Forgive me

di wingedangel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


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Capitolo 1



Capitolo 1

Harley fissava la persona che si trovava davanti, era quasi una sconosciuta per lei. Una ragazza di vent’anni, i capelli ramati a caschetto le ricadevano arruffati sul viso. Scostò una ciocca di capelli che si era posata sui suoi profondi occhi verdi, le labbra rosee e sottili non osavano anche solo abbozzare un sorriso, quasi come se non fosse loro concesso sorridere a una tal bella visione.

Harley continuava a fissare il suo riflesso nello specchio del bagno di casa sua e rifletteva. Quella persona nello specchio avrebbe dovuto essere lei, eppure, in qualche modo Harley non vi si riconosceva. Vedeva davanti a sé solo un corpo, un corpo senz’anima; come poteva quel riflesso essere lei? Tutti i suoi sogni frustrati (ma pur sempre sogni), i suoi desideri e le sue emozioni quel riflesso non le conosceva. Come poteva lei riconoscersi in quel vuoto contenitore che di suo aveva solo le sembianze? Se solo avesse potuto riempire quel contenitore a suo piacimento, con i suoi sogni e i suoi desideri realizzati e poi scambiare il posto con il suo riflesso e vivere la vita che aveva sempre desiderato. Si ritrovò a fantasticare su quella che sarebbe stata la sua vita se i suoi sogni si fossero realizzati: sarebbe stata un’affermata ballerina, con un uomo da favola che la amava follemente al suo fianco e la sua migliore amica che come sempre le era stata accanto e non l’aveva abbandonata appena le cose si erano fatte difficili.

In realtà Harley avrebbe voluto premere il tasto “RESET” nella sua vita e ricominciare da capo, avrebbe voluto avere un’altra occasione per realizzare i suoi sogni. Quei sogni che conosceva solo Hope, la sua migliore amica, non aveva mai detto niente nemmeno a sua madre, consapevole che si sarebbe presa gioco di lei distruggendo ogni sua speranza. Solo Hope era disposta ad aver fiducia in lei, nonostante anche Hope sapesse bene che non sarebbe stato facile aveva quasi più fiducia della stessa Harley nel suo sogno. Harley lo sapeva bene, in un periodo nero come quello che stava passando era la sua unica certezza, Hope sarebbe sempre stata al suo fianco, pronta ad aiutarla con ogni mezzo a sua disposizione, anche se avesse dovuto sacrificare la sua felicità per raggiungere tale scopo. Harley sapeva di essere fortunata ad avere un’amica così, che teneva alla sua felicità più che alla propria, e per Harley era lo stesso.

E fu proprio alla sua amica Hope che andò il pensiero di Harley quella mattina davanti allo specchio. Ricordava ancora molto bene il giorno in cui l’aveva conosciuta, cinque anni prima.

***

Era andata con due sue amiche a una festa in discoteca, poco dopo però le sue amiche trovarono due ragazzi carini e andarono a fare un po’ le gatte morte per cercare di passare una serata più intensa delle altre. Harley, che non aveva nessuna intenzione di passare la serata nella macchina di qualche ragazzo appena incontrato, si ritrovò così da sola sul divanetto vicino alla pista. E dire che amava tanto ballare, ma il fatto che le sue amiche si fossero dimenticate di lei appena avevano visto dei ragazzi carini, la demoralizzava e le faceva passare ogni voglia di ballare. Poco dopo una ragazza le si avvicinò.

“scusa, posso sedermi?”

Harley le fece posto, notò che lei fissava una ragazza che era stata presa di mira da un ragazzo molto carino, decise di scambiare due parole con lei.

“ anche tu sei stata lasciata sola dalla tua amica?”

“sì, ma sembra che si diverta, almeno lei può essere felice, è quello che conta”.

Harley non si aspettava una risposta del genere, sembrava interessata più alla felicità degli altri che alla propria.

“ vedi quelle due lì? Anch’io ero con loro ma poi hanno trovato quei ragazzi più interessanti della loro amica, non mi sembra molto corretto”.

“ ma almeno loro possono divertirsi, magari tra loro e i ragazzi nascerà qualcosa”.

Harley rimase stupita un’altra volta da quella ragazza, vedeva solo il bello di quello che aveva davanti, cosa che però la rendeva un po’ ingenua.

“ credo che non sperino che nasca qualcosa, vogliono solo divertirsi un po’ stanotte. E sai una cosa?”

“cosa?”

“ dovremmo divertirci un po’ anche noi, che dici? Balliamo?”

Harley la conosceva da pochi minuti ma le aveva fatto tornare il buonumore, e la voglia di ballare.

“certo, siamo qui per questo! A proposito, io sono Hope”

“ io Harley”

E insieme andarono in mezzo alla pista a ballare, come se si conoscessero da una vita. E fu proprio quel giorno che nacque la loro splendida amicizia, che nei cinque anni successivi non aveva fatto che rafforzarsi.

***

Harley fissò un'altra volta il suo riflesso nello specchio e finalmente le sue labbra si curvarono in un sincero sorriso, dando il tocco finale a rendere Harley la ragazza stupenda che era. Ripensare alla sua amica la fece sentire meglio, finì di truccarsi e di prepararsi poi uscì dal bagno. Era pronta a uscire con la sua migliore amica, si sedette in soggiorno aspettando che lei venisse a prenderla. A casa con lei c’era solo sua madre, e fu proprio lei che andò ad aprire quando sentirono suonare al campanello.

Harley corse alla porta impaziente di rivedere la sua amica.

“è Hope?” chiese a sua madre entrando nella stanza.

Si fermò all’istante quando vide che alla porta non c’era la sua amica, bensì la polizia.

 

ANGOLO AUTRICE:

Questa è la prima originale che scrivo, quindi mi farebbe piacere sapere che ne pensate, se vale la pena o meno continuare, quindi per favore recensite (sempre se volete), anche per critiche costruttive, spero comunque che questa storia vi piaccia, alla prossima! 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 

Capitolo 2

Due poliziotti stavano davanti alla porta di casa sua con le facce scure.

“la signora Morgan?”

“sono io, che succede?” – rispose Emily, la madre di Harley.

“ purtroppo dobbiamo comunicarvi una brutta notizia. Sulla statale qui vicino qualche ora fa c’è stato un incidente e suo marito e suo figlio sono rimasti coinvolti, i soccorsi sono giunti tempestivamente ma purtroppo la macchina è esplosa e non è più stato possibile salvarli”.

Emily sbarrò gli occhi, incredula, e scoppiò a piangere. Harley si bloccò, non riusciva a crederci, suo fratello e suo padre non c’erano più, erano andati al parco e ora non sarebbero più tornati. Non poteva essere vero, non doveva essere vero, loro di lì a poco sarebbero tornati, non potevano essere morti. Per quanto ci provasse, non riusciva a credere a quelle parole, era una notizia troppo devastante per essere vera.

In quel momento arrivò Hope, vide la polizia a casa della sua amica, aveva visto l’incidente durante il tragitto in macchina per arrivare dall’amica, ma mai avrebbe potuto immaginare che quella macchina fosse effettivamente quella di suo padre. Entrò in casa della sua amica e la vide ferma in mezzo alla stanza, si avvicinò e, senza dire una parola, la abbracciò.

Harley riuscì solo in quel momento, tra le braccia della sua migliore amica, a credere davvero a quello che era successo, abbracciò l’amica e scoppiò a piangere. Suo padre e suo fratello erano morti, se ne erano andati per sempre. Si sentì morire, le tornarono alla mente tutti i bei ricordi che i nomi di suo fratello e di suo padre le portavano alla mente. Le lacrime continuavano a scendere copiose sul suo volto, rovinando il trucco che con tanta cura aveva applicato, ma non le importava più, non le importava più niente, avrebbe solo voluto vedere suo padre e suo fratello entrare da quella porta, raccontando quanto si erano divertiti al parco, il suo fratellino di sette anni le sarebbe corso incontro per abbracciare la sua sorellona a chiederle curioso cosa gli avrebbe regalato per il suo compleanno il giorno seguente. Pensare che il suo fratellino non avrebbe mai più compiuto i tanti agognati otto anni la distruggeva, non era giusto, un bambino non poteva morire così, aveva tutta la vita davanti.

Intanto i poliziotti stavano spiegando a sua madre la dinamica dell’incidente: un’auto aveva urtato violentemente contro la macchina di suo padre a un incrocio. L’autista della macchina che aveva causato l’incidente sosteneva di aver avuto un problema ai freni per cui non era riuscito a frenare e li aveva investiti a tutta velocità. Le notevoli dimensioni della sua auto gli avevano permesso di sopravvivere illeso a quell’incidente, fortuna che però non era spettata a suo padre e suo fratello. “l’ennesima ingiustizia - pensò Harley - non poteva morire lui in quell’incidente?”, si sentì subito in colpa per quel pensiero. Non era il tipo capace di augurare la morte a qualcuno, ma odiava quell’uomo che aveva causato quel dannato incidente, l’uomo che le aveva portato via suo padre e suo fratello.

“Mi dispiace Harley, non è giusto” le disse la sua amica stringendola a sé mentre lei ancora piangeva.

“Come farò adesso, Hope? Non avevo mai pensato di dover andare avanti senza di loro. Sono sempre stati una costante nella mia vita, e ora mi hanno lasciato sola.”

 

“non sei sola, io ci sarò sempre, e poi hai tua madre, non sarai mai sola, Tuo padre e tuo fratello non ti hanno abbandonato, vivono nel tuo cuore, e continueranno a viverci per sempre”.

“ Grazie, e scusami se ti costringo a passare tutto questo, di certo non è quello che avevamo in programma per oggi”.

“ non ti preoccupare, questo è più importante, voglio starti accanto e aiutarti con ogni mezzo per renderti di nuovo felice, anche se ora non credi che sia possibile. So che sei forte e che ce la farai”

“non è vero io non sono forte, quella forte sei tu”.

“ ti sbagli, tu sei più forte di quanto credi, e tutto questo ti renderà ancora più forte. Come si dice: ciò che non uccide fortifica”.

“e cosa ti fa dire che non mi ucciderà?”

“ti conosco da cinque anni ormai, ho imparato a conoscerti come le mie tasche, siamo molto più simili di quel che sembra, e ti prometto che non permetterò che tu ti lasci andare. Starò al tuo fianco, condividerò il tuo dolore, e ne usciremo insieme, più forti di prima. Puoi contare su di me in qualsiasi momento”.

“Grazie Hope, non so come ringraziarti per tutto quello che fai e che sei per me”.

“ Quel grazie è tutto ciò che mi serve, grazie a te di essere la splendida amica che sei”.

“ non sono poi così splendida adesso”

“ lo sei, fidati di me”

Harley guardò l’amica, l’era davvero grata, si rendeva conto di quanto era fortunata ad averla al suo fianco ogni secondo di più. In quel momento in cui lei era così fragile, così insicura, Hope era la sua unica certezza, e sarebbe stata la sua forza, sapere di avere qualcuno che davvero le stava vicino, e non solo a parole, la confortava e la faceva sentire un po’ meglio nonostante quanto lei si sentisse devastata dal dolore.

“ ti voglio bene”

“ ti voglio bene anch’io, tantissimo”

Hope continuò a stringere in silenzio l’amica in lacrime, non sapeva come avrebbe fatto ad aiutarla, ma di certo non l’avrebbe lasciata sola. Sarebbe stata a sua disposizione ogni volta che lei avesse voluto. Era davvero disposta a tutto per lei.

 

ANGOLO AUTRICE:

TerryDreamy 93: terry!!! dopo le nostre mail chilometriche sei venuta a leggere anche la mia storia, alla fine però ora tu sei avvantaggiata perchè fino a metà quarto cap sai già la storia! spero che anche senza la solita curiosità tu continui a leggere e a recensire (se non ti piace però non ti preoccupare non me la prendo, ti faccio da beta e da amica lo stesso:) lo sai che amo leggere le tue mail!), spero che questo capitolo ti sia piaciuto. Per il personaggio di Harley ho preso spunto dalla mia migliore amica, è grazie a lei se ho cominciato a scrivere questa storia, (anche se se non fosse avvenuto quell'incidente la trama sarebbe stata diversa, ma almeno tre vite sarebbero state risparmiate, che tristezza...) quindi le dovevo questo personaggio, si Harley e Hope sono molto legate, sono quasi in simbiosi, e sarà proprio la costante presenza di Hope al fianco di Harley ad aiutarla in questo delicato periodo. Hai ragione, avrei dovuto approfondire di più quell'aspetto, ma ti rispondo subito: Harley si sente insoddisfatta semplicemente perchè si rende conto che nessuno dei suoi sogni si è realizzato, ha desiderato da sempre poter essere una ballerina eppure solo Hope conosce questo sogno, sua madre la dissuaderebbe( sarà proprio la perdita del resto della famiglia a cambiare l'atteggiamento di Emily verso Harley, a farla accorgere di molte cose, visto che ora restano solo loro due, e si devono far forza a vicenda). Hope ha vent'anni e si rende conto che questo sogno ormai è quasi irrealizzabile, e che non potrà mai diventare una ballerina. Harley inoltre desidera trovare l'amore, avere qualcuno accanto, un uomo che la ami e non la faccia soffrire, come l'ha fatta soffrire chi è venuto prima, ma è proprio la paura di soffrire, di rischiare a precluderle ogni speranza di trovarlo. Harley sa bene, che appena si accorgerà di starsi legando troppo cercherà di scappare, temendo di soffrire di nuovo. Guardandosi allo specchio erano questi i pensieri che le affollavano la mente, e per questo è così triste e insoddisfatta (spero di essere stata chiara, anche se come sempre sono logorroica). Ti ringrazio di tutti i complimenti, ho postato appena possibile, spero di aver fatto abbastanza presto, alla prossima! un bacione!

sonoqui87: ed eccoti! la mia recensitrice ufficiale e la scrittrice più sadica di EFP!XD Ti ringrazio di cuore di essere qui a recensire anche questa storia e sono davvero contenta che ti piaccia. Dai! non puoi paragonarti a quell'incrocio tra un topo un cane(di quelli con la faccia brutta, hai presente?) e una gallina! Scusami per le ripetizioni, ho cercato di ridurle in questo capitolo, ora secondo te va bene? O sono ancora tante? cooooomunque (lo dico anche ioXD) tornando alle nostre solite baganasce (XD): ho ingrandito il font, vedi ora? se vuoi ingrandisco ancora:). Dilungati pure, non è un problema, perchè dovresti essere una zitella acida non è vero! e se lo sei allora siamo in due, perchè? perchè di si, mi va di essere una zitella acida ok?XD. Ho aggiornato appena possibile, contando che ho dovuto anche aggiornare l'altra :) spero di non averci messo troppo. Alla prossima! un bacio! (voglio il cubanooooooo!)

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***




Capitolo 3

teso, ero a pezzi ma

un sorriso in superficie

nascondeva i segni d’ogni cicatrice

Raf - Infinito

Passarono due giorni dall’incidente. Quella mattina ci sarebbe stato il funerale di suo padre e suo fratello, Harley non era pronta ad affrontare tutta quella gente, ma non voleva mancare, voleva essere anche lei lì a dare l’ultimo saluto a suo padre e suo fratello.

Quando arrivò davanti alla chiesa vide Hope, la salutò, poi con lei andò a sedersi in prima fila, rivedere le bare, poste al centro della chiesa, le fece sentire le lacrime premere di nuovo per  uscire, ma le ricacciò indietro. Non voleva piangere, non davanti a tutti. Nonostante il suo cuore fosse colmo di tristezza doveva tenere duro, doveva farcela, voleva farcela. Le dicevano tutti che sarebbe andata avanti e lei ci voleva provare. Eppure era così difficile, sapere che non li avrebbe più rivisti non la aiutava. “Ma come fanno tutti?” Se lo chiedeva in continuazione ma non riusciva a trovare la risposta. Lei non ce la faceva, sentiva che non ce l’avrebbe mai fatta. Dentro di sé sentiva il suo cuore lacerarsi ogni secondo di più. Quanto avrebbe retto ancora prima di crollare? Doveva tenere duro, per sua madre se non altro, ma era difficile. Dio, se era difficile.

Il funerale iniziò, e lei stava sempre peggio, avrebbe voluto correre fuori e tornarsene a casa, ma non poteva, non voleva. Doveva farcela, non voleva soffrire. Soffrire le faceva male, e se non voleva soffrire doveva andare avanti. Sapeva di non essere sola, Hope era lì accanto a lei. Quel funerale fu per Harley un’ ostinata lotta con le lacrime. Cercava di trattenerle con tutta sé stessa, doveva essere forte, ma fu durante l’elogio funebre che sua madre leggeva tra le lacrime, che non resse più, una lacrima solitaria sfuggì al suo controllo e molte altre ne seguirono, nonostante cercasse di trattenerle. Come un mare che rompe una diga così le sue lacrime le rigavano il volto. Hope la abbracciò e lei appoggiò il volto sulla sua spalla e diede libero sfogo alle sue lacrime. Anche se non l’avrebbe ammesso aveva bisogno di sfogarsi. Continuò a piangere fino alla fine del funerale.

Quando finalmente lei e sua madre uscirono dalla chiesa vennero bloccate da chi voleva far loro le condoglianze, chi voleva condividere con loro il dolore, ma solo a parole. Facevano le loro condoglianze, e se ne andavano con la coscienza a posto. Harley questo non poteva sopportarlo, così appena ebbe un attimo di tregua si avviò verso casa.

Riuscì a fare solo pochi passi prima di sentire una mano grande e forte posarsi sulla sua spalla. Quando si voltò, pronta a liquidare l’ennesima persona che si fermava per le condoglianze, si ritrovò di fronte a due profondi occhi azzurri di rara bellezza, quegli occhi tristi appartenevano ad un ragazzo sui venticinque anni, biondo.

“ Scusa”

“ Sì?” Era spazientita, anche gli sconosciuti dovevano farle le condoglianze?

“ Scusami, per favore perdonami, non avrei mai voluto che accadesse”

Rimase a bocca aperta, quello splendido ragazzo era davvero il ragazzo che aveva causato l’incidente? Il ragazzo che aveva ucciso suo fratello e suo padre?

“ invece è accaduto! E le tue scuse non mi riporteranno indietro mio padre e mio fratello”

Il ragazzo abbassò lo sguardo, ferito, ma sapeva di meritarsi quelle parole, capiva la rabbia di quella ragazza a cui aveva involontariamente portato via mezza famiglia.

“ Mi dispiace, credimi, i sensi di colpa mi stanno uccidendo, comunque io sono Nick”

Harley ignorò il suo tentativo di presentarsi, non le interessava minimamente come si chiamasse, l’unica cosa che sapeva era che lui era la causa di tutta la sua sofferenza.

“ Hai ragione ad avere i sensi di colpa. È colpa tua se mio padre e mio fratello sono morti!”

“ Perdonami ti prego. La macchina non ha frenato. La polizia ha controllato, c’era un guasto. Me la sono cavata solo con una multa per fortuna, ma ci tengo che anche tu e tua madre mi perdoniate”

“ Hai ucciso mio padre e mio fratello, non mi importa del motivo, non puoi riportarmeli indietro!”

Nick aveva ragione, era stato un incidente, non era stata del tutto sua la colpa, ma Harley non lo voleva ascoltare, aveva bisogno di dare la colpa a qualcuno, di avere qualcuno con cui prendersela. Non si rendeva conto di quanto quel ragazzo soffrisse per quello che era successo, di quanto fosse sincero nel dire che voleva farsi perdonare. In quel momento lei era cieca, il suo dolore la possedeva, stava soffrendo tantissimo non riusciva a vedere altro che il suo dolore.

“ Permettimi almeno di accompagnarti a casa, ho la macchina”

Lui gliela indicò e lei si bloccò. Quella era la macchina con cui lui aveva ucciso suo padre e suo fratello? E lei avrebbe dovuto salirci? Delle strane emozioni presero possesso del suo cuore. Se fosse salita su quella macchina sapeva che si sarebbe sentita colpevole, solo salire su quella macchina la faceva sentire come se durante l’incidente lei fosse stata seduta in quella macchina che aveva ucciso suo padre e suo fratello. Non avrebbe potuto sopportarlo.

Lui la guardò e capì a cosa stava pensando.

“ non è la macchina che stavo guidando quando è successo, quella è a riparare. Questa è quella di mio padre.”

Lei si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.

“ beh, non importa, tanto abito qui a due passi, vado a piedi!”

Lui non era disposto a demordere così facilmente, voleva che lei lo perdonasse, a qualunque costo.

“ permettimi di accompagnarti allora!”

Harley cominciava a sentirsi seccata da quel ragazzo. Che lui se ne rendesse conto o meno, lei lo vedeva solo come l’assassino di suo padre e suo fratello, e quella conversazione era durata fin troppo per i suoi gusti.

“ perché dovrei?”- rispose, parecchio seccata.

Nick la capiva, ma aveva bisogno del suo perdono per riuscire ad andare avanti, aveva già parlato con la madre di quella ragazza, e lei l’aveva perdonato, o almeno gli aveva promesso che ci avrebbe provato. La madre aveva capito quanto lui fosse dispiaciuto, perché la figlia era così ostinata a non volerlo capire?

“ perché voglio che tu capisca che mi dispiace davvero per quello che è successo, e che tu riesca a perdonarmi”

Harley capì che non se ne sarebbe liberata molto facilmente, quindi decise di andare a casa, tanto abitava quasi di fronte alla chiesa, lui la seguii.

“ senti, io posso capire che ti dispiaccia, però cerca di capire anche me, ho appena perso metà della mia famiglia, e tu eri alla guida dell’auto che li ha uccisi. Beh, è difficile che io ti perdoni…”

Vide che lui si rattristò ulteriormente a quelle parole, e capì solo in quel momento, guardando nei suoi occhi blu, quanto lui ci tenesse sul serio a farsi perdonare. Si rese conto che aveva esagerato, doveva soffrire già abbastanza per i sensi di colpa che dovevano attanagliarlo, perciò gli sorrise, e aggiunse:

“ …ma ci proverò, ok?”

Nick si illuminò in volto, non aveva ottenuto il suo perdono, ma era pur sempre qualcosa.

“ grazie, davvero.”

“ ora però sono arrivata a casa, ti saluto.”

Lei aprì la porta di casa ed entrò, chiudendosi la porta alle spalle, lasciandolo fuori senza dargli la possibilità di ribattere, ma aveva bisogno di restare sola.

Si appoggiò alla porta e alzò gli occhi al cielo.

“Papà, Mike, cosa devo fare?”

Si lasciò scivolare sulla porta fino a sedersi a terra, portò le gambe al petto, appoggiò la testa sulle ginocchia e pianse, pianse fino a non aver più lacrime.

 

ANGOLO AUTRICE:

sonoqui87: mezzanotte e 3 e tu hai recensito! grazie mille davvero! é vero, la morte di un caro è devastante, se poi sono in due è ancora peggio. Harley è davvero a pezzi. Non assomigli affatto a quel mostro dai! sei crudele con te stessa, quel mostricciattolo me lo immagino più simile allo psicologo! Sono contenta che la storia ti piaccia, non so se riuscirò a continuare a postare così assiduamente, il prossimo capitolo è ancora incompleto, e questo weekend c'è il mio moroso :) e sai come mi monopolizza no? Spero di riuscire a postare lunedì pomeriggio. Grazie infinite dei complimenti e spero che anche questo capitolo ti piaccia, è entrato in scena Nick (Dio quanto è bello! Ho preso spunto da un ragazzo che avevo visto al mare, che boooonooo! cercherò di trovargli un volto, ma lui era davvero perfetto, sembrava un Dio greco sul serio, seduto sulla riva... ahhh basta ripensarci che mi saltano gli ormoni!). mi sa che dovrai aspettare un pò per la lettera per il cubano :(, ma se vuoi mandarmelo lo stesso io non mi lamento!XD Grazie ancora dei complimenti. Alla prossima!

TerryDreamy 93: innanzitutto grazie di avermi messo tra le preferite, sei davvero un angelo. Grazie dei complimenti, e si, Harley soffre tantissimo, e vedere Nick non le ha fatto bene, o si? Chi lo sa... (ndHarley: se non lo sai tu brutta scema che mi ha creato solo per farmi soffrire come un cane!) ma... sti personaggi si prendono troppe libertà (ndNick: tu trattaci meglio e noi facciamo i bravi, ma finchè sei sadica ti tormenteremo!) E basta! Guarda te... che gente! Ora ti lascio che devo riordinare la camera per l'arrivo del moroso, e sembra un campo di battaglia (non è un eufemismo!). alla prossima (lunedì pomeriggio spero, prima non credo di farcela), un bacio!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***




Capitolo 4

Harley fu risvegliata dai suoi pensieri sentendo che qualcuno stava inserendo la chiave e aprendo la porta. Harley si alzò rapidamente, pochi istanti dopo sua madre entrò in casa, richiudendo la porta dietro di lei.

“sono distrutta, non ne potevo più di tutte quelle condoglianze” esordì Harley.

“perché? Volevano solo dimostrarci il loro sostegno”.

“no! Volevano solo mettersi la coscienza a posto, la maggior parte di quelle persone c’è vicina solo a parole!”.

“ Beh quel ragazzo però era sincero”

“chi?” chiese Harley, ma sapeva bene a chi si riferiva sua madre.

“ quello che ha causato l’incidente, ci teneva tanto a farsi perdonare”.

“ non l’avrai mica perdonato?”

“ non completamente, ma riconosco che è stato un incidente, non ha colpa, la macchina aveva i freni guasti”.

“ Ha ucciso papà e Mike! Come puoi perdonarlo?”

“ Non l’ha fatto intenzionalmente, Harley. Ha già abbastanza sensi di colpa a rovinargli la vita senza che debba anche pensare che non l’abbiamo perdonato.”.

“non ci riesco, per quanto io possa volerlo, non ci riesco, ne ho bisogno”.

“ Quali vantaggi hai ad avercela con lui?”

“ Ha ucciso papà e Mike!” ripeté Harley

“non ti ho chiesto perché, ma cosa ci guadagni.”

“beh… io…”

Harley esitò, rendendosi conto solo in quel momento di quanto sua madre aveva ragione, non aveva nessun vantaggio ad avercela con Nick, le portava solo rabbia e ostilità nei suoi confronti, e Harley stava già abbastanza male per la perdita di suo padre e suo fratello, non voleva avere anche il peso della rabbia sul cuore, voleva solo riuscire a essere felice di nuovo, anche se in quel momento Harley non credeva che ci sarebbe mai riuscita.

“hai ragione, mamma, non ci guadagno niente, non sarà facile perdonarlo ma alla fine ce la farò”.

“sono contenta che tu abbia finalmente capito, ormai siamo solo io e te”.

Dicendo questo Emily scoppiò a piangere, Harley abbracciò la madre, e piansero insieme, in silenzio.

“Come farò a perdonarlo?  Non ce la faccio, mamma, non riesco a non pensare che è stato lui a uccidere papà e Mike” disse Harley, poco dopo.

“dobbiamo cercare di non pensare a lui come alla persona che ha causato l’incidente ma semplicemente come Nick, un ragazzo come tanti, e per farlo l’unico modo è conoscerlo meglio, magari poi scopriamo che è un bravo ragazzo e ci sarà più facile perdonarlo”.

Harley riconobbe che sua madre aveva ragione, se continuava a vederlo come un assassino non sarebbe mai riuscita a perdonarlo, e dopotutto ci teneva a riuscirci. Non solo perché non voleva dover aggiungere la rabbia al suo dolore già troppo grande per il suo cuore, voleva riuscire a perdonarlo perché quegli occhi blu mare erano sempre, perennemente tristi, era curiosa di vederli sorridere. Sapeva che non sarebbe stato facile e che anche lui non si sarebbe perdonato facilmente, dopotutto erano sulla stessa barca. Forse sua madre aveva ragione ancora una volta, conoscendolo e rendendosi conto che lui era una brava persona, forse sarebbe stato tutto più facile. Non appena ebbe formulato quel pensiero un dubbio s’insinuò nella sua mente, gli diede voce.

“e se lui non fosse un bravo ragazzo? E se nonostante i nostri sforzi lui non si rivelasse un ragazzo degno di fiducia? Se il comportamento che ha avuto al funerale, che ci ha portato a credere che lui sia un bravo ragazzo, fosse solo una facciata?”

“ In tal caso non gli concederemo il nostro perdono, sarà dura convivere con la rabbia ma ce la faremo, ma non possiamo rinunciare a provarci solo perché probabilmente non se lo merita, finché ci sarà anche solo una speranza di alleviare il nostro dolore io non rinuncerò, non voglio vivere con il peso della rabbia nel cuore”.

Harley dovette riconoscere un’altra volta che sua madre aveva ragione, però non la riconosceva, non era mai stata così comprensiva, era sempre stata quasi indifferente ai suoi problemi, suggerendole sempre la strada più facile, che raramente si rivelava quella giusta, era Hope quella cui interessava sul serio la sua felicità, anche se questo significava correre dei rischi. Era lei che la spronava sempre a combattere la sua paura di soffrire, e ora sentire sua madre parlarle così la stupiva.  Spesso aveva pensato che sua madre non volesse lasciarla vivere, non le permetteva nemmeno di uscire da casa da quando aveva finito la scuola.

“ è strano sentirti parlare così mamma, non so… è insolito”.

“ lo so di avere sbagliato in passato. Ho agito spinta dalla paura di vederti soffrire, cercavo di evitarti qualsiasi situazione che potesse farti stare male, eppure, nonostante tutti i miei sforzi tu continuavi a soffrire. Tuo padre aveva provato a farmelo notare ma io ero troppo cieca, troppo spaventata dall’idea che delle lacrime potessero solcare il tuo volto. È stato solo dopo la loro morte che mi sono resa conto che non posso evitare che tu soffra, non è questo il mio compito. Non ho potuto far niente per evitare che morissero e ora stai soffrendo, questa è la prova che non posso evitarti i dolori che dovrai provare nella tua vita, ma posso cercare con tutta me stessa di aiutarti a sorridere di nuovo, ad andare avanti, anche se per vederti sorridere io dovessi correre il rischio di vederti piangere.”

Harley rimase stupita a sentire quelle parole uscire dalla bocca di sua madre, ora capiva il perché di molti dei suoi divieti, lei l’aveva quasi odiata per molto tempo senza rendersi conto che sua madre lo faceva perché le voleva bene, e non voleva che lei soffrisse.

“mamma, io… grazie. Scusa se ti ho messo di fronte alle mie lacrime.”

“non ti preoccupare, hai bisogno di sfogarti, ne abbiamo bisogno entrambe”

Harley abbracciò la madre, soffriva tantissimo per quello che era successo, ma aver ritrovato un rapporto sano con sua madre la consolava. Aveva ancora una famiglia, aveva ancora sua madre. Un timido sorriso si dipinse sul suo volto.

 

ANGOLO AUTRICE:

sonoqui87: ti stupisci ancora se li faccio soffrire? non mi sono beccata della sadica un centinaio di volte per niente no?XD Vabbè dai, a parte gli scherzi, non sarebbe stato credibile se fossero stati tutti contenti no? (NdHarley: beh io non mi lamenterei! Ribellione!!!), grazie dei complimenti, davvero. Ehm... mamma di sonoqui (che in realtà non è qui ma lìXD) per favore non la fucili! ci tengo a lei! poi come continua la sua storia? per favore le risparmi la vita! XD. Alla prossima (spero presto), un bacio!

TerryDreamy 93: eh già! sei proprio una ragazza di parola! e anche parecchio simpatica!XD Grazie infinite dei complimenti, ti sei commossa? che tesoro!! Si, Harley soffre come un cane, e odia Nick. Però anche Nick soffre tantissimo, l'incidente non è stato colpa sua, è stata una fatalità, e ci tiene sul serio al perdono di Harley e sua madre. Come hai letto pero, Harley sembra ci stia ripensando, vuole farcela, vuole stare meglio, e per riuscirci deve riuscire a perdonare Nick, per quanto possa essere difficile. Si che sei un angelo! Te lo dico io! Sono davvero contenta che questa storia ti piaccia tantissimo. Si, lo so che li sto facendo soffrire però se fossero tutti felici e contenti non sarebbe molto credibile non credi? Sto male anche io per loro, e vorrei sistemare tutto nel giro di un capitolo, ma non si può... alla prossima! un bacio e un abbraccio! La tua beta e e-mailomaneXD

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***



Capitolo 5

Harley era felice che il rapporto con sua madre si fosse sistemato, anche se le dispiaceva che fossero dovuti morire suo padre e suo fratello perché accadesse. Ora però non aveva più scuse, doveva affrontare il problema che la spaventava tanto: Nick. Insieme a sua madre era giunta alla conclusione che la scelta migliore era cercare di perdonarlo, e per riuscirci avrebbe dovuto conoscerlo meglio. Eppure Harley continuava a cercare scuse, aveva paura, non voleva rischiare di scoprire che Nick non era il ragazzo che lei credeva, che fosse tutta una facciata, non voleva soffrire ancora. Sua madre continuava a chiederle se lo avesse contattato, lei continuava a dire che non poteva, non aveva il suo numero, non sapeva altro che il suo nome e, in effetti, era vero, ma abitava in un piccolo paesino in cui tutti sapevano tutto di tutti. Non c’era voluto molto tempo perché in paese venissero tutti a sapere chi fosse quel ragazzo, Harley sarebbe potuta uscire da casa e chiedere al primo che passava se sapeva dirgli come contattarlo e quello come minimo avrebbe saputo dargli l’indirizzo, ma lei non si sentiva ancora pronta ad affrontarlo, a perdonarlo. Dentro di sé sapeva che non l’avrebbe mai perdonato se non l’avesse affrontato, ma non riusciva a trovare il coraggio di farlo.

Passarono tre giorni, per la prima volta Harley riuscì a mettere il naso fuori di casa e ad andare, accompagnata da sua madre, al cimitero. Come entrò, si diresse subito alle tombe di suo padre e suo fratello, si fermò a fissare quelle lapidi e presto scoppiò in lacrime. Il dolore la colpì come una pugnalata dall’interno diretta proprio al centro del suo cuore, si sentì cedere le gambe, non ce la faceva più, voleva andarsene, ma allo stesso tempo non voleva abbandonare suo padre e suo fratello. Si appoggiò al petto di sua madre piangendo.

“ Non ce la faccio”

Quando sentì due braccia forti stringere il suo corpo scosso dai singhiozzi, si rese conto che il petto sul quale si era appoggiata era diverso da quello di sua madre, alzò lo sguardo in preda all’imbarazzo, era scoppiata a piangere tra le braccia di uno sconosciuto.

Quando gli occhi di Harley incontrarono quello sguardo triste in quegli occhi blu mare che le avevano occupato i pensieri continuamente nei tre giorni precedenti, si sorprese a sospirare. Non avrebbe mai pensato di guardare quegli occhi e riconoscerci qualcosa di familiare. Non si accorse di essersi persa in quegli occhi finché Nick non la strinse un po’ di più a se e disse:

“mi dispiace davvero, vorrei davvero poter fare qualcosa per farmi perdonare, la mia vita ha perso ogni significato ora che ho due vite sulla coscienza, ti prego, permettimi di aiutarvi. Cercare di riportare il sorriso sui vostri volti è l’unica cosa che mi può salvare, altrimenti ho paura che finirei per fare qualche pazzia. Ti ho portato via tuo padre, e ora che lui non può più farlo, vorrei essere io a prendermi cura di voi, glielo devo. Di qualsiasi cosa possiate avere bisogno, vi prego, fatemelo sapere, farò tutto ciò che è in mio potere per aiutarvi”.

Harley rimase colpita da quel discorso, forse sua madre aveva ragione, forse si meritava davvero la loro fiducia. Un attimo dopo si rese conto di essere ancora tra le sue braccia, si scostò da lui, asciugandosi le lacrime.

“scusami, pensavo fossi mia madre, non avrei dovuto mettermi a piangerti addosso”.

Nick le sorrise, e la prese di nuovo tra le sue forti braccia.

“ shh… non ti preoccupare. Sono qui per aiutarvi, starò al vostro fianco finché vorrete.”

In quel momento Emily tornò con l’acqua per i fiori.

“grazie, grazie davvero Nick. Ho sentito quello che hai detto ad Harley, e nella situazione in cui siamo abbiamo tutti e tre bisogno di tutto l’aiuto possibile. Siamo tutti a pezzi per lo stesso motivo e cercare di aiutarci a vicenda non può farci male. Magari conoscendoci meglio sarà più facile perdonarci, però Nick, ti sei preso un impegno serio volendo la nostra felicità in un momento come questo, te ne rendi conto?”

“ certo, so che non sarà facile, ma ci tengo davvero a restituirvi la felicità di cui vi ho privato”.

“allora devo chiederti di prenderti sul serio cura di mia figlia, di me m’importa relativamente dal momento che la mia felicità dipende unicamente da quella di mia figlia. Ti sei preso l’impegno di riportarci la felicità, quindi mi trovo costretta a chiederti di prenderti cura di mia figlia fino al momento in cui non troverà qualcuno che la ami sul serio per quello che è e che accetti di prendersi cura sul serio di lei. In poche parole, so che ti chiedo molto, ma vorrei che restassi al suo fianco finché non arriverà il momento di passare il testimone. Harley ha bisogno di sapere che si può fidare di te per poterti perdonare, se un giorno decidessi che il tuo compito è finito e la lasciassi da sola lei tornerebbe a soffrire, e questo non posso permettertelo. Sei ancora sicuro della tua decisione?”

Nick ci pensò su un momento, sarebbe stato un impegno serio ma capiva le paure di Emily, teneva a sua figlia come solo una madre poteva fare. Spostò lo sguardo dalla ragazza che piangeva stretta al suo petto alle lapidi di quelle persone cui aveva involontariamente tolto la vita e non ebbe più dubbi. Aveva portato via il padre a quella ragazza ed era suo compito rimediare. Con un dito sollevò il volto di Harley, rigato dalle lacrime. Guardandola negli occhi asciugò con un dito quelle lacrime lasciando la ragazza stupita, avvicinò il volto a quello di lei e le sussurrò:

“so che stai soffrendo, ma riesci a farmi vedere il tuo sorriso?”

Le labbra di lei si curvarono lentamente in un timido sorriso e a Nick bastò uno sguardo per capire che avrebbe smosso le montagne per vedere il sorriso su quel volto, Harley diventava davvero una ragazza carina con quel timido sorriso sul volto. Una lacrima solitaria le solcò la guancia, lui si chinò su di lei e gliel’asciugò con un soffice bacio.

“ sì, non potrei essere più sicuro della mia decisione.”

Sorridendo, la strinse nuovamente a sé.

 

ANGOLO AUTRICE:

Ho aggiunto un'immagine per dare un idea di come potrebbero essere Nick e Harley però non mi convince molto, d'altronde è difficile che trovi qualcuno che mi convinca, visto che ho preso spunto da persone reali: la mia migliore amica e un ragazzo sconosciuto in riva al mare. Vabbè passo alla risposta alla recensione(scusa se non ti ho aspettato sara, spero mi perdonerai, quando recensirai modificherò e risponderò sei vuoi): 

TerryDreamy93: eccoti puntuale come sempre! Soffriamo tutti per Harley e Nick a quanto pare, ma qui si apre un breve spiraglio di speranza, Nick sarà al loro fianco per cercare di uscirne insieme, non so se è troppo presto, non so se non è credibile, ma non ce la facevo più a vederli così tristi. A parte che non è che sia cambiato molto, hanno solo accettato di aiutarsi a vicenda, ma non c'è ancora stato il perdono vero e proprio, è più del tipo 'mal comune mezzo gaudio':). Mi sembra naturale che io risponda alle tue mail, mi piace un sacco e-mailare (se si chatta è chattare allora se ci si manda mail ho deciso che è e-mailare! Si lo so che non sono normale) con te! Non so se i miei consigli sono saggi, ma faccio del mio meglio per cercare di darti una mano. Ed ora volo a rispondere alla tua mail, anche se ciò significa che farò tardi a prove. Vabbè la regista aspetterà!XD Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, alla prossima! Un bacione!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***




Capitolo 6

Passò una settimana dall’incontro con Nick al cimitero ed Harley non l’aveva più visto, gli era grata di essersi offerto di aiutare lei e sua madre ogniqualvolta avessero avuto bisogno, e fu proprio questa consapevolezza a farla accorgere di quanto fosse difficile ammettere di essere in difficoltà, e lo era ancora di più trovare il coraggio di chiedere aiuto, per quanto lei sapesse che Nick avrebbe fatto di tutto per aiutarle. Per quanto razionalmente lei sapesse che doveva chiedergli aiuto, anche solo per parlare, non ce la faceva, non perché volesse per forza farcela da sola (sapeva che da sola non ce l’avrebbe mai fatta) ma perché non voleva in alcun modo rischiare di pesare su altre persone. L’unica persona cui riusciva a chiedere aiuto era Hope, semplicemente perché a lei bastava guardarla negli occhi per capire se quando diceva che stava bene era perché era vero o se stava raccontando un’enorme bugia. Fu proprio lei quella sera a presentarsi a casa sua. Appena le aprì la porta, la sua amica le sorrise per trasmetterle un po’ di coraggio.

“ preparati, stasera usciamo!”

“ no Hope, non me la sento, non mi va di uscire” protestò Harley, inutilmente.

“ lo so, ma ne hai bisogno, non riuscirai mai ad andare avanti se resti chiusa in casa. Perciò preparati, stasera ti porto nell’unico posto in cui tu possa tornare a sorridere, almeno per una sera.”

Harley cominciò a pensare che la sua amica per la prima volta non avesse capito al volo come si sentiva, che non capisse che lei davvero non se la sentiva di uscire, rimase un po’ delusa, se nemmeno Hope la capiva più come avrebbe fatto? Non si rendeva conto di quanto si sbagliava, la sua amica capiva pienamente come stava, ma voleva aiutarla davvero non assecondarla nelle sue scelte quando queste potevano portarla a farsi ancora più male. Voleva solo il meglio per lei, le voleva bene davvero, ma Harley in quel momento sembrava non rendersene conto.

“ sul serio Hope, non ce la posso fare, dove vorresti portarmi?”

“ sono al tuo fianco, ora e per sempre, non sei da sola, ti aiuterò io a farcela. Ti porto a ballare, e non accetto rifiuti.”

Aveva ragione, Harley si pentì di aver dubitato di lei, la sua amica la conosceva davvero, sapeva che il suo sogno era ballare, e che solo facendo qualcosa che gli piacesse così tanto lei sarebbe riuscita a tirarsi su e a sorridere di nuovo, sapeva che non avrebbe mai detto di no a una serata a ballare.

“ e va bene, se proprio non posso rifiutare…”

“ no, non puoi! Dai, preparati!”

Fu così che le due amiche si chiusero in bagno a prepararsi per la serata, per la prima volta Harley riuscì a non pensare a tutti i suoi problemi, e a ricominciare a ridere e scherzare con l’amica, come avevano sempre fatto.

***

Nello stesso momento qualcosa di simile accadeva a casa di Nick.

“ dai, su, portami a ballare almeno stasera, non possiamo stare ogni giorno chiusi in casa, so che stai male, ma pensa un po’ anche a me, voglio uscire un po’!” sbottò Claire davanti all’ennesimo rifiuto a uscire.

Non ne poteva più di vederlo così triste, ma soprattutto non ce la faceva più a stare a casa sua ogni sera a consolarlo.

“ mi dispiace, ma non ce la faccio, ho troppi sensi di colpa per riuscire a divertirmi, poi qui tutti mi vedono come un assassino, anche Harley, nonostante mi abbia promesso di provare a perdonarmi”.

Claire sbuffò, sempre la stessa storia ogni sera. Un attimo dopo si rese conto di quello che aveva appena sentito Harley?

“ e chi sarebbe questa Harley?”

Nick cominciava a sentirsi esasperato, non solo lei non lo capiva ma ora aveva intenzione di fargli pure la piazzata di gelosia?

“ è la figlia e la sorella delle due persone che ho ucciso, ed è probabilmente la persona cui ho fatto più male, ci tengo che mi perdoni, altrimenti non posso andare avanti.”

“ A quanto ho letto sul giornale ha ancora sua madre, ci penserà lei. Tu non ti preoccupare, ci sono io con te, hai me e non ti serve altro amore mio.”

Lui a quelle ultime due parole cominciò a chiedersi perché stava con lei, pensava sempre a se stessa.

“ sarai anche qui con me, ma non ci pensi minimamente a come aiutarmi, t’interessa solo andare a ballare.”

Si alzò dal divano, dove era seduto accanto a lei e uscì dalla stanza.

“ ma che stai dicendo? E ora dove vai?”

“ vado a prepararmi, così poi possiamo andare a ballare”.

Disse quelle parole con astio, ma lei non se ne rese conto, era troppo contenta all’idea che sarebbe finalmente andata a ballare.

 

ANGOLO AUTRICE:

ArtemisiaDea87: sono stata felicissima di trovare la tua recensione quindi non scusarti dell'"intrusione"! Grazie davvero di cuore di tutti i complimenti che mi hai fatto, mi fai arrossire! Sono contenta di riuscire a trasmetterti i sentimenti che provano i miei personaggi e di farti emozionare. Non ti ringrazierò ami abbastanza per tutti i complimenti che mi fai! Spero di continuare a meritarli d'ora in avanti. Si il Nick della foto è davvero carino, ma dovevi vedere il ragazzo che ho preso a modello per Nick prima di cominciare a scrivere, ero in spiaggia che passeggiavo e appena l'ho visto poco mancava che mi mettessi sul serio a sbavargli addosso, un figo da paura il mio Nick! wow! Ho aggiornato appena ho finito di scrivere il capitolo spero di aver fatto abbastanza presto e spero che tu continui a recensirmi e a farmi sapere che ne pensi. Un bacio! Alla prossima!

TerryDreamy 93: Grazie infinite per i complimenti! sei sempre troppo buona! Della foto te ne ho parlato nella mail e non mi sembra il caso di ripetermi qui:) Si alla fine la regista mi ha lasciato un vita.Spero che questo capitolo ti piaccia, chissà cosa succederà? Un bacio alla prossima!

sonoqui87: non ti preoccupare del ritardo, sono contenta di essere riuscita a farti emozionare. Non ti preoccupare se non sei la prima, rimarrai sempre la prima che ha recensito la mia prima storia, e la mia autrice sadica preferita! Non li faccio morire! finiscono solo in coma, tentano il suicidio e ci arriveranno molto vicini ma non muoiono! (Vedi che dopotutto sono brava?XD)Ho finito di scrivere il capitolo e ho postato subito, spero di non averti fatto aspettare troppo! Grazie infinite di tutti i complimenti, come farei senza la mia sonoqui che è sempre qui! Spero che questo capitolo ti piaccia, alla prossima, una bacione. 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***




Capitolo 7

Appena finirono di prepararsi Harley e Hope salirono in macchina e si diressero alla discoteca in cui Hope aveva già prenotato un tavolo. Le era costato di più, ma voleva che se l’amica avesse avuto bisogno di fermarsi, se si fosse rattristata potesse sedersi e stare un po’ più tranquilla.

Non appena entrarono come Hope si aspettava Harley ricominciò a sorridere. Per molti una discoteca era solo un posto con musica a volume altissimo e alcolici a volontà, ma non per lei. Per lei era un posto dove poteva ballare, fare quello che amava di più, e non le importava dell’altra gente, degli alcolici, del volume troppo alto, le interessava solo poter ballare, e lasciarsi trascinare dalla musica.

Dopo una mezzoretta, le due amiche cominciarono a sentirsi assetate, si avvicinarono al bancone e dopo aver aspettato il loro turno, ordinarono un cocktail a testa. Avendo prenotato il tavolo avevano diritto a una caraffa gratis, ma entrambe non erano lì per ubriacarsi, non amavano rovinarsi la serata perdendo la coscienza di quello che facevano, volevano essere completamente responsabili delle loro azioni, volevano vivere appieno le emozioni che provavano, che fossero di gioia o di dolore. Volevano semplicemente poter sentirsi vive e non offuscare quella sensazione con degli alcolici.

Mentre sorseggiavano il cocktail sedute al loro tavolo chiacchieravano un po’, come facevano sempre prima dell’incidente.

Fu proprio così, che ridevano e scherzavano, che le vide Nick mentre entrava insieme a Claire. Le amiche, prese dalla loro conversazione, non si accorsero del loro ingresso, e lui decise che non le avrebbe disturbate, vedeva finalmente una sincera risata sul viso di Harley, così sincera che gli bastò uno sguardo per scacciare il dubbio che la sua felicità fosse dovuta al drink che lei aveva davanti. Non avrebbe mai voluto dover far incrinare quel sorriso ricordandole l’incidente proprio ora che stava riuscendo a non pensarci, sapeva benissimo che per lei lui aveva un’insegna al neon sulla testa che diceva “assassino”, quello che era successo al cimitero probabilmente aveva affievolito questa sensazione, ma comunque sapeva che solo accorgersi della sua presenza per lei avrebbe significato ricordare quell’incidente che la faceva soffrire così tanto. Per non parlare delle scenate che avrebbe tirato fuori Claire! Nick la seguì sulla pista senza fare troppe storie ma nel frattempo continuava a tenere d’occhio Harley: aveva promesso di prendersi cura di lei, non voleva che lei soffrisse perciò la teneva d’occhio nel caso fosse dovuto intervenire.

“ amore? Che guardi?”

Nick trattenne un sospiro esasperato. Smise di guardare verso Harley e cercò di concentrarsi sul viso della sua ragazza.

“ niente, non ti preoccupare, guardavo in giro.”

Nick si lasciò scappare un altro sguardo in direzione di Harley, cominciò a rendersi conto che cominciava a riservarle più attenzioni di quelle necessarie a tenerla d’occhio per proteggerla, ma no ci badò.

“ Allora invece di guardare in giro ti dispiacerebbe guardare me?”

“ si Claire, scusami.”

Si voltò verso di lei di malavoglia.

“ mi spieghi chi è che stavi guardando? E da quando in qua mi chiami Claire? Non sono più il tuo amore?”

“ vi prego! Qualcuno la faccia stare zitta! Ho altro a cui pensare!” pensò un Nick sempre più esasperato.

“ Dai, lo sai che ti amo, non stavo guardando nessuno. Te l’ho detto, guardavo in giro”

Nick cominciò a chiedersi se davvero lui la amasse ancora, l’incidente l’aveva cambiato, non gli importava più quasi niente di lei, gli interessava solamente che Harley lo perdonasse. Le aveva portato via il padre e il fratello, aveva causato a lei e sua madre un dolore inimmaginabile, non poteva vivere sapendo di non poter rimediare, doveva cercare di far tornare il sorriso sui loro volti, e l’unico modo che aveva era far sorridere Harley. Aveva in testa solo questo dal giorno dell’incidente, nient’altro aveva importanza, nemmeno Claire.

Nick ripensava all’incidente mentre continuava a litigare con Claire, quello che era successo l’aveva distrutto, perché lei non riusciva a capirlo? Lei pretendeva un minimo di attenzioni, attenzioni che però Nick non poteva darle, non ci riusciva, finché non fosse riuscito a riportare il sorriso sul volto di Harley sapeva benissimo che lei avrebbe dovuto aspettare. Lei però continuava a non capire e, in quella discoteca, in mezzo alla confusione, continuavano a litigare.

Quando però Nick guardò di nuovo verso Harley sbiancò, mollò Claire in mezzo alla pista e corse da lei.

 

ANGOLO AUTRICE:

Scusate l'enorme ritardo, imploro perdono! ora passo alla recensione della mia e-mailomane preferita

TerryDreamy 93: innanzitutto grazie infinite per i complimenti e per la tua costanza nelle recensioni nonostante i problemi ad internet! Sì Hope è davvero una brava amica, tiene più alla felicità di Harley che alla sua e anche se sa che Harley rischia di soffrire, anche se sembra difficile riuscirci, lei la sprona sempre per permetterle di essere felice :) Nick in discoteca l'ha vista, ma lei no :) . Chissà perchè è corso da lei? Perchè sarà sbiancato? appuntamento al prossimo capitolo!XD Spero riuscirai a recensire nonostante le difficoltà con la connessione, e spero che il capitolo ti sia piaciuto, alla prossima! Un bacione! 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***




Capitolo 8

Harley e Hope stavano ancora chiacchierando al tavolo quando un tipo, visibilmente ubriaco, si avvicinò al loro tavolo e si rivolse ad Harley con il tipico parlare strascicato di un ubriaco marcio.

“ciao bellezza, andiamo a ballare?”

Mentre parlava, si era avvicinato ad Harley, che aveva cercato di ritrarsi, schifata dalla puzza di alcool del suo alito.

“no, grazie sto bene qui con la mia amica, facciamo la prossima volta ok?”

Harley sapeva, e soprattutto sperava, che non ci sarebbe stata una prossima volta. L’ultima cosa che avrebbe voluto quella sera (e qualsiasi altra) era ballare con un completo sconosciuto disfatto dall’alcool.

“ la prossima volta potrei essere impegnato, ti conviene accettare adesso! Dai andiamo”

La afferrò per un braccio e cominciò a tirarla per farla alzare e portarla in pista. Colta di sorpresa lei si alzò, avvertendo un forte dolore al braccio dovuto allo strattone troppo forte che lui le aveva tirato, poi si divincolò.

“ senti, non voglio ballare con te, né ora né mai! Sono stata abbastanza chiara?” sbottò Harley.

Aveva perso la pazienza, detestava le persone che insistevano anche quando avevano già ricevuto una risposta negativa, poi i modi di quel tipo la infastidivano molto, sarà stato l’alcool ma si comportava come se ogni cosa gli fosse dovuta. Alcool o meno lei non aveva intenzione di dargli corda. Persa nella sua rabbia non notò quel lampo di follia che per un attimo aveva attraversato i suoi occhi. La sua amica però se ne accorse e, capito che le cose rischiavano di mettersi male, cercò di allontanarlo, si alzò e gli si avvicinò.

“ ha detto di no, ora vai a farti un giro per favore!”

Lui si girò verso di lei con aria infastidita.

“ nessuno ha parlato con te, quindi fatti i cavoli tuoi!”

Detto questo, la spinse via con forza, Hope inciampò andando a sbattere con la schiena sullo spigolo del tavolo, un forte dolore le annebbiò per qualche attimo la vista, rimase seduta a terra bloccata dal forte dolore intanto che lui si voltava di nuovo verso la sua amica.

“così non vuoi ballare con me, eh troietta?”

Harley stava per ribattere quando lui la spinse con troppa forza, l’alcool ormai aveva inibito anche la sua capacità di autocontrollo. Lei cadde all’indietro e sbatté violentemente la testa sul pavimento. “ma dove sono quei gorilla dei buttafuori quando servono?” pensò Hope.

Appena si rese conto che l’amica non si muoveva, incurante del dolore alla schiena cercò di raggiungerla. In quel momento riconobbe Nick tra la folla, lo vide che si avvicinava di corsa, evidentemente aveva notato la spinta che aveva fatto cadere la sua amica, due buttafuori bloccarono il tipo e lo portarono fuori.

Nick appena aveva visto quel tipo spingere a terra Harley, si era dimenticato di tutto ciò che lo circondava, di Claire, della musica, di tutta la gente che gli sbarrava il passo mentre lui correva da lei. L’unica cosa cui riusciva a pensare era quanto era preoccupato per lei, nuove emozioni presero prepotentemente possesso del suo cuore: preoccupazione, rabbia verso quel tipo, senso di colpa per non essere stato lì a proteggerla, paura che lei potesse essersi fatta male. Sapeva che tutte quelle emozioni erano esagerate, erano più intense del dovuto, era come se gli permeassero tutto il cuore e l’anima, ma non riusciva a contenerle, era completamente in loro balia. Nick non si spiegava come potesse provare delle emozioni così intense e irrazionali verso una ragazza che quasi neanche conosceva, sapeva che il tipo le aveva solo dato uno spintone, di lì a poco lei si sarebbe rialzata e avrebbe continuato la sua serata in tranquillità come se niente fosse. Eppure quelle strane emozioni continuavano a dominarlo prepotentemente. Più cercava di controllarle razionalmente, più la loro intensità aumentava. Non sapeva spiegarsi quello che gli stava succedendo, cominciò a pensare che l’incidente l’avesse cambiato più profondamente di quanto credesse, eppure sapeva che nemmeno l’incidente poteva giustificare l’intensità di quelle emozioni, allora che diamine gli stava succedendo?

Claire, dal canto suo, era rimasta ferma sulla pista appena lui era scappato via in direzione di quella ragazza. Lo amava, e lui invece da quell’incidente non la calcolava più. Lui diceva che era per via dell'incidente ma lei sentiva che non era così, da quel giorno in cui era andato al cimitero lui si era allontanato sempre di più da lei. Le ripeteva in continuazione quanto fosse bello il suo sorriso, che avrebbe fatto di tutto per farla sorridere di nuovo, e non si rendeva conto di quanto lei soffrisse. Lo amava, eppure non lo fermava, soffriva di più ad ogni passo che lui faceva verso di lei, ma non lo fermava, avrebbe voluto averlo per sempre al suo fianco ma ormai si era accorta che lui non era felice con lei, così lo lasciò andare, sperando che almeno Harley potesse farlo felice.

Nick raggiunse Harley e la sua amica, notò che l’amica stava cercando di avvicinarsi ad Harley con una smorfia di dolore sul volto.

“stai bene?” le chiese.

“non lo so e non m’importa, pensa a lei!”

Nick si voltò verso Harley e la vide stesa a terra con gli occhi chiusi, avrebbe già dovuto rialzarsi, se era ancora stesa a terra doveva essere successo qualcosa. Si chinò su di lei.

“ Harley!”

Non ottenne alcuna risposta. Si sentì mancare quando passando la mano sotto la sua testa per cercare di sollevarla da terra percepì tra i suoi capelli una sostanza liquida e vischiosa, si guardò la mano e si rese conto che era sangue, e sangue era anche quello che macchiava il pavimento. La sua preoccupazione non aumentò solo perché aveva ormai già raggiunto l’apice, fu la paura a crescere a dismisura.

“dobbiamo chiamare un’ambulanza, sta sanguinando”.

Vide l’amica sbiancare, non riusciva a crederci.

“ NO! Harley!”

Il dolore alla schiena con il tempo si stava affievolendo, così Hope riuscì ad avvicinarsi rapidamente all’amica. Si sentiva morire, non voleva perderla, avevano passato troppi bei momenti insieme, il loro rapporto era troppo speciale perché finisse così, Harley non l’avrebbe mai permesso, loro due dovevano morire insieme, così nessuna delle due avrebbe sofferto, lei non l’avrebbe mai abbandonata, almeno questo era quello che Hope sperava con tutta se stessa.

 

ANGOLO AUTRICE:

Innanzitutto volevo ringraziare tutti i lettori silenziosi che hanno messo la mia storia tra le seguite, grazie a Terry( scusami se aggiorno senza aspettarti) e sonoqui per avermi messo tra le preferite e la mitica sonoqui(sei proprio onnipresente, ti farò un monumento!) per le ricordate! 

sonoqui87: non te li faccio morire tutti! è il tipo ubriaco che ha spinto Harley, mica sono stata io! perchè incolpi sempre me? Cattiva! Si Nick è tenero, anche se parecchio menefreghista nei confronti di Claire, poverina! Ma si dai, una bella cosa a 4: io,te, Lee e Nick, così ce li facciamo entrambi entrambe(che cazzo di gioco di parole)! Hai ragione, tutti dipendono da Harley, che sembra proprio volerli lasciare, che succederà? Beh si, Nick ancora non se ne rende conto ma da quando l'ha vista sorridere la sua "missione sorriso" ha acquistato un significato maggiore, e non solo per farsi perdonare, ma è un uomo, e ci mette un pò a capire certe coseXD. Grazie di cuore dei complimenti, mi riempiono di gioia, ricevere certi complimenti dalla mia musa non ha prezzo, per tutto il resto c'è mastercard! Ti prego risparmiami Michele, ti zupplico! Spero che il capitolo ti piaccia, un bacione, alla prossima!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***




Capitolo 9

Un buttafuori si avvicinò a loro, preoccupato vedendo Harley a terra.

“ c’è qualche problema?”

“sì, dovremmo chiamare un’ambulanza ma c’è troppo casino” spiegò Nick, era l’unico che era riuscito a mantenere un minimo di lucidità nonostante tutto, Hope era china sull’amica e piangeva.

Il buttafuori fece un cenno al dj che smise subito di suonare, il brusio della gente si spense per un momento, tutti si erano accorti che la musica era finita, e si chiedevano perché. Il buttafuori approfittò del momento di silenzio per intervenire.

“ascoltate tutti per favore, dobbiamo chiamare un’ambulanza, vi chiediamo per favore di fare silenzio per il tempo necessario, la musica riprenderà subito dopo”.

Così tutti si zittirono e Nick poté chiamare l’ambulanza. Con il cuore in gola si tolse la maglietta e, restando a petto nudo, la usò per cercare di fermare il sangue che continuava a uscire dalla ferita. Avrebbe rovinato la sua maglietta preferita ma non gli importava, la vita di Harley era più importante, sentirsi un'altra morte sulla coscienza dl’avrebbe ucciso, sebbene lui sapesse che non era colpa sua vederla morire tra le sue braccia l’avrebbe fatto sentire colpevole lo stesso. Intanto che aspettavano l’ambulanza, Hope e Nick stavano sempre peggio, la preoccupazione era troppa, e la paura di perderla attanagliava i loro cuori.

“mi dispiace per tutto il dolore che le ho causato, per colpa mia ora tu devi vederla soffrire, scusami” le disse Nick, non si conoscevano, si erano solo visti al funerale, eppure lui sentiva di doverle chiedere scusa, poi parlare con lei lo aiutava a restare lucido e a non cedere alla paura, a non sentirsi completamente solo.

“non devi chiedermi scusa, lo so che non è stata colpa tua, ma del guasto ai freni, non ce l’ho con te, sono la migliore amica di Harley ed è vero che voglio vederla felice, ma se lei soffre, non perdo tempo a prendermela con qualcuno, faccio semplicemente il mio lavoro di amica: riuscire a farla tornare a sorridere. L’unica persona che ora ucciderei è il tipo che l’ha ridotta così!”.

“è fortunata ad avere un’amica come te, comunque sono d’accordo con te, ho promesso che mi sarei preso cura di lei e se non l’avessero portato via l’avrei riempito di botte, mi farei anche trenta anni di carcere per lei”.

Nick rimase stupito quando sentì quell’ultima frase uscire dalle proprie labbra, gli era uscita così, senza pensarci, eppure si rendeva conto che era dannatamente sincero. Ma che gli stava succedendo? Va bene farsi perdonare, ma essere disponibile a farsi trenta anni di carcere andava ben oltre, ‘cosa mi ha spinto a farlo?’ si chiese, eppure non riusciva a trovare una risposta logica, i suoi pensieri furono interrotti dall’intervento di Hope.

“ è fortunata ad avere te, mi parla spesso di te, e a volte riesci anche a metterle un sorriso sul volto mentre lo fa.”

Lui fu felice di sentire quelle parole, sapere di riuscire a portare il sorriso sul volto di Harley lo faceva sentire meglio, dopo tutto il dolore che le aveva fatto provare. Dopotutto lui rimaneva l’assassino di suo padre e suo fratello, non si aspettava che parlare di lui potesse farla sorridere.

“ ma lei mi vede solo come l’assassino di suo padre e suo fratello purtroppo”.

“ ti sbagli, quando mi parla di te, mi parla solo di Nick, il ragazzo che ha conosciuto dopo l’incidente, non sei più solo l’assassino per lei, ti perdonerà vedrai. A proposito, non mi sono presentata, sono Hope. Avrei preferito conoscerti in circostanze diverse però.”

“ anch’io, comunque piacere. Tu ormai mi conosci. Spero solo che Harley si riprenda, sta continuando a sanguinare, sono preoccupato.”

Anche Hope era preoccupata per la sua amica, e sentire che continuava a sanguinare la terrorizzava, cominciava ad aver sempre più paura di perderla. Si sentì male al pensiero che Harley potesse morire, ma sapeva che il fatto che lei continuasse a sanguinare non era per niente un buon segno. Eppure, lei non poteva perderla, già si chiedeva spesso come aveva fatto a sopravvivere senza di lei prima di conoscerla, ora non voleva doverle dire addio, non dopo che aveva scoperto quale splendida amicizia c’era tra di loro, quali emozioni la sua amicizia sapeva darle, e quanto si volessero bene l’un l’altra. Non poteva e non doveva finire così, non per colpa di un idiota ubriaco qualunque, Harley non poteva andarsene così, non doveva finire così. Una lacrima sfuggita al suo controllo le rigò il volto. Nick se ne accorse e gliel’asciugò con la mano libera, quella che non le stava tenendo sollevato il capo per facilitare il flusso sanguigno verso il resto del corpo e per tamponare la ferita.

“ ehi, non piangere. Abbi fiducia in lei, non ti abbandonerà, per quello che ho visto, ci tiene troppo a te per abbandonarti così. Fidati di lei, lotterà fino alla fine per la vostra amicizia. Così come tu fai per lei.”

Hope fu stupita da quelle parole, e poi Nick nemmeno la conosceva, dopotutto si erano appena presentati.

“ scusa, ma ci siamo appena presentati, come fai a sapere tutto questo?”

Nick le sorrise, come se quello che stava per dirle fosse la cosa più naturale del mondo.

“ Ho visto al funerale la fiducia che lei ha in te, nonostante fosse in lacrime, quando l’hai abbracciata si è rifugiata tra le tue braccia e ha dato libero sfogo al suo dolore, segno che di te si fida ciecamente. Invece quando ha pianto tra le mie braccia, si è subito scostata e si è profusa in mille scuse. Poi vi ho viste stasera, nonostante quello che era successo ho visto sul volto di Harley un sorriso sincero, rideva e scherzava, e so che era perché era con te. Non ho voluto farmi vedere appunto perché non volevo che quel sorriso così genuino s’incrinasse.”

Hope sorrise, Nick teneva davvero alla sua amica, più di quanto lui stesso avrebbe ammesso. Era felice di saperlo, l’amica era in buone mani con lui.

“ Ti ringrazio, per tutto quello che fai per lei, e per quello che lei è per te. Farò di tutto per aiutarla a perdonarti, te lo meriti.”

Nick fu grato a Hope per quelle parole, anche se non capiva perché lo ringraziasse per quello che lei era per lui. Il suo legame con Harley era tale solo perché lui ci teneva al suo perdono, solo perché voleva vederla sorridere di nuovo dopo che lui le aveva rubato il sorriso uccidendo suo padre e suo fratello. Il suo affetto per lei era dovuto solo a questo, oppure no?

I suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo dei medici, finalmente, dopo dieci interminabili minuti l’ambulanza era arrivata. Nick lasciò Harley nelle mani dei medici con il cuore che batteva sempre più forte e gli occhi che gli s’inumidivano, aveva una paura fottuta di perderla per sempre.

 

ANGOLO AUTORE:

Finalmente sono riuscita ad aggiornare, in questi giorni non ho avuto un attimo libero, quindi mi scuso per il ritardo. è uscito un capitolo intero  per dieci minuti di attesa? Si sono sadica e voglio lasciarvi sulle spine! Anche se non mi sembra uscito un granche sto capitolo. Potete quindi sfogarvi con gli insulti!XD Ringrazio di cuore tutte quelle che hanno messo la mia storia tra le seguite, e a tutti quelli che seguono silenziosamente.

sonoqui87: eccoti qui come sempre, intanto grazie della costanza nelle recensioni! Come farei senza di te? Si lo so sono stronza, ma che ci vuoi fare i capitoli tristi mi vengono meglio!(ti dò pan per focaccia! Tiè! Però è buona la focaccia... ma che dico? Lasciami perdere che è meglioXD) Gemma, te ti lamenti ma anche io in effetti non so se ti tratterei meglio, buahaahahah! Vedi che mi schiero dalla tua parte? Mi perdoni per essere sadica vero? Claire l'ha lasciato andare sì, è dolce anche se soffre molto, però sa che picchiarla o prendersela con loro non servirebbe a niente, non le riporterebbe indietro Nick. Davvero posso comprarti? quanto vuoi? Non so se non la farò morire, potrebbe anche finire così la fanfic, anche se sarebbe un pò corta... Ok adesso arrivi qui e mi ammazzi! No dai sai che sono per il lieto fine. Un bacio(io te lo do anche se sono sadica visto che brava?) Alla prossima spero!

TerryDreamy93: eccotiiii!! La MIA TerryXD Come ho fatto senza di te tutto sto tempo? Grazie infinite dei complimenti, però non è vero che mi accanisco sui personaggi!(ndHarley: si che  vero brutta stron*a! Mi stai facendo crepare!) Si va bene, è vero, ma non sono cattiva con tutti, non ho fatto niente ai bodyguard, al deejay a tutti quelli che sono in discoteca ecc. Le comparse stanno pur bene!XD Non aizzare la rivolta ti prego che questi qui poi ti prendono sul serio! Dai Harley torna a fare la morta che andiamo avanti con la storia! Harleyyy dove sei? *me si affaccia alla finestra e vede i personaggi con i cartelli "SCIOPERO!"* (ndHarley: vogliamo più considerazione! vogliamo migliori condizioni di lavoro! vogliamo lo stipendio!) ecco! Vedi cosa succede? Harley, al lavoro o ti faccio morire! (ndHarley: ma no! questa è una dittatura!!) sì cara, e io sono l'autrice, quindi zitta e mettiti a lavorare!XD Ok sto sclerando, è meglio che vado! Alla prossima, un bacio mia e-mailomane, ti voglio bene.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


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Capitolo 10

Now I realize that you’re no longer mine.
But I’m hoping that the pain will ease in time.
Although you’re leaving, I won’t say goodbye.
Because I know you’re here with me inside.

A1- I’ll take the tears

Una Claire sempre più basita e stupita guardava l’uomo che amava allontanarsi di corsa da lei per andare da un’altra. Quello che vedeva la faceva soffrire eppure non riusciva a distogliere lo sguardo, così rimaneva ferma in mezzo alla pista da ballo di una discoteca come tante. Le altre persone la urtavano ripetutamente mentre muovevano i loro corpi al ritmo di una musica che in quel momento divenne per lei troppo alta, stonava con il silenzio che lei sentiva nella sua mente e nel suo cuore. Rimaneva immobile, nemmeno le spinte della gente che ballava la risvegliavano da quello stato di torpore, le persone la urtavano senza preoccuparsi di chiederle scusa, come se non se ne rendessero nemmeno conto, come del resto non se ne rendeva conto nemmeno lei. Lui l’aveva lasciata lì, in mezzo a quella pista, e senza dirle una parola, senza degnarla di un’ulteriore sguardo, aveva cominciato a correre verso quella ragazza che ormai da due settimane aveva monopolizzato i pensieri dell’uomo che amava. Lo guardava allontanarsi senza fermarlo, e più lui si allontanava più lei soffriva, era come se qualcuno le avesse strappato il cuore dal petto, e mentre ancora batteva si divertisse a stringerlo tra le mani con sempre maggiore forza. Sentiva le lacrime formarsi lentamente e posarsi sulle sue palpebre, nessuno accanto a lei se ne accorse, erano tutti presi da quella musica incessante e accecati dall’alcool che molti di loro avevano in corpo. Dovette reprimere più volte l’istinto di correre da lui, sapeva che non sarebbe servito a niente, lui l’avrebbe semplicemente allontanata da sé come se fosse stata un insetto molesto, quando c’era di mezzo quella ragazza Nick la trattava sempre così, facendola soffrire. Claire si era chiesta più volte perché lui la trattasse così, perché quella ragazza dovesse occupare così i pensieri del suo Nick, cominciava a pensare che lui si fosse innamorato di lei, lui però sosteneva sempre che era solo a causa dell’incidente, che stava solo cercando di farsi perdonare da lei. Lei sperava con tutto il cuore che avesse ragione però temeva sempre più che lui si stesse innamorando di lei, e se era così lei poteva fare ben poco per tenerlo al suo fianco. Soffriva, ma era disposta a lasciarlo andare se questo gli avesse permesso di essere felice, perché nonostante tutto, nonostante quanto lei potesse starci male, la felicità di Nick era l’unica cosa che contasse veramente per lei.

Qualche minuto dopo la musica si interruppe bruscamente, e fu questo ad aiutare Claire a risvegliarsi da quel torpore in cui era caduta. Un buttafuori annunciò che dovevano chiamare un’ambulanza, lei guardò verso Nick e lo vide chinato sul corpo di Harley, evidentemente si era sentita male. Le dispiaceva per lei, nonostante Nick l’avesse mollata lì per lei, Claire non riusciva a detestarla, sarebbe stata la reazione più naturale, ma sapeva che non sarebbe servito a niente, anzi, le dispiaceva che stesse male, perché sapeva che questo faceva soffrire il suo Nick. Poco dopo vide Nick togliersi la maglietta, rivelandole un’altra volta il suo petto nudo, quel petto che lei aveva sempre amato, che aveva stretto a sé, accarezzato, perfino graffiato nei momenti di passione più intensa, e ora che avrebbe desiderato stringersi a lui con tutta se stessa, lui era così lontano da lei. Erano distanti solo pochi metri ma Claire sapeva bene che il cuore di  Nick in quel momento era lontano anni luce dal suo. Decise di uscire a prendere una boccata d’aria, restare lì a guardarlo le faceva solo male.

Uscì dalla discoteca che le lacrime ormai scendevano copiose, ma nessuno sembrava curarsene, mille domande si affacciavano alla sua mente senza trovare risposta, facendole ancora più male. Perché non poteva essere lei a renderlo felice? Aveva sempre pensato che lui sarebbe sempre stato felice al suo fianco, eppure ora le cose erano cambiate, ora lui era felice con un'altra ragazza, e lei avrebbe dovuto farsi da parte. L’avrebbe fatto pur di vederlo felice, anche se lei continuava a stare male, indirettamente quel dannato incidente stava rovinando la vita anche a lei. Claire si ritrovò a desiderare che non fosse mai successo, lei sarebbe ancora al fianco di Nick, Harley non avrebbe sofferto e probabilmente ora  non sarebbe su quel pavimento ad aspettare l’ambulanza. Se quell’incidente non ci fosse stato avrebbe semplificato decisamente le cose, Nick non avrebbe conosciuto Harley e lei sarebbe stata ancora al suo fianco, a perdersi nei suoi occhi innamorati. Perché doveva soffrire così? Aveva deciso di lasciarlo andare ma era difficile, temeva di non farcela, sapeva che Nick al suo fianco probabilmente non sarebbe più stato felice, però lei continuava a soffrire, a volerlo accanto. Dove avrebbe ritrovato la felicità che solo lui sapeva darle? Non lo sapeva, non vedeva possibilità di felicità se non tra le braccia di Nick, non c’era altro posto in cui lei potesse desiderare di essere, lo amava alla follia, come avrebbe fatto a dimenticarlo?

I suoi pensieri vennero interrotti dall’arrivo dell’ambulanza a sirene spiegate. Appena scesero i medici e si avviarono verso l’entrata con una barella lei si avvicinò a loro. Voleva aiutare Harley, le aveva portato via Nick ma Claire sapeva che non era colpa sua, e sapeva anche che se le fosse successo qualcosa lui non se lo sarebbe mai perdonato, e non sarebbe più stato felice, e così, cercando di ignorare tutto il dolore che stava provando, guidò i medici da Harley.

Appena arrivò, Nick non si accorse della sua presenza, non la degnò nemmeno di uno sguardo, continuava a fissare Harley mentre i medici cercavano di aiutarla.

“grazie di aver portato qui i medici, non ti sarò mai abbastanza grata.” l’amica della ragazza le si avvicinò, ma Nick continuava ad ignorarla.

“figurati, non ho fatto nulla di che”

Le sorrise, per la prima volta dopo aver visto Nick correre da Harley, sorrise di nuovo.

“ invece si, hai fatto molto, e pensare che nemmeno ci conosci”

Claire guardò verso Nick, fissava ancora Harley, la feriva vedere come la ignorava, ma capiva come si sentiva, era preoccupato per lei e aveva paura di perderla.

“conosco Nick” disse solamente, chiedendosi se ora lui la conoscesse ancora o se in quel momento l’avesse completamente dimenticata.

In quel momento un medicò si rivolse a Nick, Hope si avvicinò, con il cuore in gola, preoccupata a morte per la sua amica.

“ le condizioni della ragazza sono critiche, dobbiamo portarla all’ospedale, qualcuno di voi vuole accompagnarla?”

Nick si rivolse ad Hope.

“ Posso andare io? Non riesco a pensare di vederla andare via conciata così, voglio starle accanto, anche se non saprei dirti il perché”

Hope lo capiva pienamente, e per quanto avrebbe voluto essere al suo fianco, sentiva che Harley aveva bisogno di Nick. Non sapeva spiegarsi il motivo per cui lo sentiva, ma era sicura di non sbagliarsi, dopotutto erano sempre state quasi telepatiche.

“ va bene, vai con lei, io vengo in macchina così dopo ti posso riportare qui a prendere la tua”

“d’accordo, grazie mille”

Così Nick seguì i medici che stavano caricando Harley sull’ambulanza.

 

ANGOLO AUTRICE:

Mi scuso se in un eccesso di sadismo non vi faccio sapere molto delle condizioni di Harley, ma ho preferito dedicare questo capitolo a Claire, ha lasciato andare Nick senza opporsi, e pensavo si meritasse un capitolo tutto per lei:) Ringrazio di cuore le mie lettrici silenziose che hanno messo la mia storia tra le seguite, le preferite e tra le storie da ricordare! Ora passo alle recensioni:

TerryDreamy93: un'altra volta ti ho lasciato con la curiosità, ma ci voleva un capitolo dal punto di vista di Claire, nel prossimo capitolo si saprà qualcosa di più sulle condizioni di Harley (spero), so che li stai facendo soffrire ma se si mettono a scioperare io come continuo?? Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e la mia mail arrivata, un bacione, alla prossima! Ti voglio bene.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***




Capitolo 11

Claire si avvicinò a Nick che ormai era salito sull’ambulanza, gli toccò la spalla mentre lo chiamava per attirare la sua attenzione

“Nick…”

Lui si girò spazientito, Harley rischiava la vita ogni secondo di più, non aveva tempo da perdere con lei.

“che vuoi?”

Il suo tono era freddo, Claire soffriva sentendolo parlare così ma lui sembrava non curarsene, preso com’era da quella ragazza.

“ Mi dovresti riportare a casa, sono venuta con te, non ho la macchina.”

“ beh, chiama tua madre, tuo padre, tuo zio, il barbone dall’altro lato della strada, insomma trova un passaggio, scusami ma non posso lasciare sola Harley in queste condizioni.” Poi si voltò verso i medici “andiamo.”

L’ambulanza partì a sirene spiegate. Hope si avvicinò a Claire, era di fretta, era preoccupata a morte per la sua amica, ma non poteva lasciare lì quella ragazza dopo che aveva portato i medici da Harley.

“ti accompagno io a casa se vuoi, poi vado all’ospedale.”

“ non preoccuparti, chiamo mia madre, tu và da lei, ha bisogno anche di te. Non lasciarla da sola per me.”

Hope sorrise, nonostante stesse morendo di paura per Harley, sorrise. Era davvero grata a quella ragazza, non si meritava il trattamento che Nick le aveva riservato.

“ sei sicura?” Claire annuì “ allora grazie”

Era davvero grata a quella ragazza, ed era rimasta stupita vedendo come la capisse nonostante praticamente non si conoscessero. Le sorrise poi salì in macchina e partì verso l’ospedale, il cuore le batteva in petto sempre più rapidamente, aveva paura per Harley, temeva di perderla per sempre.

Mentre guidava le tornarono in mente tutti i momenti felici passati con Harley. Anche se entrambe erano in un periodo nero quando erano insieme riuscivano sempre a ridere, come se in quei momenti i brutti pensieri non potessero turbarle. Le mancavano i sorrisi di Harley, le mancava poter ridere e scherzare con lei, ed ora forse non avrebbe più potuto farlo. Come avrebbe potuto sorridere ancora sapendo che Harley non c’era più? Come avrebbe potuto sopravvivere Emily sapendo di aver perso anche sua figlia? Le lacrime cominciarono ad offuscarle la vista, Hope scosse la testa, non ci doveva pensare, la sua amica non l’aveva abbandonata, non l’avrebbe mai fatto, gliel’aveva promesso! Ogni volta che l’una avesse avuto bisogno dell’altra l’avrebbe trovata accanto, e Hope aveva ancora bisogno di Harley, ne avrebbe avuto sempre bisogno. Non se ne sarebbe andata, le sarebbe rimasta accanto, sempre.

Cercava di convincersene mentre guidava verso l’ospedale, la paura cercava di prendere il sopravvento su di lei, ma Hope non l’avrebbe permesso, aveva fiducia nella sua amica, non l’avrebbe lasciata, aveva troppi conti in sospeso con la vita per arrendersi così, per una stupida spinta di un ubriaco in una discoteca. Improvvisamente Hope si sentì in colpa, se solo non l’avesse spinta ad uscire quella sera, se solo avesse rispettato la volontà di Harley di stare a casa, tutto questo non sarebbe successo. 

Arrivò all’ospedale e si diresse verso il pronto soccorso, e appena arrivò notò subito Nick seduto su una panchina della sala d’aspetto con la testa tra le mani e i gomiti appoggiati alle ginocchia. Gli si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla per farlo accorgere della sua presenza, lui alzò lo sguardo.

“ oh, ciao Hope, sei arrivata.”

Il tono era piatto, senza alcuna inflessione, l’espressione era preoccupata.

“ si sa niente di nuovo?”

“ poco, devono fare ulteriori accertamenti ma li ho sentiti dire in ambulanza che temono che sia in coma”

Hope sgranò gli occhi, poi si sedette accanto a lui, la stessa espressione preoccupata sul volto,  il cuore in tumulto, sapere che la sua amica probabilmente era in coma la distruggeva, ma continuava a sperare, ad aggrapparsi a quel “temono” con tutte le sue forze, forse le cose stavano meglio di quello che sembrava, magari era solo svenuta.

“ se solo non l’avessi portata in discoteca, se solo l’avessi ascoltata quando mi aveva detto che non voleva venire…” Hope quasi inconsciamente diede voce ai sensi di colpa che l’attanagliavano.

Nick la interruppe:

“ti sbagli, l’ho vista sorridere e ridere sinceramente per la prima volta dopo l’incidente in quella discoteca, hai fatto la cosa giusta Hope, l’hai resa felice.”

Hope sorrise, anche se faticava ad ammetterlo Nick aveva ragione, l’aveva fatto per portare il sorriso sul volto di Harley, e ci era riuscita. Però lei ora stava soffrendo e Hope questo non poteva sopportarlo, la sua migliore amica stava rischiando la vita, sentiva una fitta al cuore ogni volta che ci pensava.

Era persa in questi pensieri quando i medici uscirono dalla stanza, Harley era stesa su un letto, gli occhi ancora chiusi. Hope e Nick balzarono in piedi e si avvicinarono.

“ come sta? Ci sono novità?” esordì Nick.

“ purtroppo siamo vincolati dal segreto professionale e non possiamo dirvi nulla, dobbiamo parlare con un genitore, è possibile?”

“non c’è problema chiamo ora sua madre.”

“la ringrazio, ora dobbiamo andare, appena arriva la madre le dica per favore di chiedere del Dr Harris, arrivederci.”

Senza un’altra parola il medico se ne andò, Hope non perse tempo e chiamò a casa di Harley, sperando che sua madre rispondesse nonostante l’ora improponibile. Dovette infatti chiamare tre volte prima di ottenere risposta.

“ Pronto? Chi parla?” rispose la voce, impastata dal sonno, di Emily.

“ Sono Hope”

“ Oh, ciao, c’è qualche problema?”

“ In effetti sì…” Hope esitò, come avrebbe potuto dirle che sua figlia era in ospedale in condizioni critiche senza che lei si preoccupasse eccessivamente? Nonostante ciò, in fondo sapeva che non c’era un modo, si sarebbe preoccupata comunque, così raccolto il coraggio le disse: “ Siamo in ospedale, Harley è caduta in discoteca e ha perso i sensi, non sappiamo nulla di preciso perché i medici possono dire qualcosa solo a te che sei sua madre, ma sembra che le sue condizioni siano critiche.”

Emily non riusciva a crederci, aveva appena perso il marito e un figlio ed ora rischiava di perdere anche sua figlia, non poteva e non voleva permetterlo, sebbene sapesse di non poter far niente per lei. Stare lì a rimuginarci sopra non sarebbe servito a niente così farfugliò un “arrivo subito”, salì in macchina, mise in moto e partì di corsa diretta all’ospedale.

Appena arrivò trovò Hope e, con sua sorpresa, Nick ad aspettarla fuori dall’ospedale. Un attimo dopo si accorse che Nick era a torso nudo, Hope notò il suo stupore.

“ Nick era nella discoteca quando è successo, ed è venuto subito da noi, ha usato la sua maglietta per cercare di fermare il sangue, poi l’ha accompagnata in ambulanza, non l’ha lasciata sola un attimo.”

Emily si sentì confortata da quelle parole, Nick aveva mantenuto la sua promessa, era stato al fianco di Harley, non l’aveva lasciata sola.

“grazie” fu tutto quello che riuscì a dire, rivolta al ragazzo.

“ si figuri, era il minimo che potessi fare, le ho portato via padre e fratello, devo rimediare in qualche modo, non voglio vederla soffrire” rispose Nick con un sorriso per cercare di confortare Emily “ ma ora dobbiamo cercare il dottor Harris per avere notizie.”

Così i tre entrarono in ospedale, si fecero dire dove trovare il medico e Emily andò a parlarci. Dopo qualche minuto ritornò, la faccia scura più che mai.

“è in coma, non sanno se e quando si sveglierà, credono che ce la farà ma non sanno se ci vorranno ore, giorni o settimane.”

Hope si sentì morire, un forte dolore all’altezza del cuore la paralizzò, calde lacrime le rigarono il volto. Nick abbassò lo sguardo, triste, e si stupì del pensiero che si formò istintivamente nella sua mente: Come avrebbe fatto senza di lei?

 

ANGOLO AUTRICE:

Innanzitutto ringrazio di cuore CinziaBella1987 per aver letto tutta la storia, grazie davvero,  lo sai che per me la tua opinione conta moltissimo. Ringrazio anche chi l'ha letta e inserita tra le seguite, grazie Demy(rileggo la tua appena possibile). Ed ora passo alla recensione della mia Terry:

TerryDreamy93: GRAZIE! Mi è bastato leggere la tua recensione per sentirmi ancora più spronata a scrivere, quindi grazie di cuore! Però ti prego salvami dallo sciopero, altrimenti come continuo senza personaggi?XD Scusa per il ritardo ma ho avuto il moroso a casa che mi monopolizzava! Dispiace anche a me per Claire in effetti, ma non posso anticiparti nulla più di quello che ti ho già anticipato su FB. Spero che anche questo capitolo ti piaccia, alla prossima, un bacio bella! Ti voglio bene!

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***




Capitolo 12

Nick, Hope e Emily uscirono dall’ospedale con il morale a terra, non solo Harley era in coma ma non avevano neppure potuto vederla perché l’orario delle visite era finito e avrebbero avuto a disposizione solo due ore al giorno, una la mattina e una la sera e dovevano entrare uno alla volta, il che significava che avrebbero potuto passare meno tempo con lei. Harley era in coma e loro non sarebbero potuti starle vicino quanto avrebbero desiderato.

“Ti porto a prendere la macchina alla discoteca, poi andiamo a casa, proviamo a dormire, stare qui a maledire quei dannati orari non serve a niente. Ci vediamo qui per mezzogiorno ok?” disse Hope rivolta a Nick, il tono era spento e l’espressione triste e rassegnata.

“ va bene, ci vediamo domani Emily”

Nick aveva smesso di darle del lei, nella situazione in cui si trovavano non c’era tempo di preoccuparsi delle formalità, e un registro più colloquiale li aiutava a non sentirsi completamente soli, nonostante tutto erano tutti sulla stessa barca.

Così Nick e Hope salirono sulla macchina di lei e si diressero alla discoteca, mentre Hope guidava guardava la strada con sguardo vuoto senza dire una parola, appena arrivarono, prima di scendere Nick le posò una mano sul ginocchio.

“ So che è dura, ma stai tranquilla, si sveglierà, non ci abbandonerà così, devi essere forte Hope, ce la faremo.”

Come Nick disse quelle parole Hope si ricordò di quando lei aveva usato le stesse parole per confortare Harley, e di come lei le aveva risposto: “non è vero io non sono forte, quella forte sei tu”. Hope scoppiò in lacrime appoggiandosi inconsciamente al petto di Nick che la cinse con le braccia.

“ non è vero Harley, io non sono forte, non senza di te.”

Nick non potè afferrare il vero significato di quelle parole, ma continuò ad abbracciarla e le sussurrò:

“ Non sei da sola, dobbiamo farci forza a vicenda, Harley non è morta, non ci ha lasciato, dobbiamo avere fiducia in lei. Si risveglierà, ne sono convinto.”

“ Come fai a dirlo? Neanche la conosci quasi, e di certo non la conosci quanto noi!”

Hope si lasciò sfuggire quella frase presa dal suo dolore, non si rese quasi conto del tono duro con cui l’aveva detto. Fu quando vide l’espressione di Nick spegnersi che si rese conto di cosa aveva detto.

“ Oddio, scusami, io… non volevo…”

Nick la guardò abbozzando un sorriso.

“ tranquilla, non fa nulla, ora vado che ho bisogno di riposare, e ne hai bisogno anche tu.”

Scese dalla macchina senza darle il tempo di ribattere e salì sulla propria, partendo diretto a casa.

Quella notte Hope non dormì, per quanto ci provasse non ci riusciva, era troppo preoccupata per la sua amica e si sentiva in colpa per quello che aveva detto a Nick. Lui aveva salvato la vita ad Harley fermando con la sua maglia il sangue, l’aveva detto anche il medico. Era vero, forse lui non la conosceva quanto lei, ma non aveva nessun diritto di rivolgersi a lui con quelle parole. Hope in fondo sapeva che Nick teneva ad Harley quanto lei, non si meritava quelle parole, era stata una stupida. Un dubbio la assalii: e se lui se la fosse presa e se ne fosse andato decidendo di abbandonare Harley vista l’ostilità di Hope nei suoi confronti? Se le cose fossero state così non se lo sarebbe mai potuta perdonare. Decise che si sarebbe scusata con lui il giorno successivo in ospedale, sarebbe stato un colpo per il suo orgoglio ma lo doveva ad Harley, non poteva farle perdere Nick, aveva notato il suo interesse per lei, non voleva che se tutto andava a rotoli fosse colpa sua.

Il giorno successivo appena arrivò in ospedale, vide all’entrata Emily che la aspettava.

“Ciao, Nick è già arrivato?”

“ No, non l’ho ancora visto?”

Hope temette che i suoi dubbi fossero fondati, e che lui non sarebbe venuto, poi sentì una mano sulla spalla, appena si voltò vide Nick con un sorriso rassicurante sul volto.

“ciao!”

“ciao, senti, devo dirti una cosa”

Si spostarono di qualche passo, mentre Emily restava lì, leggermente imbarazzata, ma sapeva che dovevano parlare per conto loro, così non si intromise.

“dimmi tutto.”

“ volevo chiederti scusa per ieri notte, non meritavi che ti dicessi quelle parole, si, forse è vero che noi la conosciamo da più tempo, ma ho capito che tu tieni a lei quanto noi, le hai salvato la vita dopotutto, dovrei solo esserti grata per quello che hai fatto per la persona a cui tengo di più a questo mondo. Se ora posso sperare che lei si svegli è solo merito tuo, e anche se questo dimostra che come amica faccio pena visto che non ho saputo ricorrere ad un gesto così semplice per salvarla, devo ringraziarti. Comunque sia, ti capisco se ora mi detesti, però ti prego, non abbandonare Harley, ha bisogno anche di te, e non voglio che tu te ne vada dalla sua vita per colpa mia”

Nick le sorrise.

“ Non ti detesto, capisco la tua reazione, siamo tutti molto stanchi e con i nervi a pezzi. Poi come potrei pretendere di essere perdonato da Harley per aver ucciso suo padre e suo fratello e non perdonare te per una frase sbagliata? Stai tranquilla, è tutto a posto, e ricorda che sei un’amica splendida per Harley, vedo come ci tieni a lei, sei l’amica migliore che lei possa avere. E non ti preoccupare, non lascerò mai sola Harley quando avrà bisogno di me, dovesse andarne della mia vita.”

Nick si stupì di quello che aveva appena detto. Ultimamente gli capitava molto spesso di dire o pensare cose che non si sarebbe mai aspettato, e tutte le volte gli capitava pensando ad Harley. Nick non riusciva a capire perché gli succedesse, sembravano le reazioni di un ragazzo innamorato, ma lui non era innamorato di lei, la conosceva così poco, non poteva essere innamorato di lei, non era possibile, il suo legame verso Harley era solo dovuto al fatto che lui voleva il suo perdono, o no? Se Harley l’avesse perdonato e avesse trovato un uomo da amare e che la amasse, lui sarebbe riuscito a lasciarla andare? Questa domanda si affacciò prepotentemente alla sua mente, riaffacciandosi ogni volta che lui provava a scacciarla pensando che ci avrebbe pensato più avanti, che non era ancora giunto quel momento. Eppure Nick, sebbene non lo ammettesse nemmeno a se stesso, sapeva che non sarebbe riuscito a lasciarla andare, non sarebbe riuscito a lasciarla tra le braccia di un altro, aveva paura che la facesse soffrire, e lui non voleva più vedere lacrime su quel volto, voleva rivedere il sorriso che Harley gli aveva timidamente mostrato quel giorno all’ospedale, e per questo sperava disperatamente che si risvegliasse da quel coma.

Insieme ad Hope ed Emily entrò nell’ospedale e si diresse verso la stanza di Harley, entrò per primo, si sedette accanto a lei, le prese la mano e di nuovo diede voce ai suoi inconsci pensieri.

“ Dammi pure dell’egoista se vuoi, ma non voglio perderti Harley.”

 

ANGOLO AUTRICE:

TerryDreamy93: E come sempre la mia emailomane preferita non manca di recensire un capitolo :) perciò innanzitutto grazie di cuore (meriteresti che io ora prendessi, salissi sul primo treno e mi facessi 10 ore di treno per venire da te a ringraziarti!). Hai ragione Nick ormai nei confronti di Claire è un vero stronzo, però è preoccupato a morte per Harley e non si preoccupa dell'educazione, Harley monopolizza tutte le sue attenzioni, Claire è una santa a capirlo, dipendesse da me gli avrei già tirato un ceffone e piantato su due piedi! Oddio, meno due allo sciopero... ce la farò a sistemare le cose in tempo? soprattutto ora che ultimamente riesco a scrivere un capitolo intero facendo passare solo 5 minuti, ci sono voluti 5  capitoli per farla ricoverareXD chi lo sa se sfuggirò allo sciopero? non ti anticipo niente però:) Grazie ancora di tutto, della recensione e di essere la persona che sei, ti voglio bene, un bacio.

alexis7: CIAOOO!!! Sono contentissima di leggere la tua recensione, non ti preoccupare se l'hai vista solo adesso, :) Come stanno Debbie e Nick? Me li saluti che mi mancano parecchio? Comunque sono contenta che la storia ti piaccia, si l'inizio è triste, ma ho preso spunto da un brutto incidente che è successo da queste parti, e pensare ai sensi di colpa che deve avere il ragazzo che ha causato l'incidente mi ha dato l'idea per questa storia, quinid l'inizio doveva essere triste per forza:) però prometto anche momenti felici dai! Nick, lo riconosci questo nome eh?XD, me l'ha suggerito la mia migliore amica, insieme al nome di Harley, quando mi ha spronato a mettermi a scrivere questa storia (il personaggio di Harley è ispirato a lei:)), ti chiedo scusa per il ritardo nell'aggiornamento ma ci ho messo un pò a scrivere il capitolo, spero comunque che tu continui a seguirmi e a recensirmi, ci sentiamo alla prossima, un bacio.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***




Capitolo 13

Passarono cinque giorni da quando Harley era entrata in coma per colpa di uno spintone troppo forte di un’ubriacone. Nick, Hope e Emily erano sempre più a terra, e pian piano stavano perdendo le speranze, come poteva essere ancora in coma per un incidente così stupido? Aveva solo ricevuto una spinta troppo forte dopotutto, e allora perché era ancora senza sensi in quel letto d’ospedale, in una stanza completamente anonima? Harley non poteva essere chiusa in una stanza simile, non doveva essere trattata come un numero, non doveva essere il letto numero 4, lei era Harley Morgan, una persona incredibilmente speciale, era l’Harley che sognava di diventare una ballerina, era l’Harley che nonostante tutto ancora sperava nell’amore vero, l’Harley che sapeva ancora sorridere dopo aver perso il padre e il fratello, l’Harley che personalizzava tutto, dalla borsa ai post-it che lasciava a sua madre, non poteva stare in una stanza così anonima. Questi pensieri affollavano la mente di Hope mentre saliva con l’ascensore fino al piano in cui era ricoverata la sua amica e si avvicinava alla sua stanza.

Nick entrò per primo e si sedette accanto ad Harley prendendole la mano, come faceva sempre da cinque giorni. La guardò, era così bella, sembrava dormisse, e sembrava una principessa… ma cosa andava a pensare? Doveva smetterla di comportarsi come se fosse il suo ragazzo, non lo era, e fino a prova contraria, anche se riconosceva di averla trattata male, lui stava ancora con Claire. Non poteva permettersi certi pensieri, questo Nick lo sapeva, eppure non riusciva a farne a meno. Le accarezzo il volto, e non resistette alla tentazione di passare un dito sulle soffici labbra di lei, si ritrovò a desiderare di baciarla. Non ebbe il tempo di pentirsi di quel pensiero che ritrasse la mano e sbarrò gli occhi: era solo una sua illusione o aveva davvero sentito le labbra di lei muoversi? No non era un’illusione, Harley stava lentamente muovendo le labbra, cercando di parlare. Si stava svegliando?

“Harley!” la chiamò.

Sentì che gli stringeva la mano, e che stava cercando di aprire gli occhi, il cuore gli fece un balzo nel petto per la gioia. Nick era  tentato di correre fuori a chiamare Hope ed Emily ma si trattenne. Non voleva lasciare sola Harley ora che si stava svegliando, poi sapeva che i medici si sarebbero lamentati perché non potevano entrare più di uno alla volta, così restò lì a guardarla mentre lei, lentamente, si risvegliava.

“P…papà, Mike” furono le prime parole che Harley riuscì a pronunciare, prima ancora di riuscire ad aprire gli occhi.

Nick si sentì morire, le persone che lei in quel momento stava così disperatamente cercando erano quelle che lui aveva involontariamente ucciso in quel dannato incidente . Lei cercava su padre e suo fratello ma appena avesse aperto gli occhi si sarebbe trovata davanti quello che dopotutto era il loro assassino.

“Sono io, Nick” le disse, con il morale a terra.

Finalmente lei riuscì ad aprire gli occhi, ormai completamente sveglia.

“oh, ciao Nick! Ma… dove sono? Che è successo?”

“ ciao Harley, finalmente ti sei svegliata, stavamo tutti morendo di paura, sei in ospedale, sei stata in coma per cinque giorni.”

“ Davvero? Ecco perché sentivo le voci di mio padre e mio fratello anche se sono morti.”

Nick si sentì ancora una volta in colpa, soprattutto quando vide che lei cominciava a piangere. Le asciugò le lacrime.

“ Parlami di loro. Qual è il più bel ricordo loro che hai?”

Lei ci pensò un po’ su, poi sorrise prima di cominciare a raccontare. Nonostante quello che era successo, ricordare certi dettagli la faceva felice.

“ Beh, di mio padre il ricordo in assoluto più felice che ho risale alle elementari, quando lui tornava da lavoro gli correvo incontro e lui mi abbracciava e mi stringeva forte. Mi sentivo la bambina più fortunata del mondo ogni volta che mi abbracciava, poi anche se era stanco giocava sempre con me, ma la cosa che mi scalda di più il cuore quando penso a lui sono proprio i suoi abbracci.”

“ E tuo fratello?”

Nick era felice di vederla sorridere, finalmente aveva visto il sorriso sincero di Harley, ed era mille volte più bello di quello che gli aveva fatto al funerale. Rimase senza parole di fronte a quel sorriso solare, dolce. Era la prima volta che vedeva quel sorriso e già non poteva farne a meno, giurò a se stesso che l’avrebbe fatta sorridere sempre, non sapeva come avrebbe fatto ma voleva che quel sorriso non lasciasse più il volto di quella ragazza.

“ Beh, la cosa più bella di mio fratello è lui, il suo modo di fare, la sua adorazione per la sua sorellona, ero quasi una seconda mamma per lui, ogni volta che mi vedeva correva ad abbracciarmi, mi voleva molto bene, e io a lui. Eravamo davvero molto legati, e quando penso a lui penso al suo sorriso e lo immagino che mi corre incontro.”

Il sorriso sul suo volto era tenero, l’affetto che la legava a suo fratello era davvero grande, Nick sorrise di rimando a quella splendida ragazza che si trovava davanti, perché, nonostante tutto non lo poteva negare, con quel sorriso sul volto Harley era davvero splendida.

“ è la prima volta che pensi a loro e sorridi vero? Quando pensi a loro e ti viene da piangere, pensa a quei momenti, magari ti aiuteranno a ricordarli con il sorriso, perché loro non vogliono vederti piangere, vogliono che tu vada avanti con il sorriso, perché quel sorriso ti rende magnifica.”

Harley lo guardò stupita, aveva ragione, dopotutto un modo di uscirne forse c’era, lui gli aveva appena lanciato un’ancora di salvataggio, e gli era davvero grata. Come avrebbe fatto se non ci fosse stato lui? Fu in quel momento che si rese conto che non le importava più niente del fatto che lui fosse l’assassino di suo padre e suo fratello, era la persona che le aveva offerto una via d’uscita, e questo bastava. Lo guardò negli occhi, perché lui sapesse che era sincera.

22“Grazie di cuore Nick, davvero. Hai sopportato le mie lacrime, la mia rabbia e non mi hai lasciata sola ora che ero in coma, non ti avrei trovato qui altrimenti, e tutto questo per aiutarmi e per cercare il mio perdono. Ora mi hai perfino insegnato ad andare avanti con il sorriso, e non potrei essertene più grata, quindi direi che ti sei meritato pienamente il mio perdono, grazie di tutto, davvero.”

Nick sorrise, gli piaceva tantissimo vederla felice, e le era grato per averlo perdonato.

“Sono io che ti devo ringraziare, Harley”

In quel momento sentì bussare alla porta della stanza, era sicuramente Hope che gli ricordava che il tempo era volato e che avrebbe dovuto darle il cambio.

“ Fuori ci sono tua madre e Hope, ed è ora di dar loro il cambio, non possiamo entrare più di uno alla volta, altrimenti i medici ci cacciano, chi vuoi vedere per prima?”

Harley si sentì ancora più felice sapendo che Hope non l’aveva abbandonata nemmeno in quel momento, era lei che voleva rivedere, la sua migliore amica.

“ Voglio vedere il mio angelo, Hope. Poi anche mia madre, ma ora voglio riabbracciare Hope, è forse quella a cui sono mancata di più”

Così Nick uscì da quella stanza con il sorriso sul volto, appena Hope lo vide lo guardò con aria interrogativa, stupita da quel sorriso.

“Harley vuole vederti.”

Hope lo guardò stupita, non osava sperare di aver capito bene.

“Harley?” chiese, incredula.

“ Si, proprio lei, si è svegliata!”

Un enorme sorriso si allargò sul volto di Hope, sentì il cuore riprendere a battere in preda alla gioia, e corse dentro per raggiungere l’amica.

 

ANGOLO AUTRICE:

TerryDreamy 93: Hai visto che l'ho fatta svegliare? Mi sono salvata dallo sciopero giusto in tempo,  comunque tranquilla, avevo già in programma di svegliarla in questo capitolo, li ho fatti straziarsi l'anima per troppo tempo, i miei personaggi necessitavano di un pò di relax:) Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo precedente, si Hope si umilierebbe sulla pubblica piazza se questo potesse aiutare Harley, ma per fortuna non l'ho reso necessarioXD Spero che ti piaccia anche questo capitolo e che tu non abbia dovuto aspettare troppo, se così fosse avvisami che mi fustigo da qui al prossimo capitolo! XD Alla prossima tesoro, un bacio, ti voglio bene.

robyyydunkina88: eccoti anche qui, grazie infinite di tutte le recensioni che mi hai lasciato, e sono contenta che ti piaccia, spero che questo capitolo non sia troppo schifoso visto che l'ho scritto di fretta. Alla prossima, un bacio.

 

Ed ora ragazzuole vi lascio la foto di un nuovo personaggio che comparirà a breve, non vi dico altro, vi lascio con la curiosità (Terry tu lo sai ma non dirlo ok?), e a proposito ringrazio Terry per avermi suggerito il nome su FB:

Ragazze, vi presento Lucas:

 

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Che ne dite?

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


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Capitolo 14

Harley come vide l’amica si aprì in un grande sorriso. Eccola lì, la sua piccola Hope, beh non tanto piccola visto che avevano solo tre giorni di differenza, ma non era questo che importava, Hope era la più piccola delle due, e questo bastava. Hope l’abbracciò con impeto, trascinata dall’enorme felicità che le dava poter abbracciare di nuovo l’amica.

“Tesoro! Sorellona! Amore mio! Temevo di averti persa per sempre!”

Harley sorrise mentre abbracciava l’amica.

“ Non ti potrei mai lasciare sola, dobbiamo morire insieme ricordi?”

Hope rise, era davvero felice. L’amica era appena uscita dal coma e ne parlava come se niente fosse successo, rideva e scherzava come sempre, era tornata, la sua Harley era di nuovo lì con lei.

“Hai ragione, però resta il fatto che mi hai fatto morire di paura! Non ti azzardare a farmi più uno scherzo simile!”

“ Va bene, promesso! Scusami se ti ho fatto stare male!”

Il sorriso di Harley si spense, per colpa sua la sua amica si era preoccupata ed era stata male per lei, che razza di amica era se faceva soffrire l’unica persona che la faceva sorridere nei momenti più neri?

“Ehi! Sei qui viva e vegeta giusto? Basta questo a farti perdonare!”

Harley sorrise con le lacrime agli occhi, quanto voleva bene a quella ragazza! E l’affetto che le dimostrava la commuoveva ogni volta.

“ A proposito, ho perdonato Nick.”

Hope sorrise all’amica, vedendola preoccupata. Si sedette accanto a lei, ora era il momento di essere l’amica seria e attenta ai suoi bisogni di cui Harley aveva bisogno, non più l’amica esaltata dalla gioia di vederla sveglia dopo 5 giorni di coma. Hope era sempre disposta ad assecondare i bisogni dell’amica, Harley questo lo sapeva, e le era immensamente grata.

“Hai fatto bene, l’ho conosciuto meglio in questi cinque giorni, ci tiene davvero a te, si merita il tuo perdono. Ti ha salvato la vita sacrificando la sua maglietta per tamponare il sangue, e non ti ha lasciato sola un momento, a parte quando i medici lo cacciavano o ci davamo il cambio per starti vicini. Hai fatto la scelta giusta tesoro.”

Harley fu felice di quelle parole, avere il sostegno della sua amica per lei era fondamentale, nonostante sapesse che l’amica non avrebbe mai mancato di sostenerla ogniqualvolta lei ne avesse avuto bisogno. Sapere di non essere mai stata sola durante il coma la confortava, sapeva di aver fatto la scelta giusta però…

“ e se ora che l’ho perdonato non lo vedrò più? Non so perché in effetti, però l’idea di non vederlo più mi fa stare male.”

Hope le sorrise, anche Harley teneva molto a lui, si vedeva, e questo la rendeva immensamente felice.

“ Stai tranquilla, non accadrà. Non aveva promesso di starti accanto finchè non ti fossi innamorata e avessi trovato qualcuno che ti ami allo stesso modo?”

“si lo so, ma ora che lui mi ha aiutato a ricordate Mike e papà con il sorriso io sono felice, quindi teoricamente lui non sarebbe costretto a starmi accanto.”

Hope la guardò, sapeva che Nick avrebbe sofferto quanto lei se non avesse più potuto vederla, l’aveva capito quando si era resa conto di come si era ridotto mentre l’amica era in coma, il suo interesse per lei non era dovuto solo ai suoi sensi di colpa, lui teneva a lei molto più di quanto avrebbe mai ammesso.

“ Ma se lui se ne andasse tu non saresti felice, continueresti a soffrire giusto? Quando tua madre gli ha fatto promettere di starti accanto fino a quando avesse dovuto passare il testimone lo ha fatto per questo, voleva che ci fosse sempre qualcuno al tuo fianco a garantire la tua felicità, e che quando soffri sia pronto ad accoglierti tra le sue braccia per consolarti.”

Sua madre si faceva troppi problemi, per quello lei aveva la sua Hope!

“ ma per quello ho te! Sei sempre al mio fianco, non mi abbandoni mai, e per questo ti sono davvero grata, sei davvero il mio angelo.”

Hope arrossì, sentiva di non meritarsi tutti quei complimenti, voleva solo che la sua amica fosse felice, perché se l’amica non era felice nemmeno lei riusciva ad esserlo. Le voleva bene, moltissimo, ed era per questo che non l’aveva mai abbandonata e non l’avrebbe mai fatto, e sapeva benissimo che per Harley era lo stesso.

“ e tu sei il mio. È vero, non ti ho abbandonato e non lo farò mai, qualunque cosa accada. Però, se Nick se ne andasse non potrei fare  molto per farti tornare il sorriso, quindi lui non ti può abbandonare ancora, l’ha promesso.”

Harley credeva a quello che le stava dicendo l’amica, eppure non si sentiva meglio. L’avrebbe rivisto ancora, eppure sentiva che non gli bastava. Non voleva che lui si sentisse costretto a starle vicino, voleva che lui stesse al suo fianco perché era quello che lui voleva, e se non era così, preferiva non vederlo più, non voleva essere un peso per lui.
“ Ma io non voglio che stia vicino a me perché è costretto.”

Hope guardò negli occhi la sua amica, voleva che sapesse quanto era sincera.

“Fidati di me tesoro, lui soffrirebbe quanto te se non dovesse più vederti, ci tiene davvero a te. Ha piantato in asso la sua fidanzata per correrti incontro quando ha visto quel tipo spingerti in discoteca, poi ho visto in che stati si era ridotto in questi cinque giorni; credimi Harley, quel ragazzo tiene a te più che a se stesso, anche se non se ne rende conto. Non se ne andrà se tu gli dirai che non vuoi costringerlo a starti accanto, se non mi credi chiedilo a lui appena rientra.”

Harley rimase stupita da quelle parole, non dubitava dell’amica, sapeva che quello che lei le aveva detto era realmente quello che pensava, ma non era possibile, non poteva essere vero. Nick non poteva tenere così tanto a lei, insomma, praticamente non si conoscevano. Per non contare il fatto che, a quanto aveva detto Hope, lui era fidanzato; e allora com’era possibile che lui tenesse a lei quanto sosteneva la sua amica, si erano visti solamente due volte, in discoteca lei nemmeno sapeva che Nick era lì, anche se a quanto l’amica le aveva detto lui aveva vegliato su di lei per tutta la sera in quella discoteca e poi durante il coma, perché l’aveva fatto? Solo per farsi perdonare? Harley non sapeva spiegarsene il perché ma era convinta di no. Riflettendoci bene si rese conto che nemmeno lei poteva dire di conoscerlo bene, allora come poteva spiegarsi tutta la paura che aveva di non rivederlo più? I suoi pensieri vennero interrotti da sua madre che bussava alla porta.

“Hope scusa, non abbiamo più molto tempo purtroppo, posso entrare io un attimo poi chiamiamo i medici e li avvisiamo che si è svegliata?”

Hope si voltò verso Emily, stupita, il tempo era davvero volato.

“Va bene, scusi, avevo perso la cognizione del tempo, venga pure. Ciao Harley, ci vediamo appena i medici ce lo permettono.”

Harley sorrise e annuì all’amica.

“Quante volte devo dirti di non darmi del lei Hope! -Si rivolse alla figlia- Tesoro, finalmente! Come stai?”

Hope uscì discretamente dalla stanza, lasciando Emily sola con la figlia.


ANGOLO AUTRICE:

robyyydunkina88: Eccomi qui finalmente, come vedi il capitolo è piuttosto patetico, mi dispiace. Luca ancora non entra in scena, non ti dico nulla di lui ancora, se lo odierete o lo amerete dipenderà da voi:) Grazie della recensione, spero che anche questo capitolo ti piaccia.

TerryDreamy 93: Tesoro! Immancabile come sempre! Grazie mille di recensire ad ogni capitolo e di essere l'amica che sei. Harley si è svegliata e io mi sono salvata dallo sciopero! Per fortuna! Sono contenta che tu condivida il mio Lucas, è carino si, e spero che anche come personaggio ti piacerà:) Ma non so se ti starà subito simpatico, ho idea di farlo entrare in scena non subito come sai... vedrai:) Grazie di mantenere il silenzio mia consulente ufficiale, non so come farei senza di te, mi scuso se il capitolo è un pò patetico, puoi insultarmi pure se vuoi:) Ti voglio davvero bene, ci sentiamo presto, un bacio.

alexis7: Eccoti! Non ti preoccupare per il capitolo precedente, tanto i capitoli mica scappano:) se non sei molto su efp non è un problema (beata te, io sono drogata!) Si, finalmente si è svegliata, Nick l'ha aiutata molto, e si c'è feeling tra i due, ma lei teme che lui le stia accanto solo perchè l'ha promesso a sua madre quindi non ha il coraggio di vivere il sentimento che sta nascendo e lui... beh lui deve ancora rendersene conto. Si, Nick si comporta male nei confronti di Claire e questo non è giusto visto che lei si è anche fatta da parte per la sua felicità, ma Nick metterà presto le cose in chiaro con lei. Sono contenta che anche tu recensisca la mia storia, è significativo per me che una scrittrice come te apprezzi anche questa modesta storiella che, diciamocelo, non è un granchè in confronto alla tua, grazie davvero. Alla prossima, un bacio. P.S. aspetto Debbie e NickXD (tranquilla, quando hai tempo, non voglio metterti fretta, è solo che un pò mi mancano)



A proposito, non so se l'avete notato, ma ho cambiato prestavolto per Harley, Kristen Stewart non mi convinceva, e forse cambierò anche Nick:) Abbiate pazienza, sono un caso disperato lo soXD

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


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Capitolo 15
Appena Emily uscì dalla stanza della figlia si diresse verso la stanza delle infermiere, poco dopo arrivò anche il medico che entrò nella stanza a controllare le condizioni di Harley. Dopo pochi minuti il medico uscì e si avvicinò ad Emily.
“ Buongiorno, la ragazza sta bene anche se naturalmente cinque giorni di immobilità l’hanno provata, ora la portiamo al reparto di riabilitazione e se non ci sono complicazioni in una settimana dovremmo poterla dimettere.”
In quel momento uscirono le infermiere sospingendo il letto di Harley verso il nuovo reparto in cui sarebbe dovuta rimanere almeno per tutta la settimana successiva.
“ Possiamo andare con lei?” chiese Nick al medico.
“ No, purtroppo devo chiedervi di aspettare, dobbiamo effettuare ulteriori accertamenti. L’orario di visita del reparto di riabilitazione comincia tra due ore, a più tardi.”
Senza aggiungere altro il medico si allontanò, seguendo le infermiere e Harley. Emily, Hope e Nick detestavano sempre più quei dannati orari di visita che non permettevano loro di vedere Harley, eppure non potevano farci nulla purtroppo, potevano solo aspettare.
“ Vabbè, già che abbiamo due ore da aspettare che ne dite di andare a pranzo insieme da qualche parte?” propose Emily.
“Volentieri, almeno non stiamo qui a maledire quei dannati medici che hanno inventato gli orari di visita!” accettò Hope.
“Purtroppo io devo darvi buca, non posso venire, ho una questione da sistemare.” Disse Nick.
Era vero, da quando era uscito dalla stanza di Harley aveva capito una cosa: doveva mettere in chiaro le cose con Claire, non poteva continuare a trattarla così, non se lo meritava. Nick sapeva che Claire era una ragazza splendida, doveva considerarsi fortunato ad averla, ma non poteva costringerla ad una vita così. Doveva scegliere, per il bene di Claire, doveva scegliere. O si dedicava esclusivamente ad Harley lasciando da parte Claire almeno finchè non chiariva dentro di se ciò che provava per lei oppure tornava a comportarsi da fidanzato di Claire, trattandola come lei meritava, decidendosi finalmente a trattare Harley come avrebbe dovuto, con l’interesse proprio di una persona che ci tenesse ad essere perdonata per quello che aveva fatto e basta, ormai se ne rendeva conto,  il suo comportamento non dava affatto quell’impressione, eppure non riusciva a farne a meno.
Uscito dall’ospedale si diresse verso casa di Claire, suonò il campanello, ma ad aprire non fu Claire, ma sua madre.
“Oh! Ciao Nick, sei venuto a fare una sorpresa alla tua bella? Vieni dentro, non contavo che venissi ma ti va di restare a pranzo con noi? Senza volerlo ho preparato da mangiare per un reggimento”
Nick sorrise, la madre di Claire era sempre la solita, era un’ottima cuoca, ma esagerava sempre nelle porzioni, sembrava sempre che dovesse sfamare tutta la famiglia reale.
“Mi spiace Katia- dopo due anni che stava con Claire finalmente era riuscito ad abituarsi a darle del tu- ma sono solo di passaggio, devo tornare in ospedale. Una mia amica si è appena risvegliata dal coma. Posso parlare con Claire?”
Nick si stupì di aver chiamato Harley “un’amica”, tecnicamente loro non erano amici, si conoscevano a malapena, certo, nei cinque giorni in cui lei era in coma le era sempre stato accanto quando gli era concesso,  per non contare quando in discoteca le aveva praticamente salvato la vita, ma lei era incosciente, e anche se lui ci teneva a lei, non si conoscevano abbastanza, e non era corretto definirsi amici. Eppure non era questo che turbava realmente Nick, era a casa della sua ragazza, aveva appena chiesto di vederla, e si rendeva conto in quel momento che chiamare Harley “un’amica” non gli bastava, ma cosa diamine voleva di più? Lui stava con Claire! Non poteva permettersi certi pensieri! Doveva smetterla, doveva assolutamente trovare il modo di smettere di fare quei pensieri, soprattutto quando era con Claire.
“Oh! Certo, che stupida che sono! Te la chiamo subito! CLAIIIIREEE! C’E’ NIIICK!” urlò Katia verso l’interno della casa.
Claire li raggiunse di corsa alla porta, non si sarebbe mai aspettata di vedere arrivare Nick a casa sua senza preavviso. Nonostante Katia avesse invitato Nick ad entrare non si era mossa da davanti alla porta, rendendo così impossibile a lui entrare. Claire glielo fece notare.
“ Ma mamma! Lascialo entrare! Fa freddo fuori sai?”
“ Oh si, scusami Nick, sono proprio sbadata oggi!”
Finalmente Katia si scansò per far entrare Nick.
“ Vieni, andiamo in salotto” propose Claire a Nick.
Appena furono in salotto Claire sorrise al suo ragazzo.
“ Allora? A cosa devo questa bella sorpresa?” chiese curiosa.
Nick lanciò uno sguardo eloquente verso Katia che li aveva seguiti in salotto, lei però sembrò non accorgersene.
“ Mamma! Non dovresti occuparti del pranzo? Non vorrei restare a digiuno perché hai bruciato l’arrosto!”
“ Oddio! Il mio arrosto!” esclamò Katia, e se ne scappò in cucina.
Claire si alzò, chiuse la porta e tornò a sedersi sul divano accanto a Nick. Finalmente erano soli e lui poteva comunicarle la sua decisione.
“Dai dimmi tutto!” Il tono di Claire era improvvisamente spento, come di chi sa già che quello che sta per sentire non gli piacerà. Se Nick aveva voluto che sua madre non ascoltasse significava che doveva dirle qualcosa di importante, non aveva mai mostrato problemi a parlarle davanti a sua madre.
Nick dal canto suo non sapeva come dirglielo, disse solo:
“Harley si è svegliata”
Claire sorrise tristemente, sapeva già come sarebbe andata a finire quella conversazione.
“ Capisco” disse solamente.
“ beh, ecco… dobbiamo parlare, Claire.”
Lei annuì.
“ lo so”
“ Mi sono comportato male nei tuoi confronti ultimamente Claire, mi sono reso conto che non te lo meritavi. Sono qui per chiederti scusa Claire, sei una persona fantastica, e non meritavi un trattamento simile, e per questo d’ora in poi non voglio più finire per trattarti così.”
Claire sbarrò gli occhi, stupita. Si sarebbe aspettata di vederlo correre da Harley, di sentirsi dire che era venuto per lasciarla, ma mai si sarebbe aspettata le sue scuse. Sorrise, e con un’ inaspettata felicità in corpo, senza replicare, gli gettò le braccia al collo e lo baciò.

ANGOLO AUTRICE:
Ragazze mi scuso per il ritardo ma il pc era in assistenza e poi avevo il moroso a casa quindi non riuscivo a scrivere, chiedo scusa anche perchè non riesco a rispondere alle vostre magnifiche recensioni (problemi tecnici come sempre), voglio comunque dirvi che vi sono davvero grata di cuore, e spero che non vi arrabbierete se non riesco a rispondere, la prossima volta risponderò come sempre, un bacio belle pulzelle! Spero che il capitolo vi sia piaciuto!

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


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Capitolo 16
Nick si affrettò ad allontanare Claire.
“aspetta, non hai capito. Riconosco che sei una ragazza splendida e non voglio trattarti ancora in quel modo, ma finchè Harley sarà nella mia vita so che lo farei di nuovo. Si, lo so, il mio interesse per lei è molto più profondo di quello che dovrebbe però non riesco a farne a meno, per quanto io ci provi. È per questo che ora sono qui, Claire ti chiedo una pausa dalla nostra relazione, devo capire cosa provo realmente per lei, e voglio che se tu trovi qualcuno che ti faccia stare meglio di quello che potrei fare io tu possa sentirti libera di essere felice, perché per ora so che io potrei solo farti soffrire. Non ti sto lasciando Claire, ma concedimi una pausa.”
Nick guardò Claire, gli dispiaceva tantissimo dovergli dire quelle cose, non voleva essere sempre lui a farla soffrire, le cose in una coppia non dovevano andare così, però qualunque cosa facesse lei avrebbe sofferto. Nick sapeva bene di non poterle stare accanto come avrebbe dovuto, ma anche lasciarla l’avrebbe fatta soffrire, non sapeva cos’altro fare. Aveva sempre amato il sorriso di Claire, la prima volta che l’aveva vista fu proprio il suo sorriso a fargli posare lo sguardo su di lei, probabilmente nessuno gli avrebbe creduto ma la prima cosa che guardava in una ragazza era il sorriso, e a volte capitava che gli bastasse un sorriso a farlo innamorare, e quello di Claire era davvero bellissimo, era il sorriso più bello che avesse mai visto, prima di incontrare Harley. Dopo aver visto il sorriso di Harley lui non riuscì più a far sorridere Claire, riusciva solo a rattristarla, sapeva bene quante lacrime lei avesse ingoiato solo per non farsi vedere debole, e anche stavolta l’avrebbe fatta soffrire. Sentì Claire sospirare amareggiata e quello che disse lo spiazzò.
“ Non aver paura a lasciarmi Nick, non te ne sei ancora accorto ma sei innamorato di quella ragazza, è per questo che ti comporti così. Lasciami Nick, non aver paura di farmi soffrire. Soffrirei le pene dell’inferno pur di vederti felice.”
Nick non ascoltò l’ultima frase, era rimasto basito quando lei aveva sostenuto che lui fosse innamorato di Harley. Non era così, lui lo sapeva bene, non poteva essere innamorato di lei, Harley lo aveva perdonato ma lui aveva comunque ucciso suo padre e suo fratello, era impossibile che lei potesse innamorarsi di lui.
“ Claire ti sbagli, io non sono innamorato di lei!”
“ Lasciami Nick, mi fa a pezzi dirtelo, sto soffrendo come un cane ma è giusto così. Lasciami, se poi le cose andranno diversamente  e tu mi vorrai ancora potremo considerare l’idea di tornare insieme.”
“ Ma Claire io…”
Lei gli posò un dito sulle labbra per zittirlo, lo guardò negli occhi e gli disse tristemente:
“ Vai da lei Nick.”
Lui annuì triste, non voleva farla soffrire, ma Claire aveva ragione, non aveva senso rimanere, lui non sarebbe stato in grado di renderla felice, non ora che Harley occupava tutti i suoi pensieri. Appena si salutarono, Nick partì subito alla volta dell’ospedale senza nemmeno preoccuparsi di pranzare. Decise che avrebbe preso uno snack ai distributori automatici dell’ospedale per placare la fame e sarebbe andato subito da Harley, sentiva un’irrefrenabile voglia di vederla.
Claire fece per salire in camera sua ma sua madre la fermò.
“ Oh Claire, sei qui. Dai, vieni che è pronto in tavola.”
“ Non ho fame, vado in camera.”
Era vero, non aveva fame, aveva solo voglia di chiudersi in camera e piangere.
“ Ma come? Avevi detto che non volevi rimanere a digiuno!”
“ Scherzavo mamma! Ora lasciami in pace ok?”
Katia guardò preoccupata la figlia.
“ è successo qualcosa?”
“ No, non è successo niente mamma!”
Detto questo Claire salì in camera, spazientita dal comportamento di sua madre, ma soprattutto disperata per aver perso per sempre Nick. Si buttò sul letto e pianse tutte le lacrime che aveva represso davanti a lui.
Arrivato all’ospedale Nick controllò l’ora, mancavano ancora dieci minuti all’inizio dell’orario di visita, si poteva concedere uno snack per pranzo, così si diresse verso i distributori automatici poi prese l’ascensore mentre mangiava. Raggiunse il reparto di rianimazione e vi trovò già Hope ed Emily, le raggiunse.
“ Oh eccoti, hai sistemato tutto quello che dovevi?” chiese Hope, curiosa.
“Sì, ora è tutto a posto.” Rispose Nick con un sorriso. Non era il caso di mostrare il suo turbamento a proposito di quello che provava per Harley
“Hai pranzato?” chiese Emily.
“ Ho mangiato uno snack mentre salivo in ascensore.”
“Ma dai, mangia qualcosa di più sostanzioso no? Vai a mangiare, ci occupiamo noi di Harley intanto”
Emily era sinceramente preoccupata per lui, nonostante potesse sembrare che lo stesse cacciando via.
“ no, sono a posto così non preoccuparti, ora voglio solo stare accanto ad Harley”
In quel momento un’infermiera aprì le porte del reparto, segno che l’orario di visita era iniziato. Nic si fece dire il numero di stanza di Harley e insieme ad Hope e Emily la raggiunse. Finalmente poterono entrare insieme senza dover fare i turni. Trovarono Harley seduta sul letto.
“ Ciao Harley.” Esordì Nick.
“ Come stai tesoro?” chiese Emily alla figlia.
“ beh, tutto sommato meglio, ora riesco a mettermi seduta anche se mi stanco ancora molto.”
“ è normale, l’hanno detto anche i medici, dopo cinque giorni di immobilità ci vuole un po’ prima che tu torni come nuova, devi solo riposare, tranquilla.” Le disse la madre sorridendole.
Harley si rimise sdraiata sul letto, era davvero stanca, si vedeva.
“Va bene, io mi riposo però… mamma, Hope, potreste lasciarmi sola con Nick un minuto? Devo parlare con lui.”
Nick rimase stupito, non si sarebbe mai aspettato che lei volesse parlare da sola con lui, e come mai? Che avesse fatto qualcosa di sbagliato?
“ Certo Harley, vi lasciamo soli, ci sentiamo dopo.”
Hope sorrise all’amica, per farle sapere che aveva capito, e con Emily uscì dalla stanza.

ANGOLO AUTRICE:
TerryDreamy 93: Tesoro! Immancabile come sempre! Non ti ringrazierò mai abbastanza! Comunque immaginavo che avreste detestato Nick dopo il precedente capitolo, ma ora  è tutto a posto visto? Ora vorrai ammazzare me che ti ho fatto stare in ansia per niente!:)  Beh il povero Nick alla fine l'ha lasciata,  anche se gli dispiace farla soffrire, e ora Harley vuole parlare con Nick, chissà come mai! Si lo so, sono perfida:) Sono contenta che il capitolo precedente ti sia piaciuto e spero che ti piaccia anche questo, anche se ti ho fatto aspettare(scusa!).

robyyydunkina88: Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, spero ti piaccia anche questo.

alexis7: mi hai fatto piegare in due dalle risate con la tua recensione! Nick come hai potuto vedere in questo capitolo non ha scelto Claire,  nonostante ci tenga a lei dopo una relazione di due anni e non voglia farla soffrire alla fine l'ha lasciata,  ed è stata proprio Claire a  spingerlo in questa direzione :) Si, avevo l'idea di renderla antipatica all'inizio ma poi mi ci sono affezionata,  dopotutto stava perdendo l'uomo che amava, e non ce l'ho fatta, l'ho rivalutata. Spero che anche questo capitolo ti piaccia, e mi scuso per il ritardo cronico!:)

Beh eccoci qui, vi rubo solo un'altro secondo:) Non so se avete notato Lucas nella foto, non temete, arriverà presto:) Vi chiedo scusa per il ritardo ma ultimamente non ho molto tempo per me. Comunque vi prometto che farò del mio meglio per aggiornare entro il 26 (che tra l'altro è il mio compleanno) perchè poi non avrò tempo di scrivere fino al 3 causa moroso da me e capodanno da lui:(
Ok ora vi lascio  davvero, Buon Natale a tutte!

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


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Capitolo 17
Non appena Emily e Hope uscirono Nick non riuscì a trattenersi.
“Eccoci qui, che succede?”
In quel momento venne preso dai dubbi: che lei non volesse più vederlo? Se ora che lei l’aveva perdonato gli avesse chiesto di non vedersi più? Ma c’era sempre la promessa fatta ad Emily di non lasciarla sola, non voleva venir meno alla promessa, ma se fosse stata proprio Harley a chiederle di andarsene come avrebbe potuto opporsi alla sua volontà? “ Oh, insomma Nick! Basta con tutte queste paranoie!” si disse, e tornò a concentrare la sua attenzione su Harley. L’idea di non vederla più lo terrorizzava, che fosse come diceva Claire? Era innamorato di lei? No! Impossibile! Come poteva pensare che lei si innamorasse di lui? Aveva ucciso suo padre e suo fratello!
Finalmente Harley interruppe il flusso dei suoi pensieri.
“ Beh sai, pensavo… visto che io ormai ti ho perdonato non voglio costringerti a starmi accanto finchè non mi innamorerò, beh si, lo so che l’hai promesso a mia madre però non voglio che tu stia al mio fianco perché sei costretto a farlo, quindi se vuoi… puoi andare. Hai già fatto tanto per me senza doverti costringere a starmi accanto.”
Nick la guardò incredulo, pensava sul serio che lui le stesse accanto solo perché era costretto da quella promessa? Beh in effetti avrebbe dovuto essere così, ma lui ormai ci teneva a lei, per lei aveva persino lasciato Claire. Non aveva alcuna intenzione di alzarsi da quella sedia e andarsene, a meno che non fosse stata lei a non volerlo al suo fianco.
“ Resterò, non ho alcuna intenzione di andarmene, Harley - disse con un sorriso – a meno che non sia tu a chiedermelo. Non sto al tuo fianco perché devo ma perché è quello che voglio, perché mi fa piacere starti accanto. Tu mi vuoi al tuo fianco?”
“Sì – rispose lei, quasi senza pensarci – ma come fa a farti piacere stare al mio fianco? Praticamente non ci conosciamo!”
Senza rendersene conto Harley diede voce ai suoi dubbi. Nick le sorrise prima di rispondere.
“ Potrei farti la stessa domanda. Perché mi vuoi al tuo fianco?”
Harley rimase spiazzata, non sapeva cosa rispondere a quella domanda. Mentre cercava una risposta plausibile fu lui a parlare, notando la sua esitazione.
“ Non lo so nemmeno io il perché, so solo che non voglio andarmene, voglio stare con te.”
Ancora una volta si era lasciato andare senza rendersi conto di quello che aveva detto, eppure sentiva che era la verità. Lui voleva stare con lei, non se la sentiva di lasciarla sola, sentiva di voler stare sempre al suo fianco. Ormai era inutile negarlo, era seriamente interessato ad Harley, non come amica, ma come donna. Voleva conoscerla meglio, corteggiarla e stare con lei, sebbene non se ne spiegasse il motivo. Però lei lo conosceva poco, ancora meno di quanto lui potesse dire di conoscerla, perciò Nick sapeva che per lei non poteva essere lo stesso, e per questo lui non doveva pensare a lei in quei termini, doveva esserle amico, nulla di più.
Passò una settimana e Harley venne finalmente dimessa e potè così tornare a casa. Quella sera, nonostante avesse ancora dovuto stare a casa a riposare, aveva chiesto ad Hope di uscire a bere qualcosa, e lei nonostante tutto non aveva saputo dire di no all’amica, dopo essersi fatta promettere che se si fosse sentita stanca tornassero a casa.
Così quella sera Hope e Harley uscirono, andarono in un bar che avevano da poco aperto vicino a casa di Harley, si sedettero, e sorseggiando due bibite presero a chiacchierare e ridere come facevano sempre. Ad un certo punto un ragazzo si avvicinò al loro tavolo.
“ Harley? Sei proprio tu?”
Lei alzò lo sguardo verso il ragazzo, non lo riconobbe subito, erano passati tanti anni.
“Sono Lucas, ti ricordi?”
“Oddio! Lucas! Sono passati così tanti anni, non ti avevo riconosciuto, sei tornato?”
Harley si alzò e andò ad abbracciare il suo amico d’infanzia, partito anni prima con i genitori per l’estero, e ora se lo trovava davanti di nuovo, crescendo era diventato davvero un bel ragazzo, non potè fare a meno di notarlo.
“ si, sono tornato il mese scorso, mi mancava qui, così ora eccomi qui. Posso offrirti qualcosa?”
Harley sorrise, era contenta di rivedere il suo amico dopo tanti anni.
“ no grazie, ho già la mia Coca Cola da finire”
“ Coca Cola? Dai ti offro io un cocktail come si deve”
Harley lo fermò.
“ No, non è il caso, sono appena uscita dall’ospedale, non posso bere alcolici per un po’. A proposito, lei è Hope, la mia migliore amica.”
Lucas lanciò uno sguardo ad Hope, poi tornò a rivolgersi ad Harley.
“ Sei stata in ospedale? Davvero? Come mai?”
Harley rimase un pò interdetta, non aveva quasi degnato di attenzione Hope, poteva almeno stringerle la mano. Aveva forse dimenticato le buone maniere? Decise che comunque avrebbe lasciato perdere, non era il caso di litigare dopo pochi minuti da quando l’aveva incontrato dopo anni.
“ Sono stata in coma cinque giorni, per cui sono ancora in fase di recupero, ma sto bene, non preoccuparti.”
Lui sorrise, sollevato.
“ A proposito, ho visto che sei cresciuta bene! Sei davvero una bella ragazza Harley, lasciatelo dire!”
Harley arrossì di colpo, non si aspettava un complimento del genere da Lucas, ma in effetti ormai lui non era più il bambino che aveva lasciato, era cresciuto, ed era normale che lui ora la vedesse con gli occhi di un uomo.
“ beh… grazie. Anche tu sei diventato davvero un bel ragazzo crescendo.”
“Non serve arrossire, chissà quanti ragazzi ti avranno riempita di complimenti!”
Fu in quel momento che Harley ripensò a Nick, lui non le aveva mai detto che era bella. Ma cosa andava a pensare? Lui non poteva essere interessato a lei, non si conoscevano abbastanza, era impossibile che tra loro nascesse qualcosa, e allora perché quando Lucas le aveva fatto un complimento lei aveva subito pensato a Nick? Non doveva pensarci, doveva solo godersi la bella serata con la sua migliore amica e con il suo bell’amico d’infanzia.
Quando uscirono dal bar Lucas si rivolse ad Harley:
“ Harley, bellezza, mi faresti l’onore di concedermi di portarti in un posto? Tranquilla non voglio far nulla di male, solo farti vedere una cosa meravigliosa.”
Harley rimase stupita, non si sarebbe mai aspettata un invito da Lucas, e si sorprese ad immaginare che fosse stato Nick a chiederglielo. Ma le cose con Nick non sarebbero mai potute funzionare, e in effetti, se non poteva avere Nick, Lucas era un bravo ragazzo, l’aveva sempre trattata bene, e quella sera le era stato accanto ricoprendola di complimenti e facendola sentire bene, quindi gli sorrise e accettò.

ANGOLO AUTRICE:
E come promesso eccomi qui, il giorno del mio compleanno, pronta ad aggiornare questa storia, visto che causa moroso e capodanno non potrò scrivere fino al 3. Spero che questo capitolo vi piaccia:)
robyyydunkina88: grazie infinite dei complimenti, spero che anche questo capitolo ti piaccia.
TerryDreamy 93: poteva mai mancare la mia emailomane preferita? Ti prego risparmiami la sedia! Dopotutto a parte fosse un pò paranoico alla fine Nick si è accorto di quello che prova per Harley:) Ed ora è finalmente entrato in scena Lucas! Anche se non credo che te lo aspettassi così:) Spero che questo capitolo ti piaccia  lo stesso. Un bacio bella, a presto!
alexis7: sono contenta che tu abbia rivalutato Nick, anche se in questo capitolo è un pò paranoico, mi ha fatto venire istinti omicidi verso di lui!XD Ma perlomeno si è reso conto di quello che prova Harley, e il famoso Lucas è entrato in scena:) Comunque l'attore è Sean Faris:)
Ora vi lascio, non prima però di farvi gli auguri di Buone Feste visto che non credo riuscirò ad aggiornare prima del 3 :( Grazie ancora a tutte e... tanti auguri a me! Ok non sono sana di mente lo so:)

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***




Capitolo 18

Lucas non si sarebbe mai aspettato di ritrovarsi davanti Harley dopo così tanti anni e quando l’aveva vista in quel bar si era stupito di quanto Harley fosse diventata una bella ragazza, e proprio per questo aveva deciso di provarci, tanto cosa sarebbe potuto andare male? Al massimo gli avrebbe detto no e lui avrebbe puntato qualcun’altra. Ma fu solo quando la vide esitare che si rese conto di quanto intensamente sperasse che lei accettasse, e di quanto temesse il suo rifiuto. “Ok” fu la parola che gli fece tirare un sospiro di sollievo. Aveva accettato. La fece salire in macchina aprendole la portiera, poi si sedette al posto di guida e mise in moto. La portò sulla collina in cui andavano spesso a giocare da bambini, scese dalla macchina e aiutò lei a scendere.

“ Riconosci questo posto?”

Harley sorrise, se lo ricordava molto bene, quella collina era stata testimone di molti momenti felici della sua infanzia, e in tutti quei momenti felici Lucas era con lei, che questo significasse che era Lucas la scelta per lei?

“ Certo che lo riconosco, grazie di avermi portata qui, è fantastico.”

Lui le sorrise.

“ Sei tu che sei fantastica. Il resto è solo un accessorio. Aspetta un secondo.” Le disse avvicinandosi al bagagliaio dell’auto.

Tornò da lei con una coperta che stese sul prato a qualche metro dalla macchina, ci si sedette sopra e invitò lei a fare lo stesso.

“ grazie davvero Lucas, non so come ringraziarti” disse lei, sedendosi accanto a lui.

Lucas le passò un braccio dietro le spalle stringendola a sé.

“ Non ho fatto nulla, ti ho solo portata qui, il vero spettacolo è lassù, e non è per niente opera mia.”

Harley guardò in alto e lo spettacolo che le si parò davanti agli occhi la lasciò senza parole. Erano lontani dalle luci della strada e questo le permetteva una visione libera da qualsiasi forma di inquinamento luminoso di un magnifico cielo stellato. Harley si perse con lo sguardo nel cielo infinito con la testa appoggiata sul petto di Lucas, si sentiva bene, felice e serena come non lo era più da molto tempo, da quando Nick aveva avuto quell’incidente. “Nick… chissà cosa starà facendo?” fu il pensiero di Harley davanti a quel magico cielo stellato, per un attimo desiderò di essere tra le braccia di Nick anziché con Lucas. Scacciò subito quel pensiero, era con Lucas, non poteva permettersi di pensare a Nick, senza contare che se anche lei provasse qualcosa per lui, Nick non avrebbe mai scelto lei, quindi tanto valeva mettersi l’anima in pace una volta per tutte no? Fu Lucas a risvegliarla dai suoi pensieri.

“Ti piace?”

“è meraviglioso, sono senza parole.” Disse, voltandosi verso di lui.

Lui fissò i suoi occhi in quelli di lei, sorrideva.

“ non preoccuparti, non servono parole.”

Detto questo, si avvicinò lentamente al suo volto carezzandolo con una mano, chiuse gli occhi e la baciò.

Harley rimase stupita da quel gesto, ma quel tenero bacio le piaceva, le labbra di Lucas erano soffici e calde, e stare vicino a lui la faceva sentire bene, eppure non riuscì a non pensare a Nick, a come sarebbe stato baciare lui. Fu in quel momento, con le sue labbra poggiate su quelle di Lucas, che Harley si rese veramente conto di quanto desiderasse Nick, ma lui non avrebbe mai scelto lei. Lucas invece dopo solo poche ore la stava facendo sentire bella e importante, e decise che dopotutto non c’era nulla di male nel dare una possibilità a Lucas, e chissà, magari avrebbe anche dimenticato Nick. Dopo qualche secondo lo squillo di un cellulare riportò entrambi alla realtà, era Emily che ricordava ad Harley che era ora di tornare.

“ scusa, era mia madre, devo tornare a casa. Puoi riportarmi dalla mia amica?”

“ se vuoi ti porto a casa, non ci sono problemi.” Propose Lucas.

“ e lasciare la mia amica là da sola? No. È rimasta lì ad aspettarmi fino adesso, non sarebbe giusto mandarla via da sola per sms.”

“Va bene, ti riporto da lei allora.”

Così risalirono in macchina e tornarono da Hope, appena arrivarono la trovarono seduta su una panchina che chiacchierava con un ragazzo, Harley le si avvicinò, seguita da Lucas.

“ Ciao bella, scusa se ti ho fatta aspettare, ora però ci tocca andare perché mia mamma mi ha chiamata.”

Hope sorrise all’amica appena la vide sorridere.

“ Certo, andiamo. A proposito, lui è Justin, mi ha fatto un po’ di compagnia intanto che aspettavo.”

Fatte le presentazioni, Hope e Justin e Harley e Lucas si salutarono, le ragazze salirono in macchina e partirono. Mentre Hope guidava l’amica non resistette alla curiosità.

“ Allora quel Justin? Ho visto il tuo sorriso e lui è davvero carino, che mi dici?”

“ beh niente, è carino, e mi ha fatto compagnia quando ha visto che me ne stavo lì tutta sola si è fermato un po’ a chiacchierare, mi ha lasciato il suo numero e si, spero di rivederlo. Tu piuttosto, dove ti ha portato Lucas?”

Ad Hope Lucas non piaceva, forse perché era di parte e un po’ tifava per Nick, forse perché le aveva dato l’impressione di uno da una botta e via, ma, quale che fosse il motivo, di una cosa era sicura: non avrebbe in alcun modo influenzato Harley con la sua opinione su di lui, voleva che non smettesse di vederlo solo perché a lei non piaceva, aveva una tremenda paura che lui la facesse soffrire, ma non poteva basarsi solo sulle apparenze, non sarebbe stato corretto.

“ è stato molto dolce, mi ha portato sulla collina dove giocavamo sempre da piccoli, abbiamo guardato le stelle e…- esitò, ritornando con il pensiero su quella collina con Lucas- mi ha baciata.”

Hope rimase stupita, l’aveva baciata? Sperò con tutta se stessa che non fosse un tipo da una botta e via, ma lei aveva detto che era stato dolce, quindi forse non doveva preoccuparsi.

“ Davvero? E tu?”

“ Io cosa?” chiese Harley, non capendo dove l’amica volesse andare a parare.

“ tu come hai reagito?”

“ beh… ci sono stata, mi ha fatto sentire bene, era un bel bacio, però…”

Harley esitò, non poteva ignorare il fatto di aver pensato a Nick durante quel bacio.

“ Però?” la invitò a proseguire Hope.

“ Beh… ecco… durante il bacio ho pensato a Nick. Non so che fare Hope, mi sto rendendo conto che mi piace davvero, ma so benissimo che è impossibile, non ci conosciamo abbastanza.”

“ Questo non vuol dire niente Harley, puoi prenderti tempo per conoscerlo meglio, ma non commettere degli errori solo perché hai paura, anche lui è interessato a te, si vede.”

“ Non lo so Hope, dopotutto Lucas non è poi così male.”

Harley non dubitava della sua amica, sapeva che aveva ragione, forse avrebbe dovuto cercare di conoscere meglio Nick, ma non credeva che lui fosse interessato a lei come diceva Hope. Era vero, aveva paura, aveva una dannata paura di scoprire che a Nick non importasse nulla di lei, e non riusciva a non farsi dominare da questa paura. Lucas dopotutto era al suo fianco, forse lei non provava per lui quello che provava per Nick, ma lei in quel momento aveva un disperato bisogno della serenità che quel bacio le aveva dato.

Le due amiche arrivarono a casa di Harley e si salutarono. Nonostante la preoccupazione per la sua amica l’ultimo pensiero di Hope quella sera andò a Justin e si addormentò sorridendo.



ANGOLO AUTRICE:
Prendete a pugni Lucas da parte mia? Lo detesto profondamente, anche se so come si svolgerà la storia. Ok ora mi direte: sei tu la scrittrice, di che ti lamenti? Sistema le cose! è vero, però non posso, ora che i personaggi sono stati creati, ognuno con il suo carattere, ormai sono quasi loro che scrivono la storia, sono vivi nella mia mente e agiscono di testa loro, io metto solo per iscritto quello che fanno, lo so è un concetto strano, però è così, e vorrei mandare all'ospedale Lucas, anche se mi serve ancora:). Vabbè passo alle recensioni che è meglio!XD

robyyydunkina88: grazie degli auguri, spero ti piaccia anche questo capitolo, e se non odi ancora Lucas al prossimo capitolo lo odierai di sicuro!XDXD Sono crudele lo so, ma voglio bene ad Harley e sarò clemente dai:)
alexis7: Grazie di cuore degli auguri!  Hai indovinato! Si è messo in mezzo tra loro, e Harley nonostante pensi a Nick sceglie Lucas, ha paura di soffrire, ma sarà la scelta giusta? Lo scoprirai nel prossimo capitolo:) Nick condivide le stesse paure di Harley, ma posso anticiparti che credo già dal prossimo capitolo rientrerà in scena, ma non ti dico altro:) grazie di cuore dei complimenti, alla prossima.
TerryDreamy 93: ecco la mia emailomane preferita! Non preoccuparti per il ritardo, non ti prenderò a sediate solo per quello:) Poveri Nick, Harley e Lucas, se li prendi a sediate devo mandarli all'ospedale, e vabbè per Nick e Lucas, ma povera Harley, ne è appena uscita e vuoi farla tornare in ospedale?XDXD Si in effetti Harley ha probabilmente fatto la scelta sbagliata, e la prenderei anche io a sediate per questo, ma poi la rimando in ospedale e non va bene. Sono contenta che ti piaccia il personaggio di Hope, perchè in effetti è quasi il mio personaggio preferito, anche se ha un ruolo secondario rispetto ad Harley, ma ho messo un pò di me in lei, l'amicizia che la lega ad Harley e il suo tenere a lei quasi oltremisura viene dalla mia personalità, e credo sia per questo che è il personaggio che mi è più facile scrivere:) Lucas lo odierai ancora di più nel prossimo capitolo, ma spero che cambierai idea in tempo per il ruolo che ho deciso di dargli dopo (e che tu sai bene:)). Ops mi sono lasciata trascinare e ti ho scritto un papiro, scusa, ma sai com'è:) sono abituata alle nostre mail:) un bacio, alla prossima.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***




Capitolo 19

Da quella sera passarono due settimane. Due settimane in cui Harley si era vista spesso con Lucas, si trovava davvero bene con lui e cominciava a pensare sul serio all’idea di poter avere una storia seria con lui. Nick l’aveva chiamata più volte, le aveva proposto di vedersi per chiacchierare un po’, ma lei aveva sempre rifiutato, o inventandosi una scusa o perché doveva uscire con Lucas. Aveva paura di soffrire se si lasciava andare troppo con Nick, invece Lucas sapeva darle la tranquillità di cui aveva bisogno, con ogni bacio la faceva stare bene, non eccezionalmente forse, ma con lui era tranquilla, e questo le bastava.

Come capitava ormai spesso, quella sera Harley uscì di casa diretta alla piazza della cittadina in cui viveva dove avrebbe trovato Lucas ad aspettarla come sempre. Avrebbe potuto farsi venire a prendere a casa ma non aveva ancora parlato a Lucas di sua madre, e sentiva che era presto per presentarglielo, così con qualche piccola bugia usciva quasi ogni sera per vedersi con lui.

Quella sera però non sarebbe andata come sempre, anche se Harley non lo poteva ancora sapere.

Raggiunse la sua macchina e vi salì, trovando riparo dal freddo esterno.

“ Ciao” lo salutò con un sorriso.

“ Ciao” rispose lui con tono spento, continuando a fissare il volante.

Harley si accorse che qualcosa non andava.

“ Che succede Lucas?”

“ Devo dirti una cosa.”

Lucas si sentiva uno straccio, sapeva che quello che doveva dirle l’avrebbe fatta soffrire.

“ dimmi, non ti mangio mica.”

Lei stava cominciando a preoccuparsi, ma tentò comunque di sorridergli per fargli coraggio. Lui però continuava a fissare il volante e non se ne accorse, da quando era arrivata non gli aveva ancora rivolto uno sguardo, era molto diverso dal solito, quando la abbracciava e la baciava appena la vedeva.

“ Ieri sera sono andato a suonare in quella discoteca come ti avevo detto, e tra una canzone e l’altra… beh sai com’è… un cocktail dopo l’altro… mi sono ubriacato, e sono andato a letto con un’altra.”

Harley non riusciva a crederci, era andato a letto con un’altra? E lei che credeva che lui fosse una certezza per lei, che di lui si potesse fidare, era convinta che lui non l’avrebbe mai fatta soffrire, invece si era sbagliata su tutto, Lucas non era la scelta giusta per lei, e l’aveva imparato a sue spese, Hope aveva ragione, aveva agito spinta dalla paura e aveva sbagliato, e se avesse sbagliato anche su Nick? Se Hope avesse avuto ragione anche su quello? Se davvero lui fosse stato interessato a lei? No, non poteva essere possibile, non si conoscevano, lui non poteva essere interessato a lei, non era nemmeno una bella ragazza. O almeno questo era quello che credeva lei. Lucas continuò, notando il suo silenzio.

“ Lo so che non stiamo insieme quindi non devo rendere conto a te di quello che faccio e con chi, però, non so perché, ma mi sembrava giusto dirtelo. Almeno evitiamo future incomprensioni.”

Harley si sentiva sempre di più una stupida, come poteva aver dato fiducia ad una persona che aveva finito per trattarla così? Sentì le lacrime premere per uscire ma cercò di trattenersi, non voleva piangere davanti a lui.

“mi dispiace” disse solamente.

“ per cosa?” chiese lui, senza capire.

“ mi dispiace di aver riposto la mia fiducia nella persona sbagliata.”

Harley fece per scendere dalla macchina.

“ eddai te l’ho detto, ero ubriaco! Non sapevo quello che facevo!” tentò di scusarsi lui.

“ potevi pensarci prima. Addio Lucas.”

Senza ascoltare i tentativi di Lucas di fermarla, Harley scese dalla macchina e se ne andò.

Nonostante la calma che aveva ostentato davanti a lui Harley sentiva ancora le lacrime affacciarsi ai suoi occhi, si sentiva una stupida, perché non aveva dato retta ad Hope? Perché non aveva considerato nemmeno per un momento che Lucas non fosse quello che lei credeva? Ripensandoci si rendeva conto che per quanto bello potesse essere stato, quel primo bacio con lui era avvenuto troppo presto, dopo poche ore da che si erano rivisti, avrebbe dovuto immaginare che per lui lei potesse essere solo un’avventurella da poco.

Decise di non tornare a casa, non voleva che sua madre si preoccupasse la vedesse piangere, e sapeva che non sarebbe riuscita a trattenersi fino a casa. Andò in un parco poco distante, si sedette su una panchina e cominciò a piangere, non riuscendo più a trattenersi, per fortuna a quell’ora non c’era mai quasi nessuno nonostante il parco fosse ben illuminato.

Pochi minuti dopo due braccia forti la strinsero, e una voce familiare le sussurrò all’orecchio:

“ Non sono lacrime quelle che ti rovinano il viso, vero?”

Harley alzò lo sguardo sorpresa e si trovò davanti il sorriso confortante di Nick, era incredibile, ogni volta che aveva bisogno di lui, compariva al suo fianco. Lui le asciugò le lacrime e continuò.

“ Nessuno merita le tue lacrime Harley, non dimenticarlo mai.” Le disse lui dolcemente.

La abbracciò, e lei appoggiò la testa sulla sua spalla. Lei stava così bene tra le sue braccia, se solo avesse saputo prima che la serenità che aveva così disperatamente cercato sulle labbra di Lucas, l’avrebbe trovata in un semplice abbraccio di Nick…

“ sono una stupida” si lasciò sfuggire.

“questo non è vero. Che è successo?”

Nick le accarezzava i capelli mentre parlavano, sembrava una bambina indifesa mentre cercava rifugio tra le sue braccia, e Nick sperò che non si accorgesse di quanto a lui battesse il cuore mentre la stringeva a sé. Da quando lei per telefono gli aveva detto che aveva cominciato ad uscire con un certo Lucas, la gelosia che aveva da subito provato l’aveva messo davanti alla realtà dei fatti: lui voleva lei e nessun’altra, si stava innamorando di lei ed era inutile continuare a negarlo a sé stesso.

“ ho dato fiducia alla persona sbagliata, per paura di soffrire mi sono affidata a lui, credendo che fosse rimasto l’amico che era, invece si è scopato un’altra senza troppi problemi…”

“ Che ha fatto?” la interruppe Nick, incredulo. Avrebbe voluto spaccargli la faccia, non poteva permettersi di fare soffrire Harley!

“ Beh ma ha ragione lui, non stavamo insieme, lui può fare quello che vuole, sono io che come una stupida mi sono affidata ciecamente a lui.”

Lui la guardò negli occhi, per farle capire che era sincero.

“ Harley, se lui fosse seriamente interessato a te e alla tua felicità, non andrebbe con altre. Non ci saresti che tu nella sua vita, e non riuscirebbe nemmeno a concepire l’idea di poter toccare un’altra ragazza come vorrebbe toccare te. Ti rispetterebbe e rifiuterebbe ogni occasione di farsi “una scopata”.”

Stava parlando di Lucas, ma Nick sapeva bene che in realtà era quello che lui provava per lei.

“ Grazie Nick.” era sincera, era davvero grata a Nick per non averla mai lasciata sola.

Lui le sorrise e le prese la mano.

“ Non mi ringraziare, piuttosto vieni con me, ti porto a mangiare il miglior gelato di tutta l’Inghilterra!”

“ e come fai a dirlo? Hai girato tutte le gelaterie d’Inghilterra?” lo stuzzicò lei, ritrovando in un attimo il sorriso.

“ No, in effetti no, però è davvero buono!”

Harley quasi correva per riuscire a stare dietro a lui che la tirava per la mano, in preda ad un’eccitazione degna di un bambino di cinque anni, non riuscì a fare a meno di ridere. E pensare che fino ad un attimo prima piangeva!

  Nick, hai idea del fatto che siamo in inverno e che il gelato in questa stagione non è molto indicato?”

Lui le sorrise, era felicissimo, aveva fatto ritrovare il sorriso ad Harley. Era bellissima quando rideva, e avrebbe venduto l’anima al diavolo perché lei potesse essere sempre felice.

“ Vorrà dire che poi ti offrirò una cioccolata calda!”

Harley capì che era inutile cercare di contraddirlo, era proprio un bambino, però era felice, così lo seguì fino alla macchina e partirono, diretti alla gelateria.


ANGOLO AUTRICE:
Finalmente Lucas si è levato dai piedi, sarà per sempre? O tornerà? Faccio la cattiva e non ve lo dico! (Il tirocinio con i bambini di 5 anni mi ha ridotto ad usare un linguaggio piuttosto infantile, scusate!XD) Che dire? Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e vi anticipo solo che nel prossimo capitolo, beh accadrà qualcosa che penso vi piacerà:) Ok ora la smetto altrimenti vi spoilerizzo tutto! Passiamo alle vostre magnifiche recensioni (a proposito, preferite questo metodo per le risposte oppure preferite che risponda direttamente nella casella messaggi? Fatemi sapere:)):

alexis7:  Nick è geloso marcio, ma almeno si è reso conto di quello che prova per lei finalmente, Lucas è uscito di scena (Per sempre? chi lo sa!) e Harley e Nick sono alle prese con quella che sembrerebbe proprio un'uscita. Che succederà? Beh penso che il prossimo capitolo ti piacerà, non dico altro così non ti faccio spoilerXD Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, alla prossima!

robyyydunkina88: Heart Beat è a posto, per quanto riguarda Lucas... beh si è mostrato nella sua vera natura di uomo e Harley l'ha scaricato (ma sarà davvero finita qui?) e Nick è sopraggiunto sul cavallo bianco a consolare Harley, anche se è fissato con il gelato:) Comunuque ti posso solo dire che la gelateria avrà una sua importanza. :) Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo. Alla prossima!

TerryDreamy 93: Tesoro! è sempre una gioia leggere le tue recensioni! Alla fine hai visto perchè Harley ha detto addio a Lucas, per fortuna non le ha messo le mani addosso, altrimenti l'avrei sul serio depennato dalla storia! Si lo so, sono stata perfida, è il " ragazzo di troppo" che detestiamo tutte però un pò di umanità gliel'ho data (anche perchè visto quello che deve succedere...). Nick è rientrato in scena finalmente, e anche se ha avuto una veste un pò bambinesca alla fine del capitolo (il tirocinio influisce troppo nella mia scrittura mi sa:)). Si Justin è carino, anche se non avrà un ruolo importantissimo,  fatti pure i film mentali, non ho idee in proposito per lui, quindi chissà che non mi ispiriXD:) Harley, Nick e Lucas ringraziano di aver risparmiato loro le sediate, anche se Nick mi dice di chiederti di prendere a sediate Lucas nonostante tutto! Lo accontenti?:):) Spero che questo capitolo ti sia piaciuto anche se Nick era un pò infantile alla fine. Ci sentiamo presto, ti voglio bene.

Un'ultima cosa prima di lasciarvi. Mi faccio un pò di pubblicità:) Ho creato una pagina su facebook che se poi prende vita potrebbe diventare un punto di ritrovo anche fuori da EFP: http://www.facebook.com/pages/Wingedangel-EFP/188334194512264
Ok, ora mi zittisco che è meglio e vi lascio, ci sentiamo presto per il nuovo capitolo.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***




Capitolo 20
Mentre Nick guidava Harley era silenziosa, ripensava a suo padre e suo fratello, era probabilmente seduta nella macchina che li aveva uccisi, anche se non sembrava molto più grande di quella di suo padre, nonostante quello che avevano detto i poliziotti che erano arrivati a casa sua.
Nick notò che era silenziosa e triste, capì subito il motivo.
“ Sta tranquilla questa macchina è nuova, quella dell’incidente dopo averla riparata l’ho venduta, non riuscivo a guidarla, mi ricordava l’incidente ogni volta che ci salivo.”
Harley sorrise sollevata, le mancavano tantissimo suo padre e suo fratello, ma doveva essere forte, non voleva guastare l’umore anche a Nick.
“ Scusa una cosa, capisco che tu soffri di dipendenza da gelato congenita, però ormai è quasi l’una di notte, non credo che la gelateria sia aperta.”
Nick ci riflettè un attimo su.
“ Sì, in effetti non hai tutti i torti, ma tentar non nuoce no?”
Harley sorrise, era davvero irrecuperabile! Di sto passo le avrebbe fatto girare tutta l’Inghilterra alla ricerca di una gelateria aperta.
“ Poi se la gelateria è chiusa, vorrà dire che ti offrirò la cioccolata calda!” continuò Nick.
Harley sospirò, era davvero senza speranza!
“ Si ma Nick, che figura ci faccio, in un bar all’una di notte, ad ordinare una cioccolata calda? Piuttosto ordino un Sex on the Beach.” Scherzò lei.
“ Harley, non ti facevo così disinibita, comunque se proprio vuoi il Willen Lake è qui a due passi, se poi vuoi proprio la spiaggia con il mare in un’oretta e mezza ci siamo, basta chiedere bellezza!” Le disse Nick sorridendo.
“ Scemo!” Scherzò lei dandoli una leggera spinta sulla spalla.
Nick sorrise vedendola felice, ci sarebbe andato sul serio al lago a far l’amore con lei, ma sapeva bene che non sarebbe stato solo sesso, la desiderava con il corpo e con  l’anima, si, forse l’amava, ma che importanza aveva? Dopo quello che aveva fatto al padre e al fratello di Harley lei non sarebbe mai stata con lui.
Arrivarono davanti alla gelateria, come temevano era chiusa, Nick fermò la macchina nel parcheggio.
“ Avevi ragione, purtroppo è chiuso. Vorrà dire che ti ci porterò un’altra volta. Cosa vuoi fare adesso?” Chiese Nick.
Fu in quel momento, nel parcheggio deserto di una gelateria in un paese quasi sconosciuto da tutti, che successe.
Successe quasi senza che lei se ne rendesse conto, un momento stava ascoltando quello che Nick le stava dicendo, il momento dopo le sue labbra erano poggiate su quelle di lui in un casto bacio. L’aveva baciato, ma come era possibile che non se ne fosse quasi resa conto? Era come se il suo corpo avesse agito senza aspettare lo stimolo dal cervello, eppure era impossibile! Fu un altro dubbio a scalzare prepotentemente dai suoi pensieri la preoccupazione su come potesse essere successo: “ e se lui non vuole? E se lui ora mi allontana? E se ho fatto solo una figuraccia?” d’un tratto Harley desiderò scomparire, oppure seppellirsi sotto terra. Fu quando sentì la mano di Nick carezzarle il volto e lui rispondere al bacio che si tranquillizzò, se non altro aveva ricambiato il bacio. Era ancora preoccupata per la reazione che lui avrebbe potuto avere quando quel bacio sarebbe finito, però il tocco delle dita di Nick la rassicurava, quel bacio sarebbe finito, certo, ma Harley per la prima volta nella sua vita decise che ci avrebbe pensato dopo, mise a tacere la sua mente e si godette quel bacio. Fu quel bacio a farla accorgere di quanto i baci di Lucas fossero niente a confronto, anzi, i baci di chiunque erano nulla se paragonati al momento di paradiso che Nick le stava regalando con un semplice bacio che lei gli aveva rubato ma che entrambi sembravano non voler far finire.
Furono molte le emozioni che Harley provò durante quel bacio, emozioni che sarebbe stato difficile descrivere una a una, emozioni che creavano un cocktail di felicità nel suo cuore. Ansia, paura e preoccupazione furono invece le emozioni che la assalirono non appena quei brevi istanti finirono e i loro volti si allontanarono lentamente.
Harley si appoggiò allo schienale dell’auto, lo sguardo fisso fuori dal parabrezza. Che sarebbe successo ora?
Nick non riusciva a credere a quello che stava succedendo,  Harley aveva appena posato le labbra sulle sue, l’aveva baciato, non riusciva a crederci. Superata l’iniziale sorpresa, le carezzò il volto con la mano, sfiorando la sua soffice pelle. Rispose al bacio con tutta la dolcezza di cui era capace, non poteva essere più felice, si rese conto in quel momento di quanto avesse realmente desiderato quel bacio. Dopo alcuni istanti quel bacio finì e lui notò che lei teneva lo sguardo fisso fuori, capì che era preoccupata per le conseguenze che quel bacio rubato potesse avere.
“ Harley” la chiamò.
Lei si voltò verso di lui, lo sguardo spaventato, lui le sorrise, posò un dito sotto il suo mento e le avvicinò il viso al suo, con le labbra a un millimetro dalle sue e gli occhi fissi in quelli spaventati di lei, le disse:
“ Non aver paura.”
Harley sentì il suo respiro sulle sue labbra mentre lui gli sussurrava quelle tre parole, questo bastò a tranquillizzarla, anche lui aveva voluto quel bacio, infatti fu lui questa volta a baciarla intensamente.
Entrambi non avrebbero mai voluto porre fine a quel meraviglioso bacio, ma fu lo squillo del cellulare di Harley ad interromperlo. Emily si era preoccupata non vedendo rientrare la figlia.
“ Devo tornare a casa.” Disse a Nick.
“ D’accordo principessa, corriamo a casa prima che la carrozza si trasformi in una zucca!” disse sorridendo lui.
“ Nick, mezzanotte è passata da un pezzo, e non mi pare tu stia guidando una carrozza ne una zucca!” lo punzecchio Harley.
“ Un po’ di fantasia mon amour.” Scherzò Nick.
Il cuore di Harley perse un battito.
“ come mi hai chiamata?” chiese, incredula.
“ scherzavo.”
Nick le sorrise, consapevole di averle appena mentito.
 
ANGOLO AUTRICE: 
Lo so la gelateria come sfondo può sembrare una stupidaggine, ma ho voluto descrivere quello che è stato il bacio più bello che io abbia mai dato ad un ragazzo, ed è stato esattamente in questo modo(a parte il discorso del non aver paura in effetti:)), lui poi si è rivelato essere interessato solo al sesso (come gran parte degli uomini) e ora a quanto ne so è soldato in Afghanistan, ma rimane il fatto che è stato il mio miglior bacio, però vi prometto che tra Harley e Nick farò finire meglio le cose:). Per questa volta le risposte alle recensioni le ho mandate nella vostra casella di posta, fatemi sapere quale metodo preferite. Un bacio, a presto.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21

Capitolo 21

Nick riaccompagnò a casa Harley, e appena arrivarono le chiese:

“ Hai da fare domani sera?

“ No, perché?” chiese Harley, felice di poter uscire di nuovo con lui.

“ Perché da adesso si, hai da fare domani sera.” Nick le sorrise.

“Ah si? E cosa avrò da fare domani?”

“ esci con me. Karaoke?” Propose lui.

“No! Te lo scordi! Io non canto!”

Solo all’idea di cantare davanti a Nick si sentì prendere dal panico. Non avrebbe mai cantato davanti a lui, nemmeno sotto tortura.

“ E chi ha detto che andiamo a cantare? Andiamo e ridiamo degli stonati che cantano!”

Harley sorrise a quella prospettiva.

“ Va bene vengo, ma non canto sia chiaro!”

Nick le sorrise e si avvicinò a lei, posandole un dito sotto il mento e guardandola negli occhi.

“ Non ti costringerei mai a fare nulla contro la tua volontà.”

Si avvicinò ulteriormente a lei e le sfiorò leggermente le labbra con le sue.

“Buonanotte principessa, ora vai, altrimenti la perfida matrigna non ti farà uscire domani sera.”

Nick sorrise, gli faceva uno strano effetto chiamare una persona splendida come Emilie “perfida matrigna”, ma appena notò il sorriso complice della ragazza nulla ebbe più importanza, nulla tranne lei. Avrebbe voluto stringerla a sé, baciarla e non lasciarla andare via, ma tra loro non poteva funzionare, dopotutto lui aveva ucciso metà della sua famiglia.

“ Va bene mio principe, torno dalla matrigna cattiva.” Rise Harley, stando al gioco. “ anche se da bravo principe dovresti rapirmi e portarmi via dalla matrigna cattiva non credi?” lo provocò.

“ Non dirlo un’altra volta altrimenti temo sul serio che lo farei.” Le rispose Nick, sincero.

Si salutarono poi Harley scese dalla macchina e rientrò a casa.

Quella notte Harley dormì veramente poco, ripensava ai baci che si erano scambiati, a cosa questo potesse significare e al Karaoke della sera successiva; appena si svegliò la mattina successiva mandò un sms a Hope.

“ ciao bella, ci sono novità, quando ti svegli devo parlare con te.”

Passarono pochi istanti e il cellulare di Harley prese a squillare. Era sicuramente Hope, rispose.

“ Ehi ciao, non mi aspettavo una tua chiamata così presto.” Esordì Harley.

La voce che sentì all’altro capo del telefono però non era quella dell’amica.

“ Buongiorno principessa, beh, sono le dieci, il sole è alto nel cielo e la mattinata è iniziata da un pezzo, ti ho svegliata per caso?”

Nick. Harley sorrise, non si sarebbe mai aspettata la sua chiamata, non così presto almeno, ma non poteva negare di essere felice.

“ no, è solo che mi sono appena svegliata.” Mentre parlava non poteva fare a meno di sorridere come un’ebete.

“ Bene, ho avuto un tempismo perfetto allora!” disse Nick con tono compiaciuto.

“ Certo, comunque che devi dirmi? Ci sono problemi per stasera?” chiese Harley, temendo di dover rimandare.

“ No, è tutto ok. Volevo solo sapere a che ora vuoi che ti passo a prendere.”

Harley ci pensò un’attimo su, aveva voglia di stare con lui più tempo possibile.

“Beh dopo cena non ho impegni, quindi dopo le 19 30 sono disponibile quando vuoi.”

“ Bene, ti lascio mezz’ora per prepararti e alle 20 sono lì ok?” propose Nick.

Cosa? Pensava veramente che in mezz’ora sarebbe riuscita a prepararsi? Non sapeva che lei avrebbe cominciato a prepararsi come minimo due ore prima, comunque accettò, la voglia di rivederlo era grande. “ perché mi sento così?” Si chiese, dopotutto nonostante i baci che si erano scambiati la sera prima era palese che non poteva funzionare tra loro, e allora perchè tutta questa voglia di vederlo? Perché non lo vedeva più semplicemente come l’assassino di suo padre e suo fratello? Perché solo pensare a lui la faceva sorridere?

“ Ok, ci vediamo stasera allora.” Rispose lei, prima di riattaccare.

Pochi secondi dopo il cellulare di Harley riprese a squillare, lei sorrise appena lesse il nome sul display.

“Buongiorno tesoro! Hai chiamato e il soldato Hope risponde! Dimmi tutto!”

Harley sorrise, l’amica era sempre la solita.

“ Hai bevuto?” le chiese, ridendo.

“ No, perché?” chiese Hope, stupita dalla domanda dell’amica.

“Ecco, immaginavo, solo tu sei capace di essere ubriaca senza bere!”

“ Certo, sono unica e inimitabile, piuttosto, che è successo?” chiese Hope, arrivando dritta al punto.

Harley non avrebbe saputo da dove cominciare se all’altro capo del telefono ci fosse stato chiunque altro, ma non con Hope, sapeva che con lei poteva parlare a cuore aperto.

“ Ho baciato Nick.” disse soltanto.

Sentì un’attimo di silenzio dall’altro capo del telefono, probabilmente Hope era rimasta stupita, ed era per questo che si aspettava che lei le rispondesse “che cosa?!”. Ma la risposta fu diversa.

“ Era ora! Com’è successo?” chiese curiosa l’amica.

Harley era stupita della reazione dell’amica, ma dopotutto sapeva che lei tifava per Nick, e nemmeno troppo segretamente. Sorrise prima di continuare.

“ Beh, mi stupisci, credevo sapessi come succedono certe cose, ho toccato le sue labbra con le mie, questo è un bacio” disse Harley, con tono da maestrina.

“ So come ci si bacia Harley! Sai cosa intendo!” rispose subito l’amica.

“ Beh, non so nemmeno io bene come sia successo. L’avevo incontrato in un parco dopo che con Lucas era finita, mi ha consolata e mi ha portato ad una gelateria, solo che era chiusa, e mentre decidevamo il da farsi quasi senza rendermene conto l’ho baciato.” Confessò.

“e…” la spronò Hope.

“ e lui pare che ci sia stato, poi mi ha baciato lui. Hope è stato fantastico! Stasera ci rivediamo, andiamo al Karaoke!”

“ wow! Bello! Lucas è definitivamente fuori dai piedi quindi?”

Harley raccontò all’amica quello che era successo con Lucas, e di come poi Nick l’avesse consolata.

“quindi ora ammetti che lui ti piace.” La provocò Hope, voleva che lei si rendesse pienamente conto di ciò che provava per lui.

“ si, va bene, un po’ mi piace, ma non può funzionare tra noi, dopotutto ha ucciso mio padre e mio fratello, cosa penserebbe la gente se ci vedesse insieme?”

Hope scosse il capo, rassegnata.

“ Harley, io ti voglio bene, ma lasciatelo dire: siete due cretini colossali!” le disse sorridendo.

“ Come scusa?” chiese Harley, stupita, ma non infastidita, conosceva l’amica, sapeva che non l’aveva detto con cattiveria.

“ ma si! Vi piacete entrambi un sacco, ma accampate scuse assurde per non provare ad essere felici insieme! Andiamo Harley, lo sai benissimo che non ti è mai fregato niente dell’opinione della gente. Pensino quello che vogliono, ma non ti permetterò di buttare al vento la tua felicità! Ora ti devo lasciare che sto per iniziare lezione, intanto tu vedi di divertirti con lui stasera, e lascia il tuo cervello bacato a casa mi raccomando!”

Detto questo Hope riattaccò, Harley sorrise, forse l’amica non aveva tutti i torti, forse anche stavolta aveva ragione.


ANGOLO AUTRICE:
Chiedo scusa per il ritardo nell'aggiornamento ma tra il viaggio a Rimini e lo studio non sapevo davvero dove trovare il tempo, spero mi perdonerete, intanto ringrazio tutte per le recensioni, le risposte arriveranno a breve in casella. Grazie a tutte, spero che questo capitolo vi piaccia, anche se la parte clou me la sono riservata per il prossimo:) Un bacio a tutte, a presto.

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


capitolo 22

Vestito di Harley per l'uscita con Nick

Capitolo 22

Harley quella sera era in preda all’agitazione, aveva cominciato a prepararsi alle 3 del pomeriggio per paura di fare tardi, e alle 8 meno cinque era già pronta da un pezzo, in un vestitino nero molto semplice ma molto carino, a rimuginare su cosa sarebbe potuto succedere.

Non appena sentì suonare il campanello corse alla porta, si controllò un attimo allo specchio lì vicino ed aprì. Sapeva che era Nick, ma appena i suoi occhi blu incontrarono i suoi sorrise, era felice ogni volta che era con lui, nonostante non sapesse spiegarsene il motivo.

“ Sei stupenda stasera principessa!” le disse sorridendole.

Lei arrossì a quel complimento, imbarazzata. Non si sentiva per niente stupenda, ma sentirlo dire da lui la lusingava e la faceva sentire al settimo cielo.

Nick appena la vide arrossire sorrise, era così tenera quando arrossiva, quella ragazza gli piaceva sempre più, e ciò non poteva far altro che renderlo ancora più sicuro della sua scelta.

“ bene principessa, andiamo?” le chiese, porgendole la mano.

Harley prese la sua mano e in un attimo tutti i suoi dubbi svanirono, era con lui, e con lui si sentiva felice, non le importava altro. Lui le aprì la portiera, aspettò che lei si sedesse in macchina poi si sedette anche lui e partirono.

Arrivarono al pub dove ci sarebbe stato il karaoke, ma dovevano aspettare almeno mezzanotte prima che il pub si popolasse e si iniziasse con il karaoke, così presero da bere e iniziarono a chiacchierare, a conoscersi meglio.

Più lui la guardava più si rendeva conto che, anche se lei non avrebbe mai accettato, era lei tutto ciò che poteva desiderare, sapeva che l’incidente che le aveva permesso di incontrarla le avrebbe per sempre precluso ogni possibilità con lei, eppure il suo cuore continuava a battere in modo strano. Perché se non doveva nascere niente tra loro lui non riusciva a smettere di pensare a lei? Perché solo all’idea di non rivederla più stava male? Lei l’aveva perdonato per l’incidente, ma da lì ad accettare una storia con lui… eppure non poteva cambiare idea proprio ora, così si fece coraggio e appena iniziò il karaoke le disse:

“ Mia principessa mi aspetti qui qualche minuto?”

“ va bene, ma dove vai?” le chiese lei, stupita.

“ beh, vado in bagno.” Mentì lui.

“ ah ok, ti aspetto qui.” Rispose lei sorridendogli.

Nick però non andò in bagno, si avvicinò al piccolo palchetto che avevano allestito per il karaoke e dopo essersi messo d’accordo con il responsabile in merito alla canzone, salì sul palco.

Harley appena vide Nick salire sul palco sgranò gli occhi, davvero aveva intenzione di cantare? Vabbè, che può esserci di male, si disse. Gli sorrise mentre lui si avvicinava il microfono alle labbra.

“ Ho sentito questa canzone ieri, tornando a casa, e ho pensato che è perfetta per quello che voglio dirti, principessa. Quindi, se adesso sono qui a rendermi ridicolo davanti a tutti è per te.”

Harley avrebbe voluto sparire per l’imbarazzo, ma nessuno poteva sapere a chi esattamente si stesse riferendo Nick, così si tranquillizzò un po’.

Partirono le note di una canzone che lei non conosceva, ma potè leggere il testo che scorreva in video. “ Plain White T’s – Write you a song”

Nick cominciò a cantare e Harley dovette riconoscere che non aveva poi una brutta voce, la canzone era bellissima, molto dolce, e sapeva tanto di dichiarazione. Nick la guardava negli occhi mentre cantava e a lei bastava un solo sguardo a quegli occhi per rendersi conto che tutto quello che lui cantava lo pensava sul serio. Quindi lui era innamorato di lei? Harley non poteva crederci, allora davvero lei gli piaceva, non poteva essere più felice, ed un’altra volta dovette dar ragione ad Hope.

Nick finì di cantare, restituì il microfono e tornò a sedersi al tavolo di fronte ad Harley, lei era rimasta senza parole, non sapeva che dire, era felice, felice di poter finalmente stare accanto a Nick senza aver paura di far trasparire le sue emozioni, non avrebbe più dovuto nascondere quanto si sentiva bene con lui, eppure le parole non uscivano. Non fu necessario, fu lui a parlare.

“ Harley, so bene che dopo l’incidente tu non potresti mai accettarmi, quindi non sentirti in colpa o dispiaciuta per me nel rifiutarmi, so che non posso sperare che tu mi dica di si, e so che ti stai chiedendo perché l’ho fatto allora. Beh, non lo so, so solo che mi sembrava giusto dirtelo, mi sembrava giusto mettere in chiaro quello che non posso più negare di provare per te.” Il tono di Nick, nonostante le avesse appena detto di amarla, era triste, per la consapevolezza che sarebbe stato impossibile che lei ricambiasse.

Harley dal canto suo era felice, e continuava a pensare a quanto la sua amica avesse avuto ragione.

“Aveva ragione Hope: siamo due cretini colossali.” Disse solamente, ripensando alle parole della sua amica.

Nick la guardò, senza capire.

“ Come scusa?” chiese, stupito.

Ci piacciamo da matti entrambi, e ci siamo aggrappati ad ogni scusa possible per non ammetterlo nemmeno a noi stessi per paura che l’altro non ricambiasse. Se ne erano accorti tutti, solo noi non ce ne accorgevamo, è assurdo.” Spiegò semplicemente lei, sorridendo.

Lui la guardò stupito e incredulo.

“ quindi anche tu…” Nick non riusciva a crederci, si era tanto preoccupato di ricevere una risposta negativa, che non aveva mai pensato che lei potesse dirgli di sì.

Harley gli sorrise dolcemente.

“Sì, anch’io.” Disse solamente.

Il sorriso di Nick si aprì ancora di più, senza pensarci due volte si alzò dal tavolo, prese Harley per mano e la fece alzare.

“ Andiamo.” Le disse solamente.

“ e dove?” chiese Harley, non ricevendo risposta.

Cercando di ignorare Nick che la stava tirando verso la cassa, recuperò la giacca e la borsetta e lo segui. Nick lasciò alla cassiera cento sterline, “ tenga il resto” disse. La cassiera si aprì in un sorriso, probabilmente non avrebbe più ricevuto simili mance in tutta la sua vita, dopotutto avevano solo preso da bere.

Nick non se ne curò più di tanto e trascinò Harley fuori dal locale. Appena fuori le fece appoggiare la schiena contro il muro, e guardandola negli occhi le si avvicinò. Il bacio che seguì fu il più dolce, appassionato e consapevole che Harley avesse mai ricevuto, e sarebbe probabilmente durato molto di più se il cellulare di Harley non avesse cominciato a suonare insistentemente. Harley lo prese in mano e lesse il nome sul display. Lucas.



Vi allego la canzone che Nick canta ad Harley, non l'ho inserita direttamente nel capitolo per non appesantirlo:
I don't know how to make lots of money
I got debts that I'm trying to pay
I can't buy you nice things, like big diamond rings
But that don't mean much anyway

I can't give you the house you've been dreaming

If I could I would build it alone

I'd be out there all day, just hammering away

Make us a place of our own

I will write you a song
That's how you'll know that my love is still strong
I will write you a song
And you'll know from this song that I just can't go on without you

I don't know that I'd make a good soldier
I don't believe in being violent and cruel
I don't know how to fight, but I'll draw blood tonight
If somebody tries hurting you

I will write you a song
That's how you'll know that my love is still strong
I will write you a song
And you'll know from this song that I just can't go on without you

Now that it's out on the table (it's out on the table)
Both of us knew all along (knew all along)
I've got your loving and you've got my song

I don't know how to make lots of money
I don't know all the right things to do
I can't say where we'll go, but the one thing I know
Is how to be a good man to you
Until I die that's what I'll do

I will write you a song
That's how you'll know that my love is still strong
I will write you a song
And you'll know from this song that I just can't go on without
I will write you a song (I will write you a song)
That's how you'll know that my love is still strong (love is still strong)
I will write you a song
And you know from this song that I just can't go on without you


ANGOLO AUTRICE:
Che dire? Alla fine pare che si stiano finalmente dando da fare quei due! Ma siccome eravate molto preoccupate per lui ecco che ho fatto tornare in scena il caro vecchio Lucas:) Cosa vorrà ora da Harley? Beh lo vedremo nel prossimo capitolo. Risposte alle recensioni come sempre in casella. Grazie a tutte le mie fedeli recensitrici e a chi a messo la mia storia tra le seguite, le preferite e le ricordate, un bacio a tutte, alla prossima.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Capitolo 23
Lucas, appena Harley era scesa dalla sua macchina la sera precedente, era andato in un pub lì vicino a bere qualcosa, come faceva sempre quando combinava qualche casino. Peccato che poi finisse inevitabilmente completamente sbronzo, ma non sapeva che altro fare, non voleva tornare a casa, l’alcol l’aveva appena messo nei casini e stavolta non si sarebbe ubriacato, si sarebbe saputo regolare.
Appena entrò nel pub, andò a sedersi al bancone. Una ragazza bionda molto carina, con due magnetici occhi azzurri gli si avvicinò appena lo vide seduto al bancone.
“ Cosa prendi?” gli chiese, senza troppi preamboli, dopotutto quello era il suo lavoro.
Lucas intanto stava ripensando alla reazione di Harley, a come fosse rimasta in apparenza calma, a come se ne fosse semplicemente andata senza dire una parola più del necessario. La sua reazione l’aveva lasciato spiazzato e turbato, l’aveva delusa, e questo gli lasciava una sensazione più negativa dell’idea di averla fatta soffrire, si sentiva uno schifo all’idea di averla delusa, ma non riusciva a spiegarsi il senso di quelle emozioni, dopotutto lui non aveva mai nutrito un serio interesse per lei, eppure sapere di averla delusa lo turbava profondamente.
“ Allora? Prendi qualcosa?” gli chiese di nuovo la ragazza, ora leggermente spazientita.
Quella voce lo risvegliò bruscamente dai suoi pensieri.
“ Oh si scusami, mi ero un attimo perso nei miei pensieri. Un Gin Tonic grazie.”
Lei cominciò a preparargli il drink, e mentre lavorava gli chiese:
“ è a una donna che stavi pensando vero?”
Lui la guardò stupito mentre prendeva il drink che lei gli stava porgendo.
“ Sì, ma tu come fai a saperlo?”
“ beh, perché solo una donna sa ridurre così un uomo.” Disse lei, semplicemente.
Lui si trovò costretto a darle ragione, dopotutto, come avrebbe potuto darle torto? Finì subito il suo drink e ne ordinò un altro, tanto che male avrebbero potuto fargli due drink?
“Che è successo? Ti va di parlarne? Ti farebbe meglio che berci sopra.” Propose lei, intuendo come sarebbe rischiata di finire la serata se lui continuava a bere così velocemente quei drink.
A Lucas non andava molto di spifferare i fatti suoi ad una sconosciuta, ma era anche vero che di lì a poco non l’avrebbe più rivista, quindi avrebbe anche potuto aprirsi con lei, dopotutto si era subito mostrata disponibile nei suoi confronti.
“ Ma nemmeno ci conosciamo” obiettò lui, curioso di vedere la sua reazione.
“ Piacere, Claire, e tu sei?” gli chiese solamente, stupendolo.
“ Io sono Lucas, piacere.” Rispose lui, sorridendo.
“ Bene, ora ci conosciamo, vuoi raccontarmi chi ti ha ridotto così?” gli domandò lei, sorridendogli di rimando.
Lucas finì il suo drink e ne ordinò un altro, poi cominciò a raccontarle tutto.
Alla fine del suo turno Claire sospirò, alla fine era andata proprio come aveva temuto, lui ubriaco marcio e lei che lo aiutava a salire nella sua macchina per portarselo a casa sua a dormire perché non era più nemmeno in grado di spiegarle dove fosse casa sua, ma era anche disposta a portarselo a casa piuttosto di farlo guidare e firmare la sua condanna a morte. Arrivata a casa, spiegò la situazione a sua madre poi lo accompagnò sul divano, dove Lucas si addormentò subito. Claire andò in camera sua e si mise a letto a sua volta.
La mattina successiva lei scese a fare colazione poi raggiunse Lucas, guardandolo dormire si rese conto che era davvero un bel ragazzo, e che mentre dormiva le faceva una grande tenerezza. Scacciò questi pensieri dalla sua mente e lo svegliò.
“ Ohi che mal di testa, ehi ma dove sono?” chiese Lucas appena sveglio.
“ Sei a casa mia, ti ho portato qui dopo che ho finito il turno al pub, eri ubriaco marcio e non volevo farti guidare, poi non hai saputo dirmi dove abiti così ti ho portato qui, ora però devi andare dai.” Gli spiegò lei.
“ oh… ok… aspetta un attimo! Non ho approfittato di te vero?” chiese lui, timoroso di aver fatto un’altra cavolata da ubriaco.
“ no, non hai fatto il bis, a proposito, forse dovresti andare a parlare con quella ragazza, non sarà il tuo tipo ma penso che delle scuse le meriti non credi?” il tono di Claire era serio.
Lucas si ricordò di averle raccontato tutto, e dovette riconoscere un’altra volta che aveva ragione.
“ Hai ragione, ora vado a casa, mi faccio una doccia, prendo un’aspirina, vedo di ricompormi poi la chiamo.”
“ diglielo di persona, Lucas. Non serve a nulla per telefono.”
Un’altra volta Lucas dovette darle ragione, anche se sarebbe stato tutto più facile per telefono, ma sapeva bene che la scelta più facile non era quella più giusta.
Si fece accompagnare da Claire al pub per riprendere la sua macchina, la salutò e tornò a casa. Prese un’aspirina per il mal di testa, si buttò in doccia. Si vestì poi si sedette sul divano, prese il cellulare pensando a cosa avrebbe dovuto dire ad Harley perché lei non rifiutasse di vederlo, sapeva di doverle delle scuse, ma non sapeva da che parte cominciare. Mentre pensava si addormentò sconfitto dalla stanchezza.
Quando si svegliò era mezzanotte, rimase di sasso appena si accorse di aver dormito altre sette ore, non aveva mai dormito tanto in una giornata, pensò di rimandare la chiamata ad Harley ma sapeva che rimandare non sarebbe servito a niente, era sabato sera quindi probabilmente lei era ancora sveglia.  Bevve un caffè poi si decise a chiamarla.
“ Che c’è Lucas?” le rispose.
Nick sentendo il nome di Lucas s’irrigidì. Cosa mai poteva volere dalla sua Harley dopo che era andato a letto con un’altra? Sentì fremere le mani, sperò solo che non le avrebbe chiesto di incontrarsi da qualche parte perché altrimenti non sapeva se sarebbe riuscito a contenere la rabbia nei suoi confronti trovandoselo davanti.
“ Ti aspetto tra mezz’ora in piazza, devo parlarti.” Le disse lui.
“ io però no.” Le rispose lei, fredda.
“ ti prego, vieni. Non posso dirtelo per telefono.” Era giunto persino a pregarla, sapeva che doveva scusarsi con lei a tutti i costi.
“ Va bene, tra mezz’ora saremo lì, ma non sarò da sola.” Gli disse, prima di riattaccare.
“ Era Lucas?” le chiese Nick, anche se già conosceva la risposta.
“ Sì, proprio lui.”
Nick le si avvicinò guardandola negli occhi, quegli occhi che potevano fargli dimenticare tutta la rabbia che provava verso Lucas, e le accarezzò il volto.
“ Sai, dovremmo denunciarlo per interruzione di bacio perfetto” le disse, prima di unire nuovamente le loro labbra in un bacio profondo e appassionato, finalmente consapevoli di quello che provavano l’uno per l’altra.
Nick la stringeva forte a sé durante quel bacio, quasi non volesse farla andare via, quasi ad accertarsi che esistesse veramente, perché quello che stava provando in quel momento era decisamente troppo bello per essere vero.

ANGOLO AUTRICE:
Lucas sembra rientrato in scena, disturberà ancora la storia che sta nascendo tra i nostri protagonisti? Tra l'altro sembra proprio che Nick lo incontrerà (l'ho deciso visto che vedevo che ci tenevate XD) che succederà secondo voi? Si arriverà alle mani o no? Grazie a tutte per le recensioni e a chi mi segue in silenzio, risposte alle recensioni in casella. Alla prossima, un bacio.

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Capitolo 24
Quel bacio durò molto a lungo, e quando finì Harley guardò negli occhi Nick. Era così felice della piega che le cose avevano preso tra loro, e le dispiaceva dover interrompere la magia per andare da Lucas.
“ Devo vederlo in piazza tra mezz’ora. Vieni con me?” chiese Harley.
“ Va bene, non ti lascio certo da sola con un altro sai?” scherzò lui.
Lei sorrise, stava così bene tra le sue braccia, avrebbe voluto stare abbracciata a lui per sempre.
“ dai, vieni, andiamo a vedere che vuole.” Le disse lui, sciogliendo l’abbraccio e prendendole la mano.
Lei e Nick salirono in macchina e si diressero verso la piazza. Appena arrivarono trovarono Lucas che li aspettava.
“ Ciao Harley, lui è un tuo amico?”chiese lui, curioso.
Nick prese la mano di Harley.
“ No, sono il suo ragazzo” disse Nick, convinto.
Lei lo guardò negli occhi, stupita ma felice, sapere di potersi ufficialmente dichiarare la fidanzata di Nick la faceva sentire al settimo cielo. Lui notò il suo sguardo ed annuì sorridendo, come a confermare che ciò che Harley stava pensando era vero.
“ Allora? Questo romantico teatrino è finito?” chiese Lucas, spazientito.
Nick si irritò ulteriormente a sentirlo parlare così, era lui quello che era arrivato a supplicare per vederla, non era nelle condizioni di fare quel genere di commenti.
“ Va bene, Harley, andiamo a fare il “romantico teatrino” da un’altra parte, a quanto pare quello che ti doveva dire non era poi così importante.” Disse lui, con disprezzo.
Nick cominciava a detestare profondamente Lucas, come si permetteva di rivolgersi a loro con quel tono quando era stato proprio lui a pregarla di andare da lui perché doveva dirgli una cosa importante? Nick strinse la mano ad Harley per cercare di calmare l’impulso di fare a botte con lui. Sapeva che solo lei avrebbe saputo calmarlo solo essendo al suo fianco.
“ Va bene scusa, è solo che non hai perso tempo vedo.” rispose lui rivolto ad Harley.
“ nemmeno tu prima di andare a letto con un’altra.” Rispose calma lei.
Nick la guardò, non credeva che lei ci pensasse ancora, non ora che erano finalmente insieme. Harley notò il suo sguardo geloso e sorrise, come poteva non aver capito che lei aveva detto quelle parole solo per zittire le insinuazioni di Lucas?
“ a proposito, era proprio di questo che volevo parlarti.” Cominciò Lucas.
Harley però lo interruppe, non le importava più nulla della scappatella di Lucas, non ora che aveva Nick al suo fianco.
“ senti, non mi importa più nulla delle tue scappatelle. Ora sono felice, non ci pensavo neanche più.”
Nick sì sentì felice e idiota allo stesso tempo. Era felice di sapere che la sua Harley fosse felice, e non riusciva a credere al fatto che la sua felicità era dovuta proprio a lui, lui che come un’idiota era andato a pensare che lei potesse essere ancora attratta da quel Lucas. Passò un braccio dietro la schiena ad Harley e la strinse a sé, godendo della semplice sua vicinanza.
“ Lasciami finire Harley. Ci abbiamo provato e non ha funzionato, d’accordo, ma non sono qui per chiederti di stare con me, anche perché ti vedo felice con lui, non potrei mai mettermi in mezzo. Sono qui per chiederti scusa per come mi sono comportato con te, avrei dovuto avere più rispetto per te e non pretendere che tu continuassi ad uscire con me, ti ho trattato male, e sento che almeno per questo devo scusarmi. Siamo stati molto amici da piccoli, non vorrei che ora arrivassimo a detestarci, vorrei che tornassimo ad essere amici come tanti anni fa. Ridere, scherzare, divertirci insieme senza nessun ulteriore coinvolgimento, e se vuole potrà esserci anche lui.” Disse indicando Nick. “ che ne dici Harley?”
Harley non si aspettava che fosse questo che lui voleva dirle, e finchè non si fosse messo in mezzo tra lei e Nick non aveva nulla in contrario, anche se tutto quello che in quel momento lei voleva era stare sola con lui.
“ va bene, proveremo ad essere amici, ma la prima volta che cerchi di metterti in mezzo tra noi taglio i ponti e non ci saranno scuse che tengano.” Chiarì lei.
“ non preoccuparti Harley, mi sono reso conto di non avere quel genere di interesse per te.” disse semplicemente Lucas.
A quelle parole Harley ci rimase leggermente male, dopotutto era un colpo alla sua autostima, sapeva bene di non poter piacere a tutti, però tra loro, anche se per poco, c’era stato qualcosa, e sentirgli dire quelle parole la turbò leggermente. Guardò Nick al suo fianco, e tutti i dubbi svanirono, poteva anche sembrare un mostro a tutti gli uomini sulla faccia della terra, ma finchè piaceva a Nick non le importava. Lei aveva Nick, il suo petto forte, la sua estrema dolcezza, le sue braccia forti pronte a stringerla, i suoi profondi occhi azzurri, tutto di quel ragazzo la rendeva felice, e se gli altri non erano attratti da lei, tanto meglio, questo avrebbe significato meno seccatori tra i piedi.
“ d’accordo, ora però vado, si sta facendo tardi.”
Detto questo Harley si diresse in macchina, mano nella mano con Nick. Non appena salirono in macchina però non partirono subito.
“ che c’è?” chiese lei, notando che Nick non metteva in moto.
Lui si limitò ad avvicinarsi a lei, e con il viso a pochi centimetri dal suo disse solamente:
“ sono in crisi d’astinenza da te.”
Il bacio che seguì fu molto intenso e passionale, tanto che rischiavano di andare oltre nonostante fossero in una macchina parcheggiata nel bel mezzo della piazza del paese, se il cellulare di Harley non li avesse interrotti di nuovo.
“ ma è un vizio allora!” sbottò rassegnato Nick. “ giuro che se è qualche altro ex dovrà rinunciare a vederti stasera! Ora sei mia, solo mia!” le disse, sorridendole malizioso.
Lei rise vedendo la faccia di Nick appena lei gli mostrò il cellulare, facendogli leggere il nome che lampeggiava sul display, prima di rispondere. Appena riattaccò lui le chiese:
“ mamma chioccia richiama il pulcino all’ovile?”
Harley rise.
“ eh già, mai che se ne vada a dormire e mi lasci stare fuori oltre il coprifuoco. Uff, non ho mica tre anni.”
Lui le sorrise, prima che il suo sorriso si spegnesse per quello che stava per dire.
“ Beh, per colpa mia ormai sei tutta la famiglia che le rimane, è naturale che si preoccupi per te, se dovesse perderti ne morirebbe.”
Lo sguardo di Nick era spento mentre metteva in moto l’auto e partiva diretto a casa di lei.
“ Ehi, noi ti abbiamo perdonato, e io mi sono addirittura innamorata di te, ora però tocca a te, devi perdonarti. Non è stata colpa tua, è stato un incidente.” Disse lei, sorridendogli per confortarlo.
Nick la guardò, sorrideva, cercava di farlo stare meglio, ma lui le aveva portato il padre e il fratellino, non poteva non sentirsi in colpa.
“ non è facile perdonarsi per aver fatto una cosa simile alla ragazza che ami.” Ammise lui.
Lei sorrise, le aveva detto che l’amava, e lei non poteva esserne più felice.
“ Beh, hai ragione, ma credimi, è molto più difficile farle provare una felicità tale da farle dimenticare tutto il dolore che ha provato per la perdita di suo padre e suo fratello solo tenendola tra le proprie braccia e dicendole di amarla.”
Lui la guardò stupito, parcheggiò la macchina davanti a casa di lei, l’abbracciò e la baciò con impeto. Nick era felice, e sapeva che questo era tutto merito della dolce ragazza che stringeva tra le sue braccia. L’amava, e non se la sarebbe mai lasciata scappare.

ANGOLO AUTRICE:
Scusate per l'enorme ritardo ma tra lo studio e le lezioni all'uni che sono ricominciate non ho molto tempo per scrivere, poi questo capitolo non ne voleva sapere di uscirmi così ci ho messo un secolo, scusate. Nick e Lucas si sono incontrati alla fine, e sembra che Lucas abbia lasciato il campo, sarà così? Beh, come si suol dire, chi vivrà vedra:) Alla prossima, un bacio a tutte.

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***



Capitolo 25

Nick la riaccompagnò a casa, nonostante non avesse nessuna voglia di far finire quella serata.
“ Se non conoscessi tua madre, se non le volessi bene dopo il tempo che ho passato con lei, se non sapessi che se ti perdesse ne morirebbe, ti rapirei e ti porterei via con me per sempre.”
Si rendeva conto che forse era presto per parlare di “per sempre”, ma era innamorato, preso in un vortice di emozioni in cui era davvero convinto che sarebbe stato con lei per sempre. Se solo i suoi amici avessero saputo come si era ridotto per una donna gli avrebbero riso dietro come minimo per un mese, ma a lui non importava, gli bastava avere lei al suo fianco per stare bene. Rise tra sé per quei pensieri.
“ Ma come mi hai ridotto?” commentò lui sorridendo.
Harley alzò un sopracciglio, guardandolo interrogativa.
“ Come scusa?”
“ ma guardami, sembro uno dei protagonisti di quei romanzetti rosa sdolcinati che piacciono tanto a voi donne, eppure non posso farne a meno”
Nick rise all’espressione da finta offesa comparsa sul volto di Harley, non c’erano dubbi, quella ragazza l’aveva cambiato. Era cambiato così tanto in così poco tempo, non era mai stato un ragazzo romantico, fino al giorno in cui l’aveva incontrata. Aveva visto alcuni suoi amici fare quella fine, e ridursi a degli stracci quando le ragazze di turno li lasciavano e aveva sempre promesso a sé stesso che mai si sarebbe lasciato ridurre così da una ragazza, e invece ora, prima che se ne potesse rendere conto era successo. Si era innamorato perdutamente di Harley prima ancora che lui stesso se ne potesse accorgere, ma come era stato possibile? Forse quei romanzetti rosa non avevano tutti i torti, forse davvero non si poteva evitare di innamorarsi, succedeva e basta.
“ che hai contro i romanzi rosa?” chiese lei, con un finto broncio.
Nick sorrise a quella domanda, rendendosi conto che se solo i suoi amici avessero sentito cosa stava per rispondere l’avrebbero sfottuto a vita, senza ombra di dubbio.
“ ormai più niente, credevo che solo nei romanzi un uomo potesse provare queste emozioni, invece tu per me sei la prova che non solo posso farlo, ma anche che poter sentire queste sensazioni per te mi fa sentire l’uomo più fortunato del mondo ad averti.”
Harley sorrise di fronte alla dolcezza incredibile del suo nuovo ragazzo. Era felice finalmente, anche se le sembrava tutto troppo bello per essere vero. Ma non aveva più tempo per pensarci ormai, doveva rientrare, sua madre la stava aspettando in casa, e sapeva bene che era meglio non farla aspettare troppo. A malincuore portò la mano alla maniglia della portiera della macchina.
“ beh ora purtroppo devo tornare dalla matrigna cattiva, quando posso rivedere il mio principe azzurro?” scherzò lei.
“ beh ogni giorno della tua vita puoi vedermi lo sai. Domani hai da fare?” le chiese lui sorridendo.
Harley sorrise, naturalmente non aveva impegni se non quello di chiamare la sua migliore amica e aggiornarla su tutto. Non riusciva ancora a credere di essersi davvero innamorata dell’uomo che aveva ucciso suo padre e suo fratello in quell’incidente. Ma anche se agli occhi di qualsiasi estraneo sarebbe sembrata una cosa decisamente poco rispettosa nei confronti della famiglia che aveva perso, lei sapeva bene come quel ragazzo fosse davvero pentito, di come sapesse farla sentire amata e importante. Quel ragazzo aveva riportato la felicità nella sua vita quando lei vedeva solo dolore attorno a sé, era stato il suo raggio di sole nelle tenebre, la sua unica vera ancora di salvezza, e paradossalmente, anche se era stato proprio lui a causarle tutto quel dolore, gli doveva davvero molto, e gli sarebbe per sempre stata grata per quello che lui aveva fatto per lei, indipendentemente da come sarebbe andata la loro storia.
“ beh a quanto pare si. Devo vedere il mio bellissimo ragazzo.” Disse sorridendo.
Lui a quelle parole la trasse a sé e la baciò un’ultima volta prima di lasciarla rientrare, già impaziente di vederla il giorno successivo.
Harley entrò in casa, si sentiva finalmente felice, come se camminasse su una nuvola rosa, come raccontavano quei romanzetti rosa che a dirla tutta a lei non erano mai piaciuti particolarmente. Eppure, stare con Nick la faceva sentire felice come una ragazzina, finalmente spensierata ed allegra, e nonostante sembrasse una ragazzina non avrebbe potuto desiderare di più dalla sua vita. Era sopraffatta dall’intensità delle emozioni che stava provando, ma non ci avrebbe rinunciato per niente al mondo.
“Ehi tesoro, che è successo?” chiese Emily appena vide rientrare la figlia.
Harley guardò interrogativa la madre, si notava davvero così tanto che era felice?
“ Non ti vedo un sorriso del genere da quando avevi 8 anni e io e tuo padre ti abbiamo promesso di portarti a Legoland!”
Harley non voleva ancora dirle di quello che era successo con Nick, non finchè non fosse stata sicura che sua madre lo avesse perdonato. Altrimenti temeva che avrebbe messo i bastoni fra le ruote alla loro storia. Senza contare che prima di tutti voleva che fosse Hope a saperlo, lei doveva essere la prima a sapere che finalmente stava con Nick, che finalmente dopo l’incidente era davvero felice.
“ Niente mamma, sono solo contenta perché ho incontrato Hope in piazza.”
Sua madre le lanciò un occhiata, non credeva che ci fosse solo quello dietro al suo sorriso, Harley la ignorò e si diresse in bagno per struccarsi, afferrò il cellulare e vista l’ora si limitò a mandare un sms alla sua migliore amica:
“tesoro, avevi ragione, siamo due cretini colossali io e Nick, però oggi si è dichiarato! Tesoro è ufficiale: sto con Nick! Sono felicissima! Dio quanto è bello il mio ragazzo! E quanto mi fa strano chiamarlo così! Ma sono davvero felice! Scusa l’ora, ma dovevi essere la prima a saperlo!”
Inviato il messaggio, si struccò poi tornò dalla madre.
“ Ehi, allora come è andato l’appuntamento con Nick?” le chiese appena la vide.
“ Bene, siamo andati al karaoke, tutto bene”
“ nessuna novità?” insistette Emily, dopotutto aveva capito che era successo qualcosa quella sera tra sua figlia e Nick, ed era curiosa di saperne di più.
“ no, che vuoi? Che mi metta con Nick dopo quello che è successo?”
Harley vedeva che l’atteggiamento della madre verso Nick non era poi così negativo, perciò voleva sondare il terreno per vedere se era il caso di dirglielo.
“ Beh che male ci sarebbe? Harley davvero, perdona quel povero ragazzo, lui ci tiene al tuo perdono e ci tiene a te, poi dai, non mi dispiacerebbe averlo come genero!” scherzò Emily.
Harley sorrise, stupita dalle parole della madre, per fortuna i suoi dubbi erano infondati.
“ Beh se la metti così allora te lo posso dire: mamma, c’è un problema con la promessa che ti ha fatto Nick…” cominciò, con finta aria triste.
“ Che problema?” Emily cominciava a preoccuparsi.
“ Nick non ha alcuna intenzione di passare il testimone.” Emily a quelle parole capì, sorrise. “Sto con Nick!” disse Harley allegra, mentre il sorriso le si allargava sul volto.
Anche Emily sorrise condividendo la gioia della figlia, sapeva che Nick teneva davvero ad Harley, non l’avrebbe mai fatta soffrire, non se poteva evitarlo. Nick amava la sua bambina, lo aveva visto in quei duri giorni all’ospedale, l’aveva visto non lasciare sola un attimo Harley, l’aveva visto piangere per sua figlia e l’aveva visto dimenticare la sua vita per immergersi completamente in quella della donna che ancora non si rendeva conto di amare. Per questo ad Emily non importava più niente che lui fosse l’assassino di suo marito e suo figlio, per questo era felice, per questo sorrise guardando la felicità che sua figlia in quel momento stava emanando, raggiante come il sole stesso, Harley era sempre stata il suo sole, e ora la vedeva brillare di nuovo, non avrebbe desiderato altro nella vita di sua figlia, avrebbe voluto vedere quel sorriso sul volto della sua bambina ogni giorno della sua vita, e sapeva che Nick l’avrebbe senza dubbio fatta felice.


Angolo Autrice:
Lo so benissimo, è passato più di un anno da quando ho pubblicato lo scorso capitolo, e non sono sicura di poter garantire un aggiornamento costante nemmeno ora ma ci proverò, non mi sembrava giusto lasciare incompiuta questa storia, se non altro per rispetto del tempo che avete speso per leggermi e recensirmi. Per non contare il fatto che Nick ha prepotentemente ripreso possesso della mia mente insieme ad Harley e Hope e mi ha letteralmente obbligato a rimettermi a scrivere :)
Quindi ecco dopo tempo immemore il nuovo capitolo, se vorrete ancora continuare a leggermi, altrimenti lo capirò, non posso pretendere che mi seguiate ancora dopo tutto questo tempo. :) (Nick, Justin e Lucas fanno gli occhi dolci e si levano le magliette: vi preghiamoooo!!! :D)
E riecco anche la mia consueta follia :) non so se leggerete questo capitolo, ma mi siete mancate tutte ragazze!
Sperando in una vostra recensione, anche solo per insultarmi per essere sparita, vi saluto. Un bacio a tutte, a presto con il nuovo capitolo, in cui a grande richiesta ricompariranno Justin ed Hope :).

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


Capitolo 26
Hope quel lunedì andò a lezione come ogni giorno, eppure non riusciva a togliersi il sorriso dal volto al pensiero che la sua migliore amica finalmente era felice, finalmente stava con l’uomo che amava. Finalmente, dopo tutto il dolore che l’incidente le aveva causato, era felice; e Hope poteva permettersi il lusso di pensare un po’ a sé stessa, e a Justin.
Quel ragazzo che aveva incontrato per caso fuori dal pub mentre Harley veniva “rapita” da Lucas aveva cominciato rapidamente ad avere un ruolo sempre più importante nei suoi pensieri. Le piaceva, Dio se le piaceva! Era un ragazzo così carino! E a giudicare dai suoi atteggiamenti era addirittura interessato a lei! A lei! Lei che era solo una ragazza comune, si, carina, ma oltre questo nulla di speciale. Andava all’università, studiava, usciva con la sua migliore amica, ma per il resto la sua vita non era per nulla eccitante, era una ragazza semplice, e Justin avrebbe sicuramente potuto avere di meglio se solo avesse voluto. Eppure continuava ad uscire con lei, a farsi trovare fuori dalla sua facoltà ogni giorno durante la pausa pranzo. Hope non se ne spiegava il motivo, ma non le importava, era felice e spensierata con lui e questo le bastava.
Hope odiava i lunedì all’università. Le lezioni erano le più pesanti, e il weekend era lontano, arrivava sempre a casa distrutta dalla stanchezza. Anche quel lunedì non ne poteva più, erano solo le 11 e già stava cascando dal sonno mentre cercava di seguire la lezione del professore più soporifero di tutta la facoltà. Decise che non poteva resistere un attimo di più, recuperò gli spiccioli, si alzò e uscì in silenzio dall’aula; di li a poco il professore avrebbe lasciato ai suoi studenti il famoso quarto d’ora accademico di pausa, ma si sarebbe formata una coda incredibile alle macchinette, così Hope decise di precedere i suoi compagni e di andare a prendersi il quarto caffè della giornata, tanto non si sarebbe certo persa molto di quella lezione.
Raggiunta la macchinetta inserì le monete e selezionò il caffè, mentre attendeva che il liquido scendesse nella tazzina diede un’occhiata fuori dalla finestra, si bloccò. Per un attimo le era sembrato di vedere entrare Justin nella fioreria di fronte all’università. Il bip prolungato della macchinetta la avvertì che il suo caffè era pronto, così lei prese la sua bevanda senza curarsi troppo di quello che credeva di aver visto, doveva essere sicuramente uno scherzo della sua immaginazione, Justin era ancora a lavorare a quell’ora, avrebbe finito a mezzogiorno, quindi probabilmente era solo qualcuno che gli assomigliava.
Finì il suo caffè poi rientrò in aula, gettando il bicchiere vuoto nel cestino accanto alla porta. Il caffè non aveva avuto effetto, il professore continuava ad essere soporifero come prima, e lei non era per niente più sveglia, e ancor meno disposta a prestargli attenzione, così finì presto a decorare il suo blocco appunti con disegnini insulsi mentre pensava alla sua amica che finalmente aveva trovato l’amore.
Dopo quelle che le sembrarono ore finalmente arrivarono le 12:30 e il professore li lasciò liberi. Hope sistemò il blocco appunti nella borsa e uscì dalla facoltà. Appena fuori dalle porte rimase di sasso. Justin se ne stava fuori dal cancello con in mano una rosa rossa e un giglio, il suo fiore preferito. Appena la vide si diresse verso di lei e la raggiunse.
“Per te. La rosa perché ha un significato universale, il giglio perché è il tuo preferito così è personalizzato. Ti piacciono?”
Hope era senza parole, il giglio era magnifico e profumato, e la rosa aveva un significato inconfondibile, ma Hope non ci credeva, non poteva essersi innamorato di lei, non considerando le donne che lui avrebbe potuto avere.
“ ehi? Che c’è? Non ti piacciono?” Justin era preoccupato. Non era bravo con le parole, non era mai stato granchè capace di esternare i suoi sentimenti, ma sperava che dirglielo con i fiori sarebbe stato più facile e senz’altro più d’effetto.
“ No no, mi piacciono, è davvero un bel gesto, è solo che sono sorpresa, tutto qui.” Hope sorrise.
“ Sono contento che ti piacciano. Andiamo?”
Hope annuì continuando a sorridere mentre si incamminavano, Justin non sapeva come chiederle se lei era disposta a stare con lui, così un’altra volta delegò il compito ad un semplice gesto.
Stavano camminando fianco a fianco come una normalissima coppia di amici, quando lui le prese la mano, Hope sorrise a quel semplice gesto. Si rese conto che ora stavano camminando mano nella mano, proprio come due innamorati, e questo la spiazzò: i fiori, camminare mano nella mano… che lui davvero volesse stare con lei? Ne sarebbe stata felice, ma come poteva esserne sicura? Non voleva fare figuracce nel caso avesse frainteso, così fece finta di niente e si lasciò accompagnare fino al ristorante dove ogni giorno pranzavano insieme.
Ordinarono, e mentre aspettavano di essere serviti lui le chiese, con naturalezza:
“Allora? Novità?”
“Beh in effetti si! La mia migliore amica, quella che stavo aspettando quando ci siamo conosciuti, ha finalmente trovato il ragazzo! E…”cominciò lei, euforica
“ Beh anche tu” la interruppe lui, era l’occasione buona per farle capire quello che provava.
“ Come scusa?” chiese lei, incredula. Lei non aveva il ragazzo, e lui lo sapeva bene.
“ Beh, si… se sei d’accordo ovviamente.” Disse lui, titubante.
* Ok, Justin, complimenti! Dichiarazione del secolo! Vincerai il record per la peggiore dichiarazione del mondo!* pensò tra sé, ma se non altro era riuscito a chiederglielo, più o meno.
Hope dal canto suo era stupita. In un modo un po’ particolare, un po’ meno da film d’amore, ma alla fine gliel’aveva chiesto davvero, voleva davvero che lei fosse la sua ragazza.
“ Certo che sono d’accordo.” Gli rispose sorridendo, felice.
*Stupido, stupido, stupido, stupido, razza di idiota rincitrullito!* Justin si stava ancora maledicendo tra sè per quell’uscita così stupida quando le parole di Hope raggiunsero le sue orecchie. Sorrise, tornando a focalizzare la sua attenzione sulla sua ragazza.
“ Davvero?” era incredulo, non avrebbe mai osato sperare che con un’uscita simile lei avrebbe accettato davvero.
“ no per finta! Ovvio che dico davvero!” scherzò lei.
Si sentivano entrambi al settimo cielo, pranzarono poi però lui la riaccompagnò in facoltà, lei aveva un’altra lezione, e lui doveva rientrare al lavoro. Appena davanti alla facoltà di Hope però lui la trasse a se e fece l’unica cosa che forse avrebbe potuto risparmiargli tutta la fatica e avrebbe messo in chiaro le cose sin da subito. La strinse a sé, la guardò negli occhi, le sorrise e si chinò su di lei, donandole un intenso quanto desiderato bacio. Lì, davanti a tutti, pronto a mostrare al mondo che quella bellissima ragazza era finalmente sua.

Angolo Autrice:
Incredibile, io che già aggiorno, non ci credo, non ci ero più abituata! Vabbè. Questo capitolo riprende un pò in mano le redini della vita amorosa di Hope, a grande richiesta. Essendo un personaggio secondario non ho potuto dedicare troppo spazio al "corteggiamento" altrimenti mi oscurava Harley:D. Comunque eccoci qui, il capitolo non mi piace nemmeno un pò, ma tra vedi e rivedi è la versione migliore che mi è venuta. Scusatemi se fa  piuttosto schifio. Un ringraziamento di cuore a Sonia che mi ha accompagnata fino qui, senza perdersi un capitolo, e ora anche consigliandomi e salvando il mio capitolo dal disastro! (tu sai che intendoXD) Vi saluto ragazze, un bacione! A presto!

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


Capitolo 27
Harley stava con Nick da ormai due mesi, e come quasi ogni giorno stava aspettando che lui passasse a prenderla per passare il pomeriggio insieme. Appena lui arrivò però, lei rimase sorpresa. Insieme a Nick in macchina c’era una donna, Harley capì subito che doveva essere sua madre, ma non sapeva che ci sarebbe stata anche lei quel giorno, senza contare che non l’aveva nemmeno mai vista prima, si aspettava che almeno lui la avvertisse prima di presentarle sua madre.
“ciao amore, lei è mia madre, mamma lei è Harley, la mia ragazza.” Nick fece le presentazioni, poi si allontanò leggermente dalla macchina insieme alla sua donna.
“ scusa se non ti ho avvisata, ma devo accompagnarla in ospedale che deve fare una visita, la lasciamo davanti all’ospedale poi abbiamo tutto il tempo di stare da soli.” Le spiegò.
“ non c’è problema, dai. Possiamo anche stare li ad aspettarla, non ho problemi, davvero.”
“ No, ne avrà per le lunghe oggi a quanto pare, ci conviene farci un giro intanto, altrimenti rischio sul serio di morire di noia.” Scherzò Nick, rassicurandola.
Così salirono in macchina e accompagnarono la madre di Nick all’ospedale, poi si diressero al “luna-park” che avevano allestito in un parco del paese per festeggiare la festa del patrono. Appena passarono davanti al chiosco dello zucchero filato Nick si fece riconoscere per il bambinone che era.
“ Buongiorno, uno zucchero filato per la mia bella.”
Harley arrossì.
“ Nick, non ho dieci anni! Non prendo più lo zucchero filato da un pezzo ormai!” obiettò.
“ Beh, ormai è troppo tardi.” Le disse mentre afferrava il bastoncino che gli porgeva l’uomo del chiosco.
Harley scosse la testa rassegnata e prese lo zucchero filato che Nick le stava porgendo. Si incamminarono tra le giostre, finchè d’un tratto Nick non le strappò un pezzetto di zucchero e glielo appiccicò sul naso.
“ ma… brutto…” si indispettì lei, stando allo scherzo.
Nick la guardò e scoppiò a ridere, poi con un bacio la ripulì più che volentieri. Continuarono il giro, ogni tanto Nick si divertiva a sporcarla di zucchero sul collo e sul viso per poi affrettarsi a ripulirla con un soffice bacio.
Appena raggiunsero gli autoscontri si avvicinarono, Nick acquistò i biglietti poi si avvicinò all’automobilina in cui si era seduta lei.
“Eh no, caro mio! Questa è già occupata, prendine un’altra! Hai voluto riempirmi di zucchero filato? Adesso te la farò pagare!” scherzò lei.
Lui rise e si sedette nella macchina vicina. Appena la campanella segnalò l’inizio di un nuovo giro lui e Harley si dichiararono guerra, divertendosi come matti.
Dopo circa un’ora lui ricevette la chiamata della madre, era ora di andare a riprenderla.
Appena arrivarono davanti all’ospedale e videro la madre di Nick lui capì subito che qualcosa non andava. Aveva un’espressione a dir poco sconvolta, lo sguardo spento fisso davanti a lei.
“ Mamma! Che succede? Che ti hanno detto? C’è qualche problema?”chiese lui preoccupato.
Lei si limitò a salire in macchina dietro al figlio senza dire una parola. Nick cominciava ad essere davvero in ansia, perché non gli diceva chiaro e tondo cosa stava succedendo? Era pur sempre sua figlio, aveva tutto il diritto di saperlo.
“ Non metto in moto finchè non mi dici che succede mamma!” disse.
Le mani sul volante, la guardava dallo specchietto, voleva risultare deciso, ma il suo tono era denso di preoccupazione e paura.
“ ho un tumore al polmone, mi hanno dato appena 6 mesi di vita.” Disse alla fine lei, con un filo di voce.
Harley sbiancò a quelle parole, non poteva crederci, lei conosceva poco la madre di Nick, ma sapeva che per lui era una notizia devastante. Gli lanciò uno sguardo carico di comprensione, lo capiva, sapeva cosa voleva dire perdere un genitore. Lui non colse il suo sguardo, gli occhi fissi su un punto indefinito davanti a lui, le mani che stringevano il volante con troppa forza, non disse una parola, mise in moto e accompagnò la madre a casa.
“ Nick, non fare così tesoro… si sistemerà tutto, vedrai.” Gli disse sua madre, sebbene sapesse che non sarebbe stato così facile.
Lui non rispose, lei sospirò, triste, e scese dall’auto. Harley gli posò una mano sulla gamba mentre lui metteva in moto per ripartire, per fargli capire che lei c’era, che era lì con lui, pronta a fare di tutto per aiutarlo; lui però sembrò non accorgersi del suo gesto, non disse una parola fino a quando non arrivarono a casa di Harley.
“amore…” provò ad iniziare lei.
“scendi” disse solo lui, senza guardarla.
“ ma amore… parliamone, sfogati. Non sei da solo, sono qui con te” disse lei dolcemente.
“scendi per favore.” Ripetè lui, in tono piatto.
Harley si sentiva morire a vederlo così, cercava di affrontare tutto da solo, di essere forte, ma lei sapeva bene che aveva bisogno di sfogarsi, come lei aveva avuto bisogno di cedere e piangere sulla spalla di Hope al funerale. In quel momento voleva essere per lui quello che Hope era stata per lei, ma a quanto pareva in quel momento Nick era insensibile a qualsiasi suo tentativo di aiutarlo.
“ va bene” disse lei rassegnata “ ci vediamo domani?” chiese, anche se già immaginava la risposta.
“ non lo so, mi farò vivo io ok?” disse, e per la prima volta si voltò verso di lei.
Quello che lei vide nei suoi occhi le fece salire le lacrime. Lo sguardo di Nick era vuoto, perso, lo stesso sguardo assente che aveva lei dopo aver saputo dell’incidente, gli occhi innamorati che amava osservare erano ormai lontani anni luce da quello sguardo spento e disilluso. Era bastato un solo sguardo perché lei capisse, senza ombra di dubbio, che lui non si sarebbe fatto vivo. Si sarebbe chiuso in sé stesso e nel suo dolore, e Harley si rese conto che non l’avrebbe più visto per parecchio tempo, e a questa consapevolezza si sentì morire.
Assecondando le sue richieste, scese dalla sua macchina, triste, mentre le lacrime cominciavano a rigarle il volto. Lui rimise in moto e partì diretto a casa, senza voltarsi indietro.

Angolo Autrice:
Eccomi qui, di nuovo dopo una vita, con il nuovo capitolo. Come annunciato riecco il mio solito sadismo. Alla fine ho fatto scoppiare la coppia, e non è ancora finita, ho in mente di peggio. Se tutto va come ho in mente ora non si salva nemmeno Hope :D Si lo so, sono cattiva, e dopo tutti questi disastri sistemerò tutto? O sto preparando un tragico bad ending? Dopotutto siamo già al capitolo 27... chi lo sa? beh, chi vivrà vedrà:D ora vi lascio. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e un grazie di cuore alla mia fidata S che non mi ha deluso e continua a seguirmi (grazie mille, ti adoro! Te e il tuo fido Braulio!:D)
A presto, spero. Un bacione a tutte.

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


Capitolo 28
Nel frattempo Hope si stava dirigendo a casa di Justin con un pacco sottobraccio. Era felice, adorava il suo Justin, soprattutto da quando si era accorta di come, ora che l’aveva conosciuto meglio e che si era aperto un po’ di più con lei, lui potesse essere anche un ragazzo romantico a volte. Riusciva a farla sentire perfetta, con lui si sentiva importante, in ogni sguardo che lui le rivolgeva lei vedeva come i sentimenti che lei provava per lui fossero ricambiati in tutto e per tutto. Hope sentiva che quella era davvero la storia perfetta, era così bello che non sembrava vero, e questo la spaventava, perché temeva che da un momento all’altro quell’idillio potesse finire.
Era il compleanno di Justin, e lui l’aveva invitata a casa sua quella mattina così da poter passare la giornata insieme. Così lei aveva incartato il regalo appena sveglia quella mattina, si era preparata e l’aveva raggiunto a casa sua. Hope era orgogliosa del suo regalo, una coperta su cui aveva fatto stampare una loro foto insieme, sperava davvero che a Justin piacesse.
Davanti alla porta di casa sua suonò al campanello, ma dopo alcuni minuti lui non era ancora uscito, probabilmente era rimasto addormentato e non aveva sentito il campanello. Hope provò ad aprire la porta, se dormiva le sarebbe dispiaciuto svegliarlo, per fortuna era aperta così entrò e salì le scale diretta in camera sua. La porta della camera era aperta e lei entrò in silenzio per non svegliarlo.
Justin dormiva con solo un asciugamano a cingergli la vita, evidentemente si era addormentato subito dopo la doccia. Hope senza volere si soffermò ad osservare la sua schiena nuda, le sue braccia forti che stringevano a sé… un'altra!
Sentì le lacrime salirle agli occhi, quella ragazza indossava solo l’intimo, era evidente cosa Justin aveva fatto con lei prima di addormentarsi. Le lacrime scendevano e la rabbia montava in lei, era arrabbiata, Justin l’aveva appena tradita; ma era soprattutto frustrata, colpita nell’orgoglio, come aveva potuto permettersi di innamorarsi di un bugiardo simile? Perché non l’aveva capito prima? Perché era caduta tra le sue braccia, abbandonando ogni difesa, permettendogli ora di ferirla così?
Quasi come se avesse avvertito la sua presenza Justin in quel momento si svegliò. Lei notando i suoi movimenti avrebbe voluto scappare, smettere di guardare quella orribile scena, ma non riusciva a muoversi, non riusciva a distogliere lo sguardo, quasi come se il suo cervello volesse memorizzare bene la scena in modo da imprimerla indelebilmente nella memoria, nel caso il suo cuore avesse mai pensato di perdonarlo. Eppure continuare a guardare le faceva così male, ma non riusciva ad andarsene, riusciva solo a piangere, e a desiderare di essere lei la ragazza stretta tra le sue braccia. Mai come in quel momento aveva desiderato così intensamente un suo abbraccio, un abbraccio che cancellasse il suo dolore, ma allo stesso tempo non voleva più toccare l’uomo che l’aveva appena tradita.
“ Sei solo uno stronzo!” avrebbe voluto urlare, ma le uscì solo un sussurro tra le lacrime.
Justin si accorse della sua presenza, forse aveva sentito le sue parole, o forse aveva solo sentito i suoi singhiozzi, ma appena si voltò verso di lei scattò in piedi avvicinandosi. Mentre si alzava di corsa però l’asciugamano gli si sfilò. Lei per un attimo rimase incantata davanti al suo fisico, davanti al suo petto nudo, a cui avrebbe tanto desiderato aggrapparsi per trovare rifugio dal suo dolore. Si riscosse subito dai suoi pensieri e si voltò dall’altra parte, ricordandosi che era proprio lui la causa della sua sofferenza. Gli lanciò contro il suo regalo, ancora impacchettato.
“Copriti! Stronzo!” urlò, e fece per uscire.
“ Aspetta Hope! Ti posso spiegare, non è come credi!” cercò di fermarla lui, mentre indossava di nuovo l’asciugamano.
Nel frattempo la ragazza si svegliò sentendo le urla di Hope, si rannicchiò su se stessa, spaventata per qualche motivo che Hope non colse, e che non aveva nessuna intenzione di provare a cogliere. Colse invece lo sguardo preoccupato che le rivolse Justin.
“ Non ho intenzione di ascoltare le tue patetiche scuse! Divertiti pure con lei, da adesso sei ufficialmente libero!” sbottò lei, arrabbiata, andandosene.
Justin però fu più veloce di lei e la fermò per un braccio.
“ No, aspetta amore! Ascoltami!”
“ Lasciami! E non permetterti più di chiamarmi così! E’ finita Justin! Non voglio più vederti né sentirti! Sparisci dalla mia vita!” esclamò lei, furiosa.
Strattonò il braccio, si liberò e corse via, con le lacrime che nonostante la rabbia non le davano tregua.
Justin rimasto solo raccolse da terra il regalo che Hope gli aveva portato, prese tra le mani il bigliettino e lo aprì. “ Buon Compleanno amore, sperando che sia il primo di tanti compleanni che festeggeremo insieme” Justin sospirò, triste, no, non era per niente un buon compleanno, si sentì morire all’idea che non avrebbe mai festeggiato un compleanno con lei.
“ scusami, è tutta colpa mia.” Gli disse Karen, che aveva capito cos’era successo, nonostante le urla l’avessero spaventata a morte dopo quello che era successo.
“ non preoccuparti, non è colpa tua. Non potevi saperlo… è colpa mia, avrei dovuto avvisarla che ci saremmo visti più tardi. Ma ormai è tardi…” sospirò, triste.
“vado a prepararti qualcosa per colazione” propose lei, sentendosi improvvisamente di troppo.
Justin annuì, mentre seduto sul letto teneva tra le mani il regalo della sua ragazza. Appena Karen uscì dalla stanza si decise a scartarlo. Toccò la soffice coperta e gli tornò in mente quanto fosse morbida la pelle della sua donna, e come non avrebbe più potuto accarezzarla. Si alzò dal letto e stese la coperta sul letto, rivelando l’immagine che vi era stampata. Un sorriso gli morì sulle labbra quando si rese conto che non avrebbe più baciato Hope come stava facendo in quell’istantanea stampata sulla coperta. Accarezzò l’immagine della sua donna su quella coperta: il suo volto così sereno, niente a che fare con le lacrime che lo rigavano solo qualche minuto prima; le sue labbra rosee che sorridevano mentre lo baciava, sorriso che non avrebbe più visto; gli occhi chiusi con giusto un filo di trucco, così come piaceva a lui; le guance leggermente arrossate dall’emozione; la fronte che amava sempre baciare a lei che era la sua bimba…
Una lacrima solitaria si fece strada sul suo volto al pensiero di tutto ciò che in pochi istanti aveva perso.
“ auguri” disse Karen mentre entrava e gli porgeva la colazione su un vassoio “colazione a letto!”
Si bloccò appena vide Justin piangere di fronte alla foto stampata sulla coperta. Appoggiò il vassoio sul comodino accanto al letto e gli si mise a fianco, appoggiandogli una mano sulla spalla per cercare di confortarlo.
“ è bellissima.” Disse lei, riferendosi sia alla coperta che alla ragazza che vi era raffigurata.
Justin annuì triste.
“ è meravigliosa” sorrise per un attimo, poi il sorriso si spense “ e io l’ho persa.”

Angolo Autrice:
Beh questo capitolo mi è uscito molto rapidamente, si vede che quando sono sadica sono più ispirata... Si, lo so, povera Hope... Ma le cose stavano andando troppo bene, mancava un pò del mio proverbiale sadismo :D e chi sarà questa Karen? Solo una comparsa? Qualcosa di più? Magari la nuova fiamma di Justin? Solo una scopamica? beh... chi vivrà vedrà! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto nonostante il sadismo... e con questo sono scoppiate entrambe le coppie... si riaccoppieranno? Boh... dopotutto ci avviciniamo alla fine... ok ok mi zittisco che è meglio. Un bacio. A presto

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


 Capitolo 29

And I broke down cryin'
Was she worth this mess?
After everything and that little black dress
After everything I must confess,
I need you

Harley rientrò in casa, triste. Sapeva di dover lasciare a Nick il suo tempo, sapeva che lui era sconvolto, lui la amava, ma la notizia l’aveva distrutto e l’aveva allontanata da lui. Lei sperava di potergli stare accanto, invece lui aveva preferito allontanarsi da lei e affrontare il suo dolore da solo. Harley sapeva che doveva lasciargli i suoi tempi, ma era così dannatamente difficile stargli lontana senza sapere quando l’avrebbe rivisto. Le mancava da morire e voleva solo correre a casa sua, stringerlo tra le braccia e fargli sapere che non l’avrebbe mai lasciato solo, che l’avrebbe capito, che sarebbe stata accanto in lui in silenzio, sarebbe stata la sua spalla, in quel momento in cui lui era così fragile lei l’avrebbe sostenuto e sarebbe stata la sua forza; così come Hope aveva fatto per lei dopo l’incidente. Hope. Si, ancora una volta sapeva che era proprio della sua migliore amica che aveva bisogno, e sapeva che lei mai l’avrebbe lasciata sola, le sarebbe sempre stata vicina, e Harley non avrebbe esitato a ricambiare non appena ce ne fosse stato bisogno.
Hope era appena rientrata a casa, era corsa in camera, si era gettata sul letto e aveva lasciato libero sfogo alle sue lacrime. Era arrabbiata con Justin, era frustrata e non voleva davvero più vederlo, eppure lo amava ancora, eppure ripensava agli abbracci che le aveva regalato, a come la stringeva e la faceva sentire bene, al sicuro da tutto e da tutti.
Proprio mentre si imponeva di non ripensare a tutti i bei momenti passati insieme che in quel momento le facevano solo più male, le tornò in mente quella giornata. Era la giornata più bella che aveva passato con lui, quella per cui ogni volta che ci pensava sorrideva; e per molti versi era una giornata normalissima, come tante altre, ma quel giorno lui le aveva dato quell’abbraccio così dolce… Erano stesi sul letto in camera sua, lui era in vena di romanticismo, le diceva cose così dolci che la fece commuovere, le lacrime le erano salite agli occhi e lui se ne era accorto, aveva sorriso e l’aveva stretta a sé in un forte abbraccio. Hope si era sentita davvero la cosa più preziosa per lui guardando nei suoi occhi il bagliore che si era acceso un attimo prima che lui l’abbracciasse, poi le aveva dolcemente appoggiato la testa sulla sua spalla e lei si era sentita amata e finalmente felice. Era stato solo un abbraccio ma era stata la cosa più bella che lei avesse mai vissuto. Ed ora non riuscì a fare a meno di ripensarci, e nonostante le lacrime che scendevano ancora più copiose, nonostante quanto male le facesse quel ricordo, un timido sorriso le si formò tra le lacrime. Non poteva negarlo, amava Justin, per quanto lo detestasse per averla fatta soffrire, per averla solo illusa, per essersi preso gioco di lei… nonostante tutto lei ancora lo amava, e avrebbe solo voluto che tutto fosse come prima… ma perché aveva dovuto rovinare tutto così? Come aveva potuto mentire per tutto quel tempo? Tutti gli sguardi, gli abbracci, i baci… sembravano così sinceri… che avesse davvero mentito?
Sentì il campanello al piano di sotto suonare ma lo ignorò, avrebbe lasciato che andasse sua madre ad aprire. Poco dopo però senti bussare alla porta di camera sua. Si asciugò le lacrime in fretta prima che la madre la vedesse piangere, ancora non le aveva detto nulla di quello che era successo con Justin. Ma non era di sua madre la voce che sentì provenire da dietro la porta.
“ Ciao, posso entrare? Tua madre mi ha detto che potevo salire…”
Hope sorrise e si alzò per andare ad aprire la porta, era sollevata al pensiero di vedere un volto amico in quella situazione. Harley sapeva sempre esserci quando aveva bisogno, incredibilmente, anche prima che lei glielo chiedesse.
Appena vide il volto della sua amica però dovette ricredersi, era lei che aveva bisogno del suo aiuto.
“ tesoro, entra dai, ma che succede?” chiese preoccupata.
Hope non si era resa conto che dopo tutte le lacrime che aveva versato per Justin, il suo viso era molto eloquente riguardo al suo stato d’animo, così anche l’amica si preoccupò.
“ ma tu hai pianto! Che è successo?”
Hope scosse la testa.
“ Nulla di importante tranquilla, prima pensiamo a te”
Era sempre così, Hope metteva sempre prima Harley di se, era sempre più importante la felicità dell’amica della sua, e in quel momento non voleva caricarla anche dei suoi problemi, vedeva che già stava male, non voleva farla preoccupare inutilmente, per quanto avesse un disperato bisogno della sua migliore amica, anche solo per sfogarsi. Ma non voleva farla stare ancora peggio per colpa sua, quindi avrebbe prima risolto i problemi dell’amica poi magari, quando lei sarebbe stata meglio, avrebbe pensato ai propri.
“ No tesoro, prima tu!”
“ Se continuiamo così non ne usciamo più! Inizia tu, mi farà bene distrarmi un po’.” Disse, e lo credeva davvero, magari aiutare Harley l’avrebbe aiutata a non pensare più a Justin per un po’.
“ e va bene” si arrese lei. “sono nei casini con Nick.”
Harley spiegò tutto alla sua amica, che la abbracciò mentre lei cominciava a piangere, sfogando la sua paura e la preoccupazione.
“ dagli tempo tesoro. So che è dura, che vorresti correre da lui nonostante tutto, ma dopo una notizia del genere ha bisogno di stare con sua madre e di riflettere da solo.”
Il tono dell’amica era rassicurante, Harley si sentì un po’ meglio.
“ E se si abituasse all’idea di non vedermi e non tornasse più?”
L’amica le sorrise.
“ Ti ama, tornerà da te. Tornerebbe in ogni caso.” Hope lo sapeva bene, era quello che provava lei in quel momento, nonostante quello che lui le aveva fatto, lei voleva solo tornare da lui. “ lasciagli i suoi tempi, e quando tornerà, fatti trovare ad aspettarlo.”
“ è solo che vorrei essere per lui quello che tu sei per me. Vorrei esserci sempre per lui, aiutarlo ad andare avanti…”
“ Tesoro, ogni tanto per aiutare una persona devi lasciarla sola per un po’. Così potrà trovare dentro di se la forza per andare avanti.”
“ ma a me lui manca da morire, ho bisogno di vederlo, di abbracciarlo, di stargli vicino.” Ammise Harley.
Hope non avrebbe potuto capirla di più, a lei sarebbe bastato perdonare Justin per riaverlo accanto, ma perdonare era così difficile…
“ lo so, tesoro.  Lo so…” Una lacrima scese rapida sul suo viso.
Harley se ne accorse e fu lei ad abbracciare l’amica.
“ Ora basta Hope, ora tocca a te, che è successo? C’entra Justin vero?”
Hope non si oppose più, non ne aveva più la forza, si sentiva vuota senza di lui. Si maledisse perché per colpa di un ragazzo non era riuscita ad essere una buona amica per Harley.
“ Si.” Sospirò.“ Mi ha tradita.”
E come lo disse, sembrò ancora più vero.


 

Angolo Autrice:
Vi chiedo scusa, il capitolo è davvero penoso, lontano anni luce da come volevo che fosse, e alla fine non è nemmeno propriamente quello che volevo scrivere, ma poi è uscito così ed è ormai risaputo che i capitoli di transizione non mi vengono mai bene, scusate, ma volevo un capitolo tra Harley e Hope che entrambre soffrono per amore e che per questo fanno fatica a comportarsi da amiche l'una per l'altra, ho quasi fatto scoppiare le coppie solo per questo... e il risultato non è per niente quello che mi aspettavo, quindi per favore chiudete un occhio per stavolta. Il prossimo capitolo tornerà ad incentrarsi su quel che resta della coppia Harley e Nick. Lui troverà il coraggio di chiederle aiuto oppure continueranno a stare separati? Beh, il tempo di scrivere il capitolo e lo scoprirete. Un bacio a tutte e un abbraccio e un gigantesco grazie alla mia fedele S. (Che immagino da lunedì sarà piazzata davanti alla tv a vedere gossip girl, o sbaglio? :D) A presto!

P.s. La canzone all'inizio del capitolo è "The other side of the door" di Taylor Swift

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


Capitolo 30
Harley non disse una parola, sconvolta dalle parole dell’amica, si limitò ad abbracciarla. Per lei ci sarebbe sempre stata, ma non sapeva come comportarsi, cosa dire… Mai si sarebbe aspettata che lui la potesse tradire, lui che aveva sempre una luce negli occhi quando guardava Hope…
Harley aveva sempre rassicurato l’amica quando aveva paura di farsi prendere troppo dalle emozioni che le procurava Justin perche non voleva soffrire se lui la lasciava. Un po’ si sentiva in colpa per averle assicurato che sarebbe andato tutto bene, ma quella volta le cose stavano diversamente, lui era evidentemente così innamorato, come poteva pensare che lui l’avrebbe tradita?
“Grazie” le sussurrò Hope.
L’amica le sorrise, dopotutto non aveva fatto nulla, l’aveva solo abbracciata.
“ E di che?”
“ Di esserci sempre, di aver insistito perché te lo dicessi… mi sento meglio ora che non sono da sola.” Ammise Hope.
“ Ehy! Dimentichi che tu non sarai mai da sola? Comunque vada mi avrai sempre accanto, che tu lo voglia o meno!”
Harley era sollevata dalle parole dell’amica, forse davvero non c’era nulla da dire, doveva solo essere li al suo fianco ad offrirgli la sua spalla. Ne ebbe la conferma vedendo l’amica sorridere alle sue parole. Justin era stato un’idiota ma Hope poteva ancora farcela, poteva uscirne. Beh dopotutto lei era Hope, lei era quella forte delle due, Harley ne era sempre più convinta, indipendentemente da quello che poteva pensare l’amica.
 
Passò una settimana da quel giorno, ed Harley non aveva ancora rivisto Nick. Cominciava a rassegnarsi all’idea che non l’avrebbe più rivisto, e questa consapevolezza la faceva stare ancora peggio. Ormai aveva avuto tutto il tempo di assimilare la notizia, avrebbe potuto farsi sentire dalla donna che diceva di amare, se non altro per chiedere aiuto, non poteva dubitare del fatto che lei gli sarebbe stata accanto, e allora perché il cellulare era sempre muto?
Era al cimitero, aveva appena cambiato i fiori sulle lapidi di suo padre e suo fratello e piangeva. Ma non per i suoi famigliari, ma per il ragazzo che aveva causato quell’incidente, strappandole il cuore. Ma poi si era preso cura di lei, aveva curato il suo cuore ferito, poi gliel’aveva rapito, facendola innamorare come una ragazzina. Ed ora glielo stava straziando di nuovo, Harley non ce la faceva proprio più di continuare a soffrire.
“ Papà, cosa devo fare? Non ce la faccio più, ho bisogno di lui, non riesco a stargli lontana, so che devo lasciargli il suo tempo, che è una situazione delicata, ma io non ce la faccio. Voglio stargli vicina, voglio aiutarlo, perché non mi vuole con sé? Crede forse che io non voglia stargli accanto? Forse devo farmi viva io? È passata una settimana e non ho ricevuto nemmeno uno squillo da lui… perché?”
Harley piangeva davanti a quelle lapidi, mentre le parole uscivano come un fiume in piena, anche se ad ascoltarla c’era solo un cimitero vuoto. In quella situazione si sentiva ancora più sola, ma non voleva andarsene, non voleva lasciare suo padre e suo fratello così presto. Era un posto forse un po’ macabro, ma quando era li sentiva davvero di averli vicini, quasi come se suo padre fosse proprio lì, dietro di lei, pronto ad abbracciarla per sostenerla.
Due forti braccia le cinsero le spalle da dietro, stringendola. Lei riconobbe subito quell’abbraccio, prima ancora di sentire la sua voce.
“ Perdonami.” Fu tutto quello che lui le disse, il tono era spento.
Aveva sentito tutto quello che lei aveva detto, e si era reso conto di quanto avesse fatto soffrire l’unica persona che aveva giurato a se stesso di far sempre sorridere.
Lei si voltò di scatto e gli gettò le braccia al collo, stringendolo forte a sé, come se temesse che potesse scappare via di nuovo. Le lacrime continuavano a scendere, ma era felice, almeno l’aveva rivisto.
“ non andartene più, ti prego.” La voce era ridotta ad un sussurro, temendo in una risposta negativa.
“ non vado da nessuna parte. Sono qui con te.”
Nick però sapeva di doverle una spiegazione per essere sparito. Si, stava male per sua madre, e quel giorno era sconvolto, ma già il giorno dopo si era reso conto che da solo non poteva farcela, che voleva la sua donna accanto, sapeva che lei ci sarebbe stata per lui. Una volta gli stava per scrivere un sms, l’aveva già digitato: “ho bisogno di te” ma quando doveva premere il tasto “invia” non ci era riuscito. Non voleva che lei lo vedesse così, non voleva mostrarsi debole, era davvero difficile chiederle aiuto… ma gli mancava da morire abbracciarla, perdersi nel profumo dei suoi capelli, stringerla e sentirla sua. Sarebbe bastato così poco… ma era così difficile… così si era deciso ad uscire di casa, a far due passi per schiarirsi le idee, e involontariamente si era trovato davanti al cimitero. Dai cancelli l’aveva vista cambiare i fiori e le si era avvicinato, determinato a non permettersi di scappare ancora.
Le parole che le aveva sentito dire però gli fecero male, si rese conto di quanto lei davvero soffrisse per colpa sua, e si sentì enormemente in colpa. Così assecondò il suo corpo, che desiderava un contatto negato per fin troppo tempo. L’abbracciò.
Appena vide la sua ragazza sorridere alle sue parole mentre fissava gli occhi nei suoi tutti i suoi problemi e le sue preoccupazioni si sciolsero come neve al sole. Sorrise a sua volta, avvicinò lentamente il volto al suo, le asciugò le lacrime, chiuse gli occhi, e finalmente la baciò con dolcezza.
Harley in quel bacio dimentico tutto quello che aveva passato, dimenticò tutte le lacrime piante per lui, dimenticò la preoccupazione per Hope e Justin. Tutto ciò a cui poteva pensare era li davanti a lei, e la stava baciando.
Fu un bacio lungo, casto, ma regalò ad entrambi emozioni che mai avrebbero dimenticato.
“ Scusami”
Lei gli posò un dito sulle labbra.
“ Shh… non preoccuparti. Sei qui ora, e non mi importa quanto ci è voluto, tutto ciò che conta è che ora sei con me, e che non intendi sparire di nuovo.”
“ Non ci pensare nemmeno, non ti lascerò sola. Amo vederti sorridere, non voglio più farti piangere, sei troppo importante per me.”
Lei sorrise, finalmente felice, e gli diede un rapido bacio.
“ Andiamo ora, non è proprio il posto adatto per il romanticismo, è un po’ macabra come location.” Scherzò lei.
Lui sorrise e la seguì fuori dal cimitero, non prima di prenderle la mano nella sua. Si incamminarono verso casa di Nick, lei gli camminava vicina, le spalle che quasi si toccavano ad ogni passo, aveva un disperato bisogno di stargli vicino dopo quello che aveva passato senza di lui. Nick ad un certo punto si fermò e l’abbracciò. Gli era mancata da morire e ora voleva solo tenerla stretta a sé per sempre. Le accarezzò il volto mentre fissava lo sguardo in quegli occhi verdi che lo guardavano come se lui fosse la cosa più bella che avessero mai visto. Le diede un soffice bacio, poi lei appoggiò la testa sulla sua spalla.
“ Sono così felice che non mi sembra vero.” Disse lei, dopo un po’.
Nick sorrise e la strinse a sé, era felice di sentire quelle parole, e giurò a se stesso che non l’avrebbe mai più lasciata andare. Mentre stringeva a sé la sua ragazza si rese conto di quanto l’amasse davvero. Beh, ora doveva solo decidersi a dirglielo.



Angolo Autrice:
Altro capitolo che non mi piace nemmeno un pò, e il finale non mi convince per niente, non mi piace ma non sono riuscita a far di meglio :( che scrittrice mediocre che sono! :D
Nick e Harley a quanto pare si sono finalmente chiariti, e a quanto pare c'è un "ti amo" in arrivo... sempre che io non cambi idea :D Nel prossimo capitolo vedremo Justin cercare il perdono di Hope, lei accetterà le sue scuse e tornerà a cercare di essere felice con lui oppure non lo ascolterà e cercherà di andare avanti da sola? Beh un pò di pazienza e lo saprete :)
Purtroppo (o per fortuna, per alcuni) ho un annuncio da fare: mancano soli 2 capitoli (o forse 3) alla fine di questa storia, più un capitolo di epilogo. Già so che mi mancheranno Harley e Nick, ma non preoccupatevi, ho in mente uno spin-off su Hope/Justin e Lucas/Claire... quindi vi toccherà sopportarmi ancora per un pò, sempre se lo vorrete.
Ora vi lascio, torno a studiare, non prima di aver ringraziato di cuore la mia fedele S per le sue favolose recensioni, sei un angelo! Ti adoro.
A presto con il prossimo capitolo, un bacio.

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


Capitolo 31
Justin non riusciva a staccare gli occhi da quella foto, non riusciva a credere di avere perso Hope per via di Karen. Hope non aveva capito, ma non poteva biasimarla, la situazione era molto facilmente equivocabile, e lui avrebbe voluto spiegarle tutto, ma lei era scappata subito, senza lasciargli il tempo di parlare. Sapeva che lei stava soffrendo per colpa sua, e questo lo uccideva. Avrebbe voluto correre da lei, spiegarle tutto, farsi perdonare e poi stringerla di nuovo tra le braccia e non lasciarla più andare, ma non poteva, doveva restare a casa con Karen, non voleva lasciarla da sola.
“ Vai da lei.” Gli disse, notandolo assorto nei suoi pensieri.
“ Non posso, non voglio lasciarti sola tesoro.” Disse lui, senza guardarla.
“ Me la caverò, stai tranquillo, resto in casa, non metto nemmeno il naso fuori, promesso.” Lo rassicurò lei.
“ Ma  dopo quello che è successo…”
“ Justin! Fuori di qui! Vai a comprare dei fiori e riprenditi la tua donna!” lo interruppe lei.
“ Ma tu…”
“ Io me la caverò. Fuori” disse, mentre lo spingeva verso la porta.
Buttato fuori da casa sua decise che dopotutto Karen non aveva tutti i torti, gli servivano dei fiori. Così cominciò il giro delle fiorerie nei dintorni a caccia di un giglio bianco, si fece preparare il mazzo accompagnando il giglio con diverse rose rosse, le voleva ricordare il momento in cui lei era diventata la sua ragazza, ci aggiunse un bigliettino “ sei l’unica che è capace di farmi sentire solo in mezzo alla gente, come questo giglio tra tutte queste rose. Sei unica come questo giglio per me, e voglio che tu sia mia di nuovo.” Poi si diresse di corsa verso casa di Hope.
Harley era da poco uscita da casa di Hope, i suoi genitori erano usciti a far la spesa, e lei ora era rimasta sola con i suoi pensieri, che inevitabilmente si erano subito rivolti a Justin.
Lei lo detestava, eppure ancora credeva che lui ci tenesse davvero a lei, sperava che ci fosse una spiegazione razionale a quello che aveva visto, dopotutto lui le aveva detta che avrebbe potuto spiegarle tutto. Si, lei si era opposta, in preda alla rabbia, ma ora si chiedeva se davvero ci fosse stato di più di quello che lei aveva visto… ma in tal caso lui l’avrebbe seguita fuori, non l’avrebbe lasciata andare via, l’avrebbe fermata e le avrebbe spiegato tutto. Allora perché non l’aveva fatto? Perché l’aveva lasciata andare e non si era ancora fatto vivo? Era questo che la feriva quasi più del tradimento in sé, perché si era arreso subito? Perché diavolo non era corso da lei?
Poi le tornò in mente lo sguardo preoccupato che lui aveva rivolto a quella ragazza. Ma certo! Lui ci teneva a quella! Non era solo una sveltina, quella ragazza significava qualcosa per lui! Questa consapevolezza la colpì come una pugnalata, pensava che fosse solo sesso e invece lui forse addirittura l’amava! Se prima credeva che le bastasse una spiegazione logica per perdonarlo, e anche se quella spiegazione non ci fosse stata, magari con il tempo sarebbe riuscita a superarla lo stesso; ora le cose cambiavano, se lui provava davvero qualcosa per quella, allora era davvero finita.
Hope si sentì morire, scoppiò a piangere.
Per Justin si era lasciata andare, aveva dimenticato le sue paure, aveva rischiato, aveva messo da parte tutte le sue difese, gli aveva dato il suo cuore, gli aveva dato sé stessa, senza maschere, indifesa, fiduciosa che lui non le avrebbe mai fatto del male. E ora si ritrovava da sola, sul letto della sua camera con il cuore a pezzi, e nessun libretto delle istruzioni che le spiegasse come ricostruirlo, dove andassero posizionati i vari tasselli per farli coincidere. Ma che andava a pensare, il suo cuore non era un mobile dell’Ikea, non si poteva smontare e rimontare a piacimento. Un cuore infranto non si poteva aggiustare, non lo si poteva portare dal calzolaio come una scarpa con il tacco rotto. Tutto si aggiusta, dicono, ma il suo cuore non si sarebbe aggiustato, non poteva attaccare insieme i pezzi con un po’ di scotch come facevano i bambini. Non poteva nemmeno buttarlo nel cestino e comprarne uno nuovo. Perché un cuore non si compra, non lo vendono al supermercato, e nemmeno nei grandi centri commerciali. Un cuore viene regalato, lo regalano la mamma e il papà, tanto tempo prima che tu possa anche solo sapere cosa vuol dire scartare un regalo, e te ne regalano solo uno, non è come quando vai a comprare il tuo primo diario segreto, con tanto di lucchetto e chiave di riserva, così, giusto nel caso tu perda la prima. No, non ti regalano nessun cuore di riserva, devi fare attenzione, devi tenerlo stretto, non devi farlo cadere, ma devi stare attento a non romperlo, e devi fare ancora più attenzione a chi lo regali. Perché alla fine lo regalerai, quando sarai grande, e devi stare attenta che la persona a cui lo darai lo tratti bene, perché non ti restituisca il cuore in tanti piccoli cocci che poi sta a te rimettere insieme. Ma ricordati Hope, un cuore infranto  non si può aggiustare, puoi provarci, puoi provare a metterci lo scotch per tenerlo insieme, ma non tornerà mai come prima, resterà sempre un cuore infranto, e lo scotch potrà cedere da un momento all’altro, lasciandoti a pezzi, proprio come il tuo povero cuore.
In quel momento il suono del campanello interruppe i suoi pensieri. Lei si asciugò rapidamente le lacrime e si affacciò alla finestra per vedere chi fosse e per mandarlo via, tanto i suoi non c’erano.
Justin appena vide il viso della sua ragazza fare capolino dalla finestra della sua camera si sentì morire, vedeva le lacrime che avevano lasciato arrossato il suo soffice volto, nonostante lei le avesse asciugate alla meno peggio.
“ che ci fai tu qui?” le chiese lei, arrabbiata.
Per un attimo Hope era stata felice di vederlo, le era mancato davvero, e un po’ era sollevata nel vederlo da lei, allora forse davvero ci teneva a lei se era venuto da lei per chiederle scusa portandole i fiori, riconobbe il giglio al centro delle rose. Si era ricordato che a lei piaceva che se le regalavano dei fiori non fossero fiori che si potevano regalare a chiunque, e con quel giglio lui le dimostrava la sua attenzione nel farle un regalo che fosse solo per lei. Un attimo dopo però si ricordò di quello che aveva fatto e di come avesse guardato l’altra ragazza, e divenne subito ostile nei suoi confronti.
“fammi entrare, ti prego! Devo parlarti!”
“ Vai a parlare con quella sgualdrina, io non ho niente da dirti!”
Justin per un attimo provò rabbia per come lei si era rivolta a Karen, ma si calmò, lei non sapeva come stavano le cose, era normale che fosse arrabbiata con lui.
“ Non è una sgualdrina, credimi.” Le disse calmo “ ti prego esci e ti spiego tutto.”
Lei era decisa a non abboccare a qualsiasi bugia che lui le avrebbe propinato. “Non è una sgualdrina” le aveva detto… allora aveva ragione, c’era davvero qualcosa di serio tra i due.
“ Non mi interessa, qualunque sia la scusa che ti sei inventato in tutto questo tempo.”
Erano passate solo poche ore ma erano sufficienti perché lui si fosse inventato qualsiasi cosa, la verità gliel’avrebbe detta subito, ma non aveva nemmeno provato a fermarla.
“C’è una ragione se ho aspettato a venire qui, ti prego! Ascoltami! Ho bisogno di te! Sono qui per questo!”
“Sparisci!” gli rispose solamente.
Hope chiuse la finestra e si sedette sul letto, ma poi improvvisamente si alzò e si avvicinò alla porta, si sedette per terra appoggiandosi con la schiena alla porta.
“Hope!” lo sentì urlare dall’altra parte.
Non sapeva spiegarsi perché, nonostante la rabbia, si fosse messa seduta li. Eppure anche se lo odiava per quello che aveva fatto, voleva stargli vicino, e sapere che lui era lì, dall’altra parte di quella porta la faceva desiderare di stare li, senza che lui sapesse che c’era, semplicemente assecondando la sua voglia di stargli vicina e lontana contemporaneamente.
“ Guarda che non me ne vado! Ti aspetterò qui!” lo sentì urlare.
Poco dopo sentì il lieve rumore della sua schiena che si appoggiava alla porta, e si sentì sollevata, istintivamente portò una mano sulla porta, come se potesse toccarlo, e improvvisamente sentì la mancanza di toccare il suo petto forte, stringersi a lui con le mani dietro la sua schiena, e desiderò di aprire quella porta e buttarsi tra le sue braccia, ma non poteva, lui ormai amava un’altra, anche se non capiva che cosa ci facesse lì con dei fiori per lei invece che a casa sua con l’altra.
D’un tratto le brontolò la pancia e lanciò uno sguardo all’orologio, era quasi ora di cena, i suoi sarebbero tornati presto, e non voleva che trovassero Justin lì seduto fuori dalla porta. Dopotutto ancora non lo conoscevano, e non voleva che lui facesse loro una strana impressione.
“ Senti, vattene, stanno arrivando i miei. Non voglio che ti conoscano così.”
Lui rimase sorpreso a sentire la sua voce provenire dall’altra parte della porta, si sentiva sollevato, lei voleva ancora stargli vicino, dopotutto.
“ Beh almeno apri e prendi i fiori.”
Hope decise di assecondarlo, dopotutto voleva guardarlo un’ultima volta, così si alzò e aprì la porta.
“ Dammi qua.” Disse, fingendo indifferenza.
Ritrovandoselo davanti dovette combattere contro l’impulso di gettarsi tra le sue braccia, gli mancava così tanto… ma ora lui era di un’altra, quindi si trattenne e si limitò a prendere i fiori.
“ Ascoltami ti prego! Posso spiegarti ogni cosa! Credimi!”
Lei si fece forza combattendo contro l’istinto di dimenticare tutto e lasciarsi stringere, e gli chiuse la porta in faccia. Lesse il biglietto tra i fiori e scoppiò a piangere di nuovo, era così dolce… perché aveva dovuto rovinare tutto?
Justin se ne andò rassegnato, era stato tutto inutile, nemmeno questa volta era riuscito a spiegarle che Karen era solo sua sorella, e che c’era un motivo se era mezza nuda nel suo letto.

Angolo Autrice:
Ed eccoci qui con il capitolo 31. Annuncio ufficialmente che mancano ancora due capitoli più l'epilogo poi questa storia finirà e comincerò a pensare allo spin-off :)
Tornando al capitolo: Karen quindi è la sorella di Justin, e non una troietta qualunque, ma resta il fatto che era in intimo abbracciata a lui che aveva solo un asciugamano addosso, secondo voi come mai? 
A presto con il prossimo capitolo, e scusate se vi lascio di corsa ma probabilmente ho il moroso in arrivo, quindi urgono preparativi! :D
Un bacio bellezze, e un grazie ancora una volta al mio angelo anticonformista S. :D

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


Capitolo 32

Il giorno dopo Hope andò a lezione come ogni giorno, ma quando stava per uscire per il pranzo sentì la mancanza di Justin, lui di solito era sempre lì fuori ad aspettarla, e andavano a mangiare insieme, e ora già sapeva che si sarebbe sentita sola a mangiare un panino dalla panetteria vicino alla facoltà senza di lui, e con la consapevolezza che lui non ci sarebbe mai più stato.
Quando uscì dalla facoltà però, lo trovò li ad aspettarla, come ogni giorno. Solo che questa volta era tutto diverso.
“ che ci fai qui?”
“ Sono venuto per offrirti il pranzo e spiegarti quello che è successo, non me ne hai ancora dato la possibilità.” Disse, mentre sollevava un sacchetto di carta, mostrandoglielo.
“ E io ti ho già detto che non voglio ascoltarti. Che devo fare perché tu mi lasci in pace?” chiese, esasperata.
“ Voglio che mi ascolti, poi se vorrai me ne andrò…” disse, triste.
Hope sospirò, l’avrebbe accontentato e se ne sarebbe liberata, stava male all’idea di non vederlo più ma sapeva che se continuava a vederlo non l’avrebbe mai dimenticato.
Lo accompagnò all’interno dei cancelli su una panchina libera nel giardino della facoltà. Si sedettero vicini e lei dovette combattere con la tentazione di appoggiargli la testa sulla spalla, come faceva di solito.
“Allora? Cos’è che avevi tanta voglia di dirmi?”
Hope guardava dritto davanti a sé le mani stringevano il bordo della panchina, nervose.
“Guardami.”
Lei lo assecondò e appena i loro sguardi si incrociarono lei potè vedere la sincerità del suo sguardo, e in quel preciso istante dimenticò la rabbia e davanti a sé c’era soltanto l’uomo che amava.
“ Karen, la ragazza che hai visto con me, è mia sorella.”
Hope non riusciva a credergli, che ci faceva sua sorella mezza nuda nel suo letto?
“ Ah si? E io dovrei crederti? Ti ricordo che era mezza nuda a letto con te!”
“  Lasciami finire. Io ero in doccia quando lei si è letteralmente attaccata al campanello. Sono uscito di corsa dalla doccia e mi sono messo un asciugamano per coprirmi e sono andato ad aprire visto che sembrava urgente. In realtà speravo che fossi tu, ma quando ho aperto mi sono trovato davanti mia sorella con un cappotto fradicio visto che pioveva, che tremava come un pulcino. Cosa dovevo fare? Lasciarla fuori? L’ho fatta entrare e quando l’ho aiutata a togliersi il cappotto ho notato che aveva solo l’intimo addosso. Le ho chiesto spiegazioni ovviamente, mentre le prendevo un asciugamano, e lei mi ha confessato che nostro padre aveva tentato di violentarla” il tono di Justin a questo punto si era fatto rabbioso. Poi si calmò e continuò. “ Cosa dovevo fare Hope? Mia sorella mi arriva a casa, zuppa come un pulcino e mi dice che è stata quasi violentata, non potevo certo dirle di tornare a casa no? Era tardi, così l’ho accompagnata in camera mia, non la volevo lasciare sola, era terrorizzata, e ci siamo addormentati insieme. Poi sei arrivata tu e… beh.. il resto lo sai.” Ammise triste, le mancava da morire la sua Hope.
Hope era rimasta senza parole, non gli sembrava una storia che lui si potesse essere inventato, e i suoi occhi erano sinceri, poi a questo punto capiva perché Karen sentendola urlare contro Justin si era raggomitolata terrorizzata. Probabilmente stava rivivendo la scena da cui era appena scappata. Hope si sentì una stupida per avere fatto quelle scenate, per non aver avuto fiducia in Justin… però la situazione era davvero ambigua, chiunque avrebbe tratto le stesse conclusioni. Poi c’era ancora una cosa che non quadrava…
“ Ma se le cose stanno veramente così, perché non mi hai fermato? Potevi corrermi dietro, spiegarmi subito come stavano le cose. Perché hai aspettato?”
Hope sapeva che non era questo che contava, però se lui avesse davvero tenuto a lei le sarebbe corso dietro, l’avrebbe fermata.
“ Volevo farlo credimi, volevo correrti dietro con ogni fibra del mio corpo, volevo fermarti, anche costringerti con la forza ad ascoltarmi pur di non perderti, ma non potevo lasciare Karen da sola, ero preoccupato per lei, era lì, raggomitolata sul letto che tremava… è la mia sorellina, Hope… aveva bisogno di me, probabilmente più di quanto ne avessi bisogno tu, quindi anche se in quel momento io avevo solo bisogno di te, e pensavo solo a te, dovevo stare a casa a prendermi cura di mia sorella.”
Hope avrebbe voluto ribattere che anche lei aveva bisogno di lui, ma sapeva che lui aveva ragione, Karen aveva bisogno di suo fratello più di lei. Ora lo capiva, ora capiva il comportamento del suo ragazzo e sapeva che lui l’amava, che non l’aveva tradita, che non l’avrebbe mai fatto. Hope si sentiva una stupida per non averlo voluto ascoltare, per aver pensato che lui amasse Karen, per averle dato della sgualdrina… ma ora non voleva più parlarne. Ora voleva solo stare accanto a Justin, vivere di nuovo tutte le emozioni che solo lui le sapeva regalare, voleva di nuovo dargli il suo cuore, o perlomeno i cocci che ne avanzavano, tenuti più o meno saldamente insieme con lo scotch, e di nuovo voleva darglielo così com’era, senza difese, anche se lui avrebbe potuto ferirla, perché lei ora sapeva bene che lui non l’avrebbe mai fatto.
Appoggiò la testa sulla sua spalla, lui sorrise e prese a carezzargliela, si era sistemato tutto, era felice, la sua ragazza era di nuovo sua.
“ Perdonami” gli disse, sentendosi una stupida per quello che era successo.
“ Non preoccuparti, non lo potevi sapere. Chiunque avrebbe reagito così.” le sussurrò lui, rassicurandola.
Stava bene così, su quella panchina a carezzare la testa alla sua Hope, ma gli era mancata, gli era mancato accarezzarle la testa seduti su una panchina, ma ancora di più gli erano mancate le sue labbra. Così le pose un dito sotto il mento e le sollevò la testa,  in modo che lei lo guardasse. Poi lentamente entrambi chiusero gli occhi e si avvicinarono, permettendo alle loro labbra di incontrarsi di nuovo, in un contatto che era stato loro negato da troppo tempo.
E ora in quel bacio pacificatore Hope ritrovò davvero la felicità, e lo stesso provava Justin. I loro cuori battevano all’unisono, al ritmo di un’armonia tutta loro. Come sempre, e allo stesso tempo, più di sempre. Avevano superato la loro prima difficoltà, l’avevano superata insieme, come insieme avrebbero superato tutte le altre.
E allora forse si, pensò Hope, insieme alla persona giusta un cuore infranto si può davvero aggiustare. Come una fenice che rinasce dalle ceneri, il suo cuore era rinato più forte di prima, ed era tutto merito dell’uomo che ora la stava stringendo tra le braccia mentre le regalava un casto ma significativo bacio.
Il bacio durò solo qualche secondo, poi lui allontanò lentamente le labbra dalle sue, le fece appoggiare la testa sulla sua spalla, e all’orecchio le sussurrò due parole:
“ ti amo.”
Hope alzò di scatto la testa, sorpresa. Un grande sorriso si era allargato sul suo volto. Guardò negli occhi il suo uomo mentre, convinta, affermava:
“ ti amo anche io, Justin.”
E di nuovo appoggiò la testa sulla sua spalla, lasciandosi stringere dal suo uomo.


Angolo Autrice:
E dopo troppo tempo eccomi! Con questo capitolo salutiamo Justin e Hope, quindi non potevo essere troppo crudele e li ho fatti riappacificare. Devo ammetterlo, il capitolo era pronto da parecchio, ma forse inconsciamente non volevo salutarli, dopotutto sono affezionata a Justin e Hope, ma almeno adesso potranno essere felici senza dover sottostare alle manie sadiche di una autrice che è stata fin troppo crudele in questa storia.  Ma dopotutto c'è l'idea dello spin-off su di loro... Justin, Hope, mi sa che dovrete prepararvi a soffrire! Ma no dai, magari sarò buona stavolta dai..
Beh il capitolo in se non mi convince molto, ma spero vi piaccia lo stesso, ora vi lascio che vedo di decidermi a trovare qualcosa di decente da scrivere nel prossimo capitolo, l'ultimo ( troppe idee e ben confuse :D). A presto dolcezze, un bacio.

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