Summer beat

di TittiGranger
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Addio, Hogwarts ***
Capitolo 2: *** Malfoy Manor ***
Capitolo 3: *** Scommetti? ***
Capitolo 4: *** Parole... di troppo! ***
Capitolo 5: *** Punti...di vista! ***
Capitolo 6: *** Capitolerà ***



Capitolo 1
*** Addio, Hogwarts ***


Il treno sferragliava veloce nel bel mezzo della campagna

Il treno sferragliava veloce nel bel mezzo della campagna.

Il treno che la portava a casa, per l’ultima volta.

Rose guardò fuori, cercando focalizzare lo sguardo sull’immagine di quegli alberi verdi che passavano, scorrevano velocemente. Si appoggiò al vetro per non perdere l’equilibrio, pensando a quante volte, sei per la precisione, aveva guardato quel paesaggio, immaginando l’estate che le si presentava davanti.

Ma stavolta, era diverso. Era la settima volta.

Non ci sarebbe stato alcun treno che l’avrebbe riportata ad Hogwarts a settembre.

Aveva finito…

 

“In realtà, non abbiamo ancora iniziato, Rosie…”, le aveva fatto notare Scorpius la sera prima, quando Rose si era lasciata prendere dallo sconforto, pensando a quel periodo meraviglioso della sua vita che stava finendo.

Un brivido d’eccitazione la scosse quando però rifletté su ciò che l’aspettava.

Nuovi studi… l’inizio di una carriera nel Mondo Magico…

Ma prima di tutto, c’era una cosa che l’aspettava.

Un’estate intera.

Un’estate che sarebbe stata importante per lei e per la sua famiglia. O almeno, era quello che Rose sperava.

Chiuse un attimo gli occhi, lasciandosi cullare dal tremolio del treno, finché qualcuno non la urtò, facendole tornare la lucidità

Sospirò, tirandosi i capelli indietro e fece qualche passo in avanti per spalancare la porta di uno scompartimento.

Quattro testoline si voltarono verso di lei; indossavano tutti e quattro lo stemma di Tassorosso.

- Ragazzi, potete iniziare a prepararvi - li avvertì, sorridendo - Siamo quasi arrivati.

I ragazzini annuirono, tutti contenti.

Rose provò un moto d’irritazione nel vedere la felicità di quegli studenti del primo, entusiasti delle vacanze e del fatto di lasciare la scuola per un po’.

“Fra qualche anno lo rimpiangerete”, avrebbe voluto dirgli Rose, ma non lo fece.

Non voleva certo guastargli quel momento. D’altra parte, anche lei era sempre stata felice delle vacanze.

Proseguì oltre. La porta dello scompartimento successivo era già aperto.

- Robinson! - esclamò subito Rose, entrando. Le mani le si erano automaticamente spostate sui fianchi nella sua classica posizione da rimprovero - Scendi subito da quel sedile!

Con un salto agile, il ragazzo fu a terra, lasciando che un sorrisetto di scuse si dipingesse sul suo volto.

Suo malgrado, Rose sorrise - Riserviamo queste acrobazie per le partite di Quiddicth, ok?

Il giovane battitore di Tassorosso annuì, mentre i suoi compagni ridacchiavano ai lati.

- Prendete le vostre cose siamo quasi a Londra! - li avvertì Rose, prima di uscire.

- Grazie, Caposcuola Weasley! - le gridò dietro Peter Robinson.

 

 

Scosse la testa, felicemente rassegnata. Anche quello le sarebbe mancato di Hogwarts.

Posò la mano sulla maniglia dello scompartimento successivo, ma prima che potesse fare qualsiasi altra cosa, quella si spalancò e un braccio la trascinò dentro.

Se la sua bocca non fosse stata impegnata in altro, avrebbe sicuramente cercato di protestare.

Cosa che effettivamente fece, non appena ebbe recuperato la lucidità necessaria per riprendere in mano la situazione.

-     Scorpius! – sbottò, divincolandosi dalla presa del ragazzo. La sua intenzione iniziale era quella di mostrarsi arrabbiata, ma il suo broncio si sciolse non appena i suoi occhi incontrarono quelli chiari e furbi di Scorpius Malfoy – Mi hai fatto prendere un colpo!

Lui rise, buttando la testa all’indietro e sedendosi in modo scompostamente elegante sul sedile dello scompartimento vuoto – Non credo che tu ne abbia avuto il tempo, Rosie – aggiunse, mentre la sua bocca sottile si piegava in un ghigno malizioso.

Rose doveva reprimere l’istinto di strangolarlo quando lui faceva così. O meglio, spesso era indecisa se strangolarlo o baciarlo, ma la linea che li differenziava era sottilissima.

Scorpius riusciva sempre a giustificare ogni sua mossa. Se l’arma di Rose era la razionalità, quella di Scorpius era sicuramente la furbizia.

E sfortunatamente, lui ne era pienamente consapevole.

-     Questo non vuol dire niente! – cercò di ribattere lei, prevedendo la sconfitta. Nonostante fosse in piedi, con le mani sui fianchi e torreggiasse sopra di lui, Scorpius non sembrava minimamente intimidito. Anzi, la cosa pareva addirittura divertirlo – Poteva essere chiunque. E se ti fossi sbagliato? Se non ero io quella che stava passando, ma un’altra?

Lui fece schioccare la lingua, sorridendo. Tese le braccia, verso di lei.

Dopo qualche secondo di esitazione, durante i quali lei valutò l’ipotesi di dargliela vinta o no, si sporse verso di lui, lasciando che le braccia allenate del ragazzo la stringessero forte mentre lei si sedeva sulle sue ginocchia.

-     Credi che non sappia riconoscere la mia Rose? – le sussurrò, baciandole una guancia.

Lei si voltò a guardarlo, con le sopracciglia inarcate e lo sguardo vispo, lasciando che un’espressione vittoriosa si dipingesse sul suo volto – Com’è che hai detto prima? Ah, sì… “non ne avresti avuto il tempo, Scorpius”. Credo che il principio sia lo stesso.

Scorpius rise ancora, scotendo la testa – Si che ce l’ho avuto, dato che la ragazza in questione ha urlato contro qualche povero malcapitato, fino a pochi minuti fa, intimandogli di scendere dal sedile…

 

A queste parole, Rose scattò in piedi, allarmata.

-     Oh, Merlino! – sbottò – Devo finire il giro! – si aggiustò freneticamente la gonna, già pronta ad uscire, si voltò verso il ragazzo, che la osservata basito e divertito al tempo stesso – Ci vediamo dopo…

Ma prima che potesse, aprire la porta dello scompartimento, Scorpius, che si era alzato con uno scatto agile, l’aveva trattenuta per un braccio, bloccandola.

-     Rose, cosa c’è? – le chiese serio, guardandola negli occhi. In realtà, conosceva già la risposta.

-     Niente… - rispose lei, distogliendo lo sguardo – E’ che… questa è l’ultima cosa che devo fare per Hogwarts e… voglio farla bene.

Il tono malinconico delle sue parole, riuscirono a intenerire anche Scorpius, che, delicatamente, la tirò verso di sé, abbracciandola.

Anche lei lo strinse forte.

-     Piccola… ne abbiamo già parlato – le disse, baciandole i capelli – Questa non è una fine… è l’inizio di una nuova esperienza. Non c’è nulla di cui essere tristi.

Rose sospirò sulla sua spalla, rassegnandosi a quell’idea.

-     A te non dispiace lasciare Hogwarts, per sempre? – gli chiese poi, scostandosi per guardarlo in faccia.

L’espressione accigliata di Rose, la fronte leggermente corrugata, i suoi occhi azzurri che la guardavano intensamente, come faceva ogni volta che voleva una risposta seria e sincera, bastavano a far perdere a Scorpius la cognizione del tempo e dello spazio.

-     Perché dovrei? – le rispose lui, sfiorandole uno zigomo con un dito – Non posso essere triste, dato che mi sto portando via la cosa più bella che Hogwarts mi abbia regalato.

Ed eccola di nuovo: quella dolcezza inaspettata, quella sensibilità nascosta che nessuno conosceva di Scorpius.

Una dolcezza che si nascondeva dietro la facciata fredda e a volte distaccata che Scorpius mostrava agli altri.

Una dolcezza che Rose sapeva, lui usava solo con lei.

Solo per lei.

Alzandosi sulle punte dei piedi, lo baciò, sfiorandogli il viso con le mani.

Lui sorrise sulla bocca di lei.

-     Immagino che questo non potremmo farlo davanti a tuo padre…

Rose ridacchiò – Non prima avergli spiegato la situazione… - rispose cautamente lei. Sapeva perfettamente quanto l’argomento fosse delicato.

-     Bè… troveremo un momento adatto, no? – le fece notare Scorpius, tentando di sembrare ottimista. In realtà voleva convincere sé stesso più che lei.

-     Certo… alla Tana ci saranno tante… occasioni per farlo – disse lei, con lo stesso tono poco convinto.

-     Bene.

La loro intenzione infatti, era quella di comunicare ai Weasley che stavano insieme, visto che ormai durava da quasi otto mesi. E per farlo, avevano pensato di approfittare delle vacanze estive, aspettando il fatidico “momento giusto”. Nella versione ufficiale, Scorpius era stato invitato ala Tana da Albus, in modo tale da far abituare la famiglia alla presenza di un Malfoy e di studiarne la reazione, di un membro in particolare.

Albus aveva accettato subito di aiutarli, dato che si sentiva ancora in colpa per averli ostacolati all’inizio della loro storia e immediatamente, aveva chiesto ai genitori il permesso di poter invitare il suo amico Scorpius qualche giorno alla Tana. Grazie al cielo, i Potter avevano acconsentito.

Ma nonostante questo, sebbene non volessero ammetterlo, sia Sorpius che Rose sapevano bene che Ron Weasley era molto più testardamente orgoglioso e fermo sulle sue posizioni più di qualsiasi altro membro della famiglia.

E questo, di certo, non avrebbe aiutato.

 

 

*

 

-     Rose! Rosie, di qua!

Cercando con lo sguardo, Rose incrociò quello di sua madre che si stava sbracciando nel tentativo di farle segno.

-     Mamma! – le andò incontro, gettandosi letteralmente nell’abbraccio materno.

Quando inspirò nuovamente il profumo dolce di sua madre, Rose, per la prima volta, fu sopraffatta dalla gioia di essere tornata di nuovo a casa.

-     Rose…amore! – disse Hermione, continuando a stringere forte la figlia – Finalmente siete di nuovo a casa!

Oltre la spalla di sua madre, Rose vide che anche il padre, con un braccio sulle spalle del figlio, le stava andando incontro. Hermione lasciò andare la figlia, permettendo al padre di salutarla.

-     Eccola, la mia bambina bellissima! – disse entusiasticamente Ron Weasley, stringendo forte la sua primogenita e posandole un bacio sulla fronte.

Nel frattempo, Hermione aveva riafferrato Hugo in un altro abbraccio stritolatore, mentre con una mano libera gli scompigliava affettuosamente i capelli.

-     Che ne dite di andare? – disse poi, Hugo, una volta liberatosi dalla stretta della madre –A  me è venuta una gran fame.

Ron rise, mentre, dando al figlio due pacche sulla schiena – L’ho sempre detto che tu sei un degno Weasley, figliolo.

Anche Hermione e Rose sorrisero, scotendo la testa. Le due donne lasciarono che gli “uomini” di casa le precedessero verso l’uscita, prima di seguirli. Hermione posò un braccio sulle spalle di Rose, stringendola a sé, ma prima di uscire, la ragazza cercò con lo sguardo una persona in particolare.

Ma nel trambusto e nella confusione non riuscì a trovare quello che cercava…

-     Vuoi salutare qualcuno, Rosie?

-     No. Nessuno, papà.

 

*

 

-     Allora, quali racconti ci portate dalla cara, vecchia Hogwarts? – chiese papà, prendendo posto a tavola.

Essere tornati di nuovo a casa faceva uno strano effetto. Ritrovarsi lì, nella loro cucina, nel suo posto, vedere la mamma che armeggiava con i fornelli, osservandone il contenuto con fare sospettoso… era rassicurante.

Hugo scosse le spalle, seduto alla destra di Ron – Niente di nuovo. Il solito… - il ragazzo incrociò lo sguardo della sorella.

Rose sapeva che Hugo non avrebbe parlato; glielo aveva fatto giurare, prima di ripartire. Ma quella conversazione la metteva ugualmente a disagio.

Papà non parve convinto della risposta – Come sarebbe a dire “niente”? – inarcò le sopracciglia rossicce, versandosi del vino nel bicchiere – Ad Hogwarts succede sempre qualcosa! Mi ricordo quando andavamo a scuola noi… - aggiunse pensoso, portandosi il bicchiere alle labbra – C’era sempre qualcosa da raccontare!

-     Per l’amor del cielo, Ronald! – si intromise Hermione, indossando il guantone da cucina e voltandosi a guardare il marito – I tempi sono cambiati, fortunatamente! – disse scotendo la testa, facendo ondeggiare la lunga coda castana – E’ positivo il fatto che i ragazzi non abbiano da raccontare le stesse cose che abbiamo raccontato noi ai nostri tempi!

Rose sorrise, prevedendo il finale di quella scena. Si alzò, diretta verso il frigorifero e ne tirò fuori dell’acqua minerale. Notò che la mamma aveva cambiato le tende della cucina, che ora erano di una sgargiante fantasia floreale sui toni dell’azzurro.

Decisamente belle. Ma, osservando la scena che le si presentava davanti, ritenne che quello non fosse il momento più opportuno per esprimere il suo apprezzamento riguardo le tende.

-     Sai, Hermione, io non credo che ai ragazzi farebbe male una sana dose di adrenalina – disse innocentemente papà. Naturalmente, tutti si resero conto della pessima mossa, tranne lui.

-     Adrenalina? Spero che tu stia scherzando, Ron! Adrenalina! – sbraitò Hermione, sventolando la mano fasciata dal guantone davanti alla faccia del marito – Per quanto mi riguarda, ringrazio ogni giorno per il fatto che i nostri figli non abbiano vissuto la stessa adrenalina che abbiamo sopportato noi!

Hugo alzò gli occhi al cielo e, rassegnato, accese la tv, sintonizzandosi su un programma sportivo.

-     Ovviamente non mi riferisco ad episodi estremi, per Merlino! – si alterò Ron – Ma comunque, un po’ di… regole violate, non li avrebbero certo uccisi!

Hermione parve oltraggiata. Si voltò verso Rose, poi tornò a guardare Ron, che, di riflesso, ingoiò il vuoto. Personalmente, anche Rose era del parere che il padre avesse davvero esagerato.

- Ben detto, papà! – aveva invece approvato Hugo, meritandosi una bella pacca sulla spalla dal padre con tanto di occhiolino.

 

-     Fammi capire… - iniziò Hermione. Rose sapeva che quella era la classica frase che Hermione usava quando qualcuno dei suoi dipendenti dell’ufficio Protezione delle Creature Magiche faceva qualcosa di sbagliato. Molto sbagliato – Tu stai istigando i miei figli a infrangere le regole? – la sua voce era quasi un sibilo.

Rose avrebbe giurato di vedere uscire fumo dalle sue orecchie. Sbatté le palpebre.

No, non si era sbagliata. Quello era fumo, davvero…

-     Mamma… - tentò.

-     E da quando sono solo i tuoi figli? – rispose Ron.

-     Mamma…

-     Da quando tu, Ronald, te ne esci con queste affermazioni da irresponsabile!

-     Mamma, sta bruciando qualcosa!

Questo sembrò porre fine alla conversazione-litigio.

Hermione, a quell’avviso, sbarrò i grandi occhi castani, prevedendo il peggio.

Anche Ron e Hugo si avvicinarono subito, in attesa di conoscere le sorti del loro pranzo.

Hermione aprì di scatto il forno alle sue spalle, mentre una nuvola di fumo grigio si disperdeva nella grande cucina luminosa di casa Weasley.

Quattro facce si sporsero sul tegame che Hermione aveva tirato fuori, per constatare la gravità della cosa.

Lasagne.

O meglio, lasagne carbonizzate.

Hermione sbuffò. Togliendosi il guanto e lanciandolo sul piano della cucina. Si era messa le mani sui fianchi, guardando quello sformato nero con aria vagamente rassegnata. Rose sorrise leggermente, ripensando ai tempi in cui, molto tempo prima, la mamma cucinava, o per lo meno, tentava di cucinare qualcosa di vagamente commestibile.

A volte ci riusciva anche.

Adesso, invece, si era rassegnata a quel finale, come se la cosa fosse normale.

-     Bello, ma’… - disse Hugo, che aveva ereditato la stessa sensibilità del padre – Cos’era, quando era vivo?

-     Erano lasagne, Hugo – rispose Hermione, continuando a guardare quella massa informe. Rose era certa che stesse cercando un incantesimo da utilizzare per porre rimedio. Ma non esistevano incantesimi di quel genere, Rose lo sapeva.

E lo sapeva anche Hermione, ovviamente.

Ma… dopotutto la speranza è l’ultima a morire.

-     Va bene – disse Ron, battendo le mani, con fare metodico – Pollo con le patate? Chiamo la rosticceria.

I ragazzi acconsentirono, entusiasti, nel frattempo Hermione faceva Evanescere il tegame con un colpo di bacchetta, senza neanche guardarlo, mentre Ron ordinava al telefono quattro porzioni di pollo con le patate… e perché no? Anche un po’ di contorni misti, insalata di pasta e una vaschetta di tiramisù.

Mentre guardava quella scena, quel caos ordinario, che si era generato nel giro di pochi minuti, Rose sospirò, lasciando che un sorriso si dipingesse sul suo viso chiaro.

Bentornata a casa, Rose.

 

 

Ciao a tutti!

E’ bello essere di nuovo qui…

Questa è la storia che vi avevo anticipato. Quando ve ne ho parlato, non ero sicura che l’avrei scritta.

A faremi prendere questa decisione, sono stati i vostri commenti entusiastici che mi hanno fatto un piacere IMMENSO. Davvero, non mi sarei mai aspettata un tale appoggio.

Ci tenevo a ringraziarvi per il supporto che avete dimostrato per la mia storia precedente, Dangerous Beat e così ho risposto ai miei commenti sul mio blog un po’ di tempo fa, non so se avete avuto occasione di leggerli.

A questo proposito vorrei ringraziare anche Misato85 e  Flopi che hanno recensito negli ultimi giorni.

 

Riguardo il capitolo… avrete capito che si tratta di un’introduzione. Serviva per cambiare ambientazione e personaggi.

Che dire ancora… ovviamente, ci terrei a sapere il vostro giudizio!

 

A presto!!

 

 

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Capitolo 2
*** Malfoy Manor ***


Quando la mattina successiva scese a fare colazione, Rose trovò tutti svegli

Quando la mattina successiva scese a fare colazione, Rose trovò tutti svegli.

Non riusciva ancora a spiegarsi come fosse potuta finire in una famiglia di mattinieri. Lei avrebbe continuato a dormire ad oltranza, se il rumore dell’aspirapolvere non l’avesse tirata via dai suoi sogni.

Scese al piano di sotto, con i piedi scalzi. Effettivamente, l’aspirapolvere si muoveva liberamente per il salotto, con il filo che librava magicamente a mezz’aria.

Attraversò l’ingresso, camminando sulla moquette chiara fino a raggiungere il soggiorno, da cui provenivano le voci dei suoi.

Sbadigliando, cercò di darsi una forma ai capelli, senza preoccuparsene tanto. Dopotutto, i suoi genitori l’avevano vista in condizioni ben peggiori.

-     Buongiorno, cara! – la salutò la madre, non appena mise piede nel soggiorno.

Stava versando del caffè in una tazza; indossava un tailleur grigio, che Rose non aveva mai visto.

-     Ciao, mamma. – ricambiò il saluto Rose, mettendosi a sedere – Devi andare al lavoro?

-     Sì – annuì Hermione, versando del caffè anche per lei – Devo fare un salto al Ministero, ma non ci metterò molto – le sorrise – Ci vuoi del latte, tesoro?

Rose fece segno di sì con la testa. Nel frattempo, sentì dei rumori provenienti dalla cucina.

-     Cosa sta succedendo di là? – chiese alla madre, mentre questa le passava la tazza colorata, dopo aver appellato il latte che, svolazzando aveva raggiunto il soggiorno.

-     Tuo padre e Hugo hanno deciso di preparare i muffin… - annunciò Hermione, ben poco entusiasta del fatto che qualcuno riuscisse ad usare la sua cucina in modo migliore di lei.

-     Oh…

Rose focalizzò l’attenzione sul contenuto della sua tazza, girandolo svogliatamente con un cucchiaino. Il giorno dopo si sarebbero spostati alla Tana per un paio di settimane.

Questo significava che sarebbe arrivato anche Scorpius e… e avrebbero dovuto trovare il modo di spiegare alla famiglia della loro storia. Temeva davvero di non riuscire a spiegare quanto Scorpius fosse diventato… essenziale per lei.

E se prima, quando era a scuola, questa prospettiva le sembrava accettabile, adesso aveva timore che non sarebbe stato poi tanto semplice.

Non osava immaginare come avrebbero reagito i suoi parenti a quella notizia.

L’espressione oltraggiata di nonno Arthur…

Lo sguardo deluso di zio Harry…

Il piglio sorpreso di nonna Molly…

Quello sbalordito di sua madre.

E soprattutto… quello tradito di suo padre.

Se solo fosse riuscita a fargli capire che Scorpius non aveva nulla in comune con i membri della sua famiglia che avevano fatto del male alla sua…

Se fosse riuscito a farlo accettare…

Ma Rose sapeva, conosceva la reazione che riusciva a provocare nei suoi familiari anche il solo sentir pronunciare il nome “Malfoy”.

Ne aveva avuto una dimostrazione, una mattina di circa cinque anni prima…

 

Erano quasi finite le vacanze di Natale, Rose e Hugo sarebbero tornati a scuola due giorni dopo.

Insieme ai genitori, avevano trascorso il Natale alla Tana, come tradizione, con agli altri membri della famiglia.

- Domani tornerà anche Albus… - aveva detto Rose, contenta. Un po’ le era dispiaciuto che suo cugino non ci fosse stato per parte delle vacanze, ma non lo avrebbe mai ammesso. Soprattutto perché le aveva trascorse insieme a quel montato di un Malfoy.

Era mattina presto; stavano facendo colazione. Al tavolo insieme a loro c’era anche Ron, intento a sfogliare la Gazzetta del Profeta e apparentemente non attento alla loro conversazione.

Hermione invece, stava preparando il caffè in cucina. O meglio… “preparare” era una parola grossa, in casa Weasley quando si trattava di cibo. Più precisamente stava tentando di produrre una bevanda commestibile che avesse qualcosa di vagamente simile a quello che comunemente si definisce caffè.

- Già - aveva risposto il piccolo Hugo, affondando la mano nel barattolo dei biscotti - Sempre che riesca ad uscire vivo da quel posto! - aveva aggiunto scherzando.

I due bambini risero, ma se fossero stati più attenti, sicuramente avrebbero notato che il padre, lo sguardo fisso sul giornale, si era visibilmente irrigidito.

- Fidati, Hugo - aveva ripreso Rose, senza riuscire a mascherare il suo fastidio - Se Albus riesce a sopportare Malfoy per tutto il tempo a scuola, riuscirà anche a sopravvivere alla sua casa!

- Ragazzi, piantatela - aveva mormorato a mezza voce Ron Weasley, il volto ancora coperto dalla rivista, che stringeva convulsamente con le dita, tanto da lacerarne i lati.

Ma i giovani Weasley erano troppo impegnati nella loro discussione, per prestare attenzione a simili particolari.

Hugo tracannò mezzo bicchiere di succo di zucca prima di rispondere alla sorella - Rosie… e tu la chiami casa? - strabuzzò gli occhi chiari - Quello è un castello! Albus ha anche detto che nel salotto dei Malfoy si potrebbe fare una partita a Quidditch! - concluse ammirato.

Rose sbuffò, sollevando le spalle - I soliti megalomani - sentenziò Rose, che dall’alto dei suoi tredici anni, aveva già preso l’abitudine ad usare parole complesse e inusuali per una ragazzina di quell’età.

- Vi ho detto di piantarla con questa storia, ragazzi! - aveva protestato il padre, più forte.

A questo secondo avvertimento, Hugo e Rose si erano guardati in faccia, scambiandosi uno sguardo complice. Sapevano che i rimproveri di “papi” non erano come quelli della mamma. Perché Ron Weasley, non si arrabbiava mai con i figli.

Ecco perché, i due ragazzi avevano pensato bene di continuare imperterriti con il loro discorso.

- Che poi ha anche quel nome strano quel posto… - aveva detto Hugo, pensoso, grattandosi la fronte. Con il pigiamino blu e gli aerei colorati, era la copia di suo padre ad undici anni - Com’è che si chiama?

Rose ci pensò su qualche istante, corrugando la fronte… aveva sentito poche volte pronunciare quel nome… ce lo aveva sulla punta della lingua… - Ah, sì! Il Malfoy Manor!

- RAGAZZI! Ho detto di smetterla!

Hugo annuì, entusiasta - Brava! Il Malfoy Manor!

Fu questione di pochi attimi.

Un rumore di qualcosa che si infrange sul pavimento.

Pezzi di vetro  che si spargono sul pavimento.

Schizzi di caffè che invadono il soggiorno.

- SILENZIO! - Ron Weasley si alzò dal suo posto, rosso in viso. In quello scatto, il tavolo si era spostato di una trentina di centimetri, mentre la Gazzetta giaceva abbandonata a terra - VI HO DETTO CHE NON VOGLIO SENTIRE PRONUNCIARE QUEL NOME IN CASA MIA!

- Ma papà, noi…

- NON HO ANCORA FINITO! - aveva gridato ancora Ron, il volto distorto dalla rabbia. Nei suoi occhi c’era un velo che sembrava oscurarli. Un velo di sofferenza - Io PRETENDO… anzi, io ESIGO che in casa mia non venga pronunciato quel nome! Quella famiglia deve rimanere fuori da QUI! Sono stato chiaro?

Torreggiando sopra di loro e spostando lo sguardo dall’uno all’altra, Ron sembrava così deciso che nessuno dei due bambini ebbe il coraggio di emettere suoni. Si erano limitati ad annuire, totalmente basiti da quell’assurdo panico che la loro innocente chiacchierata sembrava aver procurato in casa Weasley.

Solo quando tutti e due ebbero annuito, Ron, cercando di calmarsi, aveva fatto un respiro profondo e si era deciso a voltarsi, verso la fonte del rumore di prima.

Tre teste che si girano verso la porta, dove Hermione Weasley passava lo sguardo dalla famiglia alla brocca del caffè completamente infranta sul pavimento; gli occhi persi, la bocca semi aperta per lo stupore.

- Mi… mi dispiace - stava dicendo, apparentemente fuori di sé. Si era passata una mano sulla fronte, guardando a terra, come se quello fosse un danno irrimediabile - Mi… io non so cosa mi è preso… davvero, scusate… - stava biascicando senza senso.

Rose non aveva mai visto la madre in quello stato. Mai.

Aveva sempre avuto un’immagine precisa di lei.

Sicura. Decisa. Aveva sempre avuto tutto sotto controllo.

Ron si alzò, andando incontro alla moglie, che stava raccattando i pezzi rotti da terra, gocciolanti di caffè.

Hugo osservava la scena a bocca aperta; i capelli rossi gli ricadevano davanti agli occhi, ma lui non vi badava. Pareva shockato quanto la sorella.

- Amore, va tutto bene - aveva detto Ron ad Hermione, entrambi accovacciati a terra, mentre le toglieva quei cocci dalle mani.

- Io, scusa… mi dispiace… - continuava a ripetere Hermione, senza guardarlo negli occhi.

- Non devi scusarti di niente, tesoro mio - le aveva detto Ron, sollevandole il viso per incontrare il suo sguardo - E’ un ricordo che distrugge anche me. Nessuno pretende che tu rimanga impassibile…

Hermione aveva ingoiato il vuoto, annuendo lentamente. Si era guardata per un attimo intorno, osservando il lago marrone che si apriva di fronte ai suoi occhi, come se lo avesse appena visto.

- Vieni… - Ron la aiutò ad alzarsi - Ci penso io qui - le baciò la fronte, soffermandosi più del dovuto.

- Vado… vado a rifare il caffè, allora - aveva risposto Hermione, sorridendo debolmente al marito.

Mosse qualche passo verso la cucina, ma prima che potesse uscire dal soggiorno, aveva rivolto lo sguardo, mortificato, verso i figli, ancora sorpresi e confusi da quello strano comportamento dei genitori.

- Mi dispiace, ragazzi.

Con il tempo, con gli anni, Rose aveva capito che la madre era terrorizzata da quel ricordo, non solo per l’episodio in sé, ma per il semplice pensiero che i suoi figli, la sua famiglia, potesse essere anche solo lontanamente vicina a quel ricordo.

I due bambini avevano guardano la madre sparire oltre la porta, sentendosi terribilmente in colpa per aver generato quella situazioni, ma ancora ignari del perché…

- Non voglio doverlo ripetere più, bambini - stavolta era stavo Ron a parlare - Non fatemi più sentire quel nome in casa mia. E’ l’unica cosa che vi chiedo.

E senza aspettare risposta, aveva raggiunto la moglie in cucina, sotto gli sguardi basiti e innocenti dei due giovani Weasley.

 

- Rose? Sei sicura di sentirti bene?

La voce squillante della mamma la riportò al presente.

- Sì, mamma… - rispose Rose, alzando le spalle e raccogliendosi le braccia al petto - Stavo solo pensando.

Hermione annuì, spostandosi una ciocca dal viso, sfuggita dalla crocchia in cui li aveva raccolti.

- Non sarai mica preoccupata per i Mago, vero tesoro? Sai che non ne hai alcun bisogno.

Lei sospirò. Se solo la madre avesse saputo il vero motivo della sua preoccupazione…

Per un attimo le balenò il pensiero di dirle tutto. Raccontarle di lei e Scorpius, ogni cosa.

Ma… come poteva dire a sua madre che lei, sua figlia, si era innamorata del figlio di colui che, anni prima, aveva permesso che sua mamma fosse quasi uccisa sotto tortura?

Come poteva farlo, così, a freddo?

- Hai ragione, mamma… farei meglio a non pensarci.

Sua madre si alzò in piedi, sporgendosi verso di lei per baciarle la testa. Guardò l’orologio e inarcò un sopracciglio.

- Devo andare… Rose, ti prego, assicurati che tuo padre non faccia danni in cucina… - disse prendendo la borsa - Per quello ci sono già io - aggiunse a mezza voce.

Rose sorrise.

- Va bene, mamma. Ci penso io.

 

*

 

- Prendine un altro po’, Albus, non stare a sentire tua madre! - disse Molly, riempiendo il piatto del nipote. Per l’ennesima volta.

- Mamma! Così si sentirà male… come l’ultima volta! - intervenne Ginny, guardando storto sia la madre che il figlio - Harry, per cortesia, dì qualcosa anche tu!

Rose rise alla faccia dello zio, impanicato dal fatto di essere stato tirato in causa.

Rose insieme ai genitori e ad Hugo erano arrivati alla Tana il giorno prima, insieme a Dominique; zio Bill e zia Fleur non sarebbero arrivati prima di una settimana, dato che avevano deciso di andare a trovare qualche giorno Victoire e Teddy.  Quella mattina, invece, era arrivata la seconda parte della truppa, i Potter.

Gli altri sarebbero arrivati a scaglioni nei giorni seguenti.

Tranne uno. Un ospite, in particolare, avrebbe fatto il suo arrivo quel pomeriggio.

Rose invidiò il cugino, che nonostante le proteste della madre, stava trangugiando il terzo piatto di guatò di patate, mentre lei, era riuscita a malapena a mangiare mezza porzione del primo, tanto era nervosa.

Ma comunque, il fatto che Scorpius fosse arrivato nel tardo pomeriggio era un bene. Questo avrebbe dato la possibilità a Ron di riprendersi, dato che aveva appena appreso, casualmente, tra l’altro, che il giovane Malfoy era stato invitato a trascorre là qualche giorno. Dopo una scenata degna di nota, durante la quale tutti avevano tentato di farlo ragionare, spiegandogli che Scorpius non era un “delinquente, Mangiamorte come suo padre”, Ron si era rassegnato all’idea.

A malincuore, ovviamente.

Ma Rose sperava ardentemente che quelle ore sarebbero state sufficienti a far calmare ulteriormente suo padre. D’altra parte, era solo l’ora di pranzo…

Ci sarebbero volute ore prima che…

Un boato li fece sobbalzare. Undici teste si voltarono verso il camino, da cui stava uscendo una figura alta e snella.

Albus sorrise.

Ron grugnì, contrariato.

Rose perse un battito.

- Ehm… buongiorno a tutti. Signori Weasley,  mi scuso per l’anticipo…

 

 

 

Okay, io invece devo scusarmi per il ritardo.

Come avrete capito, questo è un capitolo di transizione che serve a spiegare uno dei principali motivo dell’odio di Ron verso i Malfoy.

Se vi può interessare, poco tempo fa ho scritto una storia che riguarda proprio quella vicenda, intitolata “Ma il cielo non cade…”; se invece non ve ne importa niente (giustamente!)…amici come prima!

 

GRAZIE DI CUORE   a tutti coloro che hanno recensito nello scorso capitolo; so che probabilmente questo capitolo non è stato propriamente interessante, ma mi sembrava necessario.

Comunque… la storia vera inizia adesso, vi assicurò che il prossimo sarà decisamente più ricco.

 

Mi dispiace di non potervi ringraziare uno ad uno, ma vado davvero di fretta… nel prossimo non mancherò di farlo.

Naturalmente, sarei felice di sapere cosa ne pensate di questo!

A presto!

 

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Capitolo 3
*** Scommetti? ***


Per qualche istante nessuno parlò

Per qualche istante nessuno parlò.

Dodici sguardi erano concentrati sul nuovo arrivato, il quale, nonostante la facciata sempre sicura e impassibile non riuscì a celare, stavolta, un certo disagio.

I suoi occhi incontrarono per un attimo con quelli chiari di Rose, che dovette trattenersi dal sorridergli come avrebbe voluto.

- Scorpius… ben arrivato! - Ginny prese in mano la situazione, sembrando quasi naturale. Quasi.

Si alzò da tavola e gli andò incontro; lo stesso fece Albus. Anche Harry e Lily lo salutarono, rimanendo al loro posto. Naturalmente, i Potter avevano avuto modo spesso di ricevere un  Malfoy come ospite. I Weasley, invece, no.

- Grazie, Signora Potter… - rispose Scorpius impacciato, mentre si lasciava salutare da Ginny - So che sono parecchio in anticipo e…

- Oh, ma figurati! - lo rassicurò Ginny, con un gesto casuale della mano.

- Ciao, amico! - gli disse Albus, dandogli una pacca sulla spalla.

Rose fremette sulla sedia; neanche lei sapeva con quale forza si stesse trattenendo dall’andargli incontro e gettargli le braccia al collo. Scorpius scosse la testa, parlando con Albus.

Di nuovo i loro sguardi si incontrarono, questa volta, lasciandogli però il tempo di rivolgerle un sorriso, di fronte al quale lei temette di sciogliersi.

Ma fu un attimo.

Mentre Albus faceva le dovute rappresentazioni, Rose si voltò a guardare gli altri.

Ron aveva la classica espressione di chi ha appena visto il demonio in carne ed ossa. Anzi meglio: di chi ha appena visto il demonio, il quale gli ha promesso una morte lenta e molto, molto dolorosa.

Sua madre invece, fissava il marito in modo istericamente calmo; un sorriso forzato le piegava le labbra.

Hugo anche sorrideva, ma il suo sorriso era sincero. Aveva entrambe le sopracciglia inarcate e le braccia conserte, come se stesse pregustando l’arrivo di una scenetta comica.

- Questi sono i nonni… - disse Albus, nel fare le presentazioni. Con un vago senso di orrore, Rose si accorse che l’espressione del nonno era vagamente simile a quella di suo padre. Ciononostante, strinse la mano a Scorpius, borbottando un poco convincente “piacere”.

- Signora Weasley, piacere di conoscerla. La ringrazio tanto per avermi invitato - disse Scorpius compostamente a Molly, che lo salutò con entusiasmo, evidentemente affascinata dai suoi modi eleganti.

- E loro sono i miei zii - annunciò infine Albus, con un certo nervosismo nella voce. Stavolta fu lui ad incrociare lo sguardo della cugina, che ingoiò il vuoto, posando gli occhi sui genitori - Zia Hermione e zio… Ron.

 

Scorpius fece il giro del tavolo, andandogli vicino.

Passò dietro a Rose, sfiorandole impercettibilmente la spalla. A quel tocco trasalì, voltandosi subito a guardare intorno se qualcuno si fosse accorto del suo disagio.

Tutto tranquillo.

- E’ davvero un piacere fare la sua conoscenza, Signora Weasley - disse Scorpius porgendole una mano.

Hermione sembrò vagamente spiazzata - Oh, ehm… grazie, Scorpius. Anche per me è un piacere.

Sorrise amichevole al ragazzo, che ad un occhio attento sarebbe apparso alquanto sollevato.

Ma adesso c’era un problema più grave da fronteggiare.

E tutti i presenti ne erano consapevoli. Rose riuscì a leggere un vago nervosismo negli occhi della nonna, che si stava sfregando incessantemente le mani; la zia Ginny si stava mordendo le labbra, una mano posata sulla spalla di Hermione, la quale invece fissava il marito con le sopracciglia inarcate.

Lo zio Harry sembrava l’unico rilassato, anzi: Rose avrebbe giurato che pareva quasi divertito.

Scorpius ingoiò il vuoto, facendo un respiro - Signor Weasley, è un onore conoscerla…

I presenti trattennero il respiro. Tutti, tranne Hugo che sogghignava e Harry, che sotto i baffi, faceva altrettanto.

Ron alzò lo sguardo verso il ragazzo, guardandolo dal basso. Si soffermò prima sulla mano che Scorpius gli tendeva, poi passò a scrutare lui. Il disagio di Scorpius era palpabile. O meglio, sembrava perfettamente a suo agio, ma Rose sapeva che sotto sotto stava sui carboni ardenti.

Rose cominciò a sentire caldo; si mosse nervosamente sulla sedia, pregando che il padre facesse o almeno dicesse qualsiasi cosa. Anzi, non qualsiasi cosa; qualcosa di civile, almeno.

“Ti prego, papà… ti prego, ti prego, stringi quella mano, ti prego…”

Il silenzio aveva preso il sopravvento. Rose si passò una mano tra i capelli, scompigliandoli. Ma momentaneamente aveva altri pensieri.

- E perché mai?

La risposta di Ron Weasley arrivò tanto tagliente quanto, purtroppo, prevedibile. Stavolta, Scorpius fu preso totalmente alla sprovvista; fece l’errore di guardare verso Rose, ma nessuno se ne accorse.

- Papà… - protestò Rose, non riuscendosi a trattenere. Si maledì all’istante per quella leggerezza, sottolineata tra l’altro da una gomitata da parte di Dominique. Grazie al cielo, anche stavolta i familiari erano troppo attenti a seguire la scena da accorgersi dei suoi scatti.

- Ronald, per favore… - intervenne Hermione, con il suo tono eloquentemente cordiale, posando una mano sul braccio del marito.

Ron sembrò valutare la richiesta, la bocca ancora increspata in un’espressione contrariata. Alla fine, sospirò.

- E va bene… - disse, facendo un gesto con la mano - Sì, sì… piacere… - aggiunse poco convinto, senza guardarlo. Scorpius abbassò la mano, ancora sospesa in aria, in attesa della mancata stretta.

Rose si dispiacque, vedendo l’espressione mortificata di Scorpius, ma sapeva che, in quel momento, non potevano aspettarsi nulla di più da suo padre.

- E poi, Scorpius… - proseguì Albus, tutto allegro - Gli altri li conosci… - aggiunse, sottolineando l’altra parola con un tono fin troppo malizioso.

Scorpius annuì, sorridendo - Ciao Hugo… - con grande stupore di Rose, suo fratello si alzò in piedi e altrettanto inaspettatamente, salutò Scorpius con una pacca sulla spalla, come se fossero grandi amici.

Cosa che in realtà non erano. Non potevano definirsi proprio “amici“, in effetti.

Si erano limitati ad un semplice rapporto di tolleranza. Hugo non aveva mai del tutto digerito il fatto che sua sorella stesse insieme ad un Malfoy. Ma, per l’appunto, aveva imparato a tollerarlo e quando si scordava di mettere su la maschera contrariata e infastidita, sembra quasi che andasse d’accordo con Scorpius.

Rose sorrise teneramente al fratello. Sapeva che quel gesto era per lei.

- Dominique, ciao… - disse Scorpius, salutando Dominique, seduta accanto a Rose, che contraccambiò con un gesto della mano, finemente smaltata - Rose…

Finalmente, i loro sguardi si incontrarono senza essere costretti a nascondersi. Scorpius le sorrise impercettibilmente, senza staccare i suoi occhi grigi da quelli di lei. Rose si sentì arrossire, nel tentativo di nascondere una colpevolezza che sentiva venir fuori.

- Ciao… Scorpius.

- Scorpius, vieni qui, accomodati! - lo incitò Molly, indicandogli una sedia libera tra Albus ed Harry - Pranza insieme a noi. Ti piace il gateau di patate? - chiese, iniziando ad armeggiare con le stoviglie pulite.

- La ringrazio, Signora Weasley, ma sto bene così - disse Scorpius educatamente, sedendosi dove gli era stato indicato - Sono già arrivato con un grande anticipo, non voglio arrecarvi altro disturbo - concluse, compostamente.

Rose vide il padre irrigidirsi e come conseguenza, lei fece lo stesso.

- Stai calma, Rosie - le bisbigliò in un orecchio Dominique. Lei annuì, facendo un lungo sospiro.

- Oh, ma figurati… quale disturbo? - stava dicendo Molly, mentre riempiva generosamente un piatto - Albus, diglielo anche tu al tuo amico che il mio gateau è diverso dagli altri…

- Davvero, Signora Weasley, non si preoccupi.

- Nonna, se ti ha detto di no è perché non lo vuole - spiegò Albus, trangugiando quello che rimaneva della sua porzione - Lui non è il tipo che fa complimenti - concluse con la bocca piena.

Lily, seduta di fronte a lui, guardava il fratello disgustata.

- Nessuno dice di no al gateau di Molly Weasley.- sentenziò una voce.

Un silenzio imbarazzato crollò nuovamente nella stanza. Ron Weasley, osservava il nuovo arrivato con la fronte corrugata; Rose si morse le labbra. Le sarebbe venuto un infarto prima della fine del pranzo, ci scommetteva.

- Oh, bè… in questo caso… - disse Scorpius, afferrando il piatto che Molly gli stava porgendo, il tutto sotto lo sguardo corrucciato di Ron e quello isterico di tutti gli altri. Afferrò la forchetta e ne prese un pezzo, mentre i presenti continuavano a seguire la scena come se fossero al cinema - Ehm… è delizioso… - concluse Scorpius, a disagio.

- Certo che lo è - rispose sgarbatamente Ron.

Rose prese a mordicchiarsi le unghie. La cosa cominciava male.

Anzi, se possibile pure peggio.

- Allora… cosa c’è per dessert?

Grazie a Merlino esisteva Domique.

Almeno quello.

 

*

- Rose… per cortesia, potresti accompagnare tu Scorpius, di sopra? - disse all’improvviso Albus, dopo pranzo - Così può iniziare a sistemare le sue cose. Io devo andare un attimo in giardino con Hugo. Dobbiamo controllare se… se le nuove trappole per gli gnomi funzionano.

Ginny abbassò la rivista che stava sfogliando e guardò in direzione del figlio - E non potete farlo più tardi?

- No… no, no - rispose Albus, senza riuscire a dare una spiegazione che fosse minimamente convincente. Decise di tagliare la testa al toro - Puoi farlo, Rose?

Rose si umettò le labbra, tentando di Non sembrare nervosa. Quando si alzò, temette che qualcuno potesse accorgersi del suo tremolio alle gambe e la scoprisse, ma non accadde nulla di tutto ciò.

Anche perché, sua mamma era attenta ad analizzare un fascio di fogli, sparpagliati sul tavolo del salone; zia Ginny aveva ripreso a sfogliare la rivista; la nonna era in cucina con Dominique a sistemare; suo nonno e lo zio Harry stavano parlando di auto babbane.

L’unico che sembrava non avere nulla di meglio da fare era suo padre. Stava seduto in poltrona e batteva il piede ritmicamente, guardando a terra, assorto nei suoi pensieri.

- Certo - disse Rose, alzandosi velocemente - Vieni, Scorpius?

Lui annuì, afferrando il suo borsone e la seguì oltre la porta, solo dopo aver lanciato un’ultima occhiata di sottecchi ai presenti, uno in particolare.

Rose lo guidò fino alla scala. Nessuno dei due parlò.

Ma salita la prima rampa di scale, lei si sentì afferrare per un polso, mentre Scorpius la spingeva contro il muro.

- Ciao… - le bisbigliò in un orecchio, facendola rabbrividire - Sbaglio o non ci siamo salutati, io e te?

Rose chiuse gli occhi, quando il suo profumo la invase e gli circondò il collo con le braccia, senza accorgersene.

- Sarà un bel casino se i miei ci trovano così… - gli fece notare Rose, ridacchiando,  mentre lui continuava a giocherellare con il suo orecchio.

A quelle parole, Scorpius si scostò leggermente per poterla guardare, le sopracciglia chiare erano così alzate da sembrare un tutt’uno con i capelli altrettanto biondi - E’ stata solo una mia impressione, oppure è già un bel casino?

Rose alzò gli occhi al cielo - Niente di non prevedibile, direi! Alla fine, poteva andare peggio.

Lui sembrò spiazzato da quella risposta - Ah, sì? Quindi tu sapevi che… l’impatto, chiamiamolo così, sarebbe stato di questo tipo? Grazie mille per avermi avvisato, Rose.

- Andiamo, Scorpius… stiamo parlando di mio padre! Cosa ti aspettavi? - gli bisbigliò, in modo, concitato, lanciando uno sguardo verso la scala per controllare che non arrivasse nessuno.

Scorpius scoccò la lingua, chiudendo gli occhi - Vabbè… possiamo parlarne dopo? - le disse, avvicinandosi di più a lei.

Le passò il braccio libero intorno ai fianchi, accarezzandoglieli dolcemente e Rose ebbe appena il tempo di chiudere gli occhi, nell’attesa che le labbra di lui si posassero sulle sue che…

- Mamma, è rimasto del caffè?

- Cazzo!

Una voce, quella voce, proveniente dal piano di sotto li aveva fatti sobbalzare.

Scorpius si scansò da Rose con uno scatto repentino, a costo quasi di cadere giù dalla scalinata.

- Su, su… Vai, su! - lo incitò Rose, spiengendolo su per le scale. Raggiunsero il piano superiore una frazione di secondo prima che Ron Weasley attraversasse il corridoio del piano inferiore, diretto verso la cucina.

 

 

*

 

Scorpius approfittò di quel momento per restare un po’ da solo a pensare.

Mentre toglieva le sue cose dal borsone e le sistemava nel cassetto che Rose gli aveva indicato, riflettette su quello che lo aspettava in quei giorni alla tana, ora che, a grandi linee, ne aveva avuto un anticipo.

L’unica cosa che lo consolava, sebbene Rose si fosse rifiutata di ammetterlo in quei pochi minuti che avevano passato insieme, era che peggio di così non poteva andare.

 Scosse la testa, avvicinandosi alla finestra, chiedendosi come avrebbe fatto a farsi accettare da Ron Weasley. Rose era così fiduciosa, così speranzosa che anche lui, inizialmente si era lasciato prendere da quell’ottimismo, pensando che se era davvero questo ciò che lei voleva, bene… lui glielo avrebbe dato.

In fondo, dove era il problema?

Ma il problema adesso c’era, e per quanto lei non volesse ammetterlo, dopo il pranzo, era visibile a tutti.

Ma… d’altra parte cosa gli aveva mai chiesto lei?

Niente. L’unica cosa che Rose voleva era che lui riuscisse ad andare d’accordo con suo padre e, di conseguenza, con la sua famiglia.

E lui questo glielo avrebbe dato, a qualsiasi costo.

- Ma guarda guarda… - una voce squillante interruppe i suoi pensieri - Mi avevano detto che eri qui, ma ci tenevo a controllare di persona.

Scorpius si voltò in direzione della porta, inarcando le sopracciglia. Infilò le mani in tasca, assumendo la sua classica posizione sicura - Salve, Potter. Ci mancavi, sai? Sei… com’è che si dice? . Aggiunse, fintamente pensoso - Ah, sì. La ciliegina sulla torta.

James rise, chiudendosi la porta alle spalle. Come se qualcuno lo avesse invitato a farlo, si sedette sul letto che avrebbe occupato Albus.

- Non credo che ti meraviglierai, se non ti chiedo il perché, Malfoy - disse James, sogghignando.

Scorpius assottigliò lo sguardo, incrociando le braccia - E allora, cosa vuoi, Potter?

James alzò le mani, in un gesto di resa. Peccato che la sua espressione divertita non coincidesse pienamente con i suoi gesti - Pace, fratello! Non voglio risollevare vecchie questioni… - disse e questo, suo malgrado, sollevò Scorpius - Anche perché, Rose mi ha già fatto il lavaggio del cervello, prima che arrivassi… - aggiunse, alzando gli occhi al cielo.

Scorpius ghignò al pensiero di quella situazione. Sapeva che James, all’inizio della loro storia, non aveva mai visto di buon occhio Scorpius, ma poi, alla fine, si era rassegnato pacificamente a quest’idea.

- Tipico di Rose… - fece notare Scorpius, scuotendo la testa.

- Già… - annuì James, lentamente, scrutando il suo interlocutore come se lo stesse studiando - Tuttavia… avrei una domanda da farti.

Scorpius si passò una mano tra i capelli biondissimi - Spara.

- Perché? - chiese James, serio.

Scorpius alzò le spalle, preso alla sprovvista - Perché, cosa?

- Perché lo fai? - specificò James, alzandosi e mettendoglisi davanti - Questa cosa di voler piacere a tutti i costi a zio Ron… perché? Hai già la ragazza. Hai Rose. Che ti importa di suo padre’

Scorpius si ricompose, non capendo bene il significato della domanda di James - Perché è quello che vuole Rose. Se lei è felice così, che sia.

James sembrò valutare la risposta. Alla fine, mentre un sorrisetto divertito gli si stampava sulla faccia dai bei lineamenti, disse - Non ci riuscirai. Lascia stare, finchè sei in tempo. Fallo per Rose.

- Cosa? - sibilò Scorpius, sentendo montare la rabbia.

- Non riuscirai mai a farti accettare da suo padre - spiegò lui - Ron è mio zio, lo conosco, fidati. La cosa che più odia, oltre i ragni, sono i Malfoy - lo guardò con tono di sfida, come se effettivamente volesse sfidarlo a contraddirlo, ma Scorpius rimase impassibile - Hai già Rose. Accontentati. E se ti dico questo è per il suo bene, non per fare un favore a te.

Scorpius lo fulminò con lo sguardo. Il grigio dei suoi occhi contro quello verdi di James…

- Non lo farò. Non ho nessuna intenzione di deludere Rose.

James scosse la testa, passandosi una mano sulla fronte - Ma non capisci che ti sto aiutando? Sono l’unico qui dentro che ti sta dicendo davvero come stanno le cose! - disse, alzando la voce - Quello che dice Rose… Albus… è solo ciò che loro vorrebbero fosse vero! Ascolta le mie parole, Malfoy: quando dirai a Rose che ti arrendi, che non riuscirai mai ad andare d’accordo con suo padre come vorrebbe, lei ci starà malissimo. Per questo, ti dico… non darle false speranze! Inventati una scusa, dille che non puoi rimanere qui ancora. Hai già Rose… non potevi sperare di meglio.

 

Dopo questo discorso rimase in attesa, respirando affannosamente.

- E chi ti dice che io non possa farmi accettare nella vostra famiglia? - disse Scorpius, incrociando le braccia.

James fece un’espressione esasperata, come se non riuscisse a credere alle sue orecchie - Chi me lo…? Malfoy, tu forse non hai capito niente! Tu sei un Malfoy… quelli a cui vuoi piacere sono dei Weasley… comprendi?

- E’ la tua parola contro quella di Rose.

- Ma Rose non fa testo! - sbottò James - Lei vede solo quello che vuole vedere! Questo per te è un suicidio.

Scorpius rimase a riflettere un momento, sotto lo sguardo attento di James.

- Io ci riuscirò per Rose - disse alla fine.

James sbuffò - Come ti pare… io ti ho avvertito. Non dire che non ti avevo avvisato, quando capirai come andrà a finire.

Scorpius scoccò la lingua infastidito - Mi farò accettare, Potter. Comunque… ti ringrazio per l’avvertimento.

- No, che non ci riuscirai - disse James tranquillamente, dirigendosi verso la porta.

- Sì, invece.

James si bloccò, una mano sulla maniglia. Quandò si voltò di nuovo verso Scorpius, sorrideva divertito.

Lo sguardo azzurro di James si illuminò. Se Scorpius lo avesse conosciuto un pò meglio, avrebbe saputo che quell'espressione non portava nulla di buono. Mai.

- Ne sei proprio sicuro, Malfoy? - gli chiese placidamente, mentre un guizzo divertito gli attraversava gli occhi vispi.

- Certo. - rispose sicuro l'altro.

- Tanto sicuro da... scommettere?

 

Scorpius corrugò la fronte - Scusa?

James rise - Non fare quella faccia, Malfoy. Se sei così sicuro di quello che dici, scommettiamo. Io dico che non riuscirai mai a farti accettare da zio Ron. Tu sostieni il contrario. Vediamo chi ha ragione - disse candidamente, senza riuscire a celare una certa eccitazione.

- Cosa ci guadagni tu? - chiese Scorpius, sospettoso.

L’altro alzò le spalle - Niente. Mi basta la soddisfazione di sentirmi dire che ho ragione. Se dovessi vincere tu, invece, avrai la soddisfazione di… essere accettato dal padre della tua ragazza. Se però non vuoi rischiare, ti capisco…

- No! - lo interruppe Scorpius - Ci sto… - allungò la mano verso James, che la strinse sogghignando.

- Bè… buona fortuna, Malfoy. Ne avrai bisogno - disse James uscendo dalla stanza, ridacchiando.

 

E soltanto in quel momento, Scorpius comprese di aver fatto una grande, stratosferica, gigantesca cazzata…

 

 

 

Salve a tutti!

E così, si inizia a giocare, gente!

Per farmi perdonare per il ritardo dell’altra volta, ho deciso di postare prima il terzo capitolo.

Molto poco professionalmente, devo dire che sono abbastanza soddisfatta di come sia uscito.

Voi cosa ne pensate?

 

Un grazie grandissimo a :

 

Kokylinda2: Che dire? Hai quasi indovinato! Diciamo che alla fine Scorpius è stato costretto a pranzare con loro! Povero… tra l’altro, grazie mille per la pubblicità XD! Spero che la storia continui a piacere sia a te che alla tua amica! Alla prossima!

 

Alice26: Grazie, sei gentilissima! Ho deciso di utilizzare un nome diverso, ma comunque simile, proprio per non rimanere troppo legata all’altra storia (Dangerous beat). In questo modo, chi non ha letto la prima, può tranquillamente leggere questa, come se fosse una storia indipendente; chi invece ha letto la prima, può considerare Summer Beat come un seguito. Detto questo, ti aspetto al prossimo, se ne avrai voglia!

 

Musicmylife: Ebbene sì! L’arrivo di Scorpius è stato proprio l’apice dell’imbarazzo. Eppure è riuscito a cavarsela discretamente… tu cosa ne pensi? Per rispondere alla tua domanda devo dirti che no, la storia non è già scritta, purtroppo. Comunque cercherò di aggiornare con costanza, anche perché non amo lasciare troppo le storie in sospeso, perché si perde il filo della trama. Grazie per la tua recensione, sei sempre tanto gentile!

 

Maricuccia: Grazie mille! Sì, diciamo che capitolo precedente era necessario per una questione di relazione, piuttosto che per la trama in generale. Lascia intendere, come si è potuto iniziare a vedere in questo capitolo, che Scorpius non avrà vita facile…!

 

Nabiki93: Hai ragione: sia Ron che Hermione hanno avuto una reazione forte, ognuno nel suo modo. Ma diciamo che per Rose, il problema principale resta suo padre…  come si è notato già dal momento delle presentazioni. E adesso ci si è messo anche James…!

 

 

Dal prossimo capitolo:

- Sai papà… anche Scorpius è un ottimo giocatore di Quidditch - disse Rose, tentando di sembrare casuale, mordendosi le labbra.

- Ah, si? - fece Ron, inarcando le sopracciglia, mostrando un velato interesse e voltandosi verso il diretto interessato.

- Sì, signore - rispose rispose subito Scorpius, irrigidendosi - Fin dal terzo anno ho giocato nel ruolo di cercatore nella squadra della mia Casa - disse, evitando accuratamente di pronunciare la parola “Serpeverde” - Ma… al terzo anno, mi presentai anche al provino per il ruolo di Portiere - aggiunse, guadagnandosi un assenso da parte del signor Weasley.

Fu in quel momento che uno schiocco di lingua, interrupe i loro discorsi.

- Si parla di Quidditch?

“Merda!”

Scorpius imprecò mentalmente, mentre Rose gli lanciava un’occhiata interrogativa, del tutto ignara di quello che, sfortunatamente per lei, sarebbe accaduto…



 

 

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Capitolo 4
*** Parole... di troppo! ***


- Succo di zucca, Scorpius

- Succo di zucca, Scorpius?

- Ehm… grazie, Signora Potter - rispose Scorpius, allungando il bicchiere, mentre un’allegra Ginny Potter lo riempiva.

Dopo quanto era successo il giorno precedente a pranzo, Scorpius si era ripromesso che da quel momento in poi avrebbe accettato qualsiasi cosa gli fosse stata offerta; soprattutto se si trattava di cibo.

Erano circa le dieci: la famiglia, a scaglioni, stava scendendo, oppure era già scesa a fare colazione.

Quando Scorpius era arrivato in cucina assieme ad Albus, aveva sperato di essere accolto dallo sguardo azzurro di una persona in particolare, uno sguardo che aveva il potere di farlo sciogliere…; invece… uno sguardo azzurro lo aveva incrociato, entrando nella grande cucina, ma piuttosto che scioglierlo, lo aveva più che altro… fulminato.

Dopo aver augurato un biongiorno a Hermione, Ron, Ginny e Lily, che erano presenti, nel modo elegante che gli era consono, Scorpius si era seduto accanto ad Albus e aveva accettato ciò che gli era stato offerto, sotto lo sguardo scocciato di Ron Weasley.

- Scorpius, tieni… afferra! - gli aveva detto Albus, lanciandogli una Cioccorana.

Questa era una delle particolarità di Albus: mangiare schifezze a tutte le ore del giorno.

- Al! Hai intenzione di iniziare con questa robaccia dalle prime ore del mattino? - lo aveva rimproverato Ginny, sorseggiando il suo caffè.

Ma nessuno conobbe mai la risposta di Albus, perché una nuova figura fece il suo ingresso nella stanza

- Buongiorno, famiglia!

Scorpius fu scosso da un brivido quando finalmente, incontrò gli occhi che aveva tanto sognato.

- Rose, tesoro di zia! Buongiorno! - Rose aveva sorriso, scoccando un bacio sulla guancia alla zia, in cambio del suo saluto così entusiasta. Scorpius sapeva che Rose aveva un rapporto speciale con Ginny ed era visibile a tutti che Ginny aveva un debole particolare per la sua figlioccia, rispetto agli altri nipoti.

- Sei particolarmente in forma stamattina, Rosie… - le fece notare Ginny, mentre Rose prendeva una tazza dalla credenza.

Ron alzò lo sguardo, voltandosi ad osservare sua figlia, guardandola con fare adorante.

A Scorpius si chiuse lo stomaco.

Rose sbuffò, facendo spallucce - Sarà merito delle maschere di bellezza di Dominique - disse, sporgendosi sul bancone della cucina per afferrare delle salviette - Ieri mi ha costretto a farne una al cetriolo - disse, storcendo la bocca.

 

- Oh, Merlino. Che schifo - biascicò Lily, afferrando un biscotto.

Rose rise, avvicinandosi al tavolo, con il prendisole bianco che svolazzava ad ogni passo. Dopo un attimo di esitazione, si sedette di fronte a Scorpius, in una sedia libera tra Ginny e sua madre.

- E’ mio dovere avvisarti, Lily: stasera potrebbe toccare a te!

La più piccola strabuzzò gli occhi per l’orrore.

- Vado a farmi la doccia! - annunciò, alzandosi di scatto e filandosela al più presto.

Albus ridacchiò, scuotendo la testa. Nel mentre, era tutto intento a scartare la sua Cioccorana.

Scorpius teneva la sua ancora in mano, senza degnarla del minimo interesse. Aveva altro di cui oppuparsi al momento.

Sapeva perfettamente che era un gesto imprudente, ma non riusciva a distogliere lo sguardo dalla persona che aveva davanti. Rose che parlava con la madre, la sua espressione rilassata, con i capelli raccolti scompostamente come piacevano a lui… era uno spettacolo che lui non poteva perdersi.

- Oh… no! - esclamò Albus, infastidito - Un altro Silente! Ne avrò almeno sette di questi!

- E ne troverai tanti altri, Al, credimi - intervenne Ron, abbassando il giornale che stava leggendo - Di Silente ce ne sono a bizzeffe.

- A te chi è uscito? - chiese curioso Albus.

Scorpius si riscosse, guardando la Cioccorana ancora tra le sue mani. Aprì la bustina, da cui saltò fuori la ranocchiesca saltellante. Sotto lo sguardo dei pochi presenti, Scorpius tirò fuori la figurina e la voltò per poterla guardare.

Sorrise.

Per un attimo gli sembrò di conoscere quel sorriso… era così familiare… anche gli occhi lo erano.

- E’… è lei, signora Weasley - disse Scorpius, alzando lo sguardo.

Hermione gli sorrise, un po’ imbarazzata. Ancora stentava a credere di essere uno dei personaggi di quelle figurine.

- Grande! Esultò Albus entusiasta - Quelle di papà, zio Ron e zia Hermione sono rare come l’oro. Bel colpo, amico.

Scorpius continuò a fissare la piccola immagine di Hermione che si muoveva sulla figurina che teneva tra le dita. Era impressionante…

- In… in questa immagine assomiglia tantissimo a Rose, signora Weasley - disse Scorpius, in uno slancio istintivo.

E dopo pochi secondi si pentì per non essersi trattenuto. Ron schioccò sonoramente la lingua, l’espressione vagamente scocciata.

- Trovi? - chiese con tono innocente Rose, captando una probabile degenerazione della situazione - Sì, forse hai ragione, Scorpius… In questa foto sembriamo molto simili, vero zia?

- Ehm… - Ginny era visibilmente in difficoltà - Sì, sì… effettivamente qual-…

- Ma per favore! - sbottò a quel punto Ron, ridendo forzatamente. Afferrò la figurina tra le mani di Rose, continuando a scuotere la testa - Lo sanno tutti che Rose assomiglia a me!

Il colorito di Ron, sebbene lui si sforzasse di sorridere, la diceva lunga.

A quel punto Scorpius comprese il suo errore. Era lì che aveva sbagliato. Dannazione.

- Oh, eh… certo, signor Weasley. Io intendevo solo che… - tentò di Rimediare Scorpius, sentendosi leggermente sotto pressione per via dello sguardo torvo di Ron - Che… in questa foto… si notano… ehm… maggiormente i tratti comuni tra… sua moglie e… ehm, Rose. Ma… è ovvio, effettivamente somiglia di più a lei, signore.

Rose ingoiò il vuoto, mentre osserva il padre che, inarcato un sopracciglio, pareva stesse valutando la sincerità del ragazzo. Rose ringraziò il cielo, perché per una volta la apparente freddezza e il distacco tipico di Scorpius sembravano essere utili a qualcosa: il ragazzo era visibilmente tranquillo, nessuno avrebbe potuto pensare che il suo fosse stato un semplice tentativo per salvare la situazione.

Nemmeno Ron che, rilassando i muscoli del viso, aprì nuovamente il giornale, sparendovi dietro, senza prima aver borbottato uno scocciato - Questo è evidente.

- Aspetta un momento, Ronald Weasley! - saltò su Hermione - Ti sembra normale aggredire qualcuno semplicemente perché ha avuto l’ardire di dire che Rose somiglia a sua madre?

Hermione si era alzata in piedi, le mani fisse sui fianchi esili, l’espressione corrucciata e i capelli raccolti alla buona, come li portava sempre anche Rose.

Un vago terrore parve attraversare gli occhi di Ron, che con uno sguardo chiese l’aiuto della sorella, la quale, invece, si appoggiò allo schienale della schiena, alzando le sopracciglia, come a voler dire “Lasciami fuori”.

- Amore… - cominciò Ron - Non è assolutamente quello che intendevo. Quello che cercavo di far capire al ragazzo è che Rosie ha ripreso l’aspetto fisico da me… e l’intelligenza e tutto il resto da te. Insomma… - continuò, modulando le parole - Non si può certo dire che Rose non mi assomigli.

Entrambi guardarono la propria “bambina”, con un misto di orgoglio e soddisfazione.

- Fortuna che le cose importanti le ha riprese da me, allora - concluse placidamente la signora Weasley, mettendosi di nuovo a sedere, tranquilla. A nessuno sfuggì, comunque, la piccola frecciatina che, in una condizione normale, sarebbe anche potuta passare inosservata.

Ma quella non era una situazione normale. Persino Scorpius, che non aveva mai assistito ad una discussione Weasley-Granger, aveva intuito che la cosa non sarebbe caduta tanto facilmente.

E infatti…

- Aspetta un minuto - riprese Ron, diventando paonazzo - Cosa vorresti dire?

Le labbra di Hermione si strinsero in un sorrisetto - Semplicemente che nostra figlia ha ripreso da me le cose più importanti. Però… somiglia a te, certo.

- Come… cosa? Cosa? - Ron stava praticamente boccheggiando - Quindi l’aspetto fisico è…è… una qualità da secondo posto?

Scorpius passò lo sguardo dall’uno all’altra, sentendosi responsabile per aver dato inizio, involontariamente, a quel pandemonio.

Fortunatamente, Albus gli venne in soccorso.

- Scorpius, vieni, amico - disse Albus alzandosi e dandogli una pacca sulla spalla. Anche Rose si alzò.

- Noi andiamo… - disse, ma gli adulti non sembravano prestarle attenzione.

I tre quindi, si affrettarono a lasciare la cucina, mentre gli squarci della conversazione tra gli adulti li accompagnava fuori.

- Secondo te per merito di chi ha gli occhi di quell’azzurro meraviglioso?

- Ma bravo, Ronald. Vogliamo parlare di tutti gli “eccezionale” che ha collezionato durante gli anni? Anche quelli sono merito tuo?

 

Una volta al sicuro, Scorpius sospirò.

- Prometto di non parlare più in presenza dei tuoi… - disse, passandosi una mano tra i capelli biondi, mentre uscivano sulla veranda.

Albus irruppe in una gran risata - Sei stato sfortunato, Scorp. Hai toccato un tasto dolente - Poi sembrò pensarci su. Anche se… in effetti, tutto ciò che riguarda Rose è un tasto dolente per lo zio Ron. Faresti meglio a non parlare proprio di lei con lo zio.

- Fantastico… - rispose mestamente Scorpius, sedendosi sui gradini illuminati dal sole.

Rose si sedette accanto a lui; quando il suo profumo di pulito lo invase, dimenticò tutti i pensieri.

- Non è vero, non dargli ascolto! - lo consolò Rose, lanciando un’occhiataccia al cugino, che alzò le mani con gesto di resa - Bisogna solo… penderlo dal verso giusto…

Scorpius annuì, sfiorandole la mano che lei aveva fatto scivolare sul suo braccio. Sapeva che quel era il massimo contatto che poteva avere; avevano già concordato su questo punto: meglio non farsi vedere in atteggiamenti “intimi”, prima di aver spiegato la situazione alla famiglia.

- Va bene. Va bene, è tutto apposto…

Rose gli sorrise e lui smise di respirare.

- Scorp, ci stai per una partitina a Quidditch? - li interruppe Al, da dietro.

- Ehm, certo… perché no.

Continuando a carezzare con il pollice la mano di Rose, si volto indietro verso l’amico.

- Grande! Vado a vedere che dicono gli altri, allora - e la scompigliata chioma mora sparì all’interno.

- Sei ancora nervoso? - gli chiese Rose, reggendosi la testa con una mano. Il sole le colpiva il volto, costringendola a socchiudere gli occhi; i capelli rossi sembravano ancora più chiari.

Scorpius tentennò un momento prima di rispondere - No, no. Va tutto bene. E poi… se devo ringraziare tuo padre per averti fatto così bella, non ho problemi - aggiunse sogghignando.

Sapeva che queste cose la imbarazzavano da morire. E difatti, Rose arrossì all’istante, distolse lo sguardo e gli diede un pugno sulla spalla.

- Scemo.

Scopius rise - Che c’è? E’ la verità.

- Smettila! Tu e mio padre siete di parte.

Scorpius la guardò, inclinando lo sguardo, stavolta serio. Quel tipo di argomento l’aveva sempre imbarazzata, sì. Ogni volta che lui le faceva un complimento di quel tipo, lei si irrigidiva.

E Scorpius sapeva anche il perché. Perché lei pensava di non essere all’altezza; diceva che c’erano altre ragazze migliori di lei.

E indubbiamente, ce ne erano. Ma… se Rose avesse potuto vedersi per un attimo attraverso gli occhi di Scorpius, avrebbe capito che tutte le altre bellone dalle gambe lunghe non avrebbero mai potuto reggere in confronto con lei.

Scoprius si sporse verso di lei, allungando una mano verso il suo viso. Dopo aver gettato una rapida occhiata verso la porta, per assicurarsi che non arrivasse nessuno, la costrinse a voltarsi e si avvicinò a lei. Sapendo di non poter superare un certo limite, le sfiorò le labbra con due dita.

Rose alzò lo sguardo verso di lui.

- Sarò pure di parte… ma tu sei perfetta - sussurrò lui, a pochi centimetri dal suo viso.

Prima che Rose avesse la possibilità di rispondere, un rumore di chiacchiere e passi li interruppe. La porta alle loro spalle si spalancò e ne uscirono Albus, James, Hugo, Lily e Dominique, allegri e spensierati.

- Vieni anche tu, Rosie? - disse Dominique, scendendo con grazia i gradini. Nessuno avrebbe mai detto che ad una come lei piaceva giocare a Quidditch; invece, non solo le piaceva, ma se la cavava anche discretamente.

- No… no, io vi guardo da qui.

Nessuno insistette.

 

*

 

- Vi ho portato il caffè! - annunciò Rose, sorridendo, mentre posava cauta il vassoio sul tavolino del salotto.

- Grazie, tesoro - le disse Ron - Per caso ce n’è uno…

- Macchiato con del Wisky  Incendiario. Ecco qui - concluse Rose, prendendo una tazza e porgendola a suo padre.

Lui le fece l’occhiolino, sorridendole - Ma come farei senza una figlia così, eh, Potter?

Harry, seduto al tavolo con loro, insieme ad Albus , Hugo e a Scorpius, rise - Modestamente, ha ripreso tutto dal padrino.

Onde evitare l’avvio di una discussione simile a quella della mattina, Rose ritenne opportuno cambiare argomento.

- Allora… di cosa discutevate? - disse, passando le tazzine colorate agli altri tre.

- Quidditch - rispose Albus, aggiungendo l’ennesimo cucchiaino di zucchero nella sua tazza.

- Stasera c’è la partita. Giocano i Cannoni… - spigò Harry, ammiccando in direzione di Ron.

- Ah, capisco… - rispose Rose, indifferente, incrociando per un momento lo sguardo di Scorpius nel passargli la tazza. Fu in quel momento che ebbe un lampo di genio alla Weasley - Ah! La partita! - esclamò entusiasta.

I quattro uomini si scambiarono uno sguardo, sorpresi dall’entusiasmo di colei che in tutta la sua vita non aveva mai manifestato alcun interesse per quello sport.

- Già… la partita… - confermò Hugo, le sopracciglia inarcate e lo sguardo sospettoso puntato sulla sorella.

- Ed è… una partita importante? - tentò Rose, se la stanza fosse stata in completo silenzio, si sarebbe potuto percepire il rumore delle sue dita che scivolavano inermi sugli specchi.

- Bè… abbastanza… - disse Ron, sulla difensiva, quasi preoccupato dallo strano interesse manifestato dalla figlia - Sono i quarti di finale…

Rose annuì, sedendosi sulla sedia. Si sentiva addosso gli sguardi impressionati dei suoi familiari, ma non aveva intenzione di abbandonare quell’unica possibilità che le si era presentata di smuovere la situazione.

Fece un gesto come la mano, scuotendo la testa - Uh, io non ci capisco nulla di Quidditch. Voi, invece… siete tutti esperti giocatori!

Per la seconda volta, Rose incrociò lo sguardo di Scorpius, seduto di fronte a lei. E soltanto quando lei parlò di nuovo, Scorpius comprese il significato di quell’inaspettato quanto assurdo interesse.

- Sai papà… anche Scorpius è un ottimo giocatore di Quidditch - disse Rose, tentando di sembrare casuale, mordendosi le labbra.

- Ah, si? - fece Ron, inarcando le sopracciglia, mostrando un velato interesse e voltandosi verso il diretto interessato.

- Sì, signore - rispose subito Scorpius, irrigidendosi - Fin dal terzo anno ho giocato nel ruolo di cercatore nella squadra della mia Casa - disse, evitando accuratamente di pronunciare la parola “Serpeverde” - Ma… al terzo anno, mi presentai anche al provino per il ruolo di Portiere - aggiunse, guadagnandosi un assenso da parte del signor Weasley.

Fu in quel momento che uno schiocco di lingua, interrupe i loro discorsi.

- Si parla di Quidditch?

“Merda!”

Scorpius imprecò mentalmente, mentre Rose gli lanciava un’occhiata interrogativa, del tutto ignara di quello che, sfortunatamente per lei, sarebbe accaduto…



- Sì… dicevamo che Scorpius è un  cercatore niente male - disse Harry, mentre James si sedeva comodamente sul divano accanto a lui.

James annuì, mentre un ghigno gli si dipingeva sul viso.

Rose corrugò la fronte: conosceva perfettamente quell’espressione del cugino. Era il classico sorrisetto che usava quando la sua testolina stava macchinando qualcosa di …diabolico.

Guardò Albus, ma lui sembrava tranquillo. Lo stesso però non si poteva dire di Scorpius, che stava rigido sulla sedia di fronte a lei e fissava il cugino con gli occhi assottigliati.

Ma che diavolo…?

- Oh, sì… è in gamba, davvero. Ha dato parecchio del filo da torcere ai Grifondoro - continuò James, annuendo furbamente. La faccia di Scorpius si incupì quando vide gli occhi verdi del giovane Potter spostarsi sul Signor Weasley - Peccato che tifi per i Falcon - buttò lì - Bè… anche i migliori hanno dei difetti.

A quelle parole seguì il silenzio.

Harry trattenne il fiato.

Rose si morse le labbra, coprendosi gli occhi con una mano.

Hugo strabuzzo gli occhi.

Albus si voltò di scatto, preoccupato.

Scorpius percepì un brivido di freddo salirgli su per la colonna vertebrale.

E Ron…

Rosso in volto, gli occhi sbarrati, lo sguardo disgustato - I Falcon? I Falmouth Falcon? - sibilò.

- Sì, sì. Proprio quelli - rispose James, tranquillo - Scommetto che non avresti mai pensato di parlare di Quidditch con un sostenitore dei Falcon, eh zio?

Rose era diventata un pezzo di legno. Seduta sulla sedia, i gomiti appoggiati sul tavolo, si rosicchiava nervosamente le unghie.

Non aveva proprio pensato a quel particolare. Mai.

Proprio non ci voleva. Se c’era una cosa che suo padre odiava di più dopo i ragni erano i Falcon. Il fatto che Scorpius ne fosse un sostenitore, era l’ultima cosa che suo padre avrebbe dovuto sapere.

- Non… non è che sono proprio un tifoso accanito, signore - cercò di rimediare Scorpius.

Gli altri presenti lo guardarono con preoccupazione, consigliandogli con sguardi eloquenti che l’unica cosa che potesse fare per rimanere in vita era stare completamente, inesorabilmente, assolutamente, perfettamente… zitto.

Ron si voltò lentamente verso di lei; le labbra strette, quasi a volersi contenere.

- Un tifoso dei Falcon in casa mia - disse atono.

- Io non… - tentò di nuovo Scorpius, in evidente difficoltà - Diciamo che simpatizzo per loro… niente di più….

Ron lo guardò sconvolto, come se il ragazzo avesse appena ammesso di aver compiuto un triplice omicidio.

- Avanti, Ron… - intervenne Harry, con somma gioia di Rose - Tifa i Falcon. Non è mica un dramma.

Ron boccheggiò, assumendo l’espressione a metà di uno che è stato appena tradito e di un altro che non riesce a capacitarsi di ciò che ha appena sentito.

- Un… dramma? - disse - Il fatto che ci fosse un Malfoy a casa mia era già un dramma, Harry. Ma è anche un Falcon…

- Papà! - scattò su Rose, corrucciata - Stai esagerando!

Per un momento ci fu silenzio imbarazzato.

Ron era ancora paonazzo; Harry sembrava in evidente disagio.

Uno sbadiglio ruppe quell’insopportabile silenzio.

James si stiracchiò, come se nulla fosse - Belli i nuovi scherzi del negozio di zio George, eh, ragazzi?

 

 

 

Sono pronta a ricevere le vostre maledizioni.

Me lo merito: per il ritardo, per il capitolo che non mi piace per niente.

Ho fatto una fatica assurda per scriverlo e per di più non mi piace neanche.

Sono scoraggiatissima.

Per consolarvi (…e consolarMI), posso anticiparvi che il prossimo sarà molto più carino.

Grazie mille a tutti coloro che hanno letto e recensito il capitolo precedente; mi dispiace di non potere, in questo momento, ringraziarvi uno ad uno. Prometto che rimedierò.

 

Un abbraccio forte, Titti.

 

Dal Prossimo capitolo:

Sentire le labbra di Rose sulle sue era come una boccata d’ossigeno  dopo un’ora di apnea.

E in quel momento, nulla era più simile alla Tana di un pozzo senza fondo.

- Peccato che James si sia fatto sfuggire quella cosa dei Falcon, oggi… - disse distrattamente, arrotolandosi una ciocca intorno al viso mentre lui scendeva a solleticarle il collo - Stava andando tutto così bene…

Scorpius sbuffò, senza dare troppa attenzione a quello che diceva - Avrei dovuto immaginarlo. James non avrebbe mai accettato di perdere così facilmente… - e così dicendo, si avvicinò nuovamente al viso di lei, ma prima che avesse il tempo di muoversi, Rose cercò alla ceca il suo viso e lo spinse indietro.

- Ma cosa…?

Scorpius la guardò. Il viso di Rose era arrossato, i capelli scompigliati… ma gli occhi pericolosamente vigili. E sfortunatamente, aveva assunto l’espressione tipica di una persona che è consapevole di stare per arrabbiarsi. Tuttavia, il suo tono, quando parlò, era minacciosamente calmo.

- Di perdere che cosa, Scorpius? …

 

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Capitolo 5
*** Punti...di vista! ***


Fortunatamente, quella traumatizzante prima giornata era trascorsa

Fortunatamente, quella traumatizzante prima giornata era trascorsa.

E Scorpius ne era uscito vivo. Il fatto che respirasse ancora poteva considerarsi un buon segno, ma per diverse volte, durante quel lunghissimo giorno, aveva avuto l’impressione di essere soggetto di numerosissime maledizioni silenziose.

Adesso però, nella tranquillità della stanza di Albus, la situazione era decisamente più piacevole. Con Rose tra le braccia, Scorpius pensava che alla fine non gli fosse andata così male.

Riusciva ancora a camminare, aveva tutti i capelli in testa e nessun livido.

Certo, psicologicamente si sentiva distrutto, ma questo era un particolare irrilevante.

Senza contare il fatto che durante la giornata aveva avuto pochissime occasioni per scambiare due parole da solo con Rose e ogni volta stavano con l’ansia che qualcuno della famiglia potesse sospettare qualcosa.

Scontato dire che in giro ci fosse sempre qualcuno; per la prima volta da molto tempo aveva rimpianto i corridoi silenziosi e le ampie stanze vuote e tranquille del Malfoy Manor.

Alla Tanta c’era gente ovunque; zii chiacchieroni, cugini rumorosi, nonni iperattivi… poi, con l’arrivo di George e Angelina e l’aggiunta di Fred e Roxanne… E mancava ancora un sacco di gente, da quello che aveva capito.

Per questo, quasi non aveva creduto alle sue orecchie quando Albus gli aveva detto che sarebbe sceso in salotto con  Hugo a vedere un dvd. Dopo che gli adulti erano andati a dormire, i giovani si erano organizzati in diverse attività: Dominique stava intrattenendo le cugine con qualche prodotto di bellezza, James e Fred confabulando su qualcosa che aveva a che fare con gli scherzi dei Tiri Vispi, si erano chiusi in camera e infine, Albus e Hugo stavano progettando di guardare un film. Naturalmente, aveva invitato anche lui, ma albus non era rimasto sorpreso quando Scorpius aveva gentilmente declinato l’offerta…

 

Sentire le labbra di Rose sulle sue era come una boccata d’ossigeno dopo un’ora di apnea.

E in quel momento, nulla era più simile alla Tana di un pozzo senza fondo.

- Peccato che James si sia fatto sfuggire quella cosa dei Falcon, oggi… - disse distrattamente, arrotolandosi una ciocca intorno al viso mentre lui scendeva a solleticarle il collo - Stava andando tutto così bene…

Scorpius sbuffò, senza dare troppa attenzione a quello che diceva - Avrei dovuto immaginarlo. James non avrebbe mai accettato di perdere così facilmente… - e così dicendo, si avvicinò nuovamente al viso di lei, ma prima che avesse il tempo di muoversi, Rose cercò alla ceca il suo viso e lo spinse indietro.

- Ma cosa…?

Scorpius la guardò. Il viso di Rose era arrossato, i capelli scompigliati… ma gli occhi pericolosamente vigili. E sfortunatamente, aveva assunto l’espressione tipica di una persona che è consapevole di stare per arrabbiarsi. Tuttavia, il suo tono, quando parlò, era minacciosamente calmo.

- Di perdere che cosa, Scorpius?

Teneva ferma una mano sul petto di lui, come a volerlo tenere a distanza di sicurezza e nel frattempo lo guardava sospettosa, in attesa di una risposta.

Scorpius sogghignò;le piaceva quando lei si arrabbiava, era una cosa che lo eccitava. Soprattutto pensando a come avrebbe dovuto fare per farle passare l’arrabbiatura.

Così, si sistemò meglio sulla poltrona, passandosi una mano tra i capelli. Dopodichè, afferrò la mano con cui lei lo stava spingendo indietro e se la portò alle labbra per baciarle i polpastrelli…

- Niente, è una sciocchezza… - cercò di divagare, risalendo con le labbra lungo il braccio, nel tentativo di distrarla.

Ma non funzionò.

- Scorpius Malfoy, ti ho fatto una domanda! - ribadì, ritirando il braccio, alzandosi in piedi e torreggiando su di lui, le braccia fisse sui fianchi - Cosa non voleva perdere? Che diavolo state combinando tu e James?

Lui cercò di sembrare calmo, ma dentro di lui l’agitazione stava prendendo il sopravvento. Si aggiustò il colletto allentato della camicia, cercando di prendere tempo. Sapeva che Rose avrebbe fatto l’isterica se avesse saputo del suo patto con James; lui stesso si era pentito, un momento dopo aver dato la sua parola.

- Niente - disse, tranquillamente - E’ stato solo un gioco, dolcezza. Stai tranquilla…

Ma le sue parole non sortirono l’effetto sperato. Rose chiuse gli occhi, per metabolizzare quelle parole, poi lentamente si chinò verso di lui, appoggiando le mani sui braccioli della poltrona, fissandolo severa.

- Scorpius… dimmi che per gioco non intendi qualche scommessa o sciocchezza del genere - disse lentamente, gli occhi azzurri puntati in quelli grigi di lui - Dimmelo.

Lui rimase impassibile - Non l’ho fatto.

Un sospiro di sollievo sfuggì dalle labbra di Rose. Il suo viso si rilassò - Davvero?

- Ehm… più o meno.

Le dita della ragazza affondarono nella stoffa della poltrona - Più o meno? Scorpius… cosa vuol dire più o meno?

- Significa che… - stava cercando di riparare Scorpius. Si sentiva a disagio quando lo mettevano alle strette o meglio, quando lei lo metteva alle strette, dato che era l’unica persona a cui era permesso. Nessun altro avrebbe mai osato - Che… non è proprio… diciamo… una scommessa…

- MERLINO! - sbottò Rose, coprendosi gli occhi con una mano - L’HAI FATTO! Hai fatto una scommessa con James! - gridò, mentre Scorpius le faceva segno di stare zitta e di abbassare la voce. Ci mancava solo che Ron si svegliasse e li beccasse soli, di notte, in una stanza da letto. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta di una giornata di merda - Scorpius, non ci posso credere.

- Andiamo Rose… - disse lui, imponendosi - Non farla tanto lunga. E’ solo una scommessa idiota, cazzo.

- Cosa… - iniziò lei, mordendosi le labbra - Cosa avete scommesso?

Scorpius esitò. Era già abbastanza inquietante vederla torreggiare sopra di lui. Se avesse saputo anche l’intera verità, sarebbe diventata pure pericolosa. Ma ormai…

- Che mi sarei fatto accettare dai tuoi - confessò, tranquillamente - Lui dice che a tuo padre non sarei mai piaciuto. Io ho garantito che gli avrei dimostrato il contrario, anche con i suoi giochetti.

 

Rose scosse la testa, guardandolo in cagnesco.

- Non ci posso… - si bloccò, guardandolo male di nuovo e si passo una mano tra i capelli rossi, scompigliandoli. Scorpius sapeva che quando Rose assumeva quello sguardo perso, stava macchinando qualcosa - Ok, senti - disse all’improvviso - Non fa niente. Adesso tu scendi giù e gli dici che ti ritiri. Che non vuoi più farlo, che ti arrendi… vedi tu.

Scorpius scattò in piedi, sovrastandola di diverse decine di centimetri.

- Arrendermi? - disse, storcendo la bocca - Non se ne parla.

- Scorpius, non fare il ragazzino! - disse Rose, apparentemente sorpresa dalla reazione del ragazzo - Sai che questa cosa può peggiorare la situazione, sì? - aggiunse parlando velocemente, come faceva sempre quando si arrabbiava. Scorpius poteva sentire l’agitazione di lei scorrere lungo le vene… - Ne sei consapevole?

- Potter non può certo mettermi fuori gioco con un paio di trucchetti da quattro soldi… - cercò di difendersi Scorpius.

- Oh, fidati. Può farlo - disse la ragazza, ridacchiando istericamente. Si sventolò il viso con una mano, poi un’espressione di irritazione improvvisa le attraversò il volto - Non riesco a capire come hai potuto essere così idiota! Accettare una scommessa… Merlino, Scorpius!

Questa frase andò davvero a schiaffeggiare l’ego di Scorpius Hyperion Malfoy.

- E così sarebbe solo colpa mia, eh? - le disse, arrabbiandosi - Mi sembra che la scommessa l’abbiamo fatta in due, o no? O forse il tuo prezioso cuginetto non ha colpe? E’ così Rose?

- Che diavolo vai dicendo? - sbottò Rose, rossa in viso, una volta compresa l’allusione - Non me ne frega di quello che pensa James! Lo conosco da una vita… lui propone scommesse e sfide a tutti da vent’anni! - disse, puntandogli il dito contro - Sei tu che non avresti dovuto cascarci!

Scorpius rise. Lo fece apposta; sapeva perfettamente che lei si imbestialiva quando, durante le discussioni, lui reagiva in quel modo.

- Lo difendi, eh? - disse con l’amaro in bocca - Ti sembrerà strano, ma la cosa non mi stupisce.

 

Rose scosse di nuovo la testa, passandosi una mano sulla fronte. Per qualche secondo guardò in basso, mordendosi le labbra. Quando tornò a guardare Scorpius, la sua espressione era cambiata. Lui rimase impassibile, gli occhi stretti e i piedi piantati sul pavimento.

- Per favore… - disse, stavolta calma - Vai sotto ad annullare la scommessa.

- No.

Lei strinse gli occhi, dopodichè si avvicinò qualche passo a lui, il quale rimase immobile, l’espressione ancora dura.

Rose allungò una mano, sfiorandogli le labbra con un polpastrello.

- Fallo per me - gli sussurrò.

Lui non mutò espressione, ma esitò un momento prima di rispondere - No.

Rose si tirò indietro; gli occhi azzurri tradivano la sua delusione.

- Va bene… - disse lei, alzando le mani - Padrone delle tue scelte. In questo caso…

Ma Scorpius la bloccò - Stavolta non puoi togliermi punti, Caposcuola Weasley - le disse, sogghignando. Glielo aveva detto perché, nonostante stessero insieme, Rose aveva continuato a togliere punti a Scorpius quando lui se lo meritava.

Una volta, gli aveva scalato venti punti perché aveva beccato lui e Albus che cercavano di trasportare nella Sala di Serpeverde una cassetta di Wisky Incendiario per festeggiare la vittoria a Quidditch.

Un’altra volta, lui e Rose stavano litigando in biblioteca e Scorpius per la rabbia aveva scagliato un pugno contro un libro, rovinando la copertina. Trenta punti.

 

Lei si bloccò, con la mano sulla porta. La aprì, ma un attimo dopo si voltò a guardare Scorpius.

E inaspettatamente… sorrise.

- Hai ragione, Malfoy. Non posso toglierti… punti.

E così dicendo, senza dare a Scorpius il tempo di decifrare il significato di quelle parole, uscì.

 

*

 

La risata cristallina di Albus risuonò nella stanza.

In salotto sedevano lui, James, Fred Hugo e Scorpius. Avevano appena finito di pranzare e i ragazzi avevano deciso di spostarsi in quella stanza, mentre le ragazze aiutavano Molly a sistemare la cucina.

I coniugi Potter e Weasley avevano deciso di trascorrere la giornata in città, ma i giovani avevano preferito restare alla Tana.

- Davvero Rose ti ha fatto questo? - disse Albus, continuando a sbellicarsi dalle risate. Anche gli altri erano alquanto divertiti, tranne Scorpius.

- Mi fa piacere che la cosa ti diverta tanto, Al - disse infastidito - Grazie per la solidarietà.

- Dai, Scorp. Devi ammettere che solo Rose poteva trovare una punizione tanto… fastidiosa!

- Già. E per questo devo ringraziare tuo fratello - aggiunse, amaramente.

Dal divano di fronte , anche James scoccò una risata allegra - Così mi fai arrossire, amico - disse, fingendosi emozionato, mentre si portava le mani sul cuore.

- Vaffanculo.

Quel giorno, se possibile, si stava presentando peggiore del precedente.

 

A colazione, ovviamente, quando si erano incontrati, Rose non gli aveva rivolto la parola. Naturalmente, questa cosa aveva alquanto rallegrato Ronald Weasley, che non esitava a mostrare la sua antipatia nei confronti del ragazzo.

Quando poi i suoi erano usciti, Scorpius era salito in camera di Rose e Dominique per chiarire. In realtà, qualcuno avrebbe usato un’altra espressione, qualcosa del tipo “si era prostrato ai suoi piedi, chiedendo umilmente perdono”, ma certamente, non era una frase da attribuire al duro e freddo Scorpius Malfoy. Anche se, in fondo, il senso era quello.

Fatto sta, che dopo il suo sproloquio sull’incoscienza della scommessa, sul fatto che non avrebbe dovuto accettare la sfida, sul fatto che fosse stato un idiota a discutere con lei la sera precedente, ma tendendo a sottolineare il fatto che non aveva cambiato idea riguardo il fatto di arrendersi, Rose aveva sospirato. Poi aveva sorriso.

Di nuovo.

Come la sera precedente.

- Va bene - disse, aprendo la finestra e stirando la piega del letto, tranquillissima - Pace fatta.

Scorpius era rimasto un momento interdetto. Ovviamente, era felice del fatto che la questione si fosse risolta così facilmente. Forse un po’ troppo facilmente.

La guardò impacciato, mentre lei lo ignorava bellamente, ancora alle prese con i cuscini.

Detestava il sentirsi ignorato. Mai nessuno osava ignorare Scorpius Malfoy.

Questa era una delle cose riservate solo a Rose…

Scorpius si avvicinò a lei, abbracciandola da dietro. Le cinse i fianchi e sorrise quando sentì il corpo di lei rilassarsi fra le sue braccia. Lei si voltò, per guardarlo in faccia.

Scorpius colse al volo l’occasione per avvicinare il suo viso a quello di lei, ma…

Una mano lo spinse leggermente indietro.

- Co-…cosa? - chiese confuso, mentre Rose si scioglieva dall’abbraccio e tornava tranquillamente a sistemare i suoi oggetti.

Lei ridacchiò, afferrando il cesto della biancheria - Sai, Scorpius, avevi ragione… “Non puoi più togliermi punti” - disse, imitando la voce di lui. Sorrise quando notò l’espressione assolutamente basita di Scorpius.

Espressione che si tramutò in orrore quando comprese dove volesse arrivare - E quindi hai deciso di…

- Sì - confermò Rose, avviandosi con il cesto verso la porta - Dopotutto l’idea me l’hai data tu - aggiunse, melensa - E sai, ci ho riflettuto… non posso certo obbligarti a rompere la scommessa con James - disse lentamente - Come ti ho detto ieri, ognuno è padrone delle sue scelte - gli tirò un bacio volante - Vado a fare il bucato.

Ed era stata così… sfuggente, per tutto il giorno. Sempre.

 

Alla fine, prima di pranzo, dopo il fallimento di tutti i tentativi di approccio, nella totale disperazione, Scorpius aveva raccontato la situazione ad Albus. E non si sa come, la notizia si era diffusa tra tutti i giovani maschi Weasley- Potter.

- Come siamo nervosetti!  - lo stuzzicò James - Se ti può riconsolare però… anche io mi sono beccato la mia cazziata da Rosie stamattina.

Scorpius si passò una mano sulla fronte, esasperato - No, in effetti non mi riconsola per niente, considerato che è tutta colpa tua.

- Hei, hei… in realtà non sono stato io a farla incazzare a tal punto da impedirmi di toccarla, Scorpius… - disse James - “Non puoi togliermi dei punti tanto”… - rise - Andiamo! Nessuno con un po’ di buon senso avrebbe deciso di sfidare Rose così apertamente. Te la sei cercata, mio caro Serperverde.

- Io l’ho sempre detto che Rose è una Weasley degna di questo nome - disse orgoglioso Fred, seduto a terra con la testa appoggiata al divano .

Scorpius sbuffò - E quindi? Cosa devo fare?

James e Fred si scambiarono uno sguardo. Poi James, si avvicinò a lui e parlò.

- Devi resistere - sussurrò, con fare cospiratorio.

- Che diavolo vuol dire? - chiese Scorpius, ormai tanto valeva farsi consigliare. Peggio di così non poteva andare.

- E’ semplice, amico - intervenne Fred, degno compare di James - Se Rose vuole farti impazzire, prendendoti per le palle… tu devi stare al suo gioco. Quindi…

- Niente abbracci - completò James.

- Niente baci.

- Niente carezze…

- Ehm, scusate - intervenne Hugo, bloccandoli - Vi ricordo che state parlando di mia sorella.

Scorpius si appoggiò al divano, disperato. Si portò le braccia a coprirsi la testa.

- Oppure… - continuò James. Scorpius si scoprì un occhio per guardarlo - Puoi ritirarti dalla scommessa, tanto sappiamo che vincerà Rose.

Scorpius si coprì di nuovo la faccia - Vaffanculo doppiamente, Potter.

 

*

 

- Hai fatto benissimo.

Dominique annuì convinta, quando Rose le spiegò la situazione.

- Cioè ti rendi conto? - disse Rose, guardando il soffitto, pensierosa - Come se la situazione non fosse già abbastanza complicata.

- Ovviamente, hai ragione - acconsentì la bionda - Non puoi lasciarli un minuto che ti combinano questi casini. Idioti. Ma vedrai… cederà. Scorpius fa tanto il sostenuto, ma alla fine non riesce neanche a staccarti gli occhi di dosso. Cederà.

- Lo spero, Dom - disse Rose, mordendosi un labbro - Lo spero proprio.

 

 

 

Merito le vostre maledizioni, lo so.

Spero di riuscire ad impiegare meno tempo per il prossimo capitolo…

 

Ovviamente, attendo i vostri pareri su questo… non so se vi è chiara la situazione che emerge da questo capitolo. In caso non lo sia, sono pronta a darvi delucidazioni… fatemi sapere!

 

Un GRAZIE enorme a :

 

ElynLC: Innanzitutto… è un onore per me aver ricevuto la recensione più lunga che tu abbia mai scritto! In secundis… ebbene, Rose se l’è presa più con Scorpius che con James, sebbene la colpa non sia tutta del biondo, in effetti. No, l’anticipazione sul Quiddità è stato qualcosa di catastrofico, da quanto hai potuto vedere! XD Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!   A Presto e grazie!

 

GiO_HP4e: Ed eccolo qui! Spero a questo punto che il capitolo non abbia deluso le tue aspettative! Guarda… ti premetto che James non vuole affatto conquistare Rose.  A parte il loro “flirt estivo”, raccontato in DB, tra di loro non c’è mai stato nulla. James semplicemente si diverte a combinare guai… ma lo fa in buona fede! ;)

 

Musicmylife: siiiiiiiiiiiiiii! James è diabolico! E anche io lo adoro per questo! Siamo in due J J E questo capitolo? Piaciuto? Spero che non emerga un’immagine troppo bastarda di James… non è mia intenzione…

 

Maricuccia: Diciamo che la sfuriata c’è stata… solo che se l’è beccata il povero Scorpius! Mi fa piacere che il piccolo battibecco Weasley- Granger ti abbia divertito… io adoro le Ron\Hermione e nelle mie storie (soprattutto su di loro) non resisto alla tentazione di farli bisticciare! Li trovo due personaggi estremamente divertenti… che dire… spero che il capitolo ti sia piaciuto!

 

Nabiki93: Grazie mille! Sei sempre gentile… J Sì in effetti Ron non aiuta affatto… ma da quanto hai potuto notare, stavolta lui non c’entra niente! E’ Scorpius che se l’è un po’ cercata, insomma! Ovviamente, spero che questo capitolo non abbia deluso le tue aspettative! Un abbraccio.

 

Vulneraria: Poverro Jamessssssss! Mi sto sentendo in colpa per averlo fatto sembrare così bastardo! Non era proprio questa la mia intenzione… magari un pochino solo ;)

Sì, sì… Ron è un caso perso. Questo ormai è ufficiale!! J J

 

Molly_Giada: Innanzitutto ti ringrazio per i complimenti su DB; il mio ego si è gonfiato tanto da raggiungere quasi le dimensioni di quello di Mr Malfoy. Che dire… sono felicissima che anche il seguito ti piaccia; mi dispiace un pochino per James che si sta guadagnando un po’ l’odio di tutti i lettori! In realtà lui non lo fa per cattivaria: sono i geni Weasley che lo portano a combinare i casini! E di questo capitolo, cosa ne pensi?

 

DreamGirl91: Grazie, grazie, grazie! Sei gentilissima… mi fa piacere che DB ti sia piaciuta… spero sia così anche per il seguito! Ammetto che anche a me è piaciuto abbastanza come è uscita nel complesso la prima storia… vorrei dare lo stesso movimento anche a Summer beat! Grazie ancora per i complimenti, aspetto un tuo parere su questo capitolo! J

 

 

E inoltre…

 

GRAZIE: a voi che continuate a leggere e commentare la mia fan fiction “Mamma”… ho ricevuto recensioni che mi hanno davvero fatto commuovere.

 

GRAZIE: a voi che mi mandate i vostri pareri e commenti anche via e-mail. Continuate a farlo, anche attraverso il mio blog perché i vostri pensieri sono sempre graditissimi.

 

GRAZIE: a tutti voi che nel bene e nel male… mi seguite sempre.

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolerà ***


- Hai intenzione di continuare per molto

- Hai intenzione di continuare per molto? - la voce infastidita di Scorpius arrivò chiara e comprensibile.

Rose sorrise sotto i baffi, senza fermarsi ad aspettarlo.

Quel pomeriggio, i giovani della Tana avevano deciso di scendere giù al laghetto. Armati di borse, asciugamani e costumi, la piccola truppa marciava decisa lungo la collina.

Solo due soldati erano rimasti più indietro: una camminava spensierata, chinandosi di tanto in tanto a raccogliere dei fiorellini; l’altro arrancava dietro di lei, stremato non tanto dalla calda passeggiata sotto il sole, quanto piuttosto dalla soffocante indifferenza della ragazza.

- E tu hai intenzione di sciogliere la scommessa con James? - chiese tranquillamente Rose, senza voltarsi a guardarlo.

- No.

- Bene - acconsentì lei, chinandosi a raccogliere l’ennesima margherita - In questo caso la mia risposta è sì.

Lui si passò una mano tra i capelli sudaticci, esasperato. Non solo era stressante vivere sotto lo stesso tetto con Ron Weasley, che pareva volerlo cruciare ogni volta che posava lo sguardo su di lui, ma adesso ci si era messa anche Rose a farlo dannare.

Osservò in lontananza Albus, Fred e James che ridevano tra di loro, spensierati e contenti.

Loro.

La facevano facile loro. Resistere, come no. Come se fosse facile.

Come poteva ignorare lei, Rose, se era il motivo principale per cui era là?

Come?

Le aveva provate tutte. Ma Rose si ostinava ancora a non lasciarlo avvicinare.

 

Avrebbe fatto un ultimo tentativo, prima di… cominciare seriamente a supplicarla.

- Dai, Rosie… - le disse, raggiungendola e afferrandola per un braccio. Lei si voltò lentamente, abbagliandolo con i suoi occhioni azzurri, prima di sciogliersi delicatamente dalla sua presa - Così mi torturi.

Lei sembrò addolcirsi di fronte all’insofferenza presente nella voce di Scorpius.

- Non ci sarebbe alcuna sofferenza se tu ti decidessi a fare la cosa più… razionale - gli spiegò Rose, inarcando le sopracciglia.

Perché ormai era diventata una questione di principio: la scommessa, fondamentalmente, era solo un pretesto.

Entrambi sapevano che, ora che la scommessa era stata scoperta, non avrebbe più potuto provocare altri guai. Ma il punto era un altro: ciascuno dei due era fermo sulla propria concezione. Nessuno di loro avrebbe accettato di cedere.

Scorpius sospirò, osservandola mentre giocherellava con i fiori che teneva tra le dita. Una piccola folata di vento soffiò dalla loro parte… il prendisole giallo di Rose svolazzò leggero, mentre Scorpius inalava il dolce e familiare profumo che emanava.

Lui sorrise. Alzò una mano per posare due dita sul collo di lei, lasciato scoperto dalla treccia che Rose teneva comodamente adagiata sull’altra spalla.

A quel tocco, lei  chiuse gli occhi…

- Non c’è nessuna razionalità, quando si parla di noi, Rose… - le sussurrò,  avvicinandosi al suo orecchio.

Lei scosse la testa, riaprendo gli occhi e comprendendo di aver abbassato troppo la guardia - In… in tutto c’è la ragione, Scorpius.

Lo guardò, alzando le sopracciglia con il fare di chi la sa lunga, dopodichè si affrettò a raggiungere gli altri, lasciando Scorpius indietro, con il suo incombente esaurimento nervoso.

*

 

- Dirò a James che mi arrendo - dichiarò Scorpius, gettando una pietra nell’acqua. Rimbalzò quattro volte, poi affondò con un leggero “blop”.

- E’ la cosa giusta - assentì Albus. Lanciò una pietra, che affondò al primo colpo, schizzando tutt’intorno - Che palle, non ci riuscirò mai.

- Devi lanciarla orizzontalmente - spiegò Scorpius, mostrandogli il gesto - E poi, questa situazione sta durando anche troppo. Voglio dire… alla fine sono venuto perché dovevamo dire ai suoi di noi… e adesso stiamo solo sprecando tempo.

Albus annuì, alzando le spalle, già visibilmente arrossate - Hai ragione. Tanto vale dargliela vinta e chiudere questa storia, tanto con Rose non è che ci sia altra possibilità. Va bene se metto il braccio così? - concluse, mostrandogli una posa prima di lanciare.

Le parole di Albus ci misero qualche secondo in più per arrivare al cervelletto stressato di Scorpius - Sì, chinati leggermente… hey, aspetta un attimo! Che vuol dire “dargliela vinta… non c’è altra possibilità”? - gli disse, passandosi una mano tra i capelli già scompigliati. Assottigliò lo sguardo - Tu pensi che lei abbia ragione! - lo accusò.

 

Albus parve in difficoltà: osservò la pietra che teneva in mano, poi il lago, poi Scorpius. Sembrava indeciso su quale problema affrontare per primo - Intendevo che Rose è molto… decisa, quando pensa di avere ragione. E poi, io vorrei rimanere neutrale, se non ti spiace.

- Oh, certo che mi dispiace! - si lamentò Scorpius - Tu dovresti stare dalla mia parte! Dovresti supportare me! - Scorpius gettò un’occhiata a Rose e Dominique, sedute sul proprio telo mare, intente a prendere il sole e confabulare tra di loro - Come Dominique!

Albus sembrò confuso - Dominique? Ma Dominique non sta affatto dalla tua parte!

Scorpius alzò gli occhi al cielo, esasperato. Cominciava a capire suo padre quando diceva che i Potter e i Weasley causavano solo problemi - Intendo che Dominique sta dalla parte di Rose, a prescindere! Anche se lei ha torto! - gli spiegò.

- Ma Rose non ha torto - confessò tranquillamente Albus - Dovrei prendere delle pietre più piatte, secondo te?

- Quindi lo ammetti! - esultò Scorpius - Stai dalla sua parte!

Albus si fermò un momento a riflettere - Facciamo così… io starò dalla tua parte. Ma Rose continua ad avere ragione.

- Ehm, fantastico! - borbottò Scorpius, più esasperato di prima - Grazie, sei davvero un buon amico. Quasi quanto James…

Ma notò che Albus non lo stava più ascoltando. Guardava attento verso il boschetto, dove sembrava esserci un certo movimento.

Scorpius seguì il suo sguardo, tranquillo.

- Io rimanderei questa conversazione ad un altro momento, amico - disse Albus, posandogli una mano sulla spalla e continuando a guardare in quella direzione.

- E perché?

Albus sogghignò - Perché adesso hai un problema più grande.

 

 

*

 

 

- Questa cosa non sta portando da nessuna parte, Dominique - sbuffò Rose, sistemandosi meglio gli occhiali da sole sul naso - Non cederà, quindi è inutile.

- Oh, Rose! - la riprese sua cugina, tranquillamente seduta sul suo telo azzurro, intenta a spalmarsi la crema solare sulle gambe snelle e perfette - Ma certo che cederà. Voglio dire… è ovvio.

Rose mandò un’occhiata in direzione dei ragazzi che giocherellavano lungo la riva del laghetto, schizzandosi e spingendosi nell’acqua a vicenda.

Come se avessero avuto cinque anni, esatto.

- E’ una cosa matematica - aveva ripreso Dominique - E’ come se… - corrugò la fronte, pensierosa - E’ come togliere un osso al cane. Una volta privato del suo osso preferito, lui correrà a riprenderselo.

Rose la guardò scettica - Mi stai dando dell’osso?

Dominique si sistemò meglio sul telo - Va bene, forse questa metafora non regge. Ma hai capito, no? E poi… Merlino, è di un ragazzo che stiamo parlando. Un ragazzo maschio… gli do un altro giorno di tempo. Dopodichè tornerà strisciando.

 

Rose schioccò la lingua. Quando si trattava di ragazzi, Dominique aveva un intuito infallibile. Ma stavolta temeva che la sua filosofia non fosse molto solida.

Guardò di nuovo nella direzione di Scorpius. Lui e Albus erano sulla riva, lontano dagli schiamazzi degli altri, tutti presi a gettare delle pietre sulla superficie dell’acqua, facendole rimbalzare.

- Stiamo parlando di Scorpius Malfoy, Dominique - sospirò Rose, stringendosi le ginocchia al petto - Non credo che le parole “Malfoy” e “strisciare” possano stare insieme, nella stessa frase. Uff, sta andando tutto storto! Questa vacanza serviva a dire a mamma e papà che stiamo insieme… e invece, si sta trasformando in una gara a chi resiste di più. E conoscendolo, non mollerà se non con la vittoria in  tasca.

 

Il voltò di Dominique si illuminò - Tu dici, eh? - si abbassò gli occhiali da sole, guardando un punto alla destra di Rose - Io invece, dico che un giorno è troppo. Entro stasera, capitolerà - aggiunse sogghignando.

Rose confusa, seguì lo sguardo eccitato dell’amica e… comprese.

Oh, sì.

Capitolerà.

 

Okay, so che a questo punto è inutile anche implorare perdono.

Ne sono consapevole.

Quindi se chiedervi umilmente scusa per il ritardo e per il capitolo che non è un granchè, servisse a qualcosa lo farei. In ginocchio anche.

 

Avrete notato che il capitolo si chiude sul più bello (oltre ad essere una ritardataria, sono anche bastarda, sì)… conto di postare al più presto la seconda parte di questo capitolo.

Nel frattempo, GRAZIE GRAZIE GRAZIE a voi che malgrado tutto continuate a leggere e recensire:

 

Vulneraria: Il tuo presentimento è stato fondato! Scorpius non vuole proprio mollare l’osso, per dirlo alla Dominique! Grazie mille per aver recensito!

 

Nabiki93: Anche se con un po’ (Okay, parecchio…) ritardo, il capitolo è arrivato. Come avrai notato la situazione tra R e S è un po’ in stallo… ma si sbloccherà presto! Ti ringrazio tantissimo per aver recensito, alla prossima!

 

Molly Giada: Grazie mille! Eh, sì… stavolta Scorpius ha fatto un errore a dir poco enorme. Ma ormai il danno è fatto! ;)

Gio_HP4e: Dovrai attendere un altro po’ per sapere chi vincerà… e ti anticipo che la battaglia non è ancora finita! Grazie tante per aver recensito!

Maricuccia: Hai ragione: Scorpius ha proprio sottovalutato la categoria femminile. Fortuna che Rose ha subito pensato a come rimetterlo al suo posto… Grazie mille per la recensione, a presto!

Musicmylife: Concordo su tutto! Potere alle donne (va bene, la smetto…)!! Grazie grazie grazie per il tuo commento, alla prossima!

 

Audry: Grazie mille! Sono felice che i personaggi principali e non ti risultino credibile. Cerco sempre di dare spazio anche a quelli secondari, in modo da rendere la storia un po’ più movimentata e interessante! Quindi ti ringrazio ancora e spero che il seguito della storia non deluda le tue aspettative!

 

ElynLC: Sono soddisfatta di averti colto di sorpresa (*me sogghigna sfregandosi le mani*). O meglio, era una cosa che avevo messo in conto: tutto portata a pensare che Rose se la sarebbe presa con James… invece no! In sua difesa (di James) posso dire che il suo non era un modo per ostacolare la loro relazione, ma semplicemente un modo per giocare… questo Rose lo sa, ed è per questo motivo che non se la prende con lui! La smetto di stressarti con queste spiegazioni, ora xD Grazie mille, a presto!

 

Anny Crazy: Darmi fastidio? Vuoi scherzare?! Ovvio che mi fanno piacere! Anzi, ho letto la tua recensione anche su Dangeorus Beat e quindi ti ringrazio doppiamente!

Come dici anche tu, questo è il seguito… diciamo che ho deciso di proseguirla per torturarli ancora un po’…!

Ecco il capitolo per cui vi ho fatto attendere tanto! Cercherò di postare gli altri il più in fretta possibile!

 

Kalendula: Merito le tue maledizioni!! E dopo questo mezzo-capitolo immagino ne arriveranno altre…! XD Cercherò di postare presto il seguito! Grazie mille per la recensione!

 

Ransie88219: Premetto che ho letto più volte le recensioni che mi hai lasciato anche nelle altre storie… è ufficiale: sei il mio mito! Mi hai fatto sbellicare dalle risate!! Comunque… sono felice che il capitolo ti sia piaciuto. Eh, sì… c’era bisogno di un po’ di potere di donna! Grazie mille per la recensione (questa e tutte le altre!!) Spero che i prossimi capitoli non ti deludano! A presto, la tua Sempai (Prima o poi dovrai spiegarmi da dove hai tirato fuori questo soprannome!!)

 

Lovermusic: Grazie mille! Non vorrei fare spoiler, ma… potremmo avere notizie anche di loro, sì!

 

 

E detto questo… vi lascio a spremervi le meningi su cosa possano aver visto di tanto shockante\entusiasmante i nostri cari personaggi.

Si aprono le scommesse…!

Un abbraccio, Titti

 

 

 

 

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