Today and 4ever

di alexis7
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** capitolo 30 ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***



Salve a tutti! Questa è una storia scritta a quattro mani da me, Alexis e Celia. Siamo ancora alle prime armi quindi... bhe, diteci pure se facciamo errori ma non siate troppo cattivi! XD Dunque, questo è il capitolo scritto da Celia. Il genere è anche fantasy ma visto che siamo delle romanticone la mettiamo nel genere romantico!
Mi raccomando, recensite!
 



Un umano in fase di “vampirizzazione” viene chiamato Intermedio.
Il processo di trasformazione da umano a vampiro non ha una durata arbitraria; A volte dura giorni, a volte settimane, mesi o anni; un umano il cui processo dura più di quattro mesi viene definito “ Resistente”, il caso di Resistenza più lunga è stata quella di venti anni. La durata della vampirizzazione è determinata dalla volontà di una persona ossia dal volere, o non volere diventare un vampiro e dalla resistenza fisica e cerebrale. In genere le donne hanno meno Resistenza, la donna più Resistente ha avuto un processo lungo quindici anni.
Un bambino in vampirizzazione viene definito in fase “Pre-Intermedia”; al contrario di ciò che si può pensare i bambini hanno una notevole Resistenza, diversa da quella di un adulto, diciamo che è dovuta alla necessità di crescere e maturare fisicamente e intellettualmente; in genere essa diminuisce quando raggiungono i sedici- diciassette anni, a questo punto, –non esistono casi documentati in cui qualcuno sia diventato un vampiro prima di tale età- diventa ufficialmente Intermedio, e ha una propria Resistenza; potenzialmente un Intermedio che è stato Pre-Intermedio ha più Resistenza

[dal "Documentario", prima annotazione]

 

*   *   *

 


Sbuffò.
 La ciocca ribelle di capelli che gli tagliava il viso trasversalmente si mosse leggermente.
I capelli
quanto mi piacevano i suoi capelli! Biondi tendenti al grigio, lucenti e lisci, mai ordinati.
Mi si era incantato lo sguardo, cosa che succedeva sempre quando ciò che stavo facendo non mi interessava o ero distratta.
Alzò gli occhi dal libro e mi lanciò un'occhiataccia
-STUDIA E NON DISTRARTI
disse con il suo solito tono irritato, a bassa voce.
Cristoph era sempre irritato e nervoso, ma con il passare degli anni mi ci ero abituata.

Un vampiro sette anni prima aveva ucciso tutta la mia famiglia, non persi la vita ma fui morsa, venni affidata a questo collegio, chiunque qui è un pre-intermedio.
Cristoph era in quel collegio da più di me, circa due anni di più.
Ricordo che Cris mi aveva incuriosito da subito, ma allo stesso tempo mi intimoriva, così solo circa una settimana dopo il mio arrivo provai a rivolgergli la parola, inutile a dirlo, mi snobbò alla grande, ma non mi diedi per vinta e ogni giorno mi mettevo a parlarci, anche se lui non rispondeva mai e non diceva mai niente, poi ricordo benissimo che un giorno mi rispose, la sua risposta non fu delle migliori (precisamente  “ma quando smetti di parlare?”) ma era un inizio.
-Per oggi può bastare.
Disse , rompendo il silenzio
chiuse il libro e lo mise al suo posto, nello scaffale della grande libreria.
Ci avviamo verso i dormitori, ognuno per la sua strada.
Ancora poco e avrebbe compiuto diciassette anni, e a quel punto sarebbe dovuto uscire dal collegio, invece io avrei dovuto lasciarlo due anni, ma lo avrei lasciato subito, e me ne sarei andata con Cris

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Ecco il terzo capitolo!! ^^
Ma gente... su, su! Commentate!!! Dateci un po' di soddisfazione!! 
Bene ed ora.. buona lettura!

Quella mattina era cominciata decisamente male.
Mi ero alzata in ritardo di qualche minuto e, come se non fosse bastato, il mio aspetto era terribile!
I capelli neri ricci, non particolarmente lunghi, non volevano proprio stare al loro posto! Riccioli a destra e ricci a sinistra. Ero impresentabile! Aprii frettolosamente il cassetto della scrivania in legno e ne presi l’arricciacapelli che sistemò in pochi attimi tutti i capelli, mettendoli al loro posto.
Indossai i primi vestiti che trovai e uscii dalla mia stanza percorrendo i corridoi del collegio correndo a più non posso.
Non appena arrivai in cortile, ormai vuoto, camminai velocemente verso l’entrata, che conduceva alle varie aule di lezione. Non appena appoggiai le mani alla porta in vetro, però,  venni bloccata con forza per un polso.
-Guarda! La mocciosa!
Sentii una voce provenire alle mie spalle. Viscida e fredda, poteva essere solo di Francis, una tra le persone più insopportabili che avessi mai conosciuto!
Mi voltò, e mi trovai spalle al muro. Mi squadrò dall’ alto al basso, sotto il mio sguardo disgustato.
-Wow… hai delle gambe niente male
Solo allora mi accorsi di indossare una gonna, lunga un po’ sopra al ginocchio. Arrossii di botto, cercando di togliermi dalla presa, ma quella era troppo forte. Intanto i suoi compagni sghignazzavano.
-Non credevo nascondessi un fisico tanto bello… alta, magra…
Continuò.
- Lasciami
Gridai, cominciando a spaventarmi. Francis non era decisamente uno di quei ragazzi che si potevano definire “bravi”.
-Oh! Che c’è? Hai paura? Non fai tanto la dura quando non c’è il tuo amichetto a proteggerti, eh?
Cercai di colpirlo con un calcio, che però fu prontamente bloccato dalla sua gamba.
Ringhiai, ma mi ignorò, mettendo le labbra sopra le mie con violenza. Io per tutta risposta gli morsicai il labbro, sentendo il sapore del ferro in bocca. Francis si staccò subito, infuriato. Alzò la mano per colpirmi, ma venne bloccata da un’altra mano. Pallida e affusolata, la riconobbi prima ancora di vederne il volto.
- Cris…
Sussurrai, provando sollievo. Il suo sguardo era freddo e sembrava potesse perdere il controllo da un momento all’altro. Non doveva essere una bella giornata neppure per lui.
- Tsk, ti è andata bene bambolina,
Disse, guardando Cris, irritato.
-Ma ricorda che tra non molto non ci sarà più lui a proteggerti e quando questo avverrà…
E avvicinò il suo volto al mio.
-Guardati le spalle, perché io sarò sempre dietro a te.
Sorrise e si allontanò, portando con sé i suoi compagni.
Rivolsi uno sguardo spaventato a Cris.
- Tutto bene?
Mi chiese, quasi preoccupato. Preoccupato? Che sciocchezza! Cris non si preoccupava di certo per me!
- Sì…
Dissi, abbassando lo sguardo e entrando nell’edificio, seguita da lui.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Uuuuu!!! Grazie per  i commenti! Siamo felicissime!! ^_____^
Bene, ora vi lascio alla lettura!


Cris mi accompagnò fino all'aula, e dopo la lezione mi venne a riprendere, non aveva intenzione di lasciarmi da sola, non dopo l'episodio di quella mattina, mi stette tutto il giorno alle calcagna, fino a quando non fu chiamato in presidenza, strano, non aveva fatto niente e io lo sapevo per due motivi:
1 era lo studente modello
2 era stato con me tutto il tempo
Uscito dalla presidenza non volle dirmi niente, dicendomi solo che l'indomani avrebbe spiegato tutto.
Forse il preside lo stava preparando alla sua imminente uscita dal collegio.
Ad ogni modo tutti i dubbi si sarebbero chiariti l'indomani.
Come ogni giorno io e Cris ci recammo in biblioteca per fare i compiti, ma durante il tragitto mi accorsi che c'era qualcosa di strano: era Cris, solitamente non si capiva mai il suo umore e il suo stato d'animo, ma qualcosa di  lui mi fece intendere che era preoccupato, nonostante già di suo non fosse una persona loquace, era ancora più silenzioso.
La sera andai a dormire, impaziente di arrivare a domani.

                                       ----------------
Il mio sonno non era stato uno dei migliori,a dire il vero era stato pessimo, agitato e spezzato.
Come al solito mi ero svegliata in ritardo, ma grazie al trattamento del giorno prima ero piuttosto ok.
Era sabato e le lezioni iniziavano più tardi, così mi ero data appuntamento con Cris, ovviamente dovevo aspettarlo nel dormitorio, finchè non mi avrebbe fatto uno squillo, ma che rischio avrei corso iniziando un pezzettino di strada da sola?
Di sicuro Francis e i suoi scimmioni a quell'ora non erano svegli, non ci sarebbe stato nessun rischio, così dopo essermi preparata scesi di fretta le scale e mi avviai verso il giardino dove ci eravamo dati appuntamento, camminavo rapidamente sotto il portico quando sentii una mano gelida afferrarmi il polso, per un momento sembrò che il mio cuore si fosse fermato, impallidii: era Francis, cercai di gridare aiuto, ma mi mise la mano libera sulla bocca
- Riecco la mocciosetta! Avevamo un conto in sospeso noi due, vero?
Per tutta risposta gli sputai in faccia, seguirono imprecazioni
-COME HAI OSATO! SPERA CHE CI SIA IL TUO CANE A PROTEGGERTI!
- Scommettici
il mio tentativo era di sembrare sicura e arrogante , ma la mia voce tremava
- Credi che il tuo cane da guardia sarà qui per sempre? Sai benissimo che è una questione di settimane se non giorni, e a quel punto io...
disse furente
- Io me ne andrò con Cristoph...
cercai di guadagnare tempo
- Che illusa! Non dirmi che non te l'ha detto! Tu non andrai da nessuna parte con lui!
- Cosa vuoi dire?
- Strano che non ti abbia informato, non avrai nemmeno un briciolo di possibilità di andartene con lui, ha trovato una tutrice
Una tutrice? I ragazzi del collegio dopo i 17 anni potevano scegliere di vivere da soli oppure qualcuno se ne prendeva la responsabilità e non erano più considerati adulti indipendenti
-Che sciocca! E non puoi nemmeno immaginare chi sia la tutrice! Chi vuole prendere in affidamento Cristopher è Madama Zara, come vuoi che rifiuti per te???
Rimasi senza parole, chiunque conosceva Madama Zara, fu la donna più resistente al mondo, nessuno conosce la sua storia, ha anche scritto tanti libri in oltre a lei è stata affidata l'unica copia del Documento.
Non riuscii a spiccicare parola, e a quel punto Francis mi lasciò il polso

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Oddioooooooo!!!! Chiediamo umilmente perdono per il ritardo ma a me è mancato internet per più di un mese (ero tipo in crisi d'astinenza! XD) e Celia aveva i capitoli dispersi in tre diversi computer quindi...
SCUSATEEEEEEEEEEEEE!!!!! Ma ora torneremo regolari... spero! No dai, se non ci sranno altri inconvenienti posteremo sicuramente più spesso!
Buona lettura ^______________^


CAPITOLO 3
Al pomeriggio il preside convocò il collegio nella grande sala, dove solitamente si tenevano riunioni. Presi posto in una sedia tra le ultime file e aspettai l’inizio della riunione.
Nel piccolo palco di fronte a noi, comparve il preside, con i professori, Cris e un’altra donna, vestita con una lunga gonna e una maglia abbastanza larga. Da dove mi trovavo non riuscivo a vederla molto chiaramente ma capii che quella doveva essere la famosa Madama Zara.
Alcuni mormorii si alzarono tra la folla.
Il preside prese un microfono e si schiarì la voce, cominciando a parlare:
-Salve a tutti, e grazie per essere qui. Dunque… vi ho convocati qui per annunciarvi l’uscita dal collegio del vostro compagno, Cristoph Argent. Dopo molto tempo passato insieme a noi, è tempo che prenda la sua strada, e che diventi vampiro. Verrà preso in custodia da una tutrice: la famosa Madama Zara. Sono certo che vi mancherà molto e che molti di voi vorrebbero essere al suo posto…
Non prestai più attenzione al resto, mentre nella mia mente riecheggiavano quelle parole. Non sarei potuta uscire… avrei dovuto abbandonare Cris, la persona a cui tenevo di più al mondo… sentii delle risa dietro di me, facilmente riconoscibili dal timbro delle voci: Francis e i suoi scagnozzi, ma non gli prestai attenzione, così come non prestai attenzione al discorso di Madama Zara e neppure al saluto di Cris.
Mi risvegliai dal trance in cui ero caduta, solo quando vidi tutti alzarsi e dirigersi alle proprie stanze. Mentre uscivo dalla sala, però, venni fermata per un polso (ormai tutti mi bloccavano per il polso!) ma non da Francis, come temevo, ma da Cris.
-Ti voglio presentare Madama Zara.
Disse, tirandomi nella direzione opposta in cui ero diretta. La sala era ormai vuota quando la raggiunsi. La guardai meravigliata, non immaginando che potesse esistere una donna tanto bella, seppure anziana. La sua pelle era olivastra e ruvida. Il suo aspetto era ben curato e mostrava eleganza in ogni suo movimento, anche il più semplice. Spostò lo sguardo da Cris a me, interessata, mentre io ero intenta a scorgere ogni particolare di quella donna tanto bella quanto strana. Avrei dovuto odiarla, perchè mi stava portando via la persona più importante della mia vita, ma mi sembrava impossibile. Anzi, provavo ammirazione. E intorno a tutti questi pensieri, uno sola domanda prendeva importanza: sarei stata anch'io così da vampiro?
-E’ questa la tua amica?
Chiese. Nella sua voce bassa, si poteva notare l’accento francese, che rendeva ancora più bello ascoltarla.
-Sì. Madama Zara le presento Samantha, Samantha ti presento Madama Zara.
Sorrisi, chinando il capo in segno di saluto e lei fece lo stesso.
Scosse la testa leggermente, mettendo a posto un ciuffo di capelli rossicci, cadutagli nel volto.
-Sono felice di fare la tua conoscenza. Ero curiosa di vedere chi riusciva a sopportare questo associale ragazzo!
Esclamò, sorridendo. Vidi i due canini più lunghi rispetto agli altri, e molto affilati. Provai un brivido al pensiero di quanti umani avesse trasformato in vampiri. Sorrisi alla battuta, non riuscendo a dire nulla.
-Beh, ora si è fatto tardi.- disse, guardando fuori da una finestra la luna che illuminava le tenebre.
-E’ meglio che andiate a dormire. Arrivederci Samantha, è stato un piacere.
-Piacere mio- dissi, non del tutto convinta. In fondo… per colpa sua avrei perso Cris, no?
-Ci vediamo tra una settimana Cristoph.
Disse, infine, voltandosi e allontanandosi.
Una settimana? Cris se ne sarebbe andato tra soli sette giorni? Tra sole 168 ore?
E in quel momento un dolore al petto si fece sempre più intenso, così intenso da non permettermi di concentrarmi nemmeno sulle parole di Cris.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Eccoci tornateeee! Visto che velocità? XD

Certo che però un commentino potevate lasciarcelo!

Dai, almeno in questo capitolo sarete più gentili, vero?  

 

Per un momento lo guardai, era seduto lì davanti a me, come ogni giorno succedeva, era una routine, una catena, che da lì a poco si sarebbe spezzata.

Tre giorni, era il tempo rimasto, e lui se ne sarebbe andato via, il mio migliore amico, mio fratello e mio angelo custode.

Eppure era vicino a me, e lo sentivo, era una cosa concreta, ma pareva potesse sparire da un momento all'altro, succedeva che dal libro alzavo lo sguardo nervosamente per guardarlo,-e li incontravo il suo sguardo, fisso su di me- come se avessi paura che da un momento all'altro se ne sarebbe andato. Quello era Cristoph, il MIO cristoph. Incredibile era pensare al fatto che il valore di una cosa si capisce realmente quando la si sta per perdere o quando la si è persa. Incredibile era il modo in cui mi appariva bello, ogni suo movimento, ogni suo sospiro, le sue mani. Come al solito il silenzio era sovrano, ma in quel momento era agitante, inquietante, perchè il giorno in cui se ne sarebbe dovuto andare era vicinissimo e mi faceva sentire male.

Ormai vivevo al minuto, vivevo il presente, in quel periodo ero assente, triste, distratta, capitava che a volte lasciavo frasi in sospeso, dimenticavo tutto ed ero sempre a disagio.

Ma quando recuperavo un po’ di lucidità e riflettevo, pensavo al vivere veramente il poco tempo che mi restava per stare con lui, ma non ci riuscivo, e come risultato soffrivo ancora di più.

Ma lui era con me, seduto sulla sedia accanto alla mia, anche se in genere si sedeva di fronte, ma seduta in quel modo, nella sua stessa posizione, lo sentivo, era una presenza sempre più reale, sentivo ogni cellula del suo corpo, il suo corpo faceva parte del mio spazio: ERA il mio spazio, assorbivo la sua energia, mi sentivo tuttuno con la mia sedia, il pavimento su cui poggiava i piedi, la sedia su cui sedeva, il tavolo su cui lavorava; in quel momento eravamo divisi, ma eravamo una cosa sola.

Presi testa tra le mani e inspirai, sentivo il suo odore, il suo respiro, il battito del cuore sincronizzato con il mio.

Gli angoli della bocca non poterono che piegarsi all'ingiù, e presto sentii il sapore di una lacrima tra le labbra.

Forse ero troppo impegnata a cercare di riordinare le mie emozioni e i miei sentimenti per poter notare che Cristoph mi aveva guardata per tutto il tempo, e aveva capito tutto, così accadde ciò che era accaduto solo una volta quando ero piccola: mi abbracciò, quell'abbraccio all'inizio mi lasciò perplessa, non eravamo stati mai così vicini, ricambiai, all'inizio ero tutta rigida, poi mi rilassai, e affondai la mia faccia nel suo petto, respiravo l'odore della lana del suo maglione,  e mentre lui mi stringeva, con il braccio che non era attorno alla vita, mi carezzava rassicurante la testa, come al solito era in silenzio, ma sembrava che in quel momento mi stesse sussurrando nell'orecchio: - Tranquilla andrà tutto bene.- e anche se non lo stava dicendo, ero sicura che lo stesse pensando.

Non ho idea di quanto restammo in quella posizione, ma quando ci dividemmo le mie lacrime erano tutte state assorbite dal suo maglione, intorno a noi, tanti studenti guardavano allibiti la scena, ma dopo un'occhiata fulminante da parte di Cris, la maggior parte delle persone riprese a fare i fatti propri. 

 

Mi raccomando… commenti! XD

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Buonaseraaaa! Ora questo capitolo sarà più lungo degli altri! Contente? Abbiamo “fuso” due capitoli, quindi il primo è stato scritto da me, Alexis, e l’altro da Celia.

Beh, ecco! Sto zitta e non vi rovino niente! =)

 

-Madama Zara-

La stanza era piccola e circolare, con vari soprammobili per renderla accogliente. Le pareti erano di un colore rosso scuro e la poca luce presente entrava da una piccola finestrella.

Fissavo Cris negli occhi, intensamente, e lui non sembrava essere a disagio come solitamente accade. Decisi di parlare io per prima, capendo che lui non avrebbe aperto bocca.

-Allora Cris… pronto?- chiesi, continuando a sostenere lo sguardo.

Lui scrollò le spalle: “Pronto o no fra due giorni parto. Che differenza fa?” era ovviamente una domanda retorica.

-No, non sei pronto…- constatai. -C’è qualcosa che ti blocca? Qualcosa che ti mancherà?- era difficile sentire la mancanza di quel posto. Non era decisamente il luogo più amato dai ragazzi, che non vedevano l’ora di poter uscire da quelle quattro mura.

-No, niente- rispose. Allora capii che avevo sbagliato a formulare la domanda. Non era qualcosa, ma era qualcuno, e io sapevo esattamente chi.

-E’ per quella ragazza, vero? Samantha se non sbaglio…- lui restò impassibile. Colpito e affondato.

-Siete molto uniti…-

-Sì. E’ come una sorella per me- sussurrò, guardando un punto imprecisato del pavimento.

-Già…- sapevo come si sarebbe sentito. Avrebbe continuato a soffrire. E questa era la cosa peggiore che potesse succedere. Sapevo cosa si provava e non ero sadica, o almeno non così tanto. Quel dolore non vorrei che lo provasse nemmeno il mio peggior nemico, tantomeno il mio allievo.

-Dimmi Cris, cos’hai intenzione di fare una volta uscito dal collegio?- chiesi, cercando di capire un po’ più di lui.

-Ancora non so. – non molto loquace il ragazzo…

-Capisco. Allora parliamo del tuo passato, ti va?- chiesi, retoricamente. Lui alzò lo sguardo e rispose, freddo.

-La mia famiglia è stata uccisa da un vampiro. Nessun sopravvissuto tranne me. – annuii, capendo che quella non era la sua giornata. Se era in quelle condizioni per la ragazza, sicuramente non poteva essere solo una sorella. La prima volta che l’avevo incontrato era molto meno freddo,  molto meno aggressivo. Pensai un attimo alla sua vita: un’eternità a soffrire in eterno…

Riuscii ad arrivare ad una sola conclusione per impedire ciò:

-Prenderò anche lei sotto la mia custodia…- mi guardò stupito, mostrando per la prima volta cosa provava.

-Perché?- chiese, inaspettatamente.

-Lei non è come una sorella- sorrisi – tu senza di lei soffri, senza di lei ti senti niente. Se vi dividessi tu passeresti la tua eternità nel dolore, e non voglio esserne io la causa.- ci fu un attimo di silenzio.

-Si sbaglia… lei è come una sorella per me. Niente di più. Lei è la mia famiglia e non voglio perdere ancora gente a me cara, come lei stessa non vuole perdere me, suo fratello…-

Sorrisi, pensando al loro futuro e dopo tanto tempo provai felicità, vera felicità.

No, non era solo una sorella….

 

*        *       *

-Samantha-

Il giorno prima Cristoph non era venuto con me in biblioteca a studiare, il perchè era ovvio: aveva un colloquio con il suo nuovo tutore.

Se solo Madama Zara non fosse stato un tipo così carismatico l'avrei odiata per l'ETERNITA’.

Avevo passato tutta la notte sveglia, la giornata era passata normalmente, ma in biblioteca avevo trovato un biglietto nel libro "ho una sorpresa per te, tieni le finestre aperte, non dire a nessuno di questo biglietto. Non metterti il pigiama e porta un maglione" la grafia era quella di Cristoph.

La notte aprii la finestra e misi il maglione, e aspettai sul balcone, Cristoph era arrivato e si stava arrampicando, arrivato al mio balcone dissi:

- Che sorpresa?

Non rispose, aveva sorriso o me lo ero immaginata?

Mi prese sulle spalle -incredibile quanto fosse agile e forte per la sua corporatura- e, passando da un balcone all'altro arrivò alla scala di emergenza, qui mi lasciò scendere, salimmo fino all'ultimo piano, poi, salì in punta di piedi sulla ringhiera delle scale, e con un salto salì sul tetto, che aveva proprio in quel punto uno spiazzo piatto, poi mi allungò le braccia, e con un minimo sforzo sollevò anche me, a quel punto avevo capito cosa voleva fare, dopodiché dallo spiazzo piatto, salimmo sul tetto vero e proprio, raggiungendo la parte più alta, qui ci sedemmo.

Era una notte magnifica, la visione delle stelle era perfetta; stetti un momento in silenzio a pensare, poi dissi:

- Ti ricordi la prima volta che ti sei arrampicato fino al mio balcone?

- Il primo temporale...

- Ti raccontai della mia preoccupazione e della mia paura verso i temporali e mi arrabbiai perchè sembrava che tu non mi ascoltassi...

Ricordo ancora benissimo quel giorno, non era passato più di un mese dal mio arrivo nel collegio, ed era previsto un temporale nella notte. Dalla notte in cui un gruppo di feroci vampiri massacrò la mia famiglia avevo il terrore per i temporali - una volta dopo uno di essi ero arrivata a non mangiare e non parlare per giorni-  così raccontai a Cris la mia preoccupazione ma come al solito lui sembrava distratto così quella fu la volta in cui mi arrabbiai tantissimo; la sera mi preparavo al temporale, seduta sul letto con la testa tra le ginocchia al petto, aspettavo, aspettavo lo scroscio della pioggia, il rumore dei tuoni, i fulmini che squarciavano il cielo.

Ero terrorizzata.

Ad un certo punto il cielo si illuminò e dopo qualche secondo  sentii il tuono e in sincronia con esso nella mia mente sentii  il rumore di una porta sfondata;

allora, mai per niente al mondo avrei mai potuto solo immaginare CHI o COSA avesse sfondato la porta.

Vampiri, circa sei, al secondo tuono ricordai l'aggressione: prima mio padre, mia madre mi nascose nello sgabuzzino, poi presero mio fratello e poi mentre cercava di salvarmi mia madre, mio zio e Serena, la donna delle pulizie, sembrava non si fossero accorti di me e se ne stavano per andare dalla finestra quando io deglutii, ma per un vampiro bastava anche solo quello per scoprire la presenza di qualcuno, così tornarono indietro uno di loro mi morse il collo, un altro un polso, e si aggiunsero tutti. In quel momento però, quattro uomini entrarono dalla porta già sfondata, i vampiri staccarono le loro labbra dal mio corpo quasi esangue e si voltarono verso gli uomini, tra di loro scoppiò una lotta accesa, in quel momento un rumore di finestre che sbattevano mi riportò violentemente alla realtà: Cristoph era arrivato a salvarmi, era tutto bagnato, si diresse verso di me. Avevo una lunga ferita che partiva dal polso e arrivava fino a poco più in su dal gomito, mi ero tagliata con un vetro che avevo rotto, poi tutto andò velocemente, ricordo solo che dopo Cris si ammalò grazie all'arrampicata sotto la pioggia, lo andai a trovare in infermeria, e sforzandosi tantissimo, con voce debole e roca mi chiese:

- Sei ancora arrabbiata con me?

Non gli risposi e mi limitai ad abbracciarlo.

Tornai alla realtà

- Cris hai notato quanto è cambiato Francis in questi giorni? Non sembra più lui, ha conosciuto una ragazza: Mlada Antonov...

era ovvio che la cronaca rosa non gli interessasse molto.

Cercai di rimediare il discorso

- Beh forse non mi darà più fastidio...

mi guardò con uno sguardo indecifrabile, e sussurrò:

- Sicuro...

lo guardai strana, nel suo tono di voce c'era un pizzico di ironia e continuazione... chissà cosa avrebbe voluto dire.

Sospirai.

-Ricordi la mia prima cotta?

Ci pensò un attimo su e sorrise

- Avevi undici anni mi pare, ti invaghisti di quell'italiano... come si chiamava?

- Roberto... era il più bello nella classe, ma era un fannullone buono a nulla!

- Io te lo avevo detto che non sarebbe andata bene...

- Mi arrabbiai tantissimo e dissi che non ti avrei parlato più, ma non resistetti più di un giorno...

Rise sommessamente

Altro sospiro da parte mia.

Lo guardai, incredibile quanto sembrasse tranquillo a confronto di tutti quei giorni in cui era nervosissimo.

Mi sembrava impossibile che potesse essere così rilassato, il mio fratellone, il mio unico amico e compagno di avventure mi stava per lasciare per sempre, come sarebbe stata l'eternità senza di lui?

Non potevo nemmeno immaginarlo, in fondo la storia del tutore aveva scombussolato completamente i miei piani.

Sospirai per la terza volta.

Cris mi guardava divertito, troppi sospiri.

Così fece una cosa che accadeva solo raramente: inizio un discorso di sua iniziativa.

-Ti ricordi il S.Valentino di quattro anni fa?

-ODDIO NON FARMELO RICORDARE!

Per Cris quel S.Valentino fu magnifico, essendo nato da una famiglia di modelli aveva un fisico magnifico e un faccino niente male ed era letteralmente sommerso dai regali e dalle lettere delle sue innamorate, e ricevette anche la lettera dalla ragazza che le piaceva, una certa Hitomi, comunque per me fu un disastro, al tempo mi piaceva ancora Roberto, ovviamente pure lui era sommerso dalle ammiratrici, io non gli avevo ancora confessato il mio amore, e avevo preparato la lettera e tutto quanto, durante il test di scienze, dopo che ebbi finito ricontrollai la lettera, quando dovetti consegnare il test,confusi la mia lettera con un foglio della verifica, così facendo tutto frettolosamente misi nella busta una parte del compito e consegnai la Valentina al prof, assieme agli altri fogli.

Corsi velocementissimamente da Roberto, per consegnargli la mia valentina prima delle altre, superai tutte le altre ragazze (correvano anch'esse), e frenai appena vidi la faccia di Roberto, il mio atterraggio sul pavimento non fu dei migliori, e travolsi anche Roberto, che si alzò per primo e poi aiutò anche me, così intimidita gli porsi la busta, una folla si era radunata intorno a noi, la aprì lentamente, tutti curiosi aspettavano di leggere la lettera, e quando videro che al posto del classico bigliettino pieno di parole dolci e mielose c'era il compito di scienze, si misero tutti a ridere, Roberto incluso, volevo sotterrarmi, poi mi venne in mente un'altra cosa: se il foglio del test era lì, la lettera dov'era? così sempre correndo mi diressi verso la sala professori, purtroppo la felpa che avevo legato in vita si slegò, cadde a terra davanti ai miei piedi, inciampai, i pantaloni si abbassarono, così il mio sedere fu esposto alla folla e a Roberto, e soprattutto le mie mutande personalizzate su cui avevo scritto Roberto dappertutto...

si sentirono voci che dicevano cose come

- Ehy sedere niente male!

- Guardate le mutande!

e risate.

Poi arrivò Cris guardò tutti con sguardo omicida, le risate e i commenti si interruppero, mi aiutò ad alzarmi, mi porse la felpa e mi accompagnò fino alla sala professori, diedi una breve sbirciata alla sua espressione, ci potevo giurare, si stava per mettere a ridere.

Guardai Cristoph

- Ammettilo il fatto ti divertiva tanto

- Forse...

e si mise a ridere, sempre in modo dignitoso, come solo lui sapeva fare.

Lo guardai male, ma non riuscii a trattenere le risate.

Così quella notte ridemmo e ridemmo, dimenticandoci dei nostri problemi e del nostro addio incombente.

 

___RINGRAZIAMENTI___ di Alexis

giunigiu95: Vero che è triste??? ç____ç Ma chissà cosa accadrà! Oh oh oh! Ok, basta, se no dico tutto! Beh, come dice Celia: STAY TUNED! Ciau!

 

Bene! Ora vi salutiamo! Ciaoooo!!!

PS: commenti, eh! XD

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Capitolo 7
*** capitolo 6 ***


Dov’era? Perché non c’era da nessuna parte? Nella sala comune no, nel cortile no, all’entrata dell’istituto nemmeno. Dov’era? Dov’era? Stavo ormai facendo una crisi isterica.
Era partito senza salutarmi. Doveva essere così, altrimenti sarebbe stato da qualche parte. Ma come poteva aver fatto una cosa del genere? Non gli interessava proprio nulla di me? Ripensai alla serata precedente… forse era quello il suo saluto. Scossi la testa, triste, e alzai gli occhi al soffitto, guardando le coperture antiche, forse risalenti all’Ottocento. Era meglio tornare nella mia stanza.
Ripercorsi i corridoi non accorgendomi della persone che mi camminavano a fianco, contente che quel giorno fosse domenica e che non ci fosse lezione. Guardai un’ultima volta in alcune sale: la mensa, la biblioteca… ma nulla. Così mi rassegnai e rientrai nella camera da letto.
Non appena aprii la porta, però, vidi abiti riposti disordinatamente sul letto, libri a terra, i miei due peluche sulla scrivania. Sgranai gli occhi, temendo fosse entrato qualche ladro, ma poi tornai lucida. Cosa poteva fare un ladro nella mia camera? La risposta era ovvia: nulla.
Feci qualche passo avanti, superando la porta e chiudendola, notando che qualche persona stava fissando la stanza scandalizzata da un tale disordine. Raccolsi qualche libro, riponendolo sulla scrivania e mi guardai attorno. Ad attirare la mia attenzione fu un grugnito, forse un’imprecazione, proveniente dalla porta che portava al bagno. La guardai sentendo che effettivamente c’erano dei rumori, così mi avvicinai cautamente, pronta a fuggire in caso di bisogno.
Aprii la porta e la scena che mi si presentò davanti fu abbastanza comica: Chris mi stava di fronte voltato di spalle con una gamba tirata su e con il piede appoggiato al muro, mentre l’altra stava salda a terra e con le mani cercava di chiudere la cerniere di un borsone che sembrava potesse esplodere da un momento all’altro. Notai i muscoli delle braccia tesi e non osai pensare a quanta roba avesse potuto mettere dentro a quella povera borsa.
-Chris?
Chiesi incredula. Lui si voltò e notai la fronte imperlata di sudore. In quel momento la felicità prese il posto della confusione. Scoppiai a ridere.
-Che stai facendo?
Domandai dopo aver ripreso fiato. Lui mi guardò irritato e mollò la borsa a terra, nell’angolo del bagno.
-Prepara la tua roba.
Rispose solamente uscendo dalla stanza e cominciando a raccogliere altri indumenti.
-Cosa? Perché?
Chiesi ancora rincorrendolo e bloccandolo giusto in tempo perché non aprisse il cassetto della biancheria. Insomma, era imbarazzante!
-Non ti lascio in questo posto da schifo. I moduli sono già pronti, serve solo la tua conferma e la tua firma.
Subito non capii, ma poi tutto mi diventò chiaro, cristallino.
-Vengo con te?
Chiesi esitante, sperando che il mio intuito avesse capito giusto. Mi guardò accennando un sorriso.
-Te l’ho detto, no? Non ti lascio in questo posto da schifo!
Stava per dire altro probabilmente, ma si zittì all’istante, stupito dalla mia reazione. Gli ero letteralmente saltata addosso, abbracciandolo per la felicità. Lui rispose timidamente, cingendomi la schiena con le braccia.
-Non saprei come fare senza di te…
Sussurrai nel suo petto. In quel momento qualche lacrima mi scese dagli occhi per la felicità e mi sentii subito stupida, ma lui sorrise guardando i miei occhi leggermente arrossati. Asciugò le lacrime con il pollice e subito mi sentii al settimo cielo, sentendo che per quanto male dovessero andare le cose, finchè c’era lui al mio fianco sarei riuscita a superare qualsiasi ostacolo.
-Prepara le tue cose
Disse infine.
-Non toccare nulla tu!
Gli risposi allora sistemando la borsa ormai deformata.

Eravamo di fronte all’entrata dell’istituto con Madama Zara.
-Sei sicura?
Mi chiese ancora quella, riferendosi al fatto di abbandonare quel posto. Io annuii ancora. Non ero mai stata più sicura di una cosa in vita mia. Salutammo con la mano alcuni compagni che si erano riunita all’entrata.
-Allora direi di andare…
Disse infine aprendo il grande portone.
E da lì cominciò la mia nuova vita, la vita dove ero certa che Chris ne avrebbe fatto parte.

















CELIA:
Dato che siamo delle persone seriamente impegnate (sese) io e ale ci suddividiamo i compiti:
io mangio i pan di stelle e lei intanto amministra tutto, posta e tiente tutto in ordine.
Un commento!!
MUAHAHAHAHAHAH SIAMO ONNIPOTENTI MUAHHAHHAHAHAHA E CHI CI BATTE???????? (questo è il momento in cui in genere inizio a bere latte e saltellare per tutta casa emettendo sonori "muahahaha")
allora... ecco la mia risposta a ciò che dice la prima commentatrice del capitolo ( sperando che non sia anche l'ultima)

giunigiu95: Bene!!! sono molto contenta che ti abbia divertito quello che ho scritto!! Io lo ritenevo un po stupido... comunque anche se Sam andrà con Cris avrà le sue belle complicazioni... hehehe!!
Certo che postiamo presto!!! COME DELUDERE LE NOSTRE TANTISSIME AMMIRATRICI???
MUahahahahahhahahahahahaahhahaahhaa
w chi ci segue!!!!

bribry85:  grazie da parte mie e di Ale , beh hai visto in questo capitolo... no???

grashie tantissime a chi legge!!! Anche l'unica commentatrice ci da la forza di continuare.
Anche i pan di stelle.

very very very graz!!
passo e chiudo
CeLiA!

p.s. STAY TUNE!!.

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Capitolo 8
*** capitolo 7 ***


Avevamo lasciato quella stupidissima isola di cui non volevo più sapere niente, avevamo preso un taxi, siamo arrivati all'aeroporto e poi presi il secondo volo della mia vita (il primo fu quello di andata) esplodevo letteralmente di felicità!
Un nuovo mondo si era aperto davanti a me! Mi sembrava incredibile! Tutti quegli anni costretta a stare su quella stupida isola! Adesso potevo fare quello che mi pareva... entro certe  limitazioni... ero sempre sotto la custodia di Madama Zara... e si... forse avevo esagerato un pochino... comunque, fatto sta che eravamo sempre su un aereo e che stavamo raggiungendo L'EUROPA!!! E ci saremmo fermati in Francia.
AhAh AhAh ormai non riuscivo quasi più a contenermi... dovevo saltare ballare urlare gridare cantare!!!
Mi contenni, ma non mi resi conto che stavo stringendo il braccio di Cris, seduto vicino a me, e che il suo braccio stava diventando viola... mi arrivò uno sguardo fulminante... risi un po’ imbarazzata e lasciai il suo braccio, mentre Madama Zara, davanti a noi ci guardava con aria maliziosa e un sorriso (sempre malizioso) che cercava di nascondere.
Questo non fuggì a me non fuggì nemmeno a Cris... che invece di mandarle uno sguardo assassino si limitò a sospirare.
Finito il viaggio, un gruppo di fattorini ci prese le valige e ci condusse alla nostra macchina.
- E’ veramente questa???
Gridai euforica, strattonando con una mano il braccio di Cris e con l'altra indicando la magnifica limousine nera a vetri oscurati ferma davanti a noi.
Entrammo tutti e tre, e mantenemmo la formazione presa in aereo, io e Cris vicini (in modo che potessi torturargli il braccio) e Madama Zara che come al solito ci fissava con quegli occhi  resi ormai delle mezze lune dagli zigomi più tesi che mai.
Ripresero gli attacchi di euforia, le strette eccessive al braccio di Cris che si era ormai arreso sia alle mie torture che agli sguardi e risatine maliziose  di Madama Zara.
Praticamente io e Zara ridevamo senza un apparente motivo... si era dimostrata diversa dalla fredda e riservata donna che mi ero immaginata fosse, era una donna come le altre, un po’ più strampalata forse.
La parola che stava pensando Cris? Ce l'aveva praticamente scritta sulla fronte: "Pazze"
Forse anche l'autista lo pensava, ma in qualsiasi modo non lo dava a vedere; si girò verso di me, riuscii a scorgere un solo occhio, un occhio di un blu profondissimo, il suo sguardo penetrante mi fece trasalire. La mia euforia cessò.
I suoi capelli erano del mio stesso colore, un po' mossi, lunghi fino alle spalle.
Adesso lo stavo fissando, c'era qualcosa di familiare in lui... chiusi gli occhi e inspirai, odore di vampiro... ma a quanto pare c'era da fidarsi, perchè Madama Zara non era in stato di allerta.

Mi tranquillizzai subito, e dal sospetto passai alla sorpresa quando vidi la casa: un’ enorme villa, il giardino era a dir poco un parco, con il roseto, e tutte le piante addormentate, spoglie .
C’era pure un laghetto il cui strato superficiale era ghiacciato e da lì si potevano vedere i pesci rossi giocare, d’altronde quelli il freddo non lo soffrivano …
Il freddo? Beh si gelava … e le mie mani erano tutte screpolate, mi sarei dovuta comprare dei guanti … un momento … eravamo a Parigi … capitale della moda Francese … chi lo dice che mi debba limitare a dei guanti???
HOHOHO
Mi misi d’accordo con Madama, che –ovviamente- non poteva accompagnarmi essendo troppo occupata con le sue faccende, così  mi presento Claire che fece notare subito una certa attrazione per Cris –già iniziava a starmi antipatica- che mi avrebbe guidata per le botique parigine.
Andai a dormire trepidante non prima di aver osservato bene la mia stanza: anche quella –sempre più ovviamente- era FANTASTICA.
La mattina dopo mi svegliai sempre più trepidante, decisa a convincere Cris a venire con noi –non poteva lasciarmi sola con quella-

Fu una giornata bellissima, comprai un sacco di vestiti sia per me che per Cris, e con quel nuovo abbigliamento stile skater attirò l’attenzione di un sacco di ragazze-oche   che facevano a gara per esibirsi o chiedere il numero di cellulare, e poi alcune arrivavano anche a scattargli fotografie di nascosto, anche se sicuramente Cris se ne accorse tutte le volte.
Quando tornammo a casa eravamo S-F-I-N-I-T-I.
Mostrai tutti gli acquisti a Madama e poi cedetti alla stanchezza.















____Alexis____
Bonjour!!!! Allora? Che ve ne pare? Oh oh oh! Wow! Quanti commentino! =) (cioè, sono due, però mica ci lamentiamo! XD) Bene e ora vi starete chiedendo… chi sarà mai quel ragazzo dall’occhio blu? (beh, se non ve lo stavate chiedendo che lo chiederete ora!) Per scoprirlo seguite la storia! ;o)
Ringraziamenti:
giunigiu95: vero??? XD Quella è la mia parte preferita del capitolo! Fa tanto il duro e il serio e poi non sa neanche chiudere una borsa! Ma per fortuna che c’è Sam! Ah! Cosa farebbero i maschi senza noi donne? XD

bribry85: Vorrei dirtelo, sul serio! Ma non posso! T_T Io adoro fare spoiler e rovinare i finali dei libri… però non posso proprio farlo su una storia mia e di Celia! XD Beh… se vuoi sapere come andrà a finire basta che leggi…! =)

Ora vi saluto!!!
Salut! XD (W Paris!!!!)

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Mi trovavo nella mia stanza, sdraiata su un comodissimo letto matrimoniale. Ancora non riuscivo a capacitarmi di essere a Parigi, la città dell’amore.

Ero rimasta piuttosto colpita da come fossero diverse le cose fuori dal collegio, come fossero diverse le persone. Soprattutto le ragazze: oche era dire poco. Non appena Cris passava, subito tutte a farsi belle per cercare di attirare la sua attenzione. Sentii la rabbia invadermi e subito la felicità fu sostituita da un nuovo sentimento che sapevo benissimo cos’era: gelosia.

Mi alzai dal letto, svogliatamente, e guardai un istante le coperte rosso ciliegia, per poi osservare il resto della stanza elegante e perfettamente in ordine. Se quello era un sogno non volevo più svegliarmi.

Quella casa, anzi, villa, era immensa, ma non sapevo per quanto tempo saremmo rimasti a Parigi.

Uscii dalla camera e scesi una lunga scalinata, degna di essere percorsa da bellissime principesse, ma mi bloccai in corridoio, esattamente di fronte al ritratto di una dama, lontana parente di Madama Zara.

Sentivo delle voci dalla sala da pranzo. Una doveva essere di Madama Zara, mentre l’altra era di un uomo francese. Aveva una voce dolce e melodiosa.

Non riuscivo a capire chiaramente a causa della porta in legno massiccio che  attutiva le voci, così mi avvicinai, curiosa. Stavano sicuramente discutendo, ma non ero ancora in grado di sentire tutto perfettamente e non potevo di certo avvicinarmi, altrimenti Madama Zara se ne sarebbe accorta grazie al suo udito fine di vampiro.

-Non! C’est n’en pas question!-(No! E’ fuori discussione!) diceva Madama Zara. L’uomo aveva risposto qualcosa, quasi a volerla pregare, ma non riuscii a capire esattamente cosa perché una voce dietro di me mi distrasse.

-Cristoph?- prima ancora di voltarmi sentii l’irritazione crescermi dentro. Odiavo colei che aveva pronunciato quel nome con il suo fastidiosissimo accento francese. Mi voltai e guardai la ragazza perfetta di fronte a me, che mi guardava con quell’aria da superiore. Il corpo snello e slanciato, occhi color del ghiaccio, capelli rossi e lisci, lunghi fino alla vita, volto a tratti infantili e pelle color pesca. Faceva schifo da quanto era bella.

-Claire…- la salutai, annoiata, guardando un punto indefinito a terra. Claire era una di quelle oche che ci provava spudoratamente con Cris e lui sembrava anche starci. A quanto avevo capito era la figlia di una cameriera a cui Madama Zara teneva particolarmente e quindi l’avrei incontrata spesso.

Mi guardò, spazientita, e incrociò le braccia al petto.

-Où est Cristoph?- (Dov’è Cristoph?) Era veramente odiosa.

-Je ne sais pas!-(Non so!) risposi maleducatamente, andandomene. Percorsi il lungo corridoio arredato con quadri e statue sicuramente di valore, fino ad arrivare alla porta d’entrata. La aprii ed uscii, trovandomi di fronte il grande giardino che precedeva la villa.

Mi guardai attorno, cercando un posto all’ombra, dove mi potessi riposare, e vidi Cris sotto una quercia. Mi avvicinai, soddisfatta di averlo trovato prima della francesina.

-Ciao- lo salutai, sedendomi accanto a lui, sull’erba. Lui alzò la testa, giusto per salutarmi, per poi tornare a guardare i fili d’erba con cui giocherellava con le dita.

-Con chi sta parlando Madama Zara?- chiesi, curiosa. Lo sentii sospirare accanto a me, e poi mi rispose, impassibile.

-Un uomo che non incontrava da un po’ di tempo…- non sembrava molto convinto.

 -Cris, perché menti?- domandai e lo stupii non poco. Voltò la testa verso di me e poi, dopo aver ripreso il controllo, tornò impassibile.

-Perché dovrei mentirti, Sam?

-Non lo so. Dimmelo tu- ero certa che mi stesse mentendo. Era troppo assente e troppo pensieroso, per non parlare del sospiro che aveva fatto prima di rispondermi, quasi si aspettasse quella domanda.

-Sam, non essere ridicola! Non ho alcun motivo per mentirti!- continuò.

-Cris, non si mente!- non rispose, così, dopo aver capito che il nostro dialogo era terminato lì, mi ricordai della francese.

-La francesina ti cercava. Attento che non ti violenti!- dissi seccata. Ero certa che si sarebbe alzato, correndo verso quell’ochetta, invece sorrise alla mia battuta, per poi domandarmi:

-Non ti sta simpatica la francesina?

-A te sì?- avevo paura di sapere la risposta, ma la curiosità era molto più forte.

E come temevo Cris non rispose. Lo guardai un’ultima volta prima di sentire quella voce fastidiosa provenire dalla porta di entrata.

-Cris!- guardammo Claire in due modi totalmente differenti: io irritata e infastidita, lui… non sapevo interpretare il suo sguardo, ma decisamente non era felicità quella nei suoi occhi.

Allora capii che qualcosa non andava.

I miei sospetti si accertarono quando vidi la porta aprirsi e due occhi blu guardarmi. Non vidi altro perché la figura di Claire mi impedì di vedere l’uomo che discuteva con Madama Zara poco prima. Ma potevo chiaramente vedere gli occhi di Cris, al mio fianco, che guardava il sentiero in sassi che conduceva all’uscita del giardino, con gli occhi chiusi a due fessure. E quello sguardo era rivolto all’uomo misterioso.

Ma dove avevo già visto quegli occhi? 

 

NOuuuu !

mi scuso immensamente per la noiosità del capitolo

mi dispiace di avervi delusoo

bribry85: Sei la nostra salvezza! Grazie che continui a recensirci (T.T)<-- me disperata!

          sorry se questo capitolo è stato noioso ma cercherò di rimediare con i prossimi eh beh           ale è mucho mucho più brava di me (diciamo a mia difesa che ha due anni in più)

ragazzi! 30 visite Una piccola recensioncina ce la potete lasciare *-* perrrrfavore, solo per sentirci più gratificate

 

comunque

cosa manca?

ah si

STAY TUNED!! (o tune)


 

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Capitolo 10
*** capitolo 9 ***


Capitolo 11

 

 

Quegli occhi blu, quegli occhi intensissimi e profondi.

 

 

Come un flashback rividi prima gli occhi blu del misterioso uomo e poi lo sguardo che Cris gli aveva rivolto.

 

Perché Cris non mi voleva dire la verità?

 

Non era mai - o almeno penso- successo che mi mentisse per cose di così poco conto.

 

Quegli occhi.

Li avevo già visti … feci mente locale: in collegio impossibile, in nove anni ormai le facce - seppure le persone fossero a centinaia- le conoscevo a memoria, magari era di un passante per le strade di Parigi, incrociato così, per caso, d’altronde anche se di un passante quegli occhi blu elettrico avrebbero saputo catturare la mia attenzione, ma non era da tanto che eravamo arrivati a Parigi e camminate non ne avevamo ancora fatte.

Arrivati?

Certamente! Adesso mi era venuto in mente!

 

L’autista.

E così era un uomo che Madama Zara non vedeva da tanto tempo? Beh ammesso che due giorni fosse davvero tanto tempo, Cris, comunque, una balla migliore se la poteva inventare, non era da lui fare un errore del genere.

 

Ne ero già certissima ed adesso avevo una prova in più: Madama e Cris mi nascondevano qualcosa.

 

Perché mi nascondevano l’identità di quell’uomo? Dovevo assolutamente scoprire qualcosa, ma non sapevo da dove cominciare, forse avrei semplicemente dovuto chiedere a Madama Zara di spiegarmi tutto, lei non mi avrebbe mentito, magari mi avrebbe detto che non avrebbe potuto dirmelo.

Poi pensai a quello che avevo sentito: cosa desiderava quell’uomo che Madama non voleva concedergli?

Che ci fosse di torno una tresca amorosa?

Mi diedi un colpetto sulla testa solo ad averci pensato: dalla voce si capiva che l’uomo era molto più giovane di Madama, anzi magari non era un uomo ma addirittura un ragazzo sulla ventina.

“Beh ma l’amore non ha età”, mi diedi un altro colpetto in testa, non potevo farmi influenzare dalle mie fantasie da adolescente.

Ad interrompere i miei pensieri ci pensò un secco “toc toc” risposi senza nemmeno pensarci

- Avanti

Era Cris

- La francesina mi ha chiesto di uscire, così pensavo che ti sarebbe piaciuto venire con noi

Perfetto il traditore alla fine aveva accettato un suo invito, 1-0 per lei

- No grazie non mi va

Dissi io visibilmente infastidita

Poi si sentì un “ Criiiiis nous ferons en retard!” (Cris, faremo tardi) in un tono leggermente irritato

Cris mi rivolse uno sguardo di supplica.

Perché ero così cocciuta? Perché non mi fidavo di Cris, e soprattutto perché avrei dovuto “non fidarmi” di lui e perché sarebbe stato un traditore se fosse uscito con Claire?

Ricacciai il piccolo pensiero che si stava insinuando nella mia testa, e cercai di giustificarmi, ma così facendo il piccolo pensiero si faceva più forte, guardai Cris, in effetti non era proprio niente male…

COSA AVEVO APPENA PENSATO??? Sgranai gli occhi quasi riflessivamente, Cris che ancora attendeva la risposta con quello sguardo supplicante che avrebbe intenerito chiunque, notò la differenza e assunse un’espressione interrogativa.

Deviai l’attenzione dalla mia espressione alla storia di quella stupida uscita e dissi

- Va bene

-Cosa?

- Va bene verrò con voi

In quel momento apparve la gallina,  ci guardava con aria interrogativa, poi dopo una frazione di secondo capì tutto, sgranò gli occhi ma ormai la frittata era fatta.

YUPPIEE!!!  Avrei rovinato quello che l’oca credeva sarebbe stato un appuntamento romantico.

HAHAHAHAHA uno pari!

 

 

-------------------------------------

 

 

 

 

Paris Paris Paris .

Era bellissima! Ma cosa più bella ancora, era che nonostante le migliaia di avance e tentativi di flirt lanciati da Claire vennero completamente ignorati, finendo in quasi tutte le situazioni a fare la terza in comodo e facendo figuracce.

MUAHAHAHAHHAH sapevo benissimo che non era quello il tipo di ragazza che piaceva a Cris.

Teoricamente era un 1-2 ma era praticamente un 1-1000 … avevo stravinto…

UN MOMENTO…

Stravinto cosa????

 

 

 

Ciaooooo!!! Scusate il ritardo ma abbiamo avuto problemi… emmm… calo di ispirazione diciamo, e poi la scuola, i compiti, il latino! T_T Ma ora eccoci qua! Allora, che ve ne pare? Chissà cosa succederà con la francesina… xD

Ringraziamentiii!!

bribry85: Già… chissà cosa succederà??? Oh oh oh! Mi sento potente! XD Tu stay tuneeee!!

A7X: Grazie… il ragazzo dagli occhi blu??? Mmh… forse sì, forse no… ti lascio nel dubbio, ok? xD

 

Beh, che dire… mi raccomando RECENSITE PLEASEEEEE!!

Ciaux

Alexis7

 


 

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Capitolo 11
*** capitolo 10 ***


Stava giungendo la sera ed eravamo ancora in giro per Parigi, di fronte alla Tour Eiffel per l’esattezza.

Sbuffai per l’ennesima volta in quel pomeriggio, stanca della voce petulante della francesina.

-Nous allons à visiter le Louvre?- (andiamo a visitare il Louvre? ) chiese con quell’accento francese che diventava sempre più fastidioso minuto dopo minuto. Capivo la sua tattica: aveva capito che facendo l’oca non sarebbe riuscita a sedurre Cris, così ora provava a fare l’acculturata, e in effetti mi stupiva, non credevo sapesse dell’esistenza di quel museo!

-Andiamo a casa- dissi stancamente, mentre sentivo ogni muscolo del mio corpo supplicarmi di sedermi su una panchina.

-Sei stanca?- chiese Cris, guardandomi. Io annuii, facendo ridere la Francesina.

-Déjà?- chiese fintamente stupita. La guardai in cagnesco, quando sentii una voce dolce e gentile. Mi voltai, cercando il proprietario di quella voce, e me lo ritrovai esattamente di fronte.

-Ciao- disse un ragazzo alto e biondo, con i capelli biondi “sparati in aria” e con due grandi occhi azzurri come il cielo. Non parlava francese, e questo era sicuramente fantastico. Non risposi, pensando che stesse parlando con Claire, ma Cris si fece avanti, superandomi.

-Sì?- chiese diffidente. Era davvero strano in questi giorni. Che fosse effetto di Parigi?

-Avete bisogno di aiuto?- chiese il biondo, guardandomi con quelle pietre che si trovava come occhi. Arrossii, senza capirne il motivo.

-No, grazie- rispose freddamente Cris.

-Oh… beh, io sono Axel- continuò quell’altro, senza preoccuparsi di infastidire Cris. Sentii nella sua voce l’accento francese che ormai cominciavo ad odiare. Axel mi porse la mano, e io, dopo un attimo di smarrimento, la strinsi sorridendo.

- Samantha - dissi a mia volta. 

-Enchanté – disse facendomi arrossire. Dietro di me Claire si schiarì la voce, probabilmente infastidita dal fatto di essere ignorata.

-Allons! - (andiamo!) disse irritata. Guardò Axel un istante per poi correre accanto a Cris e prenderlo a braccetto. Patetica.

-Andiamo a casa, Sam. Si sta facendo tardi.

Disse quest’ultimo, ignorando la presenza del nuovo arrivato. Io annuii e salutai Axel imbarazzata, per poi seguire Cris e la francesina.

 

Non appena la mia schiena sentì la consistenza morbida del comodo materasso, sentii tutto il corpo rilassarsi. Sorrisi, sentendomi finalmente calma. Quel momento era perfetto. Chiusi gli occhi, sentendo le palpebre farsi sempre più pesanti, ma qualcuno irruppe nella mia stanza in modo tutt’altro che educato. Mi alzai a sedere di scatto, infastidita, ma mi ributtai sul letto quando vidi la figura di Cris di fronte a me.

-Bonjour! - dissi annoiata.

-Ciao- disse solamente, sedendosi accanto a me.

-Sei nervoso?- chiesi , voltando la testa di lato per quanto mi fosse possibile.

-Non mi piace quell’Axel.- disse pensieroso e diffidente allo stesso tempo. Mi limitai a scrollare le spalle, per nulla interessata all’argomento.

Restammo in silenzio per un po’, non sapendo cosa dire.

-E’ bella Parigi - dissi io, infine, stanca della situazione.

-Sì, non è male…- si sdraiò anche lui, accanto a me.

-E la francese? – chiesi ancora cercando di essere indifferente, anche se la curiosità mi logorava.

-E il francese? – chiese lui a sua volta. Lo guardai interrogativa.

-Axel? Che cavolo c’entra? – avevo alzato il tono della voce, infastidita. Insomma! Axel lo conoscevo a malapena! Come poteva farmi certe domande?

-Sam, veramente non ti sei accorta di come ti guardava?- sembrava scettico. Scossi la testa. Lui sospirò, esasperato.

-Sam sei terribilmente…- aspettai con impazienza che terminasse la frase. -…stupida!- disse infine.

-Cosa?- chiesi retoricamente. Feci la faccia imbronciata e incrociai le braccia al petto. –Mi hai offeso nel profondo!-, continuai.  Lui in tutta risposta si voltò dalla mia parte e mi accarezzò la testa in un gesto fraterno.

-Che scema!

Sorrise e io lo imitai, voltandomi di lato. Eravamo uno di fronte all’altro su un comodissimo letto. Ora era tutto perfetto.

-Grazie per avermi portato con te…

Sussurrai, prima di chiudere gli occhi e lasciarmi cadere tra le braccia di Morfeo.

 

Mi svegliai che era notte fonda, ma non sapevo l’ora esatta. Sentivo qualcosa di caldo circondarmi e il dolce e inconfondibile profumo di Cris invadermi le narici. Aprii gli occhi con fatica, notando che c’era veramente lui davanti a me e che le sue braccia cingevano la mia schiena avvicinandomi a lui. Subito non feci nulla, ma poi, non appena mi resi conto della situazione arrossii di botto. Cercai di allontanarmi senza svegliarlo ma sapevo perfettamente che Cris era un tipo che si svegliava anche solo con un movimento d’aria, così dopo un tentativo decisi si starmene buona, tanto sotto sotto non era così male quella situazione!

 


Celia:
muahahahah...
grazie bribry85 per il tuo sostegno! sei la nostra unica speranza!
Ale ha appena finito di scrivere il capitolo 15 ... diciamo che abbiamo barato
U_ù
Credo che aumenteremo il ritmo di produzione (e quando dico "emo," intendo solo me perchè per scrivere un capitolo ci metto un botto di tempo)

bribry85: Eh si Claire ha un ruolo non fondamentale ma è importante, ci serve una minima competizione con Sam, no?
Chi meglio di una francesina rompiscatole poteva adempiere perfettamente a questo dovere??? EHHH l'ha inventata Ale... sto geniaccio...

e adesso rispondo alla persona di cui non vedevo l'ora di rispondere (scusate un piccolo sfizio)

Kikkiaaa: (ok sono scema, ma chissene! xD)
Ehhh immagino tu sia una persona molto intelligiente e piena di senso dell'umorismo, mah chissà come continua...
xDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDD
ok adesso mi sono levata sto sfizio e prometto di non farlo più!

parola di scout, anzi niente scout che mi stanno antipatici...

Stay tune! (o tuned)

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Capitolo 12
*** capitolo 11 ***


Mi svegliai.

Nonostante avessi la consapevolezza di avere gli occhi aperti, mi sembrava di stare sognando, la mia vista era un po annebbiata, sfocata.

Strofinai le mani sugli occhi.

Cercai di sedermi sul materasso, ma qualcosa bloccava la mia gamba, e poi, come un getto d'acqua ghiacciata, qualcosa mi riportò alla realtà; mi sentii quasi svenire, la sua chioma bionda che si era fatta più scura al buio, Cris...

cercai di togliere la mia gamba dalla sua sopra la mia, separata solo da una coperta e una trapunta, una trapunta rosso sangue.

Riuscii nel mio intento e scostai, il suo polpaccio dal mio, senza causargli problemi, senza svegliarlo o disturbarlo nel sonno.

Ero seduta, appoggiata alla spalliera del letto a baldacchino in ferro battuto nero con la schiena, indossavo solo una maglietta a maniche corte molto leggera e dei panta collant, arossii pensando allo stato in cui avevo dormito a fianco di Cris; uno spiffero freddo proveniente dalla finestra che era leggermente aperta, mi aveva raggiunto e mi era penetrato nella schiena, ebbi un brivido.

Mi alzai cautamente, e guardai la radiosveglia, l'unico accenno tecnologico nella stanza ebano.

Il contatto con lo spesso scendiletto fu piacevole, e placidamente vi immersi letteralmente i piedi.

Il golf di lana era appesa a una delle quattro stanghe ai quattro lati del letto, il lato che volgeva  verso il balcone, meglio così, ero più vicina alla porta-finestra da chiudere, che dava sul roseto, da cui penetrava quel silenzioso, subdolo soffio gelido.

affondai la mano nella lana del maglione, era uno sfizio, un fuggiasco piacere, destinato a durare pochi attimi.

La lana strofinandosi sui miei capelli, li caricò di elettricità.

Prima di coprirmela un altro brivido mi percorse la schiena.

Era uno di quei momenti in cui i miei sensi erano amplificati, così ne approfittai e chiusi gli occhi,

inspirai, e sentii chiaramente il profumo di Chris, misto a... erba appena tagliata... e... mi concentrai... un accenno di sudore... legno... lana... shampoo, poi mi concentrai sui suoni, il leggero sbuffare di Chris, il leggero fruscio delle ante della porta-finestra che cozzavano dolcemente tra di loro, un... chiacchericcio... in tono familiare... chi parlava a quell'ora? Mi concentrai meglio, erano chiaramente due voci maschili, parlavano francese, ma il loro accento... non lo era... o almeno non quello di tutti e due, due ragazzi, giovani, senza dubbio... la mia età? Una delle voci era familiare; cosa negativa, quando i miei sensi erano alterati le sensazioni e i ricordi di quando di ero normale erano offuscati, intelleggibili, e stessa cosa anche al contrario, solo che da quando ero normale a quando invece i miei sensi si alteravano non riuscivo a "mettere a fuoco", non si può pretendere di fotografare una mosca in volo con la fotocamera del cellulare.

Aprii gli occhi, le pupille decisamente piccole, e andai verso la porta-finestra aperta, come misi la mano sulla maniglia vidi due teste spuntare dai cespugli, una bionda e una castana, riuscii a riconoscere i ciuffi biondi e ingellati disordinatamente della testa di uno dei due ragazzi, sul mio volto si fece strada un largo sorriso, era Axel, il ragazzo del giorno prima.

Solo con la mia super vista potei "assaporare" meglio i suoi lineamenti, erano dolci, come quelli di un bambino, e paffuti, poi passai agli occhi, due acquamarine purissime, di un azzurro incredibilmente pulito e profondo, e la bocca, la bocca era una mezzaluna con le punte all'insù, il ragazzo -Axel- Guardò dalla mia parte, e mi fece "ciao" con la mano, contraccambiai, sorridendo anche io, anche l'altro ragazzo, quello castano, mi rivolse uno sguardo e quando i miei occhi incrociarono i suoi color nocciola, arrossì, diventando perfino più rosso di come era già, e abbassò lo sguardo.

Axel nonostante il freddo era in canottiera, ed era anche sudato, alla flebile luce del sole che stava iniziando a sorgere si vedevano i suoi muscoli tonici scintillare al minimo movimento, le sue guance erano rossissime, forse per lo sforzo, forse per il freddo.

Il castano invece indossava una felpa larga a maniche lunghe, e si intravedeva solo il polso, tremava evidentemente di freddo.

Avvertii l'instinto di uscire sul terrazzino e chiudere la finestra alle mie spalle, ma i miei piedi rimasero piantati per terra.

Mi girai, Cris era sveglio, seduto sul letto, e mi guardava male, anzi non guardava me, il suo sguardo penetrava fino a dietro il vetro della finestra, fino ai cespugli, fino ai suoi occhi acquamarina.

Poi il suo sguardo si spostò su di me, si mise una mano nei capelli disordinati, si alzò goffamente - non poteva essere sempre perfetto, anche appena sveglio- e senza nemmeno più guardarmi uscì dalla stanza e mi lasciò lì, apparentemente da sola, i miei sensi tornarono inalterati, cercai di ricordarmi il volto di Axel nei minimi particolari, ma riuscii a ricordarmi solo le impressioni che aveva suscitato in me.

Axel!

Rivolsi uno sguardo alla finestra, e fui felice di rivederlo lì al suo posto, vicino al cespuglio.

Perchè era lì, assieme al suo amico, più carino e dolce che mai?

Spalancai gli occhi e scesi in cucina per una colazione.

Perchè ne ero sicura, anche se erano le sei e un quarto non sarei riuscita a riaddormentarmi.

In uno stato di semi-tranche scesi la rampa di scale a sinistra - mi sono sempre chiesta a cosa servissero due rampe di scale, ma poi ho scoperto che era tutto a scopo decorativo - e andai a mangiare direttamente in cucina.

La cucina era una grande stanza, con una parete arrotondata, con una serie di finestre alte circa dal mio ginocchia fin sopra alla mia testa, interrotta solo da una porta scorrevole trasparente alta tutta la parete , che dava su una piscina, provvista di scivolo e trampolino.

Rabbrividii al solo pensiero di quanto potesse essere fredda l'acqua in quel momento.

Presi due fette già tostate dal dispenser e ci spalmai del burro e della marmellata e iniziai a mangiare e sorseggiare the alla vaniglia sovrappensiero.

Qualcuno bussò alla finestra, mi girai e divenni rossa come un peperone: era Axel con il castano.

- Ciao!

Disse con un magnifico stampato in faccia, l'altro mi saluto più sommessamente, anche lui con un sorriso ma molto più timido.

- Così tu abiti qui? Non male...

gli rivolsi un sorrisetto poco convincente.

- Così pare... ma... tu? Insomma... che ci fai qui?

oddio così sembrava che non gradissi la sua presenza, mentre lui era stato così carino con me, e ancora mi sorrideva rassicurante

- Cosa c'è non mi vuoi qui?

mi fece la linguaccia, il castano si stupì della sua impertinenza e gli diede una gomitata.

- Questo è mio fratello gemello, Alex.

Gemelli eterozigoti, non erano simili, ma avevano qualche somiglianza, come la dolcezza dei loro visi e la forma degli occhi.

- Un momento... Alex e Axel?????

oddio come mi era uscito fuori??? Ma avevo bisogno di spezzare il silenzio...

- I nostri genitori non avevano senso dell'humor

Si sentì un urlo, un rimprovero, in francese, di cui non riuscii a cogliere il significato

- Adesso... dobbiamo proprio andarcene

disse timidamente Alexe sparirono dalla porta di vetro, dirigendosi verso il roseto di fronte alla mia stanza.

Mi diressi verso la biblioteca, presi un libro a caso, un manuale di qualcosa, che iniziai a leggere senza cogliere il significato, lo portai in stanza, mi sdraiai sul letto e accesi l'abat-jour, perdendo lo sguardo nell'intricata fantasia art nouveau dipinta a mano, di nero.

Mi addormentai e sognai, i sogni vennero persi due ore dopo quando alle nove e mezza circa il sole entrò prepotentemente dalla finestra, disturbandomi, anche se avevo già fatto colazione, forse per abitudine scesi in cucina dove trovai Madama Zara con Axel e Alex.

- Bonjour mon amour! Come hai dormito?

Era stranamente di buon umore, era normale che usasse termini affettuosi con me ma non si era mai spinta a tanto.

- Ti presento Axel e Alex, Alex, Axel questa è Samantha, i nostri nuovi giardinieri, figli di amici, ci daranno una mano a tenere il giardino e staranno qui per un po, anche Claire si fermerà, adesso devo uscire! Ma tanto so che ti lascio in buone mani!

E fece un occhiolino ai due ragazzi.

Poi scorsi attraverso le porte aperte Madama e Cris uscire, tutti infagottati, a prova di bufera.

- Bene noi andiamo a fare la doccia!

disse Axel, poi lui e Alex si diresseo verso le due rampe di scale, uno prese quella di destra e uno quella di sinstra.

Che strana coppia, pensai, così diversi.

Insomma, uno era biondo occhi azzurri, pelle rosa chiara, l'altro castano occhi nocciola, con la pelle leggermente più scura, tendente al caramello, eppure nel fisico e nei tratti si notava la parentela.

Presi un altro libro dalla biblioteca, un fantasy e iniziai a leggere

---

-Ciao!

disse una voce maschile prendendomi alla sprovvista, feci un salto sulla sedia

- Eh!

Axel si mise a ridere, mi voltai, era in pantaloni, petto nudo e i capelli bagnati erano appiccicati alla testa

- Axel! Ti sembra il modo di scorrazzare per la casa!

Alex, vestito, lo rincorse con una t-shirt e un phon in mano, e Axel scappava.

- Fermati!

poi si accorse di me e si fece piccolo piccolo, arrossì.

- Ahm scusalo... è sempre stato così anche da piccolo, non cambierà mai...

intanto Axel si tirò giù i pantaloni, mostrando i suoi boxer bianchi, e si schiaffeggiò il sedere in segno di scherno.

Alex arrossì, e inizio a inseguirlo con una faccia, non arrabbiata, indemoniata.

Mi uscì un risolino, e a quel punto la loro corsa intorno al tavolone rotondo si fermò

- Guardiamo un film!

Se ne uscì Axel.

Eravamo seduti sul divano bianco, io al centro e alla mia destra avevo Axel che aveva spudoratamente allungato la mano e con il braccio mi cingeva la spalla, Alex invece -alla mia sinistra- era seduto compostamente, si vergognava per la spudorata mossa di suo fratello, ed era a braccia incrociate e testa bassa.

Era un film commovente, io e Alex ci mettemmo a piangere

- Pappamolle

disse Axel ad Alex

diedi una pacca sulla spalla ad Alex, poi il rumore di un motore, che poi si arrestò ci segnalò il rientro di Madama e Cris.

 

-----

 

* Zara *

 

 

- Fammela almeno conoscere, falle sapere che esiste

- Tutto a tempo debito, mon coeur, lo sai sei come un figlio per me non ti voglio rendere infelice. Per favore porta pazienza e non fare nulla di avventato

- Madame la mia pazienza non è infinita, quanto devo ancora aspettare?

- Dammi qualche giorno, al massimo una settimana

Com'era successo che adesso i patti li stabiliva lui? L'avevo istruito bene.

Poi scesi dalla macchina, raggiunsi Claire e Cris che aveva la piccola palla di pelo in braccio.

 

-----

 

*Samantha*

 

 

 

A Cris non piaceva Axel, Oh no se non gli piaceva.

Cosa dovevo fare?

Rimanere seduta sul divano con i due gemelli o alzarmi e fare finta che niente fosse accaduto?

Decisi di rimanere seduta, tra l'altro non me la sentivo proprio di staccarmi dal divano, il mio fondoschiena mi supplicava di rimanerci seduta.

D'altronde chi era Cris per decidere con chi dovevo stare?

Poi Cris fece il suo ingresso nella stanza, sorrideva? poi come ci rivolse lo sguardo la sua espressione si fece seria,  Axel e Alex che stavano litigando si zittirono, e io, per un qualche riflesso mi alzai in piedi, ero impietrita, al fianco di Cris c'era Claire con un sorrisetto, che, chissà perchè, risultava veramente antipatico, come se avessero appena finito di ridere per una battuta.

Poi mi accorsi che tra le mani di Cris c'era qualcosa che si muoveva, anzi si dimenava, un... animale? Sembrava un cane... Aveva delle orecchie enormi, più grandi della stessa faccia, il pelo bianco-biondiccio, il muso era lungo e il naso piccolino;come mi vide si quietò, mi iniziò a squadrare con i suoi due enormi occhi neri e brillanti. Silenzio. Imbarazzante.

Nella stanza irruppe M.ma Zara, che spezzò ogni taboo.

- Bonjour mon chere! 

Mi disse quasi ignorando tutte le persone intorno a me.

- Ti starai chiedendo cos'è questo splondido animaletto!

E prese in mano il poveretto sempre più spaventato

- Cara, questo è un fennec, una volpe del deserto. Che animale interessonte!

poi mise le dita in bocca al fennec, aprendogli la bocca, mostrandomi i suoi denti.

I suoi canini erano troppo lunghi anche per un carnivoro, un brivido mi stava percorrendo la schiena.

- Purtroppo, certi vampiri hanno voglia di continue scoperte, senza aver paura di superare il confine. La triste storia del nostro piccolo amico ne è un esempio. L'abbiamo sequestrato in un laboratorio,dei pazzi vampiri-scienziati lo hanno morso. E' in stato di trasformazione, bisogna dedicargli piu cure possibili, Sam conto su di te.

E mi diede in braccio il piccoletto che aveva una faccia molto stanca, cercai di farlo stare più comodo possibile.

Alex ne era innamorato e gli faceva complimenti dandogli nomignoli e parlandogli con un tono di voce sdolcinato.

Claire lo detestava, diceva di essere allergica a ogni tipo di animale.

Cris era indifferente, anche se qualche volta allungava la mano e gli grattava il pancino, lui dava segno di apprezzare.

Axel non vedeva l'ora di torturarlo.

- Come lo chiamiomo?

disse M.ma

- Maschio o femmina?

disse Cris

- Femmina

- Che ne dite di Fox?

dissi io.

E così fu.

Portai Fox nella mia stanza, presi una coperta morbidissima, la piegai in quattro e vi misi sopra il cucciolo, che si addormentò.

Rimasi incantata e affascinata a guardarlo.

Era ora di pranzo, gli umani mangiarono, e Madama bevve del sangue di animale, in una coppa d'argento, molto discretamente, come suo solito.

Di cosa si sarebbe cibato il piccolo una volta trasformato, sangue umano? Rabbrividii al pensiero.

Non mangiai tutta la mia carne, e ne misi un po in un fazzoleto, agli occhi di Fox di sicuro la carne sarebbe stata più ghiotta del cibo in scatola.

Appena sveglio gli diedi da mangiare, il cibo in scatola non lo considerò nemmeno.

Finito il pranzo iniziò a fissarmi, lo presi tra le mie braccia e facendo tutto con prudenza, scendendo le scale con movimenti dolci e stando attenta a non dargli scossoni, lo portai in giardino, per fargli fare una passeggiata, dimostrava di amare il roseto, sbranando una povera rosa.

 

 

Buonaseraaaaaa!!!

Allora? Com’era questo capitolo? L’idea del fennec l’ha avuta Celia, perché io sinceramente neanche sapevo della sua esistenza… fortuna che c’è lei!

Questa volta non siamo tanto in ritardo, no? Cioè, siamo lente ad aggiornare, però cercate di capire… la scuola rompe!!! XD  

 

Ringraziamenti!!! Anzi, ringraziamento.. (T_T)

bribry85: Allora…. Vorrei fare una scenata per ringraziarti ma mi conterrò… insomma, un po’ di contegno!!! (siamo persone serie io e Celia anche se non sembra! U_U) Grazie per il commento e comunque tranquilla… la francesina non sta simpatica neanche a noi… ^_-

 

Bene, che dire? Dopo la lunga lista di ringraziamenti (…) vi saluto!

Al prossimo capitolo e se volete recensite pure, mica vi mangiamo! xD

Stay tuned!!!

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Capitolo 13
*** capitolo 12 ***


Stavo leggendo un libro trovato in uno scaffale della vecchia ed elegante libreria posta nella sala. Leggere era per modo di dire, naturalmente, perché avevo mille pensieri per la testa: Fox che combinava guai ogni secondo, la Francesina che si lamentava con quella sua voce stridula, Axel e Alex che correvano in giro per la villa, rincorrendosi e facendo più confusione del piccolo fennec, ma il problema principale era Cris. Non sapevo cosa gli prendesse, ma era sempre… irritato! Da quando i due gemelli erano arrivati alla villa lui non faceva altro che stare zitto e impassibile, quasi fosse infastidito! Non si era mai comportato così prima d’ora e non sapevo davvero come prenderlo… a complicare tutto poi c’era Claire che non lo mollava un momento e mi impediva di riuscire a parlargli! La odiavo!

Ero ormai a metà facciata della stessa pagina da qualche minuto, mentre cercavo di concentrarmi, rileggendo più e più volte la piccola frase che sembrava tanto complessa. Solo quando riuscii nell’intento mi accorsi che la frase non era per nulla complicata, anzi! Forse non era giornata per leggere.

Sentii un mugolio provenire dal pavimento, ai piedi del letto, o meglio da Fox che si trovava ai piedi del letto. Mi sporsi, gettando il libro, in modo tutt’altro che gentile, a terra, e guardai l’animale sorridente. I suoi occhi simili a quelli di un cerbiatto mi guardavano quasi supplicanti, mentre i resti di un pupazzo si trovavano intorno a lui.

-Fox! Guarda cosa combini!- gli dissi con tono di rimprovero, anche se non ero affatto arrabbiata. Lui mi leccò la faccia, cercando di arrampicarsi sul letto, ma riuscendo solo a graffiare la spalliera. Lo presi con le mani, alzandolo da terra e portandolo a pochi centimetri dal mio volto. Era terribilmente adorabile. Gli baciai il naso, per poi appoggiarlo sul letto e cominciare ad accarezzargli la testolina.

 

-Sam! Cavolo! Apri la porta!- qualcuno mi stava chiamando, e sembrava piuttosto nervoso.

Mi strofinai gli occhi, accorgendomi solo in quel momento che mi ero addormentata come un pesce lesso!

-Adesso- dissi stancamente, mettendo di lato Fox e alzandomi di malavoglia da quel comodo letto, che sembrava pregarmi di stare lì con lui. Aprii la porta e mi trovai di fronte un Axel alquanto arrabbiato e con la mano arrossata, forse per il troppo bussare.

-Che c’è?- chiesi guardandolo infastidita. Stavo sognando qualcosa di bello, ma non ricordavo cosa.

-Che fine avevi fatto? Era da un quarto d’ora che ti chiamavo!- esclamò lui.

-Stavo dormendo!- gli risposi, sottintendendo che mi aveva disturbato.

-Beh, ora svegliati! Claire e Cris stavano uscendo, e allora io, da bravo amico quale sono, sono venuto a svegliarti per chiederti se volevi venire! Sai, ci siamo aggregati dietro, non credo gli dispiaccia!- scrollò le spalle e subito mi accorsi di quanto fosse stupido! Come faceva a non essersi accorto che Claire voleva uscire solo con Cris? Beh, di sicuro non avrei rinunciato, magari sarei riuscita a scambiare qualche parola con Cris, che si stava allontanando da me a vista d’occhio.

-Va bene!- dissi infine, dopo una breve riflessione. Fox era già al mio fianco e mi guardava contento, quasi avesse capito che saremmo usciti.

Scendemmo le scale insieme, con Fox davanti, agitato e impaziente.

-Scusate il ritardo!- esclamò Axel, una volta arrivati di fronte agli altri. Alex si era chinato per accarezzare Fox, mentre Claire stava attaccata al braccio di un Cris irritato, come sempre del resto. Lo guardai un istante, accorgendomi che era da parecchio tempo che non mi rispecchiavo in quegli occhi color del cielo. Anche lui mi aveva guardato, ma non al solito modo, anzi. Sembrava… arrabbiato. Strano, non mi ricordavo di aver fatto qualcosa che potesse farlo anche solamente innervosire. Cercai dentro i suoi occhi il perché del suo comportamento, ma il nostro contatto visivo si interruppe a causa della francesina che aveva strattonato Cris, tirandolo, nel vero senso della parola, fuori dalla villa. Abbassai gli occhi, guardando Fox prima che anche lui uscisse.

Proprio non lo capivo, e questo mi faceva stare male.

-Ici! Ici!- gridava Claire, strattonando Cris che sembrava impassibile.

-Non si può rallentare?- chiese sfinito Alex, mentre rallentava l’andatura.

-Concordo con il mio fratello per nulla sportivo!- disse a sua volta Axel, mentre si teneva la mano nella milza con il fiatone. In effetti anche io ero abbastanza stanca e anche Claire, nonostante trascinasse Cris da una parte all’altra, quasi a volerci perdere. Cris invece, sembrava del tutto in forma, esattamente come Fox. Ma lui era sempre stato un tipo sportivo!

-Andiamo in quel bar là!- esclamò la francese trascinando come sempre il povero Cris, che restava comunque impassibile. Al di là della strada c’era un piccolo locale frequentato da qualche ragazzo, molto accogliente. C’era una grande vetrata che illuminava tutto, e un grande bancone in legno chiaro con qualche sgabello. Alcuni tavolini con le sedie e panche imbottite quasi tutti occupati. Fortunatamente c’era in un angolo un tavolino ancora libero, per sei persone. Ci catapultammo (e non per modo di dire) sulle sedie in fretta e furia per paura che qualcuno potesse essere più veloce di noi. Eravamo  veramente stanchi! Ero seduta nella panca che affiancava il muro con Axel, mentre di fronte avevo Cris che sembrava molto preso dal menù. Lo guardai in cagnesco, capendo che stava leggendo appositamente per evitare il mio sguardo. Sentii una rabbia crescermi dentro, soprattutto perché non potevo parlargli, ma cercai di non mostrare le mie emozioni, prendendo anch’io il menù e accavallando le gambe, facendo sbattere, accidentalmente, il mio piede contro la sua gamba abbastanza forte. Alzai la testa dal fascicoletto sottile, per vedere la sua reazione, ma nulla! Incredibile! Ero certa che il giorno dopo gli sarebbe venuta una botta nera… chiunque avrebbe reagito! Ma che gli avevo fatto?

Poi lo vidi alzarsi improvvisamente, e incamminarsi verso un corridoio che doveva portare al bagno. Se mi fossi alzata anch’io tutti avrebbero capito che lo seguivo ma… il mio corpo non seguì il mio cervello e si alzò, senza che lo avessi deciso. Mi ritrovai lo sguardo di tutti addosso, ma li ignorai, incamminandomi per quel corridoio piccolo e stretto. Vidi la porta che conduceva al bagno degli uomini e feci per avvicinarmi, ma poi mi ricordai di essere una femmina e indietreggiai, imbarazzata.

Attesi appoggiata al muro, guardandomi intorno e sperando che qualcuno non mi avesse seguito. Da qui Axel e gli altri non mi vedevano perché un angolo bloccava la vista, quindi nessuno avrebbe potuto disturbarci finalmente.

Dopo qualche attimo la porta di fronte a me si aprì e vidi uscire Cris, che mi guardò stupito non appena si accorse di me. Guardai i suoi occhi, che subito tornarono impassibili.

-Che ci fai qua, Sam?- mi chiese. Mi accorsi solo allora di quanto mi fosse mancata la sua voce, quando parlava rivolto a me e non a quell’oca di francese.

-Posso parlarti?- chiesi, anche se sapevamo entrambi che quella non era una richiesta perché io avrei fatto ciò che dovevo fare, con o senza il suo permesso. Fece un cenno con la testa e io mi guardai attorno, quasi in modo circospetto.

-Non qua- sospirò e mi prese il polso in modo tutt’altro che gentile e mi portò dentro il bagno delle donne.

-Che fai? Sei stupido? Aspetta!- sperai che non ci fosse nessuno e così fu. Chiuse la porta a chiave e poi si voltò a guardarmi, sempre con quello sguardo che sembrava tanto lontano. Presi un profondo respiro e lo guardai negli occhi, determinata.

-Che hai?- gli chiesi diretta senza troppi giri di parole. Sorrise, quasi a volermi prendere in giro.

-Niente- disse solamente.

-Certo! E a me sta simpatica Claire!- gli risposi sarcasticamente, innervosendomi. Credeva sul serio che non me ne fossi accorta?

-Sul serio? Ma dai! Io avrei detto il contrario!- aveva sempre quel sorriao e un ciuffo di capelli gli copriva un occhio. Sbuffai, passandomi una mano tra i capelli, esasperata. Era impossibile a volte parlare con Cris!

-Senti, mi puoi dire che ti ho fatto?-

-Sam, sei paranoica…- si appoggiò al muro incrociando le braccia al petto.

-Cris, credo di conoscerti da abbastanza tempo per poter capire quando sei arrabbiato con qualcuno!- esclamai alzando leggermente la voce. Lo vidi avvicinarsi, guardandomi negli occhi e non distogliendo mai lo sguardo. Stranamente fui io a rompere il contatto per prima, nonostante amassi guardare i suoi occhi, in quel momento volevo solo fuggire da quello sguardo.

Era a poche spanne da me, quando si fermò.

-Credi sul serio di conoscermi?- sussurrò. Quasi mi fu difficile sentirlo. Alzai la testa, stupita e ferita da quelle parole. Ma che aveva? –Sam… senza offesa ma tu non conosci neppure te stessa… non credo che tu sia la persona giusta per dire di conoscermi fino in fondo.- sospirai, cercando di non mostrare ciò che provavo in quel momento, gli occhi mi bruciavano ma non volevo piangere davanti a lui, non in quel momento.

-Forse hai ragione… forse era meglio se fossi rimasta al collegio. Forse sarei riuscita a ricordarti per il Cris che conoscevo un tempo, quello che conoscevo veramente…- sussurrai il tutto, quasi non riuscii a sentirmi nemmeno io, ma lui sì. Nonostante questo, però, non fece una piega. Non cambiò il suo sguardo e nemmeno la sua espressione. Possibile che voleva anche lui che io fossi rimasta al collegio?

-Andiamo. Gli altri si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto- dissi infine, capendo che non avrei concluso nulla. Lui alzò la mano, quasi a volermi accarezzare la guancia, ma non fece nulla. La lasciò sospesa a mezza’aria e poi si voltò, non dicendo nulla.

 

Era sera ed ero sul mio letto con la porta chiusa. Avevo la testa coperta dal cuscino morbido, che serviva per soffocare i singhiozzi. Fox accanto a me piangeva, triste che io fossi triste. ma perché era successo questo? Doveva tutto andare per il meglio! Dannazione! Perché cavolo Cris è cambiato in quel modo? Queste domande non ebbero risposta, non quella sera almeno, perché ben presto caddi tra le braccia di Morfeo, stanca di tutto quello che stava accadendo.

Ripensai, prima di chiudere gli occhi, alla mia famiglia: mi aveva abbandonata. Pensai a Cris, la mia nuova famiglia: lui mi stava abbandonando.

Sorrisi tristemente, prima di addormentarmi.


eccumiii a commentare un altro nostro splendidissimo capitolo scritto dal genio che sono io.

come al solito i nostri ammiratori sono troppi, ci soffocano commentano troppo e per noi è impossibile rispondere a tutti... così risponderò solo a un/una sorteggiato/a a caso...

*rullo di tamburi*

AND THE WINNER IS

Bribry85!

bribry85: cara bry, posso chiamarti bry vero? pensa a quanto sei fortunata: tra tutti sei uscita solo tu, comunque posso dirtelo,mi dispiace ma Claire (alias "la francesina) non sparisce devi aspettare ancora un po di capitoli... e sì! molto simpatici i due gemelli... soprattutto carini... un po infantili ma a noi piacciono così? vero?

Io e Ale siamo felici di ricambiare il tuo saluto, e di vedere che ogni volta che postiamo hai la pazienza di seguirci e recensirci!

come vedi il capitolo è arrivato... e baci!

 

...

 

credevi avessi finito?

Stay tuned!

 

(adesso possiamo dire che abbiamo veramente finito)


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Capitolo 14
*** capitolo 13 ***


Quella mattina non avevo voglia di alzarmi, proprio no. Mi sentivo così bene sotto le coperte, così lontana da tutto e da tutti… sospirai, pensando a come sarebbe stata quella giornata: mi sarei alzata, avrei visto Cris con quella, avrei parlato con Axel e Alex e avrei giocato con Fox. Fantastico! Proprio divertente. Mi rigirai sul letto, leggendo l’ora alla radiosveglia. Erano le 11.00. era meglio alzarsi.

Quando mi scoprii dalle coperte sentii l’aria della stanza invadermi, facendomi rabbrividire. Sentivo dei rumori fuori dalla stanza. Qualcuno urlava con voce stridula… Claire. E poi dei tonfi. Rivolsi un istante lo sguardo alla cesta dove solitamente dormiva Fox e quasi non mi accorsi che era vuota, da quanto ero assonnata. Strabuzzai gli occhi, associando le urla e i tonfi a un’immagine che non suggeriva nulla di buono. Corsi fuori aprendo la porta violentemente e corsi per il lungo corridoio, avvicinandomi passo dopo passo alla stanza da cui provenivano i rumori: la stanza di Claire. Impallidii non appena vidi l’immagine della mia mente avverarsi: libri (che dovevano essere là solo per bellezza perché non ero sicura che una come Claire sapesse ricordarsi ventuno lettere)gettati a terra e mezzi mangiati, vestiti firmati graffiati e il resto della camera tutta sottosopra. Subito mi spuntò un sorriso che nascosi prontamente non appena Claire si voltò a guardarmi, arrabbiata, anzi, infuriata.

-Portati via il tuo cane!-

Urlò con quella voce stridula che aveva quando era arrabbiata. C’era anche Cris che guardava la scena impassibile.

-Fox! A cuccia!-

Cercai di assumere una voce arrabbiata, in modo che la francesina non pensasse che quella fosse opera mia, ma dentro di me esultavo, divertita dalla situazione e dall’intelligenza del piccolo fennec. Fox si avvicinò a me e poi si mise a cuccia, come gli avevo ordinato. Lo presi in braccio, non guardando neppure una volta Cris. Lui ignorava me? Perfetto! Io ignoravo lui. Me ne uscii senza dire nulla, inondando Fox di coccole. Mi piaceva quell’animale! Era intelligente!

Scesi in cucina, ricordandomi improvvisamente dei due gemelli. Alla fine Axel si era slogato una caviglia e Alex aveva preso qualche botta e si era fatto male ad un polso.

Li trovai in salotto, seduti sul grande divano, anche quello rosso come il sangue, che discutevano come sempre. Quel loro dialogo si poteva riassumere con un susseguirsi infinito di no e sì, al quale nessuno voleva cedere.

-No-

-Sì-

-No-

-Sì-

Li guardai per qualche minuto ma quelli non parvero accorgersi della mia presenza. Decisi di schiarirmi la voce, per attirare l’attenzione, ma niente. Quei due erano talmente presi dal loro battibecco che probabilmente neppure la fine del mondo li avrebbe potuti distrarre.

-Come va?- dissi allora. Solo al suono della mia voce i gemelli si degnarono di guardarmi.

-Ciao Sammy!- esclamò contento Axel, mentre Alex bisbigliava un –Ciao- piuttosto timido.

-Mi dispiace per quello che vi è successo…- mi scusai a nome di Fox, che si era già fatto perdonare mettendo sotto sopra la camera di Claire.

-Tranquilla! Una giornata e passa!- mi rassicurò Axel, ridendo.

-Però… se proprio ti vuoi far perdonare…- mi guardò con occhi che dovevano essere dolci ma che a me sembravano solo occhi che cercavano di fare il cucciolo bastonato. –Vai a prenderci dei marsh mellow e delle tavolette di cioccolata… sai, dobbiamo nutrirci…- disse.

-Magari anche gelato- suggerì Alex che fino a quel momento era stato zitto. Li guardai con gli occhi chiusi a due fessure, fingendomi irritata.

-Approfittatori- dissi, prima di appoggiare Fox sul pavimento e tornare in camera a passo spedito per cambiarmi e uscire.

 

 Le strade quel giorno erano piene, forse c’era mercato in piazza…

Stavo andando al supermercato per comprare le varie schifezze, nemiche acerrime di noi ragazze, quando una coppia di ragazze piuttosto… appariscenti, attirò la mia attenzione. Stavano nel mezzo della stradicciola, a raccogliere della frutta con in mano un sacchetto rotto nel fondo. Ridevano prendevano le mele e le arance e cercavano di tenerle in mano, e sembrava che quella fosse la cosa più divertente del mondo. In effetti la scena era divertente, ma da vedere, non di certo da subire!

-Siamo sceme!- diceva quella bionda, addobbata quasi come un albero di Natale di accessori, dalla testa ai piedi. Colori accesi, orecchini e braccialetti, cintura…

-Cambia soggetto! Tu hai fatto rompere il sacchetto e tu avevi in mano la spesa! In poche parole tu sei scema!- quella era mora e vestita in modo non molto diverso dalla prima, tranne forse per l’abbigliamento, un’esplosione di pizzi e nastrini, fiocchi e merletti. Quella cercava di mantenere un po’ di contegno, ma era rossa paonazza come l’altra, segno che stava per scoppiare a ridere.

Mi avvicinai, mentre la gente guardava le due povere ragazze con sguardi straniti, quasi fossero due alieni.

-Scusate, volete una mano?- chiesi, sperando di non offenderle in qualche modo. Sembravano terribilmente strane. La mora mi guardò con una lacrima agli occhi mentre cerava di restare seria.

-Se proprio insisti- disse solamente, per poi riempirsi l’altra mano con tre arance.

-Occhio, occhio! Mi cade tutto!- esclamò l’altra, mentre teneva una pila di cinque mele dalla mano fino a fermarle al mento. In effetti le mele facevano molto Torre Pendente di Pisa.

-Attenta! Ti cadono!- dissi, cercando di impedire che quella povera frutta facesse qualche altro ammaccamento. Non fui abbastanza veloce e le mele caddero tutte, una dopo l’altra, e miracolosamente non colpirono nessuno.

-Ops!- disse solamente quella, prima di tornare a raccoglierle. Allora mi accorsi che quelle due erano tutto tranne che sane di mente!

Dopo che avemmo raccolto tutta la frutta, la ragazza mora mi disse di seguirle.

-Io sono Marie Charlotte-

Disse la mora, guardandomi sorridente.

-E io Alix-

Disse l’altra. Mi presentai anch’io, trovando le due strane quanto simpatiche.

Camminammo qualche minuto, percorrendo varie strade, fino a che non arrivammo in un quartiere molto grazioso, con piccole villette rosa e con graziosi giardini.

-Questo è uno dei quartieri migliori di tutta la Francia, non trovi?-

Disse Alix, fermandosi di fronte a quella che doveva essere la loro villetta. Era uguale a tutte le altre, se non forse per le tende che si vedevano da fuori, colorate con strane fantasie.

-Sì., è molto grazioso…-

Dissi, pensando che quello doveva essere il quartiere dei sogni.

-Vieni, entra pure…- mi invitò Charlotte.

 

Ormai non sapevo neanche da quanto ero in quella villetta, nel piccolo e accogliente salotto a sorseggiare del the. Era interessante vederle parlare e battibeccare, erano simpatiche. Scoprii che Charlotte era del 500, una povera ragazza, che a quel tempo faceva parte dei ceti bassi. All’età di sedici anni venne trasformata da un vampiro che la morse, lasciandola in fin di vita. Non appena diventò vampira sposò un re e lo uccise, ereditando tutte le sue ricchezze. Carina, no? Poi fece strage di nobili, diventando sempre più potente.

-Dovevi vedere la mia pelle! Da scura era diventata bianca come un lenzuolo, e poi gli occhi! Intensissimi e carichi di energia! Per non parlare dei denti! Lunghi come due zanne! Non puoi immaginare il mio spavento non appena mi specchiai!-

Stava descrivendo il suo cambiamento con una strana luce negli occhi. Doveva essere contenta di quella vita.

Alix invece era un’inglese di sedici anni nata nell’epoca Vittoriana. Era scappata dal suo paese per rifugiarsi in Francia perché era stata sospettata di stregoneria. Non poteva immaginare che in Francia le leggende fossero realtà. Si trovò da sola, in quel posto grande ed elegante. Non seppe neppure lei come accadde, ma si trovò innamorata perdutamente di una giovane ragazzo dell’alta società, che nemmeno la calcolava. Lo amava, forse più della sua stessa vita, ma era un amore non corrisposto.

Una notte, mentre Alix cercava di intrufolarsi in una serata di gala dove c’era in suo amore, un uomo le si avvicinò e la cambiò per sempre.

-Ed eccomi qua! Non puoi immaginare quando quel ragazzino viziato ha visto il mio cambiamento! Ero sicuramente molto più attraente, come tutti i vampiri naturalmente. Pelle bianca e liscia, denti affilati, occhi che incantano… insomma, ti puoi immaginare! Non l’ho morso solo perché volevo che pagasse per non avermi notata prima!-

Rise, probabilmente al ricordo.

-E poi ci siamo incontrate et voilà! Due pazze allo sbaraglio!-concluse la storia Charlotte, battendo le mani. Si alzò e cominciò a danzare, senza la musica di sottofondo. Poco dopo la seguì Alux, e mi trovai a saltare anch’io da una parte all’altra del salotto, seguendo delle notte immaginarie.

Più tardi me ne andai, ricordandomi di Axel e Alex, ma dissi loro di venire a trovarmi, anche perché erano troppo simpatiche!

 

____Alexis____

Ciao a tuttiiii!! Allora? Bello il capitolo? Scusate il ritardo… (come sempre)

Beh, passiamo ai ringraziamenti, anzi al ringraziamento (-_-)

Bribry85: Grazieeeee!! Tu sei l'unica che da un po' di soddisfazione a noi due povere "scrittrici"! xD Ti confesso un segreto riguardo al capitolo precedente? A me e Celia veniva da piangere quando l'abbiamo scritto, ma non lo dire in giro (Ssssh!!!) xD

E di questi due nuovi personaggi strani che mi dici? Ti piacciono? Noi ci siamo divertite tanto a crearle! ;o) 

E ora, dopo una lunghissima lista di ringraziamenti *coff coff* vi lasciamo...

Al prossimo capitolo

Stay Tuned Guys!!!! =)

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Capitolo 15
*** capitolo 14 ***


 

Giorno 16 dicembre.

Cinque giorni.

Cinque giorni e sarebbe stato il suo compleanno.

Mi avrebbe ignorata anche quel giorno così importante?

Ormai non ce la facevo più.

Come faceva a non capire la mia sofferenza??

La tensione era ormai palpabile, si sentiva nell'aria, si notava nei suoi sguardi, nel modo in cui si muoveva quando era vicino a me, nel modo in cui tremavo quando c'era una piccola probabilità di intimità tra noi due.

Non lo capivo. O forse si, perfettamente, ma l'idea mi suonava così improbabile e strana che rifiutavo anche pensarlo.

L'idea di perderlo continuava a farmi male, a spezzarmi il cuore, anzi a frantumarlo.

Forse mille aghi nel petto sarebbero stati meglio.

Ero seduta sul letto, cosparso di fazzoletti, gli occhi rossi che bruciavano, e il naso che colava.

Fox vicino a me che cercava di consolarmi.

Ma era uno di quei giorni in cui la depressione arrivava forte e si faceva sentire, e non avevo voglia di nessuno e niente e mi ero chiusa in camera.

Forse voglia di qualcuno ce l'avevo.

Invece per Qualcuno era uno di quei giorni in cui era sfrontato e sembrava volesse fare di tutto per farmi sentire peggio.

Alex in questi giorno cercava di essermi di conforto.

Difatti sentii bussare alla porta, era lui che mi portava la cioccolata e le brioches.

Entrò con un grande sorriso, e mi mostrò la mia colazione.

Alex Alex Alex di sicuro il mio miglior amico.

Gli confidavo tutto oramai, e mi dava consigli.

- Buongiorno principessa!

Disse raggiante, poi notò i fazzoletti e i miei occhi rossi

- Non avrai pianto tutta la notte di nuovo?

i miei occhi iniettati di sangue stile willie il coyote risposero da sè.

- Comunque la storia di lui con Claire non mi suona giusta... ce insomma se  prima la snobbava alla grande e poi quando siamo arrivati noi... ok lo so spoiler.

ormai non serviva che io parlassi, in quei giorni mi aveva conosciuto troppo bene.

- Perchè non vuoi che dica quella parola... ormai è evidente... lui è ovviamente g..

-LALALALALALALA

mi tappai le orecchie

Poi la porta si spalancò e con la forza di un aereo che precipita si schiantò contro la parete, rimbalzandoci.

- Sapete ho sentito per caso i vostri discorsi... e posso darti una mano!

- AXEL!

gridò Alex

- Comunque ho un'idea per accalappiare il biondino

- Anche tu sei biondo

osservò Alex

- Comunque... lui sta cercando di farti ingelosire

- ALT PAROLA SPOILER!

strabuzzai gli occhi

- ok tu fai lo stesso gioco, lui usa Claire, e insomma tu hai due magnifici gemelli a disposizione

- Axel! Non darle certi suggerimenti!

- NO HA RAGIONE!

dissi io, che improvvisamente recuperai le forze

- Oggi usciremo e mostreremo a - deglutii- Cris cosa si perde con il suo comportamento!

- Questo è lo spirito giusto!

- A me non sembra una cosa molto carin...

Le parole di Alex gli morirono in bocca, tanto nessuno lo stava ascoltando.

dovevo scegliere i vestiti adatti a un'uscita di gruppo molto movimentata, Axel trascinò via Alex e mi lasciarono da sola.

Decisi di mettere una maglietta nera con su una farfalla bianca , a maniche corte, con le spalle gonfie, una felpa nera a strisce bianche, pantacollant all stars e minigonna scozzese bianca e nera.

mi truccai e feci la mia apparsa in salone, avevo un'ottima c'era di sicuro, ed ero curata nei minimi dettagli, e non feci segno di curarmi molto di Cris e Claire che come al solito parlavano ridevano e scherzavano e che smettevano di botto quando arrivavo io per continuare di nuovo allegramente.

Sorrisi quando notai che il fatto che non li avessi degnati di uno sguardo aveva turbato Cris, che aveva iniziato a parlare a più alta voce, poi arrivò Axel assieme ad Alex (imbronciato più che mai) e propose a tutti l'uscita, subito dissi con tono preouccupato

- Sei sicuro che te la senti con il polso?

E mi avvicinai a lui, la conversazione di Cris e Claire si faceva più chiassosa;

Axel mi cinse le spalle con il braccio, mentre Claire parlava a Cris che non la guardava, perchè era troppo occupato a fissarci infastidito, così cinse il fianco di Claire e ci avviammo per uscire.

Prima passeggiammo un pochino.

Da qui partì un'asprissima guerra a chi faceva avance più spinte

Seduti al tavolino del bar ordinammo, Alex una coppa bellissima di gelato e Cristoph e Claire degli assaggini di tutte le torte presenti così di tutta risposta io e Axel optammo per una megacoppa di frappè alla fragola, con due cannucce legate fra loro con un nodo a forma di cuore;

Claire e Cris si imboccavano a vicenda e io e Axel seppur con due cannucce diverse bevevamo dallo stesso bicchiere.

Al cinema fu un totale scambio di flirt, ma io e Cris non ci preoccupavamo tanto del/la proprio/a accompagnatore/ice, quanto di quello che facevano quello o quella dell'altro: e la testa appoggiata alla spalla, e chi si stringeva, e chi si dava la mano.

Erano flirt innocenti.

Ma quella sera il limite fu passato.

Claire e Cristoph erano entrati in un bar per cambiare i soldi per prendere un taxi per tornare a casa.

Alex era seduto su una panchina, perchè si era sentito male dopo aver mangiato troppi pop corn, eravamo sul marciapiede solo io ed Axel e aspettavamo in silenzio.

Axel mi guardava negli occhi, io tremavo per il freddo e il mio respiro usciva sotto forma di vapore.

Poi accadde così.

Mi baciò.

Senza un evidente ragione.

Il mio secondo bacio.

Quando allontanò il suo viso dal mio seguii la direzione del suo sguardo, voltai la testa e vidi un Cristoph, immobile dietro di noi, anzi non immobile, tremava, per il freddo? No era rabbia, si avvicinava con fare minaccioso, io avevo la faccia di chi aveva appena visto un fantasma, completamente scioccata.

Quando Cristoph fu con la faccia a pochi centimetri da quella di Axel, fece un grosso respiro e gli tirò un fortissimo pugno in pancia.

Axel si piegò in due dal dolore, e gli tirò una testata, dovemmo dividerli io Alex e Claire, poi prendemmo due taxi diversi, uno con Cristoph e me, uno con Axel Alex e Claire.

Tornati a casa Cris mi accompagnò fino in stanza, e poi solo quando mi vide in pigiama se ne andò.

Dormii sonni agitati.

Era successo tutto troppo in fretta.

-- Comunicazioneeee!!! --

"Celia dice:

Celia cambiare soprannome! Celia diventare "Enfasi"

ugh ugh ugh"

Così Celia diventò Enfasi!

Non so da dove venga questo soprannome, ma non mi interessa, e non mi interesserà mai, tantomeno mi interesserà che a voi non interessi.

mmmmmmmm...

Rendiamo i commenti alle recensioni più interessantiiiiiiiii

mmmmmmmm...

anzi no... facciamo il commento del commento.

e la vincitrice di oggi è DI NUOVO bribry85

hai visto che sculata che sei???

brubry85: ehhhhhhhhhhhhhh -.^ vediiii che braveee che siamooo...

certo che ne vedrai delle belleeeeeeeeeeeeee e chi ne dubita? (potresti solo tu, perchè sei l'unica che lo legge) mmmm ^O^ che succederààà, ma chi lo saaaaaaaa! Beh magari per "today and 4ever: il film" prenderemo proprio il cane del tuo ragazzo, lo ossigeneremo, gli attaccheremo delle orecchie a punta e un muso lungo per il ruolo di fox... chilosa! tutto può succedere, e solo noi lo sapremo! muahahahahahahah

che aggiungere?

NIENTE!

asppppp

Stay tuneddddd!

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Capitolo 16
*** capitolo 15 ***


Non stava andando come volevo.

Alex e Axel erano di sotto, da soli a guardare la tv,e  io e le mie due amiche Alix e Charlie in stanza a parlare.

Finalmente, un appoggio femminile, ciò di cui avevo bisogno, anche se il mio miglior amico e ascoltatore rimaneva Alex.

Come al solito il nostro discorso era virato sull'argomento Cristoph.

-Così mancano due giorni al suo compleanno e non ti parla?

Disse Charlie

annuii.

- Sai dirci perchè è così freddo nei tuoi confronti?

Domandò Alix

- Axel e Alex... credo sia geloso.

- Di quale dei due?

Proseguì Alix

- non lo so... credo tutti e due...

mi interruppe Charlie

- insomma non può essere di tutti e due, con ognuno dei due hai un rapporto diverso, cioè voglio dire, Alex è il classico ragazzo dolce, timido, simpatico e carino, quello che ti ascolta quando hai bisogno di aiuto, il ragazzo che potrà solo essere tuo amic...

- e Axel anche lui carino (del resto sono gemelli), intraprendente, estroverso e chiaccherone, insomma si , un tipo avventato che tra l'altro non esita a baciarti di fronte alla persona che ti... insomma perchè a te Cris...

Disse continuando il discorso Alix.

- non è questo il punto- continuò Charlie - forse dovresti capire cosa lui prova per te, se è invidioso dell'amico o dell' amante che ha preso  il suo posto.

La parola amante fu pronunciata troppo violentemente, ero sensibile a quelle cose, ma veramente io e Cris apparivamo come amanti?

- Nono... è che... Cris per me era come un fratello forse...

le due amiche si scambiarono un'occhiata poi annuirono.

Alix proseguì

- Adesso ritorna il discorso di prima, sii sincera con noi e con te stessa... Cris ti piace?

come ragazzo, intendo.

- Beh si è un bel ragazzo... biondo occhi verdi, fisico da modello...

- io e Alix intendiamo che ti piace nel senso che lo AMI.

Mi lasciarono spiazzata... Mi chiedevo cosa provava Cris per me ma non mi ero mai accorta di non sapere cosa provavo io per lui.

Alix si accorse del mio disagio così cambiò discorso

- c'entra niente il fatto che ci hai invitate a casa tua, e il fatto che ci siano due gemelli single e carini che ti girano intorno?

e ricambiò uno sguardo d'intesa a Charlie

- ok, beccata

ammisi io

- il problema è Axel, sai mi ha baciata ma io non ricambio i sentimenti...

Charlie continuò la mia frase

- ma d'altro canto non vuoi che Alex rimanga da solo

- Quindi- proseguì Alix- quando hai avuto bisogno di qualcuno che conquistasse i loro cuori hai pensato subito a noi-

Alix sorrise.

Charlie sorrise.

Non sembravano essere disturbate dal fatto che io le avessi chiamate solo nel momento del bisogno... ma mi scusai lo stesso

- Scusate...

- Ma figurati, quando si parla di bei ragazzi rivolgiti a noi nonappena ne avrai bisogno!

-Si siamo disponibili 24 ore su 24

continuò Alix

Ridemmo assieme.

- Beh i ragazzi non si conquistano da soli no? Scendiamo e vediamo che si può fare!

disse Charlie.

avevo pensato che le coppie Axel-charlie e Alex-Alix sarebbero state perfette...

ma non era così.

Alix e Alex erano troppo timidi e non spiccicarono parola per tutta la serata, mentre Charlie e Axel erano troppo chiaccheroni e si annoiavano a vicenda con i loro logorroici discorsi, e di tanto in tanto scappava un litigio.

Piano fallito.

Ma non mi rattristò, ero troppo intenta a pensare a Cris e al suo imminente diciassettesimo compleanno, Alix e Charlie mi avevano incoraggiato a organizzare una festa e mi avevano promesso che avrebbero pensato loro ai preparativi, mi avevano promesso musica all'ultimo grido, una band che andava di moda, gente importante e famosa, cibo buonissimo e un esito perfetto...

così, la serata era andata, e dopo essermi lavata e aver indossato un nuovo pigiama di seta,

stanca dal peso dei miei problemi che mi gravavano sulle spalle:

i due gemelli e la loro incompatibilità con quella che credevo la soluzione di uno dei miei problemi, il ragazzo con gli occhi blu, i segreti di madama zara, l'animale quasi vampiro da tenere a bada, il mio ex migliore amico che non mi rivolgeva più la parola, e il mio potenziale innamoramento per lui.

Fermati mondo che voglio scendere.

chiusi gli occhi, sperando in un nuovo giorno migliore del precedente.

_______Alexis______
Ciao a tuttiiii!!!

Scusate il ritardo ma sapete… Enfasi (no comment per il soprannome… -_-‘’) aveva gli esami e io… io mi dovevo riprendere dalla fine della scuola! xD
Comunque… che ve ne pare del capitolo? Alix e Charlie alla fine sono tornate utili, eh? XD
Ora passiamo ai ringraziamenti, anzi, AL ringraziamento!

Bribry85: Aaaaah! Il volpino del tuo ragazzo deve essere carinissimooooo!!! >.<  Comunqueeee… che te ne pare di questo capitolo? Sam finalmente si confida con delle amiche che la fanno ragionare U.U… e chissà cosa succede alla festa di Cris! Oh oh oh! Basta, sto zitta se no mi scappa qualcosa! xD

Beh, ci sentiamo al prossimo capitolo…
Stay Tuned! ^_-

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Capitolo 17
*** capitolo 16 ***


Era arrivato. Cosa? Semplice, il Suo compleanno. Il terribile giorno che temevo da ormai chissà quanto era giunto e io non sapevo che fare. Ero in camera che camminavo avanti e indietro nervosamente, mentre pensavo se fargli o no gli auguri, se abbracciarlo o sorridergli solamente, se passare la giornata con lui o fuggire come una vigliacca. Mille dubbi che mi assillavano.

Decisi che avrei seguito il mio istinto, avrei fatto ciò che mi sentivo di fare.

Mi guardai un’ultima volta allo specchio: ero truccata leggermente e i capelli erano perfettamente ricci. Indossavo un vestito nero aderente fino alla vita e che poi ricadeva libero sui fianchi, fino a sfiorare le ginocchia le spalline, sottili, erano viola, così come il contorno della scollatura a V. Mi piaceva tanto quel vestito, ma mi sentivo terribilmente a disagio. Non ero elegantissima ma in fondo era solo un compleanno, il suo compleanno. Osservai l’armadio, indecisa se cambiarmi o no, ma non appena sentii la voce dei due gemelli che mi chiamavano da fuori la porta, decisi che sarei rimasta così, perché era solo una stupidissima festa di compleanno… ma chi volevo convincere? Non ci credevo nemmeno io!

Aprii la porta, tirando un sorriso che mascherasse il mio nervosismo.

-Sam, lasciatelo dire: sei bellissima, ma troppo nervosa per i miei gusti!- mi smontò subito Axel, fissandomi. Sbuffai, rassegnata, mentre mostravo veramente la mia espressione, cioè quella che poteva assomigliare ad una pazza isterica.

-Che faccio? Che gli dico? Me lo dici? Come faccio a non essere nervosa?- lo inondai di domande, tanto che mi dovetti fermare per riprendere fiato.

-Innanzitutto, calmati. E secondo: dovrai comportarti come sempre…-

-Dovrei ignorarlo il giorno del suo compleanno?- chiesi quasi urlando, più stupita che altro. Parve pensarci su, per poi dire: -No, in effetti non è un’ottima idea…-

-Fai un respiro profondo Sam- sussurrò allora Alex. Lo guardai, sperando che continuasse con i suoi saggi consigli, ma rimasi pietrificata non appena vidi nel lungo corridoio Lui. Respirai a fondo, cercando di calmarmi. Era ancora più bello quel giorno, se possibile. Portava una camicia nera, che mostrava i muscoli del petto e dei jeans a bassa vita, con tanto di cintura in cuoio. I capelli biondi erano leggermente spettinati mentre i suoi occhi verdi come due pietre preziose mi fissavano insistentemente. Sorrisi, imbarazzata, mentre gemelli lo salutavano facendogli gli auguri.

Avrei voluto picchiarli non appena li vidi andarsene, scendendo velocemente le scale.

-Ciao…- dissi allora, trovandomelo di fronte.

-Ciao- rispose lui, aspettandosi qualcosa. Lo guardai negli occhi, a disagio, ma non appena mi rispecchiai in quel verde sentii la tristezza invadermi. Come potevamo essere giunti a comportarci come due estranei? Mi morsi il labbro inferiore, nervosa, lasciando che il tempo scorresse.

-Beh, auguri!- dissi infine, sorridendo. Mi ringraziò, senza però spostarsi.

-Certo però che sei proprio vecchio! Guarda, si vede già una ruga!-. Lo dissi scherzando, come se fossimo tornati ai vecchi tempi, e lo feci sorridere, divertito.

-Tu non sei tanto meglio, sai?- mi rispose allora. E solo allora mi accorsi di quanto avessi bisogno di lui, come l’ossigeno, come l’aria. Avevo bisogno di lui per poter vivere.

Ci guardammo un altro istante negli occhi, a corto di parole, quando vidi la sua bocca aprirsi, quasi per dire qualcosa. Quel qualcosa però non uscì perché un’interruzione lo bloccò. Interruzione dal nome: Claire.

-Auguroni, Cris!- disse, saltandogli al collo. Mi schiarii la voce, imbarazzata e irritata.

-E’ meglio che vada dagli altri…- dissi, incamminandomi verso le scale.

-No, Sam, aspetta!- cercò di fermarmi Cris, ma io sorrisi, salutandolo.

Progetti per il futuro: uccidere Claire! 

 

La sala era addobbata di ghirlande, palline colorate e manifesti con scritte del tipo: “Auguri Cristoph!!!” con tanto di smile e punti esclamativi. Insomma, un mix tra decorazioni natalizie e per i compleanni!

C’era gente che non conoscevo, invitati sicuramente da Madama Zara, mentre in un angolo i due gemelli con Alix e Charlotte, che bisticciavano e discutevano su qualcosa che non mi interessava minimamente. Mi avvicinai, ignorando gli sguardi delle persone che mi guardavano curiosi. Notai che c’era anche Abram, il tipo dagli occhi blu notte, e questo non mi piacque affatto.

-Ti dico che era verde!- diceva intanto Axel.

-Giallo!- rispondeva Charlotte, quasi isterica per il nervoso. Li guardai stupiti, mentre continuavano a ripetere quei colori e Alix e Alex cercavano di calmarli, di farli stare zitti.

-Insomma, non è il caso di litigare per una cosa del genere, dai!- diceva la bionda.

-State calmi! Vi prego!- diceva invece quell’altro.

Aprii la bocca per dire qualcosa, ma un forte applauso mi interruppe. Mi voltai e vidi Cris (con Claire avvinghiata al suo braccio) che compariva nella grande sala, mentre tutti lo osservavano, quasi fosse stato un qualche imperatore o re. Sembrava infastidito da tutta quell’attenzione su di sé, tanto che si avvicino a noi, non badando alle altre persone, e si scrollò la francese dal braccio. Patetica.

-Auguri Cris!- urlò Charlotte, saltandogli al collo.

-Che slanci d’affetto- sussurrò Axel, in modo da essere sentito solo da Alix.

-Auguri!- disse a sua volta questa, limitandosi però ad un sorriso. Era inspiegabile il fatto di come due persone così opposte potessero essere migliori amiche!

A richiamare l’attenzione di tutti i presenti, in seguito, fu Madama Zara, che fece accomodare tutti intorno ad un grande tavolo, facendo un discorso terribilmente lungo e, lo devo proprio ammettere, abbastanza noioso! Fece anche parlare Cris, ma ringraziò solamente tutti i presenti per essere venuti a quella festa, facendo capire chiaramente che non era un tipo loquace.

Per il resto la festa andò bene, tra discussioni e bisticci, tra sguardi e parole, passò un’oretta tranquilla fino a quando Madama Zara non accese un vecchio giradischi, facendo partire un lento.

-Ah, che noia!- dissi, ma non potei dire altro perché qualcuno mi prese per un braccio, portandomi esattamente al centro della sala.

-Axel! Sei impazzito? E Charlotte?- avevo chiesto, non appena lo vidi sorridente di fronte a me che mi stringeva.

-Tranquilla Sam! Scommetto una pizza che non durerà meno di… cinque… quattro… tre… due… uno…- lo guardai confusa, temendo che fosse impazzito, mentre lui manteneva il suo ghigno e guardava dritto di fronte a sé.

-Scusa, posso?-. Quando sentii la voce di Cris, capii cosa intendeva Axel.

-Mi devi una pizza- sussurrò quest’ultimo, prima di andarsene e lasciarmi sola con Cris. Lui però, non accennava a muoversi, così dovetti chiedergli io di ballare, imbarazzata al massimo.

In risposta lui mi prese per un braccio, tirandomi con ben poca delicatezza e portandomi nella cucina, vuota. Erano tutti a danzare e a divertirsi, così ci trovavamo solo noi due in quella stanza, da soli.

Mi guardò intensamente negli occhi, e io annegai quasi in quel mare verde e meraviglioso.

-Che fai?- chiesi infine, una volta che riuscii a tornare sul pianeta terra. Mi mollò il braccio, portandolo lungo il fianco.

-State insieme?- disse infine. Non capii subito la frase del soggetto, ma dopo poco intesi le sue parole. Strabuzzai gli occhi, maledicendo mentalmente Axel.

-Cosa?

-Oh, andiamo! Ti stava abbracciando! È evidente che state insieme!-, continuò lui, allargando le braccia. Ero indecisa se scoppiargli a ridere in faccia o fare l’offesa, ma alla fine scelsi tutt’altra cosa.

-Oh, bella! Sono giorni che mi ignori e quando finalmente hai deciso di rivolgermi la parola lo fai solo per farmi una scenata? Sai una cosa? Non puoi… fare così! Io divento matta! Prima amici e tutto il resto, poi non mi parli più, picchi un mio amico senza un motivo plausibile e ora fai questo?-. Ero indignata. Anzi, molto peggio: irritata, furente, gli avrei spaccato in testa qualcosa, se solo avessi avuto qualche oggetto in mano: che ne so, una bottiglia, un vaso, un televisore...

-Scusa, va bene? Mi dispiace, dico sul serio! Ma tu... tu non capisci... tu mi hai insegnato come si sorride, mi hai fatto capire cos'era l'amicizia... cosa voleva dire avere qualcuno al proprio fianco, qualcuno che ti sa sostenere nei momenti difficili, di consola nei momenti tristi, ti aiuta nel momento del bisogno. Tu sei stata l'unica, tra centinaia di persone ad avere la pazienza, ad accettarmi, anche con il mio carattere difficile... solo tu hai visto i miei lati fragili, sei sempre stata, tu e solo tu riesci a rendermi felice... insomma... mi piaci Sam e non posso essere solo tuo amico e vederti con altri! Veramente, non ce la faccio! Mi sono arrabbiato, si tanto, forse ho reagito di impulso... anzi no... non ho potuto sopportare l'idea di un altro ragazzo che... quel bastardo non ci deve nemmeno provare a toccarti!

L’aveva detto così: un po’ urlando, un po’ camminando, un po’ con naturalezza, quasi fosse stata una cosa ovvia. Ma non per me... poi il suo tono era tornato tranquillo, per poi subire un repentino cambiamento, diventando furioso, e a tratti disperato.

Ora lo guardavo stupita, contenta e confusa per ciò che aveva detto.

-Chris sei… pazzo. Tu sei totalmente pazzo! Mi hai fatto stare malissimo per…-, non potei terminare. Le sue labbra erano sulle mie, le sue mani sulla mia testa e io… io stavo per svenire come minimo!

Sentivo tutto girare, e i brividi salirmi lungo la schiena, per non parlare delle sue labbra che mi stavano trasportando in un’altra dimensione.

Ero ancora viva?

Ero in paradiso?

Troppo presto si allontanò da me, mortificato.

-Scusa, io…- non sapeva cosa dire.

Perché si stava scusando? Non capivo.

Mi avvicinai a lui, e mi alzai in punta di piedi.

-Taci…-, bisbigliai, prima di appoggiare il palmo della mano sul suo volto e l’altra portarla a stringere la camicia, strinsi il pugno tirandola a me. Chiusi gli occhi e tornai sulle sue labbra, questa volta più decisa, più dolce. Mi strinse la vita con le braccia e mi sollevò di qualche centimetro da terra, rispondendo al mio bacio.

-Ti amo…

Mi sussurrò nell’attimo in cui ci staccammo per riprendere fiato.

Quello era il giorno più bello della mia vita.

-Anch’ io ti amo stupido…

Risposi, prima di ricominciare da dove avevamo finito.

E in quel momento non mi importava più di Claire, non mi importava più del mio piano fallito e nemmeno della festa e degli invitati. Sentivo solo lui e questo mi bastava.

Quello era il mio mondo: io e lui… perfetto.

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Capitolo 18
*** capitolo 17 ***


Ero stesa sul letto, a occhi strabuzzati.

Quante cose erano cambiate da un giorno all'altro.

Come si sarebbero evolute le cose?

Come sarebbe cambiato tutto attorno a me?

A risposta di ciò sentii bussare la porta.

Era Cris.

Era bellissimo, leggermente sudato, anche se fuori erano minimo meno tremila gradi, dentro alla grande casa, grazie alla folla e al riscaldamento puntato a 5000 (Alix e Charlie sostenevano che i ragazzi sudati erano diecimila volte meglio), faceva un caldo infernale.

Aveva una macchia di succo alla fragola sulla maglietta, quando la vidi mi misi a ridere

- Questa?

si indico la pataccona rosata

- Causa di una ragazza un po' maldestra...

Si avvicinò a me, Era un sogno, un dio greco, deglutii, si piegò e mi mise una mano dietro alla nuca, avvicinò il mio volto al suo, fino a mettermi con il naso contro il suo, le nostre labbra distavano pochi millimetri.

A quel punto non potei che non notare un forte odore di alcool

- Ma tu hai bevuto!

lo accusai facendolo sobbalzare

- Qualcuno ha aggiunto birra al succo di fragole, è la mia maglietta, se vuoi me la tolgo.

disse coon un sorriso furbetto

Le mie guance avvamparono, sentii tutto il sangue bollente sulle guance.

Di sicuro sopportare un po di puzza di alcool vale la pena di evitare una grossa imbarazzatura.

- Da dove abbiamo interrotto? Ah si

Aggiunse lui con il suo tono furbetto

yahoo! un ragazzo supersexy tutto per me

MUAHAHHAHAHAHAHA

è tutto mia! Beccati questo Claire!

Cercai di baciarlo ma la puzza era troppo

-Sembra di baciare un barbone ubriaco

Si tolse la maglietta, forse in effetti era meglio.

Adesso potevamo dedicarci al nostro gesto d'amore senza interruzioni.

Si piegò di nuovo sul letto, sentii il contatto del suo torace sudato (arg!) sul mio e ci baciammo appassionatamente...

o almeno questo era il piano, perchè nella stanza entrarono improvvisamente Charlie, Alix, Axel,Alex e Claire e da dietro sbucò pure Abram.

Le loro facce ci fecero capire che avevano frainteso.

Un po per la posizione, per il fatto che Cris era senza maglietta sudatissimo e il mio vestito si era arricciato fino ad arrivarmi ai fianchi, in effetti sì, era abbastanza fraintendibile.

mi schiarii la voce.

Eravamo tutti paonazzi, tranne Cris, e tranne Abram che aveva un'aria furente -e un po spaventosa- e sembrava volesse staccare a morsi la testa di Cris, se quegli occhi blu mi avevano sempre messo in soggezione adesso mi terrificavano

- COSA STA FACENDO A MIA SORELLA!

gridò il vampiro dagli occhi di zaffiro

mi guardai intorno spaesata, chi intendeva con sua sorella?

Cris lo guardò male, anzi malissimo.

- Un momento... chi sarebbe sorella di chi?

domandai io

silenzio.

Mi tirai giù la gonna del vestito.

- Questo non ha senso...

Come dovevo reagire? Mi sentivo annientata

- No... decisamente... non voglio scherzare. Tu non puoi essere mio fratello. Non è vero. Lo so che è impossibile.

Si era calmato, ma aveva assunto un'aria triste.

- Non dovevi saperlo in questo modo.

disse lui

- Tu non sei mio fratello. Non ho idea del gioco assurdo a cui stai giocando, non lo voglio nemmeno sapere, non ti voglio nemmeno sapere.

Cercai conforto nello sguardo di Cris, che si limitò ad annuirmi, come a conferma del fatto che quel ragazzo davanti a noi fosse davvero mio fratello.

- Samanta... sono io! Abram... non puoi non credermi, guarda i miei occhi, i miei capelli, guardami! Io mi sono sempre ricordato di te, ti ricordi quella volta che avevi tre anni, avevi catturato una lucertola e quando le si staccò la coda piansi tantissimo, pensando fosse morta? Oppure quando alla mia festa di compleanno ti stava per andare a fuoco una treccia e spaventasti mamma e papà... Ti ricordi quando ti accompagnai a scuola il primo giorno e non volevi che me ne andassi... o quando siamo usciti per fare la spesa e mentre mi ero distratto ti infilasti nelle vasche del reparto frigo... prendesti il raffreddore, e mamma e papà mi sgridarono...

I ricordi riaffiorarono nella mia mente e non potei fare a meno di sorridere, quando Abram notò il mio cambiamento, il suo tono di voce disperato si alleggerì

- Mi credi adesso?

Non sapevo che rispondere, riguardai negli occhi tutte le persone nella stanza.

Nella stanza irruppe Madama Zara

- Beh che ci fate tutti qua? sciò sciò! La festa non è ancora finita e questa è una cosa tra Abram e Sam,via di qui! Vi sembra il modo di fare spettacolo??

le due amiche vampire, i due gemelli e la francesina uscirono con la coda tra le gambe

- Anche tu Cris... è tra loro due.

Così anche Cris mi lasciò sola in stanza con Abram, e poi se ne andò pure Madama.

- Non so da dove iniziare...

scoppiai a piangere.

Abram mi abbracciò, ricambiai l'abbraccio e lo strinsi.

Da quella posizione vidi che vicino al suo orecchio destra c'era un neo.

Come quello di mio fratello.

In quel momento ne ebbi la sicurezza, era lui.

Uscendo vidi Charlie ed Axel litigare, Alix era rossa e tremava Alex guardava la scena intimorito. Poi qualcosa cambiò, l'espressione di Charlie da infuriata divenne triste e scappo via, Alex la seguì.

Alix e Axel rimasero lì fermi, senza parole.

 ____________Ringraziementi____________

Occhei! Ammetto che "Enfasi " non è molto bello come nome, mi fa pensare alla proboscide di un elefante.

Rieccomi tornata Celia...

è passato un po' dall'ultima volta che abbiamo postato ma si sa... con le vacanze tutto rallenterà...

e fra poco arriverà anche il mio turno di viaggiare.

come al solito devo ringraziare l'unica persona che ci recensisce!

Bribry85: liete, lietissime che il capitolo ti sia piaciuto! Beh in effetti quello del compleanno è un capitolo molto importante, mi fermo qui... così non ti rovino la sorpresa!!!

 

STAY TUNE!! (o tuned)


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Capitolo 19
*** capitolo 18 ***


Guardai i tre ragazzi rimasti confusi, cercando di capire perchè Charlie se ne fosse andata.

-Voi tre. Qui. Subito.

Dissi solamente, indicandoli  e osservandoli mentre si avvicinavano, con lo sguardo che ha un bambino quando ha appena commesso qualche guaio. Li feci entrare nella mia stanza, senza dire nulla, e mi sedetti sul letto mentre Axel era impegnato a chiudere la porta.

-Allora… cosa è successo?

Chiesi poi, cercando di mantenere quella mia aria da “madre severa”.

I tre cominciarono a parlare contemporaneamente sovrapponendo le voci tra loro e producendo un gran baccano, cercai di concentrarmi sulla voce di Axel, o quella di Alex o Alix, ma mi risultò impossibile.

-Zitti! Uno alla volta!

Urlai allora, facendo tornare il silenzio nella stanza. La ragazza cominciò a parlare, precedendo i due e cominciando a gesticolare nervosa.

-Allora, Axel, questo stupido mi ha baciata per far ingelosire Charlie. Ma non so perché la volesse far ingelosire, perché sinceramente credo che i suoi pochi neuroni che aveva, senza offesa naturalmente, se ne siano andati, magari a bevuto troppo, boh! Ecco cosa è successo!

Si fermò per prendere fiato e io aggrottai le sopracciglia, sentendomi veramente una madre.

-E’ vero?

Chiesi poi, spostando lo sguardo sul ragazzo “dai pochi neuroni”. Lui annuì, scrollando le spalle.

-E perché l’avresti fatto, di grazia? Cioè, non per dire, ma sai quanto tempo ci ho impiegato per…

Volevo dire, “per riuscire a mettervi insieme”, ma avrei peggiorato sicuramente la situazione.

-Perché avevamo litigato… ancora! Insomma, non volevo ferirla! Che ne sapevo io che le importasse! Mica stavamo insieme!

Cercò di scusarsi, ricevendo da me e Alix delle occhiate fulminanti.

-Stupido! A tutte le ragazze da fastidio che il proprio accompagnatore baci un’altra! Insomma, sei veramente…

Cominciò la bionda, togliendomi le parole di bocca.

-Smettila di insultarmi! Mica sono tanto stupido come credi!

La interruppe Axel spazientito, guardandola.

-Hai ragione… lo sei di più!

Concluse infine, uscendo dalla stanza e andando a cercare la sua amica. Lui mi guardò, come se io potessi dire il contrario, ma mi limitai ad alzare le braccia in segno di resa, ammettendo che lei non aveva poi così torto.

 

Scesi dove c’era la festa, che proseguiva tra varie scoperte e vari problemi di cuore. Mi guardai intorno, ma notai che gli unici presenti erano Claire, Abram e a altri ragazzi che non avevi mai visto.

Mi diressi in cucina, alla ricerca di Cris, ma anziché trovare lui vidi le due mie nuove amiche sedute su due sedie, con davanti due tazze di cioccolata calda.

-Charlie, tutto bene?

Chiesi, sedendomi alle spalle. Lei annuì, sorridendo.

-Sì, grazie. Axel è solo uno stupido, non mi interessa. Mi ha solo dato fastidio… insomma, è proprio un bambino!

Disse infine, ridendo. Una voce maschile interruppe il dialogo, facendoci voltare tutte e tre.

-Ma la smettete di insultarmi? Povero me! Qua sono tutte matte! E io che ero venuto a chiederti scusa!

Sbuffò spazientito Axel, sedendosi accanto a Alix seguito dal fratello Alex.

-Dai, allora! Fammi queste scuse!

Rispose Charlie, porgendo la mano come se potesse ricevere qualcosa di concreto.

Lui si limitò a batterle il cinque, non capendo cosa intendesse. Sorrisi, guardandolo andare in confusione.

-Scusa

Disse poi, svogliatamente e strascicando la voce.

-Non erano sincere! Su, rifammele, ma con più sentimento!

Pretese Charlie, facendo ridere Alex.

-Scusa.

Ripetè lui, scandendo bene quella semplice parola.

-Già meglio…

Rispose la ragazza, non ancora soddisfatta.

Aleggiò per qualche secondo il silenzio, fino a che anche Cris non irruppe nella stanza, sedendosi accanto a me e baciandomi la testa, facendomi arrossire.

-Salve!

Salutò poi gli altri, sorridendo. Nessuno parlava, nemmeno si guardavano.

-Il festeggiato dovrebbe essere di là!

Disse infine Axel, chiaro segno che lo stava mandando via.

Cris fece per ribattere, ma lo precedetti, ormai stanca di sentire battibecchi.

-Ok, andiamo dagli invitati!

Mi alzai, tirando per la mano il mio ragazzo, che mi seguì grugnando.

-Proprio in un posto così affollato?

Chiese, prima di uscire dalla cucina e sparire dalla vista dei quattro.

-Cris, è il tuo compleanno e…

Cercai di farlo ragionare, ma le sue labbra mi bloccarono. Eravamo ancora nel corridoio, e cercai di staccarmi da lui, ma la sua mano mi teneva la testa, e, già che io non aspettavo altro che quel momento, più lui con la sua presa, mi fu impossibile allontanarmi.

-Lo aspettavo ancora da prima…

Mi sussurrò a fior di labbra, per poi tornare sulle mie labbra.

-E’ meglio se… andiamo…

Dissi io a mezza voce, una volta che ci staccammo per riprendere fiato. Non sembravo però, molto convinta, e questo l’aveva capito anche lui, che ghignava, prendendomi per la vita ed avvicinandomi nuovamente a lui.

-Sicura?

Mi chiese, avvicinando pericolosamente il suo volto al mio.

Io non risposi, mi limitai ad annullare le distanze, perché ormai il mio cervello era andato, e non potevo di certo farci nulla!

 

Era ormai l’una, ma la festa continuava a procedere tranquillamente, anzi, sembrava proprio non aver mai fine.

La nostra assenza non sembrava neppure essere stata notata, nonostante fossimo stati rintanati nei corridoi per una buona mezz’oretta. Avevamo parlato tantissimo, e mi era sembrato di tornare a quando eravamo al collegio. Fantastico!

Lanciai una veloce occhiata alla sala, e vidi Axel e Alix che parlavano seduti su dei divanetti in un angolo. Lei rideva e lui continuava a parlare. Poi si alzò e andò a prenderle qualcosa da bere. Cercai gli altri due e li vidi che ballavano insieme nella sala. Era strano come Alex non fosse più tanto impacciato, ma anzi, sembrava il fratello perché stringeva con sicurezza la vita di Charlie, mentre lei si muoveva a ritmo con la musica.

Allora capii che avevo sbagliato. Che stupida che ero stata! Le coppie perfette erano Axel – Alix, Alex – Charlie. Erano nati per stare insieme!

Cris mi condusse da Abram che lo guardava furente.

-Dove siete stati tutto questo tempo?

Chiese, non appena fummo abbastanza vicini per poterlo sentire. Mi limitai ad abbassare la testa, imbarazzata, mentre a rispondere ci pensò il mio ragazzo, che doveva ancora chiarire l’inconveniente di poco prima.

-Non abbiamo fatto quello che intendi tu, sia chiaro! Abbiamo solo parlato.

Disse, rimanendo impassibile.

-Sam, questo maiale ti ha toccata?

Mi domandò mio fratello, ignorando totalmente Cris.

-No! Cavolo, no! Cioè… no!

Riuscii solo a dire questo, incredula, mentre Cris rideva per il mio imbarazzo.

Abram lanciò un ultimo sguardo a Cris, ma non tanto da arrabbiato, più da: “attento ti tengo d’occhio”. Alzai gli occhi al cielo, sospirando.

Uomini! Chi li capisce è bravo!

 

Salveee!!! Eccoci tornate con il seguito della festa! xD Ok, lo so, siamo in un ritardo tremendo e chiedo umilmente perdono… ma sapete, in estate si va al mare e poi quando ci si prende indietro con i libri da leggere per italiano (che tra l’altro fanno proprio schifo!) il tempo per aggiornare diminuisce… però, dai, non sono proprio carini Sam e Cris??? Teneriiii!! Ok, il caldo mi da alla testa, no comment!

Ringraziamento!!!

bribry85: fortuna che ci sei tu a commentare! xD Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto… e questo? Finalmente le coppie si sono sistemate e Abram comincia a fare la parte del bravo fratellone geloso!

Il prossimo capitolo sarà Natale (sì, lo so, non è decisamente tempo di Natale e l’atmosfera neppure! xD)… Chissò che succederà…oh oh oh!

Al prossimo capitolo

STAY TUNE!!

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Capitolo 20
*** capitolo 19 ***


Ero sdraiata, sul letto vicino a me c'era la creatura più dolce,carina e coccolosa al mondo, ovviamente sto parlando di Fox, perchè dall'incidente che aveva visto me e Cris come protagonisti, sul letto mentre ci baciavamo con foga, e un mucchio di ragazzi (e mio fratello!) entrati ( per altro violando la nostra privacy) che hanno frainteso la cosa avevamo deciso di non creare altre situazioni simili.

Così Cris era venuto solo per farmi la buonanotte.

Come mi piaceva fare ogni sera feci nella mia mente il punto delle cose; dunque... questione "ragazzo dagli occhi blu" sistemata, ad Axel era venuta la febbre dei baci, ma aveva migliorato la situazione: se non mi avesse baciata, Cris non si sarebbe ingelosito e non avrebbe realizzato il suo amore per me, se non avesse baciato Alix probabilmente sarebbe stato ancora a litigare con Charlie o a provare di ballarci senza pestarsi i piedi a vicenda (credo lo facessero apposta, anche se entrambi erano pessimi ballerini).

Adesso tutto era sistemato, le tessere del puzzle combaciavano, l'equilibrio era stabile, io e Cris, Alix e Axel,Charlie e Alex e Claire zitella, très magnificque! Prima di addormentarmi dovevo portare a termine la mia missione, e iniziai a sferruzzare e a lavorare.

Finito il lavoro guardai l'orologio: erano le quattro, mi chiedevo se valesse la pena a quel punto di mettersi a dormire, ma poi una brutta visione di me con le borse sotto gli occhi, fuori da questo mondo, leggermente somigliante al mostro Frankestein, mentre Cris mi offriva un gelato e mi addormentavo in piedi mi fece realizzare che forse una dormita non mi avrebbe fatto mal...

e caddi in coma.

----

 

Nel dormiveglia sentii il rumore della porta che si apriva, dei passi di qualcuno, poi non li sentii per qualche manciata di secondi, ripresero i passi e sentii il suo respiro

- Svegliati bella Sam addormentata nella cameretta.

-mmmmhhhh

La sua voce era miele,avrei gridato "ancora ancora!Dammene di più" ma ero troppo addormentata per farlo, quindi mi limitai ad un altro "mmmmhhh".

Le sue labbra si erano pericolosamente avvicinate alle mie.

Dal giorno prima Cris non faceva altro che baciarmi, ma non era una prospettiva tanto brutta, però avremmo dovuto organizzarci per respirare, almeno finchè ne avremmo avuto bisogno.

Mi baciò dolcemente e rapidamente

-mmmmhhhh... Aaah!

Mi aveva preso in braccio e aveva spalancato la finestra

- mtt..mi ggiù!

dissi con la voce impastata dal sonno e strizzando gli occhi, troppa luce tutta assieme!

Poi mi ricordai!

Era Natale!

Aprii gli occhi e Cris mi precedette

- Buon Natale!

Sempre tenendomi in braccio mi portò nella sala in cui avremmo festeggiato il Natale: era piena di lucette di ogni colore, la tavola era coperta da una tovaglia bianca di seta a ricami d'argento, vi erano quattro candelabri d'argento sopra i quali vi erano per ognuno 3 candele blu, e vi erano diversi vassoi d'argento ancora coperti, dato che era l'una ed era già ora di pranzo.

E mangiammo (chi poteva mangiare), mentre i vampiri bevvero il loro sangue sintetico, tra effusioni di affetto e risate, ovviamente Abram e Cris si guardavano male come al solito, ma mi sentivo felice comunque.

Poi scartammo i regali, io ricevetti: una tiara da Charlie e Alix, una maglietta e una cintura da Alex, una piastra da Axel, un libro da Abram, un braccialetto da Cris e da Madama Zara una collana di diamanti.

Fui felice di vedere che anche i miei regali furono graditi, a Cris regalai un peluche con un gattino con un cuore in mano su cui c'era scritto "ti voglio bene" (non avevo ancora scoperto di amarlo), per Alix un completo: cappello, cintura e una miriade di braccialettini, per Charlie un ombrello e un ventaglio di pizzo, per Axel e Alex due t-shirt, mentre per Zara, che aveva già tutto avevo deciso di ricamare un cuscino con le sue iniziali, e per Abram, avevo cucito una sciarpa di lana.

I miei regali piacquero molto, Zara si mise a piangere.

Poi giocammo ai classici giochi natalizi.

Ad un certo punto Cris mi prese in braccio, mi portò sotto il vischio, e sotto gli occhi di tutti mi baciò.

Dire che ero arrossita era poco, diciamo che facevo invidia ai pomodori più maturi, e alla fine di quel lungo bacio (Cris non sembrava volermi più lasciare) oltre alle risatine, agli sguardi omicidi di Abram si sentì un "attenti che ci nasce un bambino" (Axel).

 

hohohoooo buon Natale!!!

U__ù

L'HO SCOPERTOOOOOOO

ebbene si ragazzi (o meglio ragazza U-ù ... ahimè) si dice "stay tuneD" con la d finale, e adesso che non ho più questo dubbio sono sicura che la mia vita scorrerà più tranquilla e felice...

I ritardi con i capitoli? In gran parte colpa mia, prima di tutto sono andata a Londra, e come immaginerete non è che stessi chiusa in hotel con il computer (anche perchè non me lo ero portato), e poi perchè gli alieni (la mia famiglia) mi hanno rapito e mi hanno portato a babbeolandia (un posto sperduto tra le montagne pieno di insetti e bestiacce).

Come sono andate le "vostre" (il motivo per cui metto vostre tra virgolette credo sia facile da capire) vacanze?

comunque "vi" avverto che il prossimo sarà solo un capitolo di passaggio, ma nel prossimo ancora ci sarà una grande sorpresa!!!

(;

adesso mi fermo che sennò dico troppo U__ù

babbuò rispondiamo al commento di bribry85

 

bribry85: come avrai capito in verità siamo noi le tue fan (T_T) meno male che ti piace la nostra storia, ma soprattutto che ti incuriosisca!! Non puoi capire che bella cosa sia per noi ciò... eh si Natale un giorno felice che i nostri protagonisti passeranno spensieratamente in compagnia dei propri amici, Ti avviso che sarà un capitolo molto "leggero", ma spero non per questo noioso!

Stay tuned (evvai l'ho capito!!!)

 

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Capitolo 21
*** capitolo 20 ***


Era tutto perfetto. Io e Cris stavamo finalmente insieme, Alix e Axel e Charlie e Alex si amavano. Tutto perfetto!

Tranne forse il fatto che cominciavamo scuola. Esatto. Dopo le vacanze natalizie io e Cris saremmo andati a scuola. Saremmo andati in due classi diverse, ci saremmo visti meno e… sarebbe stato terribile per me!

 

Era mattina e in casa c’era già il caos. Cris continuava a bussare in camera mia gridandomi che saremmo arrivati in ritardo, mentre io continuavo a ripetergli che c’ero quasi, mentre cercavo di abbottonare tutti i bottoni della camicetta bianca con lo stemma della scuola che avrei frequentato. La gonna a pieghe rossa mi arrivava appena al ginocchio mentre i calzettoni bianchi arrivavano a metà polpaccio. Mi diedi una veloce occhiata allo specchio per poi uscire, ritrovandomi di fronte un Cris terribilmente bello. L’uniforme gli calzava a pennello e il modo in cui teneva la giacca dietro la spalla lo rendeva ancora più irresistibile. Mi alzai in punta di piedi per stampagli un bacio sulle labbra con un sonoro schiocco.

-Pronta per andare a scuola?-, mi chiese, con un sorriso sulle labbra.

-Parliamo d’altro?- risposi io, lasciando sottointesa la risposta.

-Beh, per la cronaca, quella divisa ti sta proprio bene…- continuò, per poi baciarmi più appassionatamente.

-Dobbiamo andare…- , dissi sulle sue labbra, per poi staccarmi di malavoglia. Sospirò tristemente, per poi scendere le scale con me.

Madama Zara ci aveva detto che la scuola era poco distante, bastava andare sempre dritto e svoltare alla terza a destra. Seguimmo le indicazione e dopo dieci minuti eravamo di fronte ad un edificio enorme, con tanto di ragazzi e macchine.

-Ci sono anche i nostri amici se non sbaglio…- ,disse Cris, guardandosi attorno e mettendomi un braccio intorno alle spalle.

-Già, e anche Claire, a quanto vedo…-, continuai io, vedendo quell’oca sventolare i suoi capelli e fare la gatta morta con un tipo che avrà avuto diciassette anni.

-Vero… ma tu lo sai che mi importa solo di te quindi non fare la gelosa…-, sussurrò, prima di darmi un bacio sulla fronte. Era troppo dolce, mi sarei sciolta una volta o l’altra!

Aprii bocca per parlare ma la voce di Alex mi precedette.

-Toh, i nuovi arrivati!-, esclamò da lontano, avvicinandosi con dietro gli altri tre.

-Ciao ragazzi-, rispondemmo in coro noi, cercando di ignorare il fatto che avevano appena interrotto uno dei nostri momenti più romantici. Ah! Era incredibile quanto fosse perfetto il tempismo di certe persone! 

-Allora , come vi sembra la vostra nuova scuola?-, ci chiese Alex, sorridendo.

-E’ noiosa. Indossano tutti le stesse cose…-, risposo guardandomi distrattamente attorno. Ed era vero. Gli unici colori che si vedevano erano il bianco, il rosso e il nero.

-Sì, beh… non solo i colori sono noiosi purtroppo. I professori sono alquanto severi e seri. Pensa che mi avranno già mandato dal preside due, tre volte solo quest’anno-, si lamentò Axel.

-Fratellino, credo che chiunque ti manderebbe dal preside se gli lanci una pallina di carta in faccia… specialmente se è appena stata nella tua bocca…-, gli fece notare Alex.

La campanella suonò e tutti si avviarono verso l’entrata. Sembravamo una mandria di pecore che si spintonava per riuscire ad entrare il prima possibile al caldo.

- Sammuccia, tu sei  in classe con noi! Ci divertiremo tantissimo, non credi?-, esclamò Axel, utilizzando un soprannome che ero certa non avrebbe più osato pronunciare dato il mio sguardo minaccioso che gli avevo lanciato.

Ci dividemmo da Cris (per me a malincuore) salendo due rampe di scale diverse. Quella scuola era enorme!

La nostra classe era al secondo piano, in fondo al corridoio, esattamente l’ultima stanza.. Entrai, notando che c’erano solo tre ragazze e due ragazzi che mi lanciarono uno sguardo incuriosito.

-Ragazzi, lei è Samantha, Sam per gli amici!-, mi presentò la Alex.

-Sam, questi sono i ragazzi!-. concluse Axel. Sorrisi cortesemente, imbarazzata.

-E’ un piacere… ragazzi!-, dissi poi, cercando di rendere il mio francese  migliore possibile. Loro dissero qualcosa che assomigliava ad un –anche per noi-, e poi tornarono a parlare tra di loro, ignorandoci.

-Molto amichevoli…-, dissi tra me, appoggiando lo zaino nero su un banco dell’ultima fila.

In meno di cinque minuti la classe si riempì. Erano ventisette studenti in tutto, tredici ragazzi  e quattordici ragazze. C’erano gli snob, i secchioni e i semplici normali ragazzi, come me. Ah, e poi c’erano due pazzi che continuavano a parlarmi e a farmi domande su Cris.

-Il prof è in ritardo-, disse ad un certo punto Alex, lanciando una veloce occhiata all’orologio che portava al polso.

-Sì, Alex, perché tu sei l’unico che ha la mania della puntualità!-, rispose Axel, stuzzicandolo. Inutile dire che tra i due cominciò ben presto un battibecco. Sospirai e scossi la testa, ormai abituata a quelle situazioni.

-Sei la nuova arrivata?-, mi chiese un ragazzo, arrivandomi alle spalle e appoggiandomi un mano sulla spalla. Mi voltai e mi trovai di fronte un ragazzo alto e moro, pallido di carnagione e con due occhi neri che mi guardavano da cima a fondo.

-Sì, sono Sam, piacere-, dissi porgendogli la mano.

-Lucas. Incantato.-, mi prese la mano e ci poggiò le labbra sopra, facendomi arrossire.

-Bene.-, dissi imbarazzata, ritirando subito la mano.

-Lucas, stai lontano da Sam, che è già impegnata con un altro!-, lo avvertì Axel, dandogli una leggera pacca sul petto.

-Va bene, va bene, stai calmo. Volevo solo essere gentile, tutto qua. Adesso i ragazzi devono avere sempre secondi fini, incredibile!-, borbottò, allontanandosi.

-Ragazzi, ma dove sono Alix e Charlie? Non le ho viste…-, dissi poi, notando la mancanza di quelle due.

-In effetti ce lo siamo chiesto anche noi…-, rispose Alex.

-Alix mi aveva assicurato che c’era. È strano, forse…-, si bloccò prima di terminare la frase e sgranò gli occhi, in direzione della porta.

-Al vostro posto, ragazzi!-, esclamò una donna con degli occhiali, sedendosi sulla cattedra.  No, un secondo, quella non era una donna, quella era… era… Alix?

Tutti e tre spalancammo la bocca, osservando la bionda che per una volta era vestita con una normale gonna e una normale camicetta, leggermente truccata e con degli occhiali che la rendevano più matura. Ci fece l’occhiolino per poi gridare di metterci ai nostri posti.

Alix era una professoressa? Mi ero persa qualcosa, anzi, mi ero pesa tutto!

 

 

 

Salveeeee!!! Come va la scuola???

A me manca l'estate... tanto tanto T_T

Cooooomunqueeee... Com'era questo capitolo? Su, su, commentate, mica vi mangiamo... non siamo ancora cannibali! U.u

Non vi aspettavate la scuola, eh?? xD E' stata un'idea di Celia questa... sapete, probabilmente la scuola l'ha ispirata (o.0)

Passiamo ai ringraziamentiii!!!

 bribry85: Siamo felici che lo scorso capitolo ti sia piaciuto... e questo? Diciamo che è una svolta nella storia... ma che ci vuoi fare, quando il cervello di Celia è in attività nessuno lo ferma! xD E Alix e Charlie poi... beh, non potevano essere delle normali studentesse... ovvio che no! xD

 alina 95: Waaaaah!! Una nuovaaaaa!!! Siamo felici che ti piaccia la nostra storia e grazie per il commento! Almeno la povera bribry non sarà più da sola! XD ora la storia ha cambiato leggermente... insomma, anche loro devono soffrire andando a scuola e sopportarla, quindi eccoli là! xD

Mi raccomando, fateci sapere come vi sembra...

Al prossimo capitoloooo!!! =)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


Non ero riuscita a seguire una parola di ciò che Alix - o meglio "la professoressa Foster" - aveva detto; per tutta la lezione ero stata troppo occupata a essere scioccata per la vista della mia migliore amica nelle veci della mia insegnante di inglese e Axel sembrava perfino più stupefatto di me… d'altronde lei era la sua ragazza, e in quel momento sembrava così adulta: dimostrava l'età di une neo-laureanda, non ci potevo ancora credere.

Tutti gli studenti maschi sembravano incantati (tutti tranne Alex) e i suoi tacchi a spillo valorizzavano incredibilmente le sue gambe di porcellana.

Dopo la lezione andai da Alix e dopo essermi schiarita la voce lanciai il mio messaggio in codice:

- Avrei un paio di domande sulla sua lezione di oggi 

- Sarei lieta di chiarire i suoi dubbi signorina, la disturbo se intanto le chiedo di aiutarmi a portare i miei libri in sala professori?

- Nessun disturbo!

appena fuori dalla classe le balzai addosso con la domanda più ovvia al mondo:

- CHE CI FAI TU QUI?

- Insegno

- Intendo, che ci fai tu qui in vece di insegnante!

- Ah si... Charlie ed io avevamo pensato che fosse noioso fare le studentesse, così abbiamo puntato su questa opzione... Charlie insegna educazione fisica... abbiamo fatto in modo di insegnare le nostre materie sia nella tua classe che in quella di Cris... adesso devo scappare perchè ho un'altra lezione... mi raccomando, svolgi i compiti assegnati!

E facendomi un occhiolino scappò via, lasciandomi i suoi libri in mano, cinque secondi dopo tornò per prenderli...

Non pensavo che un vampiro potesse avere una memoria tanto labile.

Sospirai, e pensai che la giornata era solo appena iniziata.

Sentii i passi di qualcuno che si avvicinava,il professore, dovevo sbrigarmi a tornare in classe. Mi sedetti vicino alla finestra, buttai uno sguardo oltre al vetro, e vidi Charlie che si muoveva come una matta, saltando, facendo il tifo e qualche volta azzardando un balletto di vittoria, con la classe di Cris che si allenava nel campetto... quanto era bello lui... mi persi a guardarlo; una voce bassa e roca mi riportò alla realtà

- Signorina...- si schiarì la voce - scusi, lei con lo sguardo fisso alla finestra-

la mia testa si girò di scatto verso di lui

- mi scusi-

- Come si chiama?-

- Samantha O'Cuilinn -

- Irlandese? -

- Di origine...-

- Comunque, dovrebbe prestare attenzione, almeno il primo giorno, per provare a fare una buona figura con i suoi insegnanti.-

disse con tono acido. Mi ero appena fatta un nemico.

E iniziò la sua lezione di storia.

Feci finta di ascoltarlo con un'aria seria, annuendo di tanto in tanto, e prendendo raramente appunti, tanto sapevo già tutto.

Durante l'ora di ricreazione Alex e Axel vennero da me per informazioni, gli raccontai quanto Alix mi aveva detto, poi Alex disse:

- Non ci posso credere sono traumatizzato... hai visto come si muoveva Charlie durante la sua lezione?

Anche Alex aveva osservato la partita al campetto, ma più furbo di me non si era fatto notare.

- Perchè non avete visto come i ragazzi guardavano Alix?? Ci mancava poco e li vedevamo sbavare! E se incontrasse un professore e mi lasciasse?

- Lo so è dura, ma stai tranquillo, non succederà niente del genere- dissi rassicurando Axel - Chissà come sarà complicato fuori da scuola...-

- Oddio... la mia ragazza e la mia professoressa sono la stessa persona!!

disse sottovoce Alex.

-Tira avanti ancora un po’, tra due ore si esce.

Cercai di consolarlo io

-E per fortuna niente educazione fisica

Aggiunse Alex.

La campanella suonò e ci sedemmo.

Vicino a me si era seduta una ragazza bionda con gli occhi verdi e un viso angelico, un po' bambinesco

- Ciao, mi chiamo Ann

e sorrise, ricambiai il sorriso.

- Piacere, Samantha

- Il professor Baffone è un rompi... tratta tutti così, sempre, ce l'ha con il mondo... ma è innocuo, mai messo una nota o mandato in punizione nessuno

Le sorrisi di nuovo, e la ragazza si mise a parlare, la seguii, anche perchè il tempo sembrava andare + veloce, eravamo agli ultimi banchi così la professoressa - quella di matematica - non ci notò.

Mi ero fatta una nuova amica, buona cosa.

 

Suonò la campanella, non vedevo l'ora di andare da Cris.

Lo aspettai all'uscita e poi mi buttai letteralmente tra le sue braccia, i professori ci guardarono male, ma non mi interessava molto, perchè era magnifico, incrociare le mie mani alle sue, mentre mi guardava, in quel modo, sorridendo, come se avesse davanti a sè la cosa più preziosa al mondo, e in quel momento capii di essere davvero fortunata ad avere lui al mio fianco.

In quel momento non avvertivo niente all'infuori di noi due, era successo tutto così velocemente che non ero riuscita ad analizzare la cosa, sapevo solo di amarlo, e di sentire una fitta ogni volta che i miei occhi incontravano i suoi.

Il picchiettare della pioggia sui miei vestiti mi riportò alla realtà, non mi ero accorta che la mia espressione era diventata seria, così gli sorrisi, non avevamo un ombrello, ma non sarebbe servito dato che la nostra macchina -una macchina meno appariscente della limousine-  con a bordo mio fratello, si fermò appena davanti a noi.

- Cristoph, vuoi che mia sorella si prenda la polmonite?

Gli disse acido Abram.

- Non potevate aspettare sotto il portico?

Fissavo con lo sguardo perso nel vuoto una goccia di pioggia sul finestrino, anche quella era una cosa accaduta in fretta, nel giorno in cui scopro che il mio inseparabile amico d'infanzia mi ha sempre amato scopro anche che il nostro autista VAMPIRO che mi guarda sempre con un'aria preoccupata e timorosa, conosciuto da poco più di un giorno, è mio fratello.

A Cris anche se non sotto quell'aspetto, ero abituata, ma a quell'estraneo, che in un secondo si trasforma in mio fratello, no. Sapevo che era così, ma la cosa era difficile da accettare.

- Samantha, che fai dormi? Non ti accorgi che piove? eìEntra!

Abram rimproverò anche me, ma con un tono più dolce e affettuoso, rivolsi uno sguardo a Cris e sorrisi, anche lui era immerso nei suoi pensieri.

- Com'è andato il primo giorno di scuola?

- Disgustoso... Ho trovato Charlie che mi faceva da professoressa di ginnastica, è stato... imbarazzante, mi dava soprannomi... faceva tifo per la mia squadra... BALLAVA!-

- Invece oggi noi abbiamo conosciuto la nostra professoressa di inglese, la signorina Foster... Alix Foster.

- Che matte quelle due...- disse divertito Abram - Dov'è Claire?

- Ah già mi aveva detto di dirti che rimaneva fuori, e che non c'è bisogno che tu la vada a riprendere perchè domani a scuola la accompagnerà l'amica da cui rimane a dormire, le porterò io l'occorrente.

- Ah... quindi credo... di non aver niente in contrario.

Rispose Abram, dallo specchietto retrovisore non riuscivo a capire la sua espressione.

Strinsi la mano a Cris, consapevole che quello che ci aspettava era una nuova avventura.

 

 

Haloa! come va? sono Celiaaaaaaa

beeeeeh vedoo che ci sono nuove lettrici (:

kyaaa

finalmentee!!!

pensiamo a ringraziare... va....

 

Penny Black: ti capisco... anche per me la scuola è un casino... eheeeh modestamente... comunque dai, adesso almeno sappiamo che esisti! è una grande felicità sapere che qualcuno legge la nsotra storia, e che i nostri sforzi vengono compensati.

 

Grazie a tutte le persone che hanno letto la storia.

Al prossimo capitolo!

stay tuned!

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Erano passati pochi giorni dall’inizio della scuola e tutto stava andando alla grande. Tutto tranne il fatto che le mie due migliori amiche erano delle professoresse e che Ann, quella ragazza che sembrava tanto dolce e carina, era in realtà un incubo. Era come se tantissime Claire, ognuna che ci provava con un ragazzo diverso, fossero rinchiuse in un unico corpicino. Insomma, era come un’arma letale.

In quel momento, però, dovevo affrontare un altro problema molto distante da Ann. E questo problema aveva un nome ben preciso: Charlie. Ora capivo perché Chris fosse rimasto così scandalizzato dalla sua prima ora di ginnastica. La mia migliore amica era in palestra, che ci parlava., mentre tutti guardavano il suo abbigliamento. Indossava dei pantaloni corti, nonostante fossimo in pieni inverno e una felpa con delle orecchie di coniglio che pendevano.

Sì, strana era dire poco.

Stava saltando da una parte all’altra della palestra con un pallone da pallavolo che continuava a volare.

Mi risvegliai dai miei pensieri non appena Ann, l’insopportabile ragazza che ci provava con il Mio Chris, con Alex, con Axel e con tutti gli altri esseri viventi di sesso maschile che respiravano, fu colpita accidentalmente da quel pallone di pallavolo che Charlie le aveva (sempre accidentalmente, ovvio) lanciato in faccia non appena quella si era avvinghiata al braccio di Alex, senza che lui potesse fare nulla, troppo sorpreso per l’azione.

“Oh, scusa Ann! Spero di non averti fatto male!”, disse, ma mi sembrò estremamente ironico il suo tono.

“Mi ha rotto il naso, prof!”, si lamentò quella, con voce stridula, portandosi le mani al naso.

“Ma se neanche te l’ho preso il naso! L’ho visto chiaramente, ti ho preso, per sbaglio ovvio, la guancia!”, la corresse, scettica. Ann non poteva di certo ribattere, la vista dei vampiri non è neppure paragonabile a quella degli umani.

Io e Axel dovemmo fare uno sforzo incredibile per non scoppiare a ridere, mentre gli altri, preoccupati, circondavano la moretta che era teatralmente piegata su sé stessa.

 

Quell’ora era stata abbastanza imbarazzante, soprattutto quando Charlie faceva strani balletti non appena la mia squadra segnava a pallavolo. Non si notava che aveva delle strane preferenze per me e Alex… certo che no! Diciamo che faceva solo il tifo per noi tutto il tempo!

Durante l’ora di scienze la prof, che tra l’altro era insopportabile, irritante, odiosa e qualsiasi altro aggettivo che rientrasse in quella categoria, stava spiegando qualcosa riguardante il corpo umano, ma non prestavo molta attenzione. Io e la scienza eravamo come due poli opposti delle calamite… non riuscivamo proprio a legare. Quindi era inutile che mi applicassi… tanto c’era Chris a darmi una mano e di sicuro le spiegazioni di Chris erano mille volte meglio di quelle di quella strega di prof che avevo.

Lanciai uno sguardo a Lucas, che dalla fila accanto alla mia mi stava guardando. Gli sorrisi, nervosa per quelle attenzioni, per poi tornare a scarabocchiare il libro. Era strano quel tipo. L’avevo già sorpreso parecchie volte a guardarmi e il che era fastidioso, non solo per me ma anche per Chris che era uno che notava tutto.

Mi ricordava tanto Axel, solo che lui era il mio migliore amico mentre Lucas… beh, Lucas era solo un compagno di classe con cui ci avevo parlato esattamente due volte: quando ci eravamo presentati e quando a pallavolo gli avevo lanciato il pallone in faccia chiedendogli scusa.

Sentii una pallina di carta colpirmi in testa e allora fui costretta a tornare al presente, a quella noiosissima ora che non terminava. Forse le lancette dell’orologio si erano bloccate…

Aprii la pallina di carta e riconobbi la scrittura disordinata e sottile di Axel.

“Io quello lo ammazzo”, c’era scritto. Lo guardai con aria interrogativa e ben presto mi arrivò un altro bigliettino, sempre accartocciato e lanciato perfettamente sul mio tavolo, con una mira perfetta. Doveva essere pratico di queste cose!

“Quello ci prova con Alix, la mia Alix, la professoressa Alix. Esattamente come tutti gli altri. E ci prova anche con te. Dimmi, cos’ha Alix di così speciale da attirare tutte quelle attenzioni? Solo io la posso guardare!”, geloso il tipo e anche piuttosto possessivo. Scossi la testa, esasperata, e finalmente quel suono tanto agognato arrivò. Il rumore stridulo della campanella mi fece sobbalzare e subito misi tutto dentro allo zaino, pronta a correre in cortile ad abbracciare il mio Chris.

Come previsto Chris era esattamente di fronte al cancello in metallo, appoggiato al muro con le braccia incrociate sul petto. Una posa che lo rendeva terribilmente bello. Accelerai il passo, con un sorriso a trentadue denti e una volta che gli fui di fronte gli saltai al collo, abbracciandolo con slancio.

“Wow, così mi strozzi!”, disse scherzosamente, incrociando comunque le braccia dietro la mia schiena.

A rovinare quel momento ci pensò qualcuno che si schiarì la voce, infastidito. Voltai lo sguardo a quel qualcuno e notai con fastidio che si trattava di Ann, che guardava Chris con decisamente troppo interesse.

“Ciao Chris”, disse lei. Chris? Chris? Da quando lo chiamava Chris?

Lui rispose con un cenno del capo.

“Senti, io e il mio Chris dobbiamo andare, mi dispiace. Ciao!”, la bloccai io, prima che potesse dire qualsiasi cosa. Era terribilmente fastidiosa e irritante. E io forse troppo gelosa… ma con un ragazzo del genere tra le mani dovevo stare super attenta che una qualche ochetta non me lo fregasse!

Lei si limitò ad incenerirmi con lo sguardo, prima di andarsene.

“Mi piaci quando fai la gelosa”, mi disse lui, baciandomi senza neppure rendermene conto. Rimasi qualche secondo imbambolata, ma poi mi ripresi e mi accorsi che la rabbia era sparita nel nulla.

L’auto era ad aspettarci esattamente nello stesso posto del giorno precedente, e non appena entrammo l’accoglienza non fu delle migliori. A quanto pareva non ero io l’unica ad essere gelosa…

“Dove sei stata tutto questo tempo? E Claire?”, mi interrogò Abram, senza neppure salutarmi.

“Sono appena uscita da scuola e Claire è andata fuori con dei suoi amici”, risposi meccanicamente, sistemandomi meglio sul sedile comodo dell’auto mentre Chris mi metteva un braccio intorno alle spalle.

“Con degli amici?”, c’era irritazione nella sua voce. “anche ieri è uscita con degli amici. Non è sicuro andare in giro per le strade con questo traffico, dovrebbe saperlo!”, continuò. Lanciai uno sguardo veloce al ragazzo accanto a me che era confuso e poi mi sporsi fino ad arrivare accanto al suo orecchio. Quello non me la raccontava giusta.

“Fratellone… non è che sei… geloso?”, chiesi dubbiosa. Lui per tutta risposta frenò di colpo, facendomi quasi cadere in avanti, se non fosse stato per Chris che mi aveva presa velocemente, stringendomi per non farmi cadere. Aveva dei riflessi incredibili!

“Io geloso?”, chiese poi, riprendendo a guidare normalmente. Cosa che dovevo ricordarmi assolutamente: non fare strane domande mentre mio fratello era al volante.

“Io… geloso?”, ripeté nuovamente, questa volta con indignazione.

“Di una ragazzina? Per chi mi hai preso? Io non sono geloso di Claire! Io…”, continuò, alzando la voce.

“Va bene, va bene, ti credo! Ma calmati e guida, ok?”, lo bloccai, prima che potesse schizzare male ancora.

Che gente strana che c’era al mondo!

 

Non appena varcai la porta di casa Fox mi assalì, facendomi quasi cadere. Quella piccola volpe bianca stava per diventare un vampiro e la sua forza era decisamente aumentata.

Gli accarezzai la testa e lui per tutta risposta mi leccò la mano, facendomi il solletico. Lo adoravo!

Non potei però continuare a lungo perché due braccia mi circondarono i fianchi e mi sollevarono da terra con facilità, quasi pesassi solo pochi grammi.

“Chris!”, dissi ridendo e stringendomi al suo collo.

“Prima Ann ci ha interrotti…”, sussurrò lui, a pochi centimetri dalle mie labbra.

Ormai i miei neuroni erano completamenti andati. Non erano più in grado di pensare lucidamente così mi limitai a rispondere al bacio di Chris, senza preoccuparmi di Fox che ci guardava stranito.

“E per la cronaca…”, sussurrò Chris, quando ci staccammo un attimo giusto per prendere fiato. “Tu sei cento volte meglio di Ann”.

 

Salve gente!!! Sono Alexis!

Come va??

Bah, comincia a fare freddo… ogni anno è un trauma ‘sta cosa! T_T Ma manca meno di un mese a Natale… evvivaaaa!! xD (lo so che sembro scema, ma sono appena tornata da un pazzo pomeriggio con delle mie amiche, quindi capitemi!)

Nell’ultimo capitolo però solo un commentuccio… che triste! ci eravamo abituate troppo bene io e Celia!!

E ovviamente di chi è il commentuccio????

bribry85, esatto!! xD

Mi dispiace che internet faccia i capricci… deve essere una cosa terribile, ci sono passata anch’io! Comunque siamo felici che il capitolo ti sia piaciuto… almeno tu ci sostieni sempre! xD E come vedi… sparisce Claire e ne arriva un’altra! Ah, il mondo è pieno di ragazze così! Che ci possiamo fare?? -_-‘ Peccato che questa sia un po’ peggio… ma non dico niente e sto zitta!! =)

 

Seguite i prossimi capitoli e magari, giusto così, tanto per, lasciatelo un commentino... a noi non fa proprio schifo!

 

Ora Je vous salue!!! xD

 

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Capitolo 24
*** capitolo 23 ***


Erano passate alcune settimane dall'inizio della scuola, era tutto diverso da prima, così avevo avuto bisogno di adeguarmi ai miei nuovi ritmi.

Con Chris andava tutto bene, e ormai le occhiatacce che si scambiava con mio fratello erano diventate solo delle giocose ritualità.

Mio fratello, era diventato burbero, e facilmente stressabile, si innervosiva per ogni cosa, e ormai aveva dimenticato il corretto uso della parola: borbottava e basta.

Il nostro fennec si stava trasformando, qualche volta si potevano sentire i suoi guaiti, gli stavamo molto dietro e lo coccolavamo in tutti i modi, tutti adoravamo quella piccola palla di pelo.

Nonostante Charlie e Alix fossero anche le nostre professoresse il loro rapporto con i gemelli andava a gonfie vele, anche perchè fuori da scuola sembravano due persone diverse.

Claire stava sempre fuori casa, aveva un ragazzo, non conoscevo il suo nome, ma lo avevo visto in più occasioni, aveva un fisico incredibile, e aveva un che  di misterioso, e dopo scuola Claire e il suo ragazzo, in sella al motorino di lui, sfrecciavano chissà dove.

Claire... c'era qualcosa che mi sarei dovuta ricordare... ci pensai un attimo, mi ricordai che era il suo compleanno, il due febbraio, di sicuro avrebbe organizzato qualcosa, non era in casa, era rimasta fuori la notte, guardai il cellulare: c'era un suo messaggio.

Eravamo in macchina io, Cris e i gemelli, lessi fra me e me il messaggio, alzai lo sguardo e riassunsi il contenuto di esso:

- Stasera Claire da una festa per il suo diciottesimo compleanno, invita tutti noi... e anche Abram...- alzai la voce - Abram credi di venirci?

- Possibile.

mi sorprese, avrei aspettato una risposta negativa, dato il suo comportamento nell'ultimo periodo.

Dopo la risposta di Abram mi strinsi ancora di più a Cris e tutti noi, troppo stanchi per parlare ci guardammo in silenzio.

Arrivati a scuola ci dividemmo.

Non riuscii a stare attenta, e nell'intervallo avvisai Charlie e Alix della festa, si sarebbero dovute camuffare bene, perchè la gente non le riconoscesse, però c'era da dire che nei panni delle professoresse il trucco che indossavano le faceva di molto più grandi.

 

Come mi sarei dovuta vestire? Sarei andata a fare un po' di shopping.

Dopo scuola, io e i ragazzi andammo a scegliere i vestiti.

 

 

 

------

*Christoph*

 

 

 

Capisco la mania delle ragazze di comprarsi in continuazione vestiti, non capisco quella di trascinare a farlo il proprio ragazzo.

Avevamo girato negozi di ogni genere e firma, scelto vestiti, e scartati dopo averli provati almeno tre volte. Per un momento, avevo creduto di perdere la mia sanità mentale, ma i sorrisi di Sam mi spingevano a dimostrarmi disponibile e sopportare quel continuo togliersi i vestiti, ri-infilarseli, ri-metterseli toglierseli.

Alla fine scelse degli ottimi vestiti, ci stava davvero bene, più la guardavo più mi sembrava bella.

Aveva scelto un vestito che risaltava il suo fisico, sarei dovuto stargli appiccicato tutta la sera, per evitare che troppi ragazzi ci provassero con lei.

Tornati a casa, erano le otto di sera,  ci mise due orette a prepararsi, mentre io, i gemelli e Abram eravamo prontissimi, io indossavo i jeans neri e la camicia bianca che mi aveva fatto comprare Sam, Abram aveva optato per jeans chiari camicia bianca e gilet nero, Axel Jeans largi scuri e una maglietta aderente con l'appariscente logo della firma e Alex pantaloni di velluto neri con una camicia nera sbottonata.

E poi si sentì

- Sono pronta!

E dalle scale vidi scendere la creatura più bella al mondo.

Il vestito aderente e parecchio corto di un rosa brillante, che la fasciava perfettamente faceva risaltare due gambe lunghe e dritte.

Era l'immagine della perfezione.

Aumentò la paura di perderla, come avevo perso tutti i miei cari.

Nonostante il triste pensiero le sorrisi, e le porsi la mano, allungò il suo braccio, intrecciai la mia mano alla sua, e raggiunto il mio livello, la attrassi a me e la baciai dolcemente.

Axel si schiarì la voce, mi girai e notai un infastidito Abram, un Alex imbarazzato e il biondo decisamente divertito.

Dato che il nostro autista era occupato (doveva venire con noi) ci avrebbero dato un passaggio Alix e Charlie, Sam mi stordì di parole per tutto il viaggio.

Arrivò sul piazzale di casa nostra una limousine bianca, affittata per l'occasione.

Con nostro grande stupore, dentro trovammo Charlie bionda, e se si poteva una Alix ancora più chiara, si erano conciate da bamboline di porcellana, con le gote rosa e la pelle rosea.

La festa di Charlie iniziava alle dieci e mezza, ed era in una villa (location affittata) che non mancava di parcheggiatore, dj all'ultima moda, ragazzini festaioli danzanti, e cibo di ottima qualità.

I ragazzi e le ragazze erano già entrati nello spirito della festa, Sam mi aveva trascinato sulla pista da ballo, come Alix e Charlie con Axel e Alex, mentre Abram ci provava con una ragazza che veniva in classe con me, che era stata bocciata un anno, la migliore amica di Claire, e Claire si strusciava sul suo ragazzo a ritmo della musica.

Sentivo che qualcuno mi fissava, mi girai, ma vidi solo coppie che come noi danzavano.

Strano.

- Ho fame!

disse Sam

- Vuoi qualcosa?

- Andiamo lì c'è roba invitante!

- Sam!

si sentii la voce squillante di una ragazza

- Ahm... Ann! Che piacere vederti qui

rispose Sam

Ann indicò Charlie e Alix

- E queste chi sono? Non me le presenti?

- Sappiamo presentarci da sole

disse con tono acido Charlie

- Io sono Chloe

disse Alix

- Io sono Alicia

disse Charlie.

- Vi ho viste da qualche parte?

- Possibile... sai... siamo le ragazze di Axel e Alex.

disse Alix.

- Avete delle ragazze?

- Sì... non hai sentito quello che ti ha appena detto Chloe?

disse in tono schietto Axel.

Io me ne stavo zitto, quella ragazza aveva qualcosa che non mi piaceva.

Allontanatasi Ann, Sam mi disse nell'orecchio, alzando la voce il più possibile per farsi sentire attraverso la musica

- Io vado a vedere un momento cosa combina Abram, tu inizia ad andare a salutare Claire.

- Va bene.

Un tempo Sam era gelosa di Claire, ma dopo il suo fidanzamento, aveva perso ogni paura.

Mentre andavo da lei sentii la voce di Ann.

- So tutti i vostri segreti...

mi girai e la guardai con un'aria di sufficienza.

- So da dove venite, so cosa sono le vostre amiche, ma soprattutto conosco la loro vera identità, so cosa diventerai, so tutto su di voi sulla vostra attuale famiglia e sulla vostra vecchia famiglia.

Mi preoccupai.

- Cosa stai dicendo?

- Oh... andiamo mi capisci benissimo, comunque non è il luogo migliore per discuterne, andiamo in un posto più isolato.

Mi portò in una depandance piena di attrezzi da giardino.

- Ti volevo proporre uno "scambio".

Perfetto, un ricatto.

- Parla.

- Lascia Sam e mettiti con me.

Strabuzzai gli occhi

- Oppure?

- Oppure vi distruggo.

- Lasciami un po' di tempo per decidere.

- Hai tre giorni, amore.

La guardai malissimo, che ragazza perfida, per niente al mondo avrei voluto essere il suo ragazzo, per niente al mondo avrei voluto lasciare Sam.

Avevo bisogno di un consiglio, più tardi avrei parlato con Abram.

Andai verso il nostro gruppo

- Dov'eri??

disse Sam, ignara di ciò che era successo prima.

- Ero andato un attimo in bagno, non mi sento molto bene, possiamo tornare a casa?

- Per me nessun problema, non mi piace questa festa.

Disse Charlie

- La penso uguale.

disse Alix

- Troppa gente che ci prova con la mia ragazza.

disse Axel.

- Per me va bene, però facciamo un salto da Claire, così le diamo anche il regalo… però Abram sembra spassarsela.

Disse Alex indicandolo, era seduto su una poltrona circondato da un'orda

di ragazze.

- Ci penso io!

Disse Sam.

Andammo a salutare Claire e a portare i saluti di Sam.

E ce ne andammo.

Per tutto il viaggio in macchina, evitai il minimo contatto con Sam, e mi isolai un pochino, non sopportavo la situazione in cui ero stato messo.

Tornati a casa aspettai che tutti si addormentassero e andai in studio

- Oh... ciao Cris.

Mi salutò Abram prima che aprissi la porta.

Lo trovai seduto sulla poltrona di pelle, forse a rimuginare sulla serata.

- ciao.

Dissi con un filo di voce.

- Sembri preoccupato.

Gli raccontai quello che mi era successo, rimase interdetto.

- Che stupida bambina capricciosa!

- Cosa devo fare?

chiesi io.

- Accetta, magari Sam ci rimarrà male all'inizio, quando tornerà Madama sono sicuro troverà una soluzione.

Madama Zara si era sempre adoperata perchè noi fossimo felici assieme.

Avrei solo dovuto aspettare il suo ritorno.

 

 Chiediamo scusa per il terripilante errore di non aver postato il capitolo…
Ci prostriamo ai vostri piedi (AHHHM) e speriamo di aver rimediato all’errore…
Chiedo scusa per il ritardo… ee… anche se in ritardo auguri e che il 2010 possa essere l’anno migliore della vostra vita (AHMMM)
Bribry85: *____________* adesso sai com’è andata la storia… beh benee!! // ggiààà!!! E mo le cose continueranno a complicarsi!
Alina95: Hoho… per me è un po’ troppo perfetto… però insomma… a trovarlo un ragazzo così!!!! Per adesso si fanno odiare… premetto, uno dei due lo odierete, l’altro sarà simpatico e ti farà anche un po’ di tenerezza…  ti sto dicendo troppo… eheh dovrai continuare a leggere per scoprire di più…
jessyangel: grazie di averci fatto notare l'erroreee!!!! siamo molto grate... anche perchè un momento del genere è davvero importantissimoo
 e senza di te non so quanto ci avremmo messo ad accorgercene

 

 

 

 

 

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


** PoV Chris **

 

Ero di fronte alla porta chiusa della camera di Sam da ormai un quarto d’ora. Sarei dovuto entrare ma il mio corpo non ne voleva sapere di muoversi e il mio cervello non sembrava neppure voler impartire alcun ordine alle mie gambe. Certo, come potevo? Sarei dovuto entrare  e mettere fine a tutto… avrei dovuto mettere fine alla nostra amicizia, al nostro amore… ma finchè rimanevo fuori da quella stanza tutto restava normale, Sam e io stavamo insieme, lei era mia. Avevo il diritto di gustarmi quegli ultimi attimi, o no?

Sospirai, rendendomi conto che non potevo restare per sempre di fronte a quella porta in legno, che stavo cominciando ad odiare. Portai la mano avanti, sulla maniglia, e lentamente la aprii, forse troppo lentamente.

-Chris, mi hai spaventato!

Esclamò lei, portandosi una mano sul petto. Era seduta sul letto, con i capelli leggermente spettinati e il volto ancora truccato. Stava per andare a dormire, ne ero certo, perché indossava una camicia corta… anzi, non una camicia, la mia camicia bianca, quella che non trovavo da ormai una settimana. Le stava bene addosso, molto meglio di quanto stava a me.

-Hai la mia camicia…

Osservai, laconico. Lei guardò l’indumento, per poi sorridere come una bambina.

-Non è bellissima? L’hai dimenticata sul letto l’altro giorno, così ho deciso di prenderla… non ti da fastidio, vero?-, mi chiese, mentre mi seguiva con lo sguardo.

Mi sedetti accanto a lei sul letto, non prima di aver chiuso la porta. Aveva gli occhi da cerbiatto, grandi e luminosi… non me ne ero mai accorto.

-Sam, dobbiamo parlare…-, dissi, dopo un attimo di silenzio. Mi ero preparato il discorso davanti allo specchio, l’avevo ripetuto tantissime volte, ma in quel momento la mia mente era vuota.

-Parliamo!-, disse semplicemente, scrollando le spalle. Era contenta, non riusciva a smettere di sorridere, e questo mi faceva stare ancora peggio.

-Seriamente.-, chiarii, cercando di risultare serio. Lei parve disorientata, ma rispose un “ok” sussurrato.

-Sam io… non credo che sia il caso di andare avanti con questa relazione…-.

Lo dissi così, probabilmente con il tatto di un elefante, ma mi era uscito. Non ero riuscito a fissarla negli occhi, ma avevo visto chiaramente la sua bocca spalancarsi, stupita.

-Cosa?-, chiese dopo un attimo, con una voce leggermente acuta. Tipico di lei, quando era nervosa.

-Non siamo fatti per stare insieme, Sam. Credevo di amarti ma credo che ciò che provo per te non sia altro che un amore fraterno, nulla di tutto ciò che credevo. Ho solo confuso un po’, tutto qua…-, risposi semplicemente, cercando di rimanere impassibile. Ma i suoi occhi, quelli non riuscivo proprio a incrociarli, non mentre dicevo una cosa del genere, una bestemmia quasi.

-Non mi ami? Ma io credevo che tu…-, sussurrò, non capendo.

-Lo credevo anch’io Sam, ma mi ero sbagliato. Tu per me sei e sarai solo una buona amica, nient’altro…-, la precedetti. Non stava piangendo, ma sapevo che tra non molto sarebbe scoppiata. La conoscevo troppo bene. Orgogliosa com’era non voleva mostrarsi debole di fronte a me…

-No Chris, tu mi avevi detto che mi amavi… me l’hai detto fino a qualche ora fa!-, cercò di ribattere, ma aveva poca voce. Perché stavo facendo una cosa del genere? Vederla in quelle condizioni era peggio di una coltellata al cuore, sì, molto peggio.

-Te l’ho detto, mi sono sbagliato, e mi dispiace di averti illuso, davvero. Ma non… ti amo…-.

Mai cosa fu più falsa.

-Stai… stai scherzando, vero? Sì, stai sicuramente scherzando perché tu… non puoi…-, balbettò. Mi prese il viso tra le mani e mi costrinse a guardarla.

-Dimmi che non mi ami. Guardami negli occhi e dimmi che non mi ami…-. La sua era una supplica, una preghiera fatta quasi senza voce. Ero un mostro.

Io per tutta risposta mi scostai senza troppa difficoltà e mi alzai dal letto. Non potevo dirglielo in faccia, non potevo dirglielo guardandola negli occhi. Non ero in grado di mentirle così spudoratamente.

-Mi dispiace Sam…-, sussurrai, prima di uscire da quella stanza.

Era finita.

 

** PoV Sam **

 

Ero raggomitolata su me stessa da ormai non so quanto tempo. Avevo freddo e il cuore era come se avesse appena ricevuto mille pugnalate. Mi aveva lasciata, non mi amava più. Cosa importava del resto?

Dovevo essere orribile, con gli occhi arrossati e il trucco tutto colato, ma non mi interessava niente.

Potevo ancora sentire le sue labbra sulle mie, potevo sentire il suo respiro sul mio volto, potevo sentire il suo profumo… potevo sentire lui, nonostante fosse da tutt’altra parte in questo momento. 

E le sue ultime parole, oh, anche quelle sentivo. Anzi, quelle erano le uniche cose che continuavano a rigirarsi nella mia testa: “Non ti amo più”, mi ha detto. E quello, quello è stato peggio di una qualsiasi tortura. Poteva farmi camminare sul fuoco, o farmi nuotare nell’acqua gelida o addirittura picchiarmi… ma nulla era paragonabile a quel dolore che stavo provando in quel momento. Mi sentivo vuota, inutile.

Non mi amava.

Io sì, alla follia.

Cosa dovevo fare?

-Stupido!-, sussurrai, piangendo. Era incredibile quanto fossero infinite le mie lacrime.

Da piccola mi dicevano che piangere mi faceva venire gli occhi più belli… ma cosa importava se non mi amava? Potevo piangere quanto volevo, i miei occhi sarebbero rimasti sempre gli stessi, così come i miei sentimenti per lui.

Ero distrutta.

 

Erano passati due giorni, o forse tre. Non lo sapevo.

-Mangia!-, mi ordinò Charlie, portandomi un piatto di pasta sotto il naso. Mi veniva la nausea solo a sentirne l’odore.

-Hai intenzione di morire di fame? Perché esistono morti molto meno dolorose, molto più veloci…-, mi disse Alix, con sarcasmo.

-Non ho fame, tutto qua.-, risposi atona, stringendomi in quella camicia bianca. Era di Chris, ma si era sempre dimenticato di portarsela nella sua stanza.

-Sam, non puoi lasciarti andare così… non è da te!-, Charlie, mi diede un leggero schiaffo sulla guancia, quasi a volermi svegliare.

-Io non mi sto lasciando andare… semplicemente non ho fame…-, le dissi.

No, non mi stavo lasciando andare. Non mi importava di lui. Non mi importava di lui. Non mi importava di lui.

Non era vero, ero una bugiarda.

Lo volevo accanto a me. Volevo le sue braccia a stringermi, non quella camicia che di suo aveva solo il profumo di menta. Volevo vederlo entrare in camera mia e volevo che mi dicesse che mi amava, che non poteva vivere senza di me. Volevo le sue labbra sulle mie, i suoi sorrisi solo per me e le sue mani sulle mie.

-Mi dispiace Sam…-, mi disse Alix, accarezzandomi la testa. Ed ecco che la fontana ripartì. Le lacrime erano infinite, probabilmente rischiavo di morire disidratata.

-Non importa. Se non mi ama non mi ama. Mi passerà…-, singhiozzai, per nulla convinta delle mie parole. Chi volevo prendere in giro? Lo amavo e lo avrei amato per sempre, punto.

-Io lo uccido quel tipo…-, sibilò Charlie, appoggiando il piatto sul comodino.

-No, ti prego… non farlo…-, singhiozzai ancora.

Non dissero più niente, si limitarono ad abbracciarmi.

-Io lo amo… voglio solo che lui sia felice…-, dissi, tirando su con il naso.

-Sam, non fare l’ipocrita. Non è così, e lo sai. Tu vuoi che sia felice con te, ed è giusto così…-, mi corresse Alix.

-Io lo picchio, e poi vedi chi sarà quello felice!- , minacciò Charlie, schioccandosi le dita.

Forse dovevo davvero preoccuparmi…

-No, mi passerà, mi passerà… sono certa che mi passerà… ma potete lasciarmi un po’ da sola… senza questo piatto che a vederlo mi viene la nausea?

Domandai, sentendo il bisogno di stare da sola, con i miei pensieri, con il mio dolore…loro si scambiarono un occhiata, non molto convinte, ma dopo un attimo uscirono.

 

E allora rimasi solo io con quella camicia… senza più nulla. 

Salveeeee!! Come va? =)
Scusate il ritardo... (ennesima volta che lo diciamo -_-), però tra scuola, riposino e ancora scuola resta un'ora di tempo libero (quando la matematica non è un'opinione... XD)... ma come dice il proverbio: meglio tardi che mai! U.U
Parlando del capitolo... che tristeee!! Poveri i nostri due protagonistii!! T_T Ann è odiosa, anche peggio di Claire... ma era ovvio che se andava via una arrivava l'altra, altrimenti che storia era?? xD
Comunqueeeee... ringraziamenti!
Bribry85: Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto... ora la storia diventa più interessante... diciamo che Sam tira fuori gli artigli... XD

Bene, ora vi lascio!! Mi raccomando, commentate in tanti! :)
ci sentiamo al prossimo capitolo,
Alexis

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Capitolo 26
*** capitolo 25 ***


Un'altra settimana è passata.
Una settimana di tristezza, una settimana di dolore.
Ormai iniziavo a sentire tutto di meno, e tutta la sofferenza stava diventando apatia.
Il mondo che prima sembrava in technicolor era diventato tutto nero,  e adesso stava scomparendo in una foschia grigia di vita ad istinto e ombre di emozioni.
Mi stavo lasciando trascinare, ero "sterile"*.
Mi ero trasferita a casa di Charlie e Alix, perché la sola idea di vivere sotto il Suo stesso tetto, mi faceva soffrire, mi faceva girare la testa e venire la nausea, mi faceva sentire debole e vulnerabile .
"Ho bisogno di te".
Il ripetitivo pensiero che risonava nella mia testa, ogni volta che pensavo a Lui.
Proprio non riuscivo a capire il suo repentino cambiamento.
Una lacrima solitaria mi solcò il viso.
Entrarono nella stanza Charlie e Alix.
- Ti stai lasciando andare troppo, perché non provi a reagire?
Disse una delle due, Alix credo.
- Te lo diciamo come amiche.
Le guardo, con degli occhi rossi e gonfi che credevo sarebbero scoppiati di lì a poco tempo.
- E guarda come sei magra! Fai paura!!
- Dovresti anche tornare a scuola, non ti fa bene perdere lezioni.
Scuola = incontrarLo… troppo doloroso.
I rimproveri di Alix non mi smuovevano per niente.
Sentii la mano forte di Charlie afferrarmi dal polso.
- Alzati non p… o mio dio… Sam sei veramente pelle e ossa… senti un po’ qui Alix…
Tese il mio polso alla sua compagna.
-Cavolo Sam… sei… scheletrica… fai paura…
- Adesso mi alzo da sola… potete uscire dalla stanza?
- Va bene… ti prepariamo una sostanziosa colazione!
Aspettai che uscissero e mi alzai in piedi, mi sentivo debole e poco forte, andai verso lo specchio, sollevai la maglietta, che orrore! Vidi le ossa sbucarmi da sotto la pelle, avevo assolutamente bisogno di mangiare.
Misi qualcosa di più coprente per non allarmare troppo le mie amiche, scesi e andai a consumare la mia colazione c’erano diversi gusti di omelette, diversi tipi di brioches e dolci freschi appena sfornati.
Assaggiai un morso di Brioche, lo assaporai come mai assaporai cibo fin’ora, boccone dopo boccone lo finii.
Mi dovevo lavare e vestire.
Scelsi dei vestiti a caso, credo una maglietta larga e dei jeans.
Non avevo voglia di truccarmi, o di rendere i miei capelli un minimo decenti.
Mi guardai allo specchio, sembravo un cadavere.
Salii sulla bilancia, scoprii con orrore di aver perso 8 kg.
E tutta per colpa sua.
Volevo offenderlo, volevo insultarlo, ma come ce la si poteva prendersela con la persona che ami? Con qualcosa più importante della propria vita, il tuo Lui, chi credevi fosse il tuo destino?
“stupido”.
Riuscii a pensare, ma due secondi dopo il mio “tentativo di rabbia” diventò tristezza e rimpianto.
Ricordi, tanti ricordi, troppi ricordi.
Troppa mancata felicità.
Lo amavo ancora.
Non capivo più quello che mi stava succedendo.
In quel momento riuscivo a sentire solo una cosa: il conato di vomito che mi stava salendo.
Mi piegai sulla tavoletta del water, e rigettai la colazione.
Cercai di contenermi e tranquillizzarmi.
Mi sciacquai la faccia.
Stavo male.
Presi un’altra Brioche, da mangiare quando mi sarei sentita più calma.
Alix e Charlie mi accompagnarono fino alla macchina.
Cercai di non pensare a Cris, presi un pezzetto di Brioche.
200 metri prima della scuola le gemelle mi lasciarono con Axel e Alex, per non farsi vedere con me.
- Caspita Sam sei magra come la morte!
Disse Axel
- E tu hai il tatto di un elefante!
Rispose Alex.
- Comunque ha ragione mio fratello, sei davvero davvero troppo ossuta.
Li guardai triste, e scoppiai a piangere.
Subito mi abbracciarono, per consolarmi.
Camminammo fino ai cancelli della scuola.
- Oh mio dio
Disse Alex.
Io e Axel ci girammo in tempo per vedere di spalle Cris e Ann abbracciati.
Mi misi a piangere.
- Io… non credo di farcela…
Sentivo nausea, disgusto, dolore ma sentivo di amarlo troppo ancora.
Chiusi gli occhi, reprimendo la voglia di vomitare, mi asciugai le lacrime e contai fino a dieci.
Camminai con sguardo basso fino alla classe.
Tutti mi fissavano.
Entrai in classe, mi sedetti al solito posto, ma vicino a me si mise Alex, invece di Ann.
Cercai di ascoltare la lezione, ma continuavo a pensare alla scena di prima.
A ricreazione non potei fare a meno di fissare Cris e Ann mentre facevano i piccioncini, conato di vomito, corsi in bagno a vomitare, non mi accorsi che qualcuno mi stava seguendo.
Appena uscita dal bagno vidi Lucas, mi aspettava.
- Orripilante.
Lo guardai senza capire cosa intendeva.
-La sua aria di sofferenza misto scocciatura si noterebbe di notte, a chilometri di distanza con un occhio bendato.
- Chi?
- Il nuovo ragazzo di Ann.
Rimasi in silenzio a guardarlo.
-Il tuo ex ragazzo… vero?
La parola ex fu come una coltellata.
-Qui qualcosa puzza di marcio… conosco Ann da quando ero piccolo e so benissimo ciò di cui è capace…
-Dove vuoi arrivare?
- Ti sto offrendo il mio aiuto
-Perché?
- Perché sono un bravo bimbo.
E mi sorrise.
-In che modo mi aiuteresti?
-Tu fai come ti dico io.
E mostrò il sorriso strafottente di prima.
Questo fu l’inizio di una lunga serie di azioni stupide.



Si lo sappiamo questo capitolo è da depressi ma Sam non tarderà a dare un pugno alla vita e continuare!

Bribry85: anche io sono curiosa di quello che succederà... lo so che è strano ma è proprio così... spero che un momento di follia riesca a guidarmi per la strada giusta... non che non sappia proprio cosa succederà... ma spesso i personaggi si rifiutano di fare quello che gli dico!

Cosa succederà?
per scoprirlo
Stay tuned!

*Celia

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Capitolo 27
*** capitolo 26 ***


Quando avevo accettato l’aiuto di Lucas non potevo immaginare che un ragazzo all’apparenza non troppo sveglio, potesse rivelarsi così astuto.

Ero in mensa, a parlare con Axel e Alex, mentre cercavo di non guardare in quella direzione, dalla parte in cui stava andando Lucas.

-Io non mi fido di quel tipo, non mi piace…

 Continuava a ripetere Axel, che era tutto, tranne contento di accoglierlo nel nostro gruppetto.

-Oh, dai, cerca di non fare l’antipatico… si è offerto di aiutarmi!

Gli ricordai. Lui allora sbuffò, esasperato.

-Ma aiutarti a cosa, Sam? Quello sta solo cercando di entrare nelle tue grazie, poi ti farà innamorare perdutamente di lui e poi… beh, poi spero che almeno con lui finisca bene…

Disse, e probabilmente avrebbe continuato, con il suo tatto simile a quello di un elefante in una gioielleria, se non fosse stato per il gemello che gli diede prontamente un calcio da sotto il tavolo. Innamorarmi di Lucas? Certo, prima però dovevo dimenticare Cris, cosa praticamente impossibile, ma erano dettagli…

-Perché invece di punzecchiare l’insalata non la mangi?

Mi chiese invece Alex, facendo cenno con la testa. Sbuffai, e infilzai una foglia di quella che doveva essere insalata, anche se sembrava più qualcosa di vivo… che schifo!

Lo guardai in cagnesco e cominciai a masticare, ignorando il saporaccio che aveva.

-Il tuo amichetto sta tornando…

Mi disse Axel, puntando lo sguardo verso la direzione di Lucas. Lo guardai con sguardo ammonitore, per poi voltarmi e guardarlo. Aveva un sorrisetto stampato in faccia. Segno che portava buone notizie.

Ci passò affianco, e ci lasciò, senza farsi vedere troppo, una pallina di carta accartocciata. Nessuno doveva sapere che Lucas stava pianificando qualcosa con me, e il modo migliore per non farlo sapere in giro era quello di non farsi vedere troppo insieme, almeno per adesso…

Axel srotolò il pezzo di carta e lesse con difficoltà, cercando di decifrare la calligrafia disordinata di Lucas.

-Banno… no, scusa, è vannovanno al cinema oggi pomeriggio… ore 16.30, film schifosamente romantico… sai cosa fare…

Guardai i miei due amici, mentre pensavo ad un piano malefico.

-Bene… allora oggi pomeriggio cinema?

Proposi, sorridendo. Loro mi guardarono, per nulla convinti.

-Sei sicura di voler venire Sam? Non penso ti faccia tanto bene vederli insieme e…

Cominciò Axel, ma lo bloccai.

-Dobbiamo renderci irriconoscibili, ovviamente… ho un vecchio cappello a casa, e una sciarpa… sì, non mi riconoscerà…

Stavo già andando avanti con la mente, e nessuno sarebbe riuscito a farmi cambiare idea…

 

-Sam, ma da dove l’hai tirato fuori quel maglione? È vecchissimo!

Esclamò Lucas non appena mi vide. In effetti mi era larghissimo, ed era tutto consumato dal tempo, ma non mi interessava.

-Sono riconoscibile?

Chiesi invece, indicandomi la faccia coperta da occhiali da sole, cappello e sciarpa. I due gemelli, accanto a me, risero nel vedermi, e io risi nel vedere loro.

-Ma che avete fatto ai capelli?

Chiesi incredula. Erano ricoperti da uno spesso strato di gel, dandogli una di quelle pettinature stile anime o manga, con punte che sbucavano da tutte le parti.

-E hai visto i miei baffi finti?

Mi chiese Axel, prendendo dalla tasca del cappotto un paio di baffi marroni. Feci una faccia schifata nel vederglieli addosso.

-Ascoltatemi, questo è il piano!

Ci richiamò Lucas, che ovviamente non sarebbe venuto con noi al cinema dato che doveva andarci con Ann, il suo nuovo ragazzo e qualcun altro. Noi annuimmo, mentre ci spiegava ogni cosa, ma non appena ebbe terminato mi sentii malissimo.

Ero masochista, masochista allo stato puro. Me ne sarei dovuta restare a casa, a studiare e a pensare ad altro anziché andare a rompere le scatole a quell’oca e al mio ex che ancora amavo alla follia. Ma allora perché le mie gambe non sembravano fermarsi, anzi erano impazienti di vedere ancora una volta il suo volto?

-Sam tutto bene?

Mi chiese Alex, mentre eravamo in macchina con Abram. Io lo guardai, non capendo.

-Sicura di voler venire? Perché possiamo fare un ottimo lavoro anche da soli…

Mi propose Axel, ma io scossi la testa, ancora.

-No, vengo.

Risposi solamente, temendo che la mia voce si sarebbe incrinata mostrando tutta la mia insicurezza. E quando arrivai e mi misi in fila per prendere i biglietti di quel film schifosamente romantico che a Cris ero certa non piacesse, li vidi poco più avanti di me. Lei era abbracciata e lui le stringeva la vita, svogliatamente. E sarei voluta andare là, offenderlo e dirgli che era un mostro, perché mi stava distruggendo. Avrei voluto andare da Ann e strapparle tutti i capelli, prenderla a pugni e magari prendere a pugni anche lui, ma non potevo. Non potevo e mi sentivo morire; lui aveva scelto lei, e io non potevo fare nulla.

-Allora tre biglietti per quel film, vero?

Mi chiese Axel, risvegliandomi dai miei pensieri. Lo guardai e annuii.

-Ma dov’è Alex?

Chiesi allora, accorgendomi solo in quel momento che eravamo solo in due. Axel sorrise, maligno.

-E’ andato a fare rifornimento di cibo…

Mi disse solamente, e scoppiò a ridere, malefico. Io mi limitai a scuotere la testa fingendo un sorriso. Non ero proprio in vena di ridere…

 

Nella sala era calato il silenzio e si era fatto tutto buio, ma riuscivo chiaramente a distinguere le due teste esattamente davanti a noi: Ann e Cris. Lei gli era praticamente appiccicata senza alcun ritegno mentre lui se ne fregava altamente, impegnato ad osservare lo schermo. Il film era appena iniziato e io stavo osservando l’attrice, che tra l’altro recitava da schifo, che piangeva sulla tomba di quello che doveva essere stato suo marito.

Sbuffai, prendendo una manciata di popcorn dal barattolo che teneva in mano Alex, e glieli lanciai in testa ad Ann, senza preoccuparmi troppo delle conseguenze. In fondo in sala ci saranno state sì e no otto persone, quindi non sarebbe stata una tragedia se quella gallina si fosse messa ad urlare come un’aquila!

-Ehi!

Esclamò, come previsto, subito dopo. Si voltò verso di me e io mi limitai ad alzare le mani in segno di scusa.

Ovviamente neppure dieci minuti dopo ero sul punto di addormentarmi, quindi non ebbi molta scelta: presi la lattina di coca cola e, facendo segno ai miei due amici di alzarsi, la versai in testa ad Ann, senza fare una piega. Lei urlò acutamente guadagnandosi un’occhiataccia da tutti i presenti e io e i gemelli ce ne andammo, correndo.

E non aveva ancora visto nulla…

-Sei stata grande, Sam!

Esclamò non appena uscimmo dal cinema, Axel. Io sorrisi, divertita, per poi guardare l’orologio.

-Mancano due ore alla fine del film… che facciamo?

Mi chiese Alex, quasi mi avesse letto nella mente.

-Chiedo a Lucas…

Dissi solamente, estraendo il cellulare dalla tasca dei jeans e scrissi velocemente un messaggio.

-Io comunque avrei comprato i nachos al formaggio da metterle in testa…

Concluse Axel, e io e Alex lo guardammo male, quasi schifati dall’immagine. Certo, potevamo farlo, ma mi faceva vomitare solo l’idea di avere i capelli sporchi di formaggio fuso… anche se Ann probabilmente se lo meritava! Scrollai le spalle e attesi la risposta che non tardò ad arrivare.

-Andiamo al parco in fondo alla via. Portate le uova. Ps: il film fa schifo

Lessi, e sorrisi. Lanciai uno sguardo d’intesa ai gemelli che già sorridevano malignamente.

-Mi devo cambiare…

Dissi, e Alex si voltò, dirigendosi verso un’auto che stava parcheggiata dall’altra parte della strada. Un’auto nera, con tanto di vetri oscurati.

-Dentro c’è Abram… e un sacchetto con delle robe da vestire.

 

Quando me ne uscii dall’auto, dieci minuti dopo, mi sentivo a dir poco ridicola. I capelli erano raccolti in modo disordinato con un elastico e degli occhiali giganti mi coprivano gli occhi, facendomi sembrare una delle classiche secchione. Rossetto sulle labbra e berretto di lana con tanto di pon pon a coronare il tutto, mentre indossavo una salopette molto simile a quelle dei bambini… imbarazzante. Ma per lo meno ero irriconoscibile.

-Avete le uova?

Chiesi, una volta uscita. Loro si limitarono a mostrarmi uno scatolone appoggiato a terra.

Quello era decisamente un piano crudele…

Il parco era a pochi isolati dal cinema, quindi non ci fu difficile raggiungerlo a piedi, ignorando i passanti che ci guardavano in modo strano. Non c’era ancora nessuno, così decidemmo di accamparci in una panchina dietro un cespuglio, mentre attendavamo che il film terminasse.

Il tempo passò lentamente, tra Alex che continuava a sbuffare e Axel che si scaldava il polso (sì, avete capito bene, il polso!) e, dopo quella che sembrò un’eternità, delle voci si avvicinarono, mettendoci in allarme e costringendoci a nasconderci dietro ai cespugli. La voce acuta e mielosa di Ann si distingueva a kilometri di distanza.

-Finalmente!

Esclamò Axel, mentre prendevamo un uovo a testa in mano. Fortuna che avevamo mira perché riuscimmo a prendere al primo colpo Ann, non appena comparve accanto a Cris, sporcandole tutto il volto. Lei urlò, arrabbiata, ma noi continuammo, finchè non la vedemmo a avvicinarsi a noi. Allora ci dividemmo, armati di uova, e, muovendoci silenziosamente tra i cespugli, le lanciammo altre uova addosso.

-Cris, fai qualcosa!

Esclamava, saltellando e strillando come un’aquila. Lui si limitava a scrollare le spalle, tentando di nascondere un sorriso.

E faceva bene a strillare, perché quello era solo l’inizio…

Salveeee!!
Ecco che cominciano le stupide azioni di Sam (che poi non sono tanto stupide se devo proprio dirla tutta U.u), ma almeno ci siamo allontanati da quel clima di depressione... almeno per adesso!

 gogaua: oh, che bello, una nuova lettrice! Lucas non ti sta simpatico dici? Beh, però in questo capitolo è un po' migliorato dai... e poi più avanti si saprà anche di più di lui, quindi si spiegheranno alcune cose... oh oh oh!

bribry85: questo era più carino del precedente, no? Alla fine Sam si è vendicata (mica si scherza con la nostra Sam! U.u) e non è ancora finita... xD

Al prossimo capitolo
Ciaooo
*e mi raccomando... commentate! xD*


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Capitolo 28
*** capitolo 27 ***


Eravamo tutti a casa di Alix e Charlie e ridevamo, ridevamo come matti.

Ridevamo così tanto da soffocarci.

Seduti in cerchio nel salone gli umani sgranocchiavano con gusto pop corn e snack vari.

Ignoravamo completamente il film horror trash che avevamo deciso di guardare per ridere un pochino... come se ce ne fosse stato davvero bisogno.

Avevamo iniziato a ridere raccontando quello che era successo prima.

Ripensandoci non riuscivo a capire da dove avessi preso tutto il mio coraggio.

Di certo non avevo concluso niente... ma tirarle addosso così tante schifezze aveva aiutato il mio cuore ad essere un po' più leggero.

Era tanto sbagliato? Avevo fatto qualcosa di infantile e stupido e mi sentivo meravigliosamente.

Vederla piangere e strillare... vederla perdere la pazienza e la testa... la sensazione era sublime.

Lucas non lo avevamo invitato per non correre il rischio che riconoscesse le due vampire/professoresse.

Era simpatico, in fondo... e non ci provava con me come sarebbero stati pronti tutti a scommettere, anche lui desiderava ardentemente avere la sua piccola vendetta su Ann.

- E poi? E Poi?

Domandavano dettagli sulla serata appena trascorsa.

All'inizio riuscivamo a parlare tranquillamente... poi Axel aveva avuto la bella idea di mettersi a imitare le già melodrammatiche facce di Ann, e da quel momento avevamo iniziato a ridere per tutto quello che succedeva, Alex che si strozzava con i pop corn che cercava di mangiare mentre rideva, Alix che non riusciva a mantenere l'equilibrio dalle troppe risate...

Quella serata mi aveva fatto proprio bene.

Le cose non si erano aggiustate, ovviamente.

Ma quella sera era diventata la mia piccola oasi in mezzo al deserto.

La medesima riprova del fatto che la mia vita era troppo condizionata da Chris, una fitta al petto ogni volta che ci pensavo... ma era colpa mia se lo amavo così tanto? Che tutti i bei ricordi prima di quel giorno erano legati a lui? (Anche se in un certo modo anche in questo c'entrava lui)

Lo amavo ancora, e tanto, ed in cuor mio non ci potevo proprio credere che lui non ricambiasse, ma non potevo rovinarmi la vita e il fegato per lui.

Come se avesse captato i miei pensieri Charlie disse:

- Comunque non mi sembra che a Chris Ann interessi parecchio... sento puzza di bruciato...

- Quello che dicono tutti.

Disse Alex stringendosi a lei.

- è impossibile... solo un masochista si metterebbe di sua spontanea volontà con Ann...

Disse Axel.

- Quella ragazza... è poco popolare anche tra i professori... è sfacciata, superficiale, viziata e ignorante come una capra... se suo padre non avesse donato così tanti soldi alla scuola sarebbe rimasta ancora al primo anno.

Aggiunse Alix.

Silenzio.

La odiavo, ma non per essere buonista, mi faceva pena il fatto che tutti la detestassero (compresa me).

Per il poco che sapevo l'unica persona a conoscerla veramente era Lucas... mi chiedevo come mai anche lui nutrisse rancore verso di lei.

- Voi conoscete Lucas e Ann da quando siete alle elementari, vero?

Indirizzai la domanda ai gemelli.

- Si... perchè?

Rispose Axel.

- Cosa sai dirmi su di loro due?

- Stavano sempre assieme... poi non so altro...

- In verità - aggiunse Alex - erano in tre ad essere sempre assieme...

- Ah si ! Quel ragazzo... era più grande di noi di tre, quattro anni...

Lo interruppe Axel

- Spiegatevi meglio.

Dissi io con un tono la cui schiettezza mi stupì.

- Praticamente, prima Ann non era così, prima era un po' più gentile, (pur sempre avendo un carattere difficile) e stava sempre in compagnia di Lucas e un altro ragazzo più grande di loro, che andava nella nostra stessa scuola, erano inseparabili, fino a due annetti fa, il ragazzo più grande è scomparso, prima Ann è stata assente per parecchio, poi quando è tornata si è messa con Lucas, poi si sono lasciati di botto ed Ann è diventata come è adesso.

La spiegazione di Axel mi azzittì.

- E c’erano delle strane voci su quel ragazzo.

Aggiunse.

- Che tipo di voci?

- Ah... non lo so... i pettegolezzi non mi interessano...

- Robe da fantasc...

Stava continuando Alex ma si bloccò improvvisamente.

Poi si riprese

- Massì tanto non è possibile.

Disse con aria noncurante.

- Dicevano fosse un vampiro.

Axel sputò i pop corn.

- Ma erano tutte dicerie, chi lo diceva non sapeva nemmeno che i vampiri esistessero.

- In effetti i vampiri non sono quello che tutti pensano... le uniche cose in cui gli umani hanno azzeccato sono il fatto dell'eterna giovinezza e il fatto che beviamo sangue.

- Che sono anche i "punti principali" dell'essere vampiro.

Fece notare Alix a Charlie.

Silenzio.

- E la vostra infanzia? Cosa potete dirmi?

Chiesi ai gemelli.

- Beh ad esempio che Axel in verità si Chiama Eu...

- LALALALALALALALA

Axel si alzò e coprì con la voce Alex.

Alex provò ad alzare la voce ma Axel continuò a fargli chiasso sopra.

Alla fine Axel mise la mano sulla bocca di Alex e inizio a parlare.

- Abbiamo vissuto un'infanzia tranquilla, i nostri genitori lavorano assieme a Madama da sempre e conosciamo l'esistenza dei vampiri da quattro anni.

Dalla televisione provenì l'urlo di una ragazza inseguita da un mostro/insetto fatto malissimo che lasciava gelatina ovunque passava.

Andammo a dormire davvero tardi.

Il giorno dopo a scuola ero distrutta, ma più felice del solito.

Scoppiai quasi a ridere in faccia ad Ann, ma mi trattenni.

Vedendoli passeggiare assieme mi convinsi che Chris non amava Ann, sembrava tutto così forzato... non era naturale.

Avevo tante domande da fare a Lucas ma non riuscì a fargliene nemmeno una.

La prossima tappa del nostro piano era l'approccio diretto.

 

 Celia


Finalmente Sam si diverte un pochino! Eccheccavolo! Allegria! Sta pure arrivando l'estate (da noi, soprattutto ora che ha smesso di piovere).
Adesso cercheremo di postare più frequentemente, anche se ovviamente, soprattutto in questo periodo (per me, almeno) la scuola non lo permette.

Gogaua: Sam aveva bisogno di sfogarsi, no? Ehehehe, cose meschine, non credo, anche perchè adesso inizia a capirsi qualcosa in più.
bribry85: eh già... attenzione pericolo Sam... quella è un uragano...

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Capitolo 29
*** capitolo 28 ***


La mensa della scuola era, come sempre, affollata, e ci misi non poco a  trovare i miei due amici Axel e Alex, appartati nell’angolo a mangiare un trancio di pizza. Io mi limitai a prendere una lattina di coca cola, dato che quel giorno non ne avevo proprio voglia di ingoiare quella poltiglia che spacciavano per cibo.

-Ciao ragazzi!

Li salutai, sedendomi. Lanciai un veloce sguardo al tavolo al centro della mensa, quello più affollato e nel quale c’erano anche Cris e Ann. Feci una smorfia di disgusto, per poi concentrarmi nella mia bibita.

-Sapete una cosa? Mi ha incuriosito la storia di Ann… se chiedessi qualcosa a Lucas pensate che mi risponderebbe?

Chiesi poi, guardandoli.

-Sam, sei troppo curiosa! Ma non penso che quel tizio ti urlerebbe dietro o qualcosa del genere… anzi, se vuoi vengo anche io a chiederglielo…

Disse Axel, restando sul vago.

-Allora non sono l’unica curiosa, eh?

Lo ripresi io, sorridendo. Lui si limitò a scrollare le spalle, mentre il gemello scuoteva la testa.

-Secondo me, Axel, sei più pettegolo di una ragazza…

Disse infine, facendomi ridere e guadagnandosi un’occhiataccia dal soggetto della conversazione.

Per il resto del pranzo parlammo del più e del meno, ridendo e scherzando, giusto per cercare di ignorare quel tavolo che alla mia vista era diventato insopportabile.

-Ehi, io vado un attimo a prendere un libro nell’armadietto che tra non molto ho un test di letteratura inglese…

Esclamai ad un certo punto, quando mi accorsi che la campanella sarebbe suonata tra non molto.

I due mi guardarono.

-Che c’è, Sam? Vuoi arrivare il prima possibile per prenderti il posto più lontano dalla cattedra?

Mi chiese con una nota di ironia.

-No, perché io a differenza di qualcun altro non ho bigliettini da nascondere dentro la scarpa o nella manica della felpa…

Risposi, ovviamente riferendomi a lui, che era solito passare il giorno prima di un test ad escogitare un modo per riuscire a nascondere i bigliettini senza farsi beccare… patetico, vero?!

Mi alzai, salutandoli, e me ne andai, facendo ben attenzione a non incrociare lo sguardo di ghiaccio di Cris, ma fissai la porta in legno che mi avrebbe condotta fuori, stranamente interessata.

Sì, forse ero messa male, forse ero esagerata, ma non ci potevo fare nulla… mi faceva male, nonostante fosse passata qualche settimana e nonostante sapessi che Cris non amava Ann. Ma faceva male comunque.

 

I corridoi erano stranamente vuoti. Sì, era vero che era la pausa pranzo, ma di solito c’era sempre qualcuno che se ne passava il tempo là, lontano da tutti. In quel momento la scuola mi parve molto inquietante, come se da un momento all’altro potesse sbucarmi davanti un mostro. Mi fermai solo quando fui al mio armadietto, che aprii velocemente, mettendo la giusta composizione del codice in quel lucchetto da quattro soldi che uno con poca esperienza sarebbe riuscito a forzare facilmente.

Stavo rovistando tra i mille fogli di appunti e quaderni che avevo, alla ricerca di quel maledetto foglio di inglese che mi serviva per dare una veloce ripassata prima del compito. Proprio mentre ero nel bel mezzo della mia ricerca, impegnata a sfogliare i fogli uno ad uno, sentii qualcuno che percorreva quel corridoio, ma non ci prestai molta attenzione, dato che era solo questione di pochi minuti e la campanella sarebbe suonata. Poi mi sentii prendere per un braccio e subito mi spaventai, data la mancata gentilezza con cui quel tipo mi aveva fatta girare, mettendomi con le spalle all’armadietto.

Rimasi incredula, a fissare il ragazzi davanti a me: quei due occhi color ghiaccio che ormai sognavo la notte mi fissavano, e, nonostante fossero impassibili e freddi, per un istante vidi un’ombra di qualcosa che non sapevo definire ma che mi aveva fatto salire i brividi dalla base della schiena fino alla nuca, brividi piacevoli, che mi fecero tornare alla mente i bei momenti passati insieme.

-Cris… mi hai spaventata…

Dissi, cercando di restare normale. Mi schiarii la voce e puntai lo sguardo a terra, non sapendo cosa fare. La sua mano mi teneva ancora il braccio e non sembrava intenzionato a lasciarmelo, quasi avesse avuto paura che scappassi… povero illuso! Non mi sarei mai potuta allontanare da lui!

-Come stai?

Mi chiese dopo un attimo di silenzio che mi parve un’eternità

Come stavo? Come stavo?! Bene! Cosa avrei dovuto rispondergli, se no?

-Ehm… Cris, devo andare…

Ecco cosa avevo detto. E in effetti era vero, perché quella situazione era insopportabile. Ormai non mi importava nemmeno più di ripassare inglese, e nemmeno di prendermi il posto lontano dalla cattedra.

-Sei dimagrita…

Continuò lui, scrutandomi.

-Sì, beh, diciamo che non sono una che affoga nella cioccolata quando è triste!

Cercai di sdrammatizzare, ma il mio tentativo fallì miseramente. Continuò a fissarmi, senza mollarmi. E faceva bene, perché in quel momento me la sarei data a gambe, da brava vigliacca qual ero!

-Cris, che c’è?

Gli chiesi dopo un attimo, stanca.

-Sam, io ti volevo dire che…

Cominciò il discorso, ma il suono stridulo della campanella lo interruppe, impedendogli di proseguire. Parve davvero deluso, ma mi mollò il braccio e si allontanò di almeno un metro da me, quasi avesse avuto paura di farsi vedere con me… che strano!

-Devo andare…

Dissi solamente prima di chiudere con un colpo secco l’armadietto e lasciarlo in mezzo alla folla di studenti che stavano uscendo dalla mensa.

Cercai di spostare il mio pensiero da lui a Shakespeare, ma la cosa mi risultava difficile, anzi, difficilissima, e lo maledii mentalmente, perché avrebbe dovuto scegliere un momento migliore per venire a cominciarmi un discorso, per di più lasciato incompleto e che mi aveva lasciata incuriosita come non mai, perché avevo capito che era una cosa seria!

 

Passai tutta l’ora a ripensare alle poche parole di Cris, e anche mentre camminavo per i corridoi della scuola lo cercavo con lo sguardo, cercando nel frattempo di non farmi notare. Quando finalmente lo vidi, appoggiato ad una fila di armadietti con l’ochetta costantemente accanto, voltai la testa, certa che si fosse accorto del mio sguardo, ma non riuscii comunque ad evitare il ragazzo che mi stava venendo incontro e che io non vidi in tempo per riuscire ad evitare di andargli addosso.

-Sam, devi stare attenta!

Esclamò Lucas, mentre mi sorreggeva evitando che cadessi. Ecco, era lui il tipo a cui ero andata addosso.

-Lucas, ti stavo proprio cercando!

Dissi contenta, non appena lo vidi.

-Certo, piccola. Tutte mi cercano

Scherzò, mentre si atteggiava da gran fighetto.

-Sono seria… e anche Axel ti cerca

Lo smontai, senza alcuno scrupolo.

-Wow… non credevo avesse strane tendenze… digli pure che non rientra nei miei gusti!

Gli colpii la spalla, non riuscendo però a nascondere un sorrisetto divertito.

Ci avviammo verso l’uscita insieme, probabilmente lui mi stava seguendo perché voleva sapere il motivo per cui lo cercavo.

-Andiamo a mangiare al bar con i gemelli, così possiamo parlare?

Gli chiesi poi, mentre mi alzavo in punta dei piedi per trovare gli altri due in mezzo alla folla si persone. Ma mi chiedevo io, perché non potevano essere alti due metri così si notavano anche in mezzo a mezzo mondo?! 

 

-Allora, Axel, ho saputo che mi cercavi… spero che tu non ti voglia dichiarare, perché non sei il mio tipo, davvero…

Disse Lucas, mentre addentava il suo cheeseburger. Axel non capì a cosa si riferisse e neppure Alex, mentre io scoppiai a ridere, divertita.

-Dai, Lucas, è una cosa seria quella che ti vogliamo dire!

Lo ripresi io, mentre riprendevo fiato

-Altro piano anti - Ann?

Mi chiese lui, subito interessato. Scossi la testa.

-E’ una cosa seria…

Intervenne Axel, che probabilmente stava morendo dalla curiosità.

-Ditemi tutto

Disse solamente, sembrando improvvisamente più maturo.

-Ti scoccia raccontarci qualcosa riguardo a Ann? Alla sua infanzia…

Chiesi con tutta la gentilezza possibile. Non sapevo come l’avrebbe presa, non ero pratica di queste cose. Lui scrollò le spalle, quasi non gli interessasse quell’argomento. 

-Perché?

Chiese invece, fissandoci.

-Curiosità. Insomma, noi ci ricordavamo che tu eri molto suo amico… adesso neanche la guardi!

Spiegò Alex, mentre noi due annuivamo per dargli sostegno.

-Beh, quando le persone cambiano così radicalmente non ci posso fare molto. Insomma, immaginatevi voi di avere un’amica d’infanzia simpatica, dolce, gentile… e poi un giorno… tutto l’opposto! Non è possibile…

Restammo in silenzio, in attesa che continuasse, quindi sospirò e proseguì.

-Ann e io siamo sempre stati molto amici, e con noi c’era anche Jason, un ragazzo poco più grande di noi. Lei sembrava essere cotta di lui, e all’inizio non mi faceva né caldo né freddo questa cosa… però, insomma, crescendo le cose cambiano, e lei era davvero una bella ragazza… e io stavo cambiando, cominciavo a vederla in modo diverso… sapete, no? Quello che succede…

Mi guardò, e io tirai un sorriso. Sì, era un casino grande come una casa, ma valeva la pena affrontarlo, alla fine, o almeno questo lo avrei detto se non fosse andata male…

-Insomma, wow, lei era davvero bellissima, era perfetta per me, però non ricambiava, anzi, non si accorgeva nemmeno che io non mi comportavo come un semplice amico, e purtroppo non si accorgeva nemmeno che anche Jason stava cambiando. Non so, in seconda superiore aveva cambiato improvvisamente atteggiamento… era più freddo, più lontano… e l’unico che sembrava essersene accorto ero io. Aveva cominciato a frequentare gente strana, giravano strane voci su di loro… cose da fantascienza, pensavo all’inizio, cose sovrannaturali. Cioè, dai, i vampiri non si erano mai visti, e quelli che parlavano di vampiri mi facevano ridere…

Sorrise, amaramente.

-Okay, non dovevo ridere… alla fine Jason è sparito. Non si hanno più avute sue notizie: i genitori che non dicevano niente alla polizia ma che era ovvio che sapessero qualcosa, i parenti che non sembravano neppure sapere della scomparsa di Jason, Ann che stava diventando una depressa e io che non ci capivo nulla! Comunque alla fine non c’è bisogno di risposte… Jason è diventato uno di loro, è diventato un vampiro… e poi con il divorzio dei genitori di Ann la nostra amicizia è andata ancora più a rotoli. Lei si è chiusa in sé stessa, poi ha cercato di farsi notare da tutti e alla fine è diventata quello che è…

Arrivata a quel punto mi dispiaceva avergli fatto quella domanda, perché sembrava davvero triste.

-E tu… ti piace ancora?

Chiese Axel, timoroso.

-No, è diventata troppo superficiale per me… ma neanche tu sei il mio tipo, giusto per ricordartelo!

Axel sbuffò, mentre noi ridevamo.

-E cosa me ne viene in cambio dopo avervi raccontato tutta la storia?

Continuò poi, guardandoci in attesa. Io alzai le spalle, non sapendo cosa dire, ma ci pensò Alex a intervenire, con il sorriso in faccia.

-Vi dirò una cosa davvero molto interessante…

Ci sporgemmo tutti e tre verso di lui, in attesa della rivelazione. Fece una pausa calcolata, giusto per creare un po’ di suspance, e infine parlò.

-Il primo nome di Axel è Eugene, lo sapevate?

Inutile dire che dopo questo Axel lo fulminò con lo sguardo, mentre io e Lucas lo guardavamo tra l’incredulo e il divertito.

-Sul serio?

Chiese poi lui, trattenendosi dallo scoppiare a ridere. L’altro in tutta risposta borbottò qualcosa che sembrava simile ad un ringhio.

Ovviamente passammo tutto il tempo a ridere, incuranti del fatto che Axel ci lanciava delle occhiatacce!

 

Alexis

 

Ed ecco la sconvolgente verità: Eugene è il vero nome di Axel! Non l’avreste mai detto, eh? xD

E si racconta anche la storia di Ann… a me fa pena sinceramente, nonostante si sia comportata male, e mi dispiace anche per Lucas… ma nel prossimo capitolo si spiegheranno altre cose… =)

I ringraziamenti per lo scorso capitoloo!!

bribry85: ecco scoperto qual è il nome di Axel!!!  Sconvolgente eh?! xD

 

Fateci sapere cosa ne pensate di questo capitolo, mi raccomando! =)

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 ***


*    Ann    *

 

 

Mi svegliai presto, come tutte le noiose mattine della mia noiosa vita.

Come al solito trovai già la tavola apparecchiata, che veniva sparecchiata a velocità della luce da sei camerieri in divisa appena mi alzavo da tavola.

I miei vestiti, che erano stati stirati e piegati perfettamente, erano stati appoggiati sul letto (che era già stato rifatto).

Ormai lavata e vestita salii in macchina.

A scuola mi ci accompagnava un autista, non sapevo se era lo stesso del giorno prima come non conoscevo la sua faccia o il suo nome.

E poi incontravo Cris.

Che mi salutava con un cenno della mano.

Non ci baciavamo mai e non ci eravamo mai baciati, lui non amava me, e contrariamente all'opinione di tutti, neanche io amavo lui.

E perchè allora costringerlo e ricattarlo se non era lui che volevo?

Molto semplice, tutto ciò di cui avevo bisogno era di ricordi, e lui mi aiutava in questo.

Forse perchè anche Cristoph era un vampiro e riuscivo a vedere nei suoi occhi intensi gli stessi occhi di Daniel, nel suo corpo affusolato quello di Daniel, riuscivo a trasformare i suoi capelli cenere in neri, i suoi lineamenti nei lineamenti di Daniel.

Spesso quando Cristoph era vicino a me mi veniva un brivido, e mi ricordavo di quella volta in cui Daniel mi aveva quasi morsa, i suoi canini freddi, lunghi e appuntiti che sfioravano il mio collo, e poi un bacio inaspettato, mi disse che aveva fatto cose brutte, molto brutte, e che avrebbe pianto se avesse potuto, ma i vampiri non piangono mai, e poi mi disse addio e se ne andò.

In tutti i ragazzi con cui ero stata cercavo un piccolo Daniel, ma in nessuno lo avevo trovato grande e forte come in Christoph; ma quando le nostre facce si avvicinavano, me lo ricordavo, lui non era Daniel e non lo sarebbe mai stato.

Spero ancora nel Suo ritorno.

Cristoph non era mai prodigo a parlare, proprio come Lui.

Sapevo come doveva stare Sam, alla vecchia me sarebbe importato, ma la nuova me è troppo egoista per dedicare a questo pensiero anche solo più di tre secondi.

Una volta Cristoph mi ha chiesto perchè volessi lui a tutti i costi, non gli ho risposto.

Sapeva che non mi piaceva.

La giornata passò come al solito.

Era un'altra noiosissima giornata come le altre, volevo cambiarla, fare qualcosa di speciale...

Così fuori da scuola chiamai Cristoph, lo costrinsi ad avvicinarsi a me.

Volevo baciarlo, per tornare indietro e fare finta che Daniel fosse ancora con me.

- Baciami.

gli ordinai.

Mi guardò contrariato.

- No.

rispose fermamente.

- Lo sai cosa farò?

Gli chiesi.

Mi scrutò, fece spallucce, e mi diede le spalle, lo fermai, lo presi per il colletto e lo attirai a me, aspettando di resuscitare quella vecchia emozione.

Una lacrima, scese da un solo occhio, quello destro, mentre l'altro era semplicemente umidiccio.

Mi girai, restai paralizzata alla visione di Samantha, proprio davanti a me, con gli occhi sgranati e la bocca spalancata.

E poi in un secondo tutto perse senso, adesso che avevo capito tutto.

------------------------------------

 

*    Sam    *

 

Ero ancora lì, con la mia bocca a "O" e la mia faccia ancora più pallida, sempre più pallida - dovevo assomigliare ad un fantasma, o comunque a qualcosa di molto bianco, un pupazzo di neve? No un bianco più smorto e senza vita - e poi eccole, due lacrime mi avevano rigato il viso.

Sentii un colpo al petto con il dolore di duemila coltelli, giuro di aver sentito il mio cuore perdere un battito.

E dopo le due lacrime i miei occhi strariparono, iniziai a piangere, scappai, cercando di trovare un posto in cui nascondermi, nessuno si meritava di vedermi così, forse Ann si, e non includo Cris perchè sin da quel tempo  sapevo di occupare ancora un posto nel suo cuore, che poteva solo essere successo qualcosa che abbia costretto Chris a mettersi con quella gallinaccia, io credevo in lui.

------------------------------------

 

* Cristoph *

 

Ero scioccato da quanto accaduto, guardai male Ann, ma notai nei suoi occhi uno sguardo di sconforto e la lacrima.

- Mi dispiace...

Di cosa mi stavo scusando? Non lo so.

So solo che quando vedo una persona star male non posso farne a meno.

- Adesso vai.

Mi incitò lei, con mia grande sorpresa.

Le sorrisi e con un lieve cenno del capo acconsentii.

Mi misi a correre nella direzione di Sam.

- Ah, un'altra cosa- urlò da lontano - Rompiamo!

Il modo in cui aveva cambiato atteggiamento mi aveva lasciato un po' perplesso.

Corsi, era andata lontano, la sentii piangere: era seduta su una panchina, intenta ad asciugarsi il viso, mentre ancora piangeva.

Un istinto irrefrenabile di abbracciarla.

Lo feci, da piccolo me lo dicevano sempre "un gesto vale più di mille parole".

Sentii le sue braccia magre  stringersi alla mia vita, la sentivo così vicina, così piccola e fragile, come dire, sì, avevo una voglia pazza di lei.

Allentai l'abbraccio.

- Non sei bella quando piangi.

Si asciugò in fretta il naso e mi sorrise.

- Molto meglio.

Ricominciò a piangere.

- Dai smettila di piangere.

- Adesso piango perchè sono felice.

--------------------------------------  

 

*    Sam    *

 

E così Cris mi asciugò le lacrime.

- Però dovrei essere arrabbiata con te, molto arrabbiata,

- Posso spiegare tutto.

- Si dicono tutti così.

Lo guardai con un finto sguardo offeso, poi gli sorrisi.

Mi baciò un'altra volta.

e iniziò a raccontarmi di come Ann lo avesse costretto.

 

 

 Celia

Ci avviciniamo sempre di più alla fine... ehhh... è abbastanza triste pensarci... sento già la malinconia, ma anche i nostri impegni durante l'anno sono davvero troppi ed è davvero difficile stare al passo con tutto...
ehhh ç__ç

comunque... grandi colpi di scena nei capitoli a seguire...
per scoprire tuuuuttto
continuate a leggere.
e perfavore, recensite.

bribry85: Ecco abbiamo aggiornato. U__ù siamo state abbastanza veloci? Purtroppo non ti so dire quando arriverà il prossimo capitolo perchè devo andare in vacanza e non ho internet dove vado... però vedo di scrivere... e magari di fare anche un bel capitolo lungo...

è tutto per adesso...
stay tuned!

 

 

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Capitolo 31
*** capitolo 30 ***


*PoV Sam*

Madama Zara era tornata da ormai qualche giorno, così come io ero tornata a vivere nella villa, nella mia solita camera con un Fox entusiasta che mi fece le feste non appena mi vide varcare la porta di casa. Di Ann non avevo più sentito nulla, mentre con Cris le cose erano confuse… ci eravamo baciati, ma non eravamo insieme, e tra noi c’era sempre molto imbarazzo… dovevo assolutamente parlagli, anche perché i suoi sguardi intensi che mi lanciava ogni volta che mi vedeva, mi mettevano a disagio.

Uscii dalla mia stanza sbadigliando, dimenticando di essere tornata a vivere con Cristopher e non preoccupandomi del fatto che a coprirmi ci fosse solo una semplice maglietta nera extralarge che non mi arrivava neppure alle ginocchia… dettaglio trascurabile, insomma.

-Wow… buongiorno anche a te, Sam!

Esclamò Cris facendomi sobbalzare. Mi voltai a guardarlo, ma lui era impegnato a fissare le mie gambe, interessato. Fortuna che era domenica, altrimenti sarei sicuramente arrivata in ritardo a scuola!

-Ciao…

Sussurrai, ignorando il giramento di testa improvviso che mi aveva preso. Fantastico, ora mi girava pure la testa quando mi guardava… non bastavano le farfalle nello stomaco?!

-Stavi andando a fare colazione?

Mi chiese, arrivando al mio fianco e tornando a guardarmi negli occhi.

-Sì… ho una fame incredibile, mi preparerò dei pancakes, perché tra poco penso che sverrò!

Risi, nervosa, cercando di mascherare il mio imbarazzo, e lui si limitò a sollevare l’angolo destro della bocca in quell’espressione che mi piaceva tanto.

-Madama Zara è fuori… probabilmente ci ha lasciato del caffè già pronto…

Intervenne lui.

-Dove è andata?

Chiesi, curiosa. Era strano che uscisse, specialmente la domenica mattina.

-Ha detto che aveva delle commissioni importanti… cose da vampiri.

Vampiri, certo! Cose che noi intermedi (così chiamati quelli in fase di “vampirizzazione”) non potevamo assolutamente comprendere!

 

Stavo cucinando l’ultimo pancake, quando sentii Cris alzarsi, strisciando la sedia sul pavimento, e fare dei passi verso di me.

-Sam…

Sospirò giusto dietro di me, facendomi rabbrividire. Voltai  di poco la testa, guardandolo e notai che mi era distante solo pochissimi centimetri.

-Non ce la faccio più…

Continuò, per poi poggiare le mani sui miei fianchi. Mi fece voltare e non riuscii a chiedergli spiegazioni perché le sue labbra si appropriarono subito delle mie. Sentii la sua mano armeggiare con il gas e spegnerlo, impedendo che la frittella si bruciasse, e poi prese ad accarezzarmi i capelli, mentre muoveva le sue labbra sulle mie. Io, dal canto mio, mi ero ancorata al suo collo, temendo di cadere, e rispondevo al bacio con quanta più passione avevo in corpo.

Non capivo più nulla, sentivo solo le sue mani sul mio corpo, sulle mie gambe, e poi sulle mie natiche; mi sollevò, fino a farmi sedere sul ripiano della cucina e poi prese a spostare le labbra sul mio volto, sul mio collo, sulle mie spalle coperte dalla maglietta, e poi ancora sulle mie labbra, che l’accolsero volentieri.

-Mi sei mancata tantissimo…

Sussurrò, roco, passando a baciarmi la clavicola.

-Anche… anche tu…

Riuscii a dire, mentre le mie mani gli accarezzavano smaniose i capelli biondi.

-Ti prometto che non ti lascio più, per nessun motivo…

Continuò, facendomi rabbrividire sentendo il suo respiro sul mio collo.

-Credevo di morire quando ti vedevo così magra… così pallida… così abbattuta… e sapere che ne ero io la causa… era la cosa peggiore…

Tornò ancora sulle mie labbra, ormai non riuscivamo più a staccarci, e la cosa mi preoccupava non poco, specialmente perché la testa aveva ricominciato a girarmi più forte, sempre di più.

-Ora è tutto… finito…

Dissi tra un bacio all’altro. Non sapevo per quanto ancora saremmo andati avanti così, se il campanello non ci avesse interrotti. Ci guardammo qualche attimo negli occhi, prima che Cris si decise ad allontanarsi da me, non prima di avermi lasciato un leggero bacio a stampo sull’angolo della bocca, per andare ad aprire.

 

-Era il postino…

Spiegò, una volta rientrato. Mi ero seduta su una sedia e non appena prese posto accanto a me cominciai a mangiare i panckakes ricoperti da succo d’acero.

-Siamo affamate oggi, eh?

Mi chiese retoricamente, guardandomi divertito.

-Te l’ho detto… che stavo morendo di fame…

Spiegai, continuando a riempirmi la bocca di cibo senza alcun ritegno.

-Di questo passo diventerai un’obesa, Sam…

Mi disse, sorridendo, ma io mi limitai a scrollare le spalle, mentre mi versavo del succo di frutta nel bicchiere. Ma mi bloccai a metà della mia azione, perché un attacco di nausea mi costrinse a guardare stranita Cris, che se ne stava tranquillo a fare colazione.

-Devo… devo vomitare…

Realizzai, per poi correre in bagno, giusto in tempo per rimettere tutto dentro il water. Giusto qualche secondo dopo Cris era dietro di me, a tenermi i capelli e la testa alzata.

-Sam, ma sei sicura di stare bene?

Mi chiese poi, mentre riprendevo fiato.

-Mi gira la testa…

Dissi io, confusa. Allora non era per la vicinanza a Cris…

-Senti, adesso ti risciacqui un po’ la faccia, e poi ti aiuto ad andare in salotto…

Mi aiutò al alzarmi e, dopo che mi fui sistemata un po’, mi aiutò a distendermi sul divano, impedendomi di barcollare a destra e a sinistra, andando a sbattere addosso a tutti i mobili.

-Forse ho la febbre…

Sospirai, ma lui scosse la testa.

-Non sei affatto calda, Sam… anzi, sei fredda come il ghiaccio. Adesso chiamo Madama Zara… tu aspetta qua un attimo…

E se ne andò, lasciandomi sola. E io me ne sarei anche rimasta là buona buona, se un altro attacco di vomito non mi avesse costretta a correre in bagno, ancora.

 

Un medico, amico di Madama Zara, mi stava esaminando. Stava contando i battiti del mio cuore in un minuto, e il silenzio nella stanza era pesante. Cris mi era accanto, che mi accarezzava la fronte, mentre Madama Zara mi guardava preoccupata. Mi sembrava di essere una paziente sul punto di morire, con la famiglia tutt’attorno, preoccupata.

Il medico sospirò.

-I battiti sono pochi, decisamente molto pochi.

Tutti parvero capire cosa significasse questo, tutti tranne me, che già non ero lucida, e poi di queste cose non ci capivo nulla.

- E’ grave?

Chiesi, spaventata.

-Certo che no, cara… ti stai solo…

Cominciò Madama Zara, ma si bloccò per cercare le parole adatte.

-…trasformando in un vampiro…

Concluse Cris per lei. Sgranai gli occhi e mi alzai a sedere di colpo, ignorando l’ennesimo giramento di testa.

-Cosa? No. No. Io non voglio!

Cominciai a ripetere, in panico, cercai le mani di Cristopher che non si fecero attendere.

-Sam, è una cosa normale… doveva succedere prima o poi…

Mi disse, apprensivo.

-Ma non ora! Non voglio! Non prima di te! Non…

Mi bloccò, mentre le lacrime cominciarono ad uscire dai miei occhi.

-Ehi, anch’io mi trasformerò, prima o poi. E’ una cosa inevitabile, Sam, non puoi rifiutarla…

-Ma… potrebbe essere tra tantissimo tempo! i maschi hanno molta più resistenza di noi femmine! E sei ti trasformassi tra dieci anni? Saresti vecchio, e io sarei giovane, e non potremmo più stare insieme!

-Sam, non mi trasformerò tra dieci anni… non lo permetterò… e comunque, qualsiasi cosa accada, noi staremo insieme, te l’ho già detto…

Aveva un tono dolce, e non mi interessava che a guardarci c’erano sia Madama Zara che il dottore, anzi, la cosa mi lasciava del tutto indifferente. Gli saltai addosso e lo baciai, triste ma anche contenta… perché una promessa era una promessa… specialmente se fatta da un vampiro.

 

*PoV esterno*

Nel frattempo, un ragazzo camminava per le strade di Parigi, con il giubbotto addosso a coprirsi dal freddo dell’inverno e le mani in tasca. Non sapeva dove stava andando, ma non aveva voglia di pensarci, sapeva solo che voleva restarsene da solo, con i suoi pensieri.

Mi sono dimenticato di Ann, come no!

Pensò, ricordando le parole dette a Sam. Era abbastanza difficile dimenticarsi della propria amica di infanzia e ragazza che aveva amato. Specialmente vedendo come era diventata.

-Lucas!

Una voce l’aveva chiamato. No, non una, ma quella voce. Si voltò, trovandosi a pochi passi di distanza una Ann tutta trafelata, vestita con un semplice maglione di lana lungo e delle calze leggere, decisamente troppo per poter sopportare il freddo invernale.

-Ann?

Chiese, quasi temesse che fosse solo frutto della sua fantasia.

-Lucas, mi dispiace, scusami, ti prego…

Aveva cominciato a ripetere quella, avvicinandosi a lui.

-Per cosa?

-Per tutto. Per il mio cambiamento, per come mi sono comportata male nei confronti di Cris, di Sam… nei tuoi confronti… ti prego, perdonami.

Avrebbe voluto rispondere qualcosa, il ragazzo, ma le lacrime che scendevano dagli occhi della ragazza, e il modo in cui tremava, gli bloccarono le parole in bocca. Si tolse solo il giubbotto, e lo poggiò sulle spalle di Ann, stupendola non poco.

-Forza, andiamo a casa mia che ti offro una cioccolata calda… e vedi di fare la brava bambina da adesso!

Disse solamente, sorridendo.

Lei gli aveva chiesto scusa… chi era lui per rifiutarla?

In fondo perché no… quello poteva essere un nuovo inizio.

 

 

Alexis

 

Uh, zero commenti… tristee :*(

Okay, ci mettiamo tanto ad aggiornare e vi chiediamo immensamente scusa per questo… e probabilmente non riusciamo a difenderci nemmeno con il classico “meglio tardi che mai”, però… zero commenti è proprio deprimente! :(

 

Vabbè, parlando d’altro! Ooh finalmente questo capitolo ha sistemato un po’ le cose, almeno tra Lucas e Ann… sì, perché non potevamo non mettere il lieto fine tra loro due! ^^

E sì, siamo tornati con i vampiri… probabilmente nel corso della storia vi eravate pure dimenticati che stavano per diventare vampiri, dato che la love story ha preso il sopravvento! xD

Ci piacerebbe sapere cosa ne pensate della storia…

E magari una recensione piccina piccina lasciatecela! ;)

Al prossimo capitolo,

ciao a tuttii! :)

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