NOTE:
Anche
questo capitolo non è betato, ma al contrario del
quarto, questo è più lungo (come ho promesso), e
perciò può essere pieno di errori di
tutti i tipi.... Come ho fatto con il precedente, quando
sarà corretto da _Ily_ lo sostiuirò....
Grazie
e scusate per il ritardo...
-
Alex è Qui!- Sophie
sembrava non stare più nella pelle.
-
Chi è qui?- Alex
sembrava divertita dal comportamento della amica.
-
Come chi?!!
Naturalmente Raphel Colbert… è da solo sai?
Niente gorilloni o assistenti, solo
soletto!-
Alex
non riusciva proprio
ad essere elettrizzata per quella notizia come lo era la sua amica,
forse
perché dopo aver scoperto la verità su sua zia
non riusciva a non odiarlo.
Ripensò alla sera del suo malore…
Dopo
il concerto, Alex si
sentì male, era come se i polmoni non volessero pompare
ossigeno, la ragazza lo
sapeva, era in atto un attacco di ansia, come era solito quando
Alessandra si
esibiva su un palco… Lei aveva la fobia delle esibizioni sul
palco. Suo nonno
se ne accorse e le chiese preoccupato
-
Tutto ok tesoro?-
Alex
lo guardò grata e
rispose – no, forse no! Potami a casa…-
- No
tesoro! Ti porto
all’ospedale, stai avendo un attacco di panico!-
Alex
si arrese – ok,
portami dove ti pare…-
Arrivati
all’ Ospital Day
di New York , Marco fece scendere la nipote per poi entrare e chiedere
aiuto,
gli andò incontro un’infermiera dai capelli rossi
molto graziosa e cordiale –
Scusi , mia nipote ha un attacco di panico!-
-
Venga, la portiamo
subito al pronto soccorso … non si preoccupi!-
L’infermiera aveva una voce
molto calma è rilassante, che fece distendere un
po’ i
nervi di Alex.
Nel
reparto la visitarono
e le diedero un calmante, che le fece passare subito il panico, il
dottore era
tranquillo – non è
niente di pericoloso…
se tenuto sotto controllo, avete fatto bene a venire qui! Quando le
capita una
cosa del genere si deve subito rilassare e stendere, adesso le
darò delle
pasticche che la aiuteranno in questi casi…-
-
Grazie dottore…- Alex
si sentiva leggera… la tranquillità in persona,
fino a quando non sentì dire
all’infermiera rossa, che si chiamava Samantha
-
Scusate, ma voi non
siete i parenti di Cloe Curvati?-
Marco
rispose
tranquillamente, ma sempre guardando negli occhi sua nipote,
accarezzandole una
mano, per renderla serena.
-
Si, è mia figlia! Perché?-
-
Bhè, congratulazioni!
Sta per diventare nonno!-
L’infermiera
Samantha non
poteva sapere l’orrenda gaffe che aveva fatto,
perché non poteva sapere che
Robert Sully, il marito di Cloe era sterile!.
-
C… Come scusi?!!- Alex
stava stritolando la mano di suo nonno, fino a farla andare in cancrena
e la
sua voce uscì stridula, al contrario di Marco, dal suo viso non traspariva nulla,
nessuna emozione! Era
una maschera inespressiva – Ne è sicura?- la voce
del presidente della Curvati
laboratories era decisa e incolore, ma i suoi occhi erano duri come
l’acciaio,
Samantha ne rimase impaurita… fino
ad un
attimo prima, era un signore amorevole e posato…
-
Sicurissima! Le ho
preso io il prelievo! C’e qualcosa che non va?-
- Mi
scusi, niente di cui
preoccuparsi! In che periodo è?-
Marco
cercò di tranquillizzarsi e di non attaccare
l’infermiera.
-
E’ di due mesi, è
entrata nel terzo!- la voce della giovane era allegra, mentre quella di
Alex
assomigliava sempre di più a uno squittio tanto era bassa e
nervosa.
-
Mio zio, come la
presa?- era preoccupatissima, perché a meno che non era
successo un miracolo,
quella creatura che aveva in grembo sua zia non era di
Robert…
-
Pensate! E’ svenuto!
Adesso è steso affianco alla moglie…
che dolci che sono questi neo-padri!-
- Lo
voglio vedere!
Subito !- Alex si alzò repentinamente, sorretta da Marco,
suo zio Robert era
stato per lei come un padre, e nessuno meglio di lei sapeva quanto
soffriva per
questo handicap.
L’infermiera
non fece
opposizione, e li portò entrambi verso la stanza di sua zia.
-
C…Ciao!- Cloe li guardò
prima sorpresa poi colpevole, quando capì che loro sapevano
-
Ciao zia! Come stai?-
Era stata Alex a parlare, perché sembrava che Marco non
volesse nemmeno
guardare la figlia…
-
Tutto apposto! Sembra
che la mia perdita di sensi era dovuta proprio a questo!-
-
Bene! Sono contenta…-
Alex non sapeva più che dire, sembrava che nella stanza
fosse scesa una patina
oppressiva di silenzio, ma lei proprio non riusciva a parlare, non
faceva altro
che pensare a Robert « Non è possibile che stia
succedendo! Questa famiglia non
aveva già avuto troppe sciagure?!! Perché,
perché … e poi chi sarà il padre?
Dio aiutami…» la ragazza non faceva altro che
pregare e pensare, più pensava e
più pregava il Signore di risolvere questo guaio.
-
Come mai siete qui?-
Cloe cercava in tutti i modi di far parlare suo padre, ma era sempre
sua nipote
a risponderle.
- Ho
avuto un attacco di
panico dopo il concerto!-
-
Stai bene tesoro?- Cloe
guardò preoccupata colei che era stata una figlia per lei,
ma per la
violoncellista non era abbastanza, voleva sentire crescere dentro di se
una
vita, qualcosa che le desse un senso di appartenenza, qualcuno che
l’ avrebbe
chiamata “mamma”, era egoista e lo sapeva, amava
suo marito, ma aveva cercato
ciò che non le poteva dare in altri uomini. In otto anni di
matrimonio, cinque
gli aveva passati fra braccia di diversi uomini che aveva amato
intensamente.
Però ora, si sentiva persa sotto gli sguardi di due delle
persone più
importanti della sua vita.
Alex
rispose alla domanda
– si, tutto ok!- poi prese coraggio e fece la domanda
cruciale – Chi è il
padre?-
Cloe
scosse la testa
desolata – non te lo posso dire tesoro!-
-
Dimmi che ti ha fatto
Robert?!! Ti ha tradito? Ti ha picchiato? Ti ha insultato? Dimmelo!-
finalmente
Marco parlò, e lo fece con un tale tono ghiacciale che la
figlia sobbalzò
-
N… No, non mi ha fatto
niente! Ma io volevo qualcosa che lui non mi potrà mai
dare!- Cloe era
disperata, sapeva che aveva fatto del male, ma non sapeva
l’entità del suo danno…
non aveva pensato alle conseguenze dei suoi gesti –
Io… Io … Mi dispiace!-
-
Non è a me o ad
Alex che devi dire queste parole!, ma a tuo
marito… o forse dovrei dire ex- marito, se non è
così idiota da perdonarti!-
Marco era stato crudele ma giusto nelle sue parole.
-
Papà io..io…-
-
Basta! Ti ho detto che
non voglio scuse o spiegazioni… non mi interessano,
d’altronde nessuno può
capire il perché hai fatto certe scelte, solo tu lo sai! Io
rimarrò sempre tuo
padre… Dammi solo un po’ di tempo per
riprendermi…- Quelle parole furono
recepite da Alex e Cloe come una sorta di perdono da parte del capo
famiglia.
Intanto
Robert si era
svegliato, ma rimanendo immobile ai discorsi delle persone presenti.
Aprì gli
occhi e chiamo Alex.
-
A… Alex!- Ora toccava a
lui dire la sua
-
Zio! Sei sveglio!- A
solo a quel punto Alex si mise a piangere abbracciandolo disperata,
alzò il
viso dal suo petto guardando in due pozzi di cioccolato fuso, caldo, e
dolce…gli
occhi del suo amato zio.
-
Su, su, non è successo
niente!- Robert scompigliò i capelli di sua nipote, proprio
come faceva quando
era adolescente, calmandola dal suo pianto, poi si girò
verso suo suocero e sua
moglie.
-
Non è stata solo colpa
tua! Io ho desiderato una farfalla, ma le farfalle non si possono
possedere, solo
catturare e farle morire… Io poco a poco ti ho fatto morire,
togliendoti alla
vita spensierata che volevi! Ora è meglio che questa farsa
finisca! Voglio il
divorzio! Subito! –
Dopo quella
frase Alex e Marco uscirono lasciando soli i due coniugi.
Alex aveva pensato
attentamente su chi poteva
essere il fantomatico
padre, alla fine
ricordandosi dello sguardo che sua zia aveva rivolto a Colbert, era
sicura che
fosse lui.
Era
per questo che non
faceva i salti di gioia nel averlo nel suo ristorante, anzi…
-
Cosa vuole?- chiese
all’amica..
-
Vuole una omelette con
prosciutto!- Disse Sophie sconsolata… Alex le aveva
raccontato tutto, ma lei
era sicura che Raphael non fosse il padre del bambino.
-
Una omelette per
pranzo?! Ma che gusti ha?- chiese
schifata il cuoco
-
Non credo sia
venuto per la tua cucina! Guarda sempre verso questa
direzione…chissà!!- Sophie
cercò di fare la misteriosa, ma la faccia seria di Alex la
fece indispettire –
E va bene! Vuole parlarti!-
-
Con me?lui? non credo
proprio…-
-
suvvia Alina! Magari
gli chiedi se è il bastardo che ha messo incinta tua zia!-
- Tu
sensibilità zero
eh?! Comunque è no! Non voglio dare spettacolo nel
mio…- all’occhiataccia di
Sof si corresse subito – nel nostro ristorante!
Perché sono sicura che almeno un
pugno glielo mollo!-
-
Come vuoi…- Sophie uscì
dalla cucina sorridente, sicura che l’amica avrebbe
incontrato il bel musicista.
Due
ore dopo Sophie
rientrò divertita nel regno della sua migliore amica.
-
Ehi grande chef! Il
nostro bel tenebroso non si scolla dal tavolo! e ha detto, Testuali
parole “
Non me ne vado se prima non ho perlato con miss Curvati!”, ci
pensi, vuole
parlare con te, tanto da aspettare due ore! Due ore che occupa un
tavolo…
Cavolo Alex! Vacci a parlare subito! O gli do il tuo indirizzo di
casa!- Sophie
era allo stremo delle forze, tanta era la cocciutaggine di quella
ragazza!
-
Ok, ok, vado, vado…-
l’altra non badò al tono lamentoso della cuoca e
batté le
mani felice.
-
Brava bambina!-
Alex
le fece la
linguaccia, si tolse il grembiule e il cappello e uscì dalla
sua zona relax,
per immergersi in quella che si prospettava una guerra con un morto e un vincitore.
Lo
vide da lontano, era
impossibile non vederlo, alto, muscoloso, con occhi da brivido e un
sedere che
parlava! Ma per lei era solo una bega, una grossa bega, una grossissima
bega.
-
Che vuole?- Ad Alex non
piaceva andare per le lunghe, ma era lo stesso per Raphael.
- Si
sieda, o vuole che
tutti stiano ad
ascoltare ciò che ha da
dirmi?-
Alex
si sedette come le
era stato consigliato, sapendo che altrimenti avrebbe dato
nell’occhio.
-
C… Come sa che ho
qualcosa da dirle?!!-
- La
sua faccia parla da
sola… Dica pure! Poi io le dirò perché
sono qui!-
Alex
a quelle parole ci
vide rosso e partì a raffica.
-
E’ lei il bastardo che
ha messo incinta mia zia?-
Raphael
non si scompose
minimamente, rimanendo impassibile
- Congratulazioni! Di quanto è?-
- Di
due mesi! È entrata
nel terzo- Rispose caustica la ragazza.
-
Bene! Io tre mesi fa
ero in Giappone, sono ritornato due settimane fa! Può
controllare se vuole! Non
sono io il padre del bambino… Mi dispiace per lei!-
Alex
a quelle parole si
sorprese, era possibile che si fosse sbagliata su quello sguardo?
«Un momento,
lui ha detto solo che non è il
padre del
bambino, ma non che non ci è andato a letto!»
pensò Alex .
- Le
posso anche credere…
e controllerò! Ma lei
è mai andato a
letto con Cloe?-
-
Si! Ci sono andato a
letto! È una bella donna, ed era disponibile!- rispose
indifferente Raphael.
-
Disponibile?!!
Disponibile ?! È sposata! Si rende conto che era meno
accessibile di una
cassaforte?! In più era già incinta!
Lei… Lei è un pervertito!- Alex era
inviperita, quell’essere non era un essere umano, era un
porco senza morale,
sfasciatore di matrimoni ecc..
-
Sua zia era
consenziente, non l’ho obbligata a fare niente! Anzi,
è stata lei ad
avvicinarmi… E se non mi sbaglio ancora non sapeva di essere
incinta!-
Alex
ammutolì, dopo aver
sentito sua zia,
molto probabilmente
aveva ragione, delusa da tutta la situazione, ma fermamente convinta
che l’uomo
davanti a lei era un essere disonorevole, incrociò le
braccia al petto e mise
il muso – Cosa voleva dirmi lei?- .
«Finalmente!»
pensò
Raphael, non era male con quel musino arrabbiato, gli faceva tenerezza!
Ma gli
affari erano affari, e per lui era solamente una stupefacente
violoncellista.
- Le
voglio proporre di
entrare a far parte della mia orchestra!- Non era il momento di usare
giri di
parole, ma si stupì non poco quando Alex gli rise in faccia.
- ah
ah ah ah …. Oddio…
sta scherzando spero! Mio nonno non le ha detto il
mio”piccolo” problema con il
palco!?-
Sempre
impassibile le
rispose – Certo! Ma non mi ha spiegato la
motivazione! Perché non vuole più
suonare?-
-
Aha, aha sbagliato! Io
suono… eccome se suono, ma non su un palco! Ne ho la fobia!
Dopo il concerto di
domenica sera(quello di beneficenza) mi è venuto un attacco
di panico, e sono
finita in ospedale!- non gli disse che proprio
“grazie” a quell’attacco aveva
scoperto di sua zia!.
-
Vuole dire che lei
suona? Anche Violetta?!!-
-Mmmm
vedo che mio nonno
le ha detto quasi tutto! Si, anche Violetta! Se vuole sapere tutta la
verità, tengo
un corso di pianoforte e
violoncello alla scuola di Vladimir, li suono tranquillamente Violetta,
i miei
alunni ormai sono abituati a lei e alle sue stranezze!-
Raphael
aveva sentito
parlare della scuola musicale per ragazzini disadattati che aveva
aperto il suo
amico e collega, ma non credeva che avesse come insegnante una perla
così rara!
- Ma
perché non ti curi?-
era passato al tu, perché arrivati a quel punto tanto vale
rischiare…
-
Non sono affari che ti
riguardano!- per riflesso anche Alex gli diede del tu.
- Mi
interessi! Come
musicista, si intende! Voglio che tu diventi la punta di diamante della
mia
orchestra!-
-
ok! Tanto credo che tu
comunque in un modo o in un altro lo scopri… vero?-
domandò ironicamente.
-
Giusto! Perciò
risparmiami un lavoraccio e racconta!-
-
Senti caro, non mi dai
ordini ok? Per me è difficile raccontare ciò che
è successo, soprattutto se è
un estraneo! Lo faccio solo perché so che romperesti
l’anima se non a me, ai
miei amici o famigliari…-
-
Hai ragione! Prego,
puoi per favore raccontarmi la tua storia?- la
voce di Raphael era più rilassata, quasi
divertita, gli piaceva il
carattere della ragazza davanti a lui.
-
frase decente! Tono
sbagliato! Impegnati per la prossima volta! Inizio se non si fa sera!
Come ben
saprai i miei genitori e mio fratello maggiore sono morti sette anni
fa,
durante una loro esibizione a Napoli, mio fratello era mitico! Il mio
mito…
Luca era il mio supporto, la mia copertina di Linus, i miei genitori
erano dei
giganti, erano magnifici, soprattutto se erano insieme, li amavo
estremamente…
Durante l’esibizione ci fu un terremoto imprevisto dovuto
all’instabilità del
Vesuvio ( non è vero che il Vesuvio può dare
questo tipo di problemi, ma mi
servono alla storia perciò abbiate pazienza…
chiedo scusa… eh eh n.d. autrice)
e il soffitto crollò! Proprio sopra di loro, sono morti sul
colpo! Io ero in
terza fila, vicino a mio nonno Antonio, che mi fece da scudo! Anche lui
morì,
io mi salvai, Ma avevo fatto in tempo ha vedere la scena agghiacciante
della
morte dei miei famigliari, rimasi in ospedale per quattro mesi, avevo
il
femore, milza e varie costole rotte, per farla breve l’uniche
cose che avevo
sane erano le braccia e gli organi vitali… Non ti sto a
raccontare i loro
funerali e il senso di oppressione che avevo sul cuore,
perché sarebbe doloroso
e patetico… per me! Ora ho superato tutto, vado avanti anche
per loro, sorrido
per loro… cucino per loro… sono parte integrante
delle mie scelte, mi rapporto
con loro, chiedendomi cosa farebbero al mio posto… sono
ritornata a suonare per
loro, e per tutti quelli che hanno bisogno della mia
musica…- I suoi occhi
iniziarono a sbattere velocemente stava cercando di trattenere le
lacrime,
riuscendoci malamente, così si alzò dal tavolo e
guardando in laghi di ghiaccio
continuò –
Le uniche cose che mi sono
rimaste di quell’incidente è una gamba zoppa e la
fobia dei palchi, e della
loro oppressione nel mio cuore, perciò la mia risposta
è no, grazie, non mi
voglio esibire in un palco!- e se ne andò stentando a
trattenere le lacrime,
che appena entrò in cucina sgorgarono come un fiume in
piena, senza dar modo di
fermarle.
-
Violetta… ho bisogno di
te!-
SPAZIO DI NIKI
:
Ringrazio a tutti/e che
leggono la mia storia...
Ho messo
negli avvertimenti, Shonen-ai perchè
proprio oggi mi è venuta una idea geniale... Ci
sarà una coppia Gay, ma al massimo descriverò
baci e abbracci,non mi voglio allontanare dalla storia e dai miei
protagonisti....
Fullmoon_Darkangel:
Ed ecco il capitolo che svela il segreto di Alex! muahhh ah
... più avanti ci sarà anche una storia gay ma
molto soft muahahaha... mega baciotto
lady_violet: Ed ecco
qui svelato il mistero.... non menarmiii.... mi
dispiace veramente tanto anche per il ritardo, SMACK E TANTE
COCCOLE... per i complimenti sigh sigh (commossa)
_Ily_: Anche
stà volta non ci siamo beccate! Comunque sono
recidiva... metterò una coppia gay anche qui !
Sono felice che la storia i stia prendendo.... A te ti mando
immensi baci e scuse per la mia opprimente presenza... ah ah ah
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