Alla fine tutto ritorna

di ladylala
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1 L'incontro ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 La verità ***
Capitolo 3: *** Cap.3 Incomprensioni ***
Capitolo 4: *** Cap.4 La rivelazione ***
Capitolo 5: *** Cap.5 Delusioni ***
Capitolo 6: *** Cap.6 La scelta ***
Capitolo 7: *** Cap.7 Gelosia ***



Capitolo 1
*** Cap.1 L'incontro ***


Una sera le due sorelle Simona e Serena andarono ad una festa organizzata da una loro compagna di università, Stefania.
Una volta lì, videro due giovani molto carini, i due si avvicinarono e si presentarono.
“piacere, io sono Michele e lui è mio fratello Manuele”
“piacere io sono Serena”
“tu chi sei?” domandò lui
“ mi chiamo Simona, sono la sorella di Serena”
“cosa fate nella vita, ragazze?” domandò Michele
“io frequento il secondo anno della Facoltà di lingue e letterature straniere” rispose Serena
“e tu, Simona, cosa fai nella vita?” domandò Manuele
“frequento il secondo anno di Scienze dell’educazione” rispose timida Simona
“e voi cosa fate?” chiese curiosa Serena
“Giurisprudenza” risposero in coro
“interessante, è utile conoscere un giudice” affermò  Simona
“scusa, non ho capito” disse Michele
“ti può essere molto d’aiuto quando sei nei guai” affermò Simona
“veramente io non voglio diventare un giudice, ma un avvocato, Simona” disse Michele
“scusala, a volte non pensa prima di parlare” disse Serena
“non importa, lascia stare, Serena” disse Michele
“Manuele vuoi fare l’avvocato?” domandò Simona
“è logico, Simona”
“come mai avete fatto la stessa scelta?” domandò Serena
“in fondo siamo gemelli” rispose Manuele con un sorriso
“ma se avete un anno di differenza” rispose stupita Simona
“è naturale, siamo gemelli diversi” disse Michele, ma poi Manuele intervenne:
“sei un buffone. Lasciatelo perdere, è cretino. Siamo nati lo stesso giorno” poi aggiunse “ti va se ci facciamo un giro, Serena?”
“Simo, posso andare?”
“Sere, hai trenta anni, fai un po’ quello che vuoi”
“prima di tutto non ho trent’anni, comunque ciao, a dopo, divertitevi” detto questo, Serena si avvinghiò a Manuele e se lo portò via. Simona, rimasta sola con Michele, si sentì in imbarazzo e rimase in silenzio per un periodo interminabile, per rompere il ghiaccio, lui si fece avanti.
“ti va ballare?”
“non mi piace e non sono capace”
“non ti preoccupare” disse lui  “ti insegno io”
“non ci penso proprio, anche se non ti conosco, so che ci tieni ai tuoi piedi, quindi non ti conviene”
“va bene, allora ti va qualcosa da bere?”
“cosa mi offri?”
“ti va un calice di vino?”
“solo se è moscato Gancia”
“va bene, proprio perché sei tu”
“come sei galante” andò a prendere da bere e, subito dopo, tornò.
“signorina è servita”
“grazie, signore, com’è gentile”
“adesso basta darci del lei” la prese, l’abbracciò e la baciò appassionatamente davanti a tutti.
“Simona, sono desolato, ma sono fidanzato”
“perché mi hai baciata, allora?”
“perché è lontana e mi sento solo”
“ho capito, non aggiungere altro” e se ne andò piangendo.
Serena e Manuele rimasero sconvolti dalla loro immediata complicità, ignari di quello che stava succedendo.
“non conoscevo questo lato di mia sorella”
“in realtà, neanche io di mio fratello”
“spero che stavolta abbia trovato la persona giusta”
“lo spero anch’io” a quel punto, seguì anche lui l’esempio del fratello e lei gli rifilò uno schiaffò.
“come ti sei permesso?” e lui rispose con la mano sulla guancia dolorante “mi sono fatto prendere dall’atmosfera del momento, ti chiedo scusa” a quel punto lei si addolcì e gli diede un bacio appassionato.
“ma cosa fai?” e lei gli disse ridendo “ti restituisco il favore, ma che non ricapiti senza permesso. La prossima volta dovremo essere fidanzati” allora lui disse:
“va bene, allora vuoi essere la mia ragazza?” e lei rispose con entusiasmo:
“sì”
“allora è ufficiale, iniziamo da qui, Sere” detto ciò si incamminarono verso casa Serena e Simona.
 






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Capitolo 2
*** Cap. 2 La verità ***


Dopo la festa Manuele accompagnò Serena a casa, salirono e lei, girando la chiave, trovò  la porta aperta.
“ci sono i ladri” esclamò spaventata
“non ti preoccupare, ti proteggo io”
“oh, mio eroe”, a quelle parole Manuele spalancò la porta con circospezione e si mise a controllare tutte le camere, proteggendo la sua amata. Arrivato alla stanza di Simona trovò la stanza chiusa a chiave dall’interno.
“apri maledetto, mostrati, esci con le mani alzate” sentendo quelle parole Simona uscì dalla stanza con gli occhi pieni di lacrime:
“cosa ci fai tu qui?” chiese Serena con stupore
“Manuele, tuo fratello è uno stronzo, mi ha preso in giro, lo odio”
“non parlare così di mio fratello. Va bene che litighiamo, però è un pezzo di pane”
“se fosse come dici tu, non mi avrebbe presa in giro”
“cosa ti detto di così sconvolgente, che lo odi così tanto?” chiese Manuele stupito
“dovresti saperlo è tuo fratello”
“sul fatto che è mio fratello hai ragione, ma non è che per questo io sia nel suo cervello”
“ma dovresti conoscerlo”
“va bene che mio fratello ha nel cervello un unico neurone che, molto spesso, chiede ‘ c’è nessuno ’ ma quello non sono io” a quelle parole Simona scoppiò a ridere
“solo tu riesci a piangere e ridere in contemporanea” rise Serena
“ti credo, hai un ragazzo comico”
“grazie del complimento, ma non ci hai ancora detto cosa è successo”
“tuo fratello mi ha sedotta e abbandonata”
“scusa?”
“mi correggo: mi ha baciata e poi mi ha detto di avere la ragazza, anche se è lontana” a quel punto Manuele scoppiò in una grossa risata
“cos’hai da ridere?” domandò Simona
“semplice,  quel unico neurone che mio fratello aveva nel cervello se l’è data a gambe”
“perché?” domandarono stupite le ragazze
“perché mio fratello è single da tre anni”
“allora perché mi ha mentito?” domandò Simona
“nonostante sia timido, è il ragazzo più tenero al mondo. Se te lo dico io fidati” a quelle parole Simona prese Manuele per la giacca e iniziò a scuoterlo
“dimmi dov’è quel cretino, io lo amo”
“va bene, lo chiamo al cellulare, ma pigliati una tisana” detto questo prese il cellulare e digitò il numero, attese a lungo ed alla fine, Michele rispose:
“pronto?”
“cretino, vieni subito in via Luini 1”
“primo, cretino lo dici a qualcun altro e poi non è un po’ tardi per farsi un gelato?”
“allora vedi che sei proprio cretino? La gelateria non è al n°1 ma al 126 ”
“cosa devo venire a fare lì, allora?”
“muoviti”
“sì,mamma, arrivo”
“grazie al cielo, non sono la mamma” detto questo agganciò, sentendo quelle parole Michele si mise le scarpe ed andò a prendere la macchina, dopo dieci minuti arrivò.
“eccomi”
“meno male che mi avevi detto che ci mettevi più tempo”
“siccome quando fai così mi terrorizzi, sono andato 120  km / h”
“va bene, sei un cretino”
“e perché, se è lecito?”
“ricordami da quanto sei fidanzato. Sai com’è, mi è sfuggito questo particolare”
“sono affari miei. Io stavo rischiando un suicidio involontario per questa cavolata”
“non è una cavolata, idiota. Hai fatto piangere la sorella della mia fidanzata”
“se ti dicessi perché l’ho fatto, non ci crederesti mai”
“non puoi saperlo fratellino, illuminami”
“non posso, mi vergogno”
“parla, sennò finisci male”
“ti ho detto di no, mi vergogno”
“parla idiota, mi sto arrabbiando”
“no!”
“non capisci che mia sorella stava tentando il suicidio per colpa tua?” intervenne Serena, a quel punto Michele si terrorizzò:
“era una bugia, Simona, io ti amo, ma mi vergogno da morire a  esternare i miei sentimenti”
“anch’io ti amo, bugiardone” poi, rivolta a Serena e Manuele :
“lasciateci soli”
Manuele e Serena se ne andarono.
“mi dici che ti è preso?”
“io ti amo e non sopportavo di dover stare senza di te, comunque mia sorella non mente mai. Per quanto mi riguarda puoi sparire da questa casa, buonanotte”
“buonanotte, comunque sappi che ti amo” detto questo uscì dalla camera sbattendo la porta ed andò dagli altri
“io me ne vado”
“no, fermati” disse Serena agitata
“mi dici a che cosa servo in questa casa?”
“non ti preoccupare, fermati qui a dormire, ti vedo troppo agitato. Vedrai che domani le cose si aggiusteranno”
“perché vuoi per forza che io e tua sorella stiamo assieme?”
“perché ci tengo a lei e so che tu sei l’unico che la può rendere felice perché la ami veramente”
“chi te lo dice?”
“lo penso, ma potrei sbagliarmi”
“vai a dormire nella camera di Serena e Simona”
“sì mamma”
“non farti vedere da Simona, ne parliamo domani”
“va bene, ma non avete qualcosa da leggere?”
“certo, non abbiamo una biblioteca, ma qualche libro”
“grazie, ma dove posso trovarli?”
“nello scaffale, li vedi vero?”
“sì, grazie”
“guarda se c’è qualche libro che ti piace”
“buonanotte, Michele”
“notte, Manuele e tu che fai? Hai voglia di leggere anche tu?”
“sì, però se leggo di là ti disturbo”
“è vero, sono molto stanco, Serena. Buona lettura, fratellino, amore”
“notte, amore mio”
Serena prese un libro e anche Michele, si sedettero a leggere e dopo un po’ Michele lo chiuse e le disse:
“ti piace leggere?”
“sì perché?”
“così, per curiosità”
“scusa, ma sei strano, cosa c’è Michele?”
“sono normale”
“ti stai comportando in modo sospetto”
“scusa, ma non ho capito”
“non ho detto nulla” e dopo aver detto ciò, si alzò e andò a dormire nella camera degli ospiti e chiuse la porta a chiave dall’interno.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Cap.3 Incomprensioni ***


Quando il mattino dopo Simona si svegliò vide Michele che dormiva nel letto di Marika, la compagna d’università di Simona e Serena che si era trasferita a Roma, a un certo punto lui si svegliò era a torso nudo e lei fraintese tutto.  
“cosa ci fai qui?”
“indovina, Sono rimasto qui a dormire perché Serena ha deciso che io e mio fratello dovevamo dormire qui”
“scusa, da quando quello che dice Serena è giusto?”
“non lo so”
“avresti dovuto andare a casa con quel idiota di tuo fratello”
“posso capire che tu ce l’abbia con me, ma lui non c’entra nulla con tutto ciò”
“va bene, mettiamo che lui non c’entri ma tu? Mentre dormivo hai abusato di me”
“no, mi sono limitato a guardarti da lontano, eri veramente bella, non nascondo ero veramente tentato, ma la ragione è più forte”
“ma, brutto idiota, hai anche il coraggio di dirlo, non ti vergogni un po’?”
“no, io dico sempre la verità, io voglio diventare un avvocato e non un falso ipocrita come pensi tu”
“mi domando se eri tentato stanotte allora perché ti sei fatto tanti scrupoli? Copriti per favore, ti do due minuti per coprirti quel brutto fisico che ti ritrovi comunque sto scherzando”
“tu scherzi troppo, non so quando dici la verità”
“chiudi la porta, per favore, non voglio che ci sentano e soprattutto che ci vedano, mi sentirei in imbarazzo, visto che sei nel mondo dei sogni, Michele sarà meglio che ti sveglio io con un po’ di acqua fredda che ne diresti di farti una doccia calda? Se vuoi vengo anch’io”
“credo che non sia un’ottima idea”
“va bene, ci vediamo dopo qui e cerca di muoverti perché soffro di solitudine”
“va bene” e uscì.
Mentre lui stava facendo la doccia, Simona raggiunse Serena e Manuele e fecero colazione.
Dopo venti minuti Serena e Manuele andarono a fare shopping alle Gru, appena essi uscirono Simona corse in camera sua e di Serena e decise di dormire, ma visto che Michele non arrivava, prese cinque pastiglie di sonnifero e mettendosi a letto le pastiglie caddero per terra.
Dopo qualche minuto arrivò Michele e si stupì di vederla dormire.
Il suo sguardo si posò sul tubetto delle pastiglie cadute per terra, lesse il suo contenuto e preoccupato chiamò il medico. Il medico arrivò con gran fretta.
Michele gli aprì e lo accompagnò da Simona e lui domandò a Michele:
“quante ne ha prese?”
“non lo so, ero nell’altra stanza”
“signorina, quante ne ha prese?”
“cinque pastiglie, perché volevo dormire”
“va bene cinque sono innocue, eviti di prenderne ancora”
“va bene”
“lei è un parente?”
“no, sono un conoscente”
“la controlli, mi raccomando. Dormirà ancora per un’ora circa”
“andiamo di là che la pago. La pregherei di tenere il segreto professionale”
“sono qui per aiutare e non per spillare soldi, se mi vuole proprio pagare mi dia venti euro” e poi aggiunse “un consiglio, prenda tutti i sonniferi e li butti via e si ricordi di prendersi cura di lei”
“un’ultima domanda dottore come faccio ad evitare che Simona vada a comprarne degli altri?”
“basta che scriva una lettera alla Sanità dicendogli di fare un foglio che vieti alla ragazza di prendere nelle farmacie i sonniferi, perché essi possono essere per lei letali”
“cosa state dicendo state forse parlando di me?”
“no, stavamo parlando del mio sonnambulismo”
“scusa, ma non ci credo. Parlate dei miei due tentati suicidi, quindi state complottando contro di me, comunque nessuno me lo impedirà. Devo dormire e non ci riesco, quindi uso quella roba lì”
“signorina ci sono tante medicine omeopatiche che la fanno dormire senza ricorrere all’uso di medicinali chimici, ad esempio camomille e tisane”
“scusi ma sono contraria alle medicine omeopatiche, costano troppo non me le posso permettere, secondo non servono a nulla, pensi che non credo che l’alchimia esista”
“che cosa centra l’alchimia, Simona? Dottore siamo messi molto bene vero?”
“le vostre incomprensioni sbrigatevele da soli, io devo andare ho un altro appuntamento, si ricordi di quello che gli ho detto arrivederci” e Michele chiuse la porta.
“tu come ti sei permesso di complottare contro di me? Mi hai fatta passare per una pazza suicida. Non sei né mio amico né il mio fidanzato”
“l’ho fatto per il tuo bene, se non lo capisci sono problemi tuoi, ti ho detto che ti amo  e che ci tengo a te. Se vuoi ucciderti fallo pure, ma non davanti a me”
“ti ho detto che non l’ho fatto per uccidermi”
“lo immagino. Bene, se non vuoi che Serena lo sappia si fa a modo mio”
“dimmi cosa intendi per a modo tuo?”
“sei sicura di volerlo sapere?”
“sì, idiota”
“che ne dici di una nuotata”
“guarda che non ho la piscina”
“ho un amico che ha la piscina”
“non faccio niente con te”
“cosa scusa?”
“preferisco la verità alla menzogna”
“tua sorella, penserà che sei una persona inaffidabile. E’ questo che vuoi, Simo?”
“no, non voglio che lo sappia, ma non voglio farmi ricattare da te, trova un accordo che soddisfi entrambi, allora”
“voglio che tu sia più gentile e disponibile nei miei confronti, non è chiedere molto”
“infatti, non chiedi molto. Mi aspettavo qualcosa di più romantico da  te”
“io non voglio essere romantico, non mi hai capito allora? Ho bisogno di te per i miei scopi, tesoro”
“mi hai presa in giro?” 
“non proprio, Simo”
“voglio liberarmi di te, Michele, stai rendendo la mia vita un inferno. A volte vorrei non esistere e fuggire via”
“d’accordo, fai quel che vuoi. La vita è tua, ma non buttarla via, non si vive due volte” detto questo uscì.
 
 

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Capitolo 4
*** Cap.4 La rivelazione ***


Subito dopo che Michele era uscito dalla stanza, Simona lo seguì irritata.
“chi ti dice che io non abbia un altro?”
“nome, cognome e indirizzo, così gli dico di tenerti d’occhio e di impedirti di prendere quei maledetti sonniferi, visto che ti fidi più di lui che di me”
“Andrea Latini, Via Po 115”
“questo nome non mi è nuovo, deve essere un mio compagno di corso, quanti anni ha?”
“ventiquattro”
“va bene, lo conosci da sempre, ma come fai a conoscerlo?”
“me lo ha presentato una mia compagna delle superiori”
“scusa, ma mi interessano i dettagli”
“come mai?”
“per pura curiosità”
“visto che sei curioso, continuo”
“vai sono curioso”
“è stato lui a notarmi, è stato amore a prima vista. Sono felice di stare con lui”
“se sei tanto felice, allora perché tenti sempre il suicidio?”
“perché mi manca”
“perché lo dici solo ora? Mi sembra che alla festa eri disponibile”
“forse avevo bevuto. Io amo un altro”
“guardandoti non sembravi brilla”
“senti, non sono più la stessa persona da quando se n’ è andato. Pensa che non me l’ha neanche detto in faccia, ha avuto solo il coraggio di lasciarmi un biglietto, neanche consegnato di persona” poi aggiunse “mi ha lasciata con il cuore infranto”
“davvero? Che storia triste. Quando ti sarai chiarita le idee torna da me”
Lei era tanto confusa, capì di averlo ferito, doveva trovare la soluzione migliore per entrambi in pochi giorni e decise così di partire per chiarire con Andrea.  
 
 

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Capitolo 5
*** Cap.5 Delusioni ***


Il giorno dopo la discussione avuta con Michele, Simona partì per Roma per chiarire questa situazione “scandalosa” con Andrea.
Arrivata alla stazione andò in biglietteria.
“un biglietto per Roma seconda classe, per favore” disse Simona agitata
“certo signorina”
Simona tirò fuori le banconote e l’addetto gli diede il resto.
“tenga pure il resto, si sbrighi. Ho fretta”
“certo, tenga il biglietto. Si affretti il treno sta quasi per partire”
“grazie, arrivederci” detto questo, obliterò il biglietto, si mise a correre per raggiungere il treno e lo prese ancora in tempo, dopo due minuti il treno partì, una donna e il suo il figlio si sedette di fronte a lei, la donna le iniziò a parlare, erano molto amichevoli nei suoi confronti, parlarono di attualità, dopo un’ora, Simona lesse una rivista e poi chiamò Michele:
“pronto?”
“sono Simona, non so se andare da lui”
“Simona, devi farlo, se non chiarisci con lui, non potremmo mai essere felici”
“lo so, Michele, e io voglio stare con te”
“anch’io”
“ora ti devo lasciare. A presto, Michele” e attacco, poi chiamò Andrea:
“pronto”
“sono Simona”
“Simona chi?”
“Rossi”
“come stai?”
“bene e tu?”
“anch’io, tesoro”
“senti, sono sul treno, sto venendo a trovarti”
“vieni, sono contento che tu venga a trovarmi, ti amo tanto, Simona”
“anch’io” passarono altre due ore, finalmente arrivò a Roma, lo chiamò:
“mi vieni a prendere, sono alla stazione Roma Centrale”
“tra cinque minuti arrivo”
“grazie” e riattaccò e dopo qualche minuto lui arrivò e le disse:
“ti devo parlare, Simona”      
“certo, ma non qui” detto ciò, uscirono dalla stazione e lei disse:
“cosa c’è?”
“io non so come dirtelo, Simo”
“parla”
“ho un’altra ragazza”
 “mi hai fatta venire fin qui, per dirmelo, ho pagato trenta euro, me ne vado in un albergo, visiterò la città, tre giorni basteranno per visitarla?”
“sto scherzando Simo, tu sei l’unica ragazza che ho credimi”
“sì, tesoro”
“vorrà dire che mi farai da guida turistica, tesoro mio”
“ma certo che lo farò, non voglio perderti” a un certo momento arrivò una ragazza carina che disse:
“Andrea ti ho trovato, cosa ci fai alla stazione? E chi è quella?”
“Susanna cosa vuoi? Ti presento la mia fidanzata, si chiama Simona”
“come sarebbe? Io sono la tua fidanzata, Andrea”   
 “non dire assurdità, Susanna”
“io non dico assurdità, Andrea”
“Simona non ascoltarla”
“non mi avevi detto di avere un’altra”
“ma secondo te, ti sostituirei con lei, Simo?”
“spero di no, Andrea”
“vieni, tesoro ti devo mostrare Roma”
“sì, andiamo, Andrea”
“tesoro, lo sai che ti trovo molto cambiata”
“tu, sei sempre uguale, ma sei attraente come quando ti ho conosciuto”
“come sta Serena?”
“molto bene, si è fidanzata con Manuele Rossi” improvvisamente lui cambiò espressione e lei disse:
“tesoro, cosa succede? Ho detto qualcosa di sbagliato?”
“io li conosco, non c’entra Manuele, ha un fratello vero?”
“sì, si chiama Michele”
“Michele è furbo, ottiene sempre ciò che vuole”
“a me sembra innocuo e poi è così garbato”
“l’apparenza inganna”
“lo so, Andrea”
“promettimi che farai attenzione”
“perché ti sei trasferito a Roma? Potevi rimanere a Torino”
“lo so, tesoro, non essere gelosa”
“io gelosa? Sì un po’, molte ragazze non rimangono indifferenti al tuo fascino”
“io voglio tornare a Torino con te, sono stufo di stare qui, c’è troppo traffico e non mi piace, tu stai qui per tre giorni?”
“sì, tu partiresti per Torino con me?”
“sì, torno con te, ho sbrigato tutte le faccende famigliari, non ho più niente che mi trattenga qui?”
“sono felice che tu abbia deciso di farlo, ma non sentirti obbligato”
“tua sorella mi ha chiamato e mi ha raccontato che hai abusato di sonniferi”
“sì, è vero”
“perché Simo?”
“di notte non chiudo occhio”
“ti sono mancato?”
“certo, perché me lo chiedi?”
“per vedere se mi dici la verità”
“proprio tu parli di verità, quando ho visto la tua amica che faceva la civetta con te”
“sei gelosa? Siamo solo amici”
“sì, dicono tutti così, ed io che ho rinunciato all’amore che poteva darmi Michele perché pensavo che mi amassi”
“ma io ti amo”
“sì, come no?”
“ma è la verità. Perché metti in dubbio le mie parole?”
“perché sei un maschio ed è matematico che i maschi non ragionano con il cervello”
“e con che cosa?”
“non posso, sono una ragazza e le ragazze non possono essere volgari”
“smettiamola di litigare, perché non andiamo a mangiare? Avrei un piccolo languorino” e dopo avere detto ciò lui e lei andarono a mangiare.
Il giorno dopo presero il treno e tornarono a Torino.
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** Cap.6 La scelta ***


Quando furono sul treno, poco prima di arrivare a Torino, Simona andò a chiudersi nel bagno e telefono a Michele:
“pronto?”
“ciao, sono Simo”
“ciao tesorino, dove sei?”
“sono sul treno e sono quasi arrivata, volevo solo chiederti il favore di non farti trovare in casa”
“perché?”
“perché c’è quel cretino con me”
“quale cretino?”
“chi può essere secondo te?”
“Andrea”
“sì, purtroppo”
“credevo che l’avessi lasciato”
“ed infatti è così, ma voglio presentargli l’uomo che diventerà il mio compagno ideale”
“mi piace quello che dici, anche se ci hai messo un pò troppo a decidere”
“sì purtroppo, fammi un favore”
“sì, ho capito, me ne vado”
“come al solito non hai capito niente”
“e perché di grazia?”
“perché non mi lasci parlare, il favore che ti volevo chiedere è esattamente l’opposto”
“ma stai scherzando? Vuoi per caso assistere ad un incontro di Wrestling?”
“sì, tanto ho fiducia in te, sei il mio eroe” a questo punto Michele arrossì come un peperone dalla vergogna.
“grazie del complimento, mi sento buono, ti vengo a prendere”
“grazie, ti amo” detto questo riattaccò il cellulare, anche Michele fece lo stesso e si sbrigò ad uscire di casa, intanto Simona tornò al suo posto e Andrea le disse:
“dove sei stata?”
“che domande fai? Sono stata in bagno”
“a fare che? Ti sei fatta bella?”   
“sì, ma non fare lo spiritoso, ti ricordo che sono una donna”
“quello che hai appena detto non ha senso, lo sai?”
“per me sì, poi sono affari miei”
“se lo dici tu, comunque preparati, siamo quasi arrivati” a quelle parole Simona si alzò, si vestì e si avvicinò alla porta e lui le disse:
“ma dove vai?”
“hai detto di prepararmi e così ho fatto”
“sì, ma non ti ho detto di scendere”
“sto scendendo, secondo te?”
“no, stai scappando semplicemente”
“forse non hai capito che non voglio avere più niente a che fare con te”
“stai scherzando, vero? Hai pensato alla gravità di quello che hai appena detto?”
“non è grave, per quanto mi concerne”
“ah, no? Non è grave? Mi stai dicendo che mi vuoi lasciare, te ne rendi conto?”
“carogna! Comunque muoviti, è ora di scendere” detto questo uscì dallo scompartimento e si avvicinò alla porta.  Dopo un quarto d’ora arrivarono a destinazione: Torino Porta Nuova, scesero dal treno e li c’era ad attenderli Michele e Simona disse:
“ciao Micky, come va?”
“scusa? Com’è che mi hai chiamato?”
Simona gli fece l’occhiolino.
“com’è andato il viaggio?”
“bene grazie” disse Simona
“ottimamente, ma tu chi sei?” intervenne Andrea
“ sono Michele, un amico della tua ragazza”
“ da quando hai amici maschi?”
“ dalla notte dei tempi. Hai ancora la mentalità antiquata e non sei cambiato affatto”
“in che senso?”
“ nel senso che hai un unico neurone nel cervello”
“ non ti permettere di mancarmi di rispetto”
“ senti la dittatura è finita”.
“ non ti permettere di mancarmi di rispetto”.
e chi me lo vieta?”
“io sono il tuo ragazzo”
“sì, ma non sei il mio padrone” per farli smettere di litigare Michele cambiò discorso:
“cosa fai nella vita, Andrea?”
“sono al quarto anno di Giurisprudenza”
“ma guarda che coincidenza, anch’io”
“è normale, frequentiamo gli stessi corsi”
“ah, è vero, tu sei quel Andrea?”
“esatto” e uscirono dalla stazione, andarono alla macchina e Simona rimase in silenzio così Andrea disse:
“che succede, Simo?”
“non ce la faccio più ti devo fare un confessione”
“hai aspettato tutto sto tempo e non puoi aspettare ancora dieci minuti? Ne parliamo a casa tua”
“va bene” passarono altri dieci minuti interminabili e finalmente arrivarono.
“destinazione raggiunta” disse Michele, detto questo scese dalla macchina, seguito da Simona e Andrea con i bagagli, oltrepassarono il portone, presero l’ascensore e finalmente arrivarono:
“ciao ragazzi” disse Serena
“ciao ragazzi” disse Manuele
“ciao” disse Andrea
“ciao, sorellina e Manuele”
“ciao, fratellino e Serena”
“com’è andato il viaggio, sorellina?”
“stendiamo un velo pietoso, comunque un vero disastro, con lui che mi dava ordini”
“io, non ti davo ordini”
“sì, ma ora può tacere, Andrea?”
“sì, sei strana”
“no, assolutamente, Sere ti posso parlare qualche minuto?”
“sì, certo Simo” e andarono nella stanza degli ospiti
“Simo, cosa ti succede?”
“Sere, sono in un vicolo cieco”
“cioè?”
“so che tu pensi che io non sia fidanzata”
“lo sei allora?”
“sì, con Andrea Latini”
“beh dove sta il problema?”
“io amo Michele, ma sono fidanzata con un altro, non so che fare. Devo scegliere tra Andrea e Michele, ho paura di lasciare Andrea, lui mi da certezze, mentre Michele, chi mi assicura che non mi lascerà?”
“senti aspetta, non agire d’impulso, pensa a ciò che è giusto”
“io voglio stare con Michele”
“ne sei sicura?”
“sì, Sere”
“voglio parlare con Michele” e dopo aver detto ciò ritornarono dagli altri
“Michele, ti devo parlare”
“Simo, cosa hanno oggi?”
“tesoro, non lo so”
“Simo, andiamo a riposarci”
“non sono stanca”
“Manuele come ti vanno gli esami?”
“benissimo, grazie”
“lo sanno tutti che mandi tuo fratello”
“Andrea, sei uno stupido, sono gemelli diversi”
“dove la vedi la differenza?”
“non c’è ”
Simona vide arrivare Serena e Michele e disse:
“Micky, Andrea sostiene che tu fai gli esami al posto di tuo fratello”
“Simo, è un idiota quello, non lo sai ancora?”
“Sì, Micky, lo conosco molto bene, sto idiota, si da il caso che sia il mio fidanzato misterioso”
“Simona? Cosa? Siete troppo in confidenza voi due e questo non mi piace”
“fattelo piacere, non ti ho ancora detto la novità, Andrea”
“quale novità?”
“ragazzi sono lieta di presentarvi il mio ragazzo, Micky non fare il timido” e dopo aver detto ciò gli si avvicinò e lo baciò
“non ci posso credere, non può essere vero, Simona non scherzare su queste    cose”
“non è un scherzo mi libero di te, mostro”
“sei una stupida illusa, sei una delle sue tante conquiste”
“béh non fa niente, non si può essere sempre primi, vorrà dire che sarò la seconda o decima conquista”
“Simo, io voglio stare solo con te, non permettere che questo bugiardo ci rovini per sempre”
“non ti preoccupare” ad un tratto Andrea si avvicinò
“Andrea, cosa hai mente?”
Simona, voglio parlarti”
“va bene, questo posso concedertelo” detto ciò, Simona e Andrea se ne andarono da lì, si diressero nella stanza degli ospiti e lei gli disse:
“tu non vuoi lasciarmi libera”
“io ti lascerò libera, non posso obbligarti a stare con me” 
“io l’ho conosciuto ad una festa proprio come te, ti giuro che mi ha portata Serena”
“lo immagino, non ti devi scusare con me”
“invece è anche colpa mia, Andrea tu non ti sei più fatto sentire ed io ho pensato che mi avessi dimenticata, poi ho iniziato a frequentarlo. Lui mi ha salvata quando ho tentato il suicidio. Mi è stato vicino e poi è stato lui a spingermi a venire da te, perciò non prendertela con lui, ma con  me”
“non vi darò fastidio, Simona, spero che lui ti meriti” e poi aggiunse “tieni queste foto, sono la persona meno adatta a tenerle”
“mi dispiace così tanto, Andrea”
“lo so, hai ancora dei ripensamenti?”
“sì. Tu sei e sarai sempre il mio ragazzo” a quelle parole, Michele se ne andò ferito “scusa se ho fatto tutto ‘sto casino, ora so che ti amo e ti amerò sempre”
“anch’io per stavolta ti perdono” detto ciò si baciarono e tornarono di là e Simona disse:
“dov’è Michele?”
“era venuto a prenderti”
“non è venuto, io non l’ho visto”
“è uscito come una furia”
“cosa? E dove è andato”
“non lo so, chiamalo”
“va bene, Manuele” a quel punto uscì di casa e lo chiamò:
“pronto”
“Michele, sono io, dove sei?”
“Simona, sono sotto, scendi”
“va bene” scese e lo trovò e appena la vide disse:
“ti ho sentita mentre gli dicevi sei e sarai sempre il mio ragazzo”
“l’ho detto è vero, ma non significa che ho scelto lui a te, Michele, gli ho detto addio”
“sì, e un bacio d’addio no?”
“sì, ha voluto anche quello, ho deciso di chiudere con il passato e ricominciare con te, ma se non vuoi lasciamo stare, comunque l’ha presa bene”
“e non pensi a come l’ho presa io”
“sì, Michele se non vuoi, va bene”
“chi ti dice, che voglio rinunciare a te?”
“nessuno, Micky”
“bene, ti amo Simo, ma non esagerare, la mia pazienza ha un limite”
“lo so, mio caro” e salirono su mano nella mano e Andrea sorrise dicendo:
“l’hai trovato il tuo tesoro, Simona?”
“sì e non me lo lascio scappare per nulla al mondo”
“parole sagge, Simona”
“smettila subito, Sere”
“Manuele, di qualcosa”
“Sere, cosa vuoi che dica, sono felice per Simona e per mio fratello”
Andrea levò il disturbo e se ne andò dicendo:
“ci vediamo all’università ragazzi”, dopo pochi minuti Michele strinse Simona che disse:
“sono felice, Micky, scusa per prima”
“non fa niente, pensiamo a noi due, andiamo a dormire”
“ma è presto, non ho sonno”
“io ho sonno, ti prego andiamo a dormire”
“vado a fare due passi”
“vai da lui? Dove avete appuntamento?”
“non abbiamo appuntamenti segreti, e se lo pensi ti sbagli di grosso”
“allora vai, ma comportati bene con lui, voglio fidarmi di te”
“davvero, non sei geloso di lui?”
“no, se lo amavi, saresti rimasta con lui, vero?”
“sì, ma io amo te, ma quindi non mi proibisci di vederlo?”
“sei vaccinata, non posso chiuderti in questo modo, vai e divertitevi, non fare troppo tardi, e un’ultima cosa, renditi reperibile”
“grazie, per aver fiducia in me”
“prego” a quelle parole, Simona lo salutò e uscì di corsa da lì per andare al pub e lì incontrò Andrea che beveva una birra che, appena la vide, disse:
“cosa ci fai qui, Simo?”
“Miky, mi ha dato il permesso di vederti”
“cosa devi dirmi?”
“smettila di bere, ti fa male alla salute”
“vuoi farmi credere che ti interessa la mia salute, Simo?”
“sì, non fare pazzie, siamo in pubblico, vieni con me” e uscirono dal pub, andarono a sedersi su una panchina e le disse:
“Andrea, perché ti ubriachi?”
“non sopporto che tu abbia scelto lui a me, siamo stati insieme quattro anni, non ti ho fatto mancare nulla, e ora stai con uno che conosci da un mese”
“lo so, ma mi vuole molto bene, mi ama e mi rispetta”
“ti sta controllando”
“no, mi lascia libera di agire”
“va bene, io non so dove andare, i miei ì compagni non mi vogliono in casa”
“a questo ci posso pensare io, Andrea, è semplice vieni a stare da noi”
“ma Michele mi uccide”
“non glielo permetterò, mettiamolo alla prova, e finalmente capiremo di che pasta è fatto”
“va bene, grazie, ricordi, quando ti ho che eri e saresti stato sempre il mio ragazzo?”
“sì, mi ricordo”
“ci ha sentiti, è ha capito che non scherzavo”
“cambiando argomento, io non sono da ostacolo” e andarono a casa di Simona, appena entrarono, Michele disse:
“Simo, ma che scherzo è questo?”
“stai zitto, Andrea non sa dove andare è quindi lo ospito qui”
“ma sei impazzita? Io e lui sotto lo stesso tetto? Vuoi assistere ad un incontro di pugilato, Simo?”
“Michy, sei intollerante, non mi piace il tuo atteggiamento o lo sopporti o tu ne puoi andare, in ogni modo ti ricordo che questa è casa mia e non tua”
“tu stai schierando?”
“no, comunque mi hai fatto capire, quanto sei meschino e bugiardo, ho trovato questa foto nelle tue cose, cosa significa?”
“dove l’hai trovata?”
“come fai ad avere una mia foto, e poi non sono io questa, ho i capelli biondi lunghi, e questi sono più corti”
“bugiardo, devi sparire dalla mia vita” sentendola gridare Manuele e Serena arrivarono spaventati e Serena disse:
“perché gridi?”
“questo, bugiardo, ha una foto di Alessia”
“Alessia?”
“è mia sorella, è la mia gemella”
“perché hai la sua foto?”
“è semplice, è stata la mia ragazza”
“tu prova solo ad avvicinarti ancora a lei o a me, Michele è la pagherai cara, è ora fuori di qui”
“vuoi lasciarmi per questo? Ti rode, non essere la mia prima ragazza?”
“non mi interessa, comunque, io voglio rimanere con lui, Michele e ora lo so”
“non sai quello che dici?”
“sparisci, voglio che tu esca da quella porta e non farti vedere mai più, non esisti e non esisterai mai più, addio”
“non puoi farlo, Simo”
“sì, che posso, Sere”
“ma perché sta succedendo?”
“perché è un idiota, ma per di più meschino”
“va bene, me ne vado”
“no, tu non te ne vai”
“io dico che se ne deve andare, non è gradito a casa nostra”
“Simo, basta”
“basta un corno, questa è casa mia, e se voglio ti sbatto fuori, con Michele e Manuele”
“ragiona, Simo”
“sto ragionando, Sere”
“qual’ è il problema?”
“quella foto”
“dove l’hai trovata?”
“sul divano”
“aspetta, ho capito tutto”
“illuminami, Sere”
“Michele non sa che tu hai una gemella, neanche io lo sapevo. Ha organizzato tutto Andrea, lui la conosce, ti ricordi che è stato a Roma?”
“sì, ma cosa c’entra nonostante tutte, Sere?”
“deve averla conosciuta lì le ha fatto una foto, quando ha scoperto che tu non lo volevi più, si è vendicato nel modo più meschino e vile possibile, mettendo la foto nella giubbotto di Michele”
“hai assolutamente ragione, Sere”
“scusa, Michele, ma perché ti sei preso la colpa di una cosa che non hai fatto?”
“non lo so”
“scusa per l’intollerante e tutto il resto”
“non fa niente, sei sicura di volerlo ancora aiutare?”
“sì, certo, ma basta colpi bassi, Andrea, la prossima volta non la passerai liscia te lo giuro”
“va bene, scusa” e dopo tutti si salutarono e andarono a dormire.
 
 
 
 
 
 
           
  
 
 
 

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Capitolo 7
*** Cap.7 Gelosia ***


Il giorno dopo, andando all’università Serena e Manuele videro Andrea in compagnia di una ragazza carina, lei aveva qualcosa di familiare, la osservarono meglio e Manuele disse:

“Sere, ma quella è Simo”
“sì, è lei, ma non posso credere che sia lei, se Michele, la vedesse insieme a lui sarebbe una tragedia”
“sei sicura che sia lei?”
“sì, dobbiamo agire, la chiamò”
“aspetta e se fosse Alessia, ieri sera ce ne ha parlato”
“è vero, mi sono dimenticato, Sere”
“ma tu sei sicura?”
“penso di sì, Manu”
“la chiamo io, se mi passi il tuo cellulare”
“tieni” lui la chiamò, ma Simona non rispose subito.
“pronto”
“sono Manu”
“ciao, come va? Cosa desideri?”
“dove sei?”
“cosa? Cosa te ne importa? E poi non farmi il terzo grado”
“dove sei?”
“dove credi che possa essere? Sono a casa con Michele”
“me lo passi?”
“sì, amore, vieni ti vuole tuo fratello al telefonino”
“cosa c’è Manuele?”
“Andrea è insieme a Simona”
“non è possibile e lo sai”
“lo so, ti dico che è come lei”
“sei smemorato, è la sua gemella è ovvio che è identica a lei”
“parlate, di Alessia?”
“sì, sta con Andrea all’università”
“davvero? Ci hanno separate da neonate, voglio conoscerla, andiamo”
“no, Manuele cosa deve fare?”
“dille di venire a trovarmi”
“Manuele, portali qui”
Dopo un’ora Manuele, Serena, Andrea e Alessia arrivarono, appena la vide Simona sentì un brivido al petto e Alessia disse:
“ciao Simona, sono Alessia”
“ciao Alessia”
“andiamo di là, lasciamole sole” detto questo tutti uscirono dalla stanza
“cosa si prova a vedere la propria metà?” disse Simona
“non lo so Simona”
“io mi sento stranamente bene, Alessia”
“anch’io, Simo”
“e da tanto che sei a Torino?”
“no, da ieri, mi sono trasferita da un amico”
“e chi sarebbe?”
“Fabio Farina”
“e che fa nella vita?”
“fa giurisprudenza”
“davvero? E tu?”
“lettere moderne”
“io scienze dell’educazione, Alessia”
“interessante Simo”
“sì, Alessia”
“chiamami, Ale”
“Ale, sono contenta di averti conosciuta, promettimi che non ti dimenticherai di ma?”
“te lo promesso, ma fallo anche tu, Simo”
“te lo prometto, Ale”
“Simo, vorrei trasferirmi qui con te e la tua amica”
“Ale, lei non è solo un’amica, è la mia sorellastra Serena”
“Simo, ho capito i nostri l’hanno adottata?”
“sì, comunque c’è posto anche per te”
“sei sicura?”
“sì, tu sei la mia metà”
“va bene, ma chi abita qui?”
“io, Michele, Serena, Manuele e Andrea”
“davvero?”
“sì, ho saputo da Serena che parlavi con Andrea Latini”
“sì, è vero”
“come mai?”
“non lo so”
“ti piace, Andrea?”
“no, Simo”
“è il mio ex- fidanzato”
“davvero?”
“visto che non ti piace, Andrea, parlami di sto Fabio?”
“mi piace, ma non so”
“cosa?”
“se gli piaccio”
“ti piace Andrea?”
“sì”
“mi dispiace, ma non è alla tua portata”
“cioè non posso stare con lui?”
“no, potrebbe tornare con me”
“va bene”
“puoi trovarne un altro”
“ma a me piace”
“lo so, Ale”
“non devo amarlo”
“è ancora di mia proprietà”
“non è giusto”
“va bene, tienitelo stretto prima che ti scappi”
“grazie, ma lui è occupato con un’altra”
“lascia che gli parli io”
“davvero lo faresti?” e andò di là e disse:
“Andrea, ti devo parlare, vieni con me”
“va bene” e andarono in una stanza
“Andrea, quando ti sei fidanzato?”
“io sono fidanzato con te, schiocchina”
“guarda che non ti ho ancora perdonato per quello che hai combinato ieri sera, sei spiritoso”
“non voglio fidarmi di nessuna, sono rimasto bruciato una volta e mi basta e avanza”
“Alessia, non ti farebbe quello che ti ho fatto io”
“ma ha la tua faccia, me lo ricorderei”
“non sarà così”
“io amo te e ti amerò sempre, Simo”
“non pensare in negativo, è da quattro anni che stiamo assieme”
“lo so, io ti avrei resa felice se non avessi rovinato tutto per una stupida cotta”
“non è una semplice cotta, io e Michele ci amiamo, Andrea”
“va bene, frequenterò Alessia”
“grazie, sei un amico”
“perché ci tieni così tanto?”
“è mia sorella”
“poi, ho capito che vuoi fare”
“esattamente questo” e lo baciò appassionatamente e poi  tornò da sua sorella e disse:
“è tutto a posto, è interessato a te”
“grazie, Simo”
“prego, Ale, tra poco arriverà e io non ci voglio essere, ce la farai da sola?”
“sì, grazie”
“sono tua sorella” e se ne andò recandosi da Michele, Manuele e Serena e disse:
“Michele, ti posso parlare?”
“sì, Simo” andarono in un posto isolato la cucina
“Michy, sono perfida”
“perché?”
“perché, sono una persona  persuasiva, penso a fare del bene a me stessa, ma non mi interessa cosa provano gli altri”
“non sei così, sei altruista”
“non mi conosci, ho convinto Andrea a stare con Ale anche se non le interessa, lui ama un’altra”
“mi stai sconvolgendo”
“non l’ho fatto per lei, ma per me, è stata una specie di vendetta personale”
“non credo alle mie orecchie”
“io sono gelosa”
“gelosa di Ale, ma sei la mia ragazza”
“lo so, ma io e lui siamo stati assieme quattro anni”
“sono tanti lo so, quindi mi stai ingannando?”
“io l’ho baciato prima”
“sei impazzita? Lo dici così, sei superficiale ed egoista”
“non me lo dici”
“non sei la mia ragazza, mi stai facendo irritare, sparisci”
“questa è casa mia, Michele” e se ne andò, trovò Andrea e gli disse:
“non sei ancora andato da Alessia?”
“no”
“meno male, perdonami se ti ho fatto soffrire, avevi ragione, ho rovinato tutto per una stupida cotta”
“non ti preoccupare, è tutto ok, Simo, io ti amo ancora”
“andiamocene da qui”
“sì” e uscirono da lì e andarono a farsi un giro.
Michele la cercò, ma non trovandola, la chiamò sul cellulare ma lei, vedendo il suo numero non rispose
“tesoro chi era?”
“Michele”
“dovevi rispondergli”
“sì, hai ragione”
Dopo pochi minuti le squillò il telefono e lei disse:
“pronto”
“sono Michele”
“ah, sei tu, cosa vuoi?”
“volevo dirti che ti ho perdonata”
“troppo tardi”
“sì, ha ragione, Michele, ha deciso che è meglio stare con me”
“me la passi”
“sì, certo”
“cosa vuoi? Torna a casa immediatamente”
“non ci torno”
“ti do dieci minuti”
“perché, capo?”
“Serena, sta male”
“va bene” e lei riattaccò
“Simona cosa c’è?”
“Serena sta male”
“sei sicura?”
“sì”
“andiamo” ritornarono a casa e Michele disse:
“ti accompagno da Serena”
“grazie, Michele” la condusse in cucina
“sei fuori?”
“perché tu e Andrea siete usciti?”
“perché volevo fare due passi con un amico”
“beh, potevi farli con me due passi”
“sono maggiorenne, Michele”
“tu non dovevi uscire con quel cretino”
“e perché di grazia?”
“sei la mia ragazza”
“mi hai lasciata”
“non è una scusa attendibile”
“guarda che io posso stare con Andrea, non credo che tu e mia sorella me lo impedirete”
“se sto con te, lo faccio solo per tua sorella Alessia”
“io non lascio, Andrea a mia sorella, te lo puoi proprio scordare, lui mi appartiene a me e poi non ho intenzione di discutere ancora, aspetta un po’, da quando ti interessa la felicità di mia sorella, Alessia?”
“dal momento che la ferisci”
“perché non ti metti con lei visto che ti piace tanto?”
“non mi piace lei, ma tu”
“certo, sono la più cattiva”
“sì, ma devo sopportare anche il tuo lato oscuro”
“sei geloso?”
“sì, lo ammetto”
“non cambierò per farti piacere Michele, primo non lasciare il certo per l’incerto?”
“io sarei l’incerto?”
“l’incerto, in questo momento”
“beh’, se è così, allora non devi stare con me, Simona, hai paura di staccarti dal passato”
“lasciami stare, hai ragione, ma devi rispettare la mia decisione. Se io non fossi andata a quella maledetta festa, sicuramente non ti avrei mai conosciuto e sarei la persona più felice, hai fatto crollare tutte le mie certezze, so cosa voglio”
“e cosa vuoi?”
“stare con Andrea come sempre”
“non stai dicendo la verità”
“mi rendi tutto più difficile, Michele, vorrà dire che mi cercherò un altro”
“vuoi stare con un estraneo?”
“sì, mi dispiace, la mia vita è importante. Non gira tutto attorno a voi due, sto frequentando un ragazzo che mi piace, si vedrà”
“chi è?”
“non sono affari tuoi”
“tu esci con mio fratello?”
“perchè me lo chiedi?”
“sei capace di farlo”
“non è lui, vai a chiamarlo e portalo qui”
“lo farò” uscì, chiamò Manuele e lo portò lì dicendo:
“Manuele, tu e Simona avete una relazione?” Manuele guardò Simona perplesso e disse:
“Michele, hai delle prove?”
“sì, lei ha un oggetto della nostra famiglia addosso e calcola che io non gliel’ho dato”
“scherzi?” chiese Simona spaventata
“no, affatto. Guarda quel braccialetto, dove l’hai preso?”
“me l’ha regalato una mia amica”
“sì, infatti. Guarda caso, è proprio identico a quello di nostra madre”
“Simo, mi dispiace, non riesco a mantenere il segreto”
“Manuele, non devi parlare, altrimenti peggiorerai le cose”
“Simo, lo sai che non si può nascondersi per sempre” a quel punto Simona si avvicinò alla porta preoccupata.
“dove stai andando, Simona?”
“da nessuna parte, Michele”
“dammi il braccialetto di mia madre”
“non è di tua madre, è mio, smettila  di dire assurdità, sono stufa dei tuoi giochetti psicologici, con me non attaccano, Michele”
“non hai capito che ha un valore affettivo, non è un semplice oggetto”
“se pensi che l’ho rubato ti sbagli”
“non ho detto che lo hai rubato, ma se Manuele te l’ha dato vuol dire che la vostra è una storia d’amore ufficiale”
“cosa stai dicendo? Michele, queste sono assurdità, comunque anche se non è di tua madre, te lo regalo, non ha alcun valore è un semplice braccialetto”   se lo tolse
e lo gettò a terra, Michele lo raccolse irritato, non disse altro e uscì.
 
 

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