La Mano Sinistra di Dio

di kannuki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Mano del Diavolo ***
Capitolo 2: *** La Mano Sinistra di Dio ***
Capitolo 3: *** Il Preferito di Dio ***
Capitolo 4: *** Adrien, l'Esorcista ***
Capitolo 5: *** Lilith, la Prima Moglie ***
Capitolo 6: *** La Vergine Maria... oppure no? ***
Capitolo 7: *** Lontano dalla Luce ***
Capitolo 8: *** Sensazione di Perdita ***
Capitolo 9: *** Il Salvacondotto e il Tradimento ***
Capitolo 10: *** La Tentazione di Amitiele ***
Capitolo 11: *** Il Libero Arbitrio ***



Capitolo 1
*** La Mano del Diavolo ***


Amitiele aveva poche certezze nella vita. Una di questa, la teneva saldamente stretta fra le dita della mano sinistra. La canna della Remington Ultra-Tech 870 carezzò dolcemente la sua gamba sinistra, scivolando subito dopo sul cemento divelto del muro crollato anni prima della sua venuta. Amitiele guardò nel mirino e inquadrò il Caduto e il suo servo di 'scena', come lo chiamava lei. Scostò gli occhialini sulla testa e strinse gli occhi di un azzurro stupefacente.

Amitiele era un Arcangelo. Uno di quello con le palle, mica bruscolini.

Amitiele era mancina e questo la faceva sogghignare. La mano del Diavolo.

Amitiele pensava che il rock and roll non fosse un'invenzione del Demonio. Steve Tyler lo era.

Amitiele aveva deciso che il pollo alla Diavola era il suo piatto preferito. Quel condimento era demoniaco.

Tirò un sospiro divertito e seguì il Caduto con la sua vista perfetta. Peccato fosse fotofobica. E quello sì che faceva ridere, pensò premendo il grilletto e ricaricando in fretta. Il primo per il Caduto, il secondo per il servo di scena, lo schiavetto deputato ai lavori più sporchi che nemmeno i Demoni volevano fare.

Il Caduto urlò quando il colpo lo raggiunse e si voltò dalla sua parte, mentre Amitiele usciva dal suo nascondiglio e camminava decisa verso di lui, il giubbotto aperto a mostrare un top che avrebbe scandalizzato quel vecchio bacchettone di San Pietro. Beh, è vero, pensò indossando bene l'arma fra le braccia e scaricando al petto e alla testa una serie veloci di colpi che lo fecero volare contro il muro. Amitiele lo raggiunse per assicurarsi che fosse morto, lo cosparse di acqua benedetta e si alzò sulle gambe. L'acqua evaporava e la carne si liquefaceva nei punti in cui era caduta. Con un sorriso seducente, Amitiele baciò la punta delle dita e soffiò verso il corpo esanime che si incendiò illuminandole il volto e costringendola ad abbassare gli occhialini sul nasino alla francese. Posò la canna della Remington sulla spalla sinistra e sospirò contenta. Uno in meno. Altri ne verranno, pensò muovendo il collo indolenzito. Ma per stasera, aveva fatto il suo dovere. Doveva solo dire le preghierine, fare rapporto al Capo e infilarsi sotto le coperte.

- - -

Amitiele vuole fare cosa?!”

Una Voce tuonò nei Cieli e il Principato tappò metaforicamente un orecchio. Almeno, se l'avesse avuto, l'avrebbe fatto. Il suo compito era portare i messaggi che gli Arcangeli inviavano quotidianamente per posta pneumatica. Compito che si era fatto piuttosto ingrato, da quando Amitiele era stata inviata sulla Terra.

Rileggilo!”

Il Principato si schiarì la voce. Se avesse avuto delle corde vocali, essa sarebbe risultata vagamente isterica. Spiegò la pergamena e annunciò l'intenzione dell'Arcangelo di sfidare Lucifero per 'dare un taglio a quelle stronzate senza fondo.'

E' un nuovo modo di dire?” domandò incuriosito.

La Voce parlò e il Principato 'prese appunti'. Poi pensò che 'ci sarebbe stato da ridere', come dicevano gli umani e sorvolò veloce i Cieli portando il Messaggio.

- - -

You got me runnin' wild and free”. Amitiele ballava per la stanza roteando la maglietta in ampi cerchi sulla testa. Saltò sul letto, mimò una immaginaria chitarra e scosse i lunghissimi capelli neri che le arrivavano alla vita. Si esaurì in un grido di tutto rispetto, e si inchinò al pubblico sentendo la testa leggera. Sbuffò per eliminare una ciocca di capelli che le era finita sul naso e sulla bocca e si distese sul letto a braccia aperte. Spense la musica e sentì subito bussare dal piano superiore. Che palle, pensò facendo una linguaccia al proprietario dell'appartamento. Dire una parolaccia ogni tanto era un peccato veniale, no? Lei era lì per stendere Caduti e il Buon Dio non se la sarebbe presa... no?, pensò tirando in fuori il labbro inferiore. Si guardò attorno con fare comico e sogghignò uno 'scusa Capo' diretto al soffitto. Si addormentò di colpo e come tutte le notti fece sogni felici.

- - -

Cadere non era mai divertente. Il giorno prima sei lì a farti gli affari tuoi, a cantare con le schiere di Angeli, ad inebriarti della Luce e il giorno dopo ti schiantano sulla Terra dopo uno schifoso volo di miliardi di chilometri. Pretendono che impari a camminare nel giro di pochi minuti, prima che non dannato avvoltoio ti pisci sulla testa, e quando finalmente sei in piedi, il peso del corpo umano ti fa sentire goffo e lento. Soprattutto con un corpo come il suo. Centoventi chili di muscoli distribuiti su un metro e ottantacinque di altezza. Il termine giusto era ingombrante. Gabriele si guardò le mani e i piedi e grugnì di disappunto. Un attimo prima sei essenza celeste e un attimo dopo carne e sangue... e sporcizia, pensò lustrando i palmi delle mani fra loro. Si mise in ginocchio e provò ad alzarsi, un millimetro alla volta. Faceva male. Non gli avevano detto che sarebbe stato così doloroso il suo cammino. Cammino che non avrebbe potuto a compiere se non imparava alla svelta! Posò le mani a terra e si tirò su, goffo come un neonato che impara i primi passi. Dopo un minuto di quello strazio, perse la pazienza e decise che sapeva camminare. Spostò i muscoli rigidi delle gambe e sospirò alzando gli occhi al Cielo. Perché non li rifornivano anche di abiti, quei geni dell'Attico?! Gabriel pensò che quel deserto non era proprio deserto, quando intravide un'abitazione alle sue spalle. Poteva sempre chiedere un prestito di abiti. Non rubare, si ricordò camminando deciso verso il bucato steso ad asciugare. Il cielo era bigio e stavano già cadendo le prime gocce di pioggia. Sbirciò le nuvole che chiudevano il Cielo come un tappo gonfio di pioggia e un ghigno si formò all'angolo della bocca. Allungò il braccio e si rifornì di quello che aveva bisogno.

- - -

Amitiele emerse dal sonno chiedendosi se quel pizzicore alle labbra volesse dire qualcosa. Ci passò la mano sopra e voltò nel letto sospirando. La maglietta che indossava si alzò sullo stomaco e lei la tirò giù lentamente. Poi mosse le gambe sotto le lenzuola e aprì gli occhi. Era notte o giorno? Ecosistema di merda, pensò adocchiando il cielo gonfio di pioggia che rovesciava la sua furia sulla città dannata. Di nuovo, le labbra pizzicarono e le mordicchiò senza pensarci. Un vecchio racconto diceva che quando un Angelo ti sussurrava un segreto all'orecchio, posava un dito sulle tue labbra e diceva 'shh'. Una specie di giochino innocente. Amitiele pensò che prima o poi, un bambino dispettoso gli avrebbe dato un morso come si doveva, all'Angelo che si prendeva la libertà di fare lo scemo in quel modo. Infilò la mano nei capelli neri e lunghi che ornavano il cuscino e si stirò come una gatta, pensando che un corpo agile e veloce come quello che aveva inconsciamente scelto mentre cadeva, era quanto di più sexy ci fosse sulla piazza. Un metro e settanta per cinquantacinque chili di agilità sovrumana. Il resto era tessuto adiposo ben distribuito per fare impazzire gli uomini, pensò guardando la grandezza del seno che aveva scoperto essere classificabile come una 'terza'. Quando sei essenza e luce, non hai bisogno di reggiseno e vestiti. Non avevi le vesciche ai piedi per colpa delle scarpe, non dovevi lavarti i capelli e nessuno ti fischiava dietro facendo commenti osceni.

Ancora impigrita dal sonno, grattò il naso che prudeva. Era come se qualcuno la stesse infastidendo. Veloce, come sono la luce poteva esserlo, infilò la mano sotto il cuscino, agguantò la pistola e la puntò all'indietro, sopra la sua testa contro il mento dell'essere che ghignava appollaiato sulla sponda del letto. Subito, Amitiele ricordò i versi di una poesia che aveva letto tempo prima.

Riverso sul cuscino il capo avvampato affonda,
Esanimi dal letto pendon candide membra;
Con ansiti repentini già cessa di fluttuare
Nel soffocato afflato il palpito di quel cuore”

Tirò indietro il grilletto e storse la bocca piegando la testa per guardarlo meglio. Era un Incubo. Che diavolo voleva da lei, quell'essere abominevole?

L'Incubo graffiava il legno su cui era seduto con lunghi artigli ricurvi, soffiava dai buchi che aveva al posto delle narici sul muso e rantolava, un gorgoglio orribile che faceva venire i brividi lungo la schiena. Mai, mai un Incubo si era permesso di avvicinarsi ad un Angelo del Signore di sua spontanea volontà. Amitiele voltò sullo stomaco e si mise in ginocchio, sempre tenendolo sotto tiro. I testi di Demonologia si azzeccavano parecchio: un Incubo non si accoppiava mai volentieri con un umana. Provavano ribrezzo nei confronti della carne e reputavano l'atto osceno e degradante. Se era lì, aveva un messaggio da consegnare.

Sto aspettando” disse a bassa voce fulminandolo con i suoi occhi azzurri. Il Demone lasciò cadere una specie di pergamena sul cuscino. Riconobbe il sigillo di Lucifero e alzò un sopracciglio. Fece segno alla bestia di andarsene e ben volentieri quella acconsentì. Quando fu certa di essere sola, Amitiele usò la canna della pistola per raccogliere la pergamena e la posò sul tavolo, stando ben attenta a non toccarla. Si diede della sciocca: era solo carta e ceralacca rossa. Spezzò il sigillo lasciando che una fumata rossa e nera salisse verso l'alto. Zolfo, pensò annusando l'aria. Il Vecchio Caprone stava scherzando o cosa?, si domandò con una smorfia comica sulle labbra quando terminò la lettura.

- - -

Aveva bisogno di scarpe, pensò affondando i piedi nella terra bagnata mentre si dirigeva presso la città. Qualcosa gli diceva che sua Sorella stava per mettersi nei guai, ma di quelli con la G maiuscola. Non che fossero veramente imparentati, era un modo di dire. Lassù sono tutti Fratelli e Sorelle. Gabriele si infilò nei vicoli sordidi della città e quasi calpestò un topo. Scarpe e un'arma potente, decise sentendo la pioggia che colava nel colletto della maglia che indossava. Aveva anche bisogno di un soprabito con un cappuccio. Si guardò attorno quando un rantolo lo costrinse ad inginocchiarsi presso un vagabondo morente. L'uomo lo guardò e lo riconobbe, vide la sua vera essenza e un minuscolo sorriso si disegnò sulle labbra. Spirò e Gabriele lo benedì osservando la sua anima salire lentamente verso l'alto. Mille anni di Purgatorio se avrai fatto il bravo, pensò chiedendo perdono per il gesto che si apprestava a compiere.

Siamo chiusi!”

Gabriele spalancò la porta dell'armaiolo con aria stupita. In quella città peccaminosa e ignobile, come era possibile che un mercante di morte avesse un orario di chiusura? “Buon uomo, mi serve un'arma.”

Serve a tutti un arma, qual è la tua?”

L'Arcangelo studiò il gestore, un vecchietto canuto e rattrappito che si reggeva a stento in piedi. Stava morendo lentamente.

A cosa ti serve?”

A stendere Caduti, pensò con un sorrisetto interno. “Difesa personale” rispose appoggiando le mani sul bancone e rimirando le armi in mostra. “Vorrei provarle” disse indicando col dito. Alzò lo sguardo e si accorse che il vecchio lo stava fissando. Forse per via degli occhi che risplendevano di luce angelica. Batté le palpebre smorzando il bagliore che emanavano.

Mh” grugnì il vecchio posando le armi accanto alle sue mani. Gabriele le soppesò una ad una e le scartò. Dopo mezz'ora trovò quello che faceva per lui: si trattava di un vecchio fucile d'assalto M16A2 Carabine M723. Roba che scottava, come dicevano sulla Terra.

Li hai, i soldi?”

Certo” disse infilando una mano nella giacca e traendo fuori del denaro che prima non c'era. “Bastano?”

L'armaiolo lo fissò negli occhi per un breve istante e annuì senza dire una parola “dono della casa” borbottò posando sul bancone pallottole e una Walther P99 con tanto di silenziatore. L'uomo le guardò con una smorfia “quella la può usare anche una donna”. Lo disse con un tono di disprezzo che non capì.

Grazie, buon uomo.”

Salutami quella piccola disgraziata e dille di passare a trovarmi ogni tanto...” borbottò distraendolo dalle sue manovre di occultamento delle armi. L'armaiolo sorrise di fronte la sua espressione di stupore. “Tu quale sei, sei Sette?”

Gabriele” rispose a mezza bocca.

Ah”rispose mettendosi a sedere con molta difficoltà su una sedia malconcia ma solida. “Quello che mancava.”

Altri sono venuti qui prima di me?”

Praticamente tutti” rispose ghignando “tranne Michele. Da quello che dice la piccola, ha un debole per le armi bianche.”

Dov'è Amitiele?”

L'uomo scrollò le secche spalle e scosse la testa, le mani appoggiate al bastone che portava sempre con se. “Un po' qua, un po' la. ”

Gabriele lo fissò in silenzio “come hai fatto a riconoscermi?”

Quando sei molto vicino alla morte, come me, ti accorgi subito se un Emissario di Dio ti entra nel negozio” mormorò in tono che sembrava ironico “gli occhi, ragazzo. Gli occhi.”

Gabriele spostò lo sguardo su una superficie rilucente e vide che brillavano “non posso farci niente.”

Mia nonna diceva sempre che era meglio darsi alla fuga, se ti trovavi di fronte un Angelo del Signore. Che i motivi, di solito, erano due: portare messaggi o strappare qualche anima prima del tempo” borbottò sovrappensiero “tu perché sei qui?”

L'Arcangelo ghignò come un folle, soppesò un coltello da caccia dalla lama brunita e lo infilò nella cintura dei pantaloni. “Ho l'aria di uno che reca una missiva?” domandò facendo un saluto con la mano ed uscendo in strada. Era più o meno vero, pensò cercando di captare la presenza di Amitiele nella città. Si nascondeva bene, brava. Doveva stanarla prima che la scema cadesse nella dannazione eterna. Un brusco malumore lo aggredì. Spera che arrivi in fretta, o ti strapperò personalmente le piume una ad una, Sorella!


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Capitolo 2
*** La Mano Sinistra di Dio ***


Giovanni, Apocalisse 16:12 « Poi il sesto angelo versò la sua coppa sul gran fiume Eufrate, e le sue acque si prosciugarono perché fosse preparata la via ai re che vengono dall'Oriente. E vidi uscire dalla bocca del dragone, da quella della bestia e da quella del falso profeta tre spiriti immondi, simili a rane. Essi sono spiriti di demoni capaci di compiere dei miracoli. Essi vanno dai re di tutta la terra per radunarli per la battaglia del gran giorno del Dio onnipotente. »

Che fantasia, quel ragazzino!” sghignazzò chiudendo di scatto la sua Bibbia. Scriveva proprio bene e aveva una predilezione per le stronzate apocalittiche. Gabriele sogghignò e grattò i corti capelli neri all'altezza della nuca. Si alzò dalle scale dell'abitazione su cui era seduto a rimuginare e imprecò contro la pioggia e l'umidità. Quando era Lassù, poteva contare su aria climatizzata e tempo splendido tutti i santi giorni. Infastidito, aggiustò la fondina che aveva preso al negozio dell'armaiolo e che conteneva la Walther P99. L'impugnatura era comoda e scivolava nella mano come se ne fosse attratta. Quando la guardava, gli ricordava vagamente la Betty del paginone centrale di Playboy di qualche anno prima. Eh, che donna, pensò sorridendo e vagando fra le strade dalle luci intermittenti e lampioni spenti.

Gabriele era quello che sulla terra veniva definito uno spaccone con troppo testosterone. Amava giocare d'azzardo e a braccio di ferro. Barava a carte, leggeva Playboy – non risparmiando i commenti - e non si tirava indietro quando c'era da menare le mani, che la ragione fosse dalla sua parte o meno.

Le lettere di richiamo e le punizioni si sprecavano. Perchè fosse ancora fra le file angeliche era un mistero che veniva chiarito ogni volta che imbracciava un fucile mitragliatore per conto del Signore. Gabriele sarebbe stato in grado di convertire anche il più reticente degli atei e far cambiare idea ad in eretico ostinato. Il segreto sta nel colpire veloce, basso e duro, rimuginò studiando l'ambiente ostile che lo circondava. Riportare Amitiele in Cielo sarebbe stata una passeggiata, ma se avesse opposto resistenza, gliel'avrebbe date di santa ragione. Mancava solo scoprire che aspetto avesse assunto e dove si fosse cacciata.

- - -

Il covo dei Caduti era il più peccaminoso, ignobile e divertente luogo che avesse mai visto in quelle tre settimane di lavoro. Amitiele provò una ventata di fresca allegria quando incappò in un gruppo sparuto di Galb, i demoni della Collera. Il suo scopo nella vita era farli arrabbiare. Stupidi come pochi demoni incontrati sul suo cammino, erano lo strumento perfetto per scatenare risse da bar e coinvolgere il maggior numero di Caduti possibili. Bastava una parolina fuori posto e crollavano intere civiltà per opera loro. Curiosamente, aveva notato che si tenevano bene lontani da Tagaririm, i Litigiosi, spiriti della Discordia. Sogghignando si avvicinò a grandi passi al gruppetto, quando un movimento laterale le fece girare la testa e appiattire contro il muro. Eccheccavolo! Asmodeo!

Amitiele avrebbe preferito cena all'Inferno con Lucifero, che incappare anche disgraziatamente in Asmodeo. Neanche Giuda era falso come quel demone iracondo e vendicativo!, pensò con la Remington stesa lungo il lato sinistro del corpo e le dita contratte sul grilletto. Non spararti su un piede, si disse sentendo una risata isterica nascere sotto il diaframma e propagarsi in gola. Ridacchiò, imbracciò il fucile e quando si voltò, Asmodeo le sorrise mostrando tutti i denti che aveva in bocca e forse qualcuno in più. “Ehilà!” la prese in giro sogghignando.

Le fattezze umane la lasciavano un po' perplessa. “Dove hai messo le altre due teste?” domandò mordicchiando un labbro, indecisa se sparargli dritto in faccia e attirare tutti i Caduti e gli spiriti su di se o restare a fare una sciocca e trita conversazione.

Parla per te, le tue spoglie mortali sono ignobili!” ribattè sbattendo le palpebre e guardandola da capo a piedi. “In cosa posso esserti utile?”

Amitiele lo fissò domandandosi come faceva ad ignorare un fucile caricato a pallettoni puntato dritto al suo stomaco. Asmodeo cambiò la gamba d'appoggio e incrociando le braccia sul petto si spinse contro la canna, lasciandola affondare nella carne.

Ho un appuntamento col Vecchio Caprone” disse infilando una mano in tasca e cercando la pergamena. Che aveva lasciato a casa. Ops! Rovistò nella tasca con aria divertita “ho l'invito...” insistette cambiando tasca. “Non ho l'invito....”

Asmodeo sospirò fra i denti e annuì, come se con lei ci volesse molta pazienza “senza invito non puoi entrare.”

Ma io sono un Arcangelo e posso farti un culo così se voglio!” gli ricordò sorridendo divertita “posso uccidere te, i tuoi adepti e tirare giù la baracca se solo osi intralciare la mia via... o pestarmi un piede” concluse notando che si era avvicinato e l'aveva effettivamente calpestata. Inclinò la testa con aria di rimprovero “Asmodeo....” sussurrò alzando il fucile verso la sua fronte “le vie del Signore sono infinite. Scegline una, perché stai per intraprendere un doloroso cammino di redenzio...” Amitiele lo vide troppo tardi e quando il Caduto l'afferrò per le braccia e le tirò indietro lasciandole cadere il fucile. Quella era una brutta novità. Più restava lontana dalla Luce e prendeva confidenza col suo corpo umano – e la corruzione innata a cui era sottoposto - più la Forza si indeboliva e i Demoni riuscivano ad avvicinarsi tanto da toccarla. Se quel tipo nervoso dietro di lei, era in grado di tenerla stretta contro il suo corpo massiccio senza provare dolore, voleva dire che avrebbe dovuto impiegare l'astuzia per scrollarselo di dosso. Amitiele tirò indietro la testa e lo colpì dritto al naso. Ma il Caduto non si mosse di un millimetro e si limitò a grugnire.

Non possiamo parlarne?” scherzò aprendosi in un sorriso smagliante in direzione del Demone della Distruzione. Asmodeo scosse la testa e allungò una mano per toglierle gli occhialini. Subito Amitiele restò cieca. La luce anche minima dei lampioni intermittenti, la costrinse a serrare gli occhi e acuire gli altri sensi. Inspirò odori sgradevoli, putrefazioni, muffe e sporcizia della strada. Zolfo e altre diavolerie puzzolenti attorno a se.

Sono ridotti proprio male se mandando un Arcangelo scarso come te, a fare questo lavoro” la prese in giro un po' offeso. “Dovrei fare un favore al vecchio Lu e toglierti di mezzo ora, debole come sei...”

Puoi sempre provarci. Sono cieca, ma non sono...”

Mah! Lasciala” borbottò al Caduto che aprì le braccia e la lasciò scivolare a terra un po' troppo velocemente. Amitiele si ritrovò in ginocchio e strinse le labbra. Poi gli occhialini le furono rimessi sul naso e la vergogna fu completa. Li indossò con un senso di rabbia profonda che la sbigottì.

Torna quando avrai davvero qualcosa da mostrare” la salutò voltando sui suoi passi. Amitiele allungò il braccio per prendere l'arma, ma il Caduto la colpì con il calcio del fucile al viso e l'Angelo cadde a terra. ADESSO era umiliata, pensò quando la sua splendida Remington le fu portata via. Toccò la guancia che sanguinava e osservò il liquido che le arrossava la mano con un senso di impotenza. Infastidita, ficcò le mani in tasca e alzò gli occhi al Cielo. Non sarebbero stati contenti di sapere che si era lasciata battere da un demone cialtrone come quello. Era senza armi per proteggersi o per combattere. Doveva fare un salto da nonno Jack e vedere se riusciva a farsi prestare un'arma, anche piccola, per continuare la caccia.

- - -

Siamo chiusi!”

Non è vero, non dire falsa testimonianza!” gli urlò contro entrando nel negozio “mi serve un'arma.”

Serve a tutti, un'arma!” grugnì il vecchio armaiolo alzando gli occhi cisposi da una pistola che stava pulendo. “Non sapevo che gli Angeli potessero sanguinare.”

Quando sono in spoglie mortali fanno anche pipì” scherzò poggiando le braccia sul bancone “puoi prestarmi qualcosa? Non ho un soldo....”

L'hai già incontrato?” domandò enigmatico. Amitiele lo fissò non capendo. “Quell'altro.”

No...” mormorò incuriosita “chi...” L'Angelo strinse gli occhi nervosa. Ne avevano mandato un altro?! Pensavano che fosse una vera schiappa, allora! Sperò che fosse Eturiele, era uno piuttosto simpatico. O Michele. Michele faceva sempre un discreto culo a tutti. “Come è fatto?”

Una montagna di muscoli. Fa tanto lo spiritoso ma sembra un po' montato...” commentò distratto. “Ha detto che si chiama...”

Gabriele” concluse mugolando di dolore fra se “perchè Signore, perché proprio lui?!” domandò aprendo le braccia a cielo “è perché ho bevuto e fumato?! Non ho detto le preghiere della sera e ho pronunciato il tuo nome invano?” sospirò e si accasciò sul bancone “quel tronfio misogino, maleducato...” L'armaiolo ridacchiò e Amitiele lo guardò di sottecchi “tu non hai idea di che razza di essenza sia!” ribatté raddrizzando la schiena “è il peggiore Angelo mai formato nelle file Celesti, un gradasso montato con la passione per le armi e la birra...”

Ti sta cercando.”

Cosa?!” esclamò allarmata “e cosa vuole da me?”

L'armaiolo alzò le spalle “scegli quella che vuoi, mi pagherai quando ti sarai rifornita” borbottò voltandole le spalle.

Ti bacerei su una guancia se non avessi paura di portarti via l'anima” ridacchiò frugando fra gli scaffali e scegliendo l'esatta copia del suo vecchio fucile. “Grazie!”

Amitiele detestava poche cose nella vita. E per un Angelo, era grave provare fastidio verso qualcosa. O qualcuno! Da loro ci si aspettava che fossero pieni di misericordia e amore... col cavolo, pensò stringendo le palpebre alla notizia che quel nazista celeste era sulle sue tracce. Marciò fino al suo appartamento, frugò ovunque per ritrovare l'invito di Lu e lo scovò nella spazzatura. Ops! Con un ghignetto birichino, lo spazzolò dalle bucce di banana e dai fondi di caffè e lo mise in tasca, ben piegato. Adesso poteva affrontare il Vecchio Caprone.

- - -

Di nuovo tu!”

Ho l'invito, vedi?!” esclamò battendo una mano sul foglio stropicciato e lurido, il braccio teso di fronte Asmodeo. “Te l'avevo detto!”

Entra...” borbottò incrociando le braccia sul petto “Ultimo piano, in fondo a sinistra.”

Guarda caso!” ridacchiò sorpassandolo e rimediando una pacchetta sul sedere. Amitiele si chiese perché avesse fatto una cosa del genere e lo guardò. “Perchè?”

Perchè no?” rispose divertito “sulla Terra si usa”

E cosa significa?”

L'espressione del Demone si fece perplessa, quasi messo in difficoltà dalla domanda. Grattò l'ampia fronte su cui ricadevano folti capelli castani chiari e strinse gli occhi verdi scuro, quasi neri. Piegò l'altro braccio tendendo la camicia bianca che indossava. Il gilet sotto la giacca si aprì di qualche centimetro. “Penso sia un modo degli umani per dimostrare ammirazione...” borbottò sovrappensiero “si vede fare spesso, da queste parti...”

Provi ammirazione per me? Quale novità!” esclamò allegra.

Beh si” ammise sporgendo un po' il labbro inferiore “non è da tutti cacciarsi nella tana di Lucifero sperando di uscirne viva.” Scrollò le spalle e Amitiele fece una smorfietta nella sua direzione. “Li metto tutti in conto.”

Cosa?”

Il livido, l'umiliazione e la presa per il culo dell'ammirazione” elencò contando sulle dita. “Sta in campana, Asmodeo.”

Il Caduto sorrise con tutti i denti che poteva mostrare al mondo. “E' stato un piacere conoscerti, Angelo!”

Mi dai proprio per spacciata, eh?”

Completamente. Ci vediamo di 'sotto'.”



Recensioni

Doralice: Anche a me non piacciono le storie seriose di Angeli e demoni. Questa mi ronzava in testa da un po' ma aveva toni più drammatici. Scrivendo è diventata sempre più divertente e la figura di Gerald Butler mi ha fatto immaginare un Gabriele cazzone e spaccone. Amitiele ha la faccia di una modella vista su un catalogo di moda, ma non saprei dirti il nome. Stessa cosa per Lucifero. Ho visto quell'uomo bellissimo su una rivista ma anche qui nome zero! =)

Gold Eyes: grazie, mille volte grazie! A noi 'scrittori' fa sempre piacere ricevere commenti del genere, spero di non deludere le tue aspettative!

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Capitolo 3
*** Il Preferito di Dio ***


Doralice: Grazie della pubblicità! =)



In fondo a sinistra. Amitiele marciò svogliatamente fino al portone gigantesco di legno intagliato. Se distoglievi l'attenzione dalle figure, sembrava che esse si muovessero. L'Arcangelo captò qualcosa con la coda dell'occhio, ma subito l'essenza tornò immobile nella sua prigione di noce. Mah, pensò spingendo con entrambe le mani il portone. I cardini cigolarono orribilmente e le ferirono le orecchie. Un calore infernale l'avvolse da capo a piedi e per un brevissimo momento Amitiele ebbe un cedimento. Sentì la sua arma battere contro il seno destro, nella fondina di cuoio nera e i nervi tornarono saldi. Mosse un passo nell'immensa sala che si estendeva a perdita d'occhio, come se lo spazio fosse un concetto relativo nell'ambiente demoniaco.

Non credo ai miei occhi. Sei venuta veramente.”

Quel tono ironico e sorpreso la fece trasalire. La voce che aveva appena interrotto l'assordante silenzio della stanza era proprio dietro di lei. Amitiele si voltò, bellicosa. “Cerchi di prendermi alle spalle, Lu?” terminò la frase e le parole morirono lentamente. Stava per dire qualcosa di inappropriato e il Principale l'avrebbe fulminata se l'avesse fatto. Conosceva ogni aspetto demoniaco del suo nemico. Aveva la Conoscenza di ciò che era avvenuto Prima. Ma non era preparata a uno spettacolo del genere. Risplendeva di Luce. Una luce diversa da quella a cui era abituata Lassù.

Se avessi voluto prenderti alla spalle, non avrei sprecato inchiostro e ceralacca, Sorella.”

Non siamo imparentati” soffiò distratta dalla luce che emetteva. Era bellissimo, pensò una seconda volta. Gli occhi una volta dovevano essere celesti. Ora rilucevano di una cupa luce crepuscolare. Blu, a tratti grigiastra. Nero, mescolato col viola più profondo. Amitiele chiuse la mente e si concentrò.

Una volta, forse” continuò spostando il lembo della giacca di pelle che indossava con un dito. Amitiele si rese conto che era stato ben attento a non toccarla. E quello che stava guardando, non erano le sue fattezze mortali, ma l'arma al di sotto delle vesti.

L'Arcangelo seguì con la coda dell'occhio la ciocca di capelli quasi bianca che ricadde sul viso quando inclinò la testa per osservare meglio ciò che recava con se e che doveva decretare la sua fine.

Quella è per me?” disse indicando la corta pistola sotto il seno destro.

Questo è per te” sussurrò alzando velocemente il fucile contro di lui “più adatto, non trovi?”

Lucifero alzò le sopracciglia biondo scuro e quando l'arma detonò, il colpo lo scagliò dall'altro lato della stanza. Ma in quell'ambiente privo di ogni logica umana, il tempo si arrestò e il suo volo fu di breve durata. Amitiele ricaricò con la destra ed estrasse la pistola con la sinistra. Avanzò decisa contro il corpo a terra ma i suoi passi non coprirono mai la distanza che la separava da Lu.

Da capo.”

- - -

Predicare gli riusciva da Dio. Tutto stava nel restare sveglio e lucido il tempo necessario ad arringare le masse. Padre Adrien ruttò rumorosamente, riempì il calice di vino benedetto e lo portò alle labbra, in tasca il sacchetto pieno di ostie consacrate e il suo 'cannone' caricato ad acqua santa. “Tempo di conversione!” ruttò pulendosi la bocca sulla manica della giacca lurida che indossava sopra il finto abito talare. Il collarino pendeva da un lato e la barba incolta andava allungandosi sempre di più.

Adrien Lebeau non è un sant'uomo. Ha perso l'anima nella lotta contro il Demone che cercava di possedere la bella Safyia. Alla fine l'aveva fottuto, il figlio di puttana, e lui aveva perso anche la donna. Gli ha venduto l'anima in cambio della sua e il testa di cazzo se l'era portata via.

Il Vaticano l'aveva cacciato per inadempienza. Non aveva più alcuna protezione da parte di padre John. Aveva continuato a fare quello che sapeva fare meglio: stendere Dannati e i piccoli Demoni che affollavano il suo piano esistenziale.

Adrien è un eroinomane autolesionista. Per questo ha deciso di buttare tutti i rasoi.

Il Cacciatore di Demoni uscì a passi insicuri dalla piccola chiesetta in cui andava a rifornirsi. Gabriele lo vide con la coda dell'occhio. Adrien si voltò nel momento stesso in cui l'Arcangelo distoglieva lo sguardo celeste da lui.

Allora esistete davvero...” sussurrò lasciando cadere a terra il vino avvolto nel cartone lurido.

Gabriele tornò a guardarlo. Il bagliore lo ferì alla mente e Adrien fu costretto a distogliere gli occhi.

Tu sai chi sono?”

Adrien puntò un dito contro il cielo. Tremava dalla testa ai piedi.

Come hai fatto a riconoscermi?”

Io... Vedo” sussurrò timido “Li ho sempre visti... fin da bambino...”

Chi vedi, buon uomo?”

Gli Altri. I Demoni” rispose piegandosi sulle ginocchia “Dio mio...”

Sono solo un emissario” rispose inginocchiandosi a sua volta. “Non avere paura di me. Puoi aiutarmi a trovare mia Sorella?” domandò battendo una mano sulla spalla.

Adrien mantenne gli occhi fissi nel lacero nulla che si apriva davanti a lui. “Una volta... ero un esorcista...”

Gabriele si concentrò su di lui e vide solo un involucro vuoto. Gli occhi vacui riflettevano il dolore che aveva dentro. La sensazione che lo trapassò si fuse nella corteccia celebrale. “Sei messo molto male, amico mio.”

Senti chi parla. Devi aver combinato qualcosa di grave, se ti hanno sbattuto qui” ridacchiò un po' folle, tornando subito serio, come se avesse commetto un peccato mortale a prendersi certe libertà con un Angelo.

Gabriele sogghignò “E già! Devo trovare mia Sorella prima che perda la ali per mano di Lucifero.”

Adrien annuì e trovò il coraggio di guardarlo. Sostenne il baluginio divino solo per qualche istante. “Pensavo che voi Angeli foste asessuati...”

Quando Cadiamo, siamo posti di fronte una scelta.”

Quando… cadete”

Gabriele annuì “è necessario. Dobbiamo confonderci fra gli Umani.”

Fa male?”

Molto” confermò aiutandolo ad alzarsi “è la lontananza dalla Luce a rendere tutto più difficile.”

Adrien annuì cercando di volgere lo sguardo su di lui. Aveva il collo inchiodato e rifiutava di accettare quella verità.

Tu credi in Dio?”

Gabriele si era fermato nel mezzo del vicolo lercio e umido. Stava per piovere.

Credo nel Male.”

L'Arcangelo annuì. “E una buona risposta anche questa” disse riprendendo a camminare sotto le gocce che cadevano lentamente.

Angelo...”

Un sorriso divertito “Vuoi sapere il mio nome, Adrien?”

Puoi rivelarlo?”

Gabriele” affermò osservando la sua reazione.

L'esorcista sbiancò e si fermò. Era completamente fradicio. “Quel Gabriele?”

Quel Gabriele” ridacchio. “Ma non ci sono Vergini o Annunciazioni, stavolta!”

Adrien continuava a guardarlo senza crederci veramente. La mente era confusa e l'alcool lo rendeva poco lucido. “E' un Lui o una Lei?”

L'Arcangelo sollevò le sopracciglia nere e scoppiò a ridere “fate tutti la stessa domanda!”

- - -

Amitiele si ritrovò alle spalle dell'enorme portone di noce intagliato e Lucifero era davanti a lei. Non c'era traccia del foro che aveva aperto sul torace un attimo prima. Senza lasciarsi intimorire, Amitiele estrasse entrambe le armi e un moto di disappunto contrasse il viso bellissimo e perfetto di Lucifero. Afferrò la canna del fucile e lo strappò verso l'alto mentre la pistola esplodeva all'altezza del fegato.

Lu si guardò e la guardò. “Possiamo andare avanti per l'eternità, ne sei cosciente?”

Io ho tempo!” esclamò esplodendo un altro colpo, stavolta al centro dello stomaco.

Lucifero fece un passo indietro e sbuffò osservando i fori di entrata. “La camicia era nuova.”

Un Inviato del Signore ti punta un'arma alla fronte e tu sai dire solo questo?” sibilò posando bruscamente l'occhiello della pistola contro la pelle liscissima e bianca del suo nemico.

Lu alzò gli occhi al cielo. Letteralmente. Toccò appena l'arma che si disintegrò fra le dita dell'Arcangelo. Ora non faceva più la sbruffona, pensò vedendola impallidire. Fece la stessa cosa col fucile e Amitiele restò a guardarlo. Un sorrisetto ironico gli alzò l'angolo destro della bocca. Afferrò entrambi i lembi della giacca e la lanciò dall'altro capo della stanza.

Da capo.”

Amitiele sentì il pesante portone in noce chiudersi alle sue spalle. Non c'era nessuno, oltre lei e la sua fidata... dov'era la sua arma? L'Arcangelo tastò il corpo e si rese conto di più cose contemporaneamente.

Era disarmata.

Quelli non erano i suoi vestiti.

Non aveva più gli occhialini.

Non aveva letto la postilla sull'invito di Lu.

Meglio” disse la Voce dietro di lei. Amitiele si voltò con tutta la calma del mondo. Tirò un lembo del vestito porpora che indossava e fece una smorfia. “Che fantasia. Mi aspettavo qualcosa di meglio, brutto Caprone.”

Non ti piace? Possiamo sempre cambiarlo” battè le palpebre e il vestito virò sul nero. “Appropriato per la nostra cena.”

Era composto di seta e velluto e accarezzava la pelle come le mani di un amante. Amitiele non sapeva descrivere la sensazione che il corpo che 'indossava' provava nel vestire un indumento come quello. Le mancavano i vocaboli adatti. Restare troppo lontano dalla Luce, la corrompeva. Come un qualsiasi essere umano, subiva il fascino della carne e le tentazioni a cui veniva sottoposta. Subì la novità senza battere ciglio.

Mi basta toccarti con dito per condannarti alla dannazione eterna” l'avvisò sostenendo il suo sguardo feroce e astioso. “Ricordatelo, Angelo.”

Arcangelo. Sono un Arcangelo!” esclamò con tono secco. “Vi prendete un po' troppe libertà, voi Caduti.”

Lu non disse nulla. Si limitò a sorridere. Nel corpo di Amitiele passò un'altra sensazione inclassificabile.

Asmodeo cerca di integrarsi, non puoi biasimarlo.”

Hai dimenticato che Noi non giudichiamo ma ci limitiamo a seguire i Suoi ordini?”

Ti ha detto di farmi fuori o te lo sei messo in testa da sola?” domandò facendole cenno di seguirlo.

Ho fatto regolare rapporto” Amitiele era nervosa e i piedi non volevano saperne di muoversi.

Le essenze alle sue spalle si mossero inquiete. Sentiva il loro fiato sul collo. Si costrinse a mettere un piede dietro l'altro.

Ah... il rapporto” la derise avvicinandosi ad una tavola imbandita.

Prima non c'era, pensò aggrottando le sopracciglia. Gli occhi non le davano alcun fastidio. La frustrazione di non saper identificare le sensazioni che provava, la fece tremare di rabbia. “Sì, il rapporto!”

E come è andata?”

Hanno respinto la domanda.”

Chissà perché...” ridacchiò versando quello che sembrava vino rosso in calici di cristallo dal bordo dorato.

Sono qui per un motivo ben preciso. Non per cenare con te.”

Lu si concesse un altro sorrisetto derisorio. “Come hai potuto vedere, il tuo tentativo è fallito sul nascere.”

Riproverò, il tempo non mi manca.”

Lucifero le porse il bicchiere e Amitiele lo guardò con un'aria divertita. “Stai scherzando?”

Senza risponderle, posò un calice e portò l'altro alle labbra. “E' qui che ti sbagli” commentò laconico. “Lontano dalla luce, l'ineffabile splendore...”

Mi ricordi qualcuno” soffiò l'Arcangelo incrociando le braccia sul seno “Non comincerai a declamare versi anche tu.”

Lu schioccò le labbra assaporando il vino “dovresti provarlo, è magnifico.”

No, grazie. Non berrò ne mangerò nulla di quello che hai preparato.”

Non ho preparato proprio niente, sono negato in cucina” commentò “ho ordinato tutto al migliore ristorante della città!”

Amitiele restò un po' allibita dalla risposta.

Mi piacerebbe fare un corso di cucina, ma tutto questo...” sussurrò allargando le mani “... non si manda avanti da solo.”

Ci credo. Corrompere umani richiederà un sacco di tempo...”

No, con loro non ci vuole niente... scimmie in grado di camminare erette, patetiche copie della nostra perfezione.”

Il suo senso dell'umorismo la lasciava senza parole. Amitiele alzò brevemente le sopracciglia e prese il calice abbandonato sulla tavola. La lingua non sapeva distinguere i gusti. Si limitava a 'buono, non buono.' Anche in quell'occasione, non seppe cosa dire.

Ti piace?”

L'Arcangelo si limitò a battere le palpebre. Posò il bicchiere e tornò a guardarlo. Era bellissimo. Le facevano quasi male gli occhi, di fronte tanta perfezione. Era stato creato da Lui. Era il Preferito. Aveva la Conoscenza. Amitiele si rese conto che non avrebbero mai combattuto ad armi pari. Neppure se avesse perso le ali. Ora capiva perché le avevano negato il permesso.


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Capitolo 4
*** Adrien, l'Esorcista ***


Il Covo dei Dannati era in fermento anche quella sera. Adrien abbassò la testa facendo cenno a Gabriele di seguirlo. Sorpassò facilmente Asmodeo e la sua cricca e si infilò in quella che sembrava una dance floor, incrociata con un bordello tailandese arredato come un boudoir francese del tardo ottocento.

"Tieni un profilo basso" gli suggerì tossendo. Prese un sorso di vino dal cartone che teneva in tasca e ruttò pulendosi la bocca con la mano.

Gabriele lo studiò per tutto il tempo. Era un relitto umano. Ma era ancora salvabile, pensò guardandosi intorno. Bel posticino. Di classe, ridacchiò dirigendosi a quello che sembrava un balcone "oste, una pinta di birra!" declamò ad alta voce.

Adrien impallidì e gli trotterellò accanto. Non osò toccarlo. "Che stai facendo?"

"Tengo un profilo basso e mi faccio una bevuta nel frattempo" rispose passandogli il suo boccale "un altro!"

Non sapevo che voi... poteste bere” disse sedendosi accanto a lui “bella mossa quella degli occhiali”

Gabriele aggiustò gli occhiali da sole rubati – presi in prestito! - poco prima e sorrise allegro. “Mica voglio tirarmeli tutti addosso!”

Adrien annuì mentre la birra si aggiungeva al vino e l'ebbrezza lo rendeva più sfacciato. “Che altro potete fare? Mangiate, scopate...”

Possiamo scegliere” rispose un po' cupo “libero arbitrio.”

Beh amico, non penso che tu possa fare una vacanzina sulla terra, comportarti come un detenuto in libertà vigilata e tornare in Cielo senza passare migliaia di anni in Purgatorio ad espiare i tuoi peccati.”

Gabriele sorrise divertito, allungò la mancia al barista e si scolò un'altra birra, liberando tutti i gas che aveva nello stomaco con un certo piacere. “Ti si è sciolta la lingua, eh?”

Adrien non lo ascoltò neppure. Teneva fisso lo sguardo sulla parete a specchi di fronte a se “non mi confesso da anni...” sussurrò “mi stanno sul cazzo i preti.”

Dio ti ascolta sempre.”

Dio ha da troppo da fare per ricordarsi di me!” sibilò sbattendo il bicchiere pesante sul tavolo.

Non mi ha aiutato quando quel demone si è portato via l'amore della mia vita.”

Gabriele lo guardò di sottecchi. “E' morta?”

Era condannata dalla nascita.”

E di cosa ti lamenti?” lo provocò facendolo sbiancare e poi infuriare “Dio non centra. Aisha ha scelto. Libero arbitrio.”

Libero arbitrio un cazzo!” esclamò arrabbiato. Aveva gli occhi lucidi di rabbia e lacrime.

Gabriele lo fulminò sotto gli occhiali “profilo basso, te lo sei dimenticato?”

Vaffanculo. Tu e il tuo dio!” esclamò allontanandosi verso l'uscita.

Gabriele alzò le spalle e riprese a bere. Sarebbe tornato indietro a breve.

Se ti aiuto...”

Appunto. L'Arcangelo voltò appena la testa.

... puoi riportami Safyia?”

Era immobile alle sue spalle e lo stava implorando. Gabriele fu quasi dispiaciuto quando dovette pronunciare un 'no' che suonò come una condanna a morte. “Ma posso alleviare la tua pena” disse ancora “vuoi confessarti, amico mio?”

- - -

Non hai la più pallida idea di ciò che provi.”

Amitiele non era sicura di averlo sentito parlare. Forse la voce era nella sua testa. Quando lo trovò alla sua destra – fino ad un momento prima, non era lì! – restò immobile.

Non sei in grado di capire i messaggi di quest'involucro umano. Mangi cose che non hanno sapore, aspiri profumi che non sei in grado di identificare.”

Non è importante ai fini della battaglia” rispose dura. “La Mente è salda e lo Spirito...”

Lontano dalla Luce, la tua integrità sta decadendo.”

Tra poco non sai più in grado di combattere con me. O con un qualsiasi Caduto di infimo livello.”

Ne sono a conoscenza” mormorò immobile “riuscirò a farti fuori prima di ridurmi ad una semplice umana.” Amitiele si scostò da lui con un gesto calcolato. Ruotò il busto restando ferma sulle gambe. “E' una promessa.”

Siamo destinati a incontrarci, in un modo o nell'altro” le fece notare divertito. “Corrompere l'Arcangelo che ha osato sfidarmi, contravvenendo i Suoi ordini...” sussurrò vicino al suo orecchio “questo si che rischiarerebbe la giornata di un povero diavolo.”

Oh, ma per favore...” soffiò atteggiando le labbra in una smorfietta “Sono intocca...” Amitiele ammutolì quando le spostò i capelli dal viso. “... bile...”

Sicura?”

Amitiele lo osservò sorridere e il suo corpo umano ingoiò “ti è andata bene, non capisco come hai fatto, ma...” Lucifero la voltò su se stessa e Amitiele si rese conto che non bruciava al tocco.

Stai perdendo la Grazia.”

Impossibile” balbettò. Ma lui la stava toccando. Così come aveva fatto il Caduto e Asmodeo. Sciocca! Aveva creduto che con Lu le cose sarebbero andate diversamente? La testa ruotò di tre gradi verso il viso bellissimo del Portatore di Luce. Amitiele lo fissò negli occhi.

Puoi scegliere. Perdere le ali e restare con me” propose pacato “oppure morire e passare il resto dell'esistenza avvolta da fiamme infernali.”

---

Meglio?”

M'è passata la sbronza” confessò tenendo la testa fra le mani. Cristo, aveva addirittura pianto sulle ginocchia di un uomo! Pardon, di un Arcangelo. Olaf l'avrebbe preso per il culo a morte, se fosse venuto a saperlo.

Gabriele battè le mani facendolo trasalire “bene! Adesso andiamo a stendere Dannati!” ridacchiò imbracciando il fucile. “Ho proprio voglia di un pò di sana violenza. Prima di cena è l'ideale!”

Adrien lo guardò di sottecchi e mise su un'espressione perplessa “ma non dovresti essere pieno di carità e grazia cristiana?”

Ad ognuno il suo, bello” ridacchiò. “Stammi dietro e non gingillarti con gli esorcismi.”

Dove andiamo?”

Gabriele strizzò gli occhi sotto gli occhiali da sole e prese un respiro. “Quella cretina di mia Sorella sta per perdere le ali.”

---

Se muoio, la mia essenza tornerà dritta al Piano Superiore” commentò, ma la voce le tremava.

Sicura-sicura-sicura?”

Amitiele sentì il dubbio crescere e gonfiarsi. Era il modo in cui sorrideva che...

Lu aggrottò la fronte chiarissima e il disappunto corse come una linea invisibile fra il naso e le sopracciglia. Si scostò dall'Arcangelo nel momento stesso in cui un colpo feroce abbatteva la porta posseduta.

Amitiele sentì le anime imprigionate del legno urlare sbigottite. Poi alzò gli occhi al Cielo e la sua preghiera risultò esausta. “Dio, perché?!”

C'era una festa e nessuno mi ha invitato?!” esclamò una voce sarcastica e del tono duro come l'acciaio. “Dovevate dirmelo, avrei portato la birra e le pupe!”

Amitiele massaggiò la fronte facendo una smorfia “ci mancava pure questa...”

Gabriele” sussurrò il Caduto con espressione contrariata. “Come hai fatto ad arrivare fin qui?”

Ho preso l'ascensore” sogghignò indicando la devastazione alle sue spalle. “Bellezza, è tempo di levare le tende!”

Bellezza. Amitiele ricordò con disappunto tutti i loro procedenti incontri. Tutte le libertà che si era preso con lei. Mh, che fastidio! Incrociò le braccia sul seno e indurì il volto “ti dispiace, stavamo contrattando... ehi!”

Gabriele l'afferrò per il braccio e con un'abile torsione del busto, se la caricò in spalla.

Mettimi subito giù!” urlò col volto arrossato. “Bastardo nazista misogino!”

Zitta” sbottò a bassa voce “saluta Lu. Ciao Lu!” ridacchiò sistemandola meglio contro di se.

Amitiele puntò il gomito contro la sua schiena e appoggiò il mento sulla mano chiusa a pugno, mentre la portava via. Mise il broncio e fece un cenno di saluto, come una brava bambina ubbidiente. Notò solo allora l'umano che era rimasto immobile sulla porta e si guardava attorno sperduto. “Non è posto per te. Fila via!”

Adrien si voltò verso di lei e sgranò gli occhi. Impallidì e cadde quasi in ginocchio restando a fissarla. “Mio dio...”

Oh, no. Non ci somigliamo neanche un po'.”

Andiamo” sbottò Gabriele afferrandolo per il retro della giacca. Lo scrollò costringendolo ad alzarsi. “Non è luogo adatto a te, questo.”

Gabriele.”

La voce profonda di Lucifero lo fece voltare togliendo la visuale ad Amitiele. L'Arcangelo si ritrovò faccia a faccia con l'esorcista che restò a fissarla abbacinato. Amitiele fece un mezzo sorrisetto e si chiese cosa avesse da guardare in quel modo. “Bella serata, eh?”

Piena di sorprese...” sussurrò scontrandosi col baluginio azzurro dei suoi occhi. Adrien spostò lo sguardo su Lucifero e impallidì mortalmente. Di nuovo sentì la mente rifiutare la realtà che stava vivendo.

Che vuoi?” domandò Gabriele svogliato.

E' solo rimandato.”

Ma si, ma si...” soffiò dandogli le spalle. I lunghi capelli di Amitiele schiaffeggiarono Adrien e lo fecero tornare in se.

Non guardarlo” sibilò Gabriele scrollandolo “vieni via e non alzare più lo sguardo su di lui.”

Ma è...”

Un cenno della mano di Gabriele e l'esorcista tacque suo malgrado. Sentì le labbra incollarsi e i piedi muoversi da soli. Libero arbitrio un cazzo, pensò camminando verso l'uscita con lo sguardo fisso davanti a se. L'avevo detto io!

---

Ma come sei vestita?”

Non sono stata io. E' stato Lu.”

Gabriele la scaricò a terra e Amitiele si ricompose con tutta la dignità di cui era capace. Spostò i folti capelli all'indietro e puntò le mani sui fianchi. “Ti rendi conto di cosa hai fatto?!” urlò a polmoni spiegati mentre Gabriele la scrutava disgustato da capo a piedi. “Ero a tanto così da...”

Eri a tanto così da perdere le ali, Sorella!” esclamò sovrastando la sua voce. Il che equivaleva ad usare un megafono in una stanza chiusa. Amitiele si tappò le orecchie e arricciò tutta la faccia in una smorfia sofferente. Quando aprì un occhio solo, accucciata su se stessa per evitare la potenza del vocalizzo, Gabriele la stava guardando con astio dall'alto del suo metro e ottantacinque. Sembrava sempre andarsene in giro col tecnico luci personale e se aguzzavi l'orecchio, potevi sentire anche una colonna sonora che annunciava il suo ingresso. Gabriele rappresentava tutto ciò che detestava in un'essenza celeste. Lo fissò da capo a piedi e alzò un sopracciglio. Beh, in un uomo, pensò ricomponendosi. Era troppo alto, troppo grosso, troppo cafone e maleducato per i suoi gusti. Tronfio, detestabile individuo. “Come hai fatto a trovarmi?”

Sono andato a naso” ridacchiò colpendosi la punta con un dito. “Siamo gli unici due Arcangeli a spasso per la Città, come pensi ti abbia trovata?”

Un vero cane da caccia” sibilò incrociando le braccia sul seno. Le stava fissando il seno. “Ehi, guardami negli occhi!”

Lo sto facendo.”

I miei occhi sono più in alto!” ribattè arrossendo. “Sei sulla Terra da cinque minuti e già hai perso la Grazia?”

Ringraziami, invece. Se non fossi arrivato in tempo, saresti già strisciando nelle putride paludi della decadenza umana.”

Mi prendi per una sprovveduta?” domandò puntandosi il pollice contro.

Gabriele sorrise in un modo così fastidioso che le mandò il sangue al cervello. “'ndiamo, secca.”

Toglimi le mani di dosso” borbottò scostando la spalla dal suo tocco delicato. “Devo tornare a Casa?” chiese improvvisamente timida. “Ti hanno chiesto di ricondurmi in Cielo?”

Gabriele non rispose, si limitò a scrutarla. Aveva qualcosa di tagliente. “Rechiamoci in un luogo più consono a cotali discorsi, Sorella.” Solo allora si ricordò dell'esorcista che aveva seguito tutta la discussione con espressione attonita che lo rendeva simile ad una tartaruga spiaggiata senza destino. “Grazie della soffiata, amico.”

Prego...” sussurrò immobile lo sguardo calamitato da Amitiele. “Chi sei?”

La Vergine Maria!” ridacchiò “ma dove l'hai trovato?”

Sciacquati la bocca, Amitiele!” la rimproverò secco “stai perdendo anche l'educazione.”

Gli fece la linguaccia di rimando. “Senti chi parla! Tu non sai neppure dove sta di casa!”

Scusate...”

La voce titubante di Adrien li fece voltare dalla sua parte. “Siete davvero due Angeli?”

Arcangeli.” Quel tipo buffo la stava guardando come se fosse una rock star. Scambiò uno sguardo con Gabriele. “Sei qui da un'ora e hai già fatto amicizia?”

Grazie del tuo aiuto, Adrien” mormorò Gabriele ignorandola. “Prenditi cura di te” sussurrò posandogli una mano sulla testa. Adrien sentì l'anima farsi leggera e ripulirsi dalla sozzura in cui era annegata. Di nuovo, le lacrime punsero gli occhi. “Sei meglio dello psicologo...”


Doralice: un zinzino seduttore lo è. Dopotutto, è il Diavolo! =)

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Capitolo 5
*** Lilith, la Prima Moglie ***


Ricapitoliamo.

C'erano due Arcangeli a spasso per la città e uno di essi incarnava la donna dei suoi sogni.

Aveva ripulito un covo e non gli era costata fatica alcuna. Siamo capaci tutti con un Arcangelo guerrafondaio al proprio fianco.

Aveva visto Lucifero in persona.

Cazzo...” sussurrò e buttò giù d'un fiato il liquido dorato.

Eudora strofinò il bicchiere dopo averci alitato sopra. Prese la bottiglia di Civas e riempì il bicchiere di Adrien. “L'ultima doccia a quando risale?” domandò la donna guardandolo di traverso. “Cominci a puzzare, Lebeau.”

E' il sangue dei Caduti” commentò a mezza bocca “sa di marcio.”

Mi allontani i clienti. Fila a casa e tagliati quella barba!” esclamò distogliendolo dai suoi pensieri.

Adrien annuì con un riflesso automatico. “'Dora...”

La donna lo guardò appena.

Credi in Dio?”

Eudora posò le mani sul bancone e si sporse verso di lui “sei in crisi nera anche stasera?”

Credi in Dio?“ ripetè meccanicamente “o nel Diavolo... o quello che cazzo è.”

La Guardiana incassò la testa nelle spalle. “Stai per rivelarmi che ha visto Dio?”

No. Il Diavolo” rispose guardandola dritta negli occhi.

In risposta, Eudora gli tolse il bicchiere e la bottiglia “vatti a fare una dormita, Lebeau.”

Sì...” sussurrò spostando la sedia “forse è meglio...”

Il diavolo, pensò ridacchiando dentro di se. “E che aspetto aveva, questo diavolo?”

Era bellissimo” mormorò con la mente persa nel ricordo che non riusciva a mettere a fuoco.

Andiamo bene, rimuginò mentre lo osservava uscire barcollando dal bar. “La prossima volta cosa vedrà? Uno squadrone di Angeli che cantano l'Alleluja?” si domandò a bassa voce.

Si chiamano Serafini. E non cantano davvero l'Allelluja”rettificò una voce femminile dietro di lei.

Eudora si voltò pensando di trovare una suoretta fra i piedi. Invece posò lo sguardo su una bellissima rossa dagli occhi verdi che arrotolava una ciocca di capelli attorno al dito bianco e affusolato. La donna scese dallo sgabello e si mosse dietro la figura trasandata di Adrien. “Ha ragione. È davvero bellissimo” sussurrò con voce così insinuante e morbida che le mise addosso una strana ed inspiegabile lussuria.

- - -

Cosa è quella roba?” chiese indicando lo schermo.

La ruota della fortuna?” domandò con un accenno di ironia. Gabriele si accorse di aver casualmente cambiato canale e tornò sul film. “Quella roba!”

Un film.”

Ne sono consapevole. Voglio sapere perché quella cena si ripete continuamente” insistette ostinato come un bambino. Amitiele lo fissò e spostò lo sguardo sullo schermo. Non notò nulla di strano finché i protagonisti non si scambiarono un caldo bacio.

Quello!” indicò puntando il dito contro la TV.

Il bacio? Tu non sai...” o santo cielo!, pensò battendo una mano sulla gamba.

Ba - cio? E a cosa serve?” domandò con disgusto “non mi risultano che gli umani siano un grado di prelevare anime o...”

Ma cosa dici...” sussurrò incredula, pizzicando la radice del naso “lo fanno perchè è piacevole. In molte culture è un simbolo di amicizia e per il resto del mondo è un preludio all'atto sessuale” spiegò sospirando.

Gabriele la guardò battendo gli occhi e Amitiele lo fissò a sua volta “sai cosa intendo per 'atto sessuale?'

No.”

Mio Dio!”

Non bestemmiare o ti lavo la bocca col sapone, ragazzina!” la avvisò voltandosi alla sua parte.

Amitiele alzò gli occhi al cielo un'altra volta. Lasciò cadere il collo all'indietro e fissò il soffitto. “E' una cosa gradevole, agli umani piace... ma che ne vuoi sapere tu, che sei fissato con la guerra.”

Posso fare nomi e cognomi di gente che ha usato la bocca a sproposito, signorina” ribattè duro. “E che fine ha fatto, Colui a cui mi riferisco?” la interrogò come un maestro cattivo “se rispondi giusto, ti do la caramellina.”

L'Arcangelo sospirò esausta “fammi pensare, è passato un sacco di tempo...” spostò i gomiti sulle ginocchia e posò le dita sulle tempie. “Ce l'ho!” rispose schioccando le dita.

Da ogne bocca dirompea co' denti
un peccatore, a guisa di maciulla,
sì che tre ne facea così dolenti.
A quel dinanzi il mordere era nulla
verso 'l graffiar, che talvolta la schiena
rimanea de la pelle tutta brulla.
«Quell'anima là sù c'ha maggior pena»,
disse 'l maestro, «è Giuda Scarïotto,
che 'l capo ha dentro e fuor le gambe mena».”

Brava” commentò divertito battendo pigramente le mani mentre Amitiele si inchinava, una mano sul petto come un'attrice di teatro drammatica e l'altro braccio dritto in fuori. “Dov'è la mia caramella?”

Gabriele sorrise malizioso e sogghignò.

Attento, Fratello. San Tommaso afferma che la malizia è un peccato punibile come tale” lo riprese un po' seccata “come fai a tirare fuori battute a doppio senso, se non sai neppure cosa è il sesso?”

Hanno un senso solo, infatti” dichiarò allargando le braccia sul divano esiguo e occupando tutto lo spazio “è indispensabile saperlo, ai fini della Guerra?”

Amitiele inclinò il collo e alzò le mani “fa un po' tu! E' pieno di Succubi, Iamaliel...”

Gli Osceni” borbottò fra se “quindi Lilith gira ancora da queste parti.” Posò la caviglia destra sul ginocchio sinistro e mosse la gamba su e giù. “Sta in guardia dai suoi bei capelli...”

Non cominciare a declamare il Faust, non ti sopporto” lo avvertì scivolando lontano da lui. “Quella donna mi piace, ha rifiutato di sottomettersi e quell'imbecille prepotente di Adamo e ha fondato un popolo tutto suo” esclamò storcendo la bocca all'occhiata che le arrivò. “Ed Ella disse 'Non giacerò sotto di te'”

Cosa. Diavolo. Stai. Dicendo?” domandò scandendo bene le parole.

Non puoi capire...” borbottò fra i denti incrociando le braccia “sei un uomo. E per di più un Arcangelo. Tronfio e misogino.”

Sotto o sopra che differenza fa?” domandò ancora cadendo dalle nuvole.

Lascia stare, non fa per te.”

Sei molto informata” affermò senza alcuna malizia.

Guardò la TV a tarda sera” Amitiele lo fissò risucchiando un labbro “mi annoio e saltello fra i canali.”

Capito...” sussurrò spostandosi di qualche centimetro da lei “sicura di non dover confessare qualcosa, Sorella?” domandò con voce bassa ed esitante.

Amitiele lo fulminò con lo sguardo “non devo confessare niente, non ho intrattenuto rapporti carnali con gli esseri umani di questa città, ne con Incubi, bello mio!”

Eh! Meno male” sospirò rilassandosi. “Spiegami la differenza fra sotto e sopra.”

Amitiele assunse una colorazione intensa che gli umani definiscono 'rossore'. “Mettiamola così” sussurrò spostandosi sul divano a disagio “cosa ne penseresti se...” non c'era un paragone, era impossibile farlo. “Mh...” borbottò fra i denti stropicciando la bocca. Il suo sguardo limpido ed innocente era difficile da sostenere. “Diciamo che gli uomini, ma non tutti da quello che ho potuto vedere in TV, preferisco essere la parte attiva durante l'atto. Di conseguenza, amano che la donna giaccia sotto il loro corpo per... controllare meglio la situazione... penso...” borbottò indecisa. “Non ne ho la più pallida idea!” ammise in difficoltà. “Tu preferisci aprire le lattine di birra da solo” esclamò d'un tratto illuminata da un'idea “se le aprissi al posto tuo, come ti sentiresti?”

Sono solo lattine” le ricordò non cogliendo il senso della frase. “Non importa chi le apre, ma quello che c'è dentro.”

Quello sarebbe stato un bellissimo concetto, se l'avesse espresso una persona normale e non un Arcangelo misogino che non aveva idea di cosa stesse parlando.“Non possiamo sorvolare quest'argomento?” domandò con voce comica rimettendosi in piedi.

Ho sudato sette vesti per insegnarti a combattere, quando eravamo Lassù. Ora sprecherai un'ora del tuo prezioso tempo per insegnare a me qualcosa, bellezza.”

Ma non è importante ai fini della Guerra!” ripetè allargando le braccia.

La Conoscenza è Potere!”

Non è importante!” ribatté esausta avvicinandosi a mani congiunte presso di lui “tu sei un Arcangelo, trascendi la fisicità degli esseri umani. Nessuno ti chiederà mai di fare sesso, ne qui, ne in Paradiso!”

Gabriele la guardò soppesando le sue parole “è una cosa così brutta? E' come la sozzura che abbiamo visto prima?”

E' molto peggio!” esclamò cercando di chiudere l'argomento. “Fai una cosa: guarda la TV. Domattina esporrai le tue domande, se ne avrai ancora.” Amitiele mugolò fra se mentre si chiudeva in camera e ciondolava comica fino al letto “perchè, Dio, Perché? Ho detto troppe parolacce, ho indossato vesti succinte che hanno attirato la tua ira?!”

- - -

Dormire, sì. Dormire per sempre.

Aveva già pensato molto volte al suicidio. Ma non poteva dargli quella soddisfazione. La doccia l'aveva ripulito dal sudore e dalle scorie. Ora cercava di tagliare la barba senza ferire se stesso. La mano gli tremava. Una goccia di sangue spillò copiosa. Adrien abbassò il rasoio e lo gettò nel lavandino.

Adrien...”

Quel sussurro amoroso avrebbe corrotto il più santo degli uomini. L'esorcista la vide nello specchio. Non aveva i suoi amuleti e il demone della Lussuria l'aveva preso di mira. “Cazzo vuoi?” domandò alterando la voce, memore che bastavano due urlacci per farlo sparire.

La donna aggrottò le sopracciglia rosse e inclinò la testa “che modo di rivolgersi ad una signora” borbottò mettendo su un broncetto seducente.

Adrien la fissò, improvvisamente lucido. La donna prese il rasoio e cominciò a passarlo piano sulla guancia. Non aveva neppure la sua crocetta al collo. Non la portava più da tempo.

Hai paura che possa ucciderti?” domandò sciacquando le lame sotto l'acqua corrente.

Non me ne frega un cazzo” rispose restando immobile.

La rossa sorrise alzandogli il mento con due dita. “Che linguaggio...”

Adrien le fermò la mano. La pelle era chiara, quasi trasparente. Era fredda al tatto ma cominciava a scaldarsi. Il palmo era incandescente mentre lo accarezza sul torace. Adrien sentì un fremito che pensava essere morto per sempre con Safyia. “Che cosa vuoi da me?”

Tu” bisbigliò a pochi centimetri dalla tue labbra. “So tutto di te.”

E cosa... smettila...” borbottò scostandola da se. “Fa viaggiare le mani e ti raso a zero, stella!”

Ho quasi fatto fuori il mio primo marito quando ha provato a sottomettermi” rispose con la voce improvvisamente dura e cristallina “non ti piacciono i miei capelli?”

Quel tono infantile e carico di seduzione solleticava le sinapsi risvegliando il suo lato maschile.

Non ti piacciono le mie mani o le mie labbra?”

Era meravigliosa, un sogno... Adrien cercò di scuotersi ma la malia era potente e la sua volontà faceva schifo. Infilò le dita nei riccioli rossi e la guardò negli occhi, quasi soggiogato. “Non ho nulla che possa interessati, demone.”

Demone...” ridacchiò baciandogli il palmo della mano e sollevando uno sguardo che lo portò ad una dolorosissima erezione. La donna si appoggiò completamente contro di lui. La terra gli mancò sotto i piedi. “Chiamami Lilith.”

Come la prima moglie di Adamo...”

Proprio lei” sussurrò baciandolo dolcemente.

Aveva le labbra morbide e sapeva di burro fuso e peccato. Adrien si scostò con l'ultimo residuo di volontà rimasta. Prese il rasoio e si incise velocemente la carotide.

Stupido mortale!” sibilò Lilith scostandosi con un balzo dal sangue che sgorgava copioso. “Stupido, stupido essere!”

Un cazzho...” ridacchiò affogando nel suo stesso sangue “no shono… sthupido da... urgh!”






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Capitolo 6
*** La Vergine Maria... oppure no? ***


Gabriele risplendeva di luce divina mentre compiva le sue preghiere della sera. Amitiele restò incantata a guardarlo, con un dito avvolto attorno al lembo inferiore della mogliettina bianca che indossava e i capelli annodati fra loro. Indossava calzini di spugna e recava ancora tracce di trucco sotto gli occhi azzurri coperti dagli occhialini. Aveva un Angelo in ginocchio sul pavimento del suo salotto, completamente nudo. Si chiese se avrebbe spiegato le ali e preso il volo. In quel caso gli avrebbe tirato in testa la spazzola per capelli. Fatti notare un altro po', pensò masticando le setole dello spazzolino da denti che teneva in bocca. Capì che aveva compiuto i suoi doveri, quando il brillio calò d'intensità e fu risucchiato all'interno del suo corpo. Solo allora si alzò e si voltò verso di lei. Amitiele lo fissò negli occhi restandone abbagliata e dovette portare una mano sugli occhialini per non rimanere ferita. Girò la testa quando il bagliore si fece vicino.

Questo problema è dovuto al corpo umano?” domandò a bassa voce “posso guarirti, Sorella.”

Risparmia le forze per la battaglia contro i Caduti” mormorò acuendo i sensi, priva della vista.

Hai detto le tue preghiere?"

Mi stavo lavando i denti” ammise tirando fuori dalla bocca lo spazzolino. “Devi fare qualcosa per quegli occhi.”

Ho già provveduto” affermò guardandola attentamente. Non sembrava la stessa che menava colpi a vuoto, durante il suo addestramento. “Sei qui da tre settimane, hai provveduto alla Confessione?”

Amitiele scosse la testa. Quella luce era insopportabile “Fratello, distogli lo sguardo, te ne supplico.”

Il buio calò e l'Arcangelo poté aprire gli occhi “grazie...”

Perchè non vuoi essere aiutata?” domandò fissando lo sguardo sul fondo della stanza.

Sono fatti miei! Non andartene in giro nudo per l'appartamento, non sei più in Cielo, tesoro!” gli ricordò spazzolando i capelli con foga.

Allora si aprirono gli occhi ad entrambi e s'accorsero che erano nudi” recitò solenne. “Stai acquisendo comportamenti umani che non sono spiegabili in un Arcangelo” mormorò scrutandola con le palpebre strette “tu non hai alcuna intenzione di tornare in Paradiso, vero?”

Era una bella domanda. Anzi. Era LA domanda. Amitiele non rispose e si limitò a scrollare i capelli. “Mi piace stare qui.”

Ti piace passare tutto il giorno in fogne putride ad aspettare che si faccia vivo un Caduto?” domandò un po' sorpreso.

Beh... sì. Quando non entra l'acqua sporca negli scarponi, mi piace combattere e avere la meglio su di loro” ammise a bassa voce “non puoi capire, sei qui da due giorni.”

La tua permanenza in questo luogo peccaminoso sta corrompendo il corpo umano di cui ti rivesti e alterando il Giudizio” la rimproverò “non avresti fatto cenno al mio stato, se la Malvagità non ti avesse toccata.”

Ma per favore, si tratta di buonsenso! C'è una bambina nel palazzo di fronte!” esclamò riprendendo a spazzolare i denti. Voltò nel bagno e sciacquò la bocca, lavando il viso. Quando tornò era vestito di tutto punto. “Bravo, vedo che obbedisci.”

Capisco che occhi innocenti non debbano essere aperti prima del tempo” disse a bassa voce. Le fece cenno di sedere. Amitiele obbedì con sguardo curioso. Gabriele sedette di fronte a lei con aria paziente, quasi rassegnata. “Mi avevano mandato qui per impedirti di fare ciò che ormai è stato fatto” rivelò con una secca smorfia di disappunto. “Senza autorizzazione e senza armi, come credevi di mettere in trappola Belzebù?”

Amitiele reagì sdegnata “ero armata fino ai denti, ma Lu...”

Lu. Lo chiami anche Lu!”

... mi ha fregata!”

Gabriel alzò le sopracciglia e unì le punte delle dita davanti a se. Sembrava stesse per scoppiare. Amitiele socchiuse le palpebre in attesa del 'botto'.

Sei la vergogna dei Cieli!” esclamò battendo una mano sul ginocchio “Non ci sono riusciti Raffaele, Uriele e...”

Ho tentato e questo mi basta!”

E' per questo che hai 'indossato' vesti mortali di tale fattura?” domandò indicandola “devo ricordati che fine ha fatto...”

Ehi! Oh! Calma, bello mio!” gridò alzandosi in piedi “osi mettere in dubbio la mia integrità?! Sei un orribile maschilista celeste!”

Maschilista?” Gabriele la fissò confuso “cosa vuol dire?”

Lascia stare! Il tuo minuscolo cervellino affogato in birra ed armi non può arrivare a comprendere un concetto del genere!”

Zitta un pò” mormorò alzando un dito e voltando lo sguardo verso destra e poi in alto, come se stesse cercando di captare qualcosa. “L'hai sentito?”

Pure...” sibilò Amitiele fra i denti. “Da pure gli ordini!”

Gabriele ammutolì e si accigliò. “Andiamo.”

Dove andiamo?”

- - -

Adrien stava affogando nel proprio sangue. Steso sul pavimento del bagno, fra gli asciugami umidi e il lerciume delle finestre, tentava di ricordare le preghiere di un tempo.

Padre Nostro...

Sarebbe morto da suicida, anche se l'aveva fatto per salvare quello che restava di lui.

Che sei nei Cieli...

Già la vedeva... era proprio una luce, come dicevano tutti.

Sia...

Era abbagliante. Squarciava il nero dietro le palpebre e... cavolo, quella era la Vergine Maria...


Amitiele si inginocchiò accanto al corpo e spinse con un dito il torace. Adrien si mosse appena, segno che era ancora vivo. La stava guardando, ora. Amitiele gli fece un cenno simpatico con la mano. “E' il tuo amico di prima? Carino, senza tutta quella barba.”

Spostati” ordinò facendola rialzare.

Perchè ha fatto una cosa del genere?”

Ha venduto l'anima al diavolo per amore di una donna.”

Pensa tu che stupido” commentò sedendosi a gambe incrociate per terra. “Cosa vuoi fare?”

Aiutarlo” mormorò afferrando il corpo e sistemandolo fra le braccia. La fissò di traverso, lo sguardo tagliente “reputi 'stupido' il suo operato?”

Che carino, vuole aiutarlo...” ironizzò. “Sì, credo abbia fatto un'immensa fesseria... però, non ti facevo così altruista!”

Gli occhi di Gabriele restarono di ghiaccio ascoltando quelle parole, poi intonò una nenia musicale e Amitiele si stupì per l'ennesima volta della sua forza. Era li da tre settimane e si sentiva svuotata di ogni forza e più lontana che mai dalla Luce.

- - -

Adrien aprì gli occhi con un sussulto. Si rizzò a sedere sul letto e portò la mano alla gola. Intatta. Forse l'aveva sognato. Quella donna... il demone che si faceva chiamare Lilith...

Non è stato un sogno.”

Adrien voltò lo sguardo sull'Arcangelo che aspettava pazientemente, appollaiato sulla finestra. “Come ti senti?”

Bene...” sussurrò. Alla perfezione, pensò con la testa leggera.

Lilith è stata qui.”

Così pare. Mi hai salvato la vita... perché?”

Non avevo niente di meglio da fare” ridacchiò scendendo dalla cornice. “Risarcimento danni.”

E... per la mia anima?”

Gabriele fece una smorfia dispiaciuta “ora è chiedere troppo.”

Ho visto la Madonna!” sbottò all'improvviso “era bellissima, risplendeva di luce...”

Un ghigno piegò le labbra dell'Arcangelo “hai visto Amitiele.”

La rivelazione lo gettò nel panico. Lei l'aveva visto in quello stato pietoso. Come era successo con Safyia. “E' qui?”

Sta spazzolando il frigorifero” borbottò schiarendosi la voce “perdonala, è un po' indisciplinata.”

Non fa niente...” borbottò cercando una camicia pulita e un paio di jeans. “Grazie...”

Gabriele lo studiò mentre si rivestiva. Seguì con interesse la sua ricerca febbrile del laccetto di pelle che recava una crocetta come ciondolo. Adrien lo vide con la coda dell'occhio. “Oro bianco benedetto dal Papa in persona. Protezione.”

Mi sembra giusto.”

Adrien smise di allacciare la camicia e lo guardò “l'hai fatto per convertirmi al tuo Dio?”

Chi può dirlo...” sussurrò enigmatico lanciandogli uno sguardo strano.


Le mani coperte dai corti guanti da motociclista affondavano nei capelli bruni e lunghissimi. Sembrava in crisi. Adrien pensò che un Arcangelo coi nervi a pezzi non era cosa che si vedeva tutti i giorni. Si fermò sulla porta e la guardò. Aveva una scodella quasi vuota davanti a se e un cucchiaio affondato nel mezzo di una poltiglia non identificabile. Amitiele poggiava i gomiti sul tavolo e gli occhialini giacevano davanti al piatto.

Poteva stare dormendo. O piangendo, decise quando vide cadere una goccia d'acqua sul tavolo. Amitiele spinse il piatto lontano da se e sbuffò passando una mano sotto gli occhi. Nell'attimo in cui lo vide, Adrien restò abbagliato dal suo sguardo celestiale e talmente brillante da ferirgli la mente. Distolse lo sguardo mentre Amitiele indossava gli occhialini. “Beh, come va?”

Una meraviglia” rispose azzardando un'occhiata “non sapevo poteste piangere...”

Quando siamo umani facciamo un sacco di cose” rispose velocemente “non ho mosso un dito, è stato Gabriele a...” mosse il dito in aria e voltò la testa altrove. Poi tornò a studiarlo.

Non hai la più pallida idea di ciò che provi.

Amitiele lo guardò con curiosità. Doveva interpretare le reazioni del suo corpo. Era molto alto, sebbene Gabriele lo superasse di alcuni centimetri. Sicuramente veniva definito un bell'uomo dalle donne umane. Avevo lo sguardo limpido e l'aria trasandata. Abbassò gli occhi sulla camicia aperta. Restarono li un bel po'. Amitiele si chiese che interesse avesse nel tessuto stropicciato. Poi si accorse che il suo corpo fisico non stava guardando la veste che indossava ma quel che si intravedeva al di sotto di essa. Si morse le labbra e continuò fino ai piedi. “Hai dimenticato le scarpe.”

Sì...” sussurrò compiendo la stessa manovra con Amitiele. Non c'erano parole per descriverla. E provare a pensare a lei in altro modo, era commettere un peccato mortale.

Oh, ho approfittato dell'ospitalità. Combattere contro i Caduti toglie un sacco di energie” disse indicando il piatto. “Cereali e latte.”

Chissà perché aveva più paura di lei che di un angelo distruttore dalla parlantina sciolta e dal pugno facile. Forse perché gli ricordava Olaf. Mentre lei era... un'altra cosa. “Fa come fossi a casa tua.”

Amitiele sorrise di sbieco “a 'casa mia' non mangiamo, non indossiamo simili vesti e...” girò lo sguardo sulla figura apparsa dietro Adrien e chiuse la bocca.

Ce ne andiamo” disse a bassa voce guardandola in modo strano “saluta Adrien.”

Ciao, Adrien” ripetè ubbidiente alzandosi in piedi. Gli battè il pugnetto sulla spalla e l'uomo sussultò.

Ciao, Ami.”

Come mi hai chiamato?” domandò sorridendo senza un motivo. “E' carino, mi piace.”

Andiamo” sibilò Gabriele spingendola via “Ami!”

Non essere scorbutico.”

E' puro sarcasmo, impara la differenza!”

Adrien li sentì discutere mentre uscivano tranquillamente dalla porta di casa come due persone qualunque. Cosa si aspettava, che prendessero il volo?




Prima cosa. Ho finalmente trovato il volto di Amitiele! Si tratta dell'attrice Delphine Chanéac ... semplicemente angelica!

Lu: un buon candidato è Paul Walker... o Lionel Clerc... ma immaginateli biondi biondi e con i capelli lunghi.

Beh, che so ste richieste di accoppiamento fra angeli? Svergognate!!!


Sondaggio: con chi vorreste vedere Amitiele? Adrien, Gabriele o Lu? (tanto la storia è già bella che completa, quindi non influenzerete il finale)


RecenZioni:

Gold Eyes: che dire... grazie di tutto cuore per le recensioni! Mi piace scrivere di questi personaggi, ognuno ha la sua e un carattere bene definito. Il segreto del 'postaggio' veloce, sta nel fatto che l'ho scritta quest'estate in vacanza e mi sto limitando a dare le 'limatine' ai discorsi e alle descrizioni!

Doralice: E' l'immagine più classica di Lilith! Da quella ho deciso che aveva i capelli rossi... inoltre faceva più strega!



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Capitolo 7
*** Lontano dalla Luce ***


Va bene. Perché l'hai fatto?”

Gabriele aguzzò la vista e per un istante Amitiele lo vide sorridere. “Ho solo seguito gli ordini.”

Ti hanno ordinato di salvare quel poveraccio?”

L'Arcangelo sorrise di nuovo, stavolta apertamente. “Chi fa la spia...”

O santo cielo!” esplose arrabbiata “non ti sopporto quando fai così! E dove hai imparato questi detti? Sei qui da due giorni!”

Tu da tre settimane e non hai combinato nulla” la prese in giro piazzandosi in faccia un sogghigno sarcastico.

Mi stai di nuovo guardando le tette?”

E' la parte di te che preferisco” rispose scanzonato.

Amitiele lo fissò – occhiali negli occhiali – e ruggì sommessamente. Di tutta risposta, Gabriele l'afferrò per il collo stritolandola contro di se bonariamente. “Che fai, soffi?”

Smettila, animale!” sbottò percependo odore di sudore, polvere da sparo, tessuto e... annusò l'aria e il viso si arrossò. I corpi umani avevano un odore indefinibile, per un Angelo privo di vocaboli come lei. Ma riusciva a distinguere una nota di fondo diversa a secondo dei sessi. Quella nota si alzava e abbassava di tono a seconda di chi 'l'indossava'. In Adrien era leggera, si faceva più accentuata in Gabriele. Lu le toglieva letteralmente il respiro. Restò col fiato sospeso per un lunghissimo momento, poi si divincolò con un gesto di stizza. Gabriele la osservò di sottecchi, mentre si aggiustava i vestiti e pettinava le ciocche nere.

Il suo sguardo addosso la metteva a disagio. Era come un fratello maggiore a cui non puoi nascondere la verità. “Penso...” cominciò in un sussurro “... di aver bisogno di...” si arrestò in mezzo alla strada e grattò a fronte furiosamente. C'era un vecchio detto che affermava che 'chi si gratta la fronte, ha le corna pronte'. Amitiele lo prese quasi alla lettera. “Di parlare...”

Prima cibo.”

Cibo?” domandò sorpresa “hai fame?”

Gabriele si indicò con fare comico “hai idea di quanto nutrimento ha bisogno questo corpo?”

- - -

Era imbarazzata. Quello che provava era l'imbarazzo più spaventoso della sua intera esistenza. Amitiele lo fissò con disgusto quando addentò l'ennesimo whopper. “Se continui così, entrerai nel Guinnes dei Primati” lo avvisò tenendosi ben discosta da lui. Peccato fosse allo stesso tavolo, impossibilitata a negare la conoscenza di quell'essere gigantesco che, tempo quindici minuti, aveva fatto fuori quattro porzione grandi di cheeseburger con annesse patatine e bevande gassose.

Gabriele lasciò andare il fazzoletto con cui aveva deterso mani e bocca, ingoiò un altro litro di Pepsi e ruttò discretamente. Distese la gamba destra avanti e si lasciò andare all'indietro sulla sedia che scricchiolò sospetta. “Comincia.”

Amitiele sventolò una mano, disgustata. “Sento l'odore di cipolla da qui” borbottò abbassando le spalle. “Sono in crisi. Non riesco a capire... ma mi ascolti?”

Gabriele giocherellava con la cannuccia mordicchiandola svogliato. Invece di concentrare la sua attenzione su di lei, si guardava attorno.

Amitiele gli mollò un calcio sotto il tavolo quando lo vide fissare una rossa clamorosa che aveva appena varcato la soglia del locale. “Mi stai ascoltando o stai sbavando su quella tipa?”

Gabriele sorrise sospetto, riportò lo sguardo sulla donna e sogghignò, massaggiando lo stinco.

Ho capito” sibilò alzandosi dal tavolo e rifinendo a sedere all'improvviso. Abbassò lo sguardo sulla mano che teneva il polso fermo. Sentiva formicolare la pelle, il battito cardiaco stava facendo mille piroette nella cassa toracica.

Gabriele le rifilò un'occhiata penetrante quando la vide arrossire e divincolare il polso. La lasciò andare e le fece cenno di sedersi e restare in silenzio. “Stai diventando umana.”

Quella frase arrivò fra capo e collo e Amitiele non seppe ribattere.

E' quello che succede restando troppo lontano dalla Luce.”

L'Arcangelo cincischiò con le parole e strinse le labbra “che devo fare?”

Un bel niente” rispose alzandosi in piedi. “Ci si vede”

Dove vai?” domandò sorpresa dal suo comportamento “che devo fare, Fratello?!”

Quello che fai di solito!”


Di solito andava a caccia di Caduti. Ma non ne aveva molta voglia. Amitiele sprofondò le mani in tasca e mosse le labbra. Le mordicchio, poi le toccò con un dito. Erano secche. Una volta non ci avrebbe fatto caso. Stava diventando padrona del suo corpo e delle sensazioni che esso provava a contatto con il mondo. Aveva reagito alla presenza di Lu, in quella che veniva definita 'eccitazione sessuale'. Si era sentita partecipe della disgrazia di Adrien – roba che l'avrebbe preso fra le braccia e consolato, quel cucciolo sparuto - e, cosa più strana di tutti, aveva provato 'qualcosa' per il suo celeste Fratello incazzoso. Non lo detestava più come prima. Amitiele si arrestò davanti una vetrina che le ricordò che era senza armi e che avrebbe dovuto fare una visita al vecchio e fidato mercante di morte. Ecco, pensò alzando gli occhi al cielo. Aveva cominciato a parlare come Gabriele!

- - -

Il gigantesco Olaf era abituato agli sproloqui alcoolizzati o drogati (molte volte le due cose insieme) e senza senso di Adrien. Da quando aveva perso Safyia, anni prima, era caduto nella depressione più profonda che uomo avesse mai sperimentato. Ma quello che aveva davanti, era un Guardiano esorcista lucido e in preda ad una crisi mistica. Parlava di Angeli e Demoni senza che la voce gli tremasse o la mente se ne andasse a spasso per qualche anfratto lurido della propria anima (altro termine da non usare con leggerezza di fronte a lui.) “Mi stai dicendo che ci sono due Angeli che ciondolano in città, e che li hai incontrati entrambi?”

Arcangeli.”

Fresca” sussurrò uscendo dal cofano dell'auto per la regolare manutenzione bimestrale. “E che ti hanno salvato la vita.”

Lui mi ha salvato la vita.”

Ma gli Angeli non sono asessuati?”

Non quando cadono. Devono scegliere la forma u... senti, so che è assurdo e incredibile ma ti sto dicendo che ci sono due Arcangeli qui, in questo momento, che stanno lottando contro Lucifero!” esclamò spazientito “non ci credevo nemmeno io, ma li ho visti con questi occhi!”

Olaf lo osservò mentre ripuliva le mani su uno straccio unto e sporco. Non sembrava drogato ne alcolizzato. Non lo vedeva così in forma da anni. “Com'è questa Lei?”

Adrien sentì la bocca sigillarsi, non poteva usare alcun termine per definire Amitiele. A disagio si mosse sulle gambe e guardò altrove. “Che te ne frega, torna al punto principale.”

Due Arcangeli in lotta con Lucifero” disse infilando l'asta dell'olio nell'apposito contenitore. Adrien si spostò dalla macchina quando chiuse il cofano.

E dove risiede Lucifero?”

Al Covo dei Dannati” sussurrò malmostoso. “Nell'attico.”

Olaf scoppiò a ridere e lo fece così a lungo che Adrien pensò fosse stato uno sbaglio parlargliene.

Ok, scusa” ridacchiò asciugandosi gli occhi e creando due grandi macchie di grasso sulle guance. “Che trip ti sei fatto?!”

Ma vaffanculo...” sbottò staccandosi dal fianco dell'auto “fai questo lavoro da una vita. Hai visto cosa c'è nell'altra Dimensione! Perché non riesci a credere ad una cosa del genere?!”

Olaf si accigliò visibilmente “stai parlando di Angeli e Demoni, di lotte divine nelle nostre strade e ti stupisci che non ti creda! Ce l'hanno un nome questi Angeli?”

Arcangeli. E sì, ce l'hanno!” rispose immusonito.

E da quando in qua Lucifero risiede nel super attico del palazzo più alto della città?!”

Che diavolo ne so, avrà bisogno di un cambiamento anche lui!” esclamò rendendosi conto di quanto suonava isterico quel discorso. Tirò su la manica e mostrò le braccia levigate.

Olaf lo studiò, in guardia “i buchi...”

Sono scomparsi. E anche i tagli!” esclamò sollevando un lembo della camicia sotto la quale spiccava la pelle intatta “è stato lui, mi ha guarito... anzi, mi ha riportato in vita...” sussurrò a disagio. “Continui a non credermi..”

Il suicidio è punibile con la dannazione eterna. Rinnegare il dono di Dio non farebbe muovere il culo di nessun Angelo” rimuginò guardandolo negli occhi “che cosa hai fatto, Lebeau?”

Lilith...”

Lilith. Quella Lilith?” la voce si alzò di un tono “Lilith ha cercato di ucciderti?!”

Adrien lo guardò di sottecchi. Era sempre più a disagio “no...” spinse la lingua nella guancia e Olaf lo fissò innervosito “ti ha fatto un pompino?!”

Che cazzo stai dicendo?!” gridò imbarazzato “ha cercato di corrompermi e nessun demone cerca di corrompere Adrien Lebeau!”

Era scosso e tremava. Olaf si rese conto che aveva i nervi a pezzi e che era arrivato il momento di abbassare i toni. “Ok. Lilith ti ha concupito, com'è nella sua natura...”

Non riuscivo a resisterle... ho preferito...” Adrien indicò la gola e abbassò la mano “è stata legittima difesa. Non ho più l'anima, ma il mio corpo non è il trastullo di alcun demone.”

Hai fatto bene” mormorò l'amico posandogli un braccio sulla spalla “e l'Arcangelo ti ha salvato.”

Sì...”

Dobbiamo fare un regalo all'amico” disse sovrappensiero. “Come si chiama?”

Mi credi davvero?”

Ho altra scelta?” domandò guardandolo negli occhi. Quello che aveva davanti era un'altra persona e un cambiamento del genere non poteva avvenire dall'oggi al domani. Adrien non aveva la forza di stare in piedi da solo. Non nelle normali condizioni. “Ti credo.”

Il peso che portava sulle spalle si alleggerì all'improvviso. “Preparati al botto...”

Non giocare agli indovinelli e spara 'sto nome.”

Gabriele.”

Olaf lo guardò sbiancando “la Mano Sinistra di Dio? O porca...”

Eviterei di associare il suo nome ad una bestemmia” lo fermò divertito “è simpatico, un po' sopra le righe.”

E che aspetto ha?”

Beh...” Adrien rimuginò sulla tenuta militaresca che portava e il suo modo di fare da bullo della scuola con troppo testosterone nelle vene. “Hai presente quelle belle figure angeliche dell'iconografia classica? Scordatele completamente. ”

- - -

Amitiele spalancò la porta dell'armaiolo Jack e si stupì del silenzio che vi regnava. Nessun borbottio, nessun 'siamo chiusi'? Niente musica di sottofondo? “Nonno Jack? Non...”

Un flebile lamento le fece sporgere la testa oltre il bancone. Amitiele aggirò il banco e si inginocchiò accanto alla figura dell'armaiolo morente.

Mi sa... che è l'ora...” bisbigliò l'uomo fra le sue braccia. “Oh... non farmi finire... nel posto sbagliato...” ridacchiò sentendo la vita fluire via. Amitiele posò le labbra sulle sue e l'anima venne risucchiata al di fuori del corpo mortale. Bisbigliò qualcosa e l'essenza fluttuò verso il Cielo in un turbine di luce. Amitiele tolse gli occhialini e la guardò, sentendo un'enorme nostalgia propagarsi nel corpo. Finchè riusciva a vedere la Luce e a sentire il suo calore, poteva dirsi ancora un Angelo.

Arrivo nel momento sbagliato?”

L'Arcangelo lasciò andare il corpo a terra e si voltò. “La vedi, la Luce?”

Non vedo la Luce da migliaia di anni.” Lucifero lasciò chiudere la porta alle sue spalle e avanzò nel negozio. “Ne sento la mancanza ogni singolo minuto di ogni singola ora.”

Amitiele si rimise in piedi e lo ignorò. Girare le spalle a Lucifero non era intelligente, ma lei aveva bisogno di un'arma. In più stava piangendo. Portar via un'anima le faceva sempre un effettaccio. Frugava ancora fra gli scaffali, quando si sentì toccare su una spalla. Si voltò senza una parola. Quella bellezza le feriva la vista e anche attraverso le lenti nere, poteva scorgere lo scintillio crepuscolare degli occhi di Lucifero. Il corpo umano tremò.

Ti vidi, quando ti creò.”

La sua voce era un sussurro soggiogante e non lasciava spazio a vie di fuga. Amitiele chiuse la mente, ma non potè impedire che le circondasse la vita con le braccia. Non provò neppure a fuggire. Rifiutò il contatto bisbigliando una preghiera protettiva dentro di se.

Smettila” sibilò sentendo una forza divina allontanarla da lui “non fuggire.”

Tu sei il Male, io un Servo di Dio mandato sulla Terra per combatterti” snocciolò con voce assente e sguardo vitreo. “La fisicità umana non trascenderà il mio essere angelico.” Perché aveva tanto l'aria di una stronzata?

Guardati...” disse mettendola di fronte ad una superficie riflettente. Era rossa in volto e tremava da capo a piedi. Eppure si sentiva padrona di se! Come era possibile che la mente e il corpo fossero così distaccati da...

Ascoltati...” sussurrò voltandola verso di se “... prendi coscienza dei tuoi reali desideri...”

Non sei più nel Giardino nell'Eden, non fare il viscido serpente con me!” Amitiele si rese conto troppo tardi del guaio in cui si era cacciata.

Libero arbitrio” sussurrò troppo vicino. Amitiele lo guardò mentre si chinava su di lei. Girò la testa quel tanto che bastava per evitare il bacio ma si rese conto che le dita lo afferravano e lo tiravano verso di se. Il suo corpo umano l'aveva tradita.


RecenZioni!

Gold Eyes: più che indispettirsi, la prende in giro. I capitoli - per ora - sono 11. Poi magari tiro fuori qualcosa dal cilindro...

Eilinn: non amo per niente Twilight, mi sono informata sull'attore ma no... è molto lontano dalla mia idea di Lucifero.

Doralice: il mistero delle recensioni resterà un mistero...

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Capitolo 8
*** Sensazione di Perdita ***


Mi stavi cercando, tesoro?”

Gentilissima. Gli risparmiava la cerca. “Ciao, Lilith.”

Gabriele” sussurrò restando dietro di lui a braccia incrociate. “Cosa ti porta qui?”

L'Arcangelo si voltò ridacchiando dentro di se “oh, sai... le solite cose...”

La rossa strinse gli occhi verdi da gatta e Gabriele ricordò che non avendo toccato l'Albero della Conoscenza, non fu condannata alla mortalità. “Ho bisogno che tu mi faccia un favore.”

Lilith lo guardò negli occhi, sorrise e poi scoppiò a ridere. “Questa è buona! Da quando in qua, un Arcangelo ha bisogno di un favore da una delle mie ragazze?”

Dipende dalla ragazza. Fa vedere la merce.”

- - -

Non vedeva più nulla. Amitiele strinse gli occhi quando le tolse le lenti con un gesto svogliato. Usò le mani per coprire il viso. Si sentiva un po' ridicola, ma era l'unico modo per proteggersi dalla luce demoniaca che emanava. Non era mai successo, a memoria di Angelo, che Uno di Loro fosse così vicino alla Sorgente di tutti i Mali. Oppure sì e lei non ricordava? La 'nota' la confondeva. Si insinuava nei condotti nasali diffondendosi nel cervello. Lo sentiva ridere. “Ridammi gli occhiali!”

Lucifero li posò sul ripiano di cristallo del bancone e le lenti tintinnarono. Seguì divertito gli impacciati tentativi di Amitiele di raggiungere i suoi occhialini protettivi e quando ne ebbe abbastanza, scivolò verso di lei.

A tentoni cercò le lenti. Tastò il vetro e della stoffa che non riuscì a identificare, poi una massa solida che le intirizzì i polpastrelli e la fece ritrarre.

Stanco del giochino, la diresse verso di se. Le accarezzò i capelli e il viso. “Ascoltati.”

Cos'era quella Voce?! Avrebbe proferito un malo verbo se fosse stata in grado di parlare. Le gambe non la tenevano in piedi, il respiro era sempre più affannoso e il guaio peggiore era a livello della cintola. Quello non l'aveva mai sperimentato prima. La sensazione che provava scivolava dal cuore fino all'ombelico e si perdeva nelle membra, rendendo le dita quasi insensibili. Immaginò che avesse usato la stessa voce per sedurre la Prima Madre.

Libero arbitrio.”

Poteva scegliere. “No”.

Perché aveva detto no?

No, mai.”

Lu alzò il mento che teneva ostinatamente puntato verso il basso e la scrollò, sorprendendola. Istintivamente aprì gli occhi.

Grigio, blu e nero che si confondevano in un vortice.

Si aggrappò alle sue braccia e ammutolì.

Ora vedeva.

Vedeva fin troppo bene.

Hai perso la Grazia nel momento in cui hai cominciato a desiderare di possedere fisicamente questo involucro umano” spiegò insinuante e carezzevole. “Sei sulla buona strada per perdere le ali.”

Amitiele non rispose. Lo fissò negli occhi e parte del cervello rifiutò quella spiegazione. Lei – il suo corpo - desiderava Lucifero. Mai nessuno di Loro aveva raggiunto una tale vicinanza con esso. Nessuno di loro era stato accarezzato in quel modo. Lu la spinse contro il muro e la gola di Amitiele lasciò andare un gemito.

Mi vuoi?” Lu si chinò su di lei e le scostò i capelli dalla bocca con un dito. ““Mi vuoi, vero?” bisbigliò facendole girare la testa, lo sguardo appannato e i polmoni in procinto di scoppiare.

No, non ho perso le ali...” rispose in un miagolio indistinguibile. “Non mi porterai all'Inferno con te!” urlò spingendolo via. Amitiele inciampò nel corpo di Jack e caracollò in avanti, urtando le ginocchia contro il pavimento. Il dolore la svegliò e la rimise in piedi. Scappa!

- - -

Adrien percepì un vuoto improvviso nel cuore e un dolore acuto che gli fece portare la mano sul petto.

Cosa hai?”

Non lo so...” sussurrò guardandosi attorno “una sensazione di perdita...”

Olaf lo guardò interessato. “Mentre analizzi la tua sensazione di perdita, io mi rifornisco di proiettili dal vecchio Jack. Sono rimasto quasi senza munizioni.”

Adrien lo seguì sovrappensiero e quando sbattè contro l'amico che si era fermato all'improvviso, provò un terrore tale da costringergli la mente.

Lo senti?”

Sì.” Era forte, acuto e lo terrorizzava a morte.

Cos'hai con te?”

Qualche amuleto e basta” mormorò stringendosi le braccia addosso “cazzo...”

Cosa?”

L'ho già sentito prima. Al Covo.”

Olaf si girò completamente verso di lui “Lucifero?”

Adrien fece una mezza smorfia e annuì.

Non mi metto a combattere contro Lucifero! Chiama i tuoi amici Arcangeli e fatti aiutare da loro!” esclamò impaurito. “Che cazzo, a tutto c'è un limite!”

Non hanno mica il cellulare, sai?!” esclamò affrettandosi verso la via da cui sentiva provenire la sensazione.

E come li chiami?”

Sono loro a trovare me!”

Lucifero non si scomodava per corrompere un umano. Ci pensava un Caduto. Lucifero non avrebbe mosso un dito a meno che non si trattasse di un Arcangelo, pensò scurito. Aveva visto cosa stava facendo al Covo...

Amitiele si lanciò fuori dal negozio e svoltò l'angolo finendogli addosso. Un turbinio di capelli e imprecazioni rotolò su se stesso per un metro. Quando lo riconobbe, lo tirò su a forza. Anche quella era diminuita. “Va via di qui!” gli intimò spingendolo via “via, scappa!”

Adrien lo vide svoltare l'angolo proprio in quel momento. L'aria pacata che aveva al Covo era stata sostituita da disapprovazione e fastidio. Il terrore gli gelò le gambe e l'Arcangelo lo spinse via un'altra volta. “Cerca Gabriele, digli che...” Amitiele si interruppe quando lo vide alzare la testa e fissare con pupille ridotte ad uno spillo la figura dietro di lei. Dio, aiutami!

Qualcuno sparò. Qualcuno che era comparso dal nulla. L'acqua santa sfrigolò a contatto con la pelle e i vestiti. Lucifero sibilò orribilmente e voltò la testa verso il gigante che lo fissava a bocca aperta. Pronunciò parole che non appartenevano a quel mondo e Amitiele vide l'uomo sbiancare e tremare da capo a piedi. “Fai un esorcismo!” urlò scuotendo Adrien “ora, ora!”

La bocca di Adrien si mosse in automatico e la nenia latina che ne scaturì, fu efficace quel tanto che bastava per distrarre l'attenzione del Diavolo da Olaf.

Via!” urlò spingendolo verso la strada aperta.


Ci sta seguendo?!”

Continua a correre!”

Adrien si arrestò e Amitiele gli sbatté addosso per seconda volta. Era terrorizzata, e non era di buon auspicio che un inviato di Dio fosse in quelle condizioni. “Se avesse voluto, ci avrebbe già preso!” le gridò in faccia per farla riprendere “ci ha lasciato andare!”

Sì, lo so!” urlò più forte di lui “è un guaio, un cazzo di guaio!”

Non dire parolacce” l'ammonì scuotendola “che sta succedendo, Ami?!”

Amitiele ammutolì e Olaf li guardò ancora scosso e tremante. Stava per farsela nei pantaloni. “Era Belzebù, quello?!”

Sì” sussurrò l'Arcangelo facendo un passo indietro. “Nelle sue spoglie umane...”

Ho sparato una cartuccia d'acqua santa al Diavolo?!”

Sì” urlò di nuovo in preda ad una crisi isterica “e io ho quasi perso le ali, indovina un po' chi è quello fottuto fra noi due?!”

Olaf la guardò come se fosse una povera pazza.

Che vuol dire che hai quasi perso le ali?”

Amitiele arrossì quando Adrien le rivolse la domanda. “Non posso proteggere neppure me stessa, sarebbe meglio dividerci.”

E' una buona idea!” confermò Olaf col fiato grosso “puttana Eva, ho sparato al Diavolo!”

Ti sparo io, se non la finisci!” eruttò l'amico tornando a guardarla. “Troviamo Gabriele. Avrà sicuramente...”

No, non dirgli nulla!” esclamò frastornata. Ma che stupidaggine, lui già lo sapeva. “Non posso più tornare in Cielo...”

E' l'Arcangelo?! Lei è l'Arcangelo...”

L'Arcangelo sega e buona a nulla” mormorò Amitiele stropicciando la faccia e accorgendosi solo in quel momento che non aveva gli occhialini. E ci vedeva perfettamente. Abbassò la testa e le lacrime le pizzicarono gli occhi. “Sono un'incompetente...”

E' uguale a Safyia” sussurrò Olaf nell'orecchio di Adrien che lo scostò con fastidio.

Non si somigliano per niente” ribatté. “Ami...”

Amitiele tirò su col naso e lo guardò appena. Sembrava una bambina sgridata e messa in castigo.

Hai detto bene prima. Sono un esorcista e la mia abitazione è piena di trappole per demoni” mormorò sempre imbarazzato ma un po' meno intimidito da lei. “Se il Diavolo ti sta concupendo, posso darti una mano...”

Tu non credi più in Dio, come puoi pensare di aiutarmi?”

Di fronte a quell'accusa, Adrien si sentì spiazzato.

Ehi, signorina!”

Amitiele si voltò verso Olaf che l'aveva redarguita. “Non hai fatto un granché da sola, il mio amico ti offre aiuto e tu fai pure la stronza?!”

Olaf...” sibilò imbarazzato “stai dando della stronza ad un emissario di Dio!”

Ha detto che ha perso le ali. Non è più potente di noi!”

Aveva peccato di superbia. Amitiele arrossì e chiese scusa ad entrambi. “Il problema resta, però...” gli fece notare abbassando di molto i toni.

Vedremo di risolverlo” mormorò sentendo un guizzo dentro che non provava da tempo “ti devi fidare di me.”

Amitiele lo guardò negli occhi e annuì e Adrien non riuscì a credere alla propria fortuna.

- - -

La storia si riproponeva.

Amitiele si guardò intorno toccando gli oggetti che custodiva la casa. Se ci fosse stato Gabriele lì, l'avrebbe sgridata. “L'hai già fatto prima?”

Sì” rispose. Ma non con un Angelo, pensò nascondendo i vestiti sporchi dietro il divano.

Gabriele mi ha detto che hai venduto l'anima per una donna.”

Bene. Aveva toccato il tasto peggiore. “La mia ultima protetta. Un demone la stava tentando, non sono stato capace di aiutarla.”

E pensi di riuscirci con me?”

Bella domanda. “Non è la stessa cosa. Aisha, la madre naturale di Safyia, aveva contrattato col demone Azafir. Ricchezze in cambio della figlia.”

Che stronza!”

Un termine del genere in bocca ad un Angelo stonava terribilmente. “Venne fuori che Safyia era una naturale Reclutatrice di Anime...”

Ahi!”

E che Azafir cercava una porta di carne per attraversare da una dimensione all'altra.”

Un Procreatore.”

Sì.” Adrien si fermò e la guardò. “Azafir aveva bisogno di una vergine per suggellare il patto nel sangue...”

Amitiele rabbrividì e si strinse nelle spalle. La sensazione di smarrimento fisico che aveva provato prima, poteva darle solo un quadro incompleto di quello che doveva aver provato Safyia. Aveva idea che cedere spontaneamente poteva essere di gran lunga più piacevole di un'imposizione forzata. Era un pensiero nuovo e sentiva il corpo rispondere al posto suo. Se Lu l'avesse forzata... “C'è riuscito?”

Noi eravamo innamorati... quindi...” Adrien perse la voce e ingoiò il magone. “Non l'ha presa bene. L'ha ingannata, l'ha posseduta e quando ho venduto la mia anima in cambio della sua, se l'è portata via. Non ho avuto più alcuna notizia di lei.” Era la prima volta che raccontava tutta la storia a qualcuno.

Se l'avesse forzata, sarebbe stata perdonata?

Mi dispiace.” Amitiele lo toccò sul braccio e Adrien la guardò di traverso. “Mi hanno tolto il mandato, il Vaticano mi ha dichiarato inadempiente e padre John mi ha abbandonato.” Era quello che bruciava più di tutti.

Perché al suo corpo piaceva così tanto essere toccata da lui?

E' per questo che hai rinunciato a Dio?”

Non aveva alcuna spiegazione logica dietro.

Mi rendo conto che l'operato dei nostri rappresentanti terreni non è stato dei migliori... ma credimi, Adrien, Dio non ha abbandonato te.”

Anche Gabriele la toccava, ma la reazione era ben diversa. Non diventava inconsistente come se fosse fatta di vapore.

E tu?”

Quella domanda la strappò dai suoi pensieri e la mise sulle spine. “Io sono stata debole. Mi sono lasciata quasi corrompere dal Demonio.”

Come?”

Mi vuoi, vero?

Nel momento stesso in cui l'involucro umano è caduto nella tentazione della Lussuria, la Grazia di Dio mi ha abbandonato...”

Il che vuol dire?”

Come faceva a non capire? “Lontano dalla Luce, siamo soggetti alla corruzione, come voi umani.”

Allora Dio non è eccelso come volete far credere, se basta così poco a perdere la sua stima!” eruttò facendole alzare la testa “dov'era, quando Azafir me l'ha portata via e dov'era quando Lucifero ti ha tentato? E non uscirtene con la storia del libero arbitrio! Un minuscolo errore e persino tu, l'Arcangelo Amitiele, è stato espulso dalle file angeliche?”

Non hai capito un accidente!” esplose fulminandolo. “Tu potevi scegliere di non vedere la tua anima per una già persa ed io...”

Ma io l'amavo!”

Allora l'amore è una stronzata!” Amitiele tappò la bocca all'istante. Quello era il dubbio che non aveva osato confessare a Gabriele.

Forse è meglio chiudere il discorso...”

Amitiele annuì. Era terribilmente mortificata e confusa.

Vieni. Ti faccio vedere la tua stanza.”

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Capitolo 9
*** Il Salvacondotto e il Tradimento ***


Però! Non fosse stato un sant'uomo, avrebbe festeggiato in quel luogo fino alla morte!

Hai scelto?”

Vecchia ruffiana! Gabriele si voltò accigliato. In realtà stava morendo dalla risate dentro di se. “Quella che cerco non c'è.”

Lilith lo fissò da capo a piedi e scrollò i lunghi capelli rossi “chi stai cercando, Angelo?”

Una donna sulla trentina. Capelli e occhi scuri, origine orientale.”

Devi dirmi qualcosa di più” mormorò sfiorandosi il mento con un dito. “Pensavo avessi deciso di abbandonare la retta via per un'esistenza molto più vera. E carnale.”

Gabriele sogghignò e si avvicinò alla donna “stai facendo la gattina con me, piccola?”

Non avvicinarti, il tuo fetore angelico mi è insopportabile” borbottò sventolando una mano.

Le cipolle del cheeseburger” ridacchiò tirando indietro la testa. “Ti dirò il suo nome: Safyia.”

Lilith lo fissò negli occhiali e alzò il mento “e pensavi di trovarla qui, fra le mie ragazze?”

No, volevo solo rilassarmi la vista” ridacchiò facendola quasi sorridere. “Andiamo, dove posso trovarla?”

Non sono la sua padrona. Devi parlare con Azafir.”

E sia” sussurrò abbassandosi un po' e inondandola con l'alito cattivo “dove posso trovarlo?”

Non puoi trovarlo. E' nella Dimensione dove neppure tu puoi accedere senza permesso.”

Lo vedremo” dichiarò tirando fuori il fucile dal soprabito “a chi devo sparare per aprire un Portale?”

I sussurri sbigottiti delle donne attorno a lui, fecero accigliare Lilith “mettilo via. Non mi piace la violenza.”

E cosa ci facevi a casa di Adrien Lebeau? L'ho trovato in una pozza di sangue.”

La rossa si alterò e per un istante, Gabriele vide i suoi capelli fluttuare “volevo solo divertirmi! Quello stupido ha preferito tagliarsi la gola che cedere a me!”

Un uomo onesto che non si è lasciato corrompere” commentò sereno “ti rode, eh?”

La furia di una donna era terribile. Quella di Lilith addirittura biblica. Gabriele sogghignò senza ritegno “troverai un altro poveraccio da svuotare delle sue energie maschili!” Le diede le spalle camminando verso l'uscita. Mantieni il cuore puro e intatto, si ripetè più volte. Ma era troppe e tutte bellissime. Mettermi alla prova in questo modo è quasi scandaloso, Boss, pensò alzando gli occhi al Cielo.

Gabriele!”

L'Arcangelo si voltò svogliato.

Vuoi trovare Azafir? Va da Lucifero. Ma portagli qualcosa in cambio. Conosci le regole.”


Ehhh, il caro vecchio Lu, pensò ciondolando verso il Covo dei Dannati. Sapeva benissimo quello che voleva da loro. Gabriele entrò e nessuno provò a fermalo. Neppure Asmodeo che lo seguì con aria seccata e i denti in mostra. Prese l'ascensore e contemplò anche l'idea di fermarsi al bar per una bevuta ritemprante. Ma non aveva molto tempo da perdere. Quando le porte si aprirono, Gabriele si spalancò in un sorriso irritante. “Ciao Lu!”

Che cosa vuoi, Arcangelo?” sibilò restando immobile dall'altro lato dell'ascensore “il mio livello di tolleranza è pari allo zero.”

Non fai tanto il cazzone con me, eh?” ridacchiò cambiando gamba d'appoggio “voglio un salvacondotto per l'Altra Dimensione.”

Lucifero lo scrutò senza alcuna espressione. “Perchè dovrei acconsentire?”

Perchè c'è un fucile divino puntato alle tue palle e uno psicopatico celeste dall'altra parte. Non cercare di scoprire chi fa più male dei due.”

Non è con la minaccia che otterrai il salvacondotto.”

Gabriele si avvicinò alle porte spalancate e inclinò la testa. “So che cosa vuoi e sono qui per dartelo.”

La mimica facciale di Lucifero mostrò tutta la sua sorpresa. Gli occhi crepuscolari guizzarono di piacere. “Sacrificheresti tua Sorella per un permesso di accesso all'Inferno?”

Gabriele fece passare il chewingum che stava masticando da un lato all'altro della bocca. “Ordini dall'alto.”

- - -

Metti questa e non toglierla per nessuna ragione.”

Amitiele prese la catenina che le porgeva e la guardò. La minuscola crocetta d'oro risplendeva fra le dita. Armeggiò con il laccetto di pelle e lo impigliò fra i capelli. Adrien le tolse la catenina dalle mani e girò dietro di lei. Amitiele raccolse la chioma da un lato e il contatto lieve con le dita di Adrien la fece rabbrividire. Il cuore batteva disordinato. L'Arcangelo si leccò le labbra e lo guardò di sbieco. Gli sembrava innocuo come un adorabile cucciolo di cane. Forse lui poteva spiegarle cosa stava succedendo.

Fatto.”

Avrei bisogno di parlare con te.”

L'uomo restò a guardarle la nuca “se vuoi parlare di teologia o convincermi che...”

No, Dio non centra nulla” commentò voltandosi di qualche grado. “Si tratta di me. Del mio involucro fisico.”

Il suo bellissimo corpo non aveva bisogno di commenti. Di certo, non sarebbe riuscito ad esprimere un parere. Si autocensurava quando intravedeva il seno dalla scollatura o i jeans disegnavano la linea dei fianchi. “Qual è il problema?”

Non lo so” sbottò scuotendo la testa “quando sono arrivata, andava tutto una meraviglia. Col tempo, il mio essere ha subito un cambiamento. Sento cose che prima non sentivo e provo delle sensazioni a cui tento di dare un nome...” la voce si affievolì fino a scomparire. Adrien si sedette di fronte a lei, sul tappeto, al centro di un cerchio magico. “Ti stai umanizzando.”

Noi diciamo 'corrompendo'.”

E' un termine poco gradevole” le fece notare tranquillo “sentire o provare piacere, non è male.”

Cos'è questo profumo che sento?”

Incenso di erbe magiche. Oppio e molto altro.”

Penso che mi piaccia. Ma non ne sono sicura” mormorò guardandolo negli occhi “quando Lu mi ha toccata... che fai?” domandò quando vide che le accarezzava il palmo della mano.

Che cosa provi?”

Amitiele seguì il movimento lento e il formicolio le raggiunse il braccio “mi fa venire da ridere.”

Ed è male?”

No”. Scosse la testa e Adrien la lasciò andare. “Quando Gabriele mi tocca... è strano. Mi piace... ma non è... come...” Amitiele arrossì vivamente e capì che provare piacere al tocco del Demonio equivaleva ad un'espulsione per cattiva condotta dal Regno dei Cieli. Con tanto di sculacciata.

Io ti ho toccato. Che cosa hai provato?”

Amitiele lo guardò a lungo e bisbigliò un 'non lo so' che lo spinse ad avvicinarsi.

Cosa senti quando sei con me?”

Tranquillità” Amitiele battè le palpebre privandolo per un attimo della visione celeste che riempiva il suo mondo. “Mi fido di te.”

Bene” mormorò imbambolato “Ami...”

Perchè mi chiami così?”

Ti infastidisce?”

No. Mi piace” mormorò e si avvicinò di qualche centimetro “mi fa sentire protetta.”

Cavolo, che complimento!

Ho detto qualcosa di male?”

No. No, anzi...” sussurrò un po' perso nei propri pensieri “non mi capitava da tempo di ricevere appoggio da qualcuno.”

Sei troppo duro con te stesso.”

Adrien chiuse gli occhi quando gli posò una mano sulla testa.

Dimenticavo che non sono più un Angelo vero...” mormorò interrompendo la carezza.

No, non smettere” disse fermandola e posando una mano sulla sua “non darti per spacciata...”

Non penso di poter tornare in Cielo. Sono destinata alla mortalità.” La voce si era spezzata. Adrien l'abbracciò di slancio, sentendola irrigidirsi per la sorpresa. “Ti proteggo io” mormorò nel suo orecchio “fidati...”

Amitiele provò a ricambiare la stretta. Non ci riusciva. “Ehi... hai mai pensato che un giorno avresti abbracciato un Angelo?”

Non ho mai immaginato niente di tutto questo, pensò infilando le mani sotto i capelli. Era fresca e morbida. Il suo cuore non era morto con Safyia. Si dava particolarmente da fare, in quel momento. L'esorcista aprì gli occhi e la scostò da se. Quel modo di protendersi verso di lui... sapeva cosa voleva dire? Gli occhi celesti erano annacquati e assottigliati in un'espressione di estremo piacere. Le labbra socchiuse lo attiravano come una calamita. La baciò a fior di labbra e Amitiele trasalì e si scostò all'indietro. “Pazzo, potrei portarti via l'anima per... oh... scusa.”

Adrien battè le palpebre facendole capire che era tutto a posto. Si aspettava una folgore divina per quel gesto impulsivo e sconsiderato, ma non successe nulla. Baciare un Angelo in crisi esistenziale... che trip! “Libero arbitrio” mormorò restandole vicino. “So che è da vermi giocare la carta del libero arbitrio, ma...”

Hai ragione. Posso scegliere” disse distogliendo lo sguardo. “Carino, il bacio.”

Quello non era un bacio” sussurrò spinto da una forza interna che non sapeva identificare. Ne acuiva le riserve di coraggio latente. “Posso baciarti davvero?”

Amitiele lo fissò perplessa. Se quel contatto labiale era stato gradevole, cosa avrebbe provato con un bacio? Non era tanto sicura di volerlo scoprire. Scosse la testa e si tirò indietro. “Non voglio peggiorare le cose.” Si rialzò dal tappeto con estrema lentezza. “Sono a pezzi, vado a dormire.”

Adrien la osservò allontanarsi, poi crollò di schiena a terra. Portò le mani alla faccia e la stropicciò. Il più grosso due di picche della sua vita glielo tirava un Arcangelo! Però, pensò sorridendo, non è da tutti...

Amitiele si lasciò andare sul letto, faccia avanti e sospiro sconsolato. Le cose erano già peggiorate. Baciare Adrien sarebbe stato il minimo! Voltò su se stessa e fissò il soffitto cercando di trapassare le mura. “Mi stai mettendo alla prova, vero?” domandò a voce bassissima. “Non sto andando molto bene...” chiuse gli occhi e il rumore di uno svolazzare d'ali l'attraversò riempiendola di serenità. Il letto di inclinò da un lato e Amitiele provò un senso di fastidio per l'invasione del suo spazio personale. Una volta non ci avrebbe fatto caso. Una volta l'avrebbe preso a calci nel posteriore per tutta la città! Si tirò a sedere, gambe incrociate e lo guardò. Per la prima volta, pensò che il termine 'figo' gli calzava a pennello. “Posso ancora chiamarti Fratello?”

Gabriele sollevò le spalle e le lasciò ricadere. Era stato più veloce di lei ad acquisire comportamenti umani. “Per me...” rispose studiandola attentamente. “Hai fatto casino.”

Amitiele annuì e si avvicinò a lui. “Immagino non siano molto contenti, Lassù” ribattè stringendo le labbra. “Sai, quando non parli si riesce quasi ad apprezzarti.”

Non ti sono mai piaciuto.”

No” ammise sorridendo “sei... eccessivo.”

Gabriele ghignò come se lo trovasse molto divertente e le passò un braccio attorno alle spalle. “Perchè non l'hai baciato?”

Non era giusto.”

Nei confronti di chi?”

Amitiele lo guardò perplessa. “Non posso. Oppure sì?”

La smorfia di Gabriele si accentuò e diventò noia “eppure abbiamo frequentato gli stessi corsi, Sorella...” sospirò spostando il braccio “tu puoi fare quello che vuoi!”

Non mi risulta” rispose un po' seccata “sono un Arcangelo, non posso andarmene in giro a sbaciucchiare esseri umani o...”

... lasciare che Lucifero ti conduca manina manina nelle putride paludi fangosi della lussuria umana?” concluse sarcastico, guardandola di traverso. Il risolino che gli sollevava un angolo della faccia era quanto di più irritante avesse mai visto. Amitiele ebbe voglia di fare come alla Tv e mollargli uno schiaffo per togliergli quell'espressione dal volto. “Smettila” soffiò prendendo le distanze con aria dignitosa “non mi diverte.”

Eddai che ti piace il biondino... è un bel ragazzo...” la sgomitò cameratescamente.

Ma che stai dicendo?!” esclamò allibita “stiamo parlando di Lucifero! Di colui che ha...” Amitiele ammutolì e alzò la testa quando gli arrivò a pochi centimetri dal volto. Ora che lo guardava meglio... e sì, era proprio figo.

Gabriele gli si appollaiò quasi sopra e la studiò. Era penetrante anche attraverso gli occhiali da sole. Li tolse e li gettò da un lato. “Lo desideri sessualmente, non mentire.”

Non sono io, è questo corpo!” ribatté sporgendo la testa verso di lui. Brillava ma riusciva ancora a sostenere la vista della Luce divina. “Hai già imparato usi e costumi della Terra?!” Gli addominali si contrassero dolorosamente. “Non respirarmi così vicino, puzzi di cipolla!”

Meglio l'odore di zolfo?” la prese in giro tagliente “sei una vergogna di Angelo!”

Senti chi parla! Il signor 'ce l'ho più grosso di voi'!

Cosa?” domandò perplesso.

E' un modo di dire! Via dal mio stomaco, uccellaccio!”

Gabriele storse la bocca e assottigliò le palpebre “chi ti ha insegnato a combattere? Chi ha evitato che ti sparassi su un piede?”

Tu. Solo perché Michele non era disponibile!” gli ricordò “il suo corso era pieno, mentre – guarda caso! – il tuo completamente vuoto!”

C'è una propensione per le armi bianche lassù...” si scusò grattando il naso a disagio.

Mentre a te piace tutto ciò che fa BUM!” esclamò storcendo il naso. Sentiva quella nota bassa e il suo corpo si risvegliava. Che stress! Artigliò il lenzuolo sotto le dita e girò la testa “nessuno ti darà la colpa per la mia incapacità.”

Come se li avessi mai ascoltati” rispose facendosi indietro e osservandola bene “che ti sta succedendo?”

Niente...” ma si accorgeva di tutto, quel tipo?

Non è 'niente'. Senti qui” mormorò posandole una mano sul cuore. Amitiele impallidì e il battito si fece più disordinato di prima. Ma che... ma le stava toccando il seno! Gli spostò la mano con un gesto brusco e veloce. “Resta qui tre settimane e comincerai a capire cosa si prova a diventare umani...” sussurrò incrociando le braccia. “Non farlo mai più.”

Sorella, ti devi togliere quelle idee dalla testa. Non porteranno a nulla di buono...” borbottò pensieroso. “Eh, si può fare.”

Hai la soluzione?” domandò speranzosa sgranando gli occhi.

Gabriele annuì e la fissò seccato. “Ho sempre la soluzione!”

Ti ascolto!” esclamò finendogli quasi in braccio. “Spara.”

Quella si che sarebbe una gradevole soluzione!”

E' un altro modo di dire, fesso!” ribatté spingendolo su una spalla e non spostandolo di un millimetro.

Sei piena di modi di dire...”

Amitiele lo vide accigliarsi, lo sentì mugolare fra se e poi lo vide prendere una decisione. “Male non farà... al massimo una ramanzina...”

Cosa?” domandò dondolando una gamba per un istante.

Zitta” mugugnò afferrandola e appiccicando le labbra alle sue.

Amitiele trasalì per la sorpresa e restò immobile.

Gabriele si staccò e la guardò “passati, i bollenti spiriti?”

Eh?” domandò battendo le palpebre “che cos'era, quello?”

Un bacio. L'abbiamo visto in televisione, ieri sera” spiegò esitante “ho sbagliato qualcosa?”

Amitiele lo fissò ad occhi sgranati. “Mi stai tirando i capelli... e non penso che si debbano sbattere i denti in quel modo” commentò acida. “Sei troppo irruento.”

Non sono irruento!”

Fosse la volta buona che ti insegno qualcosa io” sibilò tirando indietro i capelli e drizzando la schiena “vieni qua!” Amitiele inclinò il collo e si sporse fino ad arrivargli al mento. “Sua Altezzosità ha la compiacenza di chinare il capo? Non ci arrivo!”

Gabriele sospirò quasi infastidito “sei sempre stata una sega su tutto. Non cercare di insegnarmi una cosa così semplice.”

Amitiele lo fissò con un certo cipiglio, poi lo afferrò per la giacca e lo tirò a se. Glielo avrebbe fatta vedere lei! Che ne sapeva quell'uccellaccio di come si baciava? Ingoiò la saliva e prese un respiro. Brutta mossa. La nota bassa e personale di Gabriele l'avvolse completamente. In tre secondi, il suo corpo subì un drastico cambiamento: aveva il batticuore, stava sudando e sentiva la maglietta tirare sul seno. Con molta delicatezza, posò le labbra sulle sue e restò immobile. Non aveva pensato ad alcune cose. Quanto avrebbe dovuto durare, il contatto? E poi, bastava quello o c'era altro? Il suo odore la distraeva e la mente fluttuava fra mille domande. Forse dovresti lasciarlo, pensò cercando di convincere le dita a mollare la presa sui vestiti.

Gabriele mosse le labbra sotto le sue e le aprì, catturando prima il labbro inferiore poi il superiore. Le accarezzò la mandibola alzandole il viso. Non sarebbe stato da meno. Se la cretinetta pensava di prenderlo in contropiede si sbagliava di grosso. L'aveva vista pure lui, la TV!

Amitiele si sentì avvolgere completamente dalle sue braccia e provò una sensazione mai avuta prima. Tremò fin dentro le ossa e impaurita dalla reazione del proprio corpo, gli puntò le mani contro e spinse facendo forza sulle braccia. “Ma che fai, idiota?!” esclamò colpendolo sul torace e su una spalla “siamo Arcangeli, imbecille spiumato! Te lo sei dimenticato?!” Ehi, che faccia. Che gli era successo?

Gabriele la guardava come uno appena svegliato da un lungo sonno. “Pensavo di farti un favore...”

E come, ammazzandomi con le cipolle?!” urlò in preda ad una ridicola crisi isterica senza senso “cosa ti dice la testa?!”

La testa mi dice di neutralizzarti prima di fare una cazzata! Cedi a Lucifero e mi toccherà addestrare un'altra essenza e tu sai quanta pazienza ho con i novizi!”

L'esplosione di Gabriele risuonò e la investì tramortendola. Amitiele sgranò gli occhi “sei preoccupato per me? Hai paura di perdermi?”

Un pò” ammise fra i denti “tendo ad affezionarmi alle cretinette come te.”

Oh...” uggiolò abbracciandolo “ti voglio bene...”

Ehi, che tette morbide!”

Guarda che te lo mollo un ceffone” ruggì staccandolo da se “perchè devi essere così ignobile?!”

Stavo scherzando.”

No, non scherzavi!” esclamò puntandogli un dito contro. “Maschilista!”

Gabriele si alzò dal letto seccato. La sovrastava di parecchi centimetri “non dire parole a caso, se non hai studiato il vocabolario!”

E tu smettila di essere come sei!” gridò più forte.

E come sono?”

Sei... sei...” Amitiele non trovò le parole giuste. Lasciò cadere il braccio, sbuffò e si mise a sedere sul letto “è successo qualcosa di terribile mentre ti creavano” disse alzando la testa verso di lui. La guardava senza alcuna espressione sul viso. “Sei testardo, fastidioso, insopportabile...”

Tutti pregi a casa mia, bambola.”

Amitiele sorvolò la frase infelice. “Vanitoso, collerico... ma ho l'impressione che accanto a te, non mi accadrà mai nulla di male.”

Eh...” grugnì “non sono l'Arcangelo Gabriele per niente, bellezza.”

Appunto” bisbigliò fra i denti “il solito stronzo...”

Ah! Guarda che te le do!”

Amitiele gli mostrò la lingua, Gabriele l'afferrò per il collo e le strofinò la testa con le nocche “quando dico una cosa la faccio!”

Ahia! Mi fai male, lasciami!” scoppiò a ridere per la scena ridicola e sentì le lacrime pungerle gli occhi. “Scemo...” asciugò le palpebre con il dorso dell'indice e quando vide come la guardava, tornò seria.

Gabriele la fissò per un istante e girò gli occhi altrove. Giocherellava con le proprie dita, picchiettando le punte dei polpastrelli fra loro.

Come se si fossero messi d'accordo, si ritrovarono faccia a faccia. Il cuore le batteva disordinatamente ma una sensazione di felicità inspiegabile la possedeva.

Non raccontarlo in giro.”

Ok...”

Merda!”

Che c'è?!”

Mi stavo dimenticando!”

Amitiele sussultò quando la prese in braccio. Lo guardò sospettosa “Dove andiamo?” domandò quando si avvicinò alla finestra. “Posso camminare.”

Il vecchio Gabriele ha la cura a tutti i mali! Non seccarmi e chiudi gli occhi.”

Gli Angeli si muovevano alla velocità della luce. Nel momento in cui li riaprì, l'ambiente cupo che la circondava e l'odore sottilissimo di zolfo, le fece intirizzire l'anima. Guardò Gabriele ad occhi sgranati e con un filo di voce riuscì a dire solo una parola. “Perché...”

L'Arcangelo la lasciò andare e Amitiele sbatté dolorosamente il coccige a terra. “Ma cosa fai?!”

Il salvacondotto.”

Che...”

Ma Gabriele non stava più parlando con lei. Si rivolgeva a Lucifero in persona che la guardava con aria altezzosa e stringeva un rotolo chiuso da ceralacca rossa nella mano destra. Lo porse a Gabriele senza dire una parola, gli occhi crepuscolari puntati su di lei. Amitiele provò la sensazione della vittima sacrificale. Ammutolita da quello che stava succedendo, non si rese conto che era rimasta di nuovo sola. No, non sola. C'era Lucifero con lei. Si stava abbassando sulle gambe lunghissime e le porgeva la mano.

Amitiele strisciò indietro, il più possibile, finché dovette fermarsi, spalle al muro.

Lu sorrise. “E' il caso di dirlo” mormorò a bassa voce “stavolta sei davvero fottuta.”


Doralice: sì, senza la protezione divina diventa umana perdendo tutti i poteri.

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Capitolo 10
*** La Tentazione di Amitiele ***


Amitiele si appiattì contro il muro. Era una prova, vero? Vero?! Gabriele non l'avrebbe mai fatto, senza un buon motivo.

Come se le avesse letto nella mente, Lu sorrise apertamente. “Sembra che Lassù abbiano deciso che sei sacrificabile, dopotutto...” ritirò la mano e si alzò in piedi. “Intendi restare in quell'angolo ancora per molto?” domandò placido. Un gesto delle dita e le luci aumentarono di intensità mostrandole la stanza in cui si trovavano. Era la stessa in cui l'aveva ricevuta la prima volta. Erano al Covo. Tremando, si rialzò restando aderente al muro.

Non ho alcuna intenzione di farti del male. L'ho promesso a Gabriele.”

Tutto quello giungeva inatteso e le toglieva la forza di parlare.

Di nuovo quei vestiti...” lo sentì sussurrare osservando la sua mise da battaglia. Un attimo dopo aveva qualcosa di leggero e impalpabile addosso. Amitiele sollevò la seta blu notte con due dita. Probabilmente era uno che non amava l'abbigliamento sportivo.

Siediti” mormorò indicandole un comodissimo ed enorme divano di fronte un camino che mandava un calore infernale. Visto che non lo seguiva e restava immobile, la stanza si mosse verso di lei. Amitiele si ritrovò seduta di fronte a Lucifero. Si appiattì contro la stoffa vellutata. La sensazione di quel materiale, sotto le braccia nude, era inspiegabile. Tirò le gambe a se e incrociò le caviglie. Aveva i piedi nudi.

Leggiadra...” Lucifero sogghignò e quel barlume di sorriso le ferì la vista. Distolse lo sguardo e quando lo riportò sulla posizione originaria, era sparito.

Lo trovò seduto alla sua sinistra, un bicchiere di vino rosso fra le dita snelle e bianchissime. I capelli biondi fluttuavano liberi sulle spalle e si adagiavano lungo la schiena come se fossero vivi. La camicia nera era aperta leggermente a mostrare la pelle chiara e liscia del collo. Era seducente come solo il Diavolo poteva essere. Prese il calice per non farlo spazientire. Quella era la sua prova. Aveva dubitato del Suo operato, di Lui, dell'Amore che avrebbe dovuto profondere sulla Terra. Meritava la prova più dura. “Quanto dovrò restare qui?” domandò recuperando la parola. “Fino al ritorno di Gabriele?”

Lucifero la guardò e non rispose subito. Si prese tutto il tempo per gustare il vino. Amitiele non toccò un goccio.

Abbiamo fatto un patto. Non è previsto che torni la fuori. O Lassù” sussurrò puntando in dito in alto. “L'Arcangelo Amitiele in cambio di un salvacondotto per l'Inferno.”

Amitiele si irrigidì tanto che il bicchiere si incrinò fra le dita. Lu glielo tolse con un gesto galante.

Che deve fare... perché...” balbettò andando nel panico. Il cuore prese a martellarle nel petto e il seno si alzò e abbassò velocemente attirando lo sguardo di Lucifero che restò a studiarla senza muovere un dito. “Stai iperventilando. Calma.”

Che vuol dire... che deve fare...” continuò sentendo il cuore esplodere “Gabriele non poteva farlo senza...”

... gli ordini dall'Alto” concluse con una piccola nota trionfante nella voce.

Stai mentendo!” gridò sporgendosi verso di lui “come osi prenderti gioco di me in questo modo?!”

Lucifero la guardò interessato. Parecchio interessato. Le sorrise senza muovere le labbra. Amitiele sentì il corpo liquefarsi “non resterò qui un minuto di più...” mormorò con voce tremolante scivolando goffamente dal divano.

Invece resterai perché il patto è stato stretto!” replicò afferrandola per l'avambraccio. “Nessuno può venir meno alla parola data!”

Me ne frego, non voglio...” Amitiele ammutolì quando le luci calarono e la figura di Lucifero sembrò farsi enorme e avvilupparla. “Smettila di spaventarmi!” urlò sentendo i nervi cedere di colpo. “Sono nervosa e ho paura... e che cavolo, questo corpo lo detesto!” sbottò sollevando il vestito dalla vita “non fa altro che darmi problemi!”

Arrenditi all'evidenza che il tuo amato Dio ti ha venduta al nemico” insistette abbassando la voce e tornando 'normale'. “Da quando hai paura di me?”

Io non ho paura di te! Il mio corpo ha paura di te! E non mi ha venduta, questa è una prova.”

Per cosa? Hai sbagliato a fare i compiti a casa e non hai detto le preghierine della sera? Hai usato il tuo corpo per scopi impuri o pronunciato falsa testimonianza?”

Ho dubitato di Lui, io...”

Lucifero la tirò a se e la tenne stretta. Amitiele avvampò quando gli finì in braccio. Era caldo e muscoloso e quel vestito amplificava la differenze fisiche fra loro. Era bellissimo, una tentazione continua. Si sentiva un topo in trappola. La sensazione l'opprimeva e l'affascinava al tempo stesso. “Non siamo nell'Eden, smettila di tentarmi...”

Mai” mormorò accarezzandola sulle braccia e lungo il collo “così hai paura di me.”

Amitiele soffiò di sdegno ma la voce tremò “non avrei paura di te neppure se ti mostrassi nel tuo vero aspetto!”

Sai perché non ti ho mai uccisa?” domandò all'improvviso facendole alzare la testa. Lu la scrutò in ogni angolo del viso e sorrise svogliato. “Per arrivare qui, dove siamo ora...”

Dove siamo ora?“ domandò timida e poco sicura di voler udire la risposta.

Stai tremando.”

Amitiele serrò i pugni e un momento dopo, fermò la mano che le sollecitava le guance. “Puoi avere l'involucro, non arriverai mai a possedere la mia anima.”

Mi basterà” ridacchiò “come inizio è ottimo.”

- - -

Gabriele canticchiava mentre scivolava veloce come la Luce fra i sentieri infernali. Lucifero era stato di parola. I vecchi patti non vengono mai meno, rimuginò con un pensiero rivolto ad Amitiele. Non le avrebbe fatto del male, se la sarebbe cavata. Aveva cavillato con Lu fino allo sfinimento: solo se avesse ceduto di sua spontanea volontà, avrebbe potuto averla. In caso contrario, avrebbe sguinzagliato le orde celesti contro di lui e l'Armageddon sarebbe arrivato molto prima del previsto. Una buffonata messa su in quattro e quattr'otto. Gli sarebbe valsa una tiratina d'orecchi. E qualche migliaio di anni di Purgatorio per quel bacetto innocente, pensò svoltando l'angolo giusto.

La biblioteca era gigantesca e si stagliava in tutta la sua sontuosità nel cielo rossastro. Gabriele mostrò il salvacondotto alla guardia infernale all'entrata e l'essere si fece da parte con malcelato sospetto. Chi pensava che l'Inferno fosse un enorme ufficio burocratico, non ci andava tanto lontano.

Fila C, scaffale 359, lettera L. Gabriele spostò l'enorme scala che giaceva in un angolo e velocemente si avviò alla cerca. Nascite, morti... a-ah! Contratti!, pensò cercando il fascicolo giusto. Adrien Lebeau. Gabriele afferrò il contratto vergato col sangue e lo piegò mettendolo in tasca. Scese fischiettando dalla scala e fu subito fermato dalla guardia.

E' vietato portare i documenti fuori della Biblioteca” lo aggredì alzando una mano ma senza toccarlo.

C'è sempre qualcosa che non va, pensò sbuffando. “Mi serve il documento originale non posso mica fotocopiarlo!” esclamò alzando gli occhi al cielo. Lì non potevano vederlo. Gabriele sogghignò “ehi, che hai sulla spalla?” domandò all'improvviso e nel momento stesso in cui il bibliotecario abbassava gli occhi, lo colpì dritto e duro alla mascella. O quella che doveva essere la mascella. Scavalcò il corpo e velocemente si avviò all'uscita.

- - -

Quella era mossa bieca e sporca, pensò. “Ripensandoci, non avrai neppure quello.” Più lo guardava e più sentiva il corpo illanguidirsi. Ricomponiti, sei un Arcangelo!

La vedremo” rispose sorridendole. Appiccicò le labbra alla tempia e le sussurrò nell'orecchio “le preghierine non funzionano più, vero?”

Amitiele restò immobile e respirò affannosamente. Il suo profumo le entrava in circolo, il calore che emanava era insopportabile. Quando percepì la carezza lungo i capelli, rabbrividì fino alla punta dei piedi.

Il tuo corpo mi desidera...” sussurrò spingendosi contro di lei. Aveva visto abbastanza televisione in piena notte per capire cos'era che le premeva addosso. Spostò le spalle all'indietro e gli puntò una mano sul torace. Un altro risolino. Era quasi irritante! Si sarebbe alterata, se ne avesse avuto la forza. Invece cercava di restare 'in piedi' e respirare allo stesso tempo. Lucifero la lasciò andare di colpo e lei barcollò all'indietro, la mente proiettata alla fuga mentre girava su se stessa e di dirigeva verso l'uscita.

E' la seconda volta che mi dai le spalle” lo sentì sussurrare dietro di se.

Amitiele si arrestò contro la porta quando vi appoggiò le mani sopra, le Essenze si lamentarono e Lu le soffiò nell'orecchio un'altra volta. “Lo prendo come un invito.”

Amitiele si appiattì contro il legno lavorato. Le Voci si alzarono di tono. Erano sbigottite.

Fate silenzio, voi!”

Amitiele non si rese conto di aver chiuso gli occhi e tappato le orecchie con le mani. Si raggomitolò su se stessa e pensò che nessuno di Loro aveva mai dovuto superare una prova simile. La mente vacillava, ma il corpo l'aveva del tutto abbandonata. Tremava e piagnucolava e sentiva qualcosa di fastidiosamente umido fra le gambe.

E' impressionante il punto in cui sei arrivata...”

Amitiele alzò la testa lentamente, le lacrime le impedivano di vedere la splendida bellezza di Lucifero.

Gli umani si corrompono così facilmente” sussurrò abbassandosi sulle gambe “mi aspettavo qualcosa di più da te.”

La stava giudicando debole? Amitiele sgranò gli occhi: l'aveva deluso! Quel pensiero le era insopportabile. “A differenza di qualcuno di nostra conoscenza, io non ho ceduto alla tua Tentazione!”

Lu sorrise rallegrato. “No, ma hai appena peccato di Superbia.” Mosse le dita in una breve piroetta e Amitiele si ritrovò nella penombra, distesa su un enorme letto di raso rosso e nero. “Che fantasia...” sussurrò sarcastica, indicando le lenzuola sotto di se. “Sei un po' monotono.”

Non abbiamo arredatori decenti all'Inferno” replicò in ginocchio su di lei. “Riesci a fare dell'umorismo in questo momento, me ne compiaccio.”

Perchè non dovrei? E' una cosa talmente assurda da farmi ridere!” Sta zitta, sei isterica.

Non mentire” sussurrò accarezzandola lungo le gambe. “Stai tremando di nuovo...”

Tu hai abbassato il riscaldamento!” esclamò facendolo sorridere ancora di più. Amitiele sentì il cuore riscaldarsi e le membra farsi di piombo. Solo per un sorriso. Era una prova difficile da superare. Ma non impossibile. Tutto bastava distrarre la mente dalla situazione e... mh... dove sono finiti i vestiti? Amitiele si accorse di essere nuda. Strinse la bocca in una smorfia risentita e si coprì con le braccia. “Sei un vile e un verme!”

Il patto con Gabriele non contempla le offese al mio operato” la prese in giro mettendosi in situazione di parità. Cioè, eliminando le proprie vesti. “Hai peccato d'Ira. La tua lenta discesa mi compiace ma ti prego di astenere i commenti sgradevoli.”

Tu che preghi? Neanche se ti vedo con questi o...” Amitiele ammutolì di fronte quella stupefacente perfezione.

I capelli biondi piovvero oltre le spalle, quando si chinò su di lei. Strofinò una gamba contro le sue, separandole. “Guarda cosa stai facendo. Una volta non ti avrebbe importato mostrare il corpo nudo.” Si chinò e la baciò sul collo e lentamente scese fino al seno che stava coprendo con un braccio. Amitiele si morse le labbra a sangue e non emise neppure un gemito. Un'altra mossa del genere e il cuore avrebbe ceduto.

Peccato di Lussuria, uno dei miei preferiti...” Lucifero spostò anche l'altra gamba, osservandola bene. “Tu non hai la minima idea di quel che sta per accadere...”

Non accadrà nulla. Nulla!, si ripetè più volte. Aveva visto qualcosa di simile in Tv ma, annoiata, aveva girato canale. Lucifero la accarezzò lungo il ventre, scendendo sempre di più. Solo in quel momento, Amitiele gli puntò le mani contro, il respiro annientato e il sangue che implodeva. “No...” sussurrò sentendo un cedimento inesorabile della volontà. “Non mi avrai.”

La vedremo” mormorò sdraiandosi su di lei e circondandole il viso con le mani. “Chiedimelo. Muori dalla voglia. Chiedimelo.”

No” bisbigliò affogando nel suo profumo “mai!”

Gli occhi crepuscolari di Lucifero riflessero tutta la sua collera. Forse aveva capito. C'era una clausola nel patto con Gabriele.

E sia” sibilò scostandosi da lei “spero che i tuoi Fratelli Celesti siano preparati alla mia furia!”

Scateneresti i Mastini Infernali per un semplice no? Come la prendi male...” borbottò voltando sullo stomaco e appoggiando il mento sui palmi delle mani. “Impara dagli esseri umani. Il 'due di picche' fa scorrere alcool e lacrime da migliaia di anni.”

Lucifero la guardò impassibile. Di colpo era di nuovo calmo e controllato. “L'Apocalisse è solo rimandata.”

I vestiti, falli ricomparire...” mormorò allontanandosi dal letto. Doveva sedersi, le gambe non riuscivano a tenerla dritta. Un gesto svogliato della mano e Amitiele li vide cadere ai suoi piedi. “Grazie. Sei sempre così gentile e amorevole con me.”

Lucifero la osservò di sottecchi e si sdraiò comodamente, mettendo in mostra il corpo snello e muscoloso che possedeva. “Dove vai?”

A casa” rispose infilando i jeans. Una gamba alla volta, brava. Non cadere.

Quale casa?”

La mano si fermò sulla cerniera e Amitiele fissò il nulla chiedendosi anche lei a quale casa si riferiva.

Dimmi...” mormorò interrogativo “che vita può fare un Angelo che ha perso le ali, in un posto come questo?”

Smettila di sottolineare, ho capito!” sbottò infilando il top sul reggiseno “non lo so, qualcosa mi inventerò.”

Porta curriculum e referenze, ti assumo io.”

Fai lo spiritoso?”

Lilith cerca sempre personale...”

Amitiele gli rifilò un'occhiataccia ustionante.

Faresti furore fra le sue ragazze. Sarei un cliente fisso” Lu sollevò le sopracciglia divertito e sorrise. Una rasoiata dritta al cuore. Di tutta risposta, Amitiele gli tirò uno scarpone.

Così innocente e pura... arrossisci al minimo tocco. Sei una delizia da gustare a lungo e lentamente.”

Amitiele non trovò la forza di gettargli anche l'altra scarpa, quando il pensiero si gonfiò e immagini poco consone ad un Angelo le invasero la mente. In silenzio, fece il giro del letto e riprese il compagno lanciato poco prima.

Perdi la favella quando faccio menzione del tuo stato virginale.”

Va all'Inferno” borbottò arrossendo fino alla cima dei capelli.

Dove vai?”

Te l'ho detto!”

Lucifero sbatté le palpebre piano “ti sei resa conto delle contraddizioni?”

Amitiele afferrò la giacca da terra e la strinse fra le mani. “Contraddizioni?”

Il Diavolo sogghignò. “Contraddizioni” ripetè sollevando la schiena e guardandola bene “ti ha dato questo corpo meraviglioso per confonderti fra la gente...” mormorò abbassando la voce, come se fosse partecipe del suo 'problema' “un'arma per difenderti...”

Arriva al punto!”

Sta tutto lì. Nel libero arbitrio.”

Amitiele sbuffò e gli diede le spalle. “Ciao Lu!”

Ti ha detto 'combatti per me, ma non uccidere'!” urlò alle sue spalle bloccandone i passi “ti ha detto 'guarda, ma non toccare', 'tocca, ma non godere', 'godi...

Oh, smettila! Sei un maniaco!” esclamò voltando su se stessa e trovandolo a pochi centimetri da se. Ancora nudo. Ancora bellissimo.

'Godi, ma non ingoiare'” concluse osservandone le reazioni “Lui giudica e condanna. Un minuscolo errore ti ha fatto perdere la Grazia” esclamò quando indurì i lineamenti e si allontanò a rapidi passi “dove vai?”

Via, lontano da te. Quest'odore di zolfo fa venire la nausea” eruttò seccata e confusa da quello che le aveva appena detto.

Possiamo eliminarlo” mormorò arrivandole alle spalle. “Posso darti tutto quello che vuoi...” la abbracciò e sollevò contro il muro “quante volte vuoi...”

Quel sussurro trasognato e insinuante le fece perdere il controllo di se. Se era una prova l'aveva fallita. “No, non voglio niente da te...” trovò la forza di dire, mentre gli affondava le unghie nella carne.

Comprendo appieno” mormorò prima di afferrarle le gambe e portarle attorno alla sua vita.


Adrien si guardò attorno sconsolato. Amitiele era andata via senza neppure avvertirlo. Sentì il cedimento di una parte del cuore e sospirò di frustrazione, abbassando le spalle.

Su con la vita, guarda cosa ho qui!”

Quella voce profonda ed improvvisa lo fece trasalire. “Puoi evitare di arrivare alle spalle così?!” esclamò portando una mano al petto “Amitiele è scomparsa!”

Gabriele scosse la giacca dalla polvere infernale che si era portato appresso e si strinse nelle spalle “non è scomparsa, è con Lucifero...”

A fare che?” domandò impallidendo “l'hai portata da lui?”

Un patto è un patto!” dichiarò “guarda un pò cosa... dove vai?” gli gridò dietro vedendolo schizzare verso la porta. “Pensi di combattere Lucifero da solo?”

Sì!” urlò muovendosi a grandi passi “non perderò anche lei!”

E il contratto?”

Adrien si bloccò e si voltò verso di lui, il sole stava tramontando e le ombre si facevano lunghe, sotto i loro piedi. “Contratto?”

Gabriele spiegò la pergamena vergata col sangue. Il volto d'esorcista divenne cinereo “dove l'hai preso?”

Nel reparto salumi... dove vuoi che l'abbia preso?” domandò divertito “adesso troviamo un bravo avvocato... ehi! Sto parlando con te!”

La mia anima può aspettare” dichiarò riprendendo il cammino “non posso lasciare che Lucifero la tenti ancora!”

Accidenti a questi cuori innamorati, pensò rimettendo la pergamena in tasca e seguendolo a debita distanza.


Ciao Didyme: si si, l'ho visto pure io secoli fa e forse mi è rimasto impresso (probabilmente perchè Gabriele era un fico e il concetto degli angeli abbandonati da dio mi ha intrigato) mi è stato riferito che la mia 'porta intrappola essenze' ricorda un pò 'l'avvocato del diavolo'... quello non l'ho visto e sto rimediando in questi giorni.

Doralice: Gabriele non è stronzo, è timido!

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Capitolo 11
*** Il Libero Arbitrio ***


Non fa per te...”

La vedremo!”

Adrien marciava a grandi passi verso il Covo dei Dannati mentre Gabriele gli ciondolava dietro svogliatamente. Quando l'esorcista si fermò, vide il dubbio nei suoi occhi. “Non so neppure dove sia...”

Continua dritto” mormorò spingendolo verso il quartiere “ma stai facendo una grande...”

Cazzata? Sono una specialista!”

Eh, più o meno...” mormorò con le mani affondate nelle tasche. “Lascia fare a me. Ho l'asso nella manica” ridacchiò sfoderando il fucile “se provano a fermarci, li facciamo secchi tutti quanti!”

Ma sei davvero un Arcangelo o ti hanno reclutato in qualche manicomio criminale?” domandò con le palpebre strette.

Gabriele scoppiò a ridere e continuò finché non arrivò alla porta del club ancora chiusa. “Ora guarda come si risolvono i problemi in Paradiso.”

- - -

Amitiele affondava le dita nelle lenzuola, mentre Lucifero le usava su di lei. Non aveva ancora ceduto e la volontà di farlo era sempre più forte. Non le aveva strappato un gemito, sembrava un film muto che si svolgeva al rallentatore. Spazientito dalla sua indecisione, strinse la schiena contro il torace e affondò le mani fra i capelli, scoprendole il collo. Lo mordicchiò, Amitiele trasalì e le labbra si aprirono di qualche millimetro. Scese sul seno tormentandolo finché non arrivò al pube dove affondò con decisione.

Amitiele gemette all'improvviso e un ghigno si disegnò sulle labbra perfette di Lucifero. “Cedi...”

Era troppo, saliva troppo velocemente. Era incontrollabile! “Aspetta... parliamone... un secondo...”

Sei nella mia posizione preferita, sta attenta...” ridacchiò nel suo orecchio “molte cose che si raccontano di me sono vere...”

La sua volontà era assottigliata, non poteva più tenerlo a bada! Proprio un quel momento, Lu la voltò verso di se e la baciò affondandole la lingua fra le labbra. Amitiele gemette e chiuse gli occhi sentendo il cuore scoppiare. Quello era un bacio? Se faceva sempre quell'effetto, capiva perché fosse così diffuso fra gli umani. Si accorse di ricambiarlo quando le braccia lo strinsero al collo e i gemiti si diffusero nell'aria. La lingua le lambiva l'interno della bocca scontrandosi con la sua. Ne seguì i movimenti non sapendo cosa fare di quella massa carnosa. In TV non veniva spiegato. Gabriele non l'aveva baciata così. Quell'imbecille...

Lu si staccò, contemplò gli effetti e tornò a baciarla. Le sollevò la gamba sinistra e la portò dietro la schiena. Amitiele seguì il movimento anche con l'altra. Così era più comodo...

Doveva essere lei a chiederglielo. Un patto era un patto. Nessuno veniva mai meno ad un patto. Neppure il Diavolo. “Ti sento...” bisbigliò strappandola dal mondo sordo e confuso che la circondava “di sì...”

Spostati.”

Adrien si fece rapidamente da parte. Gabriele era sempre più nero a mano a mano che salivano verso l'Attico. “Giuro che le strappo le piume una ad una...” sibilò sfondando la porta e entrando trionfante nel covo di Lucifero. “Allora, la finiamo di fare le zozzate?!”

Adrien sporse appena la testa sentendo quelle parole. Quando vide Amitiele avvinta fra le braccia della creatura più meravigliosa su cui avesse posato lo sguardo, si sentì insignificante.

Ma anche lei aveva ceduto ad uno di loro. Incrociò lo sguardo dell'Arcangelo tentato e stirò le labbra, rassegnato.

Amitiele lo vide e di fronte quello sguardo, si vergognò. Ascoltò le parole di Gabriele e arrossì rendendosi conto fin dove era arrivata.

Lucifero la teneva saldamente inchiodata sotto di se, ma dovette allentare la presa quando Gabriele gli puntò il fucile sotto il mento. “Lasciala andare! Ora!”

Un'inspiegabile fiotto di felicità rischiarò il volto di Amitiele. Si era sentita persa e abbandonata, ma un'improvviso affetto le avvolse il cuore, quando vide il cipiglio feroce e preoccupato di Gabriele. Peccato che lo sguardo che le rivolse fu di disappunto. Senza badare alla forma e al fatto che fosse nuda, gli volò in braccio e Gabriele la nascose dietro di se. “Dopo facciamo i conti” sussurrò a bassa voce.

Amitiele lo strinse più forte e la forza che emanava la tranquillizzò e sentì di nuovo il cuore farsi puro e libero. “Grazie...” sussurrò chiudendo gli occhi, inebriata.

Porta via Adrien.”

Amitiele si voltò verso di lui e al tempo stesso, l'esorcista girò lo sguardo altrove. “Non dovresti essere qui!” bisbigliò andandogli incontro.

Non potevo lasciarti con lui” sussurrò togliendosi la giacca e porgendogliela.

Che doveva farci? Amitiele osservò il tessuto con una smorfia. Oh, beh. Lei non guardava molto al fattore nudità, in quel momento. Aveva superato la prova più difficile della sua intera esistenza.

Non hai vinto” sghignazzò Gabriele divertito “in che lingua preferisci il 'pappappero'?!”

Un patto è un patto” rispose pacato. Incrociò lo sguardo di Amitiele e la fissò per un lunghissimo istante.

Parliamo di questo” borbottò tirando fuori la pergamena. “Rivoglio la sua anima.”

Lucifero lo guardò appena. “Ha firmato il contratto di sua spontanea volontà.”

L'ha firmato per ovviare l'inganno del tuo adepto ed esso non ha mantenuto l'impegno preso.”

Cavilli” ribatté sventolando una mano. “Non mi riguarda.”

Ti stacco la testa dal collo. Ti riguarda” lo minacciò e ad Adrien sembrò che diventasse molto più grande e brillante.

Lucifero restò a guardarlo per nulla impressionato. “Non hai il permesso per combattere contro di me.”

Hai perso un passaggio. Sono famoso per fare quello che mi pare, quando mi pare e nel metodo che ritengo più appropriato!” dichiarò caricando l'arma. “Sciogli il contratto.”

Devi darmi qualcosa in cambio.” Lucifero spostò lo sguardo crepuscolare su Amitiele. L'Arcangelo si sentì indebolita. La sua forza di volontà faceva veramente schifo. “Va bene, mi sacrifico io” mormorò staccandosi da Adrien “la mia anima in cambio della sua.”

Gabriele la fulminò con lo sguardo e Adrien udì distintamente un battito d'ali furioso. “No! No, non devi, non per me!” esclamò andandole dietro. “No, Ami!” l'afferrò per il polso, delicatamente e Amitiele si fermò e gli rivolse un sorriso solare che lo riempì di amore.

Libero arbitrio” sussurrò sempre sorridendo. “Posso scegliere.”

Non devi farlo per me!”

Il contratto bruciò lentamente e fluttuò davanti ai due. Amitiele sorrise di nuovo e alzò le spalle con espressione birichina “ti voglio bene, Adrien.”

Hai scelto” mormorò Gabriele con una strana espressione “hai scelto di salvare lui e condannare te stessa alla dannazione eterna...”

E che vuoi farci... te l'ho detto, non si sta poi tanto male qui...” mormorò avvicinandosi a lui “addio, Fratello.”

Gabriele la guardò negli occhi e sorrise all'improvviso “ma quale addio, cretinetta!” ridacchiò “brava, hai superato la prova!”

La prova? Ma non era...” indicò Lucifero che andava lentamente infuriandosi.

Mi avete raggirato...” sibilò scurendosi “avete ingannato il Diavolo!”

Tu lo fai da migliaia di anni, che ti aspettavi?!” ridacchiò prendendo Amitiele per la vita e stringendola a se.

La prova non mi riguarda. La sua anima in cambio di quella dell'esorcista” insistette sempre più cupo. “Ha accettato ed essa ora è mia!”

E' qui che ti sbagli!” esclamò sventolando un dito in aria. “Non vedo fogli vergati con sangue... dove sono?” domandò sarcastico “perdi colpi, Vecchio Caprone!”

Via di qui!” sibilò furioso “sconterai tutto questo al momento giusto, Angelo!”

Vabbè, vabbè...” soffiò alzando gli occhi al Cielo “Addio, Lu! Non rosicare troppo!”

Adrien aveva seguito lo scambio di battute ma non era riuscito a raccapezzarsi che stesse avvenendo davvero una conversazione del genere. Avrebbero dovuto riscrivere i trattati demonologici.

Amitiele le guardò: aveva una strana espressione, sembrava sofferente. “Adrien...”

L'uomo alzò lo sguardo quando vide la mano tesa. Risplendeva di luce. Era bellissima...

Vieni con me...”

Annuì, imbambolato e le prese la mano.

- - -

Come va?”

Bene... non noto differenze...” mormorò guardandosi addosso “dove siamo?”

Un posto qualsiasi della terra” spiegò sdraiandosi sull'erba. “Bello, vero?”

Adrien annuì e la guardò, piuttosto triste “tornerai in Cielo?”

Il mio mandato non è ancora scaduto” esclamò balzando di nuovo a sedere “tu cosa farai?”

Adrien scosse la testa e alzò le spalle “quello che faccio sempre, combattere dannati.”

Non mettere mai più piede nel Covo. Promettimelo!”

Promesso” sussurrò e la guardò negli occhi “non ci vedremo mai più?”

Amitiele stirò le labbra e scosse la testa “la città è grande... magari un giorno, in qualche vicolo...” gli prese le mani e le strinse nelle sue “hai visto? Dio non ti abbandonato. Non lo fa mai.”

L'esorcista trovò la forza di fare una smorfia “ho l'impressione che sia stata tutta una pensata di Gabriele...”

Oh, no! Non può farlo senza autorizzazione!”

Adrien pensò che neppure Dio in persona sarebbe stato in grado di fermare Gabriele. “Sicura, eh?”

- - -

Gabriele si insaccò nelle spalle mentre ascoltava i rimproveri e le punizioni a cui stava per andare incontro. “Ho preso due piccioni con una fava! Ho riportato Amitiele sulla retta via e ho reso l'anima a quel poveraccio!” esclamò tentando di difendersi “non ho rispettato proprio le regole...”

LE HAI INFRANTE TUTTE!”

Ma il risultato è stato raggiunto...” bisbigliò facendosi minuscolo “quanti secoli di Purgatorio mi toccano, stavolta?”

Un mese dopo

Cosa dovrei fare io?!” Amitiele li guardò come se fossero impazziti. Ma impazziti di brutto. Grattò la cute sotto i capelli e sistemò gli occhialini sul naso “volete formare un'Associazione?”

No, bellezza” grugnì Olaf sgomitato immediatamente da Adrien “l'Associazione già esiste...”

Vorremmo che tu ne facessi parte” concluse l'esorcista a bassa voce. “Non ha senso combattere separati per la medesima causa.”

Eh già, il culo ce lo facciamo doppio!”

Zitto!” sibilò imbarazzato. “Pensaci su.”

Amitiele dondolò sulle gambe un paio di volte “ok... devo chiedere l'autorizzazione...”

A chi? Alla mammina?” domandò il gigantesco Olaf accendendosi un sigaro.

A Paparino” ribatté indicando con un dito il Cielo.

L'uomo si strozzò col fumo e tossì mentre Amitiele sorrideva. Adrien restò incantato a guardarla. Era sempre più bella. E intoccabile.

Ti faccio sapere” mormorò strizzando l'occhio sotto le lenti. Fece un cenno di saluto con la mano e Adrien restò impalato a guardarla.

Si vede...”

Cosa?”

Che le sbavi appresso...” borbottò col sigaro fra i denti “c'è speranza?”

No. E' un Arcangelo. Non c'è speranza.”

Allora smetti di farti le seghe pensando a lei” esclamò travolgendolo con una divertita pacca sulle spalle “andiamo a farci una birra.”

Però sarebbe carino lavorare con quei due. Olaf la faceva ridere ed Adrien era semplicemente adorabile. Quando un lampo fendette il cielo e lo illuminò, Amitiele si arrestò, improvvisamente seriosa. Alzò la testa: il cielo era coperto e minacciava pioggia. Di nuovo. L'espressione si fece preoccupata, un po' persa. Svoltò un angolo e si bloccò, nascondendosi dietro il muro. Le labbra si ammorbidirono e il resto di lei... beh, era la reazione di sempre, no? Si allontanò verso la strada. La stava seguendo. Corse per un breve tratto, ma era sempre dietro di lei. O davanti a lei. O su di lei, pensò alzando la testa col fiato grosso che la faceva ansimare. “Ciao, Lu...” Salivazione azzerata, battito cardiaco accelerato. Il solito. Amitiele si appoggiò al primo muro che trovò e si ricompose, come se non fosse accaduto nulla.

Succedeva da un mese.

Succedeva in tutte le giornate di pioggia.


To be continued...


Grazie per avermi seguito fin qui!

Alla prossima!


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