THE BLOODIES
[Intro]
Il 21 Novembre 2012 le vite di migliaia di persone non sono
più le stesse.Un misterioso portale si aprì
e,come un buco nero,risucchiò una vasta zona ,che
comprendeva anche la città di Dite,richiudendosi subito
dopo.Ogni contatto con il resto della terra svanì e da quel
momento gli abitanti di tale luogo ebbero una svolta.Molti di essi
morirono subito,risparmiandosi l'agonia che si sarebbe venuta a creare
nei mesi successivi.Alcuni hanno provato a fare finta di niente,a fare
finta che tutto ciò fosse solo un sogno,ma presto capirono
anche loro che non era così.Infine diversi individui
acquisirono dei poteri,questi vennero chiamati
reapers,poichè potevano decidere sulla vita dei comuni
mortali.Purtroppo gli avvenimenti che causarono tutto
ciò,hanno portato solo problemi e pochi di questi hanno
avuto il buon senso di utilizzarli per scopi civili.In breve tempo il
crimine salì alle stelle,la mortalità
aumentò drasticamente e lo sciacallaggio divenne all'ordine
del giorno.Addirittura il comune non potè nulla contro tutto
ciò e così tutto sprofondò
nell'anarchia più totale.
Inutile dire che si formarono diversi gruppi,decisi ad ottenere il
dominio della città ed inutile anche dire che il sangue
scorreva a fiumi.Ogni gruppo cercava di reclutare i più
forti della città,e ciò si poteva vedere solo con
la taglia sulle loro teste.In fondo i reapers erano solo criminali
accecati dal loro potere e uccidere era un loro passatempo.Beh,in
realtà pure io sono un reaper,anche se faccio parte di un
organizzazione segreta,chiamata i "bloodies".Sì,lo so,il
nome può far credere che anche noi siamo come quegli altri
bastardi,ma non è così.Abbiamo scelto questo nome
per un semplice motivo.Siamo dannati.Per lo stato eravamo criminali e
adesso siamo morti,ma questa storia non interessa ora.A dirla
tutta,siamo assassini come gli altri reaper,ma la
differenza è che noi uccidiamo per mantenere un po' di
civiltà in questo posto maledetto.L'altro nostro scopo
è di non permettere di riaprire il portale e riuscire a
tornare sulla terra.Questo è l'Inferno e i demoni non devono
mischiarsi agli uomini.Noi non siamo altro che demoni.Non
c'è un capo nei bloodies,siamo tutti reietti della
società.Siamo divisi in 12 reparti,le colonne infernali,e
noi capitani prendiamo le decisioni,tutti insieme.
Ok,qui ho finito.Non vi rivelerò la mia identità
per ora,ma proseguirò presto con la storia di un
ragazzo,Kuro,che ho l'impressione che possa cambiare il nostro mondo e
magari darci una salvezza.
[Capitolo 1-Rain]
21 Novembre 2012-ore 7.30 a.m.,città di Dite.
<< Yawn!Che palle,un altro monotono giorno di scuola
>> esclamai quel giorno al mio risveglio.Avevo il test di
matematica,e come al solito non sapevo un cazzo.Non sono mai stato
elogiato come studente modello e spesso non ci andavo nemmeno a
scuola,però quel giorno decisi di andare lì
comunque.Forse pessima idea,forse ottima,dipende dal punto di vista.Mi
vestii,feci colazione ed uscii di casa in fretta
<< diavolo!sono in ritardo!mi dovevo vedere con Hanako 20 minuti fa!ora mi uccide >>
Come al solito,quando arrivai lì,lei non c'era.E' sempre stata più ritardataria di me.Hanako
è la ragazza con cui mi frequentavo e mi frequento
ancora.Non andava allo stesso istituto,ma di solito ci incontriavamo di
primo mattino per passare 5 minuti insieme.Avendo i nervi a fior di
pelle e le palle gelate per il freddo me ne andai,lasciandole un
messaggio sul cellulare:
<< ci vediamo oggi.a
dopo >>
Arrivato nell'istituto trovai,come di
routine,quegli idioti che se la prendevano con i mocciosi e che, a loro
volta,le prendevano puntualmente di santa ragione da
me o da qualche altro buon cristiano(per modo di dire) che passava di
lì e li vedeva fare casino.Salii in classe e sulle scale
incrociai Kuro,fisicamente sia prima che dopo l'"incidente" non
è cambiato e nemmeno caratterialmente.Il solito ragazzino
impacciato,minuto e timido.Non ha successo con le donne e non
è bravo a scuola.Quasi nessuno notava la sua presenza dentro
le mura dell'istituto e nemmeno fuori.Aveva come al solito la divisa da
studente tradizionale,sempre sistemata perfettamente e con i libri in
mano.I suoi capelli sono neri e quel giorno non era pettinato,come
tipico da lui.Probabilmente era l'unica cosa fuori posto.Ok,lo devo
dire francamente,la sua aria da cane bastonato mi faceva
imbestialire.Non so perchè,ma era così.Poco dopo
che mi sedetti al posto suonò la campana.La professoressa
entrò puntualissima e subito esclamò con quella
stupida voce squillante da vecchia:
<< Bene!oggi faremo il
test!saranno 15 esercizi e avete 1 ora >>
Dentro di me
pensai: << Ma quando muore? >>
era una
stupida riflessione da ragazzo,chi non l'ha mai pensato?Però
mi vennero i rimorsi di avere pensato una boiata del
genere.Consegnò il compito,tutto regolare.Per i primi 10
minuti...
Ore 8.25,istituto superiore Iovis
Quello è il nome del mio ex istituto,mi ero dimenticato di
dirlo,facevo la 3a e ho 16 anni,ma questo non è importante
rispetto a ciò che stava per accadere.Mentre provavo a
risolvere i problemi si udì un boato assurdo,come una
bomba.La professoressa uscì dalla classe a controllare e
così tentai di copiare.2 secondi.2 brevi secondi e tutte le
luci scoppiarono.Ci ritrovammo sotto una pioggia di vetri e il neon
rilasciato si posava come polvere sulle nostre teste.Nessuno si
spiegava cosa fosse accaduto e ci alzammo tutti in piedi.Iniziammo a
farci domande su questo.Guardai fuori dalla finestra.Forse non
dovevo.Il cielo era coperto da nuvole nere e queste si stavano unendo a
formare una spirale.Ciò che mi inquietò non era
questo però,era quella ragazza della classe a fianco.Carina,
col viso pulito e sempre con il sorriso sul volto.Purtroppo non era
così in quel momento.Stava in piedi sul cornicione,senza
espressione sul volto e con il vento che le scompigliava i capelli.Fece
un passo avanti,un passo verso la morte.La provai a prendere allungando
la mano verso di lei,ma non ci riuscii.Si spiaccicò contro
una macchina.E dopo di lei,una lunga processione di suicidi.La gente
non capiva più un cazzo.Mi sembravo l'unico lucido,ma gli
altri erano furbi.Si erano nascosti.Io da testardo come sono,scesi per
strada.Era il delirio.Gente morta ovunque e sangue dappertutto.Presi il
cellulare e provai a chiamare Hanako.Non ho mai avuto una
famiglia,quindi chiamai la persona a me più
vicina. <>dissi preoccupato. La sua scuola era dalla parte opposta della
città,quindi era impossibile raggiungerla con questo
caos.Iniziò a piovere.Pioveva sangue.Rosso e caldo.L'odore
di ferro era fortissimo e si faticava a respirare.Le nuvole schiarirono
un minimo e lasciarono un cielo violaceo.Rientrai in classe per trovare
riparo e magari trovare qualche superstite.La tromba delle scale era
piena di cadaveri e impiccati.Per un attimo sentii anche io
quell'irrefrenabile istinto di ammazzarmi.Non ricordo cosa accadde,ma
stando a quello che dice Dan,che mi ha salvato la vita con un pugno in
faccia, avevo un taglierino in mano e mi stavo per tagliare la
gola.Quando mi ripresi ero in una sala con lui e altri 8 ragazzi.La
pioggia sembrava una cascata e affacciandomi vidi un ragazzo che
sembrava un fantasma.Dopo intuii che era Kuro.Lo chiamai ad alta voce
<< KURO!CAZZO,KURO!VIENI QUI! >> Lui non
sapeva come mi chiamavo ed ogni volta che mi vedeva abbassava lo
sguardo.Anche se non so se quella volta lo abbia fatto di proposito a
non venire da me o era troppo shokkato per sentirmi.Lo provai a
rincorrere.Quelli che mi avevano portato in sala non si erano accorti
che uscivo.Che fossero in coma?Fatto sta che mentre correvo vidi le
pareti deformarsi e caddi a terra,come se la gravità mi
schiacciasse pesantemente.Mi addormentai,con una strana sensazione di
calore addosso e le ossa che sembrava si stessero comprimendo.Il dolore
era atroce ma durò pochi secondi.Caddi in coma.Tutti i
sopravvisuti caddero in coma.Pensavo di essere morto,ma il destino
voleva che continuassi a vivere.
Data sconosciuta,ora sconosciuta
Non so quanti giorni dopo mi svegliai,ma di certo non era poco
tempo,dato che tutto il sangue ormai era asciutto e tutto quello che
rimaneva di quel giorno era il cielo color rosso cremisi.Solo una cosa
non mi spiegavo...che cazzo ci facevo sul promontorio di Dite?!Mi
trovavo nel punto più alto della città e a circa
10 centimetri da me,c'era uno strapiombo dove non si vedeva il
fondo.Doveva essere crollato qualcosa.In realtà quella era
la fine della città.Sotto c'era il nulla.Qualcosa mi faceva
già avere questo presentimento.Provai subito a chiamare
Hanako,sempre staccato.Così mi diressi in
città.Presto scoprii il mio potere da reaper in maniera del
tutto casuale e fondai l'organizzazione con degli altri
sopravvisuti,fra cui 2 miei cari amici e Hanako,che alla fine era
viva.Nessuno usava più il proprio nome,ma nomi in codice.Il
mio potere mi permise di "stalkerare" chiunque mi pare,essendo
praticamente irrilevabile da nessuno,o quasi.Dato che Kuro in fondo mi
aveva sempre incuriosito nei suoi modi strani,divenne presto una mia
"preda".Presto capii di essermi sbagliato sul suo conto.
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