Another Opportunity

di Aurora Mercury
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** Tutto inizia e finisce. ***
Capitolo 3: *** Bassi e Alti ***
Capitolo 4: *** Novità ***
Capitolo 5: *** Infanzia. ***
Capitolo 6: *** E' la fine. ***
Capitolo 7: *** Risveglio ***
Capitolo 8: *** Serenita? Magari! ***



Capitolo 1
*** Prefazione ***


Salve a tutti
Qui vi racconterò la storia di questa ragazza, Aurora, partendo da quando era ancora normale.
Lei aveva una vecchia e triste vita dietro le spalle, fortunatamente ormai dimenticata.
Ormai aveva tutto ciò che una ragazza potesse mai desiderare, viveva una vita perfetta,
ma come tutti sapete, le cose belle hanno sempre un prezzo e la fortuna ci fa sempre brutti scherzi.
Si ritrovò in una nuova vita, che non aveva cercato, che le appariva buia e vuota.
Circondata da persone, ai suoi occhi, fidate ma che l'avevano strappata brutalmente dalla sua dolce favola..
Capirà presto la vera natura di queste persone e se ne vorrà alllontanare ma non riuscirà a farlo.
Stringerà nuove amicizie per cercare, inutilmente, di riempire la sua esistenza fino a quando non ritrovò, nel buio una flebile luce, che portò con se speranza.
P.S. Scusate se nel racconto troverete delle odiose abbreviazioni, sto cercando di levarle nel modo più veloce possibile.
Spero che la mia prima FF vi piaccia.
Baci 

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Capitolo 2
*** Tutto inizia e finisce. ***


Ero su una spiaggia, seduta su uno strapiombo a guardare il mare. Era calmo e i colori cristallini catturavano la mia attenzione. Sospirai. E' stupendo.
Vidi il cielo cambiare colore, dall'azzurro diventò poco a poco arancione e poi rosso, il tramonto.
Sospirai, chissà che ora si è fatta. Pensai scrollando le spalle perdendomi nei miei pensieri sconnessi.
“Amore!” Sussultai nel sentire una voce. Una voce calda e profonda dalle mille sfaccettature, non una semplice voce, la voce.
La voce che mi consolava quando mi trovavo in un momento buio, senza la quale mi sentivo persa e sola..
Sorrisi rallegrata che fosse qui e mi alzai andandogli incontro felice e non potei fare a meno di bloccarmi appena lo vidi.
Un ragazzo alto circa un metro e ottanta, carnagione pallida, occhi castani e capelli biondi. Scossi la testa e ripresi lucidità e ricominciai a camminare. Quando lo raggiunsi mi abbracciò stretta, stavamo per baciarci..
Iniziai a sentire nelle orecchie un rumore continuo e fastidioso. Driiin, Driiiiiiin. Driiiin.
Sapevo di sognare, ma non avevo alcuna voglia di svegliarmi. Volevo restare nel mio magnifico sogno con la persona più importante della mia vita, Marco.
Sbuffai con gli occhi ancora chiusi, sfortunatamente dovevo alzarmi per andare a lavoro.
Ed ecco un altro schifoso giorno.. pensai, sbuffando di nuovo "che mal di testa.." mormorai.
Mi alzai, bevvi il mio caffè e mi vestii in fretta, poi andai allo specchio per controllarmi.
Irritata mi misi la mano nei miei capelli neri e ricci, che oggi volevano essere ancor più ribelli del solito. Fissai sospirando rassegnata la ragazza allo specchio.
Una ragazza alta un metro e settantacinque, magra e con carnagione ambrata. Capelli neri che circondavano un viso ovale, occhi di ghiaccio cangianti, decorati con un filo di matita mi fissavano sconcertati, un naso piccolo e labbra a cuore e rosate, quasi rosse, tradivano una smorfia.
Distolsi velocemente lo sguardi ed usci per andare a lavoro. 
Presi il mio cellulare per controllare se c’erano messaggi.
Ed eccone uno, quando lessi il nome, il cuore batté veloce felice, era Marco il mio ragazzo:

Buon giorno amore mio! Passa una buona giornata.
Io sono già a lavoro..-.- Divertiti.
Ti amo, bacio
Ancora non ci credevo, stavamo insieme da 1 anno e mezzo. Sorrisi felice e ripensai alla decisione presa la sera prima.
Ero pronta a diventare sua in tutti i sensi. Volevo avere una famiglia e lui era l’uomo della mia vita.
Io amavo lui come lui amava me e niente poteva cambiarlo, per questo mi sarei concessa a lui al nostro anniversario di domani.

Appena uscii da lavoro lo chiamai.
“Piccola!” Disse. Il mio cuore aumentò i battiti.
“Ciao amore! Oggi ci vediamo?”
“mi dispiace angelo, ma stasera non posso, devo aiutare un amico.. Fabio! Se non sbaglio te ne avevo accennato..”
Fabio? Scrollai le spalle. “Non ti preoccupare.. fa niente..” risposi triste. Mi mancava terribilmente.
“Scusa amore devo andare.. Giuro che mi faccio perdonare. Ci sentiamo. Ti amo!”
“Anche io!” risposi ma aveva già attaccato.
Sospirai irritata ma lasciai correre, non potevo pretendere che lui passasse tutto il suo tempo con me, soprattutto se un suo amico aveva bisogno di aiuto. Sorrisi, quant'è generoso! Aiutava sempre i suoi amici.
Il cellulare iniziò a squillare facendomi sobbalzare.Sperai fosse Marco che mi chiamava per dirmi di aver cambiato idea, invece, era quella stupida della mia amica.
Feci un respiro profondo "Pronto?" risposi sorridendo.
“Ohi! Ci hai messo per rispondere!” disse lei seccata ma ironica.
“Scusa tesoro, stavo pensando” sospirai
“Ah, strano che hai risposto allora! Ahahah!” lei e le sue battutine idiota ma sorrisi e mi finsi offesa.
“Si.. quando la smetti di prendermi in giro fammelo sapere! ciao!” “Ma no dai aspetta! Stavo solo scherzando! Che c’è non ti vedi con il tuo Marco?” chiese seria “In effetti no.. deve aiutare un suo amico”
"un suo amico eh.." La sentii borbottare. Lei e Marco non andavano molto d’accordo.
Valeria, la mia migliore amica, sopportava a malapena la sua presenza.. Anche se lui la trattava sempre bene.
Ogni volta che Marco faceva qualcosa, e io glielo raccontavo, lei apriva la bocca infervorata come se volesse dire qualcosa ma poi la richiudeva con forza. Da quando stavo con Marco accadeva spesso e io pensavo fosse perché si sentisse trascurata.
Ma prima che le potessi dire qualcosa, disse “Comunque! Visto che non uscite, stasera usciamo insieme! Alle 20.00 ci vediamo sotto casa tua!” .
“Ma veramente..”Cercai di ribattere ma lei mi bloccò.
“e daii! Da quanto non usciamo insieme?!”  il suo tono era palesemente irritato e triste.
Mi fermai sconvolta, non uscivo con i miei amici da un sacco, sembrava passata una vita..
“uff! ok! Ti aspetto a casa mia!”
“ok, siamo d’accordo! Ciao Ridarella!” e chiuse. Sorrisi al mio nomignolo e lieta che non fosse ancora arrabbiata.
Un gran difetto della mia migliore amica era il fatto che non accettava sentirsi dire no e rassegnata andai a casa.

Quella sera.
Eravamo sul corso. La strada più trafficata dai giovani. Li trovavi quasi tutti li ed il bello era che li conoscevi tutti prima o poi, più prima che poi. Infatti, io e Vale ad ogni angolo trovavamo qualcuno che ci salutava.
Non parlammo molto, con lei non c'era bisogno di trovare discorsi o altro, se voleva parlare lo faceva lei e io ero sempre stata silenziosa, anonima.
Svoltammo per andare alle nostre panchine preferite. Quando lo vidi: Marco. Sorrisi e mi bloccai sul posto impietrita.
Scherzava, rideva, e camminava verso di noi. Inclinai la testa fissandolo, era.. mano nella mano con.. Aggrottai la fronte. Con un'altra?!
Pensai fosse la ragazza di un suo amico e che mi stesse facendo uno scherzo. Quando ad un certo punto si girò verso di lei, le prese dolcemente il viso fra le mani e le diede un bacio sulle labbra.
Sentii il mio cuore frantumarsi in mille piccoli pezzettini. Una lacrima mi scese e con il dorso l'asciugai.
Valeria mi prese il braccio per trascinarmi quando il baciò finì ma io la scrollai. Un lampo di lucidità mi attraversò la mente.
Ora capivo perchè lei odiava tanto Marco, perchè non voleva che ci stessi insieme! Lei sapeva.. Forse sapeva anche che lui sarebbe stato li. Chiusi gli occhi tremando. Quante volte aveva cercato di dirmelo ma l'avevo ignorata.... pensai amaramente.
Lei cercò di riprendermi per un braccio, facendomi rinsavire dai miei pensieri, ma la scansai ed andai verso di lui. Arrivai in tempo per sentire “ti amo piccola” e vedere le sue labbra incurvarsi in un sorriso.
A quel punto non ci vidi più niente dalla rabbia.
”ciao Marco!” Esclamai e il suo sorriso svanì quando mi vide. “Che sorpresa trovarti qui, non mi presenti il tuo amico?”
Stava per dirmi qualcosa ma non volevo sentire niente, erano solo scuse.. scuse che non avrebbero riparato niente.
Guardai la ragazza che lo fissava impaurita e poi mi lanciò uno sguardo apprensivo.
Lei sapeva chi ero, sapeva che stavamo insieme... Altra pugnalata. Chissà da quanto andava avanti...non sembrava ne sorpresa dal mio comportamento ne dalla reazione di Marco, era solo preoccupata. Con un brivido di disgusto capì che non lo era per lei ma per lui.. Lanciava occhiate ansiose al mio sguardo omicida.
A quel punto ebbi la conferma che la storia andava avanti già da tempo. La rabbia mi sopraffò. Tirai indietro il braccio e gli tirai un pugno in pieno viso, proprio sul naso. Non ero mai stata una ragazza violenta e cercavo sempre di evitarla ma quando sentii uno scricchiolio - rumore dell'osso che si rompeva - sorrisi soddisfatta.
Guardai la ragazza con odio mentre si piegava per soccorrere Marco, io mi voltai e me ne andai. Sentivo dietro di me le urla e le lacrime di dolore di lui e le urla ansiose della ragazza.
La mia migliore amica Vale mi aspettava dispiaciuta ma soddisfatta. Mi prese per mano, sapeva che dovevo andarmene subito, altrimenti sarei crollata d’avanti a quel verme!

Il tragitto verso casa fu silenzioso. Non riuscii a versare una lacrima. Eppure quando ero arrabbiata ne versavo. I miei occhi versavano lacrime di rabbia ma a volte non di dolore. Ed io ero incavolata nera.
Quando arrivammo sotto casa mia Valeria decise di parlare:
“Se vuoi rimango con te..”
“No. Voglio restare da sola” risposi dura, sapevo che voleva controllarmi. Sicuramente stava pensando a qualche pazzia, ma non lo avrei fatto e lei lo sapeva.
“Non ti preoccupare” le dissi sorridendo per confortarla, ma mi morì sulle labbra perchè dentro mi sentii vuota. “Se ho bisogno ti chiamo ok?” cercai di rimediare
“..Ok”rispose titubante.
“Ciao” dissi di corsa e scappai in casa sbattendo la porta ed andai a letto. Non ebbi nemmeno il tempo di sdraiarmi che un dolore straziante mi assalì.
Piansi.. piansi tantissimo ma alla fine riuscii ad addormentarmi.
Il giorno dopo non andai a lavoro.. non mi andava.
Non mi andava di sorridere quando avevo restare sola a versare lacrime. Non mi andava di sentirmi vuota ad ogni sorriso forzato..
Perciò restai sdraiata a letto per tutto il giorno rannicchiata. Il cellulare squillava di tanto in tanto ma lo ignorai.
Non mangiai. Non bevvi. Non feci niente. Mi sentivo come se non avessi forza a sufficienza.
Cercavo delle immagini di conforto per non piangere e sorridevo ogni volta che, mi tornava in mente l’immagine del pugno che avevo dato a quel bastardo! Mi sentivo fiera di me, non pensavo di essere cosi forte. Mi rassicuravo pensando che almeno non avevo sacrificato la mia verginità.
Ma quei momenti di 'felicità’, se così si potevano chiamare, svanivano non appena mi tornavano in mente tutti i momenti passati insieme..
tutte le coccole.. tutte le carezze.. tutti i baci.. tutte le frasi dolci.. tutti quei messaggi..
E con quelle immagini annegai nel buio..
 

-Uova-
Mi svegliai, non mi ero accorta di essermi addormentata.. Quando capii il motivo del mio risveglio, il mio cellulare che squillava. Grugnii. Non volevo sentire nessuno.
Però poteva essere Vale che mi chiamava preoccupata per sapere come stavo.. Non le avevo risposto per tutto il giorno. A quella riflessione mi si strinse lo stomaco e sentii una fitta al cuore..
“Pronto”risposi.
“Piangi? Oh, mi dispiace.. mi dispiace cosi tanto, non volevo lo venissi a sapere cosi.. Ma dovevi saperlo! Ho cercato di dirtelo ma..” la sua voce si affievolì amareggiata
Non mi ero accorta delle lacrime che scendevano dal mio viso.
“Vale..”iniziai a dire ma m'interruppe sospirando e disse :
“si..lo so.. non vuoi la compassione di nessuno.. bla bla bla.. Però davvero se ti serve aiuto dimmelo.. Anzi! vengo subito a casa tua!”
“no...senti Vale, io ti voglio un gran bene.. Ma lo sai che preferisco stare da sola in questi momenti e non mi va che tu mi compatisca o patisca con me le mie sofferenze!”
“si lo so.. ma uffa!”
“scusa ora devo attaccare” le dissi. Non ce la facevo più a parlare.
Non le diedi il tempo di rispondere che chiusi la chiamata. Il citofono suonò. Corsi a malincuore per vedere chi era, mi bloccai sorpresa, era Valeria. Mi guardo per un paio di secondi e poi mi strinse forte a se ed iniziai a piangere a dirotto fra le sue braccia.
Quando le lacrime finirono cercai di defilarmi con la scusa di farmi una doccia. La guardai male, sembrava volesse seguirmi anche sotto la doccia. Mi salì la rabbia.Era snervante il modo in cui mi guardava, era proprio quello che non volevo! Uno sguardo pieno di compassione. Strinsi i denti e me ne andai.
Quando uscii dalla doccia mi asciugai in fretta ed uscii dal bagno. Andai in cucina dove sentivo arrivare della musica. Ed ecco Valeria che mi preparava la cena. Cosa che poteva sembrare normale se non fosse che lei non sapeva cucinare.
Quando la vidi scoppiai a ridere, Valeria non era mai stata una buona cuoca, neanche con le cose più semplici.Si poteva notare da come si era sporcata cercando di prepararmi delle uova strapazzate.
Quando sentii la mia risata m’incupii e lo fece anche Valeria, ma nessuna delle due fiatò. La mia risata che era sempre allegra, piena di vita e felicità, che contagiava tutti, era scomparsa. Da piccola venivo chiamata ridarella per la mia risata, ma ora c’era una nuova risata.
Completamente diversa, sembrava tetra e cupa, ma sopratutto vuota. Vuota da ogni sentimento.. Vuota.. senza più niente.. Vuota come ora era la mia vita.. Guardai il soffitto e di nuovo le lacrime rigarono il mio volto.
Vale non disse nulla, ma mi venne incontro e mi abbracciò piangendo con me. Quando finimmo mi lasciò, ci asciugammo i volti e mi ordinò di mangiare. Ma guardando le uova ormai fredde che mi aveva preparato mi salii la nausea. Il loro aspetto sembrava ottimo, strano per la cucina di Valeria ma non mi andavano, lei mi costrinse.
“o mangi o mangi! Lo so che la mia cucina fa schifo, però, se non ti vuoi preparare niente da sola.." mi guardò minacciosa "..ti preparerò io da mangiare!” mi avvertì ironicamente puntandomi un dito contro.
Al mio finto sguardo preoccupato, che si spense subito, rispose: “e daiiii! Sii coraggiosa! Non sono tanto male!”
Le sorrisi, “perché le hai assaggiate?”
“no!" rispose in fretta allargando gli occhi e si riprese "Però dall’aspetto sembrano buone!” ridacchiò
Le sorrisi non riuscendo a ridere, “allora facciamo cosi, TU le mangi insieme a me!” inarcai un sopracciglio “o hai paura??” la sfidai.
Lei sorrise ed accettò ma aspettò che prendessi io il primo boccone. Presi la forchetta e infilzai un pezzo d'uovo e lo portai alla bocca, lo assaporai e, mi piacque. Lei mi guardava ansiosa in cerca di una mia reazione e qualcosa nella mia espressione la fece sorridere.
“hai visto che non sono male?!”mi chiese sorridendo.
“si, stai migliorando. " le risposi "almeno non saremo più costretti a scrostare le padelle!"
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Non stavo affatto migliorando, più i giorni passavano e più stavo peggio. Ero dimagrita e non riuscivo a dormire bene e le mie costanti e profonde occhiaie ne erano la prova.
Mi sentivo uno zombie e a volte mi chiedevo cosa potevano pensare di me le persone che mi circondavano.
Ormai non sorridevo quasi più e quando lo facevo, durava poco e sembrava più una smorfia.
Scrollai le spalle cercando di ignorare gli sguardi che i miei colleghi mi lanciavano. Porca miseria non sono mica un alieno!!
Mi voltai involontariamente ad un movimento, un uomo sulla cinquantina fissava nella mia direzione a bocca aperta. Inclinai la testa e mi voltai a fissare nella stessa direzione curiosa, ma non c'era niente.Mi sentii serrare le mani e un prurito le percosse, affondai le unghie nei palmi. Sentii il mio cuore battere velocemente e uno strano formicolio corrermi dentro.Mi voltai di nuovo verso di lui che continuava a fissarmi. Ma che sfrontato! Non è maleducazione fissare una persona cosi?!
Continuai a fissarlo cercando di capire cosa volesse ed il suo viso si coprì di sudore. Impallidì e si volto di scatto impaurito e imbarazzato.
Mi sentii confusa e mi guardai in cerca di ciò che lo aveva spaventato ma nessuno lo stava fissando o minacciando. Cercai di capire la mia espressione ma sentivo solo il volto irrigidito.
Tornando a casa mi chiesi se Vale si trovava già li o mi raggiungeva più tardi, scrollai le spalle ed andai al supermarket.
Aprii la porta di casa e mi chiesi se non avessi sbagliato a non chiamarla per chiederle se non l'avesse già fatta lei. Infatti andando in cucina vidi le borse della spesa per terra, ma nessuna traccia di Valeria.
Ormai era diventata per me una coinquilina, veniva ogni giorno e a volte si fermava la notte. Entrava ed usciva ogni volta che voleva proprio come fosse a casa sua. All'inizio questo suo comportamento mi aveva al quanto infastidita, ero abbastanza grande da vivere e provvedere a me da sola da quando avevo meno di sedici anni. Però poco a poco cominciai ad apprezzare il suo comportamento, lo faceva solo per il mio bene e in un certo senso mi faceva anche sentire meno sola. Le fui cosi grata per quello che faceva per me da darle un giorno, un mazzo di chiavi tutto per lei.
La chiamai ma non rispose, era uscita.
Andai in camera a cambiarmi e passando lanciai un occhiata al salotto. Un solo sguardo alla parete mi fece bloccare sul posto e irrigidire.
Sentii di nuovo il formicolio di prima montarmi dentro e capii che era la rabbia, mi guardai intorno per la prima volta realmente dopo chissà quanto. La rabbia si trasformò presto in furia omicida. Iniziai a tremare e i miei occhi si appannarono un poco per le lacrime.
Non riuscivo più a pensare lucidamente mi sentivo come ubriaca e stordita. Fissai di nuovo il salotto.
Peluche, cd, foto.. erano tutti li in bella mostra, erano tutti suoi regali.
Li presi e iniziai a strappare e spezzare tutto buttandoli per terra con rabbia e nausea. Il cuore mi batteva a mille per la rabbia e l'adrenalina.
Quando finii mi guardai intorno con il respiro affannoso e una mano sul cuore. Cercai di calmarmi ed andai in cucina prendendo scopa e paletta e buttai tutto nel cestino. Lo avrei fatto buttare da Valeria dopo.
Mi guardai di nuovo intorno stordita. Erano mesi che non provavo più emozioni, di nessun genere.
Mi ero creata volontariamente una barriera protettiva, lasciavo fuori il dolore. La conseguenza a questa barriera era il vuoto.
Nulla poteva raggiungermi nella barriera e nulla poteva ferirmi. Ne i suoi ricordi, ne il suo nome.
Tra il dolore e il vuoto, avevo scelto il vuoto, e a quei tempi mi era sembrata davvero un ottima scelta. Ora però ragionando con lucidità mi resi conto della mia stupida scelta, di com'ero diventata.
Andai allo specchio guardandomi e rimasi inorridita. Sono davvero io?? Come ho potuto ridurmi cosi? pensai amaramente e vidi un fulmine nei miei occhi. Pensai a Valeria e mi chiesi quanto l'avevo fatta soffrire.. e mi sentii in colpa.
Ricordai tutte le notti insonni che aveva passato insieme a me mentre piangevo disperata fra le sue braccia.
Ricordai di tutte le volte che era corsa da me ogni volta che la chiamavo, anche per la più stupida ragione.. Che idiota sono stata..
Andai in cucina e presi il barattolo della nutella e iniziai a mangiarlo, improvvisamente mi ritrovai affamata.
Sentii il rumore di qualcosa che cadeva e mi voltai, era Valeria che mi fissava a bocca aperta mentre io mi leccavo le dita sporche.
La fissai. Perchè mi guarda come se fossi un fantasma? Dopo un pò iniziò a piangere, perchè?
Rimasi li a chiedermi se chiederle o no cosa succedeva mentre iniziavo a preoccuparmi, è successo qualcosa?
Quando feci per aprire bocca lei mi stava stringendo forte a se cosi forte da lasciarmi senza fiato ed iniziò a singhiozzare.
"oh Aury.." sussurrò "quanto ho aspettato questo momento!" e mi baciò una guancia
La fissai perplessa e lei si spiegò "stavi sorridendo piccola" e sorrise facendo cadere altre lacrime
Sgranai gli occhi. Cosa vuole dire con "stavo sorridendo"? Nelle settimane precedenti avevo sorriso vero? Sorridevo? Vero?!
Si certo, certo che sorridevi stupida! urlai a me stessa nella mente per rassicurarmi. Valeria guardandomi ancora perplessa spiegò di nuovo.
"Aury, tesoro.. il tuo vecchio sorriso, quello mozzafiato, è ritornato!! Capisci? Stai guarendo!!!" e saltellò felice
Mi lasciai prendere dall'entusiasmo anche io ed iniziammo a saltellare felici. Mentre festeggiavamo presi una decisione. Avrei ripagato la mia amica a qualsiasi costo. Qualsiasi cosa lei avesse voluto, seppur costosa glie l'avrei regalata.
Le dovevo troppo per non darle niente in cambio.

Dal giorno in cui mi ero ripresa dalla mia barriera protettiva/autolesionista, mi ero ripromessa di ricominciare a vivere.
Mi ero costretta a mangiare e a riprendere i chili persi ed iniziai a sentirmi meglio. Mi costrinsi ad uscire ogni sera e mi sentii quasi libera e serena. Ricordo ancora la prima sera che uscii. Mi guardavo in giro come se mi trovassi in un pianeta alieno e sconosciuto.Mi guardavo intorno come se vedessi tutto per la prima volta. Anche se vivevo in una piccola città, di cose ne erano cambiate parecchie.
Quella sera mentre io e Valeria passeggiavamo chiacchierando e scherzando, un ragazzo dall'altro angolo mi salutò.
Aggrottai le sopracciglia. Chi è? Cercai di ricordare chi fosse ma non ci riuscii. Avevo bisogno di vederlo da più vicino, da li non riuscivo a distinguerne i lineamenti.
Presi la mia amica per mano ed iniziai ad attraversare la strada per andargli incontro. Continuò a sorridermi per cortesia, ma vidi nei suoi occhi perplessità. Inclinai la testa fissandolo, era alto poco più di un metro e ottanta, fisico curato e muscoloso, messi in evidenza da una giacca aperta e una maglia aderente, carnagione olivastra ed occhi e capelli neri. Un bel ragazzo.
Sentii il campanello nel mio cervello ed esclamai sorpresa:
"Walter! Da quanto tempo! che piacere rivederti" e lo abbracciai.
Rise "Era ora che ti ricordassi" e sciogliemmo l'abbraccio
Risi anche io e gli risposi "sai che devo prima connettere il cervello".
Poi mi ricordai di Vale e la tirai accanto a me per presentarla. Mi accorsi che Vale si morse il labbro presentandosi, segno che lui le piaceva, e uno sguardo d'apprezzamento da parte di Walter nei suoi confronti. Mi morsi il labbro pensierosa.
"ehi Walter! perchè non ti aggiungi a noi?" proposi esultante.
"certo!" rispose lui velocemente lanciando uno sguardo a Vale ed aggiunse "Però, forse è meglio se facciamo un altra volta.. stavo aspettando un mio amico.."
"Se vuoi può aggiungersi anche lui" risposi e vidi lo sguardo confuso di Vale, non era da me comportarmi cosi.
"ah, beh, allora si" rispose lui preso in contropiede.
Aspettando in un bar prendendo un caffè e chiacchierando tranquillamente, notai con gioia un certo feeling tra i due.
Poco dopo sentimmo una voce dire:
"Ehy Walt!" e ci voltammo.
Alle spalle di Walter comparve un ragazzo mozzafiato che mi fece bloccare il respiro in gola.
Era più alto di me di venti centimetri buoni e un fisico ancora più muscoloso di Walter. Ne ebbi la conferma quando si levò il cappotto e rimase con una camicia nera a maniche lunghe. Aveva delle spalle larghe e robuste e dei fianchi stretti, alla quale immaginai di aggrapparmi e circondargli con le gambe.. mi morsi il labbro, e scossi la testa.
Riprenditi! mi urlai mentalmente e continuai a studiarlo.
Aveva una carnagione alabastro, capelli castani, tagliati corti dietro e sui lati e lungo sul d'avanti, e un viso magro coperto da un leggero strato di barba che lo rendeva ancora più bello. Labbra piene e rosee. Immaginai di morderle e baciarle, strinsi le mani a pugni e mi conficcai le unghie nei palmi. Distolsi lo sguardo per non sembrare maleducata e mi morsi il labbro cercando di calmare i miei pensieri.
Vale mi diede un pizzicotto e io la fissai e mi accorsi, del dolore al labbro che stavo ancora mordendo, che il ragazzo si era seduto d'avanti a me e la sua mano protesa verso di me. Walter che mi guardava confuso.
Mi risvegliai ed il rossore si propagò sulle mie guance, strinsi la mano di quel magnifico ragazzo sorridendo imbarazzata e si presentò
"Lucas" che voce calda e dolce, come il miele.
"Aurora" dissi e soffocai un sospiro di sollievo nel sentire la mia voce normale.
Sfiorò col pollice il dorso della mia mano e io alzai lo sguardo mentre scioglievamo la stretta. Fissai il suo sorriso e il mio cuore aumentò i battiti quando incrociai il suo sguardo.
I suoi occhi.. prima non li avevo notati ma ora che li ho d'avanti.. Deglutii a fatica.
Due occhi azzurri come il cielo e una sfumatura verde e pagliuzze castane, mi fissavano come scavandomi dentro.Restai affascinata e m'incantai a guardarli.
I discorsi ripresero ma io non li ascoltavo, ero rimasta incantata e senza parole. Cercai di non fissarlo se non più del dovuto mentre parlavano.
Vale calciò la mia gamba e sussurrò "Che ti prende? cerca di parlare almeno.."
Scossi la testa "scusa, non so che mi ha preso.. ci proverò"
E mi misi a discutere allegramente con Walter su chi doveva pagare, insisteva a dire che doveva pagare lui.
"Ehy Walt, hai mai bevuto un caffè offerto da una ragazza?" risi e gli feci l'occhiolino
Sorrise "Non pensarci nemmeno, pago io"
Inarcai un sopracciglio "non dirmi che sei uno di quei maschilisti!"
Stava per rispondere quando un altra voce s'intromise e disse:
"Non siamo maschilisti, siamo semplicemente due gentiluomini che offrono un caffè a due belle ragazze"
Mi voltai verso Lucas per ribattere ma le parole mi morirono quando fissai il suo volto sorridente.
Deglutii e Vale rise "ok, ok basta, avete vinto voi!"
Ripresi lucidità "Ma la prossima volta offro io" sorrisi imbarazzata e distogliendo lo sguardo.
Mentre i ragazzi pagavano Vale mi si avvicinò "Che ti è preso? sei strana.."
Le sorrisi non sapendo che dirle e mugugnai abbassando lo sguardo "ero sovrappensiero"
Lanciò uno sguardo ai ragazzi e cambiò argomento "potevi dirmi di conoscere ragazzi cosi carini!"
Sorrisi guardandola "Ti piace eh?" indicai Walter alzando un sopracciglio in modo allusorio.
Lei arrossì appena "si vede??" mi sorrise e si morse il labbro.
"Nah.. c'è solo il rischio di scivolare sulla bava" e risi. Lei mi diede un pizzicotto al fianco e si unì a me.
"Ehy ragazze, che avete da ridere??" Chiese Walter passando un braccio intorno alla vita di Vale e appoggiando la mano sulla mia schiena.
Io e lei ci fissammo e non potemmo fare a meno di ridacchiare. Lucas e Walter ci fissarono e io trovai una scusa.
"Beh.. volevo comprarmi una bottiglietta d'acqua.. e mentre cercavo nella borsa.. mi sono accorta di aver dimenticato il portafogli a casa e, Vale ha notato che avrei fatto una gran bella figura di merda se vi avessi convinto a far pagare me"
Mi morsi il labbro e iniziai a ridere e gli altri si unirono.
Poi Lucas si voltò verso di me e disse "naturale o gassata?"
Aggrottai le sopracciglia confusa "Cosa?"
"l'acqua. La preferisci naturale o gassata?"
Mi morsi il labbro, se non la smettevo me lo sarei ritrovata gonfio.
"Emh.. no tranquillo non fa niente.." distolsi lo sguardo imbarazzata
"Avanti, la prendo io" disse sfiorandomi la schiena.
Alzai lo sguardo "no davvero non fa niente io.."
M'interruppe "dai facciamo a metà io e te" e mi fece l'occhiolino, sorridente.
Sentii il sangue fluirmi alle guance e mi alzai la sciarpa per nasconderlo
"Emh.. naturale"
"ok, vado a prenderla" disse cortese.
"Aspetta! Ti accompagno" sentii uscirmi dalle labbra. Mi sorrise annuendo ed in silenzio ci avviammo al bar.
Uscimmo ed esclamai "Cavolo i bicchieri!"
Rise "Se non ti da fastidio per me va bene bere direttamente dalla bottiglia, posso assicurarti di non avere malattie"
Risi "Ok mi fido, però se mi viene qualcosa.. saprò che è stata colpa tua" scherzai.
Aprii la bottiglia e bevvi un sorso e gliela passai, lui l'avvicinò alle labbra e ne prese un sorso, tremai come se invece della bottiglietta avesse baciato me.
M'indicò la bottiglietta e capii che voleva il tappo, glielo passai ed ebbi una scossa sul punto in cui le nostre mani si sfiorarono.
Raggiungemmo Walter e Valeria in silenzio mentre loro ridevano. Fissai Walter e gli chiesi:
"Walter puoi venire un attimo con me?"
Mi fissò perplesso ma annuì, mi girai verso Lucas e fissando oltre la sua spalla, per evitare di perdere il senno, gli chiesi:
"puoi tenerle un attimo compagnia per favore? Torniamo subito"
"Certo" mi voltai e presi Walter sottobraccio. Non appena iniziammo iniziai a parlare.
"Sai Walter, Valeria, la mia amica, è una ragazza stupenda, è allegra, simpatica, dolce e bella.."
Walter mi fissò confuso "Si..?"
"Beh, che aspetti a chiederle il numero??" gli dissi sorridendo "ho visto come la guardi.."
Rimase a bocca aperta ma rispose. "Ne sei sicura?"
Annuii "Walter non puoi mica aspettarti che te lo chieda lei, conoscendola ne sarebbe capace, ma cosi faresti colpo?"
"Beh.. forse hai ragione.." disse pensieroso.
"Non forse, ho ragione Walt. Fidati di me"
"Va bene, ok." Annuì sorridendo. e tornammo ridacchiando.
Quando tornammo Vale mi guardo di traverso ed io le sorrisi con fare innocente e lanciai uno sguardo a Walter che annuì ed andò verso di lei. L'ultima cosa che riuscii a vedere quella sera di Valeria fu il suo viso che s'illuminava mentre lui le sedeva vicino e il sorriso smagliante che mi rivolse.
Dopo un pò mi alzai e dissi "Scusate ragazzi ma ora vado.. si è fatto tardi"
Lucas si alzò e disse "Si, ha ragione vado anche io" lo guardai.
Lui si voltò verso me e mi chiese "Se vuoi posso accompagnarti" Guardai Vale che annuì con la testa.
Mi voltai di nuovo verso di lui "Emh.. certo.. perchè no"
Salutammo e ce ne andammo. Camminavamo in silenzio quando lui ridacchiò e io lo fissai confusa
"Scusami, ma stavo pensando a quei due" e rise di nuovo.
"Anche tu.."
"si" disse lui "anche io volevo lasciarli soli, ma aspettavo una scusa per andarmene" e mi sorrise
Risi "Lieta di esserti stata utile"

Ciao ragazze!
Spero che la mia prima ff vi piaccia.
Ne sto scrivendo anche un altra:
Dark Sensese vuoi passa a leggerla!
Se ti va lascia un commento. Ciao! 

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Capitolo 3
*** Bassi e Alti ***



  La mia vita ormai procedeva alla grande. Stavo migliorando, anche i miei sogni non mi davano quasi più fastidio. Ero circondata da persone che mi volevano bene e me lo dimostravano ogni giorno.
Ogni sera uscivamo: io, Vale e Walter e Lucas.
Dopo un mese di corteggiamenti Walter e Valeria si misero insieme. Ero felicissima per la mia amica poiché meritava, ameno lei, di essere felice.
Ogni sera Lucas mi faceva la corte. Mi divertiva. Era goffo nel suo corteggiamento.
Nonostante fosse un bellissimo ragazzo e avesse un carattere d'oro, non potevo innamorarmi di lui mentre il mio cuore sanguinava per un altro. E la sua goffaggine non era data dall'inesperienza anzi, poco dopo venni a sapere, che lui era molto ricercato fra le ragazze, ma non aveva mai voluto cose serie.
Motivo in più da parte mia per non cedere alle sue attenzioni.
Un giorno parlando con Walter mi confessò perchè Lucas sembrava alle prime armi in fatto di corteggiamento. Disse che era cosi perchè ero l'unica ragazza a non essere caduta ai suoi piedi e che non mostrava il minimo interesse a voler cedere. Ero diventata quasi una sfida e si era intestardito con me.
Gli feci capire in modo carino che non m'interessava. Che gli volevo bene, ma che per me era solo un caro amico.
Il mio cuore, testardo e dolorante, non era ancora pronto ad amare. Soprattutto un ragazzo che amava divertirsi.
Erano passati 6 mesi ormai, dovevo aver dimenticato. Ma non ce la facevo e soffrivo ancora..
A volte, non riuscivo a fare a meno di ricordare, e il dolore ritornava più forte che mai. Valeria ovviamente non ne sapeva nulla! Se avesse saputo di ciò che facevo, e che mi accedeva ancora, mi avrebbe uccisa! E sarebbe partita in quarta armata alla ricerca di...
Ma non potevo e non volevo dimenticarmi di lui. Lo odiavo si, ma lo amavo ancora.
Non potevo ricordare per il dolore. Ma non volevo dimenticare per amore.
CHE STUPIDA..!
Quindi, visto che non volevo dimenticare, soffrivo, e ogni giorno sembrava peggio.
La parvenza di stabilità e serenità era solo apparente, e anche se a volte sembrava anche a me di stare meglio, sapevo che star mentendo a me stessa.
Un giorno uscita da lavoro, consapevole del dolore che stava per arrivare, per aver pensato a lui dopo aver conosciuto un nuovo collega con il suo stesso nome, corsi subito in bagno a fare una doccia, per cercare di rilassarmi e concentrarmi su altri pensieri per non sgretolarmi.
Per far passare il tempo, mi misi a cantare una canzone che passavano alla radio, cosi da rallentare i tempo. Ma sapevo che prima o poi sarebbe arrivato. Lo sentivo già dalle ferite che si riaprivano vicino al cuore, che cominciarono a pulsare e i polmoni che cominciarono a bruciare.
Finita la doccia mi asciugai in fretta e mi vestii. Riusci a mettere le culotta e la canotta, appena finii di abbassare la maglia, sentii le ferite aprirsi completamente. Mi accoccolai a terra e mi strinsi le gambe fra le braccia. Il dolore mi mozzò il respiro e i polmoni smisero di funzionare normalmente e iniziai a piangere.
Ad un certo punto sentii qualcuno che mi chiamava, ma forse era il mio subconscio che voleva farmi uno scherzo.
Poi sentii due braccia forti e muscolose stingermi e un voce dolce come il miele.
"Aurora, piccola, che hai?" era la voce preoccupata e ansiosa di Lucas.
Non riuscivo a parlare, il dolore era straziante. Gli lanciai le braccia al collo e iniziai a piangere convulsamente. Lui mi strinse forte al suo petto e mi fece sfogare. Tra un singhiozzo e l'altro riuscii a sentire il profumo della sua pelle, era meraviglioso e riuscì a farmi respirare meglio.
Nel suo abbraccio riuscii a sentire una strana sensazione. Mi sentivo al protetto e al sicuro. Mi sentii a casa. Non appena me ne resi conto mi si propagò uno strano calore allo stomaco e riuscii a calmarmi.
Quando mi calmai completamente gli confidai tutto e senza controllo le parole uscirono da sole dalle mie labbra. Sicura di potermi fidare, sicura di lui. Lui ascoltò tutto con lo sguardo fisso su di me, mentre io non riuscivo a guardarlo. Gli chiesi di non dire niente a nessuno. Lui esitò ma alla fine annuì. In ritardo mi accorsi di non trovarmi più sul freddo pavimento del bagno, ma sul mio letto, ma non fiatai e mi crogiolai in quel calore sicuro.
Da quel giorno, io e Lucas passammo molto tempo insieme.
Quando tornavo da lavoro non passavano nemmeno 10 min che lui entrava con quel sorriso smagliante in casa. Oppure mi veniva a prendere lui, visto che i nostri orari coincidevano. La cosa avrebbe dovuto darmi fastidio. infondo era sempre casa mia e io ero adulta. Ma invece, la cosa mi rendeva felice e mi faceva sentire lusingata.
Una sera mi riaccompagnò a casa, arrivati alla porta mi voltai per salutarlo.
"be.. allora buona notte!" gli diedi un bacio sulla guancia "a domani"
"veramente..." iniziò lui, lo fissai curiosa "be.. io.. posso rimanere qui?" fece un sorriso timido.
"tu vuoi.. vuoi rimanere.. qui?" chiesi stupita con un sopracciglio alzato.
"si.. beh, se non vuoi fa niente.." e iniziò a parlare imbarazzato, "però ho visto che sei stanca e ho immaginato che non stavi riuscendo a dormire.. quindi.. vabo scusa non avrei dovuto" distolse velocemente lo sguardo.
Rimasi impalata a guardarlo a occhi sgranati, mi conosceva come quasi nessuno prima d'allora.
La cosa non mi dava fastidio, anzi, mi rendeva felice! Ero felice che lui volesse rimanere qui. Mi ritrovai a desiderare che lui rimanesse qui. Sentii nascere un sorriso sulle mie labbra.
"allora è un si?" chiese con occhi scintillanti ed io annuii.
Mangiammo insieme ridendo e scherzando come sempre e poi io andai a fare una doccia. Quando tornai notai a terra delle lenzuola e un cuscino.
"ehi tu! che hai intenzione di fare??" lui mi fissò prima perplesso e poi imbarazzato. "io non ti lascio dormire per terra"
mi guardo confuso e vidi un lampo passargli negli occhi .
"nemmeno io!" replicò lui
"lo so.. però.. volevo chiederti.." deglutii e sentii il mio viso in fiamme, chissà da quanto non arrossisco, pensai. feci un respiro profondo e continuai "io volevo chiederti se.. se ti andava di dormire con me?"
Oddio! Averlo pensato è un conto, ma dirlo.. Sono impazzita! Che diavolo sto dicendo?!
Lui spalancò la bocca e rimase cosi per un min buono. Abbassai la testa, improvvisamente imbarazzata e convinta di un suo no e cercai di riparare balbettando. Che gran figura di.. Fissavo il pavimento in completo imbarazzo e fissavo il mio piede.
"scusa, non avrei dovuto, ma ci stavo pensando sotto la do.."
lui si riprese e m'interruppe "be.."
Alzai la testa lentamente nel sentire il suo tono di voce, sembrava stesse sorridendo. Infatti, quando lo fissai aveva un sorriso a 32 denti.
"certo, non ci sono problemi!!" disse entusiasta.
"Ehy!" dissi alzando le mani "non in quel senso!!" notai il suo sorriso stringersi un pò e un lampo di delusione passeggere negli occhi.
"lo so! stavo scherzando scema!" ed iniziò a ridere. Dopo un pò mi unii anche io, anche se non molto convinta, e misi su un finto broncio alla quale lui rispose ridendo e dandomi un pizzicotto sul fianco.
Mettemmo a posto il suo "letto improvvisato"e poi lui andò a farsi una doccia mentre io mi preparavo per la nottata.
Quando tornò aveva ancora i capelli umidi e delle goccioline d’acqua sulla pelle. Quando lo vidi rimasi a bocca aperta e lo stesso fece lui.
Passò il suo sguardo su tutto il mio corpo e mi fece rabbrividire.
Era davvero... Wow! Era mai esistito ragazzo più bello di lui??
I capelli quasi neri erano in disordine ma cosi gli stavano una meraviglia. Non lo avevo mai visto direttamente, ma aveva un fisico ben scolpito, migliore di quello che mi ero immaginata la prima volta che lo avevo visto. La sua carnagione ancora abbronzata, anche se ci trovavamo a marzo. Cercai di riprendermi
"scusa se mi trovi solo con culotta e canotta ma io di solito dormo cosi" Sentivo le guance in fiamme.
Lui rispose "scusa se ho solo i pantaloni della tuta di solito.. anzi di solito dormo in boxer.."
Ridacchiò. Il mio viso prese. se possibile ancor più fuoco e il cuore cominciò a battere all'impazzata. Ricambiai la risata con un sorriso.
Il suo viso mostrava un sorriso, le labbra piene incurvate all'insù fecero trasparire una fossetta sulla guancia che non gli avevo mai visto. Gli occhi chiari e cangianti non so perchè, ma li tenni per ultimi. Sospirai e deglutii e mi persi nei suoi meravigliosi occhi.
Mi risvegliai dalla trans quando notai che si era avvicinato e stava per prendermi il viso fra le mani. Feci un passo indietro. Non era quello che volevo!
Notai le mie, e le sue, labbra piegarsi verso il basso.
“mi.. dispiace.. ma non sono.. pronta. Forse.. è meglio se non rimanessi qui.”
Mi sentii gli occhi lucidi e mi si annebbiò la vista. Mi sentivo in colpa, non volevo se ne andasse.
Accennò un sorriso per il mio tono sconsolato, ma si spense subito.
“scusa, lo so che non sei pronta, ma fa niente. So aspettare!” e sorrise un pò più convinto.
Non risposi e mi avvicinai al letto.
"e poi almeno oggi sto in compagnia di qualcuno visto che i miei non ci sono. Quindi in un certo senso sto sfruttando la tua ospitalità"
Rise e non riuscii a trattenermi dal ridere anche io. Mi sdraiai e poco dopo mi raggiunse. Ammirai il suo fisico mordendomi il labbro.
Mi rannicchiai su un fianco verso la sua parte, lui si girò di fianco e mi diede le spalle. Ora che ne avevo la possibilità fissai i muscoli delle sue spalle. Oddio..
“buona notte”disse.
“buona notte..” risposi tesa. Sentivo il calore del suo corpo e il suo profumo m'inebriava.
Passarono forse meno di 5 min, e mi girai verso il muro, iniziavo a fare dei pensieri davvero sconci. Provai a chiudere gli occhi e dormire ma sentivo il sangue bollirmi nelle vene.
Sentii che anche lui si girava e dopo un pò sentii il suo braccio che mi avvolgeva e la sua testa posarsi sull'incavo del mio collo. Mi diede un bacio sulla guancia e mi tirò più vicino a se. Un migliaio di farfalle iniziò a volare nel mio stomaco, le guance mi s'infiammarono e il cuore batteva velocissimo. Riuscivo a sentire anche il suo battito accelerato e strinsi più forte la presa delle sue braccia.
Mi accorsi di aver voglia di lui, lo desideravo, lo volevo vicino. Mi scoprii bramante del suo corpo caldo contro il mio delle sue labbra.
Mi stavo forse innamorando di lui? Chissà.. sentivo ancora il mio cuore sanguinante. Però lui poteva guarirlo, come stava già facendo, lui sapeva quello che stavo passando, mi capiva e mi accettava.
No! NO!! non potevo usarlo! non dovevo illuderlo! era ingiusto! Ma il desiderio della sua pelle sulla mia.. si fece più forte, un desiderio irrazionale!
Lui alla mia reazione s’irrigidì e smise di respirare. Poi si riprese, mi prese le mani e le alzò. Credevo che stesse per allontanarsi,
dicendomi che avevo ragione e che forse non era il caso ed il mio cuore si strinse. Ma lui mi girò verso la sua parte con un sorriso sul volto. Era bellissimo! Mi persi di nuovo nei suoi occhi.
Con una mano mi strinse delicatamente i polsi e con l’altra avvicinò i nostri corpi e mi strinse forte. Io rincuorata da quel gesto sorrisi, lo strinsi e misi la mia testa sul suo petto. Con una mano cominciò a carezzarmi la schiena e giocare con i miei capelli e l'altra la intrecciò alla mia.
Poco dopo mi addormentai felice.

Mi svegliai, avevo sentito dei rumori.
Rimasi li ad ascoltare, ma non sentii niente, forse mi ero sbagliata e cercai di riaddormentarmi. Una lieve pressione sulla mano e mi ricordai di lui ed alzai la testa di scatto. Eravamo ancora abbracciati e ci tenevamo per mano uno di fronte all’altro.
Quanto è bello! Sorride nel sonno! pensai e fissai di nuovo la sua fossetta carezzandola dolcemente con la punta delle dita.
Mi strinsi di nuovo a lui e lui strinse la presa. Sorrisi felice e chiusi gli occhi.
Quando poi senti urlare “OH, Mio DIO!” era Valeria.
“Che c’è amore?” con Walter.. “oh”
Mi alzai di scatto rossa per la vergogna. Walter sorrideva a Valeria cosi tanto da farmi pensare che gli si sarebbero paralizzati i muscoli facciali e guardava me e Lucas ridacchiando.
Vale mi guardava a bocca aperta con uno sguardo che diceva ‘mi hai tradita!’. La implorai con lo sguardo chiedendole scusa
Mi schiarii la voce. “ragazzi non è come pensate!” dissi con voce un pò troppo alta.
Lucas si svegliò sicuramente a causa del mio scatto. “che succede?” chiese cercandomi con la mano.
Quando non mi trovò aprì gli occhi di scatto “oh, cavolo!” disse quando ci vide.
“Emh.. Lucky alzati! Ti prego..! ..digli che non è come pensano!” dissi implorante e imbarazzata.
Si alzò e mi affiancò, “no ragazzi davvero, non è come pensate..” disse lui.
Nessuno dei due riuscì ad obiettare perchè nelle sue parole c’erano tanta sincerità e tanta delusione, che era impossibile non crederci. Abbassai lo sguardo sui miei piedi e strinsi i pugni sentendomi in colpa.
“noi dobbiamo parlare!” dissero Vale e Walter all’unisono.
Io e Lucas ci scambiammo uno sguardo preoccupato e poi iniziammo a ridere. Dopo poco anche Vale e Walter iniziarono a ridere e la tensione si allentò un poco.
Vale mi prese per un braccio e mi trascinò in cucina.
“tu! perchè non mi hai detto che stavate insieme?!”era arrabbiata, ma aveva frainteso.
“no Vale, non stiamo insieme, hai frainteso. È rimasto qui tutto qua. Non è successo niente”
“Aurora!" Quando diceva il mio nome per intero non si annunciava niente di buono.
"non prendermi in giro! Ho visto come lo guardavi! Ho visto come stavate abbracciati!”
“Vale! Lo sai che ti dico tutto! Perchè non avrei dovuto dirti di noi?!” sentii montarmi la rabbia.
“ecco! Hai visto! Allora c’è qualcosa!”
“No vale!” iniziava ad irritarmi però mi divertivo anche.
“Non.C'è.Niente.! Punto! Lo sai meglio di tutti come sto in questo momento!”
A queste parole si zittì e il suo sguardo diventò comprensivo, quindi continuai “Però.. devo dirti una cosa..” dissi sorridendo
Lei mi guardò circospetta ma lasciò che continuassi “credo di iniziare a provare qualcosa per lui!”
A quelle parole alzò gli occhi al cielo iniziò a sorridere e ci trovammo a saltellare come delle bambine.
“però ti sembra modo di dormire con un ragazzo cosi?!” Mi rimproverò Vale sorridendomi dolcemente.
“scusa ma lo sai che odio il pigiama!” Ridacchiò e aggiunse
"che ne dici di andare ad origliare?" Sorrisi e le risposi
"sei sempre la solita!" e le diedi una spintarella col fianco.
Poi andammo ad origliare ciò che si dicevano i ragazzi.

“ma sei scemo! Che ti salta in testa? Lei non è pronta ad avere una relazione, lo sai! E forse non la vuole nemmeno con te! Non voglio che tu soffra, fratello! Non posso stare a guardare mentre ti ferisce! Anche se non lo fa a posta o non se ne accorge Lei ti ferisce! Non puoi continuare cosi!”
Era Walter.. che non era arrabbiato, era solo preoccupato per il suo amico e parlava di me.
Sentii gli occhi farsi lucidi. E' vero, lo sto ferendo. mi sentii un groppo in gola e mi sedetti a terra prendendomi la testa fra le mani.Vale mi strinse la spalla e mi accarezzò la testa.
“Walter, lo so che non è pronta.. ma non abbiamo fatto niente.. E poi non mi fa niente.. lei ha detto che non è pronta.. Lo ha detto già dall’inizio..” sentii il dolore nelle sue parole e lo immaginai mentre digrignava i denti e serrava i pugni.
Quel tono di voce fu per me come una lama conficcata nel cuore. Non dovevo più farlo soffrire, per nessuna ragione al mondo, mi promisi.
“Amico, lo so ciò che provi per lei. Ma non puoi continuare!" Qualcuno sospirò pesantemente. "Cosi ti farai solo del male.”
“no! Lei prova qualcosa per me. Non è pronta.. Ma prova qualcosa per me!”
“no! Lei non ti ama! Ti vuole bene solo come se fossi un fratello! Capiscilo!” Le parole di Walter furono dure ma io lo capii. Avrei fatto lo stesso con Valeria al posto suo.
Era cosi? Gli volevo bene come ad un fratello?
“no.. devo solo aspettare.” disse Lucas con decisione e sofferenza.
“non puoi aspettare.. restare con lei farà solo aumentare il sentimento che provi verso di lei. Non posso vederti cosi.. non voglio che ti distrugga.”
A quelle parole trasalii. Sentii una rabbia profonda verso Walter, non mi conosceva affatto bene e non sapevo cosa provavo quindi, non poteva parlare.
Valeria mi guardava in silenzio. Forse la pensava cm Walter.Mi sentii doppiamente ferita.
“Aury ti prego.. dimmi che non è cosi!” disse lei con sguardo ansioso.
Non lo sapevo.. non ne ero sicura. No.. per me non era un fratello! Io provavo qualcosa per lui! Che cresceva ogni giorno! Lo spiegava il desiderio di lui. La sensazione che provavo vicino a lui, l'accelerazione del mio battito..
Mi sentivo bene quando stavo con lui.
Mi alzai da terra e feci un sospiro per riprendere il controllo ed entrai nella stanza.
“Walter dobbiamo parlare” dissi dura.
“ok, parla” rispose arrabbiato senza degnarmi di uno sguardo.
“da soli!” Lucas mi si avvicinò e mi asciugò le lacrime con sguardo preoccupato. Lo ringraziai con un sorriso e notai uno sguardo misto fra rabbia, tristezza e irritazione da Walter.
Lo presi un braccio e lo portai in cucina
“non dirgli niente di quello che ti ho detto!” dissi a Vale quando le sfrecciai d’avanti.
“Cosa vuoi?” disse Walter arrabbiato.
M’irritò il suo tono di voce e mi fece arrabbiare ancor di più, ma quando ricordai il motivo persi parte della mia arrabbiatura.
“Walter.." cominciai indecisa, feci un respiro profondo e continuai "Walter lo so che per te Lucky è come un fratello”
“si e tu…”iniziò a dire ma io lo interruppi .
“no aspetta! Devo dirti una cosa.. Ho sentito ciò che gli hai detto.. e non è vero!" Lo fissai intensamente negli occhi. "Per me non è più solo un amico, provo qualcosa di più e cresce di giorno in giorno. Hai visto anche tu come sono migliorata da quando passo del tempo con lui.”
“tu non lo ami!” ribatte lui
“E invece si dannazione!”
Mi guardo incredulo e non riuscì a dire una parola quindi continuai
“non lo amo quanto lui ama me.. però.. Lo amo.” ed arrossii dicendo questo. (mi imbarazzava parlare dei miei sentimenti con gli altri).
Il suo sorriso mi sorprese “davvero lo ami?” mi chiese.
“certo stupido! Se no non starei qua a cercare di convincerti!” dissi sorridendo.
Mi abbracciò "Sono felice che tu lo abbia capito."
“non ti azzardare a dirgli nulla!”
“e perchè non dovrei dirgli niente?” mi chiese preoccupato.
forse stava pensando che mi ero inventata tutto
“perchè voglio dirglielo io!” e sorrisi a 32 denti.
“ah, ok..” era scettico.
“se solo gli vai a dire qualcosa..” gli puntai un dito contro minacciandolo.
“lo so lo so! Mi ucciderai con le tue stesse mani!”
ed io aggiunsi ridendo "con una lenta e atroce tortura!"
Sorrise “tanto non puoi farmi niente! C’è Vale!”
“Vale è d’accordo con me! Quindi..”
Stavo per finire la frase ma m’interruppe “quindi ti aiuterà con le sue stesse mani..” il suo sorriso tentennò e ridemmo insieme.
Tornammo in camera da letto che ancora ridevamo.
Quando Lucas mi vide mi studiò ma quando vide me e Walter sorridenti la preoccupazione dal suo volto sparì. Valeria invece ci guardava felice, acciambellata sul mio letto. Walter andò subito da lei e la baciò.
“ragazzi vi prego! io ci dorma lì!”Ed iniziammo tutti a ridere.
Lucas mi prese dolcemente per mano e mi portò con se in cucina. Mi prese in braccio e mi appoggiò sul ripiano della cucina e mi si mise di fronte.
“Ehy, è freddo!” dissi sorridendo e con la scusa mi portai più vicina a lui.
Lui non rispose.Sicuramente era perso nei suoi pensieri ed io, lo feci pensare tranquillo, ma poi pensai che stesse prendendo sul serio le parole di Walter. Sentii una fitta allo stomaco e al cuore e mi vennero gli occhi lucidi.
Quando lui si riprese mi passò le dita sulle guance. Non mi ero accorta che le lacrime fossero uscite.
“piccola, che hai?” mi chiese ansioso. Non riuscii a rispondergli .
“Walter ti ha detto qualcosa? Ha fatto qualcosa?” Da ansioso divenne arrabbiato.
“no, anzi, abbiamo chiarito..” riuscii finalmente a dire.
“e allora perchè piangi?”
“di ciò che devi dirmi, non preoccuparti di ferirmi o cose del genere..”
Dissi, mi asciugai le lacrime e mi feci forza, dovevo fargli prendere le sue decisioni senza che pensasse a me. Alla fine io ero ancora difettosa, nulla poteva convincerlo ad accettarmi.
“ma no tesoro! Che hai capito! Io.." si morse il labbro "Beh.. volevo confessarti una cosa! ecco..” disse d'un fiato.
Intuii cosa stava per dire.. ma alzai una mano e con un dito gli tappai le labbra. Gli sorrisi.
Poco a poco vidi diffondersi sul suo volto una smorfia di dolore e distolse lo sguardo.
“no..”gli dissi “non ti sto rifiutando” gli strinsi le mani e cercai il suo sguardo.
“allora..”
“ti prego.. Aspetta fino a domani.. ok?”
“ok..ma perchè devo aspettare domani?”
Gli diedi un bacio sulla guancia ma a pochi millimetri dalle labbra ed entrambi rabbrividimmo.
Prima che potesse dire o fare qualcosa gli buttai le braccia al collo e lo abbracciai. Lui confuso mi strinse a se. Dopo un po’ mi staccai ed ebbi un idea.
“Andiamo in pineta!”
“A fare cosa?” chiese perplesso.
“A fare un pick-nick! Ovvio!” e sorrisi. Andammo in camera per cambiarci e trovammo Vale e Walter in una posizione un po’ intima, che si baciavano. Meno male che erano vestiti!
Mi alzai in punta di piedi per spiegare a Lucas il piano che avevo in testa. Quando finii lui sorrise ed annuì.
“Al mio 3” bisbigliai lui annuì “1..”, “2..” “e 3!”
E ci buttammo sul letto facendo spaventare Vale e Walter. Cominciò una gara di solletico e pizzicotti.
Presi il cuscino e lo buttai in faccia a Lucas. Lui sorpreso si girò verso di me e mi fece uno sguardo e un sorriso che mi fecero fare istintivamente un passo indietro. Sapevo cosa stava per fare..
"Non ci provare!” lo avvertii. Iniziò ad avvicinarsi.. “Lucky non voglio farti male..”
Vale e Walter non ci badavano. E lui si butto su di me.
“no! no no no no!” urlai, ma lui m’ignorò ed iniziò a farmi il solletico.
“basta! Basta!” dissi fra le risate “..non riesco.. a respirare!”
Lui si alzo sulle braccia e i nostri sguardi s'incontrarono. Non mi ero resa conto della posizione in cui eravamo, me ne accorsi solo quando mi ritrovai il suo magnifico volto a pochi centimetri dal mio. Arrossii imbarazzata e con il cuore a mille. Sdraiata sotto di lui, lo tenevo stretto con le gambe intorno ai suoi fianchi e con le mani sulle spalle. Lui si teneva alzato su di me con le braccia per non schiacciarmi, ma sentivo il suo corpo caldo sul mio e dei piccoli brividi si propagarono sulla mia schiena.
Strinsi il suo collo fra le braccia e mi persi nei suoi occhi cosi belli. Schiusi le labbra e mi morsi il labbro inferiore.
Dovevo riprendere lucidità! Che tentazione... no!no no e no!!
I nostri volti piano piano si avvicinavano. Quando distolsi gli occhi dai suoi, credetti di morire, per posarli sulle sue labbra ripresi un pizzico di lucidità.
Lo spinsi via da me mettendogli le mani sul petto e mi sedetti a cavalcioni su di lui. Lui mi guardò sorpreso e mi sorrise malizioso ed io, iniziai a fargli il solletico. Ed iniziammo a ridere facendoci il solletico a vicenda.
Dopo un un po’ mi sentii osservata, alzai la testa e vidi Vale e Walter che ci squadravano sorridenti.
“che c’è?” chiesi irritata dai loro sguardi.
Vale mi fece segno di guardare in giù, e mi fece notare il modo in cui stavo sopra a Lucas.
Gli presi le mani e lo alzai fino ad abbracciarlo e lo fissai con dolcezza e lanciai uno sguardo di possesso a Vale. Lui sorpreso, non disse nulla, sicuramente credeva fosse un modo di far irritare Vale e Walter, comunque ricambiò l’abbraccio.
“io e Lucky abbiamo qualcosa da dirvi!” dissi
Al quel punto ebbi 3 paia di occhi che mi fissavano curiosi e preoccupati.
“Preparatevi perchè andremo in pineta a fare un pick-nick!” dissi allegra.
Mi alzai presi dei vestiti e mi defilai con la scusa del cambiarmi. Diedi un bacio sulla fronte a Lucas ed ‘ignorando’ Vale e Walter.
Quando uscii andai in cucina, non ci misi piede che Vale disse:
“Tu e tu! Andate a fare la spesa!” indicando me e Lucas
Poi di nascosto mi fece l’occhiolino sorridendomi e le risposi con un gran sorriso. Presi la lista e e il portafogli Poi presi la mano di Lucky ed uscimmo.
“Andiamo a piedi?” mi chiese lui.
“Si. Ma se vuoi possiamo volare!” gli dissi sorridente.
Lui ricambiò il sorriso e aggiunse “Veramente, io avrei un’idea migliore.” il suo sorriso si allargò “vieni!”
Gli strinsi la mano e mi feci trascinare.
“Dove andiamo?” chiesi dopo un po’. “A casa mia” rispose tranquillo. M’impietrii sul posto! A.. Casa.. Sua..? Trasalii. Casa sua= Genitori.
“Forse è meglio se ti aspetto qui..”dissi
“Non ti preoccupare non ci sono i miei” disse ghignando. Come faceva a saperlo? Leggeva nel pensiero? Possibile mi conoscesse tanto?
“Ma cosa andiamo a fare a casa tua?”
Si sorrise in modo malizioso e mi fece arrossire..“vedrai” disse
Arrivati a casa sua, una splendida villa forse degli inizi del '900 bianca, aprì il garage e mi trascinò d’avanti ad una moto. Rimasi a bocca aperta.
Era stupenda! Sportiva ed elegante, la mia preferita. “E'.. tua?” gli chiesi sbalordita.
“Si, ti piace?”
“E'.. stupenda! È la mia moto preferita!” sorrise e mi aiutò a salire.
Andammo al supermercato e mentre stavamo andando alla cassa per pagare, lo vidi.
Non era cambiato molto. Mi diedi della stupida, cosa poteva essere cambiati in 7 mesi?
Era rimasto lo stesso di sempre, sorrideva ad una ragazza che teneva per mano, non la riconobbi subito, ma dopo un po’ mi ricordai di lei. Era la ragazza con la quale lo trovai lì quella sera, in quella via..
Li guardai e notai che la ragazza aveva la pancia rotonda. Non ci potevo credere.Era incinta! Lo fissai intensamente e notai che nel guardarlo non provavo nulla.
Lucas mi passò una mano sulla schiena e mi abbracciò baciandomi il capo quando non ebbe risposta mi guardo confuso. Mi accorsi quando capì che fissavo qualcosa e seguì il mio sguardo. Capì chi erano. Lo notai dalla tensione e dall’immobilità del suo corpo e da come strinse i pugni. Gli strinsi forte la mano per rassicurarlo.
Poi Marco si girò e mi vide, mi salutò con la mano. Aveva un sorriso stampato in faccia mentre mi veniva incontro.
Mi aspettai l'accelerazione del cuore e l'impulso di corrergli incontro per abbracciarlo, oppure (molto più probabile), il rumore del mio cuore che andava in frantumi e il dolore che, mi avrebbe straziata, i ricordi sarebbero riaffiorarmi, ma non accadde nulla.
Lui e la sua fidanzata venivano verso di noi, sempre con quel suo sorriso. Dopo tutto quello che mi aveva fatto! E come se ciò non bastasse, aveva la faccia tosta di venirmi a parlare! Fossi stato in lui sarei scappata il più lontano possibile!
Buttai uno sguardo a Lucas, preoccupata e dispiaciuta, era teso, gli strinsi la mano e gli dissi di calmarsi, e cercai si seguire anche io il mio consiglio.
“Ciao Aurora!”disse quel c******e allegro.
“Ciao Marco..” risposi fredda.
“Ciao” dissero Lucas e la ragazza in unisono, dalla voce dei due trapelava tensione. Sentivo Lucas teso e ciò non faceva che aumentava la mia.
“Come va?” Chiese Marco guardandosi intorno.
“Bene” Brutto verme schifoso! Mi vieni a chiedere dopo sette fottuti mesi come sto?! Non ci hai pensato nei mesi passati?! Neanche una chiamata per dire mi dispiace ti sei degnato di inviarmi.. Io che soffrivo e TU! te la sei spassata! Hai addirittura messo una povera ragazza incinta!
Dentro di me provai compassione e odio per lei.
Marco buttò uno sguardo alla mia mano intrecciata a quella di Lucky e fece una smorfia. Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso! Ora hai anche il coraggio di essere irritato del mio uomo?!
“Scusa, ma ora devo andare!” dissi con sguardo pieno d'odio. “Prima che ti spacchi la faccia!” dissi a voce poco più bassa.
Probabilmente si sentì perchè vidi Lucas sorridere e Marco passarsi una mano sul volto. Mi girai e senza degnarli di uno sguardo me ne andai con il mio adorato Lucas.
Pagammo ed uscimmo in fretta e in silenzio.
Quando uscimmo feci per andare alla moto, ma Lucas mi spinse e mi fece entrare con lui in una stradina. Mi venne un brivido lungo la schiena e mi si ghiacciò il sangue.
“Era lui quel verme?”mi chiese un po’ arrabbiato, il volto teso e gli occhi fiammeggianti.
“Si..”gli risposi a testa china, sicura che ce l’avesse con me. Ma lui mi strinse a se.
“Come stai?” mi chiese in tono dolce e preoccupato.
“Bene, perchè?” gli chiesi sinceramente confusa. Non e' arrabbiato con me?
“Non stai male?”
Mi venne un groppo in gola ma lo scacciai via. Mi scostai per guardarlo in faccia e gli sorrisi
“No, sto bene! ..Non era per lui che stavo male, quello lo avevo superato” gli dissi  convinta.
“ma allora…” mi fissò perplesso.
Lo interruppi “io non stavo male per lui! Ma stavo male perchè mi sentivo sola e abbandonata. Ma ora ho te” gli dissi e non potei fare a meno di guardarlo dolcemente e carezzargli il viso.
Distolsi lo sguardo rossa in viso e lui mi abbracciò. Dopo un pò gli diedi un bacio sulla guancia e tornammo a casa.
“ti ho mai raccontato di come l’ho lasciato?” Gli chiesi sorridendo mentre andavamo alla moto.
“no” s'irrigidì. E io ridacchiai per allentare la tensione.
“gli ho tirato un pugno sul naso!" altra risatina "Sai penso di averglielo rotto!” dissi orgogliosa ed iniziai a ridere. Lui mi guardò un pò scettico ma poi gli si illuminò il viso.
“Ah! ecco perchè era storto!" lo guardai confusa e lui mi rispose un pò imbarazzato.
"Sai, mi stavo preparando per tirargli un pugno io sul naso e quando l’ho visto mi sono chiesto come mai aveva il naso un po’ storto.” Non potei fare a meno di ridere e abbracciarlo. Mi fermai e lo guardai dritto negli occhi e lui fece lo stesso, e gli chiesi
"Lo avresti fatto davvero? Cioè lo avresti picchiato per me?"lui mi guardò, mi strinse a se e mi mormorò all'orecchio
"per te questo ed altro" e mi baciò sulla testa.
Tornammo a casa mano nella mano. Ahh.. che sensazione stupenda!
Aprii la porta.
"Era ora! Iniziavo a pensare che vi foste persi!" disse Vale severa .
Alzai gli occhi al cielo "uffa! siamo andati solo al supermercato!" e le sorrisi, affianco a me Lucky s'irrigidì, era ancora arrabbiato.
Walter studiò l'amico e decisi di dargli delle spiegazioni.
"mmmh... sapete chi abbiamo incontrato al negozio?" chiesi esitante .
"i suoi genitori" disse Vale
"no, non.." iniziai a dire
"i tuoi!" disse Walter inarcando un sopracciglio e fissando Lucas.
"uffa! no! allora mi fate parlare si o no? ecco.. allora.. abbiamo trovato Marco.."
Vale mi guardò e lasciò cadere la borsa che aveva in mano
"sto bene" mimai con le labbra, notai che Walter fissava Lucas, "quel coso ha avuto il coraggio di venire a parlare con me! Ma ci credete?" e feci un sorriso radioso.
Walter mi fissò preoccupato e gli feci segno di no con la testa.
"Aurora.. ti devo parlare" disse Vale interrompendo quel silenzio teso.
"ok..." dissi preoccupata
“beh, che intenzioni hai di fare domani?” mi chiese impaziente quando rimanemmo sole. Feci un sospiro di sollievo
“beh.. ho pensato di trovare una scusa per farmi portare al mare, mangeremo e poi andremo a guardare il tramonto e poi glielo dirò!”
le feci lo sguardo da cuccioletta bastonata “mi faresti un favore?”
“no! non farmi quella faccia! lo sai che non resisto!” disse distogliendo lo sguardo.
Sorrisi e continuai certa della vittoria.
“prenderesti le chiavi dei tuoi della casa a mare?” dissi con tono da bambina che la inteneriva sempre.
“oh no! Questo no! Sei pazza?! Se mi beccano mi uccidono!”
“giuro pulirò tutto! Non sporcherò niente! Lo giuro! Ti prego..!” dissi continuando
“no..non posso..” disse con tono già rassegnato
“Ti prego! Ti prego! Ti prego!Ti prego! Ti prego! Ti prego!!”
Iniziai a saltellare sul posto sempre con quello sguardo da cucciola.
“ohhh d’accordo!! Uffy! Cosi non vale!”
Sorrisi “grazie amica mia! Ti voglio tanto bene!” e le diedi un bacio
Quando andai da Lucas si era calmato.. un po’. Quando rimanemmo da soli gli chiesi:
“Perchè sei arrabbiato? Ho fatto qualcosa..”
Lui m’interruppe “No! No piccola! Non sono arrabbiato con te! Sono arrabbiato perchè volevo... Accusarlo e ucciderlo per tutto quello che ti ha fatto..” mi fissò con sguardo tenero, mi accarezzo il viso e con il pollice mi sfiorò il labbro che si schiuse. Quel solo gesto mi aveva già riempita di brividi.Mi schiarii la voce e gli sorrisi
“oh, ci ho già pensato io!” e sorrise e mi abbracciò stretta a lui.
<3
Passammo una giornata stupenda. Io e Lucky non ci separammo quasi mai. Lo tenevo sempre per mano o lo abbracciavo.
Poi mi chiesi se non gli stavo troppo appiccicata e mi staccai un po’ per lasciargli il suo spazio. Ma lui venne da me e mi chiese perchè mi ero allontanata, con sguardo da disappunto. Feci spallucce e lo abbracciai felice nascondendo il viso sul suo petto.
Quando tornammo a casa io e lui, m’intristì. Lui sarebbe tornato a casa..
“domani è sabato vero?” chiesi triste. Speravo mi chiedesse di rimanere di nuovo.
“si” rispose guardandomi e posò una mano sulla mia guancia.
“beh, allora.. buona notte” gli dissi sulla porta piegandomi verso lui per dargli un bacio. Lui mi cinse la vita. Stavo per dargli il solito bacio sulla guancia ma alla fine cambiai idea e decisi di baciarlo sulle labbra.
Ma lui m’interruppe “beh, veramente.. io.." Fece un respiro profondo. "Posso dormire di nuovo qui?” mi chiese speranzoso.
“ma certo!” risposi felice, forse troppo in fretta, infatti lui rise.
"Ti piace la mia presenza ,eh?" mi chiese malizioso.
Io arrossii e corsi in casa a cambiarmi. Mi bloccai sulla porta imbarazzata. Stare in pantaloncini con il ragazzo che ami.. Mi morsi il labbro e cercai di mandar via il rossore. Poi feci spallucce e mi sdraiai. Appoggiai la testa sul suo petto e lo abbracciai.
Al tocco delle mie mani il suo cuore iniziò a battere velocissimo. Sorrisi intenerita ed emozionata. Sicuramente se ne accorse perchè divenne rosso.
“buona notte mio caro Lucky”
lui mi fissò negli occhi e disse "Perchè Lucky?"
Imbarazzata mi tirai un poco indietro ma lui non me lo permise.
"non so... non ci avevo mai pensato prima. Ma se non ti piace.. Voglio dire posso, chiamarti Lucas.."
Ci pensò un attimo e mi rispose "no, ero solo curioso del perchè. Non ho mai avuto un nomignolo. Mi piace Lucky e poi.." avvicinò il suo volto al mio e con l'indice mi fece alzare ancor  di più il viso verso il suo. Schiusi le labbra ed il mio cuore scalpitò facendo accelerare il mio respiro. "..mi piace perchè l'hai scelto tu" e mi baciò sul naso e divenni rossa.
Ridacchiò “Buona notte piccola”
Gli risposi con un bacio sulla guancia. Al mio bacio il suo cuore sembrò andare in tilt. Non riuscii a trattenere un sorriso e mi abbandonai al sonno.

Quella notte lo sognai.
Mi svegliai con un gran sorriso stampato in faccia
“buongiorno piccola! Era ora!” mi disse sorridente.
Ero ancora abbracciata a lui e mi sentivo in paradiso. Mi strinsi più forte a lui ed intrecciai la mia mano alla sua.
“buongiorno tesoro! perchè che programmi abbiamo?”
M'ignorò “perchè non mi hai avvisato che parlavi nel sonno?” Mi chiese divertito. Arrossii. Cosa aveva sentito?!
“cos’hai sentito?” gli chiesi con sguardo basso e le guance in fiamme.
“oh, solo il mio nome..” sorrise “qualche migliaio di volte!”
Mi alzo il mento con in dito e con il pollice mi sfiorò il labbro inferiore. E il suo sorriso compiaciuto si allargò insieme al mio rossore.
"Adoro farti arrossire" mi diede un bacio sul naso.
Io lo ignorai, anche se a malincuore. “solo quello?” gli chiesi esitante .
“si solo quello.. avrei dovuto sentire altro?” rispose finto deluso .
“no, no!” divenni se possibile ancora più rossa.  
Ridacchiò. "Ti va di raccontarmelo?"
Il respiro mi si bloccò in gola. Mi aveva parlato con il suo meraviglioso viso vicinissimo al mio e le nostre labbra si erano quasi sfiorate.
Deglutii rumorosamente e voltai leggermente il viso. Avevo bisogno di aria.
Mi sfiorò il collo con il naso. "Allora?"
Quasi non riuscivo a respirare. "Emh.." Di cosa stiamo parlando..? Ah! "Emh.. no. Non puoi saperlo." Distolsi in fretta lo sguardo. Il solo pensiero di ciò che facevamo.. Repressi un brivido.
"Dai. Andiamo a fare colazione!" mi alzai di scatto, lasciandolo di sasso.
Facemmo colazione in silenzio, strano per lui, non era un tipo silenzioso. alzai la testa e vidi che mi fissava, stavo per chiedergli cosa guardasse ma, vidi che non chiudeva le palpebre. Ah sta pensando.  Repressi una risata. Aspettai che finisse e quando si riprese -quasi 10 min dopo- chiesi :
“Oggi che si fa? Vale e Walter avevano da fare..” alzai gli occhi al cielo accennando un sorriso.
“non lo so.. vorresti fare qualcosa?” sembrava pensieroso.
Evvai! La domanda giusta! Sorrisi .
“Veramente,io.. beh, volevo andare al mare..” mi morsi il labbro fingendomi timida. Il suo viso s’illuminò entusiasta.
“Ottima idea!”
“Ok, vado a prepararmi ed andiamo, ok?”
“ok.” presi la mia tazza e la lavai, poi gli diedi un bacio ed andai a prepararmi.
Quando uscii lui era già pronto ed aveva preparato quasi tutto.
Lo ringraziai sorpresa. Non mi aspettavo questo da un ragazzo. La mia infatuazione per lui non poté che aumentare.

Impiegammo più tempo per trovare la casa che per andare al mare! Non andavo in quella villa da anni ormai e non avevo nemmeno chiesto a Vale le indicazioni.
“Ti va di fare un giro?” gli chiesi
“certo, andiamo”
Lo presi per mano ed andammo a vedere un mercatino che si trovava sulla spiaggia. Gli comprai una collana, era un cuore di ferro con un serpente attorcigliato. Ne comprai 2: uno per lui, ed uno per me. Cosi, come per segnare il nostro legame.
Tornammo a casa mangiammo un panino ed andammo a letto. Lo coccolai un pò godendomi quella sensazione di benessere e, quando fui certa che si fosse addormentato, andai in cucina a preparare la nostra cena.
Feci gli spaghetti al sugo e tonno- il suo piatto preferito-, fettine di pollo, insalata ed una torta al cioccolato decorata con delle frugoline fresche.
Quando finii mi andai a cambiare, dormiva ancora cm un sasso e sembrava un angelo. Presi un pò di tempo per ammirarlo.
Sospirando cominciai a cambiarmi. Misi una gonna di jeans con una giacca di jeans abbinati e le converse.Quando finii decisi di svegliarlo. Gli diedi un bacio sulla guancia e lo accarezzai e continuando a baciarlo.
“Ehy, cucciolo, svegliati” gli sussurrai in un orecchio, sorrise. Gli diedi un altro bacio e lui mi abbracciò.
“mi piace come sveglia”disse facendomi sentire le farfalle nello stomaco.
“quando vuoi” gli dissi sorridendo.
“comunque, alzati tesoro e vieni.. è pronta la cena”
Lui si alzò. Dio.. Adoro vederlo senza maglia."perchè non mi hai svegliato prima? ti avrei dato una ma.." Disse mentre la infilava.
Quando vide ciò che avevo preparato strabuzzò gli occhi e rimase a bocca aperta.
"volevo farti una sorpresa" e lo guardai con occhi innocenti da cucciola e lui mi accarezzò la guancia.
Ci sedemmo e iniziammo a mangiare e lui si complimentò spesso con me per la mia bravura.
Quando venne il momento della torta andai a sedermi in braccio a lui e presi una fragola e gliela imboccai.
Mi strinse forte a lui, mi prese i fianchi ed un calore iniziò a farmi bollire il sangue.
Schiuse le labbra e mi indicò un altra fragola e feci lo stesso. Si leccò le labbra per levarsi la cioccolata.
Immagini di lui che iniziava a baciarmi e toccarmi mi affollarono la mente. Mi strinse ancora più forte a lui e mi accarezzo la schiena sotto la giacca, facendomi inarcare la schiena e questa volta immaginai che mi prendeva e metteva sul tavolo per..Oddio! Che sto pensando! Divenni rossa, era la prima volta che mi comportavo cosi con un ragazzo.
Sentii la gola secca e cercai di schiarirmela e lui sembrò come svegliarsi. Si schiarì anche lui la gola e io mi alzai per poter respirare. Riprendemmo a mangiare.Mangiò quasi mezza torta sotto al mio sguardo stupito. Era magro come un chiodo ma mangiava tantissimo!
Quando finimmo mi aiutò a pulire. Mentre lavavo i piatti e lui li sciacquava e li metteva a posto, gli schizzai un po’ d’acqua addosso. Da li la guerra.
Iniziai a ridere e mi misi a correre e lui m’inseguì, mi prese la vita da dietro e mi strinse a sé e mi baciandomi la guancia.
Mi girai e lo abbracciai. Volevo baciarlo, volevo dirgli che lo desideravo e che lo volevo solo per me. 
Un veloce sguardo all'orologio mi fece capire che avrei dovuto aspettare, stava per arrivare il tramonto.
“Vieni! Andiamo in spiaggia!” lo trascinai fuori ridendo.
Gli lasciai la mano e misi un telo da mare a terra e mi ci sedetti sopra. Eravamo su una duna, un posto perfetto e bellissimo, anche senza tramonto. Gli presi per mano .
“Sediti qui” dissi tamburellando vicino a me con le dita.
Lui si sedette e io gli presi il braccio, me lo passai sulla spalla, appoggiai la testa sulla sua spalla e lui mise il mento sulla mia testa e mi diede un bacio.
“Cosa facciamo ora?” chiese confuso.
“Guardiamo il tramonto” dissi sorridendo.
“A che devo tutto questo?” mi chiese sospettoso .
“Cioè? mi finsi confusa e lui stette al gioco.
“Il mare, la collana, la notte insieme.. La cena e i baci. Non capisco” aggrottò la fronte.
Gli sorrisi di rimando e mi sdraiai sul telo, felicissima. Lui sospirò, fece lo stesso e mi abbracciò mettendomi il braccio sotto la testa come cuscino.
Quando il sole iniziò a tramontare mi sedetti e lui mi abbracciò da dietro mettendo la testa nell'incavo del mio collo.Sentivo il suo respiro farmi il solletico sul collo e lui inaspettatamente mi diede un bacio sul collo.
Mi voltai ed arrossii. Lui mi guardo in silenzio e nei suoi occhi vidi tutto ciò che provava in questo momento. Felicità, frustrazione, serenità, imbarazzo, paura e.. amore.
“senti.. ho una cosa da dirti..” iniziai io,
“no aspetta! Devo dirti una cosa.. È da troppo che rimando..”rimasi in silenzio guardandolo negli occhi.
Si alzò mi prese per mano, mi aiutò ad alzarmi e mi prese il viso fra lei mani dicendo:
“Io ti amo! Non so come reagirai.. Lo so che non sei pronta.. ma io posso aspettare! Io..” parlava a raffica tanto era emozionato.
Gli misi una mano sulle labbra per fermarlo
“shh! posso dirti una cosa? Tu parli troppo!” gli sorrisi ed arrossii ancora di più e aggiunsi “Ti amo, ti amo tanto anche io Lucky” avevo gli occhi lucidi per l'emozione.
Mi sorpresi del tono sicuro al 100% della mia voce, credevo di non amarlo abbastanza ma mi sbagliavo.
Sorrise anche lui emozionato e senza parole e io gli buttai le braccia al collo. Abbassò la fronte sulla mia e guardandomi negli occhi,
iniziò a sfiorarmi il naso con il suo, con la mano mi accarezzò il collo fino alla guancia e con il pollice sfiorò il mio labbro che si schiuse mentre il cuore mi batteva a mille e e farfalle svolazzavano senza controllo e il sangue iniziava a ribollirmi. Mi strinse le braccia alla vita e toccò le mie labbra con le sue.
Con un brivido di piacere mi abbandonai al bacio migliore della mia vita. Non pensavo di poter desiderare qualcosa come in quel momento desideravo lui. Desideravo che questa giornata non finisse mai, che questo bacio non finisse mai. Nuove e potenti sensazioni, mai provate m'inondarono.
Fu un bacio tanto, tanto tenero, che mi fece sciogliere e allo stesso tempo fu molto passionale. Ci staccammo per respirare e ci fissammo negli occhi sorridenti ,
"Comunque, ritornando al discorso di prima, dovresti fare come me!"
"Cioè?" Chiese curioso e con un sopracciglio alzato.
"Dovresti agire!" dissi ridendo e baciandolo di nuovo. Si staccò da me troppo presto. Avevamo il respiro accelerato.
“Perchè.. perchè hai aspettato.. cosi tanto.. a dirmelo?” i suoi occhi erano scuri.
“l’ho capito solo da poco e ieri mentre stavo sentendo ciò che ti diceva Walter.. Quando ho sentito ciò che ti facevo.. che ti facevo soffrire.. Ho sentito una fitta al cuore.. cosi forte da non riuscire a respirare. Quando ho Capito il dolore che ti ho fatto passare..”
Avevo gli occhi lucidi e non riuscii a finire la frase che la voce mi si strozzò in gola. Lui mi abbracciò teneramente.
“Ti amo, non posso rimediare a ciò che ho fatto, però..” gli dissi baciandogli il collo perchè non riuscii ad arrivare alle labbra.
Scosse la testa. “Anche io. Non sai quanto mi rendi felice." Il suo sguardo diventò ironico. "Quindi, ora siamo fidanzati!” Mi disse sorridente, facendomi l'occhiolino ed io risi.
“si!” dissi felice quanto lui.
Passeggiammo mano nella mano sulla spiaggia in riva al mare quando mi girai per dargli l’ennesimo bacio, mi venne un idea.
“ti va di fare un bagno?” chiesi eccitata con gli occhi che luccicavano
“ma sei pazza? Fa freddo!”
“e daii! Non fa tanto freddo!" una folata si vento passò in quel momento come a farmi ricredere ma continuai "E poi se fa freddo ci riscaldiamo a vicenda!” Gli feci lo sguardo da cucciola alla quale, avevo scoperto, non sapeva resistere.
“daiiii.. non dirmi che hai paura!” dissi per stuzzicarlo, ridendo e facendo la falsa sorpresa.
“ah, è cosi allora! Vuoi stuzzicarmi eh?” mi disse sorridendo con una strana luce negli occhi . Feci automaticamente un passo indietro, quando faceva cosi era pericoloso
"oh, no!" dissi ridendo, pronta a correre via.
Non feci in tempo a girarmi che mi prese in braccio, si mise a correre ed entrammo in acqua. Era ghiacciata! Ma non m'importava, forse perchè avevo le gambe strette alla sua vita e gli cingevo il collo con le braccia. Forse perchè lo baciavo, forse perchè era perfetto.. forse.. Ma chi se ne frega!La dovevo smettere con tutte queste domande.
Tremavamo ma non solo dal freddo.
“Amore” le sue labbra tremavano e toccarono di nuovo le mie. Mi venne un brivido di felicità quando mi chiamò cosi.
Sorrisi quando si staccò. “s..sss..sii di..dddii..mmmiiii”
“fa davvero.. freddo.. forse è.. meglio se.. Torniamo a casa!”
“oh.. dd..dd’aaa..ccooo..rdddo!”
Corremmo fino a casa e ci asciugammo per riscaldarci.
“io vado a fare la doccia” dissi sorridendo e baciandolo mentre lui mi prendeva il viso fra le mani.
“vengo con te!” rispose malizioso stringendomi più forte divenni rossa e iniziai
“Senti..”
“Ehy piccola! stavo scherzando. È ancora presto!” lo guardai negli occhi e vidi che era sincero.
“ok..” dissi felice.  “vado a mettermi un costume” dissi sorridendo maliziosa.
“a cosa ti serve un costume??” mi guardava con la fronte aggrottata.
“serve a fare la doccia con te” Sorrisi “non saremo nudi ma faremo la doccia insieme”
Prima sembrò sorpreso e poi esclamò “stai scherzando vero?”
“ovvio! Credi che farei la doccia in costume?”
Scoppiò a ridere. “sai per un momento ci ho creduto veramente.” Ed iniziammo a ridere come degli scemi baciandoci di nuovo.


Tornammo presto a casa, alzando gli occhi al cielo. Ordini di Vale. Non voleva che 'facessimo cose'.. un brivido mi percosse la schiena.
Passammo tutto il tempo del viaggio a sorriderci agli specchietti e a parlare tranquillamente.
Poi mi accorsi che non stavamo prendendo la strada di casa.
"amore.. dove.."
"stiamo andando a casa mia e tranquilla! Non ti farò conoscere i miei!" lo sentii soffocare una risata. Se la stava spassando alle mie spalle. Lasciai perdere con un sorriso.
"allora.." iniziai ma lui m'interruppe
"ti dico tutto a casa, è una cosa.. un pò complicata.."
Spense la moto, mi baciò ed andò via. Ero persa nei miei pensieri e non lo sentii tornare.
"amore" al suono della sua voce scattai.
Lo guardai confusa, aveva un borsone pieno di qualcosa. Non aprii bocca, indecisa e incapace di dire qualsiasi cosa, e nemmeno lui.
Chissà a cosa serve quella borsa. Aggrottai le sopracciglia. Cosa complicata.. mi si bloccò il respiro nel momento
in cui mi arrivò un pensiero in testa. Se ne sta andando.
Ma.. non poteva.. non.. perchè?! perchè mi ha assecondata se doveva partire? Forse voleva chiedermi di andare con lui.. E se non lo avesse fatto?! Io non volevo un rapporto a distanza!
Senza farmi vedere misi la testa sulla sua schiena e cercai di reprimere le lacrime.
Arrivati a casa nessuno dei due aveva proferito parola, non sopportavo più questo silenzio. Mi asciugai le lacrime ed andai ad aprire la porta mentre lui aggiustava la moto.
"Aurora" il mio stomaco sussultò. Da quanto non mi chiamava per nome..
Non mi voltai e le lacrime iniziarono a scendere.
"dimmi" cercai di controllare la voce ma mi scappò un singhiozzo.
Mi prese per le spalle, mi girò e mi abbracciò ma io mi scostai. Se proprio doveva lasciarmi..
Mi si mozzò il respiro al solo pensiero. Mi chiesi quanto poteva durare un cuore massacrato e calpestato più e più volte...
Lui s'impietrì "Che c'è? Che succede?" mi strattonò delicatamente.
Mi asciugai le lacrime "parla" gli dissi con voce fredda e dura. Mi guardò perplesso ma rispose.
"Io.. beh.." chiusi gli occhi.  "Non so come dirtelo. Insomma, avevo deciso.. anzi ho deciso.. scusa.. forse.. avrei dovuto dirtelo prima.."
Ecco, avevo ragione.. "o chiedertelo.. beh..." Mi guardò negli occhi indeciso,dubbioso e triste. Aggrottò la fronte e un lampo attraversò i suoi occhi."Ti sei pentita di quello che è successo? mi chiese con voce dura mentre si raddrizzava.
Aprii gli occhi di scatto "No! Io.." non riuscii ad aggiungere altro e li richiusi.
Lui fece un sospiro e mi strinse. Mise la testa sulla mia spalla e mi sussurrò
"Se vengo a vivere da te?" ASPETTA! Cosa?? Aprii gli occhi sorpresa. Non voleva lasciarmi?? Non doveva partire?? Ecco perchè la borsa..
Non risposi, un pò per lo shock un pò per la sorpresa. Mentre nella mia testa imprecavo e mi davo della stupida!
E lui fraintese "se non vuoi.. fa niente.. non ti preoccupare!"
Scossi la testa per riordinare le idee "tu,vuoi venire.. a vivere qui?" Annuì cauto. Iniziò ad aprirsi un enorme sorriso sul mio volto.
"Davvero?" chiesi con il cuore a mille, emozionata come non mai.
Lucas annuì di nuovo, questa volta con più convinzione. Io lo abbracciai forte e lo baciai felice e rincuorata.
"Certo! Certo che puoi venire!!" Stupida! stupida! stupida! Mi ripetevo senza sosta.
Lui si bloccò e mi chiese"Perchè piangevi prima?" il suo sguardo era preoccupato.
Io scossi la testa imbarazzata e dissi "ho visto la borsa.. hai detto complicato.. pensavo dovessi partire e lasciarmi di nuovo sola.." abbassai lo sguardo imbarazzata.
Mi prese il volto fra le dita e mi disse "Non lo farò mai piccola, mai intenzionalmente" e mi baciò con passione.
Mi trascinò in casa che ancora ci baciavamo. Mi sollevò da terra e mi ritrovai sul mio, sul nostro letto e si sdraiò su di me.
Circondai i suoi fianchi con le gambe, per sentirlo più vicino a me. Misi le mani sulle sue spalle, felice di sentirle forti, felice perchè erano solo mie, felice di potermici aggrappare.
Senza accorgermene le mie mani iniziarono a toccare la pelle sotto il maglione, a sfiorare la sua schiena, il suo petto, le sue braccia, i suoi addominali.. Gemetti.
Mentre lui mi baciava le labbra, le guance, le palpebre, gli zigomi, il mento, il collo.. la clavicola. Presa dall'emozione travolgente, presi il lembo del suo maglione e glielo tolsi. Mi bloccai con il cuore in gola e il respiro affannoso.
Anche lui si fermò e aprendo gli occhi vidi che mi fissava, perplesso e sorridente. Fissai i suoi occhi che ardevano come animati da una fiamma blu di desiderio.
"scusa, non so che mi ha preso" mormorai rossa, ancora percossa dai brividi.
"fa niente! puoi continuare.." lo sguardo con la quale mi sfiorò il corpo..
Alzai gli occhi al cielo e ripresi a baciarlo per non "litigare".

Mi staccai "non riesco.. a.. respirare" sussurrai, con voce roca ed il respiro affannoso.
"Vuol dire che ti piace" mi rispose mordendomi il lobo e riprendendomi a baciare.
Di nuovo mi ritrovai ad accarezzare il suo magnifico corpo e gli tolsi anche la canotta facendolo rimanere a torso nudo. Merda!! E ora che starà pensando?! Ma Lucas riprese a baciarmi e io misi le mani sulla sua schiena. 
Infilò una mano sotto la mia maglietta e con dita leggere mi sfiorò dalla pancia fino ai fianchi. Li inarca leggermente. Avevo le farfalle nello stomaco.
Mi ritrovai orgogliosa di lui. Della sua magnifica personalità. del suo corpo.. Solo quando mi levò il maglione mi accorsi di come mi ero avvinghiata a lui.
avevo le gambe strette alla sua vita e inarcavo la schiena contro il suo torace, ansimando. Mi scostai da lui e mi alzai in piedi confusa, lui non avendo più me sotto cadde a peso morto sul letto.
"amore.. tutto ok? sussurrò con il respiro affannoso.
Feci si con la testa cercando di ricordare come si respirava. Abbassò lo sguardo improvvisamente rosso
"scusa.. ho.. ho frainteso le tue mosse.." disse con voce bassa.
"no.. scusa tu.. non sono pronta..e.. non so che mi abbia preso.." scossi la testa confusa e accaldata.
"Andiamo a dormire prima che facciamo qualche danno!" disse sorridendomi e trascinandomi sul letto.
Mi stesi e gli diedi le spalle e subito sentii le sue braccia avvolgermi. Non mi opposi, infondo era ciò che volevo, ciò che desideravo.
Però, mi sentivo un pò in imbarazzo ed avevo ancora questo calore..
Ma chi se ne frega! pensai e con un brivido, mi abbandonai al sonno felice e beata.


Il mattino dopo mi svegliai. Allungai la mano verso il suo posto per controllare se c'era, senza aprire gli occhi crogiolandomi nella felicità, lo toccai e s'irrigidì.
"Buon giorno, amore" dissi.
Sorridendo, mi trascinandomi vicino lui. Non rispose e il mio euforismo vacillò. Aprii gli occhi preoccupata. Non mi fissava, guardava il soffitto tenendo le mani dietro la testa. Mi alzai su un gomito per guardarlo in faccia ma lui schivò il mio sguardo.
"Amore.. cos'è successo?" chiesi preoccupata, forse era arrabbiato per la sera precedente.
Lui si girò a fissarmi, il suo sguardo mi spaventò, era furioso e sprezzante.
"Non chiamarmi amore!"
Mi vennero gli occhi lucidi e le vertigini e il cuore si strinse. Strinsi tra le dita il lenzuolo convulsamente e lo portai più vicino al petto.
"Che ho fatto?" la vista si annebbiò e iniziai a respirare a scatti.
"Tu non mi ami" sputò fra i denti.
"Che dia.." iniziai a parlare arrabbiata mentre le lacrime lottavano per scendere.
M'interruppe "hai parlato nel sonno. L'hai confessato."
Cercai di ricordarmi il sogno..
Eravamo io e Lucas, abbracciati. Avevo gli occhi chiusi protetta dal suo abbraccio.
Dopo un po’ sentii “Aurora!” Lo ignorai, non m’interessava chi era: ero nel mio piccolo paradiso personale.
“Aurora piccola!” aprii gli occhi e abbracciato a me non c’era più Lucas.. ma Marco.
“Marco? Ma che ci fai tu qui?! Dov'è Lucky?” mi guardai in giro spaventata e disorientata
"Lucky? Chi è Lucky?!"
"No.." mi alzai in preda ai capogiri e alla nausea. "Lucas.. dove sei?" singhiozzai
"Marco.. dov'è Lucas?!"
“Ma sono io! Sono Lucas! Come scusa?! Marco?!”
Chiusi gli occhi e quando li riaprii vidi Lucas..
Poi divenne di nuovo Marco, poi di nuovo Lucas, a sequenza di poco.
Poi si fermò definitivamente su Lucas mi sentii sollevata e sospirai.
“ti amo” dissi riabbracciandolo per farmi confortare.
Non riuscivo a ricordare altro. Non parlò più.
"Lucas cos'hai sentito?"
Non rispose alla mia domanda. Forse era più arrabbiato di quello che credevo. Continuava a non rispondere. Mi alzai irritata.
“ok, io vado a vestirmi!” dissi cercando di apparire dura ma mi uscii un tono sconsolato.
“Aspetta!” il suo tono mi colpii come se mi avesse dato uno schiaffo. “Io ti amo! Lo sai..” mi disse in tono disperato.
“Anche io!” dissi convinta e dispiaciuta del suo tono e cercai di fargli una carezza, ma lui si scansò. Mi sentii una fitta al cuore e di nuovo le lacrime ritornarono.
“Non mi toccare!” indietreggiai di un passo al suo tono.
Rimasi in silenzio. Stavo per mettermi a piangere ma mi costrinsi a trattenermi. Poggiai una mano sullo stomaco per non farmi assalire dalla nausea e cercando di bloccare il bruciore. Trattieniti.trattieniti.trattieniti.trattieniti. mi ripetevo. Ma cos'è successo stanotte?!
Non accennava a parlare.
“devo vestirmi.. o arriverò tardi a lavoro..” dissi per spezzare il silenzio.
Notai un angolo dl sua bocca alzarsi un po’.. Ma poi ritornò giù. Era straziante vederlo cosi.. Cosi.. lontano da me. Mi girai ed andai verso il bagno.
“Aspetta!” notai allo specchio il suo braccio alzarsi per prendere il mio polso, ma lo rimise giù. Fu come un colpo di frusta.
“hai deciso di dirmi qualcosa?” mi stupii del tono della mia voce duro e arrabbiato.“dimmi cos’è successo!" Perchè? Che ho fatto? Ieri.. eravamo cosi felici.. Cos’è cambiato?
Non notai di averlo detto ad alta voce, ma quella frase lo fece riprendere.
“Oggi non si va a lavoro.. È domenica.” Fece un sospiro e continuò. “Vuoi sapere.. Vuoi sapere perchè sono arrabbiato?”
Annuii e mi asciugai una lacrima ribelle.
“Perchè mi hai preso in giro! Tu non mi ami! Tu Credi di amarmi..”
Il suo dolore uscì mischiato alla rabbia e mi fece ancora più male. Ma come poteva credeva che non lo amassi!? dopo tutto quello che avevo fatto!
“Io..cosa?! Che diamine stai dicendo?!” urlai frustrata.
“tu. Ami. Marco!” rimasi senza parole .
“io cosa?! Tu 6 impazzito!”
“no! Non dirmi che sono fuori di testa! Ti ho sentita stanotte!”
“Non è vero! Io, non lo amo!”
“Si che è vero maledizione! Se vuoi ti dico cos'hai fatto! Hai detto il mio nome.. fatto una smorfia e poi hai pronunciato il suo nome! Marco” Il suo nome uscì come uno sputo fra i denti. “e lo sai che hai fatto dopo? Hai sorriso e hai detto ‘ti amo’! con tanta dolcezza..
Ora non venirmi a dire che mi sto inventando tutto o che sono impazzito!”
Sospirò e dallo specchio vidi la disperazione sul suo volto e l'amarezza.."e io che ci ho creduto alle tue belle parole.. sono stato uno stupido.. Walter mi aveva.."
“no aspetta! hai frainteso” sospirai con sollievo e rabbia per le sue parole.
Stava per rispondere ma io mi girai a fissarlo e continuai “Aspetta. Non saltare alle conclusioni. Ti prego, ascoltami”
Feci un sospiro e lo guardai negli occhi avvicinandomi per fargli capire che non mentivo. Gli raccontai di tutto il sogno.
“Lo so cosa stai pensando.. Starai dicendo: non è vero sta mentendo” Sorrisi amaramente “ lo leggo nei tuoi occhi.." un singhiozzo
"ma non è vero.. Sarei anche brava a mentire.. Non lo nego, ma guardami negli occhi! Lo sai che sono la cosa più sincera che ho! Che con loro non riesco a mentire! Ti prego credimi” Stava scuotendo la testa. M’infuriai e non riuscii più a trattenere le lacrime.
“bene! Se non mi credi.. puoi anche andartene.. Non abbiamo più niente da dirci” Il mio tono, ancora una volta, uscì più come una supplica disperata che duro e deciso. Le lacrime cominciarono a sgorgare come un fiume ma riuscii a perdermi nei suoi occhi.
“io.. non..” iniziò a dire. Chiusi gli occhi e mi voltai.
“Allora vattene” ringhiai. Vattene, ti prego, lasciami sola.. Basta.
Iniziai a contare i secondi, arrivata a 12, sentii due braccia grandi e forti stringermi. Mi girai e appoggiai la testa sul suo petto ed iniziai a piangere percossa da silenziosi singhiozzi che non riuscivo a trattenere. Mi alzò il viso e mi asciugò le lacrime. Aprii gli occhi e lo abbracciai. Mi rialzò il viso, sorpresa riaprii gli occhi, li avevo richiusi?? chissà quando..
“ti amo”disse “scusa se non ti ho creduto.. Era la rabbia a controllarmi.. Ma come potevo reagire?” la sua voce si affievolì. Ci guardavamo intensamente negli occhi parlandoci, dicendoci parole che non riuscivamo a dirci.
“ma ti ho spiegato..”
“per me potevi esserti anche inventata tutto sul momento”
“non ti farei mai una cosa del genere”
“Ora lo so” mi sorrise e mi baciò
Lo trascinai sul letto dove cademmo, mentre ci baciavamo sorridemmo entrambi. Lui era sdraiato sotto di me, mi sedetti a cavalcioni e gli presi le mani fissandolo con rabbia negli occhi.
“come hai fatto a non credermi?! Mettitelo in testa! Io. Ti. Amo! E niente e nessuno mi farà cambiare Idea! Hai capito?!”
Mentre parlavo stringevo la presa delle mani, cercando inutilmente di fargli del male. (per scherzo!)
“si, ormai l’ho capito! mi fido!” disse sorridente
Alla fine mi arresi “ma davvero non ti sto facendo niente?”
Mi guardò confuso e bisbigliai “le mani!”
“veramente se non me lo avessi detto, starei ancora pensando che tu mi stessi tenendo le mani” sbuffai ed iniziammo a ridere e poi ripresi a baciarlo.
Fummo interrotti dallo squillo del mio cellulare. Non ci badai e continuai a baciarlo. Chiunque fosse doveva aspettare.
Drin! Drin! Drin! Drin! Sbuffai e mi staccai da lui che sorrise e disse
“non ti preoccupare! Possiamo continuare dopo! Tanto ne abbiamo di tempo!"
E sorrise, ricambiai il sorriso euforica delle sue parole.
“pronto?” dissi un po’ acida e arrabbiata con chi ci aveva interrotto
“Ehy buongiorno! Sei già nervosa? Hai fatto colazione?”
“ciao Vale.. no.. stavamo giusto andando..”
“ok! Beh com'è andata racconta!”
“ehm.. quando ci vediamo ok?”
“ok! Tanto stavo già per venire!”
“no!”quasi gridai “cioè scusa ma.. Non potresti venire più tardi..? Volevamo dormire ancora un po’..”
“Chissà che hanno fatto!” la sentii borbottare e le mie guance presero fuoco “mm.. la prima volta è sempre la più stancante.."
"Vale!!" dissi per riprenderla, lei rise e continuò
"Vabo, ci vediamo a casa tua per l’ora di pranzo! Non ti preoccupare! Porto io da mangiare!E fatevi trovare vestiti.. chiaro?!” alzai gli occhi al cielo ma la ignorai
“ok.. grazie.. ciao” e chiuse. Feci una smorfia
“stanno per venire..”dedusse.
“si..” sorrisi tristemente “ma non ora! Abbiamo ancora un paio d'ore!" il mio viso s'illuminò.
"Allora dov'eravamo rimasti prima che quella cara guasta feste ci interrompesse?” chiesi sorridente lui rise e fece tremare me che mi trovavo sopra di lui ed il letto con la sua risata
“credo stessimo facendo questo..” Disse prima di baciarmi.


Alle 11 ci alzammo, anche se nessuno dei due lo voleva.
“Vale e Walter arriveranno presto..” e dicendo questo feci una smorfia ironica.
“mm.. facciamo cosi.. Io me la sbrigo con Walter e tu, con Vale!” disse baciandomi il collo, mentre mi abbracciava da dietro. Risi. E decisi di cambiare argomento.
“scusa amore.. ma mi levi una curiosità?” chiesi girandomi verso di lui per guardarlo in faccia
“dimmi cucciola” quant'è dolce!
“ma.. cos’hai detto ai tuoi? Cioè gli hai detto che te ne andavi.. no? Ma non ti hanno chiesto dove andavi o altro?”
“si.. gli ho detto che andavo a vivere con Walter. Non ti preoccupare, non ho accennato niente di te”
“non voglio che per un mio stupido capriccio tu debba mentire ai tuoi..” dissi abbassando lo sguardo, mi mise un dito sotto al mento e me lo fece rialzare.
“non ti preoccupare amore. È una mia scelta”
“uff.. e Walter? I vostri non si conoscono?”
“si che si conoscono”
“ma allora..”
“Emh.. Walter ha detto che veniva a vivere con me.. Invece è andato da Vale.. che ha detto che veniva da te”
Rimasi a bocca aperta “quindi, io sarei l’unica cretina che non ne sapeva niente?”
trattenne una risata ed annuì. Mi sedetti sul ripiano della cucina.
"E se i suoi mi avessero chiamato! o peggio se fossero venuti?! Che avrei dovuto dirgli?? uffa! potevate almeno avvisarmi!!"
"Vale ha detto che per te non sarebbe stato un problema.. quindi.."
"certo che non è un problema! ma voglio almeno essere avvisata!"
Sorrise come per scusarsi, uff.. era difficile arrabbiarmi con lui quando faceva cosi. Con una mano gli feci segno di raggiungermi accompagnato da un sorrisetto malizioso. Lui venne, mi abbracciò e mi baciò.
Ci stavamo ancora baciando quando Walter e Vale entrarono, ma non ce ne accorgemmo.
“ma è possibile che ne avete ancora voglia?” Scattai spaventata dalla voce di Vale.
Walter si mise a ridere mi girai verso di loro fulminandoli
“Ma a casa vostra non si usa suonare? E lo sai che a volte hai la lingua troppo lunga?!”mi fece la linguaccia sorridente
“oh, è vero.. ormai questa è anche casa casa tua Vale, vero?”e la guardai tradita
“Emh..mi sono dimenticata di dirtelo..” E fece un sorriso per scusarsi.
“comunque se vi staccate.. non avremmo niente da ridire” disse imbarazzata
Io e Lucky ci guardammo sorridendo. Arrossii e ci staccammo.
“amore, iniziate a preparare la tavola tu e Luc.." S'interruppe e mi fisso "Io devo parlare un attimo con Aury” e mi lanciò uno sguardo truce. Io la guardai perplessa ma la seguii.
Appena entrate in camera disse: “Avanti racconta! Ti ha fatto male? Ti è piaciuto? Com'è stato? Dove? Quanto è durato?”Mi sommerse di domande ma era fatta cosi, era Valeria. Alzai gli occhi al cielo e sospirai.
“aspetta! Non l’abbiamo fatto!” ed arrossii .
“ah.. davvero? Io credevo.. dopo tutto quello che hai fatto..”
“Lo so. Ma è ancora presto per noi” e mi acciambellai sul letto sorridendo.
“invece, la vostra prima volta?”
“come hai fatto a capirlo?”
Le sorrisi “ormai ti conosco troppo”
“è stata stupenda! Magnifica! La migliore di tutte!”
E detto da Vale.. Lei era diversa da me, lei era una alla quale piaceva divertirsi,ma non era affatto una facile, anzi la dovevi prima conquistare. Io ero quella che voleva la storia seria.
“sono felice per te tesoro!” e l’abbracciai davvero felice.

Trovammo i ragazzi che ridevano
“quindi.. state insieme?” era Walter.
“già!” disse Lucas soddisfatto
“com'è stato? L’avete fatto? Vero?”
“Emh, no” Perchè quell'esitazione? voleva avere qualcosa di più da raccontare?
“no? Come no?”
“ci siamo appena messi insieme! Voglio, anzi, vogliamo aspettare”
“ma dai! Non l’avete fatto? non è da te.. avanti racconta!” chiese scettico “Lei non vuole vero?” e ridacchiò "hai trovato finalmente una bella tosta..."
“no.. cioè si, anzi no.. non lo so. Forse. non voglio metterle fretta punto!”
"ma dai! questa è la prima volta che ti capita.. con le altre.." Che fitta di gelosia... le mie dita si strinsero a pugno.
“e a te? Com' è andata?” lo interruppe Lucky. Misi da parte quei pensieri.
“magnifico! La nottata migliore della mia vita!”
Lucas ridacchiò "sei partito fratello"
Vale s’illuminò e decidemmo di entrare. Ma volevo fargli uno scherzo, arrivargli alle spalle per spaventarlo. Ma mentre attraversavo il corridoio presi il mobile.
“ahi!” Ed iniziarono tutti a ridere mentre io saltellavo su una gamba per il dolore. Sbuffai entrando e Lucas mi venne incontro con un gran sorriso.
“amore!” Mi prese il viso, mi baciò e dimenticai quel maledetto mobile attentatore, dimenticai il dolore al ginocchio, dimenticai quello stupido ginocchio.
Poco dopo però Walter si schiarì la voce, era peggio di un fratello iperprotettivo.
“mm.. ci stacchiamo.. o lo facciamo impazzire?” chiesi a fior di labbra a Lucas
“forse è meglio se ci stacchiamo..” e fece una smorfia .
“mmmh.. adoro troppo i tuoi baci..” S'illuminò con un sorriso e mi vennero le farfalle allo stomaco.
“quando se ne andranno sarai tutto mio!” dissi e gli diedi l’ultimo bacio. E Walter Grugnì.
“ma lo sai che quando ti ci metti, sei proprio un rompi palle!” disse Lucky frustrato.
“giusto!” dissi annuendo ed iniziammo a ridere.
Nel pomeriggio, mentre preparavo uno spuntino, mi misi a canticchiare a bocca chiusa.
"Aury!" Sobbalzai spaventata e per poco non mi affettai un dito.
"Vale! Ma sei impazzita?? Che urli?"
Ridacchiarono. "Tesoro mio!" Mi venne incontro a braccia aperte.
"Vale.. Ti senti bene?" chiesi confusa.
"Oh." Mi abbracciò forte. "Ora sono sicura che tu sei felice." Avevo un punto interrogativo stampato in faccia.
"Stavi canticchiando la nostra vecchia canzone." mi sorrise raggiante. "Mi è mancata così tanto la tua voce."
Ridacchiai. "Sorellina, tu sei strana!" Mi tirò un pizzicotto ed iniziò ad aiutarmi.
Chissà come ci ritrovammo a cantare a squarciagola "Non vivo senza te - Vasco".
Appena finimmo di cantare iniziammo a ridere e ci abbracciammo forte.
"Ti voglio bene sorellina."
"Anche io." mi strinse più forte.
Qualcuno si mise a battere le mani ed io e Vale ci staccammo rosse in viso.
Lucas e Walter si sorridevano appoggiati alla porta.
Walter diede una gomitata a Lucas. "Ehy! Siamo proprio fortunati. Abbiamo scelto proprio bene. Due cantanti!"
Ridacchiammo e Vale gli andò incontro. "Fai attenzione, potrei scappare con il bassista."
Walter rise e la prese fra le braccia. "Peccato che il bassista è morto"
Lei scrollò le spalle. "C'è sempre il batterista."
"Ah, posso stare tranquillo allora. Sei già fra le sue braccia." Risero insieme prima di baciarsi.
Dopo aver visto un film, Vale e Walter decisero di tornarsene a casa. Sbirciai l'orologio e notai l'ora.
"Oddio! Sono già le dieci?"
Vale scosse la testa esasperata e Lucas annuì nella sua direzione, come per darle ragione.
"Non sapevo sapessi cantare." mi disse cingendomi la vita.
Feci spallucce. "Non me l'hai mai chiesto."
"Lo sai che da adesso vorrò sentirti spesso, vero?"
Lo abbracciai. "Ogni volta che vuoi." Gli saltai addosso baciandolo.
Lui si staccò da me. “Ti va di cantare?” disse tra un bacio e l'altro.
“no, adesso no.. mi va di fare altro” e sorrisi.
Increspò la fronte “cioè?” 
“non lo so.. mmmh.. fammici pensare..” E lo baciai
“ok, piace anche a me”
Risi “beh, se andiamo a letto.." iniziai a giocare con il suo colletto, con le dita. "..stiamo più comodi..”
Mi baciò e mi prese in braccio. Io risi e mi ritrovai sul letto sotto di lui.
Lucas con il respiro corto si staccò da me. Scese a baciarmi il collo regalandomi dolci ed infuocati brividi.
Sospirò. "Piccola, è meglio se andiamo a dormire."
Mi schiarii la voce. "Lo penso anch'io" dissi ancora con il fiato corto.
“buona notte amore” disse dandomi un bacio.
“buona notte mio piccolo grande uomo.” Sorrisi e Lui mi guardò con aria perplessa
“beh.. piccolo perchè sei dolce e muscoloso come sei non posso che chiamarti grande.. E infine, se hai cambiato sesso non si nota.” dissi con finta non curanza
Rise di gusto stringendomi a lui. "Dormi adesso. Io davvero non so se certe battute le inventi sul momento o le studi la notte."
Ridacchiai e gli tirai un pizzicotto sullo stomaco.

a

Ciao!
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Capitolo 4
*** Novità ***


Quella notte, feci un sogno strano.
Ero in una piazza con una grande fontana sicura di non averla mai vista prima ma riconoscendola.
Era una giornata nuvolosa, mi guardavo in giro preoccupata, come se stessi controllando se qualcuno si fosse accorto di me.Avevo paura k qualcuno mi vedesse. Il sole è coperto pensai cercando di tranquillizzarmi. Poi notai una bambina che mi fissava. Trattenni un sussulto e mi chiesi se non avesse capito.
Era alta circa 50 cm. Aveva si e no 6 anni. Era bella. Pelle scura, capelli castani liscissimi con occhi castani-ambra. Erano bellissimi.

Mary Mary
Mi avvicinai cauta. “ciao”
“ciao.”  Mi sorrise come se mi conoscesse. Cercai nei ricordi il suo viso ma non la riconobbi.
“Piccola dov'è la mamma?” le chiesi dolcemente, avvicinandomi lentamente più vicino a lei.
Il suo sorriso svanì .
“Non lo so..” Non potei fare a meno di sciogliermi con il suono della sua voce.
“E' qui?”  Mi guardai intorno cercando qualcuno.
“No” mi sorrise.
“Sei da sola? Ti sei persa?”  lanciai sguardi ansiosi per controllare che nessuno ci stesse guardando.
“no sono sola e non mi sono persa”
“cosa ci fai qui? Tutta sola? Non sai che è pericoloso?”
“come ti chiami?”
“Aurora e tu?”
“Maria” e fece una smorfia
“Che hai piccolina?”
“Non mi piace il mio nome.. Il tuo invece è bellissimo! Come te”
"Grazie, ma anche il tuo non è male" le sorrisi e il suo sorriso si allargò
"Ma a me non piace.."
Rimasi li a parlare con questa meravigliosa bambina nella speranza di veder sbucare la madre.
“Quanti anni hai?”
“4 quasi 5” disse orgogliosa
Rimasi a bocca aperta Quella bambina non poteva avere solo 5 anni! È più intelligente e matura! Impossibile!
“strano, ne dimostri 7”  le feci l'occhiolino sorridendole.
“grazie!” era felice di sembrare più grande.. che tenera! Iniziai ad innamorarmi di lei.
“non è ora di tornare a casa?” le chiesi dolcemente
“non voglio tornare.”
“e perchè? La mamma sarà preoccupata..”
Ed il sogno finì. Riaprii gli occhi. Lucas che mi svegliava.
“buon giorno dormigliona! Credevo non ti svegliassi più!”
“buongiorno” dissi frastornata dallo strano sogno vivido.
“che hai piccola?” gli raccontai del sogno e di tutto il resto il resto.
“sai tu hai i capelli castani e lisci.. e poi il colore era degli occhi di.. mia madre”
“pensi di aver sognato ‘nostra figlia’?” disse ridacchiando.
“bah.. forse! Chi lo sa” e sorrise
“no.. se fosse stato cosi mi avrebbe chiamata mamma.. invece io le volevo bene come ad una sorella..”
Lo baciai interrompendo quei pensieri “che sogni strani” dissi
Lui rise e ci preparammo per andare a lavoro.

Andai a lavoro e la giornata passò in fretta.
Forse perchè pensavo e ripensavo a quel sogno.
Quando la giornata di lavoro finì, tornai a casa.
Mi ritrovai sotto la doccia, senza ricordare come ci fossi arrivata o quando.
Mi avvolsi nell'asciugamano e sentii “amore 6 tu?” e bussarono alla porta
“si” dissi uscendo. Arrossii, mi ero dimenticata di prendere i vestiti.
Mi baciò “ciao amore”
“Ciao”
“Come mai non sei vestita?”
“Ho dimenticato i vestiti” aggrottai le sopracciglia. Veramente.. ho dimenticato molte cose.. comunque..
“Com'è andata oggi?” chiesi per cambiare argomento.
“Bene e a te?”
“Bene” almeno credo. “hai fame? Vuoi che ti prepari qualcosa?”
“No. sto bene cosi” annuii “Sei strana.. che hai?”
“no niente” sorrisi “ora se te ne vai posso vestirmi”
“puoi anche vestirti con me”
“senti.. forse è meglio se ti dico una cosa..” e guardai il pavimento
“dai scherzavo. Non te la prendere sempre” mi pizzicò piano il fianco.
“non me la sono presa.. ma.. È davvero il caso che tu sappia una cosa.” arrossii “io.. io.. sono ancora.. ve.. vergine” e le mie guance s’infiammarono.
Lui mi guardò stupito. “davvero?”  Annuii e lui s’illuminò di un sorriso smagliante.
“Che c'è?” chiesi curiosa.
“Niente” disse felice e a quel punto capii
“Sei felice che non sono mai stata con nessun altro?”
“beh, io si.” disse sorridendo.
“e chi ti dice che sarai tu il primo?” chiesi un po’ acida per stuzzicarlo.
Lui trattenne una risata “beh.. il fatto che mi ami è già un vantaggio”
“amavo anche Marco, ma non è successo niente”
Il suo volto si scurì' e notai  nei lineamenti la sua rabbia. “Io non sono come lui!”
“Lo so! Scusa, non dovevo.. Ehy l’unico a cui è permesso scherzare sei solo tu?” Chiesi sorridendo cercando di armarlo.
Infatti rise. Gli buttai le braccia al collo e lo baciai.
Dopo 5 min sentii l’asciugamano scivolare. Lo presi di scatto, appena in tempo. Non era stato Lucas a sfilarmelo.
“Forse è meglio se mi vesto prima..”
“ok” mi baciò ed uscì dalla stanza
È vero.. lui non è come Marco. Però.. Marco sapeva che non volevo farlo.. E si nota alla fine cos’è successo…
Ma Lucky? Lui non mi farebbe mai una cosa del genere.
Poi ripensai a quella mattina. Aveva sorriso quando gli avevo detto ‘nostra figlia’. Quindi gli piaceva l’idea di una famiglia. E gli piaceva l'idea di averla con me.
Mi vestii piano perchè ero immersa nei miei pensieri.
“amore?” mi spaventai e caddi nel tentativo di mettere i pantaloncini.
Sbattei la testa al comodino. "AHI! Porca di quella miseria.. che male!!"
“AMORE! Ti sei fatta male?”
“ahi, cacchio!” mi toccai la tempia e sentii le dita bagnate. Le guardai, erano piene di sangue.
“Oh, cazzo! Aurora!” Lucas mi prese in braccio
“sto bene” lo guardai
“non stai bene! Stai sanguinando! E parecchio!”
Mi portò in cucina e mi mise sol ripiano della cucina. Mi disinfettò la ferita per poi metterci un cerotto.
“Lucky.. sto bene..” il suo sguardo ansioso iniziava a darmi sui nervi e i suoi movimenti frenetici sembravano quelli di un maniaco compulsivo. “non ti preoccupare! tanto domani avrò già dimenticato come mi sono fatta male.” Sorrisi.
Si calmò un po’. Vale entrò in quel momento. Ci guardò a occhi sgranati e vide l'ansia sul volto di Lucas.
“che le hai fatto! 6 pazzo?” iniziò ad urlare contro Lucas. Walter entrò in quel momento. Forse allarmato dalle grida della sua ragazza.
“non le ho fatto niente!”
“allontanati da lei! ORA!” Urlò Vale
Walter guardò me e Lucas e parve capire. Mi guardai, ero sporca di sangue e anche Lucky. Walter prese Lucas e lo portò via da me.
“ma che cavolo! In questa casa non si bussa più?! Non è stato lui! Sono caduta!” Scesi dal bancone “lascialo!” gridai a Walter
“Perchè cavolo dovete capire sempre male! Aspettate almeno le spiegazioni!” ero furiosa. Andai a lavare il disastro in camera da letto.
“Posso entrare?” era Walter
“ormai..”
Sorrise “ti va di parlare un po’?”
Mi sedetti sul letto e mi strinsi le gambe al petto, con la testa poggiata sulle ginocchia.
“ok, parliamo”
“scusa se entriamo cosi.. ma sappiamo che possiamo” E fece uno strano sorriso che m'imbarazzò.
“non è per questo che sono arrabbiata”
“hai ragione, accusarlo cosi non è stato giusto”
“la cosa che mi dà ai nervi è che siete saltati alle conclusioni! Non avete aspettato nessunissima spiegazione!”
“ma come facevamo a saperlo? Entriamo e vediamo Lucas che ti guarda triste, tu con un cerotto in testa e i vostri vestiti tutti sporchi di sangue. E cavolo se ne perdi!”
“Lo sapete che sono una frana!” Ribatterei irritata. Iniziò a ridere e l’atmosfera si alleggerì.
“sai che sei come una sorella per me”
“anche tu per me sei come un fratello, il fratello che non ho mai avuto” sorrisi . Poi lo fulminai con lo sguardo.
“Che c’è?” Chiese sorpreso
“Un paio di giorni fa non la pensavi cosi..”
Sorrise “un paio di giorni fa, credevo stessi usando il mio migliore amico!” fece un sospiro “però ti ho sempre voluto bene. Mi hai fatto conoscere la persona più importante della mia vita!” Il suo sguardo divenne tenero.
Alzai gli occhi al cielo e gli diedi una piccola spintarella “Beh, anche tu”.
Mi cinse le spalle e mi diede un bacio sulla fronte. Dopo un po’ arrivò Lucas, che ci squadrò.
Gli sorrisi “ci lasci soli?” bisbigliai a Walter, lui annuì e se ne andò.
Feci segno di raggiungermi a Lucas. Lui si trattenne, ma poi si arrese. Sorrisi, gli presi il braccio e mi cinsi le spalle e poggiai la testa sulla sua spalla.
“scusa, ero nervosa.. mi capisci vero?”
“si..” disse
Sorrisi "non dirmi che sei geloso!” Mi allontanai un pò da lui per guardarlo in viso sorpresa.
Arrossì appena. Avevo centrato il punto giusto.
“ma dai! È il mio migliore amico! E come se non fosse abbastanza, è anche fidanzato con la mia migliore amica!”
“questo non significa niente.” Fece un'espressione così tenera che temetti di iniziare a sciogliermi.
Lo baciai “sai che sei ancora più carino quando sei geloso?”
Sorridemmo e gli diedi un altro bacio “ti amo”
“anche io”.
Dopo 10 min decidemmo di tornare e trovammo i due piccioncini che si baciavano Mi schiarii la gola.
“e poi siamo noi quelli che stanno sempre appiccicati!” Lucas ed io ridacchiammo.
I due si staccarono e Vale mi fece la linguaccia.  Da come Vale mi guardò e io capii che doveva dirmi qualcosa.
“Vale vieni, voglio farti vedere una cosa” annuì e mi seguì.
“avanti, sputa il rospo” dissi in camera .
“Beh, io e Walter oggi festeggiamo 5 mesi..” Wow. Come vola il tempo..
“auguri” le dissi  sorridendo.
“grazie, comunque, hai ancora quei completini?” Arrossì mentre abbassava gli occhi.
“certo! Vieni, scegli pure!” sorrisi divertita. "Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme, ancora ti imbarazzi di me?" mi finsi offesa.
I suoi occhi si allargarono “No! Certo che no! E' la situazione!" Alzai gli occhi al cielo e le passai un paio di baby doll.
"grazie!” e mi sorrise felice. “mi domando a che ti servono, se tu e Lucas..”
“erano per Marco lo sai..”
“ah. già.. pensi di usarli? Con Lucas intendo.”
“non lo so.. forse..”
“Perchè?”
“beh, è la mia prima volta e ho paura, non voglio che vada tutto storto, però.. non so, sento di poter fare qualsiasi cosa con lui..”
“ma?” capì che c’era qualcosa dietro.
“E ho paura, non voglio soffrire.”
“Pensi che ti potrebbe lasciare?”
“no, però, chi lo sa.. un giorno magari..”
“nessun però! Tu lo ami! Lui ti ama! Che vuoi di più?”
“niente! Però.. voglio aspettare ancora un po'"
Alzò gli occhi al cielo. “ok” aveva finito quindi rimisi i completi nella valigia dove li tenevo nascosti e tornammo in cucina.
Vale e Walter se ne andarono poco dopo.
“cosa si fa ora?”
“ti va di andare a letto?”
“di già?”
“son distrutta..” e lo baciai prendendolo per mano.
A letto, mi voltai e gli diedi le spalle, lui mi abbraccio e io lo strinsi più forte a me.
Sbuffai. Non riuscivo a prendere sonno! Tutta colpa di Vale! Era lei che mi aveva messo quei pensieri in testa! Cosa ne pensa Lucas? Lo vuole fare? Può aspettare? Si stuferà prima o poi di aspettare? di me..? Vale tante grazie! pensai acida
Mi girai verso di lui e mi sorrise anche lui era ancora sveglio.
Mi sembra di sognare… Ricambiai il sorriso e lo guardai negli occhi cercando le risposte alle mie domande. Penso sia vero che con uno sguardo, si possono dire una marea di parole.
Dopo un po’ mi ritrovai addosso a lui mentre stavo per baciarlo. Cavolo! I suoi occhi incantano!
Devo rimanere lucida! Devo rimanere lucida! ma persi dopo 5 sec..
“amore?”
“dimmi” risposi col fiato corto.
“senti, forse è.. Il caso di dormire.”
“ehm.. ok.”  mi morsi il labbro chiedendomi perchè non volesse continuare.
“sono stanco” stava mentendo.
“Che hai?” gli chiesi
“niente..”ma al mio sguardo rispose “voglio aspettare che tu sia pronta e non voglio forzarti.”
Ero senza parole per la felicità. “grazie!” fu l'unica cosa che riuscii a dire. Può una persona essere tanto perfetta?
Quella notte sognai di nuovo quella bambina.
Questa volta mi correva incontro e mi abbracciava sorridente.
“sorellona!” urlò stringendomi, rimasi perplessa ma ricambiai cercando di essere delicata.
Mia sorella?! Beh, ora capivo perchè non voleva andare dalla madre.. Se la sua era la mia, povera piccola..
“Ehy piccolina!” Poi la mia visuale si allargò. Ero in una casa.
“Questa è casa tua?”
“Si, si!” mi guardai perplessa intorno e vidi una foto. C'era la piccola Mary, un’altra bambina molto simile a lei e i loro genitori.. Che non erano i miei. Feci un sospiro di sollievo.
Una famiglia felice, feci una smorfia. Ero invidiosa. Di quella famiglia, di quella bambina.. che aveva ancora tutt'una vita d'avanti e poteva avere l'affetto dai suoi genitori che io non avevo mai avuto, perchè lei potrà avere tutto ciò che io non ho più.
Ero felice per quella bambina alla quale, stranamente volevo un mondo di bene.
La lasciai. aveva un odore straordinario. Stuzzicava la mia gola.. Mi ci vorranno anni per non sorbirne l'effetto.
“beh che si fa?” le chiesi prendendola per mano.
La sua pelle era liscia e molto calda.. tutto a contatto con la mia pelle sembra più caldo. La guardai cercare la risposta, per lei sarei stata disposta anche a giocare ore e ore.
“ti va di insegnarmi a leggere?” chiese sorridente. Rimasi a bocca aperta.
E lei continuò “so leggere, solo che non sono ancora molto brava. Mi aiuteresti.. per favore?”
“certo..”
Mi sembrava di stare con mia figlia.. Un pensiero mi affollò la mente ma lo schiacciai. Era bello sentirsi tanto felici.
Lei era seduta in braccio a me e stavamo sedute su un divano, mentre lei teneva in mano un libro e leggeva.  Quante volte ho sognato di stare così con i miei figli.. Ignorai gli occhi che iniziarono a prudere e mi concentrai sulla lettura.
Quando finì si girò verso di me, mi sorrise mi diede un bacio sulla guancia e mi abbracciò forte.
Smisi di respirare e la strinsi a me. Stranamente quel gesto non mi fece sentire male. I polmoni non protestarono per la mancanza di ossigeno, potevo restare cosi quanto volevo.
“Ti voglio bene!” mi disse allegra, giocando con i miei capelli.
Mi sentivo gli occhi pungere. come se volessi piangere per la felicità, ma non potevo più farlo.
“anche..”
E mi svegliai.
“no!” urlai, volevo stare ancora con quella magnifica bambina.
“piccola che hai?” era Lucas che mi aveva portato la colazione a letto e mi aveva svegliata.
Cercai di calmarmi “niente.. non volevo svegliarmi”
E se glielo dicessi? Non so.. si metterebbe a ridere.. O mi prenderebbe per pazza? Meglio non rischiare.. e poi c'era qualcosa che volevo tenere nascosto per me. Sono così reali..
Rise “potresti rimanere a casa se vuoi dormire..”
“no, devo andare a lavoro..” e feci una smorfia.
“ok” Facemmo colazione ed uscimmo.
Quel sogno.. mi veniva un’unica spiegazione. Forse, voglio avere un bambino. Anzi, una bambina. Ma a me i bambini non piacciono! Cioè si, ma se sono degli altri! Però, quando quella bambina mi ha detto ti voglio bene.. Mi sono sentita cosi felice…
Smisi di pensarci. Io non volevo figli. Non avevo nemmeno 19 anni! Anche se non sapevo dare un altra spiegazione a quel sogno.
Quando tornai a casa, mangiai ed andai a dormire.
Mi svegliai per un rumore, Lucas che mi abbracciava. “scusa.. ti ho svegliata?”
“fa niente..” e lo strinsi forte.
“come mai già a letto?”
“non lo so, volevo dormire..” sorrisi .
“stai bene? sei strana.. hai la febbre forse.”
“si, non so che mi succede.. e no sto bene.”
Sorrise e mi baciò la fronte. “io vado a fare una doccia, ha chiamato Vale, fra un po’ arrivano”
“uff.. ok” sorrise e mi diede un altro bacio prima di alzarsi e levarsi la maglia sotto i miei occhi. Repressi un brivido.
Dopo 5 min arrivarono
“Ehy dormigliona!” urlò appena entrata.
“ciao Vale..” dissi massaggiandomi le tempie.
“pensavo non volessi rispondermi. Ti avrò chiamato circa un 20 volte! Meno male che è arrivato Lucas! Stavo per venire qui con pompieri e polizia!”
Risi “scusa.. mi sono addormentata”
“che hai? sei strana..”
“uff.. non ho niente! Walter me lo vuoi chiedere anche tu?”
“no, no! Qualcuno si è alzato nervoso eh?” Mi sorrise
“si scusate.. non so che mi prende”
“ehm.. forse lo so io..” mi disse Vale e fece segno di guardarmi.
“oh.. ora capisco” dissi arrossendo. Ecco perchè tanto nervosismo.
“ehm.. torno subito..” dissi
Mi cambiai velocemente e tornai in cucina.
“scusate ragazzi.. comunque vi serviva qualcosa?”
“tieni bevi un po’ di caffè” disse Walter .
“l’ho fatto io” bisbigliò e ridemmo insieme .
“vi ho sentiti! Ma fa niente lo so che non sono brava”
“Ehy, imparerai! Se vuoi ti posso aiutare!” Le dissi e il suo volto s’illuminò.
“davvero? Ben allora da domani si inizia!”
“ok, ma non ti voglio trovare in casa appena entro! Sarebbe una brutta esperienza per te!”
Rise “tu non mi faresti del male”
“no, se so che sei tu!”
“ok,ok! Vengo dopo un ora, ok?” alzò gli occhi al cielo.
“perfetto” dissi rassegnata.

Quella notte non sognai niente. Mi svegliai con un gran mal di testa.
Stavo per svegliare Lucas quando notai che il letto era sporco. Misi un cuscino sopra e mi cambiai. Poco dopo suonò la sveglia.
Ritornai in camera. “amore..” Lo baciai “svegliati.. è ora di andare a lavoro..” Lo scossi un pò.
Mi baciò “uff..non voglio andare.." mi abbracciò "che ne dici se rimaniamo a casa?”
“se vuoi rimani, ma io ho una riunione.. ci vediamo quando torno.” altro bacio
“no.. se non rimani tu non voglio restare..” Fece una smorfia stiracchiandosi.
Sorrisi “scusa, facciamo un altro giorno, ok?” Annuì.
Mentre si preparava cambiai le lenzuola.
“amore.. scusa ma potevi dirmi che eri in quel periodo… Almeno capivo perchè eri sempre cosi nervosa e strana!” si affacciò sulla porta
Arrossii “come fai a saperlo?” mi mostrò i suoi pantaloncini sporchi. e notai che era solo in boxer..
Aggrottai le sopracciglia.. come diamine sarà successo?!
“la notte ti muovi.. e parecchio.. sembri un tornado!” e rise
“meno male che mi ci sono abituato e ho il sonno pesante!” mi sorrise apprensivo per non turbarmi ulteriormente.

Arrivata a casa mi preparai, più mentalmente che fisicamente.
Ero famosa per la mia scarsa pazienza.. e con Vale ce ne sarebbe stato davvero bisogno! Stavo bevendo un caffè tranquilla quando sentii “Buh!”
Sussultai e il caffè mi macchiò i vestiti. Mi voltai con sguardo truce verso Lucas.
Rise “sei davvero sbadata!”
Lo fulminai “e dai amore! Non te la prendere!” disse fra un risata e l’altra, se la stava spassando, come al solito.
“non ti conviene farmi arrabbiare! Potresti pentirtene!” e gli feci uno sguardo tetro. Fu micidiale anche per me stessa. Di quelli che con il sorriso sembrano ancora più minacciosi.
“uh,, uh! Tanto non mi faresti niente!” disse con aria di sfida e io l'accettai.
Sorrisi apertamente “è vero, sono una pappa molla.. scusa ma ora vado a cambiarmi.”
Mi cambiai e misi un vestito per stare più comoda.  
Quando tornai ebbi un’idea. Sperando e pregando il buon dio di non prendere niente! Lui era alzato d’avanti al divano che faceva chissà che cosa. Presi la rincorsa e gli saltai addosso. L’impatto fu cosi forte che cademmo sul divano.
“Ahi!” urlò
“Ops! Scusa, scusa!” urlai e mi alzai
“Scherzetto!” mi sorrise ed iniziai a correre ridendo. Sembravamo bambini, rincorrerci per casa ridendo e saltando. Alla fine riuscì a prendermi ed iniziò a farmi il solletico.
“Basta! Basta, ti prego! Non riesco più a respirare! Ahahah. Mi fa male la pancia! Guarda! Ho anche le lacrime agli occhi!” e tossii
Ridemmo tutti e due con l'affanno. Lucas appoggiò la testo sul mio petto e io lo strinsi forte a me.
Alzò gli occhi e li fissò nei miei e ci avvicinammo per baciarci.
Come al solito non ero attenta a ciò che facevo e gli tolsi il maglione, facendolo restare a torso nudo.
“Ehm.. forse è meglio se ritorno più tardi.” sembrava una domanda più che un'affermazione. Alzammo la testa di scatto: era Vale.
“No piccola, entra” disse Lucas
La fulminai con lo sguardo e lei mimò un ‘scusa’ con le labbra .
“e Walter?” chiesi almeno Lucas non si sarebbe annoiato .
“parlate di me?”
“si Walter, stavo parlando di quanto ti amo e quanto sei importante per me guarda!” ed alzai gli occhi al cielo.
Ridemmo solo io e lui. “e dai scherzavo!” Diedi un bacio a Lucky “Io amo solo te!” bisbigliai
Passammo tutta la sera a cercare di preparare delle torte o focacce, con Lucas e Walter che mangiavano.
Lucky ogni volta spazzolava tutto. Mi domandavo come facesse ad essere cosi magro! Ogni volta che preparavo qualcosa mi faceva complimenti e lo faceva anche con Vale, cercando di tirarla su quando non riusciva o si annoiava a fare qualcosa.
Quando finimmo pulimmo tutto e Vale e Walter se ne andarono.
“Sei una cuoca straordinaria! E hai visto che progressi ha fatto Vale??” disse cingendomi la vita con un braccio.
Risi “almeno Walter da oggi in poi mangerà qualcosa di commestibile! Comunque, ora vado a farmi una doccia” dissi guardandomi.
Ero tutta piena di farina e altra robaccia.
"Ti aspetto a letto." Mormorò Lucas vicino al mio orecchio, baciandomi il collo.

Quella notte feci un sogno nuovo.
C’era una donna, nel salotto della casa della piccola Mary. Era una donna bellissima. Chiarissima di pelle, cosa strana per la mia città. Era vestita in modo elegante ma sportivo. Sorrisi alla donna e anche lei lo fece.
Le labbra piene e rosse formarono un sorriso che avrebbe fatto cadere qualsiasi ragazzo ai suoi piedi.
I capelli neri e ricci, le circondavano il viso come se fossero un mantello e le arrivavano al bacino.
Gli occhi erano.. dorati? Strano, non ne avevo mai visti di quella tonalità. Forse erano lenti a contatto.
“Ehy sorellina!” era Mary. Mi voltai verso di lei e le feci un gran sorriso.
Lei mi venne incontro mi abbracciò prendendomi la mano.
Dalla finestra vedevo dei raggi di sole. All’improvviso mi salì il panico. Mi voltai, la donna mi guardava spaventata come se stesse aspettando qualcosa e pronta a scattare, io la guardavo con altrettanto sguardo. Poi notai una cosa.
Affianco alla donna c’era una bambina. Era.. Mary? Eppure sentivo il contatto e il calore caldo della sua mano!
Mi girai per assicurarmi che lei fosse li affianco a me, e nel farlo notai una cornice. Mary era accanto a me e mi sorrideva, lanciando occhiate alla donna.
La visuale si allargò. Era uno specchio!
“Sei stupenda, l’ho sempre detto. Vorrei essere anche io come te..” disse Mary sospirando
Il sorriso per un attimo abbandonò il mio viso e quello della donna. Non ti piacerebbe essere come me.
Mi girai verso di lei e le dissi ridendo
“tu esageri! E comunque tu sei molto più carina di me!”
Mi svegliai di soprassalto. Strinsi forte i denti per cercare di non urlare.
Allora quella ero io? Io?! Ma.. era impossibile! Io non sono cosi.. cosi pallida! E non ho occhi.. occhi dorati!
Cercai di calmare il respiro. Impossibile! Quella non posso essere io! Io.. io..
Mi girai verso Lucas. Non si era accorto di niente fortunatamente. Era li che dormiva tranquillo. Feci un sospiro. Che diavolo mi succede?! Mi misi le mani sulla faccia.
Io.. io non sono cosi.. mi alzai dal letto e corsi allo specchio per controllare, presa dall'ansia.
Il mio viso era sempre lo stesso. Carnagione dorata, occhi chiari e labbra piene rosee.
Sto impazzendo! Questa è l’unica alternativa. Perchè i sogni sembrano cosi reali? Ho sempre saputo di sognare.. ma questi sono cosi reali.. ma non parlano del presente e neanche del passato, ma del mio futuro.
Non ci capisco più niente, dannazione!
Non riuscii più a prendere sonno. Ero rimasta li, seduta sul letto a guardare, a volte, il mio riflesso allo specchio e a pensare a ciò che stava accedendo. Non seppi darmi la risposta.
Al suono dl sveglia balzai. Lucas si svegliò poco dopo.
“Buongiorno amore. Già sveglia?” disse abbracciandomi
“Emh.. si..” dissi esitante. Non volevo dirgli ciò che mi stava accadendo. C'era qualcosa che volevo tenere per me.
“Stai bene?” mi chiese preoccupato. Aveva capito. Dovevo controllarmi meglio..
“Si, sto bene. Non ti preoccupare. Andiamo” sorrisi deviando il suo sguardo. Non volevo che si accorgesse di qualcosa.

Passarono i mesi. Cercavo come sempre di non pensare a quei sogni.
Non seguivo più il corso dei giorni. Non ricordavo né il giorno né il mese. Niente. Ormai vivevo alla giornata e non sapevo cosa doveva accadere.
“svegliati amore! Dai! Non vorrai rimanere tutto il giorno a letto! Andiamo! Oggi è una splendida giornata!”
Aprii gli occhi facendo il broncio “a volte ti trovo seccante lo sai?” Rise. Gli cinsi il collo con le braccia lo strinsi a me per baciarlo.
“si, lo so. Ma non mi ameresti cosi tanto altrimenti.” gli sorrisi “e comunque! Buon compleanno amore mio!”
Sgranai gli occhi. “oggi è il mio comple..anno? Davvero?”
Mi guardò perplesso “ti sei dimenticata anche del tuo compleanno? Non andiamo bene.." fece uno sguardo addolorato “ti faccio quest’effetto?” chiese con un sorriso malizioso .
“ah ah ah. A volte si ma a volte no” risposi facendo l'occhiolino e lo ribaciai.
“vieni, ho preparato la colazione” mi disse prendendomi in braccio.
“come faccio a venire se mi porti tu? ridacchiai "Comunque che ore sono?”
“quasi le 9,30”
“ma è prestissimo! Non potevi farmi dormire?”
“no, no. E poi da domani potrai svegliarti quando ti pare. Abbiamo le ferie”
“le ferie..? ah già. Comunque lasciami sono pesante. Posso camminare..” Mi guardò come se fossi impazzita.
“tu.. pesante? Ahahah ah bella questa!” lo guardai perplessa. Pesavo 57 chili non 5! Ma era sincero,
non vedevo l’ombra della stanchezza o altro sul suo viso solo un gran sorriso.
Si accorse che lo fissavo e si voltò verso di me sorridendo. Non ebbi il tempo di dire niente e non volli nemmeno farlo..
Avevo perso la lingua, non riuscivo a muovere niente. Come si respira?? Il suo viso mi lasciò senza fiato come sempre.
Possibile che un angelo cosi bello, sia capitato proprio a me?
Nel frattempo eravamo arrivati in cucina. Mi guardai intorno.
La tavola era apparecchiata con al centro tre rose rosse che emanavano un profumo delizioso. Era cosi grandi che sembravano molte di più. Sorrisi e mi mise direttamente sulla sedia e io lo fissai.
Non mi ero accorta che si fosse già vestito. Aveva una camicia nera aderente con i primi due bottoni del colletto aperti. Al collo la mia collana, che non levava mai, mi spiegò che lui era come un anello di fidanzamento ma aveva molto più valore, e degli jeans aderenti chiari. Con quell'abbigliamento era molto sexy ed attraente.E lui sapeva che io l'adoravo.
Si vedeva tutto il suo fisico scolpito e e possente… Mi morsi il labbro e il sangue cominciò a bollire.
Mi abbracciò prendendomi il viso fra le mani e mi diede un bacio leggero sulle labbra.
“ti amo” sussurrò sul mio collo seguendone la linea con il naso. Strinsi più forte il labbro.
“scusa se non ho preparato di meglio ma spero che ti piaccia” mi bacio delicatamente il collo, più volte facendomi impazzire.
Mi costrinsi a parlare “no è tutto.. perfetto!" Fiato corto e voce roca. Deglutii rumorosamente "Non c’era bisogno di fare tutto questo”
Sorrise. Me ne accorsi perchè aveva ancora le labbra incollate sul mio collo.
“Per me si. Buon 19° compleanno mia splendida Bora” Rabbrivii deliziata.
Mi paragonava all'Aurora Boreale dicendo che in confronto a me era una schifezza.
Si allontanò da me facendomi riprendere fiato e mangiammo dei cornetti caldi con il caffè.
Quando finimmo mi alzai per pulire ma lui mi fermò appena presi la mia tazza.
“cosa intendi fare signorina? Sta ferma. Oggi è il tuo compleanno”
“ma..” m’interruppe dandomi un bacio che mi lasciò senza fiato.
“no. Vai ad aspettarmi sul divano. Ci vediamo fra poco”
Rassegnata andai a cambiarmi e a lavarmi i denti. Poi andai sul divano ed accesi la radio.
Lo sentii arrivare e mi posizionai in modo da far entrare anche lui. Lo vidi sorridere e fissare il mio volto prima di lanciare uno sguardo al mio corpo.
“questo vestito mi piace” disse malizioso quando il suo ‘controllo’ finì. "E amo l'estate" i suoi occhi brillarono magnetici.
Avevo un abito blu senza le spalline e la gonna mi arrivava a metà coscia.
Alzai gli occhi al cielo e lui venne a sdraiarsi di fianco a me e mi strinse forte a lui.
“Walter e Vale vengono oggi pomeriggio. Volevano venire prima ma gli ho detto di no. Volevo stare un po’ con te. Da soli.. ho fatto bene?” disse baciandomi vicino l’orecchio. Con il naso seguiva una linea immaginaria, dall'orecchio alla base del collo. Mi baciò la clavicola.
Annuii. Non riuscivo a fare altro. Le farfalle nello stomaco e il cuore a mille. Mi voltò il viso delicatamente verso il suo. Ci fissammo negli occhi per un po’. Mi avvinghiai a lui, ai suoi fianchi con le gambe e le mie braccia sul suo ventre mentre ci stavamo baciando.
“mmmh.. l’ho sempre detto io…” mormorai quando mi lasciò riprendere fiato.
Alzò la testa curioso e inarcò un sopracciglio.
“Che hai dei poteri..” dissi scrollando le spalle.
Rise “io cosa?” chiese scettico. Mi prendeva in giro, come al solito..
“uffa! Per una volta la smetteresti di prendermi in giro!?” Me lo tolsi di dosso e mi alzai.
Sentii le sue braccia lungo i fianchi appena finii di aggiustarmi la gonna.
“dai amore. Scusa non lo faccio più." Ridacchiò "Comunque spiegami cosa volevi dire” Sussurrò al mio orecchio. Mi girai per guardarlo in faccia e mi ritrovai il suo dolcissimo viso vicinissimo al mio. E persi il filo del discorso. Non sapevo più cosa dire.. o se stavo parlando. Deglutii. Di cosa stavamo parlando..? Distolsi riluttante lo sguardo da lui e deglutii ancora.
“Dicevo.. che tu hai dei poteri.”
“dei poteri? che tipo di poteri?” cercava di non ridermi in faccia. Feci finta di non accorgermene ed andai avanti.
“si dei poteri.." risposi confusa "non posso guardarti negli occhi che mi ritrovo a fare cose che.. non mi accorgo nemmeno di fare.” distolsi velocemente lo sguardo. Mi alzò il viso per farsi guardare in faccia.
“quindi ho dei poteri eh? Ahahah, forse non avresti dovuto dirlo.. Ora lo userò contro di te” disse scherzando. Gli feci la linguaccia.
“dipende se io starò a guardarti!” dissi ostentando disinvoltura. Mi fissò intensamente negli occhi. Lo abbracciai e spostai lo sguardo.
“ti stai allenando?” e rise.
Gli sorrisi “forse”.
Mi riguardò intensamente negli occhi.
“anche io amore mio” dissi appoggiando la testa sul suo petto e stringendolo forte.
Lui mi strinse è a se “tu invece leggi nel pensiero!”
Ridemmo entrambi. Lo guardai negli occhi .
“sei la cosa migliore che mi sia mai capitata! Non riesco nemmeno a pensare alla mia vita, senza di te. Perchè tu sei la mia vita!”
“vedi? Io incanto e tu leggi nei pensieri” disse emozionato.
“Perchè? Lo stavi pensando? Comunque io l’ho detto per me..” rise.
“Lo so, stavo scherzando amore.” Risi
“ti amo tanto Lucky” sussurrai mentre mettevo mi alzavo sulle punte e mettevo la testa nell'incavo della sua spalla. Sentii con l’orecchio, le sue, e le mie, pulsazioni aumentare, sorrisi.
Sicuramente se ne accorse perchè quando mi voltai era arrossito. Invece di rispondermi mi diede un bacio così appassionato,
da poter mandare a fuoco la casa, che mi lasciò quasi senza fiato.
Quando si staccò da me aveva un sorriso beffardo e compiaciuto. Lo guardai torva con il respiro accelerato.
“A che devo tutto questo?” chiesi indicando prima lui e poi il resto. Usando la sua frase.
Si strinse nelle spalle sorridendo al ricordo. “Oggi è il tuo compleanno. È un giorno speciale!”
Girò la testa come se non volesse mostrarmi il viso, glielo presi fra le mano e lo inclinai verso il mio, ma lui tenne gli occhi lontani dai miei.
“C’è dell’altro sotto? Voglio dire, hai detto a Walter e Vale di venire più tardi.. Ti sei vestito..” percorsi il suo corpo con lo sguardo e quasi dimenticai ciò che stavo facendo.Mi risvegliai.
“così.. sexy ed elegante. Hai preparato la colazione, non lo so..”
“nella vita non ci sono sempre doppi fini” puntualizzò lui.
“lo so.. ma se cosi non fosse.. allora perchè non mi guardi negli occhi?”
S’irrigidì. Colpito in pieno! Gli carezzai il viso. Aveva alzato la testa e non riuscivo ad arrivare ai suoi occhi.
“lo sai che puoi dirmi tutto. Lo hai sempre fatto e sempre lo potrai fare” lo rassicurai.
Si voltò verso di me, finalmente, fissandomi negli occhi e deglutì rumorosamente.
“beh, ecco io.. io volevo..” fece un respiro profondo e guardò a terra.
“io volevo che tu passassi il compleanno migliore della tua vita. Ecco.. So che non hai avuto una vita con rosa e fiori e beh.. volevo che fosse speciale.” Scrollò le spalle. Allontanò di nuovo lo sguardo e cercai di ricatturarlo, lui alla fine lo ricambiò.
Gli feci un sorriso. “questo è il migliore in assoluto! Non potrei essere più felice di cosi! E poi.. da quando ci sei tu la mia vita e diventata perfetta!” Arrossii. Lui avvicinò il suo volto al mio e mi diede un bacio, mi sollevò da terra e riprese a baciarmi con più ardore.
La giornata passò in un fulmine. rimanemmo li a baciarci o a parlare. Ogni volta che lo guardavo il cuore mi si riempiva cosi tanto da poter esplodere. Era dolce, simpatico, bello, intrigante, interessante e tante altre cose.
Era il mio ragazzo, era mio, e lo sarebbe stato per sempre.
“che guardi??” mi chiese svegliandomi dalle mie fantasticherie. “sei arrossita? Perchè?”
Ero arrossita?????? Mah.. ora non capivo nemmeno più il mio corpo.. Mi feci scappare un risolino. Lui il ragazzo più perfetto con una ragazza come me. Da buttare, difettosa e probabilmente anche pazza.
“no niente amore.. mi chiedevo come poteva un ragazzo come te, stare con una come me.” Gli sorrisi, sapendo che si sarebbe arrabbiato.
Avevamo fatto quel discorso tante volte. Si arrabbiava perchè per lui "mi sottovalutavo".. Ahahah.. non è colpa mia se tu sei troppo perfetto in confronto a me! pensai. Ma la sua reazione mi sorprese eccome, sospirò.
“me lo chiedo ogni giorno sai? Come può il cielo perdere un angelo cosi bello qui d’avanti a me e non venirlo a cercare armato fino ai denti?”
Risi. Sfortunatamente non ero la ragazza adatta per parlare di religione. Io non avevo mai creduto in Dio con annessi e connessi.
E se esisteva.. Beh nella vita non mi era stato molto d’aiuto! Il rapporto con tutte le persone che mi circondano ne era la prova..
Genitori che ti buttano in mezzo alla strada.. Parenti indifferenti.. Ragazzi bastardi.. fortunatamente con un'eccezione!
“Dio ed io sfortunatamente guardiamo in direzioni diverse. Non andavamo molto d’accordo. Sai com'è.. Rapporti uomo/donna!” Alzò gli occhi al cielo ma gli angoli delle sue labbra tradirono un sorriso.
"mmmh.. allora devo proprio farci due chiacchiere.." risi e si andò a sedere sul divano, io
lo seguii sedendomi sulle sue gambe e mi abbracciò. Stavamo per baciarci quando sentimmo un ‘toc toc’ provenire dalla porta.
Sussultai. E sorridemmo. “entrate!” urlò Lucas.
“Si può?” chiese Walter esitante. Annuii, poi vidi Vale con le braccia piene di pacchetti.
Feci una smorfia. Troppi, troppi regali!! Lei notò la mia espressione e mi fece un ghigno malefico.
“Avevo ordinato!” scandii per bene la parola “niente regali! Perchè mi ignorate sempre?!”
“e dai!” fecero tutti e tre contro di me. 
“Perchè non tutto quello che dici ha senso Ma ora parliamo di cose serie! Questo.." e m'indicò un pacchetto "beh.. è da aprire.. un altro giorno..” Disse Vale distogliendo lo sguardo con aria imbarazzata e lo scambiò con Walter.
“Forza apriamo i regali!” disse Walter, ne ero certa, per cambiare argomento.
Vale mi regalò un completo stupendo fatto da uno stilista, a detta di lei famoso, della quale non avevo mai sentito parlare.
Regalo Valeria
Walter mi regalò un bracciale, collana e orecchini firmati Guess..

Regalo Walterhttp://uomodonna.net/wp-content/uploads/2011/04/guess-gioielli-estate-2011.png


Li guardai male e loro ridacchiarono.
Arrivata al regalo di Lucas diventai nervosa contava, per me, più il suo di regalo.
Sperai che almeno lui mi avesse dato ascolto.
“So che non ti ho dato ascolto.. Però ci tenevo tanto a farti un regalo, anche se insignificante.” Disse con un sorriso e capendo i miei pensieri. Alzai gli occhi al cielo e risposi nervosa e con il cuore a mille.
“Dammi.” Gli porsi la mano guardando altrove. Non ricevendo niente alzai lo sguardo e lui era intento a sbottonarsi la camicia. Aggrottai la fronte. Mi vuole regalare la sua camicia????? Lanciai uno sguardo confuso ai miei amici e capii dal loro sguardo che la sapevano lunga. Ritornai a Lucas che nel frattempo aveva finito e notai sul petto, all'altezza del cuore, una garza.
Lo fissai perplessa e mi preoccupai. Si è fatto male? Dove? Quando?
“levala tu amore..” dalla sua voce trapelava un filo d'imbarazzo mentre mi porgeva la mano. Perplessa e sempre più confusa gliela tolsi e rimasi a bocca aperta.
Si era, fatto.. un tatuaggio! Sul suo petto splendette una A alata.
Tatoo Lucky


“Beh, so che ti piacciono molto i tatuaggi.. Ehm.. che ne pensi?” chiese esitante.
Non sapevo cosa dire, avevo perso la lingua e sentivo un groppo enorme in gola, i miei occhi si riempirono di lacrime.
Volevo dire tante cose, alcune niente a fatto carine, altre cosi sdolcinate..
“Non ti.. piace?” mi chiese e la sua espressione si distorse tra il dispiacere e il dolore, ma lo diede a vedere per poco, prima di indossare una maschera rilassata.
“shh!!" esclamai scacciando il groppo "Non ho detto che non mi piace!”
“quindi ti piace?” chiesero in coro tutti e tre. Annuii e i loro volti s’illuminarono.
“E non è finita!” mi disse Vale, mi girai per guardarla male.
“Già, questo è solo l’assaggio amore mio! Apri quel pacchetto” Sorrise ancora più forte. Scossi il pacchetto e non sentii niente, curiosa lo aprii e vidi un foglio bianco. Lo guardai perplessa.
“Questo è per te! Hai sempre desiderato farne uno! Te l’ho scelto già e domani andiamo a farlo!”
Oh, mio, diooo!!!! Urlava la mia testa. Con un dito mi chiuse la bocca divertito, non mi ero accorta di averla spalancata, di nuovo.
“Io domani vado a lavoro..” bofonchiai.. Scossero la testa. Ah già.. le ferie..
“Ok! Ok! Grazieee! Sono felicissima lo ammetto!!!” dissi saltellando e abbracciano Lucas.
Wow che serata! Non vedevo l’ora di andare a letto anche se non volevo che la serata finisse.Alla fine la serata finì e dopo aver salutato e abbracciato i piccioncini, andammo a letto.
Ero elettrizzata per il tatoo e non riuscivo a prendere sonno. Fissavo e rifissavo il tatuaggio sul petto del mio ragazzo.
Il mio ragazzo, la mia vita, il mia amore. Era li, che sonnecchiava tranquillo fra le mie braccia.
Se avresti coraggio ce la faresti! Diceva una vocina nella mia testa.. È facile.. basta andare di là a mettere un completino magari, continuò imperterrita, arrossivo solo al pensiero…, e poi non ci sarebbe stato bisogno d’altro.
Ne parole, ne spiegazioni. Sarebbe stato facile come respirare. Diamine! Dov'è andata tutta la mia grinta?! Ohhh ufffff!!
Andai a cambiarmi. Ce la farai, Ce la farai, mi ripetevo.
Ok ce l'ho fatta! E adesso.. cosa faccio???!?!
Lo abbracciai e pensai ad un modo in cui iniziare…
“amore.. non riesci a dormire?” mi chiese Lucas abbracciandomi più forte svegliato da mio movimento. Deglutii rumorosamente.
“No..” non avevo voce. Aprì gli occhi. Non riuscivo a fare niente.
“Perchè sei rossa?”
Oddio sono anche rossa!! Possibile che tutte le figuracce dovevano capitare a me?! Involontariamente mi sfiorò la schiena e lui la sentì nuda. Da quando vivevamo insieme avevo deciso di usare il pigiama, o almeno qualcosa che vi assomigliava.
Lanciò uno sguardo al mio corpo indugiando su alcuni punti. Deglutì rumorosamente.
“Oh.” mi fissò negli occhi “Ne.. ne sei.. sicura?” il dubbio e l'amore nei suoi occhi mi diedero un pò di coraggio.
Annuii sorridendo timidamente e lui mi strinse a se baciandomi dolcemente.

Il giorno dopo mi svegliai entusiasta.A parte un leggero indolenzimento mi sentivo in paradiso. Mi alzai ed andai in bagno coprendomi con un lenzuolo.
Quando tornai Lucas si era svegliato e mi guardava sorridente. Fissò il mio corpo e ridacchiò.
"Amore, ho già visto il tuo corpo ormai perchè ti copri?"
Arrossii "è vero però.." mi morsi il labbro e sospirai andando vicino al letto.
Lasciai scivolare il lenzuolo lui mi prese la mano e mi tirò a se sul letto. Si porto su di me e mi guardò negli occhi prima di baciarmi e mi abbandonai nelle sue braccia.

Nel pomeriggio andammo a fare il tatuaggio.
Mi chiesi com'era visto che non me lo aveva fatto neanche guardare.
Lo feci sul bacino. Alla fine mi voltai verso lo specchio per vederlo e rimasi senza parole. Era davvero stupendo!

Cuore con nota                                        
Un cuore semplice con la chiave di violino.

L&A

Deglutendo rumorosamente chiesi a TJ, il tatuatore di farmene un altro. Una L ed una A che avevo trovato su internet.
Tornammo a casa ove trovammo Walter e Vale che ci aspettavano.
Dopo avergli fatto vedere i miei tatuaggi decidemmo di aprire il pacchetto.
Il regalo in più di Vale in realtà era, un 'indizio'. Dentro vi erano due scarpette per neonati, una blu e una rosa.
Fissai Vale e capii! “Vale è incinta?!” urlai.
Lei arrossì e Walter la strinse più forte ma annuì. La mia reazione sorprese tutti. Anziché arrabbiarmi, iniziai a saltellare dalla gioia.
“Che bello! che bello! che bello! che bello!” trillai felicissima.
“ne sei felice? Non inizierai a fare le tue solite scenate?” mi chiese lei sconvolta e fissò Lucky.
Alzai gli occhi al cielo. “certo che sono felice” dissi abbracciandola stretta.
“come potrei non esserlo! Oddio! Forse era meglio aspettare però.. Ma WOW! un bimbo!!”
E risi allegra fissandola. Lei guardava Lucas ancora sconvolta.
"Qualsiasi cosa tu le abbia fatto, ti ringrazio!" gli disse, poi mi guardò truce.
"Chi sei tu? E che fine hai fatto fare alla mia migliore amica?!" mi puntò un dito contro.
Risi e li abbracciai di nuovo. Iniziammo a chiacchierare allegramente.
“Sai” mi disse Walter con un mezzo sorriso all'improvviso.
“se è femmina la chiameremo Aurora” sfiorò la pancia di Vale istintivamente. Lei gli diede una gomitata.
"Glielo volevo dire io! E comunque, se è maschio.." Walter mimò con le dita il rullo dei tamburi.
"Lucas!” trillò Vale. Mi s’inondarono gli occhi di lacrime! Lucas mi strinse forte, quando si accorse della mia reazione.
“Davvero? La chiamerete come me?” annuirono e le lacrime mi rigarono il viso.
“Ehy forse come me! Non dimentichiamolo” disse Lucky ridendo e baciandomi la guancia.
"Se non saranno tutti e due!" scherzò Walter e ridemmo felici.

L'idea di avere un bambino in casa non mi aveva mai sfiorato la mente, ma con Valeria incinta ci pensai su.
Una domenica mattina appena sveglia andai in cucina per preparare il caffè.
Canticchiavo tranquillamente mentre mi vestivo e sobbalzai spaventata quando sentii nell'entrata qualcosa che sbatteva e qualcuno che sbuffava. Presi una lampada da un comodino ed andai in silenzio verso l'entrata.
Un altro sportello che sbatté e l'adrenalina mi entrò in circolo, svoltai l'angolo e mi ritrovai di fronte Valeria. Sobbalzai spaventata a morte e mi misi una mano sul cuore piegandomi.
La vedi mentre si poggiò una mano sul cuore e l'altra sul pancione e respirò affannosamente.
"VALE! Si può sapere.. che ci fai qui.. a quest'ora?!?!" chiesi mentre riprendevo fiato.
"Tesoro calmati! mi hai fatto prendere un colpo!"La guardai truce.
"Sono calma, mi hai solo fatto credere fossero entrati i ladri!" Posò i suoi occhioni azzurri nei miei e capii che era successo qualcosa.
"Hai.. litigato con Walter?" le chiesi per capire.
"Cosa?? No! Certo che no!" la fissai confusa.
"E allora cos'è successo?" Sbuffò abbassando lo sguardo.
"E' successo che mi sono guardata allo specchio!" Aggrottai le sopracciglia confusa e lei continuò.
"Guardami! Sono enorme! Non Riesco nemmeno a vedermi i piedi! e sono solo a sei mesi.."
La guardai e la trovai bellissima, la gravidanza le donava. Le ha fatto prendere un paio di chili che le donano facendola sembrare ancora più formosa.
"Tesoro sei bellissima di cosa ti preoccupi?"
"Uff, non lo so, ho gli ormoni che mi circolano impazziti.." Risi e la porta di casa sbatté di nuovo.
"Vale? Amore sei qui?" Walter. Entrò in cucina e la stringe forte sospirando.
"Non farmi mai più uno scherzo del genere!"
"Che ha fatto questa volta?" Alzai gli occhi al cielo divertita.
"Mi sono svegliato e lei non c'era. Niente, sparita! Ho girato tutta la città per cercarla!"
Si girò esasperato verso di lei "Amore lo sai che non devi camminare troppo, non fa bene ad A.." s'interrompe e si tocca le costole con una smorfia.
Mi sento avvolgere da dietro e un bacio sul collo mi fa fremere.
"buongiorno amore" mi sussurra Lucas in un orecchio.
"Ehy ragazzi cosa ci fate qui?" andò ad abbracciare Valeria "Ma guardati, sei stupenda!"
Sorrisi a Valeria che scosse la testa rassegnata.
"Portiamo notizie, amico mio" disse Walter sorridente e io lo guardai curiosa.
"Notizie?" dissi andando verso la caffettiera e la indicai a Walter che mi fece segno di si.
"Vale, vuoi un succo?" dissi andando verso il frigo e prendendo il latte e il succo.
"Si, grazie" guardai il tavolo e vedi pronti già i bicchieri, tazze e zucchero presi da Lucas. Lo bacio felice e guardo Valeria che mi sorrideva. I suoi occhi brillavano. Che succede?
"Facciamo prima colazione, se no mi addormento sul tavolo però" disse Lucas e tutti annuiamo.
Valeria si schiarì la gola e richiamò la nostra attenzione mentre sciacquavo le stoviglie sporche che Lucas mi passava.
"Allora, la volete o no questa notizia??" Annuii.
"Ieri siamo andati a fare una visita di controllo, e.. ci siamo fatti dire il sesso!" Rimasta senza parole aggrottai la fronte.
"Ma non dovevate aspettare?"
Fece spallucce e sorrise "Lo vuoi sapere o no?"
Lucas rise "Andiamo Vale, tanto già lo so che sarà un Lucas!" Sorrido e annuisco d'accordo con lui.
Walt e Vale si guardano "E invece è un Aurora, Lucas! mi spiace hai perso!" esclama Valeria e gli occhi le luccicano.
Sento i miei gonfiarsi insieme ai suoi per la gioia. Una bambina! Li abbraccio felice e mi asciugo le lacrime ribelli mentre Lucas mi abbraccia baciandomi il capo.
"Ehy spero che ameno al battesimo resti seria mentre la tieni, piagnucolona!" scherzò Walter.
Altre lacrime scesero. "Sono la sua madrina?!" Vale mi strinse la mano guardandomi negli occhi.
"Non c'è nessuna persona di cui mi fido, a parte voi, per affidare mia figlia, e poi, a chi pensi che avrei potuto farlo fare, eh??"
La abbracciai facendo attenzione alla sua pancia.
"Ah già, prima che mi dimentico!" mostra la mano sinistra mordendosi il labbro felice "CI SPOSIAMO!"
In un giorno ero ufficialmente diventata madrina e damigella d'onore.
Ormai era passato un mese e già iniziava il conto alla rovescia. Sorrisi al ricordo mentre passeggiavo per i negozi con Lucas.
Eravamo li per comprare dei regali alla futura neo-bimba e per i suoi genitori. Passeggiavamo abbracciati e chiacchierando quando fissando una vetrina, mi bloccai. Al suo interno c'era un abito da sposa sontuoso, semplice ed elegante.
Abito Aurora
Rimasi a fissarlo incantata e mi ci figurai dentro involontariamente.
Mi morsi il labbro e non potei fare a meno di immaginare un ipotetico matrimonio con Lucas. Scossi la testa. Io ero sempre stata contro i matrimoni, ma perchè il desiderio di esserlo con Lucas era cosi forte?
Lucas mi abbracciò facendomi distogliere lo sguardo dal vestito e mi guardò negli occhi, i suoi emanavano fiamme. Si voltò un ultima volta verso la vetrina e mi fissò di nuovo, togliendomi il respiro per l'intensità del suo sguardo.
"Aurora" sussurrò roco e si schiarì la gola "Amore.. ho appena finito di immaginarti in quel vestito." Scosse la testa come per scrollarsi i pensieri.
"Ho visto come lo guardi e posso risponderti. Saresti bellissima" Risi imbarazzata cercando di nascondere il rossore e lanciando un altro sguardo al vestito.
"Certo, ma non sono io quella che sta per sposarsi." Un ombra passò sul suo volto.
"Lo vorresti?" fece serio ma vidi l'ironia nel fondo dei suoi occhi.
"Me lo stai forse chiedendo?" Inarcai un sopracciglio e lui rise.
"No di certo amore! Se cosi fosse ora staremmo facendo qualcosa di romantico." mi prese la mano e ritornammo a casa.
"Sai" dissi mentre camminavamo "anche io ho immaginato come sarebbe stato con quell'abito"Sorrise ma non disse nulla, visibilmente sovrappensiero.
"Lucky, io vado a fare una doccia" dissi consapevole del fatto che non mi stesse ascoltando, una volta arrivati a casa. Annuì ed accesi la radio.
Quando finii mi misi un baby doll (casto) nero, anche se era Novembre faceva ancora un bel tempo tiepido però mi portai dietro una coperta.
Mi sedetti sul divano e cominciai a smaltarmi le unghie dei piedi. Lucas mi raggiunse, mi fissò e sorrise.
Quando finii mi rannicchiai prendendomi le gambe fra le braccia e poggiandoci il mento sopra e lo fissai. Dopo un pò annoiata cambiai posizione sedendomi ed incrociando le gambe e lui ci appoggiò la testa. Per non irritarmi accesi la tv, e cominciai a carezzargli i capelli e il viso, cercando qualcosa da vedere. Trovai un film e mi misi a guardarlo senza interesse. Quando finì anche il film non ne potei più. Gli presi il viso fra le mani ed inclinai il mio verso il suo.
"Amore! Mi dici a cosa stai pensando prima che impazzisca?"
"Sinceramente?" Annuii "all'inizio stavo pensando ma poi ho trovato più interessante te e mi sono messo ad osservarti" Socchiusi le palpebre.
"Quindi avrei aspettato annoiandomi tutto questo tempo?" Ridacchiò
"Emh.. si" Sbuffai.
"Mi dici a cosa stavi pensando?" cambiai argomento. Strinse le labbra
"Vuoi davvero saperlo?" Aggrottai la fronte
"E' cosi brutto?"
"No affatto, ma per te si" sorrise. Deglutii
"Avanti parla"
"Ricordi quel vestito? mi ha dato da pensare a noi e al matrimonio. So che tu non ne vuoi sapere, ma io vorrei davvero che il nostro rapporto si.. ufficializzasse." Lo fissai negli occhi senza capire. Si alzò e mi prese il viso fra le mani e continuò.
"Aurora, voglio davvero avere un futuro con te, come tuo marito. Ma so che in te sono radicate convinzioni cosi profonde che ci metterò mesi a farti cambiare idea, ma per te ne vale la pena." Lo fissai a bocca aperta senza parole ma lui continuò ancora.
"Sai che non ho mai avuto rapporti seri con le altre.. Neanche io desideravo sposarmi fino a quando non mi sono innamorato di te. Quindi che ne dici di procedere a piccoli passi?"
Piccoli passi? Aggrottai la fronte confusa e curiosa e chiesi "In che senso?"
Fece un respiro profondo. "che ne dici di ufficializzare il nostro rapporto? Magari.. venendo a conoscere i miei?" Spalancai la bocca incredula di fronte alla sua domanda e rimasi senza parole e lui rintuzzò.
"Gli ho già parlato di te e non vedono l'ora di conoscerti ed io, vorrei fargli conoscere la mia ragazza." Strinse un pò la presa sul mio volto ed aumentò la fiamma dei suoi occhi.
"ti prego, una cena dei miei per farti conoscere, ti chiedo solo questo, per noi, per me.." Mi morsi il labbro costringendomi a riflettere seriamente sulle sue parole. Avrei fatto qualsiasi cosa per lui.
"Amore" i suoi occhi ardevano come ossidiana blu. "una cena non ti ucciderà mica" Come dire no a qui occhi se splendevano cosi?
"Ma veramente io.. non.." Cercai di prendere tempo mentre riordinavo i miei pensieri.
"Non ti sto chiedendo subito una risposta, ti sto dicendo pensaci."
Annuii, i suoi occhi splendevano magnetici e m'impedivano di parlare.
"Grazie" mi diede un bacio e si risistemò sulle mie gambe ed io rimasi li imbambolata a cercare di mettere a posto i miei pensieri. Deglutii e sospirai, affondando ancora di più nel divano.
"Ah, quasi dimenticavo" si porto una mano sulla fronte come a darsi una pacca. "Sta arrivando Valeria e.."
"Salve ragazzi! Come state, eh piccioncini?" e si sedette sul divano agitando le braccia in modo buffo, con quel pancione non riusciva a fare niente. Mi scappò un risolino e cercai di aiutarla. Sentii Lucas che si copriva il volto con la mia maglia e soffocava una risata.
"Ehy bellezza, dove hai lasciato tuo marito?" chiesi quando si fu seduta. Ghignò
"Oh, è intento a prendere dei pacchetti dalla macchina."
Walter entrò "C'era proprio bisogno di portarli tutti qui oggi? Ciao ragazzi.." Mi voltai a guardarlo, si teneva le mani rosse e se le massaggiava, gli sorrisi.
"Sei diventato ufficialmente il suo schiavetto, eh?" Annuì tristemente e io risi di gusto. Guardai Vale con occhi ancora di lacrime. Sorrideva.
"Aury.. posso andare in bagno?"
"Ma certo! Aspetta che ti aiuto." Annuì
Lucas si alzò facendomi alzare e mi sfiorò la schiena facendomi fremere. Aiutammo Vale ad alzarsi e l'accompagnai in silenzio, si stiracchiò ed entrò. Mi misi a pensare alla discussione con Lucas e valutai le possibilità.
Felicità di Lucas= felicità mia.
Felicità di Lucas= Genitori/suoceri, rabbribividii.
Genitori=matrimonio.
Matrimonio=felicità Lucas
E la mia felicità? Sbuffai
Felicita di Aurora.. = felicità Lucas
Uscita dal bagno Vale alzò le sopracciglia "beh, mi vuoi dire che succede o no?"
Abbassai lo sguardo e mugugnai "Lucas mi ha chiesto di andare a conoscere i suoi.."
"Davvero??! Ma è fantastico!" esultò prendendomi le mani.
"Mmmmh" mi prese la mano e la guardai. Lei vide nei miei occhi il timore e rise.
"Tesoro, non devi aver paura! Sei sempre piaciuta ai genitori, pensa a quando hai conosciuto i miei, li hai incantati"
"Lo so, però.. e se loro non mi accettassero??" Scosse la testa ancor prima che finissi di parlare.
"Aurora, non pensare alle conseguenze, vivi la vita, se io non lo avessi fatto ora non sarei cosi felice" La fissai in silenzio.
"Hai ragione, la sto facendo più grave di quello che è." Ammisi alla fine.
Tornammo in salotto e mi tuffai nelle braccia di Lucas che mi strinse forte e mi baciò il capo.
"Ragazzi noi andiamo, sono stanca" Walter la fissò aggrottando le sopracciglia.
"Siamo appena arrivati" Lei lo fissò e sorrise
"Sai, mi sono ricordata di aver visto un completo e voglio comprarlo prima che non lo trovo più" Walter sgranò gli occhi e noi ridacchiammo.
"Ancora altre compere? Ma avrai come minimo svaligiato tutti i negozi in cui siamo andati!" Lo raggiunse prendendolo per mano.
"Ti prego" e fece un espressione da bambina che fece intenerire persino me.
"OK, OK! Andiamo! Ma poi basta!" e le baciò le labbra. Fecero ciao con la mano e noi sorridemmo.
Lucas mi baciò il collo, spostandomi delle ciocche, con la mano scese come una carezza fino ai fianchi e mi morse il lobo. Fremetti e lui rise riportando le mani sulla mia pancia, ma continuò a sfiorarmi il collo con le labbra.
Persi la testa e lui mi sussurrò in un orecchio con voce dolce e roca "Non dovresti andare in giro cosi, mi fai.. impazzire.. al solo pensiero di quello che.." Mi morse il collo ed io risi maliziosa.
"Forse sto cercando di corromperti" Inclinai la testa, al tocco delle sue labbra sul collo, deliziata.
"O forse io sto cercando di corromperti, diventi parecchio.. mansueta in certe circostanze".
Seguì la linea del mio collo col naso, sentii il mio cuore volare, annaspai in cerca di aria mi morsi il labbro e lui soffocò una risata tra i miei capelli. Mi alzai e mi misi a cavalcioni e presi a baciargli il collo, levandogli la canotta. Buttò indietro la testa, chiudendo gli occhi e mise le mani sui miei fianchi. Gli morsi il lobo e lo baciai, mordicchiai anche il labbro inferiore e lui gemette in risposta. Presi a baciargli di nuovo il collo fino ad arrivare sul petto. Baciai delicatamente il tatuaggio e risalii. Poggiai la mano sul suo petto e sentii il suo cuore impazzito. Morsicai di nuovo il suo lobo.
"Non mettermi alla prova amore, ho anche io le mie armi" Bacio sul collo "e lo sai bene"
Rise mettendomi le mani sotto la maglia e mi sfiorò la schiena facendomi rabbrividire, mi schiarii la gola e continuai.
"E poi, non c'è bisogno di compromettermi, mi hai già convinta." Continuai a baciargli il collo appoggiando le mani sulle sue spalle. Smise di sfiorarmi la schiena e mi allontanò un poco per guardarmi con occhi ardenti di desiderio, scosse la testa.
"In che senso ti ho convinta?" chiede con voce roca.
"Ho deciso, accetto di conoscere i tuoi."
"Davvero?" Annuii e lui mi strinse forte al suo petto. "Non sai quanto mi rendi felice sentirtelo dire" e mi baciò il capo.
"Ma!" Alzo un dito "ad una condizione" aggrottò le sopracciglia "Voglio qualcosa in cambio"
"Tutto quello che vuoi." Rispose prontamente. Mi morsi il labbro.
"Prima dobbiamo finire una 'discussione' "
Ridacchiò. Mi baciò e mi ritrovai sdraiata sul divano con lui addosso e ridendo iniziai a spogliarlo.



"So che non ami l'idea del matrimonio, e della tua scarsa fede, ma vorrei che i miei genitori sapessero che ho una fidanzata stupenda che diventerà mia moglie…" Inarcai un sopracciglio, matrimonio? "...con una dura lotta certo, e che la amo e che lei mi ricambia grazie al cielo."
"Sto venendo a conoscere lo stesso i tuoi" gli feci notare.
Sospirò frustato e mi guardò dritto negli occhi. "Non sarebbe la stessa cosa, il matrimonio non cambierebbe niente alla nostra vita, Aurora. Continueremo a vivere la nostra vita normalmente. Pensaci. Mi renderebbe davvero felice".
I miei occhi divennero due fessure, non sopportavo quando usava quella carta e lo sapeva bene. Sapeva che pur di renderlo felice avrei fatto qualsiasi cosa, ma il matrimonio non era proprio fatto per me.
"Ok,ok! Ci penserò, ma non ti auguro niente!" sbuffai.
Ripensai alla nostra discussione. Tutto era iniziato solo perchè gli avevo confessato, arrossendo, di aver sognato noi con due bambini.
Nella mia mente c'era ancora stampata l'immagine di lui con una bambina dai capelli castani ricci, con due occhioni azzurri, mentre giocavano, e di me con un bambino con i capelli neri e occhi come i miei. Provavo ancora quella sensazione di calore che avevo sentito quella notte.
E lui aveva risposto "Amore se vuoi avere figli per me non ci sono problemi, però vorrei che prima ci sposassimo"
Uff.. io ero nata con la convivenza già in testa. Per me il matrimonio non significava eterno amore, ma ergastolo a vita. Mancanza di fiducia nel proprio partner.
Era un contratto. Serviva solo per tenere stretto il proprio partner ed essere sicuri che se ti lascia almeno ti darà gli alimenti. Sbuffai ed andai a prepararmi mormorando cose incomprensibili.

Ed eccomi sulla moto stretta a Lucas mentre andavamo a conoscere i suoi. Avevo il cuore che batteva a mille e già immaginavo i più tragici finali: Una caduta per terra, un piatto rotto, una frase sbagliata.. Repressi un brivido.
Arrivati sotto casa sua alzai la testa per ammirare la villa. Scendemmo dalla moto mi tolse il casco e mi prese il viso tra le mani. Cercai di farmi confortare dalla sua stretta.
"Andrà tutto bene amore, ne sono certo. Gli sarai simpatica, gli piacerei da subito te lo prometto." mi baciò ed annuii. Mi prese per mano e mi portò d'avanti all'entrata. Sospirai racimolando le forze ed il coraggio.
"Sei pronta?" chiese fissandomi intensamente preoccupato.
"Neanche un pò, ma andiamo prima che cambi idea ed inizi a correre urlando."
Sorrise, la tensione che provava non gli permetteva altro. Suonò e le mie palpitazioni aumentarono.
La porta si aprì ed una donna snella sulla quarantina apparve dietro la porta. La fissai e cercai di non spalancare la bocca. Sperai di essere come lei alla sua età. Non mostrava affatto i suoi quarantaquattro anni, sembrava una ventenne. Castana, con un viso simile alla porcellana e con occhi azzurri. Era uguale a Lucas! La somiglianza era tremenda.
"Ciao mamma" disse Lucas dandole un leggero bacio sulla guancia.
"Ciao tesoro" gli sorrise dolcemente e si girò verso di me "E ciao anche a te" rispose squadrandomi senza smettere di sorridere.
Sinceramente, fossi stata al posto suo, avrei fatto lo stesso. Infondo gli avevo portato via il suo unico figlio. Però non potei fare a meno di sentirmi infastidita. "oh entrate" aggiunse. L'interno della casa era ancora più spettacolare.
"Mamma, ti presento Aurora, Aurora lei è mamma."
"Buona sera signora, piacere Aurora" Dissi con la gola secca mentre arrossivo in imbarazzo. Ha già detto il tuo nome stupida! La mia voce era bassa, non sapevo che fare e decisi di porgere la mano.
La signora sorrise "piacere Martina" disse abbracciandomi. Rimasi sorpresa da tanto calore, non me l'ero aspettato.
"Mamma ma dov'è papà?" chiese Lucas guardandosi intorno.
"Ehy Lucas! Figliolo da quanto tempo! Vieni qui abbracciami!" disse il padre scendendo di corsa le scale e si abbracciarono.
Il padre gli sussurrò "si sente la tua mancanza, non fa altro che bacchettarmi tutto il giorno!" ridacchiarono e io sorrisi divertita.
"Papà! Sei in forma!". Ma sono tutti giovani in quella famiglia??? Il padre, un bell'uomo dai quarantasei anni, castano e carnagione olivastra mi fissò sorridente.
"E lei chi è?” disse sempre più sorridente il padre, schioccandomi un sorrisone alla quale non potei fare a meno di ricambiare.
"Papà, mamma, lei è Aurora, la mia fidanzata" disse felice e orgoglioso. Da imbranata arrossii. Il padre rise divertito.
"Cara io sono Carlo! è un piacere conoscerti finalmente!" poi bisbigliò "non farti ingannare dai modi di mia moglie è una tenerona" e mi fece l'occhiolino.
La moglie gli diede una gomitata ma sorrise. E tutto mi diventò normale, come sorridere e dire:
"Anche io sono felice di conoscervi" il mio tono normale, fortunatamente. Lucas mi abbracciò e mi diede un bacio sulla fronte per incoraggiarmi e disse
"In realtà è spaventata a morte." Ridacchiò e i suoi genitori fecero lo stesso. Arrossii e gli tirai, senza farmi vedere un pizzico sul braccio.
"beh, accomodatevi." Disse la madre quando smise di ridere.
Mi fece vedere la casa e ne rimasi ammaliata. Seduti in salotto iniziammo a parlare. Lucas era spaparanzato sul divano con un braccio che circondava lo schienale e con l'altro, mi teneva bloccata a lui.
"Sono felice di conoscerti cara, questa è la prima volta che Lucas mi presenta una sua ragazza. Le altre volte lo sono venuta a sapere dalle mie amiche". Sospirò facendo un broncio e lanciando un'occhiataccia al figlio. Lucas s'irrigidì ma io continuai a sorridere facendo finta di niente.
Il marito la fulminò con lo sguardo ma lei lo ignorò, ma rassegnata aggiunse:
"Si vede che ti ama e che è una cosa seria, se no, non ci troveremmo tutti qui."
"Mamma, quando si mangia?" chiese Lucas prima che potessi dire o fare qualcosa.
"Vado a controllare" Rispose prontamente alzandosi.
"Vengo con te cara." Disse il marito e la seguì sorridendomi. Lucas sospirò ed appoggiò la testa sulla mia.
"Mi dispiace amore, spero non te la sia presa, avrei dovuto immaginare una sua simile reazione." Voltai la testa verso di lui e sorrisi.
"beh, a parte 'tutte le tue ex'.." dissi acida chiedendomi chissà quante ne avrà avute, aggiunsi "..mi è simpatica. E' schietta e testarda." Dissi sorridendogli. Lui mi guardò perplesso e poi iniziò a ridere.
"L'ho sempre detto io.. tu sei strana.. il tuo cervello lavora al contrario secondo me." disse baciandomi.
Gli morsi il labbro "ahi!" disse lui toccandolo.
"Cosa intendi per 'il tuo cervello lavora al contrario'?" socchiusi gli occhi.
"beh, credevo ti saresti arrabbiata.. Siete tutte e due testarde ed estremamente orgogliose, pensavo non sareste mai mandate d'accordo" scrollò le spalle.
"ma se all'entrata.."
"se ti avessi detto la verità, saresti entrata nel pallone ed avresti iniziato a parlare costringendomi ad annullare tutto. Avevo solo una possibilità e l'ho rigirata a mio favore ma come hai detto tu stessa, non sta andando male"
Stavo per rispondere ma la madre entrò dicendo che era pronta la cena. Lucky mi prese per mano e mi condusse in cucina "ne parliamo dopo" bisbigliai.
Il tragitto verso casa fu silenzioso, forse si stava preparando per ricevere tutte le mie domande. Sospirai.
"Eccoci a casa." finalmente.. Sotto certi versi era stata una serata pesante, sotto altri mi ero davvero divertita. I suoi genitori erano davvero due simpaticoni.
Ma lui non mi badava, era perso ancora nei suoi pensieri, scrollai le spalle e decisi di andarmi a cambiare.
"Ferma là tu" disse prendendomi per la mano.
"Ah, ti sei svegliato" sorrisi
"scusa stavo pensando..." mi abbracciò, c'era qualcosa che non mi quadrava.
"A cosa?" cercai il suo sguardo, lui chiuse gli occhi e mise la testa sulla mia spalla.
"mah, a tante cose.."
"Ad esempio?" Sospirò aveva capito che non mi sarei arresa facilmente. "Al fatto che stasera sei stata strepitosa"
Aspettai in silenzio che continuasse "Mio padre ti adora, per lui sei perfetta per me. A mia madre sei molto simpatica, ma ancora.. non si 'fida' diciamo. Ma ha detto che cercherà di accettarti e credo che lo abbia già fatto, visto che mi ha confessato di adorarti." Wow..
"Continua.." Mi guardò dritto negli occhi e li alzò al cielo.
"Non ti arrendi mai eh? beh.. mentre tu chiacchieravi con papà abbiamo parlato un pò.. mi hanno chiesto se è una cosa seria e io gli ho risposto di si, ovviamente.." era in imbarazzo ma continuò "mi ha chiesto se, se volevo sposarti.. bé, come già sai, lo voglio, quindi gli ho risposto di nuovo si e lei mi ha fissato intensamente e se n'è andata." Gli presi il viso per osservarlo e lo guardai perplessa, non riuscivo ancora a capire.
"Quando tu sei andata in bagno, i miei mi hanno dato una cosa.." Mi prese il viso e mi fissò per un pò negli occhi in cerca di qualcosa.
"Sto per fare una cosa molto seria Aurora e spero che tu, non inizi a ridere o a fare scenate. Non è niente di preoccupante, ma ricorda che ci tengo molto e spero in un tuo si" Mentre mi lasciava il viso e il suo si arrossava leggermente, mi prese la mano sinistra e nella mia testa sentii un campanellino
"Oh. Mio. Dio.." mi sfuggi dalle labbra.
"Ti prego.. Aurora, luce dei miei occhi, amore mio, in questo momento vorrei dirti tante, tantissime cose, alcune te le ho già dette e altre che già sai da te, ma che provo davvero nel profondo del cuore. Mi sono innamorato di te sin dal primo istante che ti ho vista e che ho sentito la tua voce, e dubito che qualcun altro non avrebbe fatto lo stesso al mio posto." Rise e mi vennero gli occhi lucidi e il battito del mio cuore accelerò ancora. Sembrava volesse uscire fuori dal petto e posarsi sulle sue mani.
"Ti amo piccola e ti amerò per sempre. Prometto che non ti farò mai soffrire, il mio cuore appartiene a te soltanto e lo sai, senza di te la mia vita ormai non avrebbe più senso." Prese fiato e s'inginocchiò guardandomi negli occhi "Aurora, amore mi vuoi sposare?"
Il suo sguardo nei miei occhi era cosi ardente.. cosi splendente, cosi espressivo. Era come se mi dicessero tutte le emozioni che provava in quel momento.
Sentii un groppo in gola per l'emozione. Sapevo che anche un piccolo gesto sbagliato lo avrebbe ferito, ma in quel momento non mi venne da ridere o sbuffare.
La mia vita ormai era fatta di Lucas. La mia vita era Lucas. Neanche io riuscivo a vedere la mia vita senza di lui. Volevo lui e lo volevo per sempre.
Le lacrime iniziarono a scendere e sul mio viso iniziò a nascere un gran sorriso.
"Si! Si, lo voglio!" dissi tutto d'un fiato.Lo abbracciai e continuai a sussurrare: "Lo voglio, lo voglio, ora e per sempre."
Mi allontanò non mi ero accorta del cofanetto di velluto nero che aveva in mano, avevo avuto lo sguardo attaccato ai suoi magnifici occhi, fino a quando non l'aprì ed uscì un meraviglioso anello che infilò al mio anulare baciandolo.



"Ti amo e lo farò per sempre" dissi ancora con le lacrime agli occhi. Lui si alzò, mi prese il viso fra le mani e con una dolcezza infinita vista, mi baciò.
"Grazie al cielo non hai iniziato le tue scenate." disse ridendo e io feci l'offesa.
"Credi che mi sarei messa a scherzare o ad arrabbiarmi su una cosa importante come questa??"
"mmmh.. no però ti conosco e con te non si può essere mai sicuri!" Rise e mi trascinò nel letto.
Il mattino dopo mi svegliai felice e beata. Ero sdraiata sul suo petto nudo ed avevo una gamba incrociata alla sua, con il braccio mi faceva da cuscino. Quando si accorse che ero sveglia iniziò ad accarezzarmi la schiena facendo ghirigori immaginari. Lo strinsi più forte.
"Buongiorno amore" sussurrò baciandomi il capo. Che bella voce, adoravo essere svegliata cosi. Non aprii gli occhi ma sorrisi, mi mise un dito sotto al mento e lo alzo per potermi dare un bacio.
"Dormito bene?" Mi chiese. Sorrisi di più.
"Splendidamente e tu?"
"Anche." Aprii gli occhi, c'era qualcosa di strano. Alzai un sopracciglio e lo fissai aspettando una spiegazione. Sorrise dolcemente.
"Sto aspettando una tua scenata in ritardo." Risi sollevata.
"Aspetta che finisca di elaborarla." e lo ribaciai.
"Piaciuta la serata di ieri?"
"Si, sopratutto l'ultima parte" arrossii.
"Anche a me, ma sopratutto la prima parte." Sorrise e quasi mi abbagliò per quanto gli si illuminò il viso. Feci un broncio
"Uff.. sono partita da casa da ragazza impegnata.."
"Ad essere diventata fidanzata ufficialmente! Non te l'aspettavi, eh?"
"Non avevo programmato tutte queste cose in una sera."
"Eh già.. Per una richiesta di matrimonio ci deve essere l'invito, non deve essere più una sorpresa" sorrise ironico.
"Nah, mi piacciono le sorprese."
"Che io sappia tu hai sempre odiato le sorprese."
"Si, ma non le tue" alzò gli occhi al cielo e mi diede bacio. "Non ne sei neanche un pò felice?" mi chiese serio.
Il mio cuore smise di battere. Era questo che credeva? Lo fissai allarmata.
"Sono cosi felice da poter toccare il cielo con le dita" Mi strinse forte.
"Non sai quanto Ti amo"
Stavamo passeggiando mano nella mano, andando a casa di Vale e Walter.
Lucas giocava distrattamente con l'anello di sua nonna, ormai mio, alla quale avevamo appena finito di fare l'incisione.
"Ehy Lucas" una ragazza si avvicinò sorridente e lo baciò sulla guancia.
"Ciao.." Aggrottò la fronte "..Alessia" salutò lui
"Da quanto tempo! Che fine hai fatto? Sto ancora aspettando una tua chiamata." Sono io o sta civettando con il MIO RAGAZZO?!
Gli presi la vita con un braccio e lui mi passò il suo, ancora attaccato alla mia mano, sulle spalle. L'anello in bella vista. Sorrisi soddisfatta.
"Già" fece lui "ho avuto da fare" e mi baciò il capo. Amavo quando, anche con un piccolo gesto, rivendicava la mia appartenenza a lui. Lo capivo e sentivo lo stesso bisogno anch'io.
La ragazza spostò lo sguardo su di me e sull'anello e mi fissò. Aprì la bocca come per dire qualcosa ma non disse nulla.
"Oh, amore questa è.." aggrottò le sopracciglia, cercai di non riderle in faccia quando capii che si era di nuovo dimenticato il suo nome mordendomi il labbro "..Una vecchia conoscente" La fissò. "E lei è la mia Fi-dan-za-ta" scandì bene la parola.
La ragazza sbatté le ciglia improvvisamente imbarazzata. Fece finta di controllare l'orologio.
"Emh, si.. scusate ma ora devo proprio andare.." e se ne andò lanciandomi uno sguardo di fuoco. Non ci feci caso, alla fine avevo vinto io, lui era mio ma non potei fare a meno di ridere e lui mi guardò confuso.
"Non dimenticherò mai la sua faccia quando hai detto 'la mia fidanzata"  Risi e lui si unì a me.
Quando arrivammo sotto casa di Vale ero stizzita. Ma quante ragazze avrà mai avuto?! Avevo perso il conto di tutte le ragazze che lo avevano salutato civettando.
"Amore, vuoi dirmi cos'hai?" disse sotto il portoncino, non lo fissai e salii il gradino per suonare.
"Non. Ho. Niente." Lui mi tirò la mano e mi ritrovai con il viso a pochi centimetri dal suo, sentivo il suo respiro caldo sulle labbra. Rise e mi mise le braccia intorno alla vita.
"Non mi dire che sei gelosa!" strinse la presa.Guardai un punto indefinito oltre la sua spalla e grugnii.
"E se anche fosse?" Rise di nuovo.
"La mia piccola gelosona" strofinò il suo naso contro il mio, ma non mi calmò affatto. Continuavo a serrare la mascella cosi forte da sentire dolore. Diventò serio e mi guardò negli occhi.
"Non puoi essere gelosa solo per il fatto che abbia avuto altre relazioni prima di te" Non risposi
"Anche tu hai avuto le tue relazioni, ma non ne faccio una tragedia" rintuzzò lui.
"Lo so, non è per quello che sono arrabbiata" Mi prese il viso fra le mani.
"E allora perchè?" Perchè non sopporto l'idea di tutte quelle ragazze con le mani su di te!
"Perchè.." trovai un altro motivo, anch'esso vero. "Perchè hanno civettato con te." Rise di gusto.
"Amore mio.. sei solo tu la ragazza che noto. Sei tu che vedo nei miei sogni, ogni volta che chiudo gli occhi. Sei tu quella alla quale vorrei stringere sempre la mano, baciare, abbracciare, amare. Sei tu quella che voglio. Se dovessi voler vedere qualcuno che mi fa gli occhi dolci o che mi sorride, vorrei, e voglio, fossi tu e solo tu"
"Davvero?" Chiesi per la prima volta piena di dubbi. C'erano ragazze, che lo avevano salutato, che non erano niente affatto brutte. Annuì con convinzione.
"Sei l'unica per me. Sei l'unica alla quale io abbia detto ti amo e sarai anche l'ultima."
Sorrisi felice. "Me lo prometti?" Annuì ed alzò gli occhi al cielo.
"Ok, ok, lo ammetto, ho esagerato" Risi. Lui mi abbracciò e mi diede un bacio. Ci staccammo e restammo a fissarci per un pò negli occhi con il respiro accelerato.
"E' meglio che tu suoni prima che ti prenda e ti porti a casa per.." Fremetti e mi morsi il labbro ma mi voltai a suonare in fretta.
"Chi è?" Gracchiò una voce al citofono.
"Aurora!"  Il portoncino si aprì. Una donna di quarant'anni con capelli rosso fuoco e occhi verdi mi fissava sorridente. Corsi ad abbracciarla.
"Sophie! Da quanto tempo! Mi sei mancata.."
"Anche tu mi sei mancata piccola." Mi lasciò e si rabbuiò. "Mi hai fatta preoccupare. Che fine avevi fatto, eh?" mi puntò il dito e lo fece roteare con fare allusorio. Arrossii e risi.
"Scusa mamma, hai ragione, dovresti proprio mettermi in punizione almeno una volta!"  Ridemmo abbracciandoci ancora.
Sophie, la madre di Valeria, era per me la figura materna che non avevo mai avuto. Dopo essermene andata di casa lei mi aveva accolto a braccia aperte ospitandomi per un periodo, fino a quando non riuscii a sostenermi da sola fino ad affittarmi una casa, che alla fine dopo vari sforzi mi ero comprata grazie al suo aiuto.
"Mamma?" chiese Lucas distogliendomi da quei pensieri. Lei al suono della voce si voltò a fissarlo e sorrise.
"Cavolo figlia mia! Hai proprio buon gusto! E' uno schianto!" Ridemmo e Lucas divenne paonazzo. Gli presi la mano.
"Lucas, lei è Sophie, la madre di Vale." La guardai sorridendole. "Per me è come se fosse anche mia madre."
Sorrise "Oh Aurora" tirò sul col naso "non mi vorrai mica far commuovere!" Ridacchiai.
"Sophie, mamma, lui è Lucas, il mio fidanzato."
"Fidanzato???? Davvero? Ti sposi ?? E me lo dici cosi?! E perchè Vale non me l'ha detto?!? Ohhh, la mia bambina!" Urlò stringendomi forte con le lacrime agli occhi.
"SHHHHHH! Non urlare!" mi morsi il labbro, avrei voluto dirglielo in un'altra maniera. "Non lo sa nessuno ancora, a parte te."
"Ah!" Ridacchiò "Voglio proprio esserci quando lo dirai a Vale!" Ridemmo tutti e tre.
"Ma che maleducata che sono! Vieni qui caro fatti abbracciare!" Andò verso Lucas a braccia aperte e lui sorrise divertito.
"Dov'è Diego? Ed Ethan?" chiesi mentre loro scioglievano l'abbraccio.
"Papà è andato comprarsi dei libri." Alzò gli occhi al cielo. "Sai com'è fatto."
Sorrisi. Diego, il padre di Valeria, era un appassionato di libri, era grazie a lui che avevo acquisito alcune conoscenze e da lui avevo 'ereditato' la passione per i libri.
"Allora è meglio non aspettarlo! Ed Ethan?" Alzò gli occhi al cielo.
"E' in camera da letto con Walt e Vale, andiamo." Mi prese per mano e ci portò dentro. Bussai alla porta.
"Toc, toc si può?" Mi affacciai con la testa come facevo sempre da piccola.
"Aurora, sei arrivata finalmente! Solo tu puoi salvarmi" Valeria era sdraiata sul letto immersa nei cuscini e mi fissava sollevata e felice. Nell'udire il mio nome una chioma bionda rossiccia si voltò di scatto. Ethan.
Ethan si alzò. Era cambiato notevolmente dall'ultima volta che l'avevo visto. Si era tagliato i capelli lasciandoli lunghi sul d'avanti per un crestino, e aveva messo su dei muscoli ma i suoi occhi azzurri erano ancora dolci come li ricordavo.
Mi fissò e capii che mi era mancato davvero. Da piccoli eravamo come cane e gatto, sempre a stuzzicarci e a litigare, ma per me era un fratello.
"Ethan!!" Corsi ad abbracciarlo e lui mi strinse forte.
"Aurora?"
"Si stupido! chi potrei essere se no?"
"Accipicchia sorellina, sei sempre stata cosi bassa?" ridacchiò ed io feci una smorfia.
"Non tutti cresciamo come grattacieli."
"Mamma mia quanto sei cambiata.. Sei diventata proprio carina." Arrossii e gli tirai un pugno sul braccio. Lui rise in risposta.
"Non sei affatto cambiata eh Jenny? Sorrisi al mio vecchio nomignolo che mi aveva dato a 15 anni, in memoria di 'Jenny è pazza' di Vasco Rossi.
"Ahahah, neanche tu sei cambiato, sei sempre il solito Dumb" Vale ridacchiò
"Ragazzi siete i soliti! Sempre a bisticciare."
"Dopo due anni che non ci vediamo dobbiamo pur recuperare." disse lui e ridemmo.
"Lucas vuoi qualcosa da bere? chiese Sophie dopo aver riso con noi.
Mi voltai, ricordandomi di averlo lasciato per precipitarmi tra le braccia di Ethan, lo fissai negli occhi e vidi un filo di irritazione. Ethan fece lo stesso squadrandolo.
"No, grazie" rispose lui sorridendole.
"E tu Aury?" Scossi la testa e lei annuì. Mi sentii in imbarazzo quando iniziarono a fissarsi. Mi schiarii la gola.
"Ethan, lui è Lucas il mio ragazzo, Lucas lui è Ethan il mio stupido Fratellone." Si strinsero la mano e poi Ethan si aprì in un sorriso.
"Fai attenzione a come tratti la mia sorellina."
"Non ti preoccupare, è in buone mani" disse Vale ed aggiunse: "Altrimenti credi che me ne starei qui tranquilla a poltrire?"
Ethan ridacchiò "Ok mi fido, ma ti tengo d'occhio"
Lucas sorrise e Walter parlò bloccando la sua risposta:
"Tranquillo Lucas ha detto la stessa cosa quando mi ha visto la prima volta"
"Si ma ti tengo ancora d'occhio." Tutti alzammo gli occhi al cielo ridacchiando.
"Comunque, ritornando a discorsi seri, questa sera la tv è nostra!"
"Aury ti prego aiutami" mi supplicò Vale e Sophie rise. "Vogliono costringermi a vedere una partita! Capisci a me.. sola e piccola in dolce attesa" e mi fece gli occhi dolci "Salvami"
"Ehy Lucas, ti unisci a noi? Ormai sei di famiglia." chiese Ethan lasciandomi di stucco.
"Certo, perchè no" E sorrise.
"Ah Lucas, Lucas.. Anche tu ora mi tradisci.." Vale fece una faccia addolorata. Lucas le andò vicino e le sorrise.
"Sorellina, come potrei mai tradirti?"
Risi. "Vi propongo un patto, voi ragazzi guardate la tv in salotto, comodi comodi, e noi tre giovani, belle e dolci donzelle, ci guardiamo un bel film con il gelato come i buon vecchi tempi. Che ne dite?"
"Oh Aurora. Sapevo di poter contare su di te." Vale mi sorrise soddisfatta.
"Andata." Fecero i ragazzi annuendo.
"Ehy dove siete?" chiese una voce dall'entrata.
"Siamo in camera!" Urlò Sophie e poco dopo lo vedemmo comparire.
"Ho comprato del gelato nel caso in cui... Aurora! Piccola mia!" Lasciò cadere le buste che aveva in mano.
"Papà!" Ci abbracciammo, lui mi strinse cosi forte che non riuscivo a respirare e mi fece volteggiare come facevamo prima.
"Papà.. mi.. stai.. soffocando..!" Rise e lasciò la presa tenendomi per le spalle mi fissò squadrandomi.
"Ma sei splendida figliola"
Arrossii. "Grazie papà, anche tu stai benone."
Rise "E sei sempre la solita peperoncino" Sorrisi.
"Papà, ti vorrei presentare una persona" mi morsi il labbro "Papà, lui è Lucas." Mio padre si girò verso Lucas e lo fissò sorridendo.
"E quindi lui.." ed indicò Lucas "..sarebbe il ladro?" Cinque paia di occhi lo fissarono increduli, tranne io.
"Si papà, è lui."
"E cosa mai avresti rubato?" chiese Walter a Lucas che alzò le spalle confuso.
"Lui sarebbe quello che mi ha rubato la mia piccolina e il suo cuore." Disse semplicemente Diego fissandomi negli occhi.  Lucas sorrise imbarazzato.
"Vieni qua figliolo! Fatti abbracciare! Benvenuto in famiglia." Lo abbracciò e poi lo fissò serio. "A patto che tu ce la faccia vedere più spesso però! Mi è mancata." mi fissò severo. Io e Lucas sorridemmo.
"Tutte le volte che vorrete."
Andai da Lucas e gli presi la mano. Feci un respiro profondo e Lucas mi strinse più forte la mano per darmi coraggio.
"Mamma, papà, Dumb, Fratellone, sorellina mia." Sospirai mordendomi il labbro. "Abbiamo una notizia da darvi." Gli occhi di mia madre scintillarono e quelli di Vale si dilatarono e spalancò la bocca. Lucas mi strinse ancora la mano incoraggiandomi. Presi un respiro profondo.
"Ci sposiamo" Tutti tranne mamma rimasero a bocca spalancata
"Davvero? L'hai convinta? E come ci sei riuscito?" Sussurrò papà esprimendo il dubbio di tutti.
Lucas rise "Mi è costata una dura lotta." mi scoccò un sorrisino malizioso alla quale arrossii. "Ma ci sono riuscito con un filo d'astuzia." Papà si alzò e gli batté delle pacche sulle spalle.
"Complimenti figliolo, sono felice per voi" e mi abbracciò sussurrandomi "Sei diventata grande ormai, ma per me resterai sempre la mia piccolina."Mi vennero gli occhi lucidi.
"Ti voglio tanto bene papà." Sussurrai con un groppo in gola.
"Anche io piccola." Tirò su con il naso. Nel frattempo Walter ed Ethan battevano le mani sulle spalle di Lucas congratulandosi con lui e scherzando, mio padre si unì a loro. Mi madre singhiozzò e io la guardai, il viso era ricoperto di lacrime e mi sorrideva. Anche le mie lacrime iniziarono a scendere. La abbracciai e sentimmo un altro singhiozzo. Ci voltammo. Valeria era sul letto che piangeva come noi.
"Si, si tranquilli. Festeggiate anche senza di me.." Sorridemmo e ci abbracciamo strette tutte e tre. "Vi voglio bene ragazze, sono orgogliosa di voi, mi avete resa la mamma più contenta sulla faccia di questo pianeta."
"Anche noi ti vogliamo un mondo di bene mamma" disse Vale tra un singhiozzo e l'altro.
"Grazie, grazie infinite per tutto quello che avete fatto per me sino ad oggi, per avermi accettato nella vostra famiglia, per avermi allevata, per avermi dato l'affetto che mi mancava.." Singhiozzai "Grazie di tutto davvero.. Siete la famiglia migliore che mi sia mai potuta capitare." La mamma mi strinse forte al petto.
"Shh piccola mia, shh. Non è niente, shh." Sussurrò dolcemente al mio orecchio. Ma il mio pianto non accennava a rallentare e dopo chissà quanto tempo, mi sentii davvero a casa.
Ancora stretta tra le braccia di mia madre sentii una voce preoccupata
"Aurora, amore? Che succede? Che hai.. stai..?" non riuscii a rispondere e lui mi toccò la schiena. Sentii Sophie scuotere la testa.
"Sta bene, ha solo bisogno di sfogarsi. Andate in cucina su!" disse stringendomi più forte. Senti anche mio padre mormorare.
"Lucas, figliolo andiamo, lasciamole sole."
Mio padre ed Ethan, non era la prima volta che mi vedevano fare una cosa del genere. Nel corso degli anni in cui avevo vissuto li con loro mi era capitato spesso. Le prime volte lo facevo da sola chiusa in bagno, ma poi Sophie mi aveva trovata e stretta tra le braccia e aveva aspettato, sussurrandomi parole dolci, che le mie lacrime finissero. Vale si aggiunse a mia madre nell'abbraccio.
"Aurora, amica mia, sorella mia.. ti voglio cosi tanto bene.." sussurrò singhiozzando.
Quello fu per me un pianto liberatorio, con quello mi liberai dallo stress accumulato nel corso della mia vita, dal dolore, dalla rabbia.. Mi liberai di tutte le emozioni sgradevoli passate nel corso della mia vita.
La mia vita ormai era perfetta.
Finite le lacrime continuammo a stare abbracciate ancora un pò. Mi asciugai le ultime lacrime con il dorso della mano e dissi:
"Scusate, non volevo farlo." Sorrisi timidamente.
"Non scherzare nemmeno! Sappi che ogni volta che vorrai noi saremo qui a braccia aperte pronte ad accoglierti." Disse mamma dandomi un bacio.
Vale annuì d'accordo e io mi sentii felice e leggera.
"Vi voglio bene."
Andai in bagno a sciacquarmi la faccia e mi guardai allo specchio. Avevo gli occhi rossi e gonfi per il pianto. Mi passai un pò d'acqua sul viso e anche dietro al collo, poi uscii.
Andai in cucina per tranquillizzare Lucas e non appena mi vide l'ansia che trapelava dai suoi occhi emerse nelle sue parole.
"Amore, come stai?"
"Sto bene grazie" gli sorrisi ed abbassai lo sguardo mentre mi abbracciava. "Scusa se hai assistito, non so cosa mi abbia preso ma sono esplosa" Mi strinse più forte al suo petto.
"Amore, ogni volta che vorrai piangere io sarò qui al tuo fianco pronto a consolarti, non devi scusarti per una cosa che avevi dentro."
Sorrisi "Grazie, ma non credo ce ne sarò bisogno. Questa è stata l'ultima volta, avevo solo bisogno di sfogarmi un pò."
"Lo so, me l'ha detto tuo padre.. Mi dispiace cosi tanto che.."
"Non ti devi preoccupare, non sei stato tu a fare il danno, ma tu lo hai riparato e lo fai ogni giorno di più. Per questo ti amo, perchè mi dai la sicurezza e l'amore e la felicità della quale ho sempre avuto bisogno."
Mi strinse più forte, poi mi prese il viso e mi guardò bene in faccia cercando chissà che cosa nel fondo dei miei occhi. Gli sorrisi per rassicurarlo.
"Sto bene, davvero. Non preoccuparti più."
"Ti amo." disse sfiorandomi il naso con il suo prima di darmi un bacio.
"Ehy, Ehy! Voi due! Jenny!" Mi staccai da Lucas e gli lanciai un'occhiataccia alla quale Ethan rispose con una linguaccia.
"Staccatevi. Ricordatevi che sono geloso" Ridacchiò e io alzai gli occhi al cielo.
"Ehy, sta per iniziare! Ragazzi muovetevi!" Urlò Walter. Ethan si precipitò in salotto e io carezzai il viso di Lucas.
"Vai amore, vai a divertirti, io andrò a mangiare tre o quattro chili di gelato d'avanti a un film strappalacrime" Sorrisi e lui annuì dandomi un altro bacio.
"Lucas muoviti o te la perderai!" Urlò di nuovo Walter. Mi staccai e risi.
"Vai prima che inizi ad urlare per davvero." Mi tenne il viso ancora tra le mani e mi sfiorò il naso col suo, mi diede un bacio a stampo e se ne andò.
"Eccomi, eccomi!" lo sentii dire stizzito, sorrisi ed andai in camera.
"Me lo fai vedere quest'anello si o no?!" mi disse Valeria appena entrai e io corsi sul letto ridendo.
"Ogni suo desiderio è un ordine, mia amica". Mi prese la mano e lo fissarono con occhi scintillanti.
"WoW! è davvero.. Spettacolare." disse mia madre.
"E' proprio il tuo genere." confermò Valeria.
"Era l'anello di sua nonna." Sgranarono gli occhi ed io continuai. "Gliel'hanno dato ieri i suoi dopo cena mentre io ero in bagno." Sorrisi al ricordo di Lucas che mi guardava con occhi ardenti.
"Quando siamo tornati a casa, mi ha fatto una dichiarazione e me lo ha chiesto" Sentivo i miei occhi brillare e poi feci un finto broncio.
"Sapete, dopo che gli ho detto si, mi ha preso in giro dicendo che si era aspettato una scenata o roba del genere da parte mia. Ci credete? Da parte mia??" Risero e mamma scosse la testa.
"Quel ragazzo impara in fretta." Misi il broncio ed iniziarono a farmi il solletico.

f
 
Mi guardai allo specchio. Non potei fare a meno di sorridere. Mi sentivo una principessa, piacerò anche a lui?
"Sei bellissima tesoro" mia madre mi guardò con occhi scintillanti.
"Grazie mamma" le risposi abbracciandola delicatamente per non rovinarmi il vestito. Alla fine ero corsa a comprarmi quello visto in vetrina con Lucas, con qualche piccola modifica. La cinta, invece che con diamantini, li avevo sostituiti con zaffiri e smeraldi, richiamando l'anello.
s
Mi sposo, pensai. Non riuscivo ancora a crederci, avevo accettato di sposare Lucas. Sospirai.
A volte con lui, mi ritrovavo a pensarci e ridevamo. Ripensandoci, ammetto di essermi comportata come una bambina. Era un matrimonio non una pena a vita. Ad essere sinceri, ero ancora terrorizzata dai preparativi e tutto, ero una frana ad organizzare le cose grandi. Fin quando si parlava di feste con gli amici, cene, compleanni e cose di questo genere, potevo essere anche brava, ma un matrimonio?
Fortunatamente mia madre e Vale avevano deciso di prendersi l'impegno di preparare tutto, con mio grande sollievo. Loro a differenza di me amavano ed impazzivano per questo genere di cose, che a me facevano venire la pelle d'oca.
Il bello di questa situazione era che io, la sposa, non dovessi fare niente, loro si occupavano di tutto, domandandomi in qualche occasione se preferissi più questo, o quello. Ma a parte a questo, tutto andava bene.
Lucas mi ama ed io amo lui. Mi ripetevo ogni volta che l'iperventilazione, dovuta all'ansia, mi prendeva.
"Aurora, non credi che forse sarebbe il caso?" mi disse papà guardandomi dalla porta. Scossi la testa distogliendomi dai pensieri.
"No papà, ne abbiamo già parlato" sospirai. I miei genitori, 'adottivi', volevano che invitassi i miei genitori, 'naturali', al mio matrimonio. Sentii il sangue farmi gelato e il solito dolore allo stomaco che a volte mi ritornava, pensando a loro e scossi ancora in modo più convinto portandomi la mano sulla pancia con una leggera smorfia. Cambiai discorso.
"Mamma, ma Vale non sarebbe dovuta essere già qui?" Alzò le spalle perplessa. La porta si aprì e mio padre corse a vedere se fosse Lucas. Alzai gli occhi al cielo. Stupida tradizione..
"Si è già cambiata?" Era Valeria, tornai d'avanti allo specchio e ripensai all'acconciatura.
"No." dissi a voce bassa.Sentii il suo respiro bloccarsi, mi voltai a fissarla sorridente. Aveva la bocca socchiusa e gli occhi sgranati, affianco a lei Walter aveva la stessa espressione. Si schiarirono la gola. Vale fece un passo verso di me come ammaliata.
"Aurora.." aveva la voce roca "..sei.. stupenda" Mi ero fatta fare un'acconciatura provvisoria da mia madre, per vedere come stavo. Avevo deciso di lasciarli sciolti e ondulati, solo le ciocche d'avanti, che spesso mi ricadevano sul viso e Lucas ogni volta con tenerezza le spostava, raccolte con il ferma capelli.
s                                                                 
Regalo di mamma e papà. Lo avevano fatto disegnare appositamente e avevano incastonato gli zaffiri e gli smeraldi, proprio come la cinta.
Sorrisi "Davvero?"
"Si sorellina, farai venire un infarto a Lucas" Mi girai a fissare Walter che, mi fissava con occhi ancora sgranati, ridacchiando.
"Lo spero proprio" dissi allisciando la gonna allontanando lo sguardo. Mi sentii arrossire.
"Beh gli uomini fuori! La principessina deve provare anche un altro vestito." Vale mi guardò maliziosa ed io rabbrividii.
Mi aveva preso un vestito bianco con fasce nere, l'originale era un abito lungo e senza spalline, da ballo di fine anno, ma lei lo aveva fatto modificare apposta.
"E' arrivato?" chiesi guardandola.
Annuì "Walter me lo passi?" Lui annuì ed andò a prenderlo. "Sarà perfetto su di te, va con i tuoi ricci neri e ci ho messo un merletto sotto al bustino e gli ho fatto togliere l'ultimo strato, era troppo lungo e tu mi avresti odiata di sicuro"
Sorrisi "E' vero, ma per te lo avrei fatto" gli feci gli occhi da cucciola, riconoscente.
Walter arrivò ed appoggiò la custodia sul letto, poi lui e papà uscirono per farmi cambiare. Mamma venne ad aiutarmi sotto lo sguardo di Vale.
"Vale? che hai?" inclinai la testa d'avanti allo specchio per poterla guardare.
"Oh, niente" mi sorrise "Non vedo l'ora di poterlo provare anche io e spero di entrarci."
Ridemmo "Amore mio, certo che ci entrerai, al massimo potremmo fargli fare delle modifiche" Mamma la fissò sorridente ed io indossai l'altro vestito.
"Avvisami quando non riesci più a respirare" disse mamma ed io annuii.
d

Mi aggiustai il bustino ed accarezzai il merletto a bocca aperta "Vale.. ma è bellissimo"
"Lo so" sorrise raggiante e si rabbuiò "Perchè tutto quello che indossi ti sta d'incanto? Sono invidiosa" mi fece la linguaccia. Qualcuno bussò alla porta prima che potessi risponderle.
"Avanti" dissi mentre Vale mi accarezzava la gonna e io fissavo il bustino che mi fasciava il busto.
"Vale.. ma non potevi prenderlo con la cerniera invece del nastrino?? Per uscire ci metterò ore."
"Al massimo ti posso aiutare io" mi sussurrò Lucas in un orecchio. Sobbalzai e mi voltai a guardarlo mordendomi il labbro e sentii le mie guance arrossire. Gli lanciai le braccia al collo e lo baciai. Si allontanò troppo presto, papà aveva fatto una finta tosse. Arrossii e Lucas mi allontanò per potermi fissare e poi mi fece fare una giravolta.
"Mmmmh.." sentii mormorarlo. "Sei meravigliosa Aurora, ti sta d'incanto."
Arrossii "Non è vero.." Cinque paia di occhi mi fissarono scocciati ed io, in soggezione, aggiunsi "Ok ok, sto bene." Lucas e mamma risero e si lanciarono uno sguardo d'intesa, ormai non ci facevo più caso, avevano stretto un rapporto particolare.
"AHI!" Urlò vale e si poggiò una mano sul pancione. Walter e papà le corsero affianco.
"Stai bene?" Chiesero in coro preoccupati.
"Vale è già la seconda in un'ora.." disse Walter ansioso. Mamma gli appoggiò una mano sulla spalla.
"Fatela respirare, tesoro fai respiri profondi e lenti e cerca di calmarti" disse tranquilla accarezzandole la testa.
E Vale iniziò a fare "Iiiiiiiiih, Fiuuuuuuuuuu, Iiiiiiiiihhh, Fiiiuuuuu"
Fissai Walter e ridacchiando dissi. "Ehy Fratellone, forse dovresti farlo anche tu, sei pallido come un lenzuolo." Vale interruppe la sua respirazione e lo guardò esasperata.
"Mi controlla come neanche mamma e papà hanno fatto, anche per la minima contrazione si agita." Alzò gli occhi e gli mandò un bacio.
"Vale, fa bene, ci serve per aiutare te e la nostra nipotina" gli occhi di papà si fecero teneri mentre appoggiava le mani sul pancione. Sorrise quando la sentì scalciare.
"Ahi, piccolina!" Valeria si accarezzò la pancia sul punto con occhi adoranti "E' proprio come la sua omonima, solo più tosta" ridacchiò e mi fece l'occhiolino.
"Allora crescerà bene" dissi e ridacchiai. Lucas mi avvolse la vita con le braccia e mi baciò la guancia, da dietro, e mi sussurrò:
"Non vedo l'ora di essere al loro posto." Mi morsi il labbro e sorrisi con il batticuore-
"Anche io" poi mi scossi dal mio torpore e dissi "Ehy mangiate tutti qui vero? Non vorrete mica abbandonarci" Sorrisi.
"A patto che cucini tu Aurora" mi disse papà e Walter annuì d'accordo "Mi manca la tua cucina"
Ridacchiai e mamma gli tirò una gomitata scherzosa nello stomaco "Papà, ho giusto una sorpresa per te. Lasciami cambiare e ti prometto che la tua attesa sarà più che ripagata."
I loro occhi si illuminarono. "Sapevamo che non ci avresti delusi" rise e ci aggiungemmo tutti a lui.
"Tesoro, fatti aiutare" mi supplicò mamma.
"Neanche per scherzo" la fissai sorridendo e le feci l'occhiolino.
"Giusto, sei nostra ospite Sophie, fai finta di essere ad un ristorante" disse Lucas prendendo dei piatti.
"Figliolo, non conosci tua suocera, sarebbe capace di andare dal cuoco e dirgli che quello non si fa così"
Mamma rise "Forse, ma a lei non posso farlo. Cucina già bene"
Suonarono alla porta. "Lucas, potres..." Alzai lo sguardo verso di lui che già si allontanava e sorrisi "..come non detto"
"Salve a tutti." Tuonò Ethan che baciò sulla testa Vale, sulla guancia mamma ed a me con una spintarella col fianco.
"Chef, che mi sta preparando di buono?"
"A lei signorino Ethan, niente" presi un cucchiaio di legno e glielo diedi in testa e lui rise. Tirai su con il naso facendo il broncio,
"Cosi si saluta la tua povera, piccola, adorata, dolce e tenera sorella?" Rise e mi tolse l'elastico dei capelli.
"Dai Jenny! Sei grande ormai, stai per sposarti con un bravo ragazzo." indicò Lucas, che ridacchiò insieme agli altri, come a darmi la conferma di una cosa ovvia. Abbassai lo sguardo e feci tremare il labbro inferiore, facendomi venire gli occhi lucidi. Sentii le esclamazioni intenerite degli altri ma continuai.
"Mi sono offesa, non parlarmi più." e mi voltai a girare il ragù sempre con quell'espressione.
"Quando fai cosi non è valido però!" Disse Lucas ridendo. Vale, Ethan e mamma dissero in coro.
"Giusto, giustissimo" Feci l'offesa e continuai a cucinare. Lucas mi prese la mano.
"Amore, è inutile, sei sleale." rise. Presi il cucchiaio che prima avevo usato con Ethan e glielo puntai contro come un arma.
"Proprio tu, il mio fidanzato, mi tradisci cosi? Ti fai compromettere da tuo genero?" Rise e gli altri fecero lo stesso gustandosi la scena.
"Abbassa quel cucchiaio, potrebbe partire un colpo!" fece il finto impaurito e rise. Mi morsi il labbro per non ridere anche io e continuai la mia finta.
"Qualsiasi cosa tu dirai, verrà usata contro di te e nessun testimone potrà mai salvarti." dissi alzando un sopracciglio. Ero curiosa di vedere come si sarebbe salvato in questa occasione. Lui sorrise e mi fissò negli occhi passandosi una mano fra i capelli pensieroso. Mi sentii il sangue bollire e la mia recita iniziò a vacillare, ma cercai di resistere. Mi morsi il labbro e cercai di non cedere alla voglia di abbracciarlo, baciarlo e.. Rabbrividii languida. Mi prese la mano libera, la sinistra, e me la baciò e poi baciò l'anello. Rabbrividii quando il suo sguardo si fece più intenso e il suo sorriso più dolce. Mi posò una mano sulla guancia, mi spostò i capelli dal viso e mi sfiorò le labbra con il pollice facendomele schiudere. Sentii il mio viso arrossire un calore che partiva dalla spina dorsale e si propagava in tutto il corpo facendomi fremere. Respirai profondamente cercando di riprendere il filo.
"Tutto solo perchè ti amo." e poggiò le labbra sulle mie. Il cuore rischiava di uscirmi dal petto. Le mie mani cercarono le sue e si intrecciarono a loro e milioni di farfalle svolazzarono libere per lo stomaco. Si staccò e io ripresi fiato. Lo fissai e sorrisi mordendomi il labbro. Mi girava leggermente la testa e mi appoggiai al ripiano con le mani.
"Un attimo!" mi fissai intorno confusa "dov'è il cucchiaio?" Tutti che già ridacchiavano risero ancora di più e io arrossii. Quando me lo ha tolto? E non era a minimo un metro da me??
Lo fissai truce. "Ed io sarei sleale, eh?" Lucas sorrise ed Ethan iniziò a ridere sguaiatamente.
"Lucas" disse mio padre asciugandosi gli occhi "tu hai dei poteri figliolo, nessuno e mai riuscito ad evitare una discussione come quella, soprattutto contro Aurora"

"Aurora, potresti venire un attimo nel mio ufficio?" Robert mi chiamò dalla porta mentre io ordinavo delle foto.
"Certo Rob" smisi di sistemarle ed andai. Il mio capo Robert Noi, era famoso per la sua scarsa pazienza.
"Siediti Aurora" mi sedetti con cautela e lo fissai in silenzio confusa e curiosa, lui mi sorrise "Vuoi un caffè?"
"Magari" gli sorrisi rispondendogli. Lui prese una tazza e il thermos e ne versò un pò.
"Questo l'ha fatto mia moglie, altro quella merda che ha la macchinetta.." Sorrise scherzoso facendo attenzione a non versare il caffè sul tavolo.
"Grazie" perchè mi ha fatto venire qui? Prese un sorso del caffè senza guardarmi in silenzio e io non seppi cosa fare ne se preoccuparmi. Alzò la testa e mi fissò.
"Aurora, ti ho chiamata perchè ho appena ricevuto una chiamata.." fece una pausa ed io aggrottai leggermente la fronte. Cosa c'entra con me? "..vogliono un reportage per sponsorizzare una mostra che si terrà alla Fortezza Medicea di Volterra, in Toscana, ed ho pensato subito a te. Sono rimasto colpito dal tuo ultimo reportage e ho voluto darti un premio diciamo" Mi sorrise. Il cuore mi batté forte per la felicità e sorrisi automaticamente.
"Davvero?"
Annuì ed alzò un dito. "Ma, voglio anche un articolo, voglio che tu mi descriva le caratteristiche del luogo, i luoghi più frequentati, le solite cose insomma"
"Certo, non ci sono problemi, lo sai Rob"
"Bene, il viaggio durerà circa un mese, giusto il tempo di farti un'idea e delle foto. Poi torni qui e mi scrivi l'articolo-"
Mi si bloccò il respiro "Un mese?" chiedo sprofondando nella poltrona.
Annuì. "Si, ma tutto dipende da quanto ti ci vuole a visitare la città, fare le foto, abbozzarmi qualche cosa"
"E quando dovrei partire?"
"La mostra si terrà verso Maggio, Giugno, quindi c'è ancora tempo" Sospirai sollevata e pensai a Lucas abbassando lo sguardo. Come glielo dico? E il matrimonio? "Grazie Rob. Sono felice tu abbia pensato a me" cercai di sorridergli.
"Tranquilla, comunque se di la hai finito io propongo di tornarcene a casa, che ne dici eh?" mi sorrise ed io annuii.
Tornai a casa e sulla strada comprai dei guanti. Quest'anno fa davvero freddo.. pensai strofinandomi le mani e rimettendole in tasca.Con l'ipod nelle orecchie guardai il cielo ascoltando la mia canzone preferita. Arrivata a casa presi le chiavi ed aprii la porta. Sobbalzai spaventata e per poco non urlai.
"Mamma?! Che ci fai qui?! Mi hai fatto venire un infarto!" dissi togliendomi gli auricolari.
"Scusami tesoro, ieri abbiamo dimenticato la sacca con il vestito e ho chiamato Lucas, visto che il tuo cellulare è irraggiungibile, per farmi dare le chiavi e venire a prenderla". Aggrottai le sopracciglia e presi il cellulare per controllare se avevo delle chiamate, ce n'erano 7 da mamma, 3 da papà, 4 da Lucas e 2 da Valeria.
"Abbiamo provato a chiamarti per tutto il giorno" mi disse guardandomi severa "un giorno mi farai venire tu un infarto se non mi rispondi almeno una volta"
Sorrido "Nah, non ti verrà un infarto, sei troppo tosta per averlo e poi, non potrebbe mai succedermi niente"
Mi sorrise e diventò seria "Tesoro c'è qualcosa che non va? Hai litigato con Lucas?"
"Cosa? No perchè?" aggrottai le sopraccigli confusa e consapevole che aveva capito.
"E' successo qualcosa? Stai ascoltando la musica a tutto volume ed è la lista che di solito ascolti quando hai qualcosa per la testa.. Te lo leggo negli occhi figlia mia"
Sorrisi. "Non ti si può nascondere niente eh?" le sorrido poco convinta "Sono un pò in ansia in effetti.."
"E' successo qualcosa?" il suo sguardo si allarga leggermente preoccupato e si guarda in torno in cerca di qualcosa.
"Beh.. si in effetti. Mi hanno proposto di fare un lavoro che potrebbe farmi avere un ottima nota sul curriculum ed è un ottima opportunità.." le dissi accennando ad una smorfia sorridendole. Il suo volto s'illuminò
 "Ma è stupendo tesoro!" aggrotta le sopracciglia "Cosa c'è sotto? Perchè non sei felice?"
"Perchè devo partire.. Per Volterra.."
"PARTIRE PER DOVE?!" La voce di Lucas risuonò in tutta la stanza, rimbombando e facendomi trasalire. Mia madre mi guardò apprensiva, ansiosa, preoccupata ed in imbarazzo. Non sa che fare, proprio come me. Mi voltai preoccupata, sentivo il volto pallido e tenevo lo sguardo basso. La porta si chiuse con uno scatto facendomi trasalire.
"Aurora, puoi spiegarmi cosa sta succedendo?" Alzai lo sguardo per fissarlo. Il suo volto era rigido ma cercava di apparire calmo, ma il tono della sua voce faceva trasparire la sua rabbia.
"Emh.. tesoro scusa ma è meglio che io vada" Mamma prese le sue cose e lanciò un sguardo preoccupato a Lucas. Quando mi passò affianco mi accarezzò un braccio per darmi forza e fece lo stesso con Lucas. La porta si chiuse e nessuno fiatò. Non riuscivo a trovare le parole, non sapevo che dire e sapevo che lui, non parlava per la rabbia.
"Lucas, non volevo lo venissi a sapere così.. E' successo tutto troppo in fretta, l'ho saputo poche ore fa.." Guardavo il pavimento cercando di trovare le parole.
"Stai per andartene?" la sua voce tremò e il dolore trasparì dalle sue parole. Alzai lo sguardo e lo vedi angosciato. Mi vennero gli occhi lucidi.
"No amore. Non hai capito. Non parto per sempre, è solo per un mesetto." Gli andai incontro e cercai si abbracciarlo ma lui è troppo teso, stringeva i pugni come se volesse colpire qualcosa.
"Quando?"
Lo fissai negli occhi "Non ora, tra qualche mese". Annuisce e io non seppi come comportarmi e rimasi li impalata con lo sguardo a terra e lucido. Quando il silenzio si fece troppo pesante e sto per parlare lui mi strinse forte a se, affondando il viso nei miei capelli.
"Sei sicura che sarà per poco?" mi chiese con voce roca.
Lo stringo forte "Te lo giuro. Tornerò da te dopo al massimo un mese e poi mi potrei tenere rinchiusa qui dentro se vorrai" Cercai di sorridere e sentii i suoi muscoli rilassarsi un pò.
"Promettimelo"
"Te lo giuro. Non accetterei nemmeno se significasse separarmi da te"
Sospirò "Mi fai fatto prendere un colpo"
Risi "Lo so, faccio quest'effetto sulle persone" Ride e mi trascina a letto baciandomi con ardore e facendomi perdere il fiato.
Siamo accoccolati nel letto quando il mio cellulare iniziò a suonare fastidiosamente. Lo ignorammo entrambi. Eravamo troppo comodi al caldo e beati per voler rispondere. Smise e ricominciò a squillare. Sbuffando mi coprii ed andai a rispondere. Controllai l'orario, erano le 23.37. Che vogliono a quest'ora?
"Pronto?" risposi scocciata per l'interruzione andando di nuovo a letto.
"AURORA! Era ora!"
"Mamma? Che succede? Perchè mi chiami a quest'ora?" aggrottai le sopracciglia frustata.
"Stiamo andando in ospedale. Vale ha le contrazioni."
"COSA?!" Urlai balzando fuori dal letto e Lucas mi guarda preoccupato.
"Si! Sta per nascere!" Mi rispose allegra "Vi aspettiamo li" e riattaccò.
"Amore? Che succede?" mi prese per mano. Avevo la bocca spalancata ed ancora il cellulare all'orecchio.
"Vale.. Bambino.. Sta.." Ero sotto shock. Mi scossi ed il mio volto si illuminò di un sorriso. "Sta per partorire."

"E' cosi bella.." mormorai guardando Aurora dal vetro. Lucas mi strinse più forte la vita facendomi capire che era d'accordo. Non riusciva a parlare.
Aurora, mia nipote, era nata. Il parto era andato alla perfezione, non c'erano state complicazioni. Walter era con Vale e mamma e papà erano andati a prendere del caffè.
Era una bambina stupenda di due chili e seicentoquattro grammi. Aveva qualche capello biondo e degli occhi castani. Ne io, ne Lucas riuscivamo a staccarle gli occhi di dosso. Ne eravamo rimasti incantati e forse immaginavamo tutti e due i nostri bambini.

..3 mesi dopo..
Aurora, una piccola creaturina di tre mesi, tutta fossette e coccole, con degli occhioni abbaglianti e capelli biondo scuro, portò con se tanta felicità.
Walter e Valeria stavano iniziando i preparativi per il matrimonio, anche se era già tutto programmato. Il matrimonio sarebbe stato il mese prossimo.
Da quando era nata Aurora non facevo altro che immaginare il mio futuro con Lucas ed il mio amore per lui sembrava non avere limiti.
Il tempo trascorreva velocemente e piacevolmente senza ordine ma facile da seguire, lavoro, casa, amore per Lucas, amici, Vale e Walter, adorazione per Aurora, famiglia e amore per Lucas.
Avevamo deciso di fare da baby sitter per alleviare lo stress di Vale, ma in realtà anche per iniziare ad abituarci. Walter e Vale avevano accettato, sollevati e anche un pò riluttanti ma ci lasciavano Aurora a casa, anche per poter passare un pò di tempo da soli.
Quella sera Lucas giocava con la piccola Aurora, la teneva in braccio facendole il solletico con la bocca sul suo pancino ed io li fissavo sorridente e sognante.
Sospirai allegra. Dio, quant'è bello. Mi morsi il labbro e nella mia mente si stampò l’immagine di noi con i nostri figli. Desideravo un maschio ed una femmina. Già me li immaginavo: il maschio, che speravo fosse il primo a nascere, che assomigliava a me, ma con il carattere del padre, mentre la femmina, assomigliava al padre ma con il mio carattere. Sorrisi dandomi della scema. Ero proprio strana.

..il mese successivo, Matrimonio Vale e Walter..
"Aurora! Sei pronta!?"
"Siiii subito! Arrivoo!!" risposi sbuffando irritata. Vale era impaziente e nervosa.
"Possibile devi metterci sempre un vita per prepararti! Andiamo a provare gli abiti non ad una festa." rispose guardandomi storto entrando in camera.
"Anche le damigelle d'onore devono essere carine."
"Ma se il matrimonio è domani!"
"Ma io Lucas lo vedo oggi!" dissi sorridendo alla sua espressione. Alzò gli occhi al cielo. Era troppo nervosa per scherzare ma in fin dei conti, il suo matrimonio era alle porte.
"Come sto?" chiese voltandosi. Il suo abito in stile antico era adorabile e la fasciava in modo stupendo.
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"Oh tesoro, sei stupenda!" disse mamma con gli occhi lucidi.
"Si vale sei magnifica" dissi sorridendole sincera.
"Ehy eccomi! Giusto in tempo!" Lucas con papà alle sue spalle.
"Allora?" disse Vale con una giravolta "Come vi sembro?"
Lucas fischio "Wow! Sei una meraviglia!" disse scoccandole un sorrisone.
"Che dici, piacerò anche al tuo migliore amico?" chiese ansiosa. Iniziammo a ridere. Il matrimonio fa venire i dubbi, pensai tra una risata e l'altra.
"Amore e tu? Il tuo vestito?" mi chiese Lucas baciandomi. Stavo per rispondere ma Vale mi anticipò.
"Spiacente caro, ma l'ha già provato. Dovrai aspettare fino a domani per la sorpresa."
"Uffa! Mi avevi promesso di aspettare!" fece un finto broncio alla quale non resistetti.
"Eh.. Sai com'è Vale.. E' intrattabile.."
"Sorellina.. Sei proprio crudele con me.. Non vuoi farmela vedere con il vestito da sposa, e ora, nemmeno quello da damigella!" Ridemmo tutti insieme.
"Vale tranquilla ti ho sistemato tutto, sai dove sono."
"E dove dormo?" mi chiese mentre si mangiucchiava le unghie finte. Alzai gli occhi al cielo e le presi la mano per bloccarla.
"Tesoro.. nella camera degli ospiti!"
"Ah già.. scusa ma sono nervosissima!!" mi sorrise e ricominciò con l'altra mano. Alzai gli occhi al cielo sospirando ed andai da Lucas sul divano, che mi accolse a braccia aperte con un bacio. Vale si appollaiò sulla poltrona iniziando a battere il piede. Prese il cellulare in mano e compose un numero.
"Mamma? Ciao sono io... Come sta Aurora?... bene se hai bisogno di qualcosa, se sta male chiama!" Riuscii a sentire la risposta di nostra madre.
"Tesoro ho cresciuto te e tuo fratello, ci so fare con i bambini" le disse con tono esasperato. L'aveva chiamata già altre quattro volte minimo.
"Si lo so. Scusa mamma... Ciao, ti voglio bene, dai un bacione alla mia piccolina!!" riattaccò e mise il broncio.
"Lucky a che ora è l'appuntamento con Walter??"
Sospirai "Vale rilassati! Se lo vuoi sentire chiamalo!"
"Alle 9" rispose tranquillo lui. Nemmeno a farlo a posta Walter chiamò in quel momento.
"Amore!" disse Vale alzandosi e dileguandosi.
"Ahh.. finalmente!" dissi sorridendo, lui ricambiò il sorriso baciandomi. Quando Vale tornò io, e Lucas eravamo sdraiati sul divano, mentre ci baciavamo e gli toglievo la camicia.
"Lucky ha detto Walter.. Oh! Scusate" Lucas smise di baciarmi e appoggiò la testa sul mio petto ridendo ed io, buttai la testa all'indietro sbuffando.
"Se volete vi lascio soli.." disse lei in imbarazzo.
"No no, resta, scusa tu" disse Lucas alzandosi e allacciandosi la camicia. Si risedette e mormorò fissandomi malizioso. "E chi si fermerebbe se no.." Sentii il calore avvolgermi fin nelle ossa. Sbuffai pensando a chi mi avrebbe aiutato a sopportare Vale se Lucas, gli avesse risposto che era meglio di si, dopo che se ne fosse andato.. Mi misi a sedere incrociando le braccia e lui si stese, appoggiando la testa sulle mie gambe.
"Già, mi manchi" dissi abbracciandolo sulla porta di casa. Lui mi cinse i fianchi e stringendomi più a se, mi baciò dolcemente.
"Anche tu piccola. Torno presto ma non aspettarmi ok?"
Annuii triste "ok.."
"Dai piccola. A mezzanotte sono qui promesso. Conoscendoti sarai sveglia" accompagnò la risata con un sorrisino malizioso alla quale sorrisi, avvampando.Mi baciò di nuovo e si sporse dalla porta.
"Ciao vale! Divertitevi!"
"Ciao Lucky!" Rispose lei. L'ultimo bacetto e se ne andò.
"E ora che si fa?" chiese Vale curiosa, cingendosi le gambe con le braccia.
"Ovvio! Una festa!" dissi ridacchiando.
"Aurora! Mi vuoi far andare al mio matrimonio con i postumi dell'alcool?!"
Alzai gli occhi al cielo. "Certo, e magari farti dormire con uno spogliarellista.. Ma certo che no! Ho preso tutti i film preferiti." Le sorrisi.
"Evviva!!" batté le mani sorridente "Sapevo che non mi avresti delusa" mi fece l'occhiolino "Passami il gelatoo!" Risi.
Come promesso Lucas tornò presto. Stavo per addormentarmi quando sentii che mi abbracciava, mi girai e lo baciai.
"Mi sei mancato.." patetica..
Mi baciò la fronte "Anche tu piccola" beh, forse non cosi tanto..
"Vi siete divertiti?" chiesi appoggiando la testa sul suo petto.
"Quasi.." e sospirò.
"Quasi?" chiesi aggrottando le sopracciglia, sempre ad occhi chiusi.
"Un ragazzo che sta per sposarsi è un conto, ma se ha anche una figlia non è il massimo soprattutto se pensa sempre a loro.." Risi "E voi? Vi siete divertite?"
"Abbastanza.. Sai qui c'era una ragazza che domani si sposa ed ha una figlia, pensa sempre a loro due, ti chiede come stanno, quando tu non lo sai ma, comunque sai lo stesso che stanno benissimo." Sospirai "E quando parli nemmeno ti ascolta.." Sospirò.
"Hanno passato più tempo al telefono che con noi.." sentii il sorriso nella sua voce. Rise e mi strinse forte.
"Cosa c'è?" chiesi sorridendo curiosa.
"Te lo immagini.. anche per noi sarà cosi." disse orgoglioso. Ridemmo insieme felici.
La luce si accese "No, Lucky! Spegni! Non vedo più niente!" dissi mettendomi sotto le coperte.
Rise "faccio subito vampirella, il tempo di cambiarmi" sentii il cuore battermi forte a quel nomignolo e non riuscii a capire il perchè. Mi scrollai quei pensieri di dosso e non resistetti a guadarlo. Ditemi ciò che volete ma io dopo un anno che stavo con lui, mi meravigliavo ancora ogni giorno per quanto fosse bello, dolce, sensibile, simpatico.. Aaahhhh.. Si levò la giacca e la camicia. Mi morsi il labbro languida. Quant'è sexy con la camiciaaaa!!
Guardavo il suo petto roccioso e muscoloso, i suoi addominali, 'la mia tartaruga', come amavo chiamali, e più lo guardavo più capivo che lui era l'impersonificazione della perfezione. Tutto di lui era stupendo e perfetto. Si mise una canotta e quando notò il mio sguardo imbambolato disse sorridendomi:
"Che guardi?"
"emmh.. io.. mmm.. niente.." arrossii ed abbassai un poco lo sguardo, con lui non ero brava a mentire alzai lo sguardo facendo finta di nulla.
"daii! parla!" ghignò e mi guardò negli occhi, sapendo che non resistevo al suo sguardo. Sbattei gli occhi imbambolata e balbettando dissi:
 "io..." arrossii di più "mah.. niente.. il tuo fisico.. e pensavo.." mi morsi il labbro.
"A cosa pensavi?" disse inclinando la testa sorridendo e il suo sguardo s'intensificò. Deglutii rumorosamente e riuscii a spostare lo sguardo con il batticuore.
"al fatto che se usi il tuo sguardo incantatore non vale."
Soffocò una risata "ok, non guardarmi negli occhi.. ora mi dici per favore a cosa pensavi?" Mi fissava ancora con quello sguardo cosi.. cosi.. Indescrivibile, troppo bello per essere davvero descritto.
"Al fatto che sei una persona stupenda." avevo la voce roca. "pensavo che ti amo da impazzire per davvero.. e che sei.." mi morsi il labbro e sospirai sognante "perfetto.. niente di che.." cercai di far finta di nulla, come se non avessi detto niente.
"Amore, per gli altri potrebbe significare niente, ma per me significa tutto" il suo sguardo scintillava e ardeva, il suo sorriso andava da un orecchio all'altro, dolcemente.
Sentimmo bussare.
"Aurora?" Vale entrò. "Aurora, sei sveglia? Poss.. ah.. ciao Lucky.. sei già tornato?" sorrise e si morse il labbro fissandomi. Lucas annuì sorridente e lei continuò.
"Non ti ho sentito.. pensavo stesse parlando nel sonno.." Arrossii, lo faccio ancora?? Credevo di aver smesso..
Lucas rise "Si, Walter voleva tornare presto.. Ah! ti manda un bacio e ha detto di dirti che ti ama e che non vede l'ora di rivederti e soprattutto che arrivi domani" Alzò gli occhi al cielo scherzoso.
Lei arrossì. "grazie.. beh.. emmm.. vi lascio. vi lascio soli.." era in imbarazzo. "Cercherò di dormire" sorrise.
"Buona notte tesoro" dissi facendole ciao con la mano.
"Notte ragazzi." Lucas le sorrise, mi chiesi come facesse Vale a non rimanerne abbagliata, e chiuse la porta e se ne andò.
Lucas mi raggiunse velocemente nel letto e mi mise una mano dietro la testa baciandomi. Gemetti a contatto con le sue labbra e infilai una mano nei suoi capelli, mentre l'altra gli toglieva la canotta che si era appena messo..

Sentii la sveglia suonare. Grugnii. Fottuta sveglia. Spegniti, pensai.
DRIIIIN, DRIIIN, ma mi odia?! Spegnetelaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Grazie al cielo smise di suonare, prima che la buttassi a terra con una mano. Ahhh, desiderato sonno.. sospirai, ritorno nelle tue calde braccia. Qualcuno mi strinse forte.
"Amore?" mi sfiorò le labbra "svegliati.."
"mmmmmmmmmmm....... ma che ore sono..?!" affondai la testa sotto il cuscino e la coperta.
"le 5 e mezza." mi levò un pò la coperta.
"no.. lasciami dormire.." lo strinsi più forte, cercando di fare resistenza, ma sapevo che lui era una sveglia migliore di Vale. Soprattutto oggi. Sbuffai e mi ricoprii la testa. "ma perchè mi devo svegliare cosi presto!?"
"Perchè devi farti ancora più bella di quello che già sei, amore mio."
Grugnii “Tanto non servirà a niente.. Già m’immagino la scena.. io che inciampo.. Non sai che tacchi che ho!! Anzi no! Sono dei trampoli!”
Rise dolcemente “ti prenderò io amore.” Mi levai la coperta per poterlo guardare, stavo per ribattere ma l’idea di me tra le sue braccia mi fece incantare, mi piaceva troppo. Mi risvegliai dal mio sogno ad occhi aperti e lo abbracciai forte.
“Ma come fai a svegliarti cosi presto?” feci una smorfia, facendo scorrere le dita sul suo braccio e lui sorrise.
“Ci sono abituato e i sogni che faccio, non sono belli in confronto alla mia vita con te.” Rimasi senza fiato commossa. Possibile che mi amasse cosi tanto??
“Anime gemelle. Io e te per sempre insieme” sussurrai ricordando la frase che mi sussurrò nell'orecchio, la nostra prima volta.
Annuì convinto “Già. Anime gemelle. Non vedo l’ora che arrivi il giorno in cui ti sposerò!” cantilenò e il suo sorriso si allargò illuminando i suoi occhi.
Sorrisi “il tuo modo di pensare su di me è assurdo… Quasi quanto il mio” lo baciai.
Ci staccammo e mi arrivò un odore alle narici "E' caffè Quello che sento??" chiesi confusa.
Annuì "Si l'ho preparato io, te l'ho messo lì sul comodino" mi baciò il capo e si alzò.


Ciao, grazie perchè mi segui. Anche se non commenti è un piacere sapere che a qualcuno interessa.
Spero ti possa interessare anche
Dark Sense.
Un bacio, ciao!

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Capitolo 5
*** Infanzia. ***


La mia infanzia, non è stata normale.
Chissà, forse anche voi avrete avuto i vostri screzi infantili, ma quelli che mi porto, ancora tutt'oggi dietro, sono diversi.
Non dico di poter mettermi a confronto con tragedie che ogni giorno sentiamo al tg, dico solo che ho sempre invidiato la vita degli altri.

Sono nata una coppia di innamorati di 19 e 21 anni.
Ricordo solo poche cose di quando ero davvero piccola. Ricordo di passare la maggior parte del tempo a casa di mia nonna, che ora non ricordo più.
I miei genitori stavano assieme da un anno circa, quando decisero di sposarsi e subito dopo mia "madre" restò incinta di me.
In una delle tante litigate avute con lei, quando avevo solo 3 o 4 anni, ho scoperto per la prima volta cosa significava l'odio.
Ricordo che stavo giocando sul pavimento della cucina con un salvadanaio, di quelli di ferro, quando mi è caduto.
'Mia madre' venne verso di me e me lo tolse. Come una normale bimba di tre anni alla quale viene tolto un gioco iniziai a piangere "Gioo amme"
"No, niente gioco."
Piagnucolai "Maama amme"
"No. Adesso lo metto a posto e tu stai ferma qui. Intesi? Ho mal di testa quindi fa silenzio!"
"Aattia" (cattiva)
"Ma guarda tu... e dire che neanche ti volevo."
Sapete, si dice che certi avvenimenti si ricordano meglio di altri ed a mio parere, è vero.
A distanza di tempo sento ancora la sua voce dirlo, a quel tempo non avevo capito cosa volesse dire, ma con il passare del tempo lo capii.
A quel tempo odiai mia madre per avermi tolto il salvadanaio, il mio giocattolo, un futile motivo insomma. Ma alla fine ero solo una bambina.
Da piccola, a volte, mi ritrovavo ad essere felice di avere due genitori come loro. Ero felice perchè li vedevo cosi giovani e allegri, cosi spensierati..
Tutti i miei compagni di scuola, venivano portati a scuola da persone vestite di grigio, perchè dopo andavano a lavoro. I miei invece, erano sempre trasandati, giovanili, forse troppo giovani per capire davvero.
Ogni volta che veniva qualcuno a casa, io dovevo andare a letto. Quando divenni poco più grande, sempre a letto, cercavo di rimanere sveglia e mi piaceva sentirli ridere e scherzare.
Sempre da piccola, quando io chiedevo qualcosa, o facevo qualcosa, mi sorridevano, ma vedevo sempre una certa sfumatura nei loro occhi. Ma il loro sorriso mi rendeva felice anche se mi lasciava sempre un pò triste.
Un giorno all'asilo, venne una mamma a prendere una mia compagna di classe. Lei le aveva fatto un disegno con lei e e i suoi genitori e un gran cuore. La madre, appena lo vide esultò felice.
"Davvero è per me? Amore della mamma! E' bellissimo! Ora che torniamo a casa lo appendiamo e lo facciamo vedere a papà!" la prese in braccio baciandola. Perchè i miei non fanno cosi?
Non ho mai davvero capito fino in fondo, perchè i miei genitori si comportassero cosi. Non ero una figlia modello, ma non ero nemmeno come certi miei compagni di classe.
Quando vi erano i colloqui con i genitori, spesso o se ne dimenticavano o non ci volevano andare.
Quando consegnavano le pagelle, vedevo i genitori guardare i voti del proprio figlio e sorridere soddisfatta oppure, il volto s'irrigidiva e lanciava un'occhiata minacciosa verso la sua direzione. I miei no. Ero costretta a cercare scuse già dalla più tenera età.
"Mi scusi maestra, mia mamma e mio papà non possono.." "..lavorano.." "..sono fuori città.."
Ogni volta che qualche compagna raccontava che il proprio padre l'aveva portata a mangiare un gelato fuori, l'ha portata al parco, non riuscivo a fare a meno di sperare che magari anche il mio potesse fare lo stesso ritornato da lavoro. Ahimè, l'unica cosa che ricevevo tornando a casa era:
"Fai i compiti, nel frigo c'è la pasta di ieri, riscaldatela."
Ho imparato a cucinare davvero presto, anche per poter fare colpo sui miei. Erano sforzi inutili.
Dovevo avere circa sette anni quando aver preso l'olio bollente dal forno per poi buttarlo, mi ero scottata le dita ed istintivamente avevo lasciato cadere la pentola. Ho ancora una cicatrice da bruciatura sul piede. Non essendoci nessuno a casa dovetti chiamare mia nonna che mi portò all'ospedale. Tornata a casa dovetti anche sentirmi sgridare.
"Sei una sbadata! Se facessi attenzione a quello che fai, a quest'ora non staresti cosi. Ma guarda qua che schifo! Proprio oggi che vengono Giulia e Paolo!"
"I vostri amici vengono quasi ogni giorno, quindi anche se mi fosse successo domani sarebbe stato lo stesso." Bofonchiai.
Un lampo di rabbia le balenò sul volto e io mi sentii in colpa, ma resistetti contro la tentazione di chiedere scusa.
"E' vero. C'è qualche problema? Si? Non m'interessa! Abiti ancora sotto il mio tetto e fino a quando sarà cosi accetterai le mie regole." Mi voltai e zoppicando andai in camera a piangere.
Un altro episodio che ricordo fu il mio compleanno, avevo dieci anni e dopo un mesetto ci sarebbe stato il mio compleanno.
I miei compleanni li avevo festeggiati solo grazie mi nonna, morta lei fu solo un giorno come un altro, benché ogni anno sperassi in una festa a sorpresa.
"Mamma, il mio compleanno è il 24..." iniziai a dire esitante, ma speranzosa. Strinse gli occhi.
"Ricordo.."
"Be... i miei compagni lo fanno sempre e.. mi chiedevo.. se potessi farlo anche io.." Alzò un sopracciglio.
"Spiegati ragazzina, non sto qui per fare gli indovinelli" Rabbrividii e fui, ancora di più, scoraggiata a continuare ma continuai lo stesso.
"Vorrei.. vorrei poter festeggiare.. con i miei compagni." Odiai me stessa fino al midollo. Ogni volta che parlavo con loro non riuscivo a fare a meno di esitare e far tremare la voce.
Mi guardò come si osserva un insetto. "Neanche per scherzo. Non se ne parla nemmeno."
"Perchè?" Balbettai con occhi lucidi.
"Perchè no, punto!" I nostri visi s'imporporarono. Il suo per la rabbia ed il mio anche per la vergogna. Vergogna per me stessa, perchè ancora ci speravo, vergogna per essere nata; rabbia sempre per me stessa per averci provato, per averci creduto, rabbia verso i miei genitori.

Di tutti i ricordi che mi sono rimasti della mia infanzia, ricordo solo che ogni mio tentativo di avvicinamento o proposta, veniva respinto senza esitazione.
Diventando adolescente, le cose non cambiarono, peggiorarono. Le liti e l'odio per i miei, per gli altri, per il mondo, ma soprattutto per me stessa, non facevano altro che aumentare.
Se già prima non mi controllavano, ora mi facevano 'pascolare' liberamente.
Il giorno in cui conobbi Valeria, una bambinetta paffutella con occhioni azzurri e capelli rossicci, fu per me, il primo giorno verso il cambiamento.
Avevamo undici anni quando ci conoscemmo, eravamo in classe insieme e ci misero vicine. Lei si guardava intorno elettrizzata, riuscivo a vedere nei suoi movimenti e nelle sue espressioni, l'entusiasmo.
Non ricordo bene perchè, ma sin dal primo istante in cui la vidi, la presi in antipatia, non mi aveva mai fatto niente, anche perchè non ci conoscevamo minimamente, era antipatia istintiva, a pelle.
Si guardava intorno cercando di riconoscere qualcuno, forse della sua vecchia scuola, si salutavano e si abbracciavano. Questo me la fece odiare ancora di più. Io, ero la tipica ragazzina che si credeva già matura, e sotto certi aspetti, penso di esserlo stata davvero.
Ero capace di fare discorsi profondi e riflessivi, per i miei compagni di classe, un alieno ed ero anche ritenuta altezzosa. Ero la tipica ragazzina riservata e solitaria, non parlavo quasi con nessuno se non interpellata. Mi costava fatiche enormi dover parlare sorridendo alle persone dopo aver litigato, il più delle volte correvo in bagno e mi rannicchiavo sul water. Quando cercavo invece di attaccare bottone, sembravo fuori luogo, come se quello che dicessi, o non valesse nulla, o fosse stato detto in un altra lingua.
Ero la tipica ragazzina ritenuta strana, perchè diversa.
Lei si girò a fissarmi sorridente ed io, continuai a fissare il muro come se niente fosse. Ero abituata ad essere fissata e a sentire qualche commento su di me.
"Ciao! Sono Valeria! E tu?"
Mi voltai a fissarla inclinando la testa, ho sempre avuto questo vizio, mi aiutava a scrutare le persone, e la continuai a fissare indifferente, come se d'avanti a me non ci fosse niente. Aggrottò le sopracciglia.
"Stai bene? Sembri un pò... pallida..."
Mi venne da sorridere ma non lo feci. la domanda 'stai bene' per me era un tabù. Gli occhi mi si inumidirono, no! avrei voluto urlare, non sto bene! Lasciatemi perdere e andate tutti a quel paese! Vale mi fissava in silenzio con le sopracciglia aggrottate e la sua faccia preoccupata. Mi aspettavo un'alzata di spalle e la solita espressione da 'questa-non-è-normale' ma non accadde.
"Ehy.. tutto ok??" sembrava sinceramente preoccupata. Mi sentii infastidita e allo stesso tempo uno strano calore al centro dello stomaco. Sorrisi debolmente e mi schiarii la gola.
"Si sto bene, è solo il sonno." una scusa purché vera.
Sapevo come apparivo all'esterno, ero troppo magra per la mia età, viso pallido malaticcio e occhiaie profonde e scure intorno agli occhi. Mi usavo definire 'la zombie affamata'.
Rise "Ti capisco sai? Ieri mio fratello mi ha costretta a vedere un horror insieme a lui. Non sono riuscita a chiudere occhio!"
Risi anche io, i suoi problemi di paura, in confronto ai miei mi sembravano mille volte migliori dei miei. Alcuni ragazzi sentendomi ridere si voltarono a fissarmi come se avessero visto un fantasma ed alcune ragazze iniziarono a spettegolare. Aggrottai le sopracciglia.
"Stai per essere etichettata.." borbottai piano ma forse non mi sentì.
Vale si girò a fissarli e tornò a guardarmi sorridente. "Non mi hai detto come ti chiami." Mi morsi il labbro, perchè parlava ancora con me? Nessuno l'aveva mai fatto.
"Aurora" sussurrai. Gli occhi le brillarono.
"Aurora! Che bel nome!" non risposi, la fissai per un attimo e ritornai a fissare il muro.
"Cos'hai fatto alla mano?" mi chiese e notai che si era avvicinata.
Serrai i pugni con forza ricordandomi la litigata di ieri sera.
Mi ero alzata per mettere le stoviglie sporche nel lavello quando sono inciampata sul tappetto e per non sbattere la faccia contro il marmo del mobile, avevo buttato le mani avanti, facendo cadere il mio bicchiere, frantumatosi in mille pezzi. Imprecando mi ero abbassata a raccogliere le schegge più grandi con le mani quando sentii dire mio padre.
"Sei sempre la solita sbadata! Ma te l'avrò detto un migliaio di volte di far attenzione a dove metti i piedi! hai visto che hai combinato?!"

Al che mia madre aveva risposto freddamente:
"Non so tu, ma non ho mai conosciuto una persona più imbranata di lei. Qualsiasi cosa che tocca la rompe".

Strinsi i denti e lei aggiunse "non sopporto più il fatto che rompa sempre tutto"
"Non sono inciampata di proposito! E' questo fottutissimo tappeto che scivola!"
"Non mancarmi cosi di rispetto, mi hai capito?!"
"Vieni a chiedermi rispetto quando mi tratti come un sacco dell'immondizia?!"
Il suo viso s'indurì "Ritira subito quello che hai detto!"
"No" la fissai con fare altezzoso.
"Ma come osi brutta... Chiedimi scusa!" il suo viso si riscaldò.
Ricacciai indietro le lacrime, la rabbia iniziò a scorrermi nelle vene facendomi perdere lucidità.
"NO!"

"Sai che c'è? fa come ti pare! Non m'importa niente di te." disse risoluta con uno scollamento di spalle.
"Sarebbe stato tutto più facile se non fossi nata."
"E' vero, se tu non fossi nata io ora starei facendo quello che desideravo fare".
Strinsi la mano in pugno e si ficcarono le schegge nel palmo. Corsi in bagno, mi chiusi a chiave dentro e levai piangendo le schegge. Controllai se c'erano schegge e me la fasciai.
Il dolore che emanava il taglio era forte, la mano bruciava od ogni battito. Il cuore che mi si era frantumato, mi batteva all'impazzata.
Mi rannicchiai a terra e mi strinsi forte le braccia al petto e cercai di soffocare i singhiozzi. Mi sentii delle schegge di vetro anche nello stomaco ricordandomi ciò che aveva appena detto mia madre. Mi salii la nausea e strisciai verso la tazza e vomitai.
Ritornai al presente con una nuova fitta di nausea. e mi sentii impallidire. Feci una smorfia di dolore.
"Mi sono tagliata con il vetro di un bicchiere." Dissi risoluta. Il suo sguardo era improvvisamente  ansioso e il mio stomaco bruciava.
"Sei proprio sicura di stare bene? Sei.. più pallida.. e verde.." Mi alzai di scatto e corsi in bagno a vomitare. Quando finii sentii la voce ansiosa e preoccupata di Valeria.
"Aurora? Tutto bene? Dove sei? Stai male? Devo chiamare.."
"No. Non chiamare nessuno sto bene." mi alzai ed uscii sciacquandomi la bocca.
"Ma cos'è successo?" La odiai se possibile ancora di più. Stupida ragazzina, fatti gli affaracci tuoi! Va dalla tua dolce e cara famiglia!
"Niente" sputai fra i denti. Mi appoggiò una mano sulla spalla.
"Sicura?" Mi bloccai, non ero abituata al contatto fisico di un estraneo. Il mio primo istinto mi diceva di prenderle il braccio e levarlo con forza dal mio. Ma se non volevo il contatto, allora perchè mi sentivo sollevata al suo tocco? Mi sentii in colpa per come la stavo trattando, ma non smisi di odiarla.
"Ho mangiato sicuramente qualcosa che mi ha fatto male." Cercai di sorridere.
Rise "Ok allora, torniamo in classe" mi prese a braccetto e mi trascinò in classe. Arrivate tutte le ragazze ci guardarono con curiosità e sdegno. Le ignorai ma sentii Vale digrignare i denti.
Ci sedemmo e lei iniziò a parlare, era allegra e spontanea, ma non superficiale. La iniziai a trovare simpatica e con lei risi quasi tutto il tempo.
Quella sera a casa, ripensai a Vale e capii il motivo del mio odio.
Lei, aveva tutto ciò che io non avevo, una madre e un padre affettuosi, un fratello burlone, una famiglia, amore.. Capii che la invidiavo anche del più piccolo momento di amore che aveva avuto. Cercai di convincermi che lei non aveva colpe per quello che vivevo.
Il giorno dopo appena entrò in classe
"Ehy dormigliona, buon giorno." mi sorrise calorosamente e non potei fare a meno di ricambiare.
"Buongiorno, sei sempre allegra a quest'ora?" Sei sempre allegra???
Ridacchiò "Nah, è solo l'emozione della nuova scuola." Risi e il mio sguardo cadde su delle ragazze che stavano entrando in quel momento. Mi guardavano con faccia perplessa e altezzosa e guardavano Vale con altrettanto sguardo, solo che a lei la salutarono.
"Come fai a sopportarle? A me viene da tirarle un... un qualcosa in testa!" mi chiese.
"Semplicemente le ignoro."
"Sai Aurora, ieri ho parlato con alcune di loro, e mi hanno detto che sei strana e ti senti snob, ma non ti ho vista cosi. Perchè lo pensano?"
Mi si bloccò il respiro e la fissai a bocca aperta. Nessuno prima mi aveva fatto una domanda cosi diretta.
"Non lo so, è sempre stato cosi" Abbassai lo sguardo e cercai di ricompormi. "Ma sul fatto che sono strana.. forse è vero."
Rise "Sono solo invidiose, Ehy ti va di venire a prendere un gelato con me e mio fratello oggi pomeriggio?"
Sgrani gli occhi "Io?"
Ridacchio "Si certo!"
Non ci credevo. "Dici davvero?" Il suo sorriso vacillò e aggrottò leggermente le sopracciglia.
"Certo." Sorrisi imbarazzata per il mio comportamento.
"Perchè no"
Quel pomeriggio Vale ed un ragazzo mi vennero a prendere.
"Ethan, lei è Aurora, Aurora lui è il mio Fratellone Ethan." Sorrise in segno di saluto.
"Ciao" risposi imbarazzata. Il fratello era più grande di noi, aveva sedici anni ed era molto simpatico e carino. Aveva occhi azzurri come la sorella e capelli biondo rossiccio un pò lunghi.
Ci divertimmo molto, soprattutto quando Vale fece cadere il suo gelato per terra. Mi aspettai una strigliata a dovere ma il fratello alzò gli occhi al cielo.
"Sei la solita imbranata" disse ridacchiando e le scompigliò i capelli ricci. Rimasi sorpresa quando si alzò e tornò con un altro gelato.
"Grazie Fratellone" Lo abbracciò.
"Fa attenzione se no fai cadere anche questo!" disse lui lanciandole un'occhiata esasperata. Risi e sentii i miei occhi farsi lucidi. Perchè io non posso essere felice come loro?
"Dovresti venire un giorno a casa nostra Aurora, se Vale con te è cosi.. Dovresti proprio venire." mi sorrise.
Aggrottai le sopracciglia e lui disse:
"Se vedessi questo mostriciattolo a casa, mi capiresti."
Risi "Nah, io la trovo molto tranquilla." Mi lanciò un'occhiata come a dire 'aspetta e vedi' e Vale disse:
"Ma sai che sei proprio cattivo! Meno male che ci sei tu Aury." Mi abbracciò ed io rimasi impietrita prima di riprendermi e stringerla.
Passai veramente un bel pomeriggio, per me era tutto nuovo, non ero mai uscita con degli amici. In realtà non avevo mai avuto amici.
Dimenticai quasi dei problemi che avevo a casa e mi sentii bene con me stessa come non era mai accaduto.
"Dovremmo farlo più spesso." Disse Vale mentre mi prendeva a braccetto.
"Mi sono proprio divertita. Non capisco perchè gli altri ti giudicano strana." Il mio sorriso si spense ed Ethan diede una botta al braccio della sorella. Indossai la mia solita maschera.
"Mah, comunque hai ragione, dovremmo rifarlo." Dissi semplicemente con un sorriso tirato. Le si illuminarono gli occhi.
"Perchè domani non vieni a mangiare a casa nostra dopo la scuola?" Mi chiese speranzosa.
"Vale, non pensi che dovremmo chiederlo prima a mamma e papà?" Le fece notare bonario Ethan. Mi morsi il labbro e pensai a cosa potessero dire i miei..
"So già che diranno si." Gli fece una linguaccia e mi fissò speranzosa.
"Emh.. Se non disturbo.. non.."
"Aurora tranquilla, Vale ha ragione accetteranno di sicuro" Ethan mi appoggiò la mano sulla spalla.
"Emh.. va bene allora, accetto." dissi sorridendo timidamente.

Il giorno dopo.
"Mammaaaaa! Siamo quiii!" Urlò Vale sbattendo la porta di casa sua. Una signora si affacciò dalla porta, si asciugava le mani con il grembiule.
"Ciao! Tu sei Aurora vero? Piacere sono Sophie." mi sorrideva calorosamente. Ma è un vizio di famiglia?
Sorrisi timidamente. "Salve signora."
"Vale che ne dici di guardare un pò la tv mentre io cucino? Tanto dobbiamo aspettare tuo padre ed Ethan."
"Ok, mamma" Vale mi prese una mano. "Vieni Aury, andiamo ti faccio vedere la casa."
Andammo in camera sua, era piena di orsacchiotti e pupazzetti, le sorrisi anche a me piacevano, ma non ne avevo più di sette, lei ne aveva una camera piena. Passammo dal salotto per andare in cucina. Su una mensola, una carrellata di foto.
La madre e il padre, il giorno del loro matrimonio.
Il padre e la madre incinta che si baciavano sorridenti.
La madre con in braccio un neonato dalla tutina celeste e il padre che le cingeva le spalle.
La madre incinta che teneva per mano il padre, che aveva sulle spalle un Ethan dai cinque anni.
Di nuovo la madre che baciava sorridente una bambina con una tutina rosa.
Un'ultima foto con la madre e il padre che si abbracciavano e tenevano una mano sulla spalla di due bambinetta.
Mi fermai a guardarle. Provai un acuita fitta di gelosia e un altrettanto intenso dolore. A casa nostra, le foto erano chiuse in uno scatolone chissà dove. Mi asciugai una lacrima.
"Ehy nana, che ci fai qui?" una mano mi toccò la schiena e io rabbrividii.
Arrossii "Ciao Ethan" mi voltai a guardarlo e lui mi sorrideva.
"Ti sei persa?" ridacchiò.
Scossi la testa e sorrisi "No, stavamo andando in cucina da tua madre e mi sono fermata a guardare queste foto."
"Sono bello, vero?" ridacchiò e io mi morsi il labbro confusa.
Rise "Nelle foto"
Risi "Si eri carino. Come tutti i bambini ovviamente." Ridacchiai.
"Ehy ragazzi" mi voltai a fissare un uomo che entrava dalla porta. Mi fissò e sorrise. "Salve cara."
Sorrisi "Buona sera"
Ethan mi presentò. "Papà lei è Aurora, l'amica di Valeria."
L'uomo mi venne incontro e mi porse la mano "Piacere Aurora, sono Diego" Gli sorrisi. Continuò a guardarmi negli occhi e io mi sentii vulnerabile, piccola, ma rimasi ferma come incantata.
"Tu mi ricordi il libro 'Broken Barbie'"
Aggrotto le sopracciglia "Come scusi?"
"Papà.. non attaccare.."
"Ragazzi è pronto!" Vale mi saltella affianco,mi prende per mano e mi trascina in cucina.
Passo una bella serata. In questa casa non si fa altro che ridere e scherzare. C'è aria si serenità, spensieratezza, amore che quasi mi contagia e mi fa bruciare il petto.
"Non ti piace?" mi chiese Sophie indicandomi il piatto.
"Come? Cioè scusi.. si certo che mi piace" Sorrisi.
"Guarda che se non ti piace posso prepararti altro.."
Rimango troppo in silenzio. "Signora le giuro che mi piace, anzi è ottimo" Sorrisi. "Non mangio molto di mio." Mi guardò apprensiva e ricomincio a mandare giù con forza boccone dopo boccone.
Alla fine del pranzo, Vale corse incontro al padre e lo abbracciò sedendosi sulle sue ginocchia.
"Papino" lo guardò con occhi teneri
"Si piccola?" le rispose con altrettanta tenerezza e la abbracciò stretta e il mio stomaco si contrasse.
"Ci porti al parco più tardi?" Aumentò l'intensità del suo sguardo. Avrà mica un bottone interno per questi trucchetti?
Rise. "Certo piccolina." Le si illuminarono gli occhi e mi chiesi come facesse Diego a non rimanerne abbagliato.
"Grazie papino! Ti voglio bene!"
"Anche io piccola, tanto." Mi salii la nausea e cercai di resisterle, ma diventò insopportabile.
"Aurora? Stai bene?" Ethan mi scosse e io scossi la testa.
"Devo... posso andare.. in bagno?" mi guardarono tutti confusi.
"Certo!" mi indicano la strada e vado a rimettere. Tornai e chiesi scusa.
"No non ti preoccupare tesoro" mi dice Sophie accarezzandomi la testa e poi mi guarda cercando di essere seria.
"Potevi dirmi che non ti piaceva, avrei potuto cucinarti altro." Rimasi perplessa.
"No signora, davvero il suo cibo era ottimo. Ultimamente ho problemi di stomaco, non è colpa sua."
"E' vero" confermò Vale. "va spesso in bagno a rimettere". Mi fissarono e mi sentii in imbarazzo, mi sentii in dovere di giustificarmi.
"Avrò preso sicuramente l'influenza" L'apparenza prima di tutto.
La madre annuì ma la vedi poco convinta ed aggiunse:
"Ti capita mai di avere dolori dopo aver mangiato?" Annuii e non capii dove volesse arrivare.
"E all'addome? Anche improvvisamente?" Annuii di nuovo. "Sono forti? Ti sembra di venire pugnalata?"
"No, solo alcune volte, il più delle volte lo ignoro e passa."
"Hai perso peso ultimamente?"
Sentii la gola secca ma risposi. "Si."
"Ti rannicchi mai?" Annuii. "E sul fianco?" Annuisco ancora.
"Sei stressata, hai problemi a casa, in famiglia o a scuola?" Mi morsi il labbro e mi chiesi se essere sincera o no. Alla fine optai per la verità.
"Si.."
"Ne hai parlato con i tuoi? Siete andati dal dottore?" Scossi la testa.
"Sophie, ma che succede?" chiese Diego, lei lo ignorò e continuò. "Dovresti farlo, potrebbe essere grave." Impallidisco e vedo gli altri spalancare le labbra.
"Grave? Mamma ma che dici??" chiese Ethan alzandosi.
"Da come mi hai detto potrebbe essere un'ulcera gastrica. Vomiti sangue?"
Sentii gli occhi riempirsi di lacrime ma scossi la testa. Si accorse della mia espressione ed aggiunse in fretta:
"Scusa tesoro, ho studiato medicina, per quel che ricordo i sintomi sembrano quelli, ma può essere anche una normale influenza intestinale. Prova a parlare con i tuoi ed andate dal dottore." Annuii e mi sentii in imbarazzo, vorrei piangere.
"Ragazze, che ne dite di andare a fare una bella passeggiata e mangiarci quel bel gelato?" disse Diego.
Vale restò a fissarmi ma si lascia prendere dall'entusiasmo,
"Siiiiiii!" Mi guardò ed io sorrisi annuendo.
Diego mi affiancò vicino alla porta.
"Scusa per prima, mia moglie era in buona fede."
Annuii. "Non sono arrabbiata."

Con l'andare del tempo, i dolori aumentarono e diventarono più frequenti e acuti, non mangiavo quasi più.
Passati sei mesi dopo l'inizio dei dolori, i dolori all'addome si fecero davvero intensi e duraturi, me lo sentivo trafiggere come se qualcuno mi pugnalasse e rigirasse dentro il coltello per vedermi soffrire ancora di più.
Dopo altri due mesi, iniziai a vomitare sangue. La prime volte pensai fosse dovuto al fatto di aver vomitato tre volte di fila, ma dopo le presi sul serio.
Presi il cappotto e corsi a casa di Vale. Suonai con il fiatone.
"Si?" Gracchiò una voce.
"Sono.. Aurora.." risposi con il fiatone.
"Ora ti apro." ormai andavo spesso da loro.
Sophie apparve sulla porta sorridente. Quando mi vide pallida e con le mani sporche di sangue mi raggiunse preoccupata.
"Tesoro, che hai?"
"Ho.. bisogno di.. aiuto" avevo ancora il fiatone.
"Cos'è successo?"
"Ricordi la prima volta.. che sono venuta qui? Quando mi hai chiesto.. dei sintomi.. dei dolori" Annuì cauta "Ho paura.. ho appena finito di.. vomitare sangue.. ho i dolori all'addome.. Sto sempre peggio.."
"Ne hai parlato con i tuoi?"
Scossi la testa "Non ancora, ma ti prego, aiutami."
"Diego! Vieni qui! E porta Vale! ORA!" si voltò a guardarmi ansiosa "Ora ti portiamo all'ospedale, ma dovresti chiamare i tuoi."
"Lo farò dopo" stava per ribattere ma arrivarono Diego e Vale che quando mi vide impallidì.
"Aury! Che hai? Cosa succede?"
"Tesoro, stiamo andando in ospedale, se ti fanno domande, Aurora si è sentita male mentre era a casa nostra ok?"
"Ma che succ.."
"Valeria, hai capito cosa ti ho detto?" La interruppe brusca Sophie.
Vale annuì era pallida come un lenzuolo, stavo per dirle di non preoccuparsi ma un dolore acuto mi prese l'addome e mi lasciò senza fiato facendomi perdere l'equilibrio. Caddi a terra tremante.
"Aurora!!" sentii l'urlo di Valeria e due braccia prendermi i braccio e mettermi in macchina.
"Vale vieni avanti con me, Sophie tu va dietro."
Ero stesa sui sedili, tremavo per il dolore, lo stomaco bruciava e sentivo il sapore del sangue in bocca. Iniziai a piangere e due mani stringermi e carezzarmi.
"Shh, andrà tutto bene. Shh piccola"
Arrivati all'ospedale, mi presero i dati e fecero le stesse domande di Sophie. Mi fecero un prelievo del sangue e una gastroscopia d'urgenza.
La madre di Vale aveva ragione, mi era venuta un'ulcera gastrica.
Quando uscii dalla stanza, dopo avermi fatto la gastroscopia, mi parve di sentire Sophie parlare con Diego.
"Ho provato a chiamare i suoi genitori, ma non mi hanno risposto.."
Non ne fui sicura perchè ero ancora sotto l'effetto dell'anestetico. Mi diedero un foglio, delle pillole e un foglio con i risultati.
"Deve andare dal medico e farsi scrivere queste medicine.."
"Ok, informerò i suoi genitori. Buona sera."
Entrammo in macchina, avevo la testa che mi girava e un leggero senso di nausea.
"Tesoro tranquilla, stiamo andando a casa." Sophie mi cinse le spalle e mi strinse a se.
"grazie, grazie davvero per tutto."
"Non dirlo nemmeno per scherzo cara, ormai per noi sei come una di famiglia" Rimasi sorpresa, era stato Diego a parlare.
Vale annuì e mi strinse la mano "Papà ha ragione sorellina".
Mi vennero gli occhi lucidi. Perchè, perchè non potevo avere una famiglia come loro?
Perchè i miei non mi amano come loro?
"Sono quasi le undici, Aurora tesoro, non hai un cellulare con te? I tuoi potrebbero averti chiamato.." Scossi la testa in senso di diniego, Sophie annuì ma aggrottò le sopracciglia.
Arrivati a casa, Vale mi prese per mano e Sophie mi cingeva la vita con un braccio per sostenermi. Diego suonò, poco dopo la porta si aprì.
Mio padre, un trentatreenne dai capelli e gli occhi neri, fissò Diego. Aveva le gote rosse, occhi lucidi e arrossati. Aveva bevuto e parecchio, ma dall'odore che proveniva da dentro casa, aveva anche fumato. Mi sentii la terra mancare sotto i piedi e sperai che si aprisse una crepa che mi inghiottisse. Abbassai lo sguardo, dire che ero imbarazzata era un eufemismo.
"Buona sera signor Brayn, sono Diego Martini, il padre di Valeria.. un'amica di sua figlia.."
Mio padre, aggrottò le sopracciglia "Mia figlia?"
Diego annuì "Sua, figlia, Aurora, si è, sentita poco bene, a casa mia. Abbiamo provato a chiamarvi, ma non avete risposto-" Scandiva le parole come se parlasse con un cretino. Aveva ragione da vendere.
"Uhm, si ok. Come sta?" Alzai la testa di scatto. Ha chiesto come sto? Si è preoccupato?
Quando vidi il suo volto capii che non era affatto cosi. Era poco interessato, lo si capiva dalle occhiate scocciate che ci lanciava e da quelli ansiosi che lanciava verso il salotto, da dove provenivano voci che parlavano strascicando le parole e risa sguaiate.
Sophie mi strinse più a se tesa "Sta bene. Sono la moglie di Diego. Siamo venuti qui per chiederle se Aurora poteva restare a casa nostra.. questa notte, sa come sono i ragazzi.." Mio padre non le prestava ascolto.
"Signor Brayn? Mi ha sentito?" sentii Sophie digrignare i denti.
Mio padre la fissò "Uhm, si certo, come vuole. Scusate ma dovrei andare.."
"Certo buona sera." Chiuse la porta senza rispondere.
Tutti rimasero impalati sulla porta sconcertati. Io tenevo lo sguardo basso, sentivo la faccia in fiamme e gli occhi bruciare.Lacrime amare, piene di rancore, odio e  sofferenza mi riempirono gli occhi. Diego venne verso di me e mi posò una mano sulla spalla.
"Non piangere cara, non è colpa tua".Singhiozzi sempre più forti mi scossero il petto e le lacrime calde, mi rigarono il viso. Cercai di calmarmi ma peggiorai solo la situazione.
"Aurora.." Vale provò ad abbracciarmi ma la scansai.
"Vale, lasciala stare, falla sfogare."
"Ma io.." Seguì un silenzio teso e Sophie parlò.
"Andiamo dai, si gela. Aurora mi spiace se ho fatto di testa mia ma.."
La bloccai "Non ti preoccupare. Va tutto bene,"
Mi fissò ansiosa "Ne sei sicura?"
Annuii "Ora passa"
Questa volta affianco a me, si aggiunse anche Valeria che mi teneva la mano e mi sfiorava il braccio.
Sophie mi strinse a se, mi bacio il capo e con la mano mi asciugò le lacrime, ma quelle testarde continuavano a scendere.Per istinto mi strinsi a lei ed affondai il viso sul suo petto e mi abbandonai ai singhiozzi che mi foravano il petto, facendo cadere le lacrime. Sophie mi cullava stretta al suo petto e Valeria mi abbracciava.
Diego si fermò e si voltò. "Volete qualcosa da mangiare?"
Sophie e Vale dissero di no "E tu Aurora? Vuoi qualcosa?" Scossi la testa.
"Ne sei sicura? Non temere puoi prendere quello che vuoi."
"Non ho fame ma grazie lo stesso" la mia voce si ruppe su vari punti ma nessuno commentò. Quando arrivammo a destinazione, fortunatamente avevo smesso di piangere.
"Ranocchietta, porta Aurora in bagno e falle fare un bel bagno caldo, per favore." poi si voltò verso di me "Cara, Vale ti presterà dei vestiti da ricambio, non preoccuparti di nulla. Quando finisci mangiamo delle belle e calde crepes alla nutella eh?" Sophie mi sorrise. Mi morsi il labbro, non avendo il coraggio di guardarli.
"Sophie, grazie di tutto ma sto bene, non preoccuparti di nulla"
"Suvvia non preoccuparti cara. Non ci sono problemi. Ora va dai" Vale mi strinse la mano e mi portò in bagno.
 "Vale, mi dispiace, mi dispiace cosi tanto. Non volevo che voi.. io mi sento cosi.."
"Shhhh, va tutto bene" mi abbracciò "Aurora, ogni volta che vorrai o avrai bisogno io ci sarò sempre per te. Tu sei la mia migliore amica e io ti voglio bene"
La strinsi più forte e sentii di nuovo le lacrime "Grazie.. Anche io ti voglio tanto bene"
Da quell'episodio, il mio rapporto con Valeria divenne più saldo che mai.
Uscivamo insieme, mangiavamo insieme, a casa sua, dormivamo insieme, a casa sua. Non che i suoi genitori non volessero, ero io.
Non volevo vedesse come andavano veramente le cose a casa mia. L'avevo convinta che i miei genitori non fossero sempre cosi, ma che era capitato quel giorno che avevano amici.
Ormai ero diventata davvero una di famiglia, passavo più tempo li che a casa mia, il che mi faceva solo bene.
Lentamente la mia ulcera si riprendeva e stavo, poco a poco, sempre meglio.
Avevo ripreso a mangiare un pò e riprendevo peso, riuscivo a dormire e le mie, ormai marcate, occhiaie, scomparirono.
A casa, cercavo di evitare qualsiasi cosa che potesse farmi arrabbiare, soprattutto le litigate e mi sembrò di trovare un certo equilibrio, abbastanza normale.
Io ignoravo i miei e loro ignoravano me.
Io uscivo e loro cenavano con i loro amici.
Io dormivo e loro dormivano.
Io mangiavo e loro chiacchieravano tranquillamente.
Raramente iniziavano battibecchi e io mi sentivo sempre meglio.

Circa 4 anni dopo..

Ormai avevo quindici anni e l'adolescenza era già attiva. Avevo iniziato le superiori, facevo il primo anno dell'istituto d'arte.
Sin da piccola, mi era sempre piaciuto disegnare, mettere su carta le mie emozioni, colorare, non ero Michelangelo o Da Vinci, ma me la cavavo.
Vale invece aveva deciso di prendere sociologia. Io aspiravo a diventare un fotografa o un grafico e lei l'assistente sociale.
Anche se avevamo preso strade molto differenti, la nostra amicizia non era stata minimamente intaccata, anzi eravamo ancor più inseparabili.
"Ehy, sai chi mi ha chiamato oggi?" Chiese Vale. Alzai gli occhi al cielo, lei a differenza di me, stava iniziando a sentirsi con dei ragazzi mentre io non ne volevo ancora sapere.
"Chi? Dario? Francesco? Andrea? O Marco?" dissi prendendola in giro. Eravamo al nostro solito bar, al nostro solito tavolino a berci un bel cappuccino.
"Ah ah ah.. simpatica.." Fece sarcastica lanciandomi un'occhiataccia alla quale risi.
"Beh? Chi ti ha chiamata?" I suoi occhi scintillarono maliziosi.
"Ethan".
Il cuore prese a battermi all'impazzata e il cappuccino mi andò di traverso.
"Ethan?" chiesi tra un colpo di tosse e l'altro.
"Già.."
Suo fratello Ethan ormai diciannovenne, appena diplomato era andato a fare uno stage per 2 mesi e poi era tornato, ma solo per dire che voleva partire per un viaggio in giro per le città.
Mi morsi il labbro. Poco dopo averlo conosciuto e frequentato, mi ero presa una cotta per lui. Non capivo perchè mi piacesse, non facevamo altro che bisticciare per tutto i tempo e a stuzzicarci. Però era sempre il solito e grande tenerone che mi coccolava quando ero triste..
"Quando?" Sospirai e presi un sorso d'acqua.
"Settimana prossima"
"ah-ah" feci l'indifferente ma un rossore mi tradì.
"Ha detto 'non vedo l'ora di rivedere la piccola Jenny. Come sta?'"
Il cuore accelerò ancora. "Davvero?"
"Mmmmh. Ha chiesto anche se ti sei fatta ancora più bella." Il mio viso prese fuoco e lei continuò facendo finta di nulla.
"Muore dalla voglia di rivederti, ti ritiene bella.. Secondo me siete destinati a mettervi insieme"
"VALE!" la guardai scioccata "ma che dici?! E' tuo fratello! E poi mi ritiene come una sua sorella minore.." mugugnai.
"Mah. A me è sembrato tutt'altro." prese un sorso del suo cappuccino.
"Vale," sospirai "siamo come fratello e sorella.."
"Tecnicamente lui è mio fratello e tu sei mia sorella, ma praticamente tu non sei mia sorella"
Alzai gli occhi al cielo. "Questi comunque sono solo film che ci stiamo facendo, secondo me tornerà dal viaggio con minimo tre ragazze dietro."
"Aspettiamo e vediamo" dice lei tranquilla, io sospirai e cercai di rilassandomi dedicandomi al mio cappuccino ormai freddo.

"Vale ma porca miseria! Rispondi... Dai..." Attaccai irritata. Valeria, sempre con il cellulare in mano, non mi rispondeva ed io iniziavo ad innervosirmi. Devo uscire di casa.. non ce la faccio più.
Presi la mia borsa a sacca ed indossai una giacca e il mio scalda collo che usavo come cappello e corsi fuori. Aprii la porta e feci un salto indietro dalla paura ed una mano mi afferrò il polso. Mi misi l'altra mano sul cuore ed alzai lo sguardo per poterne cantare quattro a quel deficiente che si era messo dietro la porta ma rimasi senza fiato. Il cuore batteva a mille e non sapevo se per lo spavento o l'emozione. Un ragazzo dagli occhi azzurri mi fissava sorridente.
"Ethan!" Gli buttai le braccia al collo e lo abbracciai.
"Ehy, Jenny!!" mi strinse la vita e mi mise una mano dietro la nuca.
"Te l'avevo detto che sarebbe impazzita.." mormorò una voce dietro di lui. Ci staccammo, era Vale.
Lui ridacchio "Ma fatti guardare.." mi strinse le mani sui fianchi e fece un passo indietro e mi fisso da capo a piedi.
"Ma guardati! Sei diventata proprio carina." Arrossii e lui rise insieme a Vale.
"Ma che ci fai qui?" chiesi ad Ethan mentre passeggiavamo a braccetto Ethan, io ed attaccata a me Vale, sapevo che l'aveva fatto a posta.
"Ma come.. Vale non gliel'hai detto?" La fissò contrariato
"Certo che gliel'ho detto!"
Mi battei una mano sulla fronte. "Cavolo è vero!"
Risero "sei sempre la solita" Mi baciò la guancia facendomi galoppare il cuore. Fu proprio ad Ethan, quella sera, che diedi il mio primo bacio.
Io, Vale, Ethan e alcuni dei suoi amici eravamo al bar per un caffè.
Eravamo più di dieci e avevamo unito due tavolini e non potevamo prenderne altri perchè il bar era pieno. Eravamo costretti a stare attaccati uno all'altro ma ci divertivamo. Ethan mi cingeva le spalle con un braccio dicendo di stare più comodo cosi e io non lo avrei di certo spostato. Mi chiesi come potevamo apparire, sicuramente una coppia, soprattutto perchè mi teneva stretta a lui e mi accarezzava le guance di tanto in tanto.
"Ehy Ethan, ma sai che sembrate proprio una bella coppia?!" chiese un suo amico ridacchiando.
Io arrossii e lui mi strinse più a se ridendo facendomi inclinare la testa verso la sua. Mi baciò il capo.
"Siamo belli eh?" Il cuore mi batteva all'impazzata e mi morsi il labbro lanciando un'occhiata d'aiuto verso Vale che mi fissava divertita.
Mi irrigidii e sentii una scarica elettrica sul punto in cui mi aveva appoggiato la mano. Mi aveva tolto il braccio dalle spalle per cingermi la vita e mettermi la mano sul fianco dove c'era un lembo di pelle scoperta. Cercai di rilassarmi e di darmi un certo contegno.
"Vale si sta facendo tardi.. Ho promesso a mamma di non farti tornare tardi."
"Ma Ethan.." cercò di protestare e lui scosse la testa.
"E' tardi. Domani usciamo di nuovo ok?"
Lei annuii e ci alzammo "Beh ragazzi accompagno loro e vi raggiungo più tardi."
"Ok, ciao ciao" dissero alcuni e altri fecero 'ciao' con la mano e tornarono a ridere e parlare.
"Jenny, visto che per te non è tardi, che ne dici se accompagniamo prima Vale?" Ethan sapeva che io non avevo orari e che potevo anche non tornare a casa. Annuii e Vale si illuminò di un sorriso malizioso. Camminavamo chiacchierando ed Ethan cingeva me e Vale per le spalle.
Salutai Vale "Ci sentiamo domani ok?" le lanciai un'occhiata un pò preoccupata, mi sentivo in imbarazzo, Ethan si comportava in modo diverso con me, non mi prendeva più in giro e volevo capire il perchè. Ero sicura che lei ne sapesse qualcosa.
Lei annuii e mi abbracciò "Ti chiamo più tardi, ok?" mi sussurrò in un orecchio e ridacchiò.
"Va bene buona notte" alzai gli occhi al cielo. Aspetta. Perchè mi avrebbe dovuto chiamare? Mi voltai per chiederglielo ma lei era già entrata. Ethan mi cinse di nuovo le spalle e io gli misi un braccio intorno ai fianchi per stare più comoda. Camminavamo in silenzio e decisi che era meglio toglierli il braccio, ma lui mi strinse più forte e mi baciò il capo.
"Jenny, avresti dovuto dirmi che ti eri fatta cosi carina, non ti riconosco quasi più." e rise.
Io sorrisi "non sono affatto più carina, anzi sono la stessa di prima"
"Sei la solita modesta."
Risi. "Forse."Ci facemmo di nuovo silenziosi e io sentivo gli ormoni girarmi a mille, mandandomi in fribrillazione.
"Sai, mi sei mancata tanto." mi disse fermandosi e fissandomi negli occhi.Mi morsi il labbro.
"Davvero?" chiesi sorpresa ed emozionata. Annuì.
"Anche tu a me" ammisi abbassando lo sguardo leggermente rossa. Mi alzò il viso con un dito e mi fissò intensamente. Iniziai a sciogliermi. Mi prese la vita e mi baciò.
Sentivo delle farfalle svolazzarmi nello stomaco e l'elettricità tra noi aumentare. Gli presi il collo fra le braccia e mi strinsi più a lui.Ci scostammo e mi spostò una ciocca dal viso.
"Era da tanto che volevo farlo" Risi senza staccarmi da lui.
"Anche io-" cinguettai.
Arrivati sotto casa ci baciammo di nuovo ed oltre alla sensazione di calore ed elettricità che mi davano il contatto delle sue labbra sulle mie, provai un'altra strana sensazione, ambigua.
"Buona notte Jenny" mi disse sorridente e vidi una strana luce nei suoi occhi.
"Buona notte Dumb" dissi sorridendo anche io ed entrai. Appena chiusi la porta il cellulare iniziò a vibrare. Vale.
"Ehy Ranocchietta" la salutai.
"RACCONTAMI!" urlò lei.
Sospirai "Ci siamo baciati, due volte"
"E allora??"
Mi morsi il labbro "E' stato bellissimo, però.." esitai.
"Però?" mi chiese lei. Me la immaginai mentre si attorcigliava con lei dita i riccioli.
"Però.. non lo so.. mi è sembrato.. come posso spiegartelo? Strano?"
"Strano?"
"Mmmh.. non ho mai baciato nessun altro però mi è sembrato.. come baciare mio fratello ecco." Nessuna risposta. "Vale ci sei?"
"Emh, si scusa stavo pensando.. E lui che ha detto?"
"Non gliel'ho detto ma penso che l'abbia capito."
"E come?"
"Non lo so, ho visto una strana luce nei suoi occhi. Forse è stato cosi anche per lui."
"Probabile." sembrava perplessa
"Vale, che succede?"
"No niente.. è che sono rimasta un pò stranita.. Vi siete sempre piaciuti, com'è potuto succedere?"
"Non lo so.. Vale?"
"Si?"
"Ho paura."
"Di cosa?! E' successo qualcosa?!"
"No! No, è solo.. che non vorrei che i nostri rapporti si rovinassero." Feci un respiro profondo "Non voglio rovinare ne il mio rapporto con lui.. ne con te. Ti voglio troppo bene per perderti."
"Che?!" una risata "Aurora.. sei proprio una scema. La nostra amicizia non subirà alcun danno. Te lo prometto."
Mi sentivo rincuorata "Grazie tesoro mio"
"Di niente scema. Ti voglio bene"
"Anche io. Vale mi fai un favore?
"Certo."
"Potresti parlarci e vedere com'è stato per lui?"
"Tranquilla" un altra risata "l'avrei fatto lo stesso."
Risi "Buona notte."
"Notte notte. A domani." Riattaccò.
Alla fine anche per Ethan era stato cosi.
Avevamo solo un profondo affetto fraterno che avevamo sicuramente confuso.
Decidemmo, di comune accordo, di far finta di niente e continuare a vivere normalmente come sempre.
Tutte parole. Ogni volta che scherzavamo c'era sempre un lieve imbarazzo e per lo più cercavamo di evitarci. Un giorno andai a mangiare a casa loro e dopo aver pranzato, lui disse che aveva da fare e scappò via. Mi sentii in colpa. Non potevamo nemmeno essere più amici?
"Aurora, posso pararti un attimo?" Sophie mi fissava con sguardo apprensivo e perplesso.
"Certo Sophie" mi alzai ed andammo in salotto. Si sedette su divano e mi indicò il posto affianco a lei. Mi sedetti.
"Aurora, voglio essere diretta con te. E' successo qualcosa tra te ed Ethan?"
Rimasi sorpresa "In che senso?"
Mi fissò e capii che lei aveva capito. "Tesoro, voglio essere sincera con te. Ti voglio bene e per me sei come una figlia, ti conosco bene e conosco bene anche lui. Cos'è successo?"
Sospirai ed abbassai lo sguardo. "Mi dispiace Sophie. Anche io voglio essere sincera con te. Ho sempre avuto una cotta per lui. E.."
M'interruppe "Lo avevo capito da tempo. Il problema è questo? Ti sei aperta con lui e ti ha.. respinta?"
Scossi la testa "No. Anzi ci siamo baciati" la guardai e le mie guance presero fuoco ma continuai "Sia io che lui però, abbiamo capito che avevamo solo un profondo affetto fraterno e abbiamo deciso di far finta di nulla. Ma a quanto pare non è cosi facile.."
Sophie sospirò "Aurora" il suo tono cambiò "mi dispiace dirtelo, ma devi capire che questa situazione non mi piace"
"Neanche a me Sophie. Io vi voglio bene, per me siete la mia.." Mi bloccai. Stavo per dire vera famiglia ma mi corressi "..seconda famiglia. Non voglio crearvi disagi. Capirei se tu mi chiedessi di non venire più se vi crea imbarazzo"
"Ne sono sollevata, ma sono sicura che non accadrà. Siete intelligenti e dovete cercare di dimenticare" Annuii.
Ethan tornò mentre io stavo leggendo un libro di Diego sul divano mentre aspettavo che Vale finisse di lavarsi.
"Ehy.." mi salutò imbarazzato.
"Ehy" gli sorrisi e poi lo guardai seria "Ethan. Posso parlarti?"
Aggrottò le sopracciglia confuso "Certo.." e venne a sedersi di fronte a me sul tavolino.
Lo fissai negli occhi "Ethan.. io.. mi sento in colpa" abbassai lo sguardo sulle sue mani.
"E perchè mai?" dal suo tono capii che era sorpreso e preoccupato.
"Perchè.. Ho notato che ti creo del.. dell'imbarazzo, ecco, e mi dispiace. Dopo quello che è successo pensavo che.."
"Aurora. Tu non m'imbarazzi affatto."
Lo fissai sarcastica. "Bugia. Altrimenti non scapperesti ogni volta che mi vedi."
Rise "E' vero. Ho pensato che sarebbe stato meglio allontanarmi un pò. Pensavo che sarebbe stato meglio per te."
Inclinai la testa. "Per me? No Ethan. Per me non ci sono problemi. Io ti voglio bene ma come un fratello. Quel bacio per me è parte del passato e ne sono felice."
Aggrottò le sopracciglia. "Felice?"
Annuii "Si. Mi ha fatto capire cosa sei davvero per me."
Sorrise "Anche per me è stato cosi."
"Bene. Sono felice che ci siamo chiariti" Sorrisi "Ricominciamo tutto d'accapo ok? Non mi piace che dobbiamo ignorarci. Mi fa stare male."
"Tranquilla. E' tutto dimenticato." Sorridemmo e ci abbracciammo.
E tutto fortunatamente tornò alla normalità o quasi. Quasi perchè le litigate con i miei ricominciarono.
Benché non mi lagnassi mai, come avrebbe dovuto fare un'adolescente quasi sedicenne, avessi una media abbastanza buona, del 7/8, e riempissi la casa di disegni, che a detta di tutti erano molto belli, loro erano insoddisfatti e me lo dimostravano ogni giorno.
Avevo fatto qualche disegno anche per Sophie che come me amava l'arte ed apprezzava la mia.
Rimasi sorpresa quando la sera, trovai il mio disegno appeso.
A volte mi portava nei musei, mi faceva vedere un bel libro e si interessava molto di quello che facevo. Come avrebbe dovuto fare mia madre.
Mi sentivo veramente a casa e in famiglia solo con loro. Anche con Diego che era un eterno sognatore e un'amante dei libri. Mi capitava spesso di trovarmi a fare discorsi intellettuali con lui benché stessimo parlando anche di un granello di polvere. Riusciva ad inserire perle di saggezza anche nella cosa più sciocca.
Un giorno andai a chiamarlo, da parte di Sophie, nel suo studio. Quando aprii la porta e vidi i suoi scaffali pieni di libri, quasi a fare concorrenza con una libreria, rimasi sorpresa. Dimenticandomi quello che ero andata a fare feci un passo verso i libri per ammirarli e leggerne i nomi. Mi piaceva leggere, mi era sempre piaciuto. Nella mia vecchia infanzia mi chiudevo sempre in un libro.
"Aurora" una mano sulla spalla, sobbalzai. Mi ero incantata a vedere i nomi sulle copertine e mi ero dimenticata di dove mi trovavo.
Arrossi "Scusami Diego. Non volevo disturbarti".
"Tranquilla cara" mi disse sorridendo.
"Hai una quantità di libri davvero.."
"Eccessiva?" disse ridacchiando.
Scossi la testa. "No, affatto. Ammirabile oserei dire"
"Ti piacciono i libri?"
Annuii e tornai a fissarli "Ho pochi libri a casa, ma mi è sempre piaciuto leggere."
"Davvero? Che tipo di libri ti piacciono?"
"Un pò tutti a dire il vero. Però sono una ragazzina adolescente" ridacchiai "quindi più che altro i romanzi soprattutto."
"Mmmmh. Sai anche io amo i romanzi, anche se sono un vecchio adulto." Rise
"Oh, non volevo dire questo" Dissi scusandomi imbarazzata.
"Tranquilla, scherzavo" Rimasi sorpresa nel trovare un libro di psicologia, lo stesso che avevo a casa.
Seguì il mio sguardo. "Ti piace la psicologia?"
"Si, ho anche io questo libro a casa. Mi è sembrato molto interessate."
"Davvero lo hai letto?" sembrava davvero sorpreso.
"Si.. Oh cavolo!" Mi battei una mano sulla fronte. "Ti vuole Sophie."
Da quel giorno iniziai ad avere un rapporto più stretto con Diego. Parlavamo di libri, li commentavamo, me li consigliava e me li prestava. Io li divoravo e mi piaceva sedermi sul divano con lui e parlare di ciò che mi era piaciuto e ciò che mi aveva fatto rimanere perplessa, d'avanti ad una tazza di tè caldo. Lui era sempre disponibile e una volta ammise:
"Mi fa piacere aver trovato qualcuno che ama come me i libri. In casa, nessuno vuole parlare con me perchè sanno che andrò a finire col parlare dei libri." Ridacchiò "Certo te ne sarai accorta dal nostro primo incontro"
Annuii "Anche a me fa piacere parlare con te Diego. Sono sempre stata ritenuta strana dagli altri per il mio modo di fare e sono felice che almeno qualcuno la pensi al mio stesso modo".
Diego era sorpreso e appagato dal mio interesse per i libri. Era sempre divertito quando ritornavo dopo pochi giorni con il libro che mi aveva prestato e glielo descrivevo come se lui non lo avesse mai letto. Anche io mi sentivo appagata e felice parlando con lui. L'unica cosa che si leggeva a casa mia era il giornale e di certo mio padre non avrebbe perso tempo a parlare con una ragazzina come me su quel genere di cose, mentre Diego si. Lui mi stimolava e faceva crescere in me l'interesse, mi insegnava cose per me, fino a quel momento, incomprensibili e mi faceva imparare ogni giorno, diverse perle di saggezza anche a me. Adoravo ripensare ai nostri discorsi a casa ed assimilare tutte le sue frasi.

"Aurora tesoro, sabato prossimo sarà il nostro anniversario. Che ne dici di venire a festeggiare con noi? Potresti rimanere a dormire qui" mi chiese Sophie sorridente
"Davvero?" chiesi sorpresa.
Annuì "Sei della famiglia ormai. Ci farebbe davvero piacere."
Sorrisi e sentii il mio volto illuminarsi. "Certo, mi piacerebbe venire."
Avevo deciso di fargli, come regalo, un ritratto preso da una foto con il carboncino e seppia. A Diego invece avevo comperato un libro che desiderava ma che non riusciva a trovare. Era stato difficile ma in un internet point e con non poche difficoltà ci ero riuscita. A casa ci lavoravo sempre e mi mettevo davvero d'impegno.
"Aurora, è arrivato un pacco per te" disse mia madre e me lo lanciò sul tavolo.
Mi irritai "Potresti fare attenzione, per favore. E' importante."
"Che stai facendo?" mi chiese avvicinandosi.
"Un disegno." Ovvio..
"Per?"
"E' un regalo per i genitori di Valeria, una mia amica. E' il loro anniversario e mi hanno gentilmente invitata."
"Mmmmh, ho capito" Alzò le sopracciglia. "Spero che non gli darai quello."
"E perchè mai?" chiesi bloccandomi e spalancando la bocca sorpresa.
"Perchè è tutto sporco e deforme. Non ti è venuto molto bene."
Mi arrabbiai "Per te ogni cosa che faccio non va bene! Potrei portati anche l'Ultima Cena originale e dirti che l'ho fatto io ma a te non piacerebbe lo stesso!"
"Forse perchè non sei brava." disse calma.
"Forse perchè non ti degni di dargli una minima occhiata adeguata!"
"No. Li guardo con oggettività. Non mi piacciono."
"Non ti piacciono?! Potresti almeno mentire e fare finta di si!"
"E perchè dovrei?" chiese perplessa.
"Perchè sono tua figlia?!"
"Si, ma per sbaglio" senza degnarmi di altro sguardo si voltò e se ne andò lasciandomi li impalata al centro della stanza. Ma benché non facessi altro che trattenerle, le lacrime di dolore uscirono. Non piangere IDIOTA! mi continuavo a ripetere. Lo sapevi che era cosi. Si. Sapevo fosse cosi e lo avevo sempre saputo. Ma perchè allora ogni volta ci restavo male? Perchè il cuore batteva a singhiozzi e provavo una fitta ad ogni battito? Perchè i polmoni bruciavano? Perchè non facevo altro che cercare di farmi accettare? Loro non mi avrebbero accettata MAI. Presi il disegno ed i colori e uscii di casa correndo che ancora piangevo.
Arrivai sotto casa di Vale e suonai.
"Chi è?"
"Sono.. Aurora..." Dissi tra un singhiozzo tremendo e l'altro.
La porta si aprì. "Aurora?! Che succede?! Vieni dentro starai gelando!" Fuori c'erano si e no sette gradi ed io ero uscita di casa senza prendermi il cappotto o altro. Volevo solo correre via da li. Due braccia mi avvolsero e mi portarono dentro levandomi le cose dalle mani. Mi fece sedere sul divano e chiunque fosse sparì. Tornò poco dopo con una coperta, che mi mise addosso, e lo scalda bagno e mi abbracciò.
"Aurora piccola, che hai? Che succede??" Era Ethan. Gli buttai le braccia al collo e mi strinsi a lui mettendo la testa sul suo petto. Non riuscivo a parlare, i singhiozzi me lo impedivano. Mi accorsi di tremare, sembrava avessi le convulsioni.
"Aurora sei ghiacciata.." Mi prese in braccio e mi portò sul suo letto, alzò le coperte e mi ci mise sotto e si sdraiò affianco a me abbracciandomi.
Misi la testa sul suo petto e una gamba sulle sue per poter sentire il calore di cui avevo bisogno. Lui mi cinse le spalle e mi mise una mano sul fianco, poi appoggiò la testa sulla mia e mi baciò sussurrandomi:
"Shh piccola. Va tutto bene, sei al sicuro ora, ci sono io." Non so come, non so quando ma mi addormentai. Mi svegliai e mi accorsi di essere sola. Controllai l'orario erano le 00.34. Mi accorsi delle voci fuori dalla porta.
"E' in camera mia. Sta dormendo" parlavano di me.
"Ma che è successo?" Era Diego confuso.
"So solo che quando è arrivata piangeva e tremava come una foglia. Era sconvolta, non aveva neanche il cappotto, niente solo un maglioncino leggero."
"Deve aver litigato a casa" disse Sophie amaramente. "Povera piccola.."
"Cosa facciamo ora? Chiamiamo i suoi?" Diego.
"Neanche per sogno." risposero Sophie e Vale in coro.
"Lasciamola dormire in pace. Domattina ne parleremo con lei."
"Domani non va a scuola?" chiese Ethan.
"Stupido domani è domenica" rispose Vale. La porta si aprì e io feci finta di dormire. Qualcuno mi coprì meglio e mi diede un bacio leggero. Riconobbi il profumo Sophie. Uscì di nuovo.
"Ethan stanotte dormi con tuo padre. Dormirò io con lei."
"Ma mamma.." Iniziò Vale.
"Vale, ha ragione tua madre. Sappiamo che sei preoccupata ma ha bisogno di una figura materna in questo momento e.." Mi coprii le orecchie, non volevo più sentire. Volevo solo dimenticare. Poco dopo sentii Sophie sdraiarsi affianco a me. Aprii gli occhi.
"Sophie" dissi senza voce.
"Scusami tesoro se ti ho svegliato" mi carezzò la guancia.
Scossi la testa "No, non mi hai svegliata" la fissai.
Lei annuì. "Ti va di parlarne?" Sentii i miei occhi riempirsi di nuovo di lacrime.
"Ho litigato di nuovo con mia madre.."
"Lo immaginavo. Ma perchè sei cosi sconvolta?" mi fissava tenera.
"Stavo... facendo un disegno.. per la scuola.. Mi ha detto che era venuto male e io mi sono arrabbiata e le ho detto che non le piaceva solo perchè l'avevo fatto io.." un singhiozzo e le lacrime scesero di nuovo. Continuai con un respiro profondo.
"Ha detto che era vero, non l'ha proprio ammesso.. però.. quello era il senso.. Le ho chiesto perchè almeno non facesse finta.. infondo sono sua figlia.. e lei.. mi ha detto... che lo sono.. solo per.. solo per sbaglio.." Singhiozzai e il petto riprese a bruciarmi. Avevo un nodo in gola e non riuscivo a respirare. Sentii Sophie irrigidirsi e abbracciarmi più stretta."
Tesoro.. magari l'ha detto in un attimo di collera"
Scossi la testa "Me l'ha.. me l'hanno sempre.. detto.. sin da piccola.." Lo stomacò mi bruciò.
Mi strinse più forte sospirando. "Sfogati tesoro. Sfogati. Ci sono io. Ci sarò sempre. Sfogati." Affondai il viso sul suo petto e ricominciai a piangere mentre mi sussurrava parole di conforto. Quando riuscii a riprendermi almeno un pò le sussurrai:
"Mi dispiace.. mi dispiace cosi tanto.. Mi spiace essere venuta qui.. Non sapevo dove andare.. Voi siete.."
"Puoi venire ogni volta che vuoi. Noi ti vogliamo bene. Io ti voglio bene. Tu sei la mia piccolina. Sono felice che tu sia venuta qui."
"Grazie Sophie.. Vorrei tu fossi mia madre...."
"Anche io tesoro, anche io.." e sentii il dispiacere e le lacrime nella sua voce.
Il giorno dopo mi svegliai con un gran mal di testa e sola nel letto. Mi misi una mano sulla fronte e feci per alzarmi e la porta si aprì. Era Vale e dietro di lei Ethan con un vassoio.
"Buongiorno Aury." lessi la preoccupazione nei suoi occhi.
"Buongiorno." gracchiai con un filo di voce.
"Ti abbiamo portato la colazione. Mamma ha deciso di fare uno strappo alla regola e di portartela a letto." Disse Ethan appoggiandolo sul comodino.
Mi sentii commossa. "Grazie" risposi con un nodo in gola. Ethan si sedette ai miei piedi e Vale al mio fianco e mi abbracciò stretta per un pò.
"Come stai?"
"Sto bene, stai tranquilla" mentii sorridendole appena. Mi voltai verso Ethan "Ethan.. scusa per ieri.."
"Nah.. Più che altro devi scusarti per altro." mi guardò di traverso.
"Per cosa?" chiesi preoccupata.
"Per avermi fatto dormire con papà." Rise. Risi anche io e si unì anche Vale.
"Scusami Fratellone.."
"Tranquilla sorellina, per te, farei questo ed altro."
Sorrisi "Grazie davvero" Un dubbio mi mozzò il respiro "ETHAN! Avevo un disegno con me ieri sera?" Chiesi preoccupata.
"Si tranquilla, l'ho messo al sicuro in camera di Vale."
Sospirai sollevata. "Grazie mille davvero, è il mio regalo per i vostri genitori."
"Lo avevo capito. Comunque l'ho visto, è davvero bello." Sorrisi incapace di fare altro ed ignorando le lacrime.
Dopo la colazione, io e Vale ci chiudemmo in camera sua ed io continuai il mio disegno ascoltando la musica.
Vale mi passò la mano sulla schiena. "E' davvero bello, sono sicura che le piacerà."
"Lo spero." sussurrai.
E cosi fu. Le piacque davvero. Appena lo scartò i suoi occhi le si fecero lucidi.
"E' bellissimo" mi disse sorridendomi. "Grazie tesoro."
Quando diedi a Diego il mio pacchetto rimase sorpreso "Un altro?"
Sorrisi "Si, ma questo è anche per me."
Lo aprii e i suoi occhi scintillarono "NO! Non ci posso credere! Sophie! Guarda! Il libro che cercavo!!" Il suo sorriso ed il suo entusiasmo mi sembravano pari a quelli di un bambino che scarta i regali il giorno di Natale.
"Grazie Aurora! Grazie!" mi abbracciò stretta.
"Ma figurati"


9 mesi dopo..
Non potrò mai scordare quel giorno di fine Novembre. Ero in salotto a casa mia a guardare la tv. Quella sera non sarei uscita. Faceva troppo freddo.
"Aurora, non devi uscire?" Mia madre.
"No" non la degno di uno sguardo.
"E perchè?"
"T'interessa?" le rispondo cercando di mantenere la calma.
"Non tanto. Se non devi uscire va in camera tua. Stanno arrivando i nostri amici." Mi voltai a guardarla ed inclinai la testa. Vale ed Ethan mi prendevano in giro per questo. Dicevano che assomigliavo ad un cane.
"E perchè?" la squadrai dalla testa ai piedi, si era proprio messa in ghingheri.
"Perchè te lo dico io." mi disse iniziando a perdere la calma. Per poco non le sorrisi e iniziai a stuzzicarla, come mi piaceva fare.
"Nah, resto ancora un pò qui. Sto guardando la tv" mi voltai a fissare la tv facendo finta che mi interessasse.Lei perse la calma ed alzò la voce.
"Neanche per idea! Tu ti alzi, e te ne vai! Capito?" Mi irritai ma feci finta di niente, cosa che le dava ancora più sui nervi.
"E perchè dovrei farlo? C'è qualche regola che me lo vieta?" dissi senza neanche guardarla.
"Si!" urlò.
"E quale?" chiesi divertita, la mandò fuori di testa.
"Te la sto dando io ora!"
Risi "E quando mai l'avresti fatto? Potrei anche drogarmi e ti scivolerebbe addosso." risposi calma
"Ho detto. Alzati. E vattene." Scandiva le parole con rabbia. La ignorai. "Sono tua madre! Devi obbedirmi!"
"E da quando?" chiesi sempre divertita ma la rabbia aumentò.
"Questa è casa mia! E finché resterai qui, seguirai le mie regole!" sbraitò
"E se non volessi farlo?"
"Quella è la porta! VATTENE!"
"Davvero?"
"Certo! Quando vuoi!"
"Non aspetti altro vero?" chiesi urlandole in faccia.
"Si è vero! Sei contenta?"
"Non mi hai mai voluta." le risposi con disprezzo.
"No e quindi? Mi hanno costretta tua nonna e tuo nonno!"
"E quindi niente" le dissi cercando di ostentare calma ed indifferenza.
"Bene. Quindi se non ha nient'altro da aggiungere ora vattene."
"Ok." mi alzai piena di rabbia ed andai in camera mia. Presi la mia valigia che avevo preparato in caso di fuga e un altra borsa dove misi tutto lo stretto necessario. Sarei tornata mentre loro erano a lavoro a prendere le altre cose. Andai verso la porta e mi misi il cappotto, la sciarpa, i guanti e il mio berretto con tutta calma.
"Dove vai?" Non la fissai e continuai a vestirmi. Cercai nella borsa il portafogli e controllai dentro. Bene, i soldi e la carta di credito che gli avevo preso, c'erano ancora. Non si sarebbero accorti di nulla, ce l'avevo da tempo ormai.
"Me ne vado." dissi calma.
"Se esci da quella porta non sognarti di tornare!" disse arrabbiandosi di nuovo.
"Mi stai forse cacciando?" le chiesi sempre calma.
"SI!"
"Va bene" mi sentivo leggera e rilassata mentre aprivo la porta.
"Addio" mi disse lei. Mi arrabbiai e le chiusi la porta in faccia e me ne andai.
Mi sedetti su una panchina nascosta e lasciai cadere le lacrime che ero riuscita a trattenere. Presi un respiro profondo e il cellulare, della quale non sapevano nemmeno l'esistenza e composi il numero. Al secondo squillo Vale mi rispose.
"Aury! Che mi dici tesoro?" Mi chiese allegra.
"Vale, dove sei?" chiesi con voce rotta.
"A casa. Aurora.. Che succede?" mi chiese preoccupata.
"Me ne sono andata."
"Andata?! Andata dove?!?" strillò.
"Via da casa. Ho preso le valige e me ne sono andata." singhiozzai.
"Dove sei?" Glielo spiegai "Aspettami li. Non ti muovere. Arrivo a prenderti."
"AURORA!" Alzai la testa. Vale mi correva incontro seguita da Ethan. Mi alzai e mi feci abbracciare.
"Grazie Vale, sapevo di poter contare su di te." dissi piangendo, questa volta le lacrime erano per lei. Ethan mi mise una mano sulla spalla.
"Sai di poter contare su di noi".
"Dove andrai?" mi chiese Vale guardandomi negli occhi e vidi le lacrime caderle dal volto.
"Non lo so.." risposi con un nodo in gola.
"Come dove vai?" chiese Ethan confuso.
Mi voltai a guardarlo "Ethan.. non posso rimanere qui. Questa volta faccio sul serio. Non torno indietro. Anche perchè mi ha detto che posso sognarmelo."
"Non se ne parla nemmeno." disse lui.
Scossi la testa "Ethan.. ti prego.." dissi e altre lacrime mi rigarono il volto.
"Vengo con te. Non puoi restare sola."
"Ethan.. non puoi. La tua, la vostra vita è qui.." dissi cercando di ragionare.
"Potresti venire a casa nostra." disse Vale ed Ethan annuì.
"Ragazzi.."
M'interruppero. "Almeno vieni per questa notte." disse Vale. Mi lasciai trascinare a casa loro.
"Mamma! Siamo tornati!" Urlò Ethan sulla porta.
Sophie si affacciò dicendo "Dove siete.. Aurora?" mi venne incontro preoccupata.
"Mamma, può restare con noi?" chiese Vale prendendola per mano.
"Certo. Ma che succede?"
La fissai negli occhi. "Me ne sono andata."
Sgranò gli occhi "Come? Che è successo?" mi prese per mano e mi portò in salotto. Sedute sul divano, da sole, le raccontai tutto ciò che era successo e lei mi ascoltò in silenzio. Quando arrivai alla parte della confessione di mia madre, i suoi occhi cominciarono a riempirsi di lacrime che scesero silenziose insieme alle mie. Quando finii mi abbracciò forte.
"Tesoro mio. Mi dispiace tanto. Come può odiarti cosi tanto?" mi chiese scuotendo la testa. Non le risposi e continuai a stringerla. Mi lasciò e si asciugò le lacrime, poi mi prese il viso e asciugò con i pollici anche le mie.
"Tesoro.. Puoi restare qui".
Scossi la testa. "No Sophie, avete già fatto troppo per me".
"Aurora" mi fissò negli occhi con determinazione "non ammetto ne accetto repliche. Tu verrai a vivere qui."
"Non posso accettare."
"Aurora, ti prego. Nulla mi farebbe più piacere. Sei come una figlia per me, non sopporterei di saperti là fuori al freddo chissà dove. Non sopporterei di perderti".
..Alla fine andai a vivere li.Non potei che convincermi di aver fatto la scelta migliore e ringraziai la mia buona stella per avermi donato questa famiglia.
Dopo un altro pianto isterico, Sophie mi lasciò andare.
"Sei sicura che vada tutto bene?"
Tirai su con il naso "Si Sophie, ne sono sicura" Mi abbracciò di nuovo.
"Sophie, posso chiederti una cosa?" le chiesi quando ci staccammo.
"Certo tesoro." Mi morsi il labbro ed abbassai lo sguardo.
"Io.. mi chiedevo.. beh.. posso chiamarti mamma?" Non ricevevo risposta e mi decisi a guardarla in faccia timorosa. Aveva il volto ricoperto di lacrime.
"Si... Certo, certo che puoi tesoro! Ne sarei più che felice!" singhiozzò. Lacrime di gioia, mie e sue, si mescolarono sulle nostre gambe cadendo. Il mio cuore una volta per tutto provava la tanto desiderata felicità che cercava.

"Aurora! Vieni qui!" Sophie urlò dalla cucina ed io andai.
"Che succede?" chiesi curiosa.
"Oggi è arrivata una lettera" me la indicò e io la fissai aggrottando le sopracciglia.
"Indovina cosa sono" mi disse sorridendomi.
Sbuffai "Mamma.. non puoi dirmelo tu?" chiesi facendole gli occhi dolci. Il suo viso era radioso, sprizzava luce da tutti i pori.
"Sono ufficialmente e legalmente, tua madre" Mi si bloccò il respiro. Le andai incontro abbracciandola con lacrime di gioia.
"DAVVERO?! Sono arrivate?"
Annuì "Ti voglio bene piccola mia"
"Oh mamma. Ti voglio bene anche io".

Ciao ragazze,
ci tengo, ancora una volta, a ringraziare quelle poche persone che continuano a seguirmi ancora. Grazie davvero a tutte.
Finalmente l'ho finito! :D
Scusate ragazze ma non vedevo l'ora di finirlo.
Quando ho iniziato a scriverlo passavo ore e ore a litigare con mia mamma e le parole mi uscivano spontanee. Ora che invece andiamo d'amore e d'accordo, non trovavo più l'ispirazione.
Scusate ancora se non è scritto bene e non è molto entusiasmante, ma ho cambiato parecchie cose dall'originale. Questo episodio, me l'ero immaginato diverso, con altre scene, e sinceramente, mi erano venute delle idee a scuola, solo che mentre lo stavo scrivendo tutte quelle belle riflessioni, me l'ero dimenticata. ( xD ) Senza contare che l'ho iniziato a scrivere molto tempo fa, e ho continuato a modificarlo nel tempo.
Non riuscivo a continuare la storia come me l'ero immaginata.
Grazie ancora per leggere questa FF.
Vi voglio bene, un caloroso abbraccio,
Aurora.

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Capitolo 6
*** E' la fine. ***


"Amore?! Ma dov'è la mia giacca?!" Ero nervosa, non facevo altro che mangiarmi la pellicina delle unghie, urlare e gironzolare nervosamente."Amore, non..." s'interruppe e mi fissò scocciato "E' appesa li Aurora." Mi fissai intorno pronta a dirgli che non era vero. 
"Oh.. beh.. io non l'avevo vista." Abbassai lo sguardo e ricominciai a mangiarmi le dita, visto che ormai non avevo più unghie.
Mi abbracciò "Amore, andrà tutto bene, se non fosse cosi non ti lascerei nemmeno uscire. Basta che tu faccia velocissimo e torni presto da me, ok?"
Alzò lo sguardo, già lucido, e i miei occhi si riempiono di lacrime. Come posso lasciarlo? Mi baciò senza farmi parlare ed io, lo abbracciai forte, come se non dovessimo più rivederci.
Stavo per partire per Volterra. Ripensando a quel nome mi venne un groppo alla gola. Avevo una strana sensazione di ansia e paura ogni volta che ne sentivo anche il nome. Scrollai la testa e cercai di scacciare via il mio ultimo sogno. Era cosi reale...

..Fissavo il bellissimo ragazzo che avevo di fronte, capelli neri e occhi neri, ma sospettavo usasse le lenti a contatto.
"Aurora, sicura di non voler venire con me? Dai, almeno ci divertiamo un pò" mi strizza l'occhio.
Sorrido. "Attento che si rovinano le..." Sbattei gli occhi. "Santi.. lo sai, non posso fare da esca, va contro quello in cui credo." Sospirai. "Niente di interessante oggi"
Lui annuì come se avesse capito a cosa mi riferivo. Esca? 
"Ok,ok dai, ci vediamo domani allora," mi da un bacio sulla guancia e sorrido. Vicino alla porta della mia camera si gira a fissarmi. 
"Emh.." sorride con aria innocente. Alzo gli occhi al cielo. 
"Non contraddirmi più fratellino, sono sulla specchiera, cerca di non chiuderli troppo quegli occhi." gli feci la linguaccia.
Mi diede una spintarella "Non tutti abbiamo la fortuna di non dover nascondere gli occhi." mi voltai e lo fissai pronta a dirgliene quattro, scherzosa e due occhi rossi rubino, mi fissarono venendomi incontro..

Mi ero svegliata proprio in quel momento. Scossi la testa, certo che ne faccio di sogni strani.. Non riuscivo a capire come mi venivano queste scene. E ogni volta diventavano più strane.
"Mi mancherai tanto, mia piccola Bora." Sussurrò Lucas, accarezzandomi la testa e dandomi un bacio.
"Anche tu mio dolce amore" A volte eravamo davvero sdolcinati, ma erano parole che sentivamo davvero nel cuore, io le sentivo sin nel profondo, nelle ossa, in ogni fibra del mio essere ed era cosi anche per lui. Mi prese il viso fra le mani e con i pollici mi strofinò le guance, mi diede un leggero bacio sulle labbra. 
"Non piangere amore, vedrai che ci ritroveremo presto, il tempo volerà e poi, ci sentiremo" Tirai su con il naso accorgendomi dei miei singhiozzi ed affondai il viso sul suo petto. 
"Lo spero proprio." mormorai.
"E' meglio andare all'aeroporto o faremo tardi." ridacchiò e con voce roca aggiunse: "Sai come sono i tuoi."
Sorrisi debolmente e lo guardai negli occhi per comunicargli tutto quello che provavo per lui e lui, fece altrettanto. Mi accorsi dei suoi occhi lucidi e della sofferenza che cercava di nascondere, ma non dissi nulla incapace di scacciare il groppo che avevo in gola e di consolarlo.

"Hai preso la giacca? E delle maglie pesanti? E il cellulare? Hai messo la suoneria?" mia madre mi chiedeva ansiosa se non avessi dimenticato niente, era da dieci minuti che lo faceva.
"Mamma" le presi la mano "Starò via neanche un mese, ho preparato la valigia settimane fa, tranquilla ho tutto." I suoi occhi si riempirono di nuovo di lacrime. 
"Si ma li fa più freddo e.. lo so, ma.. Oh, piccola mia, mi mancherai cosi tanto!" Mi abbracciò e sentii le sue lacrime scivolare giù. Mi passai il dorso della mano sul volto e tirai su con il naso. Portai lo sguardo su mio padre che mi fissava sorridente. Mia madre sciolse l'abbraccio ed io andai da lui.
"Papà, ti prego, convincila che non sto partendo per una guerra e non vado dall'altra parte del mondo." Alzai gli occhi al cielo e sorrisi.
"Tranquilla cara, ma non posso negare che anche io condivido le sue stesse emozioni." Abbassò lo sguardo sui suoi piedi.
"Oh, papà" andai verso di lui con occhi nuovamente lucidi e lo abbracciai "Ti voglio bene." Mi strinse forte e mi fece mancare il respiro. 
"Anche io, bambina mia" Sciogliemmo l'abbraccio e altre braccia mi strinsero ancora più forte. 
"Jenny, appena torno voglio un resoconto sulle ragazze di li." ridacchiò Ethan.
Risi "Dumb.. sei sempre il solito" gli pestai il piede e ridemmo.
Mi voltai a fissare Vale. Singhiozzava, stretta tra le braccia di Walter, Lucas le poggiava una mano sulla spalla per confortarla, tenendo fra le braccia la piccola Aurora addormentata. Andai da lei e altre lacrime mi rigarono il viso.
"Walt, potresti.." Non terminò la frase e Walter le prese Aurora dalle braccia, mi corse incontro e ci stringemmo forte.
"Sorella mia, amica mia.." Singhiozzai e le lacrime scendessero come un fiume. 
"Mi mancherai tanto. Ti prego, tienimi d'occhio Lucas."
Ridemmo "Deve solo provare a fare qualcosa di sbagliato che.. Fai attenzione anche tu. Tieni sempre il cellulare con te, non farmi venire i capelli bianchi. Sono ancora una neo-mamma per averli già."
Sorrisi e mi staccai da lei "Prenditi cura di lui, ti prego. E tu non far impazzire tuo marito. Ti chiamo presto ok?" Annuì e mi sorrise "Fai attenzione alla mia nipotina e falle tante foto, quando torno le voglio vedere." Ridemmo ed annuì, mi prese per mano e mi portò vicino Lucas e Walter. La piccolina dormiva tranquillamente e la baciai sulla fronte "Fai la brava piccolina" Fissai Walter ed inclinai la testa "Non dirmi che mi farai commuovere anche tu" gli puntai il dito contro e sorrisi.
Lui ridacchiò e passò Aurora a Vale, mi venne incontro e mi abbracciò. 
"Terrò d'occhio Vale e Lucas per te. Stai tranquilla"
Risi "Sapevo di poter contare su di te Fratellone. Ti voglio bene." Mi strinse forte e mi diede un bacio sulla testa. 
"Anche io sorellina". Ci staccammo e feci un respiro profondo aggiustandomi i vestiti. Alzai lo sguardo e d'avanti a me la figura di Lucas che cingeva Vale per le spalle, consolandosi a vicenda. Mi venne un groppo in gola. Andai lentamente verso di lui e gli presi la mano. Mi fissò negli occhi, mi prese il viso e mi baciò. Gli portai le braccia al collo e lo strinsi più che potevo. Ci staccammo e mi strofinò il naso e mi strinse di nuovo a se. Mi aggrappai alla sua giacca e misi la testa sulla sua spalla ad occhi chiusi. Ne respirai l'odore per poterlo sentire ancora vicino a me dopo che ci saremmo separati.
Chiamarono il mio volto e ci staccammo lentamente fissandoci negli occhi ma senza fiatare. Mi voltai a fissare la mia famiglia, tutti si abbracciavano e si tenevano stretti con dei sorrisi sul volto. Sarei tornata presto da loro.
"Ci sentiamo presto. Vi voglio bene davvero. Mi mancherete.. tanto.." Le parole mi si mozzarono in gola e le lacrime ricominciarono a scendere di nuovo. Lucas mi strinse ed io mi godetti gli ultimi istanti insieme. Mi salutarono di nuovo e prendendo Lucas per mano mi feci accompagnare al mio gate.
Mi strinse la mano ed io mi fermai e lo guardai. Mi tirò a se, come fossi una bambola, e mi schiantai al suo petto. Mi strinse a se e mi mancò la terra da sotto i piedi, mi aveva sollevata. Risi e lui mi lasciò scendere ma senza lasciarmi. Mi misi in punta di piedi e lo strinsi come prima.
"Ti amo." mi sussurrò e mi baciò la guancia.
"Anche io." gli sorrisi lieta che non mi avesse detto altro. Non sarei più riuscita a partire. Sospirando presi la valigia e mi avviai.

..un paio d'ore dopo..

Ed eccomi qui, alla fermata di un pullman, che mi aveva portata dall'aeroporto di Siena a Volterra. Sospirando alzai il volume della musica per alleggerire la rabbia. Rob ti odio. Per risparmiare il mio caro capo aveva deciso di prendermi un biglietto del pullman. Odio te e quello stupidissimo pullman. Grugnii irritata ripensando ad un bambinetto di 6 o 7 anni che non aveva fatto altro che darmi la morte per tutto il tragitto, ridendo di gusto. Odioso bambino..
Qualcuno mi toccò una spalla ed io sobbalzai spaventata. Mi tolsi gli auricolari e mi preparai al peggio.
"Scusa." un uomo poco più basso di me mi fissava imbarazzato "Tu sei.." controllò un biglietto "Marini?" Sospirai, quello era la mia guida? 
"Martini" lo corressi apatica e mi sentii in colpa, se ero nervosa non era mica colpa sua, e cercai di sorridergli. "E lei è..?"
"Sono Francesco Manci, Roberto, mio nipote, mi ha chiamato avvisandomi del tuo arrivo. Sono venuto a prenderti e portarti dove alloggerai." Annuii e ci avviammo, a piedi.
"Emh, scusi se volessi visitare la città, dove posso trovare una guida?"
"Ci sono molte guide che fanno visitare la città, te ne cercherò una, ma ti avviso che sarà da gruppo."
"Va bene. Grazie.." Mi guardai intorno, era una città bellissima, però non faceva altro che mettermi i brividi. Dopo una decina di minuti, passati in silenzio, arrivammo a 'casa mia'. Tutto intorno a me era tipicamente etrusco e medievale, poche cose erano state modificate. Entrammo, la cucina era rustica e spartana, un tavolino con quattro sedie e i mobili. Attraversammo la porta della cucina e passammo alla camera da letto.
"E li c'è il bagno" concluse indicandomi una porticina. Sospirai ed abbassai lo sguardo. Mi manca casa mia
"Grazie"
"Se hai bisogno puoi chiamarmi qui.." Si frugò nelle tasche e mi diede un bigliettino da visita.
Annuii e lui uscì augurandomi la buona notte. Presi il cellulare e chiamai Lucas. Sicuramente non avrebbe risposto, arrivata al quinto squillo chiudo, sono sicura stia già dormendo. Neanche uno squillo che rispose.
"Amore, sei tu?" Sentii il cuore battermi forte e il sorriso nascere sulle labbra e un groppo alla gola subito dopo, mi mancava già immensamente. Mi schiarii la gola. 
"Si Lucky, sono io"
"Come stai?" sentivo la preoccupazione nella sua voce.
"Bene" mentii "E tu?"
Sospirò "Mi manchi.."
Il groppo in gola aumentò "Anche tu.." mi vennero gli occhi lucidi e lottai contro le lacrime.
"Com'è li? Come ti trovi?" cambiò discorso, la lontananza era pesante per me come per lui. E lui mi mancava da morire..
Sospirai. "Da quel poco che ho visto, mi sembra una città bellissima, domani inizierò a visitarla per conto mio e poi vedrò di inserirmi in qualche gruppo turistico"
"Aury, non puoi andarci da sola.."
Aggrottai le sopracciglia. "E perchè mai?"
"Non conosci il posto, potresti perderti.."
Risi di gusto. "Lucas, amore, hanno inventato le cartine apposta."
Sospirò. "Lo so, ma non riesco a non essere preoccupato per te." Anche io, sono preoccupata per me, avrei voluto rispondergli, ma sapevo che avrebbe solo peggiorato le cose. Mi sentivo come se stessi arrivando a qualcosa, qualcosa di terribile, alla fine, ma non capivo il perchè. 
"Sciocco, non devi esserlo. Starò bene vedrai, smettila di preoccuparti."
"Va bene, va bene ci proverò. Amore?"
"Si?"
"Ti amo."
Sorrisi "Ti amo anche io" guardai l'ora "Amore vai a dormire, è tardi."
Rise ed io mi unii a lui. "Ai suoi ordini mia signora"
Ridacchiai "Buona notte amore"
"Buona notte piccola."
 
Il sole alto mi riscaldava la pelle. Dovrò noleggiare una macchina se vorrò visitare tutte queste strade.
Stanca dopo la lunga camminata entrai in un ristorante chiamato l'Antica bettola. Sembrava davvero carino e il personale era davvero gentile ed accogliente.
"Volterra, una cittadina di undici mila abitanti circa, non era certamente a portata di mano, e prima di lasciarsi conquistare si faceva desiderare un po’. L’auto si deve arrampicare lungo una tortuosa strada in salita, per scalare i 555 metri di quota e raggiungere il cuore della cittadina. Tuttavia, conquistata la sommità del colle che fa da piedistallo al borgo, si capisce perché mai queste persone abbiano deciso di abitare quassù, in cima a uno sperone verde che affiora dalla campagna toscana: basta lanciare lo sguardo in una direzione casuale per innamorarsi dei grandi spazi, e provare la sensazione di abbracciare il mondo intero con un solo colpo d’occhio.Isolata rispetto alle altre città, immersa in un paesaggio variegato di prati e calanchi, colli e vallate, racchiude un fascino tutto suo. Il fascino di chi non ha paura del silenzio, di chi preferisce mostrarsi a poco a poco e alla fine rivelare una grande ricchezza. Anche se fondata in epoca etrusca, le atmosfere sono specialmente medievali, sin dalle mura possenti che abbracciano il nucleo urbano. La cosa più spettacolare era aveva mantenuto entro queste mura una purezza incontaminata. Volterra pulsa una vitalità contagiosa", Scrissi ricordando i ragazzi che ridevano e scherzavano ed anche adulti che mi circondavano.
Chiamai un cameriere "Si?" Un ragazzo sulla ventina venne da me sorridendo cordiale.
"Mi scusi, vorrei sapere dove posso trovare una guida per la città."
"Mmmmh, se non sbaglio dovremmo avere dei numeri su delle guide turistiche, vado a controllare." si girò e fece per andarsene e poi si voltò di nuovo "le interessa qualcosa in particolare?"
Annuii "Il palazzo dei priori." Mi sentii in dovere di spiegargli il motivo. "Sono venuta per fare un reportage fotografico per una mostra che si terrà qui"
"Ah si certo. Ne avevo sentito parlare" mi sorrise. "Scusi, vado a cercarle i numeri." Pochi minuti dopo ritornò con una lista di numeri e nomi scritta a mano. 
"Ecco a te."
Sorrisi. "Grazie." Presi il cellulare dalla borsa e scrissi un messaggio a Lucas
'Amore, come stai? Qui è una giornata bellissima, piena di sole. Tutti sono cosi gentili e cordiali.
Dovremmo venirci insieme, dopo che sarò tornata. E il posto è davvero.. wow :) A dopo. Ti amo' 
Sospirai e rimisi il cellulare a posto. Mi alzai per andare a pagare ed uscii.
Presi il foglio e iniziai a leggere i nomi scritti. Presi il cellulare e composi il numero della guida.
"Buongiorno GuidaEtrurie, sono Marta, in cosa posso esserle utile?"
"Buongiorno, vorrei prenotare una guida per visitare la città di Volterra." Rumore di tasti. 
"In quanti siete?"
"Sono sola." mi morsi il labbro, mi sentivo in imbarazzo.
"Quindi vuole una guida individuale? Va da una a otto persone.."
"No va bene anche a gruppo."
"Per quando le servirebbe?" Odiai Rob ancora un'altra volta per non aver pensato lui a tutto questo. Mi schiarii la gola. 
"Veramente.. io sarei già qui, quindi il più presto possibile" Altro rumore di tasti.
"Bene, la posso inserire nel prossimo gruppo se vuole, sono €110 euro per mezza giornata o €220 per l'intera giornata."
"Quella intera va benissimo."
"Ok allora.. mmmh, ah ecco. Giovedì ore 8."
"Grazie e buona giornata"
"Grazie a lei" riattaccai e mi guardai intorno. E ORA COME FACCIO A RITORNARE A CASA??
Cercai di ricordare la strada e, il più delle volte entravo in stradine chiuse o che ero sicura di non aver mai visto. Il cuore iniziò a battermi più forte, un pò per la stanchezza e un pò per la paura di essermi persa. Mi fermai e feci un respiro profondo. Inspira, espira, inspira, espira. Per poco non imitai Vale quando aveva le doglie che faceva quei rumorini 'Fiiiii, Fiuuuuuu'. Sorrisi ripensando a loro. Avrei dovuto chiamarli.
Ricominciai a camminare cercando la strada, ma più di una volta fui costretta a fermarmi e aspettare qualcuno per chiedere indicazioni. Dopo aver imboccato stradine che pensavo di aver già visto, ma che non mi portavano da nessuna parte, ed indicazioni dettagliate, alla fine riuscii a tornare finalmente a casa.
Chiudendomi la porta alle spalle ridacchiai. Lucas aveva ragione, avrei dovuto chiamare una guida per farmi scortare.


Avrei tanto voluto correre via, c'è qualcosa di sbagliato. Mi guardo intorno terrorizzata. Non dovrei essere qui.. Dove mi sta portando? Guardo le facce delle persone che sono con me e noto la mia stessa perplessità.
"Siamo quasi arrivati signori" una voce melodiosa ci dice di essere quasi arrivati. Si ma dove? Ho freddo e queste pareti sono tetre e il chiarore che entra dalle piccole finestrelle, non è sufficiente a farmi vedere bene, fa sembrare questo corridoio ancora più tetro. Cerco di guardare aldilà delle persone che mi sono avanti, ma non riesco a vedere nulla. Il mio cuore batte forte e sento che sto per entrare in iperventilazione. Un dubbio mi sfiora la mente e l'ultima cosa che sento, dopo il cigolio di una porta che si apre, è il mio pensiero: 'E' la fine'.

Mi svegliai di soprassalto e mi alzai a sedere. Il cuore batteva fortissimo ed avevo il respiro corto. Mi guardai intorno intontita e spaventata, dove sono? Mi fissai bene intorno e cominciai a riconoscere gli oggetti che mii circondavano, ero in camera da letto a casa. No, questa non è casa mia. Mi prendo la testa fra le mani ancora spaventata. Cosa mi succede?Erano giorni che avevo questi incubi. Cercai di ricordarmi quello di questa notte ma non riuscii a ricordarlo. Da quando ero arrivata a Volterra non facevo altro che incubi strani. Mi svegliavo completamente sudata e con il batti cuore e un senso di tristezza, dolore, rancore e soprattutto paura, mi mozzavano il respiro. La sensazione di aver sbagliato a venire in questo posto non faceva che aumentare, ma sentivo che doveva essere cosi. Mollai la presa delle mani ai miei capelli e cercai di calmarmi.
"Fanculo, da stasera prendo l'aspirina" mi alzai irritata e con una terribile nausea ma non ci feci caso, c'era sempre al mio risveglio. All'inizio, quando la nausea iniziò a farmi compagnia, il dubbio di essere rimasta incinta si era insinuato in me, ma dopo vari calcoli e riflessioni avevo capito che era lo stress.
Guardai l'orologio, le 7.37.
"MALEDIZIONE! Devo prepararmi!" iniziai a correre per casa cercando i vestiti e le cose che mi servivano. Era Giovedì ed avevo l'incontro con il gruppo per visitare la città. Una astetta allo stomaco, la nausea ritornò e con lei anche il batticuore, ma li ignorai. Presi la mia macchina fotografica, quella professionale, ed uscii di casa.
Guardai la cartina e il nome della via. Ok, sono arrivata. Controllai l'orologio, le 8.10. Mi guardai intorno cercando di capire se ci fosse qualcuno del gruppo o se erano già partiti. Fortunatamente, un gruppo di persone che parlottavano fra loro, con macchine fotografiche e cartoline in mano. Sospirai sollevata. Presi il cellulare ed inviai il buongiorno a Lucas nell'attesa. Alzai la testa al cielo coperto dalle nubi, Volterra era una cittadina davvero fredda in inverno ma afosa in estate e la sua primavera era piena di sole ma con improvvise piogge, sperai che non piovesse proprio quel giorno.
"Buongiorno a tutti signori. Voi siete qui per il giro turistico?" Una voce dolce e melodiosa che sembrava una dolce carezza, un filo di vento sulla pelle calda, il canto degli uccelli, ma soprattutto familiare. Sobbalzai spaventata, persa nei miei pensieri. Mi voltai per guardare chi aveva parlato e rimasi a bocca aperta.
Un ragazzo dalla carnagione pallida, alto un metro e ottanta circa, capelli castani un pò lunghi. Bellissimo. Feci un passo avanti per andargli più vicino e per fissarlo meglio. Aveva due occhi ipnotici, neri ed una strana sfumatura.. rossastra?
"Bene, io sono Santiago e sarò la vostra guida" un sorriso da mozzare il fiato affiorò sul suo volto e una schiera di denti bianchissimi sembrò emanare un bagliore che mi fece arretrare.

Santiago? Il mio cuore perse un battito. Non può essere lui.. Scossi la testa e cercai di riprendermi. Non può essere lui, STUPIDA! Continuai a fissarlo, attratta, confusa e sconvolta. Si accorse che lo fissavo e si voltò verso di me facendomi un altro sorriso aperto alla quale non potei fare a meno di rabbrividire. Il mio istinto mi diceva di stare lontana da lui. Scossi di nuovo la testa per cercare di riordinare le idee, quel sorriso era stato sì affascinante, ma mi aveva dato la possibilità di vederlo meglio. Il cuore mancò un altro battito e poi cominciò a battere all'impazzata ed il respiro diventò corto. No.. non può essere. E' lui, è lui in carne ed ossa.. ma come può essere? Deglutii rumorosamente e il mio corpo diventò di ghiaccio. Sto forse diventando pazza? Lo fissai di nuovo in cerca di qualche dettaglio che potesse dirmi che non fosse lui, per convincermi del fatto di non essere pazza. Non sei pazza, non sei pazza, non sei pazza.. sei pazza?
No, certo che no, non sono pazza. E' la mia immaginazione che corre a briga sciolta, non può essere lui. E se lo fosse?
Maledetta vocina mentale..
Scossi la testa, potrebbe essere un modello, magari l'ho visto in qualche rivista. Infondo è un bel ragazzo.
Oh mio dio.. Sto parlando sola con me stessa? Bene, ho toccato davvero il fondo. Ci manca solo che un oggetto inanimato inizi a sorridermi e parlarmi e posso davvero dichiararmi pazza.
Sbattei le palpebre e misi a fuoco la scena che avevo d'avanti, Santiago parlava con alcuni turisti, che però si tenevano un pò distanti da lui. Sorrise di nuovo.
Sono io o mostra sempre i denti? Ok puoi sorridere quanto vuoi ma non sempre sorridi cosi.. Solo perchè hai dei denti super-bianchi non puoi andartene in giro cosi. Stupido ammaliatore, possessore di denti bianchi.
"Signori, se volete possiamo partire."
Mi morsi il labbro pensierosa, all'idea di dover camminare per tutto il giorno e fare anche le foto.. rabbrividii. Santiago si voltò di nuovo verso di me e ghignando mi fece l'occhiolino. Arrossii in imbarazzo e mi sentii irritata. Ma chi si crede di essere? Il suo fascino cominciò a vacillare. Fissò il mio viso, si leccò il labbro.. con uno sguardo strano, intenso. Subito dopo si voltò da un'altra parte e cominciammo a camminare.
Sebbene fosse, a mio parere, altezzoso e pieno di se, ok ok, forse sto esagerando visto che lo conosco a malapena, era un'ottima guida. Era semplice e pratico, conciso.
Mi guardai intorno in cerca di qualcosa da fotografare e notai gli altri del mio gruppo, che facevano foto o commentavano fra di loro, e Santiago che li fissava con sguardo divertito. Fissava le macchine fotografiche e le persone con sguardo quasi rassegnato. Scossi la testa ed andai verso di lui.
"Scusami, posso?" Si volse verso di me.
"Certo dimmi" Avevo visto bene, gli occhi avevano una sfumatura rossa, ma fissandolo meglio notai che indossava le lenti. Dio mio, che sorriso.. ma più lo guardavo più sentivo crescere la certezza di qualcosa che non andava.
"Volevo chiederti se visiteremo il Palazzo dei Priori." I suoi occhi brillarono di ironia e qualcos'altro che non riconobbi, sembrava stesse evitando di ridermi in faccia. Con un sospiro, irritata, continuai:
"Sono venuta qui per fare un reportage e dovrei fare qualche foto per una mostra che si terrà li, non so se ne hai sentito parlare"
Il suo sorriso sembrò irrigidirsi per un attimo, per poi ritornare normale, negli occhi la consapevolezza e sempre quell'ironia, come se ciò che gli dicevo fosse una battuta divertente.
"Si certo, ne ho sentito parlare. Comunque ci andremo nel pomeriggio, stai pure tranquilla."
Annuii "Ah, quasi dimenticavo." Presi la macchina fotografica e cercai una foto "volevo chiederti cosa fosse.. questo" gli mostrai la macchina ed istintivamente gli posai la mano sul braccio.

..Musica, risate. Persone che ridono e passeggiano scherzando mi giravano intorno, in un altra via, in un altro luogo, in un altro tempo.. indossano abiti tipo '800.
Tutti parlano una lingua che non conosco, ma molto simile allo spagnolo, sembra sia dialetto, ma io riusco a capirlo lo stesso.
Una ragazza castana con occhi color nocciola mi viene incontro sorridendo, il mio volto fa lo stesso, mi prende la mano e mi tira.
"Dai Santi vieni" ride "Vieni a divertirti" ..

L'immagine se ne va accompagnata dalla dolce risata della ragazza. Sbattei gli occhi stravolta e confusa. Cos'era?
Tolsi la mano dal suo braccio con un brivido e mi portai la mano al petto. Sentivo un formicolio sul punto in cui le nostre pelli si erano incontrate ed avevo sentito una scossa elettrica. Scossi la testa, ma che cavolo mi succede?! Alzai lo sguardo verso il suo volto ancora sconvolta e lui mi guardò confuso, come se fossi impazzita "Tutto bene?" NO! Non va bene, non va affatto bene! Mi schiarisco la gola e cerco di riprendere il controllo indossando la mia maschera. Sorrisi.
"Si si tutto bene, tu piuttosto dovresti coprirti sei ghiacciato." cercai di sdrammatizzare cercando una scusa qualsiasi e chiedendomi anche perchè fosse cosi freddo.La sue pelle era gelida. Non era una giornata solare, ma non faceva nemmeno cosi freddo.
"Hai ragione, dovrei mettere la giacca." la indossò e notai il suo sorriso di nuovo rigido. Fece finta di nulla e non mi pose domande sul mio comportamento, rispose solo alla mia domanda e si allontanò da me per ricominciare il giro.
Verso le due del pomeriggio si fermò per farci fare un piccolo break.
"So che alcuni di voi dovrebbero restare per mezza giornata. non è cosi?" Circa una decina di persone alzarono la mano.
"Bene, ho appena finito di parlare con l'agenzia, visto che non abbiamo ancora finito, e dobbiamo visitare ancora altro, mi hanno chiesto di dirvi, se per voi va bene, continuare a rimanere? Ovviamente offriamo noi il resto della giornata." sorrise ed alcuni mormorii di approvazione e di disappunto iniziarono a circolare.
"Ovviamente, rimborseremo chi ha pagato la giornata intera, nel caso decidano di rimanere." Altri mormorii di approvazione.
"Per noi non ci sono problemi." Quattro persone si fecero avanti ed altre tre li seguirono. Una famiglia di tre persone continuarono a parlare ed alla fine dissero:
"La ringrazio per l'offerta, ma noi dovremmo rientrare, chiameremo un altro giorno per finire il nostro giro, avevamo già preso impegni." Santiago annuì dispiaciuto.
"Che peccato. E' davvero un peccato." Sospirò. "Non si preoccupi se vuole andare.." Un'ultima offerta ma venne rifiutata e subito dopo aver salutato qualcuno, se ne andarono.
Ricominciammo il nostro giro e mentre visitavamo i luoghi e le varie tappe mi accorsi, forse troppo tardi, di un dettaglio. Non eravamo più in venti, eravamo aumentati di numero. Non sapevo come ma, Santiago era riuscito a raggruppare altre persone. Mi fissai intorno confusa cercando di capire come avesse fatto.
"Bene, stiamo per arrivare alla nostra ultima tappa, il Palazzo dei Priori, il più antico palazzo comunale della Toscana." Mentre camminavamo, anche se non era molto distante, Santiago iniziò ad illustrarci cosa fosse e a cosa serviva.
"..il Palazzo antico era leggermente diverso da quello attuale, che mantiene del progetto originario solo il numero dei piani e la divisione interna, ma sia le scale attuali che la torre sono stati costruiti successivamente. Inoltre, si distinguono due corpi, corrispondenti probabilmente alle due fasi costruttive: la parte anteriore, a pianta rettangolare, a cui fu successivamente accorpata la casa posteriore, a pianta quadrata, che occupa parte del retro dell’edificio. Ovviamente, nell’organizzazione nulla è lasciato al caso, neanche la scelta della disposizione della mostra. Il Palazzo dei Priori, infatti, vanta un punto di osservazione della città molto privilegiato che permette una visuale di quasi 360° gradi di Volterra, lo potrete notare all'ultimo piano. Attraverso le bifore si potrà osservare la zona dell’Acropoli, eredità etrusca, il Palazzo Pretorio, la Torre del Porcellino*, il Duomo e il Battistero." Appena finì di parlare, ci trovammo in una piazza. "Siamo arrivati alla Piazza dei Priori e, se vi voltate, potrete ammirare il Palazzo. Come potete notare la costruzione è interamente in pietra, la lavorazione dei blocchi è molto accurata e la loro messa in opera è sicuramente dovuta ad un lavoro di alta qualità, paragonabile più a quella degli edifici religiosi contemporanei, che a quella degli edifici privati. La facciata è ingentilita da marcapiani, che segnano i passaggi fra i piani e da numerose finestre, quasi tutte bifore trilobate coronate da archi a sesto acuto e sostenute da una colonnetta terminante con un capitello decorato. Tutte le finestre, meno una, sono state ricostruite nel XIX secolo. Il tetto, coronato da una merlatura con merli a semicerchio, caratteristici del palazzo, furono, probabilmente costruiti nel Cinquecento, come la torre. Una torre con campane esisteva già nel medioevo, ma si trovava nell’angolo nord-ovest del palazzo: fu probabilmente demolita e ricostruita nella posizione attuale durante il periodo fiorentino, nei primi anni del Cinquecento, per rendere il Palazzo dei Priori più simile al Palazzo Vecchio di Firenze. Il Palazzo dei Priori costituisce oggi uno scrigno pieno di tesori artistici, legati alla storia dell’edificio e della istituzione. Durante la sua esistenza vi hanno trovato posto dipinti, sculture, documenti epigrafici e stemmi, che fanno parte della storia della città e che nel corso dei secoli lo hanno reso un monumento celebrativo non solo del Comune, ma anche della città, che potrete ammirare nel nostro giro." Molte persone, come me, fissavano il palazzo con occhi scintillanti e seguivano le parole di Santiago con sguardi sognanti, mormorando fra loro.
"Propongo di iniziare la parte meno moderna, quella più ricca e tradizionale, e a mio parere, la più bella" sorrise e notai ancora quello strano sguardo ironico.
"Partiremo dalla parte più vecchia, fino ad arrivare ai piani superiori, quelli comunali, e le altre varie sale". Presi il cellulare e controllai se ci fossero dei messaggi, niente a parte uno squillo di Lucas e Vale.
"Signori, se non avete domande, possiamo entrare. Vi rinnovo il mio invito: restate uniti e spegnete i cellulari."
*Lo seguimmo nell'entrata ed iniziammo a scendere delle scale. Via via che scendevamo le luci artificiali iniziarono a non esserci più, ma fortunatamente la luce entrava dalle piccole finestre sulle pareti. Iniziai a provare un vago senso di disagio. Tutto mi sembrava stranamente familiare, ma non riuscivo a capire dove lo avessi già visto. Le scale finirono ed imboccammo un corridoio, varie porte, che ci informò fossero archivi, ci circondavano. "So che questi corridoi possono sembrare parecchio tetri, ma sapete com'erano i nostri avi e poi, di solito per arrivare fin qui si usa l'ascensore ma eravate in troppi".
*Poco dopo ci ritrovammo a procedere sotto le basse arcate di una galleria, mi fissai intorno e notai delle macchie nere d'umidità sui muri. Rabbrivii. Alla fine della galleria vi era una grata con sbarre di ferro arriginite ed un'altra porticina, sempre di sbarre, molto più sottili e intrecciate fra loro. Santiago l'aprì ed aspettò che entrassimo e la richiuse. Lo scatto della serratura mi fece venire il sangue gelato. Mi fissai intorno e notai, con un pò di sollievo, che ci trovavamo in una stanza di pietra ampia e luminosa. Sempre in silenzio, a parte il mormorio degli altri, attraversammo il salone fino a trovarci di fronte ad una massiccia porta di legno. Finalmente ci trovammo in un altro corridoio molto luminoso e, grazie alle lampade al neon attaccate al soffitto, con le pareti bianche, questo corridoio era molto più accogliente dell'altro e la temperatura molto più gradevole. Poco dopo averne oltrepassato la soglia, il cigolio e il chiudersi della porta, ci fece sobbalzare e subito dopo udimmo il rumore di un chiavistello. Salimmo un'altra scala e ci ritrovammo in quella che sembrava la sala d'aspetto di un ufficio di lusso, le pareti erano rivestire da pannelli di legno e la moquette era di un verde scuro. La luce del sole pomeridiano che entrava dalle finestre, illuminava la stanza di un giallo intenso facendola sembrare molto accogliente, e dalla quale si potevano ammirare le campagne toscane. Mi guardai intorno curiosa e vidi l'arredamento dai colori chiari e dai fiori colorati sui tavolini. Dopo essermi guardata in giro notai la scrivania di mogano al centro della stanza, ma nessuno vi stava dietro. Santiago ci lasciò poco tempo per ammirare il panorama e ci condusse d'avanti ad un'altra porta di legno a doppia anta, l'attraversammo e ci trovammo in un altro corridoio ampio e ricco di decorazioni. Ma dove ci stava portando? Quanti corridoi dovremmo ancora attraversare? E perchè diavolo non parla?!
Con una rapida occhiata ai miei compagni, notai sui loro volti la loro stessa perplessità, ma non appena iniziammo a vedere delle porte rivestite di oro, presero le macchine fotografiche ed iniziarono a fotografare.
Il cuore iniziò a battere velocemente e il respiro diventò affannoso, non sono stanca, sono terrorizzata. Dove ci sta portando? Che posto è mai questo?
"Siamo quasi arrivati signori" Dove? DOVE?! La voglia di correre via si fa sempre più presente ed oppressiva e i miei respiri stanno per trasformarsi in iperventilazione. Ero impaurita e sentivo le gambe tremare. Improvvisamente ricordai perchè tutto mi è cosi familiare. Ho sognato tutto questa notte. La stessa, voce, la stessa frase, gli stessi corridoi.. Tutto. Com'è possibile? Vorrei urlare qualcosa, cercare di chiedere aiuto, avvisare gli altri del pericolo ma la paura mi blocca la lingua. Non so neanche di cosa devo aver paura. Santiago ci fece fermare a metà strada ed aprì un pannello scorrevole che nascondeva una semplice porta di legno, superata la soglia ritrovammo il pavimento di ciottoli e vi fu di nuovo buio e freddo. Cercai di guardare aldilà delle persone che mi erano avanti, ma non riuscii a vedere nulla. Passammo per l'anticamera ed udii il cigolio di un altra porta. Superata l'anticamera ci ritrovammo in una stanza cavernosa, illuminata e perfettamente circolare. L'illuminazione era data dalle finestrelle che si trovavano sulle pareti sopra di minimo due piani. Mi guardai intorno in cerca di qualcosa che potesse calmarmi o farmi pensare lucidamente. La stanza era spoglia, gli unici utensili erano delle sedie di legno, molto simili a dei troni, disposte lungo le pareti. Un brusio di voci dolci e melodiose mi raggiunse e mi voltai a fissarle. Un gruppo di persone era disposto in vari gruppi e parlottavano fra loro fissandoci.
Erano tutti di una bellezza devastante. Indossavano abiti anonimi, ma che li facevano comunque apparire modelli. Il mio gruppo mormorava confuso ed affascinato.
"Benvenuti ospiti! Benvenuti a Volterra!" Una voce vellutata e melodiosa interruppe tutte le conversazioni e tutti ci voltiamo a fissare la voce che aveva parlato. Un uomo, avvolto in una tunica nera, ci venne incontro, con grazia innaturale, a braccia aperte e sorridente. I capelli neri corvini incorniciavano il viso pallido e sottile e gli occhi rossi.. ROSSI? Strizzai gli occhi confusa sicura di aver visto male. Li riaprii e rimasero dello stesso colore, rossi. Luccicavano come se fossero rubino. Mi voltai intorno spaventata e notai che la maggior parte delle persone che mi circondavano avevano la sua stessa tonalità.
Feci un posso indietro e mi scontrai contro ad un muro. Mi voltai spaventata, un uomo, dai capelli castani scuri fino alle spalle, dietro di me mi prese per le spalle e mi spinse avanti.
"Santiago! Sei arrivato finalmente!" Una breve risata. Mi fissai intorno allarmata e vidi che 'i modelli' si erano avvicinati rinchiudendoci come in una morsa. Chiusi gli occhi spaventata che cominciarono a pizzicare. Che succede? Li riaprii in cerca di una scappatoia e notai alcune delle persone che ci circondavano leccarsi i canini. Rabbrividii e, proprio come nel mio sogno, non riuscii a fare a meno di pensare: E' la fine.

"Scusami Aro." Santiago arrivò ai suoi piedi e s'inginocchiò rispettoso abbassando la testa. Quello che si chiama Aro gli mise una mano su una spalla per qualche istante, la ritrasse e poi sospirò.
"Mmmmh" mi lanciò un'occhiata fissa. Il cuore iniziò batte ancora più forte e mi sentii impallidire. "Il nostro amico Santiago mi ha confidato di aver notato un comportamento.. strano." Fece alcuni passi verso di me ed io cercai di arretrare. Cosa vuole da me? Cercai di fare un altro passo indietro e me lo ritrovai di fronte. Mi tolse i capelli dal viso e il mio respiro si bloccò. Mi fissò attentamente studiandomi.
Mi schiarii la gola "C-Co-cosa v-vuoi d-da me?" dissi balbettando ed iniziai a tremare terrorizzata.
"Shh, shh tesoro" Inclinò la testa "Come ti chiami cara?"
"Aro! Cosa stai facendo? Vuoi conversare con il cibo?" un'altra voce melodiosa riecheggiò fra le pareti. Alcuni ridacchiarono e qualcuno dei miei compagni, quando sentirono il loro nuovo vezzeggiativo, cominciarono a scalpitare inquieti. Aro senza distogliere lo sguardo da me alzò una mano.
"Calma fratello, calma. Caius, forse abbiamo un altro piccolo dono fra le nostre mani." 
Una figura, forse Caius, dai capelli biondi o bianchi, si sedette sbuffando su una sedia, anche lui come Aro indossava un mantello nero come la pece.
"Fa in fretta" ruggì.
"Tesoro posso prenderti la mano?" mi sorrise. L'ondata di confusione che mi arrivò mi diede un poco di lucidità. Cosa vuole fare con la mia mano? Non sarà mica uno di quei maniaci?! Un lampo attraversò i suoi occhi.
"Tranquilla non voglio farti nulla." mi sorrise dolcemente. Nel momento in cui prese la mia mano nella sua, gelida, una scossa elettrica mi trapassò la mano e si diffuse fin nelle ossa portando con altro flash.

..Una ragazza dai riccioli neri e dagli occhi rossi mi fissa spaventata. Didyme, mia sorella. No, non mia, di Aro. Sorrido e vedo il suo colorito cambiare e diventare roseo e gli occhi diventano verdi, ricordando i vecchi tempi. Era così tenera ed ingenua.
Si aggira per la stanza volteggiando persa nei suoi pensieri. "A cosa pensi sorellina?" Mi fissa sorridendo.
"Fratellone, lo sai già" il suo sorriso diventa più dolce..


Il flash finì. Scossi la testa intontita e fissai Aro. Era un suo ricordo? Lui mi fissò con occhi sbarrati e poco dopo li chiuse. Cosa sta accadendo? Cercai di ritrarre la mano la sua presa era ferrea. Mi fissai intorno confusa ed in cerca di aiuto, ma tutti avevano facce annoiate e fissavano i miei compagni, impauriti anche loro, con sorrisi sadici. Dopo alcuni minuti Aro mi lasciò la mano e vidi nei suoi occhi uno strano riflesso, il suo sorriso sembrava quello di un bambino allegro. Si allontanò da me, con la sua solita grazia, e si voltò di scatto sbattendo le mani.
"Meraviglioso! Che dono!" Corrugai la fronte, cosa cavolo sta succedendo?! La rabbia cominciò ad inondarmi le vene. Cercai Santiago tra la gente. Se esco viva da questa situazione.. me la pagherai! Ma Santiago non mi fissava nemmeno, ridacchiava con alcuni di loro. Aro ridacchiò e mi voltai a fissarlo.
"So che tutto questo.." mi indicò la stanza con il braccio. "..ti sembrerà strano tesoruccio." mi venne incontro a braccia aperte. "ma tu, possiedi un dono.. meraviglioso!"
Dono? "Cosa vuoi dire?" la rabbia mi faceva acquistare lucidità, più istanti passavano più capivo il suo sguardo. Era calcolatore, astuto, tiranno.
Improvvisamente scomparve dalla mia vista e subito dopo le sue mani furono sulle mie spalle. Mi scostò i capelli dal collo ed inspirò profondamente.
"Hai un odore delizioso, ma ho bisogno di te per altro." Le sue labbra mi sfiorarono il collo ed io mi sentii schifata, avrei voluto picchiarlo. Le ultime labbra che erano state sul mio corpo erano quelle dolci di Lucas. Nessuno avrebbe dovuto toccarmi. Se era questo che voleva, avrei lottato! Cercai di scansarmi ma un dolore acuto, pungente, sul collo, come un taglio di una lama mi bloccò il fiato. Insieme al dolore del taglio, iniziai a sentire uno strano calore. Cos'era? Il calore lentamente iniziò a spostarsi ed ad intensificarsi. Il calore si trasformò in dolore, acuto, incandescente, peggiore del taglio.
Vado a fuoco! La vista iniziò ad affievolirsi ed iniziai a sentirmi mancare le forze, annullate dal fuoco. Mi guardai in giro e vidi solo le maschere terrorizzate dei miei compagni di viaggio. Lanciai un'occhiata ai 'modelli' e il terrore che stavo provando aumentò. Le urla dei miei compagni iniziarono ad aleggiare nell'aria mentre i mostri avanzavano verso di loro mostrando le zanne sorridenti. Cosa sono?
Il fuoco aumentò ancora di più. I miei pensieri incoerenti. Le urla terrorizzate dei miei compagni mi circondarono. I miei occhi si riempirono di lacrime. Che succede? Iniziarono a scendere.
L'ultima cosa che sentii fu un urlo acuto, intenso, terrorizzato, da far saltare i timpani. Il mio.



<=== Santiago 
(*me piange* ragazze vi avevo modificato questa foto ma EFP le vuole solo con URL.. sigh)

guardia volturi

 * La torre, fu una delle prime residenze del podestà del comune di Volterra, nei primi decenni del 1200. La torre è una delle più alte di Volterra, è realizzata interamente in pietra e la facciata principale, l’unica visibile, non presenta ingressi al pianterreno, l'accesso doveva infatti avvenire per un'apertura del primo piano. La finestra del quarto piano, stretta e alta, doveva dare accesso a un balcone in legno appoggiato su questa parete. Quasi a ridosso del tetto della torre si trova una mensola che sorregge una statua che sembra rappresentare un maiale o un cinghiale, da cui prende il nome la torre.
 * Scusate, ma non essendo mai entrata nel palazzo e non avendo trovato informazioni su Internet, ho dovuto usare la descrizione del libro.
 

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Capitolo 7
*** Risveglio ***


Non sapevo descrivere quello che stavo provando in quel momento, non vi sono aggettivi che possono descrivere cosa stessi provando. Le fiamme dell'inferno non brucierebbero cosi. Spegnetemi! SPEGNETEMI!
Il dolore che provavo quando avevo l'ulcera, della scottatura al piede, del taglio con il coltello, delle ossa rotte, delle cadute, cadere dal terzo piano di un palazzo, fare un incidente con l'auto, con la moto, un camion addosso, un carico di mattoni caduto addosso da una gru. Tutte queste cose, ma messe insieme, sempre, ripetutamente, per cento milioni di volte, forse riuscirebbero a dare l'idea. Perché non mi uccidono? Uccidetemi! Spegnetemi! FATE QUALCOSA! Quanto tempo mi ci vuole a bruciare completamente? Un'ora? Due?! Non dovrei essere già morta? Non so quanto tempo passò ma poco a poco riuscii a focalizzare i miei pensieri. Ti prego, Dio se esisti, ti prego, ti prego, fammi morire. Mentre bruciavo rievocai dalla mia memoria i volti dei miei familiari: mio padre Diego, mia madre Sophie, mio fratello Ethan, mio fratello Walter, mia sorella Valeria, la mia piccola Aurora.. Lucas.. Non so se stessi piangendo o meno, ma il solo pensiero di non rivederli più.. Come prenderanno la notizia della mia morte? Dio, quanto soffriranno... Lucas. Il suo volto dolce e sorridente mi aiutò a schiarirmi le idee.
Perché non muoio? Lucas. Dove sei? Cosa fai? Come stai? Come la prenderà? Il dolore aumentò. Oh, Lucas... mi dispiace cosi tanto.. Aro, Santiago, un giorno ci ritroveremo all'inferno e vi farò passare l'eternità più brutta che possiate mai immaginare. Sentii la mia mano stringersi a pugno. Aspetta! La mia mano! Riesco a sentirla! Oltre al lento ritorno della sensibilità agli arti anche gli altri quattro sensi iniziarono a tornare. Sentivo di poter riaprire gli occhi ma non volli farlo, sentivo di nuovo l'aria circolare nei miei polmoni, sentivo il gusto ferroso della rabbia sulla lingua e sentivo delle urla. Urla disperate che rimbombavano dappertutto. Chi è? Perché urla? Cosa gli stanno facendo? In che posto mi trovo? Che persone ci stanno facendo questo?! Un altro urlo, cosi acuto da farmi immaginare i vetri delle finestre andare in frantumi.
"UCCIDETEMI! VOGLIO MORIRE!" urlò e si udirono dei respiri affannosi. E' qui insieme a me? ..Lucas.
"Shh, calma, calma. Presto finirà tutto" una voce melodiosa vicino al mio orecchio.
Un altro urlo seguito da uno "SHH! Cerca di calmarti" qualcosa mi toccò la fronte. Perché consolava me? Perché mi consolava? Non ero io ad urlare! Aiutatela o aiutatela! Mostri!
"MOSTRO! UCCIDIMI! TI PREGO.." un rantolo.
Qualcuno sospirò "Aurora, devi cercare di calmarti e concentrarti. Non urlare." Aurora? Parlava con me? Chi sei? Cosa sei? Cosa vuoi? Lucas, aiutami.
I rantoli si fecero più affannosi e capii che ero io ad emetterli, il mio udito migliorava sempre di più e sentivo il mio cuore sbattere frenetico contro il torace. Un altro urlo. Uno sprazzo di lucidità. Ero io ad urlare? ..Lucas.
Un'altra ondata di fuoco mi fece perdere di nuovo lucidità.

Sentii il rumore di passi in avvicinamento. Una porta che si aprì e subito dopo venne chiusa. Altri passi sempre più vicini. Qualcosa mi toccò la mano. Dei respiri lenti.
"Chi sei?! Cosa vuoi da me?!" il dolore mi blocca il respiro ma riesco a parlare.
Un sospiro. "Sono Santiago. Sono venuto a controllarti."
Rabbia. Di tutte le persone che potevano venire proprio lui?! cercai di aprire gli occhi.
"Cosa mi avete fatto?!" avrei voluto picchiarlo. "Cosa mi state FACENDO?!" Un altro sospiro.
"Ti stai trasformando". Cercai di rimanere lucida.
"In cosa?"
"Vampiro" mi disse calmo, quasi come fosse ovvio. Vampiro? Oltre a torturarmi vuole anche prendermi in giro?! Cercai di dire qualcosa ma uscirono parole incomprensibili.
"Non ti sto prendendo in giro... qui... siamo stati... Aro... siamo tutti..." La mia mente perdeva lucidità a sprazzi cosi, decisi di ignorarlo.
Dopo minuti, ore, giorni, di fiamme vi fu un cambiamento.
Il mio cuore, che già volava, cominciò a battere ancora più forte, i miei respiri si fecero più frenetici e le fiamme iniziarono a ritirarsi. Liberate le dita dei piedi sentii un senso di freschezza. Quando anche le mani si liberarono cercai di muoverle. Sto finalmente morendo?
Rievocai l'immagine dei miei cari. Mi mancherete. Vi ho sempre voluti bene. Strinsi il pugno. Lucas. Il respiro mi s'incastrò in gola. Lucas, Lucas, Lucas.. Ti amo, ti amo cosi tanto. Il fuoco si ritrasse fino ad arrivare al mio petto, fino al cuore. Il mio cuore accelerò ancora di più i suoi battiti e, i miei rantoli, divennero ancora più affannosi. Grazie al cielo, sto morendo. Un ultimo pensiero alla mia famiglia. A Lucas. La fine era vicina, me lo sentivo. Un ultimo respiro mi fece inarcare la schiena ed il mio ultimo battito sembrò rimbombare nella stanza. Un ultimo senso di freschezza nel corpo. E' finita.
.....Cosa?! Questa è la morte?? Il buio? Dopo un pò di tempo che aspettavo che accadesse qualcosa, mi salii la rabbia e la delusione. Niente visione della mia vita? Niente staccamento dell'anima dal corpo? Niente?? Che cavolo di morte è questa?? Dovrò passare tutta l'eternità nel buio?? Sbuffai. Aspetta, ho sbuffato?
Sentii dei passi affianco a me. In un lasso di tempo, che mi sembrò velocissimo, mi trovavo in piedi, acquattata. Uno strano gorgoglio mi usciva dal petto, simile ad un ringhio. Santiago, mi stava di fronte, accigliato.
"Aurora."
Un altro gorgoglio. " Non ti avvicinare." Ma non dovrei avere il capogiro? E cos'è quell'altro colore? Dove mi trovo? Rimasi sorpresa dalla velocità dei miei pensieri.
"So che tutto può sembrarti strano, confuso. Ti starai chiedendo un migliaio di cose, tutto contemporaneamente?"
"Come fai a saperlo?" Sputai fra i denti. Fece un passo verso di me ed un vero e proprio ringhio mi esplose dal petto e mi acquattai ancora di più.
"Non ti avvicinare" rintuzzai.
Sospirò. "Será mucho más difícil de lo que pensaba." mormorò piano, cosi piano che dal mio posto non avrei dovuto sentire.
"que podría hacer aún más difícil." risposi anche io in spagnolo. Sembrò sorpreso ma continuò.
"Aurora, cerca di riprendere il controllo della tua mente, so che è molto più spaziosa e veloce e che potrebbe sembrare difficile, ma puoi riuscirci." Avrei voluto ribattere ma seguii il suo consiglio, avrei potuto fronteggiarlo meglio con la calma.
Inspirai profondamente e rimasi sorpresa. Da quanto non respiravo? E perchè non ne traggo sollievo? Espirai e ci riprovai. I miei polmoni si gonfiavano ma sembrava non avessi il minimo bisogno di respirare. Respirai ancora, non per necessità, mi piaceva, riuscivo a percepire gli odori. Santiago mi fissò con le sopracciglia inarcate.
"Non ne trai alcun sollievo vero?" Anche se con riluttanza ammisi:
"Si.. Perché?"
"Non ne hai bisogno. Noi tutti, qui, non ne abbiamo bisogno."
"Ma tu lo stai facendo." Alzò le spalle incurante.
"Abitudine" mi sorrise. Strinsi gli occhi a due fessure.
"Perché non ne ho più bisogno?"
"Perché sei un vampiro ora." Di nuovo? Ringhiai.
"Non prendermi in giro" Ma da quanto ringhio? E perché sono acquattata? Il mio istinto mi spingeva ad attaccare. "Cosa mi avete fatto?"
"Tal vez usted engañando a sí mismos. Dico sul serio" mi fissò accigliato.
"I vampiri non esistono." scossi la testa.
Sorrise "Per gli umani!" Inclinai la testa. Possibile stesse dicendo per davvero? Dovrei bere sangue? Rabbrividii. Pensai al liquido scarlatto e la gola mi andò in fiamme. E se non mentisse?
"Ma com'è possibile? Non mi avete fatto bere sangue"
"Niña, donde ha vivido hasta ahora?" ridacchiò. "Qué tipo de libros que usted lee acerca de los vampiros?"
"Sei spagnolo?" non so perchè ma avevo voglia di conoscerlo. Annuì. "Comunque ho letto poco e niente. La maggior parte delle cose le ho apprese dai film"
Rise "Dai film.." mi guardò come se fossi una bambina. "Quelle sono tutte cazzate. Lo scambio del sangue, la morte per la fine della trasformazione.. Questa è la realtà"
Scossi la testa "Non può essere vero. Mi stai solo prendendo in giro" chiusi gli occhi cercando di calmare la rabbia.
"E perchè dovrei farlo?" un altro passo verso di me. "Fidati di me, di quello che dico." Aprii gli occhi di scatto e la rabbia che cercavo di controllare si trasformò in furia omicida. Fidarmi di lui dopo ciò che mi aveva fatto?!  Mi ritrovai di fronte a lui,il labbro alzato a mostrare i canini ed il mio ringhio furioso, mentre cercavo di staccargli la testa.
Lui mi prese i polsi e li tenne fermi cosi, cercai di morderlo alla spalla e lui lasciò la presa per scansarsi. Ne approfittai e tirai un pugno. Mi ritrovai girata di fronte al muro che fino ad un'istante prima era alle mie spalle, le sue braccia mi tenevano le mie strette al petto, il suo petto contro la mia schiena per impedirmi ogni movimento.
"Non provarci mai più ragazzina. Per questa volta chiuderò un occhio, ma non credo che gli altri saranno cosi magnanimi." Aspettai il rumore del mio cuore contro il petto ma non arrivò. Aspettai il mio respiro affannoso ma non arrivò neanche quello. Respiravo regolarmente. Ha detto la verità? Sentii gli occhi pungermi.
"Perchè? Perché mi avete fatto tutto questo?" mi scappò un singhiozzo. Lui mi strinse più forte, non per attaccarmi, per consolarmi.
"Perché Aro ha visto in te un dono che cerca da sempre."
"Un dono?" Tutto questo per un capriccio??
"Un potere." mi lasciò andare e mi venne di fronte. "Alcuni vampiri, oltre ad avere una forza sovrumana, la velocità, un corpo indistruttibile ed altre varie armi, hanno altri poteri."
"Ad esempio?" Inarcai un sopracciglio scettica.
"Ad esempio.. leggere nella mente."
"Vuoi dire che riesco a leggere nella mente?" aggrottai le sopracciglia.
Lui rise e mi fece voltare. "No, certo che no, se no a quest'ora avresti la testa affollata dalle voci."
Giusto. "Perché.." mi morsi il labbro e sospirando continuai "perché mi tratti cosi? Perché sei l'unico ad essermi accanto?" Alzai lo sguardo incontrando i suoi occhi rossi. Aspettai la pelle d'oca ma non arrivò. Sul suo viso apparve la consapevolezza.
"Perché.. non lo so." Si passò la mano sul mento "Non lo so perché.. ma subito dopo il morso.." Mi fissò e riprese "subito dopo ho provato una strana sensazione. Sentivo di star facendo qualcosa di strano."
"Strano?" alzai un sopracciglio.
Sospirò "Come vampiri, noi non proviamo emozioni forti come gli umani. I loro legami si fondano sull'affetto reciproco." Strinsi un pugno ma lo lasciai continuare "I nostri invece sono più che altro.. frivoli." Aspettò qualche secondo e io cercai di assimilare le sue parole "Si basano più sulla convenienza che su un vero e proprio affetto" Abbassò gli occhi. "Proviamo dei veri sentimenti solo verso i nostri compagni o anime gemelle, vedi tu come chiamarli." Mi fissò corrucciato.
Allargai gli occhi. "Non.. non proverò più l'affetto verso i miei amici?" mi passai la mano sulla faccia sconvolta. Aspettai il tremolio alle gambe, niente. Possibile che la mancanza delle piccole cose mi mancasse cosi tanto? Mi posò una mano sulla spalla.
"Certo che continuerai a provarle, ma nulla sarà più come prima"
Cercai un appiglio sulla quale appoggiarmi, anche se non ne avevo bisogno. Cercai di riflettere su quello che stavo passando. La gola mi bruciava intensamente, come se il fuoco che provavo fino a poco tempo prima fosse rimasto li. L'ansia e la paura che provavo mi facevano riempire la mente di pensieri sconnessi, ma non mi traevano lucidità, anzi riuscivo a pensare a più cose contemporaneamente.
"Perché allora tu sei qui?" non potei fare a meno di chiedergli. Era forse come nel libro che avevo letto? I vampiri subito dopo aver studiato l'altro capivano se fosse o meno il proprio compagno.. Non sarò mica io?! Mi fissò intensamente negli occhi.
"Non lo so." sembrò pensare a qualcosa.  "So solo che mentre Aro ti fissava, studiandoti, ho pensato fosse sbagliato." Sospirò "Non so perché, mi ricordi qualcuno.."
Lo sentii bisbigliare tra se e se cosi piano da non muovere nemmeno le labbra, ma le sue parole mi arrivarono nitide. Un'immagine sfocata, come se stessi guardando da un finestrino appannato, mi passò per la mente. Era la ragazza che avevo visto subito dopo aver sfiorato la pelle di Santiago la prima volta. L'odio s'impossessò di nuovo di me.
"Continuo a non capire perché mi trovo qui" sputai fra i denti stringendo i pugni. Mi fissò studiandomi e sospirò ancora.
"Te l'ho detto, Aro ha visto in te un potere." Frustrata, scacciai via l'impulso di tirargli un cazzotto.
"E quale sarebbe, eh? Quale potere ha visto di così interessante?" Il suo sguardo sembrò divertito e poi divenne illeggibile.
"Crede che tu riesca a vedere il futuro." Spalancai la bocca incredula e perplessa sulla sua serietà. Era serio ed io non potei fare a meno di ridere. Sorpresa ascoltai la mia nuova risata. Santiago mi fissava corrucciato ma non disse nulla. Smisi di ridere.
"E su cosa si basano queste congetture?" chiesi con amarezza.
Sospirò. "Aro, ha un potere. Con il solo tocco della mano, riesce a leggere tutti i pensieri delle persone. Qualunque pensiero la loro mente abbia mai generato."
Alzai un sopracciglio scettica "Questo non vuol dire niente." Sospirò di nuovo e mi sembrò di ritornare ad essere una bambina, che parla con un adulto.
"Aurora, sappiamo dei tuoi sogni." Il mio volto si indurì, ma non accadde altro.
"I miei sogni?"
Annuì "Aro me ne ha parlato, è rimasto sorpreso nello scoprire che avevi già sognato il palazzo e me."
I miei occhi si allargarono. I miei sogni in realtà erano.. premonizioni? Scossi la testa. Impossibile, non può essere. E' un sogno. Si, sto sognando, questo è solo un incubo.
"So che vorresti parlarne, che tutto ciò ti sembra irreale. Anche io mi sentivo cosi." il tono di Santiago era amareggiato.
"Cosa vuoi saperne tu di come mi sento?! Tu, non ne hai la minima idea!" gli occhi mi prudevano. Sbattei le palpebre per cercare di rimuore il fastidio. I suoi occhi arsero e un ringhio gli percorse il petto.
"Non irritarmi niña. Non credere che solo per il fatto che mi trovi qui, non possa ucciderti." I suoi occhi fiammeggiavano. Un moto d'irritazione mi fece chiudere la mascella di scatto e cercai di ignorarla.
"Avrei preferito la morte a questo." I suoi occhi rubino mi fissavano severi ma improvvisamente si ammorbidirono.
"Lo so." Mi mise una mano su una spalla.
..Urla, urla terribili dappertutto. Mi fisso intorno ansioso. Dove sei Maria?
Il fuoco alla mia destra scoppietta e cerco fra la gente il suo volto. Il fuoco stava lentamente bruciando tutto.
"MARIA! MARIA?" urlo disperato. Dove sei tesoro?..

Sbattei le palpebre intontita. Cos'era quello? Una visione?
"Cos'era?" Santiago aggrottò le sopracciglia.
"Cos'era, cosa?" Mi morsi il labbro.
"Chi è Maria?" I suoi occhi si dilatarono.
"Maria?"
Annuii. "Penso.. di aver visto.. Non lo so.. Appena ti ho toccato, io.." non riuscì a continuare.
"Hai visto qualcosa?" i suoi occhi restano dilatati.
"Io.. si. Ma non so di cosa si tratta." Glielo raccontai. La sua bocca si spalancò.
"No puede ser. Come hai fatto?"
"Non lo so, io.." Scosse la testa incredulo e capii che la situazione era strana per me quanto per lui.
"Quello era.. un mio ricordo" Scosse ancora la testa tenendomi d'occhio.
"Maria è castana, con gli occhi nocciola?" Deglutì ed annuì.
"Come fai a saperlo?"
"L'ho visto in un.. in un altro ricordo."
"Aro non scherzava sulle tue qualità." sbatté le palpebre. "Riesci a vedere altro?"
"No... io non so nemmeno come ci sono riuscita!"
"Prova a concentrarti. Cerca di concentrarti su di me." Chiusi gli occhi e feci come mi disse. Pochi secondi dopo li riaprì e scuotendo la testa.
"Niente."
"Sei solo all'inizio. Con un pò di allenamento forse potremmo.. Ti è mai capitato di vedere altri ricordi?"
Scossi la testa. "No, tu e poi Aro siete stati gli unici." Annuì ed il suo volto continuò a non mostrare emozioni.
"Come si può cambiare?" chiesi abbassando la voce e la testa rassegnata. Digrignò i denti.
"Non si può. Resterai così per l'eternità." I miei occhi iniziarono a pungere.
"E se io non volessi?
"Non puoi farci niente, l'unico modo è accettarlo o morire." Alzai la testa.
"Morire? E' questa la migliore opportunità?"
"No, la migliore è accettare." il suo sguardo fu neutro, quasi come se stesse commentando il tempo. Strinsi i pugni e serrai gli occhi addolorata ed irritata. Se non fossi mai venuta qui.. Oh, Lucas.. La gola mi s'infiammò.
"Vieni con me. Devi essere molto assetata." Aprii gli occhi di scatto.
"Dovrei bere sangue?" annuì. "Come?"
Sorrise. "Nel modo tradizionale: mordi e bevi."
"MORDERE?" Al pensiero del liquido rosso scarlatto, la gola arse ancora. "E' questo che vorrò per sempre? Il sangue? Non potrò più mangiare?"
"Già" Ghignò. "Almeno non dovrai più preoccuparti della dieta." Ignorai la sua battuta, incapace di mettere a fuoco i miei pensieri sconnessi e affollati.
"E cosa dovrei mordere?"
Sollevò un sopracciglio. "Tu cosa credi niña? Umani." Fece spallucce.  Un'ondata di nausea e rabbia mi travolse facendomi affilare i canini. Io? Mang.. Bere il... sangue? Umano?
"Neanche per sogno!"
Rise. "e cosa vorresti mangiare di grazia?" Mi prende in giro?!
"Tutto tranne umani!"
"Puoi nutrirti solo di quello" scrollò le spalle.
"Posso anche non nutrirmi." Ribattei.
"Non puoi morire di fame e l'unica cosa che otterresti sarebbe la tua gola in fiamme." Digrignai i denti. No, non berrò mai. Non ucciderò mai degli essere viventi!
"No." Digrignò i denti.
"Il fatto che io mi stia intestardendo con te, quando ora potrei starmene tranquillo in un altro posto, dovrebbe farti capire che non me ne andrò così facilmente niña." Un singhiozzò mi scosse il petto.
"Puoi anche andartene."
Strinse i pugni. "Non posso. E poi Aro vuole vederti." M'impietrii. Aro? Vuole vedermi? Risi amaramente.
"Digli che io non voglio vedere lui." La sua mano si abbatté contro la mia gola.
"Forse non hai capito come stanno le cose" ringhiò. "tu sei solo una pedina. Che tu lo voglia o no, sei un vampiro ora e devi accettarlo.-" un altro ringhio e strinse la presa "..come dovrai accettare il fatto che Aro può fare quello che vuole e, noi tutti, dobbiamo obbedirgli." Troppo sconvolta da quello che mi era appena accaduto rimasi li ferma. Quando mi lasciò cadere rimasi lì impalata a fissarlo atterrita. Ma durò poco, perchè arrivò la rabbia a schiarirmi i pensieri. Ringhiai e feci un passo avanti.
"Non. Farlo. Mai. Più!" Mi avventai alla sua gola con mani e denti. Mi mossi così veloce che lui non ebbe il tempo di scostarsi e ribattere.
"Sarò ancora sconvolta dalla trasformazione e dai cambiamenti, ragionerò ancora come un'umana impaurita, ma niente, niente d'ora in poi potrà più toccarmi. Mi hai capito?!"
Rise divertito. "Hai finito? Sei fortunata, non posso torcerti un capello ma, sta tranquilla, quando Aro si annoierà di te, non esiterò un attimo a farti fuori niña."
"Non vedo l'ora." Lui non è il dolce ragazzo delle mie visioni. Non lo è e non lo sarà mai.
fuoco

I suoi occhi rossi mi fissarono fiammeggianti di rabbia, per qualche secondo, ma non mi tirai indietro. Lui era un mostro, il nemico.
Improvvisamente le fiamme si spensero e sospirò.
"Ma non lo farò." Inclinai la testa sorpresa.
"E perché mai?"
Una breve pausa, "Aro mi annienterebbe." Ed io che iniziavo a credere che in lui ci fosse qualcosa di buono...
"E poi, sarebbe sbagliato.. Non so perché, ma ho come l'impressione che ci sia sotto qualcosa."
Alzai un sopracciglio scettica. "Tipo?"
Alzò le spalle sorridente. "Sei tu la veggente niña." Mi ritrovai a sorridere involontariamente. Contemporaneamente -ero ancora sorpresa di riuscire a pensare a più cose contemporaneamente- mi chiesi come mai mi trovassi così in sintonia con lui.
Batta le mani "Ora, forse, è meglio se andiamo a caccia?"
Spalancai gli occhi preoccupata. "Caccia?"
Annuì. "Ti ho tenuto la cena calda" ridacchiò maliziosamente. Aggrottai le sopracciglia ignorando il bruciore alla gola.
"La cena?" Il suo sorriso diventò incerto.
"Non hai sete?" La gola bruciò ancora come se stessi ingoiando acido.
"Si" mi sorpresi di non avere la voce arrochita. "Ma cosa dovrei mangiare?" Rise e mi guardò come fossi una bambina stupida.
"Umani tesoro. E poi non penso che sarai così schizzinosa da volerli mangiare" ridacchio.
"UMANI?" urlai e un fremito di disgusto mi travolse rendendomi conto per la prima volta della sua serietà.
"Cosa credevi? Dì addio per sempre alla cucina niña." Serrai i pugni e serrai i denti. La consapevolezza e la certezza della mia decisione si rifletterono nel mio sguardo.
"Mai" sibilai fra i denti.  Il pensiero di me, con un ghigno malvagio sulle labbra, mentre.. mordevo un innocente essere umano.. Rabbrividii e nel mio pensiero l'umano si trasformò in un volto, facendomi impietrire. Lucas. Lucas mi guardava tremante e terrorizzato ed indietreggiava ad ogni mio passo.
Fremetti disgustata e feci un passo indietro rimettendo a fuoco la scena che avevo d'avanti e con maggior convinzione ripetei:
"MAI!" Santiago scosse la testa.
"Aurora.. non puoi morire di sete. Noi vampiri siamo ben diversi da quello che hai visto fin ora in tv o nei libri. Non possiamo morire di fame e i paletti di - nessun tipo - legno non ci ammazzano. Le cose che possono ucciderci sono davvero poche. Neanche il sole può scalfirci."
"Cosa succederà se non berrò?"
"Assolutamente nulla. Non morirai ma ti indebolirai e la tua sete aumenterà a livelli inimmaginabili facendoti perdere lucidità." Sospirò e mi trafisse con lo sguardo. "L'unica cosa che otterrai è che sarai così assetata da uccidere in modo doloroso e mostruoso la tua preda, sentendoti ancor di più un mostro." Rabbrividii e gli occhi iniziarono a pungermi per l'ennesima volta.
"Starò lontana dagli umani."
Sospirò "Sarò costretto a portarti il pasto ogni giorno fino a quando non ti arrenderai." il suo tono risoluto. Strinsi la testa fra le mani. Iniziai a singhiozzare disperata e mi rannicchiai a terra. L'immagine di Lucas terrorizzato mi tormentava.
Non volevo essere un mostro. Ed ora ero costretta ad esserlo per l'eternità..
"So che è difficile, ma con il tempo ti ci abituerai e non ci farai nemmeno caso." Santiago mi si avvicinò lentamente e mise una mano sulla mia spalla.
Scossi la testa. No, no, no, no... NO! "Non posso.. non posso.." i singhiozzi esplosero dal mio petto incontrollabili. Un mostro.. sono un mostro...
"Con il tempo ti sentirai meno in colpa."
Alzai a testa. "E tu come fai a saperlo? Come fai ad esserne così sicuro?"
"Anche io sono stato trasformato contro la mia volontà.. Anche io so come ci si sente. La maggior parte dei vampiri lo sa, ma il sangue offusca tutto. Ci sono passato.."  Il suo sguardo diventò duro, ma capii che non era per rabbia ma per dolore. Singhiozzai riprendendomi la testa fra le mani.
"Come potrò non odiarmi per quello che sono?"  Avevo amato così tanto la vita che avrei voluto picchiare chiunque la giudicasse, da voler urlare alla gente di vivere il presente invece di guardare il passato, da lottare per rimanerci attaccata.. ed ora mi ritrovavo costretta a spegnerla..
Tutte le mie convinzioni, le mie morali, la mia etica erano state sconvolte, messe sottosopra e tutto per uno stupido capriccio...
Digrignai i denti. "Puoi davvero garantirmi che non mi sentirò mai un mostro?" La sua risposta arrivò dopo sette secondi.
"Hai ragione, non posso garantirti che sarà cosi perché anche io a volte mi considero un mostro."
"E allora come puoi obbligarmi.."
M'interruppe. "Aurora, cercherò in tutti i modi per aiutarti a superare queste sensazioni, ma tu devi cercare di collaborare."
"Non c'è un altro modo per nutrirmi?"
Sospirò "No Aurora. Mi dispiace." Singhiozzai e mi strinsi le gambe al petto. Le lacrime che avrei voluto versare non sarebbero mai più scese, la vita che avevo progettato non sarebbe mai più tornata. Io non sarei mai più ritornata me stessa. Non sarei mai più ritornare da Lucas.. Mamma.. Papà.. Vale e Walt.. Aurora..
Sospirò. "Niña.. " sospirò ancora. "Aro si arrabbierà.. Senti.. potremmo rubare delle sacche in ospedale per questa volta.."  Alzai gli occhi sorpresa e lieta per la prima volta dal mio risveglio. "..ma ti avviso, è inutile che tu inizi a sperare in una dieta così. Non può durare."
Annuii. "Troverò un altro modo." Scosse la testa ma non ribatté.

Deglutii tesa. Fissai Santiago prendere una tazza ed io trattenni il respiro.
"Santi.. ne sei sicuro?"
"Sarà naturale come bere l'acqua, fidati." L'immagine di un bicchiere d'acqua riempito dal liquido trasparente mi si allargò nella mente, la gola bruciava per la sete ma stranamente quell'immagine non mi allettò. Sentii un rumore provenire alla mia sinistra, ma non mi voltai a controllare cosa fosse. Era impossibile non riconoscerlo. Il glug glug durò pochi secondi ed io azzardai un respiro per poter parlare. Ma un odore irresistibile mi bloccò. La gola arse e il mio labbro superiore si alzò per mostrare i denti.  
Mio. E' solo mio. urlava il mio istinto.
Mi voltai verso Santiago e respirai profondamente riempiendomi i polmoni di quel profumo delizioso. La mia bocca si riempì di veleno. L'odore era indubbiamente quello del sangue ed anche se era screziato dall'odore della plastica era...
Santiago mi venne accanto a velocità vampiresca e mi porse la tazza. Controllai il contenuto e mi leccai il labbro.
Presi la tazza e avvicinai il naso per sentirne l'odore.  La gola mi fece di nuovo male e ignorando il mio disgusto, ormai sopraffatto dalla sete, avvicinai a velocità sovrannaturale la tazza alle mie labbra ed iniziai a tracannare il liquido scarlatto.
  
       sangue, diperazione  
Già. Ho bevuto sangue. Umano. Sono ufficialmente un mostro.

Sbuffai. Ok ok, la sto mettendo troppo sul melodrammatico. Non ho ucciso ancora nessun umano, non sono ancora un mostro.Non sarò un mostro ma diavolo! STO PARLANDO DA SOLA! Ok, sono anche pazza. E questo mi fa chiedere.. Un vampiro può diventare pazzo?Ok, devo smetterla di parlare da sola..Dopo aver bevuto la bellezza di tre litri di sangue mi ero sentita subito meglio ed il dolore lancinante alla gola si era placato. I miei pensieri si erano schiariti e avevo riacquistato lucidità. Anche la rabbia si era assopita, un pò. Mi sentivo ancora il calore che il sangue mi aveva donato e la forza bruta che mi aveva pervaso i muscoli. Quando ebbi finito di bere, non potei fare a meno di rivedere il volto di Lucas e lasciai cadere la mia tazza.Anche se mi sentivo davvero.. wow!L'unica pagliuzza negativa? Grazie al sangue ero riuscita a riavere lucidità ed avevo ricominciare a pensare. Fin troppo.Avevo così tanti pensieri per la testa che avevo iniziato a credere che la testa potesse esplodermi da un momento all'altro e, che tutti i miei pensieri iniziassero a correre dappertutto urlando e magari inseguendomi per torturarmi ancora di più.Mi passai una mano sulla fronte. Sto davvero impazzendo..Ero "partita". Come quando si ha talmente sonno, ma si è costretti a restare svegli, che quando cerchi di pensare, puf! I tuoi pensieri scappano. Solo che i miei non se ne andavano. Restavano li e si inseguivano.Troppi pensieri. Troppi anche per un vampiro."Ti piace qui?"Sospirai "E' un posto magnifico." Ero appollaiata sul terreno più soffice che avessi mai visto prima. Eravamo nel bel mezzo di una campagna, dopo aver corso per alcuni minuti. Santiago era steso affianco a me, completamente rilassato, con le braccia dietro la testa. Alzò la testa con un sopracciglio inarcato."Niña, che ti passa per la testa?" Appoggiai i gomiti sulle gambe e misi la testa sui palmi fissando l'orizzonte."Mah.. Una marea di cose. Mi sembra ancora strano riuscire a pensare più cose temporaneamente, percepire più cose temporaneamente. E' tutto così..." Si appoggiò sui gomiti ed aggrottò la fronte.
"Così?"
"E' tutto così chiaro.. La mia testa ha così tanto spazio che riesco a darmi la risposta ad un calcolo matematico in meno di un secondo.""Forse non è complicato come esercizio." ridacchiò.Sorrisi e lo ignorai. "Santi.. perchè il terreno è così soffice qui?"Aggrottò la fronte. "Non è soffice.. Siamo noi che siamo troppo duri." Inspirai profondamente. L'odore dell'erba, dei fiori, e della campagna entrò nei miei polmoni. Non provai alcun sollievo dal movimento, ma il profumo mi calmò."Santi?""Si, niña?""Sono confusa." Riuscivo a guardarlo anche se ero voltata di fronte, ma girai ugualmente la testa per osservarlo."Confusa?" Ridacchiò. "Con tutto lo spazio che..""Non parlo di quello." Lo interruppi. "Parlo in generale. Stavo pensando, Anzi mi chiedevo, un vampiro può diventare pazzo?""Certo." mi rispose perplesso ma continuò. "Certo che può diventarlo. Essendo i vampiri immortali, diventano indifferenti a ciò che li circondano e la loro esistenza diventa.. monotona." Scrolla le spalle. "Tutto diventa così noioso che si cerca di fare qualcosa per cambiare.""Mmmh" mormorai. Incrociai il suo sguardo. "Devo ammetterlo. Sono confusa anche su di te. Dovrei odiarti, ma mi sento così in sintonia con te. Mi sembra di conoscerti e in un certo senso.. Ti sono.. affezionata? Nei miei sogni.. o premonizioni.. sei sempre apparso così.. Non riesco a capire il perchè, ma non riesco ad odiarti. Anche se so che dovrei." Inspirò e guardò dritto di fronte a sé. Mi voltai anche io certa che non avrebbe ribattuto."Mi dispiace niña, ma io non capisco cosa provi. Non mi sento coinvolto da te a livello affettivo. Neanche ti conoscevo fino a tre giorni fa. Anche se ti sei appena risvegliata e stiamo riuscendo a fare un discorso senza azzannarci a vicenda, tu per me sei un vampiro come un altro. Eri un'umana che si è trovata nel posto sbagliato, nel momento sbagliato, con potenziali.." Scosse la testa "Provo compassione per te, perchè so cosa stai provando. So cos'hai perso o almeno posso immaginarlo, ma in tutta sincerità.. Anche io mi sento una certa sintonia ma.. Credo sia solo perchè sei una novità. Un cambiamento in un mondo monotono."Scrollai le spalle. "Non so Santiago. Non so neanche se avete ragione a dire che io abbia dei poteri. Dobbiamo solo aspettare che le cose accadano.""Senti Aurora.. Cerca di restare calma ok?" Alzò le mani in segno di resa e il suo volto mostrò preoccupazione ma nei suoi occhi c'era la solita ironia. Alzai gli occhi al cielo e feci un mezzo sorriso."Che c'è?""Mi piacerebbe restare qui.." una breve pausa che solo un vampiro poté notare. "..ma Aro mi ha chiesto di portarti da lui dopo il tuo risveglio."Inarcai un sopracciglio. "Aro?" Aro che chiede?? Muahahahah.. Bella battuta.Sospirò. "Niña. Aro vuole conoscerti. So come può apparirti ma.. beh.. non è poi male."Certo.. come no... "Devo proprio?" Annuì poi con un movimento fulmineo e aggraziato si alzò in piedi e con fare di altri tempi s'inchinò e mi offrì la mano. Sorrisi ed alzai gli occhi al cielo ed afferrai la sua mano. Come se ne avessi bisogno. Ridacchiai.
"Santiago? Cosa mi accadrà ora?" Scrollò le spalle.
"Conoscerai Aro, te l'ho già detto."
"Si lo so. Voglio dire.. Dove andrò? I miei parenti mi staranno cercando, Lucas.." Il respiro mi mozzò il fiato e un groppo in gola mi impedì di continuare. Il mio cuore muto fu trafitto da milioni di lance e potei sentirlo spezzarsi per la milionesima volta.Ignorò la mia reazione. "Ovviamente, siamo specializzati in questo. Dovevamo spiegare il fatto che un folto gruppo di turisti sia scomparso nel nulla.""Non potrebbero scoprirvi?"Rise "Certo che no niña. I poliziotti ovviamente non potrebbero mai scoprirci, nemmeno con tutte le loro attrezzature. Millenni di esperienza. Semplicemente abbiamo finto un incidente.""Un incidente?" Aggrottai le sopracciglia.Annuì. "Si. Come ti dicevo non possono scoprirci ma solo se stiamo attenti. Ovviamente non ci esponiamo più del dovuto. Semplicemente abbiamo preso i corpi e li abbiamo messi in un pullman e poi abbiamo simulato un incidente. I giornali ne parleranno come una tragedia e niente potrà condurli a noi. Penso che non potranno nemmeno riconoscerli con l'impronta dei denti."Sgranai gli occhi. "Quindi risulterò.. morta?""Esattamente, proprio come tutti gli altri.""Riuscirò a superare.. la.. perdita?" Abbassai lo sguardo sui miei piedi.Sospirò. "Non posso garantirti neanche questo. Posso solo dirti che magari con il tempo riuscirai a pensarci sempre meno. Ma resterà per sempre lì, dentro di te."Lucas. Tutto il mio cuore, si spezzò ad ogni passo che feci. Come farò senza di te? Come starai senza di me?Ti amerò fino alla fine dei tempi, potrei aspettare milioni di anni. Promettimi che ti ricorderai che sei mio, anche se non ci sono più.Spero tu riesca a vedere tra le lacrime il mio volto e di capire che mi dispiace. Avrei voluto dirti che ti amo di più di quelle stronze che hai avuto, ma questo lo sapevi già, ma volevo solo ricordartelo..Dimmi che ti ricorderai - ti prego - dimmi che ti ricorderai che io ti amerò fino alla fine dei tempi.Questi muri cittadini non mi sono cari. Mi manca quella città, mi mancano i volti. Non posso cancellare tutto, non posso sostituirla. Mi manca adesso e non posso crederci quanto.. Se potessi riviverei quei giorni..Questa vita non è andata nel modo in cui volevo che andasse, neanche quando ho trovato un pò di pace. Le porte del paradiso non si apriranno per me neanche questa volta, solo che stavolta è per davvero.Mi sento un angelo e le mie ali rotte mi stanno cadendo cadere e tutto quello che vedo sei tu..Santiago si fermò e poggiò una mano sul mio braccio distraendomi dal groviglio dei miei pensieri dolorosi. Siamo arrivati."So che non è di buon gusto ma.. Benvenuta a casa Volturi. Il tuo nuovo clan.""Casa?!" Fossi stata umana sarei rimasta a bocca aperta ma il mio nuovo corpo non mi tradì. Di fronte a me il castello etrusco di Volterra.Ridacchiò "Si, noi viviamo lì e da oggi in poi anche tu."

Santiago mi condusse all'interno dell'imponente castello e io potei ammirarlo con i miei nuovi occhi. Attraversammo alcuni corridoi e rimasi sorpresa di ricordare ogni singolo passo fatto. Di solito con tutte quelle curve e vicoli ciechi avrei perso il senso dell'orientamento, ma non accadde.
Dopo pochi secondi eravamo già arrivati nelle viscere, in lontananza sentivo dei sussurri e passi. Mezzo secondo dopo eravamo fermi d'avanti ad una porta sontuosa e Santiago si fermò. Sembrò irrigidirsi un attimo e poi respirò profondamente e mi fissò. I suoi occhi rossi che all'inizio mi avevano terrorizzata adesso mi attraevano ma il disgusto allontanava la bellezza. Non riuscì a capire perchè non diede voce ai suoi pensieri ma il suo sguardo e le parole rinchiuse al loro interno erano chiare: Ce la farai, sei al sicuro. Io ti starò vicino. Annuii, feci un respiro profondo e la porta si aprì.
Scoprire di essere nella stessa stanza circolare dove tutto era finito, ma tutto era iniziato, fu per me uno dei momenti più confusi della mia nuova esistenza. Sentimenti come la rabbia, la tristezza, l'amarezza, l'odio, dolore s'impossessarono di me come un gayser ed il mio corpo d'irrigidì.
"Santiago! Sei di ritorno finalmente!" al suono della voce alzai la testa automaticamente e la nausea che già provavo diventò avvelenata. Cercai di trattenere un ringhio. Aro mi fissava dall'alto lato della stanza con quei suoi occhi cremisi con spavalderia, come se lui potesse decidere il destino della Terra. Alzai la testa con fare altezzoso e deciso per fargli capire che con me non avrebbe funzionato e lui ridacchiò. Santiago nel frattempo si era avvicinato ad Aro.
"Scusa Aro, le ho voluto dare del.."
"Tranquillo!" Non lo degnò neanche di uno sguardo poiché era attaccato al mio volto. "Mia cara! E' bello rivederti!" Annuii circospetta e mi lanciai uno sguardo intorno. C'erano alcuni vampiri che parlottavano fra loro e che mi tenevano d'occhio.
"Mia cara, ti prego avvicinati." Mi porse la sua mano anche se diversi metri ci dividevano. "Fatti presentare al tuo nuovo clan." Come sospinta da una mano invisibile mi ritrovai a camminare, a passo umano, verso Aro.
"Mia cara Aurora, spero che tu ti sia divertita mentre eri a caccia." Sentii il mio corpo e quello di Santiago, dietro di me, diventare ancor più rigido.
"In verità Aro..." s'intromise Santiago porgendogli la mano "abbiamo preso una.. scorciatoia." Aro sembrò confuso e così gli prese la mano e poco dopo la lasciò.
"Bene bene. Dobbiamo ancora abituarci ma è sempre un passo avanti." Il rubino dei suoi occhi parve soppesarmi. "Vogliamo fare un giro? Mi è sembrato di capire che ami l'arte e vorrei farti vedere il mio modesto castello, potrebbe esserci qualcosa che potrebbe piacerti." mi porse il braccio ed io confusa mi appoggiai sopra la mano e lo seguii nel "tour".
Proprio come aveva detto Aro amavo l'arte, e poco dopo l'inizio della passeggiata mi resi conto che parlare con lui non era tanto odioso poiché l'amava anche lui ed adorava ammirarla e poterla descrivere. Forse per addolcire la pillola, tra un corridoio e l'altro iniziò a spiegarmi le regole.
"La regola più importante tesoro è che non devi mai, mai, uscire allo scoperto con gli umani." Cercai per la milionesima volta di non digrignare i denti per il mio nuovo vezzeggiativo ed annuii.
"Aro?"
"Si cara?"
"Non posso vedere neanche la mia famiglia?" I suoi occhi mi fissarono cupi e compassionevoli.
"Mi dispiace tesoruccio, ma non puoi. Tecnicamente sei morta." Sapevo già la risposta però il solo fatto di saperlo non m'impedì di sentire il prurito agli occhi ed una fitta di dolore. "E poi, non penso che loro vorrebbero stare con te nella stessa stanza". Si mise a ghignare. Serrai la mascella di scatto.
"E perchè mai?" ringhiai. Non sembrò particolarmente preoccupato.
"Tesoro.. ormai sei un vampiro.." No.. ti prego non continuare.. "..per te sarebbe impossibile pensare a loro se non come uno spuntino." Ridacchiò. "Persino il tuo amato Lucas." Al nome di Lucas, nominato con tanta leggerezza, ringhiai. Il vero motivo per la quale ringhiavo però era anche un altro. Al solo sentire il suo nome e le parole che erano state dette, il disgusto e la rabbia per me stessa erano tornate. Ripensai all'immagine di Lucas con il volto cinereo, la gola, con due segni, insanguinata, il corpo molle ed insanguinato fra le mie braccia.. Maggiormente disgustata da questa mia nuova realtà allontanai quell'immagine dalla mente.
"Perchè hai deciso di .. trasformarmi in questo?" Non potei fare a meno di sputare fuori dai denti la domanda che più mi affliggeva. Sembrò pensarci sopra mentre ammirava un altro quadro.
"Tesoro, non so se Santiago te l'ha già detto ma io, come molti altri qui dentro, posseggo un dono. So leggere nella mente di una persona tutti i pensieri mai scaturiti. Ho visto i tuoi sogni e la tua.. visione? del mio ricordo e quello di Santiago. Non potevo affatto farti diventare un delizioso spuntino." Il suo sguardo sembrò sdegnato. "Tu sei ed hai un dono molto speciale mia cara",
"Ma perchè ne sei così sicuro? Ho provato con Santiago ad avere queste "visioni" ma non è successo nulla."
Ridacchiò. "Hai solo bisogno di esercizio."
"Esercizio.." il che mi ricordò.. "Aro, vorrei imparare a lottare."
"Ma certo cara, ovviamente". Annuì pensieroso. "Ne ho parlato con Santiago e mi ha assicurato che per lui non ci sono problemi."
Annuii. "Grazie Aro." Non potei fare a meno di ghignare. Ne avrei suonate quattro, di santa ragione, a Santiago.

"Andiamo niña.. concentrati! Non lo stai facendo bene!" Sbuffai irritata ed aprii gli occhi seccata.
"Senti meglio di così non posso fare! Soprattutto se un cretino mi urla nelle orecchie!"
Santiago scosse la testa. "Devi imparare ad avere le visioni anche in mezzo al caos. Può tornarti utile in uno scontro." Mi massaggiai le tempie. Anche se non potevo soffrire di emicrania era un sollievo poter fare un gesto normale. Anche se poi mi sentivo una stupida.
Sospirai. "Lo so, lo so. Lo stai ripetendo da un'eternità ormai."
"Bene, ora concentrati. Pensa a me tra dieci minuti."
Chiusi gli occhi e visualizzai il suo viso e cercai di concentrarmi a vedere quello che lui mi chieda. Sentii che ricominciava a camminare di nuovo avanti ed indietro e snervata poggiai il palmo della mano sul suo braccio per bloccarlo.
Santiago ride e mi da una spintarella con il fianco.
"Non vedo l'ora di iniziare gli allenamenti." Ghigna. "Sarà un vero spasso metterti a tappetto."
Sorrido. "Si sempre se non imparo ad usare le mie visioni."
"Mierda! Non ci avevo pensato!"
Rido più forte. "Quello sarà uno spasso! Ed ora, prendimi se ci riesci!" In una frazione di secondo mi vedo correre inseguita da Santiago che ridacchia.
"Sarà fin troppo facile ni
ña."
Sorrido ed apro gli occhi. "Sarai con me e cercherai di acciuffarmi." Il mio sorriso diventa un ghigno. "Ma penso che riuscirò a vincere io."
Sbatté le palpebre. "Ci sei riuscita?"
Annuisco. "Ovviamente."
"Come?"
Feci spallucce "Non lo so. E' successo e basta."
"Mmmmh.." Alzò la testa di scatto. "Aurora, ogni volta che hai visto i miei ricordi eravamo in contatto fisico?"
Ci pensai su. "Si. Cert.. Oh!"
Annuì. "Forse il tuo potere è come quello di Aro, funziona solo con il contatto fisico."
Feci una smorfia. "Potrebbe essere, ma ti ricordo che ho visto il mio futuro senza toccarmi." Alzò un sopracciglio scettico e mi accorsi della mia gaffe. Ovviamente era inutile il contatto fisico con me stessa. Mossi la mano con fare noncurante.
"Continuerò ad allenarmi. So che posso riuscirci. Anche senza contatto."

"Niña! SMETTILA DI IMBROGLIARE! Devi imparare!"
Santiago si rialzò in piedi per l'ennesima volta ed io ridacchiai. Ora che avevo capito come funzionavano le mie visioni, le sfruttavo nell'allenamento. Santiago cercava di afferrarmi in un abbraccio mortale ma proprio mentre le sue dita stavano per toccarmi io facevo un passo di lato.
"Eddai! Non eri tu quello che diceva che dovevo imparare al più presto visto che poteva tornarmi utile in una battaglia? Ecco. Detto, fatto!"
"Fosse così semplice niña."
"Lo è."
"E invece no! Là fuori ci sarà uno scudo che renderà inutile il tuo dono."
Aggrottai le sopracciglia. "Scudo?"
"Si, scudo. Esistono persone la fuori che oltre ai poteri che già conosci, ne posseggono altri."
"Cos'è questo scudo?"
"Hai presente Renata?"
"La guardia di Aro?"
"Esatto, lei è uno scudo. Crea una barriera capace di allontanare, in quel raggio, ogni intruso che ne sta fuori. Tu cerchi di entrarci e ti ritrovi deviato su un altra strada senza più ricordare perchè ti trovi lì."
"E che c'entra con me?"
Sospirò irritato. "A parte alle barriere fisiche, ci sono anche le barriere contro i poteri. Puoi ricreare un altra barriera, solo che questa volta non sei tu che vieni deviato, ma il tuo potere non funziona. Pensa a Jane, lei può lanciare fitte atroci, ma con quel potere tu non verresti sopraffatta." Rimasi a bocca aperta sbalordita. Esistevano davvero certe doti? Bloccare la piccola e graziosa Jane?
Annuii. "Hai ragione Santiago. Non imbroglierò più." Sembrò soddisfatto della mia risposta. Si accovacciò di nuovo e con un sorriso diabolico fece segno di avvicinarmi. Maledissi mentalmente tutte le barriere. Se non ci fossero state ora non sarei dovuta andare incontro al vampiro più sadico e diabolico dell'universo.

Lucas  <--- Lucas.

Ciao a tutte!
Ragazze, scusate se vi ho fatto aspettare tanto ma, avevo il pc in assistenza.
Scusate anche se il capitolo è corto ma ho l'ispirazione sotto i piedi.. :(
Sto anche scrivendo un'altra
 ff  datele un'occhiata vi prego.
 
Commentate e fatemi sapere se vi piace. ;)
Grazie mille a tutte.
A presto, un bacio!
Aurora.

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Capitolo 8
*** Serenita? Magari! ***


Sospirai frustrata e continuai a fissare l'orizzonte stellato. Il tramonto era passato da tempo ormai ed io non mi ero mossa di un millimetro. Sospirai di nuovo sentendo il rumore dei passi ancora più vicini.
"Santi.. sei il mio tutor non la mia guardia del corpo!" dissi senza alzare lo sguardo.
"Addio effetto sorpresa... Lo so niña, ma mi annoiavo ed ho pensato subito a te. Adoro farti andare fuori di testa." Sentivo il sorriso nella sua voce. Non risposi.
Sospirò e venne a sedersi affianco a me, le gambe a penzoloni. "Bel posticino." Di nuovo, non risposi. Sospirò di nuovo e poggiò una mano sul mio ginocchio.
"Niña.." non mi mossi. "Niña.." scosse leggermente il  mio ginocchio per farmi voltare, ma non lo feci. "Aurora, voltati."
Ridussi gli occhi a due fessure e trattenni un sospiro. Lentamente mi voltai a fissarlo. "Che c'è?"
Mi scruto per un attimo in viso. "Niña.. da quanto non bevi?"
Era passata una settimana dalla mia trasformazione, dalla fine di tutto. Sentivo la gola bruciare a ritmi regolari e continui. Non mi ero più nutrita da quella volta in ospedale.
"Da un po."
Scosse la testa. "Ti avrò detto un miliardo di volte che devi bere!" Strinsi i pugni e ritornai a fissare l'orizzonte.
"Da quanto tempo, esattamente, non bevi?" Testardamente, strinsi i denti e non lo fissai, rimanendo in silenzio.
Chiusi gli occhi e nella mia mente intravidi le intenzioni di Santiago. Balzai in piedi e mi allontanai prima che lui mi prendesse il polso e mi scrollasse con forza.
"Non pensare neanche per un secondo di potermi toccare!" urlai con i denti scoperti e un ringhio appena accennato.
Alzò un sopracciglio. "Niña non capisci?" disse fissandomi intensamente. Perplessa lo fissai muta e lui continuò con un sospirò: "Niña, tesoro..."
Mi si avvicino fino a prendermi la mano. M'irrigidii sorpresa: era la prima volta che mi chiamava così  e usava quel tipo di contatto.
Continuò prima che mi desse modo di dire qualsiasi cosa: "...non capisci che così non fai altro che indebolirti?"  Ad ogni parola che usciva dalle sue labbra, il suo tono si alzava. Lo fissai ammutolita e sorpresa. I suoi occhi rossi fiammeggiavano intensi pieni di rabbia.
I miei occhi iniziarono a prudere ma rimasi immobile. "Non so più cosa fare con te!" urlò. Era la prima volta che lo vedevo così arrabbiato e ne fui sorpresa.
Inclinai la testa di lato e lo scrutai in viso. "Perché sei così' arrabbiato?" chiesi confusa.
"Perché sono preoccupato per te!"
"Per me? E perché mai?" Potei notare la sua rabbia aumentare ancora di più dai suoi occhi.
"Perché tengo a te! Odio vederti in questo stato catatonico! Odio vederti così!" Il suo sguardo si riempì di qualcosa che non riuscii a decifrare e il suo tono iniziò ad abbassarsi mentre diceva: "Non lo sopporto e.."
Improvvisamente la sua mano, stretta ancora nella mia, iniziò a scrollarmi con forza. Prima di potergli dire di smetterla, mi attirò e se. Mi ritrovai stretta al suo petto avvolta dalle sue braccia e benché non provassi più alcun tipo di emozioni, se non un loro pallido ricordo, mi sentii avvolgere dal calore del suo abbraccio. Alzai le mani per poterlo spingere via ma lui sussurrò al mio orecchio:
"Mi sento in colpa niña. Mi dispiace.. mi dispiace così tanto. Potessi tornare indietro non ti mostrerei ad Aro. Potessi tornare indietro farei in modo di farti tornare alla tua vecchia vita.. farei tornare la luce nei tuoi occhi.."
Le sue parole si affievolirono come se non avesse più la forza di continuare. I miei occhi iniziarono a pungere per una sensazione che non riconobbi e le mani che volevano spingerlo via, si posarono sul suo petto.  Affondai il viso nel suo petto e strinsi tra le dita la sua camicia mentre sentivo degli spasmi attraversarmi il petto e la gola. Mi resi conto di star singhiozzando e freneticamente. Sbattei le palpebre per rimuovere il fastidio che sentivo agli occhi e mi ricordai, ancora una volta, che ormai non potevo più piangere. Il mio singhiozzo si trasformò in un vero gemito di dolore.
"Perché? Perché proprio io?! Perché doveva capitare proprio a me?!" Strillai in preda ad un dolore straziante.
"Mi dispiace.. mi dispiace così tanto.. Scusami.." Sussurrava senza sosta Santiago al mio orecchio a voce bassa.
"Non posso.. non posso Santi.. Non ce la faccio..!"
"Shhh, shh, piccola, ce la farai. Andrà tutto bene, lo supererai. Shh."
Scossi la testa e strinsi più forte la sua camicia. "No, non capisci. Non posso nutrirmi! Non voglio essere un mostro! Non voglio uccidere Lucas!" Prima che potesse ribattere mi divincolai dalla sua stretta ma lui mi tenne stretta.
"Lasciami!" Mi divincolai e lui mollò la presa. Lo fissai negli occhi. "Non seguirmi. Per favore.." Fece per ribattere ma richiuse la bacca ed annuì. Iniziai ad indietreggiare continuando a fissarlo. Era un addio? Sembrava proprio di si.
Mi voltai e cominciai a correre per soffocare il dolore. Mi fermai e mi fissai intorno confusa. Dove mi trovo? Mi sentii improvvisamente stanca e mi rannicchiai a terra. alzai la testa al cielo, ricoperto di stelle, e sperai di poter annegare in quell'immenso blu.
Rumore di rami spezzati mi fecero voltare la testa ed inspirai automaticamente per identificare la presenza. Ad un paio di chilometri da me, l'odore di sangue caldo e stranamente puzzolente attirò la mia attenzione. La gola che già bruciava da tempo ormai, mandò una fitta ancor più forte. Il rumore del cuore che pompava sangue arrivò alle mie orecchie ed inspirai profondamente mandando la mia gola a fuoco. Mi alzai in piedi ed iniziai a correre verso la fonte di quella ninfa in preda ad un'euforia quasi isterica. La mia mente si annebbiò permettendomi di pensare solo al sangue e sulle pulsazioni regolari. Aguzzai la vista e trovai la fonte del mio tormento. Un cinghiale adulto in cerca di cibo. Mi avventai su di lui senza nemmeno pensarci e morsi la sua giugulare, trovandola senza difficoltà. Cercò di opporre resistenza ma gli ruppi il collo. In pochi secondi lo avevo prosciugato del tutto. Lasciai cadere la sua carcassa e mi pulii la bocca con il toso della mano. Il dolore alla gola momentaneamente passato. Scioccata, abbassai lo sguardo sull'animale appena dissanguato e poi sulle mie mani. Disgustata mi allontanai dal povero animale.
Fissai le mani, che avevano appena tolto la vita ad un povero animale indifeso, sporche di sangue e cercai di ripulirle sulla mia camicia come se potessi ripulirmi da tutto. Sono un'assassina.. Ma non c'era nessuna cura per l'anima. Non c'era cura per quello che ero diventata. Non c'era cura al mio dolore. Fissai nuovamente la sagoma del cinghiale. M'irrigidii all'istante sorpresa e fui presa da un'ondata di sollievo e speranza. La speranza si trasformò lievemente in gioia. Non sarei più stata costretta a nutrirmi di umani! Quasi non trovavo la concentrazione per sollevare i polmoni dal sollievo. Non sarò mai più costretta ad essere un assassina! Potrò nutrirmi di animali! Alla fine anche da umana me ne ero cibata.
Rinvigorita dal sangue appena bevuto e dalla speranza, seguii la scia del mio odore per ritornare da Santiago.
Nella corsa mi fermai a bere altre tre volte e mi sentii davvero, davvero sazia ed in forma come mai prima di allora.
"Santi? SANTI!" Urlai. Era rimasto sul ponte, nel punto in cui l'avevo lasciato. Era ancora in piedi e fissava l'orizzonte.
Corsi il più veloce possibile e lo raggiunsi. Si voltò verso di me e sembrò colpito.
" Niña? Che succede?" Chiese perplesso. Fissò il mio viso ed allungò una mano sorpreso. "MA.. ma questo è.." Strabuzzò gli occhi. "..SANGUE?"
Annuii felice. "SI! Santi! Oh, Santi!" Gli cinsi il collo fra le braccia. "Non sarò più un mostro! Ho trovato un'alternativa! Non ucciderò nessun essere umano!"
Lo sentii annusarmi e mi allontanò leggermente per potermi fissare in volto. "Questo è sangue animale?" Annuii.
"Capisci fratellone? Capisci cosa significa questo? Non dovete più uccidere gli umani! Possiamo nutrirci di animali, proprio come facevamo da umani!"
Scosse la testa ed il suo sguardo di adombrò. "No. No Aurora."
"No?" chiesi sorpresa.
Scosse la testa. "Non si può Aurora. Non puoi nutrirti di animali."
Spalancai gli occhi difronte al suo tono di voce duro. "Perché?" sussurrai in preda allo sconforto e alla rabbia.
"Non te lo permetteranno."
"CHI?" Strillai.
"Aro. I Volturi." Si allontanò da me e scosse la testa.
La rabbia si trasformò rapidamente in ira e potei sentire i miei occhi lampeggiare di furia. "Ah no? Non me lo permetteranno? E chi sono loro per decidere?" Chiesi sarcastica.
"Loro sono i tuoi padroni, Aurora."
"Io non sono la schiava di nessuno!"
Scosse di nuovo la testa e mi scrutò di nuovo in viso. Non so cosa vi lesse ma poco dopo lo sentii dire:
"Ok, niña. Ti aiuterò."

Santiago ed  io correvamo verso la nostra dimora in silenzio. Feci per andare direttamente nella sala grande ma lui mi mise una mano sul braccio ed io mi fermai.
"Cosa c'è?" Chiesi confusa.
"Prima va  a darti una ripulita."
Mi fissai e ricordai di essere sporca di sangue. Confusa annuii e corsi in camera mia a ripulirmi e cambiarmi. Cinque minuti dopo ero di nuovo in corridoio affianco a Santiago con un completino che mi aveva regalato Chelsea, Un paio di jeans neri strappati, una maglia lunga, bianca, e una giacca nera. Avevo messo anche gli accessori, compreso il capello, e i tacchi. Volevo apparire spavalda e sicura di me. Santiago inarcò un sopracciglio ma non disse nulla e si avviò. Lo seguii in silenzio.
Santiago si fermò d'avanti alla porta e mi fissò con sguardo interrogativo. Annuii decisa e lui aprì le porte del salone dove la maggior parte dei vampiri passava il tempo. La sala della mia morte.. Allontanai quei pensieri dalla mia mente e mi concentrai sul presente.
"Aurora!" Heidi mi venne affianco e mi strinse in un abbraccio. "Sei una meraviglia tesoro!"
Sorrisi e mi guardai intorno in cerca di Aro. "Grazie Heidi, è tutto merito tuo." Sorrise deliziata dal mio complimento e sembrò non accorgersi del mio poco interesse. "Scusami, ma ho bisogno di parlare con Aro." Mi mossi senza aspettare che rispondesse, tanto non l'avrei seguita comunque.
Notai Santiago farmi un cenno con la testa e vidi Aro seduto su una delle tre poltrone reali. Aro mi notò ed il suo sguardo parve illuminarsi.
A passo umano, sicuro e spavaldo, m'incamminai verso di lui. Il suo sorriso sembrava divertito quando arrivai vicino a lui. Io lo fissai inespressiva.
"Aro." Dissi facendo un cenno con la testa.
"Aurora! Tesoro, ti trovo in forma oggi."
"Grazie Aro." Feci una piccola pausa. "Aro, ho bisogno di parlarti."
"Ma certo tesoro! Vieni con me in biblioteca." Mi sorrise affabile. Annuii e lo seguii in silenzio, Santiago dietro di noi.
"Accomodatevi pure."
"Preferisco rimanere in piedi, se non ti spiace." Risposi. Santiago rimase dietro di me ma a distanza.
Aro annuì. "Bene cari, di cosa volete parlarmi?" Repressi la voglia di lanciare uno sguardo a Santiago ed un sospiro.
Mi avvicinai a lui e gli porsi la mano, incapace di trovare le parole per spiegarmi al meglio. Lui mi prese la mano e mi scrutò in viso, concentrato. Due secondi dopo mi lasciò.
Sospirò sconsolato. "ah." Gemette. "Mi dispiace che tu la pensi così tesoro."
"A cosa ti riferisci?" Chiesi.
"Su tutto. Non credevo andasse così male la tua trasformazione. Pensavo che la compagnia di qualcuno avesse potuto agevolare le cose." Sospirò. "Ma, ahimè, non è andata così." Si alzò ed iniziò a passeggiare avanti ed indietro con le mani giunte dietro la schiena, guardando fuori dalla finestra.
"Sai, Santiago, sono rimasto colpito anche della tua opinione su di noi. Ci reputi così crudeli."
M'irrigidii sul posto.Non avevo pensato che Aro leggendo i miei ricordi sentisse anche i commenti di Santiago. Lanciai uno sguardo fugace nella sua direzione. Lui posava dritto con la testa alta e le mani nelle tasche dei pantaloni.
"Mi spiace Aro, ma non riesco a vederla in modo diverso."  
Aro non si voltò a guardarlo e non rispose, perso in chissà quale pensiero.
"Aro?" Lo chiamai dopo un minuto di silenzio.
"Ebbene Aurora, tu vorresti nutrirti di animali." Disse con tono ironico.
Raddrizzai la testa. "Si, Aro."
"Mmmh.. mi sembra proprio che nessuna obiezione possa trattenerti dal farlo." Non risposi e lui si voltò a fissarmi, sembrava aspettasse una risposta.
"Mi spiace Aro, ma se non me lo permetterai sarò costretta ad andarmene." Risposi risoluta. Tutto pur di non diventare un mostro in tutto e per tutto.
Rise di gusto. "No! Certo che no, tesoro. Cosi sia allora. Ti permetto di nutrirti di qualsiasi cosa tu voglia: che siano umani o dei puzzolenti cinghiali." Ghignò.
Non badai alla sua espressione e nemmeno alle sue parole quasi soffocata da un'ondata di sollievo.
"Grazie Aro." Riuscii a sussurrare.
"Santiago, mi sorprendi! Non ti ho mai visto così.. protettivo? Non dirmi che nella nostra piccola Aurora tu non riveda la tua adorata Maria."
M'irrigidì sorpresa. Persino io sapevo che Maria era un argomento off limits con Santiago. Lo sentii digrignare i denti. Benché fossi curiosa di sapere chi fosse Maria non mi ero mai azzardata a chiedergli informazioni.
"Aro, mi spiace interromperti." Cercai di distrarre Aro su di me.
Si voltò di scatto verso di me con un sorriso tenero sulle labbra. "Si, tesoruccio?"
Sentii il bisogno di schiarirmi la voce e con il tono più pacato che avessi dissi:
"Ti spiace permetterci di andare? Ho capito che in questa settimana ho perso già fin troppo tempo a.. Vorrei poter ricominciare ad allenarmi, se non ti spiace."
I suoi occhi sembrarono illuminarsi di gioia. "No cara! Certo che no! Ne sono davvero sollevato a dire il vero! Andate suvvia! Non aspettate oltre!" Mi fece un sorriso caloroso.
"Grazie Aro. Io e Santiago vogliamo migliorare anche il mio.. dono." L'ultima parola uscì tra i miei denti digrignati.
Annuì entusiasta e sembrò non accorgersi del mio tono. "Andate cari!" Ci congedò.  
"Aro." Sussurrai facendo un passo indietro ed abbassando la testa in forma di saluto. Mi voltai e vidi Santiago abbassare lievemente la testa, anche lui in segno di saluto. Mi aprì la porta e mi seguì chiudendosi la porta alle spalle.
Poco dopo mi superò e potei notare dai suoi movimenti la furia che lo consumava.
"Santi.." Sussurrai incapace di trovare le parole  che avrebbero potuto calmarlo. Si fermò e strinse i pugni, vidi la pelle sulle nocche impallidire. Abbassai gli occhi dispiaciuta. "Mi dispiace, io.."
"Lo so Aurora. Sta tranquilla." Disse senza voltarsi.
"So che mi pentirò per queste parole ma.. ti va di ricominciare gli allenamenti?" Un vampiro, proprio come un umano, aveva bisogno di sfogare la propria rabbia su qualcosa. E  meglio di una bella scazzottata cosa poteva risollevargli l'umore?
Vidi le sue spalle rilassarsi e si voltò lentamente verso di me con un sorriso appena accennato sulle labbra. "Ti faresti picchiare solo per potermi far sfogare?"
Sorrisi sollevata. "Certo. Sai com'è, mi manca un po imbrogliare e mandarti col culo per terra. Forse potremmo fare fifty-fifty che ne dici?" Gli feci l'occhiolino e lui fortunatamente rise.
Scosse la testa. "Andata! Riuscirò a bloccarti. Ah, è meglio se ti cambi. Ho intenzione di mandarti con il culo per terra per un bel po e mi dispiacerebbe rovinare questo bel completino."
Risi e gli tirai un pugno scherzoso sul braccio e lui rispose con un pizzico al fianco. Ridacchiando iniziai a correre. "Ci vediamo tra 3 minuti al boschetto!"

"Santi! Se non la smetti di strillare come una ragazzina come pretendi che possa concentrarmi?" Sbottai irritata, massaggiandomi le tempie.
"Devi abituarti anche a questo! Nel bel mezzo di uno scontro non c'è silenzio. Non puoi mica girarti e dire: 'Ehy ragazzi! Un po di silenzio per favore! Ho bisogno di vedere la vostra strategia!' "
Mi massaggia le tempie, sentivo una stanchezza mentale tremenda. "Santi.. che razza di dono è questo se non riesco a vedere il futuro se non il mio?"
Mi si avvicino. "Sei tu.."
"Che non mi concentro abbastanza.. bla bla, bla.. Sinceramente, penso che non sia un granché." Aprii gli occhi e lo fissai.
"Deve esserci per forza uno scatenante. Chelsea mi ha detto che hai avuto una visione su di lei quindi non è vero che è inutile." Lo fissai poco convinta.
Mi rannicchiai a terra. e lui venne a sedersi affianco a me. "Dai, so che puoi farcela. Riprova. Concentrati su di me." Sospirai e poggiai una mano sul suo ginocchio.
..."Sai Santiago, ho come l'impressione che tu stia assecondando troppo la nuova arrivata. La appoggi in tutto. Mi chiedo se anche tu non ti farai influenzare. " un momento di pausa. "Ho bisogno che tu la convinca a rimanere qui. Ho bisogno che tu crei un punto saldo, qui, per fa sì che lei non se ne vada. E' una risorsa troppo preziosa per perderla."  Aro continuava a camminare pensieroso.
"Non posso Aro, mi dispiace. Non posso negarle di andarsene. Non posso costringerla."
"Ma tu non devi costringerla. Tu sei per lei un punto di riferimento. Falle credere che non ci siano altri posti in cui lei potrebbe andare. Falle credere di non poter vivere senza restare qui."
Gli occhi di Santiago lampeggiarono furiosi. "No." Risponde secco. Aro si volta a fissarlo sarcastico. "Non posso e non voglio. Mi spiace Aro, ma non posso farlo."
"Saresti disposto ad andare contro i miei ordini?" La domanda e le sue implicazioni rimasero a galleggiare nell'aria.
"Mi dispiace, ma non posso fare quello che mi chiedi. Non posso farle del male." Non posso. Affronterò le conseguenze.
"No..."...
"NO!" Urlai scattando in piedi. "NO! NO! NO! Non può! Non può farlo! Ma come osa!"
Santiago si alzo confuso. "Aurora? Aurora? Che succede? Hai avuto una visione?" Cercò di calmarmi.
Ancora furente di rabbia iniziai a camminare frenetica sul prato. "Si. Ho avuto una visione." Risposi e la vista mi diventò rossa.
 "Cos'hai visto?"
Mi bloccai e feci un respiro profondo, cercando di non urlare. "Aro vuole che tu mi costringa a rimanere qui! Vuole che tu faccia in modo di non farmi andare via! Pretende che tu lo faccia!" Santiago s'irrigidì e spalanco la bocca. "Secondo lui sei troppo accomodante con me! Ma ti rendi conto! Non fai che allenarmi tutto il giorno! Cerchi di far migliorare il mio potere e lui dice che mi assecondi troppo! Magari fosse così! Hai cercato dal primo momento di trasformarmi nella macchina da guerra che lui vuole che io sia! No! Non glielo permetterò!"
Santiago rimase ammutolito come se fosse sotto shock. "Ha bisogno che io ti aggiri fin quando Chelsea non torna per poter rafforzare il tuo rapporto con lui." Sussurrò piano.
"No! Non può farlo! Non mi farò convincere! Nemmeno da Chelsea!"
Scosse la testa ancora impietrito. "Chelsea non cercherà di convincerti. Non ti parlerà affatto se non lo desidera. Stringerà il tuo legame con Aro che tu lo voglia o no."
Sgranai gli occhi. "Come?" Sussurrai senza fiato.
"Con il suo dono."
Rimasi senza fiato e gli occhi ricominciarono a pungermi per l'ennesima volta, quel giorno. "No. No. No.." Continuavo a sussurrare come in una litania. "Non può.. Non può.. Io.. No.." Sussurravo parole incoerenti e sconnesse, dando voce ai miei pensieri confusi. Un singhiozzo mi trapassò il petto. "Non voglio Santiago. Non voglio. Non posso permetterlo. Non posso. Ho paura." L'ultima parola s'incrinò, spezzata da un altro singhiozzo straziante.
"Paura? Paura di cosa?" mi chiese preoccupato mentre si scrutava in giro in cerca di pericoli in agguato.
"Sto perdendo la mia fottuta mente, succede sempre, o solo a me? Non credo di essere davvero destinata a stare qui, aspettando di consumarmi lentamente e.. sto soffrendo così tanto.. non lo vedi!"
"Non è vero Aurora. Io vedo come soffri! Sto cercando di aiutarti.."
Mi presi la testa fra le mani così forte che pensai si potesse sfondare. "Ho queste domande che mi frullano sempre in testa, tutte queste cose che vorrei capire.. Se siamo nati per morire e moriamo tutti per vivere.. che senso ha vivere la vita se è solo una contraddizione?" Mi lasciai crollare a terra. "Non so se posso farcela.. Non.. Ho bisogno di qualcuno che mi sostenga davvero. Qualcuno di sincero." Trafissi Santiago con un'occhiata. "Ho paura di perdermi."
Mi venne affianco. "Non succederà Aurora. Non lo permetterò."
"Lo so!" Singhiozzai.
"Lo sai?" Mi chiese perplesso.
Annuii. "Nella mia visione tu dicevi ad Aro che non volevi farlo.. Ma non voglio che tu ne paghi le conseguenze! Lo penserai tu stesso!"
Mi cinse le spalle. "Non preoccuparti niña. Non ci saranno conseguenze."

"Smettila! E smettila adesso!" Alzai la testa confusa. Santiago mi fissava duro. "Non devi perderti in singhiozzi inutili ogni volta che Aro fa qualcosa! Devi essere forte!"
Lo fissai allibita. Era la prima volta che si comportava così. "Ma tu non capisci!" Cercai di spiegare.
"No. Non capisco. Non capisco perché ogni volta ti perdi in singhiozzi inutili! Devi reagire!"
Balzai in piedi. "Dovrei reagire?" Urlai. "Reagire come? Imparando a lottare? Imparando ad usare il mio dono? E tutto per cosa? Per far felice Aro?!"
Scosse la testa. "Non ho detto questo."
"E come dovrei reagire? Andando da Aro e cercare di ucciderlo, eh? Farmi ammazzare? Dovrei rivoltarmi contro tutti?"
Scosse ancora la testa e mi fissò con i suoi occhi impenetrabili. "No Aurora. Devi lottare contro te stessa. Devi cercare di andare avanti e lo puoi fare solo se combatti contro la parte umana di te che cerca di prevalere. Cerca di non pensare al passato. Ormai sei quello che sei e non puoi più tornare indietro. Puoi solo metterci una pietra sopra e ripartire da zero."
"Come posso Santiago? Dimmelo tu perché.. perché io non ci riesco! Spiegami come potrei mettere sopra alla mia vita! Meno di due settimane fa stavo organizzando il mio matrimonio! Meno di due settimane fa progettavo di creare una famiglia con il ragazzo che amo! Meno di una settimana fa.. stavo vivendo la vita..che ho sempre desiderato.. E ora non c'è più.. E' sparito tutto.. E il peggio è che ho dato un dolore tremendo a tutta la mia famiglia! Riesci a pensare come staranno in questo momento? Riesci a pensare che loro piangono una morte che in realtà non c'è? Riesci a pensare a tutto il dolore che mi avete causato? A tutte le cose che mi avete tolto? Come pretendi che io vada avanti? Come puoi anche solo lontanamente pensare che io rimanga qui felice e beata quando non riesco a smettere di odiarli! Come posso anche solo minimamente voler rimanere in mezzo a dei mostri? Come posso aiutare e proteggere delle persone che odio.. se non posso più proteggere le persone che amo.. COME?" Lo fissai furiosa. Cercai di trattenere il ringhio che mi saliva dalla gola. Avevo solo voglia di rompere qualcosa. Qualsiasi cosa.
"Non lo so." disse semplicemente. "Io non ho avuto tutti questi problemi, per me è stato facile abbandonare la mia vita umana."
"E' stato facile per te dimenticare Maria?" Chiesi stupita e con una nota accusatoria. Dai suoi ricordi pensavo fosse qualcosa di più che una semplice amica.
Reagì con un ringhio alle mie parole. Vidi la furia prendere terreno in lui e subito dopo cercò di dominarla. "NO! Claro que no, maldita sea! Non è facile nemmeno adesso!" Sbraitò.
"E allora.." Iniziai ad urlare ma lui m'interruppe.
"Non ho affatto dimenticato Maria! Tuttora, dopo che sono passati secoli dalla sua scomparsa, l
loro su muerte."
Anche se sopraffatta dalla rabbia, fui presa dalla curiosità. "Chi era, per te, Maria?"
Santiago s'irrigidì, smise anche di respirare e poi fece un sospiro profondo rilassandosi lentamente. "Credo sia giunto il momento di raccontarti questa storia." Mi lanciò un'occhiata triste ed ironica, chiaro tentativo per alleggerire la tensione. "Prima che tu componga i puzzle dai miei ricordi."
Annuii. "Penso anche io." Gli feci un sorriso per farlo rilassare. "Mi risparmieresti del tempo."
Si sedette di nuovo per terra e m'indicò il posto affianco a lui. Andai a sedermi. Non lo avrei mai ammesso ma anche io non sopportavo vederlo soffrire.
Sospirò. "Vengo da
Uesca, attualmente chiamata Huesca. Sono nato nel 1634. La mia famiglia era benestante ed avevo cinque fratelli. Io ero il quarto e dopo di me c'era Maria, l'unica femmina. Era molto più piccola di me, dodici anni di differenza, e per me era il mio angelo. La mia dolce sorellina.." Fece una pausa. "Era già iniziata da un po la crisi che portò al declino relativo gli anni d'oro della Spagna, ma sui libri si dice sia iniziata nella seconda metà del XVII secolo. Nel 1652 mi arruolai in esercito. La più grande alla quale partecipai fu Con Carlo III di Borgogna. Ovviamente avevo preso parte anche in altre devastanti guerre civili ma quella fu per me la più importante, la più distruttiva. In un momento di pausa fra una guerra e l'altra tornavo sempre a casa per stare affianco alla mia famiglia, e anche se non volevo ammetterlo, a proteggerla. I soldati in viaggio erano molti e spesso sparavano anche al minimo rumore, sempre pronti ad un'imboscata. Ma essere uccisi, almeno per una donna, sarebbe stata una fine dignitosa. Stare lontani dalla propria casa per mesi e vedere solo uomini, pensare solo alla guerra, alla morte.. le persone con la quale stavi scherzando poteva morire da un momento all'altro.." Sembrò perdersi nei suoi ricordi. "Per le donne, andare in giro da sole non era molto consigliabile. I soldati avevano bisogno di.. sfogare le proprie necessità e le sfogavano con le prime donne che passavano. L'ho visto accadere una volta, era solo una ragazzina di 15-16 anni forse.. Vederla mi fece ricordare Maria ed intervenni. Fui quasi fucilato.
Nella mia ultima guerra morì il mio più grande amico ed io ritornai a casa con pochi danni, grazie a lui, dopo la mia guarigione. Quando tornai i miei familiari mi accolsero felici, per loro la guerra che si stava combattendo poteva anche passare per una diceria. Subito dopo gli abbracci mi annunciarono che Maria si era fidanzata con un forestiero. Le nozze si sarebbero tenute da li a poco. Lei era così felice..
Quando lo vidi pensai stesse per venirmi un infarto. Mi faceva venire i brividi. Aveva quegli occhi rossi.. Si chiamava Juan, mi spiegò che era albino e finii per credergli dato che non ne sapevo niente sull'anomalia. A me bastava che mia sorella fosse felice." Fece una risata amara. "In realtà si chiamava Juan Volturi. Da bravo soldato addestrato che ero ne studiavo i movimenti, tenendolo sempre d'occhio. Il suo comportamento aveva un qualcosa di.. inquietante. Diventava ancora più strano quando la gente si si avvicinava molto. Ne parlai con mia sorella e capii che lei sapeva, ma non volle dirmi niente, mi disse che ero io ad essere paranoico.
Una sera ci fu una grande festa in città e decidemmo di andare. Maria adorava ballare e Juan sembrava non riuscisse a negarle niente. Li stavo guardando ballare quando ci fu un'imboscata. Era un semplice saccheggio. Cercai di trovare un riparo e nel frattempo cercavo tra la folla la mia sorellina. Erano spariti Quando tutto finì ricominciai a cercarla nel panico. Urlavo il suo nome come un pazzo. Quando la gente ricominciò ad uscire capii che ormai non c'era più.
Un mese dopo venne a trovarmi. Stavo andando in città per bere una cosa al bar quando mi sentii afferrare da due braccia esili e salde. Cercai di liberarmi ma aveva una forza mostruosa. Solo quando arrivammo in vicolo buio mi lasciò andare e mi voltai pronto all'attacco. Ed eccola li, Maria, all'inizio mi sentii quasi soffocare dalla gioia ma dopo un altro sguardo rotai la differenza. La sua pelle dorata era diventata più pallida, le labbra più rosse, e gli occhi.. lo stesso identico rosso di Juan, solo un pò più acceso. Iniziai ad arretrare spaventato. Qualsiasi cosa fosse diventata ormai non era più mia sorella ma lei mi prese per una mano e mi strinse a se. Sembrava si stesse rifugiando tra le mie braccia fin quando non sentii un bruciore intenso alla gola. Mi risvegliai dopo giorni di agonia per sapere che era tornata indietro solo per poter trasformare con me e restare insieme per sempre. Fu così facile accettarlo.. Juan era un vampiro e faceva parte dei Volturi e ci avrebbe condotti li, prima o poi.
L'amore tra i due non se n'era andato e noi tre viaggiammo insieme. Con il passare del tempo notai che Juan non sembrava poi così preso da Maria e cercai di parlarle ma lei mi ringhiò contro.. Poco dopo lui la lasciò ma lei lo inseguì." Nascose la faccia fra le mani. "Lui la uccise. Gli staccò la testa dal corpo e la bruciò. Arrivai giusto in tempo per vederlo finire il lavoro. Se la rideva di gusto il bastardo. Lo attaccai in preda alla furia. Ero un neonato ed avevo una forza sovrumana, più della sua. Riuscii a vincere perché lui mi aveva sottovalutato: pensava non sapessi combattere ma io facevo parte dell'esercito."
Alzò lentamente la testa e sospirò. "Non sapendo dove andare, decisi di andare dai Volturi. Arrivato qui, Aro lesse i miei pensieri e mi propose di rimanere. Un vampiro in più nella sua guardi non lo avrebbe di certo rovinato.
Da quel giorno vivo qui. Da quel giorno ho cercato di soffocare tutte le emozioni negative. Con il passare del tempo è più facile sopportare.."
Gli misi una mano sulla spalla per consolarlo.
"Mi ricordi così tanto Maria.. Avete le stesse espressioni. La stessa luce intensa negli occhi. Quella vitalità contagiosa." Sembrò rilassarsi ed alzò le testa verso dii me con un mezzo sorriso. "Certo, sempre se non diventi la solita melodrammatica."
Gli risposi con un sorriso. "Non è vero!" Mi fissò sarcastico ed io risi. "Ok, ok! Hai vinto! Stupido fratellone.." Borbottai ironica alzando gli occhi al cielo.
Mi diede un buffetto sulla testa sorridente. "Niña tonta."
Gli tirai un pugno sul braccio. "Ehy!" Ridacchiammo insieme.


Maria

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