Una settimana di agguati di Franky93 (/viewuser.php?uid=101734)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Lunedì - Come farsi dare un bacio da Ivan con l’inganno ***
Capitolo 3: *** Martedì - Come far passare il singhiozzo ad Ivan ***
Capitolo 4: *** Mercoledì - Come terrorizzare Ivan e Toris ***
Capitolo 5: *** Giovedì - Tregua? Ma anche no! ***
Capitolo 6: *** Venerdì - Un imprevedibile sviluppo? ***
Capitolo 7: *** Sabato - Una tranquilla chiacchierata tra fratelli ***
Capitolo 8: *** Domenica - Come finire bene una settimana di agguati ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Una settimana
di agguati
Prologo
-C-Come
hai detto scusa?- balbettò un po’ Ivan, incredulo.
-Proprio
ciò che intendevo, fratellino- rispose Natalia, sfoggiando
un sorriso
leggermente sadico dipinto in volto –Ho intenzione di
lanciarti una sfida partorita
dalla mia mente geniale.- aggiunse, sedendosi su una sedia
lì vicina e
cominciando a spiegare –Come ben sai, fin da quando ne ho
memoria ho sempre
tentato in tutti i modi di farmi sposare da te, ma senza successo.-
-Certo, e
con questo?-
-Dopo
tanto pensare, ho trovato la soluzione definitiva.-
“Non
chiederglielo, non chiederglielo, non
chiederglielo…” –E quale sarebbe questa
soluzione?- “Cacchio, glielo ho chiesto lo stesso!”
-A
partire da domani, hai una settimana di tempo per tentare di resistere
a tutte
le mie “advances” e a tutti gli agguati che ti
tenderò, e se riesci ad arrivare
tutto intero alla fine della settimana, sarai ben ricompensato.-
-E come?-
-Se vinci
questa sfida non mi avrai fra i piedi per un anno intero-
-E nel
caso fallissi?-
-Uh uh
uh… beh, nel caso fallissi… che tu lo voglia o
no… dovrai sposarmi e amarmi per
tutta la vita!-
E
non
appena Natalia disse quelle parole, Ivan ebbe come la sensazione di
essere
stato schiacciato da un macigno, e a poco a poco il suo cervello
pensò
all’unica soluzione possibile: la fuga!
-Fermo
dove sei, fratello!- lo bloccò in tempo Natalia, tenendolo
per la sciarpa e
tirando fuori dalla tasca del suo grembiule un paio di lunghe forbici
da sarta
–Indovina un po’ che fine farà la tua
adorata sciarpa se non accetterai questa
sfida… ZAC ZAC! Ih ih ih ih ih-
-No…
non
puoi farmi questo! Tutto ma non la mia sciarpa! Per favore fammi di
tutto ma
risparmia almeno la sciarpa- si lamentò, cercando di
liberarsi per scappare,
fino a quando, capendo che non c’era alcuna via
d’uscita, si dovette arrendere
–Ok, accetto…-
-Perfetto,
allora si comincia da domani… e faresti meglio a prepararti
al peggio… perché
stavolta farò sul serio!-
Fine Prologo
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Capitolo 2 *** Lunedì - Come farsi dare un bacio da Ivan con l’inganno ***
Capitolo 1:
Lunedì,
ovvero “Come farsi dare un bacio da Ivan con
l’inganno”
Il giorno seguente, come tutti i giorni, Ivan si era alzato di buona
leva dal suo letto, si era fatto una buona doccia, vestito e, una volta
fatto le prove del suo “candido sorriso
inquietante” allo specchio del bagno, era sceso per andare a
fare un po’ di colazione con i suoi tre conviventi, vale a
dire Toris, Eduard e il piccolo Raivlis, meglio conosciuti ai
più, per via del loro stare sempre insieme e del timore che
avevano per il russo, come “Il Trio Tremolante”,
“I Tre Re Magi dell’Est Europa” o
più semplicemente come “Le Tre Piccole Servette di
Madre Russia”. Infatti, chiunque abbia avuto
l’onore (o anche solo il coraggio) di fare visita a Ivan
sarebbe rimasto estasiato dall’ordine e dalla pulizia che
regnava in quell’abitazione grande quanto una reggia
nobiliare, dato che i tre mostravano come un talento innato nel fare i
domestici, al punto che una volta Natalia aveva deciso (con loro grande
dispiacere) di vestirli da domestiche in tutto e per tutto, con tanto
di gonna, rossetto e tiara sulla testa. Pensate, cari lettori, che dopo
quell’esperienza Raivlis, che come già detto era
il più piccolo ma anche il più sensibile dei tre,
ne fu così traumatizzato che non era uscito dalla sua camera
per un mese per paura di incontrare di nuovo Natalia. Ma ora lasciamo i
vecchi ricordi alle spalle e vediamo che succede al tavolo della
colazione.
-Ah, niente di meglio che un buon caffè per iniziare la
giornata, specie se vi si accompagna uno di quei buonissimi cornetti
che mi ha regalato Francis l’ultima volta che l’ho
invitato- si disse Ivan con tono sereno, sorseggiando la buona bevanda
dalla tazzina.
-Beh, s-sono contento che le piaccia, s-signor Ivan- disse Toris,
mostrando un sorriso forzato –E parte del merito va anche a
quel tipo che dice sempre “Pasta”. Sa, è
lui che ci ha donato qualche scorta di quello squisito
caffè.-
-E ha detto anche che nonostante alcune volte lei faccia paura,
meritava comunque un piccolo dono.- aggiunse Eduard.
-E guardi un po’- concluse invece Raivlis, porgendo sul
tavolo un cesto pieno zeppo di frutta –Pensi che giusto
l’altro ieri ci aveva pure regalato questo cestino, nel caso
non le piacesse il caffè.-
-Oh… però, devo dire che quel Feliciano
è molto gentile. Uff, però anche se volessi e
anche per quanto mi sforzi, non riesco a non pensare a ciò
che mia sorella ha in serbo per me…-
Sentendo anche solo le parole “mia sorella”, i tre
ebbero una reazione incredibilmente sincronizzata: infatti, in pochi
secondi, tutti e tre erano impalliditi di colpo e stavano tremando
dalla paura, chiedendosi pure loro che cosa avesse in serbo quella
ragazza dall’apparenza carina ma dal carattere più
inquietante del loro già inquietante e spaventoso principale.
-Mi scusi, ma che cosa ha combinato sua sorella questa volta?-
-Oh, Toris, mio fedele compagno… e anche gli altri
due…-
-Ehm, veramente noi saremmo Eduard e Raivlis-
-Come posso nasconderti che questa volta Natalia ha intenzione di
andarci giù pesante con me?-
-In che senso, scusi?-
-Nel senso che da oggi, per tutta questa settimana, i suoi attacchi
saranno molto più frequenti, o almeno così mi
è parso di capire. Inutile dire che se non riesco ad
evitarla sarò costretto a sposarla.-
-Oh, cielo! Ma è terribile!-
-E dite bene, mio piccolo coro di voci bianche, non ho proprio idea di
che cosa si inventerà pur di incastrarmi e farmi rimanere
con lei-
E dopo aver sentito quel curioso lamento da parte di Ivan, i tre si
scambiarono a vicenda uno sguardo serio, e preso coraggio, diedero
inizio a ciò che poté definirsi
“Operazione consoliamo Ivan”, nella quale i tre
servitori, in caso il loro principale si ritrovi a terra, dovevano
obbligatoriamente consolarlo facendogli il solletico, dandogli un
po’ di pacche consolatorie sulle spalle e sussurragli
nell’orecchio tutti i possibili cocktail a base di vodka, il
tutto in almeno dieci minuti di tempo circa. Tuttavia,
l’operazione si concluse un po’ prima del solito,
dato che, per puro caso, era arrivata una lettere intestata proprio ad
Ivan, e che a giudicare dal bollo sembrava una missiva proveniente
dalla sede degli Alleati.
-Chissà cosa vorrà Alfred questa volta- si chiese
Ivan, aprendo la busta e leggendo ben bene il contenuto della lettera.
-Che cosa dice?- chiese Toris, incuriosito.
-Oh, nulla di particolare, sembra che Alfred voglia vedermi con gli
altri Alleati per discutere di qualcosa in particolare-
-Una cosa top secret, immagino.- disse Eduard.
-Una cosa top secret che forse la smuoverà un po’
da queste assurde preoccupazioni che ha su Natalia- aggiunse Raivlis.
-Ne sei sicuro?-
-Certo che lo sono! Suvvia, pensa davvero che sua sorella voglia
davvero rovinarle la settimana in questo modo? Io non credo.-
-Si, il piccoletto ha ragione. Vada pure a quella riunione e non si
preoccupi, vedrà che un po’ di discussioni con i
suoi colleghi la aiuterà a stendere i nervi meglio di un
massaggio rilassante.-
-Ah, allora se è così e me lo consiglia il mio
fido Toris, allora credo che seguirò questo tuo suggerimento
alla lettera.-
E salutato il trio con tutta la cordialità possibile, Ivan
si mise in cammino verso la sede degli Alleati, guardandosi di tanto in
tanto le spalle e sperare che “quella certa
persona” non saltasse fuori all’improvviso da ogni
dove, cominciando poi ad inseguirlo ovunque. Fortunatamente per lui,
fino all’arrivo a destinazione, tutto sembrò
filare liscio, e il russo poté tranquillamente tirare un
sospiro di sollievo ed entrare nell’edificio, speranzoso di
passare almeno un po’ di tempo insieme ai suoi
amici… sempre che un cinese intraprendente, un americano
esuberante e un inglese con le sopracciglia folte che litiga sempre con
un francese pervertito possano definirsi “amici”
nel verso senso letterale del termine, anche se un po’ doveva
ammettere che quelle poche ore passate con quei quattro erano
l’unica cosa che lo divertiva, se non si contavano ovviamente
le velate minacce che faceva ai suoi tre servitori o le ore piccole che
passava durante la notte per organizzare il suo grande piano di
conquista del mondo intero… ma questa, naturalmente,
è un’altra storia. In ogni caso, mentre mi perdevo
a spiegarvi questo, Ivan aveva già raggiunto la sala
riunioni, trovandola inspiegabilmente vuota, cosa che non lo sorprese,
viste le poche volte che gli capitava di entrare per primo. Tuttavia,
mentre si guardava intorno, ebbe una strana sensazione, o per essere
ancor più precisi, una sensazione a lui molto familiare,
sensazione che si trasformò poi in realtà quando
sentì una strana cantilena che recitava “Kekkon,
kekkon, kekkon…”. Comprendendo ciò che
stava succedendo, tentò di uscire dalla sala, ma a sorpresa,
Natalia fece la sua comparsa e chiuse la porta a chiave, per poi
mettersela nella tasca del suo grembiule, il tutto mostrando un sorriso
di inquietante soddisfazione. Volendo salvarsi, Ivan provò
ad urlare, ma la sorella gli chiuse la bocca baciandolo sulle labbra, e
non potendo fare nulla per replicare e consapevole di essere stato
ingannato, il russo svenne, non si sa se per il terrore o per il bacio.
Fine Cap.1
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Capitolo 3 *** Martedì - Come far passare il singhiozzo ad Ivan ***
Cap.2:
Martedì, ovvero “Come far passare il singhiozzo ad
Ivan”
Il
martedì di quella settimana, volendo seriamente dimenticare
la brutta sorpresa
causatagli dalla sorella il giorno prima (bacio sulle labbra compreso),
Ivan
decise di ammazzare un po’ il tempo facendo da insegnante di
danza cosacca ai suoi
tre inutili schiav… volevo dire, il suo allegro entourage di
conviventi/domestici tenuti al minimo sindacale. Si poteva dire che,
almeno nel
caso di Toris, la lezione stesse andando bene… peccato che
per Eduard e Raivlis
non era la stessa cosa, visto che timidi ed impacciati quali erano non
riuscivano nemmeno ad eseguire bene neanche un passo.
-No,
no,
non ci siamo, ragazzi miei- disse il russo –Se voi due
continuate con questo
ritmo non sarete mai pronti per il saggio che ho promesso agli Alleati
per la
fine di questo mese.-
-Ci dia
un po’ più di tregua, signore- replicò
Eduard –Non siamo così bravi come
Toris.-
-Sì,
il
mio amico ha ragione- aggiunse Raivlis –Sembra che lei stia
facendo di tutto
per trasformare il nostro compagno in uno di quei raccomandati da
strapazzo.-
-Uh? Come
hai detto, scusa?-
-Ho detto
solo che io ed Eduard meritiamo almeno il doppio delle attenzioni che
da al
nostro compagno lituano-
“Oh-oh,
mi sa che stavolta Raiv ha esagerato” pensò
giustamente il povero Toris,
notando il principale ricoprirsi di uno strano alone spettrale e
inquietante.
-Non
credo di averti sentito bene… Kol kol kol…-
-Complimenti,
Raivlis, ora saremo tutti nei guai per colpa tua!-
-Ma…
ma
io volevo solo…-
-Lo sai
bene che niente e nessuno deve contraddire il principale, altrimenti
come pena
si rischia la lavata di capo!-
-Ma
Toris, io ho solo detto la verità…-
-Ti
prego, non peggiorare le cose…-
Ma
ormai
per quei tre era inutile perdersi in chiacchiere, dato che il russo
stava
avanzando minaccioso verso di loro, o meglio, verso Raivlis,
imbracciando un
tubo di rubinetto arrugginito e il “candido sorriso
inquietante” era apparso
sul suo volto. E a questo punto voi lettori vi chiederete se per il
lettone
fosse finita… e invece no, perché a salvarlo in
extremis fu…
-Hip!
Oh,
cielo! Hip! Ma che diamine… Hip! Hip!-
Proprio
così, miei giovani lettori. Per quanto assurdo potesse
sembrare, la vita di
Raivlis fu risparmiata a causa dell’inaspettato malore che
colse il russo. E
infatti, ora Ivan sembrava più occupato a trattenere il
singhiozzo che a
riempire di mazzate il componente più giovane del Trio
Baltico, che ora si
stava interrogando su ciò che poteva averlo causato.
-Voi
dite
che ha urlato troppo in questi ultimi tempi?-
-No, lo
escludo, Ed. Potrebbe aver preso un colpo d’aria-
-Sì,
in
una stanza con le finestre chiuse, ma dove vivi, Raiv?-
-Calmati,
To, mi sembrava un’opzione valida, così come
probabilmente potrebbe essergli
stato causato dall’aver mangiato con un po’ troppa
fretta il pranzo di oggi.-
-Sì,
concordo con l’amico occhialuto di Toris, hip! Si vede che,
hip, dato che
l’agguato di, hip, ieri mi ha lasciato parecchio, hip,
irritato, ho pensato di
scaricare la mia frustrazione sul cibo, hip-
-Però
mio
signore, con tutto il rispetto parlando, poteva anche evitare di
mangiare il
borsch di fretta, tanto non scappava mica!-
-Lo so,
Toris, hip, ma rimane il fatto che, hip, quando
c’è Natalia in giro o nei
paraggi, hip, c’è poco da stare tranquilli-
-Già,
mio
adorabile fratellone…- disse una voce molto nota e familiare
echeggiando tra le
pareti della stanza –Se ci sono io hai proprio poco da
rilassarti…-
-Oh,
no…-
-È
lei!-
-Ed
è già
qui!-
-Non
allarmatevi, miei fidi compagni, hip! Fate come vi dico, hip, e
andrà tutto
bene, hip-
Ma
non
appena Ivan finì di parlare, notò che i tre
ragazzi si erano subito dati
"eroicamente" alla macchia, e ora si era ritrovato solo, in trappola e
con un
singhiozzo tremendo che gli impediva di parlare. Consapevole che prima
o poi
“lei” sarebbe apparsa, cominciò ad
avviarsi verso l’uscita, ma all’improvviso,
uscendo da una curiosa botola nel pavimento, Natalia apparve!
-Kekkon…
kekkon… kekkon! Sposami, fratellone!- cantilenò
lei.
-AAAAAAAAAAAHHHHH!-
urlò terrorizzato lui
-Sei
miooooooo!-
-NOOOOOOOOOOOOOOO!-
Ciò
che
accade in seguito in quella stessa sala non ci è dato
sapere, ma qualche ora
più tardi, proprio mentre il Trio Baltico stava dando il via
al Vodka Party
delle 17 (sì, esatto, in Casa Sovietica i party a tema vodka
sono all’ordine
del giorno, problemi?) il russo riapparve, volto più pallido
del solito,
sguardo spiritato e guance ricoperte di rossetto, nel soggiorno dove si
stava
appunto svolgendo la festicciola, prendendo come se niente fosse una
delle
bottiglie e iniziando a berla a grandi sorsate come un disperato.
-Ehm…
va
tutto bene, capo?- domandò preoccupato Toris.
-Shecondo
te?- rispose l’interessato, mostrando molto adirato
nonostante si stesse
ubriacando come un lupo –Shecondo te dopo che voi nove mi
avete laschiato in
balia di quella pazza dovrebbe andarmi tutto bene? Schiete shtati dei
veri
idioti!-
-Chiediamo
umilmente scusa, signore- disse Eduard.
-Sì,
molto umilmente scusa…- aggiunse Raivlis, notando che
c’era qualcosa che non
andava –Ma come “voi nove”? Noi siamo
tre, non è che per caso ha alzato il
gomito e ci vede addirittura triplo?-
-Oshate
contraddire il vostro capo, piccoli impiastri? Bene, allora per
punizione vi
detrarrò ben due meshi di stipendio.-
-Ma, ma
signore!-
-Contraddischi
ancora? Tre mesi!-
-Ma…-
-Allora
un anno di stipendio, e non she ne parla più!-
Non
volendo rischiare di rimanere anche senza lavoro, e leggendo pure una
scintilla
molto minacciosa negli occhi del loro capo, i tre non sospirarono una
parola di
più, ma si limitarono a mandare avanti la piccola festa in
soggiorno e
assicurarsi di avere una bottiglia nuova da far bere al loro capo.
Concludendo,
quel martedì Ivan fu vittima del secondo agguato della
sorella, ma anche se ora
stava bevendo per dimenticare, poteva dirsi soddisfatto se a causa
dello
spavento subìto ora non aveva più quel fastidioso
problema di singhiozzo, se
non fosse per il fatto che la parte post-spavento lo aveva
evidentemente
traumatizzato al punto da bere un sorso di vodka ogni volta che ci
ripensava
anche solo per un secondo.
Fine
Cap.2
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