Mi último deseo

di Rinita Inverse
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Cap. 1 - Morta, da ora e per l'eternità ***
Capitolo 3: *** Cap. 2 - Un nuovo destino ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


IL MIO ULTIMO DESIDERIO

IL MIO ULTIMO DESIDERIO

di Rinita Inverse

 

 

DISCLAIMER: I personaggi di Slayers sono © di Hajime Kanzaka, Shoko Yoshinaka, Rui Araizumi e degli altri aventi diritto. Eventuali nuovi personaggi sono di proprietà dell’Autrice.

 

Storia originale: “Mi último deseo” pubblicata sul sito Fanworks’Universe ( www.fanworks.cl )

Traduzione dallo spagnolo di Mistral

 

 

Nota: Questa è la prima FF che traduco in italiano e spero di aver fatto un buon lavoro… ho deciso di tradurla dall’originale spagnolo perché credo sia una storia che merita davvero molto.

Se volete commentare questa fic, lasciate una recensione o mandatemi una mail tramite il mio account; provvederò poi io a tradurre per l’autrice e a girarle commenti e recensioni.

La storia è già conclusa, sono 10 capitoli più l’epilogo, ma non so quanto ci metterò a tradurre tutto… cercherò di fare il più presto possibile, compatibilmente con gli impegni dell’università!

Ora vi lascio alla lettura!

Mistral

 

PROLOGO

Una donna di circa 23 anni camminava tra le tombe dell’improvvisato cimitero; i caduti in quella battaglia erano stati così tanti che il camposanto precedente non era stato sufficiente.

La giovane si fermò davanti ad una croce, formata da due lance, piantate nel terreno accanto ad una lapide. La brezza agitò la sua lunga chioma del colore del sole al tramonto.

La ragazza chinò il capo e mormorò una preghiera, di fronte alla lapide che recitava: “Philia Ul Copt, drago dorato che combattesti per noi, RIP”; poi si alzò e, scostandosi dal viso una ciocca di capelli, lasciò intravedere i suoi occhi, di un intenso color rubino, umidi e splendenti nella luce dell’alba.

Continuò ad aggirarsi tra le migliaia di lapidi che coprivano quella che una volta era la bellissima strada che conduceva a Zephilia. Non sembrava avere una meta precisa; si fermò di fronte ad altre tombe: “Martina Zoanamel Navratilova, Regina di Zoana”; “Zanglus, Re di Zoana”; “Philionel El di Sailune, Re di Sailune”; […]

La ragazza indossava una camicia e pantaloni rossi, abbastanza rovinati dai combattimenti; sulle spalle, un mantello chiuso solo da una fibbia, visto che gli spallacci erano andati distrutti; stivali e guanti che una volta erano bianchi e, sulla fronte, un nastro nero che copriva quei segni che si portava dietro fin dalla nascita.

Giunse alla fine del sentiero. Un poco appartate dalle altre, c’erano 4 tombe, i cui epitaffi recitavano: “Gourry Gabriev, guerriero amato e valoroso, RIP”; “Zelgadiss Greywords, che nell’aldilà la tua anima possa trovare la pace”; “Silphiel Nes Ladha, vai ad incontrare i tuoi genitori e riposa in pace”; “Amelia Will Tesla Sailune, si farà giustizia nel tuo nome”

La ragazza stette a lungo presso le tombe, mentre le lacrime le correvano sul viso.

Alzò una mano e, così facendo, conficcò nel terreno una roccia a mo’ di lapide; poi, con la mano sollevata, usò la magia per scrivevi il suo epitaffio: “Lina Inverse, artefice del caos, che vendette la sua anima al diavolo per vendicare coloro che amava”. Poi si tolse il mantello, il nastro dalla fronte e i talismani che portava al collo, alla cintura e ai polsi e li mise accanto alla tomba appena creata, quindi si allontanò e proseguì lungo il sentiero.

Poco lontano si vedeva un uomo, sembrava che stesse aspettando qualcuno. La rossa lo vide, ma non provò nessuna emozione, né rabbia, né tristezza, né speranza; si limitò a continuare a camminare verso di lui e alla fine lo raggiunse.

- Ti stavo aspettando, Lina. Sei pronta?

- Lo sai che lo sono, Xelloss. Se voglio avere la mia vendetta, beh, devo esserlo.

- Una volta che l’avranno fatto non potranno tornare indietro, lo sai, vero?

- Lo so, però non ho alternativa. Portami dai Dark Lord.

- Come desideri.

Xelloss prese la mano di Lina e entrambi scomparvero.

 

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Capitolo 2
*** Cap. 1 - Morta, da ora e per l'eternità ***


IL MIO ULTIMO DESIDERIO

IL MIO ULTIMO DESIDERIO

di Rinita Inverse

 

 

DISCLAIMER: I personaggi di Slayers sono © di Hajime Kanzaka, Shoko Yoshinaka, Rui Araizumi e degli altri aventi diritto. Eventuali nuovi personaggi sono di proprietà dell’Autrice.

 

Storia originale: “Mi último deseo” di Rinita Inverse

Traduzione dallo spagnolo di Mistral

 

 

CAPITOLO 1: Morta, da ora e per l’eternità

Riapparvero in una stanza scura e, appena arrivati, Lina si sentì osservata fissamente da tre persone.

- Così tu saresti Lina Inverse. Dunque, cosa sei venuta a fare qui? – domandò Dyanast Graushella, il signore dei ghiacci.

- Desidero unirmi a voi.

- E si potrebbe sapere perché? – chiese Dolphin Deep Sea, fingendo disinteresse.

- I Dragon Lord hanno ucciso la mia gente e lo hanno fatto solo perché non avevamo accettato di aiutarli nella guerra che stanno combattendo contro di voi. Noi esseri umani non abbiamo niente a che fare con questa storia e non vogliamo morire per niente. Ma gli Dei Draghi si erano convinti che se non eravamo dalla loro parte eravamo contro di loro e quindi sono scesi nel nostro mondo per distruggerlo – spiegò Lina, la voce che suonava vacua.

- E allora, che cosa c’entriamo noi? – disse, sempre più interessata, Zelas Metallium, la signora delle bestie.

- Voi volete distruggere gli Dei Draghi e adesso questo è anche il mio scopo. Per questa ragione voglio unirmi alla vostra causa.

- Ma se sei un semplice essere umano, che possibilità pensi di avere contro i Draghi?

- Dynast ha ragione, di sicuro non sopravvivresti al primo attacco.

Lina ignorò il commento di Dolphin. –Dynast, so che si può trasformare in demone un essere umano.

- AHAHAH! La piccola umana vuol diventare un mazoku, che ironia! Non sei stata forse tu a rifiutare la proposta di Garv? – Dolphin non sembrava molto convinta, ma Lina non fece nulla per sostenere la sua causa.

- E se decidessimo di aiutarti – disse infine – cosa ci guadagneremmo noi?

Dolphin la fissò. Lina sostenne lo sguardo, poi guardò Dynast e infine Zelas. – La mia obbedienza e i miei servigi fino alla fine dei miei giorni.

- Sarai la mia general – sentenziò Dynast – La precedente morì anni fa e tu hai un potere sufficiente per rimpiazzarla.

Lina si inchinò a Dynast. – Te ne sono grata.

- Come sai, per trasformarti in mazoku prima devi morire – Lina annuì – e il processo non è reversibile.

- Questo… anche questo lo so.

- Avvicinati.

Lina si avvicinò a Dynast che materializzò la Dulfoga, la spada che aveva consegnato a Shella e che, dopo la morte della subordinata, era tornata nelle sue mani.

Il demone impugnò la spada e la conficcò con forza nel petto di Lina; il sangue cominciò a scorrere rapido. L’arma emanava un’aura nera e il sangue che scivolava sulla lama da rosso divenne via via di un porpora sempre più scuro.

- Il tuo nome sarà Lina Graushella – A quelle parole, il corpo senza vita di Lina Inverse, anzi, Lina Graushella, cadde tra le braccia del suo nuovo signore. – Xelloss, dalle dei nuovi abiti e avvisami quando si sveglia.

Xelloss alzò gli occhi su Zelas, la quale accennò di sì col capo e quindi il priest si avvicinò al corpo della ragazza.

- Quando attaccheremo? – domandò Dolphin maliziosa.

 

Quando Lina si svegliò, si rese conto che tutto era diverso; notò i suoi nuovi abiti, non erano poi tanto male. Poteva sentire il potere demoniaco scorrere nelle sue vene. Sorrise tristemente: anche se non era più umana, provava ancora alcune emozioni.

L’aveva fatto per i suoi amici, per loro e per tutti quelli che erano morti nella guerra iniziata dai Ryuzoku. Li avrebbe ammazzati tutti e poi, se fosse stato necessario, avrebbe fatto fuori anche i demoni che l’avevano aiutata. Sì, pesava di tradirli, perché no, in fondo? Dopotutto, loro per lei non erano niente, non le importava nulla della loro sorte; a volte pensava a Xelloss, ma neanche più di tanto, e comunque poteva sempre lasciarlo in vita.

- Lina – La voce di Xelloss la distrasse dai suoi pensieri.

- Dimmi.

- Dynast vuole vederti.

- Vado subito.

- Lina…

- Cosa c’è?

- Sei pentita?

- Solo di essere nata.

- Spero che tu non stia parlando sul serio.

- Non lo so.

 

- Lina – iniziò Dynast – hai un’idea su come affrontare i Draghi?

- Sì, ne ho.

- E allora dille – la incitò Zelas.

- Aqua è fu distrutta da Garv; Bulevazard ad oggi non ha sottoposti e possiamo contare anche sul fatto che i Draghi che abitano dentro la barriera non sono agli ordini di nessun Dio Drago.

- Dove vuoi arrivare?! – esclamò Dolphin, un po’ esasperata.

- Al fatto che i sottoposti di Chepieed sono pochi e inoffensivi; se mandate i vostri demoni minori contro di loro, voi potrete concentrarvi su Chephieed stesso.

- Una tattica semplice e logica – concesse Dynast - ma come la mettiamo con il Cavaliere di Chepieed?

- Di Luna vorrei occuparmi personalmente.

- Se non sbaglio era tua sorella, vero?

- L’hai detto tu stesso, ERA mia sorella. Adesso io non sono più un essere umano e lei ha smesso di esserlo molto tempo fa. Siamo nemiche giurate, benché lei non sappia che io sono ancora viva – La voce di Lina sulle ultime parole si ridusse ad un sussurro.

- Capisco. Se è questo che desideri, lo avrai. Molto presto ti renderai conto del sapore delizioso della vendetta e poi non vorrai più fermarti – Dynast sorrise misteriosamente.

Lina si limitò ad annuire: sembrava non avesse ascoltato una sola parola di quanto aveva detto il Dark Lord, persa com’era nei suoi pensieri.

 

***

 

- MALEDIZIONE! Nessun attacco ha avuto effetto!

- Lina cosa facciamo?

- Non lo so Amelia, però devo trovare un modo di sconfiggerli.

- Non starai pensando al Giga Slave, vero? – Zelgadiss sembrava preoccupato.

Lina abbassò gli occhi. – Non c’è altra alternativa…

- Lina! -  il grido di Gourry richiamò la sua attenzione – Quella non è Luna, tua sorella?

- Sì, è lei! Ma che viene a fare qui?

- Che bello! – esclamò ingenuamente Amelia – Viene ad aiutarci!

- Ho paura di no, credo invece che venga ad attaccarci in nome di Chepieed – Lina fissava la lancia di sua sorella; sapeva bene che poteva usarla solo in occasioni ufficiali, e questa era una di quelle.

- Ma siete sorelle… - insistette Amelia.

- Questo non ha importanza. Lina ha ragione: Chepieed mi ha mandato a… - Luna chinò il capo.

Lina strinse i pugni: combattere contro un drago o un mazoku era una cosa, un’altra e ben diversa era combattere contro qualcuno del proprio stesso sangue, contro sua sorella.

Gourry osservò la maga, poi alzò gli occhi su Luna che lentamente si avvicinava.

- La affronterò io.

- Aspetta Gourry, non andare! – Inutilmente, Lina cercò di trattenerlo.

 

***

 

- Cosa succede Lina? – Xelloss la riportò al presente.

- Mi stavo solo concentrando per la battaglia – Lina sorrise tristemente, ma sicura di quel che stava facendo.

- Dynast vuole che tu impari ad usare i tuoi nuovi poteri.

- Va bene; cosa devo fare?

- Per prima cosa un po’ di pratica, poi un combattimento contro di me.

- D’accordo.

- Verrò da te a mezzogiorno – detto questo, Xelloss scomparve.

Lina raggiunse il balcone; la Wolf Pack Island era immensa, esattamente come il palazzo di Zelas. Entrambi erano bui e freddi e prima non vi avrebbe messo piede per niente al mondo, ma prima era un’altra cosa. Adesso le sembravano posti piacevoli.

Chiuse gli occhi e una lacrima le rotolò sulla guancia; strinse i pugni, sentendosi impotente.

 

***

 

- Zel, per favore, stai attento a Lina – si raccomandò lo spadaccino – Non lasciarle castare il Giga Slave.

- Ma… ok, contaci amico.

- Zel, Gourry, di cosa state parlando?

- Ti voglio un bene dell’anima Lina! Ci vediamo tra poco! – Gourry si allontanò correndo. La maga non si mosse ma, vedendo che l’amico si stava lanciando contro Luna, si buttò all’inseguimento; Zelgadiss la bloccò.

- Cosa fai Zel?! Devo aiutarlo!

- Lo so, ma gliel’ho promesso.

- Non lo capisci? Gourry vuole solo evitare che tu affronti tua sorella! – disse Amelia, mentre i suoi occhi cominciavano a riempirsi di lacrime.

- Ma… e lui? Io non voglio perderlo!

Lina cercò di liberarsi di Zelgadiss e avvicinarsi a Gourry, ma la chimera la afferrò saldamente per il braccio, per bloccarla.

- Ti ho detto di lasciarmi!

- OH MIO DIO! – l’urlo di Amelia richiamò l’attenzione di entrambi.

Lina spalancò gli occhi al vedere la lancia del Cavaliere di Chepieed (perché da quel momento Luna aveva smesso di essere sua sorella) trapassare il corpo dello spadaccino.

La maga chiuse gli occhi e iniziò a cantilenare. – È più oscuro dell’oscurità più nera, è più profondo della notte più profonda…

- No! Non te lo permetterò! – Zelgadiss, che ancora teneva il braccio della maga, invocò l’incantesimo del sonno e Lina cadde tra le sue braccia, mentre una lacrima le scivolava sul viso.

- Silphiel, occupati di lei, per favore. Sei l’unica che la può proteggere.

La sacerdotessa annuì e si avvicinò a Lina che giaceva a terra.

All’improvviso sentirono un’esplosione poco distante da loro; immediatamente Silphiel creò un campo di forza con la magia per proteggerli.

Appena il fumo si fu dissipato, videro Luna che si avvicinava. Philia si alzò in piedi e decise di affrontarla.

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Capitolo 3
*** Cap. 2 - Un nuovo destino ***


IL MIO ULTIMO DESIDERIO

IL MIO ULTIMO DESIDERIO

di Rinita Inverse

 

 

DISCLAIMER: I personaggi di Slayers sono © di Hajime Kanzaka, Shoko Yoshinaka, Rui Araizumi e degli altri aventi diritto. Eventuali nuovi personaggi sono di proprietà dell’Autrice.

 

Storia originale: “Mi último deseo” di Rinita Inverse

Traduzione dallo spagnolo di Mistral

 

 

CAPITOLO 2: Un nuovo destino

L’incantesimo del sonno aveva esaurito i suoi effetti e Lina lentamente riprese coscienza. Quando riuscì finalmente a mettere ordine nella sua testa, si guardò attorno e contemplò con orrore il massacro: poco lontano da lei stavano i corpi senza vita di Zelgadiss e Amelia, pareva quasi che il primo fosse morto proteggendo la seconda. Alcuni metri più in là c’era il corpo di Philia, infilzato ad un albero da una lancia, che Lina riconobbe immediatamente: era quella di Luna.

Continuando a guardare attorno a sé, non poté fare a meno di vedere il cadavere del suo amato Gourry e, dimentica di tutto il resto, si lanciò verso di lui; ma non riuscì ad arrivare molto lontano perché un campo di energia la bloccò. Prese a colpirlo con forza, ma l’unico risultato che ottenne fu sprecare energie.

All’improvviso sentì un’esplosione e, voltandosi, scorse Silphiel intenta a combattere contro Luna.

La maga abbassò gli occhi e vide che la fonte della barriera che la teneva imprigionata era lo scettro della sacerdotessa: forzarla era impossibile, perché per far questo avrebbe dovuto generare un capo di forza più potente di quello dello scettro oppure lanciare un incantesimo e distruggere lo scudo stesso. La prima alternativa era impraticabile perché lei era sì diventata più forte, ma lo era anche la magia difensiva di Silphiel; altrettanto da scartare la seconda possibilità perché lo spazio era talmente ridotto che sicuramente il suo stesso incantesimo l’avrebbe uccisa.

Con una raffica di vento, Silphiel fu scagliata violentemente contro la barriera che bloccava Lina e cadde pesantemente a terra.

La rossa colpì freneticamente lo scudo magico.

La sacerdotessa di Sailaarg si rialzò e, unendo le mani sullo scettro, castò un incantesimo che ne aumentasse la forza; come ebbe finito, la barriera si illuminò, segno che la sua resistenza ora era maggiore. La ragazza alzò gli occhi, ad incontrare quello impotenti, terrorizzati e pieni di lacrime di Lina; Silphiel le regalò un sorriso d’addio dolce e triste e poi, alzandosi in piedi a fatica, si voltò verso Luna.

Le ultime parole sulle sue labbra furono la formula del Dragon Slave, poi una violenta deflagrazione e infine il silenzio.

Lina strinse i pugni e distolse lo sguardo, ma poi si sentì obbligata ad assistere a quell’orribile spettacolo: Luna era stata colpita, tuttavia aveva riportato solo ferite lievi. Il cavaliere di Chepieed si avvicinò a lei, chiuse gli occhi e chinò il capo, come a chiedere perdono per quello che stava per fare, poi congiunse le mani e invocò un incantesimo sconosciuto.

L’esplosione fu enorme e distrusse la terra sotto i piedi della rossa.

Luna non si fermò a controllare se la sua missione di uccidere quella che prima era sua sorella avesse avuto successo, semplicemente scomparve.

 

Lina si stupì di essere sopravvissuta: al suo fianco c’era lo scettro di Silphiel e la barriera che aveva generato reggeva ancora ma per Lina non fu un problema annullarla, indebolita com’era a causa dei danni subiti dal bastone.

Appena libera, la ragazza corse verso i corpi dei suoi amici: non provava più nessuna emozione e le lacrime che prima le avevano bagnato le guance, ora erano asciutte e le facevano bruciare gli occhi.

Quando si rese conto che ormai erano tutti morti e che non avrebbe potuto più far niente per loro, alzò gli occhi al cielo e lo vide coperto da centinaia di draghi di tutte le specie che puntavano in massa su Zephiela.

Lina si alzò, strinse i pugni e invocò il Ray Wing per dirigersi verso la sua città natale.

 

***

 

Quando le campane della torre dell’orologio del palazzo suonarono mezzogiorno, Lina, con le mani ancora strette a pugno, mise da parte per un momento i suoi ricordi e iniziò a cercare Xelloss.

- Stavo per mandare qualcuno a cercarti

- Non serve, adesso sono qui

- Vedo…

Xelloss la guardò, aggrottando le sopraciglia, pensieroso, come se stesse per dirle qualcosa ma lo sguardo inquisitore di Lina gli fece cambiare idea e il demone decise di rimandare il tutto ad un altro momento.

- Cominciamo? – le domandò invece.

- Quando vuoi

 

In meno di quattro ore di allenamento, Lina era già in grado di teletrasportarsi e di castare alcuni incantesimi molto potenti che prima, nella sua condizione umana, le erano preclusi.

Quando si fermarono per una pausa, Lina si avvicinò alla finestra e nuovamente il suo sguardo si perse all’orizzonte; il demone la osservava dalla penombra della stanza, ma lei non se ne avvide e si lasciò andare ai ricordi.

 

***

 

Restavano meno di una decina di draghi; gli abiti di Lina erano strappati in più punti e le sue mani coperte di sangue. Scagliò a terra con forza il suo pugnale: la lama era rotta, non avrebbe più potuto servire a nulla.

Furiosa, si mise a correre e raccolse una delle tante spade abbandonate dai caduti che riempivano le strade di Zephilia; impugnò saldamente l’arma e spiccò un balzo più alto che poteva, mirando direttamente al cuore di uno dei draghi. Subito riecheggiò il rumore dell’immenso corpo caduto sul selciato.

Gli altri draghi si voltarono verso di lei, con l’intenzione di fargliela pagare.

 

***

 

- Sei cambiata, Lina…

- Eh? – La voce di Xelloss la riportò al presente.

- Sì, non sei più la stessa

- Perché dici questo? -  replicò lei, innervosita – Forse perché adesso sono un mazoku o forse perché mia sorella ha ammazzato i miei unici amici o magari perché mi sono unita agli esseri che odio di più o… - Il tono della ragazza si era fatto acuto.

- Basta. Ho capito… davvero, ti capisco – la interruppe il priest, dolcemente.

- Tu non puoi capire! Sei solo un demone!

- E tu? Tu cosa sei?

- Una traditrice che lotta per quello in cui crede. E credo che far fuori gli Dei Draghi sia giusto

- Secondo te cosa penserebbero i tuoi amici di questo progetto?

- Loro ormai sono morti, ma anche se fossero vivi ti assicuro che mi appoggerebbero

- È possibile… di sicuro non avrei mai pensato di sentirti parlare così

- Vedi… gli esseri umani…

- Gli esseri umani? Ma adesso tu non sei un mazoku?

Lina chinò il capo e strinse i denti, senza rispondere. Xelloss la guardò stupito: - Ti senti bene?

- Sono solo stanca

- E allora vai a riposare, lasceremo il combattimento a più tardi

- D’accordo – assentì lei. Xelloss si voltò per andarsene ma lei lo richiamò – Aspetta…

- Che c’è?

- Grazie

Il demone fece un mezzo sorriso e proseguì per la sua strada.

 

Lina raggiunse la sua stanza e si distese sul letto: era veramente stanca e, appena appoggiata la testa sul cuscino, si addormentò profondamente.

 

***

 

La maga, che poteva a malapena stare in piedi, in poco più di venti minuti era riuscita ad uccidere nove draghi: ora ne restava solo uno. La ragazza era esausta e il drago sembrava intenzionato ad approfittarne.

I pochi cittadini che ancora erano in condizione di lottare si strinsero attorno a lei, ma al drago sembrava non importare molto; Lina era riuscita ad alzarsi solo con l’aiuto di un uomo e tutti si misero in guardia, pronti ad affrontare l’ultimo nemico.

Erano stati dei codardi a fuggire, pur sapendo che quella ragazza stava lottando per proteggere tutti loro, anche a costo della vita: non potevano più restare senza far nulla, soprattutto adesso che la maga sembrava non farcela più.

Lina, allo stremo, si sforzò disperatamente di mettere a fuoco l’ambiente circostante, ma non vi riuscì e cadde a terra priva di sensi, un attimo prima che il drago si lanciasse all’attacco.

Tutti si davano già per spacciati, quando improvvisamente lei apparve: con un incantesimo rapido e potente congelò l’enorme rettile e poi si avvicinò ai cittadini, che le fecero strada per lasciarla passare.

Quando la ragazza, che dimostrava all’incirca 24 o 25 anni, raggiunse Lina, la prese tra le braccia e se ne andò senza una parola.

 

***

 

- Dimmi una cosa Dynast, credi che Lina lotterà contro sua sorella? -  domandò Dolphin.

- Lo farà. Posso sentire la sua sete di vendetta

- Bene. Mettiamo che la uccida… poi cosa accadrà? Non credo che voglia infierire su qualcun altro – intervenne la Greatest Beast.

- Per adesso questo non ha importanza. Quello che conta è sconfiggere Chepieed e i suoi galoppini e poi vedremo cosa fare con lei

La Dark Lady non sembrava convinta.

- Zelas, lei resterà con noi, indipendentemente da quel che succederà.

- Ma Dynast, io non credo che…

- Basta! Ormai ho deciso: Lina è la mia general e in quanto tale nessuno può toccarla, se ci tiene alla pelle – Dynast sembrava alterato; poi si rilassò e sul suo volto si disegnò un misterioso sorriso. – Ho in serbo qualcosa di speciale per lei…

 

Lina si svegliò di colpo e per un momento non riuscì a capire dove si trovava e perché, ma poi tutto si fece chiaro nella sua mente. La stanza era scura e faceva freddo. “Un ambiente parecchio lugubre…” pensò “…ma piacevole”

Si tirò seduta sul letto e poi cercò di alzarsi, ma sentiva le membra pesanti e preferì non muoversi. Alzò lo sguardo verso il soffitto, l’unico rumore che si sentiva era quello del suo respiro; chiuse gli occhi e rimase immobile. Una lacrima cominciò lentamente a scorrerle sulla guancia.

Ancora ricordi…

 

***

 

- Come stai Lina?

- Ma chi…? Naga?! – esclamò Lina, sorpresa.

- Sì, proprio io. Come stai? Ho usato la mia magia curativa, ma sei rimasta svenuta due giorni e non sapevo più cosa pensare…

- Sto bene, ti ringrazio

- Lina…

- Dimmi

- Mia sorella… è morta

La rossa la fissò, stupita e addolorata. - Sorella? Non sapevo ne avessi una…

- Lina, il mio vero nome è Gracia Will Tesla Sailune

- Ma allora… Amelia! – esclamò Lina, le lacrime che ormai scendevano senza controllo – Perdonami Naga!

- So che non è stata colpa tua… solo volevo sapessi chi sono in realtà.

- E adesso che farai?

- Ho saputo che quei maledetti stanno circondando Sailune. Credo sia il momento che la prima principessa del regno si assuma le sue responsabilità e difenda il suo popolo. E tu? Che farai?

- Ritornerò a quel che resta di Zephiela e vedrò se posso fare qualcosa per i sopravvissuti. Poi vendicherò i miei amici e tutti gli innocenti che sono morti per colpa di quei pazzi.

- Credi di farcela da sola?

- No, è impossibile. Potrei provarci… ma metterei a rischio il mondo intero.

- E allora?

- Cercherò degli alleati più potenti di me.

- Ma…

- Mi unirò ai demoni

Naga spalancò gli occhi e solo dopo un po’ riuscì a domandare: - Sei sicura? Non sarebbe meglio che venissi con me e mi aiutassi?

- Se riuscissi ad ammazzare i draghi non dovresti più lottare

La maga del Serpente Bianco non sembrava convinta. – E come pensi di incontrare un mazoku?

- Questo è molto facile… - ribatté Lina, osservando la porta chiusa della casa in cui si trovavano - …vero Xellos?

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