{batticuore notturno after vol.30

di armony_93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** One ***
Capitolo 2: *** Due ***
Capitolo 3: *** Tre ***



Capitolo 1
*** One ***


{batticuore notturno vol. after 30}





L'ambientazione della storia è successiva al capitolo trentesimo e anche all'ultimo volume della serie Tokimeki Tonight pubblicato nell'aprile del 2000 'Nei pressi di una stella'. Non avendo letto, ma solo conosciuta a grandi linee, la trama di quest'ultimo non assicuro la totalità della presenza degli eventi che vengono riportati in esso.

I personaggi così come i caratteri, le ambientazioni e la storia dei personaggi stessi non mi appartengono, bensì sono stati ideati da Koi Ikeno nel manga Tokimeki Tonight chiamato nella versione italiana 'Batticuore Notturno – Ransie la strega'. Vi prego di perdonarmi errori di battitura, di distrazione o anche per quanto riguarda i caratteri dei personaggi.







Ranze passeggiava tranquillamente per il giardino stringendo fra le mani il cesto contenente il bucato. La donna fermatasi di fronte ai fili sui quali avrebbe dovuto stendere guardò i panni contenuti nel cesto con uno sguardo scettico prima di rivolgere la sua attenzione a quel pallido e fiacco sole invernale. Era perfettamente delineato nella sua lucente forma circolare eppure uno strato di nuvole alto e denso lo rendeva luminoso ma non accecante, calando sopra i colori della città un certo pallore.


-Ci mancavano solo queste belle giornate oltre al gelo.-


Sbuffò la mora portandosi una mano sulla fronte e chiudendo un momento gli occhi. Avvertì il silenzioso vento scompigliarle i capelli mossi corti mentre il viso ancora dolce e giovane assumeva un espressione rigida per via del freddo che le pizzicava le guance strappandola dal torpore di casa. Posò a terra il cesto e battendosi le mani sul volto come incoraggiamento iniziò a stendere i panni pensando in parte all'inutilità di quel gesto.


Una volta terminato il suo dovere osservò i panni bagnati agitarsi appena a quel vento gelido. Spostò nuovamente lo sguardo sul sole fiacco e la sua espressione non potè che assumere contorni tristi. Ormai era rimasta sola in casa, Shun sempre impegnato con la box e i titoli da vincere, Taku ormai era perso nel Mondo Magico per via di Coco e l'unica che rimaneva era Aira... eppure doveva andare a scuola, e quando questa sarebbe finita anche lei avrebbe preso il 'volo' andandosene con Shinjo. Com'erano cresciuti i suoi bambini. Le sembrava ieri quando con indosso l'uniforme delle scuole medie correva dietro a Shun facendo battaglia con Kamiya, a quando si aggirava per casa avvertendo le grida dei suoi genitori e tranquillizzando il piccolo Rinze.


A quel pensiero un sorriso intenerito andò disegnandosi sul suo viso diafano. La ragazza si portò una mano sotto al mento e pensierosa afferrò il cesto rientrando in casa. Una volta dentro andò al piano superiore cambiandosi molto rapidamente e, lanciata un'occhiata fugace all'orario, appurò che entro la sera sarebbe tornata a casa in perfetto orario. Scese le scale con rapidità e chiusa a chiave casa si diresse a piedi verso la sua vecchia dimora.


Mentre camminava si strinse nel giubbotto pesante che aveva indosso affondando il volto nella sciarpa. A metà strada decise di fare una tappa prima di raggiungere casa Eto. Accelerò il passo notando che il freddo iniziava a provocarle dei brividi sulla schiena. Quando raggiunse la palestra con un mezzo sorriso si avvicinò all'entrata senza però varcarla.

Quel gesto in particolare le riportò alla mente vecchie esperienze nella palestra di Tamasaburo Kamiya, il padre di Yoko, dove da giovane Shun aveva passato la sua adolescenza ad allenarsi.

Attraverso il vetro intercettò una sagoma a lei molto famigliare e sorrise divertita come una bambina. Shun si stava allenando molto duramente. Poggiò una mano contro il vetro e indecisa se entrare o meno rimase a fissare l'interno con un mezzo sorriso soddisfatto.

Quell'uomo famoso, bellissimo e un po' freddo era suo marito. Ridacchiando si coprì la bocca con una mano liberando una nuvoletta di fumo che vibrò sempre più alta fino a scomparire.


Quando riaprì gli occhi un sorriso ancora più radioso e divertito le dipinse le labbra notando una sagoma avvicinarsi a lei. Così senza ormai altra scelta varcò l'entrata venendo accolta dal caldo prepotente della stanza. Si sfilò la giacca e la sciarpa tenendoli sulle braccia quando un corpo muscoloso e slanciato le si parò davanti.


-Ehi. Come mai qui?-


-Passavo di qua...-


La sua voce così distaccata ma con quella nota dolce, unica e insostituibile che usava da sempre solo con lei. Avvertì una mano sulla sua guancia e riaprendo gli occhi incontrò quelli scuri e profondi di lui, così accoglienti e suoi, maledettamente suoi. Avvampò sorridendo mentre un pensiero le martellava nella testa al ritmo del cuore.


Possibile che io lo ami con la stessa forza e passione di quando ero un'adolescente? Cribbio eppure l'adolescenza l'ho superata da qualche annetto. Shun... ti amo sempre di più.


Riaperti gli occhi ancora con il viso premuto contro quella mano la donna fece una piccola linguaccia notando l'accenno di un sorriso sul volto di lui: probabilmente le aveva letto nella mente. Lo vide dondolare sconsolato la testa e la mano scivolò via dal suo viso. Si voltò con un asciugamano sulle spalle detergendosi il sudore dal viso e avvicinandosi ad una panca lì vicino convinto che Ranze lo avrebbe seguito. La donna invece quando Shun si voltò verso di lei alzò una mano in segno di saluto e fattogli l'occhiolino si voltò verso la porta infilandosi il giubbotto pronta a uscire.


Il moro sgranò gli occhi e con un movimento fluido fu subito in piedi e dopo pochi passi raggiunse la moglie già sulla soglia mentre si cingeva il collo con la sciarpa. Makabe allora allungò una mano e le cinse la vita da dietro accogliendo la schiena della moglie contro il proprio petto. Ranze sorpresa non ebbe tuttavia nemmeno bisogno di voltarsi che quella presa, quel respiro caldo, quel corpo alle sue spalle rivelavano già l'identità dell'uomo.


-Come mai così di fretta?-


Chiese con un sospiro leggermente imbarazzato l'uomo: di certo non era abituato a dimostrazioni di affetto in pubblico vista anche la quantità di gente che affollava la palestra. Ranze invece compreso il disagio del marito si voltò nel suo abbraccio incrociando il suo sguardo scuro.


-Niente in particolare, ma non voglio esserti d'impiccio durante l'allenamento.-


Rispose prontamente con un sorriso divertito e gli occhi che brillavano di luce propria. L'uomo la fissò in quel mare scuro e improvvisamente una morsa gli strinse il cuore colto da una profonda ansia. La mascherò prontamente con un espressione seria e distaccata cercando di placare quella spiacevole sensazione.


-Aira e Taku? Dove sono?-


-... Aira è a scuola come sempre mentre Taku è con Coco a palazzo da Aron... Tesoro...?-


Shun lanciò uno sguardo all'esterno e la strinse con più forza affondando il viso nei capelli di Ranze. Rimase un momento immobile inspirandone il profumo prima di separarsi e poggiare un pugno sulla testa come faceva da ragazzo poi le disse con un espressione seria e lo sguardo distante.


-Sta attenta, ho un brutto presentimento.-


Ranze annuì confusa per puoi agitare la testa e tornando a sorridere. Si guardò attorno attenta a non aver attirato l'attenzione di nessuno e con un piccolo sorriso complice si alzò sulle punte baciando le labbra di Shun che rispose con dolcezza prima di separarsi e vederla scomparire oltre la porta dopo un veloce saluto. Eppure la morsa che, da quando l'aveva vista lì fuori, gli aveva attanagliato le membra non si era sciolta e anzi, pareva ancora più forte e preoccupante di prima.


Ranze invece proseguì per la sua strada con tranquillità riprendendosi con un sorriso soddisfatto da quella piccola deviazione che aveva fatto. Camminò rapidamente finché non giunse davanti al cancello di quella che sin da piccola era stata casa sua. Suonò il campanello alla porta e immediatamente la sagoma di Sheera comparve sulla soglia. La bella bionda con un sorriso raggiante abbracciò la figlia di slancio baciandole affettuosamente una guancia.


-Tesoro guarda chi è venuto?-


Proclamò la donna lupo verso il salotto dal quale provenivano risate infantili e la voce di Narumi. Da quando Rinze e Narumi si erano stabiliti lì con i coniugi Eto quella casa era sempre in movimento, non che prima con Ranze e Rinze fosse la dimora della tranquillità, ma con gioia di Sheera e Mori era tornata ad essere viva. Ranze si avvicinò chiacchierando con la propria madre quando sulla soglia della porta comparve la figura slanciata e longilinea di Mori. Il vampiro vista la figlia lasciò che il sorriso gli dipingesse il viso mentre gli occhi brillavano gioiosi.


-Ranze!-


La donna si avvicinò al padre abbracciandolo e avvertì la presa salda che da bambina aveva sempre ritenuto un enorme conforto oltre che il luogo più sicuro dove rifugiarsi. Si separò dal padre con gli occhi leggermente lucidi e l'uomo con una risata la accompagnò in salotto ove vi fu una bella rimpatriata con anche Hiu e Chiki, i figli di Narumi e Rinze.








Continua...

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Capitolo 2
*** Due ***










Ranze salutò con un bacio sulla guancia Fira e il giovane Leon. Quella giornata era stata all'insegna delle visite: prima era andata a trovare i suoi genitori, Rinze e Narumi e alla fine si era recata nel mondo Magico a trovare Aron e Fira. Con una risatina divertita si diresse nel giardino nei pressi del palazzo. Trovò Taku e Coco seduti a chiacchierare e assumendo un'espressione maliziosa notò la mano di Taku che cingeva la vita della ragazza a se.


-Vedi di non fare tardi a cena sta sera!-


I due giovani si separarono di scatto e il biondo avvampò d'imbarazzo una volta identificata la sagoma della madre e riconosciuta la voce che alle loro spalle li osservava ridacchiando. Il figlio si alzò dirigendosi verso la madre e si portò una mano fra i capelli grattandosi imbarazzato.


-Veramente Coco mi ha invitato a cena. Posso rimanere vero?-


Le chiese lui inarcando un sopracciglio in attesa della risposta della genitrice. Ranze assunse un espressione leggermente neutrale per poi sorridere e annuire con dolcezza.


-D'accordo. Allora a dopo, ciao Coco.-


Salutò Coco con la mano e ridendo nel vederla viola d'imbarazzo. Posò un bacio sulla guancia al proprio figlio e si incamminò per il viale che conduceva alla strada di nebbia. Osservò gli alberi bellissimi che costeggiavano quel boschetto pensando a quelli spogliati e infreddoliti dall'inverno che invece costeggiavano le strade e i boschi nel mondo umano. Con un sospiro si dondolò sui talloni rimanendo a fissare quello spettacolo splendido e riconobbe un piccolo spiazzo dove anni prima lei e Shun si recavano. Rimase immobile a fissare quel prato, quei fiori e l'acqua del lago. Immancabilmente una lacrima le scivolò su una guancia segnandole il viso con dolcezza.


'Ranze...'


Una voce le risuonò nella mente e la ragazza sussultò voltandosi mentre una brezza fresca e profumata la investiva improvvisamente smuovendole i capelli corti mentre il maglione panna pensante e lungo fino a metà coscia con il collo alto la riparava dal freddo di quell'aria. La gonna nera invece si sollevò appena ma la vampira era troppo presa per potersi accorgere di quel dettaglio.


Improvvisamente avvertì una presenza alle proprie spalle. Si voltò di scatto e incontrò una sagoma che subito non riuscì a riconoscere. Sussultò non appena quando notò la vicinanza tra il proprio corpo e quella figura. Improvvisamente una nuova raffica di vento ancora più forte fece tremare il corpo di Ranze e questa volta quella essenza, quella sagoma trasparente appena delineata divenne improvvisamente nitida.


'Ranze, finalmente sei arrivata...'


La mora rimase impietrita quando notò due occhi azzurri cielo osservarla con intensità da sembrare presenti, vicini... vivi. Risalì sui capelli biondi e su quell'espressione seria ma splendida che era così simile a quella di suo marito. Un tremolio nella gola le impedì di parlare, di dire qualsiasi cosa. Erano ormai passati anni dall'ultima volta che l'aveva visto.

Si riprese da quello stato di sorpresa e confusione quando lui allungò un braccio verso il suo viso carezzandole una guancia. Avvertì il calore di quel tocco e rimase irrigidita dallo stupore. Si trovò ad osservarlo con le labbra dischiuse dalla sorpresa, mentre si perdeva con gli occhi sul suo corpo fasciato in un gessato chiaro come era pienamente nel suo stile. Un piccolo sorriso nostalgico le dipinse le labbra.


-Dirk...-


Lo chiamò lei. Eppure c'era qualcosa di strano, il suo tocco era troppo... reale. Com'era possibile una cosa simile? Nemmeno hai tempi di Zone quando le appariva nei sogni o nella realtà sempre accompagnato da quella brezza dolce le era mai sembrato così vero.


Istintivamente allungò una mano per vedere se riusciva a passarvi attraverso con l'arto. Infatti la sua mano si immerse nel petto dell'uomo dai capelli biondi. Ranze sorrise appena e chiusi gli occhi sospirò rasserenata dall'essersi preoccupata inutilmente. Quando li riaprì e li puntò in quelli di Carlo, proprio in piedi davanti a lei, pronta ad ascoltare cosa era venuto a dirle, il sorriso si spense quasi subito. La sua mano ancora alzata fece per ritrarsi ma improvvisamente l'aria si fece pesante e viscida intorno al suo braccio e avverti una morsa stringerla. Con un grido terrorizzato osservò il volto di Carlo sfigurare mentre il suo corpo assumeva una forma irregolare e sconosciuta, caotica.

Il vento diventato prepotente e violento la spingeva con forza verso quello che aveva assunto l'aria di essere uno squarcio sospeso nel nulla. Con orrore avvertì le gambe cedere mentre veniva risucchiata in quella fessura.


Lontani risuonarono dei passi frettolosi e un lampo nella sua mente la illuminò strappandola dalla paura e dal terrore di quello che le stava accadendo. Notando le proprie gambe ormai immerse completamente in quel buco tese una mano verso l'esterno e voltandosi in direzione di quei passi provenienti dal vialetto, che lei stessa pochi minuti prima aveva percorso, gridò con tutta la forza.


-TAKU!-


Trovò la forza per aprire gli occhi avvertendo ormai la maggior parte del suo corpo essere immersa in quello squarcio e incontrò gli occhi del figlio, sconvolti dall'orrore. Si tese verso di lei provando a combattere la sorpresa, allungò una mano verso quella della madre ma Ranze con un grido avvertì le forze esaurirsi e fu risucchiata completamente.


-MAMMA!-


Gridò Taku sconvolto correndo verso la fessura che si richiuse prima che lui potesse fare qualcosa. Tutto il vento che aveva sconvolto quell'angolo di foresta creando un disastro improvviso era svanito e mentre le foglie ricadevano come una pioggia lenta e colorata il silenzio della radura era schiacciante per il ragazzo che ancora ad occhi sgranati e espressione sconvolta rimase immobile ad osservare dove poco prima sua madre era scomparsa. Coco all'imbocco della radura fissava il proprio ragazzo inorridita senza sapere come comportarsi.


-Ma... MAMMA!-


Gridò il biondino prima di accasciarsi in ginocchio senza più forze con la testa fra le mani. Coco sconvolta gli fu di fianco immediatamente stringendolo spaventata.


-*-


Shun rientrò in casa notando che le luci accese illuminavano dalle finestre il giardino avvolto nel buio della sera. Si sfilò le scarpe lasciandole all'entrata e poggiò la borsa all'inizio delle scale appendendo il pesante giubbotto sull'attaccapanni.


-Mamma sei tu?-


Avvertì la voce di Aira arrivare dal piano superiore. Eppure quella domanda scavò una profonda fossa nella tranquillità di Makabe che inarcando un sopracciglio ascoltò i passi della figlia risuonare sul pavimento del piano superiore e affacciarsi alle scale. Quando la vide comparire all'imbocco della scalinata rimase un momento immobile scrutandone la reazione.


-Papà!-


Esalò la ragazza con sorpresa. Scese frettolosamente le ultime scale rimaste e si trovò di fronte a Shun che le regalò un piccolo sorriso. Indossava un largo maglione e dei jeans scuri sotto mentre Aira portava un maglioncino grigio a mo di vestito lungo fino a metà coscia con disegnati dei coniglietti scuri sul petto mentre sotto delle calze nere pesanti. Osservò il viso del padre regalandogli un sorriso per poi lanciare uno sguardo all'entrata.


-La mamma ancora non è tornata?-


Chiese lui con voce pensierosa mentre rivolgeva uno sguardo al salotto e intraprendeva qualche passo sul parquet. Aira lo seguì accompagnandolo in soggiorno anche lei con espressione confusa.


-No, oggi quando sono tornata da scuola non l'ho trovata e ho pensato che fosse andata dai nonni. Ma ora in effetti si è fatto tardi e lei dovre...-


Sentirono il telefono trillare improvvisamente e Aira si apprestò a rispondere mentre Shun avvertiva la morsa di preoccupazione aumentare, ripensava alla sconcertante sensazione d'ansia che poco prima, per strada aveva provato. Era stata come una fitta, gli aveva troncato il respiro obbligandolo a fermarsi per riprendere fiato. Sentì Aira rispondere al telefono e poi restare in silenzio quando improvvisamente uno schianto contro la porta di casa li fece sobbalzare entrambi. Shun corse alla porta stupefatto aprendola.


-Ma che diavolo...?-


Prima che potesse dire altro sulla soglia apparve Taku con il fiatone e l'espressione sconvolta. Shun sgranò gli occhi osservando l'espressione addolorata del figlio mentre gli occhi lucidi di lacrime erano il segno più evidente sul viso teso di Taku. Il ragazzo si avventò sul padre schiaffandogli le mani sulle spalle e guardandolo negli occhi esplose gridando.


-PAPÀ NON SONO RIUSCITO A SALVARLA!-


Shun rimase immobile a quelle parole che per lui non avevano nessun senso. Afferrò per le spalle il figlio cercando di calmarlo mentre Taku lo fissava con uno sguardo terrorizzato e colpevole. Non ricordava di averlo mai visto così.


-Taku ma di che stai parlando? Che cosa è succ...?-


-NON HO POTUTO FARE NIENTE! L'HA INGHIOTTITA DAVANTI AI MIEI OCCHI PRIMA CHE POTESSI FARE QUALSIASI COSA! SONO... sono un in...incapace...-


Si accasciò il biondino al suolo in preda ad una crisi nervosa mentre calde lacrime per il dolore, il senso di colpa e la frustrazione gli sgorgavano dagli occhi solcandogli il viso. Shun rimase impietrito e confuso sulla soglia. Non riusciva a capire... non voleva capire.


-Chi? Coco? Di chi stai parlando Taku?-


Avvertiva lo sguardo terrorizzato e lucido di Aira. Poteva comprendere i suoi sentimenti, nemmeno lei aveva mai visto Taku ridotto in uno stato simile, così fragile nonostante la sua età e il suo carattere serio e rigido, proprio come lui da giovane. Taku allora ormai accasciato al suolo con solo le mani del padre a sorreggergli le braccia mugugnò una risposta dolorosa e strappata fuori con frustrazione.


-... la mamma...-









Continua...

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Capitolo 3
*** Tre ***


-ARON!-


Il grido di Shun risuonò per l'enorme sala d'accoglienza del castello mentre i passi ferrei e affrettati dell'uomo rimbombavano cupi tra le mura di pietra. Il moro fissava una sagoma accerchiata da altre persone che non gli interessò di identificare. Il fratello biondo si voltò verso il moro e facendosi largo in quella schiera di volti e persone conosciute raggiunse il principe.


-Shun... mi dispiace io non so cosa diamine possa essere successo e Moebius...-


-Dimmi dov'è mia moglie!-


Tuonò l'uomo mentre il corpo tremava per lo sforzo di non perdere il controllo. Aron lo fissò negli occhi sconcertato e anche mortificato. Lesse in quelli del fratello la frustrazione, la preoccupazione e la rabbia. Voltò il capo verso il gruppetto di persone che ora si erano avvicinate e con voce pacata parlò cercando di mantenere un tono neutrale e tranquillo nonostante anche per lui la tensione e l'ansia erano decisamente tante.


-Non ne abbiamo la minima idea.-


Shun rimase impietrito al suo posto. Senza attendere oltre si voltò camminando in modo spedito verso l'uscita dal castello. Aron lo fissò sorpreso e senza aspettare lo seguì non riuscendo a comprendere l'avventatezza di quel gesto così richiamò il fratello a se cercando di stare al suo passo.


-Cosa pensi di fare?-


-Lo stagno dei ricordi.-


Affermò freddamente il moro senza voltarsi ne rivolgere la minima attenzione al biondo che lo seguiva con affanno. Aron lo agguantò per un braccio e arrestò così la sua avanzata mentre Shun si voltò di scatto: l'espressione più fredda e distaccata che il biondo gli avesse mai visto dipinta sul viso.


-A... aspetta torno indietro a chiamare Moebius. Il lago è ghiacciato... aspettami lì.-


Shun annuì con un gesto del volto secco e rapido e senza pensare troppo riprese a camminare dirigendosi verso lo stagno dei ricordi. La sua mente era affollata e caotica, l'unica cosa chiara e perfetta era il viso di Ranze: il suo sorriso sbarazzino cresciuto ma mai cambiato, gli occhi luminosi e raggianti, i capelli corti scuri mossi al vento e quell'espressione dolce. Il viso che amava, la donna che amava.


Inconsciamente si trovò a correre mentre i suoi passi erano ovattati dalla terra e dalle foglie. Corse con il cuore in gola e la preoccupazione, l'ansia a pompargli nel sangue. Poco dopo sbucò in una radura e inspirò profondamente mantenendo gli occhi chiusi mentre l'odore di quel luogo risvegliava in lui vecchi ricordi in quel momento stupendi ma anche dolorosi.


Lo spettacolo che gli si stagliò davanti rese più nitidi e veri quei suoi ricordi che lentamente divennero palpabili, reali... vicini. In breve rivide la sua Ranze ai tempi di Zone, che rideva, correva e lo guardava con quello sguardo innamorato e perso che negli anni non era mai cambiato, solo cresciuto.


La linea liscia e perfetta dello stagno che brillava ghiacciato a pochi passi da lui rendeva tutto più nostalgico. Quel posto era magnifico ma avrebbe preferito sicuramente ammirarlo in una situazione differente, magari proprio con la persona che doveva trovare al più presto.


'Te...'


Una voce alle sue spalle lo fece sussultare mentre una dolce brezza soffiava scompigliando i suoi capelli. Il moro rimase immobile mentre la sua mente immagazzinava quel lamento sofferto, quella voce così famigliare. Si voltò di scatto trovando alle sue spalle solo alberi, foglie e fiori. Il vento tornò ad investirlo con più forza ma comunque con la dolcezza di una carezza.


'...soro'


Shun rimase immobile ancora stupito. Cosa diavolo stava succedendo?

Quella voce... quella voce era della sua Ranze, ma lei ora dov'era?


-Ranze...?-


Mormorò stupefatto. Il vento improvvisamente si fece prepotente come uno schiaffo e Shun fu costretto a portarsi un braccio per pararsi gli occhi dalle foglie che quella fortissima raffica gli stava scagliando addosso. All'improvviso attorno a se avvertì delle voci, del lamenti che bassi mormoravano continui e ininterrotti. Il ragazzo stupefatto da quell'improvviso cambiamento provò a guardarsi intorno ma fu costretto a retrocedere visto che la prepotenza del vento aumentava. Inciampò in un ramo e cadde seduto a terra. Il tempo di riaprire gli occhi che un lampo improvviso e violento illuminò la radura a giorno.


'SHUN!'


Gridò la voce agonizzante di Ranze a pochi passi dal ragazzo. Shun aprì gli occhi di scatto e fissò la figura che andava delineandosi davanti a se. Ranze apparve con il viso rigato di lacrime, e gli occhi puntati su di lui mentre la sua espressione terrorizzata era stanca e provata. La donna provò a muovere insicura e tremante un passo verso di lui ma improvvisamente così com'era apparsa in un lampo di luce scomparve accompagnata da un grido che risuonò nella radura.


-RANZE!-


La chiamò lui in preda al dolore tenendosi verso il punto in cui era comparsa. A quel punto il vento cessò lasciandogli solo la consapevolezza di quello che era appena avvenuto. Il ragazzo con occhi sgranati e l'espressione scioccata fissava il punto in cui era apparsa sua moglie. Lasciandosi andare ad un urlo di frustrazione si accasciò al suolo chiudendo gli occhi e stringendo i denti mentre il peso di quel grido sofferto gli risuonava nella testa schiacciandolo.

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