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Lista capitoli: Capitolo 1: *** L'indifferenza fa soffrire più dell'odio *** Capitolo 2: *** I ricordi non tornano mai se una persona vuole veramente dimenticare *** Capitolo 3: *** Come geloso soffro quattro volte *** Capitolo 4: *** Il Ballo Del Ceppo *** Capitolo 5: *** Little Things *** Capitolo 6: *** Afferrare Una Stella *** Capitolo 7: *** Letters *** Capitolo 8: *** Brighter *** Capitolo 9: *** Pain And Fear ***
Capitolo 1 *** L'indifferenza fa soffrire più dell'odio ***
…*My Star*…
tum…tum
…tum…tum…tum
i suoi passi echeggiavano
nel corridoio di Hogwarts che stava percorrendo di fretta. I lunghi boccoli
color dell’ebano ondeggiavano a causa del vento che proveniva dalla finestra
aperta. Continuava a correre sbattendo i piedi a terra con una tale forza che
le facevano male. Per fortuna il corridoio era deserto perché Demetra, in quel
momento, avrebbe potuto incenerire chiunque con lo sguardo.
Ma non era colpa sua se
aveva un cugino stupido che dubitava del suo migliore amico … e non era neanche
colpa sua se il suo migliore amico era così testardo da non voler far pace con
suo cugino. In fondo a chi poteva interessare l’identità della persona che
aveva messo il nome di Harry nel Calice di Fuoco. Harry sosteneva di non essere
stato lui, diceva solo la verità, non avrebbe avuto motivo di mentire, sapeva
di potersi fidare di Hermione, Ron e di lei, erano i suoi migliori amici.
Sicuramente Ron aveva esagerato a chiamarlo “traditore”, Harry non lo meritava …
certamente lo meritava lei. Sì, Demetra si sentiva un traditrice in quel
momento.
Si sentiva così perché stava
voltando lentamente le spalle ai suoi compagni di casa, ai suoi amici e alla
sua famiglia … e tutto per colpa di… di… di lui. Lei aveva provato a
dimenticarlo, ma ogni volta che incontrava i suoi occhi si scioglieva, non
riusciva a non guardarlo… le piaceva troppo il suo sorriso ed aveva una voce
unica ……… si era innamorata di lui, voleva gridare al mondo intero di essere
innamorata di Draco Malfoy! Ma lei era: una Grifondoro doc, migliore amica di
Harry Potter (lo sfregiato) e di Hermione Granger (la Mezzosangue so-tutto-io)
e cugina di Ron Weasley(lenticchia). Certo, era una purosangue, ma era comunque
una traditrice del proprio sangue … ecco, appunto, era nata per essere una
traditrice … ormai lo aveva capito, con tutti i ragazzi che c’erano ad Hogwarts
doveva proprio innamorarsi di Draco Malfoy: Serpeverde, Principe delle Serpi e
noto figlio di Mangiamorte … anche se lei era convinta che ci fosse di più
sotto la sua maschera di ghiaccio …
Era arrivata ad un bivio
doveva scegliere se andare a destra verso la torre di astronomia e buttarsi di
sotto oppure andare a sinistra, versola
biblioteca. Dopo un lungo periodo di indecisione si diresse verso la
biblioteca, ad ucciderla ci avrebbero pensato Harry e Ron se avessero
continuato a non parlarsi o se avessero scoperto che era innamorata di Draco
Malfoy.
Per sua fortuna anche il
corridoio che portava alla biblioteca era deserto, gli unici suoni erano il
soffio del vento che si scontrava con il vetro delle finestre e i suoi passi
pesanti. Giunta alla biblioteca si diresse verso il tavolo dove, lei ne era
certa, avrebbe trovato Hermione sepolta da un’ enorme quantità di libri.
Infatti, superato uno
scaffale trovò la sua amica intenta a leggere un libro enorme che aveva l’aria
di essere molto pesante.
“Trovato niente?” chiese ad
Hermione, che sobbalzò per lo spavento. “Ancora no purtroppo” rispose
sconsolata “Ci sono centinaia di libri sui draghi, ma non c’è niente che possa
aiutare Harry a superarne uno.”
“Ma un modo ci deve essere,
non può essere una prova impossibile!!” “Già, è quello che penso io. Comunque
sei riuscita a far ragionare Ron?” chiese la riccia.
“No, è troppo testardo. Come
è andata con Harry?”
“Idem, sarebbe più facile
convincere Malfoy a sposare una mezzosangue.”
Ecco, appena aveva sentito
il suo nome il suo cuore aveva accelerato i battiti in modo sorprendente e, a
giudicare il calore che avvertiva sulle guance, era anche arrossita.
“Oh, scusa, non volevo
toccare un tasto dolente, perdonami!Prometto che non lo faccio più!!!” quasi
urlò Hermione all’amica, notando il rossore improvviso delle sue guance. “Non
ti preoccupare” disse la mora con un sospiro “Tanto non ho speranze con lui.”
“Parli del diavolo e
spuntano le corna.” sussurrò Hermione fissando un punto preciso oltre la spalla
di Demetra.
“Ehi Granger, Stai ancora
cercando di salvare il c**o a Potter?”
“Taci Malfoy” gli disse
Demetra seria, ma il biondo la ignorò completamente, come se nessuno avesse
parlato.
“Non ti disturbare così
tanto, Granger, lo sanno tutti che non durerà più di dieci minuti.” continuò il
biondo facendo lampeggiare POTTER FA SCHIFO sulla spilla appuntata alla divisa.
“Malfoy, non abbiamo tempo
da perdere, quindi gira i tacchi e vattene.” gli disse Demetra, ormai sull’orlo
di una crisi di nervi, ma Malfoy continuò, fingendo di non averla sentita “Non
riuscirai a salvare il c**o a Potter ancora, è un tale sfigato.” “Malfoy, puoi
dire quello che vuoi basta che te ne vai!!!!” urlò Hermione attirando
l’attenzione di Madama Pince. “Non serve scaldarsi tanto mezzosangue, me ne
vado, ma poi non dire che non ti avevo avvertita quando Potter ci resterà
secco.” detto questo se ne andò lasciando un’Hermione contrariata e Demetra con
i nervi a pezzi.
“Visto, lo ha fatto
ancora!!!E non dire che mi sto immaginando le cose!!!” sussurrò la mora con
fare rabbioso
“Guarda che non ti sei
immaginata niente, non è la prima volta che Malfoy si comporta così.”
“Non intendevo quello. Volevo farti notare che
mi ha ignorata per l’ennesima volta. Non mi insulta neanche!!!”
“Considerati fortunata,
preferiresti essere insultata da Malfoy?”
La risposta sincera era sì,
avrebbe fatto qualsiasi cosa per farsi considerare da Malfoy, le sarebbe
bastato anche un insulto o una frecciatina che di solito riservava ai suoi
amici o a chi ostacolava la sua strada in generale. Non voleva essere ignorata
dal ragazzo che amava anche se questo ragazzo era Draco Malfoy.
“Dem?? Demetra, ci sei??”
“Cosa?”
“Niente, lascia perdere. Io
torno in sala comune, appena puoi prova a parlare di nuovo con Ron.”
Capitolo 2 *** I ricordi non tornano mai se una persona vuole veramente dimenticare ***
My Star
I ricordi non tornano mai
se una persona vuole veramente
dimenticare (S.Giuliano)
I giorni passavano e la
prima prova del Torneo si avvicinava. Harry non aveva ancora trovato il modo di
superare il drago e non voleva saperne di parlare con Ron.
Era giunta l’ora di agire,
quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare ed era proprio quello che
Demetra voleva fare. Chi la conosceva sapeva bene che se voleva una cosa
riusciva sempre ad ottenerla.
Per prima cosa decise di
parlare seriamente con Ron, che, dopo lunghe ricerche, trovò nel dormitorio
maschile.
“Come va Ron?” gli chiese
con un sorriso furbetto dipinto sulle labbra.
“ emh… bene credo…emh sì
bene” le rispose suo cugino imbarazzato e arrossendo, il che voleva dire che
aveva l’umore sottoterra.
“Perché non fai pace con
Harry?”
“Perché NO!!!”
“Per una volta lascia
perdere la gelosia Ron! E’ il tuo migliore amico!!!!”
“Ho detto di NO!!!!” le
rispose minaccioso.
“Ron smettila, è lui che
dovrebbe essere geloso, non tu!!!!”
“Ah, sì? E perché mai?”
Perché doveva avere un
cugino così sciocco? Ma gli voleva troppo bene per lasciar perdere ora.
“Ron, come fai ad essere
così cieco da non riuscire a vedere quanto bene ti vogliono le persone che ti
circondano? Hai dei genitori che ti adorano, che cercano di fare tutto per te,
per Hermione non sei solo un amico e soffre vedendoti soffrire, Harry in questi
giorni sta malissimo senza di te, ti considera come un fratello; e ricordi
quando Fred e George hannocercato di
farti stringere un voto infrangibile? Dopo non ti hanno parlato per una
settimana perché si sentivano in colpa, e tutti i loro scherzi sono il loro
modo di dimostrarti che ti vogliono bene; Ginny semplicemente ti adora, eri il
primo a difenderla e le offrivi sempre metà del tuo dolce quando lei aveva già
finito il suo e ti assicuro che non lo ha dimenticato!!!!!!
Ti devo ricordare chi mi ha
regalato il carillon che tengo sul comodino da 6 anni? chi dormiva con me
quando avevo paura dei temporali? Con chi ho volato per la prima volta? Chi mi
ha insegnato a giocare a Quidditch? Sei sempre stato tu Ron ed è perquesto che sei come un fratello maggiore per
me.
Anche Percy, Bill e Charlie
ti vogliono bene, ma forse tu eri troppo occupato a commiserarti per
accorgertene.” Demetra urlò tutte queste parole e quando ebbe finito si voltò
per andarsene, lasciando un Ron decisamente triste, ma rincuorato dalle parole
della cugina che ormai considerava come una sorella. L’aveva fatto quasi
sembrare un eroe, non si era accorto di aver fatto tutte quelle cose, forse se
l’era presa troppo con Harry; e poi cosa significava che per Hermione non era
solo un amico?? Non lo sapeva, ma lo avrebbe scoperto.
*
Erano passati giorni dalla
prima prova. Harry era riuscito a superarla egregiamente grazie alla sua capacità
di volare e aveva fatto pace con Ron. Tutto procedeva per il meglio (escludendo
Rita Skeeter e le spille che mettevano in cattiva luce Harry); ma Demetra non
riusciva ancora a togliersi dalla testa Draco, che continuava ad ignorarla. Da
una parte voleva che lui fosse felice, dall’altra voleva che lui la notasse,
che le rivolgesse la parola, sarebbero bastati anche insulti, non le importava,
voleva essere semplicemente notata.
Voleva dimenticare quel
ragazzo che la feriva continuamente senza accorgersene, aveva provato a
dimenticarlo dalla conversazione che avevano avuto l’anno prima.
FLASHBACK
Demetra si trovava nella
foresta, assistendo alla prima lezione di cura delle creature magiche, Harry
aveva spiccato il volo in groppa a Fierobecco, era appena atterrato quando
Hagrid gridò “Chi ci è il prossimo che ci vuole provare?”
Dem non se lo fece ripetere
due volte, alzo immediatamente la mano e si avvicinò all’ippogrifo, fece
l’inchino e aspettò che anche Fierobecco si inchinasse. Mentre si stava
avvicinando ancora di più sentì una voce inconfondibile, ovviamente, quella di
Malfoy, dire “Ma và! Tu non sei pericoloso stupido pollo!!” a quelle parole
l’ippogrifo si innervosì ed alzò le zampe anteriori, pronto a colpire la
persona che si trovava davanti. Stava per colpire Demetra quando qualcosa la
spinse di lato facendola cadere, sentì gli artigli di Becco afferrare e
infilzare qualcosa. Si girò e vide Malfoy steso a terra con una smorfia di
dolore stampata sul viso, la manica della camicia completamente sporca di
sangue. Non poteva essere stato lui a salvarla, per quanto lo volesse non
poteva credere che fosse vero. Nessuno si era accorto del “salvataggio” perché
tutti erano stati spaventati dall’ippogrifo. Non sapeva cosa pensare, ma era
convinta di quello che aveva visto.
Il giorno dopo decise di
andare a ringraziare Malfoy, soprattutto per capire il motivo della sua azione,
tanto il peggio che poteva accadere era farsi ridere in faccia, in confronto a
quello che aveva passato era niente.
Trovò Malfoy in un corridoio
dei sotterranei, camminava lentamente, sembrava pensieroso e aveva il braccio
ferito fasciato.
“Malfoy” lo chiamò, lui si
girò con un’aria sorpresa, quando lo ebbe raggiunto continuò a parlare.
“Volevo ringraziarti per
ieri, per avermi salvata da Becco”
“Tu credi veramente che io
ti abbia salvata?” disse lui ghignando.
“Si, è quello che hai fatto”
“E perché mai avrei dovuto?
Solo un pazzo potrebbe salvarti.”
“Cosa? Io sono sicura di
aver visto…”
“Se avessi voglia di salvare
qualcuno, di certo non saresti tu.” La stava prendendo in giro??? Nessuno
poteva prenderla in giro!!! Accadde tutto in un attimo, Demetra alzò il braccio
pronta a colpire il biondo. Però Malfoy fu più svelto e afferrò il polso della
ragazza con il braccio sano prima che lei lo potesse schiaffeggiare.
“Non ti conviene, potresti
farti male!” le disse il ragazzo con il suo solito tono da chi guarda dall’alto
in basso.
“Lasciami Malfoy, mi stai
facendo male” ordinò Demetra a denti stretti. Il biondo esitò un attimo ma poi
la lasciò andare. Demetra iniziò a correre, troppo presto e troppo velocemente
per riuscire a vedere una lacrima che scorreva lungo il viso del biondo, aveva
ferito l’unica ragazza che avesse mai amato.
FINEFLASHBACK
******
Eccomi con il secondo capitolo… Spero vi sia piaciuto.
Se vi capita (per caso) di recensire ne sarei veramente
felice, accetto anche commenti negativi :) !!
Bhè, allora alla prossima con il nuovo capitolo e grazie
per aver letto!!
Capitolo 3 *** Come geloso soffro quattro volte ***
My Star
Come geloso, io soffro quattro volte:
perché
sono geloso, perché mi rimprovero di esserlo,
perché temo che la mia gelosia finisca col
ferire l'altro,
perché mi lascio soggiogare da una banalità:
soffro di essere escluso, di essere aggressivo,
di essere pazzo e di essere come tutti gli
altri.
(R.Barthes)
I giorni passarono ed arrivò
dicembre accompagnato dalla neve che cadeva leggera dal cielo imbiancando il
castello di Hogwarts e il paesaggio.
Sarebbe stato un bel giorno
per Demetra se solo non fosse stato per l’orribile annuncio della McGranitt,
che alla fine della sua lezione aveva detto che la sera di Natale si sarebbe
svolto il Ballo del Ceppo. Un vero ballo con vestiti eleganti e balli di
coppia, ovvero tutto il contrario di ciò che Demetra voleva fare. Odiava
ballare da quando era nata soprattutto se erano balli di coppia, odiava i
tacchi alti e non si sentiva a proprio agio nei vestiti eleganti con gonne
ampie e corpetti assassini. Poi il problema principale era: con chi andare al
ballo? Naturalmente erano i ragazzi ad invitare, ma nessuno avrebbe potuto
invitarla… di solito i ragazzi si limitavano a evitarla…
Per lei non era un problema,
non c’era differenza tra andare al ballo accompagnata o andarci da sola… anche
se ci sarebbe stata una persona con la quale avrebbe voluto andare………
“Demetra?” disse una voce
alle sue spalle.
Demetra si girò per trovarsi
di fronte a Wilton Kysely,
un ragazzo di Corvonero del sesto anno carino e abbastanza intelligente; glielo
aveva presentato Daisy Light (la sua ex) 3 anni prima.
“Se non hai già qualcuno con
cui andarci, ti andrebbe di venirci con me?” chiese lui sicuro senza il minimo imbarazzo.
Demetra rimase spiazzata, non se lo aspettava e non sapeva cosa rispondere… non
era con lui che voleva andare al ballo, ma siccome il suo “cavaliere” non era
disponibile decise di accettare.
“D’accordo, verrò al ballo
con te.”
Il sorriso di Wilton, se
possibile, si allargò ancora di più.
“Bene allora ci vediamo…
ciao Dem.”
“Ciao”
*
NO. No, non
era possibile. Demetra non poteva andare al ballo con Kysely.
Perché no? Chiese una vocina dentro di lui
Non può e
basta.
E chi lo dice?
Lo dico io.
Perché?
Fatti miei!!
Non sarai geloso?? Chiese la vocina che aveva nel cervello… odiava
quella vocina, la odiava perché faceva parte di lui, la odiava perché era
sempre pronta ad intromettersi, ma la odiava soprattutto perché aveva sempre
ragione… era geloso, tremendamente geloso… e soffriva per questo.
Era innamorato di lei da molto
tempo, era lui a conoscere ogni suo sorriso, a sperare che il prossimo sarebbe
stato rivolto a lui, era lui che la guardava di nascosto solo per sentirla
vicina, era lui che sognava di stringerla, era lui che si accorgeva della sua
vicinanza sentendo il suo profumo, era lui che si svegliava la mattina con la
speranza di incontrarla, era lui l’unico che la guardava e la vedeva. Kysely
aveva qualcosa in mente e toccava a lui proteggerla, avrebbe dato la vita per
lei.
Ma era un Malfoy non poteva
amare una Grifondoro traditrice del proprio sangue.
Per la prima volta in vita
sua non si riconosceva. Per la barba di Merlino!!! Era un Malfoy! Si era
innamorato di una mezza Weasley, una traditrice del proprio sangue… Dove erano
finiti tutti quei principi sul sangue puroin cui credeva?? Stava tradendo la
sua famiglia, il suo nome… ma avrebbe fatto comunque tutto per lei… Forse ciò
in cui credeva non era proprio così vero, o forse era lui ed essere nato
sbagliato
o ad essere nato nella
famiglia sbagliata… ancora quella vocina, ma
forse anche questa volta aveva ragione, magari le decisioni della sua famiglia
erano sbagliate, avevano sbagliato a non tirarsi indietro quando la situazione
aveva iniziato a complicarsi. Ma non aveva il coraggio di abbandonare la
propria famiglia in quella situazione, alla mercè del Signore Oscuro, e non
aveva di certo intenzione di dimenticare la ragazza che gli aveva rubato il
cuore.
La sua rabbia era accecante,
continuava a pensare a lei, sognava di stringerla, ma ad un tratto l’immagine
cambiò, vide la figura di un ragazzo sconosciuto tenerla stretta fra le
braccia, erano così vicini… troppo per i suoi gusti… la rabbia se possibile
aumentò portandolo a colpire il muro con il pugno chiuso, all’improvviso si
alzò dalla poltrona sulla quale era seduto, percorse a grandi passi il metro
che lo separava dal bagno del dormitorio, ignorando il dolore alla mano e il
sangue che scorreva copioso lungo il suo braccio……pensando ancora a lei…
ma impavido resiste al giorno
estremo del giudizio:
se questo è errore e mi sarà
provato,
io non ho mai scritto, e nessuno
ha mai amato.
(William Shakespeare)
Il giorno del ballo era arrivato. Mancavano
ancora tre ore
al ballo, ma molte ragazze si erano
ritirate nei propri dormitori per mettersi a tiro, Demetra non era fra queste.
Era sdraiata sul suo letto, facendo finta
di non sentire gli urletti isterici che si scambiavano Lavanda e Calì,
concentrate in discorsi filosofici molto profondi:
“Quale ombretto metto? Quello rosa o quello
rosa perlato?” domandò Lavanda a Calì
“Secondo me è meglio quello rosa perlato,
si abbina meglio ai tuoi capelli”
“siiiiii, hai assolutamente ragione!!!! E
poi riprende anche il colore del mio vestito, a proposito te l’ho fatto
vedere?” Rispose Lavanda e senza aspettare la risposta dell’amica aprì il suo
baule per tirarne fuori quello chea
Demetra sembrò un ammasso di stoffa, tulle, pizzo e merletto rosa. Quasi le
venne da vomitare… lei non avrebbe mai messo un vestito del genere, a pensarci
bene non aveva ancora visto il suo vestito, ma non le interessava, in quel
momento era occupata a pensare ad una persona in particolare.
“Tu non ti prepari?” la risvegliò Calì dai
suoi sogni
“Non ancora, c’è tempo, mancano ancora tre
ore!!”
“COSA???” Sbraitò Lavanda “Ci vogliono più
di tre ore per prepararsi!!! Bisogna fare una doccia, manicure e pedicure,
indossare il vestito, sistemare i capelli, scegliere i gioielli, truccarsi e
abbinare gli accessori con vestito scarpe e trucco, se non inizi subito non
sarai pronta in tempo!!!”
“Sarò pronta in tempo perché io, a
differenza di voi non ho bisogno di mettermi uno strato di stucco in faccia.”
“Ma il fondotinta, la cipria e il fard sono
fondamentali!!!” urlarono istericamente le due guardando Demetra disgustate
“ne farò a meno.”
Mancava ancora un’ora al ballo e Demetra
era quasi pronta, doveva solo infilarsi il vestito e truccarsi. Prese il
vestito dal baule e rimase meravigliata, era dei suoi colori preferiti (ovvio,
lo aveva disegnato lei!) Lo infilò in un lampo e passò al trucco.
Per i capelli optò per un semplice chignon
ma lasciando alcuni boccoli scendere sulle spalle. Era definitivamente pronta. Si
guardò intorno, Hermione era alle prese con i sui capelli, Lavanda stava
cercando di ampliare la scollatura del suo vestito tramite un incantesimo
mentre Calì si stava passando la sopracitata manata di stucco sulla faccia.
Mancava ancora mezz’ ora e si stava annoiando, quindi passò al suo passatempo
preferito, sognare ad occhi aperti un ragazzo biondo con gli occhi grigi.
*
Si trovava nella sala dì ingresso al fianco
di Pansy Parkinson, cercava di sembrare felice, ma non ci riusciva, non senza
di lei al suo fianco. Si girò verso le scale e vide la cosa più bella che
avesse maivisto in tutta la sua vita.
Demetra stava scendendo le scale lentamente, divina nel suo abito nero che
lasciava la schiena scoperta, gli ampi spacchi della gonna rivelavano la stoffa
verde sottostante, aveva i capelli raccolti con alcuni boccoli che le
incorniciavano il viso, era bellissima, non riusciva a credere ai suoi occhi.
Era una stella, la sua stella.
Demetra individuò Wilton tra la folla, lui
la stava aspettando alla fine delle scale con uno strano ghigno sulle labbra.
Entrarono insieme nella sala grande
decorata appositamente per il ballo. Wilton non le aveva rivolto la parola,
guardava tra la folla come se stesse cercando qualcuno. La musica iniziò e i
campioni cominciarono a ballare, Wilton trascinò Demetra verso la pista da
ballo, iniziarono a ballare anche loro, ma qualcosa non quadrava. Infatti
Wilton continuava a guardare un punto fisso dietro le spalle di Demetra, che
incuriosita, si girò per vedere Daisy Light ballare fra le braccia di un
ragazzo.
“Stai cercando di farla ingelosire, vero?”
chiese Demetra allontanandosi leggermente da Wilton
“Non allontanarti, altrimenti il mio piano
non funzionerà!”
“Avevo ragione,mi hai invitata solo per far
ingelosire la tua ex!”
“Guarda che ti ho fatto solo un favore
invitandoti. Nessun’altro avrebbe voluto!” pronunciò queste parole con
disgusto, Neanche Voldemort avrebbe potuto dirlo in quel modo.
“Vaf*****lo”disse lei spintonandolo per allontanare il
ragazzo da lei.
Non fece neanche due passi che si ritrovò
davanti a Draco e Pansy che ballavano vicini, molto vicini, troppo vicini…
Tutte quella sera dovevano capitare? E
proprio tutte a lei?? Cosa aveva fatto di male? Con questi pensieri si diresse
di corsa verso l’uscita, arrivò in giardino e si mise seduta sulla riva del
lago fregandosene del’abito che stava rovinando. Iniziò a guardare le stelle e
a pensare…
Quella t***a non lo meritava, in quel
momento non avrebbe dovuto ballare conla Parkinson, lei era solamente innamorata del suo nome, non aveva mai
guardato veramente i suoi occhi grigi, non si svegliava ogni mattina sperando
in un suo sorriso, non arrossiva ogni volta che lo vedeva, non le batteva il
cuore ad ogni suo sguardo.
Demetra invece sì, nonostante fossero
passati anni quel sentimento esisteva ancora e non accennava di diminuire,
anzi, aumentava ogni giorno di più.E la
cosa peggiore era che non sarebbe finita bene, non potevano stare insieme,
erano troppo diversi, le loro famiglie erano troppo diverse… questa storia
assomigliava molto a quella di Romeo e Giulietta… quasi, perchè loro si
amavano, mentre Draco non la degnava neanche di uno sguardo…
“Che ci fai qui tutta sola?” disse una voce
ghignante, Demetra si alzò di colpo per lo spavento, conosceva troppo bene quella
voce…
“Non sono affari tuoi Malfoy”
“Già, hai pienamente ragione, ma sono
ancora.. come dire… curioso.”
“Niente”
“Certo, e tu pensi che io ci creda. Non
credo che tu sia scappata così all’improvviso per niente.”
Era proprio un osso duro … non poteva certo
dire che era scappata perché lo aveva visto avvinghiato alla Parkinson e la
gelosia l’aveva accecata, ma non poteva neanche mentirgli…
“Guardavo le stelle e pensavo… a volte
vorrei essere perfetta come una stella…”
Draco non rispose, sembrava si stesse
trattenendo dal dire qualcosa… ora fissava incantato le se stelle anche lui.
Era bellissimo, illuminato dalla debole luce della luna, le stelle si
rispecchiavano nei suoi occhi profondi che nascondevano molto di lui.
Qualcosa la distrasse dai suoi pensieri,
sentiva uno strano formicolio sul piede, abbassò lo sguardo e vide un grosso
ragno che cercava di salirle sulla gamba. Lei odiava i ragni era aracnofobica
da…da… bè, da sempre.
Si tolse di dosso il ragno, ma per farlo
perse l’equilibrio, stava per cadere, chiuse gli occhi aspettando l’impatto con
il terreno… che non arrivò. Qualcosa l’aveva trattenuta, aprì gli occhi e si
trovò il viso di Draco a poca distanza dal suo. Non aveva più il solito ghigno
sulle labbra, i suoi occhi non nascondevano più, la sua maschera di ghiaccio si
era sciolta.
Arrossì sentendo la mano calda di Draco
sulla sua schiena, lasciata scoperta dal vestito. I loro visi si avvicinavano
sempre di più, ormai i loro nasi si sfiorarono, mancava poco, veramente poco.
Draco annullò la distanza tra di loro
sfiorando le labbra di Demetra con le sue. Tutto scomparve, e all’improvviso
non c’erano più Draco Malfoy e DemetraRinn, ma solamente Draco e Demetra, che, sotto il cielo stellato si
scambiavano un bacio che entrambi avevano desiderato per troppo tempo.
*
Sala Grande, Harry aveva appena avvistato
Ron seduto da solo al lato della pista da ballo, si avvicinò e si sedette al
suo fianco. A breve furono raggiunti da Hermione,
“come va ragazzi?”
“Benissimo…”rispose ironico Ron, ma
Hermione fece finta di niente rivolgendosi con lo sguardo ad Harry.
“Tutto bene, almeno meglio di come va alla
Parkinson”
“Che è successo?” risposero gli altri due
all’ unisono e arrossendo
“Ho appena visto Draco Malfoy baciare
un’altra ragazza in riva al lago.”
“Con chi?” “Non ti saprei dire Ron, aveva i
capelli scuri e l’abito nero, ma non ho visto il suo viso.”
“Cavolo, le cose sono più gravi di quanto
sembrino.” Sussurrò Hermione prima di girare i tacchi e scomparire.
“E se ce ne andassimo a dormire?”
“Ottima idea Ron, la migliore della tua
vita.”
I due amici
si avviarono insieme verso le scale che li avrebbero portati in cima alla torre
di Grifondoro, ignari di ciò che era successo realmente.
Salve
a tutti… scusatemi se ritardo un po’ a postare i capitoli,ma ho tanto da studiare… comunque vorrei
ringraziarvi per i commenti che sono stati più che graditi. Spero che vi sia
piaciuto anche questo capitolo e che My Star non vi abbia stancato perché sarà
un po’ lunghetta. Commentate ancora accetto anche commenti negativi.
“Lascialo in pace,
potresti rovinarlo” le sussurrò Hermione. Demetra era sdraiata sul suo letto,
aveva ancora il vestito del ballo e continuava a rigirarsi tra le mani un
giglio bianco che aveva trovato sul cuscino appena entrata nel dormitorio.
Sulla pancia era appoggiato un biglietto che recitava:
“Per la mia Stella
D.M.”
Aveva raccontato tutto ad Hermione che
aveva reagito in modo assolutamente prevedibile:”Ma sei impazzita? E’ un
complotto contro Harry, vuole arrivare a lui tramite te! Avrà scoperto la cotta
che ti sei presa per lui e se la sta rigirando a suo favore! Ti prego Dem,
ragiona!E’ figlio di un Mangiamorte!Non immagini cosa faranno Harry e Ron
quando verranno a sapere di questa storia!!”
Ma invece lo immaginava, conosceva Ron da
quando era nata ed era più che sicura della reazione del cugino…infatti lo
immaginò completamente rosso in volto per la rabbia urlandole contro “Miseriaccia
Dem, come fai a fidarti di lui?? Ci hai mentito! hai tradito la nostra
fiducia!!” Mentre Harry l’avrebbe guardata in silenzio con gli occhi pieni di
delusione…magari Hermione non lo immaginava, ma lei sapeva a cosa stava andando
incontro e non era intenzionata a tornare indietro.
“Invece so che non è una situazione facile,
ma occhio non vede cuore non duole giusto?”le domandò distogliendo per un momento lo sguardo dal fiore per guardare
l’amica negli occhi.
“Cosa mi stai chiedendo Dem?”
“Di non dire niente né a Harry e Ron né a
nessun altro”
“Mi stai chiedendo di mentire?”
“No, ti chiedo solo di mantenere un piccolo
segreto”
“Un piccolo segreto? Dem, stai con
Malfoye lo consideri un piccolo
segreto?” per dirle questo Hermione alzò un po’ la voce rischiando di attirare
l’attenzione di orecchie indiscrete.
“Ok, non è proprio piccolo, ma potresti
farlo per aiutare un’amica …” la riccia non potè resistere allo sguardo da
cucciolo dell’amica ed annuì dandole la sua parola, ma ciò non le impedì di
esprimere la sua opinione “Anche se non parlerò a nessuno di questo… ehm
“piccolo” segreto, non significa che io mi fidi di Malfoy”
Demetra ascoltò le parole dell’amica,
ricordava gli occhi di Draco e il modo in cui la guardava…era certa di potersi
fidare di Draco, ma Hermione questo non poteva saperlo, o capirlo.
“Non ti chiedo questo, ma almeno fidati di
me, questo puoi farlo, no?” Hermione guardò l’amica e anche se si trovava in
totale disaccordo con le scelte che aveva preso reputandole addirittura sbagliate,
non poteva non volerle bene, Dem era la sua migliore amica in fondo, perciò…
“Si, questo posso farlo…ma da adesso considero questo discorso chiuso”
“Grazie ‘Mione” le rispose raggiante
“comunque cosa volevi dirmi riguardo Ron?”
“Niente, è un idiota, come al solito”
“Cosa ha fatto questa volta?” “Lascia
stare…ti racconto tutto domani adesso sono troppo stanca, buona notte”
“Ok, ‘Notte ‘Mione”
Demetra sospirò prima di alzarsi dal letto
per mettersi il pigiama, continuando a fissare il bigliettino che aveva il suo
stesso profumo.
Lo amava, tanto, non avrebbe permesso a
niente o nessuno di dividerli … sarebbero stati insieme per sempre, doveva
andare così.
*
Il tempo era passato, Harry aveva superato
la seconda prova arrivando secondo, dopo CedricDiggory (Sì, CedricDiggory, non Robert Pattinson, né
Edward Cullen). Molte cose erano cambiate negli ultimi mesi; le spille
canzonatorie stavano sparendo, stranamente gli studenti di Hogwarts si erano
avvicinati di più per fare il tifo ai loro Campioni nonostante appartenessero a
case diverse, Harry aveva cominciato ad abituarsi all’idea di essere un
Campione del Torneo Tremaghi, si respirava un’aria diversa per i corridoi,
infatti durante la Vigilia di Natale erano nate molte coppie…e il cambiamento
più grande riguardava Malfoy…il suo ragazzo.
Se c’era una cosa che non era cambiata era
la noia che in quel momento la lezione di Divinazione le stava infliggendo. Non
sopportava più la voce della Professoressa Cooman che parlava di problemi
causati da un’improbabile allineamento di chissà quali pianeti. Demetra aveva
rinunciato ad ascoltare le parole dell’insegnante appena era cominciata la
lezione preferendo immergersi nei suoi pensieri che riguardavano un certo
ragazzo biondo. Mentre pensava guardava fuori dalla finestra, ricordando quello
che era successo qualche giorno prima…ma i suoi pensieri furono interrotti da
una strana sensazione, come se qualcuno la stesse osservando. Si girò alla sua
destra, ma vide solo alcuni suoi compagni sprofondati in un sonno profondo a
causa della lezione soporifera; ma quando si girò a sinistra i suoi occhi
incontrarono quelli grigi di Draco, avrebbe dovuto immaginarlo. Gli sorrise
leggermente sperando di non essere vista e si sorprese quando Draco ricambiò il
suo sorriso. Rimasero a fissarsi per qualche minuto fino a quando il biondo
distolse lo sguardo per rivolgerlo verso la Cooman.
“Posso uscire, professoressa?” le chiese
con un tono serio che non ammetteva risposte negative
“Vai pure, Caro”
Il biondo la guardò di nuovo prima di
alzarsi per andare verso la porta dell’aula, quando la raggiunse si girò a
guardarla di nuovo prima di chiudersi dietro la porta. Aveva una strana
espressione che Demetra non riusciva ad interpretare, a meno che… non volesse
essere seguito. Ma no, di sicuro si era sbagliata perché avrebbe voluto che lo raggiungesse?
Certo, ormai stavano insieme, ma Draco non avrebbe mai rischiato di assentarsi
da una lezione per incontrare lei! Con la possibilità di essere scoperti. Si
sarebbero incontrati nel pomeriggio dopo le lezioni come al solito. Per quanto
non credesse che Draco volesse essere seguito, una parte di lei ci sperava. In
fondo non le costava niente controllare, se voleva essere seguito bene,
altrimenti poteva considerarlo un modo per fuggire dalla noiosa tortura del
discorso della Cooman.
“Professoressa, mi scusi, posso
uscire?”chiese Demetra timidamente “Certo, nessun problema , cara”
Demetra si alzò immediatamente e dovette
frenarsi per non correre fino alla porta, arrivata alle scale per scendere
dalla torre nord però iniziò a correre così velocemente che rischiò di cadere più
volte. Alla fine delle scale si trovò davanti a due corridoi e fu il panico…
non sapeva dove trovare Draco, ma dopo un po’ si trovò a pensare che la cosa
migliore da fare era andare verso il bagno, se il biondo voleva vederla si
sarebbe fatto trovare. Si avviò verso il corridoio di sinistra che
fortunatamente trovò deserto, girò l’angolo e in fondo vide la porta del bagno
dei ragazzi, quello delle ragazze era poco più in fondo. Si guardò intorno, ma
non c’era nessuna traccia di Draco…evidentemente aveva sbagliato, non voleva
essere seguito. Improvvisamente qualcosa le afferrò il braccio trascinandola
nel bagno dei ragazzi.
“Draco!!” gridò sorridendo al suo rapitore
“cominciavo a pensare che non avessi capito”
le rispose ghignando “perché? mi credi così stupida?” lo sfidò Demetra, il
biondo rispose con un altro ghigno “puoi smettere di ghignare?” gli chiese fingendosi
offesa
“ma io continuo a ghignare perché so che ti
piace” spiegò maliziosamente il biondo avvicinandosi piano alla ragazza“e cosa te lo farebbe pensare?” Draco non
rispose, limitandosi ad avvicinarsi ancora di più a lei, ormai erano molto
vicini, nessuno dei due aveva l’intenzione di parlare, preferendo aspettare che
l’altro annullasse i pochi centimetri che li dividevano, ma Demetra si accorse
che il biondo non era disposto a cedere… la stava sfidando, voleva vedere
quanto riusciva a resistere! Ormai erano talmente vicini che Dem poteva
benissimo sentire il profumo del biondo, guardò intensamente i suoi occhi
grigi, per costringersi a non abbassare lo sguardo, ma invano. Abbassò
leggermente lo sguardo per posarlo lentamente sulle labbra del biondo… erano
leggermente dischiuse, e aspettavano solo una sua mossa. Non riuscì a resistere
di più ed in un secondo annullò la distanza che li separava e posò dolcemente
le sue labbra su quelle di Draco, che non tardò a rispondere. “E’ questo che me
lo fa pensare, non riesci a resistermi” le disse orgogliosamente il biondo “non
mi sembri dispiaciuto” “ chi ti ha detto che lo sono?” disse lui un attimo
prima di baciarla. Dopo essersi staccati (si, letteralmente ndA) Draco fu più
volte sul punto di parlare,ma alla fine ci ripensava, preferendo unire le sue
labbra con quelle di Dem. Dopo essersi leggermente allontanati rimasero a
fissarsi. “Dem?” “Si?” “io…” iniziò Draco “no, lascia perdere” disse poi
allontanandosi e dandole le spalle. Avrebbe potuto lasciare veramente perdere,
ma la curiosità prevalse “cosa volermi dire?” “niente di importante”
“secondo me lo è importante invece”
“lascia stare Dem, è una
cosa stupida…”
“lascia giudicare a me…”
disse lei sorridendo, sicura di averlo incastrato. “ stavo pensando che… ogni
volta che tmbf, nfndbb…”
“scusa, puoi ripetere?” “ho
detto che ogni volta che ti vedo sei sempre più bella! sei contenta ora??”
Le parole di Draco la
sorpresero. Demetra si avvicinò al biondo e gli posò una mano sulla spalla per
farlo girare, “non era una cosa stupida…” lo rassicurò lei sorridendo “perche
sorridi?” le chiese “perche alla fine sotto sotto non sei di ghiaccio…”. Quando
furono l’uno di fronte all’altra Draco avvicinò il suo viso a quello di Demetra
per darle un bacio, questo era diverso dagli altri…forse era meno “innocente”…
ma furono interrotti dalla campanella che annunciava la fine delle lezioni,
dovevano dividersi, prestoil bagno e i
corridoi sarebbero stati pieni di studenti, e non potevano correre il rischio
di essere scoperti, o almeno non ancora…
Salve a tutti!!!!
Mi scuso immediatamente per l’enorme
ritardo, ma dire che il mio computer aveva un virus è poco (aveva proprio un
tumore…).
Mi scuso anche per scrivere sempre
capitolicorti e poco interessanti
(imploro venia!!), ma prometto che tra massimo due capitoli arriveranno i colpi
di scena.
Intanto in questo capitolo i nostro caro
Draco inizia a sciogliersi…che dolce… e
nel prossimo capitolo…. no, niente anticipazioni per ora…
Comunque colgo l’occasione per
ringraziare:
Heilig Fur Immer:
Frankie!!! grazie per i commenti, lo sai che per me la tua opinione conta!!!tvtttb!!!
Foxina:
Ovviamente grazie anche a te. Che mi sopporti ogni volta che ti
chiamo LauraScrivi ihihih…. tvttttb e continua a leggere!!!
Kandra645: Grazie per i commenti. Alla
fine sì, Draco è riuscito a notare Dem, e non solo, l’aveva notata già da tempo
ihihih. Sono contenta che ti piaccia la mia ff!! Spero che continuerai a
leggerla!
Uzira: Grazie per il commento. Sono
contenta che ti piaccia leggere questa ficcy… significa molto per la mia
autostima . Spero che ti piacciano anche i prossimi due capitoli anche se saranno
poco interessanti (la calma prima della tempesta). grazie ancora.
Ok.
Era ufficiale. Era stanca, stressata, spossata, frustrata, affaticata, snervata
, sfinita, esausta e, ciliegina sulla torta anche esaurita. Non era facile
conciliare tutti gli impegni. A mala pena trovava il tempo per dormire!! Doveva
seguire le lezioni, fare i compiti e prepararsi per le interrogazioni, gli
allenamenti di Quidditch *, le prove del coro e aiutare Harry per l’ultima
prova del Torneo il tutto portando avanti una relazione clandestina che doveva
rimanere nascosta a chiunque; perciò lei e Draco erano costretti a vedersi alle
ore più impensabili, soprattutto perché non voleva che Hermione finisse nei
guai per coprirla(l’ira di Ron e Harry avrebbe colpito anche lei). Aveva
provato a saltare qualche pasto, ma se per Ron era impossibile non mangiare per
lei lo era ancora di più, sentiva il bisogno fisico di mangiare ogni ora (e si
vedeva). Era una cosa che lei e suo cugino avevano in comune, oltre
all’immotivata paura dei ragni.
Inoltre
doveva scrivere una stupida relazione per il professor Rüf, che stava tentando
di idealizzare da tre ore, ma proprio non riusciva a concentrarsi su quello che
diceva il librone pesante e polveroso che giaceva aperto(alla stessa pagina da
ore) davanti a lei. La sera prima lei e Draco erano stati costretti a vedersi
molto tardi, perciò aveva dormito complessivamente 4 ore, 5 se contava l’ora di
storia della magia, che aveva preferito impiegare per chiudere gli occhi e
riposarsi invece di prendere appunti, e adesso ne pagava le conseguenze. Non
aveva sentito neanche mezza parola di quello che aveva detto il professor Rüf e
non aveva la minima idea di cosa scrivere su quella pergamena, non era neanche
sicura che il titolo che aveva scritto fosse quello giusto. Ma doveva
concentrarsi, la relazione doveva essere consegnata, in fondo the show must go
on, no? Iniziò a leggere da capo la pagina del libro per l’ennesima volta,
escludendo qualsiasi tipo di pensiero negativo o positivo che sia, ignorando
gli occhi che si chiudevano. Dopo mezz’ora era riuscita a leggere tutto il
capitolo assegnato e a tracciare uno schema per scrivere quella maledetta
relazione. Prese la piuma e l’inchiostro ed iniziò a scrivere. Con gli occhi
seguiva le linee e le curve che stava tracciando sul foglio, osservava come la
carta assorbiva l’inchiostro nero, il rumore della piuma sulla pergamena era
particolarmente ipnotizzante e rilassante. In fondo chiudere gli occhi per due
minuti non avrebbe portato alla fine del mondo… Demetra chiuse gli occhi, vinta
dal sonno. Si addormentò immediatamente, nell’esatto istante in cui la sua
testa toccò il legno duro e freddo del tavolo. Stava camminando per il
corridoio che conduceva alla sala d’ingresso. C’era molta gente, troppa per i
suoi gusti. Continuava a camminare ignorando gli sguardi crudeli che le
riservavano tutte quelle persone, più le guardava più sentiva il bisogno di
vedere un volto amico, si girava, guardava ovunque, ma non conosceva nessuno.
Ma ad un tratto incontrò lo sguardo di Ron, che non appena la vide si oscurò in
volto, gli occhi pieni di rabbia. Vicino a lui c’erano Harry ed Hermione
entrambi la guardavano male…cosa aveva fatto?? Sembrava che ce l’avessero tutti
con lei, ma per cosa? iniziò a correre per il corridoio, si ritrovò davanti al
portone che conduceva al parco di Hogwarts, lo aprì, ed incontrò gli occhi di
Draco. Era lì, davanti a lei, le sorrideva, non era arrabbiato. Le stava
porgendo una mano. Demetra si avvicinò di più a lui, tendendo il braccio per prendergli
la mano, ma non appena gli sfiorò le dita Draco scomparve, insieme agli alberi
e al castello… Aprì gli occhi, si guardò intorno… era ancora nell’aula vuota
che aveva scelto per scrivere la sua relazione, per fortuna aveva solo sognato
(o meglio, incubato). Guardò l’orologio che teneva al polso, era tardi!!! Aveva
saltato l’appuntamento che aveva con Harry per provare gli incantesimi, ed ora
era anche in ritardo per cena!! Demetra prese tutte le sue cose e le infilò
nella borsa. Uscì di fretta dall’aula e corse giù per le scale e per il
corridoio che la separavano dalla Sala Grande. Sperava con tutto il cuore che
le avessero tenuto il posto, altrimenti poteva dire addio ai piatti migliori.
Smise di correre appena si trovò di fronte alla porta della Sala Grande, si
avviò verso il tavolo di Grifondoro, e si rallegrò accorgendosi che le avevano
tenuto il posto occupato.
“Dem,
dove sei stata? Ti abbiamo cercato ovunque!” le chiese Harry mentre Dem gli si
sedeva accanto “Si, lo so ragazzi, è che ultimamente non ho molto tempo libero
e i compiti aumentano a vista d’occhio” “Ci stavamo preoccupando, è da dicembre
che va avanti così, scompari sempre più spesso” questa volta era stato Ron a
parlare, in effetti era da un po’ che si faceva desiderare dagli amici,
precisamente da dicembre, da quando era iniziato tutto… “vi chiedo scusa, anzi
ve la imploro, prometto che non scomparirò più” “quindi stavi studiando prima?”
le chiese Ron titubante “Certo…perché?” chiese Dem sperando e pregando che non
avesse scoperto niente su di lei e Draco “io e Harry pensavamo che avessi un
ragazzo…” il cuore di Demetra si bloccò sentendo queste parole, prima di
rispondere guardò Hermione che, lo capì dal suo sguardo, non ne sapeva niente…
tanto valeva rispondere… “Beccata! Ho un ragazzo, ma devo vederlo di nascosto,
per questo scompaio molto spesso, no potevo dirvelo perché è un Serpeverde”
rispose Demetra ironica “ e chi sarebbe questo tizio?” chiese Ron stando al
gioco della cugina “Draco Malfoy” buttò lì Demetra “ e che ci trovi di bello in
quello la?” le chiese Harry divertito da questo strano gioco che avevano
iniziato i suoi amici “per esempio ha degli occhi bellissimi, poi è alto,
muscoloso ed ha il fascino del ragazzo cattivo…sai alle ragazze piace” rispose
Demetra sempre più ironica. Harry e Ron scoppiarono a ridere, ma ridevano così
forte che metà tavolo dei Grifondoro si girò per guardarli. All’inizio Hermione
rimase allibita dalle parole dell’amica, ma poi si fece contagiare dalle risate
degli amici, che per fortuna avevano preso le parole di Demetra come uno
scherzo, e anche molto divertente, ma lei sapeva che quello che aveva detto la
mora era la verità. Era il suo modo di sdrammatizzare e di alleviare il senso
di colpa provocato dal “mentire” ai suoi migliori amici. Harry Ron ed Hermione
riuscirono a contagiare nella loro risata anche Dem che a causa della sua
stanchezza non rideva da molto tempo. Adesso si sentiva più leggera, aveva
detto la verità ai suoi amici anche se loro non sapevano che quella era la
verità. Ci sarebbe stato tempo per dirglielo seriamente… guardò i suoi amici
ridere, voleva molto bene ad entrambi, li adorava, ma per dire la verità doveva
solo aspettare il momento giusto. Sapeva che prima o poi sarebbe arrivato, ed
onestamente sperava che arrivasse il prima possibile…… “Lo sapete che vi voglio
bene?” chiese ridendo ai suoi tre amici, prima di alzare gli occhi ed
incontrare quelli grigi di Draco.
*
Draco
era appena uscito dal portone della Sala d’Ingresso di Hogwarts. Si stava
avviando verso le carrozze che avrebbero portato tutti gli studenti alla
stazione dei Hogsmeade, ormai la scuola era finita e davanti a tutti loro si
prospettava un’estate particolare. Il giorno prima si erano tenuti i funerali
di Cedric Diggory, morto durante l’ultima prova del Torneo Tremaghi, che e
ovviamente aveva vinto Potter. Ma la cosa che lo preoccupava maggiormente era
che Potter sosteneva di aver visto il Signore Oscuro tornare e che Diggory era
morto per mano sua… probabilmente non era vero, ma se lo fosse stato? Cosa sarebbe
successo? Era molto probabile che suo padre si trovasse lì, sicuramente Potter
lo aveva riconosciuto e già denunciato, se non al Ministero come minimo a
Silente. Se lo avessero arrestato sua madre sarebbe crollata, in tutti i sensi.
Non sapeva come il Signore Oscuro aveva accolto i suoi seguaci. Suo padre non
parlava mai del suo ruolo da Mangiamorte, e se lo faceva non era mai
volentieri; nonostante ciò sapeva che il caro Lucius faceva parte dei
Mangiamorte che non si erano impegnati nella ricerca del loro Padrone come
avrebbero dovuto, ma avevano preferito rinnegare ogni cosa. Quali conseguenze
avrebbero comportato queste azioni? Una punizione, un pagamento? Magari
avrebbero richiesto la vita? Oppure il Signore Oscuro avrebbe concesso una
seconda possibilità? Non sapeva rispondere a queste domande, masi ritrovò a sperare nella pietà dell’Oscuro
Signore… non voleva perdere suo padre, anche se era stato infedele era comunque
suo padere… e gli voleve bene. Aveva paura. Aveva paura di tornare a casa… aveva
paura di quello che sarebbe successo tra lui e Demetra, sicuramente lei si
sarebbe opposta ai piani di Voldemort… si sarebbe schierata contro i
Mangiamorte, accanto ai suoi amici e alla sua famiglia… al suo posto.
Ed
il mio posto? Si chiese Draco. Non poteva abbandonare la sua famiglia. Sapeva
che quel giorno era vicino… sapeva che avrebbe dovuto scegliere, ma lui lo
sapeva già… il suo posto era accanto alla sua famiglia, accanto ai suoi
genitori, non poteva tradirli. Ma poi? Cosa avrebbe fatto? Se avesse incontrato
Demetra su un campo di battaglia?Avrebbe dovuto uccuderla insieme alla sua famiglia? Le sue labbra si
incurvarono in un sorriso amaro… no, non l’avrebbe uccisa, non ne sarebbe stato
capace, non avrebbe potuto…non avrebbe voluto. Ma la situazione non era ancora
così critica, non sapeva neanche se il Signore Oscuro fosse effettivamente
tornato. Non era da lui fasciarsi la testa prima di rompersela. Doveva
concentrarsi su Demetra e su quanto le voleva bene e poi…sperare, sperare per
il meglio. Mise una mano nella tasca destra dei pantaloni ed estrasse una
scatolina argentata, la fissò per un attimo per poi impegnare lo sguardo nella
ricerca di Demetra, doveva darle il suo regalo. Ci mise qualche minuto, ma alla
fine la trovò, era qualche metro davanti a lui, insieme a Potter, Weasley e la
Granger, ma a differenza degli altri non stavano andando verso le carrozze,
magaristavano aspettando qualcuno…Quando
Demetra intercettò il suo sguardo le fece cenno di seguirlo, la vide sussurrare
qualcosa ai suoi amici prima di nascondersi dietro ad un albero del boschetto
che costeggiava la stradina. Quando la vide arrivare sentì il cuore battere
forte, come se volesse uscire dal suo petto. Prima che lei potesse dire qualcosa
le porse la scatolina, che lei accolse con un sorriso sincero e sorpreso. La
aprì in silenzio e quando vide il contenuto rimase a bocca aperta a fissarlo.
Era evidentemente e meravigliosamente sorpresa ….“Draco…è bellissimo”“Ti piace?” chiese lui sorridendo “Vuoi
scherzare?” rispose lei raggiante prima
di baciarlo. Stringere Demetra lo fece sentire bene, tutte le preoccupazioni
che aveva prima svanirono, e non potè non sentirsi dispiaciuto quando lei
interruppe quel contatto. Demetra tolse
la catenina dalla scatolina argentata(che mise nella borsa) e rimase ad
ammirare il ciondolo a forma di stella con una “D” verde incisa sopra. “Sapevo
che ti piacevano le stelle e quindi ne ho afferrata una per te” le spiegò il
biondo “ uuuuhh… chi l’avrebbe mai detto!! Draco Malfoy è romantico! Che
scoop!!!” “Sono gli effetti collaterali dovuti alla tua presenza” rispose Draco
alla battuta della ragazza, che gli mise in mano la catenina, “Mi aiuti a
metterla?” gli chiese, voltandosi e tirandosi su i boccoli scuri. Draco si
avvicinò per aiutarla e quando chiuse il gancetto Demetra fece per voltarsi, ma
il biondo si avvicinò ancora di più per abbracciarla da dietro... erano molto
vicini, Draco poteva sentire il profumo della ragazza… vaniglia. Le spostò una
ciocca di capelli dal viso e si avvicinò, se possibile, ancora di più per
sussurrarle qualcosa all’orecchio: “ti amo” ….non glielo aveva mai detto… ma, dato ciò che (forse) sarebbe successo
aveva bisogno di farle sapere che…
“Dem??
Demetra?” un urlo impedì a Demetra di
rispondere a Draco… “Ma dove è andata?
DEM!” “continuiamo a chiamarla… DEM???”le voci dei suoi amici erano vicine, dovevano
trovarsi solamente a qualche passo da lei, se solo avesse parlato l’avrebbero
sentita e automaticamente vista insieme a Draco…. Si sciolse dall’abbraccio e
andò verso i suoi amici. Quando il biondo reputò che la situazione era
abbastanza sicura uscì dal suo nascondiglio e vide Demetra che si accingeva a
salire su una carrozza…. Lo stava guardando mentre articolava, di nascosto,
delle parole con le labbra, senza utilizzare la voce. Non riusciva a capere
cosa gli stesse dicendo… fece qualche passo avanti e si concentrò….. sorrise
quando capì quelle due semplici parole : “Anch’io”….
Salve
a tutti!!!
Eccomi
qui con il nuovo capitolo… spero che vi piaccia…. Lo so, è un po’, come dire…
melenso, mieloso… romantico forse un po’ troppo. Mi scuso per questo non è
molto da me, ma fa niente.
Comunque
volevo ringraziare 3 persone in particolare:
Heilig
Fur Immer:
lo so, ancora nessun colpo di scena… mi dispiace, ma possoassicurarti al 100% che nel prossimo capitolo
ci sarà il primo colpo di scena… il più piccolo, ma sempre un colpo di
scena.Grazie per i commenti ed il
supporto che non mi fai mai mancare…. Tvttb
Foxina: tranquilla, nn ti preoccupare se non
hai commentato il capitolo precedente, è già tanto se continui a sopportarmi e
a leggere la mia ficcy(frutto di una mente perversa ihihhi)…a me basta questo….
Tvttb
Kandra645: Grazie grazie grazie!!! Ho notato
che commenti tutti i capitoli e ti ringrazio ancora: grazie grazie… stai
facendo dei veri miracoli per la mia autostima, continua a leggere ihih ;)
Ringrazio
anche tutti quelli che seguino la my star e che l’hanno inserita tra le storie
preferite. Ringrazio tutti quelli che hanno letto e leggranno e infine
ringrazioanche TE!
Baci e a presto con il nuovo capitolo che non
ha ancora un titolo… bye bye…. La vostar Gwen!!
Si
trovava seduta sulle scale di Grimmauld Place n°12subito dopo la riunione dell’Ordine.
Pensava
a quello che sarebbe successo, Voldemort era tornato, più potente di prima, stava
avanzando con i suoi Mangiamorte e, cosa più importante, era alla ricerca di
un’arma che non aveva l’ultima volta. L’Ordine della Fenice era stato
organizzato di nuovo e anche la sua famiglia ne faceva parte. Il ministero non
dava pace né a Harry né a Silente … nonostante ciò continuava a pensare a
Draco. A cosa sarebbe sucesso. Harry aveva detto di
aver visto Lucius Malfoy tra i Mangiamorte accorsi da Voldemort dopo il Torneo
Tremaghi; da ciò poteva dedurre che probabilmente sarebbe stato coinvolto anche
Draco. Draco. Questo era un altro problema… si trovava in un vicolo cieco.
Adesso stava ufficialmente lottando contro di lui, o almeno lo stavano facendo
i suoi genitori e gli altri membri dell’Ordine della Fenice… a loro non era
permesso combattere perché erano minorenni e ancora dei bambini. Ma non
capivano… la guerra è sempre guerra, amore è sempre amore, non cambia in base
all’età. Amore… aveva centrato il punto. Draco l’amava, glielo aveva detto
prima dell’inizio delle vacanze, ed era sincero. Si amavano, anche se avevano
“solo” 15 anni…questo sarebbe bastato a
tenerli uniti.Anche se si sarebbero
trovati ai lati opposti ci sarebbe sempre stato questo legame. Si, lati opposti…
Demetra non aveva la minima intenzione di lasciare l’Ordine e la sua famiglia,
avrebbe combattuto Voldemort fino alla fine senza arrendersi e senza
lasciarsicoinvolgere dalla famiglia del
biondo… ma era anche sicura che Draco non avrebbe voltato le spalle ai suoi
genitori, al suo nome e alle loro idee. Erano separati, ma allo stesso tempo
uniti. Stavano ancora insieme, e questo le bastava, era felice per questo… Ma
non potè far a meno di chiedersi quanto sarebbe durato…
Il
rumore dei passi la riportò alla realtà, Sirius la stava raggiungendo dalla
cima delle scale.
Si
sedette vicino a lei, senza dire niente, ma percependo la tristezza di Demetra.
Alla fine fu lui a rompere il silenzio “Come mai tutta questa desolazione?”
“Niente
di che, passerà” rispose lei giocherellando con il suo ciondolo “C’entra per
caso un ragazzo?” l’espressione di Demetra la tradì facendo capire a Sirius che
aveva centrato il punto “Già, colpita e affondata” ammise lei sospirando “Qual
è il problema? Ne vuoi parlare?” Dem annuì lentamente “Il problema è che siamo
troppo diversi, dobbiamo nasconderci da tutti, le nostre famiglie si odiano e
ho paura che questa guerra possa separarci definitivamente, non posso perderlo,
non sopravvivrei”
“La
stai facendo troppo tragica, neanche fosse Draco Malfoy…” disse Sirius per
tranquillizzarla
“E’
Draco Malfoy in effetti” sussurrò Demetra
“Ma
non è come lo si dipinge, è… diverso… solo Draco…” si affrettò ad aggiungere.
Sirius riprese a parlare dopo un momento di silenzio.
“Cosa?
Ma stiamo parlando di Malfoy? Quel Draco Malfoy? – Dem, suo padre è un Mangiamorte,
come molti suoi parenti, come puoi-“ aggiunse dopo il silenzio di Demetra, ma
fu interrotto poco dopo
“Non
significa niente! Anche tuo fratello era un Mangiamorte, come la zia di Tonks
che era anche tua cugina, la tua famiglia sosteneva Voldemort, ma tu no! Quindi
non mi importa se Lucius o Bellatrix sono Mangiamorte! Il tuo non è un
argomento valido, tu ne sei la prova!”
Sirius,
non trovando le parole per controbattere preferì tacere, riflettendo sulle
parole della ragazza, che in fondo non erano del tuttosbagliate… seguì un lungo silenzio che fu
interrotto nuovamente da Sirius “Te lo ha regalato lui?” chiese indicando con
un movimento della testa il ciondolo a forma di stella con il quale la ragazza
stava giocando. Demetra annuì semplicemente in risposta “Sembra di valore…Sei
sicura di quello che fai? Sei sicura che lui ti voglia veramente bene?” “No,
non mi vuole bene, mi ama… me lo ha detto lui” gli rispose lei sorridendo, come
se il semplice fatto che lui glielo avesse detto sistemasse la cosa. Anche Sirius
sorrise prima di parlare ancora “Allora stai attenta, e vedrai che se ti ama
davvero andrà tutto bene, ma tu fai comunque attenzione, come dice Alastor – “
“Vigilanza
Costante, si, grazie Sirius”
“Figurati, chissà che non abbia veramente
ereditato gli stessi geni di Andromeda…”
“La
cena è pronta!!!”
Quando l’urlo di Molly li raggiunse scattarono
entrambi in piedi iniziando a correre e a spintonarsi per arrivare prima…
accorgendosi solo adesso di essere affamati.
*
“silente:
pazzo o pericoloso?”. Sciocchi e pure idioti. Se la comunità magica
avesse saputo che nel Ministero c’erano degli infiltrati non si sarebbe messa a
discutere sulla sanità mentale di un vecchi professore, ma si sarebbe messa al
sicuro, sarebbe scappata. Ma in fondo il piano del Signore Oscuro era proprio
quello. Passare inosservato. Certo il piano A era andato storto (Potter era
sopravvissuto), ma il piano B procedeva bene… grazie all’influenza che alcuni
Mangiamorte (Lucius Malfoy in particolare) avevano al Ministero… era stata di
grande importanza, così l’attenzione era passata dalla testimonianza di Potter
alla sua sanità mentale che veniva messa in discussione. Ed in più i
Mangiamorte avevano Caramell dalla loro parte. Automaticamente i suoi occhi si
posarono sulla pagina aperta della Gazzetta del Profeta “Va tutto bene”… sotto la
scritta a caratteri cubitali c’era una foto di un uomo con una bombetta color
verde acido che rispondeva alle domande dei giornalisti e sorrideva mentre
stava nascondendo la verità al suo popolo, certo, la stava negando anche a se
stesso. Guardò alla fine dell’articolo per vedere quale giornalista lo aveva
scritto… Rita Skeeter… e chi poteva essere?
Sfogliò
ancora il giornale, fermandosi solo quando trovava qualche articolo
interessante o per guardare le foto in movimento. Posò il giornale sul tavolino
e si alzò per prendere un bicchiere di succo di zucca, stava aspettando una
lettera di Demetra, in qualche modo doveva ignorare il tempo… a lei piaceva
scrivere e lo faceva lentamente. Quindi era meglio per la sua sanità mentale
distrarsi, anche per evitare di passare tutto il tempo a fissare fuori dalla
finestra per vedere arrivare un gufo e, pensandoci, era meglio controllarsi per
non urlare ed esultare rumorosamente alla visto del suddetto gufo. Prese il bicchiere
e tornò a sedersi sulla sua poltrona preferita, quella vicina alla finestra del
salotto. Appena appoggiò il bicchiere sul tavolino, vicino al giornale, sentì un
forte crack e poi la porta aprirsi. Suo padre era tornato dal Ministero.
“Draco”
lo salutò lui
“Come
è andata al Ministero?”
“Tutto secondo i piani, Caramell si fa
convincere facilmente. Ho visto anche Potter che andava all’udienza”. L’ultima
di Potter: aveva usato la magia davanti al cugino babbano… chissà perché.
“Credo
che abbia sostenuto di aver incontrato due Dissennatori, stranamente non sono sorpreso,
non è ben visto al Ministero”
Dissennatori?
Ben visto al Ministero? Qualcuno stava cercando di uccidere Potter. Ok, domanda
sbagliata. Qualcuno che nonera Voldemort
o un Mangiamorte stava cercando di uccidere Potter? Questa era la domanda
giusta, il secondo tentativo era decisamente migliore.
“Vado
di sopra” gli comunicò il padre. Draco prese il giornale e lo aprì alla pagina
dello sport… I Tornado stavano scalando la classifica. Continuò a leggere e a
sorseggiare il suo succo di zucca finchè l’urlo di suo padre lo raggiunse:
“DRACO! SALI IMMEDIATAMENTE!!!” Il biondo non se lo fece ripetere due volte, si
alzò con uno scatto e salì le scale di corsa. Camminò lungo il corridoio e si
fermò davanti all’unica porta aperta sulla quale erano poste due lettere
dorate: DM. Dall’interno provenivano degli strani rumori… cosa ci faceva suo
padre nella SUA stanza? Entrò e venne quasi colpito da una pallina volante, ma
non potè capire cosa fosse perchè fu immediatamente investito dalle urla del
padre “ MI-SPIEGHI-COSA-E’-QUESTA?” urlò Malfoy senior indicando un foglio di
pergamena che teneva in mano. La verità, o meglio la consapevolezza di essa, lo
colpì come se fosse un nottetempo. L’inchiostro era verde smeraldo e la
calligrafia era curva e irregolare. L’avrebbe riconosciuta fra mille. Suo padre
aveva trovato e sicuramente letto l lettera di Demetra, poteva considerarsi
morto.
“STO
ASPETTANDO” “è una lettera! “DA QUANTO VA AVANTI?” riprese Lucius ignorando la
sfacciataggine del figlio. Draco non riuscì a resistere allo sguardo furioso
del padre e fu costretto a rispondere “Da quasi un anno” “VOGLIO CHE FINISCA,
IMMEDIATAMENTE!!” “NO”, ok, adesso era ufficialmente morto, ma fu più forte di
lui, non riuscì davvero a trattenersi “Non significa niente” tentò di
riprendersi con questa frase fatta priva di senso. “NIENTE? LA RINN TI MANDA
UNA LETTERA DEL GENERE ED IN PIU’ C’E’ IL GUFO DÌ WEASLEY IN CASA MIA E TU LO
CHIAMI NIENTE?” Gufo? Ahhh adesso capiva, quello che lo aveva quasi colpito non
era una pallina , si girò verso la finestra e vide un piccolo gufetto
spaventato dalle urla, povero Leotordo…
“Non
tollero che succedano cose simili in casa mia” “ma io non-“
“Perché
Draco? Perché mio figlio? VOGLIO SAPERE COSA TI PASSA PER LA TESTA! HAI PASSATO
INFORMAZIONI IMPORTANTI?”
“Certo
che no! Ti sembro idiota?” “Ti ha per caso detto qualcosa sull’Ordine della
Fenice? Anche solo un piccola cosa? RISPONDI!” “No, cos’è l’Ordin-“ provò a
chiedere Draco, ma suo padre ignorò il suo principio di domanda.
“Sei
fortunato che il Signore Oscuro ignori questa situazione, e spera che non lo
scopri. Esigo che tu metta fine a questa pazzia, non dovrai più vederla né
parlarle, se lo rifarai, e ti assicuro che lo scoprirò, e potrei
accidentalmente accusarla di aver usato l’Amortentia su di te… vedi di esser un
Malfoy e fa quello che devi, non accetterò che capiti un’altra volta” disse
questo con un tono minaccioso, non stava più urlando, quando finì di parlare
strappò la lettera e buttò i pezzi a terra e si voltò, senza dare la
possibilità di parlare al figlio.
Draco
raccolse i pezzettini di pergamena che profumavano ancora di vaniglia. Sentì la
rabbia crescere dentro si lui, voleva spiegare, voleva urlare, voleva dire a
suo padre che amava sul serio Demetra, se ne fregava dell’Oscuro Signore. Lui
voleva solo Demetra, per questo avrebbe obbedito a suo padre.
*
Hogwarts,
finalmente era di nuovo a casa. Il treno stava rallentando avvicinandosi sempre
di più alla stazione di Hogsmeade. I monti e i colli che tipicamente si
scorgevano all’orizzontale erano nascosti dalla nebbia. l’unico colle visibile
era il più vicino, il più alto, sul quale sorgeva il castello di Hogwarts.
Scesa
dal treno cercò la voce di Hagrid chiamare gli alunni del primo anno, ma la
voce che la raggiunse fu quella della Caporal, che fine aveva fatto Hagrid?
Stava bene? Guardò Ron, Harry ed Hermione dalle loro espressioni capì che anche
loro si stavano chiedendo la stessa cosa. Raggiunsero le carrozze seguiti da
Neville e luna Lovegood. Ma ad un tratto Harry si fermò dicendo di vedere un
non si sa che cosa che trainava le carrozze (ma lo ro si trainavano da sole
come sempre)… mah, contento lui….
Salì
sulla carrozza guardandosi intorno per scorgere gli occhi grigi di Draco che
abitavano i suoi sogni.
*
I
mesi passarono, e con essi anche le vacanze di Natale. Harry continuava ad
avere “sogni” strani su Voldemort, nonostante le lezioni intensive di Occlumanzia.
Certo, entrare nella mente di Voldemort era stato utile, almeno per salvare suo
zio Arthur, ma alla fine anche il ragionamento di Hermione filava. Se Voldemort
si fosse accorto di questo legame avrebbe potuto far vedere cose non vere ad
Harry e magari fargli fare qualsiasi cosa che, conoscendo Voldemort, lo
avrebbero messo in grave pericolo. Demetra stava leggendo tranquillamente
seduta su una poltrona particolarmente comoda della Sala Comune di Grifondoro.
Era leggermente annoiata, perché era rimasta da sola. Hermione stava studiando
e sicuramente non avrebbe voluto essere disturbata, Ron probabilmente si
trovava nelle cucine a riempirsi lo stomaco (come se non lo fosse già), mentre
Harry era nell’ufficio di Piton a scontrarsi con l’Occlumanzia.
Smise
di leggere e rivolse lo sguardo al cielo che intravedeva dalla finestra che si
trovava dall’altrolato della stanza,
era nuvoloso? No, era nebbia, tutto merito dei Dissennatori che erano anche la
causa dell’ultima sparizione. Caramell era decisamente idiota. Sentì il
ritratto aprirsi per fare entrare qualcuno, si girò e si trovò di fronte ad
Hermione e Ron che discutevano animatamente e allo stesso tempo tentavano di
includere anche Harry (eccessivamente pallido) nel discorso, ma il moro si
stava dirigendo verso la poltrona di fronte a Demetra, sulla quale si lasciò
cadere.
“Dì
anche a Dem cosa hai scoperto e vediamo come la pensa” lo esortò Ron mentre
rivolgeva uno sguardo scocciato ad Hermione“Ron, Silente non-“ tentò di parlare la riccia, ma fu interrotta
nuovamente da Ron “Silente non è qui, e poi quando ha visto mio padre era
vero!” “Mi arrendo Ronald, discutere con te è inutile”
“potrei
sapere di cosa state parlando? Sapete, mi sembra un discorso particolarmente
interessante” chiese Demetra confusa
“Ho
scoperto dove è nascosta” Harry prese parola immediatamente, senza lasciare la
possibilità di parlare a Ron ed Hermione. “Cosa? Dove?Come hai fatto a-”
“Ricordi
la porta che sognavo? Ho ricordato dove l’avevo vista… è l porta dell’ufficio
misteri, è lì che è nascosta l’arma!” la interruppe Harry “quindi mi chiedevo
se sai più o meno cosa fanno esattamente in quell’ufficio visto che tuo padre è
un indicibile…”. Di cosa si occupava l’ufficio misteri?Per gli indicibili era vietato parlare del
proprio lavoro, infatti il Signor Rinn non ne parlava mai, ma ciò non
significava che era a corto di informazioni. Demetra sapeva sempre qualcosa di
tutto e su tutti, non le sfuggiva niente, se non le venivano date informazioni
lei le trovava. Era riuscita a farsi un’idea generale quando era entrata di
nascosto nello studio del padre, ma era moolto
generale e privo di dettagli.
“Harry,
sono a conoscenza solamente di qualche minimo particolare, niente di
importante…” “Magari ci può essere comunque d’aiuto, almeno per capire di che
genere di arma si tratta” intervenne Ron ogni secondo più curioso “ Dem
qualsiasi particolare ci può essere d’aiuto… è comunque meglio di niente” Harry
aveva ragione
“So
solamente che il compito principale degli indicibili è quello di studiare,
probabilmente studiano magie pericolose o talmente potenti che non capiscono
come si possano generare, studiano anche la natura di esse, probabilmente fanno
anche degli esperimenti” cadde il silenzio fra i quattro amici che fu
interrotto da Hermione “quindi potrebbe essere un’arma sperimentale, così
pericolosa da dover essere tenuta sotto controllo…” “probabile, ma cosa
esattamente?” chiese Ron più a se stesso che agli altri.
“non
stiamoci a pensare, non dovresti avere ancora questi sogni, se Silente non
vuole ci dovrà pur essere un motivo…probabilmente l’ufficio misteri non c’entra
niente” Hermione in parte aveva ragione, ma dall’altra tutto quadrava,
altrimenti per quale motivo Voldemort voleva condurre Harry al Ministero? Per
ucciderlo? Sarebbe stato folle da parte di Voldemort uccidere Harry al
Ministero, pieno di Auror.
“Sì
‘Mione, ma ciò non spiega il sogno che ho avuto ieri” “Quale sogno Harry?
perché nessuno mi dice quello che succede?” si lamentò Demetra “Non ti abbiamo
detto niente perché ieri sera eri scomparsa” rispose Hermione. Era vero, la
sera prima dopo cena era scappata di corsa per vedere Draco. “Ok,ma adesso sono
qui.” guardò i suoi amici uno per uno, nessuno sembrava propenso a spiegarle
cosa aveva visto Harry, forse erano cattive notizie… alla fine però Harry si
convinse a parlare “ho visto Voldemort che ordinava ad un Mangiamorte di
trovare il Signor Rinn, da lì ho collegato la porta che sognavo all’ufficio
misteri…”. Voldemort stava cercando suo padre? Era in pericolo…doveva avvertirlo,
ma come? La Umbridge controllava qualsiasi mezzo di comunicazione, era
impossibile parlare di un argomento così delicato, lei lo avrebbe scoperto… “so
a cosa stai pensando Dem” le disse Hermione “non c’è modo di avvertire tuo
padre, ma se ciò che Harry dice è vero, tuo padre sicuramente lo saprà e avrà
adottato tutti i mezzi di protezioni possibili, e poi lui lavora nell’ufficio
misteri non avrà problemi…andrà tutto bene”. Lo sperava, voleva credere ad
Hermione, ma non era facile…aveva paura.
*
Malfoy
Manor
Draco,
sono
profondamente deluso dal tuo comportamento. Non hai rispettato i miei ordini.
Non mi lasci altra scelta. Da domani farai parte della squadra d’inquisizione e
eseguirai ciò che ti verrà ordinato di fare. Hai infangato il nome della nostra
famiglia. Non siamo arrabbiati,ma delusi. Non possiamo permetterci questo
genere di scandalo, non adesso che il Signore Oscuro ci ha dato un’altra
opportunità.
Non ti
permetterò di buttarla al vento senza pensare alle conseguenze. In questa storia
ci siamo anche io e tua madre. Ancora una volta il Signore Oscuro non è a
conoscenza di ciò e ha un compito da affidarti. Comportati in modo dignitoso.
Non deludermi più.
Sai cosa fare.
Lucius
Malfoy
Draco
rilesse la lettera per essere sicuro di aver registrato ogni parola. Non sapeva
che le sue azioni avrebbero avuto conseguenza così gravi.
Aveva
deluso i suoi genitori, aveva fallito…
Stava
mettendo veramente a rischio la vita della sua famiglia… e poi la squadra
d’inquisizione non aveva la minima idea di che cosa fosse, ma avrebbe dovuto
farne parte ugualmente.
Lesse
ancora una volta la lettera, gli occhi leggevano le parole scritte con una
calligrafia così simile alla sua…
Si
fermò sulle parole “compito” e “Signore Oscuro”. Sapeva cosa significava,
sarebbe diventato un Mangiamorte. Dentro di se lo aveva sempre saputo, ma la
realtà era dolorosa lo stesso.
“Sai
cosa fare”
Sapeva
cosa fare? scegliere tra diventare Mangiamorte e Demetra…
Si,
sapeva cosa fare.
Si alzò dal divano e gettò la lettera nel camino… e rimase a
fissarla mentre bruciava.
Salve a tutti, grazie per aver
letto anche questo capitolo.
Mi scuso come al solito per il
ritardo… il prossimo arriverà prima… (compiti permettendo.)
Ringrazio Foxina e Kandra645 che commentano sempre…grazie
10000000 ragazze.
ci vediamo presto con il prossimo
capitolo che si intitolerà “Brighter”
Ok, poteva accettare di tenere la loro relazione
nascosta, poteva sopportare che Draco facesse parte della squadra
d’inquisizione vantandosene, poteva anche passare oltre al fatto che lui fosse
arrogante e maleducato con i suoi amici…. ma essere evitata NO! Maledetto
orgoglio Grifondoro.
Draco era strano, non riuscivano più a vedersi, ogni
volta che gli proponeva di uscire lui era sempre impegnato, “doveva studiare”,
pensò Demetra accompagnando queste parole con una smorfia; almeno quando era di
turno per la squadra d’inquisizione non si azzardava a toglierle punti.
Purtroppo da un po’ di tempo era strano, ma solo con
lei, a scuola era sempre lo stesso che si divertiva a punire i bambini del
primo anno solo perché era un prefetto. Ma ora Dem ne aveva abbastanza, voleva
capire cosa aveva fatto di sbagliato per farlo arrabbiare. Si affacciò dalla
finestra della gufiera e lo vide mentre stava urlando contro dei ragazzini del
primo anno pericolosi come la salsa di pomodoro. Scese le scale interne e
raggiunse Draco.
“Malfoy, smettila di spaventarli”
“Rinn, se non chiudi il becco dovrò toglierti dei
punti” lo disse in tono di sfida…come al solito.
“Allora fallo” tanto era sicurissima che non lo
avrebbe fatto
“Potete andare, sono sicura che Malfoy non si
comporterà più male con voi.” Prese la parola per salvare Draco, se non le
avesse tolto dei punti (cosa che non fece e cha mai avrebbe fatto) sarebbe
sembrato strano, e loro dovevano salvare le apparenze.
“Cosa ti è saltato in mente? Adesso metteranno in
discussione la mia autorità!!” le urlò contro il biondo quando i ragazzini se
ne furono andati.
“Autorità? Preferirei parlare della ragione che ti
spinge ad evitarmi…Dove credi di andare?”
So
this is how it goes
well
I would have never known
Infatti Draco si era voltato per rientrare al
castello, senza dire una parola per spiegare il perchè del suo comportamento.
“Vuoi sul serio che risponda?”
“Te l’ho chiesto, quindi sì”
Era ancora voltato di spalle, con la testa china, i
capelli mossi dal vento ed il pugno serrato. Rimase qualche minuto in
silenzio…minuti che sembrarono un’eternità… sospirò e prese parola.
“La nostra storia non funziona Dem…”
And
if it ends today
Well,
I'll still say that you shine brighter than anyone
Fu un fulmine a ciel sereno, come era possibile? Cosa
si era persa? Cosa era andato storto?
“Perché?” la sua voce era ferma, quasi impersonale,
nonostante dentro stesse urlando.
Draco fece un respiro profondo e si girò, guardandola
negli occhi, Demetra sostenne il suo sguardo, anche se le faceva male.
“Vuoi la cruda verità? Ho cambiato idea. Non credo di
voler continuare a stare con te”
Lo disse ghignando come se volesse ferirla…
“Stai dicendo che non sei innamorato di me?” il suo
orgoglio unito al suo carattere forte le resero impossibile manifestare la
grande varietà di emozioni che provava in quel momento… ma aveva paura della
risposta di Draco.
“Esattamente, quindi è finita.” e si voltò per
andarsene, evidentemente aveva considerato chiuso il discorso… ma si sbagliava
di grosso.
“E’ così che funziona? Prendi e te ne vai?”
Draco si girò di nuovo, lentamente. Non sembrava per
niente dispiaciuto, appariva piuttosto soddisfatto, ed era una sua impressione o stava
gongolando?!?!?
“Funziona esattamente secondo le mie regole…ti conviene
imparare ad adattarti”
“io non ti credo” non era disperata e la voce non le
tremava, ma dentro di se sentiva la rabbia crescere, se si fosse trasformata in
un “lupo”* non si sarebbe sorpresa.
“E’ un problema
tuo Rinn, non mi scocciare” fece per andarsene, ma Demetra fu più veloce, lo
raggiunse in pochissimo tempo e lo spinse facendolo sbattere contro il tronco
di un albero. Il biondo, colto di sorpresa, non ebbe né il modo né la prontezza
di reagire, quindi si ritrovò schiacciato tra l’albero e la ragazza che adesso
gli puntava la bacchetta al collo.
“Adesso si seguono le miedi regole” la voce di Demetra non era mai
stata così tanto aggressiva e minacciosa. Draco era evidentemente a disagio in
quella situazione, ma Dem non riusciva a capire se la causa era la bacchetta
puntata al collo oppure la poca distanza tra i loro corpi.
“Dimmi cosa è successo, voglio la verità”
“Non ti amo, eccola, pura e semplice” Dem provò a non
credergli, ma nonostante la situazione sembrava più sincero di prima.
“Ok. Cosa ti costringe a mentire?”
“Non sto mentendo non so che-“ la risata della ragazza
lo interruppe “ma per favore, sappiamo entrambi che non è così”.
Now I
think we're taking this too far
Don't you know that it's not this hard?
Well it's not this hard
But if you take what's yours and I take mine
Must we go there? Please not this time. No, not this time.
“Dem io non- è troppo complicato…”
adesso Draco sembrava ancor più a disagio, forse anche un po’ dispiaciuto, ma
non fece molto caso a quest’ultimo particolare.
“Non importa se è difficile, ormai siamo
arrivati fin qui senza problemi,possiamo farcela”
“No, secondo me siamo andati troppo
lontano e-“ provò a continuare il suo discorso, ma fu repentinamente interrotto
dalla ragazza “Non sono d’accordo, non è così difficile… per favore non questa
volta…”
“No, non è possibile continuare
Demetra!!! Ho detto basta, consideralo come la fine della discussione”
“dammi una ragione valida, ne basta una
sola ed io ti lascio andare ….. so cosa hai intenzione di dire, non tirare fuori
la scusa che non sei innamorato di me, risparmiatela”
“Non puoi farmi questo… io…, perché
non-“ iniziò Draco, ma non finì la frase…. abbassò lo sguardo e si mise a
fissare le radici dell’albero che fuoriuscivano dal terreno.
“Ho capito, non è che non vuoi dirmelo,
il problema è che non puoi, giusto?” Draco annuì, continuando a fissare per
terra. “E’ un motivo valido? E’ così importante?” chiese Demetra in un sussurro
“sì, è la scelta giusta.”
Well
this is not your fault
But if I'm without you
Then I will feel so small
And if you have to go
Always know that you shine brighter than anyone does
“se è la scelta giusta allora puoi andare” per lei era
doloroso lasciarlo andare così facilmente, ma doveva mantenere un promessa.
Aveva chiesto una sola ragione valida e lui le aveva confermato l’esistenza di
una ragione valida, ma soprattutto giusta, anche se lei non sapeva quale…. non aveva
altra scelta… una promessa è una promessa, e le promesse si mantengono.
“mi dispiace…” ora sembrava veramente dispiaciuto, bè,
poteva iniziare ad esserlo un po’ prima, così avrebbe fatto a meno di tutta
quella scenata e soprattutto non avrebbe avuto bisogno di minacciarlo con una
bacchetta, che tra l’altro era ancora puntata in direzione del collo del biondo
e Demetra non aveva intenzione di spostarla, non subito almeno.
“posso chiederti un favore?” la voce di Draco le
sembrò lontana come se i centimetri che si trovavano tra di loro fossero
diventati metri… o chilometri…
“Non ci credo osi anche chiedermi favori?” il biondo
annuì“allora spara”
“Non complicare le cose… dimenticami, trovati un
ragazzo che non decida di lasciarti non appena la situazione si complica…che
riesca ad amarti senza essere travolto dalla paura”
you
shine brighter than anyone does
“Non posso… tu brilli più degli altri” Draco sorrise,
ma non era un vero sorriso… era amaro, la degna dimostrazione delle parole:
rido per non piangere.
“Ma io me ne sto andando…”
If
you run away now,
Will you come back around?
“Ma tornerai, vero?” Ecco, aveva detto le parole magiche,
adesso vedeva paura negli occhi di Draco, paura perché temeva la risposta che
stava per dare alla sua domanda… non ci volle molto, le bastò poco per intuire
in anticipo ciò che avrebbe detto il biondo
“No, non ci vedremo mai più, è una promessa.”
And
if you run away,
I'd still wave goodbye
Watching you shine bright
“Potrò sembrare noiosa, ma io resterò qui ad
aspettarti, so che prima o poi tornerai…come potresti non farlo? Nessuno
riuscirebbe a vivere senza di me”
Draco accennò un lieve sorriso e poi cadde il
silenzio. Entrambi aspettavano che fosse l’altro a continuare a parlare (o ad
abbassare la bacchetta) ma nessuno si decideva a farlo, preferendo fissarsi
negli occhi, almeno per l’ultima volta.
“Non piangere…” era una preghiera, una vera e propria
supplica, non si aspettava che Draco fosse in grado di parlarle così,ma dall’altra parte Demetra si sorprese per
quelle parole. Lei non era facile al pianto e Draco lo sapeva…. mah, gli uomini
sono strani…
“non ho intenzione di farlo… non per te…”
Draco rimase impassibile, provò a muoversi in avanti
per poter andare via, Demetra abbassò la bacchetta e lo guardò mentre si
dirigeva verso il castello senza dire nulla…. senza salutarla.
“Ricordati che brilli di più!” ormai il biondo era
lontano, dovette urlare per farsi sentire. Draco si fermò per un secondo
sentendo quelle parole, ma non si girò. Continuò a camminare finchè Dem non lo
potè più vedere.
*
Aveva fatto quello che doveva. Aveva lasciato Demetra.
Non voleva che succedesse così, avrebbe preferito farla arrabbiare, sembrare
uno stronzo crudele, magari ciò l’avrebbe spinta a cercare un altro ragazzo che
non avrebbe avuto problemi ad amarla alla luce del sole.
Invece lui non ne era capace. Non che non volesse, ma
era troppo difficile, rischiava di soffrire e di far soffrire oltre il dovuto
la sua ragazza… ormai ex ragazza.
Ma ovviamente non aveva considerato a fondo il
carattere di Demetra, l’aveva sottovalutata. Adesso ripensandoci era
prevedibile… lo conosceva troppo bene, perciò non ci avrebbe mai creduto.
L’aveva lasciata. ancora non ci credeva, doveva ancora avvertire il colpo,
sentiva solo senso di colpa per averla lasciata, ma non sarebbe riuscito ad
andare avanti così… “Chissà cosa starà facendo adesso” si ritrovò a pensare.
She screams when I’m away
She’s been gone before
Probabilmente si trovava nel suo dormitorio ad urlare
e a distruggere qualsiasi cosa. Non perché fosse arrabbiata con Draco, ma
perché sapeva che aveva ragione. La immaginava piena di piume tra i capelli che
provenivano dal cuscino che aveva appena distrutto, e che poi avrebbe riparato
con un semplice colpo di bacchetta.
Era questo il suo modo di sfogarsi, lei non piangeva
mai.
I
worried all the time
so
why worry anymore
Now I
go away
Now I
know today
Si costringeva a pensare che quella era la cosa
giusta, l’unica strada che poteva percorrere. La cosa che lo sorprendeva, o
spaventava, maggiormente era che ci riusciva. Era convinto di aver fatto la
cosa più giusta per entrambi. Si era preoccupato troppo a lungo e per di più su
due fronti: la storia con Demetra e il suo destino ( si sforzò di chiamarlo
destino, la parola più giusta era dovere).
Doveva eliminare almeno un fronte, quello che una
volta eliminato avrebbe portato a “risultati migliori”. Quindi se ne era
andato. Sapeva già da molto tempo che lo avrebbe fatto, ma solo oggi se ne era
reso conto, anche se…
I
picked out your star
turned
night to day
a
simple whisper from your voice and I fade away
Aveva veramente trovato una stella, la sua stella. Era
grazie a lei se adesso anche durante la notte vedeva la luce del sole (una
stella appunto).
Aveva sempre preso in giro Romeo quando sotto al
balcone di Giulietta diceva “ Ma quale luce apre l’ombra, da quel balcone? Ecco
l’oriente e Giulietta è il sole…”, ma adesso lo capiva… era esattamente ciò che
pensava lui. Oddio era diventato come Romeo, quasi si vergognava di se stesso,
lui non era mai stato romantico e vomitevol… si faceva paura da solo.
You
wish for love
You pushed
me away
Your love
for me was everything I need
The air
I breathe…
Gli era bastato guardarla da lontano mer mettere da
parte l’orgoglio… certo, ci aveva messo un po’, ma poi si era lasciato andare e
col tempo aveva imparato a mostrare le proprie emozioni, almeno con Demetra.
Ma questa storia lo aveva spinto lontano dalla sua
famiglia, quindi era meglio per entrambi chiudere. Anche se una semplice parola
detta da lei avrebbe potuto cambiare quegli avvenimenti, se lei gli avesse
detto di restare sarebbe rimasto, se gli avesse chiesto di andarsene sarebbe
svanito.
Non si sentiva triste per quello che era successo, ma
le sue senzazioni erano sostanzialmente due: freddo, molto freddo, sentiva le
mani diventare di ghiaccio e poi non riusciva a respirare…il freddoaveva
raggiunto i polmoni… era tutto freddo, come se mancasse il sole…
*
LONDRA
– MINISTERO DELLA MAGIA – UFFICIO MISTERI:
“Te lo chiedo per l’ultima volta Potter, dammi la
profezia” lo minacciò Lucius Malfoy.
“Non dargliela Harry” Demetra non riuscì a
trattenersi, si sentiva molto arrabbiata e ciò la rendeva nervosa quindi poteva
essere considerata una bomba pronta ad esplodere se appena sfiorata.
“Ti consiglio di stare zitta Rinn se non vuoi fare una
brutta fine” fu di nuovo Lucius a parlare con un tono che avrebbe spaventato
chiunque, ma non le bombe pronte ad esplodere.
“Demetra Rinn? Quella
Demetra Rinn?” qualcuno la conosceva già? Si girò verso il mangiamorte che
aveva parlato, era il più alto ed il più robusto, a giudicare dalla voce anche
il più giovane. Da dietro la maschera poteva scorgere degli occhi chiari, quasi
bianchi.
“Non ora Cadmus” intervenne Lucius evidentemente
irritato e preoccupato dall’interruzione del mangiamorte. Continuò ad osservarlo,
aveva iniziato a ridere sotto i baffi, a mo’ di scherno, ma non in direzione di
Lucius o di Harry, ma proprio verso Demetra. Perché? Come faceva a conoscere
già il suo nome? E soprattutto perché si era “sorpreso” a vederla lì? Mentre
pensava ciò sentì il sussurro di Hermione e si tenne pronta.
“ORA!” urlò Harry, 7 bacchette puntarono gli scaffali
che caddero sui mangiamorte (ben vi sta!!)
Demcominciò a correre per raggiungere l’uscita, ma
purtroppo si divisero… si ritrovò in un corridoio deserto… qualcosa non andava,
c’era troppo silenzio. Fece qualche passo in avanti con la bacchetta levata.
Una voce urlò “STUPEFICIUM”ma lei fu
più veloce e la schivò… se lo aspettava. Si girò e vide Cadmus… rideva beffardo.
“Guarda chi si vede, la piccola Demetra”
La stava prendendo in giro per l’altezza???? Sarà
anche stata bassa, ma era concentrata… ed ovviamente esplosiva, la miccia era
stata accesa.
Dem puntò la bacchetta e lanciò uno schiantesimo, ma
lui riuscì a schivarlo… la ragazza iniziò a correre ed entrò in una stanza
piena di provette, bottigliette di vetro e calderoni. Si nascose dietro uno
scaffale sperando di aver seminato il mangiamorte, ma sapeva che non era così,
lo sentiva mentre apriva violentemente le altre porte che si affacciavano sul
corridoio… presto sarebbe arrivato anche lì. Infatti fu così, Cadmusaprì la porta con un calcio, lo immaginò
mentre si guardava intorno avvicinandosi al punto in cui si era nascosta. Il suo
cuore aumentò la frequenza e la forza dei battiti, aveva paura di essere
scoperta, ma non di morire (merito dell’adrenalina).
Il mangiamorte era vicino, sentiva i suoi passi ed i
suoi polmoni riempirsi e svuotarsi. Agì senza riflettere, uscì dal nascondiglio
ed iniziò a far saltare in aria tutti gli oggetti che si trovavano intorno a
Cadmus che, colto di sorpresa, non riuscì a proteggersi. Infatti fu colpito
daun liquido che rese la maschera
rovente, lo dedusse dal fumo che proveniva da sotto il cappuccio dell’uomo
accompagnato dalle sue urla. Il mangiamorte traballò e si tolse repentinamente
la maschera, facendo così cadere il cappuccio, rivelando dei lunghissimi
capelli neri leggermente mossi. Aveva la pelle bianchissima, rossa dove era
stata toccata dalla maschera e gli occhi più bianchi che azzurri, il pizzetto
lo rendeva più minaccioso.
Demetra cercò di scappare, ma Cadmus, che si erà già
ripreso, le chiuse la porta in faccia con un semplice movimento di bacchetta… e
la ragazza non ebbe altra scelta, se non quella di voltarsi per difendersi.
Quando si girò ed incrocio lo sguardo dell’uomo ebbe paura, sapeva di non
essere in grado di difendersi. Mentere penava cioò Cadmus alzò la bacchetta,
troppo in fretta; Dem non riuscì a schivare l’incantesimo che la colpì dritta
sul naso “ Ca…spiterina!! Il naso no!! Già è storto di suo doveva rompermelo
per la millesima volta??”
Pensando questo si alzò e lanciò un incantesimo di
ostacolo che Cadmus le fece facilmente rimbalzare addosso grazie ad un
sortilegio scudo. Dem si ritrovò per terra con il mangiamorte (un colosso di un
metro e 95) che le rideva in faccia “Draco ha un pessimo gusto in fatto di
ragazze, non ne vali la pena”
“Cosa? Prima mi rompe il naso ed ora sfotte pure??”
Dem si alzò di nuovo e punto la bacchetta dritta verso un enorme scaffale che
si trovava dietro le spalle del Mangiamorte.
Quando Cadmus stava per lanciarle contro un
incantesimo lei urlò immediatament “REDUCTO!!!”
Ma sbagliò mira, il raggio di luce rossa colpì la mano
di Cadmus che teneva l bacchetta e anche parte del suo viso (alla faccia del
reducto!!)
Il mangiamorte cadde in ginocchio insieme alla sua
bacchetta che rotolò fino ai piedi di Demetra.
Cadmus irlava per il dolore mentre si toccava la
guancia con la mano insanguinata e mutilata… le dita erano mozzate. Sanguinava
anche dal viso che presentava uno squarcio più che una ferita.
Guardando la scena però Demetra non si sentì né in
colpa né inoridita, ma era piuttosto soddisfatta e trattenne a stento un
sorriso. “Voldemort ha pessimo gusto in fatto di Mangiamorte, dovrebbe
scegliere quelli che sanno usare la bacchetta” (via libera coi doppi sensi).
Sentendo queste parole Cadmus si arrabbiò se possibile
ancora di più, cadde di lato per prendere la bacchetta, ma Demetra gliela
allontanò con un calcio. “Questa la prendo io, ci vediamo presto… forse”. Si mise
a correre e segui il corridoi verso i suoni della battaglia.
Entrò in una stanza con un arco al centro… appena in
tempo per vedere Bellatrix colpire Sirius.
*si, Demetra ha letto
Twilight e i sequel…
Salve
a tutti!!!
Alla
fine sono torata con il nuovo capitolo… l’ottavo… sigh chi l’avrebbe mai detto
che My Star sarebbe sopravvissuta fino all’ottavo??? Mi sto commuovendo…
Comunque
grazie ancora per aver letto anche questo capitolo, se sono stata un po’
deludente, mi dispiace, ma vi prometto che nel decimo capitolo mi riscatterò, è
una promessa, e le promesse si mantengono.
In più
vi informo che i capitolidi My Star
saranno in totale 13… quindi mi dovrete sopportare per altri 5 lunghissimi
capitoli… spero che li leggerete… =D
Le
canzoni che ho usato in questo capitolo sono: “Brighter” - Paramore e “Your
Star” – All American Rejects (grazie Frankie), vi consiglio di ascoltarle, sono
molto belle.
Ringrazio
chi ha recensito il capitolo precedente e spero che commenterete anche questo,
ve ne sarei grata. A Presto
Entrò
in un atrio particolarmente grande, insieme ai suoi compagni. Si guardò intorno
ignorando la stretta allo stomaco provocata dall’ansia.
L’atrio
circolare era veramente enorme, ancora carico di una particolare bellezza,
ormai sfiorita.
Si
fermò per un attimo ad ammirare ciò che lo circondava … il pavimento era di
marmo, un tempo lucido e brillante. Le pareti erano dipinte, gli affreschi
erano così accurati da sembrare vivi nonostante il colore presente fosse molto
meno acceso di quello originale. Si avvicinò alle figure disegnate per
guardarle meglio … sembravano persone in carne ed ossa, poteva quasi sentire i
suoni della battaglia raffigurata di fronte a lui ... ad un certo punto
l’affresco si interrompeva a causa della caduta dell’intonaco, era un peccato.
“Muoviti”
gli gridò una voce, quindi staccò gli occhi dalla parete per seguire i suoi
compagni, ma si concesse un ultimo sguardo alla stanza e vide un lampadario che
pendeva sopra la sua testa, era fatto da pendenti di vetro o diamante sembravano
tante piccole stelle.
“Draco,
forza!!” venne chiamato per la seconda volta … doveva andare, quello doveva
essere un bel giorno … quello era il suo giorno.
Seguì
i suoi compagni in un salottino secondario, arredato solo da un grande tavolo
posto al centro della stanza … c’era molto spazio vuoto.
Rimase
in piedi finché qualcuno gli indicò dove sedersi con un cenno del capo.
Ora
erano tutti seduti, ma c’erano ancora due posti vuoti, non sapeva a chi
appartenessero.
C’erano
tante cose che avrebbe voluto chiedere, ma non osava farlo, non vedeva visi
amichevoli, nessuno era pronto ad aiutarlo, quindi preferì restare in silenzio
e imitare i suoi compagni che fissavano un punto alla sua sinistra.
Fu
in quel momento che lo vide.
A
sinistra, dalla parte più lontana da dove si era seduto lui, c’era una poltrona
rossa girata di schiena verso il camino acceso che era l’unica fonte di luce.
Sapeva
chi era seduto su quella poltrona … era lì proprio per questo. Se possibile la
sua ansia era aumentata, adesso le farfalle nel suo stomaco erano diventate
molto più agitate, ma nonostante ciò non vedeva l’ora di iniziare l’incontro.
“Siamo
tutti per ora. Vi sarete accorti dei due posti vuoti … sono felice di
comunicarvi che oggi avremo un ospite”la voce era fredda, inconfondibile.
Non
sapeva se iniziare ad aver paura o sentirsi onorato di trovarsi al cospetto di
Voldemort.
“Oggi
abbiamo anche un nuovo compagno che presto si unirà a noi, vero Draco?”
Panico.
Aveva detto il suo nome, no, peggio, gli aveva rivolto una domanda. Come doveva
rispondere? Non sapeva cosa dire! Panico. Panico. Panico. Era una situazione
piuttosto imbarazzante, ed il fatto di essere l’unico senza cappuccio, con il
viso totalmente scoperto non aiutava affatto.
Ma
doveva pur dire qualcosa, giusto?
“Certamente
Signore” fece un grande sforzo per tenere ferma la voce.
“Benissimo,
ti ho convocato qui oggi perché è un giorno particolarmente importante ed è
necessario che tu assista prima di unirtia noi”.
La
porta si spalancò improvvisamente. Entrarono due Mangiamorte, gli unici ad
avere ancora la maschera sul viso, che trascinavano un vecchietto bendato e
particolarmente magro.
Nonostante
la poca luce e la benda che copriva il viso dell’uomo, Draco riuscì a notare
l’espressione di dolore e sofferenza che causavano smorfie terrificanti su quel
volto che gli sembrava familiare.
I
due Mangiamorte liberarono l’uomo dalla loro presa possente facendolo cadere
pesantemente a terra perché le gambe erano troppo deboli per sostenere il peso,
nonostante la magrezza.
La
caduta fu rovinosa, Draco si sorprese di non aver sentito le ossa dell’uomo
frantumarsi all’impatto con il pavimento duro.
L’uomo
cercò di sollevarsi dal pavimento freddo, ma invano, era troppo debole e capì
che una volta in piedi le gambe avrebbero ceduto di nuovo, così optò per
raggomitolarsi in un angolo.
“Adesso
che siamo tutti, è arrivato il momento di dare il benvenuto al nostro ospite”
Voldemort, per farsi sentire, dovette alzare di molto la voce e coprire i
frequenti sospiri e lamenti del vecchietto loro ospite.
Draco
si accorse che anche gli altri adesso erano agitati, o forse era meglio dire
eccitati, come se non vedessero l’ora di dare il loro benvenuto all’uomo.
“Potremmo
farlo tutti insieme … oppure … no, Cadmus, ti cedo volentieri l’onore”
Voldemort riprese il suo discorso che suscitò la delusione degli altri
Mangiamorte, escluso Cadmus, che sembravano riluttanti ad uscire dalla stanza.
Draco d’altronde era ben felice di uscire da quella stanza, non sapeva in cosa
consistesse il “benvenuto”, ma aveva un brutto presentimento, ed inoltre i
lamenti dell’uomo iniziavano a dargli fastidio. Era contento di poter uscire e
di non sentire più quei lamenti. Era vicino alla porta quando sentìla voce fredda di Voldemort parlare “Anzi,
perché non resti anche tu Draco?” era stato scelto anche lui. Guardando le
espressioni degli altri Mangiamorte, che evidentemente morivano di invidia per
l’opportunità che aveva avuto, si sentì contento, ma allo stesso tempo non
voleva rimanere in quella stanza.
Il
Signore Oscuro, però, aveva parlato, e lui sapeva che ogni sua parola era un
ordine. Disobbedire era impensabile.
Draco
non rispose, si limitò ad allontanarsi dalla porta e voltarsi tenendo la testa
alta, non voleva tradirsi mostrando la paura che provava … aveva parlato di
paura? No. Lui non aveva paura … non doveva avere paura.
“Cadmus,
il nostro ospite si rifiuta di parlare con noi, pensavo che tu avresti potuto
convincerlo. Sempre se ti ricordi come si fa dopo ciò che è successo al
Ministero”
“Quello
che è successo al Ministero è un incidente …” il tono di Cadmus lasciava
intendere l’umiliazione che provava in quel momento. Secondo Draco aveva
ragione a sentirsi umiliato, si era fatto staccare un dito da una quindicenne …
Mentre pensava alla vicenda del Ministero, non si accorse che il Mangiamorte e
il Signore Oscuro si erano avvicinati all’uomo e gliavevano tolto la benda. Il biondo non
riusciva a vederlo in viso perché Cadmus copriva la visuale, tutto quello che
riusciva a vedere era la bacchetta del Mangiamorte puntata contro il loro
“ospite”…
“Crucio” .
Draco
realizzò subito le conseguenze di quella parola ed istintivamente si girò di
scatto, sentiva le urla dell’uomo soffocate dal pianto, non voleva guardarlo,
ma non riusciva a non fissare sul muro un’ombra che si contorceva.
“Vieni
qui Draco”. Ancora una volta il Signore Oscuro ordinava, e Draco adesso era più
propenso che mai a rispettare i suoi ordini. Quindi si voltò avvicinandosi a
Cadmus. Poteva vedere il sorriso che aveva sulle labbra, sembrava soddisfatto
dell’esito della sua maledizione, anzi no, ne era letteralmente estasiato.
Draco fu costretto a guardare verso l’uomo a causa dello sguardo fisso e
penetrante del Signore Oscuro.
Paura,
dolore, sofferenza … ogni lacrima che rigava il viso del vecchietto aveva un
significato diverso. Non aveva mai pensato che potesse esistere un dolore così
grande, o meglio, non pensava che un essere umano potesse sopportare e
resistere ad un tormento simile senza invocare la morte …
Sentiva
Cadmus urlare qualcosa e l’uomo urlargli contro, un po’ in risposta e un po’
per il dolore. Draco si concentrò sugli occhi dell’uomo, erano chiari e acquosi
a causa delle lacrime … i lineamenti i lineamenti del viso gli ricordavano
qualcuno che conosceva. Lo sguardo del biondo andava dalla bacchetta di Cadmus
al viso del loro “ospite” e rabbrividì … come ci si sentiva ad essere torturati
dalla bacchetta che tu stesso hai fabbricato?
Olivander
tremava ancora, urlava risposte alle domande che gli venivano poste mentre continuava
a contorcersi a causa della maledizione di Cadmus.
Ormai
le urla dell’uomo gli riempivano la testa, non voleva più ascoltare, ma d’altro
canto se il Signore Oscuro stava compiendo un’azione simile, significava che un
motivo valido c’era… non sapeva quale, ma era già
qualcosa sapere della sua esistenza.
Draco
si ritrovò improvvisamente spinto verso la porta della stanza, completamente
svuotato di qualsiasi tipo di suono, non sentiva neanche il rumore dei suoi
passi sul marmo freddo e duro.
Era
tornato nel salone circolare di prima, ma adesso se possibile aveva perso quel
poco di magia che ancora gli rimaneva, sembrava spento.
Cadmus
stava parlando con un altro Mangiamorte, ma era tranquillo, non sembrava
minimamente turbato da ciò che aveva appena fatto. Non era forse anche lui un
uomo? Forse no… o forse era lui, Draco stesso a non
essere un uomo, forse era troppo debole, non era capace di ferire un uomo in
quel modo …
Si
avviarono tutti verso il vialetto esterno nascosto in parte dall’erba incolta
del giardino.
Draco
camminava troppo lentamente, gli altri lo urtavano spesso, ma lui non se ne
preoccupava più di tanto, preferiva continuare a guardarsi intorno.
Ai
lati del vialetto si intravedevano delle lapidi illuminate dalla luce debole
della luna. Draco leggeva i nomi incisi sulle pietre fredde chiedendosi come
fossero morti tutti quei Thomas e Riddle che non conosceva.
***
Un
nuovo incubo. Ormai era la norma … non riusciva a non sognare urla, lacrime e
sangue. Era proprio il sangue che lo faceva stare peggio. Non riusciva a
togliersi dalla testa immagini di persone ferite e sanguinanti, era più forte
di lui. Ogni volta dopo un incubo si svegliava con il sapore metallico del
sangue sulle labbra che gli provocava un forte senso di nausea.
Non
gli era piaciuto per niente assistere alla tortura di Olivander, lo aveva fatto
stare male per giorni… ora ne pagava le conseguenze con gli incubi.
Per
fortuna non aveva partecipato ad altri incontri con i Mangiamorte, era strano
che non fossero già venuti a prenderlo, ma dall’altra parte forse era meglio
così, non avrebbe sopportato un’altra tortura.
Era
buio fuori, probabilmente era ancora notte fonda… ma
ormai sarebbe stato inutile rimettersi a dormire, tanto valeva alzarsi e
mettersi a fare altro per distrarsi dagli incubi che lo avevano svegliato.
Mentre si stava vestendo Dracosentì dei
passi in lontananza… strano, era sicuro di essere
solo in casa visto che da quando suo padre era ad Azkaban sua madre passava
quasi tutte le notti dalla zia Bellatrix.
I
passi si facevano sempre più vicini… ma Draco non era
preoccupato, sapeva chi erano, lo sapeva benissimo…
stavano venendo a prenderlo alla fine. Sfortunatamente non si erano dimenticati
di lui dopotutto.
Finì
di vestirsi e rimase immobile per un secono, cercando
di ingoiare la paura che gli chiudeva la gola… poi
uscì dalla sua stanza e iniziò a scendere le scale che conducevano al piano
terra. Arrivò al portone principale, lo aprì per uscire nel giardino di Malfoy
Manor e li vide. Decine di uomini incappucciati e mascherati. Draco aveva
voglia di scappare, ma non lo fece.
Non
sarebbe servito a nulla, prima o poi lo avrebbero raggiunto senza alcuna
difficoltà, era inevitabile… tanto valeva non perdere
tempo e andargli in contro.Chiuse il
portone della villa e senza indugiare raggiunse i Mangiamorte che lo
stavanoaspettando.
***
Era
di nuovo nella casa con l’affresco, ma questa volta era stato condotto in un
piccolo corridoio nei sotterranei, sembrava di stare in una cantina buia.
Alla
fine del corridoio, davanti ad una porta chiusa, c’erano altri Mangiamorte,
tutti quelli che non erano andati a Malfoy Manor a prenderlo, alcuni non
avevano la maschera. Riconobbe qualche viso… vide sua
zia Bellatrix che sembrava totalmente impaziente per qualcosa…
e si sentì rincuorato vedendo sua madre anche se, a differenza della sorella,
sembrava molto più preoccupata che impaziente. Nonostante ciò lancio uno
sguardo al figlio per tranquillizzarlo e, anche se Draco non lo capì, era
evidente che in fondo cercava di tranquillizzare anche se stessa.
Quando
Draco e i Mangiamorte arrivarono alla fine del corridoio, entrarono tutti nella
stanza che si trovava davanti a loro. Era abbastanza grande e completamente
vuota. Le pareti di pietre grigie ed umide le davano l’aspetto di una grotta… fredda ed umida.
Prima
non lo aveva notato, ma sul fondo della grotta, avvolta nell’ombra, si trovava
la figura di un uomo seduto su una poltrona… attorno
a lui un grosso serpente strisciava e sibilava. Draco sapeva di chi si
trattava, sarebbe stato impossibile non riconoscere il Signore Oscuro.
Appena
egli si alzò, tutti i Mangiamorte uscirono, Narcissa Malfoy era quasi in
lacrime. Vedendo tutti gli altri uscire, Draco fece per seguirli, ma venne
trattenuto da una voce fredda.
“Benvenuto
Draco” in quel momento però Draco si sentiva tutto tranne che il benvenuto,
ricordandosi come era stato trattato Olivander… l’ultimo uomo a cui era stato
dato il benvenuto.
“Come
già sai Draco, l’idea di far passare il mio ritorno inosservato è fallita perché
Potter è sopravvissuto. Adesso l’unica cosa che mi resta da fare è infiltrare uomini
al mio servizio in ogni punto raggiungibile ed ho già dei piani per farlo… tuttavia, qualcosa me lo impedisce.”
Mentre
diceva queste parole camminando lentamente avanti e indietro, Draco colse l’occasione
per guardarsi intorno ed analizzare la cantina in cui si trovava. Notò in un
angolo un fuoco dalle fiamme verdi, simile a quello della metro polvere, era
evidentemente incantato perché non c’era legna che bruciava.
L’Oscuro
Signore continuava a parlare e secondo il biondo era conveniente concentrarsi
sulle sue parole.
“Sono
decenni che rinvio questa decisione, ma adesso la situazione è arrivata al
punto di non ritorno e non voglio imprevisti questa volta. Ed è per questo che Albus Silente deve morire.”
Draco
rimase sorpreso da quello che aveva appena sentito. Il Signore Oscuro stava
progettando un omicidio… stava decidendo di porre
fine alla vita di un uomo. Non gli era mai stato particolarmente simpatico il
Professor Silente e gli era indifferente se fosse vivo o morto, anche se non
gli piaceva parlare di omicidi. Comunque a parte il discorso, che aveva una sua
logica, su Silente che rappresentava un’ostacolo, non
capiva perché era stato convocato lì.
“Adesso
Draco, è arrivato il momento di dirti per quale motivo ti ho chiesto di venire
qui.” Riprese il Signore Oscuro, quasi come se gli avesse letto nel pensiero.
“E’
quasi impossibile far entrare i miei Mangiamorte ad Hogwarts e per ora non
vorrei esporre in maniera evidente Severus… quindi è
per questo che mi servi… sarai tu a dover uccidere
Silente.”
Draco
rabbrividì, anzi no, si congelò letteralmente sentendo ciò che gli era stato
detto di fare… un conto era sapere che qualcuno
sarebbe stato ucciso, dover uccidere personalmente era tutta un’altra cosa. Lui
non voleva uccidere… non sarebbe stato capace. Non
gli piaceva quella situazione, non avrebbe mai dovuto entrare in quella cantina…non voleva uccidere e macchiarsi di sangue. Non ce
l’avrebbe mai fatta… la paura dentro di lui cresceva
e stava per esplodere.
Siccome
Draco non rispondeva, Il Signore Oscuro riprese a parlare con un tono
falsamente gentile.
“Credi
di farcela Draco? Puoi introdurre i miei Mangiamorte ad Hogwarts e uccidere
Silente?”
Il
biondo si sentì leggermente sollevato da quella domanda, bastava dire di no e
tutto si sarebbe sistemato, lo avrebbe fatto qualcun altro…
tuttavia , non osava rispondere all’Oscuro Signore. Anche se voleva rispondere
di no,la sua voce non usciva fuori, manifestò la sua volontà solo con un
impercettibile movimento della testa, ma che non sfuggì al Signore Oscuro.
“No?
Non ce la farai, Draco? Sfortunatamente la mia non era una domanda. Non ti
stavo chiedendo un favore, Draco, il mio è un ordine!”
Draco
continuò a non rispondere in alcun modo… aveva
sperato che tutto si sarebbe risolto… adesso aveva
più paura di prima, non riusciva a guardare L’Oscuro Signore negli occhi,
preferiva guardare il pavimento ruvido ed irregolare aspettando di trovare la
forza di fare qualcosa, di ribellarsi per lo meno. Il Signore Oscuro percepì l’indugio
di Draco come un rifiuto di servirlo e questo lo fece infuriare.
“Draco,
forse hai bisogno di un po’ di incoraggiamento, che ne pensi? CRUCIO”
“I push my fingers
into my eyes
It's the only thing that slowly stops the ache
But it's made of all the things I have to take
Jesus, it never ends, it works it's way inside
If the pain goes on,
I'm not gonna make it!” *
Draco
cadde a terra all’istante. Il dolore arrivò ancora prima di toccare il
pavimento. Sentiva le ossa in fiamme, sentiva il fuoco bruciare ovunque,
partendo dall’addome, il punto in cui era stata puntata la bacchetta.
Non
lo sopportava più, voleva che finisse. Il dolore lo costringeva a contorcersi
sul pavimento della cantina, le pietre ruvide e irregolari gli strappavano la
camicia bianca graffiandogli la schiena. Voleva liberarsi del dolore, voleva
urlare dire che gli faceva male, ma non riusciva a trovare la voce. Anche la
gola gli bruciava, bruciava tutto. Riusciva a malapena a respirare perché anche
riempire i polmoni d’aria gli provocava dolore.
Voleva
che finisse, che la smettesse, o non ce l’avrebbe fatta a resistere.
“Ti
ho incoraggiato abbastanza? Farai quello che ti ho ordinato di fare?”
Draco
era ancorasdraiato sul pavimento con la
schiena e il viso graffiati. Aveva appena ricominciato a respirare
regolarmente, ma era terrorizzato a tal punto che non riusciva a parlare. Non
riusciva a pregare il Signore Oscuro di non torturarlo più e che avrebbe fatto
quello che voleva, perché era sicuro che non ci sarebbe riuscito, non voleva
uccidere, aveva paura di farlo. Ma al tempo stesso aveva paura di essere ucciso
se non avesse acconsentito ai suoi ordini… non sapeva
cosa fare.
Il
Signore Oscuro continuava ad infuriarsi perchè Draco non si piegava e non
rispondeva come avrebbe voluto.
“Cosa
c’è Draco? Non ti ho ancora convinto a fare quello che ti dico? Sarà meglio
cambiare tattica, che dici?LEGILIMENS”
L’incantesimo
provocò una sensazione strana… Draco sentiva una cosa
strana… come una“presenza” che irrompeva nella sua testa… ed
improvvisamente iniziò a ricordare… ricordò tante
cose velocemente e sapeva benissimo che il Signore Oscuro stava cercando un suo
punto debole. Poteva vederlo mentre sfogliava i suoi ricordi…
il suo primo viaggio sull’Hogwarts Express, una gita ad Hogsmeade,
la tortura di Olivander, la sua prima partita di Quidditch…
all’inizio l’idea di porre resistenza all’intrusione fu istintiva, ma non era
facile, l’incantesimo era troppo potente e lui era ancora in preda alle conseguenze
della maledizione cruciatus. Quindi si abbandonò
totalmente all’incantesimo, rinunciando di resistere all’intrusione.
Intanto
continuava a rivivere i suoi ricordi mentre L’Oscuro Signore si intrufolava
sempre di più fra di loro, guardando ogni minimo ricordo…la sua festa di compleanno quando aveva
8 o 9 anni, festeggiata a casa con i suoi genitori davanti ad una torta
enorme,un piccolo Draco che abbracciava
sua madre prima di andare a dormire, Lucius che regalava una scopa volante al figlio… e poi niente, Il Signore Oscuroaveva interrotto l’incantesimo, lasciando
Draco sorpreso, non capiva dove voleva arrivare.
“Vuoi
bene a mamma e papà, vero Draco?” il suo tono era amichevole, ma non c’era
nulla di amichevole nei suoi occhi.
“Peccato
che se non farai quello che ti dico pagheranno anche loro…
e ti assicuro che non ti piacerà… ti ricordi quello
che ti ho fatto prima?”
Draco
se lo ricordava… solo a pensarci ebbe l’impressione
di tornare a bruciare. Non voleva che accadesse anche ai suoi genitori…
“Farai
quello che ti ho detto Draco?”
La
minaccia rivolta ai suoi genitori gli aveva fatto trovare il coraggio di
parlare, non si sentiva pronto ad uccidere, ma non poteva permettersi di
perdere i suoi genitori che erano tutta la sua famiglia.
“S-si, io giuro…giuro…”
“Giuri
Draco? E pensi che adesso mi basti un tuo giuramento?” e rise prima di dire per
la seconda volta “LEGILIMENS”
Draco
si sentì come prima, e ricominciò a ricordare… il
giorno dei G.U.F.O, Draco seduto al tavolo dei Serpeverdeche
guardava una figura con i capelli neri, il Ballo del Ceppo…stava correndo fuori dal Castello…
verso il giardino di Hogwarts… il viso di Demetra che
si avvicinava al suo…
“Questo
di che è interessante, Draco… che delusione,
frequentare traditori del proprio sangue, meriteresti una punizione seria
Draco.”
Non
era possibile, avrebbe dovuto pensarci prima, avrebbe dovuto opporre
resistenza!!! Il Signore Oscuro non avrebbe dovuto sapere nulla di Demetra… adesso anche lei era in pericolo! Sperava che L’oscuro
Signore avrebbe lasciato perdere Demetra, preferiva essere punito piuttosto che
vedere lei soffrire per colpa sua.
“Ma
credo che per ora ti darò soltanto un motivo in più per obbedirmi…
perché se dovessi fallire, Draco, la ragazzina seguirebbe il destino dei tuoi genitori…”
“No… vi prego, io…” io cosa?? Non sapeva
che dire… no. In verità lo sapeva, ma non aveva
ancora il coraggio di dirlo. Fece un respiro profondo e continuò la frase “io
farò quello che volete, qualsiasi… tutto.”
“Ne
sono sicuro… avrai notato che dopo il fallimento al
Ministero, ho perso molti uomini di fiducia che adesso si trovano ad Azkaban,
tuo padre compreso…” Draco aveva capito dove voleva
arrivare l’Oscuro Signore, lo aveva supposto, ma era peggio di come lo aveva
immaginato, non pensava che avrebbe avuto così tanta paura, ma era meglio non
farsi prendere dal panico e continuare ad ascoltare le parole del Signore
Oscuro.
“è
per questo che ho deciso di farti unire a noi ufficialmente.” Dicendo questo si
avvicinò al fuoco incantato dal quale estrasse un’asta di ferro. Draco capì
immediatamente cosa aveva intenzione di fare…
“Il
tuo braccio sinistro, Draco…” chiese tendendogli la
mano libera. Draco ritrasse istintivamente il braccio allontanandosi dall’Oscuro
Signore.
“Draco,
te ne pentirai” la sua voce era minacciosa, e quando provò ad avvicinarsi
ulteriormente, Draco (che si trovava ancora seduto sul pavimento) fece per
allontanarsi ancora di più strisciando- La cosa non piacque minimamente a Voldemort che estrasse immediatamente la bacchetta “CRUCIO”
la maledizione fu così potente che oltre a torturare il ragazzo, lo fece andare
con violenza contro la parete della cantina. Il colpo fu così forte che lo
lasciò semi cosciente. Voldemort colse al volo l’occasione… si avvicinò rapidamente al ragazzo accasciato a
terra. Dopo aver strappato la manica sinistra della camicia, con l’asta di
ferro ancora rovente, impresse il Marchio Nero sul braccio del biondo.
Ignorando completamente i piccoli gemiti del ragazzo che, adesso, si mordeva le
labbra e la lingua per non urlare.
Salve a tutti, oh voi cari lettori
e lettrici!!
Chiedo umilmente perdono per aver
ritardato così tanto a scrivere questo nono capitolo.
Se non fosse per il mio orgoglio Serpeverde (o Grifondoro, dipende
dai punti di vista) mi inginocchierei anche per implorarvi venia!!! Il problema
è come sempre la scuola… quest’anno ci sono dovuta
andare pesante con lo studio e quindi ho rimandato My
Star come Piton rimanda sempre l’incontro con lo
shampoo (sorrySeverus).
Cmq spero che vi sia piaciuto anche
se non ho scritto chissà che, erano cose che più o meno già sapevamo dai libri,
anche se non le avevamo vissute in diretta e dal punto di vista di Draco, ho
pensato che fossero indispensabili per caratterizzare al meglio il personaggio
del biondo che (spero si sia visto in questo capitolo) non è poi così cattivo,
anche se non è neanche così buono… ma sicuramente non
è un assassino.
Comunque per farla breve, spero che
vi sia piaciuto questo capitolo e che continuerete a leggere questa ficcy anche perché ho previsto un piano di scrittura da
attuare durante scuola e che quindi non tarderò così tanto a postare.
Grazie a tutti di cuore!!!La vostra GreenLittleStar (Gwen)
*P.S. la canzone che ho usato è “DUALITY
“ degli SLIPKNOT
P.P.S Scusatemi per il titolo che è penoso, ma è l’unica cosa che mi
è venuta in mente. Il prossimo si chiameràTAKE MY HAND.