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di Lau_McKagan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Quel tipo aveva qualcosa di vagamente familiare. Era coperto da un cappello di lana, grandi occhiali e un fulard nero attorno al collo. Ma era inequivocabile di chi si trattasse, lo riconobbe subito. Superata la fase di sgomento iniziale le si avvicinò da dietro al banco, posando davanti a lui l’ennesimo bicchiere di Jack Daniel’s che aveva richiesto.

“Non dovresti bere così tanto proprio il giorno prima del concerto”

Sbigottito alzò il viso verso di lei, rimanendo per un attimo senza parole.

“Come scusa?”

“Ho detto che...”

“Si ho sentito quello che hai detto... cazzo... speravo che nessuno mi riconoscesse”

“Bhè, è un po’ difficile non credi?”

“Fino ad ora mi è andata bene”

“Scusa ma se proprio non volevi farti riconoscere avresti dovuto togliere quel piercing al labbro, magari mettere dei vestiti meno eccentrici... e cancellare qualche tatuaggio...”

“Ok afferrato il concetto...” disse trangugiando d’un fiato il bicchiere.

“Che ci fa qui da solo?”

“Non avevo voglia di stare con gli altri”

“Capisco... problemi?”

“Qualcuno”

“Scusa... lo so sono un impicciona a volte, è più forte di me!”

Sorrise “Non preoccuparti... me ne daresti un’altro?”

Lei lo guardò un  po’ scettica “Non starai esagerando?”

“Non importa... tanto è domani il concerto, mi riprenderò”

“Come vuoi”

“Come ti chiami?”

“Kate... Katleen veramente, ma Kate va bene”

“Bel nome Kate...” la ragazza arrossì “Ci verrai al concerto?”

“Oh, ci puoi scommettere! Sono una fan storica io, ho preso il biglietto mesi fa! Anche se...”

“Anche se non siamo  vecchi Guns... si, si solita storia” sbuffò.

“In effetti... ma insomma, Axl è sempre Axl... e voi ragazzi siete bravi, perciò... e vedete di non fare cazzate ok? Voglio godermelo fino alla fine!”

Lui rise sommesso “Non dovresti dirlo a me di fare cazzate, se ci conosci sai come funzionano le cose... se il pubblico fa casino Axl se ne va... quindi non dipende da noi”

“Lo so... ma, bhè se non arrivaste sempre così in ritardo il pubblico non farebbe casino... certo che se uno vi conosce aspetta... io non ho problemi, potrei aspettare per ore!”

“Non tutti sono come te purtroppo... le cose stanno così, quando Axl è pronto si va in scena, che piaccia o no”

“Posso chiederti una foto?”

“Certo”

Kate uscì da dietro al banco e si mise al suo fianco cingendogli le spalle con un braccio. Lui le allacciò il braccio alla vita. Aveva un buon profumo, ed era molto, molto carina. Tirò fuori il cellulare dalla tasca e allungando il braccio rimasto libero cercò di inquadrarsi al meglio.

“Aspetta dallo a me, il mio braccio è più lungo”

“Grazie!”

Sfiorò le sue mani pr prendere il telefono. Erano fredde, e morbide. Per una attimo il ragazzo rabbrividì. Scattò la foto.

“Non male”

“Mi hai tagliato mezza faccia!”

“Bhè sono io quello famoso no? Dai scherzo, ne facciamo un’altra”

Altro scatto.

“Meglio?”

“Ok, ora si... grazie!”

“KAAAAATE!!!” la chiamò il tizio dalla cucina.

“ARRIVO! Devo andare, il lavoro mi chiama!”

“Ok, sarà meglio che vada anche io... a che ora finisci?”

“A mezzanotte, perchè?”

“Curiosità... ci si vede Kate”

“Ok, e... grazie per la foto!” gli urlò dietro guardandolo mentre, mani in tasca, si allontanava.

“Chi era quel tipo?” le domandò la sua collega Vanessa “strano davvero, lo conoscevi?”

“Davvero non sai chi è?”

“No... dovrei?”

“No... niente... era solo uno che conosco di vista!” sorrise.

Ancora si stupiva delle ridotte conoscenze in campo musicale di Vanessa? Era una fan di Lady Gaga e venerava Robin Williams. Non che Robin fosse male, ma insomma... i Guns erano tutta un’altra storia!


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Eccomi gente! Ok, sono stata decisamente colpita e affondata da costui... tanto avete capito di chi si tratta no? Per forza, è scritto nei personaggi... Cmq, non so ancora come andrà avanti e se andrà avanti... tranquille, in ogni caso non sarà lunga come Walk! Anzitutto vediamo se può piacere come inizio. So che i nuovi Guns non riscuotono la popolarità di tutti, ma che vi devo dire a me e alle mie socie che li abbiamo visti sono piaciuti, anche se diversi dai 5 che tanto amiamo... e bhè, quest'uomo è davvero degno di lode, almeno per me! Divertitevi e fatemi sapere! Lau

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Capitolo 2
*** 2 ***


Finì il turno, era stanca, si era dovuta fermare un’ora in più dopo un’intera giornata di lavoro e non vedeva l’ora di andarsene a casa. Salutò i ragazzi del bar e uscì infilandosi il cappuccio della felpa in testa e camminando velocemente verso il parcheggio sul retro dove aveva la macchina. Faceva sempre quel pezzo di strada velocemente, non era una bellissima zona, e preferiva evitare brutti incontri.

Quando una mano le si appoggiò sulla spalla, fece un balzo tirando un mezzo urlo per lo spavento. Poi si voltò... e lo vide di nuovo... senza cappello in testa, e senza quegli occhiali grandi che nascondevano parte del suo viso. Quegli occhi che tanto l’avevano colpita nelle foto viste in internet e sulle riviste, ora erano lì a guardarla... un azzurro ghiaccio impressionante, sembravano quasi finti... eppure non lo erano. Quando le sorrise, le si smorzò il respiro. Accidenti se era bello... dal vivo era ancora meglio, non lo avrebbe mai immaginato.

“Tu... tu...”

“Già”

“Ma sei impazzito per caso?! Mi hai fatti venire un colpo!!!” e non solo per la paura, in effetti trovarselo lì davanti con quel sorriso e quegli occhi, era davvero da infarto.

“Scusa! Non pensavo di metterti paura!”

“Bhè vedi tu! Mi piombi alle spalle a quest’ora in un parcheggio deserto! Ma che ci fai qua?”

“Hai detto che finivi a mezzanotte... ti ho spettata per più di un’ora, pensavo non finissi più”

“Tu mi hai... aspettata?!”

“Ti sembra tanto strano?”

“Bhè... direi! Insomma... tu... qui... con me! Ma non dovresti essere a qualche festa per celebrità, non so... o a divertirti e a bere con il resto della band?”

“Teoricamente si... ma non mi andava”

“E così sei venuto qui...”

“Da te... esattamente”

“Oddio...”

“Hey, non svenirmi! Non ti facevo una fans isterica!”

“Infatti non lo sono, cioè... se ci fosse Axl al tuo posto forse potrei anche svenire in effetti, o Duff, Slash...”

“Mi stai snobbando?!”

“Naaaa... ma permettimelo, loro sono dei miti per me!”

“Si certo...”

“E comunque questa è un situazione abbastanza assurda!”

“E perchè mai? Guarda che sono una persona come tante, non sono solo il chitarrista dei Guns!”

“Bhè si ma... ok ok, senti lasciamo perdere... ora mi dici perchè sei venuto?”

“Volevo rivederti”

A quelle parole Kate giurò che il suo cuore si fosse per una attimo fermato.

“Volevi... rivedermi... posso chiederti il perchè?”

“Ci deve essere per forza un motivo? Mi stai simpatica, in questa città non conosco nessuno e non mi andava di rimanere in albergo con gli altri... e francamente non mi va nemmeno di restare da solo”

“E... cosa vorresti fare?”

“Non lo so, hai qualche idea?” il suo tono aveva un non so che di malizioso “non mi va di essere fermato, quindi... se conosci qualche posto tranquillo...”

“Ok! Ah, ma rimettiti gli occhiali”

“Perchè? E’ notte!”

“Credimi è meglio... con quegli occhi...”

“Che hanno i miei occhi?!”

“Niente... è solo che... sono troppo belli!” disse con naturalezza, suscitando in lui ancora quel sorriso mozzafiato.

“E già che ci sei smettila anche di sorridere in quel modo, o un infarto non me lo toglie nessuno!”

Non capì subito la battuta, rimanendo un po’ interdetto “Dai, stavo scherzando! Andiamo...”

 


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Well, ok... la storia prosegue... la butto giù così come mi viene, non ho un idea chiara di cosa diventerà,  per cui perdonate se i capitoli non sono chilometrici! grazie a chi ha letto e chi soprattutto a commentato! Mi fa piacere che vi sia piaciuta :-) Lau

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Capitolo 3
*** 3 ***


“Hey dove stiamo andando?”

“Hai detto che non volevi essere riconosciuto no? Fidati!”

Mise in moto l’auto, uscendo piano dl parcheggiò. La guardò mentre guidava. Portava una minigonna di jeans piuttosto corta, che metteva in evidenza le gambe ben tornite. Non era molto alta, eppure ben proporzionata. Ai piedi le All Stars nere un po’ consumate, e sopra la felpa grigia con cappuccio che copriva la canotta nera con il marchio del pub in cui lavorava. I lunghi capelli castani mossi erano raccolti in una coda. Sorrise tra se, era stato davvero un buon incontro.

Rimasero un po’ in silenzio. Kate era imbarazzata, non capitava certo tutti i giorni di incontrare una persona del genere che ti degna delle sue attenzioni.

“Posso accendere la radio?” domandò lui.

“Certo Dar... hem, posso chiamarti... Daren?”

“Devi chiamarmi Darren!”

“Ok! Si accendila... ci sono anche dei cd da qualche parte, forse li” gli disse indicando lo sportello davanti a lui.

Lo aprì prendendo tra le mani la pigna di cd e facendoli passare “Use your illusion... Appetite... Lies... Spaghetti... ok, credo di avere inquadrato il genere che ti piace! Ne manca uno però”

“Se ti riferisci a Chinese Democracy ce l’ho a casa... sto ascoltando solo quello ultimamente, sai.. per imparare bene i pezzi e poterli cantare domani!”

“Sei pazza” rise.

“Un po’!”

Mise su uno dei cd, era Appetite... che subito partì con Welcome to the Jungle. Alzò il volume, e si mise a fare air guitar sul sedile intonando anche un notevole “You know where you are?!?!”

Kate rise “Vuoi farmi un concerto privato per caso, abbassa quel volume!”

“Ok, ok... ah, questa roba mi gasa un casino... è incredibile... prima ascolti un gruppo che in breve diventa uno dei tuoi idoli e poi... ti ci trovi a suonarci dentro, è strano... cazzo, strano davvero”

“Com’è? Voglio dire... non dovrei dirlo a te, ma... non è la stessa cosa immagino...”

“Lo so... molta gente ama ancora troppo la vecchia formazione per accettare che qualcun’altro ci si sia messo dentro, e come dar loro torto... però insomma, che colpa ne abbiamo noi se le cose sono andate cosi? Cosa dovevo dire ‘no grazie ma non voglio prendere il posto che una volta è stato di Slash?’ andiamo, sarebbe assurdo! Nessuno avrebbe rifiutato di suonare con Axl... ah cazzo, questa, questa è la prima che ho imparato...” alzò di nuovo quando attaccò Sweet Child o’ Mine.

Kate rise di nuovo sembrava un bambino talmente era gasato e scalpitante.

“Ecco siamo arrivati”

“Dove... ma che cazzo! Non sapevo nemmeno che ne esistessero ancora!”

“Hai visto? Qui puoi passare inosservato!”

“Non mettevo piede in un drive in da... non me lo ricordo nemmeno! Bella idea Kate! Che film danno?”

“Hem... non lo so... ah, guarda... oh!”

“Shreck ?!?! Ti prego!!!”

“C’è solo questo!” 

“Ma... andiamo! Shreck! Non posso guardare quell’affare verde che si rotola nel fango! E’... ridicolo!”

“E’ divertente! E poi cosa vorresti fare, andare in qualche bar affollato? Per me va bene uguale, ma sei tu che non vuoi farti riconoscere...”

“Ok, ok, mi hai convinto... però i biglietti li pago io”

“Ok...”

“Anzi, ti do i soldi e vai  a pagare tu, meglio non correre rischi...”

“Ma sei proprio assurdo! Cos’è una fobia?”

“No... di solito mi piace quando la gente mi ferma, ma... oggi no, non mi va...”

“Giornata no eh?”

“Esatto”

“Ok, vado io...”

Kate scese, andò a prendere i biglietti e tornò... il ragazzo si era messo al posto di guida.

“Ma...”

“Fammi almeno guidare ok? Mi sento meglio che fare da passeggero... e poi così non ti rompo facendo finta di suonare... andiamo?”

“Andiamo!” si mise di fianco a lui ed entrarono, prendendo posto con l’auto davanti allo schermo.

Una ragazza passava per le auto a prendere eventuali ordinazioni.

“Vuoi qualcosa?”

“Una coca”

“Ok, due coca cola e... popcorn”

“Si... altro? Ma... tu sei...” stava per dire la ragazza.

“No! Non sono nessuno... io non esisto stasera!”

“Ma...”

“Ciao!” tirò su il finestrino incrociando le braccia al petto.

“Si soffoca, tira giù quel finestrino!”

“Non fa poi così caldo... metti che torna...”

“Certo che torna, abbiamo ordinato!”

Kate si sporse sopra di lui riabbassando il finestrino. Daren si sorprese un attimo quando il corpo di lei passò sopra il suo. Delicatamente le posò una mano sulla schiena. Kate alzò lo sguardo, incantandosi  a guardare quegli occhi. Poi scuotendo la testa si rimise a sedere. Rimasero in silenzio fino all’inizio del film qualche istante dopo.

“Le vostre ordinazioni...”

“Grazie” pagò e aspettò che la tizia se ne andasse. Passò a Kate la sua coca e mise in mezzo i popcorn.

“Da quando quel gatto è diventato così grasso?!”

“Il gatto? Oh si... bhè... è invecchiato...” Kate non si trattenne “Sembra Axl!” e scoppiò a ridere.

Il ragazzo la guardò divertito, e non potè fare a meno di ridere anche lui “Axl?!! Lo trovi tanto ingrassato?”

“No, no... un po’, insomma... si è appesantito ecco...”

“Glie lo dico sempre anche io”

“E’ finito il tempo dei calzoncini bianchi!”

“Pare proprio di si!”

Dopo un po’, Darren iniziava a scendere sul sedile, quasi sdraiandosi.

“Ma che fai? Cosi non vedi niente!”

“I due di fianco, continuano a fissarmi...”

“Credi che ti abbiano riconosciuto?”

“Non lo so...” sbuffò “O è così o sono una gran bella copia di gay!”

“Ma dai... tirati su!”

“No senti davvero, non mi va di avere gente attorno, altrimenti me ne stavo in albergo a far festa... scusami, ma... non sono dell’umore per avere fans in giro...”

“Nemmeno me?”

“Tu non sei una mia fan, tu sei fan di Axl e dei vecchi Guns”

“Non è vero, sei ingiusto!”

Rise... ancora quel sorriso... “Scherzavo”

“Che stronzo!” ribattè lanciandogli una manciata di popcorn.

“Ma che fai? Vuoi la guerra?!”

“No no! Alt... non mi va di ripulire tutta la macchina, tregua...”

 

Rimasero a guardare lo schermo fino alla fine. Lasciarono uscire le altre macchine, prima di rimettersi in moto senza una meta precisa.

“Dove vado?”

Kate sbadigliò “Cosa? Oh... non so...”

“Sei stanca?”

“Veramente...” non sapeva cosa dirgli, temeva che avrebbe deciso di andarsene “solo un po’”

“Immagino... bhè allora... forse è meglio che ti riporti a casa, cosi puoi riposarti”

“Bhè...” si morse il labbro “si, ok...”

Kate gli indicò la strada, e in breve giunsero sotto ad una palazzina, dove stava il suo appartamento.

“Abiti da sola?” chiese lui senza troppi giri di parole.

“Si”

Scesero dall’auto, Darren le si avvicinò accarezzandole velocemente il braccio con una mano “Grazie, è stata una serata decisamente diversa... ora è meglio che vai...”

“E tu?”

Alzò le spalle “Prenderò un taxi”

“E se il taxista ti riconosce?”

“Giusto... che cosa mi consigli di fare?” domandò malizioso. Sapeva dove voleva arrivare, ed era scuro che per lei fosse la stessa cosa.

“Bhè... potresti... rimanere qui... ma, forse avrai qualcuno che ti spetta, dovresti andare, i tuoi compagni si staranno chiedendo che fine hai fatto”

“Ok”

Che?”

“Ok, va bene, rimango”

Nella mente della ragazza passarono mille pensieri. Era una proposta butta lì un po’ senza pensarci, non si sarebbe certo aspettata che lui accettasse. E certo non poteva che esserne felice!

“Io...”

“Se hai cambiato posso sempre andare...”

“NO! Oh no, che non ti  venga in mente... rimani, rimani fin quando vuoi!” sorrise felice.

Si sentiva ancora un’adolescente in quel momento, ma come non avrebbe potuto essere contenta?

“Bene!” le prese la mano spingendo i portone ed entrando all’interno.

 

 

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Ah ma bene! mi fa davvero davvero felice vedere che Ashba ha la sua schiera di fans! E che cavolo, se le merita no?!

Guardare per credere... ;-) ciao fanciulle!


ashba

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Capitolo 4
*** 4 ***


Kate si scusò fiondandosi in camera a cambiarsi. Si sentiva terribilmente in disordine, dopotutto veniva da un giornata di lavoro, aveva decisamente bisogno di una doccia.

Daren intanto girava per il piccolo salotto di casa, guardandosi in giro incuriosito. C’era una gran quantità di cd e vinili di ogni genere. E libri, molti libri... parecchi sulla musica, alcuni sui Guns e altri gruppi. Tra le mani gli capitò la biografia di Slash, iniziò a sfogliare quelle pagine che già conosceva.

“L’hai letta?” chiese Kate tornando da lui in tuta e canottiera, con i capelli ancora bagnati.

“Si... più di una volta”

“Davvero?”

“Guarda che Slash è un grande anche per me, al contrario di quello che pensa la gente... posso?” chiese prendendo una sigaretta dal pacchetto che teneva in tasca.

“Si si... solo scusa eh... apro la finestra, il fumo non mi da fastidio, ma rimane un puzza in casa...”

Daren sorrise “Ho capito, sei una di quelle tutte precisine eh? Scommetto che porti l’intimo abbinato!”

Kate arrossì, ma si lasciò andare ad un sorriso malizioso “Questo dovresti... scoprirlo tu...”

“E’ una proposta?” si avvicinò facendola rabbrividire.

“Hem... ti va del tè?!” Kate si voltò e scappò in cucina senza nemmeno dargli il tempo di rispondere.


“Oh cazzo! In che casino mi sono cacciata...” farfugliava mentre preparava del tè che nemmeno lei aveva voglia di bere.

In effetti la sua agitazione era comprensibile. Come resistere a quel ragazzo? A quegli occhi, a quel sorriso... ogni cosa in lui le urlava di saltargli addosso! Ma... era fuori dal suo mondo, presto se ne sarebbe andato... e lei era troppo facile all’innamoramento per rischiare così tanto... cosa le sarebbe rimasto? Già le andava bene se il giorno dopo si fosse ricordato il suo nome...


Prese un gran respiro e tornò da lui con due tazze fumanti. Il ragazzo era seduto sul divano, guardando un punto imprecisato nel vuoto.

“Eccomi”

“Grazie... che... che roba è?!” chiese annusando la tazza “Vaniglia?”

“Si, tè... alla vaniglia... se non ti pace”

“Adoro la vaniglia”

“Forse preferivi qualcos’altro? Scusa non te l’ho nemmeno chiesto... ho delle birre se vuoi o...”

“Va bene così, credo per oggi di avere già bevuto abbastanza”

“Ok...”

“Allora Kate, cosa mi racconti di te?”

“Non molto... non sono io quella che ha una vita interessante da raccontare!”

“Ci sarà qualcosa... non so cosa ti piace fare... oltre a lavorare in quel bar naturalmente!”

“Veramente quello è solo un secondo lavoro, mi serve per arrotondare”

“Davvero? E cos’altro fai?”

Sospirò “Sono l’assistente supersfruttata e sottopagata di un avvocato... sono laureata in legge, ma non diventi avvocato se prima non ti fai un po’ di pratica... mi piace, ma è una gran fregatura... mi sbatto tanto e riconoscimenti zero... senza contare che quel tipo è davvero un vecchio stronzo, e pure un porco...”

“Un avvocato? Accidenti... ma quanti anni hai?”

“28”

“Sul serio?! Sembri una ragazzina! Te ne davo si e no una ventina!”

“Bhè anche tu non dimostri quei 37 anni che dici di avere!”

“Eppure li ho tutti... bhè meglio così, mi preoccupava un po’ questa cosa..”

“Perchè?!”

“Hem... niente, niente...”

“Senti... so che non sono affari miei, per cui se non ti va di rispondere fa niente... ma... che ti è successo? Insomma, non vuoi stare con la band, non vuoi fans attorno... perché?”

Abbassò lo sguardo “Perchè... a volte è difficile... stare in una band come i Guns intendo, e in alcuni giorni mi soffoca stare in quel giro, come oggi.... Non è tutto rose e fiore come si crede. E’ frustrante a volte... e la gente non ti capisce”

“Credo di capire cosa intendi”

“Bhè cazzo, la cosa mi fa incazzare da morire! Il fatto è che io non sono solo questo, e tanti partono prevenuti criticandomi, ma di me non sanno un cazzo... dicono che ad Axl devo tutto perchè mi ha raccolto dalla strada, ma vaffanculo! Ho fatto anche altro prima di stare nei Guns, e loro nemmeno lo sanno! Suono ancora con Nikki Sixx, ho collaborato con tantissimi gruppi come i Motley, ho anche dei pezzi da solista ma a nessuno glie ne fotte... io sono solo il montato che ha preso il posto di Slash... è terribilmente frustrante”

“Mi dispiace...”

“E tutti quei paragoni poi, ma che si fottano! Lo so benissimo di non essere Slash, ma che si credono! Lo imito? Per cosa? Io porto quel cilindro da anni, ancora prima che entrassi nei Guns! Ed è completamente diverso dal suo! Lo imito perchè suono una Gibson? Ho sempre suonato una Gibson, e poi hanno mai provato a fare quei pezzi con un altra chitarra? Hanno tutto un altro suono! La sigaretta nel manico? Ma in quanti lo fanno?! Perchè proprio a me devono rompere le palle? Ma l’hanno visto Richard? In certi momenti sembra l’esatta controfigura di Stradlin, ma nessuno dice niente! Tutti a puntare il dito su Ashba... io sul palco faccio del mio meglio, vorrei essere riconosciuto come musicista una volta tanto, vaffanculo davvero!”

Kate rimasse un’attimo sbigottita di fronte a quello sfogo. Era evidente il risentimento che covava dentro, che forse non aveva mai occasione di sfogare con nessuno... ed era toccato a lei ascoltarlo, cosa che tra l’altro, non le dispiaceva per niente.

“Per non parlare di Axl...”

“E’ così stronzo come si dice?”

“Axl è uno stronzo si... ma è anche un grande amico e un bella persona se gli permetti di esserlo... solo che a volte è difficile stargli dietro... credo che un giorno tornerà con i suoi quattro compari, è terribilmente nostalgico, ma non lo ammetterebbe mai nemmeno sotto tortura” scosse la testa “tu stai morendo di sonno e io sono qua a spararti le mie menate... e nemmeno ti conosco, assurdo no?”

“Non mi da fastidio... e poi non ho così tanto sonno! E bhè, per quel che può servire... per me sei bravo! E... mi piace quello che stai facendo... con Nikki, con i Guns... e quello che hai fatto per conto tuo...” abbassò il viso, forse era stata troppo smielata, sembrava una sviolinata in pena regola. Per la serie ‘facciamogli tanti complimenti per aggraziarlo’!

“Fa piacere saperlo... spero un giorno di riuscire a pubblicare un album tutto mio, con le mie canzoni... forse finito questo tour, vedremo”

“Nel frattempo mi accontenterò di sentirle su You Tube!”

“O magari dal vivo...  Everything that I said always seemed to come out wrong,
Everything that we had I took for granted all along
Now I cant change it even though I wish I could
And I cant believe it got this far cause everyday
I wonder how you are I wonder how you've been
And if you're doin fine all the time...”
mormorò a bassa voce...

Quella voce calda e bella che mai si sarebbe aspettata di sentire da uno come lui... rimase incantata a fissarlo, raggomitolata sul divano al suo fianco. Rimase quasi a bocca  aperta, senza avere nulla di abbastanza sensato da dire... e cosa avrebbe dovuto dire? O cosa avrebbe dovuto fare?

La mano di lui corse sul suo viso accarezzandole la pelle. Lo voleva, e chi non lo avrebbe voluto in quel momento.... troppi ma, forse e se frullavano nella sua testa, ma bastò uno sguardo ed un sorriso per farle cancellare tutto.

 

 

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Capitolo un po' particolare...  ci ho messo molto del mio qui, insomma il mio parere e il mio pensiero su di lui... scusate ma io come il menoso di turno che imita Slash non ce lo vedo proprio, e non credo nemmeno che sia così... poi magari mi sbaglio, chi lo sa! Ad ogni modo, forse, se tutti conoscessero meglio l'Ashba artista, qualcuno cambierebbe idea... Perdonate la menata, chi mi conosce già sa come la penso :-) A parte questo, grazie a tutte! Lau

PS. Forse la conoscete già, Wonder è bellissima, in caso contrario ascoltatela!  

http://www.youtube.com/watch?v=0MJLpWT5jnY



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Capitolo 5
*** 5 ***


Attenzione: questo capitolo contiene una scena di sesso esplicito. Se la cosa ti disturba non leggere!

 

Non ci volle molto affinché le loro bocche si incontrassero. Daren si sporse sopra di lei cercando le sue labbra, e Kate non si tirò indietro. In pochi istanti quello che all’inizio era solo un lieve contatto, si trasformò in un bacio profondo. Le mise una mano dietro alla nuca tirandola di più a sè. Cercò la sua lingua, iniziando a giocarci. L’altra mano scese piano ad accarezzarle il fianco, provocandole piccoli brividi di piacere che non erano nulla confronto a quello che avrebbe potuto farle provare. Continuava a baciarla con impeto, giocando che le sue labbra, mordicchiandole e leccandole sensualmente. Kate rise. 

“E’ divertente?” sussurrò lui passando a baciarle le gote fino all’orecchio senza mai staccarsi.

“No, no… è che.. è strano con quel piercing…”

“Ti piace?”

“Si...”

“E non è ancora niente…”

La tirò sotto di se permettendole di sdraiarsi sul divano. A cavalcioni le si mise sopra, facendo aderire i loro bacini. Kate poteva sentire la sua eccitazione su di lei. Si levò la camicia scozzese, lasciando scoprire il torace tatuato. Kate lo guardava incantata... e anche piuttosto imbarazzata. Non era certo una alle prime armi, ma trovarsi davanti quel ragazzo era disarmante.

Daren scese di nuovo, baciandole prima il collo, leccando e accarezzandola abilmente con le mani. La stava facendo impazzire, il desiderio di lei cresceva ogni secondo di più. Scese poi più in basso, sulle spalle, abbassandole le spalline della leggera canotta. Kate si lasciò scappare un gemito di piacere. Allora fu sicuro che anche lei lo voleva... in pochi attimi la canotta fu lanciata sul pavimento. I pantaloni del ragazzo fecero in breve la stessa fine, lasciandolo con i soli boxer. Con le mani le accarezzò i seni scendendo col viso per baciali e leccarli delicatamente. La sua eccitazione cresceva in ogni istante. Kate infilò le mani nei suoi capelli, stringendoli, presa dalla passione e dal piacere che provava in quel momento. Tutto fu amplificato quando lui si abbassò, seguendo con la lingua la linea del ventre, mentre con le mani le allargava le gambe accarezzandole l’interno coscia. Con i denti le abbassò leggermente i pantaloni, per poi proseguire con le mani, tirandoglieli via. Si abbassò baciandole le gambe, risalendo le cosce. Kate ansimò, e questo non fece altro che aumentare la voglia di lui. Risalì di nuovo fino al sesso di lei, posando proprio lì un leggero bacio sopra gli slip. Giocherellò un attimo con l’elastico prima di sfilarle anche quelli. La ragazza avvampò sotto lo sguardo di lui. Alzò il volto per guardarla negli occhi, facendola rabbrividire. Il suo sorriso, quel sorriso, si stampò sul viso di Daren, mentre risalì per baciarle le labbra dischiuse. Con una mano le accarezzò le guance arrossate, mentre con l’altra giocò sotto di lei, insinuando le su dita, accarezzando la sua intimità facendola gemere di nuovo. Ancora scese, dischiudendole le gambe per poi mettersi in mezzo. Mentre con le mani risaliva e accarezzava le sue cosce, la sua lingua prese il posto delle sue dita lì, dove la faceva impazzire. Sentiva i suoi muscoli contrarsi, la pelle rabbrividire, la schiena inarcarsi per cercare di sentirlo più in profondità. La mano di Kate finì di nuovo ad accarezzare i suoi capelli, quasi spingendogli la testa per non farlo smettere.

Quando si sollevò lei aveva ancora gli occhi semichiusi ed era rossa in volto. ‘Bellissima...’ pensò.

Kate si risollevò seduta, lui in piedi di fronte a lei. Gli accarezzò il petto, scendendo più in basso per poi levargli i fastidiosi boxer, ormai diventati decisamente di troppo.

Velocemente Daren la fece stendere di nuovo, sistemandosi sopra di lei. Lentamente entrò in lei. Kate sussultò. Si fermò guardandola, senza muoversi. Scese a baciarla di nuovo, poi piano iniziò a muoversi, sempre più veloce, aumentando l’intensità delle spinte man mano che aumentavano i gemiti e i sospiri di lei. Affondò il viso tra i suoi capelli, mordendole un’orecchio, e con un mano le passò il pollice sulle labbra dischiuse, accarezzandole la lingua. Si fermò di nuovo. Lo sguardo quasi di protesta di lei, era un chiaro segno per farlo continuare. La fece voltare a pancia in giù e le accarezzò la schiena, baciandola e passandoci languidamente la lingua, per poi di uovo entrare in lei da dietro. Kate si aggrappò con le mani al divano su cui erano stesi, mancava poco, decisamente poco e avrebbe raggiunto il culmine. Daren era davvero abile, le sue spinte decise e vigorose, le sue mani al posto gusto che la accarezzavano sensualmente. Quando raggiunsero il piacere entrambi, anche lui si lasciò scappare un gemito, per poi accasciarsi sopra di lei, sudato e ansimante.

Rotolò al suo fianco permettendole di voltarsi. I loro visi erano vicini. Alzò una mano per accarezzale i capelli, e le diede un dolce bacio a fior di labbra, sorridendole. Era così bella, tra le sue braccia... cosa provava per quella ragazza? Era poco più di una sconosciuta, eppure gli aveva fatto provare emozioni che da tanto erano assopite in lui.

Kate non riusciva a smettere di guardarlo, si sentiva così piccola sotto il suo sguardo. In quelle braccia si era adattata alla perfezione, sentendosi al sicuro. ‘Ecco...’ pensò ‘hai già perso la testa, e domani sarà solo peggio... un’altra delle tue cazzate, brava Kate!’. Temeva, anzi, era convinta , che la cosa non potesse durare. Cos’era lei per lui? Una delle tante probabilmente. Gli aveva tenuto compagnia una sera ed erano finiti a letto. Solo questo. Niente certezze, niente domani, proprio quello che voleva evitare. Se ne sarebbe andato. L’avrebbe dimenticata, e a lei non sarebbe rimasto nulla, se non una  stupida foto sul cellulare e un ricordo che si sarebbe sbiadito nel tempo pur rimanendo indelebile nel suo cuore. Eppure... quegli occhi che brillavano, quel sorriso rivolto solo a lei, le facevano pensare che fosse diversa... si diede della stupida... affondò il viso nel su petto stringendosi a lui, cercando di non pensarci. Nessuno disse niente, Daren continuò ad accarezzarle i capelli e la schiena, godendo della placida sensazione che gli dava la sua pelle morbida e profumata. Finchè entrambi si addormentarono.


 

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Un grazie particolare a Helena_Bach_Rose (grazie che ti sei letta anche tutta Walk!), W_Axl_Rose, ghirigoro e Stee__!!! Grazie, per leggere e seguire questo esperimento su questo personaggio che mi sta facendo letteralmente scelerare! Grazie anche a tutte coloro che leggono pur senza recensire... e infine, le mie socie... ram e Happazza... immancabili e miticissime come sempre!


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Capitolo 6
*** 6 ***


Sentiva caldo. Si rigirò in quello che pensava fosse il suo grande letto a due piazze, finendo rovinosamente a terra. Si svegliò di soprassalto. Era sul divano… o meglio, era appena caduta dal divano… ricordava, si guardò in giro… aveva una coperta addosso, doveva avergliela messa lui… non c’era.

“Daren…” chiamò, ma niente.

Sospirò, perché si stupiva? Avrebbe dovuto immaginarselo. Ma nemmeno un saluto…

Si alzò di controvoglia, era ancora nuda, e si tenne la coperta dosso fin quando non fu in bagno. Accese l’acqua della doccia e si immerse sotto il getto caldo, con tutti i suoi pensieri. Automaticamente si mise a canticchiare Wonder… forse era meglio così. Non l’avrebbe più visto, se non al concerto di quella sera, cosa trascurabile dato che sarebbero stati a distanza, e in mezzo alla folla probabilmente lui nemmeno l’avrebbe notata.

Si vestì comoda, decisa ad uscire per una passeggiata, in attesa di iniziare il suo turno al bar. Fortunatamente quello sfruttatore di avvocato non le aveva dato da lavorare per quel weekend, e lei aveva potuto fare cambio di turno con Vanessa, per avere la serata libera e potersi fiondare al concerto in pace.

Stava per uscire dalla porta, quando notò un pezzo di carta appoggiato sulla maniglia.

Era un biglietto… 

‘Hey… dormivi così tranquilla che era davvero un peccato svegliarti… sarò impegnato tutto il giorno con i ragazzi della band… hai il mio numero, te l’ho memorizzato sul telefono… e ho preso il tuo… hai anche un pass per il backstage. Ti aspetto dopo il concerto. DJ’

Guardo l’altro biglietto… era un pass, come gli aveva scritto. Prese il cellulare sulmobiletto a fianco e scorse subito la rubbrica... c'era il suo numero, memorizzato sotto Daren. Sorrise… si era sbagliata, non se ne ra andato perché non gli importava nulla, la voleva rivedere. Non che contasse molto, l’indomani tutto sarebbe comunque cambiato, visto che lui avrebbe lasciato la città e ripreso la sua vita. Uscì, la giornata aveva preso decisamente un’altra piega!

Il tempo però non passava mi, le sembrava di stare dentro al bar da un’eternità! Quando finalmente furono le sette di sera, scattò subito, non appena vide la faccia dell’amica Vanessa entrare per iniziare il suo turno.

“Hey scappi già?” 

Si! C’è il concerto stasera!” 

Ah si! Bhè divertiti!”

Oh sicuro! Ciao Vanny!”

Ciao tesoro!”

Corse a casa, aveva giusto il tempo di infilarsi qualcosa i decente. Optò per un paio di aderenti jeans neri, le sue All Stars e un top viola che le avvolgeva il busto alla perfezione, facendo risaltare il piccolo ma ben formato seno. Un piccolo tocco di classe… dopo tutto, l’avrebbe rivisto… e poi sarebbe andata nel backstage, ciò voleva dire, forse, incontrare Axl Rose in persona, uno dei suoi idoli di sempre. Si truccò leggermente, si sistemò i capelli.

Poi corse fuori saltando sul primo taxi che le passò davanti.

 

C’era tantissima gente, come prevedibile. Non le restava che mettersi in coda ed aspettare di entrare. Quando i cancelli aprirono la folla si riversò dentro alla struttura, e le fece altrettanto, rammaricandosi per non essere riuscita ad accaparrarsi uno dei posti in prima fila. Si mise sulle gradinate laterali, la vista era comunque ottima, e da li aveva un accesso facilitato per entrare nel backstage alla fine dello show. Era sola, i suoi amici non erano tipi da concerto, ma lei non se lo sarebbe perso per nulla al mondo. Meglio così, per il dopo spettacolo, non avrebbe avuto intralci.

L’agitazione iniziò a salire. Axl Rose… l’avrebbe visto, e magari conosciuto… ci avrebbe parlato? Forse… non le sembrava vero! E poi c’era Daren… il ricordo della notte precedente era ancora vivo nella sua mente, tanto da farle correre un brivido lungo la schiena. Tutti i suoi pensieri scivolarono via non appena le luci si spensero e il gruppo attaccò.

Axl era semplicemente spettacolare, in splendida forma… e lei si stupì e si emozionò nel sentire dal vivo quella voce che tante volte aveva ascoltato dai cd. Era stupefacente… contro tutti quelli che lo davano per finito, che dicevano che non avesse più voce. Daren faceva del suo meglio, e accidenti, se era bravo! Aveva una gran presenza scenica, e a guardarlo più volte le scappò un sorriso. Certo, quei Guns non erano la stessa band di una volta, ma erano bravi, non poteva negarlo. Se prima aveva avuto qualche dubbio in proposito, svanirono tutti man mano che il concerto proseguiva. E sulle note di Novembre Rain, seguendo nel megaschermo le dita di Axl che scorrevano accarezzando la tastiera del pianoforte, cantando a squarciagola quella canzone che conosceva da anni a memoria, le scappò una lacrima.

 

 

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Ma grazie per le recensione del cap precedente *_* mi avete commossa! Oh, non vi dico che fatica a scriverlo... sono andata fuori di testa per tutta la sera!!! MAD LAU!!! Ahahahaha... non vi dico che trip! Baci

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Capitolo 7
*** 7 ***


Il concerto finì e la band lasciò il palco per rifugiarsi dietro le quinte. Dovette aspettare un po’ prima di riuscire a raggiungere la zona laterale del palco, camminando contromano tra la folla che cercava di uscire. C’era parecchia gente che correva avanti e indietro, portando cose, smontando il palco e schiamazzando, ridendo e bevendo. Un omone di colore la bloccò.

“Non puoi stare qui”

“Oh, aspetta...” si frugò nelle tasche tirando fuori il pass e mostrandoglielo sorridente.

“Ah ok, passa, attenta a non inciampare nell’attrezzatura”

“Ok, grazie!” disse voltandosi indietro verso di lui.

E come non detto, un filo messo a terra e il suo piede ci andò a finire dentro, fortunatamente senza disastrose conseguenze. Si guardò in giro... non vedeva nessuno della band, e non sapeva ne dove andare e ne cosa fare.

“Scusa!” le urlò un tizio dandole uno spintone per poter passare con un amplificatore .

Si spostò contro al muro e prese il telefono. Scorse la rubrica fino al suo nome.

Chiamò... niente. Riprovò... ancora niente. Attorno a lei c’era solo un gran via vai di gente.

“Scusa, dove posso trovare...” provò a chiedere ad un tizio li vicino, che la liquidò con un veloce ‘ora non posso’. Sbuffò appoggiandosi contro la fredda parete.

“Cercavi qualcuno bellezza?!” sorrise al suono della sua voce.

Si voltò, Daren era li, con un paio di pantaloncini della tuta corti e il torso nudo e sudato, attorno al suo collo un asciugamano.

“Ciao!” sospirò sollevata.

Il ragazzo le si avvicinò, accarezzandole leggermente le braccia e posandole un leggero bacio sulle labbra. Il suo alito sapeva di alcool, birra per la precisione.

“Scusa sono riuscito a liberarmi solo adesso”

“On niente, figurati... io... mi stavo divertendo un sacco qui, davvero” rispose ironica.

“Si come no! Ti hanno messo a smontare qualcosa per caso?!” rise anche lui “Andiamo” disse poi prendendola per una mano.

“Aspetta!” si bloccò lei “Dove... insomma, la dietro ci sono... tutti?!”

“Si... eddai, non fare la timida... facciamo una scappata in camerino ok? Così mi metto addosso qualcosa di decente”

Se la trascinò dietro fino ad un corridoio illuminato dove c’erano parecchie porte, ne aprì una e vi entrò con lei, chiudendo a chiave.

“Avete un camerino a testa? Fico!”

“No, di solito uno in due... solo Axl ha il suo privè... ovvio no?”

“Si, credo di si” rispose guardandosi in giro curiosa e soffermandosi davanti al grande specchio illuminato.

Le mani di Daren le si posarono sui fianchi, facendola rabbrividire.

“Mi sei mancata...” le sussurrò caldo in un’orecchio, mentre passò a baciarle il collo, e facendo scorrere le mani sul ventre di lei, sotto il suo top. Insinuò una mano oltre la cintura, facendola gemere anche solo per un semplice tocco.

Poi qualcuno bussò alla porta.

“Cazzo DJ aprì, mi sto pisciando addosso!”

Il ragazzo sbuffò senza però staccarsi...

“Allora?! Che stai facendo?! Apri!!!”

“Ma porc... cazzo Richard un attimo!”

“Ti ho detto che mi sto pisciando addosso!”

“Vattene in un altro bagno!”

“Non ci sono altri bagni liberi e poi è anche il mio camerino questo!”

“Che rompi coglioni!”

“Andiamo, che ti vergogni a farti vedere nudo adesso? Guarda che ce ne uno anche io di cazzo, non mi metto certo a guardare il tuo, che schifo!”

Kate rise. Daren si staccò da lei irritato, tolse velocemente  pantaloni della tuta indossando dei jeans neri, si infilò una camicia della stesso colore e si allacciò una bandana rossa attorno alla fronte. Poi andò ad aprire.

“Oh cazzo, era ora, ma che cazzo... oh!” Richard si bloccò quando notò Kate appoggiata ad una sedia che sorrideva divertita “Oh cazzo amico, non pensavo...”

“Ecco appunto... comunque lei è Kate”

“Ciao Kate!” disse allegro stringendole la mano “é un piacere davvero... ma, ora scusami... ho un bisogno impellente da sbrigare!” si scusò strizzandosi ‘i gioielli’ per sottolineare il concetto, e correndo in bagno.

“Il discorso è solo rimandato” sorrise malizioso Daren “andiamo dai, ho qualcuno da farti conoscere...”

“Non intenderai...”

“Si proprio lui! Hey guarda che è un uomo come tutti!”

“Questo lo dici tu! Lui è... è...”

“Axl Rose, s si... lo sai che ci combina ogni volta il tuo idolo? Tanto per dirtene una, se il camerino non lo trova come dice lui scassa il cazzo peggio di una diva! Deve essere nero, con tovaglioli neri, un letto, un divano, un tavolino, sei lampade più 18 rose rosse e 18 rose bianche... dico ti sembra normale? Ah e poi la cena! Pollo arrosto, due bistecche di filetto, insalata, quattro cheeseburger, frutta, champagne, vino rosso, vodka, tequila, birra di tre marche e...” gli venne da ridere “due vasetti di miele a forma di orso! Andiamo! Non puoi essere davvero emozionata ad incontrare uno che vuole il miele a forma di orso!”

Kate rise “Ok, ok, mi hai convinta!”

“Poi ce ne stiamo da soli” sorrise lui uscendo dalla stanza, con la mano di lei intrecciata alla sua.

“Daren”

“Si?”

“Davvero... vuole il miele a forma di orso?!”

“Cazzo si!”

Scoppiarono a ridere enrambi.

 

 

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Fanciulle! Eccomi ^_^ eh lo so che i capitoli non sono lunghi come quelli di Walk, sorry!!! E' che come vi ho detto questa ff è un po' un'esperimento, e la butto giù come viene senza un'idea di cosa succederà dopo, per cui i cap sono quelli che sono! Baci a tutte! Lau

PS. Dimenticavo! La storia del camerino di Axl... è vera!

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Capitolo 8
*** 8 ***


Il suo cuore martellava nel petto, mentre stretta alla sua mano camminava verso la sala dove sapeva esserci Axl... ceto anche tutti gli altri, ma Axl era Axl.

“Oh eccoti! Ma dove cazzo eri finito!” disse un ragazzo che riconobbe subito.

“Arrivo, mi sono cambiato... Dizzy lei è Kate”

“Ciao Kate... ti sei cambiato eh?” disse sorridendo “Bhè muovetevi, o le birre finiscono tutte”

Dizzy Reed... non le era mai stato particolarmente simpatico già da prima... ma così di persona sembrava gentile.

La sala era grande e sfociava in una serie d corridoi che portavano in altre stanze. C’era un gran vociare, tante persone... e un banco pieno di cibo e bibite, alcolici per lo più. Riconobbe Richard Fortus, che gli aveva disturbati poco prima nel camerino, e qualcun’altro dei ragazzi.

“Da vieni, eccolo”

Le pulsazioni accelerarono. Di fronte a loro, di spalle, c’era Axl. Lo riconobbe, quella giacca color argento poteva indossarla solo lui... e quei capelli rossicci che spuntavano dalla bandana perennemente allacciata alla fronte. Daren gli mise una mano sulla spalla e lui si voltò... con mezzo panino infilato in bocca. Era buffo e Kate trattenne a stento le risate.

“Hey Daren!”

Poi incrociò il suo sguardo... quegli occhi che aveva sempre visto sulle foto, verdi, freddi, profondi e dolci... la sua voce, rauca e profonda... era Axl, quello che l’aveva fatta piangere tante volte con le sue canzoni. Rimase a bocca aperta a fissarlo, si sentiva una sciocca, ma non sapeva cosa dire.

“Axl, ancora a mangiare? Finirai davvero per diventare un ciccione!”

“Ma smettila, devo recuperare energie... e questa bellezza chi è?”

“Lei è Kate... Kate... KATE!!!” urlò sventolandogli la mano davanti.

“Oh... si! Hem ciao!” la sua voce uscì acuta, si sentiva patetica!

Con la mano strinse la camicia di Daren, dietro la sua schiena, quasi per infondersi coraggio.

“Piacere Kate” allungò una mano verso di lei, che la prese tremante.

Era calda e morbida, la stretta forte e sicura. Automaticamente un sorriso si allargò sul suo volto  illuminandola. Poi qualcosa nelle sua mente le fece ricordare quei vasetti di miele a forma di orso... e li non  si trattene più, scoppiò a ridere... si mise subito una mano davanti alla bocca ‘Oh cazzo! Che figura!’ pensò.

“Mi sono perso qualcosa di divertente?!” chiese Axl ironico sfoggiando uno dei suoi sorrisi.

Daren rise, intuendo il motivo di quella reazione.

“Aspetta un attimo... Daren!”

“Si... Si Axl?”

“Cazzo!”

“Cosa?!”

“Le hai detto del miele!”

“Oh... cazzo si, scusa Axl era troppo divertente...” di nuovo scoppiò a ridere di gusto.

“Ma porca puttana, ti ci metti anche tu? Hey...” disse rivolto a Kate “non ridere tu! E nemmeno tu! Mi serve per la voce il miele, per la gola!”

“Ah si si certo...” continuava Daren “infatti il problema non è il miele... ma l’orso!!!” altre risate.

“Molto divertente, moooolto divertente... bhè che c’è di tanto strano?! Quando ero piccolo tutti  i bambini avevano dei bellissimi vasetti a forma di orso grassoccio con dentro il miele, io no! Non ne ho mai avuto uno... e ora li voglio! Qualche problema?!”

“No, no... dai Axl stavamo scherzando!”

“Ricordati che fine ha fatto Jacke!” gli rispose sorridendo.

“Chi è Jacke?” chiese Kate.

“E’ quello che ha detto ai giornali dei piccoli ‘vizi’ da divo di Axl... orso compreso!”

“Daren...”

“Ok, basta...”

“E che fine ha fatto?”

“Licenziato con un calcio nel culo!” rispose Axl sorridendo di nuovo.

Strano... si aspettava un personaggio borioso, arrogante e pensava se la prendesse sul serio per quell’uscita, invece niente... era stato allo scherzo, come una persona qualunque. Non era male Axl Rose, per niente!

“Allora Daren, da dove salta fuori la bambina?”

Kate lo guardò... Axl l’aveva chiamata ‘bambina’... avrebbe dovuto offendersi avendo già 28 anni suonati, ma quella parola detta da lui suonava così dolce... le tremarono le gambe.

“Non farci caso, credo si senta vecchio ultimamente, chiamerebbe ‘bambina’ anche mia nonna!” le sussurrò Daren in un orecchio mentre Axl si era voltato per prendere due bicchieri di birra.

Ne porse uno a Kate “Vuoi?”

“Si, grazie”

Daren fece altrettanto, prendendo un bicchiere di Jack “Bhè, diciamo che è stato un’incontro piuttosto fortunato...” rispose alla domanda che Axl gli aveva posto poco prima.

Un Dizzy visibilmente alticcio circondò il collo di Daren con un braccio “Hai visto Axl?! E noi che ci siamo preoccupati tutto il giorno ieri! Sei uno stronzo, sei spartito e nemmeno sei rientrato stanotte... ci stavi facendo venire un accidente cazzo!”

“E invece eri con lei... te la perdono solo per questo Daren” aggiunse Axl.

“Avevo bisogno di staccare, ok? La prossima volta vi manderò un messaggio ad ognuno, così state tranquilli”

“Sarà meglio...”

“Kate, dammi il cellulare” 

Cosa? Perchè?!” 

Avanti!”

Kate porse il telefono a Daren, che si posizionò davanti a lei facendo cenno ad Axl di avvicinarsi “Una foto ricordo con il tuo idolo non la vuoi? Avanti, stringetevi un po’...”

Axl le circondò la vita con un braccio tirandola a sè. Kate per poco si sentì mancare.

“Sorridete... ecco fatto!”

Le ridiede il telefono, e Kate sorrise felice nel vedere la foto... incredibile!

“Hey facciamo un brindisi, forza, tutti quanti!” Dizzy porse un altro bicchiere a Daren e a Kate, che ancora non aveva finito nemmeno la sua birra. Tutti  ragazzi attorno brindarono ‘alla salute’ dei Guns e bevvero.

“Ragazzi” Richard arrivò da loro “C’è la stampa, dai, venite di là qualche minuto!”

“Si... hey, riesci a stare sola per qualche minuto?” le domandò il ragazzo.

“Andiamo DJ non te la porta via nessuno!” scherzò Dizzy.

“Si, non preoccuparti, non scappo” rispose lei sorridendo.

“Nemmeno con Axl Rose?”

“Vedremo!” scherzò... anche se rimanere da sola in mezzo a quella gente sconosciuta, un po’ la intimoriva.

Daren le sorrise prima di sparire con Richard, Dizzy e gli altri in un altra sala.

Axl invece era rimasto con lei.

“Vuoi bere ancora qualcosa?”

“No grazie, ma... tu non vai...”

“Non mi piace parlare con i giornalisti, lo lascio fare ai ragazzi”

“Ok...”

Non riusciva a dire altro... insomma, avrebbe voluto fargli tante di quelle domande! Ma averlo li davanti era una cosa così strana e pazzesca che non le sembrava nemmeno vera!

“Scusami...” le disse infine lui allontanandosi verso una donna piuttosto avvenente, che baciò sulla guancia prima di mettersi a parlare.

Doveva essere la sua nuova ragazza o qualcosa del genere. Bene, era sola... ‘Ottimo!’ pensò un po’ scocciata. Li dentro nessuno pareva far caso a lei, dopotutto la maggior parte della gente era già ubriaca e in modalità ‘festa’ per cui non badavano più di tanto a chi ci fosse in giro.

 

 

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Perdonate se non darò troppo spazio ad Axl... in fondo in questa storia non è lui il protagonista ;-) per una volta diamo spazio a qualcun'altro! Hey, dopotutto è già un megadivo di suo! Al prossimo, e grazie a tutte!!!

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Capitolo 9
*** 9 ***


Tommy Stinson le si avvicinò porgendole l’ennesimo bicchiere.

“No grazie, ancora devo finire il primo”

“Sicura? Qui c’è un sacco di roba... comunque io sono Tommy, sei la nuova ragazza di Daren?” domandò diretto.

“Veramente...”

“Ah ok ok... capito...” ‘Capito... cosa?!?!?’ “Ti è piaciuto il concerto?”

“Si, molto...”

La sua attenzione fu attirata da un Daren abbastanza brillo ormai, uscito dalla sala con altri della band e una ragazza... bella, molto... lei continuava parlargli vicino, troppo vicino... con la mano gli accarezzava il braccio e ancheggiava davanti a lui ridendo.

“Non farci caso” le disse Tommy quando capì chi stava guardando “è Nicole... la sua ex”

A Kate quasi prese un colpo “Francamente non capisco neanche che cazzo ci è venuta a fare con noi, non dormono nemmeno nella stessa stanza! Sai cosa? Quella si è attaccata come una cozza, e chi se la schioda più di dosso?! Ma tu non farci caso... se vuoi possiamo andare di là e...”

“No, no grazie... io credo che... credo che andrò ora, si... sono stanca e... ho mal di testa...”

“Andiamo, resta ancora un po’! Hey! Ma dove cazzo vai? Bhà... donne...”

 

Kate uscì stringendosi le braccia al petto e camminando velocemente. Sentiva gli occhi inumidirsi, voleva andarsene da lì il prima possibile. Fuori la strada era ancora pullulante di persone che dopo il concerto si erano messe in attesa a bivaccare, magari nella speranza di vedere uscire i loro beniamini. Cercò un taxi, ma nemmeno a pagarlo... eppure era una zona frequentata quella. Sbuffò irritata. Aveva freddo.

“Fanculo! Accidenti... accidentaccio! Lo sapevo...” decise di proseguire a piedi. Il centro città dove abitava non distava molto da lì, se non che il tempo non prometteva nulla di buono. Si incamminò velocemente, prima si muoveva prima sarebbe arrivata a casa, nel suo letto... al caldo... e lontana da quel posto, e da lui. Continuava a insultarsi mentalmente da sola, maledicendosi per le sue insensate e romantiche fantasie.

“Ma che cazzo pensavi? Sei proprio una stupida! STUPIDAAA! Lo sapevo... ovvio, la sua ex... e se la porta in tour, chiaro no? Normalissimo, chi non lo farebbe... e io che pensavo... che... forse... che idiota! Lo odio! MI odio... sei una... stupida ragazza che vive ancora nel mondo dei sogni... ah certo, ora il bel Daren arriva sul cavallo bianco e ti porta via con lui! Ma come cavolo mi è venuto in mente che potesse... anche solo...” le parole le si smorzarono in bocca... una goccia le cadde sul viso mentre guardava verso l’altro il cielo cupo “ci mancava la pioggia...” aumentò l’andatura mentre le gocce iniziarono a cadere più forte “m perchè, perchè non mi sono fatta i fatti miei! A quest’ora non sarei qui! Avrei visto il concerto in pace e me ne sarei tornata a casa felice, avrei continuato la mia monotona vita... da sola... e invece no! Devo sempre impicciarmi io... ed ecco, sarai soddisfatta no? Lui è uno famoso, è un chitarrista, uno che suona con Axl Rose! Ma secondo te poteva cagarti per più di una notte?! Cosa stava dicendo quel Tommy? ‘ho capito...’ si certo, ora so cosa intendeva... ha capito che sono quella della serata, no? La ragazza che si è fatto il suo amico chitarrista, la favorita del giorno! Kate ti sta solo bene! Avevi promesso di non farlo più, avevi detto che non ti saresti più fatta abbindolare da nessuno, e invece... è bastato... lui! Proprio lui poi, non uno qualsiasi! Col suo bel faccino, e... quegli occhi... quel sorriso... ora sarai contenta...”

Non si era nemmeno resa conto che aveva iniziato a parlare ad alta voce. Diminuì il passo. Ormai era bagnata fradicia e non aveva voglia di correre. Solo prima di casa sua c’era quella di Vanessa... forse l’avrebbe trovata a casa, aveva bisogno di parlare con qualcuno... e di asciugarsi.

Suonò il citofono, stringendosi di più le braccia al petto, scossa dai brividi che il freddo le procurava “Dai apri...” nessuno rispose. Suonò di nuovo “Avanti!!! Ma dove cavolo sei finita?!” un’altra goccia le rigò la guancia, ma non era pioggia... ormai le lacrime non riusciva più a trattenerle. E non riusciva a fare altro se non incolparsi di essere stata così stupida da credere che per Daren potesse contare più di qualsiasi altra ragazza si fosse portato a letto nei suoi tour. Si appoggiò stanca contro il muro sospirando e cercando di ricacciare indietro il pianto. Poi inspirando profondamente si ributtò sul marciapiede, proseguendo verso il suo appartamento.



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Grazie a tutte per i commenti, siete carinissime ^_^ e un grazie spaciale alle nuove lettrici!

E per farmi perdonare della scarsa lunghezza dei cap... una bella fotuzza per voi! Lau


Ashba

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Capitolo 10
*** 10 ***


“Sei stato fantastico” la ragazza passò sensualmente la mano sul petto di Daren, facendo ben attenzione a sfiorare la pelle scoperta sotto la camicia aperta.

“Si si... hey dai smettila...”

“Daren...” sussurrò avvicinandosi di più a lui approfittando del suo stato di ebrezza.

Gli mise un bicchiere di Jack in mano e passò a baciare il suo collo, convinta di poter avere di nuovo ciò che fino a qualche giorno prima era stato suo. Il ragazzo chiuse gli occhi al suo tocco. Era stordito, la musica, l’alcool in circolo e l’euforia della serata avevano avuto uno strano effetto sulla sua mente. Ma non era uno sprovveduto, ne tantomeno un giovane ragazzino raggirabile con un bicchiere di wisky e qualche moina.

Si staccò bruscamente da lei allontanandola con una braccio “Niki, è finita, smettila di fare quello che stai facendo...”

“Andiamo, lo sai che non è così! Mi vuoi ancora, come io voglio te” disse lei con voce dolce vagamente supplichevole.

Sembrava sincera... dopotutto erano stati bene insieme, e forse si, provava ancora dell’affetto per lei. Ma non l’amava. Non aveva scordato la loro lite, era finita, e lui non era tipo da tornare su sui passi. Aveva preso un decisione e tale sarebbe rimasta. Perchè portare avanti una storia finita in partenza? Non era un masochista, e nemmeno un sadico.

“Non so nemmeno perchè sei voluta venire a tutti i costi con noi!”

“Lo sai anche tu, era già stato fatto tutto, biglietti, prenotazioni...”

“Non saremmo certo andati in bancarotta per una disdetta”

“Io volevo solo stare con te!”

“Nicole...”

“Ti prego...”

Scosse la testa “Mi dispiace...”

Posò il bicchiere che tenava in mano sul banco li vicino e si allontanò. Non era quello il suo posto, non quella sera. Si guardò in giro...‘ma dove diavolo sei finita?’

“Hey DJ!”

“Richard, hai una sigaretta? Le ho finite”

“Si, tieni.... quanto cazzo hai bevuto? Puzzi come una distilleria!”

Alzò le spalle mentre si accendeva la Marlboro che l’amico gli aveva passato “Senti, non è che hai visto Kate?”

“No... te la sei persa? L’ultima volta che l’ho vista stava parlando con Axl, ma come vedi al momento sua maestà è occupato i tutt’altre faccende!” sorrise indicando Axl che se ne stava seduto su una poltrona con in braccio la donna con cui poco prima stava parlando.

“Ok... sarà qui in giro...”

“Che hai fatto a Nicole? E’ scappata via!”

“Senti non iniziare, non doveva venire, ha voluto fare di testa sua e ora... bhè, non posso farci niente...”

“Bel casino davvero... sarà tornata in albergo, non ti preoccupare... piuttosto, cerca di trovare la tua amica, prima che qualcuno te la porti via!” rise battendogli una pacca sulla spalla e raggiungendo un gruppo di ragazzi davanti al banco degli alcolici.

Daren sbuffò. Si sentiva a disagio in quell’ambiente dove era ormai abituato a stare con persone a cui si era affezionato... eppure gli mancava qualcosa... o qualcuno. Possibile? Non poteva essere lei... non aveva senso. La conosceva solo da un giorno, anzi... praticamente non la conosceva per niente. Eppure... poco prima con lei stava decisamente meglio, ora invece no. Per niente.

“Cerchi la tua bella?”

“Come?” si voltò trovandosi Tommy alle spalle “Scusa dicevi?”

“La tua bella... quella ragazza... ragazza, hai presente? Due tette, un culo, una...”

“Ok, ok... ragazza, lei si... Kate... l’hai vista?”

“Non l’ha trovi certo qui amico, se ne è andata”

“Co... come sarebbe se ne è andata?! Le avevo detto di aspettarmi!”

“Si ma non credo che fosse previsto che mentre ti aspettava tu te la facessi con Nicole”

“Io non me la stavo facendo con Nicole!”

“E allora perchè te la ridevi con lei come un coglione?”

“Ma che cazzo di domande!”

“Bhè ad ogni modo la piccola deve aver... frainteso... il vostro scherzare... perchè se ne è andata, e sembrava parecchio scocciata”

“Merda!”

“Io ho cercato di trattenerla, le ho pure chiesto di venire di là con me, ma niente... hey! Dove vai adesso, dobbiamo andare in albergo per la festa!”

“Ma che cazzo me ne fotte della festa! Che coglione che sono, vaffanculo!”

Si incamminò veloce verso l’uscita, senza badare alla gente che cercava di fermarlo. Poi una mano lo afferrò, bloccandolo per un braccio.

“Lasciami Axl”

“Non è stata un buona mossa lasciarla da sola e farti vedere con Niki...”

“Non ti ci mettere anche tu, mi sento già abbastanza stronzo da solo”

“Ti posso capire Daren, credimi... nessuno è stato più stronzo di me in passato, specialmente quando si tratta di donne...” leggeva un velo di tristezza nei suoi occhi. Era sempre così quando finivano per parlare di certi argomenti... del passato. Non accadeva spesso, ma ogni volta, sul volto di Axl vedeva comparire quello sguardo “Lo accetti un consiglio da uno che di stronzate ne ha fatte più di quelle che riuscisse a sistemare?”

Daren sorrise. Gli piaceva quel lato del carattere di Axl. Doveva sempre comportarsi da fratello maggiore... o da padre. Annui.

“Muovi il culo prima che te ne penti... sai dove trovarla?”

“Si”

“Fatti accompagnare da Jason”

“Grazie amico”

“Mi chiedo come mai queste perle di saggezza non mi vengano mai fuori quando servono a me... ma forse dare consigli agli altri è più facile... va, hey! Ricordati che domani mattina partiamo, il tour prima di tutto...”

Daren di nuovo gli sorrise grato e corse fuori.

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Capitolo 11
*** 11 ***


La BMW nera sfrecciava per le strade. Daren si muoveva inquieto sul sedile posteriore.

“Jason… senti… hey mi dici che cazzo ho che non va? Ti sembro strano per caso?”

Il ragazzo alla guida lo guardò dallo specchietto “No, nessun  tatuaggio nuovo e solita faccia da scemo!” scherzò.

“Dai sul serio!” si mise in mezzo ai due sedile davanti, sporgendosi accanto a lui come un bambino impaziente “è che… merda, credo di aver fatto un casino, non so… forse dovrei lasciar perdere e tornare indietro, che dici?”

“Come faccio a dire qualcosa se non so nemmeno di che cazzo stai farneticando? Datti una calmata eh, e dimmi dove devo andare”

“Ah si… e… bo! Non mi ricordo molto bene… comunque senti un po’… insomma Kate è fantastica, no? Ma che cazzo, nemmeno la conosco! Potrebbe essere chiunque, magari una maniaca depressa con istinti suicidi! O omicidi… dovrei tornare indietro…”

“Cos’è, hai paura che la piccola ti faccia a pezzetti e ti chiuda in un frigorifero?!”

“Potrebbe succedere”

“Ma che cazzo di minchiate ti saltano in mente! E’ roba buona quella che ti sei fumato eh… potevi almeno offrire!”

“No dai Jason, dico sul serio... non sul fatto che sia una maniaca, ma… senti nemmeno la conosco e guardami! Sono scappato via letteralmnte da quella festa per andare da lei, ti sembra una cosa normale? Da quando mi precipito a casa della ragazze che incontro in tour nel pieno della notte?”

“Da quando ti sei preso una bella cotta?”

“Non dire cazzate”

“Come ti pare… allora? Mi vuoi dire dove andare o no?”

“Ehm si… è che… non mi ricordo bene… forse li, aspetta… gira qui dentro…”

“Daren… sei sicuro? Stiamo vagabondando in queste stradine del cazzo da un po’…”

“Senti non mi ricordo bene, ci sono venuto una sola volta, ed era sera… che cazzo ne so…”

“Bhè se non lo sai tu figurati io!”

“Mi sento un cretino”

“Oh lo sei amico!”

“Grazie davvero eh!”

“Prego!”

“Ah aspetta! Torna indietro… ecco! Quella è la casa… fermati qui! Hey Jason, grazie per il passaggio”

“Si si… vai e torna domani puntuale o Axl ti uccide, non ho voglia di sentire i suoi scazzi!”

“Ci proverò” disse facendogli l’occhiolino e scendendo.

“Hey!” gridò il ragazzo sporgendosi dal finestrino “Stai attento alla pazza omicida, non mi va di venirti a raccattare a pezzetti!”

Daren rise, alzò la mano in segno di saluto e aprì la porta di ingresso salendo le scale della palazzina.



Kate si era addormenta sul divano. Era stanca e fradicia, si era tolta i vestiti gettandoli a terra incurante e in intimo si era buttata sul divano, avvolta nella stessa coperta con cui Daren la mattina l’aveva riparata dal freddo. Aveva pianto, sì… si era ripromessa di non farlo, ma non era riuscita a mantenere i buoni propositi. Aveva passato lungo tempo a rimproverarsi e a darsi della stupida. Una favola… da quanto tempo ormai aveva smesso di crederci? Eppure per un attimo aveva pensato che fosse vera. Ma niente, i suoi bei castelli in aria erano miseramente crollati, come aveva previsto. Aveva lasciato un messaggio sulla segreteria dell’amica, aveva bisogno di parlare con qualcuno, ma come sempre quando sia ha bisogno, non si trova mai nessuno. Anche l’incontro con Axl, la cosa che sognava da una vita, era passata in secondo piano. Evidentemente si era presa una bella cotta per Daren, la star irraggiungibile che l’indomani sarebbe sparita lasciandola alla sua monotona vita di sempre. Così aveva pianto, e si era addormentata.

Qualcuno suonò alla porta. Si voltò dall’altra parte mugugnando, fino a quando a causa dell’insistenza di quel qualcuno si dovette alzare.

“Ma che cavolo… chi cazzo è?!?! Sono le quattro del mattino…”

Si levò pigramente avvolgendosi nella coperta e procedendo a piedi nudi verso l’ingresso.

“VANNYYYY SEI TU?! Quella scema… sarà sicuramente tornata e avrà sentito il messaggio… GUARDA CHE NON C’ERA BISOGNO CHE TI FIONDASSI QUI A QUEST’ORA, STAVO DORMENDO NEL CASO NON...” le parole le morirono in gola quando aprendo la porta, non fu certo l’amica Vanessa che si trovò davanti.

“Scusa, con chi ce l’avevi?!”

“Io… tu… tu! Che… che ci fai qui?!”

“Oh anche io sono felice di rivederti!”

“No… no senti... davvero non è il caso che tu stia qui, ok… scusa ma… no davvero…”

“Ti calmi?”

“Sono perfettamente calma!”

“E allora perché cazzo stai urlando?!”

“Perchèèèè…” abbassò la voce “perché… tu non… non dovevi venire qui…”

“Mi fai entrare?”

Kate sospirò scuotendo la testa, spalancò la porta e lasciò che il ragazzo entrasse “tanto ormai la cazzata l’ho fatta no? Una più una mano che differenza vuoi che faccia? Stupida lo sono già stata, per cui…”

“Che stai dicendo?”

“Niente… allora, cosa sei venuto a fare? Ti stai perdendo una festa”

“Non mi piacciono le feste… almeno, non in questi ultimi giorni”

“Peccato, stavo giusto per darne una”

“Noto un po’ di sarcasmo o sbaglio? Che c’è Kate, perché sei scappata?”

“Io non sono scappata! Sono solo… andata via, ecco… ero stanca”

“Ma per favore…”

“Ma che vuoi? Mi hai piantata li da sola, cosa avrei dovuto fare?!”

“Fammi spiegare… Nicole, la ragazza che hai visto con me, lei non è nessuno, ero solo un po’ sbronzo e ci ho scambiato due parole, sul serio non…”

“Non giustificarti” lo bloccò “Daren, non mi devi nessuna spiegazione, ok? Ci conosciamo appena, perché dovresti giustificarti con me? Non sono nessuno, tu sei… una star, e hai la tua vita… diversa dalla mia, troppo… per cui rilassati… non mi devi proprio niente”

“Si, è vero… non ci conosciamo… ma… avrei da ridire sul fatto che non sei nessuno”

“Daren…” sospirò. Non voleva che continuasse. Non voleva che quella situazione peggiorasse.

“Ascoltami non lo so nemmeno io com’è ok? Fatto sta che… bhè, te ne sei andata e lì io non ci volevo più stare. Non chiedermi perché visto che non lo so nemmeno io… è assurdo cazzo, è fottutamente assurdo! Ma è così… ora sono qui e sto bene… è qui che voglio stare Kate… almeno stanotte”

“Domani te ne andrai”

“Lo so… Kate…” le si avvicinò mentre lei gli dava le spalle ancora avvolta nella pesante coperta.

Lei sentì il calore del suo corpo vicino e rabbrividì. Non sarebbe mai riuscita a mandarlo via, dopotutto lo voleva, non poteva negarlo. E se quella doveva essere l’ultima notte, allora lo sarebbe stata. Il danno era già fatto, tanto vale godere ancora di lui per quel che poteva. Stava male e lo sarebbe stata in ogni caso. Ma d’altra parte se l’era voluto lei.

Le mani di lui si posarono sulle sue spalle per poi scendere alle braccia. La fece voltare e le sollevò il viso guardandola negli occhi. Kate si perse in quel azzurro ghiaccio… voleva ricordarselo così, come in quel momento. Le sue calde labbra si posarono sulle sue, schiudendole delicatamente per permettere alle loro lingue di incontrarsi e accarezzarsi. Le era mancata… possibile? Ancora non se ne capacitava. Un solo giorno insieme, una notte passata con lei… e le era mancata. Si staccarono guardandosi.

“Non è che sei una pazza squilibrata per caso?”

“Che… come scusa?”

“No niente, chiedevo…”

“E…”

“Che c’è?”

“E...”

“Cosa?!”

“EEEEEETCHUUUUUUUUU!!!”

“Che schifo!!!” rise lui fingendo di ripararsi con le mani.

“Scusa!!!”

“Ti sei presa un raffreddore!”

“Tutta colpa tua…”

“Mi farò perdonare…”

Le prese la mano guidandola verso la camera da letto. La fece stendere e le levò la coperta, gettandola di lato “questa non ti serve…”

Le sue mano bollenti scorrevano sul suo corpo e i suoi baci la infiammarono di passione. Kate sapeva che quella sarebbe stata l’ultima notte che avrebbe passato con lui. E per questo, mentre godevano l’uno dell’altra, si aggrappò a lui quasi a non volerlo più lasciare andare. Ma la mattina sarebbe giunta presto, e con essa il tempo degli addii.

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Capitolo 12
*** 12 ***


Daren si rigirò nel letto tastando col braccio il posto accanto al suo… vuoto… e freddo. Spalancò gli occhi, effettivamente al suo fianco non c’era nessuno. Sentì un rumore sotto di sé e voltò il capo verso il ciglio del letto… l’unica cosa che vide fu un sedere all’aria fasciato da quella che doveva essere una gonna da tileur. Kate se ne stava con il busto sotto al letto, cercando chissà cosa.

Era stata decisamente una bella nottata… l’ultima? Forse… le aveva chiesto di seguirlo. Il perché non sapeva dirlo nemmeno lui, l’unica cosa che sapeva è che il solo pensiero di separarsi da lei non lo faceva stare bene. Voleva stare con lei, voleva che lo seguisse. Il sorriso gli si smorzò sulle labbra quando si ricordò che lei alla sua domanda non aveva risposto. Era girata di spalle, mentre lui la abbracciava da dietro. Forse dormiva e non aveva sentito… o forse non aveva voluto rispondergli. Non aveva insistito oltre. Sapeva che era una richiesta avventata e assurda. D’altra parte perché avrebbe dovuto farlo? Non era una ragazzina isterica disposta a lasciare tutto per gettarsi tra le braccia di un rocker inaffidabile e giramondo. Qualsiasi fosse stata la sua scelta, avrebbe cercato di accettarla.

La sua mano le sfiorò i glutei facendola sobbalzare, e da sotto al letto picchiò la testa contro la rete “AIOOOOO!!!” urlò da sotto. Ne uscì fuori con un’espressione dolorante e massaggiandosi i capelli sciolti. Tra le mani aveva una decoltè nera “Mi vuoi uccidere?!”

“Scusa… cosa facevi li sotto?”

“Cercavo questa… sono disordinata visto? Non sono poi cosi per fettina come credevi... ho scarpe ovunque, non riesco proprio a tenerle a posto” si alzò.

Indossava una lounghette nera e una camicia bianca. Si infilò le scarpe e davanti allo specchio si sistemò i capelli. Daren si alzò e la raggiunse abbracciandola. Le diede un bacio sul collo, e sentì la ragazza irrigidirsi al suo tocco.

“Dove vai a quest’ora?”

“Io… devo… andare al lavoro…”

“Oh certo… sei un avvocato, giusto…”

“Quasi”

“Ok…” di nuovo la baciò tracciando con la lingua una linea sul suo collo e insinuando una mano nella scollatura aperta della camicia, accarezzandole il seno.

“No… no, aspetta… non posso...”

“Si che puoi...”

“NO!”

“Che ti prende?” chiese lui un po’ infastidito staccandosi da lei.

“Io devo andare! Sono in ritardo...”

“Aspetta...” la fermò afferrandola per il braccio e voltandola verso di se.

Kate girò il viso dall’altra parte, non riusciva a guardare i suoi occhi... non dormiva quando le aveva chiesto di seguirlo. Aveva solo fatto finta. Aveva passato tutta la notte a pensare, scossa da quell’assurda richiesta. Poteva sembrare un sogno che si realizzava... ma forse era solo un incubo. Non ci avrebbe pensato due volte, ma non era tipo da fare le cose in modo avventato. Cosa sarebbe successo? Quanto sarebbe durata? E poi? Avrebbe perso tutto per inseguire un sogno destinato probabilmente a rompersi e a mandare i cocci ovunque. Era meglio dirsi addio ora. Avrebbe fatto male, ma se non altro i danni sarebbero stati limitati. Dopo sarebbe stato peggio... se fosse andata con lui.

Le prese il viso tra le mani obbligandola a guardarlo.

“Kate... devi dirmi qualcosa? Perchè... stai piangendo? Hey...” Quella reazione l’aveva preso in contropiede.

“Scusami...”

“Cosa vuoi dire?”

“Io... non verrò...”

“Tu... ti ho chiesto di venire con me Kate... cazzo! Hey... ho fatto qualcosa? Insomma... che c’è? Pensavo stessimo bene e...” si bloccò da solo quando si rese conto di sembrare patetico.

“Piantala! Daren, da quanto tempo mi conosci? Due giorni? E quanto tempo passerà prima che tu ti stanchi?”

“Ma che cazzo di discorsi fai?!”

“Credimi è meglio così”

“No, aspetta... dove vai?!”

“Addio...”

“Kate...” cercò di afferrarla mentre in fretta presa giacca e valigetta camminando veloce verso la porta d’ingresso “Kate, aspetta!”

“Quando esci metti la chiave sotto lo zerbino... buona fortuna Daren Jay...”

“KATE!!!” rimase immobile mentre fissava la porta richiudersi davanti a lui. Realizzò solo dopo qualche secondo “VAFFANCULO!” urlò arrabbiato.

Si passò una mano tra i capelli nervoso, senza capire il perchè di quella scelta, senza riuscire a darsi una spiegazione. Non sapeva capire niente di quello che gli era accaduto in quei giorni. Era possibile innamorarsi di una ragazza e conoscerla a mala pena? Era possibile proporle di mollare tutta la sua vita seguendolo senza alcuna certezza? Era possibile stare male per una risposta negativa... si.

Sbuffò camminando per la stanza senza sapere che fare. Rispettare la sua decisione... ecco cosa. Non l’avrebbe forzata, aveva scelto. Si rivestì guardando la stanza attorno a lui. Si tolse dal collo la catenina che era solito portare e la posò sul suo cuscino. Era ora di andare.


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mmm... bene bene... siamo giunti all'epilogo... il prossimo capitolo sarà l'ultimo, eh già...

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Capitolo 13
*** 13 ***


Kate camminava veloce verso l’ufficio dove lavorava come assistente. In realtà sarebbe dovuta andare più tardi, ma aveva preferito andarsene... stava scappando? Si, in effetti era proprio così. Stare in casa con Daren ancora un po’ sarebbe stato deleterio per lei, specie dopo la decisione che aveva preso e che voleva mantenere a tutti i costi. Sbuffò. Avrebbe voluto tornare indietro, ma non era più una ragazzina. Era finito il tempo di correre dietro ai propri sogni, era una donna, e come tale doveva comportarsi. Non poteva e non voleva mandare all’aria anni di studio, duro lavoro e fatiche per una cosa in cui non aveva la minima certezza. Anche se questa cosa le aveva dato più felicità in due giorni che tutto il resto in una vita intera. Lei che non aveva ma avuto nulla di regalato e facile nella sua esistenza, si trovava tra le mani una proposta che qualsiasi ragazza avrebbe avuto serie difficoltà a non accettare. Ma la verità è che aveva paura. Paura che quell’idillio con Daren durasse troppo poco, paura di essere abbandonata, di essere ferita, paura di rimanere di nuovo da sola, ora che l’aveva incontrato. Per cui decise che era meglio così. Troncare subito, senza ulteriori coinvolgimenti. Sarebbe stata male, stava già male... ma le sarebbe passata e Daren sarebbe stato solo un bel ricordo stampato nella sua mente... e nel suo cuore.

Camminò a caso per un tempo imprecisato, poi si fermò al bar dove lavorava sedendosi al bancone.

“Kate! Scusa se ieri non ti ho risposto! Ho sentito il tuo messaggio solo stamattina, ho dormito da Cody!”

“Ciao Vanny, non fa niente, è tutto ok”

“Sicura? Hai una faccia...”

“Quella che ho sempre avuto... spiacente che non sia di tuo gradimento...”

“Accidenti... ok, hai qualcosa che non va... mmm... non c’entrerà il tipo dell’altro giorno per caso? Quello strano con tutti quei tatuaggi?”

“No!”

“Si si, e io sono la regina Elisabetta... ti conosco bella, non dirmi cazzate!”

“Ufff... mi fai un caffè per favore?”

“Ok... tanto prima o poi sputerai il rospo... stai andando al lavoro?”

“Già, ma sono in anticipo”

“Tieni” disse la ragazza posandole davanti una tazza fumante.

“Vanny... tu che faresti se.... insomma... metti di incontrare qualcuno ok? Ma non uno qualsiasi, cioè... uno così impossibile che non ti saresti mai sognata di incontrare”

“Tipo Brad Pitt?”

“Sì, tipo Brad Pitt”

“Magari!

“Ok, hai incontrato Brad Pitt... è un fulmine a ciel sereno, ok? Passi dei giorni indimenticabili, senza nemmeno poter credere a quello che stai vivendo con lui”

“Oddio, un sogno!”

“Si, appunto... poi lui ti chiede di mollare tutto e andare con lui... che fai?”

“Che faccio? E me lo chiedi?! Ma al volo!”

“Sul serio?”

“Ci puoi contare!”

“Ma... pensaci bene, cioè... dico davvero... ci andresti? Molleresti tutto... per lui? Insomma... senza certezze, senza sapere  cosa succederà l’indomani? Potrebbe stancarsi e... tu ti ritroveresti da sola... e senza niente... lo faresti lo stesso?”

“Kate... ma sei scema o cosa?! Andiamo! Cos’abbiamo da perdere? Una famiglia? No... un lavoro? Oh si certo...  bello schifo! Io non ci penserei due volte, farei le valige e via con Brad! Alla faccia di quella mummia di Angelina Jolie! Si vive una volta sola Kate, e io non vorrei avere rimpianti sai...”

Kate rimase a fissare la tazza che teneva tra le mani. Forse Vanessa aveva ragione...

“Hey guarda!” disse l’amica indicando la TV accesa “non è il concerto a cui sei andata ieri sera? Non ti ho nemmeno chiesto com’è stato!”

Kate si voltò a guardare lo schermo. MTV proponeva una parte dello show, e lei si ritrovò di nuovo catapultata in quelle emozioni che aveva vissuto dal vivo. C’era Axl, con la sua giacca luccicante, che cantava e sorrideva al pubblico, scrutando la folla con gli occhi verdi e vispi di un ragazzo mai cresciuto. La band era energica, potente ed entusiasta. Poi la telecamera si soffermò sul solista, impegnato nel suo solo... Daren aveva il viso concentrato, teso in una smorfia che lo rendeva ancora più affascinante. L’inquadratura strinse sulle mani che scorrevano veloci sulle corde, per poi passare di nuovo al suo volto... fin quando alzò lo sguardo, e sorrise al pubblico. Quel sorriso, quegli occhi... ogni minimo tratto del suo volto faceva partire in lei una scossa interna che si irradiava in tutto il corpo. Fremette sullo sgabello, nervosa e... indecisa.

“Hey! Ma... io l’ho già visto quel tipo!” notò d’un tratto Vanessa “E’ lui! E’ il ragazzo dell’altro giorno! Kate cazzo, perchè non mi hai detto chi era, è...”

“Merda!” Kate scattò in piedi “Merda merda merda!!”

“Che ti prende?!” domandò la ragazza sbigottita.

“Vanny... sto per fare una cazzata... un’enoooorme cazzata! Almeno, credo che sia una cazzata... ohhhh, merda!” si passò le  mani tra i capelli tirandoli indietro.

“Ti dai una calmata?!”

“Devo andare”

“Dove?!”

“All’aeroporto!”

“Che!?!?”

“Sono stata una stupida! Hai ragione, hai ragione da vendere!”

“Kate, mi spaventi così!”

Si sporse sul bancone afferrandola per le braccia e baciandola sulla guancia “Grazie grazie grazie! Si, ok, lo faccio... ho deciso! L’hai detto tu no? Si vive una volta sola!”

“Si ma insomma, io mi riferivo ad un caso ipotetico... e... oh cazzo... non dirmelo!” disse fissando l’immagine di Daren che continuava a suonare sullo schermo “non era una situazione ipotetica vero? Lui... tu...”

Kate rispose con un largo sorriso, poi prese la valigetta che aveva abbandonato sullo sgabello  e corse verso la porta di uscita.

“Aspetta! Kaaaaaate!”

“Ti chiamo, promesso!”



Corse fuori fermando il primo taxi che le si parò davanti “All’aeroporto per favore... in fretta!”

La macchina partì veloce, raggiungendo l’aeroporto in quella che a Kate sembrò un’infinità di tempo. Nel frattempo tentò continuamente di chiamare il ragazzo, senza risultati... il cellulare risultava irraggiungibile. Sobbalzò quando il telefono squillo, rispose senza nemmeno guardare chi fosse.

“Daren!”

“Kate! Kate sono Dalton!” sospirò... era il suo capo... “Si può sapere che fine hai fatto? Ti stò aspettando da un quarto d’ora, sei in ritardo!”

“Sì... sì lo so signor Dalton”

“Ah lo sai? Bhè che aspetti allora? Muoviti, ho bisogno di quei documenti!”

“Veramente io...”

“Kate, non ho tempo da perdere, ti voglio nel mio ufficio entro cinque minuti!”

“Oh... dovrà aspettare molto di più! Anzi, sa una cosa? Non mi aspetti affatto!” sbottò sentendo un improvviso senso di  liberazione.

“Kate non è divertente, muoviti se non vuoi perdere il posto!”

“Ma se ne vada a fanculo!” e attaccò ridendo da sola “L’ho fatto... oh si! L’ho fatto sul serio!” ormai non poteva più tirarsi indietro.

L’uomo alla guida dallo specchietto la guardò scuotendo la testa.



Arrivata all’aeroporto corse dentro rendendosi conto che non sapeva nemmeno dove erano diretti i Guns. Scorse però una piccola folla di ragazzi, con cartelloni di arrivederci e magliette del gruppo, loro sicuramente sapevano dove cercare!

“Hey! Hey ragazzi, scusate... siete qui per i Guns vero?”

“Si certo!” le rispose un ragazzotto biondo.

“E li avete visti? Sapete dirmi se... dove posso andare a...”

“Bella dovevi muoverti prima, sono saliti sull’aereo dieci minuti fa, saranno già decollati ormai”

“Ah... ok... grazie...”

Si voltò allontanandosi lentamente. Doveva ancora realizzare... non era arrivata in tempo. Aveva preso la sua decisione troppo tardi. Uscì dall’aeroporto risalendo su un taxi, e tornando verso casa, mentre le lacrime gonfiarono i suoi occhi.


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Eh lo so, vi avevo detto che era l'ultimo e invece... mi è scappato un altro capitolo! Si vede che finire con n° 13 di capitoli non mi piaceva :P Il prossimo sarà l'ultimo sul serio però! Baci :)

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Capitolo 14
*** 14 ***


Scese dal taxi ormai senza riuscire a trattenere le lacrime. Tirò su il naso e si pulì con la manica della giacca, che faceva da bambina. Quella che pensava essere la decisione giusta, si era rivelato solo un gran casino. Colpa sua, si diceva, avrebbe dovuto decidersi prima... aveva anche mandato a fanculo il suo capo. Gli rimaneva solo il lavoro al bar, e il suo futuro da avvocato probabilmente, era sfumato in quelle poche parole dette al telefono. Rise istericamente mentre apriva il portone d’ingresso.

***

Qualche ora prima...

“Che c’è che non va?” Axl si avvicinò al ragazzo, che da quando era tornato in albergo, poi per tutto il tragitto verso l’aeroporto e ancora in quel momento mentre aspettavano di imbarcarsi, era rimasto chiuso in un mesto silenzio immerso in chissà quali pensieri.

“Niente”

“Finiscila Daren, perchè cazzo ti devi comportare come un bambino?”

Daren alzò lo sguardo verso il rosso, sollevando perplesso un sopracciglio “se ti avessi conosciuto anni fa ti avrei fatto la stessa domanda”

“Ok me la sono cercata... ora però dimmi che ti è preso, non hai detto una parola da stamattina, e non è da te, di solito sei logorroico”

Sbuffò “Si tratta di quella ragazza”

“Kate?”

“Si”

“Che c’è? Ti  ha fatto scene isteriche ed è scoppiata a piangere al momento dei saluti? Guarda che è normale, dovresti essere abituato agli scleri dei fans”

“Axl... lei non è una fans... non è una delle ragazze che ogni tanto ti fai per divertimento... e, no, non è scoppiata a piangere e non ha fatto nessuna scenata”

“Bhè meglio così! Personalmente odio trovarmi in quelle situazioni... mi fa stare male vedere la gente che soffre, soprattutto a causa mia”

“Si già, bè strano, perchè sta volta vaffanculo! Sono io che sto di merda, ok?”

Axl rise “Che?! DJ non mi dirai che ti sei...”

“Non dirlo! Cazzo, non dirlo! Merda... Le ho chiesto di venire con me!”

“E’ più grave di quanto pensassi... che ti ha detto?”

“Vedi qualche ragazza di nome Kate qua in giro? Perchè no! Io non la vedo...” prese nervosamente una sigaretta, Axl glie la strappò dalla bocca.

“E secondo te perchè non è venuta?”

“Evidentemente non glie ne frega più di tanto no? Questa volta sono rimasto fottuto io...”

“Idiota” scosse la testa.

“Scusa? Ti ci metti anche tu adesso?!”

“Daren! Ragiona! Mettiti nei suoi panni, tu che avresti fatto?”

“Bhè se provasse per me quello che provo io per lei non ci avrei pensato due volte!”

“Sul serio?”

“Si!”

 Axl diede un ceffone dietro il capo del ragazzo “AIO!”

“Così forse ti rinsavisci! Ascolta... Kate non è come noi, non è come Nicole e come le tante ragazze abituate a girarci attorno... lei è estranea al nostro mondo, ha una vita normale probabilmente monotona e terribilmente piatta... ma è la sua vita, chiunque al suo posto avrebbe paura di lasciare tutto, per quanto noioso che sia, per seguire una persona che conosce da due giorni, senza sapere nulla di cosa le riserva il futuro. Se lei ti seguisse, se venisse con te e tra qualche tempo le cose non funzionassero? Tu continueresti la tua bella vita tra tour, musica, soldi  e fighe... lei? Avrebbe perso tutto... è comprensibile Daren, nemmeno io ti avrei seguito”

Il ragazzo abbassò cupo lo sguardo “mi ridai la mia sigaretta?” Axl glie la ripassò e lui la accese “Odio ammettere che hai ragione...”

“E io amo quando mi si da ragione”

“Che idota che sono...”

“Su questo sono io a darti ragione” gli diede un’altro schiaffo.

“AIO! Hey! Basta cazzo!”

“Te lo meriti... vedi è vero, non ti avrei seguito... ma se tu avessi insistito, forse...”

“No scusa, praticamente mi hai appena detto che le ho fatto una richiesta improponibile, e ora mi stai  dicendo che avrei dovuto insistere? Axl, sei scemo o cosa?!”

“mmm... senti, ho molta più esperienza di te in queste cose! Una donna ha bisogno di sentirsi sicura, ha bisogno di certezze! E’ un bisogno primario per loro, non possono vivere senza certezze, soprattutto per quanto riguarda i sentimenti”

“Ma io non le posso dare nessuna certezza”

“Per il futuro no, nessuno di noi può darne, sarebbe da ipocriti e francamente, anche un po’ da coglioni... ma per il presente? Forse lei non ha capito quanto tu ci tenga... forse ha solo paura di essere un divertimento momentaneo e che tu ti stanchi di lei”

“Non è così”

“Lo stai dicendo a me, ma a lei l’hai detto?”

“Io non immaginavo che...”

“Certo, tu non immaginavi...” scosse la testa sorridendo “ho fatto tante cazzate nella mia vita, e una cosa di cui mi pento amaramente in ogni momento, è di essere arrivato alla mia età solo”

“Non sei solo, sei circondato da mille persone”

“Hai capito cosa intendo...” i loro sguardi si incrociarono, e in quegli occhi smeraldini Daren lesse solo tanta tristezza “non dico che lei sia la donna della tua vita, ma potrebbe esserlo... insomma, che può dirlo? Forse ti stai facendo scappare l’occasione di essere felice” un’assistente venne ad avvisarli di preparasi per l’imbarco. Si alzarono, Axl diede una pacca sulla spalla al ragazzo “per cui vattene” concluse.

“Cosa?”

“Vattene!”

“Che stai dicendo?!”

“Hai capito, ho detto VATTENE!!! Corri da lei, e dille quello che devi dirle”

“Ma...”

“Cazzo! Ma una sega Daren, vai! La prossima data è domani sera, prenderai un’altro volo ok?”

Daren finì la sigaretta teso e rimescolando nella testa le cose che quell’Axl che tanto sembrava un padre, gli aveva detto. Buttò a terra il mozzicone annuendo col capo “Si... si cazzo, grazie Axl... davvero!”

“Muoviti...”

Sorrise grato all’amico per avergli fatto capire quello che davvero contava e si voltò allontanandosi di fretta.

“Hey!” lo richiamò Axl “Domani voglio il tuo culo su quel palco, ricordatelo! In caso contrario mi incazzerò così tanto che nessuno potrà salvarti dalla mia ira!” gli urlò dietro, ricevendo in risposta un medio alzato da un Daren sorridente.

Rise scuotendo il capo e oltrepassando la barriera del check in.

“Hey dove cazzo va Daren?!” domandò Dizzy.

“L’ho licenziato...”

“Che?!?!?”

“Scherzavo!”

“Faffanculo Axl, vaffanculo davvero!”

***

Kate salì le scale che portavano al suo appartamento lentamente. Non aveva nemmeno voglia di starsene li, ma che altro avrebbe potuto fare? Tirò su di nuovo col naso mentre cercava in tasca e nella borsa le chiavi per aprire la porta. Frugò senza però trovare nulla.

“Accidenti!” poi si ricordò. Le aveva lasciate a Daren quella mattina, chiedendogli di metterle poi sotto il tappetino. Guardò così li sotto, senza però trovarle. Sbuffò, mentre le lacrime continuavano a scendere “Merda! Anche questa adesso... e non ho nemmeno delle chiavi di scorta” si passò le mani tra i capelli, rimanendo seduta a terra con le spalle al muro e il viso immerso nelle braccia strette attorno alle ginocchia “Vaffanculo davvero...” boffonchiò tra i singhiozzi.

“Cercavi queste?” disse una voce familiare.

Alzò il viso quanto bastava per vedere una mano davanti a se che le porgeva un mazzo di chiavi. Il cuore accelerò i battiti facendola quasi stare male quando alzando di più il capo, il suo sguardo incrociò quello azzurro e dolce di Daren. Gli saltò al collo stringendolo forte, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo e piangendo come una bambina, sentendosi maledettamente stupida per quella reazione un po’ infantile, temendo di sembrargli sciocca. Ma cosa le importava? In fondo non aveva nulla da perdere ormai, se non lui. Le braccia del ragazzo si strinsero attorno al suo corpo infondendole calore e sicurezza. Le accarezzò la schiena posandole un bacio sulla testa.

“Avevo dimenticato di lasciarti qui le chiavi” rise.

Kate scosse la testa, di nuovo stringendosi a lui "Dannazione Daren, si! Si!"

Sorrise capendo subito che con quel si, aveva accettato la sua folle proposta di seguirlo. La baciò con ardore, impossessandosi delle sue labbra e inspirando il suo profumo, che per un pelo, aveva rischiato di perdere. Si sollevarono dopo un po’, quando dovettero staccarsi per riprendere fiato.

“Hai delle valige da fare o sbaglio?”

“Credo di si”

Con le dita le asciugò le guance bagnate, aprì la porta e la trascinò dentro, incastrandola tra il muro e le sue braccia, mentre con la lingua giocava vivacemente nella sua bocca. Scese al collo, mordicchiandolo, mentre le mani accarezzavano la pelle nuda sotto la camicia ormai sbottonata.

“Forse... dovremmo... parlare... di un po’ di cose...” sussurrò Kate tra un sospiro e l’altro.

“Si... devo dirti parecchie cose in effetti...” rispose lui mentre si inginocchiava abbassandosi verso il suo ventre, ormai in fiamme.

Ad un gemito di Kate, si rialzò prendendola in braccio e portandola in camera, dove il letto era ancora sfatto dopo la notte passata insieme.

“Un fottuto vecchio saggio mi ha fatto capire l’enorme cazzata che stavo per fare andandomene” disse ridendo, pensando alla faccia che avrebbe fatto Axl sentendosi chiamare in quel modo.

“E io ho fatto un’enorme cazzata a dirti di no questa mattina...”

“Fortuna che abbiamo rimediato in tempo, non credi?”

“Già...”

“E allora diamoci da fare” disse deciso facendola sdraiare sotto di se e riprendendo a baciarla “poi abbiamo un aereo da prendere, giusto?”

“Giusto!”


THE END



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Well... confesso che sono un po' emozionata, e anche un pochino triste... è la prima ff a capitoli che concludo!!! E mi ci ero affezionata cavolo, anche se era solo un 'esperimento'. Non oso immaginare quando finirò Walk!!! A parte questo... spero di non avervi deluso con il finale... lo so, è un po' scontato. Ma che volete farci? io sono una fan del lieto fine, non ci posso fare nulla :-) amo vedere felici i miei pg!
Ad ogni modo non sarei nemmeno arrivat qui se non fosse stato per voi che leggete e recensite con così tanta positività! Per cui, e qui concludo se no mi dilungo troppo, grazie di cuore a tutte voi! E un grazie particolare a Ram che mi incoraggia sempre.

Un bacione, ci sentiamo nelle altre storie, tanto da qua non scappo ;-) Lau

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