The Outsider

di MaryJane
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2-Conoscenze ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3-Indecisioni ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4-Misteri sulle braccia ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5- Troppo stanca per ricominciare ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6- Il chitarrista e lo spacciatore ***



Capitolo 1
*** prologo ***


Nuova pagina 1

The Outsider

 

PROLOGO

 

Ore 3 del mattino. Londra. Underground della città. Due uomini.

 

“Mi dispiace”mormorò freddamente il più grande dei due.”ma non dovevi farlo”

 

“mi sembrava una cosa giusta!”balbettò l’altro,spaventato.”Ho sempre detto tutto e…”

 

“No!” tagliò corto il suo interlocutore.”Non lo è! Avevi fatto un giuramento e dovevi rispettarlo!”

 

“M-mi dispiace!”

 

“Chiedere scusa non basta! Sai cosa succede a quelli che non rispettano le regole”

 

L’uomo prese una pistola e la puntò contro l’uomo di fronte a lui.

 

“No! Un momento,ragioniamo! No,per favore,nooooo!”

 

L’urlo straziato di un uomo ruppe per un momento la tranquillità che regnava negli “underground” di Londra. Poi,il silenzio, tornò ad avvolgere la città.

 

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Capitolo 2
*** capitolo 1 ***


1

 

Grace Armstrong si svegliò di soprassalto. Si guardò intorno con circospezione,prima di tirare un lungo sospiro di sollievo.

 

 Fiuuu! Per fortuna era solo un incubo!”si disse sollevata mettendosi a sedere sul letto.

Guardò l’orologio posato sul comodino: le sei e mezzo. Sospirando prese la sveglia e la spense prima che cominciasse a trillare ossessivamente.

Perfetto! Si disse. Ormai era sveglia,non c’era alcuna possibilità di rimettersi a dormire,per cui scese dal letto e si diresse in bagno. Si guardò stancamente allo specchio: i capelli rosso fiamma terribilmente spettinati per via del sonno agitato,gli occhi azzurri solitamente allegri e vivaci,ora erano stanchi, semichiusi. Tutto il suo corpo stava risentendo del lavoro massacrante che le aveva causato l’omicidio di un uomo avvenuto circa tre mesi prima. Finalmente,dopo mesi di duro lavoro,lei e tutta la squadra Omicidi della polizia di Londra,erano riusciti a trovare l’assassino e solo allora si era resa conto della stanchezza che le aveva portato tutto quel lavoro. Decisa a prendersi una vacanza,lasciò cadere per terra il suo pigiama rosa con gli orsacchiotti e si infilò nella doccia. Lanciò un ultimo sguardo divertito al suo pigiama,poi, ridacchiando,aprì il rubinetto.

Lei,Grace Armstrong, trent’anni di vita,una felice carriere in polizia,capelli rossi e occhi azzurri,era ancora single. Era una gran bella donna,giovane, cosa che i suoi colleghi non smettevano mai di dirle. E lei rispondeva sempre con la classica frase”non ho ancora trovato l’uomo della mia vita”. Ma quando lo troverai l’uomo della tua vita?,si chiedeva spesso. Finirà che arriverai a cinqu ant’anni e non avrai ancora trovato l’uomo della tua vita.

Dopo una rapida doccia,ormai completamente sveglia,(se così si può definire una persona alle sette di mattina),scese in cucina e cominciò a prepararsi la colazione.

Un buon caffè è proprio quello che mi ci vuole,borbottò tra sé,mettendo la caffettiera sul fornello. Uno squillo del telefono un po’ troppo lungo,però,disse addio al caffè. Sbuffando contrariata si diresse in salotto pensando a chi potesse essere lo scocciatore che telefona alle sette di mattina. Sospirando,sollevò la cornetta.

 

“Grace Armstrong”

 

“Grace,sono Sarah.”

 

“Ah,sei tu,Sarah”rispose Grace chiedendosi perché mai la collega dovesse chiamarla a quell’ora.

 

“è successo qualcosa?”le chiese

 

“Un omicidio”

 

Grace ci mise un po’ a comprendere le parole dell’amica. Quando finalmente si rese conto di quello che aveva appena sentito,la tonalità di solito rosata del suo viso prese a trasformarsi in un bel verde,mentre il sangue nelle sue vene cominciava a bollire. Chi fosse stato presente in quel luogo al momento della telefonata,avrebbe potuto benissimo vedere il rispettabile commissario della squadra omicidi dare silenziosamente pugni al muro,in preda alla disperazione più assoluta.

 

“Grace,sei ancora lì?”

 

“Eh? Si,sono qui. Non toccate niente. Sto arrivando.”

 

Chiudendo il telefono in faccia all’amica,Grace Armstrong prese le sue cose e uscì di casa,sbattendo la porta,maledicendo mentalmente chi aveva deciso di uccidere quell’uomo,e anche se stessa,che aveva avuto la bella idea di fare quel lavoro.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2-Conoscenze ***


2

Conoscenze

“Si,signor Bryant, ha capito tutto”il vicequestore della polizia,Jack Warton, stava dando le ultime spiegazioni telefoniche al detective privato Christopher Bryant.

“Quest’omicidio è più complesso del previsto. Non abbiamo ancora identificato il cadavere, e poi la strana posizione in cui è stato messo il corpo,…lei capisce,dottor Bryant…”

“Ma non c’è il commissario Armstrong a dirigere le operazioni?”

“La dottoressa Armstrong è una delle più valide e qualificate nel suo campo. Ma è anche molto suscettibile e facilmente irritabile. Ultimamente è molto stanca per via di un caso che è stato risolto solo una settimana fa. Voglio che sia gente esperta in materia. E soprattutto più tranquilla”concluse Warton con un sorriso.

“Ma la dottoressa Armstrong lo sa?”

“Credo che lo abbia saputo appena adesso”disse vedendo Sarah McCarty chiudere il telefono con un sospiro.

“Bene,signor Bryant. La aspetto questo pomeriggio in ufficio. A dopo,allora”

“Certamente,dottor Warton. Arrivederci.”

“Arrivederci”

Jack Warton chiuse il telefono,chiudendo gli occhi, preparandosi ad affrontare Grace Armstrong,che a quanto pareva,non aveva accolto tanto bene la notizia di un nuovo omicidio.

“Hey, Grace!” esclamò Harry Wilson appena la vide entrare.

“Hey,Harry!”lo salutò lei cupa.

“Si sa già chi è il cadavere?”chiese Grace sbrigativa.

“No,ma…”

“Datevi da fare per identificarlo. Cosa abbiamo su di lui…”

“Eh,poca roba, però…”

“La scientifica ha trovato qualcosa? Dov’è il rapporto del medico legale?”

“Grace…”

“Voglio delle foto del corpo. Portatemele nel mio ufficio…”

“Grace!”la interruppe Harry.

“Che c’è?”

“Warton ti vuole parlare. Ti aspetta nel suo ufficio.”

“Posso?”Grace bussò educatamente alla porta del vicequestore,entrando e constatando che non era solo.

“Ah,dottoressa Armstrong,venga,venga. Si sieda,per favore!”

“è successo qualcosa?”

Warton non rispose ,ma si limitò a presentarle il misterioso uomo seduto alla sua destra.

“Dottoressa Armstrong,le presento il detective Christopher Bryant. Lavorerà con noi per un po’.”

Un detective?

“Grace Armstrong”si presentò dandogli la mano.

“Molto piacere”

“Sono indiscreta se chiedo che ci fa qui un detective?”chiese Grace guardando Warton.

“No,no. Ora le spiegherò tutto. Ecco,avrà già saputo dell’omicidio…”

“Si,l’ho saputo. Ho già chiesto di farmi avere tutto il materiale che abbiamo…”

Jack Warton la interruppe calmo con un gesto della mano.

“Questa volta non ce ne sarà bisogno.”

“Come?” chiese Grace sorpresa.

“Questa volta,dottoressa,non ci sarà bisogno di avere il materiale.”

“E come faccio a trovare il colpevole? Con la sfera di cristallo?”chiese Grace ironica.

“Dottoressa…”cominciò Warton mentre Bryant soffocava una risata con la mano.

“Oh,no no no. Aspettate ho capito tutto. Il signor Bryant non è un detective,ma un veggente incaricato di scovare l’assassino con i suoi poteri. Quale metodo userà,signor Bryant? Le foglie di tea? Bella mossa,quella di chiamare un veggente. Dovremmo farlo più spesso!”concluse ancora più ironica di prima.

Questa volta fu Bryant a parlare. Trattenendo a stento una risata,si voltò verso Grace.

“Dottoressa Armstrong,mi lasci spiegare. Io sono stato incaricato di risolvere il caso,su questo ha ragione,solo che sono proprio un detective”

“Grace stette per un po’ a riflettere,certa di non avere capito bene qualcosa.

“Mi sfugge qualcosa. Non credo di aver capito bene.”

“Dottoressa”riprese Warton”il detective Bryant è stato chiamato da me per assumersi l’incarico di trovare l’assassino e chiudere il caso. Non c’è niente altro da capire.”

“Oh,si che c’è!”esclamò la donna realizzando improvvisamente tutto.”per esempio cosa farò io mentre un detective farà le indagini!”

“Se ne starà a casa. Oppure seguirà casi di minore importanza.”

Non se ne parla neanche!”esclamò Grace scattando in piedi.

“Signorina Armstrong,si sieda!”esclamò Warton.

“Prima mi spiega perché ha chiamato un detective per risolvere il caso”

“Bè…ho ritenuto opportuno…”

“Non mi riteneva forse all’altezza di risolvere un caso simile?”

Sia Warton che Bryant non aprirono bocca.

“Signor Warton,le ho fatto una domanda”

“Ecco,ho pensato che…forse…”

“Risponda!”

“Bè…sì!”rispose Warton ormai deciso a vuotare il sacco.

“L’ho fatto più che altro per il suo carattere!”tentò Warton sulla difensiva.

“Il mio carattere? Cos’ha il mio carattere che non va?”

“Dottoressa Armstrong,non può negare di essere molto suscettibile. L’ultimo caso l’ha sfiancata. I suoi nervi non avrebbero retto a un’altra indagine”

“Signor Warton”disse Grace parecchio contrariata dalla faccenda”so benissimo com’è il mio carattere, e le dirò che sono perfettamente in grado di controllarlo. Per cui o mi fa lavorare al caso o mi licenzio.”concluse poi, minacciosa.

Warton stette un po’ a rifletterci. Non voleva perdere Grace Armstrong,era una delle più valide che si potesse avere…ma non voleva nemmeno mandare via Bryant.

“Forse…disse Bryant quasi intuendo i pensieri di Warton”…io e la dottoressa Armstrong potremmo lavorare insieme”

Grace e Warton si voltarono verso di lui.

“In due si lavora meglio,no? In più, in questo modo non si dovrà preoccupare per la dottoressa,signor Warton…che ne dice?”

Anche Grace sembrò sorpresa da quell’uscita.

“Bè…se la dottoressa non ha niente in contrario…”

“Ecco…io…non so se…”

“vedrà che non se ne pentirà dottoressa. Lavorare in due è più facile. Allora accetta?”

“D’accordo!”esclamò Grace dopo qualche minuto.

“Perfetto!”esordì Warton tirando un sospiro di sollievo. “Direi che potete cominciare da subito. Buon lavoro!”esclamò sbrigativo ben propenso a mettere fine a quell’inutile discussione.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3-Indecisioni ***


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3

Indecisioni

“Proporrei di andare a fare un sopralluogo sul luogo del delitto!”disse Bryant non appena uscirono dall’ufficio di Warton.

“Anch’io! Mi sembra la cosa più giusta. Se non fosse per il fatto che dovrei andare a casa a cambiarmi”

“Perché?”

“Bè…non credevo di avere molto da fare,oggi. Non mi sembra che le scarpe col tacco e i pantaloni nuovi siano adatti per andare a vedere un cadavere.”

“Non si preoccupi. Passeremo prima da casa sua e poi andremo a fare il sopralluogo.”

“No,no. Vada prima lei. La raggiungerò lì”

“E invece andremo prima a casa sua e poi ci andremo insieme. Prendo la macchina.”

“Okay,va bene.”disse Grace rivolta più a se stessa che a Bryant, visto che quest’ultimo era già sparito dietro la porta.

“Entri pure. E lasci perdere il disordine. Stamattina sono uscita un po’ in fretta.”disse Grace spingendo la porta ed entrando,seguita da Bryant.

“Non si preoccupi. Ci sono abituato. Anch’io vivo da solo.”

“Faccia come se fosse a casa sua. Di là c’è la cucina,il bagno è tre porte più avanti. Ci metterò dieci minuti”esclamò salendo le scale.

“Faccia pure con comodo,dottoressa. Io l’aspetterò qui.”

“E ora che diavolo mi metto?”si domandò Grace davanti all’armadio.

“Solo una persona può aiutarmi!”esclamò prendendo il telefono e digitando un numero.

“Pronto?”chiese la persona all’altro capo del filo.

“Renée? Sono Grace. Per favore devi assolutamente aiutarmi.”

“Che è successo?”

“Non posso spiegarti tutto per telefono. Lascia tutto e vieni qui. Ora!”e riattaccò.

Driiin! Driiin! Driiin!

“Signor Bryant,può aprire lei? Sono occupata!”urlò Grace dal piano di sopra.

“D’accordo!”urlò lui in risposta.

“Buongiorno!”Bryant salutò la donna castana che aveva appena bussato,proprio mentre Grace si precipitava giù dalle scale.

“Renée!”esclamò”Renée ti presento il detective Christopher Bryant. Lavorerà con me per un pò. Signor Bryant,questa è Renée Madison,la mia vicina di casa.”

I due si strinsero la mano.

“Renée,puoi venire sopra un attimo?”

“D’accordo!”

“Le spiace? Torniamo tra due minuti”

“Non si preoccupi”

“Che diavolo sta succedendo? Perché mi hai fatta correre qui? E quel…detective in casa tua…”

“è proprio per questo che ti ho fatta venire!”esclamò Grace aprendo l’armadio.

“Per questo cosa?”

“Per lui”

“Aahhh,ho capito”esclamò sorridendo

“cosa hai capito?”

“Vuoi un consiglio su cosa metterti al tuo primo appuntamento,vero?”

“Non hai capito un bel niente,infatti. Quello lì è un detective,te l’ho detto! Lavoriamo insieme a un’indagine e stiamo andando a fare un sopralluogo. Ma non so cosa mettermi!”

“E tu mi hai chiamato perché non sai cosa metterti per andare a veder un cadavere?”

“Già!”disse prendendo una minigonna dall’armadio e mostrandogliela.

“Grace! Vorresti metterti una minigonna per andare a fare un sopralluogo?”

“Se solo mi lasciassi finire…Sono riuscita per miracolo a farmi assegnare quest’indagine,ma ho sentito Warton dire a Bryant che vorrà sapere tutto quello che farò e dirò durante le indagini. Cerco solo di facilitare le cose.”

“commissario Grace Armstrong! Questa si chiama corruzione di testimoni! Da lei non me l’aspettavo proprio!”concluse ridendo.

“Oh,stai un po’ zitta!”esclamò ridendo anche lei,prendendo un minitop dall’armadio.”Questo?”

“Ce l’abbiamo fatta!”esclamò Renée scendendo le scale seguita da Grace.

Alla fine di mille prove degne di una sfilata di moda aveva accettato di mettere dei jeans elasticizzati e una maglietta colorata aderente.

“Bè,io vi lascio. Scappo altrimenti il gatto manda qualcuno a cercarmi. Ciao,Grace. Arrivederci,signor Bryant.”

“Direi che possiamo andare!”propose Grace non appena furono rimasti di nuovo soli.

“proposta accettata. Solo una cosa,dottoressa Armstrong”

“Dica pure”

“Bè,visto che dobbiamo lavorare insieme per un po’,preferirei che ci dessimo del tu. Le va bene?”

“D’accordo,Christopher…posso chiamarla Chris?”

“Certo,Grace”

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Capitolo 5
*** Capitolo 4-Misteri sulle braccia ***


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4

Misteri sulle braccia

“Buongiorno,commissario!”un agente salutò Grace non appena arrivarono.

“Salve,Patterson! Ci sono novità?”

“Non ancora. C’è giù il dottor Barrow,venite vi porto da lui.”

“Buongiorno,dottor Barrow!”

“Dottoressa Armstrong! Rivederla è sempre un piacere. Peccato che ci incontriamo solo in circostanze così…poco allegre”disse ridendo.

“già!”anche lei rise”Dottor Barrow.le presento il detective Bryant. Lavorerà con me in quest’indagine. Chris,lui è Eddie Barrow,il medico legale.”

“Piacere.”i due si strinsero la mano,poi Grace si rivolse a Barrow.

“Allora”disse indicando il cadavere,poco lontano da loro”com’è morto?”

“Tre colpi di pistola. Uno alla testa,uno al cuore e uno allo stomaco.”

“ci sono segni di violenza?”gli chiese Chris.

“niente. Il corpo è perfettamente pulito. Evidentemente non ha neanche cercato di difendersi. Comunque saprò dirvi di più solo dopo…”

“…dopo l’autopsia”concluse Grace meccanicamente,sorridendo.

“la cosa che si nota anche adesso,però,è la strana posizione in cui è stato messo il corpo.”

“Già,in effetti è veramente strano…”disse Grace”tu che ne pensi,Chris?”

Chris non rispose. Stava riflettendo e i suoi occhi erano fissi sul cadavere.

“Chris?!?”

“Avete una chitarra?”chiese dopo qualche secondo?

Grace lo guardò come se fosse impazzito.

“Una chitarra? Chris,che diavolo te ne fai di una chitarra adesso?”

“Volevo verificare una cosa. Guarda il corpo,Grace. Le braccia messe in quel modo…sembra che stia…suonando una chitarra!”

Grace lo guardò di nuovo come se fosse matto. Poi però,riguardando il corpo,dovette ricredersi.

“Hey,hai ragione!”esclamò contenta”sembra proprio che stia suonando una chitarra! Lei che ne pensa,dottor Barrow?”
”Devo dire che ora che lo guardo bene,sembra proprio che abbia una chitarra in mano…ma perché l’hanno messo in quel modo?”

“Bella domanda,dottore!”esclamò Grace”avete trovato qualcos’altro?”

“Si.”disse Barrow”delle scritte sulle braccia”

Chris e Grace si diressero istantaneamente verso il cadavere. Barrow li seguì.

“Ecco sono qui”disse loro Barrow alzando le maniche della felpa del morto perché potessero vedere.

“Oh!” fu tutto quello che seppe dire Grace non appena le vide.

Sul braccio sinistro c’era scritto:

pag.216

It’s something unpredictable

But in the end is right

I hope you had the time of your life

E sul braccio destro:

Ha ha you’re dead

“Ha ha you’re dead?”lesse Grace”Ha ha sei morto? Che razza di assassini. Non solo lo freddano con tre colpi,si fanno pure beffe di lui.”

“Dottor Barrow,al telefono!”lo chiamò un agente.

“Scusate”disse loro Barrow andando via.

“che ne pensi?”chiese Grace a Chris.

“Non so…è tutto molto strano. E questi versi…mi ricordano qualcosa”

“Cosa?”

“Non mi viene in mente,ora come ora. Te lo dirò non appena me lo ricorderò”

“Cerca di ricordarlo in fretta!”esclamò Grace alzandosi e guardando l’orologio.

“Accidenti,è già l’una! Com’è passato in fretta il tempo stamattina! È già ora di pranzo.”

“Sarà meglio andare,allora”

“Concordo pienamente,signor Bryant!” esclamò poi incamminandosi verso l’uscita. Pranzarono velocemente al bar di fronte al distretto,poi tornarono in ufficio. C’era ancora molto da lavorare.

*************************************************************************************************************Grazie per le recensioni e scusate per il ritardo. Spero che vi piacerà anche questo capitolo,anche se è più corto degli altri. Cercherò di essere più veloce con il prossimo.kisssss!

MaryJane

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Capitolo 6
*** Capitolo 5- Troppo stanca per ricominciare ***


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Capitolo 5

 

Troppo stanca per ricominciare

 

Arrivò a casa verso le sette del pomeriggio dove trovò Renée ad aspettarla davanti alla porta.

“Allora?”le chiese la vicina di casa”Si può sapere che ti prende? Perché mi hai chiamato?”

“Niente” rispose Grace entrando e posando la borsa sul tavolo nell’ingresso “volevo solo un po’ di compagnia”

“Grace ti conosco e so che non me la racconti giusta. Perché mi hai fatto venire qui? È da stamattina che sei strana. Che ti sta succedendo,Grace?”

Grace si voltò a guardarla“vuoi sapere che c’è? C’è che sono…nervosa,ecco. C’è stato…un altro omicidio. È questo è più complicato del precedente. Non so se riuscirò a risolverlo.”

“Che ha di tanto particolare?”

“Tutto. Praticamente tutto. A partire dalla posizione del corpo fino alle strane scritte sulle braccia.”

“è questo il problema? Non è la prima volta che trovate scritte sui corpi.”

“No,ma ti pare che uno che scrive “Ha ha sei morto” sul braccio di qualcuno che ha ucciso possa essere sano di mente?”

“Penso proprio di no!”esclamò Renée notando il tono ironico dell’amica.

“Gli hanno scritto “Ha ha you’re dead” su un braccio e altra roba sull’altro.”disse poi avviandosi in cucina.

Renée tornò seria all’improvviso.

“Che-che gli hanno scritto?”

“Ha ha sei morto! Vorrei sapere quale assassino idiota si diverte a…”

“No! Hai detto un’altra cosa!”

Grace la guardò stranita.

“Ho detto “Ha ha you’re dead” perché gliel’hanno scritto in inglese! Ma non cambia poi molto!” Renée deglutì. Poi,tentando di apparire il più naturale possibile davanti a Grace,le disse:

“Ah…capisco…senti,si sta facendo tardi,io devo andare. Poi ci sentiamo,ok?” e corse via senza neanche salutare.

Grace stette per un po’ a guardare dove fino a pochi secondi prima c’era la sua amica,poi scosse la testa e si voltò per andare sopra.

“Io quella non la capisco proprio!”

 

L’ufficio di Grace Armstrong si trovava a due passi dal Big Ben,nel bel mezzo di Londra. Sempre movimentato e pieno di persone,era l’unico posto dove Grace si sentiva veramente a casa. Ci lavorava da anni,ormai,e, nonostante a volte non ne potesse più di quel lavoro, era sicura che non avrebbe mai potuto vivere senza le sue indagini. Dopo sei anni passati tra quelle mura ormai si era abituata ad assassini,interrogatori, testimoni e inseguimenti vari.

Il suo studio personale rifletteva in tutto la sua personalità. Fuori, sulla porta in noce,una targhetta in ottone recitava il suo nome per intero: COMMISSARIO GRACE KATHERINE ARMSTRONG.

 

“Buongiorno!”esclamò Grace entrando in ufficio.

“Hey,ciao!”la salutò Chris frettoloso “come va? Tutto a posto? Bene,sono contento. Ci vediamo più tardi. Anzi,no! Vieni con me!” detto questo la prese per un braccio e la trascinò fuori dall’ufficio.

“Fermati un momento,Chris. Non ho capito una parola di quello che hai detto. Si può sapere dove stiamo andando?”

“Andiamo a fare un giro nei posti più frequentati da Alexander Moore.”

“Da chi?”

“La vittima”

“Ah”disse semplicemente Grace.

“E quali sarebbero i posti più frequentati da questo Moore?”

“A quanto pare un locale in Nelson Road e una discoteca  poco più lontano. Stando al alcuni suoi conoscenti l’ultima volta che l’hanno visto stava proprio li”

“Si,ma non pensi che dovremmo andare anche a casa si Moore? Magari da qualche parte ha scritto qualcosa…può darsi che sapesse qualcosa…”

“Certo che lo penso,Grace! Ma penso anche che sarebbe meglio se sapessimo dov’è la casa di Moore!”

 

Chris ingranò la seconda.

“Che mi dici di questo Alexander Moore?” gli chiese Grace guardando fuori del finestrino.

“Bè…il nome lo sai,aveva 38 anni, divorziato e abitava a Londra. L’ex moglie si chiamava Emily Lewis. Da lei aveva avuto un unico figlio maschio, Michael, di nove anni, che al momento abita con la madre. Il padre Dorian è morto due anni fa in un incidente stradale, mentre la madre,Nessie, da quando è morto il marito vive in Scozia e da allora non è mai tornata a Londra.”

“Era figlio unico?”

“No,aveva una sorella. È lei che abbiamo rintracciato. L’unica che ha risposto,per lo meno. Si chiama Alice, ha 36 anni ed è sposata con un certo Evan Collins,proprietario di un negozio. Come ti dicevo,è l’unica che siamo riusciti a rintracciare.”

“Come mai?”

Chris fece spallucce.

“Gli altri sembrano spariti nel nulla. Forse si nascondono, o forse non hanno voglia di parlare di lui. Neanche la sorella era tanto contenta. A quanto pare, Moore, dopo il divorzio,aveva cominciato a bere,e secondo la sorella, era anche entrato in un giro di droga. Spacciava cocaina. Era diventato la pecora nera della famiglia. La sorella è l’unica che ha continuato a mantenere un minimo di contatto con lui. Non è sembrata molto dispiaciuta,quando ha saputo che è morto,comunque. Era come se se lo aspettasse. Ha detto “lo sapevo che prima o poi l’avrebbero fatto fuori!”

“Chi?”

“Quelli della droga,ha detto lei. Ma non sembrava molto convinta. Di sicuro,quelli di cui parlava,chiunque fossero, hanno a che fare con la morte del fratello. Ed è anche sicuro che dobbiamo trovarli.”
Grace fece una pausa.

“Com’è che non sappiamo dove abitava?”

“Da qualche mese aveva comprato questo appartamento a Londra, ma nessuno sa dove sia. Non lo disse a nessuno, neppure a sua sorella. Però abbiamo questi locali che frequentava, cominciamo da lì, può darsi che qualcuno sappia dove abitava.”

“è tutto?”

“è tutto!”

“Andiamo,allora. Non vedo l’ora che finisca tutto!”

Chris le sorrise. Ingranò la quarta e tornò a concentrarsi sulla strada.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6- Il chitarrista e lo spacciatore ***


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Capitolo 6

 

Il chitarrista e lo spacciatore

 

“Proviamo a chiedere a quel barista!” propose Grace entrando,seguita da Chris

“Mi scusi!”

“Prego!”

“Squadra omicidi” disse Grace mostrandogli il distintivo. Il barista li guardò incuriosito.

“Posso fare qualcosa per voi?”

“Lei conosceva un certo Alexander Moore?”

“E chi non lo conosce?”rispose lui “Lo conoscono tutti qua dentro. Ma perché, è successo qualcosa?”

“è morto. Lo hanno ucciso.”intervenne Chris “Quando precisamente veniva qui Moore?”
”Tutti i giorni. Veniva qui,si sbronzava e se ne andava. Tutte le sere. Qualche volta si è portato a casa qualche ragazza,ma niente di più.”

“A proposito della casa…lei sa dove abitava Moore?”

“Non ne ho idea!”

“Perché ha detto che lo conoscevano tutti? Da quello che ha appena detto,non mi pare facesse qualcosa di speciale!”
”Ha suonato qui,qualche volta. Era molto bravo!”

“Che cosa suonava?”
”Chitarra. Chitarra elettrica.”

Il barista vide i due scambiarsi un’occhiata.

“Non aveva uno straccio di lavoro,ed era sempre pieno di debiti. Sapevo che era un chitarrista, me ne aveva parlato lui. Aveva una gran passione per il rock. Così gli ho proposto di suonare qui”

“Sappiamo che si era infilato in un brutto giro”gli disse Grace “Cocaina”
Il barista annuì,cupo.

“Ho cercato più volte di dissuaderlo,di dirgli che gli avrei trovato un lavoro,che l’avrei aiutato,ma si è sempre rifiutato. Aveva bisogno di soldi.”
”Può dirci qualcosa di più?” Il barista fece una pausa,incerto sul da farsi.

“Posso dirvi un nome.”esclamò “Ma vi pregherei di mantenere l’anonimato,quelli non perdonano.”

“Non si preoccupi”lo rassicurò Grace “Il nome?”

“Frank Gifford” esclamò abbassando la voce “Il pusher,come lo chiamano tutti. Lo spacciatore!”Grace annuì.

“Per caso conosce qualcuno che è stato a casa sua?”

“Quella ragazza laggiù!”disse indicando una ragazza bionda che stava servendo delle bevande a un tavolo. “è Jessy,una delle cameriere. È andata via con Moore un paio di volte,penso che saprà dirvi dove abitava”

“Grazie!”lo ringraziò Chris. Mentre si allontanavano,parlò sottovoce con la collega.

“Pensi che abbia detto la verità?”

”Così sembra… ma non possiamo incriminarlo. Non abbiamo prove e poi…non sembra che sia stato lui”

“Io dico che l’ha ucciso qualcuno che lo conosceva. O conosceva i suoi gusti,almeno”

“Già,sono d’accordo!”

 

“Jessy?”la chiamò Grace.

Una ragazza bionda,piuttosto alta, con un vassoio in mano,si voltò verso di loro.

“Omicidi”si presentò Grace mostrandogli il distintivo. La ragazza inarcò un sopracciglio.

“Che vuole la omicidi da me?”

“Informazioni”le rispose Chris “Conoscevi Alexander Moore?”

Lei ci pensò un momento,poi annuì.

“Che è successo?”

“è morto!”

“Oh!”si limitò a dire Jessy con la faccia di una a cui non interessa minimamente che Moore sia morto.

“Ti ricordi dove abitava?”

“Si…in una di quelle stradine di case popolari,dove ci abitano tutti i disperati della città. Aspetta,si chiamava…Hales Road,o qualcosa del genere.”

“Si,Hales Road. Ho capito dov’è. Qualche altro particolare?”le chiese Chris.

“Si,abitava al numero 3. Di solito non sto attenta a queste cose ma mi è rimasto impresso perché il numero era disegnato gigante sul muro. Mi ha detto che l’aveva disegnato lui. Era enorme e tra il numero c’era una chitarra. Chitarra elettrica,ha detto. Aveva una passione sfegatata per il rock. In casa aveva una decina di chitarre,se non più.”

“Non ti ha detto nient’altro?”

“Bè…ora che mi ci fai pensare…aveva la casa tappezzata di poster. Ed erano tutti dello stesso gruppo!”

“Che gruppo?”
”Un gruppo rock americano…o forse punk…si chiamano…aspetta,si chiamano…ah,si, Green Day!”

“Green Day?”le chiese Grace mentre Chris assumeva l’espressione di uno che si è improvvisamente ricordato qualcosa.

Jessy annuì.

“Ora,se mi volete scusare…dovrei tornare a lavorare”
”Certo,Jessy. Grazie!”la ringraziò Chris frettoloso prendendo Grace per un braccio e portandola fuori dal locale.

“Che ti prende?”chiese Grace a Chris non appena furono fuori.

“Me lo sono ricordato,Grace…i Green Day!”

“I Green Day cosa?”

“Ti ricordi le scritte sul braccio di Moore?”

Grace annuì.

“Togli pag.216,le altre. I versi e “Ha ha you’re dead”

Grace annuì di nuovo.

“I versi,Grace…sono canzoni dei Green Day!”

 

“E tu come fai a saperlo?”

“Anche a me piaceva il rock. I Green Day sono un gruppo punk rock americano. I versi sono il ritornello di una canzone che si chiama “Time of your life” e “Ha ha you’re dead”è il titolo di un’altra.!”

“A questo punto è chiaro ormai: chi ha ucciso Moore lo conosceva bene!”

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