William x Grell - Piccola promessa

di shuichi chan
(/viewuser.php?uid=109465)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** festa ***
Capitolo 2: *** vestito ***
Capitolo 3: *** danze, alcool e lacrime ***
Capitolo 4: *** lavoro ***
Capitolo 5: *** fuochi d'artificio ***



Capitolo 1
*** festa ***


Salve! Spero tanto vi piaccia, questo è il primo capitolo, e inizio subito col dire che in questa Fanfict Grell e William sono un po' più intimi di quello che si può pensare guardando l'anime.
Certe volte vi saranno riferimenti a fatti avvenuti in passato che li hanno portati ad essere sempre più uniti.
Nella FF troverete anche scritto "POV Grell", ovvero la storia raccontata dal punto di vista di Grell e POV Will dal punto di vista di William.
A parte queste piccole annotazioni, buona lettura! XD



30 Dicembre ****

POV Grell

Quelle strade piene zeppe di luci abbaglianti, colorate che rallegravano i quartieri soli e bui. Gli umani in quel periodo non esitavano ad uscire di casa e riempirle con la loro calorosa presenza. Era il periodo natalizio, tutti i lavoratori rimanevano a casa per passare il tempo con i propri famigliari; i negozi sempre pieni di gente per i regali, gli alberi decorati, i canti, le feste, gli esseri umani se la spassavano proprio.
Questo non si poteva dire di Grell che, come al solito, per colpa del suo capo, passò l’intero periodo natalizio a lavorare. Non poteva definirsi un impiccio,anche perché loro il natale non lo festeggiavano, ma al solo pensiero che quei mortali si divertissero e si riposassero mentre lui era obbligato a sgobbare come un mulo, gli fece venire il sangue al cervello.
Ma in fondo glielo aveva promesso, e le promesse vanno mantenute.

Una settimana prima, Grell trascurò per l’ennesima volta il proprio lavoro, voleva fare gli auguri di Natale al suo caro Sebastian nel caso non lo avesse più visto in futuro. Poco importava che lui non lo festeggiasse, degli auguri sono sempre graditi. Ovviamente ebbe dovuto compiere quell’ impresa all’ insaputa di William; uno perché lo avrebbe di sicuro pestato, a lui della tradizione che a Natale si era tutti più buoni non importava per niente. E due perché il loro rapporto stava migliorando di giorno in giorno; le preoccupazioni che tanto si era creato erano risultate del tutto in vane. Will teneva a Grell e per lui lo stesso, i dubbi dei suoi sentimenti non erano terminati, e di sicuro William non aveva intenzione di cambiare il modo in cui lo trattava, ma quei piccoli gesti che compivano insieme, anche se di nascosto, erano importanti per il loro futuro.
Ma si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio, ergo, una visitina al maggiordomo più affascinante che abbia mai conosciuto non poteva mancare.
Londra era grande, ma ormai il rosso sapeva esattamente che strade percorrevano di solito Sebastian e il moccioso (Ciel). Difatti, li trovò nel giro di un quarto d’ora; si precipitò giù da una casa dove aveva scrutato ogni angolo del quartiere e con grande sorpresa raggiunse i due.
“Sebas-chaaaan!” urlò con il suo solito tono chiassoso.
Sebastian che gli dava le spalle, si rizzò e girò indietro lo sguardo nervoso.
“Grell Sutcliffe!” esclamò con tono seccato. Ciel non disse nulla, rassegnato alle visite inopportune dello Shinigami.
“mio caro Sebas-chan! Che gioia rivedere il tuo splendido e candido volto! Questa splendida visione ha di nuovo rischiarato questa mia giornata cupa” le solite frasi senza capo ne coda.
“peccato che per quest’oggi abbiamo previsto un temporale!” in una sola frase il maggiordomo riuscì a spiazzare l’intera poesia del rosso.
Ma Grell era ormai abituato a queste sue riposte fredde,
“allora, cose fai di bello a Natale?” chiese il rosso, sbattendo le lunghe ciglia.
Al maggiordomo nero infastidiva molto la presenza di quello Shinigami, ma non rispondere sarebbe stato troppo sgarbato da parte sua.
“Passerò l’intero Natale con il Bocchan” rispose con un sorriso, probabilmente falso.
“Invece a me mi sa che toccherà ancora lavorare!” esclamò Grell con le solite moine “sai, vorrei tanto passarlo con te il Natale tesoro mio!”
Cominciò ad ancheggiare lentamente a destra e a sinistra cercando di compiere mosse femminili e sinuose, accarezzò i capelli setosi arricciando una delle tante ciocche rosse.
“Sebastian io torno alla carrozza, tra ciqnue minuti ti voglio vedere di ritorno!” ordinò Ciel Phantomhive.
“Yes,my Lord” Il mocciosetto si dileguò con arroganza.
“che fai per capodanno invece?” chiese poi il rosso
“il Bocchan ha organizzato una festa con tutti i suoi amici”
“sarà fantastica! Posso venire anche io?”
“no! non sei stato invitato”
“e allora? Invitami tu!”
“non sei gradito..”
“ti prego!”
“no”
“ti prego ti prego ti pregoo!” ricominciò con le solite moine persistenti,
“se prometti di non fare casino come tuo solito,potrei invitarti!” rispose Sebastian ormai rassegnato.
“ok te lo prometto!”
“la festa inizia alle nove di sera, non ritardare!”
“vaaaa beneee! A presto amore mio!”
“e non rompermi le scatole, sarò molto impegnato allora!”
“si si…ah un ultima cosa!” non poteva dimenticarlo “può venire anche Will? Sai mi spiace lasciarlo solo!”
“e va bene, così almeno potrà controllarti!”
“a capodanno allora! Un bacio appassionato *smack*” e i due si sperarono.
Sarebbe stato fantastico andare a una festa con i due uomini che desiderava di più, il problema era se William fosse stato d’accordo, lo conosceva, e finche non avesse insistito avrebbe subito rifiutato categoricamente. Ma lui teneva che ci fosse, quella era una notte importante e la voleva passare con una persona importante.

fine primo capitolo! XD
è un po' corto, e si è parlato solamente di Sebastian e Grell, ma spero vi sia piaiuto..XD

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** vestito ***


POV Will

Ma dove si era cacciato quello screanzato?
Un ora a vagare per gli uffici inutilmente. Di sicuro quel fannullone sarà andato a oziare da qualche parte come suo solito. Si stava innervosendo, anche una persona contenuta come William perdeva il controllo, neanche per lui era facile far finta di niente.
Cominciò a formulare valide ipotesi su dove possa essere finito. Ma l’ unica che rispettava a pieno le abitudini e il comportamento di Grell era proprio il fatto che sia andato in giro a cercare quel ripugnante demone in frac.
Sebastian Michaelis, il maggiordomo della famiglia Phantomhive. Aveva sentito spesso, anche troppo parlare di lui, lo aveva visto anche di persona se per quello, ma nonostante non lo conoscesse abbastanza non lo sopportava. Forse proprio perché era un demone, eppure di esseri così ne aveva incontrati tanti e nessuno di questi lo aveva mai irritato tanto. Non riusciva proprio a reggerlo, anche solo la pronuncia del suo nome emessa sempre da Grell lo irritava. In fondo sapeva che non aveva mai sopportato Sebastian proprio per Grell. Per il rosso era oggetto di distrazioni, poi si montava la testa di stupidaggini e distraeva pure lui. Chissà se non era anche gelosia, William non lo avrebbe mai accettato, non poteva pensare di essere geloso di uno come Sebastian,sapeva di essere superiore, ma chissà se anche per il capriccioso Shinigami era così.
Quello stupido Shinigami capriccioso! Lo stava trasformando, la sua perfetta e rigida postura si sgretolava sempre più, peccato che succedeva solo con lui, e nessun altro.
“Will!” si sentì urlare a pochi metri di distanza.
William colto di sorpresa si girò indispettito
“Sutcliffe!”
Davanti a lui, che correva come un forsennato, con il suo solito sorsetto impertinente.
“William!” si fermò per riprendere fiato, poi continuò “ ho un ottima notizia!”
“dove sei stato?” lo interruppe il moro
“non ha importanza adesso! Ti devo dire una cosa!”
“non mi interessano le tue stupidaggini! Dimmi invece dove sei stato!”
“al lavoro! dove vuoi che sia stato?!” rispose il rosso
“non mentire a me!” il tono di William si fece più serio di quanto era
“beh..mi sono preso una piccola pausa e per caso ho incontrato Sebastian…” sottolineò “per caso” sperando che Will lo credesse.
“quindi?” cercò di mantenere un tono indifferente, inutilmente.
“ecco, ci ha invitati tutti e due alla festa di capodanno a casa del suo marmocchio! Non è magnifico? Ci andiamo vero?” “neanche per sogno! Scordatelo!” lo sapeva, erano le sue solite assurdità!
“Dai Will! Ti prego!” piagnucolò
“ no ti ho detto! Abbiamo del lavoro da svolgere!”
“ma…io ci voglio andare! Ci voglio andare! E ci voglio andare!” cominciò a lagnare agitando le braccia come un forsennato, era insopportabilmente infantile.
“vai tu sei vuoi! Io non vengo!” rispose William in preda all’esaurimento.
“ma Willino..” poggiò l’indice alle labbra sbattendo le ciglia “ una notte speciale come capodanno, dobbiamo assolutamente passarla insieme!”
“questo evento è speciale solo per gli esseri umani che festeggiano l’arrivo del nuovo anno secondo il loro calendario! Non centra niente con noi…quindi,non vedo perché anche noi dovremmo festeggiare!” il solito obbiettivo.
“per una volta, una sola volta, cerca di divertirti un po’! invece di pensare sempre al lavoro, vieni con me e divertiti! Che ti costa?” il tono di Grell divenne ponderato, sembrava che ci tenesse molto alla sua presenza.
“sinceramente, in una festa dove vi sono demoni ed esseri umani non credo di divertirmi,preferisco starmene a casa tranquillo” fece per andarsene ma Grell gli afferrò un braccio.
“ se vieni…” guardò dritto negli occhi il rosso, non erano mai stati così seri
“se vieni, ti prometto che per questa settimana,fino a capodanno, lavorerò sodo e non ti darò noie!”
“sul serio?” chiese Will del tutto spiazzato
“lo giuro!”
“in questo caso, potrei anche accettare…” rispose sistemandosi gli occhiali.
L’espressione di Grell divenne di nuovo gioiosa e di colpo lo abbracciò stringendolo a se
“evvai! Che bello! Vedrai che ci divertiremo!” esclamò entusiasta
“bene” con il suo fedele bastone scrollò da se il rosso “mi aspetto molta efficienza da parte tua Sutcliffe…” detto questo se ne andò.
Forse aveva fatto un grosso errore ad accettare, ma vedere Grell che per una volta lavorava seriamente ne valeva la pena. Avrebbe persino sopportato una festa piena di umani e con la presenza di Sebastian.
POV Grell

Da quel giorno il rosso Shinigami cominciò ad impegnarsi nel suo lavoro. Diede buoni e sostanziosi frutti che, anche le stesso William dovette riconoscere. Si congratulò con lui, con grande sorpresa di Grell che, fino a quel giorno non aveva mai ricevuto complimenti dal suo capo. La sua voglia di lavorare non era per nulla aumentata e quindi, per lui fu una dura impresa, ma sentire le generose congratulazioni di Will lo convinsero che il suo impegno non era andato sprecato.
Immobile in quella stanza impregnata di un rosso cremisi, osservava accuratamente il suo nuovo vestito per la tanto attesa festa di capodanno: un kimono color Magenta, contornato da sottili ricami neri. Quanto era elegante, leggiadro, magnifico e di sicuro sul suo splendido corpo sarebbe stato d’incanto, anche Sebastian sarebbe rimasto ammaliato da quel rosso splendente che lo avrebbe avvolto. Se lo adagiò davanti a se, ammirandosi allo specchio, chissà se anche a Will sarebbe piaciuto?
Lui non era tipo che badava a questi dettagli, non gli interessavano nemmeno, ma forse vestito in modo diverso, in modo più femminile lo avrebbe ipnotizzato, difficile che accadesse, ma non perdeva le speranze.
Aveva comprato quel vestito tempo fa, ma non aveva mai avuto modo di indossarlo. Non aveva mai partecipato a feste o robe simili, e visto che finalmente potava partecipare ad eventi importanti approfittò per indossarlo.


31 Dicembre ****

POV Grell

Finalmente il giorno tanto atteso era arrivato, dopo una settimana di straziante lavoro, la festa che tanto bramava di partecipare sarebbe arrivata. Mancava solo un ora, e quel tempo lo avrebbe impiegato per prepararsi. Si rifugiò in bagno, mise accuratamente il Kimono ammirandone l’eleganza. Gli calzava a pennello, nonostante fosse femminile, a lui i vestiti da donna sono sempre donati, avrebbe dovuto nascere tale, ma la sfortuna ha voluto che fosse uno Shinigami maschio.
Malgrado questo, a lui non importava, i vestiti femminili li avrebbe indossati comunque, era così affascinante che sarebbe stato davvero un peccato non farlo.
Prese velocemente i calzini bianchi e le zeppe nere. Erano piuttosto alte, ma ne era abituato, era solito a camminare con gli stivaletti con il tacco,un paio di zeppe non sarebbero state di certo un problema. Camminò avanti ed indietro per il piccolo bagno, con le sue solite posture decise ed aggraziate,
“che bello!! Sto benissimo!” esclamò esaltato, saltellando per la stanza battendo le mani.
In seguito si posizionò davanti al grande specchio, e cominciò a sistemarsi i capelli.
Prese due ciocche opposte della lunga chioma rossa, e con queste ci fece un cucù fermandolo con due bacchette scintillanti; dopodiché mise le ciglia finte mettendoci un delicato tocco di mascara, ombretto rosso scuro, e per concludere un filo leggero di rossetto rosso in tinta con le unghie.
Ormai era pronto, quando sentì una voce famigliare provenire dall’altra stanza
“Sutcliffe? Sei in bagno?” chiese William
Che ci faceva Will nella sua stanza?
Poco importava, era arrivato nel momento giusto, così avrebbe avuto l’occasione di mostrargli subito il suo splendido vestito.
“si, arrivo subito!” si controllò un ultima volta, si sistemò gli occhiali sulla nuca e poi uscì velocemente dal bagno.
William davanti a lui, era vestito come al solito, lo sapeva, di sicuro non avrebbe mai cambiato look per l’occasione. Il quattrocchi lo squadrò da testa a piedi, incrinò il sopracciglio,
“ma come ti sei vestito?!” chiese quasi schifato
“non ti piace? È un Kimono giapponese! Li indossano in Oriente per le feste o per occasioni speciali!”
“ah…ma è da donna…”
“lo so! Non sono bellissimo?” volteggiò per la stanza ondeggiando la sua chioma Rubina.
“Grell…” mise una mano sul viso straziato “ascolta, io stasera arriverò alla villa Phantomhive verso le dieci o le dici e mezza, i superiori mi hanno caricato di altro lavoro, ma credo che per quell’ora riesca ad arrivare”
Grell fissò William un po’ deluso “ok, peccato, avrei voluto fare un entrata favolosa con il mio cavaliere ma fa nulla, basta che ti presenti alla festa prima di mezzanotte!”
“certo..”
“promettimelo Will” esclamò serio
“si, te lo prometto”
“bene!” rispose sorridendo compiaciuto, “Will ho una sorpresa per te!”
Grell si diresse verso un grande armadio in legno, i suoi zoccoli emettevano piccoli tonfi al suolo facendo un gran fracasso. Aprì le ante, agitando il sedere prese una tunica nera con dei pantaloni grigi abbinati.
William osservò disgustato l’indumento che il rosso gli stava mostrando.
“beh?” chiese Grell fissandolo “ti piace?”
“che cos’è?”
“è un kimono maschile, lo preso apposta per te!”
“ io non la metto quella roba..vengo vestito come sempre..”
“dai Will ti prego! Fammi questo ultimo favore” implorò lo Shinigami, sarebbe stato magnifico se avesse indossato quel costume, insieme sarebbero stati benissimo, e avrebbero fatto anche bella figura, ma Will era il solito testardo, e per fargli cambiare idea avrebbe dovuto insistere.
“già non volevo venire a questa insulsa festa, e tu mi fai mettere anche questo ridicolo indumento?
“ non è ridicolo! E poi non c’è nulla di male, sono sicuro che ti starà benissimo! Dai..fallo almeno per me..” sapeva sempre come convincerlo.
Il moro sbuffò,sistemandosi ancora una volta i suoi preziosi occhiali,
“e va bene Sutcliffe, lo proverò e poi vedrò se indossarlo alla festa..”
“grazie Will!” rispose con un sorriso quasi tenero; in fondo era buono nei suoi confronti, anche se non lo dimostrava quasi mai, ma per certe situazioni William era sempre pronto ad accontentarlo.
“devo tornare al mio lavoro, a più tardi” detto questo prese il vestito e uscì dalla stanza con passo deciso.
Le nove meno cinque, doveva sbrigarsi, o avrebbe ritardato.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** danze, alcool e lacrime ***


POV Grell

Una villa immensa, prestigiosa, circondata da uno sconfinato giardino, perfettamente ordinato e verde, curato in ogni minimo particolare, si, la residenza era quella.
Mentre varcava il cancello, vide alcune carrozze entrare nel giardino, sembrava esserci molta gente alla festa, meglio così,molte più persone avrebbe avuto l’onore di ammirare il suo splendido vestito.
Si diresse verso il grande portone, sperava di trovarci Sebastian, ma, con sua gran delusione, vi trovò un vecchio in frac.
Il dentro della villa era anch’esso enorme, illuminato dalla luce dorata di un gran lampadario appeso al soffitto. Vi erano molti tavoli colmi di cibarie e in mezzo al salotto quello che poteva sembrare una pista da ballo e infine due enormi rampe di scale che dirigevano in direzioni opposte. Vi era moltissima gente, ma nessuna di queste suscitava l’interesse dello Shinigami, e con grande rammarico sembrava che nessuno si fosse accorto della sua presenza. Si guardò in giro, cercò svariate volte di trovare il candido e bellissimo volto di Sebastian, ma l’unico volto familiare fu quello di Ciel, che con la sua solita sfacciata postura da conte si stava avvicinando. “Grell!” lo chiamò stupito
“non pensavo venissi veramente…bel vestito...” non sembrò molto convinto delle proprie parole
“grazie! si, sono venuto,sai per vedere il mio bel Sebas-chan! A proposito, sai dov’è?”
Il suo linguaggio pareva piuttosto formale nonostante il ragazzino appartenesse ad un ceto sociale assai elevato, ma Grell, lo definiva solo un “marmocchio”, usare un linguaggio più rispettoso sarebbe stato un vero spreco. “Credo stia servendo gli ospiti, cerca di non disturbarlo, non voglio fastidi di alcun genere..” rispose Ciel accarezzando il suo prezioso anello blu.
“Certo, Sebas-chan mi aveva già avvisato, sta pur tranquillo”
“bene, buona serata allora”
“anche a te”
E il conte sparì in mezzo alla folla.
Irritante, non sopportava per niente quel bambino viziato. Con passo svelto si avvicinò al tavolo delle cibarie e con sua grande gioia vi trovò Sebastian che, con eleganza posava il cibo su un vassoio d’argento.
“Sebas-chaan!” urlò quasi istintivamente; il maggiordomo si girò di scatto tenendo ben saldo il braccio con il cibo.
“Grell! Sei venuto allora!” il suo tono di voce non sembrò tanto entusiasta
“si hai visto?” cominciò a muoversi sensualmente con il desiderio che il demone notasse la sua eleganza.
“ti piace il mio nuovo vestito? Non sono bellissimo?”
Sebastian sembrò non provare molto interesse, si limitò a sorridere a rispondere gentilmente.
“si, è piuttosto appariscente, come tutti i tuoi indumenti del resto…e anche molto femminile..”
“oh grazie Sebas-chan sei così gentile!” rispose estasiato, nonostante non avesse ancora capito se le sue parole fossero un complimento o meno.
“ti avverto di non disturbarmi durante la serata, sarò molto occupato, vi sono molte persone come hai notato”
“ma questi sono tutti amici del marmocchio?” chiese Grell con sospetto
“certo che no, questi sono suoi conoscenti e soci d’affari…”
“ma mi hai detto che faceva una festa con i suoi amici!”
“era un modo di dire, caro Grell, come ben avrai capito, il signorino non ha amici!”
“ah ecco, mi sembrava…”
“ma William? Non è con te?”
“ no.. abbassò lo sguardo “ verrà più tardi..”
“ah, va bene, ora scusami ma devo servire i nostri ospiti..”
“Sebby vero che dedicherai un po’ di tempo anche per me?” chiese lo Shinigami agitando il sedere.
“si forse,se avrò tempo” rispose Sebastian prima di allontanarsi dal tavolo.
La serata sarebbe stata lunga e noiosa, se lo sentiva, forse se avrebbe fatto conoscenza con qualche ospite interessante avrebbe di certo passato il tempo più velocemente, invece di stare in piedi a far nulla come un baccalà. Osservò di nuovo Sebastian, la sua perfetta postura nel servire da bere, i suoi delicati sorrisi, il suo corpo perfetto, ma quei pensieri vennero subito interrotti da una voce che sembrava volesse attirare la sua attenzione. Si girò scocciato, quando davanti ai suoi occhi si presento un uomo completamente vestito bianco, con abiti in pizzo, guanti in tinta e capelli biondo platino.
“buona sera splendida fanciulla..” esclamò l’uomo prendendogli delicatamente la mano per poi baciarla.
“ma chi è questo finocchio?!” si chiese Grell con disprezzo.
“b-buona sera a lei..” rispose lo Shinigami con un sorriso sforzato. Si, bell’uomo, niente in contrario, ma nonostante questo, non lo attirava, forse per i suoi modi di fare, per la voce, era troppo effeminato per lui, poteva essere romantico e cordiale quanto voleva, ma la prima impressione non fu per nulla positiva.
“molto piacere, lasciate che mi presenti, sono il Visconte Druitt”
“piacere…”
“sa, devo farle i complimenti per il meraviglioso vestito che indossa..” i suoi occhi cominciarono a brillare e la voce si fece più estasiata “ooh si, quel rosso rubino che, come la sua leggiadra chioma fanno ardere il fuoco celato nel mio animo! L’eleganza dell’oriente che trasmette quel pezzo di stoffa, il suoi occhi divini nascosti da quella bizzarra montatura! Trasgressione e raffinatezza la rispecchiano così maestosamente, oh mia bellissima fenice!”
Quel che stava esordendo non sembrava avere un significato preciso, com’è che si chiamava poi? Ecco, non si ricordava nemmeno più il suo nome, beh non ha importanza, comunque, quel visconte, pareva non avere tutte le rotelle a posto. Fare paragoni assurdi solo per dire che gli piaceva il vestito! Ma almeno era stato l’unico che lo aveva apprezzato, che aveva notato a pieno la sua bellezza e la sua eleganza, aveva buon occhio, doveva riconoscerlo.
“la ringrazio signore, ma così mi lusinga..” emise un secondo sorriso fasullo.
D’un tratto si sentì una dolce musica, Sebastian, in fondo alla sala cominciò a suonare il violino accompagnato dal pianoforte.
“mia nobile fenice, le va di ballare?” chiese chinandosi il Visconte
“em..” prima che potesse rispondere fu portato in mezzo alla pista da ballo.
Il biondo, gli mise un braccio dietro la schiena e con una mano prese la sua, per poi cominciare a muoversi. Il rumore degli zoccoli risuonava ad ogni passo, sovrastato un poco dalla musica di sotto fondo, il visconte era davvero bravo nella danza, così leggero, così elegante, guardò l’ora sull’orologio a cucù, 9.45, avrebbe dovuto resistere ancora un po’ e poi William sarebbe arrivato.

I minuti passavano, e la loro danza sembrava non finire mai, volteggiava e volteggiava, ma ballare con un uomo non gradito era veramente noioso, se almeno ci fosse stato Sebastian al suo posto, o William, che in quel momento avrebbe dovuto essere con lui, 10.35, era in ritardo.
Tra balli, pause per bere, e qualche chiacchierata Grell non ce la faceva più, quel biondino sembrava non volersi staccare, continuava ad adularlo con parole dolci e poetiche che a lui non importavano per niente. Chissà per quanto tempo avrebbe continuato a crederlo veramente una donna. Anche se, era molto più bello di alcune donne, vere donne che vi erano alla festa.
Per tutto il tempo non aveva fatto altro che guardare quel maledetto orologio, ora facevano le 11.30 circa, quanto tempo era stato con quella sanguisuga? Ma soprattutto, Will dove era finito? Era in ritardo ormai di un ora, eppure glielo aveva promesso, lui non è mai stato in ritardo, mai! Cominciò a preoccuparsi.
“ signorina, ora che ci penso, le ho parlato per tutto questo tempo, ma non so nemmeno il suo nome!” è vero, a quel punto era meglio dirglielo.
“ Il mio nome è Grell Sutcliffe”
“Grell? Ma non è un nome maschile?”
“infatti io sono un uomo!” rispose il rosso con un sorriso questa volta veritiero,anche se fu un po’ rincrescioso ammetterlo.
“uomo? Ahah la smetta!” sembrava non crederci
“non ci crede? Allora controlli!”
“p-posso?” con delicatezza aprì a poco la parte di Kimono per intravedere la presenza di un qualche seno, ma come voleva si dimostrare non vi era nulla, se nonché pettorali.
Il volto del visconte divenne ancora più pallido di quel che era “em..beh..io…dovrei andare..mi scusi..” e con fretta si dileguò sconcertato.
Se lo era meritato, quel cascamorto! Ma Grell badò subito ad altro, si guardò di nuovo in giro, questa volta alla ricerca di William. Notò una cameriera dai capelli rossastri che impacciata cercava di tenere in equilibrio dei piatti, un uomo e un ragazzo con la pelle piuttosto scura, un tizio strano con la sigaretta in bocca e molta altra gente, ma del suo capo nemmeno una traccia.
Di corsa uscì nel cortile, e nemmeno lì sembrava esserci, guardò il cielo, scuro, illuminato da miriade di stelle; sembrava la serata perfetta per i fuochi d’artificio, oppure per un uscita romantica. Avrebbe voluto ammirarle insieme a Will quelle stelle, ma ormai sembrò che quel desiderio non si potesse più avverare. Venti minuti alla mezzanotte, ormai era inutile continuare a sperare. Rientrò e ritornando ai tavoli cominciò a sorseggiare qualche bicchiere di vino, uno,due,tre,quattro bicchieri.
La gente gridava “cinque,quattro,tre,due,uno…” bam! scoccò la mezzanotte e i fuochi d’artificio cominciarono a sentirsi, alcuni aprirono delle bottiglie di spumante e allegri festeggiavano il nuovo e atteso anno, ma Grell in quel momento non se la sentiva proprio di unirsi a loro.
“te lo prometto Grell” gli aveva detto, "prima della mezzanotte", glielo aveva promesso, sembrava serio, ma a quanto pare non lo era. Lui però, aveva lavorato sodo per una settimana, e Will, quel bastardo, non si era fatto vivo. I bicchieri di vino diventarono 6, poi 10, e a quello la vista cominciò ad offuscarsi. La mente si fece vuota, anche quei brutti pensieri che lo avevano indotto a bere si volatilizzarono.
“SEBAS-CHAAAN!” urlò per tutta la sala, a mala pena stava in piedi, cominciò a barcollare, ma per colpa degli alti zoccoli perse l’equilibrio e cadde a terra su un tavolo rovesciando bicchieri e cibo.

“Grell! Grell!” lo chiamò Sebastian, la testa gli faceva maledettamente male.
“Shebby, amore mio! meno male che ci shei tu!” era ubriaco fradicio.
Il maggiordomo lo aiutò ad rialzarsi “Grell, puzzi di vino! Quanto hai bevuto?”
“ti amo..Seba..s..chan…stammi vicino..ugh!” Grell si lasciò andare tra le braccia del demone, per poi stringerlo al collo con forza.
“stai facendo una gran confusione, ti devo portare via!” rispose Sebastian quasi imbarazzato della pessima figura che stava facendo.
“shi, portami via, in un poshto lontanooo…” esclamò lo Shinigami
“guarda che mi tocca f…” Sebastian si fermò quando sentì dei singhiozzi; Grell, si era messo a piangere sulla sua spalla, disperato. Nonostante l’alcool gli avesse svuotato la mente, il dolore non era svanito. Will non era venuto, lui ci teneva, più di ogni altra cosa, voleva passare una serata speciale con l’uomo che veramente amava, per una volta che non si trattava di Sebastian, e invece era ancora lì, avvinghiato a quel bellissimo demone. Per una volta, forse l’unica della sua vita, avrebbe preferito abbracciare qualcun altro, e quel qualcun altro era proprio William. Eppure ci aveva sperato, sembrava che in quei tempi tra loro qualcosa fosse cambiato, almeno per lui, evidentemente per il suo capo non era così, si era illuso, proprio lui, spreco di tempo, lo sapeva, ma per lui aveva fatto un’eccezione…un altro errore madornale.
Sebastian lo prese in braccio e, dopo aver avvisato il signorino, lo portò in camera degli ospiti.
La testa gli girava e le lacrime non volevano cessare. Lo appoggiò al letto, si sentì molto meglio. “ti prego amore non lasciarmi…ugh!” bofonchiò ancora piangendo
“che spreco inutile di tempo!” esclamò il maggiordomo “si può sapere perché hai bevuto?”
“quel…bastardo…lo odio..Sebastian..vieni facciamo l’amore…”
“bastardo?” chiese curioso
“ lui..Will..” pronunciando il suo nome, ricominciò a piangere.
Che nottata orribile, che capodanno pessimo, la nausea cresceva e il rancore ancor peggio.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** lavoro ***


POV Will

Quel vestito dopotutto non era poi così brutto, se lo era provato prima di ritornare al lavoro, probabilmente lo avrebbe messo alla festa, se solo il suo maledetto dovere lo lasciasse libero almeno una volta.
In quei giorni vi furono molti morti nella zona, anche nel periodo natalizio, in casi rari era successo, molti di queste morte furono causate da omicidi. Oltre alle pratiche e al lavoro dei sottoposti da sistemare doveva anche mietere delle anime, questo poteva costare molto tempo, ma glielo aveva promesso, alle dieci o dieci e mezza, si sarebbe presentato alla villa Phantomhime, non poteva ritardare.
Quello stupido di Grell, per certe cose come le feste si dava molto da fare, non solo nel lavoro, ma anche nel vestire. Per quella assurda festa,anzi, per lui, aveva lavorato sodo per una intera settimana. Perché teneva così tanto che ci fosse anche lui?
Non era un tipo da feste, non era divertente, che cosa avrebbe ottenuto portandolo?
Eppure vederlo impegnarsi così lo rendeva stranamente sereno. Quella figura, non gli si scrollava più dai pensieri: quando uscì dal bagno con quel Kimono rosso, truccato e pettinato, a primo impatto poteva sembrare ridicolo, visto che Grell era pur sempre un uomo, ma malgrado questo, agli occhi del freddo e distaccato Shinigami fu davvero magnifico. Con sua totale sorpresa lo trovò bello, elegante, semplice, e quel momento stampò nella sua mente un ricordo importante.
Ma che stava pensando?
Bello? Elegante?
Da quando associava questi aggettivi a Grell Sutcliffe?
Si, era pazzo, il lavoro lo stava esaurendo.
Però rivederlo vestito così, lo avrebbe reso felice, quello non poteva negarlo.
Forse gli piaceva vederlo con quel Kimono perché gli ricordava una ragazza, una bella ragazza oltre tutto. Eppure, quel giorno in biblioteca, davanti ai suoi occhi vi era un corpo maschile, quello di Grell, il corpo che veramente bramava, lui voleva Grell maschio, non femmina, voleva il suo vero corpo, ne era certo.
Doveva smetterla di rimuginare al lavoro, si sarebbe distratto e basta, doveva concentrarsi, almeno avrebbe finito prima. Cercò di fare più in fretta possibile, quelle pratiche sembravano non finire mai, migliaia di fogli da vidimare e sistemare, controllare gli incrementi delle morti, i rapporti dei suoi sottoposti eccetera. Le ore passarono veloci, inesorabili, ma alla fine, riuscì a terminare in tempo.
Erano le 10.20, sarebbe arrivato alla festa puntuale, doveva solo mettersi il Kimono ed era pronto. Fece per uscire, attraversò l’ interro corridoio, quando si ritrovò davanti un suo superiore.
“Ah Spears eccoti qui!” fece lui
“ signore, buonasera, ha bisogno di qualcosa?”
“mi dispiace dirtelo Spears, ma ho altro lavoro per te..”
“come?!” non poteva crederci, anzi non voleva, altro lavoro, era inconcepibile.
“lo so che hai appena finito, ma di questi tempi c’è un assassino in circolazione, e questi morirà verso mezzanotte, tu dovrai mietere la sua anima e quelle delle sue vittime”
“ma..”
“niente ma Spears, è il tuo lavoro!”
“certo signore” non poteva obbiettare anche se tanto avrebbe voluto “come vuole..”
“bene, buon lavoro, la saluto!” e sparì.
Maledetto lavoro! Grell lo avrebbe ammazzato, ma non poteva trasgredire, lui non lo avrebbe mai fatto, forse lo avrebbe capito, lo avrebbe perdonato una volta spiegata la causa, sta di fatto che una promessa è una promessa e lui non l’ ha potuta mantenere.
Il problema era proprio spiegare il perché, lo avrebbe ascoltato?
Lo avrebbe perdonato?
Per la prima nella sua vita,aveva paura, una paura tremenda di perderlo, di farlo arrabbiare, cosa gli stava succedendo?
Le vittime che uccise l’assassino erano molte, questo costò altro tempo, ma il problema era la morte dell’interessato, prestabilita verso la mezzanotte.
Questo girava furtivo per non farsi scovare dalla polizia locale, però per quanto fosse furbo e astuto un poliziotto riuscì a colpirlo in un punto vitale e ad ucciderlo. Dopo che questi si allontanarono dal corpo e se ne andassero, William scese dal tetto dove si nascondeva e mieté la sua anima impura.
Mezzanotte e dieci, si sentirono in lontananza il rumore dei fuochi d’artificio, dei piccoli botti colorati si espandevano nel cielo scuro. Doveva correre da lui, dargli spiegazioni, non c’era altro modo.
Con gran velocità si ritrovò dinnanzi alla villa Phantomhive, era più grande di quanto se lo immaginava, molto più raffinata, davvero una meravigliosa residenza. Vi era davvero molta gente, la vedeva che entrava ed usciva dall’abitazione. Entrò nel cancello, sistemandosi il nuovo Kimono, per poi entrare nel salone.
Si guardò in giro alla ricerca dello Shinigami, ma nulla, sembrava non esserci, ne lì, ne in giardino. Guardò di nuovo l’ora sul grande pendolo, mezzanotte e mezza ormai, era davvero in ritardo.
Si accorse della presenza di Ciel nella sala e ne approfittò per chiedere informazioni su Grell.
“buona sera Lord Phantomhive…”
“William T Spears, giusto?” chiese incerto il ragazzino
“esatto Lord, scusi, mi sa dire dove si trova Grell?”
“Si è sentito male e Sebastian lo ha portato nella stanza degli ospiti..”
“Sebastian?” esclamò con tono di pieno disprezzo
“si, sopra quella rampa di scale, la seconda porta a sinistra” rispose indicando la rampa a sinistra del salone.
“la ringrazio infinitamente e buon anno”
Salì velocemente le scale per raggiungere il piano, trovò la porta, fece per aprirla ma si fermò,sentì delle voci provenire dalla stanza.
“Sebas-chan…ti amo..” era la voce di Grell, non poteva sopportare che dicesse una cosa del genere, sperava solo di aver sentito male.
Aprì velocemente la porta, e quel che si presentò davanti a sé non fu per nulla positivo.
Grell era avvinghiato del tutto al demone, abbracciandolo, sussurrandogli parole come “ti amo, voglio solo te”, Sebastian invece, sembrava del tutto disinteressato e si limitava ad accarezzarlo. Non doveva toccarlo, quel demone non si poteva permettere!
Una scossa d’ira percosse William, ma cercando di trattenere la proprio rabbia esclamò “Grell Sutcliffe!” con tono indifferente.
I due non si erano ancora accorti della sua presenza, Sebastian fu il primo a girarsi, lo guardò all’inizio sorpreso poi, vedendo l’espressione irata di William accennò un sorriso.
“buona sera William!” lo salutò con lo stesso sorriso strafottente che lo mandava su tutte le furie.
Will non rispose al saluto, fissò il rosso, che si girò subito dopo: il suo sguardo sembrava perso, come se non lo avesse riconosciuto, gli occhi erano molto lucidi, rimase qualche secondo a fissarlo per poi spalancare gli occhi.
“bastardo!” esclamò Grell, probabilmente avendo capito di chi si trattava.
“che ci fai qui? Ugh! Non ti vuole nessuno! Vattene!”
Il moro si aspettava una risposta del genere, fece per spiegare la situazione ma Grell gli tirò con forza uno zoccolo che gli finì dritto in fronte. William strizzò gli occhi per il dolore, ma non disse nulla, rimase in piedi a fissarlo.
“ti odio! Vattene! Non ti voglio più vedere! Ugh! Io amo solo Sebastian! Voglio solo lui! Ugh!” urlò avvinghiandosi ancor più al maggiordomo.
La sua voce era strana, e interrotta da continui singhiozzi, ma quello che più lo colpì furono proprio le parole, “ti odio, vattene, amo solo Sebastian”,parole che continuava a ripetere, che gli risuonavano come tamburi nella mente. Se le aspettava, ma non pensava facessero così male, si sentì tremendamente in colpa, ma lì a fissarlo come un idiota non ci voleva stare. Sebastian sorrideva, probabilmente divertito dalla scena quasi ridicola. Non rispose, chiuse la porta con un gran tonfo, e uscì dalla villa senza salutare nessuno, avvolto nei suoi pensieri, nel suo rancore.
Questa volta a commettere un grosso errore fu proprio lui, i suoi calcoli erano sbagliati, e per colpa di questo, aveva perso Grell, forse per sempre.
Fece per andare a casa, ma le sue gambe non avevano intenzione di muoversi, lo fecero rimanere davanti alla villa, non volava andarsene, perché così avrebbe significato perderlo per sempre. lo avrebbe aspettato, tutta notte se fosse stato necessario, in mezzo al gelo, che durante quei giorni di inverno cominciò a farsi sentire.
Si appoggiò ad un muro della villa, ammirando le stelle, quella sera erano davvero luminose, ma non abbastanza per rassicurarlo. Si toccò la ferita, si, faceva molto male, però fortunatamente non usciva sangue. Quel dolore gli fece di nuovo venire in mente quelle parole, provocargli una grossa fitta al cuore, un cicatrice nei suoi pensieri.
Chissà se avrebbe potuto rimediare al suo errore?
Da quel che aveva sentito, sembrava proprio di no, ma lui continuò a sperare, anche se senza nessun risultato, non voleva in alcun modo perdere la persona che amava.
Amare?
Ma davvero questo assurdo e futile sentimento umano poteva provarlo anche lui?
Quando mai!
Questi stupidi sentimenti a lui non interravano, la cosa che gli importava maggiormente era il lavoro, infatti, aveva ritardato per lavoro, che di sicuro era molto più importante di una festa di capodanno! Eppure, in quel momento avrebbe preferito di gran lunga passare tutta la serata a quella festa con la persona a lui cara, che lavorare, anche solo per un ora.
Quei pensieri, quel senso di inadeguatezza, quel vuoto, lo accompagnò insieme all’ oscurità che lo soffocava.
Le due, ormai era passata più di un ora, la controllò sull’ orologio al polso. Anche se il Kimono che indossa era pesante a stare impalato al muro cominciò ad avere freddo.
Inutile continuare a stare lì, non sarebbe mai arrivato, non lo avrebbe più ascoltato, al diavolo la festa, al diavolo quel assurdo vestito, al diavolo quel maggiordomo, al diavolo Grell! Se ne sarebbe tornato a casa, avrebbe ricominciato tutto da capo, sotterrando quel che provava per quel insulso Shinigami, e avrebbe continuato la vita di sempre, chissà però se ci sarebbe riuscito…
Fece per andarsene, quando sentì dei passi avvicinarsi, girò lo sguardo e vide Grell, che a testa bassa camminava, un po’ barcollante verso di lui.
“Grell..” lo chiamò William sorpreso. il rosso alzò lo sguardo e non fu affatto felice di incontrarlo di nuovo.
“cosa ci fai ancora qui?”
“perché? Non posso rimanere qui fuori?”
“basta che mi lasci in pace..” si, quella volta era serio
“Grell, ti devo spiegare, vedi..”
“non mi importa!!” urlò e anche forte, gli occhi erano ancora più lucidi,sembrava stesse per scoppiare a piangere, ma si trattenne
“non mi importa delle tue scuse! Me lo avevi promesso! Io ti ho aspettato!”
“ma io..” non sapeva come giustificarsi
“niente ma! Vattene!” urlò sempre più forte “ bastardo! Ti od…” non finì la frase che si accasciò a terra.
William si avvicinò e si accorse che stava vomitando. Probabilmente aveva bevuto quella sera e tanto, e tutto per colpa sua.
“Grell, hai bevuto?” “va..tte..ne..” smise di rimettere e si alzò “mi gira la testa…” si mise una mano sulla fronte,
“non ti senti bene aspetta che ti aiuto..” William gli prese un braccio ma Grell lo respinse ,
“non voglio essere aiutato da te! Io…” smise di urlare, gli occhi si chiusero e questi cadde a terra svenuto.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** fuochi d'artificio ***


Ultimo capitolo! Spero che la fine sia di vostro gradimento! Ringrazio tutti quelli che hanno seguito la mia FF! XD



POV entrambi

Caldo, troppo caldo.
Eppure di fuori non c’era quel tepore tanto piacevole, anzi faceva piuttosto freddo. Grell a piano aprì gli occhi, era sdraiato ma non sapeva su che cosa e dove. Si mise a sedere, la testa gli faceva ancora male, si guardò in giro, era dentro una casa, seduto su comodo letto. Non capì il perché, l’ultima scena che si ricordò fu proprio mentre stava litigando con William poi più nulla, il vuoto totale.
Quella stanza gli era famigliare, la osservò ancora per poco e poi capì: si trovava da Will, probabilmente ce lo aveva portato lui.
“ti sei svegliato finalmente!” sentì la voce del moro provenire dalla porta, si stava avvicinando al letto con in mano due grosse tazze di cioccolata calda. Si sedette sul letto,appoggiando le tazze sul comodino posto accanto al letto.
“cosa è successo?” chiese il rosso confuso
“ sei svenuto, hai bevuto troppo e ti sei messo pure a urlare come un pazzo,così ti ho portato da me…spero che la sbornia ti sia passata.”
“ a quanto pare…” non lo guardava nemmeno in faccia, prese la tazza di cioccolata e cominciò a mescolarla con il cucchiaino.
Silenzio, un silenzio sgradevole, non era abituato a questa tranquillità quando era con Grell, questo lo preoccupava ancor più.
“Grell ascolta io..” cercò di rompere il silenzio ma Grell lo interruppe subito
“non mi interessa…te l ho già detto, non hai mantenuto la nostra promessa, mi hai davvero deluso, per una volta se stato tu a errare, quindi lasciami stare, non voglio parlarti…” era calmo, troppo calmo, era quasi inquietante
“però vedo che ti sei consolato bene…” rispose William ancora scottato per la vicenda nella villa.
Pessima risposta.
“come?!” il rosso cominciò ad arrabbiarsi “come osi fare il geloso dopo quello che mi hai fatto?! io che ti ho aspettato tutta la sera, cercando di distrarmi con un uomo orribile, sperando saresti arrivato e invece nulla, non sai quanto ci sono rimasto male!”
“ avevo tantissimo lavoro da fare! Pensavo di fare in tempo ma ho calcolato male e..”
“ non c’era nulla da calcolare! Dovevi solo presentarti alla festa nell’ora stabilita! Ti è così difficile?” gli occhi di Grell, non avrebbe mai pensato che potessero divenire così duri e pungenti, non lo aveva mai visto così serio, così irato, non aveva la minima idea di come comportarsi in una situazione del genere, l’orgoglio di certo non lo avrebbe aiutato.
“e poi, sempre questa scusa del lavoro! Ti interessa solo quello! preferisci il tuo stupido lavoro a me vero?”
Avrebbe tanto voluto rispondergli in rime, ma lasci perdere, non voleva peggiorare la situazione ulteriormente.
“io me ne vado! sono stufo!” scostò le coperte,appoggiò la tazza e fece per scendere quando Will lo fermò afferrandogli un braccio,
“non andare!” esclamò d'impulso,
“si può sapere cos…” Grell guardò negli occhi lo Shinigami e ne rimase completamente spiazzato: il suo sguardo, non lo aveva mai visto così, così amareggiato, pieno di sensi di colpa, cercava di non darlo a vedere nascondendolo dietro la solita espressione seria ed indifferente a cui era abituato, ma quei occhi parlavano da soli. Gli fece quasi tenerezza, in fondo anche lui aveva capito il suo errore e forse stava cercando di rimediare.
Si sedette sul letto in parte a lui con le braccia conserte:
“cosa vuoi?” cercò di mantenere quell’ aria offesa.
William abbassò la testa senza dare subito una risposta.
“ sono un idiota, ho sbagliato tutto, mi dispiace Grell, spero che tu possa perdonarmi..” rispose a bassa voce.
Grell girò immediatamente lo sguardo spalancando occhi e bocca letteralmente stupefatto.
William, quello Shinigami perennemente orgoglioso, freddo e crudele, in quel momento stava ammettendo il suo sbaglio e per di più si stava scusando con lui. Pensò di essere ancora sotto l’effetto dell’ alcool, eppure sembrava lucido in quel momento, ma non poteva credere alle sue orecchie. Fin da quando erano giovani, William non aveva mai chiesto scusa a nessuno, nemmeno a lui, forse perché non aveva mai fatto nulla di male, ma anche per i più piccoli errori, non si sarebbe mai prestato a scusarsi, magari accennava lievemente di aver sbagliato, ma pentirsi così apertamente mai.
“cosa hai detto?” chiese ancora esterrefatto il rosso
“non farmelo ripetere per favore!” esclamò William guardalo accigliato, ne andava il suo orgoglio in fondo.
“io avrei tanto voluto venire alla festa, con questo Kimono, davvero” continuò guardandosi l’abito elegante che ancora indossava “ma per colpa del lavoro non sono riuscito”
Quelle semplici parole furono dure da dire, era la prima volta che si scusava così,soprattutto con lui, era davvero caduto in basso.
Ma Grell non pensò la stessa cosa, anzi, quella semplice e forse banale frase gli risuonò nelle orecchie come una dolce melodia, e il suo stato d’animo cambiò completamente; lo rese felice, risollevato, non riusciva a tenergli ancora il muso, nemmeno lui in fondo voleva perderlo, era troppo importante.
“Will..” lo chiamò Grell.
Si voltò subito, aspettandosi un'altra ramanzina o magari di peggio, chiedere scusa non era sufficiente,ne era sicuro.
Un bacio, dolce e delicato fece crollare tutte le sue convinzioni e le sue angosce. Le labbra del rosso erano appoggiate sulle sue, così sottili, così gustose, anche per quei pochi secondi William riuscì perfettamente a riconoscerne la magnificenza, le adorava.
“si, ti perdono..” sussurrò lo Shinigami a pochi centimetri da lui.
Il moro non rispose, troppo sorpreso dal bacio e dalla sua risposta, troppo felice. Lo aveva perdonato, lui non aveva detto nulla di speciale e lo ha compreso comunque, quello Shinigami non aveva il benché minimo orgoglio per certe cose, meglio così, ne aveva fin troppo lui.
Grell non accennò a scostarsi e rimase immobile vicinissimo per qualche secondo, era un occasione che non poteva assolutamente perdere.
Will mise una mano sulla nuca del rosso, spingendolo a piano ancor più vicino cosi che le loro labbra potessero incontrarsi nuovamente. Con l’altra mano, gli accarezzava dolcemente il volto e le lingue cominciarono a toccarsi e a incrociarsi.
Delicate, calde, dolci quasi da volerle divorare, non immaginava le mancassero così tanto.
Il gioco con le lingue continuò e in seguito Grell si strinse al collo di lui, è da tanto tempo che non rincontrò le sue labbra sottili, fu una gioia per lui riaverle, e con loro anche quel piacere e quell’eccitazione che tanto desiderava, avrebbe voluto continuare fino all’alba.
Quella foga cominciò a placarsi e i due si staccarono, impacciati, un po’ per la vergogna i due abbassarono la testa senza dire nulla per un lungo periodo di tempo. Quei secondi divenivano sempre più lungi, i minuti passarono, silenzio totale, finché il forti botti dei fuochi d’artificio non interruppero l’imbarazzante quiete.
Grell alzò lo sguardo e sorrise: “Will! Andiamo a vedere i fuochi?”
William immerso nei pensieri, rispose dopo alcuni secondi “fuochi?”
“si esatto! Dai andiamo a vederli! Alla festa non ne ho avuto occasione!”
“tsk, che avranno di tanto speciale?!”
“ma sono stupendi! Dai ti prego!” lo implorò Grell avvicinandosi alla porta
“va bene va bene! Basta che la smetti di piagnucolare!”
William si alzò e si avvicinò a lui, non riuscivano ancora a guardarsi negli occhi dalla vergogna.
Giunsero in una via vicina alla villa Phantomhive, completamente isolata, buia, la visuale non era perfetta ma il bagliore dei fuochi riuscivano ad illuminare gran parte della strada.
“stiamo qui!” esclamò Grell alzando lo sguardo al cielo
“ma non è meglio avvicinarsi alla villa?” chiese Will, visto che i fuochi provenivano da lì se si fossero avvicinati li avrebbero visti meglio.
“no, voglio stare qui..” rispose convinto il rosso, poi gli sorrise.
Non obbiettò, non ce n’era bisogno,troppa gente avrebbe dato fastidio,lì era perfetto.
“sono magnifici!” esclamò Grell
“se lo dici tu..”
“dai Will, guardali almeno!” il rosso, gli prese la mano intrecciando le dita con le sue e appoggiando la testa sulla spalla, William voltò lo sguardo dall’ altra parte imbarazzato.
“perché ti giri? Non guardi i fuochi?”
“n-non mi piacciono..” mentì il moro, cercando di nascondere il leggero rossore che gli velava le guance.
“adesso sono noiosi ma poi arrivano quelli belli!” Grell cercò di convincerlo, ma sembrava inutile, a Will non interessavano certe sciocchezze, tanto meno così sdolcinate. Era già stato un miracolo che prima lo avesse baciato. Quasi ci stava rimanendo male, quando sentì la mano di William stringersi alla sua,voltò lo sguardo e lo vide, con il capo alzato ammaliato dal cielo colorato.
Sorrise appoggiandosi di nuovo sulla sua spalla.

Non era stata un serata divertente, per niente, ma fortunatamente non tutto il male vien per nuocere.
Insieme, sotto quei bagliori colorati, oltre che a festeggiare l'arrivo del nuovo anno, si prepararono ad affrontare il loro nuovo futuro.

FINE



Note:

Kiahb26: ciao, sono molto felice che ti sia piaciuta la mia idea di Will e Grell, ti rigrazio di cuore anche per avermi dato questi consigli e per le precisazioni, il parere altrui è assai importante! XD
però dovrei spiegarti alcune cose:
1- quando Grell pensa "chi è quel finocchio", è un'affermazione che ho voluto scrivere apposta, lo so che è paradossale, l'ho scritta perchè dia un tocco di ironia alla storia,proprio perchè detta da uno omossessuale! XD
2- grell dice di essere una donna, ma in cuor suo sa benissimo di essere un uomo,quando ha dovuto ammetterlo è stato rincrescioso infatti!
A parte questo grazie ancora per averla letta! se noti altri errori non farti scrupoli a dirmeli! XD

LadyVegeta1988: grazie mille! sono felice che ti sia piaciuta..XD spero anche la fine! XD
mi dispiace non aver messo scene hot, ma non mi sembrava davvero il caso,se mai ne farò un altra ti prometto che le metterò! XD

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=561711