Una separazione troppo lunga di annalauraeffe (/viewuser.php?uid=108666)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
La 5 stagione di Bones in
America è finita, e la sesta
inizierà solo a metà settembre... nell'attesa ho
provato a scrivere questa FF,
su come io spero vadano le cose... spoiler 5 stagione, e anche uno
sulla 6.
Spero leggerete e recensirete, così potrò capire
se volete che la continui..
I personaggi di Bones
non sono miei ma appartengono a quanti
ne detengono i
diritti. Io non li uso a scopo di lucro, ma per puro divertimento.
Si
passò il dorso
della mano sulla fronte sudata e si abbassò ancora di
più il cappello a tesa
larga sulla testa, cercando di ripararsi dal sole cocente. “Dottoressa, forse
sarebbe
più opportuno continuare domani…”
“non ne comprendo il motivo Miss Wick” la
interruppe “ Beh, Dottoressa, sta lavorando ininterrottamente
da ore, senza
prendersi una pausa; e questo sole poi… mi sento spossata
anch’io!” “signorina
se crede di non farcela può andare, penso di poter
continuare senza il suo
aiuto oggi” “Oh no, Dottoressa Brennan, non la
lascerei mai da sola!”
Daisy
lanciò
un’occhiata a Brennan, che era tornata a fissare assorta i
resti che avevano
scoperto quella mattina, e pensò che nelle ultime settimane
la dottoressa era
diventata più fredda, distante. L’entusiasmo e
l’eccitazione sembravano essere
pian piano svaniti da lei, lasciando una Brennan diversa da quella che
era
partita con il desiderio di cambiare la Storia dell’uomo.
Guardandola adesso,
infatti, credeva che nelle ossa cercasse di sfuggire da
chissà quale pensiero
che la tormentava. Scosse la testa divertita. Cosa ne sapeva lei? Era
il suo
Lancillotto che si occupava di interpretare l’animo umano. Lance.
Oh,
quanto le mancava.
Le mancava. Ogni
giorno di più sentiva la sua mancanza. Le sembrava quasi di
non poter più
ricordare bene i lineamenti del suo volto, il suo profumo, il suono
della sua
voce… che sciocchezza.
Mancava
da Washington solo da due mesi, e presto sarebbe tornata e anche
lui.Avrebbero
ripreso da dove avevano lasciato. Lo sperava, davvero. Ma aveva paura.
Le
cose devono cambiare, Bones. Così aveva detto Booth.
Ma lei voleva che
rimanessero uguali. O almeno lo credeva. In ogni caso l’unica
cosa di cui era
certa nella sua vita era l’amicizia di Booth. E non
voleva, non poteva perderla.
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Capitolo 2 *** Capitolo 1 ***
I
personaggi di Bones non sono miei ma appartengono a quanti ne detengono
i
diritti. Io non li uso a scopo di lucro, ma per puro divertimento.
Capitolo 1
“Ei,
soldato!”
Booth si girò e vide Hanna che veniva verso di
lui. Era bella, si disse,
bella e intelligente. Faceva la corrispondente di guerra . Si erano
conosciuti
pochi giorni dopo il suo arrivo in Afghanistan. Era facile parlare con
lei, gli
veniva naturale, si erano confidati l’un l’altro e
avevano scoperto di avere
molto in comune… lei aveva appena concluso una storia durata
5 anni, desiderava
una relazione stabile, mettere su famiglia e questo il suo ex
compagno
non aveva saputo darglielo. Così simili. Booth si era reso
conto di sentire una
forte attrazione verso Hanna, che era stata così dolce
e paziente con lui
da ascoltare tutti i suoi sfoghi su Bones. Era
fantastica, davvero.
Fantastica, ma non era… lei.
“Ciao! Cosa ci fai qui?” “sono
venuta a trovarti! Non sei contento
di vedermi?”
“No, cioè sì…
cioè.. non dovevi disturbarti tanto! Pensavo ci saremmo
visti
stasera…” si interruppe imbarazzato.
Hanna rise “calma soldato, ho capito cosa volevi
dire” “avevo un’ora libera e
ho deciso di passare… i tecnici stanno montando il servizio
per stasera”
“ah, ho capito… ma come hai fatto ad entrare??
Normalmente sono piuttosto
rigidi.. hai ucciso quelli della sicurezza?” le disse
scherzando.
Si trovavano nell’aria predisposta agli allenamenti dei
soldati dove nessuno,
tranne il personale dell’esercito autorizzato, poteva
entrare. “non c’è stato
bisogno” gli disse Hanna con uno sguardo ammiccante
“li ho colpiti con il mio
fascino”
“non ne dubito…” le rispose ridendo.
“Beh, adesso ti lascio lavorare. Ci vediamo stasera
al confine”
“ A presto Hanna”
“A presto Seeley”.
Il
“confine” non
era altro che un lungo muro di cemento alto più o meno mezzo
metro e si trovava
a circa un paio di chilometri dal campo, dove Booth
addestrava i soldati
nella cattura dei terroristi, e dal malandato Motel, dove Hanna e la
sua troupe
soggiornavano.Lo avevano chiamato così, perché
segnava il limite tra loro e
quella zona di guerra; e il piccolo paese lì
vicino…
Due birre, la notte stellata, trascorrevano
così il loro venerdì sera,
l’unica serata libera per entrambi.Booth arrivò
prima di Hanna, si appoggiò al
muretto e pensò a quanto gli sembrasse familiare quel posto,
anche se ci
andava solo da due mesi. Gli ricordava tanto le serate
passate al Diner
con Bones… si riscosse da quei pensieri quando
sentì il rumoroso Pick Up di
Hanna avvicinarsi. La vide scendere, prendere la busta con le birre,
sbattere
la portiera dal camioncino e avviarsi verso di lui con il sorriso sulle
labbra.
Si abbracciarono e si apprestarono a godersi la serata.
E’ un
pò corto lo so, ma
cercherò di postare anche domani sera... vorrei sentire i
vostri pareri però:
vi piacciono i capitoli? sono troppo brevi? troppo lenta la storia?
fatemi
sapere, vi prego! le critiche sono molto costruttive!!
comunque vorrei ringraziare gabrycullen che
mi ha messo tra le seguite e wta87 che mi
ha messo tra le storie tra ricordare
inoltre vorrei
aggiungere che non sono esperta del modo in cui lavorano i
corrispondenti di guerra o i soldati o chi li addestra, non so come
sono fatti
i campi o le zone di guerra.. ho cercato di documentarmi ma non ho
trovato poi
molto... quindi se c'è qualche errore perdonatemi!
prendetela come licenza
poetica. se qualcuno ne sa più di me e vuole dirmelo, non
esiti a farlo.
vi ringrazio : )
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Capitolo 3 *** Capitolo 2 ***
I
personaggi di Bones non sono miei ma
appartengono a quanti ne detengono i diritti. Io non li uso a scopo di
lucro,
ma per puro divertimento.
volevo
ringraziare gabrycullen
che
mi ha messo tra le seguite, wta87
che mi
ha messo tra le storie tra ricordare ed ha recensito il secondo
capitolo
e tutti i lettori silenziosi
P.S. i
capitoli d'ora in poi saranno più lunghi
ma posterò solo una volta a settimana, perchè
adesso ricomincia la scuola.spero
che questo vi piaccia e sia abbastanza realistico. cerco di mantenere
il più
possibile il carattere dei personnaggi: se sbaglio, ditemelo!
a presto
Capitolo
2
Verso mezzanotte
decisero di salutarsi, anche perché quella era
l’unica ora in cui riuscivano a
chiamare di mattina i loro cari senza doversi svegliare ad orari
impossibili
durante la notte… Hanna voleva chiamare sua madre, Booth
invece Parker prima
che andasse a scuola.
Si avvicinarono
per
abbracciarsi e baciarsi sulle guance, quando Hanna girò il
viso verso Booth e
lo baciò sulle labbra. Lui si irrigidì e lei si
allontanò timorosa abbassando
gli occhi. Non fece in tempo ad alzarli e a guardare in volto
l’uomo che le
stava di fronte, che questo le si era avvicinato e l’aveva
baciata con
passione.
Era stato uno di
quei baci dolci che crescono pian piano, fra due bocche che
devono ancora
conoscersi ma che quando si riconoscono non vogliono più
lasciarsi.
Era stato bello,
giusto. Era stato semplice tenerla stretta mentre poggiava il capo
nell’incavo
del suo collo, come tante volte prima aveva fatto Bones.
Dopo il lavoro era
andata al bar dell’hotel a bere qualcosa, e seguendo le
regole di booth su come
ci si ubriacava aveva ordinato un super alcolico e aveva
detto al barista di
lasciare pure lì la bottiglia… ma dopo
due bicchieri aveva rinunciato. Non
era da lei affogare i pensieri nell’alcool, lei si sfogava
col lavoro…
sbuffando si alzò dallo sgabello da bar e per poco non
travolse un pover’uomo
che stava dietro di lei “oh, mi
scusi…” “no, non si
preoccupi… ma lei è
Temperance Brennan??” oh no, un fan..
“ si sono io… senta se vuole un
autografo lasci il suo nome al portiere e glielo farò
avere.. ora però sono
molto stanca… e non sono certa di riuscire a scrivere
correttamente” e senza
dargli il tempo di rispondere si diresse verso l’ascensore
che portava alla sua
camera.
Il giorno
successivo si alzò con un forte mal di testa e quasi 20
minuti di ritardo. sapevo
che non avrei dovuto bere
Ingoiò
due aspirine
con un bel bicchiere d’acqua, indossò i primi
vestiti che le capitarono a tiro,
si truccò e scese di corsa nella hall dell’albergo
per recarsi al sito
archeologico.
Bum! “oh
mi scusi”
“ le piaccio così tanto che mi viene addosso in
continuazione? Non ce n’è
bisogno, davvero” alzò la testa per guardare il
suo interlocutore “Si ricorda
di me? Ci siamo incontrati, anzi scontrati ieri sera. Non mi ha dato il
tempo
di presentarmi… George Crowford” Brennan lo
guardò allibita “George Crowford?
Il massimo finanziatore degli scavi? Era lei ieri… mi
perdoni, non me ne ero
proprio resa conto” “non fa niente e poi non si
è sbagliata… io sono un suo
fan” gli rispose il signor Crowford ammiccando.
“stava andando agli scavi? Le
va un passaggio?” “si, la ringrazio”. La
portò ad una mercedes nera
parcheggiata lì vicino, le aprì la
portiera galantemente e mise in moto.
Mentre viaggiavano, Brennan non poteva fare a meno di osservarlo; aveva
davvero
una bella struttura ossea: alto, muscoloso, dagli
occhi chiari e il
sorriso da ragazzino… “come mai è qui,
signor Crowford? Pensavo che i ‘grandi
capi’ si limitassero a chiedere informazioni via
fax… non che si sporcassero le
scarpe venendo fin qui” “la prego mi chiami
George… comunque sbaglio o c’è una
vena tagliente nella sua voce?” non si sbagliava. Temperance
aveva avuto un
disguido con un finanziatore degli scavi, che le aveva fatto recapitare
una
lettera dove spiegava di essere oltremodo deluso dal fatto che gli
scavi
fossero così poco rilevanti da aver suscitato un basso
interesso nei media…
assurdo. Questo gli aveva fatto capire che Booth non si
sbagliava più di
tanto quando diceva che i ricconi pensavano
soprattutto ai soldi e alla
fama. “Ho avuto modo di constatare che
c’è chi usa i ritrovamenti antropologici
per avere un po’ di notorietà, non
perché ha davvero interesse per le scoperte
che stiamo facendo…” “beh, io non sono
così” le disse guardandola dritto negli
occhi “mi interessa davvero. Mi ha sempre affascinato la
storia dell’uomo e
all’università avrei voluto prendere una laurea in
antropologia ma poi… ma poi
l’ ho presa in economia” concluse sorridendo
“e per quale motivo? Non credo che
il campo economico sia più interessante di quello
antropologico, anzi… ” se in
quel momento ci fosse stato Booth affianco a lei, si sarebbe beccata
una delle
sue solite occhiatacce che stava a dire bones, fatti gli
affari tuoi. “
ha ragione dottoressa, ma per dirigere un’azienda
è il titolo di studio più
adatto e io dovevo dirigere quella di famiglia” “
Ma ho cercato di volgere la
cosa a mio favore: con i soldi guadagnati da un lavoro che , diciamolo,
non è
certo quello dei miei sogni... finanzio quella che è la mia
vera passione”
Temperance lo guardò ammirata “davvero molto
generoso da parte sua”.
Continuarono il
viaggio in silenzio e in pochi minuti erano arrivati a destinazione.
Grazie al
passaggio del sua aitante accompagnatore era anche riuscita a
recuperare il
ritardo.
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Capitolo 4 *** Capitolo 3 ***
Perdonatemi!
già posto una volta a settimana, poi faccio anche
tardi... sono irrecuperabile. Ma questa settimana è stata un
vero
inferno... comunque spero che il capitolo vi piaccia. Mi è
stato un pò
difficile scriverlo perchè non volevo alterare i caratteri
dei
personaggi.
I personaggi di Bones
non sono miei ma appartengono a quanti ne detengono i diritti. Io non
li uso a scopo di
lucro, ma per puro divertimento.
Capitolo 3
Mentre scendeva dalla macchina,
chiese a George “Come posso
sdebitarmi?” “Venga a cena con
me…” “che
ne dice di andare a bere qualcosa,
invece? È molto meno impegnativo” “Mi
accontento… la aspetto al bar questa
sera” le disse e si chinò a farle il baciamano. Bello,
intelligente e
galante pensò mentre si infilava il camice e
ignorava le occhiatine di
Daysy Wick.
Andò via un
po’ prima dal sito archeologico, per potersi
preparare al meglio. Le andava di essere bella e farsi desiderare, di
conversare con un uomo che poteva appagarla molto
intellettualmente... e
magari anche di fare del buon sano sesso.
Indossò un tubino nero e si legò i
capelli in uno chignon, una delle sue collane etniche al collo.
Quando scese giù nel
bar lui era già lì, girato di spalle. Lo
riconobbe per quei capelli biondi, mossi, che aveva già
apprezzato…
“salve” lui si
girò, la baciò sulle guance e le
indicò la
sedia vicino a lui. “allora Dottoressa, cosa le posso
offrire?” le chiese, con
un sorriso tra il malizioso e il divertito. “ehm…
prenderò un Martini” “due per
favore” disse lui rivolgendosi al barista.
“Devo
proprio
dirtelo” continuò dopo che gli furono serviti i
drink “sei davvero
stupefacente, stasera” e la rimirò con lo sguardo.
Lei, invece che sentirsi
lusingata da quel complimento, che di certo non le era nuovo, si
sentì
piuttosto infastidita senza sapere bene il perché. A darle
più fastidio
poi,c’era quella vocina nella sua testa, che somigliava
paurosamente a quella
di Booth, e le ripeteva vuole solo portarti al letto, non
è al tuo livello.
Scosse la testa, per scacciare
quei pensieri e tornò a
prestare attenzione al suo interlocutore… perché
non godersi l’attimo, come le
avrebbe detto di fare Angela?
La serata passò in fretta e fu piuttosto piacevole, George
aveva saputo intavolare una conversazione davvero interessante e
brillante. La
vocina nella sua testa, però, non l’aveva lasciata
stare un momento, trovando
qualcosa da ridire su qualsiasi atteggiamento dell’uomo. Si
salutarono con un
lieve imbarazzo, soprattutto da parte di Brennan
quando si rese conto che il suo
“amico” si aspettava un finale un
po’ diverso per la serata. E lei non avrebbe avuto problemi
ad accontentare sia
lui che lei stessa,perché di certo non le era indifferente
la forte carica sessuale
che si sprigionava tra loro… non avrebbe avuto problemi se
non fosse stato per
la voce nella sua testa, che continuava ad assillarla.
Mentre rientrava nella sua camera
si chiese se dovesse
preoccuparsi di più perché sentiva voci nella sua
testa, o perché gli dava
ascolto.
Rimasero abbracciati per un bel
po’, finche non si
staccarono e si guardarono negli occhi come se si vedessero per la
prima volta,
sorridendosi come due adolescenti innamorati. Decise di riaccompagnarla
lui
stesso al motel, quasi temendo che la serata finisse e il giorno
successivo
alla luce del sole potessero riconsiderare i loro gesti. Rimasero in
silenzio
per gran parte del viaggio, non volendo rompere il perfetto equilibrio
che si
era creato; si
limitarono a sbirciarsi e
a sorridere, le mani intrecciate…
Davanti al fatiscente edificio lei
si girò verso di lui e lo
baciò di nuovo, come se il loro fosse un gesto abituale.
Booth poteva sentire
il suo petto farsi sempre più vicino a quello di lei, tanto
che gli sembrò che
i loro cuori battessero insieme. L’istinto gli diceva di
scendere da quella
macchina, prenderla in braccio, varcare quel portone e cercare
finalmente di
chiudere l’enorme ferita che gli pulsava nel cuore. La
ragione lo fece
allontanare un po’, aprire lo sportello del passeggero per
farla scendere e
dopo un ultimo bacio a fior di labbra, andare via senza guardarsi
indietro.
Quando rientrò si mise
immediatamente al letto confuso dal
senso di colpa che pian piano nasceva dentro di lui… colpa
di cosa, poi? Non
aveva mica tradito qualcuno, a parte il suo cuore? Ma a quello
c’era abituato… Non era possibile cancellare la
ferita, ma con il tempo avrebbe potuto
chiuderla e andare avanti senza sentire quel dolore lancinante dentro.
Certo
non avrebbe mai smesso di far male davvero, ma poteva imparare a
conviverci e
tornare a essere felice. Perché lui aveva bisogno di essere
amato, e forse con Hanna...
RECENSIONI
wta87
mi fa piacere che la storia ti piaccia : ) non
sarà una FF molto lunga
quindi la parte corposa arriverà davvero tra poco... anche
se non so
ancora bene come accadranno le cose perchè lascio che sia il
mio
istinto a guidarmi.. Grazie ancora per le recensioni ^^
volevo ringraziare
che mi ha messo tra le seguite, chi tra quelle da ricordare e i lettori
silenziosi.
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Capitolo 5 *** Capitolo 4 ***
ho fatto tardissimo,
lo so, ma chimica e greco
insieme sono un mix letale... comunque sono molto soddisfatta del
capitolo e
spero piaccia anche a voi :)
bando alle ciance..
buona lettura!
I
personaggi di Bones non sono
miei ma appartengono a quanti ne detengono i diritti. Io non li uso a
scopo di
lucro, ma per puro divertimento
Capitolo 4
La mattina
successiva si svegliò con la ferma intenzione di dare una
svolta alla sua vita
e permettersi di essere di nuovo felice. Quando scese al campo era
agitato e
felice come un bambino la mattina di natale, trovava difficile anche
concentrarsi sull’addestramento: voleva solo che arrivasse la
sera per poter
correre da Hanna e dirle tutto…
Le ore passavano
lente, ma non ebbe più il tempo di crogiolarsi nei suoi
sentimenti, come un
ragazzino innamorato, quando una bomba colpì un villaggio
distante una trentina
di chilometri dalla base e fu costretto ad accorrere con i suoi soldati
sul
posto.
Tornarono
distrutti
a sera inoltrata, e Seeley, senza pensarci due volte salì
sulla jeep,
andò al Motel e la trovò che cercava di
mettere in moto la sua auto.
Quando lo vide si fermò e scese, dopo aver tratto un respiro
profondo. Seeley
le andò incontro dicendole “ scusa non ho potuto
venire prima, c’è stato un
casino…” “non devi scusarti, ho capito.
Pensi che l’altra sera sia stato un
errore, lo capisco davvero, sei ancora legato a quella
don…” non riuscì a
continuare perché Booth si era lanciato su di lei baciandola
con passione
“l’unica donna a cui mi sento legato in questo
momento sei tu. Non mi sono
pentito proprio di niente” lei lo guardò confusa,
fino a quando il significato
di quelle parole non le fece comparire sul viso un sorriso mozzafiato.
“quindi…
adesso tra noi.. cosa sarebbe questa… una cosa seria,
un’avventura…. Perché a
me sta bene qualsiasi decisione… non vorrei fare la parte di
quella che corre…”
scoppiò a ridere vedendola balbettare imbarazzata e la
interruppe gentile “
sono fuori dal giro da un bel po’, ma credo che la chiamino relazione,
certo..
solo se sei d’accordo” e allora lo vide, negli
occhi di lei, la stessa voglia
di ricominciare, di lasciarsi andare, di sentirsi bene. Cosa
poteva
andare storto?
Bisogna affrontare
la cosa con razionalità e oggettività…
non aveva senso lasciarsi condizionare
da sentimenti effimeri e voci inesistenti.
Quindi…rimanere
e
tentare di combattere le emozioni così sconosciute che si
agitavano nel suo
animo, per quanto tentasse di scacciarle, e cercare di scoprire il
segreto
dell’umanità.. o tornare a Washington, alla vita
di sempre, a quello che era
certo e sicuro nella sua vita, ma senza Booth…?
La cosa
più giusta
da fare era chiamare Angela.
La sua
più cara
amica rispose al secondo squillo, con la stessa voce gioiosa che
ricordava:
“tesoro, finalmente! È una vita che non ci
sentivamo, cominciavo a temere che
ti fossi dimenticata di noi… o c’è
forse un motivo più che valido per cui non
ti sei fatta sentire??? Ti sei data da fare con un prestante straniero
tutto
muscoli, dì la verità….”
Insinuò Angela, con quell’intonazione maliziosa
che la
caratterizzava. “ ti posso assicurare che non ho rapporti di
genere sessuale
con nessun uomo da…” “si tesoro, ho
capito. Ma non dirlo con quel tono, ti
prego.. fai passare la voglia anche a me di farlo!” aggiunse
e lei se la
immaginò mentre scuoteva il capo e aveva
quell’espressione tra l’incredulo, il
deluso e il divertito che assumeva sempre quando lei reagiva a semplici
confidenze tra amiche in modo a dir poco inadatto…questo
secondo lei e
Booth. “ oh, scusa.. comunque sono uscita con un uomo. Un
bell’esempio di
mascolinità, devo ammetterlo, prestante, con un ottima
struttura…” “era
bello. Abbiamo capito. E non ci hai fatto niente?? Oppure
– com’è che di ci
tu?- ti attirava solo sulla sfera intellettuale?”
“no, devo dire che
aveva i requisiti giusti per appagare in pieno entrambi gli ambiti,
ma… Angela
hai mai avuto la sensazione di sentire una voce?” le chiese
Temperance
titubante “una voce?? Ah, la coscienza ti sta parlando
cara…e cosa ti dice???”
concluse ridendo Ange “non credo sia la mia
coscienza… perché sarebbe alquanto
strano se la mia coscienza avesse la voce di booth, ma forse
è tutto frutto
dello stresss e dalla lontananza da casa anche se non mi era mai
successo…”
“aspetta, aspetta, tesoro!! Mi stai dicendo che
c’è una voce, che assomiglia a
quella di Booth e che ti dice di non andare a letto con altri uomini
–
suppongo- e intanto tu senti anche la mancanza di casa tua?? Non
è che, più
semplicemente, senti la mancanza di Booth e del vostro
rapporto?” aggiunse
Angela dolce e con un barlume di speranza nella voce: che la sua amica
stesse
finalmente comprendendo il forte sentimento che provava per Booth??
“la mia
patnership
con Booth e il lavoro che facciamo insieme sono fondamentali
lì a Washington…
l’Fbi sarà in difficoltà non avendo a
disposizione un’antropola della mia
elevatura e tornando potrei di nuovo aiutare ad arrestare i
criminali….” “Temp,
smettila di parlare! Lascia un attimo perdere il lavoro e il Booth
agente…
pensa al Booth amico… senti la sua
mancanza? Vuoi tornare da lui?” non
mollare Bren, pensò Angela, non mollare
proprio ora che sei così vicina
a capire cosa provi davvero
“Io…
Booth è in
Afghanistan, Ange. Cosa cambierebbe una mia risposta?” e in
quell’istante ad
Angela, Brennan apparve davvero fragile “devo
andare, sono già in
ritardo. Salutami gli altri.” E riattaccò senza
dare alla ragazza il tempo di
controbattere.
A quanto pare Temp
continuava a voler ignorare i suoi sentimenti. Ma forse lei poteva fare
qualcosa per farla tornare…
Booth è
in
Afghanistan. Dopo averlo detto, Temperance non poté fare a
meno di pensare per
colpa mia, per averlo rifiutato. E per la prima volta da
quella sera, sentì
di essersi un po’ pentita per aver spezzato il cuore di
quell’uomo che le era
tanto caro. E contemporaneamente anche il suo.
RECENSIONI
wta87 grazie ^^
davvero. spero che ti piaccia anche questo cappy
volevo
ringraziare che mi ha messo tra le seguite, chi
tra quelle da ricordare e i lettori silenziosi.
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Capitolo 6 *** Capitolo 5 ***
300
VISITE !! SOLO AL PROLOGO!! è fantastico che tutte queste
persone abbiano letto
(e spero continuino a farlo) la mia storia… questo
mi rende very very
happy ^^
ho
deciso quindi di farvi un regalo, e ho pubblicato il capitolo molto
prima del
solito (considerando i miei standard xD)… spero vi piaccia,
buona lettura.
I personaggi
di Bones non sono miei ma
appartengono a quanti ne detengono i diritti. Io non li uso a scopo di
lucro,
ma per puro divertimento.
Capitolo 5
Angela si
portò una mano sotto il mento con
fare pensieroso, e lasciò l’altra libera di
tambureggiare con le dita sul
tavolo di vetro del suo ufficio. Brennan aveva fatto un passo avanti,
certo era
ancora lontana dal comprendere i suoi sentimenti… ma almeno
era stata
abbastanza sincera da ammettere che sentiva la mancanza di
Booth. Ora
toccava a lei fare qualcosa. Da troppo tempo vedeva quei due girare e
rigirare
intorno ai propri sentimenti senza avere il coraggio di fare un passo
verso di
essi. Loro si amavano. Solo che non avevano abbastanza fegato per
dirselo.
Almeno Temperance… Booth era diverso… si vedeva
lontano un miglio quanto ci
tenesse alla sua patner, aveva dato la vita per lei così
tante volte e non ne
rimpiangeva nessuna. Non si sarebbe affatto sorpresa se un giorno
avesse scoperto
che si era già dichiarato…
Comunque, basta
pensare. Bisogna agire.
Brennan voleva
tornare a Washington…voleva
tornare a lavorare con l’FBI…
Angela non
poté fare a meno di confrontare la
Temperance di adesso con quella di 5 anni fa, prima di incontrare
Booth. Non
era solo l’attrazione, che continuava a negare, verso il suo
patner…Booth
l’aveva cambiata dentro, l’aveva resa
più umana.
Se solo fosse
riuscita a convincerla a
tornare, se avesse avuto la possibilità di farle vedere con
i suoi occhi la sua
vita senza Booth… non sarebbe mai riuscita a mentire davvero
a se stessa,
avrebbe compreso che la sua non era nostalgia di casa o del suo
lavoro….
“ Jack!
Dolcezza, vieni qui! Ho bisogno di
uno dei tuoi piani paranoici e ben architettati!”
1 mese
dopo
“Brennan!!”
“Angela?che è successo?”
“devi
tornare qui, so che lì stai scoprendo
la storia dell’uomo eccetera; ma qui abbiamo bisogno di te
per scoprire gli
assassini.” “Ma… e
l’antropologa che aveva trovato Cam?”
“beh…c’è
stato un
problema. Sai, lei non conosce Hodgins come noi, non sa che
è parecchio
paranoico e fissato con le cospirazioni. In pratica si è
lasciata condizionare
da tutte le sue storie sui complotti all’interno del governo
federale, era
convinta che l’agente che le aveva assegnato l’FBI
stesse cospirando contro di
lei: assurdo! Comunque, ha preso un aereo per Chicago con il suo
assistente,
lasciando Cam nei pasticci perché non sa con chi
sostituirla… abbiamo bisogno
di te.”
Angela rise tra
se, pensando a come Hodgins
aveva spaventato quell’antropologa. Era stato fantastico,
aveva tirato fuori
tutto il suo repertorio, gli aveva raccontato anche del corpo che
quegli agenti
avevano portato mesi fa… dopodiché era scappata a
gambe levate, strillando
“sapevo che era un errore lavorare con il governo!! Io sono
una scienziata!!”
“Ehm…ok
Ange, dammi solo il tempo di
prenotare il volo” rispose poco dopo Brennan
“thanks sweety!”
perfetto, pensò Angela
chiudendo il cellulare con uno scatto.
“Indovina
chi sono?”
Seeley
sentì due mani morbide e affusolate
posarsi sui suoi occhi; e un sorriso si aprì contento sul
suo viso. prese il
palmo della mano di Hanna e se lo portò alle labbra per
baciarlo e inspirarne
il profumo. Poi si girò per soddisfare la voglia delle sue labbra.
“ciao. Come
stai?” “molto bene, adesso” e gli
sorrise. Era così dolce e bella e talentuosa.
Pensò
all’inizio della loro storia
quando -nonostante la voglia di incominciare daccapo, innamorarsi di
nuovo,
essere felice di nuovo- sentiva che non era abbastanza e si vergognava
un po’
per questo; gli sembrava di fare un torto verso se stesso stando con
lei .
Mentre la abbracciava e la baciava, c’era una
piccola parte di lui che
agognava altre braccia, altre labbra. Ma era normale, giusto? Dopo 5
anni di
amore non corrisposto e una batosta come quella che aveva avuto lui
prima di
partire.. tutti avrebbero avuto bisogno di un po’ di tempo
per andare avanti,
no??
E ci credeva
davvero mentre lo pensava;
trovandosi a mille miglia di distanza dall’oggetto del suo
sfortunato amore.
RECENSIONI
wta87 si, sto vedendo la sesta
serie sottotitolata ( essendo
una B&B convinta, questi due episodi mi hanno spezzato il
cuore, anche se
bellissimi… ) e mi rende estremamente felice
sapere di riuscire a dare
voce ai suoi pensieri ^^. A presto.
Ancora
grazie (non posso farne
a meno^^ voi mi rallegrate la giornata e mi spingete a continuare) a
chi legge,
segue e apprezza la mia storia.
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 6 ***
Mi dispiace per il
ritardo, ma mi è mancata
l’ispirazione in questi giorni…. Comunque vi
prometto che venerdì posto un
altro capitolo (c’è sciopero a scuola ^^ ne
approfitto) e se tutto va secondo i
piani domenica un altro.
Spero che questo
capitolo vi piaccia.
Stavolta invece che delle sensazioni- emozioni di Booth; ho
parlato di
quelle di Hanna e dei suoi pensieri riguardo alla relazione,
con Booth
ovviamente. Buona lettura!!
Come sempre I
personaggi di Bones non sono miei
ma appartengono a quanti ne detengono i diritti. Io non li uso a scopo
di
lucro, ma per puro divertimento.
Capitolo 6
Si
fermò davanti alle porte di vetro del
laboratorio, lasciando cadere la sacca di tela davanti ai suoi
piedi… era
andata subito al Jeffersonian, appena atterrata. Sebbene sentisse il
bisogno di
una doccia, voleva salutare Angela e rivedere il suo amato laboratorio.
“
tesoro! Finalmente sei qui!” ancora assorta
nei suoi pensieri, Brennan non aveva sentito arrivare la sua
amica, che
intanto le era venuta incontro e l’aveva abbracciata forte
“oh ciao Ange” “ci
sei mancata tanto… sembra che sia passata una
vita” “ beh… anche se
l’uomo tende a percepire in modo soggettivo il passare
del tempo, è
scientificamente impossibile che 3
mesi…” la vide scuotere la testa, con
un sorriso indulgente “ma tu intendevi
metaforicamente, vero?” concluse,
rendendosi conto dell’errore. “già.
Allora, come è stato il viaggio? Daysy è
con te?” “ è andato bene e no,
Daysy è rimasta a Machu-picchu…”
“oh,
Sweets ci rimarrà malissimo. Comunque vieni a salutare gli
altri; poi ti do un
passaggio fino a casa così ti racconto quello che
sta succedendo”
Mezz’ora
dopo erano sul suv di Angela,
che la stava aggiornando sugli avvenimenti degli ultimi mesi.
“ Io e Jack siamo
stati a Parigi, è stato meraviglioso!! Il sogno di una vita.
Siamo tornati da
poco, neanche un mese. Per quanto riguarda il lavoro,
all’antropologa - di
Chicago come ti ho già detto- che Cam ha chiamato per
sostituirti, è stato
assegnato l’agente Andy Marciano. L’ hai mai
conosciuto?” “No. Non so chi sia”
“ha circa trent’anni, italo americano, abbastanza
sveglio. Domattina verrà al
Jeffersonian” “Sa già che io voglio lavorare sul campo,
vero?” “ehm…no . Lo informerai tu; non credo ci saranno problemi visto che l’Fbi
conosce già le tue
‘esigenze’.Comunque, cambiando discorso, hai
sentito Booth in questi
mesi?” “Sono stata
molto occupata con gli scavi.. e sono sicura che anche Booth
è occupatissimo
lì, in Afghanistan” “ Quindi no. Deduco che non sappia nemmeno che sei tornata… hai intenzione di
informarlo?” “Angela! Sono a Washington da nemmeno
tre ore, dopo un viaggio
molto lungo che ho prenotato in fretta e furia informando solo gli stretti necessari, non ho avuto il tempo di chiamare Booth o chicchessia per
dire che
sono tornata. E poi perché dovrei dirglielo?”
Angela avrebbe voluto
dirgli perché sei stata tu a voler
partire per un anno per un’
emozionante avventura antropologica, tu ad aver cambiato le carte in
tavola, tu
ad aver scombussolato la vita di tutti; e sempre tu ad aver dovuto fare
i conti
con sentimenti che non hai mai provato e ti rifiuti di ammettere che li
senti.
Invece disse solo
“ Forse gli interessa
sapere che la sua patner è tornata prima del previsto e da
domani lavorerà con
un altro agente...” “quando Booth
tornerà dall’Afghanistan, le cose torneranno
esattamente come prima. È lui il mio patner;
l’agente… Marciano è solo una
sostituzione temporanea”
“Ok…Eccoci
qui. Ci vediamo domani, dolcezza.
Passa una buona notte.” Le diede un bacio sulla guancia
e aspettò che
entrasse nel portone prima di andare via. Mentre guidava,
pensava che se
non avesse voluto così bene alla sua amica, non avrebbe
sopportato a lungo la
sua testardaggine.
“
E’ gia mattina?” Hanna si stiracchiò
assonnata nel letto, guardando il suo uomo seduto sul bordo mentre si
metteva i
pantaloni “ Si. Sono le 5 e mezza, vorrei prima passare a
farmi una doccia… E’
assurdo… ma si sta meglio da me, dove
c’è solo un bagno per 10 di noi,
che qui da te! Almeno ho l’acqua calda!” le disse
ridendo “Molto
spiritoso! Ci vediamo stasera?” lo vide irrigidirsi
e poi tergiversare la
sua domanda. “non so, forse… ma non avevi un
servizio importante oggi?? Dov’è
che devi andare?” mentre gli rispondeva, pensava al
suo comportamento di
poco prima… stavano insieme da un mese oramai; avevano
passato dei giorni
stupendi… ma se da una parte lo sentiva partecipe e felice
tanto quanto lo era
lei, dall’altro gli sembrava scostante e pensieroso in molte
occasioni. Eppure
non faceva in tempo preoccuparsi di quegli atteggiamenti che lui
tornava ad
essere l’uomo dolce di cui si era innamorata.
Come adesso.
“Divertiti, ma fai attenzione.
Non farmi preoccupare.” Le disse serio.
Gli diede un ultimo
bacio e poi tornò sotto le coperte.
E se il suo
passato, il suo vecchio amore, lo
stesse ancora tormentando? Sapeva che non era il caso angosciarsi con
pensieri
del genere, ma proprio perché c’era
già passata non poteva fare a meno di
chiederselo. Lei prima di riuscire ad andare avanti veramente aveva
sofferto
molto, per molto tempo. Comunque lei aveva piena fiducia in Seeley: lui
gli
aveva detto di averla dimenticata e lei gli credeva. Stavano costruendo
qualcosa di importante, lo sentiva;stavano affrontando una guerra
insieme, non
era una prova da poco. Il passato di Booth era ancora
così importante per
lui, da rovinare il loro futuro?
Dio, sperava
proprio di no…
Ma in cuor suo
sapeva che se lasciarlo
libero, farlo tornare alla sua vita - quella di cui gli
parlava appena si
erano conosciuti, con la voce velata di nostalgia -
l’avrebbe reso più
felice di com’era adesso con lei…
l’avrebbe lasciato andare, anche se
rinunciare a lui gli avrebbe spezzato definitivamente il cuore.
RECENSIONI
wta87 ciao! Sono
contenta che continui a piacerti
la mia storia.. spero di essere riuscita a esprimere bene anche le
sensazioni
di Hanna… poi mi farai sapere, sono sicura che
sarai ultra-sincera
:P baci.
Ringrazio di cuore chi
mi
ha messo tra le preferite, chi tra quelle seguite, chi tra quelle da
ricordare
e anche chi legge soltanto… vi adoro indiscutibilmente.
Au revoir !
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Capitolo 8 *** Capitolo 7 ***
L’unico giorno di sciopero,
l’unico giorno che posso
dedicare alla scrittura senza sentirmi addosso l’ansia per i
compiti…. Manca la
corrente!! Per questo non ho postato prima mie care.
Comunque, ho seguito il consiglio di wta87 e ho fatto il
capitolo un po’ più lungo. Spero vi piaccia, buona
lettura.
I personaggi
di Bones non sono miei ma
appartengono a quanti ne detengono i diritti. Io non li uso a scopo di
lucro,
ma per puro divertimento.
Capitolo 7
La mattina
successiva, mentre cercava la
forza per alzarsi dal letto, dovette ammette che l’hotel in
cui aveva
soggiornato a Machu-pichu non era proprio ai livelli del suo
bellissimo
appartamento a Washington. Nonostante fosse di gran classe, solo adesso
che si
ritrovava nel suo letto si rendeva conto di quanto gli fosse
mancato… sarebbe
rimasta molto volentieri a crogiolarsi nel caldo delle lenzuola tutto
il
giorno. Strano. Non era mai stata molto pigra; ma a sua
discolpa poteva
dire che la differenza di temperatura tra le isole Maluku e Washington
era
allucinante… non la allettava il pensiero di doversi
immergere nel gelido clima
della città.
In ogni caso, doveva alzarsi, e
anche in fretta;
altrimenti avrebbe fatto tardi.
Con un sospiro poggiò i
piedi a terra e rabbrividì al
contatto con il freddo, poi si strinse nella vestaglia e si
avviò con passo
stanco verso il bagno.
Decise di fermarsi al Diner, prima
di andare al
laboratorio… se proprio doveva ritornare tutto come prima
perché non iniziare
dal caffè?
Ma il caffè quel giorno
era così diverso da come lo
ricordava, le sembrava più amaro del solito, forse
perché un ritorno senza
Booth, un caffè al loro bar senza lui, non aveva molto senso.
Arrivò
sotto l’enorme ingresso del
Jeffersonian, trasse un respiro profondo ed entrò.
Salutò con un cenno
Cam e Hodgins, che stavano parlando vicino al tavolo del laboratorio e
si recò
nel suo ufficio. Lasciò cadere la giacca e la borsa sul
divano dove aveva
dormito così tante volte, si sedette alla
scrivania allungando le gambe
sotto la poltrona in cerca di una posizione più
comoda. Si immerse
nel lavoro come se non fosse mai andata via e quel senso di abitudine
la
tranquillizzò un po’.
Verso le 11 sentì un
leggero bussare alla porta di
vetro del suo ufficio; alzò gli occhi e si trovò
davanti un uomo giovane, di
carnagione scura, l’abbigliamento austero tipico di un agente
dell’Fbi.
“salve, dottoressa
Brennan. Sono l’agente speciale
Andy Marciano.” Mentre parlava si era avviato verso di lei,
che si era alzata
in piedi, e le aveva stretto la mano “ E’ un
piacere conoscerla” aveva un
sorriso da ragazzino e un espressione un po’ ingenua, un
fisico asciutto. Non
voleva partire prevenuta nei suoi confronti, ma gli risultava difficile
avere
fiducia in lui… probabilmente era anche più
giovane di lei. “piacere mio,
Signor Marciano. Penso sia il caso di lasciare da parte i convenevoli e
parlare
subito di lavoro. Non so se è stato informato
dall’FBI che io pretendo piena
partecipazione al caso…” lasciò sfumare
la frase aspettando una risposta
“ehm.. non lo sapevo… l’altra
antropologa non ha mai chiesto niente del genere…
ma ha detto che l’Fbi già lo sa,
quindi… certo. Nessun problema” aveva
balbettato nervoso l’intera frase. Booth non aveva mai
balbettato. Si
era sempre mostrato come un agente forte e sicuro di sé.
Certo col tempo,
conoscendosi e instaurando un rapporto molto più profondo
del lavoro, aveva
visto anche la parte più fragile di lui, quella che
segretamente gli piaceva di
più. Ma mai sul lavoro. Aveva sempre saputo di poter stare
tranquilla al suo
fianco… l’agente Marciano aveva molto lavoro da
fare se voleva guadagnarsi la
sua fiducia.
“bene, allora siamo
d’accordo. Ora, vuole informarmi
nei dettagli sul caso che stava risolvendo con l’antropologa
che mi ha
sostituito?”
Quella
sera tornò a casa
molto tardi. Aveva avuto una giornata pienissima. Prima aveva discusso
del caso
con l’agente Marciano, si era fatta dare tutti i fascicoli e
i verbali degli
interrogatori… voleva essere informata su ogni cosa. Poi
aveva dato un occhiata
ai resti e agli appunti dell’antropologa di Chicago, non
trovandoci niente di
interessante o di nuovo: foro post mortem causato da un arma da fuoco
sull’osso
frontale; segni di colluttazione; colpo causato da un oggetto non
ancora
identificato sotto il polmone destro… Aveva passato ore su
quell’ultimo punto, che era la probabile causa della morte.
Doveva cercare un’
oggetto rotondo di circa 9 cm di diametro e 3 mm di spessore,
probabilmente
di legno, visto che i frammenti ritrovati vicino alla ferita
erano di
legno di cedro. In più doveva fare tutto da sola visto che
Cam non era ancora
riuscita a trovare nessuno che la potesse aiutare … tutti i
suoi vecchi
tirocinanti, mentre era stata via, si erano organizzati diversamente.
Come se non bastasse
era venuto Sweet al
laboratorio “Non potevo non venire a salutare la
nostra adorata dottoressa!
Ci è mancata molto, sa?” aveva detto
così, squadrandola con quella sua
occhiata fastidiosa da psicologo, ma persino lei si era resa conto che
in
realtà stava cercando Daisy. Dopo avergli detto che no,
Daisy non era venuta
con lei e aver risposto a tutte le sue domande; si era velocemente
congedata ed
era uscita dal laboratorio per tornare a casa.
Senza neanche
togliersi le scarpe era
crollata sul divano subito dopo aver varcato la soglia del suo
appartamento,
vinta dalla stanchezza. Prima di abbandonarsi ad un sonno profondo si
era domandata
se era questa la routine che le mancava, la vita di cui aveva
nostalgia. Era
troppo poco lucida per riuscire a mentire a se stessa, quindi si disse
sinceramente no. Nella vita che voleva
c’era Seeley al suo fianco.
2
settimane dopo
“ pronta ,
Temperance?” “Sì, arrivo
subito.”
Si tolse
velocemente i guanti e il
camice da laboratorio e seguì il suo
patner-surrogato fino all’auto di
lui. si davano del tu adesso, e tra un
interrogatorio e l’altro al
Bareau dividevano un caffè e una chiacchiera da
macchinetta… che spesso
consisteva in un tentativo di conversazione da parte di Andy e una
risposta
fredda, razionale e completamente priva di qualsiasi
contestazione da
parte di Temperance. Marciano non aveva abbastanza fegato per
provocarla o
controbattere a ciò che diceva, perciò erano in
una posizione di stallo: lei
parlava, lui la assecondava. Non che fosse stupido, ma non aveva la
stoffa per
tenerle testa,e neanche voleva farlo! Voleva solo passare indenne i
prossimi 8
mesi e mezzo, fino a quando non sarebbe tornato l’agente
Booth a reclamare la
sua dama.
Adesso stavano
andando a parlare con il
fratello della vittima. Temperance, infetti aveva capito cosa poteva
aver
causato la ferita allo sterno: un candeliere di legno, come
quello che
aveva visto a casa dell’uomo la prima volta che erano andati
a interrogarlo.
Probabilmente avevano avuto una discussione
sull’eredità del padre morto poco
prima e avevano finito con il lottare.. fino all’inevitabile
gesto. E aveva
anche capito perché dopo averlo ucciso gli aveva sparato,
visto che era la
pista che avevano seguito fin dall’inizio: la vittima era un
avvocato molto
famoso che aveva intrapreso una lotto giuridica contro un importante
mafioso. È
risaputo che nella mafia uno dei modo in cui vengono uccisi i testimoni
scomodi
è con un colpo di pistola in mezzo agli occhi. Era molto
fiera di sé per aver
capito come si erano svolte le cose; era la prima volta che
lo faceva
analizzando le cause che avevano potuto portare al gesto oltre che le
prove
materiali. Subito dopo averlo fatto aveva sentito un irrefrenabile
voglia di
chiamare Booth per dirglielo, aveva immaginato quanto sarebbe stato
fiero di
lei…
“siamo
arrivati” bussarono alla
porta della casa, ma non venne ad aprire nessuno. L’agente
Andy stava per sparare
alla serratura, quando sentirono il rumore di una macchina che
accelerava
dietro di loro. Si girarono di scatto, giusto in tempo per vedere
l’uomo
puntare una pistola verso la dottoressa e fare fuoco.
Non uccidetemi, vi prego!!! E non
abbandonate la storia,
soprattutto. Vi assicuro che ne varrà la pena.
Sistemerò tutto, o quasi…
Comunque.ringrazio wta87 e
le sue recensioni, chi mi ha messo tra i preferiti,
che tra le seguite e che tra quelle tra ricordare… siete un
pubblico
meraviglioso!!
A
prestissimo, ve lo giuro!
|
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Capitolo 9 *** Capitolo 8 ***
Capitolo 8
Angela si era
recata di corsa all’ospedale non appena aveva ricevuto la
chiamata dell’agente
Marciano. Era dannatamente preoccupata.
“Sto
cercando la
mia amica. Le hanno sparato. Si chiama Temperance. Temperance Brennan.
L’hanno
portata qui poco fa…Dove posso trovarla?” chiese
all’infermiera dietro il
bancone non appena entrò
nell’edificio “Si calmi signorina, la sua
amica è stata portata in sala operatoria non appena
arrivata. È ancora lì. È
l’unica cosa che so dirle al momento… si sieda e
non appena avrò qualche
informazione gliela farò avere al più
presto”
si lasciò
cadere
esausta sulle poltroncine della sala d’aspetto
“grazie” sussurrò.
Si prese la
testa tra le mani, non potendo fare a meno di pensare che se Temp si
trovava in
quella situazione era colpa sua. Sua e della sua voglia di fare cupido.
Se
l’avesse lasciata a rintracciare ossa di cavernicoli ora non
sarebbe in
pericolo di vita… interruppe le sue elucubrazioni
non appena sentì
qualcuno avvicinarsi a lei “Angela!”
“oh, Andy! Che diavolo è successo??”
“…Ci ha preso alla sprovvista, non sono riuscito a
parare il colpo. Dio, non
sai quanto mi dispiace” “Lascia stare. Dobbiamo
solo sperare che si rimetta” ce
l’aveva un po’ con lui, in realtà, ma
non le andava di urlarle contro anche lei…
sapeva che l’avrebbe fatto qualcun altro,
prima o poi… Doveva
chiamarlo?? Brennan non avrebbe voluto, ma non sempre lei sapeva
cos’era giusto
fare. Da una parte sapeva che era giusto dirlo a Booth,
dall’altra non voleva
intromettersi di nuovo.
Scosse la testa. Ci avrebbe
pensato dopo.
Ora l’unica persona che
doveva chiamare era Jack. Era corsa fuori dal laboratorio senza dargli
nessuna
spiegazione, solo urlando il nome di Temp.
Mormorò uno scusami
ad Andy e si allontanò per chiamare suo marito.
“Ancora
niente?” aveva
chiesto Hodgins ad Angela, allungandole una tazza fumante di
caffè. Stava
fissando la grande porta bianca in fondo al corridoio. “no,
non mi dicono
niente!! È lì da ore ormai…
“
“calmati Ange”
le disse
piano, abbracciandola “ Brennan starà benissimo,
non è la prima volta che ha un
incidente”
“Ma
è la prima volta
che capita per colpa mia”
“Ma cosa dici?? Non
è colpa
tua!! Semmai è colpa di quell’agente
Marciano… non mi è mai piaciuto” Angela
avrebbe voluto controbattere ma vide uscire un medico dalla sala
operatoria e si alzò in piedi ansiosa.
“ La vostra amica
starà
benissimo. È molto forte. Adesso sta riposando, è
ancora sotto gli effetti
dell’anestetizzante.” Possiamo
vederla?” “Certo. Ma uno alla volta. La
accompagno alla sua stanza, signorina?”
“sì, la ringrazio” lanciò
un’occhiata a
Jack “Vai, tranquilla. Io devo avvertire Cam, era molto
preoccupata.” Annuì
piano e si girò per seguire il medico
Si era seduta sulla
poltrona, a guardarla. Era più pallida del solito, un
tubicino attaccato sotto
il naso e decine di altri fili che da lei portavano alle fastidiose
macchine al
suo fianco. Per più di un’ora non si era
mossa, aveva solo respirato,
anche quando l’infermiera era venuta a controllare la
medicazione…il colpo era
proprio sotto il cuore… un po’ più su e
non ci sarebbe stato niente da fare.
Poi aveva iniziato a
mormorare qualcosa, si era avvicinata e le aveva sentito dire
distintamente il
nome di Booth.
A quel punto aveva capito
che con o senza l’approvazione di Brennan lo avrebbe
chiamato. Er la cosa
giusta da fare, e anche la sua amica lo sapeva, nel profondo.Non
c’era più
niente di cui preoccuparsi, e proprio per questo motivo poteva farlo
con più
tranquillità.. si trattava solo di essere corretti nei
confronti di Booth. Non
aveva secondi fini. Dopo aver preso quella decisione tornò a
sedersi sulla
poltrona, molto più tranquilla.
Si era appisolata, ma venne
svegliata dal rumore frenetico delle macchine nella stanza; suonavano
impazzite, mentre uno dei tubi si riempiva di
sangue…
Corse a schiacciare il
pulsante della chiamata d’emergenza e subito apparvero nella
stanza il medico e
due infermieri. Si precipitarono sul corpo di Temperance con
urgenza, poi
il medico gridò “è in shock emorragico!
Bisogna intubarla , subito!!” uno
dei due infermieri accompagnò Angela fuori dalla porta,
mentre gli altri due
portavano verso la sala operatoria la sua Bren.
Guardandoli allontanarsi
sentì il sangue gelarsi nelle vene e sperò che
tutto andasse per il meglio; non
sapeva cosa fosse successo, perché non aveva avuto neanche
il coraggio di
chiedere qualcosa agli uomini… non aveva voluto disturbarli
dal salvare la
vita alla sua migliore amica.
Un’ora
dopo era seduta nella sala d’aspetto, gli occhi fissi sulla
sua mano che stringeva
quella di Jack. La stanza in poche ore si era riempita di persone;
erano
arrivati Cam, Sweets, Goodman e alcuni tirocinanti del
Jeffersonian… Andy era
andato al Bureau per aiutare a rintracciare l’assassino, che
era ruiscito a
scpppare dopo aver sparato alla dottoressa.
prima
un medico era venuto a spiegare loro cos’era accaduto: la
paziente ha perso
moltissimo sangue, per questo è stata portata urgentemente
in sala operatoria
dove è stata arrestata l’emorragia
interna…ora si trova nel reparto di
terapia intensiva, in coma, avrà bisogno di molte
trasfusioni di
sangue…non è ancora fuori pericolo. E
no, mi dispiace, per il momento non
potete vederla.
“Jack?”
“dimmi” “pensi che dovrei
chiamare Booth?” aveva bisogno di
una spinta per riuscire a fare quella telefonata, soprattutto ora che
la
notizia da dare era molto più grave: significava
avvertire un uomo che la
sua patner aveva rischiato di morire ed era ancora in pericolo di vita.
“credo che lui abbia il
diritto di sapere… ma la Brennan potrebbe pensarla
diversamente”
“ha sussurrato il suo nome, prima, ha sussurrato il nome di
Booth come se lo
stesse sognando… significherà pure
qualcosa??” con la cosa dell’occhio
vide Sweets aprire la bocca, per poi richiuderla senza dire
niente…
“avanti Sweets, dì quello che devi
dire” “Non devo dire niente, sono
d’accordo con il dottor Hodgins”
“davvero? Beh, in questo caso siamo tre
contro uno… vado a fare questa
telefonata.”
Trasse un respiro profondo,
e si allontanò un po’ prima di comporre il
numero.
Dopo tre squilli una voce molto disturbata disse
“Pronto?”
“Booth?”
allora, non arrabbiatevi vi prego!! vi
avevo detto che avrei sistemato la situazione, ma non vi ho detto
quando... era
INDISPENSABILE creare un pò di suspense,
altrimenti non vi sarebbe piaciuto,
credetemi.
In
secondo luogo, speravo di riuscire a finirlo prima, ma
mi sono dovuta documentare sullo shock emorragico, le ferite da arma da
fuoco
ecc... per fortuna c'era mia madre, altrimenti non sarei mai
riuscita a
capirci qualcosa xD Per
lo meno adesso so per certo di non aver scritto niente di sbagliato:
è tutto
più che probabile. Spero di riuscire a postare il prossimo
capitolo domenica
...
RECENSIONI
wta87 ti
sei anticipata da sola sull'argomento del prossimo
capitolo... booth verrà a sapere tutto e ovviamente
darà la
colpa all'agente Marciano xD spero che
ti sia piaciuto anche
questo...
BurberryFendi93
una
nuova lettrice! benvenuta! mi dispiace averti lasciato con l'amaro in
bocca, ma
non potevo fare diversamente.. spero che questo capitolo ti ripaghi
dell'attesa... a presto :)
ringrazio ancora chi mi segue assiduamente... mi rendete orgogliosa
della mia
storia :) ciao
|
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Capitolo 10 *** Capitolo 9 ***
sono riuscita a pubblicare, come vi
avevo promesso...
spero vi piaccia. ^^
Capitolo 9
“Booth?”
“Angela?!”
Erano le sei, ed era appena uscito dalla doccia, ancora mezzo
addormentato si
chiese per quale motivo Angela Montenegro lo stesse chiamando di prima
mattina…..
“ E’ successa una cosa, Booth… una cosa
grave.” Divenne di colpo più
lucido “cosa??”
“ brennan… ha avuto un incidente, le hanno
sparato… ed ora è in coma”
a quelle parole Seeley sentì come una stilettata al cuore,
le gambe gli
diventarono molli, il suo cervello si rifiutò di
credere ad una notizia
del genere… Bones era in coma??
“che diavolo stai dicendo Angela? Bones è in mezzo
al nulla ad analizzare ossa,
perché qualcuno avrebbe dovuto
sparargli??”
“Temperance è tornata due settimane fa a
Washington. Nell’attesa del tuo
ritorno , l’ FBI gli ha affibbiato un altro agente e durante
un caso…” Angela
non riuscì a continuare, non che ce ne fosse bisogno..
“come sta?” ti prego dimmi che
starà bene, dimmi che si risveglierà
“ è sul filo del rasoio, Booth. Stiamo tutti
aspettando, e sperando”
“vengo subito
lì”
Non
poteva partire senza avvertire almeno il Maresciallo Primo della sua
decisione,
così aveva preso il pick up e tornato alla base aveva
informato il suo
superiore della sua decisione. Sapeva che non lo avrebbe mai costretto
a
rimanere; aveva già fatto molto, lasciando suo figlio e
vendo in una zona di
guerra a rischiare la vita in quei mesi.
Poi era partito alla volta di Washington.
Merda. Se ne era completamente
dimenticato. Aveva dimenticato di avvertire la sua fidanzata che stava
per
andare dall’altra parte del mondo… o forse
l’aveva volutamente rimosso, non
sapendo come spiegare ad Hanna, che stava ritornando solo per Bones.
E ora cosa doveva fare? Si trovava nell’aeroporto di Kabul,
con il biglietto
stretto nella mano destra: doveva solo chiamarla e cercare di
giustificare in
qualche modo la sua urgenza, o invece doveva tornare indietro a
spiegargli le
cose con calma?
Calma? Bones era in coma, per l’amor di Dio! Se conosceva
Hanna almeno un po’
lei avrebbe capito. Si decise a prendere il telefono e a
comporre il
numero. Dopo due squilli senti la sua voce familiare
“ciao! stavo venendo
da te..”
“Hanna è successo un casino” disastro,
catastrofe, tragedia, rendevano meglio
l’idea. “hanno sparato a Bones, è
grave… io devo andare lì, dare una mano come
posso. Mi capisci vero? Sai come sono fatto, non posso rimanere con le
mani in
mano…” per più di due minuti
nessuno dei due proferì parola, poi Hanna
disse “capisco… ma, Seeley?”
“che c’è?” “se
senti… di essere ancora legato a
lei, se credi che rimarrai lì… ti prego, fammelo
sapere. Solo questo... Mi
mancherai” non trovò la forza
di replicare alla sua richiesta,
perciò la salutò affettuosamente, promettendole
di richiamarla appena avesse
potuto.
Non aveva
mai
odiato tanto Washington come in quel momento, mentre era seduto nel
taxi e
stava aspettando di arrivare nell’unico posto in cui non
sarebbe mai voluto
andare, pregando per la salvezza di una delle persone che contavano di
più al
mondo per lui.
Aveva immaginato il suo ritorno a casa in modo completamente diverso:
pensava
che sarebbe stato felice di essere tornato dalla guerra, felice di
poter
riabbracciare suo figlio, la sua famiglia, la sua patner…
non pensava che
avrebbe lasciato un inferno per doverne vivere uno anche peggiore.
Arrivato all’ospedale
aveva
chiesto informazioni ad un’infermiera, poi si era avviato
verso il reparto di
terapia intensiva. Erano tutti lì, seduti o appoggiati al
muro, lo stesso
sguardo preoccupato. C’erano Angela, Jack,
Sweets, Daisy.. anche
Max Keenan. Lì salutò con un cenno, poi
chiese ad Angela se c’erano
novità “no, niente di nuovo. Sei appena
arrivato?” “si… sono venuto subito qui
. Posso vederla?” la vide scuotere la testa con rammarico
“hanno detto che non
è possibile per il momento.” Si lasciò
cadere su una sedia, e guardò Max. Era
sconvolto, e poteva capirlo.
Poi la sua attenzione fu attirata da una valigia, vicino a Daisy. Non
era
arrivata due settimane fa con Bones? Non si prese neanche il disturbo
di
chiederglielo. Non gli interessava.
Voleva solo sapere cos’era successo di preciso, e chi aveva
permesso che
accadesse tutto quello.
Aveva bisogno di prendersela con qualcuno.
“come diavolo è accaduto tutto questo, Angela?
Quale agente incapace le hanno
assegnato?” la sua rabbia fluiva in ogni parola. Angela gli
rispose in un
sussurro “quello lì”, indicando con la
testa un uomo che stava venendo verso di
loro.
Quando lo vide, Marciano sobbalzò sorpreso “ oh,
agente Booth. Sono l’agente
Marciano…” Booth si alzò di
scatto dalla sedia e avanzò verso Andy,
facendolo indietreggiare “ so chi è. So anche che
è nell’Fbi da appena due
anni. Un novellino.” A quel punto il viso di Booth era a meno
di dieci centimetri
da quello di Andy, e le mani erano strette sul colletto della sua
giacca
“potresti spiegarmi perché la mia patner
è stesa in un letto d’ospedale e sta
rischiando la vita???” “ci…ci
ha colti di sorpresa...” “non mi interessa!
Dovevi stare attento, la dovevi proteggere!”
“Booth, per favore lascialo”
intervenne Angela. Continuò a fissarlo con odio, quasi
sopraffatto dalla voglia
di spaccargli la faccia; ma fu distratto alla vista di un
medico che
veniva verso di loro.
Il dottore lanciò un’occhiata circolare, per poi
rivolgersi ad Angela. “ le
condizioni sono ancora critiche ma sta lentamente migliorando. Speriamo
possa
risvegliarsi dal coma. Potete vederla, ma soltanto uno alla
volta.”
Aveva trattenuto il fiato per tutto il tempo, preoccupato per quello
che
avrebbe potuto dire. Trasse un respiro di sollievo, poi
guardò Angela in una
muta richiesta “vai,forza. Sono sicura che sentirti vicino le
farà bene”.
Era
così
pallida, e fragile. Stringendole una mano tra le sue, aveva
avuto paura
di farle male.
L’ aveva terribilmente scosso vederla in quello stato. Ma era agitato soprattutto
per essersi reso conto che nonostante fossero passati tre mesi,
nonostante
fosse andato avanti e avesse trovato l’amore, nonostante non
dovesse subire
l’incredibile sguardo magnetico dei suoi occhi
azzurri… lei lo attirava con la
stessa forza di sempre, aveva un potere incredibile su di lui senza
nemmeno
saperlo. Era così forte da annientare qualsiasi sua
volontà di resistergli.
Bene, bene. Booth è
arrivato, con la sua armatura scintillante,
e ha difeso la sua amata (proprio come piace a me ^_^).
speriamo che
questo capitolo vi ripaghi dell' “attesa” che avete
dovuto sopportare negli
altri due. :D
P.S. booth nell'ultimo
episodio della quinta serie,
dice di essere stato promosso a Maresciallo capo. Il superiore del
maresciallo
capo è il Maresciallo Primo, almeno
così ho trovato scritto su internet.
se per caso ho sbagliato avvertitemi ^^
RECENSIONI
BurberryFendi93
grazie per i complimenti.
spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo. :)
wta87
siamo proprio sulla stessa lunghezza
d'onda, io e te: ho sempre pensato che anche Booth doveva
provare la paura
di perdere la propria patner... non perchè sono sadica (
xD), ma perchè
altrimenti non avrebbe mai compreso a fondo cosa prova Temp ogni volta
che lui
rischia la vita. Spero di essere riuscita a esprimere bene le
sensazioni
che secondo me proverebbe se si trovasse in questa situazione. alla
prossima,
ciao. :)
|
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Capitolo 11 *** Capitolo 10 ***
Finalmente! Sono riuscita a finirlo!
È il capitolo più
lungo e significativo che ho scritto…
Non
ho molto tempo, perché sto
letteralmente crollando dal sonno, vi dico solo che ho rivisto anche i
capitoli
precedenti e ho cercato di togliere tutti gli errori di battitura, ma
soprattutto
ho creato l’immagine per la FF… è nel
prologo, fateci un salto se vi va (non è chissà
che cosa, perché il mio primo lavoro di grafica)
Vi
lascio, buona lettura. ^^
Capitolo
10
La
luce che entrava dalla finestra della camera lo colpì sul
viso e lo ridestò dal
suo sonno agitato. Era appena l’alba. Guardò verso
il suo letto sperando, per
impossibile che fosse, di trovarla sveglia e di poter rivedere di nuovo
l’espressione intelligente dei suoi occhi color del
cielo…
Ovviamente
non era così. Era ancora immobile, pallida e spaventosamente
fragile.
Era
rimasto con lei tutta la notte, non era riuscito a lasciarla.
Si
era allontanato solo per dare l’opportunità anche
agli altri di vederla. Poi
era tornato lì, su quella scomoda sedia di plastica, che era
stata testimone
delle sue paure appena sussurrate, delle sue preghiere silenziose,
delle sue
lacrime…
Sentì
dei passi avvicinarsi, e si ricompose un poco. Sulla soglia della
stanza
apparve Angela, gli occhi segnati da occhiaie profonde, il volto
teso.
Probabilmente anche lui era nelle stesse condizioni.
“
Buongiorno.” Gli disse, con un sorriso tirato.
“Ciao, Angela”
“Perché
non vai un po’ a casa a riposare
Booth? Ti farebbe bene. Ti fai una doccia, dormi un
po’… resto io con lei,
ok?”
Non
voleva andare via.
Allontanarsi da quella stanza, dalla sua persona, gli creava un dolore
fisico.
Non
poteva abbandonarla ancora. Perché era così che
vedeva tutto quello che era
successo: una sua colpa per averla abbandonata in mani poco sicure. La
parte di
lui che aveva ancora un po’ di buon senso – e
cercava di dissuaderlo da certi
pensieri- non
poteva nulla contro la
parte di lui che invece si stava lacerando per il rimorso.
Ma
voleva vedere anche Parker. Era stato lontano da suo figlio per tre
mesi, ne
sentiva la mancanza. E poi leggeva, negli occhi di Angela, la
necessità di
stare un po’ con la sua amica.
Con
un sospiro, si alzò quindi dalla sedia per avvicinarsi al
corpo privo di sensi
di Bones e si abbassò per darle un leggero bacio sulla
fronte.
“Grazie,
Angela” le
disse uscendo; lo sguardo basso,
l’espressione vacua, le lacrime che premevano per
uscire…
Appena
arrivato a casa, chiamò subito Rebecca per informarla del
suo ritorno e
chiederle se poteva vedere Parker . Decisero di incontrarsi un’ora
più tardi a casa sua.
Quando
riattaccò il telefono sapeva di dover fare
un’altra telefonata, doveva chiamare
Hanna.
Ma
non si sentiva ancora pronto, non sapeva nemmeno cosa avrebbe dovuto
dirgli.
Lei,
perspicace com’era, aveva compreso il conflitto del suo cuore
prima ancora che
lo facesse lui. E gli aveva chiesto di chiamarla non appena avrebbe
preso una
decisione. Avrebbe
voluto rispondergli
in quel momento, che non c’era nessun decisione da prendere,
che l’amava e che
era sicuro delle sue scelte. Ma non ce l’aveva fatta e non
riusciva a spiegarsi
bene il perché… alla vista del letto
però, il sonno ebbe la meglio e decise di
rimandare le domande e le decisioni da prendere ad un altro momento.
“Papà!Papà!” “oh,
ecco il mio ragazzo!! Come stai?”
guardò suo figlio e per la prima volta da
quando era tornato sentì un sorriso sincero aprirsi sul suo
viso
“sono
super felice adesso! Ma come mai sei tornato così presto?
Pensavo che saresti
stato via un anno…” a
quel punto alzò
il viso verso Rebecca
“bentornato
Seeley” “ciao Rebecca.”
“ora che ci penso”
continuò la donna “
Parker ha ragione.
Non ti ho ancora chiesto come mai sei tornato prima.”
“
già. Beh… Parker, ti ricordi di Bones?”
“certo” “beh, Bones ha avuto un piccolo
incidente e io sono venuto qui per vedere come stava” “oh…
e come sta?”
“non troppo bene,
purtroppo. Ma guarirà
presto. Ora, perché non dici al tuo vecchio cosa hai fatto
in tutto questo
tempo?”
“
sono andato in campeggio con la scuola!! Ho fatto anche le foto, vuoi
vederle?”
“Ma
certo! Valle a prendere”
Non
appena il bambino si fu allontanato, Rebecca guardò Booth
preoccupata “Un
incidente? Cosa è successo?”
“Bones
è tornata qualche settimana fa qui a Washington, e
l’Fbi le ha assegnato un
altro agente durante la mia assenza. Non so né come
né chi è stato ma… le hanno
sparato. È in coma adesso, non sanno se si
risveglierà.”
Sentì
la sua voce spezzarsi alla fine della frase. “mi dispiace
Seeley, sul serio. So
quanto sia importante lei per te”
Stava
per risponderle quando sentì suo figlio scendere di corsa le
scale e precipitarsi
tra le sua braccia. Deviò allora la sua attenzione su di lui
e sulle foto che
era tanto ansioso di mostrare al suo papà.
Guardò
l’orologio e si rese conto che erano passate quasi tre ore.
Il tempo era volato
mentre giocava con Parker.
“
Ehi, campione, io devo andare via adesso. Ci sentiamo più
tardi, ok?” lo
abbracciò forte e gli diede un bacio sui capelli biondi; poi
salutò con un
cenno della mano Rebecca.
Quando
arrivò all’ospedale c’era Max con
Temperance.
Era
seduto vicino a lei, le mani strette tra le ginocchia, lo sguardo fisso
sul
pavimento. Bussò
piano vicino alla
porta, prima di entrare nella stanza. “ ah, Booth. Vieni
pure, stavo andando
via.” “non
c’è problema, torno dopo se
vuole stare ancora con lei”
“no.
Preferisco andare. Mi sento male a vederla così, mi sento
impotente. Nella mia
vita ho fatto tutto ciò che era in mio potere per salvare la
mia famiglia, sono
stato disposto anche ad uccidere… ma adesso non
c’è niente che io possa fare
per la mia bambina” ...
non
si era mai sentito così vicino a quell’uomo come
in quel momento; poteva
comprendere in pieno il suo stato d’animo.
“non è
colpa tua” stava per uscire, era
girato di spalle, la mano sulla maniglia “come?”
“so che ti stai incolpando per
quello che è successo a Temp, ma non devi. Anzi. Se non
fosse stato per te
probabilmente l’avrei persa molto prima; ti sei
già preso una pallottola al
posto suo. Averti vicino l’ha resa più forte,
più umana; grazie a te si è anche
riavvicinata a me. Non ti ringrazierò mai abbastanza. Sono
contento di sapere
che ha vicino qualcuno che la ama così tanto.” E se ne
andò senza dargli il tempo di rispondere.
Si
lasciò cadere sulla sedia con un sospiro, ripensò
alle parole di Max Keenan. Non
era vero, che era stato lui a cambiare lei, al contrario era stata lei
a
renderlo un uomo migliore.
Portò
la sedia più vicina al letto, fino a toccare le lenzuola con
le ginocchia. Le
prese una mano nelle sue e iniziò a carezzarle la pelle con
il pollice, lo
sguardo perso in quel gesto.
“
ei, Bones…ciao. Sai, oggi sono stato con Parker. Accidenti
come
mi è mancato, mi è
sembrato anche cresciuto. Si, lo so che sono passati solo tre mesi, ma
mi
sembra di aver perso molto di più. Non sarei dovuto partire. Non sarei dovuto
partire per Parker e per te. Però,
accidenti, credevo di poter stare tranquillo!! Sono molto arrabbiato
con te
Bones, prima prendi una decisione, dici Partiamo! Prendiamoci
una pausa!
E poi torni prima senza neanche avvertirmi? E ti fai anche sparare. Che
cosa ti
è saltato in mente? Non capisci quanto mi faccia male tutto
questo, vederti
qui. Perché sei tornata, Temp? Perché hai
cambiato idea? Torna
Bones, torna e spiegami perché…”
“
perché sentivo la tua mancanza”
alzò
la testa di scatto. Aveva parlato? Aveva parlato, davvero. Non
l’aveva
immaginato? Si era svegliata!!
“BONES!
oh grazie a dio, finalmente. Finalmente sei tornata.”
“tecnicamente
sei tu quello che è tornato, io ero già
qui.” A quelle
parole sentì lacrime di
felicità bagnargli il viso. La sua
Bones era tornata, e con lei la sua logica.
“aspetta
chiamo il dottore. E Angela, e Max e gli altri… sei qui. Ancora non ci
credo” “Già…
Ti ho fatto
spaventare?” gli chiese in un sussurro appena
percepibile. Si sentiva un po’ frastornata, non ricordava
neanche bene cosa
fosse successo, la testa le pulsava forte . Ma al momento la presenza
di Booth
era la cosa che la confondeva di più. Era tornato solo per
lei? Oh, non aveva
la forza di pensarci adesso, né a quello né ad
altro…era troppo stanca. “ oh
sì, che mi hai spaventata. E hai spaventato anche gli
altri.” gli rispose Booth
“perciò vedi di fare più attenzione la
prossima volta, d’accordo?”
“mmm…”
non aveva la forza neanche per rispondere. “riposati, adesso.
Vengo
subito.” E
le baciò la fronte come
aveva fatto quella mattina, ma con una gioia nel cuore che qualche ora
prima
non credeva sarebbe più riuscito a provare.
Dopo
il controllo del medico, che le aveva spiegato in poche parole cosa
fosse
successo , si era abbandonata sui cuscini e aveva dormito per un paio
d’ore. Intanto
Booth aveva chiamato
Angela, che era scoppiata a piangere, e le aveva detto di avvertire
tutti gli
altri…. anche l’agente Marciano: ora che Bones
stava bene poteva permettersi di
essere magnanimo.
Quando
si era svegliata era molto più lucida, la testa non le
faceva più male…
probabilmente le avevano dato degli antidolorifici.
“Booth?” “ehi,
ciao. Ti sei
svegliata. Come ti
senti?”
“molto
meglio.. potresti
spiegarmi meglio cosa mi è successo? Il dottore mi ha detto
solo che mi hanno
operato e poi per una complicazione sono stata in come per circa tre
giorni…
non capisco perché non mi ha spiegato
la situazione in modo chiaro e con gli opportuni termini medici: ho
un’ampia
conoscenza dell’anatomia umana, non solo per quanto riguarda
le ossa…” “nessuno
l’ ha messo in dubbio, Bones. Sono
sicuro che il medico ha solo cercato di
essere il più chiaro e breve possibile, per poterti lasciare
riposare. Adesso
che viene a visitarti, gli chiederai tutto quello che vuoi. Sicuramente
riuscirà
a rispondere alle tue domande meglio di come potrei fare io.”
“…e
l’assassino, l’uomo che mi ha sparato,
lo hanno preso?”
“Ancora no. È riuscito
a scappare, ma l’agente Marciano e
tutto l’ Fbi si stanno adoperando per
rintracciarlo”
“hai
conosciuto Andy?” “sì…
e avrei
preferito conoscerlo in un’altra occasione” le
disse sarcastico.
“posso
farti un’altra domanda?”
“certo.” “sei
tornato solo per vedere come
stavo?”
quella domanda gli ronzava in testa da quando si era svegliata. Dopo
tutto
quello che gli aveva fatto, dopo averlo rifiutato, dopo aver deciso di
partire,
dopo essere tornata senza nemmeno avvertirlo… lui era
tornato per lei?
“certo,
Bones. Non avrei mai potuto lasciarti sola, dopo tutte le volte che
tu sei
stata vicino a me… e non lo volevo nemmeno fare.” Sentì
di essere arrossita, senza sapere bene il perché
“
grazie, Booth.” “di
niente. Posso fartela io
adesso, una domanda?” gli
fece segno di
sì con la testa, curiosa “sei
davvero
tornata perché ti mancavo?”
“cosa?” “l’hai
detto tu, appena
ti sei svegliata dal coma, perché sentivo la tua
mancanza…era
vero?” si
aspettava una delle sue
risposte fredde e calcolate, era abituato a vederla tirare fuori la
parte
razionale di sé quando aveva a che fare con i sentimenti;
per questo quando
Temperance gli disse “sì” la
fissò felicemente sorpreso. Le era mancato.
Rimasero
a guardarsi per un lasso di tempo indefinito, senza dire una parola.
Poi
vennero interrotti da Angela, Jack, Cam… seguiti nel giro di
poco tempo da Max
e Andy. Angela
aveva abbracciato forte
la sua amica, sgridandola per il forte spavento che le aveva fatto
prendere “ho
dato i numeri, tesoro.” “hai
dato i
numeri? Quali numeri?” Ange
rise
divertita “non letteralmente dolcezza”.
Poi
fu un susseguirsi di abbracci, saluti, chiacchiere e sorrisi. Erano felici che tutto si
fosse risolto per
il meglio.
Ogni
tanto si guardavano, Booth e Temp, in silenzio. Sentivano la
necessità di
parlarsi, spiegarsi, le parole premevano per uscire come un fiume in
piena. Ma
allo stesso tempo volevano tacere, godere delle ultime parole che si
erano
dette, timorosi di poter rovinare tutto.
RECENSIONI
_julia_ grazie per i complimenti : ) comunque non preoccuparti,
io sono assolutamente B&B ^^
wta87 spero che tu l’abbia
pregustata
fino in fondo, la dolce tensione di cui parlavi… : D
a presto e grazie, come
sempre ^^
forse
per mercoledì pubblicherò
un altro capitolo, ma non vi prometto nulla.
Grazie ancora a tutti quelli che seguono questa
storia… ‘notte , miei
cari.
|
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Capitolo 12 *** Capitolo 11 ***
Eccomi
qui, dopo nemmeno 4 giorni
^.^
È
incredibile come io sia riuscita
a fare un altro capitolo così lungo. Quando ho iniziato a
scriverlo ero in
piena crisi, perché priva di idee interessanti…
poi ne ho avute talmente tante
che il capitolo non voleva finire. Sono in pieno fermento anche per i
prossimi;
ci saranno un bel po’ di avvenimenti …
Adesso vi lascio. Buona
lettura e fatemi sapere cosa ne pensate… mi fa sempre
piacere.
Capitolo
11
Andare
oppure no? Aspettare o agire?
Era
passata una settimana, ma lui non l’aveva ancora
chiamata… certo, gli aveva
detto di prendersi il suo tempo per riflettere, ma quanto avrebbe
dovuto
attendere? Per quanto tempo sarebbe stata seduta, vicino al telefono,
aspettando una sua chiamata, temendo per il peggio?
Nella
vita aveva già aspettato abbastanza. Aveva visto le sue
relazioni fallire senza
fare niente per cambiare la situazione.
Doveva farlo anche stavolta? Lasciarlo andare via senza
nemmeno provare
a combattere? Niente sensi di colpa o opere di convincimento. Voleva
solo
dirgli quanto l’amava. Poi l’avrebbe lasciato
decidere.
Si
alzò decisa dal letto e afferrò la valigia.
Si
va a Washington.
Si
trovava in un grande prato. Dovunque si girasse vedeva intorno a se
un’immensa
distesa di verde. Inspirò profondamente e sentì
il profumo dei fiori di campo ,
che la portava indietro nei ricordi a quando era bambina. Quel posto
sconosciuto le dava un senso di pace e tranquillità, si
sentiva serena come non
lo era da molto tempo ormai.
Sentì
qualcuno che la abbracciava da dietro, le mani giunte sul suo grembo,
il viso
poggiato nell’incavo del suo collo. Non poteva vederlo, ma
non aveva dubbi
sulla sua identità. Si lasciò andare tranquilla
al suo petto, mise le mani
sulle sue, e chiuse gli occhi felice per assaporare in pieno quel
momento.
Un’esplosione di piacere la invase, sentì il cuore
battere furioso e il sangue
scorrere caldo nelle vene. Come se fosse innamorata.
Si girò piano, fino ad incontrare i suoi grandi
occhi scuri
“
io l’ho sempre saputo, Bones. Fin
dall’inizio.”
E
a
quel puntò si svegliò.
Aprì
gli occhi di scatto, il respiro corto, il battito del cuore velocissimo.
Era
un sogno. Lo stesso sogno che faceva ogni notte da quasi una settimana.
Lo
stesso sogno che quando andava a dormire sperava di rifare, e che
quando si
svegliava le lasciava un vuoto dentro perché era terminato.
Era solo un sogno.
Si
girò sul fianco, seppellì la testa nel cuscino e
si riaddormentò a fatica.
Quando
si risvegliò nella stanza c’era Angela.
“Buongiorno tesoro. Dormito male? Hai
degli occhi…”
“diciamo che ho avuto
nottate migliori. Per fortuna oggi torno a casa. Nel mio letto
starò molto
meglio”
“già,
e magari starà più tranquillo anche Booth.
Praticamente vive in questo
ospedale, da quando è arrivato. Chissà come hai
fatto a convincerlo a dormire a
casa sua…”
“A
proposito di Booth, Angela… sei stata tu a chiamarlo? Ad
avvertirlo
dell’incidente?”
“sì, e ho fatto bene.
E sì, era necessario. Quindi non iniziare
con le tue stronzate antropologiche…”
“grazie” la
interruppe “sapere che lui è qui con me, mi fa
sentire molto meglio… anche se mi sorprende che abbia deciso
di tornare solo
per vedere come stavo. In fondo ero in coma, non c’era niente
che lui potesse
fare per farmi svegliare…”
“sul
serio ti sorprende? A me per niente. Non hai ancora capito cosa prova
quel
ragazzo per te? O fingi di non saperlo?”
provava, pensò Temperance, provava
qualcosa per me prima che
io dicessi di no “ah, e comunque”
continuò Angela “un giorno e mezzo dopo
il suo ritorno tu ti sei risvegliata dal coma… e ci
scommetto quello che vuoi
che è stata la sua presenza a farti tornare nel mondo dei
vivi. Qualcosa ha
fatto” .
“Bones!
Ancora non sei pronta? Datti una mossa, ho la macchina in doppia
fila…” “non
capisco per quale motivo debba accompagnarmi
tu a casa. Potevo benissimo prendere un taxi.”
“ti
accompagno io Bones, perché stasera rimango a dormire a casa
tua, quindi tanto
vale che andiamo insieme. Ok?” le disse mentre con una mano
prendeva la sua
sacca e con l’altra la spingeva gentilmente verso la porta.
“che cosa? Perché
mai dovresti dormire con me?”
e
arrossì subito dopo aver detto quella frase “si,
intendevo…hai capito…”
“dormirò a casa tua perché oggi
è il primo giorno che torni a
casa, potresti avere una ricaduta, o non riuscire a dormire…
rimango con te.
Non c’è niente da discutere.” Le disse
prima che potesse replicare.
“
bentornata” le disse appena varcarono la soglia di casa sua
“ora, vai a
riposarti mentre io ordino qualcosa per cena. Poi potremmo guardare
qualcosa in
TV…”
“sono
stanca di stare ferma in un letto a fare niente. Vado a farmi una
doccia, poi
cucinerò io qualcosa.” La sua espressione decisa,
lo convinse ad arrendersi. Si
lasciò andare sul divano, prendendo il telecomando
“e va bene. Ma fai in
fretta, sto morendo di fame”.
Mezz’ora
dopo erano sul divano del salotto a guardare la televisione, sul
tavolino
davanti a loro dei piatti vuoti e due lattine di birra.
“ E'
interessante come questo personaggio presenti le caratteristiche del
complesso
di Edipo, ma all’inverso…” “Bones,
è
Stewie Griffin. È un cartone animato. Non puoi analizzare un
cartone, è
assurdo!” e
scoppiò a ridere “perché?”
gli chiese confusa. Poi si lasciò
trascinare dalla sua ilarità e scoppiò a ridere
insieme a lui, senza neanche
saperne il motivo. Solo perché la sua espressione felice la
faceva
sorridere. Poggiò
la sua testa sulla
sua spalla, ancora ridendo; la mando di lui sulla sua gamba. Pian piano le risate si
smorzano, e attorno
a loro aleggiava un’aria pesante.
Rimasti
in silenzio, Booth fissò la sua mano e la portò
via dalla sua gamba, come se
scottasse “scusami..”
“ehm, no.. non
preoccuparti…” “porto questi piatti in
cucina”
“grazie…”, quando si fu
allontanato, Temp poggiò la testa sulla testata
del divano, fissando il soffitto. Prima, mentre era stretta a lui, la
testa
sulla sua spalla, mentre sentiva il suo odore inconfondibile,
buonissimo… non
si sarebbe voluta muovere. Si sentiva come nel suo sogno. Si stese sul divano,
ancora scossa, e si
rese conto che il cuscino aveva ancora il suo profumo. Chiuse gli occhi
e
inspirò. Si addormentò così, cullata
da quel dolcissimo profumo.
Quando
si svegliò, era nel suo letto, coperta da un plaid, e la
sveglia digitale
segnava le 7 e mezzo. Era stato Booth a portarla
lì? Un
gesto molto carino…
Si
alzò dal letto, stringendosi in una vestaglia, e si
avviò in cucina.
Lo
trovo già lì, con i pantaloni del completo e la
camicia sbottonata, che
trafficava vicino ai fornelli.
“buongiorno…”
“ehi Bones, buongiorno. Sto facendo il
caffè.”
“fantastico” disse sedendosi a
gambe incrociate sulla sedia “ne ho proprio
bisogno…” Booth
lo versò in due tazze e si andò a sedere di
fronte a lei.
Per
un po’ rimasero in silenzio, poi
Booth
disse “Questo è il nostro primo caffè
dopo… beh, dopo tutto.
Pensavo sarebbe passato molto più tempo
prima che potessimo farlo di nuovo.”
E
sorrise, creando una piccola fossetta all’angolo della bocca.
Quanto
la eccitava quella fossetta.
“Già.
Non ti ho ancora ringraziato per essere
venuto qui, da me…”
“non devi ringraziarmi,
è una cosa che sentivo di dover fare, te l’ho
già detto. E poi, penso che sarei
comunque tornato prima, mi mancava Parker, la mia vita…
ormai sono un agente,
gli anni da soldato sono passati e va bene così.”
“anche
a me mancava la mia vita” con te
“ Ho finalmente capito che lavorare con
l’Fbi, aiutare a trovare gli assassini, non mi rende meno
antropologa… metto
solo a disposizione degli altri la mia conoscenza e bravura.”
gli rispose
decisa
“Quindi
siamo tutti e due felici di essere
tornati, giusto?” “certo,
è quello che
ho detto.” “Bene.
Qua la mano patner.”
Booth era andato via
subito dopo aver bevuto il suo
caffè, e le aveva detto di rimanere lì buona
buona, e di non farlo
preoccupare.
Erano
passate due ore ormai. Per un po’ aveva lavorato al suo nuovo
libro, ma ora non
sapeva più come occupare il suo tempo; non essendo abituata
a stare con le mani
in mano.
Le
cadde l’occhio su alcuni documenti del caso, posti sul
tavolino da caffè di
fronte a lei… magari erano utili a Andy. Poteva fare un
salto al Bureau a
portarglieli e chiedergli come stavano andando le indagini…
se era abbastanza
fortunata non avrebbe incrociato Booth e non avrebbe dovuto sorbirsi
una sua
predica.
Meno
di mezz’ora dopo era davanti all’ascensore del suo
appartamento.
Proprio
mentre usciva dall’ufficio dell’agente Marciano,
era arrivato Booth
“Bones!
Cosa ci fai qui?” “ho
solo portato
alcuni documenti ad Andy, credevo potessero essergli utili…
e poi volevo sapere
come procedeva la situazione...”
“potevo portarglieli
io stamattina, perché
non me li hai dati?” “me
ne ero
dimenticata. Inoltre ero stanca di starmene a casa a fare niente. Non
sono
un’invalida, Booth”
“ma
se ti hanno sparato! E
hai rischiato di
morire! Perché non puoi startene tranquilla a leggere un
libro o ad ascoltare
musica… le persone normali dopo un incidente come il tuo, si
prendono del tempo
per ristabilirsi, si rilassano… non puoi comportarti come
una persona normale?”
“le
mie innumerevoli conoscenze e il mio elevato quoziente intellettivo non
fanno
di me una persona normale”
“solo
perché sei super-intelligente, non vuol dire che tu sia
anche super-forte.
Torna subito a casa.” “vuoi
obbligarmi,
Booth?”
battuta
dopo battuta, provocazione dopo provocazione, si erano avvicinati senza
neanche
rendersene conto. Ora i loro visi erano a dieci centimetri di distanza
uno
dall’altro. Si fissavano negli occhi. L’aria era
carica di tensione; e i
loro corpi sprizzavano elettricità da
tutti i pori …
“salve”
per
la sorpresa spiccarono un salto all’indietro, ritrovandosi
improvvisamente
lontani di mezzo metro. Davanti
a loro
una giovane donna, bionda, sorridente.
“Hanna?!
Che ci fai qui?”
“bel
modo di accogliere chi ha viaggiato tutta la notte per arrivare qui!
Comunque
ti cercavo… e ti ho trovato. Non mi presenti?”
chiese la ragazza ad un Booth visibilmente scosso
“ehm,
certo. Hanna questa è Bon… Temperance”
“Bones, questa è Hanna. La
mia ragazza.”
Tadà
!!! ora dovete solo
immaginarvi una Bones scioccata e afflitta ( non
felice e soddisfatta, come la fanno vedere nella sesta stagione
ù.ù ) e
il gioco è fatto.
P.S. la storiella
di Stewie Griffin e il suo “complesso” non sono una
sciocchezza… Io guardando il cartone ho sempre
pensato ad
una cosa del genere, ma non credevo fosse vero. Poi, però,
sono andata su
wikipedia e ho scoperto che non è frutto della mia
invenzione XD
RECENSIONI
wta87 spero solo di non farti venire il
diabete con tutti questi zuccheri XD
in ogni caso sono io a dover ringraziare te, le
tue recensioni
mi sono di stimolo… :)
grazie
a tutti i miei lettori,
a chi segue, a chi recensisce. Hasta
luego.
<3
|
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Capitolo 13 *** Capitolo 12 ***
Eccoci
qui, ragazze. So di aver
fatto un po’ tardi stavolta ma in mia discolpa posso dirvi
che questo capitolo
era già scritto e pronto ad essere pubblicato domenica
sera… quando ho deciso
di cambiarlo completamente per evitare un infarto alle mie amate
lettrici… (si
avevo un’idea un po’
“sconvolgente” in mente)
È
volutamente più corto, era
necessario che il capitolo finisse così : )
P.S. manca poco
alla fine della storia, diciamo un paio di capitoli (dipende
da come la mia testolina partorirà il finale) e devo
dire che mi dispiace moltissimo abbandonarla…
Adesso vi lascio al capitolo. Good
read.
Capitolo 12
La
sua ragazza???
Booth aveva una ragazza. Una ragazza bionda, fastidiosamente
sorridente,
insopportabilmente cortese; che adesso aveva teso la mano verso di lei.
“Ciao!
Io sono Hanna Burley. Piacere di conoscerti!”
le disse allegra.
“dottoressa
Temperance Brennan.” Era stata fredda, brutale, senza un
briciolo di cortesia…
lo sapeva. Ma non poteva fare a meno di comportarsi così,
con quella donna che
era venuta lì a rubargli il suo patner.
Non
è tuo
No,
non era suo.
Quando,
quella maledetta sera di quasi 4 mesi, lo aveva rifiutato, sapeva che
prima o
poi sarebbe successo. Sarebbe arrivata una donna che avrebbe potuto
amarlo per
trenta, quaranta o cinquant’anni. Lo sapeva e pensava che
sarebbe stata capace
di accettarlo… questo prima di dover fare i conti con se
stessa, con il dolore
che gli procurava la sua lontana, con la gioia che provava
nell’averlo vicino a
vegliare su di lei, con l’incredibile attrazione che sentiva
nei suoi confronti
e la spingeva ad agognare ogni contatto. E quei sogni poi, un sublime
contatto
con tutto ciò che avrebbe potuto esserci…
Lo
guardò negli occhi, stava fissando Hanna. Era ancora un
po’ shockato per la sua
presenza, ma non gli sembrava dispiaciuto, anzi…
Forse
era il caso di lasciarli soli, così anche lei avrebbe potuto
riflettere e
analizzare in tutta calma quello che si stava agitando nel suo animo.
“credo
che andrò a casa, Booth. Mi sento un po’
stanca…” Hanna la interruppe “ mi
dispiace molto per quello che ti è successo. Sono contenta
che tu stia
bene…” la
guardò annuendo appena con la
testa, poi rivolse di nuovo lo sguardo a Booth
“finalmente mi dai ascolto…ci
sentiamo dopo Bones?”
“si…
ci sentiamo dopo”
Booth
la guardò allontanarsi
a passo svelto e
la seguì con gli occhi, finché non
svoltò l’angolo. Poi si girò verso
Hanna “
wow… Questa sì che è una
sorpresa!! Non avrei mai immaginato che saresti venuta fino a
Washington…”
“spero una gradita sorpresa”
gli disse sorridendo “Mi sei mancato,
Seeley” e gli mise le braccia
attorno ai fianchi, poggiando la testa sul
suo petto.
Lui
poggiò il mento sulla sua testa, confuso. Non sapeva cosa
dirle.
“penso
che tu sappia perché sono qui…”
oh,
sì che lo sapeva. Lei era lì per una risposta e
lui in quel momento non sapeva
quale darle. Era come se tutti i passi avanti, verso una nuova vita,
che aveva
fatto nei tre mesi precedenti con Hanna… fossero stati
cancellati in una
settimana. Eppure lui era certo dei suoi sentimenti nei confronti di
Hanna, lei
lo aveva riportato in vita.
Ma
in quel momento si sentiva
come
sdoppiato in due: c’era una parte di lui che desiderava la
sua vecchia
vita lì,
a Washington, con Bones.
Credeva di poter tornare e cercare di dimenticarla. Un’altra
parte gli diceva
che questa utopia non sarebbe durata a lungo: così
assuefatto dalla sua
presenza, inerme davanti al potere che la legava a lei. Sapeva che ci
sarebbe
stati altri momenti come quello della sera precedente, quando,
così vicino a
lei sul divano, avrebbe voluto baciarla e baciarla e baciarla. Un
giorno
sarebbe crollato, lei lo avrebbe di nuovo rifiutato e il suo cuore non
avrebbe
retto un altro colpo del genere.
“Hanna,
mi dispiace non averti chiamato…”
“non
importa.” “Sì, invece. Lasciami finire.
Non l’ho fatto, non perché non ti ho
pensato o non mi sei mancata in questi giorni…” “Seeley, sul
serio. Non importa che tu abbia chiamato o meno.
Importa solo che tu sappia quello che vuoi . Lo sai?”
“sono
confuso… mi dispiace , sul serio. Non voglio prendermi gioco
dei tuoi
sentimenti.” “ lo so, lo so. Ascoltami, sono venuta
qui solo per dirti che ti
amo, dovevo essere certa che tu lo sapessi… così
non ci saranno
fraintendimenti. Sai quello che provo, ora devi solo capire cosa provi
tu.
Rimarrò qui ancora un giorno. Pensaci, pensa a
ciò che vuoi… o forse dovrei
dire a chi vuoi.” gli
diede un bacio a
fior di labbra e lo lasciò da solo in mezzo al corridoio.
Booth
si appoggiò le mani sui fianchi e sospirò stanco,
fissandosi la punta delle
scarpe… e adesso?
Così
non va, Temperance.
Si
disse, mentre scalciava via le scarpe e si lasciava cadere sul divano.
Così
non va proprio. Ti stai lasciando condizionare da sentimenti effimeri e
irrazionali.
L’amore.
Non è proprio il tuo campo.
No,
non era brava con i sentimenti lei, con le persone. In quel periodo le
sembrava
di essere un’estranea nel proprio corpo. Veniva invasa da
sensazioni che non
sapeva spiegarsi, aveva comportamenti estranei alla sua natura.
Aveva
bisogno di qualcuno che le spiegasse cosa sentiva, perché
lei da sola non
riusciva a farlo.
Prese
il telefono e compose veloce un numero “Angela?
Ciao… Ti va di mangiare
qualcosa insieme, questa sera? Dovrei parlarti.”
Spero
vi sia piaciuto e soprattutto che non sia OC… ci tengo
davvero.
RECENSIONI
0o0Felicity0o0 grazie per i complimenti ^_^
è sempre un piacere avere una
nuova lettrice, sono contenta che ti piaccia la storia. A presto !!
wta87 Hi, darling… beh, se il solo
nominarla nell’episodio
precedente ti ha fatto abbassare la glicemia, non voglio pensare a cosa
ti ha
causato questo capitolo. XD
non preoccuparti, tutto si
sistemerà…. La sua presenza serve per smuovere un
po’ i nostri adorati
protagonisti. : ) a
presto.
Grazie
a chi segue, recensisce e
apprezza questa storia :D
|
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Capitolo 14 *** capitolo 13 ***
Salve
ragazze!!! Ecco qui il,
forse, penultimo capitolo. Spero
vi
piaccia.
Buona
lettura!!
Capitolo
13
Angela
arrivò mezz’ora dopo. Due pizze fumanti e un
sorriso a trentadue denti.
“ciao,
dolcezza! Come stai?” “…bene.”
“Sai, sono contenta
che passiamo un po’ di
tempo tra ragazze… anche se non riesco a credere che Booth
ti abbia lasciato da
sola… non si è accampato sul pavimento o qualcosa
del genere?”
“beh,
ieri ha insistito per rimanere dormire qua… e mi ha proibito
di andare al
Jeffersonian, o anche solo di uscire da questa
casa…”
“ma
sono più che certa che tu non gli hai dato
ascolto” le disse Ange sorridendo.
Erano sedute al tavolo della cucina e stavano per iniziare a mangiare.
“Già.
Sono andata al Bureau oggi pomeriggio. Lui mi ha visto, si è
arrabbiato…poi è
arrivata la sua ragazza.”
Detto questo,
si era alzata per prendere qualcosa da bere. Angela quasi si
strozzò con la sua
fetta di pizza sentendo quella frase
“come scusa? Booth ha una ragazza??” “
si…
si chiama Hanna Burley… forse l’ ha conosciuta in
Afghanistan”
“ e
come ti è sembrata?”
non riusciva a
vedere la sua espressione, perché le dava le spalle,
occupata a cercare
qualcosa nel frigo… “non è mia
abitudine esprimere un parere su una persona
senza fatti concreti alla mano, lasciandomi sopraffare da impressioni
del tutto
soggettive” Ok, lasciamo perdere. Come al solito Brennan si
nascondeva dietro
la sua maschera razionale. In questo modo Angela non avrebbe cavato un
ragno
dal buco… “
sai se è… una cosa
seria?”
“intendi se hanno una stabile
relazione, sessuale ed emotiva? Non lo so, credo di
sì… Booth mi sembrava molto
felice, e se lei è venuta per lui dall’Afghanistan
… ma stiamo facendo delle
congetture e a me non piace trarre delle conclusioni senza fatti alla
mano”
“non stiamo parlando
di un omicidio, Bren.
Non hai bisogni di prove.
Comunque
secondo me, non è una cosa seria. È impossibile,
altrimenti lui te ne avrebbe
parlato.” A
quelle parole Temperance,
si sentì più tranquilla. Angela riusciva sempre a
rassicurarla…
“ tu come
stai?” la sua amica glielo chiese all’improvviso e
lei tentennò in cerca di una
risposta che non la facesse sembrare fragile e confusa tanto quanto si
sentiva
“ cosa intendi? Non
sono io quella a
cui lo dovresti chiedere… semmai è a
Booth”
“oh no, è proprio a te che devo chiederlo. E tu
sai anche perché. Non
continuare a nascondere ciò che provi… sono tua
amica, puoi aprirti con
me.” Eccolo
lì, il momento. L’aveva
fatta venire proprio per quel motivo. Aveva bisogno che una persona di
cui
potesse fidarsi l’aiutasse a capire l’enorme
groviglio di emozioni che si nascondevano nel suo
animo
“non lo so,
Ange. Non so come mi sento… non riesco a comprendere cosa
provo” aveva detto
quella frase in sussurro appena percepibile. La sua amica sapeva quanto
gli
costasse aprirsi e mostrare i suoi sentimenti… anche se non
li capiva. Angela
doveva fare un passo alla volta, senza forzarla a parlare, per non
farla
scappare “Ti sei resa conto di non provare più
della semplice amicizia per
Booth?” dovette aspettare parecchi minuti prima di sentire il
suo “sì”
“bene, è
già qualcosa… e ti rende felice questo? Oppure
no?”
“sono spaventata. Non ho mai sentito niente del genere, non
so
come comportarmi…”
“so che ti spaventa, tesoro. Ma la paura non deve impedirti
di essere felice. E tu puoi esserlo, con Booth” la guardò
riflettere sulle sue parole, mentre dentro di lei si
stava combattendo una battaglia tra la parte razionale di lei che non
si fidava
dell’animo umano e delle sue emozioni, e la parte di se che
stava finalmente
emergendo e cercava di dare credito ai suoi sentimenti
“e se
questi… impulsi passeggeri,
finiranno per rovinare la mia
amicizia con Booth?”
“se quando
non c’è ti manca, se averlo vicino ti fa sentire
al sicuro, se non vuoi
perderlo, se ti riesce a cambiare nel profondo… non sono impulsi,
è
amore” tre
mesi fa Temperance a quelle
parole avrebbe dato una risposta fredda, calcolata e assolutamente
falsa…
questo prima di dover fare i conti con la lontananza da lui,
con
l’irrefrenabile bisogno di lui, con quei
sogni che gli parlavano di lui
e di quello che aveva perso. La nuova Temperance rispose
solamente “secondo
te sono innamorata di Booth?”
“io credo
proprio di sì…” Brennan
annuì piano, senza replicare nulla.
Il resto della
serata lo passarono parlando del più e del meno, in un
tacito accordo. Ma
quando venne l’ora di andare via, Angela diede la buona notte
alla sua amica e
le chiese “sei felice, Bren?
Perché se sei felice e pensi di
non aver bisogno d’altro allora posso capirti se dici di non
voler rischiare di
perdere la sua amicizia… ma se senti che
quell’amicizia non ti basta, se senza
di lui sei
infelice, allora è diverso.”
“e se lui
non fosse felice con me? Se io non fossi la donna giusta per lui? E se
avesse
deciso di stare con questa donna e io non gli interessassi?”
“pensavo
che
tu non ragionassi per congetture” le disse sorridendo
“io ho sempre pensato che
voi due foste destinati, e io raramente mi sbaglio. Booth ti ama, da
sempre e
finalmente ti sei resa conto anche tu di cosa provi. Non
sarà una donna
qualsiasi a mettersi tra voi e il vostro destino.”
“io non credo nel destino”
“ma Booth sì, e tu credi in lui. Alla fine,
credete
nella stessa cosa” le
diede un bacio
sulla guancia e se ne andò…
E ora? Temperance si chiese quale fosse la prossima
mossa da fare… si era resa conto di aver commesso
un errore. Nel cercare di
fare la scelta giusta aveva totalmente sbagliato. Ma ora aveva la
possibilità
di rimediare? Poteva tornare indietro e prendere la decisione giusta?
Doveva
rischiare il tutto per tutto e aprire totalmente il suo cuore? Era
abbastanza
forte da riuscire a sopportare un probabile rifiuto?
***
E
ora? Booth guardò la radiosveglia sul suo
comodino. Segnava le 24:00.
Una decisione da prendere. Un cuore da spezzare.
Solo che non c’era mai stata scelta, lui non aveva
alcun potere. E se ne sarebbe accorto molto prima se non fosse stato
così
cieco. Perché da quando era tornato lì, era
attirato da lei come se non fosse
mai andato via; perché gli occhi che popolavano i suoi sogni
erano azzurri come
il cielo, perché neanche andando in Afghanistan
l’aveva totalmente dimenticata;
perché non era mai stata una scelta tra Bones e
Hannah… ma tra il resistere e
il soccombere ad un amore che non voleva finire.
Era
proprio così, se ne rendeva conto adesso: da
quando aveva visto Hanna il pomeriggio, aveva cercato di capire se a
prevalere
era la parte di lui che voleva stare lì e fingere di non
provare quello che
provava, oppure buttarsi in un’altra storia e cercare di
dimenticare… in un
modo o nell’altro era Bones il centro di tutto. Era legato a lei, oramai
lo aveva capito. Era legato a quell’amore impossibile.
Si
lasciò cadere tra i cuscini, esausto. Forse, ora che aveva
capito cosa fare,
sarebbe riuscito a dormire un po’.
Alzò
di scatto la testa. Era il campanello, quel rumore? Chi diavolo era a
quell’ora?
Si
alzò piano dal letto e prese la sua pistola, prima di andare
a vedere.
Ma
che…. “Bones??? Che ci fai
qui??”
Tada!! Spero di non aver
esagerato con gli “zuccheri” e di aver reso il
carattere dei personaggi…
RECENSIONI
wta87
La
mia prima
versione, dici??? Beh,
Hanna, nella mia
idea originaria, avrebbe chiesto a Booth… di sposarla. E vivere per sempre felici
e contenti. Sì,
tranquilla, sono rinsavita come hai
potuto notare XD … spero che la seconda versione sia di tuo
gradimento e questo
capitolo abbastanza dolce da compensarti per la non tanto
gradita
presenza di Hanna. :) Baci, cara.
0o0Felicity0o0
Ciao!
Puoi
stare tranquilla, Booth e Temperance non possono stare separati a lungo
se sono
io a scrivere di loro :) spero
ti
piaccia anche questo capitolo.
Ringrazio
tutti quelli che ancora
seguono la mia storia, la recensiscono e la apprezzano.
|
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Capitolo 15 *** Capitolo 14 ***
Due settimane e mezzo di
ritardo… sono davvero imperdonabile.
Ma in mia discolpa devo dire che
le interrogazioni a scuola (-.-) mi costringono a studiare fino a tardi
e poi…
volevo che questo capitolo fosse perfetto.
Quindi godetevi 3 pagine e mezzo
di dolcezza : )
Capitolo
14
Durante
tutto il viaggio da casa sua a quella di Booth aveva cercato di trovare
un
senso in quello che stava facendo…
Le
sembrava di non averci riflettuto abbastanza, ma allo stesso tempo di
pensarci troppo…
Voleva andare da lui.
Ma
per dirgli cosa? Che
improvvisamente le
parole di Angela non le sembravano più un insieme di
sciocchi concetti astratti
e privi di logica??
Che
era cambiata anche se non lo credeva possibile??
Accostò
l’auto al ciglio della strada, poggiando il mento sulle sue
mani che
stringevano il volante.
Quante
volte aveva sentito parlare Booth e Angela di relazioni stabili, della
possibilità di avere una famiglia, di rapporti basati
sull’amore e non sul
sesso… e poi aveva visto quello sguardo compassionevole nei
loro occhi, perché
lei si stava perdendo tutto quello?
E
se da un lato credeva che dipendere da sentimenti irrazionali, da
relazioni
destinate a fallire fosse il primo passo verso
l’infelicità… dall’altro
aveva
sempre provato il desiderio di sperimentare anche
lei quel senso
generale di appagamento, quel rilascio di endorfine e serotonina che
porta alla
completezza dei sensi e di cui aveva sentito così tanto
parlare.
Forse
aveva ragione, forse davvero tutto era destinato a finire…
ma anche la sua
amica aveva avuto delle relazioni che si erano concluse, aveva
rischiato e a
volte questo l’aveva ferita ma non per questo aveva smesso di
cercare il Santo
Graal dei sentimenti: l’amore vero.
E
poi, lei, la Signora delle Ossa che aveva chiuso la porta ai sentimenti
fino a
quel momento, cosa ne sapeva dei rapporti veri?
Aveva
semplicemente detto che non ci credeva, ma non aveva motivato la sua
scelta con
fatti concreti…
Angela,
Sweets… avevano sempre detto che era innamorata di Booth e
lei non aveva mai
creduto ad una parola, fino a quella sera… ma non essendo
mai stata innamorata
come poteva dire che non era vero?
Tutto
questo non era da lei. Lei era una scienziata. Ragionava per logica.
Rimise
in moto l’auto.
Adesso
sapeva dove aveva sbagliato. E cosa doveva dirgli.
***
“Bones???
Che ci fai qui?? Stai male? È successo qualcosa di
grave?”
“No,
sto bene, ma ti devo parlare.”
“All’una
di notte? Cosa c’è di così importante
da non poter aspettare un orario
decente?”
“E’
una cosa molto importante… di cui mi sono resa conto solo
ora.”
Booth
si spostò per farla entrare e si chiuse la porta alle spalle.
“
Ero venuta qui per dirti che avevo sbagliato quella sera…
ma ho
riflettuto e ho capito che lo sbaglio l’ho fatto molto prima.
Credo
di aver fatto un errore, nel giudicare le relazioni tra uomo e
donna… Convinta
dell’inesistenza di sentimenti veri e duraturi, e credendo
una relazione un
semplice sfogo antropologico e fisiologico, ho sempre creato legami con
gli
uomini che si basavano su semplici e naturali impulsi
sessuali… pensavo fosse
impossibile vivere diversamente. Ma logicamente parlando,
c’è una falla nel mio
ragionamento: come si può, infatti, trarre delle conclusioni
su un argomento
senza avere la certezza che esista anche un modo diverso di vedere la
cosa?? È
totalmente irrazionale!!”
ancora
non del tutto sveglio, Booth si chiese di cosa stesse parlando,
all’una di
notte, così emozionata e con una luce negli
occhi… come se avesse fatto una
scoperta scientifica.
“Bones,
cosa diavolo stai dicendo??”
“siediti Booth.” E lo sospinse verso il
divano con le mani “sto cercando di dirti che fino a quanto
non ti ho
conosciuto, io avevo un solo modo di considerare le relazioni umane,
era
l’unico che conoscevo… poi sei arrivato tu, e mi
hai parlato di amore, relazioni
durature… e io non posso semplicemente negarne
l’esistenza perché non posso
essere certa che non esistano davvero, se non ho mai provato nulla del
genere,
no?”
lui
le si era lentamente avvicinato, cercando di non farsi confondere da quelle parole, timoroso
di sperare e poi
rimanere deluso “stai dicendo che…”
“che
dovremmo darci una chance. Se lo vuoi ancora, certo. Il nostro sarebbe
un…
esperimento scientifico. Se fatto con passione potrebbe avere un buon
margine
di riuscita.”
I
loro volti erano vicinissimi, sentivano uno il respiro
dell’altro sulla pelle.
Brennan
aveva parlato tenendo gli occhi bassi, non riuscendo a sostenere il suo
sguardo
magnetico
“Già.
Passione.” Aveva detto Booth posando
delicatamente le mani sul suo volto
e sussurrando sulle sue labbra, ancora incredulo per quella stramba
dichiarazione che le aveva fatto la sua Bones “abbiamo
bisogno solo di
passione, noi” e aveva finalmente colmato la poca distanza
che li separava.
Le
loro bocce si muoveva in sincrono. Stavolta non avevano fretta,
stavolta era
vero; non era un bacio rubato al sapore di tequila, non era una
scommessa da
pagare, non avevano neanche qualche stupida ragione per fermarsi.
Stavolta
si lasciarono andare, Bones affondò le mani nei capelli di
lui per avvicinarlo,
e Booth la prese per i fianchi facendo scontrare i loro
corpi…ma quando Bones
scese a baciargli la mascella un lampo di lucidità lo
colpì “Io… dovrei…”
“shh.
Non parlare…” lei lo spinse verso la sua camera da
letto, senza nessuna
intenzione di fermarsi. Si lasciò scappare una risatina
vedendo la sua
determinazione: non pensava fosse così audace
anche a letto
“calma,
calma Bones… per poterti amare come
voglio, devo prima chiarire con Hanna.
Per poterti dare…tutto, devo
parlarle… poi potremo stare insieme, finalmente”
concluse guardandola adorante.
Sul
viso di Brennan una smorfia di disappunto “ va bene. Ma non
mi sembra proprio
una grande mossa per la riuscita del nostro esperimento reprimere gli
appetiti
sessuali.” Booth si limitò a scuotere la
testa… quella sera non aveva voglia di
criticare i suoi modi dire così poco romantici, la
accompagnò al suo letto e la
coprì con una coperta, poi le diede un bacio sulla fronte
“dormi adesso, Bones…
domani sarà un gran giorno”.
Si
stese sul divano, troppo euforico per prendere sonno, anche se si
sentiva un
po’ in colpa… ma domani, domani sarebbe
incominciata la sua nuova vita, quella
che aspettava da sempre, quella con la donna che amava.
Aveva
sempre detto a Bones di non trattarlo come se fosse un osso da
analizzare, ma
in quel momento essere un esperimento scientifico
non gli dispiaceva
affatto.
***
Lui
l’aveva chiamato quella mattina, molto presto.
Quasi come se morisse dalla voglia di comunicargli la decisione che
aveva
preso. E questo le aveva fatto ben sperare, finché lui non
aveva insistito per
vedersi prima di dirle qualcosa… e allora aveva capito.
Aveva perso.
Adesso era sulla panchina di fronte al suo albergo,
ad aspettarlo. Per salutarlo. Lo vide venire verso di lei, bello come
sempre.
Si sedette vicino a lei, le mani sulle ginocchia, in cerca delle parole
giuste.
Decise di aiutarlo. “ho già capito
Seeley… non c’è bisogno che ci pensi
troppo,
non vorrai farti scoppiare il cervello?” e rise, per spezzare
la tensione… per
non piangere
“Mi dispiace” rispose lui e lei ci credeva, sapeva
che non l’aveva fatto di proposito, che non voleva ferirla.
“dispiace anche a me… Adesso devo andare. Ho un
aereo da prendere” gli strinse appena la mano,
afferrò la valigia e si avviò
verso la strada per chiamare un taxi. Non ce la faceva a stare
lì un minuto di
più.
Rimase girata di spalle, sapendo che lui la stava
fissando. Quando arrivò il taxi si girò
“Spero che tu sia certo, di quello che
fai…e spero anche che tu sia felice”
“ anche tu, Hanna. Anche tu.” E la
guardò andare
via, una parentesi del suo passato, pronto per dedicarsi alla storia
del suo
futuro.
***
Non
era mai stato così ansioso di tornare a casa
sua… Schiacciò il piede
sull’acceleratore, fremendo al pensiero di rivederla.
Quando
era andato via quella mattina, lei stava
ancora dormendo, nel suo letto, e lui non aveva voluto chiamarla.
Si chiese se tornando l’avrebbe trovata sveglia;
magari aveva ripensato a quello che aveva detto, si era pentita, e
adesso lo
aspettava con una vagonata di spiegazioni scientifiche per giustificare
il suo
comportamento di ieri sera….
Oh,
grazie a Dio era arrivato, almeno avrebbe smesso
di tormentarsi con quei pensieri.
Alzò gli occhi al cielo, in una muta preghiera, e
uscì velocemente dall’auto.
Era
ancora addormentata. Booth rimase a fissarla,
affascinato…era bella come sempre.
Ad un tratto si era svegliata, strofinandosi gli
occhi come una bambina, cercando di capire dove si trovava.
Seeley era rimasto fermo, sulla porta, aspettando
che lo sguardo di lei si
posasse su di
lui.
Quando i suoi occhi color del cielo lo avevano
guardato, aveva sentito una sensazione di calore mai provata
prima… e quando
gli aveva rivolto un sorriso abbagliante capace di illuminare
l’intera stanza,
temette che il cuore potesse scoppiargli.
“buongiorno”
“Buongiorno, Bones… dormito bene?”
“Magnificamente.”
“ Io… ehm… ho parlato con
Hanna… lei” si interruppe
un momento vedendola avanzare verso di lui “…ha
capito. Tu… non hai avuto
ripensamenti, o altro, vero?”
lo stava fissando e Booth si perse in quel mare blu,
che erano i suoi occhi
“non sono mai stata così sicura in vita
mia”
affermò Temperance
decisa,
avvicinandosi sempre di più.
“quindi…”
“quindi, se non sbaglio, abbiamo un lavoro da
finire.” Detto questo, lo trascinò dentro la
stanza e chiuse la porta con un
calcio.
***
Qualche
ora più tardi erano distesi sul letto,
mentre si lasciavano cullare dai battiti frenetici dei loro cuori.
I raggi caldi del sole di metà mattina, riscaldavano
la schiena di Temperance Brennan che si godeva quel momento di estasi
mai
provato, stretta tra le braccia del suo patner.
Booth prese a disegnare dei cerchi immaginari con le
dita, sulle sue spalle nude
“a cosa stai pensando?”
“ a nulla Bones.”
“ questo è, ovviamente, impossibile. Nessuno
può
smettere di pensare…”
“ Ok! Stava pensando a quanto sia meraviglioso stare
qui, con te… è una vita che ti aspetto”
e le aveva baciato delicatamente le labbra.
Anche Bones stava pensando. Pensava che aveva fatto
bene ad andare lì la sera precedente, aveva fatto bene a mettersi in gioco per la
prima volta.
Si era buttata, con la paura di cadere, Booth
l’aveva presa al volo e l’aveva portata a toccare
il cielo con un dito.
Metaforicamente, certo.
Temperance gli sorrise e ricambiò il bacio.
“Così tanto tempo sprecato… abbiamo
molto da
recuperare, sarà meglio iniziare” e con un sorriso
malizioso era tornata a
sfiorargli le labbra con un dito.
Sperava di restare per sempre in quel dolce
paradiso.
Fin.
Ecco
qui, ragazze. Spero che vi
sia piaciuto seguire questa storia, almeno quanto a me è
piaciuto scriverla.
È stata fantastica questa
“avventura” e devo ringraziare molte persone per
l’aiuto e l’appoggio costante:
mia madre per le sue
conoscenze
mediche, che mi sono tornate più che utili in questo
racconto, e per essere
stata sempre disposta a leggere i miei capitoli in anteprima e darmi un
giudizio super sincero;
a wta87
che ho avuto
l’onore di conoscere durante questo percorso e che mi ha
assiduamente
commentato dall’inizio della storia e i cui giudizi e
consigli ( e i complimenti,
anche xD ) mi hanno infinitamente aiutato: è stato un vero
piacere conoscerti…;
a
0o0Felicity0o0,
salvad,
_julia_
e BurberryFendi93
per aver espresso anche loro
un giudizio
sulla mia opera: vi ringrazio tantissimo, ragazze;
DiNozzo323
, elis75,
Ello,
isif,
kirachan74 per avermi messo nelle
seguite, gabrycullen
nelle
ricordate, 4everBasketball,
candy948,
gy_93, kakashi85,
ReikoeKeiko,
tannaca
nelle
preferite: non ho mai avuto il
piacere di sentire cosa ne pensate di questa storia, ma spero che il
finale non
vi deluda.
Spero
di riavervi tutte con me alla prossima fan-
fiction. Au revoir.
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