The 11th Is the Charm di waytotheend (/viewuser.php?uid=41381)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1st ***
Capitolo 2: *** 2nd ***
Capitolo 3: *** 3rd ***
Capitolo 4: *** 4th ***
Capitolo 5: *** 5th ***
Capitolo 6: *** 6th ***
Capitolo 7: *** 7th ***
Capitolo 8: *** 8th ***
Capitolo 9: *** 9th ***
Capitolo 10: *** 10th ***
Capitolo 11: *** 11th ***
Capitolo 1 *** 1st ***
Titolo: The 11th Time is the Charm
(L’Undicesima Volta è quella buona) Fandom: Torchwood, Doctor Who Warnings: AU, OneShot, CrossOver Personaggi: Ianto Jones, 1st Doctor, 2nd Doctor,
3rd Doctor, 4th Doctor, 5th Doctor, 6th Doctor, 7th Doctor, 8th Doctor, 9th
Doctor, 10th Doctor, 11th Doctor. Pairing: Ianto/Doctor [riferimenti a
Ianto/Jack] Summary: Ianto incontra il Dottore molte volte nel corso della sua
vita…
A/N: questa storia si compone di 11
oneshots e riprende il titolo dal detto inglese "The third time is the
charm" che sta ad indicare che la terza volta in cui tenti qualche cosa,
sarà la volta buona per riuscirci. Quindi questa raccolta di oneshots si
intitola "L'Undicesima Volta E' Quella Buona" ed è una
Ianto/10th Doctor, Ianto/11th Doctor anche se
in realtà Ianto incontrerà tutti e 11 i dottori. Adoro tutte le possibilità che
scrivere una SciFi ti dà e spero che qualcuno leggerà questa storia e la troverà
piacevole. Alcuni "capitoli" sono più corti di altri. Buona
lettura! ______________________________
Ianto ha sei anni quando incontra quello che lui
chiama “l’uomo che compare ogni volta che ne ho bisogno” per la prima
volta.
Sta giocando a calcio per strada con Tommy Talbot
ed è estate, il primo giorno di vacanza dalla scuola e le loro madri li hanno
lasciati liberi per tutto il pomeriggio.
Tommy ride dicendo a Ianto che è un pessimo
portiere e mentre il ragazzo è impegnato a dire che non è vero, il pallone
rotola oltre il suo piede finendo in strada.
Le macchine passano in fretta e Ianto ha gli occhi
fissi sulla palla e non sta prestando attenzione a dove cammina.
Quando sta per scendere dal marciapiede, una mano
gli si poggia sulla spalla e lo tira indietro con forza.
Ianto guarda in su e trova un uomo anziano con
capelli bianchi come la neve e un’espressione severa in viso e pensa che un po’
gli ricorda suo nonno che è morto quella primavera.
“Attento a dove vai ragazzo,” lo rimprovera
l’anziano e il bambino si ritrova ad annuire, la palla ormai dimenticata mentre
guarda quello strambo signore sparire dietro l’angolo infondo alla strada.
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Capitolo 2 *** 2nd ***
Ianto ha dieci anni, è la notte di Natale e sta
vagando per le strade della città da solo perché ha litigato con Rhiannon ed è
uscito di casa prima che i suoi genitori se ne rendessero conto.
Fermo davanti alla vetrina di un negozio di
giocattoli, si chiede quanto ancora manchi per diventare grande e potersene
andare; vuole andare a Londra e dimenticare di essere mai vissuto in quel posto.
Quando sente un flebile rumore provenire dalla
strada di fianco al negozio, si dirige in quella direzione e vede un uomo con
capelli castani uscire barcollando da dentro ad una vecchia cabina del telefono
blu.
Ianto non è certo del perché ma è convinto di
conoscere quel uomo.
I loro occhi si incontrano e l’uomo sorride. “Beh,
ci rivediamo. Resta alla larga da strade trafficate.”
Ianto corruga la fronte ed un’espressione sorpresa
si fa largo sul suo volto. “Come… come…”
“Magari un giorno,” lo interrompe l’adulto,
“avremmo tempo per le spiegazioni. Allora, che anno è?”
“E’ il 1993. Come ti chiami?”
L’uomo gli sorride gentilmente, “Chiamami
Dottore.”
“Dottore in cosa?”
“Soltanto Dottore.”
“Ok,” Ianto annuisce e gli porge la mano, “Io sono
Ianto, Ianto Jones.”
“Piacere di conoscerti Ianto Jones.” L’uomo si
guarda in giro e sospira pesantemente. “Mi spiace ma adesso devo proprio
andare,” dice in fretta prima di avviarsi lungo la strada da cui Ianto è venuto.
Il ragazzo lo guarda allontanarsi per qualche
momento e poi urla, “Ci rivedremo?”
“Certamente Ianto
Jones.”
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Capitolo 3 *** 3rd ***
Da tredicenne la vita per Ianto non è facile. Non
riesce ad inserirsi tra i ragazzi a scuola, Tommy si è trasferito già da più di
un anno in Scozia e già conquistare la sua amicizia era stata un’impresa
difficile per lui e non sa se vuole più riprovarci.
Così si ritrova quasi tutto il tempo da solo;
osserva le cose, le studia e prende appunti, ha interi quaderni a casa sua e
comincia per fino a tenere un taccuino di tutte le cose strane che succedono.
E’ in gita a Londra con la scuola quando rivede il
Dottore o almeno chi pensa sia il Dottore dato che ha di nuovo cambiato aspetto.
Adesso è più vecchio e biondo e ha con se una giovane donna.
Ianto li segue facendo attenzione a non farsi
vedere, a nascondersi dietro ad un angolo ogni volta che il Dottore o la donna
si voltano indietro.
Li segue per quasi tutta la giornata mentre i due
si muovono velocemente per le strade di Londra.
Quando il sole è ormai quasi del tutto tramontato e
l’arancio del cielo si perde nel blu della notte, li perde di vista e si
rassegna a dover tornare nell’albergo che la scuola ha prenotato per la
settimana di gita.
È quasi arrivato all’albergo quando si sente
chiamare. Si volta e il Dottore e la donna lo guardano sorridendo.
“Non dovresti seguirmi. Non è mai una cosa saggia
da fare,” lo rimprovera il Dottore e la donna fa qualche passo avanti ed estende
la sua mano a Ianto.
“Io sono Sara Jane. Il Dottore parla spesso del
ragazzo che continua ad incontrare nei posti meno adatti.”
“Stai facendo attenzione a dove cammini?”
interviene l’uomo prima che Ianto possa dire niente.
“Si. Ormai ho tredici anni e…”
“Puoi ancora essere investito.”
“Avevi detto che ci saremmo rivisti,” lo interrompe
Ianto. E’ risoluto e infastidito perché pare che l’unica cosa che sta diventando
costante nella sua vita, è un uomo che continua a cambiare volto e che insegue
strane cose striscianti nei vicoli di Londra.
“E ci stiamo vedendo Ianto Jones. Viaggio molto,
non so mai quando potrò tornare nello stesso luogo e non è mai nello stesso
tempo.”
“Potrò venire con te un giorno?”
Sara Jane sorride quando vede la speranza farsi
largo negli occhi azzurri del ragazzo. “Sono certa che un giorno verrà a
prenderti. Quando sarai cresciuto ancora un po’,” risponde lei per il Dottore
che si limita ad annuire prima di salutarlo con un cenno della mano e
allontanarsi.
“Lo tieni d’occhio?” chiede Ianto a Sara Jane che
annuisce.
“Sempre.”
“Perché penso che voi affrontiate cose più
pericolose di una strada trafficata e qualcuno deve accertarsi che stia
bene.”
“Lo farò, Ianto. È stato un piacere
conoscerti.”
Ianto annuisce e volta le spalle
allontanandosi.
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Capitolo 4 *** 4th ***
Quando Ianto incontra il Dottore nuovamente sono
passati due anni e mezzo e adesso ha quasi sedici anni. Questa volta si
incontrano ad Edimburgo dove Ianto è a trovare la zia per l’estate.
Il Dottore ha di nuovo cambiato viso e questa volta
è moro con i capelli ricci e sembra più giovane; Ianto vorrebbe chiedere perché
continua a cambiare.
La settimana prima ha visto con Arthur (finalmente
ha un nuovo amico) Visitors e adesso è certo che il Dottore sia un alieno
ma non sa come chiederlo perché non puoi andare da qualcuno che vedi una volta
ogni due o tre anni e dire ‘scusami? Sei un alieno? Vuoi invadere la terra o
la stai proteggendo?’
Questa volta però Ianto non insegue il Dottore,
continua la sua camminata su per Calton Hill e si siede su una panchina e senza
rendersene veramente conto, aspetta. Aspetta fino a quando il sole è calato e la
città si sveglia con le sue mille luci.
Quando con peso morto il Dottore si lascia cadere
sulla panchina vicino a lui, Ianto non è sorpreso. Apre il suo zaino e tira
fuori una bottiglia d’acqua e la passa all’uomo.
“Sei un alieno?” chiede totalmente all’improvviso e
il Dottore ride, il sorso d’acqua gli va di traverso e sputacchia tossendo prima
di voltarsi verso Ianto.
Il ragazzo è cresciuto, è più alto, più magro, i
capelli sono più lunghi e gli occhi un po’ più tristi.
“Cosa te lo fa pensare?” chiede infine quando
riesce a respirare nuovamente e ha ritrovato un tuono di serietà.
Ianto scrolla le spalle. “E’ la quarta volta che ti
incontro ed è la quarta volta che hai un altro corpo. Penso che il tuo essere
alieno sia l’unico modo in cui spiegarlo.”
“Sei molto intelligente Ianto Jones.”
Il ragazzo scrolla nuovamente le spalle, “no, non
ci vuole molto a capire che se continui a cambiare non devi essere di queste
parti.” Si volta a guardare il Dottore e inarca un sopracciglio, “C’è Sara
Jane?”
Il Dottore scuote la testa, “No, adesso sto
viaggiando con Romana. È della mia stessa specie, sai?”
“Che sarebbe?”
“Hai molte domande.”
“Soltanto due o tre veramente.”
Il Dottore lo osserva a lungo. “Risponderò alle tue
domande ma poi tu dovrai rispondere ad una delle mie.”
“Mi sembra giusto,” Ianto annuisce e riprende a
guardare la città che si staglia contro la notte. “Perché ogni volta che ti vedo
sei sempre diverso?”
“Quando sto per morire posso rigenerarmi per
sopravvivere.”
“Vuole dire che non morirai mai?”
“No,” il Dottore scuote la testa e Ianto si volta a
guardarlo. “Vuole dire che per un certo numero di volte, posso andare vicino
alla morte ed evitarla. Non durerà per sempre.”
“Hai detto che stai viaggiando con una donna della
tua specie, che sarebbe?”
“Oh è qualcosa che non tutti possono capire. Ci
chiamiamo Signori del Tempo e possiamo viaggiare nello spazio e nel tempo ma
dobbiamo rispettare le leggi che lo governano e non impedire mai cose che per
quanto orrende sono necessarie al futuro di una civiltà.”
Ianto resta in silenzio, contempla quelle parole e
le archivia nella sua memoria e si trattiene dal chiedere di poter andare via
con lui perché da qualche parte dentro di sé, sa che non è ancora arrivato il
momento giusto.
“Cosa vuoi chiedermi?” dice infine.
“Come fai a riconoscermi ogni volta?” Il Dottore è
genuinamente curioso perché non gli è mai successo prima e la voglia di scoprire
è il suo difetto e il suo pregio più grande.
Ianto scrolla le spalle. “Lo so e basta, non penso
di saperlo spiegare. So che sei tu quando ti vedo, tutto qui.”
“Oh voi umani non smetterete mai di
stupirmi.”
“Avresti dovuto scegliere una specie migliore della
nostra per le tue missioni di salvataggio.”
“Credi non siate degni di essere salvati?”
“A volte. Mi capita di chiedermi cosa lasceremo di
positivo una volta che spariremo.”
Il Dottore passa un braccio attorno alle spalle di
Ianto e lo stringe a se in un mezzo e strambo abbraccio che non è abituato a
dare e che se il modo in cui il corpo di Ianto si irrigidisce è un segno, il
ragazzo non è abituato a ricevere.
“Allora è un bene che io sappia vedere il meglio
nella gente,” l’alieno sussurra tra i capelli ribelli del ragazzo. “Adesso
dovresti tornare dalla tua famiglia e io al TARDIS. Romana mi sta aspettando, le
ho detto che avevo visto qualcuno di familiare che dovevo assolutamente
salutare.”
Il Dottore si alza in piedi e porge la sua mano a
Ianto, “Un giorno ti porterò con me.”
Il ragazzo annuisce e lo guarda per qualche secondo
prima di accettare la mano offertagli e stringerla. “Lo
spero.”
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Capitolo 5 *** 5th ***
È il suo diciottesimo compleanno e Ianto non riesce
nemmeno a concentrarsi a sufficienza sulla festa che il suo amico gli ha
preparato abbastanza a lungo da aspettare che arrivi la torta.
Ormai ha già deciso che andrà a Londra appena sarà
finito il liceo tra qualche mese e non ci rimetterà più piede in Galles se potrà
farne a meno.
Così esce fuori dalla porta sul retro e cammina
fino a quando non arriva al parco; si siede su una panchina tirando fuori dalla
tasca della vecchia giacca di jeans una sigaretta e l’accendino.
La prima boccata di fumo la trattiene dentro quanto
più a lungo possibile e poi la rilascia nel buio mentre i suoi occhi sono fissi
al cielo e non per la prima volta, i suoi pensieri sono rivolti al Dottore e si
chiede dove sia in questo momento, su quale pianeta, in quale
universo…
Sente all’improvviso quel familiare ronzio e si
volta di scatto. La cabina blu è comparsa fuori dal nulla e la porta si apre
scricchiolando leggermente.
Ianto corruga la fronte e fa per alzarsi in piedi
ma vede il nuovo dottore, questa volta biondo se la sua vista non lo trae in
inganno, camminare con passo stanco verso di lui per poi sedergli accanto.
La sigaretta brucia placidamente tra le dita del
ragazzo e il Dottore resta a lungo in silenzio.
Ianto butta un’occhiata verso la cabina blu e si
chiede questa volta chi ci sia a viaggiare con l’alieno ma prima che possa
chiedere qualsiasi cosa, il Dottore lo sta abbracciando forte.
“Cosa è successo?” chiede a voce bassa.
“E’ morto.”
Ianto corruga la fronte e si scosta per poter
guardare l’alieno negli occhi. “Chi?”
“Adric. Lui…” il Dottore si ferma e posa il suo
sguardo sulla sigaretta del ragazzo. “Ti uccideranno quelle cose.”
Ianto scrolla le spalle e prende una boccata
profonda dalla sigaretta senza staccare i suoi occhi da quelli del Dottore in un
segno di sfida che vuole un po’ dire che tanto non importa perché potrebbe
finire sotto ad un autobus per la prossima volta in cui l’alieno deciderà di
farsi vivo.
“Ianto…”
“Chi è Adric?” lo interrompe il ragazzo e si
arrende a gettare la sigaretta a qualche passo più in là.
“Viaggiava con me ed è stato ucciso. I Cybermen,”
scuote la testa, “non dovrei parlarti di queste cose. Non è tempo e…”
“Che importa?” Ianto scrolla le spalle e i suoi
occhi trovano di nuovo quelli del Dottore e vorrebbe dirgli che oggi è il suo
compleanno e vorrebbe essere portato via almeno soltanto per una notte. “Hai una
macchina del tempo no? Perché non vai a salvarlo?”
“Non posso. Leggi del Tempo.”
“Quindi se io morissi tu non verresti a
salvarmi?”
Il Dottore lo guarda sorpreso per diversi secondi
fino a quando Ianto non ha bisogno di sentire la risposta che alla fine arriva
lo stesso, “Se fosse un punto fisso nella storia di questo o di un altro mondo,
allora no.”
“A cosa serve poter viaggiare nel tempo se non puoi
aggiustare le cose?”
“Ci sono determinate cose che non possono
cambiare,” risponde il Dottore e si mette in piedi, “devono accadere anche fatti
spiacevoli in modo tale che quelli piacevoli possano essere preservati,
Ianto.”
“Già certo, il vecchio ‘c’è sempre un motivo per
tutto’.”
Il Signore del Tempo gli sorride e scuote la testa,
“Quando viaggeremo assieme, capirai.”
“Immagino.” Ianto sospira e si mette in piedi
fissando i suoi occhi in quelli dell’alieno. “Mi dispiace per il tuo
amico.”
Il Dottore annuisce e abbraccia di nuovo Ianto che
ancora una volta non ricambia il gesto. “Non ti piace molto il contatto vero?” e
il ragazzo può sentire una certa nota di umore nella sua voce.
“Non molto, no. Allora,” si tira indietro e si
gratta il collo a causa del nervosismo, “immagino che ci rivedremo
poi.”
“Già. Presto spero.”
Ianto scrolla le spalle, “se non lo sai tu.”
Il Dottore gli sorride e il ragazzo lo guarda
andare via.
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Capitolo 6 *** 6th ***
Il Dottore sa benissimo che non dovrebbe trovarsi
qui in questo momento. Viaggiare per Cardiff gli fa sempre tornare in mente
Ianto che ormai non vede da un po’ e non è certo di che anno sia questa volta e
potrebbe seriamente sconvolgere la linea temporale facendo qualcosa di stupido.
Così si ritrova a camminare in giro per la città
con il suo ombrello color arcobaleno pensando a quanto Ianto sarebbe sicuramente
felice di conoscere K-9 ed è così distratto da ritrovarsi davanti ad un vecchio
cinema.
Si ferma sotto la pensilina e dopo qualche secondo
sente qualcuno tirargli un lato del cappotto. Quando guarda in basso e vede un
bambino che deve essere all’incirca sui 5 anni, sospira perché sa bene quegli
occhi blu che lo stanno fissando a chi possono appartenere.
“Ciao!” dice con un sorriso.
Il bambino corruga la fronte. “Sa Signore, lei
assomiglia molto a quel uomo del film. Ha una fabbrica di
cioccolato?”
Il Dottore ridacchia. “No ma ho un’astronave,” si
ritrova a dire.
“Bello,” gli occhi del bambino si accendono e
sembrano brillare sotto le luci del cinema. “Posso venire?”
“Adesso?”
Il sorriso lascia il volto di Ianto tanto in fretta
quanto ci ha messo a comparire e si pulisce le mani unte a causa dei pop-corn
sui suoi jeans. “No adesso non posso. Devo vedere Paula e Alec per un gelato
domani mattina e Mamma sta sera cucina il mio piatto preferito. Che ne dice di
un’altra volta?”
“Come ti chiami?” Il Dottore chiede divertito
nonostante già sappia la risposta. Ha visto molto nell’universo ma questo
ragazzo riesce sempre a stupirlo.
“Jones, signore, Ianto Jones.”
“Allora mi fai sapere quando sei pronto, ok Signor
Jones?”
“Ci può
scommettere!”
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Capitolo 7 *** 7th ***
Ace lo tira per la mano ridendo e il Dottore non
può fare a meno di ridere mentre segue la ragazza.
Ha di nuovo cambiato corpo, adesso è tornato moro e
si chiede quando smetterà di passare in continuazione da moro a biondo e
finalmente avrà i capelli rossi che tanto vorrebbe.
Stanno camminando per una strada di Cardiff, Ace
parla a raffica e il Dottore è come sempre felice di ascoltarla ma quando vede
un ragazzo con corti capelli castani e jeans stracciati sulle ginocchia correre
lungo la strada, si ferma di scatto.
Qualche istante dopo due poliziotti lo stanno
inseguendo urlandogli di fermarsi.
Il Signore del Tempo non riesce a smettere di
fissare il ragazzo e Ace finalmente smette di parlare e corruga la fronte in
confusione.
“Che succede?”
“Niente, mi è sembrato di vedere qualcuno di
familiare.” Resta a fissare il punto in cui i poliziotti e il ragazzo sono
spariti fino quando non li vede tornare su per la strada.
“Avanti Mr. Jones, non cerchi di scappare ancora
una volta,” l’alieno sente dire ad uno dei poliziotti e si volta in fretta per
evitare di incontrare gli occhi di Ianto.
“Dot…” Ace comincia ma il Dottore le afferra il
braccio e si dirige verso il TARDIS.
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Capitolo 8 *** 8th ***
Grace e San Francisco sono appena alle sue spalle
quando il Dottore decide di andare a visitare Ianto un’altra volta. Secondo lui
sono passati circa quattro anni dall’ultima volta che si sono visti, ma quando
arriva a Cardiff e va a casa del ragazzo, la trova vuota.
“Non ci abita più nessuno,” si sente dire.
Si volta di scatto e trova una vecchia signora alla
fine del vialetto. “Che è successo?”
“Si sono trasferiti. Chi cercava della
famiglia?”
Il Dottore si schiarisce la gola e sospira. “Ianto,
ma immagino sia troppo tardi.”
“Oh il ragazzo è andato via molto tempo fa,” dice
la signora scuotendo la testa. “E non veniva mai a trovare la sua famiglia. Tipo
davvero strano in realtà, ma era un bravo ragazzo. Sta a Londra
adesso.”
L’alieno annuisce e fa ritorno al TARDIS, l’ultima
immagina di Ianto che viene portato via dalla polizia, ancora impressa nella sua
mente.
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Capitolo 9 *** 9th ***
Ianto stringe il suo cafè tra le mani e aspetta. Il
TARDIS è alle sue spalle, ormai sa tutto della navicella spaziale grazie al suo
nuovo lavoro. Ancora si chiede come ci sia finito, ma a quanto pare essere un
buon ricercatore per il governo gli ha dato la possibilità di finire a lavorare
per Torchwood.
Torchwood che caccia alieni; Torchwood nato per
uccidere il Dottore.
Quando la navicella spaziale è sprofondata nel
Tamigi, Ianto era certo che il Dottore si sarebbe fatto ben presto vivo e alla
fine a quanto pare il TARDIS si ricordava di Ianto e trovarla, per il ragazzo, è
stato più facile del previsto.
Un uomo alto con capelli corti e una giacca di
pelle sta camminando nella sua direzione e inconsciamente Ianto si raddrizza nel
suo completo, controlla la camicia non si sia sgualcita e che il nodo della
cravatta sia ordine.
Quando il Signore del Tempo è a qualche passo da
Ianto, il ragazzo sorride. “Salvato il mondo un’altra volta?”
“Ianto,” il Dottore non sa che dire perché di tutti
posti, questo era l’ultimo in cui pensava di trovare il ragazzo.
“Come…”
“Ho seguito il mio istinto.” Ianto fa qualche passo
avanti quando soltanto qualche centimetro lo separa dall’altro uomo. “Non ti ho
mai visto così carino e soprattutto giovane.”
Il Dottore lo sente nel suo tono e glielo legge in
faccia quanto il giovane sia cambiato. Non risponde alle parole del ragazzo ma
corruga la fronte. “Cosa ci fai qui a Londra? Qualche anno fa sono andato a
trovarti a Cardiff ma mi hanno detto che non c’era più nessuno di voi
lì.”
Ianto scrolla le spalle e offre il suo cafè
all’alieno. “Volevo andarmene e l’ho fatto. Sono venuto qui a Londra e Torchwood
mi ha assunto durante il primo anno di università.”
Il Dottore apre e chiude la bocca un paio di volte
e alla fine, tra tutte le emozioni che sta provando in quel momento, sceglie la
rabbia. “Torchwood? Proprio tu, Ianto?”
“Sono sei anni che non ti vedo,” è la sua semplice
risposta. “Avevo bisogno di sapere che non mi ero immaginato tutto. Che tu eri
vero ed eri veramente un alieno.”
“E hai deciso di lavorare per Torchwood? Non ti
facevo così stupido. Quello che fanno qui…” il Dottore scuote la testa e lascia
la frase in sospeso. “Un giorno finirà male e ti ci ritroverai tra capo e
collo.”
Ianto scrolla di nuovo le spalle; è arrabbiato con
il Dottore perché per sei anni non è più tornato, perché ha fatto credere a
Ianto che neanche per lui era importante. Alla fine anche lui decide di
scegliere la rabbia ma la sua è silenziosa; si manifesta come una fiamma da
qualche parte in fondo agli occhi e le parole, “Cosa importa?” che rivolge
all’alieno cominciando ad allontanarsi da lui.
“Non potrò più venire da te, Ianto! Non se
continui…”
“Sono stato bene questi ultimi sei anni,” lo
interrompe il giovane. Si chiede brevemente cosa pensava di ottenere parlando
con il Signore del Tempo dopo tanto tempo, ma la verità è che forse voleva
soltanto rivederlo e non necessariamente chiarire le cose con lui.
Volta l’angolo e si dirige di nuovo verso Torchwood
conscio degli occhi dell’alieno che lo seguono.
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Capitolo 10 *** 10th ***
Le sue orecchie fischiano ancora quando Ianto
finalmente si chiuse la porta del suo appartamento alle spalle e scivola contro
di essa fino a quando non si ritrova seduto sul pavimento.
Vorrebbe piangere ma il dolore è ancora troppo
acuto per potersi lasciare andare; così appoggia la fronte sulle ginocchia e
cerca di mettere ordine nella sua testa, ma tutto ciò che vede quando chiude gli
occhi, è Jack che gli punta la pistola contro, che gli ordina di uccidere Lisa,
e infine gli spari di Tosh, Owen e Gwen.
La cosa che gli ha fatto più male però, è stata la
scelta del capitano di usare Myfanwy come arma; proprio lei che era il simbolo
di quando le cose con il Capitano erano appena cominciate e aveva sentito
qualcosa per lui che si era congelato da qualche parte nel suo cuore.
“Cosa è successo?”
Ianto alza la testa in sorpresa e scatta in piedi
accendendo in fretta le luci.
E lì, nel mezzo del suo soggiorno, c’è l’uomo che
stava aspettando di rivedere da anni.
Vorrebbe correre ed abbracciarlo ma non può perché
per la prima volta da quando tutto è cominciato, il Gallese si vergogna di se
stesso e delle sue azioni.
“Ianto…” il Dottore fa un passo avanti e il giovane
si sofferma a guardare il nuovo viso. È più giovane, di quanto lo abbia mai
visto, più moderno nel suo completo e Converse, e i capelli sono tirati su con
il gel.
Per un momento Ianto sorride e il Dottore non può
fare a meno di ricambiare il gesto.
“Mi ero chiesto dove fossi finito.”
“Ti avevo detto che fino a quando lavoravi per
Torchwood…”
“Ti ho visto,” lo interrompe sentendo un po’ della
vecchia rabbia di quel giorno tornare; di quando tutto stava crollando attorno a
lui e voleva finalmente essere portato via. “A Canary Wharf. Quando c’erano
Cybermen e Daleks.”
Il Dottore distoglie lo sguardo e infila le mani
nelle tasche dei pantaloni. “Volevo cercarti ma…”
“Troppe cose da fare,” finisce per lui il giovane,
annuendo prima di staccarsi dalla porta.
Mentre cammina si sfila la giacca e allenta il nodo
della cravatta cercando di ignorare la fitta di dolore che gli attraverso la
spalla su cui è atterrato quando Lisa lo ha scagliato in aria.
“Lavoro ancora per Torchwood, perché sei qui?”
chiede quando è a solo qualche centimetro dal Dottore e tiene le mani in tasca
come l’alieno.
“Il TARDIS mi ci ha portato.” Il Signore del Tempo
corruga la fronte notando i lividi e il sangue sul ragazzo. “Che ti è
successo?”
Ianto scrolla le spalle e va a sedersi sul divano e
può sentire gli occhi dell’alieno seguirlo. “Ricordi quando i Cybermen hanno
ucciso Adric?”
Il Dottore annuisce e Ianto sospira appoggiando la
testa contro lo schienale del divano e chiudendo gli occhi. “Beh non hanno avuto
la stessa considerazione per qualcuno a cui tenevo molto.”
“Ianto…”
“L’hai sconfitti prima che potessero finire il loro
lavoro e lei è rimasta a metà. L’ho nascosta nella camera degli ospiti
dell’appartamento fino a quando non ho trovato il tuo amico Jack e l’ho convinto
ad assumermi a Torchwood 3. E prima che tu mi chieda come faccio a sapere che vi
conoscete, sappi che è perché non riesce a fare a meno di parlare del “suo
Dottore”. Ne parla da talmente tanto da essere finito a Torchwood nel ‘800
grazie a te.”
“Jack è vivo?”
Ianto scrolla di nuovo le spalle e si sente come
uno stupido che non sa fare altro. “A quanto pare.”
Il Dottore si passa una mano tra i capelli
scompigliandoli e si toglie gli occhiali infilandoli in una delle tasche del
cappotto.
“Va avanti,” incita Ianto dopo diversi minuti di
silenzio.
“Quando sono stato assunto, ho portato Lisa nella
base, l’ho nascosta dove sapevo nessuno l’avrebbe mai trovata e passato l’ultimo
anno a mentire a tutti mentre cercavo un modo per salvarla.
Oggi era arrivato un medico che pensavo l’avrebbe
aiutata e ho finito con il farlo uccidere così come una ragazza che ci consegna
le pizze. Poi Jack mi ha obbligato ad uccidere Lisa e quando non ci sono
riuscito, lui e gli altri del team l’hanno fatto al mio posto.”
Ianto apre gli occhi per un attimo fissando il
soffitto sopra di lui; si sente stanco e finalmente pronto a cedere alla
tempesta emotiva che sta avendo luogo dentro di sé.
Sente il Dottore fare qualche passo verso di lui e
può sentire la rabbia radiare dall’uomo.
“Tu hai tenuto un cybermen nascosto sapendo di cosa
sono capaci?”
E forse Ianto preferirebbe sentirlo gridare che
usare quel tono minaccioso.
All’improvviso una mano gli afferra il braccio e lo
scuote. “Perché? A cosa stavi pensando?”
“Che lei era stata lì per me!” Ianto urla fissando
gli occhi in quelli dell’alieno. “Dovevo fare lo stesso.”
Abbassa lo sguardo e sente qualcosa scivolargli
lungo la guancia ma quando vi passa la mano, trova sangue e non lacrime.
Sta per inveire contro il taglio che gli si è
riaperto sul sopracciglio quando sente qualcosa di morbido premuto contro la
ferita.
Quando alza gli occhi in quelli del Dottore,
qualcosa cambia; è come un piccolo brivido lungo la schiena, un impercettibile
spostamento d’aria; ma lo avverte e se il leggero tremore nella mano del Dottore
è un indizio, non è il solo.
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Capitolo 11 *** 11th ***
Quando era piccolo e cadde dalla bicicletta appena regalatagli,
a Ianto fu detto che la terza volta era quella buona ma per lui non aveva mai
funzionato. Anche questa volta, tre tentativi non sono abbastanza, gliene
servono undici.
È Estate quando, mentre sta camminando verso la base, Ianto
guarda verso la baia e trova un ragazzo che sembra della sua stessa età,
appoggiato alla ringhiera. Lo sta fissando da sotto la frangia bionda e da sopra
un buffo cravattino che cade un po’ sbilenco.
Ianto sorride e si avvicina. “Bretelle e papillon?”
“Ancora completi?” il ragazzo gli chiede in risposta.
Ianto ride prima di portare le dita della mano destra a quegli
zigomi taglienti per toccarli delicatamente. Un mezzo sorriso ancora danza su
quelle labbra perfette che gli sono sconosciute.
“Smetterai mai di ringiovanire?” chiede infine e la mano
indagatrice si ferma a contornare una guancia magra.
“Almeno ora non sembro tuo padre o tuo nonno.”
Il giovane ride ancora e senza accorgersene, la sua mano
sinistra si chiude attorno all’altra guancia dell’alieno.
“Cosa ci fai qui?”
“Sono venuto a prenderti Ianto Jones.” Un velo di tristezza
sfiora i lineamenti del Signore del Tempo e Ianto si sente a disagio per qualche
momento.
“E’ arrivato il momento?” e il suo tono riporta alla mente del
Dottore, il bambino di sei anni fermo sul ciglio della strada.
“E’ adesso o mai più. Domani succederà qualcosa che innescherà
gli eventi che porteranno alla tua morte.” E’ brutalmente onesto ma quando sente
le mani di Ianto tremare attorno al suo viso, le afferra con le sue tenendole
immobili contro la proprio pelle prima di fare un passo avanti accorciando la
distanza tra i loro corpi.
“E prima che tu me lo chieda, questa volta è diverso. Ho
infranto già le leggi del tempo e lo farò ancora e questa volta sarà per te.” Il
Dottore fa un profondo respiro e sorride. “Perciò sei pronto? Perché questo è il
momento migliore direi. Ho appena scortato i miei ultimi accompagnatori
all’altare e sono libero. Quindi…” agita una mano in aria e sospira. Si sente
pieno di speranza per qualche ragione che non comprende fino in
fondo.
Ianto sorride. “Credo di esserlo dopo vent’anni. E poi, voglio
dire, mamma non fa più il mio piatto preferito da molto e Paula è Paul adesso e
Alec si è trasferito in California.”
“Magari potremmo andarlo a trovare,” il sorriso sul volto
dell’alieno si allarga.
“Perché no?”
Sono talmente vicini adesso, che i loro nasi quasi si sfiorano e
Ianto può vedere fino in fondo quando giovane il Dottore veramente appaia e si
sente annegare negli occhi blu che lo stanno fissando.
“Sai,” dice in fine, “Sei stato un nonno, Willy Wonka, un uomo
magro con le Coverse e adesso sembri uno studente appena uscito
dall’Università,” fa una pausa e ride, “a stento. Ma,” si ferma di nuovo e
scuote la testa leggermente perché non riesce veramente a decidere cosa voglia
dire in questo momento che senza ombra di dubbio cambierà la sua vita per sempre
e forse, anche per altre persone perché Ianto adora l’effetto
farfalla.
“E tu sei l’unico ad avervi visto attraversare tutti i
cambiamenti.”
“Si, l’ho fatto e adesso sono pronto a venire con te. Non perché
mi hai appena detto che altrimenti morirò, ma perché voglio venire con te,
voglio seguirti da molto tempo ormai.”
“Fantastico!” Il Dottore sorride e sembra ancora più giovane a
Ianto. “Ci sono così tante cose che voglio mostrarti e…”
“Dottore?”
“Si?”
I due uomini sostengono lo sguardo l’uno dell’altro e alla fine
le labbra di Ianto si curvano in un sorriso. “Taci,” sussurra prima di portare
la sua bocca a quella del Dottore.
E’ soltanto un gesto semplice, un bacio, ma basta a farli
sentire uniti per il resto delle loro vite.
Mentre Ianto coglie l’occasione che aspetta da venti anni,
lancia un’occhiata alla videocamera di sicurezza fuori all’ufficio turistico da
dove si accede alla Base e sorride. Un sorriso aperto e felice come è certo Jack
non gli ha mai visto fare.
Si porta due dita alla fronte e fa il saluto militare al
Capitano perché sa bene che questo è un addio. Per un secondo si chiede cosa
proverà l’Immortale a guardare Ianto andare via con l’uomo per cui lui, Tosh,
Owen e Gwen sono stati abbandonati.
“Pronto Ianto Jones?”
Un ultimo sorriso, un ultimo sguardo al suo passato e poi si
affretta a seguire il Dottore verso il TARDIS, a seguire l’unica persona che è
sempre tornata da lui, l’uomo per cui ha aspettato tutta la vita.
Fine
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