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Una
giovane strega stava girovagando lungo Diagon Alley. I suoi lunghi capelli neri
ondeggiavano sulle sue spalle, mentre i verdi occhi brillavano di gioia. Dimostrava
approssimativamente sedici anni, piccola e snella, era intenta felicemente a
far compere, ignorando i ragazzi, e anche qualche più anziano uomo, che stavano
guardandola con concupiscenza.
Il
sorriso che nacque sul suo volto fece nascere molti sospiri, che lei, nella sua
improvvisa corsa, ignorò. Sospiri di desiderio che si volsero in delusione
quando videro chi era la persona al cui braccio si appese, un giovane, biondo,
mago. Soprattutto considerando *chi* era il biondo.
“Drake!”
strillo.
Draco Malfoy
lanciò uno sguardo gelido al ‘crostaceo’ che si era aggrappato al braccio,
tentando di capire che lei fosse. Un’altra fan, sicuramente, ma questa non
sembrava famigliare, e non sembrava che fosse in soggezione dal fatto che stava
aggrappata al rampollo di una delle famiglie più ricche, più importanti e più
pericolose del mondo magico della Britannia. Da quando lui e il padre avevano
aiutato Potter a sconfiggere Voldemort, aveva subito attacchi di giovani
ragazze ridanciane, convinte che dato che lui aveva combattuto dal lato dei
‘Buoni’, non poteva poi essere così cattivo come dicevano. Godeva nel
dimostrare a loro lo sbaglio di tale asserzione. Ora, a più di sei mesi dalla
sconfitta del Dio Oscuro, sembrava che la comunicazione fosse giunta a
destinazione. Almeno lo aveva creduto...
“Non mi
riconosci Drake?” chiese la ragazza, sorridendogli.
Draco
diede un lungo sguardo alla strega appesa al suo braccio. Doveva esser alta
circa un metro e sessanta, snella ma flessibile, con capelli neri, lunghi e
ondulati ed occhi verdi. Occhi color della giada. E quanti erano le persone che
lo chiamavano Drake, in ogni modo? Guardò alla fronte della giovane, ma non
c’era nulla là. Ancora, diede un’altra occhiata a quei occhi verdi ridenti, ed
al sorriso che solo un paio di volte lui aveva visto. “Harry?” chiese
bisbigliando.
“Si,
Drake?” chiese la giovane dai neri capelli, ghignando al biondo.
“Come...Perchè?”
Per la prima volta, il giovane Slytherin era rimasto senza parole.
“Chi è la
tua amica, Draco?” l’interruppe una voce.
I due
giovani si girarono rapidamente, guardando verso Lucius Malfoy.
“Padre”,
disse esitante Draco. “Questo è...uhm...”
“Jade,
sig. Malfoy”, rispose la strega che era un mago sorridendo.
Lucius
Malfoy guardò la ragazza di fronte a lui. La camicia che indossava era solo
un’ombra più scura dei suoi brillanti occhi verdi, mentre la gonna al ginocchio,
era nera. Neri, erano anche gli stivaletti alla caviglia, che aggiungevano
almeno un paio di centimetri alla sua altezza. Ultimo tocco di eleganza, erano
alcuni pezzi discreti di gioielleria.
Doveva
ammettere che, anche se i vestiti erano chiaramente babbani, erano, nella loro
semplicità, raffinati ed eleganti. L’unico capo d’abbigliamento di mago, era il
mantello, agganciato al collo, e che arrivava leggermente oltre la fine della
sua gonna. Tornò al viso, zigomi alti e un mento deciso. Aveva tratti troppo
forti per essere considerata di una bellezza convenzionale; possedeva, invece,
una bellezza che sarebbe aumentata con la crescita di età, una che non avrebbe
avuto bisogno di incantesimi di fascino. Poteva chiaramente vedere cosa poteva
attrarre in lei il figlio, anche se i propri interessi erano riposti in altri
membri del genere umano, doveva ammettere che la ragazza era interessante.
Avrebbe dovuto scoprire di più su questa possibile nuora futura.
“Non
credo che ci siamo mai incontrati prima, e so che Draco non ha mai menzionato
nulla su lei. Conosco forse la sua famiglia?” chiese cortesemente.
La
giovane sorrise sfacciatamente. “Chiaramente ci siamo già incontrati, sig.
Malfoy, e sono sicura che Drake mi ha menzionato almeno un paio di volte,
vero?”
Draco
accennò col capo, iniziando a godere di quella situazione surreale. “Certo che
l’ho fatto”, disse lui. “In effetti, anche troppo.”
“Realmente,
sig. Malfoy, forse dovrebbe cercare di ricordare.” disse, scuotendo la testa.
“Vieni, Drake, comprami un gelato ed io ti dirò che cosa ho fatto finora.” E la
strega, o era il mago? afferrato l’ancora sconcertato ragazzo per un braccio,
lo trascinò via nelle profondità di Diagon Alley.
Draco
aspettò finché loro furono seduti all’esterno della gelateria, con due coppe di
gelato d’innanzi a loro, prima di iniziare a fare domande. “Quindi, Har...”
Un’occhiataccia
da parte dell’amico gli fece chiudere velocemente la bocca. “Quindi, *Jade*, non mi ero mai reso conto che tu avessi simile
impatto in tale aspetto. Anche se, diventare una ragazza solo perché io le
preferisco, non era necessario.”
La risata
gioiosa di Harry fece girare la testa di tutte le persone presenti.
L’occhiataccia lanciata da Draco, fece in modo da convincerli a ritornare alle
loro faccende. “Davvero, Drake”, disse con esasperazione Harry, scuotendo la
testa. “Non tutto quello che succede ha te come riferimento, o l’uso della
magia. Io non sono *diventato* una ragazza, sto solo vestendomi come tale. E il
fatto che tu mi interessi, quello è solo nei tuoi sogni. Ora tuo padre...”
disse Harry, lasciando decrescere la propria voce, lasciando trapelare sul suo
viso un’espressione un poco strana. Non che lui non avesse mai pensato a Lucius
Malfoy in *quella * maniera. L’uomo era decisamente affascinante, sexy e
pericoloso; tutte qualità interessanti, Purtroppo, non c’era possibilità che un
ragazzo della sua età potesse essere interessante abbastanza per lui. Oltre
all’età e alla scuola, non vi era nulla in comune tra loro. Nessuno di loro
avrebbe potuto capire il dolore che lui aveva superato. Lucius Malfoy, d’altra
parte, poteva capire ciò cui era passato attraverso durante la sua vita. Lui sapeva
che cosa significava aver dovuto essere a contatto con l’oscurità. Era
probabile che se Draco non fosse stato eterosessuale, avrebbe potuto essere un
buon candidato, ma gli altri ragazzi a Hogwarts...era meglio dimenticarsene. C’era
anche il fatto che lui avesse sempre preferito uomini più vecchi di lui,
sebbene si rifiutasse di pensare che era causato da un complesso del padre;
semplicemente, i ragazzi della sua età erano troppo immaturi per lui.
Draco lo
guardò storto. “Non ho nessuna intenzione di chiamarti mamma.”
Harry
rise di nuovo. “Non preoccuparti, figlio. Non penso che sarà molto probabile.”
“Non
intendevo quello”, ghignò Draco. “L’unica ragione che mio padre e mia madre si
sono sposati era di avere un erede; tu sei più il tipo di mio padre di quanto
mia madre sia mai stata. Ho saputo dei suoi veri interessi dai miei primi
anni.”
Gli occhi
di Harry scurirono. “Oh, realmente?” chiese, quasi facendo le fusa.
Draco
iniziò a sentirsi un poco incomodo sulla sedia. Lui *sapeva* che quello era
Harry, un ragazzo, ma lui *sembrava* una ragazza, e con quella voce... Scosse
la testa, cercando di chiarirsi la mente. Lui non doveva pensare a *quello*. “Non mi hai ancora spiegato perché sei vestito come
una ragazza, *Jade*. Senza parlare del fatto che ti
riesca così bene.”
Harry
finì il suo gelato. “Cosa vedi?” chiese, guardando le persone attorno a loro.
Draco
diede uno sguardo circostante loro. “Ragazzi che mi stanno invidiando? Ma io
non ho mai pensato che tu avessi difficoltà ad avere *appuntamenti*.”
Harry gli
lanciò un’occhiataccia. “Ricordi cosa successe l’ultima volta che venni in Hogsmeade?”
Draco
abbassò lo sguardo al tavolo. Ricordava perfettamente. Se aveva pensato che era
difficile gestire la sua fama, era nulla, completamente *nulla* comparato a
quello che succedeva al Ragazzo-Che-Visse-Per-Uccidere-Voldemort.
L’ultima volta che Harry aveva osato mostrare il suo viso nel mondo dei maghi,
vi era stata un’insurrezione. Ognuno voleva parlargli, *toccarlo*.Molte
persone erano rimaste calpestate nella folla, e Harry, era finito all’ospedale
con contusioni graffi. Draco guardò al ragazzo vestito come una ragazza che
sedeva accanto a lui e capì. Aveva visto la devastazione in Harry dopo
quell’incidente, la certezza che quel mondo che aveva salvato, non avrebbe mai
permesso una vita normale. Che *ancora*, persone
potevano rimanere ferite, o peggio a causa sua. Era giunto molto vicino al
punto di rottura. Comunque, ora i suoi occhi erano diversi. Brillanti, felici.
Era riuscito a trovare un modo di nascondersi, senza però doversi isolare dal
mondo che amava. Draco sorrise. “Capisco.”
Tra i due
giovani regnò un momento di silenzio. “Come hai fatto?”
Harry
sorrise. “Quest’anno...” scosse la testa con un sorriso. “Grazie al consiglio
di Severus, quest’anno è stato molto meglio.”
//Flashback//
“Non
voglio dover vederti questa estate. E quei capelli, li taglierai. Solamente i froci portano capelli così. Sei forse un frocio?” Non aspettò risposta. “Perché non potevi rimanere
a quella tua scuola?” borbottò Vernon, uscendo dalla macchina.
“L’ho
chiesto, ma hanno detto di no. E mi piacciono i
capelli così.”Rispose Harry. “Ma non devo più restare in casa ogni giorno. Farò
un patto con te zio Vernon. Io avrò la mia stanza, dove verrà la posta, la
chiuderai dall’esterno e la tieni così, ma io toglierò le sbarre, e non ci
vedremo per tutta l’estate. Nessuno mi vedrà entrare o uscire dalla casa. Mi
assicurerò anche nessuno dei miei amici si presenti a casa.”
“Non ci
saranno persone strane in casa mia!” Ruggì Vernon.
“Il mago
scuro che tentava di uccidermi è morto.” disse Harry con voce dura, e guardando
al nipote, Vernon iniziò a preoccuparsi. Il suo mite nipote servizievole era
stato sostituito, improvvisamente, da un giovane mago pericoloso. “Questo vuol
dire che non c’è più alcuna necessità di tenerli lontano da me. Quindi, o tu
sei d’accordo a permettermi di fare come voglio e quindi non vedermi, o io non
spedirò le mie lettere a loro.”
“Perché
dovrei aver paura che tu non lo faccia?” Chiese furioso Vernon.
Dopo
esser stato sottoposto alle occhiate ‘mortali’ di Severus Snape, Vernon non era
nulla. “Semplice, zio. Io dissi ai miei amici che avrei fatto una grande festa
a casa, a casa tua, tra una settimana. Se non accetti il patto, io non scriverò
che la festa è annullata. Trenta o più maghi teenager e streghe, qui a casa
tua.” disse sorridendo furbescamente Harry.
Appena
arrivati a casa, Vernon afferrò il ragazzo e lo scosse. “Non permetterti più di
minacciarmi! Non ci saranno persone strane a casa mia! Ora scriverai quelle
lettere, poi passerai l’estate nell’armadio a muro!”
“Se non
sei d’accordo, posso aumentare il numero di invitati. Quelli erano solo i miei
compagni di anno, ma possono diventare molto di più. Ed io non l’annullerò se
non accetterai.”
“Oh, va
bene, avrai la stanza”, ringhiò Vernon. “Ma scordati di togliere le sbarre e di
uscire!”
E,
trascinò Harry fino alla stanza degli ospiti, chiudendo dietro di se tutti i
lucchetti e i catenacci. Non c’era modo che avrebbe permesso al nipote di
uscire, anzi, avrebbe cercato altri catenacci e lucchetti.
Nella
stanza, Harry sorrise. Nonostante sembrasse il contrario, aveva ottenuto tutto
ciò che voleva. Era probabile che per maghi minorenni fosse illegale fare
magie, ma non possedere cose magiche. Finché i babbani non li vedevano, erano
permessi, e lui se ne era procurati e ridotti parecchi. Per prima cosa, mise un
lucchetto magico alla porta, in modo che solo lui potesse aprire. Tale
lucchetto non permetteva neanche di rompere la porta. Dal baule, estrasse un
coltello magico, in grado di tagliare qualsiasi cosa tranne la carne. In pochi
attimi, tolse le sbarre dalla finestra. Afferrò poi, qualche altro articolo e
fu pronto per andare. Montò sulla ginestra, si coprì col suo mantello di
invisibilità e uscì fuori dalla finestra, fermandosi solo per mettere un'altra
versione di serratura. Questo per assicurarsi che nessuno eccetto a lui
potrebbe entrare tranne lui dalla finestra. Fatto questo, si avviò.
Arrivato
nei pressi di alcuni negozi di abbigliamento, scese in un vicolo. La ginestra e
il mantello andarono in una piccola borsa che automaticamente riduceva
qualsiasi cosa che veniva messa in lei. Assicurandosi di avere denaro babbano,
scambiato alla Gringott dalla sua ultima visita a Diagon Alley, e rabbrividendo
al pensiero di ciò che era accaduto, lui guardò ai suoi vestiti sciatti,
dirigendosi ai negozi.
Harry
vagò lentamente attraverso i portabiti, toccandone, di quando in quando uno, o
tirandone giù uno per guardarlo. Ora che poteva comprarsi i suoi propri
vestiti, non riusciva a decidersi. Non sembrava riuscire a trovare nulla di
adatto.
“Posso
aiutarla?” Le parole lo fecero ruotare su se stesso, spaventato.
Erano sei
mesi da quando lui e Draco, Severus e Lucius avevano messo in atto il piano che
avrebbe portato alla eliminazione di Voldemort. Tutti si erano aspettato una
grande guerra con molti incidenti, ma con tre Slytherin e mezzo che lavoravano
su lui, astuzia era, all’ordine del giorno. Forse quello che in effetti era un
assassinio, non era quello che la gente si era aspettato dal Ragazzo Dorato di
Hogwarts, ma funzionò. E grazie a Lucius ed il lavoro di Severus dietro alle
quinte, la maggior parte dei Mangiamorte si erano arresi. Come aveva detto una
volta Severus, “Pensa a chi siamo noi, del circolo interno di Voldemort, io,
Lucius, Wormtail, Nott e MacNair.
Quando vent’anni fa, Voldemort prese potere, noi eravamo adolescenti. È
probabile che pensassimo di aver aderito perché odiavamo i babbani, o perché
desideravamo imparare cose che ci erano vietate, ma la realtà era che eravamo
degli adolescenti e noi stavamo ribellandoci, e dato che eravamo adolescenti,
dovevamo ribellarci nel modo più clamoroso possibile. Nel tempo, capimmo che
avevamo torto, eravamo già troppo addentro, le nostre anime non ci
appartenevano più. La maggior parte di noi è cresciuta da allora. Molti dei
mangiamorte, ebbero poi solo paura, per non obbedire ai suoi ordini. Una volta
ucciso, la maggior parte di loro ritorneranno alle loro vite senza pensare alla
vendetta. La maggior parte di loro, probabilmente ringrazierebbe anche,
chiunque lo facesse.” Severus aveva ragione, come al solito.
Harry
scacciò i ricordi fuori dalla sua testa e guardò alla persona che stava
aspettando pazientemente una risposta. D’innanzi a lui, vi era un commesso, sui
18-20 anni, con una targhetta con su scritto Jeri.
Approssimativamente sul metro e settanta, capelli castani a caschetto, occhi
blu un poco preoccupati, sebbene un inizio di sorriso si potesse vedere all’angolo
della bocca. Harry si trovò a rispondere con un sorriso a sua volta.
“Ho
ricevuto una eredità dai miei genitori, quindi non devo più portare vestiti di
seconda mano di mio cugino”, disse guardando in giù ai suoi vestiti. “Ma non
sono sicuro di cosa scegliere.”
La
preoccupazione lasciò gli occhi della commessa. Questo non era un senza tetto
che tenta di rubare qualcosa come qualcheduno dei commessi avevano pensato. Era
solo un adolescente che per la prima volta poteva scegliere personalmente, e
questo un poco lo lasciava insicuro . “Bene, cosa vuoi sembrare? Vuoi sembrare
sofisticato, pericoloso, normale o qualunque cosa?”
Harry ci
pensò su per un lungo momento, guardandosi attorno. “Io voglio...vestiti che mi
stiano bene, non scarabocchiati o troppo larghi, come questi. IO voglio stare
bene, essere bello...ma non voglio sembrarlo.”
“Non vuoi
sembrarlo? Questo è un poco insolito, alle persone piace fare acquisti di
vestiti che permetta a loro di essere ammirati, se capisci cosa intendo.” Lei
lo guardò da più vicino. “Non vuoi essere ammirato?”
Harry
scosse la testa. “Non realmente. Voglio dire, non mi interessa essere me, basta
che la gente non sappiano che sono io.”
“Non
capisco.” Disse un poco stupita Jeri.
Harry
sospirò. “Il mio nome è Harry Potter. Non so se ti dice nulla, ma...”
Jeri
alzò la mano. “Mi dice molto. Il mio ultimo ragazzo era parte del tuo momdo, così conosco tutto su di te. Più di quel che mi
interessava, se non ti offendi.”
Harry
ridacchiò. “Affatto. Più di quanto anche io volli. Riesci a capire cosa voglio
dire?”
“Si.
Quindi vuoi dire qualche cosa che ti fa sentire bene, sembri buono, ma non ti
faccia riconoscere come Harry Potter, è così?”
“Precisamente.”
Nelle
seguenti tre ore, i due divennero buoni amici. Scelsero vestiti per la scuola,
sete e cashmire, cotoni chiari e morbidi; ma non
riuscivano a trovare vestiti per l’estate che potessero travestire per poter
viaggiare o far compere tranquillamente. Aveva bisogno di qualche cosa che
distraesse le persone abbastanza dal suo viso. È probabile che dark o teppista
potesse funzionare, ma non erano decisamente il tipo di Harry, inoltre, non desiderava
che la gente pensasse che stava per diventare il nuovo Dio Oscuro. E poteva accadere.
La gente aveva dimostrato più volte quanto fosse incostante quando si trattava
di lui.
Finalmente
Jeri si sedette, guardando il giovane in piedi a poca
distanza da lei. “Hai fiducia in me per provare qualche cosa?”
Harry la
guardò per un lungo momento. “Per quel che riguarda i vestiti...” ghignò leggermente.
“Ti
sembrerà un poco strano, ma hai il fisico adatto. Solo, prova, va bene?”
“Mi dirai
che cosa vuoi fare?” chiese Harry.
Lei
scosse la testa. “Vai nel camerino, ti porterò gli abiti. Solo...promettimi di avere
la mente aperta, va bene?”
La
curiosità di Harry vinse la guerra. Era sempre stata il suo punto debole. Senza
una parola, si diresse verso il camerino e si spogliò, rimanendo in biancheria
intima.Si era sentito un poco imbarazzato a
spogliarsi d’innanzi a Jeri.
Quando Jeri entrò nel camerino, Harry sgranò gli occhi. Prima che
potesse aprir bocca, lei alzò la mano. “Hai promesso di avere fiducia in me e
tentare, ricordi?”
“Ma...ma...”
“Harry,
ti piace il mio abbigliamento?” chiese Jeri.
“Si, hai
buon gusto”, ammise Harry.
“Io sono
un ragazzo”, lei...lui ammise. “Il mio nome *non è* Jeri,
ma è J E R R Y. Il mio capo preferisce che lo
sillabi, in modo che non spaventi i clienti.”
Harry lo
guardò...lo guardò da vicino. Ancora non riusciva a vedere nulla che dicesse
che era un ragazzo. Che non fosse una donna al 100%. “Pensavo che i travestiti
erano tutti...” esitò, “hai capito.”
“Vuoi
dire le Drag Queen? Quelle sono le uniche che vedi
nella tivù, le uniche che trovano attenzione. Ma ci sono molti, come me, che
amano semplicemente vestirsi come donne. A me non interessa *essere* una donna.
Non voglio fare un’operazione o qualcosa di simile. Solamente preferisco
portare questo genere di vestiti. Gli abiti femminili sono belli di quelli
maschili.”
Harry ci
pensò su. “Non è un modo di mentire?”
“Perché?”
chiese Jeri/Jerry. “Io non
dico di essere una donna. Le supposizioni che le persone fanno, sono solo...congetture.
E tu sai cosa le persone dicono circa le congetture.” Mentre parlava, si era
avvicinata, facendogli indossare una camicia di cotone bianco sulla testa. “È
meglio lasciare che le persone si facciano le loro idee, tuttavia. Le persone
ti trattano meglio, se pensano che sei una ragazza, ma se scoprono che non lo
sei, possono diventare molto cattive.” Poi cambiò tema. “Con questa, ti
suggerirei un reggipetto imbottito o una protesi speciale che puoi comprare. Anche
se tra voi maghi, potrai trovare certo qualcosa di meglio.”
“Non
saprei cosa chiedere”, ammise Harry, mentre si metteva una gonna nera. Nel frattempo
decise di continuare a pensare a lei...lui come Jeri,
una ragazza.Era quello che sembrava, dopotutto,
sarebbe stato anche, più facile per il suo povero cervello affaticato. Dei
sandali con il cinturino di cuoio marrone, completarono la trasformazione. Jeri prese poi, un beautycase con il trucco.
Harry la
guardò. “Non so...”
“Forza,
ormai abbiamo fatto trenta, possiamo fare anche trentuno.” gli disse Jeri. “La truccatura è la ciliegia del travestimento.
Inoltre, serve anche a coprire le cicatrici.”
Quello
fece tacere Harry, che sedette pazientemente, mentre Jeri
si occupava del suo viso. Un ultimo colpo di spazzola e lei finalmente, permise
ad Harry di guardarsi nello specchio del camerino.
Harry
guardò.
Ed ingoiò.
E guardò
ancora. Incredulo.
Si, la
ragazza era un poco piatta di petto, ma quello era l’unico segnale che
probabilmente la persona che si vedeva nello specchio non fosse una vera
ragazza. Alzò la frangia. Non c’era segnale di una qualsiasi cicatrice. Quello
era, forse, il più grande miracolo.
Jeri
gli disse di girare su se stesso, accennando col capo in approvazione. “L’unico
vero problema, è il pelo sulle gambe. E se decidi di farlo, avrai bisogno di
biancheria intima speciale.”
“Non
voglio un seno grande”, disse Harry, non rendendosi realmente conto di quello
che le sue parole implicavano.
Jeri
fu d’accordo. “Chiaramente. Con la tua figura, un poco minuta, sarebbe giusta
una terza. Più grandi, saresti ridicola. Sembrerebbero fasulle, inoltre ti
attirerebbero addosso offerte che non penso ti piacerebbero. Perché automaticamente
gli uomini pensino che un seno grande implichi automaticamente desiderio di
sesso o che sei una donnaccia, non lo capisco. Se te lo stessi chiedendo, travestirsi,
non implica che tu sia gay. Non mi ricordo il numero, ma ho letto che a molti
etero piace travestirsi.”
Harry
ghignò. “Quello non è un problema, ho scoperto da un anno che preferisco i ragazzi.”
Poi, si volse nuovamente verso Jeri. “IO non so se
davvero posso farlo.”
“Prova.
Non avrai paura?” sorrise furbescamente Jeri.
Harry sorrise
altrettanto dannosamente, e lui aveva imparato da un esperto. “Non sono stato
sfidato così da quando Draco mi sfidò a cambiare i capelli del mio professore a
rosso fuoco.”
“L’hai
fatto?” ghignò Jeri.
“Certo
che l’ho fatto, finendo in detenzione per un mese, ma ne è valsa la pena.”
“Puoi
fare anche questo.”
“Ma
voglio? Questo può... cambiare tutto.”
“Solamente
se ti piace.” Jeri lo volse verso lo specchio e stette
in piedi dietro a lui. “Cosa vedi?”
“Due
belle ragazze” bisbigliò Harry.
“E come
ti senti?”
Harry si
guardò con i suoi occhi truccati con l’ombretto. “IO...io non lo so.”
Note: Con mio sommo dispiacere,
e con il capo cosparso di cenere, mi sono accorta di aver commesso un errore. Non
è stato commesso volontariamente, ma è successo. Mi sono accorta che prima di
questa ficcina, ve ne era un’altra, Alleanza inimmaginabile,
che spiegava l’amicizia fra Draco e Harry. Purtroppo, non era presente nel sito
in cui ho trovato questa, quindi non potevo conoscerla. Avevo pensato di
tradurla dopo questa, ma se preferite leggerla in contemporanea, basta che
lasciate un commento, e io cercherò di farlo.
cap.3
“Hai, evidentemente, accettato.” Mormorò Draco.
Harry fece di si col capo. “Jeri
mi ha presentato dei suoi amici, che mi hanno convinto a provare per una
settimana intera. Ho capito che mi piace, realmente. Amo il modo in cui i
vestiti mi stanno. AMO il modo in cui mi fanno sentire. E sono molto più
felicecome Jade LilithJameson di quanto io sia mai stato come Harry James Potter.
“Cosa farai quando inizierà la scuola?”chiese Draco.
Harry fece un sospiro. “Metterò di nuovo i miei vestiti
normali fino alla prossima estate. Andare a scuola come ragazza rovinerebbe l’efficacia
del travestimento. Vivrò. Sono solo nove mesi. Ci riuscirò.”
Draco ghignò.
“Si.” Poi, Harry scosse la testa, e quel brillante sorriso
apparve di nuovo. Quel sorriso che Draco aveva visto di più oggi che nel
passato anno. “Ma adesso, a parte te, nessuno sa chi io realmente sia. IO posso
andare dovunque, fare qualunque cosa. Sono libero.”
“E i babbani con cui vivi? Cosa ne pensano di questo?”
“Come ho promesso, non mi hanno visto da quando è iniziata l’estate.
Dormo ancora nella stanza degli ospiti, ma loro non possono entrare, entro ed
esco dalla finestra. Entro la sera ed esco la mattina seguente. Trovo un caffé
per fare colazione, poi passo la maggior parte del giorno alla biblioteca
babbana, o vengo quaggiù alla libreria. Ora che non mi devo più preoccupare di
Voldemort, sto tentando di trovare qualche cosa che realmente mi interessi. Ormai
è ora di cominciare a pensare cosa fare una volta che mi sarò laureato, così mi
sto guardando a torno.”
“E hai dedotto cosa vuoi fare?” Chiese Draco, alzandosi e
porgendo all’amico il braccio automaticamente, come avrebbe fatto per qualsiasi
signora. Neppure si rendeva conto di averlo fatto, fino a quando Harry cominciò
a ridere. Fece per abbassarlo, ma Harry l’afferrò prima che potesse farlo, e
camminarono fuori.
“Non realmente. C’è, sulla magia, molto più da scoprire
ancora, anche dopo le lezioni che ci diede Severus, di quello che pensavo.”
“E il Quidditch?”
Harry scosse la testa. “Mi piace perché amo volare e mi piace
la competizione, ma non lo voglio come lavoro. Non posso stare senza volare,
almeno non più che te, ma volare con le proprie ali, è più divertente, non sei
d’accordo?”
Draco rise, mentre l’accompagnò lungo la strada. “Sai, hai
ragione. Non c’è nulla come stare lassù, alla misericordia delle correnti. Niente
magia, niente pensieri, solo il vento che ti prende, portandoti su, sempre più
in alto. Fino a che ti manca il respiro.”
Harry, negli occhi aveva uno sguardo lontano, ed un sorriso
gentile era fiorito sul volto. “Qualche volta, sogno di volare via. Non importa
dove, solo...via. E di non tornare mai più.”
“Non ti ho più visto volare da molto.” Chiese Draco, all’amico.
Harry chinò il capo, con gli occhi colmi di rammarico. “Dopo
l’ultimo incidente, ho avuto un sogno. Ho sognato che volavo più in alto che
potevo...e poi mi lasciavo cadere.”
Draco sgranò gli occhi, incredulo. Afferrò la mano di Harry
posata sul suo braccio e lo trascinò in una alcova vicina. Una volta là, spinse
il ragazzo contro il vicolo. “Tu cosa?!” bisbigliò, e solo l’addestramento nel
non mostrare in pubblico qualsiasi emozione, non permise alla sua voce di
alzarsi. “Mi stai dicendo che hai pensato di ucciderti?”
“C’è qualche problema?” Si inserì la voce calma di Lucius
tra i due ancora una volta.
“No padre. Sto semplicemente aspettando una risposta a una
mia domanda.” La voce di Draco, occhi e portamento, erano ancora gelidamente
controllato. Non vi era traccia del ragazzo allegro di pochi istanti prima.
“Mi hai chiesto perché ho smesso di volare, io ti ho
risposto. È evidente che non è mai andato oltre al mero pensiero, perché l’ho
affrontato.” La voce di Harry era acuta. Non voleva parlare di questo.
“E sei mai andato oltre al pensiero?” Gli occhi di Draco
erano completamente assorbiti negli occhi di giada verde di Harry. Quando Harry
distolse lo sguardo, Draco espresse la propria opinione con poche ma decise
bestemmie sibilate. Afferrò il mento di Harry, ignorando le parole del padre,
lo costrinse ad incontrare il suo sguardo. “Era *Lui* o *loro*?”
Dal petto di Harry uscì un sospiro. “Entrambi”, disse bisbigliando.
“L’ultima estate.”
“Basta così. Tu verrai a casa con noi.” Esclamò Draco, con
tono di voce da comando. Non curò neppure di chiedere il permesso al padre.
“Draco! Io sto bene!” La voce di Harry divenne più dolce,
vedendo la preoccupazione negli occhi grigi dell’amico. “Davvero.”
Lucius, nel frattempo, guardava i due in confusione ben
nascosta dietro al suo controllo. Per essere così preoccupato, questa ragazza
doveva essere importante per lui. E allora, perché non aveva mai sentito nulla
su di lei? E di cosa stavano parlando?
“Draco, se lei non vuole venire con noi, non puoi
obbligarla. Inoltre, la sua famiglia? Non saranno preoccupati per lei?” chiese
lui, cercando di far ragionare il figlio. Draco sembrava aver completamente
dimenticato come si doveva comportare un Malfoy in pubblico, permettendo all’emozione
di avere la meglio.
Draco gettò al padre un’occhiata fulminante, il genere di
occhiata imparata certamente da un certo professore di pozioni. “Non stavi
ascoltando, padre? Ha appena ammesso che la sua famiglia era parte della
ragione per cui tentò di uccidersi l’anno scorso! E ha ammesso di averci
pensato non troppo tempo fa!”
“Draco!” Strillò Harry. Non poteva credere a quello che il
suo amico aveva appena detto. Non avrebbe dovuto dirlo a *nessuno*.
Specialmente a suo padre! l’unica cosa buona era che l’uomo ancora lo credeva
una ragazza. Aveva tutta l’intenzione di divertirsi un poco con lui, prima di
dirgli chi era.
Draco era furioso. Lui, più che chiunque altro, sapeva
precisamente di che cosa Potter era capace, e si sentiva decisamente furioso. Harry
era il suo miglior amico, una delle sole tre persone in cui avesse realmente fiducia.
Non avrebbe *permesso* che succedesse una cosa simile. Harry sarebbe venuto con
lui, in modo che potesse tenerlo d’occhio, e non c’era verso alcuno che così
non fosse. Improvvisamente, sul suo giovane viso, apparve un ghigno cattivo.
Aveva avuto un pensiero davvero cattivo. Con uno scintillio nei suoi occhi
grigi, si inclinò in avanti e bisbigliò nell’orecchio dell’amico. “Così potrai
spendere del tempo con mio papà.”
Lucius osservò attentamente la ragazza. Qualunque cosa gli
avesse detto suo figlio, aveva fatto effetto. Una volta sicuro che avesse
riguadagnato il suo controllo, intervenne. “Mio figlio ha ragione. Se la vita a
casa sua è così cattiva, è meglio se lei si trasferisce altrove.”
“Sig. Malfoy, io sto bene, veramente. Le cose non andavano
bene, si, ma era il passato. Ho imparato come trattare con lui, e non è
qualcosa di cui deve preoccuparsi.”
Gli occhi di Lucius, se possibile, divennero ancore più
intensi. “Mi dia le sue braccia.”
“Cosa?”
“Ora bambina.” La voce di Lucius non ammetteva rifiuti, e
Harry avvertì un brivido. Cosa poteva fargli provare quella voce. Improvvisamente
comprese che le sue mani erano contenute da quelle dell’uomo. Evidentemente,
quella voce poteva fargli fare qualunque cosa che lui volesse. Oh, le
possibilità. Rabbrividì nuovamente.
Il Malfoy più vecchio guardò attentamente l’interno delle
sue mani. Non capiva perché stesse reagendo così , questa era una *ragazza*. E aveva l’età di suo figlio. Il suo corpo
sembrava non tenerne conto, e lui doveva cercare di non farlo notare. Suo
figlio non avrebbe capito.
“Cosa sta cercando sig. Malfoy?” Chiese Harry, con voce un
poco tremante, con quelle grandi e calde mani che tenevano le sue. Sapeva che non erano
certo le fragili mani di ragazza, le sue. Anni di uso di una ginestra, per non
menzionare tutto il lavoro di casa che lui era stato costretto a fare, aveva
fatto si che esse fossero molto più forti che la maggior parte delle persone
avrebbero sospettato, ma sembravano fragili, tenute così attentamente in quelle
del più vecchio uomo.
“Disse che lei ha imparato a *trattare* con i suoi problemi.
Volevo solo assicurarmi che *imparare* non significasse danno per lei...”
Harry assentì col capo, facendo intendere di aver capito. “Non
si preoccupi, sig. Malfoy, non ho intenzione di tagliarmi i polsi. L’auto-mutilazione
non è qualcosa che mi attira.”
“Hmm”, fu la risposta di Lucius, dimentico di ancora
contenere le mani del giovane. Ma Draco vide. Aveva, anche, visto le reazioni
di Harry al tocco del padre. Le possibilità che qualcosa potesse nascere tra
harry e suo padre, non sembravano campate in aria. Avrebbe dovuto seguire
attentamente la cosa. Dopo tutto, Harry aveva la sua età. Ciò avrebbe reso suo
padre, praticamente, un pedofilo. Poi, allontanò l’idea. No, Harry non era
giovane, non dove contava almeno, e se loro fossero finiti insieme, l’età non
avrebbe avuto importanza. Harry aveva bisogno di qualcuno che si prendesse cura
di lui, qualcuno che non avrebbe visto in lui il Redentore Del Mondo dei maghi.
Come Harry, anche suo padre aveva molto amore da dare, e solamente Draco a cui
darlo. Sua madre, era stata interessata solo nel nome e nella fortuna dei
Malfoy. Matrimoni combinati. Era felice che suo padre aveva detto che non l’avrebbe
mai costretto a qualcosa di simile.
Rumorosamente, schiarì la propria gola, e ghignò quando vide
come rapidamente lasciarono cadere la mani. “Quindi? Lei viene con noi o no?”
Harry scosse la testa. “Ho già detto che non è necessario. Posso
prendermi cura di me. Inoltre devo per forza passare abbastanza tempo con *loro*, dato che sono i miei tutori, sfortunatamente.”
“Mi permetta di occuparmi di ciò.” Esordì scuramente Lucius.
“Ha bisogno di qualsiasi cosa da là?”
Harry scosse la testa, poggiando una mano sulla borsa alla
sua cintura. “Tengo tutto nel mio conto. Non vi è nulla di importante, anche se
ho posto barriere per tenerli fuori. Non ho fiducia in loro per ciò che
riguarda la mia roba.”
“Probabilmente ha fatto bene. Deve prendere nient’altro da
qui?”
Harry ci pensò per un momento. “Probabilmente qualche altro
libro.”
Draco rise. “Stiamo andando al feudo. Credi forse che non ci
sia una biblioteca là?”
“Non ci pensavo.” Disse Harry, arrossendo. “Allora andiamo.”
I successive due giorni passarono facilmente, e a Draco, parvero
un poco surreali. Harry era una ragazza quasi perfetta, dall’aspetto ai modi di
fare. Quello non era qualche cosa che poteva esser imparato in sole tre
settimane, no? Lucius fu confuso per ben; Jade, sembrava amoreggiare
timidamente con lui, qualche volta, sebbene lui avesse fatto chiaro il suo disinteresse.
Lui non era interessato ad essere in amore con una donna, almeno non senza l’aiuto
di una pozione, dato che a lui interessavano i ragazzi. Il fatto che questa
giovane ragazza potesse risvegliare il suo desiderio, era qualcosa che non
riusciva a capire.
Harry bussò alla porta di Draco. “Avanti”, disse il ragazzo.
“Ehi, Drake, ho un problema.”
“Bene, vieni e di tutto al tuo grande fratello. Ha qualsiasi
cosa a che fare con mio padre?”
“No davvero. È per i vestiti.”
Draco guardò a lui sorpreso. “Cosa c’è?” Chiese, guardando
la maglia blu e verde e la gonna color saggina. Sembrava a lui, che fosse un
completo molto carino. “Mi sembra che ti stia bene.”
“Certo che sono belli, io ho buon gusto. Il problema è che
li sto portando in prestito da Jeri e i suoi amici. Non
ho voluto comprare più di tre completi, nel caso che non mi interessasse
continuare. Dato che posso usarli combinati tra loro, andava bene. Vivendo qui,
non posso portare per una settimana gli stessi vestiti.”
“Quindi...di cosa hai bisogno?” Draco non riusciva a capire.
“Ho bisogno di andare a far compere. Questo vuol dire che devo lasciare il
feudo. Quindi devo o usare il camino o una passaporta. A meno che, chiaramente,
tu non desideri che io non ritorni.”
Draco afferrò un cuscino, e lo gettò in testa all’amico. Quella
era l’unica risposta adeguata. “Usare il camino, non è possibile. Il feudo è
difeso in modo che solamente chi ha sangue dei Malfoy o è accompagnato dal
padrone del feudo può entrare. Solo lui può apparire o disapparire
dal feudo.”
“Quindi devo chiedere a tuo padre una passaporta?” Quello
non era un problema.
“Davvero...” Draco sorrise malignamente. “Se ti fidi di me,
potremmo fare in modo di farci portare a far spese, facendo in modo che sia lui
a proporlo.” Ed uscì di corsa dalla stanza.
Dopo circa quindici minuti, ritornò. Stava ghignando crudelmente,
e Harry, iniziò a preoccuparsi. “Quando
ero un bambino, ho esplorato tutto il feudo. Ricordami di mostrarti i luoghi
migliori. Comunque, mi ricordavo di aver visto questo in una delle stanze giù
in piscina.”
Harry alzò il viso. “Hai una piscina? Una dove puoi nuotare?”
“Chiaramente che c’è. Ti prometto che te la mostrerò. Ma più
tardi.” E gli mostrerò l’oggetto in questione. Harry guardò, e gli occhi si sgranarono.
“Vuoi che io porti che cosa?” Strillò.
La *cosa* era uno scandaloso accappatoio di stile chimono,
corto. Era color smeraldo, con disegnati serpenti argentei. Sia dietro, in
grande, che davanti sul lato sinistro, vi era lo stemma di famiglia.
“Guardo”, l’esortò Draco. “È abbastanza corto perché tu
possa sfoggiare le tue gambe, che sono ben fatte, sia per un ragazzo che per
una ragazza; non c’è nulla di sbagliato nello sfoggiare le tue gambe, no?”
Harry stava ancora fissando l’accappatoio, scuotendo
leggermente la testa come risposta.
“Verrai a cena con questo. Dirai a mio padre che hai trovato
i vestiti che portavi oggi sporchi, ed hai dimenticato di darli ai folletti di
casa, così da non aver nulla da portare. Lui *implorerà* di permettergli di
portarti a far compere, te lo garantisco.”
“Credevo che non gli interessassero le ragazze.”
“E non gli interessano”, disse Draco. “Ma lui sta
rispondendo a te. Non so se lui lo sa, inconsciamente, che tu sei un ragazzo,
o, e io penso che sia la ragione più probabile, inconsciamente sa che sei
Harry. So, tuttavia, che lo stai confondendo.”
“Forse, dovrei dirgli tutto. Ho dei vestiti da ragazzo,
dopotutto.”
Draco immediatamente, scosse la testa. “Stai divertendoti?”
Harry sorrise. “Si.”
“Stai forse facendo male a qualcuno?”
Harry lo guardò. “Non vedo come potrei.”
“Sei felice?”
“Si.”
“Quello è tutto ciò che è importante. È probabile che tu
stia confondendolo, ma stai anche facendo in modo di scuoterlo. Quindi smettila
di preoccuparti. Stai divertendoti, e io credo che anche lui lo stia facendo,
anche se non l’ammetterà mai. Dovrai dirglielo una volta o l’atra, ma non
ancora. Saprai quando è il momento.”
“Quando? Dieci minuti dopo che l’ha scoperto da solo?”
“Ehi, se quello è il momento corretto, poi è quello il
momento.” Draco e Harry sorrisero diabolicamente l’uno all’altro, in accordo
perfetto. “Ora, per questo accappatoio...”
Cinque minuti più tardi, Harry ritornò nella stanza,
guardando in cagnesco l’amico.
“Me la pagherai per questo, Draco Torian
Malfoy.”
Draco lo guardò, aspettandosi di esser divertito. Non lo
era. “Oh...caro...Salazar...Lo sapevo che potevi sembrare buono, ma non
pensavo...non credevo che potessi anche esser eccitante”, ed espirò in tono
quasi venerabile. “Se non fossi sicuro che sei un ragazzo, starei chiedendo la
tua mano in matrimonio...o almeno la parola d’ordine della tua camera da letto.”
Si alzò, e fece un giro attorno ad Harry, facendolo arrossire. Lo guardò da
tutti i lati.
Il chimono era corto, molto corto, fermandosi appena alla
cima delle cosce superiori. Per una persona così petite, le sue gambe sembravano non finire più; muscolose il giusto
ed abbronzate, lucenti e flessibili. Tecnicamente, ciò che il chimono copriva,
era davvero coperto bene, mostrando solo un poco di collo alla chiusura. Comunque,
la seta carezzava il corpo che copriva, sfoggiando amorosamente ogni curva. Per
essere curve contraffatte, sembravano vere. La seta sembrava muoversi da sola;
solo da vicino, si vedeva che erano i serpenti a muoversi, e non la stoffa. Strisciavano,
molto lentamente, attraverso l’indumento, attorcigliandosi uno contro l’altro,a
volte, o passando uno vicino all’altro. Era allacciato sul lato destro, i
fiocchi che giocavano col suo ginocchio come camminava.
Draco diede una lunga occhiata la suo migliore amico. Mancava
ancora qualcosa. Poi capì. Guardò ai piedi nudi del giovane. Probabilmente,
sandali alti, dando più definizione a quelle gambe. Tentò di ricordare se c’era
un paio di sandali stile giapponesi. E...si, smalto, almeno sulle dita dei piedi,
starebbe bene.
Harry, ancora nel mezzo della stanza, tirò una corda per
chiamare un folletto, che arrivò subito.
“Topie cosa può fare per aiutare
il giovane padrone e la giovane padrona?”
“Trova un paio di sandali che vada bene con l’abito di Jade”,
ordinò Draco. “Ed un vasetto dello smalto per unghie speciale che usava mia
madre.”
“Si Draco Master, Topie li porterà
subito.” e scomparve.
Qualche istante dopo,
il folletto riapparve con ciò che era stato richiesto. Prima che Harry si
mettesse i sandali, Draco applicò lo smalto. “Questo è speciale. Mia madre lo
usava spesso. Diverrà automaticamente del colore perfetto per accordarsi con
ciò che stai portando. E se cambi veste, anche il suo colore cambierà.”
“Bello”, ghignò Harry. Non gli piaceva mettersi uno smalto
che sarebbe stato adatto solo con un tipo di abito, così evitava di solito, ma
sapeva come metterlo.
Draco, improvvisamente arrossì. “Uhmm...Harry?”
“Si?”chiese distratto, mentre dipingeva le unghie.
“Potresti...ecco, evitare di sederti così con quell’accappatoio,
per favore?” Chiese con voce debole.
Harry lo guardò sorpreso. Cosa intendeva Draco?
Guardando in giù, capì, ed arrossì di un rosso più brillante
dei capelli di un Weasley. Sedendo come era ora, Draco aveva una veduta
completa sotto la sua gonna. Fortunatamente la sua biancheria intima, seppure
femminile, riusciva a nascondere *tutto*, essendo
progettata specialmente per questo. Lui strillò, voltandosi, piegando una gamba
sotto di se, mettendo la gamba che ancora non era stata smaltata sopra essa, in
modo che potesse finire il lavoro. Improvvisamente, rise.
“Cosa c’è?” Chiese Draco, controllando rapidamente per
assicurarsi che fosse decente. Si, sapeva che era un ragazzo! Suo *padre*
avrebbe reagito a quello, e neppure gli piacevano le ragazze! Draco si assicurò
di tenere il corpo girato...almeno finché l’evidenza andò via.
“Hmm? Oh, lo smalto era di un argento brillante, ma quando
sono arrossito, diventò rosso. Era divertente. Asciuga anche in fretta, vero?”
“Penso di si. Non ho mai badato veramente.” Ammise Draco.
La testa di Harry girò, un occhio verde giada che sbircia
attraverso la frangia di capelli neri, e Draco dovette avere nuovamente un
lungo discorso con proprio corpo, ancora una volta. Forse non era stata una
buona idea. Guardò nuovamente. Un’idea veramente cattiva.
Lucius camminò nella piccola sala da pranzo che usavano quando al feudo
era presente la sola famiglia. Fu sorpreso di scoprire di esser il primo.
Considerato che stava vivendo con due adolescenti, era più normale che fossero
loro ad aspettare lui piuttosto che il contrario. Cinque minuti più tardi, il
Malfoy più vecchio, stava quasi per mandare un folletto a chiamarli quando i
due adolescenti colpevoli apparvero sulla porta.
Draco nascose il suo ghigno. Lucius non lasciò trasparire nulla sul suo
viso, ma il fatto che dopo più di un minuto da che erano entrati, ancora non
era stata detta una parola, disse molto al ragazzo biondo. Specialmente quando
gli occhi del padre non abbandonarono le gambe di Harry fino a che si sedette.
Finalmente suo padre si riprese.
“Un poco inadatto alla cena, non pensa?” disse aridamente.
“Si, signore”, si disse d’accordo Harry. “Ma i vestiti che ho portato
oggi si sono sporcati, e non avevo altri da mettere. Draco ha trovato questo da
prestarmi.”
Lucius guardò il figlio, ma Draco ghignò lascivamente al padre. “Penso
che stia bene”, disse difensivamente.
“credo che dovremo avere un discorso riguardo al tuo gusto in fatto di
abiti.” Fu la risposta del padre.
Harry sporse le labbra. “Sta dicendo che sono brutta con questo abito?”
Lucius fu preso dal panico. “Nulla del genere, Jade. Sta molto bene su
lei, semplicemente non è adatto ad una cena.”
Harry non sembrava placato, ed il suo mento iniziò a tremare.
“È a causa delle mie gambe, vero? Ho delle gambe brutte.”
Essere colto dal panico, iniziava ad essere un abitudine. “Lei ha delle
gambe molto belle. Splendide infatti!”
Allora…sta dicendo che sembro una donnaccia?”
La voce di Harry si incrinò. Era orgoglioso di poterlo fare a comando.
“No, mai!” Lucius non sapeva come uscire da quella situazione. “Non
volevo dire nulla del genere. Solo…non ha portato qualcos’altro?”
“Ma…ma io non ho altro con me”, Harry abbassò il capo, i capelli
coprirono la faccia e le spalle, che iniziarono a scuotere, come in pianto.
“Domani andremo a fare compere, va bene? A Diagon Alley ci sono ,olti
negozi di abbigliamento che lei può visitare.”
Gli occhi verdi di Harry sbirciarono attraverso i suoi capelli. “La
maggior parte del mio abbigliamento è muggle, tuttavia.”
“Se non troveremo qualcosa che le piace nei negozi di Diagon Alley,
andremo a Londra, va bene?” Lucius, con un sospiro, si sentì felice di aver
passato il momento imbarazzante.
“E…gli piacciono le mie gambe?” chiese Harry, solo per assicurarsi.
“Certo, sono abbronzate, toniche e muscolose…molto belle davvero.” Non
avrebbe dovuto rilassarsi. Ma Jade stava sorridendo…realmente sorridendo
furbescamente.
Guardò verso suo figlio, Draco, anche, stava sorridendo in maniera furba.
Era stato giocato. E da un paio di adolescenti! Era così orgoglioso di loro.
“Chiaramente, Draco può venire con noi, così possiamo istruirlo sul buon gusto.
Va bene, Jade?”
“Oh, chiaramente”, ghignò malignamente Jade verso Draco, che mostrò
improvvisamente una espressione disperata.
Dalla fine della cena, tutto era stato deciso per l’uscita del giorno
dopo. Quasi. “Cosa sui vestiti formali?” Intervenne Draco, quando erano ormai
alla fine del dessert.
Harry lo guardò. “Percghè avrei bisogno di abiti formali? Ho già comprato
la roba per la scuola.”
“Per la verità, stavo pensando ad abiti da sera per il ballo di Fine
Estate al Ministero. Sarai ancora qui, allora. E siccome siamo Malfoy, dovremo
partecipare. Dopo tutto, nessuna festa è tale senza i Malfoy.”
“Non so, non sono molto brava a ballare”, tergiversò Harry.
“No c’è problema, padre potrà insegnarti.”
Lucius alzò un sopracciglio ad esser offerto volontario per qualche cosa
senza il suo permesso. Draco ghignò verso di lui, prima di andare ad aiutare
Jade ad alzarsi. Non sentì quello che Draco disse alla ragazza a bassa voce, ma
la vide arrossire improvvisamente. Li guardò uscire dalla sala. Erano, dopo
tutto, una bella coppia
Una giovane strega stava andando a zonzo a Diagon Alley.
Molti giovani maghi guardavano a lei, ma senza osare far vedere interesse
chiaro. Nessuno desiderava sfidare i due maghi biondi che la accompagnavano.
Non era salutare finire sulla lista nera di entrambi i Malfoy desiderando ciò
che evidentemente gli apparteneva. Era difficile pensare che una ragazza
potesse essere così felice con quei due rampolli del buio, ma lei trasudava
gioia di vivere incontenibile.
Harry si fermò, inclinando la testa da un lato. stava
guardando ad un negozio all’altro lato della strada.
“Cosa c’è Jade?” chiese Draco.
“Voglio andare là”, fu la risposta di Harry. “Mi sento
attirata.”
Lucius mise la sua mano sulla spalla, trattenendola. Spedì i
suoi sensi magici nel negozio, ma non avvertì nulla di pericoloso. Negozi di
merce specializzata, erano incantati in modo che persone interessate o che
avevano bisogno di ciò che era offerto, potessero essere attirati. Ma un
negozio di biancheria intima?
Vide altre streghe che passavano senza volgere anche solo
uno sguardo, quindi ciò che stava attirando Jade, non era pensato solo per
donne.
Harry non aspettò oltre, e si avviò verso il negozio con
Draco.
“Fermi!” Ordinò Lucius. Entrambi si fermarono, guardandolo.
L’uomo si avvicinò a loro. “Lei non va da nessuna parte finché non capiamo
perché l’attira, capito?”
“Ma non possiamo capirlo dal di fuori”, disse Harry
sporgendo le labbra.
“Ma mi resti vicino, va bene?”
“D’accordo”, sospirò Harry.
Lucius osservò il negozio, catalogando tutto ciò che
conteneva. Una commessa si avvicinò. “Posso aiutarla? Qualche cosa per sua
moglie, forse?”
Lucius le gettò un’occhiata gelida, facendola ingoiare
spaventata. “La mia ospite è stata attirata qui. Forse lei può dirmi perché?”
chiese quasi facendo le fusa, pericolosamente.
Harry sbirciò da dietro l’uomo, e sorrise alla commessa,
rabbrividendo al suono della voce dell’uomo. Quello era un tono che raramente
aveva sentito,con suo grande dispiacere.
La commessa, raggruppando la calma come vide l’adolescente
che sbirciava.
“Rose!” chiamò, sorridendo alla ragazza. “Abbiamo un cliente
speciale qui!”
Una donna alta e scultorea avanzò dal retro, sorridendo alla
ragazza dai verdi occhi.
“Bene, bene. Ciao. Il mio nome è rose, qual è il tuo?”
“Io sono Jade”, disse Harry, uscendo da dietro Lucius.”Cosa
intende con speciale, perché sono stata attratta qui?”
“Vieni nel retro, così potremo parlare”, fu il suggerimento
di Rose.
“Non senza un chiarimento”, fu l’asserzione adamantina di
Lucius.
Harry, improvvisamente sorrise. stava fissando Rose e
finalmente capì. Jeri aveva suggerito che
probabilmente c’erano luoghi simili nel mondo dei maghi.
“Va tutto bene, ora ho capito.” Disse all’uomo. “Perché non
date un’occhiata in giro mentre io parlo con lei?” E seguì Rose senza un’altra
parola, lasciando Lucius che fumava e Draco che ridacchiava dietro alla sua
schiena.
Draco aveva capito tutto, dopo tutto c’era solo una cosa che
era veramente speciale nel suo amico. Beh, almeno per quanto riguardava la
biancheria intima, in ogni modo. Lasciò vagare lo sguardo lungo il negozio.
“Ehi, papà?”
Lucius si girò, spostando lo sguardo ancora fisso sulla
porta che Jade aveva attraversato. “Cosa?” fu il ringhio di risposta.
Draco stava tenendo alzato un reggiseno di merletto nero.
“Pensi che Jade starebbe bene con questo?”
Nel retro, Harry stava guardando la donna chiamata Rose, che
stava sorridendogli. “L’hai capito, vero?”
“Sei un ragazzo, come me”, fu la risposta di Harry.
“Effettivamente”, ammise Rose. “La ragione per cui sei stato
attirato è a causa di quello. non ti succederà nuovamente, tuttavia non
baderemo certamente se vorrai tornare. Io sono qui per mostrarti cose che non
sei consapevole faranno la tua vita più semplice. Questa è la tua decisione
definitiva?”
Harry scosse la testa. “Non adesso. Ho ancora due anni di
scuola, ma per l’estate e le interruzioni...”
“È comprensibile”, Rose, mentre parlava, aveva incominciato
a raccogliere molti articoli. “I due che ti accompagnano, lo sanno?”
“Uno di loro”, disse Harry, guardandolo attentamente.
“Il più giovane, indovino?” Harry accennò col capo in
assenso. “Dovresti pensare a mettere al corrente anche il più vecchio. Qualche
volta le persone si arrabbiano se credono che stai imbrogliandoli. E più presto
spieghi le cose, meglio è.”
“Si lo so”, si dichiarò d’accordo Harry. “Ma mi stò
divertendo. Inoltre, penso che non si dispiacerà troppo.”
“Sicuramente li conosci meglio di me”, fu la replica di
rose, ritornando ad occuparsi degli articoli. “Presumo che tu stia usando la
versione muggle di seni finti, vero?”
Harry assentì.
“Questi sono migliori”, e gli mostrò due dischi spesi di
quello che sembrava gelatina. Gli mostrò che ognuno aveva una rientranza nel
mezzo. “Metti questi sui tuoi capezzoli e di æAdhere
e loro si attaccheranno automaticamente alla tua pelle, assumendoneil colore per sembrare completamente
naturale. Volendo c’è anche un modello che al tatto sembrano reali, ma è
piuttosto costoso ed io non penso sia quello che cerchi. O sbaglio?”
harry scosse la testa. “No, hai ragione. Ma perché non è
abbastanza un reggiseno imbottito?”
“Non tuttopuò essere
portato con un reggipetto. cosa succede se desideri portare qualche cosa senza
maniche o senza dorso? Inoltre, i reggipetto imbottiti non si muovono col tuo
corpo, loro si muovono con i tuoi abiti. Può essere un segnale se qualcuno è
attento.”
“Nessuno ha avuto bisogno di guardare da vicino i miei
seni”, ringhiò Harry. Prese i dischi da Rose e li guardò da più vicino. Non
erano più grandi di quelli che stava usando già, e immaginò che almeno non
dondolerebbero...molto. “Come si tolgono?”
“æUnadhere”, rispose Rose.
“Non è una parola”, protestò Harry.
“Precisamente, ne tu ne chiunque altro, potrà dirla
accidentalmente. Non vorrai che ti cadano all’improvviso, vero?”
“Cos’è il resto della roba?” chiese Harry, spostando la
discussione.
Rose alzò un vaso. “Questo è una semplice crema depilatoria,
adatta per usare dappertutto. Molto meglio che radersi, credimi. E questo”, gli
mostrò una catena d’argento, “è per nascondere il pomo d’Adamo. Puoi anche
usare un ciondolo incantato per cambiare il tono della tua voce, anche se non
mi sembra che tu ne abbia bisogno. Non sembra neppure che tu abbia il pomo
d’Adamo.”
“Penso sia, comunque, meglio prenderlo”, mormorò Harry.
Guardandosi attorno, indicò una cabina. “Posso usarlo?”
Rose assentì e Harry entrò. Qualche minuto dopo, stava
guardandosi allo specchio. Per la verità, fissandosi. Sapeva che nel mondo dei
maghi le protesi erano migliori; ma anche così, era straordinario vedere
piccoli seni che si sporgevano come se fossero sempre stati là, una parte del
suo corpo. Li tolse e li rimise di nuovo più volte, assicurandosi che si togliessero
via quando l’avesse scelto, estrasse l’imbottitura del suo reggipetto e se lo
rimise, con la sua camicia. L’altra commessa mise la testa dentro. “I tuoi
amici hanno detto che ritorneranno tra quindici minuti, e se non sarai pronta,
ti tireranno fuori loro.”
Harry rise. “Solo per quello, mi dovrei far trovare nella
cabina di prova, quando vengono, no?”
“Su, su...” lo calmò Rose. “Sono stati molto pazienti. Non
puoi aspettarti che degli uomini siano felici di stare ad aspettare in un
negozio di biancheria intima. Almeno, non se non si aspettano uno show. Ora,
per i reggipetto, non desideri qualche cosa di più carino di quello che porti?”
“Perché? Non è che io abbia intenzione di mostrare il mio
reggipetto. Se mai accadrà, la persona sarà meglio sappia che sono un ragazzo.”
Guardandosi attorno, decise di comprare anche una camicia da notte, color
argento grigio. Era corta come il chimono che aveva portato il giorno prima,
che aveva dato esiti così positivi. Poi, si lasciò convincere a comprare molti
altri reggipetti, così non avrebbe dovuto indossare lo stesso ogni giorno. Ne comprò
anche uno senza spallina, in caso decidesse di indossare qualche cosa senza
maniche.
Quando Lucius e Draco ritornarono, harry stava girando nel
negozio. Appena li vide, si diresse verso di loro. “Ehi, grazie per aspettare.”
“È fatto?” chiese impaziente Lucius.
“Hai trovato nulla da mostrare?” chiese Draco con un ghigno.
Lucius gli mollò un coppetto sulla testa prima che
potesse farlo Harry.
“Si, penso che ho tutto”, iniziò a dire, per fermarsi
improvvisamente. “Accidenti. Come ho fatto a dimenticamene! Scusate, solo un
attimo.” Si voltò, ritornando velocemente da Rosa. “Rose!”
“Cosa c’è, dolcezza?” chiese lei.
“ho dimenticatola
biancheria intima! Ne hai alcuna adatta al mio caso?”
“Ma certo, come ho fatto a dimenticarlo?” Incredula, Rose
scosse la testa, prima di guidarlo in una sezione di biancheria intima. “Tutte
queste, copriranno senza protuberanze imbarazzanti.” Gliene mostrò alcune.
“Queste sono impermeabili, così può essere portato sotto un costume da bagno.
Basta che non sia un bikini, giusto?”
“Come se io mai mi mettessi un bikini”, sbuffò Harry,
assicurandosi di avere ricambi per almeno una settimana e pagando per loro.
“Grazie di tutto, Rose.” In fretta, ritornò dai Malfoy, che stavano aspettando
per condurlo fuori.
Il trio vagò per un’altra ora nella Londra dei maghi,
visitando negozi, ma senza acquistare. Avevano trovato solo abiti non adatti a
Jade. Una visita al sarto dei Malfoy, procurò ai tre la promessa di far
recapitare vestiti degni dell’invidia di ogni strega, nel giro di una settimana
o poco più. Guardarono anche gli accessori: cinture magiche, scarpe, gioielleria
e mantelli. harry era deluso nello scoprire che la sua forma di
animagus(l’ippogrifo) era quasi totalmente assente. cosa c’era di sbagliato con
la verità? Fu sorpreso nel trovare una grande quantità di gioielleria con
disegni di serpenti. Non poteva tenerli come animali domestici, ma poteva
portarli come gioielleria, no? Ne comprò alcuni, dopo tutto gli piacevano i
serpenti. Soprattutto quando imparò che la gioielleria a forma di serpente
potevano conversare con lui. E anche la cintura con la fibbia col dragone
poteva farlo.
Comprò molti mantelli, soprattutto neri, con incantesimi
assortiti su di loro, per scaldare o raffreddare, incantesimi tascabili o, il
suo favorito, un incantesimo ‘io non ci sono’. Non un
mantello di invisibilità, ma solo un incantesimo che incoraggiava le persone a
non osservarlo. Il mantello favorito, invece, era quello noto come mantello di
vanità; non serviva ad altro che a far apparire migliori. Consisteva di strati
di chiffon color argento, brillante, incantato a svolazzare come se ci fosse
una perenne leggera brezza gentile.
Comunque, la scoperta della giornata fu un set di gioielli
di giada. Un girocollo con ciondolo, orecchini, fermagli, una grande clip per
capelli adatta ad una coda di cavalli, un anello, una spilla, due
braccialetti(uno con una coppia di ciondoli di giada, l’altro una catena di
piccole giade uguale al girocollo). C’era anche una cintura a catena sempre con
giade. Tutti incastonati in argento. Uno più stupendo dell’altro... e tutti
dell’esatto colore degli occhi di Jade.
“È Bello”, bisbigliò Harry, lasciando che le sue dita
accarezzassero i gioielli.
“Davvero, lo è”, disse il commesso. “L’argento è incantato
per non annerire. I fermagli sono incantati per non rilasciare i capelli.
Osservi gli orecchini...possono essere portati senza dover forare i lobi delle
orecchie.” Normalmente, non avrebbe sprecato tempo con un’adolescente, dato che
raramente potevano permettersi gioielli simili, ma questa era con Lucius
Malfoy, quindi doveva essere importante.
“Quanto costa?” chiese Harry, con gli occhi che non si
staccavano dalle pietre.
“1400 galeoni, signorina.”
Gli occhi di Harry si spalancarono, sospirando. “Peccato.”
Il commesso non voleva perdere la vendita, la sola
commissione, gli avrebbe permesso di comprarsi l’ultimo modello di scopa da
corsa. “potrei scendere a 1200.”
harry scosse nuovamente la testa. “No, grazie.”
Lucius guardò al viso rassegnato, ma deciso, di Jade, e si
rivolse al commesso. “Novecento e lo pagherò io.”
“Non so se posso scendere così tanto”, disse il commesso,
insicuro sul da farsi.
“Allora le suggerisco di chiedere al suo direttore”, disse
quasi facendo le fusa, Lucius.
“Signor Malfoy, non posso permetterle di fare una cosa
simile”, disse Harry, mentre il commesso andava a cercare il suo superiore.
“Lei *non* *permette*?” Chiese
Lucius alzando un sopracciglio.
“No signore. È troppo costoso, non posso lasciarle
acquistare quei gioielli per me.”
“Non credo che abbia molta scelta, se io voglio comprarlo
per lei.”
“Ha ragione, non posso fermarla dal comprarlo, ma posso
rifiutarmi di indossarlo. Quindi, la comprerà per nulla.”
Lucius guardò Jade negli occhi, vedendo la fermezza in loro.
Stava per dire qualcosa, quando rientrò il commesso seguito dal direttore.
“Posso aiutarla?” chiese questi.
Lucius si distrasse, girandosi verso l’uomo.
“Mi interessa il set di giada.”
Harry ringhiò, si voltò e uscì impettito fuori dal negozio.
“Davvero ben fatto, padre”, disse Draco sfolgorando al
padre.
“Qual è il problema? Lei li vuole, io posso permettermelo. Non
vedo dove sia il problema.”
“Il problema è l’0rgoglio, padre. Tu dovresti capirlo, dato
che certamente ne hai in abbondanza.” E seguì l’amico fuori.
Lucius li seguì fuori qualche minuto più tardi.
“L’ha comprato?” chiese Jade immediatamente.
“Lo vede?” Chiese arrogantemente Lucius.
“E dovrei credere che lei trascinerebbe una borsa per il
resto del giorno? O che lei non ha tasche speciali in quel suo mantello?”
Lucius tentò di fargli abbassare lo sguardo, ma lei lo fissò
impavida, finché lui sorrise orgoglioso della sua resistenza. sarebbe stato
deluso se non si fosse dimostrata così coraggiosa. Erano così poche le persone
che riuscivano a tenergli testa! “Non l’ho comprato”, si decise a rispondere.
Harry lo fissò negli occhi prima di credergli e sorrise
felice. “Grazie.” Poi si diresse verso il prossimo negozio, lasciando i due Malfoy
in piedi dietro di lui.
“Quindi, se non l’hai comprato, cosa hai fatto?” chiese
Draco, una volta sicuro che non potesse sentirli.
“Ho detto loro di tenerlo a parte, che passerò più tardi.” Lucius
e Draco si sorrisero, in accordo perfetto, prima di seguire Harry.
I tre maghi, sebbene uno di loro sembrasse una strega, lasciò
il mondo dei maghi, entrando nel mondo dei muggle. Una volta toltosi i loro
accappatoi, Lucius mise abiti molto tradizionali,ma molto bello, mentre Draco
sembrava un giovane adolescente ben vestito.
“Molto bello, Draco, ma pensavo che tu non portassi abiti
muggle.” Disse Harry, ricordando qualcosa accaduta all’inizio della scuola.
Draco sospirò. “Pensavo che fosse probabile che dovessi
venire a prenderti dai tuoi parenti muggle, quindi mi procurai degli abiti con
cui potessi mescolarmi con loro. Penso che anche Severus lo fece.”
Harry sorrise.”Quello è molto dolce”, disse dolcemente. Vedendo
l’occhiata confusa sulla faccia dell’amico, un bagliore pericoloso comparve nei
suoi occhi. Si alzò in punta di piedi, posò un bacio sulla guancia del biondo e
mormorò un grazie. Poi, si incamminò, ridacchiando al pensiero del brillante rossore
di Draco.
“Vieni, andiamo qui”, disse Harry, conducendolo nel primo
negozio in cui era andati quell’estate. Vedendo Jeri,
sorrise. “Ehi, Jeri!”
“Ehi, Jeri! Ehi, Jeri! Un corno ehi Jeri! Jade LilithJameson! Dove sei stata? Nessuno
ha più avuto tue notizie per giorni! Eravamo preoccupate da morire! Pensavamo
che tuo zio e i suoi ti avevano fatto qualcosa, o...” Si interruppe quando vide
che era insieme a due splendidi biondi. Afferrò il braccio di Harry e lo
trascinò via a lato.
“Sono...?”
Harry sorrise. “Sono miei amici. Ho incontrato Draco un paio
di giorni fa, ed ho ammesso qualcosa che non avrei dovuto fare...o forse è
stato un bene, che lo facessi. Suo padre mi ha invitato a casa loro.”
“Sanno?” chiese piano, vedendo le persone in oggetto che
stavano venendo verso di loro.
“Drake si. Suo padre non l’ha ancora
dedotto.”
“Può essere un problema?” Chiese Jeri,
preoccupata, guardando al più vecchio dei due. Sembrava molto pericoloso.
“No”, rispose ghignando Harry. “Penso di piacergli.”
“Allora può davvero essere un problema. Se un ragazzo etero
improvvisamente scopre che la persona nella quale è interessato è un ragazzo...può
finire male.”
“Ah, ma è quello che è interessante. Non capisce perché gli
piaccio...perchè è gay.”
Jeri ridacchiò. “Si, direi che
questa è una cosa interessante. Comunque, tutto questo, per quanto interessante,
non spiega ...perchè *per tutti gli inferni* non ci hai fatto sapere nulla!”
“Ci sono problemi, Jade?” Lucius intervenne, con occhi
adirati per il fatto che qualcuno osasse gridare contro che era chiaramente
sotto la sua protezione.
“La colpa è la mia, signor Malfoy” disse Jade. “Jeri e i suoi amici erano molto preoccupati per me. Loro
sono...bene...”
“Lei è come se fosse la nostra piccola sorellina, signor
Malfoy.” Intervenne Jeri alzando la voce. “Quando
abbiamo capito come era la situazione con i suoi parenti, abbiamo deciso di badare
a lei. Chiunque le farà del male, dovrà risponderne a noi. Capito?”
Lucius la fissò. Un muggle lo stava minacciando! Minacciando
Lucius Malfoy! Poi, il suo cervello recepì l’intenzione della persona che gli
era d’innanzi, e il suo atteggiamento si ammorbidì. “Li troverò prima io.”
“Vedremo”, fu la risposta di Jeri,
quando vide che l’uomo aveva capito. “Allora. Sei venuta a dire che va tutto
bene?”
Harry scosse la testa. “Sono venuta a comprare altri
vestiti.”
“Bene bene.” Disse Jeri, afferrando la mano di Harry e trascinandolo nel
negozio. Poi, si girò verso i due uomini. “ Voi che fate? Fate un giro o
preferite assistere ad uno show?”
“Io voglio uno show”, fu l’immediata risposta di Draco.
Harry gettò all’amico un’occhiataccia. “Non è che mi farai
provare qualunque cosa su cui mi capiterà di gettare un’occhiata, vero?”
“Certamente”, fu la risposta di Lucius. Questa era l’opportunità
di rivalersi su Jade per obbligarlo ad accompagnarla a fare compere. “Dopotutto,
dobbiamo essere sicuri che sia tutto di buon gusto.”
Jade e Jeri si sorrisero
malignamente. Draco gemette. Questo stava per essere un momento MOLTO brutto. E
lo fu.
Tre ore più tardi, i due Malfoy, erano pronti per strapparsi
i capelli. Avevano visto almeno un centinaio di abiti. Jeri
aveva chiamato i suoi amici per assistere ed aiutare Jade nella scelta, affinché
la ragazza avesse il guardaroba *perfetto*. Presto,
avevano deciso che i colori migliori per la ragazza erano quelli dei
Slytherin...se solo l’avessero chiesto ai due uomini. Invece, il gruppetto, si
limitava a spedire Jade nuovamente fuori provando abito dopo abito.
Anche Harry si stancò.
“Sai, non penso che nell’ultimo quarto d’ora abbiano detto niente
altro che ‘è bello’?”, rise Jeri.
“Lo so.” Harry rise scioccamente. “Abbiamo bisogno di
qualche cosa che li sciocchi, vero?”
“Qualche cosa che davvero li colpisca?” chiese Denise, che
aveva insegnato ad Harry come usare il trucco. “Forse qualcosa con molto
cuoio...anche pelliccia?”
Jeri scosse la testa. “Non
vendiamo cose come quelle, qui. Ma se intendi fare davvero colpo, ho la cosa
adatta. È incredibile quello che le persone considerano adeguato. Dammi solo un
momento.” E scappò nel retro, per tornare dopo qualche secondo con un abito.
“Dovrei mettermi che cosa?” quasi gridò Harry.
“Bhe, questo li sveglierà”, Willow,
che gli aveva prestato gli abiti per prima, ghignò.
“Risveglierebbe un morto”, fu la risposta di Harry.
“Proprio come dicevo io”, disse Willow,
facendogli la lingua.
“Oh, va bene”, Harry prese l’indumento e si diresse nel
camerino a cambiarsi. Si guardò nello specchio e rabbrividì, poi uscì. “Ehi,
ragazzi, cosa ne pensate di questo?”
Lucius non infastidì neppure ad aprire gli occhi, limitandosi
a dire ‘è bello’.
Comunque, Draco, che aveva gli occhi aperti, quasi soffocò. “Non
puoi essere seria!”
“Cosa c’è che non va?” Harry nascose un ghigno, guardando
ingiù al *brillante* abito, color rosa con macchie di giallo fluorescente. La
gonna era a campana sollevata da crinoline, mentre il corpetto lasciava la
schiena scoperta. Fece un giro, per dare una completa visione a Lucius, che
aveva aperto gli occhi, e stava fissando ammutolito.
Improvvisamente, fu in piedi, dirigendosi verso di Harry,
con la faccia scura per l’ira.
Harry finì di voltarsi, vedendolo. La paura balenò sul suo
viso, ed impallidì. Iniziò a retrocedere, con le mani che salirono a proteggere
il viso. Prima che potesse fare più di un passo indietro, altri avevano
reagito. Harry si trovò dietro ad una barricata di corpi, mentre Draco
afferrava il braccio del padre e cercava di fermarlo.
“Cosa c’è, padre?” Disse duramente Draco.
Lucius non stava guardando a lui, ma stava fissando jade,
anche se tutta l’ira l’aveva abbandonato nell’attimo che aveva capito che aveva
spaventato la giovane. “Chi è stato?” ringhiò.
“Chi è stato a fare cosa, signor Malfoy?” Jeri non avrebbe permesso all’uomo di avvicinarsi ulteriormente
al ragazzo se prima non spiegava ciò che stava accadendo.
“Quella cicatrice sulla sua schiena! Chi è stato?” La voce
di Lucius era minacciosa, ma tutti si resero conto che non erano loro chi lui
voleva far male.
“Non è importante”, fu il bisbiglio di Harry. “vado a
cambiarmi, così poi andiamo. Ormai ho comprato abbastanza abiti.” Si voltò e si
diresse verso i camerini, prima che chiunque potesse rispondere qualcosa. Ora,
tutti potevano vedere la cicatrice, era bianca, ed era situata un pollice o due
sotto le scapole, diritta, come se fosse stata inferta con un coltello.
Jeri si girò e sfolgorò all’uomo. “Se
mai lei farà ancora qualcosa per spaventarla di nuovo come prima, si augurerà
di non esser mai nato, Ha capito?” Sibilò.
Lui fece di si col capo.
Draco ancora conteneva il braccio del padre, e lo tirò
nuovamente. “Padre”, disse tranquillo. “Jade sa che non intendevi farle del
male.”
Lucius si rivolse al figlio. “Tu sapevi della cicatrice”,
disse.
Draco assentì. “C’e ne sono altre cinque. Tutte le altre, io
e Severus riuscimmo a guarirle. Ma non quelle cinque. Abbiamo tentato tutto il
possibile, ma inutilmente. Sarebbe divertente se chiedesse delle altre, vero? Quelle
che siamo riusciti a guarire? Comunque, non vuol dire che tu puoi chiedergli”,
fu la risposta di Draco, intesa più come un ordine. “Quando è pronta, sarà lei
stessa a dirlo. Il che non accadrà fino a che non saprai il segreto con la s
maiuscola. Quando saprai quello, allora potrai chiedergli. Fino ad allora, non
insistere. Lascia che sia tranquilla. Tu non c’entri nulla con ciò” Poi, Draco
si allontanò.
I pensieri di Lucius erano oscuri. Al contrario, Lucius era
convinto che lui vi entrasse, anche se non era disposto, ancora, ad ammetterlo.
Riuscirebbe a scoprire tutto. E quando avrebbe avuto le risposte, il responsabile
pagherà. Nessuno, nessuno poteva far male a Jade e scamparla.
Lucius si alzo, continuando a tenere gli occhi chiusi,
tentando di calmarsi e di capire che cosa gli era preso. Quello era un istinto
che non aveva provato più da quando era ancora un mangiamorte principiante.
Il mormorio di un folletto di casa lo fece tornare alla
realtà. “Sarà meglio per te che ci sia un buon motivo per disturbarmi”, l’avvertì
Lucius volgendosi verso di lei.
“Cattive è spiacente.”
L’uomo si voltò sconcertato. Cattive non parlava mai,
specialmente non a lui. Era il folletto più timido che lui aveva, e l’aveva
visto non più di due volte in tutto. La sua voce diventò più gentile. “Cosa c’è
Cattive?” Non l’avrebbe cercato se non si fosse trattato di qualcosa di
importante.
“È la padrona Jade, padrone.” Cattive bisbigliò. “Padrona
Jade sta avendo un incubo. Cattive ha tentato di svegliare padrona Jade, ma
padrona Jade non si sveglia. Padrona Jade sta soffrendo, padrone.”
“Grazie per essere venuta a chiamarmi, Cattive”, disse
Lucius, afferrando il suo accappatoio.
“A Cattie piace padrona Jade”,
bisbigliò il folletto di casa.
“Sono sicuro che anche tu piaci a Jade”, gli disse uscendo
dalla stanza.
Come lui giunse alla porta della stanza di Jade, potè
sentire quello che aveva preoccupato il folletto di casa. I suoni angosciati
arrivavano anche attraverso la porta. Bussò, ma i suoni non cambiarono. Per non
lasciare che gli incubi che l’agitavano continuassero, aprì la porta,
camminando verso il letto.
Il chiaro di luna era abbastanza forte per permettergli di
vedere Jade che si agitava nel letto, gridando. I capelli coprivano il viso, e
lei era vestita di una camicia da notte di seta, che alla luce della luna,
brillava d’argento.
“Jade, Jade, si svegli!” Mise la mano sulla spalla per
svegliarla, scossandola leggermente. I lamenti e l’agitarsi continuò. “Forza,
Jade, si svegli!” La sua voce, volutamente brusca, continuò a chiamarla.
funzionò. Troppo bene.
Jade si lanciò lontano da lui, le braccia che si alzano a
protezione del capo, e i lamenti cambiarono. “Mi spiace! Mi spiace, zio! Non
volevo svegliarti!”
Lucius capì improvvisamente che lei pensava di esser colpita
solo perché aveva avuto un incubo. L’ira minacciò di sommergerlo nuovamente, ma
ricordando la sua reazione durante il pomeriggio, fece in modo di imbrigliarla.
La ragazza non era in condizione di capire la differenza tra la rabbia che
provava per ciò che le era stato fatto e quella che provava lo ‘zio’. Sedette
accanto a lei, posando leggermente la mano sul suo braccio.
“Va tutto bene, Jade. Va tutto bene. Sei al feudo, io non
voglio farti del male. Ora sei al sicuro, lo prometto. Nessuno ti farà
nuovamente del male, te lo prometto.”
“Lucius?” fu il bisbiglio tremante ma pieno di speranza.
“Si, Jade. Sono io. Stavi avendo un incubo e uno dei
folletti è venuto a chiamarmi.” Iniziò ad accarezzarla sulla schiena,
dolcemente, massaggiandola, tentando di calmarla e farla rilassare.
“Mi spiace”, bisbigliò.
“Per che cosa? Per avere un incubo? Non c’è niente di male
in quello. Ne ho avuto parecchi anch’io.”
“Mi spiace che sia stato costretto ad alzarsi a causa mia.”
“Ero sveglio.”
Finalmente, Jade, si volse a guardarlo, i capelli che ancora
gli coprivano il viso. “Grazie”, bisbigliò.
“Non è un problema”, rispose Lucius, in tono sommesso. “Vuoi
parlarne?”
Jade sembrò considerare l’offerta, prima di scuotere
leggermente il capo. “Non adesso. Voglio solo dimenticarlo.”
“Va bene”, disse Lucius, anche se di malavoglia. “Pensi che
riuscirai, ora, a dormire da sola o devo chiamare un folletto per portare una
pozione di riposo?”
Jade indicò il comodino. Lucius si volse ed aprì il
cassetto, per trovare una raccolta di bottiglie. Aggrottò le sopracciglia. “Sembra
che tu abbia abbastanza qui, per l’intera estate.”
Jade accennò col capo, lentamente. “È la prima volta che ne
ho bisogno da quando sono qui.” Prese la fiala che lui gli porse, ma senza
bere.
“Starò qui fino a che non ti riaddormenterai”, promise
Lucius, continuando a tenere la mano sulla sua spalla, guardandola bere la
pozione e rimettersi a dormire. Solamente quando fu sicuro che lei era nuovamente
addormentata, si alzò, e tirò le coperte sulle spalle della giovane.
Ristette un attimo a guardarla. C’era qualche cosa di
sbagliato col ritratto, ma non riusciva a capire cosa. Con un sospiro, si
piegò, posando un bacio sulla testa della giovane, come avrebbe fatto col
proprio figlio.
Risalì alle proprie stanze, sistemandosi nuovamente a letto,
ma dicendo a Cattive di chiamarlo se Jade avesse nuovamente problemi. La sua
mente stava andando alla deriva quando, finalmente, capì cosa mancava. Il petto
della ragazza era tremendamente piatto...ma il pensiero svanì nei sogni come si
addormentò.
Draco afferrò harry, aiutandolo
a superare un passaggio difficoltoso del boschetto del feudo.
“Qual è la questione?”
chiese Harry.
“So che ti stai divertendo
a giocare con mio padre. Ammetto che IO mi sto divertendo, ma non pensi che sia
ora di ritornare ad essere un ragazzo per un poco? Non c’è nulla da cui
nascondersi qui. Nessun fan o fanatici o reporter.”
Harry sorrise. “C’è una
cosa. Sai che con quello di stanotte, da quando mi travesto da Jade, ho avuto
solo cinque incubi?”
Draco lo guardò ad occhi
larghi. “Cinque? In tre settimane? Non pensavo che ti capitasse di fare due
notti senza incubi, dalla morte di Voldemort. Almeno non senza pozione Dreamless.” Poi, pensò attentamente a quello che l’amico
aveva detto. “L’ultima notte? Perché non mi hai svegliato?”
“lucius mi ha svegliato,
ed è rimasto finché non mi sono riaddormentato.” Lei rispose all’ultima domanda
prima. “E no, non sto avendo incubi. Voglio dire, non ho preso pozioni per
dormire. È come...se prendendo questa decisione, cambiando così totalmente...È
come se avessero portato via la...la pressione di essere Harry Potter. Era come
se, non importava cosa succedesse, io non potessi allontanarmi da ciò che ero
stato, quello che avevo fatto, quello che avevo visto. Ora posso.” Alzò la
mano, interrompendo Draco prima che potesse parlare. “Non sto fuggendo. Io so
chi sono, so quello che ho fatto; solo, riesco ad allontanarmi di un passo da
tutto, ad essere un poco più obiettivo. Per quello che riguarda sul perché io
mi vesta da ragazza...Mi piace. Davvero. Amo la sensazione della stoffa contro
la mia pelle, amo la sensazione di una gonna che svolazza attorno le mie ginocchia.
Mi piace il modo in cui mi sento...e godo del modo in cui mi trattano le
persone.”
“Non ti tratto in alcun
modo diversamente.”
“Oh si, lo fai”, rise
Harry. “Tu mi tratti come una ragazza della cui compagnia godi. Sei più
gentile, meno tagliente. Se fosse solo durante tuo padre era vicino, forse
potrei credere che fosse perché stavi aiutandomi ad imbrogliarlo, ma non è
così. Mi permetti di sedermi per primo, tieni la mia mano o il mio braccio
mentre camminiamo, sei più gentile.” Harry volse lo sguardo in giù, abbassando
la voce. Draco dovette tendersi verso di lui per sentire. “Forse...forse è manipolazione.”
Alzò lo sguardo, con occhi addolorati. “Smetterò, lo prometto.”
“No”, insorse Draco,
posando la mano sul braccio dell’altro ragazzo. “No, io capisco. Sei stato trattato
duramente da troppe persone, e troppo spesso. Se questo ti aiuta, allora va
bene. fai quello che ti fa felice. Solo...se puoi...”
“Si? Che dica la verità?”
“Penso che sia ormai ora
di dirlo a mio padre, non credi?”
Harry ci pensò, guardando
fuori nella foresta. Finalmente, fece di si col capo. “Posso accettarlo.
Probabilmente, avrei dovuto comunque tornare uomo domani,così dovrei dirglielo.”
“Davvero?” Chiese Draco,
alzandosi e porgendogli la mano automaticamente per aiutarlo. Spaventato si
fermò.
harry rise come Draco
fissò la sua mano, come se non l’avesse mai vista prima. “Vedi quello che
volevo dire? Lo fai automaticamente, perché io sembro una ragazza.”
Draco sorrise
furbescamente. “Non vorrai, anche se non sono interessato in alcuna ragazza, io
mi comporti meno che da gentiluomo.” Harry prese la mano dell’amico,
permettendogli di tirarlo in piedi. “Chiaramente, non vorremo certo che una
vera ragazza possa pensare che tu sia un idiota completo. Non al primo incontro,
almeno. Quello può aspettare finché realmente ti conosce.”
“Sai, qui io sono l’unico
che conosce l’uscita. Come l’ubicazione di ogni buca di fango e chiazza d’ortica.
Posso mostrarti dove sono? Ti mostrerò quanto *gentiluomo* io sia in realtà.”
“Non ce ne è bisogno. Sono
perfettamente a conoscenza di che genere di gentiluomo tu sia.”Ghignò Harry. “Come
pensi che reagirà tuo padre ad avere harry Potter in casa sua?”
“Oh, penso che sarà più
interessante vedere come mio padre reagirà a scoprire che Harry Potter è Jade Jameson.”
“Si, anche quello.”
“Non ho indizi. Ma non
penso che avrà problemi, a parte una certa sorpresa.”
“Molta sorpresa.”
“forse, avresti dovuto
dirglielo immediatamente.”Fu l’affermazione di Draco, sfacciato.
“Ehi, la metà dell’idea
era la tua!” Intervenne Harry.
“Io? Devi sbagliarti. io
sono un devoto figlio modello, non terrei mai un simile segreto con mio padre.”
Disse Draco, facendogli l’occhiolino.
“Quindi, io affermerò che
tu mi avevi detto che l’avevi informato”, ritorse Harry.
Draco pensò per un minuto
buono, prima di decidere che l’unica azione corretta era quella di fargli la
lingua.
“Indovino che scopriremo
come reagirà stasera. Non so come si sentirà Severus circa questo.” mormorò
Harry.
“Cosa centra Severus con
questo?”
“Non te l’ho detto? Gli ho
scritto dicendogli che sarei restato con te per un poco, e lui verrà a visitarmi
per il mio compleanno.” La felicità di Harry stava ardendo sul suo viso e nei
suoi occhi. Questo stava per diventare il più bel compleanno che lui avesse mai
avuto. Non era dai Dursley, e una persona desiderava stare con lui per nessun’altra
ragione che passare con lui il suo compleanno. Come, le cose potrebbero essere
migliori?
“Whoa!
Domani è il suo compleanno? E non potevi dirmelo prima?” Afferrò la mano di Harry
e cominciò a correre. “vieni, abbiamo molte cose da fare.”
“Cosa? Draco, cosa ti
prende?”
Arrivarono al feudo
velocemente, ma Draco sembrava pensare altrettanto velocemente. Continuò a
trascinare Harry dietro a se. Harry ringraziò la sua intelligenza per avergli
fatto mettere degli stivaletti per la passeggiata, altrimenti ora sarebbe sul
proprio sedere sul pavimento se avesse portato i sandali a tacco alto.
Finalmente, Draco si
fermò, e si rivolse ad Harry. “Se credi, anche solo per un momento, che non
avrai una festa, puoi ricominciare a pensare da capo. probabilmente siamo in
ritardo per fare molto, ma possiamo avere una torta e chiamare almeno un po’ di
amici.”
“Una festa?” bisbigliò
Harry. “una *vera* festa? Per me?” La voce impaurita di Harry, ricordò a Draco
come cattiva la vita dell’altro ragazzo era stata. Sapeva che Harry non aveva
mai avuto un presente prima che Hagrid si presentasse per il suo undicesimo
compleanno. Draco ricordò i suoi compleanni. grandi feste con tonnellate di
regali, molte persone e di solito molte torte diverse. Harry non aveva avuto
nulla del genere. Questa era l’opportunità di raccogliere gli amici per lui. Ed
anche se avrebbe dovuto convincere suo padre di permettere a mezzosangue e
innamorati di muggle di frequentare il feudo, anche muggle stessi, se la
Granger dovesse portare i suoi genitori, si sarebbe assicurato che Harry avesse
uno splendido compleanno.
“vai a divertirti, io devo
occuparmi di alcune cose.” Disse Draco, liberando la mano di Harry e dirigendosi
verso le cucine. Poi, si fermò, volgendosi nuovamente verso Harry. “Ricevi i
tuoi regali a mezzanotte, solitamente, vero? Ti spiace se aspetto con te?”
Harry scosse la testa
sbalordito alla premura dell’amico. “Affatto. Io... lo gradirei molto.”
Mancava una mezz’ora a mezzanotte quando Lucius rientrò a
casa. A causa di una emergenza al Ministero, era fuori di casa dalla mattina.
Vedendo un folletto, gli chiese, “Mio figlio sta dormendo?”
“Master Lucius! Moppy non sa dove
Domine Draco è. Moppy controllerà!” Pochi secondi più
tardi, ritornò. “Moppy è spiacente, Master Draco non
è nel suo letto!”
“Allora dov’è?” chiese stancamente l’uomo.
“Moppy non sa! Moppy
è un cattivo folletto perché non sa dov’è il giovane padrone! Moppy deve castigarsi!”
“Oh per la causa di Merlino!” Borbottò Lucius, dirigendosi
di sopra. Quello stupido folletto avrebbero potuto almeno controllare, prima di
andare a darsi le botte. Lucius sapeva perfettamente dove controllare per
primo, anche se, sinceramente, sperò di sbagliarsi. Per una qualche strana
ragione, *non* gli piaceva il pensiero di trovare il figlio nella stanza della
loro ospite a quell’ora della notte.
Il fatto che lui non conoscesse la giovane più di quando
l’aveva conosciuta, e quel poco che conosceva non l’entusiasmava,
l’infastidiva. La reazione che aveva alla giovane, l’infastidiva. Il fatto che
si riteneva troppo giovane per diventare nonno, l’infastidiva ancora di più. Il
fatto che avrebbe faticato a non bestemmiare il figlio se li avesse trovati *insieme*, era fastidioso.
Salì con calma, prendendo tempo, ma presto si trovò a stare
in piedi dinnanzi alla porta della camera degli ospiti. Non sapeva se realmente
volesse entrare, non sapendo che reazione avrebbe avuto se avesse *trovato* il
figlio là. Una luce sotto la porta, gli mostrò che almeno, non avrebbe dovuto
svegliare nessuno. Bussò.
“Entri.” La voce di Jade venne da oltre la porta,
immediatamente. Evidentemente, non aveva nulla da nascondere.
Lucius avanzò nella stanza, senza esitazione. Suo figlio era
davvero là, sedendo sul letto in pigiama e accappatoio. Jade...Jade era seduto
sulla banchina della finestra, con la stessa camicia da notte usata la notte
precedente.
Lucius non riuscì ad evitare di guardare il petto ricoperto
dalla camicia da notte di seta, ricordando qualche cosa circa la notte
precedente. Poi, si accigliò, fissando più accortamente, avvicinandosi. Il
torace sotto la camicia era piatto.
I suoi occhi scesero, ma una gamba in rilievo proteggeva la
modestia della gioventù. Finalmente, i suoi occhi si volsero al viso, privo di
trucco, un sorriso furbo sulle labbra che aveva fissato troppo spesso. Più su,
c’erano quegli occhi verdi, riempiti di trepidazione. Improvvisamente, pensò ad
un paio di occhiali su quegli incredibili occhi, occhiali spessi, e tutto si
schiarì nella sua mente. I suoi occhi scattarono in su, alla fronte della
ragazza...la faccia del ragazzo...una cicatrice a forma di saetta, molto
famigliare.
“Si, sig. Malfoy?” Harry si alzò in piedi, la camicia da
notte che arrivava appena alle cosce.
Lucius era senza parole, la mascella a terra. draco gettò
uno sguardo a suo padre, scoppiando a ridere. Lucius chiuse la bocca, e lo
sguardo shoccato, si trasformò in un’occhiata mortale. Suo figlio stava ridendo
di lui. Gli avevano giocato uno scherzo, facendolo sembrare ridicolo. Non gli
piaceva sentirsi ridicolo!
“Qualcuno potrebbe spiegarmi che cosa, per i nove inferni,
sta succedendo qui!!??????” Iniziò a voce normale, ma finì pressoché urlando.
Harry indietreggiò, ma tenne alta la testa. “Intendevo dirle
la verità oggi, ma lei non c’era.”
Lucius avanzò, facendo alzare Draco in reazione, la risata
che cessava. “Padre”, disse in avvertimento.
“Va bene, Draco, non mi farà male.” La voce di Harry era
forte e sicura.
“ Sei sicuro di quello?” Disse Lucius, quasi facendo le
fusa. “Mi hai ingannato da quando sei arrivato, nascondendo la tua vera
identità, *mentendo* a me. Per quale motivo non dovrei essere arrabbiato,
esasperato , furioso verso di te?”
Harry inarcò la testa. “Forse dovresti esserlo. Avrei dovuto
dire la verità prima, lo so. Mi dispiace”, bisbigliò.
Lucius avanzò ulteriormente, abbastanza vicino da poterlo
toccare quasi. “Dimmi perché non dovrei buttarti fuori da questa casa, per
avermi mentito.” Ringhiò.
“Padre, non puoi!” Guaì Draco. Non ricevette nessuna
attenzione dai protagonisti del dramma.
“Perché...perchè lei capisce”, mormorò Harry. “Lei capisce
quello che significa voler scomparire. Lei capisce cosa significa voler essere chiunque
altro che se stesso.” Avanzò, mettendo la mano sulla guancia dell’uomo, prima
che questi potesse spostarsi. “Lei ha la sua maschera dietro cui nascondersi,
la maschera del mago freddo, controllato, scuro. Io ho Jade.”
La mano di Lucius arrivò a quella di Harry, allontanandola,
ma senza lasciarla. “Ancora non spiega perché mi hai ingannato per tutta la
settimana passata. Se pensi che io possa capire, perché non mi hai dato l’opportunità?”
“Perché...gli piaceva Jade”, bisbigliò Harry.
“E non pensavi che potesse piacermi anche Harry?” La sua
voce aveva perso il tono duro.
“Non sono molte le persone a cui piace.”
“Ed a che punto hai cominciato a credere che io avrei accettato
il tuo aspetto *normale*?”
Draco stava osservando, quieto, i due. Aveva compreso che in
tutto ciò, lui non centrava. Se suo padre avesse allontanato, ora, Harry, gli
avrebbe fatto molto male...e lui sarebbe andato via...Harry era stato felice li
con loro, e Draco non voleva perderlo. Né voleva perdere la felicità provata
nell’aver vicino il suo migliore amico. Il feudo poteva essere molto solitario
per un unico bambino. Ma più di tutto, non voleva che ciò che stava nascendo
tra suo padre e il suo miglior amico potesse rovinarsi.
Guardando ai due, capì anche che vi era più di quel che
sembrava. C’era la capacità di comprensione che non ci si aspetterebbe tra un
adolescente e qualcuno vecchio abbastanza per essere suo padre. Perché Harry...stava
sorridendo.
Gli occhi di Lucius si addolcirono in risposta, e sorrise in
ritorno. Si, era stato adirato, ma era dovuto soprattutto al fatto di essersi
sentito ridicolo. Una volta che si era calmato, si ritrovò a sentirsi divertito,
e orgoglioso, anche. Erano stati capaci di imbrogliarlo per un lungo tempo, un
atto di valore sorprendente. Questo diceva molto sull’abilità di Harry.
Lucius non riusciva a distogliere gli occhi. La seta faceva
risaltare il torace duro del giovane, come lo svolazzare della camicia, metteva
in risalto le cosce. Era davvero molto erotica come immagine. L’uomo si ritrovò
a ringraziare il cielo per portare ancora gli accappatoi da lavoro pesanti, che
gli permettevano di nascondere di nascondere l’evidenza. Una rapida occhiata in
giù, comunque, non mostrò segnali che il giovane sentisse la stessa cosa.
Questo era Harry Potter. Ancora era, molto evidentemente,
Jade.
Jade, che lo stuzzica, amoreggia con lui e vive in casa sua.
Quello che era stato spaventato da lui e che aveva calmato dopo un incubo,
tenendogli compagnia fino al suo riaddormentarsi. Questo era Harry Potter, che
aveva vinto il Dio Oscuro, che sapeva quello che era stato ed ancora aveva
fiducia in lui. La notte precedente assunse una nuova dimensione. Il fatto
Jade, che aveva avuto paura di lui ed era stata abusata, aveva poi dimostrato di
aver fiducia in lui tanto da accettare la sua vicinanza finché si era
riaddormentata. Era, in qualche modo, molto soddisfacente il fatto che *Harry
Potter* aveva avuto tale fiducia in lui. Quella sensazione aveva alleviato la
rabbia per la menzogna. Il fatto che era un ragazzo invece di una ragazza, poi,
era ancora meglio. C’era inoltre il fatto che era perfettamente consapevole che
suo figlio era etero, quindi tutti i suoi pensieri su i due insieme, erano estremamente
improbabili. E c’era chiaramente, il fatto che le lunghe gambe di Harry erano nude
ed il resto di lui era coperto solamente da seta grigio-argento.
Harry si trovò molto, molto felice per portare la speciale
biancheria intima. Aveva deciso di metterla dato che stava aspettando Draco.
Malgrado tutto, era stato spaventato dalla reazione di Lucius. L’idea di permettergli
di scoprirlo in quel modo, gli era venuta nel sentire bussare alla porta, decidendo
rapidamente di farlo. Forse non era il modo migliore, ma non era riuscito a
trovarne uno migliore, specialmente dopo che Lucius era rimasto fuori per la
maggior parte del giorno. Non aveva temuto dal lato fisico; Lucius aveva
dimostrato di poter essere pericoloso, ma anche di esser capace di gentilezza. Sapeva
che l’uomo aveva ragione di sentirsi irritato, ma l’irritazione non si era mai
trasformata in ira. L’ira era irriflessiva, ma la rabbia aveva pensiero dietro
ad essa, e Harry non aveva mai temuto che Lucius gli facesse del male finché
poteva pensare. La rabbia non era durata a lungo e poi era venuto il desiderio.
L’occhiata negli occhi di Lucius, aggiunto al suono della sua voce sexy...nella
sua stanza nel mezzo della notte...tutto si accumulava in un adolescente molto
eccitato. Fortunatamente la biancheria intima nascondeva
i...pezzi...incriminati, anche se era molto incomodo trovarsi così...duro
portandoli.
“Quindi, per quale motivo mio figlio si trova nella tua
camera da letto nel bel mezzo della notte?”
“Stiamo aspettando, padre”, disse Draco.
“Aspettando cosa?” Lucius dovette ammettere che non capiva.
“Aspettando...” Draco guardò all’orologio. “Ora.” Si alzò,
dirigendosi verso Harry, e lo abbracciò. “Buon Compleanno, Harry.”
“Grazie, Draco”, mormorò Harry, con le lacrime agli occhi. Quella
era solo la seconda volta che aveva sentito tali parole rivolte a lui. Le
assaporò pienamente.
“E’ il tuo compleanno?” Chiese Lucius, sorpreso. Draco si
avvicinò alla finestra, guardando fuori dalla finestra, lasciando Harry ad
affrontare il Malfoy più vecchio da solo.
“Si, signore”, fu la risposta sommessa.
“Bene, allora, Buon Compleanno Harry.” Per un attimo, sembrò
che Lucius stesse quasi per abbracciarlo, e Harry si ritrovò a tendere verso il
più vecchio uomo.
La voce di Draco interruppe qualsiasi cosa stesse per
succedere. “Cerca di prenderlo!”
Harry si allontanò, iniziando a ridere. “Provaci! Consegnare
la posta vuol dire che devi cercare di fermarlo!” E iniziò a rincorrere il
piccolo gufo, mentre Draco si occupava degli altri gufi. Lucius li aiutò a
liberarli dai pacchi.
Lucius si giro verso Harry, che trionfante, mostrava un piccolo gufo. Sembrava
così trionfante che Lucius dovette trattenersi dal
baciare il giovane. Ora che sapeva che la ragazza che
l’aveva attirato, tale non era, l’attrazzione
continuò a crescere.
Mentre Harry conteneva tra le braccia il piccolo gufo,
Draco lo liberò dalla lettera legata alla sua zampa. Con un gesto, Draco raggruppò
i regali, e stava dirigendosi verso la porta.
“Hei!” Gridò Harry. “Quelli
sono i miei!”
Draco ghignò
selvaggiamente, fino a che non si accorse dello sguardo presente nei suoi
occhi. Mormorando una maledizione, diede i pacchi a suo padre e abbracciò il ragazzo.
“Non sto togliendoteli, Harry. Te lo prometto. Non farei mai una cosa simile,
lo sai.” Gli fece girare la faccia, ancora attenta ai
regali. “Quelli sono i tuoi, nessuno li porterà via.”
“Allora, perché?” il tono
di Harry fu come un pugno nello stomaco per i due Malfoy. Lucius dovette
trattenersi dal lasciar cadere i pacchi e correre ad abbracciare il giovane. Per
Draco, era anche peggio. Diversamente dal padre, lui sapeva quale era stata la
vita di Harry che cosa quei regali significavano. Non per quello che erano, o quello che valevano, ma semplicemente come prova
che lui aveva amici che si curavano di lui.
La sua voce era dolce e
tranquillizzante quando rispose. “Perché i regali devono
essere aperti alle feste di compleanno, non credi? Non pensi che sia meglio
aprirli davanti alle persone che te li hanno regalati? Non pensi che gli piacerebbe
vedere la gioia della scoperta sul tuo viso?”
Harry si asciugò gli
occhi. “L’intendevi davvero?”
“Certamente. Quando mai ho detto qualcosa che non volevo dire? Anche
se...c’è davvero un regalo che dubito tu voglia aprire
davanti ai tuoi amici. Non senza che tu debba dare molte spiegazioni.” Da sotto il letto, trasse un pacco, e lo consegnò
ghignando dannosamente.
“Perché,
all’improvviso, provo apprensione?” rifletté Harry, permettendogli di distrarlo.
sapeva che i regali, solitamente, venivano aperti alle
feste, ma lui non ne aveva mai avute prima, non poteva pretendere che si ricordasse,
no?
“Avanti, aprilo”, l’esortò
Draco.
Harry si sedette all’orlo
del letto, cominciando a scartocciarlo attentamente. Aveva imparato, grazie all’annosa
amicizia coi gemelli Weasley, che qualche volta conveniva
esser cauti nel lacerare i pacchi. Inoltre, i regali dovevano essere gustati.
Guardando all’espressione di Draco, seppe che c’era qualche cosa che poteva essere
l’equivalente di uno dei trucchi dei gemelli. Attentamente,
aprì la scatola, per restare confuso dal contenuto.
Dentro vi era un qualcosa
di stoffa. Con cautela lo toccò. Immediatamente la sua faccia si aprì in un
sorriso. E’ probabile che non sapesse quello che era,
ma sembrava bello. L’estrasse e lo tenne davanti a se. Ed
arrossì. Sodo.
Gli occhi di Lucius si
accesero in concupiscenza come vide il ragazzo dagli occhi verdi, tenere un babydoll di seta verde con piume nere che ornano l’orlo. Il Malfoy
più vecchio non aveva compreso, prima di questa notte, che un bel ragazzo vestito
come una ragazza potesse eccitarlo. Si sarebbe
aspettato che un maschio sembrasse sciocco nei panni di una ragazza,
ma Harry aveva dimostrato il contrario. Ora, immaginando il ragazzo di
fronte a lui, vestito in nulla oltre a quel microscopico babydoll,
divertimento era l’ultima parola che avrebbe usato. Svegliando, allettante,
adescante, irresistibile, ingannevole e seducente...oh si. Strinse più forte i
pacchi, per impedirsi di afferrare selvaggiamente il ragazzo che stava arrossendo
di fronte a lui. Il suo fissare fu interrotto da suo figlio,
che l’aveva guardato ridacchiante.
“Volevo trovargli qualche
cosa che avesse il simbolo dei Malfoy, ma non mi hai
dato molto tempo. Ho spedito un gufo al negozio in cui siamo
stati l’altro ieri. Quindi? Intendi mostrarci
come ti sta?”
Harry lo rimise nella
scatola e sfolgorò all’amico. “Io penso proprio di no.”
“Dai, l’ho comprato
apposta per te, non pensi che ho diritto a vedere come ti sta?”
Lucius aveva il desiderio
di gridare “NO.” Lui era l’unico che doveva avere il diritto
di vedere Harry in simili vesti. Decise di dire “Credo
che abbia detto di no, Draco. Ora dovremmo permettergli di andare a dormire.
Domani, ovvero tra non molto, sarà un gran giorno.
Buon Compleanno Harry, ci vedremo a colazione. Avete ancora molto da spiegare.
Entrambi.” Con quello, lasciò la stanza.
Draco diede la buonanotte
e seguì il padre fuori della stanza. Una volta fuori, sorrise al padre. “Stai sbavando.”
Lucius sfolgorò al figlio.
“Ehi, io non ho problemi.
Penso che voi due siete fatti l’uno per l’altro. Solo sii accurato.” La sua voce era dura e decisa, causando uno sguardo
sorpreso da Lucius. “Se gli farai del male, Severus ed
io, ti faremo desiderare che Voldemort avesse scoperto che eri una spia. Capito?”
“No, non capisco. Io non
capisco perché sei così protettivo. Non capisco perché si sia spaventato così
per i regali. Sono stato paziente, aspettando che uno di voi sia
pronto per parlare, paziente più che abbastanza.”
“Hai scoperto il grande segreto”,Draco sospirò. “Se vuoi gli altri”, disse mentre raggiunsero l’atrio, “dovrai chiederglielo. Ha
fiducia in te, l’ha dimostrato oggi, e se gli chiedi, probabilmente avrai la
risposta. Quello che *devi* capire, è che la sua vita prima di Hogwarts era un
inferno, e non diventò molto migliore dopo. Davvero
quest’estate ha pensato...” La sua voce si abbassò.
“Spiegherà che cosa?”
Lucius appoggiò i pacchi su una delle tavole, facendo una nota mentale di dire
ad uno dei folletti di mettere i regali al sicuro. Aprì
la porta della stanza di Draco, seguendolo dentro.
“Quando
disse di aver considerato il pensiero di uccidersi. So quando
avvenne.” Draco si sedette sgraziatamente sul letto. Il volto sorpreso dell’uomo,
fece la domanda in cui non mise parole. Draco sospirò. “Era approssimativamente
tre giorni dopo l’incidente ad Hogsmead. Sin da
allora, il suo padrino finalmente venne riconosciuto
innocente, non desiderava altro che poter vivere con lui durante l’estate. Ma
il Ministero non considerò Black un guardiano accettabile, decidendo che gli anni passati prima come carcerato ad Azkaban e poi in
fuga, lo avessero lasciato mentalmente instabile. Remus Lupin cercò di
subentrare, ma in quanto lupo mannaro, venne rifiutato.
Quindi, Harry e Severus cercarono di poter stare
insieme. Non sapevamo che saremmo incappati in Voldemort e Pettigrew.
Severus aveva cercato di portare Harry ad Hogwarts. Ma quel vecchio sciocco di Dumbledore, convinse il Ministero
che Severus aveva del lavoro alla scuola per l’estate, e che Hoigwarts era pericoloso per Harry a causa dei reporter. Tutto
questo, nella settimana dopo l’incidente di Hogsmeade. Sapevo che era depresso,
ma non avevo compreso quanto. Nessuno di noi lo comprese.”
Sfrego il viso con le
mani. “Guarda papà, parlagli dopo colazione. Ti
parlerà, se gli chiedi. Chiedigli della sua vita, ma non chiedergli
ancora delle cicatrici. Ecco, chiedigli del suo decimo compleanno...Penso che
capirai perché io *farò* una festa per lui domani, con o senza il tuo aiuto.”
“Sai che hai il mio aiuto,
bambino. E seguirò il tuo consiglio sul parlare con Harry
domattina. Che piani hai per domani?”
“Ho pensato che potremmo fare una festa sul prato in riva al lago. E’ ancora
nei confini del feudo, così non dovremo preoccuparci circa ospiti non invitati,
ma non troppo vicino al feudo perché ci siano persone che vagano dove non devono.
I folletti stanno prendendosi cura del cibo e preparando il necessario. I
regali sono qui, eccetto per il tuo ed io devo ancora
trovare qualcosa che possa dargli di fronte agli altri. Soprattutto abbiamo bisogno sono portkey per i weasley, Granger, Black e
Lupin.
Severus sarà qui circa
alle undici, così penso che la festa sarebbe bene
farla alle due, che te ne sembra?”
“Quello va bene.” Lucius
posò la mano sulla spalla di Draco, dandogli una stretta. “Va
a dormire, penserò io ai portkey. Potrai spedirli domattina.” Poi si diresse
alla porta. “Un’ultima cosa”, Draco guardò curioso. “Perché
una ragazza?”
“perché
nessuno lo riconosce così. Pensavo che l’avesse detto. E
gli piace. Va bene per te? E’ probabile che decida di farne un modo di vivere.”
“Voglio parlarne, ma non
ho problemi se è ciò che vuole”, ammise Lucius. “E’ probabile che mi ci voglia
un poco di tempo per abituarmi al fatto che sotto le sembianze di quella bella
ragazza c’è un bel ragazzo.”
“Ehi, per te è meglio dell’altro
modo.” Disse Draco, sorridendo un poco stancamente.
“Buona notte, Draco.”
Lucius lasciò la stanza, determinato a creare i portkey di cui bisognava Draco,
per poi concedersi un poco di sonno, senza pensare al
ragazzo in quel piccolo babydoll verde.
Nota: ringrazio chi con pazienza
fa commenti alle mie traduzioni, sono sempre bene accetti. Per quanto riguarda
a Donnasole, hai ragione, non era corretta, ma risono
sbagliata e ho mandato la versione non corretta. Mi scuso e spero che questa
sia più soddisfacente.
Bran
cap.13
La mattina seguente, c’era un
ragazzo che sedeva dove si era sempre seduta una
ragazza per le ultime settimane. Lucius l’osservò attentamente, tentando di
vedere le somiglianze tra Jade ed Harry. E c’erano,
sebbene fossero più che altro dei manierismi. Gli occhi verdi di Jade
dominavano il visodella
giovane, mentre gli occhiali di Harry li nascondevano. Per un attimo si chiese
come potesse vedere senza gli occhiali, poi si ricordò che c’era un congegno di
muggle, un qualcosa che davvero veniva posto *sugli*
occhi delle persone, pazzesco a suo personale giudizio. Doveva ricordarsi di
chiedergli se desiderasse la riparazione della vista.
Gli occhiali erano nuovi,
migliori di quelli che aveva usato prima. Le labbra di Jade erano, solitamente,
tese in un leggero sorriso, mentre Harry tendeva ad essere più malinconico. I
cappelli di Jade ondeggiavano sulle spalle, mentre per Harry,
erano tirati ermeticamente in una coda di cavallo, alla schiena del suo
collo.
Vi erano poi, cose che,
nonostante le differenze, erano le stesse. Il modo in cui
Harry sedeva con il gomito sulla tavola e le dita che toccavano le labbra.
Il modo in cui inclinava il capo verso la persona con cui
stava parlando. I timidi sguardi che dirigeva
verso di lui, quando pensava che non stava guardando. Sguardi che, a volte, Lucius
ritornava.
Poteva accettare che Harry e
Jade fossero la stessa persona?
Si, poteva.
Era un problema se Harry decideva
di passare il resto dell’estate come una ragazza? Specialmente se Draco fosse
deciso ad assecondare il volere di Harry? Quella domanda prese un poco più di
tempo, ma finalmente arrivò alla decisione di no, che non ci sarebbero stati
problemi.
Harry era bello, nessuna
questione quello che sembrava. Sorrise al pensiero di poter
accompagnare Harry a ristoranti o eventi al Ministero. Anche se,
probabilmente, la differenza d’età, provocherebbe più di una occhiata
accigliata. Ma sempre meno problemi che se ad accompagnarlo
fosse un ragazzo. Non che lui esiterebbe, se la persona fosse importante
per lui; e al diavolo la mentalità conservativa, bigotta e puritana dei membri
del Ministero.
Notando che ormai tutti avevano
finito di mangiare, si alzò in piedi. “Harry?” Aspettò finché il ragazzo si
volse verso di lui. “Gradirei parlarti nello studio, se hai tempo.” Era probabile che suonasse come una richiesta,
ma entrambi i giovani sapevano che era un ordine. Harry non avrebbe
potuto evitarlo.
Harry si rassegnò. “Si,
signore.”
Lucius aspettò che Harry si
alzasse, poi si diresse verso l’ufficio, facendo
strada. Al suono della risata del figlio, si fermò. Girandosi verso Draco, gli
lanciò uno sguardo freddo. “Cosa c’è di così divertente?”
Draco scosse la testa, ridendo
quietamente. “Solo che quello che ha detto Harry era vero. Ieri, l’hai aiutato
ad alzarsi ed hai camminato accanto a lui, solo perché sembrava una ragazza. Domani,
quando avrà di nuovo i suoi abiti femminili, scommetto che lo farai nuovamente.
Oggi, sembra un ragazzo, così non ti preoccupi di farlo. Un uomo tratta, realmente,
in modo differente le donne.”
Harry ghignò verso l’amico.
“Drakie, vuoi forse che ti aiuti ad alzarti? Suona come se fossi geloso.”
“Nei tuoi sogni Potter”, Draco
si alzò del tutto da solo. “Vai prima che si arrabbi. Oh, Potter?” Harry, che
aveva iniziato a camminare verso la porta, si girò a guardare nuovamente l’amico.
“Buon Compleanno.”
“Grazie, Drake”,
mormorò Harry, e si allontanò.
Giunto al suo ufficio, Lucius
sedette alla sua poltrona preferita. Fatta di pelle di
dragone, era incantata in modo che si forgiasse nelle forme dell’occupante,
prendendo in esame anche il suo umore. Se questi era
preoccupato, diverrebbe morbido, caldo e massaggerebbe le membra. Se fosse pensieroso, come oggi, diverrebbe più teso e
fresco.
Una volta accomodatosi, guardò
all’ospite. Harry sembrava preoccupato, mordicchiandosi il labbro in
trepidazione. Avrebbe voluto essere lui a mordere il labbro del giovane, ma
questo non era il momento per pensare a cose simili.
“Ti siederai?” Chiese tranquillamente. Harry fece cenno di si,
ma non sedette. Dopo alcuni momenti, il mago più vecchio, si stancò di
aspettare. “Siedi”, ordinò. Harry, immediatamente, obbedì, sorpreso della
propria obbedienza. Lucius lo notò. Se funzionava anche per altri
ordini...potrebbe essere un interessante risvolto
della faccenda. MOLTO interessante.
Archiviò la cosa per pensarci
più tardi. Fissando lo sguardo sul ragazzo, decise di
cominciare con una domanda facile. “Allora, da dove viene il nome?”
Harry sorrise furbescamente. “Me
lo diedero i miei genitori. Il suo chi lo scelse?”
Lucius era contento di vedere quella
scintilla d’impudenza. Valore e coraggio erano una parte importante dei
Gryffindor e, soprattutto, di Harry Potter. Anche se non era
certo spiacevole vedere quelle qualità temperate da astuzia ed il buon senso,
la mancanza dei quali però, era caratteristica innata nei Gryffindor.
Ma nessuna emozione
si riflesse sul suo volto. Sotto il suo sguardo implacabile, il giovane
cominciò a dimenarsi sulla poltrona d’innanzi a lui. Harry sfolgorò al più
vecchio uomo, ed aprì la bocca per parlare. Poi, si fermò. Si dimenò un poco ulteriormente, prese un profondo respiro, per
poi rilassarsi.
Il silenzio era teso,entrambi osservavano l’altro, quasi non desiderassero altro
che fissarsi per il resto della mattinata.
Lucius considerò di lasciare la
vittoria a Harry. Era uno sforzo più che decente per uno che non era un Malfoy,
e soprattutto, non serviva ad avere delle risposte.
In ogni modo essendo un Malfoy,
e i Malfoy non perdevano a meno che potessero
guadagnarci qualcosa, e non era questo il caso, non poteva farlo. Aveva bisogno
di mantenere una posizione di forza, in questo discorso. Decise di usare
l’inganno, un modo di agire molto ‘Malfoy’.
La maggior parte delle persone
pensava che bisognasse una bacchetta e parole speciali per fare la magia. Affermazione
non vera. La bacchetta, le parole, erano per l’uso, come attrezzi, per l’inetto
o il debole. Vero, avevano la loro utilità, rendendo la magia più facile e più
facilmente focalizzabile, ma quello di cui avevi realmente bisogno, era una
volontà forte, l’abilità di focalizzare e una vivida immaginazione perfettamente
sotto controllo. Lucius Malfoy aveva tutte e tre queste capacità. Nè la sua faccia o né il corpo, mostrò la concentrazione
che stava usando per dirigere un piccolo incantesimo al suo sfidante. Dovette dare
del credito ad Harry per riuscire ancora a sedere, più
o meno compostamente, per un altro pieno minuto, prima che divenne troppo per
lui. Harry, improvvisamente, iniziò a contorcersi sulla poltrona, tentando disperatamene
di grattare l’improvviso e persistente prurito che era germogliato sulla sua scapola
sinistra.
Anche se guardare i contorcimenti di
Harry atti a far raggiungere la mano al prurito, lo strofinarsi contro lo
schienale della poltrona, era alquanto divertente, era anche dannatamente erotico.
Era meglio smettere. Era duro tentare di mantenere una conversazione decente,
quando tutto ciò a cui riusciva a pensare era il vederlo contorcersi sotto di
te. Preferibilmente con meno vestiti. Forse con il solo presente di Draco.
Cercando di gettare
il pensiero fuori della sua mente, pose un’espressione di rassegnato divertimento
sul proprio volto.
Spostò un divano d’innanzi alla sua poltrona, poi chiamò
Harry. Con un’espressione ansiosa, Harry si lasciò cadere con un tonfo in giù
sul divano, la spalla nella posizione corretta per le forti mani -con unghie
con perfetta manicure - di Lucius per lavorare. Harry sospirò in sollievo. Il
prurito pian piano, scemò, fino a scomparire. Tuttavia, non aveva nessun’intenzione
di dire al più vecchio uomo di smettere.
“Il nome?” La voce di Lucius lo richiamò
alla realtà. Solamente un atto di volontà, gli permise di resistere alla sua setosita di quella voce.
“Beh, molte persone scelgono la
versione femminile del proprio nome ma Harriet?
Sembro davvero un’Harriet, a lei?”
Lucius ridacchiò, le mani che
ormai lisciavano dolcemente le spalle del giovane. “Hai ragione, Harriet non sarebbe la mia prima scelta.”
“Né la
mia. Ho pensato di usare la versione femminile del mio nome medio, forse Jamie. Avrei potuto vivere con quel nome, credo ma...Non so, non mi sembrava corretto usare il nome di
mio padre. Aveva un figlio non una figlia, sa?” Non
aspettò una risposta. “Stessa cosa usando il nome di mia madre. Uno degli amici
di Jeri suggerì Emerald,
per i miei occhi, ma nessun’altro pensava che fosse
una buona idea. Poi Denise suggerì Jade. Mi piacque. Era esotico, ma ancora mi
descriveva. Come per il resto, volli tenere il collegamento con i miei
genitori, Lily non andava, perché Jade Lyli suonava
come il nome di un ristorante cinese”, alla sua risata si unì quella di Lucius
per un momento. “Così decisi su Lilith invece di
Lilion. Mi piacque di più. E Jameson...Il figlio di
James.”
“Molto ben pensato”, mormorò
Lucius. Harry, tentò con tutte le sue forze di trattenersi dal dimenarsi come
un cucciolo eccitato al piccolo encomio. Gli encomi erano qualcosa a cui non
era abituato, e li considerava uno dei regali più preziosi che potesse ricevere, specialmente venendo da qualcuno la cui
opinione voleva dire molto per lui.
“Per quale motivo credi di aver
bisogno di una tale maschera?” Chiese Lucius.
Harry ci pensò per un lungo
momento, poi disse, “Quando dissi che Jade era la mia
maschera, non ero completamente onesto. Solitamente si porta una maschera per
nascondersi, mentre Jade mi permette di mostrarmi.”
“Stai affermando che sei
realmente una ragazza?” Chiese Lucius, aggrottando un sopracciglio, anche se
Harry, ancora voltato, non era in grado vederlo. “Ci
sono pozioni ed incantesimi che possono prendersi cura del problema, se così
desideri realmente.”
Harry rise. “Non era quello che
volevo dire. Non intendevo annunciare che io sono realmente
una ragazza”, vi fu un sospiro di sollievo, silenzioso, di Lucius. “Intendevo
che...Cosa ha pensato la prima volta che ha visto
Jade?”
Lucius fu sorpreso alla domanda,
ma rispose. “IO pensavo che fossi molto bella, e che mio figlio avesse buon
gusto.”
“Null’altro?”
“Cos’altro
c’era?”
“Precisamente.” Lucius era confuso, ma Harry continuò prima che potesse ammetterlo.
“Lei non aveva preconcetti su chi o quello che era. Lei guardò a me, vedendo un
adolescente. Sicuro, lei vedeva una ragazza, ma ancora più importante, vide di
me più di quanto chiunque ha visto in un tempo molto lungo. Almeno basandosi su
di un’impressione. Era possibile perché non stava guardando Harry Potter. Quando si arriva al dunque, Harry Potter non è nulla *se non*
nozioni preconcette. Nessuno guarda a me e vede una persona. Loro vedono prima
una cicatrice. Vedono la speranza o il Redentore del Mondo Magico. Vedono mio
padre. Di quando in quando vedono un capriccio o un nemico.
Loro non mi vedono. Harry Potter non può fare qualsiasi cosa che le loro
nozioni non accetterebbero. IO non potei essere uno Slytherin, perché si supponeva
che io sia un bravo ragazzo. In ogni modo, se faccio
qualsiasi cosa contro l’immagine d’eroe, io sono il peggiore dei ragazzi, finché
non salvo il mondo...di nuovo. Io non posso temere qualsiasi cosa, io
sono Harry Potter. Non posso volere qualsiasi cosa di più di quello che ho già,
perché io sono Harry Potter, e Harry Potter è felice con quello che ha. Non
posso provare dolore, perché cosa mai potrebbe fare
male al Ragazzo Dorato?
Nessuno guarda a Jade e dice
‘Lei non può essere spaventata, lei non può
desiderare, lei non può sognare.’ Nessuno guarda Jade e vede qualcosa di più di
un’adolescente. Loro guardano Jade e vedono una persona. Chi guarda a Harry
Potter, vede una persona? Draco, Severus, Hermione...chi altro? I Dursley non
lo fanno certamente. Vedono un capriccio. Dumbledore non lo fa. Lui vede un attrezzo.
Sirius, per quanto lo ami, non lo fa. Lui vede un
collegamento a mio padre. Ron? Qualche volta, ma ancora vede troppo il Ragazzo
Dorato. Anche dopo tutto questo tempo.” Harry sospirò.
“Per quanto suoni strano, Jade mi rende più vivo di
quanto possa fare Harry Potter.”
Lucius sedeva accanto a lui,
semplicemente accarezzando dolcemente i muscoli della spalla di Harry, pensando
a quello che gli aveva detto. Lui capiva. La sua maschera comparve perché nessuno,
in lui, vedeva altro che un Malfoy.
Alla lunga,
aveva iniziato a godere nell’esser trattato come un Malfoy invece di Lucius,
almeno da quelli che aveva considerato inferiori. Comunque,
era venuto a pensare che esser considerato buono, era duro quanto esser
considerato cattivo. E trovare un modo per riuscire ad
esprimere le emozioni che il mondo aveva deciso che non potevi avere,
probabilmente era una scelta migliore che diventare così freddo da non esser
sicuro d’averle.
Lucius aveva trovato parecchio
su cui pensare negli ultimi minuti, ma c’era un’successiva domanda a cui bisognava
rispondere. Lucius, dolcemente, spinse sulla spalla che stava accarezzando, facendo
girare il giovane verso di lui. “Dimmi del tuo decimo compleanno”, chiese.
Tutte le tracce d’allegria o
piacere erano completamente svanite dal viso del giovane. La spalla che ancora
stava toccando, s’irrigidì, ed i suoi occhi divennero duri e addolorati. “Perché vuole sapere?”
“Serve a conoscerci l’un l’altro, e ho l’impressione che questo sia qualcosa che devo
conoscere. Credo, inoltre che sia qualcosa tu abbia bisogno di raccontare.” Il sedicenne lo guardò, incerto, così Lucius aggiunse,
“Crederò a ciò che dirai, lo sai.” Harry lo fissò,
scioccato. “Qualunque cosa che tu dirai, io ti crederò. Io ti vedo Harry.”
Decidendo di distogliere l’attenzione del giovane da quella linea di pensiero,
continuò, “Se risponderai, potrai farmi qualunque domanda che vorrai, ed io risponderò.”
Harry trasse un profondo
respiro, per poi accennare col capo. Lucius osservò il modo in cui gli occhi
del ragazzo evitavano i suoi. “Ti sentiresti meglio nel non guardarmi?” Il
cenno era così piccolo, che sarebbe potuto andare a vuoto, se non fosse perché stava osservandolo così attentamente e da vicino.
Harry si giro nel divano, chiudendo gli occhi. Lucius, sentì il desiderio di
aiutarlo. Mise le mani sulle sue spalle, decidendo di massaggiargliele
nuovamente. Non si aspettava il sobbalzo o gli occhi impauriti di Harry, che si
volsero improvvisamente verso di lui. Harry lo fissò per un
lungo momento prima di rimettersi nuovamente giù e lasciare che le mani
del più vecchio uomo comincino a lavorare sui nodi nelle sue spalle.
“Dimmi”, comandò dolcemente
Lucius.
“Il mio decimo compleanno”,
Harry sospirò piano. “Cosa vuole sapere?”
Nota:
ringrazio chi con pazienza fa commenti alle mie traduzioni, sono sempre bene
accetti. Per quanto riguarda Donnasole, hai
ragione, ho mandato la versione che non era corretta. Mi scuso,
horipostato il capitolo precedente corretto. Spero che sia migliore.
Bran
cap.14
Harry sospirò piano, in
modo che l’uomo non pensasse di smettere il massaggio, poi avviò a parlare in
maniera distaccata. Che da sola, era abbastanza per
far capire a Lucius che non era una buona memoria. Non che ebbe bisogno di tale
suggerimento.
“Mia zia Petunia mi
svegliò come al solito per preparare la colazione.
Senza volerlo bruciai due pezzi di pancetta affumicata. Chiaramente, mi
picchiarono, ma almeno mangiai i due pezzi di pancetta. Ne valeva la pena.
Riuscii anche a tostare un pezzo di pane e a farlo scivolare in tasca prima che
ritornassero nella stanza. Quella era
l’unica cosa buona nel portare i vestiti di seconda mano di Dudley, avevo
molti luoghi per nascondere le cose. Sia gli zii che
mio cugino si assicurarono di mangiare tutto ciò che c’era nei loro piatti,
così io non avevo neppure gli scarti per arricchire la mia colazione. Dopo di che lavai i piatti, per poi occuparmi dei lavori domestici.
Riuscii a mangiare il pane, mentre annaffiavo il prato posteriore alla casa,
bevendo un poco d’acqua dal tubo di gomma.” Harry si
fermò un momento. “Sta facendomi male.” La sua voce
non suonò differente dal tono usato in precedenza, come se stesse parlando del
tempo.
Lucius bestemmiò
silenziosamente. Già era sull’adirato andante. Non si era reso conto che aveva
aumentato la presa, stringendo la carne del giovane. “Sono spiacente”, e allentò
la presa delle mani.
Harry sospirò. “Non è
nulla.”
Di quello si trattava.
Sembrava che se facesse finta di non pensarlo importante, allora davvero non lo
era. Lucius non intendeva lasciare passare la cosa. Senza nessun avvertimento,
afferrò il giovane per la vita, lo alzò (lo colpì che fosse così leggero, ma
dopo quello che aveva sentito, non era troppo
sorprendente) e lo tirò nel suo grembo. Senza badare alla rigidità del giovane
nelle sue braccia, sistemò il ragazzo comodamente come poteva, girandolo in modo tale che potevano guardarsi nella faccia.
“Al contrario”, disse
l’uomo, assicurandosi di non alzare la voce. “Non dovevo farti male. Avrei
dovuto controllarmi meglio. Nessuno ha il diritto di farti male. Mai. Non io,
non tuo zio, nessuno.”
“E’ adirato”, bisbigliò
Harry.
“Si,
lo ero. Lo sono ancora. In ogni caso, non con te.”
“Non è adirato che rubai
del cibo?” chiese Harry, volgendo altrove lo sguardo.
Lucius afferrò il mento
del ragazzo, facendo in modo che i loro occhi si incontrassero.
“Come potrei essere arrabbiato con *te* per il fatto di esser costretto a
rubare cibo? Ti ho detto che io vedo *te*, Harry. Nulla che tu potresti fare, e che altri
considererebbero male, potrebbe farmi pensare male di te; e certamente, molto
di quello che ho fatto io, cade in quella categoria. Malgrado
tutto, non sono adirato con te. Io sono molto, molto adirato con la tua
famiglia, che non ti ha alimentato. Azione che ti ha costretto a rubareil cibo. Di nuovo,
poi, tu non hai rubato, no?”
“Hmm?” Harry fece un suono
interrogativo.
“Come tuoi guardiani, una
delle loro responsabilità era di alimentarti correttamente. Tu hai solo preso
quello che ti spettava, sebbene fosse molto più di un pezzo di pane ed un paio
di pezzi di carne. Avevano più cibo che gli serviva, no?”
Harry fece di si col capo, rilassandosi, quasi sciogliendosi tra le
braccia che così dolcemente lo contenevano. Poi proseguì col racconto. “Trovai
una pietra, mentre stavo ripulendo il giardino dalle erbacce. Era bella. Oh,
non alla prima occhiata, ma se la ponevi alla luce...brillava come un diamante.
Finsi che fosse il mio regalo di compleanno, messo là dove avrei potuto
trovarlo, solo per me. Lo possiedo ancora.”
“Sono contento che tu
abbia trovato almeno un presente”, mormorò Lucius, strofinando leggermente una
mano sulla schiena di Harry.
“Poi pulii il garage.
Tentai di toglier via tutta la macchia di petrolio dal pavimento. Sfregai più
forte che potevo, ma non riuscii a farla andare via completamente. Zia Petunia
mi chiamò per il pranzo. Lei non è così cattiva, quando non ci sono zio Vernon
e Dudley, così mi diede un pezzo di toast con fagioli
ed una mela con solo un paio d’ammaccature. Dopoaver finito di mangiare, ritornai
fuori. Dovevo raschiare via la vernice dalla palizzata. Dovevo dipingerlo entro
la giornata ma Dudley ed i suoi amici vennero per picchiarmi, costringendomi a
cercare un posto per nascondermi. Intendevano usare su di me una canna che
apparteneva ad uno degli amici di Dudley. Riuscirono a prendermi, e si
divertirono ad usarla. Fece male, molto più che calci
e pugni. Penso che mi diedero almeno una dozzina di
colpi, o forse più. Non sono riuscito a contarli.”
Lucius era contento che il ragazzo non stesse guardandolo. Era sicuro che l’espressione
della sua faccia l’avrebbe spaventato. La voce di Harry era piccola, pari a
quella di un bambino dell’età a cui si riferiva. Lucius avrebbe voluto
fermarlo, trarlo da quella specie di trance nel quale
era caduto, ma non sapeva come fare. D’altronde, doveva sapere, ed era convinto
che Harry aveva bisogno di sfogarsi, dirgli tutto.
“Quando zio Vernon tornò a casa, non ero riuscito a finire di dipingere lo
steccato. Mi colpì più volte, per poi chiudermi nel sottoscala per il resto
della notte...”
“Nel sottoscala?” Chiese a
bassavoce Lucius.
“Uh-huh.
Io ho vissuto nel sottoscala finché non arrivò la
lettera di Hogwarts.”
I due sedettero in
silenzio per un poco, il ragazzo arricciato nel grembo dell’uomo, che dolcemente
accarezzava i suoi capelli. Finalmente Lucius ruppe il silenzio.“E’ per quello che tu sei così...”si interruppe, cercando di
trovare una parola che non lo facesse sentire insultato.
“Petite?”
Chiese Harry, con un bagliore divertito negli occhi. Non cercò di alzarsi, si
sentiva estremamente comodo dove si trovava.
“Si. Sev
e Draco hanno tentato del loro meglio per riparare il danno fattomi dalla
malnutrizione durante il corso degli anni, e ci riuscirono in gran parte, ma
non poterono fare nulla per la mia altezza. Sev pensa che dato che vivevo in un sottoscala, ero
impaurito di diventare troppo grande, ed ho usato inconsapevolmente la magia
per limitare la mia taglia.”
Lucius sorrise al ragazzo
posto sul suo grembo. Neppure lui fece nulla per farlo
scendere, dato che si trovava perfettamente bene così. “Grazie per dirmelo, so
che deve essere stato duro per te.”
“Lei ha chiesto”, mormorò
Harry.
“Si, ho chiesto, ma ti
ringrazio lo stesso. Ora, cosa vorresti sapere?”
Lucius si aspettava una domanda circa la sua decisione di diventare un
Mangiamorte con Severus. Forse sul suo matrimonio. Certo non la semplice
domanda che ottenne.
“Le piaccio?” Chiese
Harry, rosso in viso, e a volto abbassato. Non poteva credere a quello che
aveva appena detto.
Sul volto di Lucius c’era
sorpresa. “Se mi piaci? Piacermi come...”
“Lo sa, le *piace* Harry?”
Come il silenzio si prolungò, il rossore sul volto del
giovane crebbe. Contorcendosi, Harry cercò di alzarsi dal suo comodo posto.
Quel contorcimento fu abbastanza per rompere la
paralisi di Lucius. L’uomo afferrò la mano di Harry, impedendogli di alzarsi,
riportandolo alla situazione precedente. Inclinò la testa, guardando gli occhi
verdi sotto lui. Finalmente, rispose. “Si”, fu la
semplice risposta.
Harry lasciò nascere sul
volto un dolcissimo sorriso. Un sorriso che disse a Lucius
della felicità provata dal giovane a tale notizia. “Perché?”
chiese a Lucius.
“Perché
mi piace?” chiese Lucius. Harry assentì. “Bene, mi piaci perché sei coraggioso,
generoso e dolce. E abbietto, se devi. Perché sei
abbastanza Gryffindor per lottare per quello che vuoi;
e abbastanza Slytherin per farlo in modo intelligente. Perché con Jade, hai
trovato il modo di avere ciò che volevi senza far male a chiunque.” Lucius spinse dolcemente ciocche di capelli dal viso di
Harry. “Mi piace parlare con te, e passare del tempo con te. Mi piaci perché ci
capiamo l’un l’altro. Chiaramente, c’è anche il fatto
che tu sia abbastanza sexy come ragazza da farmi quasi desiderare di cambiare
ed anche un ragazzo anche più sexy.” Harry arrossì
nuovamente. “Sei bello, comunque tu decida di
vestirti, specialmente ora con quei tuoi occhi verde giada che luccicano di
felicità.”
Harry sospirò con felicità
e si inclinò dolcemente verso Lucius, sorridendo, e
accettando che le braccia dell’uomo lo avvolgessero.
“Cosa
vuoi per il tuo compleanno, Harry? Chiedi e l’avrai.”
“Un bacio”, bisbigliò il
giovane. “Mi bacerà, per favore?”
“Volentieri”, fu la
risposta calma dell’uomo, curvando la testa in giù, verso quelle labbra che
aveva desiderato così tanto. Harry alzò il capo per
incontrare le labbra dell’uomo, conquistando, finalmente, ciò che tanto
agognava. Quando le labbra s’incontrarono, il bacio
cominciò come qualcosa di casto, gentile. Lucius spinse lievemente più duro,
fino a far dividere le labbra sotto di lui. Con estrema gentilezza e pazienza,
Lucius insegnò ad Harry, ma non andò più lontano di
quanto il giovane fosse pronto. L’ultima cosa che desiderava, era spaventarlo.
Harry, però, si dimostrò più pronto di quanto pensasse. Senza
preavviso, Harry approfondì il bacio, aprendo la bocca ed usando la lingua
meglio di quanto Lucius credesse possibile per il giovane. Nello stesso
momento, una delle mani di Harry salì, afferrando i capelli morbidi color della
luna. L’altra, afferrò la spalla, duramente. Lucius gemette, avvolgendo con le
braccia il giovane, succhiando la lingua nella sua bocca, iniziando ad
accarezzarlo. Nessuno dei due sentì la porta aprirsi.
“Harry, sei qui? LUCIUS, LASCIALO IMMEDIATAMENTE!” Il grido li fece allontanare
immediatamente. Più adirato di quanto mai il giovane aveva visto,
sull’entrata c’era Severus Snape, con la bacchetta spianata verso Malfoy.
Nota: questa nota apparirà anche nelle
altre fic. Volevo solo dire che se le critiche sono
fatte con buona creanza, sono bene accette come gli elogi. I primi per
migliorarsi e i secondi, per solleticare l’animo. Quindi,
finché ci si attiene a queste regole, non c’è bisogno di preoccuparsi di
offendere la sottoscritta con le vostre comunicazioni.
Ora che abbiamo finito con la parte formale, desidero ringraziare
tutti coloro che mi seguono e a cui piacciono le
storie da me scelte. Vi assicuro che leggo tutte le recensioni e le conservo gelosamente.
Bran
p.s.:x
Morgan_Snape - non intendevo che qualcuno mi ha
mancato di rispetto, ma che alcuni possono pensare che io possa offendermi. Se
temessi le critiche, sarebbe stupidopostare i miei lavori. Non è il caso,
mi hanno sempre detto che ho la pelle più dura di un
rinoceronte (alcuni anche il carattere, ç_çsigh!!! Ma solo se mi arrabbio,però.).
cap.15
“Sev, va tutto bene! Metti via la bacchetta. Per favore”,
gli disse Harry, non muovendosi da davanti a Lucius. Non desiderava che la
persona che gli aveva dato il suo primo bacio fosse sulla fine ricevente di un
malocchio, quale sembrava il desiderio del suo professore di pozioni.
“Harry,
spostati da lui”, ringhiò Severus, non spostando gli occhi dal pedofilo che
stava insidiando il suo studente.
“Non
mi sposterò finché non abbasserai la bacchetta”, disse Harry, rifiutandosi di
eseguire la richiesta.
Senza
spostare la bacchetta, Severus girò lo sguardo al ragazzo. Labbra rosse, umide
e sguardo un poco lucido, fecero crescere di una tacca la sua ira, ma lo
sguardo che ritornò a lui, era calmo e felice. Che, però, non
significava nulla. Chi, meglio di lui, sapeva come Harry aveva subito
l’abuso dai suoi parenti. Abuso che solo all’inizio dello scorso anno
scolastico era venuto alla luce.
Harry
si spostò più vicino al suo professore di pozioni, l’uomo che nell’anno passato
era divenuto la cosa più vicina ad un genitore per lui, e gli tolse la
bacchetta dalle mani. “Sono contento che tu sia potuto venire, Sev.”
Severus
spostò la sua attenzione dall’altro uomo nella stanza, girandosi verso
l’adolescente che gli stava di fronte. “E dove mai
dovrei essere nel giorno del tuo compleanno? Specialmente il tuo sedicesimo? Mi
dispiace solo di non aver potuto fare di più.”
“Sai
che Lucius e Drake stanno preparando una festa per
me! Puoi crederlo? Torta, regali e i miei amici, tutto
alla stessa durata!” Severus sorrise al giovane, era bello vederlo così
eccitato e felice. Era passato molto tempo da quando
aveva visto quell’espressione sul suo volto. Ma questo, non voleva dire che stesse perdonando l’altro uomo per toccare il
ragazzo ancora innocente che si trovava di fronte a lui, anche se non avrebbe
usato maledizioni imperdonabili.
“Quelle
sono notizie splendide, Harry. Ora capisco perché Draco ha afferrato il tuoregalo prima
che potessi dartelo, hmm?”
Harry
ridacchiò, aggrottando un poco le sopracciglia. “Ha raccolto tutti quelli che ho ricevuto la notte scorsa. Oh, bene, è per una buona
causa.”
“Ho
bisogno di parlare con Lucius, va bene Harry?” Per la verità, non era una
richiesta, nessuna questione come era messo in parole.
“Va
bene”, sospirò Harry. “Non ti fermerò.”
“Da
solo.” I due si guardarono, impegnati in una battaglia di volontà, che nessuno
dei due intendeva perdere.
“Va
bene Harry, anch’io desidero parlargli”, disse Lucius, aggiungendo peso al lato
di Severus, e Harry cedette.
“D’accordo,
ma terrò io la tua bacchetta, e resterò qui fuori.
Sarà meglio che non senta alcuna maledizione che viene
lanciata qui dentro, capito?”
Severus
elevò semplicemente un sopracciglio, e lasciò che fosse la sua espressione a
parlare.
Harry
rise.
Severus
aspettò fino a che la porta fu chiusa alle spalle del giovane, prima di girarsi
nuovamente verso l’altro uomo. “Come potevi? E’ solo un bambino!”
“Non
più così tanto, *ha* sedici anni”, rispose Lucius,
dirigendosi verso un tavolino su cui si trovavano bottiglie di liquore e
bicchieri. “Drink?”
“Si,
sedici. L’età di tuo figlio, se ricordi. Efirewhiskey, grazie.”
Lucius
gli diede il drink, gesticolando verso una sedia, per sedersi anche lui.
“Bene?”
Chiese Severus, duramente, una volta che finì il liquore. “Non c’è nulla che
devi dirmi?”
“Cosa ti aspetti che faccia?” Chiese pacatamente Lucius.
“Che tu non molesterai il mio ragazzo, sarebbe un
bell’inizio, per cominciare”, ringhiò Severus.
“Io
non stavo molestandolo”, disse con ira Lucius, ancora furioso per ciò che Harry
gli aveva raccontato.”Ti aspettavi che dicessi di no?”
“*Dirgli*
di no? Mi stai dicendo che *lui* iniziò questo? E che tu non avevi nulla a che fare con ciò?” Lo beffò
Severus.
“Mi
ha raccontato un poco della sua vita. E voglio dirti
che ho intenzione di fare qualcosa per quei *cosiddetti* parenti.” Ringhiò a
bassa voce. “Gli ho chiesto che cosa voleva per il suo compleanno. Gli dissi che avrei fatto in modo di darglielo. Non importa cosa
desiderasse. Mi ha chiesto un bacio. Ti aspettavi che mi rifiutassi? Che ritornassi sulla mia parola e lo deludessi? Da quello
che ho capito, quell’era probabilmente, la prima volta
che ha chiesto qualcosa per il suo compleanno. Avrei fatto di tutto per
accontentarlo.”
Severus
sospirò. Cosa poteva dire dopo ciò? Per Harry,
chiedere e poi venir rifiutato, l’avrebbe devastato
definitamene.
“Va
bene. Capisco. Ma questa era l’unica volta, vero?”
“Non
era mai accaduto prima”, rispose facilmente Lucius.
“E?” L’incitò Severus. Lucius lo guardò attentamente. “IO non
mi muoverò da qui finché non mi dirai che non accadrà
di nuovo.”
“Non
accadrà di nuovo”, sorrise Lucius, guardando Severus alzarsi, placato. “A meno che lui lo voglia.” Severus ricadde a sedere.
“Non
era la risposta che stavo cercando”, disse Severus, guardandolo in cagnesco.
Era una buona cosa che Lucius fosse ormai impermeabile agli sguardi assassini del Pozioni Master, o lui sarebbe un biondo molto morto. Al
minimo, pietrificato.
“Sarò
felice di giurare di non fargli male. Giuro che non farò nulla che lui non
voglia. Ma non giurerò di non toccarlo o baciarlo. Non
a meno che *lui* lo chieda. Sarà la sua decisione.”
Lucius
fissò solennemente l’altro uomo, il suo più buon amico. “Chi auguri che sia il
suo primo innamorato?”
“Nessuno!
Non finché lui ha almeno trent’anni! O almeno ventuno.”
“Quello
non è molto equo, no? Harry è giuridicamente maggiorenne, e mentalmente
abbastanzamaturo,
o intendi dire il contrario?”
Severus
aprì la bocca per assentire, ma non poteva. Harry era capace di molte cose,
incluso il scegliere il suo innamorato. Ma dovrebbe essere qualcuno della sua stessa età, non
qualcuno vecchio abbastanza da poter essere suo padre! C’era una possibilità. “E tuo figlio, cosa ne pensa di questa faccenda?”
“Draco?
Sta incoraggiando l’intera cosa. Sembra pensare che noi siamo fatti l’uno per
l’altro.”
“Vedremo.
Parlerò con Harry, per cercare di sradicare questa ridicola nozione fuori dalla sua testa.” Ringhiò Severus, alzandosi e
camminando impettito verso la porta.
“Non
uscire arrabbiato”, fu l’avvertimento di Lucius.
L’occhiata
che gli lanciò Severus, fece impallidire tutte le precedenti. “Credo di sapere
perfettamente come trattare con mio figlio.”
Il
sopracciglio di Lucius si alzò a tale uscita. Bene, questa era certamente una
svolta imprevista, no?
Severus
uscì, trovando Harry poco distante dalla porta. “Va tutto bene?” Chiese
rapidamente, spostandosi sulla porta. Era probabile che avesse la bacchetta di Sev, ma lui era quello che gli insegnò l’uso della magia
senza bacchetta.
“Sta
bene, ma tu ed io, abbiamo bisogno di parlare.” Harry
accennò col capo, sospirando. “C’è un luogo che possiamo usare dove non verremo disturbati?”
“La
mia stanza?”
“Eccellente”,
si disse d’accordo Severus.
Harry
fece strada, accompagnandolo alla stanza degli ospiti
assegnatagli.
Era
sorprendente come ci fosse voluto poco tempo per
considerarla la *sua* stanza. Quando era dai Dursley,
neppure si prendeva la briga di spacchettare, mentre qui, si era subito sentito
a suo agio. Anche il suo prezioso album di fotografie,
aveva il suo luogo d’onore sul comodino, al lato del letto.
“Sono
veramente felice che tu sia riuscito a venire oggi”, disse Harry, una volta giunti alla stanza.
Severus
l’abbracciò. “Come se potessi mancarlo. Buon Compleanno, mio piccolo grifone.”
Harry
si rilassò nell’abbraccio. Questo era un sentimento completamente diverso da
quello provato tra le braccia di Lucius, ma ancora era lo stesso. Qualche
volta, Harry immaginò che questa sensazione era ciò
che proverebbe se James Potter potesse abbracciarlo. Sicurezza, calore, protezione,
felicità.
Finalmente
si separarono. “Non mi impedirai di vedere Lucius,
vero?” Chiese all’uomo più vecchio.
Severus
guardò attentamente il suo quasi figlio. “Stai facendo seriamente?” Lo sguardo
che vide negli occhi del giovane, era una risposta più che eloquente. “Harry,
lui ha almeno il doppio della tua età, certamente è vecchio abbastanza per essere tuo padre. Hai bisogno di qualcuno della tua
età.”
“E
chi suggeriresti?” Chiese Harry, pensando alle persone importanti che conobbe durante i suoi anni. Se si venisse
ad una scelta tra Lucius e Severus, sceglierebbe Severus. Per quanto
Lucius gli piacesse, era ancora troppo poco tempo. Per
quanto desiderasse che la nascente relazione tra lui e Lucius funzionasse, non
avrebbe messo a rischio il legame con il suo pressoché padre. Non poteva. Sperò
solo di non essere costretto a scegliere.
“Uno
dei tuoi amici, forse?” Chiese Severus, e l’occhiata che gli diede in risposta, poteva averla imparata solo da lui. Ne era così orgoglioso.
“Amici,
hmm? Bene, c’è Draco. Sarebbe quasi perfetto...se non fosse per il fatto che è
rigorosamente etero. Ron, forse?” Ridacchiò all’occhiata apparsa sulla faccia
di Snape. “Non penso. Oh, si! Neville!” Questa volta, scoppiò a ridere.
L’occhiata combinata di shock e disgusto sulla faccia del più vecchio uomo, era
inappagabile. “Scusa, Sev, ma non c’è nessuno della
mia età che prenderei in considerazione. Per quanto riguarda i
studenti più vecchi...Oliver Baston era grazioso, ma non abbiamo nulla in
comune. E questo è vero per pressoché chiunque ancora
frequenti la scuola o sia laureato. Ho visto troppo, fatto troppo, per essere
realmente felice con qualcuno che non sia stato attraverso le
stesse vicissitudini. L’unica altra persona con cui potrei
davvero avere una relazione, sarebbe Bill Weasley, e lui ha già qualcuno.
Ma
non vuol dire che Lucius sia la mia ultima scelta. Non
è così. Voglio dire, lui è assolutamente splendido, sexy e abbastanza forte per poter occuparsi di me. Non è come se io possieda un
carattere tutto miele, devi ammetterlo”, Severus assentì leggermente col capo.
“Anche se è probabile che io non abbia la sua stessa
esperienza, non mi fa mai sentire uno stupido. Quando mi guarda, non vede il ‘Ragazzo Dorato’.” Evitò di dire che era perché aveva visto una ragazza. “E tu sai come
raro sia quello. Lucius può accettarmi per quello che
sono. Mi piace, Sev. Più che una mera attrazione
fisica, sebbene mi mandi decisamente su di giri. Si,si, lo so, troppe informazioni. Ma davvero vorrei provare a
vedere se questa...cosa tra noi, può diventare qualcosa di importante.
Capisci?”
“E se io l’impedissi?” Chiese Severus.
“Allora,
non saprò mai.” Rispose malinconicamente Harry. Severus lo fissò. “Mi piace
molto, ma ancora non l’amo, ne lo conosco ancora bene.
Io ti voglio bene. Non metterò in pericolo il nostro rapporto, sei troppo
importante per me.”
Severus
era senza parole. Nessuno mai aveva, *mai*, scelto
lui su altri. Per fare così...guardò negli occhi del giovane, e vide che
intendeva ogni singola parola. E vide anche ciò che gli
avrebbe causato se l’avesse costretto a scegliere. Era probabile che dicesse di
non essere innamorato di Lucius, ma obbligarlo ad una scelta, lacererebbe il suo cuore. E lui non
poteva fargli una cosa simile. L’abbracciò. “Non l’impedirò, anche se non mi piace. Solo, promettimi che ti prenderai tutto il tempo
necessario”, lo rilasciò quanto bastava per poter fissarlo negli occhi, “e se
lui fa *qualsiasi cosa* per farti male, me lo dirai
immediatamente. D’accordo?”
Harry sorrise contento. “D’accordo!”
Gli
occhi di Severus spaziarono nella stanza, e per la prima volta, si accorse che
c’era qualche cosa di strano. Perplesso, aggrottò le sopracciglia. “Harry?”
“Hmm?”
“Perché
ci sono vestiti e gonne appesi nel tuo guardaroba?”
Harry
si rese improvvisamente conto che non era stata una così buona
idea il portare Severus qui, non senza controllare prima la stanza.
Almeno, la biancheria intima speciale, era al sicuro.
“Um...”
“E quella roba di trucco sul tavolino?”
“Uh...”
“E questo, cos’è, precisamente?” Chiese alzando il regalo di
Draco.
Harry era steso
nel suo letto. Era stato un giorno molto lungo, un giorno
assolutamente meraviglioso. Probabilmente, poteva ritenerlo il giorno migliore
nella sua giovane vita. Certamente, era stato il
miglior compleanno della sua vita. Certo, c’era stata la conversazione con
Lucius, l’argomento trattato non era stato il massimo, ma avevano bisogno di
conoscersi meglio, e altre conversazioni verranno. La prossima volta, doveva
solo essere il turno di Lucius a parlare. C’era ancora molto del più vecchio
uomo che doveva conoscere, e Lucius molto doveva
ancora scoprire su di lui, ma era un buon inizio. Harry sospirò felicemente. Un
inizio molto buono.
Ed
il bacio... il suo primo, vero, bacio...ed era stato meraviglioso come aveva
immaginato nei suoi sogni. Anche meglio. E nei suoi sogni, c’erano stati molti baci. Se stava per diventare l’amico di Lucius, come sembrava
probabile, poi potrebbe esigere tutti i baci che voleva.
E
Severus! Era arrivato nel momento peggiore, ma aveva accettato la sua
decisione! Certo, aveva brontolato parecchio, ma aveva acconsentito ai suoi
desideri, lasciandolo libero di andare avanti. E poi
si accorse dell’abbigliamento femminile di Harry, accettando anche quello! Non
così come Draco e Lucius, ma quello era solo, probabilmente, perché non aveva
mai visto Jade. Era duro credere che fino all’anno
precedente, neppure gli piaceva il professore di pozioni. Non che l’odiasse, ma non gli piaceva troppo. Severus era nella sala, aveva deciso di restare al Feudo per un paio
di giorni. E, *decise* di controllare, raggiungendolo
alla sua stanza. Cosa pensava di trovare? Lui e Lucius
che si rotolavano la notte dopo il loro primo bacio? Non che lui baderebbe particolarmente...ma no, non si sentiva ancora
pronto per quello, e *tutti* lo sapevano.
Poi,
la festa. Si, c’era stata tensione. Nessuno era particolarmente felice che
fossero i Malfoy a patrocinare la festa. Ma sapevano
che era la sua prima festa in assoluto, ed erano *tutti* decisi a non rovinarla
per nessuna ragione. Anche il suo padrino era almeno
gentile. Sirius e Severus non avevano lottato nemmeno una volta, e Ron e Draco
erano riusciti a passare il tempo intero senza insultarsi l’un
l’altro. Davvero incredibile. Era stato meraviglioso. C’era cibo, c’era la torta e la maggior parte dei suoi amici.
Bene, alcuni erano lontani, ma le lontananze, non significavano perdita...e
quello, era ciò che veramente importava. Aveva trovato il solito come regali:
dolciumi, scherzi, libri e attrezzatura per il quidditch. Severus gli aveva
trovato un mantello con un incantesimo-armatura di protezione personale su lui.
Poteva proteggerlo da pressoché qualsiasi attacco fisico. Troppo cattivo che
non l’avesse avuto l’anno prima.
E
quando tutti erano andati via, non era ancora finita.
//Flashback//
“Grazie,
Draco.” Harry abbracciò forte l’amico. “Questo è stato il più bel giorno della
mia vita!”
“Prego,
Harry”, Draco l’abbracciò in rimando.
Harry
si volse verso Severus e l’abbracciò. “Grazie per venire Severus. E per
accettare tutto così bene,” finì bisbigliando.
Severus
scompigliò i capelli di Harry. “Non dirlo nemmeno, mio piccolo gryphon.”
Harry
si volse poi, verso Lucius. “Grazie per permettere ad ognuno di venire.” Era in piedi davanti all’uomo, immobile.
“Oh,
per l’amor di Dio, abbraccialo”, ordinò rudemente Severus. Harry ghignò,
eseguendo immediatamente l’ordine. Lucius avvolse le braccia sul giovane,
stringendolo a se, fino a che si sentì pronto per rilasciarlo. Harry non voleva
lasciarlo. Finalmente, Severus schiarì la sua gola, e Harry lo liberò dal suo
abbraccio. Tutti e quattro si sedettero su sedie separate nel salone. Ad Harry sarebbe piaciuto sedersi sul grembo di Lucius, come
quella mattina, ma non pensò che Severus avrebbe approvato completamente.
“Quindi”, chiese Severus quietamente. “Mi hai detto perché
hai cominciato, ma non quello che ti fece decidere a
vestire come una ragazza.”
Lucius
stava ascoltando attentamente. Si era reso conto di essere
l’unico a non avere la maggior parte delle risposte. La cosa, doveva
ammetterlo, l’urtava alquanto.
Harry
sembrò rendersene conto. “Lo portai nelle mie stanze per parlare. Non ho
pensato di controllare che il guardaroba fosse chiuso o”, disse lui, “il regalo
di Draco fosse messo via.”
Harry
si rivolse a Lucius e Severus. “Il primo giorno delle vacanze estive, stavo
facendo compere. E’ stato allora che ho conosciuto Jeri.
Quando mi ha chiesto che cosa desideravo ottenere,io risposi che desideravo sentirmi
bene con me stesso, ma non sembrare me. Uno dei suoi ex, era un mago, così mi
conosceva almeno di nome, quando mi presentai. Abbiamo tentato diversi stili,
teppista, gotico, ma...” Lui rabbrividì. “Non riuscivo
a vedermi con un abbigliamento simile.”
“E puoi vederti portando abiti femminili?” Disse Severus, con
voce solo una bazzecola sarcastica.
Lucius
lo guardò. “Non l’hai ancora visto nella versione Jade, vero?”
“Jade?”
“E’
il nome che uso quando sono una ragazza”, spiegò
Harry.
“Ancora...”
“Harry
vive qui da quasi una settimana”, disse Lucius. “IO ho scoperto che era un
ragazzo solo la notte scorsa.”
“E’
davvero così possibile?”
Harry
sorrise appena. “In ogni modo, Jeri mi fece
promettere di provare i vestiti prima di capire anche quello che realmente erano.”
“Cosa
ti fece decidere?” Chiese interessato, Lucius.
Il
sorriso di Harry si trasformò in un ghigno. “Jeri è
un ragazzo.”
“Allora,
tutte quelle donne che abbiamo visto...” Draco si alzò
a mezzo dalla sedia.
Harry
accennò col capo. “Sono tutti travestiti. Jeri,
Denise, Karen, Willow, Raye e Rose del negozio di biancheria intima.”
“Ecco
perché sei stato attratto nel negozio.”
Harry
accennò col capo. “Rose disse che accade solo la prima
volta, ed è abbastanza raro. Approssimativamente solo tre in un anno.”
“Dato
che stiamo parlando di Jade”, Lucius agitò la sua bacchetta, chiamando a se un
pacco, che porse ad Harry. “Felice compleanno.”
“Ma...ma mi hai già dato un regalo”, esclamò il ragazzo.
“C’è
forse una regola che mi impedisce di dartene solo uno?
Mi pare che Draco te ne abbia dato due.”
Harry
sfolgorò all’uomo. “Non è che hai preso qualcosa di
quel genere, vero?”
“Tanto
quanto io pensi che sarebbe interessante vederti
vestito così, spero di aver fatto di meglio.”
Harry
aprì lentamente il regalo. Era una scatola portagioielli fatta in mogano, con
un coperchio e molti piccoli cassettini. “E’ molto bello, grazie.”
“Tocca
con la bacchetta il disegno sul coperchio.” Harry lo
fece. “Tocca la maniglia di ogni cassetto e poi
nuovamente il coperchio, e dì ‘aperto’.” Harry eseguì le istruzioni, ma non accadde
nulla. Harry lo guardò sorpreso.
Lucius
sorrise. “Ora aprirà solo a te. Quando vuoi aprirlo,
tocca con la bacchetta il coperchio e dì ‘aperto’, e tutti i cassetti
apriranno. Una volta finito, tocca nuovamente con la
bacchetta il coperchio e dì ‘chiuso’. Nessun altro riuscirà ad aprirlo.”
Harry sorrise, assai contento. Aprì il coperchio e fissò il contenuto.
Lentamente, aprì ogni cassetto. Senza dire una parola, li
richiuse.
Lucius
stava sorridendo con sufficienza vedendolo aprire il coperchio, ma la
presunzione cambiò a preoccupazione come Harry lo
richiuse di nuovo senza parlare.
“Harry?
So che mi hai chiesto di non comprarlo, ma ti piacevano così
tanto. Inoltre, è un regalo, ed è cattiva educazione parlare del costo
di un regalo.”
Harry
era in piedi, senza dire nulla. Si avvicinò all’uomo, posizionandosi
di fronte a lui, senza espressione sul viso.
Lucius
sospirò. “Se davvero non lo vuoi...” Harry lo
interruppe, alzando una mano.
Harry,
senza preavviso, si inclinò sulla sedia su cui era
seduto Lucius. Si curvò in giù, e lo baciò. “Grazie, Lucius. Sono
bellissimi”, disse una volta rialzatosi.
“Sono
contento che ti piacciano”, e tirò Harry in giù, sul suo grembo.
Infischiandosene della presenza di Severus nella stanza, baciò nuovamente il
giovane. “C’è ancora una cosa che voglio darti.”
“Penso
che mi hai già dato abbastanza”, sorrise Harry. “A meno che
tu non intenda più baci, che prenderò volentieri.”
“Tutti
quelli che vuoi”, sorrise Lucius. “Ma io stavo
intendendo Cattie.”
“Cattie, il folletto domestico?”
“Si.
E’ molto timida. Io l’ho sentita parlare solo due volte prima
che venne a chiamarmi che stavi avendo un incubo. Penso che gli piacerebbe
essere il tuo folletto domestico personale.”
“Hmm”,
mormorò Harry, pensandoci. “Gli parlerò. Se davvero è quello che vuole...anche
se forse Dobby...Anche Hermione potrebbe darmi guai, se dovrò portarla ad Hogwarts con me. Se è solo mentre sto qui, allora, non ci
sono problemi.”
“Dovremo
dirgli il tuo segreto”, disse pensierosamente Lucius.
Harry
rise. “Non crederai davvero che ci siano segreti che i tuoi folletti domestici
non conoscano? Tutti loro sanno perfettamente chi sono. E sanno anche che non
devono chiamarmi in altra maniera che Jade.”
“Perché sono sempre l’ultimo a sapere?” Ringhiò Lucius.
“Perché , padre, sei lento.” Disse noncurante Draco.
“E’
passata l’ora, per te, di andare a letto”, disse sorridendo furbescamente,
Lucius.
//Fine
Flashback//
Al
ricordo di quei baci, Harry chiuse gli occhi. Ricordando la sensazione del
corpo di Lucius sotto il suo,della sensazione provata mentre era nel suo grembo, rilassò.
Immaginò come sarebbe stato se Draco e Severus non fossero stati presenti nella
stanza. Lucius che lo abbracciava più stretto, lo baciava più duro, che
lasciava le mani vagare sotto la camicia...Harry lasciò che le sue mani
vagassero sul proprio corpo, immaginando che fossero quelle di Lucius. Loro
sarebbero gentili o un poco grezze? Harry spinse le
coperte via, mentre le mani andavano alla deriva in giù per il suo corpo, aprendo
alcuni bottoni della camicia, così che potesse giocare con i capezzoli,
rotolandoli dolcemente tra le dita, immaginando che fossero le più grandi mani,
mani senza callosità della ginestra. al posto delle sue.
Le
mani si abbassarono, spingendo la camicia in su. Non
aspettava visite quella sera, così non portava null’altro che poteva impedire
alle sue mani di vagabondare. Ancora perso nella fantasia della sua mente, una
mano trovò la sua erezione, incominciando a toccarsi.
L’altra mano iniziò a giocare con le palle, rotolandole e torcendole, mentre
l’iniziale umore, aiutò le altre dita a scivolare su e giù. Harry iniziò a
gemere, divertendosi del fatto che non doveva essere silenzioso come faceva in
qualsiasi altro luogo in cui aveva fatto questo.
Iniziò
a muoversi, spingendo le mani che stavano lavorando. Non le
sue mani, le mani di Lucius. Le mani forti e grandi di Lucius. Mani che tirano di nuovo il suo prepuzio, un poco grezzo, ma
così...così buono. Le mani di Lucius che giocano con
le sue palle. La bocca di Lucius, che copriva la sua
bocca. Harry si lamentò. “Lucius!” Gridò come arrivò all’orlo e oltre.
Harry
ricadde anelando sul letto, guardando la mano ricoperta dal liquido seminale.
Pensava di usare una stoffa per pulirsi, quando gli balenò un’altra idea.
Lentamente, si leccò un dito, assaggiando il liquido per la prima volta. Questo
era ciò che avrebbe assaggiato Lucius? Non era cattivo. Non cioccolato, ma
niente male. Lentamente leccò via il resto prima di
andare nel bagno per lavare il residuo appiccicoso via.
La porta della camera da letto si chiuse lentamente
e silenziosamente. Lucius si inclinò per un momento contro la porta, per poi muoversi
via. Aveva sentito dei rumori che provenivano dalla stanza, e temendo che fosse
un altro incubo, stava quasi per bussare, quando sentì il suo nome. Immediatamente
aprì la porta, giusto in tempo per vederlo alzare la sua camicia da notte. Vedere la sua erezione svettare e le sue mani giocare con questa.
Ritornò alla realtà quando vide il giovane adolescente
prendere la prima leccata. Guardare Harry che leccava via il proprio seme dalle
dita era uno degli atti più innocenti e allo stesso
tempo erotici, che aveva visto. Ancora di più per il fatto che non intendeva
essere mostrato.
Con
un ultima occhiata alla porta ora chiusa, camminò
verso alla sua camera da letto, per cercare sollievo.
Lucius si svegliò alla conoscenza che dei visitatori
stavano venendo. Le custodie del feudo erano state create in modo che
avvertissero immediatamente il Padrone del Feudo dell’arrivo di
ospiti, benvenuti o no. Alzandosi, camminò
fino ad un angolo della camera da letto, dove una grande palla di cristallo era
posata. Passò la mano sulla sua superficie, e le nubi che turbinavano al suo
interno, si chiarirono, per mostrare la via d’accesso anteriore e la carrozza
con l’emblema del Ministero che viaggiava sulla strada. Era seguita da altre
due carrozze, con l’emblema del personale del Ministro della
Magia, Cornelius Fudge.
Per quale motivo, il Ministro era qui, a quest’ora
impossibile della mattinata? Evidentemente, cercavano di prenderlo in castagna
per qualche cosa, ma per che cosa?
Ma certo, Harry.
Avrebbe dovuto sapere che era troppo sperare che la
presenza di Harry non fosse menzionata. Gli occhi si restrinsero, ed un cattivo
ghigno gli attraversò il viso. Poi di nuovo, *Harry* non era in casa sua, no?
Gli ci volle un momento per chiamare ogni folletto
domestico presente in casa. Molti vennero mandati a
controllare che nulla che potesse essere considerato oscuro, fosse visibile.
Non che mai lo fossero, Lucius non era certo uno stupido o avventato in alcuna
circostanza, ma neppure era sciocco abbastanza da non controllare. Altri
andarono a svegliare Severus e Draco, mentre Cattie fu spedita a svegliare
Jade. Lucius si vestì rapidamente, per poi andare a riceverli.
Harry era seduto nel letto, tentando di capire
quello che Cattie stava dicendogli, quando qualcuno aveva bussato alla sua
porta. “Avanti.”
Lucius entrò.
“Buongiorno, Lucius,” disse
sorridendo Harry.
Lucius si ritrovò a ricambiare il sorriso, mentre i
ricordi della notte precedente andavano alla deriva nella sua mente. Il suo
corpo reagì alla memoria e fissò il ragazzo sul letto finché Harry sembrò
comprendere come Lucius lo stesse guardando, arrossendo. Ricordando il motivo
per il quale era venuto, spinse il pensiero via.
“Il Ministero sembra aver scoperto che Harry Potter
era qui ieri, ed è venuto a tentare di riprenderlo.”
“Mi chiedo come riuscirono a scoprirlo. Non credo
che nessuno delle persone che erano qui ieri avrebbe detto
qualsiasi cosa. Inoltre, pensavo fosse pensiero di tutti che stessi vivendo
ancora con i Dursley, mentre avevo solo accettato di far fare qui solo la
festa.” Harry aggrottò le sopracciglia. “Che cosa vuoi che faccia? Vuoi che me ne vada?”
“Chiaramente no,” rispose
sorpreso Lucius. Non aveva mai considerato una simile evenienza. Poi, sorrise
in una maniera molto cattiva. “Harry Potter non è qui. Jade c’è. Questo se
pensi che Jade possa imbrogliare il Ministro della Magia.”
“Quell’idiota?” Il sorriso di Harry era uguale a
quello di Lucius. “Non è un problema.”
“Soli assicurati che non ci sia nulla che potrebbe
far pensare alla presenza di Harry Potter qui. Cose come quelle,” e indicò il comodino, dove faceva bella mostra il
prezioso album di fotografie della sua famiglia.
Harry assentì col capo, guardandosi attorno per
vedere che cos’altro bisognava togliere. Alzandosi dal letto, si diresse nel
bagno, per poi volgersi nuovamente verso Lucius. “Hai intenzione di restare e
goderti lo spettacolo o hai altre cose da fare?” Harry arrossì, quando si rese
conto di quello che aveva detto, ma i suoi occhi rimasero chiusi in quelli di Lucius.
“Tanto quanto amerei tale spettacolo, purtroppo ci
sono cose di cui mi devo occupare. Tenterò di tenerli giù dalle scale finché
sei pronto.”E si diresse
verso la porta, poi si fermò, voltandosi.
“Gradiresti uscire a cena con me, stasera?”
Harry lo fissò, sbalordito. “mi stai chiedendo un
appuntamento?”
Lucius sorrise dolcemente. “Mhmm...Bene,
io sto chiedendo ad una persona verso cui provo attrazione di uscire a cena, da
solo per poter conversare e, forse, anche un bacio della buonanotte alla fine.
Credo che possa definirsi un appuntamento, si.”
Harry lo fissò incredulo per un momento, prima di
sorridere lentamente. “Mi piacerebbe, molto.”
Lucius si avvicinò d’alcuni passi, attirato da quel
sorriso, quando le custodie suonarono nuovamente in allarme. Qualcosa che
succedeva solo se delle persone cercavano di intrufolarsi di
nascosto.
“Devo controllare quello che stanno
facendo i nostri ospiti. Tenterò di trattenerli finché sei vestito e pronto.”
Harry assentì col capo in comprensione, poi si girò
per parlare con Cattie, mentre Lucius uscì dalla stanza.
“Cattie, prendi tutti i miei regali e le cose per la
ginestra e indicò il baule, raccogliendo nel frattempo
l’album e il mantello d’invisibilità. Poi diede il tutto a Cattie, dirigendosi
nel bagno. Si occupò delle sue abluzioni il più rapidamente possibile. Si mise
i seni finti, biancheria intima ed un reggipetto senza spalline. Stette in
piedi di fronte al suo guardaroba per alcuni momenti, decidendo cosa mettersi.
Che genere di impressione volle dare? Finalmente,
Harry sorrise cattivamente, e scelse, estraendo un vestito dal guardaroba e si
voltò.
“No Cattie,” disse vedendo
il folletto che stava per mettere via la scatola dei gioielli nel baule, Come
vide che stava per castigarsi, intervenne. “Va tutto bene, Cattie. IO ti ho
detto di mettere tutti i miei regali dentro. Avrei dovuto specificare meglio.” Guardò attorno a se, ma non c’era nulla del suo lato di
ragazzo nella stanza. “Molto ben fatto, Cattie.”
Il folletto domestico radiò felicità all’encomio.
Harry scivolò nel vestito, mise le calze e poi,
sistematisi di fronte allo specchio, iniziò ad usare i suoi trucchi. La prima
cosa che fece, era assicurarsi che la cicatrice fosse coperta perfettamente,
poi aggiunse il fondotinta e un poco di ombretto. Poi
aprì la scatola dei gioielli. La notte precedente, aveva messo tutta la sua
gioielleria comprata durante gli acquisti in lui. Ora, poteva osservare tutti i
suoi possessi. I gioielli con serpenti non erano adatti, non coincidevano con
l’immagine che desiderava dare. Osservò attentamente tutti i gioielli.
Farfalle. Una serie di gioielli con motivi di farfalle,con
ali sottilissime di un brillante smeraldo e spruzzi di nero, che sembravano
muoversi lentamente una volta agganciati. Qualche volta aveva il pensiero che
la sua forma di animagus dovesse essere quella di una
farfalla. Ma se Jade era la farfalla, Harry Potter era
il bruco...o il bozzolo?
Alzatosi, ancora una volta fece un veloce controllo
che tutto era a posto, poi contrasse il baule e lo fece scivolare sotto le sue
mutande, nel cassetto della biancheria intima. Raccolse la sua bacchetta,
facendola scivolare nella tasca che tutti i suoi vestiti e gonne avevano per quel
solo scopo. Fortunatamente i folletti domestici erano bravi a cucire con
incantesimi, ed erano riusciti a mettere le tasche senza farle visibili, anche
quando vi era la bacchetta. Ora, Harry era pronto, o almeno come meglio poteva.
Nel frattempo, Lucius, stava quietamente bollendo.
L’avvertimento delle custodie, riguardava gli aurors, che con Cornelius Fudge,
avevano cercato di entrare di straforo. Sembrava che il Ministro pensasse che
potevano strisciare Potter fuori la porta posteriore o qualche cosa d’altro di
così assurdo. Era vicino a bestemmiare l’uomo, quando questi camminò nel feudo
come se lo possedesse.
“Dov’è Malfoy?” Cornelius Fudges abbaiò con pomposità. Almeno, lui pensava fosse
abbastanza imponente. Lucius pensò che assomigliasse di più ad una foca. O forse, uno di quei piccoli cani giocattolo che ti stanno
sempre tra i piedi.
“Harry Potter, chiaramente. Sappiamo che lo sta
trattenendo qui. Come lo rapì dalla sua famiglia? Che
cosa gli fece?” Sbraitò, a vanvera. Si, definitivamente uno di quei cani irritanti.
“Che cosa gli ha
dato l’idea che si trovi qui?” Chiese Lucius, in modo lento, quasi disinteressato.
“Sappiamo che era qui ieri, l’hanno visto”, affermò
Cornelius Fudge, alzandosi nella sua piena altezza.
“Considerando che ieri era
il suo compleanno e la sua festa venne festeggiata sui terreni del feudo, si, è
abbastanza plausibile che fosse qui. Comunque, quello
era ieri. Solo perché mio figlio decise di essere l’oste della sua festa, non
c’è ragione di credere che il sig. Potter sia ancora qui.!
“Non baderà, se decidiamo di guardare, vero?”
Sfolgorò Cornelius, e Lucius ebbe difficoltà per non scoppiare a ridere. Era
veramente un tentativo pietoso.
Lucius mostro chiaramente il suo pensiero, causando
al Ministro un restringersi visibile. Poi, l’uomo, ricordò di aver portato un
buon numero d’aurors con lui e riguadagnò fiducia. Se
null’altro, lui *superava in numero* Malfoy.
“Per la verità, si, dato che ho
un ospite, e finché lei è mia ospite, non permetterò alla sua gente di irrompere
nelle sue stanze.”
“Si aspetta che noi attendiamo che la *sua
prostituta* esca dal letto?” Ghignò uno degli aurors.
Tutti lo guardarono perdere definitivamente la
calma. “Come l’ha chiamata?” fu il ringhio che emise.
“Sig. Malfoy? C’è qualcosa che non va?” Tutti si volsero verso i gradini, vedendo Jade giungere verso di loro.
Lucius sentì l’ira lasciare il posto all’orgoglio.
Questo da solo, provava che Harry avrebbe dovuto essere in Slytherin. Non
avrebbe potuto scegliere una migliore immagine per disarmare gli aurors. Jade
era vestita in un semplice abito verde pallido, lungo fino ai polpacci. Unico
ornamento era la sua gioielleria, un fermaglio con una farfalla, che agitava
dolcemente le ali nei suoi capelli. Oltre a quello, c’era una più grande spilla
sul seno sinistro. Era il ritratto di una giovane ragazza innocente. I suoi
larghi occhi verdi, aggiungevano un altro tocco all’immagine. Il colore
dell’abito, impallidiva di fronte a quello degli occhi.
“No, Jade. Questi gentiluomini stanno cercando il
sig. Potter.”
Jade volse il volto verso di lui, incertamente. “Non
capisco. Harry non è qui.”
Cornelius Fudge vide un modo di aver delle risposte.
“Sa forse dove si trova, Jade?”
Lucius rivolse il suo sguardo duro e freddo al
Ministro. “Le è stato concesso il permesso di usare ilsuo nome?” Chiese sericamente.
“Chi sono queste persone, sig. Malfoy?” Chiese Jade,
innocentemente.
“Dove sono le mie buone
maniere? Questo è Cornelius Fudge, il Ministro della Magia, ed alcuni dei suoi
favoriti. Fudge, aurors, questa è la mia ospite e amica di mio figlio, Jade Jameson.”
“Piacere di conoscerla”, sorrise Jade. Poi, si
rivolse a Lucius, congedando efficacemente gli uomini. “Vado alle cucine o
l’aspetto?”
“con buona speranza, sarò libero presto. Può
aspettare un’ora o poco più?”
“Certo”, mormorò Jade. Poi, si voltò verso un rumore
proveniente da sopra di loro. “Draco, professore, siete svegli.”
Tutto quello che Severus poteva fare, era cercare di
non fissarla. La sua testa sapeva che la persona di fronte a lui doveva essere
Harry, e lui sapeva che Harry stava vestendosi come una donna...ma questo? Non
si sarebbe mai aspettato qualcosa come questo. Se non avesse
visto la prova dei travestimenti, mai avrebbe creduto che questa giovane
ragazza era il giovane che conosceva. Non si permise di sfolgorare a Lucius.
Una ragazza molto giovane. Un’innocente ragazza, molto giovane che non dovrebbe
neppure pensare di uscire con una persona che era di venti
anni più vecchio di lei. Ci pensò un poco sopra e cambiò il pensiero. Un innocente ragazza, molto giovane, che un uomo di
vent’anni più vecchio non dovrebbe prendere in considerazione per un appuntamento.
Poi Jade lo guardò, ed improvvisamente tutto quello
che lui poteva vedere era Harry. E se c’era qualcosa che Harry non era , era l’essere giovane ed innocente. Non
dove veramente contava, in ogni modo. Innocente in amore, si; innocente
nei modi della vita, niente affatto.
“Padre, Jade, che cosa succede?” Chiese Draco,
scendendo le scale. La sua voce era diventata fredda, quando si rese conto di chi erano i loro visitatori. “Ministro.”
“Snape”, Fudge ringhiò. “Che
cosa sta facendo qui?”
“C’è qualche regola che impedisce di venire a
trovare dei vecchi amici di cui non ero a conoscenza?”
Il tono di Severus avrebbe potuto gelare il sangue di un vampiro.
“Quando ha che fare con
Harry Potter, si, c’è!” Abbaiò Fudge.
“Cosa c’è su Harry?” Chiese
Snape.
“Mi sembra come se non volesse che Harry avesse una
festa per il suo compleanno”, disse Jade. “Ma quello è
sciocco, no?”
Fudge l’ignorò. “Porti quaggiù Harry Potter, così
che possiamo riportarlo alla sua famiglia. poi, decideremo
se addebitargli il rapimento.”
Jade scoppiò in un riso sciocco, insieme a Draco.
Lucius e Severus avevano un migliore controllo di loro, e riuscirono a
mantenere una facciata tranquilla. “Sta scherzando”, scoppiò fuori Jade.
Draco scosse la testa. “Harry non è qui. Rimase solo
ieri, per la festa.”
“Si aspetta che io creda che Harry Potter venga
volentieri al feudo Malfoy da solo? Tutti sanno che odia tutti e tre di voi.”E si rivolse agli aurors. “Voglio
che guardiate in ogni cm di questo luogo, dalla cima al fondo. Non lasciate
nulla che non sia controllato.” Poi sfolgorò nuovamente
a Malfoy, guardando i suoi uomini dispiegarsi per la magione. “Quando lo
troveremo, avremo finalmente tutte le prove di cui abbiamo bisogno per spedirvi
ad Azkaban.” Disse tentando di intimidirli, ma con
persone come Snape e Malfoy, decisamente ,era scarsa
l’efficienza della minaccia.
“E’ davvero stupido, vero?” Mormorò Jade. “Se davvero harry Potter fosse stato rapito, perché avrebbero
dato una festa di compleanno, invitando anche tutti i suoi amici?”
“Se è per questo, se non
fossimo amici, per quale motivo fare una festa?” Disse, disgustato, Draco.
“Draco, vai con gli aurors all’ala est e assicurati
che non rompono nulla. Ricordagli che ripagheranno equamente qualsiasi cosa che
sarà danneggiato. Dai loro assegni paga o dalle loro
risorse. Severus, se potessi fare lo stresso per l’ala
ovest, te ne sarei grato, Jade ed io tratteremo con gli idioti in questa
porzione della casa.” Draco e Severus furono d’accordo, accompagnando gli
uomini fuori. Lucius si rivolse a Jade. “Sono molto orgoglioso di te”, disse
sorridendo all’adolescente. “Tutto è perfetto. Il tuo vestito, l’atteggiamento,
tutto.”
Gli occhi di Harry mostrarono la sua felicità,
sorridendo all’uomo. “Grazie”, fu tutto quello che disse.
“tenterò di tenerlo lontano da te, ma è probabile che sia inutile. Continua a comportarti come hai
fatto finora, da giovane ragazza innocente. E’ *molto* efficace.” Il rumore di qualcosa che si fracassava, interruppe la
conversazione, e Lucius, bestemmiando, andò a controllare cosa era successo.
Harry si diresse di sopra.
Fu molto irritato nel trovare il Ministro nella sua
camera da letto. “Sta cercando qualche cosa di particolare?” Chiese.
“Ah, Jade”, disse il Ministro, furbescamente,
volgendosi verso di lei. “Proprio la persona che volevo vedere.”
“Perché? Cosa
c’è?”
“Volevo solo farle qualche domanda.” Il suo sorriso
era, realmente, ‘oleoso’.
“Cero”, rispose Jade, “ma se per lei è lo stesso, preferirei non farlo mentre lei sta controllando i miei
abiti. In qualche modo, non credo che troverà, tra loro, Harry Potter.” Tecnicamente, non era vero. Harry era
davvero fra i vestiti di Jade, ma per Fudge, era meglio non pensarci
neppure a farlo.
“Ma lei sa dove si trova
Harry, vero mia cara?”
“Perché dovrei saperlo?
Immagino che sia con la sua famiglia.” Tecnicamente, era vero...se ci si
pensava nel modo corretto.
“Non ho sentito della sua presenza alla così
definita festa”, indagò Fudge.
“Perché non c’ero,” rispose
Jade, facilmente, conducendolo fuori dalla sua stanza. “La festa era per la
famiglia e chi gli era vicino. Gli amici. Anche se ho incontrato
Harry, ho pensato che non avessi diritto a frequentare la festa, dato che la
maggior parte dei presenti non sapeva neppure della mia esistenza.” Di nuovo,
tecnicamente, era vero. Stava divenendo buono alle menzogne creative. “Lo
incontrai la mattina e prima che se n’andò.”
“E come arrivò qua?”
“Ho sentito qualcosa su una passaporta che è stata spedita
la notte prima.” L’informò Jade.
Passarono in parecchie stanze, dove sembrava che
l’intenzione di Fudge fosse più la conoscenza delle vite private dei residenti
attuali che la ricerca di una persona.
Poi, l’uomo decise di provare una diversa pista.
“Perché si trova qui?”
“Sto passando qui l’estate, dietro invito di Draco.”
“Ah, così lei è la sua ragazza”, affermò pomposamente
Fudge. “Deve comprendere che lui è un mago oscuro, che ha lavorato per Lei-sa-chi. Uno di questi giorni avremo abbastanza prove su lui e su suo padre, abbastanza
per spedirli entrambi in prigione.”
Jade rise. “N.1, io non
sono la sua ragazza, ma solo un’amica. N.2, che lui
sia un mago oscuro o no, e io non accetto lo standard del Ministero, non è una
cattiva persona, almeno finché lei non l’importuna fino a fargli perdere la
pazienza; e lui non lavorò mai per Voldemort. N.3, solo
nei suoi sogni.”
“Sa che vivendo qui con solamente due uomini per
società, potrebbe rovinarsi la reputazione, se questo esce.”
Disse Fudge, cercando di minacciarla.
“prenderò i miei rischi, grazie”, disse lei,
tranquillamente. La conversazione languì- Ancora, passò più di un’ora e mezzo,
prima che gli uomini se n’andarono, borbottando sullo spreco di tempo.
“Finalmente,” borbottò
Draco. “Pensavo che non se ne sarebbero mai andato via.”
Scosse il capo, mentre i quattro camminavano verso la piccola sala da pranzo
dove, solitamente, facevano colazione.
“Quando si tratta con Fudge, c’è solamente una cosa
da ricordare.” Disse Lucius. “L’uomo è un idiota senza
alcuna morale. Finché ci si ricorda di questo, è facile trattare con lui.”
“Perché è ancora Ministro?”
Borbottò Harry. “Uno poteva pensare che con la storia di Voldemort, l’avrebbero
tolto di mezzo.”
“Non si sono mai trovate abbastanza prove per accusarlo. La gente era troppo presa a celebrare, per
preoccuparsi di lui. La gente tende ad essere incostante.”
Disse Lucius.
“Non devi dirlo a me,”
rimarcò, infelicemente, Harry. “Non puoi candidarti a Ministro?”
“Io? Vuoi che mi candidi?”
“Perché no, padre?” Chiese
intensamente Draco. “Certamente, puoi fare un lavoro migliore di quell’idiota.”
“Quello è certamente vero. Chiaramente, perfino Percy Weasley può fare un lavoro migliore di Fudge,” aggiunse Snape.
“Ancora, credo che farebbe un lavoro più che
adeguato.”
“Io ti sosterrei. Sotto certe circostanze,” mormorò Harry.
“Dovrei chiedere, quali sono queste circostanze?”
Chiese Lucius, quasi facendo le fusa.
“Bene, prima…” Harry si inclinò
verso di lui. “Voglio che tu abroghi…”
“Si?” Chiese Lucius, avvicinandosi al ragazzo.
“Abroghi le leggi sui lupi mannari, così come
qualsiasi altra legge che permette di trattare esseri senzienti meno che come
esseri umani, specialmente quando sono come Remus. Ci
sono modi che si possono usare per impedire loro di fare del male ad altri;
chiudendosi durante quelle notti o la pozione Wolfsbane.
Se rifiutano di prendersi la responsabilità per il
loro cambio e qualcuno soffre danni, allora si può accusarli per tentato
assalto o assassinio. Non devono, in ogni caso, aver rifiutati i diritti come
creature umane.
Parlando di prove, numero due, abbiamo incantesimi di
verità e pozioni, non c’è ragione che qualcuno debba
essere spedito in prigione senza, come minimo, un’opportunità di dimostrare la
propria innocenza. E quello che Fudge fece con Crouch dopo il ritorno di Voldemort? Quello era
completamente ingiustificato. E si, anche la situazione di
Sirius. IO voglio una regola che dica che
nessuno può essere spedito in prigione o dato il bacio dei dementor, senza una
prova o un’interrogazione sotto un incantesimo di verità o pozione di Veritaserum.
Numero tre, ristrutturazione
delle leggi sulle arti oscure e manufatti muggle. Non una di loro è equa. Muggle e utenti magici hanno bisogno di lavorare insieme,
attraverso i muggle-nati se necessario, ma con
l’antipatia totale del mondo magico per qualsiasi cosa muggle, stiamo
precipitando nella stagnazione. Come per le leggi sulle arti
oscure. Sono ridicole. Si, ci sono incantesimi e pozioni che non devono
essere usati, ma se le cose proseguono in questo modo, quanto tempo ci vorrà
prima che qualcuno decida che anche il WingardiumLeviosa è pericoloso, perché qualcuno può usarlo per
lasciare cadere una pietra su qualcuno? E perché è
peggiore usare una maledizione mortale, quando ci sono almeno due dozzine di
modi per fare la stessa cosa? Perché è peggio usare il
Cruciatus che un incantesimo che scorticherà tutta la pelle dal tuo corpo?
Come per la situazione dei muggle, noi stiamo
perdendo troppo. So che molti nati muggle, o mezzosangue, stanno decidendo di
lasciare il mondo magico per quello muggle. Con i
pregiudizi contro di loro, ed il fatto che il mondo muggle può essere molto più
comodo con una tecnologia ed uno standard di vita più alto, perché non farlo?
Il pregiudizio deve finire, sempre che non si desideri un altro Voldemort. Mi
aspetto che s’inizi a sostenere che i nati muggle e i mezzosangue debbano
essere guardati perché Voldemort era uno di loro, quindi altri possono decidere
di diventare il prossimo Dio Oscuro, ignorando che lui stava uccidendo i
muggle. O così diceva. Per la verità, sembrava che
stesse uccidendo chiunque su cui riusciva a mettere le mani.”
Gli altri tre stavano guardandolo con sorpresa, non
aspettandosi nulla di simile.
“Lo pensi seriamente, ciò che hai detto?” Chiese
Lucius con calma. Harry fece di si col capo.
“Si. Il mondo magico è stagnante, e lo sarebbe ancora di più senza i muggle nati. Inoltre, gli
incantesimi nuovi, gli articoli incantati e le pozioni nuove pari, sono creati
da muggle nati…o Severus, chiaramente,” ghignò.
“Coloro a cui non è detto ciò che è o non è possibile dal giorno in cui sono
nati, sono capaci di provare nuovi modi. Modi a cui i sanguepuro non riescono a pensare, perché bloccati dalle
tradizioni e troppo occupati a mantenere il loro potere. La vita è
cambiamento, e il mondo magico non permette cambi, e non tentate di dire che Fudge non bandirebbe qualsiasi cambio se potesse
dedurne il modo di farlo. Il mondo magico sta morendo.”
“Quindi…cosa?” Fu la domanda
di Draco. “Non ti aspetterai un improvviso annuncio ai muggle su chi siamo e su
cosa siamo in grado di fare?”
“Non essere stupido”, rispose con disgusto Harry.
“Deve essere una cosa graduale, e noi dobbiamo essere assolutamente sicuri
prima di uscire allo scoperto. Bisogna fare una cosa graduale. Iniziando,
magari con i bambini; libri, spettacoli televisivi, computer e videogiochi. Show muggle che spiegano il nostro modo di vivere e show magici che
spieghino il loro ai nostri bambini. Poi dolciumi e giocattoli; in
entrambi i modi. Posso assicurarvi che tutti i bambini amerebbero i Fagioli
Berti Bott Ogni Gusto.”
“Come siamo arrivati a questo punto?” Chiese Snape,
finendo la colazione che Harry ancora doveva toccare.
Harry si volse verso di lui, alzando un sopracciglio.
“Calo di memoria? Stavamo parlando di ciò che Lucius dovrà
fare quando diverrà Ministro della Magia.”
“Sei così sicuro che sarò capace di farlo? O che lo desiderassi davvero?” Fu l’interessata domanda di
Lucius.
“Chiaramente”, Harry lo fissò, come se avesse detto
una cosa scontata. “Non tentare di sostenere che non sei interessato. Non sei
un cattivo ragazzo ma sei, definitivamente, ambizioso.
Ed hai sete di potere. Il Ministero della Magia è,
probabilmente, la posizione più importante del mondo magico inglese, in questo
momento. Con la tua reputazione come uno dei Redentori del mondo magico e col
sostegno posteriore di noi tre, avresti un’opportunità eccellente per ricoprire
la posizione. L’unico problemosarebbe…”
La sua voce strascinò via.
“Tu”, finì Snape, quando Harry non continuò.
“Perché Harry sarebbe un’ostacolo? Pensavo il contrario”,
disse Draco.
“Come sostenitore, Harry va bene, ma come il mio
innamorato…” Lucius lasciò che Draco traesse le proprie conclusioni.
C’erano alcune possibili conseguenze. Se si venisse a scoprire che *Harry Potter* era il suo innamorato,
allora il mondo crederebbe che stava cercando di corrompere il loro Redentore.
Non menzionando che alcuni l’avrebbero avversato per il solo
fatto che preferiva i maschi. Comunque se solo
*Jade* era conosciuta, sarebbe l’età, il fatto importante. Molte persone
disapproverebbero la differenza di età tra loro due.
“Non si può, che so, evitare che sia coinvolto?”
Suggerì Snape, solo per essere sottoposto da occhiatacce provenienti da tre
diverse direzioni. “O no.”
“Se viene scoperto, potremo
sempre dire che Jade è la mia ragazza. Almeno finché sei
stato votato”, fu il suggerimento di Draco.
Lucius scosse la testa. “E’ probabile che quello funzioni per un tempo, ma se accetto il lavoro, devo
essere capace di tenerlo. Inoltre, non farei qualcosa del genere a voi due. Non
sarebbe equo.”
“Allora, semplicemente, non annunciarlo”, sospirò
Draco.
“trova il lavoro e poi presentati con lei. Non ti
scacceranno perché hai un’amica giovane.”
“Mi sembra la scelta migliore”, si disse d’accordo
Severus. “Comunque, vuol dire che voi due non potrete
farvi vedere in pubblico insieme.”
“Intendevo portarlo alla Golden
Lira, stasera”, disse scontento, Lucius.
“Penso che se potrò defenestrare Fudge, posso fare a meno di un appuntamento, anche se era il nostro
primo appuntamento”, fu la coraggiosa assicurazione di Harry, anche se un poco
malinconico.
“Gli hai davvero chiesto un appuntamento?” Guaì
Draco, sorpreso. Hai loro cenni, ghignò. “fantastico!
Stavo cominciando a chiedermi se avessi perso il tuo tocco, padre.” Poi pensò per un momento. “Se non puoi portarlo ad un
ristorante magico, dovrai portarlo ad uno muggle. Sono
sicuro che ce ne siano di belli.”
“Ce ne sono”, fu d’accordo Harry. “Comunque,
nella maggior parte di loro, c’è bisogno di una prenotazione, e noi non
sappiamo neppure dove sono.”
“Allora, va da Jeri.
Certamente lei conoscerà dei buoni ristoranti e come riuscire ad avere una
prenotazione.”
Harry fece cenno affermativo col capo. “Potrei farlo.
Comunque”, continuò girandosi verso Lucius.
“Si?” Lui chiese. “Qualunque cosa sia,
solo chiedi. Se ha a che fare con il nostro appuntamento, dubito che dirò di
no.”
Harry esitò. “Bene. Quei vestiti che portavi l’altro giorno sono belli, ma un poco antiquati. Se dobbiamo andare in un bel ristorante, allora devi avere
un bell’abito. E non sarebbe male che trovassi anche
qualche altro abbigliamento muggle regolare.”
“Hmm…” Contemplò Lucius.
“Sono d’accordo con l’abito, ma devo pensarci per quanto riguarda
l’abbigliamento muggle.”
Draco ghignò cattivo. “Bene, capisci padre, non può
ammirare il tuo sedere in quegli accappatoi che porti.”
“Draco!” Gridò Harry, arrossendo furiosamente.
I due più vecchi uomini sorrisero maliziosi. “Hai un
buon punto, Draco”, si disse d’accordo Lucius. “Comunque,
dipende dal fatto se Harry *vuole* verificare il mio sedere, no?”
Harry, sebbene stesse ancora arrossendo, si riprese
abbastanza per assentire. “Effettivamente, è una vista
notevole.”
Draco rise.
Severus decise di riportare l’attenzione sulla pista.
Realmente, non desiderava sapere se Harry stesse verificando il sedere di Luci,
o alcuna altra parte, per quella questione. “Se decidiamo di farlo, dobbiamo riuscire a liberarci di
Fudge. Come intendete farlo? Perché se l’intenzione èriccattarlo, spererei che fosse
stato fatto tempo fa.”
“Non ricatto.” Il rossore di Harry si era affievolito
ed era nuovamente concentrato sul soggetto. “Ma
qualcosa altrettanto buono. La mia reputazione. Ho un elenco di
errori notevoli, che conosco personalmente. Se
fosse possibile ottenerne altri, sarebbe grande. Altrimenti, useremo ciò che
abbiamo. Credo che potrei indire una conferenza stampa, e parlare della
sconfitta di Voldemort e delle altre cose. Ora che ho sedici anni, Dumbledore
non può impedirmi di parlare coi reporter come ha fatto
nei mesi passati. Se il discorso è scritto correttamente, quale sono sicuro che tra noi quattro potremo farlo, mi aspetto
che sia fuori dal suo ufficio entro una giornata.”
“Anche Dumbledore?” Fu
l’impaziente domanda di Draco.
Harry scosse la testa. “Non penso. E’
troppo presente nella mente di ognuno come un buon ragazzo, sarebbe
controproducente. Inoltre, non posso spiegare i motivi per
cui non mi piace senza spiegare come sono cresciuto, e quella non è
qualcosa che voglio sia di conoscenza comune. A meno che
non sia davvero necessario.”
Draco assentì col capo, come Severus e Lucius,
mostrando il loro appoggio silenzioso.
“Quindi”, chiese Harry
brillantemente, “abbiamo un piano?”
“Abbiamo un piano”, furono d’accordo gli altri.
“Perché non l’abbiamo fatto
appena abbiamo ucciso Voldemort, la conquista del mondo?” Fu l’umoristica
domanda di Draco.
“Dove sarebbe il
divertimento?” Ghignò Harry.
cap. 19
“Allora io vado in città. Nessuno vuol venire con
me?” Chiese Harry mentre si alzava. Lucius fu
immediatamente al suo fianco, spostando la sedia ed aiutandolo ad alzarsi. Gli
altri due nascosero i loro sorrisi.
“Mentre vai a visitare le
tue amiche? Penso proprio di no.” Ghignò Draco.
“Sev?”
“Non penso. Conoscendoti, tenteresti di obbligarmi a
comprare dei vestiti muggle, o qualcosa di peggio. Resterò qui, oggi. Comunque, non c’è motivo di sprecare il mio tempo.” Harry e
Draco gemettero, sapendo che cosa stava per succedere. “Mi aspetto di vedervi
entrambi nei laboratori sotterranei domattina alle otto.”
“Si, signore”, si lamentarono, sembrando abbattuti.
In verità, non lo erano. Si erano abituati a passare un paio d’ore al giorno con il professore di pozioni come tutore
straordinario. Draco era il suo apprendista non ufficiale, e se non fosse stato
per Dumbledore, avrebbe passato una parte dell’estate
al feudo di Snape, come avrebbe fatto anche Harry. Entrambi godevano
del tempo che passavano insieme, lavorando, imparando e parlando. La loro
amicizia si era rafforzata attraverso quei discorsi.
Avevano imparato insieme come essere
animagi, durante quel tempo. Questa estate intendevano imparare l’apparizione.
Severus, probabilmente, non avrebbe avuto tempo per
insegnargli, ma le loro lezioni non erano mai noiose,
mai. Forse Lucius poteva unirsi a loro. Certamente avrebbe avuto qualcosa da
insegnargli.
“Vieni Harry, se hai intenzione di andare, dobbiamo
assicurarci che puoi ritornare se necessario.” Lucius
lo condusse fuori della stanza, una mano posata sul basso della schiena.
“Come faremo? Anche tu devi andare a far compere, oggi. Per non menzionare
come farti sapere se riesco ad avere le prenotazioni.”
“Hai un piccolo specchio?” Chiese Lucius.
“Certo”, rispose Harry. “Devo andarlo a prendere
nella mia stanza.”
Lucius alzò un sopracciglio. “Mi rifiuto di pensare
che tu non sappia come farlo arrivare qui.”
“Sono minorenne, ricordi?”
Disse il giovane, alzando anch’egli un sopracciglio. “Quella è un’altra regola,
a proposito, su cui non sono d’accordo.”
“E non hai pensato che tutto il feudo è schermato, così che il Ministero non poteva accorgersi che
usi la magia? Come ti aspetti che Severus t’insegni qualsiasi cosa domani, se
tu non puoi usarla?”
Harry scosse la testa alla propria stupidità. Non se n’era accorto. Un piccolo incantesimo e Harry stava
tenendo in mano un piccolo portacipria. L’aprì, mostrando lo specchio
circolare. “Questo va bene?”
“Perfetto”, sorrise Lucius. Lo condusse d’innanzi a uno specchio posto su uno dei muri dello studio. Harry si
era sempre chiesto perché lo specchio si trovasse là. Anche se era evidente che
si trattasse di un pezzo di antiquariato, molto ben
tenuto, non era pertinente con la decorazione di quello che era evidentemente
un luogo di lavoro. Lucius non era così vano.
Alzando la mano, Lucius pigiò una delle rientranze
sulla cornice dello specchio e disse una parola a bassa voce. Lo specchio
brillò, scomparendo, permettendo la vista d’alcuni articoli che si trovavano
dietro di lui. Lucius estrasse una bottiglia di pozione ed una piccola scatola.
Un tocco della mano, un’altra parola bisbigliata e lo specchio ritornava alla
sua lucentezza normale.
Lucius rimosse, attentamente, il piccolo specchio
dalla sua base. Poi lo fece aderire al più grande. Aprì la bottiglia di
pozione, mise alcune gocce di essa sulle sue dita e lo
strofinò su metà del piccolo specchio, dicendo semplicemente ‘Harry’. “Fai lo
stesso”, disse, tenendo la bottiglia. Harry seguì le direzioni senza far
domande.
Dopo aver fatto questo, Lucius rimosse lo specchio e
lo rimise a posto nel portacipria. Poi, toccò lo specchio. “Voco
Harry.”
Era come se qualcuno stesse pronunciando a bassa voce
il suo nome. Il ragazzo guardò al portacipria che stava tenendo in mano e vide
che stava lampeggiando. Invece di mostrare la sua immagine, mostrava
ciò che si rifletteva nello specchio più grande. Alzò lo sguardo allo specchio
più grande, che stava mostrando la riflessione del più piccolo. “Spostati verso
l’altro lato della stanza”, suggerì Lucius, e Harry, comprese che stava
sentendolo due volte. Una volta dalle labbra dell’uomo e
l’altro dal piccolo specchio che stava tenendo in mano.
Lentamente, Harry faceva come gli
era detto.Quando si allontanò come più
possibile, guardò di nuovo al più vecchio uomo.
Lucius sorrise e gesticolò in giù prima di girarsi
verso il suo specchio. Harry guardò in giù e vide Lucius che lo salutava.
“Ciao, Harry.”
“Ciao, Lucius”, fu la risposta di Harry, che ghignò
nuovamente.
“Ho sempre ritenuto questo metodo molto
più accettabile che usare il fuoco.”
“Sono pienamente d’accordo”, fu la risposta ridente
di Harry. “Quali sono gli inconvenienti? Perché sono sicuro ce ne siano.”
“Ottima domanda”, affermò Lucius. “Il principale
problema è un limite di specchi a cui puoi connetterti. Un piccolo specchio,
come il tuo, può collegarsi ad uno solo. Uno grande come questo nello studio,
con un numero maggiore.”
“Ma nessuno può chiamare uno
specchio salvo che i due sono connessi, giusto?” Chiese Harry,
contemplativamente.
“Corretto”, si disse d’accordo Lucius.
“Quindi, come funziona, se
voglio chiamarti?”
“Come nella Rete del Fuoco, ogni specchio ha una
designazione. Questo, per esempio, ha Studio dei Malfoy. Quando
sei pronto, semplicemente tocca lo specchio e di ‘Studio dei Malfoy æVoco’. Se io sono nel Feudo,
sentirò che c’è una chiamata allo specchio. Per interrompere. di semplicemente ‘VocoæFinito’.” Lo specchio mostrò, improvvisamente, solamente
la sua faccia, che guardava verso di lui.
Harry alzò lo sguardo, per vedere Lucius che guardava
verso di lui.
“Studio dei Malfoy æVoco”, disse toccando la
superficie dello specchio. Improvvisamente, Lucius stava guardandolo da molto
più da vicino.
“Se hai finito di giocare...”mormorò
Lucius, facendo ridacchiare Harry che interruppe la chiamata e ritornò vicino a
lui. Una volta là, vide che Lucius aveva aperto la scatola. Dentro aveva tre
scomparti vuoti e tre piccole copie del sigillo dei
Malfoy. “Questi sono oggetti molto speciali, che solamente il più capofamiglia
può avere. Loro sono anche una delle ragioni per cui non ha fiducia in
Dumbledore.” Harry lo guardò sorpreso. Non per il
fatto che non avesse fiducia in Dumbledore, perché su quello la pensavano allo
stesso modo, ma che lui non ebbe fiducia nell’uomo a causa d’alcuni sigilli?
“Questo è una passaporta speciale, chiamato passaporta dell’emblema. Una
volta che loro sono rimasti in un luogo per un certo ammontare di tempo, almeno
un secolo, anche se è preferibile se è ancora più tempo, quando sono attivati,
riporteranno la persona che lo porta sempre in quel particolare luogo. Non
importa se la persona è nell’altra stanza o in capo al mondo. Saranno sempre
portati alla stanza designata, in questo caso, lo studio. E’ impossibile
fermarli, e loro sono invisibili che non ne porti un’altro da quella particolare
casa. Non possono neppure essere tolti da te, finché sei vivo.
Dal momento in cui sei entrato a scuola, avrebbe dovuto darti una
passaporta con l’emblema di Hogwarts. Avrebbe dovuto essere la prima azione di
Dumbledore. Come avrebbe dovuto fare con Severus, quando
divenne una spia. Non farlo, posso considerarlo solo una negligenza
criminale.”
“Vuoi sostenere che, se io avessi avuto uno di questi, sarei stato capace
a ritornare immediatamente a Hogwarts dopo che la passaporta di Voldemort mi
portò da lui?”
“ Tu e la persona che era con te. Più vecchio è il luogo in cui sono
tenuti, più forte sono gli emblemi, nessuno sa perché. Hogwarts certamente, è
abbastanza vecchio perché la passaporta possa trasportare due persone senza
problemi.”
Harry iniziò a bestemmiare in maniera esplosiva. Cominciò a camminare
avanti ed indietro, mentre sentiva la sua rabbia ardere in modo sempre
maggiore. Le sue mani cercarono di sistemarsi automaticamente i capelli, per
finire impigliate nei fermagli che ancora portava.
Lucius aggrottò le sopracciglia alla vista di Harry che pasticciava con i
fermagli. Dopo uno strappo particolarmente doloroso, decise di intervenire.
“Harry, fermati!”Gli ordinò. Ma non fu ascoltato.
Decise di intervenire direttamente, afferrandogli le mani e tenendole ferme ai
suoi fianchi. Immediatamente, Harry iniziò a lottare contro di lui, e Lucius
rimase molto sorpreso al fatto che ci volle quasi tutta la sua forza per tenere
la presa del più piccolo ragazzo.
Lucius gridò, tentando di calmarlo, ma senza risultato. Anzi, sembrava
ottenere l’effetto contrario. Finalmente, il biondo decise che c’erano solo due
scelte per riuscire a calmare Harry, e non c’era modo che stesse
per schiaffeggiare Harry, neppure per il suo bene. Invece, si chinò in giù e
baciò il ragazzo, più duramente che poteva.
Lentamente, Harry si calmò. Alla sensazione della
lingua che accarezzava la sua, delle labbra che si muovevano contro le sue.
Tali sensazioni gli davano qualcosa di molto più intrigante a cui pensare della
rabbia nata dai suoi ricordi. Harry cominciò a partecipare al bacio, facendo
rumori affascinanti. Lucius rilasciò i suoi polsi, così che il giovane poté
avvolgere le braccia al collo dell’altro uomo.
Le mani di Lucius si mossero ad avvolgere la sua schiena.
Come il bacio seguì, divenendo più disperato, le mani
si mossero in giù, fino ad arrivare al sedere del ragazzo dagli occhi
verdi. Harry ruppe, finalmente, il bacio, avendo bisogno d’aria lamentandosi
del fatto di doversi dividere. Lucius portò le sue attenzioni alla mascella del
giovane, iniziando a mordicchiarlo, fino a giungere all’orecchio, succhiandone
il lobo per un momento, prima di turbinare la lingua all’interno dell’orecchio.
Da quel momento, Harry non poté fare nulla di più che uggiolare.
“Lucius”, si lamentò.
“Ehi, papà, Harry è andato via?” Li interruppe una voce per il secondo
giorno di fila. La lingua di Lucius si fermò e, lentamente si volse a
sfolgorare al figlio. “Lo prendo come uhmm...un no.” Draco iniziò a retrocedere all’occhiata del padre. Corse fuori
della stanza in pochi secondi.
Harry sospirò, posando la testa sulle spalle di Lucius. “Devo davvero
andare”, mormorò.
Le mani di Lucius lasciarono la loro comoda posizione, strofinando
dolcemente il didietro di Harry. “Suppongo”, sospirò lui, di malavoglia,
attirandolo nuovamente a se. Le labbra di Harry erano gonfie ed i suoi occhi
scuri di passione. Era tutto ciò che Lucius poteva fare senza trascinare il bel
ragazzo indietro nelle sue braccia e riprendere da dove erano stati interrotti.
“E’ meglio che tu vada fuori di qui prima che ti rapisca nuovamente in estasi”,
disse lui. Tentò d’essere umoristico, ma c’era troppa verità in tale
asserzione. Solamente il fatto che Harry veramente non era pronto ad andare più
lontano, gli permise di non ricominciare.
“Ti chiamerò, quando so qualcosa sulla cena”, mormorò Harry.
Lucius gli diede la passaporta dell’emblema ed un altro che raccolse
dalla scrivania. “Questo ti porterà a Diagon Alley. Sei sicuro che non posso
convincerti a prendere qualcuno con te?”
Harry sorrise un poco vacillante. “Starò bene. So come arrivare al
negozio di Jeri da là, e le ragazze si prenderanno
cura di me. Ci...ci vediamo dopo.”
“A più tardi, Harry.”
cap.20
Lucius andò in cerca di Draco e di Severus. Harry l’aveva appena
informato di esser riuscito a prenotare, in un ristorante molto bello, per
stasera alle sette. Ora doveva trovarsi un bell’abito.
Aveva assicurato a Harry che poteva occuparsene da solo. Ciò non
intendeva, però, che lui non potesse dividere il *piacere* degli acquisti con
il suo amico e suofiglio, vero? Certo che no.
I tre uomini, usando il camino, andarono a Diagon Alley, dirigendosi alla
Gringotts per scambiare i soldi magici in quelli
muggle, per poi dirigersi attraverso il Calderone che perde
fuori nella Londra muggle. Malgrado ciò che tutti e
tre sentivano per il mondo muggle, tutti e tre erano abbastanza in grado di
usare i soldi muggle e fermare un taxi.
“Dove?” chiese il conducente.
Draco s’inclinò in avanti. “Mio padre ha un appuntamento con una signora
stasera, e ha seriamente bisogno di vestiti nuovi.”
“Ci penso io”, disse il conducente, guardando il biondo più vecchio.
L’occhiata datagli dagli occhi argento-blu lo fece
impallidire e voltarsi nuovamente in avanti. “Conosco il luogo perfetto”, disse
ingoiando.
L’auto si fermò d’innanzi ad un elegante negozio
di abbigliamento maschile, e pagato il conducente, lo videro andarsene
felicemente facendosi una nota mentale di *non* essere nei paraggi alla loro
uscita. I due uomini più vecchi erano paurosi.
“Perchè siamo venuti in un negozio dove gli abiti sono su port’abiti invece di un sarto?” Chiese Lucius.
“Perché non c’è tempo perché sia il sarto a farti un abito.” Fu la risposta di Draco. Guardandosi attorno, il giovane
si diresse verso uno dei venditori.
“Posso aiutare?” Chiese cortesemente il commesso.
“Mio padre”, affermò Draco, afferrandolo e tirandolo
vicino a se, “ ha un appuntamento con una signora stasera. Ha bisogno di
un bell’abito, uno adatto a ChezAntoine.”
“Certamente”, disse il giovane, conducendoli verso il reparto dei abiti più belli e costosi. “Sa che cosa la signora
indosserà? Aiuterebbe conoscere i colori e lo stile.”
Lucius ci pensò. “Non precisamente quello che porterà, ma gli piace il
verde.”
“No padre, penso di no. Sicuramente vorrà sfoggiare
i gioielli che gli hai regalato”, interferì Draco. “Quindi il vestito,
probabilmente, sarà nero, per sfoggiare l’argento e giada.”
“Va bene. Ha detto giada? Come questo colore?” E tira giù una camicia di
colore verde pallido.
“Non precisamente”, mormorò Lucius. “Gli di Jade sono di questo colore”,
e mostrò un’altra camicia.
Draco lasciò suo padre nelle capaci mani del commesso e andò a cercare
l’altro uomo. “Ehi, Sev, hai visto nulla che potrebbe piacere a Harry?”
Severus guardò il suo studente. “Penso che tutto qui sia un poco troppo
maschile per Harry, adesso”, disse sorridendo furbescamente.
Draco ghignò di nuovo. “Non si può mai sapere. Tenterò di convincere mio
padre a portare Harry fuori, come un ragazzo, in un club per gay uno di questi
giorni.” Poi ci pensò un attimo. “Giusto, permettimi
di correggere il pensiero, tenterò di convincere Harry ad uscire come un
ragazzo con mio padre.”
“Certamente l’hai preso bene, questa situazione”, disse Severus.
“Indovino di averlo fatto. E circa te?” Chiese impaziente
Draco.
“Credo di aver reagito...appropriatamente.”
// Flashback//
Gli occhi di Severus oltrepassarono Harry, e per la prima volta prese atto della stanza. Aggrottò le sopracciglia,
perplesso. “Harry?”
“Hmm?”
“Perché ci sono abiti e gonne appesi nel tuo
guardaroba?”
Harry sbatté gli occhi e guardò rapidamente nella stanza, con gli occhi
larghi.
“Um...”
“E quelli, sono trucchi femminili sul tuo
cassettone?”
“Uh...”
“E che cosa è, precisamente, questo?” E,
avanzando, alzò il regalo di Draco.
Harry guardò l’oggetto in questione ed arrossì, anche se ghignando.
“Quello era un esperimento di Draco.”
“Un esperimento?” Chiese Severus, un sopracciglio alzato per rimarcare la
domanda.
“Si, stava tentando di vedere se fosse possibile per me morire
d’imbarazzo.” Harry arrossì ulteriormente. “ Me lo
diede come un regalo...di fronte a Lucius.”
Severus pensò a come sarebbe sembrato e dovette ghignare leggermente.
“Quasi desidero che fossi qui a vederlo.”
“Io sono contento che non ci fossi. Realmente,
allora sarei morto. “ Gemette Harry.
“Non è mai stato provato se una persona può morire d’imbarazzo”, disse
pensierosamente Severus. Poi, ritornò sul soggetto. “Però,
non spiega il resto.”
Harry fece un profondo respiro. “Appartengono a Jade.”
“Jade?”
Harry accennò col capo, guardando in giù. Severus aggrottò le
sopracciglia. Evidentemente, qualunque cosa stesse
succedendo, era importante per il ragazzo, a giudicare da come era preoccupato
della sua reazione. “Harry?” Chiese. “Chi è Jade?”
harry rimase
silenzioso per un momento, e Severus lo guardò. Stava tremando. Immediatamente
Severus si mosse, anche se si assicurò di non fare gesti bruschi, in modo da
non spaventare il bambino. In un attimo era vicino al giovane, abbracciandolo.
“Pensavo che potessi dirmi qualsiasi cosa.” Affermò
Severus.
“Lo faccio”, fu la risposta bisbigliata di Harry.
“E sai che non diverrò veramente adirato, vero?
Non se tu non scombini la mia classe”, sottovoce, Harry affermò ‘era successo solo una volta’, ma
fu ignorato virilmente. “Non se tu tingi i miei capelli in rosso ed oro”, Harry
rise un poco scioccamente, ricordando la cosa. “Neppure se stai insieme con un
uomo più vecchio di te di vent’anni che è il mio
migliore amico dai tempi della scuola.”
“Neppure se io...” Harry strascinò via.
“Neppure se stai dormendo con una ragazza chiamata Jade, mentre hai
appuntamento con un uomo più vecchio divent’anni”, gli disse Severus.
Harry rise, e la tensione, scese.
“Neppure se io sono Jade?”
Severus lo guardò, una maschera che compariva sul suo volto, mentre
tentava di capire quello che gli era appena stato detto.
“*Tu* sei Jade?”
Harry accennò col capo.
Severus diede uno sguardo a tutti gli oggetti femminili e poi volse
nuovamente lo sguardo verso Harry. “Quindi tutte
queste cose...sono tue?”
Harry accennò nuovamente col capo.
“E li porti?”
Harry sentiva una risata che tentava di uscire. Harry gettò uno sguardo
alla faccia del più vecchio uomo. Ciò che vide era una maschera, e abbastanza
stranamente, quello lo rassicurò. Severus non si preoccupava, solitamente, a
nascondere le sue reazioni, quando era adirato o irritato, o anche infelice.
“Perché?”
“Perché...nessuno mi riconosce, o si aspetta
qualsiasi cosa da me. Non come Jade. Jade è... sicurezza. Sicurezza
per essere, sicura per essere con altri. Nessuno fa male a chi mi sta
accanto per farmi male, o tenta di farmi male.”
Severus lo abbracciò un poco più stretto.
“C’era, certamente, altri modi, no?” Suggerì Severus. “La pozione di
glamourie, o polyjuice.”
Immediatamente, Harry, scosse la testa. “Non il polyjuice.
Non intendo usare la vita di qualcun altro. Quello è quasi peggiore. Pozioni di
glamourie regolari non coprirebbero la cicatrice. Maledetta, stupida
cicatrice”, disse sottovoce. “Sono sicuro, che se fossi venuto da te, avresti
trovato qualcosa che avrebbe lavorato, ma...”
“Ma cosa?” Chiese Severus, pazientemente.
“Non so come spiegarlo senza sembrare stupido”, disse Harry.
“E da quando ti ha preoccupato il sembrare
stupido in mia presenza? Dopotutto, è quello che stai facendo da cinque anni,
ormai.” Severus lo guardò per vedere se si fosse
offeso, ma come il solito, gli insulti che lo stuzzicavano, causavano il riso
al giovane.
“La cicatrice non è me. Probabilmente è la parte più riconoscibile di me,
ma non è *me*, capisci?”
“Esattamente come il marchio oscuro non è me”, fu d’accordo Severus. “E’
una parte di me, ma fu costretto su me da qualcun altro.”
“E non l’hai mai usata per definirti, dopo”,
ammise Harry.
“Effettivamente”, fu la risposta dell’ex mangiamorte.
“I miei occhi, i miei capelli...loro sono miei.
Non voglio cambiarli. Potrei farlo, facilmente. Anche
nel mondo muggle. Potevo tingere i miei capelli e lenti a contatto colorate; ma, in qualche modo, non mi sembrava giusto.
Realmente, non capisco perché cambiando il mio *genere* o almeno, quello che
gli altri percepiscono come il mio genere, sia sbagliato, al contrario del
cambiare colore di capelli o di occhi. Ma non è solo quello. Forse perché ho gli occhi di mia madre
e i capelli di mio padre, ma il mio genere è solo un
caso, e si, io so che anche gli altri sono solo per un caso, ma ancora è
diverso. Non voglio essere una ragazza, ma mi piace esser trattata come loro.
Mi piace portare abiti comodi, che sembrino belli,
dopo aver portato per troppo tempo quelli scartati da Duddley. Mi piace essere
Jade perché sò che quando mi guardano, le persone
vedono me. Non completamente la persona che i miei compagni di scuola
conoscono, ma ancora, solo me. Nessuna cicatrice, nessuna reputazione,
solo...io. Sono stato parecchie volte a Diagon Alley.”
Severus trattenne l’alito. “Dopo Hogsmeade?”
Harry accennò col capo, accolandosi più vicino. “Andò tutto bene.”
Severus avvolse entrambe le braccia attorno al ragazzo, poggiando la
guancia contro la testa curva di Harry. “Allora,sono
contento.”Fu il suo mormorio.
//Fine Flashback//
“Chiaro che la cosa non mi colpì, realmente, fino a questa mattina”,
continuò Severus. “Non penso che avrei mai capito
veramente di che cosa parlava finché non ho visto Jade. Non c’era modo che potevo
immaginare...”
“So quello che vuoi dire”, ghignò Draco. “Penso che per me e papà fu più facile, perché noi incontrammo prima Jade. Vedere una
bella ragazza che ti abborda, e solamente dopo comprendere che è il tuo miglior
amico...” Scosse la testa.
Draco si guardò attorno. “Ehi, Sev, che cosa ne pensi di questi?” E alzò
un paio di pantaloni di cuoio neri.
“Per cosa?” Rispose Severus, guardandoli con un ghigno.
“Per tutti e quattro di noi, veramente”, disse Draco contemplativamente.
“Quattro?”
“Umm...” Draco accennò col capo. “Onestamente
non so se Jade sia una scelta di vita per Harry. E’ probabile che sia solo una
fase, sai, e dopo aver passato molti mesi come un ragazzo a scuola, deciderà di
tornare ad essere un ragazzo per tutto il tempo. E se non succede, penso che
dovrebbe passare almeno un poco di tempo come un ragazzo; inoltre, c’è
quell’idea del club gay.”
“Per il quale Harry è troppo giovane, nonostante ciò che sta portando
alla durata”, disse repressivamente Severus.
“Bene, sia che li portassero o no fuori, o se lo facciamo noi, penso che
papà e Harry starebbero benissimo in questi pantaloni.
IO sò che lo sarei. Sfoggerebbero il loro sedere,
realmente...” Ghignò lui.
“E perché dovresti preoccuparti sui beni che,
dissolutamente, mostrerebbero?” Ghignò Snape.
“Qual’é la questione
con te, Sev?” Chiese perplesso, Draco. “Pensavo che la questione fosse risolta,
ma continui a fare questi commenti.”
“E’ semplicemente parte della mia personalità”, commentò fra i denti
Snape. “Pensavo che lo sapessi, ormai.”
“Conosco piuttosto bene la tua personalità, Severus”, la voce di seta di
Lucius, venne da dietro di loro. Lucius mise su un incantesimo di silenzio
attorno a loro, così che nessun altro potesse
ascoltare come aveva fatto lui. “E questo non è
normale. Hai detto che accettavi che Harry fosse
insieme a me. Se hai cambiato parere, dobbiamo saperlo.”
Severus sfolgorò. “Nella mia testa, lo so, che entrambi siete capaci di prendere le proprie decisioni. Vedo che cosa
ognuno di voi vede nell’altro e che siete destinati ad
essere insieme. Posso capire questo. Vedo che riesci a farlo felice.
Ugualmente, vedo che lui fa felice te. Quello sta bene. Lo capisco. Nella mia
testa. Ma non tutti i miei pensieri nascono nella
testa. Il mio cuore vede qualche cosa di completamente diverso.” Poi, girò su se stesso, allontanandosi da loro. Si girò
improvvisamente, fissando Lucius. “Immagina, solo immagina
Draco che è gay. Ci se? Puoi immaginarlo?” Lucius fece cenno di si col capo, ignorando il ‘non è possibile’
da parte del figlio. “Tuo figlio viene da te, un giorno, e ti dice che è innamorato e ha un appuntamento con...me.” Quasi la gridò, l’ultima parola, a Lucius, spaventandolo. “Qual’è la tua prima reazione?”
Lucius, nuovamente calmo, guardò all’amico, con fermezza. “Sono felice
per entrambi”, fu la sua risposta.
Draco vide quello che intendeva il suo insegnante, e decise di aiutarlo.
“Severus! Pensavo che non gli avremmo detto niente!” Disse,
sporgendo le labbra, avvicinandosi all’uomo e standogli accoccolato vicino.
La testa di Severus si abbassò, come per dare un bacio al ragazzo biondo.
“Togli le mani da mio figlio!” Ruggì Lucius.
Tutto si fermò. Sul viso di Lucius c’era un’espressione stupita. Non si
aspettava una simile reazione da se.
Lucius era in
attesa alla fine dei gradini, attendendo, ‘quasi pazientemente’,
il suo appuntamento. Non aveva visto Harry da quando
era rientrato dalle compere, anche se i folletti domestici avevano confermato
che era ritornato. Severus e Draco stavano aspettando nella sala,
apparentemente occupato con qualcosa, ma in realtà, stavano solo aspettando di
vederli. Un rumore dalla cima delle scale, attirò la sua attenzione. Alzò gli
occhi, rimanendo incantato.
Draco aveva visto giusto. Harry
vestiva di nero, portando alcuni dei gioielli in giada. Ma
ciò non descriveva il suo aspetto. Se i suoi vestiti,
capelli e trucco, l’avevano fatto sembrare più giovane, quella mattina, ora
aveva ottenuto l’effetto contrario.
I suoi capelli erano acconciati
in uno stile raffinato, e il trucco seguiva lo stesso tema. Il vestito nero era
senza maniche, con un colletto largo, per scendere lungo il corpo, non troppo
attillato, quasi amoreggiando con le sue curve invece di abbracciarle,finendo in un orlo obliquo. Sandali alti con lacci, gli
diedero altri cm. in altezza. L’unico colore era la sua pelle pallida e i
gioielli d’argento e giada, che brillavano alla sua vita, ai polsi e al collo.
“Sei splendido”, disse lui, sinceramente,
mentre Harry, attento, scendeva i gradini. Harry, era abbastanza fiducioso sul
camminare sul pavimento, ma i gradini, era tutt’altra
questione.
“Tu sei bello”, fu la risposta
del ragazzo, gli occhi che scivolavano sull’Armani
nero che Lucius stava portando.
Lucius allungò la mano per
aiutarlo negli ultimi gradini. Aggrottò le sopracciglia, quando l’osservò meglio.
“Qual’è la questione?” Chiese Harry, immediatamente
preoccupato, alla vista di tale cipiglio. Stava portando tutto quello che
doveva, il suo trucco era perfetto, perché Lucius stava aggrottando le sopracciglia?
“Dov’è
il tuo emblema?” Ringhiò Lucius.
Harry sospirò in sollievo. Era
tutto lì? Mise una mano nelle tasche che i folletti avevano cucito, con estrema
difficoltà, nell’abito e l’estrasse. “Non penserai davvero che andrei via senza
di lui, vero?” disse sorridendo.
“Avrei dovuto saperlo”, fu
d’accordo Lucius. Accennò col capo ai due spettatori, interessati, e abbracciato
Harry, estrasse una passaporta per Diagon Alley. Era contento di aver perlustrato
la zona dove era situato il ristorante quello stesso giorno, e aver trovato
dove sarebbero potuti apparire senza problemi. Non desiderava dover trattare
con conducenti di taxi o simili. Usarono la passaporta per Diagon Alley, poi
abbracciando Harry, apparirono in una zona vuota vicino al ristorante.
Tenendosi per mano, i due
camminarono verso ChezAntoine.
“Posso aiutarvi?” Il maitre chiese rispettosamente. Poteva non aver mai visto
prima questi due, ma sapeva riconoscere la qualità, quando l’incontrava.
“Una prenotazione per due a nome Malfoy.” Disse Lucius.
Dopo un controllo rapido, il maitre condusse i due ad un angolo appartato. “Ecco. Il suo
cameriere, Jacque, sarà qui immediatamente.” Gli diede il menù e li lasciò da soli.
Harry guardò il suo menù,
aggrottando le sopracciglia.
“Qualcosa non va?” Chiese
Lucius.
“Non conosco il francese”,
ammise Harry.
Lucius sorrise. “Va bene se te
lo leggo io?” Gli chiese.
“Non ti dispiace ordinare per
me? Solo...non lumache, per favore”, disse ghignando.
“Ne sarei felice”, sorrise
Lucius. Era un poco sorpreso, da quello che aveva visto, Harry mangiava
qualsiasi cosa. Probabilmente, a causa della mancanza di cibo
negli anni precedenti. Certo, poteva essere che fosse solo il pensiero
di mangiare lumache. Uno di questi giorni, doveva far conoscere a Harry le vere
escargot, ma stanotte, si limiterebbe a cose che era sicuro piacevano al ragazzo. “ Ti piace il vino, o
preferisci qualcosa d’analcolico?”
“Niente vino, grazie, anche se
posso berne un sorso o due, se desideri averne.”Quando il cameriere arrivò, Lucius ordinò in un francese
scorrevole.
Una volta che il cameriere ebbe
portato le bevande, sedettero in silenzio, un poco goffo, a guardarsi l’un con l’altro.
Finalmente, Harry avviò a ridere scioccamente. “Non si suppone che noi ci si *parli* durante
un appuntamento?”
“Credo che quella sia una parte
normale in un appuntamento”, sorrise Lucius, nuovamente. “Io conosco già
parecchio su te, così perché non fai tu delle domande?”
Harry ci pensò per un momento,
poi guardò che gli altri tavoli non fossero vicini che si potesse udire la
conversazione. Il ristorante era grande, e le tavole erano abbastanza lontane
le une dalle altre, in modo da avere una parvenza di riserbo; e il loro tavolo era
anche più isolato.
“Bene, le persone tendono a
chiedere su cose come il colore favorito, ma guardando la tua casa, è
abbastanza ovvio”, ghignò lui. “Così, qual è il tuo incantesimo preferito?”
Lucius sembrò sorpreso, ma se
Harry voleva incominciare così, stava bene anche a lui. “L’incantesimo
favorito, hmmm? Bene, c’è un incantesimo del quale tu
probabilmente non hai mai sentito parlare, dato che è illegale, ma non scuro.
Si chiama Memoria Eidetica. Ti permette di ricordare tutto ciò che conosci per
quindici minuti dopo averlo pronunciato, e il richiamo, durerà per sei ore.”
Harry sembrò confuso. “Vuoi sostenere
che se tu leggi un libro, puoi richiamare la memoria di tutto quello che hai
letto per le seguenti sei ore?”
“Meglio di quello”, disse
Lucius. “Non è necessario leggere il libro, basta che gli dia
uno sguardo. Saresti capace di ripensare ad una pagina a cui hai gettato solo
uno sguardo, e sarebbe come se lo stessi leggendo di fronte a te.”
“Perché
è illegale? O è perchè io sono uno studente? Certamente
posso capire che può poter far decidere a qualcuno di ingannare.”
“In quel caso, non funziona
molto bene”, ghignò Lucius. “Quelli che hanno provato ad usarlo in tal modo,
tendevano a scrivere pari pari
il libro, mettendo le stesse parole, virgole comprese. In tal modo, finivano
per essere scoperti.”
“Alllora,
perché è illegale? E perché è il tuo incantesimo preferito?”
Lucius sorrise. “E’ uno degli
incantesimi noti come gli incantesimi di Slytherin, una raccolta di incantesimi utili che a tutti gli Slytherin vengono insegnati
una volta che noi troviamo il modo di introdurci nella sezione limitata della
biblioteca.”
Harry sgranò gli occhi, sedendo
più dritto, avviando a capire.
“Vuoi dire...”
Lucius assentì col capo. “Io,
come molti altri dei miei compagni di casa, specialmente Severus, andavamo
nella sezione limitata e trovato il libro ricercato, diceva il fascino e poi,
gettava uno sguardo attraverso il libro. Poi, risaliti alle nostre stanze, usavano
un calamo che trascriveva ed alcuni libri bianchi, e recitavano a memoria il
libro. L’unico problema, erano i ritratti. La ragione per cui è illegale, è
perché aggira completamente tutti i fascini di proprietà letterari che hanno la
maggior parte dei libri. Ho fatto lo stesso con la biblioteca del Ministero, e
i libri del feudo Riddle. Dovrei possedere circa duecento libri, ottenuti in questo
modo.”
“Detto con le parole di Ron, è
assolutamente brillante”, ghignò Harry.
Lucius sospirò. “E qualcosa che Slytherin sta facendo da secoli. Ora che ti
ho detto il mio, qual’è il tuo, di favorito?”
“Facile”, gli disse Harry. “La
trasformazione in Animagus. Amo la mia forma di animagus,
e volare con le mie ali, è la miglior cosa al mondo.”
Lucius alzò un sopracciglio.
“La miglior cosa al mondo? In quel caso, devo evidentemente lavorare sulle mie
capacità di baciare.”
Harry arrossì, mortificato.
“Volevo dire *prima* che c’incontrassimo.” Si affrettò
a dire.
“Stai affermando che non devo
cercare di migliorare il mio modo di baciare? Che non ho
bisogno di pratica?” Lucius nascose un ghigno, aspettando di vedere cosa
direbbe Harry, a questo punto.
Harry, calmo, sorrise. “La tua tecnica e vicino alla perfezione. Non ha bisogno di alcuna pratica.”
“Quindi,
non ho bisogno di baciarti più?” Chiese Lucius, sericamente.
“Non ho mai detto quello”, intervenne
rapidamente Harry. “Ho affermatoche *tu* non hai bisogno di più
pratica. Comunque, io sono un novizio dell’arte, e ho
bisogno di tutta la pratica che tu puoi farmi fare. Salvo che, chiaramente,
preferisci che chieda a qualcun altro.”
“Solamente se gli auguri che
perdano la loro testa. Letteralmente”, fu l’austera risposta di Lucius, e non
sembrava che stesse scherzando.
“Allora, dovrai appena
accettare di esser il mio insegnante, no?” Disse Harry. Lucius fu sorpreso nel
notare che le sue parole possessive non erano sembrate imbarazzare il ragazzo.
Gli antipasti furono serviti,
poi, ci furono molti minuti di silenzio, mentre mangiavano. Una volta consumata
la maggior parte del cibo, la conversazione ricominciò
ancora una volta. “Qual’è la
cosa migliore che hai fatto?”
Lucius prese un altro morso,
mentre considerava la domanda. “La miglior cosa che io ho *fatto*...non
saprei. La migliore cosa che io ho *creato*...Draco.”
Harry aveva un piccolo, sorriso
felice, sul volto. “Penso che allevarlo, sia veramente la miglior cosa che tu abbia fatto, perché hai fatto un lavoro davvero
grande. Anche se ho pensato che era un marmocchio disgustoso e guasto, per la
prima coppia di anni.”
Lucius rise. “Ha superato
quella fase. Per quello posso biasimare Narcissa.”
Harry alzò un sopracciglio,
anche se non funzionava bene come per i due uomini più vecchi. “Allora perchè
era sempre a dire ‘aspetta che lo sappia mio padre’?”
“Perché non voleva essere
considerato un ‘ragazzo della mamma’,
certamente”, fu la serena risposta dell’uomo. “Stessa domanda.”
Harry capì che non desiderava
parlare ancora di Draco, o avrebbe dovuto ammettere che il ragazzo fosse più un ‘ragazzo di papà’ che un ‘ragazzo
di mamma’, ma accettò la nuova direzione.
“La miglior cosa che ho
fatto...”
“Sconfiggere Voldemort?”
Suggerì Lucius.
“No”, Harry scosse la testa.
“Quello fu un lavoro di gruppo, ed io ho fatto solo quello che si aspettavano
da me.”
“Non sono d’accordo. E’
probabile che se lo aspettarono, ma ciò non significa
che tu puoi o lo farai. Si, era una cosa di gruppo, ma rimane che non si sarebbe
potuto farlo senza di te”, disse con voce intensa,
Lucius. “*Tu* hai vinto Voldemort. Hai avuto aiuto non lo nego, o sottovaluto
ciò che abbiamo fatto noi, ma rimane che *tu* sei la ragione del successo. Il
mondo non aveva nessun diritto di *aspettarsi* qualsiasi cosa da te, eri solo
un bambino. Eppure, sei andato oltre le loro aspettazioni.
Tutte le nostre aspettazioni. Sconfiggere Voldemort era una buona cosa, una
*grande * cosa, se lo neghi, neghi tutto ciò che è accaduto, il buono e il
cattivo.”
Harry ascoltò attentamente.
Poteva giurare che Lucius intendeva ogni singola parola. Per questo, esse
intendevano molto più che il giovane potesse esprimere. “Penso che la miglior
cosa che ho mai fatto, fosse vedere oltre le prime
impressioni che tutti voi tre mi avevate fatto. Nulla sarebbe cambiato senza di
ciò, ed io non sarei fortunato come sono ora.”
Lucius assentì capendo ciò che
intendeva. Le prime impressioni o i preconcetti, che si superano, erano una delle cose più difficili da portare a termine. Oltretutto,
molte persone, neppure tentavano.
Harry decise di illuminare un
poco l’umore. “Qual’è la
cosa più imbarazzante che ti è mai accaduta?”
Lucius sfolgorò a Harry
mitemente, ma decise di rispondere. “Durante il quarto anno, i Predatori avevano
per me la stessa antipatia che provavano per Severus. Un giorno, ero l’ultima
persona che lasciava il campo di Quidditch per andare a fare la doccia. In qualche
modo, erano riusciti a mettere una tinta speciale nel tubo della doccia.” Harry stava già ridacchiando felice che, la storia, non
era solo su Lucius, ma anche su suo padre e i suoi amici.
“Se fosse stata una tinta regolare, già sarebbe stato abbastanza cattivo, ma oh no, non tuo padre e tuo padrino Doveva essere
una tinta *speciale*. Ero, soprattutto, rosso, ma
c’erano righe porpora e gialle, con macchie color arancio, blu e rosa.” Harry stava ridendo completamente, ora. “Non penserai che
sia tutto qui, vero? No, sarebbe stato troppo semplice. Vedi, mentre stavo là,
in piedi, cercando di capire cosa era accaduto, incominciarono
a fare fotografie. IO ho trovato miei ritratti, in cui ero nudo, e colorato,
per la scuola per i seguenti tre mesi! E, l’insulto
finale, sai quale fu?”Dovette aspettare, perché Harry stava ridendo troppo, per
riuscire a sentire il finale della storia, sul rumore che lui stesso stava facendo.
Stava ghignando, leggermente, anche. E’ probabile che si senta imbarazzato, se
non fosse occupato a pensare che non aveva mai sentito Harry ridere in quel
modo, e valeva l’imbarazzo. Finalmente, Harry si
calmò. “Posso finire?” Harry fece di si col capo,
singhiozzando leggermente, la qual cosa, lo costrinse a prendere un sorso di acqua,
per calmarsi. “L’ultimo problema, era che la tinta scomparve dalla pelle facilmente,
ma non dai miei capelli. Il più forte shampoo magico e pozioni pulenti, non
funzionarono. Avevo capelli multicolori fino a che scomparve naturalmente, un
mese più tardi.”
Harry, quasi soffocando dalle
risate, riuscì a chiedere, “Hai conservato delle
foto?”
“Nessuna che tu vedrai mai”,
disse solennemente Lucius. A quella risposta, iniziò nuovamente a ridere senza
ritegno. Lucius era contento di aver posto una barriera antirumore attorno al
loro tavolo, in modo che le altre persone, non potessero
dire che la persona con cui aveva un appuntamento, era attualmente in piena
crisi di risa isteriche. Lucius, sorrise indulgente. Che
importava se Harry stava ridendo di lui, era felice, e quello era ciò che importava.
Inoltre, era il suo turno, ora.
Dopo un altro giro di bevande,
Harry riuscì a riprendersi, sentendosi lievemente vergognoso. Realmente, non
era tutto questo divertimento, dopo tutto, vero? Doveva
chiedere a Sirius o Remus se conservavano ancora dei ritratti.
“Bene?” Chiese Lucius.
“Bene che cosa?” Chiese Harry,
perplesso.
“Non penserai davvero di
cavartela senza dirmi quale la tua, vero?”
Bastò a fare in modo che tutta
l’ilarità rimasta svanisse. “Non penso di poter superare una cosa simile”,
tentò Harry.
“Sono sicuro che, nonostante
tutto, lo troverò divertente come per te il mio racconto”, offrì Lucius.
“Ne sono certo”, mormorò Harry,
ma stava sorridendo. Era solamente equo, dopo tutto.
“E’ divertente che il tuo
momento più imbarazzante sia dovuto a mio padre, mentre
il mio è, definitivamente, a causa di tuo figlio. E, aggiunto a quello, accadde mentre stavo facendo la doccia dopo una pratica di
Quidditch. Non c’era nessuna tinta coinvolta. Riuscì a
entrare nel nostro spogliatoio mentre mi stavo lavando, e rubò tutti i miei vestiti,
gli accappatoi, gli asciugamani e qualsiasi cosa che fosse di stoffa. Poi,
difese gli armadietti con un incantesimo che li bloccò, così che non potessi
prendere in prestito dagli armadietti dei miei compagni qualsiasi cosa. Aspettai
finché potevo, sperando che arrivasse qualcuno, ma non venne nessuno. La nostra
pratica era all’inizio della mattina, e quel giorno c’erano pozioni duplici
alle prime ore. Avevo già avuto dei ritardi quel mese, e Severus disse che se fosse successo nuovamente, mi avrebbe trascinato
in classe, nessuna questione quello che stavo facendo o quello che stavo
portando. Non pensavo che fosse serio!”
Lucius, ora stava ridacchiando,
sapendo che Severus era decisamente serio quando faceva
simili minacce.
“Stavo camminando nelle docce,
tentando di decidere cosa fare. Finalmente avevo deciso di aspettare finché le
classi cominciassero, per poi correre ai dormitori. Improvvisamente, era come
se qualcosa mi avesse afferrato, cominciando a tirare. Non stava tirando così
forte che mi trascinava lungo il pavimento, ma dovevo correre, e non sembrava
che stesse fermandosi. Tentai di tenermi agli armadietti, ma capii che avrei
portato con me anche loro. L’incantesimo di Severus, mi trascinò, dallo spogliatoio
alla sala, per andare poi alle prigioni sotterranee e nella classe! E, per tutto il tempo, io ero nudo! Non so quante persone mi
videro. Finalmente, stavo in piedi là, nel mezzo della classe, tentando di
coprire almeno una parte di me con le mani. Ne fui completamente mortificato!”
Harry stava,
contemporaneamente, arrossendo e sorridendo, alla stessa durata. Non aveva mai
visto Lucius ridere così liberamente.
“Draco sembra provare piacere
ad imbarazzarti”, disse Lucius, quando riuscì a calmarsi.
“Non me ne parlare”, gemette
Harry. “Credo che sia la sua forma di divertimento favorita.”
“E hai
trovato vendetta?” Chiese Lucius.
“Certamente, cosa credi?”
Sorrise Harry.
“C’è mai stato alcun dubbio?”
Disse Lucius, un poco sarcastico.
Harry fece un’altra domanda,
decidendo di tornare ad argomenti seri. “Qual’è
il sogno che ti ha fatto più male, per doverlo abbandonare?”
Lucius ci pensò attentamente.
Si era aspettato domande sui mangiamorte, la sua infanzia o Narcissa, ma Harry aveva
deciso, evidentemente, di approfondire davvero la loro conoscenza. Decise di
fare del suo meglio per rispondere. “Posso dire, il sogno di Voldemort.”
“Cosa?”
Chiese Harry, scioccato. La conversazione si fermò all’arrivo del cameriere con
il cibo.
“Che cosa intendi, con il sogno di Voldemort? Se lo sostenevi, perchè mi hai aiutato a distruggerlo?”
Chiese Harry, ignorando il cibo davanti a lui.
“Una cosa in cui
era molto bravo Voldemort, era riuscire a giungere all’anima delle persone per
convincerli a congiungerlo. Lo faceva personalizzando la sua tiritera alla
persona che stava cercando di convincere. Ad alcuni, come McNair,
l’uccisione di muggle era ciò che serviva, ma ad altri, come me, Severus, Pettigrew
anche, c’erano altri allettamenti. Per me, non c’era solo la conoscenza che ci veniva proibita, ed io sono d’accordo con te sulla magia
oscura, ma anche l’opportunità di smettere di essere preoccupato dei muggle.
Non che pensi che debbano essere uccisi tutti, onestamente, non credo che
potremmo. IO non voglio una guerra tra muggle e maghi. Non sono sicuro che
potremmo vincere. So anche, ora, che non potremmo sopravvivere senza di loro;
l’unico altro nodo in cui si potrebbe trovare sangue nuovo, sarebbe incrociare
con non-umani, e se si fà ciò troppo spesso, non
saremmo più umani. Non penso neppure che dovremmo avere paura di loro. Stiamo
facendo troppo per placarli e fingere che non esistiamo. Non è più l’epoca
dell’Inquisizione e della caccia alle streghe di Salem. Perché
ci stiamo ancora nascondendo? Voldemort promise che non avremmo più dovuto
nasconderci. Che i muggle saprebbero di noi, e ci accetterebbero.
Sì, possiamo crederci ‘padroni’, ma è realmente così cattivo? Per essere
persone che possono viaggiare dovunque, i luoghi in
cui possiamo andare e possiamo stare, sono pochi e lontani tra loro. Perché, dobbiamo permettere a persone senza alcun potere, di
dettare limiti al nostro modo di vivere?”
Gli occhi di Harry
non avevano abbandonato i suoi per l’intera conferenza. La confusione si era
trasformata in comprensione e Lucius rilasciò un
sospiro, silenzioso, di sollievo. Harry accennò col capo. “Penso di capire. Non
sono completamente d’*accordo*, ma capisco.”
“Devi ricordare,
anche, che avevo solo la tua età a quel tempo, e non ero certamente maturo come
sei tu.” Gli ricordò Lucius. “Perdere il sogno, ha fatto male, a causa di quello in cui si è trasformato.
Non mi aspettavo di diventare un assassino. Usare l’Imperius,
bene, non avevo problemi con quello; ma non avevo intenzione di unirmi a
Voldemort per uccidere e torturare.”
Harry posò una
mano su quella di Lucius, in silenziosa affinità. D’accordo, finirono di
mangiare, ma il silenzio tra loro non era per nulla teso. Quando
ebbero finito, e posato l’argenteria a parte, Lucius tornò a parlare. “Qual’è il tuo?”
Harry era
silenzioso. Poi sospirò. “Una famiglia. Era la cosa più dolorosa ,nel comprendere che ero gay. Non che ci avrei rinunciato”,
si affrettò a rassicurare il più vecchio uomo. “Solo...desidererei poter avere
bambini.” Notò che Lucius lo stava guardando in modo bizzarro, e tentò di
dedurre quello che lui aveva detto di strano. “Draco non era, decisamente, quello che avevo in mente”, finì
tranquillamente.
“Harry”, disse
lentamente Lucius. “Sai che ci sono modi, per i maghi, per diventare incinta,
vero?”
Harry lo fissò.
“Ma...Io sono...noi siamo...maschi.”
“Noi siamo anche
maghi”, gli ricordò Lucius. “Ci sono incantesimi e procedure per questo. Tutto
quello che dobbiamo decidere, è chi porterà il bambino, e poi recarsi da un medi-mago, specializzato in
gravidanze maschie. Richiede straordinario appoggio magico per la madre, certe
pozioni ed incantesimi a tempi determinati, ma è più che possibile.”
“Tu...” Harry si interruppe, ma la speranza era nei suoi occhi.
“Io che cosa? Se voglio un altro bambino? Dato che il primo è riuscito così
bene, non vedo perché no. Portarlo? Su questo, avrei
un problema.”
“No, cioé...” Gli occhi di Harry erano spalancati, e la sua mano
andò sullo stomaco, come se già potesse sentire la vita che un giorno sarebbe
stata là. “Io lo porterò.”
“Vedremo”, disse
Lucius, chiedendosi se dovesse dire qualsiasi cosa.
Vedere quella felicità negli occhi di Harry, era meraviglioso; ma se la malnutrizione,
di cui aveva sofferto il ragazzo, lo aveva lasciato troppo piccolo? O se, per una qualsiasi ragione, non fosse stato in grado di
portare un bambino? “Non è qualcosa a cui pensare finché tu non hai finito la
scuola.” Almeno, poteva essere rimandato, e forse
Harry, crescerebbe durante i prossimi due o tre anni.
Lucius fermò
improvvisamente i suoi pensieri, considerando tutto quanto a cui aveva appena
pensato. Due o tre anni? Un bambino? Quando aveva iniziato a pensare che Harry
e lui ancora sarebbero insieme a quell’epoca?
Certo, non aveva mai pensato che Harry fosse solo ‘una botta e via’, ma
Harry era ancora un ragazzo. Chi era lui per sostenere che, improvvisamente,
Harry non decidesse che lui era troppo vecchio o che preferiva qualcuno più
giovane? Vero, non doveva preoccuparsi di non esser abbastanza presentabile, ma Harry era appena un adolescente, ed gli
adolescenti erano notoriamente incostanti. Se lui
avesse deciso di desiderare più esperienze, che un solo ex-mangiamorte,
abbastanza vecchio da essere suo padre?
I pensieri di
Harry stavano correndo nella stessa direzione. Questo era il loro *primo*
appuntamento. Perché stavano già parlando di bambini? Cosa se loro non fossero compatibili? E
se Lucius volesse qualcuno con più esperienza, qualcuno che sapeva cosa fare, a
cui non dovesse insegnare tutto? Qualcuno, che non doveva ancora
andare a scuola per dieci mesi l’anno. Cosa
avrebbe fatto, quando non avrebbe potuto vedere Lucius per mesi?
Intenzionalmente,
allontanarono le preoccupazioni sul futuro contenti quando
il cameriere venne con i dessert. Invece di riprendere a parlare, guardarono,
contemplativamente, l’altro. Poi, Lucius inclinò la testa, in ascolto della
musica che proveniva dalla piccola sala da ballo poco lontano da loro.
“Desideri
ballare?” Gli chiese, alzandosi, e offrendogli, galantemente, la sua mano.
Decidendo di
lasciar stare i pensieri che s’inseguivano nella sua mente, e desiderando
sentire il corpo del più vecchio uomo contro il suo mentre ballavano, Harry
prese la sua mano e si alzò. “Ancora non mi hai
insegnato”, ricordò Harry a Lucius.
“Allora, questa
sarà la nostra prima lezione”, fu la soave risposta di Lucius, mentre lo
conduceva verso la pista.
Due ore più
tardi, lasciarono il ristorante. Harry, ancora stava galleggiando per aria,
grazie alle sensazioni provate nelle braccia di Lucius. Harry continuò a danzare,
la musica nella sua mente, sul marciapiede. “Mi è piaciuto Lucius, mi è
piaciuto molto.”
Lucius sorrise,
indulgentemente, ma era felice anche lui. Harry possedeva una grazia innata che,
era sicuro, era il motivo per cui la sua forma di animagus
era in parte un gatto. Era occorso poco, meri minuti, affinché il ragazzo si
muovesse nelle sue braccia come se l’avesse fatto prima mille volte. Aveva pensato
che la sensazione dei seni contro il suo petto mentre ballavano, sarebbe stato
strano, prima di ricordare che non aveva mai ballato, prima, con i suoi
innamorati maschi, ma solamente con sua moglie o
appuntamenti mondani; un torace piatto, sarebbe parso più strano. Inoltre, se
Harry fosse stato se stesso, non avrebbe mai potuto
ballare con lui, su di una pista da ballo.
Erano diretti,
nuovamente, al vicolo nel quale erano apparsi, in modo da poter usare la
passaporta in pace e dirigersi a casa. Harry, ancora sentendosi
come se avesse le ali, stava danzando al ritmo dei passi.
Una mano arrivò fuori da un’alcova, afferrando il ragazzo e tirandolo verso
l’oscurità. “Dammi tutti i tuoi soldi, o la piccola ragazza ne pagherà le
conseguenze”, ringhiò una voce, un braccio che si avvolgeva al collo di Harry.
Quasi fuori della sua vista, notò il coltello che il rapinatore stava tenendo
in mano. Questo stava avvicinandosi alla sua gola. Guardando verso Lucius, vide
ira e preoccupazione nei suoi occhi, ma mostrò unicamente determinazione nei
propri. Questo ragazzo, al confronto dei mangiamorte da lui affrontati, non era
nessuno.
“Lascia andare
Jade”, ringhiò Lucius, con voce mortale.
Harry rabbrividì.
Non sapeva perché succedesse, ma il Lucius pericoloso, gli spediva sempre
brividi lungo la schiena.
“Jade, huh? E Jade qui, preferisce i
vecchi ragazzi? Forse dovrei mostrarle quello che può fare un vero uomo. Cosa ne pensi, piccola?” E avvicinò il viso a quello di Harry,
dandogli una lunga leccata sul lato della guancia.
Gli occhi di
Lucius iniziarono a bruciare.
Harry non reagì.
Aspettò, e quando l’uomo iniziò a ridere, una scarpa dal tacco acuto, s’incontrò,
duramente, con il piede del ragazzo, quasi giungendo all’osso.
L’uomo ululò, e
Harry n’approfittò. Contorcendosi, e sentendo il rumore della lacerazione
dell’abito, si allontanò dall’assalitore, in modo che Lucius potesse colpirlo.
Harry si lasciò cadere a terra appena fu libero, rotolando lontano dall’assalitore.
Lucius sapeva,
dall’occhiata negli occhi di Harry, che qualche cosa era progettata. Era rimasto
solo un poco sorpreso a ciò che era. Sapeva che Harry era capace di usare la
magia senza l’uso della bacchetta, quindi l’uso della
forza fisica era una sorpresa. Qualcosa che, l’aveva fermato dall’agire per un
mezzo secondo. Poi, la sua bacchetta era nella sua
mano. Gli dispiaceva non poter usare il Cruciatus, ma
sapeva che il Ministero non avrebbe trascurato una cosa simile, e lo manderebbe ad Azkaban. Cosa che a
questo punto, rovinerebbe i loro piani. Per non menzionare, l’avrebbe allontanato
da Harry. Usò invece, un’altra piccola maledizione sporca di sua conoscenza. “MorderoIgnis!”
Il rapinatore iniziò a gridare, come se migliaia di morsi di formiche del fuoco,
coprissero il suo corpo.
Harry fremette
al suono di quelle grida, facendo si che Lucius
annullasse l’incantesimo per evitare di spaventare Harry, ma questi tirò la sua
bacchetta. Lucius stava aspettandosi l’IncantatumLimitato!”, ma invece pronunciò un semplice “Silencio.”
“Può continuare
a soffrire per un’altro minuto o due”, disse Harry, aridamente.
“Per la verità,
l’incantesimo è finito”, gli disse Lucius. “Il buono di questo
incantesimo, è che continuerà a sentire i morsi finché non cesseranno da
soli, e loro si comporteranno precisamente come i morsi della formica del
fuoco, che durano parecchio.”
Harry accennò
col capo. “Abbastanza equo.” Poi, guardò al suo
vestito, e sul suo viso apparve lo sconforto. “L’avevo
comprato solo oggi.”
“Te ne comprerò
un’altro”, gli offrì Lucius.
Harry sorrise. “Va
bene. Almeno, era una notte memorabile.”
“Pensavo che lo
fosse anche prima di questa sgradevolezza”, rispose Lucius.
“E lo era, Lucius, lo era.”
Usarono l’Oblivius sull’idiota che osò abbordarli e usarono la
passaporta per tornare a casa.
“Ci avete messo
parecchio”, disse Draco, lentamente, quando li sentì entrare.
Severus si alzò.
“Cosa gli hai fatto, Lucius?”
Draco guardò
verso Harry, il vestito lacerato e i capelli scomposti, graffi sulle braccia.
Sembrava come se fosse stato attaccato.Severus stava dirigendosi verso suo padre con intenzioni decisamente pericolose. Draco non sapeva se dovesse fermarlo
o congiungerlo.
“Che cosa intendi, con il sogno di Voldemort? Se lo sostenevi, perchè mi hai aiutato a distruggerlo?”
Chiese Harry, ignorando il cibo davanti a lui.
“Una cosa in cui
era molto bravo Voldemort, era riuscire a giungere all’anima delle persone per
convincerli a congiungerlo. Lo faceva personalizzando la sua tiritera alla
persona che stava cercando di convincere. Ad alcuni, come McNair,
l’uccisione di muggle era ciò che serviva, ma ad altri, come me, Severus, Pettigrew
anche, c’erano altri allettamenti. Per me, non c’era solo la conoscenza che ci veniva proibita, ed io sono d’accordo con te sulla magia
oscura, ma anche l’opportunità di smettere di essere preoccupato dei muggle.
Non che pensi che debbano essere uccisi tutti, onestamente, non credo che
potremmo. IO non voglio una guerra tra muggle e maghi. Non sono sicuro che
potremmo vincere. So anche, ora, che non potremmo sopravvivere senza di loro;
l’unico altro nodo in cui si potrebbe trovare sangue nuovo, sarebbe incrociare
con non-umani, e se si fà ciò troppo spesso, non
saremmo più umani. Non penso neppure che dovremmo avere paura di loro. Stiamo
facendo troppo per placarli e fingere che non esistiamo. Non è più l’epoca
dell’Inquisizione e della caccia alle streghe di Salem. Perché
ci stiamo ancora nascondendo? Voldemort promise che non avremmo più dovuto
nasconderci. Che i muggle saprebbero di noi, e ci accetterebbero.
Sì, possiamo crederci ‘padroni’, ma è realmente così cattivo? Per essere
persone che possono viaggiare dovunque, i luoghi in
cui possiamo andare e possiamo stare, sono pochi e lontani tra loro. Perché, dobbiamo permettere a persone senza alcun potere, di
dettare limiti al nostro modo di vivere?”
Gli occhi di Harry
non avevano abbandonato i suoi per l’intera conferenza. La confusione si era
trasformata in comprensione e Lucius rilasciò un
sospiro, silenzioso, di sollievo. Harry accennò col capo. “Penso di capire. Non
sono completamente d’*accordo*, ma capisco.”
“Devi ricordare,
anche, che avevo solo la tua età a quel tempo, e non ero certamente maturo come
sei tu.” Gli ricordò Lucius. “Perdere il sogno, ha fatto male, a causa di quello in cui si è trasformato.
Non mi aspettavo di diventare un assassino. Usare l’Imperius,
bene, non avevo problemi con quello; ma non avevo intenzione di unirmi a
Voldemort per uccidere e torturare.”
Harry posò una
mano su quella di Lucius, in silenziosa affinità. D’accordo, finirono di
mangiare, ma il silenzio tra loro non era per nulla teso. Quando
ebbero finito, e posato l’argenteria a parte, Lucius tornò a parlare. “Qual’è il tuo?”
Harry era
silenzioso. Poi sospirò. “Una famiglia. Era la cosa più dolorosa ,nel comprendere che ero gay. Non che ci avrei rinunciato”,
si affrettò a rassicurare il più vecchio uomo. “Solo...desidererei poter avere
bambini.” Notò che Lucius lo stava guardando in modo bizzarro, e tentò di
dedurre quello che lui aveva detto di strano. “Draco non era, decisamente, quello che avevo in mente”, finì
tranquillamente.
“Harry”, disse
lentamente Lucius. “Sai che ci sono modi, per i maghi, per diventare incinta,
vero?”
Harry lo fissò.
“Ma...Io sono...noi siamo...maschi.”
“Noi siamo anche
maghi”, gli ricordò Lucius. “Ci sono incantesimi e procedure per questo. Tutto
quello che dobbiamo decidere, è chi porterà il bambino, e poi recarsi da un medi-mago, specializzato in
gravidanze maschie. Richiede straordinario appoggio magico per la madre, certe
pozioni ed incantesimi a tempi determinati, ma è più che possibile.”
“Tu...” Harry si interruppe, ma la speranza era nei suoi occhi.
“Io che cosa? Se voglio un altro bambino? Dato che il primo è riuscito così
bene, non vedo perché no. Portarlo? Su questo, avrei
un problema.”
“No, cioé...” Gli occhi di Harry erano spalancati, e la sua mano
andò sullo stomaco, come se già potesse sentire la vita che un giorno sarebbe
stata là. “Io lo porterò.”
“Vedremo”, disse
Lucius, chiedendosi se dovesse dire qualsiasi cosa.
Vedere quella felicità negli occhi di Harry, era meraviglioso; ma se la malnutrizione,
di cui aveva sofferto il ragazzo, lo aveva lasciato troppo piccolo? O se, per una qualsiasi ragione, non fosse stato in grado di
portare un bambino? “Non è qualcosa a cui pensare finché tu non hai finito la
scuola.” Almeno, poteva essere rimandato, e forse
Harry, crescerebbe durante i prossimi due o tre anni.
Lucius fermò
improvvisamente i suoi pensieri, considerando tutto quanto a cui aveva appena
pensato. Due o tre anni? Un bambino? Quando aveva iniziato a pensare che Harry
e lui ancora sarebbero insieme a quell’epoca?
Certo, non aveva mai pensato che Harry fosse solo ‘una botta e via’, ma
Harry era ancora un ragazzo. Chi era lui per sostenere che, improvvisamente,
Harry non decidesse che lui era troppo vecchio o che preferiva qualcuno più
giovane? Vero, non doveva preoccuparsi di non esser abbastanza presentabile, ma Harry era appena un adolescente, ed gli
adolescenti erano notoriamente incostanti. Se lui
avesse deciso di desiderare più esperienze, che un solo ex-mangiamorte,
abbastanza vecchio da essere suo padre?
I pensieri di
Harry stavano correndo nella stessa direzione. Questo era il loro *primo*
appuntamento. Perché stavano già parlando di bambini? Cosa se loro non fossero compatibili? E
se Lucius volesse qualcuno con più esperienza, qualcuno che sapeva cosa fare, a
cui non dovesse insegnare tutto? Qualcuno, che non doveva ancora
andare a scuola per dieci mesi l’anno. Cosa
avrebbe fatto, quando non avrebbe potuto vedere Lucius per mesi?
Intenzionalmente,
allontanarono le preoccupazioni sul futuro contenti quando
il cameriere venne con i dessert. Invece di riprendere a parlare, guardarono,
contemplativamente, l’altro. Poi, Lucius inclinò la testa, in ascolto della
musica che proveniva dalla piccola sala da ballo poco lontano da loro.
“Desideri
ballare?” Gli chiese, alzandosi, e offrendogli, galantemente, la sua mano.
Decidendo di
lasciar stare i pensieri che s’inseguivano nella sua mente, e desiderando
sentire il corpo del più vecchio uomo contro il suo mentre ballavano, Harry
prese la sua mano e si alzò. “Ancora non mi hai
insegnato”, ricordò Harry a Lucius.
“Allora, questa
sarà la nostra prima lezione”, fu la soave risposta di Lucius, mentre lo
conduceva verso la pista.
Due ore più
tardi, lasciarono il ristorante. Harry, ancora stava galleggiando per aria,
grazie alle sensazioni provate nelle braccia di Lucius. Harry continuò a danzare,
la musica nella sua mente, sul marciapiede. “Mi è piaciuto Lucius, mi è
piaciuto molto.”
Lucius sorrise,
indulgentemente, ma era felice anche lui. Harry possedeva una grazia innata che,
era sicuro, era il motivo per cui la sua forma di animagus
era in parte un gatto. Era occorso poco, meri minuti, affinché il ragazzo si
muovesse nelle sue braccia come se l’avesse fatto prima mille volte. Aveva pensato
che la sensazione dei seni contro il suo petto mentre ballavano, sarebbe stato
strano, prima di ricordare che non aveva mai ballato, prima, con i suoi
innamorati maschi, ma solamente con sua moglie o
appuntamenti mondani; un torace piatto, sarebbe parso più strano. Inoltre, se
Harry fosse stato se stesso, non avrebbe mai potuto
ballare con lui, su di una pista da ballo.
Erano diretti,
nuovamente, al vicolo nel quale erano apparsi, in modo da poter usare la
passaporta in pace e dirigersi a casa. Harry, ancora sentendosi
come se avesse le ali, stava danzando al ritmo dei passi.
Una mano arrivò fuori da un’alcova, afferrando il ragazzo e tirandolo verso
l’oscurità. “Dammi tutti i tuoi soldi, o la piccola ragazza ne pagherà le
conseguenze”, ringhiò una voce, un braccio che si avvolgeva al collo di Harry.
Quasi fuori della sua vista, notò il coltello che il rapinatore stava tenendo
in mano. Questo stava avvicinandosi alla sua gola. Guardando verso Lucius, vide
ira e preoccupazione nei suoi occhi, ma mostrò unicamente determinazione nei
propri. Questo ragazzo, al confronto dei mangiamorte da lui affrontati, non era
nessuno.
“Lascia andare
Jade”, ringhiò Lucius, con voce mortale.
Harry rabbrividì.
Non sapeva perché succedesse, ma il Lucius pericoloso, gli spediva sempre
brividi lungo la schiena.
“Jade, huh? E Jade qui, preferisce i
vecchi ragazzi? Forse dovrei mostrarle quello che può fare un vero uomo. Cosa ne pensi, piccola?” E avvicinò il viso a quello di Harry,
dandogli una lunga leccata sul lato della guancia.
Gli occhi di
Lucius iniziarono a bruciare.
Harry non reagì.
Aspettò, e quando l’uomo iniziò a ridere, una scarpa dal tacco acuto, s’incontrò,
duramente, con il piede del ragazzo, quasi giungendo all’osso.
L’uomo ululò, e
Harry n’approfittò. Contorcendosi, e sentendo il rumore della lacerazione
dell’abito, si allontanò dall’assalitore, in modo che Lucius potesse colpirlo.
Harry si lasciò cadere a terra appena fu libero, rotolando lontano dall’assalitore.
Lucius sapeva,
dall’occhiata negli occhi di Harry, che qualche cosa era progettata. Era rimasto
solo un poco sorpreso a ciò che era. Sapeva che Harry era capace di usare la
magia senza l’uso della bacchetta, quindi l’uso della
forza fisica era una sorpresa. Qualcosa che, l’aveva fermato dall’agire per un
mezzo secondo. Poi, la sua bacchetta era nella sua
mano. Gli dispiaceva non poter usare il Cruciatus, ma
sapeva che il Ministero non avrebbe trascurato una cosa simile, e lo manderebbe ad Azkaban. Cosa che a
questo punto, rovinerebbe i loro piani. Per non menzionare, l’avrebbe allontanato
da Harry. Usò invece, un’altra piccola maledizione sporca di sua conoscenza. “MorderoIgnis!”
Il rapinatore iniziò a gridare, come se migliaia di morsi di formiche del fuoco,
coprissero il suo corpo.
Harry fremette
al suono di quelle grida, facendo si che Lucius
annullasse l’incantesimo per evitare di spaventare Harry, ma questi tirò la sua
bacchetta. Lucius stava aspettandosi l’IncantatumLimitato!”, ma invece pronunciò un semplice “Silencio.”
“Può continuare
a soffrire per un’altro minuto o due”, disse Harry, aridamente.
“Per la verità,
l’incantesimo è finito”, gli disse Lucius. “Il buono di questo
incantesimo, è che continuerà a sentire i morsi finché non cesseranno da
soli, e loro si comporteranno precisamente come i morsi della formica del
fuoco, che durano parecchio.”
Harry accennò
col capo. “Abbastanza equo.” Poi, guardò al suo
vestito, e sul suo viso apparve lo sconforto. “L’avevo
comprato solo oggi.”
“Te ne comprerò
un’altro”, gli offrì Lucius.
Harry sorrise. “Va
bene. Almeno, era una notte memorabile.”
“Pensavo che lo
fosse anche prima di questa sgradevolezza”, rispose Lucius.
“E lo era, Lucius, lo era.”
Usarono l’Oblivius sull’idiota che osò abbordarli e usarono la
passaporta per tornare a casa.
“Ci avete messo
parecchio”, disse Draco, lentamente, quando li sentì entrare.
Severus si alzò.
“Cosa gli hai fatto, Lucius?”
Draco guardò
verso Harry, il vestito lacerato e i capelli scomposti, graffi sulle braccia.
Sembrava come se fosse stato attaccato.Severus stava dirigendosi verso suo padre con intenzioni decisamente pericolose. Draco non sapeva se dovesse fermarlo
o congiungerlo.
“Sev!”Strillò Harry. Harry corse incontro all’uomo,
saltandogli nelle braccia prima che potesse muoversi
ulteriormente. Severus era sorpreso nel vedere che il ragazzo stava ghignando,
selvaggiamente, mentre balbettava.
“Avresti
dovuto vedere! Era da manuale! Ha funzionato proprio come la pratica! Anche se
tu non ci hai mai detto di far attenzione per possibili ostacoli sul terreno.”
“Harry!”
Gridò Draco. “Calmati e dicci quello che è accaduto.”
“Te
l’ho detto, Draco! Era un classico! Il ragazzo mi ha afferrato, mentre stavo
camminando per strada. Mi ha tirato contro di lui, il suo braccio alla mia gola
ed un coltello nell’altra mano. Un assalitore e il mio partner libero. Cosa pensi sia accaduto?”
Draco
ghignò di nuovo, mentre Severus si rilassò.
Lucius,
invece, non lo fece. “Mi stai dicendo che era
progettato?”
“Certo”,
disse Harry, fissandolo sorpreso. “Non lo sapevi? Hai fatto la tua parte perfettamente,
dopotutto.”
“La
mia parte?” Ringhiò Lucius.
“Papà,
calmati. E’ qualche cosa che abbiamo imparato con Severus, come liberarci da
qualcuno che ci contiene e arrivare in un luogo dove è possibile lottare. Se è successo come l’ha descritto, Harry avrebbe dovuto
aspettare che l’assalitore si distraesse, per poi
colpirlo nelle gambe. O calpestare le dita del piede. Poi, lasciarsi cadere giù e rotolare via, così che tu potevi
occuparti dell’assalitore. Tu ti *sei* occupato del ragazzo, vero?”
“Certo
che l’ha fatto”, rispose Harry, come se non ci fosse alcun dubbio al mondo. “Ha
usato un incantesimo che non ho mai sentito, chiamato Morsi di æfire.”
Gli
altri due rabbrividirono. “Quella è una cosa sporca da fare”, si lamentò Draco.
“Mi piace. Ben fatto, papà.”
Severus
guardò in giù al ragazzo nelle sue braccia. “Immagina avere centinaia di
formiche che strisciano tutte si di te, pungendoti a
volontà, e che anche se le formiche se ne vanno, i morsi ancora sono là.” Harry
rabbrividì a tale pensiero. “Vieni, mi occuperò di quelle abrasioni.”
Harry
si voltò verso di Lucius. “il nostro appuntamento non è finito, vero? Volevo
parlare ancora un poco.”
Lucius sorrise, felice che l’accaduto non avesse rovinato la notte di
Harry. “Vai, e dopo cambiati, aspetterò quaggiù.”
Harry
sorrise, e seguì Severus. Draco pure, li seguì.
Harry,
sulla porta si volse verso Lucius, un poco trepidante. “Ragazzo o ragazza?”
Lucius
pensò a quello che gli stava chiedendo Harry. “Quello che preferisci”, fu la
risposta di Lucius.
L’espressione
di Harry gridò ‘non sei di molto aiuto’.
“Vieni,
puoi dirmi tutto sul tuo appuntamento, mentre Sev ti cura”, suggerì Draco.
Quindici
minuti più tardi, Harry era davanti al suo armadio, tentando di decidere cosa
portare. Non era andato più lontano che togliersi la gioielleria. Ragazzo o
ragazza? Harry o Jade? Chi avrebbe dovuto scendere le
scale?
Draco
bussò una volta, prima di entrare. “C’è qualche problema?” Gli chiese, vedendo
che Harry in piedi davanti all’armadio, indeciso.
“Non
so cosa mettermi”, uggiolò.
“Non
è molto importante, sai che gli piacerai qualsiasi cosa tu metta. Potresti
sempre metterti il mio regalo, credo che piacerebbe a mio padre.”
Harry
gli lanciò un’occhiataccia. “IO...non...penso...” ringhiò lui.
“Perché sei così preoccupato?” Chiese Draco più seriamente.
“Ragazzo
o ragazza? Jade o Harry?” La voce di Harry, cominciava ad essere stridula.
“Prima
calmati”, gli suggerì Draco. Lui aspettò fino a che
Harry prese molti respiri profondi, perdendo l’aria isterica. “Ora, non pensare
a quello che a mio padre piacerebbe. In quale, delle due
versioni di te stesso, *tu* ti senti più comodo?”
“Ragazza”,
disse Harry, lentamente, dopo alcuni momenti.
“Bene,
cosa speri di fare, quando sarai con lui?” Gli chiese poi. Harry lo guardò
confuso. “Vuoi essere fortunato? Vuoi fare qualcosa ma non arrivare alla fine? O vuoi solo baciarlo?”
Harry
arrossì. “La seconda”, fu il suo bisbiglio.
“Hmm...” Draco ci pensò per un momento. “Hai qualche cosa
che puoi portare senza i seni? Ma che ancora ti faccia
sembrare...buono?” Harry ci pensò per un momento, per poi accennare col capo.
Camminò fino all’armadio, e senza esitare, si tolse il vestito rovinato, il reggipetto ed i seni
fasulli. Rimasto con la sola biancheria intima, si mise una camicia verde scuro
ed una gonna nera pieghettata. Draco accennò col capo. “Molto bello, e non si
vede una reale differenza. E’ probabile, però, che tu desideri cambiare la tua
biancheria intima; se le cose andranno come tu desideri, potrebbe essere molto
scomodo.”
Harry
scosse la testa. “Ci sono tempi che realmente mi chiedo perché io ti dica tutto
di me.”Poi, si diresse verso il bagno per cambiarsi.
“Un’altra
cosa”, disse Draco, in tono serio,a Harry. “ Togliti
il trucco. Scendi come Harry Potter.”
“In
un vestito?” Chiese Harry, mezzo umoristicamente.
“Precisamente,
Harry Potter in un vestito.”
Harry
lo guardò, per poi accennare col capo una volta e dirigersi alla toeletta.
Aveva capito quello che intendeva dire Draco. Non importava se vestisse come
una ragazza o un ragazzo, lui, ancora era Harry Potter, doveva cominciare ad
accettarlo. Non c’era nessuna Jade, nessuna seconda personalità con cui
trattare con la vita. C’era solamente Harry Potter in un vestito. Come si
struccò e si fissò nello specchio, sorrise. Perché
Harry Potter in un vestito, non era troppo cattivo.
“Grazie”,
mormorò a Draco, come gli passò accanto.
Draco
rispose indietro, “A buon rendere. Oh, e Harry?”
Harry
si voltò di nuovo.
“Questa
volta, ricordati di chiudere la porta a chiave.”
Harry
ridacchiò, poi uscì.
Come
la porta iniziò ad aprirsi, Lucius alzò lo sguardo.
Stava cominciando a chiedersi se Harry avesse cambiato la sua idea. I suoi
occhi si spalancarono vedendo l’aspetto del ragazzo. Vestito come una ragazza
ma senza trucco, Harry sembrava androgino, ma molto bello.
“Ciao,
Harry. Sembri molto bello”, mormorò.
Harry
sorrise, borbottando un ringraziamento al più vecchio uomo.
Lucius,
era seduto alla sua sedia preferita. Portava una camicia di seta nera. Creava
uno splendido contrasto con i suoi capelli illuminati dalla luna, mettendo in
mostra i suoi muscoli. Lo sguardo di Harry vagava tra lui e il divano vicino.
Stringendo
le labbra, camminò verso Lucius, esitando al toccarlo.
Lucius
non lo fece. Allungò un braccio in fuori e tirò il riluttante ragazzo sul suo
grembo, trasportandolo finché furono entrambi comodi.
Al
contatto col corpo dell’uomo, Harry rilassò, lasciando andare alla deriva i
propri pensieri. “Lucius?” Finalmente disse.
“Si.”
Chiese l’uomo, estraendosi dai propri pensieri e dalle sensazioni che gli provocava il corpo in cima al suo.
“C’è
qualcosa che non capisco. Hai detto che i maghi
possono avere bambini, vero?”
“Si”,
disse Lucius.
“E’
solo...bene...so che sarebbe male se uscisse che entrambi siamo gay, ma se
maghi possono avere bambini, e non c’è il problema dei muggle con la religione,
qual’è il problema di essere gay? Bill
Weasley è gay e nessuno sembra aver problemi con quello.”
Lucius
sospirò. In qualche modo,non era questa la
conversazione che si era aspettato di avere con Harry seduto sul suo grembo.
Poi,dovette ricordare che Harry, era stato
sorprendente per tutta la notte. Ma dato che Harry aveva
chiesto, lui risponderebbe. “Le persone sono stupide.”
“Quella
non è una risposta, inoltre, lo sapevo già”,fu la
risposta impaziente di Harry.
“Sai
che il sesso è potere, vero?” Gli chiese Lucius.
“Conosco
la magia di sesso.”
“Quello
non è completamente ciò che intendevo. Sesso può essere usato come una
ricompensa o una punizione. Si può usare per legare insieme le persone. Il Dio
Oscuro ha usato il sesso per legare i suoi seguaci sempre. Durante l’ultimo
periodo senza un Dio Oscuro, un reporter cominciò ad
indagare un Dio Oscuro chiamato Ordrue. Sembra che
sia diventato un Dio Oscuro solo per il sesso. Lui fece in modo che *tutto* avesse
a che fare con il sesso, creando alcuni rituali molto bizzarri. E siccome tutti i suoi seguaci erano maschi, lei decise che
loro dovevano essere o tutti gay o, per quelli sposati con bambini, sotto
incantesimo. Guardando alle altre relazioni di Dei
Oscuri e i *loro* favoriti, mostrarono cose simili. Le conclusioni che ne
trasse, furono che non c’era nulla di male in un mago a cui piacciono gli altri
maghi *se* erano dal lato della luce. Ma, se il mago
era gay, e preferisse la magia oscura, allora era evidente che fossero il
prossimo possibile Dio Oscuro.”
“Quindi”, intervenne Harry, parlando lentamente. “Se tu ti presenti con un innamorato maschio, la gente presumerebbe
automaticamente che stai tentando di sostituirti a Voldemort. Ma cosa circa me? Si suppone che io sia sul lato della luce.”
“Ah,
ma tu sei potente, così puoi essere anche tu un potenziale Dio Oscuro.”
Harry
sospirò. “Hai ragione, la gente è stupida. Non è che
il reporter fosse riferito a Rita Skeeter?”
“Per
la verità, era sua nonna”, rispose Lucius, aridamente.
Harry e Lucius rimasero
quieti per alcuni minuti. Poi, Harry, iniziò a contorcersi.
“Quindi...”
disse esitante, tentando di controllare il suo
rossore. “Che generi di rituali erano?”
Lucius ridacchiò. “Chiedimelo
quando potrai farlo senza arrossire.”
“Allora, non potrò mai farlo,” disse Harry, sporgendo le labbra.
Lucius non poteva resistere.
Si tuffò in avanti, e con i denti, mordicchiò leggermente
il labbro inferiore del giovane. Harry seppur con un lamento, accettò l’intrusione
della lingua dell’uomo nella sua bocca. Era d’accordo che si era parlato abbastanza.
Quando la lingua di Lucius si mosse nella sua bocca, l’accettò
impaziente. Harry si contorse, in modo da sistemarsi a gambe divaricate sul
grembo di Lucius, felice della scelta della gonna, che gli permetteva libero
movimento, e dei boxer, che erano molto più comodi
della sua biancheria intima speciale.
Lucius si staccò. “Posso
mostrarti altre cose, però”, gli bisbigliò raucamente.
“Per favore”, frignò Harry,
inclinandosi in avanti per afferrare un altro bacio. Le braccia di Lucius abbracciarono
la schiena del giovane, per poi iniziare ad accarezzarla, su e giù. Entrambi
gli uomini gemerono, quando le mani di Lucius toccarono la pelle. Le sue mani, esploravano
la sua pelle come faceva la bocca di Lucius con quella
di Harry.
Lentamente, dandogli
abbastanza tempo perché potesse rifiutarsi, quelle mani si mossero verso la
fronte di Harry. Il ragazzo non intendeva lagnarsene. Se
la sua bocca fosse stata libera, e il suo cervello connesso alla realtà, lo
starebbe incoraggiando in ogni modo possibile. Dato che ciò non era fattibile,poteva solo frignare e usare le proprie mani per toccare
qualunque luogo potesse raggiungere. Comunque, Lucius
non era stato previdente come Harry. Invece di portare una bella camicia
sciolta, sotto la quale Harry avrebbe potuto far scorrere le mani, aveva
indossato una stretta camicia abbottonata, e la mente di Harry, davvero, non
era in condizioni tali da poter sbottonarla.
Come le dita di Lucius
arrivarono ai capezzoli di Harry, dovette staccarsi dalla bocca che divorava le
sue. Harry ansò per respirare, quando Lucius pizzicò i suoi capezzoli. Ogni
tocco spediva brividi di piacere nel suo inguine, facendolo gemere, le mani
aggrovigliate nella seta della camicia che copriva il petto di Lucius.
“Posso toglierti la camicia?”
Gli chiese rudemente Lucius.
Come quel pensiero arrivò al cervello di Harry, assentì furiosamente. “Anche la
tua”, frignò,le mani che tentavano di slacciare i
bottoni.
Lucius prese i polsi di
Harry, tentando di calmarlo, e di calmare lui stesso.
Harry era seduto lontano *solo* quanto bastava perché non si toccassero, e
sinceramente, Lucius non sapeva se era migliore attrarlo a se o no. Meglio per lui, certamente. Voleva, disperatamente,
sentire Harry stretto contro di se, il suo corpo che si strusciava contro il
suo. Ma quanto poteva andar lontano? Fino a dove,
Harry, osava arrivare? Evidentemente, dal lavorio delle sue mani, era pronto
per togliere le loro camicie, almeno, e Lucius poteva farlo.
Lucius afferrò l’orlo della
camicia di Harry, alzandola sulla sua testa, guardando il ragazzo. Harry fu
contento di aver tolto il reggiseno, così c’era pelle morbida e liscia su muscoli
duri che s’increspavano, quando lui si torceva, tentando di far andare le mani
dell’uomo dove voleva. Harry non era eccessivamente muscolare, ma era flessibile
ed intonato, la pelle spolverata da un’abbronzatura dorata. I suoi capezzoli
erano turgidi, di un rosa scuro e il suo petto, per quello che poteva vedere
Lucius, completamente glabro.
“Sei bello”, bisbigliò, sorridendo
malinconicamente allo sguardo stupito sul viso di Harry. Evidentemente, aveva
ancora delle difficoltà con il ricevere complimenti. A della stimolazione, i suoi
occhi non erano più di un puro color verde giada ma onice, nero puro con solo un
piccolo anello di verde.
Lucius si alzò, spostando se
stesso e Harry, al divano. Lucius sapeva che una volta sistemato Harry sul divano,
era probabile che non si alzassero prima di mattina, così, sedendosi su di una
sedia, lo sistemò sul suo grembo. Le sue mani e la bocca, iniziarono a vagare
sul corpo che riposava sulle sue gambe.
Si interruppe bruscamente, quando le sue mani giunsero
ad una parte corrugata sul corpo di Harry. Non era, comunque,
il capezzolo. Però, si mosse velocemente. Per quanto avrebbe
desiderato scoprire di più sulle cicatrici, non stava per rovinare quella
notte. Nessuno mai ha sostenuto che i Malfoy fossero degli stupidi.
La sua bocca mordicchiò in
giù la sua gola, succhiando sul punto di connessione
del collo e della spalla di Harry. Dolcemente, poi più rudemente, come Harry si
pigiò di più contro la sua bocca; succhiò finché fu sicuro di aver lasciato un
marchio...Harry, quando avvertì la sua bocca allontanarsi, frignò di delusione.
Quando le labbra di Lucius arrivarono al capezzolo, Harry
iniziò a contorcersi. Entrambi lasciarono uscire un
anelito come il movimento di Harry fece si che le loro erezioni strusciassero una
contro l’altra. Harry si gelò per un momento come avvertì ciò che era successo.
Lucius, era impaziente di vedere cosa avrebbe fatto. Con un piccolo uggiolare,
Harry si mosse nuovamente, roteando le sue anche. Le mani lasciarono la camicia
che ancora non era riuscito a togliergli, per arrivare
su, nei capelli biondo pallidi, aggrovigliandosi in essi. Con ferocia, attaccò
la bocca dell’uomo. Una delle mani di Lucius si mosse in giù, per posarsi
contro il didietro di Harry, incoraggiando il movimento.
“Harry! E’ ora di andare a
letto! Domani hai lezione.” Venne da dietro la porta, insieme ad una pesante bussata.
Harry, immediatamente si
staccò, gemendo ed arrossendo. Lucius pure gemette, lasciando cadere la testa
sulla spalla di Harry.
“Quanto disse
che restava Severus?” Chiese rudemente al ragazzo.
“Una settimana”, uggiolò
Harry. “Farà così *ogni* volta?”
“Molto probabilmente”, mormorò
Lucius, tentando di acquietare il suo corpo ribelle.
“Cos’ha?” Chiese Harry,
perplesso. “Pensavo che avesse accettato ciò che c’era tra di
noi. Mi ha, forse...*mentito*?”
Lucius stava per rispondere,
quando il pomello iniziò a girare. “Hai chiuso la porta a chiave?”Chiese,
mentre afferrò la camicia di Harry con la magia, e aiutandolo ad infilarla.
“Penso di no”, mormorò
Harry, cercando di sistemarsi. “E Draco me l’aveva
anche ricordato.”
Severus entrò e cercò di non
sfolgorare *troppo* al vederli seduti insieme su di una sedia. Comunque, la sua determinazione per non lanciare
occhiatacce, cadde nel vedere il succhiotto che occhieggiava dalla scollatura
della camicia di Harry.
Vedendo l’occhiataccia
lanciatagli da Lucius, lo tenne quieto, mentre ancora una volta il biondo baciò
Harry, e lo salutava con un ‘buonanotte’. Harry andò
via, camminando un poco incomodo, ignorando la presenza di Severus.
“Siediti, Severus, abbiamo bisogno
di parlare”, disse seriamente Lucius.
Nota: approfitto per
ringraziare tutte le persone che recensiscono le mie traduzioni, e che mi fanno
molto divertire con i loro arguti commenti.
Lucius
avrebbe desiderato potersi alzare, ma non era in
condizioni di farlo, al momento.
“Qual’è la questione?” Chiese
Severus, non capendo per quale motivo Lucius fosse così importunato. Era lui,
semmai, che avrebbe dovuto sentirsi così.
“Qual’è la questione?” Chiese
assentente il biondo. “Davvero lo stai chiedendo a me? Capisco che non sei
felice con il fatto che io e Harry si stia insieme, e dopo questo pomeriggio,
posso capirlo. Ma non è giusto che ti rifaccia su di Harry.”
“Non
sto facendo nulla di simile!” Esclamò Severus, scioccato a tale accusa.
“No?
Chi pensi che sia quello che si è sentito in imbarazzo
a quella piccola scena? E’ probabile che Harry abbia bisogno di un padre, ma
non ha cinque anni. Interrompendoci a quel modo...Non so che cosa intendessi fare, ma so che hai umiliato Harry. Vuoi farlo
vergognarsi delle sue necessità?”
Severus
si sedette sul divano. “Certo che no,” disse piano.
“Che cosa vuoi, allora?”
Severus
stette in silenzio, pensando.
“Hai
mentito a Harry?” Chiese Lucius, facendo scattare la testa di Severus in alto,
fissando l’amico. “E’ quello che mi ha chiesto. Sembrava esser importante per
lui.”
“Pensa
che gli abbia mentito...” La voce di Severus strascinò via, preoccupazione
chiaramente visibile sul viso.
“E’
importante?” Chiese Lucius, che era chiaramente interessato in tutto quello che
riguardava Harry.
Severus
accennò col capo. “Harry odia che gli si mente, lo fa sentire manipolato. Penso
che abbia a che fare col gryphon.”
Lucius
si alzò d’innanzi a Severus. Chiediti questo. Cosa è
più importante...cosa vuoi tu...o ciò di cui ha bisogno lui? Pensaci su, poi
vai a parlargli, perché se è probabile che io capisca...lui non lo fa.”
Lucius
uscì, lasciandolo da solo, a fissare il fuoco morente.
Trenta
minuti più tardi, Severus era fuori della camera da letto di Harry, intento a
bussare. “Harry?”
“Cosa vuoi, Severus?” La voce di Harry sembrava stanca.
“Posso
entrare?”
“Stai
dicendo che stai aspettando il mio permesso, questa
volta?”
Severus
fremette. Oh si, questo non era buono.
“Harry,
per favore?”
Ci
fu un momento di silenzio, poi, “E’ aperto.”
Severus
aprì attentamente la porta, entrando. Harry era seduto, arricciato su di una
poltrona, le braccia attorno alle ginocchia, e la faccia in giù. Doveva
rimediare, e rimedierebbe, ora.
“Mi
dispiace.”
Tale
frase, provocò una reazione. La testa di Harry scattò su, e il ragazzo lo fissò
incredulo. Non era che non avesse mai sentito prima, tali parole, dal
professore...una volta,forse due. Era il tono con cui
erano state dette, che lo sorprese.
“Solo,
non capisco, Severus. Voglio dire, la prima volta fu un incidente, ma questo non
lo era certamente, ed ho osservato i commenti che hai
fatto. Questo era un giorno molto importante per me, perché...?”
Strascinò via.
Severus
prese un profondo respiro. “Tu sei la cosa più vicino ad un figlio che io avrò
mai”, cominciò lui. Severus fu contento di vedere che Harry stava seguendo
attentamente le sue parole. “So che abbiamo parlato del fatto che tu sei
abbastanza vecchio, e abbastanza maturo e responsabile da prendere le tue
decisioni. E credo che davvero tu lo sia. Ma tu sei il mio bambino, ed io non posso evitare di cercare
di prendermi cura di te. E se questo significa non
permetterti di andare troppo lontano, o troppo veloce, poi, è quello che farò.
Mi dispiace di averti interrotto, questa sera. Era estremamente
scortese per entrambi voi due, e non accadrà di nuovo.”
“Sono
contento”, rispose Harry. “Neppure dopo quello che mi
hai fatto, incluso l’incidente in cui mi hai trascinato in classe nudo, penso
di esser mai stato *così* imbarazzato.”
“Non
era mia intenzione.” L’assicurò Severus. “Il mio problema con voi due, è sempre
stato lui.”
“Pensavo
che andasse bene anche a te. Hai detto che lo era. Mi
hai mentito?”
Severus
scosse rapidamente la testa in segno di no. “A me,
forse. Onestamente, IO pensavo che andasse bene, quando lo dissi. E, nella mia testa, lo capisco. Ma
il mio cuore...”
“Qual’è il problema? L’età, il suo sfondo sociale, o che cosa?” Harry chiese seriamente.
Aveva bisogno di sapere.
“Sono
diventato padre...bene, solo circa nove mesi fa, perciò tu, mio figlio, puoi
avere solo nove mesi. Lucius, evidentemente, è troppo vecchio per te.”
Harry
rise, afferrò il cuscino dietro alla sua schiena e colpì Severus con lui,
dolcemente. “Pensa che ogni mese sia approssimativamente due anni,
probabilmente, è come sembrarono.”
Severus
ridacchiò, concordando. “Penso che tu abbia ragione. Penso che il problema
maggiore che ho con Lucius, sia il fatto che mi
ricorda me stesso. Ed io, so di non essere abbastanza buono da essere tuo
padre, così come potevo pensare che lui fosse abbastanza buono per essere il tuo innamorato? Ti conosco. So che questa non
è una storia di un’estate. Se fosse con qualcuno della
tua età, potevo forse crederlo, ma penso di no. Tu
speri che lui sia quello per il resto della tua vita. E
sarà la tua famiglia.”
Harry,
immediatamente, si alzò. Avvicinandosi all’uomo, l’abbracciò. “Tu sarai sempre
la mia famiglia. Non ha nessun’intenzione di portarmi
via da te. E’ il tuo più buon amico, e non tentare di farmi credere che non ti
consideri parte della sua famiglia, allo stesso modo in cui facciamo io e
Draco. Non voglio più sentirti affermare che tu non sei abbastanza buono per essere mio padre, perché quella è una emerita stronzata.
Nessuno potrebbe essere migliore. La verità è, e io negherò tutto se mai gli
dirai qualcosa, tu sei un miglior padre di quello che potrebbe mai essere
Sirius. Lui è...è come se quei dodici anni ad Azkaban, abbiano provocato un
blocco alla sua crescita mentale, sai? Sirius è un gran padrino, assolutamente
meraviglioso, ma non penso che sarebbe un buon padre. Il suo lavoro è quello di
viziarmi, e per quello è veramente bravo, ma penso che non potrebbe occuparsi
del resto; esserci quando ho bisogno, quando è
necessaria della disciplina.”
Severus
tenne stretto a se Harry, seppellendo il viso nei suoi capelli, respirando,
quasi le parole pronunciate da Harry. Parole, che guarirono
una ferita nel suo cuore, una ferita di cui neppure era stato consapevole.
“Tenterò di non essere più così critico, va bene? E’ tutto
quello che posso prometterti, al momento.”
“Oh,
mi puoi promettere molto di più”, disse Harry, con tono duro che venne smentito dalla felicità nei suoi occhi. “Puoi promettermi
che non verrai nuovamente su di noi, in quel modo, e che mai, busserai
nuovamente in un momento inopportuno. Siamo d’accordo?”
“Penso
che posso accettare l’accordo”, rispose Severus, sorridendo.
Harry
sbadigliò improvvisamente, provocando una risata da Severus. “Te l’avevo detto,
che l’ora di andare a letto era passata”, disse lui, con tono da moccioso.
“Si,
si. Mi rimbocchi le coperte?” Disse con tono da
bambino piccolo, Harry.
Severus sorrise furbescamente, “Certamente. Vuoi anche che ti legga
una storia?”
“No,
voglio che mi canti una ninna nanna.” All’occhiata
apparsa sul viso di Severus, Harry scoppiò a ridere, e continuò fino a piangere.
Per la verità. Non era poi così divertente, ma c’era molta tensione, che venne rilasciata da quello scoppio d’ilarità. Comunque, prese tutta la residua energia del giovane, che potè
solo scalare il letto ed infilarsi sotto le coperte. Severus, fu quello che
gliele sistemò attorno, e gli posò un bacio sulla fronte.
“Buonanotte,
mio piccolo gryphon.” Mormorò l’uomo.
“Buonanotte
papà”, bisbigliò Harry, prima di precipitare addormentato.
La mattina seguente, Harry
fu svegliato da qualcuno che salta su e giù sul suo letto.
“Si, Draco?” Disse senza neppure aprire gli occhi.
“Allora, com’è andata?”
Chiese Draco, ancora rimbalzando.
Harry cercò di sedersi e
mettersi gli occhiali. “Tutto *era* meraviglioso, finché Severus non venne a
bussare alla porta.”
“Ti avevo detto di
chiuderla, no?” Disse Draco, agitandogli il dito
davanti alla faccia, finché Harry non tentò di morderlo. “Si, me l’avevi
ricordato, ma non mi aspettavo *realmente* che venisse alla carica in quel
modo!” Rispose Harry, irascibilmente.
“Oh, non ti hanno detto che cosa è accaduto ieri, quando eravamo a fare compere”,
iniziò a dirgli Draco, raccontandogli della scena che lui e Severus avevano
fatto il giorno prima, e la reazione di Lucius ad essa.
Harry accennò col capo.
“Quello non è tutto. La notte scorsa è entrato qui, e mi ha spiegato per quale
motivo si stava comportando in quel modo. La sua paura era che ora che nella
mia vita era presente un altro adulto, non avrei più
avuto bisogno di lui. Lo sciocco era preoccupato di perdere la sua famiglia.
Come se fosse possibile.”
Draco scosse la testa,
incredulo. “Quindi, da adesso, sarà bene con il fatto
che siete insieme?”
“Ha detto
che tenterebbe. Non ha promesso, espressamente, di non interromperci più.” Disse Harry. “Immagino che sia il meglio in cui possiamo
sperare, per il momento. Ora esci, così che io posso vestirmi.”
Draco, ridendo, uscì dalla
stanza.
Venti minuti dopo, Harry
stava scendendo le scale.
“Quindi,
professor Snape, cosa faremo oggi?” Chiese entrando nella stanza dove
normalmente facevano colazione. Si interruppe alla
vista delle facce dei presenti. “Cosa c’è?”
Lucius gli passò,
silenziosamente, il Daily Prophet. Come lesse il titolo, anche sulla sua faccia
apparve la stessa rabbia degli altri.
‘HARRY POTTER RAPITO DA MALFOY!’
Di Rita Skeeter
‘Oggi, il Ministro della Magia, ha
confermato al Daily Prophet che Harry James Potter, Il Ragazzo-che-sopravvisse
e Colui-che-sconfisse-Voldemort, è sconparso. L’ultima volta che fu visto, era il suo
sedicesimo compleanno, un giorno che, secondo le fonti del Ministero, trascorse
al feudo Malfoy. Il Ministro Fudge, ha dichiarato che Harry Potter deve essere
stato costretto ad andare al feudo, dove ex-mangiamorte,
Lucius e Draco Malfoy, lo costrinsero a restare. Anche il Professor Severus Snape, era presente sul luogo. Il
Ministro Fudge ed un numero d’Auror si recò al feudo
Malfoy il giorno successivo, ma senza trovare traccia del ragazzo disperso. Attualmente, i membri del Ministero, stanno lavorando su di
un’ingiunzione che permetterebbe loro di sottoporre i due Malfoy a Veritaserum, in modo da scoprire dove si trovi il giovane
Potter. Noi, al Daily Prophet, certamente speriamo che il sig. Potter sia
trovato e riportato fra le braccia della sua amorosa famiglia.’
Il resto dell’articolo era
un resoconto della sua vita e della battaglia con Voldemort, con un resoconto della
vita dei due Malfoy. Quest’ultimo, non certamente,
molto veritiero. Non c’era parola del fatto che i due avessero lottato insieme a lui, nel sconfiggere Voldemort. Mentre
continuava a leggere, la sua mente iniziò a formulare un piano. Sul suo viso,
apparve un sorriso.
“Pensi che sia divertente?”
Quasi gridò Draco.
“L’abbiamo”, disse Harry,
ghignando.
L’esclamazione del ragazzo,
fu abbastanza perché gli altri cominciassero a capire quello che intendeva. Era
prima di quel che si erano aspettati, e significherebbe doversi muovere
velocemente, ma Harry aveva ragione: Cornelius Fudge
gli aveva appena fornito i mezzi per liberarsi di lui. E
lo aveva fatto porgendoli sul proverbiale vassoio d’argento.
La prima cosa da fare, era
assicurarsi che nessuno potesse intromettersi. Immediatamente, gufi furono mandati
ai Weasley, Hermione, Sirius e Remus, chiedendo loro di *non* rispondere ad
eventuali domande. Altri gufi furono spediti, per preparare
una conferenza stampa in una sala della Gringotts
alle quattro del pomeriggio seguente. Fu scelta la Gringotts
perché realmente, era un luogo neutrale. Nessuno volle un gruppo di reporter al feudo Malfoy, né loro avevano tale fiducia nel
Ministero da sceglierlo. Hogwarts, sotto gli auspici di Dumbledore, era
altrettanto impensabile. Gringotts al contrario, con
la sua reputazione di neutralità, finché nessuno cercava di rubare da loro, era
il compromesso perfetto.
Tutto sarebbe stato
preparato perfettamente. I vestiti, forse, erano il punto più facile. “La tua divisa
scolastica, chiaramente”, fu il suggerimento di Snape. “Loro ti considerano
ancora un bambino, mostra che lo sei.”
“Ma
io voglio che loro mi rispettino, e rispettino quello che devo dire”, ritorse
Harry.
“Mi devo dire d’accordo con
Severus”, intervenne Lucius. “Anche se hai dimostrato che puoi mostrarti più
vecchio e raffinato di quel che realmente sei, quella
non è l’immagine che noi vogliamo mostrare domani. Dovrai mostrare d’essere
solo un bambino che è *atterrito* dal fatto che alcuni dei suoi amici siano
stati così maltrattati solo perché decisero di offrirgli una festa di
compleanno. Non devi eleggere il nuovo Ministro là, ma solo rimettere le cose
nel giusto verso. Sei solo uno studente che stava divertendosi alla sua festa
di compleanno, e non riesce a capire perché sia così importante per tutti.”
Harry,finalmente
accennò col capo. “Va bene, capisco quello che intendi. Inoltre, così non dovrò
andare a comprare dei nuovi abiti.”
“Cosa?
Non vuoi andare a far compere?” Ghignò Draco.
Harry lo guardò in viso. “Dovrei
andare come Harry.” Quello spiegò tutto, strappando via il ghigno dalla faccia
di Draco. Harry si volse verso gli altri. “Quello è un’altra cosa con cui
dovremo aver a che fare. In qualche modo, dubito che i giornali tengano segreto
il fatto che mi presenteròalla conferenza stampa. Come
è supposto che io arrivi là senza venir assalito da una torma di
indemoniati?”
“Contatta la Gringotts, e spiegagli i problemi che avresti se dovessi
recarti là normalmente. Certamente, hanno una stanza privata che tu possa raggiungere grazie ad uno dei loro passaporta. Come
per uscire, finché hai indosso il sigillo che ti ho dato, sei a posto.”
Harry assentì col capo, pensierosamente,
ed uscì dalla stanza. Al suo ritorno, trovò i tre intenti a disputare se o non dovevano
andare alla conferenza con lui.
“Dobbiamo sostenere Harry”,
era il punto principale di Severus.
“Se
noi saremo là, qualcuno certamente griderà alla collusione o coercizione”, era
la risposta di Lucius a Severus.
La testa di Draco, seguiva
lo scontro volgendosi da una parte all’altra come in una partita di tennis.
“Sono d’accordo”, disse
Harry, dopo aver ascoltato per alcuni momenti.
“Con chi?” Chiesero all’unisono
i due uomini.
“Con entrambi”, ammise Harry.
“Penso che ci dovrebbe essere alcuni sostenitori, ma se sarai tu Lucius,
probabilmente, sarai più un ostacolo che altro. Penso, però, che non possano
lamentarsi se Draco si presenta, specialmente se troviamo altri studenti che si
presentino. Ron, Ginny, Hermione, Blaise, Timo e Draco almeno. Per mostrare che, tra i miei amici, non vi è posto per cose come la
rivalità di Case. Severus dovrebbe venire, come lui è un’insegnante
della mia scuola.”
Lucius non fu felice. Stava
quasi considerando l’opportunità di presentarsi mascherato.
“Inoltre”, continuò Harry, “se
io nominerò Lucius quale possibile successore alla carica di Ministro, è meglio se succede quando lui non è presente.”
“Tu *hai* intenzione di
dedicarti alla politica, dopo la laurea, vero?” Gli chiese
Lucius.
“Io? Politica? Nemmeno per
sogno, odio quella roba”, disse leggermente, lasciando gli altri a guardarlo
increduli.
“Sapete,
penso che stiamo partendo dal punto sbagliato”, disse Draco.
“Cioé?” chiese suo padre.
“Voi
due, ma specialmente tu, padre, deve essere capace di dimostrare che non ha
nulla a che fare con questo. Se si scoprisse che l’hai aiutato a scrivere il discorso,
potrebbero affermare che gli hai messo le parole in bocca, cose che lui, certamente
non direbbe da solo.”
Gli
altri ragionarono un momento sulla questione sollevata dal giovane, accennando
in accordo, seppure di malavoglia. Potevano vedere il senso in quello che aveva
detto.
“Quindi, dovremmo essere solo tu ed io?” Chiese Harry.
Draco
scosse in negazione il capo, dispensando un’occhiata disgustata. “Penso che dovremo
cercare aiuto. Suppongo che potremo chiedere a Granger, non certamente a Weasley,
no?”
Harry
scosse la testa. “Se intendi mantenere questa cosa
nell’ambito studentesco, no, non possiamo. Politica è strategia, e quello è una
cosa per cui è davvero molto portato Ron, se riesci a
metterlo nel pensiero giusto. Inoltre, suo padre
lavora per il Ministero, e questa è una cosa che potrebbe aiutarci. Comunque, penso che abbiamo bisogno di un’altro Slytherin,
per bilanciare le cose. Blaise, forse?”
“Andrebbe
bene. Almeno, riuscirebbe a lavorare insieme a Weasley. Sai,
vero, che se facciamo questa cosa, dovrai dirgli di ‘Jade’”, fu
l’avvertimento che venne da Draco.
“Perché?” fu la domanda sorpresa di Harry.
“Vuoi
nascondergli una simile parte della tua vita?” gli chiese Draco.
“Beh...se
la metti così...sì”, sorrise Harry.
Draco
alzò le sopracciglia a tale affermazione.
“Ron
darà di matto, lo sai, vero?” Disse Harry.
“Non
ti preoccupano Granger o Blaise?”
Harry
scosse in negazione il capo. “Loro sono solidi. Mione mi farebbe una tonnellata
di domande, Blaise...Non penso che ci sia qualcosa che
lo possa sorprendere. Ron, al contrario...”
“Allora,
non invitare la Donnola”, disse Draco, sospirando.
Harry,
di nascosto, richiamò un cuscino da una stanza vicina, per schiacciarlo improvvisamente
sul viso di Draco. “Quante volte devo dirtelo? Non insultare i miei amici!”
“Sai
che io e Weasley non andremo d’accordo! Va bene
Granger, se riesce a trattenersi dal mettere in mostra tutto quello che sa, ma
Weasley, non è altro che una spina nel fianco!”
“Non
mi aspetto certo che diventiate amici di petto!”Fu la risposta di Harry, che ignorò
virilmente la frase detta sottovoce da Draco, ‘Sei tu
quello con le cince.’ “Il giorno in cui voi due andrete d’accordo per più di
cinque minuti di seguito, sarà il giorno in cui mi aspetto che Severus mi dica
che fu insieme a Sirius, a scuola!”
“Come
hai fatto a sentire di ciò?” Chiese, senza pensare, Snape.
Nella
stanza cadde un profondo silenzio, mentre i due ragazzi si girarono, fissando
lo sguardo sul loro professore di Pozioni, in incredulità pura.
“Tu...cosa?”
Bisbigliò Harry.
Draco
alzò lo sguardo al soffitto, quasi sembrava che stesse pronto a tuffarsi sotto
il tavolo.
“Cosa
c’é, Draco?” Gli chiese suo padre, curiosamente.
“Sto
aspettando che inizi a precipitare il cielo, dato che questa è certamente la
fine del mondo.” Fu la sua risposta.
“Voglio
sapere quando è successo che sei stato insieme a Siri!
Pensavo che tu fossi insieme a mia madre, a scuola!” Chiese Harry, con la voce
che cresceva di secondo in secondo.
“Il
periodo in cui sono uscito con lui, mi ha fatto cambiare interesse sessuale”,
ammise Snape, alzando le spalle.
Draco
rise. “Posso capirlo. Sarebbe come se io dessi
l’appuntamento a Weasley.”
“Draco,
c’è forse qualcosa che mi vuoi dire?” Chiese Harry, sericamente. “E se ti piacciono i ragazzi, perché non mi hai detto
niente?” Aggiunse raucamente.
“Non
gli piacciono, e se sa cosa è meglio per lui, non gli piaceranno mai”, ringhiò
improvvisamente, Lucius.
Harry
scoppiò a ridere, per poi incamminarsi verso di lui e sedergli sul grembo, con
un tonfo, dato che la sua sedia era stata tirata via dal tavolo. “Non
preoccuparti, Luc, preferisco i ragazzi più vecchi...” Poi, sbirciò verso Severus. “Che non sono figure paterne.”
“Sono
felice della precisazione”, risuonò da tre gole diverse, facendolo nuovamente
sorridere.
Lucius
non resistette, e s’inchinò in giù, a baciare il ragazzo nel suo grembo. Harry,
sospirò felicemente nel bacio, poi, guardò nuovamente
verso Draco.
“Non
hai spiegato perché pensi che Hermione e Ron devono sapere”, gli chiese.
“Ci
sono un paio di ragioni. Sono i tuoi migliori amici, e so che non desideri
perderli; ma se pensi che Ron si scalmanerà, come pensi che reagirà, quando
scoprirà più tardi, *e* che noi lo sapevamo, ma lui no?” Harry concesse il
punto, non c’era più bisogno del segreto su ciò che stava facendo, con Draco e
Severus, durante la prima parte dell’anno scolastico, e c’era stata una
reazione spropositata quando lo scoprirono.
“Per
non menzionare, se ricordo bene, che non intendevi dire nulla a Severus. Quanto è durato?” Draco, sorrise furbamente, aspettando la replica
dell’amico.
“Dovrò
solo evitare che vengano nella mia stanza, o assicurarmi che tutto ciò che
riguarda Jade, sia fuori vista mentre mi trovo qui.”
Replicò Harry.
Draco
l’onorò con un’occhiata che diceva chiaramente come trovava stupida l’idea.
“C’è anche il fatto che ti dà una scusa per stare qui. I Dursley,
non capirebbero mai, dopo tutto.”
“Quello,
non posso negarlo”, disse Harry, concordante col biondo.
“Guarda,
accoglili come Jade, e vedi quanto tempo gli ci vuole a dedurlo. Dovrebbe esser
buono per una risata, almeno.”
“Qualsiasi
cosa che farai, dovrai deciderlo presto”, disse Lucius. “La conferenza stampa,
dista solo poco più di un giorno, e se non desideri che io o Severus, siamo
coinvolti, hai bisogno di prepararti. Inoltre, ho delle cose di cui occuparmi.
Come, per esempio, quel reporter, ed avviare una causa per diffamazione contro Cornelius Fudge.”
“Bene!
Sbattiamolo fuori dall’ufficio e lasciamolo in
mutande”, ghignò Harry. “Comunque, non intendo dire ai
miei amici su di noi”, disse Harry all’uomo sul cui grembo era seduto.
“Sono
d’accordo che sia meglio non dir loro nulla”, si accodò Draco.
“E
perchè il fatto che Harry sia con me è peggio che il
fatto che sta vivendo come una ragazza?” Chiese Lucius.
“Stai
scherzando?” Ritorse Harry. “Se scoprissero su di noi, mi spedirebbero a San
Mungo prima che tu possa dire Salazar Slytherin.”
“Il
sig. Weasley, tende a prendere l’impulsività di Gryffindor ad un livello
interamente nuovo”, ammise Severus.
Harry
dovette dirsi d’accordo. Baciò ancora una volta Lucius, prima di alzarsi. “Passaporta, Luc. E non dimenticarti quello per Blaise. Lui e Hermione,
riescono a tenere in controllo Ron, di solito. Blaise è abbastanza cattivo per
quello. Chiaramente, la sua specialità è l’esser invisibile. Probabilmente, è
l’unico Slytherin col quale mai nessuno si arrabbia, solitamente, perché
neppure si sa che sia lì.”
Draco
iniziò a ridere. “Metà delle cose di cui sono stato
incolpato, in realtà, le ha fatte lui. Così, lui può giocare tutte le
birichinate che vuole, senza esser incolpato, ed io, trovo una certa
reputazione. Funziona per ambo le parti.”
“Il
sig. Weasley lo sa questo?” Chiese Severus.
“Non
credo. Non è qualcosa che lui potrebbe pensare.”
Dichiarò Draco.
“Ron
ha la tendenza a vedere le cose un poco a comporti, quando viene alle persone.” Si disse d’accordo Harry. “Onestamente, come
è ora, non sarebbe buono per nulla in cose di politica, ma *è* grande
con quanto riguarda ciò che viene alla strategia. E’ solo che si aspetta che
tutti siano pezzi su di una gigantesca scacchiera, che si muovono solo come
devono. Dei pezzi sono bianchi, alcuni sono neri, e non possono cambiare
colore. Alcuni si muovono diritto, altri di lato, ma a meno
che siano la regina, sono limitati a muoversi *solamente* come hanno
sempre fatto. Ha molta difficoltà a capire che, Draco e Sev, sono più di un marmocchio
guastato e un bastardo unto, che pensava, quando li incontrò la prima volta.
Sarà difficile per lui, credere che siate diversi da quello che pensava. E sarà così fino a che non si deciderà a crescere. Qualcosa
che tutti stanno aspettando che succeda. Ma,
nonostante questo, non intendo lasciar andare la sua amicizia, e questo significa
che intendo invitarlo qui. *Può* esserci d’aiuto, e resterebbe ferito se
l’escludessimo.”
“Come
dicono i muggle, non c’è speranza.”
Gli
altri, accennarono col capo.
“Vatti
a cambiare”, gli disse Draco.
“Si,
indovino che sia meglio che li accolga come Harry”, si disse d’accordo.
“Non
sono d’accordo”, intervenne Severus, alzando la voce. “Sembra che quelli che hai incontrato prima come ragazza, non comprendendo chi tu
sia in realtà, abbia una più facile accettazione di Jade, che me, che vidi
prima te e poi Jade. Non è, davvero, qualcosa che puoi capire senza vederlo.”
“Vero,
ma deve ancora cambiarsi”, disse sorridendo Draco.
Harry
guardò al suo gilét nero e alla gonna di denim. “Cosa c’è di sbagliato con quello che sto portando?”
“Nulla”,
rispose Draco. “Ma se stai per dimostrare qualcosa,
fallo alla grande. Non hai qualcosa più femminile?”
“Più
femminile?” Disse Harry, in modo lento. “Vuoi qualcosa di più femminile? Sìì accurato su ciò che chiedi, Draco, perché è probabile
che davvero lo trovi.”
Harry
uscì dalla stanza, sicuro di una cosa. Tutti gli sguardi erano puntati su di
lui, e c’era trepidazione in ognuno dei presenti.
Dieci
minuti più tardi, dopo che le passaporte erano state
spedite, fissate per un’ora nel futuro, si sentì una voce.
“Questo
è abbastanza *femminile* per te?”
Tutti
e tre gli uomini, alzarono gli sguardi, ansando alla vista, occhi spalancati.
Là,
in piedi, Jade, vestita come mai l’avevano vista prima.
Una minigonna, di cuoio nera, che copriva, appena, quello
che era supposto dover essere coperto, e una cintura che lasciava scoperto l’ombellico. Un corpetto, senza spalline, rosso
e molto corto, che lasciava scoperto il diaframma ed un panciotto di
cuoio nero, corto su di esso. Il succhiotto che Lucius gli
aveva fatto la notte prima, orgogliosamente mostrato sulla spalla. Stivali
alti, di un nero lucido, con la cerniera da un lato, aggiungevano almeno cinque
centimetri alla sua altezza. Il trucco era molto più pesante che solitamente,
scurendo ed allargando i suoi occhi, e facendo sembrare le sue labbra molto più carnose ed umide. La cosa più sconcertante, però, era due bracciali di cuoio sui suoi polsi, che sembravano
polsini e il colletto di cuoio che circondava il suo collo.
La
bocca di Draco si apriva e chiudeva, facendolo sembrare un pesce fuor d’acqua.
Lucius,
comunque, stava dimostrando qualcosa di completamente
diverso. Lentamente, si alzò in piedi, e gli occhi grigi pieni di
concupiscenza, iniziò ad avvicinarsi alla meretrice che era il suo giovane
amico.
La
reazione di Severus, fu tuttavia, quella più estrema. Anche lui si alzò, dirigendosi verso il ragazzo. “Cosa diavolo pensi di fare? Nessun figlio mio porterà dei
vestiti così volgari! Torna immediatamente di sopra, giovane signora, e
cambiali con qualcosa di più decente!”
Harry
fissò l’uomo, come tutti gli altri presenti, facendo strane smorfie. Finalmente,
non potendo più trattenersi, cominciò a ridere. Risata che, rapidamente fu congiunta
dai due biondi presenti nella stanza. Harry crollò sul pavimento, tenendosi i
fianchi dal gran ridere, mentre Severus ripensò a quello che aveva detto, e iniziando,
lentamente, ad arrossire.
Un’ora
più tardi, tutto il divertimento era svanito. Tra pochi minuti, si presenterebbero
i suoi amici, e avrebbe dovuto spiegare *di nuovo* le sue scelte. Era contento
che non fossero il suo padrino o Remus. Chiaramente, non poteva scamparsi dal
fatto di doverne parlare anche con loro, ma almeno non doveva preoccuparsene
immediatamente. Mentre aspettava, le sue mani stavano
torcendo la gonna. Harry aveva cambiato gli abiti. Ora, portava una gonna
intonata alla camicia, verde pallido con un disegno astratto di un verde più
scuro. I capelli, raccolti in una coda di cavallo alta, erano tenuti da un piccolo
serpente d’argento.
Harry
prese un profondo alito, al sentire lo schiocco distinto, riferibile solo a qualcuno
che appariva in un’area di spazio che, fino ad un istante
prima, era vuoto.
Improvvisamente,
dove non vi era nulla, apparvero tre adolescenti. Hermione Granger, Ron Weasley
e Blaise Zabini, erano intenti a guardare all’adolescente che stava in piedi di
fronte a loro.
Ron
fu il primo a parlare.
“Ehi,
Harry, sembri buono in quella veste”, ghignò selvaggiamente.
I
due altri giovani lo guardarono un poco straniti ed increduli.
“Cosa hai detto?” Gli chiese Harry, un poco assente.
“Si,
Ron, cosa intendi? Harry non è qui”, intervenne
Hermione.
Blaise
osservava quietamente, avvicinandosi a Draco per salutarlo.
“Suvvia,
Hermione, è evidente che è Harry. Non c’era bisogno che ti *vestissi*
davvero come una ragazza, sai, dura solo per 48 ore. O
l’idiota grasso non poteva fabbricarti un antidoto?”
Continuò
Ron, non dando nessuna spiegazione.
Hermione
si avvicinò a Harry, guardandolo attentamente.
“*Sei*
davvero tu”, bisbigliò, sconcertata.
“Si, ‘Mione, sono io”, disse leggermente, preoccupato un poco
della sua reazione. Ma, soprattutto, gli interessava sapere di che cosa stesse parlando Ron. Infine, si decise a chiedere
spiegazioni.
“Ron,
di che cosa stai parlando?”
“Sai,
il nuovo trucco dei gemelli, quello che ti cambia in una ragazza per due
giorni. Permettimi di assicurarti che, Percy, *non* è
una ragazza graziosa. Non come te. Davvero, Bill non guarda male come ragazza”, finì dicendo Ron.
“E
come eri *tu* come ragazza?” Chiese Draco, con voce
serica.
Ron
rabbrividì. Gli altri lo guardarono, cercando di immaginare come sembrerebbe e
rabbrividirono. Il ritratto non era, sicuramente, bello. “Non chiedetelo”, era
tutto ciò che disse, sorprendendo i presenti, che si erano aspettati dei
commenti molto più velenosi.
“Spiacente
di deluderti, Ron, ma non ho ancora guardato il regalo dei gemelli. Se mi hanno spedito una cosa del genere, non lo so. Sto
vestendomi da ragazza, non che sono realmente tale.”
Lo
sguardo presente sul viso di Ron era totalmente scioccato. Hermione, al contrario,
sembrava interessata. “E come ti sembra?” Gli chiese
curiosa.
“Molto
piacevole, ragazze hanno vestiti più belli che i
ragazzi, e sono trattate meglio, normalmente, che i ragazzi. Almeno, se i
ragazzi sono gentiluomini.”
“Quand’è
che hai incontrato un gentiluomo?” Ringhiò Ron.
In
qualche modo, non era ciò che si stava aspettando Harry, ma
Ron era stato sorprendente da quando aveva iniziato a camminare. “Bene, stavo
vestendomi da ragazza da tre settimane, quando incontrai Draco in Diagon Alley.
In quel tempo, ho incontrato alcuni bei ragazzi.”
“Ehi!”
Obbiettò Draco.
Ron
ghignò, se Harry davvero stesse prendendo la sua parte contro
Malfoy, la vita stava tornando nuovamente in carreggiata.
“Diagon
Alley?” Gridò Hermione. “Stai scherzando! Dopo Hogsmeade, come hai potuto...”strascinò via lei.
“Ecco
perchè”, intervenne quietamente Blaise. “Stai nascondendoti dal mondo magico.”
Harry
accennò col capo. “E’ come iniziò, anche se ora, lo faccio perchè mi piace.”
Sul
volto di Ron era chiaramente visibile lo sconcerto. “Aspetta un attimo...stai dicendo che stai vestendoti come una ragazza? Tutto questo
tempo? E ti piace?!” La sua voce che aumentava ad ogni
domanda.
“E’
chiaro che è quello che ti sta dicendo, idiota. Non hai
orecchi per sentire?” Ghignò Draco.
La
domanda trovò risposta, ma non dalla persona insultata. Prima che Ron potesse aprir bocca per rispondere, gli altri tre ragazzi
presenti, intervennero. Erano tutti venuti preparati. Harry, afferrò un cuscino
vicino a lui, Hermione afferrò una palla di Nerf dalla sua borsa senza fondo e Blaise, estrasse dal
nulla una mazza da quidditch incantata per non
realmente far male. Tutte e tre le cose, colpirono la tesata del biondo alla
stessa durata.
“Ehi!”
Si lagnò Draco.
Ron
rise. “Ora, sei numericamente inferiore, furetto”, disse
condiscentemente. Fermò di ridere quando,
improvvisamente, i tre articoli rimbalzarono via dalla *sua*,
di testa. “Pensavo che foste sul mio lato!” Uggiolò lui.
“Noi,
siamo sul lato della pace”, spiegò Hermione. “Continueremo a colpirvi finché
voi due non la pianterete di insultarvi. Comunque, se
durerete molto, non c’è problema. Ho molte Palle di Nerf,
dopo tutto, e sono sicura che Harry può trovare sempre
un cuscino. E, se questo non funziona, cominceremo ad
usare cose più dure. Personalmente penso che, eventualmente, imparerete prima
che si passi ai mattoni, anche se non ci scommetto su.”
“’Mione!” Protestò Ron. “Quello non è equo!”
“Al
contrario, io penso che sia completamente equo. Chiunque che comincerà, verrà colpito.” Spiegò Harry.
“Tu!”
Disse Ron, volgendo la sua attenzione a Harry. “Hai alcune spiegazioni da
dare!”
“Che cosa vuoi sapere?” Chiese Harry, conducendo il gruppo
verso un’area in cui potessero sedersi.
“Perchè
stai vestendoti come una ragazza? Specialmente se non lo sei,
anche se sicuramente lo sembri; e perchè sembri così buono se non lo sei
realmente?”
Tutti
tentarono di pensare ad una risposta, ma Ron continuò.
“E perché sei qui? E perchè i giornali dicono
che i Malfoy ti rapirono? E’ vero? Pensavo che stessi ancora vivendo a casa, ma papà mi disse che non sei ritornato là da una
settimana almeno. Dove sei stato? Stai bene? Per che cosa hai bisogno di noi? E perchè non l’hai detto prima?” Finalmente, sembrò che Ron
avesse finito con le domande, e stava aspettando una risposta, o due o tre.
“Altro,
mentre sto rispondendo a queste?” Chiese Harry, sarcasticamente.
“Quello
di Ron, è un buon inizio”, rispose Hermione. “Quindi,
inizia a rispondere.”
Harry
decise che, l’inizio era un buon punto da cui partire. I prossimi quarantacinque
minuti o poco più, Harry spiegò tutto ciò che era accaduto durante l’estate,
dalla sua prima conversazione con suo zio alla visita
di Cornelius Fudge. Le uniche cose che tralasciò, era
la sua relazione con Lucius.
“Sei
strano, amico”, fu la risposta di Ron.
Gli
occhi di Harry si abbassarono. Grande, un’altra ragione per essere un capriccio.
Draco,
sembrò che potesse leggere la sua mente. Senza preavviso, raccolto il cuscino
di Harry, lo usò per colpire l’amico sulla testa. Hermione e Ron sfolgorarono
al biondo, ma questi non se ne importò. Invece, con
voce quieta, disse “Tu non sei un capriccio, e non voglio più vedere quel
pensiero che passa per la tua mente. Hai capito?” Draco
aspettò il cenno affermativo di Harry, poi si rivolse a Ron. Usando ancora
il cuscino, ma colpendo notevolmente più forte. “E tu!
Harry non è strano, solo diverso. Accettalo!”
“Non
intendevo strano in modo *cattivo*!” Ron sembrò
cercare aiuto dagli altri, ma senza trovarlo. “Voglio dire,
in pratica, ognuno nella mia famiglia, è strano. E’ solo qualche cosa
con cui vivere.”
“Voglio ancora sapere perchè non hai detto nulla di tutto
questo? Perchè ci hai fatto pensare che ti trovassi ancora con i tuoi zii?”
“Non
è precisamente una conversazione che avrei voluto affrontare per posta”, Harry
scosse le spalle. “E la mia festa, non era il miglior tempo, per farlo.”
“Quello
che ancora voglio sapere, è perchè ti trovi ancora qui.”
Intervenne Ron. “Voglio dire, so perchè venisti qui,
ma perché non sei venuto a casa mia? Saremmo stati più che felici di averti con
noi.”
Harry
scosse la testa. “Davvero pensi che sia un segreto? Anche
come Jade? Tutti sanno che sei il miglio amico di Harry Potter. Quante volte, i
reporter, sono venuti a controllare se mi trovassi da
voi? Se davvero io accettassi di venire da voi, o anche
vi visitassi spesso, tutti nel mondo magico lo saprebbero. Non è un’opportunità
che sono disposto a prendere. Specialmente non come
Jade. Se mi presentassi come Jade, qualcuno
inizierebbe a fare domande, cercando di dedurre chi io sia, e perderei l’unica
difesa che ho. Senza menzionare ciò che direbbe la gente, su questo.
Se c’è
una cosa, di cui sono sicuro, è che nessuno scoprirà la mia presenza qui, o la
mia reale identità. E, anche se scoprono che mi trovo
qui come Harry Potter, le custodie sul Feudo, sono così forti che nessun
reporter può entrare. Io, sono sicuro qui.”
“Ma è Malfoy!” Obbiettò Ron.
“E allora?” L’interruppe Hermione. “Lui è uno di quelli che
aiutò a sconfiggere Voldemort, sai?”
“Non
Draco! Lucius!” La voce di Ron era spessa dall’odio.
“Cosa hai contro mio padre?” Ringhiò Draco.
“Che ne dici del secondo anno? E’ sua la colpa che il
basilisco è stato liberato e Hermione fu pietrificata. E
quello che accadde a Ginny! Non avrai dimenticato quello che le è successo,
vero?”
“E’
chiaro che non l’abbiamo dimenticato”, gli disse Hermione.
“Chiediamo
a lui.” Suggerì Harry. Prima che chiunque potesse dire qualcosa, harry chiamò un folletto. “Moppy,
puoi chiedere a Lucius se può congiungerci?”
“Si,
padrona Jade, Moppy andrà a chiedere a padrone Lucius
di congiungere padrone Draco, padrona Jade e gli ospiti.”
“Padrona
Jade?” Rise scioccamente Ron.
“I
folletti hanno ordini di chiamarmi così, in modo che non accada di chiamami accidentalmente Harry, o Potter. Anche
quando sto portando abiti maschili, loro mi chiamano Jade”, ghignò Harry.
Pochi
minuti dopo, Lucius entrò nella stanza. “Si, Harry?” Chiese calmo.
“Ron
ha una domanda per te”, rispose Harry.
“Si,
sig. Weasley?” La voce e il viso impassibile.
Ron
si alzò. Ron era cresciuto, ormai era quasi un metro e novanta, ma ancora, molti cm più corto dell’uomo più vecchio. Ron si stese alto
più che poteva, tentando inutilmente di fissare da
sopra a sotto l’uomo più imponente. Non che riuscisse, ma meritava onore per
provarci. Non molte persone tenterebbero una cosa simile contro un uomo con la
reputazione di Lucius Malfoy.
“Voglio
che mi spieghi per quale motivo diede a mia sorella il diario di Ton Riddle.
Molti studenti morirono. Non che lei curerebbe”,
ringhiò.
“Sig.
Weasley”, ringhiò Lucius. “Se suo padre avesse fatto quello che mi aspettavo da
lui, nulla di ciò sarebbe accaduto.”
“Non
vorrà sostenere che tutto quello che accadde era colpa di mio padre!” Gridò Ron.
“Se
proprio vuole saperlo, si sieda e mi ascolti.” Ordinò
Lucius. L’uomo aspettò finché Ron non seguì le istruzioni, prima di continuare.
“Mi fu ordinato di far arrivare il diario ad Hogwarts,
e quello era un ordine che non potevo evitare di compiere. Comunque,
feci del mio meglio perchè arrivasse nelle mani di suo padre prima che
arrivasse alla scuola. Io spedìì uno dei miei
folletti per avvertire Harry e mi assicurai che imparasse
il nome di Dobby, per poi si presentasse al lavoro di
suo padre con Dobby a rimorchio. Pensavo che
sicuramente, suo padre, avrebbe fatto due più due, traendone
il risultato...cioé, che sicuramente, ero su
qualcosa. Poi, alla libreria...Quale parte della mia personalità
le fa credere che raccoglierei volentieri i libri della giovane sig.rina Weasley? Credeva che volessi essere utile? Se
fossi stato suo padre, la prima cosa che avrei fatto, ciò che
infatti mi aspettavo, era guardare e controllare tutto quello che avevo
toccato. Mi sarei assicurato che non avevo fatto un malocchio su qualsiasi
cosa. In tal modo, avrebbe trovato il diario, che non sarebbe mai arrivato a Hogwarts,
in primo luogo.”
“Quindi, sta sostenendo che tutto è colpa di mio padre, che
non è paranoico come lei?” Lo beffeggiò Ron.
“In
una parola, si.” Rispose tranquillo.
“Perchè
lei...” Ron ringhiò, camminando impettito verso l’uomo.
“Abbastanza”,
abbaiò Harry. “Ciò che è accaduto, è accaduto. Evidentemente
è colpa mia.”
“Cosa?” Eruppe dalla bocca di tutti i presenti, incluso
Blaise, che poco aveva da dire a questo punto.
“Io
non dissi mai di Dobby al sig. Weasley, dandomi
avvertimenti sullo stare lontano da scuola. Così che tutto
non funzionò. Forse, se il sig. Weasley avesse saputo di ciò, avrebbe fatto
quello che Lucius si aspettava, e sarebbe stato più accorto.”
Poi, Harry si alzò e uscì dalla stanza.
“Oh,
ben fatto, Weasley”, disse Draco, sfolgorando verso Ron, prima di camminare
impettito fuori della stanza.
“Ehi,
perchè è colpa mia?” Chiese Ron, confuso.
Hermione
l’ignorò, rivolgendosi all’adulto nella stanza, rabbrividendo internamente all’occhiata
vulcanica puntata verso di Ron. “Um...Sig. Malfoy?
Pensa che dovremmo andare dopo lui?”
“Perchè
stai chiedendolo a lui?” Guaì Ron.
“Zitto,
Ron”, sparò fuori Hermione, aspettando una risposta dal Malfoy più vecchio.
L’occhiataccia
calò di parecchi gradi, quando si voltò verso di lei, anche se era ancora
abbastanza calda per farla chiedersi se avrebbe
riportato una scottatura seria. “Lasci che Draco tratti prima con lui”, disse,
finalmente, Lucius. “Probabilmente, lo trascinerà da Severus, e insieme dovrebbe
essere capace di convincerlo che non è colpa sua. Sempre che, il sig. Weasley,
tenga chiusa la sua bocca.”
“Oh,
non si preoccupi”, ringhiò Hermione. “La terrà chiusa.”
Lucius
le diede un cenno asciutto, prima di dirigersi ad aiutare a calmare il ragazzo,
che non aveva bisogno di avere qualcosa d’altro sulla coscienza.
“Sig.
Malfoy?” Lucius non avrebbe risposta alla chiamata, se non fosse venuta dall’unico
altro Slytherin nella stanza.
“C’è
qualcosa che possiamo fare per Harry e Draco? Dato che ci hanno chiamati qui...”
Lucius
pensò per un momento. “Siete qui per aiutare Harry a scrivere un discorso che
farà durante la conferenza stampa di domani. Potreste cominciare con lo
scrivere un elenco di tutte le cose peggiori che *voi* sapete
che Cornelius Fudge ha commesso. Il sig. Weasley, nel
frattempo, farà meglio a pensare a ciò che dirà a Harry quando
ritorna qui.”Lucius si avvicinò al
giovane. “IO non curo quello che pensa di me. Non m’interessa quello che dice
di me. La sua opinione su di me non ha la minima importanza. Comunque,
il benessere di Harry, si. E se lei gli farà nuovamente male, le mostrerò
precisamente quello che ho imparato sotto la tutela di
Voldemort.” La sua voce era bassa, scura e mortalmente seria. Nessuno che lo ascoltò
ebbe alcun dubbio sulla validità di tale affermazione.
Poi,
si girò, uscendo dalla stanza, questa volta senza fermarsi.
Hermione
prese un alito profondo. “Cominceremo quest’elenco?” Cinguettò lei.
Blaise
la guardò con un mezzo sorriso sulla faccia, mentre Ron gli lanciò un’occhiataccia,
ma iniziarono a lavorare.
n.t.:come già
detto, in ottemperanza alle nuove regole volute da Erika, ho ripostato la fic in un nuovo
account. Mi scuso per il disturbo.
cap.29
Lucius attraversò la via
d’accesso, per trovare Draco che lo stava aspettando, impazientemente. “Perchè
non gli sei corso dietro?” Gli chiese, sorpreso.
“Perchè non so dov’è”, disse
impaziente Draco.
“Dov’è
Severus? Dovrebbe avere ancora un incantesimo d’inseguimento, su di lui, no?”
“Nella biblioteca”, fu la
risposta di Lucius, mentre si avviava nella direzione. “Perchè ha un
incantesimo d’inseguimento su di Harry?”
Draco sospirò. “Penso che gli
servisse per sapere quando lui vagava fuori dopo il
coprifuoco. Di solito, se lui era alzato, era a causa degli incubi, quali,
erano molti”, disse Draco, sobriamente.
Lucius, aprì la porta della
biblioteca, capendo che dopotutto, non avrebbero avuto bisogno dell’incantesimo
d’inseguimento. Harry era là, arricciato accanto a Severus sul divano. Severus
li guardò adirato. “Chi di quei mezzi idioti senza cervello l’ha sconvolto in
questo modo?” Chiese ringhiando.
“Ehi”, intervenne Draco,
petulantemente. “Perchè”, chiese, “non hai colpito lui
per quello? Se l’avessi detto io, mi avresti colpito.”
Harry, ridacchiò. “Lui mi
piace di più”, disse in tono semi soffocato.
Lucius si avvicinò,
sedendosi sul tavolino di fronte al divano. Ignorando la conversazione che avveniva
fra i due ragazzi, Lucius si concentrò su di Harry. “Harry, guardami”, gli
ordinò dolcemente.
Gli occhi verdi di Harry
erano colmi di dolore, quando finalmente,alzò il viso.
“Non era tua la colpa,
Harry. La colpa era mia. Io ho fatto un progetto senza prendere in considerazione tutte le possibilità. Se
avessi tenuto conto della tua personalità, o infastidito a scoprire qualsiasi
cosa di più circa quello che mi aveva detto Draco di te, avrei compreso che non
avresti detto nulla. E anche se l’avessi fatto, non
c’era garanzia che Weasley avrebbe fatto i collegamenti che mi aspettavo da
lui. Per la verità, la parte del piano riguardante Dobby, era solo un aiuto
addizionale e non la base di questo. Mi aspettavo che controllasse perchè io stavo
agendo fuori del mio carattere. Se ancora non lo fece, che cosa ti fa pensare
che il sapere di Dobby, avrebbe cambiato qualcosa?”
Harry ci pensò attentamente,
considerando tutto ciò che conosceva su d’Arthur Weasley. “Forse no, ma non
posso saperlo per sicuro.”
“No, non puoi, ma neppure, puoi essere sicuro che cambiava qualcosa. Questo, non è
qualcosa per cui tu possa biasimarti. Devi biasimare
me, se devi, ma non te. *Non* era *tua* la *colpa*.” Harry lo stava guardando, desiderando credergli. Lucius
lo fissò negli occhi, continuando. “Non era tua la colpa, e io sono spiacente
che pensassi che lo fosse.”
Draco e Severus guardarono
dall’uno all’altro, sorpresi, a quello che avevano appena sentito, prima di
rivolgersi nuovamente ciò che stava avvenendo d’innanzi a loro.
“Perchè volevi che il sig.
Weasley trovasse il diario? Perchè non hai semplicemente detto a Dumbledore?”
Chiese Harry.
Lucius alzò un sopracciglio.
“In quale dei due avresti più fiducia che lo distruggerebbero?”
Harry pensò a lungo. Poi,
finalmente, disse “nessuno dei due. Il sig. Weasley, probabilmente, l’avrebbe
dato al ministero, pensando che potessero occuparsi di lui. Suppongo che ciò
sarebbe migliore che lasciare che Dumbledore metta le sue mani su di lui.”
“Ma
ammetti che, la cosa migliore, fosse la distruzione del diario, giusto?” Chiese
Lucius.
Harry assentì col capo. “Si,
penso di si.”
“E tu pensi che nessuno dei
due l’avrebbe distrutto, vero?”
Harry accennò col capo di
nuovo.
“E
tu l’hai distrutto, senza che nessuno si facesse male, no?” Chiese Lucius, leggermente.
Harry, considerò la cosa per
un momento, per poi sospirare e assentire col capo. “Non fisicamente, in ogni
modo.”
“Quindi,
tutto funzionò, alla fine, no? Forse non nel modo migliore, ma i risultati erano
migliori di quello che potevano essere, e tutto grazie
a te. Tu li hai salvati dalla mia follia, che è ciò su cui devi portare la tua
attenzione.”
“Suppongo che tu abbia
ragione”, ed anche se sembrava un poco ancora depresso, i suoi occhi erano più
brillanti.
“Certo che ha ragione”, disse
convinto Draco. “Quando mai è successo che mio padre
abbia torto?”
Harry lo guardò come se la
sua stupidità avesse raggiunto la quota di un flobberworm.
“Uhm...cosa ne dici del tempo della Camera dei
Segreti?”
“Quello non conta”, disse
tranquillamente Draco. “Era tutta colpa del muggle-innamorato,
non la sua.”
“Bene, dov’è il mio
cuscino?” Harry si sedette diritto, guardandosi attorno.
“Pensavo che non potevo
insultarli davanti a loro, o chiamare Granger un mudblood”,
protestò Draco.
“Non ho mai detto nulla di
simile. La regola è, niente insulti hai miei amici, o famiglie dei miei amici,
come non è permesso a loro di insultare te o la tua famiglia.”
“Cosa,
sui miei amici?” Uggiolò Draco.
“Hai amici? E non mi hai mai detto niente?”
“Bambini!” Il tono acuto di
Severus li fermò rapidamente. “Se intendete solo litigare, non sarebbe meglio
che lo fate nella stessa stanza con quegli altri che avete
fatto venire qui? Non ho fiducia nel lasciarli senza nessuna soprintendenza.”
“Si, si”, disse Harry, ma
stava sorridendo. Si alzò, inclinandosi nuovamente, per abbracciare il più
vecchio uomo. “Grazie per essere qui”, bisbigliò Harry.
“Sei più che benvenuto”,
bisbigliò Severus in ritorno.
Uno sguardo rapido alla via
d’accesso, mostrò che nessuno stava guardandoli, e Harry posò un leggero bacio
sulle labbra di Lucius, e a bassa voce, gli diede il suo grazie, per poi andare
via con Draco. Severus, era corretto su una cosa, Ron non dovrebbe esser
lasciato nella casa del suo nemico favorito in pace. Né
Hermione in una stanza piena di libri, anche se là, non ve n’erano tanti quanti
nella biblioteca.
Indietro nello studio, Ron
stava lagnandosi. “Non è come se il ragazzo si scusò”, brontolò mentre Harry e
Draco camminarono dentro la stanza.
Draco e Blaise scoppiarono a
ridere, e anche Harry lo guardò divertito.
“Cosa?”
Ringhiò Ron. “Ha ammesso di averlo fatto, almeno, avrebbe dovuto scusarsi.”
“Non accadrà mai”, disse
Blaise. Draco fu d’accordo con tutto il cuore.
“Perchè no?” Chiese Ron,
confuso.
“Sarebbe la cosa giusta da fare”,
aggiunse Hermione.
Blaise, decise di dare
spiegazioni, dato che non sembrava che Draco ne avesse
l’intenzione. “Scusarsi è qualcosa che tu fai con qualcuno importante per te, o
qualcuno che ha del potere su di te.”
“Quindi,
io non *valgo* una scusa, è questo che stai dicendo?” Borbottò Ron.
“Non puoi scusarti a
qualcuno che realmente non importa per te. Puoi fornire una qualche
insignificante parodia, ma una vera scusa dà al ricevente potere su dite. A meno che sia qualcuno di cui ti importa, nessuno vale tale
pericolo. E scusarsi, è sempre qualcosa da farsi in
privato. Ho sentito la frase ‘ad umiliazione pubblica, scuse pubbliche’, ma non conosco nessuno che ci creda realmente. Non che sia
possibile che tu trovi una scusa in privato”, si affrettò ad aggiungere Blaise.
“Mi spiace, ma non credo che tu *personalmente*, sia
importante al sig. Malfoy.”
“Hai ragione”, disse
lentamente Draco. “Penso che si sia scusato con me...forse una volta. Severus
uguale, e Voldemort, e quelle sono probabilmente, le uniche persone.”
Draco sentì Harry ansimare,
e sperò che non dicesse della scusa che Lucius gli aveva appena fatto.
“Cosa?”
Chiese Ron.
“Indovino che sia per quello
che Draco non si è scusato con te, quando glielo ho chiesto, huh?” Rispose Harry, con un sorriso.
“Perfettamente vero”,
assentì Draco.
“Se
mai Draco si scuserà con te”, intervenne Blaise. “Poi, saprai che siete
divenuti realmente amici.”
“Quello non accadrà mai”,
mormorò Ron.
“Ammetto che non conterrei
l’alito per tale evento”, ghignò Harry.
“Oh, fallo, fallo”, l’esortò Draco.
“Tu, zitto”, gli disse
Harry, ma stava ancora sorridendo.
“Quindi”,
decise di intervenire Hermione, prima che potessero ricominciare di nuovo. “Il
sig. Malfoy ci disse di fare un elenco di tutto ciò che Cornelius
Fudge faceva, ciò di cui noi siamo a conoscenza...che non era per il meglio
dell’intera comunità. Vuoi guardare quello che abbiamo scritto fino ad ora?”
“Certo”, rispose Harry,
prendendo l’elenco che gli porgeva, tenendolo in modo che Draco potesse
leggerlo con lui.
“perchè stiamo occupandoci
di questo?” Chiese Blaise, mentre i due leggevano l’elenco.
“Ho indetto una conferenza
stampa per domani”, spiegò Harry. “Dopo l’articolo nel ‘Daily
Prophet’ di questa mattina, sento il bisogno di
mettere i puntini sulle i. E già che ci sono, voglio
fare in modo di cacciare Fudge dal suo ufficio. Sai che venne qui ieri e tentò di affermare che Lucius mi aveva rapito
perchè ho tenuto qui la mia festa di compleanno? Disse
che io odiavo tutti e tre loro, così, non sarei mai venuto qui di mia spontanea
volontà. Scusatemi, ma chi rapirebbe una persona e poi gli preparerebbe una
festa di compleanno ed invita tutti i suoi amici, persone che neppure glipiaciono? E quell’articolo,
dove dice che io sconfissi Voldemort ed i Malfoy erano
Mangiamorte. Niente che disse come *Draco* ed io lo sconfiggemmo, e noi ci
riuscimmo solo grazie ad un piano preparato con e l’aiuto di Severus e Lucius.
Voglio che la verità sia conosciuta da tutti, ed io voglio che Fudge sia fuori.
Ora, ragazzi, bisogna che voi mi aiutiate nel preparare un discorso col quale
farò entrambe le cose.”
Hermione lo guardò, e Ron
sembrò scioccato, prima di cominciare a ghignare. “Quindi,
vuoi che sia mio padre, il Ministro, huh? Grande!”
Harry guardò a Ron con
serietà, fino a che il ghigno lasciò il volto di Ron. “Se
tutto si limitasse ad un semplice cambio di potere, nominerei tuo padre in un
batter d’occhio. IO penso che potrebbe fare un lavoro meraviglioso...con un
ministero incorrotto dietro di lui. Comunque, quello
che abbiamo noi, non è ciò. Non c’è modo che qualcuno come Fudge potesse diventare il Ministro e tenere tale posizione fino
ad ora a meno che ci sia un grande ammontare di corruzione nel ministero
stesso. Mi spiace Ron, ma non credo che tuo padre sia la persona migliore per
la posizione, al momento. Abbiamo bisogno di qualcuno che sia
capace andare là, ripulire il luogo dalle erbacce e schiacciare la corruzione,
l’incompetenza e l’inefficienza che il ministero contiene al momento. Credi
veramente che tuo padre possa fare una cosa simile? Pensaci e dimmi onestamente.
Credi *realmente* che tuo padre sia crudele abbastanza, duro abbastanza e semplicemente
*cattivo* abbastanza per fare quello che andrà fatto?”
Harry alzò la mano, quando Ron aprì la bocca. “*Pensaci* sopra.”
“Quindi,
tu vuoi nominare il sig. Malfoy?” Chiese Blaise, mentre Ron sembrò pronto per rimettere
al pensiero.
Harry ghignò. “Ha bisogno di
qualcosa da fare, mentre Draco si trova per dieci mesi all’anno
a scuola.” Poi, diventò serio. “IO credo che sia la scelta migliore, almeno con
la corrente situazione. Sarà un lavoro difficile, davvero difficile,
ma credo che sia in grado di affrontarlo. Può richiedere la completa
distruzione e conseguente ricostruzione del ministero. Non è un lavoro adatto a
qualcuno con troppa coscienza. E quando si viene al dunque, il sig. Weasley, è
una persona troppo bella.”
Hermione accennò col capo,
dimostrando di capire. “Che altri cambi desideri? Alcuni di cui potremmo parlare ai reporter?”
Harry si sedette nuovamente.
“Bene. Per primo, voglio che la legge contro i lupi mannari e
le altre cosiddette creature Oscure, sia abrogata. Tutti gli esseri
senzienti dovrebbero avere gli stessi diritti, punto. Naturalmente, devono
avere anche le stesse responsabilità. Se un vampiro,
un lupo mannaro o purchessia altro, assume la responsabilità per le proprie azioni,
deve essere trattato precisamente come qualsiasi creatura umana che fa la
stessa cosa. Se loro non possono, o non lo fa, allora
devono essere trattati alla stessa stregua di alcuna altra creatura umana che
fa la stessa cosa. Se faranno del male a qualcuno perchè non
presero le dovute cautele, devono essere imputati di assalto o tentato
omicidio. Se loro, si cautelano, allora non dovrebbero essere penalizzati per
ciò che sono.”
“Come Remus”, intervenne
Hermione.
“Precisamente.” Rispose
Harry. “ E secondo, voglio una legge che dice che nessuno
può essere incarcerato senza una prova che include l’uso di una pozione di verità
o un incantesimo. Nessun imprigionamento, o dato il Bacio del Dissenatore, o cose del genere senza prova inconfutabile di
colpevolezza.”
“Come Sirius”, intervenne Ron, tentando di
mostrare che stava ascoltando.
“Quindi,
in altre parole, stai essendo egoista”, disse Blaise, pensierosamente.
“Harry non è egoista”, intervenne
immediatamente Hermione, ad alta voce. “Quelli sono punti molto ben pensati, e
certamente c’è bisogno di cambi nelle nostre leggi.”
Blaise sventolò la mano. “Lo
so. Quello che intendevo dire, era che penso che dovrebbe
mostrarsi egoista. Adesso, c’è molto poco che il mondo
magico negherebbe a Harry se davvero lo vuole. Accetterebbero meglio che stia
facendo questo a causa del suo padrino ed il suo amico, che se lo facesse
perchè interessato nella politica o cose simili.”
Draco accennò concorde. “Quella
è la ragione per cui padre e Severus non sono
coinvolti. Non vogliamo che chiunque sia capace dire
che influenzarono, costrinsero o misero parole in bocca a Harry.”
Osservando i presenti,
Harry, poteva vedere che Hermione e Blaise avevano capito cosa intendeva fare.
Ron, comunque, sembrava ancora infelice.
“Ron”, disse Harry. Ron lo
guardò. “Pensi davvero che tuo padre *voglia* essere Ministro? Mi è sempre
sembrato felice del suo lavoro. Per quello che io ho visto,
che ammetto non sia molto, e che non si avvicina alla tua comprensione di lui, mi
sembra che preferisca *piuttosto* trattare con manufatti di muggle, che la burocrazia
pura che la posizione di Ministro comporta.”
Ron aprì
la bocca, poi la chiuse nuovamente, guardando in giù. Poteva dire, onestamente,
che Harry aveva torto? Suo padre amava il suo lavoro, e mentre si lagnava dei
suoi superiori, non aveva mai detto di desiderare di essere
Ministro. Ron accennò col capo, lentamente. Una volta tornato
a casa, ne avrebbe parlato con suo padre, e vedere cosa *lui* desiderava.
“Bene”, disse finalmente. “Per
ora, ti aiuterò, ma solo se Malfoy promette che non farà nulla mio padre o al
suo lavoro.”
“Perchè dovrebbe?” Chiese
Draco. “E’ probabile che a mio padre non piaccia il tuo, ma sa che è bravo nel
suo lavoro. Mio padre non ama sprecare il talento.”
“Qualunque cosa”, sospirò
Ron. “Quindi, cosa facciamo, prima?”
Ed i cinque iniziarono a lavorare. Con solo un minimo
di bisticci. Qualcuno direbbe che era un miracolo. E’
probabile che abbiano ragione, anche.
I ragazzi lavorarono sul discorso per ore ma, nessuno pareva esser contento del risultato.
“Sembra ancora come se sia costruito”,
gemette Hermione. “Il siluramento di Fudge dal suo ufficio, non si suppone che
sia la primaria ragione per la conferenza stampa, ma con gli esempi che noi
abbiamo, è quello che sembrerà. Ma, se non li presentiamo tutti, è probabile che non raccogliamo abbastanza appoggio per
accusarlo.”
“E’ un peccato che non possiamo farlo
venire là e dargli un poco di veritaserum o qualche cosa di simile”, sospirò
Blaise.
Gli occhi di Draco si spalancarono, e
si drizzò a sedere. “Aspetta, aspetta Blaise. Quella è
una splendida idea!”
Ron, si alzò improvvisamente. “Sì! Se riusciamo a fare una cosa simile, potremmo fare in modo
che *lui* ci dica tutto quello che ha fatto, e di fronte ai reporter,
addirittura!” Non sembrò rendersi conto di aver appena detto di essere d’accordo
con Draco.
Hermione scosse la testa. “Non
possiamo farlo. E’ illegale, usare veritaserum, senza approvazione del
Ministero . A noi, certamente, non lo darebbero. Inoltre, come riusciremmo a farglielo bere?”
Gli occhi di Harry si restrinsero. “E se non fosse una pozione?” Disse, pensieroso. Improvvisamente,
si alzò. “Aspettate qui”, gli ordinò, prima di uscire dalla stanza. Cinque
minuti più tardi, ritornò con un libro. “Sono abbastanza sicuro che è qui che l’ho
letto”, disse, mentre scorreva il libro.
Hermione stava inclinandosi in avanti,
tentando disperatamente di vedere quello che era il titolo, e se mai l’avesse letto.
“Dubito che tu l’abbia letto”, le
disse Harry, assentemente, mentre invertiva attraverso il libro, lentamente. “E no, non posso leggere la tua mente, ma ti conosco
abbastanza bene”, ghignò il ragazzo, prima di tornare al libro. “E’ qui!”
Tutti si accalcarono attorno a lui,
cercando di leggere. Finalmente, Draco disse, “Indietro, via! Harry ci dirà,
quando è pronto. Il che, sarebbe meglio sia al più presto!”
Harry finì leggendo, per poi alzare lo
sguardo, con un sorriso accecante.
“Questo”, disse felicemente, è un incantesimo che permette di usare i poteri della
propria forma d’animagus, anche in forma umana. Per esempio, qualcuno che abbia
la forma di animagus di un unicorno, avrebbe poteri
salutari quando umano.”
“E allora?”
Chiese Ron.
“Allora!” Disse Hermione, quasi
rimbalzando, sorridendo. “Una persona col potere di un gryphon, sarebbe in
grado di far dire a tutti la verità, anche mentre è
umano!”
“Aspetta, aspetta”,
la calmò Harry. “I miei poteri non lavorano, precisamente, come il veritaserum.
Io non posso obbligare le persone a dire la verità. Posso
solo assicurarmi che non dicano menzogne. Questo vuol dire, che se lui non vuol rispondere, io non posso obbligarlo. D’altra parte lui,
non lo saprebbe, no?” Tutti ghignarono, cattivamente. “L’altra cosa, è che non
posso dirigere la cosa ad una sola persona. Funzionerebbe su tutti i presenti
nella stanza.”
“Quindi, per una volta, i reporter
sarebbero costretti a dire la verità? IO non vedo difetti, in questo”, disse Blaise.
“E’ un buon punto”, disse Ron,
ghignando.
“Ma se lui
non è là?” Chiese pensierosamente, Hermione.
“Lo chiameremo, allora”, suggerì
Draco. “Richiederemo un’altro incontro con la stampa,
in cui dovrà rispondere alle domande. Se ogni giornale ne parlerà, non c’è modo
che possa rifiutarsi.”
Tutti si dichiararono d’accordo.
“Quindi”,
Hermione si rivolse a Harry. “Quali sono i limiti dei tuoi poteri? Come lontano
arriva, a considerare bugie, quanta libertà ha una persona sul rispondere o no?”
Harry battè gli occhi. “Non ne ho idea”,
sospirò. “L’ho usato solo un paio di volte, e c’erano solo un paio di persone.”
“Dobbiamo scoprirlo, allora”, disse
decisa Hermione.
“Ed io
conosco il modo perfetto”, intervenne Blaise, inclinandosi in avanti, gli occhi
che splendevano diabolicamente. “Tu non puoi far dire
la verità, ma puoi assicurarti che nessuno dica bugie. Suona come il set
perfetto per una sfida di verità o sfida.”
Gli altri, si guardarono, quasi colti
dal panico. Questo...non sarebbe buono. Poi, ci pensarono meglio, avviando a
ghignare cattivamente. O, potrebbe essere molto, molto buono
“Io non sarò l’unica ragazza qui, se
lo facciamo”. Disse Hermione agli altri. “Non ho la minima fiducia in voi,
ragazzi.”
“Jade sarebbe qui”, indicò Draco.
“*Non* è la stessa cosa”, indicò
Hermione, con un tono un poco acido.
Harry rise. “Con dispiacere, mi devo
dire d’accordo con lei”, ghignò.
“Cosa, su
Ginny?” Suggerì Ron, sapendo che dopo Hermione, era la ragazza nella quale di
più, loro tutti, avevano fiducia.
“Ma non so se papà le permetterebbe di
venire qui. Non era troppo felice
quando sono venuto io.”
“E se Harry viene
con te?” Suggerì Hermione. “Abbiamo veramente bisogno di vedere come funziona
il potere, contro qualcuno che non sa della sua esistenza.
Inoltre, se viene con te, potrai chiedere a tuo papà se vuole
essere Ministro e sapere che otterrai una risposta veritiera.”
Ron accennò col capo il suo accordo, e
Harry guardò il suo vestito.
“E’ meglio, allora, che vada a
cambiarmi”, disse, alzandosi. Draco alzò gli occhi al cielo, estraendo la sua
bacchetta e aguzzandola al ragazzo, dicendo un incantesimo a voce bassa. Come
Ron vide l’azione di Draco, estrasse la sua bacchetta,
aguzzandola al biondo. Harry la tirò fuori della sua mano da un metro di
distanza, e senza infastidire a dire l’incantesimo.
“Cosa fai,
Drake?” Gli chiese, con un tono sofferente.
“Ha fatto in modo che sembrassi Harry”,
l’informò Blaise.
Harry camminò verso lo specchio,
verificando la sua immagine.
Come aveva detto
Blaise, lui sembrava Harry, cicatrice, occhiali, vestiti maschili e
tutto. Come fece qualche passo, comunque, sentì ancora
la sua gonna che balla attorno ai suoi ginocchi.
“Solo, non permettere che chiunque ti
abbracci”, disse Hermione, con un ghigno.
Harry, ghignò in ritorno.
Poi, camminò dove era posato il libro,
riprendendolo in mano, rileggendo ancora una volta l’incantesimo, per poi
chiudere i suoi occhi e recitandolo a memoria. Agli altri, sembrò che non fosse
successo nulla, ma il libro, cadde a terra, mentre Harry sembrò curvarsi, le
mani che toccano a terra. Draco fu il primo ad
accorgersi di ciò che era successo. Rise.
“Cosa c’è di
così divertente, Malfoy?” Ringhiò Ron. “Cosa sta
succedendo?”
Draco, continuò a ridere per alcuni secondi ma poi, finalmente, spiegò. “Harry si è trasformato
in gryphon. Ma con il mio incantesimo, non possiamo
vederlo come un gryphon. Sta stando in piedi sulle quattro zampe,
ma dato che noi vediamo un ragazzo, sembra curvato in giù.”
Hermione desiderò disperatamente
avvicinarsi, ed accarezzarlo; vedere se realmente, come disse Draco, era un
essere di penne e pelliccia, ma non voleva interrompere l’incantesimo. Abbastanza
presto, Harry si drizzò.
“Bene?” Chiese. “Ha funzionato?”
Ron aprì la bocca per chiedere come
dovrebbero saperlo, ma si accorse di star rispondendo. “Si.” Batté gli occhi. “Ehi,
non volevo dirlo!”
“Sembra che stia lavorando”, disse
Blaise. “”C’è un modo per esserne sicuro, però. Ehi, Weasley, cosa senti realmente, per Granger?”
“Io l’amo”, rispose immediatamente,
prima che i suoi occhi si spalancarono, e lui sembrò rendersi conto di quello
che disse. Il suo rossore, lo fece sembrare un idrante del
fuoco, mentre la sua bocca si apriva e chiudeva, senza che ne uscisse nulla.
Anche Hermione arrossì, ma lei aveva un
sorriso dolce sulle labbra, quando gli si avvicinò. “Anch’
io, ti amo”, ammise lei, avvicinandosi per dargli un dolce bacio.
Quello, sembrò
romperlo dalla sua mortificazione, anche se ancora conservava un’occhiata scioccata
sul suo viso, mentre ricambiò il bacio. Gli altri tre ragazzi, li lasciarono alla loro sezione d’amoreggiamento,
e s’incamminarono verso l’uscita.
“Sono una coppia da ormai un anno,
quindi non dovrebbe essere così strano”,
brontolò Harry, ma con un sorrisino. “Ci pensate voi, a separarli tra un paio
di minuti?” Chiese Harry ai due Slytherin. “Voglio parlare con Lucius un momento.”
Draco sorrise, verso l’amico, prima di
dirsi d’accordo. Blaise li guardò, da uno all’altro, prima di dirsi d’accordo
anche lui, decidendo di lasciargli i loro segreti, per ora. Senza dubbio, li
scoprirebbe molto presto.
Harry percorse
il corridoio, dirigendosi verso la biblioteca dove aveva visto, l’ultima volta
i due maghi più vecchi. Una sbirciatina gli mostrò Lucius, mentre Severus non
sembrava esser in nessun luogo. Perfetto.
Harry camminò
nella stanza. “Lucius?”
“Si, Harry?”
Disse Lucius prima di guardare su. Quando lo vide,
aggrottò le sopracciglia. Quando si era cambiato gli
abiti, Harry, e perché? “Cosa c’è?” Chiese con
preoccupazione.
“Puoi aprire il
collegamento via fuoco con il Cunicolo per me e Ron e ritorno con Ginny?”
Chiese Harry, tentando di raggruppare il coraggio per fargli domande veramente
difficili.
Lucius ci pensò.
“Potrei farlo. Ma, perché desidererei farlo?”
“Stiamo
progettando una cosa tipo pigiama party e Hermione non vuole essere l’unica
ragazza”, rispose facilmente Harry. “E Ron ha bisogno di parlare con suo padre.”
“E tu perchè devi andarci?” Chiese Lucius intensamente.
Una cosa che Harry
non aveva detto a chiunque sul gryphon, neppure a Severus, era che non era
influenzato dal suo potere. Harry doveva pensare attentamente a quello che gli
diceva. Se diceva a Lucius quello che stava per
domandargli, poteva esser capace di fermarsi dal rispondere alle sue domande, a
cui realmente voleva risposte. Ma se non diceva nulla,
poi Lucius si sentirebbe manipolato. Chiaramente, Lucius era uno Slytherin, le
opportunità erano favorevoli che si sentisse orgoglioso per il sotterfugio, ma
davvero voleva rischiare?
Sì, voleva. “Ho
bisogno di parlare con il sig. Weasley anch’io.”Gli disse.
“Il che spiega
perché sei vestito così”, disse Lucius.
Harry ghignò.
“In realtà, non lo sono, Draco mise un incantesimo di fascino su di me.” Harry camminò fino a Lucius e gli mise le braccia attorno
al collo.
“Vedi?”
Bisbigliò, inclinandosi contro il corpo dell’altro uomo.
Lucius davvero
vide. Era strano guardare ad un corpo di un ragazzo, e sentire ancora le curve
di una ragazza contro di lui. Chiaramente, non lo fermava dall’avvolgere le
braccia al corpo ed attirandolo più vicino.
Harry posò la
testa contro il torace di Lucius e prese un profondo respiro. “Quale ti piace
di più, Harry o Jade?” Gli chiese, trattenendo il fiato in
attesa della risposta.
“harry”, fu l’immediata risposta di Lucius.
“Vuoi che vada a
cambiarmi?” Chiese Harry, quasi impercettibilmente.
“No”, di nuovo,
la risposta di Lucius fu immediata. “Perché mi hai
chiesto una cosa simile?”
“”Se ti piaccio di più come un ragazzo”, incominciò Harry.
Lucius scosse la
testa, e spostò la mano dalla schiena di Harry, per fargli alzare il capo. “Non
è quello che volevo dire”, gli spiegò. “Non mi hai chiesto se ti preferissi in
un vestito o in pantaloni, mi hai chiesto se mi piace
di più Harry o Jade. Non esiste Jade, non c’è mai
stata. C’è solo Harry. Se Harry è in pantaloni o in un
vestito, non fa differenza. Se Harry ha seni o una cicatrice, non ha
importanza; tutto quello che vedo è Harry.”
Gli occhi di
Harry si spalancarono, fissando disperatamente quelli argenteo-blu
che gli rispedirono lo sguardo. Significava quello che
pensava?
Lucius sembrò
accorgersi della domanda ardente sul suo viso e l’occhiata quasi disperata nei
suoi occhi, e decise di rispondere. “Non m’importa se sia vestito come una
ragazza o un ragazzo, mi piacciono entrambi, perchè entrambi sono
Harry. Io vedo la persona che c’è dentro di loro, e quello è *sempre* Harry. IO
non curo se decidi di vestire come un hippogryf, dato
che in ogni modo saresti sempre tu. Io vedo te, Harry, non importa quello che
sembri sul fuori, *è quella* la bellezza che mi ha attirato in primo luogo. Quella bellezza che continuo a vedere. La bellezza
esteriore...in *entrambi* i generi, è solo un bonus aggiunto.*
Harry seppellì
la faccia nei vestiti di Lucius, cominciando a singhiozzare. Harry non credeva
di esser mai stato così felice in tutta la sua vita. Non aveva chiesto mai a
Lucius cosa sentisse per lui realmente, che era la
domanda che aveva progettato di fare, ma non si importava più. La risposta che gli era stata appena data era, per lui, più importante di
quello che potrebbe mai dire. Sapere che Lucius lo vedesse,
e gli piaceva, come realmente era, era uno splendido e incommensurabile regalo.
Harry ora sapeva che Lucius era d’accordo con il modo in cui aveva scelto di
vivere la sua vita. L’aveva detto, e Harry era sicuro che intendesse ogni
parola. Non c’era stata alcuna bugia, ma solo una verità che neppure Harry
sapeva di aver così disperatamente bisogno di sentire.
Lucius sembrò
capire, e lo tenne stretto a se, accarezzandolo gentilmente sulla schiena. Quando, finalmente, le lacrime smisero di scorrere, estrasse
un fazzoletto ed asciugò attentamente le tracce di lacrime dal viso di Harry.
“Solo da questo, dovresti capire che ti voglio bene”, disse umoristicamente
Lucius. “Non sono molte le persone a cui permetterei
di sbavare sui miei abiti in tale maniera.”
Harry rise
leggermente. “Mi ami?” Gli chiese, prima di coprire la propria bocca con le
mani. Lui *non* aveva voluto chiedere quello. Bene, è probabile che ci avesse pensato per un momento o due, ma non intendeva
davvero chiederlo.
Lucius aprì la
bocca per rispondere, ma non ne uscì nulla. L’uomo aggrottò le sopracciglia,
non comprendendo cosa succedeva e tentò di nuovo. Ma
di nuovo, non ci fu alcun suono. Lucius guardò Harry, che doveva aver qualcosa
a che fare con questo, e lo vide che lo osservava con occhi felici ed un
brillante sorriso raggiante.
“Cosa c’è?” Chiese Harry, ghignando ancora di più.
“Sto tentando di
dirti che no, io non sono *ancora* innamorato di te.
Non ti conosco veramente da non più di una settimana dopo tutto,
e ho scoperto che realmente sei solamente da un paio di giorni. Per una qualche
ragione, non riesco a dirlo.” Lucius sfolgorò al
ragazzo. E l’occhiataccia sarebbe anche stata più
feroce, se Harry non fosse stato chiaramente così felice. Neppure l’annuncio
che non l’amava, era riuscito ad offuscare il suo sorriso.
“Hai tentato di
dirmelo”, Harry stava quasi rimbalzando, “m non potevi farlo, vero?”
“Credo di averlo
fatto.” Rispose Lucius.
Harry scosse di
nuovo la testa, ancora radiando felicità. “No, non l’hai fatto. Vedi, te lo chiederò di nuovo. Mi ami?”
Lucius aprì la
bocca per rispondere, nuovamente, ma nulla uscì.
“Va bene Harry,
che cosa sta succedendo?” Ringhiò.
“Ho trovato un
incantesimo che permette di poter usufruire delle capacità della mia forma di animagus anche in forma umana. E
tu non puoi mentire alla presenza di un gryphon! Non sei costretto a dire la verità, ma non puoi mentire! E se tu non puoi dirmi che non mi ami, significa che è vero il contrario!”
Harry si gettò
nuovamente nelle braccia di Lucius, non che le avesse mai
realmente lasciate, ma ora era come se tentasse di annullare i confini che li
rendevano due individui diversi e tuffarsi nella sua pelle. Harry posò piccoli
baci su tutta la fronte di Lucius, prima di giungere alla sua bocca e
stabilirsi per un lungo bacio. Solo l’ingresso di Draco riuscì a staccarli.
Draco alzò gli
occhi al cielo. “Non riuscite a tenere le mani via l’un
dall’altro per più di un minuto?” Esclamò con un tono sofferente. “Gli ho
chiesto se mi amava, e non poteva dire di no!” Gli annunciò felice Harry.
Draco alzò un
sopracciglio. “Congratulazioni, allora”, disse con un tono totalmente non
eccitato, ma non riuscì a contenere il sorriso che lottava per uscire. “Nonostante la mia gioia alla notizia della sua non ammissione”,
disse ghignò, “gli altri tre saranno brevemente qui. Non credo che vorrete
farvi trovare intenti in un corpo a corpo come quello,
vero? E padre, hai *realmente* bisogno di fare
qualcosa per i tuoi vestiti. Sembra che ti sia rotolato nel pus di flobberworm.”
Harry rise,
guardando Lucius usare un fascino di pulizia sui suoi vestiti. I due si
allontanarono l’un dall’altro, così da poter essere
trovati ad una distanza decente.
Harry si rivolse
a Lucius. “A proposito”, disse piano, ancora sorridendo felice. “Anch’io ti amo.”
Prima che Lucius
potesse dire qualsiasi cosa in ritorno, la porta si aprì, lasciando entrare gli
altri tre adolescenti.
Due minuti più
tardi, Ron e Harry erano al Cunicolo, e Lucius stava ripensando agli ultimi
minuti, tentando di capire cosa era successo.
Ron e Harry avanzarono attraverso
il focolare del Cunicolo, tossendo per far uscire la fuliggine dalle loro gole.
Harry tentò di far cadere la fuliggine via dai suoi abiti senza sembrare come
se stesse scuotendo la gonna. la fortuna sembrava
esser dalla parte dei due ragazzi, dato che il sig. Weasley e Ginny erano attualmente
le uniche persone nell’abitazione.
“Harry, che piacere rivederti
così presto”, radiò il sig. Weasley. “Ron, pensavo che intendessi dormire da
loro, stanotte.”
Ron accennò col capo. “E’ quello
che intendo fare, ma Hermione non vuole essere l’unica ragazza là, così ci chiedevamo se Ginny potesse venire con noi.”
Ginny si accese. “Per favore
papà? Harry, Ron e Hermione si prenderanno cura di me. Per favore? Per favore?”
L’implorò lei. Come la più giovane di sette, e l’unica
ragazza, era molto brava in questo. “Non c’è nessun altro oggi qui, ed io mi sento sola. Per favore?”
Harry decise di aggiungere i suoi
due centesimi agli argomenti. “Darebbe a lei e la sig. Weasley del tempo per
voi”, suggerì.
“Eww,
Harry! Sono i miei genitori!” Si lagnò Ron.
Gli altri tre risero.
“Va bene”, disse il sig. Weasley.
“Se tu e Harry promettete di fare attenzione per lei,
può venire con voi.”
“Promettiamo!” Dissero entrambi i
ragazzi.
Ginny aggrottò le sopracciglia.
“Non sono una bambina”, mormorò, ma lo disse sottovoce, così che suo padre non
la sentisse, Non voleva prendere rischi, perdendo
questo diritto. Corse alla sua stanza per afferrare dei vestiti per domani.
“Prendi anche qualcosa che puoi
portare alla conferenza di domani di Harry”, gli gridò Ron. Ricordandosi le
domande che voleva fare a suo padre, Ron si volse verso l’uomo. “Papà?”
“Finché
mi ricordo”, scherzò il sig. Weasley.
Ron ghignò leggermente in
ritorno. “Posso chiederti qualcosa?”
Il sig. Weasley mise da parte le
carte che stava leggendo e diede la sua attenzione al figlio. “Chiaramente,
Ron, sai che puoi chiedermi qualsiasi cosa.”
Ron scagliò uno sguardo a Harry,
vedendo il suo rapido cenno. L’incantesimo era ancora attivo. Solo la verità
sarebbe detta in quella stanza.
“Vuoi essere il Ministro Della
Magia?” Chiese Ron in fretta.
Il sig. Weasley gli diede un’occhiata sorpresa. “Ministro della Magia, io?”
L’uomo si chiese perché suo figlio gli stesse facendo
una simile domanda, poi il suo sguardo andò all’altro ragazzo nella stanza.
Questo aveva, probabilmente, a che fare con Harry e la conferenza stampa di domani; il che voleva dire che la domanda meritava
una risposta seria. Ci pensò profondamente, per alcuni momenti. Se non lui, chi? Tenere Fudge in carica? Malfoy? Non c’erano
vere altre scelte. Aprì la bocca per dire si. Nulla uscì.
“Cos’è che non riesce a dire?”
Chiese Harry, intensamente.
“Si”, fu la risposta del sig.
Weasley. “Stavo tentando di dire di si.”
“Perché?”
Chiese Harry insistente. “Se stava dicendo la verità,
doveva esser in grado di dirlo. Perchè direbbe di si,
se davvero non vuole il lavoro?”
“Che
altra scelta c’è?” Chiese i n ritorno, il sig. Weasley.
“Ci sono altre scelte”, era
quello che disse Harry. “Vuole essere il Ministro? *Davvero* lo vuole?”
“No”, ammise il sig. Weasley.
“Non lo voglio. Terrei piuttosto il lavoro che ho adesso, tenti di conoscere le
cose di muggle che ho, avere il tempo da spendere con il nipote che Bill sta per darmiuno di questi giorni. Non desidero le
responsabilità del lavoro, senza poter sapere in chi posso
aver fiducia nel Ministero. Ma chi altro potrebbe
essere? Se stai tentando di liberarti di Fudge, chi altro
potrebbe succedere?”
“Harry vuole che sia Lucius
Malfoy”, Ringhiò Ron.
Harry alzò la mano. “prima che
lei dica qualsiasi cosa, e io sò come sente su Lucius,
crede che Malfoy possa farlo?”
Il sig. Weasley scosse la testa.
Harry aggrottò le sopracciglia.
“Per favore, lo dica a voce. Mi dica a voce, crede che
Malfoy potrebbe essere Ministro e fare un buon lavoro?”
Il sig. Weasley aprì la bocca, ma
non ne uscì nulla.
Harry scosse la testa. “Non può
mentire, adesso. Evidentemente, lei crede che può, ma i suoi pregiudizi non le
permettono di dirlo.” Harry si rivolse a Ron. “Vedi?”
Ron aggrottò le sopracciglia ma accennò col capo. Non poteva discutere con
Harry realmente, non s’importava quanto lo desiderasse,
le parole di suo padre, o le parole che non poteva dire davvero avevano tolto
ogni possibilità. Era stato d’accordo a sostenere la scelta di Harry se suo padre
non desiderasse il lavoro, e lui aveva ammesso che non
lo voleva.
Ginny arrivò in quel momento ed
erano pronti per andare. Harry estrasse il suo specchietto, alla sorpresa del
sig. Weasley e Ginny. L’aprì e guardò nello specchio, toccandolo con la sua
bacchetta. “Voco Studio Malfoy.”
“Ehi, Harry”, la voce di Draco
venne dallo specchio e Ron e Ginny si avvicinarono per guardare quello che
stava succedendo. Harry tenne lo specchio in fuori, così che potevano vedere
Draco che li guarda. “Weasley, Weasley”, disse Draco, prima di rivolgersi
nuovamente a Harry.
“Siamo pronti a tornare”, gli
disse Harry.
“Va bene. Il fuoco sarà aperto in
due minuti.”
Harry ringraziò e chiuse lo specchio, mettendolo via. “State pronti”, disse ai
due adolescenti. “Il focolare a Feudo Malfoy sarà aperto al massimo per mezzo
minuto. Se vuole andare, dobbiamo esser pronti quando
è ora.”
“Perchè hai così molta fiducia in
lui?” Il sig. Weasley chiese curioso. “Almeno tu, dovresti vederlo per quello
che realmente è.”
“Lo faccio”, disse Harry. “Quella
è, penso, la differenza. Io lo vedo come veramente è,
lei lo vede come *era* o come ha sempre mostrato di
essere. Nessuno che è veramente cattivo potrebbe aver allevato un figlio come
Draco, o così molto sia amato da lui. Forse, dovrebbe guardare più da vicino alle sue percezioni, prima
che dubiti delle mie. Lucius Malfoy non è un uomo particolarmente *bello*, ma un uomo onorevole.
Semplicemente, ha un suo proprio codice d’onore, uno
col quale posso esser d’accordo. E’ qualcuno in cui posso aver fiducia, perchè
non mi tradirà mai finché io non tradisco la sua
famiglia. Come può disputare con questo? E’ ora.” Mormorò, e camminando al
fuoco, prese un poco di Polvere e la gettò dentro alle fiamme,
gridando “Feudo Malfoy” per poi camminare nelle fiamme verdi. Gli altri due, lo
seguirono silenziosamente.
Sull’altro lato
del fuoco c’erano Hermione e gli Slytherin, che li aspettavano. Harry accennò
col capo ai tre membri più giovani della festa che aspettavano, mostrando che
Ron aveva accettato le sue idee. Hermione avanzò, dando il benvenuto a Ginny
nel gruppo.
“Ehi, Ginny”,
ghignò Hermione alla ragazza dai capelli rossi.
“Ciao, ‘Mione. Da quel che ho capito, devo aiutarti a tenere a bada tutti questi ragazzi?” Disse lei sorridendo.
“Bene, non tutti”,
intervenne calmo Draco, cancellando il fascino su di Harry.
Gli occhi di
Ginny, quando vide Harry cambiare dal grazioso ragazzo che conosceva ad una
bella ragazza, si spalancarono. Harry non stava prestando attenzione alla sua
reazione, intento a spazzolare la fuliggine via dalla sua gonna e drizzando i suoi capelli. Solamente Blaise e Severus stavano guardando
la ragazza rossa, comprendendo che non era a
conoscenza del fatto che Harry stava vestendosi da donna.
“Harry?” Chiese,
occhi ristretti.
“Si, Ginny?”
Chiese Harry, girandosi verso di lei.”Perché stai
vestendo come una ragazza?”
Al suo tono, Ron
alzò lo sguardo. Era un’intonazione che, solitamente, intendeva qualsiasi cosa
ma qualcosa di buono. “Forse, dovremmo lasciarli da soli”, disse a bassa voce
agli altri vicino a lui.
Draco sembrava
esser d’accordo con lui, ma Blaise scosse la testa. “Penso che non sarebbe una buona idea, Weasley”, mormorò.
Harry e Ginny
stavano ignorando i fatti di secondaria importanza. “Perchè lo preferisco”,
ammise Harry, stanco di ripetere le stesse cose.
“Il trucco dei
gemelli non dura così a lungo”, disse Ginny scuramente.
Harry sospirò.
“Non so nulla d’alcun trucco di Fred e George”, disse
esasperato Harry. “Vesto come una ragazza perchè mi piace,
abbigliarmi come una ragazza. E’ comodo, mi piace il modo in cui guardo e...”
Ginny non gli
permise di finire. “Tu sei un *ragazzo*”, intervenne
lei, adiratamente. “Dovresti vestire come tale.”
“Ginny”, tentò
d’intervenire Hermione.
“Lo sapevi?”
Chiese Ginny, sfolgorando all’amica.
“Lo conosco da
un paio d’ore”, ammise lei.
“E non hai tentato di fare qualcosa?”
“Che motivo avevo di farlo?” Chiese una confusa Hermione. “E’
una sua scelta, e se è quello che vuole, a me va bene. Inoltre penso che, come
ragazza, è piuttosto bello.”
“Bello!? BELLO!?
Non si suppone che sembri bello come ragazza! E’ un ragazzo!”
Ginny stava quasi gridando. Lei si girò di nuovo verso di Harry, che
stava guardandola come se *lei* stesse agendo
stranamente. Non era lei che si stava vestendo come se fosse dell’altro genere!
“Vai a cambiarti”, gli ordino.
“Quella non è
qualcosa che può decidere lei, sig.na Weasley”, intervenne la voce di Severus
Snape, contenendo un tono che tutti riconobbero dalle loro lezioni di pozioni;
l’uomo, evidentemente, non era felice.
“Lui è il mio
amico, la qual cosa intende che lo *è*!” Rispose
Ginny, che sfolgorò all’uomo.
Sopracciglia si
alzarono in confusione su molti dei volti. Amico? Come poteva dire una cosa simile,
vedendo l’aspetto di Harry?
“Amico?” Domandò
Lucius, quasi facendo le fusa pericolosamente, ma solo Hermione e Blaise sembrò
accorgersene.
Harry sospirò,
prima di rivolgersi di nuovo alla ragazza. “Ginny, io non sono il tuo amico”, affermò
calmo.
“Harry”, disse
Ginny, come se stesse cercando di esser paziente. “Tutti sanno che mi sposerai.
Lo so da quando ti ho incontrato la prima volta, e sto
aspettando solo che anche tu lo capisca.” Poi, si volse verso Hermione,
sospirando. “Ragazzi”, disse lei.
“Ginny”, disse
calmo Harry. “Mi spiace, ma non m’interessi in quel modo.”
Ginny sfolgorò
al ragazzo. “E chi altro pensi di sposare? ‘Mione è già impegnata, e tutti sanno che tu sei mio, e
nessuno oserebbe toccarti! E il mio fidanzato non si
vestirà come una ragazza! Non voglio che la gente pensi che sono una lesbica!
Appena mi laureo da Hogwarts, ci sposeremo; tu sarai un Cercatore per
l’Inghilterra, mentre io resterò a casa con i bambini. Sto progettando questo
da anni, e non permetterò a nessuno di impedirmelo, neppure tu!”
“Ginny”, disse
Hermione, provando con la logica. “Non puoi decidere da sola che sposerai qualcuno.
Anche l’altra persona deve essere d’accordo, e non penso che Harry lo sia.”
“E’ per quello
che ci sono le pozioni d’amore”, fu la replica ragionevole di Ginny. “Mi amerà,
non importa quello che dovrò fare. So quello che
voglio, ed è Harry.”
“E tu non puoi avermi”, disse Harry, incominciando ad
arrabbiarsi. Era rimasto silenzioso per il colpo, ma questo stava diventando
ridicolo.
“Il travestirsi
non è un segnale di malattia mentale?” Chiese improvvisamente Ginny. “Non ti preoccuparti,
caro, hai solo una qualche malattia mentale. Probabilmente è qualcosa che i
Malfoy ti faceva. Andrà tutto bene. Penso che tu abbia bisogno di andare a St.
Mungo. Si prenderanno cura di te, fino a renderti di nuovo l’Harry che tutti
conoscono e amano, ma io sono l’unica che ti ama veramente.”
Nel frattempo,
Ron si era spostato fino a giungere accanto a Lucius Malfoy. Normalmente, non
chiederebbe mai al Malfoy più vecchio di fare
qualsiasi cosa per lui, ma questo non era, evidentemente, una situazione
normale. “Può aprire di nuovo il collegamento della Polvere Volante?”
Lucius sfolgorò
al fratello della ragazza che stava osando tentare di possedere il *suo* Harry.
“E perchè dovrei fare una cosa simile? Sua sorella non
andrà via da qui con la memoria intatta, ed è molto
vicina a non esserle permesso di andarsene a tutta”, ringhiò l’uomo.
Ron sfolgorò, ma
decise di non disputare adesso, con lui. “IO penso che abbiamo bisogno di mamma.
Lei è l’unica che può fare qualsiasi cosa con Ginny ora.”
Lucius accennò
col capo e Ron aveva passato il fuoco prima che
chiunque l’avesse notato.
“Non è una
malattia mentale, e non è nulla che Lucius o Draco hanno fatto a me!” Sfolgorò
Harry verso la più giovane ragazza. “Non c’è nulla di sbagliato
con me, ma io non uscirò *mai* con te! Cerca di fartelo entrare nella
testa!”
Ginny camminò
impettita verso Harry, ignorando le bacchette puntate su di lei da praticamente ogni presente nella stanza. “Ti do un’altra
opportunità. Vatti a cambiare di nuovo in un ragazzo, torna qui e ammetti che
sei il mio amico e che ci sposeremo dopo la laurea, o io dirò tutto questo ai
giornali!”
“Virginia
Elizabeth Weasley!” Tutti si girarono a vedere Molly Weasley che, mani sui
fianchi, stava in piedi e sfolgorando alla figlia. In qualche modo, l’occhiataccia
di madre arrabbiata era molto più intimidatrice di quella del cattivo, grasso
professore di pozioni potrebbe mai essere. “Mi scusi”, lei disse cortesemente a
Lucius, afferrando l’orecchio di Ginny e trascinandola fuori della stanza.
Tutti, lasciarono uscire un sospiro.
“Non capisco”,
disse Ron, confuso. “pensavo che non si potesse dire bugie in vicinanza di
Harry.”
Harry scosse la
testa. “L’Incantum Limitato che ha usato Draco per
finire il fascino, ha messo fuori anche il mio. Evidentemente, non stava
pensando a ciò che faceva.”
“Ringraziamo il
cielo”, sospirò Hermione. “Se fosse capace di dire
tutto quello con l’incantesimo di verità operativo, sarebbe più di
un’ossessione. Ginny sarebbe una squilibrata.”
“In ogni modo,
da dove veniva tutto quello?” Chiese Harry, perplesso. “Pensavo che la sua
cotta per me fosse finita anni fa.”
Severus si
avvicinò a Harry. “Va tutto bene?” Gli chiese, così piano che nessun altro
potesse sentirlo.
Harry accennò
col capo. “Tutti gli altri si sono comportati bene con tutto questo. La
reazione di Ginny mi ha sorpreso, ma non ferito realmente. E’ solo...cattivo
come sembra; lei non è così importante per me come gli altri, e loro sono tutti
stati grandi circa questo. L’unica altra persona che potrebbe farmi male
reagendo male è Siri. Ginny...Mi piace, ma è solo la
sorella di Ron, un amico, sai?”
“Capisco, e ne
sono contento”, Severus sorrise, sicuro che nessuno potesse vederlo. Non c’era
motivo di rovinarsi la reputazione.
Molly ritornò
nella stanza. “Harry, potrei parlarti un momento?” Gli chiese gentilmente.
Immediatamente,
Harry la seguì nella stanza in cui aveva portato Ginny. Nella stanza appena lasciata,
molte bacchette si puntarono verso la porta, lanciando un incantesimo che
permetterebbe di origliare.
Molly entrò
nella stanza che conteneva sua figlia con Harry dietro di se. “Bene?” Ordinò la
donna, più che chiedere.
Ginny guardò al
pavimento. “Mi scuso per aver minacciato di dire tutto ai reporter.
Non lo farò, lo prometto. E
sembri davvero bello, vestito così.”
Harry, la fissò,
un’occhiata fredda sul viso. Vedendo questo, Molly tentò di intervenire.
“Ora, Harry, so
che quello che ha detto era cattivo, ma si è scusata. E
davvero, scoprire il proprio fidanzato che si veste come una ragazza, può
essere un colpo, non pensi?”
Harry si voltò
verso di lei, choc completo nei suoi occhi. Molly si affrettò a spiegare.
“So che non
volevi che si conoscesse ancora la cosa in pubblico, e lo capisco. Siete ancora
troppo giovani per realmente considerare un impegno a vita. Ancora, Ginny era
così eccitata quando mi disse che le avevi chiesto di
esser la tua fidanzata”, Molly sorrise affettuosamente ai due giovani,
osservando solo dopo che invece di sembrare placato, Harry guardava più adirato
che mai.
“Sig.ra Weasley”,
disse Harry, nella voce più fredda che poteva avere. “Non so dove Weasley trovò
quest’idea assurda che noi siamo impegnati, ma è una completa bugia. Io non
sono interessato in sua figlia, non sono mai stato interessato in sua figlia, e
non *sarò* mai interessato in lei. L’unica cosa lei è mai stata per me, è la
sorella del mio più caro amico, ed ero gentile a lei a
causa di quello; e quella, è come mai è andata lontana la nostra relazione.”
La mano di Molly
si alzò davanti alla sua bocca aperta. “Ma...” Protestò
lei. “Ginny mi ha detto di tutti i piani che avete fatto! Come tu diverrai
giocatore professionale di Quidditch, con buona speranza dell’Inghilterra,
quando ti laureerai, e lei starà a casa con i vostri bambini.
Come ricostruirete la casa a Godric Hollow in cui vivere...”
“Per la verità”,
si oppose Harry. “Io o diventerò un ricercatore specializzato in incantesimi e
pozioni di verità, o uno scrittore. Spero di vivere con il
mio amico quando mi laureo e di rimanere incinta entro un anno. Su una
cosa aveva ragione, voglio avere molti bambini.”
“Amico?” Strillò
Ginny.
“Amico?” Molti
di quelli in ascolto, dissero sorpresi.
“Incinta?” Ringhiò
uno, adirato.
Harry ignorò la
ragazza adirata e guardò la madre, pienamente scioccata. “Quando le annunciai
che non m’interessava in quel modo, ha affermato che è per quel motivo che
esistono le pozioni d’amore.”
Quell’affermazione, trasformò lo
choc di Molly in rabbia verso la figlia.
“Ginny?” addentò
la donna. “E’ vero?”
“Certo che no”,
fu la sua risposta.
Harry sfolgorò
alla ragazza. Mormorò qualcosa sotto voce e le due donne l’osservarono spostare
nella sua forma. Dove prima era Harry, ora c’era un gryphon nero con una
macchia a forma di saetta bianca posta sopra gli occhi color giada. Poi, spostò
nuovamente alla sua forma umana, per poi rivolgersi a Molly. “Gli chieda di nuovo, ora non potrà mentire in mia presenza.”
Molly accennò
col capo. “Ginny, hai affermato che avresti usato una pozione perché Harry ti
amasse?”
Ginny aprì la
bocca, ma non uscì nulla.
“Ve l’avevo
detto”, disse serio Harry. “Non può mentire, mentre io
sono qui.” Harry decise di fare lui stesso le domande. “Sono il tuo fidanzato?”
Nessuna risposta.
“Perchè vuoi
essere la mia ragazza?” Chiese Harry.
A questa
domanda, Ginny poteva rispondere. “Perchè sei Harry Potter, chiaramente.”
Harry scosse la
testa. “Quella è la ragione più stupida di tutte. Non mi conosci per nulla,
vero? Non desideri neppure conoscermi.” Harry si girò, incamminandosi fuori
della stanza. “Gli chieda quello che vuole, l’effetto funzionerà
anche mentre sono nella stanza vicina. Non vi sarà permesso di andarvene con la
vostra memoria intatta, ma se le ha mentito su questo,
su che altro ha mentito?” Poi, andò via.
Harry guardò
stancamente alle persone che l’aspettavano. “C’è nulla che può esser fatto?”
Chiese, sedendosi vicino al suo padre adottivo .
“Forse”, disse
Severus. “Lucius ed io tenteremo, almeno”, ammise. “Ora, che cos’è questa
storia di rimaner incinta?”
“Dimentichi
l’esser incinta!” Intervenne Hermione, in disaccordo. “Io voglio sapere su quest’amico.”
“Non puoi avere
uno senza l’altro”, intervenne Blaise. Poi, si alzò. “Venite, lasciamo gli
adulti ad occuparsi con la psicopatica.” Ron desiderò
poter obiettare, ma in realtà, non c’era nulla che potesse dire.
“Adesso, abbiamo
bisogno di qualcosa che prenda via le nostre menti da
tutto ciò e, penso, un buon gioco di ‘Verità o Sfida’,
è ciò che ci vuole. Specialmente se chiediamo d’amici”, ghignò lui, facendo
cenno agli altri verso l’uscita della stanza.
Una volta
rimasti soli, Severus guardò accigliato Lucius. “Incinta?” Ringhiò
pericolosamente.
“N’abbiamo
parlato un poco”, ammise Lucius. “Harry affermò che la cosa che gli dispiaceva
di più, era che essendo gay, non avrebbe potuto avere
bambini. Io, l’informai semplicemente della differenza tra muggle e maghi.”
“Harry è troppo
giovane perché pensi a qualcosa del genere!” Disputò Severus.
“Pensavo che
avevamo già parlato su Harry e la sua età”, gli ricordò austeramente Lucius.
“Inoltre, abbiamo già deciso che non ne avremmo
parlato fino a dopo la sua laurea. Sempre che noi si sia ancora insieme,
chiaramente.”
“Non starai
pensando di liberarti di lui, vero?” Disse Severus, gelidamente.
Lucius sospirò,
seccato. “Devi smetterla di saltare a conclusioni affrettate, amico mio. Pensi
che non sappia che Harry ha solo sedici anni? Sono completamente consapevole
che è probabile che il ragazzo decida, eventualmente, che io ero solo un
esperimento; che è probabile che conosca qualcuno più vicino alla sua età. Sono
pienamente cosciente che non riusciremo a vederci molto, nei prossimi due anni.
Le cose possono cambiare specialmente, quando si tratta di qualcuno così
giovane in corpo come Harry. Semplicemente ho deciso di vivere giorno per giorno, quando si tratta di lui. Se, in capo a due anni
saremo ancora insieme, e io lo spero, allora comincerò a considerare la
questione matrimonio e famiglia.”
“Ma perchè deve essere *lui* quello a portare il bambino?” Chiese
Severus. “Non vuoi rovinare la tua figura?”
L’occhiataccia
che gli diede Lucius, fece capire a Severus che era andato oltre il limite.
Severus aveva pensato che avesse fatto un buon lavoro nel tentare di tenere
sotto controllo i suoi sentimenti, quando si arrivava ai due di loro come una coppia
ma bambini? Quello, era un poco troppo.
“Se avessi visto la sua faccia, quando ha compreso che non solo,
poteva avere bambini, ma poteva anche portarli, non avresti fatto quella
domanda. La cosa di cui mi preoccupo io, è la sua taglia. Spezzerebbe il suo
cuore, se non fosse capace di portare la gravidanza alla fine. Lo farei io, se
necessario ma, realmente, non desidero essere in cinta.”
Disse Lucius, scuotendo la testa. “Comunque, non è
qualcosa di cui dobbiamo ancora preoccuparci, per un po’ di tempo. Con buona speranza,
Harry crescerà un poco più dei prossimi due anni.”
“Sai, se avessi
conosciuto che essere un padre era così difficile, ci avrei pensato due volte”,
si lamentò Severus.
“No, non
l’avresti fatto”, disse Lucius, sorridendo. “La qual cosa, è bene”, ammise il
biondo. “Se non avessi preso Harry con te, probabilmente non saremmo stati una
coppia.”
“Perchè dici
questo?” Chiese Severus, sorpreso.
“Inoltre al
fatto che Voldemort non sarebbe stato sconfitto, tu
sei il primo adulto in cui lui abbia mai avuto veramente fiducia. Tu sei quello
che gli ha dimostrato che negli adulti poteva esser avuto fiducia. In quale
altro luogo l’avrebbe imparato? Dai Dursley?”
Entrambi gli
occhi sbuffarono a tale idea.
“Harry aveva
fiducia in Hagrid e Dumbledore, ma loro dimostrarono d’essere indegno di tale
cosa. In Black e Lupin, forse, si poteva aver fiducia,
ma non erano vicini a lui. Tu eri quello che era sempre presente per lui. Harry
pensa che tu sei la prima persona a guardare a lui e vedere solo Harry, e non
Harry Potter. Se non fosse stato per te, non avrebbe
mai imparato ad avere fiducia, e ad amarti. Dubito seriamente che potesse impararlo con me.”
“Quindi, averti come genero, è la mia maledizione per essere
così amabile?” Chiese Severus, con tono affranto. I due si guardarono in faccia
per un lungo momento, per poi lasciare via libera alle risate.
“Su questa nota
allegra”, disse Lucius, alzandosi. “Penso che dovremo andare a vedere quello
che succede con le Weasley, prima di controllare il resto degli adolescenti.”
“Scommetto che
non ti saresti mai immaginato di trovarti tre Weasley, un muggle-nato
ed un Potter in casa”, scherzò Severus, mentre si dirigevano verso la stanza
occupata da madre e figlia.
“Per fortuna,
sto *ospitando* solo uno di loro, e gli atri saranno fuori di qui al massimo da
domani.” Fu la risposta di Lucius, mentre apriva la
porta e lasciava l’amico precederlo nella stanza.
Come entrarono, sentirono Ginny parlare. “Non capisco perchè
tutto questo rumore”, si stava lagnandosi. “Tu mi hai detto di aver usato una
pozione d’amore, quando avevi la mia età.”
“Il genere di
pozione che uno studente può fare, non avrà mai la forza di *costringere*
qualcuno ad amarti”, disse Severus. “Possono solo incoraggiare un sentimento
già presente. Costringere qualcuno ad amarti, è cattivo come usare Imperio e
come quello imperdonabile.”
“Non è vero!”
Disputò Ginny.
“Certo che lo
è”, asserì Severus. “Lei sta portando via la spontanea volontà di una persona e
mettendo la sua al suo posto.”
“Non è così.
Harry mi amerebbe se trovasse l’opportunità. Ha solo bisogno di una piccola spinta. Una volta che è stato un paio di volte con me, dimenticherà
tutta quell’idea stupida di essere con un ragazzo.”
“Verginia
Elizabeth!” Disse gelidamente Molly Weasley. “Non posso credere di sentirti
dire una cosa simile!”
“Tutto questo
non ha importanza”, l’interruppe Lucius. “Tutto quello che deve essere deciso,
è quello che dovremo cancellare.”
“Non cancellerà
nulla!”
“Ti assicuro,
ragazzina, che io posso senza sforzo.” Un incantesimo
assordante più tardi, i tre adulti stavano discutendo quello che doveva essere
fatto. Annullare solo la sua memoria delle passate ore, non servirebbe a nulla.
Avrebbe ancora gli stessi sentimenti, e la situazione si ripresenterebbe nel
futuro. Annullando la memoria di Harry, non funzionerebbe, perchè eleverebbe
molte domande. Specialmente, da quando lui era il migliore
amico di suo fratello. Invece, era l’emozione
che doveva essere annullata, come molti ricordi scelti, e questo, richiederebbe
più di un semplice incantesimo d’obliviate.
Severus andò a
preparare la pozione corretta. Se fatta correttamente, quale chiaramente sarà
dato chi la preparerà, poteva smussare le emozioni di
chi la beveva a qualunque cosa lui o lei stava guardando a quel momento.
Mezz’ora dopo, era pronta. Lucius andò a cercare Harry.
Lucius entrò
nello studio dove i bambini erano raggruppati e si fermò come fosse stato
pietrificato. C’era Harry, il *suo* Harry, con le labbra su di un altro ragazzo!
Rabbia esplose in tutto il suo corpo. Non si aspettava che Harry rimanesse con
lui per sempre, ma certamente, non che lo ingannasse dopo appena due giorni!
Draco lo vide
entrare e ghignò sfacciatamente, alzando la mano per fermarlo dal dire nulla. “Tempo!”
Harry
immediatamente si spostò, asciugandosi le labbra con la mano.
“Su, non sono un
amante così cattivo!” Si lagnò Blaise.
“C’è solo un
paio di labbra che voglio toccare con le mie, e non sono le tue”, gli disse
seriamente Harry.
“Bene, se solo ci
dicessi chi è”, l’incitò Blaise.
“Cosa? E ti tolgo la miglior domanda per farmi prendere le
sfide?” Mormorò Harry in risposta.
“Harry, posso
parlarti?” Ringhiò Lucius. L’uomo guardò in cagnesco sia Harry che Blaise, indiscriminatamente, trovando un piccolo piacere
nel fatto che entrambi impallidirono. E’ probabile che le azioni di Harry
l’abbiano rassicurato leggermente, ma ancora, non era
felice.
Harry, si alzò
lentamente, e quello è quando i suoi occhi davvero
iniziarono a vedere qualcosa inoltre rabbia e labbra. I capelli di Harry erano
ramati e ricci! Non sembrava malvagio; infatti, combinato coi
suoi occhi, assomigliava molto a sua madre quando aveva vent’anni.
Guardò gli altri, e suo figlio stava mostrando capelli blu con luci
scintillanti, mentre i capelli di Granger stavano conficcandosi diritto in
tutte le direzioni. I capelli di Zabini sembravano esser normali e Weasley, sembrava esser un poco più lungo del solito. Infatti, sembrò essere molto, molto più lungo del normale. I
brillanti capelli rossi si allungavano lungo la sua schiena, fino al pavimento,
per accumularsi attorno alla sua sedia.
Harry si mosse
oltre l’uomo, verso l’atrio. Come chiuse la porta, Harry si rivolse all’uomo. “Era solo una sfida, lo giuro!”
“Stai affermando
che non l’hai goduto?” Chiese Lucius, la voce che faceva le fusa, pericolosamente.
Harry rabbrividì, quel tono di voce, arrivava *sempre* a lui. “Non
eri tu”, fu la sua risposta. “Suppongo che fosse un
bacio più che adeguato, ma era solo qualcosa che dovevo fare, non qualcosa che
volevo fare. Non mi preoccupo di lui come faccio per te, così non c’era dietro l’emozione. Non poteva esser comparato. Ma forse dovremo controllare, giusto per sicurezza, così mi
darai qualcosa con cui compararlo?”
Lucius si fermo,
e diede al ragazzo un’occhiataccia, per poi afferrarlo
e tirarlo a se. Con una mano nei suoi capelli, depredò la sua
bocca, versando tutta la sua rabbia e dolore nel bacio. Immediatamente
Harry si arrese, lasciando campo libero al più vecchio uomo, e godendosi la
sensazione.
Lucius tenne il
bacio fino a che non c’era più nessuna traccia di alcun
sapore che Harry. Nessuna traccia di persona che si intrufola,
né il firewhiskey che Lucius stava bevendo, quando
finalmente stacco dalle sue labbra. Guardando in giù, fu contento che non fosse
presente Severus. La bocca di Harry era bagnata e molto rossa, pressoché
ferita, ma piegata in un sorriso molto felice. Un sorriso che non era apparso mentre Harry baciava Zabini. Forse, non c’era nulla
di cui preoccuparsi.
“Definitivamente,
non comparabile”, mormorò Harry, felicemente.
Lucius condusse
di nuovo Harry alla stanza dove Ginny e sua madre erano.
Mentre camminavano, spiegò perché per Harry era
necessario essere presente. Comunque, era necessario
come *Harry*, non Jade, così Lucius sostituì il
fascino che stava portando prima. Coprì anche i segnali di rapimento che il
biondo si era lasciato dietro.
Quando arrivarono alla stanza, permisero a Ginny di
risvegliarsi. Quando vide un Harry Potter maschio, che la
fissava sorrise. “Sapevo che saresti tornato ai tuoi sensi, Harry. Sei un ragazzo, non una ragazza”, disse Ginny.
Harry si rivolse
a Lucius, ed in un bisbiglio gli chiese se anche Molly
stava per aver i ricordi annullati. Quando Lucius rispose di si,
Harry perse tutte le inibizioni. In piedi, diritto alle due Weasley, afferrò la
testa di Lucius e lo tirò in giù, così che potesse
giungere alle labbra dell’uomo.
Ginny strillò di
rabbia e costernazione. “No! Tu sei mio! IL MIO!”
Harry si staccò
da Lucius di malavoglia, per poi sorridere all’irata ragazza. “Il suo”, si
oppose Harry.
Mentre Ginny stava per contraddire tale asserzione, Severus
colpì. Con esperienza che solo un Padrone di Pozioni o medi-mago
avevano, versò la pozione in giù la gola, costringendola a ingoiare. Come
guardò verso Harry, la rabbia si affievolì dalla sua faccia, e lei si calmò.
Lasciarono
libero Harry di tornare dai suoi amici, mentre i due più vecchi uomini
cominciarono ad usare l’obliviate e
altri incantesimi di memoria per asciugare il ricordo della giornata dalle
due donne.
Nel frattempo,
rimossero anche alcun idea che Ginny mai aveva detto
di esser impegnata con Harry. Finalmente, fu loro permesso di tornare a casa,
ed i due uomini si sedettero, convinti di aver fatto un buon lavoro.
“Non credo che
sia il momento per questo, Blaise,” si lagnò Harry.
“E’ il tempo
perfetto, Harry,” ribatté Blaise. “Non c’è nulla che
possiamo fare, tanto vale che ci divertiamo fintanto che è possibile. Inoltre,
gli adulti saranno troppo occupati per badare a noi.”
Ron stava
nuovamente guardando la porta della stanza da cui erano usciti, preoccupato per
sua sorella, ma finalmente, sospirando, accennò col capo. Quello, sembrò
stabilirlo. Ciò che stava succedendo, aveva più a che fare con lui, che con
chiunque altro; e se lui poteva giocare, potevano
farlo anche gli altri.
“Quali sono le
regole?” Chiese Hermione.
“Puoi scegliere
verità o sfida, dopo aver sentito la domanda, ma puoi trovare solo cinque sfide,” disse Draco.
“E se ti fanno una domanda a cui ti rifiuti di rispondere,
dopo aver consumato tutte le tue sfide?” Chiese Harry.
Ron ghignò. “Quando gioco con i miei fratelli, qualche volta usiamo le
sfide estreme. Alcune realmente grandi, da usare in simili occasioni. Tutti
scrivono la propria sfida estrema su un pezzo di pergamena e lo mette in un
sacchetto; chiunque stia per fare una sfida estrema, estrae un biglietto e fa
qualunque cosa vi sia scritta.”
Harry, aggiunse
la propria regola. “Una domanda può essere fatta solamente una volta per
persona. Se la persona in questione accetta una sfida, nessun altro può
chiedere nuovamente la domanda o tentare, con vie traverse, di avere la
risposta.”
“Oh, va bene,” disse irritabilmente Ron.
“Blaise, Granger,
avete qualcosa da aggiungere?” Chiese Draco.
Hermione decise
di aggiungere una regola. “Non si può fare la domanda alla persona che ti ha
scelto o quella precedente ad essa.”
“Va bene,” si disse d’accordo Blaise. “Significa avere uguali
opportunità di essere umiliato. Come mia regola, non si può scegliere la stessa
persona due volte a meno che tu non abbia già scelto
almeno una volta ogni altro. O chiunque che tu possa,
in ogni modo.”
Tutti scrissero
qualcosa per la sfida estrema e poi, tutto era pronto per il gioco.
“Dato che siamo
a casa mia, comincio io,” disse Draco. “Blaise. Etero o gay?”
“gay.” Rispose
tranquillamente Blaise. Poi si guardò attorno in cerca della sua vittima. “Oh,
troviamo questo via. Harry, chi è il tuo amico?”
Harry gli lanciò
un’occhiata mortale. “Sfida.”
“Ho indovinato?”
Chiese Blaise, sorridendo malizioso. “Vediamo, che cosa può essere? Sfida n.1 per Harry Potter…mostraci i tuoi seni.”
Hermione,
immediatamente protestò. “Questo è un po’ troppo, specialmente per una prima
sfida!”
“Mi è stato
detto di cominciare come desidero continuare,” rispose
Blaise con un sorriso furbo.
Harry, nel
frattempo, era arrivato alla camicia e, mormorò la
parola per staccarli. Poi, diede i seni fasulli a Blaise. “Ecco qui.”
Blaise li guardò
attentamente, per poi passarli agli altri. Hermione sembrò quella più interessata
in loro, Tentando di dedurre come lavoravano.
Harry guardò a
Ron. A causa della regola di Hermione, poteva scegliere solo Ron o Hermione, e
non poteva esser scelto…a meno che Ron scegliesse
Draco, ma ancora, sceglierebbe Hermione o Ron. “Va bene, Ron, sei ancora
vergine?”
Ron arrossì
profondamente, ma assentì col capo.
“Uh-uh,” fece Harry col dito.
“Tutte le risposte devono essere vocali, così che noi sappiamo che stai dicendo la verità.”
Ron sfolgorò.
“Si,” disse fuori dai denti. “Sono ancora vergine.”
Poi si guardò attorno. Desiderava *così* fortemente di riaversi su Harry, ma era contro le regole di Mione. Mione o
Malfoy… “Malfoy, con chi hai fatto l’amore la prima volta?”
Draco ghignò
cattivo indietro, “nessuno, sono puro come la neve appena caduta.”
“Stai mentendo!”
Gridò Ron.
“Non è
possibile, Ron,” gli ricordò Harry.
“Ma non può essere vergine, tutti sanno che lui è un…” Vide
l’occhiataccia di Harry e si mise nuovamente a sedere. “Come non detto.”
“Buona scelta,” disse lentamente Draco. “Granger, ho sentito che sei
andata in visita da Krum, l’estate scorsa. Come sei
andata lontano?”
“Dal principio
alla fine, attraverso la Bulgaria,” rispose Hermione,
facilmente.
“Non è quello che
volevo dire, e lo sai!” Ringhiò Draco.
“Avresti dovuto
esser più preciso,” disse sorridendo Hermione. “IO ho
risposto alla domanda che hai fatto, e quello è tutto ciò che sono costretta a fare. Se volevi
sapere qualcosa di specifico, avresti dovuto esser più accurato.”
Draco le gettò
un’occhiata degna di Snape, ma si risedette, con un apprezzamento negli occhi.
Era stato giocato con abilità, ed era qualcosa da ricordare.
Hermione si
rivolse alle sue due possibili vittime e si accigliò. “Zabini? Cosa stai facendo?”
Blaise alzò lo
sguardo da quello che stava scrivendo. “A meno che mi
sbagli, parte della ragione per cui stiamo facendo questo, oltre che il divertimento,
è esaminare i limiti e le responsabilità del potere di Harry. Sto solo
scrivendo quello che hai fatto. E desidero aggiungere
un’altra regola. Se, Draco, sa dove suo padre tiene il liquore.”
“E perché avrei bisogno di saperlo?” Chiese Draco, alzandosi
e recuperando una bottiglia di firewhisky e dei calici.
“La regola è, se
tenti di sovvertire le abilità di Harry e fallisci, dovrai bere. Se ci riesci, Harry deve bere. Se ci riesci a causa
dell’enunciazione vaga di chiunque stia facendo la domanda,
quella persona deve poi bere. Vi sembra equo?”
“No,” fu l’immediata risposta di Harry. “Questo vuol dire che io ho quattro possibilità di bere, contro una per
voi. Che ne dite, invece, che se aggiri i miei poteri, chiunque fa la domanda
deve prendere una bevuta, mentre se fallisce è chi deve rispondere a bere.”
Gli altri
accettarono, ed il gioco riprese.
Mezz’ora dopo,
erano riusciti a scoprire che Blaise aveva una cotta per Harry e Draco non
poteva cantare. Draco non poteva sostenere Pansy e Hermione pensava che Snape fosse
sexy. Questo aveva scioccato tutti, e condusse Ron in
una concione di cinque minuti sull’ idiota grasso.
La domanda di
Hermione se Ron avesse mai giocato coi gemelli, aveva
scioccato tutti. Specialmente quando Ron, finalmente, l’ammise.
Una moratoria, fu
messa su tutte le sfide che avevano a che fare con capelli, sotto la minaccia
di far da pasto ad un hippogriff furioso. Hermione,
stava sfoggiando una criniera lunga 70 centimetri, diritta fuori la sua testa
su tutti i lati.
Draco era blu
con luci scintillanti. Ron, ora, sfoggiava una capigliatura che si accumulava
sul pavimento, mentre Harry aveva una massa di ricci ramati. In realtà, era
molto bello, facendo lamentare Hermione che non era equo che, nonostante tutto,
Harry sembrava una ragazza più bella non solo di lei, ma della maggior parte
delle ragazze in classe.
Blaise non aveva
preso una sola sfida, non essendoci nulla a cui non rispose.
Harry aveva già accettato quattro sfide e stava diventando un poco ansioso.
Specialmente fin da quando Ron, che non aveva fermato di
tentare di misurare il suo potere senza riuscirci ed era un po’ brillo, stava
guardando verso di lui ghignando come uno squalo. “Quindi, Harry,” disse facendo quasi le fusa. “Quali sono i tuoi
capricci?”
Harry lo fissò. Dove era finito il Ron che non poteva parlare di sesso senza
arrossire? Non si sarebbe mai aspettato una domanda simile da lui. E doveva realmente rispondere, doveva salvare l’ultima
sfida, in caso di necessità. Si guardò attorno, per vedere che tutti
l’osservavano con interesse.
“Si, per favore,
dicci tutto,” disse Blaise, facendo le fusa.
Harry abbassò la
testa, così che i capelli nascosero il volto. Non c’era nessun modo che potesse rispondere guardandoli negli occhi. “Bene…trovo che ricevere ordini sia sexy…in certe circostanze.”
“Ohh, dominazione,” disse Blaise,
inclinandosi di più verso di lui. “Dimmi tutto.”
Harry si mosse
un poco dal ragazzo. “Solo voglio poter cedere il controllo a qualcuno in cui
ho fiducia.”
“Cosa circa esser legato?” Chiese Blaise, interessato.
“Non è la tua
domanda,” disse Harry, sorridendo furbo.
“Ma fa ancora
parte della mia,” si oppose Ron. “Ho chiesto *tutti* i
tuoi capricci, ricordi?”
Arrossendo,
Harry lanciò un’occhiataccia a Ron. Se trovava il modo di fargliela pagare, Ron
si sarebbe *così* pentito, di fargli quella domanda… “Non so,”
ammise Harry. “Non ci ho mai pensato realmente.”
“Posso aiutarti
io!” Disse felicemente Blaise. Prese la sua bacchetta. “BindusTotalus!”
Prima che Harry potesse far qualsiasi cosa, si ritrovò limitato.
Poi, insorsero le reazioni. Harry afferrò tutta la magia a cui poteva arrivare,
attirandola a se e costringendola nelle rilegature, finché fracassarono sotto
la sua forza. Nel frattempo, Draco aveva gettato Blaise attraverso la stanza
con la sua magia, costringendo la bacchetta di Blaise a volare nella sua mano e
contenendolo contro il muro dello studio. Ron e Hermione, sedevano là, a bocca
aperta e occhi spalancati.
Blaise era
scioccato. Lui, l’aveva intesso come uno scherzo, ma
evidentemente, né Harry né Draco, l’avevano gradito. Se
i loro occhi ardenti significavano qualcosa, Blaise doveva far loro capire che
non aveva inteso alcun danno.
“Era uno
scherzo!” Disse, appena il cervello ritornò a lavorare. “Stavo solo scherzando.
Mi spiace, non immaginavo che avrebbe reagito così!”
I due non
smisero di marciare verso di lui.
“Harry, sta dicendo la verità,” disse Hermione, disperata. Al momento,
aveva paura di quello che i due ragazzi potevano fare. “Ricorda, non può
mentire.”
Draco fece un
gesto e Blaise precipitò al pavimento nel momento in cui i due arrivarono a
lui. Harry s’inchinò e afferrò i suoi capelli, costringendolo ad alzare lo
sguardo. “Ci sono solo cinque persone, nel mondo, in cui avrei fiducia per
esser indifeso, Zabini,” sibilò. “E
tu non sei nessuna di loro. Se *mai* provi a fare nuovamente una cosa simile,
farò in modo che la tua vita divenga un vero inferno vivente.”
“E io l’aiuterò,” disse Draco. Il suo sguardo fisso, ghiacciato, fece
scorrere brividi lungo la spina dorsale di Blaise. Il ragazzo non sapeva quale
dei due lo spaventasse di più, al momento.
“harry non ha
bisogno di un altro fan ossessionato.”
Blaise alzò
lentamente le mani. “Non lo sono,” assicurò. “Anche se
lo ritengo grazioso, ed ammetto di avere un interesse per lui, comprendo che
non accadrà mai nulla,e lo accetto. Stavo solo
divertendomi, e sono andato troppo oltre. Non accadrà di nuovo.”
“Assicurati che
sia così.” Ringhiò Harry. Poi si alzò e camminò di nuovo verso gli altri, sedendosi
e prendendo un sorso di firewhisky. Ron e Hermione stavano ancora fissandolo.
Non avevano mai visto il loro amico sembrare così pericoloso.
Harry si guardò
attorno, poi sorrise piuttosto sporcamente. “Hermione,”
disse, quasi facendo le fusa. “Al meglio della tua conoscenza, quali capricci ha Ron?”
La carnagione di
Ron passò da uno strano rosso fuoco ad un verde vomito. Come avrebbe fatto la
sua ragazza a trarlo fuori da questo?
Lei, non lo
fece. Invece, sorridendo maliziosamente, si volse
verso Harry. Era giustizia, dopo tutto. “Bene,” iniziò, inclinando la testa pensierosamente. “Mi ha detto
di alcune fantasie molto interessanti che comportano
prodotti alimentari.”
“Hermione!”
Gemette Ron. “Non potevi prendere una sfida?”
“Perché mai?” Rispose lei, prima di scegliere la propria
vittima. “Blaise?” Chiese zuccherosamente. “Dimmi una fantasia che hai avuto di
un insegnante.”
Blaise sbiancò.
*Realmente* non desiderava rispondere a quella domanda. Specialmente non nella
presente società.
Dopo quello che era appena successo, non desiderava sapere che
cosa gli farebbe Harry, se mai scoprisse che era stato interessato nel professor
Snape. Era a conoscenza che Harry pensava al più vecchio uomo come un padre, e
c’erano persone che non desideravano sentire simile cose
sui loro genitori. “Sfida,” rispose facendosi piccolo.
Hermione
sorrise. Era stata l’unica a riuscire a far prendere una sfida a Blaise. Ci
pensò un momento. “Hai bisogno di riappacificarti con Harry,”
annunciò finalmente. “Bacialo. Trenta secondi, calcolati da Draco, senza
lingua.”
“Mione!” Esclamò
Harry. “Si suppone che tu stia punendo lui, non io!”
“Ehi, è
probabile che ti piaccia,” si lagnò Blaise. “Inoltre,
è una sfida, non puoi rifiutare una sfida.” Si
avvicinò a Harry e pigiò le labbra sulle sue.
Era solo la
seconda persona che Harry aveva mai baciato, e Harry analizzò i sentimenti che
stava provando. Le labbra non erano male, ma non erano quelle di Lucius. Non
c’era quel sapore aromatico, quasi magico e puro, o il suo profumo che illudeva.
Sicuro, c’era un aroma, ma non era quello al muschio di Lucius. Non c’era
paragone. Era così occupato nell’analisi, che non sentì mai la porta aprirsi.
“Tempo,” dichiarò Draco, sorridendo a suo padre, e tentando di
nascondere la preoccupazione che stava avvertendo. In realtà, fermò il tempo
cinque secondi prima, per non favorire la rabbia di suo padre. Draco sapeva
perfettamente come possessivo poteva essere il più vecchio Malfoy, e non c’era
modo che fosse felice. Le azioni di Harry, mentre si
allontanò da Blaise, erano perfette, specialmente considerando che Harry non era a conoscenza della presenza di Lucius. Le fece
completamente vere, e non solo per disinnescare l’ira di suo padre.
Harry, dopo aver
asciugato la propria bocca, e parlato a Blaise, lo vide. Per un momento, si
spaventò all’occhiata sul viso dell’uomo, ed impallidì. Comunque,
in un minuto, quel sentimento svanì. Lucius non gli farebbe mai del male.
Sapeva istintivamente ciò, con tutto il suo essere. Harry si
*fidava* di Lucius. Con le sue speranze, i suoi sogni,
i suoi segreti. Alzandosi, seguendo il più vecchio uomo, internamente sorrise.
*Questo* era l’uomo che amava. E’ probabile che abbia dovuto baciare un altro
ragazzo, ma se lo trovava rapito in estasi come
sembrava stava per accadere, allora n’era valsa la pena.
Harry camminò nuovamente nella
stanza. “Bene?” Chiese Ron immediatamente.
“Tua madre e tua
sorella stanno bene. Sev usò una pozione anti-ossessione o qualcosa di simile,
per tentare di distoglierla da me, poi hanno alterato un pochino i loro
ricordi. Appena giusto per fargli dimenticare di Jade.
Penseranno che l’argomento accaduto sia sul fatto che sono
gay. E Ginny lo sa, ma è stata messa sotto un incantesimo che le
impedirà di dire o scrivere su di questo.”
Ron accennò col capo. Non gli
piaceva l’idea di Malfoy e Snape che importunavano la mente della sua famiglia,
ma non c’era molto che poteva fare su questo, e almeno, non erano cambiate
molto. Ovvero, se non avevano mentito a Harry. Ma al momento, non potevano, no?
Blaise, nel frattempo, stava
avendo un quieto attacco di panico. Era morto. Era *così* morto. Era *oltre*
morto. Era morto e spedito nelle profondità più basse dell’Inferno, per esser torturato da qui all’eternità. Le labbra di Harry, erano tumefatte. E non era ad opera
sua. Non c’era modo che il suo piccolo bacio poteva ridurre così le labbra del
ragazzo. Labbra che guardavano esser, così bene, state baciate.
Quello voleva dire
che qualcun altro l’aveva baciato, mentre era fuori della stanza. Era
*possibile* che la ragazza dei Weasley l’avesse afferrato e baciato, ma il
ragazzo sembrava felice. E ciò, significava che
qualcun altro l’aveva baciato. Qualcuno nella casa. Per quello che sapeva, le
uniche altre persone nel Feudo, erano Severus Snape e Lucius Malfoy. E Blaise sapeva come Harry sentiva su Snape.
Questo lasciava solo Lucius
Malfoy.
L’amico di Harry era Lucius
Malfoy.
Lui, Blaise Zabini, aveva osato
posare mani e labbra su Harry Potter.
Harry Potter, che apparteneva a
Lucius Malfoy.
Lucius Malfoy, che era stato un
mangiamorte.
Lucius Malfoy, l’aveva visto con
le mani e le labbra su Harry Potter, e non n’era
sembrato felice.
*Lucius Malfoy*,
Harry Potter.
Lucius Malfoy, conosciuto per
essere possessivo di ciò che gli apparteneva.
Era *così* morto.
Draco stava guardando il suo
amico, accorgendosi del panico insorgente. Era abbastanza ovvio che avesse
dedotto chi fosse l’innamorato di Harry. Sorridendo, si lasciò cadere vicino a
lui.
“C’è qualche problema, Blaise?”
Chiese quietamente Draco.
“Sono morto”, uggiolò Blaise.
Draco rise. “Se
mai scopre su quell’incantesimo di rilegatura che hai
tentato, è probabile che tu lo sia. Ma sono sicuro che Harry gli dirà che era solo una sfida.”
“E pensi
che gli interessi? E’ un uomo pauroso, oltre che cattivo, e potrebbe
uccidermi e nascondere il corpo; nessuno ne saprebbe nulla. Lui è…”
“Mio padre”, l’ammonì Draco.
Blaise abbassò gli occhi,
accettando il suggerimento. Draco non avrebbe accettato alcuna critica su suo
padre.
“A chi tocca?”
Chiese Harry, rompendo l’incantesimo tra i due ragazzi.
“Aspettavamo che tu tornassi”,
gli disse Hermione. “Allora, tocca ancora a Blaise.”
Blaise pensò rapidamente, non
desiderava che i Gryffindor si accorgessero della sua paura. “Weasley”, si
decise. “Qual è la cosa che più t’infastidisce sulla tua ragazza?”
Ron, immediatamente, aprì la
bocca, per poi richiuderla immediatamente quando
incontrò lo sguardo di Hermione. “Sfida”, strillò.
Blaise inclinò la testa,
pensieroso per un attimo, prima di ghignare cattivamente. “Sappiamo come sembra
Harry nelle vesti di una ragazza, penso che dovremmo vedere come anche tu
sembreresti. Ti sfido a vestirti *seriamente* con alcuni dei vestiti di Jade.”
“Cosa intendi,
con seriamente?” Chiese accorto Ron.
“Penso che intenda che io e
‘Mione faremo meglio ad aiutarti”, disse Harry ridendo. Hermione si accodò alla
risata, concordante. “Vieni Ron, vediamo quello che può sembrare buono su di
te.”E lo condusse all’uscita
della stanza, per poi dirigersi di sopra.
Ron raggruppò i capelli e lo
seguì. “Però, niente verde, va bene?”
“Veramente, penso che staresti
bene in verde”, fu la risposta di Harry. “Anche se, dovrebbe essere un verde
scuro, non uno leggero.”
“Sono d’accordo”, intervenne
Hermione, mentre entrarono nella stanza di Harry. La ragazza ansò. “Harry! Non
mi dire che tu porti davvero qualcosa come questo!” E
raccolse dal letto gli abiti che aveva indossato prima.
Harry guardò alla gonna di pelle
e cominciò a ridere. “Avresti dovuto vedere ‘Mione! Draco disse
che avrei dovuto mettermi qualcosa più ‘da ragazza’
per il vostro arrivo, facendomi arrabbiare, così scesi con quella. E’ un regalo
da parte di alcuni amici. In ogni modo, avresti dovuto
vedere le loro reazioni! Erano tutti rimasti scioccati.
Ma il più divertente, era Sev.” Harry si fermò per
ridere di nuovo.
Hermione sorrise, pensando alle
loro reazioni. Vedendo solo la reazione di Ron all’abbigliamento di pelle, le
diede l’idea di quello che era stato, anche se lei stava solo
tenendoli in mano, invece di portarli. “Cosa ha fatto
il professor Snape?” Gli chiese, interessata.
“Lui disse…lui disse…”
Harry tentò d’imitare il tono del padre adottivo. “‘Cosa diavolo pensi di fare? Nessun figlio
mio porterà dei vestiti così volgari! Torna immediatamente di sopra, giovane
signora, e cambiali con qualcosa di più decente!’”
Perfino Ron, a quello rise.
“Non può aver fatto una cosa simile!” Negò Hermione.
“L’ha fatto! Era la cosa più divertente che avessi mai sentito. Abbiamo
riso come matti.”
“Anche
Malfoy?” Chiese Ron.
“Entrambi i Malfoy”, ammise
Harry.
Harry camminò verso il
guardaroba, ancora ridacchiando al ricordo della scena. E’ probabile che gli
altri ridano alla descrizione, ma nulla era
comparabile con l’essendo là. Harry aprì il guardaroba e cominciò a guardare
attraverso i suoi vestiti.
“hai certamente molti vestiti”,
fu l’affermazione di Hermione.
“Probabilmente, più di quelli che
mi necessitano”, ammise Harry. “Specialmente, quando
penso che la prossima estate, io sarò cresciuto. O
almeno, lo spero.”
“Quindi,
hai intenzione di continuare?” Chiese Hermione, attentamente.
“Continuare che cosa?” Chiese
Harry.
“A vestirti come una ragazza”,
rispose Hermione. “La prossima estate, forse tutta questa fama sarà andata via.”
Harry la guardò, serio. “Se non avessi avuto quel problema con i miei ammiratori, non
mi sarei mai vestito in questo modo, in primo luogo. Ma
ora…si, continuerò.” Poi, cambiò il soggetto. “Cosa pensi
di questo?” Ed estrasse un abito color verde pino.
“Il colore starebbe bene su di
lui”, ammise Hermione. “Ma non dimenticare che è più alto e ha spalle più
larghe, probabilmente, lo strapperebbe.”
Harry lo guardò,
poi accennò col capo. Aveva ragione. Ron aveva bisogno di qualcosa di
sciolto, o che potesse allargarsi. “Forse un farsetto
con una gonna-pantaloni?” Chiese pensierosamente.
“Come posso portare una gonna e
un pantalone?” Chiese confuso Ron.
“Penso di si…”
Disse Harry. “Dovrei avere una camicia da mettere sopra il farsetto. No, non
badarmi. Abbiamo bisogno di qualcosa senza maniche, vero? Oh, aspetta un
minuto. Che ne dici di una camicia alla contadina?” Ed estrasse una camicia
nera insieme ad una gonna-pantalone verde e li mostrò
alla ragazza, che accennò in approvazione. Poi, Hermione si rivolse al suo
ragazzo. “Bene? Che cosa stai aspettando? Spogliati!”
“Non posso spogliarmi qui!”
Protestò Ron. “Di fronte a voi due!”
Harry lo fissò stranamente. “Ti
ho visto con molto meno”, gli ricordò.”Ma non eri
vestito come una ragazza!” Obiettò Ron.
Harry lo guardò un po’ scioccato.
“Lo sai, vero, che quello che hai detto non ha senso”, gli disse.
“Quello, non vuol dire che non sia vero”, borbottò Ron.
Harry e Hermione risero.
Hermione sospirò. “io andrò via”,
disse ai due. “Ma avrai bisogno dell’aiuto di Harry,
così rassegnati. Dopo tutto, in un paio di minuti,
sarai vestito esattamente come lui.” Poi, uscì dalla stanza, scendendo di nuovo
le scale.
Mentre i
tre Gryffindor si stavano occupando dell’armadio di Harry, i due Slytherin
ancora nella stanza, parlavano.
“Sei sicuro che non mi ucciderà?”
Chiese Blaise.
“No”, fu la
risposta casuale di Draco.”Non lo sono. Immagino che dipenda da che
genere d’umore avrà la prossima volta che ti vede. Specialmente se scopre che
hai una cotta per Harry.”
“Avevo una cotta. Penso che
definitivamente *avevo* una cotta. L’idea di una cotta
per l’innamorato di Lucius Malfoy, spaventa la magia ,
e tutti i pensieri concupiscenti, direttamente fuori dalla mia mente.”
Draco rise. “Ancora, non sono innamorati. Sono continuamente interrotti.”
Blaise diventò serio. “Cosa ne pensi? Cosa senti al pensiero che
Harry può diventare la tua…matrigna?”
Draco gli diede un’occhiataccia.
“Io non penserò mai a lui come una matrigna, quello è
sicuro. Comunque, il fatto che siano una coppia, ha tutto il
mio sostegno. Penso che siano fatti l’un per
l’altro.”
“Quindi”,
disse astutamente Blaise. “Significa che tuo padre sia
la parte dominante?”
La qualità dell’occhiata di Draco
salì molte incisioni. “E’ probabile che io li sostenga, ma non significa che abbia desiderio di conoscere la vita sessuale di mio padre,
grazie mille.”
Ci fu silenzio per molti minuti,
prima che Blaise parlò di nuovo. “Cosa ne pensi di
quello che disse Harry circa l’essere incinta?”
Draco considerò la domanda per un
lungo momento. Entrambi i ragazzi erano così presi nella loro conversazione,
che non si accorsero dell’arrivo di Hermione, ferma
alla porta al sentire la domanda.
“Penso che accadrà”, ammise
Draco. “A Harry manca una famiglia, e quello è più di solo un innamorato ed un
figliastro. Ho sempre desiderato un fratellino o una sorellina, e almeno, con
questa differenza d’età tra noi, posso esser sicuro che non staranno tentando
di rubare i miei giocattoli.”
Hermione ansò, e i due ragazzi
rotearono verso di lei. “fratello o sorella?” Bisbigliò lei, quasi
impercettibilmente. “Significa…che l’innamorato di Harry…è tuo padre?” Dalla
fine di quell’asserzione, non era più un bisbiglio, o
qualsiasi cosa vicino.
“Vuoi dirlo un po’ più forte?” Disse duramente Draco. “Ci sono alcune streghe a Dover che
non ti hanno sentita.”
Hermione l’ignorò. “Perché Harry ce l’ha tenuto nascosto?”
Draco elevò un sopracciglio. “La
reazione di Weasley a Jade, è stata migliore di
quella che si aspettava, ma ancora non significa che Harry voglia
trattare con le ripercussioni di Ron che scopre su di lui e mio padre.”
“Ron può essere un po’ impetuoso,
a volte. E’ il fatto di essere una testa-rossa.” Si disse d’accordo Hermione.
“Ma Harry, ancora, avrebbe dovuto dargli l’opportunità di decidere da solo.”
“Non quando abbiamo cose
importanti da fare, come mettere un Ministro della Magia nuovo nell’ufficio.
Una volta che le cose non siano più così critiche, e che Harry e mio padre siano più sicuri di se, *poi* Harry parlerà. Hanno appena
avuto il loro primo appuntamento. Ora non è il momento di avere un dubitatore o
urlatore circa loro.”
Come poteva disputare, Hermione,
con quello? Anche se, non aveva dubbi che Ron poteva
esser entrambi. Anche, sperò di non esser circa quando,
Ron, avrebbe scoperto tutto. Per non menzionare, quando avrebbe scoperto era
l’unico che non sapeva.
Prima che potesse
esser detto altro, Harry entrò nella stanza.
“Vi presento…Veronica!” Disse
ghignando pazzamente.
Ron camminò nella stanza,
sfolgorando agli occupanti. Era vestito con gli abiti scelti da Harry, e
sembrava abbastanza buono. Era chiaramente più evidente il fatto che fosse un
ragazzo che in Harry, anche se stava portando seni fasulli, ma ancora sembrava
meglio di quello che avevano pensato. I capelli lunghi erano un po’ troppo, ma
era perché era stato parte di una sfida. Draco era un poco infelice. Sarebbe
stato più divertente pettinarlo, se fosse sembrato meno buono. Ancora…
“Guarda che bella, piccola
signora”, disse Draco, equivocamente.
“Piantala,
Malfoy”, ringhiò Ron. Poi, si girò verso Harry. Se non fosse per Harry che è Jade, questa sfida non ci sarebbe stata, e siccome non poteva vendicarsi della persona che l’aveva sfidato, cercherebbe
la migliore sostituzione. “Harry”, disse sericamente.
“hai detto che ci sono solo cinque persone, nelle
quali hai realmente fiducia. Sono abbastanza sicuro chi siano
tre e Snape sia la quarta. Chi è la quinta?”
“Sfida”, sospirò Harry. Non
poteva dire nulla senza svelarlo, ma questa era l’ultima sfida.
“Hmmm…voglio
che tu faccia con—”
“No”, l’interruppe Harry.
“Cosa intendi
con no? E’ una sfida.”
“Non mi importa”,
disse seriamente Harry. “Non bacerò nessuno di nuovo. E’ come ingannare sul mio
amico.”
“Se non
accetti la sfida, devi fare una super sfida”, l’avvertì Ron.
“Non è giusto, Ron”, disse
Hermione, aggrottando le sopracciglia.
“Certo che è giusto”, disse
sorridendo malignamente Ron. “Questo è il modo in cui funziona. Se non accetti
la sfida, devi accettare la super sfida.”
“Va bene”, disse Harry, prima che
chiunque potesse avviare a disputare. “Ma se risulta di nuovo un bacio, non lo
farò.”
“Va bene, se è un bacio, ne puoi
scegliere un’altra”, concesse Ron. Allungò la mano verso la ciotola contenente
le super sfide che avevano scritto all’inizio del gioco, e n’estrasse
un biglietto. L’aprì e lo lesse. Alzò un sopracciglio e volse lo sguardo verso
Draco, per poi girarsi nuovamente verso Harry. “la sfida dice
che devi portare il regalo speciale che io, Draco, ho trovato a Harry per il
suo compleanno. Lo devi portare per tutto il resto della notte”
“Draco!” Gridò Harry.
“Questo dovrebbe essere
interessante”, disse Blaise a Hermione, seduta accanto a lui.
Trenta minuti più tardi, Draco
entrò nella biblioteca, i capelli tornati al loro normale biondo. “Tutto a
posto, qui?”
“Si”, disse Lucius tetro. “Il
vostro gioco è finito?”
“Qual è il problema, padre?”
Chiese Draco. “E si, il gioco è finito.”
“Il mio problema, come dici tu, è
che non credo che uno degli altri nella stanza avrebbe dato a Harry tale sfida.
*Perché* hai permesso a Zabini di baciarlo?”
Draco si sedette sopra il divano.
“Un corteggiamento, ne sai nulla?” Sorrise furbescamente. “Granger è quello che
gli ha dato quella sfida. Chiaramente, lei la fece a blaise, non a Harry, ma da
quando coinvolse entrambi, non fa una reale differenza,
vero?”
Lucius ringhiò leggermente.
“Effettivamente no”, mentre ricordava il bacio di Zabini. “Perchè hai deciso
che era una sfida appropriata? Perché non ha chiesto di
baciare…te?”
“Perché
sapeva che Blaise era gay e che aveva una cotta per Harry. E
siccome Harry non voleva dire chi fosse il suo innamorato…” La sua voce
strascinò via, e lui chinò la testa, per nascondere il suo ghigno.
“Ed è
vero?” Il ringhio di Lucius era forte. “E dove,
precisamente, sono i tuoi ospiti, ora?”
“Nelle loro stanze”, ammise
Draco. “Harry però, sta nascondendosi.”
Lo sguardo fisso di Lucius tornò
su di lui. “Perché? Cosa facevano?”
“Era l’ultima sfida. Weasley
tentò di fargli baciare qualcuno, ma lui rifiutò, così doveva prendere una
super sfida. Quale, sfortunatamente, era la mia. La
sfida specificava che doveva portare, per il resto della notte, ma non diceva che doveva essere in nostra compagnia, si mostrò e
poi scomparve.”
“Portare che cosa?” Chiese
Lucius, confuso.
“Quella camicia da notte che gli
ho comprato per il suo compleanno”, disse Draco maliziosamente. “Attualmente, sta vagando per la casa, vestito in nulla ma il
piccolo babydoll verde con le piume. Forse dovresti andare a cercarlo, prima
che lo trovi qualcun altro, no?”
Draco cominciò a ridere, quando
Lucius si fiondò immediatamente fuori della porta.
Harry camminò nuovamente nella
stanza. “Bene?” Chiese Ron immediatamente.
“Tua madre e tua
sorella stanno bene. Sev usò una pozione anti-ossessione o qualcosa di simile,
per tentare di distoglierla da me, poi hanno alterato un pochino i loro
ricordi. Appena giusto per fargli dimenticare di Jade.
Penseranno che l’argomento accaduto sia sul fatto che sono
gay. E Ginny lo sa, ma è stata messa sotto un incantesimo che le
impedirà di dire o scrivere su di questo.”
Ron accennò col capo. Non gli
piaceva l’idea di Malfoy e Snape che importunavano la mente della sua famiglia,
ma non c’era molto che poteva fare su questo, e almeno, non erano cambiate
molto. Ovvero, se non avevano mentito a Harry. Ma al momento, non potevano, no?
Blaise, nel frattempo, stava
avendo un quieto attacco di panico. Era morto. Era *così* morto. Era *oltre*
morto. Era morto e spedito nelle profondità più basse dell’Inferno, per esser torturato da qui all’eternità. Le labbra di Harry, erano tumefatte. E non era ad opera
sua. Non c’era modo che il suo piccolo bacio poteva ridurre così le labbra del
ragazzo. Labbra che guardavano esser, così bene, state baciate.
Quello voleva dire
che qualcun altro l’aveva baciato, mentre era fuori della stanza. Era
*possibile* che la ragazza dei Weasley l’avesse afferrato e baciato, ma il
ragazzo sembrava felice. E ciò, significava che
qualcun altro l’aveva baciato. Qualcuno nella casa. Per quello che sapeva, le
uniche altre persone nel Feudo, erano Severus Snape e Lucius Malfoy. E Blaise sapeva come Harry sentiva su Snape.
Questo lasciava solo Lucius
Malfoy.
L’amico di Harry era Lucius
Malfoy.
Lui, Blaise Zabini, aveva osato
posare mani e labbra su Harry Potter.
Harry Potter, che apparteneva a
Lucius Malfoy.
Lucius Malfoy, che era stato un
mangiamorte.
Lucius Malfoy, l’aveva visto con
le mani e le labbra su Harry Potter, e non n’era
sembrato felice.
*Lucius Malfoy*,
Harry Potter.
Lucius Malfoy, conosciuto per
essere possessivo di ciò che gli apparteneva.
Era *così* morto.
Draco stava guardando il suo
amico, accorgendosi del panico insorgente. Era abbastanza ovvio che avesse
dedotto chi fosse l’innamorato di Harry. Sorridendo, si lasciò cadere vicino a
lui.
“C’è qualche problema, Blaise?”
Chiese quietamente Draco.
“Sono morto”, uggiolò Blaise.
Draco rise. “Se
mai scopre su quell’incantesimo di rilegatura che hai
tentato, è probabile che tu lo sia. Ma sono sicuro che Harry gli dirà che era solo una sfida.”
“E pensi
che gli interessi? E’ un uomo pauroso, oltre che cattivo, e potrebbe
uccidermi e nascondere il corpo; nessuno ne saprebbe nulla. Lui è…”
“Mio padre”, l’ammonì Draco.
Blaise abbassò gli occhi,
accettando il suggerimento. Draco non avrebbe accettato alcuna critica su suo
padre.
“A chi tocca?”
Chiese Harry, rompendo l’incantesimo tra i due ragazzi.
“Aspettavamo che tu tornassi”,
gli disse Hermione. “Allora, tocca ancora a Blaise.”
Blaise pensò rapidamente, non
desiderava che i Gryffindor si accorgessero della sua paura. “Weasley”, si
decise. “Qual è la cosa che più t’infastidisce sulla tua ragazza?”
Ron, immediatamente, aprì la
bocca, per poi richiuderla immediatamente quando
incontrò lo sguardo di Hermione. “Sfida”, strillò.
Blaise inclinò la testa,
pensieroso per un attimo, prima di ghignare cattivamente. “Sappiamo come sembra
Harry nelle vesti di una ragazza, penso che dovremmo vedere come anche tu
sembreresti. Ti sfido a vestirti *seriamente* con alcuni dei vestiti di Jade.”
“Cosa intendi,
con seriamente?” Chiese accorto Ron.
“Penso che intenda che io e
‘Mione faremo meglio ad aiutarti”, disse Harry ridendo. Hermione si accodò alla
risata, concordante. “Vieni Ron, vediamo quello che può sembrare buono su di
te.”E lo condusse all’uscita
della stanza, per poi dirigersi di sopra.
Ron raggruppò i capelli e lo
seguì. “Però, niente verde, va bene?”
“Veramente, penso che staresti
bene in verde”, fu la risposta di Harry. “Anche se, dovrebbe essere un verde
scuro, non uno leggero.”
“Sono d’accordo”, intervenne
Hermione, mentre entrarono nella stanza di Harry. La ragazza ansò. “Harry! Non
mi dire che tu porti davvero qualcosa come questo!” E
raccolse dal letto gli abiti che aveva indossato prima.
Harry guardò alla gonna di pelle
e cominciò a ridere. “Avresti dovuto vedere ‘Mione! Draco disse
che avrei dovuto mettermi qualcosa più ‘da ragazza’
per il vostro arrivo, facendomi arrabbiare, così scesi con quella. E’ un regalo
da parte di alcuni amici. In ogni modo, avresti dovuto
vedere le loro reazioni! Erano tutti rimasti scioccati.
Ma il più divertente, era Sev.” Harry si fermò per
ridere di nuovo.
Hermione sorrise, pensando alle
loro reazioni. Vedendo solo la reazione di Ron all’abbigliamento di pelle, le
diede l’idea di quello che era stato, anche se lei stava solo
tenendoli in mano, invece di portarli. “Cosa ha fatto
il professor Snape?” Gli chiese, interessata.
“Lui disse…lui disse…”
Harry tentò d’imitare il tono del padre adottivo. “‘Cosa diavolo pensi di fare? Nessun figlio
mio porterà dei vestiti così volgari! Torna immediatamente di sopra, giovane
signora, e cambiali con qualcosa di più decente!’”
Perfino Ron, a quello rise.
“Non può aver fatto una cosa simile!” Negò Hermione.
“L’ha fatto! Era la cosa più divertente che avessi mai sentito. Abbiamo
riso come matti.”
“Anche
Malfoy?” Chiese Ron.
“Entrambi i Malfoy”, ammise
Harry.
Harry camminò verso il
guardaroba, ancora ridacchiando al ricordo della scena. E’ probabile che gli
altri ridano alla descrizione, ma nulla era
comparabile con l’essendo là. Harry aprì il guardaroba e cominciò a guardare
attraverso i suoi vestiti.
“hai certamente molti vestiti”,
fu l’affermazione di Hermione.
“Probabilmente, più di quelli che
mi necessitano”, ammise Harry. “Specialmente, quando
penso che la prossima estate, io sarò cresciuto. O
almeno, lo spero.”
“Quindi,
hai intenzione di continuare?” Chiese Hermione, attentamente.
“Continuare che cosa?” Chiese
Harry.
“A vestirti come una ragazza”,
rispose Hermione. “La prossima estate, forse tutta questa fama sarà andata via.”
Harry la guardò, serio. “Se non avessi avuto quel problema con i miei ammiratori, non
mi sarei mai vestito in questo modo, in primo luogo. Ma
ora…si, continuerò.” Poi, cambiò il soggetto. “Cosa pensi
di questo?” Ed estrasse un abito color verde pino.
“Il colore starebbe bene su di
lui”, ammise Hermione. “Ma non dimenticare che è più alto e ha spalle più
larghe, probabilmente, lo strapperebbe.”
Harry lo guardò,
poi accennò col capo. Aveva ragione. Ron aveva bisogno di qualcosa di
sciolto, o che potesse allargarsi. “Forse un farsetto
con una gonna-pantaloni?” Chiese pensierosamente.
“Come posso portare una gonna e
un pantalone?” Chiese confuso Ron.
“Penso di si…”
Disse Harry. “Dovrei avere una camicia da mettere sopra il farsetto. No, non
badarmi. Abbiamo bisogno di qualcosa senza maniche, vero? Oh, aspetta un
minuto. Che ne dici di una camicia alla contadina?” Ed estrasse una camicia
nera insieme ad una gonna-pantalone verde e li mostrò
alla ragazza, che accennò in approvazione. Poi, Hermione si rivolse al suo
ragazzo. “Bene? Che cosa stai aspettando? Spogliati!”
“Non posso spogliarmi qui!”
Protestò Ron. “Di fronte a voi due!”
Harry lo fissò stranamente. “Ti
ho visto con molto meno”, gli ricordò.”Ma non eri
vestito come una ragazza!” Obiettò Ron.
Harry lo guardò un po’ scioccato.
“Lo sai, vero, che quello che hai detto non ha senso”, gli disse.
“Quello, non vuol dire che non sia vero”, borbottò Ron.
Harry e Hermione risero.
Hermione sospirò. “io andrò via”,
disse ai due. “Ma avrai bisogno dell’aiuto di Harry,
così rassegnati. Dopo tutto, in un paio di minuti,
sarai vestito esattamente come lui.” Poi, uscì dalla stanza, scendendo di nuovo
le scale.
Mentre i
tre Gryffindor si stavano occupando dell’armadio di Harry, i due Slytherin
ancora nella stanza, parlavano.
“Sei sicuro che non mi ucciderà?”
Chiese Blaise.
“No”, fu la
risposta casuale di Draco.”Non lo sono. Immagino che dipenda da che
genere d’umore avrà la prossima volta che ti vede. Specialmente se scopre che
hai una cotta per Harry.”
“Avevo una cotta. Penso che
definitivamente *avevo* una cotta. L’idea di una cotta
per l’innamorato di Lucius Malfoy, spaventa la magia ,
e tutti i pensieri concupiscenti, direttamente fuori dalla mia mente.”
Draco rise. “Ancora, non sono innamorati. Sono continuamente interrotti.”
Blaise diventò serio. “Cosa ne pensi? Cosa senti al pensiero che
Harry può diventare la tua…matrigna?”
Draco gli diede un’occhiataccia.
“Io non penserò mai a lui come una matrigna, quello è
sicuro. Comunque, il fatto che siano una coppia, ha tutto il
mio sostegno. Penso che siano fatti l’un per
l’altro.”
“Quindi”,
disse astutamente Blaise. “Significa che tuo padre sia
la parte dominante?”
La qualità dell’occhiata di Draco
salì molte incisioni. “E’ probabile che io li sostenga, ma non significa che abbia desiderio di conoscere la vita sessuale di mio padre,
grazie mille.”
Ci fu silenzio per molti minuti,
prima che Blaise parlò di nuovo. “Cosa ne pensi di
quello che disse Harry circa l’essere incinta?”
Draco considerò la domanda per un
lungo momento. Entrambi i ragazzi erano così presi nella loro conversazione,
che non si accorsero dell’arrivo di Hermione, ferma
alla porta al sentire la domanda.
“Penso che accadrà”, ammise
Draco. “A Harry manca una famiglia, e quello è più di solo un innamorato ed un
figliastro. Ho sempre desiderato un fratellino o una sorellina, e almeno, con
questa differenza d’età tra noi, posso esser sicuro che non staranno tentando
di rubare i miei giocattoli.”
Hermione ansò, e i due ragazzi
rotearono verso di lei. “fratello o sorella?” Bisbigliò lei, quasi
impercettibilmente. “Significa…che l’innamorato di Harry…è tuo padre?” Dalla
fine di quell’asserzione, non era più un bisbiglio, o
qualsiasi cosa vicino.
“Vuoi dirlo un po’ più forte?” Disse duramente Draco. “Ci sono alcune streghe a Dover che
non ti hanno sentita.”
Hermione l’ignorò. “Perché Harry ce l’ha tenuto nascosto?”
Draco elevò un sopracciglio. “La
reazione di Weasley a Jade, è stata migliore di
quella che si aspettava, ma ancora non significa che Harry voglia
trattare con le ripercussioni di Ron che scopre su di lui e mio padre.”
“Ron può essere un po’ impetuoso,
a volte. E’ il fatto di essere una testa-rossa.” Si disse d’accordo Hermione.
“Ma Harry, ancora, avrebbe dovuto dargli l’opportunità di decidere da solo.”
“Non quando abbiamo cose
importanti da fare, come mettere un Ministro della Magia nuovo nell’ufficio.
Una volta che le cose non siano più così critiche, e che Harry e mio padre siano più sicuri di se, *poi* Harry parlerà. Hanno appena
avuto il loro primo appuntamento. Ora non è il momento di avere un dubitatore o
urlatore circa loro.”
Come poteva disputare, Hermione,
con quello? Anche se, non aveva dubbi che Ron poteva
esser entrambi. Anche, sperò di non esser circa quando,
Ron, avrebbe scoperto tutto. Per non menzionare, quando avrebbe scoperto era
l’unico che non sapeva.
Prima che potesse
esser detto altro, Harry entrò nella stanza.
“Vi presento…Veronica!” Disse
ghignando pazzamente.
Ron camminò nella stanza,
sfolgorando agli occupanti. Era vestito con gli abiti scelti da Harry, e
sembrava abbastanza buono. Era chiaramente più evidente il fatto che fosse un
ragazzo che in Harry, anche se stava portando seni fasulli, ma ancora sembrava
meglio di quello che avevano pensato. I capelli lunghi erano un po’ troppo, ma
era perché era stato parte di una sfida. Draco era un poco infelice. Sarebbe
stato più divertente pettinarlo, se fosse sembrato meno buono. Ancora…
“Guarda che bella, piccola
signora”, disse Draco, equivocamente.
“Piantala,
Malfoy”, ringhiò Ron. Poi, si girò verso Harry. Se non fosse per Harry che è Jade, questa sfida non ci sarebbe stata, e siccome non poteva vendicarsi della persona che l’aveva sfidato, cercherebbe
la migliore sostituzione. “Harry”, disse sericamente.
“hai detto che ci sono solo cinque persone, nelle
quali hai realmente fiducia. Sono abbastanza sicuro chi siano
tre e Snape sia la quarta. Chi è la quinta?”
“Sfida”, sospirò Harry. Non
poteva dire nulla senza svelarlo, ma questa era l’ultima sfida.
“Hmmm…voglio
che tu faccia con—”
“No”, l’interruppe Harry.
“Cosa intendi
con no? E’ una sfida.”
“Non mi importa”,
disse seriamente Harry. “Non bacerò nessuno di nuovo. E’ come ingannare sul mio
amico.”
“Se non
accetti la sfida, devi fare una super sfida”, l’avvertì Ron.
“Non è giusto, Ron”, disse
Hermione, aggrottando le sopracciglia.
“Certo che è giusto”, disse
sorridendo malignamente Ron. “Questo è il modo in cui funziona. Se non accetti
la sfida, devi accettare la super sfida.”
“Va bene”, disse Harry, prima che
chiunque potesse avviare a disputare. “Ma se risulta di nuovo un bacio, non lo
farò.”
“Va bene, se è un bacio, ne puoi
scegliere un’altra”, concesse Ron. Allungò la mano verso la ciotola contenente
le super sfide che avevano scritto all’inizio del gioco, e n’estrasse
un biglietto. L’aprì e lo lesse. Alzò un sopracciglio e volse lo sguardo verso
Draco, per poi girarsi nuovamente verso Harry. “la sfida dice
che devi portare il regalo speciale che io, Draco, ho trovato a Harry per il
suo compleanno. Lo devi portare per tutto il resto della notte”
“Draco!” Gridò Harry.
“Questo dovrebbe essere
interessante”, disse Blaise a Hermione, seduta accanto a lui.
Trenta minuti più tardi, Draco
entrò nella biblioteca, i capelli tornati al loro normale biondo. “Tutto a
posto, qui?”
“Si”, disse Lucius tetro. “Il
vostro gioco è finito?”
“Qual è il problema, padre?”
Chiese Draco. “E si, il gioco è finito.”
“Il mio problema, come dici tu, è
che non credo che uno degli altri nella stanza avrebbe dato a Harry tale sfida.
*Perché* hai permesso a Zabini di baciarlo?”
Draco si sedette sopra il divano.
“Un corteggiamento, ne sai nulla?” Sorrise furbescamente. “Granger è quello che
gli ha dato quella sfida. Chiaramente, lei la fece a blaise, non a Harry, ma da
quando coinvolse entrambi, non fa una reale differenza,
vero?”
Lucius ringhiò leggermente.
“Effettivamente no”, mentre ricordava il bacio di Zabini. “Perchè hai deciso
che era una sfida appropriata? Perché non ha chiesto di
baciare…te?”
“Perché
sapeva che Blaise era gay e che aveva una cotta per Harry. E
siccome Harry non voleva dire chi fosse il suo innamorato…” La sua voce
strascinò via, e lui chinò la testa, per nascondere il suo ghigno.
“Ed è
vero?” Il ringhio di Lucius era forte. “E dove,
precisamente, sono i tuoi ospiti, ora?”
“Nelle loro stanze”, ammise
Draco. “Harry però, sta nascondendosi.”
Lo sguardo fisso di Lucius tornò
su di lui. “Perché? Cosa facevano?”
“Era l’ultima sfida. Weasley
tentò di fargli baciare qualcuno, ma lui rifiutò, così doveva prendere una
super sfida. Quale, sfortunatamente, era la mia. La
sfida specificava che doveva portare, per il resto della notte, ma non diceva che doveva essere in nostra compagnia, si mostrò e
poi scomparve.”
“Portare che cosa?” Chiese
Lucius, confuso.
“Quella camicia da notte che gli
ho comprato per il suo compleanno”, disse Draco maliziosamente. “Attualmente, sta vagando per la casa, vestito in nulla ma il
piccolo babydoll verde con le piume. Forse dovresti andare a cercarlo, prima
che lo trovi qualcun altro, no?”
Draco cominciò a ridere, quando
Lucius si fiondò immediatamente fuori della porta.
Severus stava
camminandoper
la sala quando vide Harry, davanti a lui, e si fermò a fissarlo. Harry era una
visione in seta verde.
“Harry?” Ansò
lui.
La visione in
verde si girò verso di Severus, che arrossì.
“Io non voglio
sapere”, immediatamente decise Severus. “Davvero io *non voglio* sapere.” E senza un’altra parola, girò su se stesso e si diresse
verso un’altra direzione.
Harry lo guardò.
*Quella* era stata una reazione strana. Harry scrollò le spalle e continuò per
la sua strada.
Harry si era
visto nello specchio e doveva ammettere, anche se solo con se stesso, che Draco
aveva buon gusto. La sensazione della seta era meravigliosa sulla pelle, e
scivolava su di lui, senza preoccuparsi se o non aveva curve. Le piume nere,
che decoravano l’orlo più basso, accarezzarono le sue cosce facendogli il
solletico e risvegliandolo allo stesso tempo.
Harry aprì le
porte di fronte a lui e battè rapidamente gli occhi, che reagirono alla
brillante luce del sole che entrava attraverso il vetro. Harry era stato solo
una volta prima nella serra, e gli sembrava come se questo fosse un buon tempo
per ritornarci. Era un luogo in cui i suoi amici non avrebbero pensato di
guardare per trovarlo, ma con buona speranza, una persona particolare, poteva. Se
conosceva Draco, non sarebbe stato capace di resistere
dal dire a suo padre che stava vagando con nulla di più di questa camicia da
notte. Harry aveva visto la reazione di Lucius a questa camicia, e stava
sperando in qualcosa di più, ora che stava indossandolo, invece di averlo solo
appoggiato addosso.
Scivolò fuori dalla sua biancheria intima e sandali e li lasciò
dietro a uno dei piccoli alberi nell’entrata. Quando
si alzò di nuovo, ansò, occhi larghi. Harry sapeva come le piume accarezzassero le sue cosce, ma per una qualche ragione, non
aveva pensato a come reagirebbe il suo membro e le sue pa**e.
Harry camminò
attentamente verso il centro della stanza. Uno dei suoi fiori preferiti si trovavano
là. Si sedette a terra, guardando la rosa di cristallo che rifletteva la luce
del sole in un caleidoscopio multi-dimensionale
di colori.
Erano passati
quasi dieci minuti, prima che Harry sentì una porta
aprirsi.
“Harry?” La voce
di Lucius attraversò la stanza, cercandolo.
“Chiudi la porta
a chiave”, gli ordinò quietamente Harry, alzandosi.
Lucius fece come
chiesto, per poi girarsi verso di lui e fermarsi a guardarlo. Intellettualmente,
Lucius aveva saputo quello che Harry stava portando, e aveva pensato di avere
una buona idea di come sembrerebbe. Aveva torto. Il
sole traspariva attraverso la seta verde, non rendendolo trasparente, ma delineando e ombreggiando, tutto quello che era sotto.
L’unica cosa misteriosa era quello che era sotto le piume
nere che in qualche modo, sembravano coprire tutto ciò che era importante.
Lucius iniziò a
dirigersi verso di lui, quando Harry alzò la mano. “Cosa
c’è?” Gli chiese lui, quasi facendo le fusa.
Harry sorrise
timidamente. “Io continuo a voler vedere il tuo petto, ma non riesci mai a toglierti
la camicia”, gli ricordò lui. “Per favore, toglila.”
Lucius sorrise e
fece come istruito. Mentre faceva questo, rimosse anche le
scarpe e calzini, dirigendosi verso il ragazzo raggiante, vestito in nulla a
parte un paio di stretti pantaloni.
Harry lo guardò mentre veniva verso di lui e sorrise più
brillantemente, gli occhi bloccati al petto muscoloso, liscio e forte, alle
spalle. Come Lucius venne più vicino, Harry si girò improvvisamente e cominciò
a fuggire. La sua risata che la seguiva mentre si allontanava,
lasciando l’uomo paralizzato dietro di lui. Quando
Harry si girò e corse, la camicia da notte aveva invertito sulla schiena,
mostrando i globi rotondi del suo didietro, dimostrando chiaramente che non
stava portando biancheria intima.
Con un ringhio,
Lucius inseguì il giovane satiro.
Lo trovò eretto
di fronte a una delle finestre a guardare l’esterno.
Il sole stava toccando l’orizzonte ed il cielo era una mistura gloriosa di
garofano, porpora ed azzurro. “guardi il tramonto con me?” Gli chiese Harry al
suo avvicinarsi. Lucius avvolse lebraccia attorno alla sua vita,
tirandolo contro se.
“Certamente”,
rispose Lucius. “Ma non qui.” Ripose addoloratamene,
allentando la sua presa. Lucius, prese poi la sua mano conducendolo ad un
angolo della stanza dove non c’erano piante. Un bisbiglio e loro stavano
volando verso l’alto. Harry gridò in sorpresa, poi rise
alla sensazione. Si alzarono, passando apparentemente attraverso il tetto della
serra.
Harry continuò a
guardare con occhi spalancati, mentre continuarono ad andare più in alto.
“Possiamo andare là?” Chiese Harry, indicando verso la cima di un colle ad un
terzo di miglio da dove erano ora.
“Ho paura di
no”, rispose Lucius. “Questo viaggio ha solo un arrivo. E noi siamo già qui.”
Qui, era una
piattaforma rotonda, apparentemente senza sostegno, almeno 150 metri sopra il
feudo dei Malfoy.
Anche se Harry
aveva guardato in su come si alzavano, non aveva visto
nessun segnale del pavimento o di sedie e molli cuscini che ora erano presenti.
La piattaforma non sembrava aver muri o soffitto, anche se nessuna parte della
mobilia mostrava un qualche segnale di usura e non
c’era vento.
Lucius tenne la
mano di Harry mentre camminavano verso il lato volto
ad occidente della piattaforma e trasformò una delle sedie in un divano. Lucius
si sedette, tirando Harry tra le sue gambe.
Harry sospirò,
squagliando quasi nel più grande corpo che lo teneva. Poteva sentire il calore del petto nudo di Lucius, attraverso la
seta sulla sua schiena, come le braccia l’avvolsero alla vita.
I due guardarono
silenziosamente, insieme, il sole bagnare lentamente sotto l’orizzonte, lasciando
dietro solo nastri di nubi brillantemente colorate.
Rimasero là,
contenti, ad osservare le prime stelle brillare sopra di loro.
“Non può
interromperci nessuno qui, vero?” Chiese Harry, pensierosamente.
Lucius strinse
le braccia, premendo appena il collo di fronte a lui. “E’ estremamente improbabile”,
si disse d’accordo. “Siamo nella stanza più alta di una torre che neppure Draco
conosce. L’intera struttura è coperta con invisibilità come molti fascini, così
che se anche qualcuno viene diritto di fronte alla
finestra volando, non riuscirebbero a vederci.”
“Neppure
Severus?” Chiese Harry, giusto per assicurarsi.
Lucius sorrise,
capendo. “Neppure l’uomo col tempismo peggiore del mondo”, disse lui.
Immediatamente,
Harry si voltò, per fermarsi improvvisamente, il respiro che sibila
udibilmente.
“Che c’è?” Chiese Lucius, incuriosito.
“Piume”, ansò
Harry.
Lucius rise
profondamente, capendo, per poi lasciare che le mani scivolassero in giù sul
dietro rivestito di seta di Harry. I due si baciarono per un lungo momento,
prima che Harry si tirasse di nuovo indietro. Finalmente era capace di esplorare
a volontà. Le mani di Harry andarono alla deriva sul petto di Lucius, e il
ragazzo seguì le sue mani abbronzate che si muovevano contro la pelle pallida
di fronte lui. Lucius ansò, quando le mani del giovane trovarono i capezzoli,
cominciando a giocare con loro. Le mani del biondo si separarono. Una rimase
sulla spalla di Harry, mentre l’altra si mosse in giù, e stava esplorando le…piume.
*Scena lemon*
Lucius fece un
fascino di pulizia rapido e si posò in giù, tirando Harry nel suo abbraccio. Non
poteva evitare di pensare come bello sembrasse Harry, ancora vestito in seta sì, ma era l’espressione del suo viso che era la
vera bellezza. Un’occhiata di profonda soddisfazione e felicità, ma la maggior
parte di tutto, una estremamente contenta. Harry si
accoccolò più vicino, per poi corrugare le sopracciglia, quando gli venne in
mente una cosa. “E tu?” Chiese pensosamente, la mano
che si spostava in giù.
Lucius la fermò
dolcemente. “Io sto bene”, bisbigliò lui. “Ora dormi.”
Harry fece come
gli venne detto, e si preparò a sorvegliare il suo
sonno. Il biondo sapeva che c’era molto di cui parlare, una volta svegli, ma ora, desiderava solo passare il tempo così. Senza
notare anche lui iniziò a dormire, con sogni piacevoli.
n.t. se interessati al cap. con la scena lemon,
potete trovarla a
Lucius si svegliò, divertendosi alla sensazione di calore.
Era stato molto tempo da quando aveva avuto abbastanza
fiducia in qualcuno da dormire profondamente in loro compagnia. Aprì gli occhi,
scorgendo Harry che sedeva, osservandolo con un’occhiata contemplativa sul
viso.
“Cosa pensi?” Chiese piano Lucius.
Harry battè le palpebre, uscendo come da una trance. Poi, rispose. “Come mai gli uccelli non colpiscono
la torre?”
Lucius trattenne a fatica una risata. “A causa di un numero
elevato d’incantesimi abbastanza potenti da evitare che uno di loro sbatta
nella torre.”
“Questo non è l’unico posto simile, vero? Trovo molto
difficile credere che i Malfoy abbiano solo un luogo come questo, magari giusto
per guardare il tramonto.”
“No, Harry, non è l’unico. Parti diverse possono essere raggiunte da altri luoghi del feudo, se sai dove
guardare. Draco riceverà il secreto quando compirà i
diciotto anni, come successe a me, e a mio padre prima di me.”
“Deve essere bello”, mormorò Harry, sistemandosi tra le sue
braccia, nuovamente.
“Che cosa?” Chiese Lucius.
“Avere un simile collegamento al proprio passato, avere
segreti che passano di padre in figlio. Sapere che dove ti trovi tu, c’era
stato prima tuo padre, e suo padre. Avere tale senso di appartenenza, di relazione. Sai quello che intendo?”
“Capisco”, ammise Lucius. “Io sono un Malfoy. Ci sono
momenti in cui posso provare antipatia ad esserlo, ma ne sono sempre
orgoglioso, perché so chi sono. Ma a volte, avere un nome ti costringe a fare
quello che hanno fatto tutti i Malfoy, perché nessuno accetterebbe qualsiasi
cosa di meno.” Lucius osservò Harry, che stava
mostrando chiaramente di capire. “E tu sai tutto, circa dover vivere su un
nome.”
Harry accennò col capo.
“Sai, per quanto sia interessante l’argomento, non penso che sia quello che ti interessa realmente. Io so che
non è il mio.”
Harry arrossì, chinando il capo. “Scusa.”
“Scusa? Per quale ragione dovresti scusarti?” Chiese Lucius,
sorpreso.
“Non ho fatto qualsiasi cosa per te”, mormorò lui. “Non ci
siamo neppure svestiti! E tu non mi hai permesso di
toccarti.”
“Harry, comprendi che la notte scorsa era
la prima volta che sono venuto nei miei pantaloni da quando avevo la tua età,
vero?”
Harry alzò rapidamente il viso. “Hai goduto?”
“In effetti, lo stesso momento in cui l’hai fatto tu”,
l’assicurò Lucius. “Per quanto riguarda il non essere nudi,
stiamo andando lentamente, ricordi?”
“Lentamente è una cosa, ma questo è più lento del ritmo di
una lumaca”, si lagnò Harry.
“Si? Davvero? O ti sembra solo così
perché stanno succedendo così tante cose? Pensaci un momento.”
Harry considerò le parole di Lucius, e dovette ammettere,
anche se controvoglia, che era vero. Era probabile che sembrasse come se
stessero procedendo molto lentamente, ma erano insieme solo
da un paio di giorni.
Lucius aspettò finché vide l’accettazione nella faccia di
Harry prima di continuare. “La notte scorsa era corretto.
Avevamo bisogno di stare insieme senza venir
interrotti; avevamo bisogno di connettere dopo i problemi con il più giovane
Weasley, ma non abbiamo bisogno di andare fino a quello che ti sta
infastidendo. Questo è un giorno importante per te. Per entrambi, con buona
speranza.”
“Quindi non dovremo parlare
dell’altra roba?” Disse Harry, impazientemente.
“Ora, non posso dire di esser d’accordo con questo. Non solo
se lo lasci così, esso suppura, ma io ho bisogno di sapere le tue reazioni a
certe cose. Quasi sporcai le cose, ieri. E succederà. Le cose non vanno perfettamente tutto il tempo,
anche se io posso desiderarlo. Ma, se accade qualcosa come la notte scorsa,
mentre stavo parlando, noi *abbiamo* il bisogno di parlarne, se non altro per
evitare che accada di nuovo.”
Harry uscì dalle braccia di Lucius, per incamminarsi al lato
opposto della stanza. Arrivò fino all’orlo del pavimento, opposto a dove
avevano osservato il calare del sole, ed aveva compreso che poteva
scorgere gli inizi dell’alba che stava venendo, i primi raggi che illuminavano
il cielo da est.
Lucius decise di iniziare il discorso, e si
incamminò verso di lui, fermandosi dietro al ragazzo. “Ti è piaciuto,
quello che ho detto sul collare, vero?”
“Non sono uno schiavo”, disputò Harry.
Lucius esplose in una risata. “Abbi fiducia in me, Harry,
l’ultima cosa che penserei di te, è che tu sia uno schiavo.”
“Ma mi piace, quando sei tu a
ordinarmi”, bisbigliò Harry, sconfortato.
“Ma se io ti dessi un ordine che tu
non approvi”, disse Lucius, “non ho dubbio alcuno su cosa precisamente dovrei
farci con quell’ordine.”
Harry ridacchiò. “Probabilmente hai ragione.”
“Posso essere un bastardo possessivo, su occasione, ma non è
mai sembrato infastidirti prima”, gli ricordò Lucius.
Harry sospirò. “Mi fa sentire importante per te”, ammise.
“Lo sei.”
Lucius lo fece voltare, fino a che potevano guardarsi negli
occhi.
“Ci sono delle cose che dovresti conoscere”, gli disse
calmo. “Primo: stop significa stop e no è no. Sono pienamente cosciente dei significati di quelle due
parole. Se qualsiasi cosa io mai faccia ti fa male, ti
spaventa o ti fa venire in mente dei cattivi ricordi, o è qualcosa che non sei
sicuro che ti piaccia, *dimmelo* immediatamente. Mi fermerò,
te lo prometto.”
Lucius aspettò fino a vedere un cenno di risposta da parte
di Harry in comprensione. “Secondo, non ti danneggerò mai volentieri o di
proposito. Quello che ho detto circa lo sculacciarti”,
avvertì il brivido di Harry e lo abbracciò. “Scusami. Se fossi stato attento,
non avrei detto una cosa simile.”
“Hai detto che non mi faresti mai
male, ma ancora stavi parlando circa colpendomi”, bisbigliò Harry.
Lucius lo allontanò leggermente, in modo da poter guardare
negli occhi verdi di Harry. “Per la verità, non è così. C’è un mondo di
differenza tra una bastonata e una dose di sculacciate erotiche. La prima è per
il dolore, mentre l’altra è per piacere.”
“Non so”, rispose Harry, quasi calmo, “zio Vernon sembrava
provare un grande piacere da lui. E
così faceva Dudley e Polkins e…”
Lucius fermò le parole nel più semplice dei modi possibili.
Dopo, allontanandosi un poco, sorrise in giù al ragazzo, malinconicamente.
“Volevo dire, piacere per il destinatario. Non preoccuparti Harry, non è
qualcosa di cui parlerò di nuovo. Lo prometto.”
Harry accennò col capo, anche se non sembrava completamente
convinto, ma decidendo di lasciar perdere per ora.
“Ho dei libri”, suggerì Lucius. “Voglio che tu ne prenda uno
sguardo, una volta o l’altra, quando ne hai tempo. Possono spiegarti una parte
di ciò che stai provando, così come quello che senti ti manca.”
“Hai qualcuno di quei libri qui?” Chiese Harry, sorpreso.
“Non in questa stanza, ma nella torre si”, ammise Lucius.
“Questa torre sembra avere due scopi principali, imparare circa le Arti Oscure,
ed imparare su sesso.”
“E Draco non imparerà su questo
finché non ha compiuto i diciotto anni?” Chiese Harry, con totale incredulità.
Lucius rise. “Abbi fiducia in me,
addirittura poi, ci sarà molto per imparare. E’ uno dei problemi
dell’essere in una scolala maggior parte dell’anno, non hai nessuno per
insegnarti le cose di cui più hai bisogno.”
Harry scosse la testa.
“Inoltre, non è qualcosa per cui
vuoi esser conosciuto, realmente, a scuola, no?”
Harry alzò la testa. “Bene…” Disse lui, pensierosamente, “se
sei conosciuto per essere bravo in quello…”
Lucius rise di nuovo. Alzato lo sguardo di nuovo, sorrise,
poi fece girare Harry, così da poter osservare l’orizzonte iniziando a
colorarsi attraverso il cielo. In silenzio, abbracciati, osservarono il sole
che si alzava in un nuovo giorno, con un’aurora più brillante di quelle che
avevano mai visto prima.
“Quello che sta andando ad accadere”, disse Lucius con tono
di voce calmo, ancora tenendo Harry tra le braccia mentre
guardavano i brillanti colori si affievolivano nel pallido blu della mattina,
“è che stiamo solo iniziando. Tutto è nuovo, eccitante, per entrambi. E’ qualcosa
di veramente speciale, presentarti qualcosa di nuovo, che non hai mai fatto
prima. Sapere che io sono il primo per baciarti. Per
toccarti, amarti. Se andremo troppo veloci, ci mancherà
la bellezza, affievolendosi. Impareremo quello che ti piace insieme, ma lo
faremo un passo alla volta.” La sua voce divenne più
forte, s più stuzzicante. “Il che vuol dire, che non parleremo di collari e
ragazzi-schiavi per un altro po’ di tempo. Ora vieni, è ora di colazione, e
probabilmente stanno chiedendosi dove siamo finiti.”
Harry si girò, tirando Lucius in un profondo bacio. Quando finalmente si separarono, accennò col capo. “Sono
d’accordo”, disse fermamente. “ma non sai mai, è probabile che io decida di
essermi stancato di tutto questo e decida di saltarti addosso, uno di questi giorni.” Poi si diresse verso l’orlo della piattaforma, da dove
erano entrati.
“Pensavo che l’avessi già fatto”, mormorò Lucius,
seguendolo. “Dopotutto, *dov’è* la tua biancheria intima?”
Prima che qualsiasi altra cosa potesse
esser detta, afferrò Harry e con una parola mormorata, volarono di nuovo in
giù, alla serra dalla quale vennero.
Harry camminò fino a dove aveva lasciato le sue mutande e scarpe, in piedi pensieroso, poi concentrandosi. Come
avvertì qualcosa che toccava le sue mani, sorrise. Girandosi guardò il biondo e
ghignò. “La prossima volta, toccherà a me, toccarti”,
e sorridendo maliziosamente, si gettò il mantello invisibile sulle spalle,
scomparendo.
La giornata passò in una folata
di piani e parlare. Harry spese tempo praticando il suo discorso ed
assicurandosi che ognuno che voleva fosse presente, stesse andando ad esserci.
Spese una porzione del giorno, anche, ad evitare persone che volevano
chiedergli dove avesse passato la notte precedente.
Come si avvicinava
il tempo della conferenza stampa, Harry divenne più agitato. Quando arrivò al punto in cui addentava ai suoi amici,
Lucius si fece avanti. Quando il tempo per gli altri
di andare via era venuto, Harry si era calmato. Ron si chiese come il più vecchio
Malfoy fosse riuscito a calmare Harry, quando nessun
altro c’era riuscito; gli altri non vollero sapere. In verità
, avevano solo passato il tempo insieme, arricciati su di un divano,
discorrendo quietamente o solo là, esistendo insieme.
Finalmente, fu ora per andare. Il
gruppo di adolescenti si riunì insieme.
“Andiamo a prendere il mondo”,
ghignò Draco.
“Lo fai sembrare così sordido”, si
lagnò Hermione.
“Vivi un piccolo, Mione”, suggerì
Harry. “Non stiamo tentando di prendere il mondo…solo di rifarlo un piccolo.”
“E’ ora”, avvertì Blaise.
Tutti loro toccarono insieme il
portkey, alla stessa durata e avvertirono la tirata al loro stomaco come
scomparvero dal Feudo dei Malfoy, per riapparire in Gringotts.
L’ultima cosa che Harry sentì, prima di andare via, era la voce di Severus. “Perché, precisamente, Harry era fuori della sua stanza tutta
la notte?”
Harry era intento a ridere,
quando arrivarono nella stanza che gli spiritelli di Gringotts
avevano messo a disposizione per lui e i suoi amici. Gli altri, lo guardarono
stranamente, ma gli permisero di andare.
“Neville! Timo!” Esclamò
felicemente Hermione, andando ad abbracciare la giovane coppia. “Sono contenta
che siete potuti venire.”
“Chiaramente che saremmo venuti”,
rispose Neville, sorridendo. Il ragazzo aveva guadagnato molta sicurezza in se
stesso, fin da quando era stato appaiato con la
ragazza di Slytherin. “Non so per quale motivo siamo qui, ma tu ci hai
chiamato, e noi siamo venuti.”
“Grazie”, disse sinceramente
Harry. “In realtà, avevo solo bisogno di appoggio
morale. *Odio* parlare di fronte alla folla.”
“Farai eccellente”, disse calma TimoScarborough.
“Grazie Timo.” Harry sorrise di
nuovo alla ragazza. “Quindi? Fratello?”
Timo sospirò. “Si. Una ragazza.”
“Capisco dal tuo sospiro che non
siete riusciti a discorrerla fuori di quello?” Disse Draco, quasi
compassionevolmente.
Timo scosse la testa. “Abbiamo
provato tutto. Neville spese settimane guardandoci, tentando di trovare alternative ma non siamo stati di convincerla.”
“Su cosa state parlando?” Chiese
Ron, sorpreso e interessato.
“Non sai?” Chiese
sorpresa Hermione.
Ron scosse la testa. “Avete
continuato a parlarne, ma non avete mai detto di preciso di cosa si trattava. SO che si tratta di qualcosa che riguarda nomi, e che centra il
fatto che il loro ultimo nome è Scarborough; che per
quel motivo il suo nome è Timo, sua sorella Rosmarino e suo fratello Salvia, ma
non vedo perché!”
“So che originalmente, era una
canzone di muggle, ma pensavo che era venuta ad esser
conosciuta anche nel mondo magico”, disse pensierosamente Harry. “Tu e
Blaise la conoscete, vero Drake?”
“Io non la conoscevo”, ammise
Draco. “Ma incominciò a girare nella stanza comune di Slytherin dopo che Timo
cominciò a frequentare Hogwarts.”
“Tutto questo è su una canzone?”
Chiese Ron, ancora confuso.
“Non la canzone, come quello che sua madre ha fatto a causa sua”, spiegò Hermione.
Quietamente, lei canto, “‘Andremo dalle fate di Scarborough? Prezzemolo, salvia, rosmarino e timo’.”
Ron allargò gli occhi. “Mi stai dicendo che tua madre ha chiamato la tua piccola sorellina…E’
terribile!”
“Noi siamo d’accordo”, tutti
risposero subito.
“Come la chiamerete?” Chiese con
compassione Hermione.
“Ceres”,
rispose Timo. “E’ il suo nome medio.”
“Davvero niente male”, disse
pensierosamente Draco.
“Dice il ragazzo chiamato come un
dragone”, Harry alzò gli occhi al cielo.
Tutti risero.
“Hai notato che sono gli
Slytherin che tendono ad avere i nomi strani?” Disse astutamente Ron.
“Almeno, i nostri nomi non sono
comuni come per *alcune* famiglie che potrei citare”, colpì di nuovo Draco.
“Inoltre”,
alzò la voce Neville. “Il mio nome è abbastanza insolito. Ed il resto degli
Slytherin, ha nomi più comuni, sono solo quelli non comuni che sono diventati amici.”
“Precisamente.” Subito, lo
Slytherin rispose.
Harry guardò all’orologio. “E’
ora.” Guardò i suoi amici, raggruppati insieme nella stanza. “Grazie tutti per
esser qui”, disse appassionatamente. “Non sapete quanto vuole dire per me.”
“Sei nostro amico, Harry. In
quale altro luogo dovremmo essere?” Chiese seriamente Ron.
Hermione camminò a sghembo,
silenziosamente, alla schiena dei due Slytherin. “Abbraccio di gruppo!”
Esclamò, spingendo i due direttamente nel gruppo. Prima che chiunque potesse
capire cosa stesse succedendo, Blaise e Draco stavano
abbracciando harry e Ron. Era molto divertente, vedere chi allontanò prima le
mani dagli altri. Blaise non voleva che chiunque potesse dire a Lucius malfoy
che lui aveva toccato Harry, specialmente da quando
Draco l’aveva allegramente informato di aver detto a suddetto padre della sua
infatuazione su harry. Blaise stava, fin da allora, aspettando la sua morte
dolorosa. Per quanto riguardava Ron e Draco…un segugio alla piena velocità, non
si muoveva veloce come quei ragazzi nel tentare di allontanarsi uno dall’altro.
“E’ ora”, disse harry, gettando
il suo incantesimo d’aspetto, per poi dirigersi all’uscita della stanza, ed
entrare nella stanza adibita a conferenze.
Harry era contento di sedersi,
mentre aspettava i suoi amici, gli diede i pochi momenti che gli servivano per
trovare il controllo. Odiava esser il centro dell’attenzione, quando non c’era
una ginestra tra le sue gambe. Harry prese un profondo alito, per poi gettare
un Sonorus sulla sua voce e iniziare a parlare.
“Streghe e maghi della stampa,
grazie per esser venuti. Come sono sicuro che tutti
voi sapete, il mio nome è Harry James Potter. Ho indetto questa conferenza
perché mi ha molto disturbato un articolo apparso sul DailyProphet due giorni fa.
Nell’articolo era affermato che
il sig. Lucius Malfoy mi aveva rapito. Nello stesso articolo, veniva affermato che, l’ultimo mio avvistamento era al Feudo
malfoy, *alla mia festa di compleanno*. Quello,
dovrebbe esser una prova abbastanza valida della stupidità dell’articolo. Che genere di rapitore, darebbe una festa di compleanno per
il rapito? Non solo, ma inviterebbe persone che non gli piacciono neppure, a
detta festa? Una simile cosa, ha senso per chiunque qui presente?”
Harry aspettò che la risata
smettesse.
“In cima a tutto, ciò che attirò
di più la mia attenzione, e che veramente mi ha infastidito, era il fatto che
mi è stata accreditata la sconfitta di Voldemort. Ora,
non sto negando che io ero parte della sua caduta, ma non ero
certamente l’unico. Ero inconscio per più di una settimana, dopo la morte del
Lord Oscuro, e dopo ero troppo occupato per ritornare
e scoprire quello che era stato detto. Per favore, qualcuno potrebbe illuminarmi?
Come pensate che morì?”
Harry guardò per una risposta,
ignorando la sorpresa nell’espressione dei suoi amici dietro a lui. Questo, non
era certamente ciò che avevano provato, ma in qualche modo, sembrava corretto.
Una strega in un brillante abito rosa si alzò. “Carla Potter, ‘WitchWeakley’”, si presentò.
“Secondo i rapporti nel dailyProphet,
durante la Battaglia Finale—”
“Mi scusi l’interruzione, ma di
quale Battaglia Finale sta parlando?” Chiese in evidente confusione harry.
Carla e molte altre streghe e
maghi nella stanza, lo guardarono sorpresi alla domanda. “La Battaglia Finale,
dove le ha duellato con Voldemort a morte.”
Harry diventò anche più confuso.
“Non c’è stata nessuna tale battaglia”, spiegò. “Ci fu del combattimento con
Mangiamorte, dopo che Voldemort morì, ma nessuno di noi ha mai davvero
*lottato* contro quel matto.”
“Noi chi?” Chiese un mago
ignoto.”Draco e Lucius Malfoy, Severus Snape ed io”, spiegò Harry.
Ilmagosialzò. “Solomon Firesmith, ‘The WizardSun’. Le informazioni che
ci sono state date, affermano che I Malfoy e il Professor Snape siano solo spie, non coinvolte nel combattimento.”
“Chi pensa, allora, che fosse con
me?” Chiese harry. “Certamente, non crederete che abbia attaccato il gruppo
intero da solo?”
“Gli Auror e i suoi amici?”
Suggerì il mago.
“L’Auror non venne fino a che tutto fu finito, per la pulizia”, disse Harry. “Non
sono sicuro del momento, dato che ero inconscio in
quel momento, ma so che non c’erano all’inizio. E non c’era modo che io rischiassi la vita dei miei amici in quella missione. Non
sapevano neppure che stava accadendo.”
“Ehi!” Protestò Draco. “Cosa vuoi dire, i tuoi amici non erano con te?”
Harry sorrise al giovane.
“Giusto, giusto. Così, un amico di scuola era presente. Ma
io sapevo di ciò che era capace Draco, e noi, stavamo ricevendo un
addestramento speciale da Professor Snape e dal sig. Malfoy, per la maggior
parte del semestre. Sapevamo come lavorare insieme e quello che potevamo fare
insieme. Come meravigliosi sono Hermione e Ron, come io molto con me quel
giorno. Semplicemente, non possedevano l’esperienza necessaria. Neppure io,
chiaramente, ma quello non è mai stata una scelta,
vero?” Poi guardò i reporter.
“Abbiamo pensato che l’unico modo
di uccidere Voldemort, ed assicurarsi che non tornasse mai, era legare la sua
anima al suo corpo, e poi distruggerlo. Draco ed io,
stavamo indagando un modo che funzionerebbe, quando c’imbattemmo
con un incantesimo. Quello che faceva, era rimuovere l’anima dal corpo e
metterlo in una speciale gemma. La gemma poteva contenere l’anima per sempre,
rilasciarla con un altro incantesimo o si poteva distruggere l’anima, distruggendo la gemma, cosa che normalmente era difficile
fare. Il problema principale con l’incantesimo, era che richiedeva una grande quantità di energia. Solitamente, una formazione di
nove cerchi di nove maghi.”
I reporter
ansarono. Cerchi erano l’ultima cooperazione.
In un cerchio, si poteva
collegare solo con qualcuno nel quale si aveva fiducia.
I maghi e le streghe coinvolte,
versavano il loro potere nel punto focalizzante, o il mago più potente del
gruppo, faceva l’incantesimo. Un cerchio di nove, era uno dei
più potenti, qualche cosa nel numero era significativo; aggiungere anche
una sola più persona, tendeva a renderli instabili, invece che più potenti. Un
cerchio di nove entro nove cerchi, era un sogno. Nove
cerchi, ognuno con un punto focale; e quei fuochi collegati in un loro proprio cerchio. L’*ultimo*
potere.
“Evidentemente, noi non avevamo
un simile apparato. Quello che avevamo, era una persona collegata da sangue a colui che tentavamo di distruggere…e tre mage.”
Un altro, più grande anelito, poi
una folata di domande sgorgò. Mage erano rari, se non
di più che i parselmouth. Tutte le cose viventi
avevano magia, maghi e muggle. La differenza era, semplicemente, nel fatto che
le così definite persone magiche, piante e animali, avevano l’abilità di
davvero usare la magia che era in loro. L’abilità di una persona di usare la
magia, dipendeva sia dall’ammontare della magia in
loro che dalla taglia dei canali che permettevano loro di usare tale magia.
Alcuni avevano canali molto larghi, che permettevano di usare subito molta
energia magica ma senza la continuità; mentre altri avevano canali più piccoli,
che non permettevano di fare molto in un tempo, ma che durerebbe molto più a
lungo.
Magi, comunque, non usavano solo
la loro propria energia. Magi, potevano trarre energia
magica dal mondo attorno a loro. Avevano l’abilità di usare magia proveniente
dal fuori dei loro corpi. Siccome tutte le cose viventi avevano magia, tutte le cose viventi l’irradiavano nello spazio
attorno a loro.
I luoghi dove molte persone
vivevano da molto tempo, erano bagnati in magia, così
era per i luoghi in cui molte persone morivano, e la loro energia era subito
rilasciata.
“Non dovrebbe sorprendere
nessuno, scoprire che Voldemort era un mage. Non uccideva interi villaggi perché odiava muggle, ma
perché voleva l’energia rilasciata dalle loro morti.
Otteneva lo stesso ammontare del potere da muggle uccisi come faceva con
l’uccisione dei maghi, e non solo erano più facile da
uccidere, ma nessuno sembrò mai realmente curarsene”, la voce di Harry era
dura, nella stanza.
“Anch’io
sono un mage. E’ per questo che
riuscii a scampare la maledizione mortale, in primo luogo. Istintivamente, afferrai
il potere della maledizione e lo tirai a me. Non l’ho scoperto fino al mio
quinto anno.
Se…Professor Snape, Draco ed io avevamo avviato una conversazione sulla magia e le
differenze tra muggle e maghi…bene, quindi io e Draco stavamo lottando su questo
e Snape intervenne quando iniziammo ad importunarlo troppo.” Risatine
soffocate, provennero da tutti quelli che avevano avuto Severus Snape come
insegnante di pozioni. “Draco si accorse di esserlo lo stesso giorno, anche se
era passato un mese prima che noi comprendessimo che
anche il nostro professore lo era.”
Draco ghignò. Ricordava
perfettamente la conversazione.
“In ogni modo, trovammo
l’incantesimo del quale avevamo bisogno, sempre che trovassimo un modo di
distruggere la gemma. E no prese molto di più per
scoprire che la fiamma di un firedrake poteva fare il
lavoro. Siccome avevamo accesso a tale cosa, abbiamo
immaginato che fossimo a posto. Evidentemente, non era così facile.”
Draco ascoltava Harry spiegare ciò
che era accaduto durante quei mesi frenetici all’inizio dell’anno. Loro tre
stavano lavorando così sodo che tutti loro usavano tempo-tornitori per la
maggior parte del termine, solo per essere capace maneggiare tutto. Una voce
che lo chiama quietamente, gli ricordò di ciò che avrebbe dovuto fare, ma aveva dimenticato.
Rapidamente, estrasse un piccolo
specchio e segnalò la sua scusa ai due uomini che sfolgorarono attraverso lo
specchio. Draco lo girò, così che potessero vedere
l’oratore.
“Quello era il mese più lungo delle
nostre vite. Ed io voglio dire ciò letteralmente.
Lucius Malfoy riuscì a trovarci tre tempo-tornitori e
noi li usammo…continuamente. Se avessimo aspettato fino all’interruzione
dell’estate, sarebbe stata una questione completamente diversa,
ma professore Snape ed il sig. Malfoy erano convinti che non potessimo
prendere tale rischio. Voldemort stava preparandosi per un assalto notevole, e
noi dovevamo trattare con lui.
“Snape e Draco stavano lavorando
sulla pozione, che doveva essere mescolato ogni
quindici minuti, senza errore, giorno e notte per trenta giorni. Io stavo
lavorando sulla copertura esterna, l’ammontare di potere necessario per fare
ciò che era richiesto da un mage,
ed io ero l’unico libero. Il sig. Malfoy non era capace venire a Hogwarts molto
spesso, ma era lui che raggruppava insieme gli ingredienti corretti per la
pozione, così come i *duecento carati* in diamanti integri necessari per la mia
parte.”
Ci fu un anelito proveniente dalla
folla che ascoltava quel numero. Harry ghignò alla folla. “Ho sentito che
Narcissa Malfoy gridò molto rumorosamente e per un
lungo tempo, quando alcuni dei suoi gioielli favoriti andarono perdendo.”
Quello ottenne una risata da tutti i presenti. “Non menzionare la metà di loro
che sono dovuti esser macinati in polvere…a mano.
Qualsiasi magia usata avrebbe reagito male alla magia
necessaria per trasformarlo in un contenitore con la pozione che professor
Snape e Draco erano preparando da così molto tempo.”
“Una volta finito
il tutto, il sig. Malfoy spedì parola a Voldie che
c’era qualche cosa che a Draco piacerebbe dirgli circa me. Inventarono una
storia e riuscirono a convincerlo a chiamare il professor Snape, ed io andai
con lui sotto un mantello invisibile. Mentre il sig. malfoy distrasse Voldemort,
i tre di noi stava salmodiando l’incantesimo per
trasferire la sua anima nella gemma. Il problema principale era che il Marchio
Oscuro permetteva, a Voldemort, tirare il potere per lottare contro di noi dai
mangiamorte suoi sostenitori, incluso Snape e Malfoy Sr….se
lui sapeva cosa stava per succedere. Era il lavoro di Lu…del
sig. Malfoy, assicurarsi non si rendesse conto di quello che stava accadendo.”
Harry sospirò, con un’occhiata
lontana nei suoi occhi. “Noi lo abbiamo fatto. Poi, cademmo a terra. Tutti e
tre eravamo completamentee totalmente esauriti. Quello lasciò per il
padre di Draco trovare tutti noi e la gemma. La maggior parte dei mangiamorte erano andati via appena il Marchio Oscuro lasciò le loro
braccia, ma c’erano alcuni che tentarono di prendere il sopravvento, e dovette
trattare con loro, come trovare degli Aurors e ci
riporti ad Hogwarts all’ala dell’ospedale. Si esaurì alquanto facendo tutto
quello.” Harry guardò i reporter sbalorditi. “E’
questo che è stato riportato?”
“Neppure l’ombra”, bisbigliò uno,
ma il silenzio nella stanza era così grande che tutti lo sentirono.
“Io non pensai mai a spiegare ciò
che era successo fino a che vidi l’ultimo articolo. Come ho
detto, tutti e quattro noi eravamo inconsci per una settimana, e poi, molto del
fervore si era calmato. Non sono sicuro del motivo per cui
nessuno di noi controllò. Pensavo, però, che almeno il sig. Malfoy l’avrebbe
fatto.”
Draco guardò a dove erano i due più
vecchi maghi, osservando dallo specchio, solamente trovarli fissando tutti gli
altri. Perché non avevano scoperto? Sarebbe stata la
cosa più prudente da fare. “Stavo pensando”, bisbigliò quietamente il biondo,
“noi non saremmo dovuti ritornare a Hogwarts fino a *dopo* che noi ci
svegliammo.” I due più vecchi maghi accennarono col
capo solennemente, in accordo. Sembrava che quella sarebbe stata la migliore
scelta.
“Lo verificheremo
quando ritornate a casa”, bisbigliò Lucius in ritorno.
“Quindi,
dove hanno trovato le loro informazioni i giornali?” Chiese Harry.
“Ministro Fudge ci ha detto quello
che era successo quando interrogò il Direttore
Dumbledore, e, noi pensammo, voi stessi.” Disse Carla Potter.
“Fudge?” Disse incredulo Harry.
“Suppongo che quello non deve sorprendermi, considerato quante altre cose ha rovinato.”
“Non pensa che lei sta essendo un
poco aspro sul Ministro?” Chiese una strega ignota.
“Chi era che disse hai giornali che
ero stato rapito dal sig. Malfoy?” Chiese duramente
Harry. “Chi era che rifiutò di credere che Voldemort era ritornato ed aveva
passato la maggior parte del suo tempo a far tacere quella notizia? Chi era
quello che ordinò che a Crouch Jr. venisse
dato il bacio dai Dementor di fronte ad alcune informazioni
potessero esser ottenute da lui? Diamine, se andiamo più
indietro, chi si assicurò che il mio padrino, Sirius Black, era spedito ad
Azkaban senza una prova?”
“L’evidenza…” Avviò a dire uno.
“Sta dicendo
che venti anni fa non c’erano pozioni o incantesimi per conoscere la verità?”
L’interruppe Harry. “L’*evidenza* era tutta diceria.
Tutto quello che ci voleva era una semplice domanda sotto l’influenza di un
incantesimo di verità di alcun genere. Tutto quello
che necessitava era qualcuno che gli chiedesse se lui
fosse il Custode Segreto dei miei genitori. Ancora, nessuno infastidì chiedere.
Scusatemi se trovo che c’è qualcosa di inerentemente
sbagliato in un uomo innocente spedito in prigione, specialmente in una
prigione come Azkaban senza anche una semplice prova. Anche
i muggles non fanno una cosa simile! E loro, non
hanno modi di assicurarsi che qualcuno stia dicendo la
verità. Al contrario di noi!”
“Forse, tutti voi conoscete meglio
il Ministro di quanto faccia io. Forse voi lo avete
visto prendere decisioni corrette, decisioni che fecero
il buono del mondo magico, invece di migliorare la propria posizione. Forse,
voi l’avete visto farlo. Io no. L’unica cosa che ho
visto è un uomo la cui unica cosa importante è il proprio potere e posizione,
piuttosto che ciò che è meglio per il mondo che dovrebbe governare e
proteggere.” Lui si rivolse al mago che alzò la voce
prima. “L’ha visto?”
Il mago aprì la bocca e nulla uscì.
L’uomo sembrò sorpreso dalla sua inabilità a parlare e gli altri lo guardarono.
“Spiacente per quello”, disse
Harry, “ma c’è un incantesimo di verità sulla stanza
intera. A nessuno è permesso di mentire qui. Preferisce ripensare alla sua
risposta?”
Il mago sfolgorò, ma rimase
silenzioso.
Harry si rivolse alla strega che
l’accusò di essere troppo aspro.
“Cosa,
circa lei? E’ Fudge un buon Ministro per il mondo magico?”
La donna aprì pomposamente la bocca
e rimase scioccata quando nulla uscì.
“Il problema è”, disse Harry,
pensierosamente, camminando di fronte alla folla nella stanza, “non credo che lui sia l’unico problema nel Ministero. Come
poteva arrivare così in alto e rimanere Ministro così a lungo senza causare
notevoli problemi dietro a se?”
Hermione l’aveva avvertito di non
annunciare che il Ministero era corrotto, come se lui
già non sapesse migliore che dire qualcosa sul fatto che Dumbledore era parte
del problema. Infatti…
“Voglio dire, anche *Dumbledore* tentò di convincerlo che Voldemort ritornava ed ancora, non
ci crederebbe. O almeno che non poteva *ammettere* che lui
ritornava. Gli fu detto da me, gli fu detto da Dumbledore, gli fu
mostrato il *Marchio Oscuro* del professor Snape; aveva l’opportunità di
trovare fuori daCrouch Jr. l’intera trama. Invece, lui ignorò tutto e si assicurò che Crouch Jr. non poteva dire qualsiasi cosa a chiunque. Non
c’è scusa per quello.”
“Lo so, lo so”,
concluse lui, alzando la mano di fronte a chiunque potesse dire qualsiasi cosa.
“Sto facendolo sembrare come se lo facesse apposta, e
no, non ho prova che sia vero. Chiaramente, se gli piacesse venire e dibattere
questo con me, sarei contento per chiederglielo
personalmente.”
Draco abbassò lo sguardo come sentì
la risata che viene dallo specchio che stava tenendo. Disse suo padre, “Non
potevamo chiedere una migliore linea d’ingresso che questa, vero?” Draco corrugò
le sopracciglia, non capendo quello a cui si stava riferendo il più vecchio
mago, guardandolo mormorare una parola chiave. Improvvisamente, alzò lo sguardo, capendo, come uno schiocco suonò in tutta
la stanza. “Qual è il significato di questo?” Fudge ruggì, da dove era apparso
nel davanti della stanza.
“Bene, questa è
una sorpresa”, disse in modo assente Harry, ed ognuno
nella stanza, poteva affermare che davvero lo era. “Stavamo giusto parlando di
lei.”
Fudge guardò
alla persona che stava parlando. “Sig. Potter”,
sorrise lui, cercando di ingraziarselo. La sua bocca aprì, ma nulla ne uscì.
Ci furono
risolini sciocchi dal pubblico, quando la bocca continuò a muoversi, non
notando che stava solo spargendo aria calda. D’altronde, faceva mai qualsiasi altro?
Draco ebbe
un’idea improvvisa. Alzandosi in piedi, rapidamente gettò un fascino assordante
sul Ministro. Guardò ai reporter presenti. “Dato che
la stanza è piena di reporter, certamente qualcuno ha
un incantesimo od un oggetto che vi permette di dire quello che sta dicendo
qualcuno se lei non può sentirlo? Non sto parlando di un incantesimo per farvi
sentire da lontano, sto cercando qualcosa che può leggere le labbra.”
Di malavoglia,
una strega si alzò. “Ho un calamo che può fare ciò”, ammise.
“Può incantarlo
per scrivere in aria?” Chiese intensamente. “Diciamo sulla testa di qualcuno?”
Improvvisamente,
sembrò capire perché lui lo volle. “Vuole che lo metta sulla testa di Fudge,
così che quando tenta di mentire, scriva quello che avrebbe detto?”
“Esatto”, ghignò
Draco.
La strega
sorrise comprendendo, e rapidamente faceva come chiesto.
Qualche minuto più tardi, c’era una piuma galleggiante sopra
la testa del Ministro, scrivendo il suo concionando e delirando, chiedendo
quello che stava seguendo, e che cosa stessero facendo tutte quelle persone
qui.
Draco rimosse il
fascino assordante e si sedette di nuovo al suo posto.
Harry sorrise al
Ministro. “Buongiorno, Ministro Fudge. Questa è una conferenza stampa per
tentare di contraddire quell’articolo che lei rilasciò
al DailyProphet ieri. Comunque, mentre stavamo parlando, il suo nome continuava a
ritornare, ed io, credo ci sono delle domande che le persone presenti in questa
stanza, desiderano ricevere risposte. Comincerò io, se nessuno ha obiezioni. Ho
solo due semplici domande. Numero uno: ha mai fatto, di proposito, qualcosa per
sostenere Voldemort?”
“Come osi
chiedermi una cosa simile?” Fudge ruggì.
Harry l’ignorò e
si girò verso i reporter. “Noterete che non rispose
davvero alla domanda.” Harry si rivolse nuovamente al
Ministero. “Chiederò di nuovo: ha mai fatto, di proposito, qualcosa per
sostenere Voldemort?” Quella domanda, era stata attentamente
pensata, grazie a Hermione e Draco, soprattutto. Probabilmente avrebbe
aggirato alcuna difesa che Fudge avrebbe potuto usare se loro avessero chiesto
solo se sostenesse Voldemort. E’ probabile che, più tardi, lui potesse affermare che non l’aveva fatto volentieri o di
proposito, così i ragazzi stavano lavorando sul tagliare quello via
immediatamente. Chiaramente, se la sua risposta fosse realmente no, la più probabile
domanda seguente di Harry, era se l’uomo fosse un’idiota, qualcosa che gli
altri non approvavano precisamente. Fortunatamente, non sembrava che quello
fosse probabile, o l’uomo avrebbe risposto ormai.
Harry elevò un
sopracciglio. “Bene?” Chiese lui.
La bocca di
Fudge si mosse, e tutti spostarono gli occhi sopra di lui per guardare le
parole schiaccianti ‘No, chiaramente no’, scritto
sopra di lui.
“Ha mai,
volentieri, sostenuto Voldemort?”Scavò più profondo Harry.
Fudge sfolgorò.
“Credo di aver già detto di no”, disse adiratamente
l’uomo. “Creda quello che desidera, ancora non ha risposto alla domanda”, disse
duramente Harry. “Tutto quello che voglio, sono un si
o un no; ha mai sostenuto, volentieri, Voldemort?”
“Sig. Potter, qualunque cosa che lei sta insinuando—”
L’uomo venne interrotto dal mago che pressoché lo aveva difeso più
prima. “Ministro, per favore, risponda alla domanda.”
Fudge si girò,
vedendo che tutti i reporter lo fissavano e immediatamente
mise su la sua faccia pubblica. Finalmente, questa volta, sembrò capire che
qualcosa non andava, anche se la penna continuò a scrivere sulla sua testa. ‘No, io non ho mai sostenuto volentieri Voldemort.’
“Perché non stavo parlando?” Chiese, quasi sorpreso di
sentire le parole che escono dalla sua bocca.
“C’è un
incantesimo su questa stanza”, spiegò Harry, tendendo la verità un poco,
siccome non desiderava spiegare che l’incantesimo era più su lui che la stanza.
“Nessuno può dire una bugia qui.”
“Quello è
illegale!” Gridò Fudge. “Io non ho approvato questo!”
“Mi spiace,
Ministro, ma controllai le regole, e altrettanto
faceva Lu…il sig. Malfoy. Ci sono regole contro
incantesimi che si usano per costringere qualcuno a dire
la verità, ma nessuna contro incantesimi che impediscono solo di dire una
bugia. Se lei non desidera rispondere, non c’è nulla o
nessuno che può farla rispondere. Ma se lei risponde e vuole che le parole
escano per davvero dalla sua bocca, deve dire la
verità.”
Harry si girò
verso i reporter. “Per favore, si senta libero per
chiedere al Ministro alcune domande che è probabile
che potete avere. Comunque, a causa del tipo di incantesimo,
è più probabile che riceviate risposte aderenti se chiedete domande a cui si
possa rispondere con si o no.” Poi indicò una strega che stava sventolando la
sua mano in aria.
“Ministro Fudge,
fabbricò specificamente alcune leggi per Lei-sa-chi?”
Chiese ansiosamente.
Prese un
momento, ma finalmente lui disse “No.” Tutti
sembrarono sorpresi.
Harry sospirò. “ministro Fudge, fece alcune leggi specificatamente per
Voldemort o Tom Riddle?”
Fudge aprì la bocca, ma nulla uscì e ‘No’ fu scritto in lettre alte sopra
la sua testa.
Harry guardò di
nuovo ai reporter. “Dovete essere specifici, e questo
intende usando Voldemort, Tom Riddle o ambo. Tu-sai-chi
potrebbe essere chiunque, come Lui-che-non-deve-essere-nominato
ed il Lord Oscuro.”
Fudge sfolgorò
al giovane. “Non devo restare qui e accettare tale insubordinazione!” Gridò.
“Nessuna di
queste persone lavora per lei. Almeno lo spero. Perciò non stiamo essendo
insubordinati, o traditori, ma solo cercando la verità da un ufficiale eletto, com’è
nostro diritto come esseri umani.” Disse Hermione,
alzandosi.
Fudge si stese
alla sua(minima) altezza. “Io sono il Ministro per la Magia.”
“Ma lei non è Dio…nessuno di loro, davvero”, alzò la voce
Blaise.
“Posso spedirvi
tutti ad Azkaban per questo!”
“Bene, questo è
interessante”, mormorò Draco, abbastanza rumorosamente perché gli altri potessero
sentire. “E’ riuscito a dirlo. Quale vuol dire che lui
crede che sia vero. Mi fa chiedermi quanti *altre* persone lui ha spedito ad
Azkaban solo per non esser d’accordo con lui, vero?”
Mormorii stavano
venendo da tutti i lati della stanza.
Draco diede uno
sguardo allo specchio che stava contenendo, per trovarlo vuoto. Aveva il sentimento
che conosceva dove i due maghi stavano andando. O
quello che stava arrivando?
“Può?” Chiese
con voce tremante una strega.
“Non si
preoccupi di lui”, disse cercando di confortarla Harry. “E’ probabile che sia
capace di far sparire una o due persone, ma
venticinque reporter, e da così tanti giornali diversi? Per non menzionare me
ed i miei amici? Quello è oltre anche il suo scopo, credo.”
“Credi davvero?”
Addentò Fudge. Poi, l’uomo pigiò una spilla sul risvolto del suo abito, e la
stanza cominciò a riempirsi d’Auror. “Arrestateli tutti!” Ordinò.
La porta alla
fronte della stanza scoppiò aperta come Lucius malfoy e Severus Snape entrarono
come se possedessero il luogo.
“Voglio poterlo
fare anch’io”, uggiolò Draco quietamente agli amici.
“Forse quando
crescerai”, disse con finto conforto Blaise.
La matura
risposta di Draco era il conficcarsi fuori della lingua. Dopo, naturalmente,assicurandosi che
nessuno dei reporter o Weasley e Granger potessero vedere. Aspetti erano,
dopotutto, tutto.
“Arrestateli”,
ordinò Fudge, aguzzando ai due uomini, specialmente quello che sembrava sempre
migliore che lui. Era il suo capo! Malfoy non aveva diritto di sembrare
migliore di lui, o riceva più rispetto che lui.
Lucius era alla fronte
della stanza, richiamando tutta l’attenzione su di se come Severus corse verso
i ragazzi. “Cosa pensa di star facendo, Fudge?” Chiese
Lucius facendo le fusa.
Harry nonaveva spostato gli
occhi dal suo innamorato da quando era entrato e lo smeraldo verde scurì come
il ragazzo sentì quel tono di voce.
Fudge sembrava
aver dimenticato tutto a parte l’uomo di fronte a se. “Lei sta andando via”, ringhiò
lui. “Nessuno le parlerà mai di nuovo. Forse, considerando il suo passato, è
probabile che il Bacio sia la migliore scelta per lei.”
Uggiolare di
rabbia e rifiuto vennero dalla maggior parte dei reporter.
C’erano stati
tempi in cui loro avevano odiato malfoy Sr, e tempi che lo avevano temuto, ma
lui *era* un eroe della lotta contro Voldemort, Harry Potter aveva detto così.
Improvvisamente,
il potere venne sentito. Ognuno che lo senti si girò dove erano in piedi Harry Potter, Draco Malfoy
e Severus Snape, per trovarli con le loro bacchette alzate. In una voce così
sincronizzata da essere impossibile per riconoscere uno dall’altro,
esclamarono: “Immobulus!”
Tutti si
gelarono.
L’incantesimo
che immobilizza era stato scelto attentamente. Non
assordava completamente le persone, così che non sapevano quello che stava
accadendo circa loro, o li lega così ermeticamente che
non un muscolo poteva muoversi. Li conteneva solo. Le loro bocche potevano
muoversi e comprendere quello che stava seguendo circa loro, ma resi
efficacemente innocui.
Harry si mosse
verso il capo degli Auror. “E’ fedele a Fudge o il mondo magico?”
“Il mondo
magico”, l’Auror disse immediatamente. “Perché sta
facendo questo, sig. Potter?”
“Forse perché
Fudge ammise, di fronte a tutti, la cui maggior parte
sono reporter, che lui era un sostenitore di Voldemort? Poi minacciò di
spedirci tutti ad Azkaban senza beneficio di una prova. Sembrava abbastanza
sicuro potesse farlo.”
“Forse, lei ha capito male?” Chiese l’Auror.
Harry elevò un
sopracciglio. “Nessuno in questa stanza è, attualmente,
capace di dire una bugia. Mi permetta di dedurre in chi si può aver fiducia, e
poi la mostrerò quello che voglio dire.” Harry camminò
degli Auror e a turno, fece la stessa domanda che aveva chiesto al loro leader. Poteva vedere il loro capo arrabbiarsi come
pressoché un quarto di loro era incapace di ammettere che la lealtà al mondo
magico era più importante della lealtà al Ministro. Normalmente, la lealtà non
s’importerebbe, si capiva che la lealtà ad uno era la lealtà
all’altro. Comunque, se Potter aveva ragione circa le fedeltà di Fudge, loro
stavano servendo tutti la persona sbagliata.
Harry guardò
all’immobile Fudge. “Questo sarebbe molto più facile se noi potessimo dargli
del Veritaserum”, mormorò lui.
“Perché non lo fa?” Chiese l’Auror. “Con quello che ha già scoperto, tutto quello che bisogna sono due alti
funzionari del Ministero, e io credo che uno entrò con lei.”
“E mio papà può essere l’altro”, suggerì Ron.
“Buona scelta”,
ammise Draco. “Considerando come i nostri padri sentono l’un dell’altro, non ci
sarà nessun suggerimento di collusione tra i due di loro.”
“Come voi due?”
Disse una strega. “Voi due sembrate ottenere abbastanza bene.”
L’occhiataccia che venne dai due ragazzi, era abbastanza calda per squagliare l’acciaio. “O forse
no”, bisbigliò. Poi, desiderò di potersi nascondere tra le ombre.
“cercate di essere belli”, li avvertì Timo.
“O cosa?” Disse beffardamente Draco.
“ O noi, vi chiuderemo insieme in una stanza per una
settimana”, rispose Devile con voce dura. Tutti lo guardarono con facce
scioccate. Solo Timo sorrise felicemente.
“Sfortunatamente”,
disse ad alta voce Lucius. “Non possiamo dare al Ministro il Veritaserum qui ed ora. E’ contro la legge per farlo in un
luogo pubblico come questo. Specialmente con qualcuno di così alta
classificazione, oltre ad avere importanti segreti su Voldemort.”
Harry accennò
col capo la sua comprensione e si rivolse di nuovo al leader
degli Auror. “Può metterlo sotto arresto e confinarlo in una cella, in qualche
luogo, finché il sig. Malfoy ed il sig. Weasley possono occuparsi di lui?”
Chiese.
“Certamente”, si
disse d’accordo l’Auror, senza esitazione.
Harry si
avvicinò e lo toccò, liberandolo dall’incantesimo.
Uno alla volta, lui e Draco riaffermarono la lealtà degli Auror.
Quelli che non avevano ammesso la lealtà per Fudge, furono
liberati. Questi presero gli altri e con Fudge e Lucius in rimorchi,
lasciarono la stanza.
“Bene”, Harry
disse, mentre liberarono i reporter e i suoi amici, “Questo, non era
completamente quello che stavo aspettandomi.”
Molti reporter risero, e non c’era più di un tocco d’isterismo in
quelle risate.
“Da quando non otterremo altre
risposte da quella fonte per un po’, alcune domande?” Chiese lui, sedendosi.
Sembrava che le cose continuassero a porre delle sorprese, ma in generale,
stava andando bene. Conquistare il mondo, tuttavia, era faticoso. Harry era
contento di poter affidare tutto questo a Lucius, quando era
fatto.
“Il sig. Potter, sa come il
Ministro sia giunto qui al momento perfetto?” Una
strega in abito turchese, chiese.
“*Sapere*? No, non lo so. Posso
fare una supposizione, però. Se dovessi cercare
d’indovinare, credo che il sig. Malfoy ed il professore, avevano qualche cosa a
che fare con lui”, disse accennando col capo verso il professore di pozioni.
“Mi sta dicendo, sig. Potter che
lei sia capace di creare un’ipotesi fondata?” La voce di Severus stava
tagliando, ma non sembrava infastidire per niente il destinatario. “Non è
un’abilità che lei sembra abbia mai usato nel suo compito in classe, dopo tutto.”
Harry sporse le labbra. “Lo
faccio, solo non l’uso mai in pozioni, perché poi lei vorrà sperimentare il mio
livello di competenza. Quale”, ammise il giovane ai reporter,
“non è, realmente, molto alto in pozioni. Tuttavia, sono riuscito ad
ottenere un complimento da lui. Mi disse che non ero
un idiota completamente incompetente. Non era bello da parte sua?”
“Io *non* sono bello”, ringhiò
severus.
Ancora una volta, tutti risero, i
più giovani un poco più nervosamente che quelli che non avevano mai avuto Snape
come un professore.
“Sig. Snape”, disse uno dal medio
del gruppo. “Come accadde?”
“Che
cosa, precisamente, sig. Torenze? Forse come passò la
mia classe? Quello, è qualcosa che mi sono chiesto. Come Potter ha mostrato di
possedere alcuna competenza? Ero sorpreso come lei.
Come abbiamo distrutto Voldemort? Credo che Potter l’ha
spiegato, al meglio della sua limitata abilità in ogni caso. Come noi ci
assicurammo che Fudge si presentò a quel momento esatto? Dovrebbe chiedere a
Lucius, credo che aveva qualcosa a che fare con le
loro posizioni alte nel Ministero.”
“Sig. Potter”, una strega si alzò
e sorrise. “Come era la sua festa di compleanno?”
Harry sorrise. “Era meraviglioso.
A causa della preoccupazione circa Voldemort, non ho mai avuto qualsiasi amico
con me durante il mio compleanno fin da quando avviai
Hogwarts.” E non aveva mai avuto qualsiasi amico prima,
che però lui non disse. “Ed essere capace di avere insieme le persone a me
importanti, specialmente nel mio sedicesimo compleanno, era incredibile.”
“Sig. Potter”, si alzò un più
vecchio mago. “Avevo capito che lei e il giovane sig. Malfoy, foste nemici. Il
professor Snape e lei, non sembravate ottenere molto bene insieme, almeno non
abbastanza per lavorare insieme. Come cambiò tutto?”
“Detenzioni”, gemette Harry.
“Destino e molte detenzioni. Draco stava lavorando come l’apprendista di Snape,
e se il direttore non aveva richiesto la presenza del professore a Hogwarts questa estate, ora starebbe lavorando con lui come ogni
estate. Dopo la terza detenzione, abbiamo cominciato a parlare. Dopo quello, non prese molto per comprendere che noi avevamo preconcetti
sull’altro; preconcetti che non avevano reale verità in loro. Come per Snape…”
Lui guardo al professore che lo stava osservando attentamente, poi ghignò ai reporter. “Desiderando di non diventare una cavia
per pozioni nuove, richiede che io non rispondo a tale domanda.”
Risate soffocate, ancora una
volta, abbondarono.
Un altro mago stette in piedi.
“Sapeva, venendo qua, cosa stava per accadere con Fudge?”
“Se lo *sapevo*?” Disse pensierosamente Harry. “No, non lo sapevo,
comunque, considerai la possibilità, anche sperato in essa.
E’ stato ovvio per un tempo, che c’era qualcosa di sbagliato nel modo in cui
Fudge dirigeva il Ministero e la guerra. Volevo chiedergli se stesse lavorando
per Voldemort, ma non n’ebbi mai l’opportunità. Non mi aspettavo che il sig.
Malfoy trovasse un modo per spedirlo qui. Mi aspettavo di o vederlo entrare
tempestando e richiedendo di sapere dove ero stato e quello che avevo fatto, o
dover chiedere un dibattito. Io misi l’incantesimo di verità come ‘solo in caso
che’.”
Una strega vestita di rosa si
alzò. “Sig. Potter? Ha qualcuno…speciale?”
Tutti si girarono a guardarla.
Harry batté le palpebre in confusione. Da dove era venuta quella domanda? Harry
comprese che, la donna stava aspettando la risposta. “Umm…Non
so quello che a che fare con ciò di cui stiamo parlando, ma si,
l’ho, e questo è tutto quello che dirò circa quello.”
Lei aprì la bocca per parlare, ma
harry alzò la mano prima che poté dire qualsiasi cosa. “Quello è *tutto* quello
che dirò”, ripeté lui.
Lei accennò col capo la sua
accettazione e si sedette di nuovo.
Un’altra strega, vestita in maniera più conservativamente in un blu scuro, si alzò in
piedi. “Sig. Weasley, crede che suo padre correrà per il posto di Ministro, ora
che Fudge sta per esser preso in giù?”
Ron si alzò in piedi. “No,
signora, non lo credo. Quando parlammo del fatto che
fosse probabile che Fudge fosse accusato, dato che non avevamo presunto che
fosse arrestato, pensai la stessa cosa. Comunque, dopo aver
parlato con Harry e mio padre, compresi che era qualcosa che non desiderava.
E’ probabile che gliel’augurerei, ma lui, non se lo
augura.”
“Quindi,
chi vedrebbe, in quel posto?” Chiese la strega.
Ron aprì la bocca e poi la richiuse, per non venir preso con una bugia, non volendo
dire, semplicemente, quello che lui sapeva esser la verità. Sospirò. “Malfoy”,
disse finalmente, trascinando la parola fuori.
“Non sembra troppo felice con
quel pensiero”, lo pungolò la strega.
“Heh,
Non lo sono.” Ammise facilmente Ron. “Non vuol dire
che non sia vero. Non sarò mai realmente amico con un Malfoy. Comunque, Harry
ha fiducia in loro, ed io ho fiducia in lui. Penso che
Malfoy potrebbe fare il lavoro,*e*
non gli permetta di diventare una…bene, una caccia alle streghe. Ci sono molti
cambi che hanno bisogno di esser fatti, lo ammetto.
Penso che Malfoy è…” Pressoché sporse le labbra, non
volendo dire questo. “Capace di fare quello che è necessario. Anche mio padre
doveva ammetterlo questo…bene, qualcosa del genere.”
“Qualcosa del genere?” Chiese la
strega.
“Stavamo
esaminando l’incantesimo di verità”, spiegò Harry per il suo amico.
“Quando chiedemmo al sig. Weasley se volesse il lavoro
per se, non poteva dire di si, e finalmente, ammise che non lo voleva. Il sig.
Weasley non *vuole* Malfoy come Ministro, ma era incapace di sostenere che non
avrebbe fatto bene il lavoro.”
“Ha parlato con Malfoy della
posizione?” Chiese un altro.
“Si”, ammise Harry. “Gli assicurai
che lo avrei sostenuto, con la comprensione che c’erano i certi cambi da fare.”
“Lei è solo
un adolescente”, disse un mago, nascondendosi dietro al suo amico reporter.
“Si, lo
sono”, Harry osservò i presenti. “E se un adolescente può vedere che ci sono
cose sbagliate, il resto del mondo magico, dovrebbe esserne altrettanto capace.”
“Sei solo
egoista”, lo rinfacciò Blaise.
“Non lo è!” Ritorse
immediatamente Ron. “Solo perché i cambi che lui vuole potrebbero aiutare il
Professor Lupin o avrebbero aiutato il suo padrino, non lo fa diventare un egoista.”
“Io penso che loro siano semplice senso comune”, informò loro tutti Hermione.
“Lei può”, gemette Ron.
“Non sei d’accordo?” Chiese
Harry.
“No”, concedè Ron. “Lei ha ragione, è solo—”
Harry l’interruppe. “E’ probabile
che tu voglia pensare bene a quello che stai volendo dire”, Harry sapeva che se
Ron continuasse con quello che stava pensando, lui e Hermione finirebbero in una terrificante lotta, e quello sarebbe
catastrofico per la loro relazione, dato che erano nel medio di una dozzina di
reporter. Lotte simili, dovrebbero esser private.
Ron lo guardò. “Quello non aveva
senso, amico.”
“Vuol dire, chiudi la tua bocca
prima che tu dica alla tua ragazza qualcosa di cui ti pentirai gravemente”, gli
disse Draco.
“Ehi, lui mi ha appena insultato,
non lo colpirete?” Uggiolò Ron.
“Quello non era un insulto, ma
solo un’asserzione di fatto”, l’informò Timo.
“Stai comportandoti come un
idiota, Ron”, bisbigliò Hermione. “A cuccia!”
“Sono sempre così?” Chiese,
interessata, una strega.
Harry ridacchiò. “Penso che lo sfumarono
un poco a causa del fatto di tutti gli estranei presenti”, rispose calmo. “Ma
adunate del nostro gruppo, possono essere molto…interessanti.”
“Specialmente per chiunque accada
di camminare all’improvviso in loro”, mormorò Snape, acidamente.
Ogni adolescente nella stanza,
scoppiò a ridere, ricordando come l’uomo, l’incidente in questione.
Harry guardò ai reporter. “Altre domande, prima che loro comincino
realmente?”
“Quali sono i cambi di cui
stavano parlando?” Uno dei maghi chiese.
“Ci sono molti cambi che,
personalmente, penso dovrebbero venir fatti, ma per ora, sono interessato
principalmente in due”, ammise Harry. “Primo, che nessun essere senziente possa
venir discriminato finché non danneggino creature
umane. Per esempio, Remus Lupin, che divenne un licantropo senza nessuna colpa
propria, e fece in modo di assicurarsi che non danneggiasse nessuno. O si chiude via, o c’è la pozione di Wolfbane.
Non ha mai fatto male ad un’anima, ed ancora è discriminato,
non solo dalle persone, ma anche dalle leggi. Non gli è permesso di sposarsi,
avere bambini, e difficilmente trova un lavoro e se qualcuno l’uccidesse, non sarebbe considerato neppure un assassinio! Considerato che
lui è uno delle più gentili, amabili persone che io abbia mai incontrato, non
menzioniamo il più buon professore di Difesa contro le arti oscure che noi abbiamo
mai avuto…quello è solo sbagliato. E non dite che è una creatura oscura. Non lo avete neppure mai
incontrato!”
“La seconda cosa è che *nessuno*
può essere spedito ad Azkaban o alcun’altra prigione,
o qualsiasi cosa come quello, senza una prova. Abbiamo pozioni di verità,
incantesimi di verità, non c’è nessuna ragione per cui
persone innocenti dovrebbero essere spediti in carcere, quando è così semplice
provare che non lo facevano! Tutti voi dovreste rendervi conto di questo! Se Fudge avesse trovato il suo modo, tutti noi saremmo stati
portati ad Azkaban, e senza che noi potessimo fare una sola cosa. E si, forse sono egoista. Se leggi
come queste fossero state fatte, il mio padrino non avrebbe mai passato dodici
anni in prigione. E’ probabile che Pettigrew non avrebbe riesumato
Voldemort, Remus non dovrebbe preoccuparsi da dove verrebbe il suo prossimo pasto.”
C’erano persone che accennavano
col capo per tutta la stanza.
Quello, aveva senso, ed era buono
che lui stesse tentando di prendersi cura dei suoi amici.
Harry si alzò. “Bene, se non ci
sono più domande, è ora di ritornare a casa. Tutti voi dovete riportare tutte
quelle storie, prima che qualcun altro lo faccia, no?”Harry sorrise furbamente
come metà del gruppo cominciò a correre verso la
porta. Harry ritornò vicino ai suoi amici ed insegnante, ed insieme si
diressero verso la stanza nella quale erano arrivati. Appena
erano da soli, Harry si lasciò cadere al pavimento e contenne la testa sulle
ginocchia.
“Tutto bene?” Chiese Severus,
inginocchiandosi vicino al ragazzo.
“Non dovrò farlo di nuovo presto,
vero?” Uggiolò Harry.
“Sei stato meraviglioso”, gli
disse Hermione, sull’altro lato.
“Grazie, ma odio dover parlare di
fronte a persone in quel modo”, disse piano.
“Non l’avrei mai detto”, lo
confortò Draco. “Sembrava qualcosa che facevi abitualmente. Anche se hai cambiato
un piccolo il copione.”
“Appena
sembrava lavorare meglio così.” Spiegò Harry. “Inoltre, non mi ero reso conto
di quante informazioni sbagliate Dumbledore aveva rilasciato.”
Lui si guardò attorno. “Perché non mi avete mai detto
nulla?”
“Non ricordi che non volevi mai
parlare di quello che accadde?” Disse Ron. “Abbiamo tentato una o due volte, ma
dopo aver ricevuto dei ringhi, abbandonammo, figurando che doveva esser stato
davvero cattivo per farti reagire così, e che se necessario, ci cercheresti.”
“Un bando?” Si chiese
pensierosamente Harry, guardando alla sua figura paterna.
“Forse”, contemplò Snape.
“Spiegherebbe perché neanche Lucius sembrasse curare di quello che fu detto. Considerando che era la sua reputazione, fra
l’atro, era molto improbabile.”
“Forse, che si doveva affievolire
dopo un certo ammontare di tempo, abbastanza che la maggior parte delle persone
non chiederebbe su ciò che accadde?” Si chiese Draco.
“Quello, non ha molto senso”,
intervenne Hermione. “Dato che a loro non fu permesso di parlare con Harry mentre era a Hogwarts, era più probabile che
tentassero di contattarlo sull’interruzione estiva.”
“Si, ma io non avevo qualsiasi
cosa a che fare col mondo magico sull’estate, solitamente”, le ricordo Harry.
“Normalmente io starei chiuso nella mia stanza tutta l’estate.”
“Senza menzionare quello che
accadde a Hogsmeade, era per spingerla completamente via dal mondo magico. Non avresti rischiato tale follia, di nuovo”, considerò Snape.
“Si, ma quello non poteva venir
previsto”, indicò Blaise.
“Per quello che noi sappiamo”,
disse lentamente Draco, “in ogni modo.”
“Tutti gli Slytherin sono
paranoici come voi due?” Si lagnò Ron.
“E’ parte del loro fascino”, gli
disse tranquillamente Neville.
Harry rise e si alzò, sembrando
migliore. “Voglio ringraziarvi per essere qui”, disse quietamente. “Vuol dire
molto per me, e io non potevo farlo senza il vostro appoggio.”
“In quale altro posto saremmo?”
Disse calma Hermione.
Abbracci furono dati, insieme a
promesse di mandare gufi e vedersi presto l’un l’altro.
Finalmente, Harry, Severus e Draco usarono il portkey dell’emblema di Draco per
prendere tutti tre indietro al Feudo dei Malfoy.
Harry osservò attorno. “Pensate
che Lucius sia a casa? IO potrei usare un coccolamento.”
“Lo dubito seriamente”, gli disse
Draco. “E’ probabile che sia occupato per parecchio tempo a trattare con la
confusione di Fudge.”
Harry sporse le labbra.
“Dannazione. Avrei dovuto dare il mondo a qualcun altro.”
I tre consumarono una piacevole
cena, rovinata dal solo fatto che erano solo loro tre. Harry aspettò alzato
fino a mezzanotte ma Lucius non rientrò.
Harry era preoccupato. Era
accaduto qualcosa? Forse Fudge aveva amici che l’avevano tolto agli Auror.
Forse, qualcuno si era opposto, con violenza, a quello che stava accadendo.
Come poteva saperlo Lui? Harry aveva pensato a chiamare con lo specchio, ma
come imparò, per farlo doveva conoscere non solo il segnale di chiamata dello
specchio per il quale stavi tentando, ma anche quello dello specchio più grande
su cui era collegato. Pensò di chiedere a Draco, ma
finalmente decise di andare a letto.
La mattina dopo, a colazione,
erano ancora solo loro tre. Harry parlò agli altri due, ma
nessuno di loro sembrava preoccupato.
“Qualche volta, rimane preso dal
suo lavoro”, disse Draco. Il biondo chiamò uno degli elfi di casa a pacificare
il ragazzo preoccupato, che riportò che il sig. Malfoy era rientrato circa
all’una della mattina ed andato via di nuovo alle sei.
Draco e Harry passarono la
maggior parte del giorno nel laboratorio schermato col loro insegnante. Draco
stava lavorando su di una pozione nuova, mentre Harry stava lavorando sul fascino
di memoria di cui Lucius gli aveva parlato. Lo Slytherin si era un poco lagnato
al fatto che Harry conoscesse il Sacro Segreto di Slytherin, ma aggiunse altri
fascini che pensava dovesse conoscere oltre a quello.
Quando il discorso venne su Calami Auto Scriventi,
Harry si chiese se c’era un modo per fargli scrivere solo la verità. C’era dopo
tutto, quelli che potevano scrivere bugie, leggere le
labbra, scrivere su aria, perché non uno che scriva la verità? Severus pensò
che era una proposta interessante, e ne fece un compito
per i due studenti. Gli disse anche per pensare a creare un libro o una
pergamena in cui solo la verità potesse essere
scritta, che sarebbe utile per cose come partitari di conto o libri di storia,
o anche per rapporti da parte di impiegati ai loro capi.
“Giornali”, sospirò Harry. “Solo
immagina se i giornali fossero scritti su carta
simile?”
“Finisci di sognare”, disse
ridendo Draco. “Se i giornali dicessero solamente la
verità, probabilmente andrebbero in fallimento.”
Il giorno passò rapidamente, e non fu che a cena che i tre avevano tempo libero per
guardare i giornali e periodici assortiti che erano stati consegnati durante il
giorno. La metà dei giornali trattavano principalmente
con la verità dietro la sconfitta di Voldemort, mentre l’altra metà si occupava
delle ripercussioni del fatto che il Ministro della Magia fosse un sostenitore
della causa di Voldemort, e che cosa quello significasse per il mondo magico
nell’insieme. Una coppia era più interessato nel fatto
che Harry aveva un innamorato e non ne parlerebbe con nessuno.
Dalla durata in cui Harry andò a
letto, alle 1:00, non c’erano ancora segnali di
Lucius.
I prossimi giorni seguirono lo
stesso modello. Non una volta Lucius fu visto,
ritornando di mattina presto ed andandosene dopo solo alcune ore. Se non fosse
stato per i giornali, non avrebbero avuto alcuna idea
di ciò che stava succedendo. Ora, Lucius, stava agendo come Ministro, e continuerebbe fino a che un vero potesse esser eletto, una
volta o l’altra nel prossimo mese. Già aveva cominciato con i cambi, superando
ogni ufficio del ministero, assicurandosi della lealtà e controllando la
gestione burocratica. Anche se era quello che aveva
voluto Harry, stava cominciando a vedere che la realtà del fatto che il suo
innamorato che faceva il lavoro, era molto lontana da quella che si era
aspettato.
Draco e Severus notarono che
stava diventando sempre più tranquillo, più depresso, come passavano i giorni,
e sperimentarono il loro meglio per consolarlo, o almeno trovare la sua mente
via da lui.
“Dobbiamo fare qualcosa”, la voce
di Draco si sentì chiaramente attraverso la porta da dove stava in piedi Harry.
“E cosa
suggerisci, precisamente?” La voce di Snape era altrettanto chiara.
“Colpendo mio padre?” Suggerì
Draco. “Lo merita.”
“Anche
se sono certamente d’accordo con tale sentimento, non sono sicuro che sia la
miglior soluzione al problema”, la voce di Severus era secca.
“Cosa,
allora?” Addentò Draco. “Io ho portato Harry qui perché fece
lo scivolone di dire che stava considerando il suicidio! Ed
ora, si sta deprimendo nuovamente!”
“Lui ha detto cosa?!” Ruggì Severus.
“Pensando di uccidersi”, disse di
nuovo Draco. “Era dopo Hogsmeade e dopo che gli venne
detto che doveva ritornare dai suoi parenti per l’estate. E
noi, non notammo nemmeno come stava diventando depresso!”
“Perché
non mi hai detto nulla?” Ringhiò Severus, adirato e ferito.
“Perché
eri occupato”, spiegò Draco.
“Occupato? Io non sono *mai*
troppo occupato per lui! Mai!”
Harry abbassò gli occhi ed
avvolse le braccia attorno a se.
Non aveva mai
voluto far male ai sentimenti di Severus, era solo sembrata la cosa
corretta a quel momento. Sembrava come non potesse fare nulla giusto,
ultimamente.
La scomparsa di Lucius, intendeva
solo due cose, per il giovane in dolore. O lui aveva
avuto quello che voleva e stava dicendogli di andarsene, o davvero era pessimo
alla roba di sesso, e Lucius stava dandogli il benservito.
Quelle, erano le uniche due
ragioni alle quali potesse pensare, ed entrambe
facevano male, molto male.
Harry entrò nella stanza. Uno
sguardo alla sua faccia mostrò che aveva sentito tutto. Severus si avvicinò
immediatamente.
“Razza di ragazzo *stupido*!” L’afferrò le spalle di Harry e lo scosse
bruscamente. “Come potevi anche solo *pensare* a una
cosa simile?” E lo tirò in un abbraccio disperato. “Come potevi pensare a
lasciarmi in un modo simile? Per non menzionare tutti i tuoi altri amici.” Lo allontanò abbastanza da guardarlo in faccia. “Puoi
*sempre* venire da me. Pensavo che lo sapessi.”
“Lo sapevo, Severus. Lo so.
Davvero. Solo…Sapevo com’eri infelice a causa di quello che stava facendo
Dumbledore, e non volevo che ti sentissi alcun peggiore.”
Disse piano Harry.
“E non
pensi che trovandoti morto, la mattina, probabilmente dalla tua stessa mano,
non mi avrebbe ferito molto peggio?” Chiese Severus.
“Ma non
l’ho fatto!” Harry stava iniziando ad arrabbiarsi. “IO ho *maneggiato* la cosa!
Quando iniziai a pensare di farlo, precipitando dai
miei voli, smisi di volare. Non sono mai andato più lontano di quello. E quando
è diventato davvero cattivo…sono venuto a cercarti.”
Harry alzò lo sguardo, con
lacrime nei suoi occhi che rifiutava di lasciar scendere. “Ricordi quando mi presentavo nelle tue stanze e mi sedevo nella mia sedia
favorita? Non dicevo nulla, non n’avevo bisogno, solo essere lì, sapendo che tu
ti preoccupavi di me. Era abbastanza.”
“Ancora mi avresti dovuto
parlare”, disse Severus. “Sai che puoi sempre parlarmi di qualsiasi cosa,vero?”
“Si, Sev, lo so. Davvero.” Harry
abbracciò più forte il più vecchio uomo e si alzò in piedi, crogiolandosi nel
sentimento di esser contenuto da qualcuno che
realmente si preoccupò di lui. Era diverso dal sentimento che provava, quando
era nelle braccia di Lucius, nessun brivido di stimolazione o attrazione, solo
un caldo sentimento di trovarsi a casa.
Draco, appena
sorrise, mentre li guardò. Forse, non era cattivo come aveva pensato.
Sei ore dopo, la pensò
diversamente. “Perché ha bisogno che ritorni indietro
a Hogwarts ora?” Draco stava arrabbiandosi.
“Sono stato qui una settimana”,
gli ricordò Severus. “Quello era tutto il tempo che Dumbledore mi ha dato.”
“Ma noi
abbiamo bisogno di te qui!”
“Draco”, disse calmo Harry. “Va
bene, davvero. Ho già promesso che non farò qualsiasi cosa per farmi male. Onestamente, non voglio farlo. Io sono ferito, sono infelice, e la verità è che, sono realmente
incazzato, ma davvero non sono depresso. Rivedremo Sev in tre settimane, quando
torniamo a scuola.”
“Posso ancora dire
che non mi piace questo?” Ringhiò Draco.
“Oh si”, si disse immediatamente
d’accordo Harry. “Neppure io sono molto felice con lui. Voglio passare più
tempo con Severus. Tu hai passato l’intera ultima estate con lui, ed io invece
non ho ottenuto quasi nulla”, disse lui, sporgendo le labbra. “Ed è la mia figura paterna!”
Il resto della notte fu speso a
parlare quietamente. Finalmente, dopo cena, Severus dovette andare via. Harry
promise di spedire spesso dei gufi, come faceva Draco.
Dopo che lui andò via, i due
ragazzi si sedettero di nuovo. “Draco, so che sei preoccupato per me, ma non
c’è nessuna ragione per esserlo. Te l’ho detto prima, che essere Jade aiuta,
quello è ancora vero. C’è una cosa che potresti fare, per me, però.”
“Cos’è?” Chiese Draco.
“Trovami nella stanza di tuo
padre, stasera”, gli disse Harry. “IO ho bisogno di parlargli, e quello sembra
essere l’unico luogo in cui può essere trovato ultimamente.”
“Ohh”,
sbirciò Draco. “Solo parlargli?”
“Si, Draco, solo parlargli. Bene,
a meno che lui abbia delle ragioni veramente buone per
il suo modo di agire.”
“Cosa,
se non ne ha?” Chiese seriamente Draco.
Harry si alzò. “Poi, me ne andrò via la mattina”, rispose lui calmo, prima di
camminare fuori della stanza.
Draco si alzò e si diresse verso
lo specchio quando Harry mise di nuovo la sua testa
dentro. “Oh, e per favore, non gli dire nulla su questo. Voglio reazioni
oneste, non preavvisate.”
Ore sette, la mattina seguente.
Draco si diresse verso la stanza di suo padre e sbirciò dentro. Vuota. Era una
cosa buona o cattiva? Draco si mosse verso la stanza di Harry, e scoprì rapidamente
la verità, che era cioè una cattiva cosa. Harry stava
facendo le valige.
“Cosa ha
detto?” Chiese Draco.
“Nulla”, ringhiò Harry. “Non si è
mai presentato.” Harry mise l’ultimo degli abiti di Jade nella valigia e stette
in piedi, fissando la sua scatola dei gioielli.
“Forse, è stato
trattenuto”, suggerì Draco.
“Sono sicuro che sia così, ogni
notte”, disse furiosamente Harry, “per tutta la settimana.”
Si girò a guardare Draco, un poco triste ma molto adirato. “Se
lui vuole che me ne vada, doveva solo dirmelo. Il fatto di ignorarmi finché ho
capito il ritratto, mi fa male.”
“Sono sicuro che non è quello che
sta facendo”, tentò di spiegare il suo comportamento Draco, anche se non lo
capì realmente. “Non devi realmente andare via, lo sai.”
Harry accennò col capo. “Non posso
stare, se non mi vuole qui. Mi spiace.”
“Io voglio che tu resti qui”,
disse Draco.
“Lo so”, disse calmo Harry. “Ma
*anche lui* deve volermi qui, e non penso che sia così.”
“Si, lui lo vuole. Voi due siete voluti dire essere insieme, posso vederlo chiaramente,
anche Severus può vederlo; tu e Lucius potete vederlo.”
“Dopo tre anni con la Trelawny, se c’è una cosa che ho dedotto, è che *vedere*
non intende nulla. La verità, di quello che è accaduto è che, una volta che
Lucius ha trovato quello che voleva, mi ha lasciato cadere come se mi fossi
trasformato in una patata bollente.”
“Non è così”, disputò Draco. “Mio
padre non farebbe mai una cosa simile a te.”
“Vorrei poterti crederlo”,
bisbigliò Harry.
“Guarda, permettimi di chiamarlo
per venire qui, così che potete parlare”, suggerì
Draco.
“Se lui
vuole vedermi e spiegarsi, dovrà trovarmi”, disputò Harry. “Non mi nasconderò, porterò il mio emblema portkey con me per una
settimana. Se lui non si è presentato, lo spedirò di
nuovo. Tu, non fare qualsiasi cosa, non dirgli che me
ne sono andato, non dargli neppure il minimo suggerimento, nulla. Voglio sapere
quanto tempo gli ci vuole per scoprire che me ne sono
andato. Vedrò se posso stare con Jeri.”
Draco accennò col capo. “Se lui non lo fa, farò la sua vita un inferno vivente”,
disse Draco pericolosamente.
“Vai con lui, fratello”, Harry
sorrise, per la prima volta nella giornata.
“Prendi i gioielli, appartengono
a te”, gli disse Draco. “Ed è meglio che tu mi
spedisca un gufo, ogni giorno. Vuoi che mi occupi ancora sul ViP?”
“ViP?”
“Pensavo che potessimo chiamarlo Verità-in-Stampa. Se mai riusciamo
farlo lavorare, naturalmente.”
Harry accennò col capo. “Se possibile, cercherò di dedurre qualcosa. Tuttavia,
potrebbe dover aspettare finché risaliamo ad Hogwarts.
Dipende.”
Draco l’avvolse in un abbraccio.
“Sii accurato”, bisbigliò lui. “Ricordati che qui hai amici, ed è *meglio* che
se hai bisogno, torni indietro.”
“Lo so”, mormorò Harry.
“Prometto.”
Quindici minuti più tardi, Harry
fu andato e Draco rimase solo, al Feudo dei Malfoy.
Jade stava in piedi, osservandosi
in uno specchio. “Sei sicura su questo, Jeri?” Chiese.
“Mi sono mai sbagliata?” Chiese
calma Jeri. “Hai bisogno di uscire ed avere un po’ di divertimento. Non ti
permetterò di restare qui e nasconderti come hai fatto negli ultimi tre giorni.
Ed è evidente che quella corsa non vale.”
“Ma
questo?” La voce di Jade era strangolata, ed i suoi occhi non avevano lasciato
l’immagine nello specchio.
“Cosa
c’è di sbagliato?” Chiese Jeri.
“Cosa
sul fatto che non c’è nulla in lui?” Strillò Jade.
Tecnicamente, non era vero. Il
vestito era a colletto alto, senza maniche e giungeva a metà coscia. Più corto
di quel che normalmente lei portava, vero, ma non era quello il problema. Il problema
era l’inserto. Un inserto, a diamante, che arrivava dal suo
collo alla cima della sua fenditura. Uno più grande, partiva dal suo
sterno a solo sotto il suo ombellico, ed il più grande
sulla sua schiena, lasciando la maggior parte di lei, dalle spalle all’inizio
del suo didietro, completamente scoperto. Makeup era stato usato per dissimulare la cicatrice sulla
schiena.
“Certamente, hai portato anche
meno.” Disse Jeri, sorridendo furbamente.
“Bene, si, ma non in pubblico!”
“Ehi, hai un bel corpo, tanto
vale che lo mostri. Fidati, ragazza, dove stiamo andando, quello è un abitino
da casa.”
Jade scosse la testa, tentando di
dedurre come si fosse trovata in questo. Stare con
Jeri e i suoi amici, era diverso che vivere al feudo dei Malfoy. Là, anche se
vestiva come una ragazza, era ancora un ragazzo chiamato Harry. Non qui. Qui,
anche se era un ragazzo, lui era trattato come una
ragazza sempre, chiamata Jade. Harry aveva passato parecchio tempo, con le
ragazze, molto infatti; ma aveva scoperto che era
diverso vivere con loro, invece di incontrarle solo per alcune ore al giorno.
Adesso lui…lei era Jade, e quello
era il modo che gli piaceva. Quello che non era sicuro che gli piacesse, era
quel vestito.
“Inoltre,”
continuò lui, “non sto nascondendomi. Nessuno di voi me lo permetterebbe.” Mai
affermazione era più veritiera. Lui era stato al cinema più volte negli ultimi
tre giorni che nella sua intera vita. Quale, per ammissione,
disse più sulla sua vita che il numero di tempi in cui era andato al cinema
negli ultimi tre giorni. Era anche stato *forzato* a passare molto tempo
facendo acquisti ai grandi magazzini. In qualche modo era sopravvissuto.
“Vero”, rispose facilmente Jeri.
“Ma ci biasimi? Inoltre, sei molto più calmo di quando
arrivasti.”
Jade accennò col capo e si girò verso l’amica.
“Non penso che avevo compreso come nervoso stavo diventando.
L’ultima settimana, è stata solo…”
“Terribile?” Lo pungolò Jeri.
“No…” Rispose Jade. “Non
realmente. Voglio dire, più cose risultarono migliori
di quello che mi aspettavo. Era solo un poco…stressante. Lucius che lo scopre e
parlando della mia vita, e diventando il suo innamorato…Severus che ci
sorprende al nostro primo bacio e scoprendo poi su Lucius e Jade…Ron, Hermione
e Blaise che lo scoprono, almeno su Jade… Ginny che lo scopre e va
completamente matta… la mia prima esperienza sessuale…Fudge e la conferenza
stampa, tutto è andato bene, ma era solo così tanto, e
subito. Davvero, sai, è accaduto tutto in un periodo di tre giorni. E dopo quello, dovevo preoccuparmi di ciò che stava accadendo con
Lucius. Questi due giorni che ho passato con voi ragazze a casa vostra, è stato
come prendere un antistress. Che *non* vuol dire
nascondersi.”
“Se lo
dici tu”, mormorò Jeri.
“Lo dico.” Disse fermamente Jade.
In realtà, gli ci
erano voluti alcuni giorni per capirlo, ma una volta fattolo, non capiva
per quale motivo non l’avesse figurato fuori prima. Se
non altro, aveva preso una decisione. Se Lucius non veniva
ai suoi sensi, avrebbe deciso se o non muoversi al mondo muggle il pieno tempo
appena laureata. Bene, forse non *completamente* nel mondo muggle. L’unica cosa
che non gli piaceva, era il fatto che come gryphon, poteva volare solo in zone
inabitate o magiche. Qualche volta, desiderava realmente essere un gufo o un uccello
comune. Non poteva rinunciare a volare.
“Sai, sono gelosa”, disse Jeri,
cambiando il soggetto.
“Gelosa? Perché?”
Chiese Jade, sorpresa.
“Ehi, ti ho visto
mentre ti cambiavi, quelle protesi magiche sono buone. Non ero in grado
di dire che fossero falsi.”
Jade sorrise segretamente.
“Quello, era perché sono veri.”
“Cosa sono?”
Chiese sospettosamente, Jeri.
“Veri, chiaramente.” Jade
sorrise. “Non sei molto attento, vero? Io sono stata una ragazza vera per più
di ventiquattrore, ora.”
“Tu…cosa?” Strillò Jeri. “Harry
James Potter, che cosa hai fatto?”
Jade fissò il suo amico,
scioccato. Non una volta, da quando Harry aveva deciso sul nome di Jade, Jeri
l’aveva chiamata qualsiasi cos’altro, specialmente non
il suo nome maschile. E perché, era così arrabbiata? “Che cosa intendi?”
“So che ti sentivi male, ma come
potevi prendere una decisione simile così rapidamente? Hai pensato bene su
quello che facevi? Che cosa pensi, che ora che sei una femmina, tutti i tuoi problemi
se ne andranno via? Che cosa stavi pensando?” La voce
di Jeri era alta ed acuta.
Jade…rise.
“Non vedo che cosa ci sia di così
divertente!” Gridò Jeri.
Jade cercò di ritrovare il
proprio controllo. “Scusami, ma era divertente. Era
colpa mia, sapevo che era là, ma me n’ero dimenticato.
“Di cosa stai parlando?” Chiese
Jeri, iniziando a calmarsi.
“Per il mio compleanno, una delle
cose che mi hanno regalato, era una raccolta dei trucchi più nuovi che Fred e George Weasley avevano creato. Mi avevano
avvertito di uno che cambierebbe il sesso per quarantotto ore, ma me ne ero dimenticato, e quando stavo guardando i miei regali…bene,
come puoi vedere…Non farei mai qualcosa del genere apposta, sai. E’ probabile
che questo sia interessante, ma il mio centro d’equilibrio è sbagliato, preferisco quando i miei seni possono esser tolti, perché
sono un dolore quando sto dormendo; e mi manca *realmente* il mio cazzo!” Finì Jade, con un’occhiataccia a dove dovrebbe
essere quella particolare parte del corpo.
Jeri sospirò di sollievo.
“Pensavo che avessi fatto qualcosa di *realmente* stupido”, mormorò.
“Ma l’ho
fatto. Ho provato qualcosa dei gemelli senza esser sicuro di quello che era
prima”, ammise Jade. “Almeno, mi ha dato qualcos’altro
a cui pensare.”
“Ed
andando fuori stanotte, aiuterà”, ricalcò Jeri. Jeri intendeva parlarne più
tardi di quello,per
ora stava cercando di convincere Jade ad essere d’accordo ad andare fuori
quella notte da due giorni, e non intendeva rinunciare ora.
“Io non esco con quest’abito!”
Cambiò soggetto impazientemente Jade.
“Quindi,
andrai fuori se ti troviamo qualcosa che ti sembra meglio?” Saltò su Jeri.
*********
Sei ore più tardi, Jade stava
chiedendosi perché mai avesse disputato. Stava divertendosi. Il locale dove
erano, aveva dei buoni musicisti, ed il proprietario aveva lasciato entrare
Jade, finché lei promettesse di non bere. Jade non aveva mai ballato, a parte
la roba formale che Lucius gli aveva insegnato, e trovava la libertà di quel
luogo, dove nulla importava oltre la musica, dove non aveva neppure bisogno di
un partner, meravigliosa.
Il diverso centro di gravità la
rendeva un poco esitante, per prima, ma riuscì ad abituarsi. Alcuni dei suoi compagni
di ballo, desideravano ottenere un poco troppo vicino a lui di quello che poteva
accettare, ma le ragazze erano sempre vicine abbastanza per
aiutarlo. E se non lo erano, ci voleva solo una cosa,
di solito.
Jade sorrise al suo attuale
corrente ammiratore. “E’ molto lusingante”, disse, “ma io ho non solo un
innamorato, ma ho anche solo sedici anni.”
“sedici?” Disse in credulo. Per
ammissione, Jade non lo sembrava, vestito in un abito, color argento e dopo che
Denise l’aveva truccato. Brillantini, luccicavano sui suoi zigomi, capelli e la
parte alta del petto.
“Si”, ammise facilmente Jade. “Ho
ancora altri due anni di scuola a cui andare.” Quando
aveva detto la stessa cosa all’ultimo ragazzo, questi si eclissò
immediatamente. Sfortunatamente, questa volta non sembrò funzionare.
“Sedici?” Chiese di nuovo l’uomo,
la voce molto più interessata che precedentemente.
“Bene, ho sempre preferito le mie ragazze un poco…più verdi.”
“Mi scusi?” Chiese incredulo
Jade.
L’uomo si avvicinò ulteriormente.
“E’ probabile che alcuni preferiscano il fiore pienamente sbocciato, ma io
preferisco la gemma. Molto più interessante. Sei già stata
baciata, piccola sedicenne?”
“Non mi ha sentito
quando ho detto che ho un innamorato?” Sfolgorò jade, ma l’uomo rise.
Jade cercò rapidamente qualcuno dei suoi amici, ma senza trovarli. Non che fosse spaventato, l’uomo poteva essere un idiota, ma non
stava mostrandosi pericoloso, ancora. Inoltre, sapeva come prendersi cura di
se.
“Permettimi d’indovinare, qualche
altro piccolo ragazzo che non ha un indizio su come mostrarti un buon tempo?
C’è qualcosa su quello che dicono dell’esperienza,
sai?”
“C’è qualcosa anche, sul continuare
a vivere”, una voce pericolosa, disse da dietro di lui.
Il viso di Jade arse di felicità,
prima di oscurarsi e diventare adirato.
“Lucius”, disse Jade con voce
dura.
“Jade”, rispose calmo lui.
“Questo ragazzo ti sta infastidendo?”
Come lui si avvicinò,
l’uomo vide un biondo alto, vestito in nero. Al primo sguardo, non sembrava
molto pericoloso, ma un’occhiata agli occhi grigio-blu
spedì l’uomo *correndo* dall’intrigante ragazza. Certe cose, non valevano
appena il dolore, e quello, promettevano gli occhi dell’uomo…Dolore.
Nessuno dei due notò la partenza
dell’uomo, gli occhi che non vedono nulla se non
l’altro.
@@@@@@@@@@@@@@@@@@@
Lucius camminò nel feudo, stanco
fino alle ossa. Aveva preso alcune manovre, ma finalmente era arrivato tutto al
punto in cui potesse lasciarlo per un poco, così come ottenuto le informazioni
che era stato sicuro si trovassero da qualche parte.
Ora, tutto quello che voleva era rilassarsi, finalmente, con Harry e suo
figlio.
Si guardò attorno. Qualcosa non
si sentiva corretto, ma non riusciva a capire cosa. Si mosse fino a trovare
Draco che leggeva nella biblioteca. “Draco!” Disse sorridendo.
“Padre”, rispose Draco, senza
neppure infastidire a guardare su.
Lucius rimase sorpreso a tale
reazione. Normalmente, era necessario un periodo molto più
lungo, di quello passato, suo figlio l’aveva sempre preso in passo lungo. Perché ora era diverso?
“E’ tutto a posto?” Chiese
pensosamente. “Dov’è Harry?”
“Hai controllato nella sua
stanza?” Disse Draco, non alzando ancora lo sguardo.
“Non ancora. Draco?” Il suo tono
di voce fece il semplice nome un ordine. Draco l’ignorò mentre
girò la pagina del libro.
Vedendo che non avrebbe ricavato
nulla da suo figlio, almeno senza minacce non necessarie…Lucius, si diresse di
sopra. In piedi fuori della stanza di Harry, rabbrividì. Qualcosa, era sbagliato, n’era sicuro. Lentamente aprì la porta.
“Harry?” Chiamò leggermente. La parola echeggiò verso di lui dalla stanza
vuota.
Lucius entrò, fermandosi
bruscamente, quando ciò che vide lo colpì. Questa era una stanza per ospiti.
Non c’erano vestiti appesi all’armadio, nessun album di foto sul comodino
accanto al letto o portagioie sul tavolino dei trucchi. Nessuna scopa stava in
piedi nell’angolo, nessun libro o foglio di pergamena sulla scrivania…la stanza
era completamente vuota della personalità…e alcun segnale che ci fosse stato una volta, Harry.
“Felice, padre?” Chiese Draco, in
modo lento, da dietro di lui.
Lucius si giròverso il suo unico figlio,
lanciandogli un’occhiataccia. “Dov’è?” Ringhiò lui.
Draco si guardò attorno nella
stanza, infelicità chiara che attraversava il suo viso mentre
guardava alla nudità della stanza. Il suo viso divenne duro
quando si rivolse nuovamente verso suo padre. “Dove tu lo volevi”, sibilò
lui. “Via.”
“Non volevo che andasse via! Da dove gli è venuta tale idea?”
“Oh, non so. Come sul fatto che
te ne sei andato per una settimana senza una parola a
chiunque? Ti uccideva chiamarlo un momento o due, spedirgli un gufo, o
addirittura solo fargli recare una nota da uno dei folletti domestici? Inferno,
Harry non avrebbe badato se, semplicemente, lo avessi svegliato
quando ritornavi per la notte; certamente, lui ha aspettato abbastanza
alzato. Ma tu non potevi neppure infastidire a fare ciò, vero?” Draco si
diresse impettito verso suo padre mentre parlava, e
tutto ciò che Lucius poteva fare, era evitare di ritirarsi. Draco sfolgorò al padre
che amava, ma che al momento, non gli piaceva molto. “Lui pensa che questo fosse il tuo modo di scaricarlo senza avere un argomento.”
“Non è così”, cominciò Lucius,
difensivamente.
“Non sono io quello che devi
convincere.” L’interruppe Draco prima di andarsene dalla stanza.
Lucius diede un ultimo sguardo
attorno a se, tentando di raggruppare i suoi pensieri. Lucius non aveva voluto
che succedesse una tale cosa. Era ovvio che Harry non intendeva
ritornare. L’unica domanda rimasta, era se ritornasse alla sua domanda, e
quanto implorare dovrebbe fare in anticipo.
Lucius, determinato, si diresse
al suo studio. Il solo modo di sapere, era chiedere. “Voco
Harry”, intonò,pigiando contro la macchia dove lo
specchio di Harry fu collegato. Nessuno rispose. Dopo molte
ripetute chiamate, lucius abbandonò. O Harry non stava
portando il suo specchio con lui o lui non aveva intenzione di rispondere. Non
era un buon indicatore della facilità del compito.
Lucius prese un profondo respiro
e si concentrò, arrivando al collegamento del Feudo con il portkey
dell’emblema. Uno, il suo, che era lì; un altro era
disopra ma ancora nel Feudo. Il terzo, era più lontano, evidentemente ancora a
Londra, e non dai Dursley, anche se gli sarebbe stato
detto immediatamente se Harry fosse ritornato là. Poteva attivare il portkey,
riportando Harry allo studio, se o non volesse venire,
e per un momento considerò seriamente l’idea. Harry era, evidentemente,
abbastanza sconvolto con lui, e non c’era bisogno di farlo ulteriormente
adirato trascinandolo via senza il suo permesso. Doveva, semplicemente, andare
a trovarlo.
Dato che la destinazione non era
evidentemente una parte di Diagon Alley o i suoi dintorni, le opportunità che
fosse una parte della Londra muggle, e doveva cambiarsi per adeguarsi. Il più
rapidamente possibile si diresse verso la sua stanza, non volendo sprecare
altro tempo più che già aveva fatto. Entrato, vide che suo figlio l’aveva
anticipato ed aveva deciso di dargli dell’aiuto. Posati sul suo letto, c’erano
un paio di pantaloni di cuoio neri, abbottonati sul davanti, e che lasciavano molto poco all’immaginazione; ed una camicia di seta nera
con ricami d’argento. Una nota era posata sopra alla
camicia e Lucius la lesse. “Riportalo a casa.”
Lucius decise di accogliere i
suggerimenti di suo figlio, sapendo Draco conoscerebbe ciò che a Harry piacerebbe
vederlo portare. Quando fu vestito, si guardò nello
specchio. Specchio che fischiò. Lucius alzò un sopracciglio. Lui era sicuro di
aver insegnato a quello specchio stupido a tenere per se i propri pensieri.
“Spiacente”, mormorò lo specchio, un bagliore che splendeva leggermente sulla
sua superficie. “Ma lei sembra caldo.”
Lucius dovette ammettere che era vero. I pantaloni sfoggiavano i suoi beni molto bene,
mentre la camicia suggeriva quello che era sotto.
Stivali neri, completavano
l’attrezzatura.
Per un momento, pensò di prendere
un regalo di qualche genere, come offerta di pace, ma decise di no. Harry amava i regali, era vero, ma solo se venissero da amicizia. L’aveva fatto chiaro nella sua
reazione ai regali speditigli dopo la sconfitta di Voldemort. Anche se alcuni di loro erano stati mandati col cuore delle
persone, i più erano un modo di trovare qualcos’altro indietro. Se ora, gli e
ne desse uno, Harry penserebbe a lui come un dono per
tentare di riaverlo, per comprarlo, e quello, era l’ultima cosa che lui voleva.
Lucius, apparì
vicino a dove poteva sentire l’emblema. Il sentimento lo condusse ad un gran edificio con una linea fuori della porta e musica che
si sentiva ogni volta che le porte si aprivano. Un locale. Un locale muggle.
Lui, Lucius Damian Malfoy doveva andare in un locale muggle. Ghignò in
disgusto. Se si fosse trattato di chiunque ma Harry,
si sarebbe voltato e camminato via. Invece, si armò di tutta la sua dignità e
andò verso la porta anteriore, come se possedesse il luogo, passando tutti i
presenti in linea come se fossero senza importanza, quale, a lui, erano.
Uno dei buttafuori lo guardò come
se stesse per tentare di fermarlo, ma uno sguardo dai suoi occhi tempestosi lo
fermò all’istante. Il suo portamento gridava potere ed autorità, come bene una
natura spietata e pericolosa. Nessuno volle ottenere sulla sua strada. Anche le persone scavalcate da lui, non potevano trovare il
coraggio di lagnarsi. Almeno, non più forte di un bisbiglio.
Lucius si trovò assaltato da
tutti i lati. Musica, se si poteva chiamare così quello che stavano suonando,
forte abbastanza da scuotere le fondamenta dell’edificio, o così sembrava. Le
luci balenavano nei suoi occhi ad intervalli sporadici, mentre le persone erano
flagellando tutti sul luogo. Si costrinse a passare attraverso l’orda,
concentrandosi solo sul tatto del portkey dell’emblema, che voleva dire si
stava avvicinando alla sua meta. Finalmente, poteva dire di esser vicino, e si
fermò a guardarsi attorno.
Prese molti momenti, e molte occhiate, prima che lui riconobbe la brillante visione
d’argento che si muoveva con grazia solo alla sua destra. Lui…lei…perché,
a questo punto non c’era niente che mostrasse, ad alcun osservatore, che la
persona in argento e ballando energicamente con grazia, solo fuori di portata
da un giovane uomo bruno che la guardava concupiscentemente, era qualsiasi cosa
altro che ciò che lui sembrava essere. La testa gettata indietro, senza
curarsi delle persone che le stavano attorno, guardando, desiderando, volendo.
Lei sembrava…felice, contenta.
Non l’aveva visto così spesso, eccetto quando la ragazza…ragazzo,
che posava pacatamente nelle sue braccia…la notte prima che lui scomparve. Lucius
gemette sottovoce, capendo improvvisamente uno dei *perché* la sua assenza
aveva colpito il suo giovane innamorato così
fortemente.
Silenziosamente, Lucius lo seguì
mentre si spostò verso il bancone del bar, l’altro uomo che lo seguiva,
pressoché ansando. Era abbastanza vicino da sentire Harry declinare le
attenzioni dell’uomo ed essere assurdamente grato per sentire il ragazzo affermare
che aveva un innamorato. Forse non era ancora tutto perduto,
e lui, aveva ancora una possibilità per ritornare nelle buone grazie di
Harry. Come la persona si mosse più vicino a Harry,
Lucius ringhiò, ancora di più vedendo che Harry aveva pensato che se ne
andasse.
“Permettimi d’indovinare, qualche
altro piccolo ragazzo che non ha un indizio su come mostrarti un buon tempo?
C’è qualcosa su quello che dicono dell’esperienza,
sai?” Disse l’uomo con quella che pensava fosse una voce sexy.
“C’è qualcosa anche, sul
continuare a vivere”, ringhiò scuramente Lucius.
Lucius si dilettò al vedere il
viso di Harry ardere con felicità, prima che si oscurasse e diventasse adirato.
“Lucius”, disse Jade con voce
dura.
“Jade”, rispose calmo lui.
“Questo ragazzo ti sta infastidendo?”
Nessuno dei due notò la partenza
dell’uomo, gli occhi che non vedono nulla se non
l’altro.
“Nulla che io non possa
maneggiare”, ringhiò di nuovo Harry. “Sono capace di prendermi cura di me, sai.”
“Lo so”, ammise Lucius. “Guarda Harry, sono spiacente.”
“Per?” Chiese Harry, prendendo la
bevanda alcolica il cameriere al banco gli diede. Harry si diresse di nuovo
verso ad un separé quasi nascosto in un angolo.
C’erano già due persone dentro, ma un’occhiataccia da parte di Lucius li spedì
via immediatamente. Harry scivolò in un lato della cabina
mentre Lucius prese l’altro.
“Che cosa intendi con per?” Chiese Lucius quando furono sistemati.
“Dirmi
che sei spiacente, non serve a molto”. Rispose Harry con voce fredda. “Se tu
non sai per che cosa tu ti stai scusandoti.”
“Per qualunque cosa che facevo
per farti pensare che desideravo che te ne andassi
via”, disse esasperato Lucius.
“Mi stai dicendo
che non sai che cos’era?” Lo beffò Harry.
Lucius sospirò e la tensione
lasciò le sue spalle. “SO che avrei dovuto lasciarti almeno una nota”, ammise.
“Draco lo fece molto chiaro.”
“E tu
avevi bisogno di tuo figlio per capirlo?” Ghignò Harry.
Lucius, decise
che non gli piacque quell’occhiata sul viso del suo
giovane innamorato, e che non voleva vederla di nuovo. Specialmente, non
voleva essere quello che la provocava. “Si.” Rispose lui, uniformemente.
“Narcissa non curava quello che io facevo, nel momento in cui io ero lontano da casa tanto quanto possibile. Altri innamorati che ho
avuto, non se ne curavano. Noi ottenevamo insieme quando
io avevo il tempo e l’inclinazione, e quello era come lontano andava. Non ho
mai avuto chiunque che curasse dove ero io, così non
avevo mai chiunque a cui bisognasse dire dove ero.”
Una parte della rabbia di Harry
l’abbandonò a tale confessione, ma non tutta. “Potrei crederlo, eccetto…” lui esitò, poi sembrò raggruppare il suo coraggio. “Loro dicono
quello, una volta è…qualche cosa, non posso
ricordare…due volte è una coincidenza e tre volte…Trovo molto strano e duro da
credere che quando io rimasi alzato fino a mezzanotte, tu non ritornasti a casa
fino all’una; quando rimasi sveglio fino all’una, tu tornasti a casa alle due,
e la notte che rimasi alzato nella tua stanza che ti aspetto…Tu non ritornasti
affatto a casa. Non ti sembra un poco strano?”
“Non avrai pensato che avessi un
altro innamorato, vero?” Chiese Lucius.
“No, non posso dire
che abbia mai avuto quel pensiero”, rispose Harry. “Perché?
C’è qualcosa di cui dovrei preoccuparmi?”
“Chiaramente no.”
“Non vedo perché no. Tu, evidentemente, pensi così poco della piccola
quantità di sesso che abbiamo avuto, e deve essere stato così cattivo che tu
non ne vuoi più.”
Lucius allargò gli occhi. Harry
l’intendeva realmente? Realmente pensava una cosa simile? Guardando al modo in
cui gli occhi di Harry non potessero guardare i suoi, era
ovvio che fosse così. Dannazione, questo era peggio di quel che pensava.
“Harry”, disse piano,
assicurandosi di prendere gli occhi del giovane-occhi
oscurati. “Quella notte era meravigliosa. Si, noi non facevamo molto
comparato a quello che ho fatto con altri, ma c’era molta più emozione e
desiderio in quello che noi avevamo *fatto* che con chiunque altro col quale io
sono stato dal principio alla fine.”
“Allora, perché?” Bisbigliò
Harry, con voce rotta. Improvvisamente, Harry sembrò molto giovane ed insicuro.
Lucius si bestemmiò
silenziosamente al vedere ciò che lui aveva fatto a questo giovane solitamente
fiducioso. “Perché ero uno stupido, perché non pensai,
perché sapevo che se ti vedessi non vorrei fare altro che dimenticare tutto ciò
che dovevo fare e arricciare su un divano con te. Tu non sai che tentazione sei per me”, mormorò lui, accarezzando una
guancia del giovane. Lucius sentì il suo cuore spiccare un salto, quando Harry
posò la bocca nella sua mano. “Mi spiace”, bisbigliò, intendendolo
completamente. “Sono spiacente per averti ignorato, sono spiacente di averti
fatto pensare che non fossi importante per me, sono
spiacente di averti fatto pensare di dover andartene.”
“Non resterò dove non sono desiderato”, disse fermamente Harry.
“Tu sei
desiderato. Tu se…” Lucius esitò, ma guardando
al viso di fronte a lui, sentendo quella calda guancia contro la sua mano, come
poteva non dirlo. “Amato. Tu sei amato.”
Harry ansò, gli occhi larghi.
“Io ti amo, Harry.” Disse piano
Lucius.
Una lacrima scivolò lentamente in
giù sulla faccia di Harry, per essere spazzolata via
da un dito di Lucius.
“So di non averlo detto mai
prima, ma lo sapevi, vero?” Gli chiese attentamente
Lucius.
“Pensavo…” Lui ingoiò. “ma tu non l’hai mai detto davvero…e dopo l’ultima settimana…”
Disse piano Harry.
“Mi spiace”, disse di nuovo
Lucius. Non aveva mai detto così tante volte in un giorno quelle parole, ma le
intendeva tutte. “Mi spiace di averti fatto dubitare di noi.”
“Blaise ha detto
che un Malfoy direbbe che è spiacente solo a qualcuno importante per lui”,
l’informò Harry.
Lucius inclinò la testa. “Quello
è vero”, ammise lui. “Davvero, probabilmente hai trovato più scuse che chiunque
altro mai ha ricevuto da me.”
Harry ridacchiò. Quando si mosse un poco e i suoi occhi si abbassarono,
Lucius comprese che c’era ancora qualcosa di cui parlare.
“Cosa
c’è?” Chiese lui.
“Che…che
cos’era che era così importante?” Finalmente chiese Harry. Lucius poteva
sentire il resto della domanda, sebbene seppe che
Harry non lo chiederebbe mai ad alta voce, ‘più importante di me’.
“Il Ministero è in una
confusione”, gli disse Lucius. “Sapevamo che sarebbe stato cattivo, ma non
penso che nessuno di noi avesse alcuna indicazione
dell’ammontare di corruzione che correva attualmente per il Ministero. IO ho
speso l’intero giorno che tenta semplicemente di trovare un gruppo di persone
in cui potessi aver fiducia, e non lo trovavo. Dice
molto circa il luogo, credo, che quel Weasley è la persona in cui ho
maggiormente fiducia al momento.”
Gli occhi di Harry si
spalancarono. “Arthur Weasley? Ma voi due non possono
sopportarsi l’un l’altro!”
“Precisamente”, si disse
d’accordo Lucius. “Comunque, superando i livellialti del Ministero, ho trovato persone
che hanno lavorato per Voldemort; persone che hanno lavorato per Dumbledore e
persone che lavoravano per se stesse che tesero ad accettare ‘doni’. In nessun
luogo fra gli alti livelli, ho trovato chiunque che potesse
esser fidato.”
“Cosa su
Percy?” Chiese Harry, interessato.
“Lui non è un ufficiale di alto livello”, gli ricordò Lucius. “Ma ora che trovato su
la sua adorazione del suo capo, non è troppo cattivo.”
“telefonate ai giornali!” Lo
beffò leggermente Harry. “Lucius Malfoy sta davvero ammettendo che un Weasley
non è troppo cattivo.”
“Divertente”, lo beffò Lucius,
sfolgorando.
“Certamente, superando gli
ufficiali non prese tutto il tuo tempo”, lo pungolò Harry.
“Quello
prese approssimativamente due giorni”, ammise Lucius. “Poi noi dovevamo
superare molti Auror prima che potessimo usare Veritaserum su Fudge. Per quello ci volle tutta la notte.”
“Tre giorni fa?” Chiese Harry,
posando la testa sulle sue mani.
“Quello è
corretto”, gli disse Lucius.
“La notte che stavo aspettandoti
per tornare a casa.” Gemette Harry.
Lucius accennò col capo.
Harry guardò all’uomo. “Dimmi il
resto.”
“Il resto?”Tentò di tergiversare
Lucius.
“La parte che non vuoi dirmi”, disse Harry, incitandolo.
“Stavo tentando di scoprire più
su di te”, ammise finalmente. “Avevo avuto l’impressione che il Ministero conoscesse dove stavi, ma in tal caso, perché Fudge non
diede quelle informazioni a Voldemort?”
Harry accennò col capo.
“Dumbledore ha sempre detto che io ero più sicuro con
i Dursley che dovunque altro”, disse. “Quale, realmente ,
non aveva alcun senso a me, contando il fatto che i Dursley siano quasi più
pericolosi a me che Voldemort. Tutto quello che avrebbe preso, era per qualcuno
offrire a vernon abbastanza soldi e lui mi avrebbe
dato volentieri via. Se non volessero infastidire con
quello, tutto quello che avrebbe preso era afferrare Duddley quando era fuori,
e poi offrire di negoziare per me.”
Lucius accennò col capo il suo
accordo. “Bene, risulta che il tuo indirizzo era conosciuto
ai membri del Ministero, ma non di Fudge. Molti degli Indescrivibili ti
guardavano.”
“Quello vuol dire
che tutti loro sapevano che cosa stava succedendo?” Chiese Harry, con voce
quieta. Veramente non era una domanda, lui sapeva quello che la risposta
sarebbe stata.
“Sapevano”, ammise Lucius. “ma
loro riportarono solamente a Dumbledore.”
Ci fu silenzio per un tempo. “Quindi, lui sapeva. Ho sempre pensato che sapesse, anche se
non compresi che lui sapesse *tutto*.”
“Tutto di lui”, fu l’ammissione
di Lucius. “Ho trovato registrazioni dal giorno che fosti
dato a loro. Praticamente ogni momento dei tredici anni passati è
scritto laggiù.”
“Lo hai letto?” Chiese Harry
calmo.
“Si.” Fu l’ammissione di Lucius.
“Tutto?” Chiese il ragazzo con
voce bassa.
Lucius accennò col capo
solennemente. “Ogni momento, di ogni giorno.”
“Ci deve aver voluto del tempo.”
Ancora, Harry non guarderebbe a lui.
“Tre giorni”, ammise Lucius.
Harry gettò uno sguardo a lui.
“Hai finito oggi?”
“Era la prima volta che sono
andato a casa da quando ho iniziato. Non c’era modo
che potessi vederti mentre stavo guardando quello. Ero
troppo adirato e non volevo che pensassi che fossi adirato con te.”
Harry s’inclinò di nuovo, e
Lucius poteva dire che il giovane stava pensando su
tutto quello che gli aveva detto. “Cosa hai deciso di
fare sui Dursley?”
“Ho deciso”, disse Lucius, “che penserò a qualcosa con Severus. Mi ucciderebbe lentamente se
pensasse che non ho intenzione di permettergli di aiutare a punirli.”
Harry ridacchiò, ma poi ritornò
silenzioso, ed i suoi occhi non incontrarono Lucius.
“Harry? Cosa
stai pensando?” Chiese pensoso Lucius.
Harry sospirò, poi s’inclinò in
avanti e incontrò gli occhi di Lucius. “IO capisco molto più di quello che
facevo. Ugualmente penso di capire perché hai agito così, ma…”
“Ma?”
L’incoraggiò Lucius.
Harry afferrò il suo coraggio ed
iniziò a parlare. “Perché mi hai lasciato andare via?”
Gli chiese, partendo per la tangente.
Lucius fu
sorpreso. “Perché ti ho ignorato? Specialmente
dopo la nostra notte insieme?”
Harry accennò col capo,
lentamente. “Quella ne è una parte”, si disse
d’accordo Harry.
“Qual è il resto?” Chiese Lucius.
Lui sapeva che loro avevano bisogno di trovare questo passato, e non potrebbe essere senza trovare *tutto* fuori nell’aperto.
“Mi sentivo indegno”, confessò
Harry. “Ero ignorato,e potevo pensare a solo due
ragioni, per quello. O tu avevi trovato quello che volevi da me e non avevi più
alcun utilizzo per me, o io ero così cattivo alla roba di sesso che non volevi
più avere niente a che fare con me. Mi hai fatto male,
non penso che tu capisca realmente quanto. Sono andato via perché non potevo restare
nel luogo in cui eravamo stati insieme. Sono stato ignorato
e detto di esser indegno per la maggior parte della mia vita, lo sai.
Specialmente dopo quello che hai letto. Non posso più
accettarlo. Non posso! Ora so quello che vuol dire esser importante per
qualcuno. So che cosa vuol dire esser amato. Non posso
risalire ad esser di nuovo indegno. Non posso!”
Lucius si mosse prima che lui seppe anche che si stava spostando. In un momento,
finalmente, stava contenendo Harry vicino mentre il
ragazzo ruppe, e pianse.
“Mi spiace”, bisbigliò Lucius
disperatamente, tentando di confortare il suo innamorato, cullandolo e
accarezzando la sua schiena. “Sono così spiacente. Io
non ho *mai* voluto farti sentire così e non voglio *mai farlo accadere di
nuovo. Lo giuro Harry. Tu non sei indegno, non lo sei
mai stato. Tu sei una delle due persone più importanti della mia vita, ed io ti
amo. Pensavo di starti proteggendo da me.”
“Non ho bisogno di esser protetto”, ansò Harry, le braccia circondando il collo
di Lucius in una presa di morte. “Io ho bisogno solo di esser
amato.”
Finalmente, Harry si ricompose, asciugandosi
gli occhi. “Scusami. Mi ero promesso di non fare questo”,
mormorò.
“Se è ciò di cui hai
bisogno, *devi* farlo”, disse Lucius, allontanandosi un poco, in modo da poter
vedere quei brillanti occhi verdi. “E’ stata una settimana grezza, non mi
stupisce.”
“Quello, è un modo di metterlo”, ridacchiò
Harry un poco bagnatamene.
“Jade!” Una voce chiamò da oltre l’orlo del separé.
“Ehi Denise, che c’è di sbagliato?” Chiese
Harry, interessato al tono preoccupato della sua voce.
“Va tutto bene?” Chiese lei. I suoi occhi
allargarono come vide chi c’era con lui. Immediatamente lei afferrò il braccio
di Harry e l’estrasse dal separé, mettendosi tra lui
ed il suo innamorato biondo. “Cosa pensa di star
facendo qui?” Ringhiò lei.
“Va tutto bene”, Harry sbirciò da dietro lei. “Si è scusato e tutto. Aveva anche una scusa.”
“Una buona scusa?” Disse una voce da dietro a
loro.
“Una buona?” Disse pensierosamente Harry.
“Non penso che ci *sia* una buona scusa per ignorarmi per una settimana, no? Ma
era comprensibile.”
“Quello vuol dire
che sono perdonato?”Chiese Lucius, come si alzò.
“No”, disse sfacciatamente Harry. “Ti sei
scusato, ma devi ancora inventarlo a me.”
“Denise e l’altra ragazza, Willow, iniziarono a ghignare.
“Quello è il modo, non cedere troppo facilmente, ragazza.”
“Vieni a ballare con me?” Chiese Harry.
“Ballare? A quello…che…qualunque cosa tu lo chiami?” Lo guardò Lucius, dubbiosamente.
Harry fece il broncio. “Per favore?” Lo
pregò. “Voglio davvero ballare ancora un poco, e se ci sei tu, nessun altro
metterà le sue mani su di me. Per favore?” Lo guardò attraverso le ciglia e con
la sua espressione migliore da supplica.
“Sono condannato”,
mormorò Lucius, guardando a quell’espressione.
Lasciando i due travestiti che ridono dietro a lui,
seguì il suo innamorato sulla pista da ballo.
Ci volle molto stuzzicare da parte di Harry,
prima che Lucius si rilasso abbastanza per muoversi
con la musica. Una volta che iniziò, improvvisamente tutta l’attenzione si posò
su di lui.
Harry aveva sentito dicerie che i Malfoy
avevano sangue di Veela in loro. Ora, lo credeva. Il modo in cui Lucius stava
muovendosi, mostrava una grazia che era chiaramente non umana.
Lui attirava tutti gli sguardi su di se, ma i suoi occhi non lasciarono mai
Harry. Harry si mosse avanti finché stavano quasi toccandosi.
Incominciarono solo a ballare, lasciando i
loro corpi toccarsi ogni tanto. Come cambiò la musica, i due
si mossero anche più vicino. C’era un cerchio raggruppato come falene
attirate ad una fiamma di nero ed argento. Come loro si avvicinarono,
le mani di Harry riuscirono ad estrarre la camicia di Lucius dalla
schiena dei suoi pantaloni e scorrere le mani sulla sua pelle. Le mani di
Lucius si erano mosse sulla schiena nuda di Harry, scendendo sotto l’orlo del
suo vestito e stabilendosi sul didietro del giovane. L’uomo avvertì qualcosa,
qualcosa era diverso, ma prima che potesse dedurre cosa, la bocca di Harry aveva incontrato la sua e i due stavano baciandosi
disperatamente. I due si erano dimenticati di tutte le persone attorno a loro,
ma fortunatamente gli amici di Jade non li avevano dimenticati. Quando sembrò
come se i due innamorati riuniti stavano per ottenere
un poco *troppo* caldi, le ragazze intervennero.
“Ehi Jade”, Karen
toccò il suo amico sulla spalla, ignorando il ringhio di risposta dall’altro
membro del duetto. “Non pensi che tu e il tuo bello dovreste
fare questo in un altro posto? Come una camera da letto
o qualcosa?”
Harry arrossì mentre
guardò a tutte le persone che stavano osservandoli. Lucius non infastidì. La
fredda occhiata nel suo sguardo sembrava categorizzare tutti loro come sotto
del suo avviso e spedì la maggior parte di loro ad altre ricerche. Inoltre,
sembrava che lo show era finito. Lucius guardò in giù
al ragazzo ancora nelle sue braccia.
“Ritornerai a casa con me?”
Chiese calmo.
Harry lo guardò per un lungo momento, prima
di accennare col capo. “Non posso lasciare Draco diventare troppo solitario,
no?” Disse ghignando.
“Marmocchio”, fu l’amorosa risposta di
Lucius.
“E tu meriti ogni
momento dei miei capricci”, disse Harry, con lo stesso tono. Sorprese una
risata fuori di Lucius.
“Vieni”, mormorò lui, disimpegnando di
malavoglia tutti ma un dito dal suo dilettevole coniuge. I due camminarono
verso la porta del locale con la mano ancora sulla vita di Harry, mezzo sotto
l’orlo del vestito. Harry rimase volentieri accoccolato accanto a lui mentre camminavano.
Una volta nascosti, usarono il loro portkey nell’emblema per
risalire al Feudo dei Malfoy. I due finirono di nuovo nello studio, dove Draco
stava aspettandoli.
“Bene, vedo che riuscì a trovare la testa
fuori del sedere”, disse il biondo sarcasticamente a Harry, che rise.
“Si è scusato, molte, molte volte”, ammise lui.
“bene, sembra che riesca a fare qualcosa
bene”, disse Draco acidamente.
“Sono ancora tuo padre”, l’avvertì Lucius.
“Si, lo so”, sospirò
Draco duramente. “Questo è il mio dolore”, rimarcò ad un Harry ridente,
sorridendo alla vista del suo amico così felice.
“Su quei bambini che pensavamo di avere”,
disse Lucius a Harry, ignorando suo figlio. “E’ evidente che ho bisogno di un
nuovo erede.”
“Pensavo che stessimo prendendolo lentamente,
no?” Chiese Harry innocentemente, inclinandosi contro di lui e battendo le
ciglia al più vecchio uomo.
Lucius sorrise grato che Harry aveva così molta capacità di
perdono. Lui comprese che aveva corso il serio
pericolo di perdere il più giovane uomo, e la sua vita molto peggiore senza di
lui in essa. Specialmente da quando a suo figlio ed al suo
più buon amico piacque Harry più di lui, e gli avrebbero fabbricato la vita un
inferno vivente. Lucius fece per scorrere la mano nei capelli di Harry, ma si
fermò.
Harry rise all’espressione sulla sua faccia
come fece scorrere la propria mano nei capelli pieni di lacca con brillantini.
“Credo di aver bisogno di una doccia, vero?
Oh, cavolo”, mormorò improvvisamente, sembrando disgustato.
“Cosa c’è?” Entrambi
i Malfoy chiese in sincronia perfetta.
“Tutta la mia roba è ancora da Jeri. Non ho
qualsiasi cosa con cui cambiarmi.”
Draco guardò a suo padre e sorrise furbamente
prima di guardare di nuovo al suo amico. “Penso che, in qualche luogo, ci sia
ancora quel chimono.”
Harry gettò uno sguardo all’espressione
addolorata di Lucius per poi sorridere furbamente di nuovo all’altro
adolescente. “Per ora quello farà”, decise lui ed andò a fare
una doccia. Draco lo seguì.
Lucius si diresse all’alcool appena i ragazzi
andarono via. Il chimono…dopo non averlo visto per una
settimana…definitivamente, i due stavano tentando di distruggere il suo
autocontrollo.
Harry lavò felicemente via il brillio dai
suoi capelli e via dal suo corpo. Draco aveva promesso
di chiedere ad uno degli elfi domestici dello struccante e il chimono.
Come si era aspettato, il tatto dell’acqua calda illimitata che si versava in
giù su lui da molti punti, era meraviglioso. Gli era mancato questo bagno. *Decisamente*, aveva fallito questo bagno.
Draco entrò con gli articoli promessi e sentì
Harry canterellare felicemente. “Dimmi la verità, stai
con mio padre solo a causa dei bagni, vero?” Ghignò il biondo, gettando uno
sguardo attraverso il vetro traslucido. Si diresse poi verso una mensola di
fronte al fatto che la sua mente registrasse realmente quello che aveva visto.
“Per le palle di Merlino!” Gridò, roteando
rapidamente indietro. Come Harry, sorpreso, si girò verso di
lui, Draco guardò di nuovo. “Dove sono le tue?”
“Dove sono le mie
che cosa?” Chiese Harry in sorpresa.
“Le tue palle! E il
tuo cazzo! Ed alcuna altra
parte come ragazzo!” Balbettò Draco.
Come Harry uscì dalla
doccia, coprendosi con un asciugamano, rise. “Ti ricordi quello che
pensò Ron quando mi vide come Jade?” Gli chiese,
usando un altro asciugamano per cominciare ad asciugare i capelli.
“Siiiiii”, sfoderò
Draco come si rese conto di quello che deve esser accaduto.
“Bene, io non facevo. Almeno,
non finché avevo già provato uno dei canditi dai gemelli. Ho un altro quindici ore o così, prima che vada via.”
Draco si riprese dal colpo ed iniziò a
sbirciare. “Bene, mi sono sempre chiesto come sembreresti come una ragazza, hai
voglia di esperimentare?”
Draco guaì come l’asciugamano che Harry stava
usando sui suoi capelli stava colpendo improvvisamente
il suo didietro indifeso. Non gli fece cambiare la sua espressione. “Non sapevo
che ti piacesse grezzo. IO pensavo che ti piacesse l’altro modo.” Draco ruppe e corse come Harry cominciò a camminare
impettito verso di lui. Draco sapeva quello con cui poteva scamparsela e quando
no, e lui era andato troppo lontano, passando il *punto*.
Farsi introvabile il prossimo giorno o così, stava sembrando un’idea molto
buona.
Harry aspettò finché Draco era fuori della
stanza prima di ridere. Si sarebbe dovuto aspettare una cosa simile, davvero.
Harry finì di asciugarsi rapidamente e prese via la truccatura che non era
venuta via con l’acqua e sapone della doccia. Messosi il chimono che aveva
portato una volta, con risultati devastatori, scese le scale.
Harry amò l’occhiata negli occhi di Lucius quando il biondo lo vide. Era una combinazione di
concupiscenza, possessività ed amore che lo fece sentire caldo, fremente,
amato…e molto svegliato, anche se certamente, sembrava strano in questo corpo.
Con un sospiro si sedette sul grembo di
Lucius. Quietamente, i due parlarono di quello che stava facendo Harry mentre Lucius era sparito.
“Karen mi ha
comprato un libro”, disse lui dannosamente.
“Oh?” Rispose Lucius, alzando un
sopracciglio.
“Mm-hmm. E’ intitolato ‘La gioia del sesso Gay’.
Era una lettura *molto* interessante”, gli disse
provocantemente Harry. “Davvero.”
“Oh”, fece le fusa Lucius.
“Si, alcune parti, non sono veramente pronto
a farle, ma delle cose…” Harry ghignò, la sua mano che va alla deriva in giù in
un territorio inesplorato, e a quella protuberanza molto interessante che aveva
notato da prima nel locale. Harry accarezzò dolcemente, e poi aggrottò le
sopracciglia. Lui guardò su per trovare Lucius che osservava non comprendendo
il proprio grembo.
“Non si suppone che diventi più duro?” Chiese
Harry, sconcertato.
“Definitivamente”, ringhiò Lucius,
sconcertato. Non aveva mai avuto di questi problemi con un maschio, e
certamente non c’era modo che li avesse con il ragazzo
che amava.
“Pensi che è perché adesso io sono una
femmina?” Chiese pensierosamente harry, continuando ad accarezzare
anche se non stava accadendo nulla. Per un momento, aveva pensato di
star facendo qualcosa di sbagliato, o forse Lucius non lo voleva tanto quanto
pensava, ma congedò quei pensieri. Lucius gli aveva mostrato molte volte che lo
desiderava. Inclusa l’occhiata nei suoi occhi quando
era entrato nello studio questa sera.
“Ti sei vestito anche prima come una donna, e
non è mai importato”, rispose assentemente Lucius.
“No, intendo una donna realmente. Mi sono
incontrato con uno degli scherzi dei gemelli, un trucco che cambia il sesso.” Iniziò a mettere il broncio. “Volevo vederti stasera, e
forse, giocare con te. Non sono riuscito a farlo ancora.”
“Non ho idea di quello che sta accadendo”,
disse duramente Lucius. “IO ti ho voluto quando
pensavo che tu fossi realmente una femmina, ti voglio ora, questo non dovrebbe
star accadendo.”
Harry sospirò e si stabilì di nuovo in giù.
“Non sono io, giusto?”
“Definitivamente non sei
tu”, disse immediatamente Lucius.
Harry sembrò pensieroso
mentre guardò Lucius bere un sorso del liquore, uno grande. “Non penso
che diventando ubriaco aiuterà”, mormorò lui.
“Fortunatamente, quello non è possibile con
questo”, rispose Lucius assentemente, ancora tentando di dedurre quello che
stava succedendo. Forse aveva trovato colpito da un malocchio? Ma Draco era l’unico che avrebbe avuto un’opportunità, e lui
aveva abbastanza istinto di sopravvivenza per non fare qualcosa del genere. O almeno, lui lo pensava.
“Cosa pensi?” Chiese
Harry. Lui aveva desiderato esplorare un poco più, ma non sarebbe
male coccolare per un poco. Lucius, comunque, era evidentemente infelice con la
situazione.
“Chiedendomi se Draco abbia un istinto di
conservazione così piccolo per fare qualcosa del genere”, fu la risposta di
Lucius.
Harry si alzò improvvisamente. “Hai detto che non è possibile diventare ubriachi con qualunque
cosa tu stai bevendo, vero?”
“Esatto”, rispose lui, chiedendosi dove stava
andando il ragazzo con questo.”Ha su di se incantesimi che permettono al
bevitore di rimanere sobrio, nessuna questione quanto ne bevi.”
“Sei il solo che lo beve?” Chiese Harry.
Lucius accennò col capo, mentre odorando la
bibita per vedere se lui potesse dedurre quello che aveva allarmato
Harry. “Si, è un gusto acquisito e né Draco né severus mai hanno mostrato il
desiderio nell’acquisirlo.”
Harry si alzò e si diresse allo specchio sul
muro.
Lucius aggrottò le sopracciglia ed aguzzò ad
una sezione nella destra. “Voco Snape contatterà il suo specchio nella sala da pranzo. Si suppone
che tu lasci una comunicazione se lui non c’è e non è un’emergenza. Pensi che
abbia qualcosa a che fare con questo?”
“Ha minacciato di farti spiacente se tu mai
mi facessi del male, no?” Chiese Harry confusamente. “Ed io scommetto che tu ora sei spiacente. Voco Snape!” Chiamò lui, pigiando la sezione che Lucius
aveva indicato. “C’è un problema, Lucius?” La voce di Severus parlò in modo
lento dallo specchio prima che la sua immagine si mostrò. Sembrò sorpreso quando vide chi stava cercandolo. “Harry, tutto
bene?”
“Hai messo una pozione nel suo liquore?”
Chiese Harry, mettendo le mani sulle sue anche e sfolgorando all’uomo nello
specchio.
“Una pozione? Che
genere di pozione?”
“Non tentare di darmi quell’occhiata
innocente, Sev, sei peggiore anche di Ron con quella! Riparalo!”
“Perché dovrei? Io
gli ho promesso che avrebbe pagato per farti male, e non tentare di dirmi che ignorandoti non ti fece male. Ero io che dovevo
vivere con te con il morale sotto i piedi per tre giorni.”
“Quindi, per
riaverti a lui, hai portato via il mio giocattolo? Io volevo
giocarci!” Addentò Harry. Come Severus lo fissò e Lucius cominciò a
ridere dietro a lui, Harry ripensò a quello che aveva detto ed iniziò ad
arrossire. “E’ evidente che sono stanco. Penso che me ne andrò
a letto. Voi due parlatene, ma io voglio che torni di
nuovo tutto a posto, Sev, e lo intendo davvero. Um…si…ci
vediamo, buona notte.”
Harry uscì il più rapidamente possibile a
piedi nudi e viso violentemente arrossato.
La mattina seguente, Harry non
poteva neppure guardare il più vecchio uomo senza arrossire. Le sue risate
divertite ad ogni suo rossore, non aiutavano.
“Devo andare a prendere la mia
roba”, gli ricordò Harry. Attualmente era vestito in
un vecchio abito di Draco e sembrava femminile anche in abbigliamento maschile.
Chiaramente il fatto che lui fosse biologicamente una donna per un altre sei ore o così, aiutava.
“Dove ti devo lasciare?” Rispose Lucius.
Era probabile che si sarebbe sconvolto, al commento di Harry della notte prima,
se non si fosse divertito così tanto alla reazione di
*Harry*. “Dovrai tornare con il
portkey, io devo andare da Severus. C’è qualcosa che vuoi o non vuoi che succeda ai Dursley?”
Harry fissò nella distanza,
pensierosamente. “Non li voglio morti”, fu la sua ammissione. “Né voglio che usiate nessuno degli Imperdonabili su di loro.
Preferirei che ne parlaste con me prima di fare qualsiasi cosa.”
Lucius accennò col capo. “Posso
accettarlo.”
“Cosa, su
Dumbledore?” Chiese lui. “Sai, lo sapevo che non era il miglior ragazzo del
mondo, e sapevo che non si poteva aver fiducia in lui.
Ugualmente, sapevo che doveva esser a conoscenza di quello a cui ero stato attraverso ma non avevo mai pensato che fosse probabile che
ne fosse a conoscenza prima che io arrivassi a Hogwarts, e scegliesse di
lasciarmi là in ogni modo. Cosa ne ricavò? Pensavo
forse, che fosse per farmi avere fiducia in lui, e guardare a lui come il mio redentore
per portarmi via da loro, ma sarebbe accaduto solo se
lui mi avesse *tenuto* via, da loro. Perse quella possibilità
quando mi rispedì di nuovo dopo che l’implorai per non andare. Mi sembra che
sia più probabile che io divenga un altro Voldemort,
dopo il modo in cui sono stato elevato, piuttosto che il salvatore del mondo
magico.”
“Sfortunatamente, nonostante quello
che noi conosciamo, Dumbledore è ancora quasi intoccabile.”
“Si, e lo sarà per un tempo
ancora”, si disse d’accordo infelicemente Harry.
Come Lucius lasciò
Harry nell’ora familiare negozio, Harry ghignò al biondo. “Una cosa”,
disse lui. “Zio Vernon lavora a Grunnings, ed ho
sentito che adesso non va molto bene. Dovrebbe essere in vendita.” Poi
s’incamminò verso il negozio, dove Jeri stava aspettandolo.
Lucius apparì in Hogsmeade e
camminò dentro i Tre Manici di Scopa, osservandosi attorno. Spiando per una
presenza scura e familiare nella zona posteriore, e dirigersi verso di lui.
Nell’avvicinarsi al tavolo, avvertì la barriera di un incantesimo di riserbo attorno
al tavolo. Silenzio avvolse i due come la proprietaria si
avvicinò con le loro bibite prima di lasciare i due uomini da soli.
“Una pozione d’impotenza?” Disse
finalmente Lucius, con voce calma.
“Sembrava adatta”, fu la risposta
di Severus, ugualmente calmo. “Il suo giocattolo?”
Lucius ridacchiò. “Non riesce
ancora a guardarmi in faccia”, ammise. “Ed io non penso di averlo mai visto
così rosso.”
“Era ubriaco?” Chiese Severus, in
tono d’avvertimento che intendeva ‘se-tu-l’hai-fatto-bere-io-ti-trasformerò-in-ingredienti-di-pozioni’
mentre scivolava verso il biondo l’antidoto sulla tavola.
“L’unica cosa che l’ho visto bere era quello che, credo, i muggle chiamano una
soda. Qualunque cosa sia, non credo che contenne
alcol.”
Per ora, Severus prese per buona la
sua parola.
Lucius estrasse un grande libro da una delle tasche del suo mantello.
“Questo è quello che io stavo
facendo.” E lo porse a Severus.
Severus lo guardò. Era un semplice
diario di cuoio nero, con su scritto anno 4°. L’apri
ad una pagina qualsiasi. I suoi occhi si oscurarono con ira come lesse. Le
descrizioni cliniche, in qualche modo fece l’abuso dipinto anche più vero.
“La maggior parte degli
osservatori, specialmente quando lui era giovane, non sembrava sapere chi fosse. Erano stati appena a guardare e non interferire a meno che lui sembrasse essere seriamente in pericolo; che
volle dire essere ucciso, mutilato permanentemente o stuprato. Copie dei
rapporti furono spediti a Dumbledore ogni settimana.
Io capisco che per ogni osservatore, tre dovevano essere obliviato perché non
potevano condonare i loro ordini.”
“Cosa stai
progettando di fare, circa questo?” Ringhiò Snape. Attualmente
stava superando una sezione in cui il soggetto detto era chiuso in uno
sgabuzzino per due settimane intere, con solamente menzioni occasionali di cibo
o esser lasciato fuori per usare il bagno.
“Per Dumbledore, dobbiamo
semplicemente aspettare. Non siamo abbastanza potenti, politicamente, per
assumerlo ancora. Per i Dursley…bene, ecco perché siamo qui.
Harry ha detto che non potevamo ucciderli o usare
alcun Imperdonabile. Vuole avere anche la capacità di veto. Ora che la
sorveglianza è stata tolta e le custodie sono giù, possiamo agire.”
I loro cattivi sorrisi spaventarono
Rosmerta, venuta a controllare sui due, che ritornò immediatamente al bancone.
“Potremmo cambiarli in gatti e far
giocare con loro il suo padrino e il suo amico lupo,
durante la prossima luna piena”, suggerì Severus.
“Penso che nessuna
uccisione intenda non portarli a qualcun altro perché li uccida”,
disputò Lucius, sebbene dovette ammettere che era una buona idea. “Forse
dovremmo trasformarli in elfi domestici e darli a Harry o alcune delle nostre
vecchie conoscenze.”
Severus sorrise furbamente. “Quello
sarebbe perfetto. Troppo cattivo non sia possibile.”
“Dobbiamo trovare un modo circa la
regola di non poter trasformandosi in creature magiche per chiunque non sia un mage, davvero.” Disse Lucius,
mettendo il broncio. Sarebbe stata veramente la vendetta perfetta.
I due continuarono a parlarne,
gettando avanti e indietro attraverso la tavola, idee per la maggior parte del
pomeriggio, prima di finalmente venire su con un piano di più livelli, che
entrambi pensarono era probabile fosse un inizio per la vendetta di Harry.
Lucius apparì indietro al feudo,
solo abbastanza per lasciare una nota ed un piccolo
presente per Harry e cambiarsi in abiti muggle, prima di dirigersi fuori muggle-Londra per mettere in moto la prima parte del piano.
Mai la persona per mettere tutte le uova in un solo cesto, o tutti i suoi soldi
in una banca, nessuna questione come imprendibile è
probabile che sia, si diresse verso la Banca di Londra, in cui aveva tenuto una
parte dei suoi soldi per una dozzina di anni. Era ora di comprare una società
di trapani. Non che lui davvero sapesse, o curasse, che cosa fossero i trapani.
Era notevolmente facile guadagnare
il controllo della società. Come aveva detto Harry, non stava andando bene ed i
proprietari erano ansiosi di trovarla via dalle loro mani. L’affare non sarebbe
concluso per molti giorni, ma Lucius non aveva vera
fretta.
C’erano altre cose da mettere in
moto prima. E per stasera, cose più importanti da
fare.
Lucius ritornò al Feudo e si cambiò
rapidamente, assicurandosi di trovarsi all’inizio delle scale alle sei in
punto. Cinque minuti più tardi, i suoi occhi erano incollati
alla cima dei gradini come il suo innamorato scese le scale, quasi
galleggiando. Harry era vestito in un abito da ballo di velluto verde scuro,
gonna pieghettata che si agita circa le sue ginocchia ed il cristallo rosa che
Lucius aveva lasciato col suo invito a cena posato sul suo
petto a sinistra.
“Sei bello, Harry” mormorò Lucius, come il più giovane ragazzo giunse al
gradino più basso.
“Grazie”, Harry arrossì
leggermente, ma aveva un sorriso lieto. “Anche tu
sembri molto bello.”
Lucius sorrise di nuovo e posò un
rapido bacio sulle labbra di Harry, prima di drappeggiare sulle sue spalle uno
scialle e condurlo fuori.
Harry si fermò e battè le palpebre.
Non sapeva cosa aspettarsi da questo appuntamento, ma
un cavallo…no, un *pegasus* attaccato ad una carrozza aperta, non era
certamente quello.
Lucius aiutò Harry a salire sulla
carrozza e poi si mosse all’altro lato, salendo ed afferrando le redini. Gli
occhi di Harry erano spalancati e la sua espressione estatica come il petaso
cominciò a muoversi, correndo in avanti finché avevano abbastanza velocità per aprire le ali e alzarsi in volo.
Volarono su
Londra, sicuri grazie ad un incantesimo d’invisibilità sulla carrozza.
Videro molti dei punti più importanti di Londra; il Big Ben, la Torre di
Londra, il Palazzo di Westminter, il Palazzo di Buckingam, la Torre di Merlino ed
il monumento magico a George Cleartot, l’Uccisore di
Draghi che i cristiano pensavano fosse un santo invece del mago che era.
Finalmente, arrivarono alla loro
destinazione, e Harry trovò un’altra sorpresa. Lui aveva pensato che,
eventualmente, sarebbero sbarcati e andati ad un ristorante normale per una
cena, ma non era quello che accadde. Invece di scendere, la carrozza volante stava
innalzandosi, dirigendosi diritto verso una grande ed imponente massa di nuvole
basse. Come passarono attraverso le nubi più basse, il
resto scomparve, e quello che era stato un gruppo di nubi energiche e spesse,
divenne un paradiso incantato. Era un palazzo fatto di marmo e cristallo.
Certamente la maggior parte era illusione, ma era la più grande e più intricata
illusione che Harry mai aveva visto.
“Benvenuto”, annunciò Lucius piano,
“ad il Castello nel Cielo”, non desiderando rompere l’incantesimo che questo luogo
sembrava avere sul suo partner. Competentemente, guidò la carrozza sul davanti,
dove un valletto aspettava per aiutarli a scendere e portare via la carrozza.
Harry posò la mano nel gomito di
Lucius e gli permise di condurlo nel…ristorante? Cosa,
precisamente, era quel luogo?
“Preferisci prima ballare, o
mangiare?” Chiese Lucius come il maitre venne verso di
loro.
Harry ci pensò per un momento. Lui
amava ballare e se loro mangiassero prima, l’inizio della digestione impedirebbe di ballare, ma aveva ignorato il pranzo ed aveva
molta fame. Un ringhio quieto dal suo stomaco, rese la decisone
più facile. “Mangiare, per favore.”
I due furono condotti ad una tavola distinta e lasciati con un menù che, come molto
di ciò che Harry aveva sperimentato finora, era diverso da qualsiasi cosa lui
aveva mai visto. Toccando ogni articolo sul menù, gli veniva
mostrato un ritratto dell’articolo così come essendo capace di odorarlo. Alcuni
degli articoli non erano nulla del quale lui aveva mai sentito prima, ma decidendo
di sentirsi coraggioso, finì per ordinare un piatto
che il menù diceva venne originalmente dai veri elfi.
Dopo che ordinarono,
Harry guardò ansiosamente al suo innamorato. “Cos’è questo posto?”
“Questo è il Castello nel Cielo. E’
un albergo e un ristorante ricavato da un palazzo creato originalmente, o così
dice la leggenda, da una razza d’elfi alati. Fu trovato
approssimativamente cinque secoli fa da un mago chiamato VerosSunturret. L’uomo vide immediatamente
le possibilità, e una volta che fu sicuro che fosse completamente vuoto, lo
rinnovò per il suo scopo corrente. Si muove coi venti,
ma da quando ci si può arrivare solamente volando, non è solitamente difficile
da trovare.”
“Perché
solamente volando, perché non si può apparire?” Chiese Harry con interesse.
“Devi sapere precisamente dove è,
per apparire in un luogo. Fin da quando il Castello si muove sempre, è
impossibile apparire qui.”
“Dove hai
trovato il pegasus?”
Lucius aggrottò le sopracciglia.
“Non sei ancora stato alle stalle?”
“Hai delle stalle?” Chiese Harry,
alzando lo sguardo.
“C’è, in realtà, un numero
d’animali magici e muggle nel Feudo. Sei stato ai canili?”
Harry scosse la testa, occhi
spalancati.
“Ricordami di portartici domani
pomeriggio”, gli suggerì Lucius.
“Lo farò”, disse immediatamente
Harry, ed era ovvio che non intendeva dimenticarsene.
Il cibo era tutto quello che Harry
aveva sperato basandosi sulla descrizione. Era leggero ed a falde,
squagliandosi sulla lingua con solo un suggerimento di spezie ignote.
Dopo il cibo, i due parlarono del
piano per i Dursley e Harry non aveva problemi con qualsiasi cosa che i due
ex-mangiamorte erano venuti su. Anzi, Harry diede
alcuni suggerimenti che Lucius fu felice di accettare.
Una volta sentirono di aver
digerito abbastanza il cibo, i due si diressero verso la sala da ballo e
passarono le seguenti due ore non prestando attenzione a null’altro che loro
due e la musica.
Una volta
stancati di ballare, Lucius guardò al ragazzo nelle sue braccia. “Ti
piacerebbe restare qui per la notte?”
Harry guardò negli occhi di Lucius,
vedendovi tutto quello che sperava trovarvi. “Si”, mormorò lui. “Mi
piacerebbe.”
L’appartamento era tutto quello
che Harry aveva pensato che fosse, e di più. Come la torre a Feudo Malfoy, i
muri delle stanze sembravano essere invisibili, ma
Harry sapeva che questa volta non poteva esser vero.
Dappertutto guardava,
era cieli blu e nubi, uccelli e altri animali volatori, anche un
arcobaleno. Il letto stesso sembrava una nube enorme, e Harry non poteva
aspettare pressoché di scoprire se era molle come guardava. Poi trovò il bagno.
La doccia sembrava una piccola
nube di pioggia. Harry provò, sperimentalmente, a mettere la mano sotto la nube
e si dilettò della sensazione della calda pioggia che toccava la sua pelle. Rapidamente
si spogliò. Doveva provare questo. Era solo quando stava
per togliersi la biancheria intima che si ricordò con chi era e perché era qui.
Si girò a guardare verso la via
d’accesso. Se stava per fare…cosa erano venuti a fare
qui…e lui voleva, poi aveva bisogno di raccogliere il suo coraggio di
Gryffindor.
Senza più
il pensiero, s’incamminò verso la porta e l’aprì. Guardando diritto a Lucius, i
cui occhi erano occupati impazientemente a guardare tutta la pelle nuda che
Harry stava mostrando, lui offrì. “Sto andando a fare una doccia. Se vuoi puoi congiungermi.”
Sorridendo, Harry camminò di
nuovo nel bagno ed andò sotto l’acqua, divertendosi nella sensazione della
calda pioggia contro il suo corpo.
Secondi meri più tardi, Lucius
Malfoy camminò nella stanza, nudo a parte un paio di boxer
di seta neri. Per quello che sembrarono secoli, i due
appena si guardarono l’un con l’altro, prendendo nella vista dell’altro corpo
nudo. Finalmente, Harry parlò. “Non vorrai fare la doccia con
su i boxer, vero?”
Harry guardò
avidamente come Lucius scivolò l’ultima copertura.
Il suo primo pensiero era che i
capelli dell’uomo erano naturali. Il suo secondo pensiero erano gli occhi erano
buoni, ma le mani erano meglio. Con un sorriso, lui contenne fuori la sua mano
per invitare Lucius sotto l’acqua. Il più vecchio uomo accettò.
****************scena lemon***************
Asciugati ed arricciati insieme a
letto, Harry non poteva evitare di chiedere, “Andava bene?”
Lucius sorrise. “Meglio che
bene.”
“Penso, tuttavia, di aver bisogno
di più pratica”, sbadigliò Harry. “Molta, molta più
pratica.”
“Io sono disposto ad aiutarti a
migliorare sempre”, mormorò Lucius.
Harry entrò nella sua stanza per
trovare Draco che posa sul suo letto, aspettandolo.
“Bene?” chiese Draco.
“Bene che cosa?” Chiese in
ritorno Harry, togliendosi inconsciamente il suo vestito via di fronte al suo amico.
“Cosa intendi,
bene che cosa? La notte scorsa hai avuto un appuntamento con mio padre e non
sei ritornato fino alle dieci della mattina seguente. Per non menzionare che
sembri esser stato ben…’maneggiato’.”
“Draco!” Ansò Harry, facendo
finta di esser in colpo. “Pensavo che non volessi conoscere qualsiasi cosa
della vita sessuale di tuo padre. E no, non sono stato
affatto ‘maneggiato’. Bene”, disse in modo lento, “non tecnicamente, in
ogni modo.”
“Io non voglio conoscere
particolarmente la vita sessuale di mio padre”, ammise Draco. “Ma da quando io
non ne ho una al momento, devo vivere indirettamente attraverso la tua.” Le sue sopracciglia salirono quando
vide quello che si stava mettendo Harry. Da quando usava pantaloncini, Harry?
Chiaramente, erano pantaloncini molto graziosi, ma ancora come Jade, aveva portato
sempre gonne, e nessuna di loro era corta come questi.
Harry vide dove lui stava
guardando e rise mentre si metteva una camicia alla
marinara intonata. “Le ragazze pensavano che avessi bisogno di diventare un
poco più audace. Come per la tua vita d’amore, è solo te che devi biasimare,
certamente hai avuto molte offerte.”
Harry si sedette sul letto. I due
erano uno di fronte all’altro, uno con i piedi alla
testa del letto, l’altro con i piedi al piede del letto.
“Oh, e suggerisci che io mi metta solo con chi, Pansy?”
“Bene, ora lei ha sedici anni,
questo vuol dire che troverà quell’incantesimo
di fascino permanente del quale parla, giusto?”
“Ed il
tuo punto sarebbe?” Ghignò Draco. “Lei dovrà sposarsi qualcuno che non la conosceva quando crebbe, così non sanno come brutti saranno
i bambini.”
Harry ridacchiò. “Forse, dovresti
sposartela, poi. certamente, le tue buone occhiate
aiuterebbero.”
“Non un’opportunità che io voglio
prendere”, gemette Draco. “Inoltre, la sua voce mi urta i nervi.”
Harry doveva esser d’accordo con
quello. La ragazza aveva il più buon strillo a
Hogwarts. O dovrebbe dire il peggiore? Il più
rumoroso, comunque.
“Troppo cattivo che tu non sia gay”, disse pensierosamente Harry, nascondendo le scintille
di danno nei suoi occhi dietro alle lunghe ciglia. “O
almeno, bi.”
“Perché?
Tu sei già preso.”
“Vero, ma io stavo pensando a
quello che disse Severus.”
“Il tuo padrino? Eww! E lo dico di nuovo, Eww! Inoltre, non è col lupo mannaro?”
“Non stavo parlando di Sirius”,
mormorò Harry. “Stavo pensando a Severus.”
“Il *mio* padrino! Quello è anche
peggiore!” Guaì Draco.
“Ma
pensaci, Draco!” Lo stuzzicò Harry. “Ti farebbe mio patrigno, e tu sei già mio figliastro, così saresti il tuo proprio nonno! E saresti padre di tuo padre, bene patrigno, ma ancora…”
Draco tentò di lavorare il suo
modo circa le relazioni di famiglia che comporterebbe,
ma finalmente abbandonò e crollò ridendo.
“Puoi immaginare la faccia di mio
padre se tu gli parlassi di questo?”
I due risero per un tempo lungo prima di calmarsi.
“Non pensare di
uscirne così facilmente”, finalmente l’avvertì Draco. “Voglio sapere
quello che è accaduto la notte scorsa.”
Harry sorrise
trasognatamente, girandosi così da poter guardare al baldacchino come ricordò
la notte precedente. “Era meraviglioso, completamente incredibile. Prima
c’era questa carrozza tirata da pegasi…e come mai non mi hai mai mostrato le
stalle?” Chiese Harry, cambiando tema. “Non sapevo neppure che avevate animali,
oltre ai selvatici nella foresta.”
“Te li mostrerò più tardi, solo
ottieni su con la storia”, promise Draco esasperato.
“Giusto, Lucius già mi ha detto che me li mostrerà”, disse Harry felicemente. Più
Draco ottenne irritato, più Harry era felice. Non accadeva spesso che potesse
lasciarlo senza fiato come questo, e aveva intenzione di continuare fin che
poteva. “Ma ancora, mi sarei aspettato che me ne parlassi”,
disse facendo una smorfietta.
“Arg!”
Ringhiò Draco.
Harry rise di nuovo. Era troppo
in un buon umore perché *qualsiasi cosa* lo buttasse giù.
“Quindi,
saliti in questa carrozza, volammo sopra Londra, dando un’occhiata ai punti più
importanti e poi ci dirigemmo sulla campagna, verso questo *grande* banco di
nubi. Passammo attraverso di loro e…”
“Il Castello nel Cielo?” Guaì
Draco, sedendo improvvisamente su. “Papà ti ha portato al Castello nel Cielo?”
“Si”, sospirò felice in ricordo
Harry. “Non ci sei mai stato?”
Draco scosse la testa. “Papà non
mi dirà neppure come arrivarci finché ho diciotto anni. Questo succhia.”
“No, quello sono io”, disse
sottovoce Harry.
“Che hai
detto?”
Harry arrossì. “Nulla. Non ho
detto qualsiasi cosa. In ogni modo”, disse Harry, cambiando rapidamente il
soggetto. “Quel luogo è incredibile. Tutto marmo e cristallo sul fuori, e
l’interno è nel momento in cui sfarzoso. Il cibo era
meraviglioso ed il complesso suonò tutta la notte. Abbiamo ballato un paio
d’ore, poi Lucius chiese se volessi restare la notte.
La stanza era spettacolosa, era come dormendo su una
nube nel mezzo del cielo, e lo intendo letteralmente. Come per quello che altro
accadde, io non bacio e poi lo dico.”
“Ovvero,
va molto bene”, disse con fretta Draco. “Ci sono alcune cose che davvero io non
ho bisogno di sapere.”
“Oh! Io so qualcosa che tu *vuoi* sapere”, l’informò Harry.
“Cos’è?” Chiese Draco, quasi
paurosamente, a causa dell’allegrezza non mascherata presente negli occhi di
Harry.
“Quello che sta per succedere ai
Dursley”, cantò gioiosamente Harry.
“Ooh, ooh dimmi, dimmi!” Draco cominciò
a rimbalzare sul letto come un quattro anni eccessivamente eccitato. “Possiamo
torturarli? Possiamo? Possiamo?”
“Solamente un
poco, fisicamente”, ghignò Harry. “Ma un
destino intero mentalmente.”
“Quello non è buono come
torturarli fisicamente”, disse Draco sporgendo le labbra. “Dovrebbero provare
dolore.”
“Ho detto
che non sarebbero?” Harry sorrise furbamente. “Ho solo detto
che *noi* non gli faremo male fisicamente.”
“Quindi
cos’*è* che noi facciamo?” Chiese Draco, nuovamente
interessato.
“Bene, prima di tutto, Lucius sta
comprando la società di zio Vernon, e poi sta dandomela.”
“Cosa farai
con una società muggle?”
“Per il momento, solo far sudare
mio zio. Eventualmente, figuro che sia probabile che
possiamo convertirla a fare giornali, libri e simili. Necessiteremo
di una società di un qualche genere se progettiamo di produrre dei prodotti.
Adesso, comunque, io lascerò zio Vernon tenere il suo lavoro là…finché fa
quello che dico io.
Come per la zia Petunia, lei è
orgogliosa della sua casa e come *normale* è tutto. Mentre Lucius ed io stiamo andando ad occuparci di loro, voglio che tu e Severus
cambiate quello. Ci dovrebbero essere gnomi dell’orto ed esotiche,
preferibilmente pungenti, piante nel suo giardino, colori strani dei quali non
possono tolti sulla fronte della casa, diavoletti e gremlins
con regno gratis sull’interno e tutto sillabato così che solo il Dursley possa vederlo.”
“A Duddley verrà
data una pozione così che tutto quello che mangia lo fa star male. Forse così
perderà finalmente un poco di peso.”
“Ancora non è abbastanza”, disse
Draco.
“Ho forse detto
che sarebbe tutto?” Harry alzò un sopracciglio.
“Mentre
voi state sporcando circa la casa, Severus starà mettendo un incantesimo sui
letti. Ogni notte quando andranno a dormire, sogneranno un giorno nella vita di
Harry Potter. Come Harry Potter. Sentiranno tutto quello che io ho sentito in quei giorni, tutto. Ogni contusione, ogni dolore di fame, ogni sentimento dell’infelicità, tutto.
Alcuni dolori fisici dureranno attraverso il giorno come dolori fantasma.
Finirà solamente quando chiederanno perdono, e
l’intendono.”
“Cosa se
non lo fanno mai?”
“Avranno un tempo molto cattivo
per un tempo molto lungo.” Harry sospirò. Sapeva che
tutti tre gli altri avrebbero preferito il dolore più pratico, ma non voleva
che le persone per cui curava così molto, diventassero
come le persone che non si erano preoccupate di lui. E
si, lui sapeva che Lucius e Severus erano mangiamorte, ma non era stato
personale. Forse lo faceva una cattiva persona, ma anche se desiderava che le
cattive cose accadessero a loro, non voleva che fosse per colpa sua e lasciando
Severus, Lucius e Draco pari fanno quello che loro volevano fare
sarebbe colpa sua.
“Bene, non sembra troppo
cattivo”, disse Draco. “Dimmi solo cosa posso fare per aiutare.”
“Io sono felice con lui, e quello
è tutto ciò che realmente conte, non credi?”
“C’è molto che ti rende felice,
ora, vero?”
“Solo diciamo
che il giorno è incominciato molto, molto bene”, rispose Harry con un sorriso segreto.
In quel mentre, un elfo domestico
apparve. “Il sig. Ron Weasley qui per vedere padrona Jade”, strillò l’elfo.
“Grazie, Moppy”,
Harry sedette su. “Per favore, portalo qui.”
“Si, padrona Jade, Moppy sarà felice di mostrare la strada a sig. Ron Weasley.” Ancora una volta l’elfo scoccò fuori e minuti più tardi,
un suono di passi, o meglio calpestio rumoroso, stava venendo dal corridoio.
“Mi chiedo quello che è
sbagliato, non sembra che sia molto felice.”
“E’ mai?” Gemette Draco,
muovendosi via dal letto e sopra una delle sedie vicine.
Ron calpestò nella stanza e poi
si fermò fissandoli per un momento. Lui aveva visto Harry come Jade prima, ma
ancora lo scioccava vederlo così comodo, per non
menzionare così bello, il suo amico in una graziosa camicia e pantaloncini.
Scuotendo il capo, allontanò l’immagine; lui era qui su una missione.
“Potresti spiegarmi questo?”
Disse, gettando una copia del Daily Prophet sul letto.
Harry la prese, dopo non aver
ancora avuto il tempo di guardarlo questa mattina, solamente per esclamare in
sorpresa. Là, sulla pagina principale, c’era il Ministro provvisorio della
Magia ed una ragazza dai capelli neri ed occhi verdi, vestita in un abito di
velluto verde, ballando.
‘L’AMORE
NUOVO DEL MINISTRO MALFOY’
Gridava il titolo. Harry lesse
rapidamente attraverso l’articolo. Non era nulla di particolarmente cattivo;
non importavano ai due di loro se uscisse o no. Lui
sembrava più vecchio che la sua età, e fin da Lucius
sembrava più giovane, nessuno pensò sulla loro differenza d’età. E chiaramente,
nessuno aveva alcuna idea di chi era. Nessuno eccetto
il ragazzo di fronte a lui. Harry non pensava che ci fosse bisogno di dire che avevano passato la notte insieme, ma almeno non
c’erano state macchine fotografiche nella stanza.
“E’ vero?” Ringhiò Ron. “Dimmi che non è vero. Dimmi che eri
là per tentare di prendere un mangiamorte o qualcosa di simile. Solo non dirmi che il mio amico non mi direbbe sull’essere con il
dannato Lucius Malfoy!”
“Quindi
vuoi che io menta?”
“Se è
l’unico modo, si!”
“Va bene”, Harry sospirò. “Lucius
non è l mio amico. Ti senti bene ora?”
Ron sfolgorò. “Non
particolarmente. Come potevi fare questo? Lui è un
Malfoy! E’ un mangiamorte! E’ vecchio!”
“E’ sfarzoso. E’ sexy. Ha esperienza. Ed io lo amo”,
ribatté facilmente Harry. “Lui mi ama anche, ed in caso che tu ti stia
chiedendoti come so che non sta solo giocando con me, glielo chiesi sotto
incantesimo di verità.”
“Arg!”
Gridò Ron.
“Ron, perché stiamo avendo di nuovo questa conversazione?” Disse stancamente Harry. “E’
precisamente lo stesso come quando hai fondato fuori che io e Draco eravamo amici o che io pensavo a Severus come mio padre. Sai
che gli Slytherin non sono la radice di ogni male. Non
mi aspetto che diventiate i migliori amici. Ma mi aspetto che tu rispetti le
mie scelte.”
“L’ho fatto!” Ringhiò Ron,
camminando. “Ho rispettato le tue scelte quando venne
al furetto dai piedi neri. Ho rispettato le tue scelte quando
venne all’idiota grasso. Questo, in cima a tutto che, è un poco molto da
prendere!”
“E’ la mia scelta, la mia vita.” La voce di Harry era dura e implacabile.
“Ma e
sbagliato! E ti fara male!”
“Ehi!” Draco alzò la voce per
diventare della conversazione per la prima volta. “Mio padre non gli farà male.
E se lui fa, puoi congiungere me e Severus per trovare vendetta su di lui.”
“Tutti voi tre potete, *davvero*, lasciarmi in pace!” Gridò Harry. “Posso prendermi
cura di me stesso, e la mia relazione, grazie tanto!”
“Si, giusto”, lo beffò Ron. “E cosa farai quando Mione o Zabini lo scoprono?”
“lo sanno già”, disse Draco
tranquillamente.
“loro cosa!” Ron e Harry
gridarono insieme, in sincrono shock.
Draco elevò un sopracciglio.
“bene, vediamo. Blaise sta baciandoti quando mio padre
entra e procede spedire un’occhiataccia mortale a lui. Tu vai via con lui e
ritorni sembrando completamente baciato di fresco e un poco scompigliato. Lo capì abbastanza rapidamente”, ghignò. “Era preda di un
attacco di panico praticamente l’intero resto del tempo che rimase, sicuro che
papà stava per ucciderlo lentamente per osare toccare quello che era il suo.
Come per Granger, ci sentì parlare mentre ti
cambiavi.”
“Vedi!” Disse Ron, fissandosi su
una sola parte di quello che aveva detto Draco. “Lui ha detto
che malfoy ucciderebbe Zabini per toccare quello che era il suo. Lui ti
considera solo un possesso.”
“C’è una differenza tra esser un
possesso ed essere possessivo. Si, Lucius può essere molto possessivo, ma può essere anche molto protettivo. Inoltre, io non bado se è
possessivo. Mi piace che si senta possessivo circa
me.”
“Sei
impossibile!” Concionò Ron.
“Grazie”, rispose facilmente
Harry. “Io tento.” Il ragazzo stava aggrottando le sopracciglia leggermente
guardando in giù, via da ambo gli altri sguardi fissi.
“Cos’è la questione?” Ghignò Ron.
“Cose non sono buone come stai tentando di farmi pensare?”
Harry lo guardò in sorpresa.
“Davvero”, lui ghignò. “Io ero solo indeciso se dovevo dipingermi le unghie dei
piedi o non. Penso che dovrei, sembrano un poco nude
ed io stavo progettando di mettermi dei sandali, questo pomeriggio. Cosa pensate?”
Draco scoppiò a ridere
all’occhiata sbalordita sulla faccia di Ron. “Rassegnati Weasley. Non riuscirai
a cambiare la sua mente. Abbi fiducia in me, altri hanno
tentato. Solo accettalo e prosegui, non c’è altro che tu possa
fare.”
Ron, con un tonfo, cadde su una
sedia in cattivo umore.
“Ehi Ron, pensi che tua madre
baderebbe se trasferissimo alcuni dei suoi gnomi d’orto?” Chiese Harry dopo che
aveva finito con un piede. Aveva chiamato lo smalto ed iniziato a dipingere
quando Ron aveva deciso di essere di cattivo umore.
Ron rispose sorpreso. “Gnome d’orto? Perché Malfoy avrebbe
bisogno di gnomi d’orto?”
“In verità, pensavo che zia
Petunia avesse bisogno di alcuni gnomi d’orto nel suo
giardino”, rispose Harry come cambiò piede.
“Oh bene, se sono per il giardino
di tua *zia*, come possiamo dir di no?” Ron ghignò
cattivamente. Draco si sorprese a come bene l’espressione stava sulla faccia
lentigginosa.
“Dovrai aiutarlo a prenderli, non
penso che lui mai l’abbia fatto prima”, suggerì Harry, finendo su quel piede e
cominciando sulle mani. La mano sinistra andò benissimo, ma quando tentò di
fare la destra, iniziò a ringhiare. “Draco, vieni a farlo per me, hai una mano
ferma”, gli ordinò.
Draco sospirò
mentre si sedette sul letto, prendendo lo smalto ed avviando a lavorare
attentamente.
Ron ridacchiò alla vista del loro
principale concorrente ordinato da Harry. Una bussata venne alla porta.
“Avanti”, disse Harry,
guardandosi bene dallo spostare la mano.
Lucius entrò, spiando il giornale
sul letto e come vicino era seduto suo figlio al suo
innamorato. Commentò su una sola cosa, tuttavia. “Vedo che l’hai visto.”
“Potrebbe essere peggiore”,
rispose Harry come Draco finì e lui si alzò, dirigendosi nelle braccia di
Lucius ed accettando un bacio. “Non sanno chi io sono, o la mia età, così non
c’è niente di veramente preoccupante.”
La faccia di Ron era
inappagabile. Combinava disgusto al vedere il suo amico baciare un Malfoy, ed
incredulità che il Malfoy stava baciando così dolcemente detto ragazzo.
Sembrava che curassero l’un per l’altro realmente.
Malfoy deve essere un attore molto buono. Comunque, se Ron provasse a far
scegliere il suo amico tra lui e il mangiamorte, aveva il sentimento che non gradirebbe la risposta. Tutto quello che poteva fare era
esserci per il suo amico quando l’inevitabile
accadesse e lui fosse ferito. *Poi* poteva farla pagare al bastardo.
“Devi andare di nuovo a lavoro,
vero?” Disse Harry.
“Ho paura di si.
Avranno domande, ed io ho bisogno di esserci per risponder loro.”
“Digli
che la tua vita privata non è nessuno dei loro affari, e che tu possono
incontrare la tua amica al ballo”, suggerì Harry.
Lucius ridacchiò. “Probabilmente
lo farò. Sei sicuro che va bene?”
Harry accennò col capo
facilmente. “So che il tuo lavoro è importante, e non ho problemi con lui. Non
finché tu ricordi di ritornare ogni tanto, e ti metti in contatto
quando non puoi.”
Lucius lasciò cadere un altro
bacio sulle labbra di Harry. “Tenterò di esser a casa prima che tu vada a letto, va bene? E mi
ricorderò di richiamarti se qualcosa viene su e non posso. Nel frattempo, Draco
può mostrarti, ed al tuo amico”, per la prima volta diede credito alla presenza
di Weasley, “le stalle e canili. Oh, e Severus spedì questo via gufo questa
mattina.”
E gli
diede una lettera.
Harry lo guardò sorpreso, prima
di aprirlo. La sua faccia arrossì di un brillante rosso come lesse.
“Cosa dice?”
venne dagli altri due adolescenti.
“Lui dice”, cominciò Harry. “Che
non mi è permesso per muovermi nelle stanze di Lucius senza almeno un anello di
fidanzamento, come minimo.”
Lucius sorrise segretamente.
“Prenderò che sotto considerazione.”
Tutti gli occhi dei tre ragazzi erano larghi in colpo come Lucius uscì dalla stanza.
Un folletto apparve. “Il sig. Ron Weasley qui
per vedere padrona Jade”, strillò l’essere.
“Grazie, Moppy”
disse Harry, sedendosi. “Per favore, accompagnalo.”
“Si padrona Jade, Moppy sarà felice di accompagnare il sig. Ron Weasley.”
L’elfo domestico, ancora una volta scomparve e minuti più tardi, un suono di
passi veniva dal corridoio.
Harry ascoltò. “Mi chiedo quello che è
sbagliato, è evidente che non è felice.”
“Lo è mai?” Gemette Draco, muovendosi via dal
letto e sopra una delle sedie vicine.
Ron calpestò nella stanza e poi si fermò,
fissando per un momento. Lui aveva visto Harry come Jade prima, ma ancora lo scioccava vedere come comodo, non menzionare come bello, il
suo amico sembrava in una graziosa camicia e pantaloncini. Il
ragazzo scosse l’immagine, lui era qui su una missione.
“Desideri spiegare questo?” Chiese, gettando
una copia del Daily Prophet sul letto.
Harry l’andò a prendere, dopo non aver avuto
il tempo per guardarlo ancora, questa mattina, solo per guardarlo
sorpreso. Là, sulla prima pagina, c’era il Ministro provvisorio della Magia ed
una ragazza dai capelli neri e occhi verdi, che portava un abito di velluto
verde, ballavano.
‘Il Nuovo Amore del
MINISTRO MALFOY’
Gridò il titolo. Harry lesse rapidamente
attraverso l’articolo. Non era nulla di particolarmente cattivo; non conteneva
nulla che non desiderarono non uscisse. Lui sembrava più vecchio che sedici, e
fin da Lucius guardava più giovane della sua età, nessuno curò sulla differenza
d’età. E chiaramente, nessuno aveva alcuna
idea di chi lui era. Nessuno eccetto il ragazzo di fronte a lui. Non
pensava che avessero bisogno di dire che avevano passato
insieme la notte, ma almeno non avevano avuto macchine fotografiche nella
stanza.
“Sei tu, vero?” Ringhiò Ron. “Dimmi che non è vero. Dimmi che
cercavi di prendere un mangiamorte là o qualcosa del genere. Solo non dirmi che l’amico di cui non volevi parlarci è il dannatissimo
Lucius Malfoy!”
“Quindi vuoi che ti
menta?”
“Se è quello che ci
vuole, sì!”
“Va bene,” disse
Harry sospirando. “Lucius non è il mio amico. Ora ti senti bene?”
Ron sfolgorò. “Non particolarmente. Come
potevi fare una cosa simile? Lui è un Malfoy! E’ un mangiamorte! E’ vecchio!”
“E’ splendido. E’ sexy.
Ha esperienza. E io l’amo”, ribattè facilmente Harry.
“Lui mi ama in ritorno, ed in caso che tu stessi
chiedendoti come so che non sta solo giocando con me, glielo chiesi sotto
incantesimo di verità.”
“Arg!” Gridò Ron.
“Ron, perché stiamo avendo, di nuovo, questa conversazione?” Disse Harry stancamente.
“E’ precisamente la stessa cosa come quando scopristi che Draco e io eravamo amici o che io pensavo a Severus come mio padre. Lo
sai che gli Slytherin non sono la radice di tutti i mali. Non mi aspetto che
diveniate i migliori amici. Ma mi aspetto rispetto per le mie scelte.”
“L’ho fatto!” Ringhiò Ron, camminando avanti
e indietro. “Ho rispettato le tue scelte quando si è
trattato del furetto dai piedi neri. Ho rispettato le tue scelte
quando si è trattato dell’idiota grasso. Ma
questo è solo un poco troppo da accettare!”
“E’ la mia scelta, la mia
vita.” La voce di Harry era dura e implacabile.
“Ma è sbagliato! E ti farà male!”
“Ehi!” Draco alzò la voce, intervenendo per
la prima volta nella conversazione. “Mio padre non gli farà male. E se lo fa,
puoi congiungere me e Severus nel trovare vendetta su lui.”
“Tutti i tre di voi possono, davvero,
*lasciarmi in pace*!” Gridò Harry. “Posso prendermi
cura di me stesso e della mia relazione, grazie tante!”
“Oh si, verissimo”, lo beffò Ron. “E cosa farai quando ‘Mione o zabini lo scoprono?”
“Lo sanno già”, disse Draco, tranquillamente.
“Loro che cosa?” Ron e Harry gridarono
insieme, scioccati.
Draco alzò un sopracciglio. “Bene, vediamo.
Blaise sta baciandoti quando mio padre entra e gli
lancia un’occhiata mortale. Vai via con lui e ritorni guardando baciato di
fresco ed un poco scompigliato. Lui lo figurò fuori abbastanza rapidamente”,Draco ghignò. “Blaise aveva un pieno attacco di panico
l’intero resto del tempo che lui era là, sicuro che papà stava per ucciderlo
lentamente per osare toccare quello che gli apparteneva. Come per Granger, lei
ci sentì parlare mentre ti stavi cambiando.”
“Vedi!” Disse Ron, fissandosi su una parte di
quello che aveva detto Draco. “Lui ha detto che Malfoy
ucciderebbe Zabini per toccare quello che era il suo. Lui appena pensa a te
come un possesso.”
“C’è una differenza tra esser un possesso ed
essere possessivo. Si, Lucius può essere molto possessivo, ma lui può anche essere molto protettivo. Inoltre, non bado
all’esser possessivo. Mi piace che lui lo provi verso di me.”
“Sei impossibile!”
Concionò Ron.
“Grazie”,fu la
risposta di Harry. “Io tento.” Guardando in giù, aggrottò le sopracciglia, non
curandosi degli sguardi degli altri due ragazzi.
“Cosa c’è?” Ghignò
Ron. Le cose non sono buone come stai tentando di farmi pensare?”
Harry alzò lo sguardo sorpreso. “Davvero”,
ghignò lui. “Stavo tentando solo di decidere se dovevo darmi lo smalto alle
unghie dei piedi o non. Io penso di si, sembrano un
poco nudi ed io stavo pensando di mettermi i sandali, questo pomeriggio. Cosa ne pensi?”
Draco, all’occhiata sbalordita di Ron,
scoppiò a ridere. “Accettalo Weasley. Non riuscirai a cambiare la sua mente. Abbi fiducia in me, altri hanno tentato. Solo accettalo e segui,
non c’è nient’altro che tu possa fare.”
Ron si lasciò cadere con un tonfo sulla
sedia, in cattivo umore.
“Ehi Ron, pensi che tua madre baderà se noi
trasferiamo alcuni dei suoi gnomi dell’orto?” Chiese Harry dopo che aveva
finito con un piede. Lui aveva preso la boccetta di smalto ed iniziato a
metterlo quando Ron si era seduto. Ron rispose sorpreso. “Gnomi dell’orto? Perché Malfoy avrebbe bisogno di gnomi dell’orto?”
“In verità, penso che la zia Petunia abbia
bisogno di alcuni gnomi nel suo giardino”, rispose
Harry come cambiò piede.
“Oh, bene, se sono per il giardino di tua *zia*, come è possibile dire di
no?” Ghignò cattivamente Ron. Draco si sorprese a come bene l’espressione si
addiceva alla faccia lentigginosa.
“Dovrai aiutarlo a prenderli, non penso che
lui l’abbia mai fatto prima”, suggerì Harry, finendo quel piede e cominciando
una delle mani. La mano sinistra andò eccellentemente, ma quando lui tentò di
fare la destra, finì per ringhiare. “Draco, vieni a farlo per me, hai mani
ferme”, l’ordinò.
Draco sospirò come si sedette sul letto,
prendendo lo smalto ed iniziando a lavorare attentamente.
Ron ridacchiò alla vista del suo concorrente
principale venir ordinato da Harry. Una bussata venne
dalla porta.
“Avanti”, disse Harry, guardandosi bene dal
trasportare la mano.
Lucius entrò, spiando il giornale sul letto e
come vicino era seduto suo figlio al suo innamorato.
Commentò solo su una cosa, però. “Vedo che l’hai visto.”
“Poteva essere peggiore”, rispose Harry mentre Draco finì il suo lavoro. Harry si alzò e si
diresse nelle braccia di Lucius, accettandone un bacio. “Non sanno chi sono, o
la mia età, così non c’è niente di cui veramente preoccuparsi.”
La faccia di Ron era spettacolosa.
Combinava disgusto al vedere il suo amico baciare un Malfoy, ed incredulità al
fatto che Malfoy lo stesse baciando così dolcemente. Sembrava che curassero l’un per l’altro davvero. Malfoy doveva essere un attore
molto buono. Comunque, se Ron tentasse di obbligare il suo amico a scegliere
tra lui e il mangiamorte, aveva il sentimento che non gradirebbe
la risposta che riceverebbe. Tutto quello che poteva fare era esserci per il
suo amico quando l’inevitabile accadesse, e lui fosse
in dolore. *Poi*, lui poteva fare il bastardo pagare.
“Devi andare al lavoro, vero?” Disse Harry,
tristemente.
“Ho paura di si.
Loro avranno domande, ed io ho bisogno di rispondere a loro.”
“Digli che la tua
vita privata non è affari loro, e che possono incontrare la tua amica al
ballo”, gli suggerì Harry.
Lucius ridacchiò. “Probabilmente lo farò. Sei
sicuro che sei d’accordo con questo?”
Harry accennò col capo facilmente. “So che il
tuo lavoro è importante, ed io non ho problemi con lui. Non finché ti ricordi
di ritornare ogni tanto, e ti metti in contatto quando
non puoi.”
Lucius posò un altro bacio sulle labbra
imbronciate. “Tenterò di essere a casa prima che tu vada
a letto, va bene? E mi ricorderò di chiamarti se
qualcosa me lo impedirà. Nel frattempo, Draco può mostrarti, ed il tuo amico”,
per la prima volta diede credito alla presenza di Weasley, “le stalle e i
canili. Oh, e Severus spedì questo con un gufo, questa mattina.”E gli diede una lettera.
Harry guardò all’uomo sorpreso, prima di
aprirlo. La sua faccia arrossì di un brillante rosso come lesse la missiva.
“Cosa dice?” Venne
dalla direzione degli altri due adolescenti.
“Dice”, cominciò Harry. “Che non mi è
permesso di muovermi nelle stanze di Lucius senza un anello di fidanzamento
come minimo.”
Lucius sorrise segretamente. “Lo prenderò in
considerazione.”
Gli occhi dei tre ragazzi erano larghi in colpo mentre Lucius lasciò la stanza.
“Che cosa vuole
dire?” Finalmente chiese Ron.
“Non sono sicuro.” Ammise Harry. “Ma posso sperare. Venite, ho bisogno di uscire da qui e
Draco promise di mostrarci gli animali.”
“Promisi?” Chiese sarcasticamente Draco. “Non
ricordo di aver promesso nulla. Mi sembra che mio padre abbia solo deciso che
stava per farlo.”
“E andrai contro di
lui?” Lo beffò Ron.
Prima che Draco potesse rispondere,
ritardando la loro uscita, Harry decise d’interferire.
“Per favore, Drake, per favore”, lo pregò,
sporse le labbra ed usò la sua miglior versione di occhini
da cucciolo. Draco cedè immediatamente. Quegli occhi non avevano trovato molto
uso, siccome Harry non aveva avuto molte persone che risponderebbero, ma in
qualche modo quel fatto li ha resi anche più
pericolosi.
“Va bene”, e sospirò profondamente. “mettiti
le tue scarpe e andiamo.”
Harry lo ringraziò mentre
corse a cercare i suoi sandali. “Andiamo”, disse alcuni secondi più tardi come
si diresse verso la porta.
“Dimentichi mai che è un ragazzo?” Gli chiese
Ron, con voce pensierosa, mentre guardava il didietro di Harry in quei pantaloncini mentre usciva.
“Di quando in quando”, ammise
Draco come i suoi occhi erano fermi allo stesso luogo.
“Tuo padre mi ucciderebbe se sapesse che
stavo pensando che Harry aveva un bel sedere, vero?” Disse Ron nello stesso
tono di voce.
“Ucciderebbe entrambi noi”, si disse
d’accordo Draco. “Che ne dici di non dirgli nulla.”
Ron accennò col capo,
poteva accettarlo.
“State venendo, o avete deciso di parlare del
mio sedere tutto il giorno?” Gridò Harry sui gradini, lottando col proprio rossore.
Imparavi cose così interessanti con incantesimi che ti permettono
di origliare.
Il biondo e il rosso, arrossirono entrambi
come si diressero verso le scale e Draco li condusse fuori senza un’altra
parola.
Quasi
immediatamente gli divenne chiaro perché non conosceva le stalle. Ogni volta , anche se non se n’era reso conto a quel tempo, si erano
diretti alla fronte o a destra. Questa volta, si diressero alla sinistra e
dietro il feudo. Anche dopo che arrivarono al dietro della casa, dovettero
camminare per pressoché dieci minuti prima di
finalmente arrivare alle stalle. Dietro alle stalle c’era un recinto per
bestiame, dove era la maggior parte degli animali per equitazione. Harry si
fermò. “Hippogryff?”
“Si, credo che siano hippogriff. Il gigante
sarebbe così orgoglioso di te.” Disse sarcasticamente
Draco. Il biondo inarcò all’hippogryf
come questi si avvicinarono ai tre.
“Se tu hai
hippogriff, che cos’era tutto quel chiasso nel terzo anno?” Sembrò che Ron
avesse raccolto i pensieri di Harry.
“Hai quasi fatto uccidere Buckbeak.”
“Non lo volevo ucciso”, protestò Draco.
“Padre avrebbe preso un permesso per portarlo via e portarlo
qui. Noi abbiamo solo femmine, e avevamo bisogno di un maschio così da poterli
incrociare.”
Harry si avvicinò e lo colpì sulla nuca, alla
delizia di Ron. “Hai alcuna idea di quello che
dovevamo fare per trovarlo fuori da là?” Ringhiò Harry. “Chiaramente, se lui
non fosse stato là, avremmo faticato molto di più a far scappare Sirius, ma non
è quello il punto.”
“Non è colpa mia se voi avete pensato sempre
il peggio di me, no?” Disse Draco, scrollando le spalle.
Harry e Ron lo guardarono stupiti. “Si, era”,
dissero in unisono prima di muoversi.
Il prossimo recinto contenne un piccolo
armento di pegasi. “Oh”, bisbiglio Harry in delizia. Anche Ron dovette
ammettere che i cavalli alati erano belli e il puledro
era adorabile con le enormi ali che dovevano ancora crescere.
“Lo stallone è Tuono”, disse Draco, tenendo
fuori una mano con una carota a chiunque che si avvicinava. “Le cavalle sono
Cumulo e Cirro ed il puledro…bene, sembra che gli elfi domestici lo hanno chiamato A sbuffi.”
“A sbuffi?” Disse Ron, alzando la voce incredulo.
“Si, perché le nubi sono a sbuffi”, disse
Draco in modo lento. “Almeno, non lo chiamarono Lanuginoso.”
“Chiaramente no”, lo beffò Harry. “Dopotutto
è il nome di un cane gigante con tre teste.”
Draco lo guardò come se fosse un pazzo.
“Spiegherò più tardi. Si possono cavalcare?”
Chiese ansiosamente Harry.
Draco scosse la testa. “Non realmente. Non
puoi mettere troppo peso sui muscoli che trasportano le ali se vuoi che siano
capaci di volare, così nessuna seduta là. Bene, puoi finché metti un
incantesimo di leggerezza su te stesso. Ancora, se io volerò, userò le mie ali.
Se cavalcherò, userò quelli”, disse lui aguzzando al
prossimo recinto che conteneva molti grandi cavalli neri. “Alcuni dicono che discendono da incubi, altri dicono che sono in
parte demoni. Non ho mai capito perché. Gli stalloni, per ammissione, sono
cattivi e difficili da maneggiare, ma solamente se sono stati
elevati selvatici. Le cavalle tendono ad essere più
docili, così come alcuni stalloni elevati da nascita senza alcuni degli
stalloni violenti. Il Keplian deve esser d’accordo ad
essere cavalcato, tuttavia, non puoi decidere di solo cavalcarne uno.”
“Keplian?” Chiese
Harry.
“Si, è come sono chiamati
questi tipi di cavallo. Sono molto veloci, e possono continuare a correre per
molto tempo. Se i loro occhi sono blu, puoi montarli, se sono rossi, meglio
star lontani.”
“M’insegnerai a cavalcare
mentre sono qui?” Chiese Harry.
“Sicuro”, disse Draco, scrollando le spalle.
“Chiederemo ad una delle cavalle più gentili se ti permetteranno di cavalcare. Se non ti vogliono su, probabilmente meglio che te ne
dimentichi, ma se accettano, è molto improbabile che tu cada. Ma quello è per più tardi. Vieni, c’è
altro da vedere.”
Draco li guidò attraverso un piccolo giardino quando Harry improvvisamente si fermò. “Cos’è?”
Chiese lui, alzando leggermente la testa.
“Cosa?” Chiese Ron,
pensierosamente.
“Quello…un suono come di serpenti…ma…c’è
qualcos’altro…” Harry vagò avanti, avanzando attentamente attraverso il
giardino, diritto verso un albero nel dietro. Là. Avvolto circa uno dei rami,
c’era un serpente verde con un modello rosso come diamante nelle sue scale.
//Ciao// Sibilò Harry.
Il serpente alzò la testa e sembrò che
guardasse nella profondità dei suoi occhi e la sua
anima.
//Ciao?// Sibilò di nuovo Harry.
*/Ciao/* Rispose finalmente il serpente.
C’era, ancora, qualcosa di diverso nella sua voce, qualcosa *più*. Il serpente elevò un poco più il suo corpo, finché si
era separato completamente dal ramo su cui si trovava.
Harry si lanciò in avanti. Sembrava come se
il serpente stesse per cadere e lui, improvvisamente e disperatamente, non
voleva che ciò accadesse. Ma non c’era pericolo. Come
il serpente lasciò il ramo, ali color blu e rosa, spiegarono dalla sua schiena
ed il serpente stava librandosi improvvisamente di fronte a Harry, che stava in
piedi là, guardando in delizia.
“Harry!” Sibilò improvvisamente con
disperazione. “Allontanati!”
Draco che stava camminando avanti, comprese
improvvisamente lui era da solo, e si girò di nuovo. La sua normale calma era
completamente andata come vide la stessa cosa di Ron.
“Harry, indietreggia lentamente.” Gli disse, tentando di non spaventare il
ragazzo o il serpente. Estrasse la bacchetta, ma non poteva pensare ad un
incantesimo che potesse colpire il serpente senza
danneggiare Harry, o non permettendo al serpente di colpirlo.
“Perché?” Chiese
Harry, con completa indifferenza. C’era qualcosa su questo serpente che volava
che gli faceva credere di essere sicuro. //Loro
sembrano pensare che sei pericoloso.//
*/Io lo sono caldo uno/* Rispose
il serpente. */Ma non a te. IO starò con te. Mi piace
il modo che mi fai sentire./*
//Il mio modo di sentire?//
*/Sei caldo, come un
bagno di sole di primavera/* Rispose il serpente. I suoi occhi sembrarono
fissarsi in quelli degli altri due ragazzi, che indietreggiarono, spaventati al
massimo. */L’uno color del sole è troppo caldo,
bruciando sempre; il chiaro di luna è troppo freddo, non mi piace aver freddo/*
Con che, il serpente volò più vicino e mentre Ron e Draco gridarono no, si
fissò circa il collo di Harry e spalle.
Harry si era rivolto verso i suoi amici,
tentando di dedurre quello di cui il serpente stava parlando. Finalmente, lo
capì. //Stai parlando delle loro emozioni, vero? Ron ha un carattere ardente,
mentre Draco è troppo controllato.//
*/Se quello è come
desideri dirlo/* Si disse d’accordo facilmente il serpente.
//Ecco perché la tua voce mi sembra strana,// comprese Harry. //Tu non stai parlando solo
in parseltoungue, ma parte del tutto è entrare nella mia testa. Stai
leggendo la mia mente?//
*/Cosa intendi per
leggere la mente? Io ti sento e tu senti me/*
Emozioni, comprese Harry. //Qual è il tuo
nome?// Chiese Harry mentre si girò per camminare
verso i suoi amici pallidi.
La risposta che ricevette era più una serie
di ritratti che parole, qualcosa vicino a */Tu che
colpisci leggermente con la coda a quello che credono i tuoi anziani/* Harry
rise. //Un ribelle, huh? Posso chiamarti Flick? L’altro è un poco difficile per me.//
*/E’ accettabile. E come
posso chiamare te, caldo uno?/*
//Il mio nome è Harry,//
fu la sua risposta.
“Harry, cosa stai facendo?” Disse
urgentemente Draco.
“Il suo nome è Flick”,
disse felicemente Harry.
“Harry, quello è un *minidrago di Alaspin*!” Sibilò Ron.
Harry inclinò la testa. “Ci siamo incontrati
con il suo genere in Cura di Creature Magiche? Non ricordo di aver mai sentito
nulla su loro, e so di non averne mai visti prima.”
“Stai scherzando? Neppure Hagrid porterebbe
qualcosa così pericoloso in classe”, la voce di Ron aveva quella qualità strangolata
che viene dal tentare di non gridare quando è tutto
quello che vorresti fare realmente.
“Harry, un minidrago di Alaspin sputa fuori un acido che può bruciare attraverso
qualsiasi cosa ed ucciderà un uomo adulto in meno di un minuto.” Tentò di
spiegare Draco.
“Lei non mi farà male”, lo beffò Harry.
“Vuole stare con me.”
“Non puoi portare qualcosa come quello circa
altri! E’ pericoloso!” Reiterò Ron.
//Se vuoi restare con me, devi promettere di
non attaccare chiunque,// disse Harry a Flick.
*/Non danneggerò nessuno che non ti
minaccia/* RisposeFlick.
Harry pensò per un lungo momento. //Solamente
se io dico così o sono in *immediato* pericolo di morte,//
concedè finalmente lui.
//IO non voglio che tu uccida qualcuno che
sta solo giocando.//
*/Io saprei/* RisposeFlick, infelice ad essendo dubitato.
“Andrà tutto bene”, disse Harry agli altri.
“Lei non attaccherà a meno che io sia realmente
minacciato, e lei saprà quando è vero. Lei vuole stare con me, ed io non le
dirò di no.”
Harry stava parlando con Flick, quella notte, quando dalla
porta vennero dei colpi.
“Avanti.” Disse.
“Buona sera Harry”, rispose Lucius com’entrò.
“Lucius! Sei a casa!” Harry saltò in piedi e corse a dirgli
ciao.
“Avevo detto così, no? Sono solo spiacente non potevo
tornare per cena.” Si scusò Lucius, come abbracciò il
suo amico. Avvertendo un movimento che, certamente, non proveniva dal ragazzo,
volse lo sguardo in giù. Almeno, non a meno che la sua pelle improvvisamente,
non decidesse di muoversi da sola. Prese uno sguardo
di scale verdi e rosse in un modello a diamante. “Chi è il tuo amico?” Chiese
leggermente, come tentò di ricordare che genere di serpente avesse quel
modello.
“Questo è Flick”, lo presentò Harry. //Flick, questo è il
mio coniuge, Lucius.//
Flick si lanciò in alto, ali pieghettate che spiegano,
volando di fronte all’uomo la cui sola reazione era un
disdegni impallidire della sua pelle già pallida. L’uomo aveva compreso
improvvisamente e precisamente che genere di serpente fosse.
Flick volò attorno al più vecchio uomo, assaggiando le
emozioni che la circondavano. */Quest’uomo è pericoloso, spietato, sarà un buon
protettore per il tuo nido. E’ anche protettivo e premuroso. Sembra un buon
coniuge. Tuttavia, ancora troppo freddo per il mio gusto. E’ dello stesso nido
come l’uno chiaro di luna?/*
//Lui non è freddo quando conta,//
rispose Harry birichinamente. //Ed il chiaro di luna è il suo bambino dal suo
primo coniuge.//
Lucius ascoltò il sibilare sconcertato. Lucius aveva già
sentito Parseltoungue prima, molte volte. Voldemort lo sapeva che sconcertava i
suoi seguaci e che non riuscivano ad abituarsi ad esso.
Questo, però, era completamente diverso. Le sillabe sibilate che provenivano
dalla bocca di Harry sembravano spedire un brivido di consapevolezza in giù la
spina dorsale di chiunque che l’ascoltava. La consapevolezza che c’era qualcosa
più in questo mondo che maghi pari non potevano sognare. Non era una situazione
completamente sgradevole. Né erano i suoi suoni sgradevoli. Dalle labbra di
Harry, le sillabe sibilanti non aveva nessuna dell’aura di cattivo che era così
comune nella voce di Voldemort. Questo era leggero, accomodando all’orecchio,
in qualche modo diverso.
“Lei approva”, ghignò Harry come Flick disse un’ultima
comunicazione al giovane. “Ha detto che sta andando a vedere su cena, perché
accoppiamenti non hanno bisogno di testimoni esterni al nido.”
“Quello era gentile, da parte sua, Da dove viene?” Chiese
Lucius, ancora parzialmente in colpo.
“L’ho trovata fuori nel giardino, tra le stalle ed i
canili”, gli disse Harry.
“Avevamo un minidrago Alaspiniano per il giardino e neppure
lo sapevamo?”
Harry accennò col capo. “Era qui da circa una settimana,
aspettando me.”
“Aspettandoti?” Ripeté a pappagallo Lucius.
“Sembra che i minidraghi siano empatici, possono sentire che
cosa stanno sentendo gli altri. La maggior parte dei minidraghi preferisce
vivere selvatico, ma ogni tanto ne nasce uno che vaga
finché trovano un essere senziente che…bene, si sente corretto a loro. E’ molto
raro che sia una creatura umana però, folletti della
foresta sono i partner più comuni per minidraghi. Flick poteva sentirmi nel
Feudo e poteva dirmi che noi siamo bene accoppiati.”
Harry sorrise furbamente. “Voi del nido del chiaro di luna siete troppo freddi,
non le piace il freddo.”
“E cos’è il nido di chiaro di luna?” Chiese Lucius come si
sedette sul divano con Harry prossimo a lui.
“Lei chiama Draco il chiaro di luna uno, e
chiese se tu eri dello stesso nido, ma gli ho spiegato che lui era nel
tuo nido da un coniuge precedente. Ron è la luce del sole uno,
e lui è troppo caldo e scotta troppo. Lui è anche due stanze oltre a
questa, perché *qualcuno* lo portò qui e poi si dimenticò di lasciare un modo
per lui poter tornare a casa.”
Lucius sbatte le palpebre. Lo aveva dimenticato? Lucius
scrollò le spalle. Era solamente un Weasley, anche se non lo direbbe a voce
alta, e poteva esser spedito a casa facilmente il giorno dopo.
“Cosa gli hai detto?” Chiese Harry mentre
era accoccolato al suo fianco.
“Precisamente come aspettato. Non era nessuno dei loro
affari, e non *devono* diventare i loro affari. Credo che mi abbiano capito.”
“Ne sono sicuro”, disse Harry, ridendo. “Ora, sei pronto a
dirmi quello che ha occupato la tua mente da quando
sei entrato qui?”
Lucius sorrise in stessa auto-disapprovazione. “Non posso
mai imbrogliarti, vero?”
Harry sorrise. “Se vuoi usare quell’occhiata, realmente devi
fare più pratica.”
Lucius sorrise leggermente. “Lo prenderò in considerazione.”
“Sai”, considerò Harry, “se non ti conoscessi bene, direi
che sei nervoso.”
“Ma tu sai meglio, vero?”
“Oh, il grande Lucius Malfoy chiaramente, non è mai nervoso,
quale spiega molto sul motivo per cui ci stai girando
attorno, qualunque sia ciò di cui vuoi parlarmi ma ancora non mi hai detto.”
Anche quello non ottenne più che un disdegno sorriso fuori
del più vecchio uomo. Non nervoso…si davvero.
Lucius respirò profondamente e poi parlò. “Harry James
Potter, mi farai l’onore di accettare il mio pegno e promessa?” E contenne
fuori un piccolo cofanetto per gioielli che, quando aperto, contenne due anelli
meravigliosamente fatti, uno con uno smeraldo dal taglio quadrato e l’altro con
uno zaffiro blu pallido. La posò sul tavolo e poi tenne una mano su, fermando
Harry dal parlare. “Non voglio ancora la tua risposta. Prenditi il tuo tempo
per pensarci. Se sei d’accordo, avrai bisogno di pensare ad un elenco di
promesse.” Poi si alzò e si diresse verso la porta
prima che il ragazzo potesse dire qualsiasi cosa.
La voce di Harry, in ogni modo, lo fermò prima che potesse
andare via e la domanda era così estranea alla questione in oggetto, che lo
fermò in mezzo un passo. “Quale è il tuo nome medio?”
Lucius si girò a guardarlo in confusione completa. “Il mio
nome medio? Ares. Perché?”
Harry si alzò. In quel momento, non era un bel ragazzo
vestito in pantaloncini corti ed una camicia, era il
vincitore del peggior flagello che il mondo magico aveva visto in cinquanta
anni. “Quindi, posso dire questo…Lucius Ares Malfoy! Siediti, ora!”
Lucius batté le palpebre, sedendosi. “Cosa c’è? Qualcosa non
va?”
“Si, davvero. Piuttosto un po’.” Harry stava camminando di
fronte al divano, tentando di mettere ordine nei suoi pensieri. Si girò a
guardare a Lucius, seriamente. “Lo sai che, nonostante quello che ha detto
Severus, un anello di promessa non ha niente a che fare con me passando alla
tua camera da letto, vero?”
“Non crederai che te lo stia chiedendo solo per quello,
vero?” Chiese incredulo Lucius.
“In realtà, stavo pensando l’altro modo. Non hai bisogno di
darmi un anello di promessa per avermi nel tuo letto ogni notte. Devi appena
chiedermelo.”
Lucius scosse la testa. “Non è per questo che l’ho fatto.
Onestamente, io lo voglio.”
“Allora, dobbiamo parlarne. Non puoi solo lanciarmi addosso una cosa simile e poi fuggire.” Harry si sedette
davanti all’uomo. “Perché così?”
“Vuoi dire perché una cerimonia di promessa invece di un
fidanzamento o un matrimonio?” Chiese Lucius.
Harry scosse la testa. “No. Conosco quella parte. Grazie ad
una certa detenzione che Draco ed io avevamo l’anno scorso, sono consapevole
delle regole avverse, stupide come possano essere. Perché
la cerimonia a tutto? Prenderò la tua parola per questo.”
Lucius sorrise leggermente. “So che puoi. Comunque,
desideravo che tu avessi qualcosa di concreto a cui
appigliarti. Qualche cosa che potessi toccare, se necessario.”
Harry accennò col capo pensierosamente. “Bene. Perché ora?”
Lucius s’inclinò con fare indagatore la testa.
“Io non risalirò a scuola per tre settimane. Abbiamo appena
fatto l’amore la scorsa notte, e speravo in una ripetizione stasera”, disse
piano. “Perché sei così insistente che sia *ora*? Non è per trovarmi nel tuo
letto. Dubito seriamente che sia schiavo di tale impulso irresistibile causato
da un sommergere d’amore per me. No”, Harry alzò la mano per fermare Lucius dal
rispondere. “Non stò dubitando del tuo amore per me, ma non credo che
permetteresti ad un’emozione di guidarti in tal modo. L’unica altra ragione a cui posso pensare, sia una convenienza politica a causa di
quell’articolo.”
Lucius tese leggermente. “Non crederai davvero che te
l’abbia chiesto a causa delle mie aspirazioni politiche?”
“Perché non dovrei crederci? Sei entrato e praticamente
l’hai gettato a me e sei corso via veloce come potevi. Ora, o tu sei un codardo, cosa che non credo, o sei insicuro, quale ho
qualche problema a crederlo. O, stai tentando di ottenere una situazione sporca
fuori del modo il più rapidamente possibile."
Lucius chiuse gli occhi per un secondo. "Ho fatto
davvero un casino, vero?"
"Ci sei venuto tremendamente vicino", ammise
Harry, senza concedere un solo cm.
"Ho chiesto, prima di tutto, perché *ci sono* solo tre
settimane rimaste, prima che te ne vada. Una cerimonia di promessa come questa,
che tecnicamente è più come un allacciare di mani, richiede un minimo di tre
settimane per preparare. Solo preparare gli incantesimi da mettere sugli
anelli, ci vuole molto tempo, anche lì quasi tre settimane. La nota di questa
mattina da parte di Severus, mi ha ricordato che se intendevamo avere la
cerimonia prima del tuo ritorno a scuola, dovevamo immediatamente iniziare a
prepararla.”
“Quindi, lui intendeva davvero che noi non avessimo sesso
durante questa estate?” Chiese Harry, umoristicamente.
Lucius accennò col capo con un sorriso. “In secondo luogo,
come a perché io l’ho scaricato nel tuo grembo e corso, non volevo
influenzarti. Desideravo che avessi l’opportunità di pensarci bene, e se io
fossi rimasto, dubito che sarebbe successo.”
Harry accennò col capo di nuovo, ma l’occhiata severa non si
affievolì dal suo viso. Se qualsiasi cosa, diventò più forte. “Davvero, quello
ci riconduce al punto di partenza, a perché ti feci rimanere, in primo luogo.” Harry si alzò, cominciando a camminare. “So che durante le
passate settimane, mi sono comportato…bene, diciamo infantilmente. E’ stato
piacevole esser capace di farlo. Sono stato felice, sicuro, anche un poco
capriccioso a durate. Quello, non vuole dire che io sono così. Ultimamente, ho
la sensazione che senti di dover esser tu a prendere le decisioni tra noi due.
Forse perché io sono giovane, forse perché sto vestendo come una ragazza, non
lo so. Come questa roba sulla cerimonia di promessa. Tu hai deciso di
scaricarlo solo su di me, e hai pensato che potevi
influenzarmi. Credi realmente che io sia così debole mentalmente? C’è una cosa
che penso che sia necessario mettere in chiaro prima
che ci siano problemi. In nessun modo, farò alcun voto, promessa o sposalizio,
usando la parola rispetto. Nella camera da letto è una cosa, nella vera vita è
qualcosa completamente diverso.”
“Pensi che non comprenda quello?” Chiese Lucius con una
risata. “Non sono sicuro di quello che ho fatto per darti l’impressione che mi
aspetto che tu mi rispetti. Non sono uno sciocco, come sono sicuro tu sappia
benissimo. Tu sei tu, e quello è una delle cose che mi interessano, nel primo
luogo. Se io volessi un uomo che dicesse solo di si,
andrei per Crabbe o Goyle.”
Harry lo fissò. “No, non lo faresti.”
“Vero”, ammise Lucius. “Vorrei che il mio innamorato avesse
almeno un minimo di occhiate decenti.”
Harry rise e si stabilì di nuovo in giù, la maggior parte
della tensione andato dalla sua persona. “Giusto, così io sto, forse, vedendo
qualcosa che non c’è. Comunque, credo che noi si abbia bisogno di parlare sui
voti per la cerimonia di promessa, a cui certamente io
dirò di si. Abbiamo parlato di avendo bambini insieme, non penso che una
cerimonia di promessa sia chiedere troppo.”
“Perché senti che abbiamo bisogno di parlare dei nostri
voti?” Chiese Lucius.
“Perché, quello che io considererei promettere da solo, e
cosa tu hai bisogno da me promettere, sono due cose diverse. Ho bisogno di
sapere quello che è importante per te, ed io penso che tu abbia bisogno di
sapere quali assicurazioni sono importanti per me.”
Lucius accennò col capo. Aveva tutto senso, ed era vero. “IO
penso che avrei promesso di amare te solo per il resto della nostra vita”, i
suoi occhi coperti dalle lunghe ciglia. Lucius aveva bisogno di sapere se stessero pensando lo stesso modo su questo.
Harry era. “Lo sai che non lo accetterei”, disse lui
scuotendo il capo. “N.1, tu non ami solo me. N.2, spero, in un paio di anni, che sarà anche più vero, e n.3, non puoi promettere una cosa simile.”
“Perché non posso amare solo te?” Chiese Lucius.
“Perché tu già ami Draco, così come Severus”, rispose
facilmente Harry. “E con buona speranza, eventualmente, avremo bambini che
amerai. Credi che saranno biondi?”
“Se sono ragazzi, lo saranno”, rispose Lucius
tranquillamente. “Cosa ti fa pensare che io sia innamorato di Severus?”
“Non ho detto *in* amore, ma amato.
Ami Severus lo stesso modo in cui io amo Draco o Ron e Hermione, come il tuo
migliore amico o tuo fratello. E perché solo i ragazzi?”
“Perché non posso promettere qualcosa come quello?” Continuò
Lucius. “Ed i capelli biondi sono collegati al gene maschile nella famiglia
Malfoy. Solo come il primo nato sarà sempre maschio.”
Gli occhi di Harry stavano brillando con allegria. Si stava
divertendo moltissimo nel piccolo scontro verbale con Lucius su fatti di
secondaria importanza. “Non puoi promettermi di amarmi per il resto della tua
vita. Non ci sono garanzie. Puoi, tuttavia, promettermi di tentare.”
“Cosa vuoi che prometta?”
“Di cosa pensi che abbia bisogno?” Chiese Harry, ghignando.
“Vediamo come bene mi conosci.”
Lucius ci pensò per un lungo momento. “Onestà”, disse lui,
dopo quel solo momento.
“Corretto”, disse leggermente Harry. “Ho bisogno di sapere
che non mentirai a me. Non ho bisogno di sapere tutto quello che stai facendo,
ed accetterò che ci saranno cose di cui non puoi o non vuoi parlare con me.
Solo, non mentirmi.”
“Posso accettarlo, se tu farai lo stesso per me”, si disse
d’accordo Lucius.
Harry accennò col capo. Quello, era qualcosa che lui potrebbe promettere facilmente. “Ho bisogno, anche, che tu
mi sia fedele. So che probabilmente è molto da
chiedere con me che sarà lontano per la maggior parte dell’anno, ma è
importante per me.”
“Perché credi che sia molto da chiedere?” Chiese Lucius,
sorpreso.
“Sei stato tu a dirmi che hai avuto parecchi innamorati, di più mentre eri sposato a Narcissa. Perché dovrei credere che
puoi esser fedele? Specialmente da quando hai rotto i tuoi voti di matrimonio?”
“No, non l’ho fatto.” Disse Lucius. “La fedeltà non venne mai richiesta tra me e Narcissa.”
“Non sarebbe implicito?” Chiese confuso Harry.
“Non nel caso di matrimoni sistemati. Il nostro matrimonio
era, davvero, abbastanza comune per sangue puri.
Abbiamo dormito insieme per un erede, e dopo quello,
abbiamo preso ognuno i nostri innamorati. L’unica clausola di fedeltà presente
nel nostro contratto di matrimonio, se vuoi chiamarlo così, era la promessa di
non aver bambini da chiunque altro, così che il luogo di Draco come erede non fosse minacciato.”
“Quello è…” Cominciò Harry. “Veramente sbagliato. Come sia
possibile per voi, vivere come quello? Sono sorpreso che il mondo magico non
sia completamente scomparso, se la maggior parte delle famiglie di sangue puro sono come quello.”
“Perché? Noi ci assicuriamo che ci sia sempre un appropriato
erede, e ci sono abbastanza famiglie che non hanno un incantesimo di sangue sul
primo nato maschio e ci sono abbastanza donne da famiglie ‘corrette’ per la
prossima generazione.”
“ARG!!!!” Gridò Harry, prima di
stabilendosi in giù e sospirare. “Vuoi bambini con me?” Chiese lui,
pazientemente.
“Si, davvero, lo voglio”, ammise Lucius.
“Anche se loro potrebbero esser considerati potenziali
minacce all’eredità di Draco?” Spinse lui.
“Ancora, Draco sarebbe nato prima”, rispose Lucius.
“Quindi, perché vuoi più da me, ma non da Narcissa?” Chiese
pazientemente Harry.
“Perché io ti amo, e *tu* vuoi bambini, non menzionare che
l’idea di un piccolo te che vaga circa è davvero un bel pensiero. L’idea di un
piccolo Narcissa che vaga circa è, francamente, debilitante.”
“Poi, non pensi che, forse, uno dei modi per aumentare il
numero dei bambini circa è fare che i tuoi bambini si sposino per amore?”
Chiese Harry. “Malgrado *chi* siano i loro partner?”
“Mi stai dicendo che Draco è interessato in un mud…Muggleborn? E’ Granger, vero?”
Harry sospirò e scosse la testa. “Non importa. E no, non
credo che Draco sia interessato in *chiunque* al momento, e Hermione è con Ron,
ricordi?”
Lucius nascose un sorriso. Qualche volta era ridicolmente
facile.
“Di cosa hai bisogno da me?” Chiese Harry, ritornando al
tema originale.
“L’onestà, fedeltà, ho già il tuo amore. Che altro è necessario?” Disse cavallerescamente Lucius.
“Cosa? Non vuoi sesso su
richiesta?” Scherzò Harry.
“Stai dicendo che non l’ho già?” Sorrise furbamente Lucius.
“Bene, non hai provato qualsiasi cosa siccome sei venuto qui”, disse Harry, mettendo il broncio.
“E quando, precisamente, avrei avuto il tempo?” Chiese
Lucius, alzandosi e camminando in avanti. “Perché pensi che ho detto che non
avresti avuto tempo per pensare e che saresti distratto se non me ne andavo?
Avevo ogni intenzione di distrarla, se non me ne andavo.”
“Ma sei rimasto per secoli”, lo beffò Harry, uggiolando,
mentre si alzò per nascondersi dietro alla sedia. Harry continuò a retrocedere
come Lucius si avvicinava, fino a che il più vecchio uomo improvvisamente lo
rincorse, facendo cadere Harry indietro sul divano di cui non si era accorto.
Harry lo baciò duramente, contorcendosi fino a che non riuscì a trovarsi sopra
di lui. Il tempo per parlare era, definitivamente su.
Lucius permise che fosse spinto sulla sua schiena
mentre Harry si stabilì in cima, dimenandosi e contorcendosi finché non
era in una posizione comoda, il suo didietro stabilito in cima all’inguine di
Lucius, il quale stava mostrando il piacere nell’avere il ragazzo che si
contorce in cima a lui.
Harry baciò disperatamente Lucius come le sue mani si
occupavano degli abiti dell’uomo e la camicia sotto essi.
Le mani di Lucius erano seppellite nei capelli di Harry, tenendo precisamente
la sua bocca dove era. Lingue combattevano per la dominazione come le mani di
Harry tentarono di trovare tutti i luoghi Lucius gli aveva mostrato la notte
prima.
Le mani di Lucius svolsero dalla loro presa nei capelli di
Harry e si mossero in giù, finché arrivarono al suo sedere e cominciarono a
maneggiarlo.
Le bocche si separarono come Harry ansò al sentimento
dell’erezione di Lucius che pigia contro la sua
intrappolata tra loro. Harry tirò via le mani dal viaggio esplorativo e li
spedì in giù, con un solo pensiero nella sua mente, trova quei pantaloncini e
quella biancheria intima *via*.
“Prima la mia”, ansò fuori Lucius come si rese conto di
quello che Harry stava facendo.
Se, in quel momento, Harry avesse avuto a disposizione
alcuna intelligenza, avrebbe chiesto perché. Dopo tutto,
la sua propria biancheria intima stava costringendolo in una posizione più
incomoda, un problema che di sicuro Lucius non stava avendo. Da quando non
aveva la capacità mentale disponibile, Harry appena ha fatto come il più
vecchio uomo diceva, liberando la sua erezione prima di spingere via i suoi
pantaloncini e biancheria. A Lucius appena piaceva il suo dimenarsi in cima
alla sua carne nuda come l’aiutava. Una volta che erano entrambi nudi, Lucius
mise le sue mani di nuovo dove erano stati prima.
Harry cominciò a succhiare sul collo di Lucius come
macinavano insieme, con Lucius che spingeva in su come
pigiava sul didietro di Harry, con Harry che non necessitava di alcuna
assistenza a mantenere il ritmo.
Strofinando, pigiando erezioni che spingono insieme su e su.
Harry poteva sentire il suo orgasmo che si avvicina sempre di più e lui anelava come si spostava verso
l’alto, cambiando l’angolo e di nuovo, e di nuovo.
Improvvisamente, Harry crollò come l’orgasmo lo colpì,
umidità che si sparge tra loro. Appena Harry si
stabilì, Lucius si mosse, invertendoli in una sola mossa che Harry non credè
possibile senza la magia e pigiando la propria erezione nella piega della
coscia di Harry. Prese solo un minuto prima che lui aggiunse
la sua propria umidità alla raccolta tra loro.
Poi, i due, posarono là, quietamente per un poco.
Harry alzò lo sguardo. //Ciao Flick.// Mormorò lui al minidrago che li stava guardando
dalla schiena del
divano.
Harry notò con interesse il sobbalzo che fece l’erezione
flaccida di Lucius al suono del Parseltoungue, ma era troppo stanco per fare
qualsiasi cosa circa quello.
*/Quando verrà il bambino?/* Chiese Flick, interessato,
crogiolandosi nelle emozioni tra il suo partner ed il suo coniuge.
//Che bambino?// Chiese sorpreso Harry. Lucius sedette su e
li pulì mentre Harry parlò con il suo familiare.
*/Avete accoppiato, non fa quel mezzo che crea un bambino?/*
Chiese Flick.
//Non ogni accoppiamento finisce con un bambino,// spiegò Harry. //Specialmente non il genere di accoppiamento
che abbiamo appena fatto. Noi non avremo un bambino per molti anni.//
*/Poi, perché accoppiate se non sei pronto?/*
//Perché è molto divertente. Creature umane non devono
entrare nel calore per accoppiare, e non accoppia solo per avere bambini. Noi
accoppiamo perché amiamo l’un l’altro e vogliamo
provare fisicamente quello e perché è molto bello.// Harry tese e girò a
guardare il suo innamorato che stava guardandolo con un’occhiata investigativa.
“Spiacente, voleva sapere quando il bambino verrebbe.
Suona come se i minidraghi si accoppiano solo quando
sono pronti ad avere piccoli.”
“Quindi, dovrò abituarmi a lei nella nostra camera da
letto?” Chiese Lucius, umoristicamente.
“No”, rispose Harry. “Non si suppone che io sia nella tua
camera da letto, ancora”, ghignò lui. “Dovresti aspettartela, però, nella mia.
Tuttavia, ha delle belle maniere, e ci lascerà in pace quando
noi ne abbiamo realmente bisogno.”
“Dovrei poi, esser grato per le piccole misericordie”,
mormorò Lucius.
“Io sarei, per ora, grato di essere
in un letto”, suggerì Harry.
Lucius rise come alzò Harry in braccio e lo portò a letto.
Con mani accurate, tolse il resto dei vestiti di Harry via dal suo corpo e lo
stabilì sotto le coperte. Quando lui iniziò ad allontanarsi, Harry sedette su.
“Dove stai andando? Non stai qui?”
“Vuoi che resti?” Chiese Lucius.
“Chiaramente. Mi piace dormire accanto a te, e anche
risvegliarmi con te.” Harry sorrise come Lucius si
spogliò e scivolò nel letto accanto a lui. “C’è solo un problema.”
“Qual è?” Chiese Lucius come tirò Harry nelle sue braccia.
“Io ero quasi addormentato, ma tu mi hai fatto risvegliarmi
non venendo accanto a me. Questo vuol dire che è tuo compito farmi di nuovo
sonnolento”, ghignò Harry come si mosse sopra Lucius e cominciò a baciarlo di
nuovo.
La mattina seguente, a colazione c'erano solo i tre
ragazzi. Lucius era andato via presto, ma Harry non vi badò
troppo, da quando lo svegliò prima di andare via.
“Draco?” Chiese Harry. “Cosa mi
puoi dire su una cerimonia di promessa?”
“Chiese?” Chiese Draco in delizia.
“Yep”, disse Harry felicemente, “la
notte scorsa.”
“Quello è meraviglioso”, sorrise
Draco.
“Aspetta!” Interruppe Ron. “Malfoy
ha chiesto una cerimonia di promessa?”
Harry accennò col capo facilmente.
“Quindi, quello che? Non è abbastanza
buono per impegnarsi con lui? Evidentemente, non vuole che tu trovi
qualcun altro mentre sei a scuola. Qualcuno della tua età.”
Ghignò Ron.
Harry e Draco lo guardarono come se fosse matto
prima di comprendere. “Oh, si, tu non avevi quella
detenzione con noi, vero?” Chiese Draco.
“Che detenzione? E che cosa ha a che fare con
qualsiasi cosa?” Chiese confuso Ron.
“Una detenzione che noi avevamo con Snape
l'anno scorso”, spiegò Harry. “Lui disse che se
noi stessimo per rompere le regole di scuola, è meglio che noi
si sappia quali sono le regole. Spendemmo cinque giorni leggendo
attraverso i libri di regole della scuola e scrivendole con parole
nostre. Una delle regole che abbiamo trovato sorprenderci, era le
regole su matrimonio ed appuntamento. Matrimonio non è
permesso a Hogwarts. Si dice che è perché non ci sono
luoghi per studenti sposati. La qual cosa, è ridicola,
perché ce ne sono in abbondanza. La regola su appuntamento è
semplice, nessun studente può essere fidanzato a qualcuno
che non è uno studente. Punto. Cosa che vuol dire che uno
studente può essere impegnato solamente a qualcuno nel loro
anno, perché se il suo fidanzato è un anno più
giovane, una volta che tu sei laureato, non ti è più
permesso essere fidanzato con lei.”
“Davvero, non è così
irrazionale.” Si disse in disaccordo Draco. “Ci ho
pensato, e finalmente ho chiesto a mio padre. C'è un
chiarimento logico per le regole. Ricordi quando la tua magia uscì
fuori di controllo quelle volte che eri veramente adirato nell'ultimo
anno?”
“Si, così?” Harry scrollò
le spalle.
“Hogwarts ha custodie che possono contenere
problemi come quello, dopo tutto è stato per molto tempo una
scuola di adolescenti. Comunque, se tu ti sposassi, o anche ti
fidanzassi a qualcuno 'non' a Hogwarts, la magia potrebbe allagare in
giù lìobbligazione tra i due ed esplodere te e tuo
marito o fidanzato in un luogo dove non ci sono custodie e fa molto
danno. In realtà è una misura di sicurezza.”
“Inoltre, appuntamenti sono notati
automaticamente da entrambi il Ministero e i giornali notevoli.”
Aggiunse Draco. “Suppongo che se fossero impegnati nel modo
muggle, nessuno noterebbe, ma quello è quello che realmente è
la cerimonia di promessa.” Lui si girò verso Harry.
“Differenza tra una cerimonia di promessa ed un appuntamento è
soprattutto dove la magia va. Un appuntamento o sposando, lega la
magia dei due insieme. In una cerimonia di promessa la magia viene
legata a qualcosa invece che all'un l'altro. Cerimonie di
promesse sono usate anche per cose come maggiori contratti. Se
padre fosse stato interessato a sistemare un matrimonio per me, lui e
madre come i genitori della ragazza, prenderebbero parte in una
cerimonia di promessa.”
“Perché sei così preoccupato che
le persone sappiano?” Chiese Ron, ancora non disposto a
rinunciare.
“Pensi che mi preoccupi?” Chiese Harry.
“Se loro trovano fuori che io e Lucius siamo impegnati,
chiunque con cui lui è visto sarebbe scrutato, che intende
niente più Jade. Non sono pronto a rinunciarci. Inoltre,
non crederai davvero che il mondo magico ci sostenga.”
“Cosa? Pensi che non lo faranno?” Chiese
sorpreso Ron. “Tu sei Harry Potter.”
“Giusto”, rispose Harry. “Quale
vuol dire io sono aspettato di fare precisamente quello che si
aspetta il mondo magico. Ci si aspetta che io trovi una bella
ragazza e mi sposi con lei. Credo che si volteranno contro di me
se non lo faccio? Faresti meglio a crederci anche tu. L'hanno fatto
abbastanza spesso.” Harry non disse che anche lui l'aveva fatto
su più di un occasione, ma dal suo impallidire, era sicuro che
il ragazzo aveva trovato l'idea. “Quindi?” Harry si
rivolse a Draco. “Non hai spiegato come lavora una cerimonia di
promessa.”
“Fondamentalmente, tu dici quello che prometti
di fronte a testimoni e poi metti gli incantesimi in qualsiasi
oggetto che tu scegli.” Spiegò Draco.
“Quello suona come lo sposarsi muggle”,
disse Harry, scioccato.
“E' molto vicino, da quello che capisco.”
Si disse d'accordo Draco. “La sola vera differenza è che
c'è di solito un periodo di tempo. Matrimoni sistemati
cominciano con cerimonie di promessa di solito e forse
un'obbligazione di appuntamento.”
“Va bene, che cosa sono queste obbligazioni?”
Chiese Harry.
“Un'obbligazione di appuntamento allaccia
semplicemente la magia di due persone insieme. Un'obbligazione
di matrimonio allaccia insieme le anime di due persone.
L'obbligazione di matrimonio, può esistere solamente quando
c'è premura, anche amore per l'altro; obbligazione
d'appuntamento non lo richiedono. Dei matrimoni non arrivano mai a
quel punto, mio padre e madre non lo faceva mai. I tuoi genitori
facevano, come facevano i Weasley. Non c'è nulla come il
divorzio nel mondo magico, anche se appuntamenti possono essere rotti
senza molti problemi.”
“Quindi...stava realmente chiedendomi di
sposarlo?” Disse leggermente Harry.
“Certamente”, si disse d'accordo Draco.
“Sebbene sai che non chiederà realmente fino a che tu ti
sei laureato.”
C'era silenzio circa la tavola per molti minuti.
Draco finalmente lo ruppe.
“Prometterai la discrezione?” Chiese
Draco. “Quello è un modo in cui gli anelli si
assicureranno nessuno li possa vedere se non era alla cerimonia.”
“Potremmo”, disse pensierosamente Harry.
“Prometteremo l'onestà e la fedeltà.”
“Non l'amore?” Ghignò Ron. “Avrei
pensato col modo voi due stavate agendo, che tu staresti giurando
amore eterno, o simile.”
“Lui disse qualcosa circa quello, ma è
sciocco.”
Entrambi i ragazzi lo guardarono sorpresi. “Cosa
vuoi dire che è sciocco?” Chiese Draco.
“Bene, l'idea che lui potesse amare solo me
per il resto della sua vita. Non può promettere quello,
nessuno può. Inoltre, lui non ama solo me.”
“Vuoi dire che sta già ingannandoti?”
Chiese Ron.
“Chiaramente no. Ma lui ama Draco, no? E
Severus. Lui li ama lo stesso modo in cui io amo voi due.”
Draco gemette ed abbassò la testa nelle sue
mani. “C'è un mondo di differenza tra mando qualcuno ed
essendone innamorato. Lo sai, vero?”
“Bene, chiaramente che lo so”, rispose
Harry in seccatura.
“Lo sai che Malfoy stava parlando circa il
secondo modo di amare, vero?” Chiese Ron. Non gli poteva
piacere il fatto che i due erano insieme, ma non avrebbe lasciato che
il suo miglior amico fosse confuso. Lui lo lascerebbe a Malfoy
quello.
“Um, si”, si disse d'accordo Harry.
“Quindi perché, per tutti gli Inferi,
non hai appena detto che l'amerai per sempre?”
“Bene, non può dire che mi amerà
per sempre, quello che se lui non lo fa?”
Draco e Ron si guardarono in commiserazione
silenziosa. Non si erano davvero aspettati che Harry fosse così
insicuro. Da dove veniva questo?
“Ti aspetti che smetterai di amarlo?”
Chiese Ron.
“No, chiaramente no”, disse Harry.
“Credi che lui ti ami?” Chiese Draco.
“Si”, rispose Harry.
“Pensi di amarlo più che lui ama te?”
Continuò Ron nello sforzo di comprendere.
Harry ci pensò per un momento prima di
scuotere la testa. “No, non credo.”
“Oh, così stai pensando di lasciarlo”,
affermò Draco.
“Da dove ti viene quell'idea?” Ringhiò
Harry, occhi che sfolgoravano di rabbia improvvisa.
“Se tu non stai facendo in modo di lasciarlo,
e lui ti ama così molto come tu ami lui, lui non ti lascerà.
Quindi perché non crederai che ti amerà per sempre?”
“Si, Harry, perché non lo vuoi?”
Una voce molle venne da dietro lui e i tre si girarono per trovare
Lucius che guarda intensamente Harry.
L'uomo aveva incominciato a lavorare solamente per
ricordarsi che non aveva ancora spedito Ron a casa sua, così
ritornò di nuovo. Era rimasto in distanza ad ascoltare i due
ragazzi che l'interrogavano. Quando lui aveva chiesto la notte
prima, la risposta non l'aveva realmente infastidito. Dopo tutto,
era qualche genere di risposta che lui avrebbe usato. Era solamente
come ci ripensò dopo che Harry era andato a dormire che si
chiese se la ragione per cui Harry aveva risposto così era
perché non lo voleva per la vita. Ora sembrava che lui avesse
torto su ambo i fronti.
Harry si voltò verso il suo innamorato.
“Perché Harry?” Chiese di nuovo
Lucius.
“Perché nulla dura per sempre”,
disse quietamente Harry. “Nulla di buono, comunque. Tutto,
eventualmente, finisce.”
“E perché no?” Chiese Ron.
“Voldemort è morto, non c'è nessun'altra grande
minaccia. Perché non puoi avere quello che vuoi? Tu meriti
qualsiasi cosa che desideri, *tutto*
quello che vuoi.”
“Pensavo che lui
non ti piacesse.” Harry si girò a guardarlo.
“Non mi piace”,
rispose risolutamente Ron. “Ma mi piaci tu, e se lui ti fa
felice, so che non sarò l'unico che farà tutto ciò
che è nel suo potere per assicurarsi che voi due lo *facciate*
durare per sempre, se è quello che vuoi.”
Lucius guardò a
Ron in incredibilità. E' probabile che debba ripensare alle
sue idee su un certo Weasley, se questi continuasse a fare
commenti simili.
Harry stava guardando
stupito l'amico, ma con un molle sorriso sul viso. In qualche modo
dubitava che dovesse mai preoccuparsi del fatto che Ron
l'abbandonasse di nuovo. “Ma cosa se lui cambiasse la sua idea,
o accade qualcosa?” Chiese Harry.
“Poi, noi lo
colpiremo sulla testa e lo trascineremo di nuovo a te”, Draco
gli diede un ghigno degno di uno squalo.
Harry rise. Ron e Draco
guardarono l'un all'altro e crollarono le spalle. Perché stava
ridendo, Harry? Se necessario, lo farebbero.
Lucius sorrise ai due
ragazzi che sembravano star diventando amici nonostante tutto, prima
di rivolgersi di nuovo a quello che era importante al momento.
“Harry”, disse calmo, aspettando fino a che lui lo
guardò. “Mi hai mai sentito dire qualcosa che non
volevo?” Gli chiese.
Harry lo guardò,
pensandoci. “No”, ammise finalmente.
“E' probabile che
sia stato un po' frettoloso, ma non avrei mai chiesto se io non
l'intendessi”, Lucius fissò Harry finché lui vide
l'accettazione nei suoi occhi. Lucius considerò trasportare
questa conversazione in un altra stanza, via dagli occhi curiosi
di suo figlio e l'amico di Harry, ma in qualche modo lui non pensò
che andrebbe bene. Inoltre, Harry avrebbe un tempo più facile
nel crederlo se gli altri lo sentissero anche. “Io ti amo, e
quello non cambierà mai. Se tu non puoi dire onestamente lo
stesso, poi forse dovremmo aspettare finché puoi.”
“No!” Gridò
Harry. “Io non voglio aspettare. Io ti amo, e sempre lo farò!”
“Ma credi che *io*
cambierò la mia idea?” Chiese Lucius.
Harry aprì la
bocca per rispondere, ma esitò.
“Vedo”,
disse Lucius, indietreggiando. “Sig. Weasley, è pronto
per tornare a casa? Avevo dimenticato che non aveva nessun modo
di tornare indietro.”
“Um...sicuro”,
balbettò Ron.
“Lucius, aspetta!”
Chiamò Harry, come Lucius condusse la testa rossa fuori della
stanza. “Merda!” Gridò lui come Lucius andò
via senza uno sguardo indietro. Senza pensare Harry si girò e
sbatté il pugno nel muro più vicino.
Ron sfolgorò a Lucius Malfoy come i due
apparirono ad un punto vicino al Cunicolo. “Come ha potuto
lasciarlo come quello?”
“Primo, lei non ha bisogno di essere là
per tale conversazione. Secondo, lui aveva bisogno di un momento per
pensare”, si abbassò a spiegare Lucius.
“Quindi non intende abbandonare su lui?”
Spinse Ron.
“Sig. Weasley, pensava realmente che non
sapessi che Harry aveva problemi? Ammetto, non mi aspettavo questo,
anche se avrei dovuto. Se avessi voluto qualcuno senza problemi, noi
non saremmo mai diventati una coppia nel primo luogo. Ora, se
lei che spreca il mio tempo chiedendo domande a cui dovrebbe
esser in grado di rispondere da solo, è finito, dovrei andare
al Ministero per avvisare che oggi non sarò presente, e
poi tornerò indietro. Per favore, ricordi di non dire a
*chiunque* le cose che ha scoperto in questa visita. Incluso
l'animale domestico nuovo di Harry. Capisce?” La voce di Lucius
era scura e dura.
Ron accennò col capo la sua comprensione. Il
giovane non stava per disputare con l'uomo. Almeno, non questa
particolare durata. “E' probabile che Harry abbia bisogno di
parlare con qualcuno che non è lei.”
“Non mi sorprenderei se mio figlio già
avesse chiamato Severus per venire su”, ammise Lucius di fronte
ad apparire senza un'altra parola.
Severus era davvero stato chiamato, anche se non per
la ragione che Lucius si aspettava.
Draco aspettò impazientemente, pressoché
tenendo il braccio di Harry con forza disperata. Aveva preso solo un
momento per Draco per capire che Harry non stava bestemmiando più
perché suo padre se ne era andato, ma perché lui si era
fatto male più che aspettato alla mano. Un rapido incantesimo
di controllo danni, lo stesso che Severus aveva usato su Harry nella
notte che aveva iniziato la loro amicizia, mostrò che davvero
era riuscito a rompersi una delle dita, inoltre all'emorragia alle
nocche. Sfortunatamente, anche se Draco non aveva guaio a creare
pozioni salutari, l'osso doveva prima esser messo a posto, e lui non
aveva mai imparato quella particolare abilità.
Severus era là in meno di due minuti, tempo
che prese nel cercare una pozione salutare che l'uomo aveva creato
per Harry. Siccome era stato fatto con il sangue di Harry,
funzionerebbe al meglio per il ragazzo più che alcuna altra
persona. L'uomo usò un portkey dell'emblema che Lucius gli
aveva dato molti anni fa. Severus aveva iniziato a portarlo di nuovo
su di se siccome Harry era passato al Feudo.
Severus sbarcò nello studio del Feudo per
trovare Draco sembrando preoccupato, mentre Harry appena
sembrava adirato. “Cosa è accaduto?” Chiese, come
raccolse attentamente la mano lacerata di Harry e gettò un
incantesimo rivela danni su di lui. Il segnale rosso mostrò
che il terzo osso del dito medio era rotto.
“Ho colpito il dannato muro, cosa sembra?”
Ringhiò Harry.
Severus batté le palpebre. Non succedeva
spesso che Harry bestemmiasse, ed il dolore fisico non era abbastanza
per farlo. Poi di nuovo, questi danni potevano entrare solamente uno
di due modi, avendo qualcuno a cui stava per dare un pugno che si
abbassa e così facendolo colpire un muro, o colpendo il
muro apposta. Considerato che Draco era l'unica persona circa, era
improbabile che Harry stesse tentando di colpire qualcuno.
“E che cosa, di preciso, ti ha fatto il muro?”
Chiese Severus.
“Si intromise”, disse Harry, guardandolo
in cagnesco.
“Normalmente, ti darei una pozione per il
dolore per questo”, ringhiò indietro Severus. “Ma
non penso che ti farebbe alcun buono adesso.” Invece lui
accennò col capo per Draco per trovare la pozione
salutare pronta e tirò rapidamente e competentemente l'osso
rotto nella giusta posizione.
Harry non fece un suono, ma quello non voleva dire
che non ci fosse reazione. Severus bestemmiò e si mosse
indietro come venne confrontato improvvisamente da due piedi di
flessibilità letale.
//No Flick!// Immediatamente Harry si mosse tra il
pericoloso serpente, ed il mago ugualmente pericoloso che aveva
già la sua bacchetta fuori. “Va tutto bene, Sev. Questo
è Flick.” //Va bene, Flick, questo è Sev, stava
solo riparando il mio dito.//
*/Lui ti fece male/* Sibilò Flick.
//Io mi feci male,// rispose Harry. //Lui stava
guarendolo.//
*/Perché faresti tale cosa?/*
//Ero adirato.// Rispose timidamente Harry.
*/Al tuo coniuge, o al figlio del nido?/*
//Con me.//
*/Perché?/* Flick si stabilì in giù
circa il collo di Harry e spedì emozioni calmanti al giovane
attraverso il loro collegamento. Harry poteva sentire la
tensione che lasciava i suoi muscoli.
//Io feci andar via il mio coniuge.//
*/Il tuo coniuge non sembra il tipo per accettare di
esser mandato via facilmente./*
“Lo so, ero stupido”, sospirò
Harry.
*/No, non lo eri/* Venne un sibilo e tre voci umane.
Harry alzò lo sguardo sorpreso, di trovare
Lucius che aveva congiunto Severus e Draco nella stanza.
“Te ne eri andato via”, bisbigliò
Harry, guardando fisso Lucius ed ignorando del tutto gli altri.
“Dovevo ritornare Weasley prima che suo padre
avviasse a diventare più fastidioso che normale, così
come notificare al Ministero che non ci sarei stato oggi. Cosa ti sei
fatto?” Chiese guardando la mano di Harry. “E perché
non sei già stato guarito ancora?”
“Perché Sev non è ancora troppo
sicuro su Flick”, ghignò Draco. Draco diede la pozione
salutare a Harry e controllò che la bevesse tutta. Una
volta che aveva finito, Lucius usò un fascino di pulizia sulla
sua mano, che ritornava come nuova.
*/Non sembra che il tuo coniuge sia andato molto
lontano,/* disse Flick, con voce divertita.
//Indovino di no,// rispose assentemente Harry.
//Perché no?//
*/Ti sembro il tuo coniuge? Chiedi a lui se desideri
sapere./*
//Ma cosa senti?// Chiese lamentosamente Harry.
Flick condusse i sentimenti del più vecchio
di questo nido, al suo partner. Harry tentò di dedurre
quello che erano. La prima cosa che notò comunque, era quello
che non c'era. Non c'era nessun dolore, nessuna rabbia. //Sei sicura
che questo è tutto ciò che sta pensando?// Chiese con
sorpresa Harry.
*/Chiaramente,/* rispose Flick, scontenta di esser
dubitata.
Harry risalì a tentare di analizzare quello
che stava sentendo Lucius.
C'era un sentimento opprimente di preoccupazione. Là
*c'era* dell'infelicità, ma l'ombreggiatura emotiva era
diversa da quella che Harry si era aspettato, anche se non aveva
abbastanza esperienza per dedurre quella che era la differenza. C'era
anche un sentimento che potrebbe quasi giurare era amore. Ma
certamente quello era ridicolo. Harry sapeva che Lucius aveva detto
che l'amava, ma questo fiotto opprimente che era sotto a tutto, non
poteva essere amore, vero?
Se un serpente potesse sbuffare, questo lo avrebbe
fatto.
“Harry”, addentò Lucius.
Harry guardò verso lui, sorpreso. “Che
cosa c'è?” Chiese lui.
“Abbiamo bisogno di parlare, non pensi? E
sfortunatamente, nessuno del resto di noi può capire
Parseltoungue.” La voce di Lucius era calma, ora che aveva
l'attenzione di Harry.
Harry accennò col capo. “Sono
spiacente”, bisbigliò lui, abbassando gli occhi.
“Per che cosa?” Chiese Lucius.
“Cosa vuoi dire, per che cosa?” Gli
occhi di Harry erano su ora, mentre fissava il suo innamorato in
sorpresa.
“Quello che ho detto”, rispose Lucius,
dirigendosi ad una sedia e sedendovisi. Harry lo fissò.
“Per non esser capace di dire che avevo
fiducia in te, per farti allontanare”, gli ricordò
Harry.
Lucius tenne fuori la sua mano ed aspettò
finché Harry la prese, stabilendolo sul divano di fronte alla
sua sedia ed ignorando gli altri tre nella stanza. “Credevo che
sarebbe stato meglio per te aver un paio di minuti per pensare. Mi
sbagliavo?” Gli chiese, assicurandosi che Harry lo guardasse.
Trovò la sua risposta quando gli occhi di Harry ruppero il
contatto come rispose che andava bene.
“Capisco”, rispose Lucius facilmente,
promettendosi internamente che non l'avrebbe fatto di nuovo.
“Annullerai la cerimonia di promessa?”
Bisbigliò Harry.
“Vuoi che lo faccia?” Chiese in ritorno
Lucius.
“No”, rispose fortemente Harry, ed i
suoi occhi rimasero, questa volta, presi negli occhi blu di Lucius.
Lucius accennò col capo in risposta. “Poi
continueremo come previsto. Severus, tu e Draco potete
costituire la pozione per gli anelli?”
Severus accennò col capo silenziosamente, i
suoi occhi guardavano i due, prendendo in esame le interazioni tra di
loro. “Anche se io mi chiedo se è una buona idea se lui
non ha fiducia in te”, non poté evitare di dire.
“Io ho fiducia in Lucius”, rispose
immediatamente Harry. “Io solo...Io non ho...”
“Lui non ha fiducia nel fato”, interferì
Draco quando sembrò che Harry non era capace di dire altro.
Poi, il ragazzo aggrottò le sopracciglia, come pensò a
qualcosa. “Ehi! Aspetta un attimo!”
Tutti si girarono a guardare a lui, ma il suo viso
corrugato era conficcato su Harry. “Se tu non hai fiducia che
qualsiasi cosa buona continui ad accadere a te, quello che circa me e
Severus?”
“Cosa intendi?” Harry aggrottò le
sopracciglia confuso.
“Tu pensi che Severus ed io, un giorno o
l'altro, ci volteremo contro te, vero?”
Harry, arrossì colpevolmente, e abbassò
lo sguardo, rispondendo alla domanda.
“Non posso crederci!” Draco era
improvvisamente adirato. Si alzò e, impettito, camminò
fuori dalla stanza. Harry corse dopo di lui.
Lucius e Severus guardarono come la porta sbatté
prima dietro al ragazzo biondo, e poi al bruno.
“Bibita?” Chiese Lucius come si alzò
e si diresse al bar.
“Per favore”, sospirò Severus.
L'uomo aggrottò le sopracciglia all'amico. “Cosa è
accaduto? E da dove venne quel...quel...”
“Penserei che di tutte le persone, tu
riconosceresti un minidrago Alaspiniano, quando lo vedi. C'è,
dopotutto, solamente tre specie di serpenti capaci di volare nel
mondo. Come per quello che è accaduto...” Lui diede un
bicchiere a Severus prima di sedersi e bere un sorso. Lucius si
fermò. “E' sicuro, vero?”
Severus ridacchiò oscuramente ma rifiutò
di rispondere. Lucius guardò al bicchiere di firewhiskey
attentamente, ma finalmente lo mise in giù intatto.
“Come quello che accadde, dovrei pensare che
sia ovvio. Sono incorso in una delle insicurezze di Harry che non mi
stavo aspettando.”
Severus desiderò che lui potesse trovare un
modo di biasimare questa confusione su Lucius, ma sfortunatamente non
poteva. Anche lui c'era cascato una o due volte. “Solo per
farti sapere, in caso che tu non l'abbia dedotto da solo ancora, non
andartene nel mezzo di un argomento. Harry lo prenderà nel
modo sbagliato, ogni volta.”
“Me ne sono accorto”, ammise Lucius.
“Hai intenzione di continuare con la cerimonia
di promessa, vero?” Chiese Severus.
“Chiaramente”, si disse d'accordo
Lucius. “Se ci sposassimo, chiederei di posticiparlo.
Comunque, la cerimonia di promessa è solamente per un
anno ed io penso che andando attraverso con essa, lo riassicurerà
che non ho nessuna intenzione di andare dovunque.” Poi, decise
di cambiare il soggetto. “Era solo la mia immaginazione, o
Flick riuscì a calmarlo quando si stabilì sulla sua
spalla?”
Severus pensò di nuovo a quel momento, ed
accennò col capo lentamente. In quel momento, lui stava
pensando solo a come pericoloso fosse tale animale così vicino
a quello che era, essenzialmente, suo figlio. Ripensandoci ora,
Severus vide quello di cui stava parlando Lucius. Anche se non tutta
la tensione fosse sparita, una grande parte era sparita appena il
serpente si arricciò su di lui.
“Lei *é* un empate”, disse
pensierosamente Lucius. “Certamente è possibile che lei
cambiò le sue emozioni.”
“Quello non è buono”, disse
Severus, interessato. “Non mi piace l'idea di *chiunque* che
abbia quel genere di controllo su di lui, specialmente considerando
che noi non sappiamo quelle che sono le sue ragioni.”
“Evidentemente, quello è qualcosa
d'altro di cui noi dovremo parlare circa”, si disse d'accordo
Lucius.
Nel frattempo, Harry rintracciò Draco in una
piccola stanza in cui lui non era mai stato prima.
“Draco? Mi spiace”, disse Harry come lui
vide Draco che siede sul davanzale della finestra guardando
all'esterno.
“Draco?” disse di nuovo Harry, quando
l'altro ragazzo non rispose.
Draco sospirò e tirò su le gambe per
fare spazio a Harry per sedersi. Rapidamente, Harry accettò
l'invito e sedette, aspettando mentre accarezzava Flick.
I due sedevano in silenzio per molti minuti di
fronte al sospiro di Draco. Il biondo aveva avuto bisogno di alcun
tempo per pensare, ed ora si sentiva pronto a parlare.
“So che non puoi evitarlo”, disse lui
finalmente. “So che tu non vuoi dubitarmi e non ti biasimo per
questo, ma fa male. Mi è permesso per sentirmi ferito, sai?”
“E a me fa male il fatto di averti ferito”,
rispose Harry. “Hai ragione, io non voglio dubitare. Io vorrei
essere come tutti voi, capace di credere che il mondo non si volterà
contro di me, scaricandomi col sedere a terra il momento in cui
sono felice. Ho trovato una famiglia che si preoccupa di me. Hai
alcuna idea di come ciò mi spaventa?”
Draco si girò a guardarlo per la prima volta,
estraendo clandestinamente il suo specchio comunicatore e
chiamando lo studio. Aveva il sentimento che agli altri piacerebbe
sentire questo.
“Avere una famiglia ti spaventa?” Chiese
Draco.
“Mi spaventa a morte”, bisbigliò
Harry.
“Perché hai perso la tua prima
famiglia?”
“Perché mi furono tolti.”
“Noi non ti saremo tolti”, rispose
Draco.
“Non puoi promettermelo.”
“No”, si disse d'accordo Draco. “Non
posso. Nessuno può. Mio padre non può promettermi che
non mi lascerà mai. Tu non puoi promettere che non ci
lascerai.”
Harry batté le palpebre.
“Non avevi pensato a quello, vero?”
Draco sorrise furbamente. “Tu hai le stesse probabilità
di avere qualcosa accaderti come noi. Noi prendiamo un rischio come
fai tu.”
“Ma...”
“Ma cosa? E' la nostra scelta. Noi vogliamo
prendere quel rischio. Tutti noi. Padre, Severus, Weasley, Granger,
io. Per Severus, me e specialmente papà, noi diventammo
fortunati; noi non trovammo conoscerti realmente fino a che la
minaccia a te pressoché fu andata. Weasley e Granger dovevano
trattare, comunque, col fatto che loro potevano perderti ad alcuna
durata, per anni. Ma non li fermò mai, vero?”
“No”, disse pensierosamente Harry.
“Non fermerà neppure noi. E sai
qualcos'altro? Non ti fermerà. E' probabile che il fato ti
lasci, eventualmente, da solo di nuovo, ma noi siamo decisi a lottare
contro quello duramente come possibile. E non sarà mai la
nostra scelta. Ma è una possibilità, che tutti devono
accettare.”
“E' una che tu hai già preso”,
venne dallo specchio e Severus che stava guardando attraverso lui.
I due ragazzi alzarono lo specchio, così che
le quattro persone potessero vedere l'un l'altro. “Cosa
intendi?” Chiese Harry.
“Lui vuole dire che, se tu non fossi pronto a
prendere quel rischio, ci avresti allontanato via parecchio
tempo fa o non ti saresti fatto coinvolgere nel primo luogo. Saresti
un tipo solitario senza amici, senza famiglia”, gli disse
Lucius. “C'è una piccola parte del tuo cuore che sta
lottando per essere quel tipo solitario; se tu non ami, non puoi
esser fatto male. Non accadrà mai tuttavia, tu ami troppo, e
sei troppo amato.”
“Ancora?” Chiese lamentosamente Harry.
Immediatamente fu riassicurato, “Sempre”,
entro tutti e tre di questa sua strana famiglia.