After the End

di Cherie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Veglia su di lei ***
Capitolo 2: *** Baffi ***
Capitolo 3: *** Perdona il mio peccato ***
Capitolo 4: *** Padre ***



Capitolo 1
*** Veglia su di lei ***


Ehilà! Benvenuti nella mia nuova raccolta!
Eh sì, torno a scrivere su Fullmetal Alchemist...mi ha davvero conquistata, se non si era capito *_*
Mmm, vediamo...poche chiacchiere. Cosa posso dire brevemente di questa raccolta? Beh, saranno tutti "momenti di vita" posteriori alla fine del manga/anime, non in ordine cronologico ma di ispirazione, su vari personaggi!
Fatemi sapere cosa ne pensate con una piccola recensione...su, non fa male a voi e fa tanto bene a me! ^_^
E se vi piacerebbe avere un flash su un momento in particolare, non esitate a chiedermelo ;)
Cominciamo con il primo...buona lettura!










-Adam Harris-
Un ragazzo dall'aria allampanata si fa largo tra la lunga fila di giovani impettiti sul palco. Tutti rigidi con la loro divisa blu sembrano tanti soldatini di un gioco per bambini, ma basta guardare bene i loro volti per vedere quanto in realtà siano emozionati. Senza seguire il passo incerto del ragazzo, la donna continua a tenere gli occhi fissi su di una figura precisa, all'estremità destra della fila, che però guarda dritto davanti a sé senza incrociare il suo sguardo.

"Come sarebbe a dire? Stai scherzando?"
"No, mamma, dico sul serio."
"Sei fuori di testa!"
"No, voglio entrare in Accademia e far parte dell'esercito."

-Benvenuto nell'esercito, Harris.- dice in tono incolore l'uomo alto dai capelli neri che si trovava al centro del palco. Stringe brevemente la mano del ragazzo e gli consegna un attestato, che il giovane ritira con mano tremante. Ringrazia a bassa voce e tornò al suo posto nella schiera dei neo-diplomati, seguito da un breve applauso.
-Il prossimo...Ivan Warner.-

"Sei una ragazza!"
"E allora? So già quello che voglio, ed è diventare un militare!"
"Intendevo...sei una donna, diamine!"
"Anche la signora Riza è una donna, ed è il braccio destro del comandante supremo!"
"Da quando chiami Roy comandante supremo?"
"Da quando ho deciso di diventare un soldato!"
"E' una follia!"
"Follia sarebbe andare in giro per il Quartier Generale e chiamarlo Roy!"

L'uomo al centro del palco si aggiusta i guanti sulle mani mentre aspetta l'arrivo della nuova recluta, ed i cerchi alchemici su di essi risplendono per un attimo alla luce del sole. Dietro di lui, una donna dai capelli biondi passa brevemente la mano sulla pistola che tiene al fianco sinistro e guarda verso il pubblico. Quando incrocia gli occhi della donna lì seduta, le sorride.
-Benvenuto nell'esercito, Warner.-

"E quindi vuoi diventare un cane dell'esercito?"
"...Come hai detto??"
"Mi hai sentita!"
"Non ci posso credere! E' questo che penseresti di me?"
"Sì!"
"E' questo che pensavi di papà?"

Roy Mustang si volta verso la donna bionda al suo fianco per leggere dalla pergamena il nome seguente ed ha un lieve sussulto, che dal pubblico non si vede. Ma la donna lì seduta lo immagina, e lo osserva attentamente mentre si schiarisce la voce.
-Elicia Hughes.-
Una figura alta percorre a passo svelto il palco, e Gracia si sporge dalla sedia, alza il collo per vederla meglio. E' lì, la sua bambina, la sua piccola Elicia, che a passi sicuri va incontro al suo destino. I suoi capelli color miele sono legati con un fermaglio, gli occhi verdi guardano fissi Mustang mentre si dirigono verso di lui. I suoi colori sono quelli della madre, ma è alta come il padre, e forte come lui, sia fisicamente che caratterialmente.

"Papà credeva in quello che faceva, ne sono sicura..."
"Tuo padre è morto a causa del suo lavoro!"

Gracia sente gli occhi inumidirsi, e stringe le labbra tentando di controllarsi. Ma una lacrima traditrice cade sulla sua guancia, e poi un'altra, e un'altra ancora, mentre vede Roy Mustang stringere con entrambe le mani  la destra di sua figlia.
-Benvenuta nell'esercito, Hughes.-
Le lacrime le appannano la vista, e sente a malapena un braccio che le si posa sulle spalle. Per un attimo, la figura di sua figlia si confonde, e vede Maes al suo posto. Suo marito, portatole così brutalmente via da un lavoro terribile e da una guerra che non li riguardava.

"Io non morirò! Sarò più forte di papà!"
"Elicia, tuo padre era un uomo molto forte, ma..."
"Niente ma! Ascoltami...papà se n'è andato lottando e facendo il suo dovere, ed io sono fiera di lui!"
"Beh, puoi dimostrarlo anche in altri modi!"
"No! E' questo quello che voglio fare. Entrerò nell'esercito, arriiverò in alto. Lo renderò fiero di me!"

Le mani di Mustang sembrano trattenere quella di Elicia per un tempo infinito e, quando le lasciano, lo fanno con estrema delicatezza. Adesso Riza sorride ad Elicia e non più alla madre, quasi parlassero in un codice che appartiene solo alle donne dell'esercito, forti e risolute, che Gracia non si sente in grado di comprendere. Si asciuga gli occhi con un fazzoletto, e tra un battito di palpebre e l'altro vede che viene consegnato l'attestato a sua figlia.

"Per favore...non voglio che l'esercito mi porti via anche te..."
"Non succederà, mamma. Te lo prometto."
"E invece sì, accadrà di nuovo...per favore..."
"Mamma, le cose cambiano...io sono grande ormai. E' questo quello che voglio fare nella mia vita. Mi appoggerai?"

L'applauso non parte da lei, e ne è quasi sorpresa per quanto è forte. Accanto a Gracia, Edward, Winry, Alphonse e May danno il meglio di sé. Nelle prime file, c'è chi applaude anche tra i soldati più anziani.
I compagni di Maes...pensa Gracia.
Sul palco, perfino il Comandate Supremo Roy Mustang e il Generale Hawkeye battono le mani, ed Elicia sorride imbarazzata e ringrazia. Ma, prima di tornare al suo posto, si volta finalmente verso il pubblico.
Senza neanche pensarci Gracia si alza in piedi e inizia ad applaudire freneticamente, mentre le lacrime ricominciano a scorrerle sul viso. Ma non le importa, sorride, e manda un bacio alla sua bambina, desiderando più di ogni altra cosa correre sul palco ad abbracciarla. E, se non fosse così lontana, giurerebbe che anche Elicia si sta commuovendo.

Tesoro mio...un tempo mi chiedevi perché gettassero terra sul corpo di tuo padre, impedendogli di andare a lavorare. Eri così dolce e ingenua...
Ma le cose cambiano.
C'è chi, come Alphonse, ha lasciato anni di alchimia per l'alkhaestry.
C'è chi, come Winry, ha imparato a fare torte di mele meglio di lei.
C'è chi, come Edward, da ragazzino impulsivo è diventato un padre apprensivo.
C'è chi, come May, si è accorto di aver lottato per un potere che non voleva realmente.
C'è chi, come Roy e Riza, ha realizzato i propri sogni...insieme.
Hai ragione, piccola mia...le cose cambiano.

Elicia torna al suo posto, ed in un attimo il fragore si placa, ed è come se niente fosse successo. Gracia si risiede, e si accorge che dentro di lei ora ha trovato posto una pace che prima non c'era.
Alza gli occhi verso il cielo, e sente una brezza leggera accarezzarle il volto.
Maes, veglia su di lei.









Sono terribilmente curiosa di sapere cosa ne pensate. So che non è un capolavoro, e non so neanche quanto l'idea sia originale...ma questa scena mi è venuta in mente guardando "Alla ricerca di Camelot" (sì, è un cartone animato, per chi non lo sapesse, che consiglio ^^) ed in particolare ascoltando questa canzone.
Beh, ora vi lascio...esprimete pure le vostre opinioni, sia in positivo che in negativo :)

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Capitolo 2
*** Baffi ***


Roy/Riza
Rieccomi qui con il secondo capitolo di questa raccolta...stavolta ci concentriamo su Riza e Roy!
Non voglio anticiparvi nulla, quindi leggete sotto per scoprire di quale momento in particolare della loro storia si tratta! Vi dico solo che si svolge precedentemente a ciò che ho raccontato nel capitolo precendente, ma ovviamente sempre dopo la fine del manga/anime...giusto per ribadire che l'ordine cronologico non appartiene a questa raccolta :P
Fatemi sapere cosa ne pensate, sia in positivo che in negativo! E ricordatevi che sono disponibilissima a fare flash precisi su personaggi e/o situazioni, quindi chiedete liberamente ^_^
Ps. le rispose alle recensioni sono in fondo alla pagina.

Questo chap è dedicato a 
ellyxyz93, che mi aveva chiesto di scrivere qualcosa su questa coppia...come vedi, ho voluto accontentarti subito! Ma fammi sapere tranquillamente se non ti è piaciuto o se preferivi un flash su di un altro momento, e riproverò a fare del mio meglio :)









-Si è fatto crescere i baffi.-
Ok che vuoi diventare Führer, ma qui stiamo esagerando.
-Si è tagliata i capelli.-
Sei  un ottimo soldato, ma dovresti ricordarti più spesso di essere una donna.
-Sì, ma con tutto il rispetto, a me stanno bene.-
Uno a zero. Becca e porta a casa, Roy.
Sei una stronza, Riza.

Anche quell'anno, le esercitazioni congiunte delle truppe di East City e degli uomini di Briggs avevano avuto luogo...ma stavolta nella fredda regione di questi ultimi. Riza Hawkeye, braccio destro nonché vice del Colonnello Roy Mustang, era stata incaricata di fargli rapporto sulle esercitazioni, dal momento che lui non poteva essere presente a causa di una chiamata a Central City. Era partita come Capitano...

-Comunque ora sono il Maggiore Hawkeye, signore.-
Ti sto raggiungendo in fretta, considerando che in realtà non ho mai mirato a fare carriera.
-Ah, ottimo. E a cosa dobbiamo questa promozione?-
Ma come? Di già? Di questo passo mi supererai! 
-Mi sono distinta nelle esercitazioni, secondo il Generale Armstrong.-
E dal Generale Armostrong...è tutto dire.
-Voi donne vi aiutate a vicenda, mi sembra ovvio.-
Ma come mi escono questi luoghi comuni del cavolo?
-Non credo si possa affermare questo quando si parla del Generale Armostrong, Colonnello!-
Che insinuazione cretina. Puoi fare di meglio.
-Ha ragione anche lei...Maggiore. E comunque, lei non è stata l'unica ad essere promossa. A Central City mi hanno nominato Generale.-
Uno pari, Riza.
Non finisice qui.

Riza osservò i suoi nuovi baffetti. Era piuttosto strano così, sembrava più serio...ma sapeva che ci avrebbe fatto presto l'abitudine. Dopotutto, era riuscita ad abituarsi al suo caratteraccio ed al suo fare da donnaiolo, il che non era di certo cosa facile. E l'aveva sopportato per tutti quegli anni.
Roy guardò i suoi capelli corti, cercando incosciamente la familiare cascata bionda, ma trovando solo dei ciuffetti che le incorniciavano il volto. Chissà perché se li era tagliati. C'era chi diceva che quando una donna cambia taglio di capelli sta per cambiare vita...o uomo. Uomo?!?

-Le faccio i miei complimenti, Generale Mustang.-
Cosa che lei non ha fatto a me, tra l'altro.
-La ringrazio, Maggiore. Sa, è successo da poco e non sono ancora uscito a festeggiare...-
Dai, Riza, abbocca all'amo.
-Immagino che avrà una fila di ragazze ansiose di accompagnarla.-
Se credi davvero che ci casco allora non mi conosci.
-Anche questo è vero...sarà una scelta indubbiamente ardua!-
La vogliamo mettere su questo piano? Va bene, allora. Sono disposto a giocare sporco.
-Immagino...deve essere un momento critico per lei, quindi la lascio in pace e torno ai miei compiti.-
Non sto mica qui a sentirti mentre racconti delle tue conquiste.

E' incredibile come le cose più semplici certe volte appaiano come le più complicate. Come due persone si cerchino, silenziosamente ma insistentemente, per poi arrivare a respingersi come poli uguali di una calamita quando si trovano insieme. E la cosa più strana è che, appena si allontanano, misteriosamente ricominciano a cercarsi, in un circolo vizioso che sembra non avere mai fine. Almeno finché uno dei due non decide di sottrarsi agli schemi e ribaltare la situazione.

-Ehi, Maggiore, dove va?-
Eddai, Riza, non sai stare al gioco.
-Devo stilare un rapporto, non ricorda?-
Allontanati prima che mi irriti sul serio.
-Sì, certo...ma non mi ha ancora detto perché si è tagliata i capelli.-
A una donna fa sempre piacere che si notino i cambiamenti di look, ma con te non so mai come comportarmi!
-Sono più comodi così. E lei perché si è fatto crescere i baffi?-
Come siamo passati ai convenevoli?
-Glielo dico solo se viene a cena con me, stasera.-
O la va o la spacca.






*






Quando con la coda dell'occhio vide accendersi la luce del vialetto, Roy  tolse le braccia dal volante e si mise a sedere dritto. Fuori dall'auto pioveva a dirotto, e riuscì a scorgere solo una macchia bianca venire verso di lui prima che la donna entrasse velocemente in macchina e si sbattesse la portiera dietro le spalle.
-Buonasera.- la salutò, sorridendo.
-Buonasera, Generale Mustang.-
Oh, ma sei davvero un osso duro.
Roy mise in motore la macchina, mentre Riza si sistemava rapidamente i capelli scompigliati dal vento e dalla pioggia guardandosi nello specchietto retrovisore. Lui notò un brillio insolito ai suoi lobi e non mancò di farglielo notare.
-Bei pendenti, Maggiore.-
-Grazie.-
Mica ti fai male a ricambiare con un altro complimento...
A dire il vero non aveva potuto fare a meno di notatare anche le lunghe gambe, per una volta non nascoste dalla divisa blu dell'esercito, che la donna aveva elegantemente accavallato non appena salita in macchina, ma fece a meno di commentare. Voleva arrivare a fine serata. Possibilmente ancora intero.
-Ho prenotato in un bel ristorantino qui vicino...non dovremmo metterci molto.-
-Bene.-
Diamine, Riza, non sarai troppo loquace stasera?

Non aveva la minima idea di cosa le stava prendendo. Riusciva solo a guardare dritta davanti a sé e a rispondere a monosillabi. Eppure sapeva a cosa sarebbe andata incontro accettando quell'invito...sarebbe stata la realizzazione di ciò che aveva atteso per anni, o l'inizio di un incubo.
Aveva cercato perfino di prepararsi psicologicamente ad un Roy "latin lover", ma tutti i suoi buoni propositi erano svaniti appena era entrata in macchina, e l'aveva visto in pantaloni eleganti e camicia, sorridente e pronto ad accoglierla.
Cercò insistentemente qualcosa da dire, ma non le veniva in mente nulla, apparte...
-Sa, è strano.-
Roy le lanciò una rapida occhiata prima di riportare lo sguardo sulla strada. -Cosa?-
-Che guidi lei...non sono abituata ad essere il passeggero.-
E soprattutto non sono abituata alla tua galanteria.
Lui si limitò a sorridere, scuotendo la testa.
-Cos'è questo rumore?- chiese Riza d'un tratto.
Roy sbiancò all'improvviso e si diede una manata sulla fronte. -Maledizione!-
Lo strano suono proveniva dall'auto e si faceva sempre più forte.
Che diamine succede?
-Generale, accosti! Presto!-

Roy fece quello che Riza gli aveva chiesto, stringendo le labbra, mentre l'auto procedeva a singhiozzo.
Sono un cretino. No, dico davvero. Sono proprio un cretino.
La macchina si spense da sola appena si fermarono accanto al marciapiede, con uno sbuffo sonoro. Un improvviso silenzio riempì l'abitacolo e Roy sapeva, anche senza guardare dalla sua parte, che la donna lo stava fissando con fare interrogativo. Pensò alle ore passate nel suo appartamento, appena era uscito da Quartier Generale, per decidere cosa mettersi...scordandosi la cosa più importante.
-Cos'è successo, Generale?- chiese.
Roy mormorò qualcosa a bassa voce, senza guardarla negli occhi, e quando vide Riza chinarsi verso di lui per sentire meglio voltò di scatto la testa verso il finestrino e disse alle gocce d'acqua:
-Ho dimenticato di fare benzina!-
Non ci posso credere.
L'improvviso scoppio di risate lo costrinse a voltarsi verso di lei, con un'espressione stupita. Riza aveva reclinato la testa all'indietro e rideva di gusto, con gli occhi chiusi ed una mano sul petto, che vibrava al ritmo delle sue risa. E in quell'istante, gli sembrò perfetta.
-Ma...ma...Generale...- riuscì a dire -...invita le persone a cena e neanche si ricorda di fare il pieno alla macchina! Spero non faccia così anche con le ragazze con cui esce!-
Altrimenti non mi spiegherei tutto il successo che hai!
Lui abbassò lo sguardo, un po' offeso. -Veramente no...io...-
Sembrava che non ci fossero limiti all'ilarità di Riza. Si  riallacciò i primi bottoni del cappotto che idossava e se lo strinse sulla gola, ancora ridendo. -Mi sembra di aver visto un meccanico, mentre venivamo...torno subito.-
Roy la fissò allibito. -Ma fuori sta diluviando!- disse, ma non fece neanche in tempo a finire di parlare che lei aveva già aperto la portiera della macchina.
-Non si preoccupi, Generale, posso affrontare qualche goccia d'acqua!- rispose Riza uscendo. Roy stava per ribattere qualcosa, ma si ritrovo a fissare lo sportello che gli era appena stato chiuso in faccia. Per un attimo rimase così, fermo.
Ma guarda questa...è completamente fuori di testa!
Di colpò spalancò la portiera alla sua sinistra, e appena mise la testa fuori lo colpì una doccia fredda. Si mise una mano sopra gli occhi per proteggerli dalla pioggia incessante e vide che la donna aveva già messo una ventina di metri tra di loro, correndo.
-Maledizione, Riza, fermati!-

I piedi di Riza Hawkeye si fermarono quasi contro la volontà della proprietaria. Si voltò lentamente indietro, quasi senza sentire la pioggia che le sferzava tutto il corpo e che le attaccava addosso i capelli ed i vestiti. Roy correva verso di lei, cercando inutilmente di proteggersi dall'acqua tenendo alta la giacca sulla testa.
-E' impazzita ad uscire così?- le chiese, una volta che le fu accanto. Allargò le braccia per ospitare anche la collega sotto quell'ombrello improvvisato.
Lei continuò a fissarlo negli occhi senza dire una parola.
Mi hai chiamata Riza...detto da te ha quasi un altro suono. 
Roy si schiarì la voce, a disagio. -Allora...questo meccanico?-
La donna si riscosse all'improvviso. -Ah...sì...- disse, e incominciò a incamminarsi senza guardarlo in faccia, sicura di stare arrossendo a causa di quell'inaspettata  vicinanza. -Da questa parte.-
Le gocce che cadevano violentemente sulla giacca ormai zuppa del Generale, insieme al rumore delle macchine che passavano, erano gli unici suoni udibili in quella fredda sera di Marzo. Per le strade non c'era nessuno: a causa della pioggia sferzante, tutti si erano rintanati al caldo nei locali o nelle proprie case. I lampioni illuminavano un paesaggio quindi deserto, apparte per i due militari che camminavano l'uno accanto all'altro sul marciapiede.
-Devo essermi sbagliata.- mormorò Riza d'un tratto, fermandosi.
Roy si guardò intorno, ed in effetti non c'era nessun meccanico nelle vicinanze, e non ne aveva visti lungo la via. Ma, a dirla tutta, non era certo di averci prestato molta attenzione. Le poche volte che era stato così vicino a Riza Hawkeye era stato per combattere, e di solito quella che lo proteggeva era lei. Mentre adesso...si sentiva lui nel ruolo del protettore, pur solo tenendola al riparo dalla pioggia con un pezzo di stoffa ormai inutile. Era, come aveva detto lei stessa in macchina...strano. Ma niente male.

La voce di Riza interruppe il corso dei suoi pensieri. -Mi aspetti qui, io entro in quel bar e chiamo Havoc, così...-
-No.-
Havoc?? Perché proprio Havoc?
La donna alzò le sopracciglia. -Senta, lo so che ho sbagliato, ma...-
-Dovrebbe smetterla di farsi carico di tutti i miei problemi. Sono stato io a dimenticare di mettere la benzina, non lei, Maggiore.-
-Ma le ho detto io di aver visto un meccanico che poi non c'era.-
-Ma sono stato io a chiederle di venire con me stasera, quindi lasci fare a me.-
-L'ha fatto solo perché le ho detto che ha la fila dietro.-
-Non credo proprio.-
-E allora perché?-
Riza fremette nel fare quella domanda, ma non ne poté fare a meno. Era tutto il giorno che ci pensava.
Roy guardò dentro a quegli occhi marroni che lo fissavano, e deglutì a fatica.
-Beh, mi sembra ovvio...altrimenti chi mi proteggeva le spalle?-
Gli angoli della bocca della donna si piegarono impercettibilmente all'ingiù, unico segno leggibile sul suo volto della delusione che aveva dentro.
-Cos'è, ha paura che l'insalata l'attacchi alle spalle, Generale?-
Roy strinse le labbra. -Credo che avrei fatto meglio a restare in macchina.-
-Già.-

Il Generale Mustang fece per voltarsi quando sentì qualcosa che lo tratteneva per il braccio. Riza l'aveva afferrato per una manica, e aveva uno sguardo che non le aveva mai visto prima. Per una volta, non c'era determinatezza nei suoi occhi, ma solo una muta preghiera.
Non voglio che te ne torni in macchina. Non volevo chiamare Havoc. Vorrei che tu lo capissi.
Roy si riavvicinò a lei. -Cosa c'è, Maggiore?-
-Mi scusi.-
Era poco più di un sussurro, ma era abbastanza.
Lui sorrise. -Mi scusi anche lei, lo so che la faccio andare fuori dai gangheri certe volte.-
-Non importa.- Riza fece un passo verso di lui. -Le proteggerò le spalle ogni volta che vorrà, signore.-
Di nuovo quell'espressione forte, quell'aria da donna invincibile.
Il fatto è che vorrei proteggerti anche io, qualche volta, Riza. Vorrei sapertelo dire.
-Ha smesso di piovere.- constatò la donna, a bassa voce.
Roy abbassò lentamente le braccia e lei gli lasciò la manica della camicia.
-Si prenderà un malanno, Maggiore. Ecco.- le disse, mettendole meccanicamente la giacca fradicia sulle spalle, senza accorgersi che non migliorava affatto la situazione. Ma si sentiva incatenato dai suoi occhi, e lei da quelli di lui.
-Grazie.-

E' difficile dire chi si avvicinò per primo. Forse Roy, che già la circondava con le braccia, forse Riza, vittima di un sentimento che aveva cercato di controllare per troppo tempo.
Ma quel che è certo è che i loro volti si avvicinarono, lentamente, in una pausa che in quell'istante avrebbero definito un'ora e che invece anni dopo avrebbero stimato mezzo secondo. Riza chiuse piano gli occhi, e quando sentì le labbra del suo superiore che gentilmente sfioravano le sue, sentì che tutto era come doveva essere. Tutto era perfettamente a posto, e lei era al sicuro. Alzò le mani e le posò delicatamente sul viso di lui, non per imprigionarlo, ma per essere sicura che fosse reale...e che fosse suo.
Roy lasciò cadere la giacca a terra e le circondò la vita con le braccia, attirandola a sé, approfondendo quel contatto da loro tanto agognato. Passò una mano sulla schiena di lei e la sentì rabbrividire, e allora si dedicò solamente alle sue labbra, inventando per lei nuovi baci, e sperimentando nuove sensazioni che mai aveva provato con le tante altre donne di cui era stato l'amante. Sentiva che Riza gli si era abbandonata contro, per una volta inerme, e percepì il suo calore attraverso i loro vestiti bagnati.
Poi, un pensiero improvviso lo distrasse, e si staccò da lei. Rimasero così, con le fronti appoggiate l'una all'altra, respirando piano. Lei teneva ancora gli occhi chiusi.
-Riza.-
-Mmh...?-
-Alla fine non mi hai più chiesto perché mi sono fatto crescere i baffi.-
Riza aprì gli occhi e gli sorrise dolcemente, come si sorride ad un bambino piccolo quando fa una domanda la cui risposta ovvia, nella sua innocenza, non conosce.
-Non ne ho bisogno, Roy. Ti conosco meglio di quanto tu creda.-








Vi ringrazio tantissimo di essere arrivati fino a qui, e spero sinceramente che vi sia piaciuta. Che ne dite di farmi sapere cosa ne pensate? E' facile e rapido!

Ringrazio inoltre alicettameggy e Haruno per aver inserito questa raccolta tra le preferite :)


Risposte alle recensioni:

@ lightblack: Sono contentissima che l'idea ti sia piaciuta!! Grazie anche per il commento su come scrivo ^^

@  Ludoangel: Grazie mille, sono felice che ti sia piaciuto lo stile "discorso al passato/narrazione al presente" e la resa dei personaggi! Spero di non averti delusa con questo chap, dato che ho dato più spazio alle sequenze narrative! Grazie inoltre per avermi fatto notare gli errori di battitura...la verità è che l'ho pubblicata in fretta perché avevo paura di non averne il coraggio se avessi atteso troppo :P

@
ellyxyz93: Ti ringrazio molto per i complimenti che mi hai fatto, e spero che questo chap ti sia piaciuto...non sapevo bene su quale momento volessi il flash su loro due, così ho provato ad immaginare...ma se preferisci che racconti anche qualcos'altro chiedi e sarà fatto!

@ MusaTalia: Un numero speciale che uscirà in Giappone?? Please, dammi altre informazioni *_* Sono felicissima che tu abbia apprezzato sia l'idea dello scorso chap, sia il modo in cui ho cercato di rendere i comportamenti dei personaggi! Inoltre, per fortuna l'ispirazione non è arrivata tardi grazie alla richiesta che mi avevano fatto ;) Ps. Anche se qui Roy è apparso, il prossimo chap è un flash specifico per te...ma non ti dico ancora su chi!!





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Capitolo 3
*** Perdona il mio peccato ***


Scar
Eccovi un nuovo capitolo di questa raccolta! Sono felicissima di sapere che sta piacendo :D
Il flash di oggi si concentra su Scar e, in breve anche su Miles, nonostante il primo sia il personaggio principale! Cronologicamente...vediamo...non credo abbia una collocazione precisa, possiamo dire qualche anno dopo la fine del manga/anime. Ridiciamolo insieme, sì..."Questa raccolta è piena di momenti in ordine cronologicamente sparso!" xD
Bene, vi lascio alla lettura di stasera...e io vado a prepararmi la cartella per domani...(momento di dolore estremo!!)
Mi farebbe tanto piacere sapere cosa ne pensate, quindi via libera anche alle recensioni negative! Se invece volete un flash su qualche momento/personaggio in particolare, non esitate a chiedere e farò del mio meglio :)
Ps. Altre note e risposte ai commenti come sempre in fondo alla pagina!

Questo chap è dedicato a MusaTalia, che mi ha chiesto qualcosa su Roy o su Scar...dato che Roy è stato sempre presente negli scorsi capitoli, ho deciso di cambiare e concentrarmi su Scar! Fammi sapere cosa ne pensi, mi raccomando ;)








God bless us everyone

We're a broken people living under loaded gun
And it can't be outfought
It can't be outdone
It can't outmatched
It can't be outrun
No!

Dio benedicici tutti
Siamo persone spezzate che vivono sotto pistole cariche
E questo non può essere combattuto
Non può essere sorpassato
Non può essere sopraffatto
Non può essere superato
No!


Chi ha vissuto la guerra non sempre sa affrontare serenamente la pace. Poiché la pace sostituisce l'amore alle armi, reca luce dove prima c'era buio, scopre le atrocità commesse quando nessuno guardava e le grida al mondo. La pace da' il tempo di seppellire i morti, se non nel proprio cuore, almeno su questa terra; porta a chiedersi se ciò che si è fatto è stato giusto o solo dettato da una cecità dovuta a dolore e rabbia. La pace conduce con sé un silenzio nuovo, una calma sconosciuta. E tutto questo porta a riflettere, a riscoprire ferite mai rimarginate, momenti sconvolgenti che nella frenesia sono stati seppelliti in fondo alla mente per poi tornare a galla. Certe volte la pace, con i suoi sensi di colpa, uccide come la guerra.

Scar cammina per le strade polverose della nuova Ishval, costruita sulle macerie della precedente città e rinata grazie alle conoscenze dei suoi vecchi abitanti e alla forza dell'esercito di Amestris. Benché sia quasi ora di pranzo, c'è ancora chi si attarda per la strada: bambini che giocano tra di loro, incuranti dei richiami dei genitori; anziani che, su sedie di legno davanti alle loro case, contemplano il paesaggio davanti a loro con aria assorta e saggia e si scambiano qualche chiacchiera. Ci sono anche due donne, in fondo alla via, che si attardano ridendo tra di loro con buste piente di alimenti in mano. Dal tempio di Ishivara proviene una lenta litania che si confonde nell'aria con il canto degli uccelli e con le voci dei passanti. Una ragazzo gli passa dietro correndo, con due brocche piene d'acqua fra le braccia.
Ognuna di queste persone è diversa: ma tutte loro sono accomunate dalla loro pelle scura, dagli occhi color del fuoco e dai capelli bianchi come la neve.
E dal sorriso.
Scar percorre il muro laterale del tempio e oltrepassa molto porte, prima di entrare in una specifica. Nella stanzetta in cui si trova c'è un piccolo armadio che contiene qualche saio, uno specchio quadrato e una statua del Dio Ishivara alta fino al soffitto. Non presta quasi attenzione all'armadio, e coglie solo per un attimo la sua immagine nello specchio; oggi un altro sacerdote si sta occupando della funzione giornaliera, e conosce abbastanza bene il suo riflesso. Un uomo dai lineamenti duri, la fronte sfregiata da una cicatrice a forma di X che gli arriva fino agli zigomi, con i capelli quasi grigiastri legati in una coda di cavallo. Ma questo non gli interessa ora. Si inginocchia davanti alla statua di Ishivara e china il capo.
Dio, sono qui per il tuo perdono.
Quando le luci del mattino hanno riempito poco a poco la sua camera da letto, Scar era già in piedi da molto. Da settimane si sveglia di colpo, sudato, nel bel mezzo della notte, con la mente invasa dai volti delle persone che ha ucciso. In realtà sono per lo più ricoperti dalla sua mano destra, ma riesce a vedere benissimo i loro occhi sgranati che lo guardano esterefatti, supplichevoli, consci di star vivendo il loro ultimo momento. Pupille accusatorie tormentano le sue notti e popolano i suoi incubi, ricordandogli che è un assassino.
Dio, ti prego, aiutami. Liberami da loro.
Scar congiunge le mani, e senza volerlo gli occhi scorrono sui tatuaggi che adornano il suo braccio destro. Lingue nere gli avvolgono l'arto dal polso fin sopra al gomito, in spirali, lettere e simboli dal significato ormai dimenticato. Segni di distruzione, di morte, di terrore. Innumerevoli volte ha artigliato il viso del nemico con quella mano maledetta, scaricandogli contro il suo nero potere, guardandandogli negli occhi, sapendo di essere l'ultimo volto che avrebbero visto. Tante, troppe volte ha spezzato il filo di una vita umana senza averne veramente il diritto,  guardando con volto impassibile il sangue sgorgare dai loro corpi, ascoltando le urla disperate delle sue vittime senza fare una piega.
Dio, ti scongiuro, purificami dal mio peccato.
Ma dal suo Dio non arriva nessuna risposta. L'uomo è ancora in ginocchio, nel silenzio più totale che gli urla le sue colpe.
Lentamente, si porta la mano destra al volto e si stringe il viso, artigliando la pelle con le unghie. Sente la pelle calda e ruvida contro la faccia, e la pressione della propria mano gli permette a malapena di respirare. E' questo che hanno provato le persone che ha ucciso?
Sarebbe così facile, così dannatamente facile, far finire adesso tutti quei sensi di colpa...un attimo di dolore e poi più nulla. Dopotutto, importerebbe davvero a qualcuno la sua morte? Lui è solo un criminale di guerra...
Dei colpi alla porta lo fanno sussultare.
-Scar? Sono Miles.-
L'uomo di Briggs. Scar si alza faticosamente in piedi e si dirige verso la porta. Quando la apre, vede il militare sobbalzare e fare un passo all'indietro.
-Cosa c'è?- chiede Scar, guardandosi alle spalle.
-Hai un aspetto terribile.- dice solo Miles.
Scar si volta verso lo specchio, e osserva il suo riflesso: la barba gli è cresciuta ispida, sotto i suoi occhi ci sono ombre scure ed incavate, e si vedono sul volto i segni che si è appena lasciato con le unghie. Il militare gli si avvicina e, con fare prudente, chiede: -Qualcosa non va?-
Lui non può fare altro che abbassare gli occhi. La verità che sta per confessare gli appare troppo terribile ed umiliante.
-Il mio Dio non mi risponde.-
Miles si toglie gli occhiali scuri per vederlo meglio. -Cosa gli hai chiesto?-
-Di redimere la mia anima di peccatore.-
L'uomo di Briggs rimane per un attimo in silenzio, e poi dice: -Vieni fuori con me.-
Scar lo segue senza dire una parola, con gli occhi ancora bassi. Non sa cosa vuole mostrargli il militare, e non gli interessa neanche. Nulla può distoglierlo da quello che hai in mente, ormai. Fuori dal tempio la luce è più forte e stringe gli occhi, mentre l'altro si rimette gli occhiali. Si fermano in mezzo alla strada e Miles guarda qualcosa in lontananza, imitato da Scar che però non vede nulla in particolare.
-Il tuo Dio non ti risponde perché sa che le risposte le hai già davanti a te.- mormora il militare. -Guardati intorno, e prova a dire che tutto questo non è un miracolo. Il nostro popolo, scacciato per anni, temuto e combattuto, ora ha una terra. La nostra gente, che ha vissuto per anni all'ombra, nascondendosi, ora è libera di andare dove vuole e non viene più discriminata. La nostra città, ridotta in macerie, ora ha una nuova vita, ed è un importante punto di scambi commerciali con Ching, perfino per Central City. Gli Ishvalani non devono più vivere nella sporcizia e in capanne, ma ora hanno splendide case, e hanno ripreso il culto di Ishivara. Tutto va al meglio.-
Scar sospira. -E' vero, la nostra comunità prospera. Ma chi sono io per goderne, con tutto il male che ho fatto?-
Miles gli si avvicina. -Hai ragione, tu hai ucciso molto persone, e certe volte degli innocenti. Ma è la guerra che ti ha plasmato in questo modo, addolorandoti per la morte dei tuoi cari e accecandoti con il desiderio di vendetta.- Gli prende il polso sinistro e , così facendo, gli alza tutto il braccio davanti al volto. -Ma ciò che è importante è che hai avuto la forza di sottrarti a quella spirale di morte. Hai dato vita dentro di te ad un potere nuovo, un potere che non mira a distruggere, ma a ricostruire. Hai trovato il coraggio di andare contro ciò che diceva il tuo odio, ti sei alleato con chi prima ti era nemico in nome di un bene superiore...-
Scar toglie di scatto il braccio dalla presa del militare. -Ma resta il fatto che ho ucciso delle persone!-
-Molti hanno ucciso, e sono stati puniti. Ma a te è stata data una seconda chance per vivere, e fare del bene. Invece di negarlo, continua ad aiutare chi sta intorno: sarà così che potrai redimerti dal tuo peccato.-
L'uomo con la cicatrice lascia correre lo sguardo per il paesaggio. Il sole inonda le vie di Ishval, donando un'aurea dorata a tutto ciò che illumina: il tempio accanto a loro, le bianche mura delle case, i passanti per la strada, i campi in lontananza, la figura di Miles. E anche lui. Lo percepisce, più dentro di sé che dal calore sul suo corpo. E' come se il suo Dio li guardasse e li benedicesse.
-Come fai a sapere tutto queste cose? Ishivara ti ha forse parlato?-
-No. Semplicemente, sono un Ishvalan anche io. E anche io ho ucciso molte persone.-

Chi ha vissuto la guerra non sempre sa affrontare serenamente la pace. Soprattutto se a dare forma al suo essere è stata la guerra, che l'ha indurito e reso insensibile alle piccole gioie della vita che solo la pace può regalare alle persone. Non è detto che porti esattamente quello che si voleva, ma di solito reca con sé quello di cui si ha bisogno: che sia tempo per pensare, per ricrearsi una vita, per stare con i propri cari, per farsi un esame di coscienza. Non sempre la pace di una nazione significa pace nel cuore della gente che la abita.  Ma alcuni riescono a dare un senso alla propria vita proprio grazie ad essa, perché la pace fa desiderare di essere migliori.








Grazie per essere arrivati fino alla fine! Che ne dite di lasciarmi una recensione per farmi sapere la vostra opinione di questo chap? ^^
Come avrete visto, lo stile è un po' cambiato rispetto al capitolo precedente. Il momento RoyAi voleva essere leggero e romantico di proposito, mentre questo (essendo Scar un personaggio complicato ed essendo più delicato l'argomento) ho dovuto renderlo in modo più profondo. Spero sinceramente che non sia troppo pesante!
Prima che me lo chiediate, il pezzo all'inizio è preso da una canzone dei Linkin Park di nome "The Catalyst"!

Ringrazio alicettameggy e Haruno per aver inserito questa raccolta tra le preferite, simo_chan per averla messa tra quelle da ricordare e Castiel e Ludoangel perché è fra le loro seguite!!


Risposte alle recensioni:

@ MusaTalia: Come hai visto non ho mancato alla parola data! Spero che ti sia piaciuto questo flash su Scar e, se ne desideri qualche altro, chiedi pure! Alla fine sei riuscita a trovare un posto dove leggere quella side story su FMA? Tienimi aggiornata, mi raccomando :) Comunque sono d'accordo con te, è un peccato che da noi non abbiamo ancora trasmesso l'ultimo episodio dell'anime in italiano!! Sono contentissima che il capitolo Roy/Riza e la similitudine con la calamita ti siano piaciuti...anche io li adoro come coppia, è una delle mie preferite! E non ti preoccupare di spendere troppo parole nelle recensioni, a me fa sempre tanto piacere leggerle e vedere che vi piace questa raccolta ^^

@ ellyxyz93: Evvaiiii sono davvero felice di sapere che ti è piaciuto!! Dato che questa è la prima volta che non scrivo storie solo di testa mia ma anche su richiesta, devo ammettere da una parte è un po' strano...ma dall'altra da sempre la spinta per continuare a scrivere :) Ho pensato di scrivere i loro pensieri perché loro due li vedo così, che fra di loro dicono una cosa mentre in realtà vorrebbero dire tutt'altro! Non ho ancora deciso nulla per il prossimo chap, ma credo che seguirò la tua richiesta...anche perché Ed e Win sono la mia coppia preferita in assoluto e per ora li ho ignorati fin troppo ;)

@ Ludoangel: Grazie mille per i complimenti ^^ Spero che apprezzerai anche questo nuovo cambio di stile (no, non sto cercando di farti impazzire cambiando stile di scrittura ogni volta...saranno problemi di personalità multipla, boh xD)...scherzi a parte, il fatto è che cerco di rendere al meglio sia il personaggio che la situazione, quindi questo certe volte mi porta a fare cambi un po drastici...spero che la lettura non ne risenta troppo! Grazie per aver inserito tra le seguite e, per inciso, ora cerco sempre di ricontrollare più volte se ho fatto errori di battitura :P

@ Castiel: Tranquilla, capisco che certe volte si tende a leggere solo i capitoli ai quali si è più interessati...però se qualche volta hai tempo e voglia mi farebbe piacere sapere che ne pensi anche del primo :) Quando ho letto il tuo "...l'appuntamente finito male..." sono scoppiata a ridere: pensa che volevo scrivere una battuta uguale nel chap xD Grazie sia per i complimenti, sia per aver inserito tra le seguite!! In realtà il fatto del taglio di capelli lo conoscevo più come modo di dire, non sapevo del suo significato particolare in Giappone...ma grazie per avermi illuminata su questo argomento, mi fa piacere sapere di averci azzeccato ;)



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Capitolo 4
*** Padre ***


Edward/Winry
Rieccoci qui, stavolta con Edward e Winry!
Lascio scoprire a voi il momento di cui si parla ;) Vi dico solo che ci ho pensato per giorni e giorni e, quando mi è venuto in mente,  mi è sembrato perfetto per loro due, in particolare vedendo gli ultimi fotogrammi dell'anime...ma non vi dico altro, non voglio rovinarvi la sorpresa!!
Vi lascio al nuovo chap, e mi scuso per avervi fatto aspettare di più questa volta, ma ci tenevo tanto a trovare the perfect flash....
Ricordo, sia a chi già conosce la mia raccolta, sia a chi capita qui per la prima volta, che mi farebbe tanto piacere sapere cosa ne pensate, quindi sentitevi liberi di esprimere anche giudizi negativi se necessario :)
Inoltre, chiunque desideri un flash su un personaggio/momento particolare non ha che da chiedere ^^

Questo capitolo è dedicato a ellyxyz93 (e a me stessa, in fondo :P) per la richiesta che mi ha fatto e perché siamo entrambe amanti di questa coppia!








-Ed...-
-Sì?-
-Devo...ho qualcosa da dirti.-

Passi veloci si rincorrono per il pavimento liscio della sala. Scandiscono il tempo come i rintocchi di un orologio, incessanti.
Sbuffi e sospiri si alternano nervosamente.
Le labbra si arricciano e scoprono i denti, che le mordono impazienti.
Le dita tamburellano sulla cintura, scorrono tra i passanti dei pantaloni, si nascondono nelle tasche per poi riscapparne fuori.

-Salve, vorrei informazioni su...-
-E' stato chiamato?-
-No, io...-
-E' un parente?-
-Sì, in effetti, e volevo...-
-La contatteremo noi non appena ci saranno notizie al riguardo, si accomodi lì intanto.-

Non è l'unico lì dentro, ma è stato il primo ad arrivare. Da ore passeggia lungo quella saletta, avanti e indietro, di fronte a pochi altri che ormai neanche lo guardano più, abituati al suo andirivieni. Ogni tanto da' un'occhiata all'imboccatura del corridoio per vedere se arriva qualcuno: si affaccia muovendosi a scatti, con il nervosismo che trapela da ogni poro della pelle. La stanchezza c'è, la sente, in profondità, ma non riesce comunque a sedersi con tutta l'adrenalina che ha in corpo.
Riporta dietro le orecchie i capelli che gli sono scivolati davanti al volto. Si scioglie la coda, si passa le dita fra le ciocche e rilega nuovamente i capelli. Che diamine di ore sono? Si tira su la manica sinistra di scatto. Le sei. Sospira di nuovo. Sono più di quattro ore che è lì, in attesa di un segnale, di una comunicazione, di un qualsiasi gesto rivolto verso di lui, ma niente. Quanto ci vorrà ancora per sapere qualcosa?

-Mi scusi...-
-La prego, signore, si sieda e attenda.-
-Sono ore che aspetto, diamine! Qualcuno vuole dirmi qualcosa??-

Si dirige verso la finestra e comincia a picchettare sul davanzale con le nocche, guardando il giardino di fronte a lui senza vederlo davvero. Cosa sta succedendo, qualche corridoio sopra di lui? Perché non può essere presente? Perché non può essere, in qualche modo...utile?
L'occhio gli cade sul telefono a muro vicino a lui e, senza neanche pensarci, gli si avvicina. Prende in mano la cornetta e compone l'unico numero che conosce a memoria oltre al proprio, senza curarsi dell'ora.
-Mmm...Pronto?-
-Sono io.-
-Ed? Cosa...che succede? Che ore sono?-
-Sono in ospedale.-

*

Sono le sette del mattino quando finalmente lo vede arrivare. E' spettinato, goffo e ha ancora gli occhi mezzi chiusi, ma tenta di abbozzare un sorriso quando lo vede e lo saluta con una mano. Nell'altra regge una tazza di caffè.
Edward gli va incontro con passi meccanici e la mascella contratta.
-Scusa, mi dispiace di averti svegliato, ma non sapevo...-
-Ehi, fratellone, non c'è problema.-
E in un attimo si ritrova aggrappato a lui, mentre Alphonse allarga un braccio per non sporcarlo di caffè. Con l'altro gli da' qualche pacca sulla spalla, timida ma affettuosa.
-Tranquillo, fratellone, sono medici. Sanno cosa fare.-

-Signor Elric, aspetti qui ora.-
-Ma io...voglio venire con voi!-
-Non è possibile, mi dispiace. Deve aspettare qui.-

Edward si stacca all'improvviso dall'abbraccio e ricomincia a camminare nervosamente in cerchio, sotto gli occhi del fratello.
-Non capisci, Alphonse...sono ore che è lì dentro...-
-Beh, credo sia così che funzioni...vedrai, presto ti daranno notizie.- allunga una mano -Caffè?-
Lo guarda aggrottando le sopracciglia, senza parlare, e continua la sua odissea per il corridoio.
-Mmm, hai ragione. Non mi sembra che tu ne abbia bisogno.-
Edward contrae i pugni, e sente le unghie che gli si conficcano nei palmi. Alphonse gli si avvicina e gli mette una mano su di una spalla, comprensivo. Ci sono centinaia di cose che potrebbe dire, ma conosce abbastanza bene il fratello per sapere che gli servirebbero a poco o niente in quello stato.

-Allora...non dici niente?-
-Ma...è certo?-
-Pare di sì. Prenderò presto un appuntamento dal medico, ma prima volevo parlarne con te...-

-Mi sento così inutile.- sussurra.
-Lo so, fratellone...ma in questi casi si può solo aspettare.-
-Odio aspettare. Voglio fare qualcosa.-
Si sente battere delicatamente sulla schiena e si volta per incrociare lo sguardo di una ragazza bruna.
-Non credevo di dover ricordare proprio a te, Edward, che non devi neanche pensare di poter entrare nel territorio di Dio.-
Edward apre la bocca e la richiude senza dire una parola, mentre Alphonse si inserisce tra i due e prende per le spalle la ragazza. -Insomma, May, non mi sembra il caso di...-
-No, ha ragione.- sospira Edward. Poi l'occhio gli cade su qualcosa che spunta dalle braccia di May. -Cos'hai?-
La ragazza sorride e gli porge un mazzo di fiori.
-Non sapevo se comprare il fiocco rosa o blu, quindi ho optato per questi!-

-Io...ehm...-
-Cosa?-
-Non...non so come dirtelo!-
-Coraggio, dillo e basta. Cosa riguarda?-
-Ehm...noi.-
-Noi in che senso?-
-Noi...noi due, io e te...che...non saremo più io e te, insomma...-
-Ma cosa...che farnetichi? Vuoi...vuoi lasciarmi?-
-No!-
-E allora cosa?-
-Sto cercando di dirtelo, cavolo!-
-E allora dimmelo! Mi hai tradito? Parla, diamine!-
-Sono incinta!-

Edward prende i fiori tra le braccia e li guarda stupito. Regali. C'è chi pensa ai regali in un momento come quello.
May lo guarda mordendosi un labbro. -Non...non ti piacciono?-
Lui non le risponde, fissa il vuoto con occhi assenti. Fiocco blu o fiocco rosa? Sì, ci aveva pensato, e anche molto...ma non si era reso conto che il momento per scoprirlo fosse così vicino. Tutto quello a cui riusciva a pensare in quel momento era Winry: Winry che non vedeva da ore, Winry che si era svegliata nel bel mezzo della notte, Winry che si era allontanata da lui in una carrozzella, accompagnata da medici professionisti, ma che non potevano leggere sul suo viso i segni della sofferenza che cercava di nascondere e che solo lui, Edward, sapeva vedere...
-Ma certo che gli piacciono.- interviene Alphonse, passando un braccio sulle spalle della ragazza. -E' solo che non ci sta molto con la testa, ora. E' preoccupato, è comprensibile.-

-Cos'è quella faccia?-
-Sei...tu sei, insomma...-
-Sono incinta, sì.-
-Di...di un bambino?-
-No, guarda, di un alieno. Certo che sono incinta di un bambino, che domande fai??-
-No, ecco...così...per essere sicuro...-

-Signor Elric?-
Edward volta di scatto la testa. Un uomo dal camice bianco, con in mano una cartellina, gli fa segno di seguirlo con un dito. Restituisce i fiori a May, e li guarda con un'espressione persa sul volto.
-Fratellone, che aspetti? Vai!- lo esorta Alphonse, spingendolo da dietro la schiena.
Si dirige verso il dottore, che inizia a percorrere corridoii e scale senza neanche preoccuparsi di controllare se è ancora seguito o no. Si sente la bocca secca, il cuore a mille, ed è combattuto tra l'esigenza di raggiungere Winry e quella di scappare via. Dopotutto, cosa gli fa pensare che sarà un buon padre, proprio lui che a malapena sa cosa voglia dire averne uno? Cosa gli ha dato il diritto di sconvolgere a tal punto la vita tranquilla che viveva prima con Winry? Cosa succederà ora? Quanto questo cambierà le loro vite, le loro amicizie, le loro abitudini, i loro modi di vedere il mondo, il loro rapporto? Winry vorrà più bene al bambino - o alla bambina - che a lui? Si sentirà escluso?
Gli piacerò?
Immagina di avere un aspetto terribile. Occhiaie, capelli spettinati, faccia stralunata. Piacerà al bambino? Sarà fiero - o fiera - di lui? O sarà un padre del quale vergognarsi?

-Ecco, la stanza è questa.-
Edward si rende conto con un sobbalzo di essere arrivato a destinazione. Dietro quella porta si nascondono tutte le risposte alle sue paure.
Appoggia la mano sulla maniglia e la ruota. La porta gira sui suoi cardini senza un cigolio, e viene introdotto in una stanza color panna. Una finestra illumina di fredda luce mattutina un fasciatoio, una culla e un letto, ai piedi del quale un'infermiera sta rivolgendo delle domande a bassa voce alla donna che vi è sopra.
Ha la sensazione di non controllare i suoi piedi mentre si avvicina. Winry lo vede, e gli sorride.
E' bellissima.
Sono anni che vede quel sorriso, ma è sicuro che ora abbia qualcosa di diverso. La piega delle labbra è più morbida, gli occhi hanno una luce nuova. La frangia le si è incollata ai lati del viso, e la stanchezza si legge su ogni tratto del suo volto, ma Edward giurerebbe di non averla mai vista così felice. Le si avvicina quasi in trance, e con una mano le accarezza il volto. Lei chiude gli occhi, appoggiandosi con la guancia al suo palmo, e sospira.
Tra le sue braccia c'è qualcosa. Un fagottino bianco, a prima vista, ma ecco che Winry segue il suo sguardo e, con lentezza, si scosta un po' da esso.
Tutto quello che Edward riesce a pensare è che sia un miracolo.
Di fronte a lui un esserino minuscolo lo guarda ad occhi spalancati, fissandolo con due iridi dorate identiche alle sue. E, Edward lo giurerebbe, capisce e sa tutto quello che ha dentro. Perché qualcosa di così meraviglioso non può non saperlo. Ha risposto ad ogni sua domanda con un solo sguardo.
Vorrebbe accarezzargli la pelle arrossata, tastare con i polpastrelli quella peluria bionda che gli ricopre a malapena il capo, ma ha paura di romperlo. Così perfetto, ma così fragile.
-Vuoi prenderlo in braccio?- mormora Winry con un sorriso.
Edward si allontana di botto. -Non...io...-
-Coraggio, non è difficile. Devi solo fare un po' d'attenzione...-
Le si avvicina, incurva la schiena, tende a malapena le braccia. Tremano, senza che lui riesca a controllarle. Lei alza un po' il busto e, con estrema delicatezza, fa scivolare il corpicino tra le braccia del marito. -Ecco, così...-
Edward raddrizza lentamente la schiena, senta distogliere gli occhi un momento da quelli del neonato. E' così caldo, così reale. Sa  di aver portato oggetti ben più pesanti nella sua vita, eppure in quel momento ha una paura tremenda di farlo cadere.
-E' un maschietto.- lo informa Winry, senza smettere di sorridere.
Ma Edward lo sa. L'ha capito dal primo momento che l'ha visto. Comincia a cullarlo dolcemente, impacciato, mentre sente gli occhi inumidirsi. E, in quel momento, tutto quello che riesce a fare è ringraziare il cielo per avergli ridonato un braccio che possa sentire il calore di suo figlio.
-Ti assomiglia moltissimo.-
No, non è vero. Lui non è così perfetto, non ha un nasino così dolce, due labbra così rosee, due occhietti così vispi e intelligenti. Non riesce a credere che lui e Winry abbiano potuto creare insieme qualcosa di così stupendamente armonioso. Ma è così...e in fondo al cuore lo sa. E' il prodotto del loro amore...il loro bambino.
-Ciao...- gli sussurra, e una lacrima comincia a scorrergli sul viso. -Ciao...io sono Edward. Sono papà.-








Grazie mille di essere arrivati fino alla fine! Già che siete qui, che vi costa farmi felice con una piccola recensione? :P
Come forse avrete notato ho cambiato stile un'altra volta...questo chap è più simile al primo per quanto riguarda la struttura, per il linguaggio direi che è un po'un mix. Scusate se vi confondo le idee, il fatto è che ogni situazione/personaggio mi ispira in maniere diverse!

Ringrazio alicettameggy e Haruno per avere la raccolta tra le preferite, Aleteia Furue e simo_chan per averla inserita tra le storie da ricordarle e Ludoangel, MusaTalia, Laudica_2204, Castiel e nuovamente Aleteia Furue per averla messa tra le seguite :)



Risposte alle recensioni:


@ Laudica_2204 : Ehilà! Una nuova adepta!! Scherzi a parte, sono contenta che ti siano piaciuti i capitoli precendenti, e spero che tu sia rimasta soddisfatta anche da questo! Mi dispiace di non aver potuto aggiornare presto come mi hai chiesto, ma tra l'inizio della scuola e la mancanza di una situazione che mi convicesse abbastanza per Edward e Winry...le cose si sono tirate un po' per le lunghe :P

@  ellyxyz93 : Grazie per i complimenti, ma credo che tu mi abbia fraintesa...mea culpa. Quando ho scritto Scar/Miles non intendevo come coppia, ma come personaggi presenti nel chap ^^" Fammi sapere cosa ne pensi anche di questo, mi raccomando!

@  MusaTalia: Prima di venire ai ringraziamenti: alla fine hai trovato quelle scans? Mi ero dimenticata di chiederterlo :P Non conoscevo quell'opera, per quanto riguarda la letteratura inglese mi fermo a quello che faccio a lezione, ma credo che il tuo paragone sia stato davvero azzeccato ;) Sono felicissima che ti sia piaciuto l'inizio, perché è stata la parte che mi ha impegnata di più...volevo introdurre il capitolo senza rivelare troppo (tanto per cambiare) e l'avrò riscritta almeno tre volte xD Non so quanto i personaggi di questo chap siano "a sorpresa", ma spero comunque che ti piaccia, dato che ormai le tue lunghe recensioni occupano un posto speciale e mi dispiacerebbe doverne fare a meno...mi fanno così tanto piacere *_*

@ Castiel : Uuu fan dei Linkin Park?? Allora ho fatto proprio bene a introdurre con The Catalyst :P Io non conosco moltissime loro canzoni, ma quelle che ho ascoltato/scaricato non sono niente male davvero!! Sono rimasta davvero contenta del fatto che tu abbia capito la mia scelta di cambio di stile, anche se Scar non è tra i tuoi personaggi preferiti...e sono felice che tu lo abbia trovato IC, dato che approndirlo così per me è stato un po' un azzardo! Spero che ti sia piaciuto anche questo chap....fammi sapere!

@ Aleteia Furue :  Un'altra nuova adepta!! Benvenuta :D Tranquillissima per la recensione lunga, mi da' tanta soddisfazione sapere che troviate molte cose da dirmi quando leggete un capitolo *_* Grazie per aver letto tutti e tre i chap...e, anche a te, per aver compreso e apprezzato i vari cambi di registro tra un capitolo e l'altro. Grazie per l'IC, per i complimenti....insomma per tutto! (Non vorrei annoiarti con una lista lunghissima :P) Non esitare a dirmi cosa ne pensi anche di questo chap, sper pian piano di soddisfare tutte le tue curiosità! E se vuoi un flash specifico su un personaggio/situazione non ancora trattati chiedi pure e lo farò con molto piacere! - Ps. Ti ho commossa davvero?? Wow *_* - Pps. Sì, mi baso molto su Brotherhood, dato che è la più fedele al manga! (Anche se mi è piaciuta tantissimo anche la prima serie!)

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