After the End di Cherie (/viewuser.php?uid=42871)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Veglia su di lei ***
Capitolo 2: *** Baffi ***
Capitolo 3: *** Perdona il mio peccato ***
Capitolo 4: *** Padre ***
Capitolo 1 *** Veglia su di lei ***
Ehilà!
Benvenuti nella mia nuova raccolta!
Eh sì, torno a scrivere su Fullmetal Alchemist...mi ha
davvero conquistata, se non si era capito *_*
Mmm, vediamo...poche chiacchiere. Cosa posso dire brevemente di questa
raccolta? Beh, saranno tutti "momenti di vita" posteriori alla fine del
manga/anime, non in ordine cronologico ma di ispirazione, su vari
personaggi!
Fatemi sapere cosa ne pensate con una piccola recensione...su, non fa
male a voi e fa tanto bene a me! ^_^
E se vi piacerebbe avere un flash su un momento in particolare, non
esitate a chiedermelo ;)
Cominciamo con il primo...buona lettura!
-Adam
Harris-
Un ragazzo dall'aria allampanata si fa largo tra la lunga fila di
giovani impettiti sul palco. Tutti rigidi con la loro divisa blu
sembrano tanti soldatini di un gioco per bambini, ma basta guardare
bene i loro volti per vedere quanto in realtà siano
emozionati. Senza seguire il passo incerto del ragazzo, la donna
continua a tenere gli occhi fissi su di una figura precisa,
all'estremità destra della fila, che però guarda
dritto davanti a sé senza incrociare il suo sguardo.
"Come sarebbe a dire?
Stai scherzando?"
"No, mamma, dico sul
serio."
"Sei fuori di testa!"
"No, voglio entrare in
Accademia e far parte dell'esercito."
-Benvenuto nell'esercito, Harris.- dice in tono incolore l'uomo alto
dai capelli neri che si trovava al centro del palco. Stringe brevemente
la mano del ragazzo e gli consegna un attestato, che il giovane ritira
con mano tremante. Ringrazia a bassa voce e tornò al suo
posto nella schiera dei neo-diplomati, seguito da un breve applauso.
-Il prossimo...Ivan Warner.-
"Sei una ragazza!"
"E allora? So
già quello che voglio, ed è diventare un
militare!"
"Intendevo...sei una
donna, diamine!"
"Anche la signora Riza
è una donna, ed è il braccio destro del
comandante supremo!"
"Da quando chiami Roy
comandante supremo?"
"Da quando ho deciso di
diventare un soldato!"
"E' una follia!"
"Follia sarebbe andare
in giro per il Quartier Generale e chiamarlo Roy!"
L'uomo al centro del palco si aggiusta i guanti sulle mani mentre
aspetta l'arrivo della nuova recluta, ed i cerchi alchemici su di essi
risplendono per un attimo alla luce del sole. Dietro di lui, una donna
dai capelli biondi passa brevemente la mano sulla pistola che tiene al
fianco sinistro e guarda verso il pubblico. Quando incrocia gli occhi
della donna lì seduta, le sorride.
-Benvenuto nell'esercito, Warner.-
"E quindi vuoi diventare
un cane dell'esercito?"
"...Come hai detto??"
"Mi hai sentita!"
"Non ci posso credere!
E' questo che penseresti di me?"
"Sì!"
"E' questo che pensavi
di papà?"
Roy Mustang si volta verso la donna bionda al suo fianco per leggere
dalla pergamena il nome seguente ed ha un lieve sussulto, che dal
pubblico non si vede. Ma la donna lì seduta lo immagina, e
lo osserva attentamente mentre si schiarisce la voce.
-Elicia Hughes.-
Una figura alta percorre a passo svelto il palco, e Gracia si sporge
dalla sedia, alza il collo per vederla meglio. E' lì, la sua
bambina, la sua piccola Elicia, che a passi sicuri va incontro al suo
destino. I suoi capelli color miele sono legati con un fermaglio, gli
occhi verdi guardano fissi Mustang mentre si dirigono verso di lui. I
suoi colori sono quelli della madre, ma è alta come il
padre, e forte come lui, sia fisicamente che caratterialmente.
"Papà credeva
in quello che faceva, ne sono sicura..."
"Tuo padre è
morto a causa del suo lavoro!"
Gracia sente gli occhi inumidirsi, e stringe le labbra tentando di
controllarsi. Ma una lacrima traditrice cade sulla sua guancia, e poi
un'altra, e un'altra ancora, mentre vede Roy Mustang stringere con
entrambe le mani la destra di sua figlia.
-Benvenuta nell'esercito, Hughes.-
Le lacrime le appannano la vista, e sente a malapena un braccio che le
si posa sulle spalle. Per un attimo, la figura di sua figlia si
confonde, e vede Maes al suo posto. Suo marito, portatole
così brutalmente via da un lavoro terribile e da una guerra
che non li riguardava.
"Io non
morirò! Sarò più forte di
papà!"
"Elicia, tuo padre era
un uomo molto forte, ma..."
"Niente ma!
Ascoltami...papà se n'è andato lottando e facendo
il suo dovere, ed io sono fiera di lui!"
"Beh, puoi dimostrarlo
anche in altri modi!"
"No! E' questo quello
che voglio fare. Entrerò nell'esercito, arriiverò
in alto. Lo renderò fiero di me!"
Le mani di Mustang sembrano trattenere quella di Elicia per un tempo
infinito e, quando le lasciano, lo fanno con estrema delicatezza.
Adesso Riza sorride ad Elicia e non più alla madre, quasi
parlassero in un codice che appartiene solo alle donne dell'esercito,
forti e risolute, che Gracia non si sente in grado di comprendere. Si
asciuga gli occhi con un fazzoletto, e tra un battito di palpebre e
l'altro vede che viene consegnato l'attestato a sua figlia.
"Per favore...non voglio
che l'esercito mi porti via anche te..."
"Non
succederà, mamma. Te lo prometto."
"E invece sì,
accadrà di nuovo...per favore..."
"Mamma, le cose
cambiano...io sono grande ormai. E' questo quello che voglio fare nella
mia vita. Mi appoggerai?"
L'applauso non parte da lei, e ne è quasi sorpresa per
quanto è forte. Accanto a Gracia, Edward, Winry, Alphonse e
May danno il meglio di sé. Nelle prime file, c'è
chi applaude anche tra i soldati più anziani.
I compagni di Maes...pensa
Gracia.
Sul palco, perfino il Comandate Supremo Roy Mustang e il Generale
Hawkeye battono le mani, ed Elicia sorride imbarazzata e ringrazia. Ma,
prima di tornare al suo posto, si volta finalmente verso il pubblico.
Senza neanche pensarci Gracia si alza in piedi e inizia ad applaudire
freneticamente, mentre le lacrime ricominciano a scorrerle sul viso. Ma
non le importa, sorride, e manda un bacio alla sua bambina, desiderando
più di ogni altra cosa correre sul palco ad abbracciarla. E,
se non fosse così lontana, giurerebbe che anche Elicia si
sta commuovendo.
Tesoro mio...un tempo mi
chiedevi perché gettassero terra sul corpo di tuo padre,
impedendogli di andare a lavorare. Eri così dolce e
ingenua...
Ma le cose cambiano.
C'è chi, come
Alphonse, ha lasciato anni di alchimia per l'alkhaestry.
C'è chi, come
Winry, ha imparato a fare torte di mele meglio di lei.
C'è chi, come Edward, da ragazzino impulsivo
è diventato un padre apprensivo.
C'è chi, come May, si è accorto di aver lottato
per un potere che non voleva realmente.
C'è chi, come Roy e Riza, ha realizzato i propri
sogni...insieme.
Hai ragione, piccola
mia...le cose cambiano.
Elicia torna al suo posto, ed in un attimo il fragore si placa, ed
è come se niente fosse successo. Gracia si risiede, e si
accorge che dentro di lei ora ha trovato posto una pace che prima non
c'era.
Alza gli occhi verso il cielo, e sente una brezza leggera accarezzarle
il volto.
Maes, veglia su di lei.
Sono terribilmente curiosa di
sapere cosa ne pensate. So che non è un capolavoro, e non so
neanche quanto l'idea sia originale...ma questa scena mi è
venuta in mente guardando "Alla ricerca di Camelot" (sì,
è un cartone animato, per chi non lo sapesse, che consiglio
^^) ed in particolare ascoltando questa canzone.
Beh, ora vi
lascio...esprimete pure le vostre opinioni, sia in positivo che in
negativo :)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Baffi ***
Roy/Riza
Rieccomi qui con il secondo
capitolo di questa raccolta...stavolta ci concentriamo su Riza e Roy!
Non voglio anticiparvi nulla, quindi leggete sotto per scoprire di
quale momento in particolare della loro storia si tratta! Vi dico solo
che si svolge precedentemente a ciò che ho raccontato nel
capitolo precendente, ma ovviamente sempre dopo la fine del manga/anime...giusto
per ribadire che l'ordine cronologico non appartiene a questa raccolta
:P
Fatemi sapere cosa ne pensate, sia in positivo che in negativo! E
ricordatevi che sono disponibilissima a fare flash precisi su
personaggi e/o situazioni, quindi chiedete liberamente ^_^
Ps. le rispose alle recensioni sono in fondo alla pagina.
Questo chap è
dedicato a ellyxyz93, che mi
aveva chiesto di scrivere qualcosa su questa coppia...come vedi, ho
voluto accontentarti subito! Ma fammi sapere tranquillamente se non ti
è piaciuto o se preferivi un flash su di un altro momento, e
riproverò a fare del mio meglio :)
-Si è fatto crescere i baffi.-
Ok che vuoi diventare Führer, ma qui stiamo
esagerando.
-Si è tagliata i capelli.-
Sei un ottimo
soldato, ma dovresti ricordarti più spesso di essere una
donna.
-Sì, ma con tutto il rispetto, a me stanno
bene.-
Uno a zero. Becca e
porta a casa, Roy.
Sei una stronza, Riza.
Anche quell'anno, le esercitazioni congiunte delle truppe di East City
e degli uomini di Briggs avevano avuto luogo...ma stavolta nella fredda
regione di questi ultimi. Riza Hawkeye, braccio destro
nonché
vice del Colonnello Roy Mustang, era stata incaricata di fargli
rapporto sulle esercitazioni, dal momento che lui non poteva essere
presente a causa di una chiamata a Central City. Era partita come
Capitano...
-Comunque ora sono il Maggiore Hawkeye, signore.-
Ti sto raggiungendo in
fretta, considerando che in realtà non ho mai mirato a fare
carriera.
-Ah, ottimo. E a cosa dobbiamo questa promozione?-
Ma come? Di
già? Di questo passo mi supererai!
-Mi sono distinta nelle esercitazioni, secondo il Generale Armstrong.-
E dal Generale
Armostrong...è tutto dire.
-Voi donne vi aiutate a vicenda, mi sembra ovvio.-
Ma come mi escono questi
luoghi comuni del cavolo?
-Non credo si possa affermare questo quando si parla del Generale
Armostrong, Colonnello!-
Che insinuazione
cretina. Puoi fare di meglio.
-Ha ragione anche lei...Maggiore. E comunque, lei non è
stata
l'unica ad essere promossa. A Central City mi hanno nominato Generale.-
Uno pari, Riza.
Non finisice qui.
Riza osservò i suoi nuovi baffetti. Era piuttosto strano
così,
sembrava più serio...ma sapeva che ci avrebbe fatto presto
l'abitudine. Dopotutto, era riuscita ad abituarsi al suo
caratteraccio ed al suo fare da donnaiolo, il che non era di certo
cosa facile. E l'aveva sopportato per tutti quegli anni.
Roy guardò i suoi capelli corti, cercando incosciamente la
familiare cascata
bionda, ma trovando solo dei ciuffetti che le incorniciavano
il volto. Chissà perché se li era tagliati.
C'era chi diceva che quando una donna cambia taglio di capelli sta
per cambiare vita...o uomo. Uomo?!?
-Le faccio i miei complimenti, Generale Mustang.-
Cosa che lei non ha
fatto a me, tra l'altro.
-La ringrazio, Maggiore. Sa, è successo da poco e non sono
ancora uscito a festeggiare...-
Dai, Riza, abbocca
all'amo.
-Immagino che avrà una fila di ragazze ansiose di
accompagnarla.-
Se credi davvero che ci
casco allora non mi conosci.
-Anche questo è vero...sarà una
scelta indubbiamente ardua!-
La vogliamo mettere su
questo piano? Va bene, allora. Sono disposto a giocare sporco.
-Immagino...deve essere un momento critico per lei, quindi la lascio in
pace e torno ai miei compiti.-
Non sto mica qui a
sentirti mentre racconti delle tue conquiste.
E' incredibile come le cose più semplici certe
volte
appaiano come le più complicate. Come due persone si
cerchino,
silenziosamente ma insistentemente, per poi arrivare a respingersi come
poli uguali di una calamita quando si trovano insieme. E la cosa
più strana è che, appena si allontanano,
misteriosamente
ricominciano a cercarsi, in un circolo vizioso che sembra non avere mai
fine. Almeno finché uno dei due non decide di sottrarsi agli
schemi e ribaltare la situazione.
-Ehi, Maggiore, dove va?-
Eddai, Riza, non sai
stare al gioco.
-Devo stilare un rapporto, non ricorda?-
Allontanati prima che mi
irriti sul serio.
-Sì, certo...ma non mi ha ancora detto perché si
è tagliata i capelli.-
A una donna fa sempre
piacere che si notino i cambiamenti di look, ma con te non so mai come
comportarmi!
-Sono più comodi così. E lei perché si
è fatto crescere i baffi?-
Come siamo passati ai
convenevoli?
-Glielo dico solo se viene a cena con me, stasera.-
O la va o la spacca.
*
Quando con la coda dell'occhio vide accendersi la luce del
vialetto, Roy tolse le braccia dal volante e si mise a sedere
dritto. Fuori dall'auto pioveva a dirotto, e riuscì a
scorgere
solo una macchia bianca venire verso di lui prima che la donna entrasse
velocemente in macchina e si sbattesse la portiera dietro le spalle.
-Buonasera.- la salutò, sorridendo.
-Buonasera, Generale Mustang.-
Oh, ma sei davvero un
osso duro.
Roy mise in motore la macchina, mentre Riza si sistemava
rapidamente i capelli scompigliati dal vento e dalla pioggia
guardandosi nello specchietto retrovisore. Lui notò un
brillio
insolito ai suoi lobi e non mancò di farglielo notare.
-Bei pendenti, Maggiore.-
-Grazie.-
Mica ti fai male a
ricambiare con un altro complimento...
A dire il vero non aveva potuto fare a meno di notatare anche
le lunghe gambe, per una volta non nascoste dalla divisa blu
dell'esercito, che
la donna aveva elegantemente accavallato non appena salita in macchina,
ma fece a meno di commentare. Voleva arrivare a fine serata.
Possibilmente ancora intero.
-Ho prenotato in un bel ristorantino qui vicino...non dovremmo metterci
molto.-
-Bene.-
Diamine, Riza, non sarai
troppo loquace stasera?
Non aveva la minima idea di cosa le stava prendendo.
Riusciva
solo a guardare dritta davanti a sé e a rispondere a
monosillabi. Eppure sapeva a cosa sarebbe andata incontro accettando
quell'invito...sarebbe stata la realizzazione di ciò che
aveva
atteso per anni, o l'inizio di un incubo.
Aveva cercato perfino di prepararsi psicologicamente ad un Roy "latin
lover", ma tutti i suoi buoni propositi erano svaniti appena era
entrata in macchina, e l'aveva visto in pantaloni eleganti e camicia,
sorridente e pronto ad accoglierla.
Cercò insistentemente qualcosa da dire, ma non le veniva in
mente nulla, apparte...
-Sa, è strano.-
Roy le lanciò una rapida occhiata prima di riportare lo
sguardo sulla strada. -Cosa?-
-Che guidi lei...non sono abituata ad essere il passeggero.-
E soprattutto non sono
abituata alla tua galanteria.
Lui si limitò a sorridere, scuotendo la testa.
-Cos'è questo rumore?- chiese Riza d'un tratto.
Roy sbiancò all'improvviso e si diede una manata sulla
fronte. -Maledizione!-
Lo strano suono proveniva dall'auto e si faceva sempre più
forte.
Che diamine succede?
-Generale, accosti! Presto!-
Roy fece quello che Riza gli aveva chiesto, stringendo le labbra,
mentre l'auto procedeva a singhiozzo.
Sono un cretino. No,
dico davvero. Sono proprio un cretino.
La macchina si spense da sola appena si fermarono accanto al
marciapiede, con uno sbuffo sonoro. Un improvviso silenzio
riempì l'abitacolo e Roy sapeva,
anche senza guardare dalla sua parte, che la donna lo stava fissando
con fare interrogativo. Pensò alle ore passate nel suo
appartamento, appena era uscito da Quartier Generale, per decidere cosa
mettersi...scordandosi la cosa più importante.
-Cos'è successo, Generale?- chiese.
Roy mormorò qualcosa a bassa voce, senza guardarla negli
occhi,
e quando vide Riza chinarsi verso di lui per sentire meglio
voltò di scatto la testa verso il finestrino e disse alle
gocce
d'acqua:
-Ho dimenticato di fare benzina!-
Non ci posso credere.
L'improvviso scoppio di risate lo costrinse a voltarsi verso di lei,
con un'espressione stupita. Riza aveva reclinato la testa all'indietro
e rideva di gusto, con gli occhi chiusi ed una mano sul petto, che
vibrava al ritmo delle sue risa. E in quell'istante, gli
sembrò
perfetta.
-Ma...ma...Generale...- riuscì a dire -...invita le persone
a
cena e neanche si ricorda di fare il pieno alla macchina! Spero non
faccia così anche con le ragazze con cui esce!-
Altrimenti non mi
spiegherei tutto il successo che hai!
Lui abbassò lo sguardo, un po' offeso. -Veramente no...io...-
Sembrava che non ci fossero limiti all'ilarità di Riza. Si
riallacciò i primi bottoni del cappotto che
idossava e se
lo strinse sulla gola, ancora ridendo. -Mi sembra di aver visto un
meccanico, mentre venivamo...torno subito.-
Roy la fissò allibito. -Ma fuori sta diluviando!- disse, ma
non
fece neanche in tempo a finire di parlare che lei aveva già
aperto la portiera della macchina.
-Non si preoccupi, Generale, posso affrontare qualche goccia d'acqua!-
rispose Riza uscendo. Roy stava per ribattere qualcosa, ma si ritrovo a
fissare lo sportello che gli era appena stato chiuso in faccia. Per un
attimo rimase così, fermo.
Ma guarda
questa...è completamente fuori di testa!
Di colpò spalancò la portiera alla sua sinistra,
e appena
mise la testa fuori lo colpì una doccia fredda. Si mise una
mano
sopra gli occhi per proteggerli dalla pioggia incessante e vide che la
donna aveva già messo una ventina di metri tra di loro,
correndo.
-Maledizione, Riza, fermati!-
I piedi di Riza Hawkeye si fermarono quasi contro la volontà
della proprietaria. Si voltò lentamente indietro, quasi
senza
sentire la pioggia che le sferzava tutto il corpo e che le attaccava
addosso i capelli ed i vestiti. Roy correva verso di lei, cercando
inutilmente di proteggersi dall'acqua tenendo alta la giacca sulla
testa.
-E' impazzita ad uscire così?- le chiese, una volta che le
fu
accanto. Allargò le braccia per ospitare anche la collega
sotto
quell'ombrello improvvisato.
Lei continuò a fissarlo negli occhi senza dire una parola.
Mi hai chiamata
Riza...detto da te ha quasi un altro suono.
Roy si schiarì la voce, a disagio. -Allora...questo
meccanico?-
La donna si riscosse all'improvviso. -Ah...sì...- disse, e
incominciò a incamminarsi senza guardarlo in faccia, sicura
di
stare arrossendo a causa di quell'inaspettata vicinanza. -Da
questa parte.-
Le gocce che cadevano violentemente sulla giacca ormai zuppa del
Generale, insieme al rumore delle macchine che passavano, erano gli
unici suoni udibili in quella fredda sera di Marzo. Per le strade non
c'era nessuno: a causa della pioggia sferzante, tutti si erano
rintanati al caldo nei locali o nelle proprie case. I lampioni
illuminavano un paesaggio quindi deserto, apparte per i due militari
che camminavano l'uno accanto all'altro sul marciapiede.
-Devo essermi sbagliata.- mormorò Riza d'un tratto,
fermandosi.
Roy si guardò intorno, ed in effetti non c'era nessun
meccanico
nelle vicinanze, e non ne aveva visti lungo la via. Ma, a dirla tutta,
non era certo di averci prestato molta attenzione. Le poche volte che
era stato così vicino a Riza Hawkeye era stato per
combattere, e
di solito quella che lo proteggeva era lei. Mentre adesso...si sentiva
lui nel ruolo del protettore, pur solo tenendola al riparo dalla
pioggia con un pezzo di stoffa ormai inutile. Era, come aveva detto lei
stessa in macchina...strano. Ma niente male.
La voce di Riza interruppe il corso dei suoi pensieri. -Mi aspetti qui,
io entro in quel bar e chiamo Havoc, così...-
-No.-
Havoc??
Perché proprio Havoc?
La donna alzò le sopracciglia. -Senta, lo so che ho
sbagliato, ma...-
-Dovrebbe smetterla di farsi carico di tutti i miei problemi. Sono
stato io a dimenticare di mettere la benzina, non lei, Maggiore.-
-Ma le ho detto io di aver visto un meccanico che poi non c'era.-
-Ma sono stato io a chiederle di venire con me stasera, quindi lasci
fare a me.-
-L'ha fatto solo perché le ho detto che ha la fila dietro.-
-Non credo
proprio.-
-E allora perché?-
Riza fremette nel fare quella domanda, ma non ne poté fare a
meno. Era tutto il giorno che ci pensava.
Roy guardò dentro a quegli occhi marroni che lo fissavano, e
deglutì a fatica.
-Beh, mi sembra ovvio...altrimenti chi mi proteggeva le spalle?-
Gli angoli della bocca della donna si piegarono impercettibilmente
all'ingiù, unico segno leggibile sul suo volto della
delusione che aveva dentro.
-Cos'è, ha paura che l'insalata l'attacchi alle spalle,
Generale?-
Roy strinse le labbra. -Credo che avrei fatto meglio a restare in
macchina.-
-Già.-
Il Generale Mustang fece per voltarsi quando sentì qualcosa
che lo tratteneva per il braccio. Riza l'aveva afferrato per una
manica, e aveva uno sguardo che non le aveva mai visto prima. Per una
volta, non c'era determinatezza nei suoi occhi, ma solo una muta
preghiera.
Non voglio che te ne
torni in macchina. Non volevo chiamare Havoc. Vorrei che tu lo capissi.
Roy si riavvicinò a lei. -Cosa c'è, Maggiore?-
-Mi scusi.-
Era poco più di un sussurro, ma era abbastanza.
Lui sorrise. -Mi scusi anche lei, lo so che la faccio andare fuori dai
gangheri certe volte.-
-Non importa.- Riza fece un passo verso di lui. -Le
proteggerò le spalle ogni volta che vorrà,
signore.-
Di nuovo quell'espressione forte, quell'aria da donna invincibile.
Il fatto è
che vorrei proteggerti anche io, qualche volta, Riza. Vorrei sapertelo
dire.
-Ha smesso di piovere.- constatò la donna, a
bassa voce.
Roy abbassò lentamente le braccia e lei gli
lasciò la manica della camicia.
-Si prenderà un malanno, Maggiore. Ecco.- le disse,
mettendole meccanicamente la giacca fradicia sulle spalle, senza
accorgersi che non migliorava affatto la situazione. Ma si sentiva
incatenato dai suoi occhi, e lei da quelli di lui.
-Grazie.-
E' difficile dire chi si avvicinò per primo. Forse Roy, che
già la circondava con le braccia, forse Riza, vittima di un
sentimento che aveva cercato di controllare per troppo tempo.
Ma quel che è certo è che i loro volti si
avvicinarono, lentamente, in una pausa che in quell'istante avrebbero
definito un'ora e che invece anni dopo avrebbero stimato mezzo secondo.
Riza chiuse piano gli occhi, e quando sentì le labbra del
suo superiore che gentilmente sfioravano le sue, sentì che
tutto era come doveva essere. Tutto era perfettamente a posto, e lei
era al sicuro. Alzò le mani e le posò
delicatamente sul viso di lui, non per imprigionarlo, ma per essere
sicura che fosse reale...e che fosse suo.
Roy lasciò cadere la giacca a terra e le circondò
la vita con le braccia, attirandola a sé, approfondendo quel
contatto da loro tanto agognato. Passò una mano sulla
schiena di lei e la sentì rabbrividire, e allora si
dedicò solamente alle sue labbra, inventando per lei nuovi
baci, e sperimentando nuove sensazioni che mai aveva provato con le
tante altre donne di cui era stato l'amante. Sentiva che Riza gli si
era abbandonata contro, per una volta inerme, e percepì il
suo calore attraverso i loro vestiti bagnati.
Poi, un pensiero improvviso lo distrasse, e si staccò da
lei. Rimasero così, con le fronti appoggiate l'una
all'altra, respirando piano. Lei teneva ancora gli occhi chiusi.
-Riza.-
-Mmh...?-
-Alla fine non mi hai più chiesto perché mi sono
fatto crescere i baffi.-
Riza aprì gli occhi e gli sorrise dolcemente, come si
sorride ad un bambino piccolo quando fa una domanda la cui risposta
ovvia, nella sua innocenza, non conosce.
-Non ne ho bisogno, Roy. Ti conosco meglio di quanto tu creda.-
Vi ringrazio tantissimo di
essere arrivati fino a qui, e spero sinceramente che vi sia piaciuta.
Che ne dite di farmi sapere cosa ne pensate? E' facile e rapido!
Ringrazio inoltre alicettameggy e Haruno per aver
inserito questa raccolta tra le preferite :)
Risposte
alle recensioni:
@ lightblack:
Sono contentissima che l'idea ti
sia piaciuta!! Grazie anche per il commento su come scrivo ^^
@
Ludoangel:
Grazie
mille, sono felice che ti sia piaciuto lo stile "discorso al
passato/narrazione al presente" e la resa dei personaggi! Spero di non
averti delusa con questo chap, dato che ho dato più spazio
alle sequenze narrative! Grazie inoltre per avermi fatto notare gli
errori di battitura...la verità è che l'ho
pubblicata in fretta perché avevo paura di non averne il
coraggio se avessi atteso troppo :P
@
ellyxyz93:
Ti ringrazio molto
per i complimenti che mi hai fatto, e spero che questo chap ti sia
piaciuto...non sapevo bene su quale momento volessi il flash su loro
due, così ho provato ad immaginare...ma se preferisci che
racconti anche qualcos'altro chiedi e sarà fatto!
@
MusaTalia:
Un numero
speciale che uscirà in Giappone?? Please, dammi altre
informazioni *_* Sono felicissima che tu abbia apprezzato sia l'idea
dello scorso chap, sia il modo in cui ho cercato di rendere i
comportamenti dei personaggi! Inoltre, per fortuna l'ispirazione non
è arrivata tardi grazie alla richiesta che mi avevano fatto
;) Ps. Anche se qui Roy è apparso, il prossimo chap
è un flash specifico per te...ma non ti dico ancora su chi!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Perdona il mio peccato ***
Scar
Eccovi un nuovo capitolo di
questa raccolta! Sono felicissima di sapere che sta piacendo :D
Il flash di oggi si
concentra su Scar e, in breve anche su Miles, nonostante il primo sia
il personaggio principale! Cronologicamente...vediamo...non credo abbia
una collocazione precisa, possiamo dire qualche anno dopo la fine del
manga/anime. Ridiciamolo insieme, sì..."Questa raccolta
è piena di momenti in ordine cronologicamente sparso!" xD
Bene, vi lascio alla
lettura di stasera...e io vado a prepararmi la cartella per
domani...(momento di dolore estremo!!)
Mi farebbe tanto
piacere sapere cosa ne pensate, quindi via libera anche alle recensioni
negative! Se invece volete un flash su qualche momento/personaggio in
particolare, non esitate a chiedere e farò del mio meglio :)
Ps. Altre note e
risposte ai commenti come sempre in fondo alla pagina!
Questo
chap è dedicato a MusaTalia,
che mi ha chiesto qualcosa su Roy o su Scar...dato che Roy è
stato sempre presente negli scorsi capitoli, ho deciso di cambiare e
concentrarmi su Scar! Fammi sapere cosa ne pensi, mi raccomando ;)
God bless us everyone
We're a broken people
living under loaded gun
And it can't be outfought
It can't be outdone
It can't outmatched
It can't be outrun
No!
Dio benedicici tutti
Siamo persone spezzate che vivono sotto pistole cariche
E questo non può essere combattuto
Non può essere sorpassato
Non può essere sopraffatto
Non può essere superato
No!
Chi
ha vissuto la guerra non sempre sa affrontare serenamente la pace.
Poiché la pace sostituisce l'amore alle armi, reca luce dove
prima c'era buio, scopre le atrocità commesse quando nessuno
guardava e le grida al mondo. La pace da' il tempo di seppellire i
morti, se non nel proprio cuore, almeno su questa terra; porta a
chiedersi se ciò che si è fatto è
stato giusto o
solo dettato da una cecità dovuta a dolore e rabbia. La pace
conduce con sé un silenzio nuovo, una calma sconosciuta. E
tutto
questo porta a riflettere, a riscoprire ferite mai rimarginate, momenti
sconvolgenti che nella frenesia sono stati seppelliti in fondo alla
mente
per poi tornare a galla. Certe volte la pace, con i suoi sensi di
colpa, uccide come la guerra.
Scar cammina per le strade polverose della nuova Ishval, costruita
sulle macerie della precedente città e rinata grazie alle
conoscenze dei suoi vecchi abitanti e alla forza dell'esercito di
Amestris. Benché sia quasi ora di pranzo, c'è
ancora chi
si attarda per la strada: bambini che giocano tra di loro, incuranti
dei richiami dei genitori; anziani che, su sedie di legno
davanti
alle loro case, contemplano il paesaggio davanti a loro con aria
assorta e saggia e si scambiano qualche chiacchiera. Ci sono anche due
donne, in fondo alla via, che si attardano ridendo tra di loro con
buste piente di alimenti in mano. Dal tempio di Ishivara proviene una
lenta litania che si confonde nell'aria con il canto degli uccelli e
con le voci dei passanti. Una ragazzo gli passa dietro correndo, con
due brocche piene d'acqua fra le braccia.
Ognuna di queste persone è diversa: ma tutte loro sono
accomunate dalla loro pelle scura, dagli occhi color del fuoco e dai
capelli bianchi come la neve.
E dal sorriso.
Scar percorre il muro laterale del tempio e oltrepassa molto
porte, prima di entrare in una specifica. Nella stanzetta in cui si
trova c'è un piccolo armadio che contiene qualche saio, uno
specchio quadrato e una statua del Dio Ishivara alta fino al soffitto.
Non presta quasi attenzione all'armadio, e coglie solo per un attimo la
sua immagine nello specchio; oggi un altro sacerdote si sta occupando
della
funzione giornaliera, e conosce abbastanza bene il suo riflesso. Un
uomo dai lineamenti duri, la fronte sfregiata da una cicatrice
a
forma di X che gli arriva fino agli zigomi, con i capelli quasi
grigiastri legati in una coda di cavallo. Ma questo non gli interessa
ora. Si inginocchia davanti alla statua di Ishivara e china il capo.
Dio, sono qui per il tuo
perdono.
Quando le luci del mattino hanno riempito poco a poco la sua camera da
letto, Scar era già in piedi da molto. Da settimane si
sveglia
di colpo, sudato, nel bel mezzo della notte, con la mente invasa dai
volti delle persone che ha ucciso. In realtà sono per lo
più ricoperti dalla sua mano destra, ma riesce a vedere
benissimo i loro occhi sgranati che lo guardano esterefatti,
supplichevoli, consci di star vivendo il loro ultimo momento.
Pupille accusatorie tormentano le sue notti e popolano i suoi incubi,
ricordandogli che è un assassino.
Dio, ti prego, aiutami.
Liberami da loro.
Scar congiunge le mani, e senza volerlo gli occhi scorrono
sui
tatuaggi che adornano il suo braccio destro. Lingue nere gli avvolgono
l'arto dal polso fin sopra al gomito, in spirali, lettere e simboli dal
significato ormai dimenticato. Segni di distruzione, di morte, di
terrore. Innumerevoli volte ha artigliato il viso del nemico con quella
mano maledetta, scaricandogli contro il suo nero potere,
guardandandogli negli occhi, sapendo di essere l'ultimo volto che
avrebbero visto. Tante, troppe volte ha spezzato il filo di una vita
umana senza averne veramente il diritto, guardando con volto
impassibile il sangue sgorgare dai loro corpi, ascoltando le urla
disperate delle sue vittime senza fare una piega.
Dio, ti scongiuro,
purificami dal mio peccato.
Ma dal suo Dio non arriva nessuna risposta. L'uomo è ancora
in
ginocchio, nel silenzio più totale che gli urla le sue colpe.
Lentamente, si porta la mano destra al volto e si stringe il viso,
artigliando la pelle con le unghie. Sente la pelle calda e ruvida
contro la faccia, e la pressione della propria mano gli permette a
malapena di respirare. E' questo che hanno provato le persone che ha
ucciso?
Sarebbe così facile, così dannatamente facile,
far finire
adesso tutti quei sensi di colpa...un attimo di dolore e poi
più
nulla. Dopotutto, importerebbe davvero a qualcuno la sua morte? Lui
è solo un criminale di guerra...
Dei colpi alla porta lo fanno sussultare.
-Scar? Sono Miles.-
L'uomo di Briggs. Scar si alza faticosamente in piedi e si dirige verso
la porta. Quando la apre, vede il militare sobbalzare e fare un passo
all'indietro.
-Cosa c'è?- chiede Scar, guardandosi alle spalle.
-Hai un aspetto terribile.- dice solo Miles.
Scar si volta verso lo specchio, e osserva il suo riflesso: la barba
gli è cresciuta ispida, sotto i suoi occhi ci sono ombre
scure
ed incavate, e si vedono sul volto i segni che si è appena
lasciato con le unghie. Il militare gli si avvicina e, con fare
prudente, chiede: -Qualcosa non va?-
Lui non può fare altro che abbassare gli occhi. La
verità
che sta per confessare gli appare troppo terribile ed umiliante.
-Il mio Dio non mi risponde.-
Miles si toglie gli occhiali scuri per vederlo meglio. -Cosa gli hai
chiesto?-
-Di redimere la mia anima di peccatore.-
L'uomo di Briggs rimane per un attimo in silenzio, e poi dice: -Vieni
fuori con me.-
Scar lo segue senza dire una parola, con gli occhi ancora bassi. Non sa
cosa vuole mostrargli il militare, e non gli interessa neanche. Nulla
può distoglierlo da quello che hai in mente, ormai. Fuori
dal
tempio la luce è più forte e stringe gli occhi,
mentre
l'altro si rimette gli occhiali. Si fermano in mezzo alla strada e
Miles guarda qualcosa in lontananza, imitato da Scar che
però
non vede nulla in particolare.
-Il tuo Dio non ti risponde perché sa che le
risposte le hai già davanti a te.- mormora il militare.
-Guardati intorno, e prova a dire che tutto questo non è un
miracolo. Il
nostro popolo, scacciato per anni, temuto e combattuto, ora ha una
terra. La nostra gente, che ha vissuto per anni all'ombra,
nascondendosi, ora è libera di andare dove vuole e non viene
più discriminata. La nostra città, ridotta in
macerie,
ora ha una nuova vita, ed è un importante punto di scambi
commerciali con Ching, perfino per Central City. Gli Ishvalani non
devono più vivere nella sporcizia e in capanne, ma ora hanno
splendide case, e hanno ripreso il culto di Ishivara. Tutto va al
meglio.-
Scar sospira. -E' vero, la nostra comunità prospera. Ma chi
sono
io per goderne, con tutto il male che ho fatto?-
Miles gli si avvicina. -Hai ragione, tu hai ucciso molto persone, e
certe volte degli innocenti. Ma è la guerra che ti ha
plasmato
in questo modo, addolorandoti per la morte dei tuoi cari e accecandoti
con il desiderio di vendetta.- Gli prende il polso sinistro e ,
così facendo, gli alza tutto il braccio davanti al volto.
-Ma
ciò che è importante è che hai avuto
la forza di
sottrarti a quella spirale di morte. Hai dato vita dentro di te ad un
potere nuovo, un potere che non mira a distruggere, ma a ricostruire.
Hai trovato il coraggio di andare contro ciò che diceva il
tuo odio, ti sei alleato con chi prima ti era nemico in nome di un bene
superiore...-
Scar toglie di scatto il braccio dalla presa del militare. -Ma resta il
fatto che ho ucciso delle persone!-
-Molti hanno ucciso, e sono stati puniti. Ma a te è stata
data una seconda chance per vivere, e fare del bene. Invece di negarlo,
continua ad aiutare chi sta intorno: sarà così
che potrai redimerti dal tuo peccato.-
L'uomo con la cicatrice lascia correre lo sguardo per il paesaggio. Il
sole inonda le vie di Ishval, donando un'aurea dorata a tutto
ciò che illumina: il tempio accanto a loro, le bianche mura
delle case, i passanti per la strada, i campi in lontananza, la figura
di Miles. E anche lui. Lo percepisce, più dentro di
sé che dal calore sul suo corpo. E' come se il suo Dio li
guardasse e li benedicesse.
-Come fai a sapere tutto queste cose? Ishivara ti ha forse parlato?-
-No. Semplicemente, sono un Ishvalan anche io. E anche io ho ucciso
molte persone.-
Chi ha vissuto la guerra non sempre sa affrontare serenamente la pace.
Soprattutto se a dare forma al suo essere è stata la guerra,
che l'ha indurito e reso insensibile alle piccole gioie della vita che
solo la pace può regalare alle persone. Non è
detto che porti esattamente quello che si voleva, ma di solito reca con
sé quello di cui si ha bisogno: che sia tempo per pensare,
per ricrearsi una vita, per stare con i propri cari, per farsi un esame
di coscienza. Non sempre la pace di una nazione significa pace nel
cuore della gente che la abita. Ma alcuni riescono a dare un
senso alla propria vita proprio grazie ad essa, perché la
pace fa desiderare di essere migliori.
Grazie
per essere arrivati fino alla fine! Che ne dite di lasciarmi una
recensione per farmi sapere la vostra opinione di questo chap? ^^
Come
avrete visto, lo stile è un po' cambiato rispetto al
capitolo precedente. Il momento RoyAi voleva essere leggero e romantico
di proposito, mentre questo (essendo Scar un personaggio complicato ed
essendo più delicato l'argomento) ho dovuto renderlo in modo
più profondo. Spero sinceramente che non sia troppo pesante!
Prima
che me lo chiediate, il pezzo all'inizio è preso da una
canzone dei Linkin Park di nome "The Catalyst"!
Ringrazio
alicettameggy e Haruno per aver inserito questa raccolta tra le
preferite, simo_chan per averla messa tra quelle da ricordare e Castiel
e Ludoangel perché è fra le loro seguite!!
Risposte
alle recensioni:
@
MusaTalia:
Come hai visto non ho mancato alla parola data! Spero che ti sia
piaciuto questo flash su Scar e, se ne desideri qualche altro, chiedi
pure! Alla fine sei riuscita a trovare un posto dove leggere quella
side story su FMA? Tienimi aggiornata, mi raccomando :) Comunque sono
d'accordo con te, è un peccato che da noi non abbiamo ancora
trasmesso l'ultimo episodio dell'anime in italiano!! Sono contentissima
che il capitolo Roy/Riza e la similitudine con la calamita ti
siano piaciuti...anche io li adoro come coppia, è una delle
mie preferite! E non ti preoccupare di spendere troppo parole nelle
recensioni, a me fa sempre tanto piacere leggerle e vedere che vi piace
questa raccolta ^^
@
ellyxyz93:
Evvaiiii sono davvero felice di sapere che ti è piaciuto!!
Dato che questa è la prima volta che non scrivo storie solo
di testa mia ma anche su richiesta, devo ammettere da una parte
è un po' strano...ma dall'altra da sempre la spinta per
continuare a scrivere :) Ho pensato di scrivere i loro pensieri
perché loro due li vedo così, che fra di loro
dicono una cosa mentre in realtà vorrebbero dire tutt'altro!
Non ho ancora deciso nulla per il prossimo chap, ma credo che
seguirò la tua richiesta...anche perché Ed e Win
sono la mia coppia preferita in assoluto e per ora li ho ignorati fin
troppo ;)
@
Ludoangel:
Grazie mille per i complimenti ^^ Spero che apprezzerai anche questo
nuovo cambio di stile (no, non sto cercando di farti impazzire
cambiando stile di scrittura ogni volta...saranno problemi di
personalità multipla, boh xD)...scherzi a parte, il fatto
è che cerco di rendere al meglio sia il personaggio che la
situazione, quindi questo certe volte mi porta a fare cambi un po
drastici...spero che la lettura non ne risenta troppo! Grazie per aver
inserito tra le seguite e, per inciso, ora cerco sempre di
ricontrollare più volte se ho fatto errori di battitura :P
@
Castiel:
Tranquilla, capisco che certe volte si tende a leggere solo i capitoli
ai quali si è più interessati...però
se qualche volta hai tempo e voglia mi farebbe piacere sapere che ne
pensi anche del primo :) Quando ho letto il tuo "...l'appuntamente
finito male..." sono scoppiata a ridere: pensa che volevo scrivere una
battuta uguale nel chap xD Grazie sia per i complimenti, sia per aver
inserito tra le seguite!! In realtà il fatto del taglio di
capelli lo conoscevo più come modo di dire, non sapevo del
suo significato particolare in Giappone...ma grazie per avermi
illuminata su questo argomento, mi fa piacere sapere di averci
azzeccato ;)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Padre ***
Edward/Winry
Rieccoci
qui, stavolta con Edward e Winry!
Lascio scoprire a voi il momento di cui si parla ;) Vi dico solo che ci
ho pensato per giorni e giorni e, quando mi è venuto in
mente,
mi è sembrato perfetto per loro due, in
particolare
vedendo gli ultimi fotogrammi dell'anime...ma non vi dico altro, non
voglio rovinarvi la sorpresa!!
Vi lascio al nuovo chap, e mi scuso per avervi fatto aspettare di
più questa volta, ma ci tenevo tanto a trovare the perfect flash....
Ricordo, sia a chi già conosce la mia raccolta, sia a chi
capita
qui per la prima volta, che mi farebbe tanto piacere sapere cosa ne
pensate, quindi sentitevi liberi di esprimere anche giudizi negativi se
necessario :)
Inoltre, chiunque desideri un flash su un personaggio/momento
particolare non ha che da chiedere ^^
Questo capitolo
è dedicato a ellyxyz93 (e a me stessa, in fondo
:P) per la richiesta che mi ha fatto e perché siamo entrambe
amanti di questa coppia!
-Ed...-
-Sì?-
-Devo...ho qualcosa da dirti.-
Passi veloci si rincorrono per il pavimento liscio della sala.
Scandiscono il tempo come i rintocchi di un orologio, incessanti.
Sbuffi e sospiri si alternano nervosamente.
Le labbra si arricciano e scoprono i denti, che le mordono impazienti.
Le dita tamburellano sulla cintura, scorrono tra i passanti dei
pantaloni, si nascondono nelle tasche per poi riscapparne fuori.
-Salve, vorrei informazioni su...-
-E' stato chiamato?-
-No, io...-
-E' un parente?-
-Sì, in effetti, e volevo...-
-La contatteremo noi non appena ci saranno notizie al riguardo, si
accomodi lì intanto.-
Non
è l'unico lì dentro, ma è stato il
primo ad arrivare. Da ore passeggia
lungo quella saletta, avanti e indietro, di fronte a pochi altri che
ormai neanche lo guardano più, abituati al suo
andirivieni. Ogni tanto da' un'occhiata all'imboccatura del corridoio
per vedere se arriva qualcuno: si affaccia muovendosi a scatti, con il
nervosismo che trapela da ogni poro della pelle. La stanchezza
c'è, la sente, in profondità, ma non riesce
comunque a
sedersi con tutta l'adrenalina che ha in corpo.
Riporta dietro le orecchie i capelli che gli sono scivolati davanti al
volto. Si scioglie la coda, si passa le dita fra le ciocche e rilega
nuovamente i capelli. Che diamine di ore sono? Si tira su la manica
sinistra di scatto. Le sei. Sospira di nuovo. Sono più di
quattro ore
che è lì, in attesa di un segnale, di una
comunicazione, di un
qualsiasi gesto rivolto verso di lui, ma niente. Quanto ci
vorrà ancora
per sapere qualcosa?
-Mi scusi...-
-La prego, signore, si
sieda e attenda.-
-Sono ore che aspetto,
diamine! Qualcuno vuole dirmi qualcosa??-
Si dirige verso la finestra e comincia a picchettare sul davanzale con
le nocche, guardando il giardino di fronte a lui senza vederlo davvero.
Cosa sta succedendo, qualche corridoio sopra di lui? Perché
non
può essere presente? Perché non può
essere, in
qualche modo...utile?
L'occhio gli cade sul telefono a muro vicino a lui e, senza neanche
pensarci, gli si avvicina. Prende in mano la cornetta e compone l'unico
numero che conosce a memoria oltre al proprio, senza curarsi dell'ora.
-Mmm...Pronto?-
-Sono io.-
-Ed? Cosa...che succede? Che ore sono?-
-Sono in ospedale.-
*
Sono le sette del mattino quando finalmente lo vede arrivare. E'
spettinato, goffo e ha ancora gli occhi mezzi chiusi, ma tenta di
abbozzare un sorriso quando lo vede e lo saluta con una mano.
Nell'altra regge una tazza di caffè.
Edward gli va incontro con passi meccanici e la mascella contratta.
-Scusa, mi dispiace di averti svegliato, ma non sapevo...-
-Ehi, fratellone, non c'è problema.-
E in un attimo si ritrova aggrappato a lui, mentre Alphonse allarga un
braccio per non sporcarlo di caffè. Con l'altro gli da'
qualche
pacca sulla spalla, timida ma affettuosa.
-Tranquillo, fratellone, sono medici. Sanno cosa fare.-
-Signor Elric, aspetti
qui ora.-
-Ma io...voglio venire
con voi!-
-Non è
possibile, mi dispiace. Deve aspettare qui.-
Edward si stacca all'improvviso dall'abbraccio e ricomincia a camminare
nervosamente in cerchio, sotto gli occhi del fratello.
-Non capisci, Alphonse...sono ore
che è lì dentro...-
-Beh, credo sia così che funzioni...vedrai, presto ti
daranno notizie.- allunga una mano -Caffè?-
Lo guarda aggrottando le sopracciglia, senza parlare, e continua la sua
odissea per il corridoio.
-Mmm, hai ragione. Non mi sembra che tu ne abbia bisogno.-
Edward contrae i pugni, e sente le unghie che gli si conficcano nei
palmi. Alphonse gli si avvicina e gli mette una mano su di una spalla,
comprensivo. Ci sono centinaia di cose che potrebbe dire, ma conosce
abbastanza bene il fratello per sapere che gli servirebbero a poco o
niente in quello stato.
-Allora...non dici
niente?-
-Ma...è
certo?-
-Pare di sì.
Prenderò presto un appuntamento dal medico, ma prima volevo
parlarne con te...-
-Mi sento così inutile.- sussurra.
-Lo so, fratellone...ma in questi casi si può solo
aspettare.-
-Odio aspettare. Voglio fare qualcosa.-
Si sente battere delicatamente sulla schiena e si volta per incrociare
lo sguardo di una ragazza bruna.
-Non credevo di dover ricordare proprio a te, Edward, che non devi
neanche pensare di poter entrare nel territorio di Dio.-
Edward apre la bocca e la richiude senza dire una parola, mentre
Alphonse si inserisce tra i due e prende per le spalle la ragazza.
-Insomma, May, non mi sembra il caso di...-
-No, ha ragione.- sospira Edward. Poi l'occhio gli cade su qualcosa che
spunta dalle braccia di May. -Cos'hai?-
La ragazza sorride e gli porge un mazzo di fiori.
-Non sapevo se comprare il fiocco rosa o blu, quindi ho optato per
questi!-
-Io...ehm...-
-Cosa?-
-Non...non so come
dirtelo!-
-Coraggio, dillo e
basta. Cosa riguarda?-
-Ehm...noi.-
-Noi in che senso?-
-Noi...noi due, io e
te...che...non saremo più io e te, insomma...-
-Ma cosa...che
farnetichi? Vuoi...vuoi lasciarmi?-
-No!-
-E allora cosa?-
-Sto cercando di
dirtelo, cavolo!-
-E allora dimmelo! Mi
hai tradito? Parla, diamine!-
-Sono incinta!-
Edward prende i fiori tra le braccia e li guarda stupito. Regali.
C'è chi pensa ai regali in un momento come quello.
May lo guarda mordendosi un labbro. -Non...non ti piacciono?-
Lui non le risponde, fissa il vuoto con occhi assenti. Fiocco blu o
fiocco
rosa? Sì, ci aveva pensato, e anche molto...ma non si era
reso
conto che il momento per scoprirlo fosse così vicino. Tutto
quello a cui riusciva a pensare in quel momento era Winry: Winry che
non vedeva da ore, Winry che si era svegliata nel bel mezzo della
notte, Winry che si era allontanata da lui in una carrozzella,
accompagnata da medici professionisti, ma che non potevano leggere sul
suo viso i segni
della sofferenza che cercava di nascondere e che solo lui, Edward,
sapeva vedere...
-Ma certo che gli piacciono.- interviene Alphonse, passando un braccio
sulle spalle della ragazza. -E' solo che non ci sta molto con la testa,
ora. E' preoccupato, è comprensibile.-
-Cos'è quella faccia?-
-Sei...tu sei,
insomma...-
-Sono incinta,
sì.-
-Di...di un bambino?-
-No, guarda, di un
alieno. Certo che sono incinta di un bambino, che domande fai??-
-No,
ecco...così...per essere sicuro...-
-Signor Elric?-
Edward volta di scatto la testa. Un uomo dal camice bianco, con in mano
una cartellina, gli fa segno di seguirlo con un dito. Restituisce i
fiori a May, e li guarda con un'espressione persa sul volto.
-Fratellone, che aspetti? Vai!- lo esorta Alphonse, spingendolo da
dietro la schiena.
Si dirige verso il dottore, che inizia a percorrere corridoii e scale
senza neanche preoccuparsi di controllare se è ancora
seguito o
no. Si sente la bocca secca, il cuore a mille, ed è
combattuto
tra l'esigenza di raggiungere Winry e quella di scappare via.
Dopotutto, cosa gli fa pensare che sarà un buon padre,
proprio
lui che a malapena sa cosa voglia dire averne uno? Cosa gli ha dato il
diritto di sconvolgere a tal punto la vita tranquilla che viveva prima
con Winry? Cosa succederà ora? Quanto questo
cambierà le
loro vite, le loro amicizie, le loro abitudini, i loro modi di vedere
il mondo, il loro rapporto? Winry vorrà più bene
al
bambino - o alla bambina - che a lui? Si sentirà escluso?
Gli piacerò?
Immagina di avere un aspetto terribile. Occhiaie, capelli spettinati,
faccia stralunata. Piacerà al bambino? Sarà fiero
- o
fiera - di lui? O sarà un padre del quale vergognarsi?
-Ecco, la stanza è questa.-
Edward si rende conto con un sobbalzo di essere arrivato a
destinazione. Dietro quella porta si nascondono tutte le risposte alle
sue paure.
Appoggia la mano sulla maniglia e la ruota. La porta gira sui suoi
cardini senza un cigolio, e viene introdotto in una stanza color panna.
Una finestra illumina di fredda luce mattutina un fasciatoio, una culla
e un letto, ai piedi del quale un'infermiera sta rivolgendo delle
domande a bassa voce alla donna che vi è sopra.
Ha la sensazione di non controllare i suoi piedi mentre si avvicina.
Winry lo vede, e gli sorride.
E' bellissima.
Sono anni che vede quel sorriso, ma è sicuro che ora abbia
qualcosa di diverso. La piega delle labbra è più
morbida,
gli occhi hanno una luce nuova. La frangia le si è incollata
ai
lati del viso, e la stanchezza si legge su ogni tratto del suo volto,
ma Edward giurerebbe di non averla mai vista così felice. Le
si
avvicina quasi in trance, e con una mano le accarezza il volto. Lei
chiude gli occhi, appoggiandosi con la guancia al suo palmo, e sospira.
Tra le sue braccia c'è qualcosa. Un fagottino bianco, a
prima
vista, ma ecco che Winry segue il suo sguardo e, con lentezza, si
scosta un po' da esso.
Tutto quello che Edward riesce a pensare è che sia un
miracolo.
Di fronte a lui un esserino minuscolo lo guarda ad occhi spalancati,
fissandolo con due iridi dorate identiche alle sue. E, Edward lo
giurerebbe, capisce e sa tutto quello che ha dentro. Perché
qualcosa di così meraviglioso non può non
saperlo. Ha
risposto ad ogni sua domanda con un solo sguardo.
Vorrebbe accarezzargli la pelle arrossata, tastare con i polpastrelli
quella peluria bionda che gli ricopre a malapena il capo, ma ha paura
di romperlo. Così perfetto, ma così fragile.
-Vuoi prenderlo in braccio?- mormora Winry con un sorriso.
Edward si allontana di botto. -Non...io...-
-Coraggio, non è difficile. Devi solo fare un po'
d'attenzione...-
Le si avvicina, incurva la schiena, tende a malapena le braccia.
Tremano, senza che lui riesca a controllarle. Lei alza un po' il busto
e, con estrema delicatezza, fa scivolare il corpicino tra le braccia
del marito. -Ecco, così...-
Edward raddrizza lentamente la schiena, senta distogliere gli occhi un
momento da quelli del neonato. E' così caldo,
così reale.
Sa di aver portato oggetti ben più pesanti nella
sua vita,
eppure in quel momento ha una paura tremenda di farlo cadere.
-E' un maschietto.- lo informa Winry, senza smettere di sorridere.
Ma Edward lo sa. L'ha capito dal primo momento che l'ha visto. Comincia
a cullarlo dolcemente, impacciato, mentre sente gli occhi inumidirsi.
E, in quel momento, tutto quello che riesce a fare è
ringraziare
il cielo per avergli ridonato un braccio che possa sentire il calore di
suo figlio.
-Ti assomiglia moltissimo.-
No, non è vero. Lui non è così
perfetto, non ha un
nasino così dolce, due labbra così rosee, due
occhietti
così vispi e intelligenti. Non riesce a credere che lui e
Winry abbiano
potuto creare insieme qualcosa di così stupendamente
armonioso.
Ma è così...e in fondo al cuore lo sa. E' il
prodotto del loro amore...il loro bambino.
-Ciao...- gli sussurra, e una lacrima comincia a scorrergli sul viso.
-Ciao...io sono Edward. Sono papà.-
Grazie mille di
essere arrivati
fino alla fine! Già che siete qui, che vi costa farmi felice
con
una piccola recensione? :P
Come forse avrete
notato ho
cambiato stile un'altra volta...questo chap è più
simile
al primo per quanto riguarda la struttura, per il linguaggio direi che
è un po'un mix. Scusate se vi confondo le idee, il fatto
è che ogni situazione/personaggio mi ispira in maniere
diverse!
Ringrazio
alicettameggy e Haruno
per avere la raccolta tra le preferite, Aleteia Furue e simo_chan per
averla inserita tra le storie da ricordarle e Ludoangel, MusaTalia,
Laudica_2204, Castiel e nuovamente Aleteia Furue per averla messa tra
le seguite :)
Risposte alle
recensioni:
@
Laudica_2204
: Ehilà! Una nuova adepta!! Scherzi a parte, sono contenta
che
ti siano piaciuti i capitoli precendenti, e spero che tu sia rimasta
soddisfatta anche da questo! Mi dispiace di non aver potuto aggiornare
presto come mi hai chiesto, ma tra l'inizio della scuola e la mancanza
di una situazione che mi convicesse abbastanza per Edward e Winry...le
cose si sono tirate un po' per le lunghe :P
@
ellyxyz93
: Grazie per i complimenti, ma credo che tu mi abbia fraintesa...mea
culpa. Quando ho scritto Scar/Miles non intendevo come coppia, ma come
personaggi presenti nel chap ^^" Fammi sapere cosa ne pensi anche di
questo, mi raccomando!
@
MusaTalia:
Prima di venire ai ringraziamenti: alla fine hai trovato quelle scans?
Mi ero dimenticata di chiederterlo :P Non conoscevo quell'opera, per
quanto riguarda la letteratura inglese mi fermo a quello che faccio a
lezione, ma credo che il tuo paragone sia stato davvero azzeccato ;)
Sono felicissima che ti sia piaciuto l'inizio, perché
è
stata la parte che mi ha impegnata di più...volevo
introdurre il
capitolo senza rivelare troppo (tanto per cambiare) e l'avrò
riscritta almeno tre volte xD Non so quanto i personaggi di questo chap
siano "a sorpresa", ma spero comunque che ti piaccia, dato che ormai le
tue lunghe recensioni occupano un posto speciale e mi dispiacerebbe
doverne fare a meno...mi fanno così tanto piacere *_*
@
Castiel
: Uuu fan dei Linkin Park?? Allora ho fatto proprio bene a introdurre
con The Catalyst :P Io non conosco moltissime loro canzoni, ma quelle
che ho ascoltato/scaricato non sono niente male davvero!! Sono rimasta
davvero contenta del fatto che tu abbia capito la mia scelta di cambio
di stile, anche se Scar non è tra i tuoi personaggi
preferiti...e sono felice che tu lo abbia trovato IC, dato che
approndirlo così per me è stato un po' un
azzardo! Spero
che ti sia piaciuto anche questo chap....fammi sapere!
@ Aleteia
Furue
: Un'altra nuova adepta!! Benvenuta :D Tranquillissima per la
recensione lunga, mi da' tanta soddisfazione sapere che troviate molte
cose da dirmi quando leggete un capitolo *_* Grazie per aver letto
tutti e tre i chap...e, anche a te, per aver compreso e apprezzato i
vari cambi di registro tra un capitolo e l'altro. Grazie per l'IC, per
i complimenti....insomma per tutto! (Non vorrei annoiarti con una lista
lunghissima :P) Non esitare a dirmi cosa ne pensi anche di questo chap,
sper pian piano di soddisfare tutte le tue curiosità! E se
vuoi
un flash specifico su un personaggio/situazione non ancora trattati
chiedi pure e lo farò con molto piacere! - Ps. Ti ho
commossa
davvero?? Wow *_* - Pps. Sì, mi baso molto su Brotherhood,
dato
che è la più fedele al manga! (Anche se mi
è
piaciuta tantissimo anche la prima serie!)
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=561351
|