My life as a Fallen Archangel

di Sylar1610
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Early Years ***
Capitolo 2: *** Conversations with Death ***
Capitolo 3: *** Bumping into the Family ***
Capitolo 4: *** Exit the Archangel, Enter the Trickster ***



Capitolo 1
*** Early Years ***


Nuova pagina 1

Note di traduzione: come annunciato qualche settimana fa, ecco il primo capitolo della fan fiction che Sylar1610 sta scrivendo sulla vita di Gabriel dopo aver lasciato il Paradiso. Spero di aver reso bene il senso delle parole, io ce l'ho messa tutta ma ovviamente ho dovuto adattare qualche espressione alla nostra lingua, visto che altrimenti sarebbe suonata male. L'originale potete trovarla qui. Come sempre, a tradurre nel bene o nel male, è Brokendream!


 

 

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Early Years

 

 

 

 

La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai cosa ti capita: questo diceva Forrest Gump. E ciò mi si adatta per davvero,  dopotutto quando Dio mi creò subito dopo Michael e Lucifero, non avrei mai pensato di diventare un Trickster pagano. Ma questo è un po' più avanti nella mia storia, perciò partiamo dall'inizio.

 

Ricordo il giorno in cui nacqui, le persone non possono ma gli angeli sì. Ricordo che Dio pronunciò il mio nome ed io esistevo. Fu allora che io, Michael, Lucifero e Raphael vedemmo il volto di nostro Padre, un viso che nessun occhio avrebbe più rivisto. Era così  meraviglioso e indescrivibile che solo provarci sarebbe impossibile.

 

Egli creò noi Arcangeli e dopo vennero gli Angeli. Dio amava Lucifero più di tutti noi, più di Michael, più di me. Ma nessuno di noi era geloso, dopotutto Lucifero era un bravo ragazzo e ci teneva davvero a me. Lui mi insegnò come usare i miei poteri.

 

«Okay Gabriel, così ci si clona» disse creando una copia di se stesso «ora prova tu» e la copia di Lucifero scomparve.

Mi concentrai e creai una copia di me stesso. «Sì!» esultai quando vidi sorridere Lucifero, ma persi la concentrazione e il clone sparì.

«No!» gemetti «non ci riuscirò mai.»

«Certo che ce la farai» rispose posandomi una mano sulla spalla «ora riprovaci fratellino.»

 

Ricordo il giorno del castigo di Lucifero. Dio  chiamò me, Michael e Raphael nella sua camera.

«Lucifero, che cosa hai fatto?» gli chiese.

«Non ho fatto nulla, Padre. Ho semplicemente mostrato le tue ultime creazioni per quello che sono davvero, mostri.» rispose Lucifero.

«Non era compito tuo farlo» tuonò Dio.

«Padre, come puoi farmene una colpa? Tu ami questi abomini più di noi, i tuoi bellissimi e perfetti angeli. Come puoi fare questo?» osò dire Lucifero.

«Credo che tu volessi dimostrare ben altro» ribatté nostro Padre.

«Questo non ha nulla a che fare con me....» iniziò Lucifero, ma Dio lo interruppe.

«Ciò che hai fatto a Lilith è imperdonabile, il tuo posto non è più in Cielo e se attacchi di nuovo gli umani, la tua punizione sarà mille volte peggiore.»

 

Lucifero fece per andarsene, ma si voltò e disse: «Prima di andare, dimmi una cosa. Perché preferisci gli umani a noi?»

«Hanno qualcosa che voi non avrete mai» rispose Dio.

 

Quando Lucifero lasciò il Cielo, mi rivolsi a Dio e gli chiesi: «Padre, non pensi di essere stato crudele con Lucifero?»

Pensai che mi avrebbe fatto a pezzi, invece mi rispose: «Gabriel, un giorno capirai perché l'ho fatto.»

Sapete cosa? Aveva ragione, perché adesso capisco.

 

Naturalmente Lucifero non tenne conto dell'avvertimento di nostro Padre e ciò che seppi subito dopo fu che Michael era in guerra con Lucifero e che si apprestavano ad uno scontro come nel film Freddy vs Jason. Michael tornò in Cielo ed io temevo di aver perso un fratello.

 

«Lucifero non è morto, Gabriel. E' stato spedito all'inferno insieme a Lilith e gli angeli che lo appoggiavano sono stati uccisi o privati della loro Grazia» spiegò Michael dirigendosi verso la stanza di nostro Padre.

Ero triste e sull'orlo delle lacrime, quando Michael aggiunse: «Chiama Raphael e incontriamoci nella stanza di nostro Padre.»

«Sta bene?» domandai.

«Se n'è andato» replicò Michael.

 

Tutti e tre cercammo ovunque sulla Terra, in Cielo e anche all'Inferno, ma non servì a niente. Dio era scomparso e Michael prese il Suo posto come leader del Cielo. Ora si capisce perchè nessuno, tranne noi tre e Lucifero, incontrò mai Dio.

 

Dopo che Lucifero cadde e Dio sparì, mi sentivo solo. Tutto ciò che gli angeli volevano fare era incolpare l'umanità di tutti i problemi. Io probabilmente non mi sarei mai unito a loro ma ciò che Papà disse continuava a frullarmi in testa: «Loro hanno qualcosa che noi non avremo mai.»

Ovviamente, all'epoca non sapevo cosa volesse dire.

Andai in un posto in cui un angelo poteva giocare al Grande Fratello sulla Terra e decisi di osservare gli umani finchè non avessi scoperto cosa avesse voluto dire Dio.

Fu lì che incontrai la più grande amica che io abbia mai avuto in Cielo. Quando arrivai lì, c'era già un altro angelo che stava guardando giù.

Lei si voltò e mi vide. «Puoi guardare anche tu se ti va» disse.

«Okay» risposi e mi sedetti unendomi a lei.

«Allora, cos'è che porta un potente Arcangelo qui per guardare sulla Terra?» domandò lei.

«Sto solo cercando di capire qualcosa» dissi.

«Cosa?» mi chiese.

«Mi hanno detto che gli umani hanno qualcosa che noi non abbiamo e voglio sapere cosa» fu la mia risposta.

«Beh, non è ovvio?»

«No» replicai.

«Continua a guardare e tra qualche ora ne riparliamo.» mi disse.

 

Così guardai la Terra e tutti gli umani e vidi crimini, odio, corruzione e violenza e questo mi spaventò. Ma vidi anche qualcos'altro: gentilezza, altruismo, risate e soprattutto amore in ogni forma e dimensione. Era così bello che mi misi quasi a piangere.

Lei mi guardò e mi chiese: «Hai la tua risposta?»

«Sì» risposi «grazie per avermela mostrata.»

«Di nulla. Ad ogni modo io sono Anna»

«Gabriel» dissi tendendole la mano.

Ci stringemmo la mano e quello fu l'inizio di una bella amicizia.

 

Dopo quel giorno io e Anna diventammo grandi amici e non mi ci volle molto a capire perché invidiava gli umani. Era per la loro capacità di amare. In realtà anche gli angeli hanno questa capacità ma può essere sbloccata solo trascorrendo del tempo con gli esseri umani e imparando l'empatia da loro.

 

Ma Anna...beh, lasciatemi dire solo che c'era un certo angelo in Cielo che lei avrebbe voluto amare (però mi è stato detto che ha realizzato questo desiderio, prima di essere tradita). Sì me lo ricordo, un certo Pretty Boy Angel che era sempre in giro con quella cattiva influenza ambulante di Uriel.

 

Ricordo il giorno in cui incontrai un altro buon amico in Cielo. Io e Anna stavamo camminando intorno al Giardino e parlavamo degli umani quando lo incontrammo.

«Gabriel, credi che io e te siamo gli unici angeli in Cielo a non odiare gli umani?» mi chiese lei.

Prima che potessi rispondere, qualcuno sbucò da dietro dei cespugli e disse: «Non contarci»

«Che vuoi dire?» domandò Anna.

«Voglio dire che solo in pochi odiano veramente gli umani, la maggior parte non li capiscono e hanno paura di sapere davvero qualcosa su di loro» rispose.

«Chi sei?» gli chiesi.

«Il mio nome è Joshua»

«Non ho mai sentito parlare di te» dissi.

«Molte persone non hanno mai sentito parlare di me, me ne sto per conto mio e raramente lascio questo Giardino. Quelli che mi conoscono non mi considerano abbastanza importante per parlare con me.» spiegò.

«Cosa pensi degli umani?» gli chiese Anna.

«Dio li ha creati, dunque devono essere importanti» disse «possono essere strani ma non posso fare a meno di farmeli piacere.»

 

Da quel giorno io ed Anna diventammo assidui frequentatori del Giardino di Joshua. Si suppone che gli Arcangeli siano onniscienti eppure Joshua aveva una saggezza che nessun altro angelo aveva. Forse Dio lo ha fatto in quel modo, o forse ha solo avuto un sacco di tempo per pensare mentre faceva giardinaggio. Se lo incontrassi ora, ci sono un migliaio di soprannomi che potrei dargli, da Albus Silente a Yoda.

 

Col tempo mi sentii sempre più annoiato e irrequieto in Cielo. Andai a fare una passeggiata e mi ritrovai nel Giardino di Joshua.

«Cosa ti porta qui oggi?» mi chiese.

«Mi serve qualche consiglio: se uno si sentisse come se non fosse nel posto giusto, cosa dovrebbe fare?» gli domandai.

«Sai, quando un fiore in un certo posto non prende abbastanza luce, lo tolgo dalla terra e lo sposto in un luogo dove può prenderne abbastanza. Questo risponde alla tua domanda» rispose tipo Mister Miyagi.

 

Sì, rispondeva alla mia domanda e sapevo cosa dovevo fare, ma prima dovevo dire addio.

Per prima cosa, andai da Michael.

«Ehi Michael, posso parlarti per un minuto?» gli chiesi.

«Fa in fretta, sono molto occupato» disse.

«Ascolta Michael, Dio è andato via e non credo che tornerà. Penso che tu debba smetterla di aspettare il Suo ritorno come un cane fedele, iniziare a pensare con la tua testa ed essere un vero leader» gli dissi.

Michael era senza parole, ci sono probabilità che non sapesse cosa pensare senza Papà lì a dirglielo.

Lasciai la sua stanza ma prima mi disse: «Trovati un buon posto Gabriel, stiamo per mandare un diluvio nella valle per annegare tutte le persone.»

Seppi che la prima cosa che avrei fatto una volta sulla Terra, sarebbe stato avvisarli.

 

Andai da Anna.

«Anna, c'è una cosa che voglio dirti» le dissi.

«Che cosa, Gabriel?» mi domandò.

«Prima di dirtela, voglio che tu ci pensi bene e a lungo prima di farlo e non dire a nessuno che te l'ho detto» dissi.

Lei annuì.

«Se vuoi diventare umana, devi strapparti la Grazia» le spiegai.

«Cosa?»

«Se vuoi diventare umana, devi rinunciare alla tua Grazia»

 

Dopo di lei dissi addio a Joshua ed ero pronto ad andare, quando vidi Castiel. Mi avvicinai a lui e gli dissi: «Ho qualcosa da dirti»

«Che cosa, Arcangelo Gabriel?» mi chiese.

Dio, che razza di burattino.

«Non essere un idiota per tutta la tua vita» dissi e mi allontanai, lasciando dietro un Castiel confuso.

 

Mentre stavo per andare, chi si presenta? Ovvio, Zachariah. Era un parassita, mi stava sempre addosso ma soprattutto baciava sempre il culo di Michael. In effetti nella sua vita ha baciato talmente tanti culi che probabilmente il suo alito puzzava di merda. Prima che potesse farmi anche un solo complimento, distesi il dito medio verso di lui.

L'espressione del suo volto era incredibile.

Per la rabbia raggiunse tutte le sfumature del rosso e le vene sulle tempie cominciarono a gonfiarsi ma prima che potesse anche solo accennare a gridare o strepitare, si rese conto di essere in presenza di un Arcangelo.

Così invece si costrinse al più falso dei sorrisi e disse: «Grazie, signore» con la voce che gli tremava dalla rabbia, e si allontanò.

 

Non riuscivo a smettere di ridere, quel ricordo mi sarebbe rimasto per sempre impresso nella mente. Poi realizzai che stavo ridendo. Non avevo mai riso prima e quello fu uno dei migliori momenti della mia vita.


 

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Capitolo 2
*** Conversations with Death ***


Note di traduzione

Note di traduzione: ecco il secondo capitolo, spero di aver fatto un lavoro almeno accettabile! Io mi diverto molto a tradurla. L'originale potete trovarla qui. Come sempre, a tradurre nel bene o nel male, è Brokendream!


 

 

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Conversations with Death

 

 

 

Per prima cosa, dovevo trovarmi un tramite.

C'era questo tizio, nel Nord Europa, che stava morendo dissanguato dopo essere stato attaccato da un lupo.

«Salve» lo salutai.

«Chi ha parlato?»

Una domanda più ovvia no, eh?

«Mi chiamo Gabriel e sono qui per salvarti»

«Sul serio?» disse scettico «perchè lo faresti, e come?»

«Mi serve che tu dica di sì cosicché io possa impossessarmi del tuo corpo e usarlo come contenitore.» spiegai.

«E ciò in che modo mi salverebbe?» mi chiese sul punto di annegare nel suo stesso sangue.

«O così o muori qui» risposi.

«Suppongo non abbia molta scelta, dunque sì, puoi farlo» si arrese.

Così entrai nel suo corpo e mi impossessai di lui. Mi alzai in piedi e la ferita sparì. Stavo per teletrasportarmi nella Valle Nera per avvertirli quando mi resi conto di una cosa. Se Micheal e la squadra divina mi avessero captato, mi avrebbero riportato su in Cielo e poi lui mi avrebbe ucciso.

 

Poi mi ricordai una cosuccia. Avevo sentito parlare di una magia che aveva effetto sugli angeli. Una magia enochiana, così mi premetti la mano sul petto e marchiai la mia nuova gabbia toracica con un incantesimo d'occultamento enochiano. Questo avrebbe tenuto lontano da me il Grande Fratello.

 

Mi teletrasportai nella Valle e iniziai a dire alle persone del diluvio. Come potete immaginare, tutti pensarono che ero ubriaco o pazzo. Ma una persona mi credette.

«Hai detto che sta per arrivare un diluvio?» mi chiese.

Finalmente qualcuno che mi credeva!

«Sì, sta per succedere un casino e se non avete qualche tipo di imbarcazione, allora morirete tutti.»

«Mio figlio ha avuto delle visioni circa un diluvio che dovrebbe durare molti mesi e ha insistito affinché costruissi un'arca nella quale saremmo stati al sicuro» mi raccontò.

«Come ti chiami?» domandai.

«Noè» rispose.

«Beh ascoltami: tu, la tua famiglia e chiunque ci creda dovete salire su quella barca, perchè tra poche ore la Valle Nera diventerà il Mar Nero.»

Dopo qualche ora riuscimmo a far imbarcare circa quaranta persone insieme ad una coppia di ogni animale originario del luogo.

Non appena la pioggia iniziò a venir giù, mi teletraportai su un'altura.

 

Quando l'acqua iniziò ad innalzarsi, guardai giù e vidi che tutti quelli che non erano sull'arca iniziavano ad annegare. Guardai l'arca essere sollevata dall'acqua e navigare verso la salvezza.

 

«Sei venuto a guardare lo spettacolo, Gabriel?» sentii dire ad una voce dietro di me.

Mi voltai e vidi un uomo vestito di nero, era così magro da sembrare uno scheletro vivente.

«Temo tu mi abbia confuso con qualcun altro» dissi chiedendomi come sapeva chi fossi.

«No, quei piccoli scarabocchi che hai sulle costole possono impedire ai tuoi fratelli di trovarti, ma non a me» spiegò sedendosi su una roccia accanto a me.

«E tu chi sei?» domandai.

«Non mi aspetto che una cosa come te mi conosca. Io sono Morte, o almeno è così che mi chiamano qui» disse.

«Che significa una cosa come me?» dissi offeso.

Chi si credeva di essere quel tizio?

«Voi angeli pensate di essere importanti ma per me siete solo insetti, e solo perchè ci sono gli umani che in confronto a voi sono microbi» disse.

«Cos'è che ti rende così importante?» volli sapere.

«Sono la Morte in persona. Sono al di sopra di ogni cosa, niente può sfuggirmi, niente può sconfiggermi, nessuno può ingannarmi, sono inevitabile. Tutti moriranno: tu, i tuoi fratelli, anche Dio» disse.

«Stai scherzando, gli angeli non possono morire, men che meno Dio» dissi incredulo.

«Ne sei sicuro? Beh, vedremo chi di noi ha ragione, alla fine» disse.

Abbassò lo sguardo su tutte quelle persone che stavano morendo, sospirò e disse: «Hai idea di quanto odi tuo fratello in questo momento? Uccide tutte queste persone e spetta a me mietere tutte le loro anime, da solo. Sembra che la tua famiglia mi abbia preso per la sua cameriera.»

Sembrava disgustato al solo pensiero.

«Hai mai pensato di prendere un aiuto?» gli dissi.

«Cosa intendi?» mi chiese guardandomi.

«Intendo, perchè non dai a qualcun altro la tua capacità di mietere anime? In questo modo non dovresti fare tutto da solo» gli spiegai.

Ci pensò su per un secondo.

«Non è una cattiva idea» convenne alzandosi dalla roccia e afferrando un'anima umana dall'acqua. Era una donna, che lo supplicò di non prenderla.

«Rilassati» le disse «non vuoi andare dall'altra parte per il giudizio finale?»

«No» rispose «temo la mia destinazione»

«Ti piacerebbe restare qui e lavorare per me mietendo anime?» le domandò.

«Sì, sarebbe bello» disse lei.

«Allora tu sarai il mio primo mietitore» annunciò lui posando la testa sulla sua fronte. Qualche strana e raccapricciante ombra entrò in lei.

«Hai bisogno di un nuovo nome per la tua nuova vita» le disse.

«Che ne dici di Tessa?» gli suggerii «E' un bel nome.»

«Che ne dici?» domandò a lei.

«Tessa» ripeté «sì, questo è il mio nuovo nome. Il mio vero nome.»

«Credo che mi piacerai» disse Morte «ora va' e mieti le anime.»

Così lei si allontanò, poi lui si voltò verso di me e disse: «Anche io devo andare, quelle anime non si mieteranno da sole.»

Iniziò ad allontanarsi ma si voltò quando lo chiamai.

«Ehi, ti dispiace non dire a nessuno che mi hai visto?» gli chiesi.

«Beh, dato che mi hai dato questa bella idea, farò finta di non averti mai visto. Ma ricorda, ci rivedremo presto Gabriel» rispose con un tono talmente raccapricciante che Freddy Krueger se la sarebbe fatta nei pantaloni.

 

Dopo che se ne fu andato, realizzai una cosa. Ero libero: nessun familiare che mi alitava sul collo, nessun profeta da proteggere. Non mi importava di quello che Darth Vader mi aveva appena detto, non mi avrebbe preso.

Avrei usato il mio ingegno e avrei fregato chiunque avesse cercato di uccidermi. Avevo il potere di un dio e il mondo era la mia ostrica.

Era tempo di fare l'unica cosa che i miei fratelli mi avevano sempre impedito di fare: avevo intenzione di divertirmi un po'.


 

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Capitolo 3
*** Bumping into the Family ***


Note di traduzione

Note di traduzione: ecco il terzo capitolo, Sylar1610 legge le vostre gentili recensioni e se ne compiace! L'originale potete trovarla qui. Come sempre, a tradurre nel bene o nel male, è Brokendream!


 

 

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Bumping into the Family

 

 

 

Dopo il mio piccolo incontro con Noè e il Mietitore, decisi di viaggiare un po'.

Avevo sentito dire che le città di Sodoma e Gomorra erano piene fino all'orlo di vizio e peccato e volevo vedere che c'era di così brutto in quei luoghi.

Lasciate che vi dica una cosa: quando arrivai lì, trovai l'incredibile. C'erano da bere praticamente fiumi di vino e alcool, per i quali iniziai a sviluppare una vera passione.

E le donne, mio Dio erano bellissime. Giuro che in quelle due città la verginità si era estinta.

Dicono che New York sia la città che non dorme mai. Beh, quelle persone ovviamente non sono mai state a Sodoma e Gomorra.

Vi dico che sarei potuto restare lì per sempre, divertendomi e godendo dei piaceri terreni che hanno gli umani.

 

 

Ma un giorno il mio divertimento venne rovinato da un certo Pretty Boy Angel e da quell'idiota del suo migliore amico.

Lo ricordo come se fosse ieri, avevo appena lasciato il bordello e camminavo per i fatti miei lungo il viale dei bordelli, quando tutto ad un tratto sentii una presenza familiare. Mi voltai e li vidi camminare per strada. Erano Castiel e Uriel. Che ci facevano lì Starsky e Hutch?

Uriel stava esaminando i dintorni con uno sguardo disgustato.

«Che disgustosa fossa investata da parassiti. Sono contento che Michael abbia dato a me il piacere di purificarla» disse con un'espressione compiaciuta sulla faccia.

«Uriel, ci sono persone innocenti qui, bambini» implorò Castiel «ti prego di risparmiare almeno loro.»

Uriel guardò confuso il suo amico e disse: «Castiel,  la tua compassione per queste bestie è insensata, e questi bambini un giorno cresceranno divenendo parassiti e criminali proprio come gli adulti, sto semplicemente impedendo che questo avvenga.»

«Sai, Anna ne sarebbe contenta» disse Castiel in un tentativo di protesta.

Uriel rise. «Che importa cosa vuole lei, Zachariah è il suo superiore e sarà felice di sapere che ho sterminato questa peccaminosa feccia.

Castiel sembrava ancora a disagio.

«Dobbiamo eseguire i nostri ordini, Castiel, anche se non ci piacciono. Ricordi cosa succede agli angeli che disobbediscono?» disse Uriel.

«Molto bene» rispose l'altro.

Fu allora che mi passarono accanto. «Fuori dai piedi, lurido verme» mi disse Uriel non riconoscendomi.

«La tua mamma non ti ha insegnato le buone maniere?» gli urlai dietro prima di scomparire dalla città.

 

 

Dal deserto vidi la luce del Cielo venir giù e incenerire Sodoma e Gomorra come una gigantesca lente d'ingrandimento incenerirebbe delle formiche. Avrei potuto evitarlo? No, non avrei potuto, non senza tradirmi.

«E ora dove vado?» mi chiesi «Forse la Scandinavia sarebbe un bel posto.»

E con questo, mi teletrasportai nella mia nuova casa.


 

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Capitolo 4
*** Exit the Archangel, Enter the Trickster ***


Note di traduzione

Note di traduzione: ecco il quarto capitolo. Ragazzi, Sylar1610 è un genio. I prossimi capitoli saranno davvero stupendi. A proposito, Sylar1610 è un ragazzo! L'originale potete trovarla qui. Come sempre, a tradurre nel bene o nel male, è Brokendream!

Translator notes: Here is the fourth chapter. Guys, Sylar1610 is a genius. The next chapters will be really awesome. By the way, Sylar1610 is a boy! The original story is here. As always, the translator is Brokendream!


 

 

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Exit the Archangel, Enter the Trickster

 

 

 

Il giorno in cui mi sbarazzai delle mie ali e divenni Loki, il Trickster più famoso al mondo.

E' una storia che vale la pena raccontare.

 

Tutto ebbe inizio nel piccolo villaggio di Dalr, una notte d'autunno.

Ero in questo locale... in realtà non so pronunciarne il nome in modo corretto ma tradotto approssimativamente voleva dire la casa della birra e della carne.

Ricordo che questo villaggio era principalmente una comunità contadina e che aveva problemi con un branco di lupi che viveva ai margini del villaggio stesso.

Ogni tanto i lupi entravano ed uccidevano il bestiame, e con l'inverno proprio dietro l'angolo la gente contava sui cacciatori del posto (non cacciatori di mostri) per proteggere loro stessi e il bestiame.

 

Ora, se ricordo bene, c'era questo grosso idiota di un cacciatore chiamato Olaf.

Un tizio grosso e stupido che somigliava ad un Troll o a Ciccio Bastardo di Austin Power.

Uno dei più grandi bulli che io abbia mai incontrato.

Era solito rubare il cibo e fare i propri comodi con le vergini e le puttane del luogo.

Questo mi faceva davvero incazzare, quelle erano le mie puttane.

E la cosa peggiore era che la gente glielo lasciava fare, se si fossero lamentati lui li avrebbe minacciati di smettere di proteggerli.

 

Un giorno mi fece proprio andare in bestia e gliela feci pagare.

Me ne stavo seduto nella taverna a pensare ai fatti miei godendomi una bella pinta di birra, quando tutto ad un tratto Olaf aprì la porta della taverna con un calcio, lasciando entrare una folata gelida. Entrò facendo oscillare la testa di un lupo, vantandosi di come ne avesse appena ucciso un'intero branco

«Sì» disse ai suoi fans «il primo l'ho ucciso tagliandogli la testa, poi il capo branco l'ho fatto fuori a mani nude.»

Sì certo, secondo me in realtà aveva trovato la carcassa di un lupo morto e gli aveva tagliato la testa.

«Egill» disse rivolgendosi al locandiere «versami un boccale della tua birra più forte.»

«Mi dispiace» rispose «l'ho finita. Tutto quello che mi è rimasto è dell'idromele.»

«Bah, bevanda da bambini» commentò, poi notò che io aveva un boccale di birra quasi pieno.

Sorrise, afferrò la mia birra e mi spinse giù dallo sgabello.

La bevve in un solo sorso e fece un rutto degno di Barney dei Simpson.

Feci per alzarmi e lui sguainò la spada.

Che sorpresa, non una goccia di sangue sulla lama.

«Se hai qualcosa da dire, dillo alla mia spada» mi minacciò puntandomela alla gola.

«Sì, ho qualcosa da chiederti» dissi raddrizzandomi «come ha fatto un culo grasso senza valore come te a diventare un cacciatore?»

Era sul punto di colpirmi con la spada, quando una risata proveniente da un punto indefinito lo fermò.

«Chi osa ridere di Olaf, il grande ammazza-lupi?» gridò.

Forse era più corretto dire Olaf la grande balena.

Nessuno si fece avanti.

Fu allora che Olaf si girò verso un contandino del luogo che se ne stava in un angolo.

«Tu» disse indicandolo «sei il proprietario del maiale gigante?»

Oh sì era lui, il contadino con il secondo maiale più grasso del villaggio. Il primo era Olaf.

«Sì» rispose egli nervosamente.

«Ammazzalo e portalo a casa mia, sarà squisito» gli ordinò.

«Ma Olaf, la mia famiglia ha bisogno di quel maiale per sopravvivere all'inverno» implorò.

Olaf rise e rispose: «Mi dispiace ma pensavo di essere io colui che protegge la tua famiglia dai lupi.»

«Sì è vero ma..» iniziò l'altro, ma fu interrotto da Olaf.

«E se smettessi di proteggervi dai lupi, cosa succederebbe?» domandò.

«I lupi ci ucciderebbero» rispose mestamente.

Olaf lo afferrò per la collottola e lo tenne sospeso in aria. «Dunque credo che un maiale sia un piccolo prezzo da pagare in cambio della salvezza della tua famiglia» e lo lasciò cadere a terra.

«Sarà tua figlia maggiore a portarmelo, quella con le tette grosse» disse Olaf, sorridendo al pensiero di ciò.

«Va bene» acconsentì l'altro, riluttante.

Amici, questo era troppo. Dovevo dargli ciò che si meritava.

 

Quando Olaf lasciò la taverna lo seguii finché non fui certo di essere soli.

«Olaf» urlai per attirare la sua attenzione.

«Tu!» esclamò avvicinandosi a me «Tu sei quell'omuncolo la cui testa dovrebbe stare sul pavimento della taverna!» disse sguainando la sua spada.

«Tu vuoi un maiale, e io ti darò un maiale» dissi io schioccando le dita.

Dopodichè Olaf il cacciatore iniziò a mutare, la sua pelle divenne rosa, il suo naso un muso e le sue dita si fusero insieme diventando zoccoli.

Olaf il cacciatore se n'era andato e al suo posto c'era Olaf il maiale.

 

«Ehi, hai appena trasformato quel tipo in un maiale?» sentii dire ad una voce dietro di me.

Mi voltai e vidi una bellissima donna bionda che mi guardava.

«Ehm...» iniziai cercando di pensare ad una spiegazione.

«Sei un Trickster?»

«Sì» risposi scegliendolo come scusa.

«Lieta di conoscerti, io sono Freya. Anch'io sono una divinità.» disse.

«Io sono Loki» diss'io inventandomi un nome sul momento.

«Non ho mai incontrato un'altro dio prima» aggiunsi sfoderando il mio fascino «ma se sono tutti affascinanti come te, non vedo l'ora di conoscerli».

«Neanche tu sei male» ribatté squadrandomi «che ne dici di divertirci un po'?»

«Mi piacerebbe ma prima devo portare il qui presente Olaf nella sua nuova casa» dissi ricordandomi del piano.

«Molto bene, io sarò in quella casa lì» mi fece sapere indicando la vecchia casa di Olaf. Era la più grande del villaggio e probabilmente apparteneva a qualcun altro prima che Olaf mettesse sotto scacco l'intera popolazione.

Portai il maiale a casa del contadino che Olaf aveva maltrattato. Bussai alla porta e venne ad aprire proprio lui.

«Ehi amico! Ascolta, Olaf vuole che ti dica che gli dispiace per come ti ha trattato oggi e mi ha detto anche che non devi dargli il tuo maiale ma anzi ti manda questo» gli spiegai consegnandogli Olaf il maiale.

Era felicissimo e non smetteva di ringraziarmi. Sentii che quell'anno la carne di maiale aveva un sapore di birra.

 

Comunque, tornai a casa di Olaf e mi preparai per una notte di passione con Freya.

Aprii la porta ed entrai nella camera da letto, vidi Freya stesa sul letto completamente nuda.

«Perchè ci hai messo tanto?» mi chiese un attimo prima che le saltassi addosso.

 

Le seguenti due ore sono a rating rosso, lasciatemi solo dire che diedi a Freya la notte più bella della sua vita.

Sì, sono sicuro che dopo quella notte quando era con un altro uomo, lei pensava a me.

In effetti rimasi sorpreso dalla tenuta del letto, i miei complimenti al costruttore.

 

Dopo quella notte non fui più l'Arcangelo Gabriel, ero Loki il Trickster.


 

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