesco
nemmeno a contarle
o ad immaginarmele tutte quante davanti agli occhi. Sirene, mostri
marini e
uomini pesce. E ancora, grandi vulcani, tempeste e bellissime giornate
di sole.
Tutto questo si stende davanti a noi, chiedendoci solo di andare a
prenderlo.
Pensando
ai miei compagni mi viene spontaneo chiedermi cosa avranno pensato di
fronte
alle immagini o al giornale che raccontava della guerra di Marineford e
della
morte di Ace. Sorrido, pieno di amarezza. Loro non lo sanno, e credo
non lo
possano nemmeno immaginare, ma sono stati proprio loro a salvarmi.
Certo, Law
ha salvato il mio povero corpo martoriato dalle infinite ferite, ma
sono stati
loro a restituirmi il sorriso e la voglia di allenarmi per credere nei
sogni
anche senza essere fisicamente presenti al mio fianco. Solo grazie a
loro mi è
tornata la voglia di vivere, di voltare pagina e di andare avanti
facendo i
conti con la morte del mio adorato fratello maggiore, Ace.
Voglio
diventare una persona migliore, per essere alla loro altezza e per
proteggerli
da chiunque cercherà di fare ancora loro del male.
Immerso
nei miei pensieri sono arrivato alla spiaggia senza quasi rendermene
conto. Mi
guardo allo specchio, o meglio, mi specchio nelle cristalline acque del
mare di
quest’isola deserta. C’è poca luce, ma
abbastanza per riuscire a vedere ancora
qualcosa. L’immagine che ho di fronte non è
cambiata poi molto da quella
che ho visto
l’ultima volta che sono
stato sulla mia nave. Sono sempre lo stesso ragazzino di sempre, solo
con una
grossa cicatrice in più che mi attraversa il petto. Ora
assomiglio a Zoro, solo
che io non sono stato ferito dall’uomo che sognavo di
sconfiggere. Al
contrario, la mia ferita è lì a ricordarmi ogni
singolo giorno di come ho perso
mio fratello e come non sono stato forte a sufficienza per evitare che
i miei
compagni mi fossero strappati via uno dopo l’altro.
Quel
segno rappresenta tutti i miei errori ed i miei propositi di non
commetterli ancora
una volta come in passato. Nonostante questo, so di essere cambiato.
Quello
che mi rende diverso però sfugge alla vista. È
qualcosa di più profondo, quasi
intimo. Forse Makino direbbe che sono diventato grande e che sono
maturato, ma
so bene che non è solo quello. Una parte della mia anima non
è mai uscita da
quella prigione, né ha mai fatto ritorno da Marineford.
Pensando a
quell’orribile guerra che ho affrontato solo qualche mese fa
l’unica cosa di
cui sono lieto è di non averci trascinato i miei amici.
La
decisione di andare al quartiere generale della marina da solo, per
quanto
obbligata dal destino, è la migliore che io potessi mai
prendere. La più saggia
e responsabile, seppure possa suonare strano. So bene di essermi
salvato per
miracolo, così come so che non avrei mai potuto proteggere i
miei compagni da
quei terribili colpi.
Sarebbero
morti per me proprio come mio fratello ed
io non avrei mai potuto darmi pace. Non avrei avuto una
ragione per
continuare a vivere ed a sorridere come invece mi impongo di fare
pensato alla
mia ciurma.
Senza
quasi rendermene conto la mia mente è tornata a pensare a
lui, ad Ace, ancora
incapace di registrare del tutto la sua scomparsa. Dopo tutto il mio
fratellone
è sempre stato il mio mito, una specie di super eroe
infallibile ed immortale. Le
leggende non possono essere sconfitte. La sua tragica fine ha fatto
crollare
ogni certezza.
Il
ricordo di Ace, così come la sua assurda morte, è
qualcosa di strano, che non
riesco ancora ad inquadrare del tutto. Certi giorni l’idea di
essere la causa
della sua morte mi fa stare talmente male da togliermi il respiro e da
farmi
desiderare di sparire, mettendo fine a tutto quel dolore. Credo sia il
senso di
colpa di chi sopravvive e qualcosa mi dice che dovrò
imparare a farci i conti;
certe cose non si possono dimenticare, mai.
Altri
giorni mi capita di pensare al mio fratellone e di mettermi a ridere da
solo,
senza una ragione precisa. Ora so che è finalmente libero,
proprio come aveva
sempre desiderato lui. Non è più il figlio del
demonio ma solo un pirata, come
aveva sempre desiderato, e naviga nel cielo. Non so bene dove sia, ma
so con
certezza che se ne a zonzo per qualche mare dove io non posso
raggiungerlo. Non
ancora, almeno. Prima o poi ci incontreremo ancora, ed io
avrò un sacco di
avventure da raccontargli. Lui mi starà ad ascoltare,
attento, poi scoppierà a
ridere e dirà che sono sempre il solito impiastro.
Quello
che mi spinge ad andare avanti sia nei giorni buoni che in quelli
cattivi è la
consapevolezza che solo il corpo di mio fratello è morto. Le
promesse che ci
siamo fatti, i momenti vissuti insieme, le risate, i sogni e i nostri
propositi
sono ancora tutti lì.
Pensando
ad Ace mi viene naturale pensare anche a Sabo ed alla sua altrettanto
assurda
fine. Lui se n’è andato troppo presto, poco
più che bambino.
Appena
Ace è morto ho pensato a lui. Ero quasi geloso. Loro due ora
sono insieme ed io
sono qui da solo. Proprio come quando li ho conosciuti, solo che questa
volta
non posso raggiungerli. Non ancora almeno, per ora il mio posto
è qui con i
miei compagni, i miei fratelli, la mia famiglia. Una famiglia legata
non dal
sangue, ma che mi sono scelto e che sono disposto a difendere con il
sangue.
Improvvisamente
mi dimentico di essere quasi solo su di un isola deserta, alzo le
braccia e mi
metto ad urlare al cielo con tutta la voce che ho.
- Vi
renderò orgogliosi di me. -
Urlare
queste parole mi fa stare meglio. Mi siedo sulla spiaggia e mi perdo a
guardare
quello che rimane dei colori del tramonto, quasi fosse un tesoro
prezioso.
Smettere
di inseguire il mio sogno vorrebbe dire infangare la memoria di Ace.
Almeno,
questo è quello che direbbe Zoro o che mi lascerebbe
intendere il mio
silenzioso amico. Mio fratello è ancora vivo in
tantissime cose che mi circondano; negli amici che ha
lasciato che si
sono fatti in quattro per aiutarmi, così come nei suoi
compagni e persino nei
luoghi dove ha vissuto.
Sanji
invece, se fosse qui con me, cucinerebbe i cibi che preferisco. Forse
smetterebbe anche di fare storie per i furti di cibo oppure
continuerebbe a
prendersela con me per cercare di distrarmi.
Usop
piangerebbe insieme a me, poi lascerebbe che io appoggiassi la testa
sulla sua
spalla e direbbe che gli dispiace. Lo stesso farebbero Nami e Chopper.
Anche
Franky
scoppierebbe a piangere, ma non lo darebbe a vedere. Non di fronte a me
almeno.
Brook si staccherebbe dal gruppo per intonare un canto gioioso e
solitario in
memoria di mio fratello, quell’uomo che non ha mai conosciuto
ma che sa per
certo che non meritava una fine tanto triste.
Robin
invece non direbbe nulla, ma non mi lascerebbe solo nemmeno un attimo.
Non
appena penso ai miei compagni il mio volto si oscura. Non posso fare a
meno di
chiedermi come avranno preso la mia decisione. Di certo non con un
sorriso, non
subito almeno. So che è la decisione più sensata
e sono sicuro che lo hanno
capito anche loro.
Nami
di sicuro sarà la più arrabbiata, forse
perché il mio messaggio l’avrà fatta
sentire abbandonata e sola proprio come quando l’ho
conosciuta. Sicuramente
tutti si staranno preoccupando per me e per il mio dolore, primi tra
tutti Usop
e Zoro. Sono diversi, ma io sono molto legato ad entrambi. Usop
è il mio
migliore amico, nonostante tutte le discussioni e le incomprensioni di
Water
Seven. Zoro invece è il mio secondo, forse la persona con
cui ho in assoluto
parlato di meno ma che mi ha capito di più.
Mi
siedo sulla sabbia, con i piedi a mollo nel mare calmo.
Non
c’è dubbio, passerò questi due anni ad
allenare il mio corpo ma la mia mente
non potrà che restare fissa su quello che ho perso, sulle
mie colpe e sui miei
fallimenti. Devo ripartire da quelli per diventare una persona migliore.
Guardo
fisso di fronte a me e so perché devo andare avanti: devo
farlo per i miei
amici.
ANGOLO DELL'AUTRICE
Per prima cosa,
grazie mille per essere arrivati a leggere fino a qui. inizialmente
questo doveva essere l'ultimo capitolo, ma per ringraziarvi della
pazienza ho deciso di inserirne uno bonus nel quale parlare del ritrovo
della ciurma. naturalmente, per non snaturare la storia, anche l'ultimo
capitolo verrà narrato in prima persona.. non dico chi
sarà il protagonista, ma vi lancio una sfida.
chi ci
racconterà l'incontro della ciurma di Cappello di Paglia?
LadySaika: graaazie
millee!! per il momento in cui si incontreranno dovrai pazientare, nel
frattempo spero che ti sia piaciuto il capitolo di Rufy.
Tre 88: ebbene si,
alla fine ho deciso che li farò incontrare. le cose si fanno
per bene, o no?
Pimplemi_chan:
grazie milleeee!!!
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Capitolo 10 *** Thousand Sunny ***
..nessuno ha indovinato il narratore! vorrei proprio
sapere cosa ne pensate..
SUNNY
Il
giorno sta morendo, nel giro di poche ore ne
inizierà un altro. Uguale al precedente.
Per due
anni sono rimasta ferma dove i miei
compagni mi avevano lasciata. Sola. Con la compagnia del lento
sciabordio delle
onde e del timido canto dei gabbiani.
Mi
hanno affidata al vecchio Rey con la promessa
che sarebbero tornati nel giro di qualche giorno, invece non li ho
visti per
molto più tempo. Anche il meccanico ad un certo punto
è andato via,
accarezzando la polena come per rassicurarmi. Sorrideva, cercando di
nascondere
la sua malinconia e le sue paure.
-
Dovrai aspettare un bel po’, ma confida nei
tuoi compagni.
Aveva
detto il vecchio, prima di tuffarsi in acqua e
iniziare a nuotare. Nessuna spiegazione, solo una carezza ed un
sorriso. All’inizio
non aveva capito quelle parole, ma da allora io aspetto. È
tutto quello che mi
rimane. Il sole è sorto e tramontato un numero infinito di
volte, quasi
interminabile. Le stagioni si sono rincorse, senza sosta. Estate,
autunno,
inverno, primavera e poi ancora estate, un altro autunno ed ancora un
altro
inverno e una primavera. Uguali, noiose ed interminabili. Ogni giorno
mi
aspettavo il loro ritorno, ed ogni giorno era identico al precedente.
Solitario
e infinito.
Una
nave qualsiasi avrebbe pensato che fossero
morti oppure che avessero preso altre strade, ma io no. Io non sono una
nave
qualsiasi, io sono la loro nave. Mi
fido ciecamente di loro e porto dentro di me lo spirito della Merry,
quello
stesso spirito che mi fa dire che torneranno. Loro non avrebbero mai
abbandonato la loro Merry ed allo stesso modo non abbandoneranno me. Lo
ha
detto anche Rey, devo solo aspettare.
La
fiducia che ripongo nei miei amici è
grande, eppure nei momenti di sconforto a volte credevo che li avrei
aspettati
per niente, sola con un tizio strano e taciturno a controllarmi. Uno
sconosciuto,
peggio, un nemico. Colui che è stato la fonte della nostra
disperazione adesso
mi sorveglia come la più cara delle amiche. È
inspiegabile, eppure è così.
Ho
dovuto aspettare a lungo, ma un giorno ho
avvertito chiaramente il passo familiare di uno dei miei compagni.
L’ho
riconosciuto subito, senza paura di sbagliare. Zoro, lo spadaccino.
È
silenzioso, come al solito, ed il suo passo è lento.
Accarezza dolcemente il
legno della mia fiancata soffermandosi a lungo a guardarmi, come si fa
con un’amica
che non si vede da troppo tempo. Il fodero delle sue spade sfiora la
mia polena
senza scalfirla nè fare danni. Avverto chiaramente la sua
gioia e le sue
lacrime trattenute. Dopo tante peregrinazioni finalmente è
tornato a casa.
Nel
giro di poco arrivano anche gli altri,
tutti quanti. Li ho aspettati così a lungo ed adesso sono
qui. Tutti quanti. Il
ponte si anima di discorsi, litigi e urla. Di vita. Quella stessa vita
che mi è
così tanto mancata in questi due lunghissimi anni. Li scruto
in modo attento e
discreto, la solita presenza silenziosa nelle loro vite. Il tempo li ha
cambiati, li ha resi più forti e determinati, senza
però modificare le loro
anime. Nuove cicatrici, pettinature, modi di vestire e di abbigliamento
sono lì
a dimostrare il tempo trascorso. Nonostante questo, sento che sono
sempre loro.
I miei compagni non si accorgono quasi mai della mia presenza, ma so
che mi
considerano una di loro. Una presenza essenziale nel loro viaggio e
nelle loro
vite.
Franky
si precipita a bordo, senza nemmeno
curarsi di chi gli sta intorno. Vede a malapena i compagni, gli occhi
velati
dal pianto. Tocca ogni pomello, ogni asse che compone il ponte
principale e
piange, senza ritegno. Vorrebbe abbracciarmi, come si fa con una
vecchia amica
che si è a lungo aspettato di rivedere ma sono troppo grossa
perché lui lo
possa veramente fare. Solo Rufy ci potrebbe riuscire, finendo per
causare
qualche danno come suo solito.
Nami
sfiora appena una vela, fa ondeggiare i
lunghi capelli nel vento e sorride. Ha passato dei brutti momenti, ma
ora non
le importa più. Ora è di nuovo qui, insieme agli
altri. Nella mano stringe una
nuova arma. È bellissima e letale, come sempre. Il suo viso
è disteso,
tranquillo. Il volto di una donna, non di una ragazzina spaventata.
Sanji
è nervoso, agitato. Si guarda
continuamente intorno, cercando i visi familiari di quelle donne che ha
tanto
amato e di quei compagni a cui non ha mai smesso di pensare. Fuma molto
più di
prima, è pensieroso, ma avverto chiaramente che sa di avere
trovato il suo
posto del mondo. Non gli importa più solo del suo sogno, ma
di realizzarlo con
i suoi compagni di avventura e con il suo capitano.
Chopper
ha le lacrime agli occhi, ma si sforza
di apparire forte e minaccioso. Non è più solo,
è di nuovo con la sua famiglia.
Gli anni dell’abbandono sono lontani adesso, dimenticati. Non
conta più il
tempo che ha passato da solo, lontano dal mondo, ma quelli che
passerà assieme
ai suoi amici.
Usop
è cresciuto, sia fisicamente che
mentalmente. Due anni da solo hanno temprato il suo carattere ed il suo
fisico.
Si aggira tranquillo per la nave, guardando le vie intorno che
brulicano di
gente e di pirati. Non ha paura, non teme nessuno. Sopra la sua testa
sventola
la bandiera dei Pirati di Cappello di Paglia ed intorno a lui ci sono
gli
amici, niente e nessuno può fargli paura.
Zoro ha
una nuova cicatrice, tante storie da
raccontare e sicuramente qualche nuova tecnica in più. I
nostri avversari
dovranno temerlo ancora di più di prima. Sembra lo stesso,
solitario come
sempre, eppure anche lui è cambiato. Cerca i compagni, si
assicura che stiano
bene e sorride. Ha una parola per tutti, da buon vice capitano, e
persino una
pacca sulla spalla per Sanji. Tra poco inizieranno di nuovo a litigare,
ma per
il momento c’è solo affetto e voglia di incontrare
di nuovo un amico che è
stato a lungo lontano.
Robin
sembra più tranquilla, sul suo viso non
vi sono tracce di paura o di solitudine. Era certa che la ciurma di
sarebbe
riunita, non ha mai dubitato del messaggio del capitano. Nelle lunghe
notti
passate su isole solitarie non si è mai sentita abbandonata,
come prima che
quel gruppo di scalmanati entrasse nella sua vita.
Brook
ha un aspetto diverso, ma in fondo è
sempre il solito. Adesso è una rock star, eppure passa
ancora gran parte del
suo tempo ad importunare le belle donne. Uno scheletro gentiluomo,
morto, con
la fissa per le mutandine delle signore e una passione per la musica.
Per tutti
un pazzo, per me un amico.
Solo
Rufy mancava all’appello. Tutti lo
aspettano impazienti, ma lui non si fa ancora vedere. Li sento
mormorare ed
imprecare, gli altri. Le loro sono parole dure che celano tutta la loro
preoccupazione
accumulata in due lunghi anni. Immaginavano questo giorno da tanto,
troppo
tempo. È Rufy quello che ha sofferto più di
tutti, e la loro paura è quella di
trovarlo cambiato. Anche io ho il terrore di specchiarmi nei suoi occhi
e di
trovarli vuoti, senza l’ombra di quel gioioso sorriso che
tanto a lungo ha
riempito le giornate ed i nostri viaggi. Il vento prende a soffiare
più forte
mentre le nuvole nascondono appena il sole. Senza Rufy il ponte
è vuoto,
proprio come il cielo d’estate in una notte senza stelle.
Senza il capitano non
c’è avventura, festa né altro. Solo
apatia, preoccupazione ed attesa.
- Dove
si è cacciato quell’idiota?
Sbuffa
Nami, nervosa.
I lunghi capelli
ondeggiano liberi nel vento mentre il suo sguardo si adombra. Ha paura
di
averlo perso, di trovarlo cambiato e di non poter fare niente per lui.
Rufy è
sempre stato lì per lei, sorridente e pronto a cacciarsi nei
guai. Lei non
vorrebbe un capitano diverso, solo riavere il suo.
-
Possibile che voglia farci aspettare ancora?
Sbotta
Usop, seccato.
Anche lui ha paura,
tanta. Rufy è il suo migliore amico eppure non era con lui
quando il suo mondo
è crollato. Tutto quello che ha potuto fare per il suo
capitano è stato
piangere, allenarsi e diventare più forte. Voleva potergli
dimostrare qualcosa
il giorno che si sarebbero rivisti, ma tutto questo non conta nulla se
lui ora non
è lì insieme a loro. Scruto le reazioni degli
altri, più silenziosi ma
ugualmente preoccupati. Chopper piange, Sanji cucina e Zoro fa finta di
sonnecchiare, rimanendo vigile. Il capitano non
c’è, spetta a lui prendersi
cura dei compagni. Robin parla con Franky, Brook ha appena finito di
suonare e
firmare autografi ai fan. Il ponte è animato, ma Rufy manca
ancora. Una grande
ombra riempie il cuore di tutti, rendendoli nervosi e irritati.
Tutti
lo cercano, lo aspettano, ma lui non si
fa trovare o forse come al solito si è perso inseguendo
qualcuno dei suoi guai.
Sento la loro insofferenza, unita alla gioia di essersi finalmente
ritrovati.
Ancora una volta si sentono impotenti, deboli. Si sono allenati a
lungo, tutti
quanti, ma adesso non possono fare altro che aspettare. Ancora una
volta il
loro destino non è nelle loro mani, ma in quelle di quel
ragazzino che
sarebbero disposti a seguire ovunque.
All’improvviso
un sibilo rompe l’aria, poi
subito segue una grossa esplosione e delle urla provenienti dal centro
dell’arcipelago.
Il baccano continua per un po’, poi si placa e subito
ricomincia. C’è
scompiglio sulla terra ferma, forse
a
causa della marina. Franky
scatta,
avvicinandosi al timone. Nami da l’ordine di salpare mentre
Sanji e Zoro si
scambiano un’occhiata complice e saltano giù dalla
nave. Usop urla, ma loro non
si voltano. Corrono nella foresta, incontro al nemico. Devono averlo
sentito
anche loro, proprio come l’ho avvertito io. Là
c’è Rufy, nei guai come suo
solito.
- Vuoi
davvero salpare?
Chiede
Robin, imperturbabile come sempre.
La
ciurma non si era ancora ritrovata che subito si è divisa.
La marina non è
stata clemente nemmeno questa volta.
-
È pericoloso stare qua, troveranno un modo
per raggiungerci anche se saremo al largo.
Risponde
la navigatrice, facendo un cenno a
Chopper di alzare la grossa ancora.
La piccola renna obbedisce, senza parlare. È
preoccupato, ma non discute gli ordini. Nessuno lo fa, tutti si fidano
della
ragazza.
-
Sicura, Nami?
Chiede
ancora Usop, senza nascondere la sua
preoccupazione.
Il suo migliore amico non è ancora arrivato e due compagni
sono
saltati già dalla nave. L’istinto del cecchino gli
stava dicendo di andare con
loro, combattendo insieme ai compagni.
- Mi
fido ciecamente di quei tre.
Risponde ancora una volta la
ragazza,
sorridendo.
Anche lei ha capito che Rufy deve essere con loro, per questo
sembra più calma di prima.
Un
tonfo attira l’attenzione di tutti. Il ponte
si riempie di passi che corrono a vedere chi è atterrato.
Non ho bisogno dei
loro occhi per vedere, io so chi è. Brook arriva prima dei
compagni e subito
scoppia a ridere.
- Un
ritorno in grande stile, capitano.
Esclama
Franky, senza preoccuparsi delle
lacrime di gioia che subito iniziano a bagnargli il volto, ricadendo
sulle
tavole del ponte.
Attraverso quelle piccole gocce di rugiada riesco a percepire
l’emozione dei miei
compagni ed essere partecipe di quel momento. Tutti urlano, piangono e
ridono
insieme. Un grande caos, assurdo e inspiegabile, come al solito.
Sul
viso del capitano non ci sono ombre, solo
un enorme sorriso che rasserena i compagni. Il sole, il vero simbolo di
questa
sgangherata ciurma di pirati è tornato al suo posto.
I
disastri del passato, le sconfitte e le
sofferenze sono dimenticate. Ora conta solo il futuro, i nuovi
obiettivi ed i
vecchi sogni. Tutti noi abbiamo un’unica meta, e la vogliamo
raggiungere
insieme. È il viaggio quello che conta, il resto
è solo di contorno.
- Ci
siamo tutti?
Chiede
Rufy, guardandosi intorno per
controllare che i suoi preziosi compagni siano tutti
lì.
Zoro annuisce appena,
inclinando la testa. Il capitano è tornato, il comando passa
a lui.
- Certo
capitano, siamo tutti qui. Il viaggio
può ricominciare.
Sussurro nel vento, sentendomi di
nuovo viva.
ANGOLO
DELL'AUTRICE
Grazie mille a
tutti coloro che sono arrivati a leggere questo ultimo capitolo.
è sempre triste chiudere una storia, ma sono contenta di
averla portata a termine.
ringrazio chi ha messo questa storia nei preferiti:
Agnese_san
Basteet
LadyShinigami_
M e l y C h a n
niki 96
Rolope
Sanji94
sarachan93
tre 88
_ki_
ringrazio chi ha messo questa storia tra le ricordate:
EnMilly
tre 88
Vegeta4ever
yukicross96
ringrazio chi ha messo questa storia tra le seguite:
13ste
angela90
april88
benny92
DanaYume
dubhe93
emmasimonato
EnMilly
Euphie_Li_Britannia
Foglietta no yoko
FraRock47
Kgm92
kymyit
LadySaika
M e l y C h a n
Milan010
minouche86
Pimplemi_chan
Risa_chan
Rouge_Icarus
Sanji94
Sarhita
SHUN DI ANDROMEDA
sogeking95
TITTIVALECHAN91
tre 88
yaoiloveamoreforte
_Sherry_
infine, grazie a chi ha commentato
la mia storia!
tre 88: grazie per i tuoi commenti. in questa e nelle altre storie.
direi che ripensare al passato è una sorta di dovere per
Rufy. in poche settimane ha visto l'inferno, è normale che
faccia una sorta di bilancio della sua vita. mi spiace dirti che non
hai indovinato per quanto riguarda il narratore: non potevo certo
ripetermi! :D
LadySaika:
grazie a te per i tuoi commenti, davvero! accidenti, come colonna
sonora my immortal è fantastica. non so se la mia storia sia
all'altezza di un pezzo così bello! io credo che certe
esperienze per forza di cose facciano maturare, poi sta alle persone
mettere o meno in mostra questo cambiamento. forse Rufy sceglie di non
darlo a vedere, ma deve essere certamente cresciuto molto nei due anni
lontano dai compagni.
SHUN
DI ANDROMEDA: le tue parole sono semplicemente stupende, grazie a te.
davvero. a volte mi ritrovo a pensare che senza persone che lasciano
commenti come i tuoi forse avrei smesso di pubblicare tempo fa. forse
sarebbe stato un bene, chi lo sa..
Pimplemi_chan:
ma prego, dedicare un capitolo ad una persona che commenta sempre
è quasi un dovere! per quanto riguarda l'incontro finale,
all'inizio non volevo perchè non sapevo che narratore usare,
poi ho pensato alla nave e mi sono illuminata: anche lei è
un compagno e li aspetta da ben due anni!
Yukicross96:
sono contenta che la mia storia ti sia piaciuta, anche se con questo
capitolo è giunta alla fine.. per ora. mai dire mai nella
vita, no? credo che i tipi come Rufy ci sono nel mondo reale, ma a
differenza dei cartoni animati fanno una brutta fine. chi da retta ad
un povero sognatore in un mondo dove contano solo i soldi? interessanti
i tuoi possibili narratori, ma io volevo stare su qualcuno della
ciurma! sorpresa?
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