Our destiny

di Kimly
(/viewuser.php?uid=54141)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Just a night(NejiHina) ***
Capitolo 2: *** Ripicca(HidanTema) ***
Capitolo 3: *** The only thing that's worse than one is none...(SasuNaru) ***
Capitolo 4: *** My Choice (ShikaIno-White Midnight) ***
Capitolo 5: *** Surprise(ShikaIno-White Midnight) ***
Capitolo 6: *** Aroma di pesca(KakaIno) ***
Capitolo 7: *** You' re my toy (Sorpresa) ***
Capitolo 8: *** Merci, professeur (InoSorpresa) ***
Capitolo 9: *** Risvolti Inaspettati (SasuSakuSorpresa) ***
Capitolo 10: *** Piccole pretese innocenti(ShikaIno) ***
Capitolo 11: *** L'effetto del saké (NejiHana) ***



Capitolo 1
*** Just a night(NejiHina) ***


Genere: Romantico, triste.

Rating: Verde

Coppia:NejiHina

Just a Night
 
 
 
 
“Che ragazza carina, vero padre?”

Schivare, preparare il colpo, attaccare.

Schivare, preparare il colpo, attaccare.

Neji Hyuuga smorzava l’aria con i pugni, ritmicamente, durante l’allenamento.

Un calcio, una rotazione, un pugno, un altro calcio.

Era sfinito, l’allenamento durava da più di due ore oramai, ma il padre sembrava non averne abbastanza.

L’aveva lasciato lì, solo; senza pensare che il bambino stava a malapena in piedi, respirava a fatica ed era zuppo di sudore.

Sebbene sentì le gambe cedere, non si fermò, anzi, intensificò ancora di più la potenza e la violenza dei suoi colpi.

Sentì un cigolare, si voltò di scatto, il padre era tornato.

Quando, però, attivò il Byakugan e scrutò l’ambiente circostante, disse.

-Hinata-sama.-

Prima che la bambina uscisse allo scoperto, Neji si legò nuovamente la fascia sulla fronte, non doveva vedere il Sigillo Maledetto.

-Neji-kun…d-disturbo?- sussurrò in modo impercettibile lei, avvicinandosi.

Il bambino ansimava ancora dalla fatica, cercò di far tornare normale il battito cardiaco, a stento.

-No, affatto. Vuole allenarsi con me, Hinata-sama?- chiese gentilmente Neji, indicando la palestra.

La bambina annuì, timidamente.

Hinata attivò il Byakugan e iniziò a far vedere ciò che sapeva fare, Neji la guardava, cercando i punti deboli e facendole notare come migliorare.

-Sì, così.-

-Grazie, Neji-kun.- rispose lei, non guardandolo in volto.

La fece fermare per recuperare fiato, qualcun altro entrò nella palestra.

-Hiashi-sama.- disse Neji, rispettoso.

L’uomo non rispose, ma fissò i due bambini, con il suo volto inscrutabile.

-Scusi, ma dov’è mio padre, Hiashi-sama?- chiese Neji, notando la sua assenza.

                                                                                               ***

 

-Perché non mi parli più…Neji-kun?- sussurrò triste Hinata.

Da quando il padre di Neji era morto, il bambino era diventato sempre più freddo e distante.

Non assisteva più agli allenamenti della bambina, non le rivolgeva più la parola, se non in tono ossequioso.

Hinata, però, aveva notato lo sguardo che le rivolgeva ogni volta, accusatore e perfido.

Riteneva che lei fosse la causa della morte di Hizashi.

Era riuscita, quella sera, a fermarlo, prima di andare a dormire.

-Hinata-sama, non capisco a cosa si riferisca.- aveva risposto lui, compunto e distaccato.

-N…non volevo che a-accadesse, Neji-kun. Mi dispiace.- mormorò la piccola, trattenendo a stento le lacrime.

Nessuno dei due parlò per un po’, si sentiva solamente il lento cadere della pioggia, che faceva da sottofondo ai loro pensieri.

-Neji-kun, io…io ho paura dei tuoni.- disse a bassa voce, soppesando ogni parola.

Il bambino la fissò confuso, non capendo cosa c’entrasse in quel momento.

-Venga, Hinata-sama.-

Al mattino, un raggio di sole colpì i due bambini che, abbracciati nello stesso letto, si riparavano dalle loro paure.

Per quella notte, solo per quella notte, poi tutto sarebbe tornato uguale.

Per quella notte, niente Casata Cadetta o Casata Principale.

Solamente Neji ed Hinata.

 

 
 
Spazio Kimly:
Inizio questa raccolta, non sapendo dove mi porterà. Ogni tanto mi vengono idee su possibili coppie, anche se non sono le mie preferite(come appunto le NejiHina).
Quindi questa sarà principalmente una raccolta di momenti che mi verranno in mente di alcune coppie; quando e dove non ne ho idea. Che dire di questa. Mi è uscita così, dopo aver visto un bel disegno che posterò quanto prima. Ho cercato di ricreare il difficile rapporto fra i due, non so se ci sono riuscita perfettamente ma sono abbastanza soddisfatta.Spero vi sia piaciuta. A presto...con HidanTema

 

Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Ripicca(HidanTema) ***


Personaggi:Hidan, Temari

Rating:Giallo

Avvertimenti:Flash, What if?

Genere:Malinconico

 

Dedicata a Roby, la mia psicologa.

 

Una luce soffusa penetrò dalla finestra, innondando due corpi intrecciati.

Le bianche lenzuola di lino fasciavano i loro fianchi, lasciando nude braccia e gambe.

L'uomo accarezzò il profilo della donna che, a quel tocco, leggero ma rude, aprì gli occhi.

Le bastò un attimo per capire e per inorridire.

-Deve proprio averti fatto arrabbiare. Altrimenti non avresti mai fatto una cosa tanto meschina...Dopotutto ho ucciso il suo sensei.-sussurrò lui, passando l'indice sulla pelle della bionda che, schifata, si scostò.

Lei non rispose.

Aveva ragione.

Shikamaru Nara non avrebbe dovuto mettere incinta Ino Yamanaka.

 

 

Spazio Kimly.

Auguri Roby!!Non la leggerà mai, ma gliela dedico comunque.

Una TemHidan. La prima.L'ispirazione anche qui è giunta con una fan art che ora non riesco a postare ma che presto, lo prometto, aggiungerò.

Temari è innamorata di Shikamaru che, però, avrà presto un pargolo da Ino.

Quanto sono cattiva con la biondona di Suna!xD

A presto...forse con una KibaHanabi(*O*)

 

Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** The only thing that's worse than one is none...(SasuNaru) ***


The only thing that’s worse than one is none…

 

 

 

Ha vinto Sasuke. Itachi è morto.”

[Let me apologize for what I'm about to say]

 

Perdonami per quello che sto per dirti, perdonami se non te l’ho detto prima.

Mi dispiace di non essere stato mai sincero con te, di non averti dato le risposte e le conferme che stavi cercando.

Naruto Uzumaki un bugiardo? E’ un paradosso, vero? Invece sì, lo sono stato e lo sono ancora.

[Between my pride and my promise
Between my lies and how the truth gets in the way]

Il mio orgoglio, la mia promessa fatta a Sakura, non potevo mettermi a nudo, mostrarti davvero i miei sentimenti.

Sakura ne avrebbe sofferto, io ne avrei sofferto, ma soprattutto tu.

E’ strano come tutte le persone a te vicino cerchino di proteggerti, Sasuke.

Sebbene la tua freddezza, il tuo distacco dal mondo, tutti hanno sempre cercato di tenerti al sicuro, di indirizzarti sulla giusta via.

Solo ora, però, mi accorgo di essere stato un grande codardo; perché, adesso che tu hai finalmente compiuto la tua vendetta, in questo momento, che il tuo sogno si è realizzato, cosa ti è rimasto, Saské? Qual è, ora, il tuo scopo nella vita?

Non ti sforzare, non sapresti rispondere. Per questo se ti avessi detto, se solo ti avessi detto davvero ciò che provavo, ciò che provo, ogni volta che sento che sei ad un passo da me e mi sfuggi sempre, come fumo fra le dita, sarebbe stato diverso. Le nostre decisioni ci condizionano per sempre.

Se sapessi, forse, torneresti da noi, Saskè.

Sakura è cresciuta, oramai, non versa più lacrime per te; non ne ha più la forza.

Ed io, codardo e bugiardo, fingo di fare tutto questo per lei, di mantenere la sua promessa, di renderla felice.

[But trying to be genuine was harder than it seemed
But somehow I got caught up in between]

Ho provato ad essere sincero, ho cercato di dirglielo, di dirtelo, ma tutto mi si ritorceva contro perché i suoi occhi mi supplicavano di non dargli altro dolore, altre delusioni…Lei non merita tutto questo.

Avresti mai detto che Naruto Uzumaki era anche egoista? Io mi batto, mi alleno, lotto e soffro solo per adempiere alla promessa che ho fatto a me…Riportarti indietro solo ed esclusivamente per me.

Ho paura di quello che accadrà, Saskè, ho il terrore di non vedere più il tuo volto corrucciato, serio e tranquillo.

Di non sentire più il tuo “Baka!”, di non vederti allenare mai più.

Adesso che hai finalmente realizzato il tuo sogno, cosa farai?

Penso che la risposta non mi piacerà.

Probabilmente prenderai il posto di tuo fratello, diventerai il capo, il leader; un ruolo che ti è sempre calzato a pennello.

Probabilmente ti ritirerai in solitudine, completamente solo e abbattuto.

La cosa che mi spaventa di più?

Che ogni decisione che prenderai, ogni azione che commetterai, ne sono certo Saskè, non sarà con noi…con me.

Non tornerai a Konoha, anche se Sakura continua a sperarci.

Non rientrerai nel Team 7, anche se Kakashi continua a pregare.

Non sarà mai più come prima, anche se io continuo ad illudermi.

Promettimi una cosa, però.

Qualsiasi cosa tu faccia, non mettere fine alla tua vita.

Qualsiasi rimorso, oppressione, vergogna tu stia provando, non sopprimerlo con il tuo corpo, con la tua anima.

[The only thing that's worse than one is none.]

Perché la cosa peggiore di uno, è nessuno, Saskè.

E tu, fidati, non sei nessuno.

Tu sei il grande Sasuke Uchiha, del clan Uchiha, colui che ha ucciso il traditore.

Tu sei un membro- sì, lo sei ancora- dell’intramontabile Team 7.

Tu sei  il primo amore di Sakura.

Tu sei il miglior allievo della nostra classe.

Ma soprattutto, Saskè, tu sei e sempre sarai, il mio migliore amico; e potrai commettere ogni genere di crimine, ma nulla farà svanire l’affetto che provo per te.

I sentimenti non passano, la stima forse.

Come si dice? L’amore è cieco, giusto?

Sasuke, non fare sciocchezze; perché pensa che, ogni decisione che prenderai, starai decidendo per l’intero Team 7.

 [The only thing that's worse than one is none.]

 

 

Spazio Kimly:

Fiction che si è classificata seconda, a parimerito con Hinata_Dincht, al contest "I Can't stay without music!" indetto da Only_Me su EFP forum.

Mia primissima song e primissima shonen, quindi lo stupore è stato immenso non appena ho letto il risultato, soprattutto perché ho vinto il premio attinenza. Ringrazio la giudice e mi complimento con tutte le altre partecipanti^^

Posto i banner e il giudizio, a presto^^

Seconda classificata, a pari merito: The only thing that’s worse than one is none di Kimly
Originalità 9/10 --> originale, anche se ultimamente leggo molte storie con questo pairing;
Attinenza al tema 10/10 --> bella l’attinenza e l’uso delle frasi tratte dal testo; per puro caso, mentre la leggevo, è iniziata proprio “In Between”, e allora l’ho valutata con questo sottofondo; ho trovato anche un “collegamento” con il ritmo della canzone;
Grammatica e lessico 9/10 --> alcune piccole sviste, ma nulla di grave e che non si possa correggere con un’ulteriore rilettura;
Forma e descrizioni 8/10 --> ho trovato alcuni errori di punteggiatura e troppo virgole in alcune frasi, e le descrizioni ci sono, ma sono più psicologiche che fisiche;
Caratterizzazione personaggi 9/10 --> sì, mi ha trasmesso tutto ciò che prova Naruto, il suo senso di colpa, la malinconia dei suoi pensieri..
Gradimento personale: 5/5 --> io adoro la canzone, e mi è piaciuto molto come l’hai resa nella tua ff.. complimenti! ^^.
Totale: 50/55.
[G ]Vincitrice del Premio Attinenza!

 

Image and video hosting by TinyPicImage and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** My Choice (ShikaIno-White Midnight) ***


Alla mia amica che il 25 compie ben diciasette anni.

Ad Ino e Shikamaru che non smettono mai di farmi sognare.

A tutte le mosche bianche che creano fic stupende su questa coppia che tutti noi amiamo.

A te che stai leggendo... Grazie.

My choice

Ino fece avanti e indietro per ben sette volte, dal tavolo da pranzo fino alla finestra che dava sul cortile, cercando di trattenersi dall’impulso di rompere qualche oggetto della casa. Passeggiare in cerchio per tutta l’area della sua dimora, non calmava di certo i suoi bollenti spiriti ma non riusciva a stare ferma.

Lanciò un’occhiata all’enorme orologio di mogano rosso, comprato in un mercatino dell’usato quando lei ed il suo ragazzo- “un emerito idiota” pensò in quel momento la ragazza- erano andati alla fiera del paese, che segnava le sei del pomeriggio e lui non era ancora lì.

Era inutile che provasse a passarla liscia, per quanto tardi avrebbe fatto, niente gli avrebbe evitato una bella strigliata. Questa volta l’aveva fatta grossa, troppo grossa per essere ignorata.

Batté il piede sul parquet tirato a lucido, continuando a sbirciare dietro le tende di un coloro giallo canarino che Ino aveva sempre odiato, ma per la sua amica Shiho questo ed altro.

Non finì di pensare a quale scusa inventare per l’improvvisa sparizione di quegli orrendi pezzi di tela, che notò una zazzera nera, stretta in un cespuglioso codino, fare capolino da dietro la siepe del giardino.

Corse in cucina, facendo finta di nulla e inscenando una normale quotidianità domestica. Prese un pentolino a caso e ci schiaffò dentro la zuppa di fagioli, avanzata ben tre giorni prima.

-Sono a casa.- disse Shikamaru, entrando con la sua solita camminata strascicata e cercando la ragazza nelle varie stanze.

-Ino!- si sentì chiamare la giovane, sforzandosi di apparire serena e priva di qualsivoglia preoccupazione. Non appena lo sentì entrare- il suo odore di nicotina era percepibile anche da venti metri- lo accolse con un sorriso felice, per quanto tirato fosse.

Shikamaru, sebbene fosse un genio, era pur sempre un uomo e, si sa, per i possessori del cromosoma “y” è difficile decifrare i problemi femminili; per questo il ragazzo non si accorse di nulla e si sedette a tavola al suo solito posto.

-Che c’è da mangiare?- chiese, stravaccandosi sulla sedia, con gli occhi mezzi chiusi dal sonno.

-Zuppa.- rispose Ino, la forza di volontà che aveva usato per non rispondergli male era stata tanta, ma si sarebbe riscattata successivamente.

-Um…Non l’avevi già cucinata tre giorni fa?- continuò, fra uno sbadiglio e l’altro. La ragazza annuì, spegnendo il fuoco e prendendo un solo piatto. Ci versò dentro il liquido e lo buttò malamente sul tavolo, rovesciando sulla tovaglia immacolata quasi tutto il suo contenuto.

-Che diavolo…- Shikamaru non ebbe il tempo di rispondere, che già vide la ragazza diventare paonazza e assottigliare gli occhi, nera.

-Sei un idiota, un deficiente, un citrullo, uno sciocco, uno…stronzo, Shikamaru Nara!- sbottò lei, alzando la voce di due ottave e fregandosene dei vicini impiccioni.

-Cos’ho fatto questa volta?- sbuffò in risposta lui, pronto ad ascoltare le piccole inezie a cui si attaccava la sua ragazza. Non ebbe neanche il tempo di chiedersi se avesse dimenticato qualche anniversario o compleanno che vide volare per aria un foglio bianco, che finì direttamente dentro la zuppa.

Riuscì a leggere solo una parola, prima di capire il perché dell’umore di Ino. La fissò in silenzio, notando subito le prime lacrime fuoriuscire dagli occhi della ragazza.

-Ah, è già arrivata. Pensavo…-

-Pensavi cosa? Che non lo avrei scoperto? Che non avrei cercato di fermarti prima di commettere una tale sciocchezza? Ti rendi conto che potresti…morire?- farfugliò con terrore l’ultima parola, la probabilità che toccasse a lui non parve sfiorarla per un attimo.

-Ino, è per il nostro villaggio. E’ per Konoha, lo abbiamo sempre fatto.- cercò di riparare il danno lui, alzandosi e avvicinandosi verso di lei.

-Stammi lontano! Non provare a consolarmi, bastardo! Una volta era diverso, c’era più sicurezza, più aiuti, c’era un governo. Ora è il caos totale, siamo fortunati ad essere ancora vivi e tu vuoi rischiare di…-

-Per questo lo faccio. Dannazione, Ino! Non vorresti tornare a Konoha? Riabbracciare tutti, rivedere casa tua?- Ino lo fissò dubbiosa, le lacrime oramai avevano autonomia propria.

-Non c’è più nessuno da riabbracciare, Shika. Papà è stato l’ultimo.- singhiozzò sconsolata, asciugandosi con il lembo del grembiule fiori che recava uno scarabocchio di un’Ino bambina “La principessa del suo papà!”

Shikamaru la prese per le spalle e la tirò a sé, stringendola dolcemente. Avevano passato momenti difficili, ma Ino era sempre stata la più fragile, la persona da proteggere di più. Dopo la morte di Asuma non era stata più la stessa, ma quando aveva saputo di Inoichi era stato anche peggio, Shikamaru aveva avuto paura di perderla quella volta.

-Abbiamo detto basta alla vita ninja dopo la sua morte, cosa ti ha fatto cambiare idea?- sussurrò Ino sul suo petto, mentre si sforzava di smettere di frignare come una bambina.

-E’ sempre stata la nostra vita, Ino.- rispose con semplicità, accarezzandole la testa che lei tirò su di scatto.

-Sei sempre stato lo scansafatiche della classe, perché ora vuoi fare l’eroe?- tuonò la bionda, spintonandolo via in malo modo e salendo di corsa nella sua camera.

Una volta sbattuta la porta, Ino si gettò sul letto piangendo sommessamente, cercando di soffocare la voglia di urlare. Sentì la porta cigolare e del rumore di passi avvicinarsi, quindi per lei fu naturale sbraitare un “Vattene via, maledetto!” prima di notare che due occhi verdi -quegli occhi verdi- la guardavano spaventati.

-Joji!- esclamò lei, alzandosi di corsa e prendendo il bambino, che stringeva convulsamente la sua copertina fra le mani, in braccio e coccolandolo affettuosamente.

-Zia Ino, ti ho sentita urlare e ho pensato che quelli che hanno preso la mamma…-

-Shh, non è niente piccolo. Nessuno mi ha fatto del male.- “Almeno non fisico.” si ritrovò a pensare la ragazza, ma preferì tacere.

-Lo zio Shikamaru mi ha solo fatta arrabbiare, tutto qui. Hai fatto ancora un brutto sogno?- domandò preoccupata, quel bambino stava vivendo un’infanzia davvero tragica.

-No, no…-

-Jo, non dirmi bugie.- lo ammonì con un sorriso la giovane, trattenendo le lacrime che stavano per tornare, alla vista di quegli occhi così simili ai suoi.

Il piccolo non riuscì a trattenere un sorriso sdentato, che rivolse con calore alla sua interlocutrice. Ino lo strinse forte, era come averla con lei quando aveva Joji vicino. Sapeva che, accettando di prendersene cura, aveva suggellato un patto che non avrebbe mai potuto rompere…neanche per Shikamaru.

-Zio! Perché non fai pace con la zia?- chiese innocentemente il bambino, vedendo il ragazzo entrare in silenzio, tanto che Ino non lo aveva sentito arrivare.

-Va bene, campione, ma adesso vai a giocare un po’. Devo parlare con la zia.- spiegò Shikamaru, mentre Ino lo lasciava andare e lo vedeva correre via.

-Diventa ogni giorno più bello, proprio come la madre.- sussurrò Ino, le lacrime le rigavano nuovamente il viso.

-Sakura sarebbe fiera di te.- Shikamaru le accarezzò una guancia, ma lei gli allontanò la mano, bruscamente.

-Non si può dire lo stesso di te, Shika.-

-Hai ancora voglia di litigare?- brontolò lui, buttandosi sul letto a braccia spalancate, ricevendo un’occhiataccia che non prevedeva nulla di buono.

-Certo! Hai visto Joji? Tiene ancora quella coperta che lui gli ha comprato, sogna ogni notte la morte di sua madre e suo padre è sperduto chissà dove! Aggiungici uno zio imbecille che preferisce morire piuttosto che vederlo crescere!- L’ira di Ino era tornata alla carica, stavolta più distruttiva che mai.

-Non è vero questo. Tu lo sai perché lo voglio fare! Lo sai meglio di me, non chiamarlo con il suo nome non lo riporterà indietro.- sospirò il ragazzo, mettendosi a sedere.

-Neanche combattere una guerra da dove sicuramente non tornerai vivo. Abbiamo promesso a Sakura di crescere Jo, abbiamo giurato sulla tomba della mia migliore amica!-

-Choji era il mio migliore amico, Ino!- tuonò più forte il ragazzo, scattando in piedi e fronteggiandola.

-Anche io sono sconvolta quanto te, ma questa è la vita! Credi che anch’io non voglia combattere, uccidere e torturare tutti coloro che ci hanno fatto questo? Che hanno fatto questo ai nostri amici? Ma non possiamo, Shika, non possiamo.- Ino si rilassò, provando ad essere comprensiva e cercare di farlo ragionare.

Gli si avvicinò, prendendogli la mano e stringendola.

-Ora dobbiamo pensare a Joji. Cosa succederebbe se perdesse anche te, eh? Come starebbe, io come starei senza di te, Shika?- Il ragazzo la abbracciò, baciandole la fronte.

-La vita è piena di scelte. Noi abbiamo scelto il piccolo di Sakura, dobbiamo prenderci le nostre responsabilità.- concluse Ino, alzandosi e facendo per uscire.

-Ti prego, fallo per noi.- lo implorò, prima di uscire e dirigersi verso l’ampia cameretta di Jo, pronta a giocare con lui.

Shikamaru rimase solo nella stanza, non sapendo che fare. Ino e Joji avevano bisogno di lui, ma Choji…

-No, Ino, io prego te…di perdonarmi.-

Ino corse velocemente, in braccio il piccolo Joji profondamente addormentato, ignaro di tutto. Spintonò persone, urtò bancarelle e inciampò un paio di volte, ma niente riuscì a rallentarla.

Doveva essere rapida, voleva arrivare in tempo, sperando e sperando ancora e ancora. Rallentò non appena vide l’accademia ninja e ci si tuffò dentro, buttando a terra una vecchietta e il suo mucchio di fogli appena finito di sistemare, un lavoro sprecato.

Vide un paio di sentinelle e, con un scatto felino, le raggiunse velocemente.

-Ino Yamanaka.- si identificò, mentre la prima sentinella le faceva segno di diniego. Non si faceva abbattere da un solo uomo da bambina, figurarsi adesso che era cresciuta, con una scrollata di capelli lo buttò a terra ed entrò nella stanza, dove Shizune l’attendeva.

-Ino, chi ti ha fatta entrare?- sobbalzò la donna, con sguardo spaventato.

-Ho fatto tutto da sola, ovviamente. Quelle nuove sentinelle non si ricordano mai di me, come è possibile…voglio dire sono ciechi?- ironizzò indicandosi, per sciogliere la tensione che sentiva crescere dentro.

Shizune si avvicinò, prendendo il piccolo Joji fra le braccia e guardandolo con un luccichio negli occhi, gli accarezzò la piccola testolina mora.

-E’ proprio uguale ai genitori. Speriamo che il carattere sia di Sakura.- buttò lì la donna, con un sorriso amaro che non nascondeva la sua agitazione.

-Comunque non sono le sentinelle che non ti riconoscono, Ino, sono io che non volevo vederti.- chiosò la donna, evitando di guardarla negli occhi, per paura di farle capire tutto.

-Shizune…- iniziò Ino ma la donna era già scoppiata in lacrime, cadendo sulle ginocchia e stringendo forte a sé convulsamente Joji che dormiva beato.

-No.- sussurrò Ino, scivolando a terra e scotendo la testa incredula. La vita è piena di scelte, Ino.

Shikamaru Nara aveva fatto la scelta sbagliata.

The end.

Spazio Kimly.

Auguri mosche bianche!^^ Volevo ringraziare UrD che è riuscita a betarmi la fic, nonostante i suoi esami così vicini(in bocca al lupo^^)

Doveva essere una fic allegra e leggera, che tra l'altro è stata scritta e che presto posterò, ma alla fine è uscita angst^^' Che volete farci, a presto. Un bacione tutto bianco^^

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Surprise(ShikaIno-White Midnight) ***


 

 

Surprise

Eccolo lì finalmente, era a un passo da lui. Era bello grande, gigantesco quasi, al tatto si rese conto che era anche morbido e soffice, proprio secondo i suoi gusti. Lo accarezzò lievemente, quasi per paura che potesse sparire in una nuvoletta di fumo.

Non poteva credere di essere davvero arrivato al traguardo, dopo tutta la fatica che aveva fatto ci era riuscito, era il momento adatto per farlo, lì e subito.

Coricarsi e dormire.

Ah, il suo letto…

-Shikamaru!- la voce tonica e acuta di Ino lo riscosse dal suo meraviglioso sonno, era quasi tentato di farle una predica, ma conosceva bene gli effetti che avrebbe potuto scaturire, quindi tacque e prese a chiederle, con tutta la gentilezza che qualcuno può avere a mezzanotte ed un minuto della notte, che diavolo volesse da lui.

-Auguri!- esclamò felice, sedendosi con poca grazia sul letto e abbracciandolo di getto.

-Sei venuta in camera mia in piena notte, e mi hai svegliato per farmi gli auguri? Ino, sei impazzita?- cercò di contenersi dall’urlare, suo padre era anche peggio di lui se qualcuno si azzardava ad interrompere il suo riposo.

-Volevo essere la prima.- chiosò lei in un primo momento e poi lo accusò.

-Scusa tanto se volevo farti una sorpresa!- La bionda si riassettò la coda e fece per uscire, Shikamaru dovette ripararsi le orecchie per non correre il rischio di diventare sordo. Un urlo disumano e poco adatto ad una ragazzina come lei. Addio riposo, vecchio.

-Accidenti Ino, che cavolo…-Il ragazzo si era alzato dal letto e l’aveva raggiunta, Ino teneva in mano un biglietto e tremava di rabbia.

-Non ce l’ho fatta, dannazione.- mugolava la ragazza, mentre Shikamaru provava a sbirciare. Un immenso “Auguri, piagnucolone.” torreggiava sul bianco con un colore nero pece, quella era senza dubbio opera di Temari.

Ino era ufficialmente arrabbiata e, prima che la situazione potesse degenerare, decise di intervenire e prendere provvedimenti. Non voleva certo rischiare di passare l’intera notte sveglio, prima se ne sarebbe andata, prima avrebbe ripreso a dormire.

-Ehi, guarda che sei stata tu la prima. Temari deve essere arrivata qui molto prima per tornare in tempo a Suna, me lo avrà consegnato per le nove, dieci di sera massimo. Non era ancora il ventidue.- sbuffò contrito lui, non sapendo dove appigliarsi. Ino si voltò sorridente e si slanciò, dandogli un bacio enorme e rumoroso sulla guancia.

-Lei ti avrà fatto prima gli auguri, ma il bacio te l’ho dato io.- apostrofò, arrampicandosi sulla finestra pronta a tornare a casa. Addio riposo, Shikamaru. Chi avrebbe più chiuso occhio?

-Ah, Shikamaru. Non provare a svegliarmi a mezzanotte domani. Io non amo le sorprese.- lo berciò lei, con un terribile sorriso malevolo sul volto.- Buonanotte.-

-Mendekouze, odio i compleanni!-

 

 

 

Spazio Kimly:

Ho deciso di pubblicare anche questa storia, più adatta all'occasione!^^ Ancora auguri mosche, un bacione^^

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Aroma di pesca(KakaIno) ***


 

Pioveva. Pioveva e Kakashi si sentiva esattamente come quelle piccole gocce, inodore, insapore ed incolore. Non sapeva di niente, lui, non aveva degli obiettivi, degli scopi. Aveva perso, da tempo oramai, la passione per tutto ciò che aveva adorato e non ne capiva il motivo.

Sentì un lieve colpo alla porta.

-Sensei! Posso entrare?- la voce di Ino gli giunse alle orecchie, era talmente ferma da insospettirlo. Doveva essere successo qualcosa, forse una litigata con Shikamaru od una sconfitta morale in battaglia.

-Non dovresti essere…?-

-In missione? Già. Credevo di essere anche un ninja medico, ma non sempre tutto è come sembra.- sospirò con amarezza. Sì, decisamente era accaduto un fatto grave.

Senza tante cerimonie, Ino entrò nell’abitazione, non aspettando neanche un cenno dal padrone di casa. Si sedette scompostamente al tavolo del cucinino, affondando il viso fra le mani.

-Vuoi un succo di frutta?- se ne uscì Kakashi all’improvviso, prendendo a scavare nella credenza alla ricerca del cartone. Lo trovò, dietro un pacco di dango, regalo di Anko.

-Spero ti piaccia alla pesca, ho solo questo.- disse, accomodandosi a sua volta di fronte a lei e spingendole davanti la confezione.

Ino lo prese con tranquillità, ne bevve un sorso e poi chiosò con leggerezza.

-Asuma-sensei è morto.- prima di tornare a concentrarsi sulla cannuccia. Kakashi spalancò gli occhi, sentendo uno strano peso allo stomaco. Scosse la testa mentalmente, forse Ino era solo sconvolta.

-Molti organi vitali erano andati.- biascicò fra una bevuta ed un’altra, facendo un rumore tremendo con la bocca. L’uomo non si scompose, non doveva mostrarsi debole di fronte a lei, che aveva bisogno di conforto. Si sarebbe informato poi riguardo ad Asuma.

Notò che la ragazza stava passando le fasi peggiori di quella crisi. Dagli occhi arrossati capì che la fase uno- quella del pianto- era già passata, era nella seconda fase, nell’apatia totale.

-Shikamaru è da Kurenai, ha pensato subito a lei, invece che a…noi. Choji? Choji sarà ad ingozzarsi come sempre.- sbuffò arrabbiata. Terza fase, rabbia.

Terminò il succo ed alzò gli occhi verso l’uomo. Kakashi distolse lo sguardo, non appena notò che aveva iniziato a piangere, urlando e sbattendo i pugni sul tavolo che stava cedendo. Quarta fase, disperazione.

Il sensei si alzò velocemente, prendendola fra le braccia. Sentì Ino affondare il viso sul suo petto, urlando che non era giusto. No, non era giusto. Non era giusto che Kakashi notasse solo in quel momento che Ino era cresciuta, che non doveva offrigli più un succo di frutta, ma qualcosa di più forte, più adatto a lei. Sentiva la morbidezza della sua pelle, poteva percepire il suo cuore cozzare furioso contro di lui.

Non riuscì ad evitare di baciarla, di sentire il gusto della pesca scendergli nella gola, avvertirlo salire dalle narici e giungere al cervello, che gli urlava di smetterla, di astenersi dal farla soffrire ancora, ma come poteva?

L’aroma della pesca era così forte in lei, da far diventare l’uomo avido ed egoista. Continuò a mordere con semplicità e desiderio quelle candide viole, ad accarezzare la schiena nuda della ragazza più popolare di Konoha, che sarebbe stata, almeno per quella notte, solo ed unicamente sua.

 

-Sensei.-

-Uhm?-

-Arigatou.-

 

 

 

Spazio Kimly:

Non chiedetevi che cos’è, perché non lo so neppure io. Avevo voglia di scrivere su questa coppia (che tra l'altro ha un nome? Che ne so, tipo...Silver Rose??O_O) non sapendo da dove partire. Ho preso l’idea da un contest al quale partecipo, questa sarebbe stata la seconda scelta.

Riguardo alla storia, ovviamente Ino ha già un rapporto di fiducia ed amicizia con Kakashi, altrimenti non sarebbe corsa da lui. C’è un accenno ShikaIno, quando la ragazza fatica a dire il “noi” il realtà intende proprio se stessa.

Ho già un’idea per una KibaHanabi che avrei dovuto postare come secondo capitolo, ma non temete, prima o poi arriverà ù_ù

Ringrazio Wishful, Celiane4evere e Mimi( *O* grazie mille <3) per i commenti ai capitoli scorsi. Non potevo dire di no al White Midnight^^

A presto, un bacione

 

 

 

 

 

 

Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** You' re my toy (Sorpresa) ***


Pairing: Sorpresa

Avvertimenti: AU, What if?

Rating: Giallo

Genere: Romantico, Triste, Malinconico

 

 

 

 

Un cigolare di finestre, un fruscio di ombre nel buio ed un bacio a fior di pelle ti destano dal sonno. Lo guardi con occhi truci, spezzandolo con la sola forza del pensiero e, ghignando divertita, sussurri.

-Non avevi detto, forse, che non ce la facevi più?- dallo sprofondare del materasso capisci che ti ha raggiunta nel letto.

-E’ sbagliato.- “Per quanto non ne possa fare a meno.” pensa lui, non avendo il coraggio di dirtelo in faccia. Entrambi orgogliosi e fieri.

Gli salti al collo, incapace di resistere all’impulso di baciarlo e mordergli le labbra, quella labbra che non ti appartengono e mai lo saranno. Gioisci, però, nel percepire il suo immenso desiderio che non si è affievolito affatto dall’ultima volta.

Gli baci il petto, prima di esplorare un corpo per te oramai bene noto e cedere ancora una volta ai tuoi istinti animaleschi.

 

 

Ti risvegli, ancora, a causa di un bacio, ancora e lo vedi sussurrarti qualche scusa mozzicata che a te non va di sentire.

-Vattene. Ti starà cercando.- sbuffi, menefreghista. Oramai ha imparato a conoscerti, sa che stai mentendo, che lo vorresti con te ancora e per sempre.

Lo vedi sparire così come è atterrato. Ti giri per ore nel letto, incapace di prendere sonno.

E’ brutto essere l’amante di tuo cognato, vero?

E’ spregevole quello che stai facendo a tua sorella, no?

Ma tu, Hanabi, sei sempre stata una stronza e a te, di Hinata, poco importa. Kiba Inuzuka è il tuo giocattolino e hai intenzione di divertirti con lui per sempre.

Senti le ciglia bagnate e umidicce. Cazzo, hai sbagliato tutto ancora una volta e non hai capito niente. Tu sei il giocattolo di Kiba, ha vinto lui questa battaglia.

Asciughi velocemente quelle dannate gocce, quelle sono le prove che anche le stronze hanno una coscienza.

Divertiti all’inferno, Hanabi.

[309 parole]

 

 

 

Spiegazioni, varie ed eventuali:

Una storia leggera su Kiba ed Hanabi, coppia che amo alla follia. La trama è semplice: Kiba è sposato- sì, avete capito bene- con Hinata, ma intanto ha questa tresca con sua sorella. Ha vinto lui perché sta con entrambe, non è riuscito a scegliere fra le due(Chiamatelo fesso xD!)

Ovviamente è stato con Hanabi già altre volte, prima ancora di Hinata, per questo la ragazza lo sente come suo. Lo so, Catullo mi fa male^^

Bon, con questo credo che la prossima, di dovere, debba essere felice. A presto, un bacione

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Merci, professeur (InoSorpresa) ***


 

Merci, professeur

 

“E’ stata una cattiva idea.” Fu il primo pensiero di Ino, quando sentì che l’uomo la spingeva dietro uno scaffale della biblioteca, aderendo  sul suo corpo. Già, proprio pessima. Come le era potuto venire in mente di chiedere delle ripetizioni al professore più bello e dannato di tutta la scuola e credere di non riuscire a cedere, anche lei, al suo fascino?

Aveva solo bevuto un succo di frutta alla pesca quel giorno a pranzo, per non rischiare di arrivare in ritardo e arrivare impreparata all’interrogazione di francese, prevista per il giorno seguente. A contatto con le labbra di lui, poteva sentire ancora il gusto della pesca balzare da labbro a labbro, perforandole il cuore e mandandole in tilt il cervello.

Ino aveva baciato tanti ragazzi, ma lui era tutta un’altra cosa. Se non ci fosse stata una struttura di legno che le faceva da sostegno in quel momento, avrebbe anche potuto cadere a causa di quel cocktail di emozioni. Poteva percepire la pelle fredda dell’uomo adeguarsi a quella calda di lei, captare i suoi pensieri, che erano gli stessi di Ino e poteva già udire la voce di Sakura che, ammonitoria, la rimproverava per la sua ingenuità.

Tutto il resto, però, passò in secondo piano davanti alla morbidezza di quei due pezzi di carne, davanti alle mani dell’uomo che, esperte, sapevano come muoversi e che non la portavano in paradiso, dove gli angeli non hanno né sesso né passione, ma semplicemente la rendevano una ragazza normale alla sua prima cotta. Un’adolescente, insomma, che si godeva la vita nei migliori dei modi.

La stava aiutando a crescere, a maturare, dal momento che Ino sapeva bene che una volta fuori da quella polverosa biblioteca non si sarebbero più visti né sentiti, o comunque non privatamente.

Sentì la stretta dell’uomo farsi più ferrea, mentre le mani di lei vagavano attraverso i suoi capelli e le cosce si stringevano sulla sua gamba sinistra. Urtò due o tre volte dei pesanti tomi di astronomia con la testa, ma le sensazioni che provava in quel momento non le lasciavano spazio per nessun altro pensiero.

Lo baciò con passione per una buona mezz’ora, continuando a mordicchiargli e a leccargli le labbra gustose, oramai anche quelle contagiate dal succo squisito del frutto.

Quando l’uomo prese a lambirle il collo, Ino cercò di resistere e, fra carezze ed effusioni, mormorò scherzosa.

-Kakashi-sensei, eravamo venuti qui per delle ripetizioni, ricorda?-  L’uomo si fermò, guardandola come se la notasse solo in quel momento. Ci pensò su, finché...

-Domani non interrogo.- proferì, prima di ributtarsi a capofitto in quella delizia al gusto di pesca.

 

 

 

 

Spiegazioni, varie ed eventuali:

Adoro questa coppia! Sia chiaro non abbandonerò mai le mosche bianche, ma questo OTP ispira molto lemon (chiederò poi a Kiki, è lei l'esperta xD!)

Questa fic si è classificata seconda a parimerito con Rota/Meg89! Sono felicissima non solo perché il contest contava ben 18 partecipanti, ma perché, come già detto, sono arrivata a parimerito con un'autrice come lei *-* Lo ripeto anche se lei arrossisce xD. Ho dimenticato di dire che, ad estrazione, mi sono capitati come luogo la biblioteca e come gusto del bacio il succo di frutta alla pesca.

Ringrazio ancora la giudice, Shurei per il bannerino favoloso e mi complimento con tutte le partecipanti, soprattutto con le podiste!^^

Posto il giudizio e il banner *O*

2^ CLASSIFICATE A PARIMERITO:

Kimly-Eden - Merci, professeur

Grammatica: 9,3/10
Stile: 9,4/10
Originalità: 9,8/10
IC e caratterizzazione dei personaggi: 9,1/10
Attinenza alle tracce date: 4,2/5
Parere personale: 4,6/5
Totale: 46,4/50


Giusto qualche imprecisione nella punteggiatura e qualche spazio doppio, ma, per il resto, la grammatica è davvero buona, come anche lo stile, dopotutto: semplice e scorrevole.
Ho alzato l’originalità, come hai potuto vedere, soprattutto per il crack-pairing da te scelto e per come hai saputo perfettamente gestirlo.
I personaggi mi sono sembrati particolarmente IC, soprattutto Ino, e mi è piaciuto molto anche come hai saputo organizzarti con il sapore “pesca”, non molto facile da gestire.
Per terminare, non posso che farti i complimenti per quest’ottimo lavoro e per questo secondo posto a pari merito largamente meritato.

 

 

 

Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Risvolti Inaspettati (SasuSakuSorpresa) ***


Delusione. Era questo il sentimento che Sakura provò primo fra tutti e che le entrò in testa senza mai andarsene, neanche negli anni a venire.

Era delusa dal mondo che le metteva davanti un’altra prova difficile da superare, per la quale avrebbe dovuto sacrificare la sua intera esistenza, i suoi sogni e le sue speranze.

Era delusa dai suoi amici che sembravano scomparsi nel nulla dopo la fine della scuola, anche Ino, l’amica migliore che avesse mai incontrato in tutto l’universo, non s’azzardava a darle una mano, troppo preoccupata dei suoi problemi che, sì erano duri e insidiosi, ma non la facevano carica di una tale responsabilità.

Era delusa, però, soprattutto da se stessa. Non poteva credere che aveva studiato, lavorato, sudato tutti quegli anni per poi buttarli via così alla prima occasione, solo per aver avuto quella piccola dimenticanza, che di piccola aveva ben poco. Cosa avrebbero pensato i suoi genitori, che già la vedevano medico affermato in tutto il Giappone? Cos’avrebbero detto, sussurrato i vicini di casa, i professori, i conoscenti dell’intelligente e responsabile Sakura? Delusione, ecco cosa.

Sakura Haruno da quando era piccola aveva sempre apprezzato il fatto di essere lodata da tutti per il suo cervello, che la portava ad essere sempre la prima della classe, ritenendo che lo sarebbe stata anche nella vita. La ragazza però non aveva fatto i conti con la classica crisi adolescenziale che colpisce, prima o poi, tutti quanti. Aveva iniziato ad irritarsi per ogni sorrisino compiaciuto rivolto a lei, sapendo bene che dietro a quella linea che si allungava da est ad ovest c’era invidia o, peggio, falsità.

Proprio questo forse l’aveva portata a compiere un azione così avventata, stupida e irresponsabile; la voglia di essere come tutte le altre ragazze, provando per una sola volta a non essere considerata la classica secchiona, sempre ligia al dovere e china sui libri, farsi apprezzare non solo per la sua brillante memoria, ma anche per la sua gentilezza, forza d’animo e generosità. Infatti era stato appunto quello il motivo per cui, adesso, l’Haruno si trovava china sul lavandino, vomitando l’anima e aspettando timorosa e terrificata la risposta da uno stupido oggetto di plastica che non sapeva e mai avrebbe saputo che dal suo risultato sarebbe dipesa la vita di quella ragazza dai capelli color gomma da masticare.

“Se la linea verticale compare nel cerchio grande, sono incinta. Se compare in quello piccolo, non lo sono. Ma chi ha il coraggio di guardare, visto che ho la testa conficcata nel lavandino e le forze mi stanno lasciando?”

Sakura, come già detto, era intelligente, molto intelligente. Sapeva bene, quindi, che quelle ripetitive nausee, quegli sbalzi d’umore e quelle irrefrenabili voglie di cibo esotico non erano normali, o almeno non lo erano per lei. All’università aveva studiato tutto sull’argomento, per una tesina di fine semestre; conosceva bene i sintomi, le cause e tutti i fattori che avrebbero portato ad una gravidanza non desiderata. Sakura amava i bambini e aveva sempre sperato di mettere su famiglia un giorno, ma questo prima avrebbe implicato un matrimonio, una sistemazione adeguata e un lavoro sicuro. Non si aspettava di certo, e questo fatto la rendeva ancora più delusa e schifata di se stessa, di concepirlo durante una notte di passione-che tra l’altro ricordava poco- con un ragazzo dell’ultimo anno, un certo Itachi Uchiha, quel certo Itachi Uchiha, il fratello maggiore di Sasuke, per il quale Sakura aveva una cotta da sempre. Inoltre la ragazza aveva appena terminato il suo primo anno, mantenendosi con un lavoro a dir poco altalenante come barista in un locale scadente.

La nausea sembrava essersi acquietata e Sakura colse l’occasione per rischiare una sbirciatina all’oggetto che sarebbe stato il protagonista dei suoi sogni per i mesi a venire. Lo prese fra le mani che tremarono leggermente, ricacciando indietro il vomito che stava per risalirle, controllò la linea più volte, doveva esserne certa.

Una nuova ondata di delusione le infiammò l’anima, facendola piangere silenziosamente, non doveva far svegliare la sua compagna di stanza Hanabi, una ragazza fredda e dura, ma forse ben più sveglia di lei da non farsi fregare così facilmente dal suo ragazzo di sempre Kiba Inuzuka.

Si sciacquò il viso un paio di volte, credendo che fosse solo un semplice sogno. Buttò il test nel cestino del bagno e, a tentoni per via della poca luce, tastò con le mani la stanza, alla ricerca del suo adorato letto. Ci mise due minuti per udire dei lievi battiti arrivare dalla porta di ingresso, facendole salire il cuore in gola.

-Chi è?- sussurrò lievemente, Hanabi nel frattempo parlava nel sonno.

-Sono Sasuke, Sakura apri.- Quella voce le ordinò tante cose ma aprire era l’ultima azione al mondo che voleva compiere in quel momento. Sasuke non era né loquace né gentile nei suoi confronti, però era sveglio esattamente come la sua compagna di stanza. Doveva aver capito tutto, tranne forse il presunto padre; ma se era andato da lei quella notte voleva significare solo una cosa: tutti i tasselli erano stati inseriti.

La ragazza girò il chiavistello ma non lo fece entrare, preferendo uscire a prendere una boccata d’aria.

-Allora?- chiese Sakura, dopo i primi quindici minuti di silenzio. 

-Itachi non è stupido, sono qui perché gli devo un favore. Hai bisogno di qualcosa? Soldi, un lavoro…?- Sakura non riusciva a guardarlo negli occhi, temendo di scorgere la sua delusione e il suo disappunto.

-Io…no, non mi occorre niente. Sono forte abbastanza per superare anche questa, ma ti ringrazio.- Il ragazzo la fissò confuso e disse.

-Sono qui solo per mio fratello, se fosse per me…-

-Neanche io sono stupida, Sasuke. Itachi non dovrà mai saperlo, ti prego.- lo implorò la ragazza, cercando di non risultare patetica e sentimentale.

Sasuke non rispose, ma riuscì a intravedere un lieve sorriso comparire sul volto dell’amico, prima di lasciarla da sola fuori al freddo.

Sakura, prima di addormentarsi, non poté fare a meno di sorridere. Nel volto di Sasuke aveva notato parecchie emozioni, ma nessuna poteva essere indicata con la parola delusione…

 

-Hanabi, potresti aprire per favore? Sono già in ritardo e il mio cellulare sembra sparito.-

La giovane Hyuuga si affrettò a correre verso la porta e, non senza stupore e curiosità, firmò per la consegna di un misterioso pacco.

-Sakura, qualcuno ti ha inviato un pacco di…pannolini!-

-Pannolini?-La ragazza sbucò dal bagno, guardando allibita l’amica con in mano la mega confezione.

-I tempi delle rose sono finiti?-ironizzò Hanabi, porgendole il pacco e dirigendosi nell’altra stanza.

Sakura sorrise dolcemente dopo aver letto un piccolo biglietto che accompagnava quel buffo regalo.

“Ne avrai bisogno, come di un volto amico.”

Ti stai offrendo, Sas’ke?

 

 

Spiegazioni, varie ed eventuali:

Questa fic si è classificata quarta al concorso “Contest sulla delusione” indetto da Shurei e Rinalamisteriosa su EFP forum.

Risultato inaspettato, quasi quanto il titolo!xD

Fino all’ultimo non avevo idee e poi ho pensato a questa storia, dapprima Sasuke doveva essere il padre, ma perché rovinare una così bella coppia? Ringrazio nuovamente le giudizi e mi complimento con tutte le partecipanti!^^

Posto il giudizio delle giudici e gli splendidi banner *O*

QUARTA CLASSIFICATA:
Risvolti inaspettati di Kimly

Grammatica e stile: 8
Originalità: 9.5
Caratterizzazione dei personaggi: 9
Attinenza al tema: 5
Gradimento personale: 4,5 in totale
Totale: 36 punti complessivi

Giudizio di Shurei: Una profonda delusione verso sé stessi quando si commettono errori che avremo potuto evitare. Eh sì, anche quelli fanno male, specie se si pensa a come potrebbero reagire le persone a noi care. L'importante però è andare avanti a testa alta, cercando di rimediare.
Ho trovato Sakura del tutto IC, impacciata appena con Sasuke... forte nella decisione di voler tenere il bambino... fragile nel momento della scoperta della sua gravidanza. Tutti elementi che la caratterizzano benissimo. Brava.
Sono rimasta senza parole quando ho letto che il padre è Itachi... mi hai letteralmente spiazzata, davvero! Senza contare le battute finali con l'effetto sorpresa: davvero molto carino, sul serio.
Per quanto riguarda la grammatica non sussistono particolari problemi, solo che alcune frasi potevi esprimerle in maniera differente, ma il problema leggermente più di spicco è la punteggiatura che andrebbe rivista in alcuni tratti...
Per il resto è un buon lavoro con una buona originalità.

Giudizio di Rina: C'è una piccola svista e la punteggiatura da ricontrollare. Stile chiaro e scorrevole.
L'originalità della fic è buona. Non è brillante né dettagliata, ma devo dire che sono rimasta piacevolmente colpita dalla gestione intelligente della trama in questa piccola commedia.
L'IC di Sakura e di Hanabi è buono. Quello che non mi convince molto è Sasuke, ma penso che dipenda dal fatto che si trova in un contesto differente dal solito.
La delusione della protagonista è totale: si sente delusa di se stessa, della vita, degli altri; da questo fatto emerge il voler cambiare che comporta una conseguenza da un lato felice (avrà un bambino ^^), dall'altro totalmente inaspettata, poiché non aveva previsto che per cercare di essere come le altre coetanee sarebbe rimasta incinta.

Image and video hosting by TinyPicImage and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Piccole pretese innocenti(ShikaIno) ***


-Ti prego.-
-No.-
-Dai!-
-Ho detto di no, non insistere.-
-Tipregotipregotiprego.-
-Piantala.-
Ino boccheggiò per due minuti, prima di gonfiare le guance talmente tanto da farle scoppiare.
-Io lo voglio, Shika!- si lagnò, battendo i piedi per terra come una bambina piccola.
Shikamaru era talmente abituato ai suoi capricci da non esserne oramai più toccato. Scosse la testa ripetutamente, mentre alcune persone fissavano la ragazza sconvolti.
-Ti stai facendo riconoscere.- buttò lì lui, cercando di farla smettere.
-Non mi importa. Continuerò così tutto il giorno fino a che...-
-Fino a che?-la interruppe Shikamaru, pronto a sentire una delle sue famose minacce, stile Yamanaka.
-Fino a che cederai. Oh, sì se cederai.- lo disse con un tono talmente sicuro che per un attimo il ragazzo fu tentato di crederci.
Quale arma avrebbe utilizzato quella infida strega?
Non ebbe neanche il tempo di fare qualche ipotesi che già gli fu addosso, il generoso petto che premeva sul suo e le braccia della ragazza strette intorno al suo collo.
-Lo voglio, Shika.- fece gli occhioni dolci. Perfida ingannatrice.
-Ino, ti sembra il caso...?-
Lei annuì, convinta, prima di utilizzare il colpo di grazia.
-Sai, non è stata una settimana facile. La scuola, i voti, papà e se a questo ci aggiungi un Kiba che fa di tutto per uscire con me...-
"Bel colpo, Ino." pensò subito Shikamaru, dopo essersi ripreso dalla botta dovuta al nome di quel cane odioso.
La fissò per due minuti. Era talmente meravigliosa che avrebbe anche potuto farlo, in fondo era solo una foto, no?
-Ma è proprio necessario?- riprovò un'ultima volta, prima di essere certo che quello che stava per fare era per forza obbligatorio.
-Ci tiene tanto. Vuole essere assolutamente sicuro della sua esistenza e, dal momento che non è potuto venire e di te si fida particolarmente, devi farlo.- lo disse con un tono autoritario, che non ammetteva repliche. La tenerezza di prima era completamente sparita. La bella sirena aveva ottenuto ciò che voleva, come sempre.
"Al diavolo! Quel moccioso vuole solo trovare un altro motivo per prendermi per i fondelli." pensò sbuffando Shikamaru, riferendosi al cuginetto di Ino, un mostro di otto anni che non apprezzava il fatto che uno come lui stesse con "uno splendore come mia cugina", per citare le sue parole.
Shikamaru si mise comodo, cercando di contenere l'imbarazzo.
-Siete pronti? Dite "Cheese".-
Plic.
-Perfetto, grazie mille. Possiamo andare ora.- disse Ino, con fare pratico.
Prima di seguire la ragazza, Shikamaru poté udire bene la voce di un bambino domandare.
-Mamma, ma quel signore non è troppo grande per salire sulle ginocchia di Babbo Natale?-

 

Spiegazioni, varie ed eventuali:
Una cosina semplice. Ispirata al Natale, perché io sento già odore di neve nell'aria e anche perché il Natale è bianco. Questo periodo dell'anno lo adoro, tutto diventa magico e si trasforma!^^
Una ShikamaruIno perché é da secoli che non scrivo su di loro e mi mancavano le crisi isteriche di Ino e i borbottii di Shikamaru.
Alla fine Ino è riuscita nel suo intento. Il cuginetto della ragazza è un piccolo demonio, con lei è dolce ed affettuoso, con Shika...diciamo un po' meno xD!
A presto, un bacione!

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** L'effetto del saké (NejiHana) ***


L'effetto del saké

Neji Hyuuga non aveva mai apprezzato pienamente l'alcol.
Non che non avesse mai buttato giù qualche bicchierino di tanto in tanto, ma non riusciva proprio a capire cosa ci trovassero di così speciale i suoi amici.
“Ti fa dimenticare” gli aveva detto qualcuno, “ti rende leggero” aveva sospirato un altro e lui aveva sempre fatto finta di crederci.
Neji in realtà però non aveva mai preso in considerazione il fatto che potesse davvero essere l'unica soluzione, annegare i propri dispiaceri nell'alcol era solo una scusante per tutti coloro che non erano in grado di affrontare di persona i propri problemi e risolverli.
Lui non era così e forse proprio per questo non aveva mai goduto dei suoi benefici.
Quella sera, però, Neji si dovette ricredere.
Era l'una passata e lui era l'unico ancora sveglio a Villa Hyuuga.
Non riusciva a prendere sonno, i pensieri -troppi, si ritrovò mentalmente a riflettere- gli vorticavano per la testa e lo mantenevano sveglio.
Aveva girovagato un po' per quell'ampia dimora, fino ad arrivare proprio davanti all'armadietto in cui suo zio custodiva le più pregiate bottiglie di saké di tutto il villaggio.
Lo aveva aperto giusto per curiosità e mentre aveva preso una bottiglia a caso gli erano tornate alla memoria quelle famose parole dei suoi coetanei.
Ora era lì, seduto sul futon che profumava di fresco, stringendo quello che per qualcuno sarebbe stato di certo un ottimo tesoro o bottino.
La stappò, senza tante cerimonie, e l'odore tipico della bevanda gli penetrò nelle narici, mandandogli in tilt il cervello.
Si alzò per cercare un bicchiere, era pur sempre un Hyuuga di tutto rispetto, e si risedette comodo pronto a rovinarsi il fegato.
-Alla salute.- disse con tono fermo, freddo come solo lui sapeva essere e buttò giù il saké in un colpo.
Gli bruciò la gola, ma si riempì un secondo bicchiere nel giro di un attimo.
Poi un terzo, un quarto ed un quinto.
Al sesto bicchiere la lucidità stava svanendo, la vista era appannata e la gola era arsa e rovente.
Il ragazzo lanciò uno sguardo alla bottiglia, piena solo a metà e sorrise soddisfatto dalla sua performance.
Quasi sussultò quando sentì la porta aprirsi ed un paio di piedi sgattaiolare veloci.
-Sei tornata.-
La bocca, come asciutta, fece scivolare quelle parole come vento sottile, anche se la cugina minore riuscì comunque ad udirle.
La ragazza entrò nella stanza e si chiuse l'entrata alla sue spalle, per paura di poter svegliare il padre.
-Che ci fai qui?- chiese Hanabi, non badando né all'etichetta, né tantomeno all'educazione.
Neji la osservò. Conosceva quello sguardo, era lo stesso che lui assumeva quando qualcosa non gli andava a genio, non gli stava bene.
-Ti aspettavo.- fece schioccare la lingua e buttò giù un altro bicchiere, per la prima volta colmo fino all'orlo.
Hanabi lanciò un'occhiata all'armadietto, ancora aperto, alla bottiglia ed infine a Neji e quasi lo schernì con un ghigno.
-Cosa festeggi?- chiese lei, rimanendo in piedi ed incrociando le braccia al petto, desiderosa di conoscere i fatti.
-Te. Come ti senti ad esserti fatta anche l'Inuzuka?- le parole erano affilate come rasoi, ma la Hyuuga non diede a vedere di essersela presa.
-Mah, è solo uno in più della mia lunga lista. Forse potrei trovare un posto anche per il tuo compagno di squadra... Facciamo domani alle quattro?-
Era arrabbiata, Hanabi, lo stava prendendo in giro e Neji non riuscì a capirlo, troppo intorpidito dall'alcol per prestare attenzione all'umorismo della cugina.
-Mi fai schifo.- mormorò il ragazzo in risposta, sorseggiando un altro po' di sakè, oramai aveva perso il conto di quanto ne aveva ingoiato.
-Evidentemente di recente non ti sei guardato allo specchio. Sei ubriaco.- ed Hanabi lo raggiunse, cercando di afferrare la bottiglia, invano.
-Lasciami perdere. Ho voglia di bere stasera.-
-Oh, non ti preccupare, non ho intenzione di proibirtelo. Ho anch'io bisogno di saké, però.-
-Non hai l'età per bere.- Neji riuscì solo a sussurrare, strano anzi che il suo raziocinio riuscisse ancora ad avere la meglio sull'effetto dell'alcol.
-Non sei mio padre e in queste condizioni non hai neanche la forza per battermi.- ghignò Hanabi, sfilandogli la bottiglia ed iniziando ad assaporare la bevanda con gusto.
Il ragazzo capì subito che per lei non era la prima volta, ma questo venne messo in secondo piano non appena ripeté in mente le parole della cugina.
-Scommetti?-
Neji sentiva la lingua pesante, come se per lui fosse difficile anche parlare in quel momento.
Hanabi lo fissò scettica, per nulla intimorita dagli occhi di lui, erano troppo simili ai suoi.
Sentì la presa ferrea del cugino stringerle il polso e ci mise un attimo a sbattarlo a terra, un kunai che puntava alla sua gola.
-Non provare a fare il duro con me, Neji. Sono più cattiva di quello che sembro.- gongolò lei, mantendolo disteso e sorseggiando ancora il saké.
-Tu mi hai convinto ad uscire con quello stupido cane, quindi non permetterti mai più di insultarmi. Non sei nella posizione di poterlo fare.-
Neji non rispose, guardava altrove, incurante del fatto che una ragazzina di quattordici anni lo avesse messo a tappeto in un battito di ciglia e che avesse un'arma mirata al proprio collo.
Non badò a tutto questo, troppo preoccupato al fatto che le mani di sua cugina, qualche ora prima, avessero potuto sfiorare il corpo di quell'idiota, avessero potuto stringerlo, averlo...
Hanabi sembrò capire i suoi pensieri e velocemente rispose.
-Non è andata.- disse solo, lasciando cadere il kunai e tracannando ancora una volta dalla bottiglia.
Neji non seppe cosa accadde in quel momento, le afferrò i capelli e lei la prese nuovamente come una sfida.
Riuscì però questa volta ad impedirle di contrattaccare.
Le catturò il viso fra le mani e afferrò le sue labbra con le proprie.
La ragione, che fino a poco tempo prima, sembrava averlo tenuto ancora in pugno era scivolata via lungo un fiume di saké.
Cercò di aspirare il più possibile da quel contatto, conscio che la cugina gli avrebbe staccato la testa da un momento all'altro.
Hanabi, contro ogni previsione, ricambiò con irruenza e passione.
Le mani di lei cercavano il suo collo e i suoi capelli, mentre lui era diretto alla schiena e alla pancia.
Le lasciò una scia di baci lungo tutta la linea del seno, sentendo l'aroma del saké permanere in tutta l'aria.
Hanabi gli sfilò la maglietta, gli graffiò le braccia quando lo sentì sfiorarle le gambe e gli morse la spalla quando la buttò a terra per toglierle i vestiti.
Per Neji quella fu una lunga nottata, fatta di carezze grezze e baci voraci.
All'alba, quando il ragazzo si svegliò, stringendo il futon macchiato di rosso, sentì ancora il gusto del saké salirgli su per la gola e il puzzo di riso aleggiare per la stanza, prima di riaddormentarsi... solo.


Spiegazioni, varie ed eventuali:
Settima Classificata al contest "Impossible is nothing!" indetto da Globulo Rosso su EFP FORUM.
Comincio con dire che la coppia non mi va particolarmente, ma era proprio questo lo scopo del contest xD
Neji è un personaggio che mi piace, ma con lui rischio sempre di cadere nell'OOC, per cui preferisco usarlo poco^^'
Ora lascio il giudizio e lo splendido banner... Un bacione^^

Autore: Kimly-Eden (Kimly su EFP)
Titolo: L'effetto del saké
Pairing: NejiHanabi
Personaggi: Neji Hyuuga, Hanabi Hyuuga  -IC (7.9/10)
-Sviluppo Warning (8.8/10)
-Originalità (2.5/5)
-Grammatica (8.6/10)
-Giudizio personale (0.7/2)Totale 28.5/37

Ci sono parecchie cose che mi hanno fatto storcere il naso, e molte altre che invece mi hanno fatto annuire silenziosamente, o sorridere improvvisamente illuminata da una tua considerazione. Partiamo dall’IC. Neji. OOC. OOC perché? Ok, c’è un’attenuante, l’alcol. Arrivare a dare della schifosa alla cugina, però, non mi sembra proprio il suo caso. Ricordiamoci l’insensato rispetto che porta verso la casata principale, e che, nonostante si sia reso benissimo conto di valere anche di più, in certe situazioni, non riesce ad abbandonare. Nemmeno con la mente annebbiata nell’alcol. Sappiamo benissimo che Neji ha una volontà di ferro, incline piuttosto al mutismo che a strane estemporanee considerazioni. E ancora, è il tipo da abbandonarsi all’alcol? Mi sembra improbabile. E’ lui, Neji, quel ragazzo che tende all’apatia, che regge i dolori digrignando i denti e vendicandosi. Non c’è compassione o pianti su se stesso. Non l’ha mai fatto. Può anche darsi che si possa interpretare la sua rabbia nei confronti di Hinata alla selezione di Chounin o nei confronti di Naruto come debolezza, però ha sempre vissuto a testa alta. Estremamente forte, estremamente fiero.Estremamente Neji. Per quanto riguarda Hanabi, di lei si sa poco. Pochissimo. Una veloce apparizione e nulla più. Sappiamo che è molto forte, ma il suo carattere e a libera interpretazione. Io, per esempio, la vedo come una ragazza fredda e distaccata, forse conscia del suo status sociale e della sua forza. La tua visione della ragazza è simile al modello di molte fic. Dimostra il tuo impegno nel cercare fonti da cui ispirarti, te ne do atto e ti faccio i miei complimenti. Data la scarsezza di informazioni, non posso che affidarmi al tuo punto di vista. Chissà perché, poi, Hanabi viene vista come una ragazza dai facili costumi! Questa fic analizza molto bene la sua posizione, e fa notare quanto in realtà le “voci” non siano altro che futili menzogne.Va oltre le convenzioni, questo mi piace. Per quanto riguarda lo Sviluppo Warning, qualcosina non va. Non vedo l’amore in conclusione. Vedo una bozza d’amore, e il tuo finale aperto mi fa sperare, sì, ma non mi convince. L’amore non sembra esistere, ma anzi, sembra sia solo effetto dell’alcol.  Più introspezione, almeno, questo era plausibile. Mi hai descritto una scena in cui le emozioni traspaiono, ma non le hai descritte com’era necessario. Ad ogni modo, bene. Dovevi ampliare. Originalità, anche qui siamo in equilibrio. Ti ho dato metà del punteggio perché non ho visto nulla di entusiasmante. Non c’era nulla di diverso, come posso dire. Forse l’incentivante è Neji attaccato alla bottiglia, Hanabi irriverente, ma il contesto, lo sfondo, sempre il medesimo.  Abbiamo cambiato cugina, questo è un fattore importante, poiché hai descritto, finalmente!, sentimenti e punti di vista differenti. Devo farti i miei complimenti per lo Hyuugacest II  perfettamente riuscito. Per quanto riguarda la grammatica, qualche piccolo appunto. Ecco, c’è un errorino che non mi piace, in quanto hai ottenuto il semplice effetto di ridondanza. “Neji in realtà però non aveva mai preso in considerazione il fatto che potesse davvero essere l'unica soluzione…[…]”A parer mio, se metti in realtà, non metti però. Sembra che tu ripeta la stessa cosa. Inoltre, metterei più punteggiatura e meno congiunzioni. Sembrano frasi interminabili.“Hanabi lanciò un'occhiata all'armadietto, ancora aperto, alla bottiglia ed infine a Neji e quasi lo schernì con un ghigno.”Una virgola, dopo Neji e prima della e. Magari anche un punto e virgola, niente e.Anche la forma lascia un po’ a desiderare. Tralasciando gli errori di battitura – due, tra parentesi, piccini e insignificanti, ma che intaccano la forma -, ci sono frasi poco fluide,Questa per esempio.“[…]Neji riuscì solo a sussurrare, strano anzi che il suo raziocinio riuscisse ancora ad avere la meglio sull'effetto dell'alcol.”Avrei organizzato la sintassi in modo migliore, magari aggiungendo un altro verbo. “Neji riuscì solo a sussurrare, e anzi, si sorprese di quanto fosse strano che il suo raziocinio riuscisse ancora…”.Questa era una scelta plausibile. Lessico lineare, fin troppo semplice. Il mio giudizio personale è stato intaccato dal complesso. E’ troppo generale, poco introspettivo, non analizzi i due personaggi in modo adeguato. L’amore non sembra esistere, ma anzi, sembra sia solo effetto dell’alcol. L’ho già detto? Ad ogni modo, ci sono parecchi spunti molto promettenti, e alcune frasi mi hanno stretto il cuore. Non è una coppia molto affrontata. A dire il vero sei una delle poche che si è messa a sondare le profondità dei due personaggi. Diciamo che se l’avessi curata di più, questa fic mi avrebbe fatto un’ottima impressione. Invece, una sbavatura qui, una sbavatura là, e il tutto si è perso. Peccato, perché ci sai fare. Si è visto dalla tua capacità nel destreggiarti nelle situazioni.Complimenti, Kimly!

Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=377532