Today and 4ever di alexis7 (/viewuser.php?uid=45414)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** capitolo 30 ***
Capitolo 1 *** Introduzione ***
Salve a tutti! Questa è una storia scritta a quattro mani da
me, Alexis e
Celia. Siamo ancora alle prime armi quindi... bhe, diteci pure se
facciamo
errori ma non siate troppo cattivi! XD Dunque, questo è il
capitolo scritto da
Celia. Il genere è anche fantasy ma visto che siamo delle
romanticone la
mettiamo nel genere romantico!
Mi raccomando, recensite!
Un umano in fase di “vampirizzazione” viene
chiamato Intermedio.
Il processo di trasformazione da umano a vampiro non ha una durata
arbitraria;
A volte dura giorni, a volte settimane, mesi o anni; un umano il cui
processo
dura più di quattro mesi viene definito “
Resistente”, il caso di Resistenza
più lunga è stata quella di venti anni. La durata
della vampirizzazione è
determinata dalla volontà di una persona ossia dal volere, o
non volere
diventare un vampiro e dalla resistenza fisica e cerebrale. In genere
le donne
hanno meno Resistenza, la donna più Resistente ha avuto un
processo lungo
quindici anni.
Un bambino in vampirizzazione viene definito in fase
“Pre-Intermedia”; al
contrario di ciò che si può pensare i bambini
hanno una notevole Resistenza,
diversa da quella di un adulto, diciamo che è dovuta alla
necessità di crescere
e maturare fisicamente e intellettualmente; in genere essa diminuisce
quando
raggiungono i sedici- diciassette anni, a questo punto, –non
esistono casi
documentati in cui qualcuno sia diventato un vampiro prima di tale
età- diventa
ufficialmente Intermedio, e ha una propria Resistenza; potenzialmente
un
Intermedio che è stato Pre-Intermedio ha più
Resistenza
[dal "Documentario", prima annotazione]
*
* *
Sbuffò.
La ciocca ribelle di capelli che gli tagliava il viso
trasversalmente si
mosse leggermente.
I capelli
quanto mi piacevano i suoi capelli! Biondi tendenti al grigio, lucenti
e lisci,
mai ordinati.
Mi si era incantato lo sguardo, cosa che succedeva sempre quando
ciò che stavo
facendo non mi interessava o ero distratta.
Alzò gli occhi dal libro e mi lanciò
un'occhiataccia
-STUDIA E NON DISTRARTI
disse con il suo solito tono irritato, a bassa voce.
Cristoph era sempre irritato e nervoso, ma con il passare degli anni mi
ci ero
abituata.
Un vampiro sette anni prima aveva ucciso tutta la mia famiglia, non
persi la
vita ma fui morsa, venni affidata a questo collegio, chiunque qui
è un
pre-intermedio.
Cristoph era in quel collegio da più di me, circa due anni
di più.
Ricordo che Cris mi aveva incuriosito da subito, ma allo stesso tempo
mi
intimoriva, così solo circa una settimana dopo il mio arrivo
provai a
rivolgergli la parola, inutile a dirlo, mi snobbò alla
grande, ma non mi diedi
per vinta e ogni giorno mi mettevo a parlarci, anche se lui non
rispondeva mai
e non diceva mai niente, poi ricordo benissimo che un giorno mi
rispose, la sua
risposta non fu delle migliori (precisamente “ma
quando smetti di parlare?”)
ma era un inizio.
-Per oggi può bastare.
Disse , rompendo il silenzio
chiuse il libro e lo mise al suo posto, nello scaffale della grande
libreria.
Ci avviamo verso i dormitori, ognuno per la sua strada.
Ancora poco e avrebbe compiuto diciassette anni, e a quel punto sarebbe
dovuto
uscire dal collegio, invece io avrei dovuto lasciarlo due anni, ma lo
avrei
lasciato subito, e me ne sarei andata con Cris
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Capitolo 2 *** Capitolo 1 ***
Ecco il terzo capitolo!! ^^
Ma gente... su, su! Commentate!!! Dateci un po' di
soddisfazione!!
Bene ed ora.. buona lettura!
Quella mattina era cominciata decisamente male.
Mi ero alzata in ritardo di qualche minuto e, come se non fosse
bastato, il mio aspetto era terribile!
I capelli neri ricci, non particolarmente lunghi, non volevano proprio
stare al loro posto! Riccioli a destra e ricci a sinistra. Ero
impresentabile! Aprii frettolosamente il cassetto della scrivania in
legno e ne presi l’arricciacapelli che sistemò in
pochi attimi tutti i capelli, mettendoli al loro posto.
Indossai i primi vestiti che trovai e uscii dalla mia stanza
percorrendo i corridoi del collegio correndo a più non
posso.
Non appena arrivai in cortile, ormai vuoto, camminai velocemente verso
l’entrata, che conduceva alle varie aule di lezione. Non
appena appoggiai le mani alla porta in vetro,
però, venni bloccata con forza per un polso.
-Guarda! La mocciosa!
Sentii una voce provenire alle mie spalle. Viscida e fredda, poteva
essere solo di Francis, una tra le persone più
insopportabili che avessi mai conosciuto!
Mi voltò, e mi trovai spalle al muro. Mi squadrò
dall’ alto al basso, sotto il mio sguardo disgustato.
-Wow… hai delle gambe niente male
Solo allora mi accorsi di indossare una gonna, lunga un po’
sopra al ginocchio. Arrossii di botto, cercando di togliermi dalla
presa, ma quella era troppo forte. Intanto i suoi compagni
sghignazzavano.
-Non credevo nascondessi un fisico tanto bello… alta,
magra…
Continuò.
- Lasciami
Gridai, cominciando a spaventarmi. Francis non era decisamente uno di
quei ragazzi che si potevano definire “bravi”.
-Oh! Che c’è? Hai paura? Non fai tanto la dura
quando non c’è il tuo amichetto a proteggerti, eh?
Cercai di colpirlo con un calcio, che però fu prontamente
bloccato dalla sua gamba.
Ringhiai, ma mi ignorò, mettendo le labbra sopra le mie con
violenza. Io per tutta risposta gli morsicai il labbro, sentendo il
sapore del ferro in bocca. Francis si staccò subito,
infuriato. Alzò la mano per colpirmi, ma venne bloccata da
un’altra mano. Pallida e affusolata, la riconobbi prima
ancora di vederne il volto.
- Cris…
Sussurrai, provando sollievo. Il suo sguardo era freddo e sembrava
potesse perdere il controllo da un momento all’altro. Non
doveva essere una bella giornata neppure per lui.
- Tsk, ti è andata bene bambolina,
Disse, guardando Cris, irritato.
-Ma ricorda che tra non molto non ci sarà più lui
a proteggerti e quando questo avverrà…
E avvicinò il suo volto al mio.
-Guardati le spalle, perché io sarò sempre dietro
a te.
Sorrise e si allontanò, portando con sé i suoi
compagni.
Rivolsi uno sguardo spaventato a Cris.
- Tutto bene?
Mi chiese, quasi preoccupato. Preoccupato? Che sciocchezza! Cris non si
preoccupava di certo per me!
- Sì…
Dissi, abbassando lo sguardo e entrando nell’edificio,
seguita da lui.
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Capitolo 3 *** Capitolo 2 ***
Uuuuu!!! Grazie per i commenti! Siamo felicissime!! ^_____^
Bene, ora vi lascio alla lettura!
Cris mi accompagnò fino all'aula, e dopo la lezione mi venne
a riprendere, non aveva intenzione di lasciarmi da sola, non dopo
l'episodio di quella mattina, mi stette tutto il giorno alle calcagna,
fino a quando non fu chiamato in presidenza, strano, non aveva fatto
niente e io lo sapevo per due motivi:
1 era lo studente modello
2 era stato con me tutto il tempo
Uscito dalla presidenza non volle dirmi niente, dicendomi solo che
l'indomani avrebbe spiegato tutto.
Forse il preside lo stava preparando alla sua imminente uscita dal
collegio.
Ad ogni modo tutti i dubbi si sarebbero chiariti l'indomani.
Come ogni giorno io e Cris ci recammo in biblioteca per fare i compiti,
ma durante il tragitto mi accorsi che c'era qualcosa di strano: era
Cris, solitamente non si capiva mai il suo umore e il suo stato
d'animo, ma qualcosa di lui mi fece intendere che era
preoccupato, nonostante già di suo non fosse una persona
loquace, era ancora più silenzioso.
La sera andai a dormire, impaziente di arrivare a domani.
----------------
Il mio sonno non era stato uno dei migliori,a dire il vero era stato
pessimo, agitato e spezzato.
Come al solito mi ero svegliata in ritardo, ma grazie al trattamento
del giorno prima ero piuttosto ok.
Era sabato e le lezioni iniziavano più tardi,
così mi ero data appuntamento con Cris, ovviamente dovevo
aspettarlo nel dormitorio, finchè non mi avrebbe fatto uno
squillo, ma che rischio avrei corso iniziando un pezzettino di strada
da sola?
Di sicuro Francis e i suoi scimmioni a quell'ora non erano svegli, non
ci sarebbe stato nessun rischio, così dopo essermi preparata
scesi di fretta le scale e mi avviai verso il giardino dove ci eravamo
dati appuntamento, camminavo rapidamente sotto il portico quando sentii
una mano gelida afferrarmi il polso, per un momento sembrò
che il mio cuore si fosse fermato, impallidii: era Francis, cercai di
gridare aiuto, ma mi mise la mano libera sulla bocca
- Riecco la mocciosetta! Avevamo un conto in sospeso noi due, vero?
Per tutta risposta gli sputai in faccia, seguirono imprecazioni
-COME HAI OSATO! SPERA CHE CI SIA IL TUO CANE A PROTEGGERTI!
- Scommettici
il mio tentativo era di sembrare sicura e arrogante , ma la mia voce
tremava
- Credi che il tuo cane da guardia sarà qui per sempre? Sai
benissimo che è una questione di settimane se non giorni, e
a quel punto io...
disse furente
- Io me ne andrò con Cristoph...
cercai di guadagnare tempo
- Che illusa! Non dirmi che non te l'ha detto! Tu non andrai da nessuna
parte con lui!
- Cosa vuoi dire?
- Strano che non ti abbia informato, non avrai nemmeno un briciolo di
possibilità di andartene con lui, ha trovato una tutrice
Una tutrice? I ragazzi del collegio dopo i 17 anni potevano scegliere
di vivere da soli oppure qualcuno se ne prendeva la
responsabilità e non erano più considerati adulti
indipendenti
-Che sciocca! E non puoi nemmeno immaginare chi sia la tutrice! Chi
vuole prendere in affidamento Cristopher è Madama Zara, come
vuoi che rifiuti per te???
Rimasi senza parole, chiunque conosceva Madama Zara, fu la donna
più resistente al mondo, nessuno conosce la sua storia, ha
anche scritto tanti libri in oltre a lei è stata affidata
l'unica copia del Documento.
Non riuscii a spiccicare parola, e a quel punto Francis mi
lasciò il polso
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Capitolo 4 *** Capitolo 3 ***
Oddioooooooo!!!! Chiediamo umilmente perdono per il ritardo ma a me
è mancato internet per più di un mese (ero tipo
in crisi d'astinenza! XD) e Celia aveva i capitoli dispersi in tre
diversi computer quindi...
SCUSATEEEEEEEEEEEEE!!!!! Ma ora torneremo regolari... spero! No dai, se
non ci sranno altri inconvenienti posteremo sicuramente più
spesso!
Buona lettura ^______________^
CAPITOLO 3
Al pomeriggio il preside convocò il collegio nella grande
sala, dove solitamente si tenevano riunioni. Presi posto in una sedia
tra le ultime file e aspettai l’inizio della riunione.
Nel piccolo palco di fronte a noi, comparve il preside, con i
professori, Cris e un’altra donna, vestita con una lunga
gonna e una maglia abbastanza larga. Da dove mi trovavo non riuscivo a
vederla molto chiaramente ma capii che quella doveva essere la famosa
Madama Zara.
Alcuni mormorii si alzarono tra la folla.
Il preside prese un microfono e si schiarì la voce,
cominciando a parlare:
-Salve a tutti, e grazie per essere qui. Dunque… vi ho
convocati qui per annunciarvi l’uscita dal collegio del
vostro compagno, Cristoph Argent. Dopo molto tempo passato insieme a
noi, è tempo che prenda la sua strada, e che diventi
vampiro. Verrà preso in custodia da una tutrice: la famosa
Madama Zara. Sono certo che vi mancherà molto e che molti di
voi vorrebbero essere al suo posto…
Non prestai più attenzione al resto, mentre nella mia mente
riecheggiavano quelle parole. Non sarei potuta uscire… avrei
dovuto abbandonare Cris, la persona a cui tenevo di più al
mondo… sentii delle risa dietro di me, facilmente
riconoscibili dal timbro delle voci: Francis e i suoi scagnozzi, ma non
gli prestai attenzione, così come non prestai attenzione al
discorso di Madama Zara e neppure al saluto di Cris.
Mi risvegliai dal trance in cui ero caduta, solo quando vidi tutti
alzarsi e dirigersi alle proprie stanze. Mentre uscivo dalla sala,
però, venni fermata per un polso (ormai tutti mi bloccavano
per il polso!) ma non da Francis, come temevo, ma da Cris.
-Ti voglio presentare Madama Zara.
Disse, tirandomi nella direzione opposta in cui ero diretta. La sala
era ormai vuota quando la raggiunsi. La guardai meravigliata, non
immaginando che potesse esistere una donna tanto bella, seppure
anziana. La sua pelle era olivastra e ruvida. Il suo aspetto era ben
curato e mostrava eleganza in ogni suo movimento, anche il
più semplice. Spostò lo sguardo da Cris a me,
interessata, mentre io ero intenta a scorgere ogni particolare di
quella donna tanto bella quanto strana. Avrei dovuto odiarla,
perchè mi stava portando via la persona più
importante della mia vita, ma mi sembrava impossibile. Anzi, provavo
ammirazione. E intorno a tutti questi pensieri, uno sola domanda
prendeva importanza: sarei stata anch'io così da vampiro?
-E’ questa la tua amica?
Chiese. Nella sua voce bassa, si poteva notare l’accento
francese, che rendeva ancora più bello ascoltarla.
-Sì. Madama Zara le presento Samantha, Samantha ti presento
Madama Zara.
Sorrisi, chinando il capo in segno di saluto e lei fece lo stesso.
Scosse la testa leggermente, mettendo a posto un ciuffo di capelli
rossicci, cadutagli nel volto.
-Sono felice di fare la tua conoscenza. Ero curiosa di vedere chi
riusciva a sopportare questo associale ragazzo!
Esclamò, sorridendo. Vidi i due canini più lunghi
rispetto agli altri, e molto affilati. Provai un brivido al pensiero di
quanti umani avesse trasformato in vampiri. Sorrisi alla battuta, non
riuscendo a dire nulla.
-Beh, ora si è fatto tardi.- disse, guardando fuori da una
finestra la luna che illuminava le tenebre.
-E’ meglio che andiate a dormire. Arrivederci Samantha,
è stato un piacere.
-Piacere mio- dissi, non del tutto convinta. In fondo… per
colpa sua avrei perso Cris, no?
-Ci vediamo tra una settimana Cristoph.
Disse, infine, voltandosi e allontanandosi.
Una settimana? Cris se ne sarebbe andato tra soli sette giorni? Tra
sole 168 ore?
E in quel momento un dolore al petto si fece sempre più
intenso, così intenso da non permettermi di concentrarmi
nemmeno sulle parole di Cris.
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Capitolo 5 *** Capitolo 4 ***
Eccoci tornateeee! Visto che
velocità? XD
Certo che però un
commentino potevate lasciarcelo!
Dai, almeno in questo capitolo sarete
più gentili, vero?
Per un momento lo guardai, era seduto
lì davanti a me, come
ogni giorno succedeva, era una routine, una catena, che da
lì a poco si sarebbe
spezzata.
Tre giorni, era il tempo rimasto, e
lui se ne sarebbe andato
via, il mio migliore amico, mio fratello e mio angelo custode.
Eppure era vicino a me, e lo sentivo,
era una cosa concreta,
ma pareva potesse sparire da un momento all'altro, succedeva che dal
libro
alzavo lo sguardo nervosamente per guardarlo,-e li incontravo il suo
sguardo,
fisso su di me- come se avessi paura che da un momento all'altro se ne
sarebbe
andato. Quello era Cristoph, il MIO cristoph. Incredibile era pensare
al fatto
che il valore di una cosa si capisce realmente quando la si sta per
perdere o
quando la si è persa. Incredibile era il modo in cui mi
appariva bello, ogni
suo movimento, ogni suo sospiro, le sue mani. Come al solito il
silenzio era
sovrano, ma in quel momento era agitante, inquietante,
perchè il giorno in cui
se ne sarebbe dovuto andare era vicinissimo e mi faceva sentire male.
Ormai vivevo al minuto, vivevo il
presente, in quel periodo
ero assente, triste, distratta, capitava che a volte lasciavo frasi in
sospeso,
dimenticavo tutto ed ero sempre a disagio.
Ma quando recuperavo un po’
di lucidità e riflettevo,
pensavo al vivere veramente il poco tempo che mi restava per stare con
lui, ma
non ci riuscivo, e come risultato soffrivo ancora di più.
Ma lui era con me, seduto sulla sedia
accanto alla mia,
anche se in genere si sedeva di fronte, ma seduta in quel modo, nella
sua stessa
posizione, lo sentivo, era una presenza sempre più reale,
sentivo ogni cellula
del suo corpo, il suo corpo faceva parte del mio spazio: ERA il mio
spazio,
assorbivo la sua energia, mi sentivo tuttuno con la mia sedia, il
pavimento su
cui poggiava i piedi, la sedia su cui sedeva, il tavolo su cui
lavorava; in
quel momento eravamo divisi, ma eravamo una cosa sola.
Presi testa tra le mani e inspirai,
sentivo il suo odore, il
suo respiro, il battito del cuore sincronizzato con il mio.
Gli angoli della bocca non poterono
che piegarsi all'ingiù,
e presto sentii il sapore di una lacrima tra le labbra.
Forse ero troppo impegnata a cercare
di riordinare le mie
emozioni e i miei sentimenti per poter notare che Cristoph mi aveva
guardata
per tutto il tempo, e aveva capito tutto, così accadde
ciò che era accaduto
solo una volta quando ero piccola: mi abbracciò,
quell'abbraccio all'inizio mi
lasciò perplessa, non eravamo stati mai così
vicini, ricambiai, all'inizio ero
tutta rigida, poi mi rilassai, e affondai la mia faccia nel suo petto,
respiravo l'odore della lana del suo maglione,
e mentre lui mi stringeva, con il braccio che non era
attorno alla vita,
mi carezzava rassicurante la testa, come al solito era in silenzio, ma
sembrava
che in quel momento mi stesse sussurrando nell'orecchio: - Tranquilla
andrà
tutto bene.- e anche se non lo stava dicendo, ero sicura che lo stesse
pensando.
Non ho idea di quanto restammo in
quella posizione, ma
quando ci dividemmo le mie lacrime erano tutte state assorbite dal suo
maglione,
intorno a noi, tanti studenti guardavano allibiti la scena, ma dopo
un'occhiata
fulminante da parte di Cris, la maggior parte delle persone riprese a
fare i
fatti propri.
Mi raccomando… commenti!
XD
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Capitolo 6 *** Capitolo 5 ***
Buonaseraaaa! Ora questo capitolo
sarà più lungo degli
altri! Contente? Abbiamo “fuso” due capitoli,
quindi il primo è stato scritto
da me, Alexis, e l’altro da Celia.
Beh, ecco! Sto zitta e non vi rovino
niente! =)
-Madama Zara-
La stanza era piccola e circolare,
con vari soprammobili per
renderla accogliente. Le pareti erano di un colore rosso scuro e la
poca luce
presente entrava da una piccola finestrella.
Fissavo Cris negli occhi,
intensamente, e lui non sembrava
essere a disagio come solitamente accade. Decisi di parlare io per
prima,
capendo che lui non avrebbe aperto bocca.
-Allora Cris… pronto?-
chiesi, continuando a sostenere lo
sguardo.
Lui scrollò le spalle:
“Pronto o no fra due giorni parto.
Che differenza fa?” era ovviamente una domanda retorica.
-No, non sei pronto…-
constatai. -C’è qualcosa che ti
blocca? Qualcosa che ti mancherà?- era difficile sentire la
mancanza di quel
posto. Non era decisamente il luogo più amato dai ragazzi,
che non vedevano l’ora
di poter uscire da quelle quattro mura.
-No, niente- rispose. Allora capii
che avevo sbagliato a
formulare la domanda. Non era qualcosa, ma era qualcuno, e io sapevo
esattamente chi.
-E’ per quella ragazza,
vero? Samantha se non sbaglio…- lui
restò impassibile. Colpito e affondato.
-Siete molto uniti…-
-Sì. E’ come una
sorella per me- sussurrò, guardando un
punto imprecisato del pavimento.
-Già…- sapevo
come si sarebbe sentito. Avrebbe continuato a
soffrire. E questa era la cosa peggiore che potesse succedere. Sapevo
cosa si
provava e non ero sadica, o almeno non così tanto. Quel
dolore non vorrei che
lo provasse nemmeno il mio peggior nemico, tantomeno il mio allievo.
-Dimmi Cris, cos’hai
intenzione di fare una volta uscito dal
collegio?- chiesi, cercando di capire un po’ più
di lui.
-Ancora non so. – non molto
loquace il ragazzo…
-Capisco. Allora parliamo del tuo
passato, ti va?- chiesi,
retoricamente. Lui alzò lo sguardo e rispose, freddo.
-La mia famiglia è stata
uccisa da un vampiro. Nessun sopravvissuto
tranne me. – annuii, capendo che quella non era la sua
giornata. Se era in
quelle condizioni per la ragazza, sicuramente non poteva essere solo
una
sorella. La prima volta che l’avevo incontrato era molto meno
freddo, molto meno
aggressivo. Pensai un attimo alla
sua vita: un’eternità a soffrire in
eterno…
Riuscii ad arrivare ad una sola
conclusione per impedire
ciò:
-Prenderò anche lei sotto
la mia custodia…- mi guardò
stupito, mostrando per la prima volta cosa provava.
-Perché?- chiese,
inaspettatamente.
-Lei non è come una
sorella- sorrisi – tu senza di lei
soffri, senza di lei ti senti niente. Se vi dividessi tu passeresti la
tua
eternità nel dolore, e non voglio esserne io la causa.- ci
fu un attimo di
silenzio.
-Si sbaglia… lei
è come una sorella per me. Niente di più.
Lei è la mia famiglia e non voglio perdere ancora gente a me
cara, come lei
stessa non vuole perdere me, suo fratello…-
Sorrisi, pensando al loro futuro e
dopo tanto tempo provai
felicità, vera felicità.
No, non era solo una
sorella….
*
*
*
-Samantha-
Il
giorno prima Cristoph non era venuto con me in biblioteca a studiare,
il perchè
era ovvio: aveva un colloquio con il suo nuovo tutore.
Se
solo Madama Zara non fosse stato un tipo così carismatico
l'avrei odiata per
l'ETERNITA’.
Avevo
passato tutta la notte sveglia, la giornata era passata normalmente, ma
in
biblioteca avevo trovato un biglietto nel libro "ho una sorpresa per
te,
tieni le finestre aperte, non dire a nessuno di questo biglietto. Non
metterti
il pigiama e porta un maglione" la grafia era quella di Cristoph.
La
notte aprii la finestra e misi il maglione, e aspettai sul balcone,
Cristoph
era arrivato e si stava arrampicando, arrivato al mio balcone dissi:
- Che
sorpresa?
Non
rispose, aveva sorriso o me lo ero immaginata?
Mi
prese sulle spalle -incredibile quanto fosse agile e forte per la sua
corporatura- e, passando da un balcone all'altro arrivò alla
scala di
emergenza, qui mi lasciò scendere, salimmo fino all'ultimo
piano, poi, salì in
punta di piedi sulla ringhiera delle scale, e con un salto
salì sul tetto, che
aveva proprio in quel punto uno spiazzo piatto, poi mi
allungò le braccia, e
con un minimo sforzo sollevò anche me, a quel punto avevo
capito cosa voleva
fare, dopodiché dallo spiazzo piatto, salimmo sul tetto vero
e proprio, raggiungendo
la parte più alta, qui ci sedemmo.
Era
una notte magnifica, la visione delle stelle era perfetta; stetti un
momento in
silenzio a pensare, poi dissi:
- Ti
ricordi la prima volta che ti sei arrampicato fino al mio balcone?
- Il
primo temporale...
- Ti
raccontai della mia preoccupazione e della mia paura verso i temporali
e mi
arrabbiai perchè sembrava che tu non mi ascoltassi...
Ricordo
ancora benissimo quel giorno, non era passato più di un mese
dal mio arrivo nel
collegio, ed era previsto un temporale nella notte. Dalla notte in cui
un
gruppo di feroci vampiri massacrò la mia famiglia avevo il
terrore per i
temporali - una volta dopo uno di essi ero arrivata a non mangiare e
non
parlare per giorni- così
raccontai a
Cris la mia preoccupazione ma come al solito lui sembrava distratto
così quella
fu la volta in cui mi arrabbiai tantissimo; la sera mi preparavo al
temporale,
seduta sul letto con la testa tra le ginocchia al petto, aspettavo,
aspettavo
lo scroscio della pioggia, il rumore dei tuoni, i fulmini che
squarciavano il
cielo.
Ero
terrorizzata.
Ad un
certo punto il cielo si illuminò e dopo qualche secondo sentii il tuono e in
sincronia con esso nella
mia mente sentii il
rumore di una porta
sfondata;
allora,
mai per niente al mondo avrei mai potuto solo immaginare CHI o COSA
avesse
sfondato la porta.
Vampiri,
circa sei, al secondo tuono ricordai l'aggressione: prima mio padre,
mia madre
mi nascose nello sgabuzzino, poi presero mio fratello e poi mentre
cercava di
salvarmi mia madre, mio zio e Serena, la donna delle pulizie, sembrava
non si
fossero accorti di me e se ne stavano per andare dalla finestra quando
io
deglutii, ma per un vampiro bastava anche solo quello per scoprire la
presenza
di qualcuno, così tornarono indietro uno di loro mi morse il
collo, un altro un
polso, e si aggiunsero tutti. In quel momento però, quattro
uomini entrarono
dalla porta già sfondata, i vampiri staccarono le loro
labbra dal mio corpo
quasi esangue e si voltarono verso gli uomini, tra di loro
scoppiò una lotta
accesa, in quel momento un rumore di finestre che sbattevano mi
riportò
violentemente alla realtà: Cristoph era arrivato a salvarmi,
era tutto bagnato,
si diresse verso di me. Avevo una lunga ferita che partiva dal polso e
arrivava
fino a poco più in su dal gomito, mi ero tagliata con un
vetro che avevo rotto,
poi tutto andò velocemente, ricordo solo che dopo Cris si
ammalò grazie
all'arrampicata sotto la pioggia, lo andai a trovare in infermeria, e
sforzandosi tantissimo, con voce debole e roca mi chiese:
- Sei
ancora arrabbiata con me?
Non
gli risposi e mi limitai ad abbracciarlo.
Tornai
alla realtà
-
Cris hai notato quanto è cambiato Francis in questi giorni?
Non sembra più lui,
ha conosciuto una ragazza: Mlada Antonov...
era
ovvio che la cronaca rosa non gli interessasse molto.
Cercai
di rimediare il discorso
- Beh
forse non mi darà più fastidio...
mi
guardò con uno sguardo indecifrabile, e sussurrò:
-
Sicuro...
lo
guardai strana, nel suo tono di voce c'era un pizzico di ironia e
continuazione... chissà cosa avrebbe voluto dire.
Sospirai.
-Ricordi
la mia prima cotta?
Ci
pensò un attimo su e sorrise
-
Avevi undici anni mi pare, ti invaghisti di quell'italiano... come si
chiamava?
-
Roberto... era il più bello nella classe, ma era un
fannullone buono a nulla!
- Io
te lo avevo detto che non sarebbe andata bene...
- Mi
arrabbiai tantissimo e dissi che non ti avrei parlato più,
ma non resistetti
più di un giorno...
Rise
sommessamente
Altro
sospiro da parte mia.
Lo
guardai, incredibile quanto sembrasse tranquillo a confronto di tutti
quei
giorni in cui era nervosissimo.
Mi
sembrava impossibile che potesse essere così rilassato, il
mio fratellone, il
mio unico amico e compagno di avventure mi stava per lasciare per
sempre, come
sarebbe stata l'eternità senza di lui?
Non
potevo nemmeno immaginarlo, in fondo la storia del tutore aveva
scombussolato
completamente i miei piani.
Sospirai
per la terza volta.
Cris
mi guardava divertito, troppi sospiri.
Così
fece una cosa che accadeva solo raramente: inizio un discorso di sua
iniziativa.
-Ti
ricordi il S.Valentino di quattro anni fa?
-ODDIO
NON FARMELO RICORDARE!
Per
Cris quel S.Valentino fu magnifico, essendo nato da una famiglia di
modelli
aveva un fisico magnifico e un faccino niente male ed era letteralmente
sommerso dai regali e dalle lettere delle sue innamorate, e ricevette
anche la
lettera dalla ragazza che le piaceva, una certa Hitomi, comunque per me
fu un
disastro, al tempo mi piaceva ancora Roberto, ovviamente pure lui era
sommerso
dalle ammiratrici, io non gli avevo ancora confessato il mio amore, e
avevo
preparato la lettera e tutto quanto, durante il test di scienze, dopo
che ebbi
finito ricontrollai la lettera, quando dovetti consegnare il
test,confusi la
mia lettera con un foglio della verifica, così facendo tutto
frettolosamente
misi nella busta una parte del compito e consegnai la Valentina
al prof,
assieme agli altri fogli.
Corsi
velocementissimamente da Roberto, per consegnargli la mia valentina
prima delle
altre, superai tutte le altre ragazze (correvano anch'esse), e frenai
appena
vidi la faccia di Roberto, il mio atterraggio sul pavimento non fu dei
migliori, e travolsi anche Roberto, che si alzò per primo e
poi aiutò anche me,
così intimidita gli porsi la busta, una folla si era
radunata intorno a noi, la
aprì lentamente, tutti curiosi aspettavano di leggere la
lettera, e quando
videro che al posto del classico bigliettino pieno di parole dolci e
mielose
c'era il compito di scienze, si misero tutti a ridere, Roberto incluso,
volevo
sotterrarmi, poi mi venne in mente un'altra cosa: se il foglio del test
era lì,
la lettera dov'era? così sempre correndo mi diressi verso la
sala professori,
purtroppo la felpa che avevo legato in vita si slegò, cadde
a terra davanti ai
miei piedi, inciampai, i pantaloni si abbassarono, così il
mio sedere fu
esposto alla folla e a Roberto, e soprattutto le mie mutande
personalizzate su
cui avevo scritto Roberto dappertutto...
si
sentirono voci che dicevano cose come
- Ehy
sedere niente male!
-
Guardate le mutande!
e
risate.
Poi
arrivò Cris guardò tutti con sguardo omicida, le
risate e i commenti si
interruppero, mi aiutò ad alzarmi, mi porse la felpa e mi
accompagnò fino alla
sala professori, diedi una breve sbirciata alla sua espressione, ci
potevo
giurare, si stava per mettere a ridere.
Guardai
Cristoph
-
Ammettilo il fatto ti divertiva tanto
-
Forse...
e si
mise a ridere, sempre in modo dignitoso, come solo lui sapeva fare.
Lo
guardai male, ma non riuscii a trattenere le risate.
Così
quella notte ridemmo e ridemmo, dimenticandoci dei nostri problemi e
del nostro
addio incombente.
___RINGRAZIAMENTI___ di Alexis
giunigiu95:
Vero che è triste??? ç____ç Ma
chissà cosa accadrà! Oh oh oh! Ok, basta, se no
dico tutto! Beh, come dice Celia: STAY TUNED! Ciau!
Bene! Ora vi salutiamo! Ciaoooo!!!
PS: commenti, eh! XD
|
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Capitolo 7 *** capitolo 6 ***
Dov’era? Perché non c’era da nessuna
parte? Nella sala comune no, nel cortile no, all’entrata
dell’istituto nemmeno. Dov’era? Dov’era?
Stavo ormai facendo una crisi isterica.
Era partito senza salutarmi. Doveva essere così, altrimenti
sarebbe stato da qualche parte. Ma come poteva aver fatto una cosa del
genere? Non gli interessava proprio nulla di me? Ripensai alla serata
precedente… forse era quello il suo saluto. Scossi la testa,
triste, e alzai gli occhi al soffitto, guardando le coperture antiche,
forse risalenti all’Ottocento. Era meglio tornare nella mia
stanza.
Ripercorsi i corridoi non accorgendomi della persone che mi camminavano
a fianco, contente che quel giorno fosse domenica e che non ci fosse
lezione. Guardai un’ultima volta in alcune sale: la mensa, la
biblioteca… ma nulla. Così mi rassegnai e
rientrai nella camera da letto.
Non appena aprii la porta, però, vidi abiti riposti
disordinatamente sul letto, libri a terra, i miei due peluche sulla
scrivania. Sgranai gli occhi, temendo fosse entrato qualche ladro, ma
poi tornai lucida. Cosa poteva fare un ladro nella mia camera? La
risposta era ovvia: nulla.
Feci qualche passo avanti, superando la porta e chiudendola, notando
che qualche persona stava fissando la stanza scandalizzata da un tale
disordine. Raccolsi qualche libro, riponendolo sulla scrivania e mi
guardai attorno. Ad attirare la mia attenzione fu un grugnito, forse
un’imprecazione, proveniente dalla porta che portava al
bagno. La guardai sentendo che effettivamente c’erano dei
rumori, così mi avvicinai cautamente, pronta a fuggire in
caso di bisogno.
Aprii la porta e la scena che mi si presentò davanti fu
abbastanza comica: Chris mi stava di fronte voltato di spalle con una
gamba tirata su e con il piede appoggiato al muro, mentre
l’altra stava salda a terra e con le mani cercava di chiudere
la cerniere di un borsone che sembrava potesse esplodere da un momento
all’altro. Notai i muscoli delle braccia tesi e non osai
pensare a quanta roba avesse potuto mettere dentro a quella povera
borsa.
-Chris?
Chiesi incredula. Lui si voltò e notai la fronte imperlata
di sudore. In quel momento la felicità prese il posto della
confusione. Scoppiai a ridere.
-Che stai facendo?
Domandai dopo aver ripreso fiato. Lui mi guardò irritato e
mollò la borsa a terra, nell’angolo del bagno.
-Prepara la tua roba.
Rispose solamente uscendo dalla stanza e cominciando a raccogliere
altri indumenti.
-Cosa? Perché?
Chiesi ancora rincorrendolo e bloccandolo giusto in tempo
perché non aprisse il cassetto della biancheria. Insomma,
era imbarazzante!
-Non ti lascio in questo posto da schifo. I moduli sono già
pronti, serve solo la tua conferma e la tua firma.
Subito non capii, ma poi tutto mi diventò chiaro,
cristallino.
-Vengo con te?
Chiesi esitante, sperando che il mio intuito avesse capito giusto. Mi
guardò accennando un sorriso.
-Te l’ho detto, no? Non ti lascio in questo posto da schifo!
Stava per dire altro probabilmente, ma si zittì
all’istante, stupito dalla mia reazione. Gli ero
letteralmente saltata addosso, abbracciandolo per la
felicità. Lui rispose timidamente, cingendomi la schiena con
le braccia.
-Non saprei come fare senza di te…
Sussurrai nel suo petto. In quel momento qualche lacrima mi scese dagli
occhi per la felicità e mi sentii subito stupida, ma lui
sorrise guardando i miei occhi leggermente arrossati.
Asciugò le lacrime con il pollice e subito mi sentii al
settimo cielo, sentendo che per quanto male dovessero andare le cose,
finchè c’era lui al mio fianco sarei riuscita a
superare qualsiasi ostacolo.
-Prepara le tue cose
Disse infine.
-Non toccare nulla tu!
Gli risposi allora sistemando la borsa ormai deformata.
Eravamo di fronte all’entrata dell’istituto con
Madama Zara.
-Sei sicura?
Mi chiese ancora quella, riferendosi al fatto di abbandonare quel
posto. Io annuii ancora. Non ero mai stata più sicura di una
cosa in vita mia. Salutammo con la mano alcuni compagni che si erano
riunita all’entrata.
-Allora direi di andare…
Disse infine aprendo il grande portone.
E da lì cominciò la mia nuova vita, la vita dove
ero certa che Chris ne avrebbe fatto parte.
CELIA:
Dato che siamo delle persone seriamente impegnate (sese) io e ale ci
suddividiamo i compiti:
io mangio i pan di stelle e lei intanto amministra tutto, posta e
tiente tutto in ordine.
Un commento!!
MUAHAHAHAHAHAH SIAMO ONNIPOTENTI MUAHHAHHAHAHAHA E CHI CI BATTE????????
(questo è il momento in cui in genere inizio a bere latte e
saltellare per tutta casa emettendo sonori "muahahaha")
allora... ecco la mia risposta a ciò che dice la prima
commentatrice del capitolo ( sperando che non sia anche l'ultima)
giunigiu95:
Bene!!! sono molto contenta che ti abbia divertito quello che ho
scritto!! Io lo ritenevo un po stupido... comunque anche se Sam
andrà con Cris avrà le sue belle complicazioni...
hehehe!!
Certo che postiamo presto!!! COME DELUDERE LE NOSTRE TANTISSIME
AMMIRATRICI???
MUahahahahahhahahahahahaahhahaahhaa
w chi ci segue!!!!
bribry85:
grazie da parte mie e di Ale , beh hai visto in questo capitolo...
no???
grashie tantissime a chi legge!!! Anche l'unica commentatrice ci da la
forza di continuare.
Anche i pan di stelle.
very very very graz!!
passo e chiudo
CeLiA!
p.s. STAY TUNE!!.
|
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Capitolo 8 *** capitolo 7 ***
Avevamo lasciato
quella stupidissima isola di cui non volevo più sapere
niente, avevamo preso un taxi, siamo arrivati all'aeroporto e poi presi
il secondo volo della mia vita (il primo fu quello di andata) esplodevo
letteralmente di felicità!
Un nuovo mondo si era aperto davanti a me! Mi sembrava incredibile!
Tutti quegli anni costretta a stare su quella stupida isola! Adesso
potevo fare quello che mi pareva... entro certe
limitazioni... ero sempre sotto la custodia di Madama Zara... e si...
forse avevo esagerato un pochino... comunque, fatto sta che eravamo
sempre su un aereo e che stavamo raggiungendo L'EUROPA!!! E ci saremmo
fermati in Francia.
AhAh AhAh ormai non riuscivo quasi più a contenermi...
dovevo saltare ballare urlare gridare cantare!!!
Mi contenni, ma non mi resi conto che stavo stringendo il braccio di
Cris, seduto vicino a me, e che il suo braccio stava diventando
viola... mi arrivò uno sguardo fulminante... risi un
po’ imbarazzata e lasciai il suo braccio, mentre Madama Zara,
davanti a noi ci guardava con aria maliziosa e un sorriso (sempre
malizioso) che cercava di nascondere.
Questo non fuggì a me non fuggì nemmeno a Cris...
che invece di mandarle uno sguardo assassino si limitò a
sospirare.
Finito il viaggio, un gruppo di fattorini ci prese le valige e ci
condusse alla nostra macchina.
- E’ veramente questa???
Gridai euforica, strattonando con una mano il braccio di Cris e con
l'altra indicando la magnifica limousine nera a vetri oscurati ferma
davanti a noi.
Entrammo tutti e tre, e mantenemmo la formazione presa in aereo, io e
Cris vicini (in modo che potessi torturargli il braccio) e Madama Zara
che come al solito ci fissava con quegli occhi resi ormai
delle mezze lune dagli zigomi più tesi che mai.
Ripresero gli attacchi di euforia, le strette eccessive al braccio di
Cris che si era ormai arreso sia alle mie torture che agli sguardi e
risatine maliziose di Madama Zara.
Praticamente io e Zara ridevamo senza un apparente motivo... si era
dimostrata diversa dalla fredda e riservata donna che mi ero immaginata
fosse, era una donna come le altre, un po’ più
strampalata forse.
La parola che stava pensando Cris? Ce l'aveva praticamente scritta
sulla fronte: "Pazze"
Forse anche l'autista lo pensava, ma in qualsiasi modo non lo dava a
vedere; si girò verso di me, riuscii a scorgere un solo
occhio, un occhio di un blu profondissimo, il suo sguardo penetrante mi
fece trasalire. La mia euforia cessò.
I suoi capelli erano del mio stesso colore, un po' mossi, lunghi fino
alle spalle.
Adesso lo stavo fissando, c'era qualcosa di familiare in lui... chiusi
gli occhi e inspirai, odore di vampiro... ma a quanto pare c'era da
fidarsi, perchè Madama Zara non era in stato di allerta.
Mi tranquillizzai subito, e dal sospetto passai alla sorpresa quando
vidi la casa: un’ enorme villa, il giardino era a dir poco un
parco, con il roseto, e tutte le piante addormentate, spoglie .
C’era pure un laghetto il cui strato superficiale era
ghiacciato e da lì si potevano vedere i pesci rossi giocare,
d’altronde quelli il freddo non lo soffrivano …
Il freddo? Beh si gelava … e le mie mani erano tutte
screpolate, mi sarei dovuta comprare dei guanti … un momento
… eravamo a Parigi … capitale della moda Francese
… chi lo dice che mi debba limitare a dei guanti???
HOHOHO
Mi misi d’accordo con Madama, che –ovviamente- non
poteva accompagnarmi essendo troppo occupata con le sue faccende,
così mi presento Claire che fece notare subito una
certa attrazione per Cris –già iniziava a starmi
antipatica- che mi avrebbe guidata per le botique parigine.
Andai a dormire trepidante non prima di aver osservato bene la mia
stanza: anche quella –sempre più ovviamente- era
FANTASTICA.
La mattina dopo mi svegliai sempre più trepidante, decisa a
convincere Cris a venire con noi –non poteva lasciarmi sola
con quella-
Fu una giornata bellissima, comprai un sacco di vestiti sia per me che
per Cris, e con quel nuovo abbigliamento stile skater attirò
l’attenzione di un sacco di ragazze-oche
che facevano a gara per esibirsi o chiedere il numero di cellulare, e
poi alcune arrivavano anche a scattargli fotografie di nascosto, anche
se sicuramente Cris se ne accorse tutte le volte.
Quando tornammo a casa eravamo S-F-I-N-I-T-I.
Mostrai tutti gli acquisti a Madama e poi cedetti alla stanchezza.
____Alexis____
Bonjour!!!! Allora? Che ve ne pare? Oh oh oh! Wow! Quanti commentino!
=) (cioè, sono due, però mica ci lamentiamo! XD)
Bene e ora vi starete chiedendo… chi sarà mai
quel ragazzo dall’occhio blu? (beh, se non ve lo stavate
chiedendo che lo chiederete ora!) Per scoprirlo seguite la storia! ;o)
Ringraziamenti:
giunigiu95:
vero??? XD Quella è la mia parte preferita del capitolo! Fa
tanto il duro e il serio e poi non sa neanche chiudere una borsa! Ma
per fortuna che c’è Sam! Ah! Cosa farebbero i
maschi senza noi donne? XD
bribry85:
Vorrei dirtelo, sul serio! Ma non posso! T_T Io adoro fare spoiler e
rovinare i finali dei libri… però non posso
proprio farlo su una storia mia e di Celia! XD Beh… se vuoi
sapere come andrà a finire basta che leggi…! =)
Ora vi saluto!!!
Salut! XD (W Paris!!!!)
|
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Capitolo 9 *** Capitolo 8 ***
Mi trovavo nella mia stanza, sdraiata
su un comodissimo
letto matrimoniale. Ancora non riuscivo a capacitarmi di essere a
Parigi, la
città dell’amore.
Ero rimasta piuttosto colpita da come
fossero diverse le
cose fuori dal collegio, come fossero diverse le persone. Soprattutto
le
ragazze: oche era dire poco. Non appena Cris passava, subito tutte a
farsi
belle per cercare di attirare la sua attenzione. Sentii la rabbia
invadermi e
subito la felicità fu sostituita da un nuovo sentimento che
sapevo benissimo cos’era:
gelosia.
Mi alzai dal letto, svogliatamente, e
guardai un istante le
coperte rosso ciliegia, per poi osservare il resto della stanza
elegante e
perfettamente in ordine. Se quello era un sogno non volevo
più svegliarmi.
Quella casa, anzi, villa, era
immensa, ma non sapevo per
quanto tempo saremmo rimasti a Parigi.
Uscii dalla camera e scesi una lunga
scalinata, degna di
essere percorsa da bellissime principesse, ma mi bloccai in corridoio,
esattamente di fronte al ritratto di una dama, lontana parente di
Madama Zara.
Sentivo delle voci dalla sala da
pranzo. Una doveva essere
di Madama Zara, mentre l’altra era di un uomo francese. Aveva
una voce dolce e melodiosa.
Non riuscivo a capire chiaramente a
causa della porta in
legno massiccio che attutiva
le voci,
così mi avvicinai, curiosa. Stavano sicuramente discutendo,
ma non ero ancora
in grado di sentire tutto perfettamente e non potevo di certo
avvicinarmi,
altrimenti Madama Zara se ne sarebbe accorta grazie al suo udito fine
di
vampiro.
-Non! C’est
n’en pas question!-(No! E’ fuori
discussione!)
diceva Madama Zara. L’uomo aveva risposto qualcosa,
quasi a volerla
pregare, ma non riuscii a capire esattamente cosa perché una
voce dietro di me
mi distrasse.
-Cristoph?- prima ancora di voltarmi
sentii l’irritazione
crescermi dentro. Odiavo colei che aveva pronunciato quel nome con il
suo
fastidiosissimo accento francese. Mi voltai e guardai la ragazza
perfetta di
fronte a me, che mi guardava con quell’aria da superiore. Il
corpo snello e
slanciato, occhi color del ghiaccio, capelli rossi e lisci, lunghi fino
alla
vita, volto a tratti infantili e pelle color pesca. Faceva schifo da
quanto era
bella.
-Claire…- la salutai,
annoiata, guardando un punto
indefinito a terra. Claire era una di quelle oche che ci provava
spudoratamente
con Cris e lui sembrava anche starci. A quanto avevo capito era la
figlia di
una cameriera a cui Madama Zara teneva particolarmente e quindi
l’avrei
incontrata spesso.
Mi guardò, spazientita, e
incrociò le braccia al petto.
-Où est Cristoph?-
(Dov’è Cristoph?) Era
veramente odiosa.
-Je ne sais
pas!-(Non
so!) risposi maleducatamente, andandomene. Percorsi il lungo corridoio
arredato
con quadri e statue sicuramente di valore, fino ad arrivare alla porta
d’entrata. La aprii ed uscii, trovandomi di fronte il grande
giardino che
precedeva la villa.
Mi guardai attorno, cercando un posto
all’ombra, dove mi
potessi riposare, e vidi Cris sotto una quercia. Mi avvicinai,
soddisfatta di
averlo trovato prima della francesina.
-Ciao- lo salutai, sedendomi accanto
a lui, sull’erba. Lui
alzò la testa, giusto per salutarmi, per poi tornare a
guardare i fili d’erba
con cui giocherellava con le dita.
-Con chi sta parlando Madama Zara?-
chiesi, curiosa. Lo
sentii sospirare accanto a me, e poi mi rispose, impassibile.
-Un uomo che non incontrava da un
po’ di tempo…- non
sembrava molto convinto.
-Cris,
perché menti?-
domandai e lo stupii non poco. Voltò la testa verso di me e
poi, dopo aver
ripreso il controllo, tornò impassibile.
-Perché dovrei mentirti,
Sam?
-Non lo so. Dimmelo tu- ero certa che
mi stesse mentendo.
Era troppo assente e troppo pensieroso, per non parlare del sospiro che
aveva
fatto prima di rispondermi, quasi si aspettasse quella domanda.
-Sam, non essere ridicola! Non ho
alcun motivo per
mentirti!- continuò.
-Cris, non si mente!- non rispose,
così, dopo aver capito
che il nostro dialogo era terminato lì, mi ricordai della
francese.
-La francesina ti cercava. Attento
che non ti violenti!-
dissi seccata. Ero certa che si sarebbe alzato, correndo verso
quell’ochetta,
invece sorrise alla mia battuta, per poi domandarmi:
-Non ti sta simpatica la francesina?
-A te sì?- avevo paura di
sapere la risposta, ma la
curiosità era molto più forte.
E come temevo Cris non rispose. Lo
guardai un’ultima volta
prima di sentire quella voce fastidiosa provenire dalla porta di
entrata.
-Cris!- guardammo Claire in due modi
totalmente differenti:
io irritata e infastidita, lui… non sapevo interpretare il
suo sguardo, ma
decisamente non era felicità quella nei suoi occhi.
Allora capii che qualcosa non andava.
I miei sospetti si accertarono quando
vidi la porta aprirsi
e due occhi blu guardarmi. Non vidi altro perché la figura
di Claire mi impedì
di vedere l’uomo che discuteva con Madama Zara poco prima. Ma
potevo
chiaramente vedere gli occhi di Cris, al mio fianco, che guardava il
sentiero
in sassi che conduceva all’uscita del giardino, con gli occhi
chiusi a due
fessure. E quello sguardo era rivolto all’uomo misterioso.
Ma dove avevo già visto
quegli occhi?
NOuuuu
!
mi
scuso
immensamente per la noiosità del capitolo
mi
dispiace di
avervi delusoo
bribry85:
Sei la
nostra salvezza! Grazie che continui a recensirci (T.T)<-- me
disperata!
sorry se questo capitolo è stato
noioso ma cercherò di rimediare con i prossimi eh beh
ale è mucho mucho più brava di me
(diciamo a mia difesa che ha due anni in più)
ragazzi!
30 visite
Una piccola recensioncina ce la potete lasciare *-* perrrrfavore, solo
per
sentirci più gratificate
comunque
cosa
manca?
ah
si
STAY
TUNED!! (o
tune)
|
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Capitolo 10 *** capitolo 9 ***
Capitolo 11
Quegli occhi
blu, quegli occhi
intensissimi e profondi.
Come un
flashback rividi prima gli
occhi blu del misterioso uomo e poi lo sguardo che Cris gli aveva
rivolto.
Perché
Cris non mi voleva dire la
verità?
Non era mai - o
almeno penso- successo
che mi mentisse per cose di così poco conto.
Quegli occhi.
Li avevo
già visti … feci mente
locale: in collegio impossibile, in nove anni ormai le facce - seppure
le
persone fossero a centinaia- le conoscevo a memoria, magari era di un
passante
per le strade di Parigi, incrociato così, per caso,
d’altronde anche se di un
passante quegli occhi blu elettrico avrebbero saputo catturare la mia
attenzione, ma non era da tanto che eravamo arrivati a Parigi e
camminate non
ne avevamo ancora fatte.
Arrivati?
Certamente!
Adesso mi era venuto in
mente!
L’autista.
E
così era un uomo che Madama Zara
non vedeva da tanto tempo? Beh ammesso che due giorni fosse davvero
tanto
tempo, Cris, comunque, una balla migliore se la poteva inventare, non
era da
lui fare un errore del genere.
Ne ero
già certissima ed adesso
avevo una prova in più: Madama e Cris mi nascondevano
qualcosa.
Perché
mi nascondevano l’identità di
quell’uomo? Dovevo assolutamente scoprire qualcosa, ma non
sapevo da dove
cominciare, forse avrei semplicemente dovuto chiedere a Madama Zara di
spiegarmi tutto, lei non mi avrebbe mentito, magari mi avrebbe detto
che non
avrebbe potuto dirmelo.
Poi pensai a
quello che avevo
sentito: cosa desiderava quell’uomo che Madama non voleva
concedergli?
Che ci fosse di
torno una tresca
amorosa?
Mi diedi un
colpetto sulla testa
solo ad averci pensato: dalla voce si capiva che l’uomo era
molto più giovane
di Madama, anzi magari non era un uomo ma addirittura un ragazzo sulla
ventina.
“Beh
ma l’amore non ha età”, mi diedi
un altro colpetto in testa, non potevo farmi influenzare dalle mie
fantasie da
adolescente.
Ad interrompere
i miei pensieri ci
pensò un secco “toc toc” risposi senza
nemmeno pensarci
- Avanti
Era Cris
- La francesina
mi ha chiesto di
uscire, così pensavo che ti sarebbe piaciuto venire con noi
Perfetto il
traditore alla fine
aveva accettato un suo invito, 1-0 per lei
- No grazie non
mi va
Dissi io
visibilmente infastidita
Poi si
sentì un “ Criiiiis nous
ferons en retard!” (Cris, faremo tardi) in un tono
leggermente irritato
Cris mi rivolse
uno sguardo di
supplica.
Perché
ero così cocciuta? Perché non
mi fidavo di Cris, e soprattutto perché avrei dovuto
“non fidarmi” di lui e
perché sarebbe stato un traditore se fosse uscito con
Claire?
Ricacciai il
piccolo pensiero che si
stava insinuando nella mia testa, e cercai di giustificarmi, ma
così facendo il
piccolo pensiero si faceva più forte, guardai Cris, in
effetti non era proprio
niente male…
COSA AVEVO
APPENA PENSATO??? Sgranai
gli occhi quasi riflessivamente, Cris che ancora attendeva la risposta
con
quello sguardo supplicante che avrebbe intenerito chiunque,
notò la differenza
e assunse un’espressione interrogativa.
Deviai
l’attenzione dalla mia
espressione alla storia di quella stupida uscita e dissi
- Va bene
-Cosa?
- Va bene
verrò con voi
In quel momento
apparve la
gallina, ci
guardava con aria
interrogativa, poi dopo una frazione di secondo capì tutto,
sgranò gli occhi ma
ormai la frittata era fatta.
YUPPIEE!!! Avrei rovinato quello che
l’oca credeva
sarebbe stato un appuntamento romantico.
HAHAHAHAHA uno
pari!
-------------------------------------
Paris Paris
Paris .
Era bellissima!
Ma cosa più bella
ancora, era che nonostante le migliaia di avance e tentativi di flirt
lanciati
da Claire vennero completamente ignorati, finendo in quasi tutte le
situazioni
a fare la terza in comodo e facendo figuracce.
MUAHAHAHAHHAH
sapevo benissimo che
non era quello il tipo di ragazza che piaceva a Cris.
Teoricamente
era un 1-2 ma era
praticamente un 1-1000 … avevo stravinto…
UN
MOMENTO…
Stravinto
cosa????
Ciaooooo!!!
Scusate il ritardo ma abbiamo avuto problemi…
emmm… calo di ispirazione diciamo,
e poi la scuola, i compiti, il latino! T_T Ma ora eccoci qua! Allora,
che ve ne
pare? Chissà cosa succederà con la
francesina… xD
Ringraziamentiii!!
bribry85:
Già… chissà cosa
succederà??? Oh oh oh! Mi sento potente! XD Tu stay
tuneeee!!
A7X:
Grazie… il ragazzo dagli occhi blu??? Mmh…
forse sì, forse no… ti lascio nel dubbio, ok? xD
Beh,
che
dire… mi raccomando RECENSITE PLEASEEEEE!!
Ciaux
Alexis7
|
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Capitolo 11 *** capitolo 10 ***
Stava giungendo
la sera ed eravamo
ancora in giro per Parigi, di fronte alla Tour Eiffel per
l’esattezza.
Sbuffai per
l’ennesima volta in quel
pomeriggio, stanca della voce petulante della francesina.
-Nous allons
à visiter le Louvre?-
(andiamo a visitare il Louvre? ) chiese con quell’accento
francese che
diventava sempre più fastidioso minuto dopo minuto. Capivo
la sua tattica:
aveva capito che facendo l’oca non sarebbe riuscita a sedurre
Cris, così ora
provava a fare l’acculturata, e in effetti mi stupiva, non
credevo sapesse
dell’esistenza di quel museo!
-Andiamo a
casa- dissi stancamente,
mentre sentivo ogni muscolo del mio corpo supplicarmi di sedermi su una
panchina.
-Sei stanca?-
chiese Cris,
guardandomi. Io annuii, facendo ridere la Francesina.
-Déjà?-
chiese fintamente stupita.
La guardai in cagnesco, quando sentii una voce dolce e gentile. Mi
voltai,
cercando il proprietario di quella voce, e me lo ritrovai esattamente
di
fronte.
-Ciao- disse un
ragazzo alto e
biondo, con i capelli biondi “sparati in aria” e
con due grandi occhi azzurri
come il cielo. Non parlava francese, e questo era sicuramente
fantastico. Non
risposi, pensando che stesse parlando con Claire, ma Cris si fece
avanti,
superandomi.
-Sì?-
chiese diffidente. Era davvero
strano in questi giorni. Che fosse effetto di Parigi?
-Avete bisogno
di aiuto?- chiese il
biondo, guardandomi con quelle pietre che si trovava come occhi.
Arrossii,
senza capirne il motivo.
-No, grazie-
rispose freddamente Cris.
-Oh…
beh, io sono Axel- continuò
quell’altro, senza preoccuparsi di infastidire Cris. Sentii
nella sua voce
l’accento francese che ormai cominciavo ad odiare. Axel mi
porse la mano, e io,
dopo un attimo di smarrimento, la strinsi sorridendo.
- Samantha -
dissi a mia volta.
-Enchanté
– disse facendomi
arrossire. Dietro di me Claire si schiarì la voce,
probabilmente infastidita
dal fatto di essere ignorata.
-Allons! -
(andiamo!) disse
irritata. Guardò Axel un istante per poi correre accanto a
Cris e prenderlo a
braccetto. Patetica.
-Andiamo a
casa, Sam. Si sta facendo
tardi.
Disse
quest’ultimo, ignorando la
presenza del nuovo arrivato. Io annuii e salutai Axel imbarazzata, per
poi
seguire Cris e la francesina.
Non appena la
mia schiena sentì la consistenza
morbida del comodo materasso, sentii tutto il corpo rilassarsi.
Sorrisi,
sentendomi finalmente calma. Quel momento era perfetto. Chiusi gli
occhi,
sentendo le palpebre farsi sempre più pesanti, ma qualcuno
irruppe nella mia
stanza in modo tutt’altro che educato. Mi alzai a sedere di
scatto,
infastidita, ma mi ributtai sul letto quando vidi la figura di Cris di
fronte a
me.
-Bonjour! -
dissi annoiata.
-Ciao- disse
solamente, sedendosi
accanto a me.
-Sei nervoso?-
chiesi , voltando la
testa di lato per quanto mi fosse possibile.
-Non mi piace
quell’Axel.- disse
pensieroso e diffidente allo stesso tempo. Mi limitai a scrollare le
spalle,
per nulla interessata all’argomento.
Restammo in
silenzio per un po’, non
sapendo cosa dire.
-E’
bella Parigi - dissi io, infine,
stanca della situazione.
-Sì,
non è male…- si sdraiò anche
lui, accanto a me.
-E la francese?
– chiesi ancora
cercando di essere indifferente, anche se la curiosità mi
logorava.
-E il francese?
– chiese lui a sua
volta. Lo guardai interrogativa.
-Axel? Che
cavolo c’entra? – avevo
alzato il tono della voce, infastidita. Insomma! Axel lo conoscevo a
malapena!
Come poteva farmi certe domande?
-Sam, veramente
non ti sei accorta
di come ti guardava?- sembrava scettico. Scossi la testa. Lui
sospirò,
esasperato.
-Sam sei
terribilmente…- aspettai
con impazienza che terminasse la frase. -…stupida!- disse
infine.
-Cosa?- chiesi
retoricamente. Feci
la faccia imbronciata e incrociai le braccia al petto. –Mi
hai offeso nel
profondo!-, continuai. Lui
in tutta
risposta si voltò dalla mia parte e mi accarezzò
la testa in un gesto fraterno.
-Che scema!
Sorrise e io lo
imitai, voltandomi
di lato. Eravamo uno di fronte all’altro su un comodissimo
letto. Ora
era tutto perfetto.
-Grazie per
avermi portato con te…
Sussurrai,
prima di chiudere gli
occhi e lasciarmi cadere tra le braccia di Morfeo.
Mi svegliai che
era notte fonda, ma
non sapevo l’ora esatta. Sentivo qualcosa di caldo
circondarmi e il dolce e inconfondibile
profumo di Cris invadermi le narici. Aprii gli occhi con fatica,
notando che
c’era veramente lui davanti a me e che le sue braccia
cingevano la mia schiena
avvicinandomi a lui. Subito non feci nulla, ma poi, non appena mi resi
conto
della situazione arrossii di botto. Cercai di allontanarmi senza
svegliarlo ma
sapevo perfettamente che Cris era un tipo che si svegliava anche solo
con un
movimento d’aria, così dopo un tentativo decisi si
starmene buona, tanto sotto
sotto non era così male quella situazione!
Celia:
muahahahah...
grazie bribry85 per il tuo sostegno! sei la nostra unica speranza!
Ale ha appena finito di scrivere il capitolo 15 ... diciamo che abbiamo
barato
U_ù
Credo che aumenteremo il ritmo di produzione (e quando dico "emo,"
intendo solo me perchè per scrivere un capitolo ci metto un
botto di tempo)
bribry85: Eh si Claire ha un ruolo non fondamentale ma è
importante, ci serve una minima competizione con Sam, no?
Chi meglio di una francesina rompiscatole poteva adempiere
perfettamente a questo dovere??? EHHH l'ha inventata Ale... sto
geniaccio...
e adesso rispondo alla persona di cui non vedevo l'ora di rispondere
(scusate un piccolo sfizio)
Kikkiaaa: (ok sono scema, ma chissene! xD)
Ehhh immagino tu sia una persona molto intelligiente e piena di senso
dell'umorismo, mah chissà come continua...
xDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDD
ok adesso mi sono levata sto sfizio e prometto di non farlo
più!
parola di scout, anzi niente scout che mi stanno antipatici...
Stay tune! (o tuned)
|
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Capitolo 12 *** capitolo 11 ***
Mi
svegliai.
Nonostante
avessi la consapevolezza di avere gli occhi aperti, mi sembrava di
stare
sognando, la mia vista era un po annebbiata, sfocata.
Strofinai
le mani sugli occhi.
Cercai di
sedermi sul materasso, ma qualcosa bloccava la mia gamba, e poi, come
un getto
d'acqua ghiacciata, qualcosa mi riportò alla
realtà; mi sentii quasi svenire,
la sua chioma bionda che si era fatta più scura al buio,
Cris...
cercai di
togliere la mia gamba dalla sua sopra la mia, separata solo da una
coperta e
una trapunta, una trapunta rosso sangue.
Riuscii
nel mio intento e scostai, il suo polpaccio dal mio, senza causargli
problemi,
senza svegliarlo o disturbarlo nel sonno.
Ero
seduta, appoggiata alla spalliera del letto a baldacchino in ferro
battuto nero
con la schiena, indossavo solo una maglietta a maniche corte molto
leggera e
dei panta collant, arossii pensando allo stato in cui avevo dormito a
fianco di
Cris; uno spiffero freddo proveniente dalla finestra che era
leggermente aperta,
mi aveva raggiunto e mi era penetrato nella schiena, ebbi un brivido.
Mi alzai
cautamente, e guardai la radiosveglia, l'unico accenno tecnologico
nella stanza
ebano.
Il
contatto con lo spesso scendiletto fu piacevole, e placidamente vi
immersi
letteralmente i piedi.
Il golf
di lana era appesa a una delle quattro stanghe ai quattro lati del
letto, il
lato che volgeva verso
il balcone,
meglio così, ero più vicina alla porta-finestra
da chiudere, che dava sul
roseto, da cui penetrava quel silenzioso, subdolo soffio gelido.
affondai
la mano nella lana del maglione, era uno sfizio, un fuggiasco piacere,
destinato a durare pochi attimi.
La lana
strofinandosi sui miei capelli, li caricò di
elettricità.
Prima di
coprirmela un altro brivido mi percorse la schiena.
Era uno
di quei momenti in cui i miei sensi erano amplificati, così
ne approfittai e
chiusi gli occhi,
inspirai,
e sentii chiaramente il profumo di Chris, misto a... erba appena
tagliata...
e... mi concentrai... un accenno di sudore... legno... lana... shampoo,
poi mi
concentrai sui suoni, il leggero sbuffare di Chris, il leggero fruscio
delle
ante della porta-finestra che cozzavano dolcemente tra di loro, un...
chiacchericcio... in tono familiare... chi parlava a quell'ora? Mi
concentrai
meglio, erano chiaramente due voci maschili, parlavano francese, ma il
loro
accento... non lo era... o almeno non quello di tutti e due, due
ragazzi,
giovani, senza dubbio... la mia età? Una delle voci era
familiare; cosa
negativa, quando i miei sensi erano alterati le sensazioni e i ricordi
di
quando di ero normale erano offuscati, intelleggibili, e stessa cosa
anche al contrario,
solo che da quando ero normale a quando invece i miei sensi si
alteravano non
riuscivo a "mettere a fuoco", non si può pretendere di
fotografare
una mosca in volo con la fotocamera del cellulare.
Aprii gli
occhi, le pupille decisamente piccole, e andai verso la porta-finestra
aperta,
come misi la mano sulla maniglia vidi due teste spuntare dai cespugli,
una
bionda e una castana, riuscii a riconoscere i ciuffi biondi e ingellati
disordinatamente della testa di uno dei due ragazzi, sul mio volto si
fece
strada un largo sorriso, era Axel, il ragazzo del giorno prima.
Solo con
la mia super vista potei "assaporare" meglio i suoi lineamenti, erano
dolci, come quelli di un bambino, e paffuti, poi passai agli occhi, due
acquamarine purissime, di un azzurro incredibilmente pulito e profondo,
e la
bocca, la bocca era una mezzaluna con le punte all'insù, il
ragazzo -Axel-
Guardò dalla mia parte, e mi fece "ciao" con la mano,
contraccambiai,
sorridendo anche io, anche l'altro ragazzo, quello castano, mi rivolse
uno
sguardo e quando i miei occhi incrociarono i suoi color nocciola,
arrossì,
diventando perfino più rosso di come era già, e
abbassò lo sguardo.
Axel
nonostante il freddo era in canottiera, ed era anche sudato, alla
flebile luce
del sole che stava iniziando a sorgere si vedevano i suoi muscoli
tonici
scintillare al minimo movimento, le sue guance erano rossissime, forse
per lo
sforzo, forse per il freddo.
Il
castano invece indossava una felpa larga a maniche lunghe, e si
intravedeva
solo il polso, tremava evidentemente di freddo.
Avvertii
l'instinto di uscire sul terrazzino e chiudere la finestra alle mie
spalle, ma
i miei piedi rimasero piantati per terra.
Mi girai,
Cris era sveglio, seduto sul letto, e mi guardava male, anzi non
guardava me,
il suo sguardo penetrava fino a dietro il vetro della finestra, fino ai
cespugli, fino ai suoi occhi acquamarina.
Poi il
suo sguardo si spostò su di me, si mise una mano nei capelli
disordinati, si
alzò goffamente - non poteva essere sempre perfetto, anche
appena sveglio- e
senza nemmeno più guardarmi uscì dalla stanza e
mi lasciò lì, apparentemente da
sola, i miei sensi tornarono inalterati, cercai di ricordarmi il volto
di Axel
nei minimi particolari, ma riuscii a ricordarmi solo le impressioni che
aveva
suscitato in me.
Axel!
Rivolsi
uno sguardo alla finestra, e fui felice di rivederlo lì al
suo posto, vicino al
cespuglio.
Perchè
era lì, assieme al suo amico, più carino e dolce
che mai?
Spalancai
gli occhi e scesi in cucina per una colazione.
Perchè
ne
ero sicura, anche se erano le sei e un quarto non sarei riuscita a
riaddormentarmi.
In uno
stato di semi-tranche scesi la rampa di scale a sinistra - mi sono
sempre
chiesta a cosa servissero due rampe di scale, ma poi ho scoperto che
era tutto
a scopo decorativo - e andai a mangiare direttamente in cucina.
La cucina
era una grande stanza, con una parete arrotondata, con una serie di
finestre
alte circa dal mio ginocchia fin sopra alla mia testa, interrotta solo
da una
porta scorrevole trasparente alta tutta la parete , che dava su una
piscina,
provvista di scivolo e trampolino.
Rabbrividii
al solo pensiero di quanto potesse essere fredda l'acqua in quel
momento.
Presi due
fette già tostate dal dispenser e ci spalmai del burro e
della marmellata e
iniziai a mangiare e sorseggiare the alla vaniglia sovrappensiero.
Qualcuno
bussò alla finestra, mi girai e divenni rossa come un
peperone: era Axel con il
castano.
- Ciao!
Disse con
un magnifico stampato in faccia, l'altro mi saluto più
sommessamente, anche lui
con un sorriso ma molto più timido.
-
Così tu
abiti qui? Non male...
gli
rivolsi un sorrisetto poco convincente.
-
Così
pare... ma... tu? Insomma... che ci fai qui?
oddio
così sembrava che non gradissi la sua presenza, mentre lui
era stato così
carino con me, e ancora mi sorrideva rassicurante
- Cosa
c'è non mi vuoi qui?
mi fece
la linguaccia, il castano si stupì della sua impertinenza e
gli diede una
gomitata.
- Questo
è mio fratello gemello, Alex.
Gemelli
eterozigoti, non erano simili, ma avevano qualche somiglianza, come la
dolcezza
dei loro visi e la forma degli occhi.
- Un
momento... Alex e Axel?????
oddio
come mi era uscito fuori??? Ma avevo bisogno di spezzare il silenzio...
- I
nostri genitori non avevano senso dell'humor
Si
sentì
un urlo, un rimprovero, in francese, di cui non riuscii a cogliere il
significato
-
Adesso... dobbiamo proprio andarcene
disse
timidamente Alexe sparirono dalla porta di vetro, dirigendosi verso il
roseto
di fronte alla mia stanza.
Mi
diressi verso la biblioteca, presi un libro a caso, un manuale di
qualcosa, che
iniziai a leggere senza cogliere il significato, lo portai in stanza,
mi
sdraiai sul letto e accesi l'abat-jour, perdendo lo sguardo
nell'intricata
fantasia art nouveau dipinta a mano, di nero.
Mi
addormentai e sognai, i sogni vennero persi due ore dopo quando alle
nove e
mezza circa il sole entrò prepotentemente dalla finestra,
disturbandomi, anche
se avevo già fatto colazione, forse per abitudine scesi in
cucina dove trovai
Madama Zara con Axel e Alex.
-
Bonjour mon amour! Come hai dormito?
Era
stranamente di buon umore, era normale che usasse termini affettuosi
con me ma
non si era mai spinta a tanto.
- Ti
presento Axel e Alex, Alex, Axel questa è Samantha, i nostri
nuovi giardinieri,
figli di amici, ci daranno una mano a tenere il giardino e staranno qui
per un
po, anche Claire si fermerà, adesso devo uscire! Ma tanto so
che ti lascio in
buone mani!
E fece un
occhiolino ai due ragazzi.
Poi
scorsi attraverso le porte aperte Madama e Cris uscire, tutti
infagottati, a
prova di bufera.
- Bene
noi andiamo a fare la doccia!
disse
Axel, poi lui e Alex si diresseo verso le due rampe di scale, uno prese
quella
di destra e uno quella di sinstra.
Che
strana coppia, pensai, così diversi.
Insomma,
uno era biondo occhi azzurri, pelle rosa chiara, l'altro castano occhi
nocciola, con la pelle leggermente più scura, tendente al
caramello, eppure nel
fisico e nei tratti si notava la parentela.
Presi un
altro libro dalla biblioteca, un fantasy e iniziai a leggere
---
-Ciao!
disse una
voce maschile prendendomi alla sprovvista, feci un salto sulla sedia
- Eh!
Axel si
mise a ridere, mi voltai, era in pantaloni, petto nudo e i capelli
bagnati
erano appiccicati alla testa
- Axel!
Ti sembra il modo di scorrazzare per la casa!
Alex,
vestito, lo rincorse con una t-shirt e un phon in mano, e Axel scappava.
-
Fermati!
poi si
accorse di me e si fece piccolo piccolo, arrossì.
- Ahm
scusalo... è sempre stato così anche da piccolo,
non cambierà mai...
intanto
Axel si tirò giù i pantaloni, mostrando i suoi
boxer bianchi, e si schiaffeggiò
il sedere in segno di scherno.
Alex
arrossì, e inizio a inseguirlo con una faccia, non
arrabbiata, indemoniata.
Mi
uscì
un risolino, e a quel punto la loro corsa intorno al tavolone rotondo
si fermò
-
Guardiamo un film!
Se ne
uscì Axel.
Eravamo
seduti sul divano bianco, io al centro e alla mia destra avevo Axel che
aveva
spudoratamente allungato la mano e con il braccio mi cingeva la spalla,
Alex
invece -alla mia sinistra- era seduto compostamente, si vergognava per
la
spudorata mossa di suo fratello, ed era a braccia incrociate e testa
bassa.
Era un
film commovente, io e Alex ci mettemmo a piangere
-
Pappamolle
disse
Axel ad Alex
diedi una
pacca sulla spalla ad Alex, poi il rumore di un motore, che poi si
arrestò ci
segnalò il rientro di Madama e Cris.
-----
* Zara *
- Fammela
almeno conoscere, falle sapere che esiste
- Tutto a
tempo debito, mon coeur, lo sai sei come un figlio per me non ti voglio
rendere
infelice. Per favore porta pazienza e non fare nulla di avventato
- Madame
la mia pazienza non è infinita, quanto devo ancora aspettare?
- Dammi
qualche giorno, al massimo una settimana
Com'era
successo che adesso i patti li stabiliva lui? L'avevo istruito bene.
Poi scesi
dalla macchina, raggiunsi Claire e Cris che aveva la piccola palla di
pelo in
braccio.
-----
*Samantha*
A Cris
non piaceva Axel, Oh no se non gli piaceva.
Cosa
dovevo fare?
Rimanere
seduta sul divano con i due gemelli o alzarmi e fare finta che niente
fosse
accaduto?
Decisi di
rimanere seduta, tra l'altro non me la sentivo proprio di staccarmi dal
divano,
il mio fondoschiena mi supplicava di rimanerci seduta.
D'altronde
chi era Cris per decidere con chi dovevo stare?
Poi Cris
fece il suo ingresso nella stanza, sorrideva? poi come ci rivolse lo
sguardo la
sua espressione si fece seria, Axel
e
Alex che stavano litigando si zittirono, e io, per un qualche riflesso
mi alzai
in piedi, ero impietrita, al fianco di Cris c'era Claire con un
sorrisetto,
che, chissà perchè, risultava veramente
antipatico, come se avessero appena
finito di ridere per una battuta.
Poi mi
accorsi che tra le mani di Cris c'era qualcosa che si muoveva, anzi si
dimenava, un... animale? Sembrava un cane... Aveva delle orecchie
enormi, più
grandi della stessa faccia, il pelo bianco-biondiccio, il muso era
lungo e il
naso piccolino;come mi vide si quietò, mi iniziò
a squadrare con i suoi due
enormi occhi neri e brillanti. Silenzio. Imbarazzante.
Nella
stanza irruppe M.ma Zara, che spezzò ogni taboo.
- Bonjour
mon chere!
Mi disse
quasi ignorando tutte le persone intorno a me.
- Ti
starai chiedendo cos'è questo splondido animaletto!
E prese
in mano il poveretto sempre più spaventato
- Cara,
questo è un fennec, una volpe del deserto. Che animale
interessonte!
poi mise
le dita in bocca al fennec, aprendogli la bocca, mostrandomi i suoi
denti.
I suoi
canini erano troppo lunghi anche per un carnivoro, un brivido mi stava
percorrendo la schiena.
-
Purtroppo, certi vampiri hanno voglia di continue scoperte, senza aver
paura di
superare il confine. La triste storia del nostro piccolo amico ne
è un esempio.
L'abbiamo sequestrato in un laboratorio,dei pazzi vampiri-scienziati lo
hanno
morso. E' in stato di trasformazione, bisogna dedicargli piu cure
possibili,
Sam conto su di te.
E mi
diede in braccio il piccoletto che aveva una faccia molto stanca,
cercai di
farlo stare più comodo possibile.
Alex ne
era innamorato e gli faceva complimenti dandogli nomignoli e
parlandogli con un
tono di voce sdolcinato.
Claire lo
detestava, diceva di essere allergica a ogni tipo di animale.
Cris era
indifferente, anche se qualche volta allungava la mano e gli grattava
il
pancino, lui dava segno di apprezzare.
Axel non
vedeva l'ora di torturarlo.
- Come lo
chiamiomo?
disse
M.ma
- Maschio
o femmina?
disse
Cris
- Femmina
- Che ne
dite di Fox?
dissi io.
E
così
fu.
Portai
Fox nella mia stanza, presi una coperta morbidissima, la piegai in
quattro e vi
misi sopra il cucciolo, che si addormentò.
Rimasi
incantata e affascinata a guardarlo.
Era ora
di pranzo, gli umani mangiarono, e Madama bevve del sangue di animale,
in una
coppa d'argento, molto discretamente, come suo solito.
Di cosa
si sarebbe cibato il piccolo una volta trasformato, sangue umano?
Rabbrividii
al pensiero.
Non
mangiai tutta la mia carne, e ne misi un po in un fazzoleto, agli occhi
di Fox
di sicuro la carne sarebbe stata più ghiotta del cibo in
scatola.
Appena
sveglio gli diedi da mangiare, il cibo in scatola non lo
considerò nemmeno.
Finito il
pranzo iniziò a fissarmi, lo presi tra le mie braccia e
facendo tutto con
prudenza, scendendo le scale con movimenti dolci e stando attenta a non
dargli
scossoni, lo portai in giardino, per fargli fare una passeggiata,
dimostrava di
amare il roseto, sbranando una povera rosa.
Buonaseraaaaaa!!!
Allora?
Com’era questo capitolo?
L’idea del fennec l’ha avuta Celia,
perché io sinceramente neanche sapevo della
sua esistenza… fortuna che c’è lei!
Questa
volta non siamo tanto in
ritardo, no? Cioè, siamo lente ad aggiornare,
però cercate di capire… la scuola
rompe!!! XD
Ringraziamenti!!!
Anzi,
ringraziamento.. (T_T)
bribry85:
Allora…. Vorrei fare una scenata per ringraziarti ma mi
conterrò… insomma, un
po’ di contegno!!! (siamo persone serie io e Celia anche se
non sembra! U_U) Grazie
per il commento e comunque tranquilla… la francesina non sta
simpatica neanche
a noi… ^_-
Bene,
che dire? Dopo la lunga
lista di ringraziamenti (…) vi saluto!
Al
prossimo capitolo e se volete
recensite pure, mica vi mangiamo! xD
Stay
tuned!!!
|
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Capitolo 13 *** capitolo 12 ***
Stavo
leggendo un libro trovato in uno scaffale della vecchia ed elegante
libreria
posta nella sala. Leggere era per modo di dire, naturalmente,
perché avevo
mille pensieri per la testa: Fox che combinava guai ogni secondo, la Francesina
che si
lamentava con quella sua voce stridula, Axel e Alex che correvano in
giro per
la villa, rincorrendosi e facendo più confusione del piccolo
fennec, ma il
problema principale era Cris. Non sapevo cosa gli prendesse, ma era
sempre…
irritato! Da quando i due gemelli erano arrivati alla villa lui non
faceva
altro che stare zitto e impassibile, quasi fosse infastidito! Non si
era mai
comportato così prima d’ora e non sapevo davvero
come prenderlo… a complicare
tutto poi c’era Claire che non lo mollava un momento e mi
impediva di riuscire
a parlargli! La odiavo!
Ero ormai a
metà facciata della stessa pagina da qualche minuto, mentre
cercavo di
concentrarmi, rileggendo più e più volte la
piccola frase che sembrava tanto
complessa. Solo quando riuscii nell’intento mi accorsi che la
frase non era per
nulla complicata, anzi! Forse non era giornata per leggere.
Sentii un
mugolio provenire dal pavimento, ai piedi del letto, o meglio da Fox
che si
trovava ai piedi del letto. Mi sporsi, gettando il libro, in modo
tutt’altro
che gentile, a terra, e guardai l’animale sorridente. I suoi
occhi simili a
quelli di un cerbiatto mi guardavano quasi supplicanti, mentre i resti
di un
pupazzo si trovavano intorno a lui.
-Fox!
Guarda cosa combini!- gli dissi con tono di rimprovero, anche se non
ero
affatto arrabbiata. Lui mi leccò la faccia, cercando di
arrampicarsi sul letto,
ma riuscendo solo a graffiare la spalliera. Lo presi con le mani,
alzandolo da
terra e portandolo a pochi centimetri dal mio volto. Era terribilmente
adorabile. Gli baciai il naso, per poi appoggiarlo sul letto e
cominciare ad
accarezzargli la testolina.
-Sam!
Cavolo! Apri la porta!- qualcuno mi stava chiamando, e sembrava
piuttosto
nervoso.
Mi
strofinai gli occhi, accorgendomi solo in quel momento che mi ero
addormentata
come un pesce lesso!
-Adesso-
dissi stancamente, mettendo di lato Fox e alzandomi di malavoglia da
quel
comodo letto, che sembrava pregarmi di stare lì con lui.
Aprii la porta e mi
trovai di fronte un Axel alquanto arrabbiato e con la mano arrossata,
forse per
il troppo bussare.
-Che
c’è?-
chiesi guardandolo infastidita. Stavo sognando qualcosa di bello, ma
non
ricordavo cosa.
-Che fine
avevi fatto? Era da un quarto d’ora che ti chiamavo!-
esclamò lui.
-Stavo
dormendo!- gli risposi, sottintendendo che mi aveva disturbato.
-Beh, ora
svegliati! Claire e Cris stavano uscendo, e allora io, da bravo amico
quale
sono, sono venuto a svegliarti per chiederti se volevi venire! Sai, ci
siamo
aggregati dietro, non credo gli dispiaccia!- scrollò le
spalle e subito mi
accorsi di quanto fosse stupido! Come faceva a non essersi accorto che
Claire
voleva uscire solo con Cris? Beh,
di
sicuro non avrei rinunciato, magari sarei riuscita a scambiare qualche
parola
con Cris, che si stava allontanando da me a vista d’occhio.
-Va bene!-
dissi infine, dopo una breve riflessione. Fox era già al mio
fianco e mi
guardava contento, quasi avesse capito che saremmo usciti.
Scendemmo
le scale insieme, con Fox davanti, agitato e impaziente.
-Scusate il
ritardo!- esclamò Axel, una volta arrivati di fronte agli
altri. Alex si era
chinato per accarezzare Fox, mentre Claire stava attaccata al braccio
di un
Cris irritato, come sempre del resto. Lo guardai un istante,
accorgendomi che
era da parecchio tempo che non mi rispecchiavo in quegli occhi color
del cielo.
Anche lui mi aveva guardato, ma non al solito modo, anzi.
Sembrava… arrabbiato.
Strano, non mi ricordavo di aver fatto qualcosa che potesse farlo anche
solamente innervosire. Cercai dentro i suoi occhi il perché
del suo comportamento,
ma il nostro contatto visivo si interruppe a causa della francesina che
aveva
strattonato Cris, tirandolo, nel vero senso della parola, fuori dalla
villa.
Abbassai gli occhi, guardando Fox prima che anche lui uscisse.
Proprio non
lo capivo, e questo mi faceva stare male.
-Ici! Ici!-
gridava Claire, strattonando Cris che sembrava impassibile.
-Non si
può
rallentare?- chiese sfinito Alex, mentre rallentava
l’andatura.
-Concordo
con il mio fratello per nulla sportivo!- disse a sua volta Axel, mentre
si
teneva la mano nella milza con il fiatone. In effetti anche io ero
abbastanza
stanca e anche Claire, nonostante trascinasse Cris da una parte
all’altra,
quasi a volerci perdere. Cris invece, sembrava del tutto in forma,
esattamente
come Fox. Ma lui era sempre stato un tipo sportivo!
-Andiamo in
quel bar là!- esclamò la francese trascinando
come sempre il povero Cris, che
restava comunque impassibile. Al di là della strada
c’era un piccolo locale
frequentato da qualche ragazzo, molto accogliente. C’era una
grande vetrata che
illuminava tutto, e un grande bancone in legno chiaro con qualche
sgabello.
Alcuni tavolini con le sedie e panche imbottite quasi tutti occupati.
Fortunatamente c’era in un angolo un tavolino ancora libero,
per sei persone.
Ci catapultammo (e non per modo di dire) sulle sedie in fretta e furia
per
paura che qualcuno potesse essere più veloce di noi. Eravamo veramente stanchi! Ero
seduta nella panca che
affiancava il muro con Axel, mentre di fronte avevo Cris che sembrava
molto
preso dal menù. Lo guardai in cagnesco, capendo che stava
leggendo
appositamente per evitare il mio sguardo. Sentii una rabbia crescermi
dentro,
soprattutto perché non potevo parlargli, ma cercai di non
mostrare le mie
emozioni, prendendo anch’io il menù e accavallando
le gambe, facendo sbattere, accidentalmente,
il mio piede contro la
sua gamba abbastanza forte. Alzai la testa dal fascicoletto sottile,
per vedere
la sua reazione, ma nulla! Incredibile! Ero certa che il giorno dopo
gli
sarebbe venuta una botta nera… chiunque avrebbe reagito! Ma
che gli avevo
fatto?
Poi lo vidi
alzarsi improvvisamente, e incamminarsi verso un corridoio che doveva
portare
al bagno. Se mi fossi alzata anch’io tutti avrebbero capito
che lo seguivo ma…
il mio corpo non seguì il mio cervello e si alzò,
senza che lo avessi deciso.
Mi ritrovai lo sguardo di tutti addosso, ma li ignorai, incamminandomi
per quel
corridoio piccolo e stretto. Vidi la porta che conduceva al bagno degli
uomini
e feci per avvicinarmi, ma poi mi ricordai di essere una femmina e
indietreggiai, imbarazzata.
Attesi
appoggiata al muro, guardandomi intorno e sperando che qualcuno non mi
avesse
seguito. Da qui Axel e gli altri non mi vedevano perché un
angolo bloccava la
vista, quindi nessuno avrebbe potuto disturbarci finalmente.
Dopo
qualche attimo la porta di fronte a me si aprì e vidi uscire
Cris, che mi
guardò stupito non appena si accorse di me. Guardai i suoi
occhi, che subito
tornarono impassibili.
-Che ci fai
qua, Sam?- mi chiese. Mi accorsi solo allora di quanto mi fosse mancata
la sua
voce, quando parlava rivolto a me e non a quell’oca di
francese.
-Posso
parlarti?- chiesi, anche se sapevamo entrambi che quella non era una
richiesta
perché io avrei fatto ciò che dovevo fare, con o
senza il suo permesso. Fece un
cenno con la testa e io mi guardai attorno, quasi in modo circospetto.
-Non qua-
sospirò e mi prese il polso in modo tutt’altro che
gentile e mi portò dentro il
bagno delle donne.
-Che fai?
Sei stupido? Aspetta!- sperai che non ci fosse nessuno e
così fu. Chiuse la
porta a chiave e poi si voltò a guardarmi, sempre con quello
sguardo che
sembrava tanto lontano. Presi un profondo respiro e lo guardai negli
occhi,
determinata.
-Che hai?-
gli chiesi diretta senza troppi giri di parole. Sorrise, quasi a
volermi
prendere in giro.
-Niente-
disse solamente.
-Certo! E a
me sta simpatica Claire!- gli risposi sarcasticamente, innervosendomi.
Credeva
sul serio che non me ne fossi accorta?
-Sul serio?
Ma dai! Io avrei detto il contrario!- aveva sempre quel sorriao e un
ciuffo di
capelli gli copriva un occhio. Sbuffai, passandomi una mano tra i
capelli,
esasperata. Era impossibile a volte parlare con Cris!
-Senti, mi
puoi dire che ti ho fatto?-
-Sam, sei
paranoica…- si appoggiò al muro incrociando le
braccia al petto.
-Cris,
credo di conoscerti da abbastanza tempo per poter capire quando sei
arrabbiato
con qualcuno!- esclamai alzando leggermente la voce. Lo vidi
avvicinarsi,
guardandomi negli occhi e non distogliendo mai lo sguardo. Stranamente
fui io a
rompere il contatto per prima, nonostante amassi guardare i suoi occhi,
in quel
momento volevo solo fuggire da quello sguardo.
Era a poche
spanne da me, quando si fermò.
-Credi sul
serio di conoscermi?- sussurrò. Quasi mi fu difficile
sentirlo. Alzai la testa,
stupita e ferita da quelle parole. Ma che aveva?
–Sam… senza offesa ma tu non
conosci neppure te stessa… non credo che tu sia la persona
giusta per dire di
conoscermi fino in fondo.- sospirai, cercando di non mostrare
ciò che provavo
in quel momento, gli occhi mi bruciavano ma non volevo piangere davanti
a lui,
non in quel momento.
-Forse hai
ragione… forse era meglio se fossi rimasta al collegio.
Forse sarei riuscita a
ricordarti per il Cris che conoscevo un tempo, quello che conoscevo
veramente…-
sussurrai il tutto, quasi non riuscii a sentirmi nemmeno io, ma lui
sì.
Nonostante questo, però, non fece una piega. Non
cambiò il suo sguardo e
nemmeno la sua espressione. Possibile che voleva anche lui che io fossi
rimasta
al collegio?
-Andiamo.
Gli altri si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto- dissi infine,
capendo
che non avrei concluso nulla. Lui alzò la mano, quasi a
volermi accarezzare la
guancia, ma non fece nulla. La lasciò sospesa a
mezza’aria e poi si voltò, non
dicendo nulla.
Era sera ed
ero sul mio letto con la porta chiusa. Avevo la testa coperta dal
cuscino
morbido, che serviva per soffocare i singhiozzi. Fox accanto a me
piangeva,
triste che io fossi triste. ma perché era successo questo?
Doveva tutto andare
per il meglio! Dannazione! Perché cavolo Cris è
cambiato in quel modo? Queste
domande non ebbero risposta, non quella sera almeno, perché
ben presto caddi
tra le braccia di Morfeo, stanca di tutto quello che stava accadendo.
Ripensai,
prima di chiudere gli occhi, alla mia famiglia: mi aveva abbandonata.
Pensai a
Cris, la mia nuova famiglia: lui mi stava abbandonando.
Sorrisi
tristemente, prima di addormentarmi.
eccumiii
a commentare un altro nostro splendidissimo
capitolo scritto dal genio che sono io.
come
al solito i nostri ammiratori sono troppi, ci
soffocano commentano troppo e per noi è impossibile
rispondere a tutti... così
risponderò solo a un/una sorteggiato/a a caso...
*rullo di tamburi*
AND THE WINNER IS
Bribry85!
bribry85:
cara bry, posso chiamarti bry vero? pensa a
quanto sei fortunata: tra tutti sei uscita solo tu, comunque posso
dirtelo,mi
dispiace ma Claire (alias "la francesina) non sparisce devi aspettare
ancora un po di capitoli... e sì! molto simpatici i due
gemelli... soprattutto
carini... un po infantili ma a noi piacciono così? vero?
Io
e Ale siamo felici di ricambiare il tuo saluto, e di
vedere che ogni volta che postiamo hai la pazienza di seguirci e
recensirci!
come
vedi il capitolo è arrivato... e baci!
...
credevi
avessi finito?
Stay
tuned!
(adesso
possiamo dire
che abbiamo veramente finito)
|
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Capitolo 14 *** capitolo 13 ***
Quella
mattina non avevo voglia di alzarmi,
proprio no. Mi sentivo così bene sotto le coperte,
così lontana da tutto e da
tutti… sospirai, pensando a come sarebbe stata quella
giornata: mi sarei
alzata, avrei visto Cris con quella,
avrei parlato con Axel e Alex e avrei giocato con Fox. Fantastico!
Proprio
divertente. Mi rigirai sul letto, leggendo l’ora alla
radiosveglia. Erano le
11.00. era meglio alzarsi.
Quando
mi scoprii dalle coperte sentii
l’aria della stanza invadermi, facendomi rabbrividire.
Sentivo dei rumori fuori
dalla stanza. Qualcuno urlava con voce stridula… Claire. E
poi dei tonfi.
Rivolsi un istante lo sguardo alla cesta dove solitamente dormiva Fox e
quasi
non mi accorsi che era vuota, da quanto ero assonnata. Strabuzzai gli
occhi,
associando le urla e i tonfi a un’immagine che non suggeriva
nulla di buono.
Corsi fuori aprendo la porta violentemente e corsi per il lungo
corridoio,
avvicinandomi passo dopo passo alla stanza da cui provenivano i rumori:
la
stanza di Claire. Impallidii non appena vidi l’immagine della
mia mente
avverarsi: libri (che dovevano essere là solo per bellezza
perché non ero
sicura che una come Claire sapesse ricordarsi ventuno lettere)gettati a
terra e
mezzi mangiati, vestiti firmati graffiati e il resto della camera tutta
sottosopra. Subito mi spuntò un sorriso che nascosi
prontamente non appena
Claire si voltò a guardarmi, arrabbiata, anzi, infuriata.
-Portati
via il tuo cane!-
Urlò
con quella voce stridula che aveva
quando era arrabbiata. C’era anche Cris che guardava la scena
impassibile.
-Fox!
A cuccia!-
Cercai
di assumere una voce arrabbiata, in
modo che la francesina non pensasse che quella fosse opera mia, ma
dentro di me
esultavo, divertita dalla situazione e dall’intelligenza del
piccolo fennec. Fox
si avvicinò a me e poi si mise a cuccia, come gli avevo
ordinato. Lo presi in
braccio, non guardando neppure una volta Cris. Lui ignorava me?
Perfetto! Io
ignoravo lui. Me ne uscii senza dire nulla, inondando Fox di coccole.
Mi
piaceva quell’animale! Era intelligente!
Scesi
in cucina, ricordandomi
improvvisamente dei due gemelli. Alla fine Axel si era slogato una
caviglia e
Alex aveva preso qualche botta e si era fatto male ad un polso.
Li
trovai in salotto, seduti sul grande
divano, anche quello rosso come il sangue, che discutevano come sempre.
Quel
loro dialogo si poteva riassumere con un susseguirsi infinito di no e
sì, al
quale nessuno voleva cedere.
-No-
-Sì-
-No-
-Sì-
…
Li
guardai per qualche minuto ma quelli non
parvero accorgersi della mia presenza. Decisi di schiarirmi la voce,
per
attirare l’attenzione, ma niente. Quei due erano talmente
presi dal loro
battibecco che probabilmente neppure la fine del mondo li avrebbe
potuti
distrarre.
-Come
va?- dissi allora. Solo al suono
della mia voce i gemelli si degnarono di guardarmi.
-Ciao
Sammy!- esclamò contento Axel, mentre
Alex bisbigliava un –Ciao- piuttosto timido.
-Mi
dispiace per quello che vi è successo…-
mi scusai a nome di Fox, che si era già fatto perdonare
mettendo sotto sopra la
camera di Claire.
-Tranquilla!
Una giornata e passa!- mi
rassicurò Axel, ridendo.
-Però…
se proprio ti vuoi far perdonare…-
mi guardò con occhi che dovevano essere dolci ma che a me
sembravano solo occhi
che cercavano di fare il cucciolo bastonato. –Vai a prenderci
dei marsh mellow
e delle tavolette di cioccolata… sai, dobbiamo
nutrirci…- disse.
-Magari
anche gelato- suggerì Alex che fino
a quel momento era stato zitto. Li guardai con gli occhi chiusi a due
fessure,
fingendomi irritata.
-Approfittatori-
dissi, prima di appoggiare
Fox sul pavimento e tornare in camera a passo spedito per cambiarmi e
uscire.
Le
strade quel giorno erano piene, forse c’era mercato in
piazza…
Stavo
andando al supermercato per comprare
le varie schifezze, nemiche acerrime di noi ragazze, quando una coppia
di
ragazze piuttosto… appariscenti, attirò la mia
attenzione. Stavano nel mezzo
della stradicciola, a raccogliere della frutta con in mano un sacchetto
rotto
nel fondo. Ridevano prendevano le mele e le arance e cercavano di
tenerle in
mano, e sembrava che quella fosse la cosa più divertente del
mondo. In effetti
la scena era divertente, ma da vedere, non di certo da subire!
-Siamo
sceme!- diceva quella bionda,
addobbata quasi come un albero di Natale di accessori, dalla testa ai
piedi. Colori
accesi, orecchini e braccialetti, cintura…
-Cambia
soggetto! Tu hai fatto rompere il
sacchetto e tu avevi in mano la
spesa! In poche parole tu sei
scema!- quella era mora e vestita in modo non molto diverso
dalla prima, tranne forse per l’abbigliamento,
un’esplosione di pizzi e
nastrini, fiocchi e merletti. Quella cercava di mantenere un
po’ di contegno,
ma era rossa paonazza come l’altra, segno che stava per
scoppiare a ridere.
Mi
avvicinai, mentre la gente guardava le
due povere ragazze con sguardi straniti, quasi fossero due alieni.
-Scusate,
volete una mano?- chiesi,
sperando di non offenderle in qualche modo. Sembravano terribilmente
strane. La
mora mi guardò con una lacrima agli occhi mentre cerava di
restare seria.
-Se
proprio insisti- disse solamente, per
poi riempirsi l’altra mano con tre arance.
-Occhio,
occhio! Mi cade tutto!- esclamò
l’altra, mentre teneva una pila di cinque mele dalla mano
fino a fermarle al
mento. In effetti le mele facevano molto Torre
Pendente di Pisa.
-Attenta!
Ti cadono!- dissi, cercando di
impedire che quella povera frutta facesse qualche altro ammaccamento.
Non fui
abbastanza veloce e le mele caddero tutte, una dopo l’altra,
e miracolosamente
non colpirono nessuno.
-Ops!-
disse solamente quella, prima di
tornare a raccoglierle. Allora mi accorsi che quelle due erano tutto
tranne che
sane di mente!
Dopo
che avemmo raccolto tutta la frutta,
la ragazza mora mi disse di seguirle.
-Io
sono Marie Charlotte-
Disse
la mora, guardandomi sorridente.
-E
io Alix-
Disse
l’altra. Mi presentai anch’io,
trovando le due strane quanto simpatiche.
Camminammo
qualche minuto, percorrendo
varie strade, fino a che non arrivammo in un quartiere molto grazioso,
con
piccole villette rosa e con graziosi giardini.
-Questo
è uno dei quartieri migliori di
tutta la
Francia,
non trovi?-
Disse
Alix, fermandosi di fronte a quella
che doveva essere la loro villetta. Era uguale a tutte le altre, se non
forse
per le tende che si vedevano da fuori, colorate con strane fantasie.
-Sì.,
è molto grazioso…-
Dissi,
pensando che quello doveva essere il
quartiere dei sogni.
-Vieni,
entra pure…- mi invitò Charlotte.
Ormai
non sapevo neanche da quanto ero in
quella villetta, nel piccolo e accogliente salotto a sorseggiare del
the. Era
interessante vederle parlare e battibeccare, erano simpatiche. Scoprii
che Charlotte
era del 500, una povera ragazza, che a quel tempo faceva parte dei ceti
bassi.
All’età di sedici anni venne trasformata da un
vampiro che la morse,
lasciandola in fin di vita. Non appena diventò vampira
sposò un re e lo uccise,
ereditando tutte le sue ricchezze. Carina, no? Poi fece strage di
nobili,
diventando sempre più potente.
-Dovevi
vedere la mia pelle! Da scura era
diventata bianca come un lenzuolo, e poi gli occhi! Intensissimi e
carichi di
energia! Per non parlare dei denti! Lunghi come due zanne! Non puoi
immaginare
il mio spavento non appena mi specchiai!-
Stava
descrivendo il suo cambiamento con
una strana luce negli occhi. Doveva essere contenta di quella vita.
Alix
invece era un’inglese di sedici anni nata
nell’epoca Vittoriana. Era scappata dal suo paese per
rifugiarsi in Francia
perché era stata sospettata di stregoneria. Non poteva
immaginare che in
Francia le leggende fossero realtà. Si trovò da
sola, in quel posto grande ed elegante.
Non seppe neppure lei come accadde, ma si trovò innamorata
perdutamente di una
giovane ragazzo dell’alta società, che nemmeno la
calcolava. Lo amava, forse
più della sua stessa vita, ma era un amore non corrisposto.
Una
notte, mentre Alix cercava di
intrufolarsi in una serata di gala dove c’era in suo amore,
un uomo le si
avvicinò e la cambiò per sempre.
-Ed
eccomi qua! Non puoi immaginare quando
quel ragazzino viziato ha visto il mio cambiamento! Ero sicuramente
molto più
attraente, come tutti i vampiri naturalmente. Pelle bianca e liscia,
denti
affilati, occhi che incantano… insomma, ti puoi immaginare!
Non l’ho morso solo
perché volevo che pagasse per non avermi notata prima!-
Rise,
probabilmente al ricordo.
-E
poi ci siamo incontrate et voilà! Due
pazze allo sbaraglio!-concluse la storia Charlotte, battendo le mani.
Si alzò e
cominciò a danzare, senza la musica di sottofondo. Poco dopo
la seguì Alux, e
mi trovai a saltare anch’io da una parte all’altra
del salotto, seguendo delle
notte immaginarie.
Più
tardi me ne andai, ricordandomi di Axel
e Alex, ma dissi loro di venire a trovarmi, anche perché
erano troppo
simpatiche!
____Alexis____
Ciao a
tuttiiii!! Allora? Bello
il capitolo? Scusate il ritardo… (come sempre)
Beh,
passiamo ai ringraziamenti,
anzi al ringraziamento (-_-)
Bribry85:
Grazieeeee!! Tu sei
l'unica che da un po' di soddisfazione a noi due povere "scrittrici"!
xD Ti confesso un segreto riguardo al capitolo precedente? A me e Celia
veniva
da piangere quando l'abbiamo scritto, ma non lo dire in giro (Ssssh!!!)
xD
E di questi
due nuovi personaggi
strani che mi dici? Ti piacciono? Noi ci siamo divertite tanto a
crearle! ;o)
E ora, dopo
una lunghissima lista
di ringraziamenti *coff coff* vi lasciamo...
Al prossimo
capitolo
Stay Tuned
Guys!!!! =)
|
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Capitolo 15 *** capitolo 14 ***
Giorno
16 dicembre.
Cinque
giorni.
Cinque
giorni e sarebbe stato il suo compleanno.
Mi
avrebbe ignorata anche quel giorno così importante?
Ormai
non ce la facevo più.
Come
faceva a non capire la mia sofferenza??
La
tensione era ormai palpabile, si sentiva nell'aria, si notava nei
suoi sguardi, nel modo in cui si muoveva quando era vicino a me, nel
modo in
cui tremavo quando c'era una piccola probabilità di
intimità tra noi due.
Non
lo capivo. O forse si, perfettamente, ma l'idea mi suonava
così
improbabile e strana che rifiutavo anche pensarlo.
L'idea
di perderlo continuava a farmi male, a spezzarmi il cuore, anzi a
frantumarlo.
Forse
mille aghi nel petto sarebbero stati meglio.
Ero
seduta sul letto, cosparso di fazzoletti, gli occhi rossi che
bruciavano, e il naso che colava.
Fox
vicino a me che cercava di consolarmi.
Ma
era uno di quei giorni in cui la depressione arrivava forte e si
faceva sentire, e non avevo voglia di nessuno e niente e mi ero chiusa
in
camera.
Forse
voglia di qualcuno ce l'avevo.
Invece
per Qualcuno era uno di quei giorni in cui era sfrontato e
sembrava volesse fare di tutto per farmi sentire peggio.
Alex
in questi giorno cercava di essermi di conforto.
Difatti
sentii bussare alla porta, era lui che mi portava la cioccolata
e le brioches.
Entrò
con un grande sorriso, e mi mostrò la mia colazione.
Alex
Alex Alex di sicuro il mio miglior amico.
Gli
confidavo tutto oramai, e mi dava consigli.
-
Buongiorno principessa!
Disse
raggiante, poi notò i fazzoletti e i miei occhi rossi
-
Non avrai pianto tutta la notte di nuovo?
i
miei occhi iniettati di sangue stile willie il coyote risposero da
sè.
-
Comunque la storia di lui con Claire non mi suona giusta... ce insomma
se prima la
snobbava alla grande e poi
quando siamo arrivati noi... ok lo so spoiler.
ormai
non serviva che io parlassi, in quei giorni mi aveva conosciuto
troppo bene.
-
Perchè non vuoi che dica quella parola... ormai è
evidente... lui è
ovviamente g..
-LALALALALALALA
mi
tappai le orecchie
Poi
la porta si spalancò e con la forza di un aereo che
precipita si
schiantò contro la parete, rimbalzandoci.
-
Sapete ho sentito per caso i vostri discorsi... e posso darti una
mano!
-
AXEL!
gridò
Alex
-
Comunque ho un'idea per accalappiare il biondino
-
Anche tu sei biondo
osservò
Alex
-
Comunque... lui sta cercando di farti ingelosire
-
ALT PAROLA SPOILER!
strabuzzai
gli occhi
-
ok tu fai lo stesso gioco, lui usa Claire, e insomma tu hai due
magnifici gemelli a disposizione
-
Axel! Non darle certi suggerimenti!
-
NO HA RAGIONE!
dissi
io, che improvvisamente recuperai le forze
-
Oggi usciremo e mostreremo a - deglutii- Cris cosa si perde con il suo
comportamento!
-
Questo è lo spirito giusto!
-
A me non sembra una cosa molto carin...
Le
parole di Alex gli morirono in bocca, tanto nessuno lo stava
ascoltando.
dovevo
scegliere i vestiti adatti a un'uscita di gruppo molto
movimentata, Axel trascinò via Alex e mi lasciarono da sola.
Decisi
di mettere una maglietta nera con su una farfalla bianca , a
maniche corte, con le spalle gonfie, una felpa nera a strisce bianche,
pantacollant all stars e minigonna scozzese bianca e nera.
mi
truccai e feci la mia apparsa in salone, avevo un'ottima c'era di
sicuro, ed ero curata nei minimi dettagli, e non feci segno di curarmi
molto di
Cris e Claire che come al solito parlavano ridevano e scherzavano e che
smettevano di botto quando arrivavo io per continuare di nuovo
allegramente.
Sorrisi
quando notai che il fatto che non li avessi degnati di uno
sguardo aveva turbato Cris, che aveva iniziato a parlare a
più alta voce, poi
arrivò Axel assieme ad Alex (imbronciato più che
mai) e propose a tutti
l'uscita, subito dissi con tono preouccupato
-
Sei sicuro che te la senti con il polso?
E
mi avvicinai a lui, la conversazione di Cris e Claire si faceva
più
chiassosa;
Axel
mi cinse le spalle con il braccio, mentre Claire parlava a Cris che
non la guardava, perchè era troppo occupato a fissarci
infastidito, così cinse
il fianco di Claire e ci avviammo per uscire.
Prima
passeggiammo un pochino.
Da
qui partì un'asprissima guerra a chi faceva avance
più spinte
Seduti
al tavolino del bar ordinammo, Alex una coppa bellissima di
gelato e Cristoph e Claire degli assaggini di tutte le torte presenti
così di
tutta risposta io e Axel optammo per una megacoppa di frappè
alla fragola, con
due cannucce legate fra loro con un nodo a forma di cuore;
Claire
e Cris si imboccavano a vicenda e io e Axel seppur con due
cannucce diverse bevevamo dallo stesso bicchiere.
Al
cinema fu un totale scambio di flirt, ma io e Cris non ci
preoccupavamo tanto del/la proprio/a accompagnatore/ice, quanto di
quello che
facevano quello o quella dell'altro: e la testa appoggiata alla spalla,
e chi
si stringeva, e chi si dava la mano.
Erano
flirt innocenti.
Ma
quella sera il limite fu passato.
Claire
e Cristoph erano entrati in un bar per cambiare i soldi per
prendere un taxi per tornare a casa.
Alex
era seduto su una panchina, perchè si era sentito male dopo
aver
mangiato troppi pop corn, eravamo sul marciapiede solo io ed Axel e
aspettavamo
in silenzio.
Axel
mi guardava negli occhi, io tremavo per il freddo e il mio respiro
usciva sotto forma di vapore.
Poi
accadde così.
Mi
baciò.
Senza
un evidente ragione.
Il
mio secondo bacio.
Quando
allontanò il suo viso dal mio seguii la direzione del suo
sguardo, voltai la testa e vidi un Cristoph, immobile dietro di noi,
anzi non
immobile, tremava, per il freddo? No era rabbia, si avvicinava con fare
minaccioso, io avevo la faccia di chi aveva appena visto un fantasma,
completamente scioccata.
Quando
Cristoph fu con la faccia a pochi centimetri da quella di Axel,
fece un grosso respiro e gli tirò un fortissimo pugno in
pancia.
Axel
si piegò in due dal dolore, e gli tirò una
testata, dovemmo
dividerli io Alex e Claire, poi prendemmo due taxi diversi, uno con
Cristoph e
me, uno con Axel Alex e Claire.
Tornati
a casa Cris mi accompagnò fino in stanza, e poi solo quando
mi
vide in pigiama se ne andò.
Dormii
sonni agitati.
Era
successo tutto troppo in fretta.
--
Comunicazioneeee!!! --
"Celia
dice:
Celia
cambiare
soprannome! Celia diventare "Enfasi"
ugh
ugh ugh"
Così
Celia diventò Enfasi!
Non
so da dove venga
questo soprannome, ma non mi interessa, e non mi interesserà
mai, tantomeno mi
interesserà che a voi non interessi.
mmmmmmmm...
Rendiamo
i commenti alle
recensioni più interessantiiiiiiiii
mmmmmmmm...
anzi
no... facciamo il
commento del commento.
e
la vincitrice di oggi è
DI NUOVO bribry85
hai
visto che sculata che
sei???
brubry85:
ehhhhhhhhhhhhhh
-.^ vediiii che braveee che siamooo...
certo
che ne vedrai delle
belleeeeeeeeeeeeee e chi ne dubita? (potresti solo tu,
perchè sei l'unica che
lo legge) mmmm ^O^ che succederààà, ma
chi lo saaaaaaaa! Beh magari per
"today and 4ever: il film" prenderemo proprio il cane del tuo
ragazzo, lo ossigeneremo, gli attaccheremo delle orecchie a punta e un
muso
lungo per il ruolo di fox... chilosa! tutto può succedere, e
solo noi lo
sapremo! muahahahahahahah
che
aggiungere?
NIENTE!
asppppp
Stay
tuneddddd!
|
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Capitolo 16 *** capitolo 15 ***
Non
stava andando come
volevo.
Alex e
Axel erano di sotto,
da soli a guardare la tv,e io
e le mie
due amiche Alix e Charlie in stanza a parlare.
Finalmente,
un appoggio
femminile, ciò di cui avevo bisogno, anche se il mio miglior
amico e
ascoltatore rimaneva Alex.
Come
al solito il nostro
discorso era virato sull'argomento Cristoph.
-Così
mancano due giorni al
suo compleanno e non ti parla?
Disse
Charlie
annuii.
- Sai
dirci perchè è così
freddo nei tuoi confronti?
Domandò
Alix
- Axel
e Alex... credo sia
geloso.
- Di
quale dei due?
Proseguì
Alix
- non
lo so... credo tutti e
due...
mi
interruppe Charlie
-
insomma non può essere di
tutti e due, con ognuno dei due hai un rapporto diverso,
cioè voglio dire, Alex
è il classico ragazzo dolce, timido, simpatico e carino,
quello che ti ascolta
quando hai bisogno di aiuto, il ragazzo che potrà solo
essere tuo amic...
- e
Axel anche lui carino
(del resto sono gemelli), intraprendente, estroverso e chiaccherone,
insomma si
, un tipo avventato che tra l'altro non esita a baciarti di fronte alla
persona
che ti... insomma perchè a te Cris...
Disse
continuando il
discorso Alix.
- non
è questo il punto-
continuò Charlie - forse dovresti capire cosa lui prova per
te, se è invidioso
dell'amico o dell' amante che ha preso
il suo posto.
La
parola amante fu
pronunciata troppo violentemente, ero sensibile a quelle cose, ma
veramente io
e Cris apparivamo come amanti?
-
Nono... è che... Cris per
me era come un fratello forse...
le due
amiche si scambiarono
un'occhiata poi annuirono.
Alix
proseguì
-
Adesso ritorna il discorso
di prima, sii sincera con noi e con te stessa... Cris ti piace?
come
ragazzo, intendo.
- Beh
si è un bel ragazzo...
biondo occhi verdi, fisico da modello...
- io e
Alix intendiamo che
ti piace nel senso che lo AMI.
Mi
lasciarono spiazzata...
Mi chiedevo cosa provava Cris per me ma non mi ero mai accorta di non
sapere
cosa provavo io per lui.
Alix
si accorse del mio
disagio così cambiò discorso
-
c'entra niente il fatto
che ci hai invitate a casa tua, e il fatto che ci siano due gemelli
single e
carini che ti girano intorno?
e
ricambiò uno sguardo
d'intesa a Charlie
- ok,
beccata
ammisi
io
- il
problema è Axel, sai mi
ha baciata ma io non ricambio i sentimenti...
Charlie
continuò la mia
frase
- ma
d'altro canto non vuoi
che Alex rimanga da solo
-
Quindi- proseguì Alix-
quando hai avuto bisogno di qualcuno che conquistasse i loro cuori hai
pensato
subito a noi-
Alix
sorrise.
Charlie
sorrise.
Non
sembravano essere
disturbate dal fatto che io le avessi chiamate solo nel momento del
bisogno...
ma mi scusai lo stesso
-
Scusate...
- Ma
figurati, quando si
parla di bei ragazzi rivolgiti a noi nonappena ne avrai bisogno!
-Si
siamo disponibili 24 ore
su 24
continuò
Alix
Ridemmo
assieme.
- Beh
i ragazzi non si
conquistano da soli no? Scendiamo e vediamo che si può fare!
disse
Charlie.
avevo
pensato che le coppie
Axel-charlie e Alex-Alix sarebbero state perfette...
ma non
era così.
Alix e
Alex erano troppo
timidi e non spiccicarono parola per tutta la serata, mentre Charlie e
Axel erano
troppo chiaccheroni e si annoiavano a vicenda con i loro logorroici
discorsi, e
di tanto in tanto scappava un litigio.
Piano
fallito.
Ma non
mi rattristò, ero
troppo intenta a pensare a Cris e al suo imminente diciassettesimo
compleanno,
Alix e Charlie mi avevano incoraggiato a organizzare una festa e mi
avevano
promesso che avrebbero pensato loro ai preparativi, mi avevano promesso
musica
all'ultimo grido, una band che andava di moda, gente importante e
famosa, cibo
buonissimo e un esito perfetto...
così,
la serata era andata,
e dopo essermi lavata e aver indossato un nuovo pigiama di seta,
stanca
dal peso dei miei
problemi che mi gravavano sulle spalle:
i due
gemelli e la loro
incompatibilità con quella che credevo la soluzione di uno
dei miei problemi,
il ragazzo con gli occhi blu, i segreti di madama zara, l'animale quasi
vampiro
da tenere a bada, il mio ex migliore amico che non mi rivolgeva
più la parola,
e il mio potenziale innamoramento per lui.
Fermati
mondo che voglio
scendere.
chiusi
gli occhi, sperando
in un nuovo giorno migliore del precedente.
_______Alexis______
Ciao a tuttiiii!!!
Scusate il ritardo ma
sapete… Enfasi (no comment per il soprannome…
-_-‘’) aveva gli esami e io… io mi
dovevo riprendere dalla fine della scuola! xD
Comunque…
che ve ne pare del capitolo? Alix e Charlie alla fine sono tornate
utili, eh? XD
Ora passiamo ai
ringraziamenti, anzi, AL ringraziamento!
Bribry85: Aaaaah! Il
volpino del tuo ragazzo deve essere carinissimooooo!!!
>.< Comunqueeee… che te ne pare di
questo capitolo? Sam finalmente si confida con delle amiche che la
fanno ragionare U.U… e chissà cosa succede alla
festa di Cris! Oh oh oh! Basta, sto zitta se no mi scappa qualcosa! xD
Beh, ci sentiamo al
prossimo capitolo…
Stay Tuned! ^_-
|
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Capitolo 17 *** capitolo 16 ***
Era
arrivato. Cosa? Semplice, il Suo compleanno. Il terribile giorno che
temevo da
ormai chissà quanto era giunto e io non sapevo che fare. Ero
in camera che
camminavo avanti e indietro nervosamente, mentre pensavo se fargli o no
gli
auguri, se abbracciarlo o sorridergli solamente, se passare la giornata
con lui
o fuggire come una vigliacca. Mille dubbi che mi assillavano.
Decisi
che avrei seguito il mio istinto, avrei fatto ciò che mi
sentivo di fare.
Mi
guardai un’ultima volta allo specchio: ero truccata
leggermente e i capelli
erano perfettamente ricci. Indossavo un vestito nero aderente fino alla
vita e
che poi ricadeva libero sui fianchi, fino a sfiorare le ginocchia le
spalline,
sottili, erano viola, così come il contorno della scollatura
a V. Mi piaceva
tanto quel vestito, ma mi sentivo terribilmente a disagio. Non ero
elegantissima ma in fondo era solo un compleanno, il suo compleanno.
Osservai
l’armadio, indecisa se cambiarmi o no, ma non appena sentii
la voce dei due
gemelli che mi chiamavano da fuori la porta, decisi che sarei rimasta
così,
perché era solo una stupidissima festa di
compleanno… ma chi volevo convincere?
Non ci credevo nemmeno io!
Aprii
la porta, tirando un sorriso che mascherasse il mio nervosismo.
-Sam,
lasciatelo dire: sei bellissima, ma troppo nervosa per i miei gusti!-
mi smontò
subito Axel, fissandomi. Sbuffai, rassegnata, mentre mostravo veramente
la mia
espressione, cioè quella che poteva assomigliare ad una
pazza isterica.
-Che
faccio? Che gli dico? Me lo dici? Come faccio a non essere nervosa?- lo
inondai
di domande, tanto che mi dovetti fermare per riprendere fiato.
-Innanzitutto,
calmati. E secondo: dovrai comportarti come sempre…-
-Dovrei
ignorarlo il giorno del suo compleanno?- chiesi quasi urlando,
più stupita che
altro. Parve pensarci su, per poi dire: -No, in effetti non
è un’ottima idea…-
-Fai
un respiro profondo Sam- sussurrò allora Alex. Lo guardai,
sperando che
continuasse con i suoi saggi consigli, ma rimasi pietrificata non
appena vidi
nel lungo corridoio Lui. Respirai a fondo, cercando di calmarmi. Era
ancora più
bello quel giorno, se possibile. Portava una camicia nera, che mostrava
i
muscoli del petto e dei jeans a bassa vita, con tanto di cintura in
cuoio. I
capelli biondi erano leggermente spettinati mentre i suoi occhi verdi
come due
pietre preziose mi fissavano insistentemente. Sorrisi, imbarazzata,
mentre
gemelli lo salutavano facendogli gli auguri.
Avrei
voluto picchiarli non appena li vidi andarsene, scendendo velocemente
le scale.
-Ciao…-
dissi allora, trovandomelo di fronte.
-Ciao-
rispose lui, aspettandosi qualcosa. Lo guardai negli occhi, a disagio,
ma non
appena mi rispecchiai in quel verde sentii la tristezza invadermi. Come
potevamo essere giunti a comportarci come due estranei? Mi morsi il
labbro
inferiore, nervosa, lasciando che il tempo scorresse.
-Beh,
auguri!- dissi infine, sorridendo. Mi ringraziò, senza
però spostarsi.
-Certo
però che sei proprio vecchio! Guarda, si vede già
una ruga!-. Lo dissi
scherzando, come se fossimo tornati ai vecchi tempi, e lo feci
sorridere,
divertito.
-Tu
non sei tanto meglio, sai?- mi rispose allora. E solo allora mi accorsi
di
quanto avessi bisogno di lui, come l’ossigeno, come
l’aria. Avevo bisogno di
lui per poter vivere.
Ci
guardammo un altro istante negli occhi, a corto di parole, quando vidi
la sua
bocca aprirsi, quasi per dire qualcosa. Quel qualcosa però
non uscì perché
un’interruzione lo bloccò. Interruzione dal nome:
Claire.
-Auguroni,
Cris!- disse, saltandogli al collo. Mi schiarii la voce, imbarazzata e
irritata.
-E’
meglio che vada dagli altri…- dissi, incamminandomi verso le
scale.
-No,
Sam, aspetta!- cercò di fermarmi Cris, ma io sorrisi,
salutandolo.
Progetti
per il futuro: uccidere Claire!
La
sala era addobbata di ghirlande, palline colorate e manifesti con
scritte del
tipo: “Auguri Cristoph!!!” con tanto di smile e
punti esclamativi. Insomma, un
mix tra decorazioni natalizie e per i compleanni!
C’era
gente che non conoscevo, invitati sicuramente da Madama Zara, mentre in
un
angolo i due gemelli con Alix e Charlotte, che bisticciavano e
discutevano su
qualcosa che non mi interessava minimamente. Mi avvicinai, ignorando
gli
sguardi delle persone che mi guardavano curiosi. Notai che
c’era anche Abram,
il tipo dagli occhi blu notte, e questo non mi piacque affatto.
-Ti
dico che era verde!- diceva intanto Axel.
-Giallo!-
rispondeva Charlotte, quasi isterica per il nervoso. Li guardai
stupiti, mentre
continuavano a ripetere quei colori e Alix e Alex cercavano di
calmarli, di
farli stare zitti.
-Insomma,
non è il caso di litigare per una cosa del genere, dai!-
diceva la bionda.
-State
calmi! Vi prego!- diceva invece quell’altro.
Aprii
la bocca per dire qualcosa, ma un forte applauso mi interruppe. Mi
voltai e
vidi Cris (con Claire avvinghiata al suo braccio) che compariva nella
grande
sala, mentre tutti lo osservavano, quasi fosse stato un qualche
imperatore o
re. Sembrava infastidito da tutta quell’attenzione su di
sé, tanto che si
avvicino a noi, non badando alle altre persone, e si scrollò
la francese dal
braccio. Patetica.
-Auguri
Cris!- urlò Charlotte, saltandogli al collo.
-Che
slanci d’affetto- sussurrò Axel, in modo da essere
sentito solo da Alix.
-Auguri!-
disse a sua volta questa, limitandosi però ad un sorriso.
Era inspiegabile il
fatto di come due persone così opposte potessero essere
migliori amiche!
A
richiamare l’attenzione di tutti i presenti, in seguito, fu
Madama Zara, che
fece accomodare tutti intorno ad un grande tavolo, facendo un discorso
terribilmente lungo e, lo devo proprio ammettere, abbastanza noioso!
Fece anche
parlare Cris, ma ringraziò solamente tutti i presenti per
essere venuti a
quella festa, facendo capire chiaramente che non era un tipo loquace.
Per
il resto la festa andò bene, tra discussioni e bisticci, tra
sguardi e parole,
passò un’oretta tranquilla fino a quando Madama
Zara non accese un vecchio
giradischi, facendo partire un lento.
-Ah,
che noia!- dissi, ma non potei dire altro perché qualcuno mi
prese per un
braccio, portandomi esattamente al centro della sala.
-Axel!
Sei impazzito? E Charlotte?- avevo chiesto, non appena lo vidi
sorridente di
fronte a me che mi stringeva.
-Tranquilla
Sam! Scommetto una pizza che non durerà meno di…
cinque… quattro… tre… due…
uno…- lo guardai confusa, temendo che fosse impazzito,
mentre lui manteneva il
suo ghigno e guardava dritto di fronte a sé.
-Scusa,
posso?-. Quando sentii la voce di Cris, capii cosa intendeva Axel.
-Mi
devi una pizza- sussurrò quest’ultimo, prima di
andarsene e lasciarmi sola con
Cris. Lui però, non accennava a muoversi, così
dovetti chiedergli io di
ballare, imbarazzata al massimo.
In
risposta lui mi prese per un braccio, tirandomi con ben poca
delicatezza e
portandomi nella cucina, vuota. Erano tutti a danzare e a divertirsi,
così ci
trovavamo solo noi due in quella stanza, da soli.
Mi
guardò intensamente negli occhi, e io annegai quasi in quel
mare verde e
meraviglioso.
-Che
fai?- chiesi infine, una volta che riuscii a tornare sul pianeta terra.
Mi
mollò il braccio, portandolo lungo il fianco.
-State
insieme?- disse infine. Non capii subito la frase del soggetto, ma dopo
poco
intesi le sue parole. Strabuzzai gli occhi, maledicendo mentalmente
Axel.
-Cosa?
-Oh,
andiamo! Ti stava abbracciando! È evidente che state
insieme!-, continuò lui,
allargando le braccia. Ero indecisa se scoppiargli a ridere in faccia o
fare
l’offesa, ma alla fine scelsi tutt’altra cosa.
-Oh,
bella! Sono giorni che mi ignori e quando finalmente hai deciso di
rivolgermi
la parola lo fai solo per farmi una scenata? Sai una cosa? Non
puoi… fare così!
Io divento matta! Prima amici e tutto il resto, poi non mi parli
più, picchi un
mio amico senza un motivo plausibile e ora fai questo?-. Ero indignata.
Anzi,
molto peggio: irritata, furente, gli avrei spaccato in testa qualcosa,
se solo
avessi avuto qualche oggetto in mano: che ne so, una bottiglia, un
vaso, un
televisore...
-Scusa,
va bene? Mi dispiace, dico sul serio! Ma tu... tu non capisci... tu mi
hai
insegnato come si sorride, mi hai fatto capire cos'era l'amicizia...
cosa voleva
dire avere qualcuno al proprio fianco, qualcuno che ti sa sostenere nei
momenti
difficili, di consola nei momenti tristi, ti aiuta nel momento del
bisogno. Tu
sei stata l'unica, tra centinaia di persone ad avere la pazienza, ad
accettarmi, anche con il mio carattere difficile... solo tu hai visto i
miei
lati fragili, sei sempre stata, tu e solo tu riesci a rendermi
felice...
insomma... mi piaci Sam e non posso essere solo tuo amico e vederti con
altri!
Veramente, non ce la faccio! Mi sono arrabbiato, si tanto, forse ho
reagito di
impulso... anzi no... non ho potuto sopportare l'idea di un altro
ragazzo
che... quel bastardo non ci deve nemmeno provare a toccarti!
L’aveva
detto così: un po’ urlando, un po’
camminando, un po’ con naturalezza, quasi
fosse stata una cosa ovvia. Ma non per me... poi il suo tono era
tornato
tranquillo, per poi subire un repentino cambiamento, diventando
furioso, e a
tratti disperato.
Ora
lo guardavo stupita, contenta e confusa per ciò che aveva
detto.
-Chris
sei… pazzo. Tu sei totalmente pazzo! Mi hai fatto stare
malissimo per…-, non
potei terminare. Le sue labbra erano sulle mie, le sue mani sulla mia
testa e
io… io stavo per svenire come minimo!
Sentivo
tutto girare, e i brividi salirmi lungo la schiena, per non parlare
delle sue
labbra che mi stavano trasportando in un’altra dimensione.
Ero
ancora viva?
Ero
in paradiso?
Troppo
presto si allontanò da me, mortificato.
-Scusa,
io…- non sapeva cosa dire.
Perché
si stava scusando? Non capivo.
Mi
avvicinai a lui, e mi alzai in punta di piedi.
-Taci…-,
bisbigliai, prima di appoggiare il palmo della mano sul suo volto e
l’altra
portarla a stringere la camicia, strinsi il pugno tirandola a me.
Chiusi gli
occhi e tornai sulle sue labbra, questa volta più decisa,
più dolce. Mi strinse
la vita con le braccia e mi sollevò di qualche centimetro da
terra, rispondendo
al mio bacio.
-Ti
amo…
Mi
sussurrò nell’attimo in cui ci staccammo per
riprendere fiato.
Quello
era il giorno più bello della mia vita.
-Anch’
io ti amo stupido…
Risposi,
prima di ricominciare da dove avevamo finito.
E in
quel momento non mi importava più di Claire, non mi
importava più del mio piano
fallito e nemmeno della festa e degli invitati. Sentivo solo lui e
questo mi
bastava.
Quello
era il mio mondo: io e lui…
perfetto.
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Capitolo 18 *** capitolo 17 ***
Ero stesa sul
letto, a occhi
strabuzzati.
Quante cose
erano cambiate da un
giorno all'altro.
Come si
sarebbero evolute le cose?
Come sarebbe
cambiato tutto attorno
a me?
A risposta di
ciò sentii bussare la
porta.
Era Cris.
Era bellissimo,
leggermente sudato,
anche se fuori erano minimo meno tremila gradi, dentro alla grande
casa, grazie
alla folla e al riscaldamento puntato a 5000 (Alix e Charlie
sostenevano che i
ragazzi sudati erano diecimila volte meglio), faceva un caldo infernale.
Aveva una
macchia di succo alla
fragola sulla maglietta, quando la vidi mi misi a ridere
- Questa?
si indico la
pataccona rosata
- Causa di una
ragazza un po'
maldestra...
Si
avvicinò a me, Era un sogno, un
dio greco, deglutii, si piegò e mi mise una mano dietro alla
nuca, avvicinò il
mio volto al suo, fino a mettermi con il naso contro il suo, le nostre
labbra
distavano pochi millimetri.
A quel punto
non potei che non
notare un forte odore di alcool
- Ma tu hai
bevuto!
lo accusai
facendolo sobbalzare
- Qualcuno ha
aggiunto birra al
succo di fragole, è la mia maglietta, se vuoi me la tolgo.
disse coon un
sorriso furbetto
Le mie guance
avvamparono, sentii
tutto il sangue bollente sulle guance.
Di sicuro
sopportare un po di puzza
di alcool vale la pena di evitare una grossa imbarazzatura.
- Da dove
abbiamo interrotto? Ah si
Aggiunse lui
con il suo tono
furbetto
yahoo! un
ragazzo supersexy tutto
per me
MUAHAHHAHAHAHAHA
è
tutto mia! Beccati questo Claire!
Cercai di
baciarlo ma la puzza era
troppo
-Sembra di
baciare un barbone
ubriaco
Si tolse la
maglietta, forse in
effetti era meglio.
Adesso potevamo
dedicarci al nostro
gesto d'amore senza interruzioni.
Si
piegò di nuovo sul letto, sentii
il contatto del suo torace sudato (arg!) sul mio e ci baciammo
appassionatamente...
o almeno questo
era il piano, perchè
nella stanza entrarono improvvisamente Charlie, Alix, Axel,Alex e
Claire e da
dietro sbucò pure Abram.
Le loro facce
ci fecero capire che
avevano frainteso.
Un po per la
posizione, per il fatto
che Cris era senza maglietta sudatissimo e il mio vestito si era
arricciato
fino ad arrivarmi ai fianchi, in effetti sì, era abbastanza
fraintendibile.
mi schiarii la
voce.
Eravamo tutti
paonazzi, tranne Cris,
e tranne Abram che aveva un'aria furente -e un po spaventosa- e
sembrava
volesse staccare a morsi la testa di Cris, se quegli occhi blu mi
avevano
sempre messo in soggezione adesso mi terrificavano
- COSA STA
FACENDO A MIA SORELLA!
gridò
il vampiro dagli occhi di
zaffiro
mi guardai
intorno spaesata, chi
intendeva con sua sorella?
Cris lo
guardò male, anzi malissimo.
- Un momento...
chi sarebbe sorella
di chi?
domandai io
silenzio.
Mi tirai
giù la gonna del vestito.
- Questo non ha
senso...
Come dovevo
reagire? Mi sentivo
annientata
- No...
decisamente... non voglio
scherzare. Tu non puoi essere mio fratello. Non è vero. Lo
so che è
impossibile.
Si era calmato,
ma aveva assunto
un'aria triste.
- Non dovevi
saperlo in questo modo.
disse lui
- Tu non sei
mio fratello. Non ho
idea del gioco assurdo a cui stai giocando, non lo voglio nemmeno
sapere, non
ti voglio nemmeno sapere.
Cercai conforto
nello sguardo di
Cris, che si limitò ad annuirmi, come a conferma del fatto
che quel ragazzo
davanti a noi fosse davvero mio fratello.
- Samanta...
sono io! Abram... non
puoi non credermi, guarda i miei occhi, i miei capelli, guardami! Io mi
sono
sempre ricordato di te, ti ricordi quella volta che avevi tre anni,
avevi
catturato una lucertola e quando le si staccò la coda piansi
tantissimo,
pensando fosse morta? Oppure quando alla mia festa di compleanno ti
stava per
andare a fuoco una treccia e spaventasti mamma e papà... Ti
ricordi quando ti
accompagnai a scuola il primo giorno e non volevi che me ne andassi...
o quando
siamo usciti per fare la spesa e mentre mi ero distratto ti infilasti
nelle
vasche del reparto frigo... prendesti il raffreddore, e mamma e
papà mi
sgridarono...
I ricordi
riaffiorarono nella mia
mente e non potei fare a meno di sorridere, quando Abram
notò il mio
cambiamento, il suo tono di voce disperato si alleggerì
- Mi credi
adesso?
Non sapevo che
rispondere, riguardai
negli occhi tutte le persone nella stanza.
Nella stanza
irruppe Madama Zara
- Beh che ci
fate tutti qua? sciò
sciò! La festa non è ancora finita e questa
è una cosa tra Abram e Sam,via di
qui! Vi sembra il modo di fare spettacolo??
le due amiche
vampire, i due gemelli
e la francesina uscirono con la coda tra le gambe
- Anche tu
Cris... è tra loro due.
Così
anche Cris mi lasciò sola in
stanza con Abram, e poi se ne andò pure Madama.
- Non so da
dove iniziare...
scoppiai a
piangere.
Abram mi
abbracciò, ricambiai
l'abbraccio e lo strinsi.
Da quella
posizione vidi che vicino
al suo orecchio destra c'era un neo.
Come quello di
mio fratello.
In quel momento
ne ebbi la
sicurezza, era lui.
Uscendo vidi
Charlie ed Axel
litigare, Alix era rossa e tremava Alex guardava la scena intimorito.
Poi
qualcosa cambiò, l'espressione di Charlie da infuriata
divenne triste e scappo
via, Alex la seguì.
Alix e Axel
rimasero lì fermi, senza
parole.
____________Ringraziementi____________
Occhei!
Ammetto che
"Enfasi " non è molto bello come nome, mi fa pensare alla
proboscide
di un elefante.
Rieccomi
tornata
Celia...
è
passato un po'
dall'ultima volta che abbiamo postato ma si sa... con le vacanze tutto
rallenterà...
e
fra poco arriverà
anche il mio turno di viaggiare.
come
al solito devo
ringraziare l'unica persona che ci recensisce!
Bribry85:
liete,
lietissime che il capitolo ti sia piaciuto! Beh in effetti quello del
compleanno è un capitolo molto importante, mi fermo qui...
così non ti rovino
la sorpresa!!!
STAY
TUNE!! (o tuned)
|
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Capitolo 19 *** capitolo 18 ***
Guardai
i tre ragazzi rimasti
confusi, cercando di capire perchè Charlie se ne fosse
andata.
-Voi
tre. Qui. Subito.
Dissi
solamente, indicandoli e
osservandoli mentre si avvicinavano, con lo
sguardo che ha un bambino quando ha appena commesso qualche guaio. Li
feci
entrare nella mia stanza, senza dire nulla, e mi sedetti sul letto
mentre Axel
era impegnato a chiudere la porta.
-Allora…
cosa è successo?
Chiesi
poi, cercando di mantenere
quella mia aria da “madre severa”.
I
tre cominciarono a parlare contemporaneamente
sovrapponendo le voci tra loro e producendo un gran baccano, cercai di
concentrarmi sulla voce di Axel, o quella di Alex o Alix, ma mi
risultò
impossibile.
-Zitti!
Uno alla volta!
Urlai
allora, facendo tornare il
silenzio nella stanza. La ragazza cominciò a parlare,
precedendo i due e
cominciando a gesticolare nervosa.
-Allora,
Axel, questo stupido mi
ha baciata per far ingelosire Charlie. Ma non so perché la
volesse far
ingelosire, perché sinceramente credo che i suoi pochi
neuroni che aveva, senza
offesa naturalmente, se ne siano andati, magari a bevuto troppo, boh!
Ecco cosa
è successo!
Si
fermò per prendere fiato e io
aggrottai le sopracciglia, sentendomi veramente una madre.
-E’
vero?
Chiesi
poi, spostando lo sguardo
sul ragazzo “dai pochi neuroni”. Lui
annuì, scrollando le spalle.
-E
perché l’avresti fatto, di
grazia? Cioè, non per dire, ma sai quanto tempo ci ho
impiegato per…
Volevo
dire, “per riuscire a
mettervi insieme”, ma avrei peggiorato sicuramente la
situazione.
-Perché
avevamo litigato… ancora!
Insomma, non volevo ferirla! Che ne sapevo io che le importasse! Mica
stavamo
insieme!
Cercò
di scusarsi, ricevendo da me
e Alix delle occhiate fulminanti.
-Stupido!
A tutte le ragazze da
fastidio che il proprio accompagnatore baci un’altra!
Insomma, sei veramente…
Cominciò
la bionda, togliendomi le
parole di bocca.
-Smettila
di insultarmi! Mica sono
tanto stupido come credi!
La
interruppe Axel spazientito,
guardandola.
-Hai
ragione… lo sei di più!
Concluse
infine, uscendo dalla stanza
e andando a cercare la sua amica. Lui mi guardò, come se io
potessi dire il
contrario, ma mi limitai ad alzare le braccia in segno di resa,
ammettendo che
lei non aveva poi così torto.
Scesi
dove c’era la festa, che
proseguiva tra varie scoperte e vari problemi di cuore. Mi guardai
intorno, ma
notai che gli unici presenti erano Claire, Abram e a altri ragazzi che
non
avevi mai visto.
Mi
diressi in cucina, alla ricerca
di Cris, ma anziché trovare lui vidi le due mie nuove amiche
sedute su due
sedie, con davanti due tazze di cioccolata calda.
-Charlie,
tutto bene?
Chiesi,
sedendomi alle spalle. Lei
annuì, sorridendo.
-Sì,
grazie. Axel è solo uno
stupido, non mi interessa. Mi ha solo dato fastidio…
insomma, è proprio un
bambino!
Disse
infine, ridendo. Una voce
maschile interruppe il dialogo, facendoci voltare tutte e tre.
-Ma
la smettete di insultarmi?
Povero me! Qua sono tutte matte! E io che ero venuto a chiederti scusa!
Sbuffò
spazientito Axel, sedendosi
accanto a Alix seguito dal fratello Alex.
-Dai,
allora! Fammi queste scuse!
Rispose
Charlie, porgendo la mano
come se potesse ricevere qualcosa di concreto.
Lui
si limitò a batterle il
cinque, non capendo cosa intendesse. Sorrisi, guardandolo andare in
confusione.
-Scusa
Disse
poi, svogliatamente e
strascicando la voce.
-Non
erano sincere! Su, rifammele,
ma con più sentimento!
Pretese
Charlie, facendo ridere
Alex.
-Scusa.
Ripetè
lui, scandendo bene quella
semplice parola.
-Già
meglio…
Rispose
la ragazza, non ancora
soddisfatta.
Aleggiò
per qualche secondo il
silenzio, fino a che anche Cris non irruppe nella stanza, sedendosi
accanto a
me e baciandomi la testa, facendomi arrossire.
-Salve!
Salutò
poi gli altri, sorridendo.
Nessuno parlava, nemmeno si guardavano.
-Il
festeggiato dovrebbe essere di
là!
Disse
infine Axel, chiaro segno
che lo stava mandando via.
Cris
fece per ribattere, ma lo
precedetti, ormai stanca di sentire battibecchi.
-Ok,
andiamo dagli invitati!
Mi
alzai, tirando per la mano il
mio ragazzo, che mi seguì grugnando.
-Proprio
in un posto così
affollato?
Chiese,
prima di uscire dalla
cucina e sparire dalla vista dei quattro.
-Cris,
è il tuo compleanno e…
Cercai
di farlo ragionare, ma le
sue labbra mi bloccarono. Eravamo ancora nel corridoio, e cercai di
staccarmi
da lui, ma la sua mano mi teneva la testa, e, già che io non
aspettavo altro
che quel momento, più lui con la sua presa, mi fu
impossibile allontanarmi.
-Lo
aspettavo ancora da prima…
Mi
sussurrò a fior di labbra, per
poi tornare sulle mie labbra.
-E’
meglio se… andiamo…
Dissi
io a mezza voce, una volta
che ci staccammo per riprendere fiato. Non sembravo però,
molto convinta, e
questo l’aveva capito anche lui, che ghignava, prendendomi
per la vita ed
avvicinandomi nuovamente a lui.
-Sicura?
Mi
chiese, avvicinando pericolosamente
il suo volto al mio.
Io
non risposi, mi limitai ad
annullare le distanze, perché ormai il mio cervello era
andato, e non potevo di
certo farci nulla!
Era
ormai l’una, ma la festa
continuava a procedere tranquillamente, anzi, sembrava proprio non aver
mai
fine.
La
nostra assenza non sembrava
neppure essere stata notata, nonostante fossimo stati rintanati nei
corridoi
per una buona mezz’oretta. Avevamo parlato tantissimo, e mi
era sembrato di
tornare a quando eravamo al collegio. Fantastico!
Lanciai
una veloce occhiata alla
sala, e vidi Axel e Alix che parlavano seduti su dei divanetti in un
angolo.
Lei rideva e lui continuava a parlare. Poi si alzò e
andò a prenderle qualcosa
da bere. Cercai gli altri due e li vidi che ballavano insieme nella
sala. Era
strano come Alex non fosse più tanto impacciato, ma anzi,
sembrava il fratello
perché stringeva con sicurezza la vita di Charlie, mentre
lei si muoveva a
ritmo con la musica.
Allora
capii che avevo sbagliato.
Che stupida che ero stata! Le coppie perfette erano Axel –
Alix, Alex –
Charlie. Erano nati per stare insieme!
Cris
mi condusse da Abram che lo
guardava furente.
-Dove
siete stati tutto questo
tempo?
Chiese,
non appena fummo
abbastanza vicini per poterlo sentire. Mi limitai ad abbassare la
testa,
imbarazzata, mentre a rispondere ci pensò il mio ragazzo,
che doveva ancora
chiarire l’inconveniente di poco prima.
-Non
abbiamo fatto quello che
intendi tu, sia chiaro! Abbiamo solo parlato.
Disse,
rimanendo impassibile.
-Sam,
questo maiale ti ha toccata?
Mi
domandò mio fratello, ignorando
totalmente Cris.
-No!
Cavolo, no! Cioè… no!
Riuscii
solo a dire questo,
incredula, mentre Cris rideva per il mio imbarazzo.
Abram
lanciò un ultimo sguardo a
Cris, ma non tanto da arrabbiato, più da: “attento
ti tengo d’occhio”. Alzai
gli occhi al cielo, sospirando.
Uomini!
Chi li capisce è bravo!
Salveee!!!
Eccoci
tornate con il seguito della festa! xD Ok, lo so, siamo in un ritardo
tremendo
e chiedo umilmente perdono… ma sapete, in estate si va al
mare e poi quando ci
si prende indietro con i libri da leggere per italiano (che tra
l’altro fanno
proprio schifo!) il tempo per aggiornare diminuisce…
però, dai, non sono
proprio carini Sam e Cris??? Teneriiii!! Ok, il caldo mi da alla testa,
no
comment!
Ringraziamento!!!
bribry85:
fortuna che ci
sei tu a commentare! xD Sono felice che il capitolo ti sia
piaciuto… e questo? Finalmente
le coppie si sono sistemate e Abram comincia a fare la parte del bravo
fratellone geloso!
Il
prossimo capitolo sarà Natale (sì, lo so, non
è decisamente
tempo di Natale e l’atmosfera neppure! xD)…
Chissò che succederà…oh oh oh!
Al
prossimo capitolo
STAY
TUNE!!
|
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Capitolo 20 *** capitolo 19 ***
Ero
sdraiata, sul letto vicino a me c'era la creatura più
dolce,carina e coccolosa
al mondo, ovviamente sto parlando di Fox, perchè
dall'incidente che aveva visto
me e Cris come protagonisti, sul letto mentre ci baciavamo con foga, e
un
mucchio di ragazzi (e mio fratello!) entrati ( per altro violando la
nostra
privacy) che hanno frainteso la cosa avevamo deciso di non creare altre
situazioni simili.
Così
Cris era venuto solo per farmi la buonanotte.
Come
mi piaceva fare ogni sera feci nella mia mente il punto delle cose;
dunque...
questione "ragazzo dagli occhi blu" sistemata, ad Axel era venuta la
febbre dei baci, ma aveva migliorato la situazione: se non mi avesse
baciata,
Cris non si sarebbe ingelosito e non avrebbe realizzato il suo amore
per me, se
non avesse baciato Alix probabilmente sarebbe stato ancora a litigare
con
Charlie o a provare di ballarci senza pestarsi i piedi a vicenda (credo
lo
facessero apposta, anche se entrambi erano pessimi ballerini).
Adesso
tutto era sistemato, le tessere del puzzle combaciavano, l'equilibrio
era
stabile, io e Cris, Alix e Axel,Charlie e Alex e Claire zitella, très
magnificque! Prima di addormentarmi dovevo portare a
termine la mia missione, e
iniziai a sferruzzare e a lavorare.
Finito
il lavoro guardai l'orologio: erano le quattro, mi chiedevo se valesse
la pena
a quel punto di mettersi a dormire, ma poi una brutta visione di me con
le
borse sotto gli occhi, fuori da questo mondo, leggermente somigliante
al mostro
Frankestein, mentre Cris mi offriva un gelato e mi addormentavo in
piedi mi
fece realizzare che forse una dormita non mi avrebbe fatto mal...
e
caddi in coma.
----
Nel
dormiveglia sentii il rumore della porta che si apriva, dei passi di
qualcuno,
poi non li sentii per qualche manciata di secondi, ripresero i passi e
sentii
il suo respiro
-
Svegliati bella Sam addormentata nella cameretta.
-mmmmhhhh
La
sua voce era miele,avrei gridato "ancora ancora!Dammene di
più" ma
ero troppo addormentata per farlo, quindi mi limitai ad un altro
"mmmmhhh".
Le
sue labbra si erano pericolosamente avvicinate alle mie.
Dal
giorno prima Cris non faceva altro che baciarmi, ma non era una
prospettiva
tanto brutta, però avremmo dovuto organizzarci per
respirare, almeno finchè ne
avremmo avuto bisogno.
Mi
baciò dolcemente e rapidamente
-mmmmhhhh...
Aaah!
Mi
aveva preso in braccio e aveva spalancato la finestra
-
mtt..mi ggiù!
dissi
con la voce impastata dal sonno e strizzando gli occhi, troppa luce
tutta
assieme!
Poi
mi ricordai!
Era
Natale!
Aprii
gli occhi e Cris mi precedette
- Buon
Natale!
Sempre
tenendomi in braccio mi portò nella sala in cui avremmo
festeggiato il Natale:
era piena di lucette di ogni colore, la tavola era coperta da una
tovaglia
bianca di seta a ricami d'argento, vi erano quattro candelabri
d'argento sopra
i quali vi erano per ognuno 3 candele blu, e vi erano diversi vassoi
d'argento
ancora coperti, dato che era l'una ed era già ora di pranzo.
E
mangiammo (chi poteva mangiare), mentre i vampiri bevvero il loro
sangue
sintetico, tra effusioni di affetto e risate, ovviamente Abram e Cris
si
guardavano male come al solito, ma mi sentivo felice comunque.
Poi
scartammo i regali, io ricevetti: una tiara da Charlie e Alix, una
maglietta e
una cintura da Alex, una piastra da Axel, un libro da Abram, un
braccialetto da
Cris e da Madama Zara una collana di diamanti.
Fui
felice di vedere che anche i miei regali furono graditi, a Cris regalai
un
peluche con un gattino con un cuore in mano su cui c'era scritto "ti
voglio bene" (non avevo ancora scoperto di amarlo), per Alix un
completo:
cappello, cintura e una miriade di braccialettini, per Charlie un
ombrello e un
ventaglio di pizzo, per Axel e Alex due t-shirt, mentre per Zara, che
aveva già
tutto avevo deciso di ricamare un cuscino con le sue iniziali, e per
Abram,
avevo cucito una sciarpa di lana.
I
miei regali piacquero molto, Zara si mise a piangere.
Poi
giocammo ai classici giochi natalizi.
Ad un
certo punto Cris mi prese in braccio, mi portò sotto il
vischio, e sotto gli
occhi di tutti mi baciò.
Dire
che ero arrossita era poco, diciamo che facevo invidia ai pomodori
più maturi,
e alla fine di quel lungo bacio (Cris non sembrava volermi
più lasciare) oltre
alle risatine, agli sguardi omicidi di Abram si sentì un
"attenti che ci
nasce un bambino" (Axel).
hohohoooo
buon
Natale!!!
U__ù
L'HO
SCOPERTOOOOOOO
ebbene
si ragazzi (o
meglio ragazza U-ù ... ahimè) si dice "stay
tuneD" con la d finale, e
adesso che non ho più questo dubbio sono sicura che la mia
vita scorrerà più
tranquilla e felice...
I
ritardi con i
capitoli? In gran parte colpa mia, prima di tutto sono andata a Londra,
e come
immaginerete non è che stessi chiusa in hotel con il
computer (anche perchè non
me lo ero portato), e poi perchè gli alieni (la mia
famiglia) mi hanno rapito e
mi hanno portato a babbeolandia (un posto sperduto tra le montagne
pieno di
insetti e bestiacce).
Come
sono andate le
"vostre" (il motivo per cui metto vostre tra virgolette credo sia
facile da capire) vacanze?
comunque
"vi" avverto che il prossimo sarà solo un capitolo di
passaggio, ma
nel prossimo ancora ci sarà una grande sorpresa!!!
(;
adesso
mi fermo che
sennò dico troppo U__ù
babbuò
rispondiamo
al commento di bribry85
bribry85:
come avrai
capito in verità siamo noi le tue fan (T_T) meno male che ti
piace la nostra storia,
ma soprattutto che ti incuriosisca!! Non puoi capire che bella cosa sia
per noi
ciò... eh si Natale un giorno felice che i nostri
protagonisti passeranno
spensieratamente in compagnia dei propri amici, Ti avviso che
sarà un capitolo
molto "leggero", ma spero non per questo noioso!
Stay
tuned (evvai
l'ho capito!!!)
|
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Capitolo 21 *** capitolo 20 ***
Era tutto
perfetto. Io e Cris stavamo finalmente insieme, Alix e Axel e Charlie e
Alex si
amavano. Tutto perfetto!
Tranne
forse il fatto che cominciavamo scuola. Esatto. Dopo le vacanze
natalizie io e
Cris saremmo andati a scuola. Saremmo andati in due classi diverse, ci
saremmo
visti meno e… sarebbe stato terribile per me!
Era
mattina e in casa c’era già il caos. Cris
continuava a bussare in camera mia
gridandomi che saremmo arrivati in ritardo, mentre io continuavo a
ripetergli
che c’ero quasi, mentre cercavo di abbottonare tutti i
bottoni della camicetta
bianca con lo stemma della scuola che avrei frequentato. La gonna a
pieghe
rossa mi arrivava appena al ginocchio mentre i calzettoni bianchi
arrivavano a
metà polpaccio. Mi diedi una veloce occhiata allo specchio
per poi uscire,
ritrovandomi di fronte un Cris terribilmente bello.
L’uniforme gli calzava a
pennello e il modo in cui teneva la giacca dietro la spalla lo rendeva
ancora
più irresistibile. Mi alzai in punta di piedi per stampagli
un bacio sulle
labbra con un sonoro schiocco.
-Pronta
per andare a scuola?-, mi chiese, con un sorriso sulle labbra.
-Parliamo
d’altro?- risposi io, lasciando sottointesa la risposta.
-Beh, per
la cronaca, quella divisa ti sta proprio bene…-
continuò, per poi baciarmi più
appassionatamente.
-Dobbiamo
andare…- , dissi sulle sue labbra, per poi staccarmi di
malavoglia. Sospirò
tristemente, per poi scendere le scale con me.
Madama
Zara ci aveva detto che la scuola era poco distante, bastava andare
sempre
dritto e svoltare alla terza a destra. Seguimmo le indicazione e dopo
dieci
minuti eravamo di fronte ad un edificio enorme, con tanto di ragazzi e
macchine.
-Ci sono
anche i nostri amici se non sbaglio…- ,disse Cris,
guardandosi attorno e
mettendomi un braccio intorno alle spalle.
-Già, e
anche Claire, a quanto vedo…-, continuai io, vedendo
quell’oca sventolare i
suoi capelli e fare la gatta morta con un tipo che avrà
avuto diciassette anni.
-Vero… ma
tu lo sai che mi importa solo di te quindi non fare la
gelosa…-, sussurrò,
prima di darmi un bacio sulla fronte. Era troppo dolce, mi sarei
sciolta una
volta o l’altra!
Aprii
bocca per parlare ma la voce di Alex mi precedette.
-Toh, i
nuovi arrivati!-, esclamò da lontano, avvicinandosi con
dietro gli altri tre.
-Ciao ragazzi-,
rispondemmo in coro noi, cercando di ignorare il fatto che avevano
appena
interrotto uno dei nostri momenti più romantici. Ah! Era
incredibile quanto
fosse perfetto il tempismo di certe persone!
-Allora ,
come vi sembra la vostra nuova scuola?-, ci chiese Alex, sorridendo.
-E’
noiosa. Indossano tutti le stesse cose…-, risposo
guardandomi distrattamente
attorno. Ed era vero. Gli unici colori che si vedevano erano il bianco,
il
rosso e il nero.
-Sì, beh…
non solo i colori sono noiosi purtroppo. I professori sono alquanto
severi e
seri. Pensa che mi avranno già mandato dal preside due, tre
volte solo
quest’anno-, si lamentò Axel.
-Fratellino,
credo che chiunque ti manderebbe dal preside se gli lanci una pallina
di carta
in faccia… specialmente se è appena stata nella
tua bocca…-, gli fece notare
Alex.
La
campanella suonò e tutti si avviarono verso
l’entrata. Sembravamo una mandria
di pecore che si spintonava per riuscire ad entrare il prima possibile
al
caldo.
- Sammuccia,
tu sei in classe
con noi! Ci divertiremo tantissimo,
non credi?-, esclamò Axel, utilizzando un soprannome che ero
certa non avrebbe
più osato pronunciare dato il mio sguardo minaccioso che gli
avevo lanciato.
Ci
dividemmo da Cris (per me a malincuore) salendo due rampe di scale
diverse.
Quella scuola era enorme!
La nostra
classe era al secondo piano, in fondo al corridoio, esattamente
l’ultima
stanza.. Entrai, notando che c’erano solo tre ragazze e due
ragazzi che mi
lanciarono uno sguardo incuriosito.
-Ragazzi,
lei è Samantha, Sam per gli amici!-, mi presentò la Alex.
-Sam,
questi sono i ragazzi!-. concluse Axel. Sorrisi cortesemente,
imbarazzata.
-E’ un
piacere… ragazzi!-, dissi poi, cercando di rendere il mio
francese migliore
possibile. Loro dissero qualcosa che
assomigliava ad un –anche per noi-, e poi tornarono a parlare
tra di loro,
ignorandoci.
-Molto
amichevoli…-, dissi tra me, appoggiando lo zaino nero su un
banco dell’ultima
fila.
In meno
di cinque minuti la classe si riempì. Erano ventisette
studenti in tutto, tredici
ragazzi e
quattordici ragazze. C’erano
gli snob, i secchioni e i semplici normali ragazzi, come me. Ah, e poi
c’erano
due pazzi che continuavano a parlarmi e a farmi domande su Cris.
-Il prof
è in ritardo-, disse ad un certo punto Alex, lanciando una
veloce occhiata
all’orologio che portava al polso.
-Sì,
Alex, perché tu sei l’unico che ha la mania della
puntualità!-, rispose Axel,
stuzzicandolo. Inutile dire che tra i due cominciò ben
presto un battibecco.
Sospirai e scossi la testa, ormai abituata a quelle situazioni.
-Sei la
nuova arrivata?-, mi chiese un ragazzo, arrivandomi alle spalle e
appoggiandomi
un mano sulla spalla. Mi voltai e mi trovai di fronte un ragazzo alto e
moro,
pallido di carnagione e con due occhi neri che mi guardavano da cima a
fondo.
-Sì, sono
Sam, piacere-, dissi porgendogli la mano.
-Lucas.
Incantato.-, mi prese la mano e ci poggiò le labbra sopra,
facendomi arrossire.
-Bene.-,
dissi imbarazzata, ritirando subito la mano.
-Lucas,
stai lontano da Sam, che è già impegnata con un
altro!-, lo avvertì Axel,
dandogli una leggera pacca sul petto.
-Va bene,
va bene, stai calmo. Volevo solo essere gentile, tutto qua. Adesso i
ragazzi
devono avere sempre secondi fini, incredibile!-, borbottò,
allontanandosi.
-Ragazzi,
ma dove sono Alix e Charlie? Non le ho viste…-, dissi poi,
notando la mancanza
di quelle due.
-In
effetti ce lo siamo chiesto anche noi…-, rispose Alex.
-Alix mi
aveva assicurato che c’era. È strano,
forse…-, si bloccò prima di terminare la
frase e sgranò gli occhi, in direzione della porta.
-Al
vostro posto, ragazzi!-, esclamò una donna con degli
occhiali, sedendosi sulla
cattedra. No, un
secondo, quella non era
una donna, quella era… era… Alix?
Tutti e
tre spalancammo la bocca, osservando la bionda che per una volta era
vestita
con una normale gonna e una normale camicetta, leggermente truccata e
con degli
occhiali che la rendevano più matura. Ci fece
l’occhiolino per poi gridare di
metterci ai nostri posti.
Alix era
una professoressa? Mi ero persa qualcosa, anzi, mi ero pesa tutto!
Salveeeee!!!
Come va la scuola???
A
me manca l'estate... tanto tanto T_T
Cooooomunqueeee...
Com'era questo capitolo? Su, su, commentate,
mica vi mangiamo... non siamo ancora cannibali! U.u
Non
vi aspettavate la scuola,
eh?? xD E' stata un'idea di Celia questa... sapete, probabilmente la
scuola
l'ha ispirata (o.0)
Passiamo
ai ringraziamentiii!!!
bribry85: Siamo felici
che lo scorso capitolo ti sia piaciuto... e questo? Diciamo che
è una svolta
nella storia... ma che ci vuoi fare, quando il cervello di Celia
è in attività
nessuno lo ferma! xD E Alix e Charlie poi... beh, non potevano essere
delle
normali studentesse... ovvio che no! xD
alina 95: Waaaaah!! Una
nuovaaaaa!!! Siamo felici che ti piaccia la nostra storia e grazie per
il
commento! Almeno la povera bribry non sarà più da
sola! XD ora la storia ha
cambiato leggermente... insomma, anche loro devono soffrire andando a
scuola e
sopportarla, quindi eccoli là! xD
Mi
raccomando, fateci sapere come vi sembra...
Al
prossimo capitoloooo!!! =)
|
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Capitolo 22 *** Capitolo 21 ***
Non
ero riuscita a seguire una parola di ciò che Alix - o meglio
"la
professoressa Foster" - aveva detto; per tutta la lezione ero stata
troppo
occupata a essere scioccata per la vista della mia migliore amica nelle
veci
della mia insegnante di inglese e Axel sembrava perfino più
stupefatto di me…
d'altronde lei era la sua ragazza, e in quel momento sembrava
così adulta:
dimostrava l'età di une neo-laureanda, non ci potevo ancora
credere.
Tutti
gli studenti maschi sembravano incantati (tutti tranne Alex) e i suoi
tacchi a
spillo valorizzavano incredibilmente le sue gambe di porcellana.
Dopo
la lezione andai da Alix e dopo essermi schiarita la voce lanciai il
mio
messaggio in codice:
-
Avrei un paio di domande sulla sua lezione di oggi
-
Sarei lieta di chiarire i suoi dubbi signorina, la disturbo se intanto
le
chiedo di aiutarmi a portare i miei libri in sala professori?
-
Nessun disturbo!
appena
fuori dalla classe le balzai addosso con la domanda più
ovvia al mondo:
- CHE
CI FAI TU QUI?
-
Insegno
-
Intendo, che ci fai tu qui in vece di insegnante!
- Ah
si... Charlie ed io avevamo pensato che fosse noioso fare le
studentesse, così
abbiamo puntato su questa opzione... Charlie insegna educazione
fisica...
abbiamo fatto in modo di insegnare le nostre materie sia nella tua
classe che
in quella di Cris... adesso devo scappare perchè ho un'altra
lezione... mi
raccomando, svolgi i compiti assegnati!
E facendomi
un occhiolino scappò via, lasciandomi i suoi libri in mano,
cinque secondi dopo
tornò per prenderli...
Non
pensavo che un vampiro potesse avere una memoria tanto labile.
Sospirai,
e pensai che la giornata era solo appena iniziata.
Sentii
i passi di qualcuno che si avvicinava,il professore, dovevo sbrigarmi a
tornare
in classe. Mi sedetti vicino alla finestra, buttai uno sguardo oltre al
vetro,
e vidi Charlie che si muoveva come una matta, saltando, facendo il tifo
e
qualche volta azzardando un balletto di vittoria, con la classe di Cris
che si
allenava nel campetto... quanto era bello lui... mi persi a guardarlo;
una voce
bassa e roca mi riportò alla realtà
-
Signorina...- si schiarì la voce - scusi, lei con lo sguardo
fisso alla
finestra-
la
mia testa si girò di scatto verso di lui
- mi
scusi-
-
Come si chiama?-
-
Samantha O'Cuilinn -
-
Irlandese? -
- Di
origine...-
- Comunque,
dovrebbe prestare attenzione, almeno il primo giorno, per provare a
fare una
buona figura con i suoi insegnanti.-
disse
con tono acido. Mi ero appena fatta un nemico.
E
iniziò la sua lezione di storia.
Feci
finta di ascoltarlo con un'aria seria, annuendo di tanto in tanto, e
prendendo
raramente appunti, tanto sapevo già tutto.
Durante
l'ora di ricreazione Alex e Axel vennero da me per informazioni, gli
raccontai
quanto Alix mi aveva detto, poi Alex disse:
- Non
ci posso credere sono traumatizzato... hai visto come si muoveva
Charlie
durante la sua lezione?
Anche
Alex aveva osservato la partita al campetto, ma più furbo di
me non si era
fatto notare.
-
Perchè non avete visto come i ragazzi guardavano Alix?? Ci
mancava poco e li
vedevamo sbavare! E se incontrasse un professore e mi lasciasse?
- Lo
so è dura, ma stai tranquillo, non succederà
niente del genere- dissi
rassicurando Axel - Chissà come sarà complicato
fuori da scuola...-
-
Oddio... la mia ragazza e la mia professoressa sono la stessa persona!!
disse
sottovoce Alex.
-Tira
avanti ancora un po’, tra due ore si esce.
Cercai
di consolarlo io
-E
per fortuna niente educazione fisica
Aggiunse
Alex.
La
campanella suonò e ci sedemmo.
Vicino
a me si era seduta una ragazza bionda con gli occhi verdi e un viso
angelico, un
po' bambinesco
-
Ciao, mi chiamo Ann
e
sorrise, ricambiai il sorriso.
-
Piacere, Samantha
- Il
professor Baffone è un rompi... tratta tutti
così, sempre, ce l'ha con il
mondo... ma è innocuo, mai messo una nota o mandato in
punizione nessuno
Le
sorrisi di nuovo, e la ragazza si mise a parlare, la seguii, anche
perchè il
tempo sembrava andare + veloce, eravamo agli ultimi banchi
così la
professoressa - quella di matematica - non ci notò.
Mi
ero fatta una nuova amica, buona cosa.
Suonò
la campanella, non vedevo l'ora di andare da Cris.
Lo
aspettai all'uscita e poi mi buttai letteralmente tra le sue braccia, i
professori ci guardarono male, ma non mi interessava molto,
perchè era
magnifico, incrociare le mie mani alle sue, mentre mi guardava, in quel
modo, sorridendo,
come se avesse davanti a sè la cosa più preziosa
al mondo, e in quel momento
capii di essere davvero fortunata ad avere lui al mio fianco.
In
quel momento non avvertivo niente all'infuori di noi due, era successo
tutto
così velocemente che non ero riuscita ad analizzare la cosa,
sapevo solo di
amarlo, e di sentire una fitta ogni volta che i miei occhi incontravano
i suoi.
Il
picchiettare della pioggia sui miei vestiti mi riportò alla
realtà, non mi ero
accorta che la mia espressione era diventata seria, così gli
sorrisi, non
avevamo un ombrello, ma non sarebbe servito dato che la nostra macchina
-una
macchina meno appariscente della limousine-
con a bordo mio fratello, si fermò appena
davanti a noi.
-
Cristoph, vuoi che mia sorella si prenda la polmonite?
Gli
disse acido Abram.
- Non
potevate aspettare sotto il portico?
Fissavo
con lo sguardo perso nel vuoto una goccia di pioggia sul finestrino,
anche
quella era una cosa accaduta in fretta, nel giorno in cui scopro che il
mio
inseparabile amico d'infanzia mi ha sempre amato scopro anche che il
nostro
autista VAMPIRO che mi guarda sempre con un'aria preoccupata e
timorosa,
conosciuto da poco più di un giorno, è mio
fratello.
A
Cris anche se non sotto quell'aspetto, ero abituata, ma a
quell'estraneo, che
in un secondo si trasforma in mio fratello, no. Sapevo che era
così, ma la cosa
era difficile da accettare.
-
Samantha, che fai dormi? Non ti accorgi che piove? eìEntra!
Abram
rimproverò anche me, ma con un tono più dolce e
affettuoso, rivolsi uno sguardo
a Cris e sorrisi, anche lui era immerso nei suoi pensieri.
-
Com'è andato il primo giorno di scuola?
-
Disgustoso... Ho trovato Charlie che mi faceva da professoressa di
ginnastica,
è stato... imbarazzante, mi dava soprannomi... faceva tifo
per la mia squadra...
BALLAVA!-
-
Invece oggi noi abbiamo conosciuto la nostra professoressa di inglese,
la
signorina Foster... Alix Foster.
- Che
matte quelle due...- disse divertito Abram - Dov'è Claire?
- Ah
già mi aveva detto di dirti che rimaneva fuori, e che non
c'è bisogno che tu la
vada a riprendere perchè domani a scuola la
accompagnerà l'amica da cui rimane
a dormire, le porterò io l'occorrente.
-
Ah... quindi credo... di non aver niente in contrario.
Rispose
Abram, dallo specchietto retrovisore non riuscivo a capire la sua
espressione.
Strinsi
la mano a Cris, consapevole che quello che ci aspettava era una nuova
avventura.
Haloa!
come va?
sono Celiaaaaaaa
beeeeeh
vedoo che
ci sono nuove lettrici (:
kyaaa
finalmentee!!!
pensiamo
a
ringraziare... va....
Penny
Black: ti
capisco... anche per me la scuola è un casino... eheeeh
modestamente...
comunque dai, adesso almeno sappiamo che esisti! è una
grande felicità sapere
che qualcuno legge la nsotra storia, e che i nostri sforzi vengono
compensati.
Grazie
a tutte le
persone che hanno letto la storia.
Al
prossimo
capitolo!
stay
tuned!
|
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Capitolo 23 *** Capitolo 22 ***
Erano passati pochi giorni
dall’inizio della scuola e tutto
stava andando alla grande. Tutto tranne il fatto che le mie due
migliori amiche
erano delle professoresse e che Ann, quella ragazza che sembrava tanto
dolce e
carina, era in realtà un incubo. Era come se tantissime
Claire, ognuna che ci
provava con un ragazzo diverso, fossero rinchiuse in un unico
corpicino.
Insomma, era come un’arma letale.
In quel momento, però,
dovevo affrontare un altro problema
molto distante da Ann. E questo problema aveva un nome ben preciso:
Charlie.
Ora capivo perché Chris fosse rimasto così
scandalizzato dalla sua prima ora di
ginnastica. La mia migliore amica era in palestra, che ci parlava.,
mentre
tutti guardavano il suo abbigliamento. Indossava dei pantaloni corti,
nonostante fossimo in pieni inverno e una felpa con delle orecchie di
coniglio
che pendevano.
Sì, strana era dire poco.
Stava saltando da una parte
all’altra della palestra con un
pallone da pallavolo che continuava a volare.
Mi risvegliai dai miei pensieri non
appena Ann,
l’insopportabile ragazza che ci provava con il Mio Chris, con
Alex, con Axel e
con tutti gli altri esseri viventi di sesso maschile che respiravano,
fu
colpita accidentalmente da quel pallone di pallavolo che Charlie le
aveva
(sempre accidentalmente, ovvio) lanciato in faccia non appena quella si
era
avvinghiata al braccio di Alex, senza che lui potesse fare nulla,
troppo
sorpreso per l’azione.
“Oh, scusa Ann! Spero di
non averti fatto male!”, disse, ma
mi sembrò estremamente ironico il suo tono.
“Mi ha rotto il naso,
prof!”, si lamentò quella, con voce
stridula, portandosi le mani al naso.
“Ma se neanche te
l’ho preso il naso! L’ho visto
chiaramente, ti ho preso, per sbaglio ovvio, la guancia!”, la
corresse, scettica.
Ann non poteva di certo ribattere, la vista dei vampiri non
è neppure
paragonabile a quella degli umani.
Io e Axel dovemmo fare uno sforzo
incredibile per non
scoppiare a ridere, mentre gli altri, preoccupati, circondavano la
moretta che
era teatralmente piegata su sé stessa.
Quell’ora era stata
abbastanza imbarazzante, soprattutto
quando Charlie faceva strani balletti non appena la mia squadra segnava
a
pallavolo. Non si notava che aveva delle strane preferenze per me e
Alex… certo
che no! Diciamo che faceva solo il tifo per noi tutto il tempo!
Durante l’ora di scienze la
prof, che tra l’altro era
insopportabile, irritante, odiosa e qualsiasi altro aggettivo che
rientrasse in
quella categoria, stava spiegando qualcosa riguardante il corpo umano,
ma non
prestavo molta attenzione. Io e la scienza eravamo come due poli
opposti delle
calamite… non riuscivamo proprio a legare. Quindi era
inutile che mi
applicassi… tanto c’era Chris a darmi una mano e
di sicuro le spiegazioni di Chris
erano mille volte meglio di quelle di quella strega di prof che avevo.
Lanciai uno sguardo a Lucas, che
dalla fila accanto alla mia
mi stava guardando. Gli sorrisi, nervosa per quelle attenzioni, per poi
tornare
a scarabocchiare il libro. Era strano quel tipo. L’avevo
già sorpreso parecchie
volte a guardarmi e il che era fastidioso, non solo per me ma anche per
Chris
che era uno che notava tutto.
Mi ricordava tanto Axel, solo che lui
era il mio migliore
amico mentre Lucas… beh, Lucas era solo un compagno di
classe con cui ci avevo
parlato esattamente due volte: quando ci eravamo presentati e quando a
pallavolo gli avevo lanciato il pallone in faccia chiedendogli scusa.
Sentii una pallina di carta colpirmi
in testa e allora fui
costretta a tornare al presente, a quella noiosissima ora che non
terminava.
Forse le lancette dell’orologio si erano bloccate…
Aprii la pallina di carta e riconobbi
la scrittura
disordinata e sottile di Axel.
“Io quello lo
ammazzo”, c’era scritto. Lo guardai con aria
interrogativa e ben presto mi arrivò un altro bigliettino,
sempre accartocciato
e lanciato perfettamente sul mio tavolo, con una mira perfetta. Doveva
essere
pratico di queste cose!
“Quello ci prova con Alix,
la mia Alix, la professoressa Alix.
Esattamente come tutti gli altri.
E ci prova anche con te. Dimmi, cos’ha Alix di
così speciale da attirare tutte
quelle attenzioni? Solo io la posso guardare!”, geloso il
tipo e anche
piuttosto possessivo. Scossi la testa, esasperata, e finalmente quel
suono
tanto agognato arrivò. Il rumore stridulo della campanella
mi fece sobbalzare e
subito misi tutto dentro allo zaino, pronta a correre in cortile ad
abbracciare
il mio Chris.
Come previsto Chris era esattamente
di fronte al cancello in
metallo, appoggiato al muro con le braccia incrociate sul petto. Una
posa che
lo rendeva terribilmente bello. Accelerai il passo, con un sorriso a
trentadue
denti e una volta che gli fui di fronte gli saltai al collo,
abbracciandolo con
slancio.
“Wow, così mi
strozzi!”, disse scherzosamente, incrociando
comunque le braccia dietro la mia schiena.
A rovinare quel momento ci
pensò qualcuno che si schiarì la
voce, infastidito. Voltai lo sguardo a quel qualcuno e notai con
fastidio che
si trattava di Ann, che guardava Chris con decisamente troppo
interesse.
“Ciao
Chris”, disse lei. Chris? Chris? Da quando lo
chiamava Chris?
Lui rispose con un cenno del capo.
“Senti, io e il mio Chris
dobbiamo andare, mi dispiace.
Ciao!”, la bloccai io, prima che potesse dire qualsiasi cosa.
Era terribilmente
fastidiosa e irritante. E io forse troppo gelosa… ma con un
ragazzo del genere
tra le mani dovevo stare super attenta che una qualche ochetta non me
lo
fregasse!
Lei si limitò ad
incenerirmi con lo sguardo, prima di
andarsene.
“Mi piaci quando fai la
gelosa”, mi disse lui, baciandomi
senza neppure rendermene conto. Rimasi qualche secondo imbambolata, ma
poi mi
ripresi e mi accorsi che la rabbia era sparita nel nulla.
L’auto era ad aspettarci
esattamente nello stesso posto del
giorno precedente, e non appena entrammo l’accoglienza non fu
delle migliori. A
quanto pareva non ero io l’unica ad essere gelosa…
“Dove sei stata tutto
questo tempo? E Claire?”, mi interrogò
Abram, senza neppure salutarmi.
“Sono appena uscita da
scuola e Claire è andata fuori con
dei suoi amici”, risposi meccanicamente, sistemandomi meglio
sul sedile comodo
dell’auto mentre Chris mi metteva un braccio intorno alle
spalle.
“Con degli
amici?”, c’era irritazione nella sua voce.
“anche
ieri è uscita con degli amici. Non è sicuro
andare in giro per le strade con questo
traffico, dovrebbe saperlo!”, continuò. Lanciai
uno sguardo veloce al ragazzo
accanto a me che era confuso e poi mi sporsi fino ad arrivare accanto
al suo
orecchio. Quello non me la raccontava giusta.
“Fratellone… non
è che sei… geloso?”, chiesi dubbiosa.
Lui
per tutta risposta frenò di colpo, facendomi quasi cadere in
avanti, se non
fosse stato per Chris che mi aveva presa velocemente, stringendomi per
non
farmi cadere. Aveva dei riflessi incredibili!
“Io geloso?”,
chiese poi, riprendendo a guidare normalmente.
Cosa che dovevo ricordarmi assolutamente: non fare strane domande
mentre mio
fratello era al volante.
“Io…
geloso?”, ripeté nuovamente, questa volta con
indignazione.
“Di una ragazzina? Per chi
mi hai preso? Io non sono geloso
di Claire! Io…”, continuò, alzando la
voce.
“Va bene, va bene, ti
credo! Ma calmati e guida, ok?”, lo
bloccai, prima che potesse schizzare male ancora.
Che gente strana che c’era
al mondo!
Non appena varcai la porta di casa
Fox mi assalì, facendomi
quasi cadere. Quella piccola volpe bianca stava per diventare un
vampiro e la
sua forza era decisamente aumentata.
Gli accarezzai la testa e lui per
tutta risposta mi leccò la
mano, facendomi il solletico. Lo adoravo!
Non potei però continuare
a lungo perché due braccia mi
circondarono i fianchi e mi sollevarono da terra con
facilità, quasi pesassi
solo pochi grammi.
“Chris!”, dissi
ridendo e stringendomi al suo collo.
“Prima Ann ci ha
interrotti…”, sussurrò lui, a pochi
centimetri dalle mie labbra.
Ormai i miei neuroni erano
completamenti andati. Non erano
più in grado di pensare lucidamente così mi
limitai a rispondere al bacio di
Chris, senza preoccuparmi di Fox che ci guardava stranito.
“E per la
cronaca…”, sussurrò Chris, quando ci
staccammo un
attimo giusto per prendere fiato. “Tu sei cento volte meglio
di Ann”.
Salve
gente!!! Sono Alexis!
Come va??
Bah,
comincia a fare
freddo… ogni anno è un trauma ‘sta
cosa! T_T Ma manca meno di un mese a Natale…
evvivaaaa!! xD (lo so che sembro scema, ma sono appena tornata da un
pazzo
pomeriggio con delle mie amiche, quindi capitemi!)
Nell’ultimo
capitolo
però solo un commentuccio… che triste! ci eravamo
abituate troppo bene io e
Celia!!
E ovviamente
di chi è
il commentuccio????
bribry85,
esatto!!
xD
Mi dispiace che internet
faccia i capricci… deve essere
una cosa terribile, ci sono passata anch’io! Comunque siamo
felici che il
capitolo ti sia piaciuto… almeno tu ci sostieni sempre! xD E
come vedi…
sparisce Claire e ne arriva un’altra! Ah, il mondo
è pieno di ragazze così! Che
ci possiamo fare?? -_-‘ Peccato che questa sia un
po’ peggio… ma non dico
niente e sto zitta!! =)
Seguite i prossimi capitoli
e magari, giusto così, tanto
per, lasciatelo un commentino... a noi non fa proprio schifo!
Ora Je vous salue!!!
xD
|
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Capitolo 24 *** capitolo 23 ***
Erano
passate alcune settimane dall'inizio della scuola, era tutto diverso da
prima,
così avevo avuto bisogno di adeguarmi ai miei nuovi ritmi.
Con
Chris andava tutto bene, e ormai le occhiatacce che si scambiava con
mio
fratello erano diventate solo delle giocose ritualità.
Mio
fratello, era diventato burbero, e facilmente stressabile, si
innervosiva per
ogni cosa, e ormai aveva dimenticato il corretto uso della parola:
borbottava e
basta.
Il
nostro fennec si stava trasformando, qualche volta si potevano sentire
i suoi
guaiti, gli stavamo molto dietro e lo coccolavamo in tutti i modi,
tutti
adoravamo quella piccola palla di pelo.
Nonostante
Charlie e Alix fossero anche le nostre professoresse il loro rapporto
con i
gemelli andava a gonfie vele, anche perchè fuori da scuola
sembravano due
persone diverse.
Claire
stava sempre fuori casa, aveva un ragazzo, non conoscevo il suo nome,
ma lo
avevo visto in più occasioni, aveva un fisico incredibile, e
aveva un che di
misterioso, e dopo scuola Claire e il suo
ragazzo, in sella al motorino di lui, sfrecciavano chissà
dove.
Claire...
c'era qualcosa che mi sarei dovuta ricordare... ci pensai un attimo, mi
ricordai che era il suo compleanno, il due febbraio, di sicuro avrebbe
organizzato qualcosa, non era in casa, era rimasta fuori la notte,
guardai il
cellulare: c'era un suo messaggio.
Eravamo
in macchina io, Cris e i gemelli, lessi fra me e me il messaggio, alzai
lo
sguardo e riassunsi il contenuto di esso:
-
Stasera Claire da una festa per il suo diciottesimo compleanno, invita
tutti
noi... e anche Abram...- alzai la voce - Abram credi di venirci?
-
Possibile.
mi sorprese,
avrei aspettato una risposta negativa, dato il suo comportamento
nell'ultimo
periodo.
Dopo
la risposta di Abram mi strinsi ancora di più a Cris e tutti
noi, troppo
stanchi per parlare ci guardammo in silenzio.
Arrivati
a scuola ci dividemmo.
Non
riuscii a stare attenta, e nell'intervallo avvisai Charlie e Alix della
festa,
si sarebbero dovute camuffare bene, perchè la gente non le
riconoscesse, però
c'era da dire che nei panni delle professoresse il trucco che
indossavano le
faceva di molto più grandi.
Come
mi sarei dovuta vestire? Sarei andata a fare un po' di shopping.
Dopo
scuola, io e i ragazzi andammo a scegliere i vestiti.
------
*Christoph*
Capisco
la mania delle ragazze di comprarsi in continuazione vestiti, non
capisco
quella di trascinare a farlo il proprio ragazzo.
Avevamo
girato negozi di ogni genere e firma, scelto vestiti, e scartati dopo
averli
provati almeno tre volte. Per un momento, avevo creduto di perdere la
mia
sanità mentale, ma i sorrisi di Sam mi spingevano a
dimostrarmi disponibile e
sopportare quel continuo togliersi i vestiti, ri-infilarseli,
ri-metterseli
toglierseli.
Alla
fine scelse degli ottimi vestiti, ci stava davvero bene, più
la guardavo più mi
sembrava bella.
Aveva
scelto un vestito che risaltava il suo fisico, sarei dovuto stargli
appiccicato
tutta la sera, per evitare che troppi ragazzi ci provassero con lei.
Tornati
a casa, erano le otto di sera, ci
mise
due orette a prepararsi, mentre io, i gemelli e Abram eravamo
prontissimi, io
indossavo i jeans neri e la camicia bianca che mi aveva fatto comprare
Sam,
Abram aveva optato per jeans chiari camicia bianca e gilet nero, Axel
Jeans
largi scuri e una maglietta aderente con l'appariscente logo della
firma e Alex
pantaloni di velluto neri con una camicia nera sbottonata.
E poi
si sentì
-
Sono pronta!
E
dalle scale vidi scendere la creatura più bella al mondo.
Il
vestito aderente e parecchio corto di un rosa brillante, che la
fasciava
perfettamente faceva risaltare due gambe lunghe e dritte.
Era
l'immagine della perfezione.
Aumentò
la paura di perderla, come avevo perso tutti i miei cari.
Nonostante
il triste pensiero le sorrisi, e le porsi la mano, allungò
il suo braccio,
intrecciai la mia mano alla sua, e raggiunto il mio livello, la
attrassi a me e
la baciai dolcemente.
Axel
si schiarì la voce, mi girai e notai un infastidito Abram,
un Alex imbarazzato
e il biondo decisamente divertito.
Dato
che il nostro autista era occupato (doveva venire con noi) ci avrebbero
dato un
passaggio Alix e Charlie, Sam mi stordì di parole per tutto
il viaggio.
Arrivò
sul piazzale di casa nostra una limousine bianca, affittata per
l'occasione.
Con
nostro grande stupore, dentro trovammo Charlie bionda, e se si poteva
una Alix
ancora più chiara, si erano conciate da bamboline di
porcellana, con le gote
rosa e la pelle rosea.
La
festa di Charlie iniziava alle dieci e mezza, ed era in una villa
(location
affittata) che non mancava di parcheggiatore, dj all'ultima moda,
ragazzini
festaioli danzanti, e cibo di ottima qualità.
I
ragazzi e le ragazze erano già entrati nello spirito della
festa, Sam mi aveva
trascinato sulla pista da ballo, come Alix e Charlie con Axel e Alex,
mentre
Abram ci provava con una ragazza che veniva in classe con me, che era
stata
bocciata un anno, la migliore amica di Claire, e Claire si strusciava
sul suo
ragazzo a ritmo della musica.
Sentivo
che qualcuno mi fissava, mi girai, ma vidi solo coppie che come noi
danzavano.
Strano.
- Ho
fame!
disse
Sam
-
Vuoi qualcosa?
-
Andiamo lì c'è roba invitante!
-
Sam!
si
sentii la voce squillante di una ragazza
-
Ahm... Ann! Che piacere vederti qui
rispose
Sam
Ann indicò
Charlie e Alix
- E
queste chi sono? Non me le presenti?
-
Sappiamo presentarci da sole
disse
con tono acido Charlie
- Io
sono Chloe
disse
Alix
- Io
sono Alicia
disse
Charlie.
- Vi
ho viste da qualche parte?
-
Possibile... sai... siamo le ragazze di Axel e Alex.
disse
Alix.
-
Avete delle ragazze?
-
Sì... non hai sentito quello che ti ha appena detto Chloe?
disse
in tono schietto Axel.
Io me
ne stavo zitto, quella ragazza aveva qualcosa che non mi piaceva.
Allontanatasi
Ann, Sam mi disse nell'orecchio, alzando la voce il più
possibile per farsi
sentire attraverso la musica
- Io
vado a vedere un momento cosa combina Abram, tu inizia ad andare a
salutare
Claire.
- Va
bene.
Un
tempo Sam era gelosa di Claire, ma dopo il suo fidanzamento, aveva
perso ogni
paura.
Mentre
andavo da lei sentii la voce di Ann.
- So
tutti i vostri segreti...
mi
girai e la guardai con un'aria di sufficienza.
- So
da dove venite, so cosa sono le vostre amiche, ma soprattutto conosco
la loro
vera identità, so cosa diventerai, so tutto su di voi sulla
vostra attuale
famiglia e sulla vostra vecchia famiglia.
Mi
preoccupai.
-
Cosa stai dicendo?
-
Oh... andiamo mi capisci benissimo, comunque non è il luogo
migliore per
discuterne, andiamo in un posto più isolato.
Mi
portò in una depandance piena di attrezzi da giardino.
- Ti
volevo proporre uno "scambio".
Perfetto,
un ricatto.
-
Parla.
-
Lascia Sam e mettiti con me.
Strabuzzai
gli occhi
-
Oppure?
-
Oppure vi distruggo.
-
Lasciami un po' di tempo per decidere.
- Hai
tre giorni, amore.
La
guardai malissimo, che ragazza perfida, per niente al mondo avrei
voluto essere
il suo ragazzo, per niente al mondo avrei voluto lasciare Sam.
Avevo
bisogno di un consiglio, più tardi avrei parlato con Abram.
Andai
verso il nostro gruppo
-
Dov'eri??
disse
Sam, ignara di ciò che era successo prima.
- Ero
andato un attimo in bagno, non mi sento molto bene, possiamo tornare a
casa?
- Per
me nessun problema, non mi piace questa festa.
Disse
Charlie
- La
penso uguale.
disse
Alix
-
Troppa gente che ci prova con la mia ragazza.
disse
Axel.
- Per
me va bene, però facciamo un salto da Claire,
così le diamo anche il regalo…
però Abram sembra spassarsela.
Disse
Alex indicandolo, era seduto su una poltrona circondato da un'orda
di
ragazze.
- Ci
penso io!
Disse
Sam.
Andammo
a salutare Claire e a portare i saluti di Sam.
E ce
ne andammo.
Per
tutto il viaggio in macchina, evitai il minimo contatto con Sam, e mi
isolai un
pochino, non sopportavo la situazione in cui ero stato messo.
Tornati
a casa aspettai che tutti si addormentassero e andai in studio
-
Oh... ciao Cris.
Mi
salutò Abram prima che aprissi la porta.
Lo
trovai seduto sulla poltrona di pelle, forse a rimuginare sulla serata.
-
ciao.
Dissi
con un filo di voce.
-
Sembri preoccupato.
Gli
raccontai quello che mi era successo, rimase interdetto.
- Che
stupida bambina capricciosa!
-
Cosa devo fare?
chiesi
io.
-
Accetta, magari Sam ci rimarrà male all'inizio, quando
tornerà Madama sono
sicuro troverà una soluzione.
Madama
Zara si era sempre adoperata perchè noi fossimo felici
assieme.
Avrei
solo dovuto aspettare il suo ritorno.
Chiediamo scusa per il
terripilante errore di non aver postato il capitolo…
Ci prostriamo ai vostri
piedi (AHHHM) e speriamo di aver rimediato
all’errore…
Chiedo scusa per il
ritardo… ee… anche se in ritardo auguri e che il
2010 possa essere l’anno migliore della vostra vita (AHMMM)
Bribry85: *____________*
adesso sai com’è andata la storia… beh
benee!! // ggiààà!!! E mo le cose
continueranno a complicarsi!
Alina95:
Hoho… per me è un po’ troppo
perfetto… però insomma… a trovarlo un
ragazzo così!!!! Per adesso si fanno odiare…
premetto, uno dei due lo odierete, l’altro sarà
simpatico e ti farà anche un po’ di
tenerezza… ti sto dicendo troppo… eheh
dovrai continuare a leggere per scoprire di più…
jessyangel: grazie di
averci fatto notare l'erroreee!!!! siamo molto grate... anche
perchè un momento del genere è davvero
importantissimoo
e senza di te
non so quanto ci avremmo messo ad accorgercene
|
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Capitolo 25 *** Capitolo 24 ***
** PoV Chris **
Ero di fronte alla porta chiusa della
camera di Sam da ormai
un quarto d’ora. Sarei dovuto entrare ma il mio corpo non ne
voleva sapere di
muoversi e il mio cervello non sembrava neppure voler impartire alcun
ordine
alle mie gambe. Certo, come potevo? Sarei dovuto entrare e mettere fine a
tutto… avrei dovuto mettere
fine alla nostra amicizia, al nostro amore… ma
finchè rimanevo fuori da quella
stanza tutto restava normale, Sam e io stavamo insieme, lei era mia. Avevo il diritto di gustarmi quegli
ultimi attimi, o no?
Sospirai, rendendomi conto che non
potevo restare per sempre
di fronte a quella porta in legno, che stavo cominciando ad odiare.
Portai la
mano avanti, sulla maniglia, e lentamente la aprii, forse troppo
lentamente.
-Chris, mi hai spaventato!
Esclamò lei, portandosi
una mano sul petto. Era seduta sul
letto, con i capelli leggermente spettinati e il volto ancora truccato.
Stava
per andare a dormire, ne ero certo, perché indossava una
camicia corta… anzi,
non una camicia, la mia
camicia bianca, quella che non
trovavo da ormai una settimana. Le stava bene addosso, molto meglio di
quanto
stava a me.
-Hai la mia camicia…
Osservai, laconico. Lei
guardò l’indumento, per poi
sorridere come una bambina.
-Non è bellissima?
L’hai dimenticata sul letto l’altro
giorno, così ho deciso di prenderla… non ti da
fastidio, vero?-, mi chiese,
mentre mi seguiva con lo sguardo.
Mi sedetti accanto a lei sul letto,
non prima di aver chiuso
la porta. Aveva gli occhi da cerbiatto, grandi e luminosi…
non me ne ero mai
accorto.
-Sam, dobbiamo parlare…-,
dissi, dopo un attimo di silenzio.
Mi ero preparato il discorso davanti allo specchio, l’avevo
ripetuto tantissime
volte, ma in quel momento la mia mente era vuota.
-Parliamo!-, disse semplicemente,
scrollando le spalle. Era
contenta, non riusciva a smettere di sorridere, e questo mi faceva
stare ancora
peggio.
-Seriamente.-, chiarii, cercando di
risultare serio. Lei
parve disorientata, ma rispose un “ok” sussurrato.
-Sam io… non credo che sia
il caso di andare avanti con
questa relazione…-.
Lo dissi così,
probabilmente con il tatto di un elefante, ma
mi era uscito. Non ero riuscito a fissarla negli occhi, ma avevo visto
chiaramente la sua bocca spalancarsi, stupita.
-Cosa?-, chiese dopo un attimo, con
una voce leggermente
acuta. Tipico di lei, quando era nervosa.
-Non siamo fatti per stare insieme,
Sam. Credevo di amarti
ma credo che ciò che provo per te non sia altro che un amore
fraterno, nulla di
tutto ciò che credevo. Ho solo confuso un po’,
tutto qua…-, risposi semplicemente,
cercando di rimanere impassibile. Ma i suoi occhi, quelli non riuscivo
proprio
a incrociarli, non mentre dicevo una cosa del genere, una bestemmia
quasi.
-Non mi ami? Ma io credevo che
tu…-, sussurrò, non capendo.
-Lo credevo anch’io Sam, ma
mi ero sbagliato. Tu per me sei
e sarai solo una buona amica, nient’altro…-, la
precedetti. Non stava
piangendo, ma sapevo che tra non molto sarebbe scoppiata. La conoscevo
troppo
bene. Orgogliosa com’era non voleva mostrarsi debole di
fronte a me…
-No Chris, tu mi avevi detto che mi
amavi… me l’hai detto
fino a qualche ora fa!-, cercò di ribattere, ma aveva poca
voce. Perché stavo
facendo una cosa del genere? Vederla in quelle condizioni era peggio di
una
coltellata al cuore, sì, molto peggio.
-Te l’ho detto, mi sono
sbagliato, e mi dispiace di averti illuso,
davvero. Ma non… ti amo…-.
Mai cosa fu più falsa.
-Stai… stai scherzando,
vero? Sì, stai sicuramente
scherzando perché tu… non puoi…-,
balbettò. Mi prese il viso tra le mani e mi costrinse
a guardarla.
-Dimmi che non mi ami. Guardami negli
occhi e dimmi che non
mi ami…-. La sua era una supplica, una preghiera fatta quasi
senza voce. Ero un
mostro.
Io per tutta risposta mi scostai
senza troppa difficoltà e
mi alzai dal letto. Non potevo dirglielo in faccia, non potevo
dirglielo
guardandola negli occhi. Non ero in grado di mentirle così
spudoratamente.
-Mi dispiace Sam…-,
sussurrai, prima di uscire da quella
stanza.
Era finita.
** PoV Sam **
Ero raggomitolata su me stessa da
ormai non so quanto tempo.
Avevo freddo e il cuore era come se avesse appena ricevuto mille
pugnalate. Mi
aveva lasciata, non mi amava più. Cosa importava del resto?
Dovevo essere orribile, con gli occhi
arrossati e il trucco
tutto colato, ma non mi interessava niente.
Potevo ancora sentire le sue labbra
sulle mie, potevo
sentire il suo respiro sul mio volto, potevo sentire il suo
profumo… potevo
sentire lui, nonostante fosse da
tutt’altra parte in questo momento.
E le sue ultime parole, oh, anche
quelle sentivo. Anzi,
quelle erano le uniche cose che continuavano a rigirarsi nella mia
testa: “Non
ti amo più”, mi ha detto. E quello, quello
è stato peggio di una qualsiasi tortura. Poteva farmi
camminare sul fuoco, o
farmi nuotare nell’acqua gelida o addirittura
picchiarmi… ma nulla era
paragonabile a quel dolore che stavo provando in quel momento. Mi
sentivo
vuota, inutile.
Non mi amava.
Io sì, alla follia.
Cosa dovevo fare?
-Stupido!-, sussurrai, piangendo. Era
incredibile quanto
fossero infinite le mie lacrime.
Da piccola mi dicevano che piangere
mi faceva venire gli
occhi più belli… ma cosa importava se non mi
amava? Potevo piangere quanto
volevo, i miei occhi sarebbero rimasti sempre gli stessi,
così come i miei
sentimenti per lui.
Ero distrutta.
Erano passati due giorni, o forse
tre. Non lo sapevo.
-Mangia!-, mi ordinò
Charlie, portandomi un piatto di pasta
sotto il naso. Mi veniva la nausea solo a sentirne l’odore.
-Hai intenzione di morire di fame?
Perché esistono morti
molto meno dolorose, molto più veloci…-, mi disse
Alix, con sarcasmo.
-Non ho fame, tutto qua.-, risposi
atona, stringendomi in
quella camicia bianca. Era di Chris, ma si era sempre dimenticato di
portarsela
nella sua stanza.
-Sam, non puoi lasciarti andare
così… non è da te!-, Charlie,
mi diede un leggero schiaffo sulla guancia, quasi a volermi svegliare.
-Io non mi sto lasciando
andare… semplicemente non ho
fame…-, le dissi.
No, non mi stavo lasciando andare.
Non mi importava di lui.
Non mi importava di lui. Non mi importava di lui.
Non era vero, ero una bugiarda.
Lo volevo accanto a me. Volevo le sue
braccia a stringermi,
non quella camicia che di suo aveva solo il profumo di menta. Volevo
vederlo
entrare in camera mia e volevo che mi dicesse che mi amava, che non
poteva
vivere senza di me. Volevo le sue labbra sulle mie, i suoi sorrisi solo
per me
e le sue mani sulle mie.
-Mi dispiace Sam…-, mi
disse Alix, accarezzandomi la testa.
Ed ecco che la fontana ripartì. Le lacrime erano infinite,
probabilmente
rischiavo di morire disidratata.
-Non importa. Se non mi ama non mi
ama. Mi passerà…-,
singhiozzai, per nulla convinta delle mie parole. Chi volevo prendere
in giro?
Lo amavo e lo avrei amato per sempre, punto.
-Io lo uccido quel tipo…-,
sibilò Charlie, appoggiando il
piatto sul comodino.
-No, ti prego… non
farlo…-, singhiozzai ancora.
Non dissero più niente, si
limitarono ad abbracciarmi.
-Io lo amo… voglio solo
che lui sia felice…-, dissi, tirando
su con il naso.
-Sam, non fare l’ipocrita.
Non è così, e lo sai. Tu vuoi che
sia felice con te, ed è giusto così…-,
mi corresse Alix.
-Io lo picchio, e poi vedi chi
sarà quello felice!- ,
minacciò Charlie, schioccandosi le dita.
Forse dovevo davvero
preoccuparmi…
-No, mi passerà, mi
passerà… sono certa che mi
passerà… ma
potete lasciarmi un po’ da sola… senza questo
piatto che a vederlo mi viene la
nausea?
Domandai, sentendo il bisogno di
stare da sola, con i miei
pensieri, con il mio dolore…loro si scambiarono un occhiata,
non molto
convinte, ma dopo un attimo uscirono.
E allora rimasi solo io con quella
camicia… senza più nulla.
Salveeeee!! Come va? =)
Scusate il ritardo... (ennesima volta che lo diciamo -_-),
però tra scuola, riposino e ancora scuola resta
un'ora di tempo libero (quando la matematica non è
un'opinione... XD)... ma come dice il proverbio: meglio tardi che mai! U.U
Parlando del capitolo... che tristeee!! Poveri i nostri due
protagonistii!! T_T Ann è odiosa, anche peggio di Claire...
ma era ovvio che se andava via una arrivava l'altra, altrimenti che
storia era?? xD
Comunqueeeee... ringraziamenti!
Bribry85:
Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto... ora la storia diventa
più interessante... diciamo che Sam tira fuori gli
artigli... XD
Bene,
ora vi lascio!! Mi raccomando, commentate in tanti! :)
ci sentiamo al prossimo capitolo,
Alexis
|
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Capitolo 26 *** capitolo 25 ***
Un'altra
settimana è passata.
Una settimana
di tristezza, una settimana di dolore.
Ormai iniziavo
a sentire tutto di meno, e tutta la sofferenza stava diventando apatia.
Il mondo che
prima sembrava in technicolor era diventato tutto nero, e
adesso stava scomparendo in una foschia grigia di vita ad istinto e
ombre di emozioni.
Mi stavo
lasciando trascinare, ero "sterile"*.
Mi ero
trasferita a casa di Charlie e Alix, perché la sola idea di
vivere sotto il Suo stesso tetto, mi faceva soffrire, mi faceva girare
la testa e venire la nausea, mi faceva sentire debole e vulnerabile .
"Ho bisogno di
te".
Il ripetitivo
pensiero che risonava nella mia testa, ogni volta che pensavo a Lui.
Proprio non
riuscivo a capire il suo repentino cambiamento.
Una lacrima
solitaria mi solcò il viso.
Entrarono
nella stanza Charlie e Alix.
- Ti stai
lasciando andare troppo, perché non provi a reagire?
Disse una
delle due, Alix credo.
- Te lo
diciamo come amiche.
Le guardo, con
degli occhi rossi e gonfi che credevo sarebbero scoppiati di
lì a poco tempo.
- E guarda
come sei magra! Fai paura!!
- Dovresti
anche tornare a scuola, non ti fa bene perdere lezioni.
Scuola =
incontrarLo… troppo doloroso.
I rimproveri
di Alix non mi smuovevano per niente.
Sentii la mano
forte di Charlie afferrarmi dal polso.
- Alzati non
p… o mio dio… Sam sei veramente pelle e
ossa… senti un po’ qui Alix…
Tese il mio
polso alla sua compagna.
-Cavolo
Sam… sei… scheletrica… fai
paura…
- Adesso mi
alzo da sola… potete uscire dalla stanza?
- Va
bene… ti prepariamo una sostanziosa colazione!
Aspettai che
uscissero e mi alzai in piedi, mi sentivo debole e poco forte, andai
verso lo specchio, sollevai la maglietta, che orrore! Vidi le ossa
sbucarmi da sotto la pelle, avevo assolutamente bisogno di mangiare.
Misi qualcosa
di più coprente per non allarmare troppo le mie amiche,
scesi e andai a consumare la mia colazione c’erano diversi
gusti di omelette, diversi tipi di brioches e dolci freschi appena
sfornati.
Assaggiai un
morso di Brioche, lo assaporai come mai assaporai cibo
fin’ora, boccone dopo boccone lo finii.
Mi dovevo
lavare e vestire.
Scelsi dei
vestiti a caso, credo una maglietta larga e dei jeans.
Non avevo
voglia di truccarmi, o di rendere i miei capelli un minimo decenti.
Mi guardai
allo specchio, sembravo un cadavere.
Salii sulla
bilancia, scoprii con orrore di aver perso 8 kg.
E tutta per
colpa sua.
Volevo
offenderlo, volevo insultarlo, ma come ce la si poteva prendersela con
la persona che ami? Con qualcosa più importante della
propria vita, il tuo Lui, chi credevi fosse il tuo destino?
“stupido”.
Riuscii a
pensare, ma due secondi dopo il mio “tentativo di
rabbia” diventò tristezza e rimpianto.
Ricordi, tanti
ricordi, troppi ricordi.
Troppa mancata
felicità.
Lo amavo
ancora.
Non capivo
più quello che mi stava succedendo.
In quel
momento riuscivo a sentire solo una cosa: il conato di vomito che mi
stava salendo.
Mi piegai
sulla tavoletta del water, e rigettai la colazione.
Cercai di
contenermi e tranquillizzarmi.
Mi sciacquai
la faccia.
Stavo male.
Presi
un’altra Brioche, da mangiare quando mi sarei sentita
più calma.
Alix e Charlie
mi accompagnarono fino alla macchina.
Cercai di non
pensare a Cris, presi un pezzetto di Brioche.
200 metri
prima della scuola le gemelle mi lasciarono con Axel e Alex, per non
farsi vedere con me.
- Caspita Sam
sei magra come la morte!
Disse Axel
- E tu hai il
tatto di un elefante!
Rispose Alex.
- Comunque ha
ragione mio fratello, sei davvero davvero troppo ossuta.
Li guardai
triste, e scoppiai a piangere.
Subito mi
abbracciarono, per consolarmi.
Camminammo
fino ai cancelli della scuola.
- Oh mio dio
Disse Alex.
Io e Axel ci
girammo in tempo per vedere di spalle Cris e Ann abbracciati.
Mi misi a
piangere.
-
Io… non credo di farcela…
Sentivo
nausea, disgusto, dolore ma sentivo di amarlo troppo ancora.
Chiusi gli
occhi, reprimendo la voglia di vomitare, mi asciugai le lacrime e
contai fino a dieci.
Camminai con
sguardo basso fino alla classe.
Tutti mi
fissavano.
Entrai in
classe, mi sedetti al solito posto, ma vicino a me si mise Alex, invece
di Ann.
Cercai di
ascoltare la lezione, ma continuavo a pensare alla scena di prima.
A ricreazione
non potei fare a meno di fissare Cris e Ann mentre facevano i
piccioncini, conato di vomito, corsi in bagno a vomitare, non mi
accorsi che qualcuno mi stava seguendo.
Appena uscita
dal bagno vidi Lucas, mi aspettava.
- Orripilante.
Lo guardai
senza capire cosa intendeva.
-La sua aria
di sofferenza misto scocciatura si noterebbe di notte, a chilometri di
distanza con un occhio bendato.
- Chi?
- Il nuovo
ragazzo di Ann.
Rimasi in
silenzio a guardarlo.
-Il tuo ex
ragazzo… vero?
La parola ex
fu come una coltellata.
-Qui qualcosa
puzza di marcio… conosco Ann da quando ero piccolo e so
benissimo ciò di cui è capace…
-Dove vuoi
arrivare?
- Ti sto
offrendo il mio aiuto
-Perché?
-
Perché sono un bravo bimbo.
E mi sorrise.
-In che modo
mi aiuteresti?
-Tu fai come
ti dico io.
E
mostrò il sorriso strafottente di prima.
Questo fu
l’inizio di una lunga serie di azioni stupide.
Si lo sappiamo questo
capitolo è da depressi ma Sam non tarderà a dare
un pugno alla vita e continuare!
Bribry85: anche io sono curiosa di quello che succederà...
lo so che è strano ma è proprio
così... spero che un momento di follia riesca a guidarmi per
la strada giusta... non che non sappia proprio cosa
succederà... ma spesso i personaggi si rifiutano di fare
quello che gli dico!
Cosa succederà?
per scoprirlo
Stay tuned!
*Celia
|
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Capitolo 27 *** capitolo 26 ***
Quando
avevo accettato l’aiuto di
Lucas non potevo immaginare che un ragazzo all’apparenza non
troppo sveglio,
potesse rivelarsi così astuto.
Ero
in mensa, a parlare con Axel e
Alex, mentre cercavo di non guardare in quella
direzione, dalla parte in cui stava andando Lucas.
-Io
non mi fido di quel tipo, non
mi piace…
Continuava a ripetere Axel,
che era tutto,
tranne contento di accoglierlo nel nostro gruppetto.
-Oh,
dai, cerca di non fare
l’antipatico… si è offerto di aiutarmi!
Gli
ricordai. Lui allora sbuffò,
esasperato.
-Ma
aiutarti a cosa, Sam? Quello
sta solo cercando di entrare nelle tue grazie, poi ti farà
innamorare
perdutamente di lui e poi… beh, poi spero che almeno con lui
finisca bene…
Disse,
e probabilmente avrebbe
continuato, con il suo tatto simile a quello di un elefante in una
gioielleria,
se non fosse stato per il gemello che gli diede prontamente un calcio
da sotto
il tavolo. Innamorarmi di Lucas? Certo, prima però dovevo
dimenticare Cris,
cosa praticamente impossibile, ma erano dettagli…
-Perché
invece di punzecchiare
l’insalata non la mangi?
Mi
chiese invece Alex, facendo
cenno con la testa. Sbuffai, e infilzai una foglia di quella che doveva
essere
insalata, anche se sembrava più qualcosa di vivo…
che schifo!
Lo
guardai in cagnesco e cominciai
a masticare, ignorando il saporaccio che aveva.
-Il
tuo amichetto sta tornando…
Mi
disse Axel, puntando lo sguardo
verso la direzione di Lucas. Lo guardai con sguardo ammonitore, per poi
voltarmi e guardarlo. Aveva un sorrisetto stampato in faccia. Segno che
portava
buone notizie.
Ci
passò affianco, e ci lasciò,
senza farsi vedere troppo, una pallina di carta accartocciata. Nessuno
doveva
sapere che Lucas stava pianificando qualcosa con me, e il modo migliore
per non
farlo sapere in giro era quello di non farsi vedere troppo insieme,
almeno per
adesso…
Axel
srotolò il pezzo di carta e
lesse con difficoltà, cercando di decifrare la calligrafia
disordinata di
Lucas.
-Banno…
no, scusa, è vanno…
vanno al cinema oggi pomeriggio…
ore 16.30, film schifosamente
romantico… sai cosa fare…
Guardai
i miei due amici, mentre
pensavo ad un piano malefico.
-Bene…
allora oggi pomeriggio
cinema?
Proposi,
sorridendo. Loro mi
guardarono, per nulla convinti.
-Sei
sicura di voler venire Sam?
Non penso ti faccia tanto bene vederli insieme e…
Cominciò
Axel, ma lo bloccai.
-Dobbiamo
renderci irriconoscibili,
ovviamente… ho un vecchio cappello a casa, e una
sciarpa… sì, non mi
riconoscerà…
Stavo
già andando avanti con la
mente, e nessuno sarebbe riuscito a farmi cambiare idea…
-Sam,
ma da dove l’hai tirato fuori
quel maglione? È vecchissimo!
Esclamò
Lucas non appena mi vide.
In effetti mi era larghissimo, ed era tutto consumato dal tempo, ma non
mi
interessava.
-Sono
riconoscibile?
Chiesi
invece, indicandomi la
faccia coperta da occhiali da sole, cappello e sciarpa. I due gemelli,
accanto
a me, risero nel vedermi, e io risi nel vedere loro.
-Ma
che avete fatto ai capelli?
Chiesi
incredula. Erano ricoperti
da uno spesso strato di gel, dandogli una di quelle pettinature stile
anime o
manga, con punte che sbucavano da tutte le parti.
-E
hai visto i miei baffi finti?
Mi
chiese Axel, prendendo dalla
tasca del cappotto un paio di baffi marroni. Feci una faccia schifata
nel
vederglieli addosso.
-Ascoltatemi,
questo è il piano!
Ci
richiamò Lucas, che ovviamente
non sarebbe venuto con noi al cinema dato che doveva andarci con Ann,
il suo
nuovo ragazzo e qualcun altro. Noi annuimmo, mentre ci spiegava ogni
cosa, ma
non appena ebbe terminato mi sentii malissimo.
Ero
masochista, masochista allo
stato puro. Me ne sarei dovuta restare a casa, a studiare e a pensare
ad altro
anziché andare a rompere le scatole a quell’oca e
al mio ex che ancora amavo
alla follia. Ma allora perché le mie gambe non sembravano
fermarsi, anzi erano impazienti
di vedere ancora una volta il suo
volto?
-Sam
tutto bene?
Mi
chiese Alex, mentre eravamo in
macchina con Abram. Io lo guardai, non capendo.
-Sicura
di voler venire? Perché
possiamo fare un ottimo lavoro anche da soli…
Mi
propose Axel, ma io scossi la
testa, ancora.
-No,
vengo.
Risposi
solamente, temendo che la
mia voce si sarebbe incrinata mostrando tutta la mia insicurezza. E
quando
arrivai e mi misi in fila per prendere i biglietti di quel film schifosamente romantico che a Cris ero
certa non piacesse, li vidi poco più avanti di me. Lei era
abbracciata e lui le
stringeva la vita, svogliatamente. E sarei voluta andare là,
offenderlo e
dirgli che era un mostro, perché mi stava distruggendo.
Avrei voluto andare da
Ann e strapparle tutti i capelli, prenderla a pugni e magari prendere a
pugni
anche lui, ma non potevo. Non potevo e mi sentivo morire; lui aveva
scelto lei,
e io non potevo fare nulla.
-Allora
tre biglietti per quel
film, vero?
Mi
chiese Axel, risvegliandomi dai
miei pensieri. Lo guardai e annuii.
-Ma
dov’è Alex?
Chiesi
allora, accorgendomi solo in
quel momento che eravamo solo in due. Axel sorrise, maligno.
-E’
andato a fare rifornimento di
cibo…
Mi
disse solamente, e scoppiò a
ridere, malefico. Io mi limitai a scuotere la testa fingendo un
sorriso. Non
ero proprio in vena di ridere…
Nella
sala era calato il silenzio e
si era fatto tutto buio, ma riuscivo chiaramente a distinguere le due
teste
esattamente davanti a noi: Ann e Cris. Lei gli era praticamente
appiccicata
senza alcun ritegno mentre lui se ne fregava altamente, impegnato ad
osservare
lo schermo. Il film era appena iniziato e io stavo osservando
l’attrice, che
tra l’altro recitava da schifo, che piangeva sulla tomba di
quello che doveva
essere stato suo marito.
Sbuffai,
prendendo una manciata di
popcorn dal barattolo che teneva in mano Alex, e glieli lanciai in
testa ad
Ann, senza preoccuparmi troppo delle conseguenze. In fondo in sala ci
saranno
state sì e no otto persone, quindi non sarebbe stata una
tragedia se quella gallina
si fosse messa ad urlare come un’aquila!
-Ehi!
Esclamò,
come previsto, subito
dopo. Si voltò verso di me e io mi limitai ad alzare le mani
in segno di scusa.
Ovviamente
neppure dieci minuti
dopo ero sul punto di addormentarmi, quindi non ebbi molta scelta:
presi la
lattina di coca cola e, facendo segno ai miei due amici di alzarsi, la
versai
in testa ad Ann, senza fare una piega. Lei urlò acutamente
guadagnandosi
un’occhiataccia da tutti i presenti e io e i gemelli ce ne
andammo, correndo.
E
non aveva ancora visto nulla…
-Sei
stata grande, Sam!
Esclamò
non appena uscimmo dal
cinema, Axel. Io sorrisi, divertita, per poi guardare
l’orologio.
-Mancano
due ore alla fine del
film… che facciamo?
Mi
chiese Alex, quasi mi avesse
letto nella mente.
-Chiedo
a Lucas…
Dissi
solamente, estraendo il
cellulare dalla tasca dei jeans e scrissi velocemente un messaggio.
-Io comunque avrei comprato i nachos
al formaggio da
metterle in testa…
Concluse
Axel, e io e Alex lo
guardammo male, quasi schifati dall’immagine. Certo, potevamo
farlo, ma mi
faceva vomitare solo l’idea di avere i capelli sporchi di
formaggio fuso… anche
se Ann probabilmente se lo meritava! Scrollai le spalle e attesi la
risposta
che non tardò ad arrivare.
-Andiamo
al parco in fondo alla
via. Portate le uova. Ps: il film fa schifo
Lessi,
e sorrisi. Lanciai uno
sguardo d’intesa ai gemelli che già sorridevano
malignamente.
-Mi
devo cambiare…
Dissi,
e Alex si voltò, dirigendosi
verso un’auto che stava parcheggiata dall’altra
parte della strada. Un’auto
nera, con tanto di vetri oscurati.
-Dentro
c’è Abram… e un sacchetto
con delle robe da vestire.
Quando
me ne uscii dall’auto, dieci
minuti dopo, mi sentivo a dir poco ridicola. I capelli erano raccolti
in modo
disordinato con un elastico e degli occhiali giganti mi coprivano gli
occhi,
facendomi sembrare una delle classiche secchione. Rossetto sulle labbra
e
berretto di lana con tanto di pon pon a coronare il tutto, mentre
indossavo una
salopette molto simile a quelle dei bambini… imbarazzante.
Ma per lo meno ero
irriconoscibile.
-Avete
le uova?
Chiesi,
una volta uscita. Loro si
limitarono a mostrarmi uno scatolone appoggiato a terra.
Quello
era decisamente un piano
crudele…
Il
parco era a pochi isolati dal
cinema, quindi non ci fu difficile raggiungerlo a piedi, ignorando i
passanti
che ci guardavano in modo strano. Non c’era ancora nessuno,
così decidemmo di
accamparci in una panchina dietro un cespuglio, mentre attendavamo che
il film
terminasse.
Il
tempo passò lentamente, tra Alex
che continuava a sbuffare e Axel che si scaldava il polso
(sì, avete capito
bene, il polso!) e, dopo quella che
sembrò un’eternità, delle voci si
avvicinarono, mettendoci in allarme e
costringendoci a nasconderci dietro ai cespugli. La voce acuta e
mielosa di Ann
si distingueva a kilometri di distanza.
-Finalmente!
Esclamò
Axel, mentre prendevamo un
uovo a testa in mano. Fortuna che avevamo mira perché
riuscimmo a prendere al
primo colpo Ann, non appena comparve accanto a Cris, sporcandole tutto
il
volto. Lei urlò, arrabbiata, ma noi continuammo,
finchè non la vedemmo a
avvicinarsi a noi. Allora ci dividemmo, armati di uova, e, muovendoci
silenziosamente tra i cespugli, le lanciammo altre uova addosso.
-Cris,
fai qualcosa!
Esclamava,
saltellando e strillando
come un’aquila. Lui si limitava a scrollare le spalle,
tentando di nascondere
un sorriso.
E
faceva bene a strillare, perché
quello era solo l’inizio…
Salveeee!!
Ecco che cominciano
le stupide azioni di Sam (che poi non sono tanto stupide se devo
proprio dirla tutta U.u), ma almeno ci siamo allontanati da quel clima
di depressione... almeno per adesso!
gogaua:
oh, che bello, una nuova lettrice! Lucas non ti sta simpatico dici?
Beh, però in questo capitolo è un po' migliorato
dai... e poi più avanti si saprà anche di
più di lui, quindi si spiegheranno alcune cose... oh oh oh!
bribry85:
questo era più carino del precedente, no? Alla fine Sam si
è vendicata (mica si scherza con la nostra Sam! U.u) e non
è ancora finita... xD
Al prossimo capitolo
Ciaooo
*e mi raccomando... commentate! xD*
|
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Capitolo 28 *** capitolo 27 ***
Eravamo
tutti a casa di Alix e Charlie e ridevamo, ridevamo come matti.
Ridevamo
così tanto da soffocarci.
Seduti
in cerchio nel salone gli umani sgranocchiavano con gusto pop corn e
snack
vari.
Ignoravamo
completamente il film horror trash che avevamo deciso di guardare per
ridere un
pochino... come se ce ne fosse stato davvero bisogno.
Avevamo
iniziato a ridere raccontando quello che era successo prima.
Ripensandoci
non riuscivo a capire da dove avessi preso tutto il mio coraggio.
Di
certo non avevo concluso niente... ma tirarle addosso così
tante schifezze
aveva aiutato il mio cuore ad essere un po' più leggero.
Era
tanto sbagliato? Avevo fatto qualcosa di infantile e stupido e mi
sentivo
meravigliosamente.
Vederla
piangere e strillare... vederla perdere la pazienza e la testa... la
sensazione
era sublime.
Lucas
non lo avevamo invitato per non correre il rischio che riconoscesse le
due
vampire/professoresse.
Era
simpatico, in fondo... e non ci provava con me come sarebbero stati
pronti
tutti a scommettere, anche lui desiderava ardentemente avere la sua
piccola
vendetta su Ann.
- E
poi? E Poi?
Domandavano
dettagli sulla serata appena trascorsa.
All'inizio
riuscivamo a parlare tranquillamente... poi Axel aveva avuto la bella
idea di
mettersi a imitare le già melodrammatiche facce di Ann, e da
quel momento
avevamo iniziato a ridere per tutto quello che succedeva, Alex che si
strozzava
con i pop corn che cercava di mangiare mentre rideva, Alix che non
riusciva a
mantenere l'equilibrio dalle troppe risate...
Quella
serata mi aveva fatto proprio bene.
Le
cose non si erano aggiustate, ovviamente.
Ma
quella sera era diventata la mia piccola oasi in mezzo al deserto.
La
medesima riprova del fatto che la mia vita era troppo condizionata da
Chris,
una fitta al petto ogni volta che ci pensavo... ma era colpa mia se lo
amavo
così tanto? Che tutti i bei ricordi prima di quel giorno
erano legati a lui?
(Anche se in un certo modo anche in questo c'entrava lui)
Lo
amavo ancora, e tanto, ed in cuor mio non ci potevo proprio credere che
lui non
ricambiasse, ma non potevo rovinarmi la vita e il fegato per lui.
Come
se avesse captato i miei pensieri Charlie disse:
-
Comunque non mi sembra che a Chris Ann interessi parecchio... sento
puzza di
bruciato...
-
Quello che dicono tutti.
Disse
Alex stringendosi a lei.
- è
impossibile... solo un masochista si metterebbe di sua spontanea
volontà con
Ann...
Disse
Axel.
-
Quella ragazza... è poco popolare anche tra i professori...
è sfacciata,
superficiale, viziata e ignorante come una capra... se suo padre non
avesse
donato così tanti soldi alla scuola sarebbe rimasta ancora
al primo anno.
Aggiunse
Alix.
Silenzio.
La
odiavo, ma non per essere buonista, mi faceva pena il fatto che tutti
la
detestassero (compresa me).
Per
il poco che sapevo l'unica persona a conoscerla veramente era Lucas...
mi
chiedevo come mai anche lui nutrisse rancore verso di lei.
- Voi
conoscete Lucas e Ann da quando siete alle elementari, vero?
Indirizzai
la domanda ai gemelli.
-
Si... perchè?
Rispose
Axel.
-
Cosa sai dirmi su di loro due?
-
Stavano sempre assieme... poi non so altro...
- In
verità - aggiunse Alex - erano in tre ad essere sempre
assieme...
- Ah
si ! Quel ragazzo... era più grande di noi di tre, quattro
anni...
Lo
interruppe Axel
-
Spiegatevi meglio.
Dissi
io con un tono la cui schiettezza mi stupì.
-
Praticamente, prima Ann non era così, prima era un po'
più gentile, (pur sempre
avendo un carattere difficile) e stava sempre in compagnia di Lucas e
un altro
ragazzo più grande di loro, che andava nella nostra stessa
scuola, erano
inseparabili, fino a due annetti fa, il ragazzo più grande
è scomparso, prima
Ann è stata assente per parecchio, poi quando è
tornata si è messa con Lucas,
poi si sono lasciati di botto ed Ann è diventata come
è adesso.
La
spiegazione di Axel mi azzittì.
- E
c’erano delle strane voci su quel ragazzo.
Aggiunse.
- Che
tipo di voci?
-
Ah... non lo so... i pettegolezzi non mi interessano...
-
Robe da fantasc...
Stava
continuando Alex ma si bloccò improvvisamente.
Poi
si riprese
-
Massì tanto non è possibile.
Disse
con aria noncurante.
-
Dicevano fosse un vampiro.
Axel
sputò i pop corn.
- Ma
erano tutte dicerie, chi lo diceva non sapeva nemmeno che i vampiri
esistessero.
- In
effetti i vampiri non sono quello che tutti pensano... le uniche cose
in cui
gli umani hanno azzeccato sono il fatto dell'eterna giovinezza e il
fatto che
beviamo sangue.
- Che
sono anche i "punti principali" dell'essere vampiro.
Fece
notare Alix a Charlie.
Silenzio.
- E
la vostra infanzia? Cosa potete dirmi?
Chiesi
ai gemelli.
- Beh
ad esempio che Axel in verità si Chiama Eu...
-
LALALALALALALALA
Axel
si alzò e coprì con la voce Alex.
Alex
provò ad alzare la voce ma Axel continuò a fargli
chiasso sopra.
Alla
fine Axel mise la mano sulla bocca di Alex e inizio a parlare.
-
Abbiamo vissuto un'infanzia tranquilla, i nostri genitori lavorano
assieme a
Madama da sempre e conosciamo l'esistenza dei vampiri da quattro anni.
Dalla
televisione provenì l'urlo di una ragazza inseguita da un
mostro/insetto fatto
malissimo che lasciava gelatina ovunque passava.
Andammo
a dormire davvero tardi.
Il
giorno dopo a scuola ero distrutta, ma più felice del solito.
Scoppiai
quasi a ridere in faccia ad Ann, ma mi trattenni.
Vedendoli
passeggiare assieme mi convinsi che Chris non amava Ann, sembrava tutto
così
forzato... non era naturale.
Avevo
tante domande da fare a Lucas ma non riuscì a fargliene
nemmeno una.
La
prossima tappa del nostro piano era l'approccio diretto.
Celia
Finalmente Sam si diverte un pochino! Eccheccavolo! Allegria! Sta pure
arrivando l'estate (da noi, soprattutto ora che ha smesso di piovere).
Adesso cercheremo di postare più frequentemente, anche se
ovviamente, soprattutto in questo periodo (per me, almeno) la scuola
non lo permette.
Gogaua: Sam aveva bisogno di sfogarsi, no? Ehehehe, cose meschine, non
credo, anche perchè adesso inizia a capirsi qualcosa in
più.
bribry85: eh già... attenzione pericolo Sam... quella
è un uragano...
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Capitolo 29 *** capitolo 28 ***
La mensa della scuola era, come
sempre, affollata, e ci misi
non poco a trovare
i miei due amici Axel
e Alex, appartati nell’angolo a mangiare un trancio di pizza.
Io mi limitai a
prendere una lattina di coca cola, dato che quel giorno non ne avevo
proprio
voglia di ingoiare quella poltiglia che spacciavano per cibo.
-Ciao ragazzi!
Li salutai, sedendomi. Lanciai un
veloce sguardo al tavolo
al centro della mensa, quello più affollato e nel quale
c’erano anche Cris e
Ann. Feci una smorfia di disgusto, per poi concentrarmi nella mia
bibita.
-Sapete una cosa? Mi ha incuriosito
la storia di Ann… se
chiedessi qualcosa a Lucas pensate che mi risponderebbe?
Chiesi poi, guardandoli.
-Sam, sei troppo curiosa! Ma non
penso che quel tizio ti
urlerebbe dietro o qualcosa del genere… anzi, se vuoi vengo
anche io a
chiederglielo…
Disse Axel, restando sul vago.
-Allora non sono l’unica
curiosa, eh?
Lo ripresi io, sorridendo. Lui si
limitò a scrollare le
spalle, mentre il gemello scuoteva la testa.
-Secondo me, Axel, sei più
pettegolo di una ragazza…
Disse infine, facendomi ridere e
guadagnandosi
un’occhiataccia dal soggetto della conversazione.
Per il resto del pranzo parlammo del
più e del meno, ridendo
e scherzando, giusto per cercare di ignorare quel tavolo che alla mia
vista era
diventato insopportabile.
-Ehi, io vado un attimo a prendere un
libro nell’armadietto
che tra non molto ho un test di letteratura inglese…
Esclamai ad un certo punto, quando mi
accorsi che la
campanella sarebbe suonata tra non molto.
I due mi guardarono.
-Che c’è, Sam?
Vuoi arrivare il prima possibile per
prenderti il posto più lontano dalla cattedra?
Mi chiese con una nota di ironia.
-No, perché io
a
differenza di qualcun altro non ho bigliettini da nascondere dentro la
scarpa o
nella manica della felpa…
Risposi, ovviamente riferendomi a
lui, che era solito
passare il giorno prima di un test ad escogitare un modo per riuscire a
nascondere i bigliettini senza farsi beccare… patetico,
vero?!
Mi alzai, salutandoli, e me ne andai,
facendo ben attenzione
a non incrociare lo sguardo di ghiaccio di Cris, ma fissai la porta in
legno
che mi avrebbe condotta fuori, stranamente interessata.
Sì, forse ero messa male,
forse ero esagerata, ma non ci
potevo fare nulla… mi faceva male, nonostante fosse passata
qualche settimana e
nonostante sapessi che Cris non amava Ann. Ma faceva male comunque.
I corridoi erano stranamente vuoti.
Sì, era vero che era la
pausa pranzo, ma di solito c’era sempre qualcuno che se ne
passava il tempo là,
lontano da tutti. In quel momento la scuola mi parve molto inquietante,
come se
da un momento all’altro potesse sbucarmi davanti un mostro.
Mi fermai solo
quando fui al mio armadietto, che aprii velocemente, mettendo la giusta
composizione del codice in quel lucchetto da quattro soldi che uno con
poca
esperienza sarebbe riuscito a forzare facilmente.
Stavo rovistando tra i mille fogli di
appunti e quaderni che
avevo, alla ricerca di quel maledetto foglio di inglese che mi serviva
per dare
una veloce ripassata prima del compito. Proprio mentre ero nel bel
mezzo della
mia ricerca, impegnata a sfogliare i fogli uno ad uno, sentii qualcuno
che
percorreva quel corridoio, ma non ci prestai molta attenzione, dato che
era
solo questione di pochi minuti e la campanella sarebbe suonata. Poi mi
sentii
prendere per un braccio e subito mi spaventai, data la mancata
gentilezza con
cui quel tipo mi aveva fatta girare, mettendomi con le spalle
all’armadietto.
Rimasi incredula, a fissare il
ragazzi davanti a me: quei
due occhi color ghiaccio che ormai sognavo la notte mi fissavano, e,
nonostante
fossero impassibili e freddi, per un istante vidi un’ombra di
qualcosa che non
sapevo definire ma che mi aveva fatto salire i brividi dalla base della
schiena
fino alla nuca, brividi piacevoli, che mi fecero tornare alla mente i
bei
momenti passati insieme.
-Cris… mi hai
spaventata…
Dissi, cercando di restare normale.
Mi schiarii la voce e
puntai lo sguardo a terra, non sapendo cosa fare. La sua mano mi teneva
ancora
il braccio e non sembrava intenzionato a lasciarmelo, quasi avesse
avuto paura
che scappassi… povero illuso! Non mi sarei mai potuta
allontanare da lui!
-Come stai?
Mi chiese dopo un attimo di silenzio
che mi parve
un’eternità
Come stavo? Come stavo?! Bene! Cosa
avrei dovuto rispondergli,
se no?
-Ehm… Cris, devo
andare…
Ecco cosa avevo detto. E in effetti
era vero, perché quella
situazione era insopportabile. Ormai non mi importava nemmeno
più di ripassare
inglese, e nemmeno di prendermi il posto lontano dalla cattedra.
-Sei dimagrita…
Continuò lui, scrutandomi.
-Sì, beh, diciamo che non
sono una che affoga nella
cioccolata quando è triste!
Cercai di sdrammatizzare, ma il mio
tentativo fallì
miseramente. Continuò a fissarmi, senza mollarmi. E faceva
bene, perché in quel
momento me la sarei data a gambe, da brava vigliacca qual ero!
-Cris, che c’è?
Gli chiesi dopo un attimo, stanca.
-Sam, io ti volevo dire
che…
Cominciò il discorso, ma
il suono stridulo della campanella
lo interruppe, impedendogli di proseguire. Parve davvero deluso, ma mi
mollò il
braccio e si allontanò di almeno un metro da me, quasi
avesse avuto paura di
farsi vedere con me… che strano!
-Devo andare…
Dissi solamente prima di chiudere con
un colpo secco
l’armadietto e lasciarlo in mezzo alla folla di studenti che
stavano uscendo
dalla mensa.
Cercai di spostare il mio pensiero da
lui a Shakespeare, ma
la cosa mi risultava difficile, anzi, difficilissima, e lo maledii
mentalmente,
perché avrebbe dovuto scegliere un momento migliore per
venire a cominciarmi un
discorso, per di più lasciato incompleto e che mi aveva
lasciata incuriosita
come non mai, perché avevo capito che era una cosa seria!
Passai tutta l’ora a
ripensare alle poche parole di Cris, e
anche mentre camminavo per i corridoi della scuola lo cercavo con lo
sguardo,
cercando nel frattempo di non farmi notare. Quando finalmente lo vidi,
appoggiato ad una fila di armadietti con l’ochetta
costantemente accanto,
voltai la testa, certa che si fosse accorto del mio sguardo, ma non
riuscii
comunque ad evitare il ragazzo che mi stava venendo incontro e che io
non vidi
in tempo per riuscire ad evitare di andargli addosso.
-Sam, devi stare attenta!
Esclamò Lucas, mentre mi
sorreggeva evitando che cadessi.
Ecco, era lui il tipo a cui ero andata addosso.
-Lucas, ti stavo proprio cercando!
Dissi contenta, non appena lo vidi.
-Certo, piccola. Tutte mi cercano
Scherzò, mentre si
atteggiava da gran fighetto.
-Sono seria… e anche Axel
ti cerca
Lo smontai, senza alcuno scrupolo.
-Wow… non credevo avesse
strane tendenze… digli pure che non
rientra nei miei gusti!
Gli colpii la spalla, non riuscendo
però a nascondere un
sorrisetto divertito.
Ci avviammo verso l’uscita
insieme, probabilmente lui mi
stava seguendo perché voleva sapere il motivo per cui lo
cercavo.
-Andiamo a mangiare al bar con i
gemelli, così possiamo
parlare?
Gli chiesi poi, mentre mi alzavo in
punta dei piedi per
trovare gli altri due in mezzo alla folla si persone. Ma mi chiedevo
io, perché
non potevano essere alti due metri così si notavano anche in
mezzo a mezzo
mondo?!
-Allora, Axel, ho saputo che mi
cercavi… spero che tu non ti
voglia dichiarare, perché non sei il mio tipo,
davvero…
Disse Lucas, mentre addentava il suo
cheeseburger. Axel non
capì a cosa si riferisse e neppure Alex, mentre io scoppiai
a ridere,
divertita.
-Dai, Lucas, è una cosa
seria quella che ti vogliamo dire!
Lo ripresi io, mentre riprendevo
fiato
-Altro piano anti - Ann?
Mi chiese lui, subito interessato.
Scossi la testa.
-E’ una cosa
seria…
Intervenne Axel, che probabilmente
stava morendo dalla
curiosità.
-Ditemi tutto
Disse solamente, sembrando
improvvisamente più maturo.
-Ti scoccia raccontarci qualcosa
riguardo a Ann? Alla sua
infanzia…
Chiesi con tutta la gentilezza
possibile. Non sapevo come
l’avrebbe presa, non ero pratica di queste cose. Lui
scrollò le spalle, quasi
non gli interessasse quell’argomento.
-Perché?
Chiese invece, fissandoci.
-Curiosità. Insomma, noi
ci ricordavamo che tu eri molto suo
amico… adesso neanche la guardi!
Spiegò Alex, mentre noi
due annuivamo per dargli sostegno.
-Beh, quando le persone cambiano
così radicalmente non ci
posso fare molto. Insomma, immaginatevi voi di avere un’amica
d’infanzia
simpatica, dolce, gentile… e poi un giorno… tutto
l’opposto! Non è possibile…
Restammo in silenzio, in attesa che
continuasse, quindi
sospirò e proseguì.
-Ann e io siamo sempre stati molto
amici, e con noi c’era
anche Jason, un ragazzo poco più grande di noi. Lei sembrava
essere cotta di
lui, e all’inizio non mi faceva né caldo
né freddo questa cosa… però, insomma,
crescendo le cose cambiano, e lei era davvero una bella
ragazza… e io stavo
cambiando, cominciavo a vederla in modo diverso… sapete, no?
Quello che
succede…
Mi guardò, e io tirai un
sorriso. Sì, era un casino grande
come una casa, ma valeva la pena affrontarlo, alla fine, o almeno
questo lo
avrei detto se non fosse andata male…
-Insomma, wow, lei era davvero
bellissima, era perfetta per
me, però non ricambiava, anzi, non si accorgeva nemmeno che
io non mi
comportavo come un semplice amico, e purtroppo non si accorgeva nemmeno
che
anche Jason stava cambiando. Non so, in seconda superiore aveva
cambiato
improvvisamente atteggiamento… era più freddo,
più lontano… e l’unico che
sembrava essersene accorto ero io. Aveva cominciato a frequentare gente
strana,
giravano strane voci su di loro… cose da fantascienza,
pensavo all’inizio, cose
sovrannaturali. Cioè, dai, i vampiri non si erano mai visti,
e quelli che
parlavano di vampiri mi facevano ridere…
Sorrise, amaramente.
-Okay, non dovevo ridere…
alla fine Jason è sparito. Non si
hanno più avute sue notizie: i genitori che non dicevano
niente alla polizia ma
che era ovvio che sapessero qualcosa, i parenti che non sembravano
neppure
sapere della scomparsa di Jason, Ann che stava diventando una depressa
e io che
non ci capivo nulla! Comunque alla fine non c’è
bisogno di risposte… Jason è
diventato uno di loro, è diventato un vampiro… e
poi con il divorzio dei
genitori di Ann la nostra amicizia è andata ancora
più a rotoli. Lei si è
chiusa in sé stessa, poi ha cercato di farsi notare da tutti
e alla fine è
diventata quello che è…
Arrivata a quel punto mi dispiaceva
avergli fatto quella
domanda, perché sembrava davvero triste.
-E tu… ti piace ancora?
Chiese Axel, timoroso.
-No, è diventata troppo
superficiale per me… ma neanche tu
sei il mio tipo, giusto per ricordartelo!
Axel sbuffò, mentre noi
ridevamo.
-E cosa me ne viene in cambio dopo
avervi raccontato tutta
la storia?
Continuò poi, guardandoci
in attesa. Io alzai le spalle, non
sapendo cosa dire, ma ci pensò Alex a intervenire, con il
sorriso in faccia.
-Vi dirò una cosa davvero
molto interessante…
Ci sporgemmo tutti e tre verso di
lui, in attesa della
rivelazione. Fece una pausa calcolata, giusto per creare un
po’ di suspance, e
infine parlò.
-Il primo nome di Axel è
Eugene, lo sapevate?
Inutile dire che dopo questo Axel lo
fulminò con lo sguardo,
mentre io e Lucas lo guardavamo tra l’incredulo e il
divertito.
-Sul serio?
Chiese poi lui, trattenendosi dallo
scoppiare a ridere.
L’altro in tutta risposta borbottò qualcosa che
sembrava simile ad un ringhio.
Ovviamente passammo tutto il tempo a
ridere, incuranti del
fatto che Axel ci lanciava delle occhiatacce!
Alexis
Ed
ecco la
sconvolgente verità: Eugene è il vero nome di
Axel! Non l’avreste mai detto,
eh? xD
E
si racconta anche
la storia di Ann… a me fa pena sinceramente, nonostante si
sia comportata male,
e mi dispiace anche per Lucas… ma nel prossimo capitolo si
spiegheranno altre
cose… =)
I
ringraziamenti
per lo scorso capitoloo!!
bribry85:
ecco scoperto
qual è il nome di Axel!!! Sconvolgente
eh?!
xD
Fateci
sapere cosa
ne pensate di questo capitolo, mi raccomando! =)
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Capitolo 30 *** Capitolo 29 ***
*
Ann
*
Mi
svegliai presto, come tutte le noiose mattine della mia noiosa vita.
Come
al solito trovai già la tavola apparecchiata, che veniva
sparecchiata a
velocità della luce da sei camerieri in divisa appena mi
alzavo da tavola.
I
miei vestiti, che erano stati stirati e piegati perfettamente, erano
stati
appoggiati sul letto (che era già stato rifatto).
Ormai
lavata e vestita salii in macchina.
A
scuola mi ci accompagnava un autista, non sapevo se era lo stesso del
giorno
prima come non conoscevo la sua faccia o il suo nome.
E poi
incontravo Cris.
Che
mi salutava con un cenno della mano.
Non
ci baciavamo mai e non ci eravamo mai baciati, lui non amava me, e
contrariamente all'opinione di tutti, neanche io amavo lui.
E
perchè allora costringerlo e ricattarlo se non era lui che
volevo?
Molto
semplice, tutto ciò di cui avevo bisogno era di ricordi, e
lui mi aiutava in
questo.
Forse
perchè anche Cristoph era un vampiro e riuscivo a vedere nei
suoi occhi intensi
gli stessi occhi di Daniel, nel suo corpo affusolato quello di Daniel,
riuscivo
a trasformare i suoi capelli cenere in neri, i suoi lineamenti nei
lineamenti
di Daniel.
Spesso
quando Cristoph era vicino a me mi veniva un brivido, e mi ricordavo di
quella
volta in cui Daniel mi aveva quasi morsa, i suoi canini freddi, lunghi
e
appuntiti che sfioravano il mio collo, e poi un bacio inaspettato, mi
disse che
aveva fatto cose brutte, molto brutte, e che avrebbe pianto se avesse
potuto,
ma i vampiri non piangono mai, e poi mi disse addio e se ne
andò.
In
tutti i ragazzi con cui ero stata cercavo un piccolo Daniel, ma in
nessuno lo
avevo trovato grande e forte come in Christoph; ma quando le nostre
facce si
avvicinavano, me lo ricordavo, lui non era Daniel e non lo sarebbe mai
stato.
Spero
ancora nel Suo ritorno.
Cristoph
non era mai prodigo a parlare, proprio come Lui.
Sapevo
come doveva stare Sam, alla vecchia me sarebbe importato, ma la nuova
me è
troppo egoista per dedicare a questo pensiero anche solo più
di tre secondi.
Una
volta Cristoph mi ha chiesto perchè volessi lui a tutti i
costi, non gli ho
risposto.
Sapeva
che non mi piaceva.
La
giornata passò come al solito.
Era
un'altra noiosissima giornata come le altre, volevo cambiarla, fare
qualcosa di
speciale...
Così
fuori da scuola chiamai Cristoph, lo costrinsi ad avvicinarsi a me.
Volevo
baciarlo, per tornare indietro e fare finta che Daniel fosse ancora con
me.
-
Baciami.
gli
ordinai.
Mi
guardò contrariato.
- No.
rispose
fermamente.
- Lo
sai cosa farò?
Gli
chiesi.
Mi
scrutò, fece spallucce, e mi diede le spalle, lo fermai, lo
presi per il
colletto e lo attirai a me, aspettando di resuscitare quella vecchia
emozione.
Una
lacrima, scese da un solo occhio, quello destro, mentre l'altro era
semplicemente umidiccio.
Mi
girai, restai paralizzata alla visione di Samantha, proprio davanti a
me, con
gli occhi sgranati e la bocca spalancata.
E poi
in un secondo tutto perse senso, adesso che avevo capito tutto.
------------------------------------
*
Sam
*
Ero
ancora lì, con la mia bocca a "O" e la mia faccia ancora
più pallida,
sempre più pallida - dovevo assomigliare ad un fantasma, o
comunque a qualcosa
di molto bianco, un pupazzo di neve? No un bianco più smorto
e senza vita - e
poi eccole, due lacrime mi avevano rigato il viso.
Sentii
un colpo al petto con il dolore di duemila coltelli, giuro di aver
sentito il
mio cuore perdere un battito.
E
dopo le due lacrime i miei occhi strariparono, iniziai a piangere,
scappai,
cercando di trovare un posto in cui nascondermi, nessuno si meritava di
vedermi
così, forse Ann si, e non includo Cris perchè sin
da quel tempo sapevo
di occupare ancora un posto nel suo
cuore, che poteva solo essere successo qualcosa che abbia costretto
Chris a
mettersi con quella gallinaccia, io credevo in lui.
------------------------------------
*
Cristoph *
Ero
scioccato da quanto accaduto, guardai male Ann, ma notai nei suoi occhi
uno
sguardo di sconforto e la lacrima.
- Mi
dispiace...
Di
cosa mi stavo scusando? Non lo so.
So
solo che quando vedo una persona star male non posso farne a meno.
-
Adesso vai.
Mi
incitò lei, con mia grande sorpresa.
Le
sorrisi e con un lieve cenno del capo acconsentii.
Mi
misi a correre nella direzione di Sam.
- Ah,
un'altra cosa- urlò da lontano - Rompiamo!
Il
modo in cui aveva cambiato atteggiamento mi aveva lasciato un po'
perplesso.
Corsi,
era andata lontano, la sentii piangere: era seduta su una panchina,
intenta ad
asciugarsi il viso, mentre ancora piangeva.
Un
istinto irrefrenabile di abbracciarla.
Lo
feci, da piccolo me lo dicevano sempre "un gesto vale più di
mille
parole".
Sentii
le sue braccia magre stringersi
alla mia
vita, la sentivo così vicina, così piccola e
fragile, come dire, sì, avevo una
voglia pazza di lei.
Allentai
l'abbraccio.
- Non
sei bella quando piangi.
Si
asciugò in fretta il naso e mi sorrise.
-
Molto meglio.
Ricominciò
a piangere.
- Dai
smettila di piangere.
-
Adesso piango perchè sono felice.
--------------------------------------
*
Sam
*
E
così Cris mi asciugò le lacrime.
-
Però dovrei essere arrabbiata con te, molto arrabbiata,
-
Posso spiegare tutto.
- Si
dicono tutti così.
Lo
guardai con un finto sguardo offeso, poi gli sorrisi.
Mi
baciò un'altra volta.
e
iniziò a raccontarmi di come Ann lo avesse costretto.
Celia
Ci avviciniamo sempre di più alla fine... ehhh...
è abbastanza triste pensarci... sento già la
malinconia, ma anche i nostri impegni durante l'anno sono davvero
troppi ed è davvero difficile stare al passo con tutto...
ehhh ç__ç
comunque... grandi colpi di scena nei capitoli a seguire...
per scoprire tuuuuttto
continuate a leggere.
e perfavore, recensite.
bribry85: Ecco abbiamo aggiornato. U__ù siamo state
abbastanza veloci? Purtroppo non ti so dire quando arriverà
il prossimo capitolo perchè devo andare in vacanza e non ho
internet dove vado... però vedo di scrivere... e magari di
fare anche un bel capitolo lungo...
è tutto per adesso...
stay tuned!
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Capitolo 31 *** capitolo 30 ***
*PoV Sam*
Madama Zara era tornata da
ormai qualche giorno, così come
io ero tornata a vivere nella villa, nella mia solita camera con un Fox
entusiasta che mi fece le feste non appena mi vide varcare la porta di
casa. Di
Ann non avevo più sentito nulla, mentre con Cris le cose
erano confuse… ci
eravamo baciati, ma non eravamo insieme, e tra noi c’era
sempre molto
imbarazzo… dovevo assolutamente parlagli, anche
perché i suoi sguardi intensi
che mi lanciava ogni volta che mi vedeva, mi mettevano a disagio.
Uscii dalla mia stanza
sbadigliando, dimenticando di essere
tornata a vivere con Cristopher e non preoccupandomi del fatto che a
coprirmi
ci fosse solo una semplice maglietta nera extralarge che non mi
arrivava
neppure alle ginocchia… dettaglio trascurabile, insomma.
-Wow… buongiorno
anche a te, Sam!
Esclamò Cris
facendomi sobbalzare. Mi voltai a guardarlo, ma
lui era impegnato a fissare le mie gambe, interessato. Fortuna che era
domenica, altrimenti sarei sicuramente arrivata in ritardo a scuola!
-Ciao…
Sussurrai, ignorando il
giramento di testa improvviso che mi
aveva preso. Fantastico, ora mi girava pure la testa quando mi
guardava… non
bastavano le farfalle nello stomaco?!
-Stavi andando a fare
colazione?
Mi chiese, arrivando al mio
fianco e tornando a guardarmi
negli occhi.
-Sì… ho
una fame incredibile, mi preparerò dei
pancakes, perché tra poco penso che sverrò!
Risi, nervosa, cercando di
mascherare il mio imbarazzo, e
lui si limitò a sollevare l’angolo destro della
bocca in quell’espressione che
mi piaceva tanto.
-Madama Zara è
fuori… probabilmente ci ha lasciato del caffè
già pronto…
Intervenne lui.
-Dove è andata?
Chiesi, curiosa. Era strano che
uscisse, specialmente la
domenica mattina.
-Ha detto che aveva delle
commissioni importanti… cose da
vampiri.
Vampiri, certo! Cose che noi intermedi (così chiamati
quelli in fase di “vampirizzazione”) non
potevamo assolutamente comprendere!
Stavo cucinando
l’ultimo pancake, quando sentii Cris
alzarsi, strisciando la sedia sul pavimento, e fare dei passi verso di
me.
-Sam…
Sospirò giusto
dietro di me, facendomi rabbrividire.
Voltai di poco la
testa, guardandolo e
notai che mi era distante solo pochissimi centimetri.
-Non ce la faccio
più…
Continuò, per poi
poggiare le mani sui miei fianchi. Mi fece
voltare e non riuscii a chiedergli spiegazioni perché le sue
labbra si
appropriarono subito delle mie. Sentii la sua mano armeggiare con il
gas e
spegnerlo, impedendo che la frittella si bruciasse, e poi prese ad
accarezzarmi
i capelli, mentre muoveva le sue labbra sulle mie. Io, dal canto mio,
mi ero
ancorata al suo collo, temendo di cadere, e rispondevo al bacio con
quanta più
passione avevo in corpo.
Non capivo più
nulla, sentivo solo le sue mani sul mio
corpo, sulle mie gambe, e poi sulle mie natiche; mi sollevò,
fino a farmi
sedere sul ripiano della cucina e poi prese a spostare le labbra sul
mio volto,
sul mio collo, sulle mie spalle coperte dalla maglietta, e poi ancora
sulle mie
labbra, che l’accolsero volentieri.
-Mi sei mancata
tantissimo…
Sussurrò, roco,
passando a baciarmi la clavicola.
-Anche… anche
tu…
Riuscii a dire, mentre le mie
mani gli accarezzavano
smaniose i capelli biondi.
-Ti prometto che non ti lascio
più, per nessun motivo…
Continuò, facendomi
rabbrividire sentendo il suo respiro sul
mio collo.
-Credevo di morire quando ti
vedevo così magra… così
pallida… così abbattuta… e sapere che
ne ero io la causa… era la cosa peggiore…
Tornò ancora sulle
mie labbra, ormai non riuscivamo più a
staccarci, e la cosa mi preoccupava non poco, specialmente
perché la testa
aveva ricominciato a girarmi più forte, sempre di
più.
-Ora è
tutto… finito…
Dissi tra un bacio
all’altro. Non sapevo per quanto ancora
saremmo andati avanti così, se il campanello non ci avesse
interrotti. Ci
guardammo qualche attimo negli occhi, prima che Cris si decise ad
allontanarsi
da me, non prima di avermi lasciato un leggero bacio a stampo
sull’angolo della
bocca, per andare ad aprire.
-Era il postino…
Spiegò, una volta
rientrato. Mi ero seduta su una sedia e
non appena prese posto accanto a me cominciai a mangiare i panckakes
ricoperti
da succo d’acero.
-Siamo affamate oggi, eh?
Mi chiese retoricamente,
guardandomi divertito.
-Te l’ho
detto… che stavo morendo di fame…
Spiegai, continuando a
riempirmi la bocca di cibo senza
alcun ritegno.
-Di questo passo diventerai
un’obesa, Sam…
Mi disse, sorridendo, ma io mi
limitai a scrollare le
spalle, mentre mi versavo del succo di frutta nel bicchiere. Ma mi
bloccai a
metà della mia azione, perché un attacco di
nausea mi costrinse a guardare
stranita Cris, che se ne stava tranquillo a fare colazione.
-Devo… devo
vomitare…
Realizzai, per poi correre in
bagno, giusto in tempo per
rimettere tutto dentro il water. Giusto qualche secondo dopo Cris era
dietro di
me, a tenermi i capelli e la testa alzata.
-Sam, ma sei sicura di stare
bene?
Mi chiese poi, mentre
riprendevo fiato.
-Mi gira la testa…
Dissi io, confusa. Allora non
era per la vicinanza a Cris…
-Senti, adesso ti risciacqui un
po’ la faccia, e poi ti
aiuto ad andare in salotto…
Mi aiutò al alzarmi
e, dopo che mi fui sistemata un po’, mi
aiutò a distendermi sul divano, impedendomi di barcollare a
destra e a
sinistra, andando a sbattere addosso a tutti i mobili.
-Forse ho la febbre…
Sospirai, ma lui scosse la
testa.
-Non sei affatto calda,
Sam… anzi, sei fredda come il
ghiaccio. Adesso chiamo Madama Zara… tu aspetta qua un
attimo…
E se ne andò,
lasciandomi sola. E io me ne sarei anche
rimasta là buona buona, se un altro attacco di vomito non mi
avesse costretta a
correre in bagno, ancora.
Un medico, amico di Madama
Zara, mi stava esaminando. Stava
contando i battiti del mio cuore in un minuto, e il silenzio nella
stanza era
pesante. Cris mi era accanto, che mi accarezzava la fronte, mentre
Madama Zara
mi guardava preoccupata. Mi sembrava di essere una paziente sul punto
di
morire, con la famiglia tutt’attorno, preoccupata.
Il medico sospirò.
-I battiti sono pochi,
decisamente molto pochi.
Tutti parvero capire cosa
significasse questo, tutti tranne
me, che già non ero lucida, e poi di queste cose non ci
capivo nulla.
- E’ grave?
Chiesi, spaventata.
-Certo che no, cara…
ti stai solo…
Cominciò Madama
Zara, ma si bloccò per cercare le parole
adatte.
-…trasformando in un
vampiro…
Concluse Cris per lei. Sgranai
gli occhi e mi alzai a sedere
di colpo, ignorando l’ennesimo giramento di testa.
-Cosa? No. No. Io non voglio!
Cominciai a ripetere, in
panico, cercai le mani di
Cristopher che non si fecero attendere.
-Sam, è una cosa
normale… doveva succedere prima o poi…
Mi disse, apprensivo.
-Ma non ora! Non voglio! Non
prima di te! Non…
Mi bloccò, mentre le
lacrime cominciarono ad uscire dai miei
occhi.
-Ehi, anch’io mi
trasformerò, prima o poi. E’ una cosa
inevitabile, Sam, non puoi rifiutarla…
-Ma… potrebbe essere
tra tantissimo tempo! i maschi hanno
molta più resistenza di noi femmine! E sei ti trasformassi
tra dieci anni?
Saresti vecchio, e io sarei giovane, e non potremmo più
stare
insieme!
-Sam, non mi
trasformerò tra dieci anni… non lo
permetterò…
e comunque, qualsiasi cosa accada, noi staremo insieme, te
l’ho già detto…
Aveva un tono dolce, e non mi
interessava che a guardarci
c’erano sia Madama Zara che il dottore, anzi, la cosa mi
lasciava del tutto
indifferente. Gli saltai addosso e lo baciai, triste ma anche
contenta… perché
una promessa era una promessa… specialmente se fatta da un
vampiro.
*PoV esterno*
Nel frattempo, un ragazzo
camminava per le strade di Parigi,
con il giubbotto addosso a coprirsi dal freddo dell’inverno e
le mani in tasca.
Non sapeva dove stava andando, ma non aveva voglia di pensarci, sapeva
solo che
voleva restarsene da solo, con i suoi pensieri.
Mi
sono dimenticato di
Ann, come no!
Pensò, ricordando le
parole dette a Sam. Era abbastanza
difficile dimenticarsi della propria amica di infanzia e ragazza che
aveva
amato. Specialmente vedendo come era diventata.
-Lucas!
Una voce l’aveva
chiamato. No, non una, ma quella voce. Si
voltò, trovandosi a pochi passi di distanza una Ann tutta
trafelata, vestita
con un semplice maglione di lana lungo e delle calze leggere,
decisamente
troppo per poter sopportare il freddo invernale.
-Ann?
Chiese, quasi temesse che fosse
solo frutto della sua
fantasia.
-Lucas, mi dispiace, scusami,
ti prego…
Aveva cominciato a ripetere
quella, avvicinandosi a lui.
-Per cosa?
-Per tutto. Per il mio
cambiamento, per come mi sono
comportata male nei confronti di Cris, di Sam… nei tuoi
confronti… ti prego,
perdonami.
Avrebbe voluto rispondere
qualcosa, il ragazzo, ma le
lacrime che scendevano dagli occhi della ragazza, e il modo in cui
tremava, gli
bloccarono le parole in bocca. Si tolse solo il giubbotto, e lo
poggiò sulle
spalle di Ann, stupendola non poco.
-Forza, andiamo a casa mia che
ti offro una cioccolata
calda… e vedi di fare la brava bambina da adesso!
Disse solamente, sorridendo.
Lei gli aveva chiesto
scusa… chi era lui per rifiutarla?
In fondo perché
no… quello poteva essere un nuovo inizio.
Alexis
Uh, zero commenti…
tristee :*(
Okay,
ci mettiamo tanto ad aggiornare e vi chiediamo immensamente scusa per
questo… e
probabilmente non riusciamo a difenderci nemmeno con il classico
“meglio tardi
che mai”, però… zero commenti
è proprio deprimente! :(
Vabbè,
parlando d’altro! Ooh finalmente questo capitolo ha sistemato
un po’ le cose,
almeno tra Lucas e Ann… sì, perché non
potevamo non mettere il lieto fine tra
loro due! ^^
E
sì, siamo tornati con i vampiri… probabilmente
nel corso della storia vi
eravate pure dimenticati che stavano per diventare vampiri, dato che la
love
story ha preso il sopravvento! xD
Ci
piacerebbe sapere cosa ne pensate della storia…
E
magari una recensione piccina piccina lasciatecela! ;)
Al
prossimo capitolo,
ciao
a tuttii! :)
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