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“Jazz,
ti prego! Toglimela di dosso!” Supplicai il fidanzato della
mia
migliore amica, che giocava alla Play Station, insieme ad Emmet e
Edward.
“Bellina,
il sabato sera tocca a te sopportare Alice, quindi...”,
sghignazzò
Emmett, che con una mossa secca uccise il personaggio di Jasper.
Maledetti!
“Daaai!”
Le bambine piccole facevano meno capricci di quanti ne facevo io.
“Swan,
stai interrompendo i miei pensieri, ossia 'tattiche da
gioco'”.
“Oddio!”
Urlai, mentre tutti si giravano. “Cullen pensa!”
Finii, mentre
Jasper ed Emmett scoppiavano a ridere insieme a me. Peccato
che fra me e Edward non scorreva buon sangue, anzi, fra me e Cullen
non scorreva buon sangue.
E
tutto era iniziato per colpa di quel cinico, lunatico, idiota, bello
e terribilmente attraente.
Capelli
ramati che ricadevano disordinati sulla sua fronte, occhi verdi che
lasciavano poco all'immaginazione.
Un
Dio Greco, nel vero senso della parola.
“Bella!”
Sospirai pesantemente, quando sentii le urla della mia migliore amica
provenire dal piano superiore.
“Sali
Swan,
può essere che per una buona volta mia sorella ti faccia
diventare
'attraente'”, alla parola 'attraente' mimò con le
mani due
virgolette.
Poteva
essere anche bello, ma era cattivo.
Nel vero senso della parola.
Finsi
di non ascoltarlo.
“Emmett,
perché Rosalie non è qui?” Chiesi,
stavo davvero per mettermi a
piangere.
Rosalie
– ragazza di Emmet, stava sempre insieme a noi.
Per
chissà quale disgrazia questo sabato non si era presentata,
ed io
ero diventata la cavia di Alice.
“Doveva
sbrigare delle faccende con mamma”, rispose Jasper, fratello
di
Rosalie.
“Ottimo”,
borbottai, salendo la rampa di scale.
Sembrava
una lenta processione, che mi portava al patibolo.
“Dai,
muoviti che la maschera è pronta!” Alice
sbucò dalla sua stanza,
strattonandomi per un braccio. La
Maschera.
Chissà questa volta cos'aveva mescolato per il mio povero
viso.
“Senti,
perché un sabato non scendiamo insieme agli altri e
giochiamo alla
play con loro?” Non che il fatto di giocare alla play mi
allettasse
così tanto.
Ma
questo ed altro, pur di non sottostare alla furia di Alice.
“So
che ti piace mio fratello, e che stravedi per lui. Ma non devi
esagerare in questo modo, sai, fa male vederlo così a lungo.
Tutti i
giorni a scuola, ed ora anche il sabato sera a casa
nostra...”.
Il
bello?
Aveva
iniziato a parlare come una macchinetta, e si era fatta i film
mentali. Il
pensare a Cullen,
alle sue labbra sulle mie e alle smancerie che potrebbe fare... mi
salì un conato di vomito.
“Ti
prego, non esagerare”. Alice
rise, passando con una spugnetta quella
maschera sul mio viso.
“Oh,
Bellina cara. Io non sto proprio esagerando. Si vede lontano un
miglio che stravedi per Edward, e che lui stravede per te!”
Finì,
con un ghigno malefico.
Certe
volte mi faceva davvero paura.
“Senti,
basta”. Già era molto quello che stavo facendo,
cioè farmi
torturare. Ci
mancavano solo le paternali su Cullen.
“Okay,
basta. E non pensi a Tanya?”
Una
rabbia improvvisa s'impossessò di me.
“A
Tanya? All'oca giuliva che è 'fidanzata' con Cullen?
Quella a cui a momenti le scoppia il seno?” La odiavo.
E
proprio non riuscivo a capire da dove nascesse tale odio.
Così
profondo ed irrequieto.
“Si,
proprio quella”, sussurrò Alice con un sorrisino
dipinto sulle
labbra, mentre si dirigeva al bagno per lavarsi le mani.
“E
perché dovrei pensare a quella?” Chiesi
innocentemente, chiudendo
gli occhi e cercando di rilassarmi.
“Visto
che quell'idiota di mio fratello sta con lei, e tu stravedi per lui.
Io ci penserei”, rivelò, posando delle
cianfrusaglie in un
cassettino. Pensare
a Tanya e Cullen,
insieme! Dio, che disgusto!
“Ribadisco:
io non stravedo per lui! Nemmeno lo vedo!”
Forse
non vederlo era una parolona. Affascinante e terribilmente sexy.
“Dai,
andiamo a letto”. Arcuai le sopracciglia.
“Con
questa roba?” Indicai il mio viso, scettica.
“Ovvio,
dobbiamo tenerla per otto ore”, guardò la radio
sveglia. “Ora
sono le due. Ho messo la sveglia per le dieci”.
Sospirai
pesantemente, cadendo tra le braccia di Morfeo.
EDWARD'S
POV
“Jazz,
ti prego! Toglimela di dosso!” Quella voce era il mio incubo
peggiore.
Sospirai
rassegnato, muovendo i tasti del joy stick. Jasper
che era seduto accanto a me rise silenziosamente, per non farsi
sentire dalla Swan.
Avevamo
organizzato una bellissima serata fra ragazzi.
Birre
e play station.
Alice
aveva il compito di tenere a bada la Swan,
che ovviamente iniziò a rompere come non mai. “Bellina,
il sabato sera tocca a te sopportare Alice, quindi...”
Esordì
Emmett, che con una botta secca uccise il personaggio di Jasper.
Risi
fra me e me. Meno uno, avevo la possibilità di vincere
quella
partita. “Daaai!”
I bambini del corso di pianoforte erano meno petulanti di lei. “Swan,
stai interrompendo i miei pensieri, ossia 'tattiche da
gioco'”.
Sapevo che il solo sentire la mia voce le dava fastidio, ed era lo
stesso per me.
Tanto
valeva farla arrabbiare di più.
Aspettai
una risposta, per iniziare con i punzecchiamenti, che stranamente non
arrivarono. Gli
alieni dovevano essersi impossessati della vera
Swan. “Oddio!”
Urlò, mentre tutti ci giravamo contemporaneamente. Non che
mi
importasse molto di lei, ma quell'urlo mi preoccupò
più del dovuto.
“Cullen
pensa!” finì, passandosi una mano sul viso, come
scioccata.
Emmett
e Jasper iniziarono a ridere sommessamente. Dove diamine era finita
la coalizione maschile? “Bella!”
In quel momento amai con tutto me stesso la mia piccola sorellina.
Aveva
un tempismo perfetto. Non
potevo dargliela vinta: “Sali Swan,
può essere che per una buona volta mia sorella ti faccia
diventare
'attraente'” Mimai la parola 'attraente' da due virgolette
con le
mani.
Avevo
esagerato? Forse.
Da
parte di Jasper mi arrivò una gomitata nello stomaco, e mi
trafisse
con lo sguardo. “Emmett,
perché Rosalie non è qui?” In quel
momento pensai davvero che gli
alieni si fossero impossessati della vera Swan.
Anche
questa volta non aveva risposto ai miei attacchi con delle battutine. “Doveva
sbrigare delle faccende con mamma”, rispose Jasper,
sicuramente
pensando a sua sorella e a sua madre. “Ottimo”,
borbottò la Swan,
salendo la rampa di scale.
Nel
momento in cui vidi la sua figura scomparire, rilasciai un sospiro di
sollievo.
Mi
faceva un effetto così brutto vederla? Pare di si. “Non
credi che hai esagerato?” Domandò Emmett,
ridestandomi dai miei
pensieri.
Io,
esagerare? Quando mai! “No!”
Risposi semplicemente, riprendendo in mano il joy stick. “Edward,
rispettiamo la tua scelta di stare insieme a Tanya anche se stravedi
per Bella, ma qualche volta vacci piano”. Mi
ammonì Jasper,
accasciandosi sul divano.
Ancora
con la storia che io stravedevo per lei? Ma cosa si erano bevuti?
Poi
io avevo una fidanzata, meglio definita come 'compagna di giochi'. “Si,
e io non andrò a letto con Rose per due mesi”,
Emmett rise da solo
per la sua infelice
battuta. “Questa
volta – stranamente, concordo con l'orso”.
Si
erano coalizzati contro di me? “Non
è affatto divertente”, mi alzai prendendo le
chiavi della Volvo,
vicino alla porta. “Vado da Tanya”.
In
qualche modo dovevo scaricare la tensione. Meglio
Tanya che una Swan
petulante in giro per casa.
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“E
per la prossima settimana farete una ricerca a coppie. Swan e Cullen,
ovviamente voi sarete insieme”, tirai un sonoro sbuffo,
riponendo
due quaderni dentro la tracolla rossa.
Ci
mancava solo quella ricerca del cavolo, idea del professor Banner.
Quanto
lo odiavo.
“La
faccio io, non ti preoccupare”, era quello il bello, io mi
preoccupavo, eccome se mi preoccupavo!
“Non
se ne parla proprio”, dissi, puntandogli un dito contro.
“Caso
mai la faccio io, punto e basta!” Finii stizzita. Parlare
con Cullen
era una causa persa in partenza.
“Cosa?
Swan,
tu non sai fare un bel niente”.
Non
ne potevo più, proprio più.
Per
caso credeva di essere Mister – Incredibile?
No,
non lo credeva. Ne era certo.
“O
la facciamo insieme, o la faccio io!” Sputai lì,
prima di uscire
dalla classe.
“Venerdì
a casa mia, alle quattro in punto!” Urlò da dietro
le mie spalle.
Fortuna
che era lunedì, avrei avuto qualche giorno per pensarci su.
Con
passo spedito mi avviai alla prossima lezione: Letteratura.
L'unica
che mi appassionava veramente, e poi potevo rilassarmi grazie alla
presenza di Rosalie, che – diversamente da Alice, non diceva
una
parola.
Naturalmente
lei era già in classe, e mi aveva tenuto il posto libero,
accanto a
sé.
“Isa”,
salutò, con un cenno della mano e un sorriso a trentadue
denti.
“Felice?”
Chiesi, di solito aveva il muso, soprattutto perché doveva
venire a
scuola.
“Oh,
sono uscita ora dallo stanzino...”,
lasciò la frase a metà ma non ci misi
più del dovuto a capire.
“Lascia
i particolari per la prossima volta”, esordii, ringraziando
mentalmente la professoressa che era appena entrata.
La
lezione passò velocemente, - troppo, per mi miei gusti, e
suonò
l'ora del pranzo. Io
e Rosalie eravamo incaricate di aspettare Alice fuori la mensa, che
non poteva
entrare da sola, chissà per quale sciocco motivo che le
vorticava in
testa.
“Scusate,
ma ho fatto tardi”, disse, stampandoci un bacio sulle guance.
“Ce
ne siamo accorte”, borbottò Rose, prendendo un
vassoio e iniziando
a fare la fila per tutte e tre.
“Dai
andiamo”, sussurrò, prendendomi per mano e
dirigendosi verso il
tavolo dei... Oddio, della squadra di Basket comprese le Cheerleader.
“Perché
proprio lì?” Domandai incerta. Di solito
prendevamo un tavolo solo
per noi tre – io, Alice e Rosalie, poi Jasper e Emmett ci
raggiungevano, facendo anche loro parte della squadra.
“Oh,
ma che sarà mai! Rose ne è al
corrente!” Rivelò, buttandosi fra
le braccia di Jasper.
Che
bella considerazione, solo io non lo sapevo. Pranzare con la squadra
di Basket mi faceva venire una certa tensione, per non parlare delle
Oche – Cheerleader!
“Hey,
Swan!
Che bello, hai una vita sociale”, ovviamente non poteva
mancare una
stupidissima battuta di Cullen.
Lasciai
correre, sedendomi vicino a Mike Newton e Emmett.
“Bellina”,
prese la mia testa come fosse un giocattolo, e mi scompigliò
i
capelli.
Il
solito orso.
“Si,
anch'io sono felice di rivederti!” Sbottai acida, scostandomi
da
lui.
Mise
il broncio, quello a cui proprio non seppi resistere, così
gli
stampai un dolce bacio sulla guancia.
“Vedi,
così va meglio”.
“Bells,
vuoi rubarmi il fidanzato?” Risi fra me e me, pensando a me
ed
Emmett insieme.
No,
proprio non quadrava.
“Naaah”,
sussurrai, concentrandomi sulla mela che mi aveva dato Rose.
In
fin dei conti il pranzo non passò così male. Tranne
Mike che ogni due minuti cercava di provarci
e
Tanya che si strusciava continuamente su Edward.
Cristo,
quante glie ne avrei date!
“Senti...
perché non andiamo al cinema sabato?” Mike, o caro
Mike.
“Accetta”,
mimò Alice con il labiale, mentre Edward la trafisse con lo
sguardo.
Sicuramente
era stata una mia impressione.
Improbabile.
“Perché
non andiamo tutti
al cinema sabato?” Esordì d'un tratto Edward,
quando tutti i
presenti scoppiarono in un coro di approvazioni.
“Dai,
andiamo tutti insieme”, cercai di consolare Mike, ma forse
quella
era la prima volta che volevo
ringraziare Edward.
Davvero.
EDWARD'S
POV
Quella
mattina non mi ero svegliato male, peggio.
E
a peggiorare la situazione era stato Mr Banner, accoppiandomi con la
Swan
per il compito che dovevamo consegnare la prossima settimana.
“Lo
faccio io, non ti preoccupare”, mi offrii di mia spontanea
volontà,
sperando che la Swan
cedesse.
Ovviamente
avevo calcolato male i miei buoni propositi, troppo orgogliosa e
cinica per lasciare il lavoro solo nelle mie mani.
Sospirò
arrabbiata. “Non se ne parla proprio!” Disse,
puntandomi un dito
contro.
Dovevo
immaginarmelo. “Caso mai lo faccio io, punto e
basta!” Finì
stizzita.
No,
non lascerò mai la mia
ricercain
mano di quella squilibrata.
“Cosa?
Swan,
tu non sai fare un bel niente!” Mi divertivo troppo, a farla
arrabbiare.
Gonfiava
le guance e le sue gote diventavano irrimediabilmente rosse.
Uno
spettacolo esilarante.
“O
la facciamo insieme, o la faccio io!” Incastrato.
“Venerdì
a casa mia, alle quattro in punto!” Urlai alle sue spalle,
prima di
dirigermi agli allenamenti di Basket.
Visto
che il campionato era alle porte, il coach ci faceva allenare due
volte al giorno.
Durante
le lezioni – ero d'accordissimo, così saltavo
l'ora di Filosofia
-, e dopo le lezioni.
Dalle
quattro alle sei.
Emmett
e Jazz erano già nello spogliatoio, stavano indossando la
tenuta.
“Litigato
con Bella?” Domandò mio fratello ghignando.
Si
vedeva che avevo litigato con lei? Sempre i soliti battibecchi.
“La
Swan”, precisai, calcando spudoratamente
il suo cognome.
“Fortuna
che non vi siete picchiati!” Sussurrò il mio
cognatino, entrando
in palestra con un altro gruppo di ragazzi.
Poche
volte io e la Swan ci siamo messi le mani addosso,
e non in
quel senso.
La
prima volta alle elementari, - si, la sopporto dalle elementari -.
Non
so per quale stupido motivo, si era avvicinata ed aveva rotto la
testa del mio dinosauro. No, dico, il mio dinosauro! Era santo ed
intoccabile a quel tempo!
Ed
io, di rimando, avevo staccato le braccia alla sua Barbie bionda.
In
poche parole ci siamo uccisi a vicenda, prendendoci per i capelli e
roba varia.
Inutile
dire che da quel giorno è nata una vera e propria guerra.
“L'odio
è un sentimento passionale!” Esordì
Emmett, strattonandomi per un
braccio e trascinandomi verso la palestra. L'odio
è un sentimento passionale, allora io e la Swan
dovremmo essere
già sposati.
L'allenamento
passò nel miglior dei modi – come sempre, e dopo
una bella doccia
ci dirigemmo verso la mensa.
Ovviamente
tutte le Cheerleader ci avevano tenuto il tavolo, e Tanya mi fece un
cenno appena vi entrai.
Accennai
un sorriso, sospirando pesantemente.
“Oh,
Edwarduccio!” Edwarduccio...
Da
dove diavolo lì pescava?! Non avevo parole, oramai.
“Tanya”,
salutai, stampandole un bacio a fior di labbra.
Non
volevo esagerare, in pubblico.
Parlammo
per lo più della partita che si stava avvicinando, quando
vidi la
Swan che si stava avvicinando! Tutto tranne lei, ve
ne prego!
“Hey,
Swan! Che bello, hai una vita sociale”, la
maggior parte
delle volte se ne stava in disparte, insieme ad Alice e Rosalie.
Voleva
entrare a far parte delle Cheerleader? Risi fra me e me, proprio non
ce la vedevo!
Stranamente
non rispose, ora mi stava davvero preoccupando. Anche la sera prima
non rispondeva a dovere ai miei punzecchiamenti.
Mi
pesava ammetterlo, ma odiavo essere ignorato.
“Bellina!”
Urlò Emmett, prendendola fra le sue braccia e
scompigliandoli i
capelli.
L'occhiata
che gli lanciò non prometteva nulla di buono.
“Si,
anch'io sono felice di rivederti!” Sbottò
infastidita, scostandosi
rudemente da Emmett. L'idiota di mio fratello attuò la
faccia da
Cane-Bastonato, che funzionò immediatamente.
La
Swan le stampò un dolce bacio sulla
guancia, che stava
diventando interminabile.
Era
solo mio fratello, non potevo arrabbiarmi per così poco. E
poi
perché dovevo arrabbiarmi?
“Vedi,
così va meglio”.
“Bells,
vuoi rubarmi il fidanzato?” Esordì Rosalie,
comparendo dietro le
sue spalle con un vassoio pieno di cibo.
Perché
non le diceva un bel niente e non la strillava? Aveva pur sempre
baciato il suo fidanzato, anche se in guancia...
Dio,
mi stavo facendo troppi problemi!
La
Swan addentò una mela, sussurrando un
“Naaah”.
Il
pranzo passò tranquillamente, con Tanya che si strusciava
continuamente sopra di me, e Mike che lanciava sguardi languidi alla
Swan.
Che
cosa non gli avrei fatto in quel preciso momento.
“Senti...
perché non andiamo al cinema sabato?”
Esordì infine Newton,
fissando la Swan.
Cosa
diamine aveva fatto? E come si era permesso?
Ed
ora ci si metteva anche mia sorella, che mimò un
“Accetta”, alla
Swan.
No,
non poteva proprio andare. Sbattei le mani sul tavolo, inviperito:
“Perché non andiamo tutti al
cinema sabato?” proposi,
sperando che i miei compagni di squadra accettassero.
“Dai,
andiamo tutti insieme”, sussurrò la Swan
a Mike,
rivolgendomi uno sguardo di... forse gratitudine? Forse.
NON
VI ABITUATE AGLI AGGIORNAMENTI-LAMPO
COME QUESTO, PERCHè SARANNO POCHISSIMI XD SONO
QUI, CON LA FEBBRE A
TRENTOTTO E UN LETTO CHE MI ASPETTA PER TUTTO IL WEEK-END. PREGATE PER
ME ù.ù RITORNANDO ALLA STORIA, DIAMINE,
QUANTO SUCCESSO HA RISCOSSO?!? SONO ONORATA!
ERA UN BEL Pò CHE NON SCRIVEVO SU TWILIGHT
ç_ç PICCOLO
AVVISO: E BENE SI, ANCHE IO HO APERTO UN BLOG! SPOILER A
GO GO! SOTTO
VI LASCIO IL LINK, E TENETELO D'OCCHIO COSTANTEMENTE, PERCHè
QUANDO
RITARDO NEL POSTARE POSSO METTERE ANCHE PIù SPOILER (SI,
VOGLIO FARVI
MORIRE -.-)
ORA, RINGRAZIO LE PERSONE CHE HANNO MESSO LA MIA STORIA TRA LE
PREFERITE (14),
FRA LE STORIE SEGUITE (20)
E FRA GLI AUTORI PREFERITI (BEN, 67!)
“Quindi
vai a casa di Edward Cullen”. Dio, perché diamine
quel pomeriggio
papà faceva tutte quelle storie?
Non
aveva mai detto niente.
“Si,
e ci sarà anche Alice. E' una ricerca di Biologia,
papà!” Misi
gli ultimi quaderni nella borsa, dirigendomi verso la porta.
“Una
ricerca di Biologia”, cantilenò, venendomi dietro.
Odiavo
profondamente quando iniziava a fare lo sceriffo anche a casa.
“Papà
io vado. Alle sette sarò già a casa, con la cena
pronta!” Forse
così riuscivo a togliermelo di dosso.
“Va
bene. Guida con prudenza e fai attenzione al ghiaccio!” Solite
raccomandazioni.
Il
Pick Up fece un rumore assordante prima di partire. Dovetti
ringraziare mentalmente Emmett per la radio che mi aveva regalato al
mio diciassettesimo compleanno. La musica mi accompagnava sempre, in
ogni viaggio.
Casa
Cullen non era molto distante dalla mia, cinque minuti ed ero
già
arrivata.
Parcheggiai
l'auto nel vialetto, e mi diressi fradicia - a causa della pioggia -,
alla porta.
Esme
venne ad aprirmi, con un sorriso a trentadue denti.
“Bella!”
Era la mamma che non avevo mai avuto.
“Esme!”
La salutai con un caloroso abbraccio.
“Alice
non c'è...” Uffa, almeno pensavo di poter contare
sulla mia
migliore amica. Presi
un bel respiro, e sganciai la bomba: “Lo so. Sono qui per Edward.
Dobbiamo fare una ricerca”. Da quant'è che non lo
chiamavo per
nome? Mi faceva uno strano effetto.
“Oh”.
Mamma Cullen era alquanto stupita, forse più di me.
“Già”,
sussurrai, entrando nell'enorme salone.
“Edward
è di là. Io ora devo andare da Carlisle! Bella,
cercate di non
azzannarvi come fate sempre”. Solo Esme poteva chiedermi una
cosa
del genere.
“Ci
proveremo”, non ero del tutto convinta.
Esme
mi diede un dolce bacio sulla fronte, ed uscì.
Mi
rigirai nel salone, guardando il perfetto arredamento. Stavo
per andare in camera di Edward,
quando sentii delle note provenire dall'ala est del salone.
Forse
era Per
Elisa,
se non sbagliavo.
Da
piccola Renèe mi faceva prendere delle lezioni di piano, ma
non ero
un granché.
Mi
avvicinai cautamente, e l'immagine che vidi mi fece sciogliere il
cuore.
“Clarissa,
prima il Do e poi il Mi”, disse Edward
con voce dolce, prendendo le mani della bambina e posandole sul
piano.
Oramai
era diventata un'abitudine chiamarlo per nome. Edward
Cullen
che stava dando delle lezioni di pianoforte ad una bambina di
– più
o meno – sei anni.
“Eddy,
non ci riesco!” Piagnucolò lei, buttando
pesantemente le mani sul
piano.
Risi
sommessamente, e come una stupida catturai l'attenzione di Edward.
Di
Cullen,
per Dio!
Si
girarono tutti e due contemporaneamente, e Cullen
mi trafisse con lo sguardo.
“Ciao”,
salutò la bambina, con un sorrisino sulle labbra.
“Ciao”
ricambiai, con lo sguardo fisso su Cullen.
E
non riuscivo a capire perché. Perché con quella
bambina era così
gentile, perché adorava sua sorella Alice e sua cognata
Rosalie, e
perché a me nemmeno riusciva a guardarmi in faccia.
In
quel momento – in cui i nostri sguardi si incatenarono -,
suonarono
alla porta.
Sussultammo
insieme.
“Vado
ad aprire, dovrebbe essere tua madre”, Edward
si alzò, lasciando la bambina lì, seduta sullo
sgabello.
Anche
lei si alzò, avvicinandosi a me.
“Tu
se la fidanzata di Eddy?” Magari...
Ma cosa diamine andavo a pensare?
“No,
sono... Ecco, sono una sua amica”, rivelai, aiutandola a
prendere
il giacchetto che era sul pianoforte.
Lentamente
mi abbassai, allacciandoglielo.
“Ah.
E come ti chiami?”
“Bella.
E tu?” Adoravo i bambini.
“Clarissa.
Perché tu non sei la ragazza di Eddy? Alice un giorno mi ha
detto
che lui ha una ragazza”. Risi fra me e me, pensando a
quell'antipatica di Tanya alle prese con una bambina dolce come
Clarissa.
“Io
e Edward
siamo solo amici”. Purtroppo non eravamo nemmeno quello.
“Okay.
Edward, perché ridi?” Sussultai, alzando la testa. Cullen
era proprio dietro di me, con una giovane signora vicino a lui.
“Salve!”
Salutai con un sorriso, finendo di abbottonare il cappotto a
Clarissa.
“Buongiorno”,
sicuramente era la mamma, le assomigliava molto.
“Allora
ci vediamo mercoledì alle tre”, disse Edward,
con ancora quel sorriso dolce sulle labbra.
Era
così bello.
Posò
un dolce bacio sulla testa di Clarissa, e lei diventò
inevitabilmente rossa.
Cristo,
faceva colpo anche sulle bambine!
“Ciao
Bella!”
“Ciao!”
Salutai, con un cenno della mano. Si
diresse con la madre verso la porta, e Edward
la richiuse alle loro spalle.
“Swan,
non dovevamo vederci alle quattro?” Detto fatto!
Diventato
il solito stronzo di prima!
“Cullen,
sono le quattro!” Guardai l'orologio a muro di casa Cullen,
che
segnava già le quattro e trenta.
“Oh”.
Solito idiota.
Mi
diressi a passo spedito nel salone, sedendomi su una delle sedie in
legno, poste intorno all'enorme tavolo quadrato.
“Citoscheltetro”,
commentò, sfogliando il libro che avevo appena tirato fuori
dalla
borsa. Quello che ci
aveva prestato il professor Bunner, per la ricerca. “Tu
detti, io
scrivo”, disse infine, impugnando un penna e prendendo un
foglio.
Ottimo,
almeno non avremmo fatto una brutta figura. Sperai con tutta me
stessa che avesse una bella calligrafia, anche se lo sapevo per
certo.
Alle
scuole elementari era – forse -, l'unico maschio che si
salvava.
Iniziai
a dettare, e – inconsciamente, iniziai a fissarlo. Era
proprio
bello, non c'era niente da dire. E concentrato lo era anche di
più.
Qualche
ciocca ramata ricadeva disordinata sulla sua fronte, e spostava
continuamente la testa per scrivere.
“Quindi
domani vai al cinema con Mike” Oh, dovevo
andare al cinema con Mike!
“Ci
sarai anche te! E tutta la squadra con le Cheerleader”, il
sarcasmo
era la mia dote nascosta. Cullen
nascose un sorrisino, abbassando la testa per continuare a scrivere.
Poteva
anche essere bello, ma non dovevo dargliela vinta.
“Invece
tu dai lezioni di piano”, cantilenai, sforzandomi di non
ridere.
Veramente
non avevo bisogno di ridere, ma volevo sfotterlo fino in fondo. Buttò
delicatamente
la penna sul quaderno, e incrociò il suo sguardo con il mio.
Ecco,
ora mancavano solo i fulmini e le saette.
“Swan,
se a scuola te ne esci con qualcuno t'ammazzo!” Minacciava?
Oh, non
sapeva con chi aveva a che fare.
“Prima
il Do e poi il Mi” Imitai alla perfezione la sua voce. Dopo
undici
anni di pratica qualcosa avevo imparato.
Sospirò
pesantemente, allungando una mano e posandola sulla mia.
“Bella,
ti prego, non lo dire a nessuno”. Voleva ammaliarmi?
No,
perché ci era riuscito perfettamente.
“Okay”,
abbassai lo sguardo, togliendo la mia mano che era finita sotto la
sua. Bella...
mi aveva chiamata Bella dopo non so quanto tempo, ed era stato... No,
non c'erano parole.
Continuai
a dettare il testo, finché un'esuberante Alice
entrò, salvandomi da
quell'atmosfera di tensione, che si era creata fra me e Edward.
EDWARD'S
POV
“Edward,
ti aspettiamo in macchina!” Urlò Emmett, mentre mi
slacciavo i
primi due bottoni della camicia. Dovevo
andare solo al cinema, ma mi ero messo in tiro.
Con
un sonoro sbuffo scesi al piano inferiore.
Papà
leggeva un libro, seduto sulla poltrona e la mamma disegnava
distrattamente qualcosa su un foglio.
Sicuramente
stava lavorando a qualche progetto.
“Ci
vediamo più tardi!” Stampai un dolce bacio sulla
guancia di mia
madre, mentre papà alzava una mano per salutarmi. Il
mio più
tardi equivaleva
a domani
all'ora di pranzo.
Mi
diressi a passo spedito nel garage, dove mi aspettavano Emmett e
Jasper. Il
povero Jazz era stato costretto a venire da noi, perché le
ragazze
si dovevano preparare – Alice, Rosalie e la Swan.
Dare
lezioni di piano ai bambini
era un passatempo che mi rilassava, e mi teneva lontano dal mondo
della 'popolarità'.
E
se solo la Swan l'avesse detto a qualcuno sarei
diventato lo
zimbello dello scuola, beffeggiato sicuramente da Mike e Tyler.
Già,
Jasper ed Emmett sapevano tutto – ovvio, Emmett era mio
fratello e
Jasper il povero fidanzato di quella pettegola di mia sorella -.
“Sei
strano, e non dici una parola”. Se ne uscì Jazz,
osservandomi dai
posti anteriori.
Respirai
profondamente, “Io? No, ero solo sovrappensiero”,
da una parte
era la verità.
“Com'è
andata la ricerca con Bella?” Ecco dove volevano arrivare.
“Normale”.
Da una parte Jazz aveva ragione, ero di poche parole.
“Mmm”.
Non mi avevano mai chiesto niente, e proprio quella sera dovevano
iniziare?
“Svolta
a destra”, disse Jasper ad Emmett.
Ma
non dovevamo andare al cinema?
“Dobbiamo
passare a prendere le ragazze”. Emm rispose alla mia domanda
muta.
Una
strana smorfia si dipinse sul mio viso, mentre mio fratello accostava
nel vialetto di casa Swan.
Con
un dito iniziò ad indicare i posti dietro:
“Edward, vai dietro.
Rosalie viene davanti, vicino a me. Jazz, tu tieni in braccio Alice e
Edward, tu Bella. Dobbiamo passare a prendere anche Mike e
Tyler”.
La
jeep era di sei posti, perché diamine dovevamo passare a
prendere
anche quei due cretini? E
poi la Swan
in braccio a me? Nah, impossibile.
“Cos-”
Jasper mi bloccò con un cenno della mano.
“La
situazione è questa, non dire niente!” Ottimo, ora
ero anche
costretto.
Bé,
infondo nemmeno potevo lamentarmi, la scelta di andare al cinema
tutti
insieme era stata mia.
Incosciente. Le
ragazze entrarono in macchina, e come aveva detto Emmett, Rosalie si
sedette al davanti, Alice in braccio a Jazz e la Swan
aprì la portiera, proprio dov'ero io.
“Non
lo voglio io quanto non lo vuoi te”, sussurrò,
sedendosi sopra le
mie gambe.
Sicuramente
le ragazze l'avevano avvertita, quella era una vera a propria
congiura.
Sperai
con tutto me stesso che mio fratello non iniziasse a prendere buche o
cose del genere. Con quel piccolo contatto la mia
razionalità era
andata a farsi fottere.
Si
era seduta proprio sul ciglio delle mie gambe, e cercava di non
pesarmi. Come
se fosse pesante. Forse Tanya era più grassa
di lei.
Ci
fermammo dopo qualche minuto, davanti a piccola casetta da dove
uscirono Mike e Tyler.
“Le
Cheerleader?” Domandò la Swan,
rivolgendosi
a tutti tranne che a me.
“Vengono
dopo, con Tanya”, si rivolgeva agli altri? Le rispondevo io!
Prese
un profondo respiro, sussurrando un “ottimo”. Mike
e Tyler entrarono nella jeep, salutando tutti con un sorriso
sornione. Notai molto bene l'occhiata che lanciò Newton alla
Swan
che
era seduta sulle mie
gambe!
Uno
a zero per Cullen, caro Newton!
Cosa
diamine andavo a pensare...
D'un
tratto la Swan si appiccicò al mio
petto, menomale che prima
era seduta sul ciglio della mie gambe.
“Emmett!”
Sbuffò indignata.
“Scusa
piccola!” Mio fratello mi fece un'occhiolino dallo
specchietto. Aveva
tirato indietro il sedile, e la Swan
era finita addosso a me. In tutti i sensi.
E
le mia mani finirono automaticamente sui suoi fianchi. Dio, erano
così morbidi e sensuali. Stranamente
la Swan
non disse niente, e dopo un tempo infinito si rilassò sul
mio corpo.
Nella
macchina non volava una mosca, tralasciando mia sorella che ogni due
minuti scambiava una parola con Rosalie o un bacio con Jazz.
Dopo
una decina di minuti Emmett entrò nel parcheggio del cinema,
accostando la jeep. Nemmeno il tempo di fermare la macchina, che la
Swan si era precipitata fuori.
Il
cinema di Port Angeles era gremito di persone. Jasper
raccimolò
tutti i soldi e si diresse alla biglietteria. Mentre aspettavamo
fuori e mentre Mike cercava in tutti i modi di farsi notare dalla
Swan guardai l'enorme locandina attaccata su un
muro, vicino
al cinema. Paranormal
Activity.
Il
film che ha sconvolto l'America, c'era scritto sotto.
“Dobbiamo
per forza vedere un Horror?” Tanya. “Oh, Eddy! Non
dormirò mai
più!” Perché aveva la voce
così odiosa? E fingeva, Dio, se
fingeva!
Feci
spallucce, dirigendomi verso gli altri che erano appena arrivati.
Verso
la Swan e Mike, che entravano nel cinema, insieme.
BELLA'S
POV
“Quindi
verrai alla prossima partita?” Sospirai pesantemente,
maledicendo
gli altri che erano andati a fare i biglietti.
Non
bastava Jasper, no! Tutto il gruppo si era aggregato a lui,
lasciandomi sola con Mike!
“Credo
di si...” Mi stavo torturando le mani, tutto pur di non
vederlo.
Girai
distrattamente la testa, e incontrai i capelli ramati di Cullen.
Era
di spalle, e guardava la locandina del film. Paranormal
Activity.
Menomale
che reggevo bene gli Horror, grazie a Phil che ogni sabato sera
costringeva tutta la 'famiglia' a vederli.
Ero
abituata, oramai. Cullen
era tutto solo, con le mani dentro le tasche dei pantaloni.
Dio,
come sarei andata lì in quel preciso istante.
Stavo
per scaricare Newton, quando l'oca-Tanya si aggrappò al
braccio di
Cullen, sussurrando qualcosa nel suo
orecchio.
Non
ero mai stata una ragazza violenta, me avevo l'impulso di andare
lì
e sferrarle un pugno in pieno viso.
Mi
calmai, guardando per la prima volta Mike negli occhi.
“Entriamo?”
Lui annuì vigorosamente, mettendo una mano intorno ai miei
fianchi.
Non
volevo quel contatto, ma era necessario.
Il
cinema era affollato, e trovammo dei posti proprio in prima fila.
Sicuramente mi sarebbe venuto il torcicollo.
Ovviamente
Mike si sedette accanto a me, con un barattolo di popcorn in mano.
Mi
tolsi il giacchetto di pelle, sdraiandomi letteralmente sulla
poltrona rossa.
“Posso?”
Un uomo, con al capezzale una ragazza si
avvicinò a me,
indicando il posto libero accanto al mio.
“Certo,
Cullen!” Dire che sono arrabbiata con lui
è un eufemismo.
Non
lo sopportavo, non riuscivo nemmeno a guardarlo.
Dopo
pochi secondi le luci si spensero, ed iniziò il film.
Solita
cavolata, ovviamente. Seduta al centro, fra Cullen e Mike mi venne da
ridere.
Il
primo che ogni due secondi sbuffava – perché Tanya
urlava come una
forsennata – e il secondo che sussultava ogni due minuti per
una
scena di 'paura' se così si può definire.
Poco
prima della fine del primo tempo Mike si alzò, iniziando a
correre
verso l'uscita.
“Oddio”,
sussurrai, voltandomi verso Cullen. Inutile dire
che se la
stava ridendo come un matto.
“Vado
a vedere come sta”, di malavoglia presi la giacca, e mi
diressi
verso il bagno.
Dai
versi che sentivo direi che Mike si stava vomitando anche l'anima.
“Il
tuo amico è un fifone” Dio, Cullen
mi perseguita!
“E'
un tuo amico!” Ribattei acida,
ricordandogli che Mike gioca
nella sua squadra e va a tutte le sue
feste.
“Okay,
hai ragione”. Wow, stranamente l'orgoglio maschile trionfa
sempre,
soprattutto se parliamo dell'orgoglio di Cullen.
“E
tu hai lasciato la tua fidanzata da
sola!” Un argomento
così, giusto per non restare in silenzio.
“Tanya
non è la mia fidanzata!”
“Ah,
scusa! Tu ti approfitti solo di lei, per cosa poi? Portartela a letto
e far vedere a quelli della squadra che stai con una
Cheerleader?”
Per la prima volta in vita mia gli stavo rinfacciando tutto.
“E
qual'è il tuo problema, Swan?”
Si era avvicinato
pericolosamente.
“Oh,
tutto tranne che te, Cullen”. I nostri
sguardi si erano
incatenati, e proprio non riuscivo a distogliere gli occhi dai suoi.
Quel
verde era troppo... Era troppo... Era troppo e basta!
“Hey,
voi sempre ad azzannarvi?” Guardai truce Mike, e
svogliatamente
tolsi gli occhi da quelli di Cullen.
“Come
stai?” Domandai, fregandomene di Cullen
che era lì, ancora
a cinque centimetri da me.
“Bene,
ma preferirei restare fuori”.
“Femminuccia”,
sussurrò Cullen, in modo che lo sentissi
solo io.
Annuii,
guardando Mike “Non c'è problema, possiamo restare
fuori. Cullen,
raggiungi Tanya, sarà spaesata e impaurita senza di
te!” L'unico
modo possibile per tenergli testa era sfotterlo, in tutti i modi
possibili.
Fece
una strana smorfia, lasciano me e Mike da soli.
Uno
a zero per me, caro Cullen.
ANCHE A ME TOCCA ANDARE A
VEDERE PARANORMAL ACTIVITY, STASERA A MEZZANOTEE
ç_ç QUALCUNO DI VOI L'HA VISTO? IO NON SONO COME
BELLA, E NON REGGO BENE GLI HORROR T.T
TORNANDO AL CAPITOLO, MI
SCUSO IMMENSAMENTE PER IL RITARDO, MA SONO TROPPO IMPEGNATA ._. E POI
AVREI UNA DOMANDA: IL PROSSIMO AGGIORNAMENTO LO VOLETE DI QUESTA STORIA
A DI QUELLA ORIGINALE? NO, PERCHè COSì MI REGOLO
XD SPERO CHE QUESTO CAPITOLO VI SIA PIACIUTO, ANCHE SE SI INIZIANO A
CAPIRE I SENTIMENTI DEI NOSTRI PROTAGONISTI! POI, HO APERTO UN BLOG,
DOVE LASCIO I TEASER DELLE MIE STORIE, CI AVETE FATTO UN SALTINO? IL
LINK è NEL MIO PROFILO XD RINGRAZIO LE PERSONE CHE HANNO
RECENSITO (4),
PROPRIO NON RIESCO A RISPONDERVI, MA LEGGO OGNI SINGOLO COMMENTO
ù.ù LE PERSONE CHE HANNO MESSO LA MIA STORIA TRA
LE PREFERITE (29),
TRA LE STORIE SEGUITE (33)
E TRA GLI AUTORI PREFERITI (67)!
VI ADORO!
PICCOLA NOTA: PER
CHI MI SEGUIVA ANCHE PRIMA, HO CANCELLATO UNA
RAGIONE PER VIVERE. HO FINITO LA STORIA A MODO MIO - COME
DOVEVA FINIRE SECONDO ME! - E ME NE HANNO DETTE DI TUTTI I COLORI! NON
SONO UNA PERSONA CHE Dà PESO A CERTE RECENSIONI, MA QUESTA
VOLTA CI SONO DAVVERO RIMASTA MALE. SOPRATTUTTO DEI COMMENTI PRIVATI
CHE MI SONO ARRIVATI, INSULTANDOMI DICENDO ANCHE DI NON SAPER
SCRIVERE.
QUESTO è TUTTO.
“Sarà
fantastico! Vi aspetto per le nove, e siate puntuali!”
Squittì
Jessica con la sua voce stridula, prima di lasciare me e Alice
finalmente
sole.
“Non
ci andrò mai!” Esordii, guardando la Stanley
allontanarsi.
Con
uno spintone sprovvisto finii addosso ad un ragazzo, e mi affrettai a
scusarmi.
“Cosa
ti prende?” Attaccai Alice, ripulendomi la spalla lesa.
Quella
nanetta mi trafisse con lo sguardo.
“Cosa
mi prende? Tu vieni, punto e basta! Sarà la festa dell'anno,
ed è
proprio domani sera!” Ecco, ora vedevo perfettamente una
giornata
di shopping dinnanzi a noi.
Ma
una persona normale può fare una festa di
mercoledì sera? Nah,
infatti la Stanley non era normale.
“Ma
se-”, la mia dolce amica mise un dito sulle mie labbra.
“Lo
so che non hai un vestito, infatti andremo a Port Angeles, domani
pomeriggio!”
Come
non detto.
“Dobbiamo
proprio? Dai, qualcosa riuscirò a trovare nel mio
armadio!”
Alice
si fermò di colpo.
“Bella,
non ti sai vestire nemmeno per venire a scuola. Domani andiamo a Port
Angeles, questione chiusa, okay?” Inutile ribattere.
Annuii
inerme, entrando nell'aula di biologia. Oh,
ci mancava solo un'ora con in comune con Cullen.
“Bella
addormentata ti sei fatta aspettare!” Non diedi peso al nomignolo,
ma al passo avanti che avevamo fatto. Mi aveva chiamata Bella. Bella.
“Tua
sorella”. Un fischio di compensione arrivò da
parte di Cullen.
Lasciai stare anche quello, e fissai la cattedra. Strano, Bunner
ancora non era arrivato. “Bunner?” Cullen
ghignò. “Come, non lo sai? Ha tipo l'emicrania o
una cosa del
genere... Abbiamo una supplente”. Una
supplente.
Annuii,
quando un dubbio si fondò nella mia mente. “Come
fai a saperlo”.
“Ho
già avuto modo di conoscerla”. Ottimo.
Ora
anche Tanya era passata in secondo piano.
“Dov'è?”
Domandai, guardando l'ora sul cellulare. 12.30. La lezione era
già
iniziata da mezz'ora.
“Forse
con Mike”. Una smorfia disgustosa si dipinse sul mio viso.
“Quel
Mike che sabato sera è uscito con me?” Prendere
nota: Mike Newton
è un emerito porco. Cullen
diventò immediatamente serio, per poi sorridere nuovamente.
“Già.
Poi... Cosa avete combinato sabato sera?” Perché
era così
curioso? Avrei pagato oro per scoprirlo!
“Ci
siamo divertiti tantissimo. Io fuori al bagno e lui dentro che
vomitava”. Un sorriso si dipinse sulle mie labbra, pensando a
Mike
e alla reazione che aveva avuto. Anche
Cullen
rise, questa volta davvero.
“Edward,
che ti è successo?” Di botto diventò
nuovamente serio.
“Mi
hai chiamato Edward”.
“E'
il minimo. Stiamo avendo una conversazione civile da...”
Controllai
di nuovo l'ora. “Da mezz'ora”, finii, ritornando
con lo sguardo
su di lui. Sorrise,
di nuovo. “Niente, Bella.
Non ho niente”. Sospirai pesantemente. Da quant'è
che non mi
chiamava così? E l'aveva detto con quel sorriso sulle labbra
che...
Oh, Cristo.
Mi
schiarii la voce, che era diventata leggermente roca “Verrai
domani
sera?” Sperai ardentemente che la sua fosse una risposta
positiva.
Ci
pensò su, per qualche minuto. “No. Ho da fare con
Tanya”. La
campanella suonò. “Ci si vede, Cullen”.
“Ho
da fare con Tanya! Ma ti rendi conto? Ho da fare con Tanya!”
Alice
rise dall'altro capo del telefono.
“Sei
stracotta!” E continuò a ridere. Dio,
con quella storia dell'essere 'innamorata', per giunta di Cullen.
“E
poi perché ne sto parlando con te? Cavolo, sei sua
sorella!”
Sbattei la penna sul raccoglitore, e lo chiusi prepotentemente.
“Primo,
non prendertela con i poveri oggetti che hai intorno. Secondo, non
conta niente se sono sua sorella, sto dalla tua parte!”
Ringraziai
mentalmente Alice, nessuno stava dalla parte di Cullen.
“Grazie!
Fra poco torna Charlie, devo preparargli la cena. Ci sentiamo
dopo”.
“Okay,
ciao ciao”. Attaccai, e scesi al piano inferiore.
Erano
le sette, una mezz'oretta e papà sarebbe tornato.
Appena
tornata da scuola avevo preparato il pesce che aveva pescato
nell'ultimo week-end, ora dovevo solo cuocerlo.
Con
tutta la calma possibile iniziai il mio lavoro. E
se Alice avesse avuto ragione? Va bene, Cullen
non era bruttissimo, ma neanche il massimo.
Non
era il massimo... Bella,
stai mentendo anche a te stessa!
Occhi
verdi, capelli ramati, un fisico che anche i modelli invidiavano...
Forse non ero cotta cotta, ma un po' mi piaceva.
O
forse ero irrimediabilmente innamorata, proprio di Edward.
Scacciai
tutti i brutti pensieri dalla mia mente, focalizzandomi solo sulla
cena. Non
amavo Cullen,
e mai l'avrei amato.
Fra
noi c'era solo odio! Odio reciproco!
EDWARD'S
POV
“Passa
a me!” Mike continuava a correre, sbattendo la palla per
terra.
Aveva
Emmett da un lato e Jasper dall'altro, io ero solo! Perché
diamine
non mi passava quella maledetta palla?!
Il
deficiente provò a fare canestro, cosa che ovviamente non
gli
riuscì.
Il
coach fischiò la fine degli allenamenti, lamentandosi con la
mia
squadra, e soprattutto con me. Ero il capitano, e dovevo fare un buon
lavoro.
“Dai,
la rivincita a casa!” Mio fratello sbatté
prepotentemente una mano
sulla mia spalla, e si diresse nello spogliatoio.
Vicino
a me Jasper ghignò: “Lascialo stare, è
solo contento per aver
vinto!”
Un'improvvisa
rabbia s'impossessò di me: non solo perdevo in campo, ma
anche agli
allenamenti, per colpa di Newton. Emerito deficiente!
“Andiamo su”.
Seguii Jasper e gli altri ragazzi nello spogliatoio, preparandomi per
una doccia rilassante.
“Bella
che dice?” Rimasi veramente stupito a quella domanda,
perché
diamine lo chiedevano a me? Di sicuro parlavano loro con la Swan,
civilmente.
Anche
se nell'ora di biologia eravamo riusciti a scambiarci qualche parola,
senza azzannarci.
“Mh?”
Mi finsi disinteressato, anche se volevo sapere a tutti i costi i
fini di quella domanda.
“Voci
di corridoio, Edward. 'La Swan e Cullen che parlano civilmente
nell'ora di biologia, senza ammazzarsi!'” Ah, ecco
perché
volevano sapere.
“Ci
siamo scambiati solo due parole, sulla supplente di
biologia”.
Alzai le sopracciglia, frizionando i capelli indomabili e infilandomi
la felpa nera.
“Ah,
e Bella era molto interessata... Sulla supplente di
biologia?!”
Feci spallucce, lasciandoli soli nello spogliatoio, tralasciando
alcune parti.
Le
più essenziali.
“Stai
diventando bravissima!” Misi una mano sulla schiena di
Clarissa,
che continuava a suonare il piano.
Dovevo
ammetterlo: ero un'insegnante brillante.
Quando
la melodia finì la bambini si alzò, sgranchendosi
le gambe.
“Ed!”
Mi voltai, catturando la sua attenzione “dov'è la
tua fidanzata?”
Arcuai le sopracciglia. Se non sbagliavo, Clarissa non aveva mai
conosciuto Tanya – se fidanzata si chiamava.
“Quale?”
Lei rise portandosi una manina sulla bocca.
“Eddy,
sei uno sciocco. La ragazza che è venuta l'altra volta,
quella
bella, con i boccoli castani e gli occhi come la cioccolata”.
Sorrisi, mentre l'immagine di Bella fece bella mostra di sé
nella
mia testa. Quella
bella, con i boccoli castani e gli occhi come la cioccolata.
“Clarissa,
Bella non è la mia fidanzata!” Da non crederci,
ancora rideva.
“Non
prendermi in giro! Si vedeva da come la guardavi! E anche lei non era
da meno!” Ma le bambine di sei anni non dovevano vedere i
cartoni
animati?
La
curiosità ora era parte di me, come mi guardava Bella?
Perché solo
io non riuscivo a vedere il suo sguardo, che molti
notavano?
Andai nel pallone, e decisi di chiudere la discussione. “Hey,
lei
non è la mia fidanzata. Io sto già con
un'altra”. Il sorrisino
scomparve dal suo piccolo faccino, e si risedette sullo sgabello.
“Ah”,
disse, prima di continuare la lezione.
“Vado
io!” Urlai dalla cucina. Mi alzai, affrettandomi a prendere
il
telefono.
“Pronto?”
“Cullen,
passami tua sorella!” Oh. Un ghigno
malefico comparve sulle
mie labbra.
“Ciao,
Bella. Mah, non so se Alice è in
cas-” Stavo fingendo,
sapevo perfettamente che mia sorella era nella sua camera, al piano
superiore.
“Cullen,
è urgentissimo!” Se era davvero urgente
sicuramente ci avrei messo
di più a cercare Alice.
“Magari
se me lo chiedi per favore”, adoravo stuzzicarla, nel vero
senso
della parola.
Infatti
sentii un sospiro dall'altro capo del telefono.
“Cullen,
per favore!” No, non andava per niente bene.
“Fiorellino,
ho anche un nome!”. Fiorellino? Da dove mi era uscita fuori?
“Edward,
per favore, potrei parlare con tua sorella Alice?” Il mio
nome
pronunciato dalla sue labbra aveva un effetto disarmante su di me.
“Certo”,
sibilai, prima di passare la linea a mia sorella.
Non
ero mai stato 'un'impiccione', ma quella volta
volevo sentire
la conversazione fra Bella ed Alice.
Ed
avevo sentito pochissime parole:
“Sei
stracotta!” Detto proprio da Alice.
La
rabbia mi accecò. Sicuramente si stavano riferendo a dei
ragazzi, ma
chi?
Newton?
Nah, impossibile.
Eric?
Nemmeno, era un cretino peggio di Newton.
Jacob?
Okay, era amico di Bella, ma solo il suo migliore
amico.
Salii
le scale due a due, spalancando la porta di Alice.
“Non
si usa bussare?” Vecchie formalità che adoperavo
raramente.
“Mi
serve un favore”. Mia sorella alzò la testa dalla
rivista che
stava leggendo, arcuando le sopracciglia. “La mail di Bella”.
Quella
peste rise, richiudendo con uno scatto il giornale.
“E
a cosa ti serve?” Mi serviva, punto e basta.
“Mi
serve. Ti prego, farò tutto quello che vorrai!”
Ovviamente ghignò.
Avevo
firmato un contratto con la mia morte, facendole quell'offerta.
“Prendilo,
è nel PC”.
Una
volta dentro la mia stanza aprii il mio Notebook, inserendo la mail
di Bella.
Ciao.
Come
inizio poteva andar bene. Lo richiusi di scatto, infilandomi sotto le
coperte.
EDDINO EDDUCCIO, COSA HAI IN
MENTE? AH, IO NON POSSO SVELARVI PROPRIO NIENTE.
DUE COSE: - MI SCUSO
PER IL RITARDO E PER NON AVER PUBBLICATO NESSUNO SPOILER
ç_ç
- HO PENSATO MOLTO A QUESTA, E VISTO CHE HO
CANCELLATO UNA
RAGIONE PER VIVERE, MA MI SONO ARRIVATE MOLTE MAIL E
RECENSIONI DI PERSONE CHE LA STAVANO LEGGENDO O VOGLIONO LEGGERLA,
QUINDI... VOLETE IL FILE PDF?
BASTA CHIEDERE ù.ù
SI VEDE CHE VADO DI FRETTA?
XD NEL PROSSIMO CAPITOLO LA FESTA DI JESS! ORA, RINGRAZIO LE PERSONE
CHE HANNO MESSO LA MIA STORIA TRA LE PREFERITE (52) TRA LE STORIE
SEGUITE (58)
E TRA GLI AUTORI PREFERITI (69).
DOMANI ALLA STESSA ORA O
VERSO LE 20 TROVERETE LE RISPOSTE ALLE RECENSIONE, GIURO!
COMUNQUE LE HO LETTE TUTTE, E
VI RINGRAZIO MOLTISSIMO! SIETE FANTASTICI, TUTTI!
Nah,
non riuscivo più a sopportarla! Ed ero un emerita
deficiente, perché
non facevo altro che rimuginare sulle parole di Alice: “Sei
stracotta”.
Negli
ultimi tempi con Cullen
era tutto cambiato: riuscivamo a parlare civilmente senza azzannarci,
e questo era un grandissimo passo avanti. Ma proprio non riuscivo a
tollerare la morsa allo stomaco che sentivo, ogni qualvolta Tanya, o
quelle ochette delle Cheerleader gli si avvicinavano, no, non che
fosse mio, però! E le famose farfalle,
quando mi chiamava Bella, e non Swan,
cosa che stava succedendo sempre più spesso.
Perché era cambiato
così? Forse era meglio prima, ci vedevamo per caso
– quando andavo
a casa sua, ovviamente per Alice -, e a scuola non ci scambiavamo
nemmeno una parola, o sennò, i vari punzecchiamenti. Ma non
era
tutto così... strano! Dio, era più che strano!
Con
uno scatto mi alzai dal letto, accendendo il PC. Charlie, -
fortunatamente -, aveva deciso di comprarmi un nuovo computer, mille
volte meglio del catorcio che mi aveva fatto Renèe. L'avevo
convinto
proprio per questa causa “La mamma mi sentirà
spesso, così non
romperà a te”. Inutile dire che dopo due settimane
avevo il nuovo
PC nelle mie mani. Naturalmente di tecnologia non me ne intendevo
molto, ma Alice aveva pensato a tutto. Mi aveva fatto un nuovo
account, così da poter spedire le mail a mia madre.
Finalmente si
era acceso! Con il mouse cliccai l'icona con la bustina. Sapevo fare
solo due cose: scrivere, inviare e leggere la posta ricevuta. Infatti
c'erano ben tre mail non lette. Presi un bel respiro, preparandomi
alle 'sgridate virtuali' di Renèe.
Con
una mano tenevo un bicchiere d'acqua, e con l'altra manovravo la
freccetta.
Aprii
la prima.
Tesoro,
come stai? Qui a Jacksonville è tutto fantastico! Quando mi
verrai a
trovare?! Io e Phil ti aspettiamo...
E
bla bla bla bla...
Le
solite cose, proprio da Renèe.
Aprii
la seconda.
Amore,
perché ci metti così tanto a rispondere? La linea
a Forks non
funziona bene? Perché non mi chiami? Guar-
Chiusi
anche quella mail. Non le rispondevo da soli due giorni! Dio santo!
Aprii,
la terza, sicuramente uguale alle altre, invece...
eac@gmail.it
Ciao.
L'acqua
che avevo in bocca finì casualmente su tutto il monitor.
Stavo
provando ogni metodo possibile per cercare di non pensarlo, e cosa
faceva? Mi mandava anche una mail? Cosa diamine voleva? Sperai con
tutta me stessa che si trattasse si Alice, cosa alquanto improbabile.
Con
una pezza che avevo in camera ripulii il computer, ed iniziai a
scrivere.
Cullen,
che diamine vuoi?
No,
non andava affatto bene. Infondo mi aveva scritto solo un semplice
Ciao. Optai per la stessa risposta.
Ciao.
E
inviai. Sicuramente non mi avrebbe mai risposto, o aveva sbagliato.
Cercai
con tutta me stessa di rimuovere quella stupidissima mail dalla mia
testa, e scrissi qualche cosa a mia madre.
Casa,
scuola, amici. Amici, scuola, casa. Tanto erano sempre le stesse!
Un
piccolo Tin, mi fece rinsavire.
Perché
le mani tremavano e il cuore martellava feroce nel mio petto?
Oh,
Edward Cullen, ma che cosa mi stai facendo?
EDWARD'S
POV
Avevo
inviato quella maledetta mail da dieci minuti! Perché
diamine non mi
rispondeva? Okay, sicuramente Bella non era la persona che stava
quotidianamente fissa su un computer, però poteva almeno
controllare!
Mi
stavo inquietando. Presi
il Mac, e lo buttai violentemente sul letto, insieme a me. La Swan
mi stava dando del filo da torcere, Cristo santo!
Infilai
le cuffiette dell'iPod nelle orecchie, aspettando impazientemente
qualche segno di vita. Saltai sul letto, facendo cadere dei cuscini,
quando il portatile produsse quel suono, che mi rese felicissimo.
Ciao.
Niente
male, stava giocando la mia stessa carta. Una domanda mi
balenò
nella testa: sapeva chi ero? Aveva il mio account?
Nah,
improbabile. Bella usava il computer di rado.
Bella?
Cosa
più stupida non potevo scrivere? Come un deficiente avevo
già
inviato! Mi avrebbe mandato subito a quel pese, senza mezzi termini!
La risposta questa volta fu immediata.
Si.
Chi sei?
Saltai
di gioia, fortunatamente non aveva la mia mail. Ed
ora? Potevo dirgli chi ero, o inventare un finto nome? La mail in
fatto di nome non lasciava trasparire nulla: eac@gmail.it.
Edward
Anthony Cullen.
Alice c'era andata dentro a fantasia, quando aveva fatto quel
maledetto account. No, non potevo dirgli chi ero. Se dovevo giocare
una carta, avrei usato la migliore.
Anthony.
Non
stavo mentendo, era il mio secondo nome.
Edward,
ma in che casino ti stai cacciando?
BELLA'S
POV
Anthony?
Bè, era il suo secondo nome. Sapeva giocare bene, Cullen.
Ma poi... a cosa diamine stavamo giocando? Quel deficiente aveva
iniziato tutto da solo, ed io volevo continuare. Diamine, se volevo
continuare! Fremevo, ogni volta che mi arrivava una mail.
Ci
conosciamo?
Risi,
mentre inviavo quella mail. Ci
conosciamo? Ovvio,
di meglio non potevo scrivere!
Pensaci
su, qualcosa ti verrà in mente!
Dopo
la mail che mi aveva spedito, il sorriso morì sul nascere.
Oh, ora
il viziato-Edward-Anthony-Cullen
si era stancato, e mi aveva mollata così, su due piedi!
Gran
stronzo!
No,
non mi viene in mente niente!
Impossibile,
dovevamo litigare anche 'virtualmente'! C'era da aspettarselo, con
un'idiota come quello!
Non
ci conosciamo.
Prima
doveva pensare a come giocare, e poi rispondeva. Ottimo, voleva
giocare? Aveva trovato pane per i suoi denti!
Vivi
a Forks?
Aveva
detto che non ci conoscevamo? Bene, avrei iniziato tutto da capo. Io
avevo avuto modo di conoscere solo lo stronzo Cullen,
forse avrei avuto il piacere di imbattermi in quello dolce e gentile,
che descriveva Alice.
Chi
non vive a Forks?
Il
nuovo Cullen
era simpatico. Forse. Continuammo
così per quasi tutta la notte, finché –
con mio sommo dispiacere
-, decidi di concludere quella conversazione. Charlie mi avrebbe
uccisa, dovevo dormire. Edward, oh, Anthony
era una persona simpatica e gentile. Le ore insieme a lui erano
volate, e mi dispiacque veramente lasciare quella conversazione. Buonanotte
Bella, sogni d'oro.
Scrisse, quando lo lasciai.
Ed
erano stati veramente, sogni d'oro. Popolati dal suo splendido viso.
QUESTO CAPITOLO NON DOVEVA
ESSERCI, MA L'HO SCRITTO PER FARVI CAPIRE A COSA FUNZIONA LA MAIL.
DICIAMO CHE EDWARD SI è RESO CONTO DEI SENTIMENTI CHE STA
PROVANDO, QUINDI VUOL FAR CONOSCERE IL VERO EDWARD A BELLA, USANDO IL
SUO SECONDO NOME. MAH, LA NOSTRA CARA BELLINA NON è STUPIDA,
MA AMA GIOCARE ù.ù SONO DI POCHE PAROLE -.- AH,
HO ELIMINATO RUSSIAN
ROULETTE, INFORMAZIONI NEL MIO BLOG, LINK NEL PROFILO.
RINGRAZIO LE PERSONE CHE HANNO MESSO LA MIA STORIA TRA LE PREFERITE (61), TRA LE SEGUITE (91) E TRA GLI AUTORI
PREFERITI (71).
RECENSIONI:
__cory__: Grazie
mille! Devo ancora preparare il PDF di Una Ragione Per Vivere, penso
che con la pubblicazione del prossimo capitolo lo posterò!
Shinalia: Quando ho
letto la tua recensione ho avuto un colpo al cuore. L'autrice di
University Life, Tradimenti e Bugie... cioè, le ho lette
tutte XD Sono onorata! Comunque, in questo capitolo ho spiegato un
pò di cose :)
Rebussiii: Si,
diciamo che si finge qualcun'altro! Grazie mille per i complimenti!
ada90thebest: Ci
sarà il PDF, quando avrò due minuti XD Scusa la
sbadataggine, ma chi sei su Twitter? -.-
arual93: Il PDF nel
prossimo capitolo! Grazie per i complimenti!
_Miss_: Grazieee XD
96opal: Amo Clarissa
:)
piccolinainnamorata:
Grazie! Diciamo che si finge la vera
parte di Eddy.
mo duinne: Grazie
mille!
twilighttina:
Allora, la festa sarà nel prossimo, e si, metterò
i vestiti (già sono pronti XD)
karol95: Grazie!
eliza1755: Ah, non
posso dirti niente XD La festa nel prossimo capitolo.
NOVITà: NUOVA STORIA
IN CANTIERE, CHE STO ADORANDO XD (SEMPRE SU TWILIGHT, OVVIAMENTE!)
“Forza
Bella!” La mia immagine era riflessa allo specchio, e no,
proprio
non andava bene!
“Alice,
non sono io la festeggiata e non indosserò mai questo
vestito!”
Verde, di raso ricadeva lento sul mio corpo. Okay, non mi stava male,
ma era eccessivo! Troppo eccessivo!
“Muoviti!
Ancora devo cambiarmi! Rosalie viene a prenderci alle diciannove e
trenta, manca solo mezz'ora! Quindi, se entro tre secondi non esci...
Oh, i tuoi poveri libri finiranno nel giardino, tutto infangato a
causa della pioggia”. Inutile dire che la sadica-Alice mi
aveva
convinta con poco, così uscii dal bagno velocemente.
Quando
fui davanti a lei, spalancò la bocca. Tirò un
sospiro, e un ghigno
comparve sulle sue labbra. “Sei bellissima”,
sussurrò incantata.
Ottimo, ora mi prendeva anche in giro!
“Non
scherzare, odio questo vestito, e i miei capelli che non stanno un
attimo fermi!” Alice gli aveva raccolti, lasciando ricadere
qualche
boccolo sul mio viso. Lì stavo odiando, per non parlare
delle
scarpe. Quel tacco dodici era una trappola mortale.
“Non
fare la stupida! Sei fantastica, però ora devo
prepararmi”, entrò
nel bagno, e con uno sbuffo misi qualche cianfrusaglia nella
borsetta, oltre al cellulare. “Ah, Bella! Ti è
arrivata una mail”
Inutile dire che i miei occhi si illuminarono all'istante. Lasciai la
borsetta semi-vuota, ed iniziai a smanettare con il PC.
No,
stasera non ci sarò. Ci sentiamo, Bella.
Aveva
confermato quello che mi aveva detto di persona qualche giorno prima,
sarebbe andato chissà dove insieme alla sua
Tanya.
Ci
sentiamo, Anthony.
“Chi
è?” Chiusi di scatto il computer, mentre Alice si
avvicinava di
soppiatto. Non potevo dirle che scambiavo mail con Cullen,
ne
avrebbe combinata una della sue.
“Mia
madre”. Arcuò le sopracciglia. Doveva crederci per
forza, sennò
l'avrei uccisa veramente questa volta.
“Tua
madre... Okay, dai scendiamo che Rose ci sta aspettando”,
sospirai
sollevata, prendendo la borsetta verde e dirigendomi al piano
inferiore. La serata più brutta della mia vita stava per
avere
inizio.
“Bells,
sei uno schianto!” Sbuffai, sedendomi vicino a Rose.
“Mi ha
costretta a indossare questo coso!” Con una mano stavo per
indicare
Alice seduta dietro, ma l'abito di Rosalie mi lasciò senza
parole.
“Wow”,
scandii per bene le tre parole. Il suo vestito era cortissimo, e la
mia mente andò subito ad Emmett. Sarebbe morto d'infarto.
Era corto,
rosso e ricadeva perfettamente su suo corpo fantastico, i suoi
capelli erano lisci come degli spaghetti.
“Si,
è un regalo di mia madre!” Con un rombo silenzioso
mise in moto la
macchina rossa fuoco. “Ma anche tu non scherzi”,
risi. A questo
punto era meglio ridere che piangere.
“Oh,
la nostra Bellina farà strage di cuori stasera!”
“Folletto,
taci!” Anche se non la vedevamo, era assillante!
“Bella,
sembra di parlare con Edward” oh, ora ci mancava solo Rosalie! Mi
sembra di parlare con Edward,
quell'Edward che invece di venire alla festa più cool della
serata
andava a divertirsi con Tanya. Edward che con me era uno stronzo.
Anthony che con me era la persona più gentile che avessi mai
conosciuto!
Alice
rise: “Ci credo che parla sempre di più con
Edward! Con le
ricerche a casa nostra e le varie mail che si spediscono”.
Trasalii. Quel dannato folletto sapeva tutto, dovevo immaginarlo!
“Alice,
ti prego!” Supplicai, congiungendo le mani a mo di preghiera.
“Bella,
è mio fratello ma non ti tradirei mai!”. La
ringraziai
mentalmente. Anche se qualche volta era una palla al piede sapeva
essere una buona amica.
“E
cos'è questa storia delle mail?” Ci eravamo
dimenticate di Rose.
“Nulla”,
sussurrai, guardando fuori dal finestrino. Ecco, ora sarebbe
diventata una notizia di Stato!
“Nulla,
solo che la nostra cara Bella si diverte, mandandosi mail con
Ed!”.
Rosalie sgranò gli occhi, e quasi non andammo a sbattere.
“Eh?”
Era sotto shock. Beh, chi poteva non comprenderla?
“Lui
crede che io non sappia chi sia”. Rose rise, accostando la
macchina.
“E'
fantastico! Solo tu potevi cacciarti in un genere di guaio!”
Era
sarcastica, la ragazza! Scesi dalla macchina, e rimasi abbagliata.
Non credevo che la Stanley arrivasse a tanto! Il locale era strapieno
di luci, sembravano quelle natalizie. Al parcheggio c'erano poche
macchine, altre che stavano arrivando e Jessica accoglieva tutti, con
un finto sorriso tirato. La odiavo, e mi ero anche messa in ghingheri
per la sua festa!
“Forza,
un bel sorriso e vedrai che la serata passerà
velocemente”.
Rosalie mi prese sotto braccio, così ci avviammo verso il
locale.
“I
ragazzi?” Domandai, guardandomi intorno. Erano sempre stati i
primi
ad arrivare.
“Emmett
ha chiamato dicendo che hanno avuto un contrattempo. Verranno dieci
minuti più tardi”. Oh, chissà cos'era
successo. Niente di
importante, sperai.
“Jessica”,
il mio sembrava tutto tranne che un saluto. La Stanley indossava un
cortissimo vestitino viola, che neanche arrivava a metà
coscia,
senza spalline. Era ridicola. Prima di salutarmi mi squadrò
da testa
a piedi, e poi rimase abbagliata, guardando Rosalie. Ovvio, anch'io
avevo avuto quella reazione. Accennò un sorriso.
“La
festa è dentro”, disse, indicando il locale
chiuso. Io e Rose
annuimmo, mentre a passo spedito ci dirigevamo il più
possibile
lontano da quell'oca.
“E'
orrenda”, sussurrò Rosalie nel mio orecchio. Io
risi.
Infondo
la festa non era male. Molti tavoli erano disposti a cerchio, e al
centro c'erano ragazzi che stavano ballando. Sicuramente io non avrei
ballato, ero negata per qualsiasi sport, la danza compresa.
“Quello
è il nostro tavolo”, con un dito indicai un tavolo
di sei posti,
con sopra scritto Swan, Hale e Cullen. Neanche a un matrimonio i
segnaposti!
Un
mugolio infastidito uscì dalle mie labbra, sicura che avrei
passato
l'intera serata seduta su una sedia di plastica.
EDWARD'S
POV
Era
fantastico. Bella
non aveva la mia mail, e da un po' di giorni stavamo giocando
stupidamente. Adoravo giocare, soprattutto con lei. Gli avevo fatto
conoscere la mia parte dolce, quella del vero
Edward. Inutile dire che con lei la calma si perdeva facilmente, ed
eravamo arrivati a punzecchiarci anche 'virtualmente'. Quando le
parlavo di Tanya, e quando le dissi che non sarei andato alla festa.
Cosa assolutamente falsa.
Tanya
mi aveva chiamato venti minuti prima che uscissi di casa, dicendomi
che doveva badare a suo fratello. Con i genitori divorziati, una
madre che non c'era mai e la situazione economica quasi in crisi non
potevano permettersi una baby sitter, peccato che erano cose che
conoscevo solo io. Nemmeno le Cheerleader sapevano nulla.
Così ne
avevo approfittato, chiedendo ad Emmett se mi poteva aspettare.
Ringraziai mentalmente quella pazza di mia sorella, che aveva
lasciato uno smoking nero sul mio letto, con una cravatta verde.
Verde...
Non ci stava male, ma nera non le andava bene? Cercai il più
possibile di non lamentarmi, e indossai la cravatta.
“Scusa”,
dissi, scendendo al piano inferiore. Emmett era in piedi dinnanzi
alla porta, mentre batteva insistentemente un piede sul pavimento.
Brutto segno. “Tanya mi ha avvertito solo ora!” Mi
giustificai.
Sbuffò arrabbiato, e senza dire una parola prese le chiavi
della mia
Volvo. “Perché la mia macchina?”
Domandai, mentre aprivo lo
sportello.
“Perché
per una buona volta non ti fai gli affari tuoi? Mi hai fatto fare
venti minuti di ritardo, e la mia
Rose non può aspettare!” Risi, mettendo in moto.
Come se si
dovevano vedere da una vita!
“Quanto
la fai tragica”, sussurrai prendendo l'imbocco per Port
Angeles.
“Si.
E tu sei tragico con...” si fermò per fissarmi.
“Ed, sei orrendo
con quella cravatta verde!” Io lo sapevo! Sapevo che avrebbe
iniziato a prendermi in giro per la stupidissima cravatta che mi
aveva lasciato Alice!
“E'
colpa di tua sorella”.
“Che
è anche la tua”. Un verso strozzato
uscì dalla mie labbra. Io ed
Emmett stavamo così bene insieme, e poi era nata quella
nanetta di
nostra sorella. Fortuna che ora c'era Jazz a sopportarla.
“Lo
sapevo! Sapevo che erano già arrivate”, disse
Emmett arrabbiato.
Infatti la Ferrari rossa faceva bella mostra di sé nel
parcheggio
del locale. Sicuramente avevano costretto Alice a lasciare la
Porche-canarino a casa.
Sbuffai,
prima di rispondere a quell'orso di mio fratello “Cosa
saranno mai
dieci minuti di ritardo!”
Se
una persona aveva il potere di uccidere con una sola occhiata, sarei
già morto da un pezzo.
“Dieci
minuti? Sono le venti, e dovevamo stare qui alle sette e trenta
precise! Oh, Edward”. Non replicai, sennò quella
cantilena sarebbe
durata per tutta la serata, e mi diressi verso l'entrata. Dove mi
aspettava una serata all'insegna del divertimento.
“Ciao!”
Squittì Jessica Stanley, alla porta del locale. Sicuramente
era lì
per dare il benvenuto a tutti. Il mini-vestito che indossava era un
po' orrendo. Viola, senza spalline con un tacco altissimo. Feci un
cenno della mano, mentre mio fratello la salutava con un caloroso
sorriso. Poteva permetterselo, era fidanzato e nessuno andava contro
Rose. Riusciva ad essere cattiva, quando ci si metteva.
“Oh,
eccole là!” Con un dito Emmett indicò
un tavolo appartato,
all'angolo della sala. E lì, capii perché
indossavo quell'orrenda
cravatta verde, che faceva pandan con lo splendido vestito che
indossava Isabella. Feci un lungo respiro, per riacquistare
lucidità,
mi aveva abbagliato. Era seduta in un angolo sperduto, insieme a
Rosalie. Ovviamente Alice era in pista con il suo amato.
“Ragazze!”
Rose scattò all'indietro, dando una pacca sulla spalla di
Emmett.
“Ce
l'hai fatta!” Disse indignata. Okay, il fratello-orso aveva
ragione, Rosalie se l'era presa.
“Scusa
è colpa mia!” Alzai le mani a mo di difesa, mentre
Bella si girò,
e quasi si strozzò con il bicchiere d'acqua che aveva in
mano.
Sgranò gli occhi, e accennò un sorriso. Se solo
avesse saputo che
io ero Anthony, che avrei mai voluto tutte quelle piccole liti in
quegli anni e la gelosia che mi attanagliava il petto ogni qualvolta
parlava con Newton e tutti gli altri ragazzi della squadra.
Non
rimasi sbalordito dalla domanda che mi fece Rosalie “Ma tu
non
dovevi essere con Tanya?” L'aveva fatto per Bella, ne ero
sicuro.
“Complicazioni”.
Mi sedetti vicino a Bella, mentre lei sbuffò acida.
“Tre
posti liberi, Cullen.
Proprio vicino a me?” Un ghigno comparve sulle mie labbra. I
nostri
punzecchiamenti mi infastidivano, ma gli adoravo.
“Certo!
Sarò la tua ombra per tutta la serata!” Forse
aveva colto solo il
tono sarcastico della mia frase, ma io non stavo scherzando. Per
niente.
“Beh,
noi andiamo a ballare” Rose fece un cenno della testa a
Bella, e si
diresse insieme ad Emmett verso la pista.
“Non
balli Swan?”
Stava per rispondere, quando si fermò di colpo.
“La
tua cravatta”, sussurrò, mentre una strana smorfia
dipingeva il
suo volto.
“Alice”,
dicemmo all'unisono. Io scoppiai a ridere, e le labbra di Bella si
distesero in un tenero sorrisino.
“Allora,
vuoi rispondere alla mia domanda?”
“No”.
Oh, quanto diamine era complicata.
Risi,
giocando con un lembo del tovagliolo “No non balli, o no non
vuoi
rispondere alla mia domanda?”
“No,
non ballo”. Strano, tutte le ragazze che conoscevo adoravano
ballare. Ma naturalmente la Swan
era l'eccezione alla regola.
Rimanemmo
in silenzio per un po', finché un ragazzo nerboruto si
avvicinò a
passo spedito al nostro tavolo.
“Bells”
urlò, catturando l'attenzione di Bella. Nah, non mi piaceva
per
niente. Troppa confidenza, e odiavo quel sorriso che aveva stampato
sulle labbra. Prima ancora di girarsi Bella sorrise al suono di
quella voce.
“Jake!”
Si alzò di slancio, abbracciando con affetto quel... Jake.
Conoscevo Bella da una vita, e non l'avevo mai visto. Una fiamma
improvvisa? Impossibile, Alice ne avrebbe parlato fino allo
sfinimento. “Che ci fai qui?” Mentre parlava con
quel ragazzo,
contemplai il suo corpo. Dato che era seduta, non avevo avuto la
fortuna di vederla bene e... dovetti ringraziare mia sorella. Lungo e
di raso il vestito ricadeva lento sul suo corpo snello e quel sedere
che lasciava ben poco all'immaginazione “Ehm...
Edward?” Bella
sventolò una mano davanti ai miei occhi. Dio,
chissà da quanto mi
stava chiamando. Le prestai attenzione “vado a ballare con
Jake. Ti
dispiace?” In quel momento la lucidità
tornò prepotentemente.
“No
affatto”, dissi duro, guardandola allontanarsi con quel
ragazzo
senza identità.
BELLA'S
POV
Vederlo
in sala era stata una vera sorpresa. Ero pronta a tutto, tranne a
Edward. E poi era così affascinante! Tralasciando
quell'orrenda
cravatta verde che faceva pandan con il mio vestito. Stupida Alice!
“Allora,
che fai qui a Forks?” Ero rimasta stupita anche nel vedere
Jake, il
mio amico d'infanzia alla festa della Stanley. Sfortunatamente mi
aveva trascinata in pista, e con mio sommo rammarico avevo lasciato
Edward da solo. Avevo conosciuto Jake a Phoneix, ogni estate veniva
in villeggiatura con sua madre ed avevo avuto il piacere di
incontrarlo varie volte. Poi eravamo diventati inevitabilmente amici,
era così simpatico e rallegrava le mie giornate tristi.
Quando venni
a Forks per passare un Natale da Charlie, Jacob era proprio
lì, con
suo padre Billy. La sorpresa fu così forte che chiesi a mia
madre se
potevo tornare da Charlie. Infondo con Renèe le cose non
andavano
così bene, e a Forks avevo un'ancora di salvezza: Jacob.
Purtroppo
qualche mese dopo se ne andò, raggiungendo la madre a
Phoneix.
Inutile dire che caddi in depressione. A Forks avevo qualcuno su cui
contare, e quel qualcuno se ne era andato, lasciandomi così,
da
sola. Qualche mese dopo incontrai Alice, e il legame che si
instaurò
con lei e tutta la combriccola fu veramente speciale. Non potevo
più
fare a meno di loro. Jacob torna a Forks qualche volta, per far
visita a Billy, suo padre.
“Sono
venuto per restare”, l'abbraccio che conseguì fu
pieno d'affetto.
Mi era mancato, davvero.
“E'
meraviglioso! Perché non mi hai chiamato? Da
quant'è che sei a
Forks?”
“Hey
Bells, vacci piano con le domande! Sono arrivato proprio pochi giorni
fa, e volevo farti una sorpresa. Poi non sono più a Forks,
ma a La
Push. Billy ha preso una piccola villetta, quindi andrò a
scuola
lì”. Lo sapevo. Sapevo che da quando Billy era
rimasto solo aveva
comprato una villetta alla riserva di La Push, dove aveva alcuni
amici.
“Bé,
che problema c'è? Ci vedremo lo stesso tutti i
giorni” Jacob mi
strinse la vita, mentre ballavamo
quel lento.
“Già,
e poi ho tantissime cose da raccontarti!” Pensai a tutte le
stragi
che avesse potuto combinare a Phoneix, senza la protezione
di suo padre.
Trapelavo
curiosità da tutti i pori “Una?” Jake
sorrise, mi conosceva
troppo bene.
“Mi
sono fidanzato”. Gli diedi un buffetto sulla spalla. La
relazione
più lunga che Jacob aveva avuto era stata proprio con me,
sotto
costrizione dei nostri genitori. Lui combinava troppi guai, e Billy
era sicuro che io gli avrei messo la testa a posto. Cosa che non
successe, affatto. Con quella finta-relazione io lo coprivo dai tutti
i casini che combinava, e così si erano triplicati.
“Ti giuro,
questa volta mi sono innamorato! Lei è così bella
e... oh, Bella
devo fartela conoscere!” Lasciò la presa alla mia
vita, e si
diresse a passo spedito in un angolo della sala. Io rimasi
lì, al
centro come una scema. Jake tornò dopo pochi minuti, con una
ragazza
a fianco.
“Bella,
lei è Renesmee. Renesmee, lei è Bella”.
La ragazza dal nome
strano mi aveva lasciata senza parole. Aveva un fisico asciutto e un
sorriso celestiale illuminava il suo volto.
“Piacere”,
sussurrai, stringendo la sua mano. Gli occhi erano di uno strano
colore ambra, e lunghi boccoli ramati ricadevano sulle sue spalle.
Deglutii rumorosamente, pensando a Edward. Da brava stronza l'avevo
lasciato lì, da solo. “Jake, ora devo proprio
andare. Renesmee, è
stato un piacere conoscerti”. Mentre me ne andavo sentii un
'anche
per me', bella figuraccia che avevo fatto.
Come
avevo immaginato al tavolo non c'era nessuno. Era andato da Tanya, me
lo sentivo. “E' fuori”. Sorrisi all'informazione di
Alice, e con
quei tacchi dodici centimetri cercai di uscire da quella trappola.
EDWARD'S
POV
Da
solo, nel buio del parcheggio mi accesi una sigaretta. “No,
non
ballo”. Eppure mi aveva lasciato lì a
quel tavolo, solo come
un cretino. Quante cose che non sapevo di Bella! E si era buttata
nelle braccia di quell'orrendo ragazzo che... Oh, Dio. Stavo entrando
nel pallone. “Lo sai che non si fuma”, Bella tolse
la sigaretta
dalle mie mani, e la gettò a terra.
La
fulminai con lo sguardo “Tu non dovresti essere dentro, a
ballare
con...” Jake.
Tenni il nome per me.
Rise.
“Ti ho supplicato per rimanere al tavolo con te”.
Mi girai, per
fissarla con un cipiglio curioso. Bella scosse la testa “Oh,
Edward. Ma quanto sei stupido? 'Vado
a
ballare con Jake, ti dispiace?' Bastava
solo che tu dicessi di si!”
Lei
mi aveva chiesto esplicitamente di restare al tavolo con me, ed io
risucchiato dalla gelosia l'avevo lasciata andare. Gran coglione,
complimenti!
“Beh,
allora spero solo che ti sia divertita”.
La
risposta sarcastica che arrivò mi alleggerì il
cuore “Da morire”.
Stavo
per dire qualcosa, quando Bella si abbracciò il busto con le
mani.
Infondo aveva solo un vestito leggero con delle fine spalline. E
stavamo a Forks. Da gentiluomo mi sfilai la giacca, posandola sulle
sue spalle. “Oh... grazie”, sussurrò,
mentre le sue gote
prendevano un colore rosa davvero affascinante. Restammo per qualche
minuto in silenzio, finché Bella con un grosso sbuffo si
allontanò
un po' da me.
“Mi
hanno lasciata a piedi!” Un tenero broncio prese forma sul
suo
viso. La guardai stralunato, così mi diede qualche
spiegazione
“Dovevo tornare a casa con Alice e Rose, ma la Ferrari con
c'è!”
Aveva pienamente ragione, né la Ferrari di Rose e la moto di
Jazz
erano nel parcheggio. Inutile dire che qui sotto c'era lo zampino di
Alice. Con una mano indicai la mia Volvo “Ti posso
accompagnare
io”, constatai, aprendo lo sportello del passeggero.
Si
guardò intorno “Forse posso chiedere a
Jake...” Presi un
profondo respiro, cercando di riacquistare la calma.
“Bella,
insisto”. Quel Jake poteva essere chiunque, e di certo era
più al
sicuro con me. Biascicò un 'Okay', salendo nella macchina.
Impiegai
due minuti per fare il giro, e sedermi accanto a lei. L'abitacolo
della macchina era un luogo buio, e quasi intimo con la luce della
luna che flirtava dai finestrini. Il suo profumo di fragola aveva
invaso quasi tutta la macchina. Stavamo uscendo da Port Angeles,
quando mi rivolse un'innocente domanda “Posso accendere la
radio?”
Annuii, mentre Bella si dava da fare con i tasti. E in quel momento
trasalii, nel lettore CD c'era il CD di Debussy, quello che mi aveva
regalato Alice per le vacanze natalizie. Le musica partì, e
Bella
rimase per qualche istante ferma, chinata verso la radio. Ero pronto
per una sfilza di frecciatine ironiche “Claire De
Lune?” Quasi
sbandai, aveva riconosciuto la melodia!
“Cullen,
mi sorprendi”. Non lo lasciai a vedere, ma adoravo
sorprenderla.
“Già”,
sussurrai, perso ancora nei miei pensieri. Chissà quante
altre cose
avevo in comune con Bella.
Il
viaggio durò ben poco. Meno di venti minuti ed ero fuori al
vialetto
di casa Swan,
con una Bella che si toglieva la giacca. “Puoi
tenerla”, la
fermai con una mano.
Un
solo nome pronunciato dalle sue labbra mi fece deglutire
rumorosamente “Charlie”. Il capo Swan mi odiava. Da
quando avevo
'preso di petto' Bella, non mi aveva fatto più entrare
dentro la sua
casa. E Bella aveva ragione, doveva restituirmi la giacca.
Adoravo
quando Bella era impacciata “Beh... allora grazie”,
disse
avvicinandosi a me. Avevo bisogno di un solo bacio, mi sarei
accontentato di tutto. Quasi i nostri nasi si sfioravano,
alzò il
viso di pochi centimetri, stampando un dolce bacio sulla mia fronte.
“Buonanotte, Edward”.
Aprì lo sportello, e mi lasciò così,
drogato dal suo profumo.
Ed
ero tremendamente felice.
MOLTE
COSE, IN QUESTO CAPITOLO. SAPPIAMO CHE JAKE C'è, E CHE RUOLO
HA. IO NON HO MAI VISTO DI BUON OCCHIO LA COPPIA BELLA-JACOB, QUINDI HO
FATTO ENTRARE SUBITO IN GIOCO RENESMEE XD POOOI, NOTIZIONA: NEL BLOG IL
PDF DI UNA
RAGIONE PER VIVERE! LINK NEL PROFILO. RINGRAZIO karol95 PER
L'INFORMAZIONE DELLA MAIL, GRAZIE! POI, LE PERSONE CHE HANNO MESSO LA
MIA STORIA TRA LE PREFERITE (76),
FRA LE STORIE SEGUITE (112)
E FRA GLI AUTORI PREFERITI (75).
_Miss_: Si, ci
sarà da ridere, piangere e tante molte altre cose XD
karol95: Grazie, e
grazie anche per l'informazione delle mai!
eliza1755: Alla
festa è stato più Anthony, ma poi è
arrivato Jake XD Grazie mille, un bacio :*
arual93: XD Dai, si
inizia a capire qualcosa! Comunque, Una Ragione Per Vivere è
nel Blog!
twilighttina: Ti
giuro che quando avrò due minuti passo a vedere le storie XD
Comunque, spero che i vestiti ti siano piaciuti! Purtroppo non ho
trovato quegli dei ragazzi, ma non sarà difficile
immaginarli!
rodney: Allora, come
spiegato nel Blog ho dovuto cancellare Russian Roulette per vari
motivi, quindi ora la finisco per conto mio e poi - credo sicuramente -
la ripubblicherò con calma.
Un'altro,
noiosissimo e grigio sabato a Forks. Ovviamente io non ero come tutti
gli altri ragazzi normali
e
amavo di gran lunga tutti gli altri giorni settimanali, tranne il
sabato e la domenica. Che divertimento c'era? Questo week-end ero
rimasta rintanata in casa, perché i Cullen erano andati in
campeggio
tutti insieme.
Abitualmente,
aprii la posta elettronica. Era diventata davvero un'abitudine.
Due
mail. Lessi tranquillamente la prima.
Edward
Cullen (Anthony, secondo lui). Com'è
andata la festa?
Ci
avrei giurato! Sapevo che mi avrebbe chiesto come ero stata, insieme
a lui. E chi ero io per mentirgli?
Meravigliosamente.
Risposi,
sapendo che avrebbe letto quella mail martedì prossimo.
Infatti,
senza fremere per la risposta di Edward,
passai alla seconda mail. Renèe aveva scritto che a Phoenix
andava
tutto bene, e mi chiedeva se volevo andarla a trovare. Rimuginai un
po' su quella domanda. Era sabato, e sarei rimasta tutto il week-end
a casa, perché non andare nell'assolata Phoneix, a prendere
un po'
di sole? Scesi di corsa al piano inferiore, e quasi non caddi sugli
ultimi due scalini.
“Papà!”
Urlai, svegliandolo. Aveva fatto il turno di notte, e come suo solito
si era addormentato sul divano.
Sbadigliò,
prima di rispondermi “Bells, è successo
qualcosa?” Annuii,
felice. Sì, felice. Perché tornavo da mia madre
dopo tanti anni.
“Vado
da mamma!” Come se gli avessi tirato un secchio d'acqua
gelida in
pieno volto si alzò di soprassalto.
“Perché? Cioè Bells, lo so
che non sono un padre presente, ma posso cambiare...” risi,
mentre
stava iniziando una polemica da solo.
“Papà,
calmati. Phil sta giocando a Jacksonville, e la mamma è a
casa da
sola. Mi ha chiesto se posso andarla a trovare per il week-end.
Martedì sarò qui a Forks”. Mi
sembrò di vedere Charlie sospirare
sollevato.
“Davvero?”
Domandò, cauto. Annuii, sempre con il sorriso sulle labbra.
“Va
bene. Hai già i biglietti, giusto?”
“Sì
papà, ho tutto. Anche la borsa pronta! Prendo l'aereo alle
sedici e
vado con il Pick Up”. Charlie sorrise, forse sollevato per
aver
capito che non me ne sarei andata. Non potevo andarmene da Forks,
c'era la mia vita.
“Va
bene”, si avvicinò, abbracciandomi goffamente.
Sorrisi,
salendo al piano superiore, per prendere il borsone e chiudere il PC.
Phoenix, sto arrivando!
Il
viaggio non era stato così lungo, e alle venti ero a
Phoenix.
Purtroppo il buio era già calato, e dovevo aspettare il
giorno dopo
per prendere un po' di sole. Chiamai un taxi, che mi scortò
fino
alla casa di mia madre. Phoenix no era cambiata per niente, il solito
traffico serale e le luci accese per tutta la città. Una
volta
arrivata presi il borsone, pagai il taxi e suonai. Come una cretina
mi ero dimenticata di avvertire la mamma, che era rimasta davvero
stupita, vedendomi comparire davanti alla porta “Oh,
Bella!” Di
slancio l'abbracciai. Okay, certe volte esagerava con le mail e le
continue chiamate, ma era pur sempre mia madre. “Come sono
felice
di rivederti!” I suoi occhi erano lucidi, e per poco non
scoppiai a
piangere anche io.
“Mamma...
scusa se non ti ho chiamata, ma ho organizzato tutto all'ultimo
minuto”, mi scusai, imbarazzata. Con le mani prese il mio
viso a
coppa “Non ti preoccupare. Tu non hai bisogno di avvertire.
Bé,
cosa facciamo qui fuori? Vieni, entra”. Entrai in casa, e
quasi mi
ero dimenticata di come era. L'enorme salone illuminato, e la scala
che portava al piano superiore e alla mia camera. Renèe
aveva
cambiato l'arredamento, ed ora era anche più bella di prima
“Wow.
Mamma, è bellissima!” Lei sorrise soddisfatta. Non
aveva buon
occhio per questo genere di cose, ma aveva fatto un buon lavoro.
“Dai
vieni, ti preparo qualcosa da mangiare!” Disse, tirandomi per
un
braccio. Ed ero di nuovo a casa, felice.
EDWARD'S
POV
“Mamma!
Ti prego!” Non volevo andare in campeggio, e sembravo un vero
e
proprio bambino petulante. Erano anni che andavamo tutti insieme in
campeggio, e questa volta avrei davvero preferito restare a casa.
“Edward,
non se ne parla. Si tratta di tutta la famiglia, e tu fai parte della
famiglia. Quindi, taci e finisci di preparare quella borsa!”
Salii
le scale barbottando qualcosa di insignificante, e mettendo dei
vestiti dentro il borsone. In campeggio, un intero wee-end in mezzo
quegli insignificanti insetti “Ehi Ed, che
succede?” Appunto,
stavo proprio parlando di insignificanti
insetti.
“Alice,
cosa diamine vuoi?” Entrò nella mia camera,
chiudendo la porta
alle sue spalle.
“Oh,
scusa se mi preoccupo per te! Comunque, aggiornami!” Arcuai
le
sopracciglia. Di cosa diamine stava parlando? “Edward, sei
un'imbecille! Come va con Bella?” Enfatizzò le
parole, una per
una. Come se fossi un deficiente. E io quasi mi strozzai con la mia
stessa saliva.
“La
Swan?” Alice scosse la testa, spazientita.
“Edward,
non devi fingere con me. So a che gioco stai giocando, quindi,
parla”. Ottimo, davvero. Mia sorella sapeva tutto.
Cercai
di tenermi sul vago “Mmh, normalissime mail”.
Confessai,
chiudendo la valigia.
“Ho
capito, non devo ficcare il naso nei tuoi affari”, annuii
convinto,
scortandola fino alla porta. “Ah, papà mi ha dato
queste
caramelle, provale! Sono squisite”. Per accontentarla presi
una
caramellina verde dalla scatola, e la ingoia davanti a lei, che con
un sorriso sadico si allontanò.
“Edward,
amore! Se vuoi non partiamo!” L'espressione dolorante sul
volto di
Esme era il peggior dei mali. Mah, che dicevo. Il peggiore ce l'avevo
proprio io, dopo aver mangiato la caramellina
data da papà.
Che – ovviamente – non era stata così.
Spostai il mio viso dal
water, sciacquandomi la bocca nel lavandino. Presi un gran respiro,
prima di rispondere alla mamma “Non ti preoccupare. Andate,
io me
la cavo”. Esme annuì, posando un dolce bacio sulla
mia fronte.
“Edward,
verso le quattro prendi questi antidolorifici. Dopo cena questa
pastiglia” Si raccomandò Carlisle “Cerca
di non mangiare niente.
E... ci vediamo martedì”. Mio padre mi diede una
pacca sulla
spalla, ed uscì anche lui dal bagno. Oh, ora era il turno di
Alice.
Si avvicinò, posandomi un bacio sulla guancia
“L'ho fatto per te.
Chiama Bella, vedrai che quando sentirà la tua voce
dolorante
accorrerà immediatamente qui”. Finì,
lasciandomi solo. Tutto
questo per far venire Bella a prendersi
cura di me? Okay, le avevo sentite davvero
tutte da Alice. Quando se ne furono tutti andati mi buttai sul letto,
con il cellulare in mano. No, non sarei mai riuscito ad accendere il
PC.
La
chiamo? No, troppo stupido.
Non
la chiamo? Ottima idea.
Per
Dio, non sapevo che diamine fare! Infine, digitai il suo numero di
cellulare. Rispondi.
Rispondi. Rispondi.Siamo
spiacenti, ma il cliente da lei desiderato non è al momento
raggiungibile.
Fantastico! Per Bella il cellulare era una vera e propria
cianfrusaglia!
Chiamarla
a casa? Mah, potevo provare. E se mi avrebbe risposto Charlie?
Improbabile. Digitai un nuovo numero.
Bella.
Bella.
Bella.
Bella. Charlie.
“Pronto?” Ora che cosa avrei dovuto fare?
“Ehm...
Capo Swan, sono Edward Cullen. P-posso parlare con
I-isabella?” Da
quant'è e balbettavo? Dio, stavo cadendo proprio in basso.
“Edward
Cullen. Mi dispiace, ma Bella ora non è in casa”.
Scattai a sedere
sul letto. Non era a casa? E dov'era? Non era mai uscita senza Alice!
Con qualche ragazzo? Oh, stavo impazzendo.
“...Ecco,
quando torna può dirle di richiamarmi?” Si, le
avrei fatto una
vera e propria ramanzina. Ed ero anche malato.
“Edward,
Bella è a Phoenix, è andata a trovare sua
madre”. Mi sentii
mancare.
“Per
l'intero week-end?”
“Già!”
Da maleducato, senza salutare attaccai in faccia al Capo Swan. Io
ero su un letto, malaticcio e lei era chissà dove
e con chi
a Phoenix.
Ah
bé, avrei ucciso Alice!
LO AMMETTO, HO USATO ALICE.
NON INCOLPATELA, LEI L'HA FATTO PER SUO FRATELLO E PERCHé
NON SAPEVA NULLA DELLA 'VACANZA' DI BELLA. E L'HO FATTO ANCHE PER I DUE
PROTAGONISTI, UN CAPITOLO PER PENSARE, E POI NE SUCCEDERANNO DI TUTTI I
COLORI. Bè, CHE DIRE? CHE ANCORA DEVO RIPRENDERMI, DOPO IL
TRAILER DI ECLIPSE *-* E POI VOLEVO CHIEDERVI SCUSA, PER IL RITARDO
ç_ç HO TREMILA IMPEGNI, E UNA FIC DA SCRIVERE PER
UN CONTEST! AH, PUBBLICATA UNA NUOVA FANFICTION (DATO CHE I MIEI IMPEGNI
SONO POCHI E NON HO PROPRIO NIENTE DA FARE -.-) Non mi lasciare
RINGRAZIO LE PERSONE CHE
HANNO MESSO LA MIA STORIA TRA LE PREFERITE (79), TRA LE SEGUITE (139), TRA QUELLE DA
RICORDARE (13),
E TRA GLI AUTORI PREFERITI (79).
GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE!
RECENSIONI:
96opal: Grazie
mille! Si sono avvicinati, ed ora allontanati XD Vedrai che le cose si
sistemeranno!
bellina97: *-* Non
ti preoccupare per il poema, la tua recensione mi ha fatto
più che piacere! Sono contenta che pensi tutte queste cose
*ME ONORATA*. Però di persone ce ne sono molte in giro,
quindi rispetto il parere di tutti ù.ù Grazie
ancora per i complimenti!
__cory__: Si,
BlogSpot mi da moltissimi problemi -.- Comunque, va bene anche se mi
hai avvertita qui! Grazie per i complimenti!
_Miss_:
Grazie!
arual93: Si, diciamo
che gli sto facendo fare un po' la figuraccia -.- Però Bella
si sta divertendo molto XD
ese96: Grazie mille!
TWLABIMBA94: Grazie
mille! Ma con il vostro appoggio non smetterò mai di
scrivere, e non mi butto giù per niente al mondo! Grazie
ancora!
Nessie_06: Grazie
mille. Comunque, sotto lascio tutti i dati, così potrai
aggiungermi su MSN!
mo duinne: No, niente
passi avanti XD Ah, scusa il ritardo -.-
eliza1755: No,
nemmeno io sono fan della coppia Bella/Jake -.- Loro stanno facendo
passi avanti, ma ne faranno ancora di più quando saranno
lontani (basta, non voglio lasciarvi spoiler!)
karol95: Grazie!
bella cullen89:
Grazie mille, e si, scrivo molto bene il POV di Edward!
PUBBLICITà (LEGGETE, PER CHI VUOLE
CONTATTARMI!)
TWITTER BLOG
MSN: tatiana_nirta@hotmail.it Tatiana | formspring.me(POTETE FARMI TUTTE LE DOMANDE CHE VOLETE, SIA
'ANONIME' CHE CON IL VOSTRO NOME-NICK!)
Quella
mattina mi svegliai di soprassalto, a causa dell'insistente caldo. Il
cambio di temperatura era stato fastidioso, ed avevo faticato anche a
dormire.
“Bells,
è pronta la colazione!” Sorrisi, nel sentire la
voce di mia madre.
Quanto mi era mancata? Troppo. M'infilai il costume bianco –
che
con la mia carnagione color latte mi stava malissimo – un
paio di
pantaloncini corti e una canotta celeste, precipitandomi al piano
inferiore.
“Mamma!”
Le stampai un dolce bacio sulla guancia.
“Buongiorno!” Finii,
addentando un toast appena sfornato.
“Tesoro,
sei di buon'umore”. Anche lei si sedette davanti a me, ed
iniziò a
fare colazione. Masticai lentamente.
“Già!
Non vedo l'ora di prendere un po' di sole!” Dire che ero
euforica
era troppo poco.
“Io
devo andare a fare un po' di compere. Ti dispiace se ti lascio
sola?”
Nessun problema. Anzi, Renèe mi avrebbe assillata ancora di
più con
la sua presenza.
“Mamma,
non ti preoccupare. Sarò a casa per l'ora di
cena”. Presi la borsa
che mi ero preparata la sera prima, e mi precipitai letteralmente
fuori casa. Il profumo del mare, le persone che passeggiavano tutto
mi mancava di Phoenix. Con calma mi diressi verso la spiaggia, che
non era molto affollata. Qualche coppia qua e là, dei
bambini che
stavano giocando con la sabbia e un gruppo di ragazzi che giocava a
volley ball. Tutto tremendamente familiare e nostalgico. Qualche
volta l'idea di tornare a Phoenix si era fatta prepotente nella mia
mente, tanto che avevo le valigie già pronte. E se fossi
rimasta?
Insieme alla mamma, che a casa era sola. Ma anche Charlie era solo, e
povero papà, lui non poteva cavarsela da solo. Aveva bisogno
di
tutto il mio appoggio. Presi il telo da mare che avevo nella borsa
viola, e lo distesi per terra. Niente protezioni, dovevo diventare
bordeaux. Mi distesi a pancia in giù, prendendo la settimana
enigmistica che avevo scovato nella mia vecchi camera, e iniziando a
fare i vari crucipuzzle. Ma dire che la fortuna era dalla mia parte
era un vero e proprio eufemismo, non ero nemmeno arrivata, che una
pallonata mi arrivò in pieno viso. Cioè,
più attenti non potevano
stare?
“Scusa!
Scusa!” Un ragazzo della mia età si
avvicinò affannato,
continuandosi a scusare. Mah, lo potevo anche perdonare. Mi era
successo di peggio. Presi il pallone, e glielo porsi “Non ti
preoccupare”. Un sorriso stupido e idiota, il mio.
Si
passò una mano fra i capelli, gesto che avevo visto fare
solo a
Edward.
“Mi
dispiace, è stata colpa mia”. Con un gesto della
mano gli feci
capire che non doveva preoccuparsi. “Senti... Ecco, stiamo
cercando
qualcuno che giochi con noi. Ti va di venire?” Isabella Marie
Swan,
che gioca a pallavolo. No, non si poteva fare. E ora cosa mi sarei
inventata? “Sono arrivata ora e …”,
finii lui per me.
“Allora
non ti preoccupare. Ci vediamo” Si allontanò,
allungando una mano
per salutarmi. Forse quello sarebbe stato il momento buono per farmi
degli amici, e per passare un week end sereno, e senza pensieri.
Okay, volevo divertirmi, ma non fare figuracce. E sicuramente ne
avrei fatta una. Presi il crucipuzzle, e lo continuai
finché... non
caddi in un sonno profondo.
Odiavo
i cellulari. A cosa servivano quegli aggeggi elettronici? Ah, per me
potevano anche essere aboliti. Mi stropicciai gli occhi, prima di
rispondere. “Chi è?” Inutile dire che
ero stata brusca. Ma stavo
dormendo così bene.
“Bella!
Ma dove sei finita? Sono le otto, e ancora non sei casa”.
Stavo per
borbottare qualcosa, quando pensai a quello che mi aveva detto mia
madre. Erano le otto. Le otto di sera. Non ci potevo credere. Ero
stata un intero pomeriggio a dormire, al mare e... dire che ero
bruciata era poco. Mi faceva male tutto! Sbadigliai, prima di
rispondere a Renèe “Mamma, ora arrivo.
Aspettami”. Attaccai,
senza salutarla. Come avevo potuto addormentarmi? Il sole era anche
calato. Mi alzai, prendendo il telo e riponendolo dentro la borsa.
Mentre passeggiavo per le strade di Phoenix controllai il cellulare.
Tre chiamate perse. Alice. Alice. Alice. Povera, forse aveva chiamato
Charlie, ed era venuta a sapere della mia imminente partenza. Molte
volte era riuscita a dissuadermi dall'idea di tornare a Phoenix, ed
io avevo colto l'occasione appena se ne era andata. Composi il suo
numero, ma non bastò nemmeno mezzo squillo.
“Dimmi
che torni a Forks!” Risi. L'avevo intuito, la sua
preoccupazione
più grande era stata proprio questa.
“Torno
a Forks, stai tranquilla. La mamma era sola per tutto il week end,
quindi sono venuta a trovarla. Ma martedì sarò
ancora fra i tuoi
piedi!” Sentii un sospiro di sollievo dall'altra parte del
telefono, anzi, due. Come avevo intuito. “Alice, con chi
sei?” La
risposta mi fece raggelare il sangue nelle vene.
“Edward”. Mentre
parlavo con lei, aprii la porta di casa, e feci segno a
Renèe che
ero al telefono. Alice mi raccontò della gita rimandata,
perché
Edward stava male. E io non potevo scegliere giorno migliore per
partire, giusto? Loro erano a casa, ed io a Phoenix. Quando
finì,
presi un bel respiro. A volte era una locomotiva nelle chiacchiere.
“Va
bene. Ah, Alice, mi faresti un favore? Charlie non può
venire
all'aeroporto di Phoenix martedì, puoi passare
tu?” Sicuramente
non avrebbe avuto niente da fare, infatti “Nessun problema.
Ci
vediamo Bells!” Attaccai, e mi diressi in cucina dove la
mamma mi
aspettava con due cartoni di pizza in tavola.
“Ce
l'hai fatta! Chi era?” Si mise seduta, iniziando a mangiare.
La
imitai.
“Alice.
Ti saluta”. Bugia, tremenda bugia. Alice non mi aveva detto
proprio
niente, neanche di salutare mia madre.
“Oh!
Adoro quella ragazza, e suo fratello! Com'è che si chiama?
Si,
Edward!” A momenti non mi strozzai con la mia stessa saliva.
“Proprio carino”, inutile dire che mia madre si
ricordava di
Edward solo perché era un bel ragazzo.
“Già”
masticai lentamente la pizza che avevo in bocca. Povero Edward, a
casa che stava male.
“Ti
piace”. Immediatamente diventai rossa come un pomodoro
“No!” Mi
affrettai a dire.
“Dai,
sono tua madre! A me queste cose puoi dirle”. Era
così palese che
mi piacesse Edward? E poi così, da un momento all'altro.
“Mmh...
un pochino”. Dire che ero rossa era un eufemismo.
“Ti
sei innamorata”. Renèe si alzò,
buttando i due cartoni della
pizza dell'immondizia. Non mi ero innamorata! Per lo più di
Edward
Cullen!
“Mamma!”
La ammonii, prendendo il guinzaglio di Jake. Il cagnolino che mi
aveva regalato Jacob quando ancora abitavamo a Phoenix, e che l'avevo
chiamato con il suo diminutivo. Ancora mi rinfacciava questa cosa.
“Bella, non c'è niente di male! Edward
è un bel ragazzo, e a te
piace!” Sbuffai, aprendo la porta di casa.
“Porto
fuori Jake”, urlai, prima di uscire definitivamente.
Anche
se erano le nove di sera fuori l'aria era calda, e si stava fin
troppo bene. Jake scodinzolava a destra e sinistra, e se ne stava
buono per i fatti suoi.
“Hey!”
Mi voltai, e vidi un ragazzo venirmi incontro. Nel parco non ero
sola, ma non c'era nemmeno tanta gente. Se fosse stato un maniaco?
Nah, non aveva la faccia da maniaco. Si avvicinava sempre di
più
“Hey, sono quello che ti ha tirato una pallonata
oggi”. Sospirai
sollevata, infondo aveva un viso conosciuto.
“Ciao”,
abbassai lo sguardo, diventando inevitabilmente rossa.
“Demetri”,
allungò una mano, e io la strinsi. Aveva la pelle calda, ed
era
bello. Terribilmente bello.
“Isabella.
Ma puoi chiamarmi Bella”. Annuì, mettendosi
affianco a me.
“Bé,
visto che stavi facendo una passeggiata, ti va un po' di
compagnia?”
Rifiutare era scortese, quindi accettai, iniziando a camminare.
Demetri parlava del più e del meno, raccontandomi la sua
vita.
“Non
sei di Phoenix?” Domandò, tirandosi su le mani
della camicia.
L'avevo detto mille volte, ma era proprio un bel ragazzo.
“No.
Vivo a Forks”.
“Ah”,
sembrava dispiaciuto. Continuammo a camminare, finché non
arrivammo
al portone di casa mia. “E sei fidanzata?” Quella
domanda mi
spiazzò. Demetri non mi conosceva, quindi, potevo giocare.
“Si”.
L'immagine di Edward fece prepotentemente capolino nella mia mente.
Era così bello pensare a me e lui come una coppia. Basta!
Stavo
farneticando troppo con la fantasia.
“Bella,
è stato un piacere conoscerti”. Mi
stampò un dolce bacio sulla
guancia. “A presto”, lo salutai con un cenno della
mano, mentre
lo vidi allontanarsi.
A
casa la mamma era già a letto, e nemmeno erano le dieci e
mezza di
sera. Si vedeva che Phil non c'era. Salii nella mia camera, e accesi
il PC.
Anthony
mi aveva scritto. Edward
mi aveva scritto.
Volevi
continuare a divertirti? Perché se era questo il tuo scopo,
ci sei
riuscita bellamente. Il mio non era un gioco, ma un modo per
conoscerti meglio. Per farti conoscere il vero me. Bella, chiudiamo
tutto qua. Divertiti a Phoenix.
Edward
Tre
righe, che mi avevano fatto arrivare il cuore in gola. Sapeva. Forse
l'aveva scoperto tramite Alice, o forse l'aveva solo intuito.
Richiusi di scatto il portatile, e mi buttai di peso sul letto.
Forse
la mamma aveva ragione.
Forse
mi ero irrimediabilmente innamorata.
Di
Edward Cullen.
EDWARD
Sà! CHI SARà STATO? LO SCOPRIRETE NEL PROSSIMO
CAPITOLO! SARà SIMILE A QUESTO, POV EDWARD. POI CI
SARà LA SVOLTA DELLA STORIA. MI DISPIACE DIRVELO, MA I MIEI
AGGIORNAMENTI SARANNO DI RADO FINO A SETTEMBRE T.T MANCA POCO ALLA FINE
DELLA SCUOLA (NON SEMBRA, MA CON PASQUA, E TUTTE LE ALTRE FESTE
è COSì) E STO STUDIANDO COME UNA PAZZA -.- POI A
GIUGNO INIZIO A LAVORARE (LAVORI ESTIVI CHE SAREBBERO DA ABOLIRE!)
DALLE 8 ALLE 18, E LA SERA SARò A SPASSO COME TUTTI GLI
ANNI. QUINDI NON SO DOVE TROVERò IL TEMPO PER SCRIVERE
ç_ç PERò NON VI ABBANDONO - MA VOI NON
ABBANDONATE ME!- ORA RINGRAZIO LE PERSONE CHE HANNO MESSO LA MIA STORIA
TRA LE PREFERITE (86),
TRA LE SEGUITE (152),
TRA LE STORIE DA RICORDARE (16)
E TRA GLI AUTORI PREFERITI (79).
RECENSIONI:
eliza1755: Eclipse
non è il mio preferito T.T Anzi, fra i quattro è
quello che ho amato meno -.- Allora, in questo caso la lontananza non
ha fatto così tanti miracoli XD Ne vedremo delle belle fra
due capitoli ù.ù
bellina97: Da solo
non più, perché i Cullen sono tornati a casa XD
ese96: Andrei
volentieri anche io da lui ù.ù
mo duinne: Alice
mette le mani sempre in tutto :D Grazie mille! Un bacio :*
_Miss_: Grazie. No,
non ho capito cosa intendi tu nel 'pubblicizzare' una FanFiction. Non
capisco nemmeno dove l'hai letto ò.O
giova71:
Già, Alice mette tutti sempre nei guai!
TWLABIMBA94: Allora
scusa il ritardo T.T Grazie mille per i complimenti, un bacio :*
piccolinainnamorata:
All'inizio il capitolo doveva essere scritto come hai detto tu. Bella
che conosce Demetri, e poi lei che parla di lui ad Anthony - Edward, e
lui che diventa geloso. Poi, nel corso della storia ho avuto un
ripensamento XD
Quattro
antidolorifici. Quattro, e non ero riuscito ad attenuare il dolore
allo stomaco, insieme ai tre conati di vomito che avevo avuto. Tutto
per colpa di una stupida Alice, sicura che mi avrebbe fatto del bene.
Peccato che Bella ora era a Phoenix, sotto chissà quale
protezione.
Sdraiato sul letto, sentii il cellulare squillare. Sperai
ardentemente che fosse mio padre... o qualcun altro. Quando vidi il
nome sul display, quasi non mi sentii nuovamente male. Tanya.
Se
non avessi risposto, sarebbe accorsa immediatamente a casa. Presi un
bel respiro.
«Si,
pronto?» Peccato che anche la mia voce mi aveva tradito. Non
riuscivo nemmeno ad articolare mezza parola, ma questa Alice me
l'avrebbe pagata. Seriamente.
«Edward?
Stai bene?» Per fortuna non era con le sue 'amiche', e quindi
non
era obbligata a fare 'l'ochetta'.
Mugugnai
un 'si' a denti stretti. I conati stavano per ritornare, lo sentivo.
Stavo proprio a pezzi, se ero riuscito a far preoccupare anche Tanya.
«Sei a casa? Devo venire?» Ci mancava solo Tanya
agitata e in preda
al panico. Cercai di rassicurarla, cosa che non avvenne.
«S-sto
bene. E si, sono a casa». Terminai, alzandomi repentinamente
dal
letto e correndo a perdifiato verso il bagno. Piegato in due,
dinnanzi al water. Stavo proprio uno schifo.
«Ho
capito, arrivo». Sbuffai, buttando il cellulare per terra.
Cinque
minuti dopo ero ancora lì, con Tanya che mi sorreggeva i
capelli.
Che scena lugubre. «Ma non dovevi andare in
campeggio?» Alzai lo
sguardo solo per fulminarla. «Okay, scusa»
mormorò, continuando –
a suo modo -, ad 'aiutarmi'.
«Sto
a pezzi», biascicai, passando un braccio intorno al collo di
Tanya,
mentre mi aiutava a ritornare nella mia camera. Mi coricai a letto
tirando le coperte fin sopra la testa. Tanya aprì la sua
borsa, per
prendere una caramella. Quasi non mi venne nuovamente da vomitare.
«Mi
spieghi cos'hai fatto per ridurti così?» Disse,
passeggiando per la
mia stanza. Si fermava ogni tanto, per guardare qualche fotografia
posta sui davanzali.
«Alice...
caramelle...» inutile dire che non riuscivo nemmeno a
formulare una
frase di senso compiuto. Tanya rise.
«Tua
sorella ti ha dato una caramella che ti ha ridotto...» fece
una
strana smorfia, e con un dito indicò la mia figura
«così» finì,
sedendosi sulla sedia vicino al letto.
Non
ho mai odiato Alice così tanto in tutta la mia vita.
Annuii
inerme. «Devi averla combinata grossa»
commentò fra se e se.
Le
diedi un pizzicotto su un fianco, lei sorrise. Certe giorni –
come
questo -, potevo considerare Tanya una vera amica e non una 'compagna
di letto'. «Hey,
non ho combinato nulla» mi difesi, mettendo le mani sullo
stomaco
«l'ha fatto per Bella» visto che Tanya era un'amica,
potevo dirle la verità.
Si
girò di scatto, sgranando gli occhi e spalancando la bocca.
Forse
era meglio se fossi rimasto zitto.
«Tu!»
Quasi urlò risentita «sei in quello stato per...
per Isabella
Swan?» Si buttò sul letto accanto a me, scoppiando
a ridere. Aveva
le lacrime agli occhi, e si teneva il grembo come se fosse incinta.La
fulminai con lo sguardo. Stava ridendo di me!
«Edward», faticò a
pronunciare il mio nome, bloccandosi qualche volta per le sommesse
risate che si stava facendo da sola «Sei cotto!» Le
diedi una
spintarella, mentre sentii un'altra fitta allo stomaco. Stavo troppo
male, e non ero cotto!
Si
riprese un momento, per ricomporsi. Ma quel sorriso non l'aveva
abbandonata.
«Parla»,
disse infine, guardandomi seriamente. Odiavo i suoi repentini
cambiamenti d'umore. Un attimo prima se la rideva, e quello dopo era
seria e silenziosa.
Sbuffai
sonoramente «Cosa dovrei dirti?» Odiavo parlare di
me, o confidarmi
con qualcuno.
Tanya
si passò una mano fra i capelli, fingendo di strapparseli.
«Cosa
devi dirmi? Tutto! E nei minimi dettagli. Il giorno prima vi odiate
ed ora... tu la ami!» L'aveva detto, ed ero l'unica persona a
cui
l'avevo sentito dire.
L'amavo?
Amavo Isabella, davvero?
Non
mi ero mai posto questa domanda, ed era stata proprio Tanya a
porgermela.
«...la
amo» sussurrai, più a me stesso che a lei. Era una
parolona, ma
c'ero riuscito. Forse tutto quell'odio represso, la rabbia, i
punzecchiamenti o le litigate erano il frutto dell'amore.
Tanya
sorrise, passando la mano fra i miei capelli «Edward Cullen
si è
innamorato» sussurrò, buttando la testa sul
cuscino. «E penso che
sia ora di finire questa messa in scena» annuii soltanto.
Tanya
aveva ragione, tremendamente ragione. Non potevamo continuare a fare
la 'coppia felice' della Forks High School, perché non lo
eravamo.
«E penso anche che devi correre dalla Swan, per
dichiararti» disse
risoluta, mettendo le mani dietro la testa. Magari se era qui a
Forks, l'avrei raggiunta in un batter d'occhio.
«Non
c'è». Mi affrettai a spiegare «E' a
Phoenix, dalla madre per il
week-end».
«Ottimo!
Presentati all'aeroporto quando tornerà!» Non
l'avevo mai vista
così felice e su di giri. Infondo non aveva tutti i torti.
La
guardai stralunato. «Non
fare quella faccia! Ora però devo andare» mi
stampò un bacio in
guancia. Si fermò sull'uscio della porta «Edward,
non fare casini»
annuii, guardando Tanya che se andava. Mi passai una mano fra i
capelli, pensando a quale sostanza stupefacente avesse fatto uso la
mia ex
ragazza.
E
risi da solo, come uno cretino.
«Alice,
lascialo stare. Sta dormendo!» Sentii la voce ovattata di mia
madre,
e mi misi sull'altro fianco. Ero stanco, ma il dolore allo stomaco si
era attenuato. Mugugnai qualcosa di sconnesso e insensato. Le labbra
di mia madre si posarono sulla mia fronte. «Sveglialo fra
cinque
minuti, deve prendere le medicine» mia sorella
stiracchiò un 'va
bene', e la porta venne chiusa. Aprii gli occhi, girandomi nuovamente
e trovando Alice dinnanzi a me. Quasi non mi venne un infarto.
«Ti
ho lasciato a casa, per far in modo che potessi parlare con
Bella»,
disse, in tono calmo e pacato. Ma fu troppo bello, infatti mi
puntò
un dito contro «tu vedi Bella?» Con tutta la forza
che avevo mi
sfilai il cuscino da dietro la testa, tirandoglielo. Avevo bisogno di
tutto, tranne che di sentire le sue lamentele.
«Non
c'è», biascicai, quasi a corto di fiato. Stavo a
pezzi per...
niente! Un bel niente!
Alice
tirò su le spalle «Lo vedo che non c'è,
idiota!»
Mi
passai stancamente una mano fra i capelli, e mi tirai su, mettendomi
seduto
«Bella
non è a Forks». Stava per ribattere, quando
sgranò gli occhi.
«C-cosa?»
Aveva... paura? Mia sorella, Alice Cullen aveva paura? E di cosa?
«E'
a Phoenix dalla madre, per il week end» spiegai, bevendo un
goccia
d'acqua dalla bottiglietta accanto al letto. In meno di due secondi
si era alzata, per prendere il cellulare e comporre –
sicuramente
-, il numero di Bella. Cercai di calmarla «Alice,
è a Phoenix dalla
madre! Martedì tornerà!» Leggevo il
panico nei suoi occhi.
Iniziò
a fare su e giù per la camera, passandosi ogni tanto una
mano fra i
corti capelli neri. «Oh, no. Tu non conosci Bella! Non sai
quante
volte l'idea di tornarsene a Phoenix le sia passata per la
mente»
sicuramente mi ero dimenticato di respirare, perché sentii
l'immediato bisogno di riempire i miei polmoni «Edward,
perché non
mi hai chiamata immediatamente? Ecco, credeva che fossimo in
campeggio, ed è partita! Santo Dio!».
Con
una tremenda fatica mi alzai dal letto, prendendola per le spalle.
«Posa
quel telefono, e respira. Per quale motivo se ne doveva andare?
Nessuno. E' a Phoenix solo per il week end. Ora la chiamiamo, e
vedrai che sistemeremo tutto». Chissà da dove era
uscita fuori
tutta quella tranquillità.
Alice
si sedette sul letto, prese il cellulare e ricompose per la seconda
volta il numero di Bella.
Uno
squillo.
Due.
Tre.
«Dimmi
che torni a Forks!» Sentii una risata ovattata provenire
dall'altra
parte del telefono. Dopo pochi istanti di silenzio Alice sorrise, ed
io sospirai tranquillo. Altri e due minuti di silenzio.
«Edward»
confessò mia sorella, grattandosi il capo.
«Nessun
problema. Ci vediamo Bells!» Alice attaccò, con un
sorriso a
trentadue denti che le illuminava il viso.
Aspettai
un po', prima di parlare «Hai visto? Te l'avevo
detto» Lei annuì
sconsolata, mentre entrava nel mio bagno, per lavarsi le mani.
«Ah,
Edward. Bella è a casa da sola a Phoenix, inviale qualche
mail». Mi
fermai un istante sull'uscio della porta. Alice continuò,
senza
problemi «a lei fanno piacere». A
lei fanno piacere. A
lei fanno piacere.
Lei
sapeva.
Ad
Alice cadde il porta sapone dalle mani. Le parole le erano uscite da
sole, senza che se ne rendesse conto. E senza che me ne rendessi
conto neanche io, corsi in camera, aprendo il mio PC.
Mia
sorella si affrettò a venirmi dietro «Dai, non
fare così!» Scossi
il capo... arrabbiato. Non sapevo neanch'io come mi sentivo in quel
preciso istante.
Scrissi
poche parole, che inviai immediatamente.
Volevi
continuare a divertirti? Perché se era questo il tuo scopo,
ci sei
riuscita bellamente. Il mio non era un gioco, ma un modo per
conoscerti meglio. Per farti conoscere il vero me. Bella, chiudiamo
tutto qua. Divertiti a Phoenix.
Edward
Alice
sbatté le mani sulla scrivania, indignata.«Lei...
l'ha fatto solo per conoscerti meglio! Se ti avesse detto che sapeva
tu... Oh,
Edward!» Uscì dalla mia camera, sbattendo la porta.
Bella
sapeva.
Si
era presa gioco di me.
Mi
aveva usato, ed io mi sentivo... Arrabbiato, inquieto e deluso. Si,
deluso.
Dall'unica
persona che amavo.
SU, NON INIZIATE A LANCIARE
ORTAGGI XD UN POV EDWARD, PER FARVI CAPIRE QUALCOSINA IN
PIù. SAPPIAMO CHE TANYA NON è UN'OCHETTA, MA CHE
VUOLE DAVVERO BENE A EDWARD. SAPPIAMO COME EDWARD è VENUTO A
CONOSCIENZA DELLE MAIL. NON INCOLPATE ALICE, NON L'HA FATTO APPOSTA
ù.ù E NEL PROSSIMO CAPITOLO LA SVOLTA DECISIVA XD
VI ANTICIPO CHE NON CI SARà NESSUN BACIO E NESSUNA
RIAPPACIFICAZIONE °-°
RINGRAZIO INFINITAMENTE LE
PERSONE CHE HANNO MESSO LA MIA STORIA TRA LE PREFERITE (103), TRE LE SEGUITE
(185), TRA
LE STORIE DA RICORDARE (24)
E TRA GLI AUTORI PREFERITI (82).
RECENSIONI:
giova71: E' troppo
presto per aggiustare le cose XD Però vedrai che si
aggiusteranno :]
_Miss_: Non ti
preoccupare, capita di sbagliarsi XD Essì, Edward
sa.
bellina97: Si
è offeso, e ne vedremo delle belle dopo :)
eliza1755: Diciamo
che questo non è proprio il seguito ma un POV Edward, per
farvi capire meglio. I frutti nel prossimo capitolo XD
ese96: Grazie mille!
Midnight Sun_: E'
venuto a saperlo 'grazie' ad Alice XD Grazie mille per i complimenti!
ELLAPIC: Il ritorno
nel prossimo capitlo :]
Non so a quando il prossimo aggiornamento, quindi non vi prometto
niente ç_ç
Spero solo di trovarvi tutti la prossima XD
Mi
distesi meglio sulla poltrona dell'aereo. Volo in prima classe,
pagato rigorosamente da Phil, il patrigno maledettamente ricco. Ed io
ero così su di nervi. Mancavano poco più di venti
minuti
all'atterraggio, non sapevo chi sarebbe venuto a prendermi e
–
ultima, e importantissima cosa – avevo litigato con Edward.
Quel
poco che avevamo costruito in quei mesi era andato a farsi fottere,
chissà dove. Dopo la sua mail c'era stata la repentina
chiamata di
Alice. «I-io...
Bella, scusami! Mi è scappato!»
Singhiozzò Alice al telefono,
davvero dispiaciuta.
Le
avevo creduto immediatamente, era la mia migliore amica da anni, e
non mi avrebbe mai tradita. Io avevo sospirato afflitta. «Alice,
non fa niente. Era destino. Io e Cullen non potremmo mai essere...
amici».
O qualcosa di più, ma questo non l'avevo detto.
Mi
rimisi la fascetta sugli occhi, sperando di addormentarmi. Ma niente
da fare. Se pensavo a qualcosa, - quel qualcosa – era Edward.
Ai
pochi
bei
momenti che avevamo passato insieme. Almeno avevo avuto modo di
conoscerlo, nel fondo della sua anima. Ma tutti quei pensieri mi
facevano impallare il cervello.
Aveva
ragione Jacob: Se
non ti vuole, è un perfetto idiota!
Non
capivo come faceva ad avere sempre ragione. Diceva sempre la cosa
giusta al momento giusto, e sapeva dare consigli. Che io non
ascoltavo mai. Infatti eccomi qua, su un aereo, a piangere. Per
Edward
Cullen.
**
L'aereo
era atterrato all'orario stabilito: alle diciotto e quaranta ero
all'aeroporto di Port Angeles, facendo la fila per ritirare il mio
bagaglio. Mentre aspettavo aprii la borsa, estraendo due banconote da
venti. Il viaggio in taxi sarebbe durato molto. Dopo aver preso la
mia valigia mi avviai fuori. Il freddo invernale di Forks mi invase
il corpo. Rabbrividii più volte, guardandomi intorno. Come
previsto:
Non c'era nessuno. A passo spedito mi diressi verso un taxi,
parcheggiato vicino al marciapiede. Ma si sa, che con l'equilibrio
che mi ritrovavo sarei finita lunga, in mezzo alla strada.
«Sempre
la solita», una mano dietro di me afferrò la
valigia,
raccogliendola dalla strada. Mi voltai, un attimo interdetta.
«Bella».
«Jasper!»
Lo abbracciai di slancio. Mi era mancato, come mi erano mancati tutti
gli altri. Dall'espressione della mia faccia capì la mia
domanda
muta «Alice mi ha detto se potevo venire a prenderti. Lei
deve
sbrigare alcune faccende con... Edward», terminò,
alzando gli occhi
al cielo. Pensavo soltanto a me stessa, tralasciando il bene degli
altri. Forse Alice – per far ragionare Edward -, aveva messo
da
parte Jazz. Tutto per colpa mia. Che idiota.
«Bella,
guardami». Alzai gli occhi, incontrando quelli color oceano
di
Jasper. «Tu non c'entri un bel niente con questo, quindi...
Vedi di
non farti venire strane idee in testa». Sbuffai infastidita,
perché
anche lui aveva capito. A volte mi chiedevo per quale motivo ero un
vero e proprio libro aperto. Salii in macchina, aspettando che Jasper
mettesse la valigia nel portabagagli. Quando salì anche lui
partimmo, imboccando l'autostrada.
«Non
mi devi raccontare niente?» Domandò, dopo qualche
minuto di
silenzio.
«Cosa?»
Sbuffò infastidito. «Bella,
perché sei così... Dio, non riesco a trovare
nemmeno il termine
adatto! E' inutile che ti nascondi dietro quella maschera di
finta-felicità.
Sappiamo tutti e due che sei a pezzi, per quel cretino
di Edward!» Jazz non era mai stato così diretto,
almeno con me.
Abbassai la testa, iniziando muovere i piedi sul tappetino, per
spostarlo. Il mio stupido gioco durò per dieci minuti buoni.
«Non
ci posso credere! Sei esasperante!» Feci un mezzo sorriso,
alzando
il capo nella sua direzione. Iniziai
a parlare, ma la mia voce mi tradì in partenza: Roca, e con
una nota
di tristezza. «Che cosa dovrei dirti? Che mi piace? Bene,
ecco, ora
te lo dico: Jasper Hale, a
me piace
Edward Cullen! Ma lui non mi si fila! Ecco dov'è il
problema!
Nemmeno mi vede, per lui sono e sarò per sempre una persona
invisibile».
L'avevo detto a qualcuno. C'ero riuscita, ed ero fiera di me stessa.
Jasper rise, una risata che contagiò anche me.
«Beh,
siamo ad un buon punto. Almeno lo ammetti, e non fai come
quell'idiota». Mi passai una mano fra i capelli,
scompigliandomeli
ancora di più. Poi ripensai alle sue parole.
«A
Edward io piaccio?» Domandai innocentemente. Ci mancava poco
che
perdesse il controllo del veicolo. «Ecco
perché sei esasperante! Nemmeno vedi cosa c'è
intorno a te! Oh,
Bells! Edward è dalla prima elementare che stravede per te!
Secondo
te per quale motivo sono iniziati tutti quei punzecchiamenti?
Perché
ogni volta che avevi dei problemi in qualche materia era sempre lui
l' 'addetto'
a farti recuperare?»
«Forse
perché è sempre stato il primo della
classe?» Jazz mi diede uno
scappellotto sulla testa.
«Farò
finta di non aver sentito niente».
«Ed
io farò lo stesso».
«Ok»,
disse Jasper. «Ok»,
chiusi la discussione.
**
Sdraiata
sul letto della mia camera fissavo il soffitto verde. Il colore che
avevano scelto Charlie e Renèe, quando vivevamo ancora
felice e
contenti. Bei
tempi,
quelli.
Ora
invece andava tutto male, anzi, dire male era un eufemismo. Presi il
cuscino che avevo sotto la testa, e lo lanciai verso il soffitto.
Naturalmente tornò indietro, addossandosi sul mio viso. Idiota,
ti stai prendendo a cuscinate da sola. Mi
alzai di scatto, aprendo il PC. Dopo il solito 'rombo iniziale' si
avviò. Oramai era tutto automatico: Mail. Posta ricevuta.
Edward
Cullen.
Ma
una cosa era diversa, per la prima volta.
Mail.
Posta ricevuta. Vuota.
Presi
il cellulare e composi il numero, che conoscevo a memoria.
Uno
squillo. Due. Tre.
Una
voce dolce provenì dall'altro capo del telefono
«Pronto?»
«Esme,
sono Bella!»
«Oh,
tesoro! Dimmi». Inventati
una scusa, una scusa plausibile.
«Ehm,
posso venire a casa tua?» Ottimo,
per fortuna che era plausibile.
«Certo!
Ma se vieni per Alice, ora non è a casa». Sospirai
sollevata. Se
l'avessi incontrata avrebbe iniziato a scusarsi, ed ora le sue scuse
erano l'ultima cosa che volevo sentire.
«Ecco...
Esme, devo parlare con Edward». Esme sospirò.
Naturale, anche Mamma
Cullen
sapeva.
«Si,
okay. Però io devo uscire, ti lascio le chiavi sotto lo
zerbino».
Adoravo Esme. Aveva capito tutto, e subito.
La
ringraziai, agganciai e mi diressi a casa Cullen.
EDWARD'S
POV
«Ti
prego! Lei l'ha fatto solo per conoscerti meglio! Non voleva
ingannarti, conosci Bella e sai che lei non farebbe mai una cosa del
genere!» Sbattei le mani sulla scrivania, infastidito.
Basta,
basta, basta.
Non
ne potevo più di sentire le scuse insensate si Alice,
proprio più!
Bella mi aveva mentito, ed era questo che contava. Si era presa gioco
di me e dei miei... Sentimenti.
«Lo
vuoi sapere, Alice? Ecco, io non conosco Bella, affatto! Ho avuto
modo di parlare con lei solo una volta, e quella volta lei mi
prendeva in giro! Si è presa gioco di me, e di quello che provo!»
«Edward,
non è colpa mia se ti sei innamorato e ora sei tremendamente
orgoglioso da buttare tutto all'aria!»
Io,
innamorato.
Ci
avevo pensato, quando Tanya era venuta a trovarmi. Ma dopo quello che
era successo... No, non avrei avuto neanche il coraggio di vedere
Bella in faccia.
Provavo
ribrezzo.
Si, ribrezzo.
«Non
mi sono innamorato!» Urlai arrabbiato. Mancava poco che mi
avventassi contro mia sorella.
Mi
sfotté «Oh, no! Edward Cullen non si è
innamorato!» urlò di
rimando.
Basta,
la mia pazienza avevi dei limiti, che questa volta Alice aveva
superato di gran lunga. Stavo quasi per saltarle addosso, quando
nostra madre entrò.
«Cosa
sta succedendo? Si sentono le vostre urla sin dal garage!» Si
appoggiò con la schiena sulla porta, incrociando le braccia
al petto
ed iniziando a sbattere un piede per terra, freneticamente: Segno che
era inquietata.
«Mamma!
Lui è- è- , ecco, Edward è un emerito
stronzo!» Disse, puntandomi
un dito contro. Mamma sgranò gli occhi allibita. Una cosa
che ci era
stata insegnata sin da bambini era stata l'educazione e il rispetto.
Non avevamo mai detto una parolaccia, se non solo davanti ai nostri
amici.
«Alice!»
Ora era molto arrabbiata, molto più di prima.
«Oh
mamma, è vero! Sta facendo soffrire Bella, e lui soffre
insieme a
lei!» Mia madre guardò prima me e poi lei.
Alternava lo sguardo
rapidamente, senza fermarlo su uno di noi due.
Prese
un bel respiro, prima di parlare «Alice, andiamo»
aprì la porta,
indicando l'uscita a mia sorella. «Tu, Edward fai chiarezza
sui tuoi
pensieri. Noi... Ecco, ti lasciamo qui. Quando avrai bisogno, sai
dove trovarci». Annuii inerme, mentre mia sorella usciva
insieme
alla mamma.
Mi
vantavo di molte cose, ma la prima era quella di avere una madre
magnifica.
**
Seduto
sul letto con la schiena appoggiata al muro facevo zapping con il
telecomando. Il
bacio che aspettavo. Sweet
November.
L'amore
non va in vacanza. Mi
passai una mano fra i capelli, sconsolato. Chiedevo solo un film
horror, non uno sull'amore. Tutti quei baci, le carezze e tante altre
schifezze! Sospirai afflitto, mentre sentivo il telefono squillare. Uno.
Due. Tre.
Nessuno
si decideva a rispondere? Alzai la cornetta, così io e mia
madre
rispondemmo contemporaneamente.
«Esme,
sono Bella». Ingoiai la saliva. Mi aveva colto impreparato, e
per
fortuna non aveva sentito la mia voce sotto quella di mia madre.
Sentii
la conversazione, senza emettere un suono.
Quando
riattaccai la cornetta respirai. Avevo trattenuto il fiato per tutto
il tempo, sperando che non mi sentisse.
Andai
in bagno, per sciacquarmi il viso. Ora mia aspettava il match
più
importante.
EdwardvsBella.
INUTILE CHE MI SCUSO PER IL
RITARDO, VERO? SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO XD E MI DISPIACE
PER AVERVI LASCIATI PROPRIO NEL PUNTO CLOU DELLA STORIA
ù.ù ORA, DAL 20 AL 25 NON CI SARò
(ANDRò IN SARDINIA c:) QUINDI NON SO QUANDO SARà
IL PROSSIMO T.T MI DISPIACE. POI VOLEVO MANDARVI TUTTI IN QUESTO FORUM,
DOVE SONO ADMIN. CI SONO LE FANFICTION PIù BELLE SU
TWILIGHT, E SE NON SIETE ISCRITTI A BLOGFREE FATELO. NE VALE LA PENA, E
SIAMO UN BEL GRUPPO! QUINDI VI ASPETTO, OKAY?
ORA, RINGRAZIO LE PERSONE CHE
HANNO MESSO LA MIA STORIA TRA LE PREFERITE (114), TRA LE SEGUITE
(211), TRA
LE STORIE DA RICORDARE (28)
E TRA GLI AUTORI PREFERITI (85).
GRAZIE!!
RECENSIONI:
nanerottola: No, non
è rimasta a Phoenix, anche se all'inizio ci avevo pensato XD
Ora invece ho lasciato un pò di suspance O.o
denny: Si, ho voluto
'creare' una Tanya diversa XD Sarà la prima e l'ultima volta
ù.ù Grazie per i complimenti (L)
eliza1755: Nel
prossimo l'incontro ù.ù
giova71: Bella l'ha
presa la sua decisione, ora dobbiamo vedere Edduccio *sospira afflitta*
bellina97: Una sola
parola: Orgoglioso. Lo sappiamo tutti che Cullen è
orgoglioso, no? XD
bika95: Grazie
mille! Beh, scusa ma gli aggiornamenti ritarderanno T.T
SweetBlueNight: Non
ti preoccupare, non me la sono presa! Anzi, ho corretto subito XD
Grazie mille per 'l'appunto'.
ese96: Ciao! Scusa
se non ti ho mandato la mail, ma ho accesso il PC proprio per
pubblicare T.T Comunque mi puoi chiedere quello che vuoi! Se non lo
vuoi fare tramite una recensioni mandami un messaggio tramite EFP! :*
Midnight Sun_:
Grazieee! Si, un po' permaloso, ma proviamo a metterci nei suoi panni,
è ferito e deluso ): Poverino T.T
clodiina85: Scusa
per il ritardo T.T Beh, spero che ti entusiasmi ancora la storia, anche
se ho postato tardi XD Bacio :*
kandy_angel: Grazie
:*
Shinalia: Ho un moto
di orgoglio quando devo rispondere alle tue recensioni. In poche
parole: Non so mai cosa dire quando rispondo ad un'autrice brava come
te ç__ç Comunque si, Tanya troppo dolce XD Eddy
un pò impulsivo, ma è quello che avrei fatto
anche io :) Un bacio :**
LittleWhiteAngel:
Una caramella micidiale servirebbe a tutti, per darla a certe persone
XD Un bacio :*
Il
solito temporale si era abbattuto sulla cittadina di Forks. Il mio
Pick up sfrecciava lento per le strade bagnate, mentre mi dirigevo
verso casa Cullen. Continuavo a passarmi freneticamente una mano fra
i capelli. Avevo il respiro affannato, e il cuore batteva impazzito.
Per
cosa, poi? Ah, si. Per quel gran cretino di Edward. Parcheggiai nel
giardino di casa Cullen, scendendo sotto l'acquazzone. Nemmeno due
metri, che ero zuppa dalla testa ai piedi.
Bussai.
Una
volta. Due. Tre.
«Cullen,
apri!» Sapevo che era in casa, perché Esme l'aveva
lasciata libera.
Quattro.
Cinque.
«Edward!»
Battei tutte due le mani sulla porta, sconfitta. Quando la porta
finalmente si aprì.
Un
Edward stanco, con le occhiaie e la cera troppo
bianca venne ad aprirmi. Rimasi a fissarlo per un po', perdendomi
nelle sue iridi verde chiaro.
Ingoiai
la saliva che avevo in bocca, mentre l'acqua continuava a cadere
imperterrita sul mio corpo.
Un
bel respiro, Bella. Un bel respiro. Ma, naturalmente non avevo fatto
i calcoli con la mia voce. «Posso entrare?»
Risuonò roca, e quasi
impaurita.
Edward
annuì, mettendosi da parte per lasciarmi lo spazio
necessario per
entrare.
Conoscevo
casa Cullen meglio della mia, quindi, senza il suo permesso mi
diressi in bagno per prendere un asciugamano. Una volta uscita mi
tolsi il cappotto marrone, e frizionai i capelli alla ben e meglio.
Edward non diceva una parola. Era lì, fermo, nella stessa
posizione
di prima.
«Dobbiamo
parlare», dissi, piegando la testa di lato per continuare ad
asciugarmi i capelli.
Lui
alzò le spalle «Non ho niente di cui discutere,
con te». Ecco,
avevo parlato troppo presto.
Mi
parai dinnanzi a lui, mettendogli le mani sulle spalle. Si ritrasse,
quasi scottato. Abbassai la testa di scatto, scompigliandomi i
capelli con una mano.
«Edward,
non fare il bambino. Dobbiamo parlare». Era quasi un ordine,
il mio.
Si
diresse verso l'attaccapanni, prese la sua giacca e se la
infilò. Lo
guardai sbigottita «Cosa credi di fare? Fuori c'è
un temporale
pazzesco, e... E ti proibisco categoricamente di uscire!» Ero
diventata rossa dalla rabbia, e lui se la rideva.
«Ho
bisogno d'aria. Isabella,
se devi parlarmi, vieni con me»
**
E
come una cretina ora mi ritrovavo nella Volvo di Cullen, che
sfrecciava veloce sulle stradine bagnate di Forks.
Se
devi parlarmi, vieni con me.
E
io c'ero andata, brava
idiota!
«Ti
prego! Puoi fermare solo un momento questa...» con le mani
indicai
tutta l'auto «cosa, e guardarmi! Per me è una cosa
importante,
Edward». Continuavo a chiamarlo per nome, da quando l'avevo
visto
non avevo fatto battutine stupide per farlo inquietare. Tutto questo
solo per parlagli.
«Una
cosa importante. Giusto, prendersi gioco di me è stata davvero
una cosa importante».
«Oh
Dio, Edward! Sei così... così... Ecco, non trovo
nemmeno la parola
adatta! Non mi sono presa gioco di te, come lo vuoi capire?»
Mi
guardò si sbieco, poi accostò la macchina,
così entrammo dentro il
bosco. Una volta che si fermò, si voltò per
guardarmi.
Davanti
a quegli occhi potevo anche morire. Sarei morta davvero felice.
«Dove
siamo?» Domandai, cercando di non guardarlo. Fuori era sceso
il
buio, ma la pioggia picchiettava ancora forte sui vetri.
«Stai
cambiando discorso, Bella. Hai fatto un casino per cercare di
parlarmi, bene! Ora puoi parlare!» La sua voce si era alzata
di
alcune ottave, ed iniziava a farmi un po' paura.
Presi
un bel respiro.
«Edward,
io non ti ho preso in giro». Lui scuoté la testa,
assottigliando
gli occhi.
«Allora,
mettiamola in un altro modo. Non mi hai preso in giro, okay. E allora
che hai fatto? Ti sei presa gioco di me?» Sbattei una mano
sul
cruscotto.
«Ed
io che dovrei dire? Edward, hai finto di essere un'altra persona! Oh,
Antony di qua. Oh, Anthony di là!»
«Ma
tu lo sapevi! E io no!» Santo Dio, com'era stupido.
«E
sarebbe successa la stessa identica cosa, anche se io non l'avessi
saputo», replicai convinta, perdendomi nei suoi occhi verdi.
E
lì presi una decisione. La decisione che avrebbe girato
tutte le
carte in tavola.
EDWARD'S
POV
In
fondo, ma proprio in fondo, Bella aveva ragione. Io sapevo che era
lei, e lei sapeva che ero io – anche se avevo usato un nome
falso.
Quindi,
non aveva tutti i torti. Ma si sa, l'orgoglio è difficile a
morire.
Quindi, cercavo con tutto me stesso di farla franca, e finire quella
commedia.
Si,
perché era proprio una commedia. Ed io, da bravo idiota per
tenermela più vicino l'avevo portata fuori casa, sapendo che
la
strade sarebbero state bloccate per le prossime ventiquattro ore, a
causa della forte pioggia.
Stavo
per ribattere per l'ennesima volta, quando fece una cosa che mi
stupì: sentii, per la prima volta le sue labbra contro le
mie. Era
stato così veloce ed inaspettato, che non feci niente.
Rimasi lì,
immobile, senza muovermi.
Lei
si staccò di poco, ed aprì gli occhi.
«Scus-» Ma non la lasciai
finire, mi avventai sulle sue labbra famelico, smanioso di sentire
ancora quel calore e quel sapore. Non so come fece, ma in pochi
secondi me la ritrovai a cavalcioni su di me. Le misi una mano dietro
al collo, e l'altra a circondarle la vita. Bella invece aveva portato
le sue mani intorno alla mia testa, e ogni tanto tirava una ciocca di
capelli. L'adoravo. Ci fermavamo ogni tanto, solo per prendere fiato.
Quando mi bloccai a causa di un sussurro «Fai l'amore con me,
Edward». Mi staccai dalla sue dolci labbra, per guardarla
meglio in
faccia. Stavo per dire qualcosa, quando, per la seconda volta mi
tappò la bocca con un un altro bacio. «Siamo
bloccati qui, chi vuoi
che lo sappia», sussurrò sulle mie labbra,
inebriandomi i sensi. E
no, non sarei più tornato indietro.
**
«Abbiamo
fatto sesso
nella mia macchina». Bella, che aveva indossato la mia
camicia e si
era seduta nel sedile davanti, soffocò una risata.
«Sta
zitto», disse, dandomi uno scappellotto da davanti.
«Cretina»
«Stupido»
«Idiota»
«Deficiente»
Prima
che disse l'ennesimo insulto la presi per un braccio, riportandola
sotto di me. Soffocai le sue imprecazione con un bacio tutt'altro che
casto. Mi staccai, tracciando con le dita il profilo del suo viso.
Era così bella. I boccoli castani le ricadevano scomposti
sul sedile
dell'auto, le guance e le labbra arrossate. Era da strapazzo.
«Sei
bellissima». Le sue gote si arrossarono ancora di
più. Che diamine
mi era venuto in mente? E mi era uscito così, senza neanche
pensarci. Lei sorrise.
«Grazie»,
sussurrò, avvicinandosi sempre di più a me.
«Ho
detto solo la verità». Ma fui interrotto, da
un'altra sezione di
baci senza fine.
BELLA'S
POV
«Sono
andata a letto con Edward». Alice lasciò cadere il
bicchiere
d'acqua che aveva in mano, facendolo frantumare in mille pezzettini.
«Cosa?»
Sgranò gli occhi, per poi continuare. «Tu-tu! Tu
che lo insultavi
sempre, insieme a tutte le ochette che si portava a letto! Bella! Non
dirmi che sei diventata una di loro!» Sospirai afflitta,
sedendomi
su una sedia attorno al tavolo.
Stavo
proprio diventando così: una delle ochette di Cullen. Ero
andata da
lui solo per parlargli e mettergli in chiaro le cose, e guarda tu
come ero finita: ammaliata da lui. E mi era anche piaciuto! Per Dio,
e nemmeno poco.
Evitai
Alice, facendole un segno con la mano «Lascia
stare».
La
mia amica gonfiò il petto, esasperata «E ti
è anche piaciuto».
Annuii inerme. «Menomale che eri andati lì solo
per parlarci e
sistemare le cose». La guardai truce.
«E'
successo tutto così velocemente», che non avevo
avuto nemmeno il
tempo per rendermene conto. Dopo quel fugace bacio l'avevo
praticamente assalito, e la voglia di fare l'amore
con lui era stata mia, non che lui non approvasse, anzi. Dopo che mi
aveva fatto tremila complimenti, dopo che ci eravamo amati ancora,
ancora e ancora mi aveva riportata a casa Cullen, e se ne era andato.
Come se non fosse successo niente.
Mi
alzai di scatto dalla sedia, prendendo la mia borsa «Vado a
casa. Ci
vediamo domani a scuola». Alice non si oppose, anzi, mi
lasciò
andare senza problemi. Aveva capito che dovevo restare da sola, per
riordinare le idee, e per prendere l'ennesima decisione.
Quella
che avrebbe cambiato radicalmente la mia vita.
E' SUCCESSO TUTTO
COSì VELOCEMENTE, LO SO. MA HO DOVUTO FARLO, PER L'EVOLVERSI
DELLA STORIA ù__ù
ORA CHE SIAMO QUA, VOLEVO SCUSARMI PER L'IMMENSO RITARDO... SONO STATA
IN GITA - ANCHE SE SONO TORNATA IL 25 -, E CI è VOLUTO UN
Pò PER SCRIVERE QUESTO CAPITOLO. TENETE IN MENTE L'ULTIMA
FRASE DI BELLA!
CHE COSA SUCCEDERà?
APRO IL SONDAGGIO, VEDIAMO SE QUALCUNO INDOVINA! POI, (PER I MIEI FAN
SFEGATATI - MODESTIA A PARTE -) HO RIPUBBLICATO Russian Roulette VI ASPETTO
ANCHE Lì!
PRECISAZIONI: NON è STATA LA PRIMA VOLTA Né DI
EDWARD Né DI BELLA (MAH, DI EDWARD ERA PIù CHE
OVVIO!)
POI, VOLETE LA PARTE HOT?
SE Sì VE LA INVIO TRAMITE MAIL, SENNò DOVREI
CAMBIARE REATING DELLA STORIA, E NON MI VA!
SO DI AVER DELUSO MOLTI CON QUESTO CAPITOLO, MA LA STORIA DOVEVA ANDAR
COSì SIN DALL'INIZIO!
RECENSIONI:
kandy_angel: Grazie!
giova71: E' successo
un bel casino XD
bika95: Grazie
mille! Scus il ritardo T.T
ese96: Non mi
è arrivato il messaggio O.o E' un problema mio,
perché la posta di messenger fa i capricci. Aggiungimi su
MSN, facciamo prima ;D tatiana_nirta@hotmail.it
ELLAPIC: Io sono
molto 'colpi di scena' XD Come quello che c'è stato in
questo capitolo ù__ù
bellina97:
L'orgoglio di Edward sarà per sempre intatto, e lo vedrete
anche nei prossimi capitoli *piccolo spoiler XD*
eliza1755: Sono
usciti più che illesi dal match ù___ù
cosa succeserà ora? *muahaha, come sono sadica .__.*
piccolinainnamorata:
Con questo capitolo una svegliata se la sono data tutti e due,
sicuramente! XD Grazie mille!
googletta: Ciao Ila
(Sei Ila, giusto? Spero di non aver fatto uno scivolone T.T) Comunque,
mi spiace, ma niente risposte XD Dovrai solo aspettare i prossimi
capitoli XD Un bacio
Midnight Sun_:
Addirittura? *me onorata* Grazie mille! Allora, scusa per il ritardo
T.T Edward e Bella non è che si sono chiariti
così ''''bene'''' XD Un bacio :*
SE MI AGGIUNGETE SU MSN
AVVERTITEMI CON UNA RECENSIONE O CON UN MESSAGGIO QUANDO INVIATE LA
RICHIESTA, SENNò NON
ACCETTO!
I
giorni passavano veloci, forse troppo.
Con
Edward era sempre la solita storia.
Ci
vedevamo tutti i giorni a scuola, iniziavamo a punzecchiarci a
vicenda, per poi finire nello stanzino delle scope.
Non
so come avevamo fatto ad arrivare a quel punto, ma a me piaceva, da
morire.
Sentirlo
pronunciare il mio nome, accarezzarmi i capelli e sussurrarmi parole
dolci all'orecchio, andavo matta per queste smancerie. Ovviamente
durava tutto per una mezz'oretta, per poi tornare quasi estranei
come prima.
«
Sei sicura di star bene? » Sbuffai all'ennesima
raccomandazione di
Charlie, prendendo lo zaino rosso dell'Eastpack e mettendolo sulla
mia spalla.
Erano
un po' di giorni che non mi sentivo bene, la testa mi girava
vorticosamente ed ero più pallida del solito.
«
Papà, cosa c'è che non capisci? Se non mi
sentirei bene, rimarrei a
letto, sotto le coperte! Va tutto bene, non c'è niente di
cui
preoccuparsi! » Ondeggiai le mani in aria, come un'idiota.
Ecco,
proprio come un'idiota, perché, dopo quel gesto la testa
iniziò a
farmi davvero male. «
Non vuoi andare dal dottor Cullen? » Cullen.
Solo
quel cognome scaturì in me una voglia immensa di andare a
scuola,
nell'immediato.
Stavo
davvero perdendo la pazienza « Papà, non ti
preoccupare! »
«
Lascia almeno che ti accompagni a scuola » Se questo sarebbe
servito
per farlo smettere...
«
Perché sei venuta a scuola con tuo padre? » Edward
soffocò la sua
domanda nel mio collo, con un bacio che mi fece perdere letteralmente
la testa.
Impiegai
qualche secondo, per formulare una risposta elaborata e di senso
compiuto.
«
Crede che io stia male. Non ho dormito per niente, questa notte
».
Edward
si staccò repentinamente dal mio collo, prendendo il mio
viso fra le
mani.
«
In effetti non hai una bella cera. » Feci finta di niente,
cercando
di baciarlo. Non
volevo parlare di mal
di stomaco o
mal
di testa.
Sennò il mio sarebbe peggiorato a dismisura.
Ma
non lasciò che lo baciassi, anzi, scansò il mio
viso dal suo,
continuando a tenere le mani ai lati.
«
Che c'è? » Sperai di non aver fatto nulla di
sbagliato o insensato.
Volevo
solo baciarlo, che c'era di male? Nulla.
L'avevo
fatto altre e cento volte.
«
Dobbiamo parlare », disse infine, dandomi le spalle. Ecco,
questa era la fine di tutto. Dobbiamo
parlare.
Ora
mi avrebbe detto che non potevamo continuare così, che la
nostra
'storia' stava prendendo una piega brutta e la dovevamo chiudere
così. «
Bella, non possiamo continuare così... in questo modo!
» Si passò una mano fra i capelli, agitato. Prima
coltellata.
«
La nostra... Vedi, non so nemmeno come definirla! Diciamo che, ecco,
che la nostra storia sta prendendo una piega sbagliata. Troppo
sbagliata. Che ne dici di... » Non
finì, troppo impegnato a fare su e giù per la
stanza buia. Seconda
coltellata.
Prese
un bel respiro, prima di continuare. «
Non so cosa sia successo, ma mi piaci, anche troppo. Non posso
definirlo amore,
ma non mi piace questa situazione. Vedersi di nascosto, per poi fare
finta di niente. Ecco Bella... Che ne dici di uscire allo scoperto?
».
Non
risposi subito, troppo impegnata a
vomitare
sulle sue Nike bianche perla.
EDWARD'S
POV
Glie
l'avevo detto. Avevo rivelato a Bella i miei sentimenti, sentendomi
un completo idiota.
Ed
ora lei era piegata in avanti, con una mano si sorreggeva la pancia e
con l'altra i capelli.
Mi
misi immediatamente dietro di lei, prendendo il posto delle sue mani
e accarezzandole i capelli. Non
sapevo cosa diamine fare. « Andiamo in infermeria
». Dissi,
prendendola per mano. Alzò la testa, e mi guardò
con occhi
supplicanti. « Bella, non se ne parla. Dobbiamo andare in
infermeria
». Continuava a forzare la presa sulla mia mano, obbligandomi
a
rimanere nella stanza buia con lei che... vomitava.
Dio,
stava proprio male. Ma
come si dice... Se
la montagna non va da Maometto, Maometto va dalla montagna.
La
caricai sulle mie spalle, camminando a passo spedito verso
l'infermeria. La signora Richardson, una donna di mezza età
era
seduta su una sedia di legno, e stava leggendo una rivista.
Appena
sentì la porta aprirsi alzò lo sguardo, venendoci
subito incontro.
«
Edward, cos'è successo? » Ovviamente mi conosceva
bene, visto che
aveva lavorato in Ospedale con mio padre.
«
Non ne ho idea. Si è sentita male e … »
Ero troppo preoccupato.
Ovvio,
Bella era stava male, ed era quasi svenuta tra le mie braccia, ma io
ero troppo preoccupato.
Temevo
per lei. Avrei voluto esserci io al suo posto. Mi lacerava vederla
così, senza forza, tra le mie braccia.
«
Stendila sul lettino ». Con una delicatezza che non credevo
di
possedere la misi sul letto, accarezzandole la fronte prima di
lasciarla.
«
Esci ». Ordinò la signora Richardson, prendendo
del ghiaccio e un
termometro.
«
Come sta ? » Alzandomi di colpo, vado verso mio padre. Lui,
nel
camice bianco si passa una mano fra i capelli.
«
Per ora sta bene. Preferisco che passi la notte qui ».
Annuisco
contrariato.
Se
non può passare la notte a casa è successo
qualcosa di grave. Cosa?
«
Perché si è sentita male? » Carlisle fa
passare qualche secondo,
senza rispondermi.
Brutto
segno.
«
Edward, non posso parlarne con te. Prima devo aspettare che Bella si
svegli, e poi farò altre analisi ». Mi siedo
nuovamente in una
sedia di plastica che occupa il corridoio isolato, perdendomi nei
miei pensieri. « Stai tranquillo ».
Fosse
semplice. Bella, la mia Bella è chiusa
in una camera
d'ospedale, e non so cosa abbia.
«
Come posso stare tranquillo! Papà, tu sei un dottore e non
sai darmi
una risposta! A chi dovrei chiederlo? A chi? » Non dovrei
prendermela con Carlisle, lo so. Ma
è inutile. Devo parlare con Bella, devo assicurarmi di
persona
che stia bene anche se mi fido ciecamente di mio padre.
Carlisle
rientra nella sala, lasciandomi solo.
Un'altra
volta.
BELLA'S
POV
Il
dolore all'addome è lacerante.
L'odore
di spirito è cattivo.
Apro
gli occhi, per poi richiuderli immediatamente. C'è troppa
luce.
Cerco
di riaprirli, questa volta lentamente. La prima cosa che vedo
è il
soffitto, bianco. Volto
la testa a destra, dove c'è un macchinario. Un macchinario
che
produce un insistente bip
fastidiosissimo.
Volto
la testa dall'altro lato, dove vedo... Edward, in una felpa blu che
dorme su un divanetto.
«
-lla ». Guardo avanti. « Bella, mi senti?
».
Ovvio
che lo sento. E' Carlisle che mi sta parlando, davanti a me.
Annuisco,
senza riuscire ad emettere un suono. Non riesco a parlare, ho la gola
secca.
«
Vuoi dell'acqua? » Deve capirmi, in fondo è un
medico.
Annuisco,
di nuovo. Carlisle lentamente si dirige verso il comodino vicino al
mio letto, prende un bicchiere di vetro e versa dell'acqua dalla
brocca.
Si
avvicina, e mi porge il bicchiere, sempre con estrema lentezza. Io,
in tutta tranquillità ne prendo un sorso. Poi due. Fino a
finirla
tutta.
«
Ne vuoi ancora? »
«
No, grazie ». La voce è ancora arrochita. Non
sembra la mia. Poi,
prendo un bel respiro. « Cos'è successo?
»
Ricordo
poco e niente.
«
Ti sei sentita male ». Con la testa indica dov'è
sdraiato Edward,
poi continua. « Eri con lui. Dice che hai rigettato, e ti ha
portata
in infermeria. Poi, la signora Richardson non sapeva cosa fare, ed ha
chiamato un'ambulanza ».
A
spezzoni, le immagini fanno bella mostra di sé nella mia
mente.
Stavo
parlando con Edward e … Lui mi ha detto che non potevamo
andare
avanti così, che dovevamo uscire … Dio, non
riesco a ricordare più
niente.
«
Bella, dobbiamo parlare ». Fisso il mio sguardo su Carlisle,
che mi
guarda comprensivo.
«
Perché sono qui? » La voce fuoriesce incrinata, so
cosa sta
succedendo.
Il
dottore prende posto accanto a me, sul lettino bianco.
«
Bella, non ne ho parlato con nessuno. Ho aspettato che ti svegliassi,
per comunicarti di persona la notizia … » Si perde
in chiacchiere,
troppe chiacchiere.
Sento
distrattamente quello che dice, finché non arriva a quella
parte.
La
parte che mi fa rinvenire e bloccare il respiro.
«
Sei incinta ».
EDWARD'S
POV
«
Sei incinta ».
Apro
di scatto gli occhi, fissando le due figure dinnanzi a me.
POTETE UCCIDERMI, SIETE
AUTORIZZATI A FARLO. MI SCUSO IMMENSAMENTE PER IL RITARDO, MA LA VITA
VERA MI CHIAMA E NON POSSO FARE ALTRO CHE RISPONDERLE T.T A VOLTE
è PROPRIO PESANTE. RITORNANDO A NOI, MOLTE PERSONE HANNO
INDOVINATO: BELLA è INCINTA. ED ORA? QUALE SARà
LA REAZIONE DI EDWARD? MI SCUSO ANCHE PER IL CAPITOLO HOT CHE DEVO
INVIARE, CHE è ANCORA IN FASE DI SCRITTURA
ç__ç MI PERDONATE, VERO? INTANTO RINGRAZIO LE
PERSONE CHE HANNO MESSO LA MIA STORIA TRA LE PREFERITE (132), FRA LE SEGUITE
(254), FRA
LE RICORDATE (33)
E FRA GLI AUTORI PREFERITI (90).
RISPONDO ALLE BELLISSIME 28 RECENSIONI *__*
GRAZIE MILLE A TUTTI!
ada90thebest: GIURO
che la parte hot sarà inviata entro giovedì XD
kandy_angel: Se non
ti aspettavi quello, non ti aspettavi di certo questo XD Grazie mille!
eliza1755: Grazie
mille. Allora, secondo te come si comporterà Edward, dopo la
notizia?
bika95: Idea
giustissima ù__ù Grazie mille per i complimenti!
96opal: Sei in lista
per la parte HOT. Grazie mille, e si, ti capisco per i mille casini T.T
LadySile: Non posso
dirti se lui farà il bastardo, dopo questa notizia.
Comunque, Edward se ne è andato per ovvie ragioni, che
scoprirete in seguito XD
ChiaraBella: Sono
contenta che la mia storia ti piaccia! E si, speriamo che Bella prendi
la decisione giusta, proprio in questo 'momento' così
difficile.
giova71: Dopo questa
notizia le ripicche non ci saranno XD Sono curiosa, dimmi la tua idea :]
angteen: Grazie
mille! Beh, c'è sempre una prima volta, no? Comunque, anche
tu sei in lista per la parte Hot!
valli: Come ho detto
prima, Edward se ne è andato per ovvie ragioni che
spiegherò in seguito.
vanderbit: Bella non
andrà a Phoenix, lo preciso XD Non dopo questa 'notizia
bomba'. Spiegherò fra un po' di capitoli perché
Edward se ne è andato.
ELLAPIC: Edward sta
iniziando a capire i suoi sentimenti, soprattutto dopo questa notizia
inaspettata. Ora ho io una domanda: Anthonyu uscirà fuori?
Anche tu in lista per la parte HOT.
Chanellina94: Grazie
mille! Si, idiota di un Cullen. Ma aveva le sue '''buone''' ragioni
ù__ù Anche tu sei in lista per la parte HOT, non
ti preoccupare!
ese96: Non ho
aggiornato prestissimo, e mi dispiace da morire. Poi, mi scuso anche
perché non sono mai su MSN. Che autrice schifosa *si fa
ribrezzo da sola* Ti chiedo scusa, nuovamente ç__ç
Midnight Sun_: Molto
più importante e diversa la scelta, dallo stare per tutta la
vita con Edward XD Spero che il capitolo ti sia piaciuto, come quello
precedente!
piccolinainnamorata:
La parte HOT te la invierò entro giovedì,
promesso.
bacieabbracci:
Grazie mille! Beh, secondo te dopo questa notizia si metteranno
insieme? Mah. *risata sadica*
bellina97: Ecco la
decisione importante, un bimbo/a in arrivo. Sarà Renesmee, o
Bella non terrà il bambino? Invece di rispondere alle vostre
domande vi sto facendo venire altri dubbi T.T
bella cullen89: La
parte HOT sarà inviata anche a te, promesso. Un po' di
pazienza :)
zizzcullen: Grazie
mille! Allora, aspetto la tua opinione anche per questo capitolo!
Grazie ancora!
Shinalia: *me spera
di aver attuito la tua curiosità* Secondo me starai peggio,
dopo questo capitolo -.- Spero che ti sia piaciuto :*
smiles: Wow, grazie
mille.
piccolinainnamorata:
Rispondo per la seconda volta :) Hai centrato in pieno.
Stella Del Sud:
Quando ho letto la tua recensione sono rimasta un po' così:
*__* Adoro le tue storie, soprattutto le prime che hai pubblicato.
Quando ero una '''matricola''' su EFP e leggevo di tutto, ma proprio di
tutto tu sei stata una delle prime. Una delle prime che mi ha colpita
davvero il cuore ç_ç Sono contenta e onorata che
la mia storia ti piaccia ù_ù Grazie mille :*
Rmp: La parte
censurata sarà inviata a tutti giovedì! Un
bacione :*
SIL1996: Grazie
mille! La parte HOT sarà inviata giovedì. Niente
password ù_ù
LittleWhiteAngel:
Prenderà la decisione giusta? Questa è una
domanda da fare adesso XD
«Ehi mamma, dove stiamo
andando?» Accarezzo dolcemente la testa di Anthony, mio figlio.
Stiamo tornando a casa,
da Charlie. Nonno Charlie.
«E’ una sorpresa». Sbuffa
contrariato.
Anche Anthony, ogni
giorno per me è una continua sorpresa.
Ormai ha tre anni
compiuti, ed io me ne sono andata da Forks ben tre anni fa’.
Sembra ieri.
«E ora? Ora cosa
facciamo?»
Mio padre tiene la testa
fra le mani, con i gomiti poggiati fra le gambe.
Gliel’ho detto.
Ho sganciato la bomba,
ora sa che sono incinta. Lo sganciato
la bomba, ora sa che sono incinta. ti poggiati fra le gambei fa'acrime
invisibili solcano il mio viso.
Non voglio dirlo ad
Edward.
Quando si è svegliato si
è avvicinato a me, mi ha baciata la fronte ed è uscito.
Non è più rientrato.
Non l'ho più visto.
«Papà, forse... Ecco,
forse dovrei tornare a casa. A Phoenix».
Mi fissa. Anzi, mi
trafigge con quello sguardo. «Papà», sussurro nuovamente.
Annuisce, riabbassando lo
sguardo.
«Hai ragione tu. Forse
devi tornare da tua madre. Come posso aiutarti io, qui?»
Gli prendo le mani che
tiene sulle gambe, e le stringo a me.
«Scusa». E' l'unica cosa
che riesco a dire.
«Di cosa?»
Prendo un bel respiro, ed
inizio a guardarmi intorno. E' tutto come prima.
«Di tutto. Per il mio
comportamento stupido ed immaturo. Perché non sono una figlia brava, anzi
immatura e per niente saggia. Il contrario di quello che pensavate tu e la
mamma. E perché ora aspetto un bambino, a solo diciassette anni».
Charlie continua a
fissare le nostre mani intrecciate.
«Bella, non hai nulla da
farti perdonare. Forse dovremmo essere io e la mamma a scusarci. In fondo, non
siamo stati proprio noi a sposarci giovani, e ad avere una figlia bella come
te? Quindi, ora se vuoi, potrai tornare a casa. Ma devi promettermi che un giorno
tornerai, con il mio nipotino.».
Non posso fare altro che
continuare a piangere, e Charlie si unisce a me.
Glielo avevo promesso, ed
ora sto mantenendo la mia promessa.
Anthony non riesce a
stare fermo, sulla poltrona dell'aereo.
«Dai mamma, sai che non
mi piacciono i segreti! Dove stiamo andando?»
Naturalmente neanche io
so mantenere i segreti, soprattutto se Anthony continua a guardarmi con lo
sguardo da cucciolotto smarrito, con i suoi occhi verdi.
Brillanti, proprio come
quelli di Edward.
Edward.
Edward.
«Ne sei sicura? Forse lo
accetterà! Isabella, sono sicuro che la persona che ti ha messa incinta non può
essere così immatura da lasciarti sola!»
Continuo a scuotere la
testa, alle supposizioni del dottor Cullen.
Non può capire. Nessuno può
capirmi, ora.
«Carlisle, non lo so. E'
successo ad una festa, ed io... Ecco, non so chi sia. E' meglio così, davvero».
Il dottore annuisce,
passandomi una cartellina rossa.
Firmo le mie dimissioni.
Esco dall'Ospedale.
Inizio una nuova vita.
«Andiamo da nonno
Charlie». Ad Anthony gli si illuminano gli occhi.
Gli ho parlato spesso di
suo nonno, sempre benissimo.
«E anche a trovare zia
Alice?» Annuisco con un sorriso.
La mia migliore amica mi
manca. Troppo.
«E' di Edward». Quasi mi
strozzo con il thè che stavo sorseggiando cautamente.
La guardo prima
stralunata, e poi sgrano gli occhi.
Si affretta a spiegare.
«Bella, sono la tua migliore amica. L'ultima volta che hai avuto un rapporto
prima di Edward è stato al ballo di fine anno dell'anno scorso. Non ti sembra
un po' tardi? L'ultimo è stato con Edward, quindi...»
Gli occhi stanno
iniziando ad inumidirsi, di nuovo.
Lo sguardo di Alice parla
per lei.
«Non glie lo dirò».
Socchiude gli occhi, e prende un gran respiro.
«Perché, Bella? Cavolo,
Edward crede in te! Perché non vuoi dirglielo?».
Sinceramente, non lo so
neanch'io. Non voglio dirglielo e basta.
Forse perché Edward avrà
una carriera nel basket, e con un figlio a soli diciotto anni non potrà mai
andare da nessuna parte.
Forse perché non potremmo
mai campare con la sola rendita dei nostri rispettivi genitori, ma qualcuno,
prima o poi dovrà iniziare a lavorare. E non una donna incinta, ma lui.
Forse perché gli voglio
far vivere una vita tranquilla. Senza problemi.
Senza me fra i piedi.
«Stai facendo una gran
cazzata». Alzo la testa, e incontro lo sguardo triste di Alice.
Ormai ha capito, e si è
arresa.
«Promettimi che verrai a
trovarmi spesso, e che...» con una mano lascia una carezza sul mio ventre
«vedrò spesso il mio nipotino».
Annuisco, iniziando a
piangere.
In questi
ultimi giorni non sto facendo altro.
« Preghiamo i gentili passeggeri di allacciarsi le
cinture, stiamo per atterrare all’aeroporto di Port Angeles ».
Eseguo gli ordini della hostess. Prendo Anthony e
cerco di farlo stare buono, allacciandogli la cintura.
« Papà! »
Alzo gli occhi, con il sorriso sulle labbra.
« Scusate. Il bagno era occupato ». Si passa una mano
fra i capelli, stanco dal viaggio.
« Non ti preoccupare, James ».
EDWARD’S
POV
« Quindi, se moltiplicate questo » Il signor Johnson
indica un numero sull’enorme lavagna, con la sua ‘baccheta’ di legno. Poi
continua « con questo, potrete ottenere il risultato riportato sul vostro libro
di medicina ».
Appena finisce di parlare, suona la campana dell’ultima
ora.
Raccolgo le mie cose, e mi diriggo velocemente verso
la mia Volvo.
« Edward! » Sbuffo contrariato. Non ho proprio tempo.
Mi volto, con in viso il sorriso più falso che io
possa fare.
« Si? » Kate mi fissa con occhi adoranti, neanche
fossi un Dio sceso in terra.
« Per domani abbiamo organizzato una cena con tutto il
corso di Medicina. Ci sarai, vero? » Sbuffo, per l’ennesima volta.
Nego con la testa, e mi affretto a spiegare « Mi
dispiace, Kate. Ma sarò fuori per il fine settimana. Torno a casa dalla mia
famiglia, a Forks.
Lei annuisce, visibilmente scontenta. Prima di
ricordarsi di un piccolo particolare.
« Vai con la tua fidanzata? » E’ proprio per questo
che sto tornando a casa.
Per presentare la mia fidanzata alla mia famiglia.
« Si ». Per presentar Jane, alla mia famiglia.
« Sei
incinta! »
Apro di
scatto gli occhi, fissando le due figure dinnanzi a me. Ma faccio appena in
tempo a richiuderli, prima che Bella riesca a guardarmi.
Nah, è
impossibile. Saremmo andati a letto insieme si e no tre volte.
Non può
essere incinta, non di me.
Non riesco a controllarlo.
Il ricordo entra prepotente nella mia mente, e non
riesco proprio ad evitarlo.
Ho rivisto quella scena. Quella che mi ha segnato.
« Edward ». Faccio appena in tempo avedere la figura
dinnanzi a me che mi sventola una mano sugli occhi.
La bacio, prepotente. Come non sono mai stato.
Bacio Jane.
« Ti sei
svegliato! » Sorrido stancamente, stropicciandomi nuovamente gli occhi.
Bella è
ancora lì, sdraiata sul quel lettino.
Mi
avvicino a lei, cauto.
« Che cos’è
successo? » Inizialmente sgrana gli occhi, per poi sorridere anche lei.
« Non ti
preoccupare. Non ho niente. Ecco... Dovrò solo andare a fare degli esami a
Phoenix. Finirò lì liceo ». Non so definire la fitta che mi percorse dal cuore
allo stomaco.
Dovevo fermarla.
Dirle che sapevo tutto, e che insieme saremmo riusciti a risolvere ogni
problema.
Ma non le
feci.
Posai un
delicato bacio sulla fronte, uscendo dalla sala.
Ecco, l’ultima
volta che ho visto Isabella Swan.
Un altro ricordo, ancora più prepotente.
Jane mi lascia, e mi fissa con gli occhi sgranati.
« Ti amo ». Le dico, prima che faccia qualsiasi altra
domanda.
Lei sorride. Non è la prima volta che glie lo dico.
Ma non è lei,
la persona a cui vorrei dirglielo.
POTETE UCCIDERMI. TUTTI QUANTI. NON SO
PERCHé HO FATTO PASSARE COSì TANTO TEMPO, E NEMMENO PERCHé EDWARD LASCIA BELLA
COSì. MA CHI SCRIVE LO SA, L’ISPIRAZIONE è COSì. VIENE E VA. LA MIA è ARRIVATA
COSì, DI PUNTO IN BIANCO E NON SONO RIUSCITA A FERMARLA. FORSE IL DESTINO DELLA STORIA ERA QUESTO. CELL’HO
A MORTE CON IL MIO EDWARD. NON ERA MATURO, PRIMA. MA ORA? LO SARà? BELLA
INVECE, è MOLTO Più MATURA DI LUI. HA FATTO DA MADRE E PADRE AD ANTHONY, SENZA
FARGLI MANCARE UNA FIGURA MASCHILE NELLA SUA VITA. JAMES. PERCHé LA SCELTA DI
JAMES? BAH. ALL’INIZIO VOLEVO METTERE DEMETRI, PERò HO LASCIATO STARE.
RINGRAZIO INFINITAMENTE LE PERSONE CHE
HANNO MESSO LA MIA STORIA TRA LE PREFERITE (142), TRA LE SEGUITE (273),
FRA LE RICORDATE (40) E FRA GLI
AUTORI PREFERITI (90).
crista: Questa notizia BOMBA non l’hanno
proprio presa, nessuno dei due. Edward ha fatto finta di niente. Ed ora? J
vanderbit: Nessuno sa che il bambino è di Edward,
tranne Alice e lo stesso Edward (che ha fatto finta di niente -.-)
ANNALISACULLEN: Grazie mille! Certo, invierò la parte
HOT anche a te!
kandy_angel: Allora scusa per il ritardo! Comunque
si, incinta di Ed J
Midnight Sun_: La scelta ha cambiato la vita di
tutti, soprattutto quella di Bella, in particolar modo. Un bacio :*
ada90thebest: E’ anche già nato XD
LadySile: Loro non stanno più insieme (da come
hai letto). Anthony – che adoro –, è felice. Ma cambierà anche la sua vita.
ELLAPIC: A meno che? A meno che Bella non se ne
vada e Edward inizi una nuova vita J
giova71: Non ha chiarito con lui, e chissà
quando ci chiarirà J
ladyang: Grazie! Scusa per il ritardo!
bellina97: Sono contro l’aborto. Poi, come facevo a non far nascere un piccolo
Anthony?
ChiaraBella: Nello sgabuzzino sono andati avanti
due settimane. Carlisle non sa che Bella è incinta di suo nipote. Nemmeno ora
che sono passati tre anni. Lo sa solo Alice – che ovviamente l’ha sospettato
sin dall’inizio -.
bika95: Graaazieee *__*
_Miss_: Niente. E’ Bella che decide – insieme al
mio neurone -, e secondo me è una scelta sbagliata -.-
eliza1755: Lo tengono, ma lei se ne va, e lui fa
finta di nulla.
LittleHeart: Grazie mille! E scusa per il ritardo
nel postare T.T
La Bi: Grazie :)
ese96: Appena ho finito di rispondere a tutte
le recensioni e pubblicato il capitolo vado a leggere la tua storia. Lo
prometto!
LittleWhiteAngel: Dai, che anche questa volta ti
ho lasciato con una domanda J
96opal: Non ti preoccupare, la reazione era
calcolata per tutti J
«Beh,
è una casetta carina». Sorrido, all’affermazione di James.
Charlie,
da quando me ne sono andata si è trasferito a La Push, da Billy e Jacob.
Jacob.
Il mio Jacob che fra pochi giorni si sposerà, con Renesmee. Ecco, un
altro motivo per cui sono tornata a Forks. “Non vedo l’ora di conoscere tuo
padre”.
Papà
non ha mai venduto la casa che è a Forks, anzi, l’ha lasciata a me.
A
me, e a mio figlio.
Mio
figlio, che ora scende le scale, come sempre di corsa.
«Papà,
non è una casa bellissima? Ho una camera tutta per me, e il nonno l’ha colorata
di celeste!» Non si ferma un attimo, nemmeno per riprendere fiato. «E guarda
cosa ho trovato», è entusiasta.
Ma
non quanto lo sono io, in questo istante. Da dietro la schiena tira fuori la
mano che era nascosta, con sopra una piccola cornice.
«E’
la mamma da piccola! E guarda…» indica il bambino accanto a me. «Questo
è un suo amico!»
Non
guardo la foto, che James ora ha preso in mano. Non ne ho il coraggio, e lui se
ne rende conto.
Sicuramente
ha intuito qualcosa… «E’ lui?» Annuisco, abbassando il capo.
Mi
sembra tanto di essere tornata la diciassettenne adolescente e stupida di
qualche anno prima.
Lascia
la sala, dirigendosi in verso la cucina, con un’ultima frase: «Se lo vedo, gli
farò rimpiangere di essere nato».
«E
così, vissero tutti felici e contenti!» Chiudo il libro di favole che stavo
leggendo ad Anthony, mentre sento il suo respiro farsi sempre più pesante.
Segno
che si sta addormentando, finalmente.
Per
tutta la giornata non ha fatto altro che saltellare da una parte all'altra
della casa, e infine ha chiamato a nonno Charlie. Entusiasta gli ha
raccontato che la cameretta gli è piaciuta molto, soprattutto tutti i giochi
che ha trovato all'interno.
Ci
sono tutti i tipi di pupazzi, in quella camera. La mia vecchia camera.
Ripongo
il libro sulla scrivania, dove ancora c'è il mio vecchio PC. Quel
computer ne ha viste di cotte e di crude. Sorrido amaramente, poso un lieve
bacio sulla fronte di mio figlio e mi avvio al piano inferiore, dove James mi
sta aspettanto.
James.
«
Scusi! » Una signora, - avrà avuto più o meno cinquant'anni, si volta nella mia
direzione!
Era
ora! Sono più di cinque minuti che cerco di attirare la sua attenzione. Mi
rivolge un'occhiataccia, e poi finalmente, mi fissa.
«
Desidera? » Prendo un profondo respiro, prima di parlare.
Poi,
poso un bigliettino dinnanzi a lei. « Ecco, sto cercando questa via. » La via
che mi porterà a casa, da mia madre.
Il
mio volo è appena atterrato un'ora fa, ed io sono in balia delle strade di
Phoenix, senza trovare una meta precisa.
Ho
preso il primo aereo, per lasciare Forks.
Gli
unici a sapere della mia decisione sono stati mio padre, ed Alice. Ovviamente
anche mia madre, che doveva accogliermi a casa sua. Non più da sola, ma questa
volta in due.
La
signora fa un gesto teatrale della mano, prima di congedarmi. « Mi dispiace, ma
non posso aiutarla! » Si fosse almeno presa la briga di leggere quel
bigliettino!
Sconfitta
aspetto che le porte scorrevoli si aprano, ma una mano mi blocca.
Mi
volto, incantata.
Un
ragazzo, capelli biondi lunghi fino alle spalle, occhi azzurri e corpo da
favola mi ferma. Lo guardo un po' scettica. « Ho finito ora il mio turno. Se
vuoi, posso accompagnarti io, lì ».
Me
ne sto in silenzio, e continuo a contemplare il suo viso. Poi tutto ad un
tratto mi rendo contro della sua domanda.
Annuisco
vistosamente. Ecco, la mia prima figuraccia fatta a Phoenix.
«
Va bene ». Nemmeno l'ho ringraziato, che maleducata.
Mi
fa un cenno con una mano, si toglie il camice ed esce con me.
«
Se vuoi, la porto io, quella ». Con gli occhi segue il profilo del mio braccio,
fino ad arrivare alla valigia che trascino e al borsone che ho messo come
tracolla.
In
effetti pesano un po'.
«
No, no! Non ti preoccupare ». Nemmeno mi lascia finire, che ha tolto la valigia
dalle mie mani.
Si
gira a destra, mentre con una mano prende un mazzo di chiavi, e fa scattare
automaticamente la serratura di una Jeep grigia.
Lo
guardo scettica.
«
Volevi forse andarci a piedi? E' lontano da qui. » Dovrei fidarmi? In fondo è
uno sconosciuto. Ma uno sconosciuto che mi ha offerto un passaggio, per
arrivare a casa. Poi, continua « Se vuoi posso indicarti la strada. » Senza
pensarci due volte, salgo sulla sua auto.
L'abitacolo
è un posto intimo, e quello della Jeep mi ricorda fin troppo.
«
Comunque piacere, James ». Prima di mettere in moto, mi allunga una mano.
La
stringo. « Isabella. Piacere mio. » Oramai nessuno potrà mai avere una certa
confidenza con me. Solo dopo che lo avrò inquadrato bene, James potrà chiamarmi
Bella.
Ma
infondo mi sta dando solo un passaggio.
«
Dove vai di bello? » Domanda ad un certo punto, forse per alleggerire la
tensione.
«
Sono arrivata ora da Forks, vado a Phoenix, da mia madre ». Lui annuisce, prima
di svoltare a destra.
«
Forks. Una volta ci sono stato, ho giocato una partita di Basket in quella
scuola ». Il mio cuore ha un sussulto. « Cullen. Mi sembra che il capitano si
chiami così ».
La
testa inizia a girarmi, vorticosamente.
James
rallenta l'andamento. « Bella, tutto bene? » E ad un tratto lo fisso, senza
proferire parola. Sembra in imbarazzo. « Ehm... scusa. Forse non ti dovevo
chiamare così. Scusa, Isabella ».
Faccio
l'ennesimo cenno con la mano, e gli dico che è tutto apposto. Per ora.
Parliamo
del più e del meno, finché non arriviamo sotto casa di mia madre. La nuova
casa, che ha costruito con Phil e che io non ho ancora mai visto.
Niente
male, e vedo che apprezza anche James, dal suo fischio di approvazione. Scende
con me, e mi aiuta a prendere le valigie.
«
E' stato un piacere Bella ».
Lo
saluto.
Inutile
dire, che dal giorno dopo sono sempre andata in quel negozio.
«
Tutto bene? » Mi domanda, quando sono al piano di sotto. Annuisco, felice.
« Ha chiamato Alice ». Lo guardo un attimo, ed il sorriso si accentua sul mio
viso.
«
Cosa voleva? » Non vedo l'ora di vedere la mia migliore amica. La adoro.
«
Mi ha chiesto se domani andiamo a pranzo a casa Cullen. » Impallidisco, ma solo
per due secondo.
«
Va bene ».
Il
passato non mi può frenare, non a me.
O
forse si.
Potete uccidermi, e ne avete tutte le
ragioni del mondo. In primis, il capitolo orrendo. Lo so, in questo periodo mi
sto facendo schifo da sola. Scrivo che è una vera e propria merda e
quello che scrivo non piace nemmeno a me. Basta, nemmeno mi voglio dilungare in
chiacchiere che non hanno nessun significato ù_ù
Intanto, volevo
ringraziare le persone che hanno messo la mia storia tra le preferite (152),
tra le seguite (292), tra le ricordate (40) e tra gli autori
preferiti (95). Non lo scrivo perché siete un numero ESORBITANTE,
ma perché ci tengo, davvero! Per me ognuno di voi conta! Sia che
recensite, sia che leggete in silenzio e sia che critichiate! Io vi ammiro,
tutti!
LadySile : Sono d'accordo con te. Il mio Edward è un emerito cretino, e credo
che l'abbiamo capito tutte. Un po' giustifico la sua reazione. Era un maschio,
diciassettenne e anche adolescente. Un mix perfetto per fargli prendere
decisioni per cui se ne sarebbe pentito, in futuro!
vanderbit : E' ancora presto, per la conoscenza. Edward incontrerà Anthony nel
prossimo capitolo (SPOILER), ma lui non saprà che si tratta di suo figlio
(SPOILERONE!!).
ChiaraBella : Nel prossimo capitolo ci sarà un ennesimo FlashBack, in cui spiegherò
questo! Comunque Bella sta con James, è ufficiale!
ANNALISACULLEN : Cambieranno le cose? Mah...
bellina97 : Muahahahaah * risata malefica *, ce ne saranno delle belle!
giova71 : Nel prossimo capitolo ci saranno molti colpi di scena!
bika95 : Grazie mille! Anche per me la coppia Edward/Bella è una garanzia, ma
cosa succederà?!
Midnight Sun_ : Ti dico solo una cosa: la scintilla non si è mai spenta!
denny : Incontro nel prossimo capitolo! Grazie mille per i complimenti!
kandy_angel : Grazie mille!
Wilderose : Ve lo dico: non soffrirà! Edward, non soffrirà, anzi...
Shinalia : Edward sa che il bambino è suo, ma fa finta di niente. Alice non l'ha
detto a nessuno, per rispetto di Bella. E adesso si, si troveranno tutti a
Forks!
Erika1975 : Va tutto bene, invece. Edward non si innamora, diciamo che è
tutta una copertura va!
_Miss_ : Non ti preoccupare, non è una recensione ultra confusa, anzi. Ci hai
preso in molte cose. Da come hai letto, Bella e James stanno insieme da molto.
Lei l'ha conosciuto appena è arrivata a Phoenix, e sono diventati subito amici.
Poi, col passare del tempo qualcosa di più!
giocullen : Ciao! Grazie mille, comunque si, James e Bella stanno insieme.
valli : Edward sapeva di Anthony, ma quando l'ha sentito ha fatto finta di
niente. James e Bella stanno insieme. Alice non ha detto niente, per rispetto
di Bella. Questo è tutto, credo :)
ELLAPIC : Si, Edward è stato un vero Stronzo, e lo dico anch'io. L'incontro
sarà nel prossimo!
ese96 : Scusa il ritardo! Ecco il prossimo, ma senza l'incontro T.T
carilon : Succederà nel prossimo capitolo, a casa Cullen (SPOILER!)
eliza1755 : Anch'io prenderei a schiaffi Edward ù_ù Non posso dirti che lavoro fa
Bella, perché sarà scritto nel prossimo capitolo.
bella cullen89 : Già hai scritto qualcosa tu nella recensione, sul prossimo capitolo
XD Ma non posso rivelare più niente (se leggi le recensioni sopra troverai
molti spoiler :])
E'
strano svegliarmi, e ritrovarmi nella mia vecchia camera.
Ritrovare
la stessa stanza, piccola ed accogliente. Respirare quel profumo di
pioggia che ho odiato per così tanto tempo.
Anthony
nel corso della notte ha fatto i capricci, quindi ho dormito con lui.
Un po' stretti, nel mio vecchio letto. Lui ha dormito, ed io sono
stata la maggior parte del tempo sveglia. Non più abituata a
cambiare posto continuamente. Dormo bene, nel mio letto, a Phoenix.
Tra le braccia di James.
Sono
stata tentata, qualche volta. Avrei voluto alzarmi, dirigermi verso
la scrivania ed aprire il mio PC portatile. Per vedere se dentro
c'erano ancora le mie mail. Le nostre mail. Volevo
vedere, anche se ne ero certa. Io non le ho cancellate, e penso che
non l'abbia fatto nemmeno Charlie. Di tecnologia – mio padre -,
se ne intende poco. Quasi niente.
«
Mmmh », un mugolio, che mi fa abbassare la testa.
«
Amore. » Faccio piano. Accarezzo con una lentezza esasperante i
capelli di mio figlio.
Non
gli piace essere svegliato, come me. Ama un risveglio tranquillo.
Forse lo sto viziando troppo.
La
mia mano si è persa fra quei capelli, setosi e ramati.
Certe volte, mi ricordano troppo. Come i suoi occhi, così
espressivi e verdi. Un verde smeraldo. Anche se avessi
voluto, non sarei mai riuscita a dimenticare Edward. Avevo la sua
reincarnazione, proprio vicino a me.
Anthony
assomiglia molto a suo padre. I capelli e gli occhi, sono le
parti del corpo che mi fanno trasalire, ogni volta che le guardo.
Soprattutto
i primi tempi, appena era nato. Ringrazio Dio, per avermi dato due
persone così importanti, per andare avanti: mio figlio e
James.
«
Mamma. » Biascica, stropicciandosi gli occhi con le sue piccole
manine. « Latte. » Finisce, con un sonoro sbadiglio.
Sorrido,
poso un bacio sulla sua fronte e scendo al piano di sotto. Sbadiglio
anch'io, mentre faccio l'ultimo scalino. Ho dormito poco e niente.
Questa casa mi ricorda molto, forse troppo. E non sono più
abituata al ticchettio fastidioso che provoca la fitta pioggia che
scende, irrefrenabile, da ieri sera.
Passo
davanti alla televisione. Sopra c'è una foto, quella che ha
trovato Anthony appena siamo arrivati. Sorrido, guardo i soggetti, e
poi l'abbasso.
La
vecchia Bella non c'è più.
Ora
c'è Isabella. Donna, madre e moglie.
Da due anni.
Mi
fermo, e prendo un bel respiro. Appoggio le mani sui reni. Respiro a
fatica, in queste ultime settimane.
«
Sei testarda! Testarda e cocciuta! Bella, dammi quella borsa! »
Con un sonoro sbuffo passo la borsa che ho in mano a James, la prende
e continua a camminare. « Perché non mi stai a sentire?
Cosa ti costa restare a casa? L'ha detto anche il dottore, devi
pensare solo a riposarti! Che senso ha andare in giro, per le vie di
Phoenix? » Con una mano gli faccio segno di stare zitto. Fra
quattro settimane nascerà mio figlio. Già, ne sono
sicura. Sarà maschio.
«
Guarda questa che bella! » James si ferma davanti a una
vetrina, ha gli occhi che brillano. Infatti, si è fermato
dinnanzi ad un negozio di vestiti, naturalmente per bambini. E la
tutina che ha indicato è rosa.
«
E' inutile che fai quella faccia! E' un maschio! » Ribatto, con
il sangue che scorre fluido nello vene. Mi innervosisco, quando si
parla del sesso del mio bambino.
Inutile
dire che in questo periodo mi sto innervosendo per ogni minima
scemenza.
Lui
è pronto a ribattere, come sempre. « Come fai a dire che
è un maschio? Non hai voluto sapere il sesso? Ed ora ti
accontenti, anche delle tutine rosa! E sarà una femmina! »
Non ho nemmeno la forza necessaria per dirgli qualcosa.
«
Io sono la mamma, e sono sicura di quel che dico! » Lui ride. E
se la ride di gusto. Odio quando fa così. E' come se mi
prendesse in giro. Metto il broncio, quello che James odia così
tanto. Dice che il sorriso mi illumina gli occhi, e non vuole vedermi
triste. Soprattutto in questo periodo.
«
Dai, lasciamo stare », mi passa una mano, avvolgendomi la vita.
« Che sia un maschio, o una femmina, non fa la differenza. E'
sempre nostro figlio».
Annuisco
convinta. Anche se sono consapevole, che sia più mio
figlio, che il suo.
Mi fermo, davanti ad una gelateria, che inizio a contemplare con gli
occhi. « Ho capito. » Dice James, prendendo alcuni soldi
dalla tasca dei pantaloni ed avviandosi verso la gelateria. Sa quali
sono i miei gusti preferiti, soprattutto perché da nove mesi
non faccio altro che mangiare fragole.
«
Grazie. » Tolgo – quasi con prepotenza -, la coppetta
dalle sue mani, ed inizio a mangiare. Camminiamo ancora un po',
finché non decidiamo di sederci su una panchina, vicino al
parco.
James
non sembra più quello di pochi minuti fa. Ha l'aria quasi
afflitta.
«
Bella, ti devo chiedere una cosa ». Smetto di mangiare, poso la
coppetta e lo fisso. E' preoccupato, si, ma non sembra qualcosa di
così grave.
«
Dimmi. » Dopo tutto quello che ho passato, non può
capitare nulla di peggio. Nulla.
James
prende un bel respiro, prima di iniziare a parlare. « Ci ho
pensato molto, negli ultimi mesi. Ora siamo una coppia, viviamo
insieme e lo sanno tutti. Che ne dici se... ecco.. » Non
finisce, sembra imbarazzato.
Cosa
deve chiedermi? Sto fremendo dalla curiosità. « Vuoi
sposarmi? » Persa nei miei pensieri, non sono riuscita bene e
capire la sua domanda. Poi, senza che mi lasci il tempo di dire
qualcosa, continua. « Lo so, è stupito chiedertelo così,
senza nemmeno un anello, ma mi farò perdonare. » Poi,
rimane in silenzio. Naturalmente, sta aspettando la mia risposta.
Ed
io, cosa dovrei fare? Ormai, sono poche le persone che mi sono
rimaste accanto. I miei genitori, che sono stati sempre un supporto
fondamentale per me, una spalla su cui piangere. Alice, la mia
migliore amica. Ma ora, cosa conta Alice? Sicuramente resterò
per sempre a Phoenix, e la vedrò di rado. Non posso continuare
a campare con
l'aiuto dei miei genitori.
«
Si. » Sussurro, senza neanche rendermene conto.
Sono
felice, ora.
EDWARD'S
POV
Parcheggio
nel vialetto di casa, e spengo il motore. Faccio un bel respiro, e mi
volto verso Jane. E' tesa, ha lo sguardo perso nel vuoto. Le passo
una mano sulla spalla, massaggiandola un po'.
«
Che succede? » Anche un cieco se ne accorgerebbe.
Inizia
a gesticolare: brutto segno. « E' che ... vedi Edward sto per
conoscere la tua famiglia e sono … oddio … »
Sorrido, compassionevole.
E'
agitata perché le sto per presentare la mia famiglia.
Niente
di più, niente di meno.
«
Amore, quante volte ti ho detto che non ti devi preoccupare di
questo? La mia famiglia è parte di me, e mi appoggiano in ogni
mia scelta. Bella o brutta che sia ». O quasi, avrei voluto
aggiungere. Scuoto la testa, e continuo. « Quindi, non devi
minimamente crearti nessun tipo di problema. » Lei annuisce, ma
vedo che ancora non è molto convinta.
Apre
la portiera prima di me. Io tolgo le chiavi, ed esco.
Sono
pronto.
Sono
pronto per far conoscere Jane alla mia famiglia.
«
Se non ti muovi giuro che lo faccio io! » Alice fa irruzione
nella mia camera senza molti convenevoli, quasi spaccando la maniglia
della porta. La fisso con sguardo interrogativo. Lei sbuffa, e poi
continua. « Edward, esci da questa casa, vai in aeroporto e
prenota il primo volo per Phoenix! Stai andando avanti così da
settimane, non è possibile! Non mangi, non parli, Dio solo sa
cosa fai quando non sei a casa! » Non prende fiato, ha fatto
tutto il quel monologo senza riprendere fiato.
Io
non parlo, anzi, continuo a fissare il soffito. « Edward »,
il suo ora è solo un sussurro afflitto.
Ora
sono io che prendo un bel respiro, prima di parlare. « Cosa
vuoi che ti dica? Che mi dispiace? Si, mi dispiace. Mi dispiace di
non averla fermata, quando è venuta qui per salutarti. Mi
dispiace per non averle rivelato tutto il mio amore, come stavo per
fare a scuola, prima che si sentisse male. Mi dispiace di non averle
detto di tenere il bambino, che lo avremmo cresciuto insieme, forse
in una casetta qui a Forks, coperta dalla vegetazione. Sì
Alice, mi dispiace ma ora non posso più fare nulla ».
Butto la testa indietro sul cuscino e metto le mani fra i miei
capelli, tirandoli.
Ho
fatto una cazzata, una tremenda cazzata.
Alice
non parla più, allora alzo il viso accertandomi che non se ne
sia andata. E' ancora nella mia camera, ma seduta sulla sedia,
davanti alla scrivania. La testa abbassata fra le ginocchia, le mani
che coprono il viso.
Sto
per dire qualcosa, quando alza il viso. Ha gli occhi lucidi. Ho visto
piangere Alice poche volte.
«
Tu lo sapevi. » Sussurra, con la voce roca. « Sapevi del
bambino, sapevi che era incinta e l'hai lasciata andare via! »
Ora si alza, puntandomi un dito contro e alzando la voce. « O
mio Dio, Edward! Come hai potuto essere così Egoista? L'hai
lasciata andare da
sola e per giunta
incinta! » Continua a camminare, su e giù per la stanza.
Quindi
sapeva, anche lei. Bella gliel'aveva detto.
Prima
di lasciarmi solo, sussurra una frase piena di disprezzo e
risentimento.
«
Edward, mi fai schifo ».
Non
faccio in tempo a suonare al campanello, che l'uragano Alice mi
travolge.
In
un abbraccio pieno d'affetto.
BELLA'S
POV
«
Ti piaccio? » Faccio gli occhioni da cane bastonato, fissando
James.
Lui
sorride, ed annuisce. Per andare a pranzo a casa Cullen ho messo un
paio di jeans scuri a sigaretta, un maglioncino a collo alto marrone
e le scarpe da ginnastica.
Già
sto pensando alla scenata di Alice, quando mi vedrà 'ridotta'
in questo stato. Sicuramente secondo lei mi sarei dovuta mettere un
tailleur anche per un banale pranzo.
«
Se siamo pronti possiamo anche andare. » Prendo in braccio
Anthony, che in mano ha un giocattolino, e mi avvio verso la porta di
casa.
James
è dietro di noi, con la mia borsa e la chiavi del Pick Up
nelle mani.
Per
tutto il viaggio tengo Anthony in braccio, visto che dietro non c'è
un seggiolino.
Mi
giro per guardare James, e lo trovo a fissarmi.
«
Che c'è? » Odio quando le persone mi fissano.
Lui
sorride. « Quest'auto è un rottame ». Lui
ama le auto, per non parlare di moto.
Tiene
la sua Ducati come se fosse un tesoro prezioso.
«
Stai zitto », così detto, gli faccio un cenno teatrale
con la mano per metterlo a tacere. Intanto Anthony continua a giocare
con il suo 'eroe' di plastica, e lo fa volare da una parte all'altra
dell'auto.
Beata
infanzia.
Mi
ridesto dai miei pensieri sentendo il fischio di approvazione che
emette James.
Alzo
lo sguardo, e mi ritrovo nel cortile di casa Cullen. Solito giardino,
solita abitazione. Da urlo.
«
Si trattano bene, questi Cullen ». Gli do una pacca sulla
spalla, per scherzare. Scendo dall'auto, insieme ad Anthony.
Strano
che James sia riuscito a trovare la strada da solo, visto che
gliel'ho spiegata una sola volta, per giunta a casa.
«
E' inutile che ti stupisci, il mio senso dell'orientamento è
migliore del tuo ». Odio essere letta in questo modo.
Sembra che i miei pensieri siano aperti a tutti.
Arriviamo
al vialetto, quando James suona.
Mi
giro, e metto Anthony per terra. Quando vedo una Volvo.
Quella
Volvo.
Grigio
metallizzata.
La
porta si apre, e mi giro dall'altra parte. Quando vedo Edward.
Edward
Cullen.
In
pantaloncini e canotta.
NON
CI SONO PAROLE, PER CHIEDERVI PERDONO. IL MIO RITARDO, IL CAPITOLO
CHE FA UN PO' SCHIFO, E TUTTO IL RESTO. PERò QUESTO è
DAVVERO UN PO' UN PERIODACCIO. SONO STATA VIA PER IL WEEK END, E LA
VOGLIA DI SCRIVERE – SPERO CHE GLI AUTORI POSSANO CAPIRMI –
QUANDO NON C'è, NON C'è! INUTILE CHE APRO UN QUADERNO,
O UNA PAGINA WORD, PER SCRIVERE SOLO CAVOLATE. PREFERISCO ASPETTARE
L'ISPIRAZIONE E SCRIVERE QUALCOSA DI SENSATO! NON VOGLIO NEMMENO
DILUNGARMI, E SPERO CHE MI PERDONIATE, PERCHé NON RIESCO
NEMMENO E RISPONDERE ALLE VOSTRE RECENSIONI. LE HO LETTE, UNA
PER UNA E
SONO IMMENSAMENTE GRATA AD OGNUNO DI VOI! DAL PRIMO ALL'ULTIMO. DAI
LETTORI CHE MI SEGUONO SIN DALL'INZIO A TUTTI QUELLI NUOVI. VI
PROMETTO
CHE IL PROSSIMO CAPITOLO ARRIVERà LA PROSSIMA SETTIMANA.
“Bella”.
Non riesco a dire niente. O, meglio, non so cosa
dire. E’ Edward, cavolo.
Edward
Cullen, dinnanzi a me. Dinnanzi a me e a suo figlio.
Che nemmeno conosce.
Prendo
la mano di James, e la stringo.
Deglutisco,
a vuoto. Ho la gola secca, manca solo che le mie labbra diventino screpolate.
“Hey, Edward! Chi-?” Una figura minuta
fa capolino da dietro le sue spalle.
Capelli
sparati da ogni parte.
“Alice!”
Devo almeno riuscire a distogliere lo sguardo. Edward fa appena in tempo a
spostarsi, che salto addosso alla mia migliore amica.
Quanto
mi è mancata! Mi stringe forte, e capisco perché. Per Edward. Per
cercare un modo per farsi perdonare.
“Alice”,
anche James si avvicina, e la saluta affettuosamente. Anthony viene avanti con
lui, ma non fa in tempo ad avvicinarsi che viene travolto dall’uragano zia Alice.
Lui
sorride, e si dimena quando lei lo prende in braccio e inizia varie giravolte.
Ha tre anni, e dice che non è più un bambino.
In
tutto questo, Edward è rimasto
sempre in quell’angolino. Come a godersi lo spettacolo. Non ci riesco, e
quindi mi volto.
Mi
guarda, ed io guardo lui. Menta e Caffè mischiati insieme. Un mix
letale, almeno per me.
Alice
tira la manica del mio maglioncino, per attirare la mia attenzione. “Vieni Bells, andiamo. Esme non vede
l’ora di vederti!” Stringo la mano di James, ed insieme ci avviamo
in cucina.
Casa
Cullen è sempre la stessa. Non è
cambiato nulla. Le solite pareti bianche, i mille oggetti e tutte le
cianfrusaglie che Esme adora così tanto, e che
io – sapendo che le adorava – ogni anno per il suo compleanno
gliene compravo di diverse.
Su
una mensola ci sono delle foto. Delle foto che ritraggono tutti i Cullen da piccoli, ed in una ci sono anch’io. Sono
felice di vedere che non sono stata dimenticata. Almeno da certe persone.
Ci
dirigiamo in cucina, ed il senso di Déjà Vu lo sentiamo tutti.
Vedere Carlisle hai fornelli mi ha sempre messo un
senso di gioia. È strano, da descrivere. Esme
è al forno, quindi girata di spalle.
È
una famiglia speciale, la mia
famiglia.
“Bella!”
Da dietro qualcuno mi stringe la vita. Riconosco quella voce, ancor prima di
sentire il tocco o di voltarmi.
È
Jazz, il mio Jazz. Il mio migliore amico. La persona che mi è stata
accanto nei momenti più difficili, soprattutto quando dovevo prendere
una decisione.
“Hey, Jazz” lo abbraccio, con tutto l’affetto
che ho. E’ una di quelle persone che mi sono mancate molto, in questi tre
anni.
Ma,
nel momento in cui mi ha chiamata, si sono girati tutti. Esme,
Carlisle, ed una ragazza, che era seduta su uno
sgabello vicino a Carlisle.
Esme
si porta una mano alla bocca “Oh, Dio Bella!” Si avvicina, ed anche
lei mi abbraccia affettuosamente. La mia mamma.
Poi è il turno di Carlisle. Mi chiede come
sto, e si avvicina a mio figlio. All’epoca solo lui lo sapeva.
Poi,
mi rendo conto della mancanza di due componenti fondamentali della famiglia.
E’
l’unica persona che mai avrei voluto sentire, a parlare.
“Rosalie
ed Emmett si sono lasciati, Bella”, dice
Edward.
**
“E
questo è tutto”. Alice finisce la spiegazione con un gran sospiro,
e poi si siede sul suo letto, vicino a me.
“Ma…
Alice, non è possibile! Rose ed Emmett! Ci
deve essere un errore! Lui non può aver fatto una cosa tanto macabra!”
Non
so se non posso crederci o se non voglio. Forse tutte e due.
“Bells, le cose
stanno così. Un
po’ di giorni fa ho incontrato Jake. E…
vedi, lui mi ha detto che fa finta di niente. Per Jacob Black
non è successo nulla! Secondo lui, la sua amata Renesmee
non l’ha tradito con Emmett.
Cavolo,
Emmett e Renesmee. Quando Jake me l’aveva presentata al ballo era una ragazza così carina.
Metto
i gomiti sulle ginocchia e passo le mani fra i capelli.
“Povero
Jake. Sta per sposarsi con una donna che l’ha
tradito. E Rosalie! Non voglio minimamente pensare a come
stia!”.
Alice
prende le mie mani, e le stringe.
“Esme non sa
più che fare. Prima con
Edward, poi con Emmett. Davvero,
non sa come andare avanti”. Per una
attimo penso alla povera Esme. Aveva due figli modello. Beh, Emmett
qualche volta faceva qualcosa di strambo, ma non metteva mai la sua famiglia in
imbarazzo, e non l’avrebbe mai fatto. Questo era quello che pensavamo
tutti.
Guardai
Alice negli occhi. “Esme sa!” Lei
piegò la testa di lato.
“Certo
che sa,Bells! Ti ho detto un minuto fa che Jake
è venuto proprio qui a casa, per spaccare la faccia ad Emmett”.
“No! Esme sa di me ed Edward!” Ora abbassa lo sguardo, come
mortificata.
“Perdonami
Bells. Me gliel’ho dovuto dire per forza.
Cavolo, Anthony è suo nipote, come poteva rimanerne all’oscuro? Carlisle invece
ha detto che già sapeva tutto fin dall’inizio”. Non
posso essere arrabbiata con Alice. Ma se Carlisle
sapeva, perché non ha- “Ti sbagli, Bells.
Tu non sai quante volte abbiamo persuaso Edward a venire da te. Era
irremovibile. Io… davvero, non so come è accaduto. Non so…
forse diventerò anch’io così, un giorno… come
loro…”
“Shhh, Alice! Tu non diventerai mai come
loro, e nemmeno come lui!”
Parlare di Edward e di Emmett come se fossero degli
alieni. Come se non fossero mai state le persone che ho conosciuto anni
fa.
Il
mio fidanzato, ed il mio migliore amico.
Vorrei
provare a cambiare argomento, ma non ci riesco. “Anche Edward lo
sa”. Alice sospira, continuando a stringere le mie mani.
“Bella, lui già sapeva. Sapeva che eri incinta, ed ora
l’avrà intuito. E poi… ecco, Anthony è la sua
fotocopia.
Lui
sapeva.
Edward
sapeva che ero incinta, ma non ha fatto niente. Non mi ha fermata, non mi ha
cercata. Mai. “Bells scendiamo, andiamo a
pranzo”. Annuisco, ed apro la porta. Insieme ad Alice, ci dirigiamo al
piano inferiore.
**
“BruumBruum”.
“Anthony,
per favore!” Sorrido, quando James sgrida – per modo di dire
– mio figlio. Siamo a tavola, e lui, con la sua fidata macchinetta,
continua a giocare.
“Oh, per favore, lascialo in pace. È così bello
vederlo giocare!” Sorrido a Mamma Cullen, che
non fa altro che guardare Anthony.
Guardo
la tavola, abbiamo appena finito di mangiare il secondo.
“Vado
a prendere il dolce” dico, mentre Esme mi
sorride.
Mi
sono già alzata, quando è Edward a fermarmi.
“Aspetta”, tutti, sorpresi quanto me, si girano nella sua
direzione. “Oh, non è nulla di grave, non preoccupatevi! Soltanto, ecco, io e Jane volevamo dirvi una cosa”.
Jane,
ecco come si chiama. Ed ora ne ho avuto la conferma, è la sua fidanzata.
Si
alza, e si avvicina a Edward.
Mi
gira la testa, e la consapevolezza si fa largo in me.
Edward
parla, celando ogni dubbio
“Aspettiamo
un bambino. O meglio, Jane è incinta”.
**
Sapete che se non ci sono dei grandissimi problemi nelle mia fan fiction, non sono mie 8D Però questa
volta il neurone è andato per conto suo.
Emmett! Come diamine ho fatto a far tradire
Rosalie, che io adoro! Per giunta con Renesmee
°-° Sto fuori, lo so. E so che voi lo sapete ù-ù
Poi… Jane incinta!! Quella Jane
incinta. Ed il figlio? Sarà di Edward o no? Muahahah.
Va bene, ve lo dico, sennò invece di una fan fiction diventa Beautiful. Il
pargoletto di Jane è di Edward, ovvio.
Ed ora? Cosa farà la nostra Bellina? Bah. Secondo voi,
reagirà o no? Starà ferma e zitta in un angoletto come ha fatto
fino ad oggi, o si darà una svegliata? Il prossimo capitolo
arriverà prestissimo.
Ora, ringrazio le persone che hanno messo la mia storia tra le
preferite (162), le persone che
hanno messo la mia storia tra le seguite (310),
quelle fra le storie da ricordare (43)
e le anime che mi hanno messo tra gli autori preferiti (io non ne avrei avuto
il coraggio ù-ù) (98)
Recensioni:
vanderbit: non posso dirti se è un EdxBella a lieto fine, sennò ti avrei svelato tutta
la storia. Edward è stato codardo in passato, e lo è tutt’ora
-.-
lisa76: con questo capitolo ci sono altre domande, e, purtroppo, non
posso rispondere a nessuna delle tue °-° Quindi, per avere le risposte,
continua a leggere *-*
giova71: questi non sono ulteriori sviluppi, sono ulteriori problemi 8D
bo19: uh, grazie mille *-* Edward non ha fatto nessuna faccia, anzi,
ha scoppiato una bomba
Mirya: grazie mille per i complimenti *-* Anch’io sono un po’
recalcitrante per le gravidanze nascoste, ma, come hai scritto nelle fan
fiction vanno per le migliori. Poi, James sa di Edward. E’ scritto in questo
capitolo.
ChiaraBella: Tanya l’ho già usata, quando erano adolescenti. Jane mi
mancava. E no, James non avrà dei risvolti malvagi 8D
LadySile: continuo la tua recensione: e sai
che colpo al cuore, quando ha saputo che lui aspetta un figlio, da un’altra? Te l’ho fatta io, prima che la
scrivessi J
LittleWhiteAngel: Edward ha capito che è suo figlio, anche se non l’ho
scritto >.<
bellina97: eheh, non posso proprio dirti nulla.
Ed ora, Edward aspetta un figlioletto °-°
eliza1755: sì, James ha riconosciuto Anthony come suo figlio,
anche se è di Edward.
valli: non si può dire che qualcosa di interessante non sia
successo 8D
consu89: un bel casotto, è successo
al pranzo a casa CullenJ
Non
so dove l’ho sentito dire, ma chi l’ha detto, ha perfettamente ragione. Ho
aspettato Edward per tre anni.
Stavo
con James, ed aspettavo Ed. Quando ho partorito, nelle ore di travaglio ho
sperato che Edward aprisse quella maledetta porta, entrasse, e restasse con me
per il resto della vita.
Ad
ogni compleanno di Anthony, pensavo a lui. Suo padre, almeno, doveva mandargli
un regalo. Scrivergli una lettera, quantomeno. Ma niente.
Quando
mi sono sposata, ho sperato con tutta me stessa che entrasse in quella chiesa,
annullando tutto.
Ed
io, da brava codarda, me ne sarei andata con lui e mio figlio. Lasciando James.
Lasciando le persone che mi sono state veramente
accanto in questi anni. L’avrei fatto.
Ma
lui non si è fatto vedere, anzi. Non mi ha mai cercata. Mai una telefonata,
nemmeno da parte di Alice. Nulla.
Quando
l’ho visto, su quella porta, ho sperato che mi attirasse a lui, baciandomi. Una
scena di un film, che non si realizzerà mai.
Ho
sperato che mi portasse da qualche parte, per parlare. Per dirmi i suoi buoni e
validi motivi, perché non mi ha mai cercata.
Non
è accaduto niente di tutto ciò. Neanche un ‘ciao,
Bella’. Niente di tutto questo.
E
le mie speranze sono andate a farsi fottere una volta per tutte, quando ha
fatto quell’annuncio.
Un
figlio, che riconoscerà. Come suo. Perché il mio non è degno, di una cosa del
genere.
Avrei
voluto gridare al mondo quanto sia stronzo, e tutto quello che mi ha fatto
passare. Ma non l’ho fatto.
Sono
andata da Jane, dicendole che un figlio è il miracolo più bello che ci possa
essere, e che una donna può avere.
Sono
andata da Edward, facendogli i miei più sentiti auguri, e poi, mi sono diretta
in cucina per prendere quel maledetto dolce.
Il
pranzo è andato avanti, con Anthony che continuava a giocare, James che
stringeva spasmodicamente la mia mano ed Alice che ogni tanto mi lanciava
qualche occhiata.
Ci
siamo ritrovati tutti in salone, dopo il pranzo. Abbiamo chiacchierato del più
e del meno, ma l’attenzione era tutta su mio figlio. Giocava con tutti, a
turno.
Anche
lì il tempo è trascorso normalmente, ed ora siamo a casa nostra.
“James,
io vado”, lui mi guarda, incerto.
“Ne
sei sicura?”
“Certo, devo andare da Rosalie. Ha un appartamento a Port
Angeles, e non dista molto da qui. Non preoccuparti”.
Gli do un casto bacio sulle labbra, e uno sulla fronte di Anthony, che si è
addormentato tra le suebraccia.
“Bells, non puoi rimandare?” Sbuffo, è troppo apprensivo.
“Hey, non preoccuparti! Se farò tardi chiederò a Rose
di ospitarmi per stanotte, e ti chiamerò appena sarò arrivata!” Un altro bacio
sulle labbra, ed esco da casa.
“Tu
non puoi neanche immaginare quanto mi sei mancata!” Mi accoglie così Rosalie,
quando sono sulla porta di casa sua.
E’
diversa.
Cioè,
è sempre bellissima, ora i lunghi boccoli biondi ricadono lenti
e ancora più lunghi. Ha una cera bellissima. Ma non ha la solita luce
negli occhi, quella che aveva anni fa.
“Rose,
è così bello vederti!” Ma quando l’abbraccio, scoppia in lacrime.
Cerco
di consolarla, e cerco di farmi raccontare tutto quello che è successo, anche
se già ne sono a conoscenza.
Parlare
fa bene, sfogarsi con qualcuno ti fa sentire meglio.
Io
lo so, e ci sono passata. Quando James mi ascoltava, mi sentivo meglio. Più
sollevata.
“Io non so… non so come sia accaduto! Perché ha fatto una cosa del genere? Con me sembrava felice”, Rose continua a tormentarsi in questo modo.
“Era felice, con te. E
ora… ora dov’è?”
“In Europa. Se ne è andato, dopo quello che è successo.
Codardo.” Rosalie si asciuga le ultime lacrime, e si dirige in cucina per
prendere una tazza di caffè.
L’appartamento
è bello, e di lusso. Appena entri c’è un enorme salone, tre camere, due bagni e
la cucina. Il balcone è enorme.
“Non
voglio più avere niente a che fare con i Cullen.”
Quando ritorna con questa frase, mi lascia un po’ perplessa.
“Cosa?”
Riesco ad articolare. Anche io non volevo avere più niente a che fare con i Cullen, tanto tempo fa.
“Lo so, mi dispiace per Esme. La adoro. E per Carlisle,
per me era come un padre. Ma non posso, e non voglio tornare da loro. Sanno che
Emmett ha sbagliato, ma è pur sempre loro figlio, e lo appoggeranno in qualunque scelta prenda”.
Le parole di Rosalie mi fanno aprire gli occhi, più di quanto avessi già fatto
in tre anni.
Ha
ragione. Esme e Carlisle
saranno sempre dalla parte di Edward, e di Emmett.
Infondo, sono i loro figli.
“Rose,
è tardi, posso restare stanotte?”
Lei
annuisce, e mi scorta fino alla camera degli ospiti.
EDWARD’S POV
Nel
letto, guardo il soffitto. Non riesco a chiudere occhio, anche perché Jane non
fa altro che muoversi.
Ora
c’è silenzio, ma la situazione non cambia. Non ci riesco. Non riesco a dormire,
perché vedo sempre quegli occhietti verdi, e quella macchinetta che vola da
ogni parte. Fra i piatti, sul tavolo e sul divano.
BruumBruum.
Mi
passo una mano fra i capelli, quando Jane parla.
“Perché
l’hai fatto?” Si riferisce all’annuncio. Quell’annuncio.
“Dovevo”.
E’ la mia unica risposta. Sono un coglione, un emerito coglione.
Bravo, ci sei riuscito da solo, a
capirlo, mi direbbe ora Alice, se
fosse qui.
Si,
ci sono arrivato da solo. Dopo tre anni.
“Non dovevi. Io ti ho detto che ho solo un ritardo, e che ho fatto soltanto un test. Lo sai, che dobbiamo andare dal
dottore, prima. E se non fosse vero? Oh, Dio, Edward! Ora i
tuoi genitori credono che io sia incinta!” Ora
Bella crede che tu sia incinta, è quello che vorrei aggiungere.
Ma
non lo faccio. So che così farei del male a tutti. In particolar modo a Jane.
E se non fosse incinta? Cosa diamine mi invento?
Poi, Jane continua “Lo so che l’hai fatto per quella la. Io vorrei sapere perché. E’ sposata, ha un
figlio. Mi dici perché hai detto una stronzata
del genere?”
Perché è felice.
Perché
lei ha quello che io le ho tolto, anni fa. Ha riacquistato la fiducia di un
uomo, ha un figlio. Mio figlio.
“Jane,
ti devo dire una cosa”, continuo a guardare il soffitto, con le mani sotto la
testa, e le gambe a penzoloni.
“Dimmi”.
“Il figlio di Bella. Il bambino che era qui, oggi. E’
mio figlio”. Il silenzio che viene a crearsi dopo la mia confessione è
lacerante.
“Dimmi
che non l’hai tenuto perché i eri giovane, e i tuoi
genitori te l’hanno proibito”. Sospiro, tolgo una mano da sotto la testa e mi
gratto gli occhi.
“Ero
con lei, quando mio padre le ha detto che era incinta. Ho fatto finta di
niente, me ne sono andato. Bella non si è fatta più vedere, ha finito la scuola
a Forks ed è partita per Phoenix, da sua madre. Lì ha incontrato James,
e… ora mio figlio crede di essere il
figlio di quello la”.
Jane
si alza, ed inizia ad imprecare sottovoce.
Come hai potuto farle una cosa del
genere.
Perché sto con uno schifo come te.
Dice
cose del genere.
La
blocco per un braccio, ma cerca di strattonarsi.
“Aspetta, non ho ancora finito”.
Questa
cosa, non l’ho mai raccontata a nessuno. Nemmeno ad Alice.
“Non
mi prendere per scemo, ma dopo due mesi che era partita, io ci sono andato, a
Phoenix. Prima sono andato a casa sua, qui a Forks.
Ho raccontato tutto a Charlie, e non ti nego che mi sono beccato un bel pugno
in pieno viso. Poi mi ha dato l’indirizzo di Bella, e sono partito. Sono andato
lì con l’intento di chiarire, di farmi perdonare, in tutti i modi possibili. Se
fosse stato necessario,anche chiedendole la sua mano.
Ma poi… l’ho vista sotto l’appartamento, con quel fagottino in mano, appena
nato e la fede al dito. Ho visto James che usciva dalla macchina con una
carrozzina. L’ho vista felice. Quando eravamo qui a Forks,
io non l’avevo mai vista così felice, nemmeno con me. E mi
dispiace così tanto, di essermene andato, di
nuovo”.
Non
so quando, non so come e nemmeno perché sto piangendo.
Jane
non mi abbraccia, non mi stringe la mano, non sussurra parole di conforto.
Continua a rimanere seduta, fissando una parete nel buio.
“Edward”,
la sua voce è un fioco sussurro. “Domani mattina, torno al campus. Mi inventerò
io qualcosa con i tuoi genitori. Tu, ora, vai a parlare con Bella. Non me ne
frega niente di che ora sia, ci vai, e basta. Chiarisci, parlare. Non dico che
devi riprendertela, me devi dirle quello che mi hai
detto a me. E ti assicuro, che quello che ho visto oggi, non era lo sguardo di
una donna felice.”
Come
un emerito coglione, continuo ancora a piangere. “E…
parlerò io con i tuoi genitori, domani mattina. Non credo di essere incinta. Ora, vattene”.
Mi
alzo, prendo un paio di jeans e una T-shirt, e me ne vado.
Accendo
la Volvo,
diretto verso casa Swan.
INCITA O NON INCINTA, LA NOSTRA
JANE? BAH. EDWARD è ANDATO A PHOENIX, MA DOPO QUELLO CHE HA
VISTO NON HA DETTO NIENTE A NESSUNO.
HO LETTO LE VOSTRE RECENSIONI, E HO VISTO CHE IL CAPITOLO
PRECEDENTE NON è PIACIUTO.
NON POSSO DIRVI CHE MI DISPIACE, PERCHé QUELLO CHE HO SCRITTO DOVEVO SCRIVERLO.
BAH, NON SO CHE ALTRO DIRE. MI SCUSO IMMENSAMENTE, MA NON RIESCO A RISPONDERE
ALLE RECENSIONI ç_ç
PERò, SE VOLETE CONTATTARMI VI LASCIO ALCUNI ‘RECAPITI’.
Guidare
mi ha sempre rilassato, soprattutto se vicino a me c’era qualcuno.
Di
solito c’è sempre stata Alice: la mattina prendevamo la mia Volvo
per andare a scuola, ogni volta che voleva andare a Port
Angeles per fare shopping io ero costretto ad accompagnarla, perché il
povero Jasper fingeva malori – chi poteva compatirlo! -.
Poi,
il posto del passeggero l’aveva preso Bella. Con lei era tutto diverso. I
primi tempi aleggiava un aria triste,
nell’abitacolo della mia macchina. Come quella volta che l’avevo
riaccompagnata a casa, dopo il compleanno di Jessica Stanley. Quel giorno,
guidare mi è era piaciuto più del lecito. Poi ci siamo
‘messi insieme’, e così le tenevo la mano, sul cambio. I miei nervi, a quel contatto,
si rilassavano. La guida, insomma, è una cosa che amo, e che mi ha
sempre tranquillizzato. Sempre. Tranne ora.
Ora
non faccio altro che battere impercettibilmente un piede sul freno, mentre mi
dirigo a casa Swan. La vecchia casa Swan. Quella dove ora abitano James, Bella e suo figlio. E la strada che porta a Forks, non è mai stata così lunga.
Non
c’è un lampione acceso, ed il ticchettio della pioggia mi sta
dando i nervi! Appunto, proprio sui nervi! Ora che non posso stringere la mano
a nessuno, e nemmeno la musica mi aiuta, tantomeno Debussy,
Claire De Lune.
Perso
nei miei pensieri, nemmeno mi rendo conto di aver parcheggiato nel vialetto di
casa Swan, e di essere fuori la porta.
Forse
non dovrei suonare, forse ora il piccolo dorme.
Oppure
dovrei proprio suonare, per svegliarli tutti e parlarci una volta per tutte.
Per la prima volta, la parte più razionale di me prende il sopravvento,
e busso cautamente una volta. Due. Tre.
“Bella?”
E’ una voce, che proviene da fuori. Non rispondo, perché diamine
sta chiamando Bella? “Hey,
Bella! Sei tu?” Ancora la voce, una voce
maschile. Sicuramente quella di James. Prendo un bel respiro, prima di
rispondere.
“Sono
Edward”, è l’unica cosa che riesco a dire. Da dentro non
proviene nessun suono.
Dopo
pochi minuti, la porta si apre.
“Che
ci fai qui?” Ovviamente non era l’accoglienza che mi aspettavo, ma
devo ringraziare Dio che non si è presentato sull’uscio con un
coltello.
“Ecco…
devo parlare con Bella”. Bravo, dì la verità. E visto che
James è sveglio, dilla anche a lui, anche se dopo ti ammazzerà di
botte.
“Bella
non c’è”, dice, come se io ci credessi. E’ ovvio che
Bella è in casa, o dorme, o non vuole vedermi.
Forse,
prima che James venisse ad aprirmi ci ha parlato. Le ha detto che ero io, e lei
si è coricata a letto, fra le braccia di suo figlio. L’uomo che ho
davanti mi sta fissando insistentemente. “Edward, non
ti sto prendendo in giro. Bella non c’è, è andata da
Rosalie. E, visto che con questo tempo non ho voluto farla
rientrare a casa, si è sistemata lì, per la notte”.
Non dico niente, anche perché se fosse vero, nemmeno mi ha assalito. Non
mi ha invitato ad entrare – comportamento più che lecito -, ma
nemmeno mi ha sbattuto fuori casa.
Sto
per dire qualcosa, quando sento dei piccoli passi dietro James, poi, una figura
minuta fa capolino da dietro le sue gambe.
“Chi
è?” Domanda Anthony, stropicciandosi gli occhi. James abbassa lo
sguardo – sicuramente nemmeno lui si è reso conto che il piccolo
era arrivato -, e lo prende in braccio.
Siamo
ancora sull’uscio della porta, con il vento che entra dentro casa,
facendo rabbrividire tutti e tre.
“Vieni
Edward, entra” dice James, richiudendosi la porta alle spalle, una volta
che sono entrato.
Non
so per quale motivo ancora non mi è saltato addosso, rovinandomi la
vita.
Dopo
che James mi invitato ad entrare, offrendomi anche una
tazza di thé, mi sono rivelato. Ho detto a lui tutte le cose che avevo rivelato a Jane
quando eravamo a casa. Non omettendo nessun particolare. Ma l’ho fatto
dopo che Anthony si è addormentato, tra le sue braccia. Ora James lo
culla, fissando prima me, e poi la tazza di thé
che è davanti ai suoi occhi.
“Io…
ecco Edward, io non riesco a capire. Era la tua donna, perché non hai
fatto niente per tenertela stretta. Non capisco perché quando sei
arrivato a Phoenix e ci hai visti, te ne sei andato per l’ennesima volta.
Io, non ci riesco”.
Non
ha tutti i torti, anzi, nemmeno uno. Nemmeno io, riesco a spiegare i
comportamenti che ho tenuto in questi anni. James prende un
respiro, prima di continuare a parlare “Dovevi parlare con Bella.
Dovevi dirle che sapevi, lei, sarebbe corsa da te. Io… ecco, io non posso
dire che la amo, ma proviamo un grande affetto, l’uno per l’altro.
E poi… Edward, Anthony sa che non è mio figlio. Bella ha voluto
mettere le cose in chiaro, prima che diventasse sempre più confuso,
crescendo. Mi chiama papà, per abitudine e
quotidianità, ma sa che non sono il suo vero padre”.
Lo
guardo, allibito e senza emettere nessun suono. A stento sto respirando.
Non
mi ha attaccato, non mi ha spaccato la faccia. Mi ha solo detto tutto quello
che volevo sapere, per tornare da Bella. “Ora, non
andare da lei. Sta con Rose, lasciala in pace, almeno
per stasera”. Annuisco, e – ancora muto
-, mi alzo e me ne vado.
Inutile,
non ho ascoltato un bel niente di quello che mi ha detto James. Bella non
può fuggire da me, non un’altra volta. E spedito, mi dirigo verso Port Angeles.
BELLA’S POV
Il
letto matrimoniale è comodo, ma ancora non riesco a dormire. La pioggia
batte insistentemente sulla finestra di vetro, e questo è un brutto
colpo per i miei poveri nervi.
Non
sopporto più la pioggia, il freddo e Forks.
Anzi,
non riesco a tollerare la merda che
c’è qui. Edward… Emmett…
solo Jazz, sembra quello con il cervello sulle spalle, si spera!
Non
faccio altro che pensare ad Anthony, che ora è a casa, senza di me.
Okay, James è un ottimo padre,
però mio figlio ha sempre tre anni, ed io sono troppo apprensiva, come
dice spesso Renèe.
Starà
già dormendo? Avrà fatto storie? Si sarà svegliato nel
corso della nottata? Dio, non sopporto di stare lontana da mio figlio.
E
salto praticamente sul letto, quando sento il cellulare che ho messo sul
comodino prima di addormentarmi, squillare.
Ecco,
io lo sapevo che sarebbe successo qualcosa, e che ora James ha bisogno di me.
Sono pronta a rimettermi in auto, senza nemmeno rispondere a quella chiamata,
quando ci ripenso.
“E’ successo qualcosa? Tutto bene? Anthony come
sta?” Una risata soffocata proviene dall’altro capo del telefono.
Caspita!
Non c’è un bel niente da ridere, e non si dovrebbero prendere in
giro le madri apprensive, proprio come me!
“Bells, respira. Qui va tutto alla grande,
Anthony è qui, accanto a me che dorme fondo”. Sospiro
sollevata. Quindi, va tutto a posto.
“Allora,
perché mi hai chiamata?” Quello che penso è impossibile.
È
impossibile che James mi abbia chiamata perché sente la mia mancanza.
Non è mai successo, in tre anni.
“Edward sta venendo da te, Bella. E’ venuto qui, per
parlarti. Ed ha parlato con me. Non ti agitare, e non preoccuparti. Non
è successo nulla di irreparabile, e non l’ho nemmeno toccato,
però avrei tanto voluto ammazzarlo di botte, dopo tutto
quello che mi ha detto”. Forse, mi sono dimenticata come respirare.
“Che
cosa ti ha detto?” E’ l’unica frase di senso compiuto che
riesco a formulare.
“Deve
dirtelo lui. Gli ho detto di non venire, ma sicuramente
già sarà sulla strada per Port
Angeles”.
Edward
sta venendo qui. Per parlarmi.
In
un attimo la mia testa si è svuotata. Niente più preoccupazioni,
nemmeno pensieri rivolti a mio figlio. Niente di niente. Solo
quelle quattro parole.
Edward sta venendo qui.
Non
saluto nemmeno James, quando chiudo lo sportellino del cellulare verde. Lo
butto sul letto, con le mani mi riavvio i capelli, e mi butto a peso morto sul
letto.
Senza
pensieri, Bella.
Edward
viene qui solo per parlarti.
Senza
pensieri.
Senza pensieri.
“Dio,
ma chi è a quest’ora?” Con un sonoro sbadiglio mi stropiccio
gli occhi, e mi alzo per sgranchirmi le gambe.
E’
la voce di Rose, che mi ha svegliata.
Aspetta, la voce di Rose che mi ha svegliata.
In
due secondi cerco di liberare la mia mente, facendo piazza pulita e cercando di
ricordare quello che mi ha detto James.
Edward
stava venendo qui, per parlarmi.
Io
mi sono buttata nel letto, addormentandomi.
Cazzo,
mi sono addormentata. Altro che agitazione, non me ne fregava talmente niente
di Edward, che sono anche crollata in un sonno profondo.
Cerco
di trovare il cellulare fra le lenzuola, e lo prendo fra le mani.
Sono
le quattro del mattino. Anzi, le quattro e cinque. Nemmeno riesco a ricordarmi
a che ora ha chiamato James.
Persa
nei miei pensieri, non sento nemmeno il bussare lieve sulla porta della camera.
“Avanti”,
dico, aspettando impaziente che qualcuno entri.
Rose
fa capolino dalla porta, soltanto con la testa.
“Bella,
c’è una visita per te”. Dice, prima di sbadigliare
sonoramente. Io mi stropiccio gli occhi per l’ennesima volta, prima di
annuire.
Non
so per quale motivo idiota sto annuendo. Per niente, ecco perché.
Rose
se ne va, e la porta si apre del tutto, rivelando una figura snella.
Edward ha i capelli scompigliati, le occhiaie che gli
arrivano fino al mento e i vestiti stropicciati. Sembra che non dorma da una
settimana.
Si
avvicina, senza dire niente. Ed io continuo a rimanere seduta, al centro di
quell’enorme letto.
E
– ancora senza spiccicare parola – posa un casto bacio sulle mie
labbra.
Un
bacio, che spiega ogni cosa.
Un
bacio, che ha il sapore di menta, caffè e amore.
Nella vita non è tutto rose e
fiori, questo è vero.
In Io e Te ci
dovevano essere Bella e Edward. Bella e Edward che si odiavano, che poi
finivano insieme e lei rimaneva incinta.
Edward si teneva il bambino e insieme
l’avrebbero cresciuto. Non so cosa mi ha detto la mia mente bacata,
quando ho fatto scappare Bella a Phoenix e fatto diventare Edward un codardo.
Certo, non può finire
così.
Che fine faranno,
James e Jane? Ah, a proposito, Jane non è incinta.
Ed il piccolo Anthony? Scoprirà
chi è il suo vero padre? Rose ed Emmett? Siamo
sicuri che anche Jasper non abbia fatto nulla? (No, quella di Jasper è
una cazzata, mi sono fatta prendere la mano dalle domande XD)
Non ci sarà un continuo,
sennò sarebbe davvero Beautiful, ma non ci sarà nemmeno un finale
aperto come questo.
Ci sarà un Epilogo, lungo
più o meno quanto la storia (va bè, non
esageriamo ;D) con un salto temporale di sei anni. Ben
sei anni.
Iniziate a lavorare con l’immaginazione,
perché il capitolo arriverà dopo il tredici settembre.
Ancora non ringrazio nessuno, voglio
aspettare la fine.
Spero che sia piaciuta, e se non
è così, mi dispiace.
Non preoccupatevi, non vi
abbandonerò mai, quindi, ecco la mia storia Originale: Coinquilino.
I cambiamenti sono inevitabili, nella vita. Io sono
cambiata, quando sono sparita da Forks, con il mio
pancione. Certo, ho avuto il costante aiuto di mia madre, poi quello di James,
che è stato un incipit per me, e per mio
figlio. Siamo andati avanti, tutti e tre insieme. La
mia nuova vita era a Phoenix, ma le radici
a Forks. E prima di mettere la parola fine su tutto, dovevo staccarle,
quelle radici. Allora sono tornata,
con la mia nuova famiglia. Ho rivisto mio padre, la mia vecchia casa, la mia
camera che tanto adoravo, e la mia sorellina
Alice. Ma le radici, non erano quelle. Anzi, era una sola.
Edward.
Me ne sono andata per lui, per non pesargli la
gravidanza. Ovvio, era anche colpa sua, l’errore
l’avevamo fatto in due, anni fa. Ed ora, se ci ripenso, non riesco
nemmeno più a chiamarlo errore. L’ho visto, con un’altra.
E’ stato un bel colpo, per me. Ma ho compreso, ci sono riuscita. Ho
capito che anche lui si era rifatto una vita, come giusto che sia. Ma lui
sapeva. Sapeva che nel mio grembo c’era suo figlio, e non ha fatto
niente. Niente. Non era pronto, e mi ha lasciato sola. Nemmeno io ero pronta,
ma ho dovuto farlo. Mi sono diplomata, e me ne sono andata. E poi, sono
tornata. Per staccare quell’ultima radice.
Che proprio, non voleva venir via.
E lui era fidanzato, con Jane. Con Jane, che era
falsamente – incinta. Non ho pianto per lui, perché ormai non ero
più una diciassettenne senza nessuno, ma ero una donna, sposata e con un
figlio. Amavo James, ma come si ama un fratello. E con lui, ho messo subito le
cose in chiaro: non sarai mai alla pari di Edward, anche se mi ha fatto
soffrire come non mai. E lui non se ne è andato, anzi, è rimasto
con me, chiedendo anche la mia mano. Il nostro è stato un matrimonio
semplice, avevo un vestito elegante, nemmeno un abito da sposa. E si è
svolto al comune. Con quel pancione, non sarei nemmeno riuscita ad arrivare
all’altare. Quando è nato Anthony, ho concentrato tutta la mia
vita su di lui. Ho trovato un lavoro, una casa insieme a James, ed ho cresciuto
mio figlio, nel miglior dei modi. Quello che Edward non ha fatto.
E quello che nemmeno Emmett,
ha fatto. La prima cosa che mi era venuta in mente, venendo a conoscenza di
quella situazione è stata: quale epidemia si è diffusa a casa Cullen?
Dopo questi accaduti, Alice non lasciava nemmeno un
attimo solo Jasper. La paura, era troppa. Paura per
nulla, perché Jasper, non avrebbe mai fatto nulla del genere. La mia sorellina ha riso, quando le ho detto
quella cosa. Mi ha detto che neanche Edward, avrebbe mai fatto una cosa del
genere, per non parlare di Emmett.
EmmettCullen, che se ne stava
su chissà quale Isola del Mondo, a piangere la perdita della sua Rose.
Perché tutti lo sanno, che Rose era ed è ancora oggi, molto
più forte di me. Dopo tre mesi si è rialzata, ed ha continuato
l’Università. Ora è un avvocato di grande fama, si è
sposata ed ha due figli. Christopher e Morgana. Due figli, suoi e di Emmett.
L’orso, che non è tornato per riprendersi la sua
Rosalie. Ma lei è partita in quarta, iniziando a cercarlo per tutto il
Mondo. Per chissà quale motivo, aveva capito che Emmett
ancora l’amava, e che il suo era stato veramente uno sbaglio. Un
cedimento. E lui, oggi, non la lascia andare da nessuna parte, da sola.
E’ alle sue calcagne, il minimo che poteva
fare.
Invece Edward quel giorno di settembre è
entrato a casa di Rose, e mi ha baciata. Un bacio che non è durato
nemmeno tre secondi, perché subito dopo c’è stato un’enorme ceffone da parte mia. E poi cazzotti su
cazzotti, calci nelle parti basse, altri schiaffi. E non ha fatto un bel
niente, per ribellarsi. Segno che anche lui sapeva che quelle botte se le
meritava tutte. Dalla prima all’ultima. Ma io non sono come Rose. Io non
perdono così facilmente. L’ho mandato via, e sono tornata a casa.
Da James, e da Anthony.
James mi ha detto un po’ di cose, fra queste,
la sua partenza imminente per Phoenix. Sentiva che sarei tornata con Edward, ma
non così presto. E’ partito il giorno seguente, ma ci siamo sempre
sentiti, ogni santo giorno. Ed ancora oggi, le
chiamate ci sono sempre alla stessa ora. Qualche volta è venuto a Forks per trovare me, e soprattutto Anthony. Io, sono
rimasta a Forks, nella vecchia casa, insieme ad
Anthony. Sono ritornata alla mie radici, che però ancora non avevo staccato del tutto. Per
perdonare Edward, ci sono voluti la bellezza di tre anni. Tre anni, in cui
tutto è iniziato da capo. Io non ho mai conosciuto lui, e lui non ha mai
conosciuto me. Io ero Isabella Swan, tornata a Forks. Lui era Edward Cullen, che
tornava a casa ogni tanto, perché continuava i suoi studi
all’Università. Ma c’era un legame, che ci legava
inesorabilmente. Nostro figlio. Anthony, che stravedeva per Edward, e che ogni
volta che lo vedeva giocava con lui ad ogni tipo di cosa. Io, che non facevo
altro che guardarli insieme, per ore ed ore. Non posso ancora dire che le radici si sono finalmente staccate, me sono sicura che ne sono cresciute altre su quel sentiero.
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“Chi va ad aprire?”
“Vado io!”
“No! Christopher, guai a te se apri la porta
ad estranei!”
“Mamma, ho cinque anni!”
“Non me ne importa un bel niente!” Il
trambusto che c’è dentro casa Cullen
è davvero molto, oggi che è il compleanno di Anthony. Lui che ora
è in giro per Forks insieme a Edward, e quella
che siamo preparando è una festa a sorpresa con i fiocchi.
“Chi è?” Urlo, aspettando una
risposta da qualcuno. Inutile dire che nessuno dice niente, quindi mi tocca
andare fino alla porta. Spero solo che non siano loro, e che Edward abbia
rispettato gli orari stabiliti. Ma il mio stupore è tanto, quando raggiungo
la porta. James è davanti a me, in tutta la sue
bellezza. Lo raggiungo, abbracciandolo di slancio. Non ci vediamo da due
anni, e Dio solo sa quanto mi è mancato. “Come
stai? Maria? Tua mamma?” Ride,
arruffandomi i capelli dopo la mia scarica di domande. Doveva venire anche sua
madre alla festa, ma per alcuni problemi non c’è. Invece Maria
è la sua fidanzata, alle prese con un matrimonio imminente. Infatti il loro sarà di gran lusso, visto che
è organizzato da Alice e Maria. Quelle due, in collaborazione, sono due
uragani.
“Anthony?” Chiede, mentre posa un
grande pacco su un tavolo.
Gli spiego che è in giro con Edward, e
quindi anche James si deve dare da farsi con i preparativi della festa. Sono le
sedici e quarantacinque, e Anthony arriverà per le cinque. Continuo a
sperare che Edward lo porti più tardi, visto che si è dimenticato
il cellulare a casa.
“Non ci posso credere, che quell’ometto
compie già nove anni”. Lui non ci può credere. Mi sembra
ieri, di tenere in mano un fagottino blu, che piangeva tutte
le santi notti.
“Non lo dire a me”, commento,
attaccando palloncini a destra e sinistra. Intanto Rosalie continua a sgridare
i suoi bambini, perché dopo aver gonfiato i palloncini, loro arrivano
con i loro piccoli piedini ed iniziano a scoppiarli. Ecco perché abbiamo
fatto così tardi. “Ed Alice? Come sta a Phoenix?” James scuote il capo sconfitto.
Per preparare il matrimonio Alice si è letteralmente trasferita a
Phoenix, fino al grande giorno. E Maria era così contenta, che ora la
ospitano da quasi un mese. Ovviamente insieme a Jasper. Ce ne sono volute di
moine, per far tornare Jazz a Forks, per il
compleanno di Anthony.
“Immagino cosa possano combinare quelle due
insieme”. Invece il mio amico ribatte.
“No Bells. Tu non puoi proprio immaginarlo”. Continuiamo a
gonfiare palloncini, finché non suonano al campanello.
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Inutile dire che la festa a sorpresa è
andata a puttane. Appena Edward ha suonato, Christopher è andato ad
aprire.
“Aspetta un attimo, che dobbiamo finire di
preparare la tua festa”. Ha detto ad Anthony, mentre Rose ha iniziato a
rincorrerlo per tutta casa. Alla fine abbiamo riso tutti
insieme, di quel piccolo equivoco, che ha combinato quella peste. Mio
figlio si è divertito lo stesso, soprattutto a scartare tutti i regali
che gli hanno fatto, e i quattro pacchi enormi che Zia Alice gli ha inviato
appositamente da Phoenix. Già, inviato, perché non gli ha fatti
portare da Jasper. Non si fidava.
“Beh, alla fine, è andata bene”.
Sorrido, appoggiando la mia schiena sul suo torace. Automaticamente, le sue
mani mi circondano la vita.
“Ti amo”, sussurra nel mio orecchio,
piano. Dovrei ancora essere arrabbiata, dopo tutto
quello che mi ha fatto passare. Ma non lo sono. E le gambe mi tremano, a quel ‘ti amo’
sussurrato.
“Anch’io”. Strofino una guancia
sulla sua. “Ti amo anch’io”. Ripeto.
Guardo davanti a me, osservando tutti.
Rosalie, che esasperata continua a seguire
Christopher. Jasper che gioca insieme alla sua nipotina, Morgana. E James, che
costruisce per Anthony un Transformers, mentre lui lo
guarda appassionato. E il solito Emmett, come un
bambinone sta davanti alla TV. Mancano i nonni, che sono in vacanza.
Continuo ad osservare quella scenetta dolce, ma
tanto bizzarra. E stringo le mani di Edward, ancora più forte. E
E
così, insieme, continuammo a occuparci beati di quella parte piccola, ma perfetta, della nostra eternità.
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E’
finita.
E
devo ringraziare una miriade di persone.
L’ultima frase l’ho
rubata a Zia Meyer, ed è la fine di BreakingDawn.
Ringrazio
le sei persone che hanno recensito.
Ringrazio
tutte le persone che mi hanno messa tra i preferiti, ben 166.
Ringrazio
tutte le persone che mi hanno messa tra le seguite, ben 331.
Ringrazio
le persone che hanno messo la mia storia tra le ricordate,
ben 42.
Ringrazio
tutte le persone che mi hanno messa tra gli autori preferiti, ben 103.
Vi
adoro, uno per uno. A tutti i lettori silenziosi, che
non hanno mai commentato. A tutti quelli che ad ogni capitolo recensiscono. Agli
autori con tanto di palle, che hanno
avuto il coraggio di recensire la mia misera storia.
E
spero di ritrovarvi nella mia originale: Coinquilino.